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Angelo Pagliaro - I Dimenticati Confinati Politici Paolani Antifascisti Ed Altri Ribelli Durante La Persecuzione Fascista PDF

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Angelo Pagliaro

I DIMENTICATI
Confinati politici paolani antifascisti ed altri ribelli durante la persecuzione fascista
Prefazione di Giuseppe Masi

Ganino Biagio

Bottino Giuseppe

De Luca Raffaele

Itria Francesco
Scarselli Ida

Bottino Giacomo

A Giorgia e Marco, miei figli


A Tobia Cornacchioli, mio amico

Se per sfuggire la memoria


avessimo le ali
molti volerebbero
abituati a ben pi lente cose.
Gli uccelli spauriti- scruterebbero
il carro gigantesco
degli uomini che fuggono
dalla propria mente.
Emyli Dickinson

INDICE

Prefazionepag.
Introduzione.pag.
Schede biografiche in ordine alfabetico..pag.
Bibliografia.pag.

APPENDICEpag.

Prefazione
I libri di storia, il cinema, la memorialistica, le fotografie, gli sceneggiati televisivi, per gli anni del
fascismo ci hanno consegnato, plasticamente, il trasferimento e l idea della vita degli antifascisti,
sottoposti a misura cautelativa nei rispettivi luoghi di confino (Cesare Pavese a Brancaleone o Carlo
Levi in Basilicata). La traduzione con i suoi ritmi lentissimi, - cos si legge in un volume sui
simboli e i miti dellItalia unita, pubblicato dallEditore Laterza in questi ultimi anni- i ferri ai polsi
e le catene, i viaggi negli angusti cubicoli dei vagoni cellulari, riarsi destate, freddi come celle
frigorifere dinverno, le soste in luridi cameroni di transito, le traversate, l accoglienza da parte
degli altri confinati allarrivo nelle colonie di pena, oppure il riferimento alla vita monotona, alle
giornate vuote, alla strana esistenza di prigionieri allaria aperta, sono momenti che, nelle diverse
localit, hanno segnato la permanenza degli oppositori al regime.
Lipari, Ventotene, le isole Tremiti, Favignana, erano le localit pi gettonate, i posti dove gli
antifascisti pi irriducibili venivano inviati non a villeggiare ma ad espiare una pena che era stata
comminata dalle autorit del tempo, perch essi, per il loro dissenso, o non accettavano la dittatura
o costituivano un pericolo per le istituzioni.
La storia di questi antifascisti stata conosciuta grazie alle memorie che alcuni di essi ci hanno
lasciato oppure stata studiata attraverso le carte di polizia (opera molto valida ed utile sono i
diversi volumi, curati dallAssociazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti
A.N.P.P.I.A. che, attraverso brevi biografie, offrono un panorama completo sullantifascismo
popolare italiano), per cui si deve salutare, con attenzione, la pubblicazione di questo volumetto di
Angelo Pagliaro, che parla solo con i documenti, e il cui merito quello di allineare alcuni nomi di
antifascisti di Paola, inviati, durante gli anni della dittatura, al confino in varie localit italiane.
La cittadina tirrenica, nel corso della sua ultima storia, si distinta per aver dato i natali ad alcuni
esponenti di quel socialismo democratico, gi presenti in Calabria, tra la fine dellOttocento e il
primo decennio del Novecento, ed attivi e combattivi, quali lavvocato Raffaele De Luca, il
maestro Francesco Itria ed anche, in qualche modo, lo stesso Maurizio Maraviglia. Nel 1896,
inoltre, con la partecipazione dei pi noti socialisti del tempo (da Giovanni Domanico a Pasquale
Rossi, ad Antonino De Bella), aveva anche ospitato un convegno delle forze socialiste calabresi,
durante il quale erano state gettate le basi per una pi incisiva e capillare propaganda nella regione e
per fissare i criteri da seguire nelle competizioni elettorali.
Paola, che tutti conoscono per essere la patria di san Francesco, anche la cittadina che, oltre al
Maraviglia, il quale dopo la sua breve esperienza nelle file del partito socialista, divenne uno dei
maggiori interpreti del pensiero nazionalista, ha dato i natali anche a Carlo Scorza, il segretario del

Partito fascista che, nella notte famosa del 25 luglio 1943, guid i lavori del Gran Consiglio e che,
dopo una burrascosa seduta, decret la fine di Mussolini e del fascismo.
Lautore di questo agile testo documentario ha fatto bene, pertanto, a presentare i nomi dei paolani,
che si sono opposti alla dittatura e che per questo hanno pagato, coscienti che la loro azione potesse
servire a qualcosa per le generazioni pi giovani.
Personaggi non di secondo piano, se si pensa che il De Luca fu poi attivo nella Resistenza romana;
condannato a morte da un tribunale militare tedesco, scamp alla pena perch la sua esecuzione fu
pi volte rinviata, in quanto era stato dichiarato intrasportabile a causa dell et avanzata, con la
tacita complicit del medico di Regina Coeli.
Ma accanto al De Luca, le cui vicende erano peraltro gi note agli specialisti del settore, si devono
ricordare Ida Scarselli, paolana dadozione e Giacomo Bottino, paolano, marito della stessa;
entrambi anarchici (la Scarselli faceva parte di una famiglia di anarchici, protagonista nel 1921 dei
fatti di Certaldo).
Sono storie, a volte minori, storie - scrive lautore- di dimenticati, ma hanno tutte un grande
significato denotante i valori di libert, di democrazia cui questi militanti sono stati fedeli durante la
loro vita e che, con la loro azione, prepararono il terreno alla lotta di liberazione.
Oggi qualcuno pu anche sorridere di fronte a queste vicende, perch la crisi del paradigma
antifascista, la ricaduta di massa del revisionismo storiografico, la frammentazione sociale e la
chiusura di un ciclo storico - politico hanno modificato, in profondit, il rapporto con il nostro
passato, in particolare con gli eventi del Novecento, quasi che esso costituisca un impedimento
allavvio di un nuovo inizio, allingresso in una modernit che si pretende simile ad uno spazio
vuoto, ricco di possibilit inedite, ma che, in definitiva, se la si consideri meglio, unaltra
dimensione rispetto alla vera storia.
E unesigenza che, un poco pi un poco meno, viene, purtroppo, avvertita da tutte le forze politiche
(poche sono escluse), mentre non lo per gli Istituti che si ricollegano alla Resistenza. LIstituto
calabrese per la storia dellantifascismo e dellItalia contemporanea (Icsaic) di Cosenza, per quel
che lo riguarda, non solo promuove ricerche e scavi sugli anni del ventennio fascista, ma incoraggia
anche studi come questi che vedono singole persone impegnate a scoprire ed identificare, nei
piccoli paesi della regione, i protagonisti di queste battaglie.
Tutte queste indagini devono, alla fine, servire a dare unidea complessiva dell antifascismo
popolare calabrese, ancora, per molti aspetti, poco noto, e a scrivere anche la storia sulla vita e
sullatteggiamento di opposizione al regime da parte degli umili, che lottarono contro il fascismo e
patirono carcere e confino.

Proprio per questo, per ospitare i risultati e far conoscere questa documentazione, lIcsaic si
impegna a riprendere le pubblicazioni del suo Bollettino, che, grazie alla preziosa collaborazione
del compianto ed indimenticabile prof. Tobia Cornacchioli, comandato, per diversi anni, presso
listituto di Cosenza e recentemente scomparso, ha visto ininterrottamente la luce dal 1987 al 1996,
rappresentando un momento importante nella vita stessa del nostro organismo culturale e storico.

Cosenza 7 gennaio 2004

Giuseppe Masi
Direttore ICSAIC

Introduzione
Questo lavoro nasce da una ricerca sugli antifascisti paolani confinati, ammoniti, controllati e su
altri ribelli che viaggiando in direzione ostinata e contraria hanno turbato il sonno dei
normalizzatori del regime.
Una ricerca dal basso che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, come la persecuzione fascista,
in Calabria, fu pi che nelle altre regioni dItalia persecuzione delle classi pi povere.
Nel corso degli anni, lanestesia della memoria, le inesauribili astuzie della politica hanno
contribuito a far dimenticare i volti di questi tenaci e fermi oppositori del regime. Non esiste a
Paola una strada, una scuola, un vicolo,una sezione di partito, unassociazione intitolata ad uno di
questi disobbedienti alle leggi del branco. Una delle finalit di questa ricerca quella di
affiancare, agli antifascisti noti al grande pubblico, queste figure di tenaci oppositori di
sufficiente cultura, provocatori, pericolosi in linea politica. Tali espressioni, ricorrenti nelle
relazioni contenute nelle schede del C.P.C., rivelano la mentalit nemica ed i pregiudizi dei
compilatori incaricati di raccogliere informazioni sugli elementi sovversivi. La lettura di queste
schede pi che fornire notizie sui sorvegliati costituiscono una fonte sui sorveglianti con i loro
linguaggi, la loro ortografia, i loro formulari. Gran parte del materiale qui pubblicato stato messo
a disposizione dallICSAIC di Cosenza e dai familiari dei perseguitati politici. Fotografie rimosse
dalle cornici o da vecchi documenti, tessere di partito gelosamente e accuratamente custodite per
decenni , certificati e documentazione varia che sarebbe opportuno, in futuro, catalogare e riunire
in un centro di documentazione.
Ci hanno aiutato molto , nella ricerca, i ricordi e le ricostruzioni di quegli anziani parenti dei
confinati , di esponenti del Partito Socialista Italiano (senza dubbio la componente politica che ha
pagato il prezzo pi alto), di coloro che aiutarono le loro famiglie in gravi difficolt, con quel poco
che avevano, rischiando di persona. In un angolo dei loro cuori, non dallalto dei palchi celebrativi
o nelle sale dove si consumano le superbie del trasformismo, vi sempre stato un posto riservato al
ricordo di questi uomini che tra i respinti muovevano i loro passi per affermare un po di umanit,
di verit, di libert. Al lettore non sfuggir certo, pur nella sintetica esposizione dei dati in nostro
possesso, il dramma familiare che si cela dietro anni ed anni di confino e di carcere soprattutto per
quelle famiglie disagiate le quali, a volte per disperazione, miseria, solitudine, debiti, minacce di
sfratto, licenziamenti, scrivevano al Duce o alla Regina per ottenere qualche sussidio o venivano
costrette, per ottenere il Buono Pane, per sfamare i propri figli, ad umiliazioni che ledevano la
dignit della donna procurando dei veri e propri graffinellanima. I sussidi, prima di essere
concessi, dovevano essere autorizzati dal Ministero competente su parere favorevole delle autorit
locali,ossia da quelle stesse autorit che rendevano la vita impossibile agli antifascisti ed ai loro
familiari. Anche la solidariet di qualche paesano che di notte portava loro dei viveri o qualche
soldo doveva essere esercitata di nascosto per non essere condannati per soccorso rosso.
Cos accadde a Giacomo Bottino e alla sua compagna Ida Scarselli. Furono condannati dal
Tribunale Speciale per aver raccolto fondi in favore di una famiglia di perseguitati politici di
Certaldo (FI), Montanari Giulio e Veracini Elisa ( Sentenza n. 37 del 6-10-1927 Pres. Sanna Rel.
Buccafurri)
Giuseppe Bottino, comunista, di sufficiente cultura, con sette figli, insieme allex ferroviere
socialista Biagio Ganino, di professione barbiere, con otto figli, vennero arrestati insieme, giorno 10
Luglio del 1938, a Paola, per distribuzione ed affissione sui muri di manifestini di propaganda
comunista.
Un urlo di rabbia cost a Pietro De Felice, (definito nella scheda del Casellario Politico Centrale
apolitico), qualche mese di confino per aver espresso giudizi sfavorevoli su Mussolini e Ciano ed
esaltato la guerra civile spagnola, auspicandola per lItalia.
Una vicenda veramente emblematica, per umanit e fermezza quella dellavvocato Raffaele De
Luca. Il De Luca, intelligente, scaltro e di spirito fazioso. Con le autorit ha tenuto e tiene tuttora
7

un contegno sprezzante e provocatore si legge nella scheda del C.P.C. Da una parte si riconoscono,
al legale, alcune delle sue qualit dallaltro si evidenzia il contegno sprezzante e provocatorio .
Peccato non avere unintelligenza cos amata dal popolo dalla propria parte! Stimato in tutto il
circondario per le sue doti di grande umanit veniva aggredito e percosso con ferocia inaudita dai
militi paolani fino al punto da costringerlo ad abbandonare il suo paese.
Un altro perseguitato, Francesco Itria, era ritenuto pericoloso per le sue doti di grande organizzatore
e agitatore e per la stima di cui godeva tra i ferrovieri, unica realt operaia a Paola, capace di dar
vita a scioperi e ad azioni di protesta di una certa importanza.
Sono passati pi di 70 anni dallemanazione del codice Rocco, in questi decenni si sono
promulgate migliaia e migliaia di leggi, decreti, provvedimenti, ma ancora oggi sussistono, in Italia,
delle norme del codice penale che puniscono condotte che rientrano nella libert di opinione e di
espressione del pensiero. Tali norme (residui di una concezione autoritaria dello Stato) sono
servite a limitare, in modo drastico, ogni espressione di dissenso politico. Ci auguriamo che questa
vistosa contraddizione del nostro ordinamento giuridico che, da un lato riconosce e tutela, a livello
costituzionale (art. 21), la libert di espressione, di opinione e di manifestazione; mentre dallaltro
fa sopravvivere, nel codice penale, reati caratterizzati solo dallespressione di tali diritti possa
essere finalmente sanata.
Non c in questo lavoro nessun segno di retorica celebrativa, nella nudit dei fatti, anche quelli
personali, c il dramma di uomini e donne semplici, che pur lontani dalla guerra partigiana del
Centro e Nord Italia si opposero al regime con eguale fermezza. Uomini e donne che amavano la
vita, pi di ogni altra cosa al mondo, solo che avrebbero voluto viverla in un mondo
diverso.. perch un mondo diverso possibile, anzi,
necessario!

A.P.

SCHEDE BIOGRAFICHE
IN ORDINE ALFABETICO
________________________________________

Ida con Giacomo Bottino, la figlioletta


Scintilla ed il nonno materno,Eusebio
Scarselli, al confino di Ponza anno 1930
Bottino Giacomo
(Foto scattata a Cosenza nel 1946).

Bottino Giacomo, stuccatore (Anarchico) ,di Augusto e di Cupello Raffaella, nato a Paola (CS) il
12 Febbraio 1897, residente a Roma, in Via Flaminio, coniugato con un figlio. Arrestato dalla P.S.
di Messina il 13 Febbraio 1927 in esecuzione dellordinanza della C.P. per appartenenza ad
organizzazioni e partiti disciolti e per propaganda sovversiva. Assegnato al confino per anni cinque
dalla C.P., per appartenenza ad organizzazioni e partiti disciolti e per propaganda sovversiva.
Assegnato al confino per anni cinque dalla C.P. di Roma con ordinanza del 3 Dicembre 1926. Sedi
di confino Lipari, Ponza. Liberato il 14 Febbraio 1932 per fine periodo. Periodo trascorso in carcere
e al confino: anni cinque, giorni 2. Il 20 Marzo 1927 fu posto in traduzione per Roma dal confino
di Lipari perch colpito da mandato di cattura del giudice istruttore presso il tribunale speciale per
gli stessi delitti che avevano provocato lassegnazione al confino. Condannato con sentenza del 6
Ottobre 1927 ad anni tre di reclusione,il 19 Marzo 1930,scontata la pena,venne rinviato al
confino,dove spos lanarchica Ida Scarselli, sorella dellanarchico Egisto, assegnato al confino per
tentato espatrio clandestino. Giacomo ed Ida si conobbero a Roma durante una riunione
anarchica, Giacomo era appena arrivato da Paola (CS),dopo essere ritornato in Italia due anni
prima da San Paolo del Brasile (1) ; Ida arrivava dal suo paese di origine, Certaldo (FI), perch
ricercata dalla polizia fascista ed a Roma venne messa al sicuro e protetta dal compagno di fede
Errico Malatesta, fondatore nel 1872, in Italia, dellAssociazione internazionale dei lavoratori,
grazie anche alla collaborazione dei comitati politici che operavano nella capitale. Nel 1933
Giacomo ed Ida avevano lobbligo di risiedere a Paola (CS) in libert vigilata, senza potersi
allontanare dal Comune. A seguito di una accesa discussione con il Podest di Paola, per motivi
politici, e di lavoro, pochi mesi prima che nascesse il figlio Germinal, venne messo agli arresti per
giorni 30. Nel 1939, Giacomo venne arrestato con la moglie Ida Scarselli due giorni prima di una
visita di Mussolini a Cosenza e rilasciati due o tre giorni dopo (2). Nessuno degli accaniti
persecutori si preoccup che i tre figlioletti Germinal, Spartaco e Scintilla Bottino sarebbero
10

rimasti a casa da soli. Fortunatamente in quel periodo la Zia Emilia Siciliano in Bottino, con tutti i
figli, si erano trasferiti a Cosenza e si presero cura dei tre figli a testimonianza che le famiglie
Scarselli e Bottino erano estremamente unite, si volevano bene ed erano solleciti ed affettuosi gli
uni con gli altri. Persino la polizia fascista, che per anni vigil sullintera famiglia, intercettando e
sequestrando la corrispondenza privata, registr, nelle relazioni riservate periodiche, questi
sentimenti di grande umanit. Una pagina di straordinaria bellezza la lettera spedita da Ida
Scarselli, al fratello Egisto in data 9 Settembre 1927 da Roma nella quale si legge: Mio caro la tua
lettera mi ha tanto dilettato, hai ragione fratello mio. Lo comprendo che il cuore noi portiamo, non
pu odiare anche se una persona si rende sgarbata contro di noi. Il nostro cuore nobile e pieno di
amore specialmente per i deboli che soffrono che vivono in piena miseria. Vi sono dei cuori (i
nostri!) che vorrebbero che questa grande miseria sparisca. Ecco, il cuore cattivo che noi teniamo
quello di fare tutti felici, che ogni lavoratore, dopo il suo sudore grondato, abbia la sua risorsa di
menare una vita che lo possa abbastanza per tutti i loro bisogni che occorrono alla sua esistenza.
Quindi hai piena ragione per tenere simile cuore bisogna conoscersi e chi ci nasce muore come noi
siamo (3).
Dopo la liberazione, Giacomo Bottino e la sua famiglia si trasferirono in Brasile, ma pochi anni
dopo , venne ucciso, nel corso di una banale lite, da un rissoso confinante.

(1) Katia Massara, Lemigrazione sovversiva. Storie di anarchici calabresi allestero, Ed. Le
Nuvole, Cosenza 2002, p.16.
(2) Germinal Bottino, lettera autografa, Niteri (Brasile) in data 30/09/2003
(3) L. Lagorio, Ribelli e briganti nella Toscana del Novecento. La rivolta dei fratelli Scarselli e
la banda dello Zoppo in Valdelsa e nel Volterrano, Firenze 2002 p.126.

11

Bottino Giuseppe, detto Peppino (Comunista),di Francesco, inteso Augusto e di Cupello


Raffaella, nato a Paola (CS) il 9 Gennaio 1889,residente a Paola, in Vico Lungo Terravecchia N
25, coniugato il 14/9/1912 in Paola con Siciliano Emilia, con sette figli,sufficiente cultura,
commerciante. Arrestato dai Carabinieri il 10 Luglio 1938 per distribuzione ed affissione sui muri
di manifestini di propaganda comunista. Assegnato al confino per anni cinque dalla C.P. di Cosenza
con ord. del 20 Settembre 1938. Sedi di confino Tremiti, Castelvecchio Subacqueo. Liberato il 19
Novembre 1942 condizionalmente nella ricorrenza del ventennale rientr a Paola da Castelvecchio
Subacqueo il 4/12/1942. Periodo trascorso in carcere e al confino: anni quattro,mesi
quattro,giorni 10.
Precedente penale per bancarotta semplice. Gi impiegato della F.F.S.S. fratello del comunista
Antonio, residente a Roma e dellanarchico confinato Giacomo; in contatto con il socialista Biagio
Ganino, di Paola, arrestato per lo stesso motivo con il comunista Giuseppe Lattari ed il socialista
Ernesto Trotta. E deceduto a Paola il 9/4/1965.

12

De Felice Pietro, di Arturo e di Patera Paolina, n. Paola (CS) l11 giugno 1901, res. Roma,
coniugato, laurea in scienze economiche, impiegato privato, apolitico.
Arr. Dalla P.S. il 31 Ottobre 1936 per avere espresso in ufficio giudizi sfavorevoli su Mussolini e
Ciano e per avere esaltato la guerra civile spagnola, auspicandola anche per lItalia.
Assegnato al confino per anni tre dalla C.P. di Roma con ord. Del 19 novembre 1936. La C. di A.
con ord. Del 24 giugno 1937 prende atto del proscioglimento.
Sede di confino Campomarino. Liberato il 27 febbraio 1937 per proscioglimento.
Periodo trascorso in carcere e al confino: mesi tre, giorni 28.

13

De Luca Raffaele, di Florindo e di Mazzuca Pasqualina, nato a S.Benedetto Ullano il 24/03/1874 e


residente a Paola coniugato con Mannarino Maria. Di umili origini (il padre era bracciante e la
madre filatrice), in giovent studi a Napoli dove si laure in giurisprudenza. Fu anarchico, poi
ader al Psi e fu eletto sindaco di Paola. Candidato Socialista alle elezioni politiche del 1921 fu tra i
pionieri del movimento socialista in Calabria, diventando popolarissimo a Paola, dove esercitava la
professione di avvocato, e nei paesi della costa tirrenica cosentina sia per le sue grandi doti di
umanit che per il suo coraggio e per linfaticabilit con la quale diffondeva i suoi ideali di libert e
di giustizia sociale.Capeggi tutte le lotte che si svolsero nel circondario paolano , da quelle
contadine a quelle dei ferrovieri. Fu pi volte aggredito, ferito, arrestato sottoposto ad angherie di
ogni genere (1), avendogli i fascisti di Paola dato lostracismo nel 1941 dovette trasferirsi a Roma
dove diede vita al gruppo comunista "Scintilla" con Ezio Lombardi, Francesco Cretara, Orfeo
Mucci, Pietro Battara, Aladino Govoni. NellAgosto del 1943 fu tra i fondatori del Movimento
Comunista dItalia, entr nel comitato esecutivo e divenne direttore del giornale "Bandiera Rossa".
Fu uno dei principali organizzatori della distribuzione di volantini antifascisti davanti ai cinema
romani. Arrestato il 4 dicembre 1943,a seguito di una delazione, fu rinchiuso a Regina Coeli, con
l'accusa di stampa clandestina ed organizzazione di bande armate. Interrogato, ammise tutte le
proprie responsabilit e il 24 gennaio del 44 fu condannato a morte dal Tribunale militare di guerra
tedesco. Rifiut di firmare la domanda di grazia, ma riusc lo stesso a sfuggire all'esecuzione
perch, grazie all'aiuto di alcuni antifascisti che operavano all'interno del carcere, fu dichiarato
"intrasportabile" al luogo della fucilazione, a causa di una malattia. Usc dal carcere il 4 giugno, il
giorno della liberazione di Roma. Nel dopoguerra continu a militare nelle file del Movimento
comunista dItalia. Nel 47, a settantatr anni, chiese liscrizione al Pci. La federazione romana
accolse la domanda ma la Direzione respinse questa decisione. De Luca, umiliato dal rifiuto, si
ritir a vita privata. Mor il 6/4/1949.
(1) F.Spezzano in Fascismo e antifascismo in Calabria. Lacaita editore Mandria 1975 pag. 75 e 85 scrive: A
Paola nel luglio 1923 fu aggredito e ferito lavv. Raffaele De Luca. In una interrogazione (atti parlamentari del
10-7-1923) Pietro Mancini cos espose i fatti: Alcuni militi sottoposti a giudizio penale per violenza privata
aggrediscono lavv. De Luca percotendolo ferocemente per vendicarsi dellassistenza professionale che

14

sospettavano prestasse al Rozza. Si deduce facilmente che gli squadristi paolani non consentivano nemmeno
lassistenza legale ai loro perseguitati. A Paola fu pure aggredito e ferito , nel 1924, Francesco Mancuso.
I Socialisti di Paola, aderendo a queste nuove direttive del comitato federale, presentarono una propria lista di
minoranza, ma le violenze e le minacce furono tali che i candidati furono costretti a ritirarsi. Vennero aggrediti e
feriti il candidato Bottino e il dirigente De Luca.

15

Casellario Politico Centrale


Scheda N 26035
Qualifiche ed altre indicazioni
Socialista Schedato
Notizie per il prospetto biografico di De Luca Raffaele fu Florindo, Socialista Unitario
Riservata R. Prefettura di Cosenza Prot.llo N 1517 in data 8/9/1928
1.7.1928_____________Si trova fin dal mese di Luglio a Paola per la stagione balneare.
Col non svolge alcuna palese attivit, ma si tiene sempre in contatto con i vecchi compagni di fede,
ed specie, col noto sovversivo avv. Pietro Mancini. Per le sue idee irriducibili, di recente, stato
espulso dal circolo sociale Bellini, di Paola. Il De Luca, intelligente, scaltro e di spirito fazioso.
Con le autorit ha tenuto e tiene tuttora un contegno sprezzante e provocatore. Viene attivamente
vigilato.

Riservata R. Prefettura di Cosenza Prot.llo N 03344 in data 29/01/1930


29/01/1930____________Professa sempre principi sovversivi e per quanto non dia attualmente
luogo a speciali rimarchi con la sua condotta, ritenuto pericoloso in linea politica. E compreso
nellelenco della R. Questura di Cosenza delle persone d arrestarsi in determinate circostanze, per
cui in occasione delle nozze di S.A.R. il Principe di Piemonte, stato fermato per misure di P.S. a
Napoli dove erasi recato per affari, venendo posto in libert il 12 successivo rientrando lo stesso
giorno in Roma, ove attentamente vigilato. Per impedirgli ogni tentativo di espatrio,sono state
diramate opportune circolari alle RR. Questure del Regno ed stato segnalato il suo nome per
liscrizione nella rubrica di frontiera.

16

Ganino Biagio (Socialista),di Pasquale e di Gatto Caterina, nato a Laureana di Borrello (RC) il 12
Marzo 1886, residente a Paola (CS),in Vico Castello N 27,coniugato il giorno 8/8/1918 in Paola
con Panaro Antonietta, otto figli ,barbiere. Fu diffidato nel 1926 e ammonito nel 1927 e il 10
Maggio 1930. Fu licenziato dallamministrazione ferroviaria per motivi politici.
Fu continuamente sottoposto a fermi, arresti e ad angherie di ogni genere.
Considerato pericoloso (1) il 3 Febbraio1934, in occasione di una visita in Calabria di Starace il
quale, proveniente da Belmonte C., si recava in stazione a Paola per raggiungere Cosenza, al
mattino, i Carabinieri Reali ed una Guardia Municipale si recarono presso la sua abitazione per
condurlo in Commissariato per un fermo, lo trovarono ammalato di influenza con i suoi sei
bambini, praticamente in miseria, e riferirono la situazione al Commissario di P.S. (2)
Arrestato dai Carabinieri il 10 Luglio 1938 per avere incollato sui muri numerosi manifestini di
propaganda comunista. Assegnato al confino per anni cinque dalla C.P. di Cosenza con ord. del 20
Settembre 1938. Sedi di confino Tremiti, Castelmauro, Baronissi, Sala Consilina. Liberato il 29
Dicembre 1942 per commutazione in ammonizione per motivi di salute. Periodo trascorso in
carcere e al confino: anni quattro,mesi cinque,giorni 20.
Nel 1944 fu Segretario del Comitato di Liberazione di Paola, Segretario della Camera del Lavoro e
leader locale della sinistra filoanarchica di Unit proletaria. Il 2/4/1949 emigr a Milano dove mor
il 1 Gennaio 1951.

(1) In data 7 Aprile 1934 la Legione Territoriale dei Carabinieri Reali di Catanzaro - Stazione di
Paola - Prot.llo N 954, rispondeva ad una richiesta di informazioni sul conto di Biagio Ganino,
formulata dallIspettore dei Comuni, Giovanni Solarino, in cui tra laltro si legge:
17

.milit nel partito socialista massimalista, quale gregario, fino al 1923, senza per
occupare cariche. La P.S. locale, in data 21 giugno 1929 lo diffid ad astenersi da ogni
manifestazione antinazionale, a non unirsi con sovversivi e non dar luogo a sospetti sulla condotta
politica. Egli per, malgrado ci, fino a qualche anno fa, continu a frequentare elementi
politicamente sospetti, persistendo nella sua condotta politica ostile al Governo Nazionale. Il
predetto, per, da qualche anno non ha dato pi luogo a rimarchi sulla sua condotta in genere; si
ritiene per che serbi ancora le sue idee, malgrado non le manifesti palesemente.
Moralmente, sul conto del Ganino, nulla si pu dire.
Firma
Maresciallo Maggiore Comandante la stazione
Trischitta Giuseppe

(2) Il 10 Marzo 1934 Biagio Ganino invi un esposto direttamente a Benito Mussolini contro il
Podest, suo figlio, ed un impiegato del Comune. Il 10 Aprile 1934, il Ganino, scrisse al Prefetto
affermando che lesposto inviato al Duce era dovuto al fatto che fra me ed il Podest e suo figlioN.F. - Ragioniere- del Comune esisteva rancore personale per il fermo avutomi giorno 3 Febbraio
1934- per loccasione di S.E. Storace. A seguito dellesposto, nel Febbraio del 1934, venne inviato
un ispettore che riscontr, in alcuni uffici del Comune di Paola, una serie di irregolarit
amministrative e di incompatibilit.

18

Itria Francesco ,di Leonardo e di De Pietro Raffaela, nato a Paola (CS) il 3/1/1889, Socialista
massimalista. Ammogliato con Federici Evelina, con tre figli, di professione Maestro elementare,
poi cassiere ed infine orefice. Residenza Brasile, domicilio Paola, Salita 7 Canali.
Nel 1919, insieme ad Ignazio Maselli, entr a far parte dellesecutivo provinciale del Partito
Socialista Italiano. Fu membro della Direzione del giornale La Parola Socialista. Considerato, dal
Ministero dellInterno, pericoloso il suo nome venne inscritto nella rubrica delle frontiere ed in
quella dei ricercati da arrestare. In Brasile, dove fu costretto ad emigrare, dopo aver ricevuto
lostracismo dai fascisti paolani, ebbe contatti con le organizzazioni comuniste ed al suo rientro a
Paola milit nel Partito Comunista Italiano.

Francesco Itria fu membro della Direzione del settimanale La Parola Socialista

19

Casellario Politico Centrale


Scheda N 3851
Qualifiche ed altre indicazioni
Socialista PERICOLOSO
SCHEDATO
ESTERO AMERICA SUD (BRASILE)
INSCRITTO RUBRICA FRONTIERA
INSCRITTO BOLLETTINO RICERCHE
Notizie per il prospetto biografico di Itria Francesco di Leonardo e di De Pietro Raffaela, Socialista
Riservata R.Prefettura di Cosenza Prot.llo N 33155 in data 21 Agosto 1925
21 Agosto 1925_____________Il maestro elementare ITRIA Francesco gode poca stima presso il
pubblico, sia per le idee sovversive che professa e sia perch notoriamente ritenuto negligente nei
riguardi del proprio dovere di insegnante. E di carattere vivace o impulsivo che maschera con una
certa educazione. Ha discreta cultura e intelligenza. Verso la propria famiglia si comporta
moralmente. E iscritto al partito socialista massimalista e precedentemente non ha appartenuto ad
altri partiti. Ha molta influenza nel partito, circoscritta per alla sola provincia di Cosenza, e
specialmente a Paola e nei paesi limitrofi. Gode molta ascendenza fra i suoi compagni di fede. E in
corrispondenza epistolare con lOn. Pietro Mancini di Cosenza, con individui del partito nel Regno.
Non ha mai dimorato allestero. Per diversi anni ha ricoperto la carica di segretario del circolo
socialista e della camera del lavoro di Paola, sodalizi ora sciolti, e che egli aveva organizzati ed ai
20

quali aveva dato vita facendovi iscrivere molti ferrovieri. Attualmente membro della federazione
provinciale socialista massimalista di Cosenza. Ha collaborato e collabora alla direzione del
giornale La Parola Socialista che si pubblica a Cosenza, o legge i giornali del partito, ai quali di
rado invia corrispondenze dindole locale. E un attivo propagandista dallavvento del fascismo,
girava per i comuni del circondario di Paola tenendovi comizi o conferenze allo scopo di istituirvi
sezioni del partito. Verso le autorit tiene contegno non ostile. Ha preso parte a tutte le
manifestazioni del partito socialista, sia a mezzo della stampa, firmando manifesti e programmi, sia
in occasione di anniversari, commemorazioni, elezioni, dimostrazioni e riunioni. Non stato
sottoposto o proposto alla giudiziale ammonizione, ne proposto od assegnato al domicilio coatto.
Prese parte al conflitto avvenuto a Paola il 1/5/1920 fra socialisti e popolari, nel quale vi furono un
morto e quattro feriti da arma da fuoco (1), e con sentenza del Tribunale di Cosenza in data
13/3/1922 fu condannato ai sensi dellarticolo 378 del c.p. a mesi 5 e giorni 12 di reclusione (2). E
ritenuto elemento pericoloso e viene perci attentamente vigilato.

(1) Vale la pena riportare quanto scrive F.Spezzano in Fascismo e antifascismo in Calabria. Lacaita editore
Manduria 1975 pag. 30-31-97: E cos in alcuni Comuni ed in alcune circostanze, Partito Popolare e
Partito Socialista, travisando quello che avrebbe dovuto essere il loro obiettivo primario, cio la lotta contro
il vecchio ambiente conservatore e le sue clientele, cadevano in inutili polemiche tra loro, tanto che a Paola
scoppi un conflitto nel quale perse la vita il presidente della lega di quei contadini, Nicola De Seta;
moltissimi comizi inoltre finivano con contraddittori fra oratori popolari e socialisti.
(2) Due anni dopo, il G.I. Martini prosciolse, per legittima difesa, Francesco Itria ed altri socialisti di Paola
contro i quali era stato architettato un gravissimo processo per luccisione del capolega dei popolari di Paola, De
Seta. Tutti vennero condannati per rissa e alcuni di loro, , a pochi mesi di reclusione, per porto di armi abusivo.

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Lattari Giacomo, ( socialista ) figlio di G. Antonio e Forlano Teresina, nato a Paola il 18/01/1882.
Coniugato a Paola il 18/08/1923 con Bolinese Luigia, abitante in Strada Nuova del Porto N 3
inabile pensionato. I familiari raccontano che Giacomo, espletando lattivit di falegname ebanista,
era stato contattato per partecipare ai lavori di costruzione delle carrozze ferroviarie a patto che si
fosse iscritto al Partito Nazionale Fascista. Decise di scrivere una lettera che sped direttamente al
Duce nella quale ribadiva che non avrebbe mai aderito a quel partito.
Il 9 Ottobre 1944, nelle sue qualit di segretario del Partito Socialista Italiano,Giacomo Lattari
venne duramente sconfessato da 6 membri dellesecutivo del Partito ( Maselli Ignazio, Leonetti
Francesco, Lo Bianco Arturo, Ernesto Trotta, Gambini Ubaldo, Argentino Ercole) per il voto
favorevole dato, dallo stesso, per la candidatura a Sindaco di Paola di Emilio Carnevale, ex
commissario prefettizio passato alla D.C. E morto a Paola il 19/06/ 1961.

Funerale civile di Giacomo Lattari (si notino, sulla sinistra, le bandiere rosse listate a lutto)
Lorazione funebre venne tenuta da Antonio Eboli.
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Lattari Giuseppe , (Comunista) di Giacomo e di Bolinese Vincenza. Nato a Paola il 1/3/1907 ed


ivi residente in Via del Porto N3. Coniugato il 27/9/1947 in Paola con Caltaginese Franceschina.
Falegname ebanista. Arrestato pi volte, in contatto con i socialisti Biagio Ganino ed Ernesto
Trotta. Chiamato affettuosamente Mastro Peppe amava suonare il violino, nella falegnameria sita
in Via del Porto, con i suoi pi cari amici. E deceduto a Paola il 19/8/1989.

Lattari Giulio, (Socialista) di Giacomo e di Bolinese Vincenza. Nato a Paola (CS) il 05/05/1919.
Sposato con Suriano Fedora Teresa. Falegname ebanista. Emigrato a Belmonte il 28/02/1953.
Ritorn nel mese di marzo dello stesso anno a Paola ed emigr a New York nel 1962. Rientr
nuovamente a Paola ed emigr nel 1997 a Petriano (Pesaro Urbino).

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Logatto Luigi detto Gino, nato a Paola , residente a Milano. Cancelliere della Magistratura del
Lavoro alla Corte dAppello di Milano, medaglia doro, alla memoria, del Comune di Milano.
Antifascista, il pi audace nel palazzo della Corte dAppello di Milano nellopera di distruzione dei
quadri di Mussolini che i fascisti milanesi volevano reimporre dopo l8 Settembre del 1943. Il 3
gennaio 1944 fu arrestato, presso la sua abitazione, per semplice delazione visto che lesito della
perquisizione fu negativo non avendo trovato nulla di sospetto. Nel corso degli interrogatori fu
torturato, non avendo potuto ottenere nessuna informazione per latteggiamento fiero ed indomito
gli aguzzini lo deportarono nel lager nazista di Gusen (Mauthausen) ove mor, sfinito, senza
emettere un lamento, il 24 Agosto 1944. Le sue ceneri, dopo essere stato cremato nei forni, vennero
disperse al vento.

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Da La Voce degli statali periodico di Milano


Titolo : I nostri Martiri GINO LOGATTO
Articolo a firma di A.Amoroso
Il 10 settembre scorso si chiuso alla Corte dAssise straordinaria di Milano il processo contro i
delatori di Luigi Logatto.Una condanna mite (8 anni e 4 mesi ciascuno), proteste numerose della
folla, qualche tafferuglio tra il pubblico e testi daccusa coalizzati contro un teste a difesa: lunico.
Abbiamo assistito a tutto questo con la gola chiusa. Accadeva ed era palpitante realt, cosa viva. Ma
il nostro amico, il caro compagno di lavoro e di idee, il fraterno collega non torner pi tra noi, non
ci verr pi incontro col suo sorriso buono,e con la fierezza del suo carattere. Anche le sue ceneri,
dopo la cremazione, sono state disperse al vento dai torturatori di Mauthausen: hanno negato a noi e
alla famiglia la possibilit di ricomporre i resti, di dare ad essi una sepoltura e di recarsi in visita
ogni tanto alla sua tomba.
Era un lavoratore distinto il nostro Gino; trasfondeva lentusiasmo tipico del meridionale in ogni
suo atto e dimpeto affrontava il lavoro come ogni altro ostacolo. Lealt ed abnegazione erano le
sue caratteristiche prime, e nei rapporti familiari ed in quelli damicizia. Lo ricordiamo tutti, amici e
colleghi, magistrati ed avvocati; era il cancelliere della Magistratura del Lavoro, alla Corte
dappello di Milano; per altri era Logatto, cos, semplicemente; per noi era Gino, il nostro Gino.Ed
ora non c pi. Lo ricordiamo il 25 Luglio , felice; lo ricordiamo l8 settembre, disperato; e poi, nei
giorni che seguirono, aggirarsi con noi guardingo, eppure audace, il pi audace, nel palazzo
distruggere i quadri del Fondatore dellImpero che volevano reimporci. Poi il 3 gennaio 1944 lo
arrestarono a casa senza una ragione, senza avergli trovato niente di sospetto, per semplice
delazione. Fiero ed indomito negli interrogatori, cos lo pensiamo, anche sotto le torture; e
poila deportazione. Cadde sfinito, il 24 agosto 1944 a Gusen (Mathausen) (1), senza un
lamento, con gli occhi neri tanto tristi. Noi lo ricordiamo cos: aggrappato alle sbarre della sua
prigione, con lo sguardo fisso alla sua Patria, alla sua famiglia, a tutti noi. Era il migliore di noi, il
pi buono ed il pi fiero. E non torner pi!

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(1)

Gusen

Sottocampo dipendente da Mauthausen, fu costruito nel Dicembre 1939. Era formato


da 30 baracche e due costruzioni in pietra che veniva estratta nella cava Wiener
Graben. I deportati lavoravano soprattutto nella costruzione di armi per l'esercito
tedesco.
Verso la met di settembre del 1941 cominciarono a funzionare i forni crematori.
Quando nel 1942 questi non bastarono pi, i nazisti organizzarono viaggi di trasporto
con autobus da Gusen a Mauthausen: i prigionieri durante il viaggio venivano
asfissiati dal gas di scarico che giungeva all'interno per mezzo di tubi.
I prigionieri internati furono circa 7.000.
Come Mauthausen, anche Gusen venne liberato il 5 Maggio 1945, ma le 2.000
persone sopravvissute fino ad allora morirono quasi tutte in pochi giorni.
Di questo campo non rimasto molto ed grazie ad alcune organizzazioni
antifasciste che hanno acquistato il terreno e i due forni crematori che oggi la
memoria giunge fino a noi, affinch ci che accadde non sia dimenticato e soprattutto
non succeda mai pi.

I due forni crematori di Gusen

26

Ci che rimasto del


campo di Gusen
Ci che rimasto del campo di
Gusen un enorme forno
crematorio che l'ANED
(associazione nazionale ex
deportati) riuscito a salvare
difendendolo,con un'enorme
costruzione di cemento armato,
contro le continue aggressioni dei
neonazisti. Nessuno pu reggere
all'impatto e passare indenne
attraverso la sensazione di morte
che suscita, una morte che chiede
rispetto e riconoscimento, ma
indigna vedere che una casa
abitata affaccia le sue finestre sul
forno, s, proprio l, di fronte .
Gusen: i resti dei forni protetti dalla struttura progettata
e realizzata dallarchitetto italiano Renzo Piano

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Matera Leopoldo , (Socialista) nato a Paola (CS) il 21 Gennaio 1886, fu nella nostra citt tra i
fondatori del Partito Socialista Italiano. Venne arrestato numerose volte per attivit sovversiva e
conobbe il carcere duro imposto dalla Polizia fascista. Spos Luisa Tramontana, sua compagna di
vita, dal carattere energico e coraggioso. Ebbero cinque figli, di cui tre maschi che chiamarono
Lenin, Spartaco e Carlo Marx, educati secondo i principi e gli ideali socialisti. Veniva
continuamente provocato, (era titolare di una sala da barba, ma era molto bravo nellestrazione dei
denti e nellapplicazione delle sanguisughe, indicate nei salassi) i suoi clienti ed i suoi amici
venivano intimiditi e schedati. La sua lotta contro il Fascismo continu, senza sosta, fino alla
Liberazione, diventando un esempio per tutti nel Tirreno Cosentino e in Calabria.
Mor a Paola il 4 Novembre 1964.

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Minervino Carlo, detto Settimio, (Antifascista) di Carlo e di Carnevale Maria Giuseppa. Nato a
Paola (CS) il 20 Agosto 1902. Coniugato con Lombardo Olga , 9 figli. Ex guardia di Finanza,
elettricista. Diffidato politico. Ha militato nel P.C.I. E morto a Paola il 2 Luglio 1990.
Tra i numerosi attestati di stima ricevuti dalla famiglia, in occasione della sua morte, riportiamo il
testo di un telegramma a firma Francesco Nicolini in data 6/7/1990: Lumilt con cui ha
professato con coerente fermezza i valori delluomo ed i grandi ideali del socialismo testimonia la
immensa saggezza e la purezza dei sentimenti che hanno caratterizzato la pratica di vita voluta da
Settimio Minervino nel sociale e nella famiglia suo sincero ed ammirato amico lo ricordo cos nel
momento pi triste per voi familiari.

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(Foto scattata a Cosenza nel 1946)

SCARSELLI IDA
Nasce a Certaldo (FI) il 17 luglio 1897 da Eusebio e Maria Mancini, casalinga Anarchica, viene
arrestata dopo i fatti di Certaldo del 28 febbraio 1921 e tenuta in carcere per un anno.(1) Assolta per
insufficienza di prove al processo del 1925, si stabilisce a Roma, insieme al suo compagno,
lanarchico Giacomo Bottino. Nuovamente imprigionata al principio del 1927 per aver raccolto
fondi in favore dei detenuti politici, viene condannata dal Tribunale speciale, il 23 luglio 1927, a 2
anni e 6 mesi di carcere, a 3 anni di vigilanza e allinterdizione dai pubblici uffici, insieme a
Giacomo Bottino, a Giulio Montanari e a Elisa Veracini. Il 5 dicembre 1927 subisce la schedatura.
Il cenno recita che riscuote cattiva fama nellopinione pubblica per la sua pessima condotta ed
nemica del fascismo e delle autorit costituite, che ha fatto parte della banda dello Zoppo ed da
ritenersi elemento pericoloso per lordine nazionale: di statura leggermente alta, di corporatura
media, ha continua il prefetto Giuseppe Regard capelli castani lunghi, viso tondo e grande,
fronte larga, naso diritto, spalle leggermente larghe, andatura svelta ed espressione fisionomica
simpatica. In carcere, dove ha con s la figlia Scintilla (dalla unione con Bottino nasceranno altri
due figli Germinal e Spartaco), nata da poco, Ida incontra la prof. Tina Pizzardo, ancora comunista,
che la ricorder cos nelle sue memorie: Era molto in pena per il [fratello] pi giovane, finito in
Sardegna senza speranza di fuga. Fuga che dal penitenziario di Volterra agli altri due era
riuscita. Rilasciata nellestate 1929, a pena interamente espiata, Ida viene proposta per il confino
dalla Questura di Roma. In contatto, tramite i comunisti francesi, con i fratelli Tito e Oscar, rifugiati
in Russia, assegnata al confino per cinque anni il 30 settembre 1929, lo stesso giorno in cui dalla
Questura della capitale si ripete che elemento pericolosissimo in linea politica, appartiene a
famiglia i cui componenti professano tutti idee sovversive avanzate ed sorella dei noti
temibilissimi anarchici fuorusciti Tito ed Oscar Scarselli, capeggiatori della banda dello Zoppo,
evasi anni or sono dalle carceri di Volterra Ancora a Roma il 29 ottobre 1929, Ida si prodiga
per incoraggiare il fratello Egisto, che sta scontando una pena di 20 anni di reclusione nel carcere di
Alessandria: Coraggio, Egisto caro, tutto passa, la vita una continua lotta, a disperarsi non si
ottiene niente, anzi ci si rimette tanto di salute, speriamo sempre bene, la speranza non ci
abbandona mai. Non prenderti pensieri per me, io sapr adattarmi senza sacrificio perch penso:
sarebbe una vergogna lamentarmi io, pensando alla tua situazione che, poverino, ti sei fatto gi
molti anni proprio ingiusti, chi sa quanti dolori e tribolazioni ti son costati! E ancora non sei al
termine, perch dovrei disperarmi per questa seconda pena inflittami, che di fronte a te, la mia
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sorte sarebbe una villeggiatura? Relegata a Lipari, Ida presenta ricorso contro la misura di polizia,
ma lappello viene respinto. Trasferita a Ponza il 2 agosto 1930, vi rimane fino al marzo 1932,
quando viene rimessa in libert e pu partire alla volta di Paola (Cosenza), dove si riunisce a
Giacomo Bottino. Iscritta fra gli antifascisti da arrestare in determinate circostanze e sottoposta a
libert vigilata per 3 anni, considerata, nel 1934, avversaria irriducibile del regime fascista e nel
1937 sorvegliata rigorosamente perch serba immutati i suoi principi anarchici. Nel 1938
ritenuta pericolosa in linea politica perch professa apertamente le sue idee politiche e nel 1939
viene fermata prima di una visita di Mussolini nella citt di Cosenza. Tre anni dopo ancora
vigilata attentamente. Dopo la liberazione, si trasferisce con la famiglia in Brasile, ove Giacomo
Bottino viene ucciso, nel corso di una banale lite, da un rissoso confinante. Ritornata nuovamente
in Italia, a Roma, ospite della sorella Ines, nel 1973 avanza domanda al governo italiano affinch le
vengano riconosciuti i benefici di legge previsti per i perseguitati politici antifascisti e razziali e i
loro familiari superstiti. Nel 1975, accogliendo listanza, la Repubblica Italiana, riconosce i suoi
diritti e concede ad Ida un assegno vitalizio di benemerenza ed uno di reversibilit di Giacomo
Bottino. Muore a Niteri, localit vicino a Rio de Janeiro, il 22 ottobre 1989 allet di 92 anni.

FONTI: VOCE, SCARSELLI IDA . Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, a cura di M. Antonioli
... [et al.], Pisa, BFS edizioni, 2003-2004, 2 v.
(1) Per quanto riguarda i fatti di Certaldo del 28/02/1921 e la Banda dello Zoppo si veda :
L. Lagorio, Ribelli e briganti nella Toscana del Novecento. La rivolta dei fratelli Scarselli e la
banda dello Zoppo in Valdelsa e nel Volterrano, Firenze 2002 p.126.

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Trotta Ernesto, (Socialista) di Salvatore e di Iantorno Isabella, nato a S.Fili il 10/3/1895.


Nel 1914 emigr in Brasile dove lavor, presso la redazione di un quotidiano di cui, suo fratello
Antonio(1) era corrispondente. Nel 1924 vennero entrambi espulsi come indesiderati. Ritorn a
Paola e il 24/7/1926, a Rende, si spos con De Paola Ersilia di Vincenzo, ebbero quattro figli.
Risiedettero a Paola in Corso Colombo N 31. Lavor come commerciante e mediatore con suo
padre. I familiari raccontano che negli anni che vanno dal 1939 al 1943, per motivi di lavoro, era in
possesso di un abbonamento ferroviario da Messina a S.Croce sullArno e grazie a questa mobilit
gli veniva chiesto di portare con se materiale di propaganda antifascista da distribuire ai compagni
di fede.
Venne arrestato pi volte, ma rimase sempre in contatto con il socialista Biagio Ganino ed il
comunista Giuseppe Lattari.
Emigrato a Rio De Janeiro il 13/7/1954. Mor a Paola il 28/5/1968.
(1) Sulla presenza di Antonio Trotta (giornalista) anarchico in Brasile vedi:
Katia Massara, Lemigrazione sovversiva. Storie di anarchici calabresi allestero, Ed.
Le Nuvole, Cosenza 2002. Antonio Trotta (giornalista) lo ritroveremo in Brasile, a Rio de
Janeiro, militante nei gruppi anarchici che operano in quella nazione con Falbo Salvatore fu
Giuseppe sarto in collegamento con altri paolani anarchici come Antonio Maddalena
(calzolaio) che si stabilisce prima a Petropolis e poi a Rio e Antonio Federico Gentile
(muratore) a S.Paolo del Brasile.

32

____________________________________
BIBLIOGRAFIA

A.A. V.V. Paola. Storia cultura economia. Rubbettino editore, 1999.


M. Antonioli ... [et al.], Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, a cura di Pisa,
BFS edizioni, 2003-2004, 2 v.
G.N.Berti, Errico Malatesta. Il buon senso della rivoluzione, Eluthera 1999
Camera dei deputati N 2443 . Proposta di Legge. Abrogazione degli articoli del
codice penale concernenti i reati in materia di libert di opinione. Primo firmatario
On. Pisapia. Presentata il 28 Febbraio 2002.

Germinal Bottino, lettera autografa, Niteri (Brasile) in data 30/09/2003


R. Boussinot, Piccola enciclopedia dellanarchia, i Garzanti , Aprile 1978

S. Carbone, Il popolo al confino. La persecuzione fascista in Calabria, Cosenza


1977.
Centro Documentazione Popolare . Un uomo a ricordare. Leopoldo Matera
TuttoPaola, anno II N1 Febbraio 1988, p. 32.
F. Corigliano Gli anni trenta, episodi, personaggi, ricordi .TuttoPaola, anno III N
7 Dicembre 1989, pp. 54-74.
A. Dal Pont, A. Leonetti, P.Maiello, L. Zocchi, Aula IV, Roma, 1961
F. De Andr Come unanomalia. Einaudi 1999.

33

A. Eboli. I 100 anni del P.S.I. - Paola e dintorni . Anno 1 N 1-2 Gennaio
Febbraio, 1993 pp. 7-9.
A. Eboli. Repetita iuvant- La Piazza. Anno III- Numero 11 Gennaio Febbraio
1998 pp. 9-10

L. Lagorio, Ribelli e briganti nella Toscana del Novecento. La rivolta dei fratelli
Scarselli e la banda dello Zoppo in Valdelsa e nel Volterrano, Firenze, 2002.

Le tessere del P.S.I., a cura di Angelo Malaioli - Versione elettronica di Luca


Guglielmetti
Katia Massara, Lemigrazione sovversiva. Storie di anarchici calabresi
allestero, Ed. Le Nuvole, Cosenza 2002.
E. Misefari- A. Marzotti. Lavvento del fascismo in Calabria. Pellegrini editore
Cosenza, 1980.

Giorgio Sacchetti, Sovversivi agli atti. Gli anarchici nelle carte del ministero
dellinterno. Schedatura e controllo poliziesco nellItalia del Novecento. Edizioni La
Fiaccola, 2002.
Isolo Sangineto, I Calabresi nella guerra di Liberazione.1 I Partigiani della
Provincia di Cosenza. ICSAIC- Cosenza 1992-Luigi Pellegrini Editore.
Adriano e Luca Sofri, Si allontanarono alla spicciolata. Le carte riservate di polizia
su Lotta Continua. Sellerio Editore Palermo 1996.
Francesco Spezzano, Fascismo e antifascismo in Calabria. Lacaita editore-Manduria,
1975
Berardo Taddei, Donne processate dal Tribunale speciale 1927-43, Verona,1969

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_____________________________________
APPENDICE
_____________________________________
1) Tessera del Partito Socialista Italiano, anno 1905
2) Tessera del Partito Socialista Italiano, anno 1922
3) Tessera del Partito Socialista Italiano, anno 1938
4) Tessera del Partito Comunista dItalia, anno 1921
5) Tessera del Partito Comunista dItalia, anno 1922
6) Bandiera rosso-nera degli anarchici
7) Bandiera nera degli anarchici
8) Fiocco nero internazionalista
9) Due momenti della festa del Primo Maggio 1922 a Paola
10) Tessera del Partito Socialista di Unit Proletaria (1947) e tessera del Partito Socialista Italiano
(1949) appartenute a Giulio Lattari fratello del comunista Giuseppe Lattari.
11) Scarselli Ida
Ponza

con la figlia Scintilla a Paola (CS) anno 1932 appena arrivati dal confino di

12) Scarselli Ida da ragazza


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13) Ida Scarselli e Giacomo Bottino ( fine anno 1924 inizio 1925) a Firenze

14)

Dichiarazione di riconoscimento di Partigiano Combattente dellAvv. Raffaele De Luca

15) Testamento spirituale e politico scritto dallAvv. Raffaele De Luca nella notte che doveva
segnare la fine della sua vita. Il documento fu affidato al suo compagno di prigionia Avv. Stefano
Siglienti.
16) Settembre 1897, a Catanzaro si tenne il 1 Congresso Socialista Calabrese presieduto da Andrea
Costa ( 1851 1910 )

17) Componenti la Sezione del Partito Operaio Socialista di Paola 1892


18) Sentenza n. 37 del 6-10-1927 Pres. Sanna Rel. Buccafurri di condanna per Soccorso
Rossodi Ida Scarselli, Giacomo Bottino, Montanari Giulio, Veracini Elisa.
19) Manifesto commemorativo dello Sciopero del 1920 (Conservato in cornice e visibile presso la
sede sindacale dello S.F.I. di Paola).
20) Alcune delle testate di giornali democratici, pubblicati a Cosenza, durante il fascismo e
nellimmediatezza della caduta di Mussolini.

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1) Tessera P.S.I. anno 1905


La prima tessera nazionale del Partito socialista, quella del 1905, in un formato
decisamente poco tascabile, che la fa somigliare pi a un mini diploma che a un documento di
riconoscimento da portare addosso.
Lautore, Galantara, un nome ben conosciuto nel movimento socialista: fondatore nel 1892
con Podrecca del settimanale satirico LAsino che ebbe una enorme diffusione in Italia fino
allavvento del fascismo, fu uno dei disegnatori pi efficaci ed incisivi di area socialista.
Sul fronte della tessera, una figura di donna con berretto frigio, simbolo della libert e del
socialismo, tiene nella mano destra un martello e si appoggia con il braccio sinistro a un libro.
Dietro di lei, una citt industriale si staglia contro un cielo rosso; il tutto in un semicerchio
contornato da garofani liberty nella migliore tradizione jugend.
La tessera, che riporta la scritta Partito socialista italiano, tessera di riconoscimento per
lanno 1905 firmata, a destra in basso, Rata Langa che era lo pseudonimo di Galantara.
E interessante notare che la simbologia della donna con il berretto frigio fu molto usata dal
movimento socialista come allegoria della libert: simbolo di avanzamento, di rinnovamento, di
liberazione dellumanit, deve questo suo significato al fatto che, nellantica Roma agli schiavi
emancipati veniva donato, appunto, un simile berretto.
Per la verit, il berretto frigio, come dice la parola, proviene dalla Frigia, dove era usato dai
sacerdoti del dio Sole. Oltre ai significati gi detti, ha sempre avuto una ulteriore valenza positiva,
nella cultura successiva e soprattutto dopo la Rivoluzione francese, proprio perch legato ai
significati allegorici del sole, e cio rinascita, prosperit, avvenire, progresso.
Al di l dellaspetto iconografico di questa prima tessera distribuita dalla Direzione del Psi,
opportuno esaminare brevemente anche la sua tipologia, le sue caratteristiche politiche.
Anzitutto, a differenza delle tessere precedenti che venivano stampate dai Circoli socialisti,
dalle Sezioni, dalle strutture periferiche di area (cooperative, associazioni culturali ecc.) questa
37

tessera sottolinea il carattere personale della adesione: il soggetto non pi lAssociazione socialista di
base, ma il singolo aderente, che iscritto al Partito socialista presso una Sezione territoriale.
Sul retro dellimmagine di copertina, oltre alla firma del titolare, la tessera riporta quella del segretario
della sezione e il timbro della Sezione stessa.

La terza facciata del documento poi riservata alle

annotazioni mensili relative ai contributi che liscritto ha versato al Partito.


Nellultima facciata un breve testo sottolinea gli effetti delliscrizione: La presente tessera attesta nel
detentore il carattere e i diritti di aderente al Partito socialista italiano: essa viene rilasciata a chi abbia
anticipatamente pagato il contributo individuale alla cassa Centrale: valida per il solo anno in corso e si
rinnova periodicamente di anno in anno.

Nel 1922, lanno dellandata al potere di Mussolini, muta di nuovo il linguaggio iconografico
della tessera socialista, con una chiara influenza della grafica francese che richiama la zattera della
Medusa di Gericault. Due figure in primo piano, una con il braccio alzato, e sopra una immagine
femminile che tiene alta una bandiera con su scritto Socialismo.

2) Tessera P.S.I. anno 1922

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3) Tessera P.S.I. anno 1938 (Pertini condannato a 12 anni di carcere, Morandi a 10 anni e
Pesenti a 24 anni).

4) Tessera P.C. dItalia anno 1921

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5) Tessera P.C. dItalia anno 1922


Nel 1922, lanno dellandata al potere di Mussolini
Anche il P.C.dItalia come il P.S.I. adotta la zattera.i tempi diventano difficili, naufraga lItalia,
occorre salvare gli uomini e le loro idee di libert e giustizia sociale.

6) Bandiera rosso nera degli anarchici

Nellaprile 1877 gli anarchici della Banda del Matese, guidati da Malatesta e Cafiero, issarono
sul municipio di Letino la bandiera rosso-nera. Lepisodio citato non solo dalla bibliografia
specializzata (P.C. Masini. Gli Internazionalisti. La Banda Del Matese) ma anche registrato
nei verbali del processo di Benevento del 1878 contro i componenti della stessa banda.
In seguito venne adottata dalla potente organizzazione anarco-sindacalista spagnola denominata
CNT.

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7) Bandiera nera degli anarchici


Lo spostamento dalla bandiera rossa, simbolo della rivoluzione, verso quella nera va collocato
storicamente proprio a cavallo tra gli anni 70 ed 80 del XIX secolo, periodo durante il quale si
verifica il profondo cambiamento del movimento socialista. Il marxismo diviene la corrente
predominante, passa dalla concezione rivoluzionaria della via da seguire a quella riformista e
parlamentarista. Tale corrente principale del socialismo si appropria delluso della bandiera
rossa.
La bandiera nera sventol per la prima volta sopra il municipio di Parigi durante le tre gloriose
giornate del luglio 1830.
Nel 1831 fu vista per la prima volta in mezzo ad una folla operaia a Reims, durante una
manifestazione di terrazzieri (in gennaio), con la scritta Lavoro o morte.
8) Cravatta nera ( lavallire ) internazionalista
Essendo vietato esporre bandiere o indossare cravatte rosse, gli anarchici, in varie occasioni :
giorni di festa, di domenica, il primo Maggio, negli anniversari della Rivoluzione Francese, al
confino, nel corso delle riunioni clandestine, nelle osterie si riconoscevano dal fiocco nero e,
soprattutto, in Romagna e Toscana, nei gelidi inverni, usavano indossare cappello a falde larghe
e un ampio mantello nero.

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9) Due momenti della festa del Primo Maggio 1922 a Paola, anno dellandata al potere di
Mussolini, con la partecipazione dellOn. Marabini (Fototeca dell ICSAIC)

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10) Tessera del Partito


Socialista di Unit Proletaria (1947) e tessera del Partito Socialista Italiano (1949) appartenute a
Giulio Lattari fratello del comunista Giuseppe Lattari.

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11) Scarselli Ida con la figlia Scintilla a Paola (CS)


anno 1932 appena arrivati dal confino di Ponza

12) Ida Scarselli da ragazza

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13) Ida Scarselli e Giacomo Bottino ( fine anno 1924 inizio 1925) a Firenze, fuggiti da Roma a
seguito delle persecuzioni fasciste e della morte del primo figlio Germinal.
Dopo nemmeno due anni vennero condannati per Soccorso Rosso (Propaganda Comunista).

Sentenza n. 37 del 6-10-1927 Pres. Sanna Rel. Buccafurri


Una famiglia di perseguitati politici di Certaldo riceve un aiuto finanziario di modeste proporzioni.
Donatori e beneficiari sono condannati per Soccorso Rosso (Propaganda comunista)
Montanari Giulio Certaldo (Fi) 18-9-1893 operaio 1 anno e 6 mesi
Veracini Elisa Certaldo (Fi) 22-6-1890 fruttivendola 2 anni
Scarselli Ida Certaldo (Fi) 17-7-1897 casalinga 2 anni 6 mesi
Bottino Giacomo Paola (Cs) 12-2-1897 stuccatore 3 anni

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14) Dichiarazione di riconoscimento di Partigiano Combattente dellAvv. Raffaele De Luca

Fonte: Archivio ICSAIC - Cosenza

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15) Testamento spirituale e politico scritto dallAvv. Raffaele De Luca nella notte che doveva
segnare la fine della sua vita. Il documento fu affidato al suo compagno di prigionia Avv.
Stefano Siglienti.

Fonte: Isolo Sangineto. I Calabresi nella guerra di Liberazione.1 I Partigiani della Provincia di
Cosenza. ICSAIC- Cosenza 1992-Luigi Pellegrini Editore.

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16) Settembre 1897, a Catanzaro si tenne il 1 Congresso Socialista Calabrese presieduto da


Andrea Costa ( 1851 1910 ) (al centro della foto con i baffi).
Il segretario del Congresso fu Maurizio Maraviglia (in seguito ader al fascismo), intervennero
tra gli altri:
Giovanni Romanico da Rogliano, Antonio Rende da Catanzaro (in seguito Prof. di Filosofia
allUniversit di Palermo), Carlo Turano (in seguito Notaio e poi sindaco di Crotone), De Bella da
Nicastro, Germinosa ( in seguito chirurgo a Nicastro), Camillo Loiedo (in seguito avvocato e
sindaco di Nicastro) Minici da Catanzaro (in seguito avvocato), Marincola (avvocato da
Catanzaro) , Mosciaro da S.Benedetto Ullano, Maddalena Francesco (in seguito notaio da
Paola).

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17) Componenti la Sezione del Partito Operaio Socialista di Paola 1892


Borgia Pietro fu Gennaro contadino
Candela Giuseppe fu Francesco studente
Cesario Fedele fu Francesco sarto
De Luca Raffaele fu Florindo studente
Falbo Salvatore fu Giuseppe sarto (*)
Fuoco Enrico fu Federico possidente
Itria Giacomo fu Antonio studente
Logatto Enrico fu Giuseppe studente
Logatto Natale fu Giuseppe studente
Maddalena Francesco fu Ferdinando studente
Maraviglia Giuseppe fu Pietro studente
Maraviglia Maurizio fu Pietro - studente (**)
Magnavita Luciano fu Benino
Maselli Francesco fu Fedele sarto
Maselli Ignazio fu Salvatore sarto
Minervino Giuseppe fu Alfonso operaio
Pizzini Benedetto fu Francesco studente
Rossi Eugenio fu Francesco geometra
Stella Nicola fu Antonio operaio
Storino Salvatore fu Giuseppe costruttore
Scovino Pietro fu Gennaro - contadino

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(*) sulla presenza di Falbo Salvatore e degli anarchici paolani in Brasile e Argentina si
veda:
Katia Massara, Lemigrazione sovversiva. Storie di anarchici calabresi allestero, Ed.
Le Nuvole, Cosenza 2002.
Falbo Salvatore fu Giuseppe (sarto) lo ritroveremo in Brasile, a Rio de Janeiro, militante nei
gruppi anarchici che operano in quella nazione con il suo compagno di fede Antonio Trotta
(giornalista) in collegamento con altri paolani anarchici come Antonio Maddalena (calzolaio)
che si stabilisce prima a Petropolis e poi a Rio e Antonio Federico Gentile (muratore) a
S.Paolo del Brasile. De Luca Salvatore (stivatore), Medaglia Francesco Giuseppe (meccanico
commerciante ) e Paradiso Francesco (calzolaio) tutti paolani, si stabilirono a Buenos Aires
in Argentina. Nel novembre 1902 De Luca Salvatore , tesoriere onorario della societ di
resistenza lavoratori del porto, aderente alla Federacn Obrera Regional Argentina (F.O.R.A.)
nel corso di uno sciopero generale fu arrestato e nel febbraio 1905 fu espulso e tradotto in
Uruguay.

(**) sulla vicenda politica di Maraviglia Maurizio fu Pietro, nato a Paola nel 1881,
si veda:
E. Misefari- A. Marzotti. Lavvento del fascismo in Calabria. Cosenza ,1980.
Antonio Eboli. I 100 anni del P.S.I. Paola e dintorni. Anno 1 n. 1-2 Gennaio Febbraio 1993
pag. 7-8-9
Maraviglia Maurizio fu, nel 1892, uno dei 21 componenti della sezione del Partito Operaio
Socialista di Paola. Partecip, nel Settembre 1897, a Catanzaro al 1 Congresso Socialista Calabrese
presieduto da Andrea Costa. In seguito, come fece Miele Bianchi, ader al fascismo e nel Marzo del
1923 entr nel Direttivo Nazionale del Partito Nazionale Fascista . Divent Senatore. Caduto il
Fascismo , trascorse qualche tempo in un tranquillo campo di concentramento alleato . Fu rilasciato
e invecchi, in tranquillit, scrivendo memorie.

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Sindacato Ferrovieri Italiani, Sezione di Paola


18) Manifesto commemorativo dello Sciopero del 1920 (Conservato in cornice e visibile
presso la sede sindacale dello S.F.I. di Paola).
A Paola, i ferrovieri, erano la punta di diamante della classe operaia. Il Prof. Francesco Itria
fu uno dei maggiori organizzatori degli scioperi che videro protagonisti i ferrovieri.
Anche il segretario della sezione paolana del Partito Comunista dItalia, che nel 1921 contava una
diecina di tesserati, Giuliano Quattrocchi (1), era un ferroviere.
(1) Il Comunista Quattrocchi, il 27 Dicembre 1922, venne fermato dai fascisti e in ossequio alle
direttive impartite da M. Bianchi, gli venne propinato lolio di ricino.
Ai due ferrovieri che passeggiavano con lui furono elargiti calci e manganellate.
Il giorno dopo, 28 Dicembre 1922 , a S.Lucido, verso due gerarchi furono esplosi colpi di pistola
lungo una strada di campagna. La ritorsione fascista si rivolse di nuovo contro il Comunista
Quattrocchi di Paola purgato il giorno prima. I fascisti andarono a stanarlo in casa sua e
Quattrocchi si salv dalla rappresaglia scappando da una uscita secondaria e nascondendosi in
una scarpata vicino la Villa Comunale.

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19)Ferrovieri licenziati per motivi politici:


Giuseppe Bottino
Giovanni Chimera
Pasquale Gravina
Pasquale Matera
Domenico Nillo
Antonio Sacco
Francesco Scovino
Pasquale Siciliano

Pasquale Gravina, uno dei ferrovieri, licenziati per motivi politici, dovette attendere il 1943
per essere riassunto nelle F.F.S.S.

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20) ALCUNE DELLE TESTATE DI GIORNALI DEMOCRATICI, PUBBLICATI A


COSENZA, DURANTE IL FASCISMO E NELLIMMEDIATEZZA DELLA CADUTA DI
MUSSOLINI.
Fonte: Emeroteca ICSAIC Cosenza

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