Dizionario Sintetico Di Patristica - César Vidal Manzanares
Dizionario Sintetico Di Patristica - César Vidal Manzanares
DIZIONARIOSINTETICO
DI PATRISTICA
CÉSAR VIDAL MANZANARES
S
Sabellio
Salonio di Ginevra
Salviano di Marsiglia
Serapione di Antiochia
Serapione di Thmuis
Severiano di Gabala
Severo di Minorca
Shenute di Atripe
Siagrio
Simeone il Messaliano
Simone Mago
Sinesio di Cirene
Siricio
Sisto III
Socrate di Costantinopoli
Sotero
Sozomeno
Spirituali
Stefano
Sulpicio Severo
T
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Taziano il Siro
Teodoreto di Ciro
Teodoro
Teodoro di Mopsuestia
Teofilo di Alessandria
Tertulliano
Ticonio
Tito di Bostra
Tolomeo
Turibio di Astorga
U
Ulfila
V
Valentino
Valeriano di Calahorra
Valeriano di Cimiez
Vangeli apocrifi
Vigilio
Vincenzo di Lérins
Vittore I
Vittorino di Petovio
Vittorio di Aquitania
Vittricio di Rouen
W
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Wulfila
Z
Zefirino
Zenone di Verona
Zosimo
_________________________________________________
S
Sabellio. (inizio)
Vita: Diede una sistemazione teologica al modalismo, che non distingueva nella divinità le
differenti persone considerandole come manifestazioni distinte di un'unica persona divina.
Giunto a Roma verso la fine del pontificato di Zefirino, ricevette forti attacchi da parte di
Ippolito. Infine, dopo un periodo di buone relazioni con il papa Callisto, venne da quest'ultimo
scomunicato.
Teologia: Sabellio concepiva la divinità come una monade che si esprimeva in tre operazioni.
Inoltre, utilizzava l'immagine della " proiezione " (il Padre si era proiettato come Figlio e
successivamente come Spirito Santo). J. N. D. Kelly ha espresso l'enorme difficoltà che implica il
tentativo di conoscere realmente la teologia di Sabellio, poiché l'informazione giunta fino a noi
procede da documenti posteriori di almeno un secolo a Sabellio e, nella maggior parte di casi,
sembra che si sia confusa la sua teologia con quella di Marcello di Ancira. Ciò nonostante,
sembra accertato che all'uso del termine " persone " riferito al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
venisse dato un contenuto sbagliato poiché indicava solo l'apparenza o l'aspetto di uno stesso
essere. Vedi Callisto; Ippolito; Zefirino.
Vita: Figlio di Eucherio di Lione, fu educato nel monastero di Lérins. Fu consacrato vescovo di
Ginevra verso il 439. Partecipò ai concili di Orange, Vaison e Arles rispettivamente del 441, del
442 e del 450. La sua scomparsa dovrebbe essere avvenuta poco dopo.
Opere: Gli è stata attribuita una Spiegazione mistica dei Vangeli di Marco e Giovanni (C. Curti e
S. A. Endress), ma J. P. Weiss si è opposto a tale tesi, situando l'autore di questo scritto in
Germania durante i secoli IX e XI.
Vita: Nacque a Treviri o a Colonia verso il 400. Sposatosi con Palladia, insieme decisero, dopo
aver avuto una figlia di nome Auspiciola, di vivere in continenza e di distribuire i loro beni ai
poveri. Dopo sette anni, si ritirò a Lérins con Onorato. Qui passò poco tempo, recandosi
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successivamente a Marsiglia, dove entrò nel monastero di San Vittore. In questo monastero,
verso il 429, fu ordinato sacerdote, e visse almeno fino al 469 o al 470.
Opere: Delle sue opere, presumibilmente molto numerose, ci sono giunte soltanto Contro
l'avarizia e Alla chiesa, il trattato Sul divino governo del mondo e nove lettere. Vedi Onorato.
Vita: Ottavo vescovo di Antiochia. Il suo episcopato si colloca durante il regno di Settimio
Severo.
Opere: Eusebio ci ha conservato alcuni frammenti delle sue lettere riferite al problema
montanista e al docetismo del Vangelo di Pietro. Vedi Vangeli apocrifi.
Vita: Fu superiore di una colonia di monaci e, successivamente, vescovo di Thmuis nel basso
Egitto. Confidente di Antonio l'Eremita, mantenne anche relazioni amichevoli con Atanasio, il
quale, nel 356, lo inviò alla corte di Costanzo per controbattere la fazione ariana. Ciò nonostante,
proprio quest'imperatore lo allontanerà dalla sede. Morì dopo il 362.
Vita: Vescovo di Gabala, Siria, all'inizio fu amico di Giovanni Crisostomo, ma, in seguito, si
oppose a quest'ultimo nel sinodo della Quercia del 403 dove fu decretata la sua destituzione.
Palladio lo accusò di essere stato il responsabile del trasferimento del patriarca da Cucusio a
Pitio. Si spense dopo il 408.
Opere: È andato perduto il suo Commento alla lettera ai Galati ma si conservano una trentina di
omelie. Inoltre, attraverso le catene bibliche, ci sono giunti alcuni frammenti dei suoi commenti
alle lettere di Paolo. Vedi Giovanni Crisostomo.
Opere: Fu autore di un Conmonitorium nel quale, in occasione del ritrovamento delle reliquie di
Stefano e della sua venuta a Magona (Mahón), chiese agli Ebrei dell'isola di convertirsi al
cristianesimo forse durante un dibattito pubblico che ebbe con Teodoro, capo della comunità
ebraica. S. Vidal ha identificato il Conmonitorium con Sull'alterco fra la Chiesa e la sinagoga, che
si ritrova tra le opere di Agostino di Ippona. Gli si è anche attribuita una lettera a tutta la Chiesa,
nella quale si riporta un confronto conclusosi con la conversione di 540 Ebrei.
Vita: Abate (383-466) del monastero bianco di Atripe nella Tebaide, è, dopo Pacomio, il
rappresentante più importante del cenobitismo egiziano. Sembra che avesse un carattere
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irascibile, ma è innegabile la sua capacità organizzativa. Nel 431 prese parte al concilio di Efeso
accompagnando Cirillo di Alessandria. Morì a 118 anni.
Siagrio. (inizio)
Opere: Gennadio ricorda un trattato Sulla fede, Sette libri sulla fede e la Regola della fede. Nel
1893 G. Morin gli attribuì le Regole di definizione contro gli eretici.
Nato in Mesoptamia, fu uno dei cinque principali capi dei messaliani, citati da Teodoreto (HE,
IV, 10, 2). H. Dorries lo considera, con solidi argomenti, l'autore dell'Asceticón, opera
precedentemente attribuita a Macario l'egiziano. L'opera venne composta fra il 390 e il 431 ed è,
molto probabilmente, di origine messaliana. Nonostante ciò, W. Jaeger ha negato tale circostanza
e ha datato l'opera molto più tardi, ossia intorno al 534. Vedi Macario l'egiziano; Messaliani.
Vita: Nato in Samaria, costituisce il punto di raccordo fra lo gnosticismo giudeo pre-cristiano e lo
gnosticismo pseudo-cristiano. Gli Atti degli apostoli narrano nel capitolo VIII l'incontro fra
Simone, Pietro e Giovanni. Costoro dovettero influenzare la sua dottrina poiché, trasferitosi
successivamente a Roma durante il regno di Claudio, la sua teologia sembrò assumere una
connotazione apparentemente cristiana, benché egli interiormente fosse totalmente gnostico. È
possibile che le notizie trasmesse circa uno scontro nella capitale dell'impero con Pietro
contengano una base storica.
Opere: Gli si è attribuita la Grande rivelazione, della quale ci sono giunti soltanto frammenti, ma
non è certo che l'opera in questione sia realmente sua.
Vita: Nacque a Cirene fra il 370 e il 375 da genitori pagani. Frequentò gli studi superiori ad
Alessandria, dove Ipazia lo iniziò ai misteri del neoplatonismo. Nel 410 il clero e il popolo di
Tolemaide lo elessero metropolita di Pentapoli, benché sia discutibile se fosse battezzato in quel
periodo. Accettò l'incarico previa condizione che gli si permettesse di continuare a vivere con la
sua sposa e di non abbandonare le sue idee neoplatoniche riguardo la preesistenza dell'anima,
l'eternità della creazione e il concetto allegorico della risurrezione. Morì non molto dopo il 413.
Opere: In realtà Sinesio per tutta la sua vita fu più neoplatonico che cristiano e una buona prova
di ciò risiede nella sua produzione letteraria in cui risaltano il suo Discorso sulla regalità, l'Elogio
della calvizie, un trattato Sui sogni che inviò ad Ipazia chiedendole un'opinione e una serie
di lettere ed inni.
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Siricio. (inizio)
Vita: Papa (384-399). Non riuscì a far valere la sua autorità sopra le Chiese occidentali più
orientate, in quest'epoca, verso le direttive di Ambrogio di Milano. Malgrado ciò, le sue sette
lettere costituiscono la prova che i suoi sforzi di rafforzamento del papato non risultarono
infruttuosi.
Teologia: Benché, in conformità con la tradizione romana, abbia insistito sul primato della sua
diocesi sopra le altre Chiese, non riuscì ad imporre la sua autorità sulle stesse. Nonostante ciò,
situò le decisioni papali sul medesimo piano del diritto sinodale. Vedi Ambrogio di Milano.
Vita: Venne eletto papa nel 432 e riuscì a favorire la riconciliazione fra Giovanni di Antiochia e
Cirillo di Alessandria. Durante il suo episcopato andarono migliorandosi le relazioni con la sede
di Costantinopoli. Difese la sede di Tessalonica contro le pretese illiriche. In relazione al
pelagianesimo, si dichiarò fedele alla politica di Celestino. Vedi Celestino; Cirillo di Alessandria;
Pelagio; Zosimo.
Sotero. (inizio)
Vita: Papa (166-174). Eusebio ci ha conservato alcuni dati della lettera che Sotero inviò a Corinto
accompagnata da elemosine e nella quale presenta tale condotta come un paradigma di
comportamento fra le Chiese.
Opere: A parte la lettera già ricordata, che A. von Harnack molto discutibilmente identifica con la
seconda lettera di Clemente, sembra che Sotero abbia scritto una lettera contro i montanisti che
però non ci è giunta.
Sozomeno. (inizio)
Vita: Salaminio Ermia Sozomeno nacque a Betelia, vicino a Gaza, in Palestina. Dopo aver
viaggiato in Italia, si stabilì a Costantinopoli, dove esercitò l'avvocatura e dove scrisse, fra il 431
e il 450, una Storia ecclesiastica.
Opere: La sua Storia ecclesiastica, come quella del suo contemporaneo Socrate, è un tentativo di
proseguire l'opera di Eusebio. Nei suoi nove libri abbraccia un arco di tempo che va dal 324 al
425, ma, benché utilizzi materiale non sfruttato da Socrate, il livello storico è molto inferiore
poiché risulta carente di metodo critico nell'uso delle fonti e dà credito a numerose leggende di
discutibile valore storico.
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Spirituali. (inizio)
Stefano. (inizio)
Papa (254-257). Fu autore di due lettere sulla validità del battesimo amministrato dagli eretici.
Stefano era contrario ai vescovi che obbligavano a un nuovo battesimo coloro che già lo avevano
ricevuto in gruppi eretici (HE, VII, 5, 4; Cipriano, Epist. LXII, 25) e questo atteggiamento lo
portò a uno scontro con Cipriano il quale, in tale materia, stava operando contro la tradizione
della Chiesa e ostacolando il ritorno degli eretici alla comunione. Vedi Cipriano di Cartagine.
Vita: Nacque verso il 360 in seno ad una famiglia aristocratica di Aquitania. Dopo la prematura
morte della consorte, abbandonò l'avvocatura e si ritirò dalla vita pubblica, ricevendo il battesimo
verso il 389. Consigliato da Martino di Tours, riunì un gruppo di conoscenti con i quali condivise
la sua vita spirituale. Sembra che abbia appoggiato i priscillianisti e, proprio per questo, trascorse
i suoi ultimi giorni in assoluto silenzio per espiare tale mancanza, ma la notizia non è del tutto
sicura. Morì fra il 420 e il 425.
Opere: Ci sono giunti due libri di cronache (Chronicorum libri II), una Vita di san Martino, due
libri di Dialoghi, a completamento di quest'ultima, e due lettere.
T
Taziano il Siro. (inizio)
Vita: Nacque in Siria da una famiglia pagana e fu discepolo di Giustino. Deluso del paganesimo
la cui filosofia ripudiò totalmente , si convertì di fronte alla semplicità e autenticità del
messaggio cristiano. Verso il 172 fondò la setta degli encratiti o astinenti, di dottrina gnostica, i
quali erano vegetariani, consideravano il matrimonio un adulterio e sostituivano il vino
dell'Eucaristia con l'acqua. Non conosciamo gli avvenimenti posteriori della vita di Taziano.
Opere: Ci è giunto solo il Diatessaron e il Discorso ai greci. Il primo è una concordanza dei
quattro Vangeli che la Chiesa siriaca utilizzò nella liturgia fino al V secolo. La scoperta di un
frammento di quest'opera nel 1934 a Dura Europos, Siria, realizzata da una spedizione
archeologica della John Hopkins University, ha fatto supporre che il testo abbia avuto origini
greche. Il Discorso costituisce una feroce diatriba contro la cultura ellenista. Sebbene alcuni degli
attacchi sembrino giustificati (la condanna dell'astrologia, della magia, ecc.), altri sono discutibili
(l'attacco contro le arti).
Vita: Nacque ad Antiochia verso il 393 e fu educato nei monasteri di quella città. Nel 433 fu
eletto vescovo di Ciro. Nella controversia fra Cirillo di Alessandria e Nestorio diede il suo
appoggio a quest'ultimo anche dopo la condanna. Di fatto, firmò solo il simbolo dell'unione fra
Cirillo e le Chiese orientali, dopo essersi assicurato di non venire costretto a condannare
Nestorio. Nel " latrocinio " di Efeso (449) venne deposto da Dioscoro ed esiliato. Dopo essersi
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appellato a Leone I, ottenne da questi la dichiarazione di nullità della decisione del latrocinio e,
grazie al nuovo imperatore Marciano, poté ritornare a Ciro l'anno seguente. Presente a
Calcedonia (431), accettò di firmare infine la condanna di Nestorio, il che comportò la sua
riabilitazione come vescovo. Il concilio di Costantinopoli del 533 condannò i suoi scritti contro
Cirillo.
Opere: Fu autore di varie opere esegetiche (Commenti ai salmi, Commento a Daniele, Commento
a Isaia, ecc.), polemiche (Ripresentazione dei dodici anatematismi di Cirillo di Alessandria,
Esposizione della vera fede, ecc.) storiche (Storia religiosa, Storia ecclesiastica, Sul concilio di
Calcedonia), e apologetiche (Contro i Giudei, ecc.), così come di diversi sermoni e lettere. Vedi
Cirillo di Alessandria; Leone Magno; Nestorio.
Teodoro. (inizio)
Vita: Fu coadiutore ed assistente di Orsiesio. Soffocò la rivolta che minacciò di rovinare l'opera
di Pacomio; fu inoltre fondatore di vari nuovi monasteri. Morì nel 368.
Opere: Ci è giunta una lettera tradotta da Girolamo relativa alla celebrazione della Pasqua
nei monasteri e una nota ai monaci di Nitria che li mette in guardia contro gli ariani. Vedi
Orsiesio; Pacomio.
Vita: Nacque ad Antiochia. Studiò retorica e letteratura con Libanio e in questo ambiente
conobbe Giovanni Crisostomo. Prima dei vent'anni entrò in un monastero, che abbandonò
successivamente per sposarsi e divenire avvocato. L'influenza di Giovanni Crisostomo lo
convinse a tornare alla vita monastica e nel 383 fu ordinato sacerdote. Nel 392 fu consacrato
vescovo di Mopsuestia, in Cilicia. Molto stimato e ammirato dai suoi contemporanei, morì nel
428. Centoventicinque anni dopo fu condannato come eretico.
Opere: Senza dubbio, Teodoro è il rappresentante più importante della scuola esegetica di
Antiochia. Compose commenti a quasi tutti i libri della Bibbia (Genesi, Salmi, Dodici Profeti
Minori, Dieci lettere minori di Paolo, ecc.) e redasse opere di liturgia, disciplina e teologia.
Teologia: L'ortodossia di Teodosio non fu mai messa in dubbio durante la sua vita. Ma, poco
dopo il concilio di Efeso del 431, Rabula di Edessa diede inizio alla critica delle sue opere. In
seguito, Cirillo di Alessandria lo tacciò di nestorianesimo. Di fatto, Bardenhewer recentemente,
partendo dai frammenti del trattato sull'incarnazione, riuniti da Leonzio di Bisanzio, ha condiviso
la tesi per la quale Teodoro fu un nestoriano " ante litteram ". Probabilmente insegnò che in
Cristo vi erano due persone. Malgrado ciò, alcune omelie di Teodoro, scoperte successivamente,
fanno pensare che probabilmente il suo atteggiamento non solo non fu eterodosso, ma che per
giunta avesse anticipato le definizioni del concilio di Efeso. In relazione al peccato originale,
Mario Mercatore lo accusò di essere il padre del pelagianesimo e studiosi moderni come Gross
hanno insistito nel ritenere che Teodoro fosse contrario alla dottrina del peccato originale. Senza
dubbio, Amann e Devreesse, hanno giudicato tale interpretazione erronea poiché si basa su fonti
manipolate alle quali si oppone il contenuto ortodosso degli scritti di Teodoro. In riferimento
all'Eucaristia, Teodoro rifiutò un'interpretazione puramente simbolica del sacramento, indicando
che il pane e il vino si convertivano in Corpo e Sangue in virtù dell'azione di grazie pronunciata
sopra di essi. In quanto alla penitenza, insiste sulla necessità che i peccati gravi siano confessati
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in privato ad un sacerdote, come condizione previa per ricevere l'Eucaristia. La finalità di questa
confessione non è soltanto l'applicazione di una disciplina ecclesiastica, ma è anche un consiglio
pastorale offerto affinché il peccatore possa correggere il suo cammino.
Vita: Patriarca di Alessandria (385-412). La sua vita venne segnata dalla controversia e da un
insieme di azioni di dubbia moralità. Formalmente cancellò le tracce del paganesimo in Egitto,
avvalendosi dell'appoggio di Teodosio e approfittando di ciò per distruggere e saccheggiare
antichi templi come il Serapeo, il Mithraeum e il Tempio di Dioniso. Condannò l'origenismo in
un sinodo di Alessandria del 401, sebbene sembri che nelle sue decisioni avesse pesato più la
convenienza tattica che la preoccupazione teologica o pastorale, poiché approfittò di questo per
scatenare una persecuzione contro i monaci o " rilassati fratelli " di Nitria (Dioscoro, Ammon,
Eusebio ed Eutimio). Inoltre fu l'anima del triste sinodo dell'Quercia del 403 nel quale venne
deposto Giovanni Crisostomo. Malgrado ciò, sembra che godette di una certa fama in alcuni
ambiti monastici e viene ancor oggi festeggiato nella Chiesa copta e in quella siriaca.
Opere: Poco si è salvato delle sue composizioni letterarie. Fra le sue opere risaltano un Canone
pasquale, le sue lettere (pasquali e non), il trattato Contro Origene e le sue omelie. Vedi Giovanni
Crisostomo; Origene.
Tertulliano. (inizio)
Vita: Quinto Settimio Florenzio Tertulliano nacque a Cartagine verso il 155. Suo padre era un
centurione. Divenuto avvocato a Roma, si convertì al cristianesimo verso il 193, stabilendosi a
Cartagine. Girolamo afferma che venne ordinato sacerdote, ma questo dato non risulta
convalidato dalle sue opere. Intorno al 207 adottò una posizione favorevole al montanismo,
giungendo ad essere capo di un gruppo estremista all'interno di questo movimento che fu
denominato dei tertullianisti e che sopravvisse fino all'epoca di Agostino di Ippona. Morì dopo il
220.
Opere: Buona parte della formazione forense di Tertulliano viene evidenziata dalla sua opera
letteraria per la costante utilizzazione di un tono polemico e apologetico. Fra le sue opere
apologetiche e polemiche si distinguono i due libri Ai pagani, l'Apologeticum forse la sua
opera più importante, nella quale, rivolgendosi ai governatori delle province, invoca la libertà
religiosa per i cristiani , Sulla testimonianza dell'anima, il trattato Contro i giudei, il trattato
Sulla prescrizione degli eretici, Contro Marcione, Contro Ermogene, Contro i valentiniani, Sul
battesimo, Contro Prassea, ecc. Tertulliano investigò anche nel campo della morale e dell'ascesi:
Ai martiri, il trattato Sugli spettacoli, Sulla preghiera, Sulla penitenza, Sul velo delle vergini,
Sulla corona opera nella quale vengono descritti la guerra e il servizio militare come
assolutamente incompatibili con la fede cristiana , Sulla fuga dalla persecuzione, Sull'idolatria
opera nella quale Tertulliano ribadisce che il cristiano non deve prestare servizio militare ,
ecc.
mariologico, Tertulliano negò la verginità di Maria durante e dopo il parto, sottolineando che, "
benché fosse vergine quando concepì, divenne donna quando diede alla luce " (De Carne Christi,
XXIII). Per " fratelli di Gesù " intende i figli di Maria secondo la carne (De Carne Christi, VII;
Adv. Marc., IV, 19; De monog., VIII; De virg. vel., VI). Per Tertulliano, inoltre, Maria è la
seconda Eva. In campo ecclesiologico, Tertulliano fu il primo ad applicare il titolo di Madre alla
Chiesa: " Signora madre chiesa " (Ad mart., I). Questa Chiesa è la depositaria della fede e la
custode della rivelazione poiché soltanto essa possiede le Scritture che gli eretici non hanno il
diritto di utilizzare. Durante il suo periodo montanista, tale visione della Chiesa istituzione
cedeva logicamente il passo ad una visione della Chiesa spirituale composta di uomini spirituali.
Le due le visioni sono opposte e contrapposte. In campo sacramentale, il contributo di Tertulliano
al latino cristiano è realmente notevole benché non si possa limitare soltanto al campo della
teologia . Tertulliano non fu, come ha dimostrato A. Kolping, il primo ad usare il termine "
sacramentum ". Tertulliano è, invece, il primo che ci ha lasciato una descrizione della pratica
penitenziale della Chiesa primitiva. Sappiamo, infatti, da lui che esisteva un secondo perdono
dopo il battesimo consistente in una compunzione ed in una soddisfazione mediante il quale
il peccatore poteva tornare allo stato di grazia. Questo perdono richiedeva una pubblica
confessione del peccato e si concludeva con l'assoluzione impartita dal vescovo. Salva l'epoca
montanista in cui limitò il perdono ai " peccati più lievi ", riteneva che il perdono poteva essere
applicato a tutti i tipi di peccato. Tertulliano non trattò frequentemente il tema dell'Eucaristia, ma
sembra chiaro che la considerava un sacrificio (De orat., XIX) e, d'altra parte, affermò la
presenza reale (De pud., IX, De idol., VII). Come afferma egli stesso, " il pane che Cristo mangiò
e diede ai suoi discepoli, lo convertì nel suo corpo dicendo: Questo è il mio corpo " (Adv. Marc.,
IV, 40). Si è discusso se l'espressione " repraesentare ", in relazione al ruolo che il pane svolge
rispetto al corpo di Cristo nell'Eucaristia, non sia in contraddizione con quanto precedentemente
esposto. In realtà non lo crediamo, poiché in questo passo " repraesentare " ha l'accezione di "
fare presente "; il pane, cioè, è il mezzo che si utilizza per rendere presente il corpo di Cristo
non soltanto per simbolizzarlo nell'Eucaristia. In campo escatologico, Tertulliano credeva
nell'esistenza dell'inferno eterno per i condannati (Apol., XLVIII) e si basò sul passo di Mt 5,25
per difendere l'idea di purgatorio o purificazione dell'anima " post mortem ", che, ciò nonostante,
situa nell'inferno e durante il periodo che va dalla morte alla risurrezione (De an., LVIII). Inoltre,
Tertulliano sosteneva che da questo purgatorio " ante litteram " erano esclusi soltanto i martiri
(De resurr. carnis, XLIII). La situazione delle anime che si trovavano in questo stato poteva
venire alleviata mediante il suffragio dei vivi, come fanno le vedove che pregano per i loro mariti
defunti (De monog., X). Infine, possiamo affermare che Tertulliano credeva nel millenarismo e
sosteneva che alla fine del mondo i giusti sarebbero risorti per regnare con Cristo a Gerusalemme
per un periodo di mille anni (Adv. Marc., III, 24).
Ticonio. (inizio)
Vita: Autore donatista la cui attività va situata fra il 370 e il 390. Verso il 380 fu condannato da
un concilio donatista giacché aveva esposto gli aspetti deboli della loro dottrina sull'ecclesiologia
e sul battesimo. Inoltre, Ticonio rifiutò di tornare in seno alla Chiesa cattolica che, secondo lui,
era soltanto un insieme di " traditores ". Agostino di Ippona manifestò per Ticonio una notevole
stima.
Opere: Fu autore di un trattato sulla guerra interna e di spiegazioni delle diverse cause (De bello
intestino libris tres ed Expositiones diversarum causarum). Si conserva integralmente il Libro
delle regole.
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Vita: Vescovo di Bostra, morto probabilmente durante il regno di Valente (363-378). Fu denigrato
dall'imperatore Giuliano di fronte agli abitanti della sua città probabilmente con l'intento di
dividere i cristiani.
Tolomeo. (inizio)
Probabilmente il membro più famoso della scuola gnostica italiana di Valentino. Fino alla
scoperta della biblioteca gnostica di Nag Hammadi, la sua Lettera a Flora costituiva il documento
gnostico di maggiore importanza in nostro possesso. In quest'opera Tolomeo scatena una
virulenta disputa contro la Legge di Mosè dichiarandola divina soltanto relativamente ai dieci
comandamenti. Infatti, per Tolomeo ciò che riguardava il resto dell'origine della legge mosaica
proveniva esclusivamente dallo stesso Mosè e dagli anziani del popolo giudaico. Vedi
Gnosticismo; Valentino.
Vita: Nato in Gallia, fu consacrato vescovo di Astorga verso la metà del V secolo. Nemico
giurato del priscillianesimo, sollecitò l'aiuto del papa Leone I nella lotta contro costoro.
U
Ulfila. (inizio)
Vita: Nacque in una famiglia della Cappadocia catturata durante una scorribanda di Goti. Fu
consacrato vescovo nel 341 da Eusebio di Nicomedia. Proprio in quest'epoca, nella quale
l'arianesimo aveva scarsi appoggi in Occidente, Ulfila cominciò a predicarlo fra i contingenti di
soldati barbari con un esito straordinario. Tale circostanza permise agli ariani occidentali di
opporsi alle misure di Teodosio e di altri imperatori.
Opere: Ci è giunta soltanto una professione di fede in latino (Dissertatio contra Ambrosium), ma
fu di enorme importanza la traduzione gotica che Ulfila fece delle Scritture.
Teologia: Benché sappiamo che Ulfila era un ariano, non ci è chiara la sua esatta posizione
all'interno dell'arianesimo. Il fatto che egli abbia firmato, nel 360 a Costantinopoli, una formula
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simile a quella di Rimini è stato sufficiente perché alcuni studiosi lo considerano un moderato.
Altri invece lo collocano nella fazione radicale a motivo del rinvenimento di alcuni frammenti
della sua opera scritta. Non mancano, inoltre, coloro che gli attribuiscono addirittura un
arianesimo specifico. Vedi Ario.
V
Valentino. (inizio)
Vescovo di Calahorra che è stato identificato con l'autore della Formula di fede pubblicata nel
1898 da G. Morin. Ci mancano però ulteriori dati a suo riguardo.
Vita: Vescovo di Cenemelum, Cimiez, prima del 439. Partecipò ai concili di Riez (439) e di Vaiso
(442). Appoggiò Ilario di Arles nello scontro con Leone Magno. Sottoscrisse il Tomo a Flaviano
e intervenne nel concilio di Arles del 455. Morì sicuramente poco dopo.
Opere: Fu autore di una lettera ai monaci Sulla virtù e l'ordine della dottrina apostolica. A. M.
Riberi gli ha attribuito un'omelia Sulla dedicazione della Chiesa, tesi criticata da B. Fischer. Vedi
Ilario; Leone Magno.
L'esistenza di periodi della vita di Gesù dei quali i Vangeli canonici non si occupano se non
brevemente, come per esempio i quaranta giorni successivi alla risurrezione o il tempo trascorso
da Gesù solo con i suoi discepoli, motivò una curiosità popolare che avrebbe voluto saperne di
più. Tali lacune furono quindi un fertile terreno per inserire nel mondo cristiano elementi eretici
che in questo modo potevano darsi una parvenza di autenticità della quale erano sprovvisti.
Frutto dell'interesse popolare da un lato e dell'astuzia degli eretici dall'altro sono i Vangeli
apocrifi. Fra questi si possono ricordare: il Vangelo degli Ebrei (che non è giunto fino a noi
sebbene sappiamo che vi erano alcuni riferimenti a Matteo e che veniva utilizzato dagli ebioniti,
la cui redazione è datata sul finire del I secolo e inizi del II), il Vangelo degli Egizi (di contenuto
gnostico della fine del II secolo secondo C. Vidal Manzanares), il Vangelo ebionita (identificato
da Quasten con quello dei dodici apostoli, degli inizi del III secolo, il cui contenuto si presenta
contrario ai sacrifici levitici), il Vangelo di Pietro (del II secolo, di chiara influenza docetista.
Sembrerebbe che in esso i fratelli di Gesù siano ritenuti figli di Giuseppe avuti da quest'ultimo
con una sposa precedente a Maria), il Vangelo di Nicodemo (scritto intorno al V secolo, sembra
essere una risposta cristiana ad un libello anticristiano pubblicato durante la persecuzione di
Massimino Daia nel 311 o 312), il Protoevangelo di Giacomo (di enorme influenza successiva
poiché, come ha segnalato C. Vidal Manzanares, costituisce il principale apporto scritto del
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Vigilio. (inizio)
Vita: Papa (537-555). Nacque in una famiglia nobile. Fu diacono sotto il pontificato di Bonifacio
II, che lo designò come suo successore nel 531, benché successivamente abbia revocato tale
proposta di fronte alle proteste che ne derivarono. Nunzio pontificio a Costantinopoli, Vigilio
fece un patto con l'imperatrice Teodora la quale era di fede monofisita che, in cambio
dell'appoggio per l'elezione papale, avrebbe concesso l'invalidazione del concilio di Calcedonia
del 451 e la riammissione del patriarca Antimo precedentemente destituito da Agapito I.
L'elezione papale di Silverio però impedì a Vigilio l'attuazione dei suoi progetti e lo costrinse ad
aspettare che il generale bizantino Belisario destituisse Silverio per accedere alla sede romana.
Fatalmente vincolato ai capricci di Giustiniano, Vigilio, quando questi condannò i Tre Capitoli,
cioè i difensori della cristologia delle due nature, con lo scopo di soddisfare le aspettative dei
monofisiti della regione, cedette alla volontà imperiale, ma soltanto dopo aver subito l'arresto e la
detenzione per mano dell'esercito imperiale. La reazione prodotta in Occidente dalla debolezza
papale fu violenta. Un sinodo africano (550) lo scomunicò. Vigilio tentò allora di resistere alle
pressioni imperiali e nel 551 fuggì attraverso il Bosforo riparando a Calcedonia. Un concilio
convocato a Costantinopoli nel 553, pilotato dall'imperatore, non contribuì certo a risolvere la
situazione. Di fatto, Giustiniano rese nota la segreta corrispondenza fra lui e il papa Vigilio,
sottomettendo quest'ultimo agli arresti domiciliari. Alcuni mesi dopo, malato e depresso, il papa
accettò di condannare i Tre Capitoli guadagnandosi la libertà e il ritorno a Roma. Malgrado ciò,
Vigilio rimase ancora un anno a Costantinopoli ottenendo da Giustiniano la Pragmatica sanzione
(554) con la quale venivano concessi privilegi alla Chiesa assicurando però il dominio imperiale
in Italia. Vigilio morì a Siracusa durante il viaggio di ritorno. I suoi resti, portati a Roma, vennero
seppelliti a San Marcello invece che a San Pietro a causa della sua impopolarità.
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Sacerdote del V secolo. Fu autore di un Commento ai salmi di Davide, che non è giunto fino a
noi.
Vita: È il monaco scrittore più famoso di Lérins. Tuttavia, poco conosciamo della sua vita. Fu
sacerdote annesso al monastero ed è probabile che si prendesse cura dei figli di Eucherio, Salonio
e Verano. Morì prima del 450 e, secondo alcuni studiosi, prima ancora del 435.
Opere: Scrisse un Commonitorium contro gli eretici, le Obiezioni vincenziane che sono andate
perdute e un'altra opera in relazione con il trattato di Agostino, Contro Nestorio.
Vittore I. (inizio)
Vita: Papa (189-198). Nato in Africa, fu il primo papa latino e, indiscutibilmente, contribuì
efficacemente alla romanizzazione della Chiesa. Indusse altre Chiese a seguire la celebrazione
domenicale della Pasqua in opposizione a Blasto. Di fronte all'opposizione delle Chiese dell'Asia
Minore, le quali non desideravano abbandonare la consuetudine storica di celebrare la Pasqua il
14 di Nisan, Vittore le scomunicò non soltanto dalla comunione romana, ma anche da quella
universale. Tale posizione provocò una reazione avversa, nella quale risaltò la figura di Ireneo, il
quale gli ricordò il rispetto che, in relazione a questo problema, avevano avuto i papi precedenti.
Vittore decretò la scomunica anche di Teodoto di Bisanzio il quale affermava che Cristo era
divenuto Dio soltanto dopo la risurrezione e destituì lo gnostico Florino dagli uffici sacerdotali.
Fu il primo papa di cui siamo certi che ebbe relazioni con la famiglia imperiale. Non è certo,
come è stato affermato in alcune occasioni, che sia morto martire.
Vita: Vescovo di Petovio, l'odierna Ptuj. Morì martire intorno al 304 durante la persecuzione di
Diocleziano.
Opere: È considerato il primo esegeta in lingua latina. Ci sono giunti soltanto un commento
all'Apocalisse di Giovanni (Commentarii in Apocalypsim Ioannis) di carattere marcatamente
millenarista, un frammento del trattato Sulla creazione del mondo e un opuscolo Contro tutte le
eresie.
Opere: Compose un ciclo pasquale che venne accettato ufficialmente dal sinodo di Orléans del
541, diffondendosi nelle Gallie fino all'VIII secolo. Inoltre, compose un Libro di calcolo. B.
Krusch gli attribuì un Prologo di Pasqua, ma questa tesi non è stata totalmente accolta.
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Vita: Nacque nel 340 ai confini dell'impero. Militare di professione, lasciò l'esercito dopo essersi
convertito uno dei molteplici esempi di obiezione di coscienza dei cristiani dei primi secoli
e, ordinato sacerdote, evangelizzò i Nervi e i Morini. Prese possesso della sede di Rouen intorno
al 385. Verso il 396 si recò in Inghilterra per allontanarne la minaccia ariana. Inoltre, sappiamo
che Vittricio nel 403 si trovava a Roma, ma non ne conosciamo il motivo. Morì intorno al 410.
Opere: Scrisse un discorso Intorno alle lodi dei santi (De laude sanctorum), pronunciato nel 396
in occasione del rinvenimento di diverse reliquie.
W
Wulfila. (inizio)
Vedi Ulfila.
Z
Zefirino. (inizio)
Papa (198-217) che, secondo la testimonianza di Ippolito di Roma, si schierò contro Sabellio.
Secondo Harnak, la dichiarazione di Zefirino, che asseriva: " Conosco solamente un Dio, Gesù
Cristo, e fuori di questi non v'è alcuno che potesse essere generato e potesse soffrire " è la "
definizione dogmatica più antica di un vescovo romano della quale conosciamo il testo ", sebbene
lo studioso tedesco abbia tacciato Zefirino di modalismo.
Vita: Fu l'ottavo vescovo che occupò la sede di Verona. Benché gli si sia attribuita un'origine
africana, a motivo delle influenze di Tertulliano e di Lattanzio che si notano nella sua produzione,
tale affermazione non possiede il benché minimo grado di certezza.
Zosimo. (inizio)
Vita: Papa (417-418). È stato criticato il suo ruolo nella controversia sorta fra le Chiese delle
Gallie che tentò di sedare concedendo alla sede di Arles un reale primato sopra le sette province
galle. Senza dubbio una tale politica non favorì il primato romano, però bisogna riconoscere che
evitò inutili tensioni con le Chiese della regione. Nel 417 reintegrò nella comunione ecclesiale
Celestio e Pelagio, comunicando tale decisione ai vescovi africani con due lettere. La violenta
reazione degli Africani lo costrinse a ritirare tale decisione, ma lasciò integro il principio formale
della irrevocabilità delle decisioni prese dalla sede romana. Il sinodo di Cartagine e
l'atteggiamento anti-pelagiano dell'imperatore lo indussero a rendere pubblica la lettera Tractoria,
nella quale venivano condannati Pelagio e Celestio, ma che causò divisioni nella Chiesa romana.
Contro la tradizione africana, accettò l'appello di Apiario di Sicca, mentre il primato africano si
limitava a dire che avrebbe studiato la causa in un altro sinodo. Vedi Celestio; Pelagio.
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CRONOLOGIA
c. 30 Morte di Gesù
c. 35 Martirio di Stefano
Conversione di Paolo
36 Deposizione di Pilato
37 Deposizione di Caifa
Nasce Giuseppe
41 Claudio, imperatore
c. 42 Martirio di Giacomo
Morte di Agrippa
50 Concilio di Gerusalemme
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c. 60 Menandro lo gnostico
Lettere cattoliche
Vangelo di Matteo
64 Incendio di Roma
Persecuzione di Nerone
c. 66 Apocalisse di Giovanni
c. 67 Vangelo di Giovanni
68 Suicidio di Nerone
Distruzione di Qumran
74 Presa di Masada
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Lettera di Barnaba
sinagoghe
c. 85 Il Pastore di Erma
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Basilide lo gnostico
I giudeo-cristiani perseguitati da Bar Koiba per non aver voluto armarsi Fondazione di Elia
Capitolina
c. 140-160 Valentino
144 Marcione, espulso dalla Chiesa romana, comincia a fare del proselitismo
c. 145 Aristide
Melitone di Sardi
Martirio di Giustino
c. 165 Tolomeo scrive l'opera gnostica " Lettere a Flora " nelle quali dà un'interpretazione
dell'Antico Testamento
Martirio di Policarpo
c. 175 Egesippo
175-180 Taziano
177-180 Atenagora
Progrom a Lione
Teofilo di Antiochia
Apologia di Tertulliano
200-220 Controversie
202-206 Persecuzione nel nord Africa, Roma, Alessandria, Antiochia e Corinto Clemente
abbandona Alessandria
218-222 Eliogabalo
Callisto a Roma
c. 220 Sabellio
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Concilio di Cartagine
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Epidemia di peste
Felice, papa
I palmireni esiliati
274 Aureliano costruisce nuove mura intorno a Roma e dedica un tempio al dio Sole
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2. Province decentralizzate
3. Ristrutturazione dell'esercito
4. Riforma monetaria
6. Riforma fiscale
Metodio di Olimpo
Alessandro di Licopoli
300-318 Lattanzio
303 Grande persecuzione: Primo editto: libri consegnati, edifici distrutti e discriminazione dei
cristiani; secondo editto: detenzioni per il clero; terzo editto: il clero è obbligato a sacrificare;
quarto editto: viene ordinato il sacrificio generale
Costantino, augusto
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Martirio di Panfilo
Muore Galerio
Editto di Milano
314 Concilio di Arles: si permette ai cristiani di servire nell'esercito purché in azioni meramente
difensive
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Concilio di Nicea
Atanasio esiliato
Morte di Costantino
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Morte di Eusebio
Morte di Pacomio
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Destituzione di Fotino
Esilio di Liberio
Concilio di Seleucia
Concilio di Rimini
Concilio di Costantinopoli
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Concilio di Alessandria
Morte di Giuliano
Gioviano, imperatore
Sinodo di Antiochia
Concilio di Lampsaco
366-367 Procopio
367 Graziano
370-390 Ausonio
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Morte di Atanasio
375-390 Simmaco
Diodoro di Tarso
380-385 Ticonio
Concilio di Aquileia
Morte di Graziano
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Si proibiscono i sacrifici
Concilio di Capua
395-408 Stilicone
395-400 Rufino
395-404 Claudiano
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399-407 Prudenzio
Assassinio di Stilicone
Sinodo di Seleucia-Ctesifonte
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Assassinio di Ipazia
Concilio di Telepte
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449 Il Tomo a Flaviano di Leone. Latrocinio di Efeso, dove Eutiche viene riabilitato
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c. 450 Zosimo
456-472 Ricimero
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507 Severo
510-520 Zaccaria
510-523 Boezio
La Gallia cattolica
Morte di Clodoveo
Concilio di Sidon
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514-84 Cassiodoro
Borgogna cattolica
518-520 Giovanni di Costantinopoli utilizza per la prima volta il titolo di " patriarca ecumenico "
Amalasunta, reggente
Concilio di Orange
Antemio di Tralle
530-560 Procopio
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540 Gilda
542-550 Totila
Vigilio a Costantinopoli
550-560 Agatia
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560-570 Corippo
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APPENDICE
Descritto nel capitolo 15 del libro degli Atti degli Apostoli, ebbe come finalità quella di sanare le
discussioni in merito ai gentili convertiti al cristianesimo. La lettera Lai Galati senza dubbio
scritta prima della celebrazione del concilio riferisce che già esisteva una certa
regolamentazione " de facto " della situazione, consistente nell'esimere i gentili dalla
circoncisione (Gal 2,3) e dall'osservanza della Legge mosaica, poiché si partiva dalla base che la
salvezza era ottenuta per grazia di Dio attraverso la fede in Cristo (Gal 2,15-21), senza le opere
della Legge. Il pericolo di un'antinomismo era scongiurato perché questa fede diventa operante
mediante l'amore (Gal 5,6).
Il concilio di Gerusalemme riveste un'enorme importanza non solo perché è stato il primo, ma
anche perché i Padri conciliari che vi parteciparono lo fecero con la convinzione di essere
assistiti dallo Spirito Santo nelle loro decisioni (At 15,28ss) e di godere di una autorità data loro
specificatamente da Cristo per stabilire norme che nel giudaismo potrebbero chiamarsi "
Gialachiche ", cioè, non solo interpretative della legge di Dio, ma anche vincolanti per tutti i
credenti. Ambedue i principi sembrano essere assunti nei concili ecumenici posteriori.
I. Nicea
Questo concilio fu convocato per dibattere sull'eresia predicata dal presbitero Ario. Questi
affermava che Cristo non era eterno ed era stato creato. In questo modo, Ario si faceva portavoce
delle tesi che difendevano l'esistenza di esseri intermedi tanto popolari nell'ellenismo. L'acredine
della controversia indusse Costantino preoccupato più delle ripercussioni politiche che
dell'aspetto spirituale a convocare un concilio che avrebbe dovuto decidere in modo definitivo
sulla questione.
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La formula del " homoùsios " (consostanziale), proposta da Osio, si impose nel concilio e sulla
base di tale formula fu redatto il credo o simbolo di Nicea, nel quale si dichiarava
dogmaticamente che il Figlio era stato generato e non creato, essendo consostanziale al Padre o
della sua stessa sostanza. La formula fu sottoscritta da tutti i presenti tranne che da Teona di
Marmarica e Secondo di Tolemaide. Costoro furono esiliati dall'imperatore come del resto Ario
ed Eusebio di Nicomedia, che ritratterà posteriormente la sua sottoscrizione. In questo concilio fu
condannato anche lo scisma di Melezio il quale usurpava la diocesi di Alessandria , si risolse
la questione della Pasqua, si dettarono una ventina di canoni disciplinari riguardo al battesimo
degli eretici e ai lapsi o apostati e si parlò della preminenza delle sedi patriarcali.
Il concilio si chiuse il 19 giugno del 325, data che coincideva con il ventesimo anniversario
dell'impero di Costantino.
II. Costantinopoli
Dopo le prime sessioni, i macedoniani si ritirarono, ma ciò non interruppe la celebrazione del
concilio. Questo confermò il simbolo di Nicea e condannò gli ariani, i sabelliani, i macedoniani e
gli apollinaristi. Risultato del concilio fu il credo niceno-costantinopolitano fatta eccezione del
" filioque " nel quale si affermava che lo Spirito Santo, Signore e datore di vita, è adorato e
glorificato con il Padre e il Figlio.
Il concilio fu accettato con una relativa facilità in Occidente, fatto salvo il suo terzo canone nel
quale si affermava che il vescovo di Costantinopoli aveva la preminenza di onore dopo quello di
Roma. Tale canone andava a ledere la tradizione delle sedi più antiche, come, quella di
Alessandria e di Antiochia.
L'imperatore Teodosio, con il decreto del 30 luglio del 381, impose in tutto l'impero le decisioni
del concilio.
III. Efeso
Nestorio, discepolo di Teodoro e Diodoro, monaco antiocheno che si era scontrato con gli ariani,
nel 428 fu eletto patriarca di Costantinopoli. Gli insegnamenti di Nestorio, secondo il quale il
Verbo non si era fatto realmente carne ma aveva dimorato nella carne e Maria non era la madre di
Dio, ma aveva soltanto dato alla luce un uomo nel quale, dopo la sua nascita, abitò il Verbo,
originarono immediatamente un conflitto.
Il concilio fu convocato il 7 giugno del 431 ad Efeso. Vi presero parte, come legati del vescovo di
Roma, i vescovi Arcadio, Proietto e il presbitero Filippo. A Efeso giunsero Nestorio con sedici
vescovi e Cirillo con una cinquantina.
Riunitisi i circa centosessanta vescovi, non essendo ancora arrivati i legati del vescovo di Roma,
Cirillo rimandò l'apertura del concilio al 22 giugno del 431. Tale azione provocò la protesta di
sessantotto vescovi e del patriarca Giovanni di Antiochia, il quale era appena giunto con
quarantatré vescovi e che si rifiutò di entrare in città fino alla conveniente risoluzione del
problema.
Dopo la lettura della corrispondenza fra Cirillo e Nestorio, del sinodo romano del 430 e di una
selezione di testi patristici presumibilmente contrari a Nestorio, fu pronunciata la condanna di
quest'ultimo e se ne ordinò la destituzione.
Il 26 giugno entrò nella città il patriarca Giovanni con i suoi vescovi, dichiarando a sua volta
destituiti Cirillo e Memnone. Lo stesso imperatore si pronunciò contrario alla prima riunione
dichiarandola illegale. L'arrivo dei legati pontifici che avevano il compito di appoggiare Cirillo
salvò la situazione, poiché il concilio tornò a riunirsi e approvò tutte le decisioni raggiunte fino
ad allora. Giovanni di Antiochia scelse di non comparire alle sessioni successive. Il 7 luglio, alla
fine della settima sessione, il concilio si dichiarò sospeso, ma non chiuso.
In agosto un legato imperiale arrivò con l'ordine dell'imperatore di destituire Nestorio insieme a
Cirillo e a Memnone. Per eliminare la possibilità di proteste, Teodosio II dichiarò terminato il
concilio e sollecitò la nomina di un successore di Nestorio per la sede di Costantinopoli. Il 25
ottobre venne così consacrato Massimiano. Per ciò che riguardava la nomina dei successori di
Cirillo e Memnone non fece pressioni e, di fatto, sia Cirillo che Memnone tornarono alle loro
rispettive diocesi e continuarono a governarle.
Il concilio affermò che il Verbo era, fin dal primo momento del concepimento verginale, unito
alla natura umana nel seno di Maria e che per questo il nato da Maria era Dio e uomo allo stesso
tempo sin dal primo istante in cui venne alla luce. Per questo Maria poteva essere chiamata "
Theotokos " o Madre di Dio.
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Il concilio condannò anche il pelagiano Celestio, riconobbe il primato della sede di Roma e
riaffermò la formula di Nicea.
L'" Editto di unione " del 433, approvato da Sisto III, fu un autentico sigillo di questo concilio
nella misura in cui permise che Cirillo di Alessandria conciliasse la sue posizioni con quelle di
Giovanni di Antiochia e Teodoreto di Ciro.
IV. Calcedonia
Purtroppo, la questione monofisita non fu sanata in modo definitivo dal concilio di Efeso.
Dioscoro di Alessandria e l'archimandrita Eutiche sostenevano che, nell'unione del Verbo divino
con la natura umana, quest'ultima era stata assorbita da quella divina. Eutiche ebbe un notevole
ascendente sull'imperatore Teodosio II e l'imperatrice Eudossia.
Il 28 luglio del 450 Teodosio II morì e ascese al trono sua sorella Pulcheria, che associò il suo
sposo Marciano al governo dell'impero e convocò, vedendone la convenienza, un concilio
ecumenico. Tale concilio doveva tenersi a Nicea, ma, di fronte all'impossibilità di Marciano di
trasferirsi in tale luogo, il concilio fu celebrato a Calcedonia.
L'8 ottobre del 451 si riunirono circa seicento vescovi dei quali soltanto i due legati romani erano
occidentali.
Dioscoro sollecitò la condanna di Leone I, ma, non venendo soddisfatta la sua richiesta,
abbandonò la seconda sessione conciliare. Tanto lui quanto Eutiche furono condannati e
destituiti.
Nella quindicesima e ultima sessione, furono approvati 28 canoni disciplinari, in assenza dei
legati romani allora già sulla via di ritorno, dei quali l'ultimo equiparava in giurisdizione le sedi
di Roma e Costantinopoli. Il vescovo di Roma confermò le decisioni conciliari eccezion fatta,
come era d'aspettarsi, per i canoni disciplinari.
Gli imperatori appoggiarono senza esitare le decisioni conciliari. Eutiche e Dioscoro furono
esiliati e furono promulgati degli editti imperiali contro i monofisiti. Ciò nonostante, si può
affermare che tali editti non ottennero la loro finalità e cioè quella di sradicare il monofisismo.
V. Costantinopoli (553)
gli antiocheni che, tuttavia, a Calcedonia avevano rinunciato al nestorianesimo adottando una
posizione ortodossa. Nei cosiddetti " Tre capitoli " venne pronunciata la condanna di Teodoro di
Mopsuestia, Teodoreto di Ciro e di Iba di Edessa, condanna che ebbe un potere vincolante
speciale mediante una disposizione legale di Giustiniano.
La posizione imperiale fu sottoscritta da quasi tutti i vescovi orientali incluso il patriarca Menna
di Costantinopoli che, proprio per questo, fu scomunicato da Stefano, legato pontificio alla corte
di Bisanzio.
L'imperatore, di fronte alla successiva condanna da parte del papa, che lo qualificò " Diocleziano
", optò per la convocazione di un concilio ecumenico a Costantinopoli per il maggio del 553. Il
fatto che Giustiniano avesse convocato soltanto vescovi orientali indusse Vigilio a ritardare il suo
ritorno rimanendo a Costantinopoli e rifiutando di assistervi e di mandare i suoi legati. Nel
concilio si riunirono centocinquantuno Padri, tutti orientali eccezion fatta di sei africani e otto
occidentali. Nel corso della settima sessione, l'imperatore dichiarò che il papa condivideva il suo
punto di vista sui " Tre Capitoli ". Con tale dichiarazione ottenne l'appoggio del concilio.
Nel 553 Vigilio riconobbe il concilio come ecumenico probabilmente per le pressioni
dell'imperatore fra le quali la minaccia di uno scisma potendo così fare ritorno in Italia nel 555,
ma la morte lo colse durante il viaggio. Il suo successore, Pelagio, cercò di far riconoscere in
Occidente come ecumenico il secondo concilio di Costantinopoli benché per ottenere ciò abbia
dovuto scomunicare alcuni vescovi contrari a tale posizione.
INDICE
Introduzione
Bibliografia elementare
Cronologia
Gerusalemme
Nicea
Costantinopoli
Efeso
Calcedonia
Costantinopoli
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ISBN 88-209-2132-4
Non si parlerà mai abbastanza della rilevanza che la patristica riveste per il fenomeno cristiano in
tutte le accezioni. L'evoluzione dogmatica, la configurazione delle diverse Chiese cristiane, lo
sviluppo teologico e la storia del cristianesimo sono solo alcuni degli aspetti da riferire
obbligatoriamente ad essa.
È stato il desiderio di poter avvicinare l'eredità dei Padri all'uomo comune a spingere l'Autore a
concepire il progetto di un'opera semplice, che servisse da manuale di consultazione rapida e che
potesse, con un minimo di profondità e chiarezza, mettere in contatto con gli uomini che
influenzarono il corso del cristianesimo nei primi secoli.
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