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Enrico Caruso
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Indice
1 Biografia
1.1 Infanzia ed esordi
1.2 Un amore sfortunato
1.3 Fischi al Teatro San Carlo. Verità o leggenda?
1.4 Primo cantante a incidere dischi
1.5 Caruso e il Metropolitan
1.6 Gli ultimi anni
1.7 Malattia e morte
2 Giudizio critico sull'artista
3 Nella cultura popolare
4 Repertorio e debutti Enrico Caruso.
5 Note
6 Bibliografia
7 Voci correlate
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Biografia
Infanzia ed esordi
Nel 1888 la madre morì di tubercolosi e poco tempo dopo il padre si risposò con Maria Castaldi.
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Un amore sfortunato
Iniziò a esibirsi nei teatri di Caserta, Napoli e Salerno, e fece la sua prima esibizione all'estero al
Cairo, percependo 600 lire per un mese di lavoro. Nel 1897, a Salerno, Caruso conobbe il direttore
d'orchestra Vincenzo Lombardi che gli propose di accompagnarlo nella stagione estiva a Livorno.
Qui Caruso conobbe il soprano Ada Botti Giachetti, sposata e madre di un bambino. Con lei ebbe
una relazione che durò undici anni, da cui nasceranno due figli: Rodolfo (1898 – 1951) ed Enrico
junior (1904 – 1987). Ada lo lasciò per fuggire con Romati, il loro autista, con il quale cercò anche
di estorcergli denaro. La vicenda finì in un'aula di tribunale con la dichiarazione di colpevolezza per
la Giachetti, condannata a tre mesi di reclusione e a 100 lire di multa.
« La vita mi procura molte sofferenze. Quelli che non hanno mai provato niente, non possono
cantare. »
(Enrico Caruso)
Nel 1898 Caruso esordì al Teatro Lirico di Milano nel ruolo di Loris in Fedora di Umberto
Giordano; seguirono poi tournée in Russia, a Lisbona, Roma, Montecarlo e al Covent Garden di
Londra dove interpretò il Rigoletto di Giuseppe Verdi; l'anno dopo si esibì a Buenos Aires.
Nel luglio 1899 fu Parpignol nella prima rappresentazione nel Royal Opera House, Covent Garden di
Londra di La Bohème di Giacomo Puccini.
Nel novembre 1899 nel Teatro Costanzi di Roma interpretò Osaka nella ripresa di Iris di Pietro
Mascagni, Enzo nella ripresa di La Gioconda di Amilcare Ponchielli e con Faust in Mefistofele
termina nel mese di dicembre.
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Le cronache del 31 dicembre 1901 e del 5 gennaio 1902 su Il Pungolo, il quotidiano che seguiva la
vita teatrale di Napoli, riportano in realtà dell'emozione che irretì il tenore nel primo atto, rotta dagli
applausi sempre crescenti fino alla richiesta del bis[1]. E ancor meglio andarono le repliche. Semmai
sarebbe stata la severa ma non prevenuta critica di Saverio Procida sempre su Il Pungolo a infastidire
fortemente Caruso, cui il critico rimproverò la scelta di un repertorio al di sotto delle sue possibilità
vocali e interpretative. Caruso effettivamente non cantò più a Napoli, ma in realtà non cantò più in
Italia[2] andando incontro al suo successo negli Stati Uniti e in Sud America.
Sempre nel 1901 interpretò Florindo nella première nel Teatro alla
Scala di Milano de Le maschere di Pietro Mascagni diretto da Arturo
Toscanini, e il duca di Mantova nella ripresa nel Teatro Comunale di
Bologna di Rigoletto di Giuseppe Verdi. Nel febbraio 1902, nella
Salle Garnier del Théâtre du Casino di Montecarlo con Nellie Melba,
fu Rodolphe nella prima rappresentazione de La vie de bohème di
Giacomo Puccini, e ancora il duca di Mantova nella ripresa di
Rigoletto.
L'11 aprile del 1902, a Milano, incise dieci dischi con arie d'opera per
conto della casa discografica inglese Gramophone & Typewriter
Company. Il cantante napoletano fu il primo a cimentarsi nella
"nuova tecnologia", fino ad allora snobbata dagli altri cantanti, con Shellac record (1908),
grande successo. Fu il primo artista nella storia a vendere più di un fabbricati ad Hannover
milione di dischi, con l'aria Vesti la giubba dall'opera Pagliacci di (Germania). Aria dall'opera
Ruggero Leoncavallo, incisa nel 1904[3]. La Forza del Destino, cantata
Enrico Caruso. Registrazione
Nel maggio 1902 interpretò ancora il duca di Mantova nella ripresa al
del 1906.
Royal Opera House, Covent Garden di Londra di Rigoletto e in
dicembre nella ripresa al Teatro Costanzi di Roma. Il 6 novembre
1902 fu Maurizio nella première nel Teatro Lirico Internazionale di Milano di Adriana Lecouvreur
di Francesco Cilea.
Nel gennaio e marzo 1903 si esibì ancora come Faust in Mefistofele al Teatro Costanzi di Roma.
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Caruso e il Metropolitan
Caruso stesso commissionò a Tiffany & Co. la produzione di una medaglia in oro 24 carati col suo
profilo, per ricordo delle sue recite al Metropolitan di New York, da distribuirsi tra i suoi intimi.
Caruso pretendeva ingaggi esorbitanti, ma era anche capace di cantare gratis per allietare gli
emigranti. Non ci fu solo la fama in America per Caruso: il tenore subì anche la gelosia e l'invidia di
chi lo fece accusare di molestie sessuali a una giovane sconosciuta e gridò allo scandalo per un bacio
scambiato in scena con la soubrette Lina Cavalieri. Caruso venne condannato a pagare un'ammenda,
subendo un'ingiustizia e una cocente umiliazione.
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M'appari e Don José in Carmen; in dicembre il Conte Loris Ipanov in Fedora, sempre con Lina
Cavalieri: visto l'entusiasmo del pubblico al termine del II atto, Enrico Caruso e Lina Cavalieri ne
bissarono la scena finale.
Nel gennaio 1907 interpretò Maurice nella prima rappresentazione alla French Opera House di New
Orleans di Adriana Lecouvreur, con Lina Cavalieri; al Metropolitan, Vasco de Gama ne L'Africaine
e Des Grieux in Manon Lescaut con Lina Cavalieri; ancora al Met in febbraio fu Pinkerton in
Madama Butterfly; in novembre Maurizio in Adriana Lecouvreur con Lina Cavalieri; in dicembre
Osaka in Iris; nel 1908, in marzo, Manrico ne Il trovatore; e in dicembre Turiddu in Cavalleria
rusticana, diretto da Toscanini.
Nel 1909 Caruso incise una serie di ventidue canzoni napoletane che comprendeva anche Core
'ngrato, scritta da Riccardo Cordiferro e da Salvatore Cardillo e ispirata alle sue vicende sentimentali
dopo l'abbandono da parte della Giachetti. Nello stesso anno venne operato a Milano per una
laringite ipertrofica, intervento che sul momento non compromise la sua carriera, tanto da
consentirgli di continuare le sue tournée per il mondo, senza trascurare recite per beneficenza
durante il periodo della guerra.
Il 28 agosto del 1918 sposò Dorothy Benjamin (1893 – 1955), ragazza statunitense di buona
famiglia, dalla quale ebbe una figlia, Gloria (1919 – 1999).
Nel 1919 al Met cantò in un concerto dedicato ai suoi 25 anni di carriera e fu Eléazar ne La Juive
con la Ponselle.
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Malattia e morte
Dopo una lunga tournée in Nordamerica, nel 1920, la salute del tenore iniziò a peggiorare. Varie le
ipotesi al riguardo: suo figlio Franco, per esempio, collocava l'evento scatenante in un incidente
occorso durante il Sansone e Dalila del 3 dicembre, quando il tenore fu colpito al fianco sinistro da
una colonna crollata dalla scenografia. Il giorno dopo, prima della rappresentazione di Pagliacci,
Caruso ebbe un accesso di tosse e lamentò un forte dolore intercostale.
L'11 dicembre, il tenore ebbe una forte emorragia alla gola: la rappresentazione fu sospesa dopo il
primo atto. Il 24 dicembre fece la sua ultima apparizione al Met con Eléazar ne La Juive:
complessivamente Caruso andò in scena per oltre 800 rappresentazioni al Metropolitan.
Solo il giorno di Natale, quando il dolore si era fatto insostenibile, gli fu diagnosticata una pleurite
infetta. Operato il 30 dicembre al polmone sinistro, trascorse la convalescenza in Italia, a Sorrento.
Dopo una lieve ripresa ebbe una ricaduta dovuta, secondo la moglie, alle cure di un inesperto medico
locale. Diretto a Roma per un nuovo intervento chirurgico, morì 11 ore dopo il 2 agosto 1921 in una
stanza dell'albergo Vesuvio a Napoli, assistito dalla moglie, dal medico e da chi gli voleva bene[5]
all'età di 48 anni.
È sepolto a Napoli, in una cappella privata nel cimitero di Santa Maria del Pianto in via Nuova del
Campo (Doganella), a pochi metri dalla tomba di Antonio de Curtis, detto Totò.
Caruso interpretò due film come protagonista: My cousin e The splendid romance.
Con l'applicazione, tuttavia, Caruso, da intelligente autodidatta particolarmente esigente nei propri
confronti, arrivò a sviluppare una personale tecnica vocale (in cui l'intero torace – a un tempo
mantice e organo – vibrava amplificando magnificamente i suoni) tale da correggere tutti i principali
difetti dei primi anni di carriera, utilizzando il naturale colore scuro della voce come un elemento di
virile seduzione.
In un panorama vocale che stava faticosamente abbandonando certe leziosità ottocentesche (quelle
amate a Napoli, dove infatti Caruso fu criticato per la sua esibizione ne L'elisir d'amore) e a cui
mancavano ancora le voci adatte a rendere le violente passioni portate sulla scena dalla giovane
scuola, Caruso fu la personalità giusta al momento giusto: seppe dare un'interpretazione straordinaria
di Canio e di altri ruoli veristi, come Chénier, ma anche di quelli di Aida, Rigoletto, o Faust, opere
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cantate con un gusto del tutto nuovo e ben testimoniate da dischi tecnicamente primordiali, ma
eccezionali sotto il profilo puramente vocale. Entrò quindi anche nelle grazie di Puccini che scrisse
per lui La fanciulla del West.
Dopo l'operazione per eliminare dei noduli alle corde vocali subita nel 1909 la sua voce, come ben
testimoniato dai dischi, divenne ancora più brunita, talune agilità gli furono precluse e sempre più
faticoso divenne l'uso della mezzavoce. Ciò non di meno Caruso rimase un interprete inarrivabile per
impeto e passionalità e, almeno fino al "si" acuto, in grado di afferrare di slancio acuti tonanti che
mandavano in visibilio il pubblico e risuonano anche nelle numerose incisioni di canzoni napoletane.
[6]
Si narra che, durante un'opera, fece un acuto tale da far tremare il lampadario del teatro (senza
amplificazioni).
È importante ricordare che i metodi di registrazione fonografica del tempo non permettevano di
registrare la completa gamma vocale dell'interprete. I supporti avevano una durata massima di 4
minuti e mezzo e molti pezzi furono accorciati per rispettare tale limite.
Repertorio e debutti
■ L'amico Francesco (Morelli) - Napoli, 15 marzo
La donna è mobile (info file)
1895 (Primo interprete)
0:00 MENU
■ Faust – Caserta, 28 marzo 1895
■ Cavalleria Rusticana – Caserta, aprile 1895;
■ Camoens (Musoni) - Caserta, maggio 1895 Ave Maria (info file)
■ Rigoletto – Napoli, 21 luglio 1895 0:00 MENU
■ La traviata – Napoli, 25 agosto 1895
■ Lucia di Lammermoor – Il Cairo, 30 ottobre 1895 Vesti la giubba (info file)
■ La Gioconda – Il Cairo, 9 novembre 1895 0:00 MENU
■ Manon Lescaut – Il Cairo, 15 novembre 1895
■ I Capuleti e i Montecchi – Napoli, 7 dicembre 1895 La partida (info file)
■ Malia – Trapani, 21 marzo 1896 0:00 MENU
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Al momento della morte il tenore stava preparando il ruolo di Otello, dall'omonima opera di
Giuseppe Verdi. Sebbene non sia riuscito a portarlo in scena, registrò comunque due magnifiche
selezioni dell'opera: l'aria Ora e per sempre addio e il duetto con Iago, Sì, pel ciel marmoreo, giuro,
insieme al grande baritono Titta Ruffo.
Note
1. ^ Caruso e quei fischi al "San Carlo" mai ricevuti (http://www.napoli.com/viewarticolo.php?
articolo=38882) . napoli.com
2. ^ Enrico Caruso l'emigrante leggendario (http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-
ab7f87c5-7c93-4cfc-a45a-a852fdff7ae2.html?p=0)
3. ^ Chronomedia 1904 (http://www.terramedia.co.uk/Chronomedia/years/1904.htm) (html). URL consultato
in data 21-01-2012.
4. ^ Risiedette al Knickerbocker Hotel, ora un prestigioso palazzo con uffici societari chiamato Six Times
Square.
5. ^ L'impressione in tutto il mondo per la morte di Caruso, La Stampa, 3 agosto 1921, p. 5.
6. ^ Gargano P., Una vita, una leggenda. Enrico Caruso: il più grande tenore di tutti i tempi, Mondadori,
1997.
7. ^ Enrico Caruso - home (http://www.museoenricocaruso.it/)
Bibliografia
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■ Eugenio Gara, Caruso. Storia di un emigrante, Milano, Rizzoli, 1947.
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■ Mouchon (Jean-Pierre)- "Enrico Caruso. L'homme et l'artiste". Thèse pour le doctorat ès
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1285 pp.,+pagine in bis, ter, quater, ecc. ill. Tutor: Prof. Jacques Chailley. Poi pubblicata in tre
volumi dall'Atelier national de reproduction des thèses, Université de Lille III, 9, rue A.
Angellier 59046 Lille, Francia.
■ Mouchon (Jean-Pierre)-"Chronologie de la carrière artistique du ténor Enrico
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■ Mouchon (Jean-Pierre)-"Caruso in Concert" (in "Étude" n°46, gennaio-febbraio-marzo-aprile
2010, Omaggio a Marguerite Marie-Dubois, Associazione internazionale di canto lirico Titta
Ruffo, 12-45. Sito: titta-ruffo-international.jimdo.com).
■ Mouchon (a cura del Prof.Dr. Jean-Pierre)-"Cinquantenaire de la disparition du ténor Enrico
Caruso (1921-2011)" ( "Étude" n°50, maggio-giugno-luglio-agosto 2011 50 pp., ill., con
articoli di Andrea Lanzola, Dr. Christopher Norton-Welsh, Prof. Riccardo Vaccaro: "Da
Napoli al mondo: gli esordi italiani di Enrico Caruso fino al boom fonografico", "Enrico
Caruso in Vienna", "Le caricature di Enrico Caruso").
■ Mouchon (Jean-Pierre)- "Enrico Caruso. L'homme et l'artiste", 2 volumi (Marsiglia, Terra
Beata, Société littéraire et historique, 2011, 1359 pp., ill.) Questo studio è una nuova edizione
della tesi del 1978 rielaborata, accresciuta, con resoconti completi, iconografia, indice dei
nomi, lettere di Caruso, ecc. È stata pubblicata in due volumi, su CDRom e si trova messa a
disposizione degli studiosi sul sito http://enrico-caruso.dyndns.org/
■ Mouchon (Jean-Pierre)-"Enrico Caruso. Deuxième partie. (La voix et l'art, les
enregistrements). Étude physique, phonétique, linguistique et esthétique". Volume III
(Association internationale de chant lyrique TITTA RUFFO, 2012, 433 pp., ill.).
■ Rivero (Pedro Eduardo)- "Caruso en la Argentina" (Buenos Aires Editorial Universitaria de
Estudios Avanzados, 1994, 345 pp., ill.)
■ Springer, Ch. - Enrico Caruso. Tenor der Moderne (Holzhausen, Vienna 2002). ISBN 3-
85493-063-1
http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Caruso 18/03/2013
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Voci correlate
■ Villa I Pini – residenza di Enrico Caruso a Firenze
■ Villa Caruso di Bellosguardo – residenza di Enrico Caruso a Lastra a Signa
■ Museo Enrico Caruso - presso la Villa Bellosguardo di Lastra a Signa
Altri progetti
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Collegamenti esterni
■ (IT) Museo Enrico Caruso (http://www.museoenricocaruso.it)
■ (EN) Enrico Caruso Museum of America (http://www.enricocarusomuseum.com)
■ (EN) Archivio incisioni di Enrico Caruso in MP3 (http://archive.org/search.php?
query=creator%3A%22Caruso%22%20AND%20mediatype%3Aaudio)
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