Una Messa Propria' Per I Santi Faustino e Giovita: Il Ms. Alpha Del Museo Diocesano Di Arte Sacra A Brescia
Una Messa Propria' Per I Santi Faustino e Giovita: Il Ms. Alpha Del Museo Diocesano Di Arte Sacra A Brescia
spettivamente le appendici 1 e 2.
2 I canti sono quelli noti e attestati per la dedicazione di Santa Maria ad martyres a Ro-
ma (13 maggio), fin dalle fonti gregoriane più antiche (quelle che riportano solo i testi
non notati): cfr. AMS 100 = Antiphonale Missarum Sextuplex, d’après le Graduel de Monza et
les Antiphonaires de Rheinau, du Mont-Blandin, de Compiègne, de Corbie et de Senlis, edité par R.-
J. Hesbert, Bruxelles - Paris 1935, n. 100 pp. 118-119 (il ms. alpha si discosta solo nel
versetto salmodico dell’introito e per la presenza di un secondo alleluia, Benefundata est
domus Domini: secondo la legge di Beyssac, il II alleluia sarebbe quello originale). Solita-
mente questo formulario viene inserito nel Comune dei santi sotto la rubrica generica In
dedicatione ecclesiae, lasciando agli officianti di disporne a tempo debito secondo gli usi
della loro Chiesa; il fatto che il copista l’abbia invece collocato nel Proprio, con una ru-
brica specifica, è una prova del fatto che il manoscritto è stato prodotto per una Chiesa
in particolare.
tante: non solo il codice è stato predisposto per una chiesa intitolata ai
santi patroni di Brescia, ma la data della sua dedicazione deve cadere tra
il 10 e il 13 agosto, giorni in cui sono onorati rispettivamente san Loren-
zo e sant’Ippolito. Tale constatazione ci porta, seppure attraverso un la-
birinto di notizie contrastanti, alla più insigne fondazione benedettina de-
dicata ai protomartiri della città di Brescia, permettendoci di indagarne la
storia tra il XV e il XIX secolo da una nuova angolazione, quella liturgi-
co-musicale. Prima di inoltrarci in questa esplorazione è opportuno un
passo indietro.
Il manoscritto, già oggetto di catalogazione, non è un Antifonario3, come
indicato da Paola Bonfadini, cui va il merito di aver dato un’esauriente
descrizione della decorazione4, bensì un Graduale, esso infatti contiene i
3 In merito alle tipologie dei libri liturgici i fraintendimenti sono tutt’altro che sporadici.
L’argomento è complesso di per sé, ma certo non aiuta la difformità degli usi terminologi-
ci; tale difformità ha origini storiche e si perpetua perché, sia nei cataloghi sia negli studi
scientifici attinenti le varie discipline interessate (liturgia, musicologia, paleografia e non
ultimo storia dell’arte), usare gli stessi termini con lo stesso significato non è ancora un
obiettivo raggiunto. Le incertezze non riguardano solo particolari libri liturgici (il termine
Passiones ad esempio è usato sia per riferirsi ai racconti evangelici della passione di Gesù sia
per indicare le passioni dei martiri, ossia i Passionari che appartengono alla tipologia libra-
ria del Lezionario agiografico) ma si registrano anche nell’uso di un termine come Antifo-
nario. Un primo fondamentale contributo per l’adozione di una terminologia uniforme e
specifica, almeno in Italia, risale al 1990, quando l’Istituto centrale per il catalogo unico si
avvalse della collaborazione di Giacomo Baroffio per una guida alla descrizione dei mano-
scritti liturgico-musicali: B. BAROFFIO, I manoscritti liturgici, in V. JEMOLO – M. MORELLI,
Guida ad una descrizione uniforme dei manoscritti e al loro censimento, con Contributi di B. Barof-
fio, M. Gentili Tedeschi, V. Pace, Roma 1990, Appendice III, pp. 143-192. Sull’argo-
mento si vedano anche: List of Uniform Titles for Liturgical Works of the Latin Rites of the Catho-
lic Church, London 19812; ACOLIT. Autori cattolici e opere liturgiche. Una lista di autorità.
Catholic Authors and Liturgical Works. An Authority List, III, Opere Liturgiche. Liturgical Works,
a cura di F. Ruggeri, Milano 2004; G. BAROFFIO, I libri musicali, con particolare attenzione ai
codici italiani, in Il libro di musica. Per una storia materiale delle fonti musicali in Europa, a cura di C.
Fiore, Palermo 2004 (De charta, 7), pp. 21-41 e gli strumenti, predisposti sempre da
Giacomo Baroffio, disponibili online ai seguenti indirizzi:
<http://musicologia.unipv.it/baroffio/> e
<http://www.hymnos.sardegna.it/iter/index.htm>.
4 Oltre che una prima scheda catalografica, cfr. P. BONFADINI, Antichi colori. Catalogo
della Sezione Codici Miniati del Museo Diocesano di Brescia, Brescia 2002, pp. 107-126.
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canti del Proprio della Messa (introito, graduale, alleluia e/o tratto ri-
servato al periodo quaresimale, offertorio, communio) relativi all’ufficia-
tura del Proprio dei santi di tutto l’anno (come consueto i formulari si sus-
seguono da sant’Andrea a san Clemente papa5), mentre al Comune dei
santi, lacunoso6, appartiene solo l’ultimo formulario: «In festo unius doctoris».
Databile tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI7, la destinazione
originaria di questo Graduale era stata proposta finora in forma ipoteti-
ca8, forse anche in considerazione dell’apparato decorativo accostabile
all’ambiente padovano-veneziano: Paola Bonfadini attribuisce le miniatu-
re ad «un Maestro non bresciano o almeno di formazione non locale,
ricettivo verso opere di produzione veneta dell’ultimo quarto del Quat-
trocento»9. La riconosciuta vicinanza all’area veneta dello scriptorium d’ori-
gine, che a tutta prima potrebbe parere un parziale ostacolo all’attribuzio-
ne bresciana, assume un significato di segno opposto se si pensa che è
proprio di fine Quattrocento l’adesione al movimento monastico rifor-
5 Diversamente dai Calendari liturgici, i Santorali, specie nelle fonti più antiche, non
specificano in rubrica le date delle ricorrenze, ma la loro successione è comunque se-
quenziale, generalmente dalla vigilia di sant’Andrea (29 novembre) a san Clemente papa
(23 novembre), rispettando in questo la scansione dell’anno liturgico che inizia con
l’Avvento. Sono riportati solo i formulari delle feste principali in quanto per le altre,
indicate nei Calendari, si ricorreva al Comune dei santi, inserito dopo il Proprio o in un
diverso volume. Fatti salvi eventuali errori, sempre possibili nel processo di copiatura, e
aggiunte seriori alla prima stesura (solitamente collocate all’inizio o alla fine del mano-
scritto), la successione dei formulari è dunque non solo rispettosa delle date del Calen-
dario ma è anche indicativa degli usi locali e dunque del contesto di origine e/o destina-
zione del manoscritto. Da qui scaturisce l’importanza di questi dati, come ben dimostra
il caso in oggetto.
6 Cfr. appendice 2.
7 Un elemento che avrebbe consentito una datazione più precisa del manoscritto si
trovava originariamente nel primo rigo di c. 153r, oggi illeggibile anche con la lampada
di Wood; una mano seriore ha infatti provveduto ad eradere, fino al punto di rendere
visibile in trasparenza la scrittura collocata sul verso della carta, un inciso dell’introito
Dicit Dominus sermones mei per la festa di san Clemente papa, contenente il nome del
pontefice in carica all’epoca della prima stesura: «adest ‹?› nomen tuum».
8 «Probabile provenienza dalla Biblioteca del Convento di San Faustino Maggiore in
Brescia. Verona, ambito di Girolamo Dai Libri. Secc. XV (ex.) - XVI (inc.)», cfr. BON-
FADINI, Antichi colori cit., p. 107.
9 Cfr. ibid., p. 126.
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mato di Santa Giustina a Padova della maggior parte delle istituzioni be-
nedettine bresciane, fra cui il Monastero di San Faustino Maggiore, nel
149010. Il contributo culturale, oltre che spirituale, della casa madre nei
confronti del monastero bresciano in questo periodo storico, con riferi-
mento al patrimonio librario, trova conferma nell’inventario, redatto nel
Settecento da padre Giovanni Ludovico Luchi, dei manoscritti medievali
allora presenti nella biblioteca conventuale – la maggior parte di essi,
infatti, risale al XV secolo e risente degli influssi riformatori della Con-
gregazione –; sopravvissuti alla soppressione dell’ordine nel 1798, questi
codici sono poi confluiti nella Biblioteca Civica Queriniana di Brescia11.
Indicativi di una destinazione benedettina e bresciana del Graduale alpha
sono da un lato la presenza della rubrica «In festo s. patris nostri Benedicti» per
la festa del 21 marzo e di altri santi della tradizione benedettina, come
santa Scolastica (10 febbraio) e san Placido e compagni (5 ottobre)12,
dall’altro i formulari di alcuni santi vescovi della città (san Paterio,
sant’Onorio, sant’Apollonio), ma anche santi cari alla venerazione locale
come la martire Afra o il vescovo Antigio, le cui reliquie furono portate nel
e v il formulario per la festa della santa padovana (7 ottobre), ricorrenza invece assente
nei Calendari bresciani tra XI e XV secolo. Per la tradizione dei Calendari in uso a
Brescia nel basso Medioevo, si veda S. VITALE, Calendari bresciani a confronto (secoli XI-
XV), in Musiche e liturgie nel medioevo bresciano (secoli XI-XV). Atti dell’incontro nazionale di
studio (Brescia 3-4 aprile 2008), a cura di M. T. Rosa Barezzani, R. Tibaldi, Brescia 2009
(Storia, Cultura e Società, 2), pp. 249-306, in particolare p. 297.
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diocesi di Brescia sono numerose, molte di esse emanazione del monastero bresciano e
sotto il suo controllo; Paolo Guerrini elenca ben sedici parrocchie e segnala numerose
cappelle e oratori (cfr. P. GUERRINI, Il culto dei SS. Patroni attraverso i tempi, in I patroni di
Brescia, a cura di G. Bevilacqua, L. Fossati, P. Guerrini, A. Trebeschi, G. Vezzoli, E. Zam-
belli, Brescia 1943, pp. 109-129, in particolare pp. 119-121).
15 Cfr. Acta sanctorum Februarii: in quo MCCCX nominatorum sanctorum & aliorum innume-
rabilium memoria vel res gestae illustrantur, II, Complectens dies X medios à VII ad XVII,
Iacobum Meursium, Anversa 1658, p. 809 col. 1.
16 Cfr. VIOLANTE, La Chiesa bresciana cit., p. 1051. Si osservi che Violante indica in
nota quale fonte dei Bollandisti la «Vita dei Santi Faustino e Giovita» di Ascanio Martinen-
go, ma nel volume in questione non si trova tale notizia quanto quella data subito a
seguire nella p. 809 col. 1 degli Acta sanctorum; cfr. A. MARTINENGO, Vite de’ gloriosi Santi
Martiri Faustino, et Giouita, & di Sant’Affra, et d’altri Santi Bresciani, gli cui sacri Corpi, &
reliquie si conseruano in diuerse Chiese di Brescia: da molti antichi, & moderni nobilissimi Scrittori
cauate & scritte. Per il molto Ill. et Reu. Padre Don Ascanio Martinengo, Abbate nella Chiesa &
Monasterio di S. Affra di Brescia. Con alcuni Discorsi, & ragionamenti sopra le Vite di questi
Santi, dall’istesso Auttore composti, Pietro Maria Marchetti, Brescia 1602, p. 57.
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17 Cfr. San Faustino a Brescia. Cronache edilizie e rilievi per il restauro, studi diretti da G.
Mezzanotte, L. Mariani Travi, realizzati da L. Salvagni, G. Sguazzi, V. Volta, Brescia
1986 (Ricerche e contributi, 2), p. 65.
18 G. PANAZZA, L’arte medioevale nel territorio bresciano, Brescia 1942, p. 111 n. 3.
19 Leonardo Cozzando, Ottavio Rossi, Giovanni Gerolamo Gradenigo, Mario Lupo,
ma anche, ai primi del Novecento, Fidele Savio (le sigle relative alle rispettive opere
sono sciolte dal Panazza, ibid., alle pp. 218, 220, 221, 224, 228).
20 Una data diversa sarebbe poi indicata nell’Ottocento rispettivamente da Luigi
della loro chiesa (il 10 luglio) dopo l’incendio subìto il 1151» (cfr. VIOLANTE, La Chiesa
bresciana cit., p. 1051 e p. 1052, dove è inserita una riproduzione).
22 BIBLIOTECA UNIVERSITARIA, Bologna, ms. 2535, c. 1r.
23 Cfr. VITALE, Calendari bresciani cit., p. 282.
24 Secondo la tradizione i due santi avrebbero subìto il martirio nei pressi di porta
Matolfa, lungo la via Cremona e qui sarebbero stati sepolti. Sul sito, noto come cimitero
di San Latino, sarebbe poi stata edificata la chiesa: l’espressione ad sanguinem che ne
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pare sorgesse anteriormente la chiesa di Santa Maria in Silva, a sua volta costruita su un
tempio pagano dedicato a Diana; di diverso avviso P. GUERRINI, Il Monastero di S.
Faustino Maggiore (Sec. IX-XVIII), in «Brixia Sacra. Memorie storiche della diocesi di
Brescia», 2a s., 2 (1931) (Monografie di storia bresciana, 7), pp. 15-132, in particolare pp.
22-27.
26 In questo caso potremmo leggere nella lista dei canonici di San Giovanni de Foris
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28 In epoca posteriore sulle carte che il primo copista aveva lasciato bianche all’inizio
e alla fine del codice (la filigrana infatti è la stessa) sono stati aggiunti i seguenti formu-
lari: Preziosissimo Sangue, Cinque piaghe, san Camillo de Lellis, san Giuseppe Calasan-
zio, san Gerolamo Emiliani. Di questo Graduale si è già occupato Paolo Giorgi in occa-
sione delle ricerche svolte su un compositore bresciano, cfr. P. GIORGI, Pietro Gnocchi,
musico bresciano (1689-1775). Un nuovo capitolo della musica liturgica del XVIII secolo, in «Rivi-
sta Internazionale di Musica Sacra» 30/1 (2009), pp. 157-207, in particolare pp. 183-200
(in appendice è data inoltre la trascrizione dei tre brani inediti aggiunti da mano seriore
per i formulari di san Giuseppe Calasanzio e di san Gerolamo Emiliani). Giorgi ritiene
questo Graduale una fonte utile, in quanto coeva e locale, al fine di individuare le
intonazioni monodiche tradizionalmente affidate all’officiante e di conseguenza non
notate nelle composizioni sacre polifoniche di Pietro Gnocchi (in particolare Gloria e
Credo dell’Ordinario della Messa). Va però osservato che il Graduale in oggetto non
contiene le intonazioni del Gloria in excelsis (o dossologia maggiore), bensì solo le formu-
le di intonazione, nei rispettivi toni salmodici, della dossologia minore (Gloria Patri et Fi-
lio) che nell’introito chiude il canto del salmo.
29 Secondo la cartulazione in lapis di mano recente c. 5r.
30 Etichette raffrontabili sono collocate anche sui rispettivi contropiatti anteriori.
31 Da un primo esame dei corali conservati presso il Museo Diocesano di Brescia e-
merge che anche altre legature presentano affinità con quelle qui considerate: è dunque
auspicabile uno studio sistematico che chiarisca i rapporti fra legatura e unità codicolo-
gica e distingua i diversi interventi di restauro.
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32 Cfr. San Faustino a Brescia cit., pp. 21 e 78. A questo proposito sono opportune due
sottolineature: l’organo coinvolto nell’incendio era un Antegnati, era stato rifatto da
Giovanni Giacomo, mentre alla sua manutenzione aveva poi provveduto il figlio
Benedetto (ibid., p. 66), Lattanzio Gambara, invece, lo aveva affrescato (ibid., p. 21). Tra
gli interventi di recupero seguiti alla disgrazia si annoverano gli affreschi del coro
affidati tra il 1754 e il 1755 a Gian Domenico Tiepolo, cosa che contribuisce a mettere
in risalto la disponibilità di mezzi economici su cui poteva contare il monastero.
33 Su questo Graduale, in particolare sull’analoga segnatura settecentesca che possie-
de, si veda la descrizione codicologica del ms. alpha fornita in appendice 1 (in partico-
lare: legatura). Sulla sopravvivenza e sulla sorte dei libri corali medievali del monastero
si era già interrogato Giovanni Spinelli contesualmente alla pubblicazione del catalogo
settecentesco poi attribuito da Patrizia Ruggeri al Luchi. Spinelli, spinto anche dal fatto
che dei ventitré manoscritti elencati nel Settecento uno solo fosse liturgico (ms. Queri-
niano, C.VII.29, con Officia non notati), giunge a metterne in dubbio persino l’esistenza
a questa data e comunque, dopo aver rimarcato che essi «(…) servendo per l’ufficiatura
liturgica, non appartenevano alla biblioteca bensì alla sacrestia», conclude: «(…) le fonti
non ci hanno tramandato alcuna notizia di antichi e preziosi libri corali del Monastero
di San Faustino Maggiore. Se mai ci furono, essi andarono quasi certamente perduti nel
terribile incendio che devastò il monastero» (cfr. SPINELLI, Per la storia della biblioteca del
Monastero cit., p. 410 n. 11).
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Il Proprio dei santi patroni è riportato, insieme al formulario della vigilia, solo nel IV
volume del Graduale del Duomo Vecchio, il ms. PINACOTECA TOSIO MARTINENGO,
Brescia, 10D (sec. XV/2), cc. LXXXXv-CXv [d’ora in poi 10D], è assente invece in
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entrambi i Messali Queriniani redatti per la Cattedrale tra la fine del XV e l’inizio del
XVI secolo, i mss. B.II.5 e B.II.2; per una descrizione di questi manoscritti e in
particolare dell’ultimo si veda S. VITALE, Il canto liturgico nella Cattedrale di Brescia all’inizio
del Cinquecento: il Messale queriniano B.II.2, in Rinascimento musicale bresciano, a cura di A.
Delfino, M. T. Rosa Barezzani, R. Tibaldi, di prossima pubblicazione nella collana
Storia, Cultura, Società della Fondazione Civiltà Bresciana (Brescia).
40 Testo completo: Gaudeat turba fidelis populi Brixie urbis qui tales meruerunt habere patronos
ms. oxoniense dell’XI secolo (CanLit. 366) in particolare per l’inserimento di una sequen-
za e dell’antevangelo, è allo stesso tempo conservativo per quanto concerne introito,
graduale e tratto.
42 Cfr. appendice 3.
43 Diversamente dal repertorio dell’Ufficio delle Ore che può giovarsi di numerose
risorse disponibili anche online, più difficoltoso è stabilire l’eventuale unicità di canti
della Messa, in particolare se tardivi. Tra i repertori consultati, oltre all’AMS e alle edi-
zioni vaticane attualmente in uso (Graduale triplex, Solesmis 1979; Offertoriale triplex cum
versiculis, Solesmis 1985): Global Chant Database (cfr. <http://www.globalchant.org/>);
G. CATTIN, Musica e liturgia a San Marco. Testi e melodie per la liturgia delle ore dal XII al
XVII secolo. Dal graduale tropato del Duecento ai graduali cinquecenteschi, I-IV, Venezia 1990-
1992 (Serie IV: Collezione speciale per la musica veneta. Monumenti); C. RUINI, I
manoscritti liturgici della Biblioteca musicale L. Feininger presso il Castello del Buonconsiglio di
Trento, I-II, Trento 1998-2002 (Patrimonio storico e artistico del Trentino, 21 e 25);
Graduale de sanctis. Iuxta ritum Sacrosanctae Romanae Ecclesiae. Editio Princeps (1614-1615),
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vescovo Francesco Marerio fissa la sua dimora in attesa che sia approntata la nuova
sede; quella precedente era stata distrutta alla fine del Trecento.
45 Da questo momento l’iconografia dei santi martiri si arricchisce di una nuova im-
magine: essi indossano i panni del soldato romano, l’elmo e la spada. Non si può esclu-
dere che proprio a questa battaglia e a questa vittoria possano far riferimento due incisi
rispettivamente del responsorio graduale Incliti tui martyres, «convaluerunt de infirmitate, fortes
in bello», e del communio De quorum mirabili victoria, «mirabili victoria» (cfr. appendice 3,
edizione musicale).
46 Cfr. GUERRINI, Il Monastero di S. Faustino Maggiore cit., pp. 74-87.
47 L’iniziatore con Ludovico Balbo della riforma benedettina che porterà alla costitu-
zione della Congregazione de unitate, poi detta di Santa Giustina e dal 1504 cassinese.
Cfr. I. GIUSTINA, Note sulle trasformazioni del monastero di San Faustino Maggiore a Brescia tra
XV e XVI secolo, in La regola e lo spazio. Potere politico e insediamenti cittadini di ordini religiosi.
Atti delle seconde Giornate di studi medievali, Laboratorio di storia monastica dell’Ita-
lia settentrionale, Castiglione delle Stiviere (Mantova), 27-29 settembre 2002, a cura di
R. Salvarani, G. Andenna, Brescia 2004 (Studi e documenti, 2), pp. 161-192, in
particolare pp. 166-167; GUERRINI, Il Monastero di S. Faustino Maggiore cit., pp. 81-83.
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48 Sull’intera vicenda cfr. BELOTTI, Il monastero di San Faustino cit., pp. 119-120 e
relative note a p. 151; si veda inoltre GUERRINI, Il Monastero di S. Faustino Maggiore cit.,
pp. 60-61.
49 Cfr. San Faustino a Brescia cit., p. 65.
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50 Cfr. BELOTTI, Il monastero di San Faustino cit., pp. 116 e 122, n. 38 a p. 149.
51 La composizione della Messa potrebbe infatti essere precedente alla sua attestazio-
ne scritta.
52 Si tenga presente che il gesto di Bernardo Marcello, a seguito del quale i canonici si
rifiutarono di recarsi alla basilica per la consueta ufficiatura, rimane comunque isolato
(cfr. GUERRINI, Il Monastero di S. Faustino Maggiore cit., pp. 85 e 38).
53 Cfr. GIUSTINA, Note sulle trasformazioni del monastero cit., pp. 167-178.
54 Con riferimento in particolare ai conversi, non sacerdoti, come indicato da BELOT-
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55 Cfr. GAVINELLI, La biblioteca medievale del monastero di S. Faustino cit., pp. 95-97 e n.
28.
56 Ipotesi preferibile visto che della nota di possesso sono privi sia il ms. theta del
Museo Diocesano (appartenente con il ms. alpha al corpus originario del Graduale), sia
l’unico ms. liturgico dei ventitré elencati dal Luchi nel suo inventario settecentesco, il
ms. Queriniano C.VII.29 (Brescia, sec. XVI/1).
57 Cfr. Graduale de sanctis cit.; è ragionevole pensare che siano comunque il frutto del
necessario adeguamento al Messale post conciliare di Pio V del 1570, come evidenziano
bene invece le correzioni testuali (cfr. sotto).
58 Cfr. tavola 2.
59 Cfr. Missale Romanum. Editio Princeps (1570), edizione anastatica, introduzione e ap-
pendice a cura di M. Sodi, A. M. Triacca, Città del Vaticano 1998 (Monumenta Liturgi-
ca Concilii Tridentini).
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Graduale
Sec. XVex-XVIin
61 Ms. theta (Temporale: vol. I dalla I domenica di Avvento alla domenica di Passione
esclusa), sec. XVex-XVIin, redatto per la chiesa abbaziale di San Faustino Maggiore
(Brescia) e ivi in uso fino al sec. XIX (per una prima descrizione si veda BONFADINI,
Antichi colori cit., pp. 148-164). In una rubrica del Graduale alpha si fa esplicito
riferimento a questo volume del Temporale (cfr. appendice 2, contenuto: c. 110r).
62 Cfr. ms. inv. 1193 (Temporale: vol. II dalla domenica di Passione alla XVI domeni-
vista la sua natura si è ritenuto più opportuno conteggiarla insieme alle carte di guardia.
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cc. 1, 39-44, 47. Aggiunte: 3 carte non numerate [da ora n.n.], la prima
membranacea, la seconda e la terza cartacee, tra le cc. 46 e 4864; 1 carta
membranacea n.n. dopo c. 157.
FILIGRANE: non sono visibili filigrane nelle tre carte qui considerate: la
III carta di guardia iniziale (di grammatura spessa), le carte non numerate
che precedono c. 48.
DIMENSIONI: mm 540 ca. x 390 ca., le carte sono state rifilate.
FASCICOLAZIONE: I-II2, III1+8, IV-VI8, VII8-6, VIII8-1+3, IX-XIX8,
XX8+1, XXI6+2. Affrontamento abbastanza regolare secondo la regola di
Gregory (errori di affrontamento nei fascicoli VI, XVIII e XX): lato
carne esterno nei primi 6 fascicoli, a seguire lato pelo esterno.
SCRITTURA: gotica formata italiana in inchiostro nero; rubriche in
inchiostro rosso.
STRUTTURA DELLA PAGINA: 5 linee di testo accompagnate da
tetragramma, mm 450 x 260/26565, rigatura orizzontale a piombo, righe
di delimitazione verticali doppie in inchiostro rosso prolungate nei
margini superiore e inferiore.
FORATURA: lungo i margini laterali.
DECORAZIONE: iniziali semplici e ornate (motivi geometrici, fitomorfi,
zoomorfi, mascheroni), una iniziale abitata (c. 92r), attribuite da Paola
Bonfadini, che ne dà un’esauriente descrizione, ad «un Maestro non bre-
64 Al fine di sanare la caduta di c. 47, contenente l’introito per la festa dei santi
Faustino e Giovita e presumibilmente una ricca miniatura, sono state aggiunte in epoca
recente tre carte n.n., la prima delle quali bianca e pergamenacea, presumibilmente
predisposta per accogliere una grande miniatura mai realizzata (la pergamena è diversa
da quella degli altri fogli, la foratura anche: corre lungo i margini inferiore e superiore),
cartacee le altre due. Su queste ultime è riportato l’incipit del vangelo di san Giovanni in
greco e latino (l’uno sul verso della seconda carta n.n., l’altro, a fronte, sul retto della
terza carta n.n.). Il capolettera del testo latino è costituito da una miniatura incollata
estrapolata da un altro corale, intervento eseguito con molta cura, al fine di nascondere i
bordi incollati; ciò nonostante sul verso della carta traspaiono la notazione e il testo che
stavano sul verso del frammento originario; la misura del tetragramma è di mm 50,
dunque diversa da quella del ms. alpha.
65 Lo scarto è rilevabile tra il margine superiore e quello inferiore.
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monastero di Santa Francesca Romana nel 1771 a causa dell’esiguità del numero dei
monaci presenti, poi trasferiti a Rodengo.
68 «I. / Introiti / ‹+› ».
69 «K. / Introiti / De Tempore. / A Dom(inica) passionis usque / ad adven(tum)».
70 Sul contropiatto posteriore è impresso il seguente timbro: «Ditta Salvarezza /
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mano seriore per concludere l’ultimo formulario (Un santo dottore) del
Comune dei santi mutilo.
ANTICHE SEGNATURE: M, cfr. legatura. Sul retto della III guardia
anteriore di mano recente in lapis: «1» cerchiato.
BIBLIOGRAFIA: 1) P. BONFADINI, Codici liturgici della Chiesa di San
Giuseppe in Commentari dell’Ateneo di Brescia - per l’anno 1990, Brescia 1992,
pp. 125-130; 2) ID., Antichi colori cit., pp. 107-126.
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APPENDICE 2. CONTENUTO
date74 carte
Santorale
29 nov 2r 75 ‹In festo s. Andree. Vigilia› incipit acefalo76 per la caduta
di c. 1
30 nov 4v In festo s. Andree. Ad Missam
06 dic 8v * In s. Nicolai fit de communi quaerere in s. Gregorii folio 62
72 Nella trascrizione delle rubriche sono state sciolte solo alcune abbreviazioni, mentre
sono state mantenute quelle relative agli attributi dei santi uniformandole ed estendendole
a tutte le occorrenze come segue: s., ss., m., mm., ap., app., ev., doct., pp., ab., ep., conf.,
arch., v.; a criteri uniformi rispondono anche il ricorso a maiuscole/minuscole e alla pun-
teggiatura. Gli interventi sul testo sono così distinti: tra parentesi uncinate ‹ › le integrazioni
testuali, tra parentesi quadre [ ] i commenti al testo, tra parentesi tonde ( ) gli scioglimenti
che si è ritenuto di dover esplicitare.
73 Salvo rare eccezioni, non sono stati riportati i rinvii interni al manoscritto (incipit del
Galilaeae.
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77 In luogo del più comune «Beata» nel manoscritto prevale quale titolo mariano
«Gloriosa» anche abbreviato con la sola iniziale.
78 Sia l’offertorio sia il communio di questo formulario sono dotati dell’alleluia con-
clusivo per il tempo pasquale come recita la rubrica «in tempore paschali»; gli stessi brani
sono infatti indicati, ma con un semplice rinvio, per altre ricorrenze nel tempo pasquale.
79 Il formulario comprende due antifone: «benedictione completa a choro cantatur antiphona
Lumen ad revelationem», segue l’antifona Exurge Domine, «deinde fit processio»; il formula-
rio per la Messa comincia a c. 28r.
80 Il formulario comprende oltre al tratto, necessario in Quaresima, anche l’alleluia il
cui versetto originale, Diffusa est gratia, è stato eraso e sostituito con il versetto Loquebar
de testimoniis tuis da mano seriore (sec. XVIII-XIX ?); a questo proposito si deve notare
che nei manoscritti liturgico-musicali del XV-XVI secolo in uso presso la Cattedrale di
Brescia è riportato solo il tratto (cfr. il Graduale ms. 10D, cc. 77v-84r e il Messale Que-
riniano B.II.2, cc. 168v-169r).
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Stefania Vitale Una messa ‘propria’
81 Segue una lacuna di sei carte (cc. 39-44); essa riguarda solo il formulario per santa
Scolastica, di cui si salvano solo la prima e l’ultima carta, la prima perché l’introito è ne-
cessario per completare il formulario della festa di sant’Agata riportato incompleto a c.
26v, l’ultima, ove si conserva intatto almeno il communio, in quanto alla fine sul verso è
presente la rubrica della festa dei santi titolari della chiesa.
82 Il nome di Scolastica, eraso sia dalla rubrica sia dal testo dell’introito, affiora sotto
le correzioni di mano seriore a c. 38v primo rigo; si è conservato intatto invece nel
communio Beata es vi‹r›go Scholastica a c. 46r.
83 La fascicolazione vede a seguire la caduta di c. 47 e l’inserimento in epoca recente
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24 mag * In s. Affre86
25 mag * In s. Urbani87
11 giu * In s. Barnabe88
19 giu * In s. Gervasi omnia de communi ordinis sui89
23 giu § In vigil‹i›a s. Iohannis Baptiste90
24 giu 95r In festo s. Iohannis Baptiste
26 giu 100r * In ss. mm. Iohannis et Pauli omnia fiunt de communi plu-
rium mm.
28 giu § In vigilia app. Petri et Pauli
29 giu 103v § In die app. Petri et Pauli
30 giu 106v § In commemoratione s. Pauli ap.
02 lugl 107r § In Visitatione G.V. Mariae91
06 lugl 109v * In octava app. [leggi: Petri et Pauli] omnia de communi
07 lugl * In festo s. Apollonii omnia de communi unius conf. pont.
22 lugl * In s. Marie Magdalene omnia de communi
25 lugl * In s. Iacobi ap. fit de communi app.
? 23 lugl * In s. Apo(llinar)is [?]92 de communi
01 ago * In s. Petri ad vincula93
03 ago 110r * In Inventione s. Stephani omnia ut in Natali eius vide in
libro de Tempore94
Barnaba.
90 Questo è l’unico formulario il cui capolettera miniato sia arricchito dalla presenza
di una figura intera, quella di san Giovannino (cfr. BONFADINI, Antichi colori cit., in par-
ticolare pp. 110 e 125).
91 La rubrica è stata parzialmente cancellata presumibilmente in epoca recente (non è
vincente alla luce delle date del calendario (sant’Apollinare dovrebbe cadere il 23 luglio),
salvo un’erronea posposizione di questo santo all’interno della lunga rubrica di c. 109v.
93 L’alleluia Solve iubente Deo per questa ricorrenza è stato notato più avanti (cc. 114r-
115r) al termine del formulario della Trasfigurazione del Signore, introdotto dalla
rubrica: «Infrascriptum Alleluia dicitur in s. Petri ad vincula».
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Stefania Vitale Una messa ‘propria’
94 Si rinvia qui al primo volume del Temporale; il formulario citato si trova alle cc.
45v-49v del Graduale ms. theta.
95 Accogliamo qui l’uso bresciano di celebrare la ricorrenza il 25 agosto con vigilia il
24 come attestato nei testimoni locali fra XI e XVIin; si potrebbe però trattare anche
del 24 agosto, con vigilia il 23, come espresso in altre tradizioni, ma anche nel Messale
Queriniano B.II.5 in uso in Santa Maria de Dom e copiato nel 1485 nello scriptorium
della Cattedrale (cfr. VITALE, Calendari bresciani a confronto cit., pp. 257 e 293).
96 La rubrica si riferisce qui agli incisi alleluiatici che concludono introito, offertorio e com-
munio, da utilizzarsi solo per la festa dell’8 maggio in quanto cade nel periodo pasquale.
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97 Il numero del folio trova corrispondenza nella numerazione della carta, ciò
nonostante risulta parzialmente abraso.
98 Si noti che il 7 ottobre è il dies natalis di santa Giustina di Padova, festa sconosciuta
ai Calendari bresciani fra XI e XV secolo (cfr. VITALE, Calendari bresciani cit., p. 297).
99 Un solo testimone della tradizione bresciana colloca questa ricorrenza il giorno
successivo: il secondo Calendario (sec. XIV) presente nel ms. composito BIBLIOTECA
UNIVERSITARIA, Bologna, 2217 (cfr. VITALE, Calendari bresciani cit., p. 301).
100 Da questa data si dissociano due soli Calendari della tradizione locale: il secondo
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Stefania Vitale Una messa ‘propria’
102 Dall’introito Dicit Dominus sermones mei è stato eraso l’inciso contenente il nome del
papa in essere al momento della copia del codice (c. 153r): «adest ‹?› nomen tuum». Inutile
il ricorso alla lampada di Wood, l’erasione è tale da rendere visibile in trasparenza la
scrittura collocata sul verso della carta.
103 Del Comune dei santi originario resta solo questo formulario che si interrompe
sull’incipit del communio; una mano seriore (sec. XIXin) ha provveduto a completare que-
sto unico brano aggiungendo una carta dopo la 157. L’entità dei formulari seguenti, an-
dati perduti, è desumibile dalle rubriche di rimando; essi comprendevano anche alcune
messe votive, almeno tre: per la Vergine Maria, per la santa Croce e per i santi Faustino
e Giovita (cfr. a questo riguardo la rubrica di c. 142r).
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Rivolta sia ai semiologi sia agli esecutori, la trascrizione musicale conserva della no-
tazione quadrata originaria i raggruppamenti neumatici, nelle relative forme, e le stanghet-
te di divisione secondo le rispettive quattro tipologie, doppia (intera o parziale), singola
(intera o parziale). Gli “a capo” e le chiavi rispondono invece a criteri di leggibilità e di ef-
ficienza scrittoria; le carte sono indicate fra parentesi quadre sopra il tetragramma. La me-
lodia non si presta a difficoltà di lettura, tutti i custodes di fine rigo corrispondono alla nota
iniziale di quello seguente. I bemolli presenti sono di mano originale.
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Lacuna: manca la c. 47.
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Tra le due vocali non c’è uno spazio; trattamento monosillabico o errore del copi-
sta? Abbiamo optato per la vocalizzazione della seconda «i» sul secondo torculus.
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TAVOLA 1
Legenda:
CanLit. 366 = Graduale-Breviario (Brescia, sec. XI), c. 8v
MA 150 = Graduale (Brescia, sec. XII), cc. 12v-13r
10D = Graduale (Brescia, Duomo Vecchio, sec. XV/2), cc. LXXXXv-CXv
alpha = Graduale (Brescia, San Faustino Maggiore, sec. XVex-XVIin), cc. 46v-56r
CanLit. 366 sec. XI MA 150 sec. XII 10D sec. XV/2 10D sec. XV/2 alpha sec. XVex-XVIin
introito e Intret in conspectu tuo* Salus autem iustorum Iusti epulentur Intret in conspectu tuo ‹?›-diis turba angelica
salmo Deus venerunt* Noli emulari Exurgat Deus Deus venerunt gentes Quis similis tui
graduale e Gloriosus* Gloriosus Deus in sanctis* Vindica Domine Gloriosus Deus in sanctis Incliti tui martyres Christe Faustinus
versetto Dextera tua* Dextera* Posuerunt mortalia Dextera tua Domini Hii ludibria et verbera sunt
alleluia Iusti sunt sancti (introdotto Letamini in Domino Dudum in urbe Brixia exorti duo
dalla rubrica «si in Dominica
venerit»)
sequenza Laus tibi Christe Patris
offertorio Mirabilis Deus Letamini in Domino* Exultabunt sancti Letamini in Domino O quam mirabilis et gloriosus
communio Et si coram hominibus Ego vos elegi Posuerunt mortalia Multitudo languentium De quorum mirabili victoria gaudent
TAVOLA 2
Le correzioni testuali di mano seriore
Lezione attestata nel Messale Romano post-tridentino edito a Brescia nel 1590107.
( ) Nella colonna di destra (mano seriore) contraddistingue gli incisi testuali di mano originale.
alleluia Felix namque es sacra conclusione del versetto c. 11v conclusione del versetto c. 11v
(…) sol iustitie. (… sol iustitie), Christus Deus noster.
107 Cfr. Missale Romanvm, Ex Decreto Sacrosancti Concilij Tridentini restitutum cit.
In festo s. Mauri ab. 15 gen, cc. 16v-20r
alleluia versetto c. 18r-v versetto c. 18r-v
Beatus vir qui suffert tentationem, quoniam cum Iustus ut palma florebit sicut cedrus libani multipicabitur.
probatus fuerit, accipiet coronam vite.