La crisi dei modelli sulla #sostenibilità è ormai evidente: dagli USA che abbandonano gli #SDG alle crescenti critiche verso l’uso strumentale delle metriche. Come ricordano Adam Tooze e Samuel Moyn, questi strumenti si sono trasformati in obiettivi astratti, de-politicizzati e spesso funzionali al marketing del mondo finanziario più che al bene collettivo. Intanto, le #disuguaglianze aumentano, la transizione climatica richiede investimenti pubblici enormi e i principali progressi arrivano da Paesi che combinano forte intervento statale e iniziativa privata. Non dobbiamo essere preoccupati per il tramonto di un mondo pieno di ipocrisia La sfida vera, ora, è costruire nuovi modelli: più concreti e capaci di integrare mercato, Stato e cittadini per affrontare clima, disuguaglianze e tensioni geopolitiche. https://lnkd.in/dDawNjQq
Complimenti, riflessione interessante. Mi riprometto di farla seguire da qualche riga che, accanto a questa pars destruens, affianchi anche la pars costruens che vedo trasversale al tema. Perché parlare di “tramonto degli SDG’s” temo faccia il gioco di quella narrativa negativa, non rispecchiando in toto la realtà. I criteri ESG sono già qualcosa di concretamente implementabile e che sta cambiando con i tempi dovuti la cultura d’impresa e non solo immagine vuota da mostrare.
Una ipotesi di soluzione arriva dall'economia civile. Lo accenna anche lei quando dice che "questi argomenti toccano le modalità con cui il business è condotto, e non la natura stessa dell’attività economica". Cioè, da un lato occorre ribaltare il principio del “Noma” (Non-overlapping magisteria) teorizzato fin dal 1829 da Richard Whateley, che sostiene che “i magisteri non si sovrappongono”, che per essere scienza l’economia non deve mescolarsi all’etica e alla politica. Dall'altro, tras-formare il paradigma di riferimento e passare a uno in cui Stato, mercato e cittadinanza nelle sue molteplici forme agiscono in modalità di sussidiarietà circolare. Se la sostenibilità (e gli SDGs) non hanno radici "civili", al primo vento forte vengono spazzate via...
Luciano, come sempre un’analisi lucida. Vedo molto frequentemente quello che descrivi: gli #SDGs e gli #ESG sono spesso diventati strumenti di comunicazione più che leve di trasformazione. Non perché i principi siano completamente sbagliati, ma perché – come sottolinei – sono stati "sganciati" dai contesti economici e politici reali. Ritengo che chi ha responsabilità di #governance possa fare la differenza: portare la sostenibilità dal marketing alle decisioni strategiche, con piani concreti, investimenti verificabili e vere metriche di accountability. #ESG non è solo "E": S significa persone, sicurezza, equità; G significa regole, etica, controlli indipendenti. È qui che si misura la credibilità. Se #NED e #collegisindacali smettono di essere, in tanti casi, figure simboliche e diventano attori competenti – capaci di fare le domande scomode ad esempio su modello di business, #rischi geopolitici, #cybersecurity – la governance potrebbe essere l'innesco del cambiamento che auspichi. #CorporateGovernance #BoardOfDirectors #RiskManagement #BusinessEthics"#Bod
Concordo, non dobbiamo esser preoccupati di quel mondo - alcune preoccupazioni però rimangono
Luciano Balbo l'articolo e' molto interessante. Una cosa che penso strida nell'analisi (non nelle conclusioni) e' proprio il dire "e' solo un castello di carta", "e' una delle prime cose che trump ha eliminato". Se fosse stato solo un castello di carta, trump non lo avrebbe aggredito oppure semplicemente lo ha aggredito (come per la DEI e mille altre crociate) per una questione ideologica (il che rinforza nella mia opinione la sua utilità). Inoltre penso che le aziende, essendo uno degli attori principali della nostra "ecologia" socio economica, ha l'opportunità di avere una posizione. In italia questo punto e' addirittura incastonato nell'articolo 41 della nostra costituzione: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.” L'articolo 41 ha una postura "non negativa" ma una azienda illuminata (come successo tante volte in passato) puo' prenderla come positiva.