luce del contesto starico-culturale che si 2 modificato,
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per Puom ‘di quella cultura; ma questo richiede anche uns
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3. Uc E d’obbligo allargare lo sguardo ai segni, pe
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Sona; essi pertanto non impoveriscono il mistero di Crist,
comprenderlo. Il cristiano deve prendere atto che @ davant al C
Fioso che si compie ogni decisione di vita, non nelle different
stazioni che egli pone come segno tangibile della sua potenz
Puno e altro momento vanno vaiutati te
tano e richiamano reeiprocamente.
Siamo dinanzi, come si pud not
logico dei segni per evidenziare la
sto glo-
i manife-
a; Cppure
ologicamente, perché si ripor-
are, al necessario allargamento teo-
Permanente presenza dell'azione sal-
vifica di Cristo © la sua possibile verifica. In questo capitol, quindi,
affronteremo i segni classici della teologia fondamentale, quali il mira,
colo & la profezia; ci si apriri, comunque, all'analis di nuovi segni che
Possiedone un alto grado di significatvith presso il nestro contempora
'8€0, quali i segni dei tempi e il martirio,
HL. I miracoti
«Signore, se tu vuoi puoi guarirmi» (Me 1, 40), Non toviamo
espressione pid! adeguata di questa per entrare nella problematics tere
sica del miracolo.* E particolarmente di fronte alla melatti. alla sos.
fenzae al dolore che la fede riceve la provocazione pit altae,nello stex,
So tempo, permette di dare la risposta di senso pit coerente, Qui, inlath,
gnuno sperimenta i imite imposto ase stesso cla volonta spasmodien
i andare oltre il limite stesso, perché ne percepisce la possibita in quel
desiderio di infinito che & stato posto nell'intimo di oguuno, Ei momen.
to in cui sofferenza, malattia, dolore, dubbio e grazia diventane on
tutuno nella ricerca di una speranza che non delude. Ein questo one,
Zonte che si innesta la richiesta del miracolo.Attesa che diventa pi forte
¢ insistente quando si vede la sofferenza nella persona che si ama 0 in
hi porta in s€ i segni dellinnocenza e pit difficile diventa poter capire
il perché del suo dolore. 1! miracolo, perd, non é la spenda finale 2-cui
‘pprodare quando ci si aecorge che non vi & pit nulla a cui egerappast
Essendo fatto della fede, ess0 & costantemente presente nella vite er
ii hades a LK: X, 125-1265; G. De Bom, Les signs de oni de la dato
hee Par 1964; Dac, Les mcs, Un douse cee Bc ash fe
X_ Léon Dur, recta (980, 1 Hvac der ser Me eigen
He Kes Miucl in th Eat Chron Wor, Yale Univeniy Bea OR Ie Hedi eee
Ingia ne temdel Nuovo Testimen, Bessa 198: K.Kentace Di, May ee eee
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Ri E Musi Imaal Gash, Brel 1969: (- Samoans Te Dione iene Deh
Pefnded, New Vnk 197-8 Stato ta lees Fl shee Coen
‘fede, ao 1986; Date, Montes Sore a
1 Cran Paton Eb312 ‘Le crea della rveasione
stiana, che 1o interpreta come una delle tante diverse possibilitA con le
quali Dio rivela se stesso e fa conoscere il suo amore.
Per noi, uomini modern, sottomessi purtroppo a una schizofrenia
semantica, diventa spesso difficile comprendere a fondo la realtd che si
nasconde nel miracolo. Utilizziamo spesso, infatt, il termine per espres-
sioni e fatti a cui la s, Scrittura non applicherebbe mai lo stesso nostro
significato, Per comprendere in pienezza il senso e il significato, pertan-
to, & necessario far ricorso, anzitutto, al logo privilegiato in cui esso si
‘manifesta il tempo di Gesi e la sua propria e peculiare azione salvifica,
Fuori da questo orizzonte, il miracolo cade facilmente nell'equivoco
della magia, nel fraintendimento del fantasioso e nella confusione data
dallo straordinario o dal prodigioso.
1, ORIZZONTE BIBLICO DEL MIRACOLO
La ine del Vangelo di Giovanni 2 alquanto significativa dell’imba-
razzo in cui si trova T'autore sacro nel dover rendere conto dell'intensa
aitivita missionaria e taumaturgica svolta da Gest; scrive, infatti: «Molt
altri segni fece Ges davanti ai stoi discepoli, ma non tuiti sono stati
scritti in questo libro. Questi sono stati scritt, pero, perché voi crediate
cche Gest @ il Cristo, il Figlio di Dio, e perché credendo abbiate la vita
ne] suo nome» (Gy 20,30-31). Come si pud osservare, l'evangelista
sostiene di aver dovuto compiere una cemita di «segni» operati da Gesh
quelli scelti peril suo vangelo hanno lo scopo i sollecitare la fede in lui
e di confermare la sua pretesa di essere Dio. Il credente, quindi, non si
trova primariamente dinanzi ai miraoli, ma ai seg. Pet loro natura
questi sono spesso ambigui e richiedono una parola interpretativa
parte di chi li compie, per far emergere il loro significato nascosto.
A. Antico Testamento
Come si visto in precedenza, il segno, per 'uomo biblico, ha un
valore notevole. Esso indica la presenza e la vieinanza di JHWH in mezzo
al svo popolo. Secondo la fede biblica,nessuno pud vedere JHWHe rest
re invita (ef, Es 3320), JHWH/ non si pub vedere perché eal «Dio enon
umn uomor (Os 11,9}; ei, invec, che st pub ammirare e conteraplare i lu
sono sean della sua slora Do di Istaete ® free potent, le esta he
compie indicano la sua forza sui nemici del suo popole; i sean che ce
peta, quindi, sono dati a testimonianza della sua fedelt al patto di allea
za.e come pegno di difesa e protezione nei confronti del popolo.
|
‘La cominuita del segno nel mondo contemporanen sis
Diverse e di differente valore somo le narrazieni di segni che rien-
trano nella categoria di miracoli nell’ Antico Testamento; per limitarsi
solo a quelle che pitt direttamente prendono in considerazione la guati-
sione, si é obbligati, anzitutto, a fare menzione del prime miracolo che
la Scrittura presenta nel libro della Genesi: «Abraham pregd JHWH e
JHWH guari Abimelec» (Gn 20,18). In poche parole I'autore sacro
descrive 'intervento di Dio nei confronti di un malato; la fede di Abra.
‘mo é il veicolo privilegiato che fa da tramite per I’ ntervento miracolo-
so. Per la prima volta, comunque, il credente & posto davanti alla rela-
zione tra JHWH e la guatigione dalla malattia. In seguito, molti alti test
descrivono l'intervento straordinario di Dio; @ il caso del figlio della
vedova di Sarepta riportato in vita da Elia (IRe 17,17-24), come pure del
figlio della vedova sunammita operata da Eliseo (2Re 4,32.36), 0 della
guarigione del lebbroso Naaman, sempre per Vintervento dello stesso
profeta (2Re 5,9-15).
Cid che emerge da questi testi @ sempre la protezione che JHWH
garantisce al suo popolo e a chi rimane a lui fedele. L'espressione privi-
legiata che si impone per descrivere l'intervento miracoloso di Dio per
tutto I’Antico Testamento, comunque, & quella di «segni e prodigi». Dal
libro dell’Esodo al Dewteronomic, atraversande ttt: profess pet glaar
gere ai testi sapienziali ed escatologici, l'espressione si consolida come
il referente paradigmatico per esprimere la fede nel Dio che salva; egli
ha potere sulla creazione e sulla storia a tal punto, da arrivare progressi-
yamente a descrivere JHWH come «colui che guarisce» (Es 15,26; Dt
32,39; Ger 17,14). Nello stesso modo dovranno agire coloro che sono
inviati da JHWH; essi dovranno compiere «segni» « garanzia della loro
missione; questa mentalita rimane inalterata fino ai t:mpi di Gesi, come
lascia intendere chiaramente il testo di Gv 2,18.
B. Nuovo Testamento
I vangeli non hanno timore nel presentare il tempo di Gesit come il
momento favorevole © propizio per Ia moltiplicazione dei segni e dei
miracoli. Esso, anzi, & considerato la «pienezza» dei tempi; il momento
definitivo ¢ irripetibile in cui Dio rivela se stesso e il suo amore in prima
Persona, senza pit bisogno di intermediari (cf. Gal 4,4; Eb 1,1-2). Nel
Nuovo Testamento, due termini in modo particolare esprimono lagire di
Gest: semeion ¢ ergon, che si traducono con «segno» e «opera» anche
* Con lispenivo plural semeia eersit La credits delta riveacione
se spesso vengono usati come sinonimi. Non ogni volta che i testi ney.
testamentari parlano di segni, comunque, si dovra pensare di essere in
presenza di miracoli; nonostante diverse traduzioni nelle lingue moder.
ne tendano a interpretare sia «semeion» che «ergo» fou Court con mira.
colo. Si dovra, quindi, prestare attenzione alla semantica utlizzata neg
scritti neotestamentari, senza andare troppo oltre nella loro interpreta.
ione. I miracoli, per gli autori sacri, appartengono alla grande categoria
dei segni e devono essere letti e interpretati come tali: espressioni che
rappresentano e dicono qualcosa, ma rimandano a un significato pij
profondo gid presente in essi, che viene alla luce attraverso la parola che
i accompagna,
‘Tra i tanti segni che Gest compie, vi sono pure i miracoli, expres.
sioni peculiari della sua azione di rivelatore. Questi provocano a tico-
noscere in lui il messia atteso, accreditano la sta pretesa di essere Dio
come il Padre e invizano ad aderire pienamente alla sua persona e al suo
annuncio di selvezza, Sono diversi i miracoli narrati dai vangeli. A livel-
lo esegetico non & possibile trovare un’uniformitd di giudizio sui diver-
si racconti; 'interprete moderno si muove anch’egli con precomprensio-
ni che determinano fin dall’inizio cid ché invece rimane spesso pit sfu-
mato nella mente dell’autore sacro. In questo contesto, cerchiamo di
restringere il concetto di miracolo solo a quegi atti peculiari di Gesit che
sono in relazione con le persone malate. Non ci si occupa, pertanto, di
tutti quegli interventi che Gesti compie nei confronti della natura: si
pensi, ad esempio, alla maledizione del fico (Mt 21,18-22) 0 al coman-
do dato ai venti (Mc 4,35-41) o alia mottiplicazione dei pani (Me 6,34-
44), Queste opere, a nostro avviso, rientrano maggiormente nella quali-
ficazione di segni profetici realizzati da Gest e richiedono un diverso
approccio sia esegetico che teologico, come si vedra nel numero succes-
sivo. Sempre in questo contesto, non rientrano nell'ordine dei miracoli
neppure quei segni che si riconoscono come esorcismi, Quest, infati
tendono maggiormente a evidenziate il potere di Gesit sul demonio ¢ la
lotta che intercorre tra lui e il regno di satana, che viene messo alle tre
tee vinto dalla presenza del Messia (Lc 10,18). Poiché all’ epoca di Gesit
1a mentalith comune attribuiva al demonio e al male ogni sorta di malat-
tia, ® evidente che una distinzione ferrea tra esorcismo e guarigione non
sempre potra essere mantenuta. Cid che preme sottolineare, insomma, @
che gli evangelisti presentano dei fatti specifici che pongono Gest
davanti a persone malate o morte e che vengono guarite e riportate in
vita da un suo intervento diretto.
In questo senso, ¢ possibile presentare una classificazione pit! omo-
¢genea di miracoli e favorire una loro definizione pitt coerente. Aleunt di
sti vengono proposti in modo comune dai vangeli sinottici, altri sono
‘La continua del segna el mond comtemporareo sis
warrati da una tr
ne duplice rispettivamente, Mattei
€ Luca (Quelle) o Matteo e Mareo; alti, infin sone propti rosa ea.
gelista. Una rapida carrellaia di questi racconti permette di incontrarsi
con i seguenti miracoli la guarigione dalla febbre della suocera di Pie.
t1o (Mc 1,30) e quella di un paralitico a Cafarnao (Me 2,1-12); la guari.
gione dell’emorroissa (Me 3,24) e quella di un uomo dalla mano ina.
dita (Le 6,6-11); la guarigione di un bambino epilettico (Mc 9.24) ¢ quel.
adel figlio di un centurione romano (Mt 8,5-13); la guatigione del cieco
Bartimeo (Mc 10,52) e quella det cieco nato, presso Ia piscina di Siloe
(Gv 9.1-41); la guarigione della figtia di una donna eananea (Mt 13,21-
28)¢ quella di un muto (Le 11,14); la guarigione di due ciechi (Mt 9.28)
edi una donna curva (Le 13,14); la guarigione di un idropico (Le 14.1-
6) € quella di un lebbroso (Me 1,40-47; Le 17,19); la risurrezione della
figlia di Giairo (Me 5,36), quella del figlio della vedova di Nain (Le
7.11-17) e quella di Lazzaro (Gv 11,145). In sens9 stretto, pertanto,
consideriamo miracoli solo quelli inseriti in questo elenco; per la straor.
dinarieta che comportano e per it valore che gli evangelisti gli accorda.
no, tichiedono una spiegazione teologica che si faccia carico di darne
un’intelligenza coerente con cid che la fede professa
C. Paradigma del miracolo
Dall’elenco dei miracoli, uno pud essere assunto come esempio
maggiormente rappresentativo per entrare nella corprensione delle.
vento © per orientare nella decifrazione delle peculiarita proprie dei
mmiracoli evangelici. Scegliamo il racconto della guarigione di un parali-
tico, cost come & narrato nel Vangelo di Marco (2,1-13)
UW racconto, nella sua redazione attuale, presenta due aspetti diffe
rent: la guarigione di un paralitico, insieme a una delle cinque contro-
versie che vedono Gesit opporsi ai suoi contemporanei, La scena si svol-
g¢ a Cafarnao; probabilmente, «in casa» di Simone e Andrea dove Gesi
ha familiarita di accesso. Marco descrive Gest nell'atto di «annunciare
loro la Parola» — espressione che l’evangelista ama per spiegare la pre-
dicazione del regno da parte del Maestro ~ e sottolinea che la casa dove
Si trova Gest con i discepoli @ gremita di gente, -amto che perfino
biblogratia pl pe
ie in Pes, Vinge d Sarco Bross 1980sis La credbtit dele rvetacione
fatto a colui che lo ha realizzato; fermarsi all’evento e dimenticare colui
che Io ha operato equivale a distruggere il miracolo stesso. Certo, si vede
la guarigione avvenuta, ma non si percepisce il segno e, quindi, il desti-
natario non ha raggiunto il suo senso compiuto del miracolo.
avanti a questa dialettica, permane la situazione di disputa:
2 costui?. La domanda sorge contempor Gest perdon
ppeccati, sia che comandi ai venti e al mare, sia che guarisca un ammala-
to: «Da che mondo ? mondo non si & mai sentito dire che un cieco possa
recuperare la vista» (Gv 9,32). E questa la reazione della folla, che ogni
volta timane meravigliata davanti al miracolo. Qui si coglie che T’inse-
‘gnamento ¢ il comportamento di Gesii «non & come quello degli scribi e
Gei farisein: egli, piuttosto, agisce come uno che ha autorita. Questa
caratteristica fa discutere perché obbliga a prendere posizione. Chi
crede, si abbandona a lui e accetta'i suoi miracoli come segni dell’amo-
re del Padre; chi non crede, si aggrappa a ogni cavillo pur di voler tro-
vvare una spiegazione razionale che lo soddisfi, senza rendersi conto che
non ne troverd una in grado di appagarlo.
©. Stile del miracole
racconto che si sta analizzando permette ancora di osservare che
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