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La Scienza e Medjugorje - I. Il Caso Joyeux, Del Dr. F. D'Alpa

Le indagini cliniche e strumentali condotte nel 1984 sui "veggenti" di Medjugorje da un gruppo di medici di Montpellier guidati dall'oncologo Henry Joyeux hanno avuto grande risonanza nel mondo cattolico e sui media, ma nessun seguito nella comunità scientifica, alla quale peraltro non sembravano destinate. L'analisi critica dei pochi dati ottenuti, che non hanno dimostrato alcunché di patologico nei veggenti né evidenziato correlati strumentali specifici dell'estasi, evidenzia la insoddisfacente programmazione della ricerca e la cattiva qualità dei test eseguiti, dai quali non è possibile trarre conclusioni scientifiche serie. Ma ciò non ha impedito lo svilupparsi del mito della "inesplicabilità scientifica" delle apparizioni.

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La Scienza e Medjugorje - I. Il Caso Joyeux, Del Dr. F. D'Alpa

Le indagini cliniche e strumentali condotte nel 1984 sui "veggenti" di Medjugorje da un gruppo di medici di Montpellier guidati dall'oncologo Henry Joyeux hanno avuto grande risonanza nel mondo cattolico e sui media, ma nessun seguito nella comunità scientifica, alla quale peraltro non sembravano destinate. L'analisi critica dei pochi dati ottenuti, che non hanno dimostrato alcunché di patologico nei veggenti né evidenziato correlati strumentali specifici dell'estasi, evidenzia la insoddisfacente programmazione della ricerca e la cattiva qualità dei test eseguiti, dai quali non è possibile trarre conclusioni scientifiche serie. Ma ciò non ha impedito lo svilupparsi del mito della "inesplicabilità scientifica" delle apparizioni.

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Francesco DAlpa

La scienza e Medjugorje I. Il caso Joyeux


ISBN 978-88-95357-07-2 Propriet letteraria riservata Copyright 2010 Francesco DAlpa Copyright 2010 Laiko.it

Il presente volume, edito senza fini di lucro, liberamente consultabile sul WEB. Non ne consentita la stampa, n la riproduzione in forma elettronica, neanche in forma parziale, se non previa autorizzazione dellautore, che ne detiene i pieni diritti.

Dello stesso autore: Acculturazione e democrazia digitale (con C. Caia). Catania, 2001 Lillusione del naturale. Montedit, Melegnano, 2002 LinNaturopata. Montedit, Melegnano, 2002 Fatima senza segreti. Avverbi, Roma, 2003. Fatima critica. Contesti Apologia Veggenti. Laiko.it, Catania, 2007 La chiesa antievoluzionista. Laiko.it, Catania, 2007 Dov finita lanima cristiana? Laiko.it, Catania, 2007 Miracoli sotto inchiesta. Laiko.it, Catania, 2008 Il si cattolico alla pena di morte. Laiko.it, Catania, 2008 Vite senzanima. Riflessioni su teologia e morte sospesa. Laiko.it, Catania, 2008

di Francesco DAlpa Via Gramsci, 152 - 95030 Gravina di Catania (CT)

Introduzione ................................................................................ 5 Prima di Joyeux.......................................................................... 7 Lo studio dei veggenti ............................................................... 9 Studio clinico.............................................................................13 Esame elettroencefalografico ................................................15 Test uditivi .................................................................................23 Test cardiovascolari.................................................................27 Test oculari ...............................................................................31 Studio dei movimenti laringei .................................................37 Le conclusioni del gruppo di Joyeux .....................................39 Valutazione critica del materiale di Joyeux ..........................43 Il problema delle allucinazioni ................................................49 Il problema dellestasi ..............................................................55 Una ricerca avanzata? ............................................................59 Appendice A .............................................................................61 Appendice B .............................................................................67

Introduzione
Nel 1984, la vicenda delle presunte apparizioni di Medjugorje nel suo quarto anno. Il Vaticano non si pronuncia e la chiesa locale divisa tra favorevoli ed oppositori; ma oltre confine si creato un grande interesse ed un vasto consenso. Fra i grandi sostenitori e pubblicisti di Medjugorje padre Ren Laurentin certo il pi noto. Assolutamente convinto della autenticit delle apparizioni, per quanto riluttante a mescolare esperimenti scientifici con fe1 nomeni sacri definiti in termini di incontri di preghiera [L-J, 4], egli costituisce, assieme ad alcuni medici di Montpellier, un gruppo di studio per testare la sincerit dei veggenti ed escludere una origine patologica del2 le visioni; compito ritenuto necessario e urgente. A dirigere il gruppo viene scelto loncologo Henry Joyeux. Dopo soli pochi incontri con i veggenti e alcuni test strumentali, Laurentin e Joyeux ritengono di avere materiale sufficiente per redigere un report scientifico sui veggenti e teologico sullapparizione, che riscuote un grande successo ed ha ampio seguito fra i credenti, ma che sostanzialmente ignorato dalla comunit scientifica. Ben presto, i rilievi clinici ed i test strumentali sui veggenti di Medjugorje diventano a pieno titolo parte del mito apparizionario. La presunta dimostrazione di un modificato stato psico-fisiologico che accompagnerebbe le visioni, non spiegabile scientificamente, diviene per i credenti una conferma scientifica della realt apparizionaria. Limpatto dello studio medico-scientifico diretto da Joyeux dipende in buona parte dalla novit dellapproccio strumentale alla psico-fisiologia dei veggenti. Infatti non si dispone ancora di descrizioni di riferimento, se non frammentarie, oltre alle semplici osservazioni storiche sul comportamento dei veggenti in altri contesti apparizionari (ad esempio Lourdes, Fatima, Pontmain). Oggetto principale della ricerca lestasi, ovvero quel particolare stato in cui si trovano i veggenti mentre guardano loggetto dellapparizione. Si tratta di un fenomeno patologico, come una letteratura scettica (e denigratoria) vorrebbe far credere, oppure si tratta di un particolare stato di coscienza, coerente con il carattere delle apparizioni? possibile dimoLe citazioni bibliografiche indicate con [L-J] si riferiscono alla versione in lingua inglese del saggio di Ren Laurentin & Henry Joyeux, Scientific and Medical Studies on the Apparitions at Medjugorje. Veritas, Dublino, 1987 [edizione originale in lingua francese: tudes mdicales et scientifiques sur les apparitions de Medjugorje. O.E.I.L, Parigi, 1985; Edizione italiana: Studi medici e scientifici sulle apparizioni di Medjugorje. Queriniana, Brescia, 1985]. 2 In questo saggio i termini veggente, visione, apparizione, estasi vengono adoperati nel loro significato comune, senza per questo assegnare loro alcun carattere scientifico.
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strare, durante il suo manifestarsi, una modificata attivit del sistema nervoso? Ed infine, possibile indagare sul tipo di comunicazione che si viene a stabilire fra il veggente e loggetto della visione? Tutte queste sono domande cui la scienza, fino al 1984, non solo non ha risposto, ma non si granch preoccupata di indagare. Ed in tal senso il lavoro del gruppo medico di Montpellier ha un carattere pionieristico. Ma purtroppo ne ha anche un altro, negativo: lapertura incondizionata (sotto le apparenze di una ricerca di frontiera, condotta con mente aperta) ad una dimensione soprannaturale assolutamente incongrua con il discorso scientifico; un soprannaturale alla cui esistenza gli autori credono e del quale intendono dimostrare non se realmente esiste, ma solo come esso si mette in rapporto con la realt fisica e psichica dei veggenti. Dunque il loro atteggiamento sempre e comunque favorevole ad una realt apparizionaria; sempre orientato a credere alla sincerit dei veggenti, verso i quali prestano una piena accondiscendenza, che inficia la programmazione dei test e la raccolta dei risultati; sui quali e grazie ai quali vengono elaborate spiegazioni coerenti con alcuni presupposti teologici, sempre in primo piano. Per tale motivo, le presunte conclusioni di questa indagine sono assolutamente in linea con lintento iniziale: dimostrare che le apparizioni di Medjugorje sono reali. Infatti, secondo Joyeux, i dati scientifici raccolti forniscono una base sufficiente per giungere a serie conclusioni scientifiche (L-J, 72] e possono essere utilizzati per delineare una ipotetica fisiologia dei veggenti. Ma tutto ci inaccettabile; tanto vero che non se ne trova alcun riscontro nella letteratura scientifica pi autorevole. Mentre invece, nonostante una serie di problemi (la cattiva progettazione della ricerca; la inaffidabilit delle procedure desame; larbitrariet dei dati raccolti; la loro errata o fuorviante interpretazione) molti cattolici, oltre venti anni dopo, tessono ancora le lodi degli scienziati francesi ed adducono a testimonianza della autenticit delle apparizioni di Medjugorje anche le loro conclusioni. Non sembra dunque inutile tornare laddove questa avventura degli studi medici di Medjugorje sostanzialmente cominciata. Per il momento non con lintento di studiare il fenomeno estasi in s, ma solo per valutare se effettivamente questi primi studi abbiano prodotto dati di un qualche significato scientifico, prima dellintervento di altri ricercatori, sicuramente pi accorti, che hanno proseguito sulla stessa strada.

Prima di Joyeux
Joyeux e i suoi collaboratori non sono i primi ad esaminare i veggenti di Medjugorje dal punto di vista scientifico. Altri medici, psicologi, psichiatri hanno espresso la loro opinione, anche se non suffragata da dati precisi n espressa nella forma e nei termini usuali di una relazione scientifica. Sui loro studi (o meglio sulle loro impressioni) si pu dunque sorvolare. Fanno eccezione alcuni dati ed osservazioni che opportuno ricordare, 3 in quanto pertinenti al materiale di Joyeux e non a caso da lui citati. La dr.ssa Maria Federica Magatti (anestesista) va a Medjugorje il 3-4 febbraio ed il 22 marzo 1984, e riporta che, durante lestasi [L-J, 13]: (a) i veggenti perdono il contatto con il mondo circostante; infatti rimangono insensibili alla stimolazione: chiamando, toccando, pizzicando non si ha risposta, neanche una indicazione di dolore nel caso del pizzicotto; (b) una luce di circa 1000 watt posta davanti ai loro occhi non provoca alcuna modificazione del diametro pupillare; (c) lammiccamento mantiene il suo normale ritmo ed avviene spontaneamente se si tocca il volto; (d) il braccio di Ivan non manifesta alcuna resistenza al movimento passivo e quando rilasciato torna alla posizione originaria con un movimento volontario. Lo stesso accade per Jakov se spostato mentre si trova inginocchiato; (e) non sembrano evidenziarsi modificazioni a livello neurovegetativo (in particolare per quanto riguarda il battito cardiaco). 4 Il dr Luciano Cappello, che il 5-6 febbraio 1984 esamina Ivan, Jakov, Marija (ciascuno tre volte), Vicka (due volte), e Ivanka (1 volta), riferisce che durante lapparizione: (a) il polso di Vicka un poco pi rapido, mentre il respiro si mantiene normale; (b) Vicka non reagisce alle manovre degli esaminatori; (c) i veggenti hanno un comportamento assolutamente simile a quello dei loro coetanei; (d) I movimenti dei veggenti sono sincroni durante lapparizione. Questa sincronia si esplica, pi esattamente, nel modo seguente [L-J, 15]: (a) i veggenti si piegano sulle ginocchia, le loro voci divengono inudibili mentre le loro labbra continuano a muoversi;

I dati di queste osservazioni vengono qui riferiti secondo la versione riportata nel testo di Laurentin & Joyeux, e solo per inquadrare il contesto in cui opera Joyeux. 4 Nel testo di Joyeux viene erroneamente riportato dr. Lucia Capello [L-J, 14].
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(b) le loro voci ridivengono udibili nello stesso tempo, alla terza parola del Padre Nostro, dopo che lapparizione ha recitato le prime due. Questo fenomeno va contro la teoria dellaccordo preventivo e non pu attribuirsi a cause naturali; (c) gli occhi ed il capo si sollevano alla fine dellapparizione con perfetta simultaneit, indipendentemente dal fatto che qualcuno fra i veggenti pronunci o no la parola ode (che in croato vuol dire va via). La seconda e terza sincronizzazione (a differenza della prima) non ammettono, secondo il dr. Cappello, spiegazioni naturali ed indicano che c qualcosa che visto solo dai veggenti e non dagli osservatori. Il dr. Mario Botta (cardiochirurgo), esamina i veggenti l 8-9 dicembre 1983 e poi il 23-24 marzo 1984 rilevando che [L-J, 15]: (a) durante lapparizione (a dicembre), la frequenza del polso di Ivan normale; egli non si accorge che gli viene sollevato il cinturino dellorologio; (b) la frequenza cardiaca di Ivan, rilevata con apparecchiatura Holter (a marzo), a partire da 10 minuti prima dellapparizione fino a dopo la messa oscilla fra 74 e 110 al minuto; di 80-99/min durante lestasi. Botta dunque conclude che lestasi non sopprime la normale fisiologia ma talora la trascende [ovvero lascia intatta la realt fisiologica], ponendo il veggente su di un piano pi alto. Quindi impossibile studiare lapparizione usando i normali metodi diagnostici. Il fenomeno esige una apertura di fede alla Vergine alla quale i visionari affermano di rivolgersi [L-J, 15]. Il dr. Ludvik Stopar (psichiatra e parapsicologo), che presente diverse volte a Medjugorie (maggio e novembre 1982; giugno e novembre 1983), piazza uno schermo davanti a Marija che non reagisce, e davanti a Vicka che chiude gli occhi senza che la visione venga compromessa. [L-J, 23] Il dr. Enzo Gabrici, neuro-psichiatra, segnala (4-8 aprile 1984): (a) i rapidi movimenti labiali senza emissione di voce di Jakov; (b) la convergenza dello sguardo dei veggenti verso un crocifisso posto piuttosto in alto [L-J, 16-17]. La dr.ssa Anna Maria Franchini (5 aprile 1984) rileva anchessa: (a) la scomparsa della voce; (b) la convergenza degli sguardi sulla croce [L-J, 17]. Il sacerdote Nicolas Bulat esegue il 3 giugno 1984 un rudimentale esame della sensibilit dolorifica di Vicka, pungendola con uno spillo sulla scapola sinistra, con il risultato che, nonostante la puntura provochi perfino un piccolo sanguinamento, la veggente non manifesta alcuna reazione.

Lo studio dei veggenti


I veggenti esaminati dal gruppo diretto da Joyeux sono cinque: Jakov Colo (n. 6 marzo 1971), Ivan Dragicevic (n. 25 giugno 1965), Ivanka Ivankovic (n. 25 maggio 1965), Vicka Ivankovic (n. 25 giugno 1965), Marija Pavlovic (n. 1 aprile 1965). Poich lapparizione non ha consistenza materiale, lunica possibilit di studiare oggettivamente il fenomeno Medjugorje quella di analizzare i veggenti: (a) sul piano clinico, per quanto riguarda lo psichismo e la personalit; (b) dal punto di vista strumentale, per quanto attiene ai correlati fisiologici dellestasi, ovvero le modificazioni corporee che la determinano, laccompagnano o la rendono possibile. I medici direttamente impegnati a Medjugorje operano tutti presso istituzioni sanitarie di Montpellier, e sono: Henry Joyeux (oncologo), Jacques Philippot (oculista), Francois Rouquerol (otorinolaringoiatra), coaudiuvati dallingegnere Ren Dubois-Chabert. Altri specialisti, ovvero il dr. Bernard Hoarau (cardiologo), il dr. Volpilire e il dr. Jean Cadhillac (neurofisiologo) si limitano ad una attivit di consulenza ed interpretazione dei tracciati registrati da Joyeux e dai suoi assistenti. Lassenza di un neurofisiologo a Medjugorje particolarmente grave, perch probabilmente Joyeux (o chi per lui) non aveva la professionalit per eseguire i test neurofisiologici (e ci viene ampiamente confermato dalla insoddisfacente metodologia e bassa qualit di questi). Oltretutto, a dispetto dei suoi titoli e della sua notoriet come oncologo, la Henry Joyeux allepoca delle posizione scientifica di Joyeux piutindagini a Medjugorje tosto discutibile. Egli affascinato ma non convinto da quanto scritto da Laurentin nel suo volume La 5 Vergine appare a Medjugorje?, e ritiene indispensabile che un team medico esegua un esame scientifico di questi straordinari fenomeni, che rischiavano di cessare senza che fosse stata fatta una indagine medica [L-J, 46]. Ma per inquadrare il suo metodo e le sue elaborazioni teoriche non si possono ignorarne le propensioni parascientifiche ed i convincimenti etici e religiosi.

Laurentin R., L. Rupi L.: La Vierge apparat-Elle Medjugorje?, O.E.I.L., Parigi, 1984 [Edizione italiana: La Vergine appare a Medjugorje? Queriniana, Brescia, 1991].
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Svolgimento dellindagine Lo studio sui veggenti viene completato in quattro week-end nel corso del 1984: 24-25 marzo, 9-10 giugno, 6-7 ottobre, 28-29 dicembre, utilizzando, secondo Laurentin e Joyeux, le pi avanzate tecniche mediche [L-J, 5]. Tutte le procedure (sia i test strumentali che gli accertamenti paraclinici) hanno luogo solo in prossimit e durante le apparizioni, a partire da 3060 minuti prima dellestasi e fino a 10-15 minuti dopo lestasi. Nessun rilievo clinico o strumentale viene effettuato in altre occasioni. Missione del 24-25 marzo 1984. vengono esaminati Vicka, Ivan, Marija e Jakov, dal solo punto di vista clinico. Non viene eseguita alcuna analisi strumentale. Missione del 9-10 giugno 1984. In questa occasione Joyeux e collaboratori, oltre al controllo clinico si propongono di eseguire come test strumentale solo un esame elettroencefalografico su due dei veggenti, prima, durante e dopo lestasi. Con esso intendono (a) escludere uno stato di sonno o di sogno, una epilessia, una allucinazione; (b) evidenziare eventuali modificazioni durante lestasi. Missione del 6-7 ottobre 1984. Questa volta si intendono valutare: (a) elettroencefalogramma; (b) pressione arteriosa; (c) frequenza cardiaca; (d) esame oculare, (e) touch test. Il 6 ottobre gli accertamenti previsti vengono eseguiti in un tempo piuttosto breve. Infatti Marija arriva sul posto 35 minuti prima dellapparizione; Vicka e Ivanka solo 15 minuti prima [LJ, 22]. Oltretutto i veggenti inizialmente si oppongono ai test. Il 7 ottobre sono presenti solo Ivan, Marija e Ivanka, giacch Vicka e Jakov sono ammalati [L-J, 23]. In entrambe le giornate vengono eseguite delle riprese video durante le apparizioni. Il 6 e 7 ottobre la durata delle estasi di circa 120 secondi e 80 secondi rispettivamente.
Preparazione dei test

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Missione del 28-29 dicembre 1984 Evidentemente soddisfatti dei dati ottenuti nelle due prime missioni, gli specialisti guidati da Joyeux tornano ad esaminare i veggenti alla fine dello stesso anno. Stavolta si prefiggono di studiare: (a) la funzione visiva; (b) la funzione uditiva; (c) la funzione fonatoria. In entrambe le giornate vengono eseguite delle riprese video durante le apparizioni. Prospetto degli esami. In tabella sono indicate le indagini mediche ed esami eseguiti, secondo quanto desumibile dal volume di Laurentin e Joyeux, nel quale sono comunque presenti errori e discordanze. Infatti: (a) il 10 giugno, secondo [L-J, 20] sarebbe Ivanka anzich Marija a sottoporsi allesame elettroencefalografico assieme a Ivan; (b) secondo [L-J, 50] Ivanka si sottopone ad esame della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa il 6 ottobre anzich il 7 ottobre; (c) il 6 ottobre si sarebbe effettuato anche il test dello schermo [LJ, 23], ma non viene precisato a chi; (d) dei movimenti oculari del 29 dicembre non viene riportato nessun risultato [L-J, 50].

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Prospetto delle indagini effettuate. I numeri indicano le pagine del testo di Laurentin & Joyeux nelle quali vengono descritti metodica e risultati.

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Studio clinico
Lo studio clinico realizzato dai componenti del gruppo di Joyeux consiste fondamentalmente in una osservazione del comportamento dei veggenti, nel breve periodo prima, durante e dopo le estasi (al massimo, per ogni giorno di esame, complessivamente poco pi di unora) al termine del quale gli esaminatori ritengono di potere eliminare formalmente ogni segno clinico osservato durante le allucinazioni individuali o collettive, isteria, neurosi o estasi patologica [L-J, 53]. Questo giudizio non si basa per nulla su particolari analisi (colloquio psicologico, test , etc) ma di fatto sulla semplice impressione; non a caso Joyeux sostiene, senza mezzi termini, che non necessario essere un medico per rendersi conto che questi ragazzi sono normali e sani nella mente, nellanima e nel corpo [L-J, 72]. Commento. Quanto e cosa i ricercatori francesi abbiano potuto comprendere della personalit dei veggenti motivo di forte perplessit, considerato soprattutto il limite di non potersi esprimere in una lingua comune, ma solo tramite interpreti; il che non pu che avere limitato ulteriormente i gi brevi contatti. Riguardo le allucinazioni, che sono un poco la loro ossessione, Laurentin e Joyeux si sono basati sostanzialmente sulla convinzione che esse siano presenti soprattutto in fase di risveglio o di addormentamento, per cui bastato loro escludere queste due condizioni per ritenerle improbabili. Riguardo allisteria ed alla neurosi, non vale neanche la pena di commentare quanto scritto da Joyeux, in quanto chiaramente impossibile rendersi conto del carattere di una persona durante un contatto cos breve ed in una situazione tanto particolare.

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Esame elettroencefalografico
Lesame elettroencefalografico il pi importante fra quelli eseguiti da questo gruppo, e per questo la sua descrizione merita particolare attenzione. Viene eseguito adoperando un elettroencefalografo portatile ad 8 canali, modello Alvarelecgtronic-Reega Minihuit TR; il tracciato registrato su carta, alla velocit di 15 mm/sec, con amplificazione 50V. Si utilizzano derivazioni bipolari. Il test della stimolazione luminosa intermittente viene eseguito prima, durante e dopo lestasi durante tre registrazioni [L-J, 64]. Esame su Ivan del 10 giugno Non chiaro quanto sia realmente durata in questo caso la registrazione, giacch Schema delle derivazioni EEG utilizzate a Medjugorje Joyeux dapprima indica circa trenta minuti prima, durante e dopo lapparizione [LJ, 20], ma poi precisa un minuto prima dellapparizione, durante i 622 secondi di estasi e poi per un minuto dopo lapparizione [L-J, 55]. Probabilmente, su di una effettiva registrazione di 30 minuti, egli ha potuto utilizzare ai fini della descrizione solo questi tre ultimi minuti di tracciato a cavallo dellestasi. Secondo Joyeux i perfetti tracciati indicano un ritmo contemplativo da veglia [L-J, 91], ma le sequenze riprodotte nel volume ne evidenziano chiaramente la pessima qualit, che li rende sostanzialmente illeggibili. Lo stesso Joyeux descrive la presenza di artefatti dovuti alla perspirazione cutanea, ai movimenti durante la recita del Padre Nostro (in corso di estasi) ed alla apertura e chiusura degli occhi, che si sommano a quelli dovuti a cattivo contatto degli elettrodi e da movimento. Nonostante questi limiti, secondo Joyeux si intravede sempre un ritmo alfa a 11 c/sec, simmetrico sui due emisferi. La stimolazione luminosa intermittente non induce la comparsa di elementi patologici. Gli operatori concludono che: (a) il tracciato nella normalit, ed in particolare non vi sono segni di epilessia; (b) durante lestasi non compaiono le modificazioni indicative di sonno o sogno; (c) durante lestasi il tracciato quello tipico dello condizione di rilasciamento o recettivit in stato di veglia (ritmo alfa); (d) non vi sono segni di allucinazioni. Joyeux sostiene dunque che una allucinazione scientificamente esclusa sulla base dellelettroencefalogramma e dellosservazione clinica, e che questi due test eliminano false ipotesi [L-J, 21].

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Commento. Le modalit di programmazione, esecuzione e valutazione di questo primo fondamentale esame strumentale condotto dallequipe di Joyeux sono sufficientemente dimostrative delle carenze metodologiche e della arbitrariet valutativa che contraddistinguono tutta la campagna di indagini di questo gruppo. Un report, quale quello (peraltro piuttosto disordinato) pubblicato nel volume in esame, non supererebbe mai, infatti, il giudizio di una seria rivista medica. Innanzitutto va presa in considerazione la durata dellesame. In condizioni standard esso deve durare almeno 20-30 minuti, durante i quali, a meno di particolari esigenze, (a) prima viene registrato un tracciato di base ad occhi chiusi con allinterno brevi sequenze ad occhi aperti, poi (b) viene eseguita la prova di attivazione alla stimolazione luminosa intermittente, quindi (c) si procede allattivazione con iperpnea ed infine (d) si registra un nuovo periodo alle condizioni di base. Nel soggetto normale, sul tracciato di base presente ad occhi chiusi un ritmo a frequenza media di 8-12 c/sec denominato alfa, in buona parte organizzato in cosiddetti fusi, che riflette una condizione di veglia rilassata; allapertura degli occhi il ritmo alfa si desincronizza e viene per lo pi sostituito da attivit pi rapida, definita beta. Durante la stimolazione luminosa intermittente possono evidenziarsi attivit patologiche (come le punte ed i complessi punta-onda) tipiche dellepilessia; durante liperpnea possono comparire altre modificazioni del tracciato di natura sia fisiologica che patologica. Nei soggetti con epilessia, le anomalie di tipo epilettico sono presenti nel tracciato di base solo in una parte dei casi. In molti altri compaiono solo durante lattivazione con stimolazione luminosa intermittente o durante liperpnea. In altri casi non si registrano anomalie neanche in casi di epilessia conclamata, e bisogna ripetere pi volte lesame o eseguirlo durante il sonno per farle emergere. La possibilit che delle anomalie di tipo epilettico si evidenzino durante un tracciato di soli tre minuti sono dunque assolutamente irrisorie, a meno che non esista una franca epilessia, spesso legata ad una importante patologia cerebrale. Nulla consente dunque, di trarre la bench minima conclusione clinica a partire da questi elementi. La velocit di registrazione del tracciato ha pure essa una certa importanza. Nel caso di registrazione diretta su carta (oggi sostituita da quella su memoria digitale), solitamente si preferiva uno scorrimento della stessa a 30 mm/sec, che rende pi agevole la lettura, specie in presenza di attivit patologiche o quando la traccia non sia sufficientemente pulita. A Medjugorje si invece scelta una velocit di 15 mm/sec, che ha sicuramente peggiorato la gi bassa qualit tecnica delle registrazioni.

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Il pi grosso limite delle registrazioni elettroencefalografiche di Medjugorje comunque quello legato al ridotto numero di canali e di elettrodi utilizzati. In base alla descrizione disponibile [L-J, 20], il tracciato stato infatti registrato disponendo sul capo dei veggenti solo otto elettro6 di. Questo tipo di registrazione non clinicamente affidabile, nel caso che non dimostri anomalie, perch non riflette che lattivit di una porzione piuttosto limitata della corteccia cerebrale. Nel 1984, in tutti i laboratori di neurofisiologia, il tracciato EEG veniva registrato posizionando almeno sedici elettrodi e possibilmente con apparecchiature a sedici canali; se non era disponibile una apparecchiatura a sedici canali, si rimediava cambiando le derivazioni nel corso dellesame, in modo tale da simulare sedici, ventiquattro o pi canali complessivamente (ci implicava un aumento della durata della registrazione). Una delle conseguenze delluso di soli otto elettrodi (quattro per ogni emisfero) che gran parte della superficie cerebrale non viene testata, a causa delleccessiva distanza inter-elettrodica; mentre gran parte della corteccia cerebrale (soprattutto le aree inferiori parieto-temporo-occipitali), sede in molti casi di attivit epilettica, risulta del tutto inaccessibile allindagine. Come descritto meglio in Appendice, pesano molto sugli esami elettroencefalografici le condizioni non ottimali di registrazione: la posizione dei veggenti, le fretta nel montare gli elettrodi, la presenza di varie persone nella sala di registrazione. A ci si aggiunge il fatto che nel contempo vengono effettuati altri rilievi, che chiaramente disturbano lesame elettroencefalografico. Anche lo stato psico-fisico dei veggenti ha certamente influito sulle registrazioni. Per quanto non venga specificato nel report [L-J, p. 20] chiaro che nel caso di Ivan il tracciato di base stato registrato mentre egli recitava le sue preghiere prima dellestasi; dunque, non si tratta esattamente di un tracciato in condizioni di rilasciamento standard. Oltretutto, la situazione sperimentale era del tutto insolita e sostanzialmente non gradita; lambiente non era n insonorizzato n a bassa luminosit; diverse persone circondavano Ivan per rilevare altri segni clinici, disturbandolo. Il pi grosso limite di questo esame comunque la breve durata dellestasi, circa 62 secondi; un tempo assolutamente insufficiente per valutare una qualunque eventuale modificazione rispetto al tracciato di base. Joyeux specifica che durante lestasi Ivan mantiene il ritmo alfa [L-J, 20], che presente anche prima e dopo lestasi [L-J, 55]. Ma ci non basta per descrivere il tracciato. Infatti non viene per nulla precisato se prima dellestasi sia stata esaminata la reazione alla apertura degli occhi n quale eventualmente ne sia stato il risultato; e non viene preci6

Nelle illustrazioni di pag. 56-57 sono presenti solo sette tracce.

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sato in che momento esatto stato effettuato il test della Stimolazione Luminosa Intermittente. Non viene inoltre specificato se Ivan prima dellestasi avesse gli occhi aperti (il che sembra palese, visto che si sono potuti valutare i suoi movimenti oculari). Ci molto importante, in quanto la registrazione (di un solo minuto!) prima dellestasi in effetti una registrazione ad occhi aperti, durante la quale generalmente il ritmo di fondo non ha (o ha solo in parte) caratteristiche di ritmo alfa. Se ne dovrebbe dedurre che lo stato di base di Ivan fosse sempre quello di buon rilasciamento psicofisiologico e che non sia sostanzialmente mutato durante lestasi. Elettroencefalogramma del 6 ottobre su Marija Viene eseguito mentre inginocchiata (per problemi tecnici di lunghezza dei cavi di connessione alle apparecchiature). Le modalit tecniche di registrazione del tracciato sono le stesse dellesame del 10 giugno su 7 Ivan. Vengono applicati 7 elettrodi anzich gli 8 previsti. Secondo Joyeux, questo tracciato (di cui non viene precisata la durata) mostra prima dellestasi un ritmo alfa a 10 c/sec (caratteristico del rilasciamento) alternato a ritmi rapidi beta a 20 c/sec (caratteristici della attenzione e riflessione). Durante lestasi (che dura 1022 secondi) si registra inizialmente un ritmo rapido e poi per circa 65 secondi ancora un ritmo alfa (progressivamente dominante) sincrono sui due emisferi; dopo lestasi riprende il ritmo beta, alternato a ritmo alfa [L-J, 23-24, 55]. La stimolazione luminosa intermittente non induce la comparsa di elementi patologici. In base a ci Joyeux esclude la presenza di anomalie: non sonno, sogno o epilessia; nessuna anomalia cerebrale e/o sintomi patologici [LJ., pp. 23-24]. Commento. Per il tracciato EEG ottenuto su Marija, valgono le stesse obiezioni gi avanzate per lesame condotto su Ivan il 10 giugno. Il dato nuovo sarebbe losservazione che il ritmo alfa predomina progressivamente durante lestasi [L-J, 24]. Ci si pu legittimamente chiedere quale sia lattendibilit di tale dato, frutto di una valutazione soggettiva su di un tracciato di pessima qualit, ma anche in considerazione del fatto (a) che lestasi di Marija durata solo 1022 sec, durante i quali ben difficile valutare ad occhio le quantit percentuali delle varie sequenze di ritmi; (b) che tale affermazione segue di poche righe quella secondo la quale i grafici registrati prima, durante e dopo le apparizioni mostrano solo minime differenze [L-J, 24].

Nelle illustrazioni di pag. 58-61 sono comunque presenti otto tracce.

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legittimo ipotizzare che queste minime differenze, se effettivamente presenti, piuttosto che dallestasi derivino pi facilmente (a) dal puro caso, e (b) da fluttuazioni del grado di attenzione. Elettroencefalogramma del 7 ottobre su Ivanka Viene registrato in condizioni ancora pi insoddisfacenti dei due precedenti. Secondo quanto scrive Joyeux [L-J, 23] venti minuti prima dellestasi cessa improvvisamente lerogazione di corrente elettrica, che riprende solo pochi minuti prima dellestasi. La qualit del tracciato dunque condizionata da una registrazione frettolosa, iniziata pochi minuti prima dellestasi, e protrattasi per soli 80 secondi di estasi e per un imprecisato (probabilmente anchesso molto breve) periodo successivo. In ogni caso, non vengono descritte significative differenze fra queste tre fasi. Cosa dimostrano i tracciati EEG? Ogni valutazione critica dei tracciati EEG ottenuti a Medjugorje fortemente inficiata dalla necessaria selezione del materiale analizzato. Nel corso delle sue missioni, il gruppo di Joyeux esegue, o tenta di eseguire, quattro elettroencefalogrammi. Uno inutilizzabile perch un guasto dellapparecchiatura rende il tracciato illeggibile, due vengono portati regolarmente a termine, un quarto limitato nel tempo per problemi di erogazione della corrente elettrica. I dati di questi tre tracciati sono riportati (sia pure in maniera frammentaria) nel volume, ma solo quelli relativi a due di essi (Ivan e Marija) vengono richiamati nella discussione generale. Il numero estremamente limitato di registrazioni ne limita gi drasticamente il significato; ma esso ridotto ancora pi dalla selezione della porzione di tracciato preso in esame, che alla fine risulta: (a) nel caso di Ivan: circa 180 secondi in tutto, di cui 602 in estasi, e 60 rispettivamente prima e dopo lestasi (b) nel caso di Marija: pochi minuti (non precisati) prima dellestasi e 1202 secondi durante estasi Secondo Joyeux, le due registrazioni eseguite su Ivan e Marija mostrano comunque che [L-J, 64]: (a) i tracciati sono normali e identici nelle tre condizioni di preestasi, estasi, post-estasi; (b) lEEG esclude la presenza di sonno, sogni, epilessia nel giorno del test; (c) alla stimolazione luminosa intermittente non compaiono scariche epilettiche prima, durante e dopo lestasi. Queste conclusioni soddisfano evidentemente la sua ipotesi di partenza, ovvero che i veggenti siano ragazzi del tutto normali, senza segni e sin-

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tomi di malattie neurologiche. Scopo degli esami EEG infatti, secondo Joyeux, innanzitutto quello di escludere patologie organiche ed epilessia, nella presunzione, senza alcun fondamento scientifico, che la assenza di una dimostrabile patologia organica invalidi lipotesi di una origine patologica delle estasi. Con ci, sostanzialmente, egli sorvola sui puri aspetti psicologici e psicofisiologici, che invece sono palesemente quelli fondamentali, giacch le visioni e le estasi sembrano ben collocarsi nel dominio della psiche e non della grossolana funzionalit cerebrale. Un secondo scopo di Joyeux quello di dimostrare che il tracciato EEG ottenuto durante lestasi non differisce sostanzialmente da quello ottenuto al di fuori di essa, onde giungere alla conclusione che lattivit mentale ad essa relativa si situa su di un piano non materiale (e dunque fuori dai confini dellesplorabile scientificamente). Per potere sostenere ci (ammesso che sia possibile) avrebbe per quanto meno dovuto disporre di tracciati di buona qualit e durata; ma quelli complessivamente ottenuti sui veggenti hanno pessima qualit e durata insignificante. Ma anche ammesso che si possano considerare attendibili le letture dei tracciati EEG proposte da Joyeux, e che i dati estrapolati siano comunque rappresentativi dei diversi stati psicofisiologici, vediamo pi in dettaglio le variazioni che vengono descritte fra i diversi periodi.

Come prima osservazione va sottolineato un fatto fondamentale: ovvero che non abbiamo nessuna idea di quale fosse il tracciato di base dei tre ragazzi esaminati in condizioni ordinarie di rilasciamento psicosensoriale. Tale tracciato avrebbe dovuto essere registrato in condizioni il pi possibile ottimali, ed in particolare in orari diversi da quelli delle sedute apparizionarie, giacch lattesa dellapparizione non pu che accrescere la tensione mentale e lo stato di vigilanza dei veggenti, modificandone i ritmi cerebrali. Poich inoltre, a quanto sembra, il tracciato stato ottenuto sempre ad occhi aperti, non stupisce di trovare prima dellestasi un ritmo da veglia non rilassata, ovvero un ritmo beta, misto ad una certa quantit di alfa (espressione invece di veglia rilassata). E non sembra neanche strano che il tracciato con maggiore quantit di alfa sia quello di Ivan, che si era trovato nella migliore condizione sperimentale (maggiore tempo a dispo-

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sizione, nessun problema tecnico al momento dellesame), piuttosto che quello di Marija, e soprattutto quello di Ivanka, incompleto e ottenuto fra varie difficolt tecniche. Durante lestasi, i tracciati di Marija ed Ivanka tenderebbero comunque, secondo Joyeux, a somigliare a quelli di Ivan; e ci appare abbastanza prevedibile, in quanto i tre veggenti raggiungono forse a poco a poco uno stato di migliore rilasciamento psicofisico associato ad un distacco (o disinteresse) dallambiente. Estendere questi pochi inconsistenti dati allintero gruppo dei veggenti non ha alcun senso. N ha senso proporre come rappresentativo un tracciato EEG registrato in un momento nel quale si ha una sovrapposizione di altri test (come nel caso di quello della stimolazione luminosa intermittente, che viene normalmente eseguito inviando sugli occhi chiusi brevi treni di flash, a varie frequenze, e per la cui esecuzione occorrono certamente almeno 30-60 secondi per ogni gruppo di sequenze). Ovviamente il tracciato ottenuto in queste condizioni non pu essere considerato come registrato in stato ottimale di rilasciamento. Eppure, sia nel caso di Ivan che in quello di Ivanka il test sarebbe stato effettuato prima, durante e dopo lestasi! Dunque, nel caso di Ivan, allinterno dei tre successivi periodi di circa un minuto ciascuno di tracciato EEG compresa la risposta al test della stimolazione luminosa intermittente, che in teoria dovrebbe occupare almeno met di questo tempo di registrazione. Va ancora peggio nel caso di Marija, perch nei 1202 secondi di estasi non solo viene eseguita la stimolazione luminosa intermittente, ma vengono effettuati anche altri test. A prescindere da tutto ci, escluse alterazioni patologiche, ed escluse sostanziali variazioni in corso destasi, la normalit del tracciato indica qualcosa? Quasi certamente no. Nella maggioranza dei tracciati ottenuti in soggetti con patologia psichiatrica non si evidenziano infatti anomalie di alcun genere, o eventualmente solo particolari distribuzioni dei ritmi normali (per lo pi evidenti solo mediante una specifica analisi strumentale sulle frequenze), in dipendenza dallo stato psicologico del momento (ansia, quiete, rilasciamento, etc). Ma anche nei soggetti con nevrosi, e negli isterici, non troviamo mai elementi che li differenzino dai sani. Se dunque lestasi (o la visione) non legata ad alterazioni strutturali del cervello, come appare ovvio, la presenza in un veggente di un breve tracciato nei limiti della norma non pu fornire alcuna utile informazione scientifica, in un senso o nellaltro.

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Test uditivi
Poich durante lestasi i veggenti sembrano ignorare lambiente e le persone circostanti, Joyeux vuole verificare se ci abbia un corrispettivo neurofisiologico. A tal fine vengono saggiati due canali sensitivi: quello uditivo e quello visivo. Le indagini sul sistema uditivo vengono programmate per rispondere a due quesiti: (a) i recettori uditivi sono normali?, e (b) come funzionano le vie acustiche durante lestasi, visto che i veggenti affermano di udire una voce femminile che nessun altro sente? Ci troviamo in presenza di una allucinazione visiva? [L-J, 68]. Vengono eseguite due prove: (a) una oggettiva, lo studio dei potenziali evocati acustici del tronco encefalico, e (b) una soggettiva, la reazione comportamentale ad un rumore. Per registrare i potenziali evocati acustici del tronco encefalico, viene usata una apparecchiatura modello PEA 1010 (RACIA). Il potenziali evocati acustici del tronco encefalico sono costituiti da una serie di onde registrate da elettrodi posti sulla superficie del cranio, che riflettono lattivazione di vari tratti della via uditiva a partire dalla coclea e fino al tronco 8 dellencefalo; con essi non viene in alcun modo esaminata la restante via uditiva (fino alla corteccia cerebrale). Lesame viene eseguito solo su Ivan, il 29 dicembre, e su di un solo orecchio (mentre laltro riceve un ru9 more bianco). Vengono Ivan durante lo studio dei potenziali ricavate solo due tracce: evocati acustici del tronco encefalico una prima dellestasi, erogando uno stimolo di 70 dB, ed una durante lestasi, erogando un suono di 90dB (frequenza di stimolo 30 c/sec; polarit alternante; media di 1600 stimoli; tempo di analisi 12.5 msec). I tracciati confermano una normale conduzione nervosa lungo la via uditiva (il nervo uditivo trasmette lo stimolo sonoro, [L-J, 26]), sia di base che durante lestasi. In entrambi i casi, lintervallo I-V viene valutato 4.6 msec.

Vedi Appendice A. Che il destro secondo [L-J, 68] e [L-J, 70], ed invece il sinistro secondo la didascalia di [L-J, 69].
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Per quanto riguarda la valutazione soggettiva della via uditiva, Joyeux riporta che Ivan prima dellestasi reagisce ad uno stimolo di 70 dB, mentre durante lestasi non reagisce ad uno stimolo di 90dB (equivalente al rumore di un motore a scoppio ad alto regime) e, interrogato dopo lestasi, sostiene di non avere sentito nulla. Dunque, secondo il gruppo di Joyeux: (a) la via uditiva organicamente e funzionalmente normale [LJ, 70] (b) durante lestasi vi era una disconnessione della via uditiva giacch Ivan durante la recitazione delle preghiere in corso di estasi non sentiva nulla [L-J, 70]. Infatti egli ha riferito di non avere affatto percepito il suono erogato durante lestasi, n gli esaminatori avevano notato in lui alcuna reazione di sorpresa. Ci indica che la corteccia non stata raggiunta [L-J, 26)]. (c) La forma regolare del grafico esclude allucinazioni uditive di tipo epilettico [L-J, 70]. Commento. I potenziali evocati acustici del tronco encefalico non hanno, in questa ricerca, alcun significato, se non quello di dimostrare lintegrit della prima parte della via uditiva. Si tratta dunque di un esame assolutamente inutile, in quanto assolutamente palese che Ivan sente normalmente. Vale comunque la pena di soffermarsi su di esso, per sottolinearne la pessima qualit tecnica [vedi: Appendice A]. In quanto alla seconda pare dellindagine, essa appare francamente risibile. Si chiede ad Ivan se ha sentito un rumore erogato a 70dB prima dellestasi ed un rumore erogato a 90 dB durante lestasi; ma palese che egli poteva rispondere quello che pi gli piaceva. In ogni caso, sulla base delle risposte ottenute, Joyeux sostiene arbitrariamente che la corteccia non stata raggiunta [LJ, p. 26], con evidente confusione anche fra (a) arrivo del segnale alla corteccia, (b) sensazione uditiva (c) percezione uditiva. Nel soggetto normoudente, infatti, lo stimolo uditivo raggiunge sempre la corrispondente corteccia; il mancato occasionale raggiungimento sarebbe davvero un miracolo. Ma la prova dellavvenuta percezione non pu essere soggettiva, se vi sospetto di inganno. Si pu e si deve piuttosto ricorrere quanto meno allo studio dei potenziali evocati uditivi corticali, che segnalano proprio larrivo del segnale alla corteccia (oltre che la sua successiva elaborazione); un esame che poteva essere effettuato a Medjugorje con la stessa apparecchiatura utilizzata per i potenziali evocati uditivi del tronco encefalico. Al di l di questa banale considerazione, occorre aggiungere anche qualche forte perplessit di tipo tecnico. I potenziali evocati acustici del tronco encefalico vengono infatti normalmente eseguiti eseguendo per prima (o esclusivamente) una stimolazione con toni puri o burst erogati

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a frequenza di almeno 20/sec e ad intensit di 70-80 dB; per ottenere in modo ottimale ogni singola traccia occorrono circa 40-60 secondi. In tali condizioni, il soggetto esaminato non prova generalmente alcun disagio; sia perch in effetti il suono non disturba granch, sia perch egli si abitua facilmente allo stimolo ripetitivo che diviene monotono. Certamente Ivan non poteva dunque essere eccessivamente disturbato da un suono a 90 dB, che facile ignorare. Anche perch, il test a 90 dB viene praticato poco dopo quello a 70dB, e dunque egli gi abbastanza assuefatto al tipo di stimolazione. In quanto alle allucinazioni uditive di tipo epilettico, lo studio dei potenziali evocati acustici del tronco encefalico non pu assolutamente fornire alcuna indicazione; n pu fornirla circa la condizione di attenzione, sonnolenza, veglia o sonno. Nelle sindromi epilettiche non si riscontrano infatti alterazioni dei potenziali evocati acustici del tronco encefalico, a parte quelle eventualmente legate alla neurotossicit dei farmaci antiepilettici.

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Test cardiovascolari
La studio funzionalit cardiovascolare nei veggenti stato programmato in base alla constatazione che nel corso delle estasi si evidenziano solitamente chiari segni di attivazione del sistema neurovegetativo, con modificazione di alcuni parametri funzionali (principalmente: frequenza cardiaca, pressione arteriosa, respiro, diametro pupillare, sudorazione). Per misurare la frequenza cardiaca stato impiegato un elettrocardiografo modello Cardiostat 701 Siemens [L-J, 66], che ha due canali di registrazione su carta (come evidente in base ai tracciati [L-J, 67]). Non viene comunque precisato da Joyeux quale sia il metodo di misurazione della frequenza cardiaca, ovvero quante volte sia stata determinata e sulla media di quante pulsazioni. Lesame viene eseguito su Ivanka il 10 giugno, su Vicka il 6 ottobre e su Marija e Ivan il 7 ottobre.

Nel caso di Ivan viene precisato che i valori si riferiscono a successive misurazioni [L-J, 66]. Infatti, le rilevazioni del 7 ottobre a quanto pare sono state effettuate con due diversi metodi: per Marija tramite lunico lelettrocardiografo disponibile (e dunque realizzando un vero monito10 raggio continuo), ma per Ivan solo attraverso uno sfigmomanometro.

Per misurare la pressione arteriosa viene impiegato un oscillometro automatico modello Critikon-Dinamap-Tm. Anche in questo caso non viene tuttavia precisato quante determinazioni vengano effettuate, ma solo riportati dei valori medi prima, durante e dopo lestasi. Conclusioni Secondo Joyeux, (a) gli elettrocardiogrammi del 6 e 7 ottobre ci permettono di affermare che la contrazione del cuore normale e regolare (sinusoidale), ovvero non si registrano aritmie (come ad esempio
Il ritmo cardiaco stato calcolato a partire dai grafici dellelettrocardiogramma e dalle registrazioni con il bracciale per la pressione [L-J, 66-67].
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le extrasistoli). Il ritmo aumenta e rimane alto nel minuto che segue lestasi [L-J, 67]. (b) durante tutto lo studio il ritmo accelerato e rimane sempre sopra i 90/sec; (c) durante lestasi la frequenza diminuisce lievemente in Ivanka e Marija, ed aumenta lievemente in Vicka e Ivan. Questi risultati non vengono ritenuti significativi, poich indicano una differenza nel comportamento emozionale se si ammette - come probabile - che il periodo dellestasi, inclusa la preparazione ed il tempo immediatamente successivo, rappresenta un evento che sempre nuovo e paranormale per i veggenti [L-J. 68]. Per lo stesso motivo non vengono giudicate significative le variazioni della pressione arteriosa. Commento. Per quanto riguarda la frequenza cardiaca, occorrerebbe mettere in evidenza innanzitutto non le variazioni della frequenza stessa, ma i valori in s: sempre piuttosto elevati rispetto a quelli attesi in base allet dei veggenti. Ci indica indiscutibilmente che i tre ragazzi, durante tutto il tempo degli esami, si trovavano in uno stato di aumentato tono simpatico, che potrebbe anche derivare da una condizione di ansia o agitazione. Il che non sarebbe inatteso, visto che, ad esempio, il 6 ottobre Vicka e Ivanka arrivano sul posto solo 15 minuti prima della apparizione e prima di applicare loro le apparecchiature gli esaminatori debbono vincere ancora una volta le loro resistenze. Inoltre, per i ragazzi, la situazione sperimentale non assolutamente piacevole, come ammette lo stesso Joyeux; e dunque non affatto strano che i loro parametri cardio-vascolari ne risentano (a misura delle caratteristiche psicologiche di ciascuno). Le variazioni di segno opposto della frequenza cardiaca durante lestasi (aumento per Vicka e Ivan; dimuzione per Ivanka e Marija) riflettono probabilmente (come sostiene Joyeux) un diverso stato emozionale, ma meriterebbero anchesse una qualche considerazione. Non chiaro infatti il perch si sia sottolineato il modesto incremento dellalfa nellelettroencefalogramma registrato durante lestasi, e non debbano invece meritare interesse le variazioni della frequenza cardiaca (circa il 35%, ad esempio, nel caso di Ivan, partendo da una frequenza di base gi alta). In ogni caso, queste variazioni sono complessivamente di modesta entit percentuale e soprattutto di segno opposto; dunque solo per questo di dubbio significato. Per quanto riguarda la pressione arteriosa, Joyeux non sembra per nulla incuriosito dal fatto che essa diminuisca un poco sia in Ivanka che in Ivan, nonostante il comportamento opposto della frequenza cardiaca.

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Ed infine sorprendente (ed una grave pecca metodologica) che nessuno abbia posto il problema di registrare i parametri cardio-circolatori di base, in altri momenti della giornata.

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Test oculari
Vengono eseguiti solo durante la terza e quarta missione, e sono gli unici fra i test strumentali (assieme a quelli uditivi) ad essere eseguiti direttamente da uno specialista della materia. Fondo oculare In mancanza di precise indicazioni ovvio ritenere che sia stato effettuato con un comune oftalmoscopio. Nelle sei osservazioni eseguite (Marija e Ivanka due volte ciascuna; Vicka e Ivan una volta ciascuno) risultato sempre normale, sia prima che dopo lestasi. Commento. Questa modalit desame, che la norma nella pratica clinica (ed in particolare in ambito neurologico), non pu certo soddisfare a fini di ricerca, se si intende eliminare con certezza una patologia oculare che possa giocare un ruolo nelle apparizioni. Non basta escludere la possibilit di un edema papillare, quale presente nei tumori cerebrali, ma occorrerebbe essere certi anche dellassenza di patologie di pi difficile visualizzazione; cosa che si pu fare solo con strumentazioni pi complesse. Sorprende comunque limportanza data a questo esame, per quanto attiene alla comparazione fra prima e dopo lestasi, come se lestasi potesse ipoteticamente determinare una patologia oculare alla stregua di una luce intensa, o di altro agente lesivo. Movimenti oculari I movimenti oculari vengono in un primo tempo semplicemente osservati attraverso le registrazioni video del 6 e 7 ottobre, nelle quali sono frequenti prima e dopo lestasi, mentre mancherebbero durante lestasi. Questo rilievo induce il gruppo a programmare per la successiva missione uno studio strumentale specifico (la elettro-oculografia). Occorre in ogni caso tenere presente che durante lestasi del 6 ottobre viene eseguito anche il riflesso foto motore; e che il 7 ottobre, oltre al riflesso foto-motore, vengono eseguiti anche il test dello schermo, il riflesso oculomotore ed il blink-reflex. Elettro-oculogramma Consiste nella registrazione dei movimenti oculari tramite elettrodi collocati in corrispondenza dei due occhi; la registrazione avviene su carta, su due tracce. Viene eseguito una sola volta, il 28 dicembre, registrando simultaneamente su Ivan e Marija. Secondo i ricercatori, i movimenti oculari dei due veggenti (a) cessano quasi simultaneamente allinizio dellestasi, (b) mancano del tutto durante lestasi (mentre si registrano ancora i movimenti dovuti alla gesti-

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colazione ed al parlato), (c) riprendono alla fine dellestasi quasi simultaneamente. La cessazione dei movimenti oculari allinizio dellestasi costituirebbe una forte indicazione dellobiettivit della apparizione (L-J, p. 25). Commento. I movimenti oculari sono assolutamente volontari, almeno nel senso che derivano da un preciso intento di guardare qualcosa in una certa direzione. La loro assenza pu indicare che si guarda fisso qualcosa, come anche che si guarda nel vuoto in una direzione costante; il che perfettamente normale. Per gli esaminatori i due soggetti avrebbero guardato fisso Registrazione laddove cera qualcosa di invisibile agli dellelettro-oculogramma altri. Ma la quasi sincronia fra Ivan e Marija nulla prova di sovrannaturale, potendo risultare da un segreto accordo fra di loro, e dipendere da un segnale convenuto; e questa eventualit lelettro-oculogramma non la pu in alcun modo escludere. Convergenza dello sguardo In base alle riprese video del 28 e 29 dicembre viene stabilito che durante lestasi lo sguardo dei veggenti converge repentinamente e simultaneamente verso uno stesso punto [L-J, 65] e l si mantiene durante lestasi. Ci dimostrerebbe che essi guardano realmente e nello stesso momento un oggetto reale, non visibile da altri, e posto nello spazio esterno al loro corpo. Commento. Anche questo rilievo non prova nulla di sovrannaturale. Gi altri medici che si erano recati a Medjugorje lo avevano segnalato; ma avevano anche precisato che lo sguardo dei veggenti convergeva sempre verso qualcosa di ben definito, come un crocifisso posto sul muro. In quanto alla simultaneit dei movimenti, essi in effetti non sarebbero poi precisamente tali, e comunque non deve essere difficile per i veggenti elaborare una strategia in proposito. Riflesso foto-motore Il riflesso foto-motore la contrazione della pupilla in risposta ad uno stimolo luminoso. Si tratta di una reazione assolutamente involontaria, sempre presente nei soggetti normali, il cui scopo quello di variare lintensit dellilluminazione della retina.

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La sua normale presenza prima, durante e dopo lapparizione viene verificata su Marija e Ivanka il 6 ottobre e ancora su Marija il 7 ottobre. Commento. La presenza del riflesso foto-motore dimostra sostanzialmente una normale funzionalit delle vie del sistema nervoso autonomo che lo sottendono (ed in tal senso il suo risultato del tutto opposto a quello precedentemente riportato dalla dr.ssa Magatti). Non fornisce invece alcuna indicazione sulla funzionalit di altre parti del sistema nervoso centrale e sulle attivit nervose superiori. Un suo diverso comportamento durante lestasi rispetto alle condizioni di base avrebbe invece un importante significato: giacch dimostrerebbe che durante lestasi si prodotta una profonda alterazione funzionale del meccanismo neurologico che lo regola. Ammiccamento spontaneo Normalmente, nel soggetto in stato di veglia, le palpebre si chiudono, per un brevissimo istante, ogni 2-10 secondi, per far s che il secreto lacrimale si distribuisca sulla intera superficie corneale, umettandola, e dunque prevenendone lessiccamento. Si tratta di un movimento solo parzialmente involontario, che pu essere facilmente inibito, anche per tempi relativamente lunghi. A Medjugorje (ma solo quattro volte) si contato il numero di ammiccamenti prima, durante e dopo lestasi per un periodo di identica durata [L-J, 64], ovvero durante 120x3 secondi il 6 ottobre e durante 80x3 secondi il 7 ottobre. I valori riportati in tabella sono espressi da Joyeux come ammiccamenti per minuto.

Secondo Joyeux, durante lestasi lammiccamento spontaneo ridotto o assente. Pi esattamente cessava totalmente in Vicka [L-J, 27], mentre era ridotto pi della met in Ivanka e Marija. Per quanto riguarda Ivan, Joyeux una volta scrive che lammicca-mento manca durante lestasi [L-J, 64] mentre unaltra volta scrive che talora manca [L-J. 27], come se il conteggio fosse stato fatto anche in altre occasioni ma non riportato. Commento. Anche in questo caso le obiezioni sono numerose e serie.

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Innanzitutto non viene precisato se i valori di riferimento siano stati calcolati subito prima e subito dopo lestasi, oppure in momenti pi lontani. Ma soprattutto, la scarsit dei dati raccolti non permette generalizzazioni: solo quattro determinazioni, per un totale di 360 secondi di estasi; e solo in due casi si ha vera scomparsa dellammiccamento spontaneo. Ma nel caso di Vicka il valore base gi piuttosto basso e certo non doveva essere difficile per lei impedire del tutto lammiccamento per un cos breve tempo, con un piccolo sforzo volontario. Nel caso di Ivanka e Marija i valori si dimezzano durante lestasi, ma 10 e 7 ammiccamenti per minuto sono valori normali; mentre non lo sono gli elevati valori preestasi e post-estasi, che non possono certo costituire la base normale personale di riferimento. In definitiva, lunico dato che potrebbe avere un qualche significato quello di Ivan, che per lascia ancora pi perplessi rispetto al comportamento di Vicka. Il Blink-reflex Consiste un una rapida chiusura degli occhi in reazione ad uno stimolo, quale il toccamento della cornea o un flash luminoso. Il suo scopo principale quello di proteggere la superficie dellocchio da oggetti estranei e dalla luce intensa; ma pu essere provocato anche da suoni intensi o dalla stimolazione elettrica della cute del viso. La genesi del blink-reflex pi complessa di quella del riflesso fotomotore giacch vi sono implicate molte vie nervose e varie strutture dellencefalo; ed infatti una caratteristica importante del blink-reflex che esso in parte pu essere inibito, soprattutto in condizioni di aumentata attenzione o vigilanza. A Medjugorje viene testato solo il blink-reflex da stimolo luminoso intenso; ma nel report non vengono in alcun modo precisati i parametri sperimentali, se si eccettua lindicazione che stata adoperata una luce estremamente forte [L-J, 24]; n viene riferito quanti stimoli siano stati erogati ogni volta e per ognuna delle condizioni di esame (prima, durante e dopo lestasi). Di fatto lesame viene eseguito solo il 7 ottobre, quando vengono esaminati Ivan, Ivanka e Marija. In loro il blink-reflex presente prima e do11 po lapparizione, mentre assente durante lapparizione.

Joyeux scrive: I riflessi foto-motori diretti e coscienti (i riflessi simultanei simmetrici dei due occhi) sono normali e simmetrici prima, durante e dopo lestasi per Ivan, Marija e Ivanka il 7 ottobre [L-J, 64]. Poich usa il termine coscienti chiaro che si riferisce al blink-reflex e non al riflesso foto-motore, che assolutamente incosciente. Si tratta di uno dei non pochi errori presenti nel testo.
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Commento. Il blink-reflex ottenuto con stimolazione luminosa intensa non ha lo stesso valore clinico del riflesso foto-motore, in quanto risente dellattivit modulatoria del sistema nervoso centrale ed in modo rilevante dello stato di attenzione del soggetto, che pu impedire volontariamente lammiccamento. In tal senso, la sua eventuale soppressione durante lapparizione, non significa necessariamente che nei veggenti sia avvenuto qualcosa a livello neurofisiologico che ne abbia modificato la risposta allo stimolo perturbante ed indipendentemente dalla loro volont; in quanto proprio il prestare intensa attenzione a qualcosa riduce o inibisce il riflesso. In tal senso, il diverso comportamento del riflesso motore e del blink-reflex durante lestasi rientra assolutamente nella normalit. Test dello schermo Il test dello schermo consiste nel porre davanti agli occhi del veggente, durante lestasi, un semplice cartoncino, chiedendogli successivamente se lo ha visto. Il 7 ottobre Marija e Ivanka riferiscono di non avere visto lo schermo, e che esso non ha interferito con lapparizione. Commento. Fra tutti i test eseguiti a Medjugorje questo probabilmente il meno scientifico: (a) perch la sola risposta dei veggenti non ha alcuna attendibilit, e (b) perch non viene presa in considerazione lipotesi pi ragionevole, ovvero che i veggenti guardino un oggetto interno (cio presente nella loro mente), tanto vero che lapparizione avviene lo stesso sia ad occhi aperti che ad occhi chiusi. Piuttosto che guardare la Madonna, chiaro che i veggenti fissano semplicemente un punto sulla parete, per facilitare la propria concentrazione; e che comunque possono fare anche a meno di questo riferimento.

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Studio dei movimenti laringei


Il 28 dicembre Ivanka viene sottoposta ad un esame della funzionalit laringea, programmato per rispondere a due quesiti: (a) perch e come le voci dei veggenti divengono inudibili allinizio dellestasi [L-J, p. 26], e (b) se i muscoli laringei si attivano durante la preghiera labiale, visto che la gesticolazione facciale non soppressa. Lesame non comporta la diretta registrazione dellattivit muscolare laringea, la cui presenza o assenza viene determinata invece ricorrendo ad una misurazione indiretta: quella delle variazioni dellimpedenza acustica legate allattivit dei muscoli peristafilini, che a loro volta si attivano in concomitanza dei movimenti della laringe. In base a queste variazioni, viene stabilita: (a) la presenza di movimenti laringei nel corso della preghiera prima dellestasi, (b) la loro assenza durante la prima fase dellestasi, quando sono visibili i soli movimenti labiali, (c) una ripresa dellattivit laringea durante la recita del Padre Nostro durante lestasi, (d) una nuova scomparsa nel proseguimento dellestasi, ed (e) un ritorno alla normalit nel parlato dopo lestasi. A livello solo ispettivo, analogo comportamento sarebbe stato riscontrato (frequentemente e con chiarezza) in Vicka; in minore misura negli altri veggenti [L-J, 28]. Secondo Joyeux, la persistenza dei movimenti labiali in assenza di quelli laringei permette anche di escludere una catalessia. Commento. Nel caso specifico dei veggenti di Medjugorje, questo test sembra francamente inconcludente. Lassenza di movimenti laringei non ha nulla di straordinario, proprio perch nel frattempo non vengono emessi suoni. Levidente movimento delle labbra va inteso piuttosto come semplice gesticolazione; che pu anche essere involontaria, ma della quale lecito sospettare che si tratti di cosciente simulazione di un parlato, non sconfessabile con la strumentazione impiegata.

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Le conclusioni del gruppo di Joyeux


Joyeux ed i suoi collaboratori ritengono i dati ottenuti nelle quattro missioni a Medjugorje non esaustivi, ma comunque di grande interesse; e tali da potere affermare con certezza che prima, durante e dopo lestasi non si sono evidenziati segni clinici simili a quelli osservati durante allucinazioni individuali o collettive, isteria, neurosi o estasi patologica [L-J, 53]. Particolare valore avrebbero i dati riguardanti lelettroencefalogramma, i potenziali evocati acustici del tronco encefalico, e lelettro-oculogramma. Essi dunque affermano: (a) i risultati che abbiamo ottenuto ci forniscono basi sufficienti per una conclusione scientifica seria [L-J, 72]; (b) a Medjugorje si verificherebbe un fenomeno funzionale, in virt del quale possibile una comunicazione oggettiva indipendente dalle normali vie sensoriali; (c) lincontro con la Madonna la pi ovvia spiegazione di tale fenomeno giacch lo studio medico non prova n contraddice tale evidenza [L-J, 126]. Ma non solo: ancor meglio degli studi medici, i criteri cristiani (stabilit, preghiera, carit, santit, progresso spirituale dei veggenti, frutti spirituali) consentono di ritenere autentico questo incontro. Nei veggenti mancano segni clinici di allucinazione, isteria, neurosi, catalessia Secondo il gruppo di esaminatori, in base al comportamento dei veggenti possibile affermare che non ci sono in loro segni clinici di allucinazione. N essi, prima o durante lestasi, si trovano in una condizione di addormentamento, che potrebbe favorire la comparsa di allucinazioni. Il comportamento dei veggenti appare del tutto dissimile da quello degli isterici, che esibiscono una personalit immatura, sono desiderosi di mettersi in evidenza, vengono facilmente influenzati dagli altri, e falsificano gli elementi della loro esistenza [L-J, 54]. I veggenti non avrebbero alcuno dei comuni segni indicativi di neurosi. N sarebbero affetti da catalessia, poich durante le estasi (a) non vi perdita del tono muscolare, (b) sono sempre possibili i normali movimenti volontari, e (c) viene mantenuta la normale gesticolazione. Latteggiamento dei veggenti dipenderebbe dal solo stato di preghiera. Sintesi degli esami sulle funzioni visiva e uditiva Secondo il gruppo di Joyeux [L-J, 65]: la normalit del fondo oculare esclude ogni anomalia organica (sia oculare che cerebrale) esclusa la possibilit che un danno dei recettori sensoriali o dellarea circostante possa causare delle allucinazioni visive;

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il sistema oculare anatomicamente e funzionalmente normale; lestasi non sopprime il riflesso pupillare; lestasi inibisce il riflesso di chiusura degli occhi in reazione ad un intenso stimolo luminoso; il blink-reflex totalmente assente in due soggetti e meno frequente in altri due; allinizio dellestasi i movimenti oculari cessano quasi simultaneamente (entro 0,2 sec) in tutti i veggenti; riprendono poi quasi simultaneamente alla fine dellestasi; uno schermo piazzato davanti ai veggenti non compromette la loro visione dellapparizione; lo sguardo di tutti i veggenti converge sempre verso uno stesso punto. Per quanto riguarda la funzione uditiva, con assoluta incoerenza, da una parte Joyeux include la mancata percezione dello stimolo acustico durante lestasi fra i dati soggettivi [L-J, 72], dallaltra sottolinea linibizione della funzione uditiva che dimostrata dal fatto che Ivan afferma di non udire allorch sono applicati al suo orecchio 90dB [L-J, 74], dunque con dignit di prova oggettiva. Durante lestasi vi una disconnessione dal mondo esterno La posizione di Joyeux su questo punto non sembra molto ben delineata. In linea di massima egli afferma con decisione che lo stato di estasi contrassegnato da una disconnessione sensoriale dal mondo esteriore [L-J, 27], ma pi volte questa certezza sembra minore: noi concludiamo che la percezione visiva del mondo intorno sembra svanire durante lestasi [L-J, 25]. I canali testati ai fini di dimostrare questa disconnessione sono quello tattile-dolorifico, quello uditivo e quello visivo. In effetti risulterebbe che: (a) gli occhi dei veggenti restano aperti ma sembrano meno sensibili alla luce; la pupilla si contrae in presenza della luce ma non c blinkreflex [L-J, 25]; (b) a livello uditivo, il nervo acustico continua a trasmettere suoni, ma questi suoni non raggiungono la corteccia [L-J, 27]; (c) per quanto riguarda la sensibilit cutanea, durante lestasi i veggenti non sentono punture, pizzicotti o altri interventi. La visione oggettiva La teologia ha sempre operato una certa distinzione fra visioni oggettive e visioni soggettive. I componenti del gruppo di Joyeux (tutti cattolici praticanti) credono alla sincerit dei veggenti, considerano le visioni un evento reale, e ritengono che se ne potrebbero fornire prove oggettive, lasciando ai fatti soggettivi un ruolo secondario.

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I dati soggettivi in favore di un reale evento apparizionario a Medjugorje sarebbero: il test dello schermo, secondo il quale la visione non compromessa e dunque non viene usata la normale via visiva [L-J, 72]; il test dei Potenziali Evocati Uditivi: secondo i quali durante lestasi la via uditiva rimane normale ma non viene usata [L-J, 72]. I dati oggettivi sarebbero invece: la convergenza dello sguardo dei veggenti, durante lestasi, verso un unico punto; la simultaneit della cessazione dei movimenti oculari allinizio dellestasi; la simultaneit dei movimenti del capo e degli occhi allorch la visione scompare; la soppressione del blink-reflex in risposta ad uno stimolo luminoso intenso; la cessazione della funzione della laringe senza modificazione dei muscoli che controllano la gesticolazione [L-J, 74]; Le conclusioni sarebbero dunque queste: i dati raccolti sembrano confermare che la visione oggettiva; le modalit della visione non sono le medesime della percezione ordinaria; questa modalit di percezione non ordinaria anchessa oggettiva, ma non misurabile con i test impiegati, che tuttavia non la escludono [L-J, 72]; durante lestasi certi parametri fisiologici restano normali; durante lestasi la corteccia cerebrale non percepisce n la stimolazione uditiva n quella visiva provenienti dallambiente circostante [L-J, 73]; durante lestasi si verifica il paradosso di una comunicazione oggettiva indipendente dalle normali vie sensitive [L-J, 126]; se quello delle estasi di Medjugorie fosse un fenomeno patologico, i test avrebbero senza dubbio fornito prova di ci [L-J, 130]; il fenomeno delle apparizioni di Medjugorje [] scientificamente inspiegabile [L-J, 74].

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Valutazione critica del materiale di Joyeux


Il lavoro del gruppo di Joyeux assolutamente insoddisfacente sia dal punto di vista clinico, sia per quanto riguarda i test strumentali. E lo , in entrambi i casi, (a) per una scorretta impostazione legata a presupposti teologici, (b) per una inadeguata programmazione, (c) per carenze nella raccolta dei dati e nella loro interpretazione, (d) per linfondatezza delle conclusioni. Quale il valore di alcuni dati clinici? Viene pi volte sottolineata da Joyeux una assoluta normalit dei veggenti, francamente non dimostrata e probabilmente indimostrabile. Il cosiddetto esame clinico, infatti, assolutamente banale e superficiale: non vengono in alcun modo approfondite le caratteristiche psicologiche di ciascuno; n vengono efficacemente ricercati eventuali aspetti psichiatrici. Del resto, del gruppo francese non fanno parte n psicologi n psichiatri. Joyeux giunge addirittura a sostenere che in ultima analisi non necessario essere un medico per accertarsi che questi ragazzi sono normali e sani nella mente, nellanima e nel corpo [L-J, 72]. Quali sono il valore ed il significato degli esami strumentali? Allepoca in cui Joyeux imposta la sua ricerca sui veggenti di Medjugorje mancano nella letteratura medica convincenti studi sullestasi; e daltra parte non vi sufficiente interesse scientifico per questo fenomeno. Ben diverso il caso dei test che studiano la funzionalit neurovegetativa (frequenza cardiaca, frequenza del respiro, risposte elettrodermiche cutanee), e che sono alla base dellutilizzo in ambito giudiziario della cosiddetta macchina della verit, nella presunzione che le risposte neurovegetative differiscano fra coloro che dicono la verit e coloro che intenzionalmente asseriscono il falso. Ma in realt non esiste nessun consenso scientifico su questi aspetti, giacch i soggetti di un gruppo forniscono spesso dati corrispondenti a quelli convenzionalmente creduti tipici dellaltro. In pratica, buona parte dei test di Joyeux, anche nellipotesi che fossero stati tecnicamente condotti nel migliore dei modi (il che non dimostrato) gi in partenza scientificamente inaffidabile ed invalidabile. Gli esami strumentali a cui sono stati sottoposti i veggenti sono oltre che scarsamente specifici (come i test cardiovascolari) anche poco sensibili

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(come ad esempio lo studio dei potenziali evocati acustici, o lesame del fondo oculare). E la cattiva qualit delle registrazioni strumentali, gi evidente negli elettrocardiogrammi, assolutamente inaccettabile per quanto riguarda gli elettroencefalogrammi ed il potenziale evocato acustico del tronco encefalico. Alcuni esami (peraltro i meno significativi) sono stati eseguiti su pi di un veggente o ripetuti in uno stesso; ma altri esami sono stati condotti su di un solo veggente ed una sola volta. Per cui illogico pretendere, come hanno invece fatto gli esaminatori, di generalizzarne i risultati. Ma il problema maggiore resta lindebita utilizzazione di questi dati, per supportare una presunta realt apparizionaria e la straordinariet delle cosiddette estasi. La sovrapposizione dei test Durante le sedute del 6-7 ottobre alla contemporanea registrazione dellEEG e dei parametri cardio-vascolari (usuale in ambito diagnostico) si sarebbero aggiunti diversi altri test, di cui vengono forniti i risultati prima, durante e dopo lestasi.

Esami eseguiti durante uno stesso periodo di estasi. EEG: elettroencefalogramma - SLI: stimolazione luminosa intermittente - PA: pressione arteriosa - FC: frequenza cardiaca ECG: elettrocardiogramma FM: riflesso foto-motore BR: blink-reflex TS: test dello schermo

Dal testo di Laurentin & Joyeux risulta infatti che, durante i 1202 secondi di estasi del 6 ottobre: Marija, durante la registrazione dellelettroencefalogramma, viene sottoposta a stimolazione luminosa intermittente (che fa pare dellesame EEG) ed al riflesso foto-motore; Durante gli 80 secondi di estasi del 7 ottobre: Ivanka durante la registrazione dellelettroencefalogramma (con stimolazione luminosa intermittente), viene sottoposta al blink-reflex ed al test dello schermo;

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Ivan viene sottoposto contemporaneamente alla misurazione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa ed al blinkreflex; Marija viene sottoposta alla misurazione della frequenza cardiaca, e contemporaneamente al riflesso foto-motore, al blinkreflex ed al test dello schermo. Ci pone seri problemi metodologici. Infatti: (a) che affidabilit pu avere un esame condotto in condizioni non ideali e presumibilmente in modo assolutamente sommario?, e (b) che valore pu avere un esame condotto nel corso di altri che ne possono alterare i risultati? Ci vale soprattutto per lesame elettroencefalografico, che non pu non essere stato influenzato dalla contemporanea esecuzione degli altri test, che sono certamente disturbanti dello stato di rilasciamento del soggetto (anche se Joyeux afferma che durante lestasi c disconnessione sensoriale, dal punto di vista sperimentale non si pu assumere ci come un dato di partenza). Inoltre, la giustapposizione di quattro test in appena 80 secondi implica la necessit di eseguirli con rapidit (se non con frettolosit) e dunque: (a) il Blink-reflex ed il riflesso foto-motorio non possono che essere testati poche volte o addirittura una sola volta (il che basta nel caso del riflesso foto-motore, ma non nel caso del blink-reflex), e (b) il test della stimolazione luminosa intermittente necessariamente breve e probabilmente include solo una o due frequenze, il che ne limita fortemente la sensibilit. La sopravvalutazione dellelettroencefalogramma I tre EEG eseguiti risulterebbero normali e non mostrerebbero segni di epilessia, di allucinazione, di sonno o sogno. Ma questo giudizio viene emesso sulla base di soli due tracciati: il primo della durata di circa tre minuti complessivi, suddivisi in eguale misura fra prima, durante e dopo lestasi; il secondo di durata non precisata ma probabilmente abbastanza simile. La durata complessiva in fase di estasi dunque di circa soli 200 secondi, assolutamente insufficienti, vista anche la pessima qualit delle registrazioni, a confermare o escludere alcunch. Ma neanche utili a farsi almeno una prima idea delle possibili differenze fra tracciato ordinario e tracciato in fase di estasi. In ogni caso, lelettroencefalogramma non utile in alcun modo per escludere una allucinazione. Lipotesi della disconnessione sensoriale Durante lestasi i veggenti perderebbero la normale percezione uditiva, come dimostrerebbero i risultati ottenuti su Ivan, giacch (a) i suoi potenziali evocati acustici del tronco encefalico erano assolutamente nor-

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mali prima e durante lestasi, e (b) egli ha riferito di avere sentito un suono di 70 dB prima dellestasi e di non avere sentito un suono di 90 dB durante lestasi. La tesi talmente risibile da non meritare ulteriori commenti. Ma, a parte ci, come si pu generalizzare questa presunta prova, dandola per buona anche per gli altri veggenti? Qualche dato scientifico accettabile si sarebbe potuto ottenere studiando per lo meno i potenziali evocati acustici corticali; ma ci non stato fatto. Durante lestasi i veggenti perderebbero anche la normale percezione visiva. Joyeux sostiene che durante lestasi (a) i veggenti non hanno alcuna percezione dellambiente, (b) i loro occhi restano aperti ma divengono meno sensibili alla luce; ed infatti (c) viene mantenuto il riflesso fotomotore, mentre (d) manca il blink-reflex. Ma come nel caso della percezione uditiva, nulla di quanto fatto a Medjugorje pu dimostrare se i veggenti durante lestasi vedevano o non vedevano lo schermo. Il fatto che il loro sguardo fosse fisso sullapparizione con una straordinaria immobilit ancora una volta una affermazione senza valore, giacch qualunque simulatore lo fa senza problemi, specie se per un periodo di soli 80-120 secondi, come in questo caso. Occorre ancora tenere presente che lattivit mentale non influenzata solo dalle sensazioni che giungono dal mondo esterno, ma anche da quelle che provengono dal mondo interno, e che in gran parte esercitano il loro effetto al di sotto del livello della coscienza: durante lestasi, a quanto pare, non abolita la percezione del proprio corpo (tanto vero che i veggenti regolano normalmente il tono muscolare e gli aggiustamenti del corpo) che anchessa una facolt sensoriale. Infine, occorre chiedersi: la disconnessione dal mondo esterno (atta a favorire una comunicazione di diverso tipo e su di un altro livello) lessenza stessa dellestasi, o non piuttosto una condizione atta a favorirla o provocarla? Compiacenza nei confronti dei veggenti I veggenti di Medjugorje sono sempre piuttosto restii, come in altre occasioni, a sottoporsi agli accertamenti del team di Joyeux. Li rifiutano del tutto, ad esempio, il 9 giugno; non sono inizialmente favorevoli il 6 ottobre; altre volte, per una qualche ragione, taluno di loro non presente. Ci non sembra comunque preoccupare gli esaminatori, che prendono sempre per buone le motivazioni addotte (a volte la Madonna afferma che questi esami non servono; altre volte che ora si possono fare), e sottolineano piuttosto la grande solidariet fra i veggenti. Anche per questo tutti i test (a) sono limitati nel numero, nel tempo e nelle caratteristiche, (b) non vengono replicati nello stesso soggetto, al

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fine di escludere reperti casuali o ridurre le possibilit di frode, e (c) non vengono mai eseguiti al di fuori delle sedute apparizionarie. Inoltre (ed particolare importante nel giudicare la scientificit di questi studi) Joyeux palesemente si accontenta facilmente di ci che nei test soddisfa le sue tesi. Il problema del test di toccamento Quasi incidentalmente (come se tutto sommato non avesse un particolare valore rispetto agli altri accertamenti) Joyeux racconta come e perch durante la missione del 6-7 ottobre non stato eseguito uno dei test programmati [L-J, 25]. I veggenti, che sostengono non solo di vedere la Madonna ma anche di poterla toccare durante lapparizione, avrebbero dovuto poggiare una o entrambe le mani su di essa. Ci avrebbe consentito di fare delle valutazioni sulla oggettivit della visione, e di determinare con laiuto della fotografia, la posizione delle mani dei veggenti e dunque della Madonna. In seguito ulteriori test avrebbero potuto rilevare modificazioni nel sistema nervoso [L-J, 25]; ma Joyeux non ci fornisce alcuna informazione su quali avrebbero dovuto essere questi ulteriori test. Il test di toccamento viene in effetti proposto il 10 giugno a Ivan, che tuttavia nel momento previsto si dimentica di chiedere alla Madonna se pu eseguirlo. Il 7 ottobre tocca a Ivanka e Marija, ma anchesse non lo eseguono, perch la Madonna avrebbe affermato di non gradirlo. Cos non se ne fa nulla. Ingiustificati scrupoli Ogni ricerca scientifica deve rispettare validi protocolli. Se invece, secondo il capriccio dellesaminatore o della persona esaminata, ad un certo punto si esclude qualcosa di essenziale, essa perde molto del suo valore. Succede proprio questo allorch i componenti del gruppo di Joyeux dovrebbero valutare scientificamente la sensibilit dolorifica o la funzionalit visiva. Joyeux ed i suoi hanno sempre lo scrupolo di non infastidire i veggenti. Per cui anche un test assolutamente innocuo, come il posizionamento del cartoncino davanti agli occhi durante lestasi, fa esitare loculista dr. Philippot, che lo ritiene addirittura aggressivo [L-J, 23]. Ma la cosa pi stupefacente che proprio Joyeux raccomanda di interrompere la prova nel caso i veggenti dovessero dare limpressione di reagire, ovvero se mostrassero di reagire a qualcosa che evidentemente percepiscono (invalidando dunque proprio la tesi della disconnessione visiva).

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Il problema delle allucinazioni


Secondo Joyeux, lanalisi dei tracciati EEG ottenuti su Ivan, Marija e Ivanka permette di escludere, unitamente allesame clinico, la presenza di allucinazioni durante lestasi [L-J, p. 21]. Questa affermazione, cos risoluta, non ha alcun fondamento scientifico. LEEG non infatti in grado di evidenziare anomalie rapportabili alle allucinazioni, ed infatti non lo si esegue nei pazienti psichiatrici se non, fondamentalmente, per escludere cause organiche eventualmente alla base di fenomeni allucinatori (ad esempio delle anomalie collegate ad una demenza organica). In tutti gli altri casi non ha senso cercare un correlato EEG. Pi in generale, la premura di escludere la presenza di allucinazioni non ha alcun fondamento razionale. Nel caso di Medjugorie, ma in genere in tutte le cosiddette apparizioni caratterizzate da pi episodi visionari, dalla presenza di pi di un veggente, o da apparizioni ad orario, possibile escludere fin dal principio lipotesi di una allucinazione. Al limite ci potrebbe spiegare solo qualche evento isolato. Ancor meno plausibile lipotesi (sostanzialmente assurda) di una allucinazione collettiva. Nei fatti, lipotesi allucinatoria viene spesso messa in discussione dal clero per escludere leventuale presenza di una malattia psichiatrica che avrebbe come carattere distintivo proprio le allucinazioni. Ma buona parte dei veggenti non mostra segni di psicosi, e semmai presenta (pi o meno evidenti) molte fra le caratteristiche di un disturbo della personalit, che ben altra cosa e non implica in alcun modo la presenza di allucinazioni. Per questi motivi quella di una allucinazione (come del resto quella di una influenza del diavolo) non , agli occhi della scienza, una falsa ipotesi come scrive Joyeux (L-J, p. 21), ma neanche una ipotesi. Il piano su cui occorre indagare invece quello psicologico, o al limite psicofisiologico, come giustamente hanno ritenuto i ricercatori che si sono interessati scientificamente di Medjugorje in tempi successivi. Al tempo dellindagine del gruppo di Joyeux lipotesi allucinatoria delle estasi godeva invece di ampio credito fra i denigratori laici e gli oppositori religiosi; questi ultimi, in alternativa, preferivano dibattere su presunte influenze diaboliche. a questo punto che interviene il gruppo francese, che, proprio scartando a priori le influenze diaboliche, si preoccupa fondamentalmente di escludere le allucinazioni parossistiche di natura epilettica. Come sostanzialmente costretto ad ammettere lo stesso Joyeux, gli unici dati (fra quelli ottenuti a Medjugorje) che potrebbero avere un qualche significato sono, per vari motivi, quelli dallesame elettroencefalografico e dei potenziali evocati acustici del tronco encefalico. Essi sono stati raccolti non con il fine principale di conoscerne le modificazioni in corso

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di estasi, quanto piuttosto per escludere alcune condizioni che potrebbero accreditare lestasi come stato patologico: lepilessia, le allucinazioni, la catalessia; che egli infatti esclude. Ma questa, ancora una volta, cattiva scienza. Infatti: (a) lelettroencefalogramma in corso di estasi assolutamente privo di qualunque significato, per il fatto stesso che non dimostra alcuna variazione significativa rispetto al tracciato di base; e che ben difficilmente lo avrebbe potuto fare in quelle condizioni sperimentali; (b) le allucinazioni (almeno quelle da taluni supposte per Medjugorje) non hanno un corrispettivo elettroencefalografico; ed infatti nei reparti psichiatrici questo esame non viene mai eseguito a tal fine; (c) le allucinazioni si verificano ordinariamente in stato di veglia, e laddormentamento pu favorirle; ma lassenza nel tracciato degli aspetti caratteristici del sonno o delladdormentamento non permette di escludere una allucinazione organica; (d) le allucinazioni non si generano a livello dei recettori e neanche alla periferia del sistema nervoso, ma piuttosto a livello dellencefalo, indipendentemente da come funzionano le vie acustiche e visive che portano i segnali alla corteccia cerebrale; (e) nelle estasi difficilmente viene messa in discussione, attualmente, una condizione di catalessia. Ogni discussione sul carattere patologico delle estasi di Medjugorje pu essere ritenuta superflua (e non necessitava alcun esame a tal fine) gi sulla sola base della constatazione intuitiva che un fenomeno che si verifica con alta frequenza, estrema regolarit e sincronicit fra i veggenti non pu assolutamente dipendere da una patologia del sistema nervoso presente in tutti i veggenti. Dal punto di vista scientifico, Joyeux ritiene che non vi siano allucinazioni in quanto non ci sono alterazioni elettroencefalografiche; ma nella letteratura scientifica non esistono descrizioni di una associazione fra allucinazioni non epilettiche (che sono le pi comuni) ed alterazioni elettroencefalografiche. Il problema, occorre ribadirlo, va spostato su di un altro piano, appena toccato (con grande superficialit) a Medjugorje: quello della psicologia dei veggenti, anche in relazione alla loro storia personale. Secondo Joyeux il comportamento dei veggenti sempre non patologico: durante le estasi essi sono in uno stato di preghiera e di comunicazione interpersonale [L-J, 75]. Al di fuori delle estasi essi sarebbero ragazzi come tutti gli altri: liberi e felici nel loro ambiente, sereni, fisicamente sani.

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Della stessa opinione era stato due anni prima il francescano Slavko Barbaric (psicologo sociale; futuro padre spirituale dei veggenti), che aveva scritto: n il carattere, n il profilo psicologico dei ragazzi, la loro storia, n il loro stile di vita forniscono argomenti in favore di una allucinazione. I test escludono questa ipotesi [L-J, 12]. Come ben si vede, si preferisce sempre non mettere in campo spiegazioni banali ma pi probabili; come dimostrare infatti che essi non ingannano (eventualmente, in certi momenti, anche in modo involontario)? Se, secondo Joyeux nessuna disciplina scientifica in grado di descrivere questi fenomeni [L-J, 75], su che base allora li si pu differenziare dal loro contrario? Tutto ci non si accorda con le affermazioni di segno opposto del dr. Stopar: questi fenomeni mostrano caratteristiche obiettive e potrebbero indicare una origine trascendente [e] sono spiegati molto meno bene ricorrendo a forze naturali sconosciute piuttosto che postulando un pi alto, divino ordine [L-J, 13]. Allucinazione, visione, immaginazione Volendo assolutamente credere nella sincerit dei veggenti, fra allucinazione e visione preternaturale o sovrannaturale esiste certamente una ampia via di mezzo, per nulla indagata dal team di Joyeux, quella delle attivit mentali (come limmaginazione, la visualizzazione, le immagini ipnagogiche, le paraeidolie etc.) che meglio si adatta a questi presunti fenomeni. Il fatto che le visioni non siano compromesse ponendo uno schermo davanti agli occhi, oppure quando gli occhi sono chiusi (come risulterebbe dai rilievi del dr. Stopar) gi non avrebbe valore nellipotesi di una allucinazione, tanto meno lo ha nei confronti dellattivit immaginativa, che anzi facilitata proprio dalla chiusura degli occhi. Durante lestasi c una disconnessione dal mondo esterno? Secondo Joyeux e collaboratori, durante lestasi i veggenti non avevano percezione del mondo esterno: n uditiva (test con i potenziali evocati acustici del tronco encefalico), n visiva (test con lo schermo), n dolorifica (pungendo o pizzicando la loro cute) [L-J, 27]. Ci non dimostra, ovviamente, che gli stimoli uditivi, visivi e dolorifici non abbiano raggiunto la corteccia cerebrale, come lui afferma. Solo dei test strumentali (come la registrazione dei potenziali evocati acustici corticali) avrebbero potuto provare una disconnessione a livello neurofisiologico; ma nella letteratura medica non c traccia di questo incredibile fenomeno. Lunico ipotetico dato (probante per Joyeux, ma scientificamente inaccettabile) che i veggenti hanno riferito di non avere percepito questi stimoli. Nulla di

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strano in tutto ci, come dimostra labbondante letteratura raccolta in oltre un secolo a proposito dei simulatori e degli isterici. Cos come avverrebbe per gli stimoli in entrata, la disconnessione con il mondo esterno avverrebbe (secondo Joyeux) anche in uscita; comprendendo in questo caso la funzione fonatoria. Ma ovviamente non cera bisogno di un esame strumentale per verificare che possibile simulare il parlare muovendo le sole labbra. I medici francesi si sono evidentemente resi conto dellassurdit delle loro conclusioni; e forse proprio per questo ad un certo punto tengono a precisare che la disconnessione non totale [ma] piuttosto parziale e variabile [L-J, 27]. E ci in quanto, secondo loro, lestasi non interviene bruscamente, ma piuttosto i veggenti si distaccano a poco a poco (e talora in modo incompleto) dal mondo circostante (ed in particolare dalla folla dei presenti che domandano loro qualcosa) per restare in rapporto con la sola apparizione. Poich, secondo i veggenti, la sospensione della loro percezione del mondo esterno condiziona la loro percezione dellapparizione, Joyeux conclude che lestasi un fenomeno funzionale [L-J, 28]. Ma ci muta in qualche modo il funzionamento del sistema nervoso? O non si tratta molto pi semplicemente (considerata anche linconsistenza dei dati neurofisiologici) di una focalizzazione dellattenzione su di un soggetto immaginario? Secondo la ricostruzione di Joyeux, questa focalizzazione sulla visione (con il conseguente distacco dal mondo circostante) era meno completa allinizio della storia di Medjugorje. Poi i veggenti si sono progressivamente adattati a perdersi nella visione [L-J, 27]. Durante le primissime visioni avrebbero avuto una certa difficolt a focalizzarsi sullimmagine 12 (che in qualche caso non era neanche ben distinta); successivamente la loro attenzione era divisa fra la visione e la folla circostante e dunque persisteva un certo livello di vigilanza; infine, una volta createsi le condizioni pi adatte alla preghiera, hanno potuto raggiungere un grado pressoch totale di distacco dallambiente circostante. Questa sequenza temporale (o meglio questa progressiva acquisizione di una abilit ad entrare in estasi) un elemento tipico di quelle storie apparizionarie nelle quali gli incontri con la Madonna sono numerosi e frequenti. Joyeux propone anche una sua spiegazione teologica alla presunta disconnessione con il mondo esterno: essa dovrebbe servire a preser-

Si noti la somiglianza fra questa descrizione e quella delle prime indistinte visioni di Lucia a Fatima [cfr: DAlpa F., Fatima critica. Contesti, Apologia, Veggenti, Laiko.it, 2007, pp. 264-266 ]
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vare una certa intimit fra lapparizione ed i veggenti; ma ci non ha ovviamente alcun interesse a livello scientifico.

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Il problema dellestasi
Prima di descrivere e commentare il lavoro del suo gruppo, Joyeux definisce lestasi: una percezione sensoriale di realt che sono percepibili e visibili dai veggenti ma invisibili da tutti gli altri, in particolare da coloro che cercano di comprenderle [L-J, 5] ma anche uno stato di disconnessione [pi o meno completa] dallambiente circostante che, a misura del coinvolgimento del soggetto, condiziona una percezione di un altro ordine: Dio e il mondo divino [L-J, 6]. Le apparecchiature scientifiche, dovrebbero consentirgli (per come spera) di distinguere gli aspetti corporei (ovvero misurabili) dellestasi, da quelli spirituali. Le caratteristiche dellestasi Secondo Joyeux lestasi dei veggenti di Medjugorje ha queste caratteristiche [L-J, 29]: (a) una continuazione dello stato di normalit ordinaria, con passaggio dalluno allaltro senza separazione netta o difficolt, (b) una parziale disconnessione con il mondo esteriore, (c) la percezione di un oggetto che rimane invisibile agli altri e con il quale il veggente entra in una relazione personale attraverso una recettivit che sia attiva che reattiva, (d) una comunicazione tangibile visiva e uditiva (non puramente spirituale) con la Madonna, e (e) una focalizzazione dei veggenti non su se stessi ma su di un oggetto esterno. Questo modo di percepire lapparizione presenterebbe due caratteristiche in contrasto fra di loro. In primo luogo, il normale meccanismo della percezione non funzionerebbe, sia pure in misura variabile, giacch: (a) cessano i movimenti oculari, (b) la pupilla non reagisce alla luce (affermazione questa in piena contraddizione con quanto invece proposto nella descrizione dei test!); (c) gli stimoli che provengono dal nervo acustico non raggiungono n la corteccia n la coscienza del soggetto, e (d) uno schermo posto davanti agli occhi non impedisce la percezione della apparizione. Tutto ci dimostrerebbe che la percezione della apparizione non utilizza i normali meccanismi delludito e della vista. In secondo luogo, nonostante quanto sopra, i veggenti hanno una percezione assolutamente reale, tridimensionale della persona con cui sono in relazione. Infatti: (a) lo sguardo fisso in un punto preciso, (b) tutti guardano lo stesso punto, (c) tutti sono influenzati dalla apparizione allo stesso modo anche se le loro percezioni individuali sono relativamente indipendenti, e (d) la Vergine Maria pu dare un messaggio a uno senza che gli altri sentano ed essi possono conversare indipendentemente e simultaneamente. Ma talora essi ricevono lo stesso sorprendente messaggio e lo riferiscono allo stesso modo. Ci genera, secondo Joyeux, questo paradosso: da una parte, la relativa sospensione della percezione ordinaria condiziona funzionalmente la

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percezione della apparizione; dallaltra, lapparizione avrebbe per i testimoni tutte le caratteristiche della realt oggettiva nonostante la sospensione delle modalit ordinarie della percezione. Per spiegare tutto ci, secondo Joyeux, si deve ricorrere a due ipotesi che vanno oltre i dati strettamente scientifici. Una prima ipotesi (meno probabile) presuppone lintervento di una radiazione materiale di ordine differente, analoga agli ultrasuoni; ma nulla la supporta. Una seconda ipotesi (pi probabile) presuppone che la percezione sia causata da un impatto di ordine spirituale (pi immediato, pi intuitivo, senza mediazione materiale). Ma nonostante ci, la percezione avrebbe una esistenza assolutamente reale nelle appropriate aree del cervello, e comporta reazioni omologhe a quelle della vita quotidiana allorch noi guardiamo, ascoltiamo, parliamo con qualcuno, e loggetto della visione non meno reale ma piuttosto pi reale degli oggetti del mondo circostante. La durata delle estasi Complessivamente i componenti del gruppo di Joyeux assistono ad otto apparizioni, e dunque ad otto estasi. Di cinque forniscono la precisa durata, e di due quella approssimativa; della restante non danno alcuna 13 indicazione [L-J, 50]. Queste estasi, nel corso delle quali vengono eseguite le indagini paracliniche e strumentali, sono decisamente brevi (in altre occasioni erano durate molto di pi) e suscitano limmediato sospetto che i veggenti vogliano sottrarsi ad un prolungato e pi accurato controllo (forse non a caso, nel corso di indagini eseguite da altri, ve ne saranno anche di pi brevi, come ad esempio quella di 22 secondi dell 8 marzo 1985, allorch il gruppo del dr. Luigi Frigerio tent inutilmente di ottenere dei dati su Vicka impiegando un laringoscopio). Ma come stata misurata la durata dellestasi? Non dovrebbero esservi dubbi sul fatto che come inizio stato preso (a) il momento in cui i veggenti si inginocchiano e non si ode pi la loro voce, oppure (b) quello in cui cessano i loro movimenti oculari, oppure (c) i loro sguardi convergoLa durata delle estasi del 24 e 25 marzo non figura nel testo di Laurentin & Joyeux, ma comunque indicata da Joyeux nel corso di una intervista del 1985 a Paris Match (vedi: [Appendice B]).
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no sullo stesso punto (in pratica si da per intendere che i tre momenti coincidano). Allo stesso modo la fine dovrebbe essere stata determinata in base al momento (a) in cui riprendono i loro movimenti oculari, oppure (b) i loro sguardi divergono dal punto di comune riferimento. In realt possibile determinare con precisione solo il momento in cui i veggenti si inginocchiano (e non si ode pi la loro voce), giacch i movimenti oculari sono stati monitorati strumentalmente una sola volta. Quali sono dunque le modalit di transizione allestasi o dallestasi? Ed il passaggio graduale o istantaneo? Dal punto di vista comportamentale si direbbe che sempre piuttosto repentino; ma a dispetto di ci, Joyeux accenna ad alcune modificazioni graduali del tracciato elettroencefalografico. Lestasi uno stato normale e non uno stato patologico? In mancanza di una esatta comprensione di cosa sia in effetti lestasi, Joyeux ritiene di avere almeno dimostrato quello che lestasi non sarebbe, ovvero uno stato patologico. Concorderebbero in tal senso i seguenti dati: (a) non ci sono variazioni significative della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, (b) non si evidenzia attivit epilettica, (c) non c catalessia, (d) non ci sono variazioni del colorito del viso, e (e) lespressione del viso dimostra sempre uno stato di quiete interiore. Lestasi corrisponderebbe ad una condizione di rilasciamento contemplativo, come dimostrerebbero i tracciati elettroencefalografici. Ma ci tuttaltro che dimostrato. I tracciati EEG infatti, pur prescindendo dalle critiche metodologiche e dallarbitrariet della loro lettura, non mostrano sostanziali modificazioni durante lestasi rispetto al tracciato di base, a riprova che lo stato psichico del veggente non si pressoch modificato. Nel contempo, le caratteristiche di base e le variazioni della frequenza cardiaca sembrano indicare tuttaltro che calma.

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Una ricerca avanzata?


Joyeux sostiene di avere utilizzato le pi avanzate tecniche mediche in grado di isolare gli aspetti corporei delle estasi [L-J, 5]. Ma in realt non ne descrive alcuno specifico, e non riesce dunque a definirli scientificamente. Tanto vero che queste indagini non hanno avuto alcuna risonanza (n in termini di interesse e consenso, n in termini di dissenso) in seno alla comunit scientifica. Ed anche gli altri medici coinvolti a vario titolo, sembrano essersi del tutto disinteressati alla pubblicazione e discussione dei dati ottenuti. Volendo sintetizzare, il lavoro del gruppo di Joyeux: (a) non ha introdotto nuove metodiche di studio, (b) non ha proposto alcuna seria interpretazione scientifica dellestasi, (c) non ha individuato alcun nuovo processo fisiologico o meccanismo fisiopatologico, (d) non ha prodotto alcun report su riviste scientifiche, e (e) ha cercato piuttosto di introdurre nel discorso scientifico argomenti di pertinenza esclusiva della credenza religiosa e della teologia cattolica. Ampia risonanza ha avuto invece questo studio sui media, specie (ovviamente) nel mondo cattolico. E a tuttoggi viene sempre citato (a) come dimostrativo dellinteresse del mondo scientifico verso il fenomeno delle apparizioni, e (b) come esempio di seria ed autorevole ricerca medico-scientifica. Ma a guardare la notevole quantit di commenti al lavoro del gruppo di Joyeux, possibile trarre le seguenti conclusioni: (a) ne vengono per lo pi citate le solo conclusioni, (b) non ne vengono mai analizzati e messi in discussione i risultati, (c) non ne viene inquadrato lambito sostanzialmente ascientifico, (d) non viene prestata attenzione e dato il giusto peso al background culturale (credente, con chiara propensione allirrazionalit ed alle parascienze) dei medici impegnati o per lo meno di chi li dirige, (e) vengono fraintesi il ruolo e la partecipazione effettiva degli esperti citati nel lavoro, (f) viene sopravvalutata la competenza scientifica specifica (per largomento estasi) dei consulenti citati nel lavoro, (g) viene sopravvalutato il ruolo ed il contributo degli esami strumentali, e (h) vengono del tutto ignorate le caratteristiche e le interpretazioni psicologiche della fenomenologia estatica e delle manifestazioni apparizionarie.

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Appendice A Ricostruzione ed analisi critica di alcuni tracciati


In una relazione neurofisiologica, il corredo iconografico in molti casi di grande importanza per linterpretazione dei dati numerici. Ma nel caso specifico del gruppo di Joyeux, i tracciati consentono anche di comprendere meglio come stata effettuata la ricerca e quanto i dati presentati siano inattendibili. In tal senso, i due elettroencefalogrammi di cui Joyeux riporta i tracciati [L-J, 56-61] appaiono assolutamente inaffidabili dal punto di vista tecnico ed inconcludenti sul piano scientifico.

I vari momenti dellelettroencefalogramma di Ivan

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Elettroencefalogramma di Ivan (10 giugno 1984) Per quanto riguarda Ivan sono pi che evidenti le ampie oscillazioni della traccia dovute ad artefatti da contatto, da movimento e da variazioni di impedenza cutanea. Il tracciato nettamente ipovoltato ed assolutamente monotono in tutte le fasi di registrazione. In nessun tratto si apprezzano chiari ritmi alfa. Lingrandimento di un breve tratto mostra chiaramente uno degli artefatti (ricorrenti nel tracciato) che sovrastano il poco evidente ritmo di fondo. Per utile confronto, si osservi laspetto di un tracciato ordinario di buona qualit, nel quale i ritmi alfa e beta sono ben evidenti e chiaramente differenziabili fra di loro.
Un particolare dellEEG di Ivan

Alcuni aspetti dellelettroencefalogramma standard nel soggetto normale

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Elettroencefalogramma di Marija (6 ottobre 1984) A differenza di quello di Ivan, nel tracciato di Marija si intravede un ritmo alfa, non molto diverso fra prima, durante e dopo lestasi. Ma purtroppo sempre sovrastato da importanti artefatti che ne rendono impossibile una valutazione quantitativa e topografica.

Un particolare del tracciato evidenzia la pessima qualit, che ne limita drasticamente la leggibilit.

Un particolare dellelettroencefalogramma di Marija

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Potenziali evocati acustici di Ivan (29 dicembre 1984) Gli unici grafici dei potenziali evocati acustici del tronco ottenuti a Medjugorje corrispondono a due sole risposte, ottenute luna prima dellestasi erogando stimoli sonori a 70 dB di intensit, laltra durante lestasi erogando stimoli sonori a 90 dB di intensit. Ogni traccia dura 12.5 msec. Lunico dato numerico riportato nel testo la durata dellintervallo I-V, che sarebbe normale in entrambi i casi (4.60 msec). Questa scarna descrizione poco soddisfacente e si accompagna ancora una volta ad una pessima qualit dei tracciati. Quale importante limite metodologico, in entrambi i casi stata registrata solo una traccia; invece, normalmente, se ne registrano almeno due per ogni intensit di stimolo, e debbono risultare pressoch sovrapponibili per potere effettuare delle corrette misurazioni. Tanto pi nel tracciato sono presenti artefatti, tanto pi questo accorgimento risulta indispensabile. In mancanza di ci, qualunque misurazione risulta arbitraria: proprio quanto accaduto a Medjugorje, dove per estrarre un segnale affidabile non sono bastate sequenze di 1600 stimoli (normalmente bastano poche centinaia di stimoli), che fra laltro potrebbero avere richiesto un tempo di erogazione perfino superiore alla durata dellestasi (solo 85 secondi il 29 dicembre).

Ricostruzione dei valori delle latenze e degli intervalli nel test praticato su Ivan

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Al fine di ottenere ulteriori dati, i due tracciati [L-J, 69] sono stati da me scannerizzati ad una risoluzione di 600 dp, e visualizzati in un programma di grafica. In tal modo stato possibile determinare con buona approssimazione le latenze assolute delle onde, (identificate per come indicato - abbastanza arbitrariamente - da Joyeux), e calcolarne i valori misurando le coordinate dei picchi (rispetto a quelle di inizio e fine traccia). Come valore di controllo si usata la distanza IV della risposta ottenuta a 90 dB, che sappiamo corrispondere a 4.6 msec (lo scarto fra le due misurazioni risultato inferiore all 1%). Pur avendo presente (come limite Potenziali evocati acustici tecnico) che limmagine pubblicata in un soggetto normale. Due tracce sovrapposte solo disegnata a partire dalle tracce originali e che dunque la sua sovrapponibilit con esse potrebbe non essere assoluta, sono stati determinati i valori delle latenze assolute e degli intervalli (riportati in tabella) sui quali possibile fare alcune considerazioni tecniche. Nel soggetto normale, al diminuire della intensit sonora, le latenze del potenziale evocato acustico del tronco encefalico aumentano progressivamente, e ad esempio la latenza dellonda I, fra 90 dB e 70 dB, aumenta in media di non oltre 0.30-40 msec. Un aumento di 0.74 msec, come quello presente qui, decisamente poco credibile nel soggetto normoudente. Analoghe riserve debbono farsi per il valore 4.60 msec dellintervallo I-V, che viene generalmente considerato patologico.

In realt, questi valori non sono per nulla attendibili; e la ragione della loro apparente anomalia da ricercarsi nella cattiva qualit della registrazioni, confermata dalla variazione non credibile (fra le due prove) degli intervalli I-III e III-V (che a questa intensit di stimolazione restano assolutamente invariati), e dalla differenza morfologica fra le due tracce (che a queste intensit di stimolazione sempre minima o nulla).

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In definitiva, i dati proposti da Joyeux per i potenziali evocati acustici del tronco encefalico appaiono non credibili e dunque assolutamente da scartare. Per questo non possono essere ritenuti n normali n patologici; e comunque, in un caso come nellaltro, non possono dimostrare nulla.

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Appendice B Unintervista di Paris-Match a Henry Joyeux


Come ho cercato di dimostrare, le indagini del gruppo diretto da Joyeux non solo non possiedono gli ordinari requisiti di una ricerca scientifica (accurata esecuzione dei test, replica dei risultati, corretta analisi dei dati) ma neanche giustificano (cos come sono presentati) alcuna conclusione a sostegno di una presunta realt apparizionaria. E tuttavia, la pubblicazione del volume di Laurentin & Joyeux, ha rafforzato notevolmente il crescente mito apparizionario di Medjugorje, come se finalmente vi fosse un sostegno scientifico. Ma tutto ci fa parte solo delle convinzioni di Joyeux e di Laurentin e dei loro acritici supporter. Il contenuto di una intervista a Joyeux, pubblicata nellestate del 1985 14 sul periodico Paris-Match, rivelatorio di come e quanto egli stesso abbia per primo alimentato la diffusa credenza sulla presunta conferma scientifica della realt apparizionaria, distorcendo a suo piacere risultati e conclusioni degli studi del suo gruppo. Come chiaramente emerge dallesame sintetico di alcuni passi. Joyeux: Questi numerosi esperimenti possono essere ripetuti o accresciuti, ma io ritengo che i risultati che abbiamo ottenuto ci portino a delle conclusioni scientifiche importanti. Con il dr. F. Roquerol abbiamo studiato la loro capacit uditiva [] Ivan non ha sentito questo suono [90 dB] mentre ha reagito ad un debole suono [70 dB] prima dellestasi. Questo prova che durante lestasi Ivan disconnesso dal mondo esterno, mentre le sue facolt uditive funzionano normalmente. Commento: La risposta di Joyeux strutturata in modo da ingannare il lettore. A prescindere dal fatto che fa intendere che sia stata studiata la capacit uditiva di tutti i veggenti e non del solo Ivan, Joyeux non specifica cosa esattamente sia stato studiato: parla di reazione, senza fare capire quale avrebbe dovuto essere questa reazione, e d valore di prova alla sua mancanza, che come abbiamo visto in realt il semplice diniego di Ivan di avere sentito qualcosa durante lestasi (inaccettabile come prova scientifica). Joyeux: Il principale scopo del nostro lavoro era quello di ottenere dati scientifici molto accurati, osservando come funzionano i principali organi.

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Lintervista riportata sul sito www.medjugorje.com

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Commento: Come abbiamo visto, pressoch nessuno dei test eseguiti (ma soprattutto quelli pi importanti) era soddisfacente sul piano tecnico, e le registrazioni strumentali sono state sempre di cattiva qualit. Joyeux: Non occorre essere un medico per comprendere che i ragazzi sono normali e sani nel corpo e nella mente. Commento: Viene ribadito un criterio di valutazione assolutamente agli antipodi di uno studio scientifico. Joyeux: Mano a mano che i test venivano eseguiti, portavano gli scienziati ad una conclusione: lesperienza dei veggenti non pu essere spiegata dalla scienza. Commento: In realt, neanche dopo lultima missione Joyeux ha avuto in mano dati tali da supportare le sue conclusioni, ma pur tuttavia egli eleva le sue infondate convinzioni personali a scienza, della quale si fa portavoce. Joyeux: In accordo con gli esperimenti condotti con cura, possiamo affermare che non vi sono state modificazioni patologiche nei parametri che abbiamo esaminato. Commento: Questo modo di argomentare frequente nel discorso teologico. Infatti, pi che evidente che, se durante lestasi fossero state rilevate delle modificazioni dei parametri studiati, Joyeux le avrebbe esibite trionfalmente come prova di una mutata fisiologia in corso destasi, e non le avrebbe certo definite patologiche. Joyeux: Abbiamo potuto accertare che il blocco dei movimenti dei bulbi oculari di tutti i veggenti era perfettamente simultaneo fra di loro allinizio e alla fine dellestasi. Durante lestasi cera una perfetta convergenza dei loro sguardi. Commento: Come nel caso dei potenziali evocati acustici, Joyeux omette di precisare che questo parametro stato esaminato una sola volta, su due soli veggenti, ed a fronte di soli 65 secondi di estasi; e che in realt non vi era perfetta simultaneit [L-J, 25]. Ma soprattutto fa finta di ignorare che un solo esame non pu essere ritenuto rappresentativo delle altre migliaia di estasi. Paris-Match: Lei crede realmente che la Vergine Maria appaia loro [ai veggenti di Medjugorje] ? Joyeux: Come scienziato non posso giungere ad una conclusione su questo punto. Possono rispondere solo degli esperti come il Vescovo locale e la commissione teologica che gli offre consulenza.

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Commento: la risposta evidenzia ampiamente il pregiudizio teologico di Joyeux. Paris-Match: Se la Vergine Maria non appare, ci pu essere un inganno? Joyeux: Attraverso i molti esperimenti che abbiamo condotto, possiamo escluderlo. [] Io non posso stabilire che la Madonna appare a Medjugorje; ma se Dio esiste, perch ci non dovrebbe essere possibile? Commento: Qui si esce definitivamente dallo scientifico. In base a che cosa si pu escludere un inganno? Joyeux avrebbe avuto bisogno di prestigiatori o di esperti di psicologia dellinganno, fra gli esaminatori. E dov la prova scientifica che Dio esiste?

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LIlluminismo la sortita delluomo da un colpevole stato di minorit. Minorit lincapacit di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Questa minorit colpevole se la sua causa non un difetto di intelligenza, ma di decisione e di coraggio di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. 'Sapere aude!'. Abbi il coraggio di servirti della tua intelligenza! Questo dunque il motto dellIlluminismo. Ma per questo Illuminismo non si richiede altro che la libert e precisamente la pi innocua tra tutto ci che pu chiamarsi libert, ossia di fare pubblicamente uso della propria ragione sotto ogni aspetto. Luso pubblico della ragione devessere sempre libero ed il solo che pu attuare lIlluminismo tra gli uomini. Immanuel Kant, Was ist die Aufklrung?, 1784

Inserimento sul WEB maggio 2010

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