L Espansione Della Citta Di Palermo
L Espansione Della Citta Di Palermo
Il lavoro svolto si propone di presentare una sintesi concisa dello sviluppo urbano
fisici e materiali degli eventi più salienti che ne hanno segnato la crescita
territoriale.
inglobamento nel tessuto cittadino, per arrivare infine ai quartieri come oggi si
ed ambientali rilevate.
Riferimenti storici della città si possono quindi leggere nelle sue vie e
nelle sue piazze, nei mercati, nelle porte urbane, nei conventi e nelle chiese, nelle
ville e nei rioni popolari, nella sua tipologia e nell' alterazione dell' ambiente
naturale di un tempo.
oltre due secoli di vita del nostro territorio, o tutt' al più offrirsi da semplice
traccia per gli eventuali approfondimenti dei cultori della materia, senza tuttavia
pretesa di completezza, e men che mai lontani dal voler riempire dei vuoti di
alcun genere.
1
CAPITOLO PRIMO
IL TERRITORIO -
1. - La città di Palermo fino alla seconda metà del ' 700 è ancora ristretta e
compresa dentro le mura dei suoi bastioni, essendo ogni trasformazione avvenuta
Inizia pertanto a farsi strada la tendenza ad uscire dai limiti definiti del
L' esigenza dell' ampliamento urbano è per la prima volta posto nel 1774 su
iniziativa della Giunta Pretoria, con il fine di includere in nuove cinte murarie i
contorni esistenti al di fuori delle antiche mura per giustificare l' imposizione di
altre tasse e realizzare quindi maggiori entrate per risollevare le sorti del
determinato lo sviluppo della città verso nord è quello che prende il nome dal suo
2
Quest' intervento, avvenuto nel 1778, viene in pratica ad estendere la città
già esistente
costituito dalla "croce di strade" (ved.nota 1); la via Maqueda è prolungata oltre
I due assi che si intersecano corrispondono all'attuale via Ruggero Settimo (prima
chiamata Stradone di Porta Maqueda), e all' odierna via M.Stabile, detta allora
L'anno successivo a questo primo intervento, nel 1779, è aperta una nuova
strada-la via Mulini a vento (ora corso Scinà) - che collegava il Piano S.Oliva con
Sembra così apparire favorita un' espansione verso nord della città in una zona
La volontà del Senato civico di portare avanti il progetto dell' allargamento della
città anche in direzione del lato sud viene espresso attraverso tutta una serie di
Si cita al riguardo la creazione nel 1778 della villa Giulia, e nel 1795 il
completamento dell' impianto dell' Orto Botanico nonchè del Gimnasium, opere
3
quest' ultime ritenute di notevole importanza scientifica rispondente al rinnovato
dello Stradone suburbano di S.Antonio (attuale via Lincoln) porta verso l' esterno
ricostruzione verso l' esterno della Porta di Vicari dopo l'abbattimento del
baluardo.
insediamenti abitativi nella zona, a causa della presenza del fiume Oreto e della
sua larga e profonda vallata, oltrechè dei numerosi acquitrini ristagnanti che la
remora alla rapida espansione urbana, per cui una urbanizzazione che facesse da
Dentro e fuori le mura sorgono quindi: la Regia Accademia degli Studi nel 1779, e
la Biblioteca, aperta al pubblico nel 1782 nel plesso del Collegio Massimo dei
Gesuiti;
nella torre Pisana del Palazzo Reale, nel 1791; il Collegio Nautico all'
Acquasanta, nel 1789, trasferitosi poi nel 1792 nella Casa del Molo dei Padri
Mercenari Scalzi; la
Stazione Sperimentale per l'Agricoltura nel Parco D' Orleans, nel 1797 (3).
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Un' attrazione verso nord è costituita, nel 1799, dalla nascita del Parco della
Favorita, con lo scopo di esercitare nuovi esperimenti nel campo dell' agricoltura,
vecchie mura per sopperire alle necessità sempre crescenti di nuove abitazioni
conseguente all' aumento demografico, ed anche per rendere possibile a quel ceto
medio che a poco a poco va formandosi nel mutato ambiente sociale di emigrare
l' espansione della città verso nord e lo sviluppo minore verso sud, con la
creazione di due nuovi quartieri esterni che si aggiungono a quelli interni per
"Oreto".
E così, nel 1802, in via Bara dell' Olivella nel palazzo del Principe di Pietraperzia
dei Matti nel Convento dei Teresiani fuori Porta Nuova; nel 1817 è sistemata con
illuminazione a gas; nel 1826, nei locali dell' ospedale di S.Bartolomeo accanto a
trovatelli della città; nel 1828 è istituito il Museo di Antichità presso l'
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Università, trasferito poi nel 1866 nei locali della Casa dei PP.Filippini all'
Gli anni che seguono sono contrassegnati da una maggiore cura dei problemi della
città.
Nel 1831 avviene il risanamento della zona paludosa del Papireto; l'anno dopo
viene allargata e sistemata la via dei Lolli; nel 1834 è livellata la piazza
semicircolare; sempre nel 1834 si tenta una bonifica degli acquitrini stagnanti
causati dal fiume Oreto; nel 1841 si bonifica la zona delle sorgenti di Maredolce,
e nel medesimo anno si avvia pure, senza però conseguire risultati concreti, la
Per quanto riguarda la realizzazione delle strutture a servizio della città, questa
facoltosa.
Ed infatti, è fondato nel 1831 l' Istituto dei sordomuti, ad opera del filantropo
Dixit-
Dominus; campi sperimentali per l'agricoltura, cui segue l' Istituto d' Agraria
inaugurato nel 1847, sono realizzati per lascito del Principe di Castelnuovo Carlo
Cottone, deceduto nel 1829, nella sua villa della Piana dei Colli; nel 1834, dal
conte Gaetano Ventimiglia, è fondato l' Istituto Ventimigliano per il ricovero e l'
istruzione dei bambini poveri; nel 1835, ad opera del Principe di Palagonia, è
Poche sono invece le opere pubbliche che vengono effettuate in questo periodo.
6
Da notare, nel 1834, l' inizio del Carcere dell' Ucciardone, per volontà del Governo
borbonico; nel 1835, il nuovo Macello a Ponte di Mare, alla foce dell' Oreto; nel
1840, a piazza Marina, la costruzione del Palazzo delle Finanze; nel 1843 l'
Archivio di Stato, nella Casa dei Teatini alla Catena, poi ampliatosi nel 185O
I moti rivoluzionari del 1848 colgono Palermo quasi cristallizzata nella sua
Regalmici.
Ribattezzata con il nome di Strada della Real Favorita, i lavori vengono fatti
arricchisce nel suo tratto terminale con l' impianto del Giardino Inglese, per
essere infine completata nel 1861 con uno slargo, l' attuale piazza Alberigo
Gentili..
7
GLI IMPIANTI CONVENTUALI E GLI IMPIANTI VILLERECCI
bastionata.
cominciarono a sorgere fuori le mura a partire fin dal XVI sec. ed anche in periodi
antecedenti.
Riferendoci infatti alla cinta muraria come appare nella pianta del 1723 incisa
dal cartografo Paolo Corso, di tutti gli impianti che risulterebbero edificati fuori
- il Convento dei PP. Agostiniani, con l' annessa Chiesa di S.Maria della
Consolazione, costruito nel 1513 in prossimità del molo nord, oggi non più
esistente;
- il Convento, con l' annessa Chiesa, dei PP. Minimi di S.Francesco di Paola, la
cui costruzione si fa risalire intorno al 1520 nel sito un tempo occupato da una
chiesa dedicata a S.Oliva e della quale si ha notizia sin dal 1310 (6). Il complesso
conventuale prospetta ora nell' omonima piazza un tempo molto più vasta, ed
estesa fino all'attuale piazza Ruggero Settimo (Politeama), detto Piano S.Oliva,
importante nodo allora a confluenza delle varie vie che dalla città si diramavano
8
verso la campagna settentrionale ed ove per la sua ampiezza si svolgevano fino a
- il Convento, con la Chiesa dei PP. Cappuccini, al termine dell' odierna via
Pindemonte, sorto nel 1533 quando i Cappuccini ottennero in questo luogo l'
protezione della classe nobiliare e di vicerè che numerosi sono in esso sepolti
- il Convento dell' Annunziata alla Zisa, fondato nel 1582, del quale non sussiste
che qualche elemento, con l' annessa attuale chiesa costruita a datare dal 1662;
- il Convento dei Carmelitani, costruito nel 1580 nella piazza del Carmine, a
sinistra dell' annessa chiesa, che demolita nel 1626 fu sostituita dall' odierna
sorta tra gli anni 1627-1667. Di esso non rimane che il chiostro.
Numerosi sono poi i conventi sorti lungo il corso del fiume Oreto, ormai del tutto
nel 1782, a Cimitero pubblico (oggi S.Orsola) per volere del vicerè Domenico
- un altro Convento non più esistente, di cui si ha notizia, sarebbe quello sorto
intorno al XIV sec. accanto all' antica Chiesa di S.Agata "La Pietra" o "La
Pedata",
(così detta dall' orma che la Santa avrebbe lasciato su di una pietra che è
conservata in quello che ancora rimane della chiesa stessa in via dei Vespri);
- nel 1610 fu dato inizio alla costruzione del Convento e della Chiesa di S.Teresa
ubicati nell' esteso piano posto fuori le mura ad occidente della residenza
vicereale (attuale piazza Indipendenza), proprio nello stesso luogo dove un tempo
9
- fuori della settecentesca Porta di Vicari troviamo anche il Convento di
S.Antonino, con l' annessa chiesa, la cui costruzione si fa risalire al 1630; nell'
- nell' omonima borgata, alle falde del Monte Caputo, si trova il Convento di
S.Maria di Gesù, e chiesa annessa, fondati nel 1426 dai Frati Minori Osservanti
a collegare Palermo con Monreale (l' attuale corso Calatafimi), sorge intorno al
- nella stessa via infine, in corrispondenza oggi del numero civico 86, è costruito
tra il 1730-35 il Convento dei PP. Minimi di S.Francesco di Sales, cui negli anni
edilizia dell' aristocrazia palermitana incoraggiata fra l' altro dal generale
Le prime ville sono trasformazioni degli antichi "bagli" o delle "casene di caccia"
esistenti sin dal '500, e nel tempo raggiungono un tono aulico per imponenza d'
La nuova moda della villeggiatura e l' avvertito bisogno di dare avvìo ad una vera
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residenza campestre che viene superata dal "segno forte" dell' impianto
prima verso est, in corrispondenza della zona di Bagheria, una seconda verso l'
ovest.
Piana dei Colli costituisce invece gran parte dell' area occupata dall' estendersi
della città nel secolo passato e nell' attuale, per cui la struttura fondiaria ed
edlizia assunta da questa campagna nel XVIII secolo tenderà a svolgere un ruolo
La Piana dei Colli è quella parte della "Conca d' oro" delimitata a nord ovest
della città dai monti Pellegrino, Gallo e Billiemi, dove allora si giungeva
provenendo dal Piano S.Oliva o dal Borgo S.Lucia, attraverso "un complesso di
strade strette, tortuose e disagevoli" come si legge nella pianta del cartografo
uso agricolo: i cosiddetti bagli sorti nella zona sin dal XV-XVI secolo.
bassi e di recinzioni murarie delimitanti una corte interna alla quale si accedeva
Nel corso del sec.XVI e XVII i bagli perderanno in parte l' aspetto difensivo
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Le prime ville non sorgeranno però nella Piana dei Colli bensì a Bagheria, sulla
scia di quella che il Principe di Butera, tra i più noti e importanti dei patrizi
L' esempio verrà presto imitato e nel centro della cittadina sorgeranno le più
vaste e architettonicamente pregevoli ville dell' Isola: dalla villa del Principe di
Larderia a quella dei Trabia, dei Valguarnera, dei Palagonia (ved.nota 8).
dall' incuria e dalle speculazioni dei secoli successivi, è quasi presagito nell'
agghiacciante epigrafe che il Principe di Butera volle porre sull' ingresso della sua
el tiempo que passa y buela / lleverà presto la vida >> ( ormai la speranza è
perduta / e un solo bene mi consola / che il tempo che passa e vola /toglierà presto
la vita (9).
un aristocratico disilluso della vita, o alla voglia di allontanarsi dall' estate della
città, ma anche al fine di destinare la propria residenza all' uso razionale di un'
contestualmente ad essere privilegiata pure l' area della Piana dei Colli dal lato
La popolazione esce dalla città murata e popola la Piana, bagli e casene sono
Ne è testimonianza il fatto che le piste polverose visibili nella vecchia pianta del
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altri tratti viari che avrebbero consentito di raggiungere agevolmente i loro fondi
(10).
Furono veramente tante le ville costruite nella Piana dei Colli; dal Villabanca,
che scrive tra il 1788 ed il 1802, ne vengono elencate una cinquantina (11).
Le prime a scomparire sono state ovviamente quelle più vicine alla città, sebbene
la Villa Airoldi (al numero 9 di piazza Leoni); la Villa dei Principi di Resuttano
al numero 364 della via Resuttana); la Villa Rosato ( al numero 70 del viale del
Castelnuovo ( sempre nel viale del Fante, al numero 64); la Villa Valguarnera di
Niscemi ( con ingresso nell' omonima piazza); la Villa Lampedusa - dal nome
fronte la Villa Niscemi); la Villa Spina ( con ingresso di fronte a quello della
sempre della medesima via, accanto alla Villa Amari-Maletto, e quasi di fronte
La villa, in quanto sede di una corte numerosa con tutto ciò che necessariamente
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chiusi, serre, dei piccoli padiglioni staccati dall' organismo principale ed isolati
nel verde dei parchi o dei giardini, con dei minuscoli spazi adibiti a "cafè-house",
Nel contesto decorativo e volumetrico delle facciate del maggior numero delle ville
che non si riscontra quindi nei palazzi di città coevi ( ved. nota 9).
quelli che sorgono nella Piana dei Colli, con particolare riferimento ai loro
A ) - A fabbricato pieno isolato dai corpi bassi delle dipendenze, con collegamento
- la Real Casina dei Colli (Palazzina Cinese) , coeva alla nascita della Favorita -
B ) - A fabbricato pieno con corpi annessi alla casa, con collegamento esterno di
14
- la Villa De Cordova, della metà del XVIII secolo circa;
- la Villa Spina, della seconda metà del XVII sec.,forse del 1676;
15
LE DIRETTRICI TERRITORIALI E LE PORTE DELLA CITTA'
MURATA
3 . - I segni del territorio e fra questi gli impianti conventuali e gli impianti
Nei secoli precedenti, il paesaggio urbano, come appare dalle antiche stampe
racchiuso nelle sue mura, raffigurava la realtà sociale del tempo; un paesaggio
dove alle imponenti masse dei palazzi dell' aristocrazia e dei complessi
Era questa la città murata contenuta intorno all' asse incrociato dei "Quattro
Canti di Città", e confinante a nord con la Porta Nuova ( Palazzo Reale) , a sud
con Porta Felice ( Marina) , a ovest con Porta Vicari ( Piano S. Antonio ), a est con
Erano una ventina le porte che un tempo si aprivano lungo le antiche mura entro
cui insisteva il territorio urbano, delle quali non ne rimangono che meno della
metà.
La porta creata nella cinta muraria di una città serviva proprio per permettere il
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Le porte di Palermo di cui si ha notizia erano precisamente diciannove (13) la
maggior parte delle quali nel corso di questi ultimi due o tre secoli sono state
demolite per le più varie ragioni, assieme a lunghi tratti delle cortine murarie che
le fiancheggiavano.
Si può seguire l' itinerario delle porte della città murata cinquecentesca
1) Porta Nuova: precedentemente detta Porta "del Palazzo". Già esistente nel
XV secolo venne chiusa nel 1460, in seguito all' apertura di quest' altra
Essa si trova al termine del Cassaro, tra il Palazzo Reale ed il quartiere militare
2) Porta di Castro: vicino al fianco destro del Palazzo Reale. L' apertura di
questa porta fu richiesta dal Senato della città nel 1620 e sorse nel luogo
originariamente occupato dall' antica Chiesa di S.Maria dell' Itria che per questo
La porta, che così fu chiamata dal nome del Vicerè del tempo Conte di Castro,
3) Porta di Sant' Agata: come affermano alcuni Autori la porta è stata chiamata
col nome della Santa per la vicinanza dell' omonima Chiesa che sorge lungo la via
del Vespro. In quel luogo, infatti, secondo la tradizione, la martire cristiana nell'
uscire dalla città si sarebbe fermata per allacciarsi un calzare lasciando l'
Essa costituiva il collegamento con le borgate della zona a sud della città.
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4) Porta di Vicari: la porta in origine avrebbe dovuto essere denominata
"Manriquez", in omaggio alla vice Regina Donna Luisa Manriquez, ma venne poi
intitolata invece al Pretore della città Francesco del Bosco, conte di Vicari.
Nel XVII secolo il taglio della via Maqueda impose l' apertura di nuove porte nei
punti in cui l' asse della nuova strada intersecava il perimetro murario.
5) Porta Reale: il Senato cittadino, allo scopo di " dar commodo al pubblico di
arrivar dritto " alla villa Giulia, decise di aprire questa nuova porta prolungando
detta "Reale".
Essa costituiva il collegamento con le borgate della zona a sud est della città.
6) Porta dei Greci: l' antica porta non sorgeva nel sito dove oggi si apre quella così
denominata, lungo la cortina muraria del Foro Italico; si trovava invece nell'
trasferita nel posto dove tuttora si trova. Nel 1556, per un breve periodo fu
Essa serviva di collegamento con le borgate della costa sud est di Palermo.
7) Porta Felice: nel 1602 il Senato palermitano, che aveva intitolato la Strada di
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Essa chiude il Cassaro in direzione del mare come Porta Nuova lo chiudeva verso
8) Porta di Carini: la porta che ancora esiste non è però quella originaria, ma
Sull' origine di questa porta le notizie sono alquanto incerte; si sa solo che già
esisteva nel 1310, ed ora si trova all' ingresso del quartiere del Capo in via
Volturno.
9) Porta Maqueda: nel XVII sec. per " nobilitare" la Strada Nuova, veniva aperta
all' estremità settentrionale della via Maqueda una nuova porta che il Senato
civico chiamava "Cardenas" dal cognome del Vicerè, ma che effettivamente venne
Anch' essa serviva di collegamento con la zona nord ovest della città.
Roccella.
11) Porta di S.Giorgio: sorgeva nella piazza XIII Vittime ed era l' ingresso
settentrionale della vecchia città. Nel 1724 sorse in suo luogo una nuova porta,
Resuttana,Pallavicino, Partanna).
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12) Porta di Mare: detta anche Porta del Carbone e Legna, rappresentava un
altro accesso alla città. In età musulmana si chiamò " Bab Al Bahr" (cioè porta di
La porta fu distrutta per l' apertura del Cassaro Nuovo, nel 1567- 68, e costituiva
13) Porta di Termini: quella che ora si chiama Porta Garibaldi, univa la piazza
della Fieravecchia alla porta stessa; un altro ingresso alla città con magnifica
14) Porta Mazzara: nel medesimo luogo in cui essa oggi sorge, fu con ogni
probabilità la " Bà b Ibn Qurhub" una porta costruita dall' Emiro Abu ' Al Hasan
In questa zona si sviluppava il quartiere detto Kemonia dal nome arabo del
delimitava verso sud venne aperta nel XII secolo la porta, come in atto appare all'
15) Porta della Dogana: fu aperta nel 1520 nei pressi della Chiesa di S.Maria
della Catena, allo scopo di permettere l' ingresso delle merci, che provenienti dal
mare venivano riposte nei magazzini della città prima di essere immesse in
16) Porta della Calcina: lungo la muraglia della Cala, oggi appena riconoscibile,
20
intonaco. Fu detta della Calcina perchè presso di essa si vendeva la calcina che
Della sua data di nascita si sa che esisteva nell' anno 1590 e che non vi era nel
1560.
17) Porta Montalto: sull' attuale corso Tukory, c' era la Porta Montalto, apertavi
nel 1638 in bizzarro stile manieristico, in prossimità dell' antica Porta Mazzara.
18) Porta della Pescaria: non si sa con precisione quando fu costruita, ma notizie
certe ci dicono che si apriva nella cortina muraria dell' arco della Cala e che nel
19) Porta d' Ossuna: era nel luogo dove ora è una piazza omonima. Era stata
aperta nel 1613 e demolita nell' anno 1872. Dal nome del Vicerè che la fece
costruire, essa serviva a collegare la città con le borgate della zona occidentale.
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NOTE CAPITOLO I
(1) - Si ripete così lo schema manierista della grande crociera urbana.Già nel
1508, nell' intricato tessuto viario di formazione in gran parte spontaneo, veniva
realizzato un primo crocevia, da molti visto come l' inizio della storia urbanistica
della Palermo moderna, formato da due strade ben ordinate e dritte (Discesa dei
del XVI secolo. L' incrocio tra le due strade, visibile nella pianta del Lossieaux,
non si coglie più nella sua effettiva realtà in quanto il taglio della via Roma, che
interessò questa zona nei secoli successivi (fine ' 800), ha notevomente cambiato
( cfr. C.De Seta - L. Di Marco - Le città nella storia d' Italia- Palermo, I995,
( 2) - La creazione dell' Orto Botanico, con l' edificio del "Gimnasium" destinato
agli erbari e alla Biblioteca, si inquadrano assai bene nel complesso di iniziative
nel 178I; iniziative, rientranti tutte in << un più vasto processo che alla vecchia
divertimenti che all' arte di governo, creò anche il Parco della Ficuzza e la relativa
Reale.
22
( cfr. Inzerillo - Urbanistica e società negli ultimi duecento anni a Palermo - nota
a pag.14).
delle acque fosse dovuto agli allagamenti causati dai marosi e non a quelli
soluzioni proposte, si giunse infine nel 1891 con l' abbandono dell' antico sistema
trascorrere degli anni per arrivare al 1910, quando ad una società belga veniva
balneare.
( cfr. Palermo: Quartieri e servizi - Centro studi e iniziative "Una città per l'
uomo"-
pag.697).
di Guglielmo II, fu nominato Arcivescovo nel 1169; nel 1185 fece costruire la
( 6) - <<......l' aristocrazia come aveva arricchito dei suoi palazzi la città, così
23
primavera-autunno........La villa come opera d' arte è il palazzo stesso di città
antologia, 1912);
campagna semestrali ricreazioni. Con le sue agiatezze, i suoi ozi, la vita della
ville, come tra i vari palazzi avevano ben da scegliere. A guardare oggidì i palazzi
Natale, e quelli innanzi ricordati, si rimane stupiti della sontuosità di essi. L'
archiettura del tempo vi spiegò tutti i suoi capricci di scale esterne e di appendice
ornamentali.....>>.
( 7 ) - " Nel 1723 è incisa una grande pianta di Palermo, contenente anche <<la
quinta parte della sua campagna>> e <<casini, case, molini ed osterie>> come
dice il titolo. Questa pianta è una delle poche che ci permettono una restituzione
che si addentra nella piana dei Colli provenendo dalle mura cittadine e dal Borgo
di S.Lucia, strade strette tra muri a secco alti e tortuosi - il <<firriato>> - che
chiudevano i giardini. Più che strade erano delle piste polverose che negli anni
seguenti sarebbero state rese più agevoli per l' iniziativa dei proprietari dei fondi
della piana. L' interesse del cartografo, Paolo Corso, per il territorio extraurbano
24
è sottolineato dall' abbondanza di richiami di luoghi notevoli posti fuori le mura
(da nota a fig. 75, di pag.115, di De Seta-Di Mauro - Le città nella storia d' Italia
- Palermo ).
data è incisa sull' arco d' ingresso del torrione volto verso Palermo, ma dei
data di costruzione dovrebbe essere anteriore al 1759 perchè sono state ritrovate
vistate dall' architetto don Nicolò Palma. Di villa TRABIA, sappiamo che ad
nel 1752; molti altri documenti compresi tra questa data e il 1793 attesterebbero
dei lavori eseguiti da alcuni operai specializzati nelle diverse branche (come
muratori, marmorai, falegnami, ecc.) tra cui Calandra, Di Lopez, Di Giorgio. Dopo
la morte del Palma, avvenuta nel 1779, il Principe di Trabia affidò il compito di
quale però non si hanno notizie nè circa altri lavori professionali compiuti. Villa
VALGUARNERA, venne iniziata nel 1714 per volontà della Principessa Anna
villa un tale architetto Sucameli, allievo del Vanvitelli. Per quanto riguarda la
conclusione dei lavori, da un' antica stampa edita nel 1761 è possibile riscontrare
che a quell' epoca la villa era già ultimata. L' edificio di villa PALAGONIA fu
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seguito terminato dal nipote omonimo, cui si devono i famosi mostri che coronano
( 9 ) - Com' è riportato nel libro " L' architetto pratico" del trapanese Biagio
Amato, verso la metà del ' 700 in Sicilia le scale dei palazzi e delle ville hanno un
profondo interesse nella poetica architettonica dell' epoca. <<.......ora di tutto l'
edificio è forse la scala la parte principale e che più di ogni altro debesi
considerare come quella che è la prima a vedersi e da cui non poco dipende la
magnificenza del palazzo..... . Quanto poi alle scale dei palazzi di campagna,
possono essere varie e quivi ha più luogo la bizzarria, che l' arte, siano però
26
-BIBLIOGRAFIA CAPITOLO I
(4) - G. Di Marzo - Diari della città di Palermo dal sec.XVI al sec.XIX - vol.IV, in
(6) - G. Bellafiore - Palermo-Guida della città e dei dintorni- 1980, pag.18 e segg.;
e seguenti.
(8) - R. La Duca - Bagli, casene e ville della Piana dei Colli - Palermo, 1965,
pag.19.
1974,pag.69.
(10) - Naselli Flores -Strutturazione dell' agro palermitano nel XVIII sec. -
pag.225 e segg.
27
(12) - M. De Simone - Le ville di Palermo - cit.pag. 51 e segg.
Gramignani, 1732.
ed.
28
CAPITOLO SECONDO
" Pianta della città di Palermo e i suoi contorni " (1818) , e del Gambino - " Pianta
della città di Palermo e i suoi dintorni " (1862) , nonchè del Musumeci (1834-36),
tutte coeve alla prima metà del XIX secolo, sono considerate di fondamentale
sarà chiamato "la Conca d' Oro"; quel vasto territorio racchiuso all' interno tra le
montagne per parecchie decine di migliaia di ettari di terra, tutto coltivato ad orti
spinge fuori le mura, dato che era una città cintata, ed incomincia ad insediarsi
nella campagna.
Grosso modo infatti, fino a qualche decennio dopo l' arrivo dei Borboni (1734-
35),il territorio urbano è ancora tutto concentrato dentro le sue mura; fuori si
rilevano - come abbiamo visto - alcuni episodi specifici, tra i quali in particolar
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L' intervento che segna l' inizio della proiezione della città nella campagna, è da
ricollegarsi, come già si è detto nel capitolo I, agli interventi urbanistici del
Regalmici, con cui si avvia l' apertura fuori le mura ed incomincia quel processo
espansionistico che dura all' incirca un secolo e mezzo, nel corso del quale una
scala regionale.
migliore qualità della vita, della salute, dell' alimentazione, dell' ambiente.
Un periodo nel quale si verifica un grosso processo di transizione attraverso cui l'
moderna, venendo fuori da quell' involucro feudale nel quale fin allora era stata
compressa.
Miglioramento del tenore di vita sta per esempio a significare che oltre al grano
si rende necessario produrre altri cereali per soddisfare l' esigenza di un'
attività intensiva che risponde per l' appunto alle domande sempre più in
Non vi è alcun dubbio che l' agricoltura siciliana tra la fine del ' 700 e la fine dell '
30
ma non si può dire che la trasformazione non ci sia stata; quanto meno, il feudo
Nella campagna palermitana nascono pertanto nuovi impianti, della vite, degli
Le abitazioni, perciò, che si raggruppano nel sistema delle borgate che via via si
Nel corso del XVIII secolo, Palermo arriva a raggiungere quasi i trecentomila
abitanti, e tutto questo non è solo dovuto alla crescita demografica interna, ma al
fatto che molti lavoratori vi convergono dalla provincia per venire a lavorare al
servizio dei padroni, nelle campagne, oppure per costruire le nuove case che a poco
E dunque, gran parte della immigrazione che confluisce a Palermo trova il suo
Queste borgate, quindi, hanno una origine essenzialmente rurale, sono al servizio
conosce una certa fase di sviluppo industriale alcune di esse diventano i poli
Altre borgate, di diversa e più antica tradizione, sono quelle marinare, molte
delle quali erano nate in seguito allo stanziarsi di nuove comunità intorno all'
A partire infatti dalla fine del XVIII secolo dei nuclei preurbani incominciano a
costituirsi intorno a quest' ultime (vedi l' Arenella, Vergine Maria, Mondello).
31
Tommaso Natale, San Lorenzo, Partanna, Pietratagliata, Resuttana,
Villagrazia.
prima volta dallo storico Carlo Cattaneo nell' 800, ma per meglio inquadrare le
innanzi si è scritto, sembra utile far menzione del brano tratto dal Simoncini:
<< nella seconda metà del '500 i grandi borghi agricoli e manifatturieri del
formarono anche borghi destinati ad attività speciali, come la pesca nelle città
solo due piccoli borghi di pescatori, uno a Santa Lucia risalente al 1567 ed uno di
"borgate", insediamenti di tipo agricolo isolati rispetto alla città, ai limiti dell'
dipendenti dalle attività rurali); ma non erano definibili "città" in quanto tali
attività non erano abbastanza evolute, ed inoltre mancava una delle più
32
qualificanti caratteristiche cittadine rappresentata dalla presenza di
mura...........>> (18).
vasta del Paese con le peculiarità tutte proprie derivanti dalla sua storia e dal
33
STRUTTURA E TIPOLOGIA DELLA BORGATA
caratterizzanti (la casa, i cortili, i giardini, gli orti, la strada, la piazza, ecc.), con
singole aggregazioni.
morfologica.
ai tre o cinque chilometri dalle porte della città antica, eccettuate le borgate oltre
quale vengono affidate tutte le relazioni sociali della comunità, caratterizzando l'
unità abitativa con ambienti di soggiorno direttamente sul versante della strada
medesima, mentre il fronte chiuso del retro, a meno di piccoli affacci di logge,
solamente in alcuni casi si ha sul retro una fascia ad orto o cortili, di mediazione
Quando alla residenza è legato il possesso del giardino si nota che l' abitazione di
rado è posta sull' asse viario portante della borgata, ma in genere si arretra nella
34
campagna e si conforma secondo sistemi chiusi quali bagli, casene, ville; la
organizzazione della vita all' interno dell' alloggio. Casa unifamiliare con zona
giorno prospiciente direttamente su strada, servizi sul retro, e zona notte nell'
Nella presente ipotesi la strada costituisce l' unico spazio di relazione della
borgata e molto spesso gli stessi elementi emergenti, come la chiesa, il convento,
la badia, l' ingresso alla villa padronale, ecc. riprendono l' allineamento sulla via,
casa (in questi casi ridotta alle dimensioni minime delle unità rurali) e lo spazio
collettivo (il cortile) attorno al quale è collocata anche tutta una serie di ambienti
E' questa la struttura insediativa che risponde ad un ' economia rurale domestica
che spesso affianca l' attività agricola sui campi, coinvolgendo il nucleo familiare
nella sua interezza (donne, anziani, bambini). Il cortile è pertanto lo spazio che
prolunga all' aperto alcune delle attività domestiche e nello stesso tempo assolve
35
Qui, il sistema è così costituito dall' insieme del nucleo a cortile e il rapporto con
contrassegna la presenza del nucleo a cortili con l' elemento distintivo ad arco.
Nel terzo caso infine, di impianto con caratteristiche <<di tessuto>>, (cioé un
potrebbe individuare nella borgata dell ' Arenella -) , l' unità edilizia di solito a
due elevazioni organizza spesso spazi minimi di vita all' interno dell' alloggio,
con un rapporto con la strada non diretto ma mediato, con il portone ed il balcone
che assumono valore di segno distintivo della casa. L' occupazione del lotto non è
più semplice, ma in molti casi diventa doppia con unità edilizie disposte a spalla,
con l' affaccio su strada corrispondente alla dimensione di una stanza, e per un
Nell' ipotesi di doppio affaccio, il fronte su strada corrisponde a due vani, e per
La strada su cui si apre l' abitazione non rappresenta il luogo che definisce tutte
piazza (ad esempio la piazza della Tonnara all' Arenella, o piazza Uditore) come
"dipendenza" stabilito con la città e mediato dalla viabilità: come relazione fra le
borgate diverse - .
36
NOTE CAPITOLO II
recente essendo stati iniziati nel 1932 con l' articolo "La pianta topografica di
Palermo di Matteo Florini" di Nino Basile; essi proseguono con l' esposizione nell'
vita urbanistica di Palermo" di Pietro Villa del 1941, nella quale sono indicate
sedici carte.
rappresentato dal saggio " Sulle piante topografiche della città di Palermo"
pubblicato nel 1948 da Vincenzo Marcellino sull' Archivio storico siciliano, in cui
sono elencate trenta carte; da questo studio trae origine il lavoro di censimento
effettuato da Rosario La Duca che sfocia nella "Cartografia della città di Palermo
Palermo e antiche carte della Sicilia"; pochi anni prima (1969) Leonardo
Benevolo, in "La città italiana nel Rinascimento", aveva presentato un' ottima
riproduzione della prima pianta a stampa della città, quella del 1580 di
(ved. Cartografia in Appendice, "Le città nella storia d' Italia - Palermo " - di
37
BIBLIOGRAFIA CAPITOLO II
(15) - M. A. Lima - La crescita della città di Palermo, nella pianta del Lossieaux -
38
CAPITOLO TERZO
UNITARIO .
1 . - L' anno 1860 segna per la Sicilia, dopo anni di lotta, la fine del dominio
E' questo un periodo storico che vede anche il trionfo delle idee di libertà e di
annessione della Sicilia al Regno d' Italia nel novembre dello stesso anno.
Esauritosi però lo slancio dell' epopea garibaldina, la convivenza dell' Isola nel
industriale.
Nella città, dopo alcuni decenni di abbandono durante i quali si sono visti
soltanto degli sporadici interventi da parte della ricca borghesia, si avvia nel
decorative>>.
Nella seconda metà del XIX secolo vengono pertanto assunti nuovi progetti
urbanistici che superano l' antico sistema urbano della città murata e vi
interi isolati, decine di monumenti del ' 600 e del ' 700 ormai ritenuti
risanamento.
39
Una delle prime ipotesi prevede quattro strade parallelle al Cassaro e alla via
L' idea viene ripresa nei progetti di piano regolatore di F. Giarrusso (1885) sotto l'
La spinta demografica, intanto, porta più verso l' esterno i confini della città
nuove vie nei sobborghi e principalmente in quella zona della città che si va
All' interno della città antica vengono individuate le aree per la nuova edilizia, e
Nella zona della via Libertà che sarà prolungata fino alla strada dei Colli, i
della città, costituiscono però causa della sua successiva espansione a macchia d'
olio (21).
Trippodo.
Nuovi fabbricati si allineano altresì lungo le strade del Borgo e del Molo, e nelle
40
In particolare, l' espansione in direzione della parte ovest della città darà luogo
nel 1889 alla formazione dei due nuovi mandamenti " Cuba" e " Zisa", mentre
qualche anno prima, nel 1886, è inaugurata la nuova Stazione ferroviaria che
favorisce, con la sua ubicazione, un ulteriore sviluppo della città verso sud.
Tra la fine dell' 800 e gli inizi del successivo viene aperta la via Roma (viale della
Stazione) che con gli allineamenti di nuovi palazzi costituisce un moderno asse
commerciale.
E' stato dunque sulla scorta delle sue indicazioni che per più di mezzo secolo si è
Su talune realizzazioni nate dal predetto "piano", non sono tuttavia mancate
pesanti critiche; è il caso del taglio della via Roma, che del risanamento è l' unica
opera conclusa nella sua totalità e ne costituisce anche l' esempio più
essere considerati demolitori come quello del rione Conceria che annullò
completamente uno dei più antichi e caratteristici quartieri della città, ricadente
sull' alveo del Papireto; altrettanto dicasi per i risanamenti dei rioni Sant' Agata
e Albergheria.
Probabilmente anche dalla parte dei più, è stata ritenuta errata la convinzione
41
non solo non avrebbe apportato i benefici sperati, ma anzi avrebbe annullato la
quartieri, con il completo smantellamento dell' antica cinta muraria della città.
Di tale perimetro, del quale non rimane che qualche elemento residuo, si potrà in
ricadono sulla primitiva area e che, sostanzialmente, delimitano quello che viene
Con l' espansione della città fuori le mura si era già delineata per tutto l' 800 la
quella rilevanza che avevano avuto nel ' 700 e nella prima metà dell' 800, a causa
L' antica matrice, per lo meno, non è l' unica o la dominante, presentandosi
insieme.
Dinanzi ad una realtà urbana così radicalmente mutata in quest' ultimo secolo,
borgata>> , <<il borgo>> (vecchio o nuovo), <<il rione>>, <<il quartiere>>, con
42
un tempo, nel senso tradizionale del termine,sarebbe quasi impossibile ritrovare
All' inizio di questo secolo sarebbero state all' incirca quaranta le borgate sparse
nel territorio suburbano, disposte a cinta della città fra la costa occidentale e l'
entroterra (24).
43
IL PIANO DI S. ERASMO E LE BORGATE DELLA COSTA
ORIENTALE
.2 . - Tra le mura orientali della città e il fiume Oreto, sino alla fine del XVIII
chiesetta che sorgeva in riva al mare. Il sito preciso dell' antica chiesa
corrisponderebbe ora alla parte del fabbricato che sporge con un portico di fronte
La modifica più importante al Piano S.Erasmo avvenne nel 1778 con la creazione
della villa Giulia, (opera del noto progettista Nicolò Palma), e dieci anni dopo del
contiguo Orto Botanico, con l' edificio centrale detto "Gimnasium" (opera dell'
architetto e archeologo francese Leone Dufourny), sorto nella proprietà del Duca d'
Archirafi.
Dopo il 1860 venne costruito l' impianto del Gassometro, e nel 1862 fu creato un
Dopo questi anni, la zona incominciò ad urbanizzarsi, per cui dell' antico piano
rimane oggi il ricordo nelle relazioni dei cronisti, ed in un certo qual senso la
Rimane anche il nome dell' antica contrada e della chiesetta vicino al mare, e dell'
obelisco a base quadrangolare eretto nel 1784, a fianco del luogo dove
Per chi si recava nei centri della costa orientale o dell' interno della Sicilia doveva
attraversare il fiume Oreto, oltre che per l' antico Ponte dell' Ammiraglio, su un
altro ponte più vicino alla costa chiamato " Ponte a mare", in memoria del quale
resta un breve tratto di strada che dalla piazza Tumminello prosegue poi, oltre l'
44
E' dopo il Ponte a mare che inizia la borgata di <<Romagnolo>>, il cui nome trae
sviluppata intorno alla villa al cui posto in atto sorge la casa di cura "Buccheri La
Ferla". Di fronte alla villa, dallo stesso Romagnolo venne fatta erigere una
colonna con in cima la statua dell' Immacolata; ed è per questo che la località
Poco prima , lungo la costa, esiste il grande chiosco in stile moresco realizzato dal
Nel primo, che deriva il nome da "Sbannuta" com' era soprannominata una
locandiera del luogo che si dice desse ospitalità a banditi, si trova il "Baglio La
Rosa" ristrutturato in stile neo-gotico nel secolo scorso, e del quale di originario
proprietà della famiglia Corsaro, oggi resta a ricordo una robusta torre del ' 500
eretta in riva al mare a difesa delle incursioni piratesche dell' epoca (25).
45
LE BORGATE DELLA COSTA SETTENTRIONALE
3 . - Il quartiere del <<Borgo Vecchio>> è il più antico tra quelli formatisi fuori le
vecchie mura, lungo l' asse che congiunge attualmente la via Roma con la via
godere di una certa autonomia dall' antico centro, dal quale distava circa mezzo
miglio (tale era infatti la distanza da rispettare nella costruzione di edifici che
non fossero compresi nelle mura cittadine com' era prescritto in una vecchia
Il borgo era detto anche di <<Santa Lucia>> dal nome della piccola omonima
chiesa - che si trovava allora proprio di fronte il nuovo porto della città costruito
nel 1567 in sostituzione dell' antica Cala - intorno alla quale incominciarono a
area grossomodo compresa tra la via Roma e via A. Amari, da dove si sviluppò
ritenuta medicamentosa, che scorreva all' interno di una grotta in riva al mare
case di pescatori.
46
A causa dei successivi insediamenti, e poi della recente penetrazione della nuova
edilizia residenziale, la borgata dell' Acquasanta risulta ora unita alla città oltre
che dal quartiere Montalto, da un nuovo rione al cui centro è la Fiera del
oggi ancora notare un residuo rapporto che è caratteristico proprio dell' antico
borgo marinaresco.
sviluppatosi attorno ad un' antica tonnara che nel XIX secolo fu trasformata in
Nell' aria contigua, circondata dal Monte Pellegrino, dal Cimitero dei Rotoli e dal
prima agli Oneto duchi di Sperlinga e poi ai Bordonaro (1578). La zona, anche se
marinaro.
Tra il luogo in cui in atto sorge la Fiera del Mediterraneo e la via Libertà era
Pietro Sampolo (1807), un giurista palermitano che nella seconda metà del secolo
assunse l' iniziativa di fare erigere nella zona le prime case che estendendosi ben
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Lungo la strada che nella vecchia contrada univa il Piano dell' Ucciardone con
quello di Ranchibile, nuovi ed alti palazzoni hanno via via sostituito le basse case
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LE BORGATE DELLA ZONA NORD - OCCIDENTALE
4 . - A monte delle mura occidentali della città antica fino all' attuale
Castello Normanno, (il palazzo può datarsi tra il 1165 e il 1167) dal quale trae il
nome, ed al Convento dell' Annunziata (quest' ultimo databile nel 1582, e del
Per collegare questi due grandi complessi con la città, nel 1613 venne
appositamente aperta nelle vecchie mura una nuova porta intitolata al Viceré d'
Ossuna.
urbanizzazione della zona; il loro ricordo è con tutto ciò soltanto rinvenibile nel
toponimo della via dei Mulini che dalla piazza della Zisa porta alla vie Ippolito e
degli Emiri.
Limitrofa alla Zisa, vi era la contada dell' <<Olivuzza>> che prima di divenire
sede di tante ville nobiliari che costituirono il nucleo originario della sua
quei luoghi una bettola frequentata da cacciatori, e l' appellativo è rimasto per
designare l' antico sobborgo, con tutta l' area circostante alla piazza sorta al
centro di esso (le odierne piazze S. Cuore e Camporeale) ed al corso oggi chiamato
Finocchiaro Aprile. Tra la fine del XVIII secolo e per tutto il secolo successivo la
zona divenne un luogo di villeggiatura per la salubrità dell' aria e per la sua
vicinanza alla città, per cui furono parecchie le ville che vi sorsero costruite in
49
La maggior parte di quelle antiche pregevoli costruzioni sono andate quasi
interamente distrutte per far posto alla invadente moderna edilizia dell' ultimo
dopoguerra..
Un' altra borgata, che aveva avuto il suo massimo incremento nella seconda metà
Palagonia.
moli dei nuovi palazzi residenziali; solo qua e là si possono tuttavia ancora
scorgere alcune vecchie case dell' antico villaggio, e le due torri d' acqua in via
Serradifalco ed in piazza O. Ziino che servivano per l' irrigazione dei campi,
rimasti come cimeli a ricordo della rigogliosa campagna di non molto tempo fa.
Nella zona nord-occidentale dell' antico territorio urbano, a monte di quella che
ora è l' attuale circonvallazione, si trova la borgata dell' <<Uditore>> sorta nell'
di Rigano>> ed altre, tra le costruzioni delle case e delle ville nel tempo
villeggiatura.
Francesco Alias, Uditore Generale dell' esercito, in riconoscenza del quale gli
abitanti delle numerose costruzioni rurali della località così la chiamarono, per
avervi fatto costruire nel 1733 una nuova Chiesa dell' Ecce Homo al posto di
quella già esistente, e per avere svolto altre opere caritatevoli a favore della
ricadendo tra le due grandi arterie costituite dalle vie Leonardo da Vinci e
Michelangelo.
50
A differenza di molte altre borgate del palermitano, conserva ancora per certi
51
LE BORGATE DELLA PIANA DELL ' ORETO
5 . - Numerose furono le borgate che si svilupparono nella vasta area della Piana
- La borgata della <<Guadagna>>, il cui nome è derivato dalle voci arabe "Guad"
o "Wadi" (fiume) e "Agn" che insieme stanno ad indicare l' azione del pulire i
panni nel fiume, com' era in uso fra le lavandaie della contrada.
Con l' espandersi dell' edilizia popolare, essa ha nel tempo perso il suo carattere
interesse, come la cosiddetta "Torre dei diavoli" e gli ingrottati lungo il fiume, che
hanno stimolato la fantasia di una certa parte della narrativa popolare, nonché
la croce collocata su un' alta colonnina nella piazza principale, eretta nel XVI sec.
Molto controverso ed un pò romanzato è l' origine del suo nome: alcuni lo fanno
provenire da "Fash el Emir" (il terreno dell' Emiro) poiché già nel periodo arabo il
luogo era stato prescelto come residenza estiva; altri sostengono che il nome
scaricandogli addosso veleno anziché miele; altri infine ritengono che si possa
52
Anche qui si possono ancora notare dei resti di un' antica torre merlata, detta
- Altre borgate rurali vicine sono sorte in località <<S. Maria di Gesù>> e
Il toponimo della prima discende dal Convento e dalla Chiesa Francescana dei
Frati Minori ivi esistenti, intorno ai quali nel secolo scorso nacque e si sviluppò
un piccolo villaggio e, nel 1866, accanto alla chiesa un cimitero che accoglie le
Si può dire che ancor oggi, nonostante qualche inevitabile operazione edilizia
Anche la borgata di "Villagrazia", che deriva il nome dalla Madonna della Grazia
nella zona particolarmente venerata, si è formata quando alle falde del monte
piccolo paese agricolo dell' entroterra, con un' economia prevalentemente agricola
Pure la tipologia delle abitazioni rispecchia l' aggregazione del classico centro
53
- Disposta geograficamente verso la parte orientale di Palermo oltre il fiume
Oreto, è la borgata di <<Brancaccio>>, sorta nel 1747 per volontà del Governatore
di Monreale - Antonio Brancaccio - che vi fece costruire anche una sua chiesa.
Questa borgata ha però nel tempo subìto radicali trasformazioni per effetto della
maggiore vicinanza alla città, e con l' ampliamento del territoro urbano ha per
aveva conservato sino alla fine dell' 800, per assumere poi le caratteristiche di un
54
L E BORGATE DELLA ZONA SUD
Un notevole sviluppo all' intera zona l' aveva prima dato la creazione di un Orto
botanico, intorno alla fine del ' 700, da parte del Principe Francesco di Borbone
vicinanza alle sorgenti del Gabriele facendovi fabbricare una casa di caccia.
chiamata "Lu Falcu", le prime abitazioni, alcune fatte edificare dal Principe e
date in uso ai contadini che vi si erano riuniti intorno, altre un pò alla volta sorte
denominazione propria della località medesima detta anche "Fiume del Falco", a
testimonianza della caccia con falchi ammaestrati che vi si praticava sin dai
Dell' ampio e fertile feudo che dal corso Calatafimi si spargeva fino all' abitato
della borgata, e destinato alla Real Riserva Borbonica (della quale non si fa più
menzione sin dal 1840), non ci è rimasto oggi che il nome attribuito ad una via del
luogo e i propilei (un portico sormontato da due leoni) che segnano tuttora l '
55
Entrambe le borgate che avevano originariamente più o meno caratteristiche
decenni di quest' ultimo secolo e l' espandersi urbanistico della città, l' effettiva
lontananza dal centro e le pecularietà socio culturali fanno sì che gli abitanti non
ciò, che quasi l' intero territorio sia di Boccadifalco che di Altarello di Baida fino
56
LE BORGATE DELLA PIANA DEI COLLI E DELLA COSTA
OCCIDENTALE
Come difatti si è avuta occasione di dire in precedenza, le ville che nel XVIII
semplicemente all' esigenza di villeggiatura dei nobili dell' epoca, bensì anche
per i lavoratori, il che spiega come s' è visto la nascita delle borgate.
approssimativamente dall' ingresso principale del Parco della Favorita fino allo
Stradone nuovo.
Resuttano, che costruirono qui la loro residenza di campagna; "S. Lorenzo", dal
nome di un' antichissima chiesa eretta nei pressi forse nel 1160 e dedicata al
Santo.
Le due contrade, unitamente alla maggior parte di quelle gravitanti nella zona
dei "Colli", famose per la loro leggiadria e immerse nella campagna di agrumeti,
57
La borgata di Resuttana, essendo la più vicina alla città, è quella che più
rapidamente è stata integrata con il resto del territorio urbano, assorbita del
tutto dall' enorme diffondersi dell' edilizia; agli orti, ai vigneti, ai giardini e alle
soffocando anche quel residuo segno che fu la villa dei Principi di Resuttano,
limitata ora alla sola costruzione ed a una stretta striscia di terreno che
costituiva il viale di accesso dell' edificio principale, oltre alla limitrofa Chiesa
Lo stesso potrebbe dirsi del vecchio borgo di S. Lorenzo, fino a qualche decennio
alla trasformazione dei prodotti agricoli con case sparse nei vasti agrumeti, il cui
L' unica porzione del territorio che ancora preserva i connotati storici della
quelle sorte intorno a Palermo prese il nome da un personaggio che operò nella
Trattasi dell' abate Pietro Pallavicino dei conti di Favignana, discendente della
nobile famiglia genovese dei Pallavicini, che intorno al 1716 vi fondò una chiesa
numero di case che già dovevano gravitare intorno a quello che era un importante
poco urbanizzata.
L' incremento maggiore del villaggio si ebbe ad ogni buon conto nella prima metà
del secolo scorso allorquando fu creato il Parco della Favorita, tanto da rendere
58
necessaria la costruzione nel 1856 di una chiesa più grande di cui la primitiva
Le dimensioni dell' antica borgata sono notevolmente mutate dalla fine dell'
ultima guerra.
oltrepassato S. Lorenzo, e verso settentrione si sta collegando con l' altra borgata
di Partanna a causa della creazione di vari nuclei residenziali che hanno invaso le
ville del luogo, verso meridione appare ancora staccata dalla città per la presenza
periodo poi non tanto remoto, a dimostrazione dell' agiatezza di una classe
sociale ormai in declino o scomparsa oltre che dell' esistenza stessa del nucleo
ove si consideri che nella zona sono stati ritrovati reperti che testimoniano la
Un vero e proprio borgo può sostenersi sia ad ogni modo sorto attorno alla casina
dei Principi di Partanna, che è una costruzione del XVII secolo, e da cui esso
stesso prese il nome; è probabile inoltre che un ulteriore sviluppo della borgata
<<Mondello>>, per sfuggire alla malaria dilagante causata dalla grande palude
li esistente.
- Era difatti, quest' ultimo borgo, un piccolo e povero villaggio di pescatori situato
abitazioni erano raggruppate attorno alla torre di un' antica tonnara in rovina.
Il toponimo Mondello sembra abbia origine dall' arabo "Al Mondellu" che
significa "al pantano", o da "Munneddu" che era un' unità di misura borbonica
59
pari a circa 2,72 are, forse l' originaria superficie del borgo. Un' altra ipotesi
farebbe derivare il nome dal monte Gallo, dall' arabo "Gal" - cioé "monticello"-
riferito al più piccolo del Monte Pellegrino, divenuto poi Mondello nella
deformazione popolare..
trasformatosi in questo secolo in una città giardino non rimane alcun segno del
Nella contigua Partanna sono invece ancora esistenti alcuni bagli, fra i quali
unica direttrice viaria che congiungeva la città ai territori della costa occidentale
della Sicilia.
La prima, il cui nome trae origine da Domenico Cardillo, un alto funzionario della
Corte borbonica vissuto nel XVIII secolo, si estende principalmente per la via
Le ville che erano sede dell' alta aristocrazia del tempo sono quelle denominate
Nel territorio circostante la borgata si svolge tuttora una certa attività agricola,
isolamento in cui essa si trovava sino a pochi decenni fa, finendo di conseguenza
se nobile o no, che fondò in questa contrada dei Colli sul finire del 1700 il
60
Col trascorrere del tempo, anch' essa ha però perduto come tutte le altre la sua
L' origine del nome discenderebbe dalla presenza di una pianta esistente nella
zona il cui frutto ha la forma di un ferro di cavallo; un' altra ipotesi correla la
villaggio.
Del contorno si conosce che intorno al ' 600-' 700 viene. a prendere corpo un certo
Soltanto nell' 800 e nei primi anni del nostro secolo l' assetto morfologico della
pescatori. Tale specificità essa ha in un certo qual senso mantenuto sino ai giorni
attuali, o almeno potrebbe affermarsi che essa è la borgata che meglio delle altre
della Piana dei Colli si è conservata, tenuto pur sempre conto di quei nuovi
marinaro (31).
61
NOTE CAPITOLO III
urbanistico>>
purtroppo, il taglio della via Roma travolse quanto incontrò lungo il suo percorso,
miseria dei vecchi rioni che due pietose cortine di nuovi edifici opportunamente
nascosero>>.
(12) - Alla fine dell' 800, il villaggio venne così descritto da Carmelo Piola:
nome per esservi lungo la via un piccolo altare con l' immagine di Maria. Indi nel
luogo stesso Ferdinando III e Maria Carolina d' Austria (tra la fine del ' 700 ed i
primi dell' 800) vi fecero erigere una chiesa, e poi vi fondarono la parrocchia
( cfr. - Dizionario delle strade di Palermo- (preceduto da una corsa per Palermo e i
62
BIBLIOGRAFIA CAPITOLO III
(20) - S.M. Inzerillo - Urbanistica e società negli ultimi duecento anni a Palermo -
- De Seta - Di Mauro - La città nella storia d' Italia - cit.pag. 151 e segg.
segg.;
Esposizione Nazionale.
63
CAPITOLO QUARTO
I QUARTIERI DI PALERMO
Premesse
Intorno all' anno 16OO circa, l' agglomerato urbano di Palermo incominciava a
Da essi via via si ampliò nei due secoli successivi, sino a comprendere i numerosi
tessuto urbano.
Nel corso del XIX secolo, l' ulteriore espandersi della città fece sì che alcuni dei
fine dell' 8OO la suddivisione del territorio doveva considerarsi formata dalla
decentramento previsto da un' apposita legge regionale (la n°84 dell' 11-12-1976),
Per una migliore comprensione, occorre però qui spiegare che solamente in talune
64
Si ritiene di dover fare pure osservare che nella descrizione dei cenni storici
riscontrarsi delle ripetizioni di notizie soprattutto per ciò che riguarda l' origine
dei toponimi, quando i quartieri medesimi o parte del loro territorio coincidono
65
QUARTIERE N°1 - TRIBUNALI - CASTELLAMMARE
Superficie: ha 111,87
Perimetro: via Lincoln - piazza G.Cesare - via Maqueda - via Cavour - piazza
XIII Vittime - via Filippo Patti - litorale (dal prolungamento ideale di via F.Patti
Cenni storici
Il quartiere è esteso dalla metà verso il mare del cosiddetto <<centro storico>>.
Al suo interno racchiude l' estremità dell' antico promontorio sul quale era
piazza Caracciolo, o "Vucciria"), l' area dell' antico porto (in parte tuttora
utilizzato e chiamato "Cala", parzialmente ormai interrato), l' ultimo tratto degli
alvei di due antichi torrenti (il Kemonia e il Papireto, anch' essi da tempo
rispettivamente, nel quartiere arabo (Al-Halisah, oggi Kalsa) e nel quartiere dei
Genovesi.
Col tracciamento dei due grandi assi in croce (Cassaro, oggi Corso Vittorio
Emanuele, e via Maqueda) alla fine del ' 500, l' intero tessuto si unificò, dando
edilizia
economia
66
Nel vecchio mandamento detto dei "Tribunali" si trovano due antichi quartieri
mercantili adiacenti che contraddistinguono la zona: quello dei " Lattarini e della
Esso si estende tra la via Roma e l' arco della via A.Paternostro, ed il suo reticolo
viario è ancora quello medievale ad accezione del largo squarcio della via Roma e
della geometrica piazza antistante l' attuale edificio della Cassa di Risparmio.
La "Fieravecchia", detta adesso piazza della Rivoluzione, era luogo di mercato sin
dai tempi più antichi anche perché la piazza si trovava alla confluenza di
importanti arterie cittadine che conducevano fuori la città per la distrutta Porta
La "Kalsa", continua ad essere uno dei più antichi e popolosi quartieri cittadini
Anche ora si presenta come un' area fortemente impenetrabile soprattutto nella
così denominato per la presenza nel suo centro, in piazza Garraffello, di una
loggia mercantile ormai non più esistente, vi è l' area della cosiddetta "Vucciria".
Essa è compresa all' incirca tra la via Roma, il Cassaro, la Cala, la via G.Meli e
la piazza San Domenico in una zona depressa invasa dal mare che nell' alto
67
Fin dall' epoca araba, per la vicinanza dell' approdo della Cala, fu residenza
A quel periodo risale l' aggrovigliato sistema viario, a tutt' oggi esistente, ove si
Affievolendosi col tempo l' intensità del commercio marittimo vi sorsero qua e là
Diverse vie in questo quartiere ricordano tuttora, con i loro nomi, la categoria
artigiana che le abitava; così la via Argentieri, dei Frangiai, dei Chiavettieri, dei
del quartiere, che è esso stesso in avanzato stato di depressione sociale. Misere e
eccezione dell' area che si protende sulla Cala; qui, sebbene sia stato riordinato il
I bottegai della Vucciria che avevano la casa in questa zona, spesso comunicante
col negozio, hanno trasferito altrove la loro abitazione; altri, sistemate alla men
commercio.
68
QUARTIERE N° 2 - PALAZZO REALE - MONTE DI PIETA'
Superficie: ha 134,37
Cenni storici
Il quartiere è costituito dalla metà del centro antico a monte della via Maqueda.
due lati di questo gli alvei degli antichi torrenti Kemonia e Papireto, e ai lati
L' intera zona, dopo il tracciamento della nuova via Maqueda e il ridisegno del
L' edilizia, abbastanza diversificata, andava dai tuguri delle zone malsane con
vicoli strettissimi per finire ai palazzoni della nobiltà che ostentavano ricchezza
L' immagine della città data dagli arabi, anche se con profonde mutazioni, si
questo i nuovi progetti di risanamento degli anni ' 50 hanno portato alla
69
favorendo la costruzione di edifici di tipo popolare che difficilmente si inseriscono
edilizia
economia
Il quartiere è contrassegnato dalla presenza del rione del " Capo" da cui trae
origine l' omonimo mercato, situato nel quarto occidentale della vecchia città tra
Esso si formò in età araba oltre il corso del Papireto e, quando questo fu
E' stato in ogni tempo quartiere molto popolare e brulicante nelle sue oscure
Non si avverte naturalmente un preciso confine tra ciò che è legale e ciò che non lo
è; anzi, questo secondo tipo di attività, è fra quelle che nel degrado generale dell'
clandestine, ed altro.
L' edilizia e l' economia non possono che essere fra le più misere della città.
L' altro rione che caratterizza il quartiere è quello dell' Albergarìa, ove trovasi il
Sorto in epoca araba si adagiava tutto a monte del torrente Kemonia il cui letto
70
Nel periodo arabo-normanno-svevo la zona fu popolata da un ceto attivo di
mercanti e artigiani.
pittoresco mercato di Ballarò, noto anche per il commercio dell' usato, di merce
In esso sono visibili ancora gli squarci che le bombe dell' ultima guerra hanno
L' altra area rientrante nel quartiere n° 2 è quella detta "Monte di Pietà", già più
distante dal mercato, ove gli spazi relativamente più ampi consentono lo sviluppo
La parte centrale è quella meno degradata dal punto di vista delle relazioni
Da un lato è meno popolosa, dall' altro i magazzini dei piani terra sono utilizzati
- sui mercati principali, posti all' interno dei quattro mandamenti, richiamo per
attratti dalla vendita a più basso costo della carne, del pesce, della frutta e
verdura, delle droghe, dei dolciumi ,dei confetti, dei generi alimentari di ogni tipo;
71
- sull' attività commerciale estremamente polverizzata e presente in maniera
consistente lungo i tre assi principali di corso Vitt.Emanuele, via Maqueda e via
regalo;
Se ci si inoltra nella conoscenza della vita dei quartieri si nota che la stessa
spazio, il più delle volte sovraffollate, costringe gran parte della popolazione a
vivere all' aperto, davanti alle loro misere case, per i vicoli, in stretto contatto con
gli altri, con i vicini, senza quel minimo di intimità familiare tanto necessaria
Per queste ragioni, molti ambienti degenerano giorno dopo giorno, mentre gli
igienici, e però non di rado sostituiti dai poveri immigrati extracomunitari, nuovo
72
QUARTIERE N° 3 - ORETO - STAZIONE
Superfice: ha 322,50
Perimetro: corso Tukory - strada ferrata PA/TP - via del Vespro - via
Parlavecchio - muro di cinta nord e ovest cimitero S.Spirito - fiume Oreto - tratto
di via Villagrazia - muro di cinta ovest e sud Ospedale d' isolamento - via dell'
Orsa Minore - via S.Maria di Gesù - viale Reg.Siciliana - tratto di via Fichidindia
- strada ferrata ME/TP - tratto di via Oreto - strada ferrata PA/TP - fiume Oreto -
Cenni storici
direttrici di traffico che servivano per raggiungere i centri costieri e interni della
Sicilia.
Lincoln), ed ancor oggi un cippo commemorativo nei pressi della villa Giulia ne
Le realizzazioni della villa Giulia (1778) e dell' Orto Botanico dopo (1875)
Nel 1863, la costruzione della prima ferrovia siciliana, allora più arretrata e
Successivamente, nel 1886, la stazione che fu costruita nell' odierna piazza legò
73
Aspetti generali tessuto sociale
edilizia
economia
Le zone che compongono l' insieme del quartiere, se si escludono l' Orto Botanico e
Uno dei problemi più grossi del quartiere è quello delle condizioni igieniche
Per un' analisi più approfondita dell' intero territorio, vista anche la sua
1) S.Erasmo - Il "Foro Italico", già Foro Borbonico e, per un certo periodo, Foro
Sulla colossale discarica a mare sorta dalle macerie dei bombardamenti che vi
furono riversate alla fine dell' ultimo conflitto mondiale sarebbe dovuta nascere
74
Zona verde di particolare rilievo è la villa Giulia, indicata come uno dei più bei
giardini all' italiana esistenti, nonché l' Orto Botanico in cui è concentrato ogni
2) Guadagna - E' la parte più antica del quartiere, il cui nome deriva dall' arabo
"Gud-Agn" il luogo della pulitura, poichè era il fiume Oreto a essere usato come
lavatoio. Proprio lungo la riva del fiume si trovano delle casupole abusive che a
tutt' oggi si presentano come una specie di <<bidonville>>, e delle grotte naturali
il resto, determinano una situazione di rischio evidenziata peraltro dal fatto che
costruzione, laddove sino a pochi anni addietro l' area aveva carattere agricolo per
la numerosa esistenza di vaste estensioni di orti e giardini, ora quasi del tutto
scomparsi.
75
L' economia è costituita da un buon numero di negozi, per la maggior parte di
altri generi.
simbolo di tutto il quartiere, con le sue aree limitrofe, pur essendo vicina al centro
La sua area è costituita dalla zona di corso dei Mille da un lato, e dalla zona
La zona intorno a via Perez, dall' altro lato della Stazione, si dimostra più
completa dal punto di vista urbanistico, ed è la parte più rilevante anche come
Tutta l' area è abitata da svariate categorie di persone che hanno come
76
QUARTIERE N° 4 - SANTA ROSALIA - MONTEGRAPPA
Superficie : ha 268,07
Perimetro : strada ferrata PA/TP - via del Vespro - via G.Parlavecchio - muro di
cinta nord e ovest cimitero di S.Spirito fino al fiume Oreto - viale Reg.Siciliana
sud est - via Altofonte - limite nord città Universitaria - via Brancaccio.
Cenni storici
collegamento dell' entroterra agricolo della Conca d' Oro alla città comprendendo
al suo interno la cittadella Universitaria, l' Ospedale Civico e l' area racchiusa tra
I primi insediamenti abitativi di un certo rilievo sono databili all' inizio dell' 800,
in corrispondenza delle vie Brasa e Montegrappa con delle case consistenti in due
L' area subisce notevoli incrementi edilizi dal dopoguerra fino all' ultimo
intervento degli anni ' 70 ad opera dell' IACP (Istituto Autonomo Case Popolari).
della Madonna del Grappa; "Santa Rosalia", che è la Patrona della città, è invece
il nome che il cardinale Ruffini volle fosse attribuito alla zona in cui nel 1950
edilizia
economia
77
Per una più facile lettura, si potrebbe articolare il quartiere nelle seguenti aree:
1) Montegrappa, con le due sub aree di Ponte Corleone e Medaglie d' Oro.
La prima, così denominata dall' omonimo ponte a ridosso del fiume Oreto, è zona
pop.).
incompiutezza, e parte della zona mostra anche un notevole degrado ecologico per
le immondizie e le acque putride che si versano nella vicina vallata del fiume.
La seconda zona, chiamata Medaglie d' Oro, comprende l' ultimo nucleo di case
Vi sono poi all' interno diverse antiche costruzioni ed alcune casupole che rivelano
persone a basso reddito, se non addirittura del tutto prive, e costrette a svariate
2) Santa Rosalia - L' area è situata ai lati della via Roccella e si differenzia dal
dallo sviluppo dell' edilizia popolare, avvenuto dagli anni ' 50 in poi, che ha fatto
78
lì affluire, in aggiunta al nucleo preesistente, nuovi gruppi familiari comprendenti
E questo tipo di edilizia, arrivata negli anni ' 60 ed evolutasi negli anni ' 70 e
Un' ultima rilevante presenza nella zona S.Rosalia, e poi anche in tutto il
79
QUARTIERE N° 5 - CUBA - CALATAFIMI
Superficie: ha 165
Perimetro: viale Reg.Siciliana nord ovest - via G.La Loggia - via G.Arcoleo -
tratto corso Calatafimi - via Marinuzzi - piazza Gen/le Turba - via Altofonte -
Cappuccini (parte est e nord) - via Siccherìa Quattro Camere - via Siccherìa al
Portello.
Cenni storici
città.
Ma il quartiere come tale, è nato intorno al XV - XVI sec. quando venne costruita
la strada che porta a Monreale, ed all' apertura dello stradone avvenuta nel 1580
per iniziativa del viceré Colonna si legò appunto il suo destino urbanistico.
successivamente utilizzata come terreno agricolo fino al ' 700 allorché vi furono
edilizia
economia
80
La conformazione urbanistica del quartiere è estremamente disomogenea dato
che esso risulta composto da una serie di aree che si possono così articolare.
1) Zona di corso Pisani - Il corso si snoda lungo il lato maggiore di S.Maria dei
Rimedi, una basilica eretta nei primi decenni del 1600 e fiancheggia idealmente
in linea discontinua il Parco d' Orleans da cui è diviso da una cortina di case e
Alla fine del corso si giunge in piazza Turba e da lì si prosegue per Altofonte e
della strada, che sono la zona di villa d' Orleans e più in alto la zona di villa
Forni; dall' altro lato, gli edifici sono rappresentati nella loro totalità da caserme,
Recentemente detto rione è stato spopolato dai suoi abitanti trasferitisi allo
fascista.
Nella zona militare nella quale esso si inserisce esistono le caserme Sole e
Turba, site, per la precisione, sul piano dei "Porrazzi" dove una volta veniva
2) Zona di corso Calatafimi - E' questo l' asse sul quale effettivamente nasce e si
Col sopravvento dell' edilizia di tipo abitativo, sorta negli spazi liberi accanto ai
81
Per ciò che concerne la struttura architettonica degli edifici risalenti agli inizi del
secolo, essa contrasta con lo stile freddo e lineare dei nuovi fabbricati
condominiali.
Sul corso, s' incontra il noto "Albergo dei Poveri", costruito intorno alla seconda
metà del ' 700 e destinato all' assistenza degli indigenti, e sull' altro lato il
"Maria Adelaide", che fu il più celebre dei collegi femminili della città; un pò più
3) Zone adiacenti via Cappuccini e via Pitré - Lungo questo terzo asse viario si
dispiega la zona rionale dei "Danisinni" in cui predominano delle abitazioni a uno
o due piani, oppure dei veri e propri tuguri che rappresentano una sorta di ghetto
simili.
"Cappuccini" è il nome della zona che comprende l' omonimo convento, il cimitero,
Della zona fa parte il rione "Quattro Camere", agli estremi confini nord del
quartiere Cuba-Calatafimi, e "Villa Napoli", l' antica proprietà sul cui terreno
lottizzato si è edificato negli ultimi vent' anni e che indica la parte più nuova dell'
intero quartiere.
Un' importante struttura esistente nel territorio è costituita dal notorio Ospedale
Psichiatrico, derivante dall' antico manicomio palermitano detto <<Real Casa dei
Matti>>, il cui impianto copre una vastissima area nella quale ora sorgono i
82
QUARTIERE N° 6 - ZISA
Superficie: ha 159,30
Portello - viale Reg.ne Siciliana nord ovest - via Perpignano (esclusa) - piazza
Cenni storici
Il nome del castello deriva dall' arabo "El-Azis", che significa <<meraviglioso>>,
moltissimi anni la corte reale e fu richiamo per i nobili e gli artisti del tempo.
Le numerose zone verdi e le terre circostanti erano curate e coltivate dalla gente
del popolo che insediandovisi venne in tal modo a costituire un piccolo villaggio.
L' origine regale e la ricchezza delle risorse del territorio hanno facilitato il
giardini.
edilizia
economia
83
Il quartiere fa ora parte integrante della realtà cittadina, di difficile
Si va dalle palazzine risalenti ai primi anni del secolo, agli interventi di edilizia
povertà assolute.
1) Zisa Ingastone, che è .la zona che insiste intorno a piazza Ingastone ed al
Castello della Zisa, con uno stanziamento più remoto e quindi dalle costruzioni
Ai limiti, in una conca, è ubicata l' area dei Danisinni; in una storica sacca di
depressione ai margini della convivenza civile che il confine del quartiere divide
Non esiste una tipologia edilizia nettamente prevalente, e gli spazi risultano
assolutamente amorfi e non connotati. L' unica sub-area che presenta ancora
Nell' ultimo periodo, intorno ai primi anni ' 80, sono comunque sorti nella zona
numerosi palazzi a cinque o sei elevazioni lungo la via E. l' Emiro e nelle traverse
di via degli Emiri, via Rinaldo d' Aquino, via G.Arcoleo, via Polito, con
Tutta quest' area appare ora in ogni modo investita da una consistente
84
3) Olivuzza - E' l' area che gravita lungo i due assi viari di via Dante e il corso
Sorta nei primi anni di questo secolo come ampliamento della città a monte della
via Dante mentre è stata oggetto di incisive modificazioni all' interno di via
Olivuzza.
Nell' area di via Dante si vedono un buon numero di ville tra cui la villa Florio e la
villa Malfitano (quest' ultima in effetti la troviamo nel limitrofo quartiere della
"Noce"); altre ville e alcuni palazzi più o meno di pregevole fattura sono oggi sedi
di cliniche private.
Molto più modesto invece il ceto sociale della zona di corso Olivuzza, ove
85
QUARTIERE N° 7 - NOCE
Superficie: ha 106,20
Perimetro: viale Reg.ne Siciliana nord ovest - via Uditore - via R.Montuoro - via
ovest degli impianti ferroviari stazione Lolli - via Dante - via Serradifalco -
Cenni storici
La borgata della "Noce" veniva menzionata sin dalla seconda metà del secolo
scorso nella suddivisione della città in aree urbane e suburbane, ed era inclusa
aree coltivate ad orti e a giardini, tra i quali sorgevano splendide ville. Una
novecento, inserita in un vasto giardino, unico nella città per le varietà di flora
presenti.
edilizia
economia
Il quartiere, esteso fra la stazione Lolli e il viale della Reg.Siciliana, e fra piazza
86
zone non sono integrate col contesto cittadino tanto da apparire simili a quartieri
periferici.
Convivono infatti al suo interno delle realtà in contrasto fra loro: adiacenti alle
discreto stato di conservazione, insieme a nuovi edifici che sono sorti nel recente
Nel quartiere potrebbero ad ogni modo essere individuate delle aree che gravano
intorno alla zona Parlatore- Serradifalco ed un' altra intorno alla zona Noce.
Uno di questi include le case site tra la via F.Parlatore, la via P.Merenda e via
A.Furitano; un' altra area di case popolari è contenuta tra via Uditore, viale
Reg.ne
Siciliana, via Leonardo da Vinci, via Mariano Migliaccio, via Lancia di Brolo, via
Cataldo Parisio; un' ultima parte è compresa fra piazza Busacca, via Aurispa, via
Tutte le suddette zone sono abitate per lo più da un ceto medio basso, da piccoli
La zona "Noce" si trova ad essere tra via Perpignano, viale Reg.Siciliana, via
87
Si tratta di una zona di espansione precedente alla seconda guerra, composta da
casupole che soprattutto nella parte più interna e più vicina al viale della
Dentro quest' area non esistono vere e proprie strade, ma un insieme di vicoli
88
QUARTIERE N° 8 - MALASPINA - PALAGONIA
Superficie: ha 140,62
Perimetro: viale Reg.Siciliana nord ovest - via del Quarnaro - via Aquileia - v.le
Marcello - piazza Tosti - via P.R.G. - via E.Fermi e suo prolungamento fino alla
Cenni storici
I primi documenti relativi alla formazione della borgata risalgono alla seconda
sostanzialmente fino a metà dell' 800, sebbene avesse via via assunto uno
sviluppo maggiore.
E' dagli anni ' 50 che la borgata è cresciuta in maniera sensibile in ogni direzione.
Notizie vaghe si hanno sulla denominazione "Malaspina", forse dal nome di uno
dei primi costruttori, mentre si è certi che l' altra denominazione discende dal
principe di Palagonia, che si dice si fosse impegnato nella creazione di ospizi per i
edilizia
economia
89
Esso è infatti un quartiere costituito da un insieme di abitazioni, definite da due
lati dalle barriere della circonvallazione e dalla ferrovia, che non dimostrano
La gran parte degli edifici del quartiere sono di recente costruzione, ed il loro
progressivo spostamento verso nord del centro cittadino che ha perciò coinvolto le
Gli abitanti del luogo sono dunque idealmente raggruppabili in due categorie ben
artigiani, piccoli negozianti, operai che abitano in ciò che resta delle costruzioni
90
QUARTIERE N° 9 - LIBERTA'
Superficie: ha 251,87
Almeyda - via villa Trabia - muro di cinta nord di villa Trabia - piazza Lanza di
Scalea - via G.Montisoro - Tratto di via Libertà - piazza Fr.sco Crispi - via delle
Croci - recinzione ovest e nord dell' Ucciardone - piazza Carlo Giachery - tratto di
via Sampolo - limite ovest impianti ferroviari - via Sal.re Puglisi - via Andrea
Cirrincione - via Vinc. Fuxia e suo prolungamento ideale al muro di cinta del
Parco della Favorita - piazza Leoni - via Emilia - tratto di via Emp. Restivo - via
Cenni storici
eccettuano talune costruzioni in stile <<liberty>> edificate alla fine dello scorso
secolo.
realizzata nel 1848 sui poderi del principe di Radaly e del principe di Villafranca
Nel 1891/ 92 l' Esposizione Nazionale svoltasi nel cd. <<firriato Villafranca>>,
della cui costruzione rimane oggi solo l' albergo Excelsior, dà inizio alle
I primi anni del secolo registrano un continuo crescere di costruzioni dalle fogge
più disparate ma dominate soprattutto dallo stile "revival" floreale che vede in
Ernesto Basile, uno dei più insigni rappresentanti in Italia del <<liberty>>, (figlio
91
di quel Giovanbattista, vincitore del concorso per il Teatro Massimo) uno dei suoi
massimi artefici.
Tutta la via Libertà fu completata nel 1910, nel 50° anniversario della
liberazione dell' Isola dai Borboni, e l' anno successivo solennemente inaugurato il
edilizia
economia
realizzata attraverso interventi che vanno dalla fine del XVI secolo ai nostri
città.
Questo perché, in primo luogo, si è prodotta l' espansione verso nord della città
che fino ad allora si estendeva ad ovest cioé lungo le linee di corso Vittorio
In atto il territorio, che dagli anni ' 50 - ' 60 in poi è stato del resto oggetto di una
i segni caratteristici del quartiere metropolitano, con i suoi pregi ed i suoi difetti.
Il livello socio economico degli abitanti appare quindi tra i più elevati della città
per l' alta percentuale di liberi professionisti, dirigenti pubblici, ecc.; siccome poi
favorita dalla sua posizione logistica è parimenti presente un' intensa attività
92
Si rilevano ancora numerose scuole statali e private, di ogni ordine e grado, tra i
restituito alla città il <<verde Terrasi>> destinato a villa, ubicato nel vasto
terreno tra via Emp. Restivo, via Lazio, viale Campania e via Brigata Verona.
93
QUARTIERE N° 10 - POLITEAMA
Superficie: ha 227,50
Perimetro: via Patti - piazza XIII Vittime - via Cavour - piazza G. Verdi - via
tratto di via villa Trabia - muro di cinta della villa Trabia - piazza Luigi Scalia -
via G. Montisoro - tratto di via Libertà - piazza Fr.sco Crispi - via delle Croci -
Cenni storici
generalmente detto "Politeama" (in effetti si chiama "Garibaldi"), dal nome che
veniva usato nella seconda metà dell' 800 e nei primi decenni del ' 900 per
di una autonomia dall' antico centro, dal quale si distanziava circa settecento
metri (in conformità delle disposizioni dell' epoca circa gli intervalli di spazio da
amministrazione del tempo decise l' attuazione di nuovi insediamenti nell' area
94
grossomodo rientrante fra la via Roma e la via Mariano Stabile unendolo in
suburbana detta della "Libertà" sviluppatasi nel suo primo tratto fino all'
edilizia
economia
1) Zona di via Libertà (Croci - Politeama - Ruggero Settimo), formata nella sua
piano. Gli altri fabbricati risalenti ad anni passati sono stati in via di massima
L' area che si colloca intorno a tale asse viario, pur presentando un notevolissimo
L' esclusività di molti negozi, la tipologia degli uffici e dei servizi, le prestigiose
quartiere nella polarizzazione del centro cittadino che tende sempre più a nord,
Chi abita in questa zona fa per lo più parte dei ceti più abbienti della città, e
95
2) Zona di San Francesco di Paola e via Terrasanta. L' asse trasversale alla
trama viaria, che ancora è disegnata da via Pignatelli Aragona e che prosegue
lungo via Brunetto Latini e via Malaspina, ci ricorda come solo un secolo fa l'
Il tessuto viario a maglia rettangolare è invece frutto della espansione della fine
dell' 800 e dei primi del ' 900 che lo hanno riprodotto in conformità dell' asse di
via Libertà.
In questa frazione di territorio si può dire che convivano parecchie classi sociali,
intermedi.
3) Zona del Borgo Vecchio. Le prime abitazioni dell' odierno Borgo vecchio
che vivevano delle attività commerciali del <<nuovo porto>>, fuori dalla città in
un' area compresa tra la Porta San Giorgio (nell' attuale piazza XIII Vittime) e la
A quel tempo il borgo veniva denominato S. Lucia, ma era anche inteso con il
Come innanzi si era detto, nell' 800 venne pianificato l' ampliamento della città
fuori le mura e vennero costruiti i tre nuovi <<stradoni>> di via Ruggero Settimo,
vento.
Avvenne così a poco a poco la saldatura tra la città e l' antico borgo, il quale
peraltro si era già in precedenza esteso mediante la creazione di una nuova zona,
"Borgo Vecchio".
96
Ma nel dilatarsi della città verso nord, mentre quest' area viene ad essere
Nonostante infatti lo stretto contatto con la zona agiata Croci - Politeama, non è
riuscito a determinarsi tra gli abitanti del Borgo alcun innalzamento socio
economico, e la stessa popolazione del luogo si considera come un' entità a parte.
Per la verità le condizioni della gente che vi risiedono sono caratterizzate da una
la sopravvivenza.
Le condizioni abitative non possono che essere perciò assai misere, e moltissimi
97
QUARTIERE N° 11 - SETTECANNOLI
Superficie: ha 775,02
Perimetro: fiume Oreto (dal mare alla piazza Ponte Ammiraglio) - piazza Ponte
Ammiraglio - piazza Scaffa - strada ferrata PA/ME fino alla fermata Favara -
tratto di corso dei Mille - via Messina Montagne fino al confine comunale con
Villabate e Ficarazzi - litorale (dal confine con Villabate alle foci del fiume
Oreto).
Cenni storici
Il quartiere prende il nome da un ex lavatoio con una fontana che versava l' acqua
era un dipinto raffigurante il poeta Orfeo con la sua lira, l' antica contrada
edilizia
economia
Il suo territorio è formato da diverse distinte borgate, ben individuabili dal punto
di vista geografico, mentre dal punto di vista socio economico, almeno sino a tutti
gli anni ' 60, lo si poteva considerare diviso in due zone in relazione al tipo di
attività economica prevalente che si era sviluppata: quella verso il mare, con un'
attività preminentemente dedita alla pesca, e quella a monte con un' attività
rurale.
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1) San Giovanni dei Lebbrosi, lungo il corso dei Mille, da piazza Scaffa fino all'
che sono la chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi e la chiesa di San Benedetto.
popolazione indigena discendente per la gran parte dai contadini del luogo ed una
Nella località vi è stato in quest' ultimi tempi un forte incremento anche dell'
edilizia privata, per cui si notano degli enormi palazzi sovrastare l' adiacente
rione di Romagnolo.
2) Romagnolo - Si estende all' incirca tra piazza S.Erasmo e via Armando Diaz.
Il villaggio si è formato nell' 800 nei pressi della casina dell' allora senatore della
di quella che fu un tempo la zona turistica balneare più frequentata della città,
Una buona parte degli abitanti continuano a vivere di pesca, mentre la borgata
Anch' essa sta perdendo del tutto la sua connotazione economico sociale che la
caratterizzava fino ad una decina di anni fa dal momento che l' incremento
99
Ciò che rimane della vecchia identità marinara è in qualche misura visibile nelle
costruzioni che prospettano sul mare, e nelle rimesse delle barche, nel residuo
4) Acqua dei Corsari - E' l' ultima delle tre borgate marittime, il cui toponimo
dovrebbe riferirsi ad una sorgiva d' acqua una volta lì esistente di proprietà della
famiglia Corsaro, che mantiene più spiccata la differenza dal contesto urbano.
5) Pomàra - Questa borgata è situata nell' ultimo tratto di via Galletti e giunge
Per la sua collocazione geografica, i residenti si trovano a vivere in una delle zone
più periferiche della città sentendosi più legati a quel comune piuttosto che a
Palermo.
peculiarità della minuscola borgata agricola, e perciò vive isolata rispetto al resto
del quartiere.
Convivono pertanto nella zona un' edilizia rurale e fatiscente, un' edilizia privata
frutto dell' espansione urbana della città, ed un' edilizia popolare che costituisce
100
Il sostrato socio economico è di basso livello, e comunque si caratterizza per la
colloca nel tratto di corso dei Mille tra la borgata Roccella e la piazza Torrelunga.
natura.
Le condizioni socio economiche delle famiglie che abitano nei nuovi edifici di
che vivono ancora nelle zone rurali della borgata o degli altri abitanti delle case
popolari.
L' occupazione predominante per le classi più evolute è quella del pubblico
101
QUARTIERE N° 12 - BRANCACCIO - CIACULLI
Superficie: ha 1261
ferrata PA/ME sino alla fermata Favara - via Messina Montagne - confine
punti a quota 753, 578, 483, 475 (Pizzo Cricchiola), 282 (Pizzo Sferrovecchio) - via
S.Ciro -viale Reg.ne Siciliana sud est - tratto via Fichidindia - nuova via P.R.G. -
Cenni storici
La naturale vocazione agricola della contrada si manifestò ampiamente nel ' 700,
Il nome <<Ciaculli>> è dovuto alla presenza di piccole pietre (in dialetto, ciaca
significa pietra) che rotolavano dalle alture del monte Grifone dopo le piogge.
102
Aspetti generali tessuto sociale
edilizia
economia
ragione della sua considerevole estensione, si possono distinguere delle aree con
Una prima area, nella quale si fanno rientrare le zone oramai quasi commiste di
piani fiancheggianti per due o tre chilometri ciascun lato delle principali strade di
In via di massima si può dire che le vecchie borgate hanno suppergiù mantenuto l'
103
numero di impiegati e professionisti nonché una maggioranza di piccoli
coltivatori e braccianti.
Nel corso degli ultimi dieci-quindici anni tale tradizionale organizzazione socio
Il problema più grosso è tuttavia ancora una volta quello della disoccupazione
La zona della vecchia borgata di Brancaccio è quella invece che ha avuto incisivi
Giafar con il cavalcavia del viale della Reg.ne Siciliana; dall' altro versante il suo
Sia dal punto di vista edilizio che sociale, questa borgata si è uniformata più
delle altre al resto della città, perdendo i suoi connotati di borgata agricola.
successivamente si sviluppò l' edilizia urbana nuova e con essa tutta una serie di
negozi e servizi.
funzionali all' attività agricola, sono stati edificati condomìni (soprattutto in via
Giafar e in via Panzera), con una grande immigrazione di famiglie provenienti dal
centro storico, facendo così assumere al luogo la configurazione di tutti gli altri
quartieri cittadini.
Sulle due arterie principali che l' attraversano (la via Brancaccio e la via Giafar)
si colloca l' unica vera e propria attività commerciale dell' intero quartiere,
assente per conseguenza quasi del tutto nelle altre tre borgate contigue.
104
A poche centinaia di metri, fuori dal suo territorio, ma pur sempre denominata
produttivi della città, con una ventina di industrie le quali nonostante la vicina
ubicazione non sono riuscite ad influire direttamente sull' economia del quartiere.
105
QUARTIERE N° 13 - VILLAGRAZIA - FALSOMIELE
Superficie: ha 1821,02
Perimetro: fiume Oreto - tratto via Villagrazia - via dell' Orsa Minore - via
Santa Maria di Gesù - viale Reg.ne Siciliana sud est - via S. Ciro - linea passante
per i punti a quota 753, 282, 475, 483 e 578 - linea del confine comunale con
Cenni storici
risalgono agli arabi che vi scoprirono una grande sorgente alla quale dettero il
E' tuttavia del secolo XVIII il primo corposo incremento della borgata nel
momento in cui, nell' anno 1767, alle falde del monte Orecchiuta si installarono i
suddetti impianti che in seguito sorse il villaggio agricolo della Grazia, così
locale.
Abbastanza controverso è invece l' origine del nome dato all' altra contrada del
C' è chi dice che provenga da <<Fash- el- emir>> (il terreno dell' Emiro) giacché nel
periodo arabo il luogo era stato prescelto come residenza estiva; altri sostengono
che sarebbe avvenuto nel 1064 quando degli sciami di vespe aggredirono i
normanni iniettandogli per mezzo dei loro pungiglioni del veleno anziché miele,
donde <<falso miele>>;altri ancora ipotizzano che si possa fare riferimento alla
106
coltivazione della cannamele (canna da zucchero) il cui prodotto era di una bontà
Chiavelli, entrambe nate intorno alla fine del XVIII secolo come luoghi di
villeggiatura.
edlizia
economia
Villagrazia, mostra ancora oggi i segni peculiari della piccola comunità agricola
rurale e un sistema socio culturale tipico della borgata tradizionale o dei piccoli
L' attività campagnola caratterizza il modo di vivere degli abitanti, che hanno
Anche la tipologia dell' edilizia rispecchia il classico centro rurale, con una
funzionali all' economia agricola. Sono altresì presenti molte ville sparse per la
campagna, e qualche insediamento condominiale sorto dagli anni ' 70 - ' 80 in poi.
buona parte agricolo, ove sono state inserite delle strutture edilizie spropositate
terreni.
107
cittadino, e che svolge fondamentalmente il deleterio ruolo di quartiere
dormitorio.
La circonvallazione è l' unica impalcatura portante del sistema viario, con tutte le
Santa Maria di Gesù e Chiavelli sono le altre due borgate del quartiere, e si
Per la loro natura e per le loro caratteristiche possono essere accomunate avendo
ove è sito l' omonimo convento, ed in entrambe prevalgono case rurali disposte
Trasformazioni edilizie sostanziali non ne hanno subìto, essendo state esse solo
sfiorate dagli interventi sia pubblici che privati che hanno invece in maniera più
Questa loro particolarità fa sì che nelle predette due borgate persistano dunque
<<Bonagìa>>, anch' essi abbastanza simili sia storicamente sia dal punto di
La zona, che si distingue per la natura agricola della sua economia, ad iniziare
dagli anni ' 50 ha avuto notevoli insediamenti di edilizia popolare che hanno
Alle case popolari di vecchia fattura costruite da enti diversi , come IACP,
GESCAL, ecc. si sono poi aggiunti nell' ultimo periodo numerosi edifici privati
108
Conseguenzialmente, tutto ciò ha generato la totale scomparsa dell' edilizia
rurale preesistente nella zona, mentre sono venuti a sorgere degli esercizi
condizioni economiche della gente che cercano di trovare altrove la loro fonte di
sostentamento, facendo in tal modo prendere a buona parte del quartiere un'
109
QUARTIERE N° 14 - MEZZOMONREALE - VILLATASCA
Superficie: ha 856,59
Perimetro: viale Reg.ne Siciliana sud est - fiume Oreto - confine con il comune di
Monreale - curva di livello a quota 200 - limite sud impianti del Gabriele - via
Nave - via Gaetano La Loggia - via G. Arcoleo - tratto di corso Calatafimi - via
Cenni storici
corso Calatafimi, aperto intorno al 1580 per iniziativa del viceré Marcantonio
costruttori rimane poco edificata, se si esclude il tratto iniziale che nel ' 700
conoscerà un' intensa attività edile da parte delle istituzioni religiose e militari.
E' nel 1900 che, dopo essere stata avviata l' espansione urbanistica fuori le mura,
Durante il boom economico degli anni '60, dei palazzi vengono realizzati non solo
nell' area più antica del quartiere ma pure nelle campagne che circondano il viale
Nascono pertanto le nuove zone di Villa Tasca e quella ancora più recente di via
Gaetano La Loggia, per arrivare fino ai giorni d' oggi con un' edilizia che si è
Rocca.
110
Aspetti generali tessuto sociale
edilizia
economia
2) Area di Villa Tasca, confinante con l' omonima villa dalla quale il quartiere è
però separato dalla circonvallazione, sulla cui zona è stato costruito un vasto
complesso di case popolari per far fronte alla crisi degli alloggi del periodo post
bellico. Più tardi, a fianco dell' originaria edilizia popolare sorse quella privata
anni viene travolta dal caotico sviluppo della città e si trasforma fino ad
Sono in gran quantità gli appartamenti che nell' ultimo ventennio vi sono stati
costruiti.
intende tutta quella superficie che insiste attorno alla parte più alta del corso
fino alla Rocca. In quest' area, si sovrappongono vari insediamenti urbani che
contrastano con le vecchie costruzioni distribuite lungo detto asse viario; la parte
111
5) Molara - Pagliarelli - La prima, prende il nome dalla pietra mola, di facile
La vita sociale è molto modesta, e converge intorno a piazza Molara con la sua
"Pagliarelli" è l' altro piccolo borgo, più disomogeneo rispetto a quello di Molara,
Anche in quest' area, come nell' altra di Molara, si sono moltiplicati gli
vecchi rustici.
Come si è avuto modo di accennare in precedenza, con l' espansione edilizia dell'
ultimo periodo l' intero quartiere ha perso l' omogeneità sociale ed economica di
minoranza di professionisti.
Limitata è l' economia del luogo, derivante per lo più da diverse botteghe
112
QUARTIERE N° 15 - ALTARELLO
Superficie: ha 190
Perimetro: viale Reg.ne Siciliana nord ovest - via Nave - canale Boccadifalco -
villa Grifotta - via Giuseppe. Pitré - limite est aeroporto - via Perpignano - via
Girolamo Savonarola.
Cenni storici
Il villaggio "Altarello di Baida" che si raggiunge da via Pitré, viene così descritto
da Carmelo Piola alla fine dell' 800: << .......questa via conduce al delizioso
villaggio di Baida. Chiamavasi con questo nome per esservi lungo la via un
piccolo altare con l' immagine di Maria. Indi nel luogo stesso Ferdinando III e
Maria Carolina d' Austria (tra la fine del ' 700 ed i primi dell' 800) vi fecero
dell' Orto botanico, intorno alla fine del ' 700, da parte del principe Francesco di
Borbone fuggito con la sua corte da Napoli per stabilirsi nella capitale dell' Isola.
La Riserva Reale, della quale allo stato ci rimane il nome dato ad una via ed i
propiléi di accesso alla stessa, era una grande distesa che raggiungeva l' abitato
edilizia
113
economia
terreno utilizzato per l' agricoltura, con l' eccezione della parte a nord ovest, che è
città e dal suo sviluppo, non solo urbanistico ma anche economico e sociale.
fianco le une alle altre. Le costruzioni nuove non sono molte e quelle che ci sono si
contadino.
Tasca Lanza. Si rileva un' edilizia minuta con piccole case che si incuneano verso
la campagna, ove talvolta si trovano i vecchi bagli o fondi ancora abitati; tali
114
Del quartiere n° 15 fa infine parte la sub-area composta dalla zona di edilizia
Essa è compresa tra il viale Reg. Siciliana, via Perpignano, via Stromboli, via
Cortigiani, via Pergusa, nella quale sono anche inserite, per iniziativa privata,
una serie di nuove costruzioni che accrescono il senso di discontinuità del tessuto
urbano.
Sotto il profilo socio economico, può dirsi che il quartiere Altarello non possiede
commerciali che riescono a dare lavoro solo ad un' esigua fetta di popolazione.
Per il resto, le attività principali degli abitanti si basano sull' agricoltura e sull'
attività impiegatizia.
Nell' arcipelago di Palermo, Altarello rappresenta dunque una delle tante isole di
marginalità anche perché fisicamente separata dal resto della città per la
115
QUARTIERE N° 16 - BOCCADIFALCO
Superficie: ha 1077,50
Perimetro: strada della Riserva Reale - limite sud impianti del Gabriele - linea
di confine comunale con Monreale e Torretta - linea passante per i punti a quota
1006 (Pizzo Vutturo), 893, 768, 361 (Cozzo Paladino), 312, 241 (Portella del
Daino) fino alla via Falconara - canale di Passo di Rigano - limite nord ed est
Cenni storici
zona era intensamente diffusa e praticata con l' aiuto del falco cacciatore.
Si parla del XIII secolo, e l' accostamento all' imperatore Federico II è d' obbligo
Più complessa appare la ricerca delle origini del nome "Baida", la frazione che è
Molti sono concordi nell' attribuire questo nome ad un fabbricato edificato dagli
116
Aspetti generali tessuto sociale
edilizia
economia
Il quartiere, che è esteso dall' aeroporto militare sino alle montagne, può essere
meglio descritto come un paesino in prossimità della città, tanto è vero che fino
agli anni ' 20 ricadeva nella circoscrizione territoriale del comune di Monreale.
borghigiani.
Limitatissime sono le possibilità di lavoro sul luogo, per cui al di fuori di una
piccola
disoccupati.
Il commercio rimane una delle più proficue attività locali, anche se si tratta pur
117
QUARTIERE N° 17 - UDITORE - PASSO DI RIGANO
Superficie: ha 396,80
Perimetro: viale Reg. Siciliana nord ovest - via Perpignano (esclusa) - recinzione
sud est di villa Bonocore- via Nuova di P.R.G. - limite nord aeroporto - canale
Cenni storici
La borgata "Uditore" prende il nome dalla chiesa dell' Ecce Homo, fondata nel
Per quanto riguarda la toponimìa della borgata "Passo di Rigano", il cui sviluppo
si è avuto dal XIX secolo in poi, sono due le tesi avanzate dagli studiosi.
La prima farebbe derivare la sua denominazione dalla pianta dell' origano (in
regione cresceva rigogliosa ai piedi della montagna; l' altra tesi propenderebbe
invece per la discendenza dal nome di uno dei tanti signori che possedevano delle
All' inizio del secolo la campagna di queste località era caratterizzata dalla
presenza di bagli, piccole case rurali, stalle che punteggiavano l' enorme
edilizia
economia
118
Il quartiere si propaga in pratica dalla circonvallazione fino a Borgo Nuovo con i
suoi attuali nuclei abitati sviluppatisi sull' asse di via Leonardo da Vinci - via G.
Al suo interno sono pertanto individuabili le seguenti tre aree: Passo di Rigano,
Quest' ultima parte è formata dai residui di edilizia periferica della via G.
Leon. da Vinci; sono invece le altre due - che come dianzi si è accennato erano in
origine delle distese agricole e di pastorizia - ad essere state oggetto nel corso
accanto all' antico villaggio agricolo, costituito da basse case situate attorno al
Questo piccolo borgo rurale manifesta ancora oggi le sue suggestive peculiarità; al
centro la chiesa dell' Ecce Homo, con cinque strade che si aprono a ventaglio a
partire dalla piazza antistante la chiesa stessa i cui nomi riecheggiano il senso di
intensa vocazione religiosa degli abitanti (via della Chiesa, via Sacra, via Badìa,
ecc.).
Al suo interno, la gente che si conosce tutta fra di loro, e che conduce una vera e
sociali medi, come sono pure presenti alcune ville che si differenziano
Nel primo stadio, databile nel periodo del boom edilizio degli anni ' 60, è stato
119
gravitazione sulla circonvallazione; l' edilizia che è seguìta ha avuto al contrario il
Passo di Rigano, è l' altra area di cui si compone il quartiere, un tempo adorna di
Si ritiene che il primo nucleo di borgata dovette svilupparsi a partire dall' incrocio
verso la via Casilini e la torre Ongo per poi allargarsi sino ad occupare la
Nella zona di via Castellana e di via Roccazzo sono altresì presenti complessi di
edilizia popolare della GESCAL e dell' INCIS, e nell' altra di via Casilini e
abitate da persone provenienti da ogni luogo della città, e quindi con diverse
In generale, l' economia, una volta correlata esclusivamente all' agricoltura e all'
interamente scomparsa dal momento che solo una sparuta minoranza risulta
Infatti, è proprio la caduta dell' interesse per l' agricoltura che ha reso vieppiù
120
di nuovi valori e modelli di comportamento, con i nuovi insediati dalle condizioni
121
QUARTIERE N° 18 - BORGO NUOVO
Superficie: ha 1100
linea a valle di via Falconara - linea di displuvio da Portella del Daino al confine
comunale passante per i punti a quota 312 (Cozzo Paladino), 768 (abbeveratoio),
893 (Sella) e 1006 (Pizzo Vuturo) - confine comunale con Torretta fino al Cozzo di
Lupo - linea di displuvio passante per i punti a quota 527 (Cozzo Grillo), 532
Cenni storici
Costruito sul finire degli anni ' 50, è servito ad accogliere la popolazione del
Borgo Nuovo, oltre a comprendere il grosso centro abitato che ha dato origine al
costituito dal borgo "S. Isidoro" e la "Casa del Sole", mentre il suo retroterra si
edilizia
economia
122
Esso appare di un aspetto piuttosto desolante, e ciò deriva dal fatto che la
e fa rientro la sera.
Manca pertanto quella saldatura tra ambiente e lavoro per cui diviene difficile l'
E' quella di Borgo Nuovo, un' edilizia popolare venuta sù con l' intervento del
dell' esplosione edilizia, della nascita della più imponente industria palermitana
In sintesi e sulla base degli stanziamenti e delle edificazioni esistenti, l' intero
Borgo Nuovo nord, sede del primo insediamento (anni '60) con costruzioni per lo
Borgo Nuovo sud, dove si è verificato il secondo trasferimento (anni ' 70) con
con buona approssimazione che una larga percentuale di essa trovi occupazione
manifatturiere.
Sul capo dell' intera regione incombe la discarica di Bellolampo la cui ubicazione
precarietà igienica che per l' incompatibilità ambientale con il vicino centro
abitato.
123
QUARTIERE N° 19 - CRUILLAS - CEP
Superficie: ha 1062,50
fino al confine comunale passante a quota 532 (Gibilforni), 527 (Cozzo Grillo), e
788 (Cozzo di Lupo) - confine comunale con Torretta - linea passante a quota 700
(Trippatore), 664 (Sella), 753 (Cozzo del Monaco), 250 (Malatacca) - recinzione
nord Ospedale Cervello - via Maccionello - via Atenasio - via Briuccia - viale
Cenni storici
nome ad una famiglia spagnola che si stabilì in Sicilia al seguito del re Pietro d'
Il rione CEP (Coordinamento Edilizia Popolare) fu invece creato a cavallo fra gli
anni ' 60 e ' 70 ricalcando gli schemi di altri quartieri ad edilizia popolare.
edilizia
economia
Il quartiere 19 mostra al suo interno tre aree abitative diverse nella struttura e
nella formazione; la prima e più antica è la borgata Cruillas, l' altra il rione CEP,
124
1) Cruillas - Attualmente il volto dell' antico borgo agricolo appare un miscuglio
connessione diretta ed immediata con gli orti circostanti, i cui prodotti vengono
avuto luogo tra il 1964 e il 1968, ed è costruito sulla base di un' unica tipologa di
La sua storia è legata al terremoto del gennaio ' 68, quando le case ancora in
Il suo destino è ad ogni modo simile a quello delle altre periferie, forse più grave,
giacché qui l' isolamento e la difficile aggregazione col resto della città ha
prodotto uno dei tessuti sociali più logori, come la devianza giovanile, la droga, ed
altro.
125
Tali <<palazzoni>>, la cui struttura farebbe pensare a case popolari, sono in
struttura di cinque ville, una volta splendide ed attorniate da ricchi giardini, che
Si tratta della settecentesca villa Arena, di villa Atenasio nella contrada "Terre
rosse", di villa Mango nella contrada "Scanna serpi", di villa Vaginelli, in località
"Petrazzi".
126
QUARTIERE N° 20 - RESUTTANA - SAN LORENZO
Superficie: ha 1291,09
Perimetro: costone ovest del monte Pellegrino - muro di cinta lungo il viale
Diana- piazza Leoni - via Leoni - via Emilia - via Empedocle Restivo - via Marche
- viale delle Alpi - tratto di via Aquileia - via del Quarnaro - viale Reg. Siciliana
nord ovest - via Briuccia - via Atenasio - via Maccionello - recinzione sanatorio
Cervello - linea di compluvio passante per i punti a quota 250 (Malatacca), 598
(Cozzo del Monaco), 664 (Sella), 700 (Trippatore), 733 (Cozzo S.Rocco) e 890
punti a quota 515, 435 e 408 (Cozzo di Paola) - vallone Guggino - via S.Lorenzo -
via Gius.Lanza di Scalea - via Fattori - via Florio - via dei Quartieri - viale
Cenni storici
Una volta brullo e desertico, nel recente passato (intorno all' 800) il territorio si
"San Lorenzo", discende dal nome di una chiesetta costruita nei pressi e dedicata
Entrambe le contrade, con tutta la regione dei <<Colli>> famosa per la leggiadrìa
127
unitamente alla decadenza nobiliare non condussero ad un sostanziale
edilizia
economia
1) il Borgo San Lorenzo - fino a qualche decennio fa borgata agricola attorno alla
quale poggiavano alcune industrie legate alla trasformazione dei prodotti agricoli
e case sparse nei vasti agrumeti, sino a quando la nuova espansione edilizia ne
L' unica porzione di spazio che ancora conserva i connotati storici della borgata è
la piazza centrale, con alcuni edifici ad una o due elevazioni intorno, che
costituisce il centro ideale del rione ed è il fulcro della vita associativa anche per
La zona circostante è stata ora per intero invasa dai nuovi palazzi i cui abitanti
estrazioni.
2) Resuttana - L' integrazione della borgata con il resto della città è decisamente
più spinta, perché, essendo molto vicina a quest' ultima, è stata influenzata dall'
128
Insieme con i nuovi edifici (dalle forme e colori più svariati che hanno oramai
commercio, agli esercizi di vario genere, agli artigiani, convive una larga fascia
impegatizia e di liberi professionisti con un reddito medio alto, ragion per cui se
La via che dà il nome alla zona, vive nella doppia caratteristica di arteria di
città; corso nel senso più proprio del termine, cioé di <<passeggiata>> per la
Numerosi sono pure gli uffici pubblici che si sono spostati in questa direttrice,
dove sono state anche costruite delle scuole di ogni ordine e grado.
Gli abitanti rientrano in una fascia sociale medio alta, in genere quella medio-
4) La zona industriale - A fianco delle ville che si affacciano sul viale della
Regione Siciliana si colloca un' area industriale, che si distingue per alcuni punti
129
Sono all' incirca un centinaio le aziende presenti nella zona: metallurgiche e
meccaniche, del settore alimentare, della chimica, del legno, del cemento, dell'
Oltre la ferrovia vi è ancora qualche area coltivata ad orto, e qualche altra adibita
all' allevamento di polli e di galline per la produzione delle uova, ormai pero' in
via di esaurimento.
130
QUARTIERE N° 21 - TOMMASO NATALE - SFERRACAVALLO
Superficie: ha 1048,62
Perimetro: via G. Lanza di Scalea - linea fino al confine comunale passante per i
punti a quota 408 (Cozzo di Paola), 435, 515 e 763 (Pizzo Manolfo) - confine
comunale con Torretta e Isola delle Femmine - litorale, da punta della Catena a
la Puntazza - costone nord del monte Gallo - tratto di via Partanna Mondello - via
Cenni storici
La borgata "Tommaso Natale", alla quale è ormai fusa quella di Cardillo, deve il
suo nome al marchese di Monte Rosato - chiamato Tommaso Natale - che fondò
nella contrada dei Colli il villaggio omonimo dalle peculiarità prettamente rurali,
<<Cardillo>>, tra il ' 600 e l' 800, era un grosso feudo diviso fra tanti piccoli
Della borgata marinara di "Sferracavallo" si sa che intorno al ' 600 - ' 700 viene a
Nell' 800 e nei primi anni del ' 900 l' assetto morfologico della contrada viene ad
frutto ha la forma di un ferro di cavallo; un' altra ipotesi collega il nome al fatto
che a causa di una strada scoscesa conducente in quella località si veniva spesso
131
Aspetti generali tessuto sociale
edilizia
economia
Il quartiere che racchiude entro i suoi limiti le omonime borgate, è l' ultimo della
città seguendo la direttrice nord ovest, ed è ben suddivisibile nelle aree seguenti. -
Tommaso Natale - sviluppatosi lungo l' unica direttrice viaria che collegava
Palermo ai territori della costa occidentale della Sicilia, presenta una struttura
urbanistica negativa, compresa com' è tra due infrastrutture quali la ferrovia e l'
autostrada.
La trama edilizia è composta da tipi legati all' attività agricola che ancora si
svolge nel territorio circostante la borgata, a cui sono aggregate residenze piccolo
Accanto ad un' edilizia di segno imprenditoriale, sussiste anche quella dei privati
proprietà.
Così da una originaria uniformità nell' altezza degli edifici, si è via via passato
posta tra questa e quella di Partanna Mondello alcuni degli originari agricoltori
hanno preferito cambiare il loro status trovando una più valida sistemazione
132
La borgata di Cardillo, che si estende principalmente lungo la via Tommaso
ville, dimore dell' alta aristocrazia del tempo (villa Adriana, villa Scalea, villa De
Sferracavalllo, è la borgata che più delle altre due ha mantenuto quasi intatto un
tessuto sociale per lo più costituito da pescatori, anche se negli ultimi anni l'
La fonte principale del reddito che prima era dunque il ricavato della pesca è
andato sempre più indebolendosi, ed i suoi abitanti hanno cercato altrove il loro
pò una sorta di richiamo alternativo all' altro e più famoso polo di attrazione
della città costituito da Mondello; per questo, un notevole sviluppo hanno assunto
133
QUARTIERE N° 22 - PARTANNA - MONDELLO
Superficie: ha 1439,30
Perimetro: via Scordia - tratto di via Partanna Mondello - linea monte Gallo
passante per i punti a quota 75, 160, 217, 393, 470 (monte S.Margherita), 512,
562 (Pizzo Sella) - litorale - costone di monte Pellegrino passante per i punti a
quota 416, 298, 404, 451, 440 - costone in discesa fino alla curva di livello a
Savoia fino alle case Calvello - recinzione nord di villa Politi - via Trapani Pescia
Cenni storici
nella zona sono stati rinvenuti addirittura reperti che testimoniano la presenza
Nel 1500 circa il parco normanno esistente, in cui erano solo costruzioni
Nacquero così i bagli (alcuni ancora esistenti), cioé cortili con magazzini e servizi
palermitana.
E' probabile che l' ulteriore progresso della borgata sia stato inoltre dovuto al
Il vero e proprio borgo si può dire sia comunque sorto attorno alla casina dei
134
Il toponimo "Mondello" sembra abbia origine dall' arabo <<al mondellu>> che
significa <<al pantano>>, oppure da <<munneddu>> che era un' unità di misura
borbonica pari a circa 2,72 are, forse l' originaria superficie del borgo; un' altra
ipotesi farebbe provenire il nome dal monte Gallo, dall' arabo <<gal>> - che vuol
Piccola borgata di pescatori per certo era già esistente nel 1456, anno di
costruzione della torre posta a Punta Mondello ad opera del Senato civico.
Sino alla metà del XVIII sec. vi erano delle aree destinate a saline, il cui ricordo è
rimasto in un toponimo della zona Valdesi, "le Saline"; è in tale periodo che si
I primi tentativi di bonifica si fanno risalire verso la fine del ' 700, proseguiti poi
Soltanto nel 1910 può affermarsi sia stata definitivamente conclusa l' opera di
quella zona che dall'antico pantano che era avrebbe ben presto assunto l' aspetto
edilizia
economia
Partanna è oggi una borgata di oltre tremila abitanti che in quest' ultimi decenni
zona prescelta come luogo di villeggiatura per la salubrità del clima e per la
vicinanza di Mondello.
135
La popolazione è abbastanza eterogenea per la presenza di un nutrito numero di
Non ci sono in ogni caso strati sociali molto poveri, e in gran quantità sono i
villeggianti stagionali.
L' economia si fonda su quel che è rimasto dell' agricoltura, e su piccole industrie
Mondello è l' altra zona dell' odierno quartiere, e per esso s' intende generalmente
l' intera spiaggia omonima con l' antico borgo di pescatori all' estremità nord.
I residenti stabili sono decisamente eterogenei: dai gestori di vari servizi fino ai
loro attività in città ma hanno eletto quel luogo turistico come dimora fissa.
Valdesi, situata nella sua parte meridionale, il cui toponimo sembra discendere
da un fabbricato che in talune vecchie carte topografiche era indicato come <<casa
Valdese>> (che nulla ha a che vedere però con la chiesa evangelica di Palermo);
<<dichiarazione>> di Carlo d' Angiò del 20 agosto 1270, nella quale è precisato
che il <<tenimento>> chiamato "Daura" era riservato come zona di caccia alla
regia curia.
La derivazione del nome non si riferirebbe pertanto alle piante di alloro come
136
alterazione della parola greca <<laura>>, che nel periodo del monachesimo
cristiano venne impiegata per designare colonie di monaci che conducevano vita
appaiono.
137
QUARTIERE N° 23 - PALLAVICINO
Superficie: ha 493,75
Perimetro: via Florio - via G. Fattori - via San. Lorenzo - via G. Lanza di Scalea-
via Faraone - via San Nicola - via Pescia - viale Margherita di Savoia - costone in
discesa di monte Pellegrino fino al colle dell' Addaura (quota 440) - costone nord
ovest monte Pellegrino fino alla valle del Porco - viale Niscemi - piazza Niscemi -
Cenni storici
consistenza risalgono al 1716- 17, quando l' abate Pietro Pallavicino vi fondò una
chiesa parrocchiale.
La zona, di una salubrità particolare, era già conosciuta dalla nobiltà del tempo
primavera e autunno.
villa Florio, villa Di Giovanni), residenze che dimostrano l' agiatezza di una
L' incremento maggiore della borgata si ebbe nella prima metà del secolo scorso
dopo la creazione del Parco della Favorita tanto che nel 1856 fu necessario
costruire una chiesa più grande di cui la primitiva parrocchia divenne sacrestia.
edilizia
economia
138
Nel quartiere si fanno rientrare tre aree: Pallavicino, il villaggio Ruffini, lo Zen.
Ferdinando e Maria Carolina a spingere la nobiltà palermitana verso l' uso delle
La zona, che fa parte integrante del sistema della Piana dei Colli, ha un ambiguo
esclude l' importanza acquisita per il collegamento della città con Mondello.
valorizzata dalla presenza del nuovo asse della via Resurrezione sembra ancora
frutto, quest' ultime, della crescita edilizia degli anni ' 70.
nonché dall' ampliamento della città che oltrepassata San Lorenzo si è posta
L' aspetto socio economico del rione presenta caratteristiche eterogenee attesa la
I residenti di Pallavicino fanno riferimento ai bar siti nella piazza o alla piccola
luogo; dalla piazza si dipartono gli assi viari che conducono a Mondello, Partanna
2) Villaggio Ruffini - Sorse per iniziativa del cardinale Ruffini attorno agli anni
1951-53 per dare alloggio alle famiglie più disagiate della città.
139
Progettato in modo armonico, con palazzine a due o tre elevazioni, il villaggio di
edilizia popolare si dispone intorno all' asse di via della Resurrezione divenuta
La zona di cui si parla non ha rapporti con ciò che vi sta attorno, che è
nota che evidenzino il rione eccetto la retta viaria che l' attraversa e la chiesa con
3) Zen - Posizionato come testata dello sviluppo settentrionale della città, esso è
fanno aggirare intorno ai quindicimila abitanti, una parte dei quali risultano
La mancanza di servizi, la totale separazione dal resto del territorio insieme all'
simili.
140
Alcune attività industriali e dei nuclei di costruzioni aventi una connotazione
141
QUARTIERE N° 24 - MONTEPELLEGRINO
Superficie: ha 889,40
Colombo - via C.Colombo - piazza Carlo Giachery - Via Sampolo - via S.Puglisi-
via Andrea Cirrincione - via V. Fuxia fino al muro di cinta sud della Favorita -
muro di cinta della Favorita fino al costone ovest di monte Pellegrino - linea
costone nord di monte Pellegrino e costone est - recinzione est di villa Belmonte e
Cenni storici
monte omonimo che si eleva isolato sulla pianura circostante; il suo nome deriva
montagna che raggiunge l' altezza di ca. 600 metri, di cui parlano gli antichi
Il comprensorio del quartiere si estende fino alla costa orientale del monte ed
edilizia
economia
142
Per renderne più agevole la lettura ripartiamo il quartiere nelle zone che
1) Acquasanta, dal nome dell' antico borgo così denominato per una sorgente di
iodio che vi era contenuto. Per l' utilizzo di queste acque, esisteva anche- nei
completamente in rovina.
cantiere navale; nel rione hanno inoltre sede la manifattura dei tabacchi ed
non manca nemmeno quel ceto medio che gradatamente è venuto ad insediarsi
vecchie casupole tutt' oggi in buon numero esistenti, a causa della recente
per cui l' assetto territoriale dell' area risulta stravolto dall' evidente contrasto
differenze del tessuto urbano che si colgono tra le zone limitrofe ai Cantieri
navali, quella costituita dalle logore abitazioni di via Montalbo e quella delle
nuove abitazioni.
Questa porzione del quartiere appare connotata dalla più grossa concentrazione
operaia della città in ragione della presenza dei cantieri; e non solo, dal momento
che accanto vi hanno pure sede delle attività artigianali e molti depositi di merci.
143
Il settore di via Montalbo è invece caratterizzato dal mercato che si estende per
tutta la via e anche nelle strade adiacenti, in conseguenza del quale moltissimi
Vi è infine nel rione una zona di nuove abitazioni realizzate dagli anni ' 60 in poi
quartiere che comprende il monte e le sue falde, l' area insistente attorno alla via
Autonomia Siciliana, quella il cui fulcro è l' incrocio tra via Ammiraglio Rizzo e
Federico.
che abitano nei nuovi complessi condominiali, con un' analoga rilevanza di operai,
artigiani e venditori ambulanti che risiedono nella zona delle falde ove è anche
144
QUARTIERE N° 25 - ARENELLA - VERGINE MARIA
Superficie: ha 236,20
Perimetro: litorale - recinzione nord villa Igiea - recinzione est di villa Belmonte
- linea costone est di monte Pellegrino fino al muro di cinta della Torre del Rotolo
e suoi prolungamenti.
Cenni storici
intorno al ' 500, epoca in cui sembra possibile datare la venerazione di un' antica
La pesca rappresentava certamente l' attività che almeno sino ad oltre la metà
dell' 800 assicurava una valida fonte di guadagno per molti lavoratori, tant' è che
da poche ed umili case si venne a formare un villaggio che nel 1861 contava già
edilizia
economia
145
La borgata dell' Arenella, sotto il profilo abitativo, è costituita da antichi edifici
grazie alla presenza di ampi spazi edificabili, ma riflette una situazione socio
nell' artigianato, oltre il lavoro che si basa sul cimitero dei Rotoli in cui trovano
periferia cittadina, anche se in linea d'aria non sarebbe poi tanto distante dal
centro urbano. Altre caratteristiche che rendono la zona dissociata dal contesto
della città sono le dimensioni stesse e la vita sociale organizzata intorno al nodo
formato dall' incrocio di via San Vincenzo de Paoli con via Papa Sergio.
sia per le modestissime dimensioni della borgata (un migliaio di abitanti all'
incirca) sia perchè, essendo ubicata oltre il cimitero, non è nemmeno attraversata
vecchio borgo di pescatori ma, contrariamente alla più dinamica borgata dell'
146
Le vecchie abitazioni sono ancora grosso modo mantenute in discreto stato di
che nient' affatto si concilia con l' aspetto ed il contesto del territorio.
La situazione socio economica non fa che riprodurre più o meno le condizioni della
precedente.
147
BIBLIOGRAFIA CAPITOLO IV
al
n° 4 ( 1985 ) della rivista " Una città per l' uomo ", in Biblioteca Comunale>>;
con
il Giornale di Sicilia>>.
25755;
prot. d'
Università
Architettura",
148
ALTRI TESTI E PUBBLICAZIONI VARIE CONSULTATE
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(3) - S. Correnti - Storia di Sicilia come storia del popolo siciliano- Milano, 1972;
(4) - Vezio De Luca - Se questa è una città - Editori Riuniti - Roma, 1992;
(6) - Moses I. Finley - Storia della Sicilia antica, Ed. La Terza - 1970;
(9) - F. Meli - L' arte in Sicilia dal sec.XII al sec.XIX - Palermo, 1929;
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pag.27.
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