Mercati Note Di Letteratura Biblica e Cristiana Antica 1901
Mercati Note Di Letteratura Biblica e Cristiana Antica 1901
&.
GIOVANNI MERCAT1
NOTE
DI
LETTERATURA B1BLICA
E CRISTIANA ANTICA
ROMA
TIl'OGKAFIA.
VATICANA
1901
IMPRIMATUR:
Fr.
ALBERTUS LEPIDI, 0.
P., S. P.
A. Magister.
MONTIP6 GIUSEPPINA
CHE SEMPLICISSIMA N'ALLEVO COLL'ESEMPIO
DI
FEDE E
DI
VIRTU CRESCENTI
PIU
DURE
POVERO MONUMENTO
MESTAMENTE CONSACRO
AL BENIGNO LKTTORE
La maggior
mai
parte
delle
note
le
raccolte
nel
presento
mi mosse,
ma
di recarc
un
sollievo,
temeva.
Pungevami rimorso
di
non averlo
il
fatto
prima.
Ma
in
volumetto
esce ora. postumo tributo d' affetto a colei, cui piu debbo
quaggiu
terra.
Le
destinate
cio
note,
come composte
sedi
di
in diversi
anni e sul
momento
diverse
pubblicita,
loro,
materic sfiorate
qua
e die
L'ultima
mano non
e quindi
vari specialist!
VIU
AL BENIGNO LETTORE.
rziandio
piii
savio o
troppo
cose.
L'argomento stcsso mi ha
dare
(cfr.
una volta a
ricor-
circostanze.
p.
la
clie
scusa
fine
per
quanti
hanno
e
la
mano
di
materiale
a
abbondante
senza
mezzi
comodita
lavorarlo
mondo
il
dotto, in cui
tutto
idea,
bene
possibile.
La buona
difetti.
benevoli miei
del
dell'
PP. EHRLE
i
Ilario.
signori
papiro
Esichio
d"
Oxford, D. E. PLENKERS 0. S. B. e
Prof.
D. BASSI per
il
collega P. FRANCHI
del la stampa.
I.
Una eongettura
Debbo confessare
le
sopra
il
mie
esitan/e.
Quasi aon oso prcsentare al pubblico questa nota stralciata da' miei Salmi Esapli, tauto ardita sembra a me medcsimo. Eppure, nello stesso tempo, temo eziandio di sopprimerla, non risultaudomi temeraria, e quindi a* miei occhi non apparcndo impossibile
al vero. fosse,
veggauo
oltre ogni aspettativa possono talvolta tornare, sebbone miserrimi, gli avanzi di quel
Esaple d'Origene.
A
gr.
testimonianza
dal
d'
un eccellente
liorilegio
del e
Salmi
tramandatoci
codice
V
il
Vat.
greco 754
del
'
Esapli
Ottobon.
398
.=
Holm. 264,
primo verso
come segue
.
V
<(
o:
O'
ouoito;6
y "AfACfxirvo;
avOpoj-no;
5;
oO
Tupiey^
3
vcOptw
Ttapavdijicov.
v
j
nemmeno
le
variauti
del Field c di de Lagarde, varianti clie procedono unicaincnte da inesattezza di collazione. Dei codici discorrero a lungo nella tnia Introduzione.
Punto, nuova linea e lettera iniziale grande neU'ottimo V mostrano indubbiamente, che segue la lezione d' un altro interprets: cio che del resto e evidente, divenendo altriraenti falsa la nota A' oi 0' 6(x.
2
ou jcaTfjXOev
0.
1
I.
UNA CONGETTURA
y.aOt'cpx
-/
'
(3" Mici).
/.a' .
1'
/.a\
xaOc'spa
-\
-'.OiTwv
odx
si
xaOc'opa -apavdacov oOy t'jpt'Or,. Dal paralk'lo manifesto dei due estratti consecutivi e da quanto conosce sulla maniera sciolta ed elegante di tradurre cospicua in
davanti ad
.VfxsfxicTo;
e quella di
Simmaco
S',
e che
coi
Simmaco, non
e 1'autore
LXX,
versione che
si
se anche cio
per
1'
il
fosse, uessuna sfavorevole conseguenza ne verrebbe nostro assunto, che si basa non gia sul nome e valore del-
uon
interprete,
ma
Or
chi
consider!
consuetudine
di
,
Simmaco
(e
possiamo
Va
VIa
edizione
parola ebraica
i
n^N,
primo salmo
letta
leggiamo
noi,
ma
e simile; parola che pero secondo ogni verisimiglianza dovette scrittura essere viciuissima all'odierna.
al
4
'
che
Salmo 24
0.
21
o VI* edi-
Simmaco a
n;
Ps. 31 i;
i;
secondo
Siroesaplare a Ps. 83
3
127
143
is.
i^S'
at
{J.x/.aptcrT6?.
Ps. 31
!</
u.ax,apto:
oO
i<3pvipsQyi(Tav
iffsfklat.
S' {Aaxapio;
06
i-KtMi^-ri
et
a^xpria. Cfr.
anche
S.
in
cunctis
ipsis. ivi
suara ex
Ep. 34 ad Marcettam,
citato
la
Beat us vir qui replevit pharetram P. L. XXII 450. Cosi egli, dopo
VI* edizione, e
in
avere
stesso
Va
e iteratamente la
sul
punto
1
Va
della
VI a
SCHLEUSNER Novus thesaurus, vv. afxs^TTTo; lezione a lui nota come di Teodozione e intendendola in senso diverso: Deduxerunt a *VV\ per6 quod
lo
SOPRA
zione
si
',
IL
saprebbe dire se
da
altri,
1^
e
1'altro
onde fu supplita la versione alessandrina. adunqne e non n\z?S lessero al II/III secolo
i
loro
due
ignoti, che
1'uno in Palestina,
simamentc
3
.
lessero
non male, potendo il sense correre egualmente: se meglio eziandio, lascio giudicare ad ognuno secondo il proprio gusto, che a me non importa. Diro solo, che se 1'enfasi cala, la semplicita e quiete delI'intonazione aumenta, e questo
e
favorevole
auzi
che no ad una
maggiore antichita.
Dopo
cio
mi sara
lecito
quanto all'esistenza,
collezione
di
di Ps.
li
"nzjj?
Non sarebbe
primo
egli
una
canti
cominciante col
nostro
designata
ziale
4 5
consuetudine
TIB*,
,
(|3i,3Xfov
TOU euOou;
LXX,
3
iustorum
Vulg.)
da cui
Giosue, del 2
e del
dei
Re
reci-
Ps. 2421
in
un frammento
0:
scrittura e cosi svanita, che finora non sono <p<Aei (/.e. e da altri indizi, riuscito a decifrare la sigla; raa dal confronto con Ps. 1 e guari a dubitare che fosse K' o S'. che esporro nell'edizione, non
..
TsXeior/)?
La
dove afAs^To; )ucto$, xX'/iOivb; fy*pKTOq hanno tutta 1'aria di doppie version! di TCPI. T*T 3 Su questo punto riraando a una dissertazione particolare, che publichero in Appendice alia mia edizione dei Salmi Esapli.
2
Cfr. lob
i;
3,
Gia
altri
avevano
pensato,
che "|W o
T>\y>
simile
potesse
essere V incipit del libro. 5 Le tante opinioni antiche su esso v. raccolte da J. CHR.
Bibliothecae hebr. pars II, pp. 219-225, le principal!
WOLF
moderne da W. H.
BENNET
all'artic. Dictionary of Ihe Bible, II (1899) 550-551, riconosciuto del 850 circa a. C. lashar, Book of... II libro stesso viene anche dalla scuola critica, attribuendosi le citazioni d'esso a /', cioe al
in
Hastings
1.
UNA CONGETTURA
i
iVui.mi.-nti
il
di
tre
fra
piii
important!
nnti>siiiio
sullu
',
ii-rmuta
del
sole
durante
la
battaglia di Giosue
2
Saul treno o epicedio di David sulla morte di cogli 3 la consee il cantico di Salomoue per anrlk' d'Aliner) (e form
Amorrei
il
e puo non essere coincidenza per fermo non puo non colpire, fortuita. Infatti il primo nostro Salmo e antichissimo semplicemeiite 5 dallo scrittore di Giosue 1 quell o lo si rileva gia conosciuto
La
il
"I^TT
ISO. Come
sima dei
cantici d'Israele,
specialmente
dove campeggia
manifesta la prosperita
giusto
precetti.
Ne
difficolta
serie si
possono
Basta leggere
1'
intro-
cosi detto
nU
documento ludaico primitive, nell'op. The Sacred Books of the Testament. BENNET The Book of losua p. 8, BUDDE The Book of
p.
Xnniuel
Inludt
28.
Non ho
potuto vedcre H. FRANKE Ueber Bedeutuntj, Sepher Hajjaschar. Diss. 1887, citato e (credo)
d.
riassunto da
1
CORNILL Einleitung in
13.
A. T.
12
p.
109.
10
2 Sam. (Reg.) 1 w.
'2
Sara.
(3)
33:!.:',i.
Manca pero
(12
ogni citazione.
'
Reg.
SM
Hebr.)
secondo
restituito
LXX
ev
pi^tw r^q
^Syj;,
't'r.
TC?jn "12D3 dal Wellhausen. avanti simile versione nel Siriaco ai due primi de' luoghi sopra piu
5
citati.
Cfr. D. FR.
BAETHGEN
die
Psalmen
(in
Nowack Handkommentar
zum A.
<;
T.) 2 ed. (1897) pp xxm. 1. Rammentero qui la principalissima, direi Tunica. Dall'accenno alia legge di lahwe nel v. 2 altri ha dedotto, che il sahno deve essere posteriori- al
libra del
losia.
Lasciando anche
rilevano nelle proposte di correzione di de d' altri, e lasciando d' invocare quanto
sa sui ritocchi insensibili di lingua etc. cospicui nei salmi riprodotti 1'aralipomeni, e del resto quasi inevitabili in collezioni adattate alle circoatanze dell'uso liturgico, credo non sia insolubile la
SOPRA
IL
gli
di fonnarsi
sciogliersi
simili difficolta.
Per questo,
di proposito
il
deliberate le sorpasso,
di
tirare
nell' ipotesi
come
lascio
ben volontieri
agli altri
Accennero piuttosto a una conferma non ispregevole della congcttnra. che s'avrebbe nella versione siriaca di los. 10 is, dove
nr^rr
13D
e reso
Nnrraorn SISD il
col qual
nome
eziandio trovasi
nello
dai
Siri
designate
interpretazione, e
non piuttosto
una congettura, o
rotta
'
ineglio
una versione
Ma
LXX a
1 (3)
Reg. 8 M, e della
1
is.
Sam. (Reg.)
D'una tradizione quindi che nel n^rr "IDD riconoscesse il Salterio, ivi non si puo ammettere traccia alcuna; ne gia certo al tempo dei LXX esisteva, o almeno non vigeva piu, come basta a provarlo
la
Lo
interpret!,
difficolta
nemmeno
ma
in
nell'
rititolo
guardo. Di
di libro,
in
senso
traslato
come
legge naturalc sia d'una positiva, mai sentito parlare prima d'fillora in Israele? Un
cio
Laonde mi pare anche qui applicabile la giusta riflcssione del BAETHGEN " " storia delle idee nella deter religiose d'lsraele p. xx still'u.so della u. ft. Gedankenrcihen in wenn uns solchv minazione dell' eta dei Salmi: einem Psalm entyegentreten welcher sich cms anderen Gn'inden nur aus der vorexiliscJicn Zeit aiif natiirliche Weise erkl&rt, so ist dieser Psalm
..
,
vielmchr
1
iimgi'ki'lti-t
fin
/.
I)ol:nmc,nt fiir
:
Cfr.
BENNET
c.
X//r.
of
be
los.
and
a corruption of "VIZ? song '; but thin has met with litft'', if any support N. PETERS BeitrfigK zur Text. n. Literal-- kritil.- >o//;/f zur Erkldrwig <l<'r lifirht-r Stnnm-1 1S<)<)| p. 171-172
Tup
in los
and
S may
I.
UNA CONGETTURA
trstimoni os-iphiri
<li
(iiuMir e
dd
dd
Il'
pnrumentv
I
difficilissimo
AX. da. Aquila c dai ivsti deirantica nvdrrlo. appaivndo dai identita Icttn-atiira sia liiudra die cristiana. atVatto sconosciuta questa
del
TC^n
Onde tanto
valida a
me sembra
TCP
la
al
testimonianza
di
si
Simpuo
Salmo
i.
Non
'
certo sostenere che ve 1'abbiano introdotta essi per un uso che poi
ad idennon fecero, o mc.ulio non seppero fare, sebbene propensi ai Greci rendessero piu comprensibili i titira/ioni c spiegazioni die
libri
santi.
sopra
Or questo testo - se non e affatto vano quanto s' e disputato - riceverebbe a sua volta un' incomparabile testimonianza d'anteanzi di genuinita di fronte al corrente, dai libri storici sopra
riorita.
ricordati,
prrrlit-
le
2
,
quanto
manifestamente proverebbero tale iniziale lezione essere al loro tempo cosi generalmente nota e crcdnta certa da denominarsene
comunemente
la
Come
questa cognizione
dovrebbe sembrare strano a cbi ripensi da una parte le sventure e la condizione d'Israele avanti e durante e dopo Pesiglio, e dal1'altra
la sorte
sima
del
-)\y>n
IDD perduta
in
gran
parte
all'
infuori
al
de' pocbi
non e dato
presente di
E
il
se i\oi
tramuto
in
n\^N
veniente per
nemi
V. FIELD Origanis Hexapla I pp. XXXII ss., XLIV, XLV. f'itazioni (si rammehti) che anche secondo BUDDE sono
1
.
do-
vute & I
3
S.
p.
SCHECMTER
Gin ricorrerebbe eziandio nell' Ecclesiastico Ebraico 50 nella sua introduzione a The Wisdom of Ben Sim 24. L'allusione pert) non e sicura.
28
secondo
(1899)
etc.
SOPRA
IL
7
i
Non aggiungo
una congettura, che
presento
al
altro:
solo
risnltati di
io voglio
chiamare semplice
ipotesi, e
come
tale
giudizio
de' critici.
Al
sec.
II/III in
e
alcune copie
il
colla parola
nun
,
duttori greci
cioe
Simmaco
due
anonimi
quella
non
questa
leggevano.
2
loro
"iizfan
libri
eziandio
superstiti
dal
del
inizio,
eziandio
1'indole
dei
frammenti
come
il
Salmo 1,
e verisimilmente col
Salmo
stesso.
Infatti
uno
almeno degli
scrittori,
questo primo Salmo. Quindi 3 La lezione T&* sarebbe la piu antica. e genuina;
II
TJ*n T T 5
IflD,
Salmo primo un nuovo frammento, anzi il principio e piu antico assai che non s' inscgna dai critici
;
del
il
titolo.
II.
(141)
i.
di
piu
versioni greche
s'
comunichiamo
nello
stesso
in
testo
Salmo 140,
della
ma
una reda-
zione notevolmente
Forse
la variante
in se stessa notevole,
quanto
il
IV
di codici
dai nostri
LXX.
relativamente piu
versetto
c'
e conservato
in
nno
de' libri
De mencome mai
ad
es.
wris
et
poinJrrihns di S. Epifanio.
Onde quasi
sorprende,,
sia sfuggito
Baethgen
e Wellhausen,
ma
dell'opuscolo e ne accetto
passi,
A. de Lagarde
',
usare
suoi materiali.
nel
c.
Adunque
fezione
del
2
il
s.
la
per--
testo dei
LXX
necessarie
Symmicta II (1880) p. 150 ss. Ora veggo che il DRACH, XLIII 245 not 38, alraeno s'accorse della diflferenza: Prorsus
P. G.
aliter
sonat textus noster hebraicus, scilicet .. e reca il testo masoretico. * tiymm. II 158-159. Per mala ventura non ho la IlaTfxiay,-/) ^i^Xio6y,*'/) del SAKKELION, dove si da il testo greco secondo un codice raolto
piu antico, del sec. X.
II.
1.
nelle
omission!
superfluita
che
si
manifestano ad un confronto
solo,
coll'originale ebraico, ne
lui,
secondo
a persuaderne chicchessia. Ecco le sue parole: 4 ... xou tov (xiv apa'XovTo oOx TTI ypt*> wv
5
Si
upoaifkvTo
OTI
sort ypdy..
a;
<S
TO yV(rOai
oixovotxiav
TOI
xa'i
sa^;
x
TO
'.p/|[j.vov,
Oau-
u.aTTw;
xaTa
QOU
-ru^tovta;
oO
5iYj
7rv'ju.aTO?
aytou
<T'j(jt/pc6v(>;
Y]p[X.Y)Vycr*v
xa\
TYJV
-rcpo;
aXXVjXou;
(TO i
o\a
[juxpoO
Xoyotj
x TOUTO'J
TCO
rj{Ji.Tpa)
Xoyco.
a)
v TOJ 'Eppa'ixai
OUTW?
xapiO*
GyS-Z aou
dtxa
r^Xt,
a[3ptTa
irpo^
(T
axwX,
,
^TI
[/.oir
Kupi,
T^
7
.
xxpa^a
ouv
uto;
tTaxou(rov
TO
!pCOV?j>. OUX
^t
O^E
'E^paiXOV
8
T^^
[xou
o'pa
ywXov
uptV/cTat.
01
o*
p[AY]V'JTai
irpoaTEOEixoTEi; T6 <
Trj?
a)
St'fi<7S.Mi;
aycoXavTOv
fjp[jL7]V'ja-av
Kupt,
TYJ ^
(0
Xxpa^a
YJ
Trpo;
l<TaXOU<TOV
>
9
.
(JLOU*
7TpOT(T^^
Eu^iopOcoTo;
T Y)
'
O'/](T(6^
'
[i.
o u
xa\
opa
irw^
a^ETai
Ofjioiot^
-^aX^o;.
7ttTTY)Oi
T"?)v
ppayuTaTou
uiro
Xoyou TO!?
OOITCOV
auToiv xaTa
upoa-
O^XYJV
01
7:avTayoO
TWV
t;
p(Jiriv'JTtov
xip.vot;, OTI
xaXw;
Xoyoi 7rpO(TTOr]a'av
Ball' esplicito
(ppaatv XTX.
appello
si
al
testo ebraico
1'assunto
-
mi pare
--
se
mai
fedelmente
riprodurre
1'ebraico tale quale era a lui noto, o direttamente vuoi nelle Esaple
dimostrare -
a)
Le parole
s^pai'/tw
nome
d'autoro nel cod. Ottob. gr. 1G7, sec. XIV, f. 148, sotto il titolo STI'/OI 'A&wvat fa'C/z sc; TOV p/ ^aXabv a-/.pi(3<V>i!x;. 'K^patJtw OUTW; di 9 lettere circa), a STTIV (vuoto ep|7//)vu6{/.sva
etc.
Ad
iTy.av)>.
e
al
soprascritta
una
lineetta
il
quasi
fosse
nome
tratto
greco vulgato. Segue passo, pure opusc. c. 5, p. 157, sulla divisione del salterio in 5 parti; passo che il Pitra Anal, sacra II 435 publico da codice casanatense piu corrotto ancora, sotto il nome d'Origene, ed altri sotto il nome
proprio. dal nostro
II
testo e affine
I,
K)
ii.
questo
sostanza (che
di
vari
\ ciovai. an-idmti drl tosto toccheremo dopo) e per lui il seguentc: doe a dire Xa/ xapt'Q- craa r,Xi, a p p IT 4 axwX, non gia 1'attuale ys\r? ^ns-ip T^s, c -pnsnp mrr yipn ntrarr la consuetndine rrcnn, die traslittcrato secondo n:nsn
mm
,^
^ ^
origi'iiiana
'
mm
(mm),
xapiOty
O-JCTX
X,,
utva
xtoXi.
HXa/
ru/ionc
ovvero ^Xt^a xaptOi non puo nascere per corn ^ a V-* da n^in, ne aj3,3iTa da progress? va da
xapiO
-[triNnpj
n:nsn.
riore
--
la
tradizione
abbastanza bnona
un codice ante-
660
sarebbe
davvero
corrnzioni
copisti
fossero rinsciti
come
tosto
vedremo.
del
Non
lesse
il
primo verso
e dato di sopra.
il
traduttore alessan-
anziche 1'odierno
[xou.
masoretico
;
EwaxouTov
e proprio
aaa
Xt
y^^,
aoi.
non
rrtnn
e tradotto
bene po^Or^ov
alia
LXX
presente, oramai
sembra svanire
alia loro
un
fatto di
pura storia
greco, Tordine delle parole irpo; ai sxt'xpa^a nei codici piu antichi
e
rispettabili
perfetta-
mente all'ordine
parole
ebraiche
<si
in
Epifanio
^Xa^
xapiO o
E-
si
noti
il
non sembri a primo aspetto, in quanto che Epifanio stesso ripetupreso per Q falcato) nel palinsesto ambrosiano Ps. 48 (49) i. nieglio forse nel caso nostro particolare e di lasciare senza
(z
La
ed accent! queste parole esotiche, come altrove ha fatto de Lagarde steaso, ad es. nella sua ed. della recensione Lucianea Ve"di pero le sensate osaervazioni di H. B. SWETE nella sua ed. dei LXX, I 2 pp. xm-xiv.
spiriti
1.
11
tamente presenta 1'ordine masoretico diverse senza mostrare d'accorgersene. Se egli avesse citato a memoria ovvero per ipotesi falsa
tradotto egli
altrimenti
:
stesso
in
cio
difficile,
domandi
dai
ntD'orr,
sia
sia
puo punto asserire, che -repeat/ s; perche questa parola non si trova ora resa cosi
si
LXX,
basti
perche
al
contrario cio
si
pero
pote tradurre upo-roy^ al luogo nostro. La possibilita dell'una e dell'altra cosa - checche sia dell'etimologia o della
che dai
LXX
significazione radicale a
si
possa illustrare
primo aspetto sfavorevole (riguardare alia da somigliante passoin Ps. 101 (102) 1$,
"linyrr
rus, e nei LXX icecVi TT)v TWV Tairctvwv, e da Esa. 58 3, dove per plXe^j/ev iepo<Teuyf|v jnri nel codice alessandrino sta irpoo-sV/t^ e non syvto;. ^233 per
nkjrr^S
usato
irpo-
cio
che
gli
ellenisti
dicevano
esempi nell'odierno testo T/iv; masoretico e alessandrino, parmi bastare a non escludere un a^fliTa axwX attestato da persona che certo non provo nemmeno una delle
altri
anche manchino
di fede.
Perocche
un
una mera
Nel salmo precedente al v. 7 ricorre un emistichio quasi identico al nostro masoretico con la stessa frase che qui ne interessa direttamente: "O^nri ^>lp nin> n^Tsn. Ora i LXX, secondo tutti i codici conosciuti, traducono evwTiaai, Kupis, T^V
v'
Ma
ha
di
piu.
^wv^)
i).
TY^; ^ETjO-tto;
{JLOJ,
mostrando chiaramente
di
medesima
della
parola
sVoiKrai
aver
letto
runsn
anche Ps. 48
i
lo non
voglio
affermare
per cio
abbiano dovuto egualmente tradurre il salmo 140b; pero sembra molto naturale che 1'avrebbero fatto, una volta che
proprio avessero incontrato di nuovo la stessa parola
LXX
nansn, appunto
(Js^crsco?
[xou.
come ripeterono
le
stesse
T-?J;
Al
]2
contrario,
II-
sarebbe
egli
che
il
singolare
rrjun
sia stato
sotto 1'influsso
nansn?
Niuno vorrsi negare, che almeno almeno si concepisce di gran lunga che non la sostituzione del piu comune pin facile questo mutamento,
e
i"
Vip rnoun.
il
da
S.
Epi-
fanio corrisponde certamente a quello usato dall'antore della versione alessandrina e non al comune masoretico; e nella terza ancora puo
corrispondere,
ma manca
dai
sebbene sia
owio
arguire
LXX
139 (140)
7.
II
piu antica del masoretico, n'e poi egli in realta piu antico e migliore?
e genuine?
La
questione
diventa
scabrosa, e
risolvere d'una
maniera a
si
gusto personale.
Se fossero davvero sicuri certi canoni talvolta usati, come che la lezione rara od insolita deve preferirsi all ordinaria, allora la lezione
r
che
di
il
s'
yQU> contro
secondo
aft'odi,
primo e
membro
attendi,
del versetto,
ove
la
nansn
come a "pnsip
Infine
^-^*i(?a.
qnalche metrico potrebbe fors' anche invocare il numero, modificando de more il testo; ma son persuaso che pochi in tutte queste
considerazioni converrebbero, e che non sarebbe
altre in contrario.
difficile
sollevarne
Laonde
io
d'averla sollevata.
1.
13
Donde Epifanio trasse il versetto ? Da un codice ebraico isolate ch'egli ebbe alle mani? Dalle Esaple? Ovvero da qualche autore
da
lui
avendo
memuris
et
e descritte,
segnatamente in questo opuscolo non sottoposto ad un' ultima mano Per questo mo-tivo inseriro nelle Esaple il passo, quanttinque i codici esaplari superstiti ne tacciano affatto, e solo la
specie in lui,
.
(JLOU.
e nient' altro
solo
uno
due
codici
dei
salmi
delle
ma
che
di siniili
70
Ne pud
mato
divino,
nel
nome
ineffabile,
ovvero trasforil
i
vicino
lo
icnti.
ma
ha
letto
nome
dotti
della circoscrizione
Antiochena
Non
massima parte
de' codici
sull'
nella
LXX.XVIII)
si
parti
inedite
del
suo
secundum linyuam syram hebraeam etiam in voluminibus g metis ut ADONAI atque Sabaoth
alia similia.
II.
che come Aquila, Simmaco rrrr pivssi quegli stessi traduttori, a nel proprio testo il nome ineffabile e la V edizione, manteiinero
di
scritto
in
lettere ebraiche.
*.
Gia nel precedente capoverso ho toccato un punto relative alia lettura del passo ebraico di S. Epifanio. Ora accenniamone qualche
altro.
De Lagarde, preferendo
fanio,
greco
d'
Epi-
del tutto ginstamente, giacche xapiO. Io dubito se nclla scrittura siriaca antica non e certo da attendere una vocali-
scrive YjXay
testamenti
p.
etc.
(1880)
dove
c'
13.
gran lunga piu recenti. Kapi6i e senza fallo migliore di xapiO. Anche nel palinsesto ambrosiano la prima persona singolare del perfetto conserva sempre la desinenza in i: aiOt, Aggiungasi che owiiQi, (JaTaOi, ouvaepOi, cravat.
e sebbene
tramandato da codici
di
afxapOt,
per
ff(xa
tale lettura e
non
1'altra
Lagarde
prima, anche
perche
dall'
penso
direttamente o indirettamente
coll' editore,
che
il
sia
perche Epifanio
--
lamo
pareva
meglio
-
secondo
S.
proprie cognizioni, sia perche dalle Girolamo accennate a conferma non si puo -- come vedremo
d'
traslitterazioni di
arguire a quelle
Epifanio.
restituito la divisione delle
iTfjia-^X
De Lagarde ha ben
afljiiTa cosi guaste in
parole
o-fxa
Y]>a
greco
isftpiTa.
quasi fosse
^s yp^
29 (30) n. Pero non bene scrisse <r(xa, ^Xi, (ascolta, mio Dio), e non ^N "w ovvero ^.
1.
15
Sopra ho ordinariamente scritto "6. sebbene ^s sembra piii conforme alia trascrizione r X. La caduta od omissione della vocale a
(
11011
era
dell'
difficile,
il
notissimo
Y)Xi,
Y]Xi
evangelo.
27.
-
per
^s
sta
egli
anche
nel
detto
palinsesto
di
Ps.
88 (89)
perfetto
e
Come pure
aflftiTx
cor-
reggere sfJpiTa
del
in
sillaba
la
etc.
dell'imperativo
a.
Origene
cXO,
eptjx,
porre
vocale
non
Cosi
TTY)
canXyjvi,
ea-ycpOavi
la vocale
notevole axcoX
'
senza
il
suffisso,
avere (xwXi). Se ne puo supporre, che dal testo d' Epifanio sia caduto antichissimamente, gia prima che se ne compiesse la versione
siriaca;
ma puo
a
si
celi
un altro segno
di
LXX. Come
gli
e riconosciuto (cfr.
Baethgen
lessero
questo luogo),
Alessandrini invece di
^ip
come nel v. 7 ^ip TYJ ^wvrj TY]:; oz-fi>j.&- aou, precisamente del salmo precedente 139 (140). Ora Epifanio esplicitamente afferma
"Oiann che nell'ebraico
in quel
- mancava
[xou, e
il
con evidente danno la parola corrispondente a die queste furono parole aggiunte dai
Oc-rjcrsoj;
LXX
per aggiustare
passo.
Non
se
v' e
e giusto
axtoX,
ed era caduta
si
noti
--
la
LXX,
si
plita
suffisso. fisso
alia meglio,
d'
come
nel
Le parole Epifanio infatti lasciano comprendere che il sufrealmente mancava nell'ebraico: altrimenti non avrebbe presencome monco. Lo conferma
la versione Siro-esaplare,
Tfj;
^Tew?
(xou.
Se non
Avevo pensato
in Xx.wX
(^lp^>;
di restituire,
cfr.
Xfi'/iO,
non ostante
di
XSx'JsiS, X|7,aoj>.,
XTST^
e ambrosiano) attesa la simiglianza sorama scola: ma non v'e necessita di farlo. A/.wX pero (se I' a non e scorso dal precedente a^ira) doraanda almeno 1'articolo, che manca nel masoretico.
16
;i\-sxjiwi
siibito
H. - SUI-
1.
lYbraico di S. Epifanio
1'ebraico esaplare,
penseremmo
ma
era
si
si
un guasto guasto dei mss. di S. Epifanio, appare piu probabilmente del testo ebraico stesso usato da lui, guasto clie domanderebbe
un supplements simile alia parola letta dagli Alessandrini. Qaindi una nuova sebbene tacita attestazione in favore di costoro, e quindi
ancora una conferma dell'identita, in uno stato anteriore, del testo
d'
essi.
tutt' altro
scopo, oppose
la
Ebraico
di Ps.
140 (I4l)i
LXX
per inferirne
la
migliore
parte conservato
il
tenore
si
testi.
III.
S.
Epifanio.
II
titolo
la
introduzioni bibliche
in
quanto
sfuggito
2
.
ai
moderni
sebbene
il
Petavio
ne
abbia fatto
cenno in nota
io,
in presentare novita.
Molte
volte
hanno gia viste e senza pretensione sepolte la dove meno s' attenderebbe e
;
con tutta
la
buona fede
le
rimettiamo
come scoperte
la
Tre volte Epifanio presenta il canone del Vecchio Testamento; 3 coi soli nomi greci de' libri santi, e la terza prima e la seconda
coi
4
.
ci
occupiamo
al
NT. Kanons II, 1 (1890) 219-225. sunt pleraque sacrorum librorum vocdbula. Sed nos Depravata nihil immutandum censuimus. Plerisque littera 8 praefixa, qui est chal1
Cfr.
ZAHN
Gesch. d.
egli,
p.
(P.
4, ed.
Lagarde
Anche
nell'
il
Santo fornisce
nomi ebraici
'
OOTW xaXoOvrai
B/ipaiS,
]g
presente.
sani,
I
III.
nomi
in
ebraici,
come
da
aspettarsi,
il
non
sono
sempre
ne
ma
':
1
sostanza
rimangono.
Ecco
passo
per
quanto
2
riguarda
wv
upcoTY]
a)
,
BpY]<7i'0,
Y]
Y)
xaXeVuai
Feveai;
:
xfofxov.
B
<OO>-
XY]<Ji[Jic60
"El-o^o;
TWV uiwv
4
'LrpaYjX
AiyuirTO'j.
<ruiv
OO'Api8-
Y] -q
TOO
'IY]700
TOO Naufj.
9
Aicoj3,
b)
,
Y)
TOU
'1(6^.
10
AedwyTS^fx
p T
b)
,
TWV
KplTWV.
"
ptov.
i
ApOU0
ppY) iapi
t
Y!
TY];
c)
,
-rj
TouO.
rpcorr)
S9
X
aa
[A
TO
'^aXT^J
A
|x
ijt
TWV
dj
,
riapaXctuouLEvcov.
u.
ABaTi-
pp
YJ
c)
,
n A napaXiiroaV(ov JtUT^pa.
16
.
o u
YJ
d)
,
Xsuov
14
uptoTT,.
Aa^ou^EaaaouVjX
A
(x
1?
,
(1)
BacriXctwv ^'JTc'pa.
i
[JL ,
l5
Aij.a.
Xay
17
BowiXsiwv TpiTYj
T|
,
aX ay
Ba7tXsia>v
TTapT-rj
AacOaXtoO
Stpa(Tipta
llapoiatwv.
AcxtosXcO,
a<7aaTwv.
20
6 'ExxXYjcna-TTY]:;.
19
e)
TO
J1
Awaa
TCOV
AaOapiaaapa,
SJ
TO Aw^xairp^YiTOv. AYjaatou, TOO Tcpo^YJTOu 'Haaiou. 23 f) TOO TptJ.tOU. , At^XlY)X, Y] TOO 'l Y) p{Jl(oU
24
B
Ai-
AE^aviTjX
g)
,
Y)
TOO Aavt-^X.
AEa^pa,
T,
TOU
25
'
dopo
libri
di
un prefisso non
ebraico davanti ai
Le
corruzioni
non raancano.
o-j
Noto
solo Awiaocpa,
con & e
Nei due codici greci del 1. de mens. et pond. stesso errore ricorre corabinato con parte della lezione giusta cioe
1
mens. et pond. 23, ed. cit. 178-179. Cosi ho supplito. In queste note scelgo le variant! d'un certo interesse per 1'argomento nostro. Se dovessi ripublicare il testo, allora
l
De
criteri,
che
in parte
ho accen-
p. 14.
i
codici greci.
c>
')
Ho
corretto in
i^o'j
''
r,
lo
de' codici.
AefJpwajmv
gr.
Sir.
Sir.
^
Senza
il
&
gr.
codici greci.
DI
S.
EPIFANIO.
essi
19
se ne fosse
7a|jt.ouY]X
nomi
ebraici, e
cosi
combinato con
uo[3,
come
un elemento
costitutivo:
pt.9ur)X
dtYj<rou,
foow^reifJi, ^epouO,
(iaXa)rsi[A
iepe[Atou,
due volte,
p.OaXto9
[ji.aXco9,
STjOTflteu,
$teexry)X,
colpito
vedere
lo
stesso
prefisso
anche
davanti al nome grecizato ^qo-aiou e, secondo la versione siriaca, Non vi puo esser dubbio: qui ci troviamo di fronte ad ieps[iiou. 2 s' e combiuna contaminazione. La nota aramaica del genitivo "i
libri
santi,
e fa sot-
siDD.o
sisro-
Simile fatto
appare
anche
3
,
piti
come
AaOapia<rapa
e
loynn
prefisso
-?,
non
dal-
1'ebraico *\wy
n^
sir.
il
tecnico
nome che
II eel. I.
GUIDI, da
a riguardo del
di sospettare
di
Davidde,
dal quale come da protagonista fosse denominate il secondo 1. di Samuele. Anche del greco &aSou&c(/.ouY)> si puo forse congetturare altrettanto, che
cioe &a& fosse
dapprima
scritto SaS,
solita
abbreviazione di AxuetS.
per uno dagli Ebrei
;
Lo
strano
col
fusione del
nome
libri contati
anche,
secondo
da Aquila cfr. lo scolio in Field I 543) fusione che preun uso dei due nomi insieme, quale osserveremo sotto nella supporrebbe La ragione, per cui nota 3: in Malachia .. in duodecim Prophetis. GUIDI crede chiamato David il II libro di Samuele, puo bastare. Ricorrere
loro,
:
un tempo cominciasse colle parole (aiZJ) TH1., precedente complemento plS'd HID ''"in^ ^^j m P ar e non necessario e un pochino temerario. 2 Che altresi nel greco ouStttcxpet, Sw/x.apx essa si celi, non credo.
al saspetto,
che
il
libro
omesso
il
nome
Credo, che anche nelPoriginale greco della Didascalia ci fosse un tecnico consimile: cfr. Didascaliae apostolorum fragmenta Utronensia
Hauler (1900) p. 55, 15; nam et in duodecim profetis ita dictum est (segue una citazione d'Abacuc); e meglio ancora p. 86, is-ie: aicuti et in Malachia, qui nuncupatus est angelus, in duodecim Profetis scriptum est etc. Mi spiace di non avere la versione siriaca publicata dal de Lagarde, dove -forse puo trovarsi un nome come quello
latino, ed.
che
c'
interessa.
20
irinak'
HI- -
ebraico deU'Ecclesiastico
o forse auzi
Cristo
2
.
Come
si
Due sono
gia avanti
possibili.
La prima
e,
die la contaminazione
che se ne facesse
la
donde poi derivasse 1'odierno testo greco creduto originale. La seconda supposizione e, che la contaminazione sia originate nel testo d' Epifanio, ossia, in altri termini, che il Santo
stessa versione siriaca,
denominasse
libri
nomi da
lui
aveva appresi dalla viva voce oppure da scritti a La prima ipotesi in ambedue le forme mi pare
nere.
II
conosciuti.
difficile
a soste-
molto
tramandato in codici
di
uia
di
col
falcato)
contro <?[xOaXwO.
il
Ne
rimaneggiamento
chissimamente avvenuto nel testo greco. Ci voleva davvero un capacissimo; ma questo passi. Come avrebbe egli mai potato far passare
le
il
tal
49
10
(ed.
Cowley-Neubauer
p.
40)
inn
o.
DW33n
ib.
"I1ZW
ptto
2
nnj-ia nnasy.
Nel siriaco
c.
iDjnn.
xxvi
ss.,
cio
che avverte
p.
e notisi
anche
nuovi
frammenti
d'
dell' Eccli.
ebraico
(1899).
La
confutazione
LEVI, non finisce di piacere nemraeno ad A. LODS, pur seguace dell'antica comune opinione (Rev. de I' hist. d. Religions,
1899,
p.
Halevy, fatta da
XXXIX,
3
470).
Ma
in
Se 'EnsSSaepxpiv
questo non c'importa qui. Haer. IX, 2 (sopra p. 17 n. 4) sia da mettere dubito assai a cagione della tradizione non
.
DI
S.
EPIFANIO.
il
21
si
spiega,
se
Epifanio
siano
stesso
cosi
scrisse;
spiega cioe
come
le
le
singolarita
passate con
,
singolare
e
costanza in
ambe
come
il
men bene
II
quindi
non
ai
copisti
non
ai
recensori
ma
all'
autore
doversi imputare.
S.
il
siccome
c.
lo
manifest!
possibile
1'
abbia Epifanio
preso
e
Santo evidentemente ha
titoli
che nel suo contesto non hanno piu ragione alcuna di esistere. Questa
prova e ineluttabile e ci dispensa dal porre la questione, se mai -il Santo anche volendo -- fosse capace di fare altrimenti da cio che ha fatto.
,
Or donde
credo
si
Non
cio
suo
e della
egli
Lo
prologus galeatus di S. Girolamo, che senza fallo prese il canone dai 2 L'ordine de' libri e assai diverse, ma i nomi suoi maestri ebrei
.
ebraici sono
gli
stessi
il
titolo
ire,
apud
illos
vocatur
THAEE ASEA
:
(al.
Cosi a un dipresso DE LAGARDE p. 215. E cosa ehiara, non fosse altro dalle parole
et incipiunt...
ordinem faciunt
Deinde subtexunt...
et
598); e per questo il passo di s. Girolamo si pu6, al solito citati, portare in testimonio delle trapar! di quelli talmudici per dizioni correnti presso gl' Israeliti palestinensi del suo tempo.
Ruth
etc.
(1.
c.
oo
agra, P. L.
'
Hi. -
XX Mil,
599): e sono
stessi norai
anche
es.
la
dove
Origene
\
altri titoli,
ad
del
Numeri
nmpan
t;nn
o,
secondo
--
altri, forse
anche
alle
forse piu fedeli mentre Epifanio e Girolamo -hanno ouc$*pY)p, outSapYjp (Haer. tradizioni del loro tempo
cnpannn).
S.
antico di lui, se la fusione dei titoli ebraici col prefisso aramaico in un tutto considerate indivisibile fosse gia avvenuta e consolidatasi
al
suo tempo, e non dovuta ad una debolezza poco o punto verisimile del Santo. Allora il suo canone dovrebbesi dire gia fissato e tra-
mandato, a un dipresso come certi versi memoriali, nel seno della comunita giudaica a cui lo tolse.
Ne cambia
se
si
la conclusione,
anzi a piu
il
forte
ragione discende,
per
il
supponga
derivato
in
Epifanio
canone
mezzo
di
nemmeno
e che non ammetterei tanto facilmente (cfr. tuttavia p. 26, nota 1).
non permettono di uscire, all' ultimo termine, fuori della cerchia dell'intlusso aramaico diretto; e del tempo, nell'ipotesi, non se ne domanderebbe certo uno spazio
Perocchfc
gli
aramaismi
sopra
rilevati
minore.
La
(lo
Girolamo) rientra nella questione sulle singolarita del canone de' Giudei di certe province al IV secolo, e sotto questo riguardo assurge ad un' importanza maggiore che non si
crederebbe a primo aspetto. Sopra ho ricordato che 1'ordine de'
in Epifanio e assai di verso
libri
stesso
segno
manifesto
i
da quello ricorrente nel prologus galeaius; della diversita dell'ordine, in che si tenevano e
appresso
le
leggevano
libri
?.
Giroposto
cio
quando
ricordava
il
diverso
H.
to
e.
8
e. VI, 25, donde passo in Niceforo V, 16. V. in proposito e per tempi posteriori C. D. GINSBURG Introduction
P. G.
the
p.
1-8, benche
DI
S.
EPIFANIO.
23
assegnato
dal
e
di
contesto)
Rut
Epifanio
il
gran lunga minore che non prologtis galeatus, e fra quest! due ed
seriore
la
Origene.
Nella letteratura
ebraica
vi
sono
:
eglino
io
,
riscontri al
ho varcato
tempo mie colonne d'Ercole, m'affretto a tornare addietro per non mi smarrire, e finisco con una sola osservazione sullo stato
Epifanio
le
canone
d'
Ai competent!
decisione
che da
la strana
del Salterio
fra
dove
si
Psalm.,
etc.),
seguono quattro Pentateuchi: Mose, libri poetici (lob, - secondo altri - Agiografi (losue, lud., Ruth, Fpa^sia o
2
;
Esdra, Ester
Veramente un cambiamento
capitoli
di
pochi
la
non ha gia
di
di
fatti
nell'
ordine
Paralipomeni, Samuele, Re; o equivalentemente: Paralipo(ordine che per trovarsi, non ostante la sua stranezza,
meni, 4
Re -
non puo attribuirsi a puro accidente di dei due canoni, trascrizione) sembra sufficiente a stabilire 1' identita ossia che nel libro de mens. et pond, il medesimo canone e ripetuto
a tale distanza ripetuto,
Quamquam
600), uso
nonnulli
secoli
1'
Ruth
(1.
c.
da
il
notevole che
Para-
op pure Ester
detto
nel
trattato
2-3.
24
III.
- SUL
CANONE BIBLICO
L'ordine consueto
- Re, Paralipomeni
--
e 1'aggruppainento assai
comune
di
in un Ottateuco sembrano Giosue, Giudici e Rut alia Legge quasi ridurlo ad altra recensione piu usitata di canone. fi ebraico anch'esso,
profeti,
Esdra ed
le due Sapienze. Pero Ester, sia nelle osservazioni aggiunte sopra che non derivano sicud'una certa entita, quelle due sono varianti di distrazione. Non mi sorprenderebbe che ramente da puro caso
ad Epifanio medesimo scrivente in altro tempo e forse dietro altre notizie. Ad ogni modo, anche se non sono originali, facilmente si spiegano coll'influsso dell'ordine comune.
risalgano
canone, quale delle due forme e la giusta? e come se ne spiega 1'alterazione o differenza rilevata? lo sono ed il contra. incerto, e mi limito ad esporre il pro
Tornando
all'altro
La forma
damentale
lato
l
del
c.
4,
come sistematica
da un
puo per
stesso
concezione
individuale
sembra
bene
Talmudici
de' libri
diversamente
spiegata.
poetici,
alia
di
Giobbe
2
Legge non
Rabbini
Mose ha
S'jo, a);
OUTW; ouv (TuyxeivTai ai {ii^oi ev TrsvTaTsu/ot? Trrapfft, x.al el-m TX; iv&ixOfTOo; ^ifilou? OUTO>; TCEVTS ptiv vojAix
-
{/
ty.
xaXo'j/.sva Fpa^sta,
xapi
rial Ss
TTiVTaTeu^o;. aXX?) wevTaT&u^o; TO Aco&sxat eira STcXvipwOv) r Trpo^'/iTix./, 77cVTaTu/^o; (p. 156). Con lo stesso spirito fa dei Salmi un altro Pentateuco nel c. 5 (p. 157) pure
t
da
la
taluni attribuito
ad Ippolito
e,
siccome concorda
cfr.
il
Midrasch a Ps.
p.
i,
sua idea la
15a
si
BAETHGEN
xxxin.
Nel famoso e cosi spesso citato passo del trattato Baba ~bathra, V. ad es. A, LOISY Hist, du canon de I'A. T. (1890) p. 23 ss.; CH. A. BRIOGS General introduction to the (1899) study of
f.
14*.
p.
si
holy scripture 252-256. Nelle 8 colonne della tavola del GINSBURG, p. 7, Giobbe non trova mai avanti ai Salmi.
DI
S.
EPIFANIO.
25
scritto
libri
il
libro di
Giobbe?
la successions
immediata
de'
Salmi
ai
mosaic! non potrebbe avere la sua ragione nel fatto, che nessun
libro
dopo
Come -
soggiunte
al
Pentateuco
mosaico
due
libri
il
poetici
principali
pentateuco poetico mosaico e 1'agiografico di S. Epifanio (Giosue-Re). La stranezza, che nella sua stessa discordanza dall'uso e dalle opinioni generali sembra avere buona testimonianza, troveil
rebbe quindi una spiegazione, per quanto veggo, non aifatto assurda.
Da
il
quella del
23
alterata.
qui
era
in
,
origine
e insieme
la
divisione
tuttora
abbastanza cospicua in
pentateuchi
dall'altro
supposto
men
certo,
che 1'ordine
M'
mente che
2
,
scritti
in altrettante colonne
I
IV
Proph. min.
etc.
26
o no)
il
III.
resto' della
II
,
poscia
e vero,
C' e un
1'
poco
ordine
di
complicazione
poi
;
resta
spiegare
la
inverse
Poeti, Agiografi
del
c.
ma
se a taluno
spiegazione
non dispiace, ue sono contento. Come pure non sarei scontento se ne volesse insieme applicare una simile anche al c. 4, supponendo die le
colonne fossero state appaiate e scritte 1'un paio dopo 1'altro, in guisa da venirsi a trovare e quasi continuare la III colonna sotto la I, e
e die Epifanio -- elaborando il canone scritto avanti a' suoi occhi prendesse abbaglio egli medesiino, e prosela
IV
sotto la II,
'
1'altra le
qui a fourni a exerce une influence sur les details de cadre, I' enumeration. Ma siccome nel medesiino passo del tr. Baba bat lira da " Samuele lui stesso riportato a p. 23 (cfr. anche p. 25) s' insegna che ha scritto il suo libro, il libro dei Giudici e Rut ", credo inolto piu ragiocio
una combinazione
le
e dell'alessandrina qui
nevole ripetere da cio 1'aggruppamento in codici e nel canone di questa o quella comunita israelitica (si noti il zap' 'K^paioi; di S. Epifanio), aggruppamento del resto attestato anche dalla versione alessandrina e
da Giuseppe Ebreo (ib. p. 14: BRIGGS, p. 128, esita), ovvero riconoscere in ci6 un segno, che antichissimamente in qualche codice ebraico sia stata osservata T unione. Lo stesso dicasi dei Treni soggiunti a
forse
Geremia. Anche
della
punto di partenza fuori Che poi a conservare e a far pura fantasia e del pregiudizio. adottare da piu questa riunione, la quale riduceva a 22 i libri canonici
le
il
favole
hanno spesso
loro
che " questo numero colla sua spiegazione simbolica era in qualche maniera entrato nella tradizione cristiana ", mentre " la cifra di 24 era allora <al tempo di S. Girolamo)> quello della
del V. T., concorresse
il
fatto
tradizione giudaica ", e che questa cifra sia la piu antica ecc. ecc., io ho voglia - ne questo e luogo - di contestare.
1
nou
", perche e impossibile che lo spostamento sia sorvenuto nel testo stesso d' Epifanio. Vi ripugna il contesto ZSVTS }/lv -SVTS Se ffny^pei;... aXX'/i vo{u/.a?... wevrarey/o; rx... Ypxyztx... aXXv) zsvTareyyo; TO Awoe/caTrpo-pyiTov..., come puo convincersene chicchessia, rileg:
gendo
B'
il
d'una fonte
p. 22, piuttosto sfavorevolmente pero. Credo possibile in un momento di distrazione 1' abbaglio anche davanti ad una propria scheda concopita come s' e detto. Quindi esiterei a trovare in cio un
e accennato
indizio di
DI
S.
EPIFANIO.
27
Qualcuno
giudichera
uno
spreco
di
tempo
e di carta queste
incerti.
meno
Ma
se
mai
si
differenze
,
del
canone
appresso
Giudei
non
vale la
pena
d'
occuparsene
sia
pure per
resto con
giungere ad un
S.
risultato
del
Epifanio
si
fa sperare
Post
sul
ilia
et
p.
8 not.
2,
de mens.
La
e di tanto protratta, che nel frattempo [bf&io$h$*>] del SAKKELION, in cui temevo
s'
testo d' Epifanio, raigliore di quello studiato da me. Per buona fortuna mia ed anche per consolazione dei molti ai quali tale opera non e accessibile, credo bene avvertire che il codice di Patmos non contiene gia 1'opuscolo intero de mens. et pond, e nemmeno la parte
conservata in greco (come afFerma BARDENHEWER Patrologie 298), ma soltanto un breve estratto di due pagine in 4 (131-133) unicamente trattante di misure e di pesi, e che questo estratto era gia stato edito
dal DE
meno
leggibile ai piu.
II
LAGARDE Symmicta I (1877) 211-214, sebbene d' una maniera Dunque non c' e niente per il nostro assunto. testo pero del Sakkelion e molto meno guasto dell'altro, e serve
di
zy.
a far veclere, che quello di de Lngarde 211-223 non e se non una congerie
d'estratti metrologici
diversi autori,
T?J;
le
didascalie, quali
ad
es.
ap^atoAoyta; twcffiVrcov
7uvTOj/.a>Tpa
Tvspi
218
10
e seguenti)
ed
Eu<7s(}iou
TOO
Ilxf/.'jptXo'j.
/.Aoy/)
{Jierpwv
xxt (TTaQfxwv
(221 6). Anche dove cessa il codice di Patmos (TOUTSTTIV oyxtwv /.', Airpag x oy^uov v)' 214 is), parmi succeda un estratto d' un altro metrologo o almeno
E
d'una piu diffusa redazione, e che quindi sia forse da correggere la rubrica in ... erspw;. E cio e tanto vero, che vi si spiegano TTspi p.STpwv srspwv
parecchie
delle
i
poi
/otvi?;,
^pi^
.ecc.
IV.
D'alcuni frammenti esaplari
sulla
VI a edizione greca
della Bibbia.
Composta a Reggio-Eiuilia nel 1893 colla scrupolosa, opprimente prolissita d'un mia disserlazione L'etd di Simmaco Vinterprete e S. Efiifamo, e compendiata in parto nel 1896, mi decido a pubblicar questa nota sollanto ora che certi punti mi sono diventati chiari o almeno men tenebrosi. L'affinita
principiante, quasi a seguito dell'altra
dell'argomento me la fa porre qui subito dopo le precedenti note, bibliche piu che altro. A M. r A. Ceriani ch'ebbe la bonta di riveder minutamente la primitiva redazione,
sarebbero qui dovuti particolai'i ringraziamenti; ma temo, facendoli, di non essei' gitisto, o meglio di vcnir male inteso, avendo io posteriormente dalla convivenza con lui
appreso molto di piu, e di questo piu esseadone insensibilmente, inconeciamente eziandio, derivato dappertutto in questo volume. Chi ha mai potuto misurare 1'efficacia di quel perenne, insensibile magistero che e la famigliarita d'un grande?
Tra
le
variant!
della
cosi
detta
M0o$o;
di
Teodoreto
lo
2
,
SCHULZE publico dal codice Laurenziano III del Plut. VI, sec. XI - e non e 1'unico 3 - alcuni passi intorno alia Quinta ed alia Sesta
versione del V. T., importantissimi per la storia di queste, e che,
cio
la
in niezzo perduti
affatto,
per quanto
io so.
LXXXIV,
30.
,
in essa e
si
1,87-91, che nota, come non raro contextui subscripta sunt sine auctoris nomine scholia, trovano in gran numero frammenti di Padri, diversi da quelli delle
Cfr. BANDINI, Biblioth. mediceo-laurent
3
catene stampate.
I passi sono, ad es., nel cod. Vat. gr. Nat. gr. 163, sec. XI, su cui cfr. ora H.
p.
1422
f.
v
,
47
48 in nota a
2, e
II
famiglia di catene.
rcuOw ed omette
1'
LIETZMANN, Catenen (1897) quasi sicuramente negli altri codici della stessa Vat. ha lo stesso testo del Laurenz.: solo scrive
fr.
3,
miniatore.
Ha
il
il fr.
Del Parig.
i,
LIETZMANN da un
principle e
un
fine identici
(HspL. Nixo-
el;
iv. -
29
et
de mensuris
ponde-
ribus di S.
notizia dello
VEpitome, e alia
il
brevissima
titolo
at
EX^CJEI; TYJ;
Upa;
in
Y?*?^
EppatixoO
',
TO
appendice
alia
Synopsis pseudo-Atanasiana,
alia fine del
codice
parigino
della Siro-Esaplare
libro dei
Re
ecc. ecc. e si
trova
Non portano
alcun
nome
d'antore,
come neppure
e
il
lungo fram-
certo
d'Origene e fu gia
5
.
Eccone
il
testo
n&p\
E' EXPOS'.;,
Y]V
xa\ r'
xoaw;
aXXeo;.
Eupov
5(Ta
Ta oi uapa-
xi[/.va auTYJ
(TTtv
r' fcc^an; EupsOsiTa asTa xai aXXcov ^t^X(wv l^paixwv xai XXy)6 VtXWV EV TtVl TTlOw TTp\ TYjV 'Ispl^W EV ypOVOl? TY^? paTlXfiia; 'AvTfOvCoU TOO ulcO SiW/jpou.
'O
TY]v
E'
EX^OTIV
,3',
Eptx'rjVEuo'a;,
-n;iYpa |a?
TOV
i'
auo TOU
EVCITOU,
oisXwv aO-rov
^0'.
si;
Tcposwi
xaTa
o',
[^/pt TOO
i~a,
auva-^a;
'j;
TW
^0' TOV
[t-i'/pi
TOT;
irap'
Ti0t)(Tt
TOO
piy'
EI?
s'vOa
p[*Y]
iraXtv
auOi;
P. G.
LXIX,
di
e,
Aggiungilo
al
mio
nota
opusc. L'
Simmaco, p. 8-10.
Cfr.
P. G.
CXLII, 1323-4.
G.
la
soggiunta in P.
3
CVI
124-125.
I,
p.
77
ss.
P. G.
XII 1053-1060.
dalla
Schulze, del resto fedele, erro leggendo Sa^apeiTtov, ingannato forma assai comune del p, che si avvicina a quella della (A nei
Lo
manoscritti, se pure 1'errore non e piuttosto della stampa. 6 Cosi anche altrove per 'Avrcovivou, e. g., nel de mensuris et ponderibus siriaco ed. de Lagarde, o. c. p. 27 nota alia lin. 31.
30
iv. -
Come
insinua anche
o
semplice
titolo,
questi
il
passi
non sono
Bandini, della
ma
Cio e evidentemente
essi e la Sinossi
dimostrato
il
fra
in
assegnare
della Sinossi.
Nei passi manifestamente si distinguono due parti, benche nello scritto si confondono e s' intersecano insieme. L'una parte, storica,
ci
attesta, che la
Va
e la
VP
ci
a Gerico in un dolio
Antonino
Caracalla. L'altra,
critica,
di
cui la
prima
dichiara la natura di
certe
lezioni
adiacenti
alia
V*
medesima
versione, di
di certi
scritti
non e punto indicate il nome, ma e visibile essere i Salmi. Siccome le note storiche e critiche non formano un quid unum, anzi non mostrano alcun nesso intrinseco fra di loro e siccome e
;
codice Laurenziano
contiene appunto
i
nome da
copisti
posmone
identita
dei
nostri passi
d'origine,
siasi
ossia
autore di
tutti,
quand' anche
Pero questa stessa stupefacente mancanza d'ogni nesso grammaticale e logico, questa incuria di ritoccare gli estratti anche per
renderebbe compatibili e collegabili tra di loro, e un'eccellente raccomandazione della loro integrita testuale nel poco
li
svelandoci
il
zibaldonico
procedere (passi la
Egli appare che il compilatore, trovandosi alia mano un'opera, ne ha nel suo zibaldone trascritto giu alia buona di Dio quello che
31
;
e fece bene,
perche altrimenti
autore.
I fra lament i
sono di Origene.
Argomonti
interni.
lettori
le
mento
storico
&
xo<rt
TJV
supov
iv
NixoictfXct TYJ
'AXTIOI;,
Fa
Or
le
zione Nicopolitana,
Va
VP
;
antiche testimo-
fu Origene.
hanno
tutt'affatto
accompagno 1'Esaple,
ogni
probabilita
e determinatamente ai
nostri.
Rileviamo specialmente la prima nota critica, cosi enigmatica nella sua forma: T $z irapaxsiusva OCUTYJ ETTIV oa-a EvaXXaaati -reap' auT^v.
Checche
sia
si
di
cui
ad un testo biblico avente lezioni marginali biamente a (o varianti che fossero della V o di altra edizione) le quail non
dovevano portare alcuna
sigla,
- La nota
la quale
e.
una
colle-
VI, 16; GIROLAMO al luogo trascritto piu avanti; pond. 19, ed. Lag. p. 172. La sola Synopsis dice diversamente, esser cioe la versione Gericuntina (per chiaraarla cosi) EPIFANIO, de mens.
et
EUSEBIO, H.
TWV
sv 'IspoToXuy.ot;
(TTrou^atojv, e la
TWV
'ilpiyevou;
il
yvtopc^oiv.
Se
in
tali
indicazioni
tendere a levar
vero, c' e forse in quanto esprimono gli scopritori raateriali od esibitori de' codici ad Origene.
2
agli Esapli
indubitabile,
giustificare la
Cfr.
ispiegarne il piano e lo scopo, e per sua manipolazione, molto forte talora, del testo dei LXX. in Maiih. torn. 15, 24, P. G. XIII, 1293. E volendo, non si man-
32
iv".
il
Va e
le lezioni caratteristiche
le
LXX,
al
cui
quattro version! principal!, o nel testo esamargine vennero apposte varie interpresotto la sigla di ciascuno,
una
relative alia
e
Va
edizione, secondo
alle richiamano ad Origene, sue Esaple: come pure alle Esaple dei Salmi si richiama 1' ultima nota intorno alia numerazione singolare dei Salmi nella stessa edi-
determinatamente
zione,
numerazione
di
cui
indubbiamente occorreva
si
.desse
conto
nelle Esaple.
Rimane
la
esaplari, origeniani.
Essa per
la sostanza
scoperta della
Va
VI a
possa attribuire
ad Origene, ed anzi
3
lo
come abbiamo
il
di
almeno
il
loro
argomento.
Estratti esaplari, e dall' Esaple dei Salmi ho detto per
il
loro
argomento,
in
mano
ma ora aggiungo anche per testimonianza di chi ebbe Salmi Esapli d' Origene. L'annotatore, infatti, del codice
Ambrosiano
B 106
sup.,
cherebbe
ai
di
meno sicurezza
frammenti.
Che
poi
specialmente dove era qualche cosa di notabilissimo (come in Giobbe, in Daniele e nel Salterio) o dove sottentrava qualche
singoli
libri,
nuova versione,
e
egli premettesse qualche avvertenza o prefazione speciale, eguahnente ovvio e naturale, e realmente nei proerai delle varie catene edite ed inedite compaiono frammenti, che possono provenire bens! dai commentari d' Origene, ma ben anche dagli Esapli. Per il Salterio poi, che parecchi dei frammenti raccolti dai Maurini derivino
origeniani
dagli
Esapli, lo prova
il
cod.
Ambros. B 106
mia
nota:
Un
1'estratto
palinsesto ambrosiano dei Salmi Esapli (1896) p. 11-15 deldagli Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. XXXI.
33
di
{3$Xico
i'yovTt
ia 'E^airXa
'Opiyc'voy;
el;
Toy; '^aX^ou;,
{3i[3)>X(ou
TOO 'E^-a-XoO
'.
discrete lettore
altri e piu
apodittici
monchi
2
.
Omettiamo quindi il difficile e, per se solo, a pena concludente argomento della lingua e dello stile, paghi di rilevare, che 1' upov od
vpo[/.v ricorre parecchie volte in
scoperte e riscontri
tori che ebbero per
3
:
mano Origene
palin. ambr. p. 12. Riguardando il codice, rai parve doversi leggere pyiQsVro;, e non uTsepxyav, come credetti allora per le apparenze
Cfr.
Un
esposte
2
ivi
nella nota
difficolta
1. 1,
che serabra sorgere dal secondo segmento del vedila sviluppata piu avanti a p. 41-42.
3
Una
Cfr.
ad Africa/mm, dove fra tanti eupoy.sv (n. 2-4) trovasi anche un suoov con altri verbi al singolare, 1 persona: eupov cou ev rf, ETTITTO^Y; (n. 15: P. G. XI 84), come pure il frammento gia edito
la
lettera
dal
e
Montfaucon e succedente
scolio in Ps.
ai nostri,
P. G.
ecc. ecc.;
lo
(ib.
1200 D. Lo
scolio
come
di
Cosma
Commanche
(P.
XXIII
G.
LXXX
1960 A),
il
Ambros.
106
sup. ricordato di sopra: ne sarebbe difficile moltiplicare gli esempi. 4 questo punto mi si permetta, se non nel testo, almeno in nota,
dopo il piu volte citato trascrittore dei passi origeniani nel cod. Ambros. B 106 sup., anche lo scolio o variante della Sinossi pseudo-Atanas. appresso H. HODY, De bibl. textibus originalibus (1705) 589-590 [nell'edizione del Montfaucon II 203 y non c' e], che sembra proprio una riduzione
di porre,
Va edizione
(
oscuro d'Eusebio:
'II
7re;/.-Tr
epy//]vix
r,
ev rtOot;
int
'A>>;avSpo'j roO Mxy.(Axia: KZI$&$ ev Nix-owoXsi T?} wpb; 'Apxriot;. Resta in piu la data di tempo, che pote esser di leggieri supplita o direttamente o indirettamente d' in su Epifanio. Se cio non fosse - ma non e lecito
presumerlo, si potrebbe pensare cbe lo scoliaste trovasse la data nel suo ms., ossia usasse un testo integro o meno compendioso del nostro.
In questo caso sarebbe grande il valore dello scolio. Ne risultcrebbe indubitabile la data presentata da S. Epifanio, e insieme falso 1'asserto di lui,
3
34
iv. -
non necessaria
si
forse,
ma
die
Anche
qui,
spero, non
i
si
esigera, che
la
conferma
si
i;i;i
include
lungo passo
storici,
due frammenti
gli
per
il
secondo segnatamente
presentando
scoli
critici
forse
minor!
difficolta
S.
esplicito) nella
Cantici da se tra-
riportata
anche
dall'
accanito
suo
avversario
*,
Rufino
senza
una smentita
che
di sorta
per
cio
che ne interessa
formalmente attesta,
Va
edizione sul
2
.
lito
littore
...
noti che S.
cio siasi
Girolamo aveva non poca pratica delle Esaple, benche malamente revocato in dubbio per il supposto oggidi insoEsaple alia metta del IV secolo;
si noti,
V VI
a
,
VIP
3
,
indubbiamente
che
le
vcrsioni
anonime
si
il
tempo del
la
perche
versione
Nicopolitana, trovata sotto Alessandro, si venne a crederla sesta, ed al coutrario quinta la Gericuntina scoperta sotto Caracalla. Questo, capisco,
e
un eccessivo affastellamento
in cuore, affinche si
di congetture tuttavia non me le trattengo vada adagio a ripetere alcune asserzioni ben lontane
:
dall'esser certe.
in cui
traduceva
Apol. 2, 14 (P. L. XXI 597). Che pero Rufino, almeno nel tempo la Storia eccles. d'Eusebio, non avesse ancora pratica
propria personale, e nemmanco esatta Esaple, v. indicate piu avanti a p. 52. 2 P. L. XXIII 1173-1174.
3
De
Richardson
Quintam
et
sextam
et
septimam, quas
etiam nos
de eius lilliotheca
habemus,
miro labore
reperit: parole queste riprodotte anche da Isidore Etym. VI, 4, 4 (ed. Arev. Ill 251), che ivi nel resto compila da S. Agostino. Or che nel citato
35
ex ipsis autkenticis delle Esaple da lui veduti e copiati nella biblioteca di Cesarea
voli
l
:
e poi,
De
viris inlustribus
si
gran lunga
maggiore, per non dire con certezza, che Girolamo attingeva diretta-
mente da Origene
da Origene
i
stesso.
Nem-
meno
sero
il
Vallarsi
ed
il
Field
4
,
clie
ignoravano
nostri frammenti,
ivi
quanto sopra, e
di
parallelism
autore.
Passiamo ad Eusebio, di cui nessuno dubita attingesse direttamente dall'Adamanzio. Ora egli asserisce del pari, che Origene scrisse
della
Va
VI a
e questa a
Gerico,
ma
tormentate dai
nota speciale e
dotti,
il
tenore e
senso.
Ebbene precisamente
lo stesso,
ma
con
somma
capitolo Girolamo, oltreche da Eusebio, dipenda da Origene stesso, v. in Liter aturhistoI. HUEMER, Studien zu d. (iltesten christlich-lateinischen
tale I, nei Wiener Studien XVI, 1894, p. 144; che poi precisamente caso delle parole surriferite, ossia che Gir. le abbia aggiunte di scienza propria, v. in C. A. BERNOULLI Der Schriftstetterkatalog des H.
rikern
il
sia
(1895)
35, e 310, dove bene s'adducono in prova i due passi dei Commentarioli restituitici dal Morin nam s;a7u).oO; Origenis in Caesariensi
p.
:
(p. 5)
datum
1
due passi, sebbene corrotti, potevansi gia leggere nello pseudo-geronimiano Breviarium in Psalmos. In Tit. 3 o, P. L. XXVI 630. Cfr. anche i due passi dei Commen(p. 12).
tarioli,
8
citati nella
Cfr.,
oltre
p.
34,
anche
S. v.
SYCHOWSKI
Hier. als Litterarhistoriker [Kirchengesch. Studien II 2; 1894]. 3 In nota alia pref. cit. sopra a p. 34, n. 1. La nota, mancando
nell'edizione maurina, spetta al Vallarsi
non
al
dette
il
4
Field.
0.
c.
p.
XLIII-XLIV.
36
iiK'iiti,
iv. -
che parla in nome d' Origene e per intrinseci argomenti appare essere Origene, e die ad ogni modo non dipende da Eusebio, senza
fallo
critiche.
nella sua redail quale Aggiungasi, che Epifanio medesimo, a a e viceversa, della VI zione volgare dice della V cio che Origene
,
adopera
nostri frammenti,
e ripete
uTa xai aXXcov fl^Xitov segnatamente alia lettera il complemento non ricorre punto ne poco in Eusebio, ippaixuiv xa\ iXX-qvixcov, che
da
cui
il
Field
(p.
XLIII)
voleva
che
Epifanio
citasse.
Indi
un
argomento di piu, che le notizie d' Epifanio sugli Interpret! derivano dalle Esaple, come asseri anche lo Schlatter, non so per quali
argomenti
'.
Dopo
cio
crediamo
si
possa
con
degli
estratti forniti
quell'
c.
dal codice
indeterminate aXXto;.
o
Ne
osta
soppressione del
nome
di
per volonta
del
del
compilatore o per
colpa
lo
copista
nome dello scrittore margine contenente, per espilato, queste omissioni non sorprendono punto. Nella catena Laurenziana il Bandini osservava anche altrove questo fatto, ed osserpiu in sigla,
vava pure
videntur
2
.
1'altro,
che
gli
scoli
i
d'
Attenti dunque
altri
veranno forse
dallo Sclmlze!
passi
quelli
pubblicati
Zur Topographie und Gesch. Palcistina's (1893) p. 143 ss., presso HARNACK-PREUSCHEN o. c. I 2 p. 776. Non credo (e una prova 1'abbiamo ne' nostri frammenti scritti
'
dalla
aggiunti
dappoi, essendosi
fatto
gli
tali
scoli
avveduto del loro autor vero, come invece se n' e accorto il cod. Ambros. B 106 sup. Quante volte non e cio anche a noi moderni, non ostanti tutte le comodita che abbiamo capitate
!
37
La Quiuta versione
e la Nicopolitana.
Ed
del
contenuto e della
sua capitale
importanza.
Oramai
circa
il
puo considerare decisa la questione finora insoluta a a e VI Infatti luogo, dove furono trovate le versioni V
si
.
si
puo
desi-
genuinita dei
verita
stessa,
nostri
della
assicurati,
Ne
quanto
il
ci
il
racconto
contrario
d'
Epifanio,
si
per
Mechineau
*.
sa della
inconsciamente
le
1'
come credono
alcuni e
sembra avvenuto ad
Areta
2
,
ovvero
Santo presenta certi dati particolarissimi (ad es. " nel settimo anno di Caracalla ecc.). Ad ogni modo pero questi sebbene or ne sia impossibile fissarne la sorgente e il valore dati,
il
"
testimonianza
1
di Origene,
nemmeno
pp. 216
ss.
di
Eusebio e Girolamo
anche TILLEMONT,
Etudes
relig.j
Octobr. 1891,
Cfr.
Mem., ed. 1732, III 759, nella nota xi all' art. Origene. Entrambi tentarono questa conciliazione, perche credettero realmente ambiguo Eusebio
e conciliabili
i
non 1'avrebbero
i
certo,
almeno
piii
Girolamo
to
che non 6 vero. Altrirnenti, Mechineau, secondo il quale meritevoli di fede sono incompleti,
il
(p.
217).
Le
parole
Testament (1885) 656 su cio che Epifanio narra di Teodozione, sono anche piu forti. p. 2 Kgli (in Hody, o. c. p. 590) fa trovare la Quinta Gericuntina (dunque segue Epifanio) ai tempi d'Alessandro Severo data questa che
of the
;
G. SALMON Introduction
New
Epifanio assegna alia Vl Nicopolitana. Da queste e simili confusioni appare chiaro, che 1'eco delle contraddizioni antiche duro assai a lungo.
38
iv. -
Del
concordando Origene, Eusebio luogo, e non dei tempi della scoperta, ed Epifanio in dir trovata sotto Caracalla la versione Gericuntina,
aggiungendo die 1'altra fu trovata sotto Alessandro Severe, mentre i due primi non ne dicono nulla Se 1'aggiunta merit! fede piu del resto, per ora non saprei dire, ne
ed Epifanio solo
co' suoi ripetitori
1
.
me
ne
cale.
Adunque
la
Va
edizione
fu
ritrovata a Nicopoli,
e la
VP
non
ma
in realta
lo
e quanto sembra a prlma vista. Perocche, lasciando anche da banda, che non e poco 1'avere deposto un dubbio e tolta una questione, il assai bene fatto, in apparenza cosi indifferente, potrebbe spiegarci
1'altro
gia
rilevato
XLIV),
cioe
che
il
interprete,
chiunque esso fosse, omnium elegantissimus est, et cum optimis Graecis suae aetatis scriptoribus comparandus. Trattandosi di version! non
divulgate, e probabilissimo, per
non
dir
certo,
2
.
composte
al II-III secolo
pure da un Giudeo, come disse Girolamo, abbia un ottimo sapore di grecita, di gran lunga piu che altre altrove composte, ad esempio
in
Palestina?
che trova
il
suo passaggio da Nicopoli ncll'a. 217. Ne Origene ci obbligano a porre nel 217 o-durante un viaggio a Roma la scoperta dell'ed. Nicopolitana. Parimenti non mi preoccupo punto di
e
il
Roma
altre supposizioni
non impossibili, ma oziose (ad es. se Epifanio abbia mai per isbaglio assegaato alia Nicopolitana la data della scoperta della VII* edizione ch'egli non menziona giammai), mancando ogni base per
fondarle.
:
dell'
indu-
quali, secondo GIUSEPPE CRISTIANO Hypomnest. 122 (P. G. CVI 125), dicevano opera d'una donna la V a versione anonima, perche trovata in casa d'una pia donna studiosa delle sacre scritture
coloro,
i
>
zione
39
Le variant! apposte
alia
edizione.
Ne
II
due frammenti
critici.
mal non mi appongo, va interpretato cosi: E Ic primo, a <lezioni, parole) che giacciono accanto ad essa (versione V ) sono " " le differenze ____ le variant! .... riguardo ad essa", ovvero
da essa
".
ai
Proverbi in un
ined. Ill p.
Hon. sacra
xvn
le
ripubblicato
dal
Field
p.
LIV,
dove ricorrono a
un dipresso
ma
ol
(k'<Kv
(jiovY]v
ic&paXX&rarouciv
Xoiitot
ma
LXX
"
ossia paragonati
LXX, oppure
l
"
LXX
")
non e
5<ra,
ma
Or non
si
appunto
immediatamente
prece-
dente,
lui
perche ne
di variare.
il
suo scopo ne
Origene
E nemmanco
(quasi
le
alia
Va
supposero in Aquila, Simmaco e Teodozione fino al punto da attribuir a ciascuno di loro una seconda versione o edizione),- vuoi da parte della moltiplicazione degli esemplari, quasi
d'autore, quali
si
cio
d'
essa
2
.
Cfr.
anche Eusebio H.
svaAXaTTOuffx;
I
e.
VI
16:
x.ai
|7.x;s'j{-ieva;
HARNACK-PREUSCHEN
war nur
40. i passi d'Origene citati nella n. 1 di p. Cfr. segnatamente 1'espressione d' Eusebio, 1. c. TOV 7:a>.ai
)r
40
occorrerebbe
'
iv. -
diversa
costruzione
di
irap' avTYjv
non e
Ta;
il
Tcpo;
aur/jv
o nap' aO-yj, e
ip[r/)via;)
xaO^jjia^uuLc'va;
d'
per
se
significa
abbastanza che
cosa,
soggetto
in vece di cui
sta aOirrjv.
puo forse pensare nemmeno ai LXX, se pure a indicar loro non fu usata o sottintesa da chi scrisse o compendio, Ta irap' iqpuv avufypa<pa. Ma allora 1'espressione piii avanti adoperata che bisogno c'era, e corrispondeva egli alia mente d' Origene d'appunInfine
non
si
tare
al
margine della
Va
LXX? Oh
che?
come
fu fatta dei
LXX
Dunque?
varianti
dal
dopo
lezioni
tenore
Dissi
un tempo
detta
sospettare altrimenti ?
- che
Va
il
ma
la cosi
Tot
V*
alia
Va V
a
colonna
-
dell'
ambrosiano
Sicuro
Sk Tuapaxitxva auTYJ
EOTIV oaa
vaXXaa a
Trap
auirjv.
le
ma
Ma
cava
il
di
Ah
questo e
il
guaio, e
frammento
colle
la
nome. Perocche
poche
non
si
in
siraili
addotti
FIELD
p.
LVIII,
n.
24
(r.xpy.
'KppaVxa) per insinuare che wapi sia stato (ed. Lag. IGO-ii) usato avverbialmente in vece di praeter Hebraeum. 1 Un palinsesto ambi os. p. 11. Ho riparato subito che m' accorsi
casi, cfr. i passi d' Origene ra sv TOI$ 'EfJpafoi;, Tcapa -ra da EPIFANIO de mens. et pond. 8
avvertendone con lettera piuttosto diffusa il REDPATH, a cui avevo comunicato lo sbozzo del mio index verborum per il supplement*) delle nuove concordanze dei LXX, ed anche 1'autore dell'articolo
dell'errore,
Hexapla
VIQOROUX.
SULLA.
Va E
VI a EDIZIONE
GRECA BELLA
BIBBIA.
41
ricorre
sta
altresi
LXX;
della
di chi
VI
esplicita
esempio,
forse porterebbe
da sperare che
altri
mss. siano
meno monchi
dei nostri
Laurenziano e Vaticano?
incertezza.
Infatti
:
(e del Parigino?).
Ne
questa e la sola
dalla
interpretazione
propugnata di sopra seguirebbe una delle due o 1 che nelle Esaple Origene non fece scrivere per intero in propria colonna 1'una almeno
delle versioni
le
- Teodozione
le
o la
VP
o la
VII
a
,
ma
solo ne diede
alia
varianti fra
versione
condizione
del
palinsesto
ambrosiano,
quale
cosi
riduzione delle Esaple per cio che spetta due delle ultime colonne,
ma
temperamento adottato da Origene stesso per non accrescere smodatamente la gia grande e complicata struttura dell'opera. E allora spiegheremmo altresi, come
viceversa in
cio
rappresentare
un
F opera giustamente ritenesse lo stesso nome d' Esaple, anche dove non quattro ma sei versioni si adducevano dopo le due colonne destinate
all'
ebraico,
rimaste sempre
le
sei
le
descrizioni
almeno secondo
e
la intelli-
sopratutto
il
nomi
--
come
e qui
luogo, ne gioverebbe
Quindi resta aperta la probabilita della seconda ipotesi, che in p a r t e ferisce quanto s' e sostenuto da principio sull'autore dei nostri frammenti. In parte, dico, sia perche la forza degli argo-
menti
perche
ivi
i
il
rimanente, sia
troppi dubbi che, non ostante tutti gli sforzi, restano sul
altri
de' punti
ricordati,
rattengono
dal dare troppo peso alle conseguenze che ora sembrerebbero deri-
varne.
Ad
ogni
modo
il
Salmi Esapli
snpposti
fatto
l-j
iv. -
sioni
furoiio (non si sa
collo scegliere le
dir cio al
la picaggiungendo a suo posto ne' prolegomeni d'Origene cola avvertenza surriferita, che sventuratamente e giunta a noi monca. che gli estratti origeniani ci sarebber venuti non Di
qui seguirebbe
direttamente
dalle
Esaple
primitive
ma
per
un' edizione
d' esse
alquanto ridotta.
Va
edizione.
Passiamo
all'
edizione,
avendo inscritto
10
dal 9
"
la
2,
precede coll'aggiunta d'una unita fino al 69: poi, congiunto al 69 il 70, pone i numcri similmente che nei nostri esemplari fino al 113;
dove
di
(=
li
nessun altro libro della Scrittura, che 1'insistere sarebbe far torto
ai
lettori.
pur
si
-fjjxTv
LXX
in
Origene
non un'altra
qualsiasi.
Addurro tin altro esempio dell' uso di TUcpiypacpsiv dal cod. Vat. v f. 80 T/JV p^Xov (del Salterio) 'Eppaioi pe;rpi TOU ox TreptSe fosse stato apposto altresi il numero dei salmi contenuti in ypa^ouffiv.
'
gr. 754,
detto libro
(il
die pare
di
si
el:...)
risponclerebbe
piu.
Non
bisogno
di
ricorrere
ad
altra
1'esempio lezione
paleograficamente vicina, come rapaypafpsi, STuiypaosi, le quali del resto non fornirebbero un senso del pari soddisfacente. * Cfr. e. g. In loan. torn. 6, 24 (P. G. XIV 272): w;
TTO
Rfyatov (xxOovTs;
stai
x.at
TOI; avriypx<poi;
(xyiSsTTOj
TIWVO;
u|x|x^^ou.
essere che gli ebraici e delle altre versioni greche che ebbero fama e diffusione. Cfr. eziandio in Matth. torn. 24 (P. G. XIII 1293). - Nella lettera a Giulio 15,
Qui visibilmente TX vijj.Tspa avTtypaoa non possono esemplari dei LXX, venendo contrapposti agli esemplari
43
LXX,
anzitutto dal
Salmo 9
22
(LXX)
70, e poi dal Salmo 114 al 150. In quei primi 60 Salmi la differenza era d'un'unita in piu a cagione della divisione del Salmo 9
(LXX)
fino
negli
ultimi
invece la differenza
era in
meno
e giungeva
vaga Tindicazione
differenza fosse
e fosse
del
dire, se la
somma
sola,
totale 14.8}
o se talvolta
perfiuo svanisse,
col
S.
riunire
alcuni e
divider e
Girolamo
l
Salmi, non
si
115 (LXX)
2
:
Va
e nella
VI a
sembra confermare
di
Daniele,
scrive:
TX
&e
avTivpy.'pa...
TO
[/.ev
inv
sooo-
Tiwva (P. G. XI 51 B), certamente perche fino e prima d'allora il Daniele di Teodozione era uno TWV <pepo(/,ev6jv ev TOI; ey./.Xvi<7tais (ib. 49 B), come lo era tuttora quello dei LXX, che in seguito venne abbandonato.
Introd. to the study of the New Testament G54 ss. E manifesto, che tal ragione non vale per gli altri libri canonici, meno 1'uno o 1'altro.
Cfr.
SALMON
1
1, p.
83:
vero
superioribus copulant, Symmachus dividunt. II passo fu raccolto dal compilatore dello pseudo-geronimiano Breviarium in Psalmos. 2 P. G. 1801 'E^palo? x.ac ol XOITCOI ipfiT)vcuTa2 /.at fxevToi
et
Hunc psalmum V et VI
cum
LXX
intei-pretes
LXXX
y.y.i
TOUTOV rot; 7rpOTTay[J!.voi<; GuvaTTTOu^t .... xat TOV eworrov 'jpo; TIJ TWV^S TWV ^xlawv <7ivaa>Yi TOV f<7ov <|>gX[&ftv ^uXdtTT II passo non e di tutta la desiderabile compitezza, come mostrano
,
il
Symmachus
Girolamo nella nota precedente, e il 6' della seguente e occupiamo: pero bastava a provare ineassicura BAETHGEN a p. 21-22 sui Salmi 9. 10 ebr.: Dass auch quanto
di
die ubrifjen g riechischen Ubersetzer (Aq. Sym. u. s. 10.) beide verkniipften, ist gewiss ---- hatten die Vfiter wie Oiigenes oder Theodoret eine
solche
Abioeichung ,
wenn
sie
II
icirklich
Stillschiveigen
nberganyen.
Va
ne
-toglie
ogni dubbio.
e
La
largamente
divisione dunque, per quanto non buona, e molto antica " la conosciuta, e non soltanto dalla Pescita peggiore di
" e dal
tutte le version!
Targum
chiuso nei
IX
secolo.
44
iv. -
non si puo raccogliere se il Salmo, o perd da questi passi soli a tanto nella V* quanto nella VI Salmi, a cui fu unito, portavano numero 114 o 115. Risulterebbe invece da uno scolio al Salmo 113 o
die
ivi
il
',
negli
altri
traduttori
all'
LXX a nella V
ai
Salmi 114, 115 dei LXX. La ristabilita concordia dove e come poi si rompesse, si potra piu o meno probabilmente congetturare (si rammenti ad
per ora.
.
es.
Ps.
147
ebr.),
non pero
fissare
Ma
si
Va
a sua volta
scostava dopo
71 (ebr.)
Salmo 70, il quale in essa constava dei Salmi 70 a insieme rinniti. Mediante questa riunione la V e i LXX
il
quale, almeno
J
Salmo 113
si
Salmi
14-1 15
ristabilisce
non
si
sa se per
durare e quanto. Fatto e die alia fine compare quella stessa cospicua
differenza che e notata sopra a proposito dei
LXX.
2
Ebrei
stessi la
<|x>.(jt,b;
B(eoSoria>v) ojxot'w; TGI; 0'. Tuxpx & xxl eTcsysypxTcro piS': cod. Vat. gr.
TOI; XOITCO'I;
[/.ovoic;
StYjpyiTxi 6
754 in Field
Eusebio P. G. XXIII 1357 A, che dice semplicemente sv run TWV xvrtypxqjojv esserci la divisione, mentre y/co^x; auT-fl TYJ 'K^pxiwv (iifiXw, TOU; XUTMV ^XjOxxTyjpx; 0uv))fftivOi>; eupov x,xi TX; Xe^ei;, e quindi Xi7T7)(7x
xxXw; x*oXoo9'?)axi
TYJ 'K^paiojv ^i^Xw, <ruvx ]m TS TO?; TTGOTSOCK; (OTTS etvxi x.si[z,svx, f/ipog aura TOO pty' ^x>.;jt.oO. 2 L'ass'erzione molto ripetuta nell' antichita cristiana, che
r
TX
Tupo-
nell'
in
i Salmi Ebraico non fossero numerati (cfr. lo scolio d' Origene al Salmo 2 P. G. XII 1100 e nell'ed. delle Esaple del Montfaucon I 475: ev
TWV ^LxXy.wv
xpiO(/.bs Tvxpx/ceiTxt,
~OWTO?
el
ruyot
r<
p ^ y'; EUSEB. P. G. XXIII 73 B [ ATHAN. cfr. 1'antica versione latina d' Eusebio in P. L.
P.
G/ XXVII
56
XXVI 1377 ss., la quale secondo un vecchio postillatore del cod. Ambros. I 6 sup. sarebbe una lettera di Girolamo estratta da v. A. REIFFERSCHEID Bibl. Patrum Origene,
Ital. II
primitivo
del
testo
45
difatti
appresso
gli
(117-1184)
(ebr.),
104-105 Salmi 9-10; 70-71 Di queste e per noi notevole la riunione dei Salmi 70-71
per
la
riunione
del
a della quale un tempo la credetti appunto come nella V a propria. Nel resto la V discorda: pero credo si possa presumere,
,
che
la
sua numerazione
oscillante
fra
LXX,
1'ebraico attuale e
die
si
fosse 1'autore.
e
il
Non
caso
d' istituire
un
confronto
speciale
cogli
altri
3
,
coll'
ebraico
essendo incomplete le notizie pervenute a noi, e poi non testificandovisi direttamente e precisamente la quantita del numero, che nei
diversi Salmi risultava dai vari cambiamenti.
Notero piuttosto che nel palinsesto ambrosiano, in capo a ciascun Salmo non mutilo del
principio, trovasi
il
(o cinque
numero pero
sempre
il
mede-
Non
e possibile decidere,
se sia
quale
ivi
men benignaraente per il priino suo propagatore, stesso dice: Sucrtv SVTU/J>VTS; e^pai'x.oT? ivriypaooi; ev piv T<O V & TW STSOW TX'JTJC,
'
addtirre
altro,
c'
era
parole d'
Eusebio citate^sopra a
..
y,T7jp*s <ruv/ija.y.evoui;
y,y.l
nella
Psalmos
(1606)
1
21
lo
cita sotto
il
nome
di
Topogr.
2
christ.
V, P. G.
LXXXVIII
Cosrna Indicopleusta, che per6 nella 247 as., non ha nulla di qucsto.
DE LAGARDE N. Psalt. gr. ed. specimen 8. GINSBURG, o. c., p. 18, n. 1. DE LAGARDE 1. c. ricorda una di versa riunione (1 -f- 2. 42 -f 43. 70 -f- 71) e divisione (del 78 in due) ed inoltre
Cfr.
^n
nunc vocati
[113-119]
quinque
erant ,
vario
modo
3
distincti ".
Cfr.
46
iv. -
Origene, io non penerei a credere ch'egli, oltre aver notato nei pro-
legomeni in generale
sioni,
il
le
differenze di
numerazione fra
le
diverse ver-
Salmo
numero
cio
come quando
la
divisione
d'un
Salmo
LXX
o al contrario.
:
Le parole
uapot
Ss.
dello scolio
TOI? XOITCOI;
e-rcsyEypaTrTO pi'.
della
Ad
ogni
Va
edizione alle
l
.
Le
quali,
pero testimonio
ammessa pur
da qualche moderno
rituale.
forse
anco
d'
v.
il
mio
testo
antichissima, di S. Cipriano
(1899) p. 18-25.
V.
Sul testo e sul senso di Eusebio H.
e.
VI
16.
Ecco
sono
d'
il
passo
i
d'
Eusebio, invocato a p.
editi sulla
che
Origene
Trj
frammenti sopra
ciTiqysTO
TOJ
Si
'Opiyc'vsi
STs'pa;
^Tao-i;,
to; .....
xai
Tiva;
Ta;
O'jptv
a;
TIVCOV
[jt.'j^wv
Tov
7:aXai
XavOavo'Jia;
ypsvov aviyvU7x; irpo/jyaytv si; TIVO; ap' stsv oux i^(6;, auTO TOUTO
TYjV ULV
'JpOl
apx
TT)V
TOTTW.
Tol;
i^airXot;
TWV
>
^aXtxcov
5'
TOtOJdc
TT7apa;
V
x5dai; ou
[xovov
irefxuT^v,
aXXot xa\
xai
i[3o6[x-r)v
'JpY]'.
TiapaOa; ip(jiY]Viav,
pt.VY);
TTlOtO
u\
[/.'.a;
w;
'Itpiyai
Da
recedere
questo testo, in
identico
,
edizioni
sostanzialmente
2
perche e
crediamo
non
si
Tutti
codici
greci
conosciuti,
qualunque ne
sia
il
valore
Lammer, Schafusiae 1862, p. 455-6. Altrettanto sosteneva al suo tempo lo STROTH citato dall' HEINICHEN nella sua priraa ed. d' Eusebio t. II p. 190.
2
Cfr.
H. LAMMER
De
che secondo HARNACK-PREUSCHEN Altchristl. Litteraturg. I 2 p. 561, rimane ancora la migliore, sebbene non piena. Contro 1'opinione di W. Dindorf
js
V. -
il
senso,
gli
Ed
ai
codici suffragano
2
,
greci,* Giorgio
e Niceforo
il
Monaco
5
,
'
e seguaci
Suida
atque
3
,
Giovanni
Zonara
Callisto
sebbene
aliter
aliter
hanno
inteso e riferito
si
presti
Ecclesiastical History of Eus. in colla versione x-xi nota la maggiore affinita del cod. Syriac (1898) p. Siriaca antichissima e importantissima.
P. G.
CX
537.
Le rimanenti
notizie
sopra Origene
sono tratte
dal Panario di S. Epifanio , ch' egli nominatamente cita. Solo il passo seguente, interpolate fra i periodi del Santo, non e di lui ma (cio che non
sembrano aver veduto il DE MURALTO editore di Giorgio ed I. BEKKER di Cedreno), tratto da Eusebio con qualche omissione e sostituzione di frase. Le parole spaziate sono alia lettera in Eusebio. 06 [/.ovov yap T*
T'flfAOu?
(&')
cjto6?tic
ev
X.OCT'
e'
x,at
x.
ari
a
v
ypovou;
p
<r a:
TOUTOUS
'Ispi/co
sv
TW
TuOw raOta a
ewi T a u T b
9 s
t
ouv
rw
v
Tra^av
;
^uvayayMv, ^teXwv
)t
c
^2
y.
T:
aXX^ Xai
{zsra
y
P-
s oi
; ,
Ti
X
ex.
2 v
xat i::i<Tr/)a6voj;
sia in
TroXuTceipCxc
y.aT7>:eua<7sv. Si
puo dubitare,
si,
se
il
passo
nello
CEDRENO, ed. Bekker I 445 un poco abbreviate e PSEUDO-POLYDEUKES, ed. Bianconi p. 104: e poi ridotto
inintillegibile
TEODOSIO DI MELITENE ed. Tafel in Monum. saecul. herausgeg. von der K. bayer. Ak. der Wissenschaften, III Cl., 1 p. 55. Su costoro e sugli intricati problemi letterari che sollevano, cfr. K. KRUMBACHER Gesch. der byzant. Litteratur 352-358. 361-365. 368. 2 Ai nominati nella nota precedente aggiungi SUIDA, ed. G. Bernhardy
e
in
II
1 p.
GRAMMATICO
Bekker 73,
le
parole intro-
duttorie sostituite
eyflpuSs
eusebiane x.ari - ?:piTD/wv T^ TraXaia xaTsix.iuy.asv, compendia infelicissimamente quelle d* Eusebio con
da Giorgio
alle
rcaXaia. E cio probabilmente, perche nell' artic. avanti, p. 1273-1274, le parole d'Eusebio era.no state riferite per disteso. 3 Riferisce alia lettera la proposizione ev 1273-1274. JATIV... p.
Dl
EUSEBIO
H.
E.
VI
16.
49
Va
VP;
Niceforo
della sola
invece
1'
intende
della
VP
della
VIP,
mentre
Zonara
giato
facili,
VIP. Con un
dai
cor'rettori
non
sarebbero state
per non
dire
Si capisce invece
testo
f/ivY);
come
1'attuale,
all'edizione
TOICOOE T^TOO,
da
lui
VIP, benche 1' ev... nominata, non considerate, voglia che indnbbiamente, se
cioe
riferisca alia
al
non esclusivamente,
si
VP
come Giorgio
inciso
e Niceforo abbiano
contrario
alle
quello stesso
edizioni
quasi
detto
al
plurale,
riferito
due
ultime
nominate dopo 1'avversativa aXXa. Si potrebbero altresi rilevare le parole eusebiane piii o meno tenacemente conservate, specialmente
da Niceforo;
quanto
i
ma
loro testo
specialmente
Giorgio
molto
*
del
sec.
la
versione
siriaca
IV, forse
compita
2
.
figliuola 1'Armena, anch'essa non piu Purtroppo de' due codici, che contengono quella,
colla sua
1'uno s'arresta al
libro,
e 1'altro
libri
Per fortuna
Bibbia e d'Origene, cioe 16. 17 e 25 (dove c' e d'Origene), ci furono conservati da un codice del
1
canone ebraico
sec.
IX
e ridonati
Cfr.
MAC LEAN
198-199.
o.
c.
p.
ix,
e R.
DUVAL La
p.
litterature
syriaque
(l
ed. 1899)
2
Cfr. A.
MERX
ci
in
Mac Lean
o. c.
xv-xvii. Al R. P. L. ALISHAN,
aveva nel 1894 gentilmente fatto una traduzione letterale del passo controverso, rendiamo qui le debite grazie, sebbene ormai non occorra piu pubblicarla, bastando la collazione deH'Armeno
mechitarista, che
soggiunta dal
Mac Lean
in fondo alle
50
alia luce,
V. -
colle
benemeriti
frammenti avere pienamente sentite le stesse caratteristichc della versione antichissima ed osservato lo stesso rapeditori
debbono
la
que-
mai
sulle versioni
fanio
scritti
2
,
non siano
forse
de mens.
gia
riuniti
cosi
nell'
volontieri all'autorita
come
dell'
non
fosse,
la
leggere
non doveva
in sostanza
siriaco,
quantunque prealia
movenze connaturali
descritta
dal
,
Mac Lean
non
c'
p.
ix-x,
forse
infiue
per
accident!
di
trascrizione
e da attendere
da conservarne tutte
sfumature
fino
all'ordiue
TOIW^, oO
pt.6vov...
aXXa;
Meno
forse
scusabili ancora,
gtu(&6*a
una parola non compresa, o forse anche temuta quale barbarismo, come quando v i^auXoT; TWV vj^aXpcov viene tradotto sniQTQl NQmra
nV Tajn
sotto
il
(col ribbm}.
Non
il
siriaco e
bene
1'attuale,
simili
quali
visibilmente
derivano da
1
tutt' altra
Ed. Wright-Mac Lean p. 414-418, gia prima in DE LAGARDE Praetermusorum (1879) p.. 249-252. La collazione dell'Armeno per queste pagine fu fatta dal Mac Lean, e non dal Merx.
2
Cfr.
W. WRIGHT
Museum,
II 801.
DI EUSEBIO H. E. VI
16.
51
C' e
noi,
ev
che
si
dal
ITS'PCO
T^TOO, che
dell'
piu corretto del Siriaco stesso da cui precede, legge anch'esso TYJV
al
cambiamento
in pliirale
...
ire'unrTYjv
non sarebbe prudente contar su tale variante, tanto piu che anche il siriaco mantiene poscia al singolare Pe6pY)[xvir];
Succede la versione latina di Rufino. Essendo essa in generale un'affrettata e negligente parafrasi con omissioni, aggiunte e rimaneggiamenti notevoli, e quindi d'un uso limitato, giudiziosissimo nella critica del testo d'Eusebio \ e d'uopo nel luogo nostro fissare il
vero valore d'essa come testimonio del testo originale. Ecco il passo: <0rigene trovo) etiam alias <editiones> in absconditis ac secretis
latentes,
in
de
eis,
apud Nicopolim, aliam in Hiericho atque in aliis alias repererit locis. Segue una descrizione delle Esaple ben- piu verbosa che in Eusebio,
e
poi
continua:
In Psalterw autem
et
ceteris
istis
editionibus,
quas
Le
frasi
diiferenze
della para-
dall' originale
sono cospicue
e per cio
mi restringo a rilevare
la
condizione del
Rufino fa dire ad Origene, che egli avea trovato una versione anonima a Nicopoli, un'altra a Gerico, e altre in altri luoghi.
Adunque
la pluralita,
non
la dualita soltanto
(mi
si
perdoni la parola)
Cfr.
o.
c.
858-860.
f
H.
52
delle version!
fine,
V. -
anonime R. vide dapprima in Eusebio. Ma poi, verso la a due solamente sembra ridurre le altre versioni fuori dei LXX,
fi imposd'Aquila, di Simraaco e di Teodozione, ossia le anonime. sibile dunque, clie R. abbia avuto nel suo testo una enumerazione
alias...
locis:
fossero
versioni,
malamente prese
Ora
sta
converrebbe attribuire ad una fenomenale negligenza. E si capisce com' egli vi giunse. Dalla sua abitudine di parafraste, trasportato ad intercalare una descrizione delle Esaple fra due
periodi strettissimamente legati,
paia di versioni
d'uno
de' quali
luogo
di
scoperta,
ma
"
parole:
ed altre in
luoghi ".
"
ma anche
avendo disposto dopo le quattro edizioni famose non solo una Quinta, una Sesta e una Settima ", R. si confonde e finisce per
insinuare clie le versioni anonime sono queste due sole, dando cosi
a divedere e quanta fosse la sua intelligente attenzione, e quanta la sua cognizione e pratica delle Esaple.
La
sec.
tradizione
dunque, risalente
almeno
fino
d'
al
termine
del
Eusebio, e favoclie
fin
d'allora
alcuni
esemplari
--
per
es.
del
traduttore
siriaco,
di
Rufino
negli antenati remoti de' superstiti codici greci in sostanza come al presente.
1
il
testo si leggeva
TARTAROTTI p. 49-55 gia rilevava in Rufino VJ, 11, p. 341, una moltiplicazione dei libri di Clemente Aless. ricordati da Eusebio VI, 13, 3 (moltiplicazione fatta anche da S. GIROLAMO de viris inlustr. 38), che si
puo portare come esempio, per non meravigliarci della presente moltiplicazione delle versioni.
DI EUSEBIO H.
E.
VI
16.
53
La
dittica
dell' integrita
secolo, e in
ci
si
molto minor tempo ancora. Pero di una tale corruzione voglion prove e non vane presunzioni: e finche queste prove non danno, il testo e da ritenersi integro e fermo, ed ogni emendaarbitrario.
Ilimane poi
tolta
del
tutto o
puo, tal quale giace, pienamente spiegarsi, sebbene novantotto su cento lettori sicuramente riusciranno ad intenderlo solo all'ingrosso se non alia peggio. Perocche
i
correttori tutti
mirano
il
osso o almeno
povero paziente
volte
piu sano
Tutto questo appunto vediamo ora verificarsi nel passo d'Eusebio, malamente sottoposto a correzioni e a spiegazioni arbitrarie, incongruenti e monche, mentre bastava penetrarne il senso naturale, sebbene non cotanto ovvio. Per maggiore comodita e chiarezza
mi
si
permetta
di
mostrar Puna e
un
ad ogni passo
difficile
possono
scioglimento.
Contro D. PETAVIO
',
di
una
settima versione, vuole 1) espungere xa\ ifJ&jjnq;, ovvero 2) intenderlo del testo ebraico in lettere greche (TYJ; 'Eftpaitov a-r){jLtc6aca;)
e quindi
1)
?
3) emendare ir\ (jua; auOt; in eir\ fxia; ir^uirTY];;, bastera tener fermo all'esistenza della Settima versione, positivamente
P. G.
XLIII
562.
54
attestata da Eusebio
V. l
da Girolamo
2
,
connumera
la
sei version!,
tutte queste
3
contraddistingue
apertamente da
T^
'E(3paicov
il
crr,(j.uo<7co;;
quale servirebbe
Quinta coll'edizione Gericuntina. H. VALOIS, seguito da H. LAMMER, crede necessaria una lieve osa introdurre nel testo per trasposizione di parole, che pero non
la
un rispetto dei codici, che pare eccessivo. Lego ou ^6vov U[XTCTY)V xa\ xa\ prorsus necessaria, ut mihi (2<S<$fAiqv xTY)v, aXXa
videtur, emendatione.
et
Cum enim
antea locutus
sit
Ensebius de Quinta
Septimam in Hexaplis Psalmorum exemplaribus ab Origene positam fuisse. Quindi approva e adduce in conferma G. Zonara, che intende
e
compendia
cosi
v
Sk
TO?;
^aXp.ot;
xa\
(3
d
[/.
Y)
<;
[/.^vY)Tai
ippiqveia;
UK
'Ispi^oT
dicit.
i)pr)[jt.VY]?,
id Eusebius non
p.
col Petavio
ammessa a
[jua;
[xta;
auQi;, forse
esplicitamente
suoi
propri
dubbi
di
gli
altri
espilatori
greci
piu addietro a p. 48-49, e apparira di che segue. Infatti, se w; supyj^vrj;... e detto della Settima, allora necessariamente si riferiscono alia medesima anche
e accennato
per se da cio
le
5'
Mpy
o>
TOTOO.
Ma
(ch&
cosi nella
nomenclatura per
soli
1
puri
numeri ordinal!
le version!
ebraico: FIELD p. x;
HARNACK-PREUSCHEN
I 340.
DI EUSEBIO H. E. VI
16.
55
ma
del
che indurrebbe
dotti
sullodati.
a correzioni affatto
contrarie
quella
Non
e
essendosi
non sapendo
di
chi
fossero, questo
solo
Esaple dei Salmi, dopo le quattro celebri versioni avendo aggiunto non solo la... e la Settima <cioe le due nominate Nicopolitana e
dell'altro
luogo,
nell'ipo-
tesi>
ma
anche
<non nominata
Adunque
gli
e dello
ed incoerente.
o
il
Ne
d' Eusebio, lo vengono a far manco avvenire altrimenti, essendo falsa la ragione poteva
nel
periodo sv y
il
F'T' TOT;
fatto,
che
una settima edizione fu aggiunta nel Salterio. Ma Passando a quei che, senza toccare il testo,
faro
intesero male,
di
P. D.
HUET
',
che
traduce: In
quidem Psalmorum post insignes quatuor editiones non Quintam solum sed et Sextam et Septimam adiungens interpretationem, in singulas <ir\ pua;> rursus column as des crip sit,
Hexaplis
utpote quae
che
Hierichunte reperta
locutio
est
sit
in dolio ecc.
La
ir\
ragione e
"
ii\
jjiia;
tactica,
unum
TTa-
versum
yas'vai,
collocatae
[xta;
iy
vi^
Teiay^svot arpTt&>T*i).
Hanc
locutionem
et
eleganter
angustas coluiit\
[xia?
<TC<TY)-
atwu.va;
adscribere
Gia, quasi
a(TYi[Jiia)Tai
non
si
riferisca
ad una
Origenian. Ill sect. 4 in Origenis opp. exeg. I (1668) 257, seguito e da W. LOWTH (per quanto so) dal KUSTER, editore di Suida, II (1705) 763 741. nelle note ad Eusebio, ed. Taurin. 1746, p.
56
versione soltanto
se,
!
V. -
come
solo
irapaOa';,
anche
cr<rr]u.
di particolare,
ma
cinque solamente,
ma
anclie le
Tersioni
cioe che
non
le
dopo
1'altra
- Ne
membro
resta
come
si
perfino 1'Huet
subest
sembra averlo sospettato: nee difficultate caret quod apud Eusebium, Origcnem ad reliquas interpretationes adiecisse
dolio...
!
reperta
sit.
Vengono
di
in seguito
coloro
Eusebio nessun certo senso potersi cavare di per se; e finalmente 2 che pur avendo divinato il vero senso, ne sembrano tutgli altri
,
come paghi d'una semplice con3 Per tutta risposta cessione di probabilita, a cui quasi non tengono bastera mostrare, che il passo fornisce un senso preciso, soddisfatavia in fondo in fondo dubbiosi,
.
cente,
il
sia coinpreso di
il
vero, preciso
significato
intese,
ond' e principalmente
T&ro>, ye
[rrjv,
ir\
TOIW?
meno
TAYLOR nello SMITH A Dictionary of christ. Biography, art. HexaTILLEMONT e MECHINEAU citati sopra a p. 37, n. 1, e cosi FRITZSCHE nella 2 a ed. della JRealencyclopadie fur Protest. Theol. pure II 440. Nella terza edizione invece t. Ill (1897) 24 E. NESTLE a ragione da come sicuro che la V a fu secondo Eusebio e Girolamo trovata a
1
Nicopoli, sebbene poi (forse per la caduta di qualche parola nella stampa) nel dire trovata in Gerico la VI a , non accenni ad alcuna discordia nelle
fonti. -
Del MONTFAUCON
concordi
affatto
Eusebio
basti ramrnentare, ch' egli, Hexapl. I 58, crede ed Epifanio, e quindi adduce Eusebio come
testimonio,
che Origene abbia scritto d'aver trovato la V a a Gerico. VALLARSI P. L. XXIII 1117 in nota, FIELD p. XLV, per non ricordare altri recenti, che seraplicemente asseriscono.
FIELD
p. XLIII:
facile patimur, p.
levissimi momenti adhuc, in dubio consistere XLV: Eusebius... utrum Sexta an Septima fuerit in
Rem
medio relinquit.
DI EUSEBIO H. E. VI
16.
57
'Ev
non un riempitivo
per
lo
inutile
prima mentovato
',
indubbiamente
il
"in un
altro
complemento deve essere inteso e tradotto cosi: 2 luogo, il seguente ": qualem nunc didurus sum
nome
la
di
fa attendere
nomina
dove
Origene trovo la versione anonima in secondo luogo ricordata (TYJV " e veramente, invero, difatti ...), yl [AYJv posti a capo della ci assicurano che tale nome Eusebio ivi realseguente proposizione,
' 5
mente pose:
...
presso Azio e 1'altra in un altro luogo, il seguente. E invero negli " Eusebio quindi nel periodo "Ev y {ji-r]v TOI; Esapli dei Salmi ecc.
iljaicXoT;
non
intese
gia
principalmente
di
dare
la
notizia
che nei Salmi aveaci anche una Settima versione, ma di soddisfare insieme e alia curiosita che gia naturalmente sorgerebbe dall'espres" in un altro luogo ", e all'aspettazione da lui stesso destata sione
con
d'
quell' intenzionale
il
Toioi^e. la
,
In
altri
termini:
ok...
intese
anzi
tutto
fu
la
indicare
luogo
dove
versione TY]V
(diciamola
ricordo
cosi)
scoperta, e
secondariamente
per
concomitanza,
altresi
il
basava
di
la
Cade cosi il fondamento, su cui sua correzione del testo; e cade la conseguente traduzione
Valois
si
possa
filologi-
manifestamente ha
lo stesso
senso del
o intendono de precedente ?' 7CT-r)pt.-rjvaTo, che tutti spiegano ipsis adnotavit. Puo pero dubitarsi di pua?, se qui abbia soltanto
wv...
e quale.
Male
G
:
= Laurenz. LXX
6
7,
ri
che raschio
lo scolio
$i irepo; TOTCO?
a',
'Ispt/w Xeysrai
2
S'
loyw. Dove
8,
e forse
da correggere
essendo
Gerico mentovata in H.
12.
FIELD
p.
XLIV.
f/.y,v
Che qui ye
il
contesto, e segna-
tamente roiwSs.
58
II
V. -
quell'
una ver-
sione,
lue'pw
TOI&C
7<$7rw.
Ed
esclude
- credo
- anche una
significazione deterrainata
usato talvolta (dicono) quaque, quasi in\ pua; fosse qui come 9 v4;, v L i. T. il TYJV per 9' ivo; ixa?Tou: giacche tanto 1'auOi; quanto
sembrano
affatto
opporsi
Come da
ultimo
iiti
pita;
si
riferisca alia
s'
damento
del Valois p.
onde ne' periodi risulterebbero strani e quasi intollerabili salti, e poi riguardo alia Quinta per 1' aXXa, che all'una delle due versioni
- Sesta e Settima
sull'
- nominate
si
va a notare
una.
Da
tutto
il
contesto adunque
lir\
(jua;
riceve un senso
deter-
Ma
mi
si
riferendosi ad una delle due versioni nominate dopo 1'av versa tiv a aXXa, che ad esse due richiama e restringe 1'attenzione del lettore-- abbia questo senso determinate de (harumy prim a, o meglio, siccome sono due sole, de priore,
si;
[/.(av
aa[3|3aTtov)
che
pertanto
1'
u\
--
(jua;
che corrisponde benissimo a quanto finora s' e osservato e in seguito " si osservera. dei Salmi avendo apposto dopo le ... nelle Esaple
quattro celebri edizioni non solo una Quinta,
ma
una Settima, della prima annoto... speciale sulla grecita d' Eusebio e
in
"
sull' influsso
piu o
meno cospicuo
essa sia della grecita biblica sia della lingua ebraica e del dialetto
tempo a
lui
famigliari,
probabilita o
meno
della congettura;
pero
vedere, che
il
sup-
DI EUSEBIO H. E. VI
16.
59
lo
posto
quadra tanto bene nel contesto, par che almeno da una condanna subitanea.
idiotismo
salvi
Rimane
o
s'
aviOi;;
ma
(meno probabilmente) e contra e sia che non necessariamente emendi in auOi nell' Esaple dei oarucOi, eid TOTTCO HESYCH. (i v i
sarebbe attaccato dal seguente <T<rr]UfroTai), e siccome non infiuisce gran che sul senso, ce ne sbrighiamo senza dir altro.
Salmi:
?
si
Oramai, spero, e possibile dare una versione precisa del passo intero, la quale non lascia dubbio alcuno su cio che Eusebio voile
dire e realmente disse,
e
credo
d'
ogni
ragionamento mostra
la conseguenza, se
non
la fluidita
del discorso.
Origene ricerco oltre alle quattro celebri versioni e scoperse alcune " intorno alle quali, non sapendo di chi fossero, questo solo altre, signified, che avea trovato 1'una in Nicopoli appresso Azio, e 1'altra
in
un altro
egli
sito
Salmi
difatti,
avendo
ma
dopo le quattro celebri non solo una Quinta eziandio una Sesta ed una Settima <versione>, della prima <di
apposto
di
Antonino
figlio
di
Severo
".
nemmeno
fallo
il
gradevole,
pifi
senza
avrebbe
potuto
manifestare piu
nettamente,
palpabilmente
di
lui
la colpa di
La Quinta
da Eusebio, fu trovata a Nicopoli presso Azio, non e detto quando: la Sesta a Gerico sotto Antonino figlio di Severo. Questa notizia
del luogo,
dove trovo
la
Sesta, Origene
la
diede Iv TO!;
con precisione e chiarezza somma, ci danno i frammenti nostri, che fanno parlare lo scopritore stesso della Quinta -- Origene, e che ci vennero tramandati precisamente
le stessissime
Ora
notizie,
ma
conferma,
ai
sono
realmente
d'
Origene,
ed
Salmi
esapli.
60
V. -
E.
16.
di
membra
presenti.
II
sparte,
ma
die
i
nella
loro
nativa
integrita
fossero
certo
dubbio
frammenti,
al
contrario, siano
stati
fabricati
monianze esterne
(clie forse ci si
devolmente raccolto), alia loro trasmissione nei mss. e al loro contenuto esatto, senza fallo piu ampio di quello d' Eusebio e percio
indipendeute.
Che scopo
dir
mai conseguire
Sesta
di
(per
cosi)
Sesta
la
Quinta e Quinta
due
versioui
chieda,
come
dal racconto d' Eusebio) abbia in un' occasione, puta nella prefazione
il
Va
VI%
per poi
rivelarlo
Salmi
di
rispondo
clie
supporre, perche
riesca a riconoscerne
Tunica vera.
Cfr.
FIELD
p.
XLV.
VI.
Anecdota apocrypha la tin a. " " ed una " Revelatio d'Esdra Visio
Una
"
La
scritta,
fintanto che
non ne vengano
campioni
di pregio.
Quand'anche
conoscere ch'
nulla
s'
ottenga all'infuori di
dagno: e bisogna concedere, che appaga di piu il dedurre cio da un de' document! original!, che non doversi
si
l ,
sia ".
esempio di
lui
in
Apocrypha anecdota
(1893)
p.
Ill
in
Texts
and Studies
di
A. Robinson, vol. II no. 3. Non mi posso trattencre dal riprodurre qui le parole che J. Reville scriveva a proposito dell' Apoc. greca di Baruc e degli altri anecdota contenuti nel II tomo del James (Revue de I' hist, des Religions, XXXIX, 1899, 476-7): " Combien Ton a tort, dans la plupart des Histoires de I'Eglise chretienne, de negliger d peu
J.
pres completement ces temoignages des croyances populaires, qui n'ont assurement aucune valeur theologique ou philosophique, mais qui nous apportent
un
des
recits
ete
Vepoque oU
ouvrages ont
les
du Christianisme
antique, est
le
aussi fausse - ou (meglio!) tout au moins serait I'histoire du catholicisme contemporain, comles ecrits et
des professeurs de I' Institut catholique theologiens de notre epoque, sans consulter les
et les
images
62
VI. -
non sapere per ora appieno illustrare valgano di scusa a me che di letteratura apocalittica non sono niente specialista ne sento verun' ambizione di diveuirlo, se m' induce a dar fuori due
fessa di
,
apocrifi
le
mani, con
le
semplici
si
magre
potro
osservazioui
poco
il
al
mai dispersa,
la
s'
e straordinariamente arricchita
meno che
comunemente conosciute.
il
nome d'Esdra;
ben
lo si capisce,
parte che divenne ben presto tema delle piu ampie tradizioni. Chiun-
que
il
James
IV
libro
le
que
oeuvres
savantes
;
".
C' e
un pochino
di
malignita
nelle
ultime
due
proposizioni
dove s'inculca
1
c' e anche della verita , sopratutto la studio degli antichi apocrifi a complemento dello studio dell'antica letteratura cristiana e della storia interna del cristianesimo.
ma
innegabilmente
lo
Ibid. p.
110 a proposito
dell'
to
opportunity ivas offered of issuing the present collection of texts, to it at once the oldest available text of this Apocalypse than to spend time in collecting and examining evidence which must be late and
include in
might be unimportant.
no. 2, p.
The fourth Book of Ezra (1895) in Texts and Studies vol. Ill LXXXVI-LXXXIX. Di questo apocrifo si conserva nella biblioteca Angelica di Roma un altro ras., non usato finora, del s. XIII, segnato C. 7. 10: cfr. NARDUCCI Catal. codd. mss. praeter graecos et orientales in
VISIO
B.
ESDRAE.
il
63
nostro scopo, cioe
le
Di
questi,
PApo-
calisse greca,
ed una serie
augurii sovra
nome
A.
Le Apocalissi d'Esdra
L'Apocalisse
felicita
e di Sedrach.
- uno
delle
della
l
eterna
pene
il
fu publicata
dal
Tischendorf
d' in
Parig. Gr.
929,
sec.
XV. Che
pregio
essa abbia e quale posto occupi nella feconda famiglia degli apocrifi,
e
qua e
James,
2
di cui
giova molto
il
"
raccogliere 1'opinione.
...
IV
1.
alle idee
ed
ai
motivi
ha
Pietro, di
Maria
'
dello Pseudo-Giovanni;
ed ha
prodotto un
libro,
che per
:
incoerenza
3
.
generale
inferiorita
occupa
un
posto
specialissimo
babilmente, YAssumptio Moysis, trovandosi in Esdra p. 36 tali parole, " 4 che in realta quadrano soltanto a Mose Quanto alia data da asse.
Dire che e del periodo bizantino, e vago, sebbene ovvio. Se la poniamo nel nono secolo o presso a 5 poco, non isbagliamo probabilmente di molto
gnargli,
facile
non e
dichiararsi.
'
e detto esplicitamente nel versione etiopica e ora edita da R. Basset nel 9 fasc. de' suoi Apocryphes ethiopiens trqpiuits en frangais. Apocalypses apocr. (1866) p. 24-33.
titolo e nella sottoscrizione.
Apocripha Esdre
La
situations.
dell' inglese,
3
4
affine di
non riuscire
in
un
italiano piu
barbaro del
solito.
p. LXXXVIII.
Abraham
prova di cio in JAMES-BARNES The Testament of 65-68 [Texts and Studies vol. II no. 2J. Di questo (1892) p. " " la forma nel apocrifo cfr. ora piu antica della recensione orientale testo copto pubblicato da I. GUIDI assieme ai Testamenti d'Isacco e di
Giacobbe, nei Rendiconti della R. Accad. dei Lincei. e filol. Ser. V, vol. IX (1900) 157-180, 224-264.
5
stor.
Apocrypha anecd.
I 113.
i,(
VI. -
tanto
avuto riguardo alia vicinanza del nome e alia somiglianza della storia del testo, James ebbe a pensare die Sedrach fosse corruzione
del
nome
d'
Esdra
2
,
e che
quindi
insomma
noi avessimo
p.
in
essa
i
128
indicati
Pero
v' e
puo aver presa dall'attuale Apocalisse greca d'Esdra, ed e 1' intercessione a favore de' peccatori cosi frequente in bocca di Sedrach:
ognuno e conseguentemente costretto a credere, che Sedrach " " amendue ha realmente attinto al IV d'Esdra (p. 129). Del resto
onde
i
"
libri
sono opera
d'
un tardo
scrittore, che
ha
letto
il
IV
d'
Esdra
in
fatta in eta
molto tarda, forse nel sec. X o XT, e sorvivono ciascuno in un' unica, aU'estremo corrotta copia <del sec. XV>, Esdra a Parigi, Sedrach " 3 a Oxford
.
La
" Visio
Esdrae
"
A queste due redazioni, che secondo la proposta del James diremo Apoc. Esdrae senz' altro e Sedrach, ora si puo aggiungere una terza, latina, finora sconosciuta, la quale nella tradizione del1'apocrifo
delle
titolo
sembra destinata ad occupare un posto molto piu cospicuo altre due. Non sara scomodo di conservarle come distintivo il
stesso,
b.
Esdrae.
Essa sta in
f.
3838
4
,
sec.
XII,
ricopiato
un apocrifo
mano medesima, che due pagine innanzi avea di Clemente romano sui 12 venerdi deH'anno,
to
me
is
of Esdras, p. 129.
32.
Per
la
data
dell'
Apocalisse
all'altra del
IX
secolo
circa,
come
E appena
dell'
ricordato
dal
BETHMANN
p.
t.
XII
238, per
contenute,
V1SIO
ne' quali
i
B.
ESDRAE.
65
cristiani
tutti
soiio
vespro
i
'.
ricordati di Parigi
il
e d'
Oxford;
le
antico
ancora
dovette
essere
suo
archetipo,
perocche
d'ogni
dubbio aver
1'originale.
Tanto
il
fondo
sviluppo della
Visio la
riannodano
incontrastabilmente
- come
e
nome
stesso suggerirebbe
affini
a\\'Apoc.
Esdrae
e a Sedrach,
e
Apocalissi Paolina,
Mariana
pene
mancano
di
interi
alia
episodi,
come
la
ripugnanza e resistenza
2
-
d'
Esdra
Sedrach
morte come
3
tale
mento d'Abramo
tutto
e nell'ebraico
De
Mosis;
sopra-
mancano
,
le
tante
citazioni
gli
od
altri
Testamento
Cio non
riscontri
taluni
meglio
veramente
s'
Se e
cosi,
il
tipo pri-
mitive di questo apocrifo esdrino deve essere molto piu antico che
non lasciarono sospettare al James le due redazioni greche. Esistendone gia nel secolo X-XI almeno una redazione latina cosi diversa
Do
in
appendice
p.
ricordato.
Nella nostra Visio v. 50 ss., invitato d'andare in cielo, Esdra risponde non voler venire antequam uideam omnia indicia peccatonim. II motive e forraalmente diverse. Si dira, che e stato mutato nel latino per rispetto
di
di
sostituito
Esdra? o non piu tosto che nei rimanenti testi esdrini con un motivo prediletto, che prestavasi
sviluppo
di
quella popolare diatriba sopra la separazione dell'aniraa dal corpo ben rilevata dal James, The Test, of Abr., p 65-67 ? 3 Cfr. i passi raccolti dal James nella sua ed., p. 64 ss.
5
(56
VI. -
da queste senza
fallo
jndipendente, la data
stessa
piu
antica
prima
(sec.
IX-X)
sembra diventare troppo tarda e pero affatto insufficiente per ispiegare tanto molteplice e disparate sviluppo.
Ma
v'ha
di piu.
La
i
minus accennati
di
sopra
onde
le
non sono
ma
piuttosto posteriore
interpolazione o
contaminazione
quindi cade
il
propria
delle
due
redazioni
greche
conosciute;
fondamento per far il tipo stesso posteriore di quelle. Anzi, al contrario, sembra potersi asserire, che il tipo e la stessa Visio Esdrae debbouo essere piu antiche della Visio Pauli,
la
Esdrae
1'uso
il
nessun
;
intervento
prende
il
sorVergine e il nessun accenno all' Anticristo ma solo non trovar menzione dellc pene degli eretici,
della
alia verita
di
promesse del battesimo e da loro professata, come nemmeno de' Gindei crocifissori
de' cattivi dottori, infedeli alle
Cristo,
ma
solo d'
Dominum;
Vergine
cc.
trario
fino
notevole la
34-36. (39?). 40, nella puerile Apoc. 15-20, \\e\VApoc. Esdrae e in Sedrach e al conmenzione distinta dei vari gradi della gerarchia
c.
40), notevole
ecc.
1'
intervento della
noi credere,
Croce
Dobbiamo
che
Ne
antichita, e quelli
sia
viceversa?
un estratto mutilato,
Avanti tutto d'una simile mutilazione occorrono prove, e prova non e certo 1' ex abrupto del principio e la magrezza quasi scheletrica
della visione o qualche parola saltata
poi,
qua
la per distrazione.
Ma
siccome soltanto ad un cristiano si potrebbe, attesi gli iterati accenni alia santificazione della domenica, attribuire la mutilazione;
chi
Fanno quasi dispetto le puerilita poste in bocca della dall'autore di quest'apocrifo cfr. p. 116, 22 ss. ; 118, 12 ecc.
1
:
Madonna
VISIO
B.
ESDRAE.
67
causa solo
la
il
potrebbe in certo
modo
capire
suoi
soppressione
insensata
il
senza
resto,
menomamente.
avvenute nella
Visio,
come
il
pericoloso anche ai piu competent!, molto piu lo e per me, e nel caso presente, dove argomenti interni e testimonianze esterne sembrano fare difetto.
La
"
La
Visio
Esdrino secondario, derivato dal IV d' Esdra, il cui prototipo pero sembra piu antico del tipo Paolino-Giovannino-Mariano. Fissiamo
ora 1'ordine interno di questo gruppo esdrino.
Logicamente la Visio si trova ad un estremo, 1'Apoc. e Sedrach sta verso il mezzo, avendo comune con quella
l
all'altro,
il
tratto
il
caratteristico
dell'
intercessione
per
peccatori
con
questa
rimanente.
Genealogicamente invece la Visio, come semplicissima, sta senza fallo a capo e molto avanti del gruppo, mentre 1'Apoc. e Sedrach strettamente apparentate vengono molto dopo, dopo eziandio del
1
Altro tratto
in
comune
alia Visio e a
Sedrach
che in esse
il
racin
conto e tenuto
prima persona, salvoche nell' episodic finale, in cui viene richiesto di morire (p. 31, 6 ss.). Qui improvvisamente dall'to.. si passa all'etTcsv 6 a mostrare, che 1'epiTrfocp^TV);. Gia questa sola stravaganza basterebbe
sodio e stato appiccicato senza la benche minima abilita; come in realta fu preso da un apocrifo sugli ultiini momenti di Mose, probabiluiente
VAssumptio Moysis (v. su quest' ultimo punto JAMES The Test, of Abr. da plagiario p. 67-68). Ma, insieme, questo grossolano procedere quasi non guarentirebbe egli della conservazione relativamente buona del passo preso in prestito (cfr. sopra pp. 30-31)? E cio non e poco. Ricupereremmo
un frammento greco
(is
VI. -
si
direbbe
ultimo Sednich, non comprendendosi come nell'Apoc. 11011 passasse altresi quella curiosa, iterata intercessione per i peccatori, una volta
che
1'Apoc.
fosse nata
da Sedrach
da
un
discendente
d'
del
tipo
o
I'aolmo.
da
Se poi Sedrach derivi direttamente dal IV 1. altro intermedio ora sconosciuto, come pure quali
Esdra
altri
siano
me
unicamente
lecito
porre.
Lo
stesso
di
dicasi
della
discendenze
letterarie,
naturali, e posgran lunga piu facilmente che sibile e di fatto avviene, che un cognato di meno gradi disgiunto dal capo-stipite nasca e viva dopo un discendente piu remoto.
II
".
La
Non
scritti
mani-
festo Pinflusso
apocrifi originariamente
il
in greco e
IV
d'
Esdra,
Lo
stile in
come
indicia
desi-
malum
Ps.
105 u
ht8tifAY|<ww
sraOufjiiav),
(al
singolare:
vv.
7.
31),
baptismum
comminuerunt
leyem
(v.
violaverunt),
lerabili di costruzione,
per
es.
come anche talune durezze quasi intolv. 50 ore eorum eis iniurias fecerunt,
difetto
al pre-
m'aveano dapprima dato sospetto d'un originale greco. Ma in d'indizi piu forti e per la considerazione test6 fatta, non oso
sente n& affermarlo ne escluderlo;
come nemmeno
in
questo secondo
menomamente
sia in
versione latina.
della Visio
Checche
latino
VISIO
B.
ESDRAE.
69
Du
in antea v. v. 19, usato due volte come rnaschile (alium fornacem vv. 50. 51: fornax secolo
cfr.
et
inf.
Lat. v.
dal
IV
librarum quingentomm
2,
v.
43); bogiis v.
:
in Hierem. 27
P. L.
XXIV 882
cio
e caniculos v. 58.
Dopo
anche
(cfr.
le seguenti:
exiebat, transsiebant,
inmaginem
e
fors'
colla
n parasitica
v.
40
(?),
anche facibant
26.
maggiore
sullo
stato
da una ripetizione che sembra non meno manifesta nel v. 54 (cfr. anche v. 20), dalla corruzione gravissima di v. 19 (et vidit ignem
et
anche da incoerenze e sbagli manifesti di trascrizione, di cui parecchi furono corretti dallo stesso copista o di sua propria scienza o d' in
su 1'archetipo.
Onde
se certi
vizi
assai
stesso o ai copisti.
loco,
(cfr.
anche
clammabat, mirre,
Onde
scritto,
fedele
al
mano-
esponendomi piu volontieri al pericolo di di copista che di mutare la lezione dell' inelegante autore.
simile maniera
taluno
le
edizioni
vengano
cosi a pigliar
ma
e giustamente.
70
VI. -
Orauit Esdras ad
iudicia
Dominum
in
dicens:
Da
2
peccatorum uidebo.
Et
dati sunt ei
VII angeli
infernum super LXX gradus. 3 et uidit tartarei qui igneas portas, et in his portis duos leones uidit iacentes de quorum ore et naribus et oculis exiebat fortissima flamma. 4 Veniebant uiri fortissimi et transsiebant flammam, et non tangebat
portauerunt eum
eos.
5
Et
dixit
.isti
qui
tarn
securi
procedunt?
est
Dixe7
runt
10
ei
angeli:
sunt
iusti
elemosinam
derauerunt.
8
magnam
fecerunt, nudos
bonum
in
Et
10
alii
pebant
angeli
:
ueniebant ut ingrederentur portas, et <l>e<V>nes disrum9 Et dixit Esdras: Qui sunt isti? Dixerunt
15
Dominum negauerunt et in die dominica cum mulie" Et dixit Esdras: Domine, parce peccatoribus. <rf>bus peccauerunt. 12 Et duxerunt eum inferius super .1. gradus, et uidit ibi homines in
sunt qui
penis stantes.
[et]
flagellis
13
caedebant eos.
sunt
isti
cum
maritatis manserunt;
Vv.
2.
Qui Angeli dixerunt: Isti sunt qui maritate sunt quae se ornauerunt non propter
Cfr. Visio
me
i5
Et
dixit Esdras:
27.
40 Angeli tartarei.
Pauli 16,
p. 19,
20 angelo Tartarucho,
qui prepositus est penis; 29, 32 angelos tartarucos; 33, 4 angelis tartari qui erant super
penas.
II JAMES, The Test, of Abr. p. 22 e 24 n. 1, sembra pigliare Tartaruchus al primo luogo come nome, e confrontarlo con Temeluchus (TYiy-sXou^o?), derivato dall'Ap. Petri neH'Apoc. Pauli. Ma gli altri due passi della Visio Pauli, segnatamenle 1'ultimo,
sia
che un sinonimo
tnrtareus, e angelus tartaruchus, sia al plurale sia al singolare, equivalga semplicemente agli angioli neri di Dante. Ad ogni modo il ricorrere di questa espressione nolle
di loro
parentado piu o
meno
stretto.
Altrove
si
legge
al
5-y-^eXot
maligni
ecc. ecc.
e quanto
(p.
alia
pena e qnanto
peccato:
iiex.pot
119, 19).
28. 8. 21.
V. 17. Cfr. Apoc. Petri 9 p. 50 (la pena non corrisponde, se pure non c' e lacuna nel nostro) ^uvatxe? TWV irXoKaawv li-TipTYiuisvai avwrspw TOO pop$dpou exsivau TOU ivaracpXd^o^To;. aJrai 8i ^aav at irpi; p.otx e a>'
: '
5 8 9 is pecatorum, pecauerunt et sic semper qui tarn qui tarn quuorum 12 ex desidelaverunt i m. eanes sic: canes voluit perperam emendare librarius; u eft: v. 3, attamen cfr. etiam v. 58 leones et caniculos qui et ni in v. dominica
'"
sup. Un.
t7
(cfr. v.
18
cede-
bant
et sic
semper
paere
Z1
q;
VISIO
B.
ESDRAE.
i8
71
Dixit
*
aliis
25
Esdras: Domine, parce peccatoribus. 19 Et iterum deposuerunt eura ad meridianum, et uidit ignem pauperes pende<(n)>tes ac mulieres, et angeli cum fustibus igneis caedebant eos. 20 Et dixit Esdras: [Domine, parce peccatoribus.] Qui sunt isti? 21 Et dixerunt angeli: Hi sunt qui cum matre sua manserunt malum desiderium desiderantes.
23
22
Et
dixit Esdras:
in
E<Y> duxerunt
so
sulfur et bitumen, et
et in
Domine, parce peccatoribus. infernum deorsum, et uidit cacabum in q<(u)>o 24 fluctuabat tamquam unda maris. Et ueniebant iusti,
f.
59"
medio eius ambulabant super undas ignis conlaudantes .n. Dominum, K Et dixit tamquam qui ambularent super rores uel frigidam aquam.
26 Isti sunt qui cotidie in Esdr[e]as: Qui s<(unt> isti? Angeli dixerunt: melius faci(e)>bant confessionem coram Deo et sacris sacerdotibus agendo
35
elemosinas peccatis
28
resistendo.
27
40
Domine, miserere nobis, et non est w Vox audiebatur, et caro non uidebatur propter ignem et tormentum. ^ E<^t)> dixit Esdras: Qui s^un> isti? Angeli dixerunt: 31 Isti fuerunt cupidi d<(e)>tractatores omnibus diebus suis: aducnam non susse32 aliorum res ad se traxerunt iniuste, perunt, elemosinam non fecerunt,
misertus.
et ideo
in
tormentis sunt.
E<(t)> dixit
Esdras: Domine, parce peccatoribus. 34 Et ambulauit in antea, et uidit in obs uro loco
uermem nmor
a.-
p.
28 verso
ri
la fine:
*i
ot
iirrfcryo'v
I/.E
iiti
T^V
TI
i uapm ua
t
t
autou; xai
pot Mt^ai^>.
jcpu.aa6v]vai.
OUTO;
fallo e
anTpoxoiTifii
eariv
fAt)cpsv
8i'Xiu.a
TTpd^a;
IxeXsuadTi
O'JTO;
Dove
sen/.a
da correggere ^txpov
28, 14: xai ?Sv Ixsi Ppa<i(AaTa ivupo?, xau Iv a-jfoii; oux I^Xsirov. non si dice jz.op(p<k;
Ma
che razza
altrimenti.
di
Cfr.
p.
123,
ma
ben
T6"*
V. 34. Cfr. Apoc. Esdr. p. 28, 22 (e Apoc. loh. p. 90) *al xat ivup xaTaxaTsv TO-J; 4aapTo)Xou?, ne piii altro. II ixotjATiTov non si sa che cosa ci entri o vi faccia.
2S
siSo<*
verme immortale
suos se
tuendum:
S6
uidit ibi
D. p. p. et
videntur
* 4 - !5 sic: videlur ex graeco restipro Domine *5 ignes 40) e palpebris pendentes [ac mulieres] Domine parce pecc., qune verba hie interpolate! fuisse ita fere semper pro *9 31 n. d. n. Eduxerunt: cfr. v. 12 et 30. 33 (nostrum??) videtur 3< sacertotibus resistendo: num <]et^> elemosinis peccata redimendo?
D. et sic saepius
(v. 12.
homines
ffi
36
<(et^>
subm.
**
mis nob.
43
et
et;
ignenem
Edix.
4l
adsedse
42
abuerunt
et sic
infra; 'do
pbus
VI. -
Jem
rnulti
eius magnitiidinem dmumerare potuit. an<te)> os eius stabant et cutn inducit flatum, ingrediebantur in os eius quas<i)> peccatores:
2G
muscae; cum autem respiraret, exiebant omnes alio colore. Esdras: Qui <^sunf> isti? Et dixerunt: Isti fuerunt omni malo
sine confessione et penitentia transierunt.
50
37
Et
dixit
repleti, et
Et
ei
ui<(dit>
hominem sedentem
est
strabant
ex omni parte, et
dixit Esdras: Quis
f.
<',<).
Et dixerunt angeli Iste homo igne. rex fuit per multa tempora nomine Herodes, qui in Betlem lude propter Dominum paruulos <(necauit>. 39 Et dixit Esdras: Domine, rectum iudicium
iste?
:
M Et
55
iudicasti.
40
Et ambulauit
et
uidit
4t
homines
ligatos, et angeli
tartarei
spinis
oculos
eorum inpingebant.
43
Et
dixit Esdras:
Qui sunt
42
r>o
Et uidit puellas uenientes cum bogiis librarum quinparce peccatoribus. ad occiduum. Et dixit Esdras: Quae sunt istae? 44 Et dixerunt gentorum
angeli:
45 Et <(uidit)> quae ante nuptias uirginitatem uiolauerunt. et super eos infundebatur ferrum ardens multitudinem senum iacentum,
Istae sunt
et
plumplum,
,
et dixit:
Qui sunt
isti?
^6
Dixerunt angeli:
Isti
,
65
qui baptismum commiscuerunt et legem Domini 4T Et docebant, opere non inplebant, et in <(hoc)> iudicantur.
doctores
dixit
Esdras:
solis caminum mirae magnitudinis igne ardentem, in quern mittebantur multi reges et principes huius mundi, *9 et paupevum multa milia accusantes eos et dicentes Isti sunt qui per
:
ledebant,
et
liberos
in
seruicium attraxerunt. M Et
fepovTa, xat
xai "Sov iroptvov 6po\ov xa.1 ETV' auriv xat stirsv Trpi; TOU; I<ITI^ oSro;, xat TI TO a-fye'Xo'j; Tt; 4y.(xpTtiu.a auTou; x.ai EITTO'V p.ot OUTO; 6 'HpwSin; IITIV 6 irpo; staipov -Yevsaevo; iirs SttTou; xai y.arwTEpov IXS'XVJCTSV ctNEXeTv rot Ppscpn. xat elirov I-^w Ouat T^V
:
auTsu r
xptat;.
dO'j;
Visio Pauli 16
V. 39. Cfr. Apoc. Petri 10 25 (ed. Gebhardt, 1893, '0 6co';, Stxaia r xptai; p. 50): fin. p. 19: Justus es, domine, et iustum iudicium tuum (Ps. 118i).
p.
31.
Vv. 47-48. Osservare questa tirata contro che oppressero molte migliaia di poveri, e loro
in ischiavitu.
v.
ss.
46 - 47 48 5* 53 erodes dimerare iste i loco necauit? cfr. quasal musce 52. 54, vel quid simile. Cfr. 3 Breoiarii romani ad Laudes in festo antiphonam 57 Innocentium: occidit multos pueros Herodes eorum -|- spinis; propter Dominum
**
OT
45
pungebant?
53
erantibus
ra
'<-"
et sic
plupu
mirre
acusantes
6?
multidine senium
V1SIO B. ESDRAE.
uidit
73
qui
in
alium fornacem pice et sulfure ardentem, in quern mittebantur filii 51 Et parentes manus miserunt et ore eorum eis iniurias fecerunt.
f;o
75
in loquo obscurissimo alium fornacem ardentem, in quern mittebantur multae mulieres, et dixit: Quae sunt istae? 52 Angeli dixerunt: Et ipsi Istae sunt quae filios in adulterio habuerunt et necauerunt eos.
uidit
r>3
f.
v
.
abtulerunt.
filios
paruuli accusabant eas dicentes: Domine, animas quas dedisti nobis, istae M Et dixit: Quae sunt istae? Angeli dixerunt: Istae sunt quae
necauerunt.
56
57
55
in
so
caelum.
Et duxerunt deorsum
in
infernum
mix
flammam
ignis iacentes,
sr,
59 Et uidit multa per eos et transiebant in paradisum. milia iustorum, et habitaciones eorum erant splendidissimae omni tempore. M E<> postcam haec uidit, eleuatus est in celum, et uen<(iens>
nebant
peccatoribus. et depo-
90
Et dixit: Domine, parce peccatoribus. Et dixit Dominus Esdra, recipiant secundum opera sua. 62 Et dixit Esdras Domine, clemencius fecisti animalibus quam nobis, quae erbis pascuntur et laudes tuas non referunt, moriuntur et peccatum non habent, nos autem
:
63
Et
dixit
eis
plasmaui hominem,
in
et
&J
mandaui
ut
61
9.--
requiem sempiternam per con65 Et dixit penitenciam et elemosinarum largitatem ibunt. * Et dixit Esdras: Domine, iusti quid faciunt ut non intrent in iudicium?
et qui electi sunt, in
tormentis sunt;
et
fessionem
ei
fecerit
domino
et iusti <(ibunt)> in
Vv. 51-54.
Vv. 62
72 ss.
Cfr.
Cfr.
25
ss.,
Sedrach
c.
4 ecc.
73
74
~
iniutias,
num
iniustitias?
obscurisso
multe
Mihael
multeres; quie
80
Et
uiuuit
sime
91
8r>
aad
eorum sup. lin.; splendidisquadraginta (quater deccm)? an XIV? 89 ** sed (post recipiant) delet. hoc; eleualus eleuatus; uen quae: quo sic 97 i 9t n interiecto spatio duarum litterarum tantum: ideo ibunt largitate
8*
(cfr. v.
64) supplevi.
74
VI. -
B.
Una
" Revelatio
".
Non
delle
si
di
compassione
questa
pretende fissare la
felicita o infelicita
come
simili
stimo
il
Tischendorf,
il
quale
rivelazioni greche, che peraltro erano gia edite dal Boissonade secondo
lo stesso
ad commendanda quae
i
ipsi
ad sustentandas
p. xin).
liomici
num
Che cosa
abbiano a vedere
scritti,
apocrifi
probabilmente pro-
secondo
io
2
:
lo stesso
di S. Niceforo
lo
confessore,
non
lo
sapesse
meglio
stesso
so pero questo, che per la storia delle superstizioni insomnia della civilta, queste rivelazioni prestano ben altro popolari,
Tischendorf
d'
Esdra.
gli errori
con-
citarono
sugli
animi
lungo
il
medio
evo.
Noi
difficilmente ce ne
e (1827), 2 Partie, 186-187, not. 3. Altra redazione, pero non inscritta del nome d' Esdra, da altro codice aveva pur dato il Du CANGE Gloss, mediae et inf. graec., v. xaXacv1
Notices
et
XI
SoXoyiov.
<p^TOu
Le
BOISSONADE presenta
:
la Siayvwcrt;
TOU
Tcpo-
fera-t-on de grands reproches, si... je rapporte un Calendologe attribue bien ridiculement au prophete Esdras? Ces superstitions astrologiques et meteorologiques ne sont pas
tout- d-fait
Me
inutiles
d connoitre.
II
nemmeno aver
110.
faece
sunt
quae
de
diebus
continet
hunc in
modum
etc.
REVELATIO ESDRAE.
75
di tali pregiudizi
in
certe
in
regioni,
eziandio
i
certe
persone
Questa
revelatio
e
piu
creduli
come
--
di
certa
norma,
e
quindi
- non
ostante le numerose
delusioni
lnnario
uno dei
libri
Figuriamoci, ad
es.
i
,
e
...
piccoli rispettiva-
su
presagi come
questi
di
mutationes princi-
pum
o
di
...
pestilenze
bestiame.
i
Non
e
tutti,
le
stiziosi;
lo
pero quanto
i
pregiudizi
superstizioni fossero
mostrano
Del
resto,
la
diffusione
stragrande
non poteva non esercitare. Si ritrova in greco, in latino, in antico 2 3 ne ho ritrovato anche un frammento in italiano inglese ecc.
;
Lo
tre
codici vaticani
liturgista
Alia superstizione stessa che accenniarno, credo mirasse il celebre Durando nel passo seguente che L. D<(ELJSLE)> nel Journal des
savants
Mai 1900
p.
le
318, riporta
dalle
Instructions
..
et
constitutions
et
de
Guillaume Durand
Speculatetir, publiees
par Jos.
BERTHELE
M. VAL-
MARY. Montpellier, 1900: Dies quoque egyptiaci, constellationes, lunationes, Kalende januarii, initia mensium, dies, menses, annus, cursus lune, solis et syderum super stitiose observari non debent, ere den do
ill is virtutem sen necessitatem inesse, quoniam non sunt cause rerum, sed signa. Pero quest' ultima concessione superiora
videlicet
in
lasciava sempre aperta la via alia superstizione. 2 Cfr. R. L. BENSLY, The missing Fragment
of Ezra (1875)
p. 80 e JAMES, The fourth Book of Ezra, p. LXXXVIII. 3 Nel codice 500 del Capitolo di Lucca, un Martin Polono della fine del sec. XIII, in un foglio ch' era stato lasciato bianco tra la cronica degli Imperatori e quella de' Papi, e di cui venne tagliato il corrispon-
70
VI. -
da
cui
pubblico
il
testo latino,
come per
tempo e per regione, e non sono gli unici '. V 2 L'uno A, il Palat. lat. 1449, sec. IX, f. 119 -120 provoda Lorsch Codex de monasterio sancti Nazarii in Laiiresliam nicnte
,
f.
il
147; Iste liber est ccdesie sancti Nazarii in Laurissa f. II; V secondo B. Vat. Lat. 248, sec. XII, f. II Liber sancte Marie belle
I
Vallis,
3
,
1'
ultimo
(7,
Vat.
Lat.
e
156
1429
(f.
139 V )
tre testi
si
die e meglio
il
rispetto della
lingua, quanto
sostituzione
di
aggiunte
a
varianti di predizioni.
ci
Ad
es.
la
spelta
di
frumentum
ricorda
il
cresceva
turbatio
la
spelta
preferenza
che
grano.
aggiunte
Eomanorum
magnae
,
prima, un tempo
si
un luogo
dove
studiosi
ma
anche
gli
storici
BENSLY
1.
c.
Cambridge. Chi volesse e ne avesse agio, non dubito ne noterebbe ancora ne' cataloghi stampati "delle varie biblioteche.
2 3
Aceennato da BETHMANN
Cfr. B.
1.
c.
355.
(1860) 239 SB. II codice contiene parecchi documenti relativi alia Badia, che verranno pubblicati a suo tempo ne' Studi e testi.
nella Gallia christ.
HAUREAU
XV
REVELATIO ESDRAE.
77
filiis
humidum, autunnum ventosum, annonas bonas, habundantiam peccorum, mel sufficienter, vindemias bonas, leguminum ubertatem, fructus hortilares;
iuvenes inorientur
b
pugne erunt
et latrocinia
communem temperatam;
magna erunt
matronae
et
infirmitas, bella
militum, mutationes
principum; multae
magnae
et
hiemem magnam
;
Reuelatio
quam
ostendit
filiis
et
Dominico die si fuerint Kal. Ian., erit hyens calida, vernus humidus, estas autunnus uentosi, annonas bonas, habundantia pecorum, mel sufficienter, uindemia uberis, leguminis hubertas; hortolares peribunt, iuuenes interibunt;
bella dilecta militurn, latrocinia erunt, et aliquid noui audietur aut ex regibus
aut ex principibus. Feria .II. a si fuerint Kal. Ian., erit hyens communis, uernus et estas temperati, diluuia magna erunt, formido inh'rmitatis, pugne erunt, regum disceptatio,
glacies
magne
e)
mortalitas;
vindemia non bona. Feria IIl a si fuerint K. Ian., erit hyens magnus, diluuia nimia, uernus et estas humidi, autonnus sicus, frumenti raritas, pecorum interitus; repentina
calida et ver
Revellatio Esdre prophete. - Si in die dominico fuerint kalende lanuarii, hyems humidum et estas varia et autumpnus veutosus, spelta bona, habundantia
peccorum; mel sufficiet; vindemia uberiraa, leguminum ubertas; fructus ortales peribunt, iuvenes interibunt, bella erunt et latrocinia, et nova audientur aut de rege aut de
principe, et pax
Si
fiet.
in
die
Lune
hyems
erit aspera,
ver communis et
estas ventosa et temperata; diluvia erunt, formidines, infirmitates et valitudines princ) altercationes, et multe matrone sedebunt in luctus; solaties -) magne et cipum
.
vindemia non bona; apes morientur, olei parum erit. Si in die Martis fuerint Kallende lanuarii, hyems
erit
magna
et
umbrosa
et nix
a) iaiuarii.
b) corr.
ex
antur. cfr.
e.
c) sic.
78
peceorum repentinus
rnritas, incendia
VI. -
inorl)iis.
navigium periuulosum
>,
mel
sufficienter, lini
;
mulieres morientiir
et reges
vindemia laboriosa.
pomorum
inanitas,
c)
;
hiems calida; autumnus temperatur negocia bona, vironim interitus, f ventris et praecordiorum solucio; mulieres pericula ferri, olei copia ), locis diversis fames erit, aestas bona; aliquid novi audietur, morientur,
mel non
erit.
vilitas,
carnis caritas,
pomorum habundantia
),
mel minus erit, hiems temperata, ver ventosus, autunnus bonus, bona, porcorum interitus, pluviae multae; flumina exibunt; oleum sufficiet annona viciabitur, legumina promiscua erunt, et pax.
aestas
h)
,
mors regnabit, mulieres morientur, pericula erunt in pelago, mel habundabit, incendia erunt, pestilentia nimia, legumina erunt, fructus hortolanis <") peribunt, turbatio erit Romanis, vindemia laborabit.
Feria
et
IIIl
a
si
hyens calidus et asper, vernus malus uilitas, uindemia abundans, (ui eras.)
pomorum
fames
hubertas, pericula ferri, copia olei, mulieres morientur, diversis locis aliquid noui audietur, estas bona erit, vindemia bona, iuuenes
erit.
hyens temperatus, uernus uentosus, autonnus poma habundabunt, pecora iuteribunt, pluuie multe erunt, flumina foras exibunt, annone superabundabunt, legumina promiscua erunt, oleum sufficienter erit.
Feria
si
Va
fuerint K. Ian.,
et peccora potiorum c) } repentini periculi; naves in pellago periclitabunt, mel habundabit; linum charum, incendia multa, pestilencia magna, legumina precipua, oleum satis, turbatio Romanorum; mulieres morientur, reges peribunt, et vindemie laborabunt
carum
utilis c),
vindemia bona,
peri-
hyems
calida, .ver
humidum,
estas bona,
aumptunnus temperatus,
culum febrium, olei copia, ventris solucio; mulieres morientur, per diversa loca iuvenes cadent; mel non erit, habundabit frumentum et avena, et vindemia bona. Si in die lovis fuerint Kallende lanuarii, frumenti habundantia, carnium et lini
erit, hyemps temperata, ver ventuosum, aumptunus bonus, peccudum interitus, pluvie multe; flumina et fontes exibunt, t </oleum?^> sufficienter, spelta c ) viciabuntur; legumina promischua, estas bona, habundantia in illo anno, et reges multi et principes peribunt, et pax fiet, et erit habun-
dantia vini.
c) sic.
d) -ul-
ex
-ol-
e) -antur.
f)
co in raswra.
g) ab.
REVELAT10 ESDRAE.
Dies Veneris facit
siccus'),
fruraenti
79
vilitas,
dominentm
c)
variis
languoribus
morientur.
Feria VI
si
uilitas, uindemia habundabit, lippitudo oculorum infantes interibunt, bella dilecta militum, terre motus per loca, magnus regnabit, rumor circa principes.
(Segue
d'alf.ra
mano
d" altro
inchiostro)
sabbati, hyemps turbinosa erit; oves peribunt; estas bona; fructus laborabit, mtilti egrotabunt, ueteres morientur et apes, case
erit
et uer
uentuosus, et nix
cremabunt.
Si in die Veneris fuerint et
ventosum
dantia, lipido
Kalende lanuarii, hyemps temperata erit, ver bonum aumptunus siccns, fructuum et vindemianim habnnoculorum; infantes peribunt, bella ernnt, destructio militum et regum;
c)
magnum;
estas
varia tempestatibus vexabitur; aumptunus siccus, frumentum carum; terciane et qnartane febres vexabunt, homines senes morientur, incendia multa erunt, f'-uctus labora-
lini
multnm;
et
homines egrotabunt.
Ecco
il
frammenio
II
ilaliano, di cui
verno pessimo
li
''.
uindemia serotina
r
.
pecore et ape periranno. pomme piccole. Infirmita subitanee grande. Molti incendii saranno in quello anno.
.o.
Mortalita
frigida
k)
da principio
fine
ad
poluerose. le biade piccohssime quasi non apparent! in ne campi. .p. cioe secca.
.q.
le biabe
premature piggiori
la brinata et
le
alle
altre. et
et
maxime
.r.
.s.
la uectuallia.
poca per
dolori di occhi.
ualle
caro. lino
Anuo
i)
!)
si
perdera.
ex
c) sic.
ex succus.
k)
frigidita.
1)
incerl.
80
VI. -
c.
Un
apocrifo di Clemente
Romano.
Poiche inedito, per quanto so, o almeno non conosciuto comunemente e 1'apocrifo clementino ricordato sopra a p. 64-65, stimo bene
di
pubblicarlo qui
confidando
die
la
rarita
due apocrifi d' Esdra e di Clemente andranno cougiunti nella stampa, come lo sono nel codice, sebbene in ordine deliberatamente invertito per la doppia ragione che la Visio e
facilmente
accessibile.
Cosi
precetto
si
presenta male
il
fin
Con temerita
od inabilita intollerabile
o d' altro
,
dice
tondo tondo
il
quasi
fosse
eternam. Forse
suo vocabolario
era
Dio
La
chiusa e
meno
insensata e immodesta.
della
Segue
pontefice,
1'indicazione
fonte
--
visibilmente
il
scritta,
che
il
bisogno d'indicare:
vi
Inueni
in
che
trovo
Dominus
dixit
meum
et
quod de duodecim
e,
si
pane
aqua ieiunare
naturalmente
ci
ricorda
canoni
comnnemente
suppongono legiferare.
un riscontro meno generale che non sia quello di far dettare (come ad es. nel Testamentum D. N. I. Ch.) al Signore un corpo di leggi e d' istruzioni su preghiera degli Aporiscontro pero,
e
stoli,
c'
Un
e colla
Yjixaiv
'I^aoO XpiaToO
l-rnqpto-
T-r)aavTcov
ayttov 'AuoTTdXcov, Signore, rispondendo per voce d'Angelo ad un' interrogazione di Pietro, da precetti sull'osservanza del digiuno quaresimale
!
.
TCOV
cui
Cfr.
il
riassunto di
I.
81
Checche
sia,
1'apocrifo
non
i
deve
risalire
molta , antichita,
vanni Battista e la festa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, e vi si fa menzione del leggendario S. Cristoforo. fi notevole tuttavia prima
di
sanctorum lacobi
et
Christofori,
tutte le
Roma come
che a
Roma
ne riporterebbe di leggieri
supposto
Clemente.
eternam. Inueni
quod Dominus
strum
et
s
meum
Primus
mense Marci:
10
lunii.
Septimus ante natiuitatem sancti lohannis baptiste. Octauus ante festiuitatem apostolorum Petri et Pauli. Nonus post festum sanctorum lacobi et Xpofori.
15
Hoc
Amen.
1
sciatis, fratres et
sorores
2
,
bene obseruauerit,
in exitu
Cioe
Si
il
* 3
rioti
Cfr.
Matth. 4
4
3
12
ueiieneris
aqua
litterct
10
!t
quator
baptisstn
Ooctauus.
VII.
Due supposte
II
il
lettere di Dionigi
Alessandria.
cod.
Vat. gr.
II
2
331,
sec.
(?)
trascrisse
',
fr.
XXXIX,
presenta nella
Catena
Ill dei
Re
(f.
88), perspicua
Aiovvm'ou
rcujToX9)
poco
dopo
altra
ToO auToO
ETUKTTOXY)
O
dello
avayvtocrcY).
gusto
d'
stesso
il
delitto
citta o
in
esempio Davide,
se
stesso
cui
e contro
la
ribellione del
proprio
figlio,
lui
pure e loro
nello stesso
dei propri
delitti.
stile,
Una
insolita
certe rifles-
TWV
uTrrjxctov
<TTpY)0efc
mi sor-
V Fragmenta Patrum graecorum I (1788) 37-38. Nel codice (f. 24. 32 ) sono anche i fr. XVIII. XL. XLII, ed. a p. 52. 40. 49 da altri mss. vaticani e non dal nostro. 2 Sembra la stessa che nel cod. Coislin. gr. 7, F appresso LIETZMANN
1
Catenen 43,
testo,
ma
il
onde
i
nel Coislin. mancano le due epigrafi, che riferiamo nel LIETZMANN dovette limitarsi ad indicare che passi 1. 2;
i
nostri, non compaiono nella Catena Lipsiense. Identiche epigrafi invece stanno nel piu recente e scorretto codice Vindob. gr. theol. V,
cioe
di cui cfr.
3
Cfr. DIONYS.
fr.
(P.
G.
Rom,
14
126 C).
VII. II
DI DIONIGI
ALESSANDRINO.
83
pensare,
nome
Orsenufio
'
naturalmente
mi
al
fece
tra
vari, a
celebre vescovo
Alessandrino poi
la
citta
ripetuti accenni
al
flagello
".
e
il
divenuta
[/.OV<XOVTI
"
;
vedova d'abitatori
e percio,
affine
vedere se tale aggiunta mai fosse da qualche sciocco copista, confrontai le due lettere coi frammenti geimini del Santo, lusingandomi che la fratellanza (se
alquanto
di
mai
cosi
c'
poco ordinaria.
E
larita
difatti
osservazioni.
OTI
81
II
principio
xai
stesso
della
oXir]
prima lettera
[/.aaT^eTai
TI
;
Oau(jt.ai?
Ivo;
apiapTia^
uovou
TcdXi;
corrisponde al principio della lettera a lerace 'Eaoi Sk TI 9aufjwwrr6v si irpo^ TOO? uopptoTspco TrapoixoOvTa? yaXsTrov TO xav oY liriffToXdiv
6uiXTv...
OTI
{jt-Y)
e alia fine
2
del
(cfr.
c.
3 de promissionibus Oauixa'Cw os
altresi
3
ixaXXov
II
4
xa\
i(5ov
piu avanti
Eirairopsi
il
c.
2 ad Hierac.).
secondo periodo
7iiax6iroi>
I/.Y)
TOI'VUV
t
Xtvov xat TO OuataaT'^ptov XetTOupywv xai udXi; oix"r)Topwv ^pE'ki ha un riscontro non lontano colla lettera T) a lerace c. 2 (1341 B): Eira Oautxa^oua-i xa\ (JiaTropoOo't
<pauX6TY]<nv,
Si'
TioOtv
01
auv'/i^
-r)
Xoiaoi...
oia
i
TI
v
[XYJXE'TI
ToaoOTOv
TrXf^Oo^
oix
/)
wv
[/.syiaTY)
il
u6X
auTTJ
cppt...
Anche
'O
f/iv
primo lunghissimo periodo della lettera a Orsenufio, STU xaOai'ApiTO-aXcotx o^ix^v irapa TYJ; 0ia; ai:Y)TY]0-r) O^I'XY)^
ivai
(Jixaa'T-r);
pai
xai
Cfr. PAPE-BENSELER Worterbtich der griechischen Eigennamen vv. 'Opaavou<p (-91, 'OpTavou^i;) 'Op^evoOfpi;, a cui aggiungi le forme e i ne' papiri e nelle passi indicati piu avanti a p. 85 not. 3. Una ricerca
1
probabilissimamente
esempi. 2 P. G.
3
'
1340 A. 1244 A.
to?
Cfr. de promiss. 2 TX; ewa7:op^<yei; (1241 A). Cfr. i frequenti in Dionigi <!><; olSa:, co; ^o/cet, ox; tare,
?TXTIV ecc.
84
apy/jv
os
VII. -
xai
$OV4pa><
xa\
<7'JViXpo7'.
xai
irJrrjXYjv
Tvpavvioa
ff'jvopauovTi;
airspXs'lav yap
oixrjv
si
TOO
uovovouy) a'jyy.aTaTXc'jaTavTc; TTJV lupavvioa. asv si; TY]V apy;r,v, TOO ss si; TYJV TsXcUTr,v,
xa\
(XY)
7rapaypY][/.a (sXu-r/JY)
yxp av
di
Aaue\
TWV
u7TY)x6cov
ua'XXov
T?i;
paaiXixfi;
a!;ia;
airoffTspoupsvo?)
aXXa
[juxpov uaispov
a7iY]TYJGY]<Tav,
non
ha
iiiente
di
c.
singolare
3:
fronte
TioXsi
jxiv
all'altro nella
lettera a
Domizio e
Didimo
TO'J;
'Ev
^s
T^
Tai
xaTa^s^uxa^tv
Maniac/;, Aio-
a^avco;
Txopo;,
2iciffxeirr6fi.evot
a^sX^ou; irpstr^JTSpot
ot
Arj[/.^Tpio;
xa\ Aouxio;,
sv
yap
sv
x6<T[jt.co
7rpo^av(T7poi
01
(JLETOC
<J>au<7Tivo;
xai 'AxuXa;
AiyuirTcp TcXav&vwu,
^taxovoi os
TOU; sv TYJ
v^aw isXEUTTjO-avTa;
H
apyf);
xa\ irapta-xcuaTS
svaycovico;
TWV
TWV
acotJiaTcov
TrepiaToXa;
TWV
TsXsttov xa\
aaxa-
oux axivouvw; sxTsXstv. Ka\ yap asypi vOv... (1293 AB). p^cov ijiapTupcov Anche verso la chiusa troviamo si Si TI; airidTsT, axou^iw auTou
Xs'yovio;...
TTJ;
a^sxaa"Tou
'^-/jcpou
xaipov
supou<TY);
iTTjoetov...,
TCOV
come
nel
fr.
10
uis
Rom. 'Eav
TI;
[xou
si;
auxo^avTwv...
ot'YjTat
auT^v...
irpo'Tspov
HaTs'pa
sui-
Sv
olsv auTo;
xaipov uusps'OsT^
(JLS...
(1292 A).
de natura, ce
n' e
pifi
Dopo
gnanze a credere veramente di sebbene mancanti fra le edite, e a riporle nel tempo, in cui dovevano
echeggiare
i
lai
per
le
rinascenti pestilenze
flagelli.
Si sa
che Dionigi ne ha scritte molte piu delle poche giunte a noi, molte
di
cui
non sappiamo
affatto
nulla,
e quindi
nat.
TOIJ; j.ev ev T?) TTO^SI... (T'jvsxpoTO'jv adv. German. 6 (1324 A), de 5 (1268 A). Per olxctucap.. cfr. s^oixeiwTa; eaurov adv. Sabell. (1269 C), ed anche olxcu&raTOv, otxeioiraTa 1324 C. 1328 A. Piu avanti tf pt^a
TifAwptag,
rtj;
cfr.
de nat.
5-
TVJV
X.QIV/IV
avayxviv
si
potrebbe seguitare
ma
vano per
la
ragione
che
DI DIONIGI ALESSANDR1NO.
85
il
es.
venne
frammento a Conone
scrittori
egiziani di lettere
mi parve
in antiquis
! .
in christianis e per
il
suo colto
stile
ha fatto stupire un
al
Ed
ecco ivi al
1.
39
la
lettera a Teodosio
2
,
monaco, e
1.
Ill
219
persona
piii
3
.
lettera
per
i
attribuirla
a Dionigi?
perche fra
corrispondenti di lui se
nome
d'
quantunque sia vero che la trasmissione delle lettere Isidore e avvolta da incertezze, e quantunque nella stessa nostra
e titolo,
si
Catena dei Re
il
soglia,
(cio
citando le lettere di
lui,
indicarne altresi
numero progressive
il
che non
4
si
nome
non era
facile
Forse questa, come piu altre delusioni letterarie, avrei potuta tenermela in petto, pago della novella lezioncina sulla fede delle Catene e sulla necessita di consultar meglio i nostri buoni vecchi,
datami
1
dalP esperienza.
Ma
prima
di tutto
pare degno
di
nota
il
W. LUNDSTROM De
Eranos
126
il
CAVE
Hist.
litt.
I (1740)
il
KOLLAR
nelle note al
Lambecio
III 38,
DE MAGISTRIS nella sua ed. p. LXI avevano raccolto la sua quanto osservazione. E a deplorare, che il Migne non abbia riprodotto le dissertazioni del raro de Magistris, tanto che era avvenuto a me stesso di
diraenticare affatto 1'appunto preso su lui fino dal 1894. 3 I 6. 85, II 240 (OuffQsvo'jfMj)), III 171. 219, IV 70. 78. 80,
355
manca
PavayvtocrTY),
come
anche in IV 212 Ouapasvoixptw (se pure non e per B*p<rav.). Ai nn. 171. 78. 80 sta 'Ap-rev. V V 4 1 439; 55 'I<7V)8oi. TCI>. srt0wvi f. 53 'Ifft&cop. siuuToXy) <ry' I 388; cTToXy) oy' 0socppovia zn I 180; GO 'laiSwp. STTKITOXTI <s^ Ka?:sToXtv(> 62 'IffiSoi. STCITTO. a/.vi' 'H<ry.tou (sic) = I 482. Invece nella catena dei
Giudici
f.
35
c'
e solo
il
nome
d' Isidoro.
delle lettere
86
VII. -
DI DIONIGI
il
ALESSANDRINO.
Dionigi due epistole
let-
fatto stesso,
d' Isidore
trovano sotto
fatto clie
nome
di
Pelusiota
terarie
odieme giustamente
piii
mazioni,
ma
stando
quasi
s'
sepolto
reperibili o
dove non
attenderebbe, potrebbe di
stessa
i
sfuggire
anche ad
luogo
i
altri
e cagionargli la
mia delusione
In secondo
Da
piccoli
frammenti
d'
Ireneo
tramandatici
clal
nostro codice, almeno fintantoche non se ne perche gli piu sicuro ? Dico piu s i c u r o
,
trovi
altri
un testimonio
codici conosciuti
di
questi
frammenti essendo
tutti
di
si
affacciano
se cioe
gli
stessi
dubbi,
cominciare
dal
primo capitale
2
.
dubbio,
abbiano
valore
proprio,
dubbioso testimonio
lascio
uscire
la
nota,
clie
altrimenti avrei
non
dissimili indicati
da PITRA Anal.
sacr. Ill
597
(e
si
che
2
trattava dell'Areopagita), HARNACK-PREUSCHEN 1 420 ss. Riguardo al fr. XVIII (VII del Mlinter p. 52) il cod. 331 stesso
di
da ragione
ne sono
parola
-
lo spazio rosso e per una numerazione propria, lasciato, per secondo la quale il primo si riferisce a lud. 6 s, 1'altro al v. 32, mentre 1'estratto d' Ireneo spetta al v. 27. Laonde conviene considerarli come le iniziali colorite in
distinti affatto
a se, che non si legano fra loro, ma sibbene col testo, e precisainente con quei passi cosi giudiziosamente indicati dalla numerazione Quanto all'autore, fino a prova in contrario credero ch' e' siano non gia d' Ireneo,
scoli
ma
tanti scoli brevissimi apposti nella nostra Catena al libro de* Griudici. Questo fatto ne da concetto men buono delle altre catene, dove i tre passi, certamente distinti, sono andati a
dello stesso
fondersi in
un
VIII.
Antliimi Niconiediensis episcopi et inartyris de sancta Ecclesia.
Due
Lombardo Alcune
note
il
piu
antico
di
d'Antimo
vescovo di Nicomedia e martire della persecuzione dioclezianea (f 302) 2 a un certo Teodoro: 'Av0^*.ou &itu7x6itou Nixounqofa^ xoi uapTupo^ EX
7(J5v
cod.
ayia;
sec.
sxxX-rjTta;.
V
f.
fi
V
conservato nel
;
XIII,
32 -33
quello
uep\
stesso
upovoia^
Clemente
d' Alessandria
della lettera di
da cui a suo tempo suppliro le lacune PP. Pasquale I a Leone V 1'Armeno in difesa del
,
4
.
[Rendiconti, serie
II, vol.
XXXI, Giugno
1898,
p.
1-4 dell'estratto].
-
LUCIANO ANTIOCH.,
EUSEB., Hist, eccles., VIII, 6 e 13. 3 In appendice alia ediz. del 1. Quis dives saluetur, Cambridge, 1897,
p.
n.
2552
a, t. II, p.
743.
Fu
pub-
blicata per la prima volta dal PITRA, luris Eccles. graec. hist, et monum. t. II (1868) p. xi-xvn, sovra un codice mutilo e tlanneggiato del Collegio Romano (ora nella Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele?).
che ha compilato un indice de' ma[L'amico Pio FRANCHI DE' CAVALIERI, Biblioteca m' assicura che non c' e. La lettera di Paaquale noscritti della
ristampero in fine
di
queste noterelle].
88
II
VIII. -
tre pagine,
brevemente cspone
fa
le
nome. Per
come per
piii
pagana
semenzaio
come
di
contrabbando,
dogmi alqnanto
i
modificati.
filosofi
seduttori, che
particolarmente nomina.
L'opuscolo, benchS breve e benche sospetto, non e senza inte-
resse sotto
il
rispetto letterario.
Vi e
citato
l
uu
v
libro finora
non mai
co;
sulle tre
nature
|3i{3Ata>
OuaTcty-
XEVTIVO?
aipsffiap^Y)?
Il2p\
irpwTO^
TCvdY]Tv
contro
T&
Tai
ypa^pivco auTw
del resto
Ve
il
altronde
noto
Apelle
Marcione: irapa TOO 'AirfiXXij TOU paOiqToG Mapxioovo;, 8? lauToO o\a<rxaXov OUTW^ E^TQ WzuSzizi MapxiW irpo; TOV
clvai
ap^ot?.
eyw 81
d'
le
Platone e
Ermete
pagani per
lo
scopo
tutt' affatto
diffe-
verita
dottrine
o almeno creduti
tali.
I,
p.
bis
Eusebius,
XLIV,
t.
ed. Dindorf,
coll.
t.
II,
p
[ed.
399. - PHILA-
STRIDS, Haer.,
XLVII, Patrol
le
che derivano
t.
1162-3
Marx
24-25],
s.
Ippolito:
HARNACK-PR.J
c.,
p.
198.
Duolmi
non avere
la
dissertazione
A.
V, 3, mise in acuta opposizione come al docetismo, cosi alia dottrina dei due principi del suo maestro e lo ha combattuto in iscritti, si raccoglie anche da una scoperta letteraria (di Antimo)... Questo <kuSsTat e carattenstico per la critica decisa di Apelle (ne reca sei esempi)... - che egli abbia applicato lo anche al suo maestro Marcione, e una notizia ^etj&erai nuova ma non inattesa per noi ecc. "].
:
DE SANCTA ECCLESIA.
fi
89
o
supsi
!
.
posto
di
opere
quale
non era
qui
se
almeno
cristiana
letteratura
Cosi
si
spiega
comprende
a'
meglio
quel
passo
si
poco
punto
considerate
di
della
ricordano lettere
Antimo mandate
cuzione:
EV
xtofjiY]
,
Koi ypajx^aTa
{jiev
7w
auToO xpuuTO[jLvou
intercettate
dagli
2
.
tari
che vennero
imperiali
satelliti
syEypaicTo
G...
Se non che ne
di sospetto.
il
titolo,
ne in piu parti
il
contenuto e fuori
3
Ad
es.
sono
citati
come
del
Gorgia;
che
parmi
esso
ripugnino
avesse
non meno
Valentino
all'
ortodossia
le
tre
Padre
d'
del
:
dello
Spirito Santo,
6ico(rcfl&Tei?
orme
xai
di
Platone e
Ermete
yap Tpt^
xai
Tpia irp^Twira
OUTO;
HARNACK-PREUSCHEN,
Nel martirio delle
ss.
t.
I,
p. II,
p.
773
ss.
t.
'
Domna
Inda
in Patrol. Graec.,
CXVI,
1073, cfr. 1076 A. Dalla domanda dell' Imperatore e dalla risposta del diacono pare, che la lettera non fosse sottoscritta dal santo, essendo
inverosimile che nella sua sede episcopate Nicomedia
di lui, gia
s'
ignorasse
il
nome
vescovo prima della persecuzione, e che sarebbe stato in relazione con personaggi della corte. - II passo citato era gia dato in versione
latina
t.
dai Bollandisti
nella
nota
agli atti
April,
3
Ill, 346.
68
TxOTa
%ri
TCdcvra-ulov
yewa:
in
,
e52A:
il
TOUTWV
fty
Cfr.,
ma
sulle
v.
due nature
Cristo,
I,
frammento spurio
riferito
da Eulogio Aless.,
HARNACK-PR
da una
183. [II nostro passo sembra fonte bene o male intesa, in cui si
I,
di
TERTULLIANO adv.
passi
Valentin. 4,
come
falsa e contradditoria
ad
altri
di Tertulliano stesso:
et
instravit,
nominibus
numens Aeonwn
90
VIII. -
Ma
si
titolo
?
il
ricordo, che vi
fa degli
Ariani
',
d'
nel
si
il
nome
di Cirillo
2
.
La causa parrebbe
Perocche
le
ma
forse non lo
si
e del tutto
3
.
di loro. Inoltre,
in
un segmento
salta
ad
eretici del
di
il
tempo
1'
tutta
Non
e pertanto
infondato
il
alterazione
manirisico
e per questo
1'altra
non
copia, che
in per son ales substantias sed extra Deum determinates, Valentinus in ipsa summa divinitatis ut sensus et quas affect us et motus incluserat (P. L. II 581). Valentino avrebbe
distinctis
in
Dio stesso inchiuso, messo delle personales substantiae: cosi forse pote qualcuno intendere. La frase personales substantiae non e poi tanto
lontana da 'jTcoaTaTsic
e di
La dottrina pero esposta da Antimo /.a: Trpofftora. diversa da quella accennata da Tertulliano]. gran lunga 1 Cfr. similmente EPIPHAN., Haer. LXIX, t. Ill, 225; AMBROSIUS,
1.
de fide
'
I,
5,
et
13
s.
Girolamo contro
Dicta
interpret.
paraboL
evangel., Quaest.
-
XXXVII,
xocOoXix^ -
e Q. XXXVIII, a7rb TOO ; ixoXouOetv, ediz. Montfaucon, t. II, 31G. [P. Gr. XXVIII 724. L'opuscolo e tardo, forse posteriore alle p. invasion! dei Crociati, se il nome Opayytov della Quaest. non &
oTrap/ei
LXXVI
un'interpolazione. Cfr.
3
Maurini a
col.
709-710].
[Insomma
adesso anche nel
8-18 fossero un'interpolazione: ma sospettai che i 7 secondo il codice dell' Escuriale occorre una mensecolo e
il
loro
nome
manichei. Quanto
il il
slegatura,
non deve sorprendere in un estratto, quale secondo sarebbe 1'aneddoto. Differenze di lingua e stile non credo sia
Ond'io metterei senza altro uno Pseudo davanti
caso
d'invocarne.
al
nome
ma amo
meglio attendere
il
giudizio altrui].
DE SANCTA ECCLESIA.
'
91
nella
dal
mi consta
esistere
biblioteca
del-
F Escuriale. Essa, e vero, ci potra facilmente lasciare nelle stesse incertezze; ma potra anche giovarne assai nella fissazione del testo
e conseguentcmente nel giudizio die se ne deve portare ".
Al presente, per somma gentilezza del ch. D. ERIBERTO PLENKERS, benedettino di Beuron, una collazione del codice Scorialense S
mi
sta innanzi e
purtroppo
diciamolo subito
gli
ci
tezze di prima.
quindi, se
Anch'esso presenta
altri
stessi
passi
inquietanti;
non compaiono
lume altronde
compiuta fronte ad
sull'
esso.
Gia
In
haereticomm
eodem Anthimo de dogmatis ecclesiae ad Theodorum, III Z il ad pag. 105 [ora fol. 1U2-103 T ], in cod. Ambr V a 114 sup., n. II, f. 13 [su cui v. ora 1' VIII delle citate mie Alcune
1
Ex
note
di
compilato... greet lense e ora segnato V. - II. - 7, MILLER, Catalogue des mss. grecs de la Bibl. de I'Escurial, p. 197, che pero ricorda appena il nome d' Antimo
dell' Escuriale
senza aggiungcr nulla, donde appaia chi sia e qualc scritto di lui si contenga nel codice. [Ecco la descrizione di lui: In-fol. en papier de
coton, de
206
feuillets et
du
XlV
siecle.
Decrets, lettres
et
synodes des
Jean Chrysostome, Theodore Studite, saint Basile, Meletius, Theodoret, Photius, Anthimus, Leontius, Maxime et Cyrille].
Si not!
il
titolo
quale e latinamente tradotto dal Colvill, e che sarebbc sopra, se pure Colvill tradusse bene.
ib.
:
[Nella collazione nessuna variante al titolo e notata]. 2 12 ss. Nel catalogo de' libri manichei, P. G.
LXXXVI
21 C,
y'
notai
due
varianti,
che per
la loro
importanza giovera
qui riferirc
92
VIII. -
sugli eresiarchi
in
8 8
invece fra
S.
nomi
del
ed
3
.
Massimo
sulle
La redazione
di
Contro la supposizione, die tale comper intero I'ultimo paragrafo. sia dilatata ossia die la redazione di pcndiosita sia originaria, sembra parli il fatto, die S talvolta e come per interpolazioni, mi
(et<rro>wv ed.) 6fxa?... s-' V) sTuraXoyo; 'Ayawiou ('Aloytou ed.). variante piu probabilmente e cattiva, cfr. il testo d'abiura preLa prima scritto ai Manichei convertiti in P. G. I 1465 D; ma 1'altra e senza fallo
giusta,
come appare
1468
c. 14 e di PIETRO SICULO c. 16 (P. G. pervenutaci sotto il nome di Fozio CII 41 B; CIV 1265 C, dove 1' ewT<*Xoyo: e detto due volte d'Agapio). Su Agapio cfr. Fozio cod. 179.
Massimo, e dubito, se sia di lui, tanto e zeppo d'errori. Ne trascrivo in saggio un primo paraM. e Rufino,, ma dove grafo, dove occorrono notizie peregrine su Gregorio sono degne di considerazione e di fede.le parole sw; ~r,c, avofAtpov piuttosto xoarefv TYIV aipeacv ecc. Eccolo: Mai[/,ou p,ova/ou xai 6p.oloy/)TOu ex TWV
1'
Finora non
ho ritrovato fra
le
opere
di
i::i<iToX(3v
roO
Tcoiv^ffavTo;
T'/JV
ayi'av
lelp.'ittjiy
(ruvoSov
UTTO
7:oXsp!.tot
,
Tcpo^pofxoi TOO
avTi^pt<7TOu,
ot
x.at
avsOsp.aTt'ffOvicrav
jcat
TWV aytwv
oi avTilajU.pavop.svot rareptov,
TWV
^i^liojv 'ilpiysvou;
xat 'Poixptvou TOU AaX^-aTta; i77i<ne6irou TOU spp.TiveuffavTo; ra? PI^>.OU<; TOO aipsTixoO 'ilpcysvo'j; awb T?i? IXXvjvijc^; ei? TVJV pwp.al')cyiv xai x.aTax.pi6VTo;
TOU aytou Tpyiyopio-j TOU Aialoyou Tra-^a 'Pei(X7)? (>cai~sp It^elXov co; S^Osv {xsTavowv OUTO<; 59' ai; s-pa^ev spp//ivsiai; TWV ^i^XCcov TOU 'Sipiysvou? e7coi'/]7aTo, aXXi Sii TO ^Xa^vai Ta p,ova<TT^pia y.ai u-oypa^at auTa xat
UTCO
ew;
6
T^J;
C'^j/.&pov
xpaTstv TTJV
a sleyov yap x.at ibiaytoe Fp'/iyopio; aveOefAXTiasv auTov TOV 'Pou<ptvov) Saaxov, ev T-^ TT^fXTCTV) (Tuvo^w Ta xaT* auTOu; yjleyyOr). aXXa xat [Agra T-/JV TOU Oetou Fpviyoptou TeXeuT-/)v evoy^aa; 6 'Pou<ptvo; oux e^ey^Ov) UTTO TOU
[AST
auTov xaTa<TTa6evTO?
2
TraTia.
si
parla in
usati
due
soli
XIV
secolo.
Tou ayiou Macif^ou Trept TWV Suo 6sV/iu.aTwv TOO yrpidTou. Inc. To XpiTTb; ovo{xa (P. G. XCI 268? ovvero un estratto dall'opus'c. De duabus unius Christi Dei nostri voluntatibus, dove altresi, col. 204 A, ricorrono
le
parole
DK SANCTA ECCLESIA.
93
certe
monco
sioni
7i
cammina male
s IT s v 6
3.
12.
14),
ed attenua
espres-
wTo;
xai OUTO;
<?
ic
apa
$(oxsv,
linee
oTTp...
avanti)
sia
Forse offese quel -rcpwTo; (lasciato tuttavia due perche viene a presentare come un trovato di
Valentino la dottrina delle tre ipostasi e persone, sia perche sara parso in contraddizione con il seguente 6o>X6u.vo;. Non si pensa o
s'insegna per primo cio die
iion
si
piglia da altri,
badando che
e
VA
vi
voile solamente
dire
primo
fra
cristiani o
nella Chiesa.
non assolutamente.
sono
alcuni
errori gravi, tra cui e cospicuo
In
quel
inoltre
fittizio
7). 'Tuttavia
vi
es.
uo del
Anche
TtopaXetyos del
non
e
caduta in
preferibili
y.z>'
Ttpfxcit)/ofc;
Lo
stesso
dire!
di
cov
lin.
37
(cfr.
9.
non essendo impossibile la variante i% wv. Dopo cio puo sembrare avanzo del testo primitive
nel
'
quell' aggiunta
a<p'
7:
:
r\
w^
airo
wv Mavt-
yrtoi asopjjia;
Xa^vte^ xaivoiepa (?
al
il
principio
titolo, o
si
del
IV
secolo,
sia
almeno ad estenderli
fa ricordo
sezione. Di
Marcione
pin avanti
17,
ma
-
degli altri
e
Luciano
non mai; silenzio che sorprende alquanto, eretici meno famosi di alcuni nominati
7tap(Jtoxav),
e,
pure
il
irapEOcoxav
il
4,
fornito in piu
*/,y.i
da
*S*
lin.
con 1'abituale
dei corapendiatori; tuttavia non ho osato riceverlo nel testo> essere con somma facilita stato aggiunto da qualcuno, cotanto potendo noto e quel verso
Ta
s^/j;
94
scritto.
VIII. -
Ad
pertanto
il
testo
dell'^L
fin
oppone qualche ragione grave, e in questo caso non oso ricevere la probabile lezione di S, se non quando paleograficamente
dove
noil
s'
nella
pronuncia
essa
tanto
vicina
all' altra,
da non
restart'
dubbio, che la
ma doveva
nel testo,
trovarsi nel
comune archetipo.
la ricevo
nell' originale
qualche cosa
8 manifestamente ad essa corrispondesse. Essendo la recensione abbreviata con omissioni e sostituzioni di parole, e mancandoci ogni
argomento per escludere che similmente fu fatto nella nostra aggiunta, al contrario notandosi cio ripetutamente praticato nel rimanente dello
stesso nostro periodo,
in
una reda-
commet-
di
testi,
avremmo
cio
sicurezza
die pri-
Lo
Ma
mano, come ne fecero tante parecchi de' posteriori apologisti cristiani? Onde e meno male lasciare nel testo questi errori
forse di seconda
(talvolta preziosissimi per la storia del citato e
fonti
immediate
di chi cita),
comune archetipo.
-
Ora dovrei
tele
del
frammento
ricerca,
in
cui 1'albero
di
delle eresie
come segno
--
ritrovo;
ma
sciupare
il
nuovo materiale
competent!,
qualunque
e particolarmente
DE SANCTA ECCLESIA.
95
xai
aa'pTupo?
*3
U^
x TOJV
i
Tipo?
ayi'a?
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TYJ?
1.
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xai
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TOUTCOV
-,
A-~\
"
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'"i'i'^ 1 /-
'
Eph. 4s.
/.sv
10
Cf'r.
Ps. Athan.
Qwaest
in N. T.
ia
TO
-/.e/ujxsv/i
xaoix*)
Mai.
1
11.
s
17
in xaAou
Es. 49
21
TOU
x,Tu.o'j
:
12
o.
Ps. Athan.
TI
'Kp<oT7)7i<;
FIoQev
Xe'ycT7.i
atpsatc; 'Awo/t.
'Awb
TOU
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8
12
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S.
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VIII. -
ANTHIMI NICOMKDIKNS1S
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Herm. Trismeg.
ed. Brandt.
c9 58
ed.
Patricius
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Lactant. Divin.
11.
instit.
IV 6
p.
lo.
1. is,
is. is.
Herm., Lact.
cc.
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68 C.
51
Tim.
p.
52 E.
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52 - 53
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5.
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S8
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S*.
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m.
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S.
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A*, aXXoTroitw
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7
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08
VIII. -
14.
TaCiTa
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95
Sa^^ouxatwv Xa^6vT&;
19.
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TTaot
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Trpo; Tyjv
00co;
auTwv 7rXavYjOVT;
xat
a7roXTavT; TO
Tf);
80
Locum
553
V .
in edd.
fragm. in Lact.
IV
:*,
nondura inveni. Quod ad 77povvooufx. spectat, cfr. atque alterum in Cyrill. Alex, contra lul. I (P. G.
87
LXXVI
"6-77
81
y 1r6aov
Qm
S2
77
wo
ft
EV
4;
& v
5
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78
irpoatwoouix^SN
apx7)v
e
,
86.87
JT
S g
6iu
s/.i 89 EtNat
pouXr.e.
84 - 86
KUTO-J
om.
5.
86
Sv
S2
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S*?
TS
Sd
Xs-yuN
S.
o-js
om
S.
9<
A.
9 - 91
a-]ftov
7rvei>f.a ;A^
Trpooxo-*. S.
92 - 93 sivai
airoxa eoau. in
waXu S; m. al.
!
wpoox-jv.
A:
airoxa restauraoit.
xat
T. - Asat6ti'j
.1: TJ^TO
6i
wapA 0so8oa?
<J5 - 99
Xa^ovTE? A:
37
etc.).
om.
S.
IX.
Un
di S.
Proprio in tempo che se ne possa far uso neU'edizione in corso Ilario, m' e venuto sotto mano un frammento di codice anticonservato egualmente iieU'alnia Roma,
un
foglio appena,
ma
di
in
colui,
altri
possedendo
le
collazioni
del
posto che
gli
spetta nella
tradizione.
mi
fo
il
ardito di
Corpus Viennese non sarebbe possibile dare, accompagnarla con alcune poche osservazioni,
lasciando
non registrato in catalogo, si conserva gelosamente custodito fra vetri un papiro latino alquanto danneggiato (specialmente ai margini superiore ed interno), che preNella Biblioteca Barberiniana,
sentemente misura
mm. 280
199
all'incirca
'.
fi
scritto a
pagina
V.
la
The Palaeo-
</r<iphical Society
il
la larghezza,
di circa 5
mm.
10()
IX. -
UN FOGLIO
si
prestasse
men bene
la
si
della fine
membrana
qualche
alia
perfezione
o
calligrafica.
Qua
puo osservare
resa necessaria
ritocco
qualche
maggiori delle rimanenti, sporgono interamente fuori della colonna. La scrittura continua e rotta soltanto da qualche interpunzione rarissima per semplice puuto a
lettere iniziali, alquanto
Le rare
meta
sia
ovvero da un breve spazio lasciato, sia a meta, piu frequentemente in fine di linea. Nessuna distinzione di scritdelle lettere,
i
passi
si
biblici \
Nessuna traccia
di
titoletti
in
dovremmo
attendere, se
mai
il
ci
fu
margine superiore
sono assai
Compendi
punto in q. u corsivo in b
per
wi,
e legature
pochi e
solid.
D's,
dns;
il
Ho
noster
mentre nel de
nostrum
e
4
.
nm
Di legature
a dire.
in
molto
cosi della
alia fotografia.
Nella parte Viennese le citazioni si dicono indicate con una punta (>) od obelo nel margine. Pero nelle due pagine fotografate, che ho sott'occhio, il segno manca.
2
di trattato
contenuto nei
ff.
Viennese e pubblicato dal Denis nel suo catalogo II, pars I, 1103-1110 in capo d'oghi foglio sta scritto di prima mano (cf. p. 102 not. 1), Contra Arrianos Cosi ne avvertiva il ch P. CL. .BLUME con sua let.
Cfr. A.
Sitzungsberichte
4
CXXVIII
la
Per comporre
1'
Codex von Lyon p. 2 [Wiener (1893), Abhandlung]. presente nota, ho esaminato un poco questo notis-
simo codice,
accessibile.
unico
antichissimo
di
s.
Ilario
de Trinitate a
me
ora
DELL'ILARIO DI VIENNA.
Correzioni
di
101
prima mano o a perfezionare una lettera male riuscita o a togliere un errore scorso o a restituire 1'ordine delle
parole
tile),
si
possono
osservare
1.
a linee
24,
39-40
(correzione
inu-
48, 53. Al
r
:
fine,
soliti
f.
37
tav.
III].
Niente
antichissimo
di straordinario
nemmeno
per quae
lin.
Scambi, come aput, adque per atque, que 58, iuuentis in vece di itibentis, sono troppo comuni,
migliore.
lo
^straJiel di
1.
33,
nel
cod.
di
S.
Pietro
isrl.
della stessa
uii,
e di
seconda
mano mano
corsiva
esse filium,
uicisti, q(n)o.
faciamus homin(em)
et fecit
f.
deus homin(em),
in alto del
ardu.
arduum (?),
scendere
AEDVVM.
eta,
e per la rarita
somma
di
il
papiri
foglio
barberiniano, anche se unico, sarebbe stato di grande pregio paleografico; ma non lo avrebbe minore per il contenuto, sia pure che il suo testo si trovasse men buono dell' aspettativa cui I'antichita
,
di
testo,
ma
della
storia
testo
stesso
secoli
posteriori e
mestieri tener conto; ed in cio anche un lacero avanzo giova moltissimo. Forse certe stranezze della tradizione posteriore, che a
primo
aspctto facilmente
si
avrebbe potuto
il
16 e 17
B).
del
fi
1.
IV
Veron. II 83
C - 85 A;
P.
L.
109
- 110
nell'
quater-
102
con dift'eren/a
di
IX. -
UN FOGLIO
appena.
qnattro
liiu'e
Da
cio appuro,
giii
il
die
il
numoro
medesimo, ahiieno
il
barberino,
le
puo giudicare dalle poche note critiche del Maurini e del Maffei, va spesso da solo, e piu si scosta dal vulgato che non il codice del Capitolo di S. Pietro, col quale ha
testo,
per quanto
si
per distrazione
del
copista (patrique ?
tali
22
esset
47
cfr.
anche
autem
soli a.
3
,
mentre
la lezfone giusta e si
Essendo
il
Barberiniano e
fogli
di
Vienna,
altresi
avanti, proprio
di cui
- in pur sia possibile, studiando la composizione del ms. quale relazione e distanza stia col de Trinitate quel trattato mutilo contra Arrianos, scritto in fine dalla stessa mano secondo il Denis, e da lui rivendicato
d'altri (cfr.
Punico che
io
abbia vis to
FESSLER, Instil. Patrol. I, 1 ed. 1850, parlarne non lo ricorda nemmeno LOOPS
:
Theol.
u. Kirche,
3 ed.,
VIII
66).
Questa
confutazione dialettica, purtroppo non riprodotta dal MIGNE, meriterebbe d'essere bene studiata, non fosse altro per la lingua. Ivi si notano voci
come queste: abusive, paternitas... abusiva, paternae nuncupationis usus, adsumptrix. tertium cessat (manca, non si da una terza ipotesi), ecc. Di absque per praeter, a col. 1105-1106 v'e tutta una serie d'esempi (a cominciare da un biblico, Exod. 20 3 non erunt tibi dii alii absque me), esempi con glossa da aggiungere al novello Thesaurus linguae latinae: ille sine dubio absque deo, idest praeter deum, ... absque ipso vel praeter ipsum ... 2 Cfr. anche 1. 57, dove uidelicet leggono il Barber, e la vulg., e
scilicet
3 il
cod. di S. Pietro.
Cosi credo, essendo assurdo autem qui soli. Si noti che 1'errore suppone un altro ordine delle parole, cioe si loqui autem, e lo scambio
delle vocali nelle
due
sillabe
.si
loqui
DEU/1LARIO
DI VIENNA.
a.
103
possit.
autem
oportet.
loqui
Pero siccome
o concorda
di
S.
parole,
avvicina
da
che
solo
con
1'
Capitolo
1'
Pietro
appare
tanto
per
il
come per
delle
comnne
quello
e
frammento giova
testimonio
notevoli discrepanze gia sorte e correnti nel secolo VI, avanti che
la
ho gia parLito anche piu del mio dovere... e sapere". Notiamo ancora due particolarita esteriori, che possono giovare
del testo
foglio
ha
in
raargine
capitolo.
il
numero xxui, che senza fallo e Anche nel ms. di S. Pietro, che
al
il
maggiore del solito in Cum igitur lin. 43, sembra indicarsi abbastanza principio d'un nuovo capo o peculiare argomento.
Non
tica
numerazione o d'una capitulatio corrispondente, se i 26 capitoli fossero contati dal principio del 1. IV, ovvero dell'opera medesima.
Nemmeno
e
la
seconda ipotesi
pareva
impossibile,
libri
es.
riscontrandosi in
una numerazione
nei tre libri de
una
capitulatio
progressiva
unica (come ad
Spiritu sancto
e perfino per
i
d'Ambrogio, nella Regula pastoralis di Gregorio M., libri de viris inlustribus di Girolamo e di Gennadio,
computati come un solo), ed il libro I, come prefazione generate con brevissimo sommario dell' opera potendo essere stato omesso nella capitulatio, e quindi non computato nella corrispondente nume, '
[Ma il f. precedente di Vienna, in cui compaiono almeno tre numeri XXI. XXII. XXIII, esclude affatto questa ipotesi, e mostra,
razione.
r
f.
27 omnia per BUM facia, sunt lo. 1 2 invece di ... per ipsum, come hanno gli altri codici colla Bibbia volgata, c come hanno che lo stesso cod. Barber, e di S. Pietro a 1. 4. Simile cambiamento
Notevole a
,
s'attiene
al
modo
tutti
di
citare
lin.
la
Bibbia
seguito da Ilario,
si
osserva in
avanti
IUSSIT
et
facia sunt di
40, presentato
dixit...
da
tutti
f
-
codici,
men tre
ripetutamente
presentano
(Ps. 148
).
104
IX. -
UN FOGLIO
Al parmi
si
iiuiiuTo xxut
n corrisponde di 2
corsiva che
debba supplire a un dipresso cosi: quo <modo accipiatur?) faciamus hominem et fecit deus hominem '. Sarebbe questo il lemma del capo 26 ? Per mala ventura il lemma precedente (docuit deum
probabilmente mutilo, come cominciato nel foglio avanti, non risulta accompagnato anch' esso dal numero, che la pure poteva
esse filium)
trovarsi [e di fatti
s'
e trovato].
Ove entrambe
le
note
realmente
altrimenti
come
nel
cod.
di
S.
correttore.
Questa
seconda
particolarita
numero
notevole della
II
de Trinitate
2
.
cod. di S. Pietro
de' capi,
e nessun
f.
lemma, V 159 in
ricorrono
di
mano
del
correttore
f.
antichissimo
notabilia, che
sembrano veri
in
capitula.
Ad
es.
159
V
quid
sit
plenitudo diuinitatis
xpo corporaliter inhabitare; 20 2 quid sentiat de anima; 204 v quomodo de passione xpi sentiat; 209 ea/pOicatur ?)> tristis est anima
mea usque ad
tica
mortem...
246 quid
sit
trader e
regnum
patri,
246 V de
d'
ecc. Quest!
sarebbero avanzi
un' an-
capitulatio, come probabilmente nel nostro papiro? Non oso decidere menomamente: tuttavia non parmi fortuito e affatto insi-
in initio
il
del cod. di S. Pietro quomodo sapientia creatus accipiatur (!). 2 Nei cinque fogli del cit. trattato contra Arrianos, come ne avverte P. BLDME, non compaiono nuraeri di capitoli (e purtroppo, credo, nemf.
:
Cfr. la nota al
270 V
uiarum
dfii
meno di quaternioni), ma bensi i due lemmi d'eguale (?) mano: Angelas non V colendos 97 non unius singularitate personae sed unius singularitate substantiae. E notevolissimo questo lemma ricordante le parole del prefazio
,
eucaristico gia presentato dal Sacramentario Grelasiano (ed. Wilson 129) e tuttora cantato nella festa della SS. Trinita e nelle domeniche com-
trinitate sub-
DELI/ILARIO DI VIENNA.
gnificante
105
trovare
in
tine
al
prima meta
del
de Trinitate
il
papiro barberiniano.
indifferente;
il
La
da un
cosa pare
si
ma
lettore,
conservasse
lemma
26 aggiunto aliunde
Maurini Et rursum Et
ilium, sulla fede
il
fecit
fecit
codice di S.
d'un solo codice die I'omette, mentre 1'hanno e Pietro e il nostro e gli altri, riceverebbe una nuova
fin
Nel discorso
1.
fare con un
o-ini
lemma,
vuole
VArduum
la
scritto ne'
mar-
rissima nota
rimanenti
stessa
particolare
natura
di
compreso
il
La precedente nota
dal Denis
Society,
era
gia
scritta
quando
osservando
il
e meglio poi
il
cato
C.
al
il
barberiniano.
dal
di
fi
il
50 a
assegnato
Soc.,
Denis
al
VI
nella Pal.
101
Qua-
Quaternionis ultima
est
numerum
lineis
sequentis
longis rarius
Codd. mss.
ss.
I,
n.
CCCCLV,
coll.
1096
2
manu
p. 19. II
WAT-
TENBACH Das
a dirlo
Non
si
Schriftwesen im Mittelalter 3 Aufl. (1896) p. 105 continua del 4 secolo, come 1'aveva gia detto del 1875 nella 2* ed. p. 86. tratta quindi d'un errore di stampa, come avevo sospettato.
106
IX. -
UN FOOLIO
(aggiungo dal facsimile), con-
numcrnm
p<i(/iiutthn wi'dent'ibus. e
foglio barberino.
*rrijitr'ui.
quar tamen a
alt
manu
quantum
/;/
Germon:
Marginibus offendes
Summariola,
(cfr.
il il
e poi
Arriauorum Hilarius,
nostro
e
Adplausus:
inuicte,
optime
etc.
uicisti).
La
attestava
e d'
descrizione
insomma
il
tutto,
quale
identita di
mano
uno Viennese, ci potevano bastare a dar come sicura la pertinenza di quello al codice di Dulcizio. A levare tuttavia ogni dubbio,
il
mezzo
P.
Cl.
del ms.
Viennese mi
'
si
il
fotografasse
VII (ora
f.
29)
primo recto
barberino
dell'
si
VIII
trovo
(f.
riuscir meglio.
il
In quel foglio
il
(euange)listam,,
si
seguito
della
proposizione
arrestava.
suadersi di per
Sarebbe vano spendere piu oltre parole. Ogni lettore puo perse, osservando le fototipie a questo fascicoletto
nell'
soggiunte
provare
1'
identita
quanto di
far viemeglio
onciale.
Forse
occbio
comparsa
la
piu
grade vole
avrebbe
Viennese
fatto,
facciata
precedente del
;
dove
ma
le altre tre
facciate
ancora legato
non spiegazione della cosa il P. BLUME osserva che il codice avanti p. 109 n. 3] e gia mancante del f. ultimo [cfr. pero piu
venne
afFatto
mano
fogli:
lasciata
.
essere
Essendo ora divenuto quarto caduti nel Viennese a principio de' fogli forse qua e la mancati
DELL'ILARIO DI VIENNA.
liauno
11
107
il
la
ma
1'
zione fattane
Soc.
continua a passare
dubito, a torto
'.
Wattenbach
come
il
del secolo
IV /V, non ne
del
di
sec.
Basta confrontare
codice Viennese col solo cod. del Capitolo di S. Pietro pur esso
in
semionciale
VI
incipiente,
per
rilevare
in
quello un
aspetto
generate
1'
antichita
alquanto
minore.
Si noti particolar-
mente
IV /V
secolo (DOM),
ma
1'ordinaria del
tempo poste-
riore (dn.).
Forse
influira
codice Viennese.
fine
Dulcitius Aquini
II
legebam
Dulcizio
,
e
il
notato
in
corsiva
alia
dei
le
libri
e III.
Questo
correttore
cui
debbonsi
IV
et
confinio,
manus
eius
docet,
e identificato in
col
Dulcizio
notaio e tribuno
le
Africa per
amicizia di
applicare
S.
leggi
contro
Donatisti
ed onorato
(la
dell'
il
Agostino, che
gli indirizzo
una lettera
3
.
204),
i
libro de octo
libri
due
contra
Dulcizio
sarebbe stato
ad
secessusve causa.
Anche G. MARINI,
/ papiri diplomatici, p.
ma il saggio il Denis che ci presenta della conformazione delle di lui letter e maiuscole e minuscole insieme (vuol dire la semionciale), quali si osservano nelle pandette jiorenline, nel Cicerone della Basilica Vaticana, ed in assai altri Codici
piuttosto ad un eccesso contrario, osservava contro
de' Secoli
VIII
IX, non
parmi
ci
si
rimota antichita.
2
ricorre
DENIS 1101-1102: cfr. DE VIT Onomasticon II 678. DE VIT II 677 Frequentissimo in nsu apud Christianos. Talora anche la forma Dulcidius.
IDS
IX.
UN FOGLIO
Che
riporti
il
temerita asserirlo
nello
mano
dell'
1'
antichita
di S.
non
si
anche quando la prima Che poi tra i numerosi Dulcizii possa sceglier nessun altro se non
'
amico
Agostino, uomo
legeret
,
rium de Trinitate
et
non uno
loco, praecipue
in prindpio
eorum quae supersunt, notaret, anche questo chi oserebbe asserirlo? Laonde non resta se non il criterio paleografico, che ci riporta
al
massimo, sullo scorcio del V. Checche sia, quella nota rimane sempre di grande importanza, sia perche si aggiunge alle altre attestanti un rifiorimento di studi 2 nella Media e Bassa Italia al sec. VI sia perche nel Viennese
secolo,
e,
VI
al
ci
il
S.
Ilario.
tolo
Pietro
fu
al
principio
il
del
emendato
italiani,
in Cagliari.
Se
lo
dira
il
futuro editore.
Nel
fine
sec.
VI
il
Alia
del
XVIII passava
transierat,
nella
Palatina
di
Vienna
quern
Vir noMissimus,
hereditate
adlatus
vero in
obtulit;
is
Vienna
forse
si
riuscira
Vir
Si potrebbe forse opporre eziandio lo stato del testo nel Viennese, die presenta talune notevoli corruzioni richiedenti un certo lasso di tempo e una serie di trascrizioni ma 1'obiezione e meno che stringente.
:
Cfr. in
il
TEUFFEL-SCHWABE Gesch.
cit.)
d.
Rom. Literatur
del
II
477, 11
Victor...
:
(non ho
Reifferscheid ivi
le
sottoscrizioni
Fuldense:
episcopus Capuae legi... (a. 546), del de Trinitate di s. Agostino in Dijon emendaui... in provincia Campania... (a. 559); dell' Origene di Monte
Cassino:
Donatus... presbyter
(a.
proprium codicem in
tutti
Castello
Lucullano
infirmus legi
509): luoghi
DELL'ILARIO DI VIENNA.
nobilissimus fortunate
109
Intanto pero
puo
si
mettere
ritrova
il
tempo
del Denis,
il
ijl
compilatore
della
1'
Tabulae
codicum
manu
scriptorum
ecc. .stam-
Le voci
1'
-l
certamente esagerate
raccolte
dal
Montfaucon
e dal-
Adler
sugli
ammanchi avvenuti
nella Barberina
?
potrebbero mai
il
o piuttosto
povero papiro
qualche ante2
,
mano
di
il
Denis avverti tre nomi, che per la storia delle vicende del codice potrebbero servire, e che io riferisco senza sapere
Nel Viennese
il
dichiarare:
Item nomina
9
v.
a.
Biga
9
,
Aldemarius
Bi^a
alibi
di
XIV
3
,
era
incollato
un frammento
poema
cavalleresco
francese.
Bizarri,
d'
Orsara
che
d'
possono
essere
in
benissimo
d' italiani.
Ma
quanto
la
al
supposto
una dimora
fogli
di
timarlo
attesa la ditfusione
grande in Italia
simili
romanzi e
probabilissiinamente
Cfr.
BLUME her
ROSTELL Beschreibnng 2 II ch. Can. Pieralisi, che mi ha obbligato con ogni sorta di gentilezze e di facilitazioni, ricorda d'aver trovato una volta cenno di un foglio della Hne del papiraceo, probabilissimaraente il nostro, in un inventario see. XVII o del principio del XVIII. Sarebbe davvero interessante conod.
scfiro
:{
il
tenore preciso di questo cenno. Forse questa legatura se n' e ita, allorche
al
n.
il
codice fu
diviso in
dalle
2160* e
1'altro al n. 903,
come appare
si
Tabulae
citate I
rimanda a Denis
antica.
meno
110
IX.
UN FOGLIO
tuttora
difesi
nun
usciti
mai
d' Italia
'.
si
ritrovano
da avanzi
di
inauoscritti francesi
gia
XV
Cosi, per es., alia Glosa super Psalterium, contenuta nel cod. 91), " Zeno inss. 27, del Capitolo di Pistoia (coll'antico ex libris
"),
pair onus
servono da riguardo 4
fogli d'
oil.
Le
invece
cosi
il
note marginal! corsive sono qui riprodotte in italico. Nel testo carattere italico e riserbato per le lettere cadute afFatto, ovvero
la
lettura.
credo
di
tipi adatti
si
ma
mancanza
Ill uer
docuit
dicentem
in principle erat
dm
bum
rat
dm
et ds e
esse filium
uerbum hoc
si
dm omnia
5
quod
uideri fiat
I'ursurn
firmamentum audies
di
mandauit
et
creata sunt
i<>
est
fiat sit
ter
quod
dixit
enim
et facta
solum uoluit
creata sunt
et fecit
mandauit
ei
et
non quia
se et ea
conplacitu
offi
cium inter
-'o
anda cessaret
operatione confessio soli qui au tern audebis non de filio dici et fecit
ds ubi erit quod dictum est- omnia per eum facta sunt et illud apostolicum
unus
diis
n ihs
et
quod
si
solum: nella fototipia senabrerebbe solom, ma e vana apparenza prodotta da M Soli... autem: sopra i od u duo trattiuette di prima una screpolatura del papiro.
16
mano
i\
UN FOGLIO DELLILARIO
DI
VIENNA.
ardu.
arduum
(?)
quod ds sit per id quod dictwm audi strahel dws ds tuns unus est cum
dl filio
esl
uicisti
sr>
mundi ds
us
fuerit
prae
dicatus et
fill
sed uideamus in
d! et facientis dl
augeatur
nam
ta
metsi sensus
i"
communis
intellegentiae
est
non
recipiat ut in eo
quod dictum
iussit et facta
idem
cum
igitur perfecto
mundo
pt talis
ius incola
formandus esset
de
hominem ad imaginem
nostram et rursum
50
et similitudine~r
fecit ds
e.
homi
dl
Quaero utrumne solum sibi dm locutu T existimes an uero sermonem hunc eins
intellegas
tisse si
nem ad imaginem
et similitudine-
non
sibi
sed
cum
altero exti
55
solum fuisse dices eius ipsius uoce argueris dicentis faciamus hominead imaginem et similitudinem nostraDs enim per legislatorem secundunrin
tellegentiam nostram locutus est uerbis uidelicet quib ipse uti nos uoluit
fio
namq
dl filio
do
per quern facta sunt omnia in eo quod die turn esset et dixit ds fiat firmamentune tamen hie idem rursum ita dictu 7 est
^
ARDVVM
a*- 39
q.
un
1'a,
In tametsi e cancellato
della prima
mauo, e sovra
precedente, sembra vedersi un avan/o del compendio di m. existisse. II t e sopra all't prime, cui segue un s cancellato.
53
extitisse corretto
64
da
ne-idem riprovato
di
fine.
Cfr.
coll. Ill, 2,
220
ss.
4i
Stille
d.
Symbole
u.
theol.
Tra-
ctate 06-07.
Cfr.
il
X.
II
carme Damasiano
"
de Davide
"
e la falsa corrispondenza di
Dam as o
e Girolanio
riguardo al Salterio.
Del carme Damasiano su Davide
',
che
il
del sec.
IX
incipiente
il
un
teste
celebre
il
Museum
Ne
II
(1884) presenta
pro-
prio
il
il
nostro carme.
Adunque pur
ivi e la
Nunc Damasi
omette
i
vv. 2-5 e
s'
arresta al 15
Inscript. christ. V. R. II (1888) 449 n. 219; M. IHM Latinae supplementa I (1895) 1-3, cfr. p. xin-xvili. Anthologiae Un manuscrit de I'eglise de Lyon in Notices et extraits des mss.
1
DE
Rossi
XXXV
(1897)
837. 840.
E uno
de' codici
(798-814) ad altare sancti Stephani. 3 Cosi svanisce una delle difficolta mosse dal DE Rossi e
dall'
IHM
p. XVIII, contro la genuinita della redazione; che cioe Damaso fuori del solito porrebbe due volte il suo nome nel medesimo carme, e una volta
proprio
zione.
il
al
principio.
i
mentre
Non eapisco specialmente questa seconda osservacarmi 4. 10. 14. 18 (?). 29. 49 hanno il nome poco dopo
al terzo verso.
principio, al
secondo o
X
v.
- IL
"
nel testo ', ricordero due soltanto in 10, che parmi da riceversi cui la nnova corruzione puo forse avvicinare di pin alia lezione pri-
(si
comune
dei mss.
pervenuti a noi.
Nel
5,
pectora
persuasi che
del cod.
il
cum renovant
Carolino di Vienna
nostro legge:
qq pero e di altra
nell'
mano
in rasura,
mentre
COR
e del
primo copista,
che
cod.
archetipo
dovette
avere
COR...
e non ..c.or,
il
come
nel
supplemento cor2
s.
IX/X
),
e leggere
Sordibus expositis
corpora
cum renovant
Vale a dire
purgatio
i
acque del battesimo, in quella che rinnovano il corpo, ovvero purpenetrali del cuore pronto a servire Cristo
:
le
penetrali
del
corpo,
suum
la
Se tale fu
comprende come
lettori
scandalizzati di quel
che era
L'!HM ipreferiseepopulo, riferendosi al v. 16 del carme 2 in S. Paulum Apostolum; ma credo, men bene. Del dottor delle genti e benissimo
1 ;
detto Gentibus ac populis iussus praedicere vera: il popolo d'Israele invece, al quale solo fu Davide dato per re (regemque dicavit), e bene designate al singolare Psallere per citharam populo caelestia regna.
:
Appresso DELISLE
la variante
1.
c.
837
n.
2.
Anche
Ihm
compare
3
Cfr.
appresso
Cipriano
ad Quirin.
Eph. 422
exponite
exposito
115
1'anti-
servire
tesi
il
servare
divenuto assurdo,
togliendo
2
.
cosi
affatto
Nel
v. 5 tanto
impia,
dipeoque iuravi frustra minantem impium con una corruzione, dalla quale io non so cavarmi, ma da cui altri forse potra indovinare la lezione primitiva. E basta riguardo al testo.
Salterio legge
....
Passiamo piuttosto ad osservare, che nel Salterio come nella massima parte degli altri mss., il carme
corrispondente attribuito a
S.
di S.
Agostino,
e
il
di
Damaso
p.
Girolamo
(ed.
si
Ihm
n.
63
66) sono
fecero
loro scambiare a
:
proposito della
anzi,
nuova versione, o piuttosto revisione del Salterio ne appaiono come un' appendice, una poscritta, seguendo il
di
di
carme carme
II
Damaso
oret
poi
venendo
la
risposta col
saluto:
fine
pro nobis beatitudo tua, beatissime papa, e omesso della lettera di Girolamo, e soggiunto invece al carme.
La compagnia poco
sificare
i
allegra, credo
clas-
dubbiosa
dei
carmi.
Infatti,
se
questi
un' inclusa delle lettere, Pordine primitivo dovette essere quello del
il loro archetipo comune (se pure ambedue non risalire oltre 1'eta delle lettere falsificate. carmi sono genuini) Converrebbe quindi definir prima 1'eta e 1'origine di queste lettere cosi pregiate in antico da venir incorporate a Salteri anche magni-
Salterio di S. Agostino, e
da Isidoro Mercatore, e realmente interessanti eziandio noi, prima per le tendenze liturgiche ivi manifeste, e poi per la tradizione dei nomi dei traduttori alessandrini affatto diversa
ficentissimi e raccolte
et
pond. 9
3
.
Veramente servire parati ricorre anche nel carme 4, a Praeceptis pulsante metu servire parati. Cfr. WEYMANN Rev. d'Hist. et de Lift. rel. I 592 II ch. M. r L. DUCHESNE opportunamente qui ricorda il notissimo
:
caro
3
ungittir, ut
anima
anima
cio
emaculetur ;
che ne avra
11(5
X. - IL
CARME DAMASIANO
Ma
P. HINSCHIUS
che
le
provo faciliuente coll'anteriore Salterio Carolino di Vienna, che esse gia correvauo prima, ed a conferma annoto che il MAASSKN per altra
stino le riporta
Agoun secolo addietro, anzi piu, essendo gia ivi il testo dei carmi e delle lettere in uno stato di corruzione avanzata, che
.
Ora
il
Salterio di S.
domanda una
fi
700
5
.
egli
possibile risalire a
piii
antica? lo credo
tutti
s'
di
si,
e ne diro le ragioni,
11011
accor-
scritto
H. ST.
J. THACKERAY nei prolegoineni alia sua ed. d'Aristea. in dell'annunciata Introduction to the Old Testament in Greek
di
mancano cinque nomi dopo Diheronium (Hydromum o Hydronium in P. L. XI II 440), forniti nel raolto migliore testo del Salterio di S. Agostino, del Merenda e del Vallarsi. Sono'Pamphilum, Zoamente
difettosa: vi
strem (Zoastitem), Dydymum, Sammum (Sanium), Epiphanhim. Cyatrem poi e divenuto fratrem, e va dicendo.
1
Epistolae P. L.
Romano rum
XXX
il
anche
3
4
la raissiva di
p.
xcvi-xcvn
affatto superfluo, si
(1883) 222. 385. Presentemente, se iion fosse potrebbero altresi agL.iungere il codice di Leidrado, che
IV
ha entrambe
le lettere,
r
appresso DELISLE
1.
c.
836
(cfr.
anche
la fototipia II
dopo
il
cod. Paris.
richte d.
1451 del sec. VIII cadente (cfr. Wiener Akademie LIV, 1866, p. 175; Gesch.
Damaso MAASSEN
d.
e la risposta),
in Sitzungsbe-
Quellen.
u.
d.
Rechts 416. 614), il cod. Vat. Pal. 187, sec. VIII, provenieute da S. Nazario di Lorsch. che a principio contiene un frammento di Salterio con in capo la lettera di Girolamo ampliata (ed. Vallarsi
1.
Literatur d. canon.
c.),
ecc.
BAUMER
che
Duchesne
tal
1'opinione,
la dice
Girolamo
sia del
VI
sec.; forse
perche Duch.
oserei
secolo;
215.
Dall' altro
nell'
Introd. I p.
xxxiv non
E LA FALSA
CORRISPONDENZA
Dl
117
*
*
la
risposta di
Girolamo.
Nella celebre lettera a Giovanni vescovo di Siracusa, confutando la taccia d'aver preso dalla Chiesa Costantinopolitana fra 1'altre la consuetudine di dire
del
1'
tempo Pasquale,
fecistis,
quia
tempora
esce in
did ad missas extra pentecosten queste parole: Nam ut alleluia hie [non]
alleluia
dicer etur, de Hierosolymorum ecclesia ex beati Hieronymi traditione temp ore beatae memoriae Da ma si
et
suetudinem amputavimus, quae hie a Graecis fuerat tradita \ Si noti che egli non nega (come potrebbe taluno credere)
d'avere fatta 1'innovazione
2
,
ossia
1'
non dice
d'aver
trovato nella
:
tempo pasquale
contrario, ricorda
toltavi
ma
per giustificare
innovazione
si
appella semplicemente al
tempo
di
dalla Chiesa di
in cui ex beati
Girolamo
Gerusalemme) episcopo
didicisti,
diri-
gere tua fraternitas delectetur, quia tante apud nos simplicitatis indago
est,
una
recitetur, et
evvan-
gelii
capitulum
1
unum
IX
Registrant
26 (12)
e stato
mantenuto nel testo quel ripugnante non, come gia avvertirono i Mau rini nelle note al 1. II c. 20 della vita di Gregorio scritta da Giovanni
diacono. Sull'uso dell' Alleluia,
cfr.
DDCHESNE Origines du
culte chretien,
Graecorum consuetudines
de meis dispositionibus, e piu avanti In quo ergo secnti snmus, qni aut veteres nostras repa:
ravimus
probamur
3
aut novas
imitari?
et
utiles
la
constituimus, in quibus
tamen
alios
non
V. pero
Paleographie
rmtsicale
:
Notare
Agostino
creatorem tuum
ut sicut
118
X. - IL
"
in inodo
Girolamo rispoiule
da
ha mandate questa psallentia, la quale pero nel conDamaso quanto di Girolamo puo sembrare il Salterio
la
dei
LXX,
non
2
;
maniera
di
della
messa
indi
raccomanda ut vox
:
Eomanam
dicatur
Alleluia,
ut omni
ribus.
loco
Siccome gia dal secolo IV almeno, in tutte le messe si can3 cosi anche fuori del tempo pasquale, seguendo la regola tavano Salmi
,
Girolamo, si sarebbe venuto a cantar sempre {'Alleluia. II riscontro, sebbene finora non rilevato, parmi evidente, e non puo
di
S.
Dipendera Gregorio dalla falsa lettera? ovvero sara stata questa fabbricata sul passo di lui? o fmalmente non avrebbero mai entrambi attinto ad una tradizione o fonte comune?
essere casuale.
Essendo colla sola autorita dei mss. superstiti della corrispondenza risaliti alia rneta del sec. VII almeno, e niuna ragione avendo
per arrestarci
ovvia,
1
ivi,
mi sembra
e
la
piu
il
pienamente
499.
Le
altre edizioni e
non posso qui giudicare. Notero solo hymni decus (per che mi pare migliore come piu consono alia risposta di Girohymnidicus), lamo, dove non solo si raccomanda il canto de' Salmi, ma 1'uso altresi
variant! che io
della piccola dossologia Gloria Patri... Sicut erat... chiamata da lui stesso istud carmen, e dell' Alleluia... vox laudis.
2
e cosi
alia psallenda degli Ambrosiani, detta anche psallentia. la quale e un'antifona associata a nessun'altra salmodia se non del Gloria Patri (cfr. Paleogr.
piii che Girolamo passa subito ad inculcare il ad ogni salmo. Di questa parola usitatissima
esempi indicati dal DU CANGE nel Gloss, med. et inf. latin, alle " voci psallenda, psallentium (anche " processione appo gli Ambrosiani)? psallentia. Forse qui e altrove avrei dovuto scegliere le lezioni del Mererida
e del Vallarsi: ubi
autem Deus
et
Alleluia
semper ecc.
3
Cfr.
DUCHESNE
Orig. 159
il
Paleogr. mus.
22
n. 4.
29
ss.
119
s'
e saputo dare
una soddisfa-
una ricerca nel registro originale di lettera a Giovanni Siracusano, al pari delcioe
I
il
7,
lexione,
37 (40), sembra pnbblicata solo sotto Adriano che fu poi usata da Giovanni diacono. fi vero, che
tale supposto
nella col-
Mommsen
xx ricorre a
ipotesi,
da una parte
la
mare magnum del Registro Gregoriano, e dal2 credo anche piu poi limitato a un minimo particolare
,
inverosimile
il
autore, per fermo ne piu dotto ne piu diligente del compilatore del
Ne varrebbe
e
eccepire, che
il
non
altriraenti.
Siccome nella
e
plice
preghiera,
siccome,
alcuna
risposta
di
Damaso
buona
poteva esserci
dubbio della
riuscita,
vuoi per
il
cosi
doveva
usi
raccomandati
da
Girolamo
3
,
anche se
non
si
vata
appuntino
Roma
la
pretesa
consuetudine
gerosolimitana.
preesistente la falsa
lettera, si capisce
bene
traditur,
cio
alia vita di
Damaso
e certamente citato
un altro passo
della let-
du L. P.
in
Melanges d'Archeol.
d'Histoire
3
4
Cfr.
II
17.
Mommsen Hie
:
constitute ut psal-
120
X. - IL
I)E
DA VIDE
"
tera di Girolamo,
la
seconda edi-
VI
secolo.
Veramente
il
MOMMSEN
fin
sotto
Conone
l
(686-687), e nega che la falsa corrispondenza tra Damaso e GiroMa lamo possa essere ivi stata citata come molto piu recente
.
quest' ultimo
gli
punto
quanto
tali
al
primo,
argomenti
e le risposte del
Duchesne
sembrano
da man-
tenere per lo
valente.
meno
Or
soliti
se
si
forma uno
in poi, e
de'
si
proemi
osserva
de' Salteri,
almeno da quello
ttitti
dell'a.
700
Pimpossibilita che in
sia
gli
altri
derivata da
quello di S. Agostino,
dere che tale riunione avvenne molto, molto piu addietro, e raggiunge
almeno
il
sesto secolo.
M.
L.
P.,
un proemio? Al lettore
la risposta.
Per me
mezzo
sec.
VI
e forse
prima, capisco
benissimo tanto
il
sorgere della
tradizione riferente a
Damaso
il
turno e
passi
dell'
Alleluia nelle
messe
Dopo
costoro, qual
mos
per omnes
ecclesias
qui
sbiteris
aut monasteriis.
:
Gestorum pontificum romanorum p. xi n. 1 ... sed aetate ita recenti, ut eas pontificalis libri auctor adhibere non potuerit. Si noti che la corrispondenza pur si trova nella prima parte non canonistica del codice della
collezione canonica di St
Maur
(Paris.
Mommsen
stesso
per
o.
c.
il
la
39-40 riporta allo. scorcio del prima parte, che egli estende fino
121
1'uso
bisogno
ci
sarebbe stato
della
falsificazione?
Ad
accreditare
Papa?
e va dicendo.
cogli
risale la
corrispondenza
annessi
fonti
di
Gregorio M. e del L. P.
#
*
Ho da
Mi
si
risalire
permetta d'osarlo, accennando ad un' altra citazione (o allusione) della corrispondenza nella edizione prima del L. P., che il Duchesne assegna al 532 circa. Ivi di Celestino I si racconta, che
constituit ut
[antefanatim ex omnibus 2 ed.J, quod ante non fiebat, nisi tantum epistula [beati] Pauli apostoli recitabatur et sanctum evangelium et sic missas fiebant.
psalmi David
CL
Or
si
ricordino
le
Damaso con
una
cui chiede
la psallentia
est ut
recitetur et evvan-
gelii
capitulum
unum
il
dicatur,
Anche qui
ma
la
parmi
chiara
la
dipendenza
del
L.
P.
dalla
lettera.
Damaso
desidera
Salterio dei
affine
LXX
di
e (sia diversa o
la
meno da
esso)
psallentia
Graecorum,
torre
soverchia
semplicita o
della messa,
il
L. P. capisce (e
dell'
contesto di
dei
Damaso
Salmi -
presta)
intero
Salterio,
!
;
CL
niente meno!
- da cantare avanti
la
messa
cio che
sembra un'enor-
Col
DUCHESNE
L. P. II 564 e col
BAUMER
142, credo
si
parli del
canto de' Salmi al principio della messa, piuttosto che del Salterio intero cantato nella notte delle vigilic, oppure delle ore canoniche. Invece P. LEJAY
La Messe
latine (nella Revue d'Hist. et de Litterature religieuses II, 1897, tiene fermo all'antica opinione del Duchesne. V. anche \QiPaUogr. p. 182) music. VI Pref. 13 n. 2, dove citasi una rubrica del Pontificate di York,
riferente
alia
praeparatio ad missam
la
122
X. - 1L
II
"
dere ragionevole.
e
di
Damaso,
non viceversa.
L'ovvia
difficolta:
ma come
Damaso?
"
poi
il
L. P. attribuisce a Cele-
stino
il
decreto e non a
da Celestino qualche cosa di simile, naturalmente suggerita dalla corrisponCelestino cio che a
;
ovvero ch'
ha
letto piii
attentamente la replica di Girolamo, e non trovandovi parola circa la recita dei 150 Salmi avanti la messa, avra pensato che Damaso
allora
non ne fece
nulla.
pensare
meno benignamente
:
primo editore nella vita di Celestino piglierebbe direttamente dalla lettera di Damaso una proposizione, che
In altri termini
il
gli
preparazione
e parte
della messa;
esclusivamente,
il
bisogno di
accordo
s'
del
doppio
Se verso
il
532
1'
gia la lettera di
Damaso, sara
1
egli
Cfr.
et
MOMMSEN
xxii-xxm: Ab ea
et
sylloge
<(sanblasiana)>
et
quae
absunt
primum
solum,
numero
admodum
ita
conficta esse, ut
falsarius ad ipsas res passim et aliis documentis et consuetudine ecclesiafitica uteretur, nomina episcoporum temere commisceretur. Fraudis suspicio-
Siricii
ti)...
iisdem fere verbis adest iam in Eusebio (47) ecc. Piu particolarraente poi, riguardo alle 11 notizie del L. P. sulla Messa, v. LEJAY 1. c., che rileva
esserne certamente false almeno quattro, le piu antiche; tre (fra cui la relativa a Celestino) piu o meno dubbie, e le altre relative a Papi da
Siramaco
(o
da Leone
I)
in
poi possedere
un vero
valore.
123
fi
Concilio gallicano
il
del
529?
degna
di
la
falso
Girolarao racco:
manda
e la recita
integrale
:
della
piccola dossologia
decem
octo
episcoporum
Nicaeni
concilii
etiam
'.
vestri or is
di
Giro-
Oriente,
lo
dice
e insinuate
domanda
(come
nessun luogo
dell'
Oriente,
egli
fine
dei
singoli
salmi, e
molto meno poi 1'uso del Sicut erat in principio. Or proprio nel 529 il II Concilio di Vaison nel can.
essersi appellato all'uso della
di tutta
1'
5,
dopo
Sede Apostolica,
di
tutto T Oriente,
Africa e
d' Italia
nese),
dove propter liereticorum astutiam, qui Dei fttium non semper cum Patre fuisse, sed a tempore coepisse blasphemant, in omnibus
clausulis
post
Gloriam:
dicatur,
etiam
et
3
nos
.
dicendum
1
esse
decrevemus
P. G. 295. Anche qui il testo del Mercatore abbrevia e presenta parecchie varianti; ma il senso in fondo e il medesimo. 2 Instit. II 8: cfr. BADMER 124 (un poco diversamente DUCHESNE
XXX
passo di Cassiano: Hlud etiam quod in hac provincia (nella Gallia) vidimus, ut uno cantante in clausula psalmi
Orig. 110). Giova
riportare
il
omnes adstantes conci(cfr. in omnibus clausulis del Concilio di Vaison) " nant cum clamore " Gloria patri etfilio et spiritui sancto (e niente altro), omnem Orientem audivimus, sed cum omnium silentio ab eo, nusquam per hac vero glorifiqui cantat, finito psalmo orationem sujccedere,
catiotie
3
trinitatis
tantummodo
in
solere
antiphona
Concil. I 57
terminari.
;
Ed. Maassen
MG
Legum
S. III.
124
X. - IL
"
!
La
testiraouianza
Concilio,
erano
pure allora
eziandio
le
comunicazioni, e di cui
il
amava adottare
2
.
VI era
Spagna
in
e in Oriente,
assente nelle
piii
antiche
Da
di
questo
era
avvenuto,
puo,
mancanza
dell'
aggiunta, e da
meno
suggestivi.
Ma
sono
gli
Ariani piu
colti del
IV
secolo,
ovvero
a rovesciare 1'impero
romauo? Sembra,
questi ultimi,
IV
secolo vi avesse
storia di
tante
gravissime
innovazioni
capo
all'
altro del
mondo
3
,
cristiano.
Ora, se in
Italia
dopo
il
IV
secolo,
avvenne o
si
propago
Ivi
ne
si
usa ne sembrasi mai usata 1'aggiunta sicut erat in prinIX WALAFRIDO STRABO de exordiis et increm.
rerum eccles. 20 (ed. Boretius-Krause MGr. Capitularia Regum Francorum II 506-507) ricorda le recenti accuse per cio mosse dai Greci Pro quibus etiam particulis quidam Greci, minus sapientes Latinos proximis ante nos tempo rib us calumniis impetere conati sunt Ne
:
si
usava
in
Spagna, nel
(a.
rito
Mozarabico
come appare
dai
dal can.
del
13 del
Cfr.
Concilio Toletano IV
633:
Mansi
623) e
libri
rito.
a V. THALHOFER Doxologie, nella 2 ed. del Kirchenlexicon III 2006 ss. * Cfr. il can. 3 Et quia tarn in sede apostolica, quam etiam per
:
Orientales adque Italiae provincias dulces et nimium salubres consuetudo est intromissa, ut Quirieleison freqtientius cum c/randi affectu et conpunctione dicatur, placuit etiam nobis, ut in omnibus ecclesiis nostris
ista tarn sancta
totas
consuetudo et ad matutinos et ad missas et ad vesperam Deo propitio intromittafur. Cfr. DuCHESNE Oruj. 157 n. 2. 3 Quanto alia, data e indifFerente se si pensi anche all' Africa: non
cosi forse
quanto
all'origine e
la
Chiesa
125
del sec.
venuta de' conquistatori Ariani, e pote di nuovo esercitare liberamente il culto in chiese proprie. Cosi resterebbero
pericoloso
per
la
come
cioe
11011
sec.
VI
ricorra ancora, e
come
nella
nella vicina
conservazione della
fede
leggermente ampliandola, sembrerebbe doversi cercare il larvato Girolamo, che si mostra cotanto premuroso per la integrate recita della
dossologia, giustamente considerata una dichiarazione della fede dei
318 Padri
Niceni.
Da
che
lui
il
1'inesatta notizia,
cantasse in
Oriente, a Gerusalemme.
L'eta e
il
Cadremmo
eziandio
all' in-
pur esse
che
sarebbe
bene
studiare
una
si
volta
sotto
mai
dimenticando nemmeno
le
nostre lettere,
sembrano
Per
di
tal
simil gusto.
e a pari
maggior parte
de' Salteri. II
Africana meno centrale e ragguardevole della Romana, e inoltre avcndo nel sec. V subito la persecuzione per poco sterminatrice dei Vandali. Se
mai, 1'aggiunta avrebbe dovuto
penetrare eziandio nella vicina Spagua. Ancor meno probabile poi e l'origine africana della nostra corrispondenza. Non creilo, o almeno non so, che siasi mai pensato in Africa d' introdurre
il
e d' usare
Da
ultimo
a un
sarebbe sovvenuto di porre suoi desideri in bocca a Cipriano o ad Agostino, piuttosto che a Damaso e a Girolamo.
falsario africano
126
- IL
"
ECC.
menti genuini, come il carme damasiano, e come quella clie sembra e realmente fu usata per iscrizione d' un battistero ', e avrebbe
manipolato e fabbricato
il
resto,
lui,
usi
prediletti
di
S.
salmodia,
la
sui
LXX
fatta
da
Girolamo
in Palestina
e difatti da non riuscire a fargli cantare un florebit invece di floriet mai a Milano, e solo tardissimo, il Salterio Gallicano non prevalse aver conquistato il resto dell' Occidente, penetro nell'uso pubdopo
blico di
Roma. La revisione
il
patronato di
nomi conosciutissimi
Damaso
e di Girolamo.
di
Anzi converra bene stabilire a quale tempo la revisione seconda 3 ed a quale recensione del SalS. Girolamo penetro nelle Gallic
,
terio
si
la
corrispondenza e
e
riuscira a conoscere
eta
patria del
4
.
comune archetipo,
IBM p. xvn. AUGUST. De doctr. christ. II 20 (P. L. XXXIV 45). 3 Secondo Bernone, Girolamo stesso Favrebbe mandato nelle Gallie chiamato Gallicano (!) invece secondo una tradizione riferita da WalaCfr.
Cfr.
;
'
Baumer o. c. 247, Favrebbe portato in Gallia Gregorio di Tours; cio che il Mabillon nega per Fuso che Gregorio fa, nel Salterio, della versione antica (P. L. LXXII 391 ss., e cfr. S. BERGER
fra
oso dime altro, mancandomi libri adatti, programma di H. EHRENSBERGER Psalterium veins und die Psaiterien des hi. Hieronymus (1887). Qui congetturo e non altro, purtroppo non avendo gli editori sia
Hist, de la Vulgate 4).
il
Non
altri
Apprendo che C. WEYMANN, il quale nella Revue d'Hist. et de Litter, rdig. I (1896) aveva gia portato il suo contribute alia critica dei carmi damasiani, ha presentato una memoria Ueber die Epigramme des Damasus
al
Congresso scientifico internazionale dei Cattolici in Mtinchen. Ignoro pero, se vi abbia trattato dell'istesso argomento nostro.
XL
I
due
"
Trattati al popolo
che
Gr.
"
di Priscilliano.
Degli undid
scritti,
Schepss trovava
l
in
un codice
di
Wttrzburg e
infelice
11011
IX - mutilo 1,
il
sono
da
lui
Tractatus ad populum
simile
Tr.
ad pop.
I/,
confor'
memente
alia sottoscrizione
EXPLIC
nemmeno
i
rilevare.
od
omilie
sono
o
pur
essi
senza
fallo,
Soltanto,
ivi
Corpus
XVIII, p 90-102.
Cfr. O.
BARDENEHWER
Patrologie 398-401. Non sono ancora uscite le annunciate opere di F. LEZIUS Studien zu Priscillian (dovevano forma re il 2 fasc. del vol. Ill degli Studien
zur Gesch.
d. Theol. und d. Kirche di R. Seeberg e N. Bonwetsch), e di A. LAVERTUJON Les onze traites de Priscillianus, con cui chiudera il suo Sulpice Severe edite, traduit et commente (Paris 1896. 1899). Nel 2 volume
548
ss.
si
ma
non
vi si tocca
del Priscillia-
simo, della cui benevolenza m'onoro. Egli contro PARET vorrebbe tenuti ad un ristretto, segreto cerchio d'aderenti i trattati IV-VIII, e tenuti a
Priscill.
come
dottore,
in
(als
Doctor
..
maggiore confidenza e senza p. una piu alta ynosi ocoultata agli altri, dal che spiega ritegno nell'insegnar 1' uso vorrebbe invece tenuti alia comunita dei dell' apocrifo p. 82, 13
53, 54),
e per6
:
fedeli
il
trattato
XI
quasi
128
festo,.
XI. -
DUE
''
TRATTATI AL POPOLO
"
si
aggiuugesse un
Ma
altro
del
trattato
eziandio sembra
che
un
moderno editore
non e se non
i
il
che
salmi
3,
anzi
diffusamente
partitamente di
essi.
Lo
certaraente
X:
A. HILGENFELD
wiss.
Prise,
u.
seine
neuentdeckten Schriften in Zeitschrift fur (1892) Theologie dir vero, io non sento niente o quasi la differenza, pp. 41, 53-55, 65-66. che il dotto A. trova fra i due ordini di trattati differenza che peraltro egli
XXXV
66 osserva tutto al piu des Bischofs Pr. filr die trattarsi d'un Vortrage Gemeinde von der Lectionen des Doctor Pr. filr die Genossen unterscheidet,
stesso riduce lealme'nte a
certo
p.
ist
GEWISSE Zuriickhaltung und Riicksichtsname auf das Gemeinde Christentum) Quanto alia lezione letta o presente ripetutamente ricordata
NUR
eine
nei trattati sopra la S. Scrittura e in questi soli (V-VIII), credo trattarsi senza fallo non di lezioni o letture accademiche (per dir cosi), ma delle
lezioni bibliche pubbliche, ossia delle pericope,
che
si
e poi
spiegavano dal vescovo. L' uso dolla cosa e della parola nella letteratura cristiana e tanto noto, che posso dispensarmi dal recare altro
si
esempio fuori del classico Lege dell'anonimo ariano (Uliila, si crede) commentator di S. Luca in Mai, Scriptorum vv. nova coll. Ill, part. 2, p. 196.
Quanto poi all'uso di un apocrifo, oltrecche era facile sfuggisse inavvertitamente ad un lettore e patrono degli apocrifi, sara bene attendere ancora un poco, che il mio amico A. Amelli possa condurre a termine le sue intein Priscilliano la
de' piu famosi passi del N. T., di cui s' e trovata incontrastabile citazione, e di cui il dotto priore prima benedettino dubita autore Priscilliano stesso. Infine del tr. IX, se mai,
uno
dovrebbesi
subtractis
vata
ai
ordinari
una volta che vi si trovi nei un accenno ad una gnosi superiore e riserpaulatim gradibus Pneumatici, cioe agli aderenti, e non alia comunita dei fedeli o Psichici. Non insisto piu oltre, perche spero die il nuovo
pensarlo
tenuto agli aderenti,
i
tratt.
IX.
mostro
precedent} VII
almeno diminuire sensibilmente le differenze introdotte dal Paret con un successo di suggestione che non
e VIII, fara sparire, o
meritavano,
altri
1'
Hilgenfeld stesso.
DI PRISCILLIANO.
129
tore,
titolo
ossia
-la chiave del suo discorso. Dal gergo moderno o epigrafe infatti egli ordinatamente decorre sino all' ultimo
--
in
versetto,
di
come
1'
index scriptorum
il
p.
159 mostra
'.
chi
breve scritto
Che
come
con
tale
evidenza
sembrasse
taluno
inconciliabile,
sia
moderno) non se ne
accorto, e
dall'apparenza
tanto
uell'
di
additarne
10)
cagione
esordio
piu
quanto nel profuso escorrere o divagare fuori della lettera del salmo. Giacche questi trattati non sono veri e propri commentari dove
principalmente
si
curi e
campeggi
il
testo,
ma
buona, in cui
'
da semplici
il
punti
di
ritrovo
"
discorso.
1'uso
puo a ragione e secondo Panalogia intitolare tractatus psalmi quinquagesimi noni o, come ad altri piaccia,
Adunque
et
trattato
si
noni
quinquagesimi
Taluno
(run
di
titolo,
forse
sorridera
alia
seria
enunciazione
d'un
fatto
senza importanza
di ritro-
sorta.
Eppure non
il
La minuzia
ci
cui n'e
1'indovinare, non
Di
fatti, se
trattati precedenti
dal
libri
in
e succedentisi
santi,
due immesalmi
1.
diatamente precedenti ed
1
ai
3.
Schepss medesimo se ne sia in seguito, accorto; cfr. la sua replica Pro Priscilliano nei Wiener Studien XV (1893) p. 147 n. 59, dove accenna alia somiglianza di tema nei
so se erri,
Non
ma
credo che
trattati
2
V-VIII.
come ad
psalmi
cfr.
nota
VII, p. 82.
130
e
XI. -
59,
noil
improbabile qnaternione
11
congettura
che
continuasse
nel
caduto
prima
de' salmi
fine
del
sia
salmo 3,
che
trattato,
la fine dell'esposizione
al
3.
Dico d'uno
che
il
tenore del
frammento
che
dovrebbe altrimenti
supporre del trattato sul salmo 3 in proporzione agli altri trattati, sembrano poco favorevoli a che si vegga nel trattato IX la fine
dell'VIII.
1'argomento mi par che risponda. Naturalmente 1'indole del trattamento, a cui 1'oratore sottoponeva " ad orient-are " (sit testi nelle sue omilie, non e molto propria
!}
;
venia verbo
sono sedurre a scambiare per argomento principale quello che punto non lo e. Ma siccome per buona fortuna siamo alia chiusa del
discorso, dove
ricapitolare,
si
si
dalla
sostanza
dalla
le
ricordare
ed
inculcare,
perorando,
ragionevole sperare, ed in realta n' e concesso di rintracciarvi abbaallusioni per divinare con sufficiente sicurezza fondamentale del trattato, ove seguiamo 1'ispirazione l'argomento naturalmente suggerita dal corteggio fra cui si trova.
stanza richiami ed
il
breve frammento.
sicut
profeta
ait:
Quis sapiens
percipiet haec et intelleget et sciet ea? quia rectae sunt viae domini, et iusti ibunt in illas, inpii autem languiscent in eis. Propter quod et uos induti fidei armis castificate animas uestras ad obaudiendum per spiritum et aedificantes uos in templum domini caritatem in fraternitate simplicem in gloriam diuinae dilectionis adhibete, quoniam sic scribtum est: Omnis caro ut faenum et omnis gloria hominis ut flos faeni; aruit faenum et flos decidit, uerbum autem domini manet in aeternum, ut in euuangelio ait dominus: Intrate per angustum ostium, quia dico uobis raulti quaerunt introire et non poterunt. In quo non quod angustus sanctorum constituatur ingressus, sed quia omnis amicitia mundi inimica est dei et humana natura facilius oble.
et
DI PR1SCILLIANO.
131
ctatione
quam
labore suadetur, nos intellegarnus quod, ubi rerum praesenfuturae uitae promissio non habetur. Sic denique
1
a paup eris euuangelio gratior est d r a c requietio Abrahae sinus dicitur et Finees; inmisericordis divitis gehennae ignis habitaculum repperitur non quod absolute diuitibus poena ponatur et reuertendi ad
;
dominum
desperatio constituta locupletibus sit, sed quia nihil in principiis statutum est nee ullus per praerupta conscensus est, sicut apostolus ait:
saeculi praecipe non super be sapere incerto divitiarum, sed diuites esse in operibus bonis, ut, dum per elemosynas et bonam uitam tendendi ad dominum iter facimus, tamquam subtract!* paulatim gradibus ad ea quae sunt summa veniamus *.
Diuitibus
huius
neque sperare
in
fi
abbastanza chiaro
ii
pensiero
dominante
di
questa chiusa.
si puo giungere ad ea quae sunt summa, al riposo, al Signore, non per una vita operosamente buona e benefica e progressivamente migliore vanita passeggiere a nulla giovevoli, anzi ragione
Non
se
od occasione
di
condanna essere
la gloria
umana
beni di quaggiu
e le ricchezze
di
usate:
Ora
confront!
il
rata domanda:
Domine, quis habitabit in tabernaculo tuo ? Aut quis requiescet in monte sancto tuo ?
ed inculca come via unica
a
cio
una vita
imraacolata
benefica,
Colui che integro procede, ed opera giustizia, e parla verita quale 1' ha in cuore;
ne con
ne fa
e
la
al suo
LAVERTUJON
le
1
II
557 non a
torto afferma,
jours.
132
i
XI. -
si
muta.
non movebitur in aetcrnum, cui ben risponde il passo allegato d'Esaia, omnis caro ut faenum... verbum autem domini manet in aeternum, come al principle ben
termina con la chiusa
:
Qui
facit haec,
rispondono la requietio, appellata seno d'Abramo, e 1' iterato accenno all' angusto ingresso del santi per cui molti cercheranno ma non
,
potranno entrare,
non essendo
la
vita
futura
promessa a
chi
par quasi certo die il frammento sia la fine del tradalus psalmi XIIII : tanto bene a questo salmo ed a niun altro fra il 3 e il 59 risponde '. II dilagamento di riflessioni morali
illudero,
M'
ma
me
si
avra fatto illusione all'antico editore similmente che nel trattato X; e cosi sara nato quel titolo incoloro tractatus ad poptdum, die con
eguale diritto e sicurezza egli poteva apporre ad una predica sulla
SS. Trinita oppure sull'ultimo giudizio.
Ne
il
salmo
XIIII
in quadragesima
ad
eos qui
tario attribuito a S.
1
ad baptisma accedunt: cosi si legge in capo al commen2 Girolamo ne forse questa e Tunica testimo;
II salmo 23 (24), il quale in parte potrebbe con venire, ha una chiusa (vv. 7-10), che non ha nulla da fare col nostro frammento. Altri potrebbe addurre in prova eziandio 1' esempio di S. Ilario molto imitate
e utilizzato da Priscilliano (cfr. SCHEPSS p. xxvil), avendo Ilario commentate il salmo 14, e poi (saltati i salmi 15-50) eziandio il 59. 1'illazione
Ma
ib.
31:
Ed. G. Morin Anecd< Maredsol. Ill, part. 2 (1897), 27-31. Cfr. diximus ecc. /.ar'/iy^ffsw;
22 e 116) spiegati nel* VI secolo a Napoli la Dominica tertia (di Quaresima) quando psalmi accipiunt, cfr. G. MORIN in Revue benedict. XI (1894) p. 400; F. WIEGAND Die Stellung des Apostolischen
D'altri salmi
DI PRISCILL1ANO.
133
nianza, se con
comodo
si
cercasse.
per cui
si
volgarmente intitolati ad populum, come omilie sui salmi 1 e 3 sono i trattati precedent! VII e VIII. Attesa la varia diffusione dell'oratore, non si puo dire se il quatere
trattati
Adunque 59 sono i
due
salmi
precisamente
sui
salmi 14
IX
le
;
a noi, e
su quale salmo
il
se
il
numero
ristrettissimo
dei
salmi
puo
rite-
Symbols in
logie u. d.
kirchl.
Leben
d. Mittelalters I
Kirche di N. Bonwetsch e R. Seeberg IV, 2, 1899] p. 171 ss. Esaminando bene, credo si possa fissare in quale stagione delFanno ecclesiastico
altri trattati
od omilie
di Priscilliano, susse-
IV
LXX
decalogus ecc.
Hie est caelestis ille come Priscilliano alia fine spiega benissimo, accenni, qualmente noi dum per elemosynas et bonam uitam tendendi ad dominum iter facimus, tamquam subtractts paulatim yradibus ad ea quae
prologo
e
la
conclusio (111 C)
Di qui
si
sunt
summa
veniamus. (Cfr.
il
fr.
4 del
trattato
forse Aussenzio di
c'
una mezza
Dorostorum, pubblicato dal Mai 1. c. 218-219, dove omilia sui salmo nostro Instruxit quotes debet esse qui
:
in caelis praeparata sunt, bonorum possessionem festinet; deinde velut grados tradet mandata, quoinam qui in altum ascendunt, per grados ascendere videntitr ; et primum super proximiorem ascendeus gra-
ad eorum, quae
dum
in sequentem accedet deinde tertiarium et quartum quousque ad destinatum perveniat). Vedere in quei gradini paulatim subtracti un'allu, ,
sione ad
prova che ii trattato fu a questi soli ne probabile. La frase del resto (come nota 1'editore) e " misterioso in cui certamente essa non ha tale senso
dall'altra: nihil in principiis
tolta
",
da
S. Ilario,
ed e spiegata
statutum
est
Dall'accenno
al
salmo 2 insieme
e 3 (p. 87,
il
15
134
nersi,
XI. -
DUE
"
TRATTATI AL POPOLO
"
namente
all'
istruzione
et
Origenistarum
"
Paolo Orosio.
Poiche sono intorno a Priscilliano, daro qui 1' intera collazione d'an foglio del Commonitorium di Paolo Orosio contro i Priscillianisti
e gli Origenisti,
da
me
Ambrogio
di
Milano
'.
la do,
2
,
perche due mss. appena pote lo Schepss usare nella sua edizione di cui uno del IX e 1'altro del XIII secolo; mentre il codice, cui
appartenne
il
o al
minimo
dell'
XI
secolo,
di
Noteremo
M.
lectionis
parte dell'ordine e disposizione ivi rilevata. Unde mihi, fratres, sacrae providentiam curiosius intuenti non (vri^meriio per profetam ordo
psalmorum digestus uidetur nee incondite quae spiritus dei dictauit exposita cum rudem hominis natiuitatem simplici innocentiae puritate formatam parem beatis, si in his maneat, ostendit dicens Beatus uir qui non abiit in consilio inpiorum et in uia peccatorum non ate tit; secundo incorporatum inuidiae uir us exspfajuit, cum ait: Quare fremuerunt gentes et populi meditati sunt inania? hoc in tertio odium Jtli in patrem docet a nobis
} :
nasci,
Ho
rigettando quell' a interpolate o scappato al copista, era scappato loacupletib. per locupletibus ecc.
1
come a
di
p. 91,
gli
ne
scrissi in
Appendice
all'
opera
G. L. ZANETTI
La Legge Romana
Retica Coirese o Udinese (1900). Debbo lamentare qui, che del mio scritto non ricevetti alcuna prova di siampa se non per le pagine contenenti la trascrizione del frammento della legge, e cosi vi
scorsero o furono introdotte alterazioni
siero e
tali da svisare affatto il mio penda fare svanire ogni senso. Avrei gia provveduto, se non si trattasse di 4 pagine di poco momento.
2
ad
es.,
p.
152,
i;
153,
15.
DI PRISCILLIANO.
135
Non
fatto
il
tempo
per
si
- nemmeno poco
clie
il
A me
basti rilevare,
alle lezioni
ricevute dal
moderno editore
fede
del
codice piu
antico di Laon, piu altre concorda coi mss. usati dai Maurini nella
edizione delle opere di S. Agostino (torn. VIII, 607 ss.), ma bene spesso altresi presenta lezioni nuove proprie, degne di consiloro
ad
es., ib.
mi sembrano
14 hie
le
lezioni
di
p.
152,
fructus
insincerae culturae;
demum
quo
et
a hie: ed. quod) ad te ab ea (virgine luce : ed. eo) mugitu suo tonitrua concitet ; destitutus
(si
riferisce
p.
156,
dicentes hoc
uerbum
(ed. verbo)
cfr. ib.
Cosi a
p.
(om. da tutti
codici)
nihilo,
esse
poterat
factam esse de
cod.)
esse
non
possit,
i
mi pare
codice,
non avendo
ma
de
negato che essa fosse fatta dal niente remansit sola offensa nihilo. Anche Priscilliano, gia da essi seguito, insegnava secondo
solo
p.
Orosio
153,
sit
de
quodam
promptuario procedere
altre disputabili,
5
I0
subgesseram
11
comonitorium
subgestae
qua
et]
quae
<T>am
heresib;
tamen om.
P. 152,
'
m. sup.
5 12
lin.)
inserciones eru<(e>re atque succedere digneris (digneris 1 3 * insincerae culturae teste do ingratos] infragos
manna (ex
pa|tria
fa)
-o)
aput
oculta
mandando] mundando
13
allatus
quod] quo
M
M.
emendet] emundet
(a)
Con
1'asta indico
il
XI. lin.
DI PRISCILLIANO.
negociatorem
reverti
om.
quid] quod
21
quid] qd (quod)
2
peius om.
prevaluit.
l
P. 153,
eo om.
om.
sit
8
4
M
7
Manljcheis
3
quoque
d.
que a
creata
ascribi
preualere
12
asserens
affixerit
10
dixit
1!
Hec
scripto
15
intellegere] intellige
dl
primum]
add.
et
*
et mitt.]
typis
ex
tipis,
16
cirographum
P. 154,
ante
omnium om.
m. sup.
lin.
corporis suppl. 1
5
ll
et
9
18
ante ex om.
fuisset
scribitur
15
om.
19
*
que
asque.
aut] et
asserens
comotus
eo] ea
P. 155,
tus] et
M
6
Christum om.
et alius Avi5
quidam
10
iam
limam
9
alius uero
Romam
13
rettulit] detulit
et sic
tarn]
8
iam iam
9
M
s
Hieroso-
pene
precederet
(exciso
cessit sectator
trinitate:
it
Ceperunt
1 m. sup.
15
plura om.
que
"
infra u
sobria|
20
lin.
16
M
1
8
erat] factam
19
add.
2
M
hec
cum marg.)
is 21
ar argu-
pene
(?)
grecus aparerent
5
quedam.
3
omnia ex omnium
4
m.
cumque
essejtiam
9
cepit
esse
principatu substantialem
demonum
et sic
ideo
ex
uerbum
anime hie
deficit,
folium.
XII.
Appunti su Niceta ed Aniano traduttore di S. Giovanni Crisostomo.
Non avendo
al
mi limitero a esporre qui colla massima semplicita qualche osservazioue sopra due testi latini del V secolo prima di ritoruare a
,
testi
"
'.
important!
questo pio trattatello, sara bene avvertire, che esso corre eziandio
il
sotto
f.
nome
di S. Agostino. Cosi
ad
es. nel
Vat.
lat.
325
(sec.
XI)
149-150: Sermo de
diversis
Domini
vocabulis Aug.
compositus.
II
al
Vat.
lat.
314
(sec.
XV), donde
il
Mai
quanto fidei, de Spiritus Sancti potentia e il nostro (f. 176-177) le buone lezioni che presenta assieme a molti sbagli di lettura per 3 e sopratutto perche ricolma una lacuna manifesta dell'arclietipo
,
dell'edizione.
P. L. LII 863-866, da cui ordinariamente cito. SS. episcoporum Nicetae et Paulini scripta (1827). Sul ms. cfr. 17 p. vn. Esso senza fallo deriva da un archetipo affine al Pomposiano la mia ed. del Catalogo d. Bill, di Pomposa in Studi e Doc. di St. (cfr.
1
Diritto
XVII
163), di cui
ha quasi
tutto
il
ordine: Didimo, Ambrogio, (-(- Pascasio diac. de Spiritu Sancto), Niceta. 3 Sembra che in esso fossero element! corsivi, il quale imbrogliarono
da verbum copista, tanto che da nutas coll' a aperta cavo fuori nudus, da mortem in ostem, da pmescius (c legato con i) presens e simili. verba,
il
principio specialmente
abbondano
guasti.
138
II
XII. -
discorso
si
svolge cosi.
Prima
vi si fa
chiamato nelle
si
poi
da
la spiegazione
ovvero
signi-
la ragione
ficationes),
appellation-urn
sempre
nello
stesso
ordine, se ne fa una
pia
applicazione al fedele,
fidelis,
La
proposizioni
Dicitur via, quia per ipsum pergimus ad sahttem. Vitis appellatur, quia
(e. i. c.
ed.
865 A) magnum
almeno
due
altre, corrispondenti
alle
e alle
Si
viam
scire veritatem, ipsum audi, quia veritas est. Mortem omnino ne timeas, quia Christ us vita credentium est Dulcedo te saeculi delectat ? magis
animarum.
.
Si
vis
ad crucem
Christi
cruce pependit
Or
appunto:
destruit
si
legge
Veritas, quia mendacia respuit. Vita dicitur, quia mortem. La lacuna e colma, e viene ristabilita la perfetta
le
armonia fra
Vat.
325
sia migliore.
Cosi nel-
virtus,
865 C: Infirmus es? habes refugium, quia et medicus il nostro ha solo refugium ad virtutem, omettendo il
manca
avanti
e nella
in
prima
tre.
e nella seconda
tutte e
L' interpolatore
ha preso infirmus per ammalato, mentre diverso e il concetto formale inteso da Niceta sotto virtus: Virtus dicitur, quia nulla potest eum
(eum p.
Egli
s'
denti:
Medicus
dicitur,
due passi fra loro corrisponquia infirmitates nostras et vulnera sua visiet
tatione cttravit...
Infirmus
debilis es ?
quia medicus
est
(865 B.
866
A).
TRADDTTORE
DI
S.
GIOVANNI CRISOSTOMO.
139
Lo
stesso
dicasi
della
ipsum caelorum regni fidelibus aperitur introitus (865 B), raentre invece 'tuuna, non ianitor non mai detto di Cristo nelle S. Scritture, sta
e
qui e a principle, e
si
(fideli
\\
nostro) mente
ianuam ilium
praesume, quia
[et]
per ipsum
et
ange-
lorum consortium consequeris ecc. A qualche recensore forse, dimentico di lo. 10 a per me si quis introiverit, sembro meno conveniente
'
regna a
fidelibus introitur.
il
Finalmente, dove
Si tibi difficile fuerit
Mai
col cod.
314 legge
visu
(potestatem
il
nostro), ne desperes
(865
325
...fuerit visum.
che
v'
il
falso nel
nome
del
poco.
Non
ha dubbio
tuttavia die
cod.
allo
stesso
archetipo
la
della
tradizione
314, comparendo
in
entrambi
cod.
314
si
Sarebbe
edizione
ticato
di
2
,
stato
bene
che
il
Mai
nella
seconda
3
,
non
migliore
325
notare e
diverse
nome
tario ms.
surriferite,
della Biblioteca
al
variant!
rela-
chin ro, che Niceta e in questo c nel 7 verso lesse ianua (non
ostium),
2
come
Ilario,
altri.
VII, part. 2, 330-332, donde passo nel Scriptornni Nella seconda ed. non solo non e piu indicate il codice, ma per ]\Iigne. isbaglio di stampa ne sono scomparse alcune lezioni. Cosi nos avanti
vet.
nova
coll.
reconciliavit (865 B), e peccatorem fra te e peccare (866 B). 3 1<] certissimo. Tutte le varianti riterite nelle note dal
Mai sono
nel nostro,
meno
lui
donata da
una, quia pauca, che e lezione del cod. 314 abbannella ristampa. Dal nostro egli accetta anche la chiusa
in
mancante
in
quello e nella
ed.
140
tivamente.
XII. -
Come pure
vi
avesse riprodotto
altresi quella
parte del
Chronicon Gradense
',
edizione a pp.
leiense,
Aqui-
sotto
titolo
diverse: Pars
Aquileiae excidium ab Attila peractum nempe ab anno CCCCLII 2 Allora forse la sua edizione parziale del Chroad
DCXXVIH
La versione antica
di S.
Matthaeum
"
Delia
versione, che
fece
Aniano
delle
oinilie
si
di
S.
Giovanni
che ne
crede
otto,
le
prime
e che la
Giorgio da Trebisonda
fatto,
Quanto
la
che
386
sec.
XIV,
e dalla dedica
Matheum
e greco
in latinum converterem.
composuit) ab
Nam
E
de nonaginta
(tot
enim sanctus
vir
ille
Aniano
tissime
sunt.
quinque, ut dictum
libri
piu avanti di nuovo: ... viginti ab Aniano qui temporum suorum elo-
ita
sunt ornate
Ed.
per
[Istit.
stor.
ital.
il
Fonti
cod.
storia
lat.
d' Italia 9]
il
Ui'bin.
440, quanto
p. 37, 27-51. II Mai conobbe tanto Vat. lat. 5269, ma non ne diede
le
segnafure.
Ivi stesso p. 51-, citando 1'ep. 159 di Leone fornisce parecchie variant! del cod. Vat. lat. 543
Ballerini.
3
1
il
M. a Niceta d'Aquileia, sfuggite a"i collatore dei nostro Niceta fosse 1'Aquileiense.
Cfr.
MONTFAUCON
nella P. G.
LVII
7-10. 13-14;
FIELD
ib. p.
vui.
TRADUTTORE
posse uideatur
letti
l .
DI
S.
GIOVANNI CRISOSTOMO.
141
per omilia, exhortatio per la perorazione, mentre invece stanno homilia, morale nella versione di Burgnndio
Pisano, codd. Vatt.
II
d'Aniano, come
latt.
383. 384.
cod.
3
,
LOOSHORN
segnalo, oltre al
di
S.
Bandini
il
codice monac.
5398
proveniente
in Matth.
dall'Italia
la
secondo
contenente
le
versione e appunto
quella
sec.
XVI, ad
la
es. nella
parigina del
1581
t.
II
1-226 D.
cui
il
E
d.
stessa
sia
anche
4
nella
veneta, in
ch.
Per un altro capo tornano preziose queste vecchie edizioni, dimenticate tanto, adunque
c.)
.
532/535-555
testi
in
Una
Montfaucon affermo con sicurezza somnia, che la versione d'Aniano fu quella usata da S. Tommaso nella Catena aurea, anzi indi trae un altro argomento per provare che la versione abbracciava
II
e forse
6
anco
si
conservava tuttora
i
suo tempo
1
5
.
G. B. M. DE RUBEIS
Lat.
Cfr.
presentazione) f. 121. anche VESPASIANO da Bisticci nella vita di Nicolo V, Re rum Ital.
(la
Cod.
Vat.
385
stessa
copia di
Script.
2
XXV
f>3,
Die lateinischen Uebersetzungen des hi. lohannes Chrysostomus im Mittelalter nach den Handschriften der Milnchener Hof-und /Staats-Bibliothek in Zeitschrift
3
fur
kath. Theologie
IV
(1880) 788-793.
Bibl.
il
Med. Laurent. IV 439-441 con una buona nota, la 2, dove passo di Vespasiano. Cfr. anche altro codice in Bibl. Leopold.
benedictine
Revue
P. G.
XI
(1894) 385-402.
LVII
11-12.
Nella dissert, sulla Catena aurea, riprodotta nell'ed. Pannense delle Opere del Santo, XII 473-474.
142
passi
riportati
XII. -
da
S.
die
il
Santo
si
maso
stesso
didiiaro
d'essersi
In assumendis autem sanctorum testimoniis plerumque oportttit aliqua resdndi de medio ad prolixitatem vitandam, necnon ad manifestiorem sensum vel secundum congruentiam expositions litterae ordinem com-
mutarl: hiterdum etiam sensum posui, verba dimisi, praedpue in Homiliario Chrysostomi, propter hoc quod est trans-
latio vitiosa
II
domenicano italiano ha ragione. S. Tommaso si serviva della 2 e versione fatta da Burgundio Pisano per ordine di Eugenio III
,
II
semplice con-
fronto dei
passi
riferiti
nel
proemio
colla
i
passi.
386, essendo nelle edizioni stato ritoccato, come osservava Montfaucon P. G. LVII 13-14; e Burgundio dai codici Vatican! latini 383. 384, senza curarmi di notare le differenze puramente
Sono stampate in italico le espressioni caratteristiche di Burgundio ritenute da S. Tommaso. Esse giustificano a pieno cio 3 verbum de verbo che Burgundio stesso scriveva della sua versione
ortograficlie.
:
'
PP
2
XI
2. d'
Non
ultimo merito
Eugenio III
tadino Burgundio questa ed altre version! dal greco, come delle di S. Basilic in Esaiam, del 1. de fide ortliodoxa di S. Giovanni
omilie
Dama-
sceno. Queste versioni di Burgundio, a cui aggiungi 1' altre di Nemesio e delle omilie del Crisostorao sul Genesi (?) e su S. Paolo, resero accessibili agli
scolastici,
bene
di
uso
di
queste
et
versioni.
3
MARTENE-DURAND
Vet. script,
monum.
817-819, dove sono ricordati implicitamente tanto 1' opus imperfectum, quanto la versione d'Aniano come incompleti, anzi come omnifariam discrepant! dal testo greco mandato dal Patriarca
ampliss. collectio I
d'Antiochia <(Aiinerico^>. La lettera d' Eugenio III al Patriarca per ottenerne la versione delle parti mancanti nelle esposizioni latine in Matth-
TRADUTTORE
reddidi, non
DI
S.
GIOVANNI CRISOSTOMO.
et
143
come
mediocre latino
Aiilan. P. L.
'.
LVIII 979-980.
Burgund.
S.
Thom. Opp. XI
2. 3.
Deus conversatur
in terris,
que?
ciatis fiat
terra,
homo
in caelo,
ami-
homo vero
permixtio
.
asceudit ad cae-
in caelo, et
omaia mixtim
Et erat videre
citia Dei
ad nostram facta
omnium uua
Erat cernere
facta sunt
. . .
mortem per-
prolixum soluturn esse proelium et amicitias Deo ad nostram facias fuisse naturam, diabolum coafusum
.
mors
tus.
. .
emptam
tam
surit
. .
immobilia solum
nobis
cum
facilitate
omni nobis
facilitate
laboravimus et sudavimus
et fatigati surnus, sed quia
sufficie-
sufficie-
Sufficiebat
autem ut unus
memorare?
qui
Sufficiebat quisint
suat, neque
secundum ea-
aut in eisdem locis neque pariter congiegati nee mutuo colloqdentes et tameu quasi uiiooreomiiia pronuntiant,
ritatis
fit
dem tempora neque in eisdem locis, cum neque convenissent et conlucuti essent
loquentes,
maxima
in
fit
de-
ipsum quod
aliquibus
mo-
maxima
siratio
veritatis
fit.
hoc
ma-
ximum signum
Si
veritatis est.
correnti sotto
il
nome
sembra perduta,
non e
Rom.
Pontif.
Cfr.
il
suo prologo
alia
loannem presso MARTENE-D. 829 B, e di quelle di S. Basilio in Esaiam a appresso SAVIGNY Geach. d. rom. Rechts im MA. IV 2 ed., 401 nota e.
;
144
XII. -
arguuntur. Ipsuin
inveniunturacdissoni". Imo
quidem igiturhoc
maximum
mano convenientes
rint
scripseIn
quae
BCripserunt.
pertinent ad informationom
vitae et praedicationem
dei,
fi-
sonarent...
credidisset
nemo
inimicus
nisi
crederet inimicorum
quod
scri. . .
utnquam
ad
eos
non convenientesexcomplacito
communi
consilio
decipiendum
quodam humano
congregates quasi
ex
sitione
nim
in
praeiudicat veritati...
Quoniam
his
in capitulis et in
praedicationis
sistit,
summa
con-
non conturbet. Si enim unus omnia dixisset, superfluus esset numerus reliquorum: si omnes diversa, nequaquam consonantiae demonstratio appareret. Si autem
aliquid
de temporibus vel
diflferenter
modis
ciant,
annun-
qunm
aliquis
eorum neque
rum quae
mirabilibtis
digereudis
CMiicta
ilia,
omnes omnia dixerunt, sed hie quidem haec, Hie autem ilia, hoc te non conturbet. Sive enim unus omnia dixisset, superfluus esset re-
omnino conturbet. Sive enim unusquilibet universa dixisset, superfluus iam fuisset numerus ceterorum; sive
invicem
scripsissent
non
parere documenturn
Lesse
per
La
versione
di
si
Burgundio
possa
non e totalmente
non
di S.
pena
1
di
Su
lui
cfr.
St.
d.
lett.
ital.
1.
IV
c. 3,
4.
v.
SA-
VIGNY 1. c. 394-410; FITTING Bernardus Cremonensis 1'Accademia di Berlino a. 1894, p. 815 ss.
in Sitzungsb. del-
XIII.
II
Questa nota ha
parte nel
fatte durante Testate e
al
il
Maggio 1899,
accresciuta in
IV Congresso d'archeologia cristiana, e poi per dubbi insorti sostituita con altra memoria (la seguente n. XV), ha finite per restare
inanoscritta fino al presente giorno
1
Luglio
1900,
in
cui
ricevo
V Interprdatio Isaiae prophetae d'Esichio Gerosolimitano egregiamente edita da M. Faulhaber. Ivi il bravo editore a p. xvi-xxn propone e
sostiene la
del
commentario pubAles-
nome d'Atanasio
oltre
testimonialize
quelli
addotti dal
Faulhaber. Onde, ritagliatala qua e la, e rianimatala del coraggio che suol dare la compagnia, esce non inutile sostegno d'una tesi, die per gli studi patristic! e d'un' importanza non lieve ed esce conser;
vando
la
di
'.
in
Mel.
Roma 7 Oct. 1(598 e pubblicata dall' Oraont XI (1891) 430 ss., il MONTFAUCON annuncommentarius in
Psalmos
;
ciava d'aver
trovato HESYCHII
in
Theodori
Antiocheni
di
XII prophetas
gli
avvenne
(poi edito dal Mai ecc.)... p. 447. Non e a Venezia e non in Roma, se si tien conto
Diarium Hal.
cl.
p. 46.
II
codice
d'
Esichio
e senza
Naniano
24, Marc.
I,
31. Cfr.
Append. A.
ID
146
XIII. - IL
strada dalla
cod.
i
seguente
nota, che
lacerata
dell' eccellente
Kegiu. gr.
40
',
il
quale con-
Salmi cou
scoli
insert! fra
da formar
con
giui.
essi
ai marquasi un testo continue, e inoltre una buona catena d' itacismo Ecco la sottoscrizione cosi come sta, co' suoi error!
e volgarismi.
ticolarmente
facile uso.
ripieghi
adottati
ci
per
renderlo
perspicuo
di
un
In complesso
commenti.
TO>
'Ev
irapovT,
Oci'co
t]/aXTT}pftp
CPJV
xciTai TO &Owxe{|Aevov?^>,
u.ax)>apiou
'Hsuyiou,
uitXeTta
T)>01^
<(v
at
ypotat
TOJV
>
x^aX<(a{wv)
TCOV
j
o\a^{op'Zouaai
*
Ta
xct-xULcv^a
<5
T'Or)Tav
Tp(OV
3
auiwv
wv, oia
V
?)>
IW
XaO'
V Xl|J.VCO
i'va
xa\ TOU
^Y]yY)a-a^vou
auToO
p[x<(Y]V)>UToO,
^
i
QUOTE
T'rjv
t
va
TOUTOU
OUOTc
v)>a
5'
upi(jxet
To({jiou
'
xai
u>
i
(Tuv6'|t
T [OtTiav
ip^'r]
/
<
vtav TOO
ou
<( <r
ou
'
pUVY](7ai Tl
TWV
aTTOpO'J U.(v(OV,
EUpiaXY) TOUTO
TO I? [AT(OiriOl<^>.
le
Adunque
il
glossulae intrigant!
il
Holmes-Parsons 273.
Su
lui
cfr.
il
catalogo
dello
STEVENSON
codice, da cui il Mai ha tratto la maggior parte de' frammenti dei commentari d' Eusebio e di Didimo sui salmi 119-150, e da lui notato C senza darne alcuna segnatura in Eusebio P. G. XXIII 63-64. Cfr. ib. XXXIX 1399 n. 91.
p. 29-30, e
il
2
Corretto con
a,
(3,
soprascritte di prima
cfr.
T.
W. ALLEN On
the
Journal of Philology
XX
(1894)
of 157-183, a
181.
SUI SALMI.
147
11
divino Esichio
nel
l
.
Ma
lo
stesso e
appunto
2
commentario pubblicato
e
ecc.
1746
dall'Antonelli
sotto
il
coll' iscrizione
de
titulis
psalmorum
Dunque,
Pero a indurre
sillogismo,
la certezza ci
quanto
il
la
mano
codice Palatino gr. 44, Holm. 269, dove PAntonelli aveva letto,
il
o meglio, supplito
tal
nome
nome
capacita dello
spazio,
sia
agli
ben corrispondere invece all'ima e agli altri Hau^iou 3 Con cio si dileguava Punico testimonio di valore per Pattribuzione del coramento a un Atanasio qualunque (perche gli altri
argomenti addotti dall'Antonelli sono troppo manifestamente deboli 4 o vani per soffermarvicisi) e si confermava da un codice del sec. IX
,
la
non e
conoscere Peta.
* *
*
Oramai, quantunque non avessi studiato i mss. Naniani 24 e 31 5 bastavano i saggi forniti dal Mingarelli a far vedere, come (che
1
Cosi
lo
c.
42
(P.
G.
CXIV
2
629 B).
XXVII
III. 67,
649-1344.
II
un piccolo
del sec.
salterio
le
stampato con
chiose credute
dove sono
scritte
mano
XVII
d'Atanasio. Gia terminata la stampa, 1'Antonelli s' accorse del codice Palatino, e in un supplement, che non si trova in tutte le copie dell'edizione principe, ne diede le principali varianti. Migliore del Barberino e il Vat.
p.
29 non se
n' e
accorto) eseguita da mano straniera del sec. XVII (A. Schottus?). 3 Ora anche FAULHABER Hesychii Hieros. interpr. Is., p. xxi, arguendo dal cod. Marciano I 31 Nan. 24 (su cui per6 cfr. quanto osservero nell'App. A), dice audace e falso il supplemento dell'Antonelli. 4 Cfr. FAULHABER p. xxi, e vedi cio che piu avanti, p. 150-152,
osservo sull'origine palestinense del commentario. 5 Graeci codices manu scripti apud Nanianos (1784) p. 15. 28-29. 41-42. Su questi stessi codici cfr. C. CASTELLANI Catal. codd. gr. qui
148
ivi
XIII. - IL
COMMENTARIO
il
D'
ESICHIO GEROSOL1MITANO
puro commentario d' Esichio, ma una miscela del commentario esichiano con altro inedito), mi pareva d'averne
non
si
contenga
quasi a sufficienza delle testimonialize dei codici, quando in buon punto usci Pegregio lavoro del Faulhaber sulle catene romane dei Profeti
l
con
in
un saggio del commentario inedito d' Esichio su essi. Orbene, questo saggio e nel commentario ai Salmi appaiono cospicui gli
proporzione, la stessa pre2
,
stessa
Salmi
si
e ai Profeti minori:
la
ad Isaia
danno
la
dichiarazione in
con
una
con che
si
rivendicano ad Esichio
il
commento
in bibl.
.. inlati D. Marci Venetiarum inde db a. sunt (1895) 127-129. Nel Febbraio 1894 vidi e notai questi codici e 1' altro preteso esichiano Marc. 535, ma non ho potato poi esaminarli meglio. Sopra un codice, probabilmente perduto, dell' Escuriale cfr. piu avanti p. 174 n. 2.
MDCCXL
di
questa nota.
Die Propketen-Catenen nach JKomischen Handschriften in Biblische Sludien IV 2. 3 (1899) p. 21-26: cfr. anche p. 32 ss. 69 ss. 2 Naturalmente la maniera risale ben piu alto d' Esichio, ed e, si
comune fuori della scuola antiochena, all'Occidente eziandio. Tractatus de libris s. scripturarum Cfr., per citare un novello esenipio, dal Batiffol sotto il nome d' Origene, p. 65: I a cob enim ex pubblicati hebraea lingua latino sermone supplantator dicitur, Israel autem homo v id en s Deum interpretatur. Et ideo dividendi erant alii in
puo
dir,
i
lacob qui supplantato res Xpisti fuissent, alii in Israel qui credere meruissent. Ideo dicit: Dividam eos in lacob et dispeigam in
Israel.
cemente
3
Cfr.
d'altri luoghi,
il
HESYCH. Ps. 13 n, e per Israel in una ventina e piii che sarebbe lungo numerare. Cito Esichio indicando semplinumero del salmo e dello stico corrispondente alia glossa. Dove
ir>.
occorre solo
il
numero
SDI SALMI.
149
fame
qui
una
critica,
stesso,
die finora non ha avuto, per quantu conosco, oppositori. [Sopprimo il confronto del commentario antonelliano col breve
il
Faulhaber
p.
xxx uno
La
anche perclie nel commentario appaiono tracce abbastanza sicure della sua origine da un monaco, e da un
scritto di lui,
assai,
m' arrideva
monaco
ticolare,
d'altri,
che
sembra
escludere
affatto
dell'Antonelli
Senior! Alessan-
drini,
Che
Che
1'A.
fosse
monaco
scrivesse
l ,
palestinense
almeno
1254
converts
Domine
capti-
vitatem
come
1'
assai impor-
tante
207, il testo d' Esichio e scritto, quasi piccole onciali, mentre gli stichi dei salmi sono in principale, minuscola, ed abbonda d'itacismi che qui sarebbe superfluo annotare. In R Reg. 40, f. 290, il passo non istc\ gia fra gli scoli costiPalat. 44,
in
a.
P=
per
la
biografia
dell'
f.
autore
ed
anche
per
etnografia.
In
897,
tuenti
come un
perclie
ma
al
forse
ok
xa\ TI-Tu^io;
1
difficilmente
altera-
Cfr.
il
commento
to;
siiH'
obedienza
dell'intero Ps. 132, e di Ps. 131 n as. 07 u ss., 43. Notisi anche a Ps. 130s ou&s xTfjvog Ps. 72
.
eTCsOuv.Tiioc
tspxTHtoO
Tivo;
auoaaTo:
evTO?
V ^ <T ^ at
^ on Pt re bbe
ci6
combinare
TWV
150
bili
'.
XIII. - IL
COMMENTARIO
D* ESICHIO
GEROSOLIMITANO
v
titolo
TW VOTW
gr.
= Ottob.
398,
X,
f.
281 (donde
il
Pitra
lo
pubblico come
non oso preferire alia tradizione diretta e pnra non primitiva. Finalmente anonirno, anepigrafo, e di P, e sospetto
varianti, che tuttavia
nella redazione
PR
accorciata e ritoccata
qua
la
trovasi
nella
619
F, a.
1014/1015
30 3
V
,
di cui bastera
dare
le
comuni con 0.
Ecco
'O
<7T\V
il
testo:
O'JTO;.
)TltJ(.appOl);
7Ip\ OU
Xyt
'O;
TY] 'P
IVOXOUpOUpa,
irpo^TjTY);
YJTl?
TOUV
5io
xa\
t'pT]Xv
^tuiappou;
OTI
v
oi
TW
VOTCO.
rap a nXi6vtov,
/]
irp
apa/u]vc\
TY)V 'PivoxoOpoupav.
xa\ xaTsp^oviat
[J>-ypi
i?
TOO vuv.
TOTTOU^
itpai^cuoucjiv
6
airp
E'jpio'xoua'i,
xa\
airfp^ovTai
TO'j;
ia'JTaiv
aTp/Tai.
7cX^Ouv
10
r
yip.appou; OUTO;, 7ip\ ou EITCEV 6. TCpG^p^TYj?, x TCOV xaTa |3o'jXY]<Ttv ouv 6oO Yjvixa yVY]Tai 'JETO;
.
ysiaappou^
coaTc
xaTc'p^saOai
auTOv
Xajxj^avovTa Tot;
Tot
T'?jv
<rxY]vac;
'Pivoxoupoupav,
oOcV
X^u.!pO-r)(Tav
T)[/.'t;^
Ta auTa axuXa
uiro
TWV
Sapaxrjvaiv
TYJ
TO
TcpoTSpov.
xa\
Sk
yvd[/.voi
auTYJ
et
saepius
R
4
'
wspt ou
Sv
:
Y
xai
TTI
TI
Pi^oxoupa
sv 5
P semper
EI?-NUN:
610 -
VOTW
om.
T5 5 ^uv
w; x-
-f^
'-''
OTi-Lapax.
1
ru,s~;
"^svdjASNOt
Taurx T^ woXsi
auToirrat
j'SfovaiAEN
1
TOU x 51 !**??
w? xat
6
{*s'x?
aTpx<5VTai
ev
xaTsp^ONTat
ed.
V
~
R
9
x.
xaTepx. om.
reepi
om.
OY
Y
erf.
ivspxavrat
OY
auTwv P72
8uvet: itXTpsuTai
eauToii;
J4aTpxou.No; ocpsSpa
Y
-ra
10
- >cai
>.au.pdtvst^
8e: (*SN
cpepet
OY
.
/brf. recte
J1
OY
airep: 8s
add.
ed.
_
ei;:
iiroxadiara
Y
au T 4 N
18
eXsicpdrioav
.
J?Y
ra om.
axiAa om.
13-u Ts
^gutappouv
om o
y.
Cfr. su questo
p.
12
ss
Anal sacra
Non
noto
gli error! di
lettura o di
stampa del
Pitra.
SU1 SALMI.
151
]
Colui, per
il
"
principio del-
1'Egitto" sul confine della Palestina, non puo certamente essere un egiziano o scrivere in Egitto; puo invece ben essere palestinense o delle regioni a nord della Palestina. E in realta, se si rifletta
alia vivezza del racconto
solo,
degno d'uno pratico del luogo, ed anche come mai potesse venire in capo all'autore una siffatta singolare
si
confrontino
le
altre espo-
2 ben diverse e vaghe degli esegeti della scuola antiochena 3 difficilmente si puo credere, che altri e dell'Atanasio manrino possa averlo scritto all'infuori d'un palestinense o per nascita o
,
dei
...
luoghi
dei
costumi.
Tale
era senza
dubbio Esichio,
Tpt^ev Iv Tat;
il
quale
prj[jiot;,
a7ipyc[ji.vo;
TOU;
Xt
cxn'ou;,
secondo
di qualche
valore
almeno
verisimiglianza
con cio forse verrebbe altresi spiegato quello strano lusso d'etimologie, per cui il nostro autore riesce senza impaccio alcuno
ad interpretare
del
le
comodo
,
regala
sei
per
lo
meno
di
Davide
ire
d' Israele
di
Giacobbe e
'Pivo*6poupa TroXi; 0tdpu,ooaa AfyuTCTOv *at n*Xai<mvv;v Interpret. Isaiae p. 82. Sulle allusion! topografiche d' Esichio
stina e sopratutto a
cosi nella
alia
Pale-
si
spiegherebbero, se I'A.
non
fosse vissuto a
Gerusalemme, biblique verebbe esaminare anche il commento dei Salmi sotto questo 2 Cfr. CHRYSOST. P. G. LV 361, THEODORET. ib.
THEODOR. (MOPSUEST.
sacra III 324, e
tutti
/^i[A.
gli
Revue
IX
1889 C, passo con i due preced.) in PITRA Anal. anonimi nella catena Corder. Ill 565 ss., che pigliano
? cfr.
il
LXXX
sv
senza un significato locale determinato. 3 P. G. XXVII 516 C rcxpsixa^eiv aurous (per la moltitudine) r& non hanno psufxaTi TOU aiyuxTiou Tuorxf/.oij. Didimo e Cirillo d'Alessandria
nulla in
4
h.
I.
Origene
al solito
vaga
nell'allegoria.
1.
MenoL
Ti
c.,
meglio ESICHIO
TWV avSpwv
p.ova^ou;
Tt5v
eovTwv
T^V
TOUI;
152
d'
XIII
- IL
COMMENTARIO
D'
ESICHIO GEROSOLIMITANO
Efraim
',
e va dicendo.
ascritte al
da
1'
interpretazione. e
del
versetti
2
!
se ne giova
come
di
sussidio
per esporre
senso
come
di Filone, d'
d'
Origene
d'Eusebio fra
altri;
ma
interpreta-
poco di piu, una certa pratica cioe dello stesso idioma, ovvero d'un idioma affine a quello, di cui le 8 parole s'interpretano a orecchio
zione sembra s'addomandi un
.
Adunque sembrano
zione de' manoscritti.
*
-
*
di
in
grado
far discorrere
lo
stesso
il
commcnto secondo
essi
condotto.
iwov
3.
p{/.-/;vsijSTat
5.
TO 7:0;
147
3. 2.
ou
i
(ovvero
...
OTCOU)
-r\
TX.VIV^
.
Ps. 2
sr>.
12.
i
19
4.
109
136
i.
145
73.
21.
149
si.
aKO-su-nipiov
;
Ps
2s.
i.
50
128
125
136
Xi^Sffa Ps. 64
afJa-ro;
68
98
101
17.
134
44
EvroV/i 77
is*.
124
8.
2;
101
25. 31.
AauiS
;
spy..
avbs y^zipi 4
i
e spessissimo;
OUTO; iyai.
TTYITO?
fxovo;
5i
i.
ecc.
ToOrov STroOyiaa 10
ecc.
TC6o8>]{Aivo$ 3 e spessissimo;
12
26
i.
27
50
ecc.; rjXtvij/ivo;
42
'I^paviX sp u..
t
av/ip
15
e spessissimo; ),*b:
i^upo; 49
ir>.
113;
suOuT'/i;
TTTSpviffryj; 13 n; -/cparwv la/^ara 4523. 1132. 147 113 H. 131 2. 9. 'E'ppaty. spy.. 59 H. 107
7rapax.>.-/iToc
ir.i.
3*0-4
n;
viuE7iy,svo;
p.
7724;
*apwo9opo;
x.apTco'popia).
2
ovvero -pwv 77
79
(cfr.
Interpr. Is.
23:
'K<po.
E
i
y?
basta.
salmi 110 (s'arresta alia he). 118 secondo il cod. Palat. 44 1207-1208, e sopratutto il 144. Lo scolio " sub Origenis nomine ..quod videtur referendum alias, ad unum ex psalmis alphabeticis, nescio quern ", pubblicato dal PITRA Anal. s. Ill 352 nella nota 2 al salmo 143, spetta appnnto al salmo 144, e precisamente al nostro commentario col. 1309 C.
Cfr.
col.
Che non sia da calcare molto sulla frase Isysrat yip sppivsusffOai 1602, appare da tutto il resto. II >sysT*t o e quasi pleonasmo, o al massimo insinuerebbe il sospetto che 1'A. non fosse interamente persuaso della interpretazione. Ma un tale dubbio e egli da supporre in persona tanto poco sofistica per questo riguardo?
di p.
SUI SALMI.
153
sec.
prolegomeni al Salterio d'una preziosa catena Bodleiana, 2 e dell'Ambrosiana B 106 sup. ce n' e pur uno 'Ho-uyiGo ', -KCccrfkrrspou 'IspocroX'jatov, che senza fallo e parte della prefazione,
Tra
inc.
a'
suoi confratelli
il
il
proprio
commen-
proemio
4
:
quantunque nemmen
siano
esso
sembri
=A
complete
invece
nell'Ambrodi
e fortemente mutilato
Per
la
da 0, e talvolta
questi
estratti
essendo
nello
migliore
di
tornano
ed
io
molto
preziosi
stabilimento
del
testo;
me
ne
varro in
questa
edi-
Cod. miscell. 5
(ol.
fogli
fotografia giuntami a tempo per supplire nella tante parti omesse nel codice Ambrosiano. stampa 2 Holmes-Pars. 113: cfr. la descrizione di A. M. CERIANI in the
:
I pi. 52, e la mia nota, citata sopra a p. 152. SADOLETO aveva anch'egli possecluto copia di questo prologo cfr. le sue parole in Fabricius-Harless VII 549: De Hesychio quod qliaeris, habueram
:
psalmorum, graecorum librum vetusiate insignem, in eo prooemium Hesychii luculente scrip turn in earn sententiam, tit pro-
bare conaretur omnes Psalmos Davidis esse <(proprio come nel nostro proemio)>. Is liber mihi cum caeteris omnibus periit.
3
Cfr. 15527.
156
9e)tXfOtL.*u$oxoGfACV [j-sra^oCivat
ojjLtv
..
ed in Ps. 134
conservata, o almeno poco bene redatta. In Eutimio seguono molte altre osservazioni generali sui Salmi; ma compilando egli da piu autori, non si puo asserire, che le abbia prese proprio da Esichio.
5
(1260 B) ayazviTot, e v. sopra p. 151 n. 4. 4 Cfr. la chiusa che sembra poco bene
Cfr.
156
22.
157
i.
i.
o.
161
2.
21.
163
i.
s. 15.
165
is
ecc.
Anche dove
O
:
non
per AOI-OI, p. 165 i, suppone un archetipo in onciale. O e incostante in cose ortografiche, fuori che nell'apporre sempre, o quasi, la v
ad
es.
acuTot
si'
conoscano e
negletto d' Esichio, e prudente risparmiar congetture. Si noti anche solo 1'uso d'evOa, singolarmente a p. 1653.
stile
lingua e lo
154
Iii
XIII. - IL
contro Eusebio
'
altri.
che
Salterio
e
del
tutto
di
salmi
da
invocate
contro 1'unita
non dubita punto di questi titoli, rifiutati quali capricciose aggiunte da Teodoro Mopsuesteno, Teodoreto ed altri, cosi e costretto a darne sul bel principio una spiegazione concid'autore. Siccome egli
liabile
colla
sua
tesi.
la
spiegazione
appunto
quella
strana
titulis
comm. de
psalmorum. La corrispondenza tra proemio e commentario e tanta che non piu: il proemio ci da la chiave del commentario. Fosse
anche
in
realta
il
proemio
di
1'autenticita del
leli
asserzioni d' Esichio, di cui talune sono piu preziose de' suoi ragio-
namenti
II
proemio non
Eutimio Zigabeno
3
.
1'
ha
Oltre a cio vi
sono parecchie notevoli citazioni della Bibbia, probabilmente secondo la recensione d' Eusebio e di Pamfilo usata al principio del V secolo
in Palestina
11
4
.
La prima mano
al
annotate
xofjuaftcTv.
espressamente OUTO; TOC Y.y.ry. Eu^s^tov TOV IIa[/.<piXou ap/erai margine: Kai ourog scrive, perche piu sopra f. 8 aveva dovuto annotare:
Koct
di
1'
ha, con
un
visibile disgusto,
TOU; wept Etolptov rbv Hap-sptXou Xsysi, di fronte al rive; d'un estratto
da COSMAS INDICOPLEUSTES Topogr. christ. V, P. G. LXXXVIII 249 B. Tale ad es. il TaOra w; upostov, su certi prologhi aggiunti ne' Salteri, prologhi che non garbavano a lui e cio non ostante vi rimasero. Anche nel commentario si fa cenno d'aggiunte al testo dei salmi cfr. ad
:
es.
run 8e
flevTiypacot;
supajxsv
[/.era
TO
'AX^viXouta
xat
rij;
SiwX^j; eTriYSYpapifxevov, w; xat evTauOa TCpoysypaTrrat. 3 P. G. CXXVHI 53-56. NICEFORO BLEMMIDA P. G. CXLII 1321
AB
ma
in
1
il
curioso citato
SDI SALMI.
'
155
16
iuypau.tji.a
taropta;
st;
TO
'
MaXayt'a;
oY/.a(to;
irpoaayopcuOd; ayyeXo;
irpo;
a'JT<5v
suayycXtxYJ
5
ypY)7au.vo;
v o
t
Xfc'ytov
'AvaY]
aTv T
o
cp
[3
o v
JJL
TO ovo[xa auToO
uiov
o ;
5txato<TuvY];, xa\
ayyt'XXtov
1
t'aat;
upo-
10
Y]ijLTv piovoyvfi opaaOai T ?]? yi\? oux Iv T^pou Ttvo; ouaia aXX' v TYJ auToO, xa\ ia Tfj; iauToO xaTaXapt-TTciv yaptTo^ TOC crupiiravTa, xaOaiicp eGudev OUTO; 6 V TYJ lauTOU oua^a opaaOai xat o\a Tt); lauToO oO(r(a? avrOYjTO:; fjXio;
ir\
'
xaTauyaCs'-^ ^*
6
(T'jtjLTuavTa.
OUTCO
TYJ;
^Y)
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"r]awv
o^0c\;
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aitaaav. oixoujjt.VY)v
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OXdyw? TX
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[jt.vY)(jLOV'jO\;
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xxpi)tjt.u.va
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-f)[Xt;
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TW
xat
[/.axaptw
Aaue\5
[/.tXcoo^ouvTs;
iir(0{jLv
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Ta a^/jXa
p.ot,
Ta xp6^)ia
<5
TYJ;
<ro!pia;
<rou
EO^/jXcoaa;
TYJ;
<ro-
<p(a;
20
IT
oO TOO vuv
v
atwvo; aXXa
TOJ
airoxxpuu.p.VY);
co
to
co
f^aptov
t'va
oO
[xovov
Tr' uaTpt, ^avp(oOt(rr]; & TyaTtov TWV aXXa xa\ v et^Ei Trpoawirw xaTa Tpoirov, yvt6'Ti
sv
ot
TriTTfiuovTE;
(/.apTupta;
i;
auTOv
ta^upav
^co(Tt
rcpo'
7rXY]po^opiav
o\a
TYJ;
aXY]OoO;
TOU uaOou;
auToO
xat
25
lauTOv
-rj}xTv
irt!pava;
aX-r]6d>;
TYJV
lauToO
7:ioava;
TOV av^.^v(aTTOv irXoOTOv Ttov OY)rTauauTYj; /aptv, to^riy^TiV N Ttov Xoyfoov auToO. 'jXut; yap tuu, ao X-poi, OTI ptov TYJ; yvtoT(o; TOV iauToO TcaT^pa -rjfxtv auoxaXu^a; auTo; -rjalv xa\ Ta; a
?
t'va
at XYJVO\
-rjixtov
Ix^Xu
Mai. 4
17
2.
Ps.
50
18 8.
Cfr. 1
Cor. 2
7
20
7.
Cfr. Col.
1 26.
21
tlot:
A Jiabet infra ad 158 17. 5 autou num irpoawirs'j fc/}-. Lwc. 9 29)? num
sic.
10
jjiovo^eNrt.
SN
ladrTi?.
potius
<(ivo)>Ei8T wp. ?
23 ri'* au.
26
08^-
i:,<i
XIII. - IL
COMMENTAR10
'.;
D'
ESICHIO GEROSOLIMITANO
17
rr.v
auTou
yaptv
i;
IXE'VOI;,
o'uto;
UT
(0
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uETao^dvai TO!; ^psfov E^ouai xai (3ouXoY]ua; uXr;pto0Y] 'O uoTttfa; c'va Ttov [/.ixpwv, i 71 I ; V <j U T Y) p TTlffTEUO'vTtOV [X y p UV
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I
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Aau^o, ^YjpfiU^aTO
15
XaTp(av Yjpiwv. HpwTOv o5v TYJ? (JiYiy^TEco; ap^ojji0a TWV iipo Y)[xw xa\ TOO Xtvwv irpoXoyou ^pa'^aavot 7rtxaipitoTpa [ATa TaOTa
XoytxYjv
Si.v<zou.s.v
Sio-
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OUT
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12
auTO TO 'Eppa'ixov d; {JLECTOV ayayTv xa\ t; TOUTO 5iaj3TioXXwv xa\ o^ta^optov upo^YjTwv tvat TYJV pi'^Xov TO>V vpaXp.aiv
20
17 V
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TrpoTE'Orjxav
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TOV 'Aaao
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EV
Ataav xa\
AiOajjt.
TOU
6
ayiaatxaTo;
oia^opoi; opyavoi;,
i'aTaTO
auTo;
r\ Cfr. Matth.
1042.
10
Act. 1322.
9 TWV tx adscr, eras. Xo^ix^s... voEfit: 15 - 16 wv stc et infra 157 3. TICTIV StoStuaw^.N. T& xati Euae'piov riv xwu.woi-.v. Ila^cpiXou apx STa
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15.
162
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157
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157
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Y]U.iv
TaT; (ftpXoi?,
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xaOa-ricp
up\ auToO
OTI
EVTax ay
t
iX i a
i.
Oc(a
'
Cfr. Euseb.
in
Psalm.
P.
G.
s.
XXIII 73 A,
II 420,
cuius
fere
verba
15. 25.
recitantur, et
27
ex
Paral. cc.
3 Regn. 4
1
28.
0.
ry.-/si
0.
25
ovy/
om. 4.
0.
26
13
-160 8
om. A.
y.ttjAEva 15
0, at
spOwastiriiT.Tajfa ef
aXXot 0.
aoXo';/.w<To;
n/ra non
semel.
etjAsXXo^
158
'
XIII.- IL
\ XX'
COMMENTARIO
TI;
D'
ESICHIO GEROSOLIMITANO
TCOV
'|aXiju.ov
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pt.o(
Td;
7ciypapd;
Tipoacoira
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ai
'AXX' oO udvTco; Ta
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YIJJUV
Tcaptcmoat TWV
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5
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ETrtypa^Yj ^aXu.6; 'x,i TOU Aaui'o\ xat TTOTE [Xv H o u6 TOU Aauto, 7iOT 6t ixavo; y^ipt'
CTTIV.
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3vo[jt.a
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Y](X{ov.
Ta;
aito
TWV
^ou, oTta^txov
TO
vOu-
13
Ps. 1222-4.
m/ra
/.
12).
Xe-yst: c/r.
i59
4.
7.
12 etc.,
eivXciaOTi^asv.
Siccome Esichio nel proemio dimentica di ritornare su questa interpretazione fjwvo;, indico qui subito dove invece ricorre nel commento,
cioe nei titoli dei Ps. 12. 26. 27.
b)
a^
Cfr. Ps.
26 TW
ip(ii)vcu<TOtt
^0'j6Evv)p.a
50.53. 62. 72). ^.eysTai Ss /cat ixavb; /s^p' *ai wwo97)f*ivo{ x.ai TOUTOV STroOyiaa xat TOV TTcTtoO/ifxsvov (TOO TC7:o6yif/.evou?) /cat jxovo;.
AOITTOV Tcpb; TVJV
a/.o>.ou9iav
>.a{ji^avo{Av
(cfr.
sopra
1.
roO ^aXfxoO TY)V ep^yivstav TOO ovofxaTo; Aa^tS 3). Ps. 141 To TOU A. ovofxa Sta<p6pw; spp//i/cuptou sup^<7t;
veueTai, CD;
auTo
7voXXa/ct; etp^xajxsv. ore yap st; wpoawTCOv TOU r/cavb; ^tpt* OTE Ss si; /.cifXEvov, ip(AY}vtOeTat
pj///ivusTai- TceTv o
/Cat
vi
7rp6<7W7rov
t
TWV
dix.atojv,
tAEv o;'
OTE Ss
si;
VOVTOiV
7r'.(7Tp<p6vTWV
Up^(Tt;
titolo o
a'JTO
3Ct|JlVOV,
Ta
il
numero
sempre
il
1'argomento.
SDI SALMI.
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159
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5
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T/]uaiv'. TOUTO
imypa^ifj
OTI
'|aXu.o?
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ciprjTai
i?
5t [AETOC
Ot X^ysi
'-paXao;
si;
Tiva;
ovojxa,
xa\
OUTIO;
ipp.T)veOe<jdac
i<riv
TO TOO
Aauew
01
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10
6iro
TOU XOTJAOU
iijt.i
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iroTY^
NcoTo;
OUX
TT
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^ouo
co u.
o;'
oocodoU
TO TOO
TOV
15
t
I
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1
TO
1
\fj*
TOU?
^ixaiou?
Io.
Cfr.
Regn. 2
10
'
so.
"
13
i.
a8ri ?
^ou6v5avo;.
u)
Cfr.
Ps. 36
-
...
TOU;
a^s^st;
TOO;
e^ouOevTifxsvou;'
ysypaTrrai
ev
yap
Ssvoiaa;
bJ
i.
iv.84|At}ftoc
auTwv.
42 TW
/.at
Ps.
50.
26 62
TO
si;
TOU; x.aTy)ou[/.evou;.
TCTai'ffxvTt
v.y.\
~/.y.i
aijuxfT&Ab;...
^ocTCTiajAa
OsXwv
7ct<TTps(j;at
sXQetv e^t TO
vip-apTTi/cw;
6eXcov
[xsTavo^aat.
Cfr.
anche
Ps. 69
A.
yip
ev
spfx.
;o'j9svr,(/,svo;,
s^ouOev/ifjievo;...
owep
vi
St/.aio;,
8;
eupi-
(r>tsTat
-aoa TWV
le
TW
xoff^w
quasi sempre
parole
io
Aa^S
epy/^vsusTai...,
que
non avendo
f1
scelto
relative spie-
gazioni.
^
Ps.
10
ei<;
TOU; ayc'ou;
yap
epj/..
TOUTWV
(!)
STTO-
TOUTETTl TWV aytWV. 100 ... W<T7.VSl TOV V TUaTl OgW UapTTOUVTa. Altrimenti 33 rept TWV S7:i7Tp<p6vTwv aTrb ve/tpwv Ipywv s-i TOV xupiov. Attesa la citazione di Giovanni ayaTrr^oc;... viyx-'/idsv, ricorrente nel comOv)(Ta,
mento a Ps. 14
la
(cfr. p.
spiegazione OUTO; ayaw/iro;, owsp ecm ?rapa TW 6sw 6 dcTTOTafraojxsvo; TW /coajxw Ps. 54: cfr. anche 51 ; dove e congiunta colFaltra 6 e7ri<TTpcpwv. In 5. 16. 20. 40 OUT. iyaTc. e applicato a N. S. Gesu Cristo.
160
j
XIII. - IL
/
COMMENTARIO
D'
ESICHIO GEROSOLIMITANO
-itTroOr}u.
vo'j,
Y\
xa\
aXXco;
TYJV
ipj/.Yjva'av
71
Y]
TOU Aauao
V
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Y)
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-r]
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(Jia^opw;
o-r)XoT.
yap CX-TWV
Kops
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lapaXsiTroas'vai?.
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K.
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u'j/o^.
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ol
|aXT(t)Oo\
aivoOv";
v
TOV
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X6-
15
yoi;
Aauci'o, xaia sipr) [AE'VOV llapaXEiTroasva^ OTI Oi v opyavoi; wocov AculTGtt -or^7aTo AaRupiou, a^
TO
6 i;
D\
OTI
01 a
20
vavTiov Rupt'ou,
v
'20
lifxvoi;
Aau\o
auv
^ip6;
u.o;
TJ
auTcov.
/
Yjaav
TYJV
o'jv
01
RopY]vpt
A'/iTai;.
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Ttiypa^rjv
TYJV
TWV
c)
01 '^aXTwoo\ uicov
TOI^
Rop,
TOV
t)XoT 6
TWV xaOaowv
xap<?(av
dpTiffOai
Ps. 23
s.
u 2 Paral. 29
so.
K 2 Paral. 7
15 - 19
Tiv 0.
it
9 y.ai -
i^i^pacpT,
o//7.
.4.
aurrt 0.
iO-il.
10
iupiaxwu-EN 0.
on -
x.a:6iai
0:
at cfr. infra
161
'
TCOV
aytcov
8v
x.upto;
y aTT'o TSV a 6 TOU;...; 16 OTCSO ivayjcouov Xa^stv TOV Ozb TOU Oeou 7re:7&8yifAevov. 17 IH. 20 si; TOV
/i
si;
Xabv
anche 142
Twv 'louSaiwv, con accoppiamento simile a quello che abbiamo notato sopra, p. 160 fine, in Ps. 51. Altrove 6 /^opb; TWV 7rpo<p-/)Tt3v 3, ovvero TWV xTuoffToXwv 77 is<5.
11
Cosi in 36 Salmi almeno: 4. 24-26. 55. 59-61. 64. 67. 68. 70. 85.
)
<paX a/coo;
6
vt
Se
<pxXxx.pbs
zapi
JtaOapos
86
SUI SALMI.
161
l)) .
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TWV
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xaOapo;
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TCOtXlV
IpO^Tai^
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V Till TOTTO'.^
Xi^aXYjv ^>aXaxp w(xa, waavEl iiavT\ apyovTt TOU Xaou \ % a ff y u v Yi xat ovtooc OTav aoAwm%t air auTwv TYIV
11
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">'
'
'
*i
ii.
10
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xap^iav Xsyet 6 '^aXao;,
~f*
avTtXoyt'a; yeyovsv.
^Y]V,
Y)
v6a ouy\
TYjV
1Tp\
TWV Xa6apWV
up\ TWV XT^; OVTWV TYJ? (TXi'irrj? TOU QOU YJ n:p\ TWV avTtXyovTwv TW TOU GOU uayycX(w, irpt wv 6 airosToXo^ Xc'yt Oua\ auToT?, OTI TY] avTtXoy^a TOU Kop& airwXovTo, xa\ v Tpw 'AvT^Xfiyov TOI? UTC.O TOU TlauXou
YJ
20 V
.
15
X yo
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v o t?,
xa\ 6
[x&v
TrapoifJuaTTYj?
^Y]
'AvTtXoy(a^
lyipi
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ira^
xaxo^.
xat 7Tp\
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irtypau.p.aTo;
>;
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Kop
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xa\ TOU
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xa\ TOUTO TO
20
auTwv ^txvuTat.
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irtypa(pa\
-TOJV
'^aXixwv,
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(TT\
'Addfcfp,
TI?
t'7iot
TO TOU 'A<ra^ ovoaa, oux yt '|aX[JL6? TOU OTI UTT' auTOu ycysvYjTat 6 ^aXjjio;, aXXa irpt^i
^4
13 V
ixaaTYj
irtypao-rj
auTou
'^aXfxo^
t^
TW 'Aaao.
TYJV
TOUTO 5t TO 5voaa
u>^
'EXXyjv^*,
xai Ta Xotira,
13
Levit. 13
45.
15
40.
? Cfr.
Am.
10.
is.
ludae 11.
Act. 13
2 *<XT<X
Prov. 17 n.
(cfr. Ps. 8.'1):
'
TOV
5
A mary.
i.a8ian 0.
siptaxwy.ev 0.
cpaXaxpoaa 0.
10
j'e-^SNTiTa'..
19
aurw A:
nwm
xaOa-TrapsaTTdaiAS^ om. A. ^.? c/r. Ps. 87 aNTiXo-^uci; u *9 e^c. /br/e MWM*U eel alterum oerbum excidit. 2I OTI l9 - 20 at o sw... I-^ei i/a AO. om. 0. ifaXao;
xpatwv
text., 0.
3 17 _
ivTiXo-^txo?
(/.
om. 0.
a)
2l - 22
auTou om. 0.
23
iXX^vtSa 0.
Ps.
43 To
syj>i><n
Se
Kops
ouv yujy.vbv
s
TO
^ye(/.ovi;cbv
ep^yivsusTat <paXa-/cpo; ((paXdUpw^a P). rol; TVJ; -/capSta; XTCO i^aOwv, e~t TeXet
spycov
st;
7uve<riv
b>
Ps.
84
OTVsp spfA'/ivsusTai
TOUTETTI avTiXoyia e/p^aaro Trpb? TOV 6sov. ouxoGv TO?; ubi; Tfi; ivTt^oyta;, T?J; ajAscpTia;, TW Xxw TWV 'Iou6oua>v x,ac TWV eOvwv... Cfr. anche Ps. 87. 48
...
Tcspi
T?J;
stTvsiOtas 6
<j;.
Xeyei.
Kops yap
aTrsiO ?)
11
162
^YjXoT T(VO?
XIII. - IL
COMMENTARIO
D'
ESICHIO GEROSOLIMITANO
^piv
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OUTGO?
auXXs'ywv
ypairrat
xa\
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6
svGa ouv
TW ^aXfxw,
s*v
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(j;aXp.o?
TOU
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si?
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,
TW
si?
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TOU?
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Si
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YI
si?
TOU?
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aaa
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si?
auvaycoyYJv.
MsTa
XI'TOU.
5
5c TOV
'ATao
s'apYjfjav
ivai
vpaXpt.6v
10
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'[o-paY]XtTat
xa\ Aau\5 xa\ ol ub\ apa ouv AiOapi piovo? YJV lapa^X^T-r)?, YJ xa\ \o ao xa\ SoXo[/.wv xa\ MCOUT'?]?, ou? iccpt^ct TO s^pa'ixov,
>
OTI
up
OTI
xa\
auTo\
UTc^p^ouaiv. s'tcsiTa
apa
^?
[xovo?
si
AiOapt.
yyVY]Tat
v [lapaXi7ro[jt.vai? 7 iroXXou?
6v^(xaTi
vsiav
u^Xtv
ovofxaTo?
E'XOco^EV.
OUTCO?
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s^si
YJ
'(]
TctypacpY]
Suvs'dso)?
AiOafjt.
TCO
'lo-paYiXtTY), TOUT<TTIV
TYJ?
TWV
20
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TWV
TWV
a-rupj/.a
Y)
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sitixstTai,
TCO
U^IO-TCO
TW
o-nrsipavTi
d
14
TOI? ayioi? TYJV lauTOu j^apiv AiGafA yap pfjLY]VUTai ut];Y)X6? 'lapaYjX^TY)? 5 lpp.YjvUTai (Ticopa Gsou. TauTa ouv
YI
si?
e)
yivcoaxofjisv
TOV
^lavoia
si?
auTov
si?
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SUTW; om. A.
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2 9 - 10
auvXs-^wv 0.
ou;
-
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Tuva^waevou; 0.
nt
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om. A.
Ipar-
5p'
A.
om. 0.
stpvixaatv
om. A.
2I
1J - 15
sirsira- uirap^ovrs;
om. A.
15
viav 0.
*2
vi
awEipovn
zo
rot; a-^ion;
om. 0.
aircipi;
AO,
mails
airopo;.
XriTTaTo^ 0.
om. 0.
*)
Cosi a Ps. 75. 76. 78. 79. 80, e Guyaywyy) xai cruXXeywv insieme
Ps. 72. 73. 74. 77. 81.
Con
cio
"Affiip
'
scritto
1
Si
...
u^viXo; 'IffpayjXiTou (quasi fosse ^opjveusTai (TTceipavro? Osou. Inoltre Ps. 87 e 73 so. aurw TtjS u^ vilw TW uiw roO Osou.
4p(i>ive6eTai
SUI SALMI.
163
MTa
v
irpo&Tirov,
ouoWia TWV
OUTS
V
v
fepoplvouc
o!>?
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BanXelat
aaa
V
xsi-
JASVOUS,
5
aXX'
TpCD T6TCM
TtOV
<|aX[AtoV Xa\
Tp(0,
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6
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6
sipy) vtxcoTaTOc;
ipTQVY]
'lYjffou?
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xaTot QUTIV
YIJJUV.
uiiap^wv
TO
copiqTat
svOa
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TOU
SoXo[/.wv70
-n;ixiTai
Tai
avavTippiQTco;
10
icat^edei
Xs'yiv
TOV
'jaX(/.6v.
7:6',
w^
svofxiaav
irpo-
TW
ypa^jjiaTt
TYJ?
7iiYpa^^? xa\ ou TYJ OUV^AJU, [xaXXov ou yotp 7iiypasYJ. s^si irpoau^-r) TOU
M(OUTW^
15
MWUTYJ
TTiypa^Yj
XOC7
TW irpOTTp^ovTi Tqi TOU 6sou MCOUO-Y]^ yap pp.Y]VUTai avaipsai? u^aTO^, oirsp S(TT\V IxaTTW TWV [5aTiT^O[XV{ov TO TOU QOU [3aT:Tt(T[xa b) ava^pTat yap x TWV
ap[/.6CouTa sari
*
^4
i4v
"E^Yjiav
Sk.
xai Ttva; sx
,
TWV
-^aXpt-wv
avsiriypa^ou;
p.T)5|
slvat
5ia
TO
OUTW;
siciysypa^Oai
xa\
co;
x TOUTOU
TOUTOU?
sivai
TOU
Q 90
0,
3 - 5 OUTS
ll
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c/r. f 5^ f*.
7 o
162
7.
800
7' 10
(j^aXijtou;
0.
* sv
om. 0.
cpsp.
eppwasvou? 0.
9
i4
au.a-8sou om. A.
om. 0.
0.
16
o8sN - tf/aXaov
:
om. A.
7 oixsTa
0.
PTTW? 0.
MwaEw; A.
-
evo'aYiaav
Trpoasffxtxo'Te?
TrpoffEo^mx. 8i A.
ivavmpMwa. A.
av8p. T. OEOU
om. 0.
wpoae'xovTi
A.
*)
Ps. 71
STJ
STJ'
ed/^aTOiv
TWV
-^{xspwv
st? TOV
sipyivDcwrarov e<mv
^ppt.?)-
<!/.,
Xeyw
el;
vsuerat.
cosi Ps.
126 W&T)
TWV ava^aS^wv TW
oirep
e;o[/.oX6yy)<Ks
(dal cod.
Ps. 76
41.
102
13
f5; yap ep{/.v)veusTai avaipsdi; u^aTo;. 10451. In tutti quest! passi 1'etimologia e la stessa, sebbene ne van a comodo 1'applicazione, per es. all'assunzione di Gesii dal mare di questo mondo (76), o degli Apostoli
dal
mare
di
Galilea, dov'erano
49
cfr. 76) la
parola e alquanto
164
XIII. - IL
COMMENTARY
rjtjuv
D'
ESICHIO GEROSOLIMITANO
Aa-j& aXX*
xa\ ol
<TJV
(kpaio'TEpo;
TiavTs;
tysftsi UTiapysiv
EV
O^po;
S'j
ait^T
6
auTw
XE^OVTE?
TaT; IIpa*<yiv
Oso;
icotYJffa;
TOV
TOC
oOpavov xa\
v
OaXaaaav
ia
xa\ iravTa
5
auToi;,
uvu"Iva
UOCTO;
i(
E^pua^av
o(
r
i7twv rcaiSo's aou 4y(ou ffT6"(AaTo; Aau\ xfiva 6vY) xa\ Xao\ fifXEX^TYjerav
^aatXT; T^; y^; xa\ ot ap^ovT? cru VYJ / TO auTO xara TOO xuptou xa\ xa-ua TOU
.
xa\
5ii
TOUTO
so^yiXcoo-av
TOV Aaue\5
10
(LaXjxov
TOV
TOV
Trpi
va TWV avutypa^cov. TOV auTOv o-r] Tpdirov o^Xov OTI xa\ auToO auTo; erp-rjxEV, XYCO JYJ TOV irptoTOv '|aXiJ.dv xa\ OCUTO;
yap
Tai
is
x TWV avcTTtypa^cov
oxi
ivai.
el
Aau\5
upV](Ti;
Ka\ ETaJsv Aau\5 xaTot TrpdatoirovT-yi^ xiflcoToO T^\? xa\ avata0TJXY); xup{ou TWV AEUITWV Xs iToupyoO VTa? ; ^o[jioXoy EiaGai xai ouvtv Ruptw TO> GO> Za-^X' 'A<rA<p 6 -rjy OU[/.EVO? xa\ 6 ^suTE.po? auToO a; xa\ 'li^X xa\ S[xtpa[xtbG x*\ 'laYjX xa\ MaOxa\
v
OaOcia;
20
'EXidtp
EV
'f$ei$<*>v, xa\
xai xa\
o^ta
v
'OCt;
xa\
opyavot? xa\
xu[A
va{3Xai?
xivvupai;,
'A(jot^ 't^Y)X ot
paXoi? avapcovwv,
V
Upi?
Tai^
<TaXTciyiv
To
irtov T fj ? xt{3coToO
T^?
o^iaO-^x-r]?
6oO
TYJ
YJ [x
pa
x(VY].
25
T<$T
Kupiov
si
sv
TaHV AaUE^^ V ^p^fi TOU aiVEtV T^V )^tp^ 'Aaa^ xa\ TWV a^EX^pwv auToO), ouxoOv
6
'auTdr
6
<TTIV
T^a;
i'xaTTOv
OTI oOx
(TTIV
Tpo;
[x-?]
TouTtov.
ouv
P5Y)
TTJ;
(JE^xvuTat TOU
so
AauA^
'jiaX[/.wv, OITIVE;
X^yw
O^YJ
Act. 4
a
24-26.
"
Paral.
16
4-7.
et
in
6
-
*atv& 0.
aveiri-^p.
-yap
ex.
^ap
A.
0.
l9
eXtdtp'
28
0.
"
tijti
6 fere litterarum
TOU A.,
in 0.
28
ij/aXroSSv
0.
<f.>
4 ?x
c/r.
i65
i8.
TW i?i ^TTO
saepius.
SUI SALMI.
^
165
avayxY]^ xa\
<^o'
ot
coTucp xa\ 6
t'vOa
t;
av7cypa*5o;
xat
v
TOO
TOV
ditd'aroXov
E'jpr^ci?
Xe'yovTa
-upo;
Tivot
sct'^cov
T)|xpav
xaOco^
TOJ
Aau\o Xycov
YJ[jt.pov
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(JLETO.
ToaoOTOv
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7rpotpY]Tai
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15
axou(T-r]T,
puvrjTE
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TOO Aaue\5 eivai
xa\ TY]Xauyc6;
xa\
oO^i
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'O[xw; xa\ irspt TCOV avtovujjicov eOpVja'Ct^ OTI up auToO TOO Aaut(? va yap TCOV Xyou.vtov avtovjacov , Xyto TOV pXa' , v ?]
6
TOO 6&oO TcptoTo^apTu? Sr^avo? OUTW^ ^TJ irpo? TO'J? ap/ovTa; xai TOV Xaov TCOV 'louoatcov, Xycov 7ip\ TOO Aaua'o\ OTI
voi
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15
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TO a X X
ou
Hebr. 4
7.
" Act. 7
15
46.
Ps. 131
4-5.
24
Eu-
thym. 56 D.
^1
contraxit haec et
ras.
J1
praecedentia.
!J(i)v
0.
3 scripsi (off. 9): aurot 0. eupracc; A, r ma;t. 2 i^i 8 io ijcouffXTai 0. 0. aicXTpuvTTai 0. oaw? AO, f- oixsieo;. ou^
opi-
cm. 0.
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sup.
I.
lt Xap5v 0. J3 TOU om. A. I8 TOU OS 15 Ssaw TW 6e<5 'laxwp, gw^e 7ia6c( Euthym. 0: a< a/i<tfr 0. 18 19 21. -1G7 M et ouv-eiprTai om. .4. litlem erasa (o?) ante aapTu? in 0. i
lin.
20
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21
23
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c/r.
Euthym.
166
Xill. - IL
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0.
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evo'u.7)ffa^
0.
16
Ps. 2
'Ave-TTiyp.
oTrep
^eix-vuvrai
i;
Trept
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vop.t^w OUTO;
6
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ev
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TWV
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'E^patoiv. Tcpoaraffffsi yap ^. e7ri{/,vstv ^oviQeia' 01 Si 'E^pafot oux. 7iOs>.7)<7av sfx^elvat. 92 wcavct ouy.
auTot; 6
TW 0sw
eyysypaTTTai ev rai; Jtxp^tat; auTwv. 94. 95 Ta yap ev OCUTW <(<}.)> eyy.eifxeva oux ToOsXviaav vo^jaai w; JJLV) e^ovTs; auTov eyypa<pw;. 96 ... a^s^aia ysysTrap' auTOt; ^ia TTJV aTCtTTiav auTwv. 98. 116. 136.
b)
j;.
Ps. 65
...
66
;.
Tcept
wept T^; ava<7Ta<7<o; TOU xupiou xai T?J; TWV sOvwv ewtTOU Tr'Xyipw^aTOi; TWV xaipwv. 91 el; T^V uuvTeXeiav e<7Ttv
Cfr.
yap 6 fy. TravTa; si; TutaTtv xat argomenti del salmi graduali 119-133. Ps. 146 aXXr)X.-ouv alvo; xai UP.VO;. Altrove atvsiTS TOV epfx. Oeov 135. 137; aivetre TOV ovTa 6eov 104. 105. 112-114. 117. 118;
TcpOTpeTreTat
99
anche
)
gli
ufAvyj-
ffare rbv
up^aaTe
149
ecc.
SUI SALMI.
167
xa\
Ai[jiotv
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TOUTCOV
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TWV XOITTWV
2 Paral. 35
(J/aVro8ou; 0.
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is.
TWN wsft
TOV... xai
^4,
TWV UIWN K.
Xi^Vjcxou
)c.
TWV AEUITWV
irapi? c/r.
166 i8'
0.
12
fux^t 0.
XtaNiffjcou
0.
a)
Cfr. Ps.
<T'/;p!.aivi
34 To Sia^aXjxa
TO Isyou-svov prirbv
asi,
ep(X7)vsuTai
UTTO
aeL
ei;
8v
ouv
xstrai,
ev
Xsyojxsvov S?TS ayaQov STTIV 6' Xsysi 6 <TTty^o; etre <pau>.6v. 06 Se TouTO' a>.V si; ov /cstrat TO ^ta<LaXaa, TTip^atvet on Tcspt TOU aXXou JAOVOV xal ou^t Trspt ou eXsyev sa>; TOU Xeyetv 6 <J>. gO<r4wou, Sta^aXfxaTo;. TO<J ouv TO St^y/iffi; Tirspt ^ta^aXp.aTo;. Pero questo scolio manca nel
TOU
<TTI^OU,
on ToOro
TW ^TI^W
e<7Ttv
Palat.
e quindi
ne dubito.
E da
commentario inedito atanasiano, il 3 di cui parlero piu avanti p. 175 as., 1'idea della mutazione dell'argomento (non della persona) come indicata
dallo diapsalma, e carattenstica predominante, e serve benissimo a far discernere a colpo d'occhio (perche la [trrxf&o>ij e spesso scritta in rosso)
catene, in cui esso commentario venne adoperato b Menzione d' obeli non ho trovato, almeno non ne ho appuntato: di lemnisci invece (sui quali cfr. FIELD Orig. Hex. I p. LV ss. dopo
le
>
Tischendorf) si': cfr. Ps. 103 9 secondo il cod. Pal. f. 158, di cui solo gl'itacismi ho tacitamente corretto (1'ed. e corrottissima) -6
Ceriani
e
:
sv (TTi/o; Ss
<JTIV
TO
<T?ifAsTov
>cai
ToOTO ToO
T?J;
Xyi{Avi<7/tou,
uTcb
OB'
ip[/.Y)Vi>Tc5v
stpyjTai
Six {Aev
x.spata;
T?J;
S'/lXot,
VSUTWV
p.
TWV Suo <niy(xwv -JiTOt vuyptaTwv TO:? Suo ^uy; taiv ed. de Lagarde e<7^[/,avsv. Cfr. EPIPHAN. de mens. et pond. c. 8, 159-1G1, che pero non e cosi esplicito, come Esichio, in dire che la
Sia Ss
Ills
XIII. - IL
a)
,
TWO; i-izyj
iAVY)u.Y)v
^aXaoO
V
TYJ
TOO
-/opio-j
'/asiTi 6o\}.
Xi'vou O'jvau.'.
TOi^
A^a)
!))
xa\
-aXiv
TCOV
TYJ
TfpoXe^6vTClW.
f^?];
1tX*TUTpOV TOV
#
del
Insomma, dalla
n.
esplicita
testimonianza
compilatore
(cfr.
della
anche
p.
170,
da
altri
parmi
si
possa
commentario impropriamente
d'Atanasio Alessandrino,
appellate de titulis
sotto
il
psalmorum non
e gia
cui
nome
ma
d'
un
palesticirca),
438
libri
che
S.
scrisse
commentari ora
'.
perduti
su
quasi
tutti
della
Scrittura
Se
tal
all'
me
si
basti rilevare
1'
indole
una volta
che
sappia
scritto in Palestina in
un centro
origenistico da
un
e che
u.Evo;
in
ti
<ruapi|3a^o!jvo;...
ex.jjvou
membrana
lacerata.
3 **
om. A.
8^
TOV:J[N
membrana
lacer.
a>
Cfr.
ad
s.
es.
che
PITRA Anal.
b>
Cfr.
Ps.
133
Aii
TI
Ss
^
ast9/.b;
TWV ivaa9Afflv
r/.a
x.at
Menolog. Basilii, 28 Mart., Ill 33: 6'Osv xxi ^XTXV ypacp'/iv 4pfu$vfUffl TS xat ^isTaor^e xat ei? TroX/.wv TrposOrixev w^eAeiav. E difatti il-nome di Esichio compare nelle catene di tutti, o
1'elogio
di
lui
Cfr.
nel
quasi,
libri
santi.
Ad
es.,
in Ps.
135
&
i
LXXX
1924
mette tra
touSai'xoT;
Gr.
SUI SALMI.
169
1
mente
ricordate,
consiste
nel
fornirci
una
base
2
nuova
il
nella
testo del
V,
3
e quindi piu o
meno bene
della
testo
di
Pamfilo e d'Eusebio,
si
un
classico
esempio
i
trattava
gli
il
quali
ne ammiravano perfino
ramente.
apici,
eppure
lo
Ma
altri
del Faulhaber, ed e
rimane un grave problema anche dopo la pubblicazione il rapporto del commentario antonelliano con gli
sotto
',
il
nome
S.
d'
Esichio
inoltre con
e
un commenSalvatore
di
2
.
tario
contenuto
sec.
codici
29
30
di
Messina,
VIII-IX?,
TWV TcaXatwv
erano
le tribu)
:
IffTOpoOffi
(il
Mar Rosso
14
Sarebbero inoltre da confrontare col Fisiologo ed altre antiche raccolte di fa vole popolari sugli animali le esposizioni di Ps. 41 (cfr. cio che
i
per
Sl3C
la crit. del
testo
:
di S.
5 del mio op. D'alcuni nuovi sussidi Cipriano). 101 12-14. 103 45-46 ecc. Valga per
etpyjxs
cr/,u{/.voug
ra
I6vY), STCSI&YI
JtXt
<r/tO{/.vo;,
ore TS/Or),
TplV)[/.pOU
-flf-SpWV
flCVOfjXiwtl.
OUTW;
OUV
rv.
S0VV1
Sti
TVJ<;
TOU
jc'jptou
ev
TW ^otmia^am ave^s^av
TOU
Tfltt
(3a7CTt<7[/.aTO;
yap Tat; rptai >cxTaToO 9avaTOi> TOO xuptou {/.tfxoOvTa; Tpetg vox,Ta?
Is.
i
ev
)tTX.
*
fragmenta nescio qua ex ratione Hesychio Hierosolymitano adscripsit (Migne) quae fragmenta num. genuina sint, quaestio est nondum soluta neque mihi hie solvenda, e poi si volge ai
alterius (della Corderiana)
.
si
d' Esichio.
L' attri-
buzione
di questi
da cui
2
la
frammenti ad Esichio riposa sulla fede delle catene mss., Corderiana precede, e naturalmente s' e pensato all' Esichio piu
celebrate
come
esegeta.
Quanto
al resto v.
App. A,
p.
176-177.
Berliner philol. Wochenschrift, a. 1889, col. 622, nella recensione " Siami in delle Analecta sacra et classica del PITRA. questa circostanza scriveva egli r di osservare che finora e rimasta inedita un' opera concesso,
170
XIII. - IL
Senza
fallo
alcuno,
all' esile
si
possono ridurre
lasciatici
debbano
essere stati accorciati e ridotti, del pari che lo sono gli estratti di
questi.
Ne sembra possano
del
delle catene
nemmeno
ai
gli
scoli
2
.
esichiani
della
affini
corderiani
uno fra piu antichi Padri della Chiesa, e come essa per la sua dire il comben superi intere collezioni di frammeuti. completezza " ecc. Converrebbe guarmentario d'Esichio d'Alessandria (sic) ai Salmi
intera d'
i
dare altresi
il
commentario
ai
(CoxE
o.
c.
XI
delle
Adversaria G. LANGBAINII
conservate alia Bodleiana; commentario, che fu posseduto altresi dal Fabricio, ed. Harless VII 549, VIII 551 (qui si dice Ps. 77-107).
(Esichio prete di Gerusalemme). 29 i3 30 i. H. 32 is. 43 13 H (in Cord. (principio in ed. Rom. LXX, e cfr. Corder. I 806 lin. 1). 54 V II '62, e compendiato nel comm. atanasiano 3, cod. Vat. 342 f. 98 ).
1
Ps. 26
55v
ed.
(Cord. II 94). 62
&. s
(ib.
239 'Erspou,
132
32.
e s'assomiglia al
comm. an-
tonell. .Ps.
62
is).
136
(cfr. J.
1900, p. 177), e i due primi messi sotto 1'intero titolo Esichio prete di Ger. Gli scoli editi nel testo originale sono indicati dal CERIANI nelle note. Ho trovato nella catena Vat. gr. 1422,
u. seine Scholien
hi. Schrift,
sec.
XI,
ff.
86
e 115,
13
il
due
Eccoli. Ps.
oOx,
TOV
43
Hauy.
eTuvt/ao; oiS^,
TO aurb
x.ai
a^a
ot
rotvuv
7:X*?j6o<;,
SuoxovTa;
VSVIXTJJCOTSS
7:).ei6vG>v et:
senza nome:
waTrsp
rr\
V
Srsap yap TO
x,at
-^lOT'/iTa T?J;
/,^'
T^ v
'A.
?'^^
qui
il
vo^<rst?
vi
TOU
TTvsufAaTOi;.
<Twf/.a
TOI;
^u^vi T^ ^opviyta
6 S|X7r>/icrOyjvat
'jata
Siriaco), ^
TT OO-
TOV xoptov. Dal catalogo del Wright appare, che in alcuni codici eziandio del Museo Britannico,- e codici dei secoli VII. VIII e IX, vi sono estratti del commento d'Esichio prete di Gerusalemme ai Salmi.
2
Ho
esaminato
sec.
inc.,
un poco eziandio la catena Barberiniana III. 59, che contiene qua e Ik estratti col nome 'Hau/jou. Nei
SUI SALMI.
171
verificato negli
Lo
commentario Messinese. Ho
(1899)
e la
il
palinsesto
ne ho
copiato
qua
piu
-
e quale
desolante
il 103 compaiono non uno, ma due diversi commentari egualinente vasti ed inediti, seriza che ne per scrittura ne per numero di linee o per altro si distinguano esteriormente; onde riesce impossibile assegnare i fogli all' uno o all' altro
dei due
il
commentari senza
lo studio
del testo
--
cio
che presuppone
Ne
II
difficolta.
e,
lui, per una meta almeno, ricorrono appresso il Cornome d'Esichio (per il resto sembrano inediti), e quindi
non
manca
di
fondamento
altresi
1'
attribuzione
in
altri
ad
salmi
,
Esichio
si
fatta
dallo
Reitzenstein, e vero
ricorrenti
d'
che
nelle
,
succedono passi
sotto
il
nel
,
Corderio
d'
edizioni
di
quale
,
nome
Esichio
17
8.
quale
salmi
Origene
scoli
16.
quale
Didimo
quale di Teodoro e
priini
gli
(Ps. 3
11.
H; 5?.
H.
corrispondono al commentario antonelliano 7 36. 37; 17 so) ma dal 51 in poi gli n. 30; 6 20
; ;
sono piu amp!, e parmi derivino piuttosto dalla stessa fonte che i corderiani. Pero taluno anche qui e del commentario antonelliano, ad es. Ps. 11875.156. Insomma occorre un esame accurato
di tutta
1
estratti -
non numerosi
mon.
questa intricatissima questione. Sui due codici v. i cenni di Gr. FRACCAROLI Dei codici greet del del SS. Salvatore, che si conservano nella bibl. univ. di Messina,
scritti
sono 194,
linee
V (1897) 510-511. I fogli del commentario Jilol, class. a due colonne di 49 linee ciascuna: onde trentottomila
Le
parole hanno spiriti ed accenti di
circa
sarebbero a leggere.
prima mano. Un pedante ha ritoccato specialmente 1' ortografia, anche dove non occorreva punto, ad es nella divisione delle sillabe in fine di linea. II commento va, con interruzioni facilmente imaginabili, dal salmo 25
almeno
2
fino al 149.
Probabilmente
vi
ff.
ai
vv. 4-17
dello
stesso
salmo.
sotto dello
il
La prima esposizione e fortemente usata nella catena Corderiana nome d' Esichio ovvero sotto nessun nome anche il frammento
:
Ps.
Didimo
da
essa.
172
d'altri
'.
XIII. - 1L
COMMENTARIO
si
D'
ESICHIO GEROSOLIMITANO
Quasi quasi
di
quantnnque
mano una
la
nome
d'
uno maggiore
altro brevis-
maniera
contemporanei, e
altri
1'
monad
e per gli
Sarebbe vano perderci in ulterior! interrogazioni, dal momento che non possiamo dare ora una risposta soddisfacente. Cio che preme
e cio che e indispensabile per lo scioglimento delle question! fonda-
mentali proposte,
si
e che
da qualche Cireneo
si
mente
il
ttitti
sussidi posti
il
a nostra disposizione,
Ora, siccome fra
i
suo.
nomi
questi pretendenti
c'
e quello d'Origene,
appare manifesto quanto tale deciframento ed esame sia piu importante ed urgente che non sembrerebbe a primo aspetto. Non e la
causa
d'
Esichio soltanto!
APPENDICE A.
Nota dei vari commentari
attribniti
ad Atanasio e ad Esichio.
sara bene
noverare distin-
tamente
diversi
il
commentarioli
d' Atanasio
edit!
ed
portarono
1
nome
o d' Esichio.
Ad
e8.
il
commento
dei vv.
5.
6.
9.
10 (Cod. 29
in Cord. Ill 376, Anon, e Teodoro 377, Atanasio 378: nei vv. 154-158 all' Anon. 501, a Didimo, Origene 502, e a Teodoro 503. Altro ve corrisponde al Timoteo (v. 105,
f.
Teodoro e Anon,
p. 463), al
questi Salmi, almeno per opera d' un solo uomo, che gia rimarrebbe esausto dalle occorrenti previe ricerche delle catene.
Crisostomo, all' Apollinare (v. 28 p. 395) o all'Eusebio di Cord. ecc. Quanto mi scoraggiasse il riconoscimento di un simil fatto, lo puo imagiuare Per ognun poco non ero tentato a disperare della riuscita di un'edizione sicura delle vecchi commentatori dei reliquie di
SUI SALMI.
173
di cui
s'
due commeutari maggiori e i loro estratti, cenno nelle pagine iramediatamente precedent!.
escludere
i
e fatto
attribuito ad Atanasio e A, cioe Maurini e da loro giudicato autentico. Fu quello pubblicato dai molto in voga e spesso adoperato nelle catene, e tradotto e para-
'.
Ne
La dichiarazione dei titoli margine della versione Siro-Esaplare od argomento, molto affine all' eusebiana, ordinariamente comincia
:
a&Tat OUTO;
e simili.
II
^aXfxd;,
..fyStt
TOV
-rcpoxa'aevov
<|.
...
uspt^si
ty.
commentario e lacunoso, specialmente verso la fine dal salmo 142 in poi. Si puo supplire dal cod. Ambros. M. 47 sup.,
sec.
X, da cui ho copiato
altri
le
parti mancanti
con
Da
3
.
largamente espilo
Lo provano a sufficompendiando, e congiungendo a suo grado i cienza frammenti ai primi 72 salmi \ tratti dallo stesso codice
D. COLVILL in P. G. XXVII 49-50, e nelle raie patrist. p. 58 n. 4. Siccome il Colvill confronto questa versione non gia col primo, ma col terzo dei commentari atanasiani, cosi e che li trovo neutiquam cum ipsis concordanti, fuori che in sostanza
1
Cfr. la notizia di
lett.
Alcune note di
nel
salmo
2
1.
II
CERIANI
o.
riscontro lo scolio
OERIANI
Codex Syro-hex. 10 solo in questa versione atanasiano in Ps. 1 presentato dalla Siro-Esaplare. c. nelle note ha rilevato tutti questi estratti, e indicato
">
corrispondente testo greco, quando era edito; ha notato altresi, quando ivi ha un nome di verso, come lo scolio a Ps. 15 2, p. 10, che sarebbe
il
piuttosto di Cirillo. 3 Cfr. per altra compilazione di lui, J. SICKENBERGER Aus rom. Handschriften iiber die Lukaskatene des Niketas in Rom. Quartalschrift XII
(1898) 71. 75
4
n.
7.
cit.
Dal catalogo
del
nell'
Escuriale c'era un
codice completo di questa catena, purtroppo perduto. Ecco le parole di V lui in cod. Ambros. Q 114 sup. f. 195 Heraclii Nicetae Serrensis (alias
enim Serronii, quia graece dicitur episcopi TWV Tcppciiv) catena copiosissima ex plurimis antiquis patribus collecta in psalmos VII. E. 18. ut 'expresse dicitur pag. 4. (Segue aggiunto poi) Authores autem sunt isti: Chrysostomus, Athanasius, Basilii, Gregorii Nyssenus et Nazianzenus, Epiphanius , Theodoretus / Cyr&hu, Eusebius , Maximus, hidorus , Macartus,
Origenes,
Philo,
174
XIII. - IL
COMMENTARIO
D'
ESICHTO GEROSOLIMITANO
Vatic. Palatino
257
e pubblicati dal
chi
li
Felckmann
e dal Pitra
'.
Cor-
come stanno,
si
meglio
la
tradizione
diretta
del
quando commentario e
conoaltri
gli
autori usati da Niceta, non restera che quanto gia era edito ne'
rini,
Mau-
o poco piu.
Del secondo H, edito dall'Antonelli come 1' atanasiano libro de Htitlis psalmomm, s'e nella nota presente cercato fissare 1'autore in
Esichio.
eiuypa^Y) irspis^a
e la
monotonia della
meno
giusta
vissimi,
singoli
versetti
come
alcune
un
solo contesto.
in
gr.
Di questo commentario, riprodotto quasi per intero 2 catene ho visto i seguenti codici piu o meno puri: Vat.
,
2302,
nysius, Pisidius, Theodorus Heracleensis, Eudoxius, loannes, Hippolytus, V Victor, Carpathius, Clemens. Altra indicata da lui a f. 151 come Heraclii
Catal. des mss. grecs de I'Escurial, n. 461, p. 435. Sul Catalogo inedito a del Colvill cfr. l'VIII delle mie Alcune note di letter, patrist. p. 51-59,
estr.
dai Rendiconti
1
1898.
class. (1888) 3 ss. moltissimi passi gia editi, meta del testo, e una meta
et
P. G.
XXVII
II
Pitra
sottratti
nemmeno una
poco sicura.
2
Ad
es.
PITRA An.
onciale
s.
II 406. 408-410.
sec.
Anche I'SUo;
del
cod.
Torinese 342 in
del
VIII/IX, di cui il PASINI Codd. mss. bibl. r. Taurin. Athenaei I 470 da un facsimile del salmo 77, sembra il nostro Esichio. Tre almeno de' 4 scoli
ricorrono in
lui, e sono 77 ora (sembra) perduta, cosi
i.
2. 4.
Inoltre
all'
Escuriale
c'
descritta
dal
COLVILL,
Catal. cit.,
198
V
:
<(Hesychii)> et Ephrem solum in omnes et singulos psalmos atque in singulos versus perinde utriiisque, ut commentaries perpetuos utriusque vocare liceat in psalmos, ex quibus et sequentes catenae excerptae sunt / 10. In fine est catena plurimorum in reliquos
et b.revis illiits
Catena elegans
SUI SALMI.
175
40
testo,
VII/VIII?, Palat. gr. 44, a. 897, Regin. due Regin. gr. 39 e Barber. III. 67 derivati entrambi
si
Monac.
quelli
gr.
l .
556,
sec.
salmo
2
)
come
Terzo
Com-
mentarii perpetui
breves
ac
succincti
quos
nomine Athanasii,
scoli
inediti,
meno qualche
col
saggio.
comraentario,
semplici
testo
de' salmi
an unico
II
costrutto.
La tendenza
ascetico-monastica e
meno
spiccata.
diap-
salma e preso sempre come indizio di mutazione di senso, che viene accuratamente rilevata: [xeTaj3oXTj Tifc irpo'p^Teia; dc, TTJV avaiTacnv
Ps.
airo
Tfj;
icpOipYjTSta;
d$ uapaivsTtv 4e;
6;
J/.ST.
T.
up.
TYJV avaara<7iv 7
$iti&rta<7(
a-cU^YJ
irpoTpoiiY)
TOU Xdyou
si;
STSpov
3
,
vdr][jt.a
38
ecc.
Giulio Giustiniani,
1
a.
1346
di
cui 1'Antonelli
diede
salmo
4
,
Naniano 22,
sec.
5
,
hymnos.
Siccome
il
Colvill
io
conosceva benissimo
il
il
terzo
commentario
codice perduto contenesse proprio il commentario antonelliano. - D' Efrem, che e nominate ed usato nel cod. Vat. 752, parlero altra volta. V. FADLHABER Hesychii Int.
1
atanasiano C, cosi
credo che
Is.
xxn.
II
commentario marginale
pero, secondo I. HARDT Catal. codd. mss. bibl. r. Bavar. 415, cessa nel cod. Monac. col salmo 72, mentre nei due codici romani continua sino a alia fine del Salterio: e quindi, per la 2 parte almeno, questi non possono
derivare da esso, e forse non ne deriveranno neinmeno nella prima. 2 Cod. Ambros. 114 sup., f. 20.
3
4 5
71.
XXVII
603.
Cosi almeno a giudicare dal salmo 31 i-s dato in saggio dal Mingarelli p. 14. Sul codice stesso v. ora CASTELLANI p. 123. Anche il Marciano gr. 535, sec. XI, nel testo originale (che
di
arricchito d'aggiunte
mani del
sec.
dal saggio,
XVI) conterrebbe questo stesso commentario a giudicare che 1'amico E. KLOSTERMANN me ne spediva da Venezia il
176
XIII. - IL
COMMENTARY
D'
ESICHIO GEROSOLIMITANO
'
;
e nel cod.
Vat.
342,
3
,
a.
1087/1088,
parecchi
2
,
Vindob. theol.gr.
361
ed in
B 124
la stampa, purtroppo non avvenuta. Da sup. da Ini preparata per come nell' eccellente e largamente usato in certe catene ultimo Ambrosiana B 106 sup.
,
,
Una
con
altri
gia Nan.
24
(sec.
X/XI
Castell.,
XI/XII Faulh.),
sotto
il
titolo
5 Maggio 1899. E da notare, che questo codice porta anch'esso in lettere Zanetti sy.0s<7i? legate ed abbreviate il nome d'Esichio, non letto dallo
:
in sigle) 'IspoacAup,. sc: TO ^aVr^piov. 'lieu/, (segue 6<riou wpefffiuTipov ? 1 Cfr. il saggio del salmo 1 dal cod. Bolognese di S. Salvatore,
ora 2499 della Bibliot. Univers., nell'ed. originate del commentario antonelliano p. xix-xxi (nel Migne a col. 607-608 e data soltanto la versione
latina, e in B.
KOPITAR Hesychii glossographi discipulus et eTuiyXwaaiTTTi; il russus, Vindobonae, 1839, p. 34 il solo testo del salmo, e non anche commento), ed il saggio del sal. 103 1-11 in KOPITAR o. c. p. 36-37 dallo
stesso codice Bolognese, e nell'altra opera di lui Glagolita Clozianus (1836)
d'
Eugenic
allora metropolita di
Kiew.
II
saggio.
libri,
Non
e identico, almeno a giudicare da questo dico altro, perche sono affatto fuori de' miei studi, ne ho quei
dove probabilmente se ne trattera, come ad es. GEITLER Psalteiium glagolski spomenik manastira Sinai brda (Agram 1883) e SREZNEVSKIJ
Drevnii slavjanskij perevod psaltyri (Pietroburgq 1877) citati da LESCKIEN in Herzog-Hauck Realencyd. f. protest. Theol. u. Kirche III 154. 155.
2
Cfr.
il
G. GRODEC
in
P. G.
XXVII
103
1.
c.
e
da
trascrittogli per
cura del
C.
C. O. Castiglioni da questo codice Ambrosiano. 3 Sotto il nome d'Origene: v. LAMBECius-KoLLAR III 68-71
1.
''
KOPI-
TAR
c.
20 V Dei 5 codici, i piu recenti 3. 5, sec. XVI, si conservano ancora, e sono i nn. 421 e 554 del Miller, segnati W-I-3, il-IV-6: gli altri, a giudicare dalla tavola del Graux, mancherebbero.
Cfr.
il
catal. cit.
f.
Ne do
quindi la descrizione egregia del Colvill, attenendomi alia lezione ultima di lui, senza notare tutte le parole da lui prima scritte. Commentarii perpetui breves ac succincti (quos euangelicos appellandos puto , quia omnia refert ad sensum cum expresso
euangelicum)
SUI SALMI.
$ TYJV
177
&p|jiT]veiav
TOO
il
Di esso
il
Faulhaber,
p.
xvi-xix, ha dato
dell'autore
del
in
saggio
salmo 44
Salmi e
per istabilire
1'identita
commentario
del
pubblicata da
.
lui.
comm. 2,
gli
scoli
fl-o.
iy-
IY
1-
ip.
i.
r.
Xfl.
ia.
X.
tr.
*^-Xa. Xe. XY). XO, e *?-* Xr: sono invece del 3 com16.
mentario almeno
gli
scoli
'(}.
x.
Lo
p.
Da
quest' ultimo
nomine Athanasii in pergamena, duobus libellis in quorum V. I. 10 contineniur psalmi 102. in 2 vero V. \. 8. desideratis quatuor sunt reliqui
psalmi a 106 usque ad finem, et in fine est commentarius eiusdem in canticum Mariae sororis Moysis, et in canticum Moysis in Deuteronomio licet imperfectus (cfr. P. G. XXVII 53-54).
lidem commentarii perinde in membranis, sed /also attributi Theodoreto II. K. 6. in quibus hoc sohim reperi quod a psalmo 90 usque ad 99 commentarii omnino diversi sunt ab illo codice suprascripto V. I. 10.
iam
I. B. 4. pag. 1 sed exscripti manu recenti ex codicibus ubi quatuor illi psalmi qui desiderabantur inter duos positis codices V. I. 10 et V. I. 8 desumpli sunt ex II. K. 6. illi vero qui in
lidem commentarii in
II. E.
sunt
6 diversi erant a codice V. I. 10. et parengraphi uidebantur omissi legitimi eorum loco retenti. Similiter in jine sunt commentarii in Canticum Mariae et Canticum Moysis. lidem commentarii usque ad psalmum 50. IV. A. 6.
et
lidem in IV. K. 9, qui ita se habent, in primos duos psalmos pag. 11. inde a psalmo 49 usque ad 102 (105 cancell.) pag. 15 usque ad pag. 179. inde in Jtnem psi'lmi 104 et 105 pag. 418 usque ad pag. 430. Denique
in finem psalmi 105 usque ad finem psalmorum fuerant pag. ad pag. 317 sed cum his quaedam aliena sparsa occurrunt.
190 usque
cum
multis
Item in variis catenis commentariorum in psalmos, primo in V. A. 10. aliis, item in catena Heraclii Nicetae (III K 13 // pag. can-
173
n.
4) VII.
K.
quae ibi attribuuntur Athanasio, dijferunt quideni turn a praedictis, turn ab Us quae in catena edita a Daniele Barbaro extant, necnon ab Us quae
hie extant II
E.
n.
et alibi.
cfr.
anche 179 fine). 1, sopra p. Item in III. H. 14. sunt duae catenae in quibus varia reperiuntur ex Athanasio sed omnes hae catenae inter se dissentiunt, licet in quibusdam
e
174
178
XIII. - IL
COMMENTARIO
D'
ESICHIO GEROSOLIMITANO
3
6
sono prese
le
4 TOV
'
va(j....
mento
nenti.
(ivi
la
fine
e un' aggiunta),
Appare
altresi
saggio
si
del
salmo
1,
dato a
28
colle
Nan. 31, se
mentario in P. G.
presi,
vengono
C (Colvill
pure
si
comm. 3)
Un'analisi
p.
potrebbe fare del salmo 2 edito in Mingarelli 41 daH'afline cod. Marc. I 38, gia Nan. 31; ma credo bastino
le
parole del mio venerato amico sui codici Veneti, qui certe genmnas Hesychii Hierosolymitani interpretationes in Psalmos continent.
Da
ma
di
salmi 22 e 101
deve essere rarissimo, non accendie ho per mano '. Orbene nel salmo 101
Ambrosiana sotto la segnatura 16 pagine in 12 non numerate. Ecco il titolo: S. ATHANASII HYPOMNE|MATDM SIVE SCHOLIORUM in psalmos Davidis, necdum sed ex Biblioth. Aug. uv 8sw edendorum SPECIMEN. cui editorum,
N'esiste copia nella Biblioteca
III 35.
|
di
accesserunt
\
auctore
\ \
TILI.
10.
|
et
Kalend. lanuar.
Strena TOBIAE ADAMI, missa ad Cunrad. Rittershusium. MDCXI. ALTORFII Auspicib. Anni apud Cunradum
\ | |
una
lettera
OPTIMO
bono Reip. nato, amico veteri et b. 72<ittershu8ius^>. data Altorffii prid. Kal. lanua.
et
MDCXI.
Insiituenti
mihi ad
te,
est specimen Scholiorum mihi destinasse innuis, quia talibus me strenis delectari noveris... Hortor autem te, et, si opus est, etiam obtestor, ut non ante quiescas, quam hanc rem confeceris, h. e. totum illud divinum opus ad hanc faciem edideris.
vir amicissime, scribere, peroportune redditum antiquiss. in Psalmos Davidicos , quod te ideo
Cumque intelligam, Paris, cod MSC. Bibl. Reg. vestro pleniorem esse: censeo instes s'J/txipw;- xx-aipw;, ut aut illi, quibus ad haec sacraria patet edant ipsi, aut vobis conferant aditus, suppetias : quorum eos alterutrum
facturos confido: debent
certe...
Ne
codice.
Dunque
dallo
Hoeschel e da un codice
SUI SALMI.
il
179
ossia
commentario e identico
all'
antonelliano,
i
ad Esichio. Nel 22
autori, basata
nomi degli
principalmente su Esichio,
ma
commento
maurino e del terzo nostro commento evangelico o colvilliano '. Insomma una vera e propria delusione, al pan dell'altro commento atanasiano, copiato all' Escuriale da A. Darmario e posseduto un tempo dal1'Uifenbach a Francoforte sul
Meno
2
.
Forse
ai
lettori
sarebbe piaciuto
che in questa
Appendice
i
io
avessi esposto
inediti
piu
testi
a stento accessibili.
di mss. e
esame
la
non
soli
Ma
che involgono
s'
questo
campo
di
studi,
affinche
poi qualcuno
invogli di diradarle.
Augustano, creduto meno pieno di un Parigino, il R. ebbe i due salmi che da per saggio. Se nel titolo stesso del eodice vi fosse il nome d'Atanasio, se per congettura soltanto sia stato imposto al commento, non e detto.
II titolo
pero hypomnematum ricorda troppo quello di Fozio cod. 139-140 secondo la lezione interpolate del eodice Basileense poco prima (a. 1601)
...
u7to{/.v^[/,aTa
wffzsp
x.at
st?
G.
XXV
p.
CCLXXVIII: la variante
manca
in
Fozio
420), perche non nasca il sospetto, che il titolo sia indi stato preso dallo Hoeschel editore di Fozio e buon conoscitore d'Atanasio.
P.
1
CHI
Eeco
un
estratto di C.
scolio,
altro
Argom. Hes., C, A: scoli ai vv. 1-4 HA, e segue v. 5 in poi sempre uno scolio di seguito da un venendo meno questo commentario dal probabilmente d'^4,
1'analisi:
Dal
6 verso in poi per mutilazione, sembra, de' coclici usati dai Maurini. * Nel salmo 150, dato in saggio da Jo. H. MAIUS Bibl. Uffenb. mssta
1
mezzati
c'
e 1'intero
commento
di
Teodoreto con
2.
3,
scoli
4,
fram-
cosi:
Th.
1,
1-3, Th.
6,
Th.
H 7-10,
Th.
11,
fine.
Agg'umgo
d' Esichio,
ci; To-i?
dai Sacra Parallela (Mxi Script, vet. nova coll. VII 95-96) ua passo che nou ricordo d'aver riscoatrato: 'Hauyjou wpEffpuTspou 'lepoaoXuawv ix TWV Aggiuugo ancora, che il Mo^TFAUCON -|a>.j.ou;. Ixta; OKTTOV sTravOct TavOpwiriva.
salmo 80
la catena di Niceta dal il cod. CXC contenente rafferma per intero edita dal Conlerio. Proprio cosi? Sarebbe davvero im bene e una coasola/.ione; ma purtroppo, temo d'uaa svista del valeatuomo. Almeno, Biblioth. Coislin. 244, aol descrivere
in poi,
il
XIV.
Per
la vita e gli scritti di
"
Paolo
il
Persiano.
"
Appunti da
Pochi
terarie,
di
libri,
let-
come %Y Institute regularia divinae legis di lunilio Africano poco buona fama in certe nostre introduzioni bibliche. Ivi appare
'
barbaro
'
esercitare su tutto
un mondo a
appare
1'
efficacia
tradurre
un' opera
adatta ai tempi.
se
non e gran
dettato
cosa.
Un magro
ignoto
elemen'
biblica
da un
Paolo
Occi-
persiano
dente, e
v'
YI
1'
1'
'
un
e
magister offidorum
ben conosciuto, che si finisce per fame un vescovo: 1'autore vero poi era caduto nell'oblio, e quando ne fu tratto, per poco non
si
lo
compiuta per
il
dispetto
E
siano
curioso
et
1'altro di
gli
Epifanio
de mensuris
studi biblici,
entrarabi stati scritti in Costantinopoli e per eccitamento di una terza persona studiosa delle sacre Scritture; ed e curioso che Feccitatore d' Epifanio sia stato un della versione prete persiano. Vedi il
siriaca tradotto dal
XIV. -
DI
PAOLO IL PERSIANO.
al
181
le
la lode
d'aver rimesso
posto
cose
2
,
fatto la luce
fra
tante
tenebre.
vent' anni,
non
solo
regularia,
scritti
ma
con
'
grande
dei
due
illustri
dell'
sconosciuti
di
il
dipendenza
quale
trina di
Teodoro Mopsuesteno,
latine delle
versioni
di
sue
proprie
1'
opere
trovo
anche
questa via
e progredito
gran
che
le
d'
Kihn
si
le
trovo), ne so
ove non
ment!
vare
libri
e potuto rica-
il
editi
rimangono come
sepolti in
d'altri
meno
si
umano
il
muoverne
rimprovero, essendovi tutti noi, non ostante la buona volonta, esposti quotidianamente, specialmente ora per 1'incremento quasi spaventevole
della produzione intellettuale su tutti
i
#
il
Due
'
difficolta
specialmente affaticarono
',
Kihn
1'
una, chi fu
Paolo
il
Persiano
come
quando
si
lunilio lo trovo
1
Theodor von Mopsuestia u. Junilius Africanus als Exegeten. Freiburg i. B. 1880. Cfr. anche nella seconda ed del Kirchenlexicon gli articoli Junilius Africanus, Paulus von Bassora, Paulus der Perser, che sono
composti da
2
lui.
J.
HADSSLEITER
in
u. d. altkirchl. Literatur
lunilio
notata, e la
Genealogus ed.
La
R.
Scriptores antiquiss. IX 196 n. 627-628. sottoscrizione e puro errore di copista: v. MOMMSEN ib. p. 159. 3 Illustrate ulteriormente invece furono le scuole d' Edessa da
Hist, polit.
relifj.
Mommsen
MG
DUVAL
et
littimire
182
le
XIV. -
non
era
capace
di
leggere
bastarono
Kihn per
asserire,
che
'
il
Paolo
Persiano
'
di
lunilio non e gia 1'apostata Paolo di Ardeschir autore della Logica dedicata a Cosroe I e pubblicata dal Land ', ma sibbene Paolo di
Bassora metropolita di Nisibi dal 553 in poi, autore di libri eseche questo Paolo fu a Costantinopoli getici e d'altro genere; 2
dopo
il
533
e ne parti
non dopo
il
sue
regole
tra
originariamente
le
siriaco,
almeno
1'aveva
preparata
sue
carte (0.
p.
270-275,
289-291). Se non
si
tutti
e tre
fatti
ricordati,
almeno
due
il
in considerazione.
senza
fallo
dei
E
di
paragonando
'
insieme
vari scritti
sotto
il
nome
Paolo
il
Persiano
- volendo -
potra ripigliare
la quale
2
.
eziandio la questione
si
identita dei
sono fatte valere ragioni, almeno in parte, deboli o del tutto vane
J. B.
CHABOT
1
estr.
dal
Journal Asiatique, Juillet Aout 1896. Anecd. syriaca IV, 1-30: cfr. W.
Literature
(1899) 256-257, e per Paolo di Nisibi, che egli presenta come indubbiamente distinto dal logico (altrimenti E. NESTLE appresso Kihn 261-262), ib. 349.
5
(1894)
122-123
R.
history of
Synac
syriaqve
Gia WRIGHT 1. c. non sembra prestare molta fede al racconto di Barebreo sulF apostasia di Paolo, la quale, se vera, e apodittica della distinzione dei due, cfr. Kihn p. 263-264. lo per mio conto, oltre che
debolissimo e facilmente solubile e 1'argomento tratto dalla diversita delle espressioni sul valore della fede usate nella Logica e negli Istitnta regularia (chi ne assicura non siano questi stati insensibilmente ritoccati? Cfr.
KIHN
stesso in Kirchenlex.
cronologia,
come
si
fa
p.
si
di
DI
PAOLO
IL PERSIANO.
183
Fino dal 1847 A. Mai, frammezzo ad una serie di scritture antimanicaiche, pubblicava (senza darne il numero) dal cod. Vat. gr. 1838 ', sec. XIII, una disputa di Paolo il Persiano, cristiano,
con un maestro manicheo
quello contro una
scritti
di
nome
uptown;
altri
o questione del
manicheo
2
.
assieme ad
si
noti
sima successione V. Gardthausen nel cod. Sinaitico 383, sec. IX/X, che molto opportunamente venne a chiarire Peccellenza della tradizione del molto piu recente Vaticano
3
.
si
fiori
Paolo
profana, patriarcato Ezechiele (A. D. 567 as.) tanto e vero, che subito dopo, collo stesso eodem tempore si narra di lacob Baradai, il celebre monofisita, la cui attivita si svolse dal terzo decennio del sec. VI in poi (ed. Abbeloos-Lamy
:
letteresacre
noti) e nella
filosofia
al
III 97-98).
egli
Paoli? L'espres-
piii ampiamente che non si fa, e data ordinariamente assegnata alia Logica
570
circa).
si
Infine
non
si
ai
Manichei
il
LAND
1
p.
scopre pure nella prefazione della Logica, come gia annotava 105.
Male PITRA Anal, sacra et class. 70 n. 5 indico il codice Vat. DX1 contenente invece la hist. Manich. dettavi di Pietro Siceliota; come male
G.
(1899) p.
d.
Zacharias Rhetor
scritti
soltanto
di
classici, Aristofane, Pindaro, Platone ecc. 2 Novae. Patrum biblioth. IV, parte
ult.
80
ss.
donde passarono
d.
in P. G.
LXXXVIII
Litteratur, 2 ed.,
e parte in
529-578 (EHRHARD Krumbacher Gesch. 78 non indica questa ristampa ricordata poi a
in
byz.
XCVI 1320 ss. tra le opere di S. dubito assaissimo se sia Giovanni Tortodosso del dialogo ivi pubblicato. L'apologia di Paolo il Persiano parmi senza fallo estendersi almeno fino
alle parole
-rcxp'
up,wv XTTOXOKTIV
cod.
Monac.
gr. 66.
Non mi sembrano
va uiv(o (Mai 101, 8), con cui termina nel di Paolo i ss. capitoli de bono ecc.,
t
che non hanno punto ne la vigoria ne la concisione ne 1'ingegnosita davvero cospicue in Paolo.
3
p.
89-90. Per6
il
contenuto
dei
fuori di questa
collezione di dispute
La
disputa,
svoltasi in tre,
',
ebbe
luogo per ordine degli imperatori Giustino e Giustiniano, e quindi fra il 1 Aprile e il 1 Agosto 527. Presedeva, come e noto di tanti
altri
casi,
2
,
un delegate imperiale;
'
'
il
gloriosissimo
Teodoro pre-
probabilissimamente della citta di Costantinopoli e quello Giustino aveva indirizzato la legge stesso, a cui pochi mesi avanti, 3 del God. lustin. IX 19, 6 (1 Dicembre 526) Fotino, o che fosse
fetto
.
Ad
es.
il
Vaticano non ha
gli
opuscoli del
Crisostomo e del Nisseno indicati o copiati nel Sinaitico, e nulla ha dopo la disputa di Giovanni Tortodosso con un manicheo. Ne questo parla gia
a sfavore del Vaticano, perche certi plus del Sinaitico, come 1'elogio di S. Melezio del Nisseno, sono evidentemente un fuor d'opera in un corpo
di scritti polemic!, e quindi un'
1
aggiunta posteriore.
'E^fjg TYJ SsuTs'pa
T-/JV
P. 85
[/.spa?
&t&tm
fxsToc^u
xaTa
(-
xpoGsaiv
ed.)
TTJ
sxaTEpw
(AEpst,
TaSfi
SKIVVY).
88 AiaXE^n;
EX.TO;
.
TpiTT).
MSTO:
TpiTOu ysep xafxou *at <rou rxc, 9eia? ErraivouvTcov /.at ;af/,vtov (^iviyouf*. 2 man. e 1'ed.)... Per la quarta ypa<pde; v. piu avanti p. 185, n. 4. I 3 titoletti greci furono giornata coinposti dal Mai stesso, che qua e cola non deve avere collazionato di nuovo il
TpsT; tff/,pa;
auvouffia;
EX
Ta&
ijuv^Ovi
Mavijf.
Aide TI
codice non poco difficile a leggersi. Di sbagli di stampa rilevanti noto nella versione la caduta di M. a p. 88, is e di Chr. a 88, n. p. 89, 40 il Mai X. che manca nel manoscritto ecc. suppli
K>.U(Tcl TWV
S'JO S<77TOTCOV
TO
^Xautou
'lO'JTTlVOU
/tat
'lOUTTlVlXVOU
x.ai
TWV
oioCksy^TO^ <I*ci>Ttvou
u,aviyaiou
HocuXou TOU
TOU EVOOiOTfltTOU
0SOOWOOU TOU
~OCp70U
della
Nov. 64
Aoyyivw TW
TCept
T?J:
cpyto T^?...
TTO^ECO;).
Aia^./CTo;
*^v
syvTO
os 6
ixavi
TC
x.
ypi<JTtavix.*?ii;
oo^T);'
(wv
ed.)
U.EV
7:por<7Taf/.Evo;
av^p
os
TI; T?J;
6pv)<rx.i3c;
ex-siv"/);
Si^aaxaXo;,
T?i; Ss ypt-
oia^E/To; OUTW; TCW; >civ^07). ETspo;. parole spaziate sono notate dal Gardthausen come le iniziali nel codice Sinaitico. C' e
Le
con cui
arguire
ragione di dubitare, se esattamente, atteso i disagi e la grahde fretta, il chiaro uomo dovette lavorare lassu al Sinai. Quindi non si puo
da questo, che
si
la
A
1
debba
Cfr. in fine p.
fu probabilissimamente scambiato col vicinissimo 7rp<7. 202-206 la lunga nota sul vero nome di questo prefetto.
DI
PAOLO
IL PERSIANO.
185
natamente
trovava
cio
in
Manichei
2
.
',
a noi sconosciuto,
si
ceppi
La questione
si
estranea, come
raccoglie da quanto
il
causa della
quarta
discussione; e pero
La telica -
disputa
s'aggiro
- vivo monumento
sugli
di
stringente
dei
aristodella
argomenti
capitali
due
principi,
anima umana
le
e del
naturalmente
verita
comunemente ammesse da
le divine
come
scritture del
Nuovo Testamento.
Siccome Fotino, forse
prefetto,
il
in
uno
degli
interrogator!
fattigli
dal
Dio
del
Vecchio
Testamento,
disputa,
cosi,
letta
questa deposizione
la
quale
al
pari
delle
preceaccu-
fini
"
Ho
ratamente
appreso
riassunto,
conchiuse
il
manicheo,
passo, che diarao alia fine per disteso, non ne lascia punto dubitare. Tutto il tenore del ragionamento vieta si pensi ad altri vincoli presi in senso metaforico. Lo conferma anche la circostanza della deposizione di Fotino avanti
il
prefetto.
)
Non
ei
venisse preso,
costituzione
imperiale.
1'editto:
Come
Ty o wpoTocsis lanciata, quasi in risposta X7-P Giustiniano, nello stesso (SifiXiOTrpaTsiov del palazzo vedremo, la disputa sembra tenuta prima, e non dopo
di
la 7rpoTa<n? era
proprio di Fotino.
3
Xp. Il60ev
?)
tff/-iv
ex.
T?J?
(cosi), ex T(5v x.oivoi; Tra^i Mavi)r. T9j; x<nv?j; evvoia; y.avtyafafji; 67roXvi^s(>;;
~}\
(p.
4
90).
T^ i^;
(? aurai
Se (om. ed.) 6
pi<rriav6s,
/taT6l<7S<ov
aurat;
TOO
cod.
(/.avt^aiou
TWV
eTrl
ed.)
Sia^e^Xyifxevov
rbv
TcaXata;
Oeov,
ilpcora rbv u.aviyaiov TraXtv 6 ^piTTtavo; (p. 90). Ne il cod. n6 1'edizione distinguono questa quarta disputa, che cosi viene a sembrare una parte della terza, e tenuta nella stessa giornata, e non nella seguente.
186
XIV. di
quanto
conforme
al
sentimento
Scritture
di
comune ed
meritevole
al retto
ragionamento,
insegnato e
e quanto nelle
sacre
d' essere
1'antica
opinione.
Ed
io,
soggiunse
il
cristiano,
potevo e dovevo
ma non posso insieme provare la verita e convincere la menzogna; " 1'uomo e libero vincere la volonta degli uomini, perche (p. 90-91). o seguisse 1' altra passata, che Se a questa disputa precedesse
n' e
giunta sotto
il
titolo
in
entrambi
codici
- come non
ripugne-
rebbe
la confessione fatta
da Fotino
al
prefetto
e poi letta a
Paolo, ovvero un documento di tutt' altro genere, non e chiaro dai testi pubblicati dal Mai. Tutt' al piu essi permettevano d'arrischiare
1'affermazione, che, secondo ogni probabilita, 1'ordine dei mss.
rap-
presenta
1'
1'
apo-
per eccezione in un
momento opportunissimo
3
,
Paolo interpella
direttamente 1'avversario,
Y)
<Juv7)9eta.
II
a intendere
non gia un abituale modo di agire, ma di pensare. 2 Fotino avrebbe (come nella disputa p. 82 scat
stfju
xat 6|/.oXoya>,
difesa personale nella verita evidente per lui, che non gli pennetteva di pensare altrimenti, e per cui egli non si credeva punto reo. Cosi quella parte del suo interrogators, che sotto un rispetto era una professione e
una
difesa, pote
assumere
la
forma
di
una
7rpoTa<7t;
o quaestio
effertur,
come
la wporaffi? giunta
inolto lontana
txava xat TaQra Trpb; ra TuporsOsvTa xrX. Si noti particolarmente la chiusa di Fotino p. 91 Et 8s ^suSovrat ot TX; ^uo ap^a:? avaipouvTSi;, TTW?
ivayxy) TOU; {jtera r%<; a>.7iOeia? ffu^fjv i<Jwox^x6TOC? (cfr. la nota seg.) ip/ x? Soy^aT^eiv ; Naturalmente un carcerato doveva parlare sempre con una certa cautela. Non taccio questa supposizione, sebbene superflua, perche forse puo spiegare, come a taluno venisse poi in mente essere Fotino 1'autore della wpoTaais, consona forse a aveva detto
O'jo
oust
quanto
egli
in
sua discolpa
3
al giudice.
L' ironia appare specialmente nelle ripetute allusioni alle parole di es. a p. 92 poc(3ai TTJ; a*pipsias p. 98 <k\\' <ei> jxsv oi (61 asv
;
t
DI
PAOLO
IL PERSIANO.
!
187
i
sembra
seguito e
come
il
Per fortuna
nella
ci
grave questione
apologia.
II
codice
Mo-
squense 394,
di
d'
dell' a. 932, scritto per il celebre Areta arcivescovo 2 Cesarea in Cappadocia presenta anch' egli la itpdTa^t; come uno sconosciuto manicheo (TIVO; [xaviyjxtou), e poi 1' avTippY]a-i? di
,
in cui
si
narra
come
quando
fu
trovata la irp^Taat;, e
La
riporto
la
romanisti e
filologi
che ad
es. vi
troveranno
3
-
lessici
(kfiXioicpaTClov,
Ji{3XwirpaTY);
Za^apiou
sirwxdirou
lflTuX^VY}{
TOV
irapaXoyiTuov
[xovr|^
TOU
*p/^?
9uvurrafX^VT),
yopo;
Tfj?
TOO RATpifAOvlou, VtavO^ 6 cO(T^TTaTO; T) |X OJ V ^fltfftXe^ ^taTa^lV TCOV aOWTaTcov Mavij^aicov. 70T yap
o-ufxuovwv
xd[XY)Tt
ov
v
TW
^vtxa
^pWVY](T
TY
a<ritxY
O'JV 6
^Y]Tl
pt^XtOTTp^TY); TOV
d^iXovTa avaTp'|ai
TTQV
[xaviyaixrjv up!$TaT'.v
xa\
6pwv Zajrapi'av
x
TWV
7iTa
xt^aXaiwv
laiv
Trap'auToO
xaTauTwv
cod.)
raura SoyfAaTc^ovrs; {xeri r?j; aV/)Oeia; cu^fjv ffTcou^a^oixnv, l<TTw<rav ei Se Touvavriov, voeiaOco sxaarw xat ot Mavi/atoi Tp6<pt{AOi r^j; aV/iOst'a; TO auvayofxevov.
1
Pp. 91. 92. 96 c. 29. 97 c. 37 ecc. Cfr. CH. DE MATTHAEI Codd. graec. bibliothecarum Mosquensium Archira. VLADIMIR Descrizione sanctiss. Synodi notitia et recensio 290 ss.
2
;
Mosquense
(russ.) I 299.
le
XIV. -
PER LA VITA
K GLI SCRITTI
T&V
TOIOUTCOV
rcapaXoytTuwv.
,
5i
Xaptov OUTCO;
dell'
bt
La
1.
didascalia
quantunque non
c.),
singolare
conoscenza degli avvenimenti, quanto per 1'espressione Giustimano uu bizantino scrivente dopo la morte piissimo nostro imperatore, che
di lui
Da
mulgata
Manichei.
essa
in
fi
risulta
1) che
prima
della
-npoTaat;
di
Costantinopoli
una costituzione
quella
sia
di
Giustiniano
e
disputable, se
.
Giustino
Giustimano
c.
c.
18),
come
si
direbbe
stando
Anche
la
prima
ipotesi
puo
dell'a.
527,
comune
Appare
mente pero e senza nome d'autore, com' era naturale dopo tale fiera costituzione. Anche Paolo sembra ignorasse 1'autore al tempo dell'apologia, almeno se si giudica dalla maniera, sopra rilevata. d'interpellare
venne a saperne autore Fotino, non risulta. Forse furono semplici sospetti, facili dopo avvenuta la disputa pubblica, ma de' quali o non ebbe notizia o credette non doverne far
1'avversario.
si
Puo anche
darsi,
ma
converrebbe
il
per inopportune riguardo alia disputa precedente. Appare 3) che Zaccaria aveva di gia composto sette capitoli o anatematismi contro i Manichei, e che percio lo si credette, sebbene
ancora
pronto alia risposta. Questi capitoli sembrano perduti, e sono cosi dimenticati, che nemmeno il Krttger 1. c. li registra fra
laico,
le
opere di Zaccaria.
Non
essendo verisimile ne che la irpdTaoi; sia stata prima comla disputa sia stata
MATTHAEI 294
francese.
et class,
p. vil
con versione
'Ex
in
Non ho
I
DEMETRACOPULOS
1 ss.
DI
PAOLO
IL PERSIANO.
189
199), conviene
teimta dopo
1'editto
imperiale
(cfr.
piu avanti, p.
per conseguenza porre 1'apologia di Paolo dopo la disputa. Ma al Pitra, pp. vu. 67, ed al Krttger 1. c. la didascalia e
parsa la prova di una cosa ben di versa; la prova doe che Zaccaria e non Paolo e 1'autore dei capitoli annessi all'apologia, e che e falsa
I'
in
altri
Proprio un
Manich.
Pietro
Siceliota.
necessario
per
me
di
chiarire
il
grave dubbio.
1
Anzitutto
1'
Mosca
due
di
Genova
e 1'apologia di Paolo
scritto,
i
come
e identica la TipoTaat?
ad entrambi
Basta confrontare
testi
ma
lo
ci
tramando
1'eta di
Giu-
mentre
la protasi
dai mss.
cod.
Mosca
gr.
e
2
.
di
Monac.
66
Genova, sembra invece reale rispetto al Questo infatti, senza nuovo titolo, soggiunge
i
aH'avTipprjTt; di Zaccaria
1'apologia di Paolo,
49
Se non che
piu addietro
del sec. XIII.
il
Miinchen
il
solitario
in
cio,
ne risale
il
del
sec.
XVI, mentre
Sin.
del
IX/X, e
dovette
Vat.
soli-
essere la
supposizione dello
scritto al
nome
di
Paolo Persiano
1
di
cui
Cfr.
PITRA
o.
c.
44-46. 70 n. 2
A.
EHRHARD
nel Centralblatt f.
(1893) 189 ss. II breve cenno di G. BERTOLOTTO II cod. greco Sauliano di S. Atanasio in Atti della Soc. Liyure di St. patria (1892) 57 e insufficiente per noi.
Bibliothekswesen
XXV
Cfr.
il
catalogo dello
HARDT
395
SB.
PITRA
66.
190
piii
XIV. -
PER
LA.
un
',
poco
pote
Monacense
a qualche antico insinuare che tali capitoli bene convenissero a Zacaltri sette contro i Manichei. caria, il quale ne aveva gia couiposti
Da
o scomparire nell'archetipo
titolo
copia
capitoli
di
Zaccaria? Checche
sia,
finora almeno,
n.
l),
p.
194,
per un' analisi ed un apprezzamento dei due opuscoli: puo farlo bene sol chi e maestro nella storia del dogma e del manicheismo. A me basti avvertire in
Non aggiungo
Qui non e
luogo
passando, che essi molto piu degli Instituta regularia e della Logica
(se
mai e
del
di
medesimo autore)
Paolo
il
si
della
mente
difticolta,
*
*
Forse ho corso un pochino avanti ma egli era necessario per dare un qualche concetto della trasmissione e del contenuto degli
;
scritti, di cui ci
abbiamo a
di
servire.
Ora ritorniamo
il
indietro e dichia-
conseguenza per
nostro assunto.
1
la
una
finzione
letteraria,
come parecchie
altre;
quando
anche
risulti
per realmente tenuta, ossia storica, se fu tenuta in greco, e 3 se il Paolo Persiano iuterlocutore 1' abbia egli medesimo scritta
sia proprio
il
Paolo
Persiano di lunilio.
Lo
stesso
in
gran
parte dicasi
AvTipp-/)7i; /ayjxpiou
eTCiaxoTCO'j
ETUI
MtTuX^vyjc
opwvro;
TXUT'/IV
(raOra
3/on.) ert
pt^avro; aury)v (auri J/bn.) Mavi/xioo. PITRA 45. Quell' oSou e forse la sostituzione o la
/apry)
^a<ri^ect>;,
{JifiAi
T?J
oSoO
ev
'lo'jcmviavoO
DI
II
PAOLO
IL PERSIANO.
191
prime della realta storica della disputa perche una volta provata questa, il rimanente o necessariamente ne discende, ovvero diventa aifatto secondario e
punto cardinale
;
di tutto e
proprio
il
indifferente
come
si
la
questioncella 3
a
,
la
quale, inquanto
distinta
dalla
a
l
,
non
in
puo nemmeno
sollevare
a riguardo
fall apologia.
prova della realta storica e della fedele trasmissione della disputa tutto sembra cospirare, la sostanza non meno che la forma. Anche lasciando da parte le notizie precise e minute di tempo e
puo eccepire, 1' impianto e sviluppo stesso del dialogo escludono 1'ipotesi d'una h'nzione letteraria, la quale - si noti bene -- dovrebbesi senza fallo (se mai) a un crid' altri
Ora
agginuti,
si
L' escludono
il
complesso delle
cir-
mai ad inclinare
lettori
ha 1'appoggio
delle
autorita,
quegli
tutto al contrario.
fi
un
pri-
un punto espressaassieme
sulle
mente dice
coi
di
non
colleghi
ne sembra
civile.
illudersi
avverse disposizioni
Bisognava esser un ambiente tale insensati per fingere (usiamo pure la parolaccia) di disputa, dove ognuno puo facilmente pensare abbia non gia la verita ma la prepotenza trionfato contro un meschino, che non
poteva liberamente difendersi senza esporsi a pericoli e pene anche
peggiori.
finge cosi.
Lo
le
modo con
cui
sono
presentate le opinioni e
della della
setta.
Anche questa
la e
una
3
lo
forte
prova
disputa.
Lo escludono
i
sviluppo talvolta
meno che
battibecchi vivaci
mossi ora dal cristiano ora dal manicheo per iscappate o per contra vvenzioni alle leggi del disputare
',
e finalmente
1'
essere
il
dia-
di p.
My)
85
ivayxaTBsi;
192
XIV. -
me non
la chiunque voglia percorrere il non lungo scritto disputa fu realmente tenuta, e su per giii tale quale e giunta a noi. Quindi anche la notizia posta in capo ad essa e le altre qua
ne converra
e la sparse incidentalmente
il
resto,
nemmeno
loro essere
una
finzione.
Or
imperatori
sotto
la
presidenza
del
pote certamente
svolgersi che nella lingua ufficiale, la greca, e nella stessa citta imperiale
qnando nulla
se
non e assurdo
--
e affatto
arbitrario,
c'
una
testimonianza
p.
contemporanea quasi, riprodotta integralmente a die la dimostra uscita proprio in Costantinopoli. 187, Del resto, nessun sapore di lingua esotica e dato sentire nella
o
II
disputa.
lo
si
ma
puo attendere
nell'
Che
gli
atti
della
poscia
stesi
da Paolo
stesso ovvero
assistente,
raccolti sul
momento
non
si
puo decidere.
Pero
la consuetudine
disputa
era
favorirebbero piuttosto
7r?j |/v acrveiav wpofaaifuvo;, TT?J Ss iwv w exTov (quest' ultima deve essere una maniera proverbiale di dire). Ofr. anche p. 81 Xoi. Ei TWV OVTWV ^ Trpod'/iyopix ae Tx.avSxXt^i, ^-/i
oztoc,
ou x/^p-/ifxai
Ttj
TrpoCTYiYOpta raoTv;
TTOTS ev rij
wpb;
ere
SiaXe/mo ecc.
DI
PAOLO
i
IL PERSIANO.
193
guadagnano davanti
ai
il
il
maestro ed amico
L' identificazione
dei
due corre spontanea alia mente. fi egli difatti verisimile, che due " Paoli Persiani ", entrambi cosi cospicui e celebri che 1'uno diversi
fu
il
campione
dell'
ortodossia
1'
in
un' importante
disputa
pubblica
biblica
da un alto
di
corte,
vivese
20 anni? Ed
che
essi,
'
cio
Paolo
Persiano
'
aggiunto
di
distinzione?
il
possibile.
egli
intelligibilissimo,
come
lunilio, alto
digni-
un
personaggio
a cui
la
corte
stessa
in
la
una circostanza
delica-
mano
non
ortodossia ?
Cosi stando
le
sembra
il
doversi
ammettere che
di
il
Paolo Persiano
lunilio;
e quindi
non solo dopo il 533, ma gia nel 527; anzi prima ancora, poiche nel 527 aveva gia conseguito una fama segnalata. Inoltre
poli
anche piu certa la conoscenza del greco giustamente attribuita a Paolo dal Kihn; diviene molto piu probabile ancora, che egli abbia steso altresi in greco le regole tradotte poscia da lunilio;
risulta
e sopratutto rallegra
di
conoscerci
di
lui.
pur
oggi in possesso
di
altre
#
*
Qualcuno forse desidererebbe a conferma del teste detto riscontri $* Institute regtdaria e le due
Veramente
194
XIV. -
tramandatici in lingua e stato cosi scopo ed indole cosi disparata, e da attendcrne mold; pero chi avesse tempo di condiversi, non
tVontare tutto minutamente, noterebbe molto migliori cose che a
me
regularia (cfr.
KIHN
p.
337-343)
e in
ambedue
di Paolo, e passo a toccare due punti soltanto, 1'uno la dottrina, e 1'altro la forma.
riguardante
il
manicheo, impugnando
il
Vecchio Testa-
'E^uXaTTV
Kai TOO
XpiTTo; upay^aai
xa\ eXuasv
Tot
iouoVixot
(T^^aTa
Xpi.
i
(ptfXa<yj
<puXaTT
[xiv
V xaipai,
irpoio'vTo;
Tifc
Maviy. fI6T
oi
TY^;
icaXaia^ ^laO/jx^;
xaipo;
-rjv,
xa\
Xpi.
Tf);
itp
M^pt
^laOVjx-r);;
TOO
iraXata;
aTT
uidp
xa\
Tifjtwv
[JL
ot
apiTO? -rjp^aTo
4
T?J?
va;
ia-
TOI;
udi; irapa Xpiorqi
i?
avOpcoiroi?.
OUT
ouv
TWV
vopt^fjcwv, oi>T
[XTa TO
TWV
vofjiitxcav
upi<rxTat.
'O aavtyaio? xavTauOa (TKOir^aaf; ou&v airxpivaTo. Da Paolo che per ordine degli imperatori ortodossi
,
sotto
la
ufficiale,
cristianesimo,
non
e certo
da
attendere
professione
di
io
ne
s'
abbia a
prendere nel peggior senso senza ragione. Pero non puo non colpire
quell' insistenza
come
Anche da ci6 si prova contro il Pitra, che i 49 capitoli non sono da rivendicare a Zaccaria di Mitilene, scrittore dal fare piu largo e piut1
tosto platonizzante
*
cfr.
KRUMBACHER
o.
c.
432.
3
1
om. ed.
al principio della
nuova pagina.
DI
line
dell'
PAOLO
lui,
IL PERSIANO.
si
195
confront!
il
specialraente se
di
fram-
mento
e
del
13 De incarnations
7tvU(xaTi Xs'ywv
IT
TY^S
i'
itpo<7Y)xo69Y){
'
uXdavTa,
to ^ X a 1 {X T X TV aV T Y] V T 7} / a p t T ? TC X I T TOO TTVtuaaTo; Tuvspyaa |XTot TCoXXi}C itXtJpoOvTa TT,? axpt^'a^ \ TYJ ed inoltre coll'altro del 1. 8 della stessa opera: Ta'jTYjv yap <TYJV
^otiCTwOeU icpoTpov
TW
'Iop<5av-r,
XTX.
2
.
Naturalmente
la
rigenerazione e 1'adozione in
la
figlio di
dottrina nestoriana,
importava
dall' antica
di
legge.
tuttavia
il
fondo
atte-
dottrina
sembra
affatto
3
,
le
il
piano
Veggansi ad
quel
riferire
le
es.
all'
non permettessero tanto esplicite dichiarazioni. nel Kihn p. 404-405, come consuoni con Teodoro
allora
incarnazione (quasi
operatasi
piu
perfetta-
mente)
di
THEODORI MOPS. In
epist.
Pauli
..
ed.
Swete
II (1880)
306-307
P.
Gr.
LXVI
ss.
scripturarum pub-
nome
d'
Origene
Christus a nativitate
legis
Migne
ibid.
il
980.
stesso in Kirchenlex.
Cosi in breve
si
riassume
KIHN
VI 2021:
das Anstossige in Bezuy auf den Canon, die Christoloyie, und die Gnadenlehre ist theils bei der Abfassung , theils bei der liebersetzung und
Redaction durch Junilius mehrfach verwischt warden, so dass, abgesehen Irrige ilber Christologie und Gnadenlehre nur einem
geilbten theologischen
Auge erkennbar
il
ist.
restituire con lievissima guasto correzione cosi: aut placitum patris circa incarnationis mysterium...
sia
teato.
Temo
Forse e da
196
XIV. significat ut
est
"
(II
ptura
placuit
anima mea
"
cio,
com-
517-518)
'.
non sara male aggiungere, che il passo affatto il supposto d'un sopra riferito della disputa sembra escludere e quindi non potersi autore monofisita, quale fu Zaccaria di Mitilene
Checche
sia di
;
menomamente ad
essa estendere
il
vero
leggere la dedica di lunilio, parrebbe proprio che la forma di dialogo fra maestro e discepolo, o meglio di catechismo per do-
manda
simos
e risposta
2
,
fosse
stata
introdotta
da
lui:
in duos brevis-
libellos
collegi,
ad dens
ipsius
dictionis,
quantum
interrogantibus
et
et
magistro respondent e
attestato
nel
breviter singula
Che
quell'
addens
inteso
concordemente
ovvio,
dai
genuine e vada
senso
sarebbe
alquanto
dei
audace
revocare in dubbio,
es. nei passi
sebbene
veramente
n. 4, e
la concordia
mss.,
ad
toccati a p.
195
testo.
Ad
85)
siano
introdotte e da Paolo
rigorosamente richiamate.
viy. 'Eyu)
y(vo(j.ai
Tot
a^piepov
-r
iwv spwTtovTwv
7itr)
ev TYJ
xa6'
La 12
comprese nell'apologia
6soO
X.T>..,
p. 100,
puo stare in bocca eziandio d'un nestoriano, e quindi non prova ne pro ne contro. 2 Cfr. su questo riguardo A. RAHLFS Lehrer und Schiller bei Junilius Africanus in Nachrichten von d. k. Gesellschaft d. Wiss. di Gottingen, a. 1891, p. 242-24H, dove mostra lo scam bio avvenuto in quasi tutti i
codici di A(i&aa/c<xXo;) in Discipulus e di M(a9?)T7)!;) in Magister, scambio anche nell' ed. del Kihn, non ostante che lo scopo e 1'indole del passato
libro e le parole di lunilio nella prefazione
3
Ei aV/iQeuwv 6
si
accordino.
6[/,a;
cod.
DI
PAOLO
IL PERSIANO.
197
Xpi.
u>;
t'pY)xa;,
Ta
oG
xa6'
{XYJV
iO'
v TYJ uaa; uiv ^yufrvaaOY] upoTS'pa oiaX^XTO), 5c uavTa. ouv iravra TY); irpeirouonr]? <;ypY]v
TaT(o;
TO'JTO
TujfEiv,
OUTCO^
<76ai
aXX'
<p(Xov
WTT
va^Etv,
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^Ta(7(0;
TWV
p(oTY]TOV
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Xpi.
MavOavovTo;
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TJ
oiaXyo[/.voi>
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TOO TcapovTOC oO
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TOO
Mavt^.
Xpt.
Tt
Sot Trapax^(upT,xa.
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TOI?
a"XXoi; xai
xs^aXatov
(jiaOeTv
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5e xa\
ipiaxTai xat <5oyaaT((^Tat, STI i'aTi Tiva inp -^[/.iv. ^i Trpoaipoupivov TOUTO [Av uapaXapEiv xaTa irpwTa; (e.
Tr v TOO
(
Xy8vTo;
Xytv),
Ta
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[XTa
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Xpi.
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MavOavovTo;
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(JiavOavovTt
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aXXou Tivd?
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Xpt.
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iir
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Xpi.
A'.aXyoijt.vou.
ou
[xavGavovTo; TO
X^0v
(TTtv.
Mavt^.
Xpt.
OO
(xavOavo),
TYJV
aXXa
<?iaXyo(/,ai vOv.
'AvaXa^
TCEOaiv.
XTX.
Quand' anche questo battibecco sugli offici di maestro e discepolo non abbia nulla a fare colla forma di catechismo osservata negli
Instituta regularia,
x.al
cod.
198
s'
XIV. -
verita
storica
della
disputa ed
al
Un' altra osservazione, die per la conoscenza della vita e del sentiment! di Paolo forse non e inutile. Dalla maniera, con cui lo
ricorda Innilio,
si
direbbe,
che egli
--
se
fu
eretico
in
nestoriano
alia
uon
lo
da venir
odio
alto
corte.
di
Infatti
non
si
capirebbe
altrimenti,
come
ne
lunilio,
ufficiale
parli
con
tanta
lode senza
551, quando Giustiniano era al colmo del suo non usava riguardo alcuno con chi non si piegava cesaropapismo, e
riserva proprio nel
II
fatto
della
disputa
nelle
circostanze
in cui avvenne.
Sono
dal
voler
sostenere
1'ortodossia
di
Paolo,
fatti
dell'
culto prestatogli
fatti
dopo morte dai Nestoriani (cfr. KIHN p. 263-264), che forse non hanno tutti cosi grave significato, come suole ad
pero e bene notare quella tendenza di moderazione
cui
il
essi attribuirsi:
e di
pace,
di
Kihn
p.
290 trovo
la
la
Institute/,
versione latina.
*
II
*
al
piccolo contribute,
non
ostante,
mi
si
permetta
cultori
della
coincidenza, che puo interessare i storia del diritto civile non meno che della storia
ecclesiastica.
Proprio durante
e di Giustiniano, in
lo stesso
cui
fu
i
tenuta la
nostra,
eretici
usciva
e
i
una
Manichei e
--
altri
5,
12 e che forse
DI
PAOLO
IL PERSIANO.
199
lanciata
nello
provoco
la
irpfoaTi;
manichea
audacemente
l .
stesso
imperiale
Siccome
la disputa fu tenuta
abituali,
fortissime espressioni:
veluti
exsecra-
biles Manichaeos quique his similes sunt, quippe quos ne nominari quidem hie terra rum neque omnino conspici usquam nee quicquam polluere tactu suo oporteat. Sed Manichaeos quidem, quemadmodum diximus, ita et expelli oportet neque nomen eorum quemquam tolerare nee praetermittere, si eodem loco cum aliis hac impietate infectus moretur, sed etiam ultimo supplicio subici Manichaeum, ubicumque terrarum inventus fuerit.
die
katholische
G. PFEILSCHIFTER Der Ostgotenkonig Theoderich der Grosse und Kirche [Kirchengesch. Studien di Kno"pfler, Schrors e
p.
gnato 1'esattezza
'Ioo<TTTvo; seal
dell' iscrizione supplita di questo capo (AuToxpaTOpes 'louaTwavb; AA.), e voluto ritrarre la legge all'a. 523 circa. Pero la spiegazione da lui suggerita delle parole del c. 18 4, che sono
base di detto supplernento, difficilmente puo appagare. Come mai in una legge Giustiniano si sarebbe richiamato ad altra legge quale stabilita da se stesso e dal padre suo (legem olim et a nobis et a divae memoriae
la
di consigliere
il
pur
notorio, e
non
fatto,
che
proprio fra
1' morte avvenne una grave persecuzione dei Manichei (cfr. p. 201, n. 1): ci6 che sembra confermare la pubblicazione allora avvenuta d'una legge, senza fallo, comune dei due augusti. II supporre quindi altra legge diversa, alia quale, e non alia nostra, Giustiniano si riferirebbe, come e facile, cosi non cessa d'essere un poco arbitrario; e del resto sarebbe per me affatto indifferente, rimanendo sempre la coincidenza della disputa con una legge di Giustino e Giustiniano contro i Manichei. Chi tuttavia credesse di qualche
incoronazione di Giustiniano e la
di Giustino
peso
che
osservazioni dello Pfeilschifter, puo del pari facilmente supporre, conservata di Giustino e Giustiniano rappresenti un lieve rimedio all' altra (a. 524 fine) di Giustino solo contro gli Ariani, onde
le
la legge
erano
riore.
sorti brogli
200
XIV. -
disputa quindi sembra anteriore alia costituzione e se cio, non potrebbe egli esserci stato un qnalche nesso tra la disputa e la costituzione? Si sa infatti, come Giustiniano procedeva nelle contese
La
religiose,
'.
ma prima
--
buona
-
dissident!,
provocando special
mente quelle numerose dispute pubbliche di religione ond' e rimasto famoso il suo regno. I tentativi non raramente fallirono; ma allora
1'imperatore poteva dire di avere fatto del suo meglio colla clemenza
ostinati
dissidenti.
da
lunga pezza
stati
severa-
mente condannati
le
ma
condanne
il
eretici,
ai
quali
(si
dice in principio
propriam denominationem
resipiscerent
ad meliora revertantur, e messe le mani sopra un maestro de' Manichei, Fotino, mentre lo faceva processare dal prefetto, lo costrin8 doveva ben geva pure a disputare con Paolo, che come Persiano
conoscere
lui
il
e la dottrina
manicheismo, manichea
affine
di
d' intollerabile
inquieta preoci
sillogismi del-
di
tace o sfugge.
libero
di
In un punto, anzi,
oppone semplicemente
non
essere
A. KNECHT Die Religions -Politik K. lustinians che non ricorda nemmeno esso la nostra disputa: cfr. Wiirzburg 1896,
Cfr.
il
libro di
I.
il
capitolo
tale
2, Leggi di Giust. contro i Manichei, p. 38-40. * Con quale larghezza si possa, e all'occorrenza si debba intendere denominazione, vedilo in KIHN 259 ss.
DI
PAOLO
IL
PERSIANO.
201
per la verita soffrano
giuste
si
apertamente afferma
i
d' essere
'.
persuaso, che
risposte
di
Le
Paolo, sebbene
ad
ripensi
colui,
al
si
aveva
yd)
succhiate
col
latte le
malvagie
opinioni
ond' era
accusato
Sk
itxptfarfflt
xai
etrrad
o\a(puXaTTco (p.
II
81).
qui in fine a no-
vello saggio
Xpi.
;
6 Osd;,
-^
Mavty.
Xpi.
'.
\vafjiapTY] TO^
r)
uavTY]
Ocd;.
r,
Ra\
;
'\>wfi
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6jjio((o;,
6
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Kav
apa oux
(Tiwira^ 6oc6jt.vo^ TO
ou
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TY]
Maviy. Ou
Xpi.
TDV7]yGY]
axoXouOco^ ToT^
OUTCO^
>
XYjfjt.aaTi
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"EXey^ov,
A(i[jt.ai
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Iv
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Mavt^.
Xpi.
v
2
*
o eo [jt.oT;
>
xa\ ou oMvaiJiai.
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Et xa\ Si&VG&i TO
xaO' u[xa;
coG-xi
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I?
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(T(6[jLaTO?,
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TYJ
Buffet
unap-
ixaXXov
ouv
aaXXov
0(T[xot^
wv
rj
TOUTWV
VTa06a u
Mavty. 'E
Bonn. 423, e dopo lui THEOPHANES, ed. de Boor, I 170-171, pongono una grave persecuzione dei Manichei appunto fra 1' incoronazione di Giustiniano e la morte di Giustino, ossia al tempo della nostra disputa: ev &e rS aOrw xaipw /.ari
1
E da
notare, che
J.
MALALAS
ed.
Mxvi^atoi, sv ol? eTtj/.&>p^8v) xal ^ yuv/) iou TOU luyxX'/inxoO xat a^Xai a u.a aOrrj. Se qualcuno volesse sosteeTifAwa^Siriaav
t
TuoXXot
nere che posteriore alia legge e la disputa, e contemporanea al processo di Fotino arrestato in virtu della nuova legge, lo faccia pure.
2
Se<T|Ab>
3
cod.
Cosi
il
codice; e
si
I'
aiuto...
parlo;
202
Xpi.
XIV. -
'Virep
aXYjOeia;
TTCO;
iraayou<nv
01
TWV Maviyauov
aXXw;
Xyei;
Mavt^.
Xpt.
Ttov,
Tfj?
'Titlp
aXY]6a'a;,
o
to;
[xoi
ys XeXoy^rai.
6
Ei^sv
(JeajjioT;
[/.axapio; llauXo;
YJ
oiav
icepie^pXiQTO,
v
t
oix(a; (JtoaaxaXia:
^a- aot:;
tov
;
'
'O MavtjraTo; ^
auxpivaTO.
Theodoro o Tfieodoto
in
W.
pu
13.
II
7,
26.
IV
30,
IX
19.
6?
(Note a
P.
citati
p.
184).
KRUGER
ai
*s
?
luoghi
et
<Theodoto>
scripsi
libri
cum
4, so^
et
Pro,
copio
-
p. 64 (Dindorf), theodoro
sic
hoc loco
ad
sic
9,
e;
ts
}
<Theodoto>
hist.
2,
i\
se
?
theodoro
libri;
- <Theodoto>
libri.
4,
30
Procopius
arc. p.
64 Dindorf, theodoro
che
libri
del Codice in
il
e tre
benemerito
ragione
editore
in
ha mutato
1.
la
si
lezione
tradizionale
per
1'
unica
che
Procopio
c.
<$OTOV,
1'
poteva pur sempre disputare la legittimita non essendo stato peranco stabilito, se migliore fosse
si
ma...
Pero
la
e corretta, ne per solito usata dai nostri dis197); e molto facilmente pote scorrere (W)iy<o
per rt'.aXyy). Laonde il testo primitivo, o almeno migliore per redazione, sarebbe: Tu parli, pewhe...', ma io, che non ho..., son costretto a tacere.
1
oux.
ed.
1'edizione del 1892.
Adopero
3
DI la tradizione del
il
PAOLO
IL PERSIANO.
203
Codice o quella della historia arcana. Tanto piu che Teodoto Cucurbitino di Procopio era detto Teodoro nel leggendario
S. Sofia, attribuito
a Giorgio
Codino
';
Teodoro pur
si
il
Dicem-
bre 526.
due personaggi fossero poi diversi ? Allora non v' ha dubbio, che il triplice emendamento cade di per se, e deesi tener fermo ai mss. fino a prova in contrario.
se
i
Ma
il
che
il
Teodoro
dell' a.
Teodoto Cucurbitino
commesso
~
altri misfatti.
La
di Giustino,
le
ma nemmeno
1'
scoppio alia
fine,
cadendo
come
infelice
Teodoto,
sua
1'
indipen-
sposa Teodora
la
De
-/.at
antiquit.
CP.
ed.
Bekker 139:
/.at
0eoSo>pov
fatto del
Trarpi/.tov
xai
soprannome di 7Tp/ov Teodoro un secondo personaggio, inoltre 1' ha lasciato in dignita, quasi dieci anni dopo che Teodoto n' era state private e forse non era piu vivo. Secondo Codino, Teodoro avrebbe avuto qualche parte nella riedificazione di S. Sofia distrutta nel 532. - - E superfluo aggiungere, che
KoXox6v8-/)v.
,
L'A. evidentemente ha
di Procopio. itoVAw u<7-epov... p. 44 27. Secondo THEOPHANES Chronoypovw $t di Giuyrapliia, ed. de Boor 106, i disordini cominciati nel secondo anno
io
2
stino
(a.
3
520) sarebbero durati fino al sesto (a. 524). Anecd. 1. c. Fosse anche non vero, che Proclo assolse Teodoto,
avvenuta la disgrazia del Giustiniano non poteva ancora tutto. Su Proclo prefetto, allorquando cfr. Anecd. p. 28 is, e de bello pers. I 11, ed. Bonn. I 52-53. Male I'ALAMANNI nelle note alia hist. arc. (ed. Bonn. Ill 382) riportd il fatto
dalla finzione stessa riraarrebbe provato essere
all'a.
23 o 24
di
Giustiniano
(a.
550-551).
204
(a.
XIV. -
523)
fornitaci
dal
quel
tempo a
Costantinopoli e alia corte, e percio degnissimo di fede '. Ma v' ha di piu. Un altro grave contemporaneo o quasi, Gio" una cronica ampliata della vanni Malala, la cui cronaca alia fine e
'
2
,
citta di
Costantinopoli
in sostanza,
il
non solo
di
ci
conferma
Procopio
la
data di Mar-
cellino e,
racconto
finito,
sulla
rimozione di
Gerusalemme;
ma
non molto lontano d'Antiochia, a c'insegna altresi, che proprio un Teodoro, e Teo1'a.
505), fu successore
di
lui
524
circa.
il
racconto
del
sul-
persone
da
uaaa^
TaT; TcoXeaiv
xa,\
xa\
Tapa<7<Tov
Ta;
TcdXet?
XtOaafJioT;
xa\
xaTapaaiai;
yap xai TOI; xaTa irdXiv apyoixriv ap^ajjisvoi auo ToO BuCavTiou. TaOTa Si sirpaTTOVTO soj^ TY]^ yevofAsV/is Trpoaywyy];
o6voi;'
Tciqp)rovTO
^r\$
EV
K(ov(TTav7tvou7ioXt yvopi.vou
OCTUO
BEO^OTOO
6 it dp
3
<r
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i
TUO-
Xeco; TOO
fiX^6Y)
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Tfj;
XOIJL^TCOV
T ^?
1
Tfj;
ZTIXXOCV, oaTt^
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xXua9\^
TTJV
avaToX^v. xa\
TYJ
TO xaTaXa^Tv
auTOv
avaToX-r]v
Tp^TY]
iv^ixTiwvt
(Sept.
524~Aug.
525)
.que
7 Maximi solius. Plerique lapidatorum, percussorum urbispopulatorum sua ob scelera deprehensi ferro, igni suspendioqne expensi sunt, gratum bonis civibus spectaculum exhibentes (ed. Mommsen in MG. Chronica minora II 102). Ne va lontano THEOPHANES 1. c.
A. 523:
KRDMBACHER
ed.,
327.
DI
PAOLO
IL PERSIANO.
205
'
t, xa\ a7rxpU|3r]
ir
Xi'
p o^
po
7]
TC
y Y) t x X v Y]
TT
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o s
iroAeto^
() e 6 c to
a IT
ir
aT
(o
TYiyavKTTYjS'
Teodoro Teganiste adunque, lion Teodoto Cucurbitino, fu prefetto della citta di Costaiitinopoli, almeno a partire dall'a. 525, e probabilmente
s'
vi
duro
527 ed
1
oltre: e quindi
Teodoro
cod. lust.
ha
di riporre coi
6.
Dicembre 526,
Se la lezioue dei mss. qui e da conservare, perehe non pure nell'altra legge non datata del 1. IV 30, 13? almeno fintantoche non si riesca a scoprire, clie proprio a Teodoto venue indi19,
rizzata.
IX
Kimane
la legge
del
13 Febbraio 524,
cod.
lustin.
II 7, 26.
di
Se dalle parole del Malala risnltasse chiaio, che proprio la condanna Teodoto all'esilio in Oriente, e non la sua fuga a Gerusalemme
dal luogo d'esilio, cadde nella terza indizione, allora forse potrebbesi
ammettere
la
Ma
e
cio
non risulta
contrario.
Inoltre
da tener conto
della durata del processo (capitale, secondo Procopio) e della durata del
tener
conto, die la
deposizione
dovette
seguir
oi
f/.vTOt,
ffToeffiwTai
TocOra, aTrep
sv
epp^Ovj
rfj;
io[xapTavov
x.ai
Tiva
o6x
a<pav?i
av^pa
^t'
^jjiepai;
TW
TOTS
&T)
^a7iXsu:
aTuavTwv
TrotetaQai
KoXoxuv0iov
7rSTcap/^w Ss OUTO? 6 avyjp QSOOOTO; ovofxa, ovxep aTca.vTa Tro^Xou; fxsv STri'/tXy; TIV exaXouv. xat o; ^ispsovwj/svo;
Tfjg
TW
TToXew?
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Tae
Tsasic.
-/cat
Sia/p^i7aa9ai
v6f/.o>
(XtTOC^u
y^P
4wi^(,T|TOOvTOj
auToO
'Iou<7Tiviavco
p'
XTro^STOat a-JTOi? ^pay^xTt 'Pwjxatou; iSit, 6 Ss -^apa SO^OTOV xTslvoct OCTE a)app,a/.a xai ;a.77tva eas^psi xai TOV
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{/.dtyov
uOu?
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/pWf/,VO; TOV
EXTCO^WV
o5 eTriT'/i^iioiv
ETC'
to;
^'xtTTa uyit;
x.ai
aiw-f,
T-/IV
7rt^ouXv;v
v.6vo; 6
Il
TOO xaXoufilvcu
x.ouai'<TTwpo;
0;oSoTO;
e;
Ta '[;o76X'j(xa ^aTiXswi;
auTov
T
Sia(pOet'poj<jiv,
xpu
T:VI
Sia^tou;
Tc>'jTy)Ti. Ta
ouv
206
XIV. -
DI
PAOLO
IL PERSIANO.
che gia nel Febbraio 524 fosse sostituito Teodoro; e quindi non risulta per ora falsa la lezione dei codici, la quale anzi potrebbe
forse venir invocata in
Checche
sia
prova del cambiamento gia avvenuto. da quanto s' e detto, del titolo di questa legge
,
appare fededegno
inolto meglio
il
il
titolo
e si conosce
ormai
piu cospicua.
XV.
Un' apologia antiellenica sotto forma di martirio.
Ne' tesori
clelle
sono poco ricercate; le scritture primitive de' palinsesti, e quelle de' laceri avanzi di codici antichi usati per guardia e per copertura
de' libri.
indici, di
solito
non se ne teneva
conto, sia perche riputate illeggibili od inutili, sia perche non poca
pena per lo pin richiedesi a identificare frammenti, e conseguentemente a descriverli. Indi e che sfuggono a quasi tutti i ricercatori,
se pure
un
felice
una condizione
venga posto
singoli
i
qualcuno non
--
in
codici,
grado anche
di
esaminare comodamente
il
di
per se tutti e
quelli,
secondo
i
cataloghi
il
palinsesti
di note
ed assaggiarne
atti,
K
e
che importano grande spreco di forze e pericoli, costringendo il povero uomo ad occuparsi successivamente delle piu svariate e remote cose, e ad usarne un tantino per apprezzare, leggere e pubblicare
fi
tanto
che
ne
sfugge e
scetticismo
di
disperazione
da dover
poi
spingere e
violentare s& medesimi all'ardimento d' alcun' opera sia pure imperfetta,
sterili.
Pero
di
tutto
si
compassionevole della
le
persona, se anche
nuove cognizioni e
non
208
x.v. -
UN'APOLOUIA ANTIELLENICA
riservate al cercatore, e sufticiente
studi.
compenso
palinsesti
1'utile
comune
degli
piccolo di
di scoperte altrettanto
e stupefacenti, quante
ha salutate
il
Nondimeno, quando si riflette che la maggior parte ancora da saggiare e da identificare, e che rimane
scritti
-i
puo
dirlo)
non
biblici
non
classici
le
minuscole interi
trascurate; quando
riflette
che
e...
depositi, specialmente in
altrove,
sono
appena
sfiorati;
voluto
attenti
fare
tutti
di
sommo
cadere tutti
rendere
studi.
e spregevoli.
Se posso affidarmi alia poca esperienza mia propria, 1'agiografia greca specialmente ritrarrebbe vantaggio dalle ricerche raccomandate.
Sono numerosi
ma
meno
sventurati, ai quali
debbono costituire
una piccolissima minoranza riguardo ai loro contemporanei ed antenati, e non ce ne possono compensare la perdita; tuttavia, per le condizioni special! dell'agiografia greca, sono nati ad aiutarci vali-
damente
1
in
una questione
la
di alto interesse
Opportunaraente
stiana
s'
Sezione
(
VI
del
Congresso
il
archeologia
s'
cri-
testfc
riunito in
,
Roma
voto che
assaggino,
identifichino
si
descrivano
palinsesti presnmibilmente
riguardanti
I'antica letteraiura cristiana, e che cib si cominci a fare ne' cataloghi di biblioteche in corgo di pubblicazione (Comment, authent. p. 157).
209
Qualunque
sia
giudizio
meno informato ed
sia
si
od anche
romanziere,
si
Ora
in cio, se giova
molto la critica
1'
incipiente.
Fossero
essi
piii
numerosi
ancora
I
Purtroppo non e
cosi.
sesto,
di valore piu
insieme.
Die Legendensammlung
Symeon Metaphrastes
ss.
;
in Festschrift d.
Forschungen zur HagioSymeon Metapkr. u. die griech. Hagiogr. graphie in Rom. Quartalschrift XI (1897) 67 ss. 531 ss. Cfr. <H. DELEHAYE) in Analecta Holland. XVI (1897) 311 ss. XVII 448 ss.
deutschen
Campo
santo in
Rom
e
(1896) 46
d. griech. Kirche...
I palinsesti e
fogli di risguardo
codicum hagiograph. graec, Biblioth. Vatic. Edd. HAGIOGRAPHI BOLLANDIANI et P. FRANCHi DE' CAVALiERi (1899), fuori che per 1'uno o per Taltro caso: cfr. ad es. codd. Vatt. 1296, 1915. Sfuggiti invece
dal Catalogus
serabrano
n.
parecchi
del
Vaticani
propriaraente
detti,
specialmente
dal
1800
in poi,
appuntai solamente
codici che
mi colpivano o per la scrittura o per testi interessanti qualcuno de' miei amici, notai i scguenti, che mancano nel citato catalogo. Appongo un
rinvio alia Bibliotheca hagiogr. graeca, quante volte i testi vi sono registrati come editi. 1) Cod. 511, I part., sec. XI, f. 1-31 vita di S. Massimo conf.
1; II part., sec.
X,
f.
143-149
il
rendario sulP imagine edessena di N. Signore (desiderate da E. DOBSCHUTZ Christusbilder 212*). - 2) Cod. 1868, sec. XIII, f. 40 la corrispondenza
d'Abgaro e N.
f.
S.,
192
la visione di
Macario romano. - 3) 1892, sec. XI, Giovanni evang. sul transito della Vergine. 14
210
Dei
1.
fogli di
II
f.
1871
xa\
ins.
in
IX
inc.
--
Marina
non
il
frammento
alle
<Y]>j^To
pp.
X^yousa
irav^To;)^ corrispondente
'.
21n-2236
ii
dell'ed.
dell'Usener
II
testo
quello
del
codice A,
migliore,
in
da
S.
Metodio
Roma
Vatic.
avanti Pa.
1'
821
cui
2
,
ma
del
codice
B, su
c.
Usener.
di
i
Nel
Suida
1296,
Bollandisti
o.
125
556)
(I.
Acta lohannis
le
1.
5)
2000 composto
e
di
3,
X,
passion!
de' SS.
Cosma
Damiano B
a,
un encomio
Andrea
apost.
il
1,
Ada
,
Demetrio m., pass, de' XL martiri, di Andreae et Matthiae B, vite di S. Nicolo Mir.
di S.
B
il
2,
nome di Michele archimandrita (Metodio nell'ed.), 8 nome d' Andrea Cret. con 1' encomio scritto da Proclo CP. no
3 sotto
,
sotto
pass,
Aussenzio e
(cfr.
,
cc.
monaco Sebasteno
Eusebio
di
de,
Catal.
cit.
e di S. Lucia B. Nel II, a. 1102 (cfr. BATIFFOL Rossano 54. 152, che pero non e del tutto esatto), f. 155 ss. L'Abbaye vite de' Padri, di Simeone Salus B di Paolo Tebano la seconda delle vite edite da J. BIDEZ Deux versions grecques ined. de la vie de Paul de
Cesarea)
Thebes, Gand-Bruxelles 1900, vita di Senofonte e suoi figli, e di S. Domezio, e poi vite e apoftegmi dei Padri. - 6) 2011, sec. XI, in fine la
B 1-4. 7. 8) 2087, sec. XI, Barlaam e losafat, mutilo. frammenti pure in 2115, f. 123-146, sec. XI. - 9) 2121, sec. X-XI, f. 117, Leonzio vita di S. Giovanni Elernosiniero. Certamente ci saranno altri rass. ancora, che tutti verranno ricercati e minutamente descritti dal mio collega P. Franchi de' Cavalieri, in un supplemento,
vita di S. Epifanio Altri considerevoli
-
un indice
ed un'aggiunta all' indice de' possessori per il volume gia uscito. Festschrift zur fun/ten Sa'cularfeier d. Carl-Ruprechts- Universitdts
zu Heidelberg (Bonn 1886). Acta s. Marinae et s. Christophori. 2 Dopo USENER o. c. cfr. anche A. EHRHARD Hagioyr. Forschungen 44.
211
e
il
un Teodoreto Graecar. affedionum curatio I 793 fin. 1964-1965), un foglio quasi intero,
VI
i
(P. G.
LXXXIII
Ada
Pilati
il
3 -
piu
antica
'.
Ne
giudichera
VON DOBSCHUTZ
futura
inc. e
a principio
del cod.
1926
scritto 1'a.
11011
di S. Eleuterio,
ma
secondo
1'
gia secondo il testo pubblicato dai Bollandisti, altro molto piu antico (sec. V ?) tramandatoci dal
frammento corrisponderebbe
D. Le
nella
sostanza a P. G.
CXV
129
B- 132
agiografici.
palinsesti
agiografici
sono
ed
antichi.
Sopra ottanta codici ne ho osservato almeno una decina di rescritti. Qui rammcnto
testo,
sol
il
quelli, in
lasciando
1.
rimanente a chi vorra investigarli di proposito. Cod. Vat. gr. 1810. fi tutto palinsesto di lettura non difscrittura
ficile.
La
all'a.
5'
76
("Eypopsi
[/.r,v\
OUTOI
uoO \<(OV)>TO;
v r' Yjaspau;
II
aiTiTcijL^pico d'
Ti
2
,
'
,ru^^) e
103
formato era
V
sembrano man-
Ada lohannis
(f.
127-128
=Zahn
134. 110-111), Philippi (103 ), vita di S. Giovanni Elemosiniero r r r per Leonzio (comincia a 59 termiua a 103 ) ecc. A 130 si legge
,
Oa5aiou,
2.
pt-sya;
(foriXeto;.
Vat.
gr.
1842.
Quasi
tutto
palinsesto.
II
ins.
primitive
8,
IX
circa.
75
la
gelia apocr., 2
bibl.
et eccles.
2
218
10.
Cfr.
L'indicazione del formato del codice primitive e da dare specialinente ne' palinsesti agiogratiui, esseudo che diverse formato seiubra ordi-
nariamentc
si
scegliesse per
graudi menologi
(in f.),
4)
212
51
r il
TU> upcoTto
Ti.
principio
ricorre
nome Zayapia
'AxowaTai
Oc'Xco
in
un
testo che
sembra
serie
riferirsi al Battista,
Poi
una
numerata
r*
di
miracoli:
fc'vov
10 V
a'
Hsvov xa\
Xs;ai.
15
);
"AXXo
TYJ
xai
uapadobv
upv
eysvcTO EV
Supta.
1853. V. piu avanti. 4. Vat. gr. 1855. C' e sotto un grande passionario latino a due colonne, in bella scrittura beneventana del sec. X/XI?, con grand!
3.
Vat. gr.
iniziali
a colon e
di
titoli miuiati.
V
Si
veggouo
e
santi
Nicolo
Mira
(14 = BibUoth.
r
(7
),
Paolo
n.
apostolo (9
),
Giacomo minore
V
liagiogr.
lat.
4086)
maggiore (66
),
Biagio
V == B 5277), Trifone (68 V ), (21 1376), Marco evangelista (57 B 1001-1002). Bartolomeo apostolo (79 5. Vat. gr. 1864. Nei ff. 21-22. 29-30. 50-53. 178-180 c' e
= =
sotto
un Sinassario
6.
Un
piu
in
si
bella
onciale
del
sec.
A
7.
15
vede
1'inizio
del martirio
Trifone, diverse
f.
dell'edito,
e identico
1608
volte
101
V
.
Vat. gr.
1882.
89-92.
100 due
palinsesti.
La
ss.
prima
A 97
parecchi fogli
minuscola del
sec.
IX/X,
in cui si parla di
Costantino e
Naturalmente per cbi non aspirava a bollandista, parvero anche troppi questi semplici appunti, e solo una fallace esteriorita valse
a trattencrlo piu a lungo
in
sul
palinsesto n.
3.
Presentando questo
nascon-
due
mi
posi a leggerlo.
di
Ed
ecco, in vece
passi biblici,
versi di
Omero,
Pindaro, di
Difilo,
d'Epicarmo
di simile
ed estratti da Platone.
La speranza
Uso
la
de Sirmond in
Anal
Boll.
XIV
(1895) 400
ss.
213
senz'altro vantaggio,
il
ma
II
cod.
',
Vat. gr.
di
ff.
1853, un iwcpoaXT]Tix4v
di sec.
finito
il
Settem-
bre
1173
La
scrittura
IX
linee
30
ciascuna.
La lavatura
antico
format!
i
difficile.
Doppiamente
a
palinsesti sono
sec.
f.
XI/XII Matth.
d'allora
I
il
mano
del
oOpavffiv.
Dunque
fino
disuso e maltrattato.
i
testi
comunque
del
Menologio sono
seguenti cro-
nologicamente ordinati, parte secondo la successione die ebbero nel ms., e parte secondo il calendario comune.
1.
2.
ff.
(19 Settembre) Martirio di S. Trofimo ff. 7, 12. 6, 13. (24 Settembre) Vita di S. Tecla per Basilio di Seleucia
5.
44 (frammenti
del
1.
II
c.
4 e 10: P. G.
LXXXV
572. 580).
3.
(24 Settembre) Martirio di S. Pafnuzio anacoreta ff. 1, 4. 2, 3 Ada Sanctorum Sept. VI 686 n. 14. 15 ecc.).
25 Settembre. Martirio
di
S. la
ss.).
ff.
49, 50 (ed.
Ada
Sand. Aug.
"la;.
329
YJ
49 V 'EuX^pwOY) TO
[jnr]v\
yivsTai auTfj?
p.vrjp.Y]
asuTepi^pia) xs'.
9,
(25 Settembre) Mapiupiov T?}; ayta; 'Apsa^vy); ff. 48, 51. 10. 64, 67. 119, 122. 110, 115. 112, 113. Inedito e non
gli
element! ed
il
modo
ond' e composto.
Lo
xat
pubblichera per intero 1'amico P. Franchi de' Cavalieri. 6. MY] v\ Tto aOioi xr'. 'AvazauTi; TOO 'Icoavvou OcoAoyo'j
s'jayycXiaroO.
Inc. S'JVY]V
TOI;
i5eXoot;
[/.axapio;
TwavvY);
ff.
113,
apocr.
(ed.
Bonnet
Ada
apost.
alter.
203
ss.).
Ecco
la
sottoscrizione
/ap'/i;
avayivto7x.ovTi
-/.at
6'
ITSI
<7
214
7.
ToO
v ayioi;
uaTpo;
t;
Y)(JiTv
r,[Jicov
'Itoavvou
ap/'.
7ivou-cXto;
yxwijuov
~bv
c'jayy^iTTrjv xa\
6
oupavwv
--/] piY]7v
uc'ya;,
ft'.
111.
114.
109,
8.
(inedito?).
di S.
14-37. 40-43.46, 47.52-63.68-95. 100,101 (ed. de Lagarde Agaihang. und die Alien Gregors von Armenien. 1887). Di parecchi
gelo
if.
fogli
certo.
La va esaminando
il
il
lodato P. Franclii
di col mare
Dall'analisi
di quei
primitivo fu nno
la perdita
e precisamente
un Menologio
di
Settembre. Manca, e
vero, la data per 1-3. 8 mutili di principio e di fine; ma nessuno vorra dubitare che Tecla e Gregorio llluminatore, santi celeberrimi
dovnnque, fossero nella patria del Menologio e quindi nel Menologio stesso celebrati in altri giorni dai soliti 24 e 30 Settembre. Quindi
e probabilissimo che anche Trotimo e Pafnuzio
appartengano
al Set-
tembre, e precisamente
ai
Se qualche data, come il 25 Settembre per la e Areadne, e meno comune, pud, almeno in parte, confermarsi con altri document} Nel
.
IX/X pubblicato da A.
xe'
DMITRJEVSKF,
Tf];
la e proprio segnata al
;
t'co;
25 Settembre:
"A-GX^o-i;
ayta;
"la;
x xaT-pou
2
.
B^^at^wv
itpoa-ayop'joijt.vou
eir\
Saj^iopiou
il
Ilspriiv
di solito celebrata
18 Set-
Mancano prove
si
restringesse al
per affermare sia per negare, che il volume solo Settembre. Se i testi inter! continuavano in
i
tale
giorni (ai
24. 25.
26
ce ne sono due
Cfr.
ss.
DELEHAYE Anal.
9.
Boll.
XVII
2
3
451-452.
Opisanje litury. rukoptsei I Tuwwti (1895)
ep. I
EHRHARD Hag. Forsch. 45 riferisce un passo di Teodoro Studita 2 (P. G. XCVIIII 912 B), in cui ricorda la copia d'una collczionc
12 volumi, naturalmcnte uno per ciascun mese.
di martiri in
215
pure torna prezioso assai il nostro Mrnologio di Settembre, permettendoci un qualche confrouto tanto col metafrasteo, quanto con altri non mctafrastici.
,
Menologio metafrasteo di Settembre e stato con sufficiente riconosciuto in una serie di mss. specialmente Parigini. concordia
II
1
Ora nessuno
santi
comuni presenta vite ed encomi diversi e non migliori. Ne i santi comuni sono mold. Metafraste non ha ne Pafnuzio, ne la, ne Areadne. Al 25 Settembre, invece di queste due sante, ha una sola
(secondo
il
solito),
S.
Eufrosina
il
d' Alessandria.
Settembre non ne trovo segnalato conoscono soltanto dei Menologi detti abbreviati o fram.scelte
dai
grandi Menologi di
ecc. II piu
uno o due
ampio
cio
Settembre,
.
e,
Lo stesso dicasi die piu monta, testi tutt' affatto diversi dai nostri 4 del cod. Sabbaitico 30 die ha soli cinque testi, diversi dai pre,
all'infuori
:
di cio
tnttavia per
Menologi assai diversi nei diversi luoghi, non so stesso sembra tornare piu pregevole quell' unico,
die per la copia di passion! di santi
cato Antiocheno.
basta.
Passiamo
fogli
il
al
martirio di S. Trofimo.
del
compare una volta sola; quello del preside die lo interroga, giammai, come nessuna traccia v' e di compagni del santo e di avvenimenti storici. E non e a
Nei due
martire
48-50; DELEHAYE Anal. Boll. XVI 319. In qualche ms. metafrastico ricorre la vita di S. Tecla per Basilic ma la rarita stessa del riscontro prova, die essa venne aggiunta di poi, come tante altre leggencle ed cncorai antichi. Cfr. EHRHARD Legenden1
nome
EHRHARD Legendensammlung
sammlung
3
4
EHRHARD Hag.
Cfr. A.
PAPADOPULOS-KERAMEUS
Forsch. 49.
'lpo<7o)o>{juTiy.Y;
59
ss.
EHRHARD Hag.
fame
caso
di
vera
margine
L'uso
di
scrivcre. in
r yuc6v, quasi
(
si
dialogo e
conti-
del
resto
ovvio
inferire
e,
citazioni
nel
die
quel
6
sarebbe
stato
impossibile
identificare
protagonista
senza
magrissimo e, a primo
aspetto, quasi
6
<)/) |3aTo;
incomprensibile
accenno:
aT
Y]
wv ay^iTeppwv
a-n:x,pivaTo...
crou
doe
[6
papTu;] Tp&ptpo;
Essendo il palinsesto avanzo d'un Menologio nessun altro Trofimo conoscendosi in detto mese
successivi dell'
di
Settembre, e
nei
il
prossimi
anno
l
,
e ovvio e
di
congetturare
sia
questi
Trofimo
compagno
di
Sabbazio
sotto Probo
Pero sarebbe desiderabile una prova migliore che non questa, fondata unicamente nel supposto probabilissimo e non piu, che i due
fogli
spettino,
come
gia,
come
di
Marzo o
di
Luglio.
2
;
Dei santi predetti due passion! greche sono edite ma purtroppo non presentano cosi sicuri riscontri da torre ogni dubbio,
1
Ai mesi precedent! non si puo pensare per ragione dell' an no s' adattavano i libri liturgici e le collezioni
santi distribute per mesi. Del resto, dovremmo tornare indietro 13 e 23 (per non dire fino a Marzo 11. 18), ne' quali giorni Luglio compaiono Trofimi molto meno celebri e di cui si sa ben poco. Di essi
non
nessun martirio; mentre due almeno gia si conoscevano Quanto a Paolo, Trofimo e Carpo del 13 Ottobre nel " piccolo " Sinassario (cfr. Anal. Holland. XIV 401) ed. dal MORCELLI sotto il titolo Kalendarium ecclesiae Constantinopolitanae I 190, basti osservare che il
c'
e giunto
del nostro.
testo
singolare
in
tal
registrati
CXV
733-749. Quest'ultima
217
la
mento.
Ad
es.
le
vita presente,
e le seguenti minaccie
lontanamente ricordano
p. 225. 224; ma le sono cosi comuni nelle passioni, e per forma e che niuno oserebbe appogconcetto distano talmente dalla nostra
,
giarvisi.
Lo
celarsi
nel
cui
il
martire,
ffou,
rivolgendosi
al
giudice,
Pindaro
Tebano
ay^iTt'pfjuov
13 A)
il
nominate
ordinaria-
mente
ne' testi
Eliodoro;
ma
un altro nome
:,
cosi n ei Bollandisti
13 A:
ov
TYJV
TWV
(3txapitov
av
'ATT txo?
il
TJvucv,
cVj-rcou
5a)pov,
cosi
in seguito
733 A con manifesta inavvertenza, perche sempre usato il secondo nome e non il primo.
metafrastico
primitivo
fosse
me
venga spiegato pienamente quell' ay^iTs'ppuov sou detto di Pindaro in risposta al giudice; e il riscontro mi sembra
tanto piu persuasive, quanto e piu
difficile
che
lo
si
avverta e lo
si
il
intenda.
Ne
magistrate nel
nostro
pensare a Dionisio Perennio preside, cada affatto il riscontro. Prima di tutto e a vedere, se nel testo primitivo ci fosse proprio questo malaugurato (Sixapio; (sotto Probo), che i Bollandisti 1 1 F si sfor-
zarono
di
sostenere contro
il
Tillemont.
una grande
T)y(ju6v
non compare mai nel testo, ma solo puo derivare non dall'autore,
218
ma
dt'i
discorrenti.
frammenti 1'avanzo
d'
vita
del
santo,
come almeno vale per la storia del culto, non e possibile decidere per ora. Certo: non e buona raccomandazione quel passo dell'Ecclesiaste 2 2*, messo in bocca al preside: come non e verisimile quel
prolisso dialogo irto di citazioni e brevi e lunglie, per cui
il
giudice
e 1'impntato
ttitto
si
1'agio e quasi
almeno questa finzione e stata composta con buoni elementi, e giova a sollevare un problema lettcrario non privo d'importanza.
Ma
Una
sviluppo la difesa del martire, die altro resta se non una vera e
propria apologia della provvidenza e della giustizia di Dio, basata, secondo il solito, sulle dottrine dei piu riputati fra gli scrittori
gentili? Essa, anche da sola,
si
ma
monument! eziandio
dell'antichita cristiana.
Proprio
gli stessi
Platone ricorrono in tre apologisti cristiani: Clemente Alessandrino 2 3 Eusebio di Cesarea e Teodoreto Questi sembra averli
.
presi,
secondo
il
4
;
da Clemente.
Essendo
1'autore
della
senza
fallo
Strom.
14,
100.
121.
101
non ha
passi
di
luoghi di
martirio
*
i
Clemente e
d'
clie
Praepar. evang. XIII 13,25.47.25; XI 14, 5; XII 6,0-11. GrcuLcamm a/ectionum curatio VI, P. G. LXXXIII 961 D - 965, 968. J. RAEDER De Theodoreti graecarum ajfectionum curatione quaestiones criticae (Hauniae MOM) 73 ss. dopo il Roos De Theodoreto dementis et Eusebii compilatore (Halis Saxonum 1883), die io non ho veduto.
3
219
potendosi credere di
lui,
ad Eusebio
supporrc, che pur egli, come Ensebio e Teodoreto, li abbia tratti da qnalcano. Ma da chi? Basta un solo sguardo per osservare, die Taiionimo va insieme
passi
error!
in
entrambi
in
mentre
presso
Clementc
,
ed
come
le
2 a p.
si
pas-
MARTYR. TROPH.
TauTa
<7x.T<o
<7
THEODORET.
'E-t^app.0;
EX.EIVOU
TauTa
yap
"
'E7vt/^app.o;
p.iv
ca^oi;
6
7rt7Tap,svo;
,
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W&E
777)
TO
fluOayopS'.o;' "
770$
IluOayopsio;
xsXetSet
TOUTWV
OuSiv
SiaCDSUYEl...
aTravTOiv
x,aTa<ppovtv,
TOV Si TWV 6'Xwv 6~T'?ipa OCotivat Tra" psyyua. Xsyt Si OUTCO; "OuSiv Sta^>.
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X
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x,
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A 9 Xo
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Ss 6
x,
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77
1
p.
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Trpoory. i^
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IlivSapo?
S/l
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aou...
Sire
Kai Qivoapoc Se
ppoiaOai (ppy.Ta;
x.ac
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aiv
ayy_tTp[j.wv
TVJV ay. a-
Etp.xpjy.sv/;
p.arov TOO OEOU Suvap.iv ei" oa7x. ETW ota TOU ITCOU; " 02(0...
a T x,
1
t
~-pwp.vvi, TY;V
"
^aot"
6(7i...
Cosi
,
per EX.
ou
per indicare le maggiori vai'ianti, a 223 is. 16. 24 Xtaouyst Bsw per OEO;, p.v )txal<dv ETpav Si aas^wv per Six.. ^aTEpav
7
aggiungono Svo y e leggono au per Ttvo;; 225s om. dopo ypovov; 225 n. 20 leggono frapaSity^a per 77apaStyp.aTt x.tvot per ixXXoi, Ta? TOI?, p.yt<7Ta; per Ta ayf7Ta eec. E da notare poi, che in talune variant! il martirio si accorda col codice C di Teodoreto: cosi in x.at male aggiunto dopo x.at Syj 223 2^; sv aSou per y,av aSou 224 2. A 225 pero il martirio ha TravTa ap.a col testo comune di Platone.
aT. oSov; 22425-26
TcoXuv
il
RAKDER
Clemente ed Eusebio hanno solamente 6 p.sXo^oto;. Cio non ostante p. 75 crede che Tcodoreto citi proprio da essi ; e non diret-
220
K
t
y,xi
Ta
'A p
sT
w-
vo;
O'j
TrxpoSuw;
aviyvw;,
TU-
77i<7oxv erceiAY)(Ji(/.svov
& i y s 'A p i <7 T w v o 5 <7a<DETWV OAO>V ffrcpoy nuXcixvuffiv 4plv TOV TrpuTaviv TWV TOU ~avTo;
'0
olax.
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ircct>.7) ftftlvov.
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(964 CD).
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B).
Se fra Teodoreto e 1'anonimo manifestamente intercede parentela 1'anonimo die deriva cotanto stretta, donde s' ha da credere sorta?
da Teodoreto
genitore comune,
tamente da Pindaro, e suppone in libris dementis et Euselii a Theodoreto adhibitis, ubi verba scriptorum aliorum afferrentur } nomina scriptorum vel operum in margine apposita esse. Puo darsi; ma siccome egli stesso
enumera non pochi simili esempi, e poi per altre citazioni insinua un'altra fonte, pu6 anche dubitarsi, se mai tutte queste pia precise indicazioni derivino piuttosto da questa o da fonti diverse. Anche Teodoreto fu a sua volta adoperato, sebbene poco, in posteriori scritti. Cfr. RAEDER 65 ss.
1
221
Francamente:
io
non so
che
Clemente ed Eusebio, e
cosi)
le
di
prefequello;
renza
questi
chi
abbia
adottato (diciamole
il
tesi
di
dall'altra,
puo decidere se
reto o
no?
Teodoreto e ne' predetti suoi autori; citazioni,
il
mancanti
in
le quali
diremmo
RAEDER
ad ammettere per Teodoreto almeno una terza fonte sconosciuta, che nelle presenti cognizioni
indizi condotto
!
.
Non
s'
passi
comuni Teo-
1'agiografo
versi omerici? Io
sulle
non
delle
varianti
3
su
certe
(possibilmente
Cfr.
o.
c.
76-78.
88
videtur...
Un buon
il
indizio
parvemi dapprima
is
guardare
<?
solo
1'
Holmes-
Parsons)
ev
<TOI
testo di
8'jva{/.iv
Exod. 9
f/.ou,
et;
T/JV
i
ORIGENE
mentre
recensione
de Lagarde e Teodoreto stesso (che la seguiva) proprio nelle Quaestiones in Exod. interr. 1 2 (P. G. 237 A. 240 D) leggono ivexev TOUTOU (sw; roO vOv add. de Lag.) fva ev$acoj/.ai ev <rot TYJV iffjfuv f/.ou. &rn)^9if)c
LXXX
si
yap
SteTTip^Ovi (?)
Oasaw,
e Teodoreto in tre altre citazioni occasionali, in Josue interr. 2, in Ps. 57 4 (ib. 464 A. 1297 A), in Rom. 9 ?2-24 (LXXX1I 160 A) legge proprio come
te suscitavi, Eucherio in ad hoc excitavi te. Che Teodoreto in tutte queste citazioni dipenda mai da altri, ed abbandoni il testo che aveva sott'occhio spiegando 1'Esodo? Sarebbe curioso davvero. Ad ogni modo la cosa e da esaminare meglio, e chi sa che 1' indizio non torni buono a
nella curatio, e
h.
i.
excitavi
te,
qualche cosa.
3
martirio non
(
per
vo|/,i.
2242
|y.7
&;
sono pochi: per es. ; 223 23 avanti 0*6;; 20 6'Xwv per OVTWV e
222
malamente
troppo poco del martirio, e di questo poco tramandatoci, dubito assai se nelP indicate rispetto si
tin
possa recare
Allorqiiando nella
stiana
fu
VI
esposto
in
sostanza quanto
ora
scrivo
il
,
presidents
il
apologia
tracce
d'Aristide, e A. BAUMSTARK di
comporre questa
di
con
altre
da
Ini
un' apologia
Dio
di
lo
volesse!
ma
ora
temo
pnnto
io
li
assai,
il
che
importanza.
Comunque
il
sia,
presento
se
lasciai correre
forse
di
testo
gli
errori
p. 94.
e le le/ioni
men buone
il
nel
testo
dei classic!
Ometto invece
s'
spazieggiati le proposizioni
si
per wepaivsi;
;
21
au per
dtsi;
23 6
per
is
225
10
Ttf/.(opouaevou
per -vw;
vavrxi;
19 il
xai interpolate
Del
v.
dopo opwvTs;; 20 1'oraissione di 7,y.i oo^epwrara. Omero A 394 (iefi^jcst per (is^X^x.si e con danno del
utb; A.
(223
OTTTI
3. 5).
e forse
trasporto
di
<r8'
dopo
un segno
n.
di riduzione
TX <(roO?>
1
'Ap-.TTOJvo;
224
citato
ne da pure
EHRHARD
und
ihre
223
<Martyrium
r
Trophiini)>
Ttai; 'Api/piTpucovo;
<TX-?]
5'
'Hp-r],)>
OT
pt.iv
xpaTcpo;
a 7r
'Ai'^Yj;
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V
pt.iv
to'JTc;
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(TTijSapai
iqXYJXaTO, xij^e
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12
10
CO
vtoOci;,
pt.apT'j;.)'
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xa\ xa\
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Atxr,;
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xa\
OY)
12
pt.v
T^pav Oc
Homer.
.
!:
392-400.
15
Epicharraos
1!)
fr.
Mullach
Philcm. fr. 246 ed. Kock Comicorum philosoph. yracc. I 146. Atticorum fragm. II 530 neque Philemonis neque Diphili esse constat.
:
aor,$
ita
semper.
ll
ivaiSstv.
13
"
irjOa^spis^.
stoo'i.
l9
otri.
corr. i m.
224
xai [AT* oXiya
7cotr)<Ti
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19
Plato
5
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142 [106].
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x -TWV -r)u.Tpcov xai TX; ahix; xXTY]Tai xai Ta; apyd; x [AVY] Y) i'x^paTi;. -p-r) yap Mwrrj; (i'va aoi ^''^(0 TYJV TOO Xdyou pCav) " TOJ (I>apaco El; a'JTo TOUTO ^Y]ytpd <T oirto; fiv^Ei^tofxai v <ro\ TYJV n " xa\ oirw; o\ayycXYJ TO 5vo[jt.d piou v uaiY] TYJ y?j. o^Ovafxiv (/.ou,
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(TTwauXov 6'vTa TY}; TWV d(jL(jidTcov d-rtoXauaEw; T IT V 1T\ i:69V XXl7TO;, d V dlTayY^;'
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yXuxia, avraXXaypia
TTIV xyaOov
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(pdyTai
I3 r
" Exod. 9
10.
Eccl. 2
15
220
FORMA
DI MART1RIO. 6
Eyxpa^r]
TYJ;
6
usTeiirsv
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Noaoi;
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-7000;.
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TX aiv avOp:6ziva, TX 5t
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X TWV Ocicov
OaTpa' xxv n
Ci'rrjTai
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TX
f/.i'Covx,
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,
7Ttv Ot
Ta
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10
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X ol TO'JTCOV
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oixatoauvY],
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TTapTov
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TTaxTai
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15
u.Ta TaOTa
TOC;
<
irpoa'TaHti;
>
TO!; iroXiTai;
ivai
(o'.ax7^'J7~'ov/
...
Plato Leg.
631 C-D.
1"
?-rr=tTflt'
XVI.
La
lettera
di
Pasquale
a Leone
Pitra, traendola da
meno giustamente
pur soggiungendo per ogni buon riguardo il frammento seguente, quantunque per buon argomento gli sembrasse d'altro
della fine,
autore
'.
Ambrosiano
H
le
257
inf.,
die
i
ci
svaniranno almeno
lacune e
falsi
Lo scomparso
eta del milanese
(s.
XIII/XIV, Pitra
p.
xvn,
n..
2),
aveva pure
lo stesso
Dico
forse,
Krumbaclier,
il
Romano
ha (con tutto
rispetto
dbvuto all'iiomo cosi benemerito degli studi) parlato chiaro sui difetti di certe edizioni almeno del Pitra; e purtroppo la mia propria esperienza
11011
mi permette
di fare
un'eccezione per
volumi II e III
Cfr. luris
eccles. gr. II p.
xvn
n. 2,
dove descrive
il
ms. Ivi
la
lettera di
Pasquale portava il n. i (f. 238), mancava il seguente numero, naturalmente coll' inizio dell'estratto dallo Studita, e poi seguiva a f. 244
il
i$'.
La
lettera
11.
scolio
cstratto
da
ai
S.
Basilic:
T
cfr.
p.
2
xin n.
Cfr. sopra p. 87 n. 4
La
in
lettera
ili
Pasquale sta
ai
ff.
138 -140.
di
Studien zu Komanos
t.
Sitzungsberichte dell'
Accademia
Molui
naco 1808
ripubblicati.
II p. 80. 93, c
carmi da
228
XVI. - LA
LETTERA
1)1
I'ASQUALE
A LEONE
V
riulla
sopra
dette variant!, e
9ayou<j/);
per <ppo'J7Y);
lezione,
(p.
229
i)
del
correttore
di
.4,
se
il
vera, e
migliorc
Pitra
forse la primitiva di
stesso.
Quando
codice del
si
potra
segneremo
o
le
la
lezione
attestata
del
codice
e
le
romano,
supplementi
correzioni
primo
Sul contenuto
il
Pitra cosi
ma
di It stesso.
stint:
plura
m Damasceni de
cxules
(i
quae fortasse
Romam
Comunque
quando
in
le
quercle
quando Chiudio
Torino stava per riaccenderle vivamente, diventando iconoclasta neerli scritti e a fatti.
'j
iraua
PtoiJiv);
]33\
x Ttov
Ti
6;
At'ovra TOV
1.
0ov
O'J
ouOti;,
^rjai,
,c.
topax
7r-:o7roT,
xa\ Tnojx'jViiv
lXOVa^
TTpOaipO'JUliOoC.
Ka\
TO
XT'jTcoOa-v
TX (TiUTOTaTa
;
?xoviTu.aTa
tti
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OtoO TI; av
axouffbiarv
p-aO^TYiv
i
an' apy
*
/\*
r\$.
icopaxau.v xa\
I
xai TOV
6
(")wij.av
<|/YjX^?j(rtW
xpai^ovTa
^xupio;
uiou
O'TI
xai
X
QO;
'
iJ-ou,
P"Y)-
Xa^TQTaTE u. xa\ i'0T, OTI irv0{/.a aaoxa xa\ JJt H*w^>5 ^X OtCOptT ^OVTa* TOTc T?];
l
.
OTTa
OUloOtO'J
(J-
To.
1.
Io.
9
1.
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2023.
10
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2439.
TSK
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220
OY]i7/]; xa
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~po; -'/TTCOTIV oayo'jT/j; sxova ypsovTs; e?ft>; :rpo~\ -to: Y] cpuXa/.?) TOJ dtauyjr&rou YJU.IV TYJ; oiirXl^ 3.
oj7ia;
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T?]V
-sTisvOsv,
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jrJojXoj'JiiOx;
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TOJTO TtpOT/cuvoOtXiV
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xat
xa\ icposx'jvouf&evo;.
co;
TCO
yvv^OY)vai
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TO 0c6; xa-a
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;
TO duipt(7TOv TY\;
T?};
[Ji.ta;
O-JTCO;
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TO
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OioO a-apxo;. 4. a aaspiTTO'j a-xpxo; auTOu, ayia'Cit to; slxwv X O'jo \; ouvaTai slitiiv Kuptov 'I'r]cro0v si {/.-?] sv
zvutxaTi ay ico,
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TO
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ypa^ai
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TrvcOaaTi
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{jLTrt-X(ou.vov
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5.
7:vj[jt.a
Tt
TOI'VUV
TOO
^aTCTWfxato;
STI
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~aT^p xa\ TO
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7:00-
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20
Tua^oXojv a'Tp
si TJ 7:i7Ti;
co;
Xs'you<ri.
TI
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(TTaupoO
STTCO ouv
,
-rO-w-i;
G-OI
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wcp'Xiav, x (jiovo'j
ixova; oO Tzapa^s^sTai
OiX"/][/.aTo;
/.
^aTTTia-aa
orrjOyj;
TOJ
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TTCO
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STcixX^Ti;
xai
IJI.Y]
xaTaou7ico;*
T'?]^
xa\ TTaupo;
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TTa'jpcoTai,
l
xai
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6.
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[rlo'jXsTai
25
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TOJ
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(xrqX
xaT aJTOj; 6papt.*Ta; ouo\; yap oo;av, aXX' co; 6u.ouo{jia od^-rj; Rupiou ci'ooTav, xaOa OaTpo; Ttov -oXXtov axpi^ffftaT* 6-tcr^u.^viv.
si
iraa-a
r,
y?)
TY^;
i:j9
oo^Y];
12
1
Cor.
12n.
Ex.
31.
22
Cfr.
Cor. 2?.
55
Cfr. Ezech. 2
i.
27
Is.
a.
cpa-j-ouar,;
reZ
B-j>.a/,0-',TTa!
sp
in
8
rnsurj.
iix9*avp^3Tt{
8-9
72.
3
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cvsaa irasu P.
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75 0^
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21
P,
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c/r.
72,
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XVI. - LA
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avOpcoircov ler(/.v. oupavov xatvYjV oO 7UOTUi; xaT5t TO Xoyiov YJ ojx aviaTaij!.Oa xa\
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12
21
1
1
Cor. 13 Cor. 15
12.
1G
2 Cor. 5
18
7.
Cor. 15
19.
20
2 Petr. 3
is.
Cfr.
51-52.
-3
oux
aTCsacpaui^: svoataav
ow.a
[TW] ^pviTai
[o
rt]
uirepscpavr
P, gwt adnolat
ipa) rtg^rre corf. ^K^> mulilus refert ". /2 eflt/em ac A 3 8 o eochii'uisse pitto. ^WVTI - oia^ops-jsas^w oy.ou: a;y.a I . (dot. absoltct.): l2 - 8s o-j at 1<J TSU TO pXe^oasv'.v ^, TOU ^XsTrcoasv P. xat o/. P. SiawspEUSfAzvo; P. 15 lfr " x-ai / o./J. P. 24 28 a xx a: o/.a P. /?. XS 3 V ^. P. ^cp^aTo-jv-Evsu
o->v)
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T:J; avOpcouO'j; TCOV x7/]vtov cia3povTa;. 11. S'J 7Zl<TT'Jl 'J 1 6 V i; TOV
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12.
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25
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TOU
Io. 935-38.
lo.
42i.
Exod. 204.
22
Rom. 3
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10.
27
Deut. 2726.
1
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18
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P. [Trpoaxuvo-jatv] a<W.
P.
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XVI. - LA
LETTERA DI PASQUALE
A LEONE
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16.
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5
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15
17. TlXrjv
xa\ o^txoopoi;
T)u.a;
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x'jpio;
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Rom. 6
H.
IB.
Gal. 3
18
23-25.
Gal. 5
12
4.
Cfr. Matth. 5 n.
13
Eph.
20
15.
Luc. 16
Luc. 22
20.
ler.
38
31-32.
Deut. 4
TWV P.
6 3
12.
*
13
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25
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22
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pra.: [^;]
STJL
xai ouXa;aTOc tfcpoopa TaT; 'jiuyai^ ufjuov, OTI 6 [A o oOx v K u p o ; itpo; i'oT TYJ Yj [x p a Y] 2 X a X Y) a ~ T V X U.<70U TOO TT 'J Ot V 3 T
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20.
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VXV
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12
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1 25.
Deut. 5
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Cfr. lo. 5
37.
10
Act. 17
20.
Eph. 4
13.
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P.
sjASiwaa: "addendum all' videlur, ut vulf/o edititr, waaav six-iva, oasiuaa &p<rsvtxou xai OsX-jtaurw P. " ouoz om. P. 15 ouSz: avafAe^ct; R, avafiXs-Ja; P.
ra;
'y'J/.a;
P.
Xwpr.p: xai
a/itf.
P.
.4.
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17
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29
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XVI. - LA
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LETTERA
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<7toaa TOV dfftfrfAftTOV, avOpcoYap i'oou.V oY Y)U.a; xaO' rju.a; ysvojxsvov -ov TOV A<$yov xa\ (kov, TOV a'Tps-TOv, TOV a-XoOv xai avacpi) xpaTU\ T-?]; xa\ SiirXoOv jjLovouirdTTaT&v yfj; doOsvTa xai TOI;
TOUJXSVSV,
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*I>tovr]v
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lXOVl(TaT TOV 6paOVTa , V a'JTW fd\]T) , TOT oY a'JToO 7rpOTX'jvoOvT; TOV aopaTov. ixovi^o uivr]; yip T'?]; crapxo; TOO uioO TOO OiOO xa\ 7rpoa-xuvou[ji.VY); , -pOTX'JViiTai Ta/a OcOT'r];
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7.
13
xaT12.
lo.
5
9.
37.
Phil.
e.
Ex. 20
4.
Cfr.
Ex. 25
20 17.
Deuter. 4
lo.
3
14
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P.
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Ssi-^.
or;X&)9sNTa P.
7
-j-ap:
ftc deficit R.
Quae scquuniur
in P, spcctant
ad Tlu'odori excerplum.
ADDENDA ET CORRIGENDA
Essendosi la stampa di questo volumetto trascinata per otto mesi, parecchie si avrebbero a fare da libri stampati usciti nel fratterapo, e specialmente dalla latrodu/.iono ai dello Swete'. lo iavece credo piu utilo limitarmi a quello poste-
aggiunte
LXX
di
P. 3
al v. 1, iniziali,
Segnalo come puro, curioso caso, che restituendo a succedersi almeno tre versi con tre successive lettere vengono quasi fossero avanzo di un salmo alfabetico: TC^ v. 1, "O 2,
lin.
12.
n.
Ib.
n.
28
ss.;
P. 19 n. 1 in fine aggiungere: Pero non e senza esempio, che si denomini un libro da qualche parola dell'inizio, quantunque non veramente iniziale. Basti rammentare "Q1D2 per il 1. de' Numeri. E tanto del doppio
nome d'un
quanto della denominazione particolare d'un libro dal protagonista, ora trovo altro esempio nel cod. Vat. gr. 331, Holm. 236, s. XI, f. 88, e nella catena Lipsiense dell' Ottateuco II 647, dove il III
libro sacro
dei
Re
oppure
(3a7.
TpiV/j; 2oX.
P. 31
nota 3: n.
lin.
corr. n. 2 e aggiungi:
come
P.
si
33
4.
ha
Altra prova, che derivi dalle Esaple la notizia nostra, da mano scorretta del sec. XIV nel cod. Vat.
E.
gr.
Patrislik.
s/cSoWst;
S;
1895,
pp. 69-74)
f.
gia 4
V
.
Eccola: 'ITTSOV
'A'/c6Xo'j
xat ilu;/.[xayou
<^>cat)>
020o*(mcovo; <pep<(e)>TXi
-fi
TrsfXTUTo;
xat
<(/.)>S6<(T-/);?^>,
(?),
-h
wv
(61;
cod.)
x.at
{/sv
s<(v^>
T?J
x.at
Si [Jisra
T-/JV
aX"Xwv (i^X.
ev
Ttv.
TirefOw
Trspi
ev y^povon; 'Ispi^rw
T-/J;
'AVTOJVC'VOU
v
ev
roi
TW
cipio fra P.
prolegoraeni,
n. 4.
come ho creduto
variante, presentata dallo Hody, come della Sinossi pseudo-atan., ricorre altresi nella catena Lipsiense all' Ottateuco I 125 D (tratta dai due p. X, nelle note a Giosippo Cristiano P. G. CVI
33
La notevole
2i>8
co.lici
ADDENDA ET CORRIGENDA.
Marciani 15 e 534 del sec. X/XI), nel cit. Vat. gr. 331, f. 41, nel T 152 f. 283 secondo i quali e da leggere -xi\j-~r zzywily. sv a -lOot; XT}.. Ma e da notare, che in costoro anche la VI edizione si fa trovare ev Nixo-oXsi T?J rcpb; 'A[p]xTioi; [/.STX TOO Ssu^po-j Stoiyv.ov. Onde
Palat. gr.
,
t
con Epifanio, come nel Giosippo volgato e compagni, e fosse mutata poi nell'attuale da qualcuno mosso dai nostri frammenti. Non" dubito che alia fine degli altri mss. delle catene, o meglio forse della stessa unica catena
Giudici (cfr. LIETZMANN Catenen 41) si trovera lo e cio valga per la stesso testo che nei citati codici Marciani e -Vaticano
dell'
Ottateuco
dei
storia
della
tradizione
della
diffusione
del
frammento
diffusione
piu
non
si
sarebbe creduto.
Visio beali Paidi
f.
05
ss.
Una brevissima
524
sec.
de penis inferni
sta
nd
XV,
190. 191
V
.
ch. Prof. F.
di
hinamente mi avverte
PATETTA, dell'Universita di Siena, oppor" ... Pero non e vero che il quanto segue:
Kriiger abbia mutato la lezione tradizionale solo in base al passo citato di Procopio. Egli osservo che il ms. di Montecassino (C) in <(Cod. Iust.^> IV, 30, 13 ha come tutti gli altri Theodora, ma in IV, 30, 14 ha erro-
di
Menae,
si
congetturo
in
quiiidi
che per un
solo
fosse conservata
questo
luogo,
Teodoto era stato trasportato per la svista di qualche amanuense. Tutto cio risulta dalle note all' edizione maggiore di Kriiger (Berlino 1877), ma suppongo debba trovarsi anche nelle posteriori edidi
nome
non
che
il
nome
di
in
Teodoro proprio
costituzioni e in tutti
lo rispettarono in
codici, mentre' tutti gli amanuensi, a quanto pare, V, 62, 16 e solo alcuni, non tutti, scrissero Teodoro in VIII, 40, 12. Di piu, essendo la lezione Teodoro, nelle due prime delle
comune anche
alia
Summa
Perasina,
la cor-
ruzione dovrebbe essere antichissima, risalire cioe ad un archetipo comune forse del settimo secolo, nel quale lo scambio del t e dell'r si spiegherebbe meno facilmente, che non nei codici in scrittura minuscola. "
Per buona fortuna ricevo ora un gentile biglietto del ch. P. KRUGER, pur egli per la lezione tradizionale messa fuori di dubbio dal Malala, il cui passo sta nel 1. XVII, ed. Bonn. 416: cio che per una svisia non fu indicato sopra a p. 204-205.
in cui si dichiara
pane ed acqua, esiste una recensione greca nel cod. Vat. 1538 prove-
ADDENDA ET CORRIGENDA.
niente
231)
da Mileto (Calabria), sec. XV, f. 165M67*; recensione edita in o meglio sepolta dal Pitra nella nota 11 al 1. dolle Costituzioni parte,
Apostoliche (lams 301). far cenno del canoni apostolici e di N. Signore parlante con Pietro, Cle" mente dice solo d'aver appreso dal suo " maestro Pietro e dalle sacre
I
eccl.
Grace.
Ivi
tempora
Giacomo e
Cristoforo, e 3) a principio
Hypapanli
o Purificazione, per
non parlare
in
della Vergine,
malamente aggiunto
margine, contro 1'idea primitiva dell'apocrifo (12 mesi, 12 digiuni). Inoltre, dove il latino ha giustamente ante, il greco legge invariabilmente wpwrt,
quasi
festa
si
tratti
del
cessivo.
(come in T/J TupwrTi TrapscT/.su?) TOO {/.apTiou), ossia nel venerdi sucAvrebbe mai indotto a cio 1' interpolate) digiuno della Nativita di
la festa,
primo venerdi di Settembre, gia senz'altro riservato? Checche sia, e pur rnantenuto 1'ordine del calendario latino da Marzo a Febbraio; cio che e
indizio dell'origine
non greca dell'apocrifo. Gia sopra ho notato due particolari, che invano
il
si
cercherebbero
avvenimenti fausti o
nefasti>
che
i
il
conchiuderne dovere
altri della
che negli
,
settimana.
Questa parte senza corrispondente nel latino pare la motivazione del precetto, sebbene sembri strano s'invochino fausti avvenimenti (come
1'ingresso degli Israeliti
nella
terra
promessa) a
ragione
,
di
digiuno, e
,
sebbene non
un parallelo tra fatti e digiuni vale a dire la data mensile dei digiuni non sia determinata da quella dei fatti. Checche sia di cio, 1'idea generale ricorre anche altrove, e in particolare poi (a prescindere dal fatto della crocifissione di N. Signore, che si adduce comuci
sia
di
digiuno)
col
si
in
digiuno peccato d'Adamo anche nelDidascalia del cod. Vatic, gr. 2072, sec. XI *. 1'apocrifa Che dall' engine avesse il nostro apocrifo una tale motivazione, io
ed in connessione
il
Signoro a
o
S.
TTI
Andrea,
ijKx*apio;
5'
x.ai
larw
TTI
<
avftpwirs;
jAJTa
siXixpivris
irpoau-/.5a3^s;
6
(cod. TC)
ru-spa,
x.al
i!;atpsT(.>;
avOpwiro?
irsptTraTw'*
irpons-JxaT;.
raj'pa l^pXioOTi
a:
l/c
T^-V fyv/jiv
TOU
C.
{/.aTaio-j
TSUTi'j 'jiravTwat-*
auT^
TrpoairtirTs-JdiN
auT^
Cfr.
PlTRA
o.
421.
Ho
tacitamento corretto
210
ii":i
ADDENDA ET CORRIGENDA.
nso
afTerinarlo, o
t'sto
latino pervenutoci
dall'arbitrio
escluderlo per la mancanza d'essa nel mancanza cho puo derivare da puro accidente d'un copistu. Non credo nemmaneo utile sofTennanni a
; '
'
nemmeno
venerdi
assognata a certi
fatti,
probabil-
a sola fantasia e per influsso delle superstizioni volgari sul venerdi giorno nefaslo. Forse 1'apocrifo, piu che per altro, ha valore come testimonio molto prolisso di questi pregiudizi.
tosto
Kiproduco quindi, sebbene renda troppo lunga ragginnta, 1'intero greco in tutto 1'orrore della sua grufia, che e inutile e forse nenunetio
comune.
Tty.v.
Iv7.y6i KV/j[/,oi;
/.-/I
s/.
~y.y. Pwf/.oig aveay.Oov e/c TOU |xou Oiiwv yprowv, on zi^i SwSsx.x ^y.pa'jX.suscl TOO
aaira
st>//ix.pivo7; x,ap^tx:,
s^ayopsuTat TS
x.ai desert,
v/i<7TS'j7si
a/pi? ea-epy.; sv
aproj
,
6u
[/.-/)
{/.v/i^Osi
on ev ryj TS^SUTTJ aJTod x.'jp-.oc xy.apT'.wv aj-oo' aA^z yivoiTx.STOi TOU 00 irapaXdt^oufft TV;V ^'J///) v K'JTOU x.xt e~apou<yi aurviv ev ayy:).oi TOU apaStiTO'j. Tp'j-pyj
TWV
'Ev BOttTl.
oi
T-/I
T-/J
TTJ
TTI
a Tot; K
a'
TVJ;
TTJ;
v.
Tvj
XpiffTOu
ycw/^sog
*.
Tofj
T'/j
T-/I
Ilpo^poy.ou.
a TOiv ayi'wv acTcouToXwv FlsTpoQ x.ai IIxoXou. 2 KO&Ti*Tfj( %-/i;/.c<7S(o; T?J; OSOTOX.OU
.
Ty;
T'/j
a a
TVJ;
r?Js
yiVvvjTSo; TVJ;
XpicrroO ysvwiTSo:.
TYJ
Tvl;
^x~rc7so;.
T'Tj;
i[i
Kal
T))
a
ai
UTcOTrxvT-/);.
TWV
TVJ
I/STX
77apa7>c<('jy,)>
Iip7.-/)>>
vi
euXa^ia;.
x,at
v/iareuetv
voy-Epa
ev
ot
sv
on
TC
'
TrapT.TX.i'jy;
uiol
EiTy-XOoaav
ETrXaaOy)
T/,V
TVJ
yy^v
rfj;
-ayysXtai;
Tny-epst
EV TVJ
Tvapaa/Ccuy;
x.3ci
r,a;a
K'/.iv
'A^xy.
EV
7:apxT/.u/i
6 'A&ay.
vifAaprsv,
Linea scancellata.
Liuea aggiunta in calce alia pagina.
ADDENDA ET CORRIGENDA.
cT'py.^iV
241
ETri.'
y,at
x.aTax.V/iTy.o; yiXOsv
x,at
TTJV
y^v'.ev
TV)
Traps'.'Tx.s'jy]
&xui$
6 'H^i'a;
dcTUEx.al'paAy,^;
TOD;
T<Z'
<];cu$o-p<(o^r,Ta:)>, x.at
XpiTTo; foraupaOi]
x.at sv
avsV^Oy)
TOV oupavov
-^
ayio; llTpo:,
EAiOo^oXiTO-/;
/iv-Epsc
x.ac
7Ta[ip60r, 6 uwtpayfa OEOTOX.O:, r^.ipv, TrapafjX.sur, 1o x.ac EV ay to ? HauXo: a77x.O7.7t70-/i r,;/spa -y.zy.ny.z-y^
x.ai EV
ayto; ir(pavo;
6
ai ('jXsct
x.at
'HpoiSv;?
ra
op(p'/i
x.7.i
Ancora
Mi valgo
argomento, che
critica
sul
della
trattai
pi'ima
in
fine all'opusc.
(p.
del
teslo
di S.
una singolai'e comune, quanto da quella di Rufino h. e. IV 14; e congetturai che in " un estratto ledele di una versione o almeno Agobardo ci rimanesse
citazione
III
Cipriano d'Ireneo
una recensione divers a dalla volgata (p. 105). In seguito esposi mi pareva favorire 1'ipotesi di un' altra versione diversa dalla quanto
di
"
difLOOFS, inculcando segnatamente le consuetudine, di cui gli autori stessi sogliono essere
il
"
come nel maneggio delle particelle. Lo HARNACK, buon giudice, accenno di passaggio, che per allora gli 2 Piu a lungo sembrava inverisimile la possibilita della doppia versione ne discusse il ch. C. H. TURNER in una recensione benevolissima, nella quale rilevo le affinita del frammento con le lezioni deH'ottimo codice C d'Ireneo,
incoscienti ",
.
finora
dovute
non bene apprezzato, ed infer! che le rimanenti discrepanze sono non gia ad altra versione o recensione, ma ad Agobardo stesso,
" dal derive parte da Rufino, parte greco Ireneo sia direttamente sia mediante Eusebio ", e parte le indusse egli con ritocchi di grammatica
che
le
e di stile
lo
3
.
m'auguro
non
tacere, che la
ficolta, le quali
gran cuore, che 1'egregio amico abbia tutta la ragione, non dover piangere una perdita di piu. Pero non posso maniera sua di concepire la cosa mi presenta alcune difdi
sciolte
una volta
si
per sempre.
La prima
e a supporre,
che nel
sec.
IX a Lione
con-
of Theological Studies
II
(1900) 147-148. 10
242
servasse e
si
ADDENDA ET CORRIGENDA.
usasse ancora 1'originale greco d'Ireneo
',
almeno
e
di
il
testo
Dove
n' e egli
qualche traccia,
capitale
questa
altrimenti
il
presunta?
Lo stabilimento
del
fatto
importanza:
varianti,
per cui
rimane un enigma 1'origine delle notevolissime frammento e piu vicino all'originale greco.
difficolta e a supporre, die Agobardo abbia avuto, non dico la cognizioije della lingua greca (cio che non oserei affermare), ma il tempo e 1'idea d'un lavoro critico qual e di restituire il testo di C, ricorrendo al greco d'Ireneo o d'Eusebio ed insieme al latino di Rufino.
La seconda
Se
si
risimile,
ma
un lungo tratto, sarebbe meno inveper un piccolo frammento, citato soltanto d'occasione, stento
assai a
Si dia
Ma
allora,
la
fraso rufiniana per iens lavari e simili, e invece ne conio delle nuove? come e donde scelse in condiscipulalu, collocatus, luculenter teslalus,
incharaocanli
di
2
,
tali
non nel
di
sigtiificato,
s'avvicinano
3
di piii in altre
al
minutissime particelle
equivalent!?
di
ritocrare a gusto suo nella grammatics e nello stile i testi citati da lui, io almeno non ne conosco, e pero non ardisco accusarnelo. Ma quand' anche se ne trovassero esempi, resterebbe sempre a provare, die Agobardo o
Floro negli scritti propri prediligono le particelle, le parole e le frasi indicate anziche le altre piu comuni della versiono conosciuta d' Lreneo e
di
Rufino, se pur si vuole convincerli autori della sostituzione. Io confido, che il Turner dissipera questi dubbi, forse non
propri
di
me
solo.
Altrimenti, e difficile
il
frammento
d'Agobardo
fosse poi di tutta 1'opera d'Ireneo o d'una parte, o finalmente anche del solo nostro passo, possibilmente derivato in da antico scrittore
Ag.
qualche
perduto, che 1'avesse di suo direttamente tradotto dal greco. In quest' ultima supposizione la perdita si ridurrebbe a poco per riguardo ad Ireneo, e
Sill
passo di Gregorio Magno, donde il MASSCKT uteri va, che in Liouc alia VI maiicavauo gli scritti d' Ireneo, io 1:011 insisto per la ragione che osposi
i
5 del mio opuscolo. ib. n. 3 rileva cho il RONSCH non pud aver conosciuto la parola dalle note dello Stieren. Io, non avendo 1'ed. dello St., dovetti limitarmi a lanciare un " forse ", caduto non giusto.
p.
104
2
n.
TURNER
Cfr. in proposito,
ma
Lexicogr.
eccl.
XI 577; A. WILMART
WOLKFLIN \\Q\YArchio fur Pas Novation nel Bulletin de catholique de Toulouse I (1900) 290 ss.
per tutt'altro scopo, E.
e P. BATIKFOL
latein.
Litter.
ADDENDA ET CORRIGENDA.
cadrcbbe
la
243
congettura dell'esistenza d'una qualunque altra versione, galsia delle varie supposizioni imaginabili,
licana o no.
Checche
nodo
stia
me
pare, die
il
agobardina; e quanto al resto, forse potra dar luce quel codice C, che a sua volta ne ha rice vu to non poca dal nostro frammento Se'le singolarita d'esso rilevate nel breve passo persistessero costanteraente, quale cagione se ne puo con probabilita supporre? Una delle due: o C e testil
.
e allora
ha dovuto subire
qualche concorrente
di questa,
ipotesi e richiesta la persistenza della cagione, ossia della di versa intograle traduzione o recensione. Ma naturalmenle lulto cio dipende dal giudizio suH'indole del codice C, e il giudizio non lo puo dare se non chi
lo
seconda
il
Loofs ed
il
Turner
2
.
11
Come
di p.
Clams
Melitone,
Pitra
pubblico importantissimo cod. Vat. gr. 2200 \ lisla dei libri del V. T. coi loro nomi ebraici e greci,
dall*
silenzio,
perche non e altro se non il canone un estratto del 1. cle mcns. el pondcribus.
-
TST'jrwT*'.)
p.
di
'A&y.
4
TX
lin.
y^o/i
20
Travirx -^atv TrpoXsXsi-Tai (cod. 7:poe identico ai cc. 22 21- 24 i, ed. Lag.
17873-
1792"'.
La chiusa
3 del
c.
identica ai
1
c. 1
Ss TOV <piAoAoyov - wpopp-^tis e del pari (Lag. 152 4-s). E del passo intermedio le prime
TURNER
1.
p.
107, n. 3 rilevai in
Agobardo alcuno
citazioni
bibliche di
versioni antegerouiiniane, e segnamonto di tre del Peutatetico congottiirai fossero tratto dalla parte pei'duta dol Pentatetico di Lione. Nella parto teste ricuperata e pubblicata da U. ROBKKT Heptatiuchi partis posterioris versio latino, antiquissima c codice Lugdu-
nensi (1900) 32. 36 occorrono due dei passi prcdetti. L'uno, Deuter. 28 17, e porfettamente identico; 1'alti'O, ib. v. 59, in voce di plagas verissimas et infirmitates veras,
suona affatto diversamente playns magnas et mirabiles, cl infirmitates malas Anche qui dunque dobbiamo ricorrore ad un' altra ignota.
3
et
aceroas.
Anal, sacra
II
140-141:
cfr.
pp.
128-129.
II
titolo
suona
1
cosi,
come a nn
diprosso noi capitoli del principio editi dal Trot;' 'E,Spaii'.; Ptfixiuv i'lrw; aOra /.aXouaiv, x,ai
scat
Mai
7r-:i
Iv
T^ ^pa'^i XCIJAEVWV
i
svsaaTuv
4
xat
aTjAavTpwv (ora.
non ha pubblicato
Su esso
c. p. v.
cfr.
et class, p.
xxxiu
il
ss.
MAI
t.
La
ed e nota sotto
titolo
Antiquorum Patrum
ADDENDA ET CORRIGENDA.
parolo
si<7i
a7rox.pu po)v,
clie in sostanza
c. 4,
sono
da Haer. VIII G (P. G. XLI 214 B); e le poche seguonti anch'esse derivano da qualclie altro luogo, che non ho ora probabilmonte
tratte alia leltora
1'agio di
riscontrare.
il
Siccome
il
che taluno puo dubitarlo dello stesso autore del stanipa sui vari nomi di Gesu e di Maria, e siccome per autore capitolo precedente di questo capitolo ha indicato un Anastasio monaco per nessun' altra canone
'
dal
prele la
sia
e/.Xoyv)
ypv^swv;
cosi
non sara
avvertire espressamente
1'
intera collezione
A
del de
Lagarde;
-
ma
22
una pura apparenza, come risulta dalla seguenle - 21 stampa. P. 140 20 craXsS: corr. ^.y.\y. Apo'jy
:
corr.
-spo'jy^
Ia-/.(o[i
add.
> >
yevesOai
-
corr.
yevcai
aOt,
corr.
-
7vX<7r,[/.coO:
cod.
- 4-6
elicr/i^wO
>
sXsQe^opij: corr.
$<x.<ji\.
(3',
e>eSs^ap>j.
11
<7<pepTsX>.i|jt,
Sa^aXa^fx,
10
fixsiX. y',
aip-/;v
rty,xaaXa>0 cripx- H-ie ftaOapafftapa StoSs/.a-popviTov ^upe tuiou lepsaio-j. ^is^s'/civiX - n - is - 10 Se^Ovio - 20 Ss : corr. y.i t^sx.f/)X. Savir,). ScdSpa Sy.Sc'iSpa.
12
marg. add.
ay,aXayr,p..
fiaccX.
- 9
Sx.osXsO -
2.->
/.at
Tf,
s::K7~oXf
affalto
la
liiinanguno tuttuvia due variant! notevoli, che tolgono singolarita, di cui s' e discorso sopra a p. 23 ss. Giobbe e il
.
(
Rut e Samuele, e i Paralipomeni seguono, Re. Avieuimo per avventura qui 1'ordine primitivo d'Epifanio? o piuttosto una riduzione di lui ad un ordine piu comune?
non precedono
i
Io inclino
alia
seconda piuttosto che alia prima supposizione, sia redazione greca vulgata qnanto la siriaca sono concordi
sia
ricorre un' altra volta nell'opuscolo d'Epifanio, al c. 4. La corre- che e zione nell'estratto della catena dogmatica posteriore a S. Massimo
Re
almeno
in
si comprende di gran lunga piu facilmente, che non la corruzione due diversi luoghi dell'opuscolo e ne' due archetipi diversi, da cui procedono e la redazione vulgata e la siriaca. Laonde non oserei mutare molto
in
Ma se per 1'obbietto nostro 1'estratto non ha conseguenza, ne ha invece non poca per la critica del testo di S. Epifanio, attesoche esso s' avvicina di piu alia versione siriaca, e riesce a colmare una lacuna del greco del de Lagarde. Difatti a 178 so-ss omette 1'alfabeto che manca
p.
ebraico,
II
LOOKS
il
GG2 e
il
079. Cfr.
EHRHARD
in
Krurabacher
Gesch. d. byzant.
208.
ADDENDA ET CORRIGENDA.
pure nel testo della versione siriaca, e v' e solo segno pero questo che gia c' era o nel
Parimenti
s
'
245
al
margine
o
nel
in
greca
scrittura
testo
margine
(iiV/.v..
ilell'airhetipo.
x.[i',
'/.'(,'
la
;/iv
oO*7xi, 7,$
condizione del seguente 23 xX>.x y.xi XJTOI: ipiQ{/.o6fAevat Six TO $HCAo090ai ~?p
vouv,
Trap'
<pi,
-VTS
aJTX
x/i
770',/eTx, o
771
xXX'
~tS})
y.xt
yay. SiTCAoOvrai
y.[i
(sic), t/.ea,
xSt suppone
non gia
il
greco altualo
TUSVTS
7x
y.3ti
ovra,
si;
TX;
pi^).o-j;
x^ OUTX;
7:swo'/ox.x<7iv,
ma
sind,
22
alter cjezalt
wcrdcn,
ireil
aucli
werdcn (chaf i$t doppclt und mem so werden auch dicse biicher gezdll. Da ultimo la redazione dei 31-35
quella della versione siriaca, e
de Lagarde: c/a sie 21 zwar 5 buchslaben bei inen vcrdoppclt und nun und phe und sadc) denn
:
del
c.
23 suppone senza
fallo
non
come appare
[/.o^ix,
dal
testi.
Yulg.
T>,V
...
fj
x.x^sfTxi
...
Tirxp'
'E^pxi'ot; p.6^r,,
wxp'*EXX7j<Tt $z
sie
Six
welchen die
...
Griechen, nachdem
(jioSiov
tlbcrsctzt
f5i,
S4
"EXXijve? Ss
Vulg.
...
Syr. dasjcnige teas wird, gedolmelscht aber vom hebraischen genannt 31 c/enn ?/yenn d^r' moditis niclit griechisch S^IID, welches NS~D 5^. der welcher nimml niclit ein Ich bin gefullf warden isl, gestehl
lleTTXvipwy.xi.
y.at
...
on
35
7:XY)p6>0t;
yap
Si
hebrdisch
SN1D
35
gefidlt.
verschiedentlicli
bennant. M xaXtTTw
Ps. Anast. 8
pjjt,7)v'jTxi
EX.
T^
XoyEf,
2
TTI
w
[A7}oi.
xv
yxp
f/.vj
TTAvipojOY)
[/.o&io;,
yap...
la critica
1 ot Pilra, e cosi a primo asjietto il codice per la dimeutican/.a del secondo punto uella nota tachigrafica di EOTI (/.). 5 eart sembra usalo invariabilinente como TSUTSOTI.
Ho
L'esponente indica
le
note.
Per
certi MISS., de' quali ignoro la fine (ad es., di quello dell' Offenbach), lascio
un tempo.
Angers.
Cod. 14,
p.
114.
Augusta.
Cod. gia Aiigustano,
p.
Lucca. 3 p. 75 Messina.
S.
79.
175.
Universita.
p.
Codd.
Salvaloro
29.
30,
Bologna.
Universita, cod. 2499, gia di S. Salvatore,
169ss.
Milano.
Archivio del Capitolo di S. Ambrogio, p. 134. Bibl. Ambrosiana B 106 sup., p. 32 ss. 153ss.
176.
176*.
Escnriale.
Cod. T-II-7, T-I-3,
p.
p.
91
ss.
176*. 173*.
B
16
124 sup.,
sup. (v.
p.
176.
M'-III-IO, p.
CERIANI Codex
.
12-IV-6, p. 176*.
173<.
174 ?
176*.
Firenze.
Bibl.
Laurenziana Pint,
28
ss.
70, 7, p. 57 '.
S.
174*. 176*.
Gioce (Pint.
14,
1),
p.
141.
257
inf., p.
Med.
Fesiil. 39, p.
141 3 .
Monaco.
Bibl. reale. Cod. gr.
p.
gia
dell'
Offenbach,
di S.
179.
lat.
Geneva.
nrbana dei Mission,
p.
5398,
p.
141.
Carlo cod.
Mosca.
Bibl. della S. Sinodo. Cod. 367, p. 215.
189.
190.
Gerusalemme.
Patriarcato. Cod. Sabbait. 30, p. 215.
394,
p.
187.
Oxford.
Bibl. Bodleiana. Cod. misc. 5, p. 153 ss.
x>
Kiew.
Cod. bulgai-ico gia 1 p. 176
.
d'
Eugcnio metropolita,
1692
Lione. 243 2
di
Parigi.
Bibl. Nazionale. Cod. gr.
3 163, p. 28 .
Cod. di Leidrado,
British
p.
929, p. 63.
>
lat.
2286,
1451,
p.
p.
74 s
Londra.
Museum.
Saltcrio di
S.
I),
1161 120 1
Agostino
p.
113ss.
>
190, p. 179.
248
Patmos.
Cod. 263,
p. 27.
243
174.
ss.
2302,
Pistoia.
Bibl. del Capitolo. Cod. 99,
p.
Vat.
110'.
lat.
248,
p.
76.
p.
314. 325,
137ss.
Roma.
Bibl. Angelica. C. 7.
10, p,
383-386,
p.
UOss.
.
62 2
543,
p. 99 ss.
.
p.
140 2
>
ss.
>
100
III.
2 67, p. 147
175.
140'.
1,
p.
211.
p.
ss.
167, p. 9*.
del Collegio
p.
398,
Palat. gr.
p.
1.
3'.
87'. 227.
150.
44,
p.
147
.
ss.
61, p. 183*.
167 a
175.
>
> *
331,
338,
82ss.237.238.
237.
170'.
152, p. 238.
257,
176.
.
p.
174. 179.
342, 511,
619,
>
lat.
4 187, p. 116 .
183 1 . 209 2
150.
1449, p. 76
ss.
p. 146.
752,
754, 1296,
1422,
1538,
1608,
174 2
1
ss.
42
44 1
lat.
524,
p.
238.
.
210.
Urbin.
170*.
lat.
1 440, p. 140
28 3
Sinai.
Cod. 383,
p.
238.
212.
183.
Torino.
Bibl. Na/,ionale.
1810,
1838,
211.
p.
174 2
183ss.
211.
Venezia.
Cod. gia Giustiniani, p. 175. Cod. Marciano gr. 15, p. 238.
534, p. 238. 5 535, p. 147
1842,
1853.
213ss.
212. 212.
1855,
1864,
175 3
1868,
1871,
1876,
209 2
210.
212.
212.
p. 147. 178.
I
1882,
1892,
Cod. Nan.
.
'gr- 24. 31 v.
31. 38.
209 2
211.
22, p.
Vienna.
Bibl. Irnperiale. Cod. theol. gr. 5, p.
1926,
82 2
2000,
2011,
209*.
209*. 80. 239.
^>
361,
lat.
p. 176.
.
903,
p.
109 3
2072, 2087,
209.
2092
116.
d'llass.
2160* (papiro
rio), p.
99
Salmi),
Martyrinm Trophimi
Pasquale
p. p.
225.
lo.
cfr.
14
9,
p.
234.
164.
225
20
22
2
.
Act. 4
p.
24-26, p.
p.
20
4 (su
3 cfr.
102 1 ),
231. 234.
746,
165.
p.
25 n,
(28
Levit.
17.
cfr.
p.
234.
p.
1322-45,
156.
161.
59 cfr.
p.
243 2 ).
lac.
1729,
p.
233.
13
40,
161.
p.
10,
p.
13,
231.
p.
Deuter. 4
12 ss., 7-9, p.
p.
p.
232. 234.
<.
2 Petr. 3
1
230.
23
lo.
i,
p.
228.
161.
231.
159.
ludae
v.
1
11, p.
25,
19,
Rom.
p. p.
233. 231.
3
1
428, p. 157.
Paral. 16 4-7, p. 164.
3 6
1
14,
7, s,
p. p.
p.
232.
155.
e,
p.
160.
p.
p.
Cor. 2
20
19,
160.
229. 229.
2930,
160.
167.
12s,
13
12,
p. p.
35
Ps.
18
4,
15,
p.
230.
p.
p.
95.
p.
15
161.
19. 51-52,
7,
230.
Prov. 17 n,
2 Cor. 5
Ephes. 2
4 4
p.
230.
4,
Gal. 3 23-25. 5
15, 5,
p.
232.
Amos
10,
1
p.
161.
p.
p.
p.
232.
95.
Malach.
Esa. 6
n,
2,
95.
4
3,
p. 155.
13,
p.
233.
p.
229.
p.
152, 40 r>,
Ezech. 2
7 lerem. 38
cfr.
Col.
26, p7,
5.
155.
165.
i,
p. 95.
i,
Hebr. 4
p.
p.
229.
p.
8
161.
10
p.
235.
is,
cfr.
31-32, p. 232.
1-24.
Malth.
14
-8 n,
81).
cfr.
p.
213.
(4
n,
cfr.
p.
1042,
p. 156. cfr.
2628,
p.
232.
98.
Marc.
Luc. 16
2439,
lo.
1
p.
Omero A
p.
286.
3
).
392-400,
p.
223. 224
(cfr.
is,
ifi.
p.
is,
97. 228.
p-
22
97
Pindaro
fr.
142, p. 224.
p.
Platone Gorgia,
Leggi,
97, 225.
p.
224. 226.
13
i,
p.
159.
p.
96.
Acta o vile di santi ecc. Acta Andreae et Matthiae, p. 2092 s Ioannis,p. 209 (avavr.). 211 (i
:
Vita ecc. Nicol6 Mir., p. 209*. 212. de' ss. Padri, p. 209 2
.
Philippi, p. 211.
)>
;>
Pancrazio
di
Tanromenio,
.
p.
209 2
Pilati, p. 211.
Paolo
.
ap., p. 212.
Thomae,
p.
2092
Vita, passione,
p. 209*.
encomio.
Andrea
ap.,
Areadne,
v
p.
213.
p.
209*.
>
(Taddeo,
Tecla,
p.
cfr.
p. 211).
213. 215*.
->
p. 211).
Trifone, p. 212.
^>
Trofimo,
(Zaccaria, Abgaro, p. 209*.
p.
213ss.
p.
Cosma
cfr.
212).
(Crescenzio, Dioscoride,
cfr. p. 212).
Agapio manicheo
Agatangelo,
p.
lirraXofo;,
p.
91*.
Demetrio,
p.
209*.
.
214.
Agobardo
Alogio
(?)
S.,
1
p.
241
ss.
ss.
Alleluia, p.
17
Eleuterio
Epifanio,
>
p.,
p.
21
.
1.
p.
2092
An;istasio prete,
manicheo, p. p. 243
91*.
ss.
Andrea
>
>
209 2
Aniano,
cfr.
p.
140
ss.
*>
Giovanni
->
>>
100*. 102'.
p.
104 2
127 2
:>
Gregorio Illtiminatore,
la,
p.
p.
214*.
LVII
213. 214.
p.
112.
1
.
133'.
>
Lucia,
209*.
p.
Macario rom.,
>
209*. 211.
y>
ecclesia, p. 87
p.
ss.
211.
Apelle eret,
Apollinare
fr.
88.
p.
s>
210.
172
1 .
Massimo
conf., p. 209*.
Areta, p. 37*.
1 Sono di proposito omessi i nomi degli autori modern! citati. Ho piultoslo ahbondato in rilevare le oss-rvazioni incidentemente fatie circa soggetti, che ineno vi si potevano attendero. Ho precisato talune
iinlic:uioni dimenticate.
115.
Aaoo'josu.oo7)X,
p.
19.
244.
p.
Atanasio
Ales,
do
p.
titulis
Psalm,
in
spur.,
145
ss.
19. 244.
van comm.
p.
fr.
1
Psalm.
*,
Diapsalma,
Didascalia
p.
167*. 175.
.
72
ss.
dubbi e
sp., p. 44*.
p.
172
1
.
A post.
in
Quaost. in N. T.,
Synopsis, p. 31 Attico vicario, p. 217.
.
90. 95.
33<. 237.
Psalm,
fr.
2 dubb., p. 171 .
Difilo
fr.
spurio, p. 218
ss.
80
ss.,
238
ss.
Dionigi Aless., p.
.
82
ss.
>
Chronicon
f
.
eccles., p.
1822
Dulcitius, p. 107.
Durando Gugl.,
v.
s.
p.
75
1 .
Basilio
di
.
Seleucia
Tecla,
76.
p.
213.
215 2
Bibbia
Efrem
Maria
di,
in Psalm., p.
174*.
ss.
Belle Vallis. S.
s.
p.
'E/cXo-y^
V. T.
Epicarmo
fr.,
p.
218
ss.
nomi
ebraici
p.
8-27. 30-38.
40
Salteiio.
167. 243
2,
p.
ss.
Quinta.
-
Salmi.
Sesta.
Haer. IX
17*.
Settanta.
BipXiOTrpaTEiov,
wpaTTi;, p.
187.
Aldemarius, B. Herricus,
Ennete Trismegisto,
ss.
p. 88. 98.
Esaple, 167 b
p.
.
ss.,
28
ss.
237-238.
cfr.
anche
19.
Esdra. Apocal., p. 63
Revelatio,
Visio, p.
p.
ss.
67'. 71. v.
74
ss.
p.
140.
64
ss.
p.
145ss.
dubbi o
90. 95.
p.
173 2
Eugenio
p.
III.
Sua
lettera
non registrata,
Clemente
Aless., Strom.
p.
V,
218
ss.
ss.
142.
p.
Clemente Rom.,
80
ss.
238
Eusebio Cesar.,
97. 241.
12, p.
Codice Giustinianeo, p. 184. 188. 198 ss. 238. Codino G. Antiq. Constant., p. 203 1
.
h. e. I 8,
57 1
VI
'
16, p. 39'.
47
ss.
Colvill
p.
D. estr.
91*.
del
Catal.
dell' Escurialo,
173 ss
(un)
sotto
Comes patrimonii
p.
Giustiniano,
172'.
187.
p.
Concilio di Vaison,
123
p.
.
ss.
Eusebio
179.
.
169
.
ss.
Aussenzio
Eusebio
209 8
Cosma
Indicopl., p.
S. G. in
p.
33 3 44 2
154 1
vesc., p. 83.
Crisostomo
> >
fr.
encom.
p.
ed. Parig.
zionale
Or veggo che M. PAULHAHKR ha presentato alia prima sezione del V Congresso scienlifico internaflei Cattolici in Monaco una iiiemoria Der Psulmcnkommentor des hi. Athanasms.
253
*s.
p.
(=
Origene), Scolio,
1
.
p.
44
2
.
Menologi,
p.
214
Metafrasto Simeone,
di
2'l9.
215. 217.
lettcra a Nip.
Metodio
S.
CP., p.
209'-.
210.
di
S.
140
ss.
Nicold,
Giovanni cvang. Apoc. spur., p. 05 ss. sul trausito di Maria, p. 209 s Giovanni 1'ortodosso (Damascene?), p. IS.'j 2
.
209.
1
.
Manichei,
184. 188.
S., p.
199
21
ss.
ss.
Girolamo
34
ss.
43
l
.
44 2 115
.
ss.
Niceforo Callisto, p. 48 ss. Niceta di Remesiana o Aquil., p. 137 ss. Niceta Serron. o Eraclcense, p. 29. 173 ss.
179.
Giuseppe
(o Giosippo) Cristiano, p.
p. 27.
38 2 237.
.
Omero,
Origene
117'.
p.
218
ss.
p.
123
ss.
fr.
sulla
VI
172 1
.
ed., p. 29-46.
p.
in
176 3
correz. a Reg.
IX
26, p.
p.
fr.
fr.
209*.
a spun', p. C
libr.
.
152*.
168 a
de
libro del Giusto, p.
ss.
1
ss.
Scripturarum,
134
.
p.
148 2
ss.
195 1
Iconoclast!, p. 227
Ilario S.
Orosio Common.,
16.
p.
ss.
do
trinit.
IV
17, p.
1
.
99
ss.
Orsenufio,
p. 83'.
85 3
iu Ps., p.
132. 133
Ireaeo S.
fr.,
fr.
p.
82.
86 2
Paolo
ss.
di
Ardeschir, Logica,
p.
1822
nelle Catene,
85*.
Parallela sacra,
p.
179.
ss.
p.
due
nigi Aless., p. 82
lett.
ss.
attribuite a Dio-
Pauli apoc
p.
65
238.
Isidoro di Siviglia
Etym. VI
II,
34 3
Pasquale
Pindaro
Platone,
lett.,
p.
227.
72.
Petri AI>OC.,
fr.
p. 70.
142, p. 216.
2192 224.
.
falsa
p.
variante di
fin.,
p.
88
ss.
218
ss.
181 2
Prefa/.io de Trinitate, p.
104 2
p.
X,
127
ss.
Lemnisco,
p.
167 b
133 Z
p.
Leone M. ep. 159, p. 140 s Leone V 1'Armono, p. 227. Leone amanuenso a 954, p. 211.
Leonx.io v. di Giovanni Elemos.,
Le/.ione in Priscilliano,
p.
2
.
in Ps.
2? perduto,
di S.
133 2
p.
Nicolo,
209 s
Procopio A need.,
p.
.
202
121.
ss.
p.
.
209 2 211.
.
Psallentia,
p.
118 2
127 2
p.
181
Quinta
I,
edi/.ione, p.
ss.
28
ss.
40
ss.
v.
Daraasi, Caelestini
119ss.
p.
1
ss.
Romanorum
Malala
G., p. 204. 238.
p.
p.
turbatio,
p.
p.
76. 78.
Rufino Aquil.,
Manichei,
Marcione,
Mariae apoc.,
65
ss.
p.
153*.
1
Massimo
Salmo
i,
p.
ss.
237.
254
Salmo 14 spiegato
24
>
21,
i,
p.
p.
1
.
140
ss. ss.
1
.
Salterio.
Vane
mimeni/.ioni, p- 42
IV.
dubbi
.
in Ps., p.
172 1
Varicommontariocatene,
145
Salteri latini,
p.
ss.
p. 12Sss.
115.
.
120
ss.
Toudoro Stndita, p. 214 3 227. 235. Teodoro Tegaaiste ex consule pu, p. 184. 203 ss. 238. Teodoto Cuciirbitino ex comes Orientis pu,
p.
Saraceai,
p.
150.
p.
fr.
203
ss.
238.
p.
64
ss.
Teodo/Jone,
150.
40. 42 2 ss.
in Ps., p.
spurio, p.
1
Timoteo
fr.
dubbi
172'.
Sesta edizione,
p.
ss.
28
ss.
.
Timoteo Const, do
Tipico Costantinop.
2 rec. haerct., p. 91 .
',
n.
115 3
p.
214.
lisa la
Siramaco,
Sinassario,
p. p.
ss.
43.
.
Tommaso
(S.) o,
d'Aquino
p.
versione di
212. 21G 1
p,
Burgund
Ursenufio
v.
141
ss.
Siio-esaplare,
15. 29.
Orsenufio.
Suida, p. 48*.
Vaison
p.
v.
Concilio.
eiet.,
p.
Summa
Perusina,
238.
Valentino
88
ss. ss.
Tartaruchus, p. 70. Tcodoreto Graec. affect, cur., p. 211. 218 in Ps., p. 43 2 179 2
. .
238
ss.
Vrsarensis lohanno^,
p.
109.
fr.
d'Origene nell'Auctar.,
p.
28
ss.
Zaccaria Mitilenco,
p.
187
ss.
194*.
p.
19G.
Teodoro
destin. di
Antimo,
p.
a.
87. 95.
anatematismi porduti,
188.
1173, p. 213'.
Zonara
1 Agyiunirere a p. 214, che il nostro Troflmo e compagni ricorrono nel Tipico una seconda volta al 29 Setteinbre, come festeggiati insieme coi EO Martiri Palestinensi TrX^aio^ TX; a-^ia; "Awn; !v Tw At'jTc'pw (p. 10); chicsa ripetut-uncnte ricordata nel Sinassario di Sirmoncl : cfr. H. DELEHAYE Anal.
Holland.
XIV
423. 432.
INDICE
PAG.
Al lettorc
I.
vii
II.
Una congottura sopra il libro del Giusto SuI testo cbraico del Salmo 140 (141) 1
Sul
Sul canone biblico di S. Epifanio " " de mensui'is et 1. po:id. pubblicato dal Sakkelion
D'alcuni fi-arameiiti esaplari sulla
17.
-
III.
243
/7
IV.
Va
V.
VI.
e.
28
47
01
Anecdota apocrypha
latina. Visio b.
Esdrac
74
80.
Un
VII.
VIII.
apocrifo di Clemente
Romano
238
Due supposto
.82
87
IX.
X.
XI.
Anthimi Nicomediensis episcopi et martyris do sancta ecclesia Uu foglio dell'Ilario papiraceo di Vienna " de Davide " e la falsa II carme Damasiauo corrispondonza di Damaso Girolamo riguardo al Salterio
di Priscilliano popolo " Varianti d'ui codice Milanese al ' Commonitorium
I
99
e
113
due "
Ti-attati al
"
127
di
Paolo Orosio
134
XII.
di S.
137
La
XIII.
II
Matthaeum
"
di S.
Giovanni Cri140
sostomo fatta da Aniano commentario d' Esichio Gerosolimitano sui Salmi Nota dei vari commentari attribuiti ad Atanasio e ad Esichio XIV. Per la vita e gli scritti di " Paolo il Persiano ". Appunti da una disputa
di
145
172
"
XV.
Theodore o " Theodoto pu in Cod. lustin. 117, Uu' apologia antiellenica sotto forma di martirio
lettera di Pasquale
I
180
26.
IV
30, 13.
IX 19,6?
.
.
202. 238
207
.
XVI. La
a Leoae
227 237
di S.
Ireneo
.
241
l/.Xo-p
...
.
Indice dei luoghi citati in Antimo, Esichio, Martyriiim Trophimi e Pasquale. Indico dei nomi e delle cose
.
ADD. a
p.
120, 6
il
ss.
fatto che
Salterio di S. Agostiuo
il
KENYON Facsimiles of Biblical MSS. in the Salterio Romano e non il Gallicano, quanto il
British
tenore
confuso della falsa corrispondenza, in cui nou e cenno di correzione precedente. .Per6 in questa, la data di luogo - Gerusalemme - ricorda la seconda correzione fatta in
Palestiua, e
non in Roma, come la prima ch'ebbe effetto cosi poco du re vole (cfr. le di Girolamo a Paola ed Eustochio: Psalterium Romae... emendaram... rursum videtis scriptonim vitio depravatum, pi usque antiquum error em quod quia quam novam emendationem valere...). Resta quindi sempre da stabilir menote parole
glio 'a quale recensione del Salterio
compaiono dapprima
uuiti la corrisponden/a e
carmi
*.
P.
210
1.
11, e
248*
1.
td
Bin