Sky Model N.91 - Ottobre-Novembre 2016 PDF
Sky Model N.91 - Ottobre-Novembre 2016 PDF
n° 91
Bimestrale - Anno XV
Ottobre - Novembre 2016
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TM48/530 - FRECCE TRICOLORI old serie per F 86 e TM32/521 - Stemmi A.M.I. 2a serie per F 86 ed F 104
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TM48/530 - scala 1/48 TM48/566 - scala 1/48 TM32/521 - scala 1/32 TM32/569 - scala 1/32
Questo tipo di decalcomanie sono prodotte in modo artigianale e hanno la pellicola unica, il modellista deve scegliersi la forma
di ogni soggetto e ritagliarlo applicandolo in modo adeguato seguendo le fotografie o dei buoni schemi di colorazione.
Bimestrale
Ottobre - Novembre 2016
Rubriche
Accessori 29
Scatole 64
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Akira Watanabe, Alexander W. De Leon, Joachim PRONTOSTAMPA Zingonia BG dall’incorretta applicazione delle tecniche descritte nella pubblicazione.
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U n concetto che mi sembrava molto promettente non sembra abbia tanto attecchito. Mi riferisco alle produ-
zioni di easy kit come ad esempio quelli della Hobby Boss, che nella mia immaginazione sarebbero stati otti-
mi per fare da tavolozza, consumando qualcuno dei sacri e riveriti fogli decal accumulati negli anni e con-
sentendoci una salutare pratica pittorica che tante volte manca a chi spende mesi e mesi a montare e una settima-
na a colorare.
In realtà mi ero fatto una certa scorta di scatole Hobby Boss in 1/72 di soggetti interessanti come araldica, vedi sog-
getti USN, JN etc., e poi sono partito di buona lena finendo come al solito roso dall’implacabile demone del dettaglio,
per ovvie ragioni ridotto all’osso soprattutto per quanto riguarda gli interni… i motori… i vani carrello. E cosa mi
aspettavo? Niente, come balene spiaggiate contemplo un Hellcat che doveva diventare un caccia notturno, un
Corsair che non è andato molto più lontano e altri che non sto manco a citare.
Quale è il problema?
Colorare un aereo è fatica, no beh è una gioia ma comprende anche fasi tediose come la mascheratura in assenza
di mascherine pretagliate, passaggi noiosi e rieptitivi, dare il primer, controllare, stuccare, correggere, cose che non
si possono assolutamente saltare, pena notti insonni.
Insomma, ci metti l’impegno per dipingere un modello, ma per essere veramente soddisfatto deve essere un bel
modello, non un easy kit montato in mezz’ora. O no?
Siamo perversi noi modellisti e soprattutto mai contenti.
Thomas Abbondi
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Il DFW T 28 Floh fu
sviluppato nel 1915
aerodinamica.
Gli svantaggi di questo progetto sta-
vano nella difficile accessibilità al
(PULCE)
motore e all’armamento, oltre alla
su progetto di limitata visuale verso il basso. Non è
Hermann Dorner, a noto il giorno del battesimo dell’aria
del Floh (pulce), si sa solo che venne
quel tempo direttore raggiunta una velocità di punta di 180
e capo progettista km/h, nonostante il motore poco
potente (Mercedes DI da 100 cv). A
della Deutschen causa della scarsa visuale verso il
Flugzeugwerke basso e dell’alta velocità, il volo inau-
gurale si concluse con un incidente
(DFW), come aereo minore al carrello. Effettuate le ripara-
zioni e le modifiche, in particolare agli
da combattimento impennaggi orizzontali, il velivolo
m o n o p o s t o . venne presentato ufficialmente.
Nonostante l'elevata velocità (per l'e-
L’obiettivo era quel- poca), il Floh non suscitò l’entusia-
lo di avere un caccia smo dei militari, che si lamentavano
dell’alta velocità di atterraggio e di
più veloce di tutti gli altri motivi non meglio specificati. La
altri riducendo al carriera di questo curioso velivolo ter-
minò prima di cominciare.
massimo la resi-
stenza aerodinami- IL MODELLO
ca e il peso. La scatola contiene una stampata in
plastica grigia, una lastrina fotoinci-
Oltre alla forma aerodinamica a sa, un film per il pannello strumenti,
“balena”, tutte le parti del motore e un foglio decal e le istruzioni.
dell’armamento furono carenate. La plastica, anche se è uno short
Anche lo scarico venne semplificato run, è bella e ben dettagliata. Pochi
per risparmiare peso e resistenza segni degli estrattori, peraltro nasco-
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Montaggio
La stampata e le decal del kit.
di
Joachim Weiske
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COLORAZIONE E INSEGNE
Con il montaggio completato, le
superfici sono state sgrassate con
l’alcool e l’apertura del cockpit è stata
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Montaggio
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7) + 8) L’enorme spessore
della plastica è stato ripor-
tato più o meno in scala. 9
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1) Per rappresentare la trama del legno all’interno si inizia con una mano di Sail Color Gunze.
2) Si bagna con il diluente.
3) Si traccia la trama del legno con gli smalti e un pennello piatto vecchio.
4) Il pannello di destra con la pompa a mano.
5) A sinistra si trova la manetta fotoincisa, migliorata con la plastica e un filo di rame.
6) Il cockpit: le imbragature sono del kit, la barra è di recupero.
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Montaggio
radiatore con un gessetto grigio
scuro, è stata applicata una mano
1 2
finale di trasparente lucido. Le ruote
sono state dipinte a pennello con il
Fieldgray della Gunze, prima di
aggiungere un poco di sporcatura.
ASSEMBLAGGIO
Con tutti gli elementi pronti e dipinti,
inizia il montaggio finale. Tutti i termi-
nali dei tiranti sono stati fissati alla 1) Si colora prima la zona dello scarico. 2) Segue la mascheratura con il
fusoliera con la cianoacrilica. Parafilm; occorre premere il film sul modello per qualche secondo per-
Dopo alcuni minuti i rinvii degli ché faccia presa.
impennaggi sono stati inseriti negli
appositi fori e qui incollati, poi è stato
completato il carrello con l’aggiunta 3 4
del semiasse e delle ruote con relati-
vi cavi, infine sono state incollate le
semiali con il corretto dietro e i relati-
vi montanti.
Una volta fissate stabilmente le ali
alla fusoliera sono stati inseriti i tiran-
ti, incollati con cianoacrilica liquida.
I fori dei tiranti alari sono passanti, in
questo modo è possibile metterli in
tensione prima dell’incollaggio. I ter-
minali in eccesso vanno ovviamente 3) Si preme il film sul modello dentro ai dettagli. 4) Si taglia quindi la
tagliati, delicatamente carteggiati e mascheratura direttamente sul kit. Occorrono un cutter nuovo e una
nascosti con un colpo di pennello. I mano ferma.
tensori sono gocce di colla vinilica.
CONCLUSIONE 5 6
Bibliografia
Gray, P. & Thetford, O., German
Aircraft of the First World War, 5) Si rimuove l’eccesso di Parafilm. 6) Il modello pronto per la verniciatu-
Putnam & Company Ltd., 1970, ra. 7) Una volta asciutto il colore si rimuove la mascheratura con delica-
ISBN 0 370 00103 6 tezza. 8) I pannelli in negativo si evidenziano con una matita affilata; il
Grosz, P.M., DFW T 28 Flea, risultato è più fine di quello ottenibile con un lavaggio. 9) Si colora il
Windsock bordo in cuoio del cockpit e si dà una mano di Future. 10) Si applica un
Mini-Datafile Nr. 18, Albatros delicato lavaggio a olio attorno ai dettagli di fusoliera.
Publications Ltd., 2001, ISBN 1-
9022207-33-5 9 10
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1) Le parti in tela ricevono una mano di fondo, il primo passaggio nella riproduzione della centinatura. 2) Le
centine si evidenziano con una matita colorata guidata da un righello. 3) Si dà una velatura del colore di
fondo per riprodurre l’effetto trasparenza.
4 5 6
4) Per le superfici metalliche di serbatoio e radiatori è stato usato l’Aluminium Alclad II. 5) Le decal si applica-
no senza problemi, basta un poco di aceto nell’acqua per ammorbidirle. 6) Il bordo nero è stato applicato con
un pennarello.
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Montaggio
1 2
1) Si inizia con i rinvii dei comandi. 2) Si prosegue installando l’asse tra i montanti. I tiranti sono stati fissati
precedentemente alla fusoliera con la cianoacrilica.
3 4
5 6
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8 9
8) Si verifica l’allineamento e la
10 11 tensione.
9) Si tagliano gli eccessi a filo.
10) Si dà una leggera carteggiata.
11) Si ripassa con il colore e con
gocce di vinile si simulano i tendi-
cavi.
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FOCKE WULF
190 A4
Stavo quasi venendo alle mani con il kit in lavorazione che non
voleva saperne di accordarsi con resine, fotoincisioni e plasticard
quando decisi di prendermi una “pausa di riflessione”. Apro lo
sportello del mobile e vedo la scatoletta del FW.190 A3 Tamiya in
1/72 che mi ammicca maliziosa: facile e senza tante pretese. Ma
sì, da scatola, va bene.
Osservo, riscontro, monto a secco, verifico i soggetti proposti:
troppo perfetto, scontato, ordinario: non va bene. La soluzione?
Una minima conversione e la ricerca di un soggetto più o meno
originale.
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Montaggio
Lo scorgo su un foglio decal della COLORAZIONE
Tally Ho: mi colpisce quel “diecione”
sulla fusoliera e il cofano motore Su un fondo grigio neutro marco le
altrettanto bianco. Cerco qualche foto pannellature ad aerografo col nero
in rete: le trovo e mostrano bene l’ae- opaco Humbrol 33 e concludo col di
reo. Ok, è fatta farò il FW.190 A4 del nero a olio. Gianni Nardone
1./JG 1 Wnr. 583 dell’Ofw. Fritz La mimetica è la classica in RLM 74,
Husser a Deelen (Olanda) nel 1943. 75 e 76 con macchie in coda solo in Modello: conversione TAMIYA
75. I colori sono rispettivamente
A3 IN A4 Gunze H68, H69 e H417 spruzzati in
vari passaggi molto diluiti (70%) e a
Ma non si era detto “da scatola”? Con bassa pressione per far trasparire il
il Model Art alla mano è facile scova- preshading. Il cofano è in bianco
re l’evidente differenza strutturale: la Tamiya XF2 e giallo Gunze H413. Ho
tip sul piano verticale con l’astina che ripassato con gli oli solo le pannella-
regge il tirante dell’antenna è caratte- ture, usando il 76. Le foto mostrano Ringraziamenti alla mia Annamaria
ristica ma è anche disponibile, pro- l’aereo sostanzialmente pulito e che, con pazienza smodata, scatta
dotto dalla Quickboost. Bene, ci senza tracce di fumi di scarico, tanto foto al modello di turno con il consue-
aggiungiamo il minimo sindacale da poter affermare che l’unto ripro- to e sonoro “che carino!”.
ovvero gli interni fotoincisi precolorati dotto sul cofano motore è stata una
della Eduard, gli scarichi della “licenza modellistica”. ABITACOLO
Quickboost e le canne delle mitra- Lucido Tamiya X22, decal, lucido
gliatrici della Air Master. Tamiya e opaco Gunze H20 (que- Il colore delle fotoincisioni è abba-
Un attimo, va bene “da scatola” però st’ultimo diluito con il thinner per le stanza fedele (devo dire più da
non amo i modelli con le superfici lacche): la resa è ottima ma l’aero- restauro che autentico) e pertanto gli
mobili in posizione neutra. Quindi? grafo mi tiene il broncio per due gior- ho adattato il Gunze H301 aggiun-
Alettoni ed equilibratori li sistemo da ni. gendo una punta di blu.
me e i flap li recupero in fotoincisione Le decal della Tally Ho sono fantasti- Ho posto attenzione alla piega del
(pure quelli Eduard). A posto così, che, a patto di non strapazzarle trop- pannello strumenti, che è formato da
acquistato il tutto si può iniziare. po. due parti disassate e parallele tra
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T-28B
TROJAN di
Akira Watanabe
Modello: RODEN
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Montaggio
Il T-28 Trojan è uno dei miei aerei preferiti,
sono stato molto contento di sapere che la
Roden avrebbe prodotto il kit in scala 1/48.
Appena aperta la scatola sono rimasto
entusiasta della qualità e dei dettagli, tanto
che ho voluto iniziare subito.
Combinazione ha voluto che nel 1977
avessi fotografato a Kaneohe Bay, Hawaii,
esattamente l’esemplare raffigurato sulla
boxart e compreso nel foglio decal, il T-28B
(BuNo.137692 codice "KB"). Non ho quindi
nemmeno avuto il dubbio su quale esem-
plare realizzare.
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Oltre al kit ho comprato alcuni set di steso diverse mani di bianco su tutto
aftermarket come le fotoincisioni il modello, poi ho mascherato e sono
Eduard, il set in resina per il cockpit passato al rosso sul fondo bianco.
della Aires e le parti Quickboost, Una volta tolte le mascherature ho
sempre in resina, per l’aerofreno, dovuto correggere alcune imperfezio-
oltre ai carrelli in metallo SAC. ni.
Utilizzo sempre i Mr. Hobby Color
Sul carrello ho aggiunto un poco di Creos, che sono lacche, danno una
dettaglio con pezzetti di plasticard ottima finitura, sono resistenti e facili
sagomati e i tubi dei freni riprodotti in da correggere.
filo di rame.
Per le parti metalliche ho mescolato il
Le pannellature presenti sul kit sono Silver con una punta di nero, in modo
sostanzialmente corrette, tuttavia da spegnere l’eccessiva lucentezza.
mancano tutte le rivettature, che è
stato necessario incidere con un Per i fumi di scarico uso invece gli
rivettatore sulla base dei disegni in smalti, che, avendo un solvente
scala. Quelle maggiori, in particolare diverso dalle lacche, sono facilmente
presenti sul cofano motore, sono rimovibili in caso di errore.
state delicatamente riprese con una Per i lavaggi, soprattutto su velivoli
sottile punta di trapano. chiari come in questo caso, preferi-
sco usare tonalità di grigio sporco a
Prima di spruzzare il bianco e il rosso smalto Tamiya piuttosto che i soliti
ho applicato un primer per scovare marroni seppia, perché ciò rende più
eventuali difetti di montaggio, scalini l’idea di ciò che si vede sugli aerei
o fessure. Una volta corretto tutto, ho veri.
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AGUSTA di
Simone Marcato
BELL AB205
Praticamente identico al predecesso- re comprende mitragliatrici fisse o 4310 kg
re Bell model 204, il Bell 205 ha una brandeggiabili, missili e razzi. Sono Diametro rotore principale 14,71 m,
fusoliera allungata con aumentata previsti kit di blindatura specifici per lunghezza con rotore in moto 17,39
capacità di carico. Il principale l’equipaggio. Il motore è l’affidabile m; altezza 4,48 m; superficie del
costruttore di questi elicotteri è stata Avco Lycoming T53-L-13b da 1044 disco del rotore 169,95 mq
l’Agusta, che realizzò su licenza la kW.
versione italiana AB205 del Bell UH- Prestazioni
1D. La macchina, che ha dato innu- ARMAMENTO Vmax 220 km/h; V crociera 205 km/h;
merevoli prove della sua affidabilità e raggio d’azione 580 km
polivalenza, è stata prodotta in gran- Mitragliatrice da 7,62 mm o da 12,7
di quantità per le forze armate italia- mm, Minigun da 7,62 mm, razziere Equipaggio
ne e di altri Paesi. Grazie a numero- da 70 mm e missili AS.12 o TOW 2 uomini
se migliorie l’elicottero è stato adatta-
to a operare in climi usuranti come il Massa
deserto. L’armamento che può porta- A vuoto 2715 kg; massima al decollo
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HAWK : F-86K SABRE (NATO) con decal italiane KINETIC : MIRAGE IIIE/V-MIRAGE IIIEBR/ IIIEA / V SOUTH AMERICA 1/48 SPECIAL HOBBY - INAM RO 43 1/48 SPECIAL HOBBY - INAM RO 44
1/48 KINETIC - AMX MONOPOSTO 1/48 KINETIC - T-45 A/C GOSHAWK 1/48 euro 43,00 SWORD MODELS - GANNET AEW.3 1/72 SWORD MODELS - F9F-8P PHOTO-COUGAR 1/72 euro
19,50 RS MODELS- AMBROSINI SAI 403 DARDO 1/72 euro 19,40 KINETIC - MIRAGE III E/0/R 1/48 euro 44,00 KITTY HAWK - F9F-8/F9F-8P COUGAR (single seater) 1/48 euro 48,50 ITALERI
- F104 A/C STARFIGHETER 1/32 euro 90,00
ANNUNCIATI 2016:: ZOUKEI-MURA: DORNIER 335 PFEIL 1/32 KITTY HAWK: RE 84 F THUNDERFLASH 1/32 KITTY HAWK: F84 THUNDERSTREAK 1/32 HK MODEL: LANCASTER B III 1/32
KITTY HAWK : F11F TIGER 1/32;
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MIRAGE IIIC
ESCADRILLE DE CHASSE 3/10 VEXIN,
1978-1988
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Montaggio
di
Pier Paolo Maglio
Modello: ITALERI
IL COCKPIT LA FUSOLIERA
Ho quindi proceduto ad assemblare L’assemblaggio non è fra i più precisi,
tutto il cockpit guarnendolo con il ma risulta comunque semplificato
resto delle fotoincisioni e dipingendo- grazie al fatto che le prese d’aria e la
lo col NATO Black Tamiya. L’interno parte inferiore sono pezzi separati.
del caccia francese era infatti in nero Ho preferito aggiungere striscioline di
opaco, ma l’utilizzo di un nero un po’ plasticard nella zona di raccordo fra
desaturato aiuterà a mettere in risal- le prese d’aria anteriori e posteriori
to i dettagli presenti in abbondanza. onde poter re- incidere con maggior
In questa fase è importante non precisione quell’area; infatti, proprio
seguire pedissequamente le istruzio- al centro si trova una presa d’aria
ha già realizzato diversi set di fotoin- ni e non incollare i due pannelli alti ausiliaria di forma rettangolare (sem-
cisioni per il kit e, fra questi, quello delle console laterali, questi infatti pre aperta quando il velivolo è in rul-
per gli interni comprende un nuovo hanno incastri poco precisi e influi- laggio) e sul kit questo rettangolo
pannello strumenti con la disposizio- scono molto sulla possibilità di chiu- rimane malamente diviso in due dalla
ne degli strumenti corretta per la ver- dere adeguatamente la fusoliera; è linea di giunzione e l’aggiunta della
sione C. quindi meglio inserirli dopo, facendoli strisciolina di plastica renderà più
semplicemente calare dall’alto. semplice e precisa la ripresa delle
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Montaggio
linee incise.
Nella parte inferiore invece la giun-
zione delle prese d’aria è pratica-
mente perfetta ed è bastata una pas-
sata col correttore liquido per mac-
china da scrivere a colmare la linea di
giunzione, che in quella zona è piut-
tosto movimentata.
IL PARABREZZA
Navigando sul web notavo che alcuni
colleghi modellisti avevano già porta-
to a termine il lavoro su questo kit e
tutti presentavano uno scalino piutto-
sto netto fra il parabrezza e la fuso-
liera anteriore. Nel mio caso questo
scalino era forse anche più evidente,
ho quindi provveduto a colmarlo
aggiungendo 3 pezzettini di carta
plastica tutto intorno al frontale del
parabrezza per poi carteggiarli e por-
tarli a filo col parabrezza. Le foto del
velivolo vero infatti non evidenziano
alcuno stacco né alcuna pannellatura
fra parabrezza e fusoliera.
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LE PRESE D’ARIA nelle foto) ho tagliato il tubo in 3 seg- fra l’ala superiore e quella inferiore,
menti nella sua parte anteriore, utiliz- lasciandolo in posizione fino a quan-
Sono costituite da condotti molto lun- zando la rondella di pietra abrasiva do la colla non ha tirato.
ghi che portano sino al primo stadio agganciata al trapanino Dremel. I
del compressore, sinceramente le parafiamma nella realtà avrebbero LE RUOTE
trovo assolutamente inutili in quanto dovuto avere un diametro doppio
sono molto strette e curve, neanche rispetto alle canne, ma non dispone- Mancano un po’ di dettaglio e ho
puntandoci una torcia elettrica si vo di tubicini di ottone di diametro quindi preferito sostituirle con quelle
riesce a vedere sino in fondo; in que- diverso e i bastoncini cotonati col in resina prodotte dalla Eduard. Per i
sto caso avrei preferito che il fabbri- manico in plastica, che usavo un carrelli ho optato su quelli in metallo
cante avesse dedicato maggior tempo per questo genere di autoco- della SAC, che garantiscono migliore
attenzione alla parte iniziale delle struzioni, non sono più reperibili, tenuta su modelli tanto grandi e
prese d’aria, ove la scomposizione in quindi mi sono dovuto accontentare. pesanti; ricordate che i due fari pre-
3 pezzi resta difficile da rendere priva senti nella scatola non vanno appli-
di giunture perché gli spazi su cui ALI E DERIVA cati alla gamba di forza del carrello
lavorare sono davvero minimi. anteriore, questa modifica infatti fu
Sono i pezzi meglio realizzati di que- introdotta solo dal Mirage IIIE ed è
I CANNONI DEFA sta scatola, presentano incisioni fini e curioso che il produttore le abbia
precise e si montano senza patemi. inserite in un modello dedicato al
Quelli che dovrebbero sembrare i Occorre comunque fare attenzione ai Mirage IIIC.
cannoni da 30 mm sono veramente bordi di uscita alare, che devono
dei pezzetti di plastica mal riusciti. Li rimanere bene aperti onde consenti- LA COLORAZIONE
ho perciò prontamente rimpiazzati re l’inserimento degli ipersostentato-
con delle sezioni di tubicino di ottone; ri. Al fine di assicurarmi che l’ala Ho realizzato il Mirage n° 44 della
per simulare il parafiamma anteriore andasse a filo con la fusoliera, sia Escadrille de Chasse 3/10 Vexin di
(completamente dimenticato dal sopra sia sotto, ho inserito un carton- stanza a Gibuti, nel corno d’Africa, fra
costruttore ma sempre ben visibile cino – con funzione di distanziatore – il 1978 e il 1988, gli unici IIIC france-
si a essere modificati per l’im-
piego dei missili a guida infra-
rosso Matra Magic 550 al
posto degli obsoleti AIM-
9B. I Magic venivano
montati sotto le estremità
alari ai tipici lanciatori dis-
assati verso l’esterno per
evitare che l’im-
pennaggio
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Montaggio
dei missili (più grande rispetto a quel- superiore del radome, ove più forte abbia mai visto la luce.
lo dei Sidewinder) interferisse col doveva essere stata l’azione del sole Concludendo posso dire che questo
movimento degli elevoni. africano. Due mani pesanti di Future nuovo modello della casa bolognese
Fra le modifiche alle decal non posso mi hanno consentito di vincere la va a colmare un'importante mancan-
non menzionare la necessità di ritoc- rugosità originaria della plastica e le za in scala 1/32, consentendoci di
care a mano il “moschettiere” che decal sono andate su a meraviglia, realizzare uno dei caccia che ha
andrà applicato sulla parte destra nemmeno quelle da me ridipinte (sia veramente fatto la storia negli anni
della deriva, quello fornito ha infatti a spruzzo sia a pennello) hanno dato Sessanta e Settanta. I difetti che ho
un blu troppo scuro e brillante; in problemi. Fortunatamente i velivoli evidenziato sono quasi tutti risolvibili
questo caso ho usato degli acrilici della Vexin avevano un numero di con aftermarket o con un minimo di
Vallejo (blu medio e bianco) stesi con stencil ridotto, ho quindi potuto evita- lavoro di autocostruzione, che non
un pennellino 000. I due moschettieri re di applicare quelli con errori di dovrebbe mai mancare in questo
così grandi furono portati solo sino ortografia. Nello stendere la mano di hobby. Peccato per il foglio decal che
alla fine del 1987, poi si aggiunse opaco sono partito dal Tamiya XF-86 presenta veramente troppi errori,
uno scudo giallo in coda e i moschet- Flat Clear, al quale ho aggiunto qual- confido in futuro in una riedizione con
tieri furono dipinti all’interno di que- che goccia di color sabbia onde dare stencil e colori corretti e, magari, con
st’ultimo in dimensioni estremamente una patina generale a tutto il model- le insegne dei Chavaliers du Ciel.
ridotte. Con le insegne fornite dalla lo, decal incluse. Ho messo in risalto SKYMODEL
scatola non è quindi possibile realiz- le pannellature utilizzando inchiostri
zare un Mirage estremamente usura- per calligrafia giapponese nei toni
to come era nel 1988 all’avvicinarsi seppia e giallo ocra.
della data di ritiro dal servizio attivo. L’aggiunta delle antenne radio (gialle)
sul dorso dei missili inerti, dei serba-
INVECCHIAMENTO toi supersonici e dei portelli carrello
mi ha portato a concludere un pro-
Con un fading a olio ocra ho unifor- getto piuttosto complesso ma
mato un poco il tono dei due colori estremamente piacevole,
della mimetica. Ho evidenziato alcu- che rappresenta al
ne zone selezionate della fusoliera meglio uno dei cac-
posteriore e dei bordi di uscita alare cia dalla linea più
usando grigio scuro e nero molto “sexy” che
diluiti. Grigio scuro molto diluito è
stato applicato anche alla parte
a
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TORNADO ECR
Lo sviluppo del Tornado, che, Sedici velivoli vennero convertiti allo
standard IT-ECR, con il primo conse-
Tornado ECR derivò essendo legger- gnato al 50° Stormo nel 1998.
da una richiesta mente diversa da IL MODELLO
specifica della quella tedesca,
Il Tornado Revell risale ormai a una
Luftwaffe che ne venne chiamata IT- ventina di anni fa e il primo kit che
ordinò 35 esemplari, ECR. uscì era dedicato alla versione IDS
tedesca, molto simile all’IDS italiana;
consegnati tra il in seguito vennero prodotte la versio-
Il Tornado ECR italiano è equipaggia-
1990 e il 1992; anche to con un sistema per l'individuazione
ne GR1 inglese e la versione ECR
tedesca, che includeva una stampata
l'Italia decise di svi- dei radar e ha la capacità di lanciare aggiuntiva con due missili HARM e
i missili antiradiazioni AGM-88 con le altre parti peculiari della ver-
luppare una propria HARM; è sprovvisto dei due cannoni sione da guerra elettronica.
versione da guerra ma è dotato di un FLIR posizionato in Gli aspetti positivi sono la sostanzia-
prossimità del vano carrello anterio- le accuratezza delle forme, un carrel-
elettronica del re. lo molto robusto, delle pannellature
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Montaggio
fini e posizionate correttamente e
una discreta varietà di carichi; gli
aspetti negativi riguardano la totale
mancanza del condotto delle prese
d’aria e lo scarso livello di dettaglio di
nel cockpit, nei vani carrello e in molti Lorenzo Borgesa
altri particolari. Inoltre, a causa della
forma squadrata della fusoliera e del Modello: REVELL
conseguente sottosquadro in fase di
stampaggio, in alcune zone le pan-
nellature sono del tutto assenti. Le
versioni GR1 inglese e l’ECR tede-
sco sono leggermente differenti dalle
equivalenti versioni IDS ed ECR ita-
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Montaggio
Dopo aver collegato le due parti
della fusoliera ho incollato le due
prese d’aria e poi ho reinciso i
due lati della fusoliera poiché
anch’essi apparivano totalmente
lisci.
liane; le differenze tuttavia si concen- La sacca gonfiabile in cui si ritrae l’ala è totalmente assente nel kit; per
trano a livello del cockpit e sono facil- questo motivo ho creato un’apertura di forma rettangolare e, dopo aver-
mente rimediabili con una buona ne chiuso il fondo con del plasticard, ho ricostruito la sacca alare con
documentazione. Per realizzare il mio dello stucco bicomponente Tamiya lavorato con un cutter e uno stuzzi-
modello ho usato la scatola dedicata cadenti per ricreare la sua forma ondulata.
all’ECR, che permette di realizzare Nella parte destra della fusoliera ho ricreato l’apertura rettangolare
uno “special color” tigrato del 32° dello scarico dell’APU, ricostruendo parte del condotto interno con pla-
Stormo di Lechfeld. sticard da 0,25mm.
IL MONTAGGIO
zona di rotazione delle ali, sicura- ne leggermente arretrata che contri-
Questa volta ho iniziato la costruzio- mente la più problematica del model- buisce a ingrandirla.
ne partendo da quella che in un lo Revell perché, se montate da sca- La prima cosa che ho fatto è stata
modello con ali a geometria variabile tola, le ali lasciano una notevole fes- quella di tagliare i perni di rotazione
è la parte più complessa, cioè la sura e inoltre assumono una posizio- delle ali e riposizionarli circa 2 mm
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Montaggio
Dopo aver ricostruito la struttura interna degli aerofreni ho dettagliato i loro vani
con del filo di stagno; i portelloni dei carrelli sono riprodotti molto bene e ho
aggiunto solo alcuni cavetti realizzati con filo di stagno.
Gli scarichi Aires si adattano piuttosto bene alla fusoliera, bisogna soltanto assot-
tigliare dall’interno le due “guance” che si trovano all’esterno dei motori e che pro-
teggono gli ingranaggi di attuazione degli inversori di spinta.
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La bocca di squalo
Dopo aver posizionato le mascherine sul modello ho aerografato il bianco, dopodiché ho coperto i denti e
aerografato il nero; alcune piccole sbavature sono state corrette a pennello con i Vallejo. L’occhio è stato
ottenuto sempre con una mascherina di nastro adesivo, mentre la pupilla è un pezzo di decal nera; il bordino
nero che circonda la bocca è una strisciolina di decal, mentre il contorno dell’occhio è stato realizzato a
mano libera con una matita morbida.
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Montaggio
circa il 40% di bianco Gunze, otte- l’intero modello ho steso due mani dovuto realizzare un bocca “primo
nendo così una tonalità di grigio per- leggere di Future. Prima di posare le tipo”; per far ciò sono partito da alcu-
fetta per rappresentare il FS 36280. decal ho realizzato la bocca di squa- ne foto che, tramite l’elaborazione
Dopo aver steso alcune mani leggere lo sul muso; il velivolo che ho rappre- con un programma di grafica, mi
in modo da non coprire del tutto il sentato è il 50-43, cioè il primo sul hanno permesso di stampare le
preshading ho mascherato alcuni quale è stata apposta una shark- mascherine in scala che sono poi
pannelli e poi li ho aerografati con il mouth. Alcuni anni dopo le bocche di state trasferite su nastro adesivo.
colore di base ulteriormente schiarito squalo vennero leggermente modifi- Dopo un lavaggio nelle pannellature
con del bianco; a questo punto, sul- cate, quindi per questo modello ho con un grigio scuro a olio ho sigillato
Con un pastello grigio scuro ho realizzato i segni lasciati dalle scarpe degli specialisti. L'effetto creato dagli
inversori di spinta sulla deriva è stato realizzato ad aerografo utilizzando il nero lucido Tamiya diluito al 90%
circa con alcool rosa; ho usato il nero lucido perché a differenza dell’opaco tende ad assumere una tonalità
marrone e l’alta diluizione con l’alcool lo fa diventare praticamente opaco al momento della stesura.
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La corda esplosiva all’interno del canopy è stata realizzata con strisce sottili di decal vergine colorata di gri-
gio medio e piegata con massicce applicazioni di Microset. Le tubazioni interne di sbrinamento sono state
colorate con i Vallejo, dopodiché il tettuccio è stato mascherato e colorato all’esterno.
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Montaggio
I carrelli sono stati colorati con il bianco opaco seguito da una mano di bianco lucido; dopo un lavaggio con
un grigio molto scuro ho effettuato l’invecchiamento usando sempre il nero a olio steso sul pezzo e poi
asportato selettivamente.
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F4F-4 della USS Suwanee (ACV-27) 1942/43. Il cerchio giallo attorno alle
coccarde usato durante l’operazione Torch è chiaramente visibile.
GRUMMAN
F4F WILDCAT
Il prototipo XF4F-2; il primo
monoplano della Grumman ebbe
il battesimo dell’aria il 2 settem-
bre del 1937. Il velivolo andò
distrutto l’11 aprile 1938 durante
le prove di appontaggio.
La cabina di pilotaggio
dell’XF4F-3.
Un protagonista minore
della seconda guerra mon-
diale eppure fondamentale
in un periodo critico; non
solo gli americani ma
anche i britannici poterono
tenere testa al nemico gra-
zie al robusto caccia
Grumman.
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Storia
XF4F-1 E -2
Come l’F3F, la prima serie dell’F4F-1
Grumman in gara per un nuovo cac-
cia imbarcato nel 1935 doveva esse-
re un biplano, ma nacque già obsole-
to se confrontato con i progetti più
moderni come l’XF2A-1 della
Brewster. Anche la nuova versione
XF4F-2 (codice di fabbrica G-18), il
primo caccia monoplano interamente
metallico, che fece il suo volo inaugu-
rale il 2 settembre del 1937 con un
motore a doppia stella XR-1830-66-
Pratt & Whitney, non era all’altezza
del Brewster Buffalo.
L’11 aprile 1938 l’XF4F-2 venne dan-
neggiato durante le prove di appon-
taggio. La Navy scelse il Brewster
F2A-1, ma la Grumman fu incaricata
di proseguire lo sviluppo dell’F4F.
F4F-3
Questo F4F-3 nel 1942 presso la NACA.
All’incidente del -2 Seguì il prototipo
XF4F-3 con codice di fabbrica G-36,
che fece il volo inaugurale il 12 feb-
braio 1939. Il nuovo caccia, con velo-
cità massima di 535 km/h e armato
con due mitragliatrici da 7,62 mm in
fusoliera oltre a due da 12,7 mm nelle
ali, fu accettato dalla Navy con l'as-
F4F-4
Nel novembre del 1941 fece la sua
comparsa la versione F4F-4.
L’innovazione principale era rappre-
sentata dalle ali ripiegabili che ruo-
tando di 90° si ponevano ai lati della
fusoliera per facilitare lo stivaggio
negli hangar delle portaerei. La lar-
ghezza scendeva così da 11,58 m a
4,37. Anche se il prototipo prevedeva
un meccanismo idraulico di ripiega-
mento, per ragioni di peso non venne
installato.
Le armi di bordo vennero portate a 6
Storia
Browning alari. La conseguenza fu la Donald E. Runyon nel suo F4F-4
riduzione delle munizioni che passa- del VF-6 sulla Enterprise abbatté
rono a 1440 colpi, ovvero 240 per otto aerei giapponesi. Per proteg-
arma, cosa criticata dai piloti che pre- gere il pilota in caso di atterrag-
ferivano avere meno armi ma più gio forzato, il traguardo Mark 8
munizioni. era dotato di una imbottitura di
L’F4F-4 era dotato di un R-1830-86 cuoio.
Double Wasp, già usato su diversi F4F-3P/-4P Furono convertiti 17 F4F-3 e un F4F-
F4F-3. Alimentato a due stadi, eroga- 4.
va 1200 CV a 2700 giri. A livello del I Wildcat da ricognizione fotografica
mare erogava 1100 CV con 2550 giri, ricevettero il suffisso P. Le macchine F4F-5 E -6
mentre a 6000 m scendeva a 1000 fotografiche erano alloggiate in fuso-
CV. L’elica era una Curtiss C5315 tri- liera, al posto del serbatoio interno. Due velivoli della serie F4F-3 dotati di
pala metallica, con un diametro di
2,98 m. Come già sull’F4F-3, sotto
ogni semiala c’era un pilone per una
bomba da 100 libbre (45 kg).
Mentre pochi F4F-3 avevano serbatoi
autostagnanti, sugli F4F-4 questi
erano standard e contenevano 545 l
(di cui 102 l nel serbatoio ausiliario),
10 di meno del predecessore; grazie a
due serbatoi sganciabili potevano
essere aggiunti 440 l. A causa dell’au-
mento di peso le prestazioni dell’F4F-
4 erano inferiori a quelle dell’F4F-3.
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F4F-7
Solo 21 ne furono realizzati. Una ver-
sione disarmata da ricognizione con
ali allungate, una macchina da presa
e serbatoi aggiuntivi. Con l’impressio-
nante dotazione di 2630 l di carbu-
rante di cui 2100 nelle ali, l’F4F-7
poteva percorrere 6000 km e rimane-
re in aria 25 ore. Il pilota era assistito
da un autopilota. In caso di l’emer-
genza il carburante poteva essere
espulso con due pompe. Il peso
superfluo era stato interamente elimi-
nato, blindovetro compreso. Il peso
massimo al decollo era di 4680 kg.
F4F-3S
Sulla base dell’A6M-2N Rufe, lo Zero
idrovolante, fu realizzato un F4F-3S
dotato di due scarponi galleggianti,
con volo inaugurale il 23 febbraio
1943, che venne chiamato
Wildcatfish. Doveva essere impiegato
da isole prive di piste, ma con una
velocità massima di 385 km/h e pre-
stazioni deludenti l’idea venne presto
abbandonata.
FM-1
Per concentrarsi sull’F6F Hellcat, la
Grumman passò la produzione del
Wildcat alla General Motors, con
relativo cambio di denominazione.
L’FM-1 era praticamente un F4F-4
dotato però come l’F4F-3 di sole 4
armi alari con 430 colpi ciascuna.
L’FM-1 doveva equipaggiare le picco-
le portaerei di scorta mentre il pesan-
te e moderno Hellcat sostituiva il
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Storia
Wildcat sulle portaerei della flotta. Un FM-2 viene catapultato dalla USS Core (CVE-13) nel nordAtlantico il
Volo inaugurale dell’FM-1: 31 agosto 12 aprile 1944. (Vedere disegno)
1942.
FM-2 8 maggio 1944 sulla USS Charger (CVE-30). Mentre un FM-2 si appresta
al decollo, un altro con carrello e gancio in estensione effettua un pas-
All’FM-1 seguì sulla base del prototi- saggio. I velivoli portano lo schema atlantico ovvero grigio chiaro su
po XF4F-8 (volo inaugurale l'8 bianco.
novembre 1942) l’FM-2, la versione
più numerosa del Wildcat. Era un
aereo leggero con minori dotazioni di
carburante e 4 armi alari.
Il motore era il leggero Wright R-
1820-56 da 1350 CV. In quota le pre-
stazioni scadevano, ma alle altitudini
inferiori l’FM-2 era decisamente
superiore all’F4F-4/FM-1. Per com-
pensare la maggiore coppia del
motore l’FM-2 ricevette una deriva
aumentata, cosa che ne consente la
facile identificazione. I radiatori dell’o-
lio vennero spostati alle radici alari.
Oltre a 226 kg di bombe, a partire
dalla macchina 3301 potevano esse-
re portati anche sei razzi da 127 mm.
MARTLET MK.I
Nel 1939 la Francia ordinò 81 G-36A
con il motore da 1200 CV R-1820-
G205A a 9 cilindri, con strumenti e
armi francesi. Al volo inaugurale
dell’11 maggio 1940 non seguì la for-
nitura, a causa della capitolazione
della Francia. I britannici acquisirono
i velivoli nel luglio del 1940 facendoli
convertire alla Blackburn con la
denominazione di Martlet Mk.I. I primi
aerei andarono allo Squadron No.
804 alle Orcadi. Il 25 dicembre 1940
due Martlet abbatterono uno Ju.88
sopra Scapa Flow, la prima vittoria di
un aereo americano contro un velivo-
lo tedesco.
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FM-2 Wildcat costruito dalla Eastern Aircraft Division della General Tipo Quantità Tipo Quantità
Motors nel 1945 presso la NACA. F4F-3 285 Martlet I 81
F4F-3A 65 Martlet II 109
F4F-4 1196 Martlet III 30
F4F-7 21 Martlet IV 220
FM-1 0839 Martlet V 322
FM-2 4437 Wildcat VI 340
Totale 6843 Totale 1102*
*Esistono sono dati diversi
Storia
NASA, Coll. Ringsletter
Grumman F4F-3 del VF-41
con ali gialle in servizio
nel 1940 sulla USS
Ranger.
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GLOSTER
JAVELIN FAW
MK 9
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Montaggio
Il Javelin è uno di quegli aerei britannici
degli anni Cinquanta che oggettivamente
non vincerebbero un premio in un concor- di
so di bellezza. Sgraziato e con delle pro- Wolfgang Bugl
porzioni non proprio armoniose, questo Modello: AIRFIX
velivolo esercita però un fascino particola-
re, anche per le sue enormi dimensioni.
Il Mark 9 è l’ultima e definitiva evolu- l’appena uscita scatola dell’Airfix con l’assemblaggio dell’abitacolo,
zione di questo “Fighter-All-Weather” rimasi sorpreso del bel dettaglio e sotto il quale si monta anche il pozzo
(FAW) che nella versione “R” (non delle accurate incisioni sugli stampi. del carrello anteriore. Ci sono molti
quella del nostro articolo) poteva Così decisi di acquistare il kit e di pezzi di un dettaglio più che discreto,
anche essere rifornito in volo grazie procurarmi qualche set di miglioria, ma ovviamente si può migliorare
a una lunga sonda di come fotoincisioni per l’abitacolo, notevolmente questa zona aggiun-
rifornimento. prese d’aria Quickboost e decal della gendo soprattutto dettagli per i seg-
E r a Xtradecal. La grande e solida scatola giolini con una notevole quantità di
stato contiene un gran numero di parti in cinture e levette, ma anche i cruscot-
progetta- una plastica grigia senza sbavature ti e le scatole degli strumenti vanno
to per con- ma con una superficie leggermente migliorati con il suddetto set di fotoin-
trastare la ruvida; le parti trasparenti sono belle cisioni Eduard nonché tramite fili di
sempre più e limpide e il foglio decal è enorme e stagno per simulare gli svariati
grave minaccia completo di stencil, ma mi sono cablaggi. Tutto l’abitacolo è colorato
dei bombardieri avvalso di un foglio della Xtradecal di nero per cui solo un’attenta colora-
sovietici, ma il suo scegliendo una versione che mi pia- zione con sfumature e dry-brush in
impiego bellico lo ebbe nel ceva di più, anche se poi ho preferito grigio lo renderà tridimensionale e
Sudest asiatico durante il con- aerografare tutte le insegne a ecce- darà profondità a questa zona. Con la
flitto fra Malesia e Indonesia nei zione dei numeri e degli stencil. Il chiusura delle pareti laterali termina il
primi anni Sessanta. modello scelto rappresenta l’esem- montaggio dell’abitacolo (un vero e
Per la verità non avevo minimamente plare XH 905 “E” del 5th Squadron proprio kit nel kit) e il tutto si inserisce
pensato di realizzare questo aereo RAF basato a Geilenkirchen in nelle due semifusoliere anteriori.
come modello, ma quando, nel 2014, Germania Occidentale durante gli L’incastro è perfetto e non occorrono
il titolare del “mio” negozio di modelli- anni Sessanta. correzioni di alcun tipo, dato che il kit
smo mi fece vedere il contenuto del- Il montaggio inizia come di consueto è concepito davvero in maniera logi-
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ca e pressoché perfetta. Non voglio rebbero altrimenti un po’ piatte, ma prima di aver dato un preshading con
annoiare gli amici modellisti descri- questo ovviamente è una questione un mix di marrone scuro e nero. Sotto
vendo i singoli passaggi di montag- di gusti. ho steso un silver usando l’Alclad
gio, tutto procede senza difficoltà Il kit permette una varietà di configu- white aluminium e sopra (dopo aver
seguendo le istruzioni e i grandi razioni con i vari aerofreni e superfici mascherato le linee di separazione)
semigusci della fusoliera divisi oriz- mobili in posizioni aperte o chiuse. ho applicato in maniera irregolare
zontalmente si uniscono bene anche Anche sulla deriva si possono posi- una base di grigio H 331 dark sea
perché ci sono delle dime che guida- zionare le superfici di direzione come gray della Gunze. Dopo una buona
no le parti verso un perfetto incastro. meglio si crede, una bella asciugatura si preparano le masche-
Anche le grosse ali si inseriscono con cosa da parte dell’Airfix. rature per il secondo colore, il dark
l’aiuto di una specie di longherone Dopo il fissaggio (provvi- green, seguendo lo schema del tritti-
alla fusoliera. Qui ci vuole un po’ di sorio) e mascheratura co. Tutti i Javelin avevano lo stesso
attenzione affinché non ci siano degli delle parti trasparenti si schema, con i bordi netti fra le due
scalini e fessure indesiderati. Prima può passare alla colo- tonalità; è un lavoro decisamente
di mettere insieme le varie parti però razione, non lungo e noioso applicare preci-
ho deciso di rivettare tutte le superfi- samente le mascherature, ma
ci del mio modello (con la mia affida- alla fine il risultato paga. Ora
ta “Rosie”) seguendo dei trittici scari- finalmente si applica il verde
cati dalla rete. Credo che il risultato H 330 dark green,
mi dà ragione perché le grosse anche questo in
superfici, soprattutto delle ali, risulte- maniera
irre-
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Montaggio
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golare ottenendo già così delle schia- adesivi e dopo ore di preparativi final- solito stava in posizione molto
rite qua e là che poi vanno accentua- mente sono riuscito ad applicare le seduta e il carrello anteriore
te con del colore più chiaro in modo coccarde. Lo stesso vale per il timo- del kit dà però un assetto
da rendere realistiche le ampie ne, le cui bande rosse (con bordo orizzontale, l’ho allungato
superfici del modello. A questo punto celeste) hanno dato un risultato ben introducendo un perno in
ho deciso di non usare le decal per le più credibile rispetto alle decal (che metallo in modo che si otte-
insegne di nazionalità ma di spruz- tra l’altro avrebbero dovute essere nesse un innalzamento del
zarle con l’aerografo, soprattutto per- tagliate a misura, operazione che ho muso. Così ho ottenuto quell’as-
ché sulla zona superiore delle coc- evitato ben volentieri). Dopo un paio setto cabrato che dà a questo aereo
carde c’è una serie di generatori di di mani di trasparente lucido (Tamiya quel tocco così particolare.
vortice in rilievo che avrebbero sicu- X 22) ho steso i vari codici e gli sten- L’applicazione dei tappi rossi davanti
ramente resa difficili l’applicazione cil in forma di decal. alle prese d’aria e dietro sugli scari-
delle decal. Anche se quelle del kit A un leggero lavaggio con i colori a chi (dettagliati con delle maniglie in
hanno dei “buchi” per la zona di quei olio molto diluiti di grigio Payne è filo di ottone) conferisce un ulteriore
rilievi, non mi sono fidato e così ho seguita l’applicazione del trasparente tocco di originalità. Per chi volesse, il
messo mano al compasso e ai nastri opaco, sigillando il tutto e facendo kit fornisce anche una scaletta di
attenzione di non rendere troppo accesso per i piloti, ma ho preferito
opaco il modello. Il fissaggio dei tet- non usarla perché andrebbe incollato
tucci mi ha creato un po’ di problemi alla fusoliera.
perché l’incastro sulle dime di scorri- Devo dire che a modello terminato
mento non è preciso e neanche le sono rimasto piuttosto soddisfatto del
istruzioni sono molto d’aiuto, ma con risultato. La costruzione è stata pia-
un po’ di pressione e l’uso cauto di cevolissima e senza grattacapi, da
cianoacrilica (nonché di fortuna) consigliare a chiunque ami avere un
sono riuscito a risolvere questo soggetto piuttosto insolito in vetrina.
inconveniente. L’applicazione di un Attenzione alle dimensioni però, que-
tergicristallo autocostruito sul para- sto bestione occupa un bel po’ di spa-
brezza ha completato definitivamente zio.
la zona dell’abitacolo. SKYMODEL
A questo punto tocca ai carrelli e ai
carichi sotto le ali, dove ho optato per Accessori usati:
quattro missili Firestreak le cui punte Eduard FE 667 interior S.A.
sono in plastica trasparente da Quickboost QB 48 597 Air Scoops
spruzzare con lo Smoke della Xtradecal X 48125
Tamiya. Dato che a terra il Javelin di Eduard Mask EX 411
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Montaggio
Bibliografia:
Gloster Javelin – Warpaint series n.
17
Gloster Javelin – The RAF’s First
Delta Wing Fighter, R. Franks
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LA DIVINA
FOLLIA
YOKOSUKA MXY-7 OHKA
(桜花 BOCCIOLO DI
CILIEGIO)
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Montaggio
di
Alexander W. De Leon
Autocostruzione
Una tavola con le tre viste dell'Ohka si trova nel libro The Divine
Thunder. Nella scala nella quale ho scelto di realizzare questo
velivolo le dimensioni sono di tutto rispetto.
Il modello è quasi interamente autocostruito con l’utilizzo di qual-
che pezzo di recupero; ho usato soprattutto plasticard. I principali
sottoinsiemi sono le ali, il muso, il cockpit e la sezione di coda.
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LA FUSOLIERA
Le sezioni della fusoliera si realizza-
no in scala con il plasticard sulla
base dei disegni. La parte anteriore
ha una forma grossomodo conica,
ottenuta con stucco epossidico e con
all’interno della zavorra. Per dare la
forma corretta il pezzo è stato tornito
a mano usando un trapano.
LA CABINA
La sezione del cockpit è un tubo di
plasticard posto tra due paratie delle
stessa sezione; l’apertura è stata
praticata in un secondo tempo. Il
lavoro di dettaglio si concentra sull’in-
terno della cabina: si costruiscono le
centinature e si aggiungono i sempli-
ci comandi sagomando dei profilati di
plasticard; anche il sedile si costrui-
sce a partire da un foglio di plasticard
sul quale si praticano i fori di allegge-
rimento e si fissano le semplici imbot-
titure.
Nel vero apparecchio gli strumenti e i
quadranti erano rudimentali ed è
stato abbastanza semplice riprodurli
in scala; i quadranti sono fotocopie di
decal per modelli RC ridotti in scala
1/12. Ulteriori dettagli riguardano i
cavi elettrici e le condutture idrauli-
che oltre alle numerose teste dei
rivetti.
IL MOTORE
La sezione posteriore che ospita il
motore a razzo è stata costruita dopo
vari tentativi ed errori poiché ha una
forma rastremata particolare.
L’interno della fusoliera posteriore è
stato rivestito con fogli di alluminio
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Montaggio
corrugato, sempre di provenienza IL CARRELLO l’uniforme. I dettagli finali comprendo-
RC. I tre razzi sono autocostruiti con no le scritte giapponesi e i fiori di
materiale di recupero e tubi di plasti- Il “Baka” non aveva un carrello d’at- ciliegio dipinti a mano.
ca; anche qui entrano in gioco rivetti terraggio, che d’altronde sarebbe
e vari cablaggi sottili. stato inutile visto che non era previsto IL TAVOLO
alcun atterraggio. Per movimentare la
LE ALI scena è necessario costruire il suo Pezzi di legno sono stati assemblati
carrello usando gli stessi materiali: per il tavolino. Il tessuto bagnato con
Costruite con fogli di plasticard su tubi di alluminio, fogli di plasticard e colla vinilica e acqua è stato drap-
una struttura di strisce e tubi di styre- ruote di recupero. peggiato come una tovaglia. Gli
ne, sono state dotate dei rivetti in accessori sono stati autocostruiti con
superficie e delle superfici di gover- LA COLORAZIONE plastica e alluminio. La tovaglia ha
no. ricevuto un lavaggio con un colore
L’apparecchio è stato colorato ad acrilico e qualche ombreggiatura. I
IL CANOPY aerografo; l’interno è in verde chiaro vari elementi sono stati quindi dipinti
mentre l’esterno è in un blu metallico. e invecchiati; la coppa per il saké ha
Sembrava molto complicato, ma non L’invecchiamento è minimo, le pan- un bordo dorato. Una volto dell’impe-
era il caso di fermarsi di fronte alle nellature sono state evidenziate con ratore è stata ridotta in scala e incor-
difficoltà. La struttura è stata costrui- un inchiostro nero. Le insegne sono niciata. Le katane sono state
ta con strisce di plasticard rinforzate state dipinte previa mascheratura. La anch’esse dipinte e dettagliate con
all’interno, i trasparenti sono ostati finitura è satinata. color oro.
quindi termoformati su un master e
ritagliati con cura. Per l’incollaggio è IL PILOTA COMPOSIZIONE
stata usata colla epossidica bicom-
ponente, che non lascia fumi e con- Ho usato un torso di un pezzo in 1/12 Per enfatizzare il tema simbolico del
cede un po' di tempo per i necessari per scolpire il pilota usando stucco diorama ho deciso di disporre il veli-
aggiustamenti. bicomponente. Ho utilizzato foglio di volo, il pilota e il tavolo su un disco
stagno per la fascia in vita; non rosso ricavato dal legno di pino rap-
DETTAGLIO FINALE dimentichiamoci i cavi delle cuffie in presentante l’Hinomaru.
filo metallico e il pugnale da Una volta ottenuta una finitura perfet-
Le pannellature sono state incise con Kamikaze nella mano sinistra. Il ta, i vari elementi sono stati fissati per
l’apposito strumento. I tubi di allumi- pezzo ha ricevuto un primer bianco e completare la mia interpretazione
nio sono stati usati per realizzare la poi è stato dipinto con colori a olio della Divina Follia.
spoletta, il tubo di Pitot e il traguardo. per l’incarnato e con l’aerografo per SKYMODEL
I rivetti si aggiungono alla fine, una
volta completata la costruzione.
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L’hangar
te i colletti del variatore di passo, personal-
mente devo dire che non sono male ma se
Bf 109G-6 early version li confronto con quelli in 1/72 degli ultimi Fw
190, preferisco quelli come disegno, ppure
si può optare per un’elica in resina.
La fusoliera, a parte i bei dettagli, è divisa
EDUARD 1/48 secondo lo standard più diffuso, cioè verti-
ART. 82113 calmente; ma con varie opzioni per quello
che riguarda la parte superiore della coda e
Dopo il G6 “ Late” ecco la versione “Early”, quindi il montaggio di vari tipi di sezione
forse avrebbe avuto più senso proporre mobile del timone; interessante la zona
questa prima ma Eduard ha cercato subito delle bugne disegnate in maniera presso-
di impressionarci con la versione avanzata ché perfetta, con fornitura a parte di quella
del Gustav, e ci è riuscita abbastanza. Dei più piccola per il compressore ausiliario; tra
186 pezzi presenti in questa scatola almeno l’altro in Eduard hanno migliorato la placca
70 non sono da utilizzare ma sono usabili a forma di goccia su cui viene incollato il
per le confezioni precedenti, G6 Late e G5, pezzo che simula la presa d’aria del com-
e possibilmente per le future; inoltre trovia- pressore, offrendo tre differenti versioni di
mo un bel po’ di pezzi opzionali che portano questa e delle prese, attenzione quindi all’e-
il numero effettivo da utilizzare ad una quan- semplare da riprodurre.
tità modesta. Sul dorso della fusoliera è stampato il rigon-
Come per gli Spitfires in 1/48 anche questi fiamento per l’antenna ad anello DF, questa
ultimi G5 e G6, rinati dalle ceneri del famo- non andrà utilizzata solo in una versione for-
so kit “sbagliato” del 2014, saranno un nita nelle decals; tornando un attimo alle ali
nuovo riferimento per la scala quarto di pol- possiamo aggiungere che questa volta le
lice; la finezza delle pannellature e dei det- tips sono corpo unico, anziché essere
tagli sono impressionanti, file di rivetti sotti- pezzo a parte come nel 2014, nella parte
lissimi che seguono con precisione la lun- inferiore abbiamo i fori rettangolari di espul-
ghezza delle fusoliere senza sgarrare di un sione dei bossoli.
micron. Bello vedere come le piccole prese Tutte le superfici mobili, compresi i radiatori,
d’aria sul naso siano scavate, la striscia di sono pezzi separati; questi ultimi hanno
tenuta tra le due semi-capote del motore è anche componenti da sostituire in fotoinci-
un pezzo a parte, e ridotte sono pure le due sione; altri pezzi che corredano il kit sono:
bugnette sulla sinistra della fusoliera per due serbatoi ventrali di foggia diversa, un
poggiare l’ombrello parasole in caso di veli- rack ETC e varie antenne; in definitiva que-
volo tropicale, queste sono microscopiche sto kit non è stato solo corretto negli errori
ed asportabili con un cutter tagliente in caso fatti, ma è stato proprio ridisegnato in molte
si optasse per una versione continentale. zone; non mi dilungo nell’elencare le varie
Le parti in tessuto delle superfici mobili differenze con il kit dello”scandalo”, trovere-
sono ben riprodotte, se le guardate bene te ampio materiale on line. I due fogli decal
noterete le cuciture a zig zag sui bordi, cer- sono ben stampati nella Repubblica Ceca;
tamente avranno ricoverato alla neuro il un foglio ha le classiche croci, svastiche,
masterista, ma sono tutti dettagli che ne chevrons ed insegne di unità, l’altro invece
fanno un kit impressionante. ha molte stencils generiche per le versioni
Il cockpit con le parti fotoincise, con i suoi di metà periodo bellico e fine della guerra.
pezzi originali e con il tubo della benzina Versioni proposte:
offerto nello sprue dei trasparenti è vera- •W.Nr. 15919, Maj. Hermann Graf, CO of
mente completo; esiste ovviamente anche JGr 50, Wiesbaden – Erbenheim,
la versione in resina di Brassin, ma questo September 1943
a montaggio e colorazione avvenuta sarà •W.Nr. 20499, Lt. Erich Hartmann, CO of
9./JG 52, Nove Zaporozhye, October 1943
già notevole; uh ! Scordavo di dirvi che i tra- •W.Nr. 18107, U z. Georg Amon, 7./JG 53,
sparenti dell’abitacolo hanno la classica Torazzo Air eld, Sicily, June 1943
blindatura, mentre la “Galland Panzer” viene •W.Nr. 440190, Lt. Alfred Hammer, CO of
offerta come pezzo opzionale per future 6./JG 53, Wien – Seyring, February 1944
versioni, vengono offerte anche le maniglie •W.Nr. 160756, U z. Rene Darbois, I./JG 4,
in fotoincisione da posizionare negli angoli Santa Maria, July 25, 1944
superiore del parabrezza. A termine di questa piccola recensione vor-
Riguardo il vano carrelli, diciamo subito che rei aggiungere solo una cosa riguardo una
il buon dettaglio risiede sulle semi ali inter- modifica non fatta ma importante: nel 2014
ne con la giusta concavità dei rigonfiamenti nella parte inferiore della semiala, il bordo di
stampati superiormente ed i frames com- uscita era a forma di una V ampia che si
pleti di rivetti, inoltre la struttura del vano è univa alla fusoliera, ebbene questa caratte-
stata completata con pareti che simulano la ristica è stata lasciata immutata, ma nella
tela cucita all’interno solo nella parte poste- realtà non esiste alcuna linea di pannello in
riore, un piccolo punto negativo è il pitot questa zona, quindi una volta incollato il
stampato in un unico pezzo con l’ala, inevi- tutto, si tratta di stuccare e carteggiare.
tabilmente salterà via, fate attenzione; EG
anche gli scarichi fanno bella figura con le
pipe che riportano la giusta saldatura sulla
linea di mezzeria ed un leggero incavo in
uscita dello scarico stesso, questo dettaglio Northrop P-61B Black Widow
è già da parecchi kit che Eduard lo fa, evi-
tandoci di comprare quelli in resina.
Vengono fornite tre eliche in tre stili diversi,
due di queste sembrano essere quelle del DRAGON 1/72 PREMIUM EDITION
109F e del primissimo G, hanno chiaramen- ART. 5036
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L’hangar
Il P-61A è stata la prima versione di produ- differenze rispetto al modello A del velivolo.
zione del Black Widow, operativa già verso Istruzioni molto chiare e semplici, referenze
la fine del 1943, montava superiormente colori Model Master e Mr.Hobby, di buona
una torretta armata con 4 cannoni; inizial- qualità le decals.
mente vi furono grossi problemi che porta- Versioni:
rono alla sua eliminazione ed alla sola ado- • P-61B 418th NFS South Pacific 1944
zione delle mitraglie inferiori. Nel 1944 la • P-61B 422nd NFS France 1945
versione B apportava miglioramenti riguar- • P-61B 548th NFS Iwo Jima 1945
do il radar che essendo leggermente più Distribuito da *PAMA TRADE SRL*
lungo, porto’ inevitabilmente alla modifica EG
del muso; altri upgrades riguardarono il car-
rello d’atterraggio anteriore, i portelli carrelli
e la riproposizione della torretta con i 4 can-
noni superiormente.
Cessna 1/72 Skyhawk
Il P-61 fu largamente utilizzato sia in Europa “Landing on Red Square”
che nel Pacifico, ottenendo in questo ultimo
teatro l’ultima vittoria aerea contro un veli- Moskov, 28th may 1987
volo giapponese, in seguito, dopo il conflitto -Irish Air Corps, 206 Squadron, 1972
fu sostituito dal Twin Mustang. La Dragon
ITALERI 1/48 -Croatian Air Force, Vukovar battle, 1991
produsse le due versioni intorno al 1994 ART. 2764 Distribuito da *PAMA TRADE SRL*
ottenendo due kit di alto standard per l’epo- EG
ca, quindi è stato facile per loro riproporli Una ristampa del modello Minicraft 1/48 del
oggi; in versione “Premim Edition” con forni- 2009, anche se nella realtà il capostipite fu
tura di una interessante lastrina di fotoinci- l’Esci/Ertl del 1982, lo stampo quindi deno-
sioni precolorate di produzione ceca. ta chiaramente la sua anzianità: pannellatu- Grumman F-14D Super Tomcat
L’abitacolo, con l’aggiunta delle fotoincisioni, re negative profonde, rivettatura pesante in
diventa sufficientemente dettagliato, dicia- positivo, punti di unione allo sprue grossola-
mo che l’unica cosa da fare è assottigliare i ni e qualche altra cosina rimediabile; però
sedili; il muso come lunghezza è abbastan- tutto sommato i dettagli interni sono discre-
za fedele, mentre i portelli carrelli principali
REVELL 1/72
devono essere divisi in due e non tenuti in ART. 3960
un pezzo unico, questa è proprio una delle
L'F-14D è la versione finale del famoso F14
Tomcat, le principali differenze rispetto ai
modelli precedenti sono i motori General
Electric F110-GE-400 simili a quelli
dell’F14B con conseguente significativa
riduzione dei costi; questi sono, oltre che
economici, più affidabili e più efficienti che i
vecchi TF-30. Tutta l'elettronica è moderniz-
zata da un nuovo radar, un abitacolo digita-
lizzato ed una nuova avionica; questo ha
permesso, in seguito, la standardizzazione
dei componenti all’interno della Marina degli
Stati Uniti.
Il kit di per sé non è nuovo, è una ristampa
della confezione del 1999, che comunque
per chi non ha pretese, ancora oggi si difen-
de bene nella scala 1/72, naturalmente non
si può fare il paragone con Hasegawa e
Fujimi della stessa epoca, ma tutto somma-
to non è il caso di metterlo da parte; la box
art è attraente e fa il suo dovere di invoglia-
re i modellisti all’acquisto, rappresenta un
esemplare del VF-101 Grim Reapers, NAS
ti per un aereo che aveva solo il cruscotto ,i Oceana 2004 che poi è l’unica versione pro-
sedili, la cloche, la pedaliera e la radio; ma posta dalle buone decals.
veniamo al motore ed al suo vano: la para- I pezzi totale sono 111, la divisione della
tia parafiamma è abbastanza dettagliata, da fusoliera è sul piano orizzontale, come i kit
aggiungere soltanto cavetti e tubicini, il nipponici; le incisioni in negativo sono
motore Lycoming O-360 è costituito dalla pesanti e mancano elementi tipici tipo rivet-
testata, dai 4 cilindri e dal castello motore; in ti, cerniere, dispositivi a sgancio rapido ed
rete vi sono parecchie foto riguardo questo altri portelli d’ispezione. Le ali posso essere
propulsore e quindi si può giocare con il det- montate sia estese che chiuse, la sezione di
taglio self made. coda è separata con il vano degli aerofreni
A questo punto, quasi quasi, con molta chiuso e con gli scarichi dei motori che
pazienza si può rappresentare il modello vanno sostituiti con qualcosa di più detta-
con cofanatura ed abitacolo aperto, almeno gliato e serio, faccio un esempio: il set Aires.
si movimenta un po’. Notevole la parte dei carichi ben riprodotti
Questo aereo fu reso celebre nel maggio tranne nelle alette stabilizzatrici che vanno
1987, quando il tedesco Mathias Rust, per tutte assottigliate: sei AIM-54 Phoenix, due
un’azione dimostrativa atterrò in Piena serbatoi ausiliari, due AIM-7 sidewinder e
Piazza Rossa a Mosca; ebbene l’Italeri, due AIM-9 Sparrow. I trasparenti non sono
nelle decals, ripropone proprio questa ver- male, ma purtroppo costringono a montarli
sione insieme ad altre due prettamente mili- obbligatoriamente chiusi, anche se sono in
tari. due pezzi separati, a meno che non si modi-
-Mathias Rust’s plane, Red Square landing, fichi in maniera veritiera questa zona; l’abi-
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L’hangar
Lockheed Ventura Mk.II
REVELL 1/48
ART. 4946
Il Lockheed PV-1 Ventura venne prodotto da
Revell nel 2011, dopo un cambio di grafica
della confezione nel 2012, si arriva al 2014
quando con nuovi pezzi fu prodotta la ver-
66 SKYMODEL 91/16
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