0 valutazioniIl 0% ha trovato utile questo documento (0 voti) 240 visualizzazioni67 pagineJean Meslier Il Curato Ateo PDF
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JEAN MESLIER
IL CURATO ATEO
Alateus
“lo vorrei, ¢ questo sia lultimo ed il pil ar-
dente dei miei desideri, io vorrei che I" ul-
timo dei re fosse strangolato con le budel-
la del'utimo dei preti » (Jean Mesiier).
$
CCOMPAGNIA DEL LIBERO PENSIERO CREATIVOSu Jean Mesiier sono state soritte migiiaia di pagine. Per chi é interessato allo stu-
dio e alla conoscenza di questo eccezionale personaggio consigliamo le seguenti
pubblicazioni contenute in questo sito:
J. Mesiier - Opere Complete-Tomo |-File PDF
J. Meslier - Test 1 - A cura di Vottaire-File POF
Le bon sens du curé - 1938 - In francese, a cura dell'Universita di Toronto-File
POF
L'UOMO - LA VITA
Jean Meslier e' nato nel 1664 a Mazeny (Champagne) da una famiglia di bene-
stanti, mercanti di stoffe.
‘Adolescente, frequenta con profitto la scuola parrocchiale di Mazeny @ poi la fami-
glia, su suggerimento del parroco, lo interna per cinque anni nel seminario di Re-
ims.
Non era esattamente quello che il giovane avrebbe voluto ma Jean, ragazzo intel-
ligente, tranquillo e posato, non se la sente di opporsi al desiderio dei parenti ed
accetta, di buon grado, di essere awiato alla carriera ecclesiastica.
Resta pertanto in seminario per cinque anni e ne esce, nel 1689, ordinato sacer-
dote. Jean, che ha ora 25 anni ed un curriculum scolastico di tutto rispetto, lodato
dagii insegnanti del seminario, viene subito nominato curato presso la parrocchia
di Etrépigny e Balaives, situata nelle Ardenne (Champagne), nei pressi di Mésiéres.
Ci restera’ per tutta la vita, sino al giorno della sua morte, avenuta il 30 Giugno
1729, all'eta’ di 65 anni. Viene sepolto nel parco del Castello di Etrépigny.
Quarant'anni non sono pochi ma, tutto sommato, don Jean i trascorre alquanto
tranquillamente, se si escludono due episodi di poco rilievo che hanno turbato, ma
non motto, la sua serena esistenza’- appena dopo essere giunto a Etrépigny, alcuni parrocchiani fanno maliziosamen-
te notare che il giovane prete sie’ sistemato in canonica con una "perpetua’ di
appena 18 anni. Il vescovo, opportunamente informato, gli chiede conto della co-
sa, senza pero’ darle troppo peso ¢, alla fine, i caso si sgonfia ¢ la perpetua ....1e-
sta; si disse che era una di fami
una cugina.
- Il secondo episodio accade nel 1716. Si tratta di un battibecco con monsieur
Antoine de Touly, signorotto di Etrépigny, uno sfruttatore privo di scrupoli della
manodopera salariata locale. II signor De Touly, ritenendosi offeso dai rimbrotti del
prete, chiede I'intervento de! vescovo, monsignor De Mailly, che commina a
Meslier una piccola punizione ed il tutto finisce I.
Per il resto Mesiier conduce una vita tranquilla, se non agiata, considerato che la
parrocchia e' situata in una zona agricola abbastanza ricca e i parrocchiani non
hanno troppi problemi a versare alla chiesa le decime allora dovute; poi il Meslier
non accampa in proposito troppe pretese.
| tre, quattro vescovi che si sono succeduti, in quel periodo, nel vescovado di
Mézidres, hanno sempre lodato Meslier per come esercitava il suo ministero @ lo
ritenevano un prete affidabile, probo e del tutto degno di fiducia. Nulla lasciava
presagire lo scandalo che sarebbe scoppiato dopo la morte del parroco.
LIOPERA,
Alouni autori hanno sostenuto I'ipotesi che Jean Meslier avesse gia’ maturato il
suo ateismo ai tempi del seminario, cosa del tutto plausibile trattandosi di persona
dotata di non comune intelligenza e di un acuto spirto critico. Costretto a studiare
a fondo i testi canonici sui quali venivano formati i preti dell'epoca, avra’ in seguito
ben 35 anni di tempo per rimeditarl e reinterpretarli in chiave razionale, essendo la
stesura del suo "testamento” iniziata nel 1724.Ci si domanda quali letture abbia avuto la possibilta’ di fare nell'ambito ristretto
circoscritto della sua parrocchia, durante i 35 anni che hanno preceduto la stesura
della sua opera. Certamente conosceva, se non tutti, almeno parte dei lavori di
sorittori quali Epicuro, Lucrezio, Montaigne, Malebranche, Fenelon, Spinoza, Car-
tesio ed altri che vengono da lui citati nel suo testo. Non e' invece chiaro se abbia
avuto la possibilta’ di consuitare i numerosi testi anti religiosi ed atei che, all'epo-
ca, circolavano clandestinamente ¢ in forma manosoritta per tutta I'Europa, spe-
cialmente presso le Corti ¢ la nobilta', Dopo la sua morte non sie! trovato nulla nel
suo studio che possa farlo supporre. E poi, bisogna tenere conto che tal testi
erano costosissimi da acquistare, certamente fuori dalla portata dei mezzi finanzia-
ridiun curato di campagna.
Altra domanda che moti si sono posta e' questa: Jean Meslier era un gianseni-
sta? A tale domanda nessuno ha potuto dare una risposta soddisfacente. Se non
era un giansenista certamente era al corrente delle dispute che hanno imperversa-
to, nell'ambito della chiesa cristiana, per tutto il 1600 e sino ai primi decenni del
1700. Quasi certamente era giansenista qualche prete delle parrocchie vicine alla
sua, visto che ha voluto affidare a loro le copie del suo testo, dopo la morte. (vu
Giansenismo)
In effetti Jean Maslier, se si esclude la sua opera fondamentale, come uomo non
ha lasciato nulla di se’ che possa essere utlizzato per ricavarne una biografia men
che superficiale; ha trascorso la vita nella sua parrocchia schivo di riconoscimenti,
in tutta modestia ed umilta’ senza alcun segno di quelle che potevano essere le
sue ambizioni e i suo desideri.
Siamo nel 1724, Meslier ha 60 anni e, cosciente che la sua vita e' ormai sulla via
del tramonto, pone mano al suo testamento, affidando alle carte cio’ che aveva
meditato in silenzio per quasi tutta la sua esistenza: la piu' completa e spietata cri-
tica di tutte le religioni in generale e di quella cristiana in particolare. L'opera chene risulta e' tale che lo scandalo non poteva essere piu' sensazionale.
Nessuno, in quell'epoca, aveva mai osato giungere a tanto!
Lavorando di notte, al fioco lume di una candela, Meslier mete insieme 866 fogl
densi di una scrittura minuta e precisa, mettendo a nudo tutte le storture, le men-
zogne ¢ le iniquita’ che sono alla base delle religioni allora conosciute. I titolo ri-
dondante che iniza il lavoro e' del tutto esplicativo:
“Memoria dei pensieri ¢ dei sentimenti di Jean Meslier, prete, curato di Etrépigny &
di Balaives, su una parte degli errori e degli abusi del comportamento e del gover-
no degli uomini da cui si dimostrano in modo chiaro ed evidente le vanita’ e le fal-
sita’ di tutte le divinita’ e di tutte le religioni del mondo, affinche’ sia diretto ai suoi
parrocchiani dopo la sua morte € per essere usata da loro @ da tutti i loro simili
quale testimonianza di verita”
Terminata la stesura dellcriginale Mesier si rende conto che una sola copia puo'
essere facilmente fatta sparire. Si arma quindi di infinita pazienza e per quasi un
anno intero ricopia l'originale ottenendone altre due copie. Per queste ricopiature
si stima abbia impiegato non meno di 1000 ore di lavoro, tenuto conto che la pri-
ma edizione stampata, realizzata molti anni dopo, ha dato origine ad un volume di
ben 1200 pagine.
li testamento di Mesiier si articola in otto parti fondamentali:
(Le divinita) Non sono che invenzioni umane.
La fede, "credenza cieca’, e' un principio di error, di ilusioni e di raggiri
Falsita’ delle presunte visioni e rivelazioni divine.
Vanita' e falsita’ delle presunte profezie dell'Antico Testamento.
Errari della dottrina e della morale della religione cristiana.
earan
La religione cristiana autorizza le prepotenze e la tirannia dei grand.7. Falsita’ della presunta esistenza della divinita’
8. Falsita’ dell'idea della spiritualta’ e dellimmortalita’ dell'anima,
Ora Jean Mesiier e' in pace con se stesso ¢ attende serenamente la morte; qual
cosa gli dice che non ha lavorato invano.
Quando sente prossima la sua fine prende ancora carta e pena e redige due
messaggi. II primo e' indirizzato al suo futuro successore, di cui non conosce na-
turalmente il nome:
Al Signor Curato
giunto a questo punto non ho piu alcuna difficolta' a dire il vero.
Non so che cosa penserete di me ne come mi giudicherete sul perche’ mi sia
messo tale idea in testa e sul proponimento di realizzaria.
Probabilmente giudicherete questo mio lavoro come un atto di folia e di temerarie-
ta’
Il secondo messaggio, che verra' unito al primo in una stessa busta, recita:
Aj Signori Curati del vicinato,
indipendentemente dalle ragioni in base alle quali si crede o non si crede, cio’ che
ci insegna la nostra religione e' 'obbligo di credere in maniera assoluta,
Sono sicuro che se voi vi affidaste alla semplice natura dei vostr intelletti, vedreste
chiaramente, come io ho visto, che tutte le religioni di questo mondo sono soltan-
to invenzioni dell'uomo e che tutto cio’ che la religione insegna e vi obliga a cre-
dere sul sovrannaturale e sul divino, alla fine non e altro che errore, menzogna,
ilusione ed inganno.
Invece di inveire contro di me vi esorto ad approfondire se tutto cio’ che ho scritto,
e' vero; se non e' vero confutatemi ma se vi ho convintiallora non esitate ad inter-
venire per difendere la verita’ ed aiutare le genti che soffrono sotto il giogo della
tirannia, dei sopprusi e delle superstizioni.Ma visto che anch'io non he avuto il coraggio di spingermi oltre, evitate di dichia-
rarvi apertamente, durante la vostra esistenza, contro questi detestabil error. Cer-
cate per ora di stare zitti ma almeno alla fine dei vostri giorni dichiaratev’ in favore
della verita’
[....)
Smettetela di essere idolatri e di adorare delle fragil statuette di pasta e di adorare
le statue di gesso, d’oro € d'argento.
[eecereeeeed]
Smettete di divertivi ad interpretare e a spiegare in senso figurato, allegorico e mi-
stico delle scritture vuote che ritenete sacre e divine; voi date loro il senso che vo-
lete @ fate loro dire tutto cio’ che volete per mezzo di presunti significati spiritual @
allegorici che voi create per loro, che tendete di attribuire loro, al fine di trovarci e
di farci trovare delle supposte verita’ che non esistono e che non sono mai esistite.
[eee]
Perche' manifestate disprezzo per la povera gente e minacciate condanne eterne
per dei piccoli peccati invece di protestare contro le rapine pubbliche, contro le
palesi ingiustizie dei governanti che depredano, calpestano, rovinano i popol, li
opprimono e sono la vera causa di tutti i mali e di tutte le miserie che prostrano le
genti?
[4
Tocca a voi educate la gente, non negli errori dell'idolatria, non nella varieta’ delle
superstizioni, ma nella conoscenza della verita’ e della giustizia, nella conoscenza
di ogni virtu' e dei buoni costumi: siete pagati per questo.
[ ]
Per tutto il resto non mi curo di cio’ che penserete di me: allora saro' morto e i
morti sono fuori dalla portata dei vivi, i morti sono niente.
L'estrema prudenza di Meslier, che lo ha indotto a rendere nota la sua fatica solo
dopo la morte e 'esortazione agli altri curati a non esporsi troppo, ha dei solidi
motivi. Conosceva benissimo la sorte di Lefevre bruciato vivo a Reims, di Guillau-me curato di Fresnes, di Pietro Giannone e di tanti altri anticlericali messi sbrigati-
vamente a tacere. Per quello che personalmente poteva riguardario si era espres-
80 piu' che chiaramente:
Che i pret, i predicatori facciano cio' che vogliono del mio corpo; che lo squarci-
1, lo ridueano in pezzi, lo brucino © lo arrostiscano, che lo mangino, se vorranno,
in qualunque salsa; cio' non mi crea nessun particolare problema. Saro' allora in-
teramente fuori della loro portata e nulla sara’ piu’ in grado di farmi paura.
LO SCANDALO
1:30 Giugno 1729 Jean Meslier muore ¢ il 9 Luglio seguente arriva il curato sosti-
tutivo inviato dal vescovo, l'abate Guillotin.
Lignaro abate prende visione dei due messaggi nonche' delle tre copie del testa~
mento e allibisce. Non sa quale comportamento tenere. Alla fine prevale il buon
senso @, visto che le volonta' di un defunto vanno sempre rispettate, convoca i
Curati del vicinato ¢ li mette al corrente della situazione.
Prima di informare della cosa l'autorita’ ecclesiastica, i curati decidono di prendere
visione del testamento; la sua lettura comporta un certo tempo e intanto la voce si
diffonde.
Che un prete, dopo quarant'anni di ministero rinneghi la propria fede, spiegando-
‘ne puntigliosamente i motivi, e' una cosa enorme anche per un secolo dai costumi
abbastanza rilassati, quale era il 1700.
La notizia dilaga velocemente ¢ giunge a Parigi, alla Corte e ai circoli nobiliari de-
stando grande scalpore e un vasto interesse e anche il desiderio di entrare in pos-
e880, a qualunque prezzo, di almeno una copia del lavoro.
Quando il grande vicario Le Bégue giunge sul posto per arginare lo scandalo e!
ormai troppo tardi per ordinare la consueta distruzione del testi; I'interesse pubbli-co e! enorme e quindi e' giocoforza scendere ad un compromesso: quello di atfi-
dare le copie del testamento agli Uffici Giudiziari di Méziéres, di Rethel ¢ di Saint
Menehould dove, teoricamente, avrebbero dovuto essere occultate.
Questa decisione salvera’ i manosoritti dalla distruzione e dall'oblio in quanto,
presso le dette cancellerie, copisti ben retribuiti dalla nobilta’ e dalla rioca borghe-
sia, cominceranno alacremente a produrre le prime copie, matrici di molte altre,
che dilagheranno in Europa, giungendo presso tutte le Corti dell'epoca, a prezzi
incredibii. Si parla, ma probabiimente e' un'esagerazione, di 50 Luigi d'oro per
una copia manoseritta; il prezzo piu’ attencibile pare fosse 10 Luigi d'oro, comun-
que non poco se si tiene conto che, a quei tempi, 10 Luigi equivalevano al salario
di un operaio, per 7, 8 mesi di lavoro.
DIFFUSIONE DEL TESTO.
Nei primi anni seguenti la morte di Jean Mesiier il Testamento, malgrado la fama
che lo circonda, e' noto solo a pochi privilegiati, quelli che sono in grado di acqui-
stare una copia manoseritta
In seguito diventa lentamente di pubblico dominio in tutta I'Europa, sia in maniera
diretta che indiretta tramite la divulgazione, in forma sintetica, fatta da Voltaire. (V.
La Diffusione)
L'ESTRATTO
Di seguito viene riportato L'Estratto redatto da Voltaire sul lavoro di Jean Meslier.
Occorre pero’ tenere conto di alcune precisazioni:
a) Voltaire, pur apprezzando il contributo dato da Meslier al movimento di lotta an-
ticlericale, rifiuta parte del messaggio, sopratutto per cio' che riguarda la negazio-
ne dell'esistenza di Dio.Com’e' noto Voltaire era un deista convinto del'esistenza di un Essere Supremo,
La detinizione che egline da’ e nella quale si riconosce e' la seguente:
II deista (Théiste) e' un uomo fermamente persuaso dell'esistenza di un Essere
Supremo tanto benigno quanto potente,
quale ha fornito tutti gli esseri estesi,
vegetali o dotati di sentimento, o di sentimento e ragione: @ perpetua la loro spe-
cie, e punisce senza crudetta’ i deliti e compensa con bonta’ le azioni virtuore.
Voltaire, Dizionario Filosofico
b) Nella sua "sintesi* prende in considerazione solo le prime sei parti del testamen-
toe disconosce tutti gii altri argomenti che conducono alla definizione di quel-
'ateismo materialsta che e' alla base del pensiero ci Mesiier.
©) Le invocazioni a Dio, contenute alla fine del capitolo 6, sono state arbitrariamen-
te inserite da Voltaire e non rispecchiano il pensiero di Mesiie.
10ESTRATTO del TESTAMENTO
di JEAN MESLIER
fatto da VOLTAIRE
owero
Considerazioni del Curato di Etrépigni e di But, dedicate ai suoi parrocchiani,
Anno di grazia 1733
+ Premessa
© Prima prova; elenco dei motivi che hanno condotto gli uomini a
creare una relgione.
= Capitolo 1: Le religion’ (prima parte)
© Seconda prova; elenco degli errori della fede.
= Capitolo 1: Le religion’ (seguito)
= Capitolo 2: | miracoli
= Capitolo 3: Coincidenze tra antichi ¢ nuovi miracoli
© Terza prova; la falsita’ della religione ed elenco delle pretese visioni ¢
delle rivelazioni divine.
= Capitolo 4: La falsita’ della religione cristiana
= Capitolo 5: Le sacre scritture
= §1-L'antico Testamento
= §2- II Nuovo Testamento
© Quarta prova; elenco degli errori di dottrina e di morale
= Capitolo 6: Gli errori della dottrina e della morale
Premessa
Fratelli miei, voi conoscete bene il mio disinteresse; io non ho mai sacrificato le mie
convinzioni ad un qualsiasi vile profitto.
"Se ho abbracciato una professione tanto contraia alle mie convinzioni non e!
stato per cupidigia: ho obbedito ai miei parenti.
‘Avtei voluto chiarivi le cose prima, se avessi potuto farlo impunemente.
Ora pero’ vi chiamo a testimoni di cio' che dico. 1o non ho mai svilito il mio mini-
stero esigendo quelle prebende che ad esso competono.
Lo sa il cielo quanto io abbia sempre grandemente disprezzato coloro che derido-
no la semplicta’ della povera gente; quella gente cieca che dona pietosamente
considerevoli somme di denaro per acauistare delle preghiere.
Quanto e' orribile questo monopolio!
lo condivido il vostro disprezzo per quelli che s'ingrassano con i vostri sudori €
con le vostre pene, giustificandosi con i loro misteri e le loro superstizioni; detesto
la loro insaziabile cupidigia e |'indegno divertimento che i loro simili prendono col
beffarsi del’ignoranza di quelli che pure hanno cura di mantenere in tale stato di
cecita’.
Che essi si accontentino ai rallegrarsi della loro agiatezza ma evitino almeno il mol
tiplicarsi degli errori, abusando della pieta’ cieca di coloro che, a causa della loro
semplicita’, procurano loro una esistenza tanto comoda.
Fratelli miei, dovete senza dubbio rendermi la giustizia che mi e' dovut
la parte-
cipazione che ho avuto per le vostre pene mi salvi almeno dai vostri sospetti.
Quante volte mi sono fatto carico gratuitamente delle funzioni del mio ministerol
Quante volte mi sono sentito affitto per non avervi potuto soccorrervi con la solle-
citudine e con I'abbondanza che avrei sperato fare!
Non vi ho sempre dimostrato che ero piu! felice di dare piuttosto che ricevere?
Ho sempre evitato scrupolosamente di indurvi alla bigotteria; e vi ho sempre parla-
to abbastanza poco, per quanto mi era possibile, dei nostri sciagurati dogrn.
2Bisognava comunque che mi occupassi, come curato, del mio ministero, Ma
quanto non ho sofferto in silenzio tutte le volte che ero obbiigato a predicarvi quel-
le pie menzogne, che dentro di me detestavo!
Quanto disprezzo non ebbi per il mio ministero e, in particolare per quelle messe
superstiziose @ per quelle ridicole somministrazioni di sacramenti; sopratutto
quando ero costretto a farlo con una certa solennita’ che ingannava la vostra pie~
ta’ e tutta la vostra buona fede!
Quant rimorsi ho per avere eccitato la vostra credulita’!
Motte volte sono stato sul punto di ribellarmi pubblicamente e aprire i vostri occhi,
ma un timore superiore alle mie forze mi ha sempre trattenuto e mi ha obligato al
silenzio sino alla morte.
Capitolo 1 (prima parte)
Le religioni
Non o'e' nessuna particolare seta religiosa che non pretenda di essere sicura-
mente fondata sull'autorita’ di un Dio, e che non pretenda di essere esente da tutti
giierrori ¢ dalle menzogne che si trovano nelle altre.
Ci sono i quelli che pretendono di basare la verita’ della loro setta lasciando in-
tendere che essa e' di istituzione divina, con prove e testimonianze chiare e con-
vincenti, in mancanza delle quali e' d'obbligo convenire che esse sono soltanto
invenzioni umane, piene di errori e di scioechezze.
In quanto si puo' ritenere che un Dio onnipotente, infinitamente buono, che fosse
intenzionato a dare delle leagi e dei comandamenti agli uomini, avrebbe certamen-
te voluto che le stesse portassero dei segni di verita’ piu' sicuri e piu’ autentici che
non quell riportati da una grande massa di impostori
18Ora non c'e' nessuno dei nostri cristicol (1), a qualsiasi setta apppartengano, che
siano in grado di dimostrare, con chiare prove, che la loro religione sia sicurernen-
te di origine divina; e per provare cio’ sono, da parecchi seco, in polemica e in
lotta gli uni contro gli altri, tanto da giungere alle persecuzioni, con fuoco e san-
gue, per sostenere le loro opinion
Ma sino ad ora non c’e' stata ancora nessuna parte di essi che abbia potuto con-
vicere e persuadere le altre per mezzo di tal testimonianze di verita’
Questo non sarebbe sicuramente accaduto se da una parte o dall'altra ci fossero
delle ragioni o delle prove chiare e sicure di una volonta' divina.
Perche’ in questo caso nessuna persona di qualsiasi setta religiosa, se iluminata
ed in buona fede, potrebbe pretendere di mantenere e favorire l'errore @ la men-
Zogna, ma al contrario, ciascuno da parte sua, vorrebbe sosteneme la verita’
Lunico vero modo di bandire tutti gli errori, e di riunire tutti gli uomini in pace, uniti
dagii stessi sentiment! ed in una stessa forma di religione, sarebbe di produrre
queste prove e queste convincenti testimonianze di verita’, e dimostrare che tale
religione e' veramente di istituzione divina, al contrario delle altre.
Solo allora ognuno si arrenderebbe a queste verita’ e nessuno oserebbe azzardar-
si a combattere queste testimonianze, ne a sostenere la parte dell'errore e della
impostura in quanto sarebbe tacitato dalle prove contrarie; ma siccome queste
prove non si trovano in nessuna religione, questo consente agli impostori d'inven-
tare e di sostenere strontatamente qualsiasi tipo di menzogna.
Capitola 1 (seguito)
Le religioni
Eccovi dunque delle prove che vi faranno vedere ancor piu’ chiaramente la falsita’
delle religion umane e sopratutto la falsita’ della nostra,
Tutte le religioni che pongono a loro fondamento dei misteri, e che utllizzano per
14regolare la propria dottrina ¢ la propria morale, un principio d'errore (che e' poi una
fonte funesta di turbamenti e di eterne divisioni fra gli uomini), non possono essere
vere religion ed essere di origine divina. Ora le religioni umane ed in particolar
modo quella cattolica, pongono a fondamento della loro dottrina ¢ della loro mora-
le un principio d'errore.
Dunque ece., ec.
lo non vedo come si possa negare la prima proposizione di questo argomento:
essa e' troppo chiara e troppo evidente per poteme dubitare,
Passiamo all'esame di una seconda proposizione, quella che dice che la religione
cristiana pone, come base della sua dottrina e della sua morale, cio’ che essa
chiama fede, vale a dire una credenza cieca, ma comunque stabilita ed assicurata
da qualche legge, da qualche rivelazione divina o da qualche divinita’.
Ocoore necessariamente che essa presupponga cos’, in quanto e' proprio que-
sta credenza in qualche divinita' e in qualche rivelazione divina che fornisce tutto il
credito e tutta l'autorita’ che essa ha nel mondo; senza questo non ci sarebbe al-
una base per cio' che viene prescritto.
E" questo il motivo per oui tutte le religioni raccomandano espressamente a tutti i
loro seguaci di essere saldi nella loro fede.
Da questo deriva che tutt! i cristicoli stablliscono, di massima, che la fede e' l'inizio
ed il fondamento della salvezza e che e' la radice di ogni giustizia e di ogni santifi-
cazione; come d'altronde e' stato sottolineato anche nel concilio di Trento (sess.
6, cap.Mil).
Ora e' evidente che una credenza cieca in tutto cio' che viene proposto sotto il
nome e lautorita’ di Dio e' solo un fondamento di errori e di menzogne.
16‘A riprova di questo c’e' il fatto che non esiste, in materia di relgioni, nessun impo-
store che non pretenda ai coprirsi col nome del‘autorita’ Gi Dio, 0 di dirsi partico-
larmente ispirato ed inviato da Dio stesso.
Non solo questa fede ¢ questa credenza cieca, che essi pongono alla base della
loro dottrina, e' una fonte di errori, ecc., ma essa e' anche una fonte funesta di
turbamente di divisioni tra gli uomini per la conservazione della loro stessa religio-
ne. Non c'e' nessuna malvagita’ che essi non compiano, gli uni contro gli alt, in
nome di questi speciosi pretesti.
Non e' credibile che un Dio onnipotente, infinitamente buono e saggio, abbia volu-
to servirsi di tali mezzi e di una via cosi ingannevole per manifestare le sue volon-
ta’ agli uomini: perche’ questo sarebbe manifestamente un volerl indurre in errore
@ tendere loro delle trappole per convincerli ad abbracciare il partito della menzo-
gna.
‘Analogamente, non e' credible che un Dio che dovrebbe amare l'unione e la pa-
¢@, il bene @ la salute degli uomini, abbia potuto stabilre per fondamento della sua
religione, una fonte fatale di disordini @ di eterna divisione. Quindi simili religioni
‘non possono essere veritiere ne essere state stabilte da Dio,
Ma vedo bene che i nostri cristicoli non mancheranno di ricorrere ai loro pretesi
motivi di credibilta’ e diranno che, malgrado la loro fede e il loro credo siano in un
certo senso ciechi, essi sono comunque sostenuti da testimonianze di verita’ tan-
to chiare e convincenti che sarebbe non solo imprudenza ma vera temerarieta’ ed
Una grande pazzia il non volersi loro sottomettere.
Normalmente riassumono tutti i loro presunti motivi in tre © quattro punti:
- II primo punto lo ricavano dalla pretesa santita’ della loro religione, che condanna
il Vizio e favorisce la pratica della virtu'. La loro dottrina e' tanto pura e tanto sem-
plice, a quanto dicono, che e' lampante come essa non possa provenire che dalla
purezza e dalla santita’ di un Dio infinitamente buono e saggio.
16- Il secondo motivo di credibilta’ lo traggono dallinnocenza e dalla santita’ della
vita di coloro che I'hanno abbracciata con amore ¢ difesa sino a soffire la morte &
i tormenti piu’ crudeli piuttosto di abbandonerla, e quindi non e' pensabile che
ersonaggi tanto grandi si siano lasciati ingannare sul loro credo, che abbiano ri-
unciato a tutti gli agi della vita e che si siano esposti a tante crudeli persecuzioni
pur di perseverare in tanti errori ¢ imposture.
- Essi traggono po’ i terz0 motivo ai credibilta’ dagl oracolie dalle profezie, rese a
loro favore in tempi assai lontani, e che pretendono si siano adempiute sempre a
loro favore, tanto da non poteme dubitare.
= Infine il quarto motivo di credibilta’, considerato il principale di tutti, lo traggono
dalla grandezza e dalla mottitudine di miracoli fatti, in tempi diversi ed in tanti [uo-
Qhi, a favore della loro religione.
Owiamente e' facile respingere tutti questi vani ragionamenti e mettere in luce la
falsita’ di tutte queste testimonianze in quanto:
1° - Gli argomenti che i nostri cristicoli portano a favore dei loro pretesi motivi di
credibilta’ possono, allo stesso tempo, essere usati per stabilire e confermare sia
la menzogna che la verita’, poiche' si vede in effetti che non esiste alcuna religio-
ne, per quanto falsa possa essere, che non pretenda Gi appoggiarsi su analoghi
motivi di cre
non ne esiste nessuna che non pretenda di avere una dottrina
sana e veritiera la quale, a modo suo, non condanni tutti i vizi e non raccomandi la
pratica di ogni virtu’
Non ne esiste alouna che non abbia avuto dei dotti ¢ zelanti difensori che hanno
sofferto pesanti persecuzioni per difendere la loro religione; e infine non ne esiste
alouna che non pretenda di avere avuto prodigi e miracoli che non siano stati fatti
a proprio favore
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