Professional Recruitment

Il rapporto dell’OCSEA mette in luce un tema cruciale e ancora troppo trascurato: l’impatto della salute mentale e del benessere sulla produttività del lavoro. L’Italia risulta tra i paesi europei più colpiti da questo “costo invisibile”, aggravato da condizioni lavorative precarie, carichi eccessivi, mancanza di riconoscimento e pressioni crescenti sulle performance. Questi fattori stanno alimentando ansia, burnout e depressione, soprattutto tra i lavoratori più giovani. Il rapporto infatti, evidenzia un punto fondamentale: la salute mentale è al tempo stesso causa e conseguenza di dinamiche organizzative disfunzionali. Per questo emerge la necessità di affrontare il tema con un approccio sistemico, pragmatico e strutturato, capace di intervenire sulle persone, sui processi e sulla cultura aziendale. È il momento di agire: come la tua azienda sta supportando la salute mentale dei propri team? Condividi esperienze e idee nei commenti! #salutementale #benesserelavorativo  #produttività #culturaaziendale

📊 Il mercato del lavoro italiano sta cambiando… ma non sempre dove ce lo aspettiamo. Nel nuovo rapporto Istat sul secondo trimestre 2025 emergono segnali interessanti: l’occupazione complessiva rimane stabile, ma la composizione del lavoro si trasforma. Crescono gli indipendenti, aumentano le posizioni part-time, si rafforzano i contratti intermittenti mentre la somministrazione rallenta. Anche le differenze demografiche e territoriali si fanno più marcate: salgono le tendenze positive per donne, over 50 e Sud, mentre calano per uomini, under 50 e Nord. Parallelamente, il costo del lavoro continua a crescere e diventa un tema centrale per HR e organizzazioni. Nel nostro carosello abbiamo raccolto i dati più rilevanti, che offrono insight utili per chi si occupa di persone, selezione e gestione del lavoro. 👉🏼 Che cosa ne pensi di queste dinamiche? Quali trend stai osservando nella tua realtà? #report #reportlavoro #reportitalia #lavoro #mercatodellavoro

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Il gender pay gap, o divario retributivo di genere, rappresenta la differenza media nella retribuzione oraria lorda tra uomini e donne, quasi sempre a svantaggio di queste ultime. Non è solo una questione di numeri: è il risultato di dinamiche culturali e sociali radicate nelle nostre società. Secondo il Global Gender Gap Report 2025, nessun Paese ha ancora raggiunto la piena parità salariale, indipendentemente dal livello di sviluppo economico. In Italia, l’INPS_official evidenzia che nel 2025 oltre 3,5 milioni di donne lavoravano part-time, contro poco più di 2 milioni di uomini. A ciò si aggiunge un maggiore carico di lavoro non retribuito (cura familiare e domestica), che riduce le opportunità di carriera e di reddito. Le donne, inoltre, incontrano maggiori ostacoli sulle promozioni, con una minore presenza nei ruoli di gestione e supervisione. Come rimediare a questa situazione? La trasparenza retributiva è un primo passo importante, introdotto anche dalla Direttiva UE 2023/970, che gli Stati membri dovranno recepire entro il 2026. Tuttavia, servono azioni più ampie come: retribuzioni basate su competenze e responsabilità, congedi parentali paritari per uomini e donne, politiche di diversità e inclusione e formazione contro gli stereotipi di genere. Secondo l’OCSEA, se entro il 2025 il contributo economico femminile raggiungesse quello maschile, il PIL globale crescerebbe del 26%. In altre parole, ridurre il gender pay gap non è solo una questione di equità, ma una leva di crescita economica e sociale. E tu? Nella tua realtà professionale, cosa stai facendo - o vorresti vedere fare - per colmare questo divario? Condividi la tua esperienza nei commenti. #genderpaygap   #paritàdigenere     #Inclusione    #paritàsalariale

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Quando si dice che le donne ogni mese guadagnano in media meno degli uomini, c’è sempre chi alza la mano per obiettare. In realtà, i numeri confermano che la retribuzione oraria media delle donne è più bassa di quella degli uomini, e non si tratta solo di ore lavorate in meno o di ruoli differenti. Secondo gli ultimi dati forniti da Istat 2025, tra i lavoratori dipendenti le donne guadagnano il 5,6% in meno rispetto ai colleghi uomini. Nel 2025, la retribuzione oraria media è stata pari a 16,8 euro per gli uomini e 15,9 euro per le donne. Il divario cresce ulteriormente tra i laureati, dove le donne percepiscono in media 20,3 euro lordi all’ora, contro i 24,3 euro lordi degli uomini: una differenza del 16%. Dati alla mano, il tema resta attuale e molto complesso. Ma, secondo te, cosa servirebbe per ridurre davvero questa disparità? Partecipa al sondaggio per farci sapere la tua opinione! #dispartitàdigenere  #divariosalariale   #genderpaygap   #retribuzione

Come si suol dire, “ridiamo per non piangere”. La vita di un HR non è mai semplice. Districarsi tra call, colloqui, screening, ricerche, feedback e onboarding è come partecipare a una costante corsa ad ostacoli. Per fortuna, però, non ci sono solo difficoltà, ma anche tante soddisfazioni. Qual è la parte più soddisfacente della tua giornata? 🫂 #hr #hrhumor #recruitmentlife #talentacquisition #risorseumane

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E se la chiave per trattenere i talenti non fosse il salario, ma la possibilità di crescere? Ebbene sì, la crescita interna costituisce uno dei fattori chiave per la definizione di un piano di carriera solido ed efficace, capace di valorizzare le competenze e il potenziale dei collaboratori. In un contesto in cui le persone cercano sempre di più opportunità per evolvere professionalmente, è essenziale che l’azienda crei un ambiente in cui i dipendenti possano vedere concretamente un futuro di sviluppo. La crescita interna non solo motiva il singolo, ma rafforza anche il legame con l’organizzazione. Il percorso deve essere costruito su misura e comunicato in modo trasparente, perché ogni professionista ha aspirazioni diverse: c’è chi punta a un avanzamento verticale, scalando posizioni fino a ruoli di maggiore responsabilità, e chi invece preferisce un percorso orizzontale, esplorando ambiti differenti per ampliare le proprie competenze e arricchire la propria esperienza. Per questo, è fondamentale che l’azienda preveda momenti di confronto periodici, utili a monitorare i progressi, raccogliere feedback e, se necessario, aggiornare e adattare il percorso di crescita. La vera fidelizzazione non nasce da incentivi momentanei, ma dalla possibilità di crescere all’interno dell’organizzazione, sentendosi parte integrante del suo percorso evolutivo. Quando le persone vedono un futuro nel luogo in cui lavorano, la motivazione diventa duratura e il successo si trasforma in un obiettivo condiviso. E tu cosa ne pensi? Nella tua azienda viene valorizzata la crescita interna? Condividi la tua esperienza nei commenti! #crescitarofessionale   #careerpath #risorseumane  #leadership #motivazione