This is a reproduction of a library book that was digitized
by Google as part of an ongoing effort to preserve the
information in books and make it universally accessible.
http://books.google.com
Informazioni su questo libro
Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google
nellambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo.
Ha sopravvissuto abbastanza per non essere pi protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio
un libro che non mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico
dominio pu variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono lanello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico,
culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire.
Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio
percorso dal libro, dalleditore originale alla biblioteca, per giungere fino a te.
Linee guide per lutilizzo
Google orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili.
I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro oneroso, pertanto, per poter
continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire lutilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa
limposizione di restrizioni sullinvio di query automatizzate.
Inoltre ti chiediamo di:
+ Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per luso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo
di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali.
+ Non inviare query automatizzate Non inviare a Google query automatizzate di alcun tipo. Se stai effettuando delle ricerche nel campo della
traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantit di testo, ti
invitiamo a contattarci. Incoraggiamo luso dei materiali di pubblico dominio per questi scopi e potremmo esserti di aiuto.
+ Conserva la filigrana La "filigrana" (watermark) di Google che compare in ciascun file essenziale per informare gli utenti su questo progetto
e aiutarli a trovare materiali aggiuntivi tramite Google Ricerca Libri. Non rimuoverla.
+ Fanne un uso legale Indipendentemente dallutilizzo che ne farai, ricordati che tua responsabilit accertati di farne un uso legale. Non
dare per scontato che, poich un libro di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di
altri paesi. I criteri che stabiliscono se un libro protetto da copyright variano da Paese a Paese e non possiamo offrire indicazioni se un
determinato uso del libro consentito. Non dare per scontato che poich un libro compare in Google Ricerca Libri ci significhi che pu
essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni per le violazioni del copyright possono essere molto severe.
Informazioni su Google Ricerca Libri
La missione di Google organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta
i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico pi ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web
nellintero testo di questo libro da http://books.google.com
(
-
a
---
* -
---
i
-
--
l
-
DAIo
DELLE CHIESE
DI CREMONA
CON IN FINE
IL CATALOGO
DELLA GERARCHIA CELESTE
IDI NOSTRA PATRIA
ED ALTRE PERSONE ILLUSTRI
PER RELIG1oNE E PER
DESCRITTE
DA LUIGI CORSI
e,N
. .v
CREMONA
DAL, FERABOLI TIPOCRAFO VESCOVILE
,
-- - - - - - - - - - -
La presente Operetta posta sotto la
tutela delle vigentiLeggi.
. .
2
-
3
ALLI NOBILISSIMI E VENERATISSIMI SIGNORI
PREFETTI
DELLA IN S 1GN E FABBRICA
DELLA
CATTEDRALE
DI CREMONA
SIG. CONTE D. LODOVICo scHIzzi
REGIO PODESTA '
E PRESIDENTE DI DETTA FABBRICA,
CONTE DI CASTEL, DIDONE EC,
SIG. D. GIUSEPPE PICENARDI ROTA
MARCHEsE DI CALvAToNE EC.
MONSIG. D. CESARE GHISI
PROToNoT. APosToLICo, DOTT, DI S. T.,
PRELATo
CANoNIco
ARctDiacono
E TEoLoGo
DELLA CATTEDRALE,
VICARIO GENER, DELLA CURIA VESCOVILE EC,
MONSIG, D, LUIGI MANNA
DoTT. IN AMBE LE LEGGI, PRELATO CANONICO
ARCIPRETE DELLA CATTEDRALE Ec.
sIG. FRANCESCo CARLONI
DOTTORE IN AMBE LE LEGGI EC.
NoBILIssmi z vENERATIssmi sicNori
/V amor di gloria, n brama
di comparire erudito m' hanno
posto fra le mani quest' arduo
lavoro che a Voi, Nobilissimi e
Veneratissimi Signori, mi reco a
sommo pregio di poter consacrare.
L'impiego in cui da lungo tempo
mi trovo onorevolmente occupato
presso questa insigne Fabbrica,
avendomi aperta la via a svol
gere molte carte ed esaminare
moltissimi monumenti,
che furo
no ignoti ad altri Scrittori di
Storia Patria, mi ha dato occa
sione di compilare queste memorie
per supplire a vuoti che in essi
necessariamente devono trovarsi .
A fine per di non darle in
luce affatto secche e senz' ordine,
quali le raccolsi, ho creduto op
portuno di sciegliere da altri ci
che giudicassi meglio convenire
al mio scopo, onde presentare
un minuto dettaglio delle Pitture
di Cremona con quanto di pi
raro in esse si ammira . Non
d'altro cerca in prima il Fora
stiero appena qu giunto, che di
visitare i prodigj dell'arte pitto
rica che si ammirano in mol
tissimi de' nostri tempi, e fra gli
altri in questa insigne Cattedrale,
nella Chiesa de'Santi Pietro e Gior
gio, di S. Margherita, di S. Ago
stino, e nella Suburbana di S. Si
gismondo. E quanto a questo non
potrebbe giovare una guida sicura
e dettagliata, che lo conducesse
a vedere e a conoscere minuta
mente le preziosit di ciascuna ?
Senza credere di far torto a chi
onorevolmente m'ha preceduto in
quest'impresa, io ho creduto ap
punto di fornire lo Straniero, ed
il Nazionale di questa guida si
cura, che faccia appieno cono
scere quanto siavi di sorpren
dente e raro nella nostra Patria.
La ragione poi, perch a Voi
Nobilissimi e Veneratissimi Si
gnori io dedico questo mio lavo
ro troppo chiara per chi cono
sce le tante dimostrazioni di be
nevolenza di cui m'avete sempre
onorato. La gratitudine somma
che a Voi ne debbo mi obbliga
a darvene una qualche testimo
nianza in faccia al Pubblico.
Solo mi spiace, che troppo tenue
sia il lavoro, e che troppo rozza
sia stata la mano che l'ha for
mato. Spero per che Voi Nobi
lissimi e Veneratissimi Signori, cui
gentilezza e bont somma fra le
altre doti orna, e distingue, non
avrete riguardo alla tenuit del
l' opera, ma si bene al buon vo
lere di chi a Voi con tutta fidu
cia si reca a onore di dedicarla
Aggradite pertanto in essa
oltre un attestato sincero della
mia gratitudine, anche i senti
menti di quella profonda stima
e venerazione con cui ho l'onore
di protestarmi.
*
Di
Voi
Nobilissimi
e Veneratissimi Signori
, ..
- - -
- - - -
,
.
,a
w
,
\
, ,, ,
,
-,
Umilmo Osseqmo Obbl.mo Servitore
LUIGI CORS
AL LETTORE
altri miei Concittadini abbiano lode
volmente in pi epoche descritte le Chiese di
questa nostra Citt, nonch dei Sobborghi, ci
non ostante ho voluto rinnovarne ragionamento
in proposito, togliendo quelle Chiese che pi
non esistono, ed aggiungendo i cangiamenti e
le innovazioni fatte in quelle, che tuttora si
COISGIVa IOO ,
Per eseguire un tale assunto, mi sono re
cato in ciascheduna di esse, per attentamente
osservare e verificare le origini e le date certe,
tanto delle Pitture , come delle Sculture, e di
altre cose in questa mia operetta comprese.
Cos pure nel Catalogo in fine della Gerarchia
Celeste, e di altre Persone per Piet distinte
fra i nostri Cittadini, ho cercato che niente mi
sfugga di ci che potesse interessare la curiosit
di coloro, che si compiaceranno di esaminare
questo tenue mio lavoro .
Se per caso avessi omesso qualche cosa di
importanza, non ad altro il benigno Lettore lo
attribuisca, che allo scarso mio talento, ed a
quella imperfezione che pur troppo insepara
bile' dalle opere di simile natura .
9
CATTEDRALE
Vescovo di Cremona l'undeci
mo anno di sua elezione ottenne dal Pon
tefice Pasquale II. di erigere la Chiesa
Maggiore di Cremona, la quale fu costrutta
su la demolizione del Tempio di Giove,
come ne fa cenno Antonio Campo al foglio
secondo della sua Storia .
Poca difficolt rimane a ci credere,
perch anche al presente si conserva un
pavimento di un sotterraneo in Campo .
Santo, lungo da 25. e pi braccia moderni,
e largo 8. e pi, tutto ad ornati, e figure
mosaiche, rappresentanti l'empiet, e la
discordia, la fedelt, ed infedelt, che con
una lancia vien trafitta, ed un Centauro,
che lotta con altra figura armati di spada,
e scudo, e cos continuando ad ogni lato
pi oltre, scorgendosi in esso la storia del
Gentilesimo.
--
Fu adunque incominciato il Tempio
Sacro, il giorno 25. Agosto 11o7., e con
sacrato venne a Maria Vergine Assunta.
La memoria di ci esiste scolpita in
marmo sopra la porta interna della Sagre
stia inferiore.
Il suddetto Vescovo Gualtero ottenne
C)
nel 1 1 12., che l'Imperator Enrico IV. ac
cettasse questo Tempio sotto la sua prote
zione, come di fatti l'arricch di molti
fondi, che servirono a far fronte all'opera
intrapresa, la quale consisteva nella Nave
di mezzo lunga braccia 25. milanesi, larga
2 1., one. 2, che comprese le due basse late
rali, formano la larghezza di braccia 52.,
e queste poi vennero condotte a termine
col progresso degli anni, e cos rimasero
per il corso di due secoli, e pi.
- Nel 1342 in tempo, che erano Si
gnori di Milano, e di Cremona Giovanni,
e Luchino Fratelli Visconti, diedesi prin
cipio al braccio a traverso a destra, pari
menti di tre Navate, verso Settentrione,
e poscia a quello di Mezzogiorno, e venne
il Tempio a formarsi di Croce latina, lun
go braccia 126., largo 33 , onc. 9., e alto
5o, circa .
Dell'epoca di tale opera erane rimasta
memoria in uno spazio di muro bianco
a caratteri semigotici neri, dalla parte di
Tramontana, ma al presente questa pi non
esiste nella Cattedrale, e dal Vairani nella
sua Raccolta delle Iscrizioni sortita dai tor
chi di Lorenzo Manini l'anno 1796., vie
ne essa marcata al fog. XII. Iscrizione 19.
L'architettura esterna di questo mae
stoso Tempio mostravasi pi vantaggiosa
mente allor che esso rimaneva isolato, a
vendo tre facciate, una a Tramontana, e l'al
tra a Mezzogiorno, travagliate entrambe
con ornati di cotto all'uso di que' tempi
Quella a Sera sulla Piazza, venne in
diverse riprese distinta a marmi, statue e
fregi, con l' apertura nel mezzo di un
ampio finestrone rotondo, tutto a marmi
e a due facciate, il quale d la maggior
luce alla Nave di mezzo, col . Vestibolo
avanti la porta principale, la cui volta
sostenuta
da
due colonne
appoggiate sul
dorso di due grossi leoni, fatta cos erigere
dal Conte Raimondo Persico l'anno 149 .
sopra disegno dell'Architetto Alberto Se
vero, come lo marca il suddetto Vairani
all' Iscrizione 139.
Altri Signori Presidenti a questa Fab
brica, per ornamento della Facciata stessa
nel 1497. fecero aggiungere le due ale
de' portici, e loro loggie , sul parapetto
delle quali nel 1738. vi furono collocate
sei statue rappresentanti li Santi Barnaba ,
Eusebio, Pietro Martire, Francesco Save
rio, Sante Agata, e Teresa, Protettori, e
Protettrici di questa Citt, le quali statue
furono scolpite da Giorgio Feretti da Valle
Intelvi, e da suo figlio Antonio.
Terminato il rustico fabbricato l'anno
1383. , come sta scritto sull'arco quarto
della Nave di mezzo, si pens a farlo or
nare
internamente, facendo
dipingere le
volte delle tre Navate alte, tutte a fondo
celeste, compite a stelle pontute d'argento,
ed altri ornati laterali. E nelle volta di
tutte le Navette basse, da Polidoro Casella
venne espressa la Storia del Vecchio Te
StannentO ,
Avvenne in seguito, che la fortunata
nostra Citt ebbe nel declinar del quarto
decimo secolo diversi celebri. Pittori, che
colle opere loro si segnalarono, gloria re
cando a Cremona loro Patria.
- Questi furono Boccaccio Boccaccino,
Bembi Bonifacio, e Melone Altobello.
Ma il primo operatore fu Boccaccio,
il quale orn a fresco prima del secolo
decimo quinto tutto il grandioso catino del
coro, con esprimere nel mezzo il Salvatore
seduto su le nubi, contornato da raggi
d'oro, dell'altezza di braccia 9. onc. 3.,
coi quattro Santi nostri Protettori, Imerio,
e Marcellino al lato destro, Omobono, e
Pietro al sinistro, ed inoltre i quattro sim
boli evangelici.
In seguito egli dipinse nell'arco ante
riore la Vergine Annunziata dall'Arcan
gelo Gabriele.
Dati saggi di sua abilit il
pass progressivamente a dipingere nel 1 5 14.
s'uno spazio di muro alto braccia 7., che
campeggia all'intorno del Tempio, le prime
quattro arcate al lato sinistro della porta
principale, e sulla prima in due istoriati vi
dimostr . S Gioachimo avvertito dall'An
gelo della fecondit concessa a S. Anna
sua Consorte, con diverse figure di Pastori.
Nell'altro la Citt di Nazaret , ove
succede il fausto incontro del predetto Santo
colla stessa sua
L'autore lasci
scritto in un cartello sopra di una delle
case dipinte: 1 5 1 5.
- - - -
--
La seconda arcata rappresenta 1. la
Nativit di Maria Vergine, ed altre donne
che si sono prestate al Parto di S. Anna Nell'altro si vede in gran prospettiva
la facciata del Tempio di Nazaret, a piedi
del quale venne Maria Vergine sposata dal
Sacerdote Simone con S. Giuseppe, e molte
figure, che vi concorrono. Fra queste il
celebre Dipintore volle includervi Galeazzo
Sforza Duca di Milano; e Lodovico Gale
rati Governatore di Cremona, ambi a ca
vallo , e scrisse al dissotto : MDXV.
Sulla terza, divisa come le altre, vi
di pinse 1. la Vergine Annunciata dall'Ange
lo; e quindi l'incontro di Maria con Santa
T4
Elisabetta, seguito in una Citt di Giuda.
Sulla quarta si vede figurato . la Na
scita di Ges nella Capanna di Betelem,
con Maria, S. Giuseppe, e varj Pastori.
Nell' altro Ges al Tempio per essere
circonciso, con molte altre figure. E in
un piedestallo vi sta scritto il nome di
BQCCACCIO ...
La quinta ha in due Quadri, come le
altre, l'adorazione de' Magi nel primo;
nell' altro la Vergine Madre, e S. Giu
seppe nel tempio di Gerosolima, che pre
sentano il pargoletto Ges al Santo Vec
chio Simeone, con altre copiose figure, e
scritto a piedi vi : BEMBUS INCIPIENS.
Oltrepassato appena l'organo, che fu
costrutto da Messer Bartolomeo Antegnati
Bresciano, circa l'anno 145o., ne segue la
sesta arcata , che rappresenta un vago
Paese, ov' di passaggio la Sacra Fami
glia, che si trasferisce in Egitto per sot
trarsi dalla persecuzione di Erode.
In seguito si presenta la Strage degl'In
nocenti, con Erode assiso in trono, spet
tatore del barbaro fatto da lui ordinato.
Esiste sotto il seguente nome: ALTOBELLUS.
DE. MELONIBUS . P . MDXVIII.
Di un sol campo si l'ultima arcata,
la quale rappresenta il Tempio di Gerusa
15
lemme, d'una maravigliosa architettura
ove Ges
in
et
giovanile , disputa
coi
Dottori della Sinagoga; e sotto vi regi
BoCCACCINO . MDXVIII.
Alquanto sopra la stessa arcata vi sta
dipinta la Vergine col Bambino in braccio,
e a canto una figura in atto supplichevole.
L ' opera di buon pennello, ma n' ignoto
l' autore
sotto vi si vede scritto BENE
picTts. FoDRIUS. HAN . EX. VOTO
Rivolgendosi dall'altro lato ove pro
siegue la storia del Nazareno, altro esimio
professore vi dipinse in tutto lo spazio
dell' arcata, l'ultima Cena fatta dal Divin
Redentore cogli Apostoli, e sulla tavola
stessa vi si trova una saliera col sale versa
to, sul piede della quale vi sta scritto
AiToBELLo . DE . MELONIBVS.
Lo stesso Autore dipinse la successiva
arcata
in due fatti, nel
primo Ges che
lava i piedi agli Apostoli, il primo de'quali
fu Pietro.
Nell'altro Ges nell'orto di Getsemani,
che fa orazione, e l'Angelo apportatore
dell ' amaro calice , trovandovisi pure a
piedi
marcato :
ALTOBELLVS
DE .
Nell' arcata progressiva il detto esimio
Professore Melone in
altri due
spazj di
16
pinse 1. Ges arrestato dalle guardie guidate
dall'Apostolo, traditore.
Nell' altro Ges condotto legato in
nanzi ad Erode . . .
Nella seguente arcata anch'essa divisa
in due Quadri, scorgesi nel primo Ges
condotto innanzi a Caifasso, nell'altro lo
stesso Salvatore legato ad una colonna per
essere flagellato.
. Questi vennero. dipinti da Cristoforo
Moretti , Pittor Cremonese.
L'altra arcata posteriore a quella rap
presenta Ges coronato di spine nel campo
primo, e nel secondo Pilato che fa pre
sentare Ges al Popolo.
Romanino Girolamo Bresciano ne ,
l'autore.
L'arcata sesta di un sol campo rap
presenta il Redentore, che dalle guardie
con disprezzo vien, condotto alla morte, e
separatamente Pilato in atto di lavarsi le
ni.
Questa fu la prima dipintura eseguita
l'anno 152o da Gio. Ant. de'Corticelli,
detto Licinio da Pordenone del Friuli.
Cos pure nella settima arcata egli
rappresent Ges colla Croce in spalla, da
immenso popolo maltrattato con percosse,
ed altri insulti; da un canto la giovinetta
17
Veronica, che con un pannolino gli asciuga
la fronte, rimastavi sovr'esso l'effigie del
Salvatore .
L'ultima arcata dimostra il Redentore
Ges in atto di essere dai Manigoldi in
chiodato sulla Croce. Questa pittura di
mirabile invenzione, e degna di tal Pro
fessore.
Per le suddette tre arcate convenne
coi Nobili Signori Fabbricieri di quel tem
po, del prezzo di lire mille Imperiali, cor
rispondenti alla somma di mille Zecchini.
Dopo questi, il celebre dipintore Por
denone ultim la vita di Cristo Redentore
con altro strepitoso Quadro di braccia 13.
d' altezza, e braccia 2o., onc. 4. di lon
ghezza, su cui lo rappresenta alzato spi
rante sull'albero della Croce, in mezzo al
buon, e tristo ladro, con innumerabile
quantit di figure, parte delle quali a ca
vallo, che si adoperano a dar fine alla
vita di lui tormentosa. Da un lato vi sta
la svenuta Madre Maria, assistita dalla
Maddalena, e da altre Pie Donne.
In seguito pass a dipingere con suo
studio particolare i trenta
, che spor
gon fuori da un rotondo, due per parte
delle arcate della ridetta Navata, co' loro
cartelli dinotanti il mistero del sovrapposto
Quadro.
18
. Tutti sono messi in iscorcio uno di
verso dell' altro, per cui danno a cono
scere l'abilit del Professore che gli ha
eseguiti .
- . Al lato destro nell' escire dalla porta
principale, lo stesso. Pordenone dipinse il
Redentore steso sul suolo, d'uno scorcio
che sorprende, con la addolorata Madre,
S. Giovanni, ed altre figure atteggiate in
modo, che esprimono il cordoglio dell'estin
to loro Divin Figlio e Maestro.
All' opposto lato di detta Porta, il
nostro Bernardino Gatti, detto il Sogliaro
nel 1529. non risparmi studio, onde ga
reggiare col Pordenone nel dipingere la
gloriosa Risurrezione di Ges Cristo, con
sotto numerose guardie atteggiate in iscorcj
difficilissimi.
Dello stesso Gatti pure il Quadro
che rimane nella grande ancona dell'Altar
Maggiore, alto braccia 12. onc. 3., largo
braccia 8. onc. 3., rappresentante la Vergi
ne seduta sopra le nubi, portata da quan
tit d' Angioli al Cielo, con sottosei Apo
stoli in bellissimi atteggiamenti .. .
Questa fu l'ultima opera intrapresa
da questo nostro virtuoso Professore nell'et
sua avanzata, cio nel 1573., e, siccome
tremolo nella destra mano, la esegu con
-
19
la sinistra, ma con tutt ci non pot por
tarla al bramato termine, perch morte lo
rap nel 1575. oltrepassato l'ottantesimo
anno del viver suo.
Tutti asseriscono che per tale strepi
tosa opera aveva convenuto co' Nobili Si
gnori Presidenti alla Fabbrica il prezzo di
6oo. Scudi d'oro, la di cui sola met, a
giudizio d'altri valenti Professori, venne
,
somministrata ai di lui eredi.
Antonio Campo, circa l'anno 157z.
dipinse nel quadrilungo spazio di muro,
alto braccia 5. onc. 4. e lungo braccia 8.
onc. 8., che rimane al lato destro della
descritta ancona il Salvatore scortato dagli
Apostoli entro la citt di Cafarnao, onde
sanare un servo del Centurione, e lo stesso,
che si presenta genuflesso a Ges con
esprimere, che non era degno di tal visita.
Ottenne per tal opera 5o. scudi d'oro.
All'opposto lato in eguale spazio di
muro , Bernardino Campo Cugino di An
tonio, nel 1573. vi rappresent il trionfale
ingresso di nostro Signore in Gerosolima,
con quantit di figure . Ed i tre ritratti
vestiti alla Spagnuola, diconsi de'Signori
allora soprastanti alla Fabbrica. Sopra una
parete di una casa vi sta scritto BERNAR
DINUS CAMPO. In seguito orn di bel
a C)
lissime medaglie i contorni dei finestroni,
e prosegu coi pilastroni, ornati di vaghi
putti , uno sopra l'altro in diversi atteg
giamenti .
Per tale opera ne riport il compenso
di 17o. scudi d' oro .
Da Platina Gio. Maria Cremonese nel
1489. 1 49o. vennero eseguite ad intarsio
tutte le sedie del Coro, le quali rappre
sentano figure, architetture, trofei di Chie
sa , ed istromenti di varie sorta.
Ci deducesi dalle due memorie incise
sulle spalle delle prime sedie a destra , ed
a sinistra, e come ne fa menzione il Zaist
nelle notizie di questo virtuoso Artefice al
foglio 45., ed il Vairani alla pag. VII.
Iscrizione 2 1.
Di fini marmi essa pure la bella
Mensa dell' Altar Maggiore, stato consa
crato dal Vescovo Alessandro Maria Litta
l'anno 1739., ove trovasi una piastra di
marmo rosso di Verona di un sol pezzo, lun
ga braccia 6. onc. 3. e 3. quarti, larga
braccia 3. onc. 3. e 3. quarti, alta onc 3 .
e mezza, dono di Ognibene Vescovo di
Verona, che fu Canonico di questa Cat
tedrale.
Sono pure da considerarsi le belle
Statue dei quattro Evangelisti di marmo
di Carrara , che rimangon nicchiate, due
per parte al dissotto delle Cantorie .
Due memorie incise in rame, riman
gono nei due laterali pilastroni, a piedi
della gradinata . Quella dalla parte del
Vangelo fa menzione di quando fu leva
ta la Statua della B. V. del Popolo dall' Al
tar Maggiore nel 175o., per collocarla
in quello delle Sante Reliquie, dove di
presente esiste.
E quella dell' opposto lato ricorda
l'epoca in cui li Nobili Signori Presidenti
alla Fabbrica vennero in determinazione
l'anno 1745. di far pulire dalla polvere,
ed accomodare soltanto ove fosse emerso
il bisogno tutte le Pitture della descritta
Navata dal Cavalier Angelo Boroni Cre
monese, la qual opera port la dilazione
di due anni, e la spesa di mille zecchini .
Nell'occasione stessa da' medesimi Si
gnori Fabbricieri fu ordinato al Pittore, ed
Architetto Gio. Batt. Zaist Cremonese al
servizio di detta Veneranda Fabbrica, di
rifare tutti gli ornati di detta Navata, dai
Quadri in su, compresa la volta, nella
stessa maniera che erano da prima eseguiti
da Pampurino Alessandro l'anno 1 5 1 1., e
da Ricca Bernardino detto il Ricc l'anno
i 51 2. e 15 13., quali dalla vetust erano
in parte smarriti.
22
Descrizione dei due Pulpiti.
)
Per brevit dir soltanto che gli otto
Quadri , che formano il parapetto dei me
desimi sono stati eseguiti da Antonio Ama
deo Scultore Pavese l'anno 1482., l'istoria
to de'quali spiega l'Imperator Claudio II.,
che ordina ai manigoldi le diverse specie
de' martirjfatti soffrire all' Egiziana Fami
glia di Mario, Marta, Audiface, ed Abba
cucco il giorno 19. Giugno, dell' anno 27 1.
di nostra Redenzione, fuori di porta S. Pan
crazio distante tre miglia da Roma. ( Leg
gendario de'Santi a carte 133., e Merula
alla pag. 49 ). Questi formavano parte di
un Sarcofago, che esisteva sopra di un Al
tare nell'ora soppressa Chiesa di S. Lorenzo
de' Monaci Olivetani fatto erigere in essa
dall' Abate D. Gabriele Meli, allorch vi
abitavano i Monaci Benedettini, nel quale
custodivansi le ossa , e ceneri dei Santi
Martiri sopra espressi , unitamente ad una
iscrizione scolpita in piombo, il di cui
esemplare qui unisco coi medesimi carat
teri, e, di pi altra Epigrafe, scritta in per
gamena, il cui tenore, per essere anch'essa
inedita, daremo dopo quella in piombo
*3
SN / WARETWARTHEEX
ATAIOSEPOSITOVE6
OCTOBR4XZHOC-LOCOP
MyGABRIEIMENAELIS
ONEWSEGREVELANTE
eP MRAFRATERRTVC
ABBAS- VISOCTANT9
OV9AV6479-ISf1C
NATVRAE -COCGSSHHI2
ACAE e NEPOSIf-EXEC
VTORE3NSITVIT OI *
ecAVNACVBARBAL
eTIO-FRIBHACCAPEL
pAg. ERExERVSOTAVCF
vNT-02- SVCdb
24
L' Epigrafe , o meglio Memoria in
pergamena sopra ricordata, diceva :
, Haec . Arca . Stagnea . Consumpta
, Erat . Ob . Vetustatem . Quoniam . Posi
, ta . Erat . In . Cripta . Subterranea . Eam
, Immutare . Noluimus . Ob . Reverentiam
, Sanctorum . Martyrum . Mari . Et . Mar- ,
, thae . Neve . Cineres. Reliquiarum . Eva
, nescerent . Reposita . Ergo . Hujus. Modi
, Est. Sub. Die . Donninico . Sexto . Octobris
, M. CCCCLXXXII. Cum . Maxima. Totius
, Cleri . Et . Populi . Jubilatione.,
Soppressa l'anzidetta Chiesa il giorno
23. Giugno 1798, i Nobili Signori Fabbri
cieri fecero acquisto della maggior parte di
detto Sarcofago dalli Nobili Signori Ca
nonico della Cattedrale Gio. Batt. Priore,
e Pietro fratelli Meli, unitamente alle anzi
dette ceneri ed ossa de'Santi Martiri, quali
si custodiscono sotto la mensa dell' Altar
Maggiore della sotto Confessione.
Nel 1814. li ridetti Signori Ammini
stratori si determinarono di levare il Pul
pito di legno tutto ad intaglj, eseguito da
Carlo Natali circa l'anno 169o., quale
occupava la seconda arcata; e con partito
dell' Architetto nostro Luigi Voghera , il
giorno 13. Gennajo fu dato incominciamen
al primo, e fu terminato per il giorno
25
primo di Quaresima 23. Febbrajo; ed il
secondo cominciato li 16- Agosto, fu finito
li 2o, Ottobre anno suddetto 1814.
Il Predicatore destinato per tale Qua
resima fu il Sig. D. Francesco Vincenzi da
Parma ex-Cappuccino, Oratore di merito,
ma per le vicende di guerra non pot giu
gnere se non inoltrata la Quaresima da
quindici e pi giorni, ed in questo corso
di tempo il Pastor nostro Offredi destin
che predicasse quattro volte alla settimana
il Sacerdote Sig. Don Domenico Toresani
Parroco de' SS. Nazaro, Celso , ed Ab
bondio, Esaminatore Ecclesiastico.
Nelle principali Solennit dell'anno si
addobbano i colonnati di questa Navata
con dodici pezzi d'arazzi rappresentanti la
Storia di Sansone, stati eseguiti in Brus
selles col disegno di Rubens l'anno 62o., i
quali meritano molta considerazione, ed
armonizzano questi colle descritte Pitture.
-,
Descrizione dei dieciotto Altari
che- contornano il Tempio.a
I.
Il primo a destra entrando dalle port
alla Piazza conserva l'antico titolo di S. Cat
tarina, per essere essa scolpita in marmo
a mezzo rilievo; ed il Quadro dipinto sul
legno da Licinio da Pordenone, rappre
senta la Vergine col Bambino sulle ginoc
chia, S. Paolo da un lato, e S. Donino
dall'altro, che presenta alla Vergine una
figura genuflessa,
II.
Tutto a figure, a mezzo e tutto rilie
vo, quello di S. Eusebio Cremonese, di
scepolo di S. Girolamo, in abito Sacerdo
tale, quando risuscit alcuni morti dal mal
eontagioso,
- -
. Opera del Cremonese Scultore Ales
sandro Arighi eseguita l'anno 165o.
-
III. -
Questo Quadro sappresenta Ges sulla
Croce, a piedi della quale vi sta S. Giro
lamo in atto di percuotersi il petto, ed il
Martire S, Fermo vestito da guerriero.
L'opera di Cattapane Luca Cremonese.
Nella Sagrestia inferiore vi sta dipinta
sul cendale l' Assunzione di M. Vergine
eseguita da Antonio Campo .
La volta e le pareti di essa sono dipinte
dal Cavaliere Antonio Galli Bibbiena Bolo
gnese l'anno 1763., e tutto il lavoro in
gno disegno di Antonio Arighi, esegui
to da Angelo , ed Antonio fratelli Tirabo
schi l'anno 1765.
27
IV.
Il Quadro di quest'altare rappresenta
l'incontro di Maria Vergine con, S. Elisa
betta, istoriato da varie figure . . . . .,
Opera di Gervasio Gatti detto il So
gliaro eseguita nel 1584., come sta scritto
sul piedestallo d'una colonna .
ll Quadro ovale, coll'immagine di
S. Pietro, di Agostino Bonisoli, anch'esso
-
Cremonese.
V.
Quello del Crocifisso, alto pi del na
turale anatomizzato colla somma perfezione
dal celebre Scultore Giacobo Bertesi Cre
InOneSe .
Il sottoposto Quadro con S. Gioachimo
del nostro Legnani Sante, che lo esegu
nel 18oo.
.. . . . .
Il Salvatore legato alla colonna, che
trovasi nel nicchio vicino lo pennelleggi
Gio. Batt. Trotti detto il Malossi
. Al lato destro trovasi incastrata nel
muro una bellissima lapide rappresentante
l' Albero Genealogico dell'antica Famiglia
Malesta, scolpita da certo Galetti Milanese
. Tutto il dipinto, ad ornati di questa
Facciata, quelli dell'Altare del Crocifisso,
e quelli della Visitazione, sono del Pittore,
ed Architetto nostro Giovanni Manfredini,
23
vI.
Il Quadro di questo Altare, rappre
sentante l'Annunzio dell' Arcangelo Ga
briele a Maria, opera dello stesso Autore
Trotti .
. VII,
S. Benedetto in atto di benedire la
nostra Citt, Opera del Cavalier Angelo
Boroni Cremonese, eseguita nel 1747.
Il Quadro con S. Anna, e Maria Vergine
ancor fanciulla lo dipinse il Legnani nel 1799.
VlII,
E' l'Altare di S. Antonio da Padova .
Nel mezzo vi collocato il Salvatore scor
ciato fra le ginocchia di Maria sua Madre.
S. Antonio da un lato, e S. Raimondo
dall' altro, con appiedi un cartello ove
sta scritto, Antonius Campus F. 1 566.
ll Mausoleo accanto al detto Altare fu
innalzato l'anno 155o. in memoria di Fran
cesco Sfondrato Nobile Cremonese, come
scorgesi dalla Iscrizione, che vi sta scolpita
IX. .
Francesco Dataro, sornomato Picia
fuoco, fu l'Architetto della sfondata Cap
pella del Sacramento, e Gio. Batt. Cambio
detto il Bombarda l'orn de'stuchi fondo oro.
Trovasi nel mezzo innalzato un bel
lissimo, e maestoso Ciborio, alto braccia
29
7. e mezzo tutto a fini marmi, con ornati,
c statue di bronzo.
Gio. Batt. Bonetti Nobile Cremonese,
lo fece eseguire nel 1614. pel valore di
sei mille scudi .
Nel 1568, venne data commissione a
Giulio Campo, ed a Bernardino di lui cu
gino di dipingere ad olio un quadro grande,
e due piccioli per questa Cappella.
Giulio adunque pennelleggi nel Qua
dro grande Ges seduto a mensa cogli
Apostoli. E sotto ad un cesto vi lasci
scritto JULII . CAMPI , CREMONENSIS
OPUS.
Nei due piccioli poi rappresent, in
uno gli Ebrei nel Deserto in atto di rac
cogliere la manna .
Nell'altro la Maddalena, che unge i
piedi a Ges nella casa del Fariseo.
Nell'altro grande all'opposto lato, Ber
nardino espresse il Divin Maestro nell'atto
di lavare i piedi agli Apostoli, lasciando
anch'esso cos marcato BERNARDINUS
CAMPUS . F .
Il picciolo sovrapposto offre il Sacri
fizio di Melchisedecco.
L'altro la risurrezione di Lazzaro.
Gli altri due grandi offrono allo sguar
do, l'uno l'Apparizione del risorto Salva
3Co
tore alla Maddalena, l'altro di fronte, il
Redentore medesimo seduto a tavola con
due suoi Discepoli, nel Castello di Enaus.
Entrambi sono stati eseguiti dal Cava
lier Angelo Boroni nel 175o.
- -
Nell'annessa Sagristia trovasi una qua
drilunga Tavola dipinta da Altobello Me
lone, la quale rappresenta il risorto Signore
da immense figure.
istoriata X.
al Limbo,
L'Architetto Dataro, e Scultore Cam
bio fecero spiccare il loro genio negli ornati
di questa Cappella, un tempo di S. Gio. nel
Deserto, ossia delle Sante Reliquie; i rispet
tivi Pittori Giulio e Bernardino eseguirono
in essa un Quadro grande e due piccioli,
istoriati sul titolare di sopra indicato.
- Il Quadro grande, ove Nostro Signore
vien Battezzato nel Giordano da S. Gio.
Battista opera del citato Giulio, come si
trova scritto nello stesso quadro JULIUS
CAMPUS . MDLXVIIII.
Nel picciolo, che gli sovrapposto, rap
presentasi la Nativit del detto Precursore,
e nell'altro dirimpetto la sua Predicazione.
Di Bernardino l'aitro grande, ove
sta espresso S. Giovanni in atto di ricevere
il colpo dal Manigoldo, con copiose altre
figure.
Li
due piccioli pi avanti,
Sulla
periormente, uno rappresenta S. Gio. sedu
to su d'un sasso nel Deserto, e l'altro
Erode con Erodiade, ed altri commensali
seduti a tavola .
Per molti anni vi rimasero in detta
Cappella due vani grandi, ma vennero com
piti nel 1789. per l'acquisto fatto da No
bili Signori Fabbricieri di due Quadri,
i quali esistevano nella Chiesa di S. Ab
bondio, dipinti da Gio. Batt. Trotti. Uno
rappresenta la gloriosa Risurrezione di
Cristo, con sotto le guardie che lo custo
discono. L'altro la Venuta dello Spirito
Santo sopra Maria, e gli Apostoli congre
gati nel Cenacolo .
Gio Batt. Zaist form il disegno del
Nicchio, ove riposta venne nel 175o- la
Statua di Maria Vergine cos detta del Po
e
le
due statue
di Giuditta, e di
ter sono state scolpite da Antonio Cale
gari Bresciano l'anno 1757.
XI.
L'ancona a stucchi, ed il Quadro con
sopra dipinto l'Arcangelo S. Michele ven
nero eseguiti dal celebre nostro Architetto
e Pittore Giulio Campo.
XII.
Porta il titolo di S. Andrea Apostolo,
/
2,
un Quadro, che ancora scorgesi supe
riormente.
XIII.
E' quello di S. Nicol Vescovo, il
quale fu eretto l'anno 1495. con scultura
di Tommaso Amici, e di Francesco Mazo,
e ci fu per conservare la memoria di una
picciola Chiesa, che rimaneva ove di pre
sente la Canonica.
Cos il Flameno nella sua Castilionea.
.
XIV,
Dirimpetto al gi descritto, quello
di S. Rocco, posto in nicchio, lavoro di
buon scalpello.
All'intorno dell'ancona vi sono diversi
Quadri in tela, parte grandi e parte pic
cioli, dinotanti nascita, vita e miracoli
del suddetto Santo, eseguiti da Luigi Mi
radori detto il Genovese, l'anno 1645.,
come al rovescio d'uno di essi trovasi
IlarCatO ,
Questi furono ristorati e tirati in tela
da Gio. Ghelfi Cremonese l'anno 1816 ,
che in seguito ristor il Quadro dell' an
cona dell'Altare Maggiore.
Gli ornati della volta furono eseguiti
nel suddetto anno dal Professore Gio. Motta,
e suo figlio Giulio dipinse a fresco le quat
tro Medaglie ovali, rappresentanti quattro
virt.
33
XV.
Con disegno del Pittore, ed Architetto
Gio. Batt. Manfredini nostro Concittadino
venne portata a termine nel 1788. la Cap
pella di S. Gio Battista nel Deserto, ove
sono riposte le Sante Reliquie .
Essa tutta compita a fini marmi e
colonne con basi e capitelli di bronzo do
rati, la maggior parte travagliati dal no
stro Argentiere Pietro Cozzi, e parte da
Domenico Franzini Milanese , come sta
scritto su di una base d'una colonna
Le due Statue inferiori laterali, una
della Giustizia, e l'altra della Temperanza
vi erano dapprima , e le due poste supe
riormente, rappresentanti la Carit, e la
Religione, li due Angeli genuflessi, ed il
tabl di mezzo del Sacrifizio d'Abele fu
rono eseguiti dal celebre Scultore Grazioso
Rusca Milanese.
34
Descrizione delle principali Reliquie.
FACCIATA
-3 ,
35
S. Valentino P. e Martire
traslocato dalla Chiesa
3 o 5
di S. Francesco l'anno 1777.
Quadro
. di S. Giovanni Battista
del Legnani
ostensorio
con Santa Croce
o
ostensorio grande
- * I
Colla
ce
=
s
Detto
Santa Spina
CO )
molte Reliquie,
ampolla dono delPontefice
E
Detto
contornata da
del
Gregorio XIV.
Sfondrato
Preziosiss.
Sangue
di
N. S.
Cremonese
al Reverendiss.
Capitolo
l'anno 159o.
COI
pezzo
di
S. Chiodo
di
N., S.
35
Ne siegue l'antica Cappella di S. Giu
seppe, che ora serve per rip6rvi gli Aredi
di questa Chiesa, e fra le altre cose vi si
custodisce un'antica Croce d'Argento alta
braccia 5. onc. 3., la quale viene esposta
all' Altar Maggiore nelle Feste solenni
dell'anno.
Questa fu eseguita con ammirabile e
sopragrande lavoro da Ambrogio Pozzi,
ed Agostino Sacchi, ambi Milanesi l'anno
1478 , come sta sopra marcato, e come
ne fa menzione il Vairani all' Iscrizione 2 1 1.
Nella Castilionea del Fiameno rile
vasi al foglio 21., che i cremonesi fecero
fare una Croce per la Cattedrale, preva
lendosi dei molti argenti acquistati in una
battaglia avuta coi Milanesi l'anno 12 13.
Con disegno del prelodato Manfredini
fu aggiunto il maestoso Piedestallo, e l'Ar
gentiere Giuseppe Berselli cremonese, lo
esegui
nel
1774. e
177 5.
L'esteriore di questo Locale fu dipinto
a fresco da Giovanni Motta l'anno 1816.
XVI.
Offre questo un Quadro in tela con
sopra dipinta la Vergine contornata da
Gloria d'Angioli. Da un lato S. Antonio
Abate, nel mezzo il Pontefice Gregorio XIV.
cremonese, ( come si legge ).
36
E dall' altro canto S. Paolo I. Eremita
su la stampella del quale l'autore lasci
scritto LUCA CATTA PANE.
XVII.
In questo trovasi scolpita a tutto ri
lievo la Sacra Famiglia. Superiormente il
Divin Padre, cinto di gloria; ed dedi
cato a S. Giuseppe. Opera del celebre
Bertesi.
XVIII,
Quest'ultimo, dedicato alla B. V.
delle Grazie. Esso tutto ad Intaglj, e
Statue parte a oro, e parte a colori, ese
guito dallo stesso artefice Bertesi.
Nel mezzo in gran cornice a oro con
cristallo, vi dipinto sul rame, Maria col
Bambino in braccio, di un carattere anti
co, e sotto vi sta scritto MARIA MATER
GRATIAE .
Sotto alla Mensa del medesimo Al
tare, vi rimane scolpito dallo stesso Bertesi,
un Quadro intagliato con figure a tutto,
e mezzo rilievo, rappresentante la nascita
di Maria Vergine.
Le volte delle navate basse, laterali alla
nave di mezzo, sono state dipinte da Carlo
Natali cremonese nel 175o.
Giulio Campi aveva dipinto nel 1567
il grande telone per coprire l'Organo; ma
37
essendosi riconosciuto in esso dopo il corso
di 209. anni del deperimento, saggiamente
divisarono i Sigg. che presiedevano a questo
Stabilimento nel
1776., di farlo levare
dall' Organo, ristorarlo, e formarne di
questo un Quadro...
Di tal lavoro fu data commissione al
Pittor nostro Giacomo Guerrini, il quale col
le profonde cognizioni dell'arte l'aveva ri
dotto quasi allo stato suo primiero, avendo
ottenuto per sua mercede 7o, Zecchini ;
e nel mese di Giugno del 1777. fu colo
cato sopra l' arco della nave di mezzo,
che forma la crociera, dirempetto alla porta
di mezzo giorno, ove tutt'ora esiste.
Tre fatti rappresenta questa grandiosa
tela .
Assuero in Trono, contornato da mol
te figure; Ester avanti ad esso, in atto
supplichevole ad implorar grazia per l' E
breo suo popolo .
Mardocheo a cavallo, condotto in
trionfo da Ammano, e molte figure, che
lo precedono.
In qualche distanza poi il detto Am
mano, appeso a quel patibolo, che poco
prima aveva fatto inalzare, per il da lui
odiato Mardocheo; inoltre vi si trovano
espresse le seguenti parole : AD . DEI .
38
OP . MI , CVLTVMI , FANI . ORNA
MENTVMI . ET . POPVLI , CREMONEN .
PIETATEMI , IO . IAC . TVR R. , I . C .
IVILIANO , FOSSA , ET , P . , ANT' .
FERR . AEDILIB , IV LIVS , CAMPVS
FACIEBAT . MI . D , LXVII .
Un equivoco scritto, e rescritto, pas
sato in pi teste, ed in pi et sostenuto,
faceva credere, che questo gran Dipinto
fosse eseguito a tempra. Ed all'opposto vie
ne decisamente giudicato da pi intelligenti,
e specialmente dal celebre nostro Pittore Giu
seppe Diotti, come dall'altro esimio pennello
Luigi Sabatelli; il primo Professore dell'Ac
cademia Carrara in Bergamo, ed il secondo
anch'egli Professore dell' Imperiale, e Reale
Accademia di Brera in Milano, che in uno
convengono con evidenti prove di profes
sione, che il nostro Giulio, con profonde co
gnizioni, lo dipinse a olio sulla tela senza
imprimitura, onde resistesse all' indefesso
ruotolamento, che gli conveniva sostenere.
Altri de'Sigg. Amministratori divisarono
nel 18o3. di far terminare le due rustiche na
vate, che ne formano la Crociera, e perci
dalla parte di mezzo giorno, il Pittore Sante
Legnani cremonese, la contorn de'Qua
dria fresco, rappresentanti i dodici Apostoli,
sostenente ognun d' essi una tavola su cui
vedesi espresso l'articolo del Credo relativo
ad ogni Apostolo .
E sotto al mentovato Quadro vi di
pinse la Religione, e la Fede, e dirim
petto la Speranza, e la Carit, ed il Pro
fessore Gio. Battista Motta esegu la volta,
e tutto ci, che si vede di ornato.
In capo a tre anni fu questa condotta
al' altra
termine;
quindi passarono a - proseguire,
a Tramontana .
Il ridetto Legnani nel 1814. e 15. esegu
il gran Quadro dipinto ad olio sul muro,
rappresentante la caduta di Saulo, istoriato
da molte figure tolte dal naturale, essendovi
compreso in esse lo stesso Professore.
Nel contorno, al dissotto dei finestroni,
a fresco si veggono espressi i Dottori di
S. Chiesa Greci, e Latini, e al dissotto del
precitato Quadro vi rimane Paolo Santo,
e l'Apostolo S. Barnaba, e di rimpetto i
due Profeti Mos, ed Aronne.
Ed il prelodato Professore Motta, anche
in questo lato si distinse negli ornati.
Non so per quale combinazione, nella
volta dalla parte di mezzo giorno, e nell'al
tra a monte, nello scancellare il primo
dipinto, per sostituirvi il secondo, si tro
varono una quantit de' fori fatti da palle
di piombo da archibugio, per cui se ne
4o
trovarono molte schiacciate nella stessa
volta, e molte ancora intiere .
La sotto
Chiesa ,
ossia sotto Confessione.
Questa fu eretta quando stato eretto
il Tempio, e venne rinnovata per collo
carvi li cinque Altari nel 16oo. ed so
stenuta da colonne doppie.
Nell' Urna dell'Altare Maggiore vi
sono riposti i Corpi de'SS. Marcellino e
Pietro Protettori di questa Citta, i quali
furono portati da Roma da Arnolfo Vesco
vo di Cremona, il giorno 12. Maggio,
1o78. Dapprima esistevano nella Chiesa di
S. Tommaso Apostolo, e dal Vescovo Ce
sare Speciani furono trasferiti alla Catte
drale l'anno
i 6o3.
Merita attenzione questo Altare tanto
per l' istoriato del martirio dei succennati
Santi, eseguito da Gio. Batt. Malojo cre
monese, come per gli ornati dell'Urna, e
Statue travagliate da Bramante Sacca
anch'esso cremonese. -
Sotto la mensa dell'Altare medesimo
vi sono due cassette coperte di lustrino rosso;
nella pi grande vi il Corpo di S. Arealdo,
-- -
- -- - -
4I
che da Gherardo de' Maggi Bresciano,
Vescovo della nostra Citt, l' anno 3o 5.
fu fatto trasportare da Brescia a Cremona e
quindi collocato nella Chiesa di tal nome,
essendo poi stato trasferito nella Cattedrale
l'anno 1484.
Nell' altra il Corpo di S. Archelao
Martire, il quale Lando Vescovo di Cre
mona, ottenne da Papa Martino II. e che
fece collocare nella Cattedrale. In seguito
Sicardo Caselana Vescovo della Citta ne
fece la traslazione l'anno 1 197.
L' altra cassa grande, contiene altre
due cassette di Cipresso sigillate a fuoco;
in una esistono le ossa di S. Alberto Ber-.
gamasco della Villa d'Ogna, morto in
Cremona l'anno 1279. sepolto nella sop
pressa Chiesa di S. Mattia il giorno 7.
Maggio.
Nell'altra quelle del B. Gherardo cre
monese, compagno del suddetto S. Alberto,
e le di loro Sante Teste esistono negli at
tuali Ostensorj di rame indorato . ,
Dal nostro zelantissimo Vescovo Monsi
gnor Offredi se ne fece eseguire la trasla
zione alla Cattedrale, il giorno 12. Feb
brajo 18 i 1., e per Superiore disposizione,
furono qu riposte unitamente ad altre
Reliquie de'Santi Facio, Massilia, Massimo,
ed altre.
42
Nella grand'Urna di marmo, posta
al primo Altare a diritta dell'Altar Mag
giore, si conserva il Corpo di S. Imerio
Vescovo di Spoleto, cui ottenne Linzone
nel ritorno, che fece da Roma nel 965.,
passando da Amelia Citt del Ducato di
Spoleto dal Vescovo Amerino; ed il Vescovo
Caselana, ne fece eseguir la traslazione
l' anno 1 197., unitamente al Corpo di
S. Archelao di sopra accennato.
Nell'Urna del secondo Altare si chiude
parte del Corpo di S. Omobono Tucengo
cremonese, ed ora uno de' Protettori della
Citt, il quale rese l'anima a Dio, il gior
no u 3. Novembre i 197. nella Chiesa di
S. Egidio mentre udiva la Santa Messa,
nanti all' Altare del Crocifisso che anche
di presente si venera in detta Chiesa ove
li fu data onorevole sepultura, rimanendo
in essa pel corso di 16o. anni, ed il primo
di Aprile del 1357. fu con solenne pompa
trasportato alla Cattedrale, dal Vescovo
Ugolino Ardingherio , ( Balladori al fo
glio 424. )
Nell'Urna dell'Altare a sinistra dell'Al
tar Maggiore, riposa il Corpo del Beato
Facio Veronese, morto in Cremona sotto
la Parrocchia Maggiore, il giorno 8. Gen
najo l'anno 1272. benemerito della nostra
43
Citt, di cui alli 6. di Giugno del 16 14.
fu fatto solenne trasporto , dalla Chiesa
con tal nome, alla Cattedrale, a spese
della Reggenza del Civico Spedale .
Inoltre vi si vede dipinta una bella
tavola, con sopra il Santo, che dispensa
a Poveri il pane .
Al secondo Altare da questo lato, nel
l'Urna anch'essa di marmo, vi sono i Corpi
de' Santi Babila, e Simpliciano, che circa
gli anni di nostra Redenzione, 1 1 o8., ripo
savano nella Pieve di S. Giacomo, Distretto
cremonese . Bernardo Vescovo della Cit
t , alli 18. d'Ottobre del 1 46o., tras
fer i suddetti Santi Corpi nella Cattedrale,
acci fossero maggiormente venerati.
Il Vescovo Gio. Batt. Brivio milanese,
ne fece la ricognizione generale dei detti
Santi Corpi nella Sagrestia maggiore il
giorno 7. e 8. Giugno 1614. ove fu fatto
da Notari atto pubblico, da conservasi a
perenne memoria, e dopo solenne Proces
sione seguita per la Citt il giorno 7. Lu
glio, furono posti dal prelodato Pastore
ne' suoi Avelli, fatti disporre dai Nobili
Sigg. Fabbricieri, ove di presente esistono.
Merula nel suo Santuario alla pagina
152. ne parla pi difusamente, ed il Vai
rani, con autentiche Iscrizioni estratte, e
registrate al foglio XXIV. e XXV.
. Rispetto alla sua Consacrazione marca
il Vairani all' Iscrizione
195., e l'Arisi
nella sua Cremona Letteraria al tomo 1.
pag. 89. che fu consacrata dal Vescovo
Sicardo Caselana il giorno 1 5. Maggio 1 r 9o.
Monsignor
Vescovo Speciani, non
trovando n croci n lapide che indicasse
questa consacrazione atteso il ristauro di
detta Cattedrale, la consacr di nuovo il
giorno 2. Giugno 1 592. come rilevasi
dalla iscrizione scolpita in marmo collocata
nella facciata di mezzo giorno, e per De
creto se ne celebra l'anniversario la quarta
Domenica dopo Pasqua di Risurrezione .
TORRE MAGGIORE
Nell' anno 75 4. dopo la venuta al
mondo del Salvatore, sedendo sul Soglio
Pontificio Stefano II., ed essendo Signore
di questa Citt Astolfo Re de' Longobardi,
i Cremonesi vennero in determinazione ,
di erigere una Torre quadrata, bella, e
colossale, per essere forse in ci distinti
da qualunque altra Citt d' Italia .
Il giorno 15. Aprile del predetto anno,
alla presenza d'immensa quantit di po
polo, fu messa ne' fondamenti la prima
pietra, per mano del Vescovo Silvino cre
4j
monese, come lo asserisce il Codice mano
scritto Picenardiano, a carte 72., lo assi
cura il Bresciani, e molti altri, e lo con
ferma il Vairani nella sua Raccolta alla
Pag. XXX. Iscrizione 167.
I fondamenti contengono i 1. braccia
di scarpa all' intorno, e due teste di ri
lascio, e con l'andar del tempo si port
fuori dalla terra alla larghezza di brac
cia 2 1. onc. 8. e un quarto, misura mila
nese per ogni lato, e all'intorno esistevano
tre gradinoni di marmo, cinti con balaustra
dell' egual materia, rimanendo la porta
d'ingresso, in facciata alla Piazza; come
scorgesi dal disegno fatto incidere dallo Sto
rico Antonio Campi.
Col progresso degli anni, si alz
questa maestosa Fabbrica, erigendovi i muri
interni, ed esterni, a quadro , a qua
dro, con cornicioni rilevati, ed altri pro
porzionati fregi, quali abbelliscono le quattro
facciate, con loggie, finestre, e finestroni,
sostenuti da colonne di marmo , parte
de' quali servono a dar luce alle scale, e
parte sono precisamente eseguiti, per va
ghezza, e ornamento, i quali continuano
sino all'altezza di bracc. 1 16. onc. 1 o. misura
suddetta. Qu terminava la Torre qua
drata, con all'intorno un parapetto, sopra
46
del quale sonovi sedici merli che gli fan
no ornamento, e corona, ed in questa
guisa fu terminata la Torre divisata dai
CrennOneSl .
Stette essa cos coi soli merli, e con
una Piazza di 2o. braccia per ogni lato,
lo spazio di 53o. anni, e certo Alberto
Latomi Architetto cararese, fece a cre
monesi il progetto di formare una sopra
alzata alla medesima Torre, di una vaga, e
maestosa architettura, dell'altezza di altri
braccia 69. once 3. e un quarto, piantata
sui grandi, e colossali arconi sostenenti il
gran cappello della poch' anzi descritta
Torre.
Questa grand'opera intrapresa circa l'an
no 1284. consiste in una galeria ottangola
re, con otto grand'archi semitondi girati so
pra otto colonne di cotto i quali sostengono
in giro una ringhiera composta di 128.
colonnette di marmo in due ranghi dispo
ste, e portano un parapetto di ferro fram
mezzato da 24. gugliette di simile mate
ria, che fanno maravigliosa veduta e cos
prosegue la detta Torre ottangolare, sino
al piano, ove la campana delle ore, e
a questo piano termina il macigno dei
Inuri .
- -
Quivi si vedono alzate all'intorno 16.
47
colonne doppiamente scolpite, con basi e
capitelli il tutto di miarolo, alte braccia 4.
once 9. e un quarto rinovate nel 1761.,
le quali sostengono la seconda galleria,
formata anch'essa come la gi di sopra
descritta e sostengono altres la gran guglia
piramidale formata a pan di zucchero .
Questo sorprendente pezzo d' archi
tettura veramente degno d'esser distinto
da qualunque persona anche non edotta
in s nobile professione.
Questa guglia, composta di pietre
alte once 2. e mezza, larghe once 3. e 3.
quarti, e lunghe once 9. e mezza, il suo
diametro, braccia 1 1. cosicch la sua
circonferenza di braccia 33. per cui vi
sono impiegate in essa 75oo. dette pietre,
inoltre vi sono otto cordonate di marmo
negli otto angoli, che oltre a servir d'or
namento, servon anche a ramparci sopra;
da persone pratiche quando lo esige il
bisogno.
Sul terminare della medesima, ne sie
gue un cono di vivo, alto braccia 2. in
cui vi inserta l'asta di ferro, che sostie
ne la palla di braccia 1. once 1 1. d'altez
za, e braccia 5. once 1o. e mezza di cir
conferenza, in mezzo alla quale, nasce
l'albero della Croce alto braccia 3. once
48
3. e tre quarti; il tronco d'essa braccia z.
once 6. e tre quarti grossezza dell'albero
in quadro once 2. punti 5. nel contorno
del quale vi inciso lHS . XPS . REX .
VENIT. IN . PACE. ET. DEVS. HOMO.
FACTVS . EST .
E nel contorno del
cerchio di ferro,
ove sono obbligati i tiranti per rinforzo,
vi sono marcate con punti le seguenti cifre
-
Per cui la sola guglia piramidale, tutto
compreso, risulta braccia 33. once 3. d'al
tezza, cosicch unita la prima alla seconda
altezza, con accertata sicurezza, ascende a
braccia 186. once 1. e un quarto misura
moderna milanese, non compreso in ci
quella porzione di torre che rimane sotto
terra, tolta a noi dalle funeste vicende
de' tempi, a cui and soggetta questa
nostra Citt, rimanendo in ci privi d'una
porzione
da prima.del suo bello come gi- dimostrai
Tanto la Croce, che la palla, di
una grossa piastra d'ottone dorata, e sotto
49
appena alla medesima, vi rimane una gola
di simile composizione, anch' essa dorata,
che combaccia colla palla sulla quale evvi
scolpita la seguente Iscrizione estratta con
precisione dall'originale, allor quando nel
18o4. furono eretti i ponti per il ristauro
della medesima, per cui in tal occasione ,
fu collocato sulla sommit della Croce,
l' Ago Elettrico, o sia Parafulmine, dal
Professore di Fisica D. Pietro Francesco
Configliacchi, ex Barnabita,posta in opera
nei giorni 9. io. e 1 1. Giugno di detto
anno 18o4.: ecco l'Iscrizione sopra nominata
Anno , ab . Incarnati . Verbi . salute
1495. quarto. decimo. kalendas . Septembris
noctis . hora . quarta . vel . quinta . Domi
nante. Dio. Ludovico . M. Sfortia . Anglo
Duce . Mediolani . VII . ac . Gubernante
Cremonam. Domino. Reverendissimo . etiam
Fratre. Aschanio. Maria. Cardinale. Sfortia
Vicecomite . Sandlae . Romanae . Ecclesiae
Vice . Cancellario . Bononiae . et . Leguto
& . Cathedralis . Ecclesiae . Cremonensis
& . quoque . Episcopatus . perpetuo - Ad
ministratore . Insigni . Equite . Baptista
Vicecomite . Mediolanensis . Urbis . Pro
consule . & . Excimio . Doctore . IHilario
De . Gentilibus. Tertonensi. Praetore . Pre
4
fo
sidentibus . vero . prafatae . Cathedralis
Ecclesiae . & . hujus. inclitae . Turris. Fab
bricae . Nobilibus . Massariis . Ambrosio
Foliata . Johanne . Antonio . Cautio . &
Benedicto . Fodro . eorunque . Scriba
Francisco . Fossa . & . Carolo . Restallo
Thesaurario . Indigenis . Civibus . Pila
haec . iu . fulminis . & . marmore. liga
turae . confrato . ad . primam . Pyramidis
coronam ... est . dejeda . eodem . quoque
anno . Augustini . mediolanensis . fabrili
arte . refeda . auroque . delinita . eisdem
mandantibus . Massariis . Alberti . Cara
riensis . Lathomy . Architecti . industria
octobris . idus . tertio . ibidem . collocata .
Al presente l'ingresso della Torre dalla
porta di marmo a bassi rilievi, stata ordi
nata da Giorgio Cambiago nel 15o3.,
allorquando fu fabbriciere della Cattedrale,
come ne fa testimonianza, la memoria che
si legge sopra l'architrave della medesima.
Questa porta viene da tal' uno som
mamente lodata, ad onta che a senso
degli intendenti dia non so qual tanfo della
barbarie, da cui tentava di uscire il suo
artefice Lorenzo Trotti . .
. .
Si ascendono due scale fuori della Tor
re, e dopo queste entrasi in essa, per altre
; 1
comode ed ampie scale, sostenute da muro,
esterno, e muro interno.
Il muro esterno largo braccia z.
once 2., e quello interno, parimenti
braccia 5. once
1 o.
--
Si continua a salire, sino al piane
ov' la campana, che batte le ore, per cui
si contano dal pianterreno, a questo piano
476. gradini. Da questo si passa ad altra
picciola scala di legno, che mette all'ultima
poch'anzi descritta Galleria, coll'aggiunta
di altri 2 1. gradini, che in tutto ascendono
a 497., e qu si rimane nel interno della
Gulia formata a pan di zucchero, situa
zione da cui si domina la Citt nostra, ed
altre, come sarebbe: Piacenza, Parma,
Brescia, Bergamo , e Milano, quando il
tempo lo permette .
Discese alcune scale si pu passare
ad osservare il luogo dove stanno collo
cate le sette campane regolate a bellissimo
COnCerto ,
Ragionamento in proposito
Esistevano in questo luogo sette cam
pane, una delle quali l'attuale delle ore.
I Nobili Sigg. Fabbricieri divisarono
di voler un concerto di campane musicale,
32
ed armonico, e perci conveanero il gior
no 3. Giugno 1741. col Sig. Pietro Olmi
di Trento, di rifondere le stesse sette cam
pane, e ridurle a cinque.
Appena formata la campana maggiore,
o sia campanone; ( dice il libro delle Ordi
nazioni di detta Fabbrica al fog. 274. )
successe il funestissimo caso della morte
del detto Sig. Olmi, il giorno 18. Agosto
1743. a cagione di diverse percosse date
al medesimo.
Per questo fatto, passarono ad altra
determinazione, di eleggere col giorno 14.
Dicembre dello stesso anno, altro fonditore
nel Sig. Bartolomeo Bozzi, cittadino mi
lanese abitante in essa Citt sotto la Par
rocchia di S. Satiro, al prezzo convenuto
di lire 5., e soldi 5. di Milano al peso,
metallo lavorato, essendo stati i battenti
a spese della veneranda Insigne Fabbrica,
come in detto libro delle Ordinazioni, pi
avanti al fog. 296, ritenutosi fermo il pat
to, che esser debbano di un musicale, ed
armonico suono.
La Casa alias Feramola situata nella
contrada diritta al civico N. 1 145. fu il
locale a tal uopo preso in affitto dalla
stessa Fabbrica per la fusione , e sulla
fine di Settembre, venne eseguita l' ope
53
razione assunta dal Bozzi , per
cui
dalla fondera suddetta, furono trasferite
nella nave di mezzo della Cattedrale, ove
vennero battezzate il giorno di S. Imerio
19. Ottobre dal Vescovo Alessando Maria
Litta milanese, e poscia furono collocate
sul loro castello gi eseguito da Angelo
Tiraboschi, legnamajo di detta Veneranda
Fabbrica, e custode della Torre medesima.
La campana principale, cos detta
campanone, qual' pesi 435. 8. 6. senza
l' asettone di ferro, chiamossi col nome
di Gio. Battista, Imerio, Omobono, come
si legge scolpito nel contorno della mede
sima.
Questa venne fusa la notte del giorno
12. venendo al 13. Giugno 1744.
La seconda di 293. pesi lire 17. on
ce 6, senza l'asettone, porta il nome di
Maria Lauretana; la sua fusione segu
nella notte del 16. venendo al 17. Luglio.
La terza pure netta, pesi
2o i
li
re 4. once 6. la quale ha il nome di Teresa.
La quarta di 17 1. pesi lire 17.
ha il nome di Agata. ( questa si suona
a martello per gli Incendj).
Tanto la terza, che la quarta, ven
nero fuse la notte del giorno 28. Agosto.
La quinta parimenti netta pesi 122.
1a quale porta il nome di Nicola da To
lentino.
La sesta anch'essa netta pesi 81.
lire 2o. e porta il nome di Antonio da
-
Padova .
E la settima la quale pesi 64. lire 15.
porta il nome di Barbara Eurosia.
Queste tre ultime furono anch' esse
fuse la notte del 19. venendo al 2o. Set
tembre,
Cosicch in puro metallo in tutte
sette vi sono impiegati 137o. pesi libre 7.
e once 6., non compresi i ruoloni ove
agiscono, che sono pesi 2 1. e mezzo, ese
guiti dallo stesso Professore , ed il suo
valore in sola fattura ascende a
mila
nesi lire 73o4. 17. 6. , ossiano franchi
-
56o6. 63.
Tutto ci deducesi da una carta ma
noscritta lasciata dallo stesso Bozzi dino
tante la qualit, e quantit dei diversi
metalli, che in esse vi si trovano, e che
per brevit io tralascio.
Nel luogo stesso a memoria perenne
fu scolpita la marmorea Iscrizione, che
qu unisco per essere stata dal Variani
--
OillneSS , -
D,
O,
MI,
55
Benedicto . XIV. Pontifice . Maximo
Maria . Theresia . Vng . Et . Bohem .
Regina . Insubriae . Da . Alexandro
Litta . Episcopo . Cremonensi . Horat . De
Maximis . De . Roma . J , C. C'. Com .
Et , Equ . Laurentio . Corrado . Ant .
Maria . Dato . March . Julio . Bagarotto
Chfro . Schinchinello . Com . Et . Cap .
Thoma . Raymondo . Per Ins . Fabricae
Cathedralis . Aecclesiae . Praefe . Gmnes
Aenaee . Moles . Per . Barth . Bozzi
Mediolanen . Artificem . Aerarium . Et
Angelum . Tiraboschi . Cremon . Fabrum
Lignarium . Metallo . Pondere . Numero
Magnitudine . Tabulati . Texturam . Li
bramenti . Examine . In . Exquisitissimum
Concentum . Singulis . Vt . Spes . Erat
Conspirantibus . Auspicato . Fusae . Die
19 . Octob . Festo. Divi . Himery . Episc .
Patron . Crem . Magnificentrino . Ritu
Per . Alexandrum . Episc . Consecratae
Novum . Turris . Decus . Visu . Antea
Mirabilis
Nunc . Primum . Visu . Et
Auditu . Mirabilioris. Anno , MDCCXLIV.
Sortiti da questo luogo , e discese
alcune altre scale si entra ove rimane col
locato l'orologio.
6 /
5
Questa grandiosa
e ben intesa
mac
china fu eseguita all'uso Italiano da Gio.
Battista, e Gio. Francesco, Padre, e Fi
glio Devizioli cremonesi, ultimata da loro,
e messa a posto nel mese di Agosto del
I 583.
L'interno mecanismo delle ruote agisce
in modo, che oltre alla macchina del mo
vimento delle ore, sonovi nel continuato
corso altre quattro Macchine, che anche
nell'antico Planisfero venivano contrasse
gnate da quattro indici, come attualmente
CSSUOI] O ,
Per Sovrana Disposizione fu ordinato
che tutte le Citt della Lombardia Austriaca,
dovessero dal primo Maggio 1786. in avanti
regolare gli Orologi all' Europea, e siccome
il Dipinto dell'antico Planisfero era guasto,
e consunto dal tempo, cos ai Nobili Si
gnori Prefetti della Veneranda Fabbrica, pia
cque di eleggere il loro concittadino, e
Professore Amicino Ravizza, per rinovare
il metodo delle ore, e coreggere nel tem
po stesso dalle variazioni Celesti , l' an
tico Planisfero, il che fu da esso eseguito
nel consecutivo anno 1787. sulla sicura
scorta delle Efemeridi
Astronomiche di
Brera, come rilevasi dalla sua operetta
data alla luce in Cremona sotto il giorno
57
7. Gennajo 1788. dedicata alli stessi No
bili Signori Prefetti.
Trovansi adunque in esso Planisfero,
quattro indici, come gi si disse, o sfere;
la pi lunga braccia 7. milanesi, e que
sta marca le ore e fa il suo giro una vol
ta al giorno.
La seconda quella della Luna, con
sopra l'effigie della Luna medesima; questa
lunga braccia 5. e fa il suo giro in gior
ni 27. ore 7. minuti 43. e quattro secondi,
la quale ha un foro, in cui vedonsi le
-
rispettive fasi, ossiano quarte.
La terza con l'effigie del Sole, lunga
anch'essa braccia 5, compie il suo giro in
giorni 365. ore 5. e minuti 49.
La quarta rappresenta la testa, e coda
di un Drago, con un cartello in bocca, che
serve a far conoscere il grado, e segno dello
Zodiaco, e marca il numero de' Degiti,
dell' Eclissi, ove succedono l'Eclissi del
Sole, e della Luna .
Questa lunga braccia 1o. e compie
il suo giro nello spazio di anni 18., 228.
giorni, 4. ore, 52. minuti, e 52. secondi
come sta registrato al fog. 15. di detta
operetta .
Il Dipinto a fresco fu eseguito da Gia
como Guerini, ed il contorno di rame
58
della circonferenza di braccia 5o. opera
di Francesco Arigoni oriondo milanese.
Concludo adunque col dire, che col
miglior modo possibile ho procurato di
fornirmi di quelle cognizioni esatte, onde
descrivere questa grandiosa, e maravigliosa
mole, e specialmente distinguerla per l'e
minente sua altezza, ripetendo di nuovo
essere di braccia 186. once 1. e un quarto,
essendo superiore al Duomo di Milano
di braccia 12, once 1, e un quarto, perch
la Chiesa Metropolitana di Milano, com
presa la statua di Maria Vergine, braccia
174. precisi, come consta dalla pianta da
ta in disegno da Carlo Butio Architetto
di detta Citt, e d'essa Veneranda Fabbrica,
BATTISTERo
Questa rabbia al riferire
di
D.
Pelle
grino Merula nel suo Santuario di Cre
mona, alla pagina 73, con autentica Iscri
zione, fu incominciata l'anno 9oo, e fu
consacrata alla Trasfigurazione di nostro
Signore.
Essa di forma ottangolare, la cir
conferenza esterna
di braccia
13o. e la
sua altezza consiste in braccia 66. e mezzo
moderni, L'ordine d'architettura esterno,
59
ed interno, singolare per la rara sua
costruzione . . Nella
sommit
evvi una
lanterna ottangolare, sostenuta da colonne,
che d la maggior luce allo stesso Tempio,
e termina con un Angelo di bronzo, il
quale fu collocato in tal luogo nel mese
di Novembre del 137o. come sta marcato
dal Vairani al fog. XXXVI. Iscrizione 193.
Fu esso coperto di piombo nel 1489.
Tal copertura fu rinovata di simile materia
nel 1625. consunta questa dal tempo, nell'an
no i793. fu levato il piombo, e ne sosti
tuirono un'altra di lastre di rame , ma
siccome tale opera, non era lodevolmente
eseguita,
cos ad ogni tratto conveniva
metterci mano.
Li Nobili Sigg. Amministratori dell'In
signe, e Veneranda Fabbrica della Catte
drale divisarono di farla ricoprire solida
mente nel 18o3. da Francesco Arigoni mi
lanese da molti anni abitante in Cremona,
il quale copr anche la cupola del Foppone;
e l'avanzo del rame , soprabbondante
mente messoci la prima volta , serv a
supplire alla spesa della copritura attuale.
Contiene tre Altari , e gli avanzi
di Pitture che si vedono, sono di Fran
cesco Boccaccio
Nel mezzo vi un gran vaso di mar
6o
mo rosso di Verona, di un sol pezzo che
serve per l'acqua benedetta.
s. GIRoLAMo
ORATORIO SUSSIDIARIO
ALLA CATTEDRALE
Sino dal 1436. esisteva in
questa Chiesa
una Confraternita col titolo di S. Giovanni
Decollato, perch assistevano ai condannati
a morte dalla Giustizia.
Nel 1624. fecero demolire l' antica
Chiesa, e fecero erigere a loro spese la
presente con bella architettura.
Essa tutta dipinta da cima a fondo,
parte a figure, e parte ad architettura.
La cupola di
mezzo
tutta
dipinta
fresco da Francesco Monti bolognese rap
presenta la gloriosa andata al Cielo del
Redentore, con quantit di figure allego
riche al fatto medesimo, e quantit d'an
gioli, molti de'quali portano la Croce, e
gli stromenti che servirono alla passione,
e morte del Redentore. Dall'altro canto
S. Gio. Battista portato in Cielo da altra
quantit d'Angioli avendo lasciato l'au
tore nel contorno di essa ci scritto: li 8.
Maggio 1743. F. M. I. G. P.
I quattro Evangelisti collocati nei pen
N
6r
nacchi della cupola stessa, sono di Angelo
Masserotti cremonese.
Il Dipinto d'architettura, che rimane
sopra al coro , fu eseguito da Giuseppe
Natali da Casalmaggiore , e le figure
sono di Francesco Boccaccio; e dal cor
nicione in gi opera di Gio. Batt. Zaist.
Contiene tre Altari, in quello a mano
sinistra entrando vi dipinto da Giacomo
Guerini cremonese S. Gio. Battista legato
in prigione, posto in atto di ricevere il
colpo dal manigoldo, con molte figure
astanti, fra le quali Erodiade.
In quello dirimpetto vi dipinto S.Gi
rolamo, e la B. V. che sostiene sulle brac
cia il pargoletto Ges, opera questa del
sumentovato Francesco Monti, come pure
sua la nedaglia sopra la porta che
figura Ges nell'orto, e l'Angelo che gli
presenta il Calice della Passione .
All'Altar Maggiore vedesi in nicchi
la B. V. di Loreto, che dapprima si vene
rava nella Chiesa di S. Croce, e nel 179o.
fu
trasportata al precitato luogo, per es
ser la suddetta stata profanata.
-
L'oratorio annesso
dipinto dal ridetto Zaist.
del Crocifisso,
62
S. DOMENICO
CHIESA SUSSIDIARIA
ALLA CATTEDRALE
F
questa incominciata dai Religiosi Do
menicani, l'anno 1284. allor quando tra
slocarono dal Monastero, e Chiesa di S. Gu
lielmo ne'Sobborghi di porta S. Luca, e
u concesso loro di demolire le due Chiese,
che vi rimanevano una di S. Agnese, e
l'altra di S. Martino.
In seguito fu eretto il Convento il
quale era capace per una quantit di sog
getti, e lo possedettero per il corso di 5 14.
anni, e sino all'atto della seguita loro
soppressione, che fu il giorno 24. Giugno
1798.
La Chiesa di tre navate, una supe
riore, e due inferiori, e contansi in essa venti
Altari.
ll Quadro della prima Cappella a ma
no destra entrando dalla porta principale
dedicata a S. Catterina, fu dipinto da An
tonio Campo, su cui vi espresse Ges Cristo
in Croce, da un lato S. Catterina, e
dall'altro S. Gio. Battista , inoltre evvi il
ritratto di Brocardo Persico, vestito da
Cavalier Gerosolomitano, che inalzar fece
detto Altare, e dipingier tal Quadro, nell'an
63
no 157 1. e vi sta quivi sepolto. ( cos
il Zaist notizie di Antonio Campo al fo
glio
168. )
La Vergine col Bambino, ed altri
Santi dipinti a fresco al dissopra dell'anzi
detto Quadro, come pure l'Assunzione di
Maria Vergine , superiormente collocata
nella cupola, ed i due Quadri ad olio
laterali rappresentanti l'uno S. Catterina,
che disputa coi falsi Filosofi, e nell'altro
la stessa Santa in atto di subire il martirio
della ruota, che miracolosamente si spezza
e la Santa ne rimane illesa tutta opera
ben condotta da Carlo Preda milanese; e
tutta l' architettura a fresco della stessa
Cappella opera di Giuseppe Natali, Ca
salmaggiorasco.
L'altro Dipinto a fresco dell'esteriore Cap
pella, cio la medaglia di mezzo, che espri
me la stessa Santa portata in Cielo da un
gruppo d'Angeli, ed altro Angelo che porta
il di lei capo, statogli troncato per ordine
del Tiranno, come pure i Simboli di Virt,
a chiaro scuro, e li quattro termini d'uo
mini ignudi che pajono di stucco, furono
eseguiti da Angelo Masserotti cremonese.
. La seconda Cappella dedicata a
S. Croce, ed all'Altare in nicchia, vi
la statua di S. Pietro Martire, la quale
64
fu scolpita da Giacobo Bertesi. Tutte le
Pitture interne, ed esterne nei scomparti
della volta, sono di Uberto Lalonge detto
il Fiamingo.
La terza quella della B. V. del Ro
sario che vi rimane in nicchia sull'Altare.
Il Cavalier Malosso, ha espresso a
fresco la Gloriosa Assunzione di Maria al
Cielo, con gran copia d'Angeli festeggianti,
ed alquanto superiormente la SS. Trinit
che l'attendono, ed opera sua sono i quat
tro Angieloni con simboli in mano che
rimangono nei quattro pennacchi.
Ne' due Lunettoni lateralmente posti
al dissotto della cupola, in quello a destra
entrando, Panfilo Nuvolone cremonese vi
ha dipinto a olio l'annunzio che fa l'An
gelo a Maria del di lei felice transito.
Ed il celebre Giulio Cesare Procac
cino bolognese, nell'altro simile vi ha di
pinto la stessa Vergine posta in letto dove
ne siegue il transito suo felice. All'intorno
vi sono gli Apostoli con iscorcj degni di
tal Professore.
Nel Quadro grande, posto al dissotto
dell'anzidetto, Alessandro Triarino bologne
se vi ha dipinto la Vergine col Bambino, la
quale consegna il Rosario a S. Domenico,
da dispensarlo ai Fedeli.
65
E Gio. Batt. Crespi da Borgo Cerano
in egual spazio vi ha dipinto S. Domenico
in battaglia cogli Albigesi, e Maria col sue
diletto Ges, che giunge in soccorso dei
Cristiani.
Questo non fu terminato perch morte
ne rap il Professore.
Gli scomparti della volta esteriore
esprimenti la vita di Maria Vergine, sono
di Luca Catapane cremonese.
Ne segue la Cappella di S. Rosa da
Lima. Il Quadro con sopra dipinta la Santa,
e S. Pio V. opera di Giuseppe Panfilo;
e cos pure ha operato tutto il restante
della Cappella interna. Suo figlio Carlo,
ne esegu gli ornati d'architettura .
Francesco Monti bolognese nel 1743.
esegu il Quadro della contigua Cappella
con sopra dipinto S. Vincenzo Ferrerio che
opera un miracolo; e suo il Santo por
tato al Cielo dagli Angeli, e le quattro
Virt Cardinali, che rimangon nei quattro
pennacchi della cupola .
Pietro Frassi cremonese dipinse il Qua
dro del fianco destro entrando, il quale
rappresenta S. Vincenzo, che fa risorgere
miracolosamente un morto, alla presenza
di molte persone.
E certo Carloni esegu quello dirim
5
66
petto, ove il Santo su d' un palco,
che predica agli increduli, ed opera altro
miracolo di sospendere in aria un lavora
tore de' muri, il quale precipita da un
alta Fabbrica.
Nella contigua Cappella del nome di
Ges vi posto in nicchia S. Filippo Neri
in abito Sacerdotale, da un lato S. Disma,
che abbraccia la Croce, e dall' altro S. Gio.
Nepomuceno, Figure tutte tre sortite dal
franco scalpello di Giuseppe Chiari cremo
nese, le quali dapprima esistevano nell'Ora
torio di S. Filippo Neri ora soppresso.
Nel Quadro dell'Altare vicino alla porta
di mezzo-giorno, vi espressa nel mezzo
la Sacra Famiglia, da un canto S. Lucia,
e dall'altro S. Francesco d'Assisi, eseguito
da un' allievo di Gio. Battista Trotti.
E nel Quadro dell'altro Altare passata
la surriferita porta, Camillo Boccaccino vi
dipinse la Vergine in mezzo, S. Michele,
e S. Domenico lateralmente posti.
Il Quadrone, che occupa tutto il muro
della stessa crociera, rappresenta una gran
Piazza ornata di Fabbricati, e Tempj con
molta gente spettatrice del miracolo ope
rato da S. Domenico, quando gettati alle
fiamme diversi libri, per cui i falsi ri
mangon divorati dalle fiamme, e salvi
67
sono quelli di nostra Cattolica Religione,
Tale opera fu eseguita ad olio, da
Gio. Battista Natali cremonese l'anno 1667.
Altro Quadro di arattere antico di
pinto sul legno rimane sopra la menzio
nata porta, su cui vi figurata la Vergine
genuflessa a Ges Bambino, con S. Antonio
Abbate, ed altre figure, e sotto cui vi si
legge Thomas de Alienis cremonensis pinsis
anno i 5 i 5.
Nel 18 19. tanto questo che l'altro di
rimpetto, di Galeazzo Campi furono politi,
e ristorati da Gio. Ghelfi cremonese, e
nel loro risorgimento risorse insieme l'abi
lit dei celebri pennelli, che li dipinse.
Nell'angolo a destra vi rimane la
Cappella di S. Tommaso d'Aquino, percui
il Malossi vi dipinse il Santo genuflesso,
che fa orazione.
L'altra quella di S. Domenico. La statua
di detto Santo fu scolpita nel 1719. da
Giulio Sacchi da Casal-Maggiore, allievo
del Bertesi.
La tela che forma il Quadro davanti
ad' essa del suddetto Malossi.
Il Santo posto nella volta, portato
in gloria dagli Angioli, ed i due Lunettoni
sono di Uberto Lalonge detto il Fiammingo.
E Carlo Preda dipinse il Quadro la
68
terale, ove un miscredente getta nell' a
cqua l' Ostensorio con l'Ostia consecrata
alla presenza di quantit di Popolo, ed il
Patriarca S. Domenico accorre a riscattarlo.
Nell' altro, Francesco Boccaccino, vi
figur lo stesso Santo, che scaccia i de
monj dagli ossessi.
Panfilo Giuseppe Nobile nostro Patri
zio esegu il Quadro in tela dell'Altar
Maggiore posto in fondo del coro, ove vi
ha figurato l'adorazione dei Santi Re Magi,
ed in seguito pass ad eseguire a fresco
nella volta del coro, circa l' anno 166o.
alcuni fatti del vecchio, e nuovo Testa
IlentO ,
E certo Villa pittor milanese con bella
architettura contorn le medaglie, ed il
restante del coro.
Antonio Santagostini esegu il Quadro
che rimane nel Presbitero al lato del Van
gelo, ove sta Salomone in Trono, che
ordina ad un manigoldo che sia tagliato
per met un fanciullo preteso da due don
ne, che vorrebbero essergli Madre .
E Giuseppe Montalti nell'opposto lato
ha dipinto Daniele nel Lago dei Lioni.
Merita considerazione il Ciborio del
detto Altar Maggiore tutto di fini marmi,
statue, e pietre di valore.
69
Nella Cappella al lato destro dell'Al
tar Maggiore Panfilo Giuseppe dipinse il
Quadro in tela con sopra S. Pio V. genu
flesso avanti al Crocifisso .
Antonio Santagostini dipinse a fresco
la volta, ed i due lunettoni con alcuni
fatti seguiti a S. Raimondo.
Ed al dissotto vi sono due Quadri in
tela con istoriati due miracoli operati dal
suddetto S. Pio V.
Nel Quadro sopra la porta della
Torre, Gio. Batt. Trotti, vi ha effigiato
S. Pietro Martire, che da un sicario viene
barbaramente ucciso.
Per l'Altare al lato destro per entrare
in sagrestia, Bernardino Campo nell'anno
1 574. esegu un bellissimo Quadro rappre
sentante la Nativit di Ges Salvatore , e
molti Pastori che l'adorano, il quale esiste
presso il Nob. Sig. Marchese Giuseppe Pi
cenardi, che n' il Padrone, e quivi la
copia simile all' originale. L' ovato dov'
effigiata la Beata Elisabetta di questa Illu
stre Prosapia del Legnani cremonese.
Galeazzo Campo, dipinse sul legno
la Vergine col Bambino, ed altri Santi,
che sta sopra la porta della sagrestia, co
me gi si disse .
E Giuseppe Ferrari esegu in tela il
7o
Quadro, che occupa tutto il muro, su cui
vien rappresentata una gran battaglia di
Religione , ove S. Domenico unito a
molti combattenti, e
Simone
Monforte
cavallo, che co' suoi guerrieri, scaccia gli
Albigesi.
Tortiroli Gio. Batt. cremonese dipinse
il Quadro dell'Altare in sacrestia, rappre
sentante la Strage degl' Innocenti.
Ritornando in Chiesa, Stefano Lambri
anch'esso cremonese, allievo del Malosso,
nel 1623. dipinse il Quadro che rimane
all'Altare di dietro dell' organo, ove
dipinto la Vergine in gloria, S. Lodovico
Bertrandi da un lato, e S. Fermo dall'al
tro, ambi genuflessi.
Merita attenzione il Quadro dell'Altare
che siegue stato dipinto nel 159o. dal
Cavalier Gio. Batt. Trotti, rappresentante
S. Gio. Batt. in prigione, che con costanza
attende dal manigoldo il colpo; Erodiade,
ed altre figure che ne formano il pregio.
. Nella stessa ancona, il Trotti aveva di
pinto altri quattro Quadri piccioli; la nasci
ta di S. Gio. Battista nel primo, nel secondo
il Santo nel deserto, nel terzo la Predica
zione, e nel quarto lo stesso Santo, che
bettezza Ges Cristo; i primi due riman
gono, e gli altri si sono smarriti; inoltre
lo stesso Professor Malossi, dipinse a fresco
alcuni Angioli ignudi con iscorcj degni di
tal Professore.
Lo stesso Professore nell' anno adie
tro 1599. esegu l'altro, ove dipinto
S. Gio. Battista al lato destro, S. Vincenzo
Ferrerio, e il Vescovo S. Donnino al sini
stro, in atto supplichevoli a Maria posta
in alto, contornata da gloria d'Angioli .
E parimenti di lui opera il Dipinto
del quarto Altare , ov' rappresentato
S. Giacinto, che predica a molte persone,
e nella stessa occasione, miracolosamente
rende la vita ad un morto. E sopra vi
sta marcato il nome dell'autore, e l'anno
1 599.
Cristoforo Augusta da Casal-Maggiore,
esegu il Quadro del quinto Altare, ove
sta dipinto il Salvatore, che pone l'annel
lo in . dito a S. Catterina da Siena, alla
presenza di pi persone.
Bernardino Campo, circa l'anno 1564.
dipinse il . Quadro dell' ultimo Altare a
questo lato, in cui si vede Maria Vergine
ritta sulle nubi, contornata da gloria, che
ascende al Cielo.
Panfilo Giuseppe scolaro del Trotti
l' anno 162o. dipinse a olio il Quadro
posto sopra la porta principale, rappresen
72
tante una gran Piazza di Roma adorna di
sontuose fabbriche, ove S. Domenico fa
risorgere il nipote del Cardinale Fossanuova,
rimasto morto da una caduta da Cavallo .
SS. GIORGIO, PIETRO, E PAOLO
CHIESA PARROCCHIALE
D, Erdingo, ed Edina giugali, facoltosi
cittadini cremonesi, fu eretta questa Chiesa
l' anno 1064. in una foggia molto diversa
della presente, per cui era sostenuta da co
lonne rotonde, le quali al presente rimangon
investite nelle quadrate.
Nel 1o68, ne furono investiti certi
Monaci dell'Ordine di S. Benedetto, e nel
1439. fu rinunciata dai medesimi Benedet
tini ai Canonici Regolari Lateranensi tra
slocati dalla Chiesa di S. Agata, i quali
nel 1 592. la fecero rifabbricare dai fonda
menti, con disegno del Padre Colombino
Rapari cremonese, ed in seguito la fecero
ornare di pitture dai celebri nostri pennelli.
Ma soppressi i Lateranesi il giorno 1o.
Ottobre del 1782. vi furono traslocati i
Padri Carmelitani Neri di S. Bartolomeo li
1o. Dicembre 1783. soppressi anch'essi nel
1788. alli 7. di Giugno, vi sottentrarono
i Chierici Regolari di S. Paolo detti Bar
y
nabiti, ivi traslocati dal Collegio de'Ss.
como, e Vincenzo l'anno 1789. e vi ri
masero sino all'anno 18oo. dopo cui an
darono ad abitare all'aprimento dell'anno
scolastico nel Collegio, e Chiesa de'Ss. Mar
cellino e Pietro, perch in tal tempo loro
furono assegnate anco le scuole. Nell' anno
stesso, ed in loro vece in detta Chiesa, e
Monastero furono traslocati i Signori del
la Missione, ed in essa vi rimasero sino
alla met dell'anno 18oo. che da qu pas
sarono nella Chiesa e Collegio de'Ss. Gia
como, e Vincenzo, ed in essa vi stettero
sino il giorno 25. Aprile 181o. in cui segu
la soppressione di tutte le Corporazioni.
Essendo poi stato superiormente sop
pressa nel 18o8. la Chiesa Parrocchiale di
S. Giorgio venne questa sostituita a quella,
ed il Parroco della profanata Chiesa D. Pietro
Antonio Geromini cremonese fu destinato
Parroco della medesima, e da tal epoca
vien nominata come gi vi dissi.
Questo maestoso Tempio diviso in
tre navate, cio la grande, e due pi bas
se laterali, oltre la cupola, ed adorna
di quattordici Altari con loro ancone quasi
tutte uniformi.
Il Quadro del primo Altare al lato
destro entrando, esprime l' Apostolo S. An
74
drea condannato al patibolo della Croce
da Egea Proconsole, e molto popolo spet
tatore del suo martirio.
Opera di Scarsellino Francesco Pittor
Ferrarese, come ci sta scritto a piedi.
Gli ornati d'architettura sono di Giu
seppe Natali da Casal-Maggiore.
. Al secondo Altare, Lattanzio Gambara,
discepolo di Giulio Campi vi dipinse Ges
deposto dalla Croce, e messo nel Sepolcro,
con molte altre figure; ma essendosi vo
luto ridurre in tavola maggiore il detto
Quadro, Luca Cattapane allievo di Vin
cenzo Campo vi aggiunse da un lato una
bella Maria in piedi tutta piangente, e
dall'altro Giuseppe d'Arimatea, cosicch
sembra che il Quadro sia dipinto da un
sol Pennello ,
La pala del terzo Altare rappresenta
S. Cattarina sul palco in atto di ricevere
il colpo dal manigoldo, con quantita di
gente spettatrice, e l'Angelo apportatore
della palma, e corona . E siccome non
aveva valso la ruota, l'Imperator Massimo
ordin che gli fosse reciso il capo.
Parimenti questo di Francesco Scar
sellino .
Al quarto Altare Giacomo Palma
Cremonese nel 1593, aveva eseguito il
7
Quadro, il quale rappresentava s Age
portato dagli Angioli al Cielo, e sotto un
gran campo di battaglia, con tende e pa
diglioni, dove veniva condannato S. Do
naziano, e Compagno ad inghiottir il piom
bo liquefatto, e poi strascinati per i piedi
da due bianchi cavalli.
Nel 1797. fu levato, e trasportato
in Francia .
Nel 8o8. fu empito questo vano con
l' attuale rappresentante la Nativit di No
stro Signore, ed i Pastori, che l'adorano,
illuminati dallo splendore del Pargoletto
Divino: in alto l' Eterno Padre attorniato
di gloria.
Il Cavalier Malossi l'aveva eseguito
l' anno i 583., per la gi enunciata Chiesa
di S. Giorgio .
Alessandro Maganza vicentino dipinse
il Quadro dell' altro Altare su cui vi
espresso il transito di S. Nicol Vescovo di
Mira, morto nella Citt di Bari l'anno , o87.
Opera di gran pregio si la tela e
non tavola dipinta dal Cavalier Malossi
l' anno 16o2. dell'Altare, che rimane di
fronte alla stessa navata, su cui vi espressa
la gran Penitente Maria Egiziaca, nell'atto
che presentatasi al Tempio di Gerosolima,
compunta d'amor Divino, vien rigettata
6
7 Dello stesso egli pure
il lunettone
posto superiormente, ove vi dipinto il
Paradiso aperto, la medesima Penitente in
gerarchia con altri Santi, e gran gloria
d' Angioli , i quali estraggon le Anime
Purganti, figure atteggiate tutte in modo
sopragrande .
E sotto la Mensa dello stesso Altare,
dall' anno i 58 1. a questa parte si serba la
preziosa di lei spoglia mortale, trasportata
dalla demolita Chiesa con tal nome .
Carlo Picenardi Pittor cremonese nel
1658. dipinse il Quadro grande lateralmente
posto al gi descritto Altare, su cui rap
presentasi l' Imperator Antonio, che nella
Citt di Roma condanna la vedova Felicita
e sette suoi figli maschi ai diversi martirj,
cioe Januario, Felice, Pargilippo, (il quale
viene gettato gi dalla Flava ) Innocente,
Alessandro, Vitale, Marziale, e la Madre
vien condannata il giorno susseguente alla
presenza degli estinti figli.
Sopra ad un pezzo di carta posta sul
gradino del Trono, vi il nome dell'Ar
tefice, e l'anno suddetto.
Nell' egual spazio dirimpetto a questo
Gio. Batt. Natali, anch'esso cremonese,
nel 1657. rappresent il martirio del Vescovo
di Cantuaria, S. Tommaso, assalito da' ma
77
nigoldi, entro un maestoso Tempio, con
moltissime figure, ove si distingue quant'ei
fosse edotto della prospettiva .
Ed marcato dal medesimo, col no
me, ed anno.
Il bel Dipinto dell'Altate, che ne
prosiegue il giro, figura il Governator Dal
matio, che condanna S. Cecilia, ad esser
messa in una caldaja d'acqua bollente, ed
i manigoldi, che ne sollecitano il fuoco;
il di cui Autore Gervasio Gatti, vi si
dipinto in figura da soldato, con armatura
di ferro, sopra a una tavola vi lasci
scritto Gervasius de Gattis dictus Sojarus
F. anno 16o 1.
Mainardi Andrea cognominato il Chia
vichino, allievo di Giulio Campi, esegu
nel 16o2. il Quadro del prossimo Altare,
su cui rimangon dipinti i quattro Santi
Dottori, Gregorio Papa, Girolamo, Ber
nardo, ed Agostino, seduti ad una tavola,
che disputano tra loro intorno all'alto mi
stero della Santissima Trinit, che rimane
superiormente contornata da gran luce, e
corteggio d'Angioli .
Sopra la pala del vicino Altare , vi
si vede dipinto la Vergine col Bambino,
il picciol S. Gio. Batt., l'Apostolo S. Gia
como Maggiore, e la Vergine Martire San
ta Appollonia .
78
Opera in tavola di Antonio Campo
eseguita nel
567. stata traslocata dalla
Chiesa de'SS. Giacomo, e Vincenzo, da'
PP, Barnabiti nel 1789, quando vennero al
possesso
di questa Chiesa .
E Giulio Campo fratel maggiore d'An
tonio esegu il Quadrilongo fresco, che
ne rimane superiormente, spiegante Maria,
e S. Giuseppe, che presentano Ges al
Tempio , e lo ripongon nelle braccia del
Santo Vecchio Simeone .
Il maestoso Quadro del penultimo
Altare a questo lato, era stato eseguito
l'anno 1549, da Bernardino Gatti detto
il Sojaro per l'Ancona dell'Altar mag
giore di questo magnifico Tempio, su cui
nobilmente vi dipinse la nascita del Reden
tore. Maria Vergine, S. Giuseppe, i Pastori
che l' adorano, S. Pietro con abito Ponti
ficale, che presenta al nato Bambino ,
Don Colombino Rapari cremonese, Abate
de' Canonici Lateranensi, la Gloria d'An
gioli, che lo circonda, e la vaga architet
tura , che l'adorna, il tutto insieme rende
quest'opera sorprendente, e degna di tale
esimio Professore.
Nel 1797, fu questo eccellente Quadro
levato, e dai Francesi trasportato venne
nella gran Gallera di Parigi .
Nel trionfale ingresso delle Armate
Austriache , ed Aleate in Francia nel 1814.
venne questo rimandato unitamente ad altri,
e siccome avevano di gi occupato il vano,
che per diversi anni vi rimaneva, fu divi
sato di levare il Quadro di S. Ubaldo, e
colocato venne al presentaneo luogo nel
mese di Giugno del 1816.
Di Ermenegildo Lodi Pittor cremonese,
allievo di Gio. Batt. Trotti, il Quadro,
che orna l'ultimo Altare, il qual rappre
senta la Predicazione di S. Gio. Battista
istoriato con molte figure .
Gli ornati della descritta parte sono
di certo Rocca Bolognese, parte di Luca
Cattapane, parte dello stesso Ermenegildo,
e parte di Giuseppe Natali .
Ai due lati della porta grande vi sono
due Quadri non molto grandi dipinti sul
legno.
Uno rappresenta l'incontro di S. Gioa
chimo con S. Anna, ed altre figure, e sotto
si legge Franciscus Scutellaris fecit.
L' altro rappresenta la deposizione di
Croce del Salvatore con molte altre figure,
e sotto vi sta scritto Bernardino Ricca 1 522.
Li tre Quadri sopra alle tre Porte sono
di Giacomo Ferrari mantovano.
Le pregiabili Pitture a fresco, che
8o
adornano la volta, sono maestrevolmente
distribuite, e in tal modo simboleggiate.
La prima Medaglia, rappresenta la
fortezza con a canto un Putto, che abbrac
cia una colonna, ed ai piedi tiene un Lione.
La seconda esprime la Temperanza.
La terza la Fede.
La quarta la carit del Prossimo.
La quinta la carit verso Dio, ornate
tutte d'una ben intesa architettura.
Ne' spazj laterali tra l'un finestrone,
e l'altro, si veggono dipinti tre Quadri
per parte rappresentanti diversi fatti Evan
gelici, operati dal Redentore, di una vi
vezza grande, contornati da mesoloni, con
intreccj messi con fondo d'oro, il che tutto
unito, consola l'occhio de' riguardanti.
Tale maestosa opera venne eseguita
dal nostro Ermenegildo Lodi, come ne fa
chiara testimonianza, un bel putto, che
rimane nell'arco terzo dove vi espressa
la Fede, il quale tien la mano sinistra
appoggiata ad una tavola, e con la de
stra accenna il nome di Ermenegildo Lodi
f. 1616.
Sull' asserzione di taluno che mette in
dubbio non esser tal opera eseguita per in
tiero dallo stesso; io soggiungo, che non sa
rebbe stato concesso di esporre il suo nome,
8r
e nemmeno l'abile Professore non sarebbe
stato tanto audace di arrogarsi quel me
rito, che ad altri si poteva competere.
Il celebre Antonio Campi nel 1579.
esegu a fresco gli archi laterali alla cu
pola, espressi con vaghi putti scherzanti,
ed in seguito inoltr il suo operato sopra
gli arconi, l'uno sopra l'organo, e l'al
tro, sopra l'Altare di S. Maria Egiziaca ,
ove vi st un finto cornicione, che forma
ovato a diversi Quadri rappresentanti alcuni
fatti della vita dell'Apostolo S. Pietro; il
tutto eseguito dal celebre Professore, con
forte colorito, e scorcj ammirabili, come
lo dimostra l' Iscrizione sopra l'organo,
che cos dice :
Antonius . Campus . Cremonensis
binas ... basce . Testudines . ornando . pri
mam . huic . Sacrae . Aedi . manum
imponebat . MDLXXIX .
Cos pure Giorgio Lamberti Pittor
firentino nel 1607. esegu il bel dipinto a
fresco della cupola, rappresentante il Giu
dizio Universale .
Da un lato scorgesi il luogo di pena
eterna , dall'altro il luogo delle Anime
Purganti, e nel centro il delizioso luogo
di gloria, col Divin Redentore, unito al
gran corteggio celeste.
82
Dello stesso Professore, sono le quattro
Sibille, che rimangon nei quattro pennacchj,
li due archi esteriori della stessa cupola ,
ed alcuni Quadri lungo al presbitero, che
prosieguono la vita dell'Apostolo S. Pietro,
continuando sino in fondo del coro, dove
ne siegue il suo martirio sulla croce a
capo in gi.
Ed in comprovazione di ci nel con
torno della suddetta cupola vi lasci scritto
il nome ed anno suddetto.
Antonio Campi sino dal 1575. dipinse
per la Chiesa ora soppressa di S. Vittore il
maestoso Quadro, che ora sta nell'ancona
dell'Altar Maggiore, il quale rappresenta
la Vergine sopra le nubi col Bambino a
canto; da un lato S. Vittore, e S. Cattaldo,
il primo vestito da guerriero, il secondo
in arredo Episcopale , dall' altro canto
S. Giovanni Evangelista col calice in ma
no, S. Cattarina, ed un altra Santa, che
tiene una spada confitta nel petto .
E sotto la base di una colonna vi sta
scritto Antonio Campi - Cremonese pinse
l'anno 1575. Nel 18o. fu posto al pre
citato luogo, in mancanza di quello di
Bernardino Gatti, poco prima accennato.
Nel coro vi sono due Quadri dipinti
da Carlo Picenardi circa l'anno 163o. Il
83
primo rappresenta il Battesimo di S. Ago
stino , l'altro quello di S. Valeriano.
I due Quadroni che occupano i late
rali del Presbitero sono stati dipinti d
Giacomo Ferrari mantovano.
Quello al lato del Vangelo rappresenta
il Martirio di S. Alessandro, S. Teodolo,
e S. Euenzio Pontefice, con quantit di
persone.
--
Nel contraposto vi il Cardinale
Guer
S.
rino, sotto maestoso Fabbricato;
che dispensa la limosina ad una quantit
di poveri.
Sotto al palco dell' organo si entra
in Sagristia, e sotto la volta di essa, vi
di buon fresco, e di un difficilissimo sotto
in s; dipinto dal rinomato Antonio Campi
l'anno 158o., il rapimento del Profeta Elia ,
sul carro di fuoco tirato da due bianchi,
e legiadri cavalli, all'intorno gira una rin
ghiera sostenuta da trentotto colonne, ai
vidalba, ornate di Putti .
Rimane per ultimo di i compiacersi
ad osservare il gran Dipinto a fresco, che
rimane nel locale, che un tempo serviva
di refettorio, e sopra ad uno spazio di muro
alto brac. 1 o. onc. 8. e largo brac. 18. onc. 6.
Bernardino Gatti detto il Sogliaro vi di
pinse il Redentore , che sazia le Turbe nel
deserto .
***
- - -------
=- - - -
84
Il celebre Professore, certamente non
ha omesso n studio, n fatica nello storico
sacro suo componimento per rendere tal
opera considerabile.
Il vedere in esso 226. figure tra uomini,
donne, e fanciulli di diverse stature, vestite in
varie foggie, con altrettante posizioni, lo
scorgersi da lontano citt, castelli, monti,
boschi, ponti, fiumi, messo il tutto con
vaga disposizione, tutto ci palesa il genio
ammirabile del grande artefice, e rende
gloria immortale a Cremona sua patria.
Nel lato sinistro entrando
vi si
appoggiato ad una stampella uno storpio
in piedi, che dicesi essere il ritratto dell'Au
tore, e su d'una colonna vicina ad esso
vi si legge Bernardinus Gattus, cui cogno
men Soiario Autor. MDLII.
Ad onta delle premure usate, e della
diligenza avuta da' Cittadini per conser
vare tale pregievol opera, cionullostante
la vetust di 266. anni, e le vicende a
cui pe' tempi and soggetto questo lo
cale, aveva essa alquanto sofferto; ma il
Nobile Sig. Conte Prevosto Don Giulio
Trivulzi cremonese nel 18 18. a proprie
spese la fece ristorare dal nostro Giovanni
Ghelfi, per cui con la sua abilit riuscito
di far sortire in essa dipintura quel bello, che
il tempo, e le vicende ci avevano tolto -
85
S, LUCIA CHIESA SUSSIDIARIA
ALLA PARROCCHIA
DE' SS. GIORGIO, E PIETRO
Marea
il Vairani
al foglio
CCXXVII.
Iscrizione 1639. che questa Chiesa fu eretta
nel mese di Giugno del 62 1. dalla Regina
Teodolinda in tempo che regnava sul Soglio
Pontificio Bonifacio V., ed era Re de' Lon
gobardi Adelvaldo figlio della suddetta
Teodolinda .
Lo asserisce il Bresciani alla pag. 79.
e l' Abate Francesco Zaccaria nella Serie
Cronologica de' Vescovi di Cremona alla
pag . 55
Nel 1583. Monsig. Can. Cristoforo Bru
mano la rinunci ai Chierici Regolari della
Congregazione Somasca, e fu governata dai
medesimi sino all'atto della loro soppressione
seguita il giorno 23. Giugno 1797.
In tre navi essa divisa; quella di
mezzo, e le due laterali . Contiene sette
Altari , e al Maggiore vi un bel
quadro dipinto da Angelo Masserotti cre
monese , il quale rappresenta la Santa
Vergine col coltello nella gola, ed alcune
donne che la sostengono, inoltre vi un
Santo Vescovo in atto di comunicarla. In
qualche distanza si vede il tiranno Pascasio
36
legato colle mani di dietro, e condotto
prigione .
Ed il nostro Gio. Batt. Trotti nell'an
no 16oo., dipinse il Quadro dell'Altare a
canto all'uscio della Sagrestia, con sopra
espressa la Vergine Maria collocata sulle
nubi, col diletto suo Figlio.
Da un lato S. Cecilia con a canto varj
stromenti, e dall'altro S. Giacinto Dome
nicano con di dietro alle spalle un Angelo,
che colle mani sostiene una tavola su cui
vi scritto Gaude Hyacinte, ed in seguito
il nome dell'Autore, e l'anno.
Allo stesso lato vi altro Quadro ben
eseguito, sul quale vi espresso S. Giro
lamo Emiliano Nobile Veneto, e Fonda
tore un tempo de' Chierici Regolari cos
chiamati della Somasca, genuflesso avanti
Maria Vergine in atto supplichevole. Non
noto per l'Autore,
ss. COSMO E DAMIANO,
OSSIA S. ANGELO
ALTRA CHIESA SUSSIDIARIA
ALLA PARROCCHIA
DE ss. PIETRo E GIoRGlo
Me D relgio nel nel san
tuario di Cremona alla pag. 253. che l'antica
87
Nobile Famiglia Ribaldi, l'anno 645. fece
fabbricare in questa citt due Chiese vicine
alla loro abitazione. L'una questa dedicata
alli SS. Martiri Cosmo, e Damiano, e l'altra
fu quella dedicata alli martiri SS. Vitale e
Geroldo, la quale venne soppressa nel 18o8.
Ne' tempi antichi, fu affidata a certi
Monaci dell'Ordine in allora di S. Benedetto.
Dispersi questi dalle guerre, fu go
vernata per pi anni da un Rettore, che
poi nel 1534. la cedette ai Padri Minori
Osservanti di S. Francesco, i quali abita
vano nella Chiesa di S. Angelo ne' Sob
borghi della Citt ; ma demolita questa
dalle guerre, e per conservarne la memoria
gli si aggiunse appunto il nome di S. Angelo.
Fu dai medesimi rifabbricata ed am
pliata la detta Chiesa e Convento, e fu
da essi goduta, e governata per il corso
di 276. anni, e sino all'atto della se
guita loro soppressione, che fu il giorno
25. Aprile 18 o.
La Chiesa non molto grande, con
tiene tre navate, ed copiosa d'Altari.
Il primo a mano sinistra entrando,
appunto quello che rappresenta la Vergine
col diletto fanciullo Ges sulle ginocchia,
e a canto i due martiri Santi Cosmo, e
Damiano, ed una figura genuflessa, qual'
88
uno della detta famiglia Ribaldi, il quale
ne lasci la pingue fondiaria, e fece eseguire
tale superba opera dal nostro Giovanni
Francesco Bembo, come ci sta scritto a
piedi in un biglietto, che cos dice. Jo
annes Franciscus Bembus Pinxit 1 524.
Al. secondo Altare Gio. Batt. Trotti
dipinse il Quadro che rappresenta la Vergine
col Bambino fra le braccia, seduta su d'un
alto piedestallo, da un lato S. Paolo, e
dall'altro S. Gio. Batt., ed un bel Putto
nel mezzo, che scherza con l'agnello.
Al terzo Altare il ridetto Trotti esegu
l'anno 1583. altro Quadro, ove nel mezzo
scorgesi il nome di Ges contornato da
gloria d'Angioli, S. Francesco da un lato,
e dall' altro S. Bernardino ambi genuflessi,r
in atto di adorarlo.
Al quinto Altare a questo lato lo
stesso Professore i dipinse il Quadro sopra
disegno del suo maestro Bernardino Campi,
ove vi espresse la Vergine col Bambino
in gloria, S. Girolamo al lato destro, e
S. Francesco al sinistro, trovandosi scritto
il suo nome .
Al penultimo Altare all' opposto lato
vi altro Quadro, che figura la Vergine,
ed il Salvatore seduti in alto, e sotto in
atto supplichevole il Serafico S. Francesco:
89
epera di accurato scolare del Trotti detto
il Cavalier Malossi.
Sul Quadro dell'ultimo Altare vi
dipinto il Salvatore che assiste al transito
di S. Giuseppe, contornato di gloria.
Questo venne eseguito da Pietro Fran
cesco Mazzucchelli detto il Morazzone dalla
Villa ove nacque nel Ducato di Milano,
come pure suoi sono gli Angeli che riman
gon nell'arco.
Soggiunge il Merula al foglio 255. che
nell'anno 16o2. ai 5. di Luglio fu fabbri
cato l'Oratorio annesso che vi si trova
all'aspetto di mezzo giorno, il quale serv
molti anni per una Compagnia cos chia
mata delle Stimate di S. Francesco. Questo
ornato di pitture, e stucchi ad oro.
ss. GIAcoMo, ED AGosTINo
CHIESA PARROCCHIALE
Sa registrato dalVairani all'Iscrizione 595 ,
che l'Imperatore Carlo Magno il giorno 8.
ottobre dell'anno 8o 1. fu presente a vedere
a porre ne' fondamenti la prima pietra della
Chiesa di S. Giacomo dal Vescovo Stefano II.
Con assenso del Vescovo Cacciaconte
de'Sommi nel 126o. furono introdotti in
Citt i Padri Eremitani di S. Agostino, e
- -- -- == =
90
per essere aumentato il numero de' Religiosi,
fu concesso loro da altro Vescovo Ugolino
di S. Marco dell' Ordine de' Predicatori
nel 1339. di demolire l'anzidetta Chiesa
di S. Giacomo per costruirvi il vasto Mo
nastero, ed in seguito passarono ad erigere
la nuova Chiesa di S. Agostino, aggiun
gendovi il nome di S. Giacomo, per con
servarne la memoria .
Per il corso di 538. anni fu governata
dai suddetti Agostiniani, cio sino al giorno
24 Giugno 1798. epoca in cui segu la
loro soppressione .
Questa ha tre navate, una alta e due
basse laterali,
Nella Cappella dell'Angelo Custode,
a mano destra entrando il Quadro rappre
senta l' incontro di S. Anna con S. Gioa
chimo seguito in Nazaret, con altre figure
di Pastori.
In un biglietto vi sta scritto il nome
dell' Autore. Andreas Mainardus Cogno
mento Chiavichinus P. P. 1 59o,
Offre la seconda Cappella la Passione
e Morte del Redentore, con tutte figure di
stucco, alte pi del naturale, e d'una in
venzione, che d a conoscere l'abilita del
celebre Plasmatore Gio. Batt. Barberini
comasco, eseguita l'anno 1666. come vien
additato da un putto
collocato al
li
do
lato entrando, ed accennato dal Vairani al
N. 5 14.
Nella terza Cappella della B. V. della
Centura fabbricata l'anno 1738. con dise
gno di Gio. Batt. Zaist vi sono dipinte due
medaglie di sotto in s del celebre Seba
stiano Galeotto firentino.
Inoltre vi sono due Quadri grandi
laterali, uno rappresentante l'incontro di
S. Gioachimo con S. Anna, e l'altro Maria
Vergine, che si presenta al Tempio, eseguiti
da Giacomo Guerrini Cremonese.
Nella quarta vi in istatua S. Nicola
da Tolentino.
Il Quadro del quinto Altare di com
petenza del Principe Giuseppe Antonio So
resina Vidoni venne eseguito con vago
pensiero nel 1594. dal ridetto Andrea Mai
nardi. Esso rappresenta S. Giovanni Battista
in atto di prender l'acqua con una con
chiglia nel fiume Giordano, per battezzare
Ges Cristo. Vi si scorgono varj Angioli,
presenti all'istituzione di tal Sacramento.
E sotto vi marcato il ridetto nome, ed anno.
All'altro Altare della Nobile famiglia
Dati vi dipinto la B. V. seduta sulle
nubi col Pargoletto Ges. Al lato destro
S. Agostino con altra Santa, ed al sinistro
S. Giacinto
Domenicano, con
altra
figura, opera ben eseguita, ma d'incerto
Autore .
Francesco Sabbioneta Pittor cremonese
esegu il Quadro del settimo Altare devo
luto alla Nobil Famiglia Schinchinelli, sul
quale vi espressa la Sacra Famiglia coi
Re Magi prostrati ad adorare Ges Bambino.
Il Dipinto a fresco della Cappella del
Sacramento, il quale rappresenta Ges a
tavola coi due Discepoli Pellegrini nel Ca
stello di Emaus fu la prima opera eseguita
da Giulio Motta nel 1812. in et d'anni 25.
Del ripetuto Mainardi si pure la
Pala dell'Altar Maggiore, ove vi espresse
con vaga , ed ingegnosa maniera Iddio
Padre superiormente posto , e contornato
da gloria d'Angeli. Ne siegue lo Spirito
Santo, e per ultimo il Divin Redentore,
che versa dalle ferite il prezioso suo Sangue,
con S. Agostino, ed altri Santi, che coa
calici in mano lo raccolgono .
Al lato sinistro del medesimo sta scritto:
ANDREAS MAINARDVS COGNOMEN
TO CHIAVECHINVS C. F. 1594.
Sono degni d'osservazione i due gran
Quadri posti lateralmente nel presbitero .
Quello dalla parte del Vangelo rappresenta
S. Agostino che va meditando il grande
Mistero
della Santissima Trinit,
desi dipinta nell'alto del Quadro. L'altro
esprime S. Tommaso da Villanuova tutto
intento ad edificar Tempj a gloria di Dio,
ed altres a beneficar molti poveri.
Ambidue sono stati eseguiti da Angelo
Masserotti l'anno 1723., ma non terminati,
perch in tal tempo manc di vita .
Proseguendo il giro, il Quadro dietro
all' organo, sul quale vi espressa Santa
Cattarina, ed alte Sante in atto d'orazione
al Divin Padre, posto superiormente in
mezzo ad una ben intesa gloria, fu eseguito
dal poc'anzi nominato Mainardi .
Il Quadro dell'Altare, oltrepassata la
B. V. del Buon Consiglio, rappresentante
la Nascita del Redentore , attorniato da
varj Pastori che lo adorano, fu eseguito
da Gervasio Gatti detto il Sogliaro l'anno
1589., come sta scritto all'alto del medesimo.
Dal Duca Francesco Sforza , e da
Bianca Maria Visconti sua moglie, nel 1468
fu eretto il duodecimo Altare, ed il Qua
dro esprimeva il Martirio de'Santi Grisanto,
e Daria, come ne fa cenno il Vairani al
foglio 91., Iscrizione 596.
Nel 1812. fu questo levato, e collo
cato venne nella Cappella del Sacramento,
ed in sua vece gli fu sostituito altro Qua
vdro, che rappresenta Ges deposto dalla
Croce, sostenuto sulle ginocchia della Ad
dolorata Madre Maria. Questo fu eseguito
dal Cavalier Gio. Batt. Trotti per la Chiesa
di S. Abbondio. E' presumibile per che
questo verr traslocato nella Cappella del
Sacramento , sostituendosi una bellissima
tavola dipinta da Galeazzo Campi per la
Chiesa di S. Leonardo, la quale rappresenta
la B. V. seduta col diletto Figlio fra le
braccia , e questa veniva chiamata dal vol
go la B. V. de' buoni vicini, per essere
stata in que' tempi tal opera eseguita a
spese di quel vicinato.
-
Pervenne poi a questa Chiesa, per la
seguita soppressione di quella di S. Leonardo
il giorno 23 Giugno 18 i 2., e per l'acquisto
fattone dal Nobile Sig. Marchese Antonio
Cattaneo in allora Fabbriciere di questa sua
Parrocchia, il quale gliene fece gratuito
dono.
Al vicino Altare dell' estinta Nobil
Famiglia Roncadelli, eredi Manna esiste
altra Tavola, sulla quale vi dipinto da
famoso pennello Maria Vergine seduta su
d'una sedia col pargoletto Ges sulle ginoc
chia rivolto a S. Paolo, che rimane al destro
lato, ed al sinistro vi S. Antonio . Di
questo ne fu Autore Pietro Vanucci da Pe
95
ruggia maestro di Rafaello, e sopra al pie
diestallo della Vergine vi lasci scritto
PETRvs PERVSINVS PINXIT MCCCC
LXXXXIIII.
Nel 1797. fu levato, e trasportato a
Parigi ,
Nel 1815. fu rimandato, e collocato
venne al primiero suo posto nel 187.,
come n fa menzione la Iscrizione incisa
in marmo che gli sta a canto.
Nell'altro Altare della Nobile Famiglia
Radicati vi dipinto da Antonio Campi
la Vergine Annunziata dall' Arcangelo Ga
briello all'alto il Padre Eterno cinto da
gloria d' Angeli, ed altre figure.
Il Quadro dell'ultimo Altre, venne
dipinto dal Cavalier Gio. Batt. Trotti, sul
quale vedesi il Redentore che scende dal
Cielo a salvare S. Antonio Abate dalle
tentazioni diaboliche; il tutto eseguito con
gran forza, ed espressione; e nel contorno
del campanello, vi lasci scritto il suo nome.
Al lato destro della porta principale,
Manfredo Lodi cremonese, nell'anno 16o 1.
esegu a fresco il Quadro, che rappresenta
Ges battezzato da S. Giovanni Battista ,
e molte altre figure.
E quello dell'altro lato dipinto sul legno
da Gio. Batt. Zuppelli, o Cipelli anch'esso
cremonese, Incisore della nostra caccia del
Toro, rappresenta la Vergine seduta, che reg
ge sulle braccia il pargoletto Ges unito a
S. Gio. Battista, e S. Giuseppe che sembra di
lettarsi dell'innocente gioco dei due fanciulli.
ll Professore suddetto vi lasci marcato
il suo nome .
Ed Angelo Masserotti, pur esso cremo
nese, molto si distinse nell' eseguire ad
olio il Quadro che rimane sopra la porta
maggiore, il quale rappresenta una maestosa
sala, in mezzo alla quale vi sta il massimo
Dott. S. Agostino con molte figure d'uomini,
e donne vestiti con diversi abiti Religiosi,
rappresentanti i varj Ordini dal medesimo
istituiti , e ad ognuno prescrive le loro
Istituzioni.
Le dodici Statue a Stucco dei varj Pa
triarchi, e Profeti , eseguiti dal suddetto
Barberini, ed il restante delle Pitture della
volta, ed i contorni delle cantorie servono
a completare questa maestosa Chiesa ...
sANTI EGIDIo, ED oMoBoNo
CHIESA SUSSIDIARIA
DELLA PARROCCHIA DI S. AGOSTINO
Da una Iscrizione lasciataci dal Baladori
nella vita di S. Omobono, al foglio 557.
97
ricavasi che questa Chiesa fu eretta da Be
rengario II. Re d'Italia col titolo di S. Egidio
Abate il giorno 7. di Maggio dell' anno
949. E per il corso di 152. anni conserv
tal titolo.
Seguita poi il giorno 13. Novembre
1 197. la morte di S. Omobono Tucenghi,
il quale per i miracoli da esso operati in
vita, e dopo la di lui morte, e per le
premure avute da' suoi Concittadini, e dal
Vescovo Sicardo Caselana, ed in seguito
per la Canonizzazione ottenuta dal Ponte
fice Innocenzo III. venne il giorno 25
Giugno del 12 o2. riconosciuto nostro Santo
Protettore, fu in tale occasione aggiunto
al titolo di S. Egidio, quello di S. Omobono.
Filippo Belintendo cremonese Parroco
della medesima nel 1449. a sue spese ridurla
fece in forma migliore. Inalz la cupola, e
rinov la facciata , facendovi porre le due
statue di marmo dei detti Santi Titolari.
Questa Chiesa divisa in tre navi,
ed fornita di dieci Altari.
Il Quadro del primo Altare a destra
entrando in Chiesa opera di Giulio Calvi
detto il Coronaro, ove si vede la B. Vet
gine collocata in alto; abbasso, l'Apostolo
S. Andrea da un lato; e dall'altro S. Fermo.
Al secondo Altare vi sono dipinti
7
98
S. Egidio, S. Liborio, e S. Ignazio Vescovo
e Martire, tutti in atto supplichevole, con
gli occhi rivolti al Cielo; opera di Filippo
Sacchi.
Al terzo Altare della Nob. Famiglia Vi
sconti, Angelo Masserotti dipinse il Quadro
che rappresenta Ges quando si licenzia da
Maria sua Madre per intraprendere l'opera
inefabile di sua Passione; in seguito dipinse
l'ovato con sopra S. Antonio, ed i freschi
di detta Cappella .
La Pala del quarto Altare rappresenta
la Vergine in alto sostenuta da nubi, S. An
tonio Abate da un lato, e S. Carlo dall'altro,
Opera di Gio. Batt. Lodi cremonese, ese
guita nel 16i 1.
Oltrepassato l'Altare della B. V. della
Concezione , si passa all'Altare maggiore,
il Quadre del quale, rappresenta S. Omo
bono cinto di gloria prostrato avanti Ges
Sacramentato, e molte persone ammiratrici.
Da tutti viene giudicato di Gio. Batt. Trotti,
detto il Cavalier Malossi
A destra abbiamo l'Altare del Santo
Protettore Omobono scolpito in legno, con
al fianco due poveri storpj a cui fa elemosina
e sotto la mensa del medesimo vi rimane
parte del Corpo d'esso Santo.
La scala vicina a questo altare mette
99
alla Tomba, in cui egli fu tosto dopo
morte sepolto.
L'Altare oltrepassata la porta picciola
fu eretto dal Nobile Sig. Conte Eliseo Botta,
ed il Quadro, che rappresenta il gran Mistein
dell' Annunciazione di Maria Vergine fu
eseguito per commissione del detto Botta
da . Bernardino Campi , come sta scritto
Bernardinus Campi pinxit. 1572.
- L' Altare a questo vicino del SS.
Crocifisso. Egli quello dove orava, e da
vanti al quale mor S. Omobono . oe
iNell'ultimo Altare evvi in una nicchia
la Statua di S. Felice Resta,
la
Il Nobile Sig. Conte D. Antonio Vi
sconti contrassegnar si volle nel 1744. con
far dipingere dal Cavalier Angelo Boroni
alcuni fatti storici della vita di S. Omobono,
e dal Pittor Architetto Gio. Batt. "Zaist
ornarli fece, cosicch il primo esegu al
cune medaglie nella nave di mezzo, in
una delle quali vedesi S. Egidio portato in
gloria dagli angioli; ed in seguito nel tam
buro che porta la cupola scorgonsi in quat
tro Quadri grandi alcuni fatti del carita
tevole nostro Santo Concittadino, cio uno
rappresenta il Santo che opera il miracolo
di convertire l'acqua in vino per ristorare
gli assetati suoi poverelli .
Nel secondo vedesi il Santo dispensare
- -- - - - -- -
- -
OC
a' medesimi il pane che in gran copia gli
si moltiplica .
Il terzo figura il Santo entro un'offi
cina ripiena di merci, servendosene a ve
stire i poveri ignudi.
Nel quarto scorgesi il detto Santo
spirante avanti ad un Crocifisso, e sostenuto
dagli Angeli rendere l'anima sua a Dio,
La sommit della cupola rappresenta
il Paradiso aperto coll'augustissima Triade
attorniata da gloria, ed alquanto pi in
gi scorgesi maestosamente eseguito dallo
stesso Professore il Santo portato da copiosa
schiera d'Angeli al Cielo, ed alcuni altri
che festeggiano il glorioso di lui arrivo.
Il secondo poi, cio il Zaist contorn
le medaglie, la cupola, ed il restante della
Chiesa con architettura all'uso di que'tempi.
Quest' opera laboriosa fu recata a termine
dagli anzidetti Professori nel 1755. - con
universale aggradimento
SANTI MARCELLINO, E PIETRO
ALTRA CHIESA SUSSIDIARIA
ALLA PARROCCHIA DI S. AGOSTINO
i
Revi dal Santuario
Merula
alle
pagine
di D.
146.
Pellegrino
e 147. che per
disposizione di Margarita Torre, la quale
fece donazione del suo ai Padri della Com
pagnia di Ges di Milano, acci parte di
loro venissero ad abitare in questa nostra
Citt, fu concesso loro l' anno 1599 di
demolire due picciole Chiese, una nomi
nata il Presepio, l'altra S. Michele Nuovo,
per eriggere il vasto loro Collegio, con le
scuole annesse, secondo era l'istituto loro.
Il Vescovo Cesare Speciano nostro cre
monese, acquist la casa di Gio. Batt. Tonsis,
quella del Peverari, e quella del Mainoldo,
per formare una Chiesa ad onore delli
SS. Martiri Marcellino, e Pietro alla quale
diede principio, e pose esso Speciano ne'
fondamenti la prima pietra l'anno 16o2.
come ne appare dall' Iscrizione posta nella
facciata
esteriore
marcata
dal Vairani
al N. n 656.
In capo a cinque anni il Pastor nostro
rese a termine il rustico Fabbricato, non
potendolo veder terminato , perch morte
lo rap il giorno 2. Settembre 1607. lasciando
erede il Collegio coll'obbligo di terminare
detta fabbrica .
Successe al Vescovato Paolo Sfondrato
Cardinale, il quale la bened, e da quel
punto cominciossi ad ufficiarla .
Assunto nel 161 1. alla Sede Episcopale
Gio. Batt. Brivio Milanese, concesse a detti
I o2
Padri, (con l'assenso della Citt) due ossa
dei corpi dei suddetti Santi, i quali furono
posti sotto l'Altar maggiore della nuova
Chiesa il giorno 7. di Luglio 162o. ed in
tal tempo fu la Chiesa consacrata dallo
stesso Brivio.
Stettero essi Padri, in detta Chiesa,
e Collegio per il corso di 174. anni, finch
da Clemente XIV. l'anno 1773, fu la detta
Compagnia di Ges abolita.
Subentrarono al governo della mede
sima, i RR. PP. Minori Conventuali di
S. Francesco, che ne presero il possesso nel
1777. e vi rimasero sino all' atto della
loro soppressione seguita nel 1798., ed in
questo corso d'anni le Scuole furono pro
vedute da abili, e probi Professori, e fu
rono nominate col titolo di Ginnasio.
Nell'anno scolastico 18oo. vi suben
trarono i Padri Barnabiti traslocati da S. Pie
tro, assegnando ai medesimi parte delle
sunnominate scuole, e vi rimasero sino al
giorno25, Aprile 181o., epoca in cui segu
la soppressione di tutte le Corporazioni
Ecclesiastiche.
Questa Chiesa di una sola nave con
sei sfondate Cappelle, tre per parte, Nella
prima a mano destra entrando vi in
Quadro dipinto S. Francesco Saverio che
Io3
predica ai Gentili; l' opera di buon
pennello, ma d'incerto autore . (*)
La seconda dedicata al Sacro nome
di Ges .
Nella terza vi un Quadro con sopra
dipinto S. Giuseppe , opera di Angelo
Masserotti .
Entro maestosa, ancona di legno tutta
ad intaglj posta all'Altar Maggiore, ese
guita da Giacomo Bertesi, vi sono due
Quadri , uno fisso, e l'altro mobile.
Il fisso rappresenta la solenne funzione
del Santo Battesimo, che comparte il Sa
cerdote Marcellino a Paolina figlia di Ar
temio Carceriere, e a tutta la di lui fa
miglia convertita dall'Esorcista Pietro alla
(*) Prima che fossero aboliti i Gesuiti
eravi altro Quadro di buon pennello, il
quale rappresentava S. Lodovico Re di
Francia che faceva dispensare la limo
sina a' poveri , ed era marcato cos
Borbon Nov. Rom. Fu questo acquistato
dal Conte Carlo Lerchenfeld Ciambellano
di S. M. I. e trasportato venne in Ger
mania insieme a molti altri Quadri ac
quistati dal medesimo raccoglitore. s
Io4
Fede Cristiana. Questo Quadro fu eseguito
da Gervasio Gatti circa l'anno 16o4.
E sul mobile, che sta rotolato, il
quale si cala ne' giorni di Venerd, e Sab
bato dell'anno, come pure nella Quaresima
ed Avvento, evvi dipinto Ges Cristo in
Croce con accanto due Marie in faccia me
ste, rivolte al loro Signore, e S. Francesco
Saverio in abito da Pellegrino. Quest'opera
pregievole di Agostino Bonisoli Pittor
CTe InOIlCSe ,
Angelo Masserotti esegu i due Quadri
esistenti nel presbitero; in quello a sinistra
vi sono dipinti i due Santi Marcellino, e
Pietro comparsi vestiti di candide vesti, ed
a cavallo, in campo di battaglia per libe
rare questa nostra Citt dall'assedio, ed
imminente presa de'Milanesi ed Alleati,
seguita l'anno 12 13. ( Cos Merula nel San
tuario al foglio 143 )
Nell' altro vi parimenti espresso il
pomposo trasporto eseguito dal Vescovo
Cesare Speciano delle Sacre loro. Spoglie
nell'anno 16o 3. dalla Chiesa di S. Tommaso,
alla Cattedrale, ove dal giorno 12. Maggio
1 o78. queste esistevano (Cos il Merula allo
StcSSo foglio. )
Nella quarta Cappella Giacopo Bertesi
vi ha scolpita la BV della Concezione
1o5
col Bambino, che schiaccia con un piede
il serpente ; e nei laterali dell' ancona vi
sono due Quadri dipinti da Luigi Miradori
detto il Genovese, uno de'quali spiega il
Martirio di S. Orsola colle Vergini sue
Compagne, e l'altro il Trionfo della stessa
Santa dopo la sua morte.
Del poc'anzi mentovato Masserotti
pure il Quadro della quinta Cappella, nel
quale vi espresso S. Ignazio Lojola mentre
fa orazione, e allorch gli compare il Divin
Padre, e Figlio, colla Croce in spalla .
Il Quadro dell'ultima Cappella viene
giudicato di Carlo Maratta, sul quale in
tela vi ha dipinta con vago colorito la
Vergine nel mezzo, da un lato S. Luigi
enuflesso, e dall'altro S. Stanislao Kostka.
laterali, e la volta sono stati eseguiti da
Francesco Tassoni cremonese, allievo di
Gio. Batt. Natali, unica di lui opera in
Patria . ,
Tutte le suddette Cappelle sono ornate
di Stucchi, e Quadri nei contorni; cos
pure la Chiesa n' fregiata dalla cima al
fondo di maniera che tutta apparisce, bella,
vaga , ed in perfetta armonia disposta,
Sull'angolo della stessa contrada Spe
ciana , e sotto la stessa Parrocchia di
S. Agostino esiste un Oratorio privato col
1e6
titolo di S. Nicol , e Michele Nuovo ,
costrutto l'anno 659. coll' assenso di Eu
sebio Vescovo.
Ricavasi dal Merula alla Pag. 3o2.
del suo Santuario, che ne' trascorsi secoli
questa Chiesa era Parrocchia, e rimaneva
nel Borgo di Porta Pertusia. Continu ad
esserla per una lunga serie d' anni, ma
cess di esser tale nell'ultima riduzione di
altre Parrocchie seguita l'anno 1788., ed
in tale occasione venne assegnata come
Oratorio Pubblico, il quale nel 18o 1. do
veva essere soppresso, e demolito .
Ma il Nobile Sig. Marchese Cesare
Luigi Magio in tal occasione ne fece acqui
sto unitamente alla Casa del Parroco, con
condizione, che rimaner dovesse Oratorio
privato, cosicch vien questo officiato nei
giorni festivi dell'anno da numerosa gio
vent, diretta da probe, e pie persone.
Vi sono in esso tre Altari, e nel mag
giore in fondo al coro trovasi appesa al
muro una bella Tavola, sopra la quale
stavvi dipinta la Vergine seduta sopra un
piedestallo, ornato di un basso rilievo con
Ges Bambino seduto sulle ginocchia della
stessa Vergine, da un lato S. Gio. Batt.
in et puerile, e dall'altro S. Nicol ve
stito in abito episcopale avente un piviale
figurato di ricamo .
1o7
Fu essa eseguita da Gio, Francesco
Bembo l'anno i 5o6. come cavasi dal Zaist,
notizie dei Pittori al foglio 55.
A quello vicino alla chiusa porta vi
altro Quadro dipinto sulla parosina, il
quale mostra Ges deposto di croce con
l'afflitta Madre Maria, e molte altre figure
ben espresse. L'autore incerto, ma vien
giudicato della scuola di Vincenzo Campi.
Dirimpetto a questo vi altro Quadro
di carattere antico, sul quale vi dipinto
S. Francesco d'Assisi, che sembra si con
soli al sentire un Angelo che suona il
violino...
La torre di questo Oratorio aveva
alquanto ceduto dalla parte di settentrione,
e minacciava rovina, per cui nel 1763,
dall'Architetto Gio. Batt. Paroni cremonese
fu accomodata, e aggiunta le fu la sopra
alzata rotonda, che da prima non esisteva
come rilevasi da memoria incisa in marmo
incassata nella stessa torre, marcata dal
Vairani al foglio CCL. Iscriz. 1805,
-
--
io8
ALTRO ORATORIO PUBBLICO
ESISTENTE
SOTTO LA STESSA PARROCCHIA
DI S. AGOSTINO,
COL TITOLO DI S. GIO, BATTISTA
9
L origine di questa Chiesa ignota; solo
si rileva dal Merula al fog. 162. del suo
Santuario, che Pietro Capello Vescovo di
questa Citt nel 136o. la concedette a delle
Monache, che vivevano sotto l'istituzione
di S. Benedetto, le quali abitavano fuori
di Porta Milano nel luogo di S. Zeno, e
per allontanarle dai disagi delle continue
guerre a cui andavano soggette, in detto
anno furono accolte in Citt come gi
si desse.
Per sovvenzioni avute nel 1526. fu
rono in grado di rifabbricare questa Chie
suola, la quale venne in seguito consacrata
dal Vescovo Lodovico Setala Milanese il
giorno 3. Luglio 1633. e per ci vien
chiamata S. Gio. Nuovo .
Le dette Monache per il corso di 256.
anni ne fecero sempre buon conto, ma nel
giorno 9. Aprile del 1785. vennero secola
rizzate, ed in tal'anno fu assegnata, unitamen
te al locale loro, all'Orfanotrofio de' Ma
schj, traslocati da altro Orfanotrofio vicino
Io9
alla soppressa Chiesa di S. Geroldo, ove da
15 58. abitavano .
Essa d'una ben intesa architettura,
contiene tre Altari. Sul Quadro di quello
di mezzo, vi dipinto la Nativit di S. Gio.
Battista con molte figure, ed di Autore
incerto. Negli altri due, in uno vi scol
pite. S. Gio. Battista con a canto un An
gelo, e l'agnello; nell'altro la B. Vergine
sopra
le nubi, che dagli Angeli viene por
tata al Cielo.
Sul restante della volta formata a
cupola sostenuta da quattro colonne di
marmo, incomincia il dipinto a rappresen
tare una gran Gloria d'Angeli posti in
vaghe azioni, parte de'quali sostengono
delle nuvole, e parte festeggiano l'arrivo
al Cielo della gran Madre di Dio. Pro
siegue S. Scolastica in candida veste, che
tiene in mano l'Eucaristico Sacramento;
accanto a lei, S. Gio, Battista in atto d'a
dorazione, ed al dissotto, il Profeta - Mos
tenendo nelle mani le Tavole della Legge.
va a terminare con la veduta
del Cielo aperto, ove scorgesi il Divin Padre
da un lato, e dall'altro l'Unigenito Figlio
Ges Cristo ...
Uberto la Longe detto il Fiamingo
ne form il grande abbozzo, ma essendo
sgraziatamente stato dalla morte rapito,
da un suo scolare venne ultimato, e posto
in. esecuzione.
Al lato destro entrando conservasi una
B. Vergine dipinta sul muro col Bambino
sulle ginocchia; da un lato S. Sebastiano,
e dall'altro S. Rocco di un carattere molto
antico, e molto distante di quello di Giulio
Campi, come vien asserito, e sotto vi scritto
Hanc.Posuit Sacram Lodovicus Arisius
Aram
Precibus Et Votis ut Coleretur Ibi
MDXXV.
SS e MARGHERITA, E PELAGIA,
CHIESA, CHE DAL in 592. E' ADDETTA
AL SEMINARIO VESCOVILE
,,
F , le antiche Chiese di Cremona, conta
vasi anche la Parrocchiale di S. Margherita .
Ricavasi poi da una Cronaca di Ga
briele Pennotto nel libro 2. cap. 26. a
carte 3 1 4. citata dal Merula al foglio 18o.,
che in poca distanza dalla citt esistevano
due grandiosi Monasteri , uno delli Cano
nici Lateranensi, l'altro delle Canonichesse
sotto la regola di S. Agostino, con Chiesa
di S. Pelagia, i quali dalle vicende de'tem
pi, circa l'anno 1266. furono distrutti, ed
i redditi del secondo furono uniti alla detta
I I
Chiesa di S. Margherita , aggiungendovi
il titolo di S. Pelagia per conservarne la
memoria, ed inoltre gli fu dato il titolo
di Priorato; uno de' quali fu Marco Giro
lamo Vida Nobile nostro Concittadino,
Vescovo d'Alba, Poeta, e grande Oratore,
che per lasciare alla sua Patria una me
moria degna di lui, nell'anno 1547. si de
termin di farla tutta ridurre a sue spese
in forma migliore, come da memoria in
cisa sulla facciata esteriore della medesima,
registrata dal Vairani al foglio CCXXX.
Iscrizione
166o.
Acci tale opera fosse in tutte le sue
parti con precisione eseguita , ne adoss
l'incarico al Pittore ed Architetto Giulio
Campi, il quale ne form il disegno, ed
in seguito maestosamente la dipinse a fresco
da cima al fondo in un modo, che chia
ramente diede a conoscere sin dove giu
gneva l'abile suo pennello, non omettendo
in ci n studio, n fatiea, per cui molti
classici autori la chiamano un capo
d'opera (*).
- - -
(*) Giulio non fu scolare che di suo Padre
Galeazzo, e non di Giulio Romano,
I2
L'aspetto suo a Ponente, con sei
Altari, tre per parte, oltre al maggiore,
nella volta del quale, in primo luogo il
celebre Professore dipinse il Divin Padre
che discende dal Cielo attorniato d'una
maestosa gloria d'Angioli vivamente espressi,
e posti a loco da maestro pensiero.
Discese a dipingere l' adorazione de'
Magi, cio la Vergine Madre da un lato,
S. Giuseppe dall'altro , ed il Pargoletto
Ges coricato, con a destra , ed a sinistra
il seguito dei detti tre Magi, consistente
in paggi, e cavalli ec.
In seguito scorgesi al primo Altare al .
sinistro lato, quando Maria, e Giuseppe
presentano il Redentore al Tempio di Ge
rusalemme, e lo ripongon nelle braccia del
Profeta Simeone, il quale dall'immenso
giubilo di vedere Ges, cade in deliquio.
Al secondo Altare evvi espresso Ges
-
come ne parla la guida, perch quando
Giulio Lippi si trasfer da Roma a Man
tova, il nostro Giulio era gi quel Professore
che doveva essere, ed invece fu suo Cu
. gino Bernardino
pennello.
allievo del romano
I 13
dell'et di dodici anni in Gerusalemme,
che disputa coi Dottori della legge , i
quali ne restano attoniti, e convinti.
Al terzo Altare dal lato stesso vi
figurato Ges dentro una barchetta costeg
giante il mare, il quale predica ad una
quantit di persone, che con singolare at
tenzione l'ascoltano.
Due fatti in un sol Quadro vengono
rappresentati al quarto Altare ; il primo
mostra la Trasfigurazione del Divin Reden
tore seguita sulla cima del monte Tabor,
con a destra, ed a sinistra i due Profeti
Mos, ed Elia, rimanendo in poca distanza
tre de' suoi Apostoli, Pietro, Giacomo, e
Giovanni, i quali restano abbagliati dallo
splendor celeste; ed a piedi dello stesso
monte vedonsi molte persone, in mezzo
alle quali scorgesi il Salvatore, che pro
digiosamente benedice, e risana un gio
vane additato dal Vangelo, che da molto
tempo era indemoniato, al qual effetto gli
astanti rimangon attoniti, e confusi.
Il quinto dimostra il portentoso mira
colo operato dal Redentore in Betania, nel
la risurrezione di Lazaro seguita quattro
giorni dopo la sua morte, alla presenza
delle di lui sorelle Marta, e Maria, non
che di molte altre persone, al qual mira
I4
colo rimangono tutti stupefatti, ed in lui
riconoscono il vero Figlio di Dio.
Al sesto Altare - si vede dipinto il
trionfale ingresso del Salvatore in Geroso
lima a cavallo alla giumenta, con una
quantit di Popolo, che accorre ad incon
trarlo, chi con palme in mano, e chi fa
cendo applauso al solenne suo ingresso.
Oltre ai Quadri ornar volle gli archi
delle medesime Cappelle con fogliami a
chiaro scuro, donde sortono putti, e bestie
con ischerzi singolari.
Prosegu a dipingere sopra l'arcata
dell'Altar maggiore coll'esprimervi Ges
Cristo in croce, ed un vago paese in lon
tananza, oltre a varie figure. E dirimpetto
a questo, superiormente alla porta d'in
gresso vi ha dimostrato la sua Risurrezione,
colle guardie che custodivano il Sepolcro.
--
Di fianco al fenestrone vi sta la Ver
gine da un lato, e dall'altro l'Arcangelo
Gabriele che la saluta .
Il celebre Professore ripart la volta
in tre arcate, nelle quali volle sostenere
un carattere, ed un pensiero molto diverso
del primo, e dimostrar volle in sei medaglie
alcuni fatti del vecchio Testamento. Nelle
due della prima arcata vi espresso il
Pastorello Davidde, che recide il capo al
Il5
Gigante Golia. Nell'altra Giona Profeta
vomitato dalla Balena sul lido del mare .
Di quelle della seconda arcata una rap
presenta gli Israeliti provveduti da Dio
nel deserto della manna, l'altra delle co
tornici , che ricoprono il terreno .
Delle altre due della terza una dimostra
quando Mos fa inalzare al Popolo Ebreo
il Serpente di Bronzo, l' altra esprime
Giuseppe il casto, che fugge dalla impudica
Moglie di Putifarre.
- -- - --
Anche le predette medaglie ornar volle
con ischerzi di fogliami, donde ne sortono
figure, e bestie di diverse qualit, cos che
tutta la predetta volta rimane intieramente
ornata, e compita.
Suo lavoro sono pure le statue dei dodi
ci Apostoli, da entrambi i lati collocate
nelle nicchie tra gli intercolonnj, cos mar
cate dal Zaist nelle sue notizie al fog. 1 1 9.
La vetust di due secoli avea portato
a tutto questo vago dipinto qualche guasto,
e smarrimento dei colori a cagione altres
del nitroso locale, onde per commissione
di Monsignor nostro Vescovo Alessandro
Maria Litta milanese nel 1733. vennero
pulite, e ristaurate dal valoroso nosrro Pit
tore Gio. Angelo Boroni, per cui il prelo
dato Pastore, essendo rimasto contento di
1 16
tal operato, oltre al convenuto regalo de
corar lo volle del titolo di Cavaliere dello
Speron d'oro.
Nello stesso tempo furono pur fatti di
commissione del medesimo Prelato tutti gli
ornati che si veggono dipinti ai colonnati
ed altri luoghi della detta Chiesa dal Cre
monese Pittore, ed Architetto Gio. Batt.
Zaist.
Di tal ristauro ne rimane scolpita me
moria al lato destro dell'arco sopra l'Altar
maggiore citata dal Vairani al fog. CCXXXI.
Iscr. 1667.
Cos pure lo stesso cita al fog CCXXX.
le due Iscrizioni 1661. e 1662., che riman
gon ai lati dello stesso Altar maggiore,
quali trattano delle beneficenze lasciate dal
summentovato Prelato Vida, le quali dal
Merula vengono citate al foglio 18o.
SANTI APPOLINARE ED ILARIO
CHIESA PARROCCHIALE
Pina del quarto
decimo secolo esisteva
in questa Citt una picciola Chiesa col ti
tolo di S. Ilario Vescovo, la quale aveva
l'aspetto a ponente.
Nel 1477. risiedeva in essa in qualit
di Rettore D. Pasquale Coppi Cremonese,
I 17
il quale ottenne dal Vescovo Giacomo An
tonio della Torre cremonese, come pure
dai Reverendissimi Canonici della Catte
drale di cedere la detta Chiesa ai Chierici
Apostolici, ossiano Gesuati, facendo dona
zione ai medesimi di tutti i suoi beni.
Nel 1643. per Breve Pontificio di Cle
mente X. vennero quelli aboliti, e fu con
cessa la Chiesa, ed il Convento ai Frati
Eremitani Scalzi dell'Ordine di S. Agostino,
i quali ne presero il possesso col giorno 2 1.
Ottobre 1675. sotto il Vescovo Agostino
Isimbardi Pavese .
Nel 17 14. venne a morte certo Fran
cesco Ferrari cremonese, il quale lasci per
testamento, che del suo fosse eretta una
nuova Chiesa coll'egual titolo di S. Ilario,
la quale fu incominciata nel 1716., di una
vaghezza, e grandezza maggiore della pri
ma, col rivolgerne la facciata a levante;
ed il rustico
l'anno 1766.
portossi a termine
Li suddetti Eremitani la governarono
per il corso di 132. anni, e sino all'atto
della loro concentrazione a Milano seguita
il giorno 5. Giugno 18o 5., e nel 181o.
vennero soppressi .
Per l'ultima riduzione delle Parroc
chie seguita nel 13. Novembre 1805. fu
i 18
eretta in Parrocchia, ed il Parroco della
cessata Parrocchia di S. Appolinare Don
Angelo Oliva cremonese ne prese il pos
sesso, assegnandogli altres per sua abita
zione una porzione del detto Monastero.
La Chiesa di una sola nave con
einque Altari .
Nel 1813. fu posto nell'ancona del
primo altare a destra entrando una super
ba scoltura di Giulio Cesare Procaccino
bolognese, la quale rappresenta l'Arcangelo
Gabriello in atto di condurre un'Anima
alla celeste gloria.
.
Due Quadri vi sono al secondo altare,
dipinti da Francesco Boccaccino, uno ovale
che, rappresenta S. Anna con la B. Vergine
ancor . fanciulla, rivolta al suo genitore
S. Gioachimo.
L' altro quadrilungo dimostra il tran
sito di S. Giuseppe.
Gio. Angelo Boroni dipinse il Quadro
posto in fondo al coro rappresentante la
B. Vergine col Bambino, S. Appolinare
Vescovo da un lato, e li Santi Simone,
e Giuda Apostoli dall'altro . (*)-
(*) Questo serviva di pala all ' Altar mag
giore della soppressa Chiesa di S. Appo
Quattro altri
Quadri
ge
' il
coro medesimo; quello a destra con sopra
dipinto S. Ilario nel mezzo, S. Cattarina,
e S. Appollonia nei lati, di Giulio Campi.
L'altro consimile, ove vi dipinta la
Vergine, che tiene sulle ginocchia il par
goletto Ges con altre figure marcato col
nome di Antonio Campi con l'anno 1546. (*)
Gli altri due sono del Masserotti, ed
erano nella Chiesa soppressa del Nome di
Maria .
Il Quadro dell'Immacolata Concezione
fu eseguito da Angelo Masserotti, e ci per
commissione del Nobile Sig. D. Felice de'Par
do Spagnuolo Governatore in quel tempo
di Cremona, ove volle, che vi fosse figu
rata la Vergine cinta di gloria, e S. Ni
cola da Tolentino, ed egli stesso all'intorno
col restante della sua Illustre Prosapia
- e
linare, e fu dipinto a spese del Parroco
della medesima D. Gio. Battista Rizzi
cremonese. - -
- -- -
- ,
r
(*) Il primo serviva di pala al detto Altare,
ed il secondo era nella Chiesa soppressa
de'Santi Nazaro, e Celso, e venne acqui
stato dal Parroco suddetto D. Angelo Oliva,
2O
Al quinto Altare vi un Crocifisso
colle Marie, di buona scoltura .
Sopra la porta evvi altro Quadro
d'incerto autore, ma buono, il quale rap
presenta la Conversione di S. Agostino,
allorquando si rappresent al Santo Arci
vescovo Ambrogio nella citt di Milano.
In una separata Cappelletta si vo
luta conservare l'immagine di S. Gualtero
dipinta sul muro, la quale esisteva nell'an
tica Chiesa. Le medaglie a fresco della volta
sono delle prime opere eseguite da Giacomo
Guerrini in et giovanile.
Nella Sagristia vi sono due altri Qua
dri, uno che rappresenta l'Assunzione di
Maria al Cielo, contornata da gloria ce
leste , ed al basso S. Gio. Battista , e
S. Francesco ; vi si legge scritto il nome
di Andrea Scuttelari da Viadana, con l'an
no
1486.
L'altro dipinto da Giulio Procaccino
bolognese, sul quale vi espresso il Bat
tesimo di S. Agostino, fatto dall'Arcivescovo
S. Ambrogio, accompagnato da molti altri
Vescovi, con la Madre S. Monica, ed altre
figure.
Il primo rimaneva nella detta Chiesa,
ed il secondo serviva di pala all'Altar
maggiore delle soppresse Monache Agosti
niane di S. Monica.
Il 2
SANTI DONINO, E CARLO
CHIESA SUSSIDIARIA
ALLA PARROCCHIA DI S. ILARIO
Ravai
da una antica
memoria mano
scritta somministrataci da Giuseppe Bre
sciani, e citata dal Vairani al foglio CXIII.
iscriz. 776., che nell'anno 1o32. fu fab
bricata una Chiesa dedicata a S. Donino
Martire.
Scorsi alcuni secoli, ed in occasione
della seguita Canonizzazione in Roma sotto
al Pontefice Sergio IV. il giorno di tutti
i Santi dell'anno 161o., del glorioso S. Carlo
Borromeo Arcivescovo di Milano morto li
3. Novembre 1584. a ore tre di notte in
et d'anni 47. appunto in tale occasione
si dest un comune fervore negli animi dei
Fedeli per questo gran Santo, per cui Cre
mona ad immitazione di Roma e Milano
volle anch' essa distinguersi circa l'anno
1612. facendo demolire l'antica Chiesa di
S. Donino per erigerne una ad onore di
detto Santo, ornata d'una ben intesa ar
chitettura, ma contuttoci volle aggiunger
vi il titolo della demolita Chiesa, per con
servarne la memoria. Coadiuv molto all'in
grandimento di questa Fabbrica Marco An
tonio Salamone cremonese gi Vescovo di
22
Sora, come rilevasi da marmorea memoria
a caratteri d'oro esistente in essa, registrata
dal Vairani al N. 767.
Bramosa in seguito la Citt nostra di
avere una Reliquia del prezioso corpo di
detto Santo, col mezzo di Costanzo Ambro
sini Nobile cremonese, Cavaliere dell'Ordine
di S. Stefano, ottenne della Carne di detto
Santo, la quale il giorno 2 1. Novembre 1615.
fu portata dalla Cattedrale a questa Chiesa
con solenne apparato, e Processione, ove
tuttora conservasi al suo Altare in una bel
lissima urna d'argento marcata coi stemmi
e della Citt, e della Casa Borromeo, nel
giorno del Santo suddetto viene esposta con
grande venerazione.
Essa costrutta di una sol navata con
sei cappelle colaterali, oltre l'Altar maggiore.
Il Quadro del primo Altare a destra
rappresenta l'incontro di Maria Vergine,
con S. Elisabetta giudicato di Pietro Martire
Negri cremonese, e superiormente vi un
S. Sebastiano di molto pregio.
- Dirimpetto a questo esiste un altro
Quadro, con sopra dipinto S. Omobono,
S. Antonio, e diversi altri Santi - opera di
buon pennello.
Nelle due ultime cappelle, a destra vi
rimane S. Carlo in statua, e nel contorno
123
di detto Altare, vi sono diversi Quadretti
rappresentanti alcune gesta del detto Santo,
opera di Luigi Miradori detto il genovese.
Cos pure nel contorno dell'Altare di Maria
Vergine di Caravaggio vi sono diverse
tavolette dinotanti alcuni miracoli operati
dalla stessa, i quali sono dipinti da Angelo
Masserotti .
Nel coro vi sono due Quadri di pari
grandezza; quello dalla parte del Vangelo,
fu dipinto da Bernardino Campi, e vi es
presse la Vergine col Bambino sostenuti
dalle nubi, al basso S. Bernardino, e S. Do
nino in abito da soldato, che tiene in mano
il recisogli capo in atto di presentarlo alla
Vergine stessa.
Nell'altro vi dipinto S. Carlo genu
flesso avanti a un finto Altare, ed altre
figure, opera di autore incerto.
In una spartata cappelletta vi una
immagine di Maria Vergine di un carate
tere molto antico, la quale si venerava
nella Chiesa di S. Appolinare soppressa
l'anno 18o5.
Nel 1797. fu questa dal Governo Fran
cese profanata, e serv per pi di due anni
ad uso del parco delle
barche
pei
ponti
Militari, e per molte istanze fatte nel
i 799, ritorn al primiero suo - culto.
124
-
S, BASSANO
ALTRA CHIESA SUSSIDIARIA
ALLA PARROCCHIA DI S. ILARIO
Dalla sua costruzione scorgesi essere mol
to antica, e niuna memoria se ne ritrova,
e neppure nessun storico la descrive. Con
tiene tre navate, e cinque Altari compreso
il maggiore.
,
In una colonna subito entrando, vi
dipinta sul muro una B. Vergine cos detta
delle Grazie , la quale fu ritrovata in oc
casione che si rinov la detta colonna.
Al primo Altare trovasi un Quadro di
mediocre autore con sopra dipinto S. Giu
seppe che scende dal Cielo in mezzo alle
nuvole, abbasso S. Bassano, e S. Luigi.
Nel Santuario di D. Pelegrino Merula
a carte 48. dicesi, che questo un Altare
che porta il titolo di Ducale per essere
stato eretto da un Duca di Milano .
All' altro Altare dirimpetto a questo
vi dipinto S. Marino in abito monacale.
Altro Quadro trovasi fatto a spese
del Vicinato, ove vi espresso Ges de
posto di Croce con Maria Vergine, ed al
tre Marie tutte afflitte e piangenti per ii
morto Redentore.
Nel cattino del coro viei vede dipinto
I 25
a fresco S. Bassano, col cervo a canto,
portato dagli Angioli in Cielo.
-
S. AGATA
CHIESA PREPOSITURALE MITRATA
Fu essa fabbricata da alcune pie Persone
di questa Citt l'anno 1o78. e fu dedicata
a S. Pietro Apostolo, e poscia a S. Agata
poco dopo l'anno 1369. come lo asserisce
Merula nel suo Santuario a carte 1 14.
Dapprima venne essa governata da
Chierici Secolari per il corso di dodici anni,
ed Urbano II. nel 1o9o. la concesse ai
Canonici Lateranensi, i quali traslocarono
nel 1439. alla Chiesa di S. Pietro al Po.
Dal Pontefice Alessandro VI., e dal
Vescovo Porporato Ascanio Maria Visconti
nel 1496. venne concesso al Parroco di
questa Collegiata Antonio Artezaghi ,
ed a Bernardino Crotto, Bernardino Co
rado, e Domenico Bordigallo Prefetti di
questa Fabbriceria, la facolt di demolire
l'antica Chiesa, ed erigerne un'altra pi
ampia, come di presente esiste.
Fu intrapresa la nuova Fabbrica il
giorno 26. di Maggio dell'anno suddetto,
e ne' fondamenti della Cappella maggiore
furono riposte due ampolle di vetro, una
26 .
piena d'olio, sotto la quale vi una mo
neta chiamata Carlino con sopra l'impronto
del Pontefice suddetto Alessandro VI., e
l'altra piena di vino, con un cartello, sul
quale da un lato vi l'impronto di Ga
leazzo, e dall'altro quello di Lodovico
Visconti Duchi di Milano.
, Girolamo Trecchi Prevosto di questa
Chiesa nel 15o8. molto la benefic; e Mar
gherita d'Austria moglie di Filippo III. Re
di Spagna nel 1598. fece dipingere la fronte
di questo Tempio, come al presente qualche
porzione se ne scorge, e Cesare Speciano
Vescovo di Cremona nel 16o 1. la consacr.
E' composta di cinque navate , le
quali vengono interotte dagli Altari di
S. Agata, e da quello della Concezione .
Il Quadro che rappresenta S. Sebastiano
legato ignudo ad un albero che rimane ai
primo Altare a destra entrando opera di
Gervasio Gatti detto il Sogliaro, come sta
in esso cos marcato: Gervasius dictus de
Gattis faciebat 1 578...
Il Quadro in tela al vicino Altare
rappresenta la Vergine Annunziata dall'Ar
cangelo Gabriello, opera di Andrea Scu
tellari da Viadana eseguita nel 1588.
In uno spazio di muro oltrepassato
l'Altare di S. Agata vi rimane un Quadro
I 27
dipinto da Angelo Masserotti, il quale rap
presenta Ges che cade sotto alla pesante
Croce , e dai Giudei vien percosso alla
presenza dell'addolorata Madre Maria.
Il Quadro
che rimane
all'Altare
in
fondo a questa navata esprime Maria Vergine
Assunta al Cielo con sotto gli Apostoli,
eseguito da Bernardino Campi nel 1546.,
vigesimo quinto dell'et sua, per com
missione di D. Fazio Trecchi Canonico di
detta Chiesa, che a piedi vi sta genuflesso.
Gervasio Gatti esegu la pala dell'Altar
maggiore per il valore di 16o. Ducatoni,
come da convenzione 29. Gennajo 16o7 ,
e fra le altre figure vi si vede espressa la
Vergine S. Agata in, atto di letizia con
dotta innanzi all'Imperatore
Diocleziano
onde ricevere la condanna del suo martirio;
sul gradino del trono vi si legge Gervasius
de Gattis dictus Sojarus an. 6o8.
Giulio Campi per commissione del
Parroco Mitrato Girolamo Trecchi esegu
a buon fresco i quattro Quadri in due di
visi, che rimangon nei laterali del presbi
tero, i quali dimostrano uno il martirio di
detta Vergine, e l'altro la sua morte, la
sciando il citato autore scritto in una base
che divide i detti Quadri Julius Campi
faciebat, e dall'altra parte corrispondente
i 28
del Vangelo MIDXXXVII., e ci per la
somma di lir. 2oo. Imperiali, come da
scrittura 5. Aprile 1537., e come da docu
menti esistenti nell'Archivio di detta Chiesa
nella cassetta marcata ornati , e pitture.
Il Quadro posto all'ultimo Altare della
contraposta navata con sopra dipinto S.Gior
gio a cavallo anch' esso del suddetto
Giulio Campi.
Si omettono gli altri Quadri sparsi
nella medesima, non essendo a nostra co
gnizione gli autori.
Di uno strano pensiero egli eseguita
l'antica volta di questa Chiesa. Incomincia
con un loggiato che gira all'intorno di
essa, ove sortono infiniti rami, i quali
vanno intrecciandosi l'un l'altro, in mezzo
ai quali scorgesi una quantit di putti at
teggiati in piu maniere, cosippure vi sono
istoriate diverse mezze figure de'Santi Pon
tefici e Vescovi, con alquanti stemmi
gentilizi.
Tale opera viene decisamente creduto
che sia stata eseguita da Bernardino Ricca
detto Ricc, come trovasi scritto in due
cartelle poste a destra, ed a sinistra del
traverso che forma la Croce della stessa
volta esprimenti Bernardinus faciebat 1 5 1o.,
cosippure lo dimostra Zaist, nelle sue no
tizie al fog. 1o7.
I 29
Questa insigne Chiesa Prepositurale in
ogni tempo fu affidata a uomini illustri,
e distinti, il primo de'quali fu Gio. Batt .
Archidiaconi detto corrottamente degli Ar
tezzaghi di Famiglia Patrizia Cremonese,
Dottore in ambe le Leggi, vissuto prima
decorosamente presso la Corte Pontificia,
stato Secretario de' Pontefici Calisto III.,
e Pio I ., e da questo fu investito della
stessa parrocchia l'anno 1464.
Antonio Artezzaghi successo allo Zio
Gio. Batt., per rinuncia concessa dal sud
detto Papa Pio II. la qual rinuncia fu in
data 28 Giugno 1468 , e la sua morte
accadde l'anno
15oo.
Gio. Batt. Ferrari Modanese stato Ve
scovo di quella Citt, indi Arcivescovo di
Capua, poi Cardinale sotto Alessandro VI.
ottenne dallo istesso Pontefice in Comenda
questa Prepositura, e ne fu investito li 16. Ot
tobre 15oo. Egli mor di veleno l'anno 15o2.
Gio. Ant. Orfeo Ritanese,
questo ri
nunci la Prepositura li 13. Giugno
15o8.
in mano del Pontefice Giulio II
Girolamo Trecchi cremonese fu eletto
dal
detto Pontefice
nel
suddetto
giorno,
mese, ed anno in tempo che Cremona era
sotto al Dominio Veneto, ma non and al
Possesso della medesima se non se l'anno
9
3o
n 5 14. per una lite mossagli contro da Se
bastiano Pinzoni Canonico di questa Cat
tedrale. Mor l'anno 152 1 il primo Febbrajo.
Giacomo Trecchi Canonico , nipote
del suddetto che lo aveva eletto in Coad
jutore, ottenne il possesso della Prepositura
li 4. Febbrajo 152 1. Mor l'anno 1554.
Antonio Trecchi Canonico Cantore di
questa Cattedrale ne fu investito Prevosto
dal Pontefice Giulio III., l'anno 1554. es
sendo della Corte del Cardinale Gio. Fran
cesco Gambara suo Cugino, mor in Roma
l'anno 1 58o. li 9. Aprile .
A questo successe il suddetto Gambara,
il quale ottenne la Prepositura in Commen
da dal Papa Gregorio XIII. l'anno 158 .
Maffeo Gambara Bresciano che poi fu
Vescovo di Tortona, aveva da prima ot
tenuto dallo stesso Pontefice la suddetta
Prepositura l'anno 1583.
Camillo Comis, Bresciano , il quale
dal Pontefice Sisto V. ottenne la Prepositura
di S. Agata, e vi rimase sino all'anno i 592.
Marc'Antonio Amidani nostro Patrizio
stato prima Commendatore dell' Abbazia
di tutti i Santi dal Pontefice Gregorio XV.
fu promosso al Vescovato di Melfi, lo ri
nunci con pensione, indi ottenne la detta
Prepositura dal Santo Padre Clemente VIII
mor li 2 z. Agosto 1598.
--
Il 3 t
Vincenzo Amidani dallo stesso Ponte
fice ottenne questa Prepositura l'anno 163o.
Mor di peste, pel di cui disastro, perirono
ancora cinque Canonici di quella Collegiata.
Vincenzo Bongiovanni cremonese dal
Pontefice Urbano VIII. fu messo al possessa
della medesima li 22. Giugno 1631., e mor
li 1o. Dicembre
664.
'.
Paolo Aglio-Dolce nostro Patrizio no
minato dal Pontefice Alessandro VII. a
questa Prepositura ne ottenne il possessa
li . 12. Luglio 1665. , e credesi morto
l'anno 1672.
Francesco Girolamo Aglio-Dolce ancor
Chierico ottenne la detta Prepositura, dal
Pontefice Clemente X. Elesse per suo
Coadjutore l'anno 17 16. Ignazio Girolamo
Barb , nor li 2o. Giugno 17 18.
Ignazio Girolamo Barb ottenne dal
Pontefice Clemente XI. la Coadjutoria li
7 Dicembre 176. Mor li 18, Agosto
173 r... Questo fu pure nostro Patrizio . . . a
Carlo Francesco Lampugnani milanese
pria Canonico di questa Cattedrale stato
promosso dal Pontefice Clemente XII, 3
n'ebbe il possesso li 22. Dicembre 173 1
Mor li 1o. Aprile 1739.
Camillo Pallavicino, Famiglia delle
Patrizie, stato promosso dal detto Ponte
32
fice li 27. Agosto 1739. Nel 1756. elesse
per suo Coadjutore Antonio Conte Radi
cati; il suddetto mor in Castel-Leone li
z. Novembre 1784., e ne fu trasportato
il cadavere a Cremona , il quale dopo
onorifici funerali fu sepolto nella sua Chiesa
Prepositurale di S. Agata .
Antonio Radicati di Cocconate in Pie
monte, il quale ottenne la Coadjutoria in
successore al detto Pallavicini dal Pontefice
Benedetto XIV. con sua Bolla 1o. Dicembre
1756. Mor repentinamente l'anno 1787.
Giuseppe Maria Bonafossa nato in
Cremona, pria Canonico Priore della Cat
tedrale, e poi Vicario Generale di Monsi
gnor Fraganeschi, e dal medesimo eletto
a questa Prepositura li 8. Giugno 1789 ,
ne fu messo al possesso li 4. Novembre
detto anno, secondo il Piano Parrocchiale
di Giuseppe II. Imperatore nostro Sovrano.
Pass a miglior vita li 17. Marzo 18c8. la
sciando erede l' Istituto Elemosiniero . . -
Girolamo Careno fu eletto a questa
Prepositurali 25. Maggio 18o8. dal pre
sentaneo nostro Monsignor Offredi, e mor
li 5. Marzo 181o., quale lasci il suo pa
trimonio a beneficio de' Poveri, ammini
strato dal fu Marchese Cesare Luigi Magio.
Il detto Parroco fu anche prima Vicario
I 33
Generale, ed Arciprete di Sesto , poscia
Prevosto di S. Michele, e nel 18o8. a questa
di S. Agata, come gi si disse, fu promosso.
Antonio Moncassoli cremonese Prelato
Canonico Tesoriere di questa Cattedrale, e
Vicario Generale di detto Monsignor Offredi,
Dottor in ambe le Leggi, fu nominato, ed
investito a questa Prepositura dallo stesso
Vescovo Offredi li 5. Maggio 181o. Mor
la notte del primo Novembre 1814. di
morte repentina .
Giuseppe Bonfichi Lodigiano , presen
taneo - Proposto Mitrato, pria stato Reli
gioso dell'Ordine Domenicano. Soppresso
tal Ordine nel 1798 fu fatto Parroco della
Chiesa di S. Domenico , conosciuto dal
nostro Pastore Offredi il merito e virt di
questa dotta Persona lo destin Prelato
Canonico Arcidiacono e Teologo di questa
Cattedrale, e lo premi promovendolo alla
Prepositura di S. Agata l'anno 18 4., ed
ai 2 1. Giugno 1815. ne prese il possesso.
.
S. LUCA,
CHIESA SUSSIDIARIA A S. AGAT
Due
marmoree
Iscrizioni esistevano, in
questa Chiesa registrate dal Vairani, una
al N. 16o8., e l'altra al 1609. Compro
i 34
vasi bastantemente colla prima, che fu edi
ficata da Marco Odone Gardinale, e Vescovo
di questa Citt, e che esso pose la prima
pietra fondamentale il giorno 2 1. Settembre
1 165,, e la seconda confermava che in
essa il Porporato vi fu sepolto l'anno 1 167.
Della prima sua forma non se n'ha
contezza veruna . Solo si s, che per il
corso di 245. anni fu governata da Preti,
e che nel 141o. fu riedificata pi grande
dai vicini, e dal Parroco D. Anghinerio
Aqualonga, e dalli Fabbricieri Bartolommeo
Meglio, Gio. Orcaleri, e Pietro Capelli,
quali fecero fare la facciata e la Sagrestia,
la quale venne terminata col giorno 3.
Settembre 141 5.-, e nel 1419. lo stesso
Parroco a sue spese fece erigere la Cappella
di S. Gio. Batt., nella quale esiste un'altra
Iscrizione anch'essa registrata al N. 161 o.
- Con atto pubblico a rogito di Agostino
Pinzoni 15. Ottobre 1528. fu ceduta da
D. Apolino Salandi Rettore d'essa ai Padri
della Congregazione degli Amadei, quali
abitavano nel Convento, e Chiesa di Santa
Maria delle Grazie nel Sobborgo di S. Se
bastiano, la quale fu demolita l'anno 145o.,
con patto per che la nomina del Parroco
di detta Chiesa fosse fatta dal Vescovo per
tempo.
- -
- -
I 35
Nel 1567. dal Pontefice Pio V. fu
sciolta la Congregazione degli Amadei, e
vennero incorporati coi Frati Minori Os
servanti di S. Francesco, i quali nel 1772.
per Superiore disposizione vennero concen
trati ad altro Convento dell'egual Istituto,
qual era quello di S. Angelo, cosicch la
Chiesa rimase Parrocchia governata da
D. Giuseppe Berselli cremonese, nominato
dall'ora defunto Vescovo Ignazio Maria
Fraganeschi. Ma nell'ultima riduzione delle
Parrocchie seguita li 13. Novembre 18o 5.
fu destinata Sussidiaria a S. Agata, come
-
gi si disse di sopra.
In tre navate ripartita la Chiesa,
e al primo Altare a destra vi sta dipinta
la B. V. col Bambino sostenuti dalle nubi,
da un lato, S. Antonio Abate con altra fi
gura in atto supplichevole, ed il Precur
sore S. Gio. Batt. seduto su d'un sasso
con un agnello rampante sulle di lui gi
nocchia . Opera di un abile scolaro di
Bernardino Campi .
--
-- - --
La terza Cappella dedicata all'Evan
gelista S. Luca, perch appunto in essa
esiste entro antico ostensorio di rame do
rato la testa, e, parte di un braccio dello
stesso Santo . .
- v'
Al quarto Altare vi dipinta la Vergine
136
svenuta, ed altre donne che l'assistono :
opera d'autore incerto.
Al sesto, e settimo Altare vi sono
due Quadri eseguiti da Angelo Masserotti,
sul primo vi dipinto S. Pietro d'Alcan
tara, che contempla l' Ostia consacrata, ed
il secondo esprime S. Pasquale Baylon
sostenuto da' Cherubini , genuflesso avanti
alla Croce.
Il Quadro all'ultimo Altare da questo
lato rappresenta S. Gio Batt. in atto d'es
sere decollato, con Erodiade, ed il mani
goldo col ferro sguainato. In un cartello
a piedi del medesimo vi scritto: Camillus
Gavassetus Mutinensis f.
Sul Quadro, che serve di pala all'Altar
maggiore, vi dipinto S. Francesco colle
braccia aperte prostrato avanti al Salvatore,
e, a Maria sua Madre, eseguito dal Trotti.
Li due altri Quadri colaterali nel coro,
spiegante uno S. Pietro d'Alcantara, che da
un Angelo viene comunicato, e l'altro rap
presentante Scotto rivolto alla B. V. della
Concezione, furono eseguiti da Franc. Boc
caccino, ultimo discendente di tale Famiglia.
Degli altri due Quadri progressivi a que
sti ma colaterali anch'essi, su quello dalla
parte del Vangelo vi dipinta Maria col
Divin Infante, che lieto dorme in grembo
1 37
alla Madre, la Penitente Madda lena , ed
Fratello Lazaro risuscitato.
Nell'altro sta effigiata la Vergine col
Bambino in piedi ritto sulle di lei ginoc
chia, S. Claudio Vescovo genuflesso che
viene presentato alla Vergine dal Padre
Putativo S. Giuseppe.
Ambi due vennero eseguiti da Bernardi
no Campi l'anno 1568. il primo per comis
sione del Nobile Sig. Marchese Lazaro Af
faitato, ove lo effigi nella figura di Lazaro;
l'altro anch'esso eseguito per commissione
del Marchese Giulio Stangha, ove lo ritratt
nella figura di S. Claudio Vescovo.
Per la vetust di pi anni questi ave
vano alquanto sofferto, e dal ridetto Boc
caccino vennero messi in buon essere. Zaist
notizie di Bernardino al foglio 199. Per
convenzione seguita tra li. Sigg. Fabbriceri
ed il Pittore Gio. Batt. T1 otti, in data 1 7.
Aprile 1596. questi esegu tre Quadri per
l'ancona dell'organo, rappresentanti Davide,
l' altro S. Cecilia, e l'altro un coro d'an
gioli per il prezzo di Ducatoni 4o. Due
sono stati cambiati, e non esiste che il
terzo nella cimasa del medesimo.
Il Quadro che rimane in fondo all'al
tra picciol nave venne eseguito da Sigis
mondo Benini sulla fine dello scorso secolo,
38
Sul
vi dime la B, V. della Concezione
sopra nubi, e molti Angeli che la circondano.
Oltrepassata la picciola porta nella cap
pella di S. Antonio da Padova vi sono due
Quadri eseguiti da Agostino Bonisoli, quali
significano due miracoli operati dallo stesso
Santo. Uno, che prodigiosamente ridona
la vita ad un fanciullo, e lo presenta ai
loro Genitori, e l' altro il Santo seduto a
tavola che riconosce le vivande avvelenate.
La penultima cappella a stucchi ed
oro dedicata alla B. V. della Concezione;
ed all'ultimo Altare Galeazzo Campi vi
dipinse sul legno la Sacra Famiglia, che
prende riposo entro un paese, e la Maddalena
a canto a loro genuflessa.
ln un cartello a piedi l'autore vi lasci
scritto il suo nome e l'anno 15 18.
. .
Il Quadro grande in tela sopra la porta
maggiore rappresenta una gran piazza co
piosa di fabbricati in mezzo alla quale
l' Evangelista S. Luca addita a numeroso
popolo l'effigie di Maria Vergine col Bam
bino in braccio, opera eseguita da Angelo
Masserotti sul principio del secolo decimo
settimo.
-- - - -
,
-
I 39
ORATORIO DEL CRISTO RISORTO
Seno Romano undecimo Vescovo di que
sta citt l'anno 32o. di nostra salute indusse
i Cremonesi ad erigere una cappelletta fuori
di porta S. Luca entro la quale si venerava
l'Immagine del risorto Redentore, e questo
fu il primo distintivo di Chiesa conosciut
dai cremonesi.
Dalle vicende de'tempi fu questa di
strutta, e per conservarne la memoria altri
benemeriti Cittadini nel 1 52 4. vollero eri
gere sulla piazza S. Luca altro Oratorio di
una ben intesa architettura, dedicandolo
egualmente al Salvator risorto.
Gio. Batt. Trotti detto il Cavalier
Malosso sul terminar dell'enunciato secolo
volle distinguersi col dipingervi ad olio di
versi. Quadri, parte grandi, parte piceioli,
tutti istoriati con molte figure, nel primo
de' quali vi dimostr la Nascita del Reden
tore nel Presepio; in altro la di lui Cir
concisione; nel terzo l'orazione nell'Orto;
nel quarto la Flagellazione alla colonna;
nel quinto lo stesso Signore portante la Croce;
nel sesto Ges gi disposto ad esser messo
sulla Croce; e nel settimo Ges fatto Cro
cifisso sull'albero della stessa Croce.
Due altri Quadretti rimangono late
1 4o
ralmente all' ancona dell' Altare, l' uno
rappresenta l'apparizione di Cristo alla Mad
dalena, e l'altro la comparsa del medesimo
ai due Discepoli nel Castello di Emaus.
E nella cupola scorgesi a fresco una
maestosa gloria d'Angeli portante la Croce,
ed altri stromenti della Passione del risorto
Salvatore, e diversi Profeti con motti allusivi.
SS, JACOPO, E VINCENZO
CHIFSA SUSSIDIARIA A S. AGATA
La Chiesa di S. Vincenzo fu eretta l'an
no 1 12o. e nel 13o 1. in poca distanza di
questa ne fu costrutta un'altra col titolo
di S. Giacomo, governata dai Frati Umiliati.
Soppressi questi da Pio V. ad istanza
dell'Arcivescovo Borromeo l'accord li 19.
Maggio 157o. alla Congregazione de'Chierici
Regolari di S. Paolo detti Barnabiti.
.
Per convenzione seguita col Rettore
di detta Chiesa di S. Vincenzo, Ferrando
Bonetti, nel 1584. Egli la cedette ai detti
Barnabiti, i quali nel 1594. la fecero ridurre
in forma migliore, e nel 17. Settembre 16oo.
fu consacrata da Cesare Speciano e dedi
cata venne alli SS. Giacomo, e Vincenzo,
com' di presente.
. Nel 1789. i ridetti Barnabiti furono
I4 i
traslocati nel Monastero, e Chiesa di S. Pietro,
e la Chiesa, e Collegio loro fu convertito
in Ospitale per le Truppe Austriache, e nel
Novembre del 1808. fu ripristinato s l'uno,
che l'altro per i Signori cos detti della
Missione, i quali furono soppressi il 25.
Aprile 18 1o.
Di tre Navate divisa, e contansi
sette Altari, nel primo de' quali vi col
locato un Quadro con sopra dipinta la Vergine
Annunziata dall'Angelo Gabriello. In alto
il Divin Padre cinto di gloria.
Lavoro questo di Gervasio Gatti,
come sta scritto Gervasius de Gattis dictus
Sojarus an. 16o8. Esisteva nella Chiesa di
S. Giorgio.
Nell'altro dirimpetto vi dipinta la
B. V. in atto di riunire la mano stata re
cisa a S. Gio. Damasceno . Opera questa
di un'allievo di Luigi Miradori.
- - -
Le due Statue una di Maria Vergine
della Concezione, e l'altra di contro di
S. Benedetto, sono state scolpite da Giuseppe
Chiari cremonese, allievo, e suocero di
Giacomo Bertesi .
ll Quadro dell'Ancona posta in fondo
al Coro rappresenta S. Vincenzo de' Paoli
portato dagli Angeli in Cielo, con diverse
figure ammiratrici, opera d'incerto Autore,
ma ben espressa.
142
Lateralmente al Presbitero, in altro
Altare vi dipinto S. Gioachimo, e l'Angelo
che gli apparve in sogno.
Opera questa di Francesco Boccaccio,
ultimo di questa famiglia.
-
SS. QUIRICO, E GIULITTA
-
Riece Merula a carte 177., che ne' tra
scorsi secoli esisteva questo locale ad altro
uso, e la Chiesa aveva il titolo di S. Giovanni.
Il
Vescovo
Cacciaconte
de' Sommi
nel 1267. richiam in Citt le Monache
Benedettine, e a loro fu conferito.
Altro Vescovo Porporato Nicol Sfon
drati cremonese il giorno 1o. Gennajo i 584
pose ne' fondamenti la prima pietra per essa
Chiesa col titolo de' SS. Quirico, e Giulitta,
ma essendo stato inalzato alla Cattedra di
S. Pietro nel 5. Dicembre 159o. col nome
di Gregorio XIV. sucessogli Speciani Cesare
anch'esso cremonese la consacr il giorno
27. Novembre 159 1., come ricavasi dall' I
scrizione citata dal suddetto Merula, e dal
Variani al N. 19 I 5.
Le suddette Monache alli 1o. d'Aprile
del 1785. furono soppresse, e dal magna
nimo Imperatore Giuseppe II, il detto loca
le fu assegnato, ed addattato per l'Orfano
i 43
trofio delle Femmine, troslocate nel Set
tembre del 1786. dall'altro Orfanotrofio di
S. Orsola.
Non passer sotto silenzio altra ma
gnanimit usata a questo Pio Luogo dal
Principe Giuseppe Soresina Vidoni, il quale
nel 18o3. don la somma di sette-mila
Scudi per sussidio di detto Orfanotrofio,
con patto che fosse aumentato il numero
di dieci C)rfane, ed una Direttrice.
La Reggenza stessa, in attestato di
riconoscenza ordin che fosse scolpita una
marmorea Iscrizione a caratteri d'oro a
memoria perenne, e collocata venne all'in
gresso di detto Pio Stabilimento la quale
cos dice
Iosepho . Sorexinae . Vidono . Cremo
nensi . Viro . Illvstri . Pio . Mvnifico
Qvod . Difficillimo . Reip . Tempore . Dvme
Qvisqge . Parcitati . Stvderet . Septem
Mille . Argenteos . Nvmmos . Ad . Pvel
laris . Orplanotrofi . Subsidivm . Vivvs
Vltro . Dono . Dederit . Viviri . Hvivs
Loci . Praesides . Qvotidianis . Svpplica
tionibvs . Pro . Eivs . Familiae . Incolv
mitate . Indictis - Ne . Tantae . Libera
litatis . Memoria . Excideret . Marmoream
Tabvlam . Inscribi . L L . M . Cvrarvnt
Id . Ian , An . Sal . MDCCCIII . Reip.
Ital . II.
44
Di una sol navata l'anzidetta Chiesa
con quattro Altari, ed al maggiore vi
dipinto da Angelo Masserotti l'Annuncio
che fa l'Angelo Gabriello a Maria.
Al lato destro dell'Altar suddetto, in
tavola vi dipinta la Vergine col Bambino
in braccio, a destra S. Antonio da Padova,
ed a sinistra il martire S. Vincenzo; opera
di Boccaccio Boccaccino eseguita l'anno 15 18.
come sta scritto a piedi.
Dirimpetto a questo evvi altro Quadro
con sopra espresso il martirio di S. Stefano.
Di Giacomo Guerini l'altro Quadro,
ove vi figurato il Beato Alessandro Sauli
genuflesso avanti a S. Paolo.
SS. NAZARO, CELSO, ED ABBONDIO
CHIESA PARRocCHIALE
I
Vescovo Olderica
Francese
nel
secolo
decimo concesse ai Benedettini la picciol
Chiesa di S. Abbondio, e a questi suben
trarono circa l'anno 12.46. gli Umiliati,
quali dal Pontefice V. nel 157o. furono
aboliti. (* )
(*) Questo nome d' Umiliati ebbe principio
nel 1174. allor quando Federico II
cos
detto Barbarossa, avendo saccheggiata la
I 45
Nicol Sfondrati altro nostro Vescovo,
poscia Gregorio XIV. Pontefice Massimo,
la cedette ai Chierici Regolari Teatini, che
nel Settembre del 1579. ne presero il pos
sesso, avendo in seguito ampliato il Mona
stero, e la Chiesa rifabbricata di nuovo,
per cui nel 14. Novembre 159 1. da Cesare
Speciano fu consacrata come dall' Iscrizione
registrata dal pi volte citato Vairani sotto
al N. 264.
Citt di Milano, ed altri Territorj con
dusse seco lui prigionieri in Germania
molti Individui di quell'illustre Capitale,
i quali dopo il corso di pi anni si de
terminarono di presentarsi in abito d'umi
liazione al Sovrano suddetto chiedendogli
perdono, e grazia di poter ritornare al
loro nativo soggiorno.
Commosso Federico da ci concesse a que
sti la libert, dicendo loro, Tandemi Umi
liati estis; e per tale grazia promisero di
esserne riconoscenti a Dio
facendo voto
di viver lontani dalle moglj loro per
tutto il corso della loro vita .
Per qualche tempo qu da noi si man
tennero con virt , ed esemplarit , eserci
tando l' arte della lana, e sotto al Pon
IQ
'
146
Soppressi questi nel 2 1. Maggio 1789.,
s l'uno, che l' altra furon ceduti ai PP.
Minimi di S. Francesco da Pavola tras
cati dalla Chiesa di S. Arealdo, cosicch
nel 18o4. sciolto quest' Ordine , nel 16.
Luglio dell'anno stesso fu assegnata Par
rocchia attesa la soppressione della vicina
Chiesa de'SS. Nazaro, e Celso.
. La Chiesa di una sola Navata archi
tettata con buon ordine, e al primo Altare
a destra entrando vi dipinta la Vergine
seduta col Bambino da essa sostenuto sulle
-
ginocchia.
-
A destra S, Nazaro, ed a sinistra S. Celso,
entrambi vestiti alla guerriera .
, Opera di Giulio Campi eseguita per la
soppressa Chiesa con tali nomi, rimanendo
a piedi cos scritto Julius Campus Cremo
nensis Faciebat 1 527.
- e
tefice Innocenzo IV , si unirono in forma
di Religione. vivendo sotto la regola di
S. Benedetto. Oltre al Convento di S. Ab
bondio avevano quello di S. Giacomo
Apostolo, ed un altro di S. Cattarina,
ma circa l'anno 157o. Pio V. estinse
quest' Ordine, come gi si detto
I 47
Il Quadro dirimpetto figura S. Abbon
dio Vescovo di Como in atto di preghiera
avanti a SS. Pietro, e Paolo , appoggiato
ad un finto Altare, ove miracolosamente
ridona la vita ad un fanciullo. Opera del
Cavalier Cristoforo Roncalli, detto il Po
marancio.
Nel progressivo Altare vi
rimane
scolpita da Giuseppe Febbrari cremonese
la statua di S. Gaetano Tiene; dall'altro
canto S. Andrea Avellino del Bertesi .
Il quadrilongo Quadro in fondo al
coro rappresenta la Vergine col diletto
Figlio in braccio, cinta di gloria.
Opera di Altobello Melone, e dono
dato nel 18o 5. dal Nobile G. C. Sig. Mar
chese Antonio Lodi, come rilevasi dalla
sottopostavi Iscrizione .
Di maravigliosa architettura di
pinta la cupola, entro la quale vedesi la
Vergine portata dagli Angioli al Cielo, di
uno scorcio, che sorprende, e nei lati vi
rimangono quattro Profeti: Mos, Giobbe,
il Re Davide, e Salomone.
Tale opera era ordinata a Giulio Campi,
ma morte lo rap, onde con suo disegno
fu eseguita da Gio. Batt. Trotti, come dalla
lscrizione sopra marcata.
Hoc A Julio Campo Delineatum. Ne
1 48
Periret Illudmet Postea Jov. Bapt. Trottus
Malossus Nuncupatus Perficere Curavit
Anno i 594.
Tutta la volta di questo bel Tempio
fu ordinata da dipingersi al valoroso Orazio
Samacchini bolognese, il quale nella prima
medaglia sopra al presbitero, e nell'altra
consecutiva vi dispose quantit d'Angeli
in iscorcj difficilissimi, e nella terza in al
trettanti scorcj ammirabili vi distribu le
quattro Virt, Prudenza, Giustizia, Tem
peranza, e Fortezza. Cos pure nei lunet
toni vi coloc dei Profeti ben atteggiati,
per cui dassi a conoscere quanto fosse in
telligente questo Professore della forza del
sotto in s. Suo lavoro sono pur anco i
putti grandi, e piccioli nelle colaterali
finestre.
Ma convien dire, che l'esimio Profes
sore abbia cessato di vivere prima di com
piere l'opera sua, perch l'ultima meda
glia, ed arcata sopra la porta, dinotante
tre altre Virt sostenute da nubi, con sotto
diversi putti con rigorosissimi scorcj
lavoro del nostro Trotti, il quale seppe
cos ben eguagliare l' opera sua alla gi
eseguita dal Samacchini, che da tutti si
giudicarebbe di una sola scuola. Trotti ul
tim il lavoro dipingendo nei laterali
I 49
del finestrone la Vergine Annunziata da una
parte, e dall'altra l'Arcangelo Annunziatore.
Nel 18o4. per collocarvi altro organo,
incautamente furono queste due figure quasi del tutto tolte, ma vennero compite da
Giuseppe Pagliari.
Nella Sagrestia oltre ai Quadri dipinti
da Angelo Massarotti, vi una Sacra Fa
miglia - scolpita al naturale da Giacomo
Bertesi ad inchiesta del Nobile Sig. Conte
D. Giulio Schinchinelli.
Con le dovute concessioni di Urbano
VIII., del Vescovo Campora Pietro, e con
l' assenso della Citt stessa fu accordato al
Nobile Sig. Conte Gio. Pietro Ala G. C.
di eriggere a proprie spese l' annesso San
tuario dedicato alla B. V. di Loreto, simile
appunto a quello che a Loreto esiste.
E per le molte grazie in diverse volte
ricevute da questa Madre di Dio, il giorno 9.
Dicembre 162 5. fu eletta nostra Protettrice .
SANTI SIRO, E SEPOLCRO
CHIESA SUSSIDIARIA
A SS. NAZARO, CELSO ED ABBONDIO
.
,
Dalle raccolte manoscritte del Bresciani,
e dalla Iscrizione registrata dal Vairani al
N. 1969. risulta che questa Chiesa fu edi
I 5o
ficata col titolo di S. si l' anno 618. da
Teodolinda Regina di Lombardia .
Soggiunge Merula al fog. 3 17., che
ne' trascorsi tempi si festeggi in essa per
molto tempo il Risorgimento di Ges Cristo
dal Sepolcro, e perci gli si aggiunse il
titolo secondo di Sepolcro .
Di una sola navata costrutta, e sette
Altari contiene, ma poca cosa interessa,
fuori del Quadro del terzo Altare a destra
entrando, ove Vincenzo Campi vi dipinse
Ges deposto dalla Croce con la Madre
svenuta assistita da varie pie donne.
Cos pure merita distinzione il Quadro
dell' ultimo Altare a sinistra che esisteva
nella soppressa Chiesa di S. Vittore de'Servi
di Maria, ove Francesco Boccaccino vi di
pinse Ges in Croce con un braccio distac
eato dal tronco per benedire le cicatrici di
S. Pellegrino Laziosi .
s. FACIo DETTo IL FoPPoNE
CHIESA DI PERTINENZA
DEL CIVICO SPEDALE
Ottenute le chieste domande tanto dalla
Citt, come dal Vescovo Ignazio Maria
Fraganeschi nel 1658. fu demolito il Quar
tier S. Antonio per intraprendere questa
i5 i
nuova Fabbrica, il di cui promotore ne
fu il Medico Fisico ordinario di questo Ci
vico Spedale Antonio Manusardi; e ad
imitazione sua si svegli negli animi dei
Cittadini di qualunque stato un indefesso
interess sento per l' erezione , ingrandi
mento, e termine di questa nuova Chiesa
lunga braccia 2 9. onc. 4, larga braccia 2 1.,
e alta braccia 52. onc. 4. e mezza, come
risulta dal disegno in ispaccato esistente
sul quadro. Per la qual cosa il Civico Pio
Luogo in attestato di riconoscenza ha fatto
ritrarre il Manusardi suddetto, il quale
non pot vederla del tutto terminata, per
ch manc di vita il giorno 17. Luglio
178o. in et
d' anni 54. ,
in tempo
che il Pittore Architetto Gio, Batt. Man
fredini coll'abile suo pennello la dipingeva
da cima al fondo a chiaro scuro; e nei
successivo anno 178 . fu benedetta dal
Padre Curato Paolo Maria da Pavia, in
allora Cappuccino dell'Ospizio del Nosoco
miale Pio Istituto.
Contiene tre Altari, e nel primo a
destra vi dipinto in tela da Pietro Negri
il Nazareno Salvatore in atto d'illuminare
il cieco nato. Opera unica in sua Patria,
per esser sempre vissuto, e morto in Roma.
Altro Quadro all'Altar maggiore che
/
i 52
rappresenta Ges deposto di Croce, soste
nuto sulle ginocchia dell'Addolorata Madre,
con altre Marie , e Giuseppe d'Arimatea ;
opera di Vincenzo Campi eseguita l'anno
1569., come sta scritto .
Nel terzo Andrea Mainardi dett il
Chiavichino nel 1593. vi dipinse con vago
pensiero la Vergine col Bambino in alto
sostenuti da nubi, quali ammirano S. Facio
che dispensa a' Poveri il pane, avendo la
sciato l'Autore scritto il suo nome nel fon
do del canestro.
Bartolommeo Cademartiri morto li 18.
Marzo 1763. fu il primo ad essere sepolto
in questo Cimitero, e fu altres il primo
che lasci il suo patrimonio per l'erezione
di questo Locale, come dal ritratto nella
Sagrestia ivi esistente, e si continu a sep
pellirvene sino al giorno 2o. Giugno 1783.,
ma per un sinistro caso accaduto cess in
questo la tumulazione de' cadaveri.
S, MICHELE
CHIESA PARROCCHIALE
Sguita nel 618. la morte
del distruttor
feroce Agilulfo I. Re de'Longodardi, Teo
dolinda sua moglie richiam i Cremonesi
a ripatriarsi dopo il corso di quattordici
1 53
anni che rimanevano esigliati, e dispersi.
La Pia Principessa ordin in principal
luogo che fossero eretti Tempj al Divin Culto,
per la qual cosa i Cremonesi, unitamente al
loro Patrizio Pastore Anselmo, divisarono
di eriggere la prima Chiesa nella Citt dis
trutta, dedicandola all'Arcangelo S. Mi
chele in una foggia ben diversa della pre
sente; fuori della sotto Chiesa, che offre
ancora la sua prima forma.
In varie occasioni venne rinovato l'or-
dine suo, e specialmente nel 1792. fecero
levare la soffitta, per sostituirvi la volta
di cotto, ed altre rinnovazioni furono ese
guite in appresso, cos che al presente ri
trovasi disposta con buon ordine in tre navi
divisa, e adorna di dieci Altari.
Al primo de' quali a destra entrando
vi in tela dipinto S. Francesco d'Assisi
in atto di svenimento; questa opera di
Francesco Boccaccino.
Al secondo nel 18 i 5. fu traslocata
tutta l'ancona, ove a destra vi S. Leo
nardo, ed a sinistra S. Bernardino da Siena,
e nel mezzo la Nativit di N. S. nel Pre
sepio . Il tutto fu eseguito da Bernardino
Campi nel 1568. , come da un biglietto
sopra scritto dallo stesso, e ci per com
missione del Nobile Sig. Gabriele Melio
---
-- -
- -- -
--
--
- - - ----
. - ---------- ---
I54
antica Famiglia di Cremona, che n' la
Patrona.
--
Il Quadro del quarto Altare rappre
senta S. Gio. Evangelista in atto di con
templazione. Questo e della scuola dei Campi.
Al lato dell'Epistola nel Presbitero
il Quadro al quinto Altare ove il Salvatore
per ordine di Pilato viene presentato al
Popolo dicesi essere copia di un allievo di
Bernardino Campi .
Nell'ancona dell'Altar maggiore vi
collocata la Statua dell'Arcangelo S. Mi
chele d'una leggiadra scultura .
Al settimo altare al lato del Vangelo
la B. V. col Bambino superiormente co
locata, S. Carlo da un lato, e S. Filippo
Neri dall'altro. Quadro d'autore ignoto .
Li sette quadretti nel contorno dell'an
cona dell' Addolorata, che esprimono la
Passione del Salvatore sono di Angelo
Masserotti.
. . . All'ultimo Altare S. Anna, S. Gioa
chimo, e la B. Vergine ancor fanciulla,
sono opera di sconosciuto pennello.
Altobello Melone aveva eseguito a
tempra le due imposte che chiudevano
l' organo della Chiesa di S. Antonio Abate.
Dalla parte esteriore vi era dipinto S. An
tonio Abate e S. Girolamo, ed a quella
I 55
interiore vi rimaneva la B. Vergine Annun
ziata , e l'Arcangelo Annunziatore.
Acquistato l'organo della Chiesa sop
pressa formarono delle suddette imposte
quattro tavole nel 1792. per conservare
la memoria di questo egregio Professore .
S. GRE( ORIO PRETE
CHIESA SUSSIDIARIA A S. MICHELE
-
a
L anno
1369. questa Chiesa fu eretta dai
Parrocchiani di S. Michele, ed il Vescovo
Pietro Capello Nobile veneto vi trasloc
in essa il Corpo di S. Gregorio, che dal
1 16o. in quella riposava.
Nel 159o. fu rinunziata ad una Con
fraternita cos detta della SS. Trinit,
l'annessa abitazione serviva per Ospizio dei
Pellegrini, la quale nel giorno 2Novem
bre 1775. venne soppressa.
Ella di una sola navata cinta da
sette Altari, al primo a destra nel 1615.
vi fu dipinto S. Filippo Neri, e S. Carlo,
il primo come istitutore di quella Confra
ternita, ed il secondo come visitatore.
Il Quadro in fondo al coro ove vi
disposta l'Augustissima Triade con S. Gre
gorio, e S. Filippo Neri fu eseguito da
Giorgio Fochtzer tedesco l' anno 1713 .
come sta scritto .
Martirio di S. Orsola del sesto Al
tare opera di Francesco Boccaccino, e
sua pur anco la quadrilunga tela sopra la
porta, ove Dio Padre rimprovera Adamo,
ed Eva; entrambi furono eseguiti nel 162 .
Ed il Salvatore deposto di Croce con
l' Addolorata Madre ed altre Figure al
settimo Altare venne eseguito da Stefano
Lambri nel
62 1.
Nel 1788. fu Parrocchia, e cess li
13. Novembre
18o 5.
s. MARIA INCoRoNATA
Sotto la stessa Porrocchia di S. Michele,
sull'angolo della contrada dei Speroni nel
1472. da Stefano Borselli Canonico della
Cattedrale, con Breve di Sisto IV. venne edi
ficata questa Chiesa col titolo della Purifica
zione di Maria Vergine governata da un
Cappellano, con la
di una Messa.
. Nel mese di Gennajo del 16o 3. ven
nero a soggiornare in questa Citt i Frati
dell'Ordine di S. Gio. di Dio detti Fate
bene Fratelli, che tutt'ora vi esistono, e da
Cesare Speciano nostro Pastore fu ceduto
loro la Chiesa e l'antico locale ad uso di
Spedale eretto nel 1 175. dalla Nobile Fa
miglia Bonetti, e s l' uno, che l'altro
15y
vennero rinnovati nel 1663., rinnovando
altres il titolo della Chiesa detta S. Maria
Incoronata.
Ella di una sola Navata, ed il Qua
dro dell'Altar maggiore rappresenta la B. V.
sostenuta dalle nubi col diletto Figlio fra le
braccia, ed al basso il Santo loro Istitutore
in atto di preghiera. Ella opera di molta
espressione eseguita da uno scolaro del Ca
valier Magatti di Varese.
SS. CLEMENTE, ED IMERIO,
CHIESA PARROCCHIALE
Si principio del decimo sesto secolo, in
tempo che era capo della Chiesa Paolo V.
ed era Signore dello Stato di Milano Filippo
III. Re di Spagna dal Nobile Marchese
Cesare de'Soresina Vidoni, e dalla di lui
Madre furono acquistati pi locali per
eriggere questa Chiesa al Protettor nostro
S. Imerio, con l'annesso Convento, per i
Padri Carmelitani Scalzi, avendo in ci
annuito alle brame del Fratello e Figlio
Pietro gi Religioso della Vittoria in Roma.
Dal Vescovo Cesare Speciano il giorno
13. Luglio 1606. fu posta ne' fondamenti la
prima pietra,come ne fanno fede l'Iscrizione
registrata dal Vairani al N. 1395 , e Me
rula alla pagina 233.
i 58
. In appresso la nostra Citt contribu
due mille scudi a sovvenimento dei Reli
giosi, e a larga mano vi contribu lo
stesso Speciano.
'
Per il corso di due secoli fu da essi
goduta la Chiesa, e l'abitazione loro mo
nastica, e nel giorno 7. Luglio 18o 5. con
DecretoSovrano, e Autorit Poytificia parte
di loro vennero secolarizzati, e parte con
centrati a Lodi, e Crema,
finacch nei 25.
A
Aprile 181o. ne segu la generale soppres
sione, e nel suddetto anno 18o 5. fu asse
gnata Parrocchia per la seguita soppressione
della Chiesa di S. Clemente .
*
Di una sola navata costrutta con \
sei sfondate cappelle, tre per parte, oltre
a quella di mezzo, ov' l'Altar maggiore.
Nella prima a destra entrando vi
dipinta la Vergine col Bambino che porge
un giglio a S. Antonio da Padova. Questo
quadro fu eseguito da Gio. Batt. Natali
nel
1687. come sta scritto .
Nella seconda S. Gio. dalla Croce
ehe predica agli Infedeli: di Uberto Lalonge
detto il Fiamingo.
Nella terza Ges deposto dalla Croce,
con molte figure istoriato. Il quadro
-
d'incerto autore, ma ben disegnato.
Il Quadro dell'Altar maggiore figura
1 59
la Vergine col Bambino, da un lato S. Ime
rio, e dall' altro S. Girolamo , con altre
figure : di Luigi Miradori.
Nei laterali vi sono due ritratti dei
Cardinali Pietro, e Girolamo Vidoni, stati
posti non son molti anni, in occasione che
Sua Altezza il Principe Giuseppe Sore
sina Vidoni Ciambellano di Sua Maest ne
fece eseguire il ristauro.
- - -
Sul Quadro della quinta Cappella vi
dipinta S. Teresa in atto di preghiera
per la liberazione della nostra Citt seguita
il giorno 15. Ottobre 1648. dopo il corso
di ottantasei giorni d'assedio dell' Esercito
Gallo-Sardo-Modonese : di Angelo Mas
serotti .
Nella quinta vien rappresentato il ri
poso della Sacra Famiglia in Egitto, molto
istoriato da Luigi Miradori, come sta scritto
su d'un sasso ove vi un putto seduto,
con l'anno 161 5.
Cos pure lo stesso Miradori esegu il
Quadro dell'ultima Cappella, ove vi sono
dipinti varj Santi dell'Ordine degli stessi
Carmelitani Scalzi .
16o
ss. GEROLDO, 'E MADDALENA
-
CHIESA SUSSIDIARIA
A ss. CLEMENTE, ED IMERIo
Dalla sua costruzione sembra essere molto
antica, e dal Vairani all' Iscrizione 8o4.
rilevasi che il Rettore d'essa Gio. Paolo
Aliprandi la fece ricostruire nel 163o.
Per molti anni fu Parrocchia , e nel
1806. venne soppressa .
Per Superiore disposizione la mattina
del giorno 9. Ottobre 8o8., e con auto
rizzazione Episcopale dal Parroco de'SS. Cle
mente ed Inerio D. Gio. Miglioli fu ribe
nedetta, ed al dopo pranzo di detto giorno
venne in essa traslocato processionalmente
da Monsignor Vescovo Offredi il Corpo di
S. Geroldo, che dall'anno 567. riposava
nella Chiesa di S. Vitale.
Di una sola
con sei Altari.
navata essa costrutta
-
Nel primo a destra vi dipinto S. Gio.
Batt. in atto d'essere decollato, con altre
istoriate figure, eseguito da Luca Cattapane
l'anno 1597., come sta scritto sulla spada
del manigoldo: esisteva nella Chiesa sop
pressa di S. Donato di Padronato delle
Nobili Famiglie Picenardi e Bonfio come
eredi Ripari.
161
. La quadrilunga Tela all' Altare di
S. Geroldo spiega il Martirio di detto Santo
seguito il giorno 7. Ottobre 124 1. fuori di
Porta Mosa, in poca distanza della Citt,
nel sito detto dal volgo il Chiavichetto.
La Nativit del Salvatore, e gli altri
scomparti dell'ancona dell'Altar maggiore
sono dipinti sul legno da Boccaccino Boc
CdCC1O ,
- -
Al quarto Altare vi dipinta la Pe
nitente S. Maddalena.
La Statua di S. Anna con Maria
Vergine ancor fanciulla che rimane all'ul
timo Altare fu traslocata dalla Chiesa di
S. Salvatore soppressa l'anno - 1782.
Il Quadro passato appena quest' ul
timo Altare rappresenta l' Assunzione di
Maria Vergine al Cielo, da un lato
S. Anna, e dall'altro S. Orsola con molte
Vergini sue Compagne . Il cartello a piedi
del medesimo dice Vincentius Campus fa
ciebat 1 577. Questo esisteva nella Chiesa
de'SS. Vitale e Geroldo.
,
S. ELIGIO VESCOVO
ORATORIO SUSSIDIARIO
A SS. CLEMENTE ED 1MERIO
Dalla accertata notizia registrata dal Me
I
a 62
rula al foglio 298., e dal Vairani
all' Iscri
1o62, deducesi chiaramente , che
questo Oratorio fu eretto a tutte spese
zione
dell'Universit degli Orefici, dai quali, inol
trata regolare supplica al Vescovo Gio.
Batt. Brivio il giorno 26. Aprile 162o. al
precitato effetto, il giorno 6. Maggio detto
anno fu posta con rito solenne ne' fonda
menti la prima pietra .
Nel 1776. dallo stesso Collegio degli
Orefici, ed Argentieri venne ristaurato; co
me lo dimostra l' Iscrizione sopra la porta
esteriore posta al N. 1 o61. dallo stesso
Vairani ; e nel 13. Novembre 18o 5. fu
dichiarata Sussidiaria.
Vi sono collocati tre Altari, ed il
Quadro a sinistra entrando rappresenta il
detto Santo , in abito vescovile ; . dicesi ese
guito dal Trotti detto il Cavalier Malosso.
La Statua di Maria Vergine di Cara
vaggio fu posta a tal luogo il giorno 6
Giugno 1624.
Il Crocifisso al terzo Altare esisteva
nell' Oratorio
di
S. Maria
degli
Angioli
nel Borgo 8, Raffaele; demolito quello dalle
guerre fu trasportato in altro Oratorio del
Cristo, esistente in detta contrada del Prato,
ed in questo posto l'anno 18o2.
16
-
S. SIGISMONDO
CHIIESA PARROCCHIALE
NEI SOBBORGHI
IDI PORTA MARGHERITA
-
Stando al veridico Scrittore Merula, nel
suo Santuario di Cremona al fog. 1 1 1.
sino dal 1266. esisteva in questo luogo
un Monastero e Chiesa di S. Sigismondo
governata dai Frati dell'Ordine di S. Bene
detto come dalla seguente scrittura : Coramz
Domino Joanne Abbate Monasteri Sancti
Sigismundi Cremonae extra muros &c.
Per le vicende de' tempi venne questo
monastero quasi del tutto distrutto, ma la
Chiesa per qualche anno ancor sussist, es
sendo seguito in quella il Matrimonio di
Bianca Maria Visconti con Francesco Sforza
Duca di Milano, il giorno de'Ss. Grisanto
e Daria, che scielsero in Protettori li 25.
Ottobre 1441. Ed a perenne memoria del
seguito loro imeneo vollero in questo luo
gofar eriggere a loro spese un maestoso
Tempio, ed un ampio Monastero per i Mo
naci Betlemiti della Congregazione di S.
Girolamo, assegnandogli altres un pingue
Patrimonio, per l'inalzamento, ed ingran
dimento s della Chiesa, che del Monastero.
Con disegno dell'Architetto Ducale
164
Bartolommeo Gazzo, o Gadi Nobile cremo
nese, il giorno 2o. Giugno 1463. dal Pa
store Bernardo de' Rossi Parmigiano fu posta
ne' fondamenti la prima pietra; e la Du
chessa Bianca Maria pose anch'essa ne'fbn
damenti dell'Altar maggiore una lapide
alta pollici 5. once 18. con sopra scolpite
da un lato le immagini di S. Sigismondo
e S. Girolamo, e dall'altra gli Stemmi
Visconti, e Sforzeschi.
- Consiste in una sola havata lunga
brac. 97. milanesi, larga 37. once 8, alta 28.
once 6. con dodici cappelle disposte sei per
parte, e sopra al coro si alza la cupola
di 65. braccia di circonferenza , e 42.
di altezza.
Dopo la morte di Francesco Sforza,
seguita in Milano il giorno 8. Marzo 1466.,
e quella di Bianca Maria in Melegnano li
23. Ottobre 1468. grande fu la premura,
e l'interessamento dei Religiosi Girolomini
di vedere ornato questo Tempio dai pi
celebri pennelli ch'abbia avuto la scula
cremonese nel secolo decimo sesto. E
molto pi grande fu lo studio, e la fatica
da questi assunta nell'eseguire tutto ci, che
di difficile nell'- arte Pittorica,
dir si possa
\
per cos rendersi immortali ed aumentare
gloria e lustro alla Patria loro.
16;
Descrizione delle Pitture
Giulio Campi nel
fresco nei
laterali
557. dipinse a
del finestrone Maria
Vergine salutata dall'Arcangelo Gabriello,
e poscia esegu la venuta dello Spirito
Santo sopra gli Apostoli nella . prima me
daglia. della volta con figure in iscorcj
rigorosissimi .
Bernardino Gatti detto il Sogliaro nel
1 553. esegu nel secondo scomparto l'Ascen
sione di Ges Cristo cinto di maestosa
gloria con sotto gli Apostoli di gigantesca
statura .
Opera dello stesso Professore sono le
altre due medaglie, una di Giona rigettato
dalla Balena, e l'altra della Risurrezione di
Cristo, come pure suo tutto il fregio con
putti e fiori che gira all'intorno del Tempio.
Ci deducesi dalle tabelle con annota
zioni estratte dall'Archivio di detto Mona
stero, e fatte stampare espressamente dai
soppressi Monaci.
Bernardino Campi nel 1554. dipinse i
Profeti di gigantesco aspetto seduti sopra
mensoloni nei laterali della volta con suoi
putti simbolicamente collocati, come pure
. orn i laterali delle finestre tonde.
Dato corso ad altre gi assunte opere il
-
166
nostro Bernardino ritorn di bel nuovo il
giorno 9. Maggio 157o. per eseguire a
fresco nella circonferenza della cupola, isto
riato dei primi nostri Progenitori con Pa
triarchi, e Profeti s del Vecchio, che del
Nuovo testamento, rimanendo nel mezzo
il Divin Padre cinto di gloria, opera, che
venne eseguita nel breve spazio di sette
mesi
Di Giulio Campi sono i quattr Dot
tori di S. Chiesa collocati ai lati dei fine
stroni con diversi putti ben simboleggiati,
e le quattro quadrilunghe medaglie che
compiscono gli archi di detta cupola, cio :
Il Giudizio di Salomone, ed Ester a pi
d'Assuero, a destra e nel mezzo un gruppo
di putti, che esprimono la forza nel portare
una colonna .
---
Ed a sinistra la Manna raccolta dagli
Ebrei nel Deserto in una, e nell'altra le Cot
tornici che caddero per saziare il Popolo,
con altro gruppo nel mezzo, con trofei
della Passione di Cristo.
Camillo Boccaccino prosegu nella
volta del presbitero in una medaglla ot
tangolare con alquanti bellissimi Angioli
che portano una Croce, e nel restante
altre vaghe istoriette con putti, fiori, ed
animali, e nella tazza del coro vi figur
)
i 67
il Salvatore corteggiato da un gruppo
d'Angioli che s'incammina al Cielo, e
sotto disposti i quattro Evangelisti , tre
de' quali seduti sulle nubi con emblemi,
eccettuato S. Giovanni ritto in piedi, con
isvolazzo in mano, e colla testa rivolta
all'ins,
- ,
Opera giudicata ammirabile da tutti
i Professori nel vedere le figure tutte con
trarie alla disposizione della volta del muro.
Discese lo stesso a dipingere nelle due
pareti i due fatti Evangelici: alla destra
l'Adultera giudicata dal Nazareno Signore,
con quelli che l'accusano ,
Ed a sinistra la Risurrezione di Laz
zaro, ed orn altres le pilastrate laterali
a detti Quadri con putti, e fiori bizzarra
mente collocati. Leggesi in quella a destra
il tempo in cui la termin, che fu nel
mese di Luglio del 1537.
Giulio Campi esegu la maravigliosa
tela dell' Altar maggiore, rimanendo sopra
nubi la Vergine col Bambino circondati da
gloria d' Angioli.
Ed abbasso al lato destro li Santi Daria
e Sigismondo in atto di presentare a Maria
il Duca Francesco Sforza , ed a sinistra li
Santi Grisanto e Girolamo nell' egual ma
niera presentano Bianca Maria, entrambi
genuflessi,
168
- Su d' una base vi sta scritto Julii
Campi opus
I 54O.
Gio. Ghelfi la ripul nel
1816.
CAPPELLA I.
.
. "
Bernardino Gatti esegu la tavola della
prima Cappella a destra retrocedendo, ove
vi esegu l' ambasciata dell'Arcangelo a
Maria .
Gatti Gervasio di lui nipote dipinse
nei laterali la nascita del Redentore, ed
il riposo della Sacra Famiglia in Egitto .
E Campi Bernardino contorn la volta con
alcuni fatti della Vergine
II,
Campi Antonio pennelleggi nel quadro
in tela il S. Gio. Batt. col capo stato
gli reciso dal manigoldo, con Erodiade,
ed altre figure, e nei laterali a fresco ese
gu: in uno Ges nel Giordano in atto d'es
sere battezzato dal Precursore, leggendosi
sul suolo. Antonius Campus Fac. 1577.
Nell'altro rappresent Ges in un gran
dioso locale seduto a mensa, istoriato con
moltissime figure: e sotto vi sta scritto
Antonii Campi Plastice, & Pictura 1581.
cos pure suo travaglio la volta, ed il
Tc8tdntc -
III, ..
69
Natali Gio. Batt. cremonese ( nelle
sue notizie nominato il Guardolino ) esegu
il transito di S. Paola Romana, come sta
scritto in un biglietto. Per placido cernis
cultu fert picta colore = Joannes Baptista ubi
Natalus in anno 1663. e parimenti suoi
sono i laterali, e la volta .
IV.
Di Bernardino Campi la S. Cecilia
seduta in atto di suonar l'organo, e S. Cat
tarina in piedi in atto d'ascoltarla. Sua
la gloria sopra l'ancona , e gli scomparti
della volta. Ci deducesi dal nome a piedi,
che dice Bernardinus Campus Crem. F.
e superiormente MIDLXVI.
Ghislina Marc'Antonio esegu i laterali.
V.
"
Masserotti Angelo espresse nel qua
dro Ges in Croce, ed a piedi la Maddalena.
Nei laterali, in uno la Flagellazione
di Cristo, la Coronazione di Spine nell'altro.
VI.
Francesco Boccaccino dipinse il Quadro
dell'Altare di questa cappella rappresentante
l'Angelo Custode.
17o
Uberto Lalonge detto il Fiamingo
esegu la volta.
Del Masserotti la lotta dell'Angelo
col Profeta Balaamo .
Del Maggi milanese l'altro dirimpetto,
VII.
Lalonge Uberto esegu a olio il S. Filippo
Neri, e sua opera eseguita a fresco fu il
restante di questa cappella .
VIII,
Masserotti Angelo cremonese sul prin
cipio del secolo decimosettimo dipinse il
S. Ignazio Lojola genuflesso avanti Maria,
con altri fatti della vita di questo Santo
nei laterali .
IX.
Picenardi Carlo
Nobile Cremonese
circa l' anno 164o. dipinse il S. Girolamo
posto sulle nubi ; abbasso S. Eusebio cre
monese, e S. Palnachio, entrambi vestiti
in abito Eremitano, e cos prosegu i laterali
con alcuni fatti dei succennati Santi .
Troglio Giulio bolognese detto il Pa
radosso esegu la volta ,
X. -
ll ripetuto Lalonge Uberto travagli
17 1
ia S. Teresa a olio, ed i laterali a fresco.
XI.
Di Campi Bernardino il S. Giacomo
Apostolo seduto sopra d'un sasso, e S. Fi
lippo in piedi, come pure sua la volta,
ed i quattro quadretti sul muro. Questa
fu
la prima
opera
dagiovanile.
lui eseguita per questo
Tempio
in et
sua
Bombarda Gio. Batt. le contorn di
stucchi .
E Calvi Carlo detto il Coronaro in
traprese nel 1566. ( come st marcato sopra
a un sasso)i laterali, con esprimervi S. Fi
lippo in atto di parlare a Ges; ed il Mar
tirio di S. Giacomo. Ma rimasero imperfetti
per morte sopragiuntagli.
Malosso Euclide li comp nel 1596. XII
Campi suddetto dipinse S. Girolamo
innanzi al Crocifisso, e S. Antonio Abate,
ed i scomparti della volta, essendo cos
marcato Bernardinus Campus Cremon. F.
MDL XVI
-
Gli ornati a stucchi sono del dissopra
citato Bombarda.
Gavasetti Camillo Modanese esegu le
due storie nei laterali, come sta registrato
su d'un piedestallo d'una lasena .
I 72
Campi Antonio termin nel
1578. le
dodici Pilastrate, sei per parte, che riman
gono nella nave di mezzo, tra l'una cap
pella, e l'altra, rappresentanti putti in
iscorcjammirabili intrecciati con fiori, frutti,
ed animali.
-
Natali Giuseppe della Citt di Casal
maggiore esegu il Dipinto della facciata
interna , ed i laterali del Presbitero .
Capra Gabriello cremonese nel 16 5.
travagli ad intarsio le sedie del coro.
Nell' abitazione Parrocchiale esistono
due Refettorj. Boccaccio Boccaccino padre
di Camillo nel Refettorio vecchio dipinse
la Cena Domini .
E Bembo Gio. Francesco nel nuovo
Refettorio tratt superbamente simile ar
gomento.
Natali Gio. Batt. comp la volta dello
stesso nel 1657. con eseguire varj fatti
dell'Apocalisse.
Seguita la Soppressione dei Girolomini,
il giorno di S. Gio. Batt. 24. Giugno 1798.
la Chiesa fu assegnata Parrocchia, ed il
locale monastico la maggior parte fu de
molito, a riserva dell'abitazione del Par
roco D. Lazaro Galli cremonese recatosi
in essa a soggiornare il giorno 1 o. Aprile 1799.
- -
- --
173
SANTA MARIA DEL CAMPO
AL DI LA' DI S.
Accenna
Merula
SICISMONDO
carte
335 ,
che
il
giorno 2 1. Ottobre 585. fu messa ne' fon
damenti la prima pietra da Nicol Sfon
drati nostro Vescovo, concorrendo all'ere
zione di questo Tempio molti divoti Cit
tadini unitamente al Rev. Corpo Capitolare
della Cattedrale, come ce lo assicura l'Iscri
zione esistente sulla fronte di esso, registrata
dal Vairani al N. 22 15.
Venne innalzata questa Chiesa con
bellissima architettura esterna, ed interna,
con cinque Altari disposti con altrettanto
bell' ordine .
'Al lato destro entrando Gervasio Gatti
detto il Sogliaro, l'anno 1587. dipinse in
tela la Vergine Assunta al Cielo, con sotto
gli Apostoli.
E Mainardo Andrea cognominato il
Chiavichino esegu la Vergine Annunziata
dall'Arcangelo Gabriello. Vi marcato di
sotto il nome dell'autore con l'anno, 16 13.
Di Lodi Ermenigildo la Nativit di
Maria Vergine istoriata da molte figure,
dallo stesso eseguita l'anno 1618.
Lo stesso Professor Gatti color l'altro
ove vi sono espressi gli Apostoli, e Ges
174
Cristo in atto di consegnare le chiavi della
Chiesa a Pietro. Leggendosi parimenti in
esso il nome dell'autore, e l'anno 16o 1.
Delle dieci Statue che rimangono ap
poggiate alle pilastrate sei sono state scol
pite da Giacomo Bertesi, e quattro da
Giuseppe Febbrari, ambidue cremonesi.
Nel 1798. fu acquistata dal Sig. Giulio
Cesare Bolzesi, ed ora di ragione del
Sig. Gaetano di lui figlio.
S. SEBASTIANO
CHIESA SUSSIDIARIA
ALLA PARROCCHIA DI S.SIGISMONDo
Merula alla pag. 52. asserisce che questo
luogo fu fabbricato da'Cremonesi per rico
vero
dei leprosi, e che fu eretta in Chiesa
molto prima del 15z 1.
Nel 1774. venne ristaurata come dalla
Iscrizione che leggesi sopra la porta. E'
costrutta di una sola navata con cinque
Altari.
La Tavola posta all'Altar maggiore
di Galeazzo Campi, su cui vi ha espressa
la Vergine seduta su d'un scabello col
Bambino sulle ginocchia , da un lato
S. Rocco, e dall'altro S. Sebastiano legato
ignudo all'albero . Sullo scabello della
-- -
- - - -- - -
175
Vergine trovasi scritto Galeatius de Campo
. Faciebat
1 5 18.
Anche questo fu ristorato dal nostro
Ghelfi Gio. nel 1817.
i
S. BERNARDO
CIHIESA PARROCCHIALE
FUORI DI PORTA MANTOVA
SULLA STRADA DI BRESCIA
Pima
del
1275. in
questo luogo eravi
Chiesa e Monastero abitato dai Monaci
Cisterciensi .
1Dal Vescovo de Madalberto Egidio
furono, trasferiti nel luogo cos detto dei
Brazzoli distante cinque miglia dalla Citt,
assegnando s l'uno, che l'altro alle Mo
nache di S. Maria Nuova del Cistello
dell'egual Ordine, le quali furono trasfe
rite in Citt per essere il tutto stato di
strutto dalle guerre, scorgendovisi ancora
i fondamenti.
'
Al presente vi si trova la Chiesa con
l'abitazione Parrocchiale, ed alcune pic
ciole case .
/
S. AMBROGIO
.
CHIESA PARROCCHIALE
NEL soBBoRGo DI PORTA MILANo
Sul finir del viver suo il Vescovo Offredo
de''Offredi nel
185. concesse a'Cremonesi
che fosse eretta una Chiesa dedicandola
all'Arcivescovo S. Ambrogio, la quale ri
maneva pi vicina alla Citt .
Nel 13o6. era governata da Frati, e
serv per molto tempo ad uso Spedale, ma
per essere vicina troppo alla Citt and
soggetta pi volte ad essere demolita, e
pi volte rifabbricata, cosicch nel giorno
1o. Aprile 17 io. fu incominciata nel modo
che si ritrova al presente, essendo stata
benedetta il giorno di S. Ambrogio 7. Di
cembre detto anno dal Vescovo Carlo Ot- .
taviano Guasco Alessandrino. . . . .
177
CATALOGo
DELLA GERARCHIA CELESTE
Di sosTRA PATRIA
ED ALTRE PIE PERsoNE
S. EUSEBIO Nobile eremonese per molti
anni visse in sua Patria, indi trasferitosi
ne' luoghi di Terra Santa, ed unitosi al
gran Santo Girolamo, di cui divenne Di
scepolo, tanto amollo, che alla sua morte
lo lasci erede della sua Libreria, e fu
investito Abbate di quel vasto Monastero.
Dopo molti anni di Santa perseveranza
nella Divina Legge rese l'anima al suo
Creatore in Betlemme il giorno 14. Agosto
dell'anno 429., e col fu sepolto vicino al
Corpo di detto S. Girolamo , essendone
preceduti alcuni miracoli.
La Patria gli fece eriggere una Chiesa
con tal nome nel 16o 5. (Vairani all'Iscri
zione 2246.); e un Altare nella Cattedrale,
ove il giorno 5. Marzo si solennizza la sua
Festa, ed il Corpo Municipale interviene
al Sacrifizio della Santa Messa, che col
si celebra per voto fatto.
2
78
S. SILVINO cremonese , eletto Ve.
scovo della Patria nel 734.
Nel 15 Aprile 754. pose ne' fonda
menti la prima pietra della gran Torre, e
govern questa Chiesa con somma pru
denza , ed ecclesiastica disciplina per il
corso di 43. anni. Pass al Cielo nel 776,
dando molti contrassegni di santit, e tra
Santi Confessori fu annoverato per le esi
mie sue virt .
Qui da noi se ne solenizzava la festa
il giorno 17. Febbrajo .
S. GIOVANNI SORDI di antica e
Nobile Famiglia di questa Citt, il quale
abitava sull'angolo sinistro della contrada
Ceresole, per volgersi alla contrada S. Giu
seppe Fu eletto Vescovo di Mantova, poi
di Vicenza. Mor Martire per la Fede nel
i 181., e si fa menzione di lui alli 15 di
Marzo. ,
S. OMOBONO. TUCENGHI nativo
cremonese, fornito abbondantemente di beni
di fortuna, di professione. Mercante.
Condusse vita esemplarissima, e fu
grati sovvenitote de' poveri, per cui Iddio
concesse a lui il dono di operare miracoli,
ed essendo vissuto in et avanzata, il giorno
179
13. Novembre 1197, spir santamente nella
Chiesa di S. Egidio in tempo che udiva
la Santa Messa, e nella Chiesa stessa fu
sepolto .
Dio oper per lui molti Miracoli, per
cui il Pastor nostro Sicardo Caselana con
altri Nobili Cittadini Deputati si recarono
a Roma, ed il Sommo Pontefice Innocenzo
III. lo canonizz, e lo pose nel Catalogo
de'Santi il giorno 12. Gennajo 1 199., di
venendo in seguito Protettore Principale
della Citt, e della Diocesi.
Il Vescovo Ugolino Ardingherio il
giorno primo Aprile 1357. con gran pompa
fece seguire il trasporto alla Cattedrale di
una parte del suo Corpo, ed altro Beve
rendissimo Pastore Gio. Batt. Brivio alli
26. di Settembre del 1614. ne fece traspor
tare il restante. Il giorno 13. Novembre
ne segue la sua festa, che ogn'anno si ce
lebra con grande solennit, esponendo la
sgnta sua Testa all'Altar maggiore, e sotto
Confessione, ove vien venerato il restante
del suo Corpo .
Abitava nel vicolo con tal nome al
civico N. 368., e sopra la porta conservasi
incisa in marmo Ia qui unita Iscrizione:
D . Homobono . Pauperum . Patri
Patriae. Tutelari. Paternas. Ipsius. Aedes
A
8o
A . Quinque . Saeculis . Vitae . Santiss
Testes . Erectis . Aris. Renovato . Templo
Sub - . Ejus , Nomine . Pie . - Militans
Sodalium . Coetus . Aeternum . Dicat .
An . Sal. MDCC VI .
-
S. CEROLDO MARTIRE nacque da
Nobile Famiglia in Colonia nell'anno 12o1.
Procur d'essere imitatore, e buon Discepolo
di Ges Cristo, conducendo una vita peni
tente, dormendo sempre sulla nuda terra.
And a visitare i Luoghi Santi, indi
trasferitosi in questa Citt vi fece dimora
per pi lustri, onde acquistossi il diritto di
Cittadinanza .
--
- Nell'uscir da porta Mosa fu investito
da Masnadieri , e fu ucciso il giorno 7.
Ottobre i 24t., avendo sofferta la morte
con santa perseveranza . Il suo Corpo fu
processionalmente portato alla Chiesa di
S. Vitale, chiamata dopo S. Geroldo, ove
nel mese di Ottobre del 1808. con gran
pompa fu trasportato in quella de' SS. Mad
dalena e Geroldo.
"
Se ne celebra l'Ufficio e Messa gi
da qualche secolo, essendo il suo culto
molto antico.
81
S. FACIO di patria veronese, nell'an
no 1226. venne a stabilirsi in questa Citt,
in cui visse adorno di Cristiane virt, eser
citando l' arte dell' Argentiere, dando il
prodotto di sue fatiche a poveri .
Institu l'Ordine di S. Spirito, e co'suoi
Compagni s'adoper ad opere caritatevoli.
Carico di Cristiane virt giunto al
fine di sua vita il giorno 18. Gennajo i 272.
santamente spir, e il suo Corpo fu ono
revolmente sepolto nella Chiesa Maggiore,
coll' intervento del Vescovo Cacciaconte
de' Sommi, e di tutto il Clero. Se ne ce
lebra da tutta la Diocesi l'Ufficio, e la
Messa il giorno 6. di Febbrajo.
S. ALBERTO di Villa d'Ogna Ber
gamasca sino da fanciullo diede segni di
Santit, lasci il natio soggiorno, e si tra
sfer in Cremona, ove esercitava il mestiere
di portar vino, ed abbracci il Terz'Ordine
di S. Domenico, e tutto si diede ad opere
di piet e misericordia verso i poveri. Fece
vari Pellegrinaggi ai Luoghi Santi, ed in
stitu un Ospizio a beneficio de' poveri in
fermi nel luogo di sua abitazione sull'an
golo della contrada S. Mattia al N. 1 19 1.
unitamente al Beato Gherardo cremonese
suo Compagno, e dopo una vita piena di
-
--
, - - -
-- - --
82
meriti in quello mor il giorno 7, Maggio
i 279.
Fu sepolto nella Chiesa di S. Mattia,
ove si venerava il santo suo Corpo.
Benedetto XIV. approv il continuato
culto, e concesse a tutto l'Ordine de' Pre
dicatori, ed al Clero Cremonese e Berga
masco di poterne celebrare l'Ufficio e la
Messa, considerandolo come nostro Con
cittadino,
B. GHERARDO nativo cremonese, ed
imitatore del gi descritto S, Alberto visse
sempre con opere degne di Santit, per cui
dopo la sua morte fu collocato nella stessa
Chiesa di S. Mattia vicino al suddetto
S. Alberto,
Riposarono in essa questi Santi Corpi
per il corso di 532. anni, e sino alla sop
pressione della medesima seguita il giorno
12. Febbrajo 181 1,
Onde dallo zelantissimo nostro Vescovo
Monsignor Omobono Offredi se ne fece
eseguir la traslazione in detto giorno alla
Cattedrale, e furono riposti sotto la mensa
dell'Altar maggiore della sotto Confessione.
.
Lr sAwTI MARTIRI FAvsTIvo,
E LANFRANCO CALZAVACCA cremo
nesi martirizzati in Brescia .
i 83
LI BEATI MONETA, E ROLANDO
nativi cremonesi Religiosi Domenicani . Ros
lando mor in Bologna nel 1259.
IMERIO GUARDALUPO cremonese
Frate dell'Ordine di S. Francesco, il quale
fatte molte Legazioni per S, Chiesa fu creato
Vescovo Aciense da Gregorio X. e se ne
mor nella Citt di Parigi l'anno 275.
dopo aver fatto tanto onore alla sua Patria.
CUISCARDO DE GUISCARDI alle
vato in Cremona sua Patria prese l'abito
in allora di S. Francesco,
Uomo di singolar dottrina, e di vita
molto esemplare fu fatto dal Papa Nicol V.
Vescovo di Tripoli, e dopo aver operato
molto per la Religione fu crudelissimamente
squartato vivo nel 1291.
Vol al Cielo, ed annoverato tra
Beati Martiri della nostra santa
Religione.
ENRICO CASALORCI cremonese Ve
scovo di Reggio, morto santamente li 3o.
Aprile 13 12.
GIORGIo LAzzoLI nostro Cittadi
no Religioso Agostiniano, chiaro per san
tit di vita e per miracoli. Rese lo spirito
184
al Signore in Milano li 6. Agosto 141 5.,
ed ha il titolo di Beato.
BENEDETTO, E GIO. FOSSA dei
Minori Csservanti.
FULCENzio, E FRANcEsco dei
Canonici Regolari.
VITTORE E MARCO Serviti.
BoNAVENTURA Cappuccino.
ANTONVIO Conventuale
IL VENERABILE P. D. ANTONIO
ZACCARIA Nobil nostro Cittadino morto
in concetto di gran Santit in Milano il
giorno 6. Luglio 1539. in et d'anni 59.,
primo, tra gli Istitutori dei RR. PP. Bar
nabiti, detti Chierici Regolari di S. Paolo,
ora soppressi. Il suo Corpo con gran ve
nerazione si conservava nella suddetta Citt,
e nella Chiesa delle Monache Angeliche di
S. Paolo ora soppresse , che dal mede
simo avevano avuta origine.
Il giorno 6. Luglio 181o. a ore 7.
pomeridiane, le ossa stesse, che esistevano
nella Chiesa di S. Paolo furono traspor
185
tate nell'atrio a piedi della scala che mette
al sepolcro di S. Carlo nella Chiesa Me
tropolitana di Milano , come consta da
Istromento 6. Luglio 181o. a rogito del
Sacerdote Innocenzo Pini Notaro Attuaro
della Curia Arcivescovile di detta Citt.
CIAN-FRANCESCO BONOMI No
bile, ed antico Patrizio Cremonese, Vescovo
di Vercelli, morto in gran venerazione il
giorno 26. Febbrajo 1587. in et d'anni
5 1. Leggesi la sua vita esemplare stam
pata in Parma ,
IL VENERANDO P. D. EVANCE
LISTA DORATO illustre per candore d'in
nocenza ed illibati costumi, nato in Pia
dena, Territorio Cremonese, l'anno 1539.
mor in concetto di gran virt e Santit
in Somasca Territorio Bergamasco il giorno
4. Giugno 16o2.
Fu Rettore del Seminario nostro Ve
scovile, poi fattosi Religioso Somasco nel
1582. rinunci la sacra Porpora offertagli
pe' suoi eccellenti meriti da Gregorio XIV ,
indi fu fatto. per precetto d' ubbidienza
Proposito Generale dell'Ordine ex-Somasco
nel
I 593.
Le sue ossa, e ceneri per ordine del
12
136
in allora Serenissima Repubblica di Venezia
vennero chiuse in un urna , col Sigillo
di S. Marco, e collocate vicino alle Reli
quie di S. Girolamo Emigliano Fondatore
della soppressa Religione de' PP. Somaschi.
siMoME
Fondatore
della
Religione
Agostiniana detta Carbonaria in Napoli,
ora soppressa.
BUovo delle convertite in Milano.
RINALDo LANzi della Dottrina
Cristiana in molti luoghi.
, CIOVANNI PIETRO ALA Nobil
Cremonese J. C. di questa Citt , che
nell'anno 624. fece fabbricare a sue spese
il Santuario della Santa Casa di Loreto,
e diede molte altre pie disposizioni.
D. ANCELO RODIANI cremonese
Monaco Girolomino della Congregazione
di Lombardia, morto in Albano in con-
cetto di Santit il giorno 6. Gennajo 1767.
in et d' anni 84. Venne sepolto nella
Chiesa di S. Paolo, e fu pianto da tutti
per le rare sue doti d'animo, e vita molto
esemplare.
137
La sua casa in Cremona era quella
sull'angolo oltrepassata la Casa Fraganeschi.
FRANVCESCO MARCHESE PICE
NARDI Patrizio Cremonese, virtuoso Gio
vane, morto il giorno 14. Agosto 1754.
in et d'anni 19. , la di cui angelica vita
comparse alla luce in Milano l'anno 1755
-
NOBILE SIG. D. CIUSEPPE ZAC
CARIA DEL MAINO morto la notte del
giorno 7. al 8. Dicembre 1812. in et
d'anni 74., nubile, il quale ha sovvenuto
pi volte la sua Patria in tempi urgentis
simi. Fu prodigo con la Chiesa, provve
dendo gli arredi sacri, ed altro. Sovvenne
pi volte a larga mano tanto il Civico
Spedale, come altri indigenti, lasciando
disposto molto a favore del primo, come
a beneficio dei secondi .
IL NOBILE MARCHESE CESARE
LUIGI MACIO nubile, passato agli eterni
riposi la notte del 26. Settembre 1816. in
et d'anni 66. Uomo religiosissimo, adorno
di virt Cristiane, e gran sovvenitor de'po
veri, molti de'quali anche dopo di lui sono
sollevati dalle di lui saggie disposizioni.
88
LUCHINA, E PRISCA Domenicane.
B. ELISABETTA PICENARDI No
bile Cremonese, nata in Mantova l'anno
1428., abbracci il Terz-Ordine de' Servi
di Maria , e visse piena di meriti e di virt
per tutto il corso di vita sua, essendo pas
sata alla Gloria Celeste il giorno 19. Feb
brajo 1468. in et d'anni 4o.
--
Il di lei sacro Corpo fu deposto nella
Chiesa di S. Barnaba della stessa Citt, e
col venerato per il corso di 33 . anno .
E nel Settembre del 1799. fu trasportato
a Cremona, indi nella Chiesa Parrocchiale
delle Torri de' Picenardi, Territorio Cre
monese, e dopo solenne e divota funzione
fu processionalmente trasferita la Sacra Arca
nel Pubblico Oratorio di sua Illustre Fa
miglia, e collocato venne sotto la mensa
dell' Altare gi fatto disporre dai Nobili
Signori Marchesi Ottavio Luigi, e Giuseppe
Fratelli Picenardi.
Con Decreto di Pio VII. in data 1o.
Novembre 1804. stato concesso di cele
brare la Festa con Ufficio e Messa, tanto
a tutto l'Ordine de'Servi di Maria, che a
tutto il Clero di Mantova, e di Cremona.
Con altro posteriore Decreto del giorno
18. Marzo 18c7. ad istanza di Monsignor
/
189
nostro Illino e Revino Omobono Offredi
venne concesso dalla medesima Santit sua,
ossia approvata l' Orazione propria da
dirsi nell'Officio e nella Messa, come pure
le Lezioni proprie del secondo Notturno per
il giorno della festa della suddetta Beata.
Ci deducesi dalla vita di questa no
stra Beata recentemente scritta dal Profes
sore D. Isidoro Bianchi Cremonese stam
pata in Roma l' anno 18o3.
BEATRICE ToscANA da Casal
maggiore altra Servita.
BEATA STEFANA DE QUINZANI
nacque da onesti parenti nel Territorio
Bresciano detto Orzinovi .
Sino dall'infanzia diede chiari indizj
di Santit. In et di quindici anni abbrac
ci il Terz- Ordine di S. Domenico , e si
port in Soncino, ove segnalossi per la
sua umilt ed osservanza di vita rigorosa
e penitente . .
Incominci ad educare molte fanciulle
per eriggere un Monastero sotto al titolo
di S. Paolo vicino a Soncino nella Diocesi
Cremonese , ove fu Superiore per varj
anni. Ivi poi dopo d'essersi resa celebre
colle profezie, estasi, ratti, visioni, e mi
se ne vol al Cielo nell'anno 153o.
in et d' anni 73.
Il giorno 2. di Gennajo Benedetto
XIV. ne approv il culto, e concesse a
tutto l'Ordine de'Predicatori , ed ai Cleri
Bresciano, e Cremonese di poterne recitare
l'Ufficio, e celebrarne la Messa .
Le sacre ossa di questa Santa riposano
nella Chiesa Maggiore di Soncino.
VENERANDA
GIOVANNA
VI ,
SELLI Nobil Vergine Cremonese chia
mata lo Specchio di Santit e Verginit,
passata alla Patria Celeste li 3. Dicembre
458
LUCREZIA BARBO' moglie del Mar
chese Nicol Magio, morta in concetto di
Santit li 14. Febbrajo 162 1. in et d'anni
3o., fu sepolta nella Chiesa di S. Gallo,
e seguita la soppressione di detta Chiesa le
sacre sue spoglie furono trasportate nella
Chiesa di S. Ilario nel sepolcro di questa
Illustre Famiglia,
LUCREZIA GUIDALENCA cremo
nese fondatrice d' un Monastero detto delle
Teatine, Mor in gran concetto di Santit
nel 163o., anno della gran peste, per la
quale fin il detto Monastero delle Teatine.
191
MADDALENA GUERRIAVI che alli
2o. d'Aprile del 1648. se ne vol al Cielo
ottuagenaria, e fu fondatrice d'un Mo
nastero chiamato S. Barnaba , trasferite
queste dal luogo di loro fondazione ad un
altro Conservatorio detto della Maddalena,
ossia delle Malmaritate.
MARGHERITA PASINI figlia di
Stefano, e di Maddalena Natali Cittadini
Cremonesi, nata l' anno 156o. , abitava
nella contrada S. Marta vecchia, nella casa
ora marcata col civico N. 1 166. Dirimpetto
alla sua abitazione eravi un piccolo Oratorio
nominato S. Marta vecchia, in cui and
la suddetta a far continua orazione sino
.
all'anno ventesimo dell'et sua . .
Nel 158o. pass Monaca nel Monastero
ora soppresso del Corpus Domini, e gli fu
posto il nome di Angelica Serafina. Visse
in esso santamente per il corso di 68. anni,
e se ne and al Cielo li io. Aprile 1648,
e ottantottesimo dell' et sua, da tutti ge
neralmente venerata per l'esemplarit ed
umilt sua, stimata da Sommi Pontefici
Clemente XI., e Benedetto XIII.
Nel 163o. sort alla stampa in Cre
mona la vita delle notabili sue azioni, e
miracoli scritta da Francesco Arisi, dedicata
192
all' Illino e Revino Monsignore Alessandro
Maria Litta venerato nostro Pastore, con
quelle regole e norme prescritte dal De
creto del Pontefice Urbano VIII.
..
Nel 1782. venne soppresso il detto
Monastero, e questo Santo Corpo fu rin
chiuso in una cassetta di piombo, indi in
un altra di rovere cinta di ferro, e tra
sportato venne unitamente ad un altra
Beata sua Compagna nominata Salvaterra
nel Monastero delle Monache Angeliche di
S. Marta . .
Per la seguita soppressione anche di
questo, il giorno 25. Aprile 181o. furono
trasferiti, questi sacri depositi il giorno 1 1.
Luglio dello stesso anno alla Chiesa Par
rocchiale di S. Imerio, e dopo tre giorni
che rimasero alla pubblica venerazione fu
rono collocati di dietro all'Altar maggiore
della stessa Chiesa, ove tuttora esistono.
FRANCESCA VOLPINI Monaca del
Monastero ora soppresso, di S. Chiara, la
quale mor piena di Santit li 6. Settem
bre
1667,
MARCHERITA SPINETA Carmeli
tana, la quale giace nella Chiesa Mitrata
di S. Agata.
193
ELISABETTA VERCINVE IDI S, OR .
SOLA, di cui evvi la testa nella Catte
drale, e si espone ne' giorni di solennit.
TERESA MERCORI Cremonese del
Terz'Ordine di S. Domenico visse religio
samente, e mor in concetto di Santit li
18. Marzo 179o. in et d'anni 77., e fu
sepolta nella Cappella del Sacramento della
Chiesa di S. Domenico.
Cos pure al presente Cremona pu
vantare di avere diversi altri Illustri Per
sonaggi s dell'uno, che dell'altro sesso
che molto si adoperano, e si distinguono
in opere pie, e benemerite a Dio. Di questi
altri ne parleranno a suo tempo.
QS94
195
I V D I C' E
Dda
Pag.
Avviso al benigno Lettore . . . ,
Cattedrale.
- - -
95
Torre Maggiore
Battistero
99
S. Girolamo Oratorio Sussidiario . ,
S. Domenico Sussidiaria .
SS. Giorgio, Pietro, e Paolo Par
rocchia - - - - -
S. Lucia Sussidiaria . . . . . ,
SS. Cosma, e Damiano, ossia S. An
gelo Sussidiaria . . . . . ,
SS. Giacomo, ed Agostino Parrocchia,
SS. Egidio, ed Omobono Sussidiaria ,
SS. Marcelluno, e Pietro Sussidiaria ,
S . Nicol Oratorio privato . . . ,
S. Giovanni Nuovo Oratorio pubblico,
SS. Margherita, e Pelagia Chiesa del
Seminario Vescovile
. . . ,
SS, Appolinare, ed Ilario Parrochia ,
SS. Donino, e Carlo Sussidiaria . ,
S. Bassano Sussidiaria
S. Agata Chiesa Prepositurale Mitrata ,
S. Luca Sussidiaria . . . . . ,
Oratorio del Cristo Risorto . . . ,
196
SS. Jacopo, e Vincenzo Sussidiaria Pag.
I 4o
SS. Quirico, e Giulitta Oratorio . , I 42
SS. Nazaro, Celso, ed Abbondio Par
rocchia .
. . .
SS. Siro, e Sepolcro Sussidiaria
S. Facio detto il Foppone . .
S. Michele Parrocchia
99
I 44
99
i 49
1 5o
9y
l 52
S. Gregorio Prete, ossia SSha Trinit
Sussidiaria .
.. .
99
S. Maria Incoronata .
. . . .
SS. Clemente, ed Imerio Par
rocchia . . . . . . . .
I 57
39
16o
SS. Geroldo, e Maddalena Sussi
diaria . . . . . . . . .
S. Eligio Vescovo Oratorio Sussi
diario
. . .
. . . .
161
NEI soBBoRGHI
S. Sigismondo. Parrocchia. . . .
S. Maria del Campo Chiesa privat
163
173
S. Sebastiano Sussidiaria . . . ,
S. Bernardo Parrocchia . . . . . ,
175
176
sy
177
S . Ambrogio Parrocchia
i74
Catalogo della Gerarchia Celeste
di nostra Patria, ed altre Pie
Persone . . . . .