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Rus' Di Kiev

Lo stato della Rus' di Kiev nasce verso la fine del IX secolo lungo le sponde del fiume Dnepr come risultato dell'insediamento di alcune tribù variaghe chiamate Rus'. Verso l'880 dei Rus', guidati da Rjurik, prendono il controllo dell'intera zona spostando la capitale a Kiev. Kiev diventa il centro politico ed economico dello stato che raggiunge l'apice del suo potere sotto i principi Vladimiro il Santo e Jaroslav il Saggio prima di iniziare un lento declino a causa di problemi dinastici.

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Rus' Di Kiev

Lo stato della Rus' di Kiev nasce verso la fine del IX secolo lungo le sponde del fiume Dnepr come risultato dell'insediamento di alcune tribù variaghe chiamate Rus'. Verso l'880 dei Rus', guidati da Rjurik, prendono il controllo dell'intera zona spostando la capitale a Kiev. Kiev diventa il centro politico ed economico dello stato che raggiunge l'apice del suo potere sotto i principi Vladimiro il Santo e Jaroslav il Saggio prima di iniziare un lento declino a causa di problemi dinastici.

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Rus'_di_Kiev

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Rus'_di_Kiev
La Rus' di Kiev (in ucraino: ? ,
traslitterato: Kyvska Rus'; in russo: ? ,
traslitterato: Kievskaja Rus') fu uno stato medievale
monarchico sorto verso la fine del IX secolo in parte del
territorio della odierna Ucraina, Russia occidentale,
Bielorussia, Polonia, Lituania, Lettonia e Estonia
orientali, considerata il pi antico stato organizzato
slavo-orientale, del quale Kiev fu a lungo la capitale.
Nelle fonti medievali viene chiamato Rus' oppure Terra
di Rus'; il nome Rus' di Kiev fu introdotto dallo storico
russo Nikolaj Karamzin.

Rus' di Kiev

Lo stato della Rus' di Kiev nasce verso la fine del IX


secolo lungo le sponde del fiume Dnepr, come risultato
dello stanziamento, avvenuto a partire dal secolo
precedente, di alcune trib variaghe, chiamate Rus', in
alcune zone dell'Europa nordorientale abitate da trib
slave, finniche, baltiche. Verso l'anno 880 dei Rus',
capitanati (secondo il Manoscritto Nestoriano,
principale cronaca russa riferita a quegli anni) da
Rjurik, prendono il potere sull'intera zona, spostando il
centro della loro attivit a Kiev, allora importantissimo
centro commerciale sulla Via variago-greca.
La successiva storia kievana pu essere suddivisa in tre
periodi, ciascuno della durata di alcuni decenni o pi:[1]
il primo, dall'880 al 980, contraddistinto dall'ascesa
prepotente dello stato kievano sullo scacchiere
esteuropeo del tempo; il secondo, dal 980 al 1054,
corrispondente all'incirca ai regni dei principi Vladimiro
il Santo e Jaroslav I il Saggio, nella quale la Rus'
raggiunse l'acme della sua potenza; un terzo periodo,
che si suole far partire dal 1054, caratterizzato dal lento
declino, principalmente a causa dei gravi problemi di
successione al trono.
Non esiste una data precisa riguardo alla fine della Rus'
kievana; alcune date importanti sono il 1169, quando il
principe Andrej Bogoljubskij, che aveva gi trasferito la
capitale dello stato a Vladimir, saccheggi Kiev, e il
1240, quando Kiev venne rasa al suolo dai Mongoli, che
cominciavano in quegli anni il lungo periodo di pesante
ingerenza negli affari interni della Rus'.

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Dati amministrativi
Nome ,
ufficiale
Lingue antico slavo orientale
parlate
Capitale Kiev
Politica
Forma di monarchia
Stato
Forma di
governo
Nascita circa 860 con Oleg di
Kiev
Causa conquista di Kiev da
parte di Oleg
Fine convenzionalmente, 1240
Causa sfaldamento dello stato
centrale, invasione
mongola
Territorio e popolazione

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Storia
Fondazione
Per approfondire, vedi Rus' e Khaganato di Rus'.

Bacino odierne Ucraina, Russia


geografico occidentale, Bielorussia;
Polonia, Lituania,
Lettonia e Estonia
orientali.
Economia
Valuta grivnia
Risorse commercio, agricoltura
Commerci Scandinavia, Bisanzio,
con Medio Oriente, Europa
centrale e occidentale
Esportazioni schiavi, pellicce, cera,
miele, canapa, lino,
luppolo
Importazioni armi, navi, metalli
lavorati, cavalli, vetro
Religione e societ
Religioni paganesimo, dal 980
preminenti circa cristianesimo
ortodosso
Evoluzione storica
Preceduto da Khaganato di Rus'
Khazaria
Varie trib di slavi
orientali, finni e lituani
Succeduto da Repubblica di Novgorod,
Regno di Galizia
Volinia, Principato di
Vladimir-Suzdal, vari
principati di fatto
indipendenti

L'inizio della
storia dello stato
dei russi di Kiev
nebuloso, e su
di esso sono
state formulate
negli anni varie
ipotesi. Una
delle principali
Una nave variaga rappresentata nel
fonti storiche
quadro Ospiti d'oltremare
alle quali si
( ), di Nikolaj
attinto per la
Roerich.
ricostruzione
delle vicende
il Manoscritto Nestoriano, conosciuto anche come
Cronaca di Nestore o Cronaca degli anni passati,
documento scritto da Nestor di Peerska nel primo
quarto del XII secolo e riferito agli eventi fra l'850 e il
1100. Sono state tuttavia sollevate decise obiezioni ai
racconti degli avvenimenti come descritti nella cronaca
di Nestore; in particolare, secondo alcuni la Cronaca
Nestoriana sarebbe paragonabile ad un mito relativo alla fondazione dello stato dei russi, analogo
nelle sue linee generali alla leggenda della fondazione di Roma da parte di Romolo e Remo.[2]

Il termine Rus' deriva da una parola di probabile origine normanna che significava in origine uomo
del timone.[3] Le pi antiche testimonianze del nome Rus, ma nella variante Rhos, sono presenti negli
Annales Bertiniani, del IX secolo, nel De administrando Imperio e nel De Ceremoniis
dell'imperatore bizantino Costantino VII Porfirogenito, il primo scritto intorno al 950 e il secondo a
breve distanza, in cui si d notizia di popolazioni svedesi indicate con il nome di variaghi, una trib
dei quali si d il nome di Rhos (nel De Cerimoniis si fa riferimento al "principe" e all'"archon" di
"Rhosia").[4] Gli Annales Bertiniani di Prudenzio vescovo di Troyes in particolare forniscono la
prima notizia dell'esistenza di questi Rhos, quando citano un'ambasceria dell'imperatore Teofilo a
Ludovico il Pio, giunta ad Ingelheim, alla quale si aggregarono alcuni rappresentanti di questo
popolo:
[Anno 839] E si presentarono legati dei Greci per conto dell'imperatore Teofilo [...].
L'imperatore aveva inviato con i suoi ambasciatori alcuni uomini che dicevano di appartenere a
un popolo chiamato Rhos [Rhos vocari dicebant], e che erano stati inviati dal loro re, chiamato
chacanus [latinizzazione di khagan], per chiedere amicizia [...]. Teofilo nella sua lettera [portata
dai suoi inviati] si appellava alla benignit dell'imperatore affinch fosse concesso loro il
permesso di attraversare strade sicure lungo il suo regno per far consentire loro ritorno in patria,
a causa del fatto che il percorso attraverso il quale erano giunti a Costantinopoli, risultava

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infestato da trib primitive e barbari di immane ferocia [probabilmente Magiari], e Teofilo


desiderava che questi non facessero ritorno da quel percorso per evitare che incorressero ancora
in qualche pericolo. L'imperatore Ludovico si interrog molto sulla cosa e giunse alla
conclusione che costoro appartenessero alle genti della Svezia [eos gentis esse Sueonum].
(Annales Bertiniani (839))

L'origine normanna dello stato kievano (ipotesi normanna), quale emerge dagli Annales Bertiniani,
fu postulata per la prima volta da alcuni storici tedeschi del XVIII secolo, che si basavano
essenzialmente su quanto esposto nella cronaca nestoriana; in questo periodo di tempo stata tuttavia
contestata da alcuni storici, prevalentemente russi, che descrivevano la Rus' di Kiev come uno stato
eminentemente slavo.[5]
La Cronaca di Nestore cita le discordie insorte negli anni fra l'859 e l'862 fra le trib finniche e slave
stanziate nelle regioni intorno ai laghi dei Ciudi, Ilmen e Beloozero e alcuni gruppi di Variaghi (o
Varjaghi), chiamati per l'appunto Rus' che, provenienti presumibilmente dall'Europa
nordoccidentale,[2] si stanziarono nella zona compresa fra il lago Ladoga e il corso dello Dnepr
nell'VIII secolo, dando origine ad una presunta entit statuale chiamata Khaganato di Rus'; una data
certa della loro presenza in Rus' l'anno 861, quando arrivarono ad attaccare l'impero bizantino.
Stando alla fonte storica, i Rus' assoggettarono al tributo queste trib, che successivamente si
ribellarono al loro giogo:
859. Anno 6367. Levarono tributo i Varjaghi d'oltre mare sui udi e sugli Slavi, sui Meri e sui
Vesi e sui Krivii. Mentre i Chazari lo riscotevano dai Poliani, e dai Severiani, e dai Vjatii
riscotevano monete d'argento e pelle di scoiattolo per ogni focolare. [...][2]

Successivamente, la cronaca nestoriana narra di come, dopo aver scacciato i Rus', le trib non
riuscirono a governarsi in maniera soddisfacente, a tal punto da arrivare a chiedere ai Rus' di tornare
per amministrarli:
862. Anno 6370. Scacciarono i Varjaghi al di l del mare, e non pagarono loro il tributo, e
cominciarono da s a governarsi, e non vi era tra loro giustizia [...] e cominciarono a combattersi
essi fra loro stessi. E si dissero: Cerchiamo un principe, il quale ci governi e giudichi secondo
giustizia. E andarono al di l del mare dai Varjaghi, dai Russi. Giacch questi Varjaghi si
chiamavano Russi, cos come altri si chiamano Svedesi, altri Normanni, Angli, Goti, cos anche
questi. Dissero ai Russi i udi, gli Slavi, i Krivii e i Vepsi: La terra nostra grande e fertile,
ma ordine in essa non v'. Venite a governarci e comandarci! E si riunirono tre fratelli con la
[2]
loro gente, e presero seco tutti i Russi, e giunsero [ivi].

Sempre secondo la stessa fonte, i tre fratelli si stanziarono in diverse zone della regione,
diventandone i signori:
[...] Il pi anziano, Rjurik, si insedi a Novgorod; il secondo, Sineo, a Beloozero; il terzo,
Truvor, a Izborsk. A causa di questi variaghi, la regione di Novgorod divenne nota quale la terra
dei Rus'. Gli attuali abitanti di Novgorod sono discendenti della razza variaga, ma in precedenza
[6]
erano slavi.

Sempre secondo la cronaca, Sineo (Sineus) e Truvor morirono non molto tempo dopo, lasciando
Rjurik (chiamato anche Rurik) sovrano di tutta la terra dei Rus'; a lui viene dunque attribuita la
fondazione del primo stato organizzato degli Slavi orientali (con il termine rjurikidi, cio della
dinastia di Rjurik, verranno indicati i sovrani delle terre dei Rus' fino all'avvento dei Romanov nel
1613).
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Secondo la Cronaca, Rjurik mor nell'879 o nell'882,


lasciando il potere a Oleg reggente in nome di suo figlio Igor.
Oleg, intorno all'882, prese possesso di Kiev uccidendo
Askold e Dir, membri del seguito di Rjurik e leggendari
principi della citt fin dall'anno 862;[7] Oleg dichiar la citt
madre di tutte le citt della Rus', segnando
convenzionalmente la nascita dello stato della Rus' kievana.
[1][2]

Va sottolineato che la figura di Rjurik stata messa da pi


parti messa in dubbio in quanto giudicata leggendaria,
facendo presente che nessuna fonte kievana precedente alla
Cronaca (che della prima met del XII secolo) fa cenno di
un governante chiamato Rjurik.[6]

L'ascesa della Rus' di Kiev


Rjurik in una rappresentazione di
Hermanus Willem Koekkoek.

Alla morte di Rjurik,


quindi all'incirca
intorno all'880, il
potere pass a Oleg, reggente in nome del presunto figlio di
Rjurik, Igor', che terr il potere fino al 913.
Oleg, con il sostegno dei suoi seguaci (la sua druina), estese
i suoi domini ai danni di alcune trib slave che vivevano nei
pressi, come i drevliani e i poliani; alcune di queste (come i
La tumulazione di Oleg in un dipinto
drevliani) opposero una strenua resistenza, mentre altre
di Viktor Vasnecov.
vennero sottomesse e sottoposte al tributo pi facilmente, o
addirittura scelsero esse stesse di pagare tributi a Kiev e
allearsi con essa, senza tuttavia riconoscerne la supremazia
assoluta. Negli ultimi anni del suo regno, l'esercito della Rus' tent addirittura un attacco diretto a
Costantinopoli, il primo di una serie piuttosto lunga, che a quanto pare fu coronato da successo tanto
da portare ad un vantaggioso accordo commerciale nel 911 che inaugur le relazioni commerciali tra
il giovane principato russo e l'impero bizantino, oltre a consentire la partecipazione del Rus' alle
campagne militari di Bisanzio.[8][9]
Nei primi decenni di storia della Rus' il potere statale sulle zone conquistate era piuttosto labile, tanto
che parecchi dei primi sovrani dovettero ripetere, in una certa misura, le imprese compiute dai
sovrani precedenti. Il successore di Oleg, Igor', prese il potere nel 913; oltre che nuovamente contro
Bisanzio nel 941 (con uno sbarco di forze in Bitinia, la devastazione della parte asiatica del bosforo,
anche se le forze russe furono sconfitte sulla via del ritorno in una battaglia navale dal
parakoimomenos Teofane)[10] e nel 943 (con una spedizione in alleanza con i Peceneghi sul Danubio
che port al rinnovo dell'accordo commerciale con Bisanzio l'anno dopo), torn anche ad affrontare i
drevliani (dai quali fu ucciso nel 945). Nei tre decenni del suo governo lo stato della Rus' si trov
tuttavia ad affrontare anche altri nemici, del tutto nuovi: intorno al 915, secondo la cronaca
nestoriana, comparvero i temibili nomadi peceneghi, che avrebbero rappresentato una minaccia per
parecchi decenni a venire.[8]

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Nel 945, ad Igor' succedette la sua vedova, Olga, reggente in nome del figlio Svjatoslav ancora in
fasce. Il suo regno vide nuovamente combattimenti dei kievani contro i drevliani, oltre ad una
politica finalizzata a tenere alta l'autorit di Kiev fra le altre trib slave orientali. Alcuni anni dopo la
sua incoronazione, Olga si convert al Cristianesimo, senza tuttavia portare alla conversione del suo
popolo che rimase fedele ai culti pagani.
Nell'anno 962 ad Ol'ga succedette il figlio Svjatoslav, il primo sovrano della rus' con un nome slavo;
i dieci anni del suo regno (mor nel 972) furono quelli in cui lo stato della Rus' kievana consolid la
sua struttura e il suo ruolo nell'Europa orientale. La politica espansionistica di Svjatoslav cominci
nel 964, quando intraprese, alla testa del suo esercito, una serie di campagne nelle terre ad est della
Rus': sottomise i vjatii, una trib slava orientale precedentemente assoggettata dalla Khazaria,
successivamente scese lungo la Oka sottomettendo le popolazioni ugro-finniche della zona (merja,
mera, murom) e, sempre percorrendo il Volga, raggiunse Bolar, la capitale della Bulgaria del
Volga, saccheggiandola.
L'esercito di Svjatoslav (correva il 965) decise a questo punto
di rivolgere le sue attenzioni alla Khazaria, un potente stato
fondato circa tre secoli prima nella zona compresa fra il basso
Volga e il mar Nero e che alcuni decenni prima, con il suo
ruolo egemone nella regione, cre condizioni di stabilit
politica che avrebbero facilitato la crescita della neonata Rus'
di Kiev.[11] Nell'arco di due anni Svjatoslav inferse durissimi
colpi allo stato khazaro, mettendone a sacco la capitale Itil' e
prendendo possesso di importanti citt e fortezze dal Caucaso
alle coste del mar Nero.
Queste campagne, coronate da successo, ebbero da un lato il
merito di unificare le trib slave orientali oltre che di
assicurarsi il controllo sull'intero corso del Volga, antica e
L'incontro di Svjatoslav con
importantissima arteria commerciale che garantiva il
l'imperatore Giovanni, di Klavdij
collegamento con i paesi rivieraschi del mar Caspio. D'altro
Lebedev.
canto, per, indebolendo il vicino khazaro, lasci campo
aperto alle orde provenienti dalle steppe centroasiatiche,
come i gi citati peceneghi che, approfittando delle frontiere poco controllate, lanciarono durissimi
attacchi alla Rus' arrivando addirittura ad assediare Kiev nel 969.[8]
Svjatoslav intraprese, nel 968, un'altra importante campagna militare, diretta questa volta a sudovest:
dietro invito dell'imperatore bizantino Niceforo Foca, attacc i Bulgari stanziati nel bacino del
Danubio, sconfiggendoli e facendo prigioniero il loro sovrano Boris II. I successi militari di quegli
anni misero sull'avviso i bizantini, ormai consci della potenza militare dei loro vicini settentrionali;
attaccati nei Balcani, i Rus' reagirono conquistando le citt di Filippopoli (l'odierna Plovdiv, in
Bulgaria) e minacciando Adrianopoli (odierna Edirne, in Turchia) e Costantinopoli. La reazione dei
bizantini, comandati da Giovanni I Zimisce, port ad alterne vicende belliche, risolte nel 971 in
favore dei bizantini che estromisero i Rus' dai Balcani. Sulla via del ritorno, Svjatoslav trov la
morte ad opera di un piccolo contingente di peceneghi.
Durante le sue lunghe assenze, Svjatoslav, in seguito alla morte della madre Olga nel 969, aveva
diviso i compiti di amministrazione dello Stato fra i suoi tre figli: il primogenito Jaropolk ottenne il

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controllo della zona di Kiev, il secondogenito Oleg venne incaricato di controllare il territorio dei
drevliani mentre il terzogenito Vladimir ottenne Novgorod. Alla morte del padre scoppi una lotta
fratricida; vincitore sembr dapprima Jaropolk, che, caduto in battaglia Oleg, sconfisse Vladimir
venendo incoronato principe regnando fino al 980. Vladimir, fuggito all'estero, rientr dopo alcuni
anni, intorno al 980, sconfiggendo il fratello maggiore e diventando nuovo principe di Kiev.

Il culmine della Rus' di Kiev


La Rus' sotto Vladimir vide una ulteriore stabilizzazione del suo potere e della sua influenza, minata
dagli anni di guerra civile fra Vladimir e i suoi fratelli. Conquist il territorio della trib baltica degli
jatvingi, raggiungendo lo sbocco sul mar Baltico; dalla parte opposta del suo regno, comp numerose
spedizioni contro i peceneghi, mentre espanse a sudovest i suoi domini nella Galizia, a danno dei
polacchi. Fu solo sotto Vladimir che la Rus' divenne uno stato realmente unitario, dato che
precedentemente era pi che altro una unione (piuttosto labile) di popolazione tributarie. Vladimir
fece popolare da coloni russi le zone di recente conquista, costruendo numerose citt e fortezze e
proteggendo le frontiere; diede, inoltre, una forma definitiva alla rudimentale organizzazione
amministrativa abbozzata alcuni decenni prima da sua nonna Olga. Divise il regno della Rus' fra i
suoi figli, responsabilizzandoli riguardo alla riscossione dei tributi e al mantenimento dell'ordine
pubblico nel territorio di loro competenza.
Fu durante il regno di Vladimir che la Rus'
abbracci il cristianesimo; quest'atto, di
natura essenzialmente politica, valse a
Vladimir, la canonizzazione e l'appellativo
di il santo. La grande massa del popolo
della Rus' kievana abbracci la fede
cristiana in seguito all'influenza bizantina,
all'incirca intorno all'anno 988, anche in
considerazione del fatto che tutte le
principali popolazioni dell'Europa
orientale si erano gi convertite al
cristianesimo. I rapporti con Bisanzio e
con la religione cristiana erano per di pi
lunga data, anche se prima di quell'anno
non arrivarono mai a coinvolgere il popolo
ma restarono chiusi entro stretti circoli.
Sembra che gi nell'867 fosse stata creata
una diocesi russa della Chiesa
bizantina;[13] risale invece agli anni
intorno al 955, come gi accennato, la
conversione di Olga.
Le motivazioni della conversione alla fede
cristiana, nonostante quanto riportato nella
cronaca nestoriana, appaiono
essenzialmente di ordine pratico. La Rus'
si trovava all'epoca ad un crocevia di
popoli e culture, essendo confinante (o
avendo contatti) con i bulgari del Volga

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Conversione della Rus'

La scelta di Vladimir di aderire alla religione cristiana


viene descritta nella Cronaca di Nestore come il
risultato di un'accurata ricerca di carattere spirituale e
culturale.[12]

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musulmani, con i khazari ebrei e con i


bizantini cristiani (all'epoca non si era
ancora verificata la separazione fra
cattolici e ortodossi, datata 1054); la scelta
di aderire ad una particolare delle tre
confessioni monoteiste aveva
importantissime ripercussioni politiche e
culturali, e all'epoca la cristiana Bisanzio
era il vicino pi potente e prestigioso.

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Vladimir incontr rappresentanti delle tre maggiori


religioni monoteistiche, inviando al contempo delegati
presso le loro capitali per ulteriori indagini; gli inviati a
Costantinopoli tornarono entusiasti della cristianit
bizantina, conquistati dai loro riti e dalle architetture
religiose (in particolare la cattedrale di Hagia Sophia),
portando cos alla scelta di Vladimir.
Sembra inoltre che Vladimir abbia rifiutato la religione
ebraica perch espressione della fede di un popolo
sconfitto e senza stato, mentre quella islamica perch
proibiva il consumo di alcol, con le celebri parole bere
[13]
la gioia dei russi.

Sembra che la ragione della conversione


di Vladimir fosse il desiderio di ottenere la
mano della principessa Anna, figlia
dell'imperatore Basilio II, da questi
promessa in sposa (nel 987) a Vladimir in cambio di un aiuto militare per domare delle rivolte
interne. Il matrimonio di Anna con un barbaro pagano sarebbe andato contro le regole del diritto
imperiale e Vladimir, desideroso di unirsi in matrimonio con lei, avrebbe organizzato una
conversione di massa dei rus' kievani nelle acque del Dnepr. Lo stato di Kiev divenne una metropoli
il cui patriarca veniva designato da Costantinopoli.[12]
La conversione dei Rus' alla religione cristiana dei bizantini contribu a far entrare il loro stato
nell'orbita del grande impero bizantino, estraniandoli nel contempo dall'Occidente che sarebbe
successivamente diventato cattolico. Gli anni immediatamente successivi alla conversione furono per
lo stato kievano un periodo di grosso avanzamento dal punto di vista artistico e culturale, stimolato
dall'apporto dei numerosi greci che si erano stabiliti a Kiev come seguito della principessa Anna. La
nuova metropolia adott come lingua liturgica lo slavo ecclesiastico, scritto in un alfabeto cirillico
arcaico derivante dall'alfabeto glagolitico, il cui utilizzo port due importanti conseguenze: da un lato
imped la diffusione successiva non solo del latino (la lingua della Chiesa di Roma), ma anche del
greco del cristianesimo bizantino, ma dall'altro contribu, nei secoli a venire, ad avvicinare la
religione al popolo dal momento che usava la sua stessa lingua, o quanto meno una lingua molto
vicina.
La morte di Vladimir I, nel 1015, fece ripiombare lo stato di Kiev nella guerra civile. I contendenti
erano i suoi figli, che secondo le usanze si erano visti affidare dal padre regnante diverse zone del
paese da amministrare. In un primo momento sembr prevalere il primogenito Svjatopolk, detto
successivamente il Maledetto, che prese il potere approfittando di aiuti polacchi; durante il periodo di
guerra civile gli vengono attribuiti molti crimini, fra i quali l'uccisione di tre suoi fratelli (Svjatoslav,
Boris e Gleb).[13] Svjatopolk regn per quattro anni, fino al 1019, anno in cui il fratello minore
Jaroslav lo sconfisse riuscendo ad ottenere il potere.
Il regno di Jaroslav, che fu detto il Saggio, dur 35 anni; nonostante venga considerato il periodo in
cui lo stato della Rus' di Kiev raggiunse il suo apogeo, i primi anni furono travagliati, analogamente
al passato, da pesanti conflitti interni alla sua famiglia. Uno dei fratelli sopravvissuti alla guerra
civile degli anni 1015-1019 fu Mstislav, detto il Valoroso, che successivamente assunse il potere sul
principato di Tmutarakan', situato fra la foce del Kuban' e il mar Nero; questi continu tuttavia ad
avanzare pretese sul trono kievano, al punto da costringere il fratello ad un accordo, nel 1026:[13]
Jaroslav divenne principe di Kiev e dei territori ad ovest dello Dnepr, mentre Mstislav ottenne il
dominio sui territori ad est del fiume, con capitale posta a ernigov.

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Jaroslav il Saggio in una


rappresentazione del XVII secolo.

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Oltre alle battaglie per il trono, Jaroslav dovette affrontare


altri problemi interni, come le periodiche sollevazioni di
varie trib finniche e lituane ed una rivolta in chiave religiosa
nella zona di Suzdal', causata da una reviviscenza dei culti
pagani praticati prima della conversione al cristianesimo e
mai totalmente abbandonati;[13] nell'anno 1031 Jaroslav
riannett alla Rus' alcuni territori che alcuni anni prima erano
passati alla Polonia, in cambio dell'aiuto fornito a Svjatopolk
il Maledetto nel periodo della guerra civile del 1015-19.
Rimasto solo al trono in seguito alla morte di Mstislav nel
1036, intraprese nel 1037 una fortunata campagna contro i
nomadi peceneghi, che, stanziati lungo le coste del mar Nero,
non avevano mai smesso di rappresentare un pericolo per
Kiev; questi attacchi portarono ad un loro drastico
ridimensionamento e ad un periodo di circa venticinque anni
di pace e relativa stabilit sul confine con le steppe, almeno
fino alla comparsa di altri temibili nomadi, i cumani o
polovcy.[13]

Lo stato kievano raggiunse in questi anni l'acme della sua


estensione e della sua importanza politica. La Rus' si
estendeva dai Carpazi a sudovest fino alla confluenza della
Oka nel Volga a nordest, toccando a nordovest le coste del
mar Baltico; il confine sudorientale correva parallelamente al
corso del Volga, mantenendosene non lontano. Durante il suo
regno i regnanti kievani mantenevano stretti legami con i
membri delle altre dinastie regnanti europee; sposato egli
stesso ad una principessa svedese, Rogneda di Polock
(conosciuta anche come Rogneda Rogvolodovna), combin
per tre dei suoi figli matrimoni con le figlie dei regnanti di
Francia, Ungheria e Norvegia, mentre due sue sorelle
sposarono principi e regnanti polacchi e bizantini. Altri
membri della famiglia regnante strinsero rapporti con sovrani
e potenti tedeschi, ungheresi e boemi.
Nonostante questi successi in politica estera, grande parte
Il territorio della Rus' kievana sotto
della fama di cui godette Jaroslav il Saggio gli deriv dalle
Jaroslav il Saggio.
iniziative in politica interna; durante il suo lungo regno la
Rus' di Kiev vide un eccezionale sviluppo della legislazione,
dell'arte, dell'architettura e della cultura, oltre che il definitivo affermarsi della religione cristiana.
Furono costruite numerosissime chiese in pietra, la pi famosa delle quali fu la cattedrale di Santa
Sofia a Kiev; ebbe un notevole impulso anche la costruzione di monasteri. Sotto il regno di Jaroslav
venne iniziata la compilazione della Russkaja Pravda (giustizia russa), il primo codice di leggi
russo; avvalendosi dell'opera di Ilarione, primo metropolita indigeno russo, si procedette inoltre ad
una riorganizzazione della Chiesa; verso il 1050 venne prodotto il Sermone sulla legge e sulla
grazia, uno dei primi esempi di produzione letteraria russa.

Declino e caduta dello stato kievano


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La morte di Jaroslav vide, conformemente alle regole di successione in vigore, la spartizione dello
stato fra i suoi figli: Izjaslav, il maggiore, si vide assegnato (come da tradizione) il principato di Kiev
e quello di Novgorod; Svjatoslav, il secondogenito, fu destinato al governo del principato di
ernigov; a Vsevolod, terzogenito, fu assegnato il territorio di Perejaslav; il quarto figlio, Vjaeslav,
fu destinato a regnare sul principato di Smolensk, mentre all'ultimo figlio, Igor', Jaroslav diede in
eredit il principato di Vladimir-Volynskij.
Le norme consuetudinarie kievane prevedevano che, alla morte del sovrano di Kiev, il suo posto
venisse preso non dal figlio, ma da uno dei fratelli, in una sorta di rotazione dei vari fratelli fra i troni
dei vari principati che componevano la Rus' di Kiev. In questo periodo di tempo regnarono su Kiev
Izjaslav I, dal 1054 al 1073, tranne che per un breve periodo fra il 1068 e il 1069; Svjatoslav II, per
un breve periodo fino al 1076, allorquando fu spodestato da Izjaslav che si reinstall sul trono
kievano fino al 1078; Vsevolod, dal 1078 al 1093.[14] Questo periodo fu caratterizzato da uno stato di
guerra civile quasi permanente, che contribu a mantenere lo stato di Kiev in un costante stato di
instabilit; tale divenne l'entit del problema che i principi decisero di riunirsi per risolvere una volta
per tutte il gravissimo problema di successione. L'incontro ebbe luogo nel 1097 nella citt di Ljube,
ed ebbe come risultato l'adozione di norme di successione da padre a figlio che per non furono
regolarmente applicate.
A questi problemi interni si aggiunsero, a partire dalla met
dell'XI secolo, le sempre pi frequenti incursioni di un altro
popolo della steppa, i cumani (o polovcy, come sono noti agli
storici russi). Si trattava di un'altra stirpe di nomadi
provenienti dall'Asia centrale, analogamente ai peceneghi che
assillarono la Rus' un secolo prima; sostituitisi a questi ultimi
nel territorio steppico esteso lungo la costa del mar Nero,
assalirono Kiev per la prima volta nel 1061.
In questo periodo di generale indebolimento, lo stato kievano
conobbe nuovamente un periodo di relativa unit e potenza
sotto il regno di Vladimir II, detto il Monomaco (in greco,
che combatte da solo), figlio di Vsevolod, salito al potere nel
1113 succedendo a Svjatopolk II. Secondo le cronache, nei
dodici anni del suo regno fu quasi sempre impegnato in battaglia; combatt i Bulgari del Volga, i
polacchi e gli ungari nella regione danubiana, oltre che in Livonia e in Finlandia. Dal punto di vista
militare, per, i suoi meriti maggiori gli derivarono dalle aspre battaglie combattute contro i cumani,
che riusc, seppure parzialmente e temporaneamente, ad arginare. Lo Stato russo, seppure travagliato,
mantenne una certa unit anche sotto il regno di due dei suoi figli, Mstislav I (dal 1125 al 1132) e
Jaropolk II (dal 1132 al 1139).
Vladimir il Monomaco mentre riposa
con il suo seguito dopo una caccia, in
un dipinto di Viktor Vasnecov.

La seconda met del XII secolo vide invece il definitivo tracollo dello stato kievano unitario. Il titolo
di gran principe di Kiev era motivo di sanguinose contese di successione, e lo stato appariva sempre
pi diviso nei vari principati che si avviavano verso una sempre maggiore indipendenza. Anche i dati
storiografici si fanno meno certi, tanto che di alcuni sovrani si conosce il nome e poco pi.
Nel 1169, il principe di Vladimir-Suzdal' Andrej Bogoljubskij, durante una delle numerose guerre
civili, distrusse la citt di Kiev e, una volta ottenuta la vittoria, non si install sul trono kievano
preferendo restare al potere a Vladimir e ponendo a Kiev suo fratello minore; questo atto fu il primo
di una serie di segnali della perdita di importanza di Kiev rispetto ad altri centri, cominciata in verit
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gi intorno al 1150.[15]
Le basi

Dopo la battaglia di Igor Svjatoslavi contro i


cumani, dipinto di Viktor Vasnecov.

dell'economia commerciale kievana furono messe a dura


prova dalle incursioni dei cumani, riprese con rinnovato
Rus' di Kiev (1054-1132).
furore nella seconda met del XII secolo; la violenza e la
frequenza degli attacchi fu tale che la via commerciale lungo
[16]
il corso del Dnepr fu abbandonata.
Le ripetute sconfitte dell'esercito della Rus', sempre pi
disunito, contro le schiere cumane furono immortalate in uno dei prodotti pi famosi della letteratura
russa delle origini, il canto della schiera di Igor, datato 1185.
Un altro colpo molto pesante per il commercio della Rus' arriv nel 1204, quando Costantinopoli
soffr gravi distruzioni ad opera dei Crociati. Nel 1237, quando la Rus' era ormai diventata di fatto
una federazione di principati pressoch indipendenti (in quell'anno se ne contavano 15),[14] irruppero
sulla scena russa i mongoli; la loro incursione su Kiev del 1240, che port la citt ad una pressoch
completa distruzione, viene tradizionalmente considerata la fine dello Stato della Rus' di Kiev.

La formazione di altri centri di potere


Il declino della Rus' come stato unitario provoc il sorgere di altri centri di potere locale che erano, a
tutti gli effetti, analoghi a stati indipendenti.
I ripetuti attacchi dei popoli nomadi della steppa, come i cumani, avevano provocato, nel corso degli
anni, l'esodo di parte della popolazione delle zone sudorientali dello stato (come ad esempio i
dintorni di Kiev) verso i territori settentrionali, occidentali e sudoccidentali, che avevano assunto
maggiore importanza relativa. Acquisirono particolare peso politico la Galizia e la Volinia a
sudovest, il territorio di Novgorod a nordovest e il principato di Vladimir-Suzdal' nel nordest.
in questa fase che si pu porre l'embrione del processo di differenziazione che porter alla nascita
delle tre etnie slave orientali odierne: ucraini (detti anche ruteni) nella parte sudoccidentale,
bielorussi (russi bianchi) nel nordovest e russi (grandi russi) nel nordest. La localizzazione
geografica port i primi due gruppi ad avere, nei secoli successivi, profondi contatti con lituani e
polacchi, che mancarono invece del tutto ai grandi russi; questi ultimi ebbero invece relazioni di una
certa intensit e durata con popoli asiatici, come i mongoli, i loro alleati tatari e, pi tardi, le
popolazioni autoctone della Siberia.
La tendenza alla parcellizzazione dello stato kievano divenne estrema nei secoli successivi alla sua
caduta, soprattutto nelle regioni nordorientali, contraddistinguendo un periodo della storia russa che
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stato chiamato periodo degli appannaggi (in russo udel'nyj period); l'origine di questo nome sta in
una traduzione del termine udel, che designava la parte di regno che un figlio riceveva alla morte del
padre, secondo una tradizione che assimilava il principato (con relativi abitanti) ad un qualunque
bene materiale.[17]

Societ
Fin dalle sue origini, lo stato kievano ebbe un carattere
spiccatamente mercantile; i Rus', la trib normanna, erano
spinti unicamente dal desiderio di controllare interamente la
importantissima via commerciale "dai normanni ai greci",
cio il fiume Dnepr, che portava con una certa comodit al
mar Nero e a Costantinopoli.

L'amministrazione della giustizia


nella Rus' di Kiev in un quadro di
Ivan Bilibin.

Per lungo tempo la classe dominante variaga dei Rus'


(normanna) rest separata dal resto della societ, costituito
essenzialmente da trib slave piuttosto autonome e che, in
seguito alle vittorie dei Rus', venivano, pi che incorporate in
uno stato, solamente sottoposte a tributi.

La slavizzazione dei normanni conquistatori venne


completata intorno alla met dell'XI secolo, allorquando il nome Rus' pass ad indicare tutto il
neonato ethnos dello stato kievano; in uno dei primi trattati con Bisanzio (che avevano carattere
spiccatamente commerciale), datato 912, vengono riportati governanti dai nomi scandinavi (Ingjald,
Farulf, Vermud, Gunnar), mentre la Cronaca di Nestore, che risale all'inizio del XII secolo, vede gi i
nomi in una forma slava (Waldemar divenne Vladimir, Ingwar divenne Igor, e cos via).[18]
Al vertice della societ kievana (costituita, nel XII secolo, da sette o otto milioni di persone)[19] stava
il principe con la sua casata e, a lui sottoposto, il suo seguito, detto druina, distinta, a seconda
dell'importanza, in druina maggiore e druina minore; insieme con l'aristocrazia locale, formava
una specie di nobilt, i cui componenti venivano chiamati mui e che, nei secoli successivi,
avrebbero costituito un gruppo di grossa influenza sull'economia e sulla politica, i boiari.
Al di sotto di questi venivano i ljudi, una sorta di "classe media" dello stato kievano; la classe sociale
pi numerosa era costituita da contadini liberi chiamati smerdy. Sembra che nella Rus' kievana delle
origini non fosse presente il servaggio, che fece per la sua comparsa in un secondo tempo
soprattutto a causa dei debiti contratti da alcuni contadini liberi verso i proprietari.[19] Nonostante
questo aumento, comunque, la classe degli agricoltori liberi rappresent sempre una parte
significativa nella societ della Rus' kievana. Alla base della piramide della societ kievana stavano
infine gli schiavi.

Istituzioni
Le principali istituzioni politiche della Rus' erano il principe con la sua druina, la duma, o
assemblea dei boiari (i mui, l'aristocrazia del paese) e il vee (vie in ucraino moderno), o assemblea
del popolo.
I principi e il loro seguito erano considerati al vertice delle istituzioni kievane, anche se in

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determinati luoghi e periodi storici dovettero cedere parte di


questo potere anche ad altre istituzioni. I principi erano
parecchi, in tutto il territorio della Rus' di Kiev, e
generalmente indipendenti gli uni dagli altri in una sorta di
"federazione"; particolare privilegio aveva tuttavia il principe
di Kiev, che durante il XII secolo ebbe il diritto di fregiarsi
del titolo di Gran Principe ( , velikij knjaz). Le
regole di successione stabilivano che il trono di Kiev
passasse dal fratello pi anziano a quello pi giovane, dallo
Il vee di Pskov in un dipinto di
zio al nipote ed infine da padre a figlio; i membri pi giovani
Viktor Vasnecov
della dinastia iniziavano di norma la loro carriera politica
come governanti di localit minori per poi passare, come un
vero e proprio cursus honorum, al governo di citt pi
importanti per competere infine per il trono di Kiev. I principi normanni nella Rus' vivevano
sostanzialmente separati dal resto della societ, si giudicavano secondo leggi diverse e ricevevano
sepoltura separata dal popolo.[20] I compiti dei principi erano la guida degli eserciti (reclutati fra il
loro seguito o, in certi casi, tramite un reclutamento forzato di massa), la giustizia e
l'amministrazione del territorio; gli ultimi pare che venissero svolti con una certa approssimazione,
dati gli scarsi legami fra principi e popolazione.[20]
La duma dei boiari prese origine da alcuni elementi di spicco della druina del principe,
sviluppandosi nel corso dei secoli parallelamente allo sviluppo dello stato kievano. Non era
assimilabile ad un parlamento, dal momento che non aveva nessun potere legale di opposizione al
volere del principe; tuttavia, pare che nella Rus' di Kiev i suoi membri avessero assunto una notevole
importanza "informale" come consulenti e consiglieri del principe, e risulta addirittura che in certi
casi questa opposizione fu esercitata.[19]
Il vee era l'assemblea degli uomini liberi, alla quale potevano prendere parte tutti i capifamiglia;
durante queste riunioni, che si tenevano solitamente sulla piazza del mercato, si decidevano questioni
di rilevante importanza per la vita di una citt e di un territorio (ad es. dichiarazioni di guerra o
trattati di pace, rapporti con principi designati). Le assemblee erano un elemento caratteristico di
molte popolazioni che abitavano il territorio della Rus' di Kiev da prima dell'arrivo dei normanni
Rus', e fu spesso in frizione con il potere principesco.
Le tre istituzioni, principe, duma e vee, rappresentavano rispettivamente l'aspetto autocratico,
aristocratico e democratico della Rus' di Kiev e, a seconda dei tempi e dei luoghi, ebbero diversa
importanza relativa. Nei luoghi dove il potere dei principi sorse piuttosto tardi e dovette sovrapporsi
ad un preesistente insieme di tradizioni e norme (come nella parte occidentale e sudoccidentale del
territorio della Rus'), i principi furono costretti ad operare di concerto con elementi esterni al loro
seguito, eletti dalla popolazione, che misero un freno al loro potere indiscriminato. Un caso estremo
rappresentato dal principato di Novgorod, dove il carattere democratico del governo era molto
marcato (tanto che si parla frequentemente di Repubblica di Novgorod); il vee era molto potente, ed
arriv addirittura, nel 1136, a cacciare dal trono il principe designato.[21] Dove invece i principi
"guidarono" la colonizzazione e il popolamento, precedendo l'insediamento di contadini (come nei
territori nordorientali della Rus', nella zona dove attualmente sorge la citt di Mosca), l'autorit era
pressoch totalmente nelle mani del principe. Sorse cos, in queste regioni, un sistema politico di tipo
proprietaristico, dispotico e autocratico, che fu esportato in tutto il territorio russo in seguito
all'irresistibile ascesa del principato di Mosca a partire dal XIV secolo e che segner in maniera

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indelebile la concezione del potere statale in Russia fino al XX secolo.[22]

Economia
Nell'economia della Rus' kievana rivestiva particolare
importanza il commercio; si pu dire anzi che le origini
stesse dello stato kievano riposino negli intensi scambi
commerciali fra la Scandinavia e i greci di Bisanzio, attivati
fin dall'VIII secolo, che portarono alla necessit di ricercare e
trovare una via di comunicazione ottimale che fu riconosciuta
nel fiume Dnepr, successivo "asse portante" dello stato.
L'anno, nella vita dei principi kievani e dei loro seguiti
(druiny), era scandito in maniera abbastanza netta.[23] Nei
mesi invernali vivevano sulle terre amministrate,
raccogliendo tributi (costituiti da cera, pellicce, miele) dalle
trib sottoposte (occupazione chiamata poljud'e) oppure
facendoseli consegnare (povoz); in aprile-maggio, non
Il principe Igor' esige tributi dai
appena i ghiacci sul Dnepr si spaccavano, cominciavano i
Drevliani nel 945, di Klavdij
preparativi per la grande spedizione annuale fino a
Lebedev.
Costantinopoli per vendere ai bizantini mercanzie di ogni
genere e schiavi, utilizzando navi costruite nei mesi invernali
dalle trib slave tributarie; oltre al principe e al seguito si aggregavano mercanti provenienti da tutte
le parti della Rus', che cercavano protezione dalle violente e frequenti incursioni dei popoli della
steppa che infestavano il basso corso del fiume. La spedizione partiva in giugno da Kiev e si
protraeva poi per tutta l'estate, allorquando, all'inizio dell'autunno, i Rus' tornavano alle loro terre.
Il principe kievano era essenzialmente un mercante, e cos tutti i membri della sua druina; una
prova dell'importanza estrema attribuita dai Rus' al commercio data dal fatto che pressoch tutte le
guerre da questi sostenute contro i bizantini (negli anni 861, 907, 941, 944, 970, 1043) ebbero
origine da aggressioni subite da mercanti russi a Costantinopoli ed ebbero termine solo in seguito
alla stipula di accordi commerciali. I mercanti kievani non si spingevano per solo fino a Bisanzio,
ma raggiungevano regolarmente citt come Baghdad e la Persia.
Le merci che venivano esportate erano, oltre agli schiavi (il cui commercio decadde per nella
seconda parte della storia dello stato dei Rus') e alle pellicce, alla cera e al miele provenienti dai
tributi esatti dalle popolazioni slave, anche di prodotti agricoli come il lino, la canapa e il luppolo;
venivano importati invece cavalli e armi dall'oriente, attrezzature navali da Bisanzio, metalli lavorati
e vetreria dall'Europa centrale e occidentale.[23]
Nella Rus' di Kiev, a causa degli intensi traffici, vi era grossa quantit di moneta in circolazione;
inizialmente veniva usata come moneta il bestiame nella parte meridionale dello stato e le pellicce
nel nord, mentre pi tardi, sotto il regno di Vladimiro il Santo, cominci a essere coniata moneta. In
ogni caso, nella Rus' kievana venivano reperite con relativa facilit monete provenienti da Bisanzio e
da Baghdad.[23]
Anche se stato per lungo tempo sottovalutato dagli storici, sembra che anche l'agricoltura avesse un
ruolo di una certa importanza nel quadro economico della Rus' di Kiev; pare infatti che il commercio

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fosse l'occupazione prevalente delle classi sociali pi elevate, mentre l'agricoltura rappresentasse
l'attivit economica assolutamente prevalente fra il grosso della popolazione.[23] Attivit agricole
sono attestate da periodi ben precedenti la nascita dello stato kievano, soprattutto nelle terre della
Rus' meridionale, pi calde e occupate dall'area del ernozm, la fertilissima terra nera degli ambienti
di steppa; pi problematica era l'attivit agricola nelle zone settentrionali della Rus' (corrispondenti
alle odierne oblast' di Novgorod, Mosca, Vladimir, Ivanovo, Tver'), coperte da foreste di conifere o
da foreste miste di latifoglie e conifere, spesso paludose e interessate da suoli acidi di tipo podzolico.
Questa differenziazione faceva s che l'agricoltura nella zona della steppa avesse carattere pi
estensivo, al contrario che nella zona delle foreste dove veniva praticata su campi liberati dalla
foresta (attivit chiamata podseka),[23] coltivati intensivamente per qualche anno e successivamente
abbandonati per ristabilire naturalmente la fertilit. Successivamente si afferm la tecnica del
perelog, vale a dire l'utilizzo alternato di alcuni lotti di terreno lasciando gli altri a riposo; verso la
fine del periodo kievano i contadini cominciarono a praticare la rotazione triennale.[23]
I principali prodotti cerealicoli erano il frumento nel sud, l'avena e l'orzo nel nord pi freddo e
umido; grossa importanza aveva, nella regione delle foreste, l'attivit forestale, la caccia e
l'apicoltura. Coltura importante in tutto lo stato era il lino, che veniva intensivamente usata per la
fabbricazione di capi di abbigliamento.

Religione
La popolazione della Rus' di Kiev ebbe nella sua storia due
religioni, il paganesimo e il Cristianesimo.
La fede tradizionale delle popolazioni slave orientali era
quella pagana, che comportava la deificazione delle forze
della natura e l'adorazione degli spiriti ancestrali; divinit
importanti nel pantheon slavo dell'epoca erano Perun (dio del
tuono e del lampo), Volos (dio degli armenti e pi tardi
identificato come divinit protettrice degli affari e dei
commerci)[24] e Stribog (divinit considerata come padrone
del vento e delle tempeste).[25] Il culto di Perun "assorb", in
seguito all'arrivo dei Rus', il culto scandinavo del dio Thor,
per una certa somiglianza concettuale fra le due divinit.[26]
La religione pagana degli slavi orientali non comportava la
costituzione di clero, era sostanzialmente priva di
organizzazione e non aveva alcuna influenza a livello
istituzionale.
La conversione al cristianesimo della popolazione dello stato
kievano risale alla fine del X secolo, essenzialmente ad opera
del Gran Principe Vladimir I, che fu poi canonizzato. Il
cristianesimo kievano era debitore in molti dei suoi caratteri
al cristianesimo bizantino, che fu poi tuttavia rielaborato in
risposta ai costumi della popolazione della Rus'. A Kiev non
ebbero importanti sviluppi la teologia e la filosofia, dato che i
pochi scritti ricalcavano abbastanza pedissequamente i

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Icona medievale raffigurante Boris e


Gleb.

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modelli bizantini e non arrivarono mai a definire un carattere propriamente russo; del pari assente fu
il fenomeno del misticismo. Altri caratteri del cristianesimo si identificarono successivamente come
pi peculiarmente russi, in seguito al grande sviluppo dell'arte e dell'architettura religiosa, alla
canonizzazione di santi russi e al grande influsso che la chiesa cristiana ebbe sulla societ dei Rus'.
All'epoca della conversione, alla fine del X secolo, la neonata chiesa russa era composta da otto
diocesi, che diventarono sedici verso la fine del periodo kievano;[27] il metropolita era sotto il diretto
controllo di Costantinopoli, tanto che in tutto il periodo di vita della Rus' solo due metropoliti furono
russi: Ilarione, nell'XI secolo, e Clemente, nel secolo successivo. La chiesa russa nel periodo kievano
divenne rapidamente titolare di vasti possedimenti terrieri, diventando una figura di primo piano a
livello politico; gestiva tutte le problematiche riguardanti la cura dei malati e l'istruzione, e la
legislazione canonica non riguardava solo i religiosi, ma estendeva la sua sfera di influenza a tutto il
popolo, soprattutto riguardo alle questioni morali.
A fronte di un'indubbia pesante influenza della chiesa sullo stato della Rus', pi difficile la
valutazione della reale influenza che la religione cristiana ebbe sulla popolazione russa e sui suoi
costumi. Secondo molti studiosi, il carattere pagano della Rus' di Kiev sopravvisse a lungo alla
conversione alla religione cristiana, in molti casi sovrapponendosi ad essa. Nei primi secoli dopo la
conversione, il carattere cristiano della popolazione rimase piuttosto superficiale (tanto da obbligare
il governo all'uso della forza per contrastare le reviviscenze pagane)[27] mentre, successivamente,
molte antiche credenze vennero incorporate nel cristianesimo, creando un fenomeno di sincretismo
che venne chiamato dvoeverie (doppia fede)[27] e che secondo alcuni, limitatamente agli slavi
orientali e ai russi in specie, perdura tuttora.[28]

Gran Principi di Kiev


Per approfondire, vedi Gran Principi di Kiev.

Note
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.

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1.0 1.1 Nicholas V. Riasanovsky. Storia della Russia, pag. 39.


2.0 2.1 2.2 2.3 2.4 Roger Bartlett. Storia della Russia, pagg. 17-20.
R. Pipes. La Russia, pag. 54.
Cit. in Edward N. Luttwak, The Great Strategy of the Byzantine Empire, Cambridge, Massachusetts,
2009, ed. it. La grande strategia dellimpero bizantino, Rizzoli, Milano 2009, p. 178.
(EN) Encyclopedia of Ukraine - Normanist theory
6.0 6.1 Nicholas V. Riasanovsky. Storia della Russia, pagg. 33-38.
Storia della Rus' kievana sul portale web del governo ucraino
8.0 8.1 8.2 Nicholas V. Riasanovsky. Storia della Russia, pagg. 40-44.
G. Ostrogorsky, Storia dell'impero bizantino, Einaudi, Torino 1968, ed. 2014, pp.229-230
G. Ostrogorsky, op. cit., p. 244
Roger Bartlett. Storia della Russia, pag. 20.
12.0 12.1 Roger Bartlett. Storia della Russia, pagg. 23-24.
13.0 13.1 13.2 13.3 13.4 13.5 Nicholas V. Riasanovsky. Storia della Russia, pagg. 44-48
14.0 14.1 Roger Bartlett. Storia della Russia, pag. 29.
Richard Pipes. La Russia, pag. 58.
Richard Pipes. La Russia, pag. 56.
Richard Pipes. La Russia, pag. 65.
Richard Pipes. La Russia, pagg. 52-53.

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Rus'_di_Kiev

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19. 19.0 19.1 19.2 Nicholas Riasanovsky. Storia della Russia,


pagg. 58-60.
20. 20.0 20.1 Richard Pipes. La Russia, pag. 50.
21. Nicholas V. Riasanovsky. Storia della Russia, pag. 86.
22. Richard Pipes. La Russia, pag. 63.
23. 23.0 23.1 23.2 23.3 23.4 23.5 Nicholas V. Riasanovsky.
Storia della Russia, pagg. 53-58.
24. A. Alberti. Gli slavi, pagg. 246-247.
25. A. Alberti. Gli slavi, pagg. 250-253.
26. A. Alberti. Gli slavi, pag. 249.
27. 27.0 27.1 27.2 Nicholas V. Riasanovsky. Storia della
Russia, pagg. 61-64.
28. A. Alberti. Gli slavi, pag. 268.

Bibliografia
Nicholas V. Riasanovsky. Storia della Russia. Dalle
origini ai giorni nostri. RCS libri S.p.A., Milano,
1994-2005. ISBN 88-452-4943-3.
Richard Pipes. La Russia. Potere e societ dal Medioevo alla
dissoluzione dell'ancien rgime. Leonardo editore, Milano,
1992. ISBN 88-355-0136-9.
Roger Bartlett. Storia della Russia. Arnoldo
Mondadori editore, Milano, 2007. ISBN
978-88-04-57121-6.
Arnaldo Alberti. Gli slavi. Arnoldo Mondadori editore,
Milano, 1996. ISBN 88-04-39498-6.

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Collegamenti esterni

Ol'ga di Kiev

(EN) Storia della Marina russa - Rus di Kiev


(RU) Grande Enciclopedia Sovietica
(EN) Enciclopedia dell'Ucraina
(EN) Rus' di Kiev - Columbia Encyclopedia
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