0 valutazioniIl 0% ha trovato utile questo documento (0 voti) 397 visualizzazioni51 pagineRadiopratica 1969 - 10
radiopratica rivista italia ottobre 1969
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consulenza gratica / Gluseppe Casolaro
Girezione amm. pubblicita / Via Zuretti §2 - 20125 Milano
Pubbiicita Inferiore al 75%%e
872 _L’angolo del principiante
877 Duplicatori di tensioni
Vigila porte e finestre
Registriamo la voce della radio
a
Non consumate le pile
904 Un megafono elettronico
910 RX per OC
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trazione Tribunale di Milano del 18-2-67 N. 55
Gistribuzione por I'talia @ Estero / Messaggerie Italiane
G. Garcano 32 ~ 20141 Mllano
stampa / Poligrafico G. Colombi S.p.A. - 20016 Pero (MI)
1969 - Anno VIII - N, 10
UNA COPIA L. 300 - ARR. 350
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Tdiseanl@ le fotografie, anche se
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jraria
919 | mobili acustici
926 Calibratore a quarzo
931 II controllo degli elettrolitici
937 Corso element. di radictecnica * punt
945 Prontuario dei transistor
949 _Prontuario delle valvole elettroniche
951 Consulenza tecnica
20125 MILANOL ‘Europa ha gia superato il mezzo mi-
lione di utenti della televisione a co-
fori. Prima la Germania, seconda I'Inghil-
terra, quindi Francia, Olanda, ecc. Noi,
ancora una volta, nelle statistiche impor-
tanti non compariamo.
La TVC — cioé Ia televisione a colori
— attuata in tutti i Paesi del Mercato Co-
mune e in quelli dell’Europa Occidentale,
per non parlare di America, Giappone,
ece., in Italia @ ancora una pura @ sem-
plice promessa. L’espansione delle ven-
dite dei televisori in bianco @ nero si é
contratta perché la gente aspetta la me-
ravigliosa novita.
L’uomo della strada, italiano medi
noi stessi e / tecnicl tutti, non ci rendia:
mo ancora oggi ragione di questo stato
di cose. I nostro Paese sta cercando, ed
ha sempre cercato di essere aggiornato,
870
proporzionalmente alle sue risorse, in tut-
ti j settori cercando di non accettare mai
supinamente una arretratezza tecnologi-
ca in confronto agli altri Paesi del Mondo.
Persino in campo astronautico abbiamo
realizzato i nostri progetti autonomi (ve-
di San Marco, Eldo, ecc.). Come possia-
‘mo glustificare, allora, un ottuso arresto
di progresso in un servizio gia esistente?
La TV a colori é un perfezionamento
della monocromia, non @ un nuovo ser-
vizio. i
Sfogliando |e riviste tecniche america-
ne da pit di un anno troviamo addirittura
articoli che insegnano agli appassionati
la costruzione di televisori a colori in sca-
tola di montaggi
Incredibile! Dov’é il progresso? In sole
7 ore di volo raggiungiamo questa mec-
ca, ma ci vorranno 7, 14, 21, quanti anni
Uno degli apparecchi televisivi a colori
1 vanduto in Scatola di m
parte del clrculti € montata su i uno chassis che’ apre come un'antne, por comodt di fiparastone:
jone.
prima che la mecca si estenda sino a nol?
Qui da Milano abbiamo la possibilita
di prendere anche la televisione svizzera.
Quasi tutte le sere I'annunciatrice, -col
suo bel sorriso, informa che tra pochi
istanti sara trasmesso il programma tal
dej tall, a colori. Vediamo sullo schermo
la sigla TV Colore... Vien voglia di pren-
dere la macchina e in poco meno di
un'ora correre oltre confine per andare a
godersi lo spettacolo!
Perché diciamo la verita, fa un altro
effetto passare anche solo un quarto
d'ora davanti al teleschermo quando ci
trasmette delle immagini a colori pres-
soché pertette!
Ce ne siamo resi conto anche alla 34°
Mostra Nazionale della Radio, davanti a
teleschermi che trasmettevano program-
mi a colori, anche se a circulto chiuso.
Ormai I'hanno capito chiaramente tutti,
non si tratta di un problema tecnico. L’A-
merica ha adottato "NTSC sin dal 1954,
la Francia, 'Unione Sovietica hanno scel-
to il sistema Secam, la Germania e I'In-
ghilterra il sistema Pal.
Anche i nostri tecnici hanno fatto la
loro scelta: ma dal dire al fare ci sono
di mezzo la pesantezza burocratica, la
lentezza mentale, diremmo quasi la vo-
glia morbosa di essere sempre dannata-
mente gli ultimi.
871FOU
I
CIRCUITO
presenta
una novita e un completamento
della Rivista, incontrerd corta-
te dei nostri lettori @, in parti-
colar modo, di coloro che comin:
primi passi nell’affascinante set
tore del diotecnica. LANGO-
LO DEL PRINCIPIANTE vol esse-
re una mano amicher
giovanissimi ed anche
giovani, che vogliono evitare un
preciso studio programmatic
della materia, per apprendere in
maniera rapida © in forma pis
cevole tutti quei rudimenti del-
la radiotecnica che sono assolu-
per realizz:
anche i pid sempli-
ci, che vengono via via presen-
tati, monsilmente, sulla Riviste
ra
OSCILLATORE
In teoria e in pratica
uando si pronuncia la parola « oscillato-
re» si intende indicare un sistema ca-
pace di oscillare secondo una frequenza
ben definita. E per frequenza si intende il nu-
mero delle oscillazioni nell’unita di tempo.
Un oscillatore pud essere meccanico, acu-
stico od elettrico, a seconda della natura del-
Te oscillazioni che in esso possono aver sede.
Tl pendolo, ad esempio, rappresenta un siste-
ma di oscillatore meccanico, nel quale la fre-
quenza & stabilita dal numero di oscillazioni
della pendola nell'unita di tempo. E ricordia-
mo anche il significato della parola « periodo ».
Per periodo si intende il tempo necessario al
sistema per compiere una oscillazione com-
pleta, Volendo esprimere quindi in termini
matematici il concetto di frequenza, si puo
dire che questa rappresenti l'inverso del pe-
riodo; matematicamente il valore della fre-
quenza @ determinato dalla formula:
872
in cui «f » rappresenta il valore della frequen-
za, mentre «T» rappresenta il periodo. Ma
lasciamo da parte ogni possibile sistema oscil-
Jatorio per occuparci soltanto dei circuiti oscil-
Iatori elettrici od elettronici, che sono quelli
che interessano pit da vicino ogni dilettante
alle prime armi,
Un oscillatore altro non & che un amplifica-
tore nel quale un apposito circuito inserisce
e mantiene innescate delle oscillazioni. Si pud
anche dire che un oscillatore € un amplifica-
tore con un circuito di reazione.
Il circuito di reazione accoppia I'uscita del-
Vamplificatore con Ventrata, e il segnale di
reazione deve avere un’ampiezza tale da sop-
perire alle perdite del circuito, in modo da
mantenere innescata Yoscillazione. Quando
50.000 pF
50.000 pF
50.000 pF
4.700 ohm
4.700 ohm
470.000 ohm
vedi testo
$1 = interrutiore
Yoscillatore deve funzionare su un determina-
to valore di frequenza, occorre applicare_un
circuito accordato (circuito risonante). Tale
circuito pud essere di tipo ad induttanza-ca-
pacita, a resistenza-capacitd e pud essere an-
che pilotato da un cristallo di quarzo, Il cir-
Cuito oscillatore pud essere poi di bassa fre-
quenza o di alta frequenza, e cid stabilisce una
ulteriore classificazione dei vari circuiti oscil-
latori classici_che portano il nome dei loro
scopritori, Essi sono i circuiti di Tickler, Har-
tley ¢ Colpitts. Ma dei circuiti oscillatori si
pud avere un'ulteriore classificazione, distin-
guendoli tra di loro, per la presenza di indut-
tanze oppure ‘soltanto di resistenze e conden-
satori,
1 = Questo progetto di circuito oscil
pud intendersi composto di due parti essenziali
quella dell‘amplificatore, a sinistra, e quella della
rete di sfasamento, a destra.
In queste pagine ci occuperemo, questa vol-
ta, soltanto dei circuiti oscillatori sprovvisti
di qualsiasi componente induttivo, ciot di bo-
bine, per analizzare, descrivere e costruire un
esempio di circuito oscillatore a resistenze-
capacita.
Oscillatore a rete di sfasamento
Tl circuito oscillatore a resistenza-capacita,
prende anche il nome di circuito a rete di
sfasamento, oppure, con terminologia anglo-
sassone, circuito « Phase Shift ». Esso @ sche-
matizzato in figura 1, Questo tipo di oscilla-
tore pud essere suddiviso in due parti essen-
ziali: a sinistra il circuito amplificatore, a
destra il circuito a rete di sfasamento.
Come si sa, qualsiasi segnale applicato al-
Yentrata (base) di un transistor, lo si ritrova
all'uscita (collettore) amplificato e invertito
di fase, nella misura di 180°, Avviene cosi che
volendo far ritornare, nel nostro semplice cir-
cuito amplificatore, il segnale amplificato di
uscita sull’entrata del circuito, poiché i due
segnali risulterebbero in opposizione di fase
873teorico di oscillato-
re a resistenzaci
pacita, Le oscilla-
prodotte sono
cl = 50,000 pF
2 50.000 pF
ca 50.000 pF
RI 4.700 ohm
R2 4.700 ohm
R3_ = 470.000 ohm
R4 5.000 ohm (potenziometro)
TRI 0¢75 (0C71-0C70)
Cuffia = 2,000 - 4.000 ohm
st interruttore
Pila = 9V
PSE
tra di loro, si otterrebbe un parziale annulla-
mento del’ segnale stesso e una resa presso-
ché nulla dello stadio amplificatore. Questo
principio viene sfruttato nei circuiti di con-
troreazione, quando si vogliono eliminare i
picchi di distorsione, Risulta cosi_ evidente
che, per avere una oscillazione continua, oc-
corre inviare all'entrata dell’amplificatore il
segnale gia amplificato, ma assolutamente in
fase con quello applicato alla base del tran-
sistor. Cid si ottiene facendo percorrere all se-
gnale amplificato il circuito a rete di sfasa-
mento riportato sulla destra dello schema di
figura 1. Questo stesso sfasamento si sarebbe
anche ottenuto per mezzo di una bobina, Co-
874
me si nota nel disegno, la sinusoide 2 si tra-
sforma nella sinusoide 3, che risulta in oppo-
sizione di fase di 360°. Il segnale risulta an-
che diminuito in ampiezza, a causa delle ine-
vitabili perdite subite nell’attraversamento
della rete di sfasamento.
‘Questa volta, applicando il segnale uscente
allentrata del transistor, ciot_sovrapponendo-
Jo a quello di entrata, si raggiunge un raffor-
zamento del segnale stesso dando origine ad
una oscillazione continua
La frequenza dell’oscillazione ¢ determin:
ta dai valori attribuiti ai condensatori ed al-
te resistenze che compongono la rete di sfa
samento. La pila di alimentazione mantiene
in funzione il circuito e, di conseguenza, le
oscillazioni dell'intero circuito.
Molti si chiederanno ora, dopo aver ben
compreso lo stato oscillatorio del circuito, in
quale modo possaho prendere I’avvio le oscil-
lazioni elettriche, Ma la spiegazione, nel no-
stro caso, @ alguanto semplice. Infatti, nel
momento in cui viene chiuso il circuito, la
tensione non assume istantaneamente il va-
lore nominale, che pud essere quello di 9 V,
perch? la tensione, inizialmente al valore ze-
To, richiede un certo periodo di tempo, pid 0
meno breve, per raggiungere il valore di eser-
cizio; in questo periodo di tempo si ha una
variazione di tensione, cio’ una tensione va-
riabile e, di conseguenza, una corrente varia-
bile. Ed @ proprio questa variazione a rappre-
sentare la scintilla che da origine allo stato
oscillatorio del circuito. Dunque, I'azione del-
Yinterruttore 2 nel nostro caso utilissima ©
vantaggiosa, mentre va combattuta in tutti
quei casi in cui si debbono scongiurare i dan-
nosi fenomeni delle oscillazioni e degli inne-
schi. ‘Nei ricevitori radio, ad esempio, taluni
stati oscillator si manifestano attraverso fi-
schi, pit’ 0 meno intensi, che accompagnano
la riproduzione sonora, La resistenza indicata
con la sigla RP costituisce lelemento resisti-
vo di polarizzazione del transistor TR. La re-
sistenza indicata con la sigla RC costituisce
Yelemento di carico di collettore del transi-
stor; in pratica, nell'esempio pitt avanti de-
scritto, questa resistenza sara rappresentata
dal trasduttore acustico, cicé dalla cuffia. T
condensatori C1-C2-C3 e le resistenze RI-R2
cgmpongono la rete di sfasamento.
Ascolto delle oscillazioni
Il circuito di figura 1, pur essendo un cir-
cuito oscillatore, non evidenzia in alcun mo-
do sensibile lo stato oscillatorio. Vediamo
quindi di poter ascoltare, per mezzo di una
cuffia, le oscillazioni prodotte dal circuito. Per
raggiungere tale scopo occorre realizaare il
circuito rappresentato in figura 2. Questo sche-
ma riproduce lo schema di figura 1, con Veli-
minazione del simbolismo interpretativo re-
lativo ai segnali sinusoidali e agli elementi di
entrata e di uscita del circuito.
La resistenza RC é rappresentata questa vol-
ta dal trasduttore acustico, cio® da una cuffia
con impedenza di 2.000 - 4.000 ohm.
Linconveniente pratico pitt immediato, pre-
sentato da questo circuito consiste nella man-
canza della possibilita di regolare il valore
della frequenza, ma a tale inconveniente si &
ovviato presentando il circuito di figura 4 nel
quale é stato inserito il potenziometro R4, che
ha il valore di 5.000 ohm e che permette di
regolare la frequenza delle oscillazioni, u
bili attraverso la cuffia, nella misura voluta.
Realizzazione dell‘oscillatore
Per poter ascoltare la « voce » delle oscilla-
zioni, il lettore dovra comporre il progetto rap-
presentato in figura 3, Su una tavoletta di le-
gno, seguendo il piano di cablaggio, si appli-
cheranno delle viti di ottone, che permette-
ranno di agevolare le saldature dei terminali
Fig, 3 - Piano costruttivo dell‘oscillatore con ascolto in cuffia
2oileda sv
in serie
viti
cotton
875,Fig. 4 - In questo
circuito oscillatore,
simile a quello pre-
cedentemente raffi-
gurato, la frequenza
pud essere regola-
fa, in un intervallo
compreso fra i 200
@ i 400 Hz, per
mezzo del potenzio-
metro R4,
dei componenti elettronici, Su un fianco del-
Ja tavoletta si applicher&, invece, una squa-
dretta metallica e su di essa si fisseranno l'in-
terruttore a slitta SI e le due boccole, isolate,
per l'innesto degli spinotti applicati sui termi-
nali dei conduttori di cuffia. L’alimentazione
verra realizzata collegando, in serie tra di lo-
ro, due pile da 4,5 V ciascuna del tipo di quel-
le usate per le lampade tascabili. Le pile ver-
ranno sistemate in un punto della tavoletta
di legno, in modo da comporre un apparato
compatto e facilmente trasportabile.
Inserendo nel circuito il potenziometro R4,
nel modo indicato nello schema elettrico di
figura 4, si potra far variare la frequenza di
oscillazione del circuito tra i 200 e i 400 Hz.
a 50.000 pF
2 = 50.000 pF
3 50.000 pF
RT 4.700 ohm
R2 4.700 ohm
R3 470.000 ohm
TRI 9¢75 (0C71-0C70)
Pila = 9V
2.000 - 4.000 ohm
interruttore
| FASCICOL! ARRETRATI
di Radiopratica
sono una miniera di progetti _
876
DUPLICATORI
DI TENSIONI
Concetti gener:
li ed essenziali
1 problema dell’alimentazione degli appara-
I ti radioelettrici continua a formare oggetto
di studio per molti tecnici e costruttori che,
aticor oggi, indirizzano i loro sforzi verso la
produzione’ delle cosiddette tensioni «artifi
ciali ».
Artificiali, si! Perché fra esse e le reali ten-
sioni disponibili vi 2 un giuoco di elevamento
© riduzione, mescolato assieme a quello della
rettificazione, E questo giuoco ha lo scopo di
rendere compatibili le tensioni a disposizione
con le esigenze dei vari circuiti utilizzatori,
nell’intento di ridurre sempre pit gli spazi e
i pesi, all’insegna della massima economia.
Capita cosi che, da qualche tempo in qua,
dopo Vavvento dei semiconduttori, si trovino
sempre piii numerosi quegli apparati radio e
televisori che, avendo a disposizione una sor-
gente di tensione alternata di 220 V, facciano
impiego di trasformatori che, inizialmente, ab-
bassano questo valore fino al centinaio di volt,
per utilizzare poi un montaggio duplicatore
877Fig. 1
‘UPLICATORE 4
soy 240-2500
RETE 220
‘TRASFORMATORE
di tensione, con lo scopo di raggiungere i va-
lori di 200 0 250 volt richiesti da taluni stadi
incorporati nei circuiti. E questo modo di
«manipolare» le tensioni di alimentazione é
assai diffuso negli apparati destinati alla ri-
produzione sonora nelle autovetture, nelle qua-
li si pretende una sonorita superiore alla
media.
Ma non vogliamo qui prendere posizione irr
questo particolare argomento, in veste di cri
tici @ analizzatori, mentre ci sentiamo di li-
mitarci a constatare l’esistenza di questi pro-
cessi di alimentazione, cosi numerosi dopo
Yapparizione dei raddrizzatori e, in particolar
modo, dei raddrizzatori al silicio, che sono
componenti elettronici di qualita veramente
. superiore e nei quali non si é mai_constatato
un punto debole 0 svantaggioso. Ci limitere-
mo dunque, in questo articolo, a richiamare
i concetti essenziali di questi tipi di montag-
gi, traendone poi le conclusioni generali.
La quasi totalita dei montaggi, realizzati in
pratica, si basa sul principio di raddrizzamen-
to successivo di due alternanze, e sul recu-
pero della seconda, cosi come avviene, press’a
poco, in un circuito raddrizzatore biplacca.
Duplicatore Latour
I diversi tipi di circuiti duplicatori di ten-
sioni si differenziano fra loro per la disposi-
zione dei condensatori elettrolitici sui quali &
preleyabile la tensione utile.
Nel circuito di figura 3, ad esempio, quan-
do nel punto X (i due avvolgimenti secondari
sono avvolti nello stesso senso) & presente la
semionda positiva della tensione alternata, il
raddrizzatore RSI diviene conduttore e sui
terminali AB del condensatore elettrolitico C1
® presente il primo potenziale del circuito.
Quando nel punto X é presente la semionda
negativa della tensione alternata, mentre il
878
raddrizzatore RSI non conduce, il raddrizza-
tore RS2 diviene conduttore ¢ sui terminali
BC del condensatore elettrolitico C2 & presen-
te il secondo potenziale. Collegando in serie
tra di loro i due condensatori elettrolitici C1
e C2, sui terminali AB del collegamento si ot-
tiene un potenziale che & la somma dei due
potenziali dei due circuiti, Naturalmente oc-
corre rispettare Yordine di collegamento dei
condensatori elettrolitici di figura 3, facendo
in modo che i punti contrassegnati con le let-.
tere B risultino uniti assieme, Il circuito teo-
rico rappresentato in figura 3 si traduce, in
pratica, nel classico circuito duplicatore di
tensione rappresentato in figura 4, che prende
il nome dal suo scopritore Latour.
Liinterpretazione del funzionamento di que-
sto circuito @ oltremodo semplice e del tutto
simile a quello or ora descritta, In presenza
della semionda positiva della tensione alter-
nata, il raddrizzatore RS1 diviene conduttore
e carica il condensatore elettrolitico C1. In
presenza della semionda negativa della ten-
sione alternata, il raddrizzatore RS2 diviene
conduttore e carica il condensatore elettroli-
tensione
applicate
1
1
Dm
onda intera
potenziale raggiunte
nel duplicator
avvolgimenti AT.
x
caricot?
semionda
utilizzazione
\
carico 2 semionda
Fig. 4
tensione doppia disponibite
g
5
collegamento
in. serie
oh
2potenziale
tico C2, Sui terminali estremi del collegamen-
to in serie dei due condensatori elettrolitici
si ha una tensione, di valore doppio rispetto
a quella che si misurerebbe sui terminali di
un solo condensatore. Nel disegno in basso di
figura 4 @ collegata, sui terminali estremi dei
due condensatori elettrolitici, una resistenza,
che vuol simboleggiare il carico di utilizzazio-
ne e che pud essere rappresentata, in pratica,
dal circuita anodico di un amplificatore di
bassa frequenza o di un ricevitore radio.
Se la tensione disponibile, tuttavia, & dop-
pia, la corrente non varia; anzi, la tensione
massima livellata @ inversamente proporzio-
nale alla corrente assorbita, Cid significa, in
pratica, che quanta pid corrente si assorbe,
dal circuito raddrizaatore tanto pitt bassa
@ 1a tensione continua disponibile all'uscita
del circuito stesso.
Si dine con la valvoia
I risultati ottenuti sono equivalenti a quelli
che si otterrebbero per mezzo di due tubi elet-
tronici (valvole raddrizzatrici), come rappre-
sentato in figura 5. In particolare, in questa
disegno, & rappresentata anche la «vera» cir
colazione elettronica che, come si sa, per con-
venzione universale ha il verso contrario. In-
fatti, per convenzione, il verso della corrente
elettrica @ quello che va dal morsetto posi-
tivo a quello negativo di un generatore di
corrente (pila), mentre, in pratica, la corren-
879VERA” circolazione elettronica
te, clot gli elettroni, procedono, lungo i con-
duttori elettrici, nel senso che va dal morset-
to negativo a quello positive. Questa conven-
zione é stata fatta, una volta per sempre, per
interpretare il verso della corrente elettrica
quando si hanno contemporaneamente movi-
menti di cariche elettriche positive e negative,
come avviene, ad esempio, negli clettroliti.
Una delle caratteristiche fondamentali dei
circuiti duplicatori di tensione consiste nel
fatto che essi funzionano in qualsiasi momen-
to, cio® durante tutto il periodo delle alter-
nanze, perch, a seconda che queste siano po-
sitive o negative, entra in funzione l'uno o
Yaltro dei due raddrizzatori. Mentre le cor-
renti di carica dei due condensatori elettroli-
tici sono due, la corrente di scarica (fig. 6)
2 una soltanto, ed @ questa che in pratica ali
menta il circuito di utilizzazione. Ma é il cir-
cuito di carico che stabilisce la durata di sca-
rica e, di conseguenza, il valore da attribuire
ai condensatori elettrolitici, in modo che que-
sti conservino una buona parte delle cariche
precedentemente accumulate prima dell’a
vo della prossima alternanza raddrizzata, cio
prima della scarica: ed & proprio questa co-
stante dei tempi cht finalmente costituisce
Yelemento determinahte per il valore esatto
del potenziale di cui si vuol disporre.
Duplicatore Scheinkel
Anche nel caso del duplicatore di tensione
Scheinkel sono presenti due condensatori, ma
le funzioni sono chiaramente diverse e cosi
pure i risultati ottenuti che debbono conside-
880
rarsi notevolmente superiori (fig. 7). Prima di
tutto questa superiorita si ritrova_nell'isola-
mento e nella tensione di servizio. Il sistema,
poi, conferma, se ancora ce ne fosse bisogno,
Ia realta dei potenziali presenti sui terminali
di un condensatore in conseguenza delle po-
larité provocate successivamente ad una pri-
ma carica: la prima alternanza carica, in pra-
tica, questo condensatore nel modo pid tra-
dizionale, e poich? non & permesso a tale com-
ponente di scaricarsi prima dell’arrivo della
successiva alternanza, si troveranno, nel mo-
mento in cui questa compare, due potenziali
in serie. E si potrebbe pensare di avere a di
sposizione due potenziali sovrapposti, uno ti-
picamente continuo e I'altro quasi alternato
(figura 7 B), ma la realta conferma che &
proprio la somma di queste tensioni che vie-
ne affidata allo stesso raddrizzatore.
a
due correnti
di carica
Fig. 6
Corrente unica
di scarica,
utitizzazione
Contrariamente a quanto awiene nel pre-
cedente circuito, in questo tipo di duplicatore
di tensione vi @ un solo condensatore che de-
ve sopportare la totalita del potenziale rad-
doppiato, mentre I’altro condensatore presen-
ta Ia particolarita di lasciarsi attraversare da
una componente nettamente alternata, mal-
grado la presenza delle normali uscite pola-
rizzate,
La figura 8 fa vedere come si presentereb-
bero questi circuiti se si avessero a disposi
zione valvole elettroniche da adattare perfet-
tamente a tali scopi, alla condizione che cia-
scuna di queste sia provvista di catodo indi-
vidualmente e che le placche risultino acces-
sibili separatamente.
ingresso
tensione
eve sopertare 2 vol
Esempi pratici
Poiché nulla cambia in un moltiplicatore
di tensioni pit: spinto, dotato soprattutto di
un numero di stadi pit elevato, riteniamo di
fare cosa gradita ai nostri lettori nel presen-
tare alcuni schemi di pratica applicazione e
facilmente interpretabili (figura 9).
Nello schema di figura 9A & presentato un
circuito triplicatore di tensione. Questo cir-
cuito pud rivelarsi utile in veste di stadio ri-
velatore, compatibilmente con le possibilita
ricettive della griglia controllo della valvola
dello stadio amplificatore di tensione. L’esem-
pio di figura 9A tratta sommariamente questo
caso, ma, a nostro avviso, esso contiene gli
potenziale
doppio
881tensione da
raddoppiare
| Signori Abbonati che ci comu-
nicano il
CAMBIO DI INDIRIZZO
sono pregati di segnalarci, ol
tre che il preciso nuovo indiriz~
zo, anche quello vecchio con
cui hanno finora ricevuto la Ri-
vista, accompagnando la richie-
| sta con l'importo di L. 150 (an-
che in francobolli).
882
{
|
AT teptcata
sopporta tutta
ta tensione
tensione
doppia
TRPUCATORE UIZzANTE
IL TEMPO 01 RITORNG
alvola dh uscta
lst sae’
patenze trastorm
elementi utili per una realizzazione pratica.
In figura 9B si constata la presenza di una
corrente raddrizzata o rivelata, ma, cosa as-
sai importante, con un valore medio, ¢ con
una vera componente che, successivamente,
pud divenire continua.
‘Abbiamo cosi offerto al lettore l’opportunita
di realizzare circuiti duplicatori_di_tensione,
cioé tutto quanto @ necessario per il raggiun-
gimento di un’alta tensione finale raddrizza-
ta, filtrata, che presentera, in molti casi, l’in-
conveniente di non poter raggiungere poten-
ze di valore elevato, ma cid esuld dalle ne-
cessita comuni di ogni dilettante di radio-
tecnica.
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E FINESTRE
Una piastra metallica, apparentemente insignificante,
@ in grado di far scattare un qualsi
essuno al mondo potra mai sognarsi di
fermare il progresso, Perch? la fertilita
della mente umana, per sua natura, ri-
fugge dal ripetersi e si prodiga nella costante
ricerca del nuovo. E proprio quando si crede
di aver perfezionato un programma, ritenen-
dolo il pitt valido di tutti, il pit: attuale, ca-
pita di sentire un bisogno istintivo di inter-
vento che si traduce in pratica in azioni di...
limatura, se non proprio di cesellatura, Cid
avviene in tutti i settori della vita e, in par-
ticolare, in quelli della scienza e della tecnica.
Il progetto di ieri, insomma, oggi non pud
essere pitt valido, perch? superato da accor-
gimenti e perfezionamenti del tutto nuovi. Non
dobbiamo, quindi, farci trarre in inganno quan-
do il progetto pud sembrare gid noto e rea-
lizzato, perché se & vero che i caratteri fon-
damentali e la funzionalita sono rimasti gli
stessi, & pur vero che esso presenta una veste
diversa, pit attuale e dotata di caratteristi-
che superiori. Succede proprio cost per il pro-
getto presentato in queste pagine, che fa pen-
sare ad altri simili apparati progettati, ana-
lizzati e consigliati ai lettori nel passato. E
basti pensare che la nostra lastra sensibile
deve assolutamente funzionare senza il cir-
cuito di terra, per risultare efficiente, per con-
vincersi che il nostro avvisatore di prossimita
si differenzia concettualmente da ogni altro
apparato similare.
‘A che cosa pud servire un rivelatore di pros-
simita? A moltissimi ¢ utilissimi scopi. Come
sistema antifurto, come elemento pubblicita-
rio o come strumento di piacere.
Applicato sul vetro di una porta o di una
finestra, la nostra piastra sensibile, costituita
da una lastra di alluminio, di forma rettan-
golare, delle dimensioni di 23x15 cm., @ in
grado di rivelare, attraverso un avvisatore ot-
tico od acustico, Vavvicinarsi di una persona
©, comungue, di un corpo solido, alla distanza
di 30 cm. E questa distanza potrebbe anche
aumentare, sol che il lettore volesse cimen-
awvisatore ottico, acu:
tarsi nello studio del nostro progetto, appor-
tando talune varianti e spendendo un po’ di
danaro in pitt,
Pi di funzionamento
L’antenna ricevente del progetto riportato
in figura 1 @ rappresentata da una lastra di
alluminio, delle dimensioni di 23x 15 cm., che
pud essere incollata sulla facia posteriore di
un vetro. Essa va collegata alla presa di an-
tenna connessa con il collettore del transistor
TRI. Il relé RLi @ in grado di eccitarsi sol-
tanto quando ci si avvicina all’antenna ad una
distanza di 30 cm. circa. La presa di terra,
sulla linea di massa, quella conduttrice della
tensione positiva, & assolutamente inutile, per-
ché non migliora in alcun modo la sensibilita
del circuito, qualunque sia la natura del suo-
lo 0 della localitd di impiego dell’apparato.
Tl compensatore C3 costituisce I'unico ele-
mento regolabile del circuito, Esso dovra es-
sere sistemato, internamente al telaio metal-
lico, ad una certa distanza da esso, in modo
da realizzare la messa a punto senza ’influen-
za capacitiva della mano dell’operatore, A ta-
le scopo, in corrispondenza della vite di re-
golazione del compensatore C3 si dovra pra-
ticare una piccola finestra sulla corrisponden-
te fiancata del telaio, L’armatura esterna del
compensatore C3, quella che normalmente va
collegata a massa, dovra essere connessa al-
la linea negativa di alimentazione. Fra la li
nea positiva e quella negativa di alimentazione
@ inserita Vimpedenza J1, collegata in parallelo
al condensatore di disaccoppiamento C5, del
valore di 100.000 pF.
Il relé & di tipo Ducati 51.01.02; la sua im-
pedenza é di 165 ohm e la tensione di funzio-
namento é di 24 volt; in serie al relé RLI,
se esso @ rappresentato dal tipo ora citato,
dovra essere collegata la resistenza R5 del va-
lore di 80 ohm.
885,
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