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LUIS DE GONGORA I Sonetti A Cura Di Giulia Poggi

Sonetti con traduzione a fronte n. 101, 106, 174, 175, 177, 179, 186, 190, 200, 201

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LUIS DE GONGORA I SONETTI Acura di GIULIA POGGI 10 246 SONETOS SATIRICOS ¥ BURLESCOS * Tor ror (1588) Grandes, mas que elefantes y que abadas, titulos liberales como rocas, gentiles hombres, sslo de sts bocas, illustri cavaglier, laves doradas; habitos, capas digo remendadas, damas de haz y envés, viudas sin tocas, carrozas de ocho bestias, y aun son pocas con las que tiran y que son tiradas; catarriberas, animas en pena, con Bartulos y Abades la milicia, y los derechos con espada y daga; 101. Composto in occasione del primo viaggio com- pivto dal poeta andaluso a Madrid¢ il primo di unaserie dedicata alla cit presso cui sitrovava a corte di Spagna, CCostruito su di una tecnica enumerativa,trova il suo pit probabile antecedente nei sonn. 56 $7 delle Rime sairi- che i Tassoni (Mas dl feng mont dial Stomprat cil ambiziose genti, ambedue dedicati a Madrid) anche se Alonso (198s) suggerisce che sia quest’ultimo ad avere imitato il poeta spagnolo e non viceversa. Ne esiste una Versione con vant conteneta in un Condonein porto- ese (peril confronto con la quale,e per relativi proble- SES ettone vil ommedto dll CunertsSonace 1983). ¢@ 1. Grandes: gioco sul termine allusivo della maggiore nobilta di Castiglia (ai Grandi di Castiglia era concesso di non togliersiil cappello dinanzi al re ¢ di se- dersi con lui), ma anche della mole dei due animali evo- SONETTI SATIRIC! E BURLESCHI- Tor 247 rot (1588) Grandi piti che elefanti e pachidermi, titoli liberali come rocche, camerieri, ma delle bocche loro, illustri cavalieri, chiavi Poros abiti, o meglio, cappe rammendate, dame bifronti, vedove scoperte, carrozze da otto bestie e ancora é poco fra quelle trainanti e le trainate; galoppini vaganti, anime in pena, con Bartoli ed Abati la milizia ¢ con la spada e la daga le leggis ‘ati, il secondo dei quali (Vippopotamo), stando a un ancdowo siporat dale cronache del ae fu recato in dono dalle colonie portoghesi alla corte di Filippo M1, a 2, Allude alla scarsaliberaliti deititolatt. a 4: /la- ses doradas: ossia uomini di fiducia del re (i cosiddett «hombres de eémara ») che ostentavano la loro posizio~ ne legandosi alla cintura uno stemma con chiavi d'0- 10, # $. cavalieri di cui, nonostante Pappartenenza ai vari ordini militar, era notoria ka poverta. 6.11 verso bimembrato sta a indicare la licenziosica delle dame di corte (la toca era il copricapo caratteristico delle vedove e delle donne pisianziane). 1 10-11, Per significare che la corte era popolata da legulei e soldatiinetti, Géngora a tribuisce ai primi (Bértules, da Bartolo di Sassoferrato, "appresentance del drt cvile,¢ hades, per Abbas Si- clas, ossia Niccold de Tedeschi, esperta in quello cano- 0 248. SONETOS SATIRICOS ¥ BURLESCOS - 101 \ SONETTT SATIRICI E BURLESCHT: 10T 249 casas y pechos, todo a la malicias Ie case maliziose come i petti, lodos con perejil y yerbabuena: fanghi di menta e prezzemolo intrisi: esto es la Corte, iBuena pro les haga! questa & la Corte, si: buon pro vi faccia! nico) gli artributi dei secondi e viceversa, ##- 12. Secon do Salecdo Coronel, i cortigiani di Madrid abitavano in ‘case piccole pernon essere obbligati ad ospitare la serv tG.e { ministei del re. 10 260 SONETOS SATIRICOS ¥ BURLESCOS - 106 106 (1603) Llegué a Valladolid; registré luego desde el bonete al clavo de la mula; guardo cl registro, que sera mi bula contra el cuidado del sefor don Diego. Busqué la Corte en él, y yo estoy ciego, o en la ciudad no esti, 0 se disimula, Celebrando dietas vi a la gula, que Platén para todos esta en griego. La lisonja hallé y la ceremonia con luto, idolatrados los caciques, amor sin fe, interés con sus virotes, Todo se halla en esta Babilonia, como en botica, grandes alambiques, y mis en ella titulos que botes. 106. il primo dei sonetti dedicati a Valladolid, dove temporaneamente si era trasferita Jz corte. In esso Gone gora si burla non solo dell’eccessiva puntighiosita dei suoi amministratori ma anche, come nel 101, del malco- stume dei suoi abitant. Il paragone finale ripropone il tema, insstente nei busleseh, dellinflozione det tol nobiliari. ta: 1-4, Allusione alle disposizioni che obbli- ‘gavano i visicatori della corte alla minuziosa denuncia di jwanto portavano con sé, Responsabile ditale pratica era UoaDiegode ayata. tw 3-bulosindulgenza papal dicat SONETTE SATIRIC! E BURLESCHI +106 267 106 (1603) Giunsi a Valladolid; denunciai tutto, dalla berretta al chiodo della mula; conservo la denuncia, mia dispensa di contro al puntiglioso signor Diego. La corte vi cercai ma, 0 son cieco, 5 o in citta non si trova, 0 si nasconde. Vidi la gola organizzare diete, ché Platone per tutti @ solo ie greco. La lusinga trovai e la cerimonia vestita a lutto, i capi idolatrati, 0 amore falso, agguerrito interesse. ‘Tutto si trova in questa Babilonia come in bottega capaci alambicchi, ¢ in essa titoli pitt che boccette. ilpocta burlescamente si avvale contro ogni altto obbli- gerburceraco, te 5-6 Si burl net primi due versi del overt della corte e negli altri due della famne che in essai soffre (Platén conosciuto solo come Filosoto gre e are accresitivo, del Piatto in cui si mane 2). & 13-14. Si perde in traduzione il ioc allitterante Sire /toe (tarmacis/bocceta) alla deli core me immenso ¢ caotico contenitore di ogni genere di pre~ parato e sostanza, 10 436 SONETOS ATRIBUIDOS * 174 174 (1598) ALA ‘ARCADIA’ DE LOPE DE VEGA CARPIO Por tu vida, Lopillo, que me borres las diez y nueve torres del escudo, porque, aunque todas son de viento, dudo que tengas viento para tantas torres. iValgante los de Arcadia! No te corres armar de un pavés noble a tn pastor rudo? iQh tronco de Micol, Nabal barbudo! iOh brazos Leganeses y Vinorres! No le dejéis en el blasén almena Vuelva a su oficio, y al rocin alado en cl teatro séquele los reznos. No fabrique més torres sobre arena, sino es que ya, segunda vez casado, nos quiere hacer torres los torreznos. 174. B il primo dei numerosi sonetti contro Lope de Yep proverbiae nemice ed emulo poctico dk Congors ‘Ad essere presa di mira I’ostentazione di nobilta che il Fénix volle fare stampando sul frontespizio dell’Arcadia {fomanto pastoralevscito ne] 398) I dicannove wore jello seudo di Bernardo del Carpio, suo mitico antena- to. #3. Secondo il modismo « torres de viento » (Dia, Aut) indicante vaniti ¢ inconsistenza. te 7. All delle due moglie di David (Micol,fighia di Saul, c Abilal, ‘moglie del ricco Nabal, qui definito barbudo, vero, co- SONETTS ATTRIBUITI * 174 437 174 (1598) ALL™ARCADIA’ DI LOPE DE VEGA Per carit’, Lopuccio, fai sparire Ie diciannove torri dal tuo scudo: perché, pur se di vento, ho seri dubbi che per sf tante torri possa averne. Alla grazia di Arcadia! Non ti sdegni 5 a render blasonato un pastor 0220? O schiatta di Micol, Nabal barbuto! O stirpi leganesi e Vinorree! Che non rimanga nel suo stemma merlo: ritorni al suo mestiere ¢ a toglier zecche 0 sul palcoscenico al ronzino alato. Non innalzi pit torri sulla sabbia, a meno che, di nuovo coningato, non voglia trasformare in torri i ciccioli. me nel son. 205, cornuto’) il duptice iferimento biblico ‘wuole forse sottolineare il doppio matrimonio di Lo- pe. % 8,Juan de Leganése Vinorre erano due noti matt di Madsid te 10 rin aldo: Pegaso, cavalo latosilla ‘cui groppa Bellerofonte tentd di conquistare Olimpo: Con‘ Ado roccolo avrebbe fatto zampillar la fonte di Aganippe (ud. son 19). 4, Gioco di parle alusivo

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