Angelo Pagliaro - I Dimenticati Confinati Politici Paolani Antifascisti Ed Altri Ribelli Durante La Persecuzione Fascista PDF
Angelo Pagliaro - I Dimenticati Confinati Politici Paolani Antifascisti Ed Altri Ribelli Durante La Persecuzione Fascista PDF
I DIMENTICATI
Confinati politici paolani antifascisti ed altri ribelli durante la persecuzione fascista
Prefazione di Giuseppe Masi
Ganino Biagio
Bottino Giuseppe
De Luca Raffaele
Itria Francesco
Scarselli Ida
Bottino Giacomo
INDICE
Prefazionepag.
Introduzione.pag.
Schede biografiche in ordine alfabetico..pag.
Bibliografia.pag.
APPENDICEpag.
Prefazione
I libri di storia, il cinema, la memorialistica, le fotografie, gli sceneggiati televisivi, per gli anni del
fascismo ci hanno consegnato, plasticamente, il trasferimento e l idea della vita degli antifascisti,
sottoposti a misura cautelativa nei rispettivi luoghi di confino (Cesare Pavese a Brancaleone o Carlo
Levi in Basilicata). La traduzione con i suoi ritmi lentissimi, - cos si legge in un volume sui
simboli e i miti dellItalia unita, pubblicato dallEditore Laterza in questi ultimi anni- i ferri ai polsi
e le catene, i viaggi negli angusti cubicoli dei vagoni cellulari, riarsi destate, freddi come celle
frigorifere dinverno, le soste in luridi cameroni di transito, le traversate, l accoglienza da parte
degli altri confinati allarrivo nelle colonie di pena, oppure il riferimento alla vita monotona, alle
giornate vuote, alla strana esistenza di prigionieri allaria aperta, sono momenti che, nelle diverse
localit, hanno segnato la permanenza degli oppositori al regime.
Lipari, Ventotene, le isole Tremiti, Favignana, erano le localit pi gettonate, i posti dove gli
antifascisti pi irriducibili venivano inviati non a villeggiare ma ad espiare una pena che era stata
comminata dalle autorit del tempo, perch essi, per il loro dissenso, o non accettavano la dittatura
o costituivano un pericolo per le istituzioni.
La storia di questi antifascisti stata conosciuta grazie alle memorie che alcuni di essi ci hanno
lasciato oppure stata studiata attraverso le carte di polizia (opera molto valida ed utile sono i
diversi volumi, curati dallAssociazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti
A.N.P.P.I.A. che, attraverso brevi biografie, offrono un panorama completo sullantifascismo
popolare italiano), per cui si deve salutare, con attenzione, la pubblicazione di questo volumetto di
Angelo Pagliaro, che parla solo con i documenti, e il cui merito quello di allineare alcuni nomi di
antifascisti di Paola, inviati, durante gli anni della dittatura, al confino in varie localit italiane.
La cittadina tirrenica, nel corso della sua ultima storia, si distinta per aver dato i natali ad alcuni
esponenti di quel socialismo democratico, gi presenti in Calabria, tra la fine dellOttocento e il
primo decennio del Novecento, ed attivi e combattivi, quali lavvocato Raffaele De Luca, il
maestro Francesco Itria ed anche, in qualche modo, lo stesso Maurizio Maraviglia. Nel 1896,
inoltre, con la partecipazione dei pi noti socialisti del tempo (da Giovanni Domanico a Pasquale
Rossi, ad Antonino De Bella), aveva anche ospitato un convegno delle forze socialiste calabresi,
durante il quale erano state gettate le basi per una pi incisiva e capillare propaganda nella regione e
per fissare i criteri da seguire nelle competizioni elettorali.
Paola, che tutti conoscono per essere la patria di san Francesco, anche la cittadina che, oltre al
Maraviglia, il quale dopo la sua breve esperienza nelle file del partito socialista, divenne uno dei
maggiori interpreti del pensiero nazionalista, ha dato i natali anche a Carlo Scorza, il segretario del
Partito fascista che, nella notte famosa del 25 luglio 1943, guid i lavori del Gran Consiglio e che,
dopo una burrascosa seduta, decret la fine di Mussolini e del fascismo.
Lautore di questo agile testo documentario ha fatto bene, pertanto, a presentare i nomi dei paolani,
che si sono opposti alla dittatura e che per questo hanno pagato, coscienti che la loro azione potesse
servire a qualcosa per le generazioni pi giovani.
Personaggi non di secondo piano, se si pensa che il De Luca fu poi attivo nella Resistenza romana;
condannato a morte da un tribunale militare tedesco, scamp alla pena perch la sua esecuzione fu
pi volte rinviata, in quanto era stato dichiarato intrasportabile a causa dell et avanzata, con la
tacita complicit del medico di Regina Coeli.
Ma accanto al De Luca, le cui vicende erano peraltro gi note agli specialisti del settore, si devono
ricordare Ida Scarselli, paolana dadozione e Giacomo Bottino, paolano, marito della stessa;
entrambi anarchici (la Scarselli faceva parte di una famiglia di anarchici, protagonista nel 1921 dei
fatti di Certaldo).
Sono storie, a volte minori, storie - scrive lautore- di dimenticati, ma hanno tutte un grande
significato denotante i valori di libert, di democrazia cui questi militanti sono stati fedeli durante la
loro vita e che, con la loro azione, prepararono il terreno alla lotta di liberazione.
Oggi qualcuno pu anche sorridere di fronte a queste vicende, perch la crisi del paradigma
antifascista, la ricaduta di massa del revisionismo storiografico, la frammentazione sociale e la
chiusura di un ciclo storico - politico hanno modificato, in profondit, il rapporto con il nostro
passato, in particolare con gli eventi del Novecento, quasi che esso costituisca un impedimento
allavvio di un nuovo inizio, allingresso in una modernit che si pretende simile ad uno spazio
vuoto, ricco di possibilit inedite, ma che, in definitiva, se la si consideri meglio, unaltra
dimensione rispetto alla vera storia.
E unesigenza che, un poco pi un poco meno, viene, purtroppo, avvertita da tutte le forze politiche
(poche sono escluse), mentre non lo per gli Istituti che si ricollegano alla Resistenza. LIstituto
calabrese per la storia dellantifascismo e dellItalia contemporanea (Icsaic) di Cosenza, per quel
che lo riguarda, non solo promuove ricerche e scavi sugli anni del ventennio fascista, ma incoraggia
anche studi come questi che vedono singole persone impegnate a scoprire ed identificare, nei
piccoli paesi della regione, i protagonisti di queste battaglie.
Tutte queste indagini devono, alla fine, servire a dare unidea complessiva dell antifascismo
popolare calabrese, ancora, per molti aspetti, poco noto, e a scrivere anche la storia sulla vita e
sullatteggiamento di opposizione al regime da parte degli umili, che lottarono contro il fascismo e
patirono carcere e confino.
Proprio per questo, per ospitare i risultati e far conoscere questa documentazione, lIcsaic si
impegna a riprendere le pubblicazioni del suo Bollettino, che, grazie alla preziosa collaborazione
del compianto ed indimenticabile prof. Tobia Cornacchioli, comandato, per diversi anni, presso
listituto di Cosenza e recentemente scomparso, ha visto ininterrottamente la luce dal 1987 al 1996,
rappresentando un momento importante nella vita stessa del nostro organismo culturale e storico.
Giuseppe Masi
Direttore ICSAIC
Introduzione
Questo lavoro nasce da una ricerca sugli antifascisti paolani confinati, ammoniti, controllati e su
altri ribelli che viaggiando in direzione ostinata e contraria hanno turbato il sonno dei
normalizzatori del regime.
Una ricerca dal basso che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, come la persecuzione fascista,
in Calabria, fu pi che nelle altre regioni dItalia persecuzione delle classi pi povere.
Nel corso degli anni, lanestesia della memoria, le inesauribili astuzie della politica hanno
contribuito a far dimenticare i volti di questi tenaci e fermi oppositori del regime. Non esiste a
Paola una strada, una scuola, un vicolo,una sezione di partito, unassociazione intitolata ad uno di
questi disobbedienti alle leggi del branco. Una delle finalit di questa ricerca quella di
affiancare, agli antifascisti noti al grande pubblico, queste figure di tenaci oppositori di
sufficiente cultura, provocatori, pericolosi in linea politica. Tali espressioni, ricorrenti nelle
relazioni contenute nelle schede del C.P.C., rivelano la mentalit nemica ed i pregiudizi dei
compilatori incaricati di raccogliere informazioni sugli elementi sovversivi. La lettura di queste
schede pi che fornire notizie sui sorvegliati costituiscono una fonte sui sorveglianti con i loro
linguaggi, la loro ortografia, i loro formulari. Gran parte del materiale qui pubblicato stato messo
a disposizione dallICSAIC di Cosenza e dai familiari dei perseguitati politici. Fotografie rimosse
dalle cornici o da vecchi documenti, tessere di partito gelosamente e accuratamente custodite per
decenni , certificati e documentazione varia che sarebbe opportuno, in futuro, catalogare e riunire
in un centro di documentazione.
Ci hanno aiutato molto , nella ricerca, i ricordi e le ricostruzioni di quegli anziani parenti dei
confinati , di esponenti del Partito Socialista Italiano (senza dubbio la componente politica che ha
pagato il prezzo pi alto), di coloro che aiutarono le loro famiglie in gravi difficolt, con quel poco
che avevano, rischiando di persona. In un angolo dei loro cuori, non dallalto dei palchi celebrativi
o nelle sale dove si consumano le superbie del trasformismo, vi sempre stato un posto riservato al
ricordo di questi uomini che tra i respinti muovevano i loro passi per affermare un po di umanit,
di verit, di libert. Al lettore non sfuggir certo, pur nella sintetica esposizione dei dati in nostro
possesso, il dramma familiare che si cela dietro anni ed anni di confino e di carcere soprattutto per
quelle famiglie disagiate le quali, a volte per disperazione, miseria, solitudine, debiti, minacce di
sfratto, licenziamenti, scrivevano al Duce o alla Regina per ottenere qualche sussidio o venivano
costrette, per ottenere il Buono Pane, per sfamare i propri figli, ad umiliazioni che ledevano la
dignit della donna procurando dei veri e propri graffinellanima. I sussidi, prima di essere
concessi, dovevano essere autorizzati dal Ministero competente su parere favorevole delle autorit
locali,ossia da quelle stesse autorit che rendevano la vita impossibile agli antifascisti ed ai loro
familiari. Anche la solidariet di qualche paesano che di notte portava loro dei viveri o qualche
soldo doveva essere esercitata di nascosto per non essere condannati per soccorso rosso.
Cos accadde a Giacomo Bottino e alla sua compagna Ida Scarselli. Furono condannati dal
Tribunale Speciale per aver raccolto fondi in favore di una famiglia di perseguitati politici di
Certaldo (FI), Montanari Giulio e Veracini Elisa ( Sentenza n. 37 del 6-10-1927 Pres. Sanna Rel.
Buccafurri)
Giuseppe Bottino, comunista, di sufficiente cultura, con sette figli, insieme allex ferroviere
socialista Biagio Ganino, di professione barbiere, con otto figli, vennero arrestati insieme, giorno 10
Luglio del 1938, a Paola, per distribuzione ed affissione sui muri di manifestini di propaganda
comunista.
Un urlo di rabbia cost a Pietro De Felice, (definito nella scheda del Casellario Politico Centrale
apolitico), qualche mese di confino per aver espresso giudizi sfavorevoli su Mussolini e Ciano ed
esaltato la guerra civile spagnola, auspicandola per lItalia.
Una vicenda veramente emblematica, per umanit e fermezza quella dellavvocato Raffaele De
Luca. Il De Luca, intelligente, scaltro e di spirito fazioso. Con le autorit ha tenuto e tiene tuttora
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un contegno sprezzante e provocatore si legge nella scheda del C.P.C. Da una parte si riconoscono,
al legale, alcune delle sue qualit dallaltro si evidenzia il contegno sprezzante e provocatorio .
Peccato non avere unintelligenza cos amata dal popolo dalla propria parte! Stimato in tutto il
circondario per le sue doti di grande umanit veniva aggredito e percosso con ferocia inaudita dai
militi paolani fino al punto da costringerlo ad abbandonare il suo paese.
Un altro perseguitato, Francesco Itria, era ritenuto pericoloso per le sue doti di grande organizzatore
e agitatore e per la stima di cui godeva tra i ferrovieri, unica realt operaia a Paola, capace di dar
vita a scioperi e ad azioni di protesta di una certa importanza.
Sono passati pi di 70 anni dallemanazione del codice Rocco, in questi decenni si sono
promulgate migliaia e migliaia di leggi, decreti, provvedimenti, ma ancora oggi sussistono, in Italia,
delle norme del codice penale che puniscono condotte che rientrano nella libert di opinione e di
espressione del pensiero. Tali norme (residui di una concezione autoritaria dello Stato) sono
servite a limitare, in modo drastico, ogni espressione di dissenso politico. Ci auguriamo che questa
vistosa contraddizione del nostro ordinamento giuridico che, da un lato riconosce e tutela, a livello
costituzionale (art. 21), la libert di espressione, di opinione e di manifestazione; mentre dallaltro
fa sopravvivere, nel codice penale, reati caratterizzati solo dallespressione di tali diritti possa
essere finalmente sanata.
Non c in questo lavoro nessun segno di retorica celebrativa, nella nudit dei fatti, anche quelli
personali, c il dramma di uomini e donne semplici, che pur lontani dalla guerra partigiana del
Centro e Nord Italia si opposero al regime con eguale fermezza. Uomini e donne che amavano la
vita, pi di ogni altra cosa al mondo, solo che avrebbero voluto viverla in un mondo
diverso.. perch un mondo diverso possibile, anzi,
necessario!
A.P.
SCHEDE BIOGRAFICHE
IN ORDINE ALFABETICO
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Bottino Giacomo, stuccatore (Anarchico) ,di Augusto e di Cupello Raffaella, nato a Paola (CS) il
12 Febbraio 1897, residente a Roma, in Via Flaminio, coniugato con un figlio. Arrestato dalla P.S.
di Messina il 13 Febbraio 1927 in esecuzione dellordinanza della C.P. per appartenenza ad
organizzazioni e partiti disciolti e per propaganda sovversiva. Assegnato al confino per anni cinque
dalla C.P., per appartenenza ad organizzazioni e partiti disciolti e per propaganda sovversiva.
Assegnato al confino per anni cinque dalla C.P. di Roma con ordinanza del 3 Dicembre 1926. Sedi
di confino Lipari, Ponza. Liberato il 14 Febbraio 1932 per fine periodo. Periodo trascorso in carcere
e al confino: anni cinque, giorni 2. Il 20 Marzo 1927 fu posto in traduzione per Roma dal confino
di Lipari perch colpito da mandato di cattura del giudice istruttore presso il tribunale speciale per
gli stessi delitti che avevano provocato lassegnazione al confino. Condannato con sentenza del 6
Ottobre 1927 ad anni tre di reclusione,il 19 Marzo 1930,scontata la pena,venne rinviato al
confino,dove spos lanarchica Ida Scarselli, sorella dellanarchico Egisto, assegnato al confino per
tentato espatrio clandestino. Giacomo ed Ida si conobbero a Roma durante una riunione
anarchica, Giacomo era appena arrivato da Paola (CS),dopo essere ritornato in Italia due anni
prima da San Paolo del Brasile (1) ; Ida arrivava dal suo paese di origine, Certaldo (FI), perch
ricercata dalla polizia fascista ed a Roma venne messa al sicuro e protetta dal compagno di fede
Errico Malatesta, fondatore nel 1872, in Italia, dellAssociazione internazionale dei lavoratori,
grazie anche alla collaborazione dei comitati politici che operavano nella capitale. Nel 1933
Giacomo ed Ida avevano lobbligo di risiedere a Paola (CS) in libert vigilata, senza potersi
allontanare dal Comune. A seguito di una accesa discussione con il Podest di Paola, per motivi
politici, e di lavoro, pochi mesi prima che nascesse il figlio Germinal, venne messo agli arresti per
giorni 30. Nel 1939, Giacomo venne arrestato con la moglie Ida Scarselli due giorni prima di una
visita di Mussolini a Cosenza e rilasciati due o tre giorni dopo (2). Nessuno degli accaniti
persecutori si preoccup che i tre figlioletti Germinal, Spartaco e Scintilla Bottino sarebbero
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rimasti a casa da soli. Fortunatamente in quel periodo la Zia Emilia Siciliano in Bottino, con tutti i
figli, si erano trasferiti a Cosenza e si presero cura dei tre figli a testimonianza che le famiglie
Scarselli e Bottino erano estremamente unite, si volevano bene ed erano solleciti ed affettuosi gli
uni con gli altri. Persino la polizia fascista, che per anni vigil sullintera famiglia, intercettando e
sequestrando la corrispondenza privata, registr, nelle relazioni riservate periodiche, questi
sentimenti di grande umanit. Una pagina di straordinaria bellezza la lettera spedita da Ida
Scarselli, al fratello Egisto in data 9 Settembre 1927 da Roma nella quale si legge: Mio caro la tua
lettera mi ha tanto dilettato, hai ragione fratello mio. Lo comprendo che il cuore noi portiamo, non
pu odiare anche se una persona si rende sgarbata contro di noi. Il nostro cuore nobile e pieno di
amore specialmente per i deboli che soffrono che vivono in piena miseria. Vi sono dei cuori (i
nostri!) che vorrebbero che questa grande miseria sparisca. Ecco, il cuore cattivo che noi teniamo
quello di fare tutti felici, che ogni lavoratore, dopo il suo sudore grondato, abbia la sua risorsa di
menare una vita che lo possa abbastanza per tutti i loro bisogni che occorrono alla sua esistenza.
Quindi hai piena ragione per tenere simile cuore bisogna conoscersi e chi ci nasce muore come noi
siamo (3).
Dopo la liberazione, Giacomo Bottino e la sua famiglia si trasferirono in Brasile, ma pochi anni
dopo , venne ucciso, nel corso di una banale lite, da un rissoso confinante.
(1) Katia Massara, Lemigrazione sovversiva. Storie di anarchici calabresi allestero, Ed. Le
Nuvole, Cosenza 2002, p.16.
(2) Germinal Bottino, lettera autografa, Niteri (Brasile) in data 30/09/2003
(3) L. Lagorio, Ribelli e briganti nella Toscana del Novecento. La rivolta dei fratelli Scarselli e
la banda dello Zoppo in Valdelsa e nel Volterrano, Firenze 2002 p.126.
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De Felice Pietro, di Arturo e di Patera Paolina, n. Paola (CS) l11 giugno 1901, res. Roma,
coniugato, laurea in scienze economiche, impiegato privato, apolitico.
Arr. Dalla P.S. il 31 Ottobre 1936 per avere espresso in ufficio giudizi sfavorevoli su Mussolini e
Ciano e per avere esaltato la guerra civile spagnola, auspicandola anche per lItalia.
Assegnato al confino per anni tre dalla C.P. di Roma con ord. Del 19 novembre 1936. La C. di A.
con ord. Del 24 giugno 1937 prende atto del proscioglimento.
Sede di confino Campomarino. Liberato il 27 febbraio 1937 per proscioglimento.
Periodo trascorso in carcere e al confino: mesi tre, giorni 28.
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sospettavano prestasse al Rozza. Si deduce facilmente che gli squadristi paolani non consentivano nemmeno
lassistenza legale ai loro perseguitati. A Paola fu pure aggredito e ferito , nel 1924, Francesco Mancuso.
I Socialisti di Paola, aderendo a queste nuove direttive del comitato federale, presentarono una propria lista di
minoranza, ma le violenze e le minacce furono tali che i candidati furono costretti a ritirarsi. Vennero aggrediti e
feriti il candidato Bottino e il dirigente De Luca.
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Ganino Biagio (Socialista),di Pasquale e di Gatto Caterina, nato a Laureana di Borrello (RC) il 12
Marzo 1886, residente a Paola (CS),in Vico Castello N 27,coniugato il giorno 8/8/1918 in Paola
con Panaro Antonietta, otto figli ,barbiere. Fu diffidato nel 1926 e ammonito nel 1927 e il 10
Maggio 1930. Fu licenziato dallamministrazione ferroviaria per motivi politici.
Fu continuamente sottoposto a fermi, arresti e ad angherie di ogni genere.
Considerato pericoloso (1) il 3 Febbraio1934, in occasione di una visita in Calabria di Starace il
quale, proveniente da Belmonte C., si recava in stazione a Paola per raggiungere Cosenza, al
mattino, i Carabinieri Reali ed una Guardia Municipale si recarono presso la sua abitazione per
condurlo in Commissariato per un fermo, lo trovarono ammalato di influenza con i suoi sei
bambini, praticamente in miseria, e riferirono la situazione al Commissario di P.S. (2)
Arrestato dai Carabinieri il 10 Luglio 1938 per avere incollato sui muri numerosi manifestini di
propaganda comunista. Assegnato al confino per anni cinque dalla C.P. di Cosenza con ord. del 20
Settembre 1938. Sedi di confino Tremiti, Castelmauro, Baronissi, Sala Consilina. Liberato il 29
Dicembre 1942 per commutazione in ammonizione per motivi di salute. Periodo trascorso in
carcere e al confino: anni quattro,mesi cinque,giorni 20.
Nel 1944 fu Segretario del Comitato di Liberazione di Paola, Segretario della Camera del Lavoro e
leader locale della sinistra filoanarchica di Unit proletaria. Il 2/4/1949 emigr a Milano dove mor
il 1 Gennaio 1951.
(1) In data 7 Aprile 1934 la Legione Territoriale dei Carabinieri Reali di Catanzaro - Stazione di
Paola - Prot.llo N 954, rispondeva ad una richiesta di informazioni sul conto di Biagio Ganino,
formulata dallIspettore dei Comuni, Giovanni Solarino, in cui tra laltro si legge:
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.milit nel partito socialista massimalista, quale gregario, fino al 1923, senza per
occupare cariche. La P.S. locale, in data 21 giugno 1929 lo diffid ad astenersi da ogni
manifestazione antinazionale, a non unirsi con sovversivi e non dar luogo a sospetti sulla condotta
politica. Egli per, malgrado ci, fino a qualche anno fa, continu a frequentare elementi
politicamente sospetti, persistendo nella sua condotta politica ostile al Governo Nazionale. Il
predetto, per, da qualche anno non ha dato pi luogo a rimarchi sulla sua condotta in genere; si
ritiene per che serbi ancora le sue idee, malgrado non le manifesti palesemente.
Moralmente, sul conto del Ganino, nulla si pu dire.
Firma
Maresciallo Maggiore Comandante la stazione
Trischitta Giuseppe
(2) Il 10 Marzo 1934 Biagio Ganino invi un esposto direttamente a Benito Mussolini contro il
Podest, suo figlio, ed un impiegato del Comune. Il 10 Aprile 1934, il Ganino, scrisse al Prefetto
affermando che lesposto inviato al Duce era dovuto al fatto che fra me ed il Podest e suo figlioN.F. - Ragioniere- del Comune esisteva rancore personale per il fermo avutomi giorno 3 Febbraio
1934- per loccasione di S.E. Storace. A seguito dellesposto, nel Febbraio del 1934, venne inviato
un ispettore che riscontr, in alcuni uffici del Comune di Paola, una serie di irregolarit
amministrative e di incompatibilit.
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Itria Francesco ,di Leonardo e di De Pietro Raffaela, nato a Paola (CS) il 3/1/1889, Socialista
massimalista. Ammogliato con Federici Evelina, con tre figli, di professione Maestro elementare,
poi cassiere ed infine orefice. Residenza Brasile, domicilio Paola, Salita 7 Canali.
Nel 1919, insieme ad Ignazio Maselli, entr a far parte dellesecutivo provinciale del Partito
Socialista Italiano. Fu membro della Direzione del giornale La Parola Socialista. Considerato, dal
Ministero dellInterno, pericoloso il suo nome venne inscritto nella rubrica delle frontiere ed in
quella dei ricercati da arrestare. In Brasile, dove fu costretto ad emigrare, dopo aver ricevuto
lostracismo dai fascisti paolani, ebbe contatti con le organizzazioni comuniste ed al suo rientro a
Paola milit nel Partito Comunista Italiano.
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quali aveva dato vita facendovi iscrivere molti ferrovieri. Attualmente membro della federazione
provinciale socialista massimalista di Cosenza. Ha collaborato e collabora alla direzione del
giornale La Parola Socialista che si pubblica a Cosenza, o legge i giornali del partito, ai quali di
rado invia corrispondenze dindole locale. E un attivo propagandista dallavvento del fascismo,
girava per i comuni del circondario di Paola tenendovi comizi o conferenze allo scopo di istituirvi
sezioni del partito. Verso le autorit tiene contegno non ostile. Ha preso parte a tutte le
manifestazioni del partito socialista, sia a mezzo della stampa, firmando manifesti e programmi, sia
in occasione di anniversari, commemorazioni, elezioni, dimostrazioni e riunioni. Non stato
sottoposto o proposto alla giudiziale ammonizione, ne proposto od assegnato al domicilio coatto.
Prese parte al conflitto avvenuto a Paola il 1/5/1920 fra socialisti e popolari, nel quale vi furono un
morto e quattro feriti da arma da fuoco (1), e con sentenza del Tribunale di Cosenza in data
13/3/1922 fu condannato ai sensi dellarticolo 378 del c.p. a mesi 5 e giorni 12 di reclusione (2). E
ritenuto elemento pericoloso e viene perci attentamente vigilato.
(1) Vale la pena riportare quanto scrive F.Spezzano in Fascismo e antifascismo in Calabria. Lacaita editore
Manduria 1975 pag. 30-31-97: E cos in alcuni Comuni ed in alcune circostanze, Partito Popolare e
Partito Socialista, travisando quello che avrebbe dovuto essere il loro obiettivo primario, cio la lotta contro
il vecchio ambiente conservatore e le sue clientele, cadevano in inutili polemiche tra loro, tanto che a Paola
scoppi un conflitto nel quale perse la vita il presidente della lega di quei contadini, Nicola De Seta;
moltissimi comizi inoltre finivano con contraddittori fra oratori popolari e socialisti.
(2) Due anni dopo, il G.I. Martini prosciolse, per legittima difesa, Francesco Itria ed altri socialisti di Paola
contro i quali era stato architettato un gravissimo processo per luccisione del capolega dei popolari di Paola, De
Seta. Tutti vennero condannati per rissa e alcuni di loro, , a pochi mesi di reclusione, per porto di armi abusivo.
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Lattari Giacomo, ( socialista ) figlio di G. Antonio e Forlano Teresina, nato a Paola il 18/01/1882.
Coniugato a Paola il 18/08/1923 con Bolinese Luigia, abitante in Strada Nuova del Porto N 3
inabile pensionato. I familiari raccontano che Giacomo, espletando lattivit di falegname ebanista,
era stato contattato per partecipare ai lavori di costruzione delle carrozze ferroviarie a patto che si
fosse iscritto al Partito Nazionale Fascista. Decise di scrivere una lettera che sped direttamente al
Duce nella quale ribadiva che non avrebbe mai aderito a quel partito.
Il 9 Ottobre 1944, nelle sue qualit di segretario del Partito Socialista Italiano,Giacomo Lattari
venne duramente sconfessato da 6 membri dellesecutivo del Partito ( Maselli Ignazio, Leonetti
Francesco, Lo Bianco Arturo, Ernesto Trotta, Gambini Ubaldo, Argentino Ercole) per il voto
favorevole dato, dallo stesso, per la candidatura a Sindaco di Paola di Emilio Carnevale, ex
commissario prefettizio passato alla D.C. E morto a Paola il 19/06/ 1961.
Funerale civile di Giacomo Lattari (si notino, sulla sinistra, le bandiere rosse listate a lutto)
Lorazione funebre venne tenuta da Antonio Eboli.
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Lattari Giulio, (Socialista) di Giacomo e di Bolinese Vincenza. Nato a Paola (CS) il 05/05/1919.
Sposato con Suriano Fedora Teresa. Falegname ebanista. Emigrato a Belmonte il 28/02/1953.
Ritorn nel mese di marzo dello stesso anno a Paola ed emigr a New York nel 1962. Rientr
nuovamente a Paola ed emigr nel 1997 a Petriano (Pesaro Urbino).
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Logatto Luigi detto Gino, nato a Paola , residente a Milano. Cancelliere della Magistratura del
Lavoro alla Corte dAppello di Milano, medaglia doro, alla memoria, del Comune di Milano.
Antifascista, il pi audace nel palazzo della Corte dAppello di Milano nellopera di distruzione dei
quadri di Mussolini che i fascisti milanesi volevano reimporre dopo l8 Settembre del 1943. Il 3
gennaio 1944 fu arrestato, presso la sua abitazione, per semplice delazione visto che lesito della
perquisizione fu negativo non avendo trovato nulla di sospetto. Nel corso degli interrogatori fu
torturato, non avendo potuto ottenere nessuna informazione per latteggiamento fiero ed indomito
gli aguzzini lo deportarono nel lager nazista di Gusen (Mauthausen) ove mor, sfinito, senza
emettere un lamento, il 24 Agosto 1944. Le sue ceneri, dopo essere stato cremato nei forni, vennero
disperse al vento.
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(1)
Gusen
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Matera Leopoldo , (Socialista) nato a Paola (CS) il 21 Gennaio 1886, fu nella nostra citt tra i
fondatori del Partito Socialista Italiano. Venne arrestato numerose volte per attivit sovversiva e
conobbe il carcere duro imposto dalla Polizia fascista. Spos Luisa Tramontana, sua compagna di
vita, dal carattere energico e coraggioso. Ebbero cinque figli, di cui tre maschi che chiamarono
Lenin, Spartaco e Carlo Marx, educati secondo i principi e gli ideali socialisti. Veniva
continuamente provocato, (era titolare di una sala da barba, ma era molto bravo nellestrazione dei
denti e nellapplicazione delle sanguisughe, indicate nei salassi) i suoi clienti ed i suoi amici
venivano intimiditi e schedati. La sua lotta contro il Fascismo continu, senza sosta, fino alla
Liberazione, diventando un esempio per tutti nel Tirreno Cosentino e in Calabria.
Mor a Paola il 4 Novembre 1964.
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Minervino Carlo, detto Settimio, (Antifascista) di Carlo e di Carnevale Maria Giuseppa. Nato a
Paola (CS) il 20 Agosto 1902. Coniugato con Lombardo Olga , 9 figli. Ex guardia di Finanza,
elettricista. Diffidato politico. Ha militato nel P.C.I. E morto a Paola il 2 Luglio 1990.
Tra i numerosi attestati di stima ricevuti dalla famiglia, in occasione della sua morte, riportiamo il
testo di un telegramma a firma Francesco Nicolini in data 6/7/1990: Lumilt con cui ha
professato con coerente fermezza i valori delluomo ed i grandi ideali del socialismo testimonia la
immensa saggezza e la purezza dei sentimenti che hanno caratterizzato la pratica di vita voluta da
Settimio Minervino nel sociale e nella famiglia suo sincero ed ammirato amico lo ricordo cos nel
momento pi triste per voi familiari.
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SCARSELLI IDA
Nasce a Certaldo (FI) il 17 luglio 1897 da Eusebio e Maria Mancini, casalinga Anarchica, viene
arrestata dopo i fatti di Certaldo del 28 febbraio 1921 e tenuta in carcere per un anno.(1) Assolta per
insufficienza di prove al processo del 1925, si stabilisce a Roma, insieme al suo compagno,
lanarchico Giacomo Bottino. Nuovamente imprigionata al principio del 1927 per aver raccolto
fondi in favore dei detenuti politici, viene condannata dal Tribunale speciale, il 23 luglio 1927, a 2
anni e 6 mesi di carcere, a 3 anni di vigilanza e allinterdizione dai pubblici uffici, insieme a
Giacomo Bottino, a Giulio Montanari e a Elisa Veracini. Il 5 dicembre 1927 subisce la schedatura.
Il cenno recita che riscuote cattiva fama nellopinione pubblica per la sua pessima condotta ed
nemica del fascismo e delle autorit costituite, che ha fatto parte della banda dello Zoppo ed da
ritenersi elemento pericoloso per lordine nazionale: di statura leggermente alta, di corporatura
media, ha continua il prefetto Giuseppe Regard capelli castani lunghi, viso tondo e grande,
fronte larga, naso diritto, spalle leggermente larghe, andatura svelta ed espressione fisionomica
simpatica. In carcere, dove ha con s la figlia Scintilla (dalla unione con Bottino nasceranno altri
due figli Germinal e Spartaco), nata da poco, Ida incontra la prof. Tina Pizzardo, ancora comunista,
che la ricorder cos nelle sue memorie: Era molto in pena per il [fratello] pi giovane, finito in
Sardegna senza speranza di fuga. Fuga che dal penitenziario di Volterra agli altri due era
riuscita. Rilasciata nellestate 1929, a pena interamente espiata, Ida viene proposta per il confino
dalla Questura di Roma. In contatto, tramite i comunisti francesi, con i fratelli Tito e Oscar, rifugiati
in Russia, assegnata al confino per cinque anni il 30 settembre 1929, lo stesso giorno in cui dalla
Questura della capitale si ripete che elemento pericolosissimo in linea politica, appartiene a
famiglia i cui componenti professano tutti idee sovversive avanzate ed sorella dei noti
temibilissimi anarchici fuorusciti Tito ed Oscar Scarselli, capeggiatori della banda dello Zoppo,
evasi anni or sono dalle carceri di Volterra Ancora a Roma il 29 ottobre 1929, Ida si prodiga
per incoraggiare il fratello Egisto, che sta scontando una pena di 20 anni di reclusione nel carcere di
Alessandria: Coraggio, Egisto caro, tutto passa, la vita una continua lotta, a disperarsi non si
ottiene niente, anzi ci si rimette tanto di salute, speriamo sempre bene, la speranza non ci
abbandona mai. Non prenderti pensieri per me, io sapr adattarmi senza sacrificio perch penso:
sarebbe una vergogna lamentarmi io, pensando alla tua situazione che, poverino, ti sei fatto gi
molti anni proprio ingiusti, chi sa quanti dolori e tribolazioni ti son costati! E ancora non sei al
termine, perch dovrei disperarmi per questa seconda pena inflittami, che di fronte a te, la mia
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sorte sarebbe una villeggiatura? Relegata a Lipari, Ida presenta ricorso contro la misura di polizia,
ma lappello viene respinto. Trasferita a Ponza il 2 agosto 1930, vi rimane fino al marzo 1932,
quando viene rimessa in libert e pu partire alla volta di Paola (Cosenza), dove si riunisce a
Giacomo Bottino. Iscritta fra gli antifascisti da arrestare in determinate circostanze e sottoposta a
libert vigilata per 3 anni, considerata, nel 1934, avversaria irriducibile del regime fascista e nel
1937 sorvegliata rigorosamente perch serba immutati i suoi principi anarchici. Nel 1938
ritenuta pericolosa in linea politica perch professa apertamente le sue idee politiche e nel 1939
viene fermata prima di una visita di Mussolini nella citt di Cosenza. Tre anni dopo ancora
vigilata attentamente. Dopo la liberazione, si trasferisce con la famiglia in Brasile, ove Giacomo
Bottino viene ucciso, nel corso di una banale lite, da un rissoso confinante. Ritornata nuovamente
in Italia, a Roma, ospite della sorella Ines, nel 1973 avanza domanda al governo italiano affinch le
vengano riconosciuti i benefici di legge previsti per i perseguitati politici antifascisti e razziali e i
loro familiari superstiti. Nel 1975, accogliendo listanza, la Repubblica Italiana, riconosce i suoi
diritti e concede ad Ida un assegno vitalizio di benemerenza ed uno di reversibilit di Giacomo
Bottino. Muore a Niteri, localit vicino a Rio de Janeiro, il 22 ottobre 1989 allet di 92 anni.
FONTI: VOCE, SCARSELLI IDA . Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, a cura di M. Antonioli
... [et al.], Pisa, BFS edizioni, 2003-2004, 2 v.
(1) Per quanto riguarda i fatti di Certaldo del 28/02/1921 e la Banda dello Zoppo si veda :
L. Lagorio, Ribelli e briganti nella Toscana del Novecento. La rivolta dei fratelli Scarselli e la
banda dello Zoppo in Valdelsa e nel Volterrano, Firenze 2002 p.126.
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BIBLIOGRAFIA
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A. Eboli. I 100 anni del P.S.I. - Paola e dintorni . Anno 1 N 1-2 Gennaio
Febbraio, 1993 pp. 7-9.
A. Eboli. Repetita iuvant- La Piazza. Anno III- Numero 11 Gennaio Febbraio
1998 pp. 9-10
L. Lagorio, Ribelli e briganti nella Toscana del Novecento. La rivolta dei fratelli
Scarselli e la banda dello Zoppo in Valdelsa e nel Volterrano, Firenze, 2002.
Giorgio Sacchetti, Sovversivi agli atti. Gli anarchici nelle carte del ministero
dellinterno. Schedatura e controllo poliziesco nellItalia del Novecento. Edizioni La
Fiaccola, 2002.
Isolo Sangineto, I Calabresi nella guerra di Liberazione.1 I Partigiani della
Provincia di Cosenza. ICSAIC- Cosenza 1992-Luigi Pellegrini Editore.
Adriano e Luca Sofri, Si allontanarono alla spicciolata. Le carte riservate di polizia
su Lotta Continua. Sellerio Editore Palermo 1996.
Francesco Spezzano, Fascismo e antifascismo in Calabria. Lacaita editore-Manduria,
1975
Berardo Taddei, Donne processate dal Tribunale speciale 1927-43, Verona,1969
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APPENDICE
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1) Tessera del Partito Socialista Italiano, anno 1905
2) Tessera del Partito Socialista Italiano, anno 1922
3) Tessera del Partito Socialista Italiano, anno 1938
4) Tessera del Partito Comunista dItalia, anno 1921
5) Tessera del Partito Comunista dItalia, anno 1922
6) Bandiera rosso-nera degli anarchici
7) Bandiera nera degli anarchici
8) Fiocco nero internazionalista
9) Due momenti della festa del Primo Maggio 1922 a Paola
10) Tessera del Partito Socialista di Unit Proletaria (1947) e tessera del Partito Socialista Italiano
(1949) appartenute a Giulio Lattari fratello del comunista Giuseppe Lattari.
11) Scarselli Ida
Ponza
con la figlia Scintilla a Paola (CS) anno 1932 appena arrivati dal confino di
13) Ida Scarselli e Giacomo Bottino ( fine anno 1924 inizio 1925) a Firenze
14)
15) Testamento spirituale e politico scritto dallAvv. Raffaele De Luca nella notte che doveva
segnare la fine della sua vita. Il documento fu affidato al suo compagno di prigionia Avv. Stefano
Siglienti.
16) Settembre 1897, a Catanzaro si tenne il 1 Congresso Socialista Calabrese presieduto da Andrea
Costa ( 1851 1910 )
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tessera sottolinea il carattere personale della adesione: il soggetto non pi lAssociazione socialista di
base, ma il singolo aderente, che iscritto al Partito socialista presso una Sezione territoriale.
Sul retro dellimmagine di copertina, oltre alla firma del titolare, la tessera riporta quella del segretario
della sezione e il timbro della Sezione stessa.
Nel 1922, lanno dellandata al potere di Mussolini, muta di nuovo il linguaggio iconografico
della tessera socialista, con una chiara influenza della grafica francese che richiama la zattera della
Medusa di Gericault. Due figure in primo piano, una con il braccio alzato, e sopra una immagine
femminile che tiene alta una bandiera con su scritto Socialismo.
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3) Tessera P.S.I. anno 1938 (Pertini condannato a 12 anni di carcere, Morandi a 10 anni e
Pesenti a 24 anni).
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Nellaprile 1877 gli anarchici della Banda del Matese, guidati da Malatesta e Cafiero, issarono
sul municipio di Letino la bandiera rosso-nera. Lepisodio citato non solo dalla bibliografia
specializzata (P.C. Masini. Gli Internazionalisti. La Banda Del Matese) ma anche registrato
nei verbali del processo di Benevento del 1878 contro i componenti della stessa banda.
In seguito venne adottata dalla potente organizzazione anarco-sindacalista spagnola denominata
CNT.
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9) Due momenti della festa del Primo Maggio 1922 a Paola, anno dellandata al potere di
Mussolini, con la partecipazione dellOn. Marabini (Fototeca dell ICSAIC)
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13) Ida Scarselli e Giacomo Bottino ( fine anno 1924 inizio 1925) a Firenze, fuggiti da Roma a
seguito delle persecuzioni fasciste e della morte del primo figlio Germinal.
Dopo nemmeno due anni vennero condannati per Soccorso Rosso (Propaganda Comunista).
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15) Testamento spirituale e politico scritto dallAvv. Raffaele De Luca nella notte che doveva
segnare la fine della sua vita. Il documento fu affidato al suo compagno di prigionia Avv.
Stefano Siglienti.
Fonte: Isolo Sangineto. I Calabresi nella guerra di Liberazione.1 I Partigiani della Provincia di
Cosenza. ICSAIC- Cosenza 1992-Luigi Pellegrini Editore.
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(*) sulla presenza di Falbo Salvatore e degli anarchici paolani in Brasile e Argentina si
veda:
Katia Massara, Lemigrazione sovversiva. Storie di anarchici calabresi allestero, Ed.
Le Nuvole, Cosenza 2002.
Falbo Salvatore fu Giuseppe (sarto) lo ritroveremo in Brasile, a Rio de Janeiro, militante nei
gruppi anarchici che operano in quella nazione con il suo compagno di fede Antonio Trotta
(giornalista) in collegamento con altri paolani anarchici come Antonio Maddalena (calzolaio)
che si stabilisce prima a Petropolis e poi a Rio e Antonio Federico Gentile (muratore) a
S.Paolo del Brasile. De Luca Salvatore (stivatore), Medaglia Francesco Giuseppe (meccanico
commerciante ) e Paradiso Francesco (calzolaio) tutti paolani, si stabilirono a Buenos Aires
in Argentina. Nel novembre 1902 De Luca Salvatore , tesoriere onorario della societ di
resistenza lavoratori del porto, aderente alla Federacn Obrera Regional Argentina (F.O.R.A.)
nel corso di uno sciopero generale fu arrestato e nel febbraio 1905 fu espulso e tradotto in
Uruguay.
(**) sulla vicenda politica di Maraviglia Maurizio fu Pietro, nato a Paola nel 1881,
si veda:
E. Misefari- A. Marzotti. Lavvento del fascismo in Calabria. Cosenza ,1980.
Antonio Eboli. I 100 anni del P.S.I. Paola e dintorni. Anno 1 n. 1-2 Gennaio Febbraio 1993
pag. 7-8-9
Maraviglia Maurizio fu, nel 1892, uno dei 21 componenti della sezione del Partito Operaio
Socialista di Paola. Partecip, nel Settembre 1897, a Catanzaro al 1 Congresso Socialista Calabrese
presieduto da Andrea Costa. In seguito, come fece Miele Bianchi, ader al fascismo e nel Marzo del
1923 entr nel Direttivo Nazionale del Partito Nazionale Fascista . Divent Senatore. Caduto il
Fascismo , trascorse qualche tempo in un tranquillo campo di concentramento alleato . Fu rilasciato
e invecchi, in tranquillit, scrivendo memorie.
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Pasquale Gravina, uno dei ferrovieri, licenziati per motivi politici, dovette attendere il 1943
per essere riassunto nelle F.F.S.S.
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