Il cristiano di fronte al martirio imminente
Testimonianze e Dottrina nella Chiesa Antica
Secondo Benedetto XIV il martirio il soffrire volontariamen
te,
sopportare, la morte per la fede di Cristo, per un altro atto
virtuoso che si riferisce a Dio1. Il martirio cristiano quindi da col
locare nel quadro della fedelt alla persona e agli insegnamenti del
Signore, ed tale soltanto se inflitto da una istanza persecutoria
per odio contro la fede 2. In altre parole, il cristiano, per motivi di fe
de, pu essere chiamato ad accettare e subire il martirio, cio una
morte violenta impostagli da un persecutore. Inoltre, egli, spinto dal
l'amore per Cristo crocifisso (cfr. 1 Cor 2,2; Gal 2,19), pu anche de
siderare la grazia del martirio, come in realt hanno fatto parecchi
santi. Tra questi, per la Chiesa Antica, figura in maniera rilevante,
sia per la dottrina sia per l'esempio, S. Ignazio di Antiochia, il quale
ha anelato ad imitare nel martirio la sofferenza di Cristo per unirsi a
Lui. Tertulliano, da parte sua, sottolinea nel martirio l'aspetto relati
vo
al
pieno
perdono
dei
peccati3.
1 Benedictus
XIV, De servorum Dei beatificatione et beatorum canonizatione,
Romae 1748, III, 11,1: martyrium esse voluntariam mortis perpessionem
seu toleran
tiam propter fidem Christi, vel alium virtutis actum in Deum relatum.
2 Cfr. E.
=
Il martirio nelle cause dei santi (
Studi giuridici 2), Libre
Piacentini,
ria Editrice Vaticana
1979.
3 Per S.
Ignazio di Antiochia si veda in particolare la sua lettera ai Romani. (Cfr.
Ignace
Lettres. Texte grec, introduction, traduction et notes de P. Th.
d'Antioche,
art. Ignazio di Antio
Paris 19512 = SChr. 10). Si veda anche: P. Nautin,
Camelot,
II (1984)
1743-1745.
Sebbene molti antichi autori, cosi Tertulliano,
chia, in DPAC
tanti
esortino a tollerare il dolore e la morte, tuttavia le loro parole non conquistano
discepoli, quanto i cristiani non facciano con il loro martirio: Chi, avendoli visti, non
si avvicina, ed essendosi avvicinato non desidera di patire (il martirio), per acquistare
per mezzo di esso tutta la grazia di Dio e per ottenere, versando il sangue, tutto il per
CCL
dono?:
50,15 = E. Dekkers,
Tertullianus,
II/I, Turnholti
Apologeticum
Le dsir de
1954, 171. Tra i santi moderni citiamo S. Teresa di Avila (cfr. E. Renault,
mourir chez Thrse d'Avita, in Supplment, 1983, n' 146, 389-402); S. Paolo della Cro
della
ce (cfr. Paolo
Diario spirituale, lettere a familiari e laici, a cura di Cr.
Croce,
di Lisieux,
Storia di
Chiari, Roma 1974, 1,31,49); S. Teresa di Lisieux (cfr. Teresa
un'anima.
Manoscritti
autobiografici,
Brescia
1974, 184-185).
JOS JANSSENS, S I.
406
Problematico per l'atteggiamento di quei cristiani, i quali di
nanzi ad una istanza persecutoria fuggono o, al contrario, in qualche
modo si espongono alla morte, la provocano e perfino se la danno.
Tali fatti si sono verificati non soltanto nella Chiesa Antica ma in
tutti i tempi, anche nei pi recenti. la situazione della Chiesa Anti
ca che ci interessa in primo luogo, ma non unicamente. In essa rive
ste attenzione preminente la componente teologica e il comporta
mento spirituale, con cui i cristiani erano portati ad offrire la propria
vita; non vengono prese in considerazione esplicita le cause economi
co-politiche e culturali, che possono avere pure interessato il loro at
teggiamento4.
1. Sottrarsi con la fuga al martirio
Nella
Chiesa Antica abbiamo alcuni esmpi noti di cristiani
che
durante le persecuzioni, finch poterono, si tennero na
martiri,
scosti in un rifugio per sottrarsi alla morte violenta. Cosi leggiamo
nel martirio di Policarpo:
Quanto
vano
Ma
a Policarpo,
la sua morte,
i fratelli
lontano
con
uomo
non
lo convinsero
alcuni
veramente
si turb,
anzi
ad allontanarsi
ammirevole,
era
deciso
che
udendo
a rimanere
vole
in citt.
e si ritir in un podere
poco
fratelli5.
Passava
quindi il suo tempo pregando e in una visione comprese che
sarebbe
stato
poich
arso
quelli,
vivo
che
e
lo ricercavano,
persistevano,
si trasferi
in un altro
podere6.
4 Per
l'edizione critica di H. Musurillo,
The
gli Atti dei Martiri adoperiamo
Acts of the Christian Martyrs, Oxford 1972 (rist. 1979). Ulteriori aggiornamenti
per al
cuni di questi ventotto atti, sotto il profilo testuale, sono stati presentati da G.
Gli studi dei martiri come documenti
Milano
H.
Lanata,
1973;
processuali,
Dehandschutter,
Martyrium Polycarpi. Een literair-kritische studie (= Bibliotheca
Lovaniensium
Leuven
Boeft-J.
Ephemeridum
Theologicarum
LII),
1979; J. Den
Notiunculae Martyrologicae,
in Vigiliae Christianae 35 (1981) " 1, 43-56;
Bremmer,
F. Dolbeau,
La passion des saints Lucius et Montanus. Histoire et dition du texte, in
Revue des Etudes Augustiniennes 29 (1983) 39-82. Per il tema delle persecuzioni
si veda:
W.H.C.
art. Persecuzioni,
in DPAC
II (1984) 2756-2769 con bibliografia es
Frend,
senziale. Rileviamo che la versione italiana, piuttosto letterale, per solito stata fatta
su i testi originali, greci e latini. Ringraziamo
M. Miceli e L. Nicoletti per la revisione
del testo e delle traduzioni italiane.
5
" 1, & 5, pp. 4-5; Dehandschutter,
Musurillo,
p. 115.
6
n 1, & 6, p. 6; Dehandschutter,
Musurillo,
p. 116.
IL CRISTIANO DI FRONTE AL MARTIRIO IMMINENTE
407
L'anziano Policarpo si era appena allontanato, quando la milizia ir
rupe e, non trovandolo, arrest due giovani schiavi; uno di loro, sot
to la tortura, rivel dove il vescovo si era rifugiato. In seguito a ci
un venerd,
brigante.
una
all'ora
con
preso
di cena,
s il servo,
Arrivarono
le guardie
uscirono
che
era
e uno
ormai
sera,
in cerca d'un
per andare
e lo trovarono
coricato
in
stanzetta
al piano
Avrebbe
superiore.
potuto
in un altro nascondiglio,
ma rifiut dicendo:
giarsi
di cavalleria,
squadrone
come
armati,
ancora
Sia
da
li rifu
fatta la volont
di Dio7.
Tertulliano invece, almeno nel suo periodo montanista, sostene
va che non si pu mai fuggire per evitare il martirio, in quanto il cri
stiano ha professato la sua fede nel battesimo e perci deve anche
confessarla davanti al giudice. Secondo lui niente avviene senza la
volont di Dio; quindi anche una persecuzione, se si presenta, va in
terpretata come espressione della volont di Dio:
Se
Dio
avesse
lo vuole,
voluto,
allora
tu sosterai
le nazioni
avrebbero
la persecuzione;
se invece
non
lo
taciuto8.
Una volta affermato il concetto che il sopravvenire d'una persecuzio
ne da mettere in relazione con la volont di Dio, ne deriva cos
che
argomenta Tertulliano
non
si deve
viene
Dio;
da
Se infatti la persecuzione
pro
che proviene
da
fuggire quello
e cio che non si debba
evita
ragione,
sfuggire alla
in nessun
persecuzione.
si deve
caso
Dio,
ci si fonda
re n si possa
su una
sfuggire
doppia
ci che proviene
da
Dio9.
quindi inutile voler fuggire la persecuzione, se Dio l'ha voluta;
cercare di mettersi al sicuro comprando con denaro i persecutori.
Tertulliano, per rafforzare la sua tesi, porta l'esempio del martire
Rutilio:
Rutilio,
zione
martire
di luogo
santissimo,
in luogo
essendo
e avendo
sfuggito tante volte
come credeva
anche
alla
persecu
compera
7
" 1, & 7, . 6; Dehandschutter,
Musurillo,
. 116. Cfr. anche Mt 26,55;
Atti 21,14.
8
De fuga in persecutione III 2 = A. Gerlo,
CCL Il/Il, Turnhol
Tertullianus,
ti 1954, 1139.
9
= CCL
Ivi, IVI
II/II 1139-1140.
JOS JANSSENS. S I.
408
con
to l'incolumit
tutta la sicurezza
che si era prefigu
dopo
e consegnato
al preside e sottoposto
a tor
e
dato alle fiam
per la sua fuga
quindi
denaro,
ad un tratto catturato
ture credo come castigo
rato,
per la misericordia
me,
aveva
cercato
se non
sta prova,
se Dio
nulla,
di Dio
di evitare.
non
che
Che
non
riottenne
altro
il martirio
ci ha voluto
si deve
e che
fuggire
(la
passione)
Dio con
mostrare
la
fuga
non
che
que
a
giova
vuole?10.
Di fronte a testi evangelici quali ad esempio: Quando vi perseguite
ranno in una citt, fuggite in un'altra (Mt 10,23), nonch dinanzi al
comportamento tenuto dal Signore stesso e dagli apostoli nel perico
lo (cfr. Atti 9,25), Tertulliano si sforza di dimostrare che tale precetto
aveva
un
soltanto
carattere
era
temporaneo,
limitato
al
territorio
del
la Giudea
e aveva lo scopo di permettere a Cristo e agli apostoli
compiere la missione loro specifica:
visto
Perci,
un
pu
carattere
rimanere
non
inteso
anche
temporaneo
ancora
se non
anche
dottori,
avesse
che
che
cercavano
sotto
valido
gli apostoli
come
pure
per noi quello
sia stato
dovesse
di fuggire
emesso
di
il precetto
della fuga aveva
non
le altre prescrizioni
che cessato
presso i nostri
per loro o, se il Signore
meno
che
gli apostoli
proprio
vennero
permanere,
fino alla fine ' '.
La posizione di Tertulliano pecca di rigorismo e la sua interpretazio
ne dei dati scritturistici unilaterale e discutibile; ma la sua preoccu
pazione al tempo stesso lascia intravvedere che non pochi cristiani di
fronte al pericolo delle persecuzioni si ritiravano in un modo, che
non a ciascuno appariva conforme al Vangelo. Egli comprende la
paura, che invade il cuore d'un cristiano dinanzi alle sofferenze pro
prie delle persecuzioni e lo spinge alla fuga; tuttavia egli insiste sulla
forza della presenza di Dio:
sarebbe
Quanto
Dio
non
tezione
dicendo:
sar,
sono
che
10
bliotheca
11
[per
il cristiano]
ma piuttosto
che
lo disprezzi
temendo
confidando
il nemico
cio
nella
di
pro
dei Signore;
che temendo
sotto il suo sguardo,
Dio, rimanga
il Signore,
Tutte le cose sono sue; dovun
Egli potente.
e se vuole
que
meglio
lo fugga,
nella
sua
io muoia,
mano;
faccia
mi perda
Ivi, V3 = CCL II/II 1142. Si veda
Sanctorum XI (1968) 518.
Ivi, VI 7 = CCL II/II 1144.
Egli
anche:
quel
che vuole,
stesso,
G.D.
mentre
Gordini,
non
me ne vado;
io lo sto serven
art. Rutilio, in Bi
IL CRISTIANO DI FRONTE AL MARTIRIO IMMINENTE
do.
Preferisco
dispiacergli
amareggiarmi
sfuggendo
morendo
per mia
la volont
per
volont
di Lui
409
stesso,
che
12.
Tertulliano
si rende conto che non fuggire di fronte alle persecuzioni
significa scegliere la strada stretta (cfr. 17,13-14); ed consapevole
che per tale scelta si richiede la forza dello Spirito Santo:
Non
quella
si chiede
che (il cristiano)
sia pronto a percorrere
la via larga, ma
E per questo
necessario
il Paraclito,
che conduce
ad
che esorta a tollerare
tutto. Coloro
che lo hanno
ricevuto
stretta.
ogni verit,
non hanno
saputo
possedendo
Colui
nell'interrogazione,
n comprare
l'incolumit,
fuggire la persecuzione
stesso che sar dalla nostra parte; che come parler
cosi ci sosterr
nella passione
(nel martirio)13.
Si nota nell'atteggiamento di Tertulliano uno spirito fedele e
battagliero, che preferisce la lotta aperta agli eventuali compromessi
col potere politico avverso al Vangelo; e non si pu negare che sotto
certo aspetto sia una disposizione d'anima coraggiosa e grande. Tut
tavia, ci manifesta anche un rigorismo, che tiene poco conto delle
esigenze d'una saggia pastorale. Lo scopo dei pastori non pu essere
di spingere in ogni caso i fedeli al martirio in modo esaltante e con
uno zelo indiscreto, ma di discernere nelle circostanze concrete la vo
lont di Dio nei riguardi dei singoli, tra il dovere ovvio della testimo
nianza e una illuminata prudenza.
Quest'ultimo atteggiamento troviamo in Cipriano, vescovo di
Cartagine. Quando nel gennaio del 250 scoppi la persecuzione di
Decio, Cipriano da poco era stato eletto vescovo di Cartagine, al
massimo da due anni. Vista la sua posizione, non c'era dubbio che i
persecutori
lo
cercassero
morte,
come
era
gi
avvenuto
Roma
con papa Fabiano il 20 gennaio 250. Cipriano, ritenendo di essere
pi utile alla sua comunit, dirigendola da un nascondiglio senza
esporsi al martirio, fugg in esilio volontario e rientr a Cartagine
soltanto dopo il periodo della persecuzione, poco dopo la Pasqua del
251. Pi tardi egli ritorna su questo episodio della sua vita, e ne trae
un motivo di insegnamento, affermando che lecito sottrarsi alla
persecuzione cruenta14 e che ci non costituisce un apostatare:
12
Ivi, X3 = CCL II/II 1148.
13
Ivi, XIV 2-3 = CCL II/II 1155.
14 Vi furono cristiani che
il suo
Cipriano di aver abbandonato
rimproveravano
gregge nel pericolo. In particolare, il clero romano, dopo il martirio di papa Fabiano,
la partenza di Cipriano in una lettera, indirizzata al clero di
sembra voler condannare
JOS JANSSENS, S I.
410
Nessuno,
fratelli,
svalutare
con
cerchi
maligne
di sminuire
insinuazioni
nessuno
vanto,
questo
la
fermezza
incorrotta
cerchi
di
saldi nella fede. Allorch
spirato
il giorno
che si mantengono
to per rinnegare
la fede, chiunque
fino a tutto quel giorno
non
di
quelli,
stabili
ha fat
to professione
di paganesimo,
ha confessato
con ci stesso la sua qua
Il primo titolo di vittoria per colui, il quale,
arresta
lit di cristiano.
to dai pagani,
confessi
la sua fede nel Signore;
il secondo
grado per la
gloria
di chi si mantiene
quello
fedele
a Dio
con
ritirandosi
cauta
fu
una confessione
invece
ga. Quella
pubblica,
questa
privata;
quello
d'essere
vince un giudice del mondo,
contento
invece,
questi
giudicato
da Dio, custodisce
del cuore la purezza
della sua coscien
nell'integrit
za. Da quella
da questa
una pru
parte v' una fortezza
pi audace,
denza
turo;
avvicinandosi
L'uno,
pi sicura.
l'altro stato forse differito ad
patrimonio,
si messo
al sicuro
se fosse stato
punto di rinnegare;
be proclamato
la sua fede 15.
la sua
altro
proprio
preso,
fu trovato
ora,
e, trascurato
tempo,
per questo,
egli pure
senza
cio
non
dubbio
gi ma
il suo
era
sul
avreb
Come diremo ancora, Cipriano era d'avviso che non convenisse
denunciarsi spontaneamente e nel suo scritto, non soltanto lo ripete
ma lo conferma citando le parole del Signore:
il Signore
ci prescrisse
di allontanarci
e di fuggire durante
la
a farlo con le parole
e c'insegn
e con l'esempio;
infatti,
persecuzione
la corona
del martirio
scende
a noi dalla
divina
e
poich
degnazione
non si pu ricevere finch non giunta l'ora di accoglierla,
chi fedele
Perci
a Cristo
confessarla.
gare
frattanto
Chi
si ritira;
invece,
non
non
rinnega
ritirandosi,
la
fede,
caduto,
ma
attende
rimasto
l'ora
di
per rinne
16:
Davanti al pericolo di morire per la fede, il ritirarsi come ora de
scritto non vigliaccheria calcolo interessato; ma frutto di un di
= G. Hartel,
CSEL
Un altro
1871, 485-488).
Cartagine (Ep.8
III/2, Vindobonae
della situazione che pu crearsi per la comunit in seguito
esempio della complessit
alla fuga del vescovo durante le persecuzioni dato dalla storia di Pietro I vescovo di
Alessandria
a partire dal circa 300 [cfr. M. Simonetti,
art. Pietro I di Alessandria, in
DPACII
F.H. Kettler,
Der melitianische Streit in gypten, in
(1984) 2782], Secondo
Zeitschrift fiir die Neutestamentliche
Wissenschaft 35 (1936) 155-193 a tale fuga an
drebbe attribuita la nascita dello scisma meliziano [cfr. M. Simonetti,
art. Melizio di
II (1984) 2209-2210].
Licopoli, in DPAC
15
De lapsis 3 = G. Hartel,
CSEL
Cyprianus,
1868, 238
III/1, Vindobonae
239.
16
=
De lapsis 10
G. Hartel,
Cyprianus,
CSEL
1868, 244.
III/1, Vindobonae
Cfr. Mt 10,23; Gv7,l;
8,59; 10,39. Si veda anche Gv7,30.
IL CRISTIANO DI FRONTE AL MARTIRIO IMMINENTE
41 1
scernimento spirituale, in cui si paga di persona. Infatti, il fuggire
pu dar luogo anche alla perdita dei beni di incarichi; quindi pu
essere affrontato soltanto come obbedienza alla volont di Dio, rico
nosciuta appunto nel discernimento. Il martirio da interpretare co
me una vocazione divina17 e il fedele, secondo Cipriano, deve ricor
darsi che
Dio
2.
non
Denunciarsi
cerca
il nostro
sangue,
ma
la nostra
fede ,8.
spontaneamente
In genere la Chiesa Antica disapprovava nei cristiani la denun
zia spontanea di se stessi come cristiani in tempi di persecuzione. Ne
troviamo un'eco nelle parole di S. Cipriano. Nel primo processo con
tro di lui, tenuto a Cartagine il 30 agosto 267 nel secretarium, il
proconsole Aspasio Paterno cerc di indurre Cipriano a informarlo
sul clero della citt. Il vescovo rifiuta di comunicargli tali notizie sul
la base della legge, che proibisce lo spionaggio, e poi aggiunge:
Come
la nostra
mente,
essi
non
disciplina
atteggiamento
possono
che
proibisce
che
si presenti
spontanea
gradito
alla tua autorit,
alcuno
non
ugualmente
Ma se tu li cerchi,
presentarsi.
li troverai19.
Tuttavia non si pu negare che in alcuni cristiani c'era talvolta
un tale entusiasmo per il martirio da dare origine ad una tendenza di
testimoniare
spontaneamente
per
il Signore
20.
Citiamo
a proposi
to alcuni esempi di denunzia spontanea. Sotto la persecuzione di Set
timio Severo (202 d.C.), il giovane Origene era allora sui quindici
anni voleva correre al tribunale per denunciarsi come cristiano,
17 Cfr. il nostro articolo: Il martirio:
grazia di Dio e testimonianza di amore obbe
diente, in Rassegna di teologia 25 (1983) n' 6, 494-503.
18
= G. Hartel,
De mortalitate XVII
CSEL
Cyprianus,
III/l, Vindobonae
1868, 308. Rispetto al tema della fuga si possono leggere la lettera, inviata da Sant'A
Athanasius
tanasio nel 355-356 al monaco
nonch una sua apologia.
Dracontius,
= B. de Montfaucon,
PG 25, 524-533;
Alexandrinus,
Epistula ad Dracontium
SChr 56, Paris 1958.
Idem, Apologia de fuga sua = J.M. Szymusiak,
19
di Giustino martire,
Lanata,
op.cit., p. 185, 1,5. Cfr. anche l'atteggiamento
= Musurillo,
' 4A, &
interrogato sui luoghi, in cui i cristiani di Roma si riunivano
3, p. 44.
20 II
problema della denunzia spontanea come una delle cause delle persecuzioni
fu trattato da G.E.M.
De Ste Croix, Aspects of the 'Great' Persecution, in Harvard
Review 47 (1954) 75-113. Scrive la Lanata,
p. 54 e nota (55): L'impor
Theological
stata forse un po' sopravva
tanza di questo elemento nell'origine delle persecuzioni
lutata da De Ste. Croix.
JOS JANSSENS, S.i.
412
a
dopo che suo padre Leonida era stato giudicato e condannato
morte come cristiano. La madre dovette nascondere i vestiti del figlio
per impedirgli cos di andare in tribunale21. Un secondo esempio
viene citato dalla Lanata: A quanto riferisce Tertulliano, nella pro
vincia d'Asia, Arrio Antonio un bel giorno si trov di fronte al tribu
nale tutti i cristiani di una citt che si accusavano spontaneamente;
dopo averne condannato alcuni, dimise gli altri consigliandoli, con
distaccato cinismo, a cercarsi dei pozzi e delle corde, se proprio vole
vano morire22. Una situazione un po' simile accadeva ad Alessan
dria in Egitto durante le persecuzioni di Decio (250 d.C.). Scrive il
vescovo Dionigio di Alessandria al suo collega Fabio di Antiochia:
Tutto
con
un manipolo
l'anziano
essi
veniva
della
di soldati
davanti
come
cristiano
giudicato
fede. A quella
vista i soldati
far cenni
col capo,
L'attenzione
a tendere
Tolomeo,
al pretorio,
e gi
verso
piegava
cominciarono
mentre
Ingene
un
tale
il rinnegamento
a digrignare
i denti,
le mani
di tutti si rivolse
ro arrestati,
Zenone,
(Ammone,
stava
Teofilo)
e gesticolare
con tutta la persona.
a loro; ma essi, prima che da altri fosse
difilato
al tribunale
e si professarono
cristiani.
Il
e i suoi assessori
furono
colti da timore.
Strano
contra
governatore
mentre i giudicati
sto! I giudici
trepidavano,
apparivano
pieni di co
ai supplizi
che li attendevano.
essi dal preto
Uscirono
raggio davanti
rio con aria maestosa,
esultanti
resa alla fede:
per la testimonianza
Dio
corsero
loro
faceva
riportare
un glorioso
trionfo23.
Eusebio stesso poi riferisce ci che accadde
durante le persecuzioni di Diocleziano:
il mirabile
allora
Contemplammo
lo zelo di coloro,
che credevano
nella Tebaide
la forza
ardore,
nel Cristo
pronunciata
la sentenza
contro
accorrevano
al tribunale
del giudice
i primi,
veramente
di Dio.
Era
altri da
quando
e confessavano
(Egitto)
divina
stata
appena
diverse
parti
di essere
cristiani,
incuranti dei pericoli e dei tormenti, a cui si esponevano. Impavidi
parlavano
con
e accoglievano
sino
all'ultimo
Dio,
Signore
linguaggio
la sentenza
respiro
franco
capitale
cantavano
del culto
con
salmi
dovuto
gioia
a Dio
e lieto
e inni
dell'universo
sorriso,
e rendevano
cos
grazie
che
a
di tutte le cose24.
21 Cfr.
istoria Ecclesiastica
SChr 41, Paris
Eusebius,
VI, 2,3-5 = G. Bardy,
1955, 83-84.
22
=
Ad Scapolarti 5,1-2
A. Gerlo,
CCL
Lanata,
. 54. Cfr. Tertullianus,
II/II, Turnholti 1954, 1131-1132.
23
= G. Bardy,
Historia Ecclesiastica
SChr 41, Paris
Eusebius,
VI, 41,22-23
1955, 150-151.
24
Historia Ecclesiastica Vili, 9,5 = G. Bardy, SChr 55, Paris 1958, 18.
Eusebius,
IL CRISTIANO DI FRONTE AL MARTIRIO IMMINENTE
41 3
In queste narrazioni, non prive di spunti trionfalistici e propa
gandistici, appare inoltre presso alcuni gruppi cristiani un certo spiri
to di fanatismo religioso. Bisogna per notare che lo stile agiografico
di Eusebio, quando riporta testualmente documenti altrui rispetto al
le notizie martirologiche, ha un carattere parenetico, mirante ad edi
ficare e insegnare25.
notevole d'altra parte che negli Atti dei Martiri gli esempi
d'una denunzia spontanea sono pochi. C' il caso del martire Euplo,
il quale, secondo il testo greco della redazione pi antica, agi come
segue:
Durante
il nono
di Diocleziano
consolato
e l'ottavo
nostri
il 29 aprile, nella famosissima
signori,
cretarium'
davanti
al 'velum'
che separava
l'udienza,
sono
Euplo
cristiano!
tra, tu che
grid
Allora
verso
citt
il pubblico
i giudici e disse:
'clarissimus
Calvisiano,
di Massimiano,
di Catania,
Voglio
dalla
nel 'se
sala
del
morire,
corrector',
perch
disse: En
hai
E quando
il beato
entr nel 'secreta
gridato.
Euplo
con s gli immacolati
il 'clarissimus'
Massi
rium', portando
Vangeli,
mo gli disse: Tu tieni con te una cosa
sconveniente
e contraria
agli
editti dei nostri imperatori26.
a Nicomedia il 23
Infatti, il primo editto, emanato da Diocleziano
marzo 303, stabiliva fra l'altro che i libri sacri dovevano essere con
segnati e bruciati27. Non risulta chiaramente, secondo la Lanata, se
Euplo fosse stato convocato in giudizio, si fosse accusato sponta
neamente,
come
sembra
pi
probabile28.
In
quest'ultimo
caso,
egli
avrebbe avuto con s i Vangeli proprio per comprovare la sua quali
t di cristiano e costringere cos anche gli ufficiali ad applicare con
tro di lui i decreti promulgati. Il testo latino fa di Euplo un diacono,
ma il Musurillo d'avviso che non chiaro se il martire fosse laico
chierico. Il martire tuttavia, secondo il medesimo testo latino, fu con
dotto al luogo dell'esecuzione col Vangelo appeso al collo29.
L'atteggiamento cauto della Chiesa dinanzi ad una testimonian
za spontanea in tempi di persecuzioni si spiega per vari motivi. In
25 Cfr.
Lanata,
. 9.
26
25, & 1, 1-2, . 310. La versione italiana, con qualche
Musurillo,
di Lanata,
p. 222.
27 Cfr. V.
e la polemica pagano-cristiana,
Le persecuzioni
Monachino,
1974, 256-257 (rist. 1980).
28
Lanata,
p. 226.
29
25B, & 3,"2, . 318.
Musurillo,
ritocco,
Roma
JOS JANSSENS, S.I.
414
primo luogo c'era la convinzione che il martirio una grazia di Dio,
cio un dono divino da ricevere, ma del quale non ci si pu appro
ed
questo l'argomento che prendiamo ora in esame
priare. Poi
dai documenti
martirologici risulta che pi d'un cristiano nel mo
mento estremo non seppe sostenere, ad esempio, la vista delle belve.
Ecco una testimonianza,
Un
di nome
Frigio,
presa dalla passio
di Policarpo:
da poco
venuto
dalla
vedendo
le
Frigia,
e spingeva
Egli si era offerto spontaneamente
gli
Il proconsole,
lo persua
passo.
dopo molte insistenze,
Quinto,
fiere fu terrorizzato.
altri allo
stesso
se a giurare
e a sacrificare.
si costituiscono,
perch
Perci,
fratelli,
il Vangelo
non
non
approviamo
insegna
Il medesimo episodio viene riferito con altri particolari
versione latina del martirio di Policarpo:
Frattanto
caso
un tale di nome
a Smirne
dalla
fri spontaneamente
vinse
il proposito:
scosso
che la sua
sua
Quinto,
patria,
al
giudice
vide
appena
fermezza
della
originario
ansioso
coloro
che
cosi30.
Frigia,
di affrontare
nell'antica
capitato
il martirio,
per
si of
umana
ma la debolezza
sanguinario;
le fiere istigate contro
di lui, fu tanto
cominci
a vacillare
e, per suggestione
dia
si lasci indurre ad approvare
ci che era venuto a distruggere.
bolica,
Il proconsole
lo persuase
con molte lusinghe
a sacrificare
quindi
agli
dei. Non dobbiamo
lodare quei fratelli, che si offrono sponta
dunque
neamente
ma piuttosto
nei loro na
(al martirio);
quelli che, sorpresi
nella fede fino al martirio.
Cosi ci consiglia
in
scondigli,
perseverano
fatti la parola
del Signore
nel Vangelo;
e cos ci esorta
anche
questo
esempio,
in cui vediamo
presentato
spontaneamente,
stato costretto 31.
che
si ritir dalla
mentre
lotta
ne usci
colui,
vincitore
il quale
vi si era
colui che vi era
30
* 1, & 4, . 4.
Musurillo,
31 Th.
, lgnatii et Polycarpi epistulae martyria fragmenla (= Patrum Aposto
lorum Opera...
recensuerunt O. de Gebhardt-A.
Harnack-Th.
Editio post
Zahn,
Dressellianam
alteram tertia, fasciculus II), Lipsiae 1876, 139. Per la problematica,
re
lativa alla recensione latina della Passio Polycarpi, si veda: B. Dehandschutter,
48
53. Un simile atteggiamento prudente di fronte al martirio troviamo in Thomas More
il quale dal carcere scrisse alla figlia Meg: Ma ora ringrazio il Nostro Si
(1478-1535),
che non pensai mai di cambiare; poich il peggio che mi
gnore di tutto, (soprattutto)
Cfr. D. Saroent,
potesse capitare, sarebbe che la paura prendesse il sopravvento.
Tommaso Moro (tradotto da: Thomas More, London
1936), Brescia, 19782, 165. Il me
desimo timore circa il sopravvento della paura ritorna nell'ultima preghiera del cardi
nale J. Fisher (1469-1535),
salito sul patibolo poco tempo prima di Thomas
More:
Desidero
che voi mi aiutate e mi assistiate con le vostre preghiere: che al giusto mo
mento e all'istante del colpo mortale e proprio nel punto della morte, allora io non ce
da per paura su alcuno
articolo della fede cattolica.
Cfr. D. Sargent,
op. cit.,
IL CRISTIANO DI FRONTE AL MARTIRIO IMMINENTE
415
La conclusione evidente: non bisogna presentarsi ai persecuto
ri, ma lasciare che loro stessi promuovono ricerche e processi, fino
alla condanna definitiva. Pu essere citata a questo punto l'opinione
di Mensurio, vescovo di Cartagine (303-311/312). In una lettera a Se
condo, vescovo di Tigisi e primato di Numidia, egli spiega il suo
In quel pe
comportamento durante le persecuzioni di Diocleziano.
riodo Mensurio assunse un atteggiamento di ferma riprovazione nei
confronti di quei cristiani, che si denunziavano spontaneamente e di
chiaravano di propria iniziativa di essere possessori di libri della Sa
cra Scrittura che per non consegnavano. Infatti, secondo quanto ri
porta S. Agostino nel suo resoconto
dell'1-8 giugno 411:
In essa
= la lettera
della conferenza di Cartagine
si legge che quanti
senza essersi co
e
di avere (dei libri) del
persecuzioni
aggiungono
le Scritture
che non consegnano,
cosa
di cui non vengono
richiesti,
da Mensurio,
il quale
ai cristiani
di
vengono
disapprovati
proibisce
onorarli32.
(
stretti si offrono
di Mensurio)
alle
La retta spiritualit, nonch la prudenza umana, richiedono una sa
na diffidenza di s e un umile abbandono a Dio quando arriva il mo
mento di una confessione con la propria vita. chiaro per che il
martirio, inteso come la pi alta espressione dell'amore di Dio, possa
essere desiderato dal cristiano. Pertanto egli, una volta denunziato
da altri e condotto in tribunale, pu perfino dimostrarsi riconoscente
a
che
coloro,
morte33.
Tale
gli
danno
atteggiamento
la
il frutto
lica, come sottolinea Tertulliano
Ma,
testimoniare
d'una
vita
la
fede
veramente
con
la
evange
nel suo periodo cattolico:
solo perch
cosa come buona
qualche
che si volgono
al male!
infatti, coloro
sono,
quanti
ci che vera
al perverso!
che passano
Chi lo nega? Tuttavia,
osano
di
coloro
che vi si lasciano
trascinare,
male, neppure
si dice,
attira
di
possibilit
non
va di ritenere
a s molti:
Quanti
mente
chiararlo
cosa
buona;
la natura
infatti riempie
di timore
di vergogna
. 171. In tempi pi recenti la realt della paura di fronte al martirio messa in rilievo
da alcune note opere letterarie riguardanti il martirio di sedici carmelitane, avvenuto il
art. XVI Carmelitane di Compigne, in
17 luglio 1794 a Parigi. Cfr. V. di S. Maria,
Bbliotheca Sanctorum IV (1964) 135-138.
32
Breviculus collationis cum Donatistis
111,13,25 = S. Lancel,
Augustinus,
art. Mensu
CCL 149A, Turnholti 1974, 290. Si veda anche: F. Scorza
Barcellona,
II (1984) 2221.
rio, in DPAC
33 Per la
si veda il nostro articolo in Rasse
posizione di Clemente di Alessandria
gna di Teologia 25 (1983) 497.
JOS JANSSENS, S.I.
416
tutto
ci
tano
di mostrarsi,
che
pure
se posti
alla
va contro
una
tortura
di loro,
volta
la propria
non
ci che considerano
appartenente
simile?
Di nessuno
ha vergogna,
non
essere
tale (cio
perfettamente
se ne gloria;
se accusato,
si denunzia,
nep
confessano;
una
a una
mente
debolezza
al destino
riconoscere
Un
cristiano
di nessuno
stato
evi
se accusati;
gli impeti
vogliono
male.
ocultamente,
negano
sempre
attribuiscono
Insomma,
agiscono
presi,
facilmente
imputano
astri.
degli
i malfattori
Invero,
tremano
si abbattono;
condannati
fluenza
male.
scontento
e all'in
come
loro
cosa
ha di
se non,
nel passato;
cristiano)
non
che
si difende;
la vergogna,
la tergiversazione,
il rimpianto,
di
se lo
interrogato,
In che cosa
confessa;
condannato,
spontaneamente
ringrazia.
ste dunque,
male che non ha le caratteristiche
del male;
questo
timore,
volta
catti
consi
il lamento?
cio
il
Che
tipo di male questo, di cui il reo ( = il cristiano) si rallegra, la cui
accusa
oggetto
dei suoi
desideri
e la condanna
( vissuta)
come
una
vittoria?34
Il cristiano, cos insegna S. Cipriano, chiamato
ma
non
a provocare
a voi, fratelli
Quanto
to da
e protestare
me
circa
carissimi,
in quanto
secondo
i comandamenti
del
taneamente
ai gentili.
all'autorit,
noi, quel Dio,
ostentarla35.
il quale
Il cristiano
la disciplina,
che avete ricevu
e secondo
ci che assai
Signore
avete appreso
dalle mie istruzioni,
spesso
di voi susciti una ribellione
ma, n alcuno
consegnato
a testimoniare,
tale:
mantenete
l'ordine
e la cal
tra i fratelli
si offra spon-,
arrestato
e
quando
deve parlare
in quell'ora
che vive in
Dio,
poich
parler
vuole che noi confessiamo
la fede piuttosto
che
3. Farsi difensore dei perseguitati
Non sono mancati nella Chiesa Antica cristiani, i quali hanno
protestato pubblicamente vedendo i loro fratelli di fede trattati in
modo ingiusto. Tale protesta comportava non pochi rischi, perfino
per la incolumit della propria vita. San Giustino martire descrive
l'atteggiamento di un certo Lucio, che protest pubblicamente con
tro l'ingiusta condanna del cristiano Tolomeo:
14
= E. Dekkers,
CCL
Tertullianus,
1,10-13
Apologeticum
II/I, Turnholti
1954, 86-87.
35
=
G. Hartel,
CSEL
Cyprianus,
Epislula LXXXI
1871,
III/2, Vindobonae
841-842. Ci si potrebbe domandare
se la disciplina, cui Cipriano fa cenno, non sia fon
data anche sulla sua personale esperienza degli anni 250-251.
IL CRISTIANO DI FRONTE AL MARTIRIO IMMINENTE
Urbico
Quando
certo
ordin
cristiano
Lucio,
che
Tolomeo
anche
fosse
lui, vedendo
al supplizio,
condotto
la follia
417
d'un
condotto
un
cosi
processo
stato trovato
Che
c'? Egli non
grid a Urbico:
ragione
n d'adulterio,
n di fornicazione,
n d'assassinio,
n di fur
colpevole,
n di qualsiasi
altro delitto;
hai punito
uomo
to, n di rapina,
questo
soltanto
il suo nome di cristiano?
Il tuo giudizio,
perch egli confessa
Urbico, indegno dell'imperatore Pio, indegno del filosofo, figlio di
Cesare,
del sacro
indegno
senato36.
Si riconosce senz'altro in tale protesta lo stile dell'apologista
Giusti
no, ma non va dimenticato che Lucio la pag a sua volta con il mar
tirio. Non si pu non ammirare il coraggio della sua energica prote
sta contro la condanna palesamente ingiusta.
Lo stesso caso si verifica a proposito di Vezzio Epagato, che
protest contro la condanna ingiusta dei cristiani di Lione, avvenuta
nel 177 d.C.
li tratta
davanti
al governatore,
e poich
quello
poi condotti
tutta la crudelt
di noi, uno dei fratelli, Vezzio
[solita] contro
Furono
va con
altamente.
la pienezza
dell'a
Egli aveva
raggiunto
Epagato,
protest
era perfetta,
al
more verso Dio e verso il prossimo.
La sua condotta
nella testimonianza
del
era ugualiato
punto che, pur essendo
giovane,
l'anziano
(cfr. Le 1,67).
Zaccaria
mandamenti
servizio
e precetti
[di carit]
vivendo
nello
Era
del
Signore,
il prossimo,
verso
Essendo
Spirito.
in tutti i co
pertanto
e
sollecito
in ogni
irreprensibile
molto amore
verso Dio e
avendo
progredito
uomo
un
siffatto,
non
toller
la con
di essere
contro
di noi e chiese
irragionevolmente
i fratelli, poich
in noi non c'
ascoltato
anche lui, mentre difendeva
nulla di ateo di empio.
Avendo
gridato contro di lui quelli che erano
e non avendo
il go
intorno
al tribunale,
e infatti egli era conosciuto,
danna
emanata
vernatore
con
Avendo
meritato
avendo
che aveva
voluto
gittimo
forte
dare
e chiara
come
anche
discepolo
quello
il Paraclito,
attraverso
la sua
ebbe
voce,
titolo
in se stesso
dimostrato
giusta da lui presentata,
lui fosse cristiano,
e avendo
cos
se anche
domandato
fermato
stiani
la richiesta
accettato
do soltanto
anche
che
la pienezza
segue
aven
egli con
dei martiri.
dei cri
di paraclito
(avvocato)
cio lo Spirito, pi di Zaccaria,
vita per la difesa
di Cristo,
lui la sorte
ma
della
sua
dei fratelli,
l'agnello
carit,
e avendo
fu ed anche
dovunque
le
vada37.
Se non lecito permettere che un fratello venga maltrattato in
modo ingiusto violentamente oppresso, n lasciar correre la men
36
Musurillo,
37
Musurillo,
" 3, &&
5, &&
15-16, . 40.
9-10, . 62-64.
JOS JANSSENS, S I.
418
zogna e la calunnia, n chiudere gli occhi sulle varie forme di sfrutta
mento a cui un fratello viene sottoposto, n rimanere inerti dove un
fratello viene continuamente umiliato disprezzato nei suoi sentimenti
e nelle sue convinzioni; non tanto semplice assumere l'atteggiamento
giusto, quando entrano in conflitto le esigenze della giustizia, della ve
rit, della carit con quelle della propria incolumit. In ogni caso nel
Vangelo troviamo tanti esempi, in cui lo stesso Ges ha stigmatizzato
situazioni ingiuste38; anche riguardo alla sua persona, il comporta
mento del Signore non permette equivoci, come risulta chiaramente
dalla sua risposta alla guardia, che gli dava uno schiaffo (cfr.
Gv 18,23). I cristiani di Lione, come s' visto, chiamarono Vezzio
Epagato difensore dei cristiani, poich prese la difesa dei perseguita
ti e denunci la violenza, accettandone i rischi per la propria vita.
4. Infliggersi la morte
Nella Chiesa Antica abbiamo alcuni esempi, assai noti, di donne
cristiane, che nel contesto delle persecuzioni si sono tolte la vita, sia
per preservare la propria integrit, sia per sottrarsi ad un'eventuale
apostasia. In entrambi i casi si tratta di una fine volontaria, che ha
l'apparenza di un suicidio inquanto, ad esempio, una cosa gettarsi
sul
rogo
e altra
cosa
esservi
posti
sopra
da
altri39.
Per capire l'atteggiamento di alcune donne, le quali, per preser
vare la loro castit, hanno preferito di togliersi la vita, utile di ri
cordare un brano della lettera di papa Clemente ai Corinzi. Il papa,
descrivendo l'esecuzione dei primi martiri di Roma (autunno del 64
all'inizio del 65) nei giardini di Nerone, accenna agli affronti subiti
dalle donne cristiane:
A questi uomini, che vissero santamente,
si aggiunse
una grande schiera
di eletti, i quali, soffrendo per invidia molti oltraggi e torture, furono di
bellissimo
a noi. Per gelosia furono perseguitate
le donne, giova
esempio
nette e fanciulle, che soffrirono per la fede oltraggi terribili ed empi40.
38 Cfr. Mt
11,23 dove sono indicate pene severe per coloro, che non si converto
no; Mt23 dove sono rimproverati gli atteggiamenti farisaici; Le 15,1-9 contro coloro,
che non aiutano i genitori.
38 Cfr. F.J.
Die Feuertod ohne die Liebe. Antike Selbstverbrennung und
DOlger,
christlicher Martyrium-Enthusiasmus.
Ein Beitrag zu I Korinther 13,3, in Antike und
Christentum I (1929) 254-262 (rist. 1976). Ph. de la Trinit,
Du suicide au martyre, in
Limites de l'humain = Etudes Carmlitaines,
Paris 1953, 279-295. G.C. Zahn,
War,
Conscience and Dissent, London
1967, 192-196 (The Martyr: Saint or Suicide?).
40 Clemens
= A. Jaubert,
SChr 167,
Romanus,
Epistula ad Corinthios VI, 1-2
Paris 1971, 108-110.
IL CRISTIANO DI FRONTE AL MARTIRIO IMMINENTE
419
L'ignominia, a cui le donne cristiane furono talvolta esposte, risulta
anche da un brano di Eusebio. Egli, testimone oculare, racconta i
trattamenti ignobili, che alcune donne cristiane hanno sofferto nella
Tebaide alla fine delle persecuzioni sotto Diocleziano:
Supera
ogni discorso
nero i martiri nella
di unghie,
guisa
gli oltraggi e le sofferenze,
scorticati
nel corpo
intero
perdita della vita; donne
legate
che sosten
(l'esporre)
con
Tebaide,
fino alla
cocci
l'aria, con la testa
piedi, elevate in alto, attraverso
certe macchine,
e coi corpi interamente
nudi e non coperti
a tutti quelli che vedevano
stiti] presentavano
questo
spettacolo,
due
con
vergognoso,
orrendo
per uno dei
in gi, tirate su
e disumano
[di ve
il pi
di tutti41.
Il primo esempio d'una morte tragica quello
e avvenuto in Siria:
raccontatoci
da
Eusebio
Viveva
allora
bre ad
Antiochia
natali
una
donna
e per il suo
delle forme
la venust
della
religione
oggetto,
a sapere
mate
dati.
mise
che
santa
e mirabile
per la sua bellezza,
buon nome.
Aveva
cristiana.
e l'et
La
tutto in opera
fiorente,
molta
cele
d'animo,
per fortezza
per la sua ricchezza,
per i suoi
due figlie, vergini avvenenti
per
i principi
educate
da lei secondo
invidia,
per scoprire
di cui queste
dove
stessero
dimoravano
in paese
allora
straniero;
arte ad Antiochia,
e caddero
ingannevole
Vedendo
la madre
la situazione
senza
uscita,
con
donne
celate.
ne furono
nelle
in cui
erano
Si venne
richia
reti dei
sol
si trovava
loro i pericoli
che da parte degli uomini
loro
figlie, espose
e incoraggi
se stessa e le due giovani
a non giungere
al
il pi insopportabile
orecchie
dei
punto di dover udire con le proprie
di dare l'anima
della prostituzione.
Diceva
in ser
mali, la minaccia
con
le sue
sovrastavano,
ai demoni
era peggio di ogni morte e di ogni perdita e che uni
vaggio
co rimedio
a quelle imminenti
era il rifugiarsi presso il Signo
sciagure
su un medesimo
indossarono
re. Concertatesi
vesti di fe
divisamento,
a mezzo
ai soldati
il
e quando
furono
domandarono
cammino,
di allontanarsi
un po' e si precipitarono
nel fiume che scor
reva vicino.
Cosi si tolsero esse stesse la vita42.
sta,
permesso
Il medesimo Eusebio, a proposito dei martiri di Antiochia, nota
anche il seguente episodio:
41
Eusebius, Historia Ecclesiastica Vili, 9,1 = G. Bardy, SChr 55, Paris 1958, 17.
42
Historia Ecclesiastica Vili, 12,3-4 = G. Bardy, SChr 55, Paris 1958,
Eusebius,
25. Cfr. C. Nardi, A proposito degli atti del martirio di Bernice, Prosdoce e Domnino, in
Ai marti
Civilt classica e cristiana, 1 (1980) 2 243-257. Si veda anche: Tertulliano,
Roma 1981, 176-178.
ri. Introduzione, traduzione e note di Pier Angelo
Gramaglia,
420
JOS JANSSENS, S I.
Occorre
braceri,
richiamare
non
alla
memoria
vi morissero,
perch
(i martiri)
ma
perch
di Antiochia,
posti sui
un prolungato
fuoco
piuttosto
subissero
e gli altri,
che posero
la mano
destra
sul
sacrificio.
Alcuni
l'empio
per sfuggire alla prova, prima di
essere catturati
e di cadere cos in mano agli insidiatori,
si precipitaro
no dal tetto di case elevate,
stimando
morte una preda sottratta
quella
tormento;
che toccare
alla
perversit
degli
empi43.
Tra questi ultimi martiri fu probabilmente annoverata S. Pelagia,
della quale parla due volte Sant'Ambrogio, che ne fa per una sorel
la di Prosdoce e Berenice, le figlie di Domnina; e la quale conosciu
ta soprattutto attraverso una omelia di Giovanni Crisostomo. Vergi
ne sui quindici anni, al tempo dell'imperatore Numeriano (283-284)
Pelagia fu ricercata dai soldati per ordine del governatore di Antio
chia. Ricevuti in modo cortese i militi, chiese loro il permesso di
cambiarsi gli abiti per presentarsi al magistrato in modo degno.
Quindi, conscia degli oltraggi che avrebbe subito come vergine, pre
gando Dio di essere preservata dalle mani dei suoi aggressori , sal
sul punto pi alto della casa paterna e si precipit sulla strada. Cos,
per mezzo d'una morte volontaria riusci a conservare la sua integrit
e a fuggire al disonore44.
In
questi
esempi
le donne
catturate
non
avevano
in nessun
modo
cercato il martirio; ma dal contesto risulta chiaramente che in seguito,
non
soltanto
sarebbero
state
condannate
per
la
fede,
ma
avrebbero
do
vuto subire la previa degradazione della prostituzione, che le colpiva
nell'onore. In proposito da prendere in considerazione il fatto che la
verginit era molto stimata dagli antichi come risulta anche da una te
stimonianza di Girolamo. Questi riporta una serie di esempi di come la
verginit fosse tenuta in onore presso i Greci, i Latini e i Barbari, al fine
di insegnare che la verginit rappresenta il massimo della pudicizia45. Si
intende con ci la gravit dell'offesa inferta ad una donna, con una mo
dalit che la priva della propria dignit e integrit personale.
Dal punto di vista teologico, fin dai primi secoli, si cercato di
spiegare perch a tale atteggiamento fosse attribuita dai cristiani la
lode del martirio. Cos, ad esempio, Sant'Agostino osserva:
43
Historia Ecclesiastica
Eusebius,
Vili, 12,2 = G. Bardy, SChr 55, Paris 1958,
24-25.
44 Cfr.
J.M. Sauget,
art. Pelagio di Antiochia, in Bibliotheca Sanctorum X (1968)
430-432. Iohannes
De S. Pelagio virgine et martyre = PG 50, 579
Chrysostomus,
584.
45
Adversus lovinianum 1,41 = PL 23,270-273.
Hieronymus,
IL CRISTIANO DI FRONTE AL MARTIRIO IMMINENTE
Ma,
dicono,
alcune
sfuggire a coloro
fiume che doveva
sante
che
donne
travolgerle
ricordato
con
tolica.
oso
giudicare
se l'autorit
divina
fede,
abbia
indotto
darsi
che
nel
della
tempo
persecuzione,
per
la loro pudicizia,
si gettarono
nel
e ucciderle.
In tal modo
morirono
e il lo
insidiavano
ro martirio
Non
421
della
una
famosa
venerazione
arbitrariamente
Chiesa,
(i cristiani)
sulla
questi
base
a onorare
nella
fatti.
Non
Chiesa
di testimonianze
cos
la loro
cat
so infatti
memoria;
degne
di
e pu
sia cos46.
Agostino pens inoltre ad una possibile ispirazione divina nella stes
sa vittima circa i motivi dell'atto tragico, tesi poi ripresa e sviluppata
da altri teologi, tra cui appunto Giovanni Crisostomo. Questi, rife
rendosi alla morte tragica di Pelagia, osserva:
Perch
tu impari
che non
senza
Dio
queste
cose
siano
avvenute,
ci
in
primo luogo chiaro per la snellezza, l'alacrit di lei (= Pelagia); e per
il fatto che i militi non avevano
e hanno
concesso
sospettato
l'inganno
il permesso;
e per il fatto che le cose sono giunte al fine; e in secondo
ci da intendere
dalle parole
dette e dal modo
della morte.
luogo
Molti infatti, caduti da un alto tetto, non hanno patito alcun male; altri
invece pur avendo
subito qualche
lesione nel corpo, sono vissuti a lun
alla beata vergine, Dio non ha voluto
go dopo questa caduta.
Riguardo
che accadesse
nulla di ci; ma subito ordin che l'anima
il cor
lasciasse
lottato e aveva compiu
po, in modo che lei, la quale aveva abbastanza
to tutte le cose, venisse accolta.
Infatti, non per un caso di natura, ma
la (sua) morte47.
di Dio avvenuta
per comando
I canonisti, come s' visto, hanno elaborato una definizione giuridica
del martirio, soprattutto sulla base delle norme stabilite da Benedet
to XIV, per cui sul piano teoretico cosi osserva il Piacentini si
potrebbe qualificare un tale gesto come martirio; ma in pratica diffi
cilmente la Chiesa inizierebbe oggi per tali casi un processo di beati
ficazione48.
46
CCL 47, Turn
De civitate Dei 1,26 = . Dombart-A.
Kalb,
Augustinus,
holti 1955, 26-27. Cfr. anche l'opinione di Girolamo:
In lonam 1,13 =
Hieronymus,
M. Adriaen,
CCL 76, Turnholti 1969, 390-391: Non dobbiamo
quindi appropriarci
della morte, ma accettare liberamente quella che ci viene inferta da altri. Per cui du
tranne il caso in cui ven
rante le persecuzioni non lecito morire di propria mano
ma
( lecito) offrire il colle al persecutore.
ga messa in pericolo la castit
47 Iohannes
De S. Pelagio virgine et martyre 3 = PG 50 582.
Chrysostomus,
Cfr. anche: Ambrosius,
De virginibus 111,7 = PL 16, 229-230, nn. 32-36.
48
46-47.
Piacentini,
422
JOS JANSSENS, S I.
Pi delicata ancora appare la situazione di coloro che, gi nelle
mani dei persecutori, si sottragono a loro attraverso la morte provo
cata per evitare presubilmente l'apostasia. Tale caso si riscontra nella
storia di Apollonia, tramandata da una lettera di Dionigio di Ales
sandria e riferita da Eusebio. Era scoppiata una sommossa popolare
contro i cristiani negli ultimi anni di Filippo (244-249), nella quale
i persecutori
catturarono
anche
ammirabile
allora
quella
vergine,
in et, che fu Apollonia.
avanzata
La percossero
alle ma
dapprima
tutti i denti. Preparato
scelle, tanto che le caddero
poi un rogo davan
di bruciarla
ti alla citt, minacciavano
viva, se non avesse pronunciato
loro
con
formule
si gett
slancio
Essa, avendo
empie.
sul fuoco e fu divorata
in breve
dalle
ottenuto
di ritirarsi,
di
fiamme49.
Sebbene il contesto non sia quello di un regolare processo, ma di una
sommossa popolare, dagli effetti della prova (apostasia
ovvero
torture/morte) risulta che questa era stata provocata dall'odio contro
i cristiani. Apollonia si gett nel fuoco, non per sottrarsi alla morte
ma all'apostasia.
Dal racconto, infatti, si pu dedurre che la vergine
anziana scelse questa via tragica perch almeno cos sembra
non si sentiva sicura di s di fronte alla violenza dei suoi persecutori,
gi sperimentata. Tuttavia non da escludere che volesse anche lei
preservare cos la propria integrit.
La situazione appare veramente incerta riguardo il martirio di
Agatonice. Di questa si parla a proposito di Carpo e Papilo, martiri,
i quali, secondo Eusebio, furono uccisi a Pergamo al tempo di Aure
lio (161-169), ma secondo altri nel periodo di Decio (249-250). Il te
sto greco, dopo aver riportato come Carpo e Papilo furono bruciati
vivi, aggiunge una specie di appendice. Tra gli spettatori
c'era
una
donna
che pure
Signore,
un appello
di nome
dal cielo,
parato
anche
rispose:
Ha
visto la gloria del
Ella, avendo
Agatonice.
di aver vista; e comprendendo
che era
diceva
Carpo
disse
ad alta
per me! Bisogna
voce:
Questo
che io prenda
banchetto
parte
stato
al glorioso
pre
banchet
to!. La folla grid: Abbi piet di tuo figlio!; ma la beata Agatonice
Io
(penso)
stessa,
piena
Dio,
a ci
che
pu
per cui
di giubilo,
curarsi
sono
di lui, poich
Dio a tutti provvede.
E
del mantello,
ella
qui.
spogliandosi
si distese
sul
palo.
Quelli,
che
la
vedevano,
49
Historia Ecclesiastica
SChr 41, Paris 1955,
Eusebius,
VI, 41,7 = G. Bardy,
146-147. Cfr. G.D. Gordjni,
art. Apollonia di Alessandria, in Bibliotheca Sanctorum II
(1962) 258-261.
IL CRISTIANO DI FRONTE AL MARTIRIO IMMINENTE
423
non
trattenere
le lacrime ed esclamavano:
Crudele
potevano
giudizio
in aria e presa gi dalle fiamme,
e ingiusti decreti!.
Sollevata
per tre
volte grid: Signore,
aiutami;
Signore,
Signore,
presso di te mi sono
In questo
modo esal lo spirito e consum
coi
rifugiata!.
(il martirio)
santiso.
Secondo questo racconto Agatonice, presente all'esecuzione,
viene
trascinata dall'atteggiamento eroico di Carpo e Papilo e si dirige vo
lontariamente al rogo; per cosi la Lanata il grido degli spetta
tori; Crudele giudizio! sembra riferirsi alla sentenza d'un tribunale.
Il testo latino invece comincia cos:
Nel
cono
tempo
Panfilo
tati davanti
dell'imperatore
di Thyatira
al proconsole
Decio,
il vescovo
e la devota
Carpo
di Gordos,
furono
Agatonice
il dia
arrestati
e por
Optimus51.
Secondo questo manoscritto Agatonice sostiene nel processo un in
terrogatorio come gli altri e viene condannata al rogo perch rifiuta
di sacrificare agli di. Osserva in proposito accutamente la Lanata:
Queste due redazioni, che probabilmente devono la loro differenzia
zione [finale] alle dispute dottrinali vive in seno al cristianesimo sul
martirio volontario, risultano per ci stesso entrambe sospette, anche
se la redazione ( = quella latina), pi ortodossa in senso cattolico,
forse la pi sospetta delle due52.
Questi fatti mettono in luce, non soltanto la drammaticit delle
situazioni,
in cui
i cristiani
perseguitati
venivano
talora
trovarsi
ma
anche l'incidenza di valori umani e personali sulla loro spiritualit.
Se si pu avere comprensione per una cristiana, che si getta nel fiume
per
non
essere
disonorata,
tuttavia
bisogna
valutare
non
soltanto
l'intenzione ma anche il fatto stesso. Coloro, che si danno la morte
per motivi di fede per il bene comune53, suscitano talvolta perfino
50
51
52
53
' 2, && 42-47, pp, 26-28.
Musurillo,
2B, & 1, . 28.
Musurillo,
Lanata,
. 116.
Anche oggi ci sono delle persone, che in segno di protesta e per il bene comu
ne si tolgono la vita. Tra i casi pi noti citiamo Jan Palach, datosi al fuoco sulla piaz
a Praga dopo l'intervento sovietico nel 1968 contro il governo di
za di S. Venceslao
Dubcek. Il cardinale Beran, arcivescovo di Praga dal suo esilio romano scrisse: Pian
go con voi la tragica morte di Jan Palach e degli altri che lo hanno seguito. Ammiro il
loro eroismo, anche se non posso approvare il loro gesto disperato. Il suicidio non
mai umano. Che nessuno pi lo ripeta; che tutti invece lo ricordino per vivere l'idea,
alla quale hanno cosi crudelmente immolato la loro giovane esistenza (L'Osservatore
Romano, 26 gennaio 1969, . 1). Qualche giorno dopo, papa Paolo VI durante la pre
424
JOS JANSSENS, S.I.
la nostra ammirazione per la drammaticit della loro vicenda, ma
questa non potr essere approvazione del fatto come tale. In verit,
la validit dei mezzi va determinata, non soltanto in rapporto al con
seguimento della meta idealmente proposta, ma anche all'esigenza
della sua natura di atto umano morale, con cui viene realizzata. In
altre parole, non si pu staccare il fine dai mezzi, come se questi ulti
mi fossero una realt a se stante, indipendente da ci che precede e
con essi viene realizzato. In un certo senso, si potrebbe dire che il fi
ne sempre presente, cio gi dall'inizio delle singole azioni e in tutto
il loro processo verso il fine. Questo si va costruendo gi nei mezzi,
cosicch ci che sar ottenuto, si manifesta in qualche modo gi nei
mezzi anche se non nella sua totalit e in tutti i suoi particolari. Per
ci i mezzi, in quanto hanno un reale rapporto con il fine e lo rivela
no nelle sue grandi linee, sono da valutare anche per la verifica della
validit morale dello stesso fine.
5. Conclusione
Il cristiano chiamato a vivere la propria fede in qualsiasi situa
zione venga a trovarsi, ad assumere la propria responsabilit nel
l'ambiente in cui vive, ad affrontare con fiducia le difficolt che deri
vano dalla sua testimonianza di fede. Questa si radica nell'amore per
Dio e per i fratelli; infatti, egli ama la vita e gli uomini, ma con la
grazia del Signore sa accettare la morte per amore. Egli non si espo
ne irragionevolmente alla morte, ma sa accoglierla per fedelt a Dio,
dal quale spera l'aiuto proporzionale, poich, qualunque cosa acca
da,
profondamente
convinto
che
tutto
concorre
al
bene
di coloro
che amano Dio (Rm 8,28).
La testimonianza cristiana si basa sulla forza dell'amore e della
verit, e perci in essa non ha posto la provocazione. Il vigore di chi
testimonia la sua umile fede in Dio, non il suo ostentato rigorismo.
Il cristiano nutre avversione per l'ingiustizia e per la violenza, ma
non per gli uomini che le praticano. Ogni suo intervento, e quindi
anche quello d'un eventuale denunzia del male di una necessaria
affermazione dei diritti umani, si ispira al Vangelo. In tutto si com
porta come un amico degli uomini: fermo, non aggressivo; risoluto,
disse: Non possiamo
la forma tragica as
ghiera domenicale
dell'Angelus
approvare
sunta da tale testimonianza,
ma ne possiamo custodire il valore che mette al grado su
premo il sacrifcio di s e l'amore per gli altri (L'Osservatore
Romano, 27-28 gennaio
1969, . 1).
IL CRISTIANO DI FRONTE AL MARTIRIO IMMINENTE
425
non fanatico; battagliero, non provocante54.
Egli non sputa sugli
idoli altrui e non ne parla in modo sprezzante: lo scherno e il disprez
zo non fanno altro che provocare una reazione violenta, che non
mai
un
bene55.
La vita un dono di Dio, e tale rimane, qualunque cosa ci acca
da. Il cristiano si sforza di vivere e conservare la vita con la dignit
propria del Vangelo. La carit cristiana ci chiede a essere disposti a
dare la nostra vita per i fratelli come fece, ad esempio, il santo Mas
similiano Kolbe; ma sopprimere da s la vita, anche con l'intenzione
di preservare valori alti favorire cos il bene della comunit, un
atto che sul piano oggettivo si oppone alla legge divina.
Il cristiano si ricorder che in tutte le circostanze egli pu conta
re sulla presenza personale di Dio. Ci vediamo nelle vicende della
giovane Sabina, una ex-schiava, che fu processata e sub il martirio a
Smirne nel 250. Questa giovane, durante l'interrogatorio del suo
compagno Pionio, si mise a ridere quando quest'ultimo rispose al
giudice:
molto
bina
peggio
(a queste
cadere
parole)
in preda
sorrideva,
alle
fiamme
il neocoro
dopo
morte.
e gli altri che
Poich
stavano
Sa
con
lui esclamarono: Ridi?. E lei disse: Se Dio vuole, s; infatti,siamo
cristiani,
eterna.
non
santo
e quanti
Le
credono
dicono:
sacrificano,
Tu
vengono
si preoccuper
in Cristo
rideranno
nella gioia
pienamente
che non vorresti: le donne,
che
quello
messe in un bordello.
Ella disse: Il Dio
subirai
di questo5e.
La drammaticit della minaccia non sfuggi per nulla a Sabina, ma el
la risponde come Abramo nell'ora cruciale della sua fede: Iddio
proweder l'agnello per l'olocausto, figlio mio (Gn 22,8). La marti
re, anche se costretta a subire l'estrema degradazione, si affida al Si
gnore. In tal modo ella fa risplendere la luce nelle tenebre pi opache
54 Cfr. .
in Kerygma und Logos. Bei
KOtting,
Martyrium und Provokation,
zwischen Antiken und Christentum.
Beziehungen
trge zu den geistesgeschichtlichen
zum 70. Geburtstag,
von Adolf
Festschrift fflr Cari Andresen
herausgegeben
Martin
Retter,
Gttingen 1979, 329-336.
55 II
Ktting riporta anche il canone 60 del concilio di Elvira (anno 306?): Si
quis idola fregerit et ibidem fuerit occisus, quatenus in evangelio scriptum non est ne
que invenietur sub apostolis unquam factum, placuit in numerum eum non recipi mar
avesse fatto a pezzi gli idoli, e in quel punto stesso fosse
tyrum; ossia: Se qualcuno
stato ucciso, si decise che non fosse accolto nel numero dei martiri, giach non scrit
to nel Vangelo, n si trover che fu mai fatto al tempo degli apostoli.
56
10, & 7,4-6, pp. 144-146. La versione italiana, eccetto qualche
Musurillo,
ritocco, della Lanata, p. 165.
JOS JANSSENS, S I.
426
e fosche, ed vicina a tante altre donne, anche oggi esposte alla vio
lenza e al disonore.
Il cristiano nel suo cammino spirituale per sua natura impe
gnativo
pu ricevere la grazia della chiamata al martirio. Pur nel
la sua veste dura e dolorosa, essa lo conduce verso il raggiungimento
della pace e serenit, che rappresentano il traguardo di quel cammi
no. Questo itinerario descritto in modo mirabile da Origene:
Non
ci meravigliamo
una
profonda
una
condizione
cosa
prima
si deve
nella
vernale,
vicina
al fine che
viene
'Il mio
no:
amato
mia,
beatitudine
la via
percorrere
ciascuno
quale
si sia condotto,
dei Cantici
se tale
dei
detto
alla
mia,
esser
consiste
invernale.
e scomoda
Infatti,
lottato
'L'inverno
beati possa
dimostrare
di questo
ci
avvenga
mia
colomba
bella,
passato'
l'inverno
trascorso
fiori appaiono.
atri del nostro
se non
e fortemente
vigorosamente
e dopo
per
in
(Mt7,14),
in che
che
modo
nel Canto
mia.
l'inverno
Guarda,
la pioggia
terminata
e se ne andata
con se stessa'
passato,
1). E anche voi ricordatevi
che non in altro modo possibile
re la parola
in
con
cominciata
la quale passata
attraverso
l'inver
sposa,
cos la
e dice a me:
alzati, vieni
sposa
risponde
amica
dei
dopo
stretta
che
martiri,
e sicurezza,
debba
pace, serenit
da ritenere dura e per cos dire
a condizione
durante
l'inverno
che la pioggia
nella
Trapiantati
Dio
(Ps92,14)57.
casa
cessata
del
Signore,
che
(Ct2,
intende
voi abbiate
attuale.
Quando
e se ne andata,
fioriranno
negli
Jos Janssens, S.I.
RSUM
Dans
cet article
on tudie du point
le martyre imminent,
de l'glise
ancienne.
L'article
du chrtien
devant
la doctrine
textes
latins
On
tiens
peut
ont
D'abord
aussi
57
Leipzig
du vue thologico-spirituel
surtout
1'attitude
travers
prsente
les tmoignages
en traduction
originale
et
les
et grecs.
distinguer
affront
il y a l'exemple
longtemps
Origenes,
1899, 27.
quatre
la ralit
d'un
de ceux
qu'ils
Exhortatio
manires
diflerentes
ventuel
qui
le pouvaient
martyre
selon lesquelles
les chr
en temps de perscution.
les perscutions
pendant
pour se soustraire
ad martyrium 31
. Koetschau,
se sont
une
cachs
mori
(?CS-Origenes
vio
I,
IL CRISTIANO DI FRONTE AL MARTIRIO IMMINENTE
lente.
le monde
n'tait
le cas
chrtiens
Tout
on connait
aux
des
pas
en faveur
qui
d'un
se dnon^aient
tei comportement.
spontanment
427
Ensuite,
comme
fi
en gnral,
ces d
perscutrices;
l'glise
dsapprouvait
nonciations
libres parce que le chrtien
est appell
tmoigner
de sa foi et
non pas l'exhiber.
Une troisime
de chrtiens
catgorie
prenaient
publique
dles,
autorits
ment la dfense
de leurs frres perscuts,
et en agissant
ainsi mettaient
en
on trouve l'exemple
de femmes chrtiennes
pril leur propre vie. Finalement,
elles-mmes
la mort pour prserver
leur intgrit person
qui se sont donn
nelle ou pour viter une ventuelle
Ds
apostasie
provoque
par les tortures.
le dbut,
les thologiens
ont cherch
vnres
par
certaines
communauts
sion,
on souligne
que
le martyre
expliquer
ces femmes ont t
pourquoi
comme
de vrais martyrs.
En conclu
est en mme temps une grce de Dieu et un
d'amour
et de foi en Dieu.
Celui-ci
non seulement
donne
tmoignage
mais accompagne
ses fidles dans toutes les circonstances
de leur vie.
la vie