Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
564 visualizzazioni8 pagine

Storia Della Sicilia Normanna

La storia della Sicilia normanna ha origine con la conquista dell'isola da parte dei Normanni a partire dal 1061. Sotto Ruggero I e Ruggero II viene istituito un regno indipendente che dura fino al 1198, caratterizzato dalla convivenza di culture diverse e dalla crescita economica e culturale dell'isola.
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
564 visualizzazioni8 pagine

Storia Della Sicilia Normanna

La storia della Sicilia normanna ha origine con la conquista dell'isola da parte dei Normanni a partire dal 1061. Sotto Ruggero I e Ruggero II viene istituito un regno indipendente che dura fino al 1198, caratterizzato dalla convivenza di culture diverse e dalla crescita economica e culturale dell'isola.
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Sei sulla pagina 1/ 8

Storia della Sicilia normanna

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La storia della Sicilia normanna ha origine con la conquista normanna dell'Isola, iniziata nel 1061 con lo
sbarco a Messina al tempo in cui essa era dominata da potentati e governatori musulmani, e si conclude con la
morte dell'ultima esponente della famiglia degli Altavilla di Sicilia, Costanza, nel 1198. Nel 1130 la
dominazione normanna instaurerà un regno nell'Isola con Ruggero II: la corona verrà poi cinta da Guglielmo I,
Guglielmo II e infine da Tancredi, scelto dai Normanni (appoggiati dal papato) in opposizione ai diritti di
Enrico VI di Svevia. La morte di Guglielmo II lascerà però campo ad Enrico e alla moglie Costanza
d'Altavilla, figlia di Ruggero II. Nel 1194 la corona andò ad Enrico (vedi Storia della Sicilia sveva) e, dopo la
sua morte, al figlio Federico II, re di Sicilia nel 1198 a soli quattro anni.

Indice
I Normanni nel panorama europeo
La conquista normanna
Il nuovo Stato indipendente
Il culto cristiano
La nascita del Regno di Sicilia
L'epoca svevo-normanna
Luoghi di influenza
I normanni a Catania
I normanni a Messina
I normanni a Palermo
I normanni a Siracusa
I rapporti con gli arabi
La cultura
L'arte
L'architettura
Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni

I Normanni nel panorama europeo


All'inizio dell'XI secolo erano attivi in Europa numerosi gruppi di avventurieri provenienti dall'Europa del
Nord che spesso esercitavano il mercenariato o il brigantaggio. Come mercenari, i Normanni erano assai
incostanti, prendendo ora le parti dell'uno ora dell'altro, e talvolta combattendo per due parti opposte
contemporaneamente. L'impero bizantino se ne servì in occasione della spedizione di Giorgio Maniace in
Sicilia. In qualche caso attaccarono i cristiani di rito greco dell'Italia meridionale, a ciò sollecitati dal Papa. In
altre occasioni, i Normanni compirono incursioni negli stessi Stati pontifici[1].

Tra questi guerrieri v'era Tancredi di Altavilla e i figli di questi, tra cui Roberto, detto "il Guiscardo" e
Ruggero[1]. Roberto fu uno dei protagonisti della battaglia di Civitate (1053), in conseguenza della quale papa
Leone IX fu preso prigioniero per nove mesi. Nel 1059 papa Nicola II acconsentì ad una conquista normanna
del meridione d'Italia, mentre il Guiscardo, dal canto suo, disconobbe l'autorità del vescovo di Costantinopoli
(il Grande Scisma tra le due chiese è del 1054). Il papato rivendicava la signoria feudale sulla Sicilia,
sostenendo di averla ricevuta da Costantino, dono che sarebbe stato ribadito dai re carolingi. Inizialmente i
Normanni accettarono l'investitura feudale da parte del Papa, per poi però orientarsi ad una conquista senza
vincoli[2].

La conquista normanna
La Sicilia su cui giunsero i Normanni, nel 1061, aveva rappresentato
una sorta di modello tra le "province" che orbitavano intorno
all'espansione araba del IX secolo. Essa, infatti, era stata conquistata
in seguito al jihād promosso da Asad ibn al-Furat nell'827, per quanto
intorno al 1040 tanto la Sicilia islamica che i dominati musulmani
sparsi nel Meridione d'Italia erano ormai entrati in crisi, soprattutto
dopo il fallimento dell'offensiva contro la Calabria del 1031[3].

Diretta conseguenza della disfatta araba in Calabria fu il tentativo


bizantino di riconquistare l'isola. A portare avanti il progetto c'era
Giorgio Maniace e i Normanni giunsero inizialmente al suo soldo: tra
il 1037 e il 1045, la spedizione riuscì a giungere fino a Troina. Fu a Ruggero alla battaglia di Cerami del
questo punto che vari capi militari arabi fondarono poteri autonomi, 1063
finché Ibn al-Thumna, rivale di Ibn al-Hawwās, emiro di
Castrogiovanni, non ricercò l'ausilio dei Normanni stanziati tra Puglia
e Calabria. Quelli che egli considerava solo dei mercenari finiranno per prendere l'isola e fondare il futuro
regno di Sicilia[4].

I Normanni dunque si affacciarono in Sicilia in un momento di crisi degli Arabi di Sicilia: il potere sull'isola
risultava frammentato tra diverse famiglie impegnate a formare emirati indipendenti a Mazara, Girgenti e
Siracusa, in un contesto che risultava ormai isolato dal Nord Africa. Un primo sbarco normanno in Sicilia
avvenne per iniziativa di Ruggero I d'Altavilla, al quale, in accordo col fratello maggiore, venne affidata la
maggiore responsabilità dell'impresa, dopo la vittoria sui Greci di Calabria. Questo primo sbarco comportò
l'utilizzo di appena una sessantina di cavalieri.[2]

Dopo queste prove generali, Roberto il Guiscardo e il fratello minore Ruggero posero d'assedio Messina nel
1061 e lì stabilirono il loro quartier generale, provvedendo ad innalzare nuove fortificazioni. Nel 1063 nei
pressi del fiume Cerami (un affluente del Salso), ebbe luogo la Battaglia di Cerami, dove Ruggero sconfisse un
esercito di arabi siciliani e africani, in cui cadde anche il Qaid di Palermo, Arcadio[5].

Nel 1064, Ruggero, installando una serie di guarnigioni, si era già impossessato della Sicilia nord-orientale e di
un grosso bottino, che divise con il fratello maggiore.[2]

Dopo aver conquistato Cerami, Troina ed altre città, si impadronirono di Catania nel 1071 e di Palermo nel
1072. Erano ben armati, anche se scarsi di numero, e avevano l'appoggio della marina pisana[6].

Il nuovo Stato indipendente


Già con la conquista di Palermo vengono fissati i ruoli su cui si
fonderanno i futuri rapporti di potere: i musulmani avrebbero
conservato i propri giudici, mentre Roberto si attribuisce il titolo di
malik, la parola che in arabo indica il re, come testimoniano i
numerosi tarì d'oro, le monete da lui coniate. Nel portare a termine
l'opera di conquista, il Gran Conte Ruggero si preoccupa di installare
vescovi francesi nel territorio: l'alleanza con papa Urbano II ha
condotto a quell'esperienza unica di privilegio concesso dal papa ai
Normanni, investiti della sua fiducia nella scelta dei vescovi sull'isola,
che fu l'Apostolica legazia. Diverso è il peso che viene dato alle
diverse popolazioni: musulmani e cristiani di rito basiliano vengono
iscritti nelle platee (cioè nelle liste contenenti un inventario dei Ruggero I riceve le chiavi di Palermo
possedimenti e degli abitanti relativi) come "villani": a loro non è (dipinto nella sala gialla di Palazzo
concesso portare armi addosso e sono anche negati i diritti politici. dei Normanni)
Inoltre, devono pagare un canone sulla terra, che è divisa a
parecchiate (corrispondenti ad una misura variabile, che
va dai 14 ai 50 ettari). Da questa politica, risultano
favoriti gli immigrati latini, in particolare i lombardi,
provenienti per lo più dai territori della Marca
Aleramica.

Ruggero I favorì la politica di ripopolamento dell'isola,


con genti di origine franco-provenzale, bretone,
normanna e con numerosi coloni provenienti dalle
regioni settentrionali della penisola, come testimoniano i
numerosi dialetti di origine galloitalica presenti nelle
zone interne della Sicilia. Questo processo migratorio
proseguì per tutto il periodo medievale. Di rilievo, con La Chiesa di San Giovanni degli Eremiti a Palermo
il matrimonio con l'aleramica Adelasia del Vasto, un
copioso afflusso di genti provenienti dall'Italia
settentrionale.

Impronte di rilievo lasciarono le colonie gallo-italiche, come quella di San Fratello che fu fatta stabilire accanto
alla popolazione grecofona che orbitava intorno al monastero sotto i musulmani. Tale colonia non fu tra le più
numerose, ma incise sul dialetto, che fu gallo-italico fino al 1922, quando, a seguito di una frana, l'abitato fu
parzialmente trasferito ad Acquedolci[7]. La presenza lombarda ebbe grande effetto anche in altri paesi interni
della Sicilia orientale, come Nicosia, Aidone, Piazza Armerina, Randazzo e Sperlinga, che rientravano nei
possedimenti degli Aleramici di Sicilia e dove esistono ancora oggi ricche testimonianze sia nella struttura della
rete viaria che nella parlata galloitalica[8].

Nel 1101, muore Ruggero. Nel 1112, alla fine della reggenza in nome del figlio Ruggero II, sua moglie
Adelaide del Vasto insedia la capitale dell'isola a Palermo: i grandi feudi non vengono più ammessi e l'isola
diviene una sorta di grande demanio a disposizione della regina (a lei, ad esempio, è riservata la caccia).

Il culto cristiano

I Normanni portarono il culto cristiano latino sull'isola. È però vero che l'occupazione normanna dell'isola si
ammantò della veste di crociata anche per opportunità politica: fu nell'ottica della riconquista cristiana delle
terre in mano agli infedeli che Ruggero pretese da papa Urbano II la legazia, sulla base della quale egli poté
sovrintendere alla riorganizzazione del Cristianesimo isolano[9]. Le prime sedi vescovili furono istituite
agganciandosi ai più grossi centri esistenti, con la sola eccezione di Troina, scelta quando ancora
l'insediamento era seminale, e che cedette ben presto la palma a Messina. Troina fu per lungo tempo un caso
unico di sede vescovile distante dal mare.[9] Bisogna anche sottolineare che Ruggero e Adelaide favorirono
non poco l'istituzione e la costruzione di monasteri di rito greco, comunque sottomessi a vescovi latini, ma poi
riuniti sotto l'autorità dell'archimandrita del Salvatore di Messina e ciò proprio mentre l'ellenismo stava
retrocedendo nel Meridione d'Italia.

La nascita del Regno di Sicilia


Nel Natale del 1130, Ruggero II d'Altavilla, dopo aver sottratto l'intera Italia meridionale agli altri parenti
normanni, a Palermo, Prima Sedes, Corona Regis et Regni Caput, cingeva la corona di re di Sicilia.
Cominciava così un regno caratterizzato dalla convivenza di varie etnie e diverse fedi religiose, una specie di
stato con un primo parlamento, un vertice amministrativo (la Magna Curia) e l'organizzazione del catasto
secondo una moderna concezione. Furono affidati feudi ai propri vassalli, tra cui anche la contea di Ragusa a
Goffredo d'Altavilla. A Palermo Ruggero attrasse intorno a sé i migliori uomini di ogni etnia, come il famoso
geografo arabo al-Idrisi (Idrīsī o Edrisi), lo storico Nilus Doxopatrius e altri eruditi. Il Re mantenne nel regno
una completa tolleranza per tutte le fedi, razze e lingue. Egli fu servito da uomini di ogni nazionalità, come
l'anglonormanno Thomas Brun nella Curia, il greco Christodoulos nella flotta e il bizantino Giorgio di
Antiochia, che nel 1132 fu fatto amiratus amiratorum (in effetti comandante in capo).

Ruggero rese la Sicilia la potenza dominante del Mediterraneo


Ruggero, che aveva unito al regno i territori dell'Italia meridionale,
sopprimendo diverse rivolte, espanse la sua influenza verso la sponda
africana. Grazie ad una potente flotta, costituita sotto diversi
ammiragli, effettuò una serie di conquiste sulla costa africana (1135 -
1153), che andavano da Tripoli (Libia) a Capo Bon (Tunisia) e Bona
(Algeria). Ruggero II creò in quei due decenni un "Regno normanno
d'Africa" che divenne un "protettorato" siciliano, sostenuto in parte
dalla residua piccola comunità cristiana nel nord Africa.[10] I confini nel 1160, sotto Ruggero II,
massima espansione del Regno
Ai due Ruggero, e al breve interregno di Simone, successe nel 1154
Guglielmo I (detto il Malo) e nel 1166 Guglielmo II (detto il Buono), i
quali tentarono di opporsi alle mire dell'imperatore Federico
Barbarossa, deciso ad annientare il Regno dei Normanni in Sicilia. Un matrimonio di stato fra Enrico VI, figlio
dell'imperatore Federico Barbarossa, e Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II, nel 1185 aprì la strada alla
conquista sveva. In mezzo ci fu il regno di Tancredi di Sicilia (1189-1194) nipote di Ruggero II.

L'epoca svevo-normanna
Nel 1194, con la morte di Guglielmo III, re per pochi mesi, il regno
passò a Enrico VI e Costanza con la morte del marito nel 1197,
divenne regina di Sicilia fino alla morte nel 1198, quando il regno
passò al figlio di 4 anni Federico II di Svevia, sotto la tutela papale.
Federico visse a Palermo, con diversi tutori fino al 1208 quando
quattordicenne assunse ufficialmente il potere. Nel 1212 pose la
corona del regno di Sicilia sul capo del figlio di un anno Enrico VII
(che era nato a Palermo) come coreggente e partì per la Germania per
Il Cancelliere Aulico ricevuto alla rivendicare la corona di imperatore del Sacro Romano Impero che
corte di Federico II, a palazzo della ottenne due anni dopo. Federico seguì in prima persona le sorti del
Favara con letterati, artisti e studiosi regno di Sicilia fino alla morte nel 1250 quando divenne reggente il
siciliani figlio Manfredi di Sicilia.
Luoghi di influenza

I normanni a Catania

Catania, sotto la dominazione normanna, ebbe un periodo di rinnovato splendore sotto la guida del vescovo
benedettino Ansgerio voluto dallo stesso Gran Conte Ruggero.

I normanni a Messina

Con le conquiste normanne, la città di Messina ebbe sviluppo demografico e si ristabilì un moderato sviluppo
economico con ripercussioni culturali e artistiche. Al secolo la città ricopre un ruolo politico e socio-economico
rilevante sia per la Sicilia che per la Calabria. Ciò equipara la città ad altri centri siciliani importanti quali,
Catania, Siracusa e alcune città calabresi. Inoltre Messina ottenne nel 1172 con Guglielmo I di Sicilia numerosi
privilegi legati alla istituzione della prima Magna Curia[11]. Il periodo vede l'aumentare degli scambi di merce
per via navale, con un notevole commercio paragonabile alla sede del Regno di Sicilia, Palermo.

I normanni a Palermo

La rilevanza della civiltà normanna a Palermo è visibile


attraverso gli edifici più importanti della città, come la
Chiesa della Martorana e la Cappella Palatina. Il
geografo arabo Idrisi, nel libro dedicato a re Ruggero
ha lasciato la testimonianza di questo magnifico periodo
di fasti e ricchezza culturale[12].

Anche fuori della città, di incomparabile bellezza


restano testimoni dell'epoca normanna il Duomo di
Cefalù del 1131 ed il Duomo di Monreale del 1174.

I normanni a Siracusa
Palazzo dei Normanni

Nel 1086, inizia la dominazione normanna a Siracusa,


divenuta caposaldo della cacciata araba dall'isola. La
città diviene una roccaforte militare, grazie alla sua posizione strategica. La politica del re Ruggero determina,
inoltre, la costruzione di nuovi quartieri nell'isola e il rimaneggiamento della cattedrale nonché il restauro di
diverse chiese, seguendo una politica di rinascita cristiana.

I rapporti con gli arabi


La conquista normanna dell'isola non coincise con l'eliminazione dell'elemento musulmano, numericamente
ancora consistente, malgrado le molte migrazioni verso il Maghreb, la Spagna musulmana e l'Egitto. I
Normanni, sul piano politico, economico e giuridico, conservarono alcuni elementi dell'organizzazione
musulmana e alcuni elementi dell'architettura araba, come testimoniano a Palermo alcuni edifici e chiese e
soprattutto il palazzo reale normanno detto "la Zisa".

Il dibattito tra gli studiosi è stato prevalentemente incentrato sull'entità e sulla stessa origine di questi apporti:
Michele Amari, ipotizzando una comunità col passato islamico, sosteneva che i Normanni avessero a modello
gli emiri Kalbiti; di recente, Jeremy Johns distingue tra l'eredità del passato islamico della Sicilia e specifici
elementi nordafricani quali il dīwān, la firma reale, la scrittura reale,
l'architettura e la decorazione dei palazzi importati dall'Egitto fatimide
solo dopo l'istituzione del Regno nel 1130[13].

Vittorio Noto, condividendo la tesi di K.A.C. Creswell, espressa nel


saggio: L'architettura islamica delle origini, sostiene che
“l’architettura arabo-normanna” è una definizione impropria, poiché
gli arabi, nomadi per origine e vocazione, non furono mai portatori di
una propria architettura, ma assimilarono la cultura mediorientale e
neoellenica dei paesi islamizzati durante la loro avanzata, elaborando
varie ed originali, sintesi architettoniche, legate ai diversi imperi.
Inoltre non rimangono a Palermo tracce di grandi architetture riferibili
con certezza al periodo della dominazione saracena. I monumenti
Tarì, moneta d'oro con iscrizioni
siculo-normanni dei secoli XI e XII ancorché con sincretismi dei
arabe coniata da Ruggero II di Sicilia
mondi, latino-bizantini ed islamici, hanno una identità a Palermo.
euromediterranea del tutto originale e tale da costituire un capitolo a
parte nella storia dell'architettura medievale. Georges Marçais,
eminente arabista francese dopo alcune analisi comparate tra i monumenti siciliani ed i coevi magrebini e
spagnoli dei secoli XI e XII nel suo: L'architecture musulmane d'occident, formulò l’ipotesi che gli edifici
palermitani di questo periodo, siano stati impropriamente considerati, arabo-normanni, poiché con l’uso di
questo termine, non solo si trascura l’origine e l’aspetto caratteristico nord europeo delle strutture in elevazione,
ma altresì si definiscono di stile arabo, anche le architetture delle chiese bizantine che invece possiedono
caratteri costruttivi ed architettonoci originali, diversi e storicamente ben definiti. Queste osservazuini sono
state, in diversi scritti, enunciate sin dalla fine dell'Ottocento da illustri viaggiatori-archeologi come: il francese
Girault De Prangey, l’inglese Gally Knigth e il tedesco Goldshmdt.

La cultura

L'arte

L'architettura

Note
1. D. Mack Smith, p. 21.
2. D. Mack Smith, p. 22.
3. ^ La complicatissima situazione del Mezzogiorno italiano, prima e dopo l'arrivo dei normanni,
era dovuta alla coesistenza di gruppi etnici diversi tra cui bizantini, longobardi, arabi. (cit. da
Chalandon Ferdinand, 2009).
4. ^ Chalandon Ferdinand, 2009.
5. ^ G. Malaterra, Imprese del Conte Ruggero e del fratello Roberto il Guiscardo, Palermo,
Flaccovio Editore, 2000, pp. 75-79.
6. ^ (cit. da Chalandon Ferdinand, 2009).
7. ^ I. Peri, p. 43.
8. ^ F. Toso, p. 137.
9. I. Peri, p. 13.
10. ^ (EN) Alex Metcalfe, The Normans in Africa, in The Muslims of Medieval Italy, Edimburgo,
Edinburgh University Press, 2009, p. 160, ISBN 0-7486-2008-7.
11. ^ Un vero e proprio tribunale del Regno di Sicilia dove si appellavano cause civili e criminali, e
si difendevano i privilegi di nobili, baroni e feudi.
12. ^ Note: «In Sicilia, 1'imperatore vi stabili scuole di arti litherali e d'ogni approvata scienza,
avendo chiamato con la liberalità dei premi maestri da tutte le parti del mondo, e assegnato del
suo erario uno stipendio, non solo ad essi, ma eziandio agli scolari poveri, cosicché gli uomini
di qualsiasi condizione e fortuna non fossero allontanati dallo studio della filosofia per
ragione… alcuna» (cit. da Giuseppe del Re, 1835).
13. ^ F. Ardizzone, Archeologia Medievale, Palermo, 2007.

Bibliografia
Giuseppe Giarrizzo e Francesco Benigno, Storia della Sicilia, vol. 2, Bari-Roma, Laterza, 1999,
ISBN 88-420-6851-9.
Illuminato Peri, Uomini, città e campagne in Sicilia dall'XI al XIII secolo, Bari-Roma, Laterza,
1990 [1978], ISBN 88-420-3552-1.
Ibn Giubayr e Michele Amari, Viaggio in Sicilia, 1192, in Carlo Ruta (a cura di), Viaggiatori
arabi nella Sicilia medievale (Ibn Hawqal, Edrisi, Ibn Giubayr), Biblioteca storica del viaggio in
Sicilia, n. 11, Palermo, Edi.bi.si., 2001, SBN IT\ICCU\PAL\0187435.
Pasquale Hamel, L'invenzione del regno, dalla conquista normanna alla fondazione del
Regnum Siciliae (1061-1154), Palermo, Nuova Ipsa, 2009, ISBN 978-88-7676-413-4.
Pasquale Hamel, La fine del regno, dalla morte di Ruggero II alla conquista Sveva (1154-
1194), Palermo, Nuova Ipsa, 2012, ISBN 978-88-7676-473-8.
Ferdinand Chalandon e Alberto Tamburrini, Storia della dominazione normanna in Italia e in
Sicilia, Cassino, Francesco Ciolfi Editore, 2009, ISBN 978-88-86810-38-8.
Domenico del Re, B. Fabbricatore, S. Gatti, M. Naldi, S. Volpicella, E. Rocco, N. Corcia, C.
Minieri-Riccio, Cronisti e scrittori sincroni della dominazione normanna nel regno di Puglia e
Sicilia: Svevi - Stamperia dell'Iride 1868 - Provenienza: Biblioteca Pubblica di New York.
Giuseppe Del Re, Descrizione topografica, fisica, economica, politica de' reali dominj al di qua
del faro nel regno delle due Sicilie con cenni storici fin dà tempi avanti il dominio dè Romani,
Volumi 1 e 2 - ed. La pietà de' Turchini 1835 - Provenienza: University of California.
Camillo Minieri-Riccio, Alcuni studii storici intorno a Manfredi e Corradino della imperiale casa
di Hohenstauffen, ed. San Marcellino, 1850 (ristampa 2010) - Provenienza: Biblioteca Pubblica
Bavarese.
Fiorenzo Toso, Le minoranze linguistiche in Italia, Bologna, Il Mulino, 2008, ISBN 978-88-15-
12677-1.
Salvatore Tramontana, Il Mezzogiorno medievale. Normanni, svevi, angioini, aragonesi nei
secoli XI-XV, Roma, Carrocci Editore, 2000, ISBN 978-88-430-1790-4.
(FR, IT) Vittorio Noto, Architetture medievali normanne e siculo normanne, Palermo, Pietro
Vittorietti Edizioni, 2012, ISBN 978-88-7231-152-3.
Università di Bari (a cura di), Roberto il Guiscardo e il suo tempo. Atti delle prime Giornate
normanno-sveve (Bari, 28-29 maggio 1973), 2ª ed., Bari, Edizioni Dedalo, 1991, ISBN 88-220-
4141-0.
Giosuè Musca (a cura di), Uomo e ambiente nel Mezzogiorno normanno-svevo. Atti delle
ottave Giornate normanno-sveve (Bari, 20-23 ottobre 1987), Bari, Edizioni Dedalo, 1989,
ISBN 88-220-4138-0.
Santi Correnti, Storia della Sicilia, Roma, Newton & Compton, 1999, ISBN 88-8289-264-6.
Franco Cardini e Marina Montesano, Storia medievale, Firenze, Le Monnier, 2006, ISBN 88-
00-20474-0.
John Julius Norwich e Elena Lante Rospigliosi, I Normanni nel Sud, 1016-1130, Milano,
Mursia, 2007 [1967], ISBN 978-88-425-3768-7.
John Julius Norwich e Elena Lante Rospigliosi, Il regno del sole. I Normanni nel Sud, 1130-
1194, Milano, Mursia, 2007 [1970], ISBN 978-88-425-3783-0.
Allen Brown e Piermarco Cereda, Storia dei normanni, Bologna, Odoya, 2010, ISBN 978-88-
6288-062-6.
Hubert Houben, I Normanni, Bologna, Il Mulino, 2013, ISBN 978-88-15-24463-5.
Hubert Houben, Normanni tra Nord e Sud. Immigrazione e acculturazione nel Medioevo,
Roma, Di Renzo Editore, 2003, ISBN 88-8323-061-2.
Donald Matthew e Ennio Igor Mineo, I normanni in Italia, Bari-Roma, Laterza, 2008, ISBN 978-
88-420-8745-8.
Denis Mack Smith, Storia della Sicilia medievale e moderna, traduzione di Lucia Biocca
Marghieri, 9ª ed., Bari-Roma, Laterza, 2009 [1968], ISBN 978-88-420-2147-6.
Goffredo Malaterra, Imprese del Conte Ruggero e del fratello Roberto il Guiscardo, a cura di
Elio Spinnato, introdotto da Vincenzo D'Alessandro, Palermo, Flaccovio Editore, 2000,
ISBN 88-7804-171-8.
Vittorio Noto, Palazzi e giardini dei Re normanni di Sicilia, Kalós, Palermo 2017, ISBN
8898777442 - EAN: 9788898777440

Voci correlate
Apostolica Legazia di Sicilia
Assedio di Taormina (1078)
Altavilla
Contea di Sicilia
Elenco dei conti e dei re di Sicilia
Regno di Sicilia
Magna Curia
Siculo-normanni
Storia della Sicilia
Storia della Sicilia araba
Storia della Sicilia sveva
Regno normanno d'Africa

Collegamenti esterni
Normanni, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato
il 18 luglio 2014.

Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Storia_della_Sicilia_normanna&oldid=115964740"

Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 9 ott 2020 alle 16:23.

Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi
condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli.

Potrebbero piacerti anche