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Degradabilità Legni UNI 335-1-335-2

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Convegno

SICUREZZA E COMFORT NELLE ABITAZIONI


CON STRUTTURE DI LEGNO
Verona, 16 Giugno 2001

Progettare la durabilità:
ORGANISMI XILOFAGI E
METODI PRESERVANTI

D.ssa Anna GAMBETTA


Istituto per la Ricerca sul Legno - CNR
Sommario
• La durabilità naturale del legno
• Classi di rischio biologico e trattabilità
• Organismi xilofagi: insetti e funghi
• Diagnosi
• Trattamenti preventivi
• Trattamenti curativi
• Conclusioni
Considerazioni Preliminari
• LEGNO = materiale di origine biologica
• Componenti organici: lignina e cellulosa
• Suscettibilità al degrado biologico da parte
di organismi xilofagi
• Durabilità = resistenza al degrado
• Durame: dipende dalla specie
• Alburno: sempre bassa
CLASSIFICAZIONE DELLA DURABILITÀ
NATURALE DELLE SPECIE LEGNOSE NEI
CONFRONTI DEGLI ATTACCHI DI FUNGHI
BASIDIOMICETI (UNI EN 350/1)

CLASSE DI DESCRIZIONE
DURABILITÀ

1 MOLTO DURABILE
2 DURABILE
3 MODERATAMENTE DURABILE
4 POCO DURABILE
5 NON DURABILE
CLASSIFICAZIONE DELLA DURABILITÀ
NATURALE DELLE SPECIE LEGNOSE NEI
CONFRONTI DEGLI ATTACCHI DEGLI
INSETTI (COLEOTTERI) (UNI EN 350/1)

CLASSE DI DURABILITÀ DESCRIZIONE

R RESISTENTE

NR NON RESISTENTE
CLASSIFICAZIONE DELLA DURABILITÀ
NATURALE DELLE SPECIE LEGNOSE NEI
CONFRONTI DEGLI ATTACCHI DA
TERMITI (UNI EN 350/1)

CLASSE DI DURABILITÀ DESCRIZIONE

D DURABILE

MD MODERATAMENTE
DURABILE

ND NON DURABILE
CLASSI DI RISCHIO BIOLOGICO (UNI EN 335-1)

Classe di Situazione del Esposizione ad Umidità del


rischio legno in opera umidificazione legno
1 non a contatto del sempre secco sempre
terreno ed al < 18%
coperto
2 non a contatto del umidificazione occasionalmente
terreno ed al occasionale >20%
coperto intermittente
3 non a contatto del umidificazione frequentemente
terreno e non al frequente >20%
coperto
4 nel terreno ed in umidificazione permanentemente
acqua dolce permanente >20%
5 in acqua di mare umidificazione permanentemente
permanente >20%
CLASSI DI RISCHIO BIOLOGICO (UNI EN 335-1)

AGENTI BIOLOGICI
Funghi Insetti Organismi
marini
Classe di Carie Carie Azzurra- Coleot- Termiti
rischio bruna soffice mento teri
1 X L
2 X X X L
3 X X X L
4 X X X X L
5 X X X X X

X: presente dappertutto in Europa L : limitato ad alcune zone


FUNGHI XILOFAGI: GUIDA ALLE CLASSI DI
DURABILITÀ DELLE SPECIE LEGNOSE PER L’USO
SECONDO LE CLASSI DI RISCHIO (UNI EN 460)

CLASSE CLASSE DI DURABILITÀ


DI
RISCHIO 1 2 3 4 5
1 0 0 0 0 0
2 0 0 0 (0) (0)
3 0 0 (0) (0) - (X) (0) - (X)
4 0 (0) (X) X X
5 0 (X) (X) X X

0 Durabilità Sufficiente
(0) Durabilità generalmente sufficiente, ma per certi usi può essere raccomandato un
trattamento preservante
(0) – (X) Durabilità può essere sufficiente, ma in funzione della specie legnosa, della sua
permeabilità, del suo uso finale può essere raccomandato un trattamento preservante
(X) Trattamento preservante normalmente raccomandato
X Trattamento preservante necessario
CLASSIFICAZIONE DELL’IMPREGNABILITÀ DEL LEGNO (UNI EN 350/1)

Classe di impregnabilità Descrizione Spiegazione


1 IMPREGNABILE Facile da impregnare; i segati possono
venire penetrati completamente senza
difficoltà mediante trattamento a pressione.

2 MODERATAMENTE Abbastanza facile da impregnare;


IMPREGNABILE normalmente non è possibile una
penetrazione completa, ma con un
trattamento a pressione di 2-3 ore si può
raggiungere una penetrazione laterale di 6
mm nelle conifere e di una ampia
proporzione dei vasi nelle latifoglie.

3 POCO Difficile da impregnare, un trattamento a


IMPREGNABILE pressione da 3 a 4 ore permette al più una
penetrazione laterale compresa tra 3 mm e 6
mm.

4 NON Virtualmente impossibile da impregnare,


IMPREGNABILE scarsa quantità di preservante assorbita
anche dopo 3-4 ore di impregnazione a
pressione; penetrazione laterale e
longitudinale minima.

Precedentemente per dati sull’impregnabilità venivano impiegati termini descrittivi che corrispondevano
in prima approssimazione alle soprascritte classi di impregnabilità, secondo il seguente specchietto:
classe1- permeabile classe 2- moderatamente resistente classe 3- resistente classe 4- estremamente
resistente
DURABILITÀ NATURALE E TRATTABILITÀ DI
ALCUNE SPECIE LEGNOSE PIÙ COMUNEMENTE
USATE (UNI EN 350/2 MODIFICATA)
Nome commerciale (Nome scientifico) DURABILITÀ NATURALE TRATTABILITÀ
ed origine Funghi Hylutru- Hespero- Anobidae Lyctus Termiti alburno durame
pes phanes

Abete bianco (Abies alba Mill.) 4 NR R NR R NR 4 4


Europa e Nord America
Abete rosso (Picea abies L.) Europa 4 NR R NR R NR 4 4
Douglasia (Pseudotsuga menziesii Franco)
Canada 3 NR R NR R NR 3 3
USA Europa 4 NR R NR R NR 2 3
Larice (Larix decidua Mill.) Europa 3 NR R NR R NR 2 3

Pino pece (Pinus palustris Mill. P taeda 3 NR R R R NR 1 3


L.) Nord America

Pino silano (Pinus laricio Poir.) Europa 4-5 NR R NR R NR 1 3


Pino silvestre (Pinus sylvestris L.) Europa 3-4 NR R NR R NR 1 3

Castagno (Castanea sativa Mill.) Europa 2 R NR NR NR NR 2 4


Cerro (Quercus cerris L.) Europa 4 R NR NR NR NR 1 1
Faggio (Fagus silvatica L.) Europa 5 R NR NR R NR 1 4
Farnia (Quercus robur L.) Europa 2 R NR NR NR NR 1 4
Pioppo (Populos spp.) Europa 5 R NR NR R NR 1 2
Rovere (Quercus pelvaea Liebl.) Eurropa 2 R NR NR NR NR 1 4
Organismi xilofagi: INSETTI
• Umidità del legno 7-15% (strutture interne)
• Umidità del legno >15% (tronchi e segati)
• Attaccano l’alburno oppure il durame
indifferenziato (ad es. abete, pioppo, faggio)
o quello che ha già subito un attacco di funghi
• L’attacco è normalmente esteso a tutta la
lunghezza dell’elemento strutturale
• Diminuzione di resistenza proporzionale alla
diminuzione di sezione
Organismi xilofagi: INSETTI
COLEOTTERI ISOTTERI (termiti)
• Le larve scavano gallerie • Reticulitermes non
e si nutrono di cellulosa rimane nel legno,
ed amido lavora al buio
• Le gallerie sono piene di
“rosume” (polvere) • Le altre specie
rimangono nel legno
• l’insetto esce e lascia un
“foro di sfarfallamento” ma non si vedono
• L’attacco può ripetersi • Danni molto gravi
(deposizione uova) nello
stesso manufatto
Organismi xilofagi: FUNGHI
• Umidità del legno > 20% (strutture esterne o
zone umide). Si bloccano essiccando.
• Attaccano sia l’alburno che il durame (salvo il
durame di alcune specie normalmente non
utilizzate nelle strutture)
• L’attacco è normalmente localizzato ad una
zona “umida” dell’elemento strutturale
• Diminuzione di resistenza totale, ma solo
nella zona attaccata
• L’azzurramento (bluettatura) non provoca
danni meccanici
Organismi xilofagi: FUNGHI
CARIE BRUNA CARIE BIANCA
• Depolimerizzazione ed • Degradazione anche
asporto della cellulosa della lignina
• Legno di colore bruno e • Aspetto biancastro,
frammentato in cubetti fibroso

Anche un attacco iniziale, con minima


modificazione di colore e di massa,
comporta una riduzione del 70% nella
resistenza a flessione (carie bruna).
Organismi xilofagi: DIAGNOSI
• Sia funghi che insetti lasciano tracce:
è importante riconoscerle per
diagnosticare la gravità del danno ed
il rischio di ulteriore degrado
• La diagnosi deve essere sia
qualitativa che quantitativa (sezioni
resistenti residue)
• Si deve stabilire se l’attacco è in
corso (attivo) o meno (esaurito) e le
eventuali cause predisponenti
• Esistono specialisti che eseguono
ispezioni diagnostiche sulle strutture
in opera.
DIAGNOSI SULLE STRUTTURE
Diagnosi: INSETTI
• Ovali (8-10x6 mm): Cerambicidi
FORI DI
SFARFAL- • Tondi (1,5-3 mm): Anobidi
LAMENTO • Tondi (6-8 mm): Sirice
• Tondi (12-15 mm): Imenotteri

GALLERIE Localizzate sia sul legno che sulle


DI ASPETTO murature: Termiti sotterranee
TERROSO

ROSUME Indica un attacco attivo di insetti.


Osservandolo si può identificare
la specie.
HYLOTRUPES
• Fori ovali 8-10x6 mm,
gallerie stipate di rosume
ed escrementi
• danni elevati, possono
interessare l’intera sezione
per legnami con alburno
non differenziato (abete)
• i legni antichi normalmente
non sono attaccati
(rosume giallo-bruno
indica attacchi vecchi)
ANOBIUM (TARLO)
• Fori tondi 1,5-3 mm,
gallerie stipate di rosume
non compatto, granuloso,
con escrementi
• può infestare anche legni
molto antichi
• i danni alle strutture non
sono mai gravi
LYCTUS
• Fori tondi 1-2 mm,
gallerie stipate di rosume
fine, impalpabile
• attacca solo latifoglie con
vasi grandi e contenuto di
amido elevato (>1,5%)
• i danni sono gravi
• attacca anche legno
umido (32-8%)
UROCERUS XYLOCOPA
• Fori tondi 6-8 mm, • Fori tondi 12-15 mm,
gallerie stipate di rosume gallerie prive di rosume e
fortemente compattato divise da setti trasversali
• attacca legno umido (in • attacca di solito le parti
bosco), esce dopo 3 anni esterne alle murature
• danni non gravi, perché • danni gravi, ma limitati a
non può deporre le uova brevi porzioni di trave
sul legno secco
TERMITI
• Gallerie di apparenza
terrosa sulle murature
e sul legno
• gallerie prive di
rosume e tappezzate
di incrostazioni brune
• danni molto gravi,
cedimenti improvvisi
CARIE BRUNA
• Variazione di colore,
aspetto e consistenza del
legno (all’inizio leggere)
• in stadio avanzato,
fessurazioni longitudinali
e trasversali (cubetti)
• micelio cotonoso, bianco
all’inizio poi giallo-
violaceo o grigiastro
• rizomorfe che possono
propagare l’attacco anche
lontano da dove è iniziato
TIPI DI TRATTAMENTI PRESERVANTI

Si distinguono in:
• Preventivi quando hanno lo scopo di ridurre
la possibilità che il legno venga attaccato da
organismi xilofagi (per specie legnose non
durabili o poco durabili suscettibili di attacco
nelle condizioni di servizio previste)
• Curativi quando hanno lo scopo di bloccare
un attacco da organismi xilofagi in corso
TIPI DI TRATTAMENTI PRESERVANTI

Preventivi: si eseguono in genere a


livello industriale e comunque sempre
prima della messa in opera; salvo il
trattamento per immersione richiedono
impianti particolari (autoclave per
trattamenti a pressione)
TIPI DI TRATTAMENTI PRESERVANTI

Curativi: si eseguono sempre in opera;


necessitano di attrezzature semplici
(pennello, spruzzatore per i trattamenti
superficiali) o complesse (iniezione
localizzata a pressione per trattamenti
profondi)
I TRATTAMENTI PRESERVANTI

La qualità di un trattamento è definita dalla:


• Efficacia preservante nei riguardi di singoli
organismi xilofagi.
• Ritenzione del prodotto preservante nel
legno (espresse in g/m2 o Kg/m3).
• Profondità di penetrazione del prodotto
preservante nel legno.
CLASSI DI PENETRAZIONE DEL PRESERVANTE NEL
LEGNO CON LE RICHIESTE DI PENETRAZIONE E ZONE
ANALITICHE CORRISPONDENTI (UNI EN 351/1)

CLASSE DI RICHIESTA DI ZONA ANALITICA (1)


PENETRAZIONE PENETRAZIONE
P1 nessuna 3 mm dalle facce laterali
P2 min. 3 mm laterali e 40 mm 3 mm laterali di alburno
assiali di alburno
P3 min. 6 mm laterali di alburno 6 mm laterali di alburno

P4 min. 6 mm laterali e 50 mm 6 mm laterali di alburno


assiali di alburno
P5 min. 12 mm laterali di alburno 12 mm laterali di alburno

P6 soltanto per legno tondo. Min. 20 20 mm di alburno quando


mm di alburno l’alburno è > 20 mm
P7 tutto l’alburno alburno

P8 Tutto l’alburno e min. 6 mm di Alburno e 6 mm durame esposto


durame esposto
(1) La zona di legno trattato che viene analizzata e nella quale deve essere presente il quantitativo di preservante
considerato idoneo per la protezione del legno (secondo i test biologici prescritti in UNI EN 599/1) in riferimento
alle varie classi di rischio biologico
SCELTA TRATTAMENTO PREVENTIVO
METTERE A SI ESISTE UNA NO SCEGLIERE
CAPITOLATO SPECIFICA DI
UNA SPECIE
I PRODOTTI PRODOTTO
LEGNOSA
ESISTENTI BASATA SULLA
UNI EN 351

VERIFICARE LA DETERMINARE LA
DURABILITA’ DEL LEGNO CLASSE DI RISCHIO
SCELTO (UNI EN 350) (CL. 1- 5 UNI EN 335)

NO CAMBIO SPECIE O
LA DURABILITA’ SCELTA TRATTAMENTO
NATURALE E’ (UNI EN 599)
SUFFICIENTE ? SI
(UNI EN 460) IMPIEGO SPECIE SCELTA
ESECUZIONE TRATTAMENTO PREVENTIVO
VERIFICARE I CODICI SULL’ETICHETTA DEL
PRESERVANTE (UNI EN 599-2):
CLASSE DI RISCHIO (1, 2 OPP. 3)
MODALITA’ DI APPLICAZIONE (S = SUPERFICIALE;
P = IMPREGNAZIONE; SP = ENTRAMBI I TIPI)
VALORE CRITICO (G/M2 OPP. KG/M3)

APPLICARE SEGUENDO CORRETTAMENTE LE


INDICAZIONI DEL PRODUTTORE

VERIFICARE SU ALCUNI CAMPIONI LA


PENETRAZIONE E LA RITENZIONE (UNI EN 351)
A volte l’attacco di insetti è
limitato al solo alburno...
I preservanti sono Presidi medico-chirurgici
che devono essere registrati dal Ministero
della Sanità ed APPLICATI CON CAUTELA
(alcuni solo da operatori specializzati)
CONCLUSIONI
• GLI AGENTI PATOGENI SONO MOLTI
ED ALCUNI ASSAI PERICOLOSI
• NORMALMENTE UNA BUONA
VENTILAZIONE ED UN TRATTAMENTO
PRESERVANTE PREVENTIVO SONO
SUFFICIENTI A GARANTIRE UNA
LUNGA VITA ALLA STRUTTURE
• E’ COMUNQUE POSSIBILE RISANARE
UNA STRUTTURA LIGNEA ATTACCATA
• INFINE, EVENTUALMENTE…..
• ….ALLE LARVE PIACE PESCARE.

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