- Monodia liturgica cristiana – Con la nascita del Cristianesimo si sviluppa un repertorio di preghiere
cantate in latino destinate al culto cristiano [monodia = canto a una voce, eseguito da una o più
persone; liturgia = atti e preghiere che riguardano il culto]
- 313 d.C.: il cristianesimo è ammesso tra le religioni di stato
- Invasioni barbariche e caduta dell’Impero Romano d’Occidente (nel 476): frammentazione in
modelli di culto differenti (riti); per esempio: rito Mozarabico (in Spagna); rito Gallicano (in Francia);
rito Ambrosiano (a Milano); rito Romano (a Roma); rito Beneventano (nell’Italia centro-
meridionale)
- 800 d.C.: riunificazione del Sacro Romano Impero (Carlo Magno); riunificazione del culto e del
repertorio di preghiere e di canti = d’ora in poi canto gregoriano)
- 800/900: primi esempi di scrittura musicale neumatica [neuma = segno; un neuma può
comprendere da uno a quattro/cinque suoni]. La notazione musicale più antica (notazione
adiastematica) non indica esattamente la posizione delle note e l’intervallo tra una nota e l’altra
[diastema = intervallo]. Nel corso dei secoli si definisce gradualmente la grafia dei neumi e la loro
esatta posizione grazie all’introduzione di linee e di chiavi (C per la linea del do; F per la linea del fa)
- Momenti centrali della liturgia cristiana sono la messa e la liturgia delle ore
- I testi (e i canti) della messa sono raccolti in un libro che si chiama Graduale
- I testi (e i canti) della liturgia delle ore sono raccolti in un libro che si chiama Antifonario
- La messa si divide in proprio (i testi dei canti cambiano nel corso dell’anno), ordinario (i testi dei
canti sono sempre uguali). Le preghiere dell’ordinario sono: Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus
Dei. Tutte le altre preghiere (per esempio Introito, Alleluja, Offertorio, ecc.) appartengono al
proprio
- La liturgia delle ore è divisa in momenti di preghiera (ore) nel corso della giornata, le due ore
principali sono le Lodi mattutine (a inizio giornata) e i Vespri (al tramonto del sole). Si cantano
salmi, cantici e inni
- Lo stile di canto cambia in base al testo:
- 1. cantillazione = lettura intonata da cui deriva la salmodia = lettura intonata dei salmi
- 2. stile sillabico: una nota per ogni sillaba del testo
- 3. stile neumatico: piccoli gruppi di note (neuma) per ogni sillaba del testo
- 4. stile melismatico: vocalizzo per ogni sillaba
- Dall’800/900 in poi si aggiungono nuove forme di canto: la sequenza e il tropo
- Sequenza: aggiunta di testi ai melismi (vocalizzi) dell’Alleluja (lo stile da melismatico diventa
sillabico)
- Tropo: ampliamento di un canto gregoriano con l’aggiunta e l’inserimento (tropatura) di testo e
musica
- La teoria musicale del canto gregoriano si fonda su quattro modi autentici con i relativi plagali. Ogni
modo (autentico e relativo plagale) si muove intorno a due note principali, la repercussio e la finalis
(re per i primo modo, mi per il secondo, fa per il terzo, sol per il quanto)
- Fino all’anno 1000 circa le note si chiamavano con le lettere dell’alfabeto: a = la, b = sib, h = si
naturale, c = do, d = re, f = fa, g = sol. Guido d’Arezzo diede il nome alle note (ut, re, mi, fa, sol, la)
collocando il semitono mi-fa al centro dell’esacordo (scala di sei note) e inventò la solmisazione =
sistema per facilitare la lettura a prima vista mediante lo spostamento dell’esacordo in modo da
chiamare sempre il semitono mi-fa (e-f = mi-fa; a-b = mi-fa; h-c = mi-fa)