VANGELO DI MARIA
(Pap. 8502 di Berlino
e Pap. Rylands III, n. 463)
Il papiraceo codice di Berlino acquistato nel 1896 del quale
aveva dato una sommaria notizia Schmidt nello stesso anno, fu
pubblicato soltanto nel 1955 dal Till: il papiro contiene una par
te, non gnostica, degli Atti di Pilato e tre opere gnostiche, cioè il
Vangelo secondo Maria, YApocrifo di Giovanni, la Sophia di Gesù Cri
sto. G ià precedentemente questo studioso aveva pubblicato (1946)
la versione tedesca dell’opera che ci interessa qui: il Vangelo secon
do Maria.
E uno scritto in copto sahidico comprendente originariamente 18
pagine circa, delle quali ce ne sono giunte solo 8 o poco più, che
risale al V sec. Si tratta di un vangelo chiaramente gnostico nel quale
si distinguono due parti.
La prima, il cui inizio è andato perduto, consta di un intratteni
mento di Gesù risorto con i discepoli: si tratta della solita forma
caratteristica e tradizionale dei discorsi d’addio e della missione del
Risorto agli apostoli, tipica nella letteratura gnostica; e altrettanto
tipica è la persona di Maria e la parte affidatale. Gesù, detto sem
plicemente il Salvatore e il Beato (cfr. I reneo , Adv. haeres., 1 , 1 , 3),
risponde alle loro domande, affida loro la missione di annunziare
il vangelo e poi se ne va; i discepoli rimangono tristi e scoraggiati;
Maria (Maddalena, vedi pp. 541 s.) infonde loro coraggio e comuni
cherà ad essi quanto il Salvatore ha confidato soltanto a lei.
La seconda parte contiene appunto la visione del Salvatore da lei
avuta; il testo inizia con l’anima (ij/UKtfj) che parla successivamente
con la bramosia, con l’ignoranza e con l’ira dalle sette forme
(inopipfj): le potenze ( sconcia) essendo quattro, è chiaro che manca
qui l’incontro dell’ anima con la prima. Le quattro potenze corri
spondono ai quattro elementi dei filosofi: terra, acqua, fuoco, aria.
Ogni potenza pone all’anima una domanda scortese, nemica; ma l’ani
ma ha per tutte una risposta adatta e trionfatrice: si tratta dell’ani
ma errante tra le quattro potenze nemiche, le catene del corpo mate
riale, che le ostacolano la via alla liberazione, alla quiete (àvàrcauoiq).
Con la risposta dell’anima alla quarta potenza termina il raccon
to della visione di Maria e inizia la sezione narrativa che conclude
l’opera.
Nuli è escluso che le due parti derivino da due scrini indipen
denti e siano state messe insieme alquanto più tardi sotto il titolo
di Vangelo secondo Maria (così ad es. pensa il Till). E comunque
da osservare che la figura di Maria ha veramente una funzione impor
tante anche nella prima parte e che per giudicare più serenamente
sulla loro relazione i frammenti che abbiamo sono troppo ristretti.
Della parte conclusiva si ha pure un frammento papiraceo in gre
co pubblicato dal Roberts nel 1938 che data del II sec., anteriore
dunque al precedente di circa 200 anni.
I due testi non sono identici e i tentativi di completare o armo
nizzare l’uno con l’altro si sono dimostrati fuori posto e inconclu
denti.
Sul carattere gnostico di questi scritti non v ’è alcun dubbio: ne
hanno tutta la terminologia, la forma, l’ andatura, i temi e i termini
prediletti.
Diamo i due testi seguendo il Till (op. cit., 63-69 e Vart. cit.) per
il papiro copto e il Roberts, con G. Pugliese Carratelli, per il papi
ro greco.
B IB L IO G R A F IA
R. M cL. W il so n -G . W. M a c r a e , in D. M. P a r r o t , Nag Hatnmadi Codices
V, 2-5 and VI, with Papyrus Berolinensis 8502, 1 and 4 , (The Coptic
Gnostic Library), Leiden 1979, 453-471;
P. I. P a r so n s , The Qxyrhyncus Papyrì L, London 1983, 12 -14 ;
A. P a s q u ie r , UBvangile selon Marie, (Bibliothèque Copte de Nag Ham-
madi, section textes, io), Québec 1983;
D. L ù h r m a n n , Die gnechischen Pragmente àes Mariaevangeliums P Ox 3 5 2 j
und P Ryl 463 , in N T, 30 (1988), 321-339 .
Pap. di Berlino*
(I parte)
C iò detto, il Beato li salutò tutti e disse: « L a pace sia con
voi! A b b iate la mia pace! State all’erta che nessuno v i inganni
con le parole: “ V ed ete qui” o “ vedete là” . Il figlio dell’uomo
è, infatti, dentro di voi. [5] Seguitelo! Chi lo cerca lo trova.
Andate, dunque, e predicate il vangelo del regno. N o n ho ema
nato alcun precetto all’infuori di quello che v i ho stabilito; né
v i ho dato alcuna legge, come un legislatore, affinché non vi capiti
di non essere cap iti». C iò detto se ne andò.
M a essi rimasero tristi e piangevano forte. Dissero: « C o m e pos
siamo andare dai gentili e predicare loro il vangelo del regno del
* Nelle prime righe si sentono gli echi di alcuni testi evangelici: Le 20, 36 ;
G v 20, 19. 2 1 . 26; M t 24, 5-2 3 e M e 1 3 , 5 -2 1 ; Le 17 , 2 1; M t 7, 7 e 28, 19.
Nell’inizio della seconda parte, le potenze cercano di trattenere l’ anima che, in
cammino verso il regno della luce e cioè verso il suo regno essendo essa una scintil
la divina racchiusa nella materia, si sta liberando dal mondo materiale.
La prima potenza le dice che essa appartiene al mondo materiale e deve quindi
restare qui, ma l’ anima risponde che sebbene la bramosia non abbia compreso la
sua natura luminosa, lei ha compreso la natura materiale della bramosia. Invece di
« T u mi hai servito... » il testo dice: « I o ti ho servito... »; evidentemente, come
osserva il Till, il copista o il traduttore ha scambiato i soggetti.
La terza potenza le fa notare che è stata « presa » e cioè legata al corpo, sebbene
sia una scintilla divina; l’ anima risponde che ha ormai conosciuto come tutto ciò
che è materiale si dissolve, e la potenza materiale non ha più in lei alcun potere.
La quarta potenza chiama l’ anima assassina degli uomini perché ha ucciso l’uomo
terrestre; superatrice dei luoghi perché ha valicato i luoghi nei quali le potenze la
volevano trattenere.
Da notare che il Vangelo di Maria, contrariamente a quanto ritenne il Roberts
seguito anche dal D e Santos O ., non è l’oggetto di annunziare e predicare, bensì
il titolo dell’opera.
figlio dell’uomo? L à non è mai stato dispensato, dobbiamo dispen
sarlo (proprio) n o i?».
S ’ alzò allora M aria, li salutò tutti, e disse loro: « N on piange
te, fratelli, non siate malinconici, e neppure indecisi. L a sua gra
zia sarà con voi tutti e v i proteggerà. Lodiamo piuttosto la sua
grandezza, avendoci egli preparati e mandati agli uomini ».
C osi dicendo, M aria volse al bene la loro mente ed essi inco
minciarono ad esercitarsi sulle parole del Salvatore.
(II parte)
L a bramosia dice: « N o n ti ho visto quando sei andata là, ora
invece ti vedo mentre sali in alto. Com e mai dunque tu mi men
tisci dal momento che tu mi appartieni? ». L ’ anima rispose: « Io
ti ho visto, mentre tu non mi hai né visto né conosciuto. Tu mi
hai servito come un abito, ma non mi hai riconosciuto ». Ciò det
to, lei se ne andò allegra e giubilante.
A n d ò poi alla terza potenza che si chiama ignoranza. Questa
domandò all’ anima: « D o ve vai? Sei stata presa nella malignità,
ma sei stata presa (?) ». « Perché mi giudichi, mentre io non ho
giudicato? Io sono stata presa, sebbene io non abbia preso. N o n
sono stata riconosciuta, ma ho riconosciuto che il tutto è stato
sciolto, sia (le cose e nature) terrestri sia le celesti ».
D opo che l’ anima ebbe lasciato dietro di sé la terza potenza,
salì in alto e vide la quarta potenza. Essa aveva sette forme. L a
prima è l’oscurità, la seconda è la bramosia, la terza è l’ignoran
za, la quarta è l’emozione della morte, la quinta è il regno della
carne, la sesta è la prudenza stolta, la settima è la sapienza stiz
zosa. Q ueste sono le sette potenze dell’ira.
Esse domandarono all’anima: « D a dove vieni, assassina degli
uomini? D ove sei incamminata, superatrice dei luoghi? ». L ’ ani
ma rispose e disse: « C iò che mi lega è stato ucciso, ciò che mi
circonda è stato messo da parte, la mia bramosia è annientata
e la mia ignoranza è morta. In un mondo sono stata sciolta (libe
rata) da un mondo, in un typos da un typos superiore, dalla cate
na dell’ incapacità di conoscere ciò la cui esistenza è temporal
mente (limitata) dal tempo nel quale io raggiungerò in silenzio
la quiete fino al tempo del giusto momento dell’eone».
D etto ciò, M aria tacque. Fin qui le aveva parlato il Salvatore.
M a An drea replicò e disse ai fratelli: « C h e cosa pensate di
quanto lei ha detto? Io, almeno, non credo che il Salvatore abbia
detto questo. Queste dottrine, infatti, sono sicuramente delle opi
nioni d iverse».
Riguardo a queste stesse cose, anche Pietro replicò interrogandoli
a proposito del Salvatore: « H a forse egli parlato in segreto a una
donna prima che a noi e non invece apertamente? C i dobbiamo ricre
dere tutti e ascoltare lei? Forse egli l’ha anteposta a noi?».
M aria allora pianse e disse a Pietro: « Pietro, fratello mio, che
credi dunque? C red i tu ch’ io l’ abbia inventato in cuor mio o che
io mentisca a proposito del Salvatore?».
L e vi replicò a Pietro dicendo: « T u sei sempre irruente, Pie
tro! O ra io vedo che ti scagli contro la donna come fanno gli
avversari. Se il Salvatore l’ha resa degna, chi sei tu che la respingi?
N o n v ’ è dubbio che il Salvatore la conosca bene, perciò amò lei
più di noi. D obbiam o piuttosto vergognarci, rivestirci dell’uomo
perfetto, form arci come egli ci ha ordinato, e annunziare il van
gelo senza emanare né un ulteriore comandamento, né un ’ulte
riore legge, all’ infuori di quanto ci disse il Salvatore».
Quando L e v i ebbe detto ciò, essi cominciarono a partire per
annunziare e predicare. Il vangelo secondo M aria.
Pap. Rylands
...il resto del cammino, del tempo, del giusto momento, del-
l’eone, del riposo in silenzio. Ciò detto, M aria tacque come se
il Salvatore le avesse parlato fino qui.
An drea dice: « Fratelli, che ve ne pare delle cose dette? Io non
credo che il Salvatore abbia detto queste cose. Pare, infatti, che
non corrispondano al suo pensiero». Pietro dice: «Interrogato
su queste cose, il Salvatore ne va a parlare di nascosto a una don
na, e non in pubblico, affinché tutti ascoltiamo lei? V oleva forse
indicarla come più degna di noi?... del Salvato re».
L e vi dice a Pietro: « A l tuo fianco c ’è sempre la collera, Pie
tro! O ra ti vu o i mettere a discutere contrapponendoti a questa
donna. Se il Salvatore l’ha reputata degna, tu chi sei per disprez
zarla? Sicuramente, infatti, egli appena la vide l’ amò, senza alcun
dubbio. Dobbiam o piuttosto vergognarci, rivestirci dell’uomo per
fetto e com piere ciò che egli ci ha ordinato. Annunziam o il van
gelo senza limitare né legiferare, come disse il Salvatore».
Ciò detto, L e v i se ne andò e incominciò ad annunziare il van
gelo. Il vangelo secondo M aria.