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L'evoluzionismo - Riassunto

Il documento presenta le teorie evoluzionistiche di Lamarck e Darwin. Lamarck sostiene che gli organismi si evolvono in risposta alle condizioni ambientali attraverso l'uso e il disuso degli organi. Darwin teorizza che tutti gli organismi, compreso l'uomo, discendono da antenati comuni e si sono evoluti attraverso la selezione naturale e sessuale.

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L'evoluzionismo - Riassunto

Il documento presenta le teorie evoluzionistiche di Lamarck e Darwin. Lamarck sostiene che gli organismi si evolvono in risposta alle condizioni ambientali attraverso l'uso e il disuso degli organi. Darwin teorizza che tutti gli organismi, compreso l'uomo, discendono da antenati comuni e si sono evoluti attraverso la selezione naturale e sessuale.

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L’EVOLUZIONISMO

FILOSOFIA ZOOLOGICA, LAMARCK (1809)


Lamarck, Philosophiae zoologique. Ipotesi dell’evoluzione progressiva. Due leggi:
1) negli animali in via di sviluppo, l’uso costante e frequente di un organo lo fortifica, lo sviluppa; il non uso
di un organo lo indebolisce, ne diminuisce la capacità fino a scomparire.
2) tutto ciò che la natura fa perdere o acquisire agli individui di una certa specie nel tempo per l’uso o non
uso di un organo, si conserva con la riproduzione anche nei nuovi individui generati (purchè cambiamenti
acquisiti siano comuni ai due sessi o ai genitori di questi nuovi individui)
Credenze che stimolarono fantasia scientifica, neanche Darwin si sottrasse.

IL CONCETTO DI SPECIE
Ogni gruppo di individui simili e generati da altri individui simili ad essi.
La specie non sono però costanti in natura, invariate fin dalla creazione del supremo Autore: non sappiamo
i modi che ha seguito. Osservando la natura, è difficile determinare cosa debba essere considerato specie e
ancor più definire i generi, poiché in realtà le linee di confine sono sottili o non esistono: tutto è più o meno
sfumato, ci sono particolari minuti per distinguere. Gli animali esistenti formano una serie ramificata con
passaggi irregolari e se ci sono discontinuità tra le parti, esse sono dovute a estinzione di qualche specie. Al
termine di ogni ramificazione della serie generale le specie somigliano ad altre specie vicine con cui si
confondono. Se le serie sono disposte in serie, e se ne sceglie una lontana dall’altra, tra queste grosse
differenze, ma di sfumatura in sfumatura si arriva da una all’altra.
Stessa cosa per la botanica (che studia i vegetali). Tutti i vuoti tra specie sono colmati perché li conosciamo
quasi tutti.

Gli individui di una specie, man mano che cambiano condizioni, clima, lodo di vita o abitudini, subiscono
influenze che ne modificano poco a poco natura e proporzioni delle parti, forma, facoltà e persino
organizzazione: tutto in loro partecipa ai mutamenti a cui sono stati soggetti. Inizialmente si modificano
solo individui esposti a situazioni ed esposizioni diverse, poi i cambiamenti divengono essenziali nella loro
natura (poiché vivono e si riproducono nelle medesime condizioni) e dunque questi individui
originariamente appartenenti a una specie finiscono trasformati in una nuova, distinta dall’altra.
Negli animali più tempo per modificazioni negli individui rispetto a piante.
Contro la tesi delle specie costanti in natura, ci sono gli ibridi: individui nati da accoppiamenti tra specie Gli
esser viventi sono produzioni della natura, che essa ha eseguito nel corso di un lungo periodo; la natura
comincia con formare direttamente le creature più semplici organizzate, le “generazioni spontanee”; in
questi primi abbozzi di vita animale e vegetale si sono sviluppati gli organi e differenziate le parti;
accrescimento di ogni singola parte del corpo ha dato luogo a diversi modi di moltiplicazione e
rigenerazione degli individui e i progressi nella forma e differenziazione delle parti si sono conservati; grazie
a tempo, circostanze favorevoli, cambiamenti e dunque nuove situazioni e abitudini hanno dato vita agli
organismi esistenti come sono adesso; avendo ogni essere vivente subito modificazioni, ciò che si definisce
specie ha una costanza solo relativa e non può essere antico quanto la natura. La causa prima da sola non
può aver creato questa varietà infinita di esseri viventi; ciò non vuol dire che Dio ha limiti, perché anche
tutto ciò che è successo è stato stabilito da lui.
L’apparente stabilità della natura sarà sempre considerata dagli uomini come realtà poiché ogni cosa viene
giudicata in rapporto a essi, che hanno vita breve rispetto ai grandi cambiamenti della superficie terrestre;
tutto perciò appare stabile.
Le osservazioni ci rendono evidenti le tesi esposte. Ogni cambiamento forzato e continuo nell’ambiente,
nelle abitudini e nel modo di vita degli animali provoca mutamenti molto notevoli negli individui che vi si
trovano esposti. Ex: uccello in gabbia -> dopo generazioni modifiche sorprendenti -> diviene pesante, non
sa più volare, le sue parti si fanno più carnose. Stessa cosa nei vegetali.
La natura ci offre dunque individui che si susseguono l’uno all’altro per generazione e che derivano gli uni
dagli altri e le specie hanno una costanza solo relativa e non rimangono invariate se non per un tempo
limitato. Specie: ogni gruppo di individui simili che, di generazione in generazione, si conservano nel
medesimo stato finché le condizioni ambientali non cambiano abbastanza da modificare loro abitudini,
carattere, forma.

SULLE SPECIE COSIDDETTE ESTINTE


I mezzi adottati dalla natura son stati insufficienti per garantire la conservazione delle specie? Dato che
esistono alcune razze interamente estinte. Frammenti fossili ci presentano resti di una moltitudine di
animali esistiti in passato, fra cui pochi uguali a quelli che conosciamo ora. Specie estinte tra i grandi animali
che vivono su regioni asciutte del globo, dove uomo ha distrutto individui delle specie che non ha voluto
conservare o addomesticare: questa potrebbe essere un’ipotesi ma per gli animali marini e quelli al riparo
della distruzione dell’uomo? Tipo i molluschi con conchiglia di cui troviamo i fossili che non sono simili a
esemplari esistenti ora? Probabilmente appartengono a specie esistenti che modificandosi hanno dato
luogo a specie oggi viventi.
Tutto sulla superficie terrestre continua a modificarsi e cambiare condizione, forma, aspetto. Variazioni
negli individui provocati da questi cambiamenti però si notano dopo notevole tempo.
Quest’ipotesi fa supporre che resti degli animali paragonabili a quelli viventi sono i fossili meno antichi:
specie a cui ciascuno di essi appartiene non ha ancora avuto tempo di modificare qualcuna delle sue forme.
Naturalisti che non sostengono quest’ipotesi dei cambiamenti, sostengono che si sia verificata sulla terra
una catastrofe universale e che essa abbia sconvolto tutto distruggendo parte delle specie esistenti. Essa
non ha fondamento.

L’ORIGINE DELL’UOMO, DARWIN (1871)


“Sommario generale e conclusione” de L’origine dell’uomo e la selezione sessuale (Darwin)

L’uomo è disceso da qualche forma meno organizzata. E questo poggia su solide fondamenta: stretta
somiglianza tra uomo e animali inferiori durante lo sviluppo embrionale e in numerose parti della struttura
e della costituzione e reversioni anormali di cui è occasionalmente suscettibile + affinità tra membri di uno
stesso gruppo, successione geologica, distribuzione geografica passata e presente: il principio
dell’evoluzione appare chiaro. L’uomo non può essere risultato di un atto di separazione separato. L’uomo
è co-discendente insieme ad altri mammiferi da un progenitore comune. L’uomo presenta sempre
differenze individuali nel corpo e nelle facoltà intellettuali: queste differenze sono provocate dalle stesse
cause generali e obbediscono alle stelle leggi a cui obbediscono gli animali inferiori. L’uomo è sottoposto a
una dura lotta per l’esistenza e la selezione naturale agisce su qualsiasi cosa entri nel suo ambito; gli effetti
ereditari del lungo uso o disuso delle parti agiranno nella stessa direzione della selezione naturale; quando
una parte viene modificata, le altre parti cambiano per il principio di correlazione; molti caratteri sia di
scarsa sia di notevole importanza sono stati acquisiti attraverso la selezione sessuale.
Modificazioni occasionali (ogni leggera variazione o anomalia) si trovano molto di più nella costituzione
dell’organismo che nelle condizioni circostanti, anche se nuove e mutate condizioni provocano mutamenti
organici di diverso tipo.
L’uomo da quando ha raggiunto il livello dell’umanità si è distinto in razze diverse (o sottospecie): Neri ed
Europei sono così diversi che potrebbero essere considerati due specie differenti. In ogni stadio del
processo di modificazione tutti gli individui più adattati alle loro condizioni di vita saranno sopravvissuti in
numero maggiore di quelli meno adattati. Considerando la strutta embriologica dell’uomo possiamo
ricostruire la condizione primitiva dei nostri progenitori e collocarli al proprio posto nella serie zoologica:
l’uomo è disceso da un quadrupede peloso, con la cosa, di abitudini arboree e abitante del vecchio mondo;
un quadrumane, progenitore delle scimmie. A loro volta i quadrumani sono derivati da antichi marsupiali e
essi, attraverso forme diversificate da anfibi e gli anfibi da animali simili a pesci. Progenitore di tutti i
vertebrati: animale acquatico con branchie, con i due sessi uniti nello stesso individuo e con cervello e
cuore sviluppati non del tutto (simile alla larva dell’attuale ascidia marina).
Difficoltà che si presenta: l’alto livello delle nostre facoltà intellettuali e della disposizione morale. Per
principio evoluzione, le facoltà mentali degli animali superiori sono dello stesso genere di quelle dell’uomo,
anche se di grado inferiore, e sono suscettibili di avanzamento; facoltà mentali utili per sopravvivere alla
selezione naturale: uomo diventato dominatore di tutte le creature viventi. Il linguaggio ha reagito sul
cervello e provocato un effetto ereditario, che a sua volta ha agito sul miglioramento del linguaggio. Esso ha
permesso di apporre segni a tutti gli oggetti e qualità e suscita concatenazioni di pensieri che non
sorgerebbero mai dalla semplice impressione dei sensi; le facoltà intellettuali superiori (astrazione,
autocoscienza, raziocinio) derivano dall’esercizio e miglioramento delle altre facoltà mentali.
Lo sviluppo delle qualità morali deriva invece dagli istinti sociali, che includono i vincoli familiari. Elementi
più importanti: amore e l’emozione della simpatia. Istinti sociali sono assai utili per le specie (animali con
essi si difendono, aiutano l’un l’altro, si tengono compagnia, solo per individui della stessa comunità)
dunque probabilmente sono stati acquisiti attraverso la selezione naturale. La moralità distingue però
l’uomo dagli animali inferiori: l’uomo è in grado di riflettere su azioni passate e loro moventi, di
disapprovarle o meno. Il senso morale deriva dagli istinti sociali e dalla valutazione da parte dell’uomo
dell’approvazione o disapprovazione dei suoi simili e dall’alta attività delle sue facoltà mentali (ricordi
vividi). Guardando indietro agli istinti insoddisfatti (per qualche desiderio temporaneo che li ha sopraffatti)
egli riflette e decide di agire in modo diverso in futuro: questa è la coscienza. Gli animali sociali tendono in
parte ad aiutare i membri della propria comunità e così l’uomo, in grado anche di esprimere a parole i suoi
desideri che guidano l’aiuto richiesto; il prestare aiuto nell’uomo deriva anche dalla lode dei propri simili. La
ricerca e l’attribuzione di lode o biasimo si fondano sulla simpatia, elemento importante degli istinti sociali;
viene rinforzata dall’abitudine o esercizio. Tutti gli uomini desiderano felicità e dunque fanno lodi o biasimi
a seconda che le azioni si muovano o meno verso questo scopo; il giusto e l’ingiusto derivano dal principio
di massima felicità (felicità di tutti). Presso le nazioni meno civili la ragione erra spesso e dunque cattivi
costumi e superstizioni entrano tra gli scopi della comunità. Le facoltà morali sono considerate superiori a
quelle intellettuali. Ma l’attività di ricordare nitidamente le impressioni passate è, anche se secondaria, alla
base della coscienza. Più sono stimolate le facoltà intellettuali, più coscienza sarà sensibile. Tra le razze più
civili, la convinzione dell’esistenza di un unico Dio ha influenzato fortemente il progresso della moralità e la
coscienza diviene giudice e guida suprema, più delle lodi/biasimi dai suoi simili. Fede in Dio è considerata la
maggiore e più completa distinzione tra uomo e animali, ma non è una credenza istintiva, anzi deriva
dall’effetto di una lunga cultura e progresso delle facoltà di immaginazione, curiosità, meraviglia. Altrimenti
dovremmo credere in molti spiriti crudeli e maligni, al di sopra dell’uomo.

Selezione sessuale ha svolto ruolo importante nella storia del mondo organico; nelle divisioni inferiori del
regno animale sembra che non abbia agito (animali legati per tutta la vita a stesso posto, sessi in un unico
individuo, no sentimenti di amore/gelosia, no uso scelta). Ma negli Artropodi e nei Vertebrati ha agito
anche nelle classi più basse.
Nelle classi del regno animale, i maschi sono quasi sempre i corteggiatori e son dotati di armi per
combattere contro i rivali, più forti e grandi delle femmine, provvisti di organi per la musica vocale o
strumentale, organi sensori per scoprire le femmine o locomotori per raggiungerle: strutture per
affascinare la femmina si sviluppano solo durante la stagione degli amori e appaiono poco prima del
periodo della riproduzione (non nella prima giovinezza; infatti i giovani di ambo i sessi si somigliano). Alcuni
casi anomali in tutte le classi: femmine acquistano caratteri che inizialmente appartengono ai maschi.
L’uniformità delle leggi che regolano differenze tra i sessi può essere spiegata con la selezione sessuale:
dipende dal successo di alcuni individui su altri dello stesso sesso, in relazione alla propagazione della
specie. (selezione naturale dipende dal successo di entrambi i sessi, in tutte le età, in relazione alle
condizioni generali di vita). Lotta sessuale è una tra individui dello stesso sesso per uccidere o scacciare
propri rivali; l’altra per affascinare l’altro sesso, dove le femmine non restano passive ma selezionano
compagno gradito. Leggi dell’ereditarietà determinano se caratteri raggiunti con selezione sessuale saranno
trasmessi da un sesso allo stesso sesso o a entrambi, e a che età. Modificazioni acquisite con la selezione
sessuale sono così pronunciare che i due sessi talvolta sono stati classificati come specie distinte o
addirittura come generi distinti. In ogni caso, alcuni caratteri (vedi sopra quelli dei maschi e stagione
dell’amore) sono legati a un solo sesso e dunque connessi all’atto di riproduzione: tutto ciò ha un fine.
Individui di un sesso capaci di provare antipatia o preferenza per individui dell’altro sesso. Se gli individui di
un sesso per una lunga serie di generazioni si accoppiano con certi individui dell’altro sesso, la prole
lentamente si modifica in questo stesso modo. Ex: fagiano Argus ha acquisito suoi ornamenti e bellezza
gradualmente per il fatto che la femmina preferisce i maschi più adorni. Selezione sessuale estendibile al
genere umano; il sistema nervoso ha influenzato sviluppo progressivo delle diverse strutture fisiche e
qualità mentali, che si sono trasmesse da un sesso all’altro tramite l’esercizio della scelta, l’influenza
dell’amore e della gelosia, la valutazione del bello. Accennato anche al fatto che conoscendo le leggi
dell’ereditarietà, bisognerebbe iniziare a vedere quali matrimoni, unioni siano favorevoli all’uomo o
dannosi: bisogna agire sul miglioramento delle qualità intellettuali e morali. Anche per l’avanzamento del
benessere: chi può garantire solo una degradante povertà ai propri figli, dovrebbe evitare il matrimonio.
Ma ci sono fattori più importanti della natura umana che lo sono più della selezione naturale: le qualità
morali sono progredite grazie all’abitudine, la religione, l’istruzione. Uomo al vertice della scala organica e
potrà elevarsi ancor di più in un futuro, anche se porta impresso nella sua struttura fisica “l’impronta
indelebile della sua infima origine”.

IL POSTO DELL’UOMO NELLA NATURA, HUXLEY (1863)


Thomas Henry Huxley, biologo e paleontologo, sostenne causa evoluzionistica; iniziò a pensare possibilità di
una “trasmutazione senza transizione”, ossia di una variazione brusca anziché graduale per le mutazioni.
Moderna anche la visione della progressiva genesi della materia vivente a partire dal materiale primitivo
della crosta terrestre e della sua atmosfera. Possibilità di estensione del meccanicismo cartesiano al campo
umano.

Problema dell’umanità: stabilire quale posto ha l’uomo nella natura e il suo rapporto col mondo. Diversi
modi per rispondere alle domande esistenziali; ogni risposta viene data come definitiva e può mantenere
sua autorità anche su un secolo; il Tempo ci rivela che ogni risposta è solo un’approssimazione della verità.
Molti passi fatti verso stato definitivo dell’Uomo: progresso verso la conoscenza del vero avviato dai filosofi
della Grecia; crescita straordinaria delle scienze fisiche permette di supporre che deve avvenire altro
progresso.
Ricerca su quale sia la natura e quanto stretto il legame tra uomo e scimmie antropomorfe. Comparazioni
anatomiche tra uomo e antropoidi suggeriscono che differenze strutturali tra uomo e gorilla sono più
piccole di quelle che separano Gorilla da scimmie inferiori; ciò non significa che siano piccole o
insignificanti, anzi. Questo fa sì che l’uomo però non si possa collocare in un ordine a sé stante. Dunque
come disse Linneo l’Uomo, le Scimmie e i Lemuridi fanno parte dello stesso ordine: i Primati. Quest’ordine
si divide in sette famiglie; alla prima, gli Anthropini, appartiene solo l’uomo. Nell’ultima (Galeopithecini) c’è
solo il Galeopithecus, una forma di lemure volante vicina ai pipistrelli. In nessun altro ordine di mammiferi
c’è così una straordinaria serie che va dal vertice del mondo animale a delle creature vicine ai più bassi,
piccoli e meno intelligenti mammiferi placentati.

In base a ciò si può dedurre che se si scopre un processo di causalità fisica per il quale siano derivati generi
e famiglie dei comuni animali, questo processo di causalità dovrebbe spiegare anche l’origine dell’Uomo. La
selezione naturale, di Darwin, produce delle forme strutturalmente distinte, fino ai generi; essa spiega le
differenze strutturali, ma oltre ad essere ci sono le caratteristiche fisiologiche. Bisogna trovare una causa
fisica che spieghi tutti i fenomeni. Perché ad esempio ci sono alcune forme di animali e piante prodotte per
incrocio selettivo a partire da un ceppo comune che risultano fertili.
Ipotesi darwiniana è vicina alla verità ma manca anello mancante. Adotta comunque ipotesi darwiniana.
Obiettivo di Huxley è arrivare ad ampio pubblico, non rivolgersi solo a mondo della scienza.
Non si può tracciare una linea di separazione tra uomini e animali, nemmeno per quanto riguarda lo
psichismo: anche le facoltà più elevate del sentimento e dell’intelletto germogliano in forme di vita più
basse. Ciò non significa togliere dignità all’uomo, che è comunque al vertice della scala dei viventi, e che è
destinato a un più nobile Futuro. Solo egli possiede l’attributo meraviglioso della parola intelligibile e
razionale, con la quale ha accumulato e organizzato l’esperienza, che negli animali va invece perduta con la
morte degli individui.

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