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Numerosi dati sono emersi da indagini vince transalpine e in merito alla presenza di
archeologiche a Brescia e nel territorio in meri- militari in Brescia2.
to ai rapporti intercorsi con le zone transalpine. Dalle iscrizioni attualmente note (34 totali,
La maggior parte di essi è edita e in questa sede relative al I e II secolo d. C.) si evince che oltre
se ne propone una presentazione sintetica che la metà dei Brixiani che hanno militato nelle
metta in evidenza questa loro prerogativa; ho legioni imperiali - circa il 54% -, hanno prestato
cercato quindi di organizzarli in modo organi- il loro servizio in legiones di stanza nelle pro-
co, concentrandomi sui reperti pertinenti vince germaniche.
all’età imperiale.
Già a partire dal I secolo d. C. la città aveva
assunto un importante ruolo strategico dal
punto di vista economico e commerciale, ma
soprattutto politico e militare; in particolare
dall’età flavia infatti venne interessata, come
anche il suo territorio, da vicende belliche
legate alla successione imperiale e dal III seco-
lo d. C. dalle incursioni di popoli barbari.
Per ricordare brevemente i principali eventi
di cui si ha notizia, gli Alamanni vennero fer-
mati nel 260 a Milano da Gallieno; Marco- Militari bresciani nelle legioni (I-II secolo d.C.)
manni, Svevi e Sarmati scesero dalla Valle
dell’Adige e vennero poi sconfitti lungo le spon-
de del lago di Garda nel 268; Alamanni,
Marcomanni e Iutungi sconfissero nel 270 pres-
so Piacenza Aureliano, che ebbe invece la
meglio sugli stessi l’anno successivo1.
Alcune iscrizioni attestano direttamente
quanto è noto dalle fonti. Il ricco patrimonio
epigrafico bresciano anche in questo caso forni-
sce infatti un aiuto consistente per presentare un
quadro generale in merito alla presenza di citta- Militari bresciani nelle legioni stanziate in Germania.
dini bresciani nelle legioni di stanza delle pro-
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F. MORANDINI, I rapporti tra Brixia e aree transalpine in età imperiale
In particolare i bresciani militarono in legioni La stele potrebbe quindi essere stata realiz-
di stanza nelle province dell’Europa centrale, im- zata in ambito centroitalico e messa in opera poi
pegnate soprattutto lungo il limes renano-danu- nell’area gardesana, proprio nel luogo di sepol-
biano, nella Germania inferior e nei centri di tura dell’eques, provandone quindi la presenza
Mainz (Mogontiacum), Colonia (Colonia Clau- in zona11.
dia Ara Agrippinensium) e Xanten (Castra Ve- Due soldati dall’onomastica germanica, inol-
tera)3. Gli arruolati provenivano prevalentemente tre, morirono a Brescia: Flavius Higgo12 e
dalla pianura a sud del centro urbano e dalle valli Marovehus13, entrambi parte di una delle scho-
alpine, se il luogo di rinvenimento delle epigrafi lae gentilium.
corrisponde a quello di origine dei militari4. Il primo in particolare, scutarius della tertia
La presenza invece di soldati stranieri nel schola nel V secolo d. C., aveva fatto parte della
territorio bresciano, seppure non numerosa, è guardia del corpo a cavallo dell’imperatore, isti-
tuttavia piuttosto interessante. È conservata tuita da Costantino e, sino alla seconda metà del
presso il “Civico Museo Archeologico” di Salò, V secolo, con l’esclusiva presenza di individui
sulla sponda occidentale del lago di Garda, una di origine barbarica14. Per l’iscrizione di
stele funeraria anepigrafe sulla quale è raffigu- Marovehus, anch’egli membro di una delle
rato a rilievo il defunto, anche in veste di eques scholae gentilium e dal nome di probabile origi-
singularis. L’assenza di dati in merito al rinve- ne germanica15, la datazione proposta oscilla tra
nimento e al presunto contesto di origine ha il IV-V secolo16 ed il VI17.
ingenerato intorno ad essa confusione, in parti- Il passaggio di questi due individui a Brescia
colare sul luogo di ritrovamento, collocato da va con grande probabilità messo in relazione,
alcuni presso Barbarano5 e da altri presso Roé come detto dal Gregori18, non tanto con eventi
Volciano6, paesi entrambi della sponda gardesa- bellici, assenti nel Bresciano in quegli anni, ma
na occidentale. piuttosto con i ripetuti soggiorni degli imperato-
L’immagine a rilievo del cavaliere, secon- ri nella nostra città, da dove furono emesse, tra
do l’iconografia degli equites singulares, ci la fine del IV e l’inizio del V secolo d. C., alme-
informa che il defunto doveva essere un mem- no cinque costituzioni. La presenza del reggi-
bro della guardia del corpo a cavallo dell’impe- mento della guardia imperiale in Italia setten-
ratore, reclutata nel III secolo d. C prevalente- trionale è menzionata nella Notitia Dignitatum e
mente in Pannonia, Dacia e Tracia, ma di stanza testimoniata da tre epigrafi rinvenute a Firenze,
a Roma. La stele tuttavia è una delle poche rin- da questa bresciana di Flavius Higgo e dalla
venute al di fuori di Roma e l’assenza di dati sul stele figurata di eques singularis. È segnalata
rinvenimento non eslcude che il pezzo possa inoltre a Milano da Ammiano Marcellino (per il
essere giunto dall’area laziale nel bresciano nel- periodo relativo a Costanzo II, 317-361 d. C.) e
l’ambito di collezionismo privato7. documentata anche sino a Teodosio (349-395
Se invece effettivamente il cavaliere delle d. C.)19.
stele, con ogni probabilità di origine non bre- Infine, un cippo funerario murato nella pare-
sciana, è deceduto in una località della sponda te meridionale della cella centrale del Capito-
bresciana del lago, l’occasione della presenza lium di Brescia e proveniente da Bedizzole,
del corpo a cavallo dell’imperatore può essere ricorda un pretoriano di origine pannonica,
ravvisata nel passaggio di Massenzio sul Iulius Festus, caduto in servizio in bello barba-
Garda8, oppure negli scontri avvenuti tra l’eser- rico; non è possibile individuare l’evento belli-
cito alla guida di Claudio il Gotico e gli co specifico, ma sicuramente il decesso di que-
Alamanni9, avvenuto nel 268 d. C. nella selva di sto militare va ricondotto agli scontri tra il 268 e
Lugana presso Sirmione10. il 270 d. C.20.
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Quaderni Friulani di Archeologia XVII/2007
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F. MORANDINI, I rapporti tra Brixia e aree transalpine in età imperiale
to dal IV secolo in poi, per fermare le vesti e per Il motivo delle palmette sembra derivato dal-
trattenere l’acconciatura29. l’area gallica o renana, adottato anche su fibbie
L’elemento più significativo di questa sepol- o elementi decorativi in argento decorati a niel-
tura sono indubbiamente le borchie in argento, lo anche in Germania e in Britannia34. Ricorre
rinvenute in corrispondenza dei piedi, e che anche sulle borchie di foderi di spada con deco-
quindi dovevano ornare con ogni probabilità le ro a niello scoperte ad Augst, Augsburg e a
calzature indossate dalla donna, forse in cuoio, Colonia, databili tra III e IV secolo d. C.35, e su
delle quali non è tuttavia rimasta traccia (fig. 2). guarnizioni di corregge in bronzo, argento e
niello, ritrovate ad Alesia, con decorazione a
palmette, in uso presso le truppe romane36. Sono
presenti anche tra i motivi decorativi degli
oggetti del Tesoro di Kaiseraugst; in particolare
sul piatto per i decennali di Costante, databile
con certezza fra il 342 e il 343 d. C., per il quale
vengono citate a confronto proprio le borchie
bresciane e ne viene accolta la cronologia all’ul-
timo terzo del III secolo d. C.37.
È plausibile quindi che la defunta fosse ori-
ginaria o della Gallia nord-orientale o delle
regioni renane, oppure si può pensare che fosse
moglie di un militare limitaneo che, attraverso
l’abbigliamento, avesse voluto attestare lo sta-
tus sociale della donna.
La cronologia proposta per gli ornamenti è la
seconda metà del III secolo d. C. sulla base dei
confronti con oggetti analoghi38, confermata
anche dall’affidabilità stratigrafica di un recente
rinvenimento di borchie molto simili a quelle
bresciane, all’interno di una sepoltura nella
Fig. 2. Borchia in argento da calzatura (da ROSSI 2000). necropoli scavata presso l’Università Cattolica
di Milano39.
Dall’esteso quartiere residenziale di età
romana, scavato tra il 1980 e il 1992 al di sotto
del monastero benedettino di Santa Giulia, fon-
Sono in argento, a forma di stella a dieci punte dato alla metà dell’VIII secolo d. C. da Desi-
con i lati leggermente inflessi (diametro 4,5); la derio, duca di Brescia e poi re dei Longobardi,
superficie è decorata a niello, con l’inserimento provengono reperti che potrebbero indiziare la
di applicazioni circolari in oro alternate a pal- presenza di militari in questo comparto della
mette chiuse. Quest’ultimo motivo è noto, decli- città in età tardoantica e altomedievale.
nato su oggetti di diversa tipologia, tra i quali si Due fibule in bronzo sono state rinvenute nel
ricordano brevemente alcuni oggetti del tesoro periodo IIIB, in giacitura secondaria, ovvero nei
di Boscoreale, con dettagli a niello30; diversi livelli di riempimento e regolarizzazione della
monili di età tardoimperiale (bracciali, pendenti zona di macerie del quartiere romano ad opera
a traforo)31; coppe d’argento del III secolo d. C. dei primi Longobardi, giunti in città nel 568 d.
da Vienna32 e alcuni piatti del tesoro di Rethel33. C. Una fibula (fig. 3; ST119779) è del tipo
152
Quaderni Friulani di Archeologia XVII/2007
Fig. 4. Fibula del tipo Keller 1A (da DE MARCHI 1999). Fig. 5. Fibula a terminazioni poliedriche e piede triangolare
(da DE MARCHI 1999).
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F. MORANDINI, I rapporti tra Brixia e aree transalpine in età imperiale
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Quaderni Friulani di Archeologia XVII/2007
Fig. 7. Frammento di coppa in vetro dal deposito a ovest del Capitolium (da ROFFIA 2002).
dalla scritta Be(r)gim[us], identificabile quindi presenza di queste maschere in ambito funerario
con questa divinità attestata epigraficamente in o cultuale; uso invece noto nelle regioni transal-
ambito bresciano. La coppa, per forma e tecnica pine lungo il limes, a Colonia ad esempio o a
di decorazione, sembra riportabile ad un centro Treviri57. In particolare, dallo studio delle
di produzione identificato ormai concordemente maschere fittili prodotte appunto a Colonia è
con Colonia52. Inoltre, l’accostamento della raf- emerso con evidenza il fatto che questi reperti si
figurazione della divinità al nome della stessa è trovano particolarmente attestati, oltre che in
frequente anche su ceramiche tipiche del III abitazioni private, in luoghi cultuali e in inse-
secolo d. C., ben note a Mainz e a Treviri53, a diamenti militari, distribuiti grazie all’importan-
ulteriore conferma della sua appartenenza a un te ruolo dell’asse fluviale renano58.
genere di ambito transalpino. Tuttavia, il sogget- Tra i materiali del deposito è stato rinvenuto
to di gusto strettamente locale (la divinità prero- anche un bronzetto votivo raffigurante il dio
mana Bergimus, altrimenti nota da tre iscrizioni
provenienti da Brescia e da una dall’alto Garda),
lascia aperta l’ipotesi che la coppa possa essere
stata prodotta dalle officine renane, ma su com-
missione di un bresciano oppure direttamente a
Brescia54; non è infatti da escludere la presenza
anche in Italia settentrionale di maestranze spe-
cializzate che si muovevano in funzione delle
richieste della committenza55.
Tra gli oggetti del deposito presso il Capito-
lium è stata rinvenuta anche una rara maschera
fittile di sembianze grottesche, maschili56 (fig.
8). La tipologia di queste maschere, ben attesta-
ta in ambito cultuale nel bacino del mediterra-
neo dall’età arcaica all’età ellenistica, è nota in
età romana nel territorio italico prevalentemente
in ambito residenziale, ad ornamento di architet-
ture domestiche quali, ad esempio, atria, virida- Fig. 8. Maschera fittile, da Brescia, deposito presso il
ria e peristilia. È praticamente sconosciuta la Capitolium (da ROSSI 2002).
155
F. MORANDINI, I rapporti tra Brixia e aree transalpine in età imperiale
Marte (fig. 9), con elmo, spada nel fodero nella Ancora dall’area transaplina può essere
mano destra e un panneggio ripiegato avvolto giunto un coltello con il manico ricavato in un
intorno al braccio sinistro; il bronzetto sembra palco di corno di capriolo maschio (fig. 10);
costituire un’armoniosa commistione di diverse l’impiego di corni di ungulati per la realizza-
tipologie, senza confronti nella produzione di zione di utensili è una prassi pressoché scono-
piccoli bronzi noti per l’Italia settentrionale. Il sciuta in Italia settentrionale, mentre godeva di
gesto composto e sereno della divinità, con discreta fortuna presso le regioni al di là delle
atteggiamento protettivo, rimanda piuttosto Alpi60.
all’iconografia di Marte, spesso in relazione con All’interno di questo deposito sono state
il culto delle acque, ben diffusa e amata in infine rinvenute 89 monete, che coprono un
ambiente gallico-renano, al quale anche questo arco di tempo esteso dall’85 al 335 d. C. Un
bronzetto può essere ascritto59. terzo di quelle leggibili è costituito da
Antoniniani; questa proporzione di presenze
conferma pienamente quanto era già noto in
merito a tutti i rinvenimenti urbani sino al
1997, quando il numero di queste monete cor-
rispondeva a un terzo del totale di quelle note,
con una concentrazione di esemplari soprattut-
to dal 253 al 294 d. C.61.
Come è noto, queste monete erano riservate
al soldo dei militari e non al funzionamento del-
l’economia di scambio “civile”. Il dato sembra
quindi confermare la presenza diretta di militari
a Brescia o, comunque, forti contatti con i mili-
tari della comunità alla quale appartenevano
coloro che smarrirono o donarono le monete rin-
venute presso il Capitolium.
156
Quaderni Friulani di Archeologia XVII/2007
A concluusione di questa rassegna di rinveni- bianco (SCARPELLINI 1987, pp. 33, 155-156, n. 37, figg.
menti bresciani, sembra possibile quindi distin- 89, 94).
8
SPEIDEL 1994, p. 366.
guere tre gruppi di materiali che, con diverso 9
GREGORI 1999, 187-188, che data la stele all’avanzato
significato, documentano i rapporti della città III secolo d. C. Essa è collocata da Franzoni tra l’ultimo
con le regioni transalpine: i reperti che costitui- quarto del III secolo d. C. - e gli inizi del IV (FRANZONI
scono un indizio generico di rapporti commer- 1987, pp. 73-74; 114-115).
ciali, quali ad esempio importazioni di prodotti
10
Epit. De Caes., 34, 1-2; si vedano a questo proposito
CAPOZZA 1987, p. 49 e BROGIOLO 2007. Prova della
transalpini (ceramiche, vetri incisi); i reperti che sconfitta inflitta da Claudio il Gotico agli Alamanni è la
indicano rapporti avvenuti presumibilmente tra- dedica dei Benancenses rinvenuta a Toscolano Maderno
mite militari, che hanno svolto quindi la funzio- (CIL, V, 4869 - InscrIt, X. V, 1031) (GREGORI 1999, p.
ne di vettori (maschera fittile, borchie delle cal- 184; MIGLIORATI 2007).
11
BOLLA 2002, p. 107.
zature della signora); ed infine i reperti che atte- 12
InscrIt, X. V, 158.
stano la presenza/stanziamento in Brescia di 13
GARZETTI, VALVO 1999, n. 9, pp. 45-47; SGARZI
militari (epigrafi, fibule, Antoniniani). 2005, pp. 30-31. L’iscrizione, rinvenuta nel 1918 presso la
Tutti gli oggetti sembrano convergere chiesa di Sant’Afra posta a copertura di una sepoltura a
comunque nell’indicare le aree di stanza dei inumazione, è esposta a Brescia, in Santa Giulia. Museo
della città, nella sezione L’età romana. La città. Il culto
militari bresciani prevalentemente nelle regioni cristiano (ST17766).
germaniche, come si evince dalle epigrafi, indi- 14
GREGORI 1999, p. 189.
cando un contatto privilegiato con l’ambito 15
MAZZOLENI 1976, p. 166.
renano.
16
GARZETTI, VALVO 1999, p. 45.
17
MAZZOLENI 1976, p. 166; GREGORI 1999, p. 95.
18
GREGORI 1999, p. 189.
Nella redazione di questo contributo sono stata facilitata 19
SANNAZARO 2002, p. 68.
dalla disponibilità e dalla competenza di Margherita 20
InscrIt 822; GREGORI 2002, p. 515.
Bolla, Maurizio Buora, Christof Flügel e Gianluca 21
SOUTHERN, RAMSEY DIXON 1996, p. 125.
Gregori, che ringrazio. 22
GRECO 1991.
23
BUORA 2002, pp. 213-214, 220; PRÖTTEL 1988.
24
L’esemplare MR2137-ST20315, in bronzo dorato, è
stato rinvenuto in una tomba in località Bornata, a est della
città (esposta in Santa Giulia. Museo della città); MR1897,
NOTE MR1909, MR1911, in bronzo, sono entrate in museo prive
dell’indicazione della località.
1
Si veda da ultimo GREGORI 1990, pp. 15-16 e GRE- 25
Per la descrizione del rinvenimento si vedano ROSSI
GORI 2002, p. 514. 2000 e DE MARCHI 2007.
2
Il materiale, già affrontato da Forni nel 1975 (FORNI 26
DE MARCHI 2007, 218.
1975), è stato ripreso e integrato con le nuove scoperte da 27
Per la vicina Verona si veda BOLLA 2005, c. 241;
Gian Luca Gregori, che ne fornisce un’accurata sintesi e per l’Italia settentrionale in genere GASTALDO 1998, p.
rielaborazione (GREGORI 1999, pp. 171-182); sulla base 19.
dei dati presi in considerazione dal Gregori sono elaborati 28
RIHA 1986, p. 12 (“Scheibenspiegel mit rückwärtigem
i grafici del testo. Griffhenkel”); LLOYD-MORGAN 1981, p. 90, tipo W
3
Per le legioni si vedano: KEPPIE 2000 (II Augusta, XX (“Mirrors with Rear Loop Handle”).
Valeria); BÉRARD 2000 (XXI Rapax); FRANKE 2000a 29
BIANCHI 1995, p. 94 (tipo Béal A XX, 8).
(XXII Primigenia); GÓMEZ-PANTOJA 2000a (IV 30
BARATTE 1986, pp. 39-40.
Macedonica); GÓMEZ-PANTOJA 2000b (X Gemina); 31
PIRZIO BIROLI STEFANELLI 1992, p. 203, n. 247;
FRANKE 2000b (XIV Gemina). pp. 218-219; Gli ori degli Elvezi 1992, p. 162.
4
GREGORI 1999, pp. 174-178. 32
ARNETH 1850 tav. S III, n. 88 e S X, n. 115.
5
FROVA 1958; MASSA 1990, p. 59, che data la stele alla 33
Orfèvrerie gallo-romaine 1990, pp. 98-102; CHEW 2008.
seconda metà del III secolo. 34
MARTIN KILCHER 1985, pp. 147-203.
6
GREGORI 1999, p. 187. 35
BARATTE 1993, p. 105; BIBORSKI, QUAST 2006.
7
La stele venne definita inizialmente “... in pietra loca- 36
RABEISEN 1993, pp. 51-72.
le...” (FROVA 1958, p. 174) e più recentemente in marmo 37
KAUFMANN-HEINIMANN 2003, p. 138.
157
F. MORANDINI, I rapporti tra Brixia e aree transalpine in età imperiale
38
ROSSI 2000. 43; tre coppe decorate, una cilindrica Drag. 30 e due emi-
39
Devo l’informazione alla cortesia di Filli Rossi e di sferiche Drag. 37).
Marco Sannazaro. Le borchie sono in corso di studio da 50
JORIO 2002, pp. 327, 328, 339, tav. V, 6. Tra queste in
parte di Laura Bazzana. particolare una brocca ansata potrebbe rientrare nella forma
40
DE MARCHI 1999, p. 327. Niederbieber 27, databile tra la fine del II e la metà del III
41
DE MARCHI 1999, p. 327. secolo d. C., prodotta degli “ateliers” di Rheinzabern; devo
42
Per le iscrizioni runiche si veda da ultima STOKLUND questa segnalazione alla cortesia di Susanne Zabehlicky,
2008. che sottolinea l’importanza della presenza di questa impor-
43
BOLLA 1995, pp. 28 n. 51, 35, 52-57; BOLLA 1998, tazione a Brescia, dal momento che in tutta l’Italia setten-
pp. 26-27; BUORA 1996, pp. 78-79, per i vaghi poliedri- trionale se ne conosce solo un modesto numero.
ci in vetro di una collana dalla tomba 38 della necropoli 51
BONINI 2002, p. 392.
di Iutizzo. Per i problemi di attribuzione “etnica” dei 52
PAOLUCCI 1997, p. 44.
monili a poliedro si veda da ultima GIOSTRA 2007, p. 53
ROFFIA 2002, pp. 414-419.
292. 54
ROFFIA 2002, pp. 419-420.
44
DE MARCHI 1999, pp. 321-322. 55
PAOLUCCI 2003, p. 185.
45
DE MARCHI 1999, p. 327. 56
ROSSI 2002, pp. 407-409.
46
DE MARCHI 1999, p. 316. 57
ROSSI 2002, pp. 407-409.
47
ROSSI, MIAZZO, CATTANEO 2002. 58
ROSE 1999.
48
Per i materiali rinvenuti nel deposito si vedano i vari 59
INVERNIZZI 2002.
contributi in Brescia 2002. 60
MORANDINI 2002.
49
JORIO 2002, pp. 331-332 (2 piatti lisci riconducibili alla 61
Le monete del deposito, come quelle della città, sono
forma Walters 79/80 e Osvlad LVIII, 3; un mortaio Drag. state studiate da Ermanno Arslan (ARSLAN 2002).
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Francesca MORANDINI
Conservatore archeologo- Musei Civici d’Arte e Storia
Via Musei 81
25121 Brescia
e-mail: [email protected]
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