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Pasolini e Montale

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sian Eugerio Monee e acc (tie) della maturtd 2008 La morte non é nel non poter comunicare ma nel non poter piu essere compresi ve Pasolini ...... La saggistica “Pagine corsare" Saggistica a Montale / Pasolini: una polemica in versi y Neanche a farlo apposta... stavo preparando questa pagina sullo scambio di “nvetive" {ra Pasolin e Montale quando, quarda caso, sono arta! | temi italiano indiizzati dal ministero della Pubolica Istruzione ai maturandi 2008, Alora, ecco la“polemica in vers" @ un suo iinunciabile - © altamente istruttio ~ preluto a cura di Angela Molten, 19 stun 2008 “che cosa ne pensa dela societa italiana?” “1 popoo pit aalfabeta, a borghesia pi ignorante Europa.” ¥ Pier Paolo Pasolini, La ricotta, 1963, INVITO ALLA LETTURA, [BRAN 01 PIER PAOLO PASOLIN ¥ DA OTTOBRE 1998 = hiupukwvopasolin.netsaggistica mortal ppp tm we si2014 Eugerio Monta e trace (tdiao) della maturtd 2008 Temi di italiano, maturita 2008 La poesia di Eugenio Montale: Ripenso il tuo sorriso tok" Ripenso il tuo somiso, ed @ per me un‘acqua limpida scorta per anentura tra le pietraie d'un greto, esiguo specchio in cui guardi unfellera e i suoi corimbi; su tutto labbraccio di un blanco cielo quieto. Codesto & il mio ricordo; non saprei dire, o lontano, se dal tuo volto si esprime libera un'anima ingenua, vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua @ recano il loro soffire con $6 come un talismano. Ma questo posso dit, che la tua pensata effigie ‘sommerge i crucci astrasi in ur’ondata gi calma, @ che il {uo aspetto sinsinua nella memoria grigia. schietto come la cima di una giovane palma, a Ose a sepia (1925) d Eugenlo Montale 1) Comprensione del testo: dopo una prima lettura riassumi brevemente il contenuto informative dolla lirica in esame. Le domande: 2) Analisi del testo: a) Nella prima strofa il posta espone, in una serie ai immagini simboliche, da una parte la Vsione della reat, dal'altra il ruolo Salvfico e consolatorio della figura femminile, Individua tli immagini commentale b) Nel verso due ricorre falltterazione della r, quale aspetto della realta sottolinea? ) Prova a spiegare in che senso il portare con sé la sofferenza del male del mondo pud essere come dice il poeta "talismano" per un'anima e come questa condizione possa essere altrettanto serena che quella di urvanima ingenua e non toceata dal male. d) Nelfultima strofa ricorrono espressioni relative sia alle condizioni interiori del posta sia alla "pensata effige" della donna. Le prime sono riconducibili al motivo dellinquietudine, le seconde 2 quello della calma. Commenta qualche espressione a tuo parere pit significativa, retativa a tentrambi i moti e in particolare il paragone presente nelfultimo verso. Analizza la struttura metrica, le scelte lessicalie la strutlura sintattica del testo e spiega quale rapporto si pub ccoaliere tra le scalte stlisticha ed il tema ranorasentato. hiupuswvo-pasolin.nevsaggistoa metal ppp tm hiipuswvepasolin.nevsaggistca metal pep 3) Interpretazione complessiva e approfondimenti: svluppa con ossenazioni originali anche con riferimento ad altri testi il tema del ruolo salfico e consolatorio della figura femr alternativa inquadra la lirica di Montale nel contesto del tempo. II testo 6 proceduto da una dedica del poeta che riporta, “a K.": si tratta della dedica di Montale al danzatore e coreografo nusso Boris Kniaseff. Se linterocutore a moite delle poesie montaliane é una donna amata di cul lui \wole conservare il ricordo invocando la pieta del tempo, in questa lca Eugenio “Montale si ivolge invece a un personaggio maschile appellandosi a lui, tra altro, con aggettivo lontano, il che avrebbe dovrebbe fugare ogni dubbio - ammesso che fosse sorto - dalle menti acute dei sedicenti esperti II team di esperti coordinati niantemeno che da un dirigente del ministero ha inveco pervicacemente insistito sul "ruolo salvfico e consolatorio della figura femminile”, Chiedendo perfino di sviluppare questo tema con osservazioni original, ‘ifacendosi magari anche ad altri testi. Niente male. Non ci si meravigli dunque se giovani student italiani alla domanda “chi era Aldo Moro?" risponderanno "un centravanti della Roma": decenni di nani e ballerine, ai drive-in 6 ai grandi-fratelli ‘non hanno evidentemente fomito loro motte alternative... si2014 trace (tine) della maturtd 2008 Un originale perduto scambiato con la sua copia, Asia Mnore confuse con Rome, un sovranoellenistico del terzo secolo a.C. che dlventa contemporaneo d Astor @ Obelix. Bun ao pasticcio combinato quest anno dag espet del ministero dela Pubblica Istruzione Tutto questo nel secondo tema proposto agli studenti per 'esame di italiano («La percezione dello straniero nella letteratura e nell arte»), Vi compare una piccola foto della statua del Galata ‘morente, accompagnata da una breve nota: « una scultura romana del I secolo a.C., che raffigura un soldato galata morente. I guerrero, straniero ai Romani, @ colto in punto di morte ‘mente il corpo si accascia sullo scudo, con il quale i Celti si opponevano al nemico celando il corpo nudo. Dallo scudo si stagla il combattente con il torso flesso @ ruotato verso destra a far risaltare lincisione della feritay La statua ai marmo ritatta nella foto & effetivamente romana, ed @ stata reaiizzata nel | secolo a.C. Peccato che sempre lor, i cosiddetti espert, dimentichino a cre che questa scultura é solo la copia di un originale (probabilmente di bronzo) che risale al terzo secolo a.C., che fu realizzato in Uriantca citta delAsia Minore e cho celebrava un sovrano ellonstico. Sarebbe stato sufficionte verifcare in Intemet (Wikipedia). Quasi come dire che Miade & tun poema torinse del 2005, peril semplice fato che sto leggendolo nelutima edizione Einaudl. De tutto fuor luogo, se ion volutamente maiizoso (vsti tempi...) il ferimento al fatto che il guerrero raffigurato nella statua fosse «cstraniero ai Romaniv. | Romani, con la guerra in cul mori questo galata, non Centrano un bel niente. E la popolazione celtca cui appartiene i soldato ritratto diallo scuitore non 6 corto la stessa con cui, nel | [email protected]., si scontrarono le legioni di Giulio Cesare. Montale / Pasolini Una polemica in versi Nel 1971, su "Nuov Argomenti" (n, 21, gennaio-marzo), Pier Paolo Pasolini scrive una recensione al vetriolo sul volume di poesie Safura pubblicato nello stesso anno presso Mondadori da Eugenio Montale: Montale & 0 non @ narcisista? Mi chiedevo spesso questo, mentre leggevo Satura. Non potreirispondere né si né no. Se lo fosse, egli sarebbe, quanto a capacita di ‘autocontrollo, un mastro. Ma evidentemente la «correzione» é inaugural, @ vale una volta per tutte, Montale ha corretto se stesso alle origin, ¢ lo ha fatto proiettandosi in una figura da romanzo: di un romanzo analago @ uno dei pochi che durante la vita gli son piaciut. Egli ha fatto trapelare nei suoi te libri che chi dice «io» & un uomo ‘Grigio, laconico, ireprensibile, romantico ma ironico; che la sua vita, se si wil proprio dedurto, si svoige tra un appartamento elegante ma non eccezionale e un soggiomo in qualche albergo di prima categoria, tra lunghi periodi assolutamente oscuri di strata privacy e qualche viaggio - turstico, oppure uffciale o semi-ufficiale In luoghi mai né troppo comuni né troppo original; che egli occupato dai suo Ficordi (non necessariamente da posta) ¢ cosi dalle sue rare relazioni femminili = piene di un sentimento pili casmico che amaraso, e che facilmente cedono ai hiipihwve-pasolin.nedsaggistca meotale pop sian Eugerio Monte e trace (tlie) della maturtd 2008 comportamenti prestabilti della buona borghesia - la cartolina, il souvenir, la mancia al portiere; che tutlo questo & condito da un eumorismo professionale», quello per esemplo che fa uso, sorridendo, dellarcaico «satura» al posto del pil recente «satyra». Montale ha cos! ricostruto se stesso con cid che egll in effetti &; perch tutto questo «romanzesco» che ho qui sopra elencato corrisponde né pili né meno che alla realta, © non awebbe mai potuto offre alcuna diversa altemativa, Montale si & accettato per quello che @; e, nel momento in cui, col cambiare dei «tempi» (che, ha ragione lui, sostanzialmente non cambiano, perché non cambia i tempo»), questa accettazione ha traballato, egli si @ affettato - stavolta ingenuamente! - a trasformarla in un «pronunciamento» (un poco teppistico e reazionariol: «Ebbene, si, io sono un signore elegante e un po’ cinico, che non si compromette e non crede in nulla: jo sono un borghese». E vero che nel mondo di Montale ancora continuano ad apparire porcospini e ‘marmatte (in vilini contigui, madestamente, e con Iumilta della grande superbia, ai vil adibiti a caserme dei carabinier), ma in realta tutto il sistema lessicale montaliano, corispondente a un «realismo» anacronistico, 0 é disparito o si & fatto ironico. Siamo di fonte a un altro Montale: cio@ al vero Montale. Per sfiducia nella storia e nella poesia, il vecchio Montale ha gettato la maschera - quella sua maschera meravigliosa e inimitabile - e ha fatto lo scherzo di mostrarsi come; @ uscito dal romanzo e é entrato nella cronaca. In conclusione, egli avebbe compiuto quelloperazione di moda che viene chiamata trionfalmente dissacrazione (¢, nella fattispecie, auto-dissacrazione) Ma strano: la dissacrazione che Montale ha fatto di sé, benché lo sembri, non & riduttiva, non & degradante e non & provocatoria. E infatti vedo gid le critiche piene di elogi e di omaggi, che faranno piovere sul bagnato di tale dissacrazione: e, non tanto per cambiare, sbaglieranno, perché di dissacrazione in realta non si tratta, ma sitratta semplicemente di una «mossa» diplomatica, che ha la qualita non diplomatica di essere determinata da ragioni reali e angoscianti, da un contronto reale e angosciante con i «tempi, LLesito reazionario e quasi teppistico, a cui Montale ingenuamente giunge, Scoprendosi, viene corto e incamerato in una nuova stiizzazione, che egli chiama «mezzo parlare», e che da principio traumatizza il suo lettore, presentandosi come il suicidio di Montale, una beffa umana, uno scherzo quasi volgare. Piano piano perb il «mezzo partare» si presenta come un vero e proprio sistema stilistico, ¢ in quanto tale si impadronisce del Montale cinico e sfiduciato, swotato © ingenuo, smascherato e nudo, che ha letto Arbasino (!) e anche altri nuow e pit giovani, che hanno umiliato; del Montale che parla, mettiamo, del portiere di un grande albergo veneziano come se tutti non lavessero conoscluto e non sapessero che @ assolutamente privo ai mistero, che la sua mitizzazione é un luogo comune nelle relazioni fatiche (che stringono i cuore) di una borghesia funeraria - s‘impadronisce, ico, di questo Montale martire (che non cessa peré di sorridere, abulatore di apparent futiita senil ¢ lo ripropone in una nuova oggettivta, che aggiunge alla «correzione romanzesca» di cui parlavo prima, un «autolesionismon, cche, se abbassa il omanzo a lvell talvolta addirttura brachilogici - ha le qualité di ‘ogni autolesionismo eroico, dei grandi e dei piccolieroi I;cosmo che si era calato e occultato dentro linsignificante fsicita di alcuni ricordini © regali © luoghi ci questa vita non eroica - iempiendoli di significato, non effabile se non altraverso Telegante faticita, quasi madrigalesca, che dava un che di mozartiano alle tragedie borghesi degli amorett turistici o balneari-il cosmo (@il cosmo) & divenuto oggetto diretto ed esplicito di questa poesia che si @ sempre guardata bene, secondo le buone regole, dal nominarlot E, naturalmente, accanto al cosmo, la storia. Presiedendo Einstein alla loro interpretazione, essi sono sottrattiallllusione dei comuni mortal, ¢ motiicati per bene - insieme allo stesso autore, che ci aveva un tempo cosi creduto da non avere ‘appunto il coraggio o la cattiva educazione di afontari direttamente, come si fa con le cose vere quindi compromettent. Non dico che un certo antico madrigalismo non persista in questa satira: perché in fondo, come wole la coerenza (sempra ingenerosa), Montale non crade neanche nel non credere; e se diventando vecchio, ha capito che & meglio ridere (ma proprio Fidere anche letteralmente e banalmente) di certe cose - e soprattutto della poesia - tuttavia sa che prima di tutto, per essere logici e conseguent’, non bisagna fare della delusione una tragedia. hiupihuvopasolin.nesaggistioa morale pop im sian Eugerio Monee e acc (tie) della maturtd 2008 Come in ogni satira anche in quella montaliana @ immanente una flosofa stoico- epicurea; immanente proprio ala sua coscienza metalinguistica, determinandone la forma. Ma credere nel nulla non impedisce, tultavia, di fare delle scelte: e infatti la satira un genere «morale», a proposito dei viz, delle wit, ecc.: ed essa & fondamentalmente pratica fino al qualunquismo, ecc. Anche il Montale satirico opera sotto il segno di una flosofia di tipo stoico-epicureo, l'incombere dell epochs - che @ la flosofia che riempie il wioto lasciato dalle losofie, e quindi anche in Montale c'é V'affermazione di un nulla che non impedisce tuttava la scelta senonché in Montale la scelta non é morale, ma é ideologica. Tanto ideologica da comportare una specie di eteronomia dellarte (I) che riduce Tarte a un mezzo anziché a un fine: di qui lo scandalo di quest’ ultimo libro «impoetico», scandalo che non viene preso in considerazione dai critic di mestiere e dagli adulatori: che lo Tiducono alla solita inattendibita - quasi infantile - degli atti di un «postan: lo estetizzano, insomma, offendendo dunque 'autore, che pur sapendo, che cid che conta é la maledetta grazia che egli possiede, tuttavia ideologizza questo come un momento della sua presa di posizione politica: e poiché egii é un cittadino come un altro, cid non deve non esser preso seriamente in considerazione, ‘Sapendo che I'simpoeticita» ¢ il econtenuto» di Satura pertengono alla sua forma - avendo essi presieduto alla sua coscienza metalinguistica - non mi sembra che possa in alcun modo considerarsi prevaricatore un lettore che risponda al pragma col pragma, alle idee con le idee. ‘A parte dungue la sezione Xenia e le poesie per la morte della Mosca (che sono le pid belle del volume, certo) tuto il nostro bro non @ in fondo che la volgarizzazione - sentita inguisticamente come registro poetico - delle idee della scienza pit recente fe quindi piv attendibile, sul «tempo»: si tratta dunque di un libro anti-positivista e antithegeliano (in quanto tale io lo considero un libro che sta dalla parte della ragione}. Ma poi c’8, appena oltre i! punto di partenza, una diversione pretestuale ¢ in fondo anche un po’ Vile (posso usare questi termini perché, ripeto, lo stesso Montale, In quanto poeta satirico, che me ne da il drtto). Dagli errori del positivismo e della ‘losofa hegeliana, Montale deduce «a braccio» gli errori del marxismo, che si fonda appunto filosoficamente sul positivsmo ed Hegel. Il marxismo crede nel «tempo» e i uoi critic letterari credono nei «tempi»; la scienza dimostra che sbagliano, che non ci sono né atempo» né etempin; che la lagica, oltre che dialettica, pud essere puramente oppositoria, o addirittura monadica: che tutto ritoma, oppure sta fermo, insomma, e non & vero che ci sia un «progredire», Dunque se il marxismo & Lnillusione ormai insostenibile, Montale si tibera dal marxismo e dal peso che questo pud essere sulla coscienza. Tutta Satura é in fondo un pamphlet antimarxista. Ma se fosse soltanto cosi, io mi limiterei a prenderne atto (chiamato in ballo dal registro satirico). Se lo disapprow & invece perché Montale ha voluto ignorare che anche la pragmatica borghese, oltre che la prassi marxista, si fonda sullillusione del «tempo», e che i borghesi, come i comunisti, non fanno altro che parlare del adomaniy. Se il «mondo migliore» (di questo maledetto doman’) © una promessa dell opposizione & anche un’assicurazione del potere Ma, a differenza che dal marxismo, Montale non si «libera», in quanto poeta satirico, dal potere. Anzi, compie una specie di identiicazione tra potere e natura, I suo libro & tutto fondato sulla naturalezza del potere. L’ambiente del romanzo in cui il narcisista cosi ben controlato che dice «io» vive le sue amenture oraziane (e dolore che non chiede nulla di Xenia) é ambiente assicurato dal potere: i milion’ ai scalini (senza sapor di sale) che egli ha salto e disceso con la Mosca, i giardinett dei vilini dove si ha epitania del porcospino, i grandi alberghi, i luoghi stranieri dai nomi rvelator, insomma tutto», se @ illusione, @ [illusione per eccellenza, Fillusione per dirtto: non @ Filusione da cui ci si deve liberare. Ed @ qui che i primi libri di Montale permangono in questo ultimo: ci che Ii unisce senza soluzione di continuita & quelilusione [1] che le istituzioni garantiscono come I'unica valevole. [1] Imeaginara Montale nella Sala dagli Oraa dei Cutan Campldli, tl presdante dalla Cote Cosituzionale Branca i presente del Condglio onorevel Colombo, I carina det"inedtente dria? Inteniamoct: Montale ta benisamo, seg. piace, a sate nella Sala deg raz fe! Cuan: non ssa mal dove lata cat fa sue grazie! hiupiswvepasolin.nesaggistioa mortal pop im sian Eugerio Monae e trace (tie) della maturtd 2008 pposdzon!? Certo, na ragione Monta: la venta sulla tora 8, espresa in termini orc, eazionana: @dunque aleune propodzioni mazionarie ancrebber rinse nel sion ruoluzionaro.. Ma ques‘ullma Net Diario det ‘71 @ det 72 (il quinto libro di poesie di Eugenio Montale, 1973), dopo alcune composizioni sarcastiche sulla societa italiana definita ne I! tronfo della spazzatura si arva a una poesia emblematicamente polemica nei confronti di Pier Paolo Pasolini, che, ole a recensito, aveva censurato Satura per latteggiamento tiepido dimostrato dal poeta sugli argomenti pid controversi della politica contemporanea: I conflto sociale, le stragie, a livello intemazionale, la guerra del Vietnam. Nella possia che segue, Lettera a Malvolio, Montale affronta i suoi crtici, fa | Conti con la societa italiana degli anni del boom si rivolge, con Pasolini, a tutt ll intellettuall che ne hanno, in qualche modo, tratto proftto: Non s' trattato mai duna mia fuga, Malvolio, fe neanche di un mio flair che annus il peggio a mille miglia, Questa & una wit che tu possiedi e non tinvidio anche perché non potrei trame vantaggio. No, non si tratt6 mai d'una fuga ma solo di un rispettabile prendere le distanze Non fu molto difficile dapprima, quando le separazioni erano nette, Torrore da una parte e la decenza, ‘oh solo una decenza infnitesima< ifont> dal'altra parte. No, non fu dificile, bastava scantonare scolorire, rendersi invsibili, {orse esserlo. Ma dopo. Ma dopo che le stalle si wuotarono Tlonore e indecenza strett in un solo patto fondarono fossimoro permanente non fu piti questione difughe e di ripar. Era fora dolla focomelia concettuale e il distorto era Il ditto, su ogni altro darisione e silenzio. Fu la tua ora e non @ fina. Con quale agilta rimescolav materialismo storico e pauperismo evangalic, pomografia e riscatto, nausea per 'odore di trifola, iI denaro che ti giungeva, No, non hai torto Maholio, la scienza del cuore non @ ancora nata, clascuno la inventa come wole, Ma lascia andare le fughe ora che appena si pud corcare la speranza nel suo negativ. Lascia che la mia fuga immobile possa dire forza a qualcuno o a me stesso che la partita @ aperta, che la partita & chiusa per chi cifuta le distanze e s‘afretia come tu fai, Malvolio, percha sal che domani sara impossibile anche alla tua astuzia, Versi furenti, feroci. Ai quali Pasolini ispose con alcuni versi a Montale, versi venati di solitudine pid che di rabbia o rancore. Nella poesia Limpuro af puro (appunti), Pasolini dira a Montale: Non ho banda, Montale, sono solo. hiupuhwverpasolin.nevsaggistea mortal ppp tm 8 sian Eugevio Monta trace (tine) deta maturtd 2008 Non 1 rimprovero ai aver avuto pura, ti rimprovero di averia giustificata. Male forse ne voglio; ma il mio. T ha ottenebrato la tua un po’ troppo italiana Musa Oscura Astuto poi non non Io sono: di solito & astuto chi ha paura. cu 1a Poosie varie occasion in Raccolte minor @ node, in Pasolini. Tate 1 poe Montale / Pasolini: una polemica in versi, a cura di Angela Molteni Vai alla pagina principale hiipihwve-pasolin.nedsaggistca meotale pop

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