Rus' Di Kiev
Rus' Di Kiev
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La Rus' di Kiev (in ucraino: ? ,
traslitterato: Kyvska Rus'; in russo: ? ,
traslitterato: Kievskaja Rus') fu uno stato medievale
monarchico sorto verso la fine del IX secolo in parte del
territorio della odierna Ucraina, Russia occidentale,
Bielorussia, Polonia, Lituania, Lettonia e Estonia
orientali, considerata il pi antico stato organizzato
slavo-orientale, del quale Kiev fu a lungo la capitale.
Nelle fonti medievali viene chiamato Rus' oppure Terra
di Rus'; il nome Rus' di Kiev fu introdotto dallo storico
russo Nikolaj Karamzin.
Rus' di Kiev
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Dati amministrativi
Nome ,
ufficiale
Lingue antico slavo orientale
parlate
Capitale Kiev
Politica
Forma di monarchia
Stato
Forma di
governo
Nascita circa 860 con Oleg di
Kiev
Causa conquista di Kiev da
parte di Oleg
Fine convenzionalmente, 1240
Causa sfaldamento dello stato
centrale, invasione
mongola
Territorio e popolazione
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Storia
Fondazione
Per approfondire, vedi Rus' e Khaganato di Rus'.
L'inizio della
storia dello stato
dei russi di Kiev
nebuloso, e su
di esso sono
state formulate
negli anni varie
ipotesi. Una
delle principali
Una nave variaga rappresentata nel
fonti storiche
quadro Ospiti d'oltremare
alle quali si
( ), di Nikolaj
attinto per la
Roerich.
ricostruzione
delle vicende
il Manoscritto Nestoriano, conosciuto anche come
Cronaca di Nestore o Cronaca degli anni passati,
documento scritto da Nestor di Peerska nel primo
quarto del XII secolo e riferito agli eventi fra l'850 e il
1100. Sono state tuttavia sollevate decise obiezioni ai
racconti degli avvenimenti come descritti nella cronaca
di Nestore; in particolare, secondo alcuni la Cronaca
Nestoriana sarebbe paragonabile ad un mito relativo alla fondazione dello stato dei russi, analogo
nelle sue linee generali alla leggenda della fondazione di Roma da parte di Romolo e Remo.[2]
Il termine Rus' deriva da una parola di probabile origine normanna che significava in origine uomo
del timone.[3] Le pi antiche testimonianze del nome Rus, ma nella variante Rhos, sono presenti negli
Annales Bertiniani, del IX secolo, nel De administrando Imperio e nel De Ceremoniis
dell'imperatore bizantino Costantino VII Porfirogenito, il primo scritto intorno al 950 e il secondo a
breve distanza, in cui si d notizia di popolazioni svedesi indicate con il nome di variaghi, una trib
dei quali si d il nome di Rhos (nel De Cerimoniis si fa riferimento al "principe" e all'"archon" di
"Rhosia").[4] Gli Annales Bertiniani di Prudenzio vescovo di Troyes in particolare forniscono la
prima notizia dell'esistenza di questi Rhos, quando citano un'ambasceria dell'imperatore Teofilo a
Ludovico il Pio, giunta ad Ingelheim, alla quale si aggregarono alcuni rappresentanti di questo
popolo:
[Anno 839] E si presentarono legati dei Greci per conto dell'imperatore Teofilo [...].
L'imperatore aveva inviato con i suoi ambasciatori alcuni uomini che dicevano di appartenere a
un popolo chiamato Rhos [Rhos vocari dicebant], e che erano stati inviati dal loro re, chiamato
chacanus [latinizzazione di khagan], per chiedere amicizia [...]. Teofilo nella sua lettera [portata
dai suoi inviati] si appellava alla benignit dell'imperatore affinch fosse concesso loro il
permesso di attraversare strade sicure lungo il suo regno per far consentire loro ritorno in patria,
a causa del fatto che il percorso attraverso il quale erano giunti a Costantinopoli, risultava
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L'origine normanna dello stato kievano (ipotesi normanna), quale emerge dagli Annales Bertiniani,
fu postulata per la prima volta da alcuni storici tedeschi del XVIII secolo, che si basavano
essenzialmente su quanto esposto nella cronaca nestoriana; in questo periodo di tempo stata tuttavia
contestata da alcuni storici, prevalentemente russi, che descrivevano la Rus' di Kiev come uno stato
eminentemente slavo.[5]
La Cronaca di Nestore cita le discordie insorte negli anni fra l'859 e l'862 fra le trib finniche e slave
stanziate nelle regioni intorno ai laghi dei Ciudi, Ilmen e Beloozero e alcuni gruppi di Variaghi (o
Varjaghi), chiamati per l'appunto Rus' che, provenienti presumibilmente dall'Europa
nordoccidentale,[2] si stanziarono nella zona compresa fra il lago Ladoga e il corso dello Dnepr
nell'VIII secolo, dando origine ad una presunta entit statuale chiamata Khaganato di Rus'; una data
certa della loro presenza in Rus' l'anno 861, quando arrivarono ad attaccare l'impero bizantino.
Stando alla fonte storica, i Rus' assoggettarono al tributo queste trib, che successivamente si
ribellarono al loro giogo:
859. Anno 6367. Levarono tributo i Varjaghi d'oltre mare sui udi e sugli Slavi, sui Meri e sui
Vesi e sui Krivii. Mentre i Chazari lo riscotevano dai Poliani, e dai Severiani, e dai Vjatii
riscotevano monete d'argento e pelle di scoiattolo per ogni focolare. [...][2]
Successivamente, la cronaca nestoriana narra di come, dopo aver scacciato i Rus', le trib non
riuscirono a governarsi in maniera soddisfacente, a tal punto da arrivare a chiedere ai Rus' di tornare
per amministrarli:
862. Anno 6370. Scacciarono i Varjaghi al di l del mare, e non pagarono loro il tributo, e
cominciarono da s a governarsi, e non vi era tra loro giustizia [...] e cominciarono a combattersi
essi fra loro stessi. E si dissero: Cerchiamo un principe, il quale ci governi e giudichi secondo
giustizia. E andarono al di l del mare dai Varjaghi, dai Russi. Giacch questi Varjaghi si
chiamavano Russi, cos come altri si chiamano Svedesi, altri Normanni, Angli, Goti, cos anche
questi. Dissero ai Russi i udi, gli Slavi, i Krivii e i Vepsi: La terra nostra grande e fertile,
ma ordine in essa non v'. Venite a governarci e comandarci! E si riunirono tre fratelli con la
[2]
loro gente, e presero seco tutti i Russi, e giunsero [ivi].
Sempre secondo la stessa fonte, i tre fratelli si stanziarono in diverse zone della regione,
diventandone i signori:
[...] Il pi anziano, Rjurik, si insedi a Novgorod; il secondo, Sineo, a Beloozero; il terzo,
Truvor, a Izborsk. A causa di questi variaghi, la regione di Novgorod divenne nota quale la terra
dei Rus'. Gli attuali abitanti di Novgorod sono discendenti della razza variaga, ma in precedenza
[6]
erano slavi.
Sempre secondo la cronaca, Sineo (Sineus) e Truvor morirono non molto tempo dopo, lasciando
Rjurik (chiamato anche Rurik) sovrano di tutta la terra dei Rus'; a lui viene dunque attribuita la
fondazione del primo stato organizzato degli Slavi orientali (con il termine rjurikidi, cio della
dinastia di Rjurik, verranno indicati i sovrani delle terre dei Rus' fino all'avvento dei Romanov nel
1613).
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Nel 945, ad Igor' succedette la sua vedova, Olga, reggente in nome del figlio Svjatoslav ancora in
fasce. Il suo regno vide nuovamente combattimenti dei kievani contro i drevliani, oltre ad una
politica finalizzata a tenere alta l'autorit di Kiev fra le altre trib slave orientali. Alcuni anni dopo la
sua incoronazione, Olga si convert al Cristianesimo, senza tuttavia portare alla conversione del suo
popolo che rimase fedele ai culti pagani.
Nell'anno 962 ad Ol'ga succedette il figlio Svjatoslav, il primo sovrano della rus' con un nome slavo;
i dieci anni del suo regno (mor nel 972) furono quelli in cui lo stato della Rus' kievana consolid la
sua struttura e il suo ruolo nell'Europa orientale. La politica espansionistica di Svjatoslav cominci
nel 964, quando intraprese, alla testa del suo esercito, una serie di campagne nelle terre ad est della
Rus': sottomise i vjatii, una trib slava orientale precedentemente assoggettata dalla Khazaria,
successivamente scese lungo la Oka sottomettendo le popolazioni ugro-finniche della zona (merja,
mera, murom) e, sempre percorrendo il Volga, raggiunse Bolar, la capitale della Bulgaria del
Volga, saccheggiandola.
L'esercito di Svjatoslav (correva il 965) decise a questo punto
di rivolgere le sue attenzioni alla Khazaria, un potente stato
fondato circa tre secoli prima nella zona compresa fra il basso
Volga e il mar Nero e che alcuni decenni prima, con il suo
ruolo egemone nella regione, cre condizioni di stabilit
politica che avrebbero facilitato la crescita della neonata Rus'
di Kiev.[11] Nell'arco di due anni Svjatoslav inferse durissimi
colpi allo stato khazaro, mettendone a sacco la capitale Itil' e
prendendo possesso di importanti citt e fortezze dal Caucaso
alle coste del mar Nero.
Queste campagne, coronate da successo, ebbero da un lato il
merito di unificare le trib slave orientali oltre che di
assicurarsi il controllo sull'intero corso del Volga, antica e
L'incontro di Svjatoslav con
importantissima arteria commerciale che garantiva il
l'imperatore Giovanni, di Klavdij
collegamento con i paesi rivieraschi del mar Caspio. D'altro
Lebedev.
canto, per, indebolendo il vicino khazaro, lasci campo
aperto alle orde provenienti dalle steppe centroasiatiche,
come i gi citati peceneghi che, approfittando delle frontiere poco controllate, lanciarono durissimi
attacchi alla Rus' arrivando addirittura ad assediare Kiev nel 969.[8]
Svjatoslav intraprese, nel 968, un'altra importante campagna militare, diretta questa volta a sudovest:
dietro invito dell'imperatore bizantino Niceforo Foca, attacc i Bulgari stanziati nel bacino del
Danubio, sconfiggendoli e facendo prigioniero il loro sovrano Boris II. I successi militari di quegli
anni misero sull'avviso i bizantini, ormai consci della potenza militare dei loro vicini settentrionali;
attaccati nei Balcani, i Rus' reagirono conquistando le citt di Filippopoli (l'odierna Plovdiv, in
Bulgaria) e minacciando Adrianopoli (odierna Edirne, in Turchia) e Costantinopoli. La reazione dei
bizantini, comandati da Giovanni I Zimisce, port ad alterne vicende belliche, risolte nel 971 in
favore dei bizantini che estromisero i Rus' dai Balcani. Sulla via del ritorno, Svjatoslav trov la
morte ad opera di un piccolo contingente di peceneghi.
Durante le sue lunghe assenze, Svjatoslav, in seguito alla morte della madre Olga nel 969, aveva
diviso i compiti di amministrazione dello Stato fra i suoi tre figli: il primogenito Jaropolk ottenne il
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controllo della zona di Kiev, il secondogenito Oleg venne incaricato di controllare il territorio dei
drevliani mentre il terzogenito Vladimir ottenne Novgorod. Alla morte del padre scoppi una lotta
fratricida; vincitore sembr dapprima Jaropolk, che, caduto in battaglia Oleg, sconfisse Vladimir
venendo incoronato principe regnando fino al 980. Vladimir, fuggito all'estero, rientr dopo alcuni
anni, intorno al 980, sconfiggendo il fratello maggiore e diventando nuovo principe di Kiev.
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La morte di Jaroslav vide, conformemente alle regole di successione in vigore, la spartizione dello
stato fra i suoi figli: Izjaslav, il maggiore, si vide assegnato (come da tradizione) il principato di Kiev
e quello di Novgorod; Svjatoslav, il secondogenito, fu destinato al governo del principato di
ernigov; a Vsevolod, terzogenito, fu assegnato il territorio di Perejaslav; il quarto figlio, Vjaeslav,
fu destinato a regnare sul principato di Smolensk, mentre all'ultimo figlio, Igor', Jaroslav diede in
eredit il principato di Vladimir-Volynskij.
Le norme consuetudinarie kievane prevedevano che, alla morte del sovrano di Kiev, il suo posto
venisse preso non dal figlio, ma da uno dei fratelli, in una sorta di rotazione dei vari fratelli fra i troni
dei vari principati che componevano la Rus' di Kiev. In questo periodo di tempo regnarono su Kiev
Izjaslav I, dal 1054 al 1073, tranne che per un breve periodo fra il 1068 e il 1069; Svjatoslav II, per
un breve periodo fino al 1076, allorquando fu spodestato da Izjaslav che si reinstall sul trono
kievano fino al 1078; Vsevolod, dal 1078 al 1093.[14] Questo periodo fu caratterizzato da uno stato di
guerra civile quasi permanente, che contribu a mantenere lo stato di Kiev in un costante stato di
instabilit; tale divenne l'entit del problema che i principi decisero di riunirsi per risolvere una volta
per tutte il gravissimo problema di successione. L'incontro ebbe luogo nel 1097 nella citt di Ljube,
ed ebbe come risultato l'adozione di norme di successione da padre a figlio che per non furono
regolarmente applicate.
A questi problemi interni si aggiunsero, a partire dalla met
dell'XI secolo, le sempre pi frequenti incursioni di un altro
popolo della steppa, i cumani (o polovcy, come sono noti agli
storici russi). Si trattava di un'altra stirpe di nomadi
provenienti dall'Asia centrale, analogamente ai peceneghi che
assillarono la Rus' un secolo prima; sostituitisi a questi ultimi
nel territorio steppico esteso lungo la costa del mar Nero,
assalirono Kiev per la prima volta nel 1061.
In questo periodo di generale indebolimento, lo stato kievano
conobbe nuovamente un periodo di relativa unit e potenza
sotto il regno di Vladimir II, detto il Monomaco (in greco,
che combatte da solo), figlio di Vsevolod, salito al potere nel
1113 succedendo a Svjatopolk II. Secondo le cronache, nei
dodici anni del suo regno fu quasi sempre impegnato in battaglia; combatt i Bulgari del Volga, i
polacchi e gli ungari nella regione danubiana, oltre che in Livonia e in Finlandia. Dal punto di vista
militare, per, i suoi meriti maggiori gli derivarono dalle aspre battaglie combattute contro i cumani,
che riusc, seppure parzialmente e temporaneamente, ad arginare. Lo Stato russo, seppure travagliato,
mantenne una certa unit anche sotto il regno di due dei suoi figli, Mstislav I (dal 1125 al 1132) e
Jaropolk II (dal 1132 al 1139).
Vladimir il Monomaco mentre riposa
con il suo seguito dopo una caccia, in
un dipinto di Viktor Vasnecov.
La seconda met del XII secolo vide invece il definitivo tracollo dello stato kievano unitario. Il titolo
di gran principe di Kiev era motivo di sanguinose contese di successione, e lo stato appariva sempre
pi diviso nei vari principati che si avviavano verso una sempre maggiore indipendenza. Anche i dati
storiografici si fanno meno certi, tanto che di alcuni sovrani si conosce il nome e poco pi.
Nel 1169, il principe di Vladimir-Suzdal' Andrej Bogoljubskij, durante una delle numerose guerre
civili, distrusse la citt di Kiev e, una volta ottenuta la vittoria, non si install sul trono kievano
preferendo restare al potere a Vladimir e ponendo a Kiev suo fratello minore; questo atto fu il primo
di una serie di segnali della perdita di importanza di Kiev rispetto ad altri centri, cominciata in verit
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gi intorno al 1150.[15]
Le basi
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stato chiamato periodo degli appannaggi (in russo udel'nyj period); l'origine di questo nome sta in
una traduzione del termine udel, che designava la parte di regno che un figlio riceveva alla morte del
padre, secondo una tradizione che assimilava il principato (con relativi abitanti) ad un qualunque
bene materiale.[17]
Societ
Fin dalle sue origini, lo stato kievano ebbe un carattere
spiccatamente mercantile; i Rus', la trib normanna, erano
spinti unicamente dal desiderio di controllare interamente la
importantissima via commerciale "dai normanni ai greci",
cio il fiume Dnepr, che portava con una certa comodit al
mar Nero e a Costantinopoli.
Istituzioni
Le principali istituzioni politiche della Rus' erano il principe con la sua druina, la duma, o
assemblea dei boiari (i mui, l'aristocrazia del paese) e il vee (vie in ucraino moderno), o assemblea
del popolo.
I principi e il loro seguito erano considerati al vertice delle istituzioni kievane, anche se in
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Economia
Nell'economia della Rus' kievana rivestiva particolare
importanza il commercio; si pu dire anzi che le origini
stesse dello stato kievano riposino negli intensi scambi
commerciali fra la Scandinavia e i greci di Bisanzio, attivati
fin dall'VIII secolo, che portarono alla necessit di ricercare e
trovare una via di comunicazione ottimale che fu riconosciuta
nel fiume Dnepr, successivo "asse portante" dello stato.
L'anno, nella vita dei principi kievani e dei loro seguiti
(druiny), era scandito in maniera abbastanza netta.[23] Nei
mesi invernali vivevano sulle terre amministrate,
raccogliendo tributi (costituiti da cera, pellicce, miele) dalle
trib sottoposte (occupazione chiamata poljud'e) oppure
facendoseli consegnare (povoz); in aprile-maggio, non
Il principe Igor' esige tributi dai
appena i ghiacci sul Dnepr si spaccavano, cominciavano i
Drevliani nel 945, di Klavdij
preparativi per la grande spedizione annuale fino a
Lebedev.
Costantinopoli per vendere ai bizantini mercanzie di ogni
genere e schiavi, utilizzando navi costruite nei mesi invernali
dalle trib slave tributarie; oltre al principe e al seguito si aggregavano mercanti provenienti da tutte
le parti della Rus', che cercavano protezione dalle violente e frequenti incursioni dei popoli della
steppa che infestavano il basso corso del fiume. La spedizione partiva in giugno da Kiev e si
protraeva poi per tutta l'estate, allorquando, all'inizio dell'autunno, i Rus' tornavano alle loro terre.
Il principe kievano era essenzialmente un mercante, e cos tutti i membri della sua druina; una
prova dell'importanza estrema attribuita dai Rus' al commercio data dal fatto che pressoch tutte le
guerre da questi sostenute contro i bizantini (negli anni 861, 907, 941, 944, 970, 1043) ebbero
origine da aggressioni subite da mercanti russi a Costantinopoli ed ebbero termine solo in seguito
alla stipula di accordi commerciali. I mercanti kievani non si spingevano per solo fino a Bisanzio,
ma raggiungevano regolarmente citt come Baghdad e la Persia.
Le merci che venivano esportate erano, oltre agli schiavi (il cui commercio decadde per nella
seconda parte della storia dello stato dei Rus') e alle pellicce, alla cera e al miele provenienti dai
tributi esatti dalle popolazioni slave, anche di prodotti agricoli come il lino, la canapa e il luppolo;
venivano importati invece cavalli e armi dall'oriente, attrezzature navali da Bisanzio, metalli lavorati
e vetreria dall'Europa centrale e occidentale.[23]
Nella Rus' di Kiev, a causa degli intensi traffici, vi era grossa quantit di moneta in circolazione;
inizialmente veniva usata come moneta il bestiame nella parte meridionale dello stato e le pellicce
nel nord, mentre pi tardi, sotto il regno di Vladimiro il Santo, cominci a essere coniata moneta. In
ogni caso, nella Rus' kievana venivano reperite con relativa facilit monete provenienti da Bisanzio e
da Baghdad.[23]
Anche se stato per lungo tempo sottovalutato dagli storici, sembra che anche l'agricoltura avesse un
ruolo di una certa importanza nel quadro economico della Rus' di Kiev; pare infatti che il commercio
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fosse l'occupazione prevalente delle classi sociali pi elevate, mentre l'agricoltura rappresentasse
l'attivit economica assolutamente prevalente fra il grosso della popolazione.[23] Attivit agricole
sono attestate da periodi ben precedenti la nascita dello stato kievano, soprattutto nelle terre della
Rus' meridionale, pi calde e occupate dall'area del ernozm, la fertilissima terra nera degli ambienti
di steppa; pi problematica era l'attivit agricola nelle zone settentrionali della Rus' (corrispondenti
alle odierne oblast' di Novgorod, Mosca, Vladimir, Ivanovo, Tver'), coperte da foreste di conifere o
da foreste miste di latifoglie e conifere, spesso paludose e interessate da suoli acidi di tipo podzolico.
Questa differenziazione faceva s che l'agricoltura nella zona della steppa avesse carattere pi
estensivo, al contrario che nella zona delle foreste dove veniva praticata su campi liberati dalla
foresta (attivit chiamata podseka),[23] coltivati intensivamente per qualche anno e successivamente
abbandonati per ristabilire naturalmente la fertilit. Successivamente si afferm la tecnica del
perelog, vale a dire l'utilizzo alternato di alcuni lotti di terreno lasciando gli altri a riposo; verso la
fine del periodo kievano i contadini cominciarono a praticare la rotazione triennale.[23]
I principali prodotti cerealicoli erano il frumento nel sud, l'avena e l'orzo nel nord pi freddo e
umido; grossa importanza aveva, nella regione delle foreste, l'attivit forestale, la caccia e
l'apicoltura. Coltura importante in tutto lo stato era il lino, che veniva intensivamente usata per la
fabbricazione di capi di abbigliamento.
Religione
La popolazione della Rus' di Kiev ebbe nella sua storia due
religioni, il paganesimo e il Cristianesimo.
La fede tradizionale delle popolazioni slave orientali era
quella pagana, che comportava la deificazione delle forze
della natura e l'adorazione degli spiriti ancestrali; divinit
importanti nel pantheon slavo dell'epoca erano Perun (dio del
tuono e del lampo), Volos (dio degli armenti e pi tardi
identificato come divinit protettrice degli affari e dei
commerci)[24] e Stribog (divinit considerata come padrone
del vento e delle tempeste).[25] Il culto di Perun "assorb", in
seguito all'arrivo dei Rus', il culto scandinavo del dio Thor,
per una certa somiglianza concettuale fra le due divinit.[26]
La religione pagana degli slavi orientali non comportava la
costituzione di clero, era sostanzialmente priva di
organizzazione e non aveva alcuna influenza a livello
istituzionale.
La conversione al cristianesimo della popolazione dello stato
kievano risale alla fine del X secolo, essenzialmente ad opera
del Gran Principe Vladimir I, che fu poi canonizzato. Il
cristianesimo kievano era debitore in molti dei suoi caratteri
al cristianesimo bizantino, che fu poi tuttavia rielaborato in
risposta ai costumi della popolazione della Rus'. A Kiev non
ebbero importanti sviluppi la teologia e la filosofia, dato che i
pochi scritti ricalcavano abbastanza pedissequamente i
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modelli bizantini e non arrivarono mai a definire un carattere propriamente russo; del pari assente fu
il fenomeno del misticismo. Altri caratteri del cristianesimo si identificarono successivamente come
pi peculiarmente russi, in seguito al grande sviluppo dell'arte e dell'architettura religiosa, alla
canonizzazione di santi russi e al grande influsso che la chiesa cristiana ebbe sulla societ dei Rus'.
All'epoca della conversione, alla fine del X secolo, la neonata chiesa russa era composta da otto
diocesi, che diventarono sedici verso la fine del periodo kievano;[27] il metropolita era sotto il diretto
controllo di Costantinopoli, tanto che in tutto il periodo di vita della Rus' solo due metropoliti furono
russi: Ilarione, nell'XI secolo, e Clemente, nel secolo successivo. La chiesa russa nel periodo kievano
divenne rapidamente titolare di vasti possedimenti terrieri, diventando una figura di primo piano a
livello politico; gestiva tutte le problematiche riguardanti la cura dei malati e l'istruzione, e la
legislazione canonica non riguardava solo i religiosi, ma estendeva la sua sfera di influenza a tutto il
popolo, soprattutto riguardo alle questioni morali.
A fronte di un'indubbia pesante influenza della chiesa sullo stato della Rus', pi difficile la
valutazione della reale influenza che la religione cristiana ebbe sulla popolazione russa e sui suoi
costumi. Secondo molti studiosi, il carattere pagano della Rus' di Kiev sopravvisse a lungo alla
conversione alla religione cristiana, in molti casi sovrapponendosi ad essa. Nei primi secoli dopo la
conversione, il carattere cristiano della popolazione rimase piuttosto superficiale (tanto da obbligare
il governo all'uso della forza per contrastare le reviviscenze pagane)[27] mentre, successivamente,
molte antiche credenze vennero incorporate nel cristianesimo, creando un fenomeno di sincretismo
che venne chiamato dvoeverie (doppia fede)[27] e che secondo alcuni, limitatamente agli slavi
orientali e ai russi in specie, perdura tuttora.[28]
Note
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
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Bibliografia
Nicholas V. Riasanovsky. Storia della Russia. Dalle
origini ai giorni nostri. RCS libri S.p.A., Milano,
1994-2005. ISBN 88-452-4943-3.
Richard Pipes. La Russia. Potere e societ dal Medioevo alla
dissoluzione dell'ancien rgime. Leonardo editore, Milano,
1992. ISBN 88-355-0136-9.
Roger Bartlett. Storia della Russia. Arnoldo
Mondadori editore, Milano, 2007. ISBN
978-88-04-57121-6.
Arnaldo Alberti. Gli slavi. Arnoldo Mondadori editore,
Milano, 1996. ISBN 88-04-39498-6.
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