0 valutazioniIl 0% ha trovato utile questo documento (0 voti) 325 visualizzazioni13 pagineLe Grandi Battaglie Della Storia - 23 Piave
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Alitalia
vautostrade Z| _yeSer ,Nonostante lonta di Caporetto
Italia riesce a respingere
due offensive austriache
@ si prepara
alla controffensiva
vincente.Luigi Cadorna (1850-1928) e Armando Diaz (1861-1928)
Cadoma nasce a Pallanza nel 1850. Nel luglio 1914, nominato capo di Stato Maggiore,
fu fervente interventista, Dal maggio 1915 diresse le operazioni terrestr
Costretto dalle insistenze degli Alleati all offensiva contro gli Austriaci per alleggerire
Ja pressione asburgica sui Balcani, dovette attaccare altraverso uno stretlissimo varco pedemontano,
largo circa 50 km, gia fontficato dal nemico durante i mesi precedent
A conttibuire al suo insuccesso, sarebbero intervenute la esa precoce della Russia la sconfitta
della Serbia, Capro espiatorio degli insuccesst militar’ italiani, Cadorna venne sosttuito,
da Armando Diaz, il “cervello dell’esereito”, come sosteneva il re.
Diaz nasce a Napoli nel 1861 ed entra giovanissimo nell esercito. Ne] 1911-’12 partecipa con il
grado di colonnello alla campagna di Libia. Nel 1915 & generale ¢ nel 1916 @ nominato comanclante
di divisione. Quando nel 1917 venne nominato Capo di Stato Maggiore in sostituzione di Cadoma,
si prodig® per migliorare le condizioni della vita dei soldati al fronte e per ricucire i rapport
tra gli alti ufficial, ma la sua azione di comendo non risultd cost “esemplare™ come nei dopoguerra
si volle far credere: nella battaglia di giugno le riserve, troppo arretrate, non surebbero
potute intervenire prima di 48-72 ore, in caso di eventuale sfondamento da parte del nemico.
In seguito, poi, Diaz lascid incredibilmente
agli Austriaci fa possibilita di effettuare
indisturbati una ritrata assai ertica
sall’altra spond del fiume. Infine,
ritardd Toffensiva su Vittorio Veneto
per eccessiva “timidezza": in estate,
aveva addirittura richiesto agli Americani
di spostare dalla Francia sul fronte italiano
ben 25 divisionit
Ufficiale di artighieria, allinizio
del conflitio mondiale Diaz si trovd
a ricoprire la carica di Capo dell'ufficio
operazioni dello Stato Maggiore
fino al giugno del 1916, quando ottenne
il comando della 46" divisione di fanteria
jmpegnata sul Carso. Ne! 1917 ricevette
il comando del XXTM Corpo d’Armata,
‘In seguito al cedimento di Caporetto,
ritird ordinatamente Ie sue truppe sul Piave.
8 novembre [917 sostitul Cadoma
nella carica di Capo di Stato Maggiore,
Nel dopoguerra sostenne Nitti, poi entrd nel governo Mussolini come ministro della auerra
« garante dell’ appogeio al nuovo regime da parte della monarchia e delle gerarchie militar.
Contine del dopozerra
Confined oa
Franz Conrad von Hotzendorf (1852-1925) e Svetozar Boroevic (1856-1920)
Conrad nasce 111 novembre 1852 a Penzing (presse Vienna). Abbraccia giovanissimo la carriera
militare: tenente nel 1871, & capo di Stato Maggiore nel 1906. Ben consapevole della ificile
situazione politica e strategica dell'Impero austro-ungarico.aveva fentato di cvitare all’ Austria
‘una guerre su pit front: gia nel 1911 aveva proposto invano all'Lnperatoze una “guerra preventive”
contro la Serbia ¢ PItalia.
In seguito, quando ormai si detineava la certezza dell"intervento italiano nel conflito, propose,
senza successo, di cedere alcuni territorial alia in cambio della sua aeutralitd.
Stratega dello “sfondamento”, in occasione della Strafexpedition ¢spedizione punitiva”) del 1916
consegul qualche sucesso grazie all'aiuto tedesco, mnentre nella batLaglia di giugno
sul Piave non impensieri affatto le difese italiane. Durante la guerra si trovd spesso in contrasto
sia con Palleato tedesco che con ["Imperatore Carlo I, che fini per esonerarlo dall'incarico,
asseznandogli,inyece, il comando dell’ Armata in Trentino, Dal suo memoriale emerge
un atavico malanimo nei confront dell"Ttalia,
Boroevic, di origini croute, fu inizialmente impegnato sul fronte russo, dove colse qualche suecesso:
‘giunse sul fronte italiano nel maggio del 1915, al comando della S* Armata (I"*Armata dell'Isonzo")
Abile nella guerra di difesa, dopo I offensiva su Caporetto venne perd accusato di scarsa
determinazione e addirittura, secondo alcuni,di essersi lasciato sfuggire la 3* Armata italiana.
Tnoltre, a giugno, non accettd che I'offensiva venisse lanciata singolarmente da Conrad,
finendo per disperdere il proprio potenziale offensivo sull'intero fromte del Piave.De
Cannone italiane ritrovate
negli anni Cinquanta,
‘nel flume Isonzo in secea
Battaglia
del Piave
NOVEMBRE 1917-LUGLIO 1918
Je} “No” disse il Piave. “No!” dissero i fanti
‘Mai pit if nemico facia un passa avanti?
Si vide if Piave rigonfiar te sponde!
E come i fanté combartevan Vonde [..}
Rosso del sangue del nemico aliero,
if Piave comand "Indiviro va, straniero?"[...)»
da La leggenda del Piave di E. A. MARIO.
[ga a
I dramma del Piave
Un palpitante inno di E. A. Mario fissd nella memoria nazionale la
drammatica “battaglia del Piave”, un vero e proprio “poema tragico™
che si apre con Caporetto e si chiude con Vittorio Veneto, Sotto I'a
spetto militare l’episodio del Piave @, tuttavia, suddiviso in due bat-
taglie distinte: la “battaglia d’arresto”, combattuta dal 9 novembre al
26 dicembre 1917, e la “seconda baitaglia del Piave” o “battaglia del
solstizio”, durata dal 3 giugno al 5 luglio 1918.
Gi antecedenti: I’Isonzo
Completata la mobilitazione nel giugno 1915, l'esercito italiano
contava 1,089,000 soldati, mentre gli Austro-Ungarici schieravano
sul fronte italiano 300.000 uomini. Nonostante la superiorita nume-
rica italiana, pero, gli “iniqui confini” stabiliti nel 1866 ponevano il
nostro Paese in una condizione di svantaggio strategico: I’ Austria,
infatti, possedeva la montuosa regione trentina incuneata verso il
cuore della pianura veneto-lombarda, ¢ la frontiera friulana, anche
se povera di appigli orografici nella sua parte meridionale, era stata
efficacemente fortificata dagli Austriaci nella zona del fiume Isonzo
durante i nove mesi precedenti (il period di neutralita italiana).
L offensiva italiana nel primo conflitto mondiale fu, dungue, 'uni-
ca in Europa a presentarsi subito come un’estenuante battaglia di lo-
goramento per entrambi i contendenti
Gli alleati anglo-francesi, chiedendo che I'Italia assumesse un at-
teggiamento aggressivo, miravano ad alleviare la pressione austro-
germanica sui Russi nel fronte carpatico, entrato in crisi proprio nel
maggio del 1915,
11 “generalissimo” Cadorna diede inizio allora all attuazione di un
piano, concepito sin dall’anno precedente, che prevedeva operazio-
nj limitate sul settore trentino ¢ attacco ad oltranza sull’Isonzo e sulCadore, per dilagare eventual-
mente, in seguito, attraverso ter
reni pianeggianti, fino al cuore del-
Vimpero asburgico.
1123 giugno 1915 Cadorna sca-
tend la prima battaglia dell’ Isonz0,
Llundicesima della serie, sferrata
il 19 agosto 1917, in dieci giorni
portd alla conquista del? altopia-
no della Bainsizza e alla cattura
di circa 30.000 prigionieri e di
oltre 250 bocche da fuoco!
La dodicesima battaglia, ricorda-
ta nella storia d'Italia come “la
rotta di Caporetto”, segnd, inve-
ce, V'inizio di un’ offensiva austro-
‘germanica che scatterd il 24 otto-
bre dello stesso anno.
Inati, a desta:
il generale Luigi Cadorna,
ritenuto ingiustamente responsubile
del codimento di Caporetto
Tredici misteriose
pagine
Sulle cause concrete della rotta
i Caporeito la Commissione
¢'inchiesta all wope saominata
non fece mai luce in modo netto
ce univoco. Il principale
responsebile, ovviamente,
venne indiesto in Cadomna,
‘ina anche di Pietro Badoglio
venne data una valutazione
negativa, quanto meno
petché si trovava al comando
aii uno dei Corpi d’Armata
che cedetiero nel primo giorno
dell offensiva austro-germanics.
Le tredici pagine del rapporto
eonclusivo della Commissione
sulle responsabilita di Badogtio,
tuitavia, andarono “smanrte”
prima che la relazione venisse
data alle stampe.
Questo “incidente”, seconde
testimonianze successive,
avvenne per orcine del primo
‘ministro Orlando, il quale voleva
evitare complicazioni all’ wore
che era ormai diventato
il vicecapo di Stato Maggiore.
ai Diaz
L anno terribile
Con la Russia fuori gioco (e quia-
dila fine della guerra su due fron-
tie l'esercito francese in grave
ctisi, i Tedeschi poterono inviare
sul fronte italiano rinforzi a so-
stegno degli Austriaci.
Dei tre shocchi offensivi contro la
pianura veneta — 'altopiano di
Asiago, la testa di ponte di Gorizia
€ la stretta di Tolmino — il primo
aveva gid visto il fallimento della
Strafexpedition nel 1916 ed il se-
condo era caduto in mano agli
Italiani nello stesso anno: fu dun-
que nel settore di Tolmino, sfrut-
tando la conca di Plezz0, che
venne accuratamente preparata
Foffensiva austriaca,
Sul ristretto fronte d’attacco fu-
rono ammassate ben 15 divisioni
(7 germaniche, delle migliori, ed
8 austriache) della 14° Armata.
Alle 2 del mattino del 24 ottobre
1917 Partighieria austriaca inizid
un fuoco d'intensit2 spaventosa
e, alle 7, iniziarono gli attacchi
delle fanterie, preceduti dal lan-
cio del nuovo gas fosgene, che da
solo annientd un’intera divisione
italiana, mictendo 6,006 vittime.
119 novembre i resti dell"esercito
italiano si trovavano gid oltre il
Pave. Il giorno prima il Re ave-
va bruscamente sollevato dall’in-
carico il comandante supremo
Cadorna, il quale aveva esplicita-
mente accusato i soldati di “non
reggere”, sostituendola con il
generale Armando Diaz. Tl nuo-
vo vicecapo di Stato Maggiore,
Badoglio, a Caporetto non era
riuscito neanche a “impensierire”
Je colonne austro-germaniche,
malgrado avesse 700 cannoni a
disposizione. In due settimane
‘Manifesto italiano reallzzato dopo la sconfitta di Caporettodi Plezzo.
In primo piano un elmett italiano
‘euna macza ferrata tedesca usata
perfinire i nostri soldat asfissiati dai gas
Italia aveva perduto la cifra co-
lossale di 300.000 soldati e 3.000
pezzi di artiglieria, Altri 350,000
sbandati vennero raccolti per ri-
costituire le unita disgregate du-
rante la ritirata, Nonostante a
sconfitta, perd, lesercito italiano
era ancora vitale, grazie all’ azio-
ne di comando di Cadorna, rive-
Jatasi assai efficace nel momento
critico della ritirata,
: Piave
Vittorio Veneto nel ricordo
di Ferruccio Parri
Oxnuno di noi ricorda le parole del bollettino della vittoria redtto da Diaz,
che fece seguito alla battaglia di Vittorio Veneto: «|..] i resti di quello
che fu uno dei pid potenti eserciti del mondo risalgono in disordine le valli
che avevano disceso con orgogliosa sicurezza. Qualche testimone, tutlavi
ricorda quella battaglia in modo del tutto diverso e assai poco altisonante,
‘come il enatore a vita Parti ad esempio, a quei tempi capitano presso lo Stato
Maggiore italiano, il quale racconta nelle sue memorie che Diaz, una mattina,
seguito dai suoi generali, fra i quali e’era unche Badoglio, «si avvicind
‘una grande carta [.]¢, inforcati gli occhiali, si mise a cerearvi una localitt
senza Tiuscire a trovarla. Un po’ spazientito, voltosi a un certo punto verso
Badoalio gli chiese in napoletano: “neh Badd, add sta ‘sia caze’e Vittorio
Veneto?”. Fu in questa maniera ~ continua Parti ~che venni a sapere
quale sarebbe stato I obiettivo principale della nostra offensive.
Sopra: le prime pattuglie italiane entrano a Vittorio Veneto (29 ottobre 1918)
Jn basso «sinistral generale Armando Diaz suceeduto 4 Cadorna nel
ai Capo di Stato Maggiore
if Piave
La “battaglia d’arrest
Limprovvisato schieramento ita-
infine, ancora di seguito, la 6°, at-
testata trai fiumi Brentae Astico,
mentre la I* ¢ la 7* abbracciavano
il resto del fronte fino al Garda e
oltre. In seconda linea, nella zona
di Castelfranco Veneto, stazionava
liano a difesa del Piave era gia
stato prefigurato da Cadorna, ¢
Diaz non poteva che attuarlo, po-
nendo a sud la 3° Armata, con il
fianco desiro sul mare; pit a Nord
I'S" Armata a presidio del colle
del Montello; poi la 4* Armata, di-
scosta dal Piave, a cavallo del fiu-
me Musone e sul Monte Grappa;
in riserva la 9* Armata, Il 9 no-
vembre 35 divisioni italiane fron-
teggiavano le 55 austro-germani-
che. Gli Austriaci erano organiz.
zati in due Gruppi d’Armate: il
Gruppo Boroevic, costituito dalla
6" ¢ dall’ Armata dell'Isonzo e
slocato tra il mare e i. margini
orientali del massiccio del Grappa,¢ il Gruppo Conrad, che copriva il
fronte dal Grappa al Garda.
Gli Austro-Germanici, non es-
sendo riusciti ad agganciare tutto
esercito italiano prima che que-
sto riparasse oltre il Piave, spera-
vano almeno di impedirali di at-
testarsi saldamente sulle nuove
posizioni, mediante un’offensiva
lanciata in due fasi: La prima dal
10 al 26 novembre ¢ la seconda
dal 4 al 26 dicembre.
Liattacco pitt massiceio proveniva
da Nord, per sfondare la 6" e la 4
Armata italiane, ¢ puntare poi ver-
so Vicenza ¢ Verona. II Gruppo
MR tation
SS
18
Conrad scese dall’Altipiano dei
Sette Comuni verso Asiago, tra
PAstico ¢ il Brenta, mentre I'11*
Armata di von Krauss lancid nove
divisioni sul Grappa, scarsamente
fortificato e difeso da quattro graci-
Ii divisioni italiane, sostenute da
pochi cannoni. Il fronte italiano re-
sistette, nonostante la perdita di
Asiago: alcune localita furono ad-
dirittura riguadagnare dopo cin-
que giorni, I! Gruppo Boroevic
esercitava intanto una forte
pressione sul Piave © ’11 no-
vemnbre alcuni reparti austriaci
della Ison7o Armee avevano
creato una testa di ponte nel
Tansa di Zenson, oltrepassando
il Piave! Gli Austro-Germanici
fuurono respinti nelle Grave di
Papadopoli ed a. Grisolena,
presso la foce del fiume. La te~
ponte austriaca fi poi an-
nicntata il 17 dicembre, con i
concorso delle batterie della
Marina, montate su vecchi pon-
toni 0 su cannoniere, che erano
state dislocate presso il corso
inferiore della foce del Piave. I
sostegno di numerosi cannoni
di medio € grosso cali-
bro, e di aleune migliaia di “mari-
nai in grigioverde™, contribuirono
‘notevolmente alla tenuta del setto-
re della 3* Armata, motivo per cui
gli Austriaci dovettero concedersi
luna tregua su tutto il fronte. La so-
sta, per quanto breve, consenti di
rafforzare il fronte difensivo con
alcune divisioni alleate e con le
prime classi di leva del 1899. Gli
Inglesi sul Montello e i Francesi nel
delicato settore Tomba- Monfenera
Diaz osserva gli seudi ideati
per | reparti di assalto
non avrebbero perd mai combat
toe quella del Piave sarebbe rima-
sla una prova difensiva esclusiva-
mente italiana,
La seconda fase delIoffensiva si
scatend il 4 dicembre, ancora una
volta dall’ Altopiano di Asiago. 44
battaglioni austriaci, contro 36 bat-
taglioni italiani del XX Corpo
<’Armata, riuscirono soltanto_a
prendere il monte Valbella e il Col
del Rosso e due giorni dopo un
nuovo attaeco sul Grappa fall. Non
andi meglio a Boroevie con la sua
‘Armata dell’Isonzo, che il 23
cemibre tentd di forzare il Piave con
unico risultato di perdere la testa
di ponte di Zenson. A Natale !’o
fensiva fu sospesa, La Germania,
pressata dagli Americani in Fran!Un eassone usato dai genieri italiani per gettare i ponti sul Piave
richiamd i reparti tedeschi impe-
gnati sul fronte italiano, provocan-
do il termine della
resto”. L'illusione austriaea di ar-
rivare a Venezia cra tramontata,
La “battaglia del solstizio’
Durante Pinverno, i superstitie gli
sbandati italiani furono raccolti e
ridistribuiti in nuovi reparti; 'in-
dustria reintegrd la perdita dell’e-
norme numero di cannoni, dovuta
alla ritirata; entrarono in linea
2,000 aeropiani e migliaia di mi
tragliatrici, fino ad allora presenti
in scarso numero tra Je nostre trup.
pe. La nazione italiana sembrava
icquistato una nuova sm:
gliante compattezza, mai mostrata
negli anni precedenti
Diaz, avendo intuito che il nem
co non aveva ancora abbandonato
1a partita, ignord Vinvito riperuto
da parte dell’ alleato Foch di attac-
care sull’Altopiano. A febbraio,
infatti, gli Stati Maggiori austria-
coe tedesco, riuniti a Bolzano,
avrebbero concordato un attacco
contemporanco sul suolo france-
sc ¢ italiano, previsto per i mesi
di maggio-giugno. Nella prima
vera seguente, Diaz, si limité ad
attuare soltanto azioni limitate
per correggere il fronte.
Loffensiva austriaca, inizial-
mente programmata per maggio,
‘ma poi procrastinata
preceduta dall’atflusso di
divisioni provenienti dal fronte
orientale, L’esercito asburgico
mise in linea 60 divisioni, riparti-
te, come in precedenza, nei due
Gruppi di Boroevie sul Piave e di
Conrad a nord, Le boeche da fuo-
o erano cirea 7,000 ¢ gli aeropla-
ni 540, Nonostante il fatto che a
questa ciclopica concentrazione di
forze si contrapponesse uno schie~
ramento italiano formato da ben
53 divisioni nazionali e 6 alleate,
7.500 cannoni e 656 aeroplani,
100 dei quali anglo-francesi, al-
Vattaccante rimaneva, tuttavia, il
vantaggio della sorptesa riguardo
al momento ¢ al luogo dell otfen-
siva, il cosiddetto Schwerpunkt
‘punto chiave”)
Tuoghi pitt arischio di un attacco
austro-ungarico potevano essere lo
Stelvio ed il Garda, Asiago ed il
Grappa, per un tratto complessi-
vo di 200 chilometri di fronte,
Diaz ritenne, in parte giustamen-
te, che la minaccia pit grave pen-
desse sul settore che andava da
Arsiero al Grappa, 8 dove gid si
cra scatenata I’offensiva iniziale
della “battaglia d’ arresto
EARN
Piave
Cooperazione
Dopo Caporetto affluirono in Kalia
tte divisioni francesi e due inglesi,
con 20 e 80 aerei rispettivamente.
Pid consistente aiuto fornito sotto
forma di armament: ben $90
previosissimi cannoai,
molti dei quali “pesanti”, ovvero
i grosso calibro, Tra le iruppe
alleate presenti in lialia vi erano,
infine, una divisions di formazione
cecosiovacca ¢ un reggimento
americano, che non andarone
mai al combattimento, Tra i tanti
militari straniesi operanti sul fronte
Emest Hemingway, che da
quell esperiensaavrebbe tr
ispirazione per il suo romanzo
Addio alle ari e nunicrosi
altri seri diarstici, Laliy aveva,
contribuite a sostenere lo sforzo
sul fronts alleato inviando due
divisioni di fanteria in Francia
e mettendo la sua flotta
a disposizione peril salvataggio
dei superstiti dello sconfitto esercito
serbo. Con questa operavione,
iniziata nel dicembre del 1915,
Te navi alleate, in stragrande
maggioranza italiane, riuscirono
a portare in salvo eirea 260,000
uuomini, 10,000 quadrupedi
ed un centinaio di pez
artigheria, A febbraio del 1916,
contando la perdita di soli s
piroscafi e duc eacciatorpediniere,
Ia flotta italiana aveva tratto
in salvo lesercito serbo.
nell'entroterra brindisino
edu Cort
Hemingway
‘convalescent
dopo la attaglin
‘del PiavePiave
Le forze in campo
Schieramento italiano
~dallo Stelvio al Garda, 1a 7*
Armata delle Giudicarie, con 4
division;
- dal Garda all’ Altopiano dei Sette
Comuni, su 50 chilometti_ di
fronte, la I? Armata del Trentino
con 8 divisioni;
~dall’ Altopiano dei Sette Comuni
al Brent, sino a sfiorare il Grappa,
1a 6" Armata degli Altipiani con 9
division, forte e ben trincerata per
un fronte di 24 chilometri;
- dal Grappa a Ponterobba, su 20
chilometri di fronte, la 4° Armata
del Grappa con 7 divisioni;
- da Ponterobba a Palazzon, per 24
chilometri lungo le rive del Piave
e sul Montello, 1’8* Armata con
soltanto 3 divisioni;
~ da Palazzon al mare, su 45 chi-
lometri di fronte, la 3* Armata
del Piave con 6 divisioni, ap-
poggiata dalle potentissime ar-
‘8 tallant
settor! armata e numero division
aaueeneanae
tiglierie della Marina, disposte
lungo la foce del Piave.
- lariserva generale era costituita
dalla * Armata, con 10 divisio-
ni a disposizione del Comando
Supremo e 9 distaceate presso le
altre Armate. Completavano la
riserva 3 divisioni di cavalleria,
24 delle 37 divisioni in linea erano
dungue spiegate sul fronte nord-
occidentale, da dove si temeva
Vattacco. I Piave invece era pres
diato soltanto da nove divisioni su
un fronte di circa 70 chilometti!
Schieramento austro-ungarico
= dallo Stelvio all’Astico, la 10°
Armata con 10 divisioni in linea;
~ alla sua sinistea, sino al Piave,
P11 Armata forte di 23 div
sioni in linea e 4 nella riserva
del Gruppo di Armate:
- lungo il Piave fin ole il Montell
la Armata con 6 divisioni in
neae una nella riserva;
-dal Montello al mare, la. 5* Ar
mata con 15 divisioné in linea e
una nella riserva.
WE Austriaci
sotto’ d’armata © numero division
OEMS alte ed le ed
Gli Arditi
ed Hemingway
Speciali repurti di assaltatori
yennero organizsati dall Esercito
italiano a pantie dal gennaio 1917.
Si chiamarono prima Arditi,
poi Fiamme nei
‘nfine Reparti d’assalto,
ced erano costituiti
da volontari, tra ufficiali
€ truppa, provenienti soprattutto
dai corpi dei Bersaglier,
deali Alpini della Cavalleria.
Pariicolarmente aldestrati
ad affrontare il comb
corpo a corpo, agli
cera risparmiata la vita di trincea
venivano inviati in prima linea
Solo peril tempo necessarioy
allo svolgimento delle sanguinose
azioni cui erano destinati
dall’“impossibile” assalto frontale,
ai colpi di mano, alla cattura
di prigionieri da‘usare come fonte
di notizie. Oltre al pugnale,
loro fedele compagno,
ali Arditi adoperavano
preferibilmente armi come
iTanciafiamme, il lanciagranste
ele bombe a mano.
‘Alla fine del 1918 di questi eparti
se ne contavano 39, organizrati
sutre compagnie, Nel frattempo,
tultavia, siera comunque diffusa
Fabitudine di costiruire un plotone
assalto in ciascun reggimento
di fanteria o batiaglione di Alpini
Degli Arditie delle loro qualiti
di carattere resta, ir le altre,
tuna ricostruzione letteraria,
circostanaiata e informata,
stesa in 4,000 parole dullo serittore
americano Emest Hemingway
miracolosamente riapparsa
nel 1976,
Trai numerosi fattidarme ricordati
da Hemingway spicca l'epico
attaceo dell’ Asolone, cosi come
tant alti, raccontati
dalla voce dei direti protagonist
delle battaglie svoltesi trail 20
il 27 ottobre 1918.
In quel momento Hemingway
siera unito agli Aditi
del IX Repario d'assalto, condot,
a Bassano del Grappa,
dal maggiore Giovanni Messe
che nel 1941 avrebbe comandato
iI CSIR (Compo di Spedizione
ltaliano in Russia) e nel 1943,
Fesereito italiano in TLe speranze
ei piani austriaci
Liobiettivo dichiarato dello Stato
Maggiore austriaco. consisteva
nella distruzione dell’esercito ita
liano: erano gid state coniate le
medaglie commemorative per la
presa di Venezia e Milano, e gli uf-
ficiali erano stati forniti delle carte
militari del Mincio e della pianura
lombarda. La propaganda fra le
truppe austro-ungariche era ma:
siecia (venne distribuita agli uomi
nj persino una moneta d'occupa-
zione emessa dalla “Cassa veneta
dei prestiti”), come pure martellan-
te fu quella volta ad alimentare il
disfattismo fra gli Italiani
D’altro lato, pero, l'eservito asbur-
gico era consapevole di giocare il
tutto per tutto, L'Impero, nello
sforzo bellico, aveva esaurito scor-
te e capacitt industrial: per citare
soltanto alcuni esempi della dis
strosa situazione del momento, le
baioneite distribuite nel 1918, le
Ersatzhaionette (“baionette di ri-
cambio"), erano barre d’acciaio
senza manico, sommariamente for-
giate e affilate. Le truppe avevano
Ticevuto ordine dinon sventrare i
sacchi di farina o le botti italiane
dopo essersi rifornite del necess
tio, ma di caricarle sulle migliais
carri nelle retrovie del fronte, le
“colonne di bottino”, destinate ad
alimentare la patria,
i piano dell'offensiva, un com-
promesso tra le diverse intenzio-
ni di Conrad, di Boroevic e del
capo di Stato Maggiore Arz, pre-
vedeva tre operazioni: ’“Opera-
zione Radetzky”, ovvero Mattac-
co dal’ Altopiano di Asiago verso
Padova e Vicenza; un’offensiva
secondaria chiamata “Lawine”
(Valanga’), sul Passo del Tonale
per minacciare la Lombardia; in-
fine il “Piano Albrecht”. che si
prometieva di forzare il
direzione di Treviso. 1121 aprile si
stabili che “Lawine” avrebbe pre-
ceduto di qualche giomo gli altri
due attacchi per distrarre le riserve
nemiche, “Radetzky” e “Albrecht
avrebbero dovuto formare le gana-
sce di una doppia tenaglia da chiu-
dere prima a Castelfranco, poi
va consistev
austriache, pur complessivamente
pari a queile italiane, erano divise
in te operazioni diverse, in nessu-
nna delle quali, quindi, potevano be-
neficiare della
superiorita di
uomini e di
cannoni che
sarebbe stata
necessaria,
Ardito della
Guardia di
Finanza, in
tenuta da guerra
Uno “spirito”
maligno
Con I arrivo del bel tempo, malgra-
do la picna del fiume, il Comando
Supremo italiano si attendeva Vat-
taoconemico da un momentoall'al-
tro, e spostava reggimenti e batterie
per vanificare il prevedibile fuoeo
preparatorio dell’artiglieria avversa-
Tia: Fattesa era veramente snervante,
1113 giugno, di notte, seattd final-
mente T’operazione “Lawine” eV ar-
tiglieria austriaca apn il fuoco sulla
Sella del Tonale, immediatamente
sewuita dal vivacissimo tiro di con-
trobatteria dei cannoni italiani: of
fensiva anstriaca era cominciata con
un‘amara sorpresa. Nella mattinata
del 14, tuttavia le fanterie d’assalto
avevano preso la prima linea delle
trineee italiane, ma gid alle due del
pomeriggio l'avanzata era stata fer-
mata, e, alla sera, 1°11" Armata au-
striaca fu costretta a porsi sulla di-
fensiva. Gia dalle prime ore della
battaglia, secondo il commento di
una relazione militare austriaca,
aleggiava tra le ruppe asburgiche un
“maligno spirito” e gli episodi didiserzione, sotto !impressione dun
disastro. imminente, raggiunsero
proporzioni preoccupanti.
Sul Piave, alle 3 del mattino del 15
giugno, le atiglierie austriache inon-
darono dilacrimogeni e fumogeni le
linee italiane (il gas iprte richiesto
alla Germania era giunto in minima
quantita), mentre I genieri provye-
devano immediatamente a gettare
pont attraverso il fiume. Durante la
‘wiomata le difese dell’8* Armata ita-
liana furono superate, il Montello
conquistato e, pili a sud, vennero
create due teste di ponte in direzione
della strada Ponte di Piave-Trevisoe
della linea ferrata San Don’-Mestre,
mentre i contrattacchi italiani del
Cavalieri del cielo
In aia fa guerra aorea si svilupp® con una cera intensta solamente a partire
dal 1916, gundo gi sup alr fron operavano gli “asi di ehira uma,
EErano definiti “ass” (Koen per Tedeschi) i pileti che avessero abbattulo
almeno 40 5 getei avers
Le modalita di aagiudicazione di una vitoria aerea variavano di molto da Paese
pill igorosi eran i Frances, gli Americani e gh Italian. Francesco
Baracca, ta gl aviator italian della Prima guerra mondiale, & sicuramente
bre, Tasso degl assi. Consegui tentaquattro vittrie sree omologate,
mostrandosiaudace, pericola‘o, ma anche cavalleresco¢ peneroso,
“asso” nel novembre del 1915, quando costinse un Albcars,
a lui danmegsiato, ad atterrare entro le Tinee italiane. Quel giom fece
sulla fusoliers del proprio Nienport Bebé il celebre emblera del cavallino
ngere
rampante, passato poi alla Ferrari di Modena, per gentile eoncessione
della madre. Francesco Baracca mor in combattimento nel 1918, sul Montello,
Lillia contd 42 assi, oltre ai 200 pilot con meno di 5 vittorie; Austria annoverd
45 Kanonen sul feonte italiano, trai quali primeggid Godwin Brumovsky
con 35 vitor, la Geamania due Kavionen, con 5 viltorie ciaseuno la Francia
uno con 6 vitorie. L's he partecipd alle operazioni per soli 10 mesi
con quattro squadrons =") di caccia, rivendied ben 550 vitlorie
43 pilot nglest poterono regiasi del tolo di “asso”. I miglioe deph Inglesi Sorta: un acreo deta squadsigha dt
fil maggiore William Barker, con 43 vitorieconsepuite in lala ¢ SO complessive._Baracca con i cavallino rampante che
I pilot tedesco Manfred von Richtofen deto "Barone oso" 0“Divolo nso” ‘#0 allan aveva adottato come
dal colore dell‘aeroplano che plotava, eno nella leggenda degli “assi” compiendo
imprese epiche nei ciel frances. Prima di morie in combattimento, nel 1918,
si era aggtudicato un'ottatin. di vtorie scree. Inne Eldic Rickenbacker,
dapprima autist personale del generale Pershing, comandante delle Forze
starunitensi in Europa, poi plota da caccia, in pochi mesi abbatté 21 acre
Una volta gi era capitato di scontrasi anche: con il mitico “Barone rosso”
ed era riuscito a sfuggirli solamente grazie ad una straordinaria
e spericolata manovra
in picchiata; sopravvissuto
a guerra, Rickenbacker
mse allt presidenza
la Eastern AriEE See
17e 18 fallivano I'uno dopo altro,
anche a causa della scarsita di trup-
pe negli organici dell’8* e della 3*
Armata, {1 "maligno spirito” si ab-
batté, perd, sugli attaccanti nella
giomata de! 18: il Piave, quasi a vo-
ler scongiurare il teribile pericolo
che correvano gli Italiani, aumentd
la piena, travolgendo le passerelle
di barche ¢ lasciando, cosi senza
mentazione le teste di ponte austria-
che. Tl Comando italiano, che avevs
1119 giugno tre nuove divisioni, la
57", la 60° € la 47", si unirono alla
50¥ che aveva difeso la martoriata
collina e assalirono il paese di
Nervesa (ogi Nervesa della Bat-
taglia) ai piedi del Montello
Fuuna mischia tremenda, dove da
una parte e dall’altra si immolaro-
no compagnie, battaglioni e reggi-
‘menti interi. Sul cielo di Nervesa,
quel giomo, cadde an-
che Francesco Baracca,
Piave
durd ancora qualche giorno a
Nord, sul Grappa, sull’ Altopiano di
Asiago e sul Tonale, ma non si trat-
tava pit di azioni offensive austria
che, bensi di enengici contrattacchi
aliani che impegnavano le pur
consistenti riserve nemiche. Poi, a
partite dal 5 luglio, sul fronte tomo
una relativa calma. La seconda
battaglia del Piave si era conclusa,
salvato pressoch¢ tute le proprie ar-
tiglicrie grazie ai cominui sposta-
‘menti, poté ora concentrarle sulle
zione da caccia,
fasce occupate dal nemico lungo la Comando Supremo au-
riva destradel fiumee, infine, mos- _ striaco ordind ai difen-
se le riserve: la 52* divisione alpina sori delle teste di ponte
a Bassano del Grappa, la 33°,’ [I*e
Ja 7 a rinforzo della 3° Armata; la
47 la 37" la 22" a Treviso. Pen-
nella, il comandante dell’8" Armata_
accusato da Diaz di non aver difeso
strenuamente i] Montello, venne so-
stituitocon il generale Caviglia,
Tasso italiano dell'avia-
1120 giugno, alle 19, i!
sul Piave di ritirarsi sul- |
lariva sinistra e trince-
adilesa, Nei due
giomi successivi il me-
dio € basso Piave era
nuovamente italiano, IL
tumnutto della battaglia
Memento audere semper (MAS)
All'inizio della guerra I'Kalia auspicava una battaglia
navale in grande stile, per assicurarsi la piena liberti
§n Adriatico e cancellare Ponta di Lissa (la scontitta navale
subita dal nostro Paese nel 1866, durante la Terza guerra
indipendenza). L' Austria godeva del grande vaniaggio
tattico di possedere navi e porti vicini alle coste italiane
mentre la flotta nemica era ormengiata a Taranto,
4 ota asburgca limit gundt proprio impegno
ai bombardamenti costieri, che mai la Hlotia
avrebbe potuto prevenire, ai sabotage delle navi taliane
ancorate ed alla guerra sottomarina, ottenendo numerost
suceessi iniziali, dall’affondamento degli inerociatori
Amaifie Garibaldi al sabotaggio e distruzione
ella corazzata Benedetto Brin. L'talia reagh allo
realizzando lo sbarramento antisommergibile nec
di Otranto, che ben presto avrebbe completamente
impedito i movimenti edeschi
otenti cannoni
merzi navali
ale
tinave e, infine, con l'azione insidiosa
legyeri e veloci: i Mas.
Cosi, mentre la guerra navale si riduceva anch’essa
a guerra “di posizione”, con le flote da battagtia
dei contendenti ancorate nei port, i Mas (motoscafi
antisommergibile) sostituivano alle torpedini i silu
‘ma sempre pid audacemente violavano i porti au
per raccogliervi successi fino ad allora impensabil
idea di utilizzare i Mas per incursioni nei porti nemici
‘era venuta inizialmente a due giovani tenenti di vascello,
Alfredo Berardinelli c Gennaro Pagano,
i quali sperimentarono con suecesso questo metodo in sei
missioni successive, al termine delle quali |
si cra conseguito l'alfondamento di cingue mercantili
ormeggiati nei porti austriaci, Da allora i Mas e i primi
incursori inanellarono una serie continua di suecessi
dall'affondamento delle corazzate Wien e Santo Stefano,
opera di Luigi Rizzo, a quello della corazzata Viribus
Unutis. I motto di questi progenitori dei “maiali™
ce dei “barchini” defla Seconda guerra mondiale,
Memento Audere Semper, era stato coniato
Gabriele D' Annunzio, che, tra laltro, prese parte
all‘azione navale, euidata da Costanzo Ciano, eon cui,
nella notte trail 10 eI’ febbraio 1918 tre Mas riuscirono
4a penetrare nel porto di Buccari, in Dalmavia. Lo stesso
D'Annunzio, che era imbareato'su uno dei Mas, battez70
Pimpresa con il nome con cui poi pass® alla storia
“beffa di Buccari”Piave ae
dell agenviaiberica “Fabra” segnal
aleuni
di malaria epideriea, Nessuno
Ja prese sul serio poiché toss eFebbre
alta non potevano, in quel momento
interessare pi di fanto, Tra aprile
ceil maggio di quell anno, pero,
“la spapnola” era gi cifusa in wt
Europace nelle sue wincee,
@,a settembre, in ttt i continent.
Sicaleolache ne morizon0 22 milion
i persone’ in Malia 375 mila in sol tre
‘mes, Trae tante vittime mietute
a quest epidenia sicordiamo
{poeta Guillaume Apolliaire,
il principe Erik i Sveria, la ghia
«i Buifalo Bll il commediografo
Edmond Rostand,
C onseguenze
storiche
sallutata con
non solo in Italia mi
g the non aveva-
no nascosto le loro preoccupazioni
sulla eapacitd di tenuta del Paese,
Quando. poi, allerrata sensazione
miracolo” si sosttui Ja certezza
duitineversibte safacio™ dello
sconfitto esercito austriaco, tutti, in
Italia e fuori, si adoperarono a per-
-seguitare Diaz con continue richie-
ste di riptendere I’offensiva, com-
presa sua moglie! Diaz, pero, non
cedette alle “pressioni e 'offensi
va finale in direzione di Vittorio
‘Veneto sarebbe stata lanciata sola-
mente il 24 ottobre, quando ormai
la vittoria gi si annunciava sul
fronte francese. La richiesta di ar-
mistizio austriaca risultd quindi
non determinante e, soprattutto, fu
avanzata quando Vesercito italiano
era ancora a poche centinaia di me-
ti oltre il Piave: troppo lontano da
‘Vienna, troppo lontano dai. confini
di anteguerra. Al tavolo della pace
gli Alleati avrebbero “concesso”
all’ Italia solo aleune gioie tra le
molte amarezze.
eae
Bitancio finale
degli scontri
Gli Austriaci persero, tra mor
feriti, dispersi e prigionieri,
118.000 uomini, mentre gli Ita:
liani circa 85.000. In Austria,
ormai, pitt nessuno poteva illu-
dersi sull’esito della guerra, e lo
stesso alleato germanico ritird
alcune divisioni tedesche per
destinarle al settore francese,
visto che lo Stato Maggiore au-
striaco non poteva pid tentare
alcuna offensiva per proprio
conto. In ottobre, quando scattd
Voffensiva di Vittorio Veneto,
Vesercito austriaco contava in
Italia soltanto 228,000 soldati al
fronte e 147.000 nelle retrovie,
sebbene nei mesi precedenti
non ci fossero stati grossi scon-
tri, poiché in tre mesi 180.000
uomini si erano sbandati, ave-
vano disertato 0 si erano arresi
senza combattere.
Sopra:
Manifesto riproducente
il Bolledino della Vitoria diramato
4a Diaz il 4 novembre 1918
Se avesse vinto
P Austria?
Un'eventuale sconfitta italiana sul
Piave avrebbe imposto un arretra-
mento prima sull’ Adige, poi sul
Mincio ed il Po. In realta, lu scon-
fitta avrebbe probabilmente causa-
to lo sbandamento totale dell’ es
cito italiano che, pur se riorganiz-
~zalo, non aveva ancora raggiunto
Ja compattezza necessaria per af-
frontare un’altra ritirata generale,
Alcuni dati chiariscono la situa-
zdione: nel maggio 1918 vi fu il pid
alto numero di diserzioni di tutta la
guerra e, le fucilazioni al fronte
aumentarono con regolarita dal di-
cembre 1917 al giugno 1918, mal-
grado la fama di umanita della
gestione Diaz. Una sconfitta sul
ve, insomma, avrebbe com-
portato uscita dell’ Italia dalla
‘guerra e, di conseguenza, il trasfe~
Fimento di circa 30 divisioni
10,000 cannoni austriaci ed ex-ita-
Jiani sul fronte francese: la guerra
sarebbe durata ancora almeno un
anno, 0, comunque, fino a quando
¢i Stati Uniti non avessero deciso
di trasferire in Europa le loro im-
mense riserve militari,
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