DABAR - LOGOS - PAROLA
Lectio divina popolare
RUT
GIUDITTA
ESTER
Introduzione e commento di
DONATELLA SCAIOLA
Imprimatur
Padova, 14 luglio 2006
Danilo Serena, Vic. Gen.
ISBN 88-250-1511-9
Copyright f 2006 by P.P.F.M.C.
MESSAGGERO DI SANT'ANTONIO ± EDITRICE
Basilica del Santo - Via Orto Botanico, 11 - 35123 Padova
www.edizionimessaggero.it
PREMESSA GENERALE
I libri di Rut, Giuditta ed Ester vengono riuniti in
un'unica pubblicazione perche presentano tra loro
numerose somiglianze, oltre che inevitabili differen-
ze. In primo luogo, tra le somiglianze occorre ricor-
dare il fatto che essi sono gli unici libri biblici che
portano nel titolo il nome di una donna. Sono inol-
tre considerati, in genere, libri minori, secondari.
Presentano poi dei problemi, o di carattere testuale,
come vedremo soprattutto a proposito del libro di
Ester, oppure a livello canonico: il libro di Giuditta
non appartiene al canone ebraico, e pure il rotolo di
Ester suscitoÁ non poche discussioni tra i rabbini (e
anche tra i Padri della chiesa, pur con differenti mo-
tivazioni) a motivo dell'assenza del nome di Dio.
La loro collocazione all'interno della Bibbia eÁ di-
versa nel mondo ebraico e in quello cristiano. I libri
di Rut ed Ester vengono inseriti, nella Bibbia ebrai-
ca, tra gli Scritti (i Ketubim), la terza parte del cano-
ne, terza anche in ordine di importanza. Inoltre essi
appartengono a un gruppo particolare all'interno di
questa terza parte, alle cosiddette Meghillot, i rotoli
letti in occasione di determinate feste. Su questo
punto torneremo parlando del libro di Ester, letto
durante la festa di Purim; Rut invece eÁ riservato a
un'altra festa, quella delle Settimane. Abbiamo giaÁ
ricordato, poi, che il libro di Giuditta non viene con-
siderato sacro, quindi non eÁ prevista per esso nessuna
utilizzazione liturgica. Nella Bibbia cristiana, invece,
questi libri vengono considerati o storici, come il li-
bro di Rut che eÁ inserito immediatamente dopo il
libro dei Giudici, o didattici.
5
Premessa generale
Nonostante queste e altre difficoltaÁ sulle quali tor-
neremo piuÁ avanti, si tratta di testi «intriganti». Le
tre donne protagoniste delle rispettive storie sono fi-
gure assolutamente marginali: Rut eÁ una vedova,
nonche una straniera; Ester eÁ un'orfana e una stra-
niera; Giuditta eÁ una vedova, apparentemente senza
figli. Esse appartengono a gruppi protetti all'interno
della societaÁ ebraica, ma anche a gruppi marginaliz-
zati, donne all'interno di una societaÁ patriarcale.
Le somiglianze sono certo piuÁ vistose nel caso dei
libri di Ester e di Giuditta, le cui rispettive protago-
niste possono essere definite figure di liberazione. I
due racconti «sembrano» storici, ma in realtaÁ sono
novelle giudaiche risalenti al periodo del postesilio.
Possono essere definite delle fiction storicizzate. In
entrambi i testi l'ironia eÁ molto marcata e la struttura
della narrazione eÁ simile: entrambi i racconti comin-
ciano con una lunga introduzione che eÁ cruciale per
lo svolgimento della trama. La sequenza dei due libri
eÁ la medesima: minaccia della vita, liberazione, ven-
detta, trionfo, festa/celebrazione commemorativa. Il
conflitto, in entrambi i casi, eÁ risolto attraverso una
serie di capovolgimenti di situazione che vengono
prodotti da due donne. Di entrambe si sottolinea la
bellezza (Est 2,7; Gdt 8,7) che viene da loro consa-
pevolmente utilizzata per perseguire gli obiettivi che
si sono prefissi.
Ester e Giuditta vivono situazioni di oppressione:
Ester si trova confrontata con un decreto che in ma-
niera irrevocabile ± come sono sempre presentate nel
libro le leggi dei Medi e dei Persiani ± stabilisce lo
sterminio del popolo giudaico. Il tema dell'irrevoca-
bilitaÁ del decreto eÁ presente anche nella proibizione,
pena la morte, di comparire davanti al re senza essere
stati da lui convocati. Nonostante le minacce che in-
contra, Ester daÁ inizio a un processo di liberazione
che implica coraggiosi atti di disobbedienza civile.
6
Premessa generale
Ester eÁ figura della cooperazione, di chi persegue il
suo obiettivo rimanendo all'interno del sistema, sen-
za combatterlo. Giuditta, invece, eÁ un modello di re-
sistenza contro un governo straniero.
Giuditta deve infatti affrontare il potente generale
Oloferne, rappresentante di un potere politico, quel-
lo del re Nabucodonosor, che si arroga prerogative
divine e minaccia i Giudei di Betulia. Ester e Giudit-
ta lasciano la relativa sicurezza dei loro ambienti per
affrontare il pericolo e venire in aiuto dei Giudei. En-
trambe si fanno belle prima di affrontare il pericolo e
raggiungono i loro obiettivi durante un banchetto.
Assuero e Nabucodonosor possono pure essere
messi in relazione tra loro: sono entrambi re stranieri
che dominano la comunitaÁ giudaica; Nabucodono-
sor eÁ peroÁ piuÁ malvagio di Assuero che assomiglia di
piuÁ a un buffone.
Aman e Oloferne vengono sconfitti pubblicamen-
te da due donne. L'umiliazione subita per mano di
donne sovverte le norme delle loro rispettive societaÁ,
entrambe patriarcali e dominate da maschi. Anche
personaggi minori, come la moglie di Aman o Achior,
fanno discorsi «profetici». In entrambi i libri Dio non
interviene apertamente: eÁ invece l'azione umana che
salva i Giudei di Persia e di Betulia.
Naturalmente ci sono anche notevoli differenze
tra i due libri. Ad esempio, Giuditta eÁ un personag-
gio unico, mentre nella storia di Ester svolgono un
ruolo significativo anche altre figure, come Vasti e
Mardocheo. Il libro di Ester eÁ ambientato in Persia
e non manifesta nessun interesse particolare per la
terra di Israele e per le sue istituzioni, mentre Giudit-
ta, pur se il luogo eÁ fittizio, si svolge in Israele, ed
esprime un grande interesse per Gerusalemme, per
il tempio e per le sue istituzioni. Alla fine del libro
di Ester si menziona l'istituzione della festa di Purim,
mentre in Giuditta non vengono «create» nuove ce-
7
Premessa generale
lebrazioni. Ester, scritto nella diaspora orientale, ri-
flette il governo relativamente benevolo dei Persiani,
mentre Giuditta, scritto attorno all'epoca dei Macca-
bei in rivolta contro i Seleucidi, assume toni duri nei
confronti degli stranieri. Il libro di Ester mostra dei
Giudei pienamente assimilati alla cultura straniera,
mentre Giuditta trasuda, si potrebbe dire, di pietaÁ e
religione. Ester ha rapporti sessuali con un pagano,
Giuditta no. Il libro di Giuditta pone rimedio a tutte
le deficienze religiose del libro (ebraico) di Ester: Dio
eÁ centrale nella storia, la legge eÁ osservata, si sottoli-
nea l'osservanza rituale, e l'eroina non si contamina
in nessun modo.
La storia di Rut appare meno «epica», piuÁ ordina-
ria, ma non eÁ certo comune il coraggio che spinge
questa straniera a lasciare la sua terra per non abban-
donare la suocera Noemi, prendendosi cura di lei e
venendo annoverata tra le antenate del re Davide. Si
ricordi poi che Rut viene citata nella genealogia di
GesuÁ (Mt 1,5), figura discreta, ma non per questo
meno importante.
Se Ester e Giuditta mettono in scena delle donne
ebree alle prese con re stranieri o che abitano addirit-
tura all'estero, il libro di Rut rovescia la situazione e
ha come protagonista una straniera che vive in Israe-
le. Di nuovo si delinea il rapporto con l'altro da seÂ, lo
straniero, ma esso eÁ declinato in modo diverso. Se
Ester e Giuditta, inoltre, sono figure di liberazione
per il proprio popolo, Rut diventa principio di bene-
dizione e di vita per degli Ebrei: Noemi e Booz.
8
Premessa generale
Avvertenza
1. Il nome divino YHWH viene scritto senza vocali, per
rispetto verso i fratelli Ebrei che non lo pronunciano
mai e lo sostituiscono con Adonai (= «Mio Signore») o
con perifrasi, come «Il Santo», «il Luogo», «Benedetto
Egli sia».
2. La traslitterazione delle parole ebraiche eÁ molto sem-
plificata per favorire la pronuncia da parte del lettore
italiano.
3. Quando di un passo biblico non si segnala il libro, eÁ
sottinteso che fa parte del testo che stiamo leggendo. I
Salmi sono citati seguendo la numerazione del testo
ebraico (TM) com'eÁ usanza delle edizioni «non liturgi-
che» della Bibbia.
4. Vengono utilizzate le seguenti sigle:
CEI rinvia al testo biblico in lingua italiana curato dalla
Conferenza episcopale italiana dal quale sono tratte le
citazioni bibliche;
LXX versione greca (250-100 a.C.);
TA si riferisce al testo Alpha;
TM si riferisce al testo ebraico vocalizzato (500-900 d.C.).
Cinque sono i momenti che scandiscono questa pro-
posta di Lectio divina. Per il primo (Invocazione) e
l'ultimo (Ringraziamento) si possono utilizzare le pre-
ghiere riportate nel cartoncino segnalibro. I tre momen-
ti centrali invece sono sviluppati nei capitoli che seguo-
no, ognuno dei quali e Ásuddiviso in tre parti, corrispon-
denti appunto ai momenti di Lettura, Interpretazione,
Attualizzazione.
9
RUT
LIBRO DI RUT
Introduzione
Forse non molti lettori hanno preso in mano il
rotolo di Rut, ma certamente piuÁ numerosi sono
quelli che ricordano la figura di questa donna, per
aver visto qualche film a lei dedicato, o a partire da
qualche quadro. Il suo nome viene inoltre ricordato
nella genealogia di GesuÁ e cioÁ costituisce un ulteriore
elemento di notorietaÁ.
Il libro di Rut eÁ piuttosto breve, consta in tutto di
quattro capitoli, non presenta particolari problemi di
carattere testuale, non ci sono difficoltaÁ di lettura do-
vute al confronto con altre versioni (come avviene
con il libro di Ester), non ha sollevato difficoltaÁ il
suo inserimento nel canone sia ebraico che cristiano,
eppure suscita tante discussioni.
Le questioni dibattute riguardano fondamental-
mente: la data di composizione del rotolo, il suo
messaggio complessivo, il genere letterario. Gli inter-
rogativi sono connessi tra loro perche dalla data di
composizione probabile del libro si puoÁ anche com-
prendere meglio il messaggio teologico che l'autore
ha voluto trasmettere, ma il messaggio dipende pure
dal genere letterario che viene individuato. Proviamo
a illustrare meglio le diverse questioni partendo dalla
posizione che Rut occupa nel canone.
1. Posto occupato da Rut nel canone
La collocazione del libro di Rut nel canone non eÁ
fissa, ma varia nel mondo ebraico e in quello cristiano:
13
Libro di Rut
Nel mondo cristiano: dopo il libro dei Giudici
Nella maggior parte delle edizioni non ebraiche
della Bibbia, cioeÁ in quelle cristiane, come la CEI, il
rotolo viene collocato dopo Giudici, a partire ovvia-
mente dal versetto iniziale: «Nel tempo in cui gover-
navano i giudici...» (1,1). Nel mondo cristiano, dun-
que, Rut viene annoverato tra i libri storici e, cosõÁ
facendo, si attribuisce grande importanza alla genea-
logia finale (4,18-21) che si conclude col nome di
Davide. Questi stessi versetti finali si possono legge-
re, con qualche piccola modifica nella scrittura dei
nomi, anche nella genealogia di GesuÁ (Mt 1,3-6).
Nel mondo ebraico
Nel mondo ebraico il libro di Rut viene inserito in
due diversi contesti.
± Prima dei Salmi
Il libro di Rut, che si conclude con la genealogia
del re Davide, viene collocato prima dei Salmi, attri-
buiti a Davide. Questa collocazione eÁ testimoniata in
Baba Bathra, 14 b e Berakhot, 57 a-b.
± Tra le Meghillot
All'interno della terza parte della Bibbia ebraica,
gli Scritti (i Ketubim), si trova un gruppo di cinque
rotoli, chiamati appunto Meghillot, che vengono letti
durante le feste principali. La collocazione di Rut in
questa sezione particolare eÁ differente: essa segue o
una sequenza cronologica o l'ordine delle feste.
La sequenza cronologica eÁ la seguente: Rut (am-
bientata al tempo dei Giudici); Cantico dei Cantici
(attribuito al giovane Salomone); Qoelet (attribuito
al vecchio Salomone); Lamentazioni (l'autore sareb-
be Geremia); Ester (ascrivibile al periodo persiano).
L'ordine delle feste piuÁ comunemente attestato nel-
14
Introduzione
la Bibbia ebraica eÁ: Cantico dei Cantici (Pasqua);
Rut (Pentecoste); Lamentazioni (letto nella data della
distruzione del tempio di Gerusalemme, il 9 del me-
se di Ab); Qoelet (Capanne); Ester (festa di Purim).
Per completezza si deve menzionare un'altra suc-
cessione possibile che eÁ attestata in un periodo in cui
l'anno non iniziava in primavera, nel mese di Nisan,
ma in autunno, nel mese di Tishri. In questo caso la
successione eÁ: Qoelet, Ester, Cantico, Rut, Lamenta-
zioni.
In sintesi, nel mondo cristiano viene privilegiato il
collegamento con il re Davide; in quello ebraico, con
qualche eccezione, sembra prevalere un criterio di
carattere liturgico.
2. La collocazione liturgica
Come gli altri libri che leggeremo, Giuditta ed
Ester, anche Rut non viene molto utilizzato nella li-
turgia cristiana. Parti di questo libro vengono propo-
ste solo il venerdõÁ e il sabato della ventesima settima-
na del tempo ordinario (anni dispari).
PiuÁ fortuna sembra avere Rut nel mondo ebraico,
dal momento che la sua lettura eÁ prevista in occasio-
ne della festa della Pentecoste, il cui nome ebraico eÁ
festa delle Settimane. Appartiene alle feste di pelle-
grinaggio, insieme alla Pasqua e a Capanne, anche
se eÁ la meno importante delle tre. Originariamente
era una festa di carattere agricolo, una festa del rac-
colto che si celebrava sette settimane dopo la Pasqua,
o meglio dopo gli Azzimi. Infatti, la festa degli Azzi-
mi e la Pasqua erano originariamente feste di origine
indipendente: la prima era legata alla raccolta delle
primizie dell'orzo, la seconda a un ambiente di pa-
stori. Quando la Pasqua venne storicizzata e collega-
ta all'uscita dall'Egitto, essa assunse una grande im-
portanza e attrasse a seÂ, per cosõÁ dire, la festa degli
15
Libro di Rut
Azzimi, la quale non fu piuÁ considerata una celebra-
zione delle primizie dell'orzo, ma una sorta di prepa-
razione alla Pasqua: prima della Pasqua, per sette
giorni si doveva mangiare pane azzimo, cioeÁ non lie-
vitato.
Sette settimane dopo gli Azzimi si celebrava la fe-
sta della mietitura, la festa della Pentecoste/Settima-
ne. Anche questa festa fu in seguito storicizzata e
venne a ricordare l'alleanza stipulata nel deserto: «Al
terzo mese dall'uscita degli Israeliti dal paese di Egit-
to, proprio in quel giorno, essi arrivarono al deserto
del Sinai» (Es 19,1). Nella tradizione ebraica extra-
biblica, ad esempio nel Libro dei Giubilei, durante
questa festa vennero ricordate tutte le alleanze di cui
si parla nell'Antico Testamento, da quella con NoeÁ
fino al Sinai. La comunitaÁ di Qumran, che si deno-
minava la comunitaÁ della Nuova Alleanza, sottoli-
neava in questo giorno piuttosto il collegamento
con il tema della Nuova Alleanza di cui parlano, co-
me di una promessa futura, i profeti Geremia (Ger
31,31-34) ed Ezechiele (Ez 36,24-28).
La festa delle Settimane celebra dunque l'alleanza,
e questo eÁ uno dei temi sviluppati nel libro di Rut,
una straniera che viene inserita nel popolo d'Israele
non perche abbia scelto consapevolmente di conver-
tirsi al Signore, ma per ragioni umane, per essere so-
lidale con Noemi. Attraverso questo legame molto
intenso, ma umano, Rut incontreraÁ il Dio d'Israele,
e si compiraÁ per lei l'alleanza attraverso una via che
non eÁ quella dell'osservanza della legge, ma piuttosto
quella dell'amore, potenzialmente accessibile a tutti.
3. Quando eÁ stato scritto il libro di Rut?
Si diceva in precedenza che questo punto eÁ con-
troverso, sostanzialmente perche manca nel libro
16
Introduzione
qualsiasi riferimento esplicito alla situazione storica
soggiacente, e noi ci limitiamo a presentare breve-
mente l'alternativa fondamentale: con una certa
semplificazione, si puoÁ dire che ci sono autori che
sostengono una data molto antica per questo libro,
addirittura il X secolo a.C., il tempo di Davide. I
motivi sarebbero sostanzialmente due: la lingua
ebraica utilizzata, che sarebbe a volte arcaica (come
alcune istituzioni giuridiche di cui si parla quali, ad
esempio, il levirato), e il tono complessivamente po-
sitivo, non polemico del libro.
Al contrario molti autori propongono una data
piuttosto recente per il libro, ad esempio l'epoca di
Esdra e Neemia (V secolo a.C.), contro la cui rifor-
ma religiosa il libro intenderebbe polemizzare. No-
nostante il suo aspetto bucolico e idilliaco, infatti, il
rotolo intenderebbe contestare duramente la posizio-
ne di chi, di fronte ai gravi problemi posti dalla situa-
zione del postesilio, pretendeva risolverli difendendo
la propria identitaÁ etnica, eliminando gli elementi
«estranei», in particolare le donne straniere (Esd 10;
Ne 3). Rut si avvicinerebbe allora a testi come il libro
di Giona che sviluppa il tema dell'universalismo del-
la fede alla quale tutti possono accedere, perfino i
Moabiti e gli abitanti di Ninive. EÁ vero che il libro
di Rut non assume un tono polemico, ma il suo mes-
saggio, in questa prospettiva, sarebbe molto originale
e provocatorio. Personalmente condividiamo l'ipote-
si che il libro sia stato scritto attorno al 450 a.C.,
circa cento anni dopo il ritorno dall'esilio babilonese,
per contrastare l'ideologia dominante che individua-
va nella chiusura agli elementi esterni, agli estranei,
la soluzione dei problemi di carattere anche sociale
oltre che religioso dell'epoca. La chiusura nei con-
fronti delle donne straniere, si dice, avrebbe impedi-
to al re Davide di nascere, un messaggio forte, pro-
vocatorio e anche ironico.
17
Libro di Rut
4. Il genere letterario e la struttura del libro
Rut eÁ stato letto come un racconto popolare, op-
pure come un libro storico. Ci sono autori che han-
no suggerito invece l'ipotesi che il libro sia stato mo-
dellato a partire dalla rilettura consapevole di testi
piuÁ antichi, secondo un procedimento antologico,
frequente negli scritti tardivi (caratteristico anche
dei libri di Giuditta e di Ester, come vedremo). Noi
svilupperemo questo tipo di lettura che ci appare, ol-
tre che pertinente, anche assai stimolante, facendo
emergere non solo i riferimenti piuÁ espliciti, ma an-
che le allusioni ai vari testi che stanno sullo sfondo di
questo racconto, e che l'autore consapevolmente ri-
legge.
Il libro si divide in quattro episodi che sostanzial-
mente corrispondono ai capitoli che lo compongo-
no. I capitoli uno e quattro si corrispondono e incor-
niciano i capitoli centrali, due e tre, nei quali il pro-
blema descritto all'inizio, la ricerca di una casa per le
due donne rimaste sole, trova una sua risoluzione.
Nei capitoli uno e quattro vengono sviluppati temi
contrastanti, come morte-vita. Nel capitolo uno la
morte colpisce i membri maschi di una famiglia
ebraica, lasciando in vita le persone piuÁ deboli, tre
donne, vedove e straniere (Noemi eÁ una straniera
nella terra di Moab, mentre Rut e Orpa lo sarebbero
in Israele). Nell'ultimo capitolo nasce un figlio, se-
gno di speranza e promessa di futuro. Questo passag-
gio eÁ reso possibile dall'incontro tra Rut e Booz di
cui si parla nei capitoli centrali. A conferma di questa
articolazione menzioniamo un elemento linguistico
ulteriore. In ognuna delle quattro scene, infatti, ri-
corrono dei termini caratteristici. Ne ricordiamo solo
alcuni, i principali. Nel capitolo 1 il vocabolo ricor-
rente eÁ tornare (si ripete dodici volte); nella seconda
scena si ripete dodici volte il verbo spigolare. Nei ca-
18
Introduzione
pitoli 3-4 si insiste sul termine riscattare (sette volte
nel capitolo 3 e quattordici nel capitolo 4).
Nell'evoluzione della storia, e nell'individuazione
del messaggio teologico del libro, hanno inoltre una
certa importanza i nomi dei vari personaggi, come
vedremo, e anche la collocazione geografica dei fatti.
Nei quattro episodi del racconto i personaggi torna-
no sempre al punto di partenza. Nel capitolo 1 la
famiglia di Elimelech parte da Betlemme (1,1) e va
a stabilirsi nelle campagne di Moab, ma, alla fine del
capitolo, Noemi torna a Betlemme. Nel capitolo 2
Rut esce dalla casa di Noemi (2,2), va a lavorare nella
campagna di Booz, e poi torna a casa (2,23). Nella
terza scena Rut esce di casa (3,3), va nell'aia e poi
torna a casa (3,16). Infine nel capitolo 4 Booz esce
di casa, va alla porta della cittaÁ (4,1) e poi torna a
casa (4,11-12). Solo nell'epilogo (4,13-17) non c'eÁ
piuÁ questo movimento, ma tutto si svolge nella casa
di Booz e di Rut. La geografia ci aiuta a capire che
uno dei temi del libro eÁ appunto la ricerca di una
casa, di una patria, di una famiglia, e il racconto mo-
stra a quali condizioni e percorrendo quali strade, an-
che personali, questo obiettivo puoÁ essere raggiunto.
Nell'individuazione del messaggio teologico del li-
bro, come si diceva in precedenza, grande importan-
za ha anche la lettura della Scrittura, cioeÁ le citazioni
piuÁ o meno esplicite, dell'Antico Testamento. EÁ un
messaggio valido pure per noi che leggiamo oggi
questo libro e che alla luce di questo racconto cer-
chiamo di interpretare anche la nostra vita.
19
IL RITORNO
Rut 1,1-22
1
Al tempo in cui governavano i giudici, ci fu nel paese
una carestia e un uomo di Betlemme di Giuda emigroÁ
nella campagna di Moab, con la moglie e i suoi due figli.
2
Quest'uomo si chiamava ElimeÁlech, sua moglie Noemi e
i suoi due figli Maclon e Chilion; erano Efratei di Betlem-
me di Giuda. Giunti nella campagna di Moab, vi si stabi-
lirono. 3 Poi ElimeÁlech, marito di Noemi, morõÁ ed essa
rimase con i due figli. 4 Questi sposarono donne di Moab,
delle quali una si chiamava Orpa e l'altra Rut. Abitavano
in quel luogo da circa dieci anni, 5 quando anche Maclon e
Chilion morirono tutti e due e la donna rimase priva dei
suoi due figli e del marito.
6
Allora si alzoÁ con le sue nuore per andarsene dalla
campagna di Moab, perche aveva sentito dire che il Si-
gnore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane. 7 PartõÁ
dunque con le due nuore da quel luogo e mentre era in
cammino per tornare nel paese di Giuda 8 Noemi disse
alle due nuore: «Andate, tornate ciascuna a casa di vostra
madre; il Signore usi bontaÁ con voi, come voi avete fatto
con quelli che sono morti e con me! 9 Il Signore conceda a
ciascuna di voi di trovare riposo in casa di un marito».
Essa le bacioÁ, ma quelle piansero ad alta voce 10 e le disse-
ro: «No, noi verremo con te al tuo popolo». 11 Noemi ri-
spose: «Tornate indietro, figlie mie! Perche verreste con
me? Ho io ancora figli in seno, che possano diventare vo-
stri mariti? 12 Tornate indietro, figlie mie, andate! Io sono
troppo vecchia per avere un marito. Se dicessi: Ne ho spe-
ranza, e se anche avessi un marito questa notte e anche
partorissi figli, 13 vorreste voi aspettare che diventino gran-
di e vi asterreste per questo dal maritarvi? No, figlie mie;
io sono troppo infelice per potervi giovare, perche la ma-
no del Signore eÁ stesa contro di me».
20
Rut 1,1-22
14
Allora esse alzarono la voce e piansero di nuovo; Or-
pa bacioÁ la suocera e partõÁ, ma Rut non si staccoÁ da lei.
15
Allora Noemi le disse: «Ecco, tua cognata eÁ tornata al
suo popolo e ai suoi deÁi; torna indietro anche tu, come
tua cognata». 16 Ma Rut rispose: «Non insistere con me
perche ti abbandoni e torni indietro senza di te; percheÂ
dove andrai tu androÁ anch'io; dove ti fermerai mi ferme-
roÁ; il tuo popolo saraÁ il mio popolo e il tuo Dio saraÁ il mio
Dio; 17 dove morirai tu, moriroÁ anch'io e vi saroÁ sepolta. Il
Signore mi punisca come vuole, se altra cosa che la morte
mi separeraÁ da te». 18 Quando Noemi la vide cosõÁ decisa ad
accompagnarla, cessoÁ di insistere. 19 CosõÁ fecero il viaggio
insieme fino a Betlemme. Quando giunsero a Betlemme,
tutta la cittaÁ s'interessoÁ di loro. Le donne dicevano: «EÁ
proprio Noemi!». 20 Essa rispondeva: «Non mi chiamate
Noemi, chiamatemi Mara, perche l'Onnipotente mi ha
tanto amareggiata! 21 Io ero partita piena e il Signore mi
fa tornare vuota. Perche chiamarmi Noemi, quando il Si-
gnore si eÁ dichiarato contro di me e l'Onnipotente mi ha
resa infelice?». 22 CosõÁ Noemi tornoÁ con Rut, la Moabita,
sua nuora, venuta dalle campagne di Moab. Esse arrivaro-
no a Betlemme quando si cominciava a mietere l'orzo.
L ETTURA
La storia di un viaggio
Il racconto si apre con una breve esposizione (vv. 1-
5) nella quale ci vengono fornite alcune informazioni
fondamentali. Intanto abbiamo un'indicazione tem-
porale («E avvenne, nei giorni del governare dei Giu-
dici...») che, nella sua semplicitaÁ , evoca un'epoca
particolare. L'epoca dei Giudici (1250-1050 a.C.) eÁ
descritta come un tempo di anarchia, un periodo in
cui «non c'era un re in Israele; ognuno faceva quel
che gli pareva meglio» (Gdc 17,6; 21,14). A confer-
ma di cioÁ si potrebbero leggere molti testi, ma forse
quello piuÁ emblematico eÁ l'episodio che ha come
protagonisti un levita di Efraim e la sua concubina
21
Il ritorno
(Gdc 19), la quale viene violentata dagli uomini di
GaÁbaa fino a morirne. A seguito di questo grave atto
gli Israeliti vendicano l'oltraggio subõÁto e uccidono a
loro volta gli abitanti di GaÁbaa (Gdc 20).
Il versetto con cui si apre il libro di Rut (1,1), po-
trebbe anche essere letto in un modo diverso da
quello che abbiamo piuÁ sopra riportato: «E avvenne,
nei giorni in cui giudicavano i Giudici», nel tempo
cioeÁ in cui gli Israeliti giudicavano i Giudici che nella
frase potrebbero essere compresi come complemento
oggetto. I Giudici erano personaggi carismatici, su-
scitati direttamente da Dio per una missione partico-
lare; forse non tutti erano moralmente perfetti (ad
esempio, Sansone), tuttavia giudicare i Giudici puoÁ
essere inteso come un atto di disobbedienza nei con-
fronti di Dio che aveva eletto queste persone. Dun-
que l'inizio del libro di Rut evoca un mondo, passa-
to, ma rimasto nella memoria come un tempo di vio-
lenza, di disobbedienza, di anarchia. Il libro si chiude
(4,22) sul nome di Davide, per cui si puoÁ delineare il
percorso che la storia di Rut ci invita a fare: dal tem-
po dei Giudici a quello del re «amato da Dio». Il rac-
conto sembra suggerire fin dall'inizio che non si pas-
sa automaticamente da un tempo all'altro, al contra-
rio, occorre creare le condizioni perche nasca il re
Davide, dalla discendenza del quale poi, molti secoli
dopo, verraÁ il Messia (Mt 1,1-17).
L'esposizione prosegue menzionando alcuni pro-
tagonisti della storia: ElimeÁlech, il cui nome significa
«il mio Dio eÁ re», sua moglie Noemi, «graziosa», e i
suoi due figli Maclon, «malattia» e Chilion, «fragili-
taÁ». Si comprende giaÁ, ma si vedraÁ anche meglio in
seguito, che i nomi dei personaggi e dei luoghi svol-
gono un ruolo importante nella costruzione dell'in-
treccio, insinuando, tra l'altro, anche una certa pos-
sibile ironia. Ad esempio, l'uomo si chiama ElimeÁ-
lech, «il mio Dio eÁ re», ma in questo caso forse non
22
Rut 1,1-22
eÁ vero che nomen omen, come dicevano gli antichi,
perche egli se ne va dalla terra in cui Dio eÁ ricono-
sciuto come re. Il destino dei suoi figli, inoltre, sem-
bra giaÁ prefigurato nei loro nomi, e il Midrash spie-
gheraÁ che la loro sorte tragica non eÁ da attribuire al
fato, ma al matrimonio da loro contratto con donne
straniere, un'interpretazione peraltro non deducibile
direttamente dal testo biblico. Noemi, inoltre, come
vedremo, non si riconosce nel suo nome, non si sen-
te infatti «graziosa», ma «amara» (1,20).
Questa famiglia lascia Betlemme, che significa
«casa del pane», per cercare altrove vita. Non eÁ esclu-
so che anche qui l'autore faccia uso dell'ironia, tanto
piuÁ che essi si recano nella terra di Moab, la quale eÁ
gravida di maledizioni. Essi abbandonano «la casa
del pane» per cercare di vivere in una terra maledetta:
si comprende l'esito infausto della loro scelta, come
pure il fatto che nella terra di Moab, per dieci anni,
non nascano figli!
Muoiono i maschi e restano tre donne, povere,
vedove e senza figli: la loro sorte appare disperata e
senza futuro. A quel punto Noemi imprime una
svolta alla storia che appare bloccata: «Si alzoÁ e tor-
noÁ» (1,6). Compare per la prima volta il verbo «tor-
nare» (Ï suÃb) che caratterizza il primo capitolo (nel
quale compare dodici volte). Questo verbo indica
un movimento fisico, ma anche la conversione, e
nel testo troviamo entrambi i significati. Noemi si
alza, quindi si scuote da una situazione passiva, co-
mincia a fare qualcosa, e torna, sia in senso fisico,
che spirituale. Torna indietro, torna a Dio del quale
ha sentito dire che «ha visitato il suo popolo», si vol-
ge verso il luogo da cui puoÁ venire il pane in senso
ampio, cioeÁ la vita, legata alla «visita» di Dio (1,6).
A questo punto le due nuore, che erano state solo
nominate in precedenza, prendono la parola: Orpa,
«colei che volge il dorso», e Rut, «l'amica», non vo-
23
Il ritorno
gliono abbandonare Noemi. La donna peroÁ, con un
certo realismo e mostrando il suo disinteresse, non
vuole legare a lei le sue nuore, percheÂ, parliamoci
chiaro, che futuro poteva loro promettere? Due don-
ne, vedove, povere, senza figli e per giunta straniere,
che cosa potevano realisticamente attendersi in Israe-
le? Noemi, inoltre, essendo anziana, non poteva
nemmeno promettere loro un altro marito, un even-
tuale figlio frutto di un improbabile incontro nottur-
no, per questo le invita a tornare (1,8) a casa loro.
Orpa si lascia persuadere, facendo prevalere in se il
buon senso, e torna a casa, scomparendo cosõÁ dalla
storia. La sua scelta, peroÁ, non viene condannata, an-
zi, Noemi la benedice. Comincia a trasparire una ca-
ratteristica significativa di questo racconto, nel quale
i vari personaggi agiscono mossi da una grande gene-
rositaÁ, come vedremo meglio in seguito, mentre
quelli che appaiono meno magnanimi, Orpa, ad
esempio, o il parente di Noemi di cui si parla nel
capitolo 4, non vengono minimamente riprovati. Al
massimo scompaiono dalla storia, o restano anonimi.
Rut non abbandona Noemi e la sua scelta appare
strana per vari motivi. Oltre a quelli giaÁ menzionati,
si puoÁ anche osservare che, in genere, la relazione tra
suocera e nuora non eÁ considerata semplice, e che
inoltre questo eÁ l'unico testo in cui si racconta un'a-
micizia tra due donne. L'amicizia, e cioÁ puoÁ apparire
curioso, non eÁ un tema sviluppato frequentemente
nella Bibbia, eppure, quando se ne parla, lo si fa in
modo quasi commovente, si pensi al rapporto che
lega Gionata e Davide (1Sam 18-20; 2Sam 1).
Questo capitolo iniziale, dunque, dopo aver espo-
sto il problema, prospetta un inizio di soluzione, in-
sistendo sul tema del ritorno-conversione, che peroÁ,
almeno per il momento, appare incerto. La presenza
di Rut costituisce un aiuto e un sostegno per Noemi,
la quale, peroÁ, non sembra accorgersene, stando al-
24
Rut 1,1-22
meno alle parole che rivolge alle donne di Betlemme,
nelle quali Rut non viene neanche menzionata, quasi
non ci fosse.
I NTERPRETAZIONE
Molti testi dell'Antico Testamento possono essere
individuati in filigrana all'interno del primo capitolo.
In primo luogo c'eÁ il riferimento a Moab, un popolo
che idealmente discende da Lot, nipote di Abramo,
la cui origine peroÁ eÁ incestuosa (Gn 19,30-38). Nella
storia successiva il popolo di Moab piuÁ volte ha mo-
strato inimicizia nei confronti di Israele; ad esempio
il re di Moab si affida a un mago, Balaam, per vince-
re la battaglia contro Israele (Nm 22). PiuÁ avanti le
figlie di Moab inviteranno gli Israeliti a partecipare ai
sacrifici offerti alle loro divinitaÁ (Nm 25), peccato
punito duramente che inoltre provocheraÁ una con-
danna severa da parte del Signore: «Trattate i Madia-
niti da nemici e uccideteli, poiche essi vi hanno trat-
tati da nemici con le astuzie mediante le quali vi han-
no sedotti» (Nm 25,16-18).
Si comprende allora la prescrizione che si legge nel
Deuteronomio: «L'Ammonita e il Moabita non en-
treranno nella comunitaÁ del Signore; nessuno dei lo-
ro discendenti, neppure alla decima generazione, en-
treraÁ nella comunitaÁ del Signore» (Dt 23,4). I riferi-
menti a Moab nella Scrittura sono sempre negativi,
come si legge anche all'interno della tradizione pro-
fetica: «Ho udito l'insulto di Moab e gli oltraggi de-
gli Ammoniti, con i quali hanno insultato il mio po-
polo gloriandosi del loro territorio. PercioÁ, com'eÁ ve-
ro ch'io vivo ± parola del Signore degli eserciti Dio
d'Israele ±, Moab diventeraÁ come Sodoma e gli Am-
moniti come Gomorra: un luogo invaso dai pruni,
una cava di sale, un deserto per sempre» (Sof 2,8-9).
25
Il ritorno
Nel periodo in cui, probabilmente, il libro di Rut
eÁ stato scritto, cioeÁ al tempo di Esdra e Neemia, l'o-
stracismo nei confronti di Moab era condiviso in
modo inequivocabile, come si ricava dalla lettura di
testi come il seguente: «In quel tempo si lesse in pre-
senza del popolo il libro di MoseÁ e vi si trovoÁ scritto
che l'Ammonita e il Moabita non dovevano mai en-
trare nella comunitaÁ di Dio, perche non erano venuti
incontro agli Israeliti con il pane e l'acqua e percheÂ
avevano prezzolato contro di loro Balaam per male-
dirli, sebbene il nostro Dio avesse mutato la maledi-
zione in benedizione. Quando ebbero udito la legge,
separarono da Israele tutto l'elemento straniero che
vi si trovava mescolato» (Ne 13,1-3; cf. Esd 9,1).
Il libro di Rut assume nettamente una posizione
polemica contro tutto cioÁ, nonostante il tono idillia-
co che traspare dalle sue pagine, avvicinandosi ad al-
tri testi, ad esempio Giona, il profeta di Israele man-
dato a predicare la salvezza alla cittaÁ nemica Ninive,
il quale si irrita per il perdono che Dio accorda alla
cittaÁ sanguinaria, responsabile, tra l'altro, della di-
struzione del regno del Nord. In maniera ironica nel
libro di Giona si contrappone la pronta conversione
dei marinai pagani (capitolo 1) e di Ninive (capitolo
3) alla durezza stizzosa del profeta, che contesta il
modo di agire di Dio, colpevole, ai suoi occhi, di es-
sere debole e di pentirsi del male giustamente pro-
messo: «Signore, non era forse questo che dicevo
quand'ero nel mio paese? PercioÁ mi affrettai a fuggire
a Tarsis; perche so che tu sei un Dio misericordioso
e clemente, longanime, di grande amore e che ti la-
sci impietosire riguardo al male minacciato» (Gio 4,
1-2).
La misericordia di Dio eÁ motivo di speranza quan-
do Israele ne eÁ l'oggetto, ma la stessa cosa eÁ inaccet-
tabile quando Dio si mostra longanime e misericor-
dioso nei confronti dei nemici del popolo eletto. Se
26
Rut 1,1-22
cioÁ avviene, come dice Giona, «eÁ meglio morire che
vivere» (Gio 4,8-9).
Dunque il libro di Rut consapevolmente mette in
scena non solo una straniera, ma una Moabita, sa-
pendo di suscitare lo scandalo di tutti coloro che co-
noscevano i testi citati piuÁ sopra, con l'intento di
contestare la visione chiusa, gretta e separatista che
andava imponendosi al tempo di Esdra e Neemia,
come soluzione immaginaria di problemi reali.
Inoltre, nelle parole che Rut rivolge a Noemi, che
sono forse tra le piuÁ conosciute di tutto il libro, si
sente chiaramente l'eco della formula dell'alleanza:
«Non insistere con me perche ti abbandoni e torni
indietro senza di te; perche dove andrai tu androÁ an-
ch'io; dove ti fermerai mi fermeroÁ; il tuo popolo saraÁ
il mio popolo e il tuo Dio saraÁ il mio Dio; dove mo-
rirai tu moriroÁ anch'io e vi saroÁ sepolta. Il Signore mi
punisca come vuole, se altra cosa che la morte mi
separeraÁ da te» (Rt 1,16-17).
Il tema dell'alleanza, centrale nel libro, fa capolino
qui e non deve sfuggire la forza polemica di questo
riferimento, messo in bocca a una donna apparte-
nente a un popolo categoricamente escluso dall'al-
leanza, una donna che in seguito beneficeraÁ addirit-
tura della legge del levirato che mirava a proteggere
dall'estinzione e dalla dispersione le famiglie israelite.
A TTUALIZZAZIONE
Suggeriamo, in maniera volutamente schematica,
alcune piste di riflessione a partire dal testo che ab-
biamo letto.
o Spesso la nostra tendenza eÁ quella di giudicare le
persone a partire da etichette o pregiudizi che ci im-
pediscono di incontrare veramente il volto dell'altro
27
Il ritorno
e che costituiscono una barriera, a volte invalicabile.
Il libro di Rut si apre con una sorpresa perche ci met-
te di fronte a un comportamento umanamente diffi-
cile da comprendere, che sovverte drasticamente
ruoli convenzionali (come quello tra suocera e nuora,
ad esempio) e sottopone a verifica giudizi precosti-
tuiti, simili a quello che Natanaele formuleraÁ nei
confronti di GesuÁ: «Da Nazaret puoÁ mai venire qual-
cosa di buono?» (Gv 1,46).
o La prima reazione di fronte allo straniero, a chi,
per vari motivi, eÁ estraneo alla nostra cultura, lingua,
religione, ecc., eÁ abitualmente quella della chiusura,
della difesa. Il libro di Rut ci presenta, al contrario, lo
straniero come principio di benedizione, come soste-
gno e compagnia.
o Il tema della donna straniera eÁ presente anche al-
trove nella Scrittura, ad esempio in Pro 1-9, e abitual-
mente costituisce una minaccia dalla quale guardarsi.
Donna straniera, adultera, prostituta sono spesso ter-
mini sinonimi, una realtaÁ dalla quale il maestro invita
il giovane discepolo a difendersi. Nel libro di Rut, al
contrario, la donna straniera eÁ presentata come l'ami-
ca, un invito dunque a non applicare sempre la me-
desima interpretazione alle situazioni, e a sviluppare
con coraggio l'arte del discernimento.
o Fin dall'inizio viene prospettato il tema dell'amici-
zia, un'esperienza umana fondamentale che nasce
forse in modo occasionale, ma che va sicuramente
coltivata attraverso scelte anche esigenti.
28
185
Uso liturgico dei libri commentati
amiserauq id .ttes 1 ,Á
õdevoig 71- 71. 71- 71. 71,4
a u r n l k
etnas e itnas ied enumoc led aruttel amirp 71. 71- 71,4
h e b
itatiugesrep inaitsirc i rep assem alled aruttel amirp 71- 71. 71- 71,4
h f c b
RETSE
etnas e itnas ied enumoc led aruttel amirp 8-2,8
ATTIDUIG
irapsid onna ,OT led .ttes 02 ,otabas 71-31,4 ;11-8.3-1,2
a
irapsid onna ,OT led .ttes 02 ,Á
õdrenev 22.61-b41.8-3.1,1
a
TUR
elairef oiranoizeL ovitsef oiranoizeL ocilbib orbiL
ITATNEMMOC IRBIL IED OCIGRUTIL OSU
INDICE
PREMESSA GENERALE ................................... 5
Avvertenza ............................................. 9
RUT
LIBRO DI RUT ( Introduzione ) ......................... 13
1. Posto occupato da Rut nel canone . . . . . . . . . . . . . . . 13
Nel mondo cristiano: dopo il libro dei Giudici .... 14
Nel mondo ebraico ................................. 14
2. La collocazione liturgica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
Á stato scritto il libro di Rut? . . . . . . . . . . .
3. Quando e 16
4. Il genere letterario e la struttura del libro . . . . . . . 18
IL RITORNO (Rut 1,1-22) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
Lettura : La storia di un viaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
IL CASO O LA PROVVIDENZA? (Rut 2,1-23) . . . . . . . . . . 29
Lettura : La spigolatura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
NON SEMPRE IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI
(Rut 3,1-18) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
Lettura : Seduzione come soluzione? . . . . . . . . . . . . . . . 39
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
187
Indice
IL DEFINITIVO RISCATTO (Rut 4,1-22) . . . . . . . . . . . . . . . 46
Lettura : Un felice epilogo? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
GIUDITTA
GIUDITTA ( Introduzione ) ............................. 55
1. Uno «strano» libro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
2. Struttura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
UNA GUERRA MONDIALE (Giuditta 1,1-2,20) . . . . . . . 61
Lettura : Un progetto devastante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68
LA STORIA E LE SUE LEZIONI (Giuditta 5,1-21) . . . . . 70
Lettura: «Riflettevo per comprendere, ma fu arduo
agli occhi miei» (Sal 73,16) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
BELLEZZA E FORZA (Giuditta 8,1-27) . . . . . . . . . . . . . . . 79
Lettura : La sofferenza come prova . . . . . . . . . . . . . . . . . 81
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86
GIUDITTA E OLOFERNE (Giuditta 12,10 -13,10) . . . 89
Lettura : L'apparenza inganna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97
188
Indice
«PER MANO DI UNA DONNA!» (Giuditta 16,1-17) . . . 99
Lettura : «Il Signore eÁ il Dio che stronca le guerre» 100
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 106
ESTER
ESTER ( Introduzione ) ................................. 109
1. Il testo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109
2. Alcuni dati essenziali sul libro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112
3. Struttura e stile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113
L'INIZIO DELLA STORIA: BANCHETTI E REGINE
(Ester 1,1-22) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117
Lettura : C'eÁ un problema . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 119
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125
Á
MASCHERE E DOPPIA IDENTITA (Ester 2,1-23) . . . . . . 127
Lettura : Ester e Mardocheo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 129
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 133
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 135
LE COSE COMINCIANO A COMPLICARSI
(Ester 3,1- 4,17) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 137
Lettura : Il caso o la provvidenza? . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 148
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 150
LA RISOLUZIONE DEL PROBLEMA (Ester 6,1-7,10) . . . 152
Lettura : La trasformazione della sorte . . . . . . . . . . . . . 154
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 159
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 162
189
Indice
LA CELEBRAZIONE DELLA SALVEZZA:
LA FESTA DI PURIM (Ester 8,1-33) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 165
Lettura : La trasformazione finale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 167
Interpretazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 171
Attualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 173
CONCLUSIONE GENERALE .............................. 175
PICCOLO LESSICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 179
BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 183
USO LITURGICO DEI TESTI COMMENTATI .............. 185
190