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Navi e Poltrone - Antonino Trizzino

Il documento tratta della storia della marina militare italiana durante la seconda guerra mondiale. Discute le accuse di connivenza con la Gran Bretagna e include recensioni di libri che trattano l'argomento. Viene anche discussa la relazione tra fascismo e massoneria in Italia.

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Matteo
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Navi e Poltrone - Antonino Trizzino

Il documento tratta della storia della marina militare italiana durante la seconda guerra mondiale. Discute le accuse di connivenza con la Gran Bretagna e include recensioni di libri che trattano l'argomento. Viene anche discussa la relazione tra fascismo e massoneria in Italia.

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La storia è racconto attraverso i

libri
I testi che accompagnano la presentazione sono in genere quelli diffusi dall'editore, dalla libreria o da critici che vengono indicati

34

Prima parte

Navi e poltrone
Antonino Trizzino - Longanesi & C.
1a edizione gennaio 1953

From the Ashes of Disgrace , di Franco Maugeri (ammiraglio) e Victor Rosen - Reynal & Hitchcock, New York 
1948:

"L'inverno del '42-'43 trovò molti di noi, che speravano in un'Italia libera, di fronte a questa dura,
amara, dolorosa verità: non ci saremmo mai potuti liberare delle nostre catene, se l'Asse fosse stato
vittorioso". E poco più avanti esplicita in maniera definitiva tale concetto: "Più uno amava il suo
Paese, più doveva pregare per la sua sconfitta nel campo di battaglia... Finire la guerra, non importa
come, a qualsiasi costo".

1
Trizzino, nato a Bivona nel 1899 fu pilota fino alla fine degli anni ’30. Nel 1938 Trizzino fu costretto ad
abbandonare
abbandonare l’aviazione ed entrò nel campo del giornalismo, divenendo
divenendo critico militare durante il II conflitto in
vari giornali tra cui “Il Tevere” ed “Il tempo”.

Recensione ufficiale: Durante la seconda guerra mondiale, l'Italia aveva un esercito fiaccato dall'emorragia di
mezzi causata dalle guerre di Etiopia e di Spagna, ma aveva ancora una marina militare in efficienza, che invece
rimase quasi sempre ferma nei porti, magari a farsi bombardare passivamente come avvenne a Taranto. Poco dopo
la fine della guerra, il libro di un ex ufficiale dell'aviazione, Antonino Trizzino, "Navi e poltrone", documentò la
connivenza con la Gran Bretagna del Ministero della Marina Militare italiana dell'epoca (che allora si faceva
chiamare pomposamente Supermarina) . Antonino Trizzino fu anche assolto in un processo intentatogli per calunnia
a causa
causa delle
delle sue accuse.
accuse. Succes
Successiva
sivamen
mente
te è venuta
venuta alla luce l'appart
l'appartene
enenza
nza di molti
molti ammira
ammiragli
gli alle logge
massoniche anglofile.

Il tema del libro viene trattato in 6 capitoli di indagine indiziaria di cui tre fuori dalla sezione ma raggiungibili
raggiungibili dal
link. Cap. 4 La notte di Taranto e la beffa di Genova in Storia http://digilander.lib
http://digilander.libero.it/lacor
ero.it/lacorsainfinita/gu
sainfinita/guerra2/40/taranto
erra2/40/taranto.htm
.htm

Cap. 5 Franco Maugeri nei personaggi http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/maugeri.htm Cap. 6, nelle schede,


la sentenza http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/trizzino.htm I brani tratti dal libro sono in verde

Da Gran Loggia regolare d’Italia Unica Obbedienza Massonica Italiana


Riconosciuta dalla Gran Loggia Unita d'Inghilterra :

 Storicamente
 Storicamente non si può certo dire che la Massoneria
Massoneria italiana abbia ostacolato
ostacolato la nascita del fenomeno fascista,
fascista, anzi,
non pochi storici asseriscono il suo ruolo determinante nella presa di potere da parte del fascismo. I rapporti tra il 
Fascism
Fascismo
o e la Massone
Massoneria
ria quindi,
quindi, almeno
almeno inizialm
inizialmente
ente furono
furono tutt’alt
tutt’altro
ro che conflitt
conflittuali
uali.. Quando
Quando i vertici
vertici della
della
 Massoneria
 Massoneria si riunirono
riunirono a Palazzo
Palazzo Giustiniani
Giustiniani per
per l’installazione
l’installazione del Gran
Gran Maestro
Maestro Domizio
Domizio Torrigiani,
Torrigiani, che succede
succedeva
va
ad Ernesto Nathan, la simpatia manifestata dai presenti nei confronti del movimento fascista fu evidentissima. Solo
successivamente, nel percorso che porterà dal “Fascismo Movimento” al “Fascismo Regime”, si determinerà, oltre ad 
una interessante evoluzione nell’approccio
nell’approccio al materiale
materiale mitologico,
mitologico, nell’utilizzazione
nell’utilizzazione dei simboli e nella realizzazione
realizzazione
dei rituali fascisti, quella inevitabile degenerazione dei rapporti con la Massoneria, che ne determinò la successiva

2
 persecuzione….
 persecuzione…... I rapporti
rapporti di Mussolini con la Massoneria furono contradditt
contraddittori.
ori. Inizialmente,
Inizialmente, egli tenta di diventare
massone e chiede l’iscrizione alla Loggia Romagnosi di Milano, che fu rifiutata. Erano gli anni della prima guerra
mondiale: pareva che già nel 1905, a Lugo di Romagna, Mussolini avesse invano presentato domanda alla Loggia
 Rinancini,
 Rinancini, e poco dopo,
dopo, Losanna, sempre
sempre con
con lo stesso risultato.
risultato. L’ostilità
L’ostilità di Mussolini
Mussolini nei confronti
confronti della Massoneria
Massoneria
comincia a delinearsi già nel 1914 quando, ancora socialista, al Congresso di Ancona del partito si scagliò contro la
 Massoneria,
 Massoneria, facendo votare un ordine del giorno che diceva: “Può darsi che il massonismo
massonismo tenda all’umanitarismo.
all’umanitarismo.
 Ma è tempo di reagire contro
contro questa infiltrazione.
infiltrazione. Anzi è il solo e unico problema.
problema. Non possiamo
possiamo confondere
confondere il nostro
umanitarismo
umanitarismo con l’altro umanitarismo,
umanitarismo, elastico,
elastico, vacuo, illogico, propugnato dalla Massoneria.”…
Massoneria.”… Dopo che la
commissione dei Quindici, nominata per far luce sulle logge e presieduta da Giovanni Gentile, aveva emesso un
 giudizio perentoriamente
perentoriamente sfavorevole
sfavorevole nei confronti
confronti della Massoneria, con un voto a scrutinio
scrutinio segreto,
segreto, il 19 Maggio
1925, veniva approvato dalla Camera il disegno di legge presentato il 12 Gennaio 1925, e successivamente, il 22
novembre 1925 esso divenne legge.

Conseguentemente divenne obbligatorio, per i dipendenti dello Stato, dichiarare non solo se appartenevano ma anche
se avessero mai fatto parte di associazioni segrete. Di certo l’allontanamento di funzionari pubblici legati alle Logge
costitu
costituiva
iva un passag
passaggio
gio obbliga
obbligato
to nell’ins
nell’instaur
taurazio
azione
ne del regime
regime fascista
fascista.. Con questo
questo atto,
atto, la Masson
Massoneria
eria era
virtualm
virtualmente
ente fuori legge.
legge. Il 22 novembr
novembree Torrigi
Torrigiani
ani emise
emise mestam
mestamente
ente un comunic
comunicato
ato dove
dove si rendev
rendeva
a noto
noto lo
scioglimento di tutte le Logge .

Di Badoglio massone così parlava Cadorna.

Fu proprio il suo Corpo d'armata (27°) che fu sfondato di fronte a Tolmino, perdendo in un sol giorno tre fortissime
linee di difesa e ciò sebbene il giorno prima (23 ottobre 1917) avesse espresso proprio a me la più completa fiducia
nella resistenza, confermandomi ciò che già aveva annunciato il 19 ottobre al colonnello Calcagno, da me inviatogli 
 per assumere
assumere informazioni
informazioni sulle sue truppe e sui suoi bisogni. La rotta di questo Corpo fu quella che determinò
determinò la
rottura
rottura del fronte
fronte dell'int
dell'intero
ero Esercito
Esercito a Capore
Caporetto.
tto. E il Badogli
Badoglio
o la passa
passa liscia!
liscia! Qui c'entra evidentem
evidentemente
ente la
massoneria e probabilmente altre influenze, visto gli onori che gli hanno elargito in seguito. E mi pare che basti per 
ora!". (Le altre influenze erano della monarchia). (Ib. pag. 133).

Prima di addentrarci in ulteriori spiegazioni sul caso Trizzino-ammiragli, (vedi terza parte), è
bene chiarire il significato e la valenza di alcuni termini della vicenda e del libro che nelle
pagine
pagine finali riporta il famoso
famoso attacco
attacco a Superma
Supermarina
rina e S.I.S (servizio
(servizio informazio
informazioni
ni militari
militari
della
della Marin
Marina),
a), definite
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colonnee all’int
all’intern
ernoo della
della difesa
difesa italian
italianaa dell'ep
dell'epoc
oca.
a. Il libro
libro
parimenti contiene tantissime (la prevalenza) pagine dedicate al sacrificio degli equipaggi e alla
professionalità, ma anche accuse alla inettitudine, al disonore e all'ambivalenza dei comandi che
fur
furono
ono la vera
era causa
ausa dell
dellaa inc
incrim
rimina
inazion
zionee e del
del rin
rinvio
vio a giudi
iudizzio di Triz
Trizzzino
ino.
Mi colpì, scrive l’ammiraglio Andrew Cunningham, il fatto che mentre gli italiani nel complesso
dimostravano poco spirito di iniziativa (comune) sul mare, riuscissero tanto bene in azioni individuali.

3
Certamente essi avevano uomini capaci delle imprese più ardite.
Trizzino venne condannato e solo in appello parzialmente assolto dalla motivazione della
sentenza. Il fatto che non scontasse la pena gli derivava dall'ennesima amnistia. Che in Italia
esistessero dei traditori era comunque cosa nota e logica. Non esistevano solo da noi, c’erano in
Germ
German
ania
ia,, in Fran
Franci
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a, in Ingh
Inghilt
ilter
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etc... L’acc
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succ
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sivo
vo trat
tratta
tato
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queste
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ni.. art. 16: « L'Ita
Italia non
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loro simpat
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causa
sa delle
delle Potenz
Potenze
e Allea
Alleate
te o aver 
aver 
condotto un'azione a favore di detta causa».
Supermarina era l’organo che allo scoppio della guerra sovrintendeva a tutte le operazioni navali, una specie di sala dei
 bottoni in cui si concentravano tutte le inform
i nformazioni.
azioni. Stava a Roma sul lungotevere Flaminio ed aveva a disposizione
dei bunker sotterranei in caso di incursione aerea. Si trasferì alla stazione radiotelegrafica sotterranea della Marina, in
località Santa Rosa sulla via Cassia (20 km fuori Roma) alla dichiarazione di Roma città aperta (e smilitarizzata).
Rimase in funzione fino al 12 settembre 1943 e venne riattivata a Brindisi dove si era trasferito il capo di Stato
Maggiore della Marina, ammiraglio De Courten, con il governo Badoglio. Chi ne era a capo? Gerarchicamente,
Gerarchicamente, toccava
al CSM della marina, nel 1940 l'ammiraglio Domenico Cavagnari. Ma poiché egli era anche sottosegretario
sottosegretario (e in pratica
il ministro della Marina, perché il titolare era Mussolini superimpegnato), capo di Supermarina era in effetti il sottocapo
di SM. Negli ultimi due anni di guerra, allorché a capo della flotta in mare fu prima l'ammiraglio Angelo lachina e poi
l'ammiraglio
lio Carlo Bergamini, divenne sottocapo di SM l'ammiraglio Luigi Sansonett
etti.

Ora, nel 1953, quando si dette inizio alla causa, il titolo di spia era un punto di merito sancito
dalle leggi e sicura patente di antifascismo. A Trizzino
Trizzino al massimo poteva andare
andare la medaglia
del pamphlet da panegirico adulatorio. Diverso il caso di tutti gli altri tirati in ballo almeno
(senza prove come del resto tutto il libro che all’epoca era un’opera indiziaria) con l’etichetta di incapaci e
pusillanimi*. Questi naturalmente reagirono e reagirono male anche perché erano ancora in
servizio attivo in uno dei pilastri della Nato, la diga anticomunista che si avvaleva ora di molte
delle ex menti dei passati regimi. Cosa spingesse lo stato italiano a tenere comunque in servizio
degli incapaci non è dato a sapere, ma non era
era o sarà la prima volta.
volta. Chi non reagì, lo era per
un motivo molto semplice: era inabissato (incoscio) con le navi tradite. Le accuse di Trizzino nel
tempo vennero sì stemperate ma anche comprovate da nuovi autori. Aggiungiamo noi che
all'epoca (1952) non si conosceva l'esistenza della macchina Ultra che decodificava la tedesca
Enigm
Enigma,
a, ma anche
anche delle
delle interc
intercetta
ettazio
zioni
ni tedesc
tedesche
he che
che roves
rovescia
ciavan
vanoo la situazi
situazione
one e non
non si
considerava quella miriade di canali informativi o disinformativi tipici del costume italiano e le
spie vere e proprie con tanto di patente che non assursero mai agli onori della cronaca.

4
Sospettato n° 1: La massoneria di osservanza
inglese da Angelo Martelli "Una sigaretta sotto il temporale" 1988:

........ Un episodio riconduce,


riconduce, se pur attraverso una ricostruzione
ricostruzione congetturale,
congetturale, all’intervento
all’intervento massonico
massonico nella vita
pubblica e politica italiana. Omicidio del deputato
deputato socialista Giacomo Matteotti:
Matteotti: La Corte d’Appello di Roma
stabilì che i mandanti furono Cesare Rossi, Giovanni Marinelli, Filippo Filippelli, e che gli esecutori furono
Amerigo Dumini, Albino Volpi, Amleto Poveromo Augusto Malacria e Giuseppe
Giuseppe Viola. L’elemento dal quale non
si può prescindere per restare in un minimo di chiarezza, è che il delitto Matteotti non fu premeditato; sono troppi
e banali gli errori in cui gli autori sono incorsi per farsi scoprire e individuare. Si doveva trattare di un
avvertimento
avvertimento odi una “lezione”, molto in voga a quei tempi con o senza olio di ricino, ma la reazione del deputato
Matteotti ha portato, quelli che poi sono divenuti i sicari, ad un agire incontrollato che ha appesantito la mano sino
ad uccider
ucciderlo.
lo. L’aspe
L’aspetto
tto massoni
massonico
co della
della vicenda
vicenda è abbasta
abbastanza
nza pesante
pesante e vistoso
vistoso posto che le due massoner
massonerie
ie
italiane, quella di Palazzo Giustiniani e di Piazza del Gesù, si accusarono a vicenda di partecipazione al delitto.
Occorre, a questo punto, considerare che i mandanti del sequestro Matteotti, così come furono indicati dall’accusa
durante il processo, erano Rossi, Marinelli e Filippelli, tre massoni di Piazza del Gesù; il capo della banda, Amerigo
Dumini, che aveva assolto al collegamento tra mandanti e sicari, apparteneva anch’esso alla massoneria. Egli, dopo
l’adesione alla loggia giustinianea di Firenze e dopo esser servito da gorilla, nelle elezioni del 1921, al Gran Maestro
aggiunto di Palazzo Giustiniani, Giuseppe Meoni, candidatosi nel “Blocco Nazionale”, era passato alla massoneria
di Piazza del Gesù. La congettura o l’ipotesi della presenza
presenza massonica
massonica nel delitto Matteotti, oltre a validi moventi
fra cui quello destabilizzante del nuovo regime politico  fascista,
 fascista, venne riproposta da una lettera anonima spedita da
Torino direttamente a Mussolini:
soppressione di Matteotti  — scriveva l’ignoto estensore
 La morte, anzi la soppressione estensore —  fu
 fu decretata a Palazzo Giustiniani;
Giustiniani; vuoi 
le prove? Fa frugare sotto un falso piano di un tavolo e troverai i documenti relativi: il tavolo trovasi in una piccola
camera trascurata a destra entrando. Bisognerebbe fare presto perché sabato sera di notte fu discusso della distruzione
dei documenti o del loro invio al Grande Oriente di Francia per ottenere il rimborso del pattuito delitto. È la lettera di
un maniaco? Non si sa; sta di fatto che anche su questo oscuro episodio vi è l’ombra della massoneria che avrebbe
potuto trarre vantaggio dal malumore nazionale e dal momento di sbandamento della credibilità popolare in
Mussol
Mussolini.
ini. La massoner
massoneria,
ia, è di origine
origine anglosa
anglosasson
ssonee e non si può esclude
escludere
re a priori
priori che gli amici
amici sui quali
quali
l’ammiragliato inglese “poteva contare”, presso il nostro Supermarina e di cui parlò lo stesso Maugeri nel suo libro
(«From the ashes of disgrace» fu pubblicato solo in America ), fossero legati proprio dal “cordone” massonico. In
realtà
realtà con il pluralis
pluralismo
mo confes
confession
sionale
ale delle
delle logge,
logge, la massone
massoneria
ria prescin
prescindev
devaa dalle
dalle singole
singole religioni
religioni e dalle
dalle
nazionalità per cui in certo qual modo si poneva al di sopra di esse per costruire la cosiddetta “Cattedrale laica
della fraternità”. Non si tratta, tuttavia, di una fraternità disinteressata e pastorale posto che si impone dove esiste
lo stato di necessità e dove il potere pubblico è controllato da affiliati. ….. Ma la legge di Mussolini del ’25 voleva si
conoscessero
conoscessero nomi e indirizzi degli affiliati e un bel giorno l’elenco con 916 nomi, indirizzi e verbali di giuramenti,
giuramenti,
oltre a rubriche e altro, finì nel carteggio riservato della segreteria del Duce. Fra questi nomi vi erano anche quelli
di Farinacci, l’on. Edoardo Torre di Alessandria, l’on. Alessandro Groppali di Cremona, il generale dei bersaglieri
Sante Ceccherini, l’on. Arrivabene di Mantova, Terzaghi di Milano, l’on. Ernesto Tartusio, il gen. Ugo Clerici, il
preside
presidente
nte Raimon
Raimondi,
di, il prefett
prefettoo di Trapan
Trapani,i, Giusepp
Giuseppee Gallica
Gallicano,
no, Giusep
Giuseppe
pe Lanza
Lanza princip
principee di Scalea
Scalea già
5
sottose
sottosegre
gretar
tario
io alla guerra nel V Ministe
Ministero
ro Giolitti,
Giolitti, il conte
conte Luigi
Luigi Lusignan
Lusignanii di Parma,
Parma, il general
generalee Emilio
Emilio
Giampietro, l’on. Umberto Gabbi e tanti altri. Di Roma facevano spicco nell’elenco i nomi di Edmondo Rossoni,
Alessandro
Alessandro Melchiorri,
Melchiorri, Giuseppe Mosconi
Mosconi console della milizia, e di Tommaso
Tommaso Tittoni presidente del Senato. Il 3
gennaio 1925 nell'assemblea dei gran capi massonici, il generale Luigi Capello (comandante della II armata diretto
superiore di Badoglio al XXVII C.d.A. quello o quelli con la massima responsabilità a Caporetto ) condannava i
“Fratelli” che avevano tradito i loro ideali di libertà, aderendo al Fascismo. Il generale era molto attivo nelle
relazioni
relazioni massoniche
massoniche internazionali
internazionali che abbinava ad una notevole attività antifascista,
antifascista, tanto da essere considerato
come il capo ideale di eventuali iniziative militari contro il regime. Ebbe molti incontri
con gli oppositori di Mussolini
Mussolini e, tra questi, come accertò la polizia, parecchi
parecchi con l’ex
capitano degli Alpini, Tito Zaniboni. Questi, il 4 novembre 1925, veniva arrestato
mentre si apprestava a sparare a Mussolini. Il Tribunale Speciale fascista condannò a
trent’anni Tito Zaniboni, il generale Capello e altri a pene minori.

 E' enorme,
enorme, disse
disse Mussol
Mussolini
ini , , che funzionari di altissimo grado
 frequentino
 frequentino le logge, informino le logge, prendano
prendano ordini dalle logge.
 Non v'è dubbio che le istituzioni più gelose dello Stato, quelle che
amministrano la Giustizia, quelle che educano le nuove generazioni e
quelle che rappresentano le forze armate, che devono essere ad ogni momento pronte alla difesa
della Patria, hanno subito e subiscono con alterna vicenda, l’influenza della massoneria. Ciò è
inammissibile, ciò deve finire.

Al posto della massoneria


massoneria nacquero
nacquero i Rotary, a cui il re prestò la presidenza
presidenza onoraria. Ciò che egli aveva cercato
cercato
di cacciare dalla porta, gli rientrava dalla finestra. Gramsci, .. una massoneria senza i piccoli borghesi e senza la
mentalità piccolo borghese, dove l’elemento arcaico e ritualistico è stato superato nel nome di un efficientismo di
elite rivolto alla produzione. Di qui l’adesione
l’adesione di agrari, industriali
industriali e del potere pubblico. Molti dei 20.000 massoni
italia
italiani
ni degli
degli Anni
Anni Venti
Venti entra
entraron
ronoo nei
nei Rotar
Rotary.
y. Alla
Alla fine
fine del
del fascis
fascismo
mo,, quand
quandoo Muss
Mussoli
olini
ni si ritir
ritiròò nella
nella
repubb
repubblich
lichina
ina di Salò e cercava
cercava una spiegaz
spiegazione
ione sulla sua inglorio
ingloriosa
sa fine,
fine, dalle
dalle carte
carte del contros
controspion
pionaggi
aggioo
repubblichino uscì fuori quella che fu considerata la prova schiacciante che dimostrava come la sua rovina venisse
proprio da quelle forze (ebrei
(ebrei e massoni) che era convinto
convinto di aver distrutto. Si trattava di una lettera firmata da
Badoglio, anch’esso grande massone, in cui sbrigativamente era stato scritto:  In ogni modo, nel caso che i tedeschi 
estendano in Italia la loro occupazione militare, resta fissata la realizzazione delle ultime direttive impartiteci dal 
Grande Oriente
Oriente di Londra.
Londra. Provvederò
Provvederò io stesso a stabilire
stabilire i contatti con tutti i fratelli che verranno
verranno smistati
smistati nei 
rispettivi posti (25 luglio). Peccato, scrive il Mola nella sua Storia della Massoneria Italiana, che quella prova
clamorosa, quel documento inequivocabile del tradimento di Badoglio, sia poi 
risultata
risultata clamorosamente
clamorosamente falsa!. Non si può affermare che il tradimento degli
alti comandi, ai danni di chi navigava e del Paese, fosse di matrice massonica
perché non se ne conoscono
conoscono prove concrete, ma nessuno può negare l’esistenza
l’esistenza
di un move
movent
ntee più
più che
che vali
valido
do.. L’al
L’altr
troo move
movent
nte,
e, ispi
ispira
rato
to semp
sempre
re alla
alla
sopravvi
sopravviven
venza
za della
della masson
massoneria
eria,, ricondu
riconduce
ce alla lotta
lotta contro
contro la chiesa
chiesa e in
particolare contro la Curia Romana che ne era l’espressione, ma sul piano

6
pratico fu tenuta in serbo perché il governo fascista, ormai unico difensore del Cattolicesimo, avrebbe colpito
duramente
duramente qualsiasi espressione
espressione massonica; questa lotta si evidenziò
evidenziò in tutta la sua spregiudicatezza
spregiudicatezza solo nel 1945
quando, dopo la morte di Mussolini, e la Chiesa fu sull’orlo della capitolazione. .. La massoneria non si attiene ad
una dottrina sistematica e definita, né tanto meno ad una rigida regola filosofica, anche se dice di predicare la
fratellanza, per cui la vita e l’opera di un massone non si inquadra in una norma predeterminata né essa può in
alcun modo considerarsi l’immagine, l’identità della massoneria stessa. Non potrebbe essere diversamente posto
che il massone si regola di volta in volta secondo interesse proprio o dell’organizzazione e in modo quasi
aristotelico, nel senso che può trovare conveniente oggi quello che aveva giudicato sconveniente ieri.

Leone XIII, 8 dicembre 1892 «la massoneria (...) nemica ad un tempo di Dio, della Chiesa e della nostra patria».
Antonio
Antonio Gramsci
Gramsci alla Camera
Camera,, maggio
maggio 192
19255 discussi
discussione
one del d.l. per la soppre
soppressio
ssione
ne della
della massone
massoneria
ria «la
massoneria in Italia ha rappresentato l' ideologia e l' organizzazione reale della classe borghese capitalistica».

* 67 alti ufficiali erano sposati con donne straniere, quindi facilmente avvicinabili; due importanti ammiragli - Mario
Farangola, alla guida dei sommergibili, e Vittorio Tur, titolare d'incarichi molto delicati - avevano mogli inglesi,
mentre due capitani di vascello destinati a una folgorante carriera, Brivonesi e Alberto Lais, erano coniugati con
un'inglese e un'americana.

*  Aver voluto preservare


preservare  —  si legge ancora nelle motivazioni della sentenza d’Appello del processo Trizzino-Ammiragli —  le navi da

battaglia
battaglia per destinarle
destinarle a compiti più nobili e decisivi
decisivi fu una inutile cautela
cautela perché mai,
mai, ad eccezione del breve
scontro di Punta Stilo, i nostri massimi calibri si misurano con quelli nemici e gli incontri furono evitati per eccessiva
 prudenza
 prudenza anche quando
quando la netta superiorità
superiorità delle nostre
nostre forze avrebbe
avrebbe potuto
potuto assicurarc
assicurarcii il successo.
successo. La flotta italiana
italiana
non intervenne neppure quando la guerra investì il suolo della Patria e l’unica occasione che le si presentò fu di 
consegnarsi due mesi dopo, a Malta. Tanto valeva buttarsi nella mischia e usarle una ultima volta quelle navi che poi 
dovevano finire in parte pignorate per insolvenze ministeriali, in parte vendute come ferro vecchio e in parte cedute al 
nemico in conto riparazioni.

Corriere della
della Sera - Sergio
Sergio Romano - lettere al Corriere
Corriere

... Trizzino ha uno stile secco e incisivo, ha lavorato sulle fonti disponibili (ndr: all'epoca) e, soprattutto,
non ha peli sulla lingua. Non sopravvaluta la potenza della flotta italiana e conosce i grandi meriti di
quella britannica. Ma crede che il rapporto di forze rendesse possibile un migliore equilibrio e punta il
dito contro il vertice
vertice della Marina.
Marina. Alcuni
Alcuni ammiragli
ammiragli sono esplicitament
esplicitamente
e accusat
accusatii di codardia
codardia.. Ma il
capo d'accusa più grave è spionaggio e tradimento. L'autore non può fornire documenti e individuare
precise responsabilità, ma è appassionatamente convinto che soltanto informazioni provenienti da
Supermar
Supermarina
ina abbiano
abbiano consentito
consentito agli inglesi
inglesi di mettere
mettere a segno
segno alcune
alcune delle loro operazion
operazionii più
brillanti. E crede che soltanto l'ipotesi del tradimento possa spiegare la passività e la lentezza della
nostra flotta in circostanze in cui un rapido intervento avrebbe potuto contrastare
contrastare efficacemente i piani
del nemico. La prova indiretta, sempre secondo Trizzino, è in un libro dell'ammiraglio Franco Maugeri,

7
capo del Sis (Ufficio informazioni della Marina), apparso dopo la guerra. Nel libro si legge tra l'altro la
frase riportata in testa a questa colonna

top secret

Sospettato n° 2: Il siluro e la motobomba


(sospetto è la negatività che propizia la sconfitta in questo caso il contrario). Navi e poltrone Trizzino pag.10:

Dopo la sconfitta, nel luglio del 1947, durante un processo militare a carico del generale Valle, venne alla luce un
rapporto
rapporto segreto
segreto presentato
presentato a Mussolini,
Mussolini, nell’aprile del ‘41, dal sottosegretari
sottosegretarioo di stato all’aeronautica
all’aeronautica del tempo,
generale Pricolo. Questi spiegava che la mancanza di aerosiluranti era dovuta alla « scarsa fiducia nella specialità,
considerata meno efficace e di minor rendimento delle bombe ». A questi argomenti se ne aggiungevano altri
ancora. E il primo era che non c’era convenienza ad acquistare siluri, perché con la stessa spesa si poteva avere un
numero di bombe di gran lunga maggiore. « Un siluro per aerei non potrà costare certo meno di 150.000 lire, senza il 
costo dell’esplosivo.
dell’esplosivo. La bomba da 500 kg, compreso l’esplosivo,
l’esplosivo, non costa che 4.000 lire. E mentre con 150.000 lire si 
 portano 150 kg di esplosivo,
esplosivo, con 4.000 lire se ne portano 240; ben 90 in più. Quindi, invece di 100 siluri, che
costerebbero 18.000.000, è più conveniente acquistare 30 velivoli da 500.000 lire l’uno, 1.000 bombe da 250 kg (2.500
lire l’una) più 123 bombe da 500 kg (a lire 4.000 l’una). » Quest’ultima fu la tesi-base esposta nel numero di marzo
1934 della Rivista Aeronautica da uno dei più alti rappresentanti
rappresentanti dell’aviazione,
dell’aviazione, che si celava sotto lo pseudonimo
pseudonimo
di Vultur. A questa tesi se ne aggiungevano altre che consideravano avvilente l’uso dell’aereo in marina. Era una
vecchia ruggine ancor buona della incomunicabilità
incomunicabilità e cooperazione
cooperazione interforze.
interforze. Non cambierà quasi nulla fino alla
fine della guerra. L’Italia già dal '34 aveva dei siluri perfezionati che altri anche a conflitto iniziato non ebbero. Le
spie fecero di tutto per avere notizie e il nostro alleato tedesco ne ordinò 300. Sempre Valle: « Avevo, dopo lunghi 
anni di esperienze,
esperienze, condotte a Guidonia e a Fiume (siluruficio aeronavale
aeronavale Whitehead) dal ‘35 al ‘38, creato un siluro
aereo, che era riuscito a funzionare anche lanciato da ottanta metri (gli inglesi dovevano scendere a toccare l’acqua e
lanciavano da più lontano) » . Un lancio da ottanta metri, è un fatto che basta da solo a convincere dell’efficacia
della nuova arma qualsiasi persona competente. Le autorità aeronautiche avevano « la costante preoccupazione
che Io sviluppo dei reparti aerosiluranti, tanto appoggiato dalla marina, portasse, dato il mezzo in cui essi
dovevano agire, alla dipendenza dalle forze navali ». In parole povere, poiché gli aerosiluranti erano destinati a
compiere lavori similari a quelli dei mezzi navali, si temeva che passassero agli ordini degli ammiragli. Nel suo
rapporto del 1940, Pricolo lamenta che gli studi e le esperienze dell’aerosilurante siano stati da tempo abbandonati;
ma non dice che nessun capo dell’aviazione, a cominciare da lui, spese una sola parola contro quell’abbandono.  Le
bombe pesanti presupponevano di avere squadriglie di bombardieri e obiettivi da bombardare. Noi a Londra non
saremmo mai arrivati e il bombardamento in mare da certe altezze a confronto era più impreciso e improbabile di una
vincita al Superenalotto.

1) Tutti gli oggetti lanciati con paracadute sono da prendere sotto il fuoco delle mitragliere delle navi .
2) Sulle navi debbono essere approntati gruppi di fucilieri

8
3) Approntare reti per il recupero dei siluri che, a causa del cattivo funzionamento, rimangono in superficie...
4) Ancorare barconi ed imbarcazioni intorno alle navi per protezione [...].

la piovra massonica
I silu
silurrifi
ifici ope
operanti in Itali
taliaa nel 1940 erano tre: Sil
Silurif
urifiicio
cio Whiteh
tehead di Fiu
Fiume dal 1860
1860
Silurificio Italiano di Baia-Napoli in attività dal 1915
Silurificio Motofides a Livorno dipendenza di Fiume dal 1937. Complessivamente, dal 10.6.1940 all'1.9.1943,
furono impiegati 546 siluri nel 1940, 1,185 ne1 1941, 1,600 nel l942, 350 nel 1943

L'utilizzo di siluri su idrovolanti (Cant. Z 506) visse il lasso di tempo di notorietà che questi ebbero dopo le
trasvolate.

Verso la metà degli «anni trenta» sia la Società Whitehead di Fiume che il Silurificio Italiano erano riusciti a
mettere a punto siluri navali da 533 mm (tipo nuovo) capaci di sviluppare 50 nodi per la corsa da 4,000 metri e
siluri da 450 con velocità di 42 nodi sulla corsa di 3,000 metri. Gli acciarini di cui erano dotati tutti i siluri italiani
erano del

9
LA MOTOBOMBA:

Così gli inglesi la descrivevano dopo i primi impieghi ( considerati deludenti dagli italiani che non avevano quasi 
ricognizione
ricognizione per controllarne
controllarne gli effetti) del giugno 1941 e l’ultimo dell’agosto del 42 (Spartivento) in una direttiva
top
top secret ai comandi marittimi della Cirenaica, dell’Egitto e del Mar Rosso:
Descrizione delle bombe - Il nemico impiega piccoli siluri con moto rotatorio contro navi nei porti. Essi vengono
lanciati con paracadute da una altezza di circa 180 metri [...] Il siluro si muove o sulla superficie o al di sotto di
questa … con spostamento automatico del timone di direzione ogni 4 minuti …. due spolette e dispositivo per
l’a
l’autoaf
toaffo
fon
ndam
damento al ter
termin
mine dell
dellaa cors
orsa. Misu
isure precauzi
uziona
onali: vedi
vedi a fia
fianco<<<
o<<<<<
<<<
<
La motobomba FFF, dal nome dei suoi creatori (Freri ex bersagliere già inventore del paracadute Salvador, Filpa
Fiore) derivava dal
dal siluro elettrico
elettrico navale (dopo un breve percorso rettilineo in acqua eseguiva una rotta a spirale
che andava sempre più espandendosi; un’arma particolarmente
particolarmente adatta contro formazioni navali serrate
e grossi convogli o rade portuali  ), del conte Elia. Il “siluro Elia”, trasformato
trasformato in bomba d’aereo, giungeva
giungeva in
acqua rallentato nella discesa da un paracadute agganciato al corpo centrale dell’arma. Una volta in acqua,
entrava in funzione un sistema di propulsione costituito da un motore elettrico alimentato da batteria a secco che
poneva in rotazione un’elica spingente poppiera. Il motore da 3,5 hp imprimeva all’arma una velocità di 6 m/s
(circa 12 nodi) per una durata variabile fra i 15 e i 30 minuti. Disponeva di una carica di 120 kg di esplosivo; il
diametro del corpo della bomba era di 500 millimetri ed il suo peso totale di 360 kg.; per questo motivo la
designazione completa dell’arma fu Mb.FF (120-500-360). Già prima dello scoppio della guerra la funzionalità di
questa bomba era stata messa in forse, da esperimenti malriusciti e dalla impossibilità di avere bombardieri a largo
raggio, per arrivare ad Alessandria e Gibilterra (dall’Italia). Un solo tipo di velivolo aveva un raggio di azione
sufficiente, l’SM82 (marsupiale), ma di questo aereo erano stati approntati solo pochi esemplari per le necessità del
trasporto. In tutta la durata del conflitto furono prodotte per la Regia Aeronautica circa 500 bombe, ma ne furono
impiegate meno.

I tedeschi chiesero di poter avere una presentazione dell’arma in Germania e l’allora T.Col. Freri si recò a
Travemùnde, sul Baltico, sede del centro sperimentale della Luftwaffe, per gli opportuni accordi. La presentazione
fu poi effettuata nel golfo di Lubecca ed ottenne pieno successo, tanto che le autorità germaniche chiesero
chiesero di poter
acquistare un certo numero di bombe prodotte a Roma dalla Ditta Contin. Fu in breve stipulato un accordo in base
al quale i tedeschi potevano acquisire 2.000 bombe Mb.FF a condizione che fornissero alla ditta le necessarie
quantità di materiali definiti strategici e rari. I tedeschi, per parte loro, acquistarono 2.000 motobombe ed
insignirono il colonnello Freri della onorificienza dell’Aquila Imperiale. La ditta Contin già dall'inizio del 43
riforniva quindi i tedeschi che usavano le bombe italiane per colpire Tripoli in mano inglese, dopo il 24 gennaio, poi
Algeri e Bona (Algeria) per colpire il naviglio alleato sbarcato sulle coste del Nordafrica. Quando gli americani
sbarcarono in Sicilia anche Siracusa venne colpita con queste bombe. A Bari i tedeschi, nel dicembre 43, colpirono
navi cariche di agenti chimici e fu un disastro.

 Da navi e poltrone di Trizzino:


Trizzino: Era stato sempre un problema
problema insolubile
insolubile apprestare la quantità di siluri che sarebbe
stata necessaria a volta a volta. Si andava avanti in aeronautica con quelli che prestava la marina, la quale, d’altra
 parte, non nuotava tanto nell’abbondanza
nell’abbondanza da indursi alla prodigalità.
prodigalità. Il maresciallo
maresciallo Cavallero,
Cavallero, volenteroso
volenteroso
intermediario tra marina e aviazione, accenna sovente nel suo diario alle fatiche che gli toccava compiere per armare

10
un minimo numero di aerosiluranti. Ai primi di agosto del ‘41, egli fece appello alla marina per una maggiore
cons
conside
idera
razi
zione
one dei
dei biso
bisogn
gnii dell’
dell’av
aviaz
iazio
ione,
ne, ma si sentì
sentì risp
rispond
onder
eree che
che nei
nei maga
magazz
zzini
ini non
non c’era
c’erano
no silur
silurii in
soprannumero e che 40 in corso di allestimento sarebbero stati pronti soltanto tra il dicembre e il gennaio, « mentre il 
 problema
 problema è agosto (di quest’anno)
quest’anno) », annota sfiduciato Cavallero.
Cavallero. Poi probabilmente
probabilmente qualcuno si commosse alle sue
insistenze ed egli, infatti, può annotare in data 12 agosto 1941: « Riccardi comunica che di 28 siluri di cui dispone ne
darà dodici all’aeronautica).
all’aeronautica). Francescamente
Francescamente si divideva il poco che c’era. Spesso i siluri della Sicilia erano mandati 
con aerei da trasporto agli aeroporti dell’ Egeo e da qui magari rispediti in Sicilia e poi in Sardegna, seguendo gli 
spostamenti delle navi nemiche, perché erano i soli disponibili e con essi si doveva far fronte a tutte le necessità. I 
 pochi siluri
siluri che si riusciva
riusciva a racimola
racimolare
re bastavano
bastavano appena
appena all’attività
all’attività di un giorno
giorno o poco più,
più, e spesso
spesso l’indomani
l’indomani non
ce n’erano altri. Così si spiega come azioni in pieno sviluppo, di cui già si delineava
delineava il successo,
successo, non potessero essere
essere
né intensificate né continuate. « Se continuasse l’azione - scriveva Cavallero mentre gli aerosiluranti erano impegnati 
a mezzo giugno 1942 - saranno presto esauriti i siluri della Sicilia e della Sardegna. Sono in corso lavori per 
apprestare
apprestare cinque siluri che sono a Roma, mentre la ditta conta fornirne altri 5 entro due giorni. » Entro due giorni,
mentre il problema
problema richiedeva una soluzione
soluzione immediata. A piccole dosi, dunque, arrabattandosi
arrabattandosi alla meglio, dal 
 principio della loro attività fino all’agosto
all’agosto del ‘42, gli aerosiluranti
aerosiluranti della Sicilia riuscirono
riuscirono a lanciare
lanciare
complessivamente 83 siluri !!!!, quelli della Libia 80, quelli del1’ Egeo 134 e quelli della Sardegna 195: in tutto 492
siluri in due anni!

tipo «universale a pendolo», ovvero ad urto diretto dell'arma contro la carena nemica (con un limite operativo di
15 gradi e 5 nodi). Tale tipo di acciarino rimase quello «standard» per quasi tutta la durata del conflitto; solo nel
1942 cominciarono ad essere introdotte in servizio armi, soprattutto da 450 mm., dotate di acciarino magnetico.
Nella stessa epoca cominciarono ad essere impiegati dai sommergibili italiani anche siluri elettrici tipo «G.7e» da
533 mm. con acciarino magnetico ceduti dai tedeschi; si trattava di armi «senza scia» articolarmente efficienti
disponibili però in quantitativi molto limitati.

Seconda parte>>>>>

Le operazioni navali che si svolsero nel Mediterraneo dimostrarono


dimostrarono abbastanza presto che gli scontri tra unità di
superficie, sebbene spettacolari, raramente avevano effetti decisivi e che il controllo del mare veniva assunto da chi
era in grado di imporre la propria supremazia aerea. Tutto ciò fece si che il peso della lotta gravasse sempre più
sulla Regia Aeronautica. Il 27 Agosto 1940 il Ten. Buscaglia eseguì la prima azione aerea con il siluro contro unità
nemiche in navigazione e da quel momento i reparti aerosiluranti (stranieri e italiani) divennero il più temibile
mezzo di offesa. Intanto il Reparto Sperimentale Aerosiluranti, costituito a Gorizia all’inizio del 40, venne
equipaggiato con il Savoia Marchetti SM.79, il "Gobbo Maledetto", che pur non essendo espressamente studiato
per l’impiego aerosilurante, era un aereo robusto, veloce e maneggevole, un vero gioiello della tecnica. L’anno dopo
andò un po’ meglio (9 centri pieni) ma 14 perdite.
perdite. Alla fine della guerra le statistiche diranno
diranno che ogni equipaggio
equipaggio
compiva in media tre missioni prima di essere abbattuto dalla contraerea. Il lancio avveniva, di norma, ad una
velocità di 300 km/h alla quota di 30-40 m, in queste condizioni il siluro entrava in acqua con una inclinazione di

11
30° e dopo essere sceso 10 m sotto la profondità di regolazione si stabilizzava in 160 m sul percorso subacqueo
stabilito. da regiamarina: Adattato da "Le Armi delle Navi Italiane Nella Seconda Guerra Mondiale" di Erminio
 Bagnasco
 Bagnasco Edizioni
Edizioni Ermanno
Ermanno Albertelli
Albertelli -

La storia è racconto attraverso i


libri
I testi
testi che
che accom
accompa
pagna
gnano
no la prese
present
ntazi
azion
onee sono
sono in genere
genere quell
quellii diffu
diffusi
si dall'
dall'edi
edito
tore,
re, dalla
dalla librer
libreria
ia o da critic
criticii che vengo
vengono
no indi
indicat
catii

Seconda parte

Navi e poltrone
Antonino Trizzino - Longanesi & C. 1a
edizione genn. 1953

MUSSOLINI NELLA STANZA DEI BOTTONI: Trizzino giudicò molto


severamente gli alti comandi e lo stesso Mussolini, che si fece improvvisamente
nomin
nominare
are coma
comand
ndant
antee supr
suprem
emoo delle
delle forze
forze armat
armatee come
come se ciò
ciò basta
bastasse
sse per
per
impedire i tradimenti. Esso esercitò infatti un potere più apparente che reale, ma
certamente assai dannoso per le tre armi.

Med. d'oro al comandante Antonino Toscano Comandante di divisione di incrociatori


leggeri, incaricata di una missione di guerra eccezionalmente delicata e rischiosa, accoglieva con perfetta serenità il 
compito affidatogli, e ne dirigeva i preparativi con estrema cura di ogni particolare. Conscio che solo una fortunata
evasione da ogni mezzo di scoperta e di offesa nemica poteva permettere alle sue navi di compiere incolumi la loro
missione, preparava fortemente l'animo suo e quello dei suoi alla suprema offerta alla Patria. Scontratosi ad alta velocità

12
con un gruppo di unità nemiche che defilava di controbordo, reagì con tutti i mezzi bellici all'azione nemica fortissima e
di breve durata. Ferito gravemente fra i primi, continuava imperterrito a dirigere il combattimento, infondendo rabbiosa
energia in tutti i suoi dipendenti: esempio di salde ed eroiche virtù militari. Colpita duramente più volte la nave che
batteva la sua insegna, rimaneva al suo posto di comando
comando e di combattimento
combattimento e, in una suprema dedizione
dedizione alla Patria e
alla Marina, deciso a condividere la sorte dell'unità che si inabissava in un alone di gloria, con essa eroicamente
 scompariva,
 scompariva, additando
additando alle schiere dei suoi dipendenti
dipendenti la via del dovere e del sacrificio.
sacrificio. Mediterraneo Centrale, 13
dicembre 1941

da Angelo Martelli Trizzino subì un processo a Milano e con sentenza 5 dicembre 1953 fu dichiarato colpevole di
vilipendio delle Forze Armate dello Stato e condannato a otto mesi di reclusione. Alla denuncia del Ministero della
Difesa cui, appunto, fece seguito la sentenza, seguirono le querele degli ammiragli Bruno Brivonesi, Gino Pavesi e
Priamo Leonardi.
Leonardi. Anche questo processo si concluse con la condanna del Trizzinoa
Trizzino a due anni e 4 mesi di reclusione, ad
una multa, e al riconoscimento dei danni morali verso i tre querelanti, la confisca del libro e la pubblicazione della
sentenza sul Corriere della Sera, sul Giornale d’Italia e sul Mattin
sul Mattino.
o. Seguì, da parte del condannato, il ricorso in appello
e nel frattempo intervenne il decreto di amnistia del dicembre 1953 che estinse il delitto di diffamazione continuata, ma
l’appello rimase per il delitto di vilipendio delle FFAA. dello Stato. Sentenza della Corte d’Appello milanese.  Il 
 prestigio
 prestigio di una istituzione —
istituzione — si afferma dopo una lunga premessa
premessa e disamina — riposa
— riposa anche sul prestigio personale
dei suoi maggiori esponenti, ma non si identifica né si esaurisce in esso. Per le Forze Armate, in particolare, il 
 patrimonio
 patrimonio spirituale che le innalza nella pubblica stima, attinge a molteplici
molteplici fonti; alla tradizione,
tradizione, alle virtù guerriere
della stirpe, alla storia delle imprese onorevolmente compiute, agli esempi di eroismo individuale e collettivo che
illuminano il ricordo dei fatti d’arme nella buona e nella cattiva sorte. I motivi della prima sentenza vengono ribattuti
uno per uno ed il libro Navi
libro  Navi e Poltrone viene letto ed interpretato per quello che realmente vuoi dire, cioè l’esaltazione
del valore dei protagonisti in mare. Un valore tradito, si potrà dire, ma che non cessa di essere tale, e chi lo riconosce e
lo esalta,
esalta, non può essere accusato
accusato di denigrazione
denigrazione.. Il motivo della decision
decisionee della Corte d’Appello
d’Appello ha negato, nel
complesso, l’elemento obbiettivo del reato; poteva così considerarsi soddisfatta l’esigenza formale del giudizio, ma per 
compiutezza di indagine e per la gravità delle proposizioni che hanno legato il Trizzino ad un addebito di mendacio e di
mala fede, la Corte ha ritenuto doveroso e utile affrontare anche il problema dell’elemento psicologico. Utilità che si è
rivelata di estrema importanza posto che il magistrato ha preso in esame e confutato la sentenza di primo grado e

dimostrato l’inesistenza,
l’inesistenza, nell’autore Trizzino, di una precisa volontà di offendere e villipendere la Marina Italiana.

Sospettato n° 3: Supermarina e Mussolini


.

Navi e poltrone Trizzino CAPITOLO XV pag. 213 e segg.


Come abbiamo visto, le navi italiane erano dirette e comandate da Roma, dal ministero della marina, dove si
concepivano i piani di guerra, si redigevano gli ordini di operazione si sceglie vano le unità che dovevano prendere
parte a ogni azione, si stabilivano
stabilivano persino le ore di partenza, le rotte e le velocità per raggiungere
raggiungere il nemico, senza
nemm
nemmen
enoo cons
consul
ultar
taree o inter
interpe
pella
llare
re,, nello
nello studio
studio delle
delle situaz
situazion
ionii che a volta
volta a volta
volta si pres
presen
entav
tavan
anoo e
nell’approntamento dei mezzi più idonei ad affrontarle, i comandanti in mare. Si trattò di un’organizzazione sui
generis dell’alto comando navale, non solo senza precedenti ma senza alcun riscontro nella storia delle altre

13
marine. Non parliamo, poi, dell’ammiragliato britannico, che, rispettoso della tradizione nelsoniana, si guardava
bene dall’interferire nell’indipendenza e nell’autonomia di coloro che avevano la responsabilità sul mare, verso i
qual
qualii dimo
dimost
strrò la mass
massim
imaa disc
discre
rezi
zion
onee, anch
anchee in casi
casi in cui
cui pale
palese
seme
ment
ntee eran
rano fuor
fuorii stra
strada
da..
E i risultati furono quelli che sappiamo. A giustificazione del grave insuccesso riportato nel pomeriggio del 22
marzo ‘42 al largo del golfo della Sirte, l’ammiraglio Jachino scrive: "il comandante in capo italiano non intervenne
nell’apprezzamento della situazione, né nello studio sulle possibilità di azione del nemico; inoltre, non intervenne nella
scelta delle unità da destinare all’operazione, né nel dare gli ordini di approntamento delle unità da lui dipendenti » .E
per avere un’idea della cupidigia ministeriale di comando basti sapere che « le ore di uscita, le rotte da seguire nelle
prime dodici ore e tutti i particolari esecutivi per la prima parte dell’operazione, furono decisi e ordinati da
Supermarina
Supermarina ». Come abbiamo
abbiamo visto, forze navali nemiche di gran lunga inferiori riuscirono
riuscirono quella volta a tenere
in iscacco le nostre navi, che dovettero ritirarsi. Fu il trionfo delle poltrone: e con esse delle irresolutezze, delle viltà
ed in conseguenza delle perfidie. Un altro episodio lo conferma: la fine raccapricciante degli incrociatori Da
Barbiano e Di Giussano, avvenuta nella notte del 13 dicembre ‘41. Essi erano partiti da Palermo nel pomeriggio del
giorno prima, carichi
carichi di viveri e di fusti di benzina, insieme con la torpediniera Cigno, dirigendo
dirigendo su Tripoli. Tutto
fu regolare fino a capo Bon. Le tre unità, in linea di fila con la Cigno in testa, ne avvistarono il faro di prua alle 2,56
a circa 7 km di distanza, e lo aggirarono continuando la navigazione vicinissimo alle coste orientali della Tunisia.
Ma alle 3,20 esse invertirono improvvisamente la rotta.
Che cosa vide, sentì o seppe l’ammiraglio Toscano per decidersi di virare? Sembra da escludere che egli tornasse
indietro perché era stato avvistato da un aereo inglese, che alle 2,45 aveva sorvolato le sue navi. Non si sa
nemmeno, giacché l’ammiraglio è morto, se egli avesse in animo di rientrare alla base o se l’inversione di rotta
fosse semplicemente
semplicemente una tattica momentanea, per rimettersi poi sulla via di Tripoli. Sta di fatto che le nostre navi
non avevano ancora completato l’accostata, quando videro apparire sulla sinistra quattro cacciatorpediniere
nemici, che, sbucando da dietro capo Bon e correndo a grande velocità in senso quasi normale alla loro rotta,
aprirono il fuoco e lanciarono contemporaneamente una sventagliata di siluri: fatto il colpo, si allontanarono. Si
trattava di una vera imboscata. Perché essendo noti i movimenti delle 4 navi nemiche i due incrociatori furono fatti
ugualmente partire. Rapporto Supermarina. Dopo aver ricordato un primo tentativo di partenza fatto dal Da
Barbiano e dal Di Giussano il giorno 9, interrotto per ragioni di prudenza, Supermarina scrive: " Alle 17,30 del 12
 partirono
 partirono nuovamente,
nuovamente, insieme
insieme con la torpediniera
torpediniera Cigno, con ordine di fare un largo giro a nord e ad ovest delle
 Egadi e quindi puntare su capo Bon, allo scopo di evitare la zona a sud di Marittimo,
Marittimo, sulla quale era stata constatata
 più intensa la vigilanza
vigilanza aerea nemica".
nemica". Dei quattro cacciatorpediniere nemici avvistati alle 15,40 dello stesso giorno
12, il rapporto dice " Queste unità solo aumentando molto di velocità avrebbero potuto raggiungere capo Bon nella
notte, ma certo in ogni caso non prima delle tre. Poiché i due Da Barbiano alle tre avrebbero dovuto essere già passati 
da un’ora, non si ritenne il caso di interrompere la missione, che era urgentissima" . Innanzi tutto non si trattava di «
interrompere » la missione, come afferma Supermarina: si interrompe una cosa già incominciata, ma quando le
navi nemiche furono avvistate il Da Barbiano, il Di Giussano e la Cigno erano ormeggiati a Palermo e non avevano,
quindi, ancora iniziato il loro viaggio. In secondo luogo, un’ora sola d’intervallo tra i previsti passaggi delle nostre
navi e di quelle nemiche nella stessa zona era troppo poco, ai fini di garantirsi da un possibile incontro. Senza dire
del ritardo che qualche sommergibile avrebbe potuto causargli. Ma c’è di peggio. Quell’ora di intervallo non
esisteva, perché i nostri incrociatori, contrariamente a quanto affermato da Supermarina non partirono da
Palermo alle 17,30, ma alle 18,10 e questo si sapeva bene. Supermarina infatti, aveva ricevuto dal comando
marittimo
marittimo di Palermo, per la storia, il radiotelegramma
radiotelegramma numero 13467
13467 che diceva: Da Barbiano
Barbiano - Di Giussano -

14
Cigno - mare 18.10.12. Non esistendo, quindi l’ora di intervallo, l’incontro diventava sicuro. Gli incrociatori,
pertanto, avrebbero dovuto essere richiamati subito dopo la partenza ma ciò non avvenne; si doveva richiamarli
durante la notte, prima che si avvicinassero a capo Bon e invece li si lasciò proseguire. Supermarina si preoccupò di
cose futili e telegrafò alla 1,30: Probabile incontro con piroscafi nemici usciti da Malta, di nazionalità francese,
sulla rotta », ma nessun cenno agli inglesi.

Sosp
ospettato
ato n° 4: L’IM
’IMPREPARAZIONE
.

Navi e poltrone -Trizzino: Mussolini nella stanza dei bottoni: CAPITOLO XIII pag. 173 segg.
Nel tirare le somme degli errori che portarono a tanti disastri non è possibile ignorare la responsabilità di chi
accentrò nelle sue mani la preparazione militare del paese: cioè di Mussolini, che dopo essere stato per una
quindicina
quindicina d’anni ministro allo stesso tempo della guerra,
guerra, della marina e dell’aviazione,
dell’aviazione, pretese di essere anche il
supremo comandante in guerra. Il potere di Mussolini sulle forze armate si riduceva alle apparenze e cioè ai
servizievoli offici che gli professavano i capi dell’aviazione, della marina e dell’esercito, i quali, avidi di comando e
insofferenti
insofferenti di condividerlo
condividerlo con chicchessia,
chicchessia, accumulavano
accumulavano nelle loro mani le supreme prerogative
prerogative politiche oltre a
quelle militari, essendo insieme sottosegretari di stato e capi di stato maggiore. All’atto pratico, dopo avere
ottemperato ai doveri della adulazione, poco si curavano del dio che fingevano di adorare e ognuno faceva quel che
voleva. Gelosi, puntigliosi, invidiosi l’uno dell’altro e tra di loro estranei. Abbiamo visto come questioni di vitale
importanza sottoposte alle decisioni di Mussolini e delle quali egli pure intravide, talvolta, la giusta soluzione,
finissero poi con l’arenarsi. Perché? La risposta è facile: un po’ per incompetenza e un po’ per gioco. Posto tra due
alternative,
alternative, di fronte a difficili problemi, per i quali non possedeva la minima preparazione,
preparazione, il minimo talento, egli
tentennava
tentennava tra gli opposti pareri, incapace di dar torto all’uno e ragione all’altro, così che, alla fine, tutti avevano
avevano
ragione: poi, l’ultimo a parlargli lo convinceva. Lasciar disputare tra loro i suoi uomini, era uno dei più singolari
ingredienti della cucina di governo di Mussolini. (MI RICORDA QUALCOSA?!)
Il peggio fu quando Mussolini cominciò a piccarsi di comandare, dal suo ufficio di palazzo Venezia, le navi, gli
aeroplani e i soldati. Le prime manifestazioni di questo suo volersi occupare di una materia che conosceva poco, si
ebbero durante la campagna in Africa orientale.
orientale. Oltre a fissare le grandi linee dell’azione militare, egli pretese di
occuparsi anche dei dettagli, stabilendo come conquistare il terreno e come fortificarlo: « Intensifica , egli telegrafa
al comandante superiore, « le sistemazioni difensive sulla linea Adigrat-Axum-Adua, allargandoti a destra » . In un
altro telegramma, Mussolini spiegò meglio ciò che intendeva dire con la frase « allargandoti a destra » in questo
modo: « Occupazione tipo macchia d’olio... ». Quindi ordina di anticipare al 5 novembre un’azione già fissata per il
10 e poi telegrafa all’improvviso: "Ti ordino di riprendere l’azione obiettivo MacalléTacazzé la mattina del 3
novembre", senza curarsi di sapere se per quell’ora di quel giorno fossero pronti i mezzi e la preparazione
indispensabili all’avanzata. Non esita a dare direttive di ordine tattico: « Facendo perno su Macallé, che dovrà
essere fortemente presidiato e immediatamente munito, le altre truppe avanzeranno regolarmente su tutto il rimanente
settore ». Ed ecco, finalmente, un ultimo documento che lascia seriamente pensierosi; è un altro telegramma di
Mussolini al comandante superiore in Africa orientale, in cui è detto: « Sulla destra fai attestare il corpo d’armata

15
 Maravigna
 Maravigna al Tacazzé
Tacazzé e con le divisioni
divisioni indigene marcia su Amba Alagi senza indugio, mentre le divisioni
divisioni nazionali 
sosteranno a Macallé-Scelicot » . Il comandante superiore non lo fece e ne spiegò i motivi, ai quali dovette arrendersi
il capo del governo. Ma a costui rimase ugualmente la presunzione di saper muovere corpi d’armata e divisioni
stando a diecimila chilometri di distanza, solo guardando una carta geografica e ignorando completamente lo stato
delle unità da muovere, le difficoltà da superare, le condizioni dei rifornimenti, la fisionomia dello scacchiere, i
movimenti del nemico ed ogni altro problema contingente.

Supermarina e l'inutilità di una flotta


Riassunt
Riassunto
o da L’attrit
L’attrito
o nella
nella strategi
strategia
a bellica:
bellica: Royal
Royal
Navy e Regia Marina a confronto di Giovanni Cambi
MRI
.... Nel giugno 1940 in Libia erano presenti circa 240.000
milita
militari
ri italia
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ni che,
che, seco
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onii di Muss
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dovuto
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britanniche lì stanziate. .. La mancanza di qualsiasi risorsa
nece
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guerra
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dal
munizionamento ai viveri, dalle uniformi ai cannoni, obbligò il
gove
govern
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”. Uno dei primi
primi
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e superio
superiore
re in mare,
mare,
ammiraglio Inigo Campioni. Uscito da Taranto insieme al convoglio il 7 giugno (leggi 7 luglio
perché la dichiarazione di guerra è del 10 giugno)1940 Campioni comandava una forza notevole:
2 corazzate, 6 incrociatori pesanti, 31 cacciatorpediniere. Un tale spiegamento di navi avrebbe
potuto essere adatto e giustificato da una sortita diretta contro il nerbo della flotta britannica del
Mediterraneo ..che non ci fu dopo aver consumato migliaia di tonnellate di preziosa nafta....Verso
le 17.00, a scontro terminato, le navi di Campioni erano in rotta verso Messina e verso Taranto
ed in questo momento la Regia Aeronautica iniziò a bombardare tutto (! quello che galleggiava).
Infatti
Infatti gli avieri,
avieri, non essendo
essendo stati corrett
correttame
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addestrati
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riconoscere
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bombardarono le imbarcazioni italiane e non soltanto quelle inglesi. Le bombe di cui erano dotati
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ingles
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infatt
ttii le
soprannominarono “merde di vacca” per la loro inutilità. Cunningham, quando usciva in mare,
non doveva rendere conto sul momento a nessuno delle sue azioni e delle sue decisioni e
dispone
disponeva
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della copertu
copertura
ra aerea
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direttamen
mente
te mentre
mentre Campio
Campioni,
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costretto
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e sugli
sugli aspe
aspetti
tti più banal
banalii della
della
navigazione (via cifrario con un'ora di tempo per la decrittatura nei due sensi: gli inglesi facevano
in tempo a finire la guerra).... Campioni alle 14.50 dell’8 luglio, quando iniziò ad avvistare in
lontananza il fumo della flotta inglese, cominciò la lunga trafila per ottenere la copertura della
Regia Aereonautica. Egli si dovette infatti rivolgere, in questo caso, alla base della marina di

16
Messina, che avrebbe chiamato Supermarina, che avrebbe telefonato a Superaereo, il quale
avrebbe provveduto ad allertare la giusta base aereonautica per competenza territoriale. Si
capisce come mai i primi apparecchi italiani giunsero sulle navi di Campioni verso le ore 17, circa
due ore dopo la prima sollecitazione....Trasponendo le parole di Clausewitz al caso italiano si
potrebbe dire che: Campioni sarebbe riuscito a “muoversi nell’ambiente che resiste” ma aveva le
mani legate da Supermarina. Supermarina non avrebbe potuto “vincere la frizione” perché non
“vedeva” personalmente né la battaglia né la guerra.

PUNTA STILO http://sites.google.com/site/mezeviris/battleofcalabria


La guerra iniziò con solo 2 corazzate pronte al combattimento, il Conte di Cavour e il Giulio
Cesare, le corazzate Littorio e Vittorio Veneto erano pronte ma ancora in fase di addestramento a
cui seguiranno la Caio Duilio e Andrea Doria. Il resto della flotta includeva 7 incrociatori pesanti,
12 incrociatori leggeri, circa 100 cacciatorpediniere e torpediniere e più di 100 sommergibili. Due
dei vantaggi che avevano i Britannici erano: 1 - la disponibilità
disponibilità di portaerei
portaerei (Eagle) 2- le tattiche
tattiche
basa
basate
te sull'
sull'im
impi
piego
ego della
della comp
compon
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ente
te aere
aerea
a in ricogn
ricogniz
izio
ione
ne e attac
attacco
co che manc
mancav
ava
a agli
agli
italiani.Tutti gli aerei italiani venivano controllati dall'Aeronautica che impose di non realizzare
mai una portaerei. Le navi italiane (sotto il comando dell'Ammiraglio Campioni ai primi di luglio
del 1940 di ritorno dalla protezione convogli) erano la Giulio Cesare, la Cavour, 14 incrociatori più
numeros
numerosii caccia,
caccia, le unità
unità della
della Royal
Royal Navy
Navy erano
erano le corazz
corazzate
ate Warspite,
Warspite, Malaya,
Malaya, e Royal
Royal
Sovereign,la
Sovereign,la portaerei Eagle, 5 incrociatori
incrociatori leggeri, e 14 caccia, comandate
comandate dall'Ammiraglio
dall'Ammiraglio
Cunningham.

I TRADIMENTI E I TRADITORI di PIERO SELLA da L’UOMO LIBERO aprile 2003

Pag.
Pag. 17:
17: …. Spos
Sposat
atoo con
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meri
rica
cana
na,, l’ad
l’adde
dett
ttoo nava
navale
le ital
italia
iano
no a
Washington, capitano di vascello Alberto Lais, vende agli americani il cifrario della marina. Il generale Carboni,
responsa
responsabile
bile del servizi
servizioo spionag
spionaggio
gio nell’ese
nell’esercit
rcito,
o, figlio
figlio di un’ameri
un’american
canaa dell’Al
dell’Alaba
abama,
ma, è un esperto
esperto nella
nella
disinformazione.
disinformazione. Oltre a gonfiare sistematicamen
sistematicamente
te le forze del nemico, ha l’opportunità
l’opportunità di inserire elementi
elementi a lui
graditi nella varie strutture militari. Ed ecco che a Tolone, nella delegazione della Commissione Armistiziale con la
17
Francia, troviamo l’ammiraglio Vittorio Tur, di padre francese e sposato a un’inglese, il quale, attraverso la
resistenza francese, passa informazioni a Londra. In questo nido di traditori faceva da cerniera Enrico Paolo Tur,
fratell
fratelloo dell’am
dell’ammira
miraglio
glio,, già compagn
compagnoo di accade
accademia
mia a Livorn
Livornoo dell’amm
dell’ammirag
iraglio
lio De Feo che capeggi
capeggiaa la
Commissione di Armistizio. Non può essere un caso che, quando viene programmato l’attacco a Malta, il comando
dell’operazioni sia affidato proprio all’ammiraglio Tur. Alle sue dipendenze, alla guida di una delle divisioni che
dovranno sbarcare, la Friuli, c’è di nuovo il generale Carboni, il quale semina pessimismo e si muove per sabotare
l’azione.
Dopo l’invio sine die dello sbarco e l’occupazione della Francia libera seguita all’invasione
all’invasione alleata del Nord Africa
(novembre ‘42) troviamo il Tur al comando della piazzaforte di Tolone. In questa stessa città, nel giugno ‘43, il
fratello dell’ammiraglio viene finalmente colto con le mani nel sacco dal nostro controspionaggio. Il responsabile
dei servizi, generale Amè, si presenta con Senise, capo della polizia, al cospetto di Mussolini e gli mostra i
documenti sequestrati al contatto francese di Enrico Paolo Tur. Visto che i traditori sono marinai, il Duce passa i
documen
documenti
ti al contros
controspion
pionagg
aggio
io della
della marina,
marina, senza
senza sapere
sapere che lì c’è il capoban
capobanda
da delle
delle spie,
spie, l’ammira
l’ammiraglio
glio
Maugeri. ...Per le benemerenze che abbiamo ricordato, la spia Enrico Paolo Tur fu riammesso in servizio e gli fu
concessa,
concessa, nel dopoguerra, la pensione della marina militare (Libretto n. 397016) Non c’è da meravigliarsi
meravigliarsi che, con
simili comandanti, la flotta italiana continuasse a ricevere ordini che il più delle volte non le avrebbero concesso di
confrontarsi col nemico.…”

Terza parte>>>>>>

Esplora

La storia è racconto attraverso i


libri
I testi
testi che
che accom
accompa
pagna
gnano
no la prese
present
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azion
onee sono
sono in genere
genere quell
quellii diffu
diffusi
si dall'
dall'edi
edito
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re, dalla
dalla librer
libreria
ia o da critic
criticii che vengo
vengono
no indi
indicat
catii

18
Terza parte

Navi e poltrone
Antonino Trizzino - Longanesi & C.

1a edizione gennaio 1953

Da controstoria: Il libro conobbe un successo straripante, la casa editrice Longanesi ne stampò 20 edizioni, Trizzino si 
concesse l'enorme soddisfazione di essere assolto in appello dall'accusa di aver vilipeso il ministero della Difesa e di 
aver diffamato gli ammiragli Leonardi, Pavesi e Brivonesi.
Brivonesi. E dire che Trizzino non disponeva
disponeva delle prove prodotte
prodotte 50
anni dopo da De Risio e Fabiani, aveva soltanto annusato l'aria e capito bene quale vento spirasse. A differenza
dell'aeronautica, la marina era stata sempre permeata di sentimenti antigermanici. E di massoni era composto quasi 
l'intero vertice della nostra flotta. Di conseguenza sussisteva una generale propensione verso la gloriosa marina
britannica. Su un simile comune sentimento pesavano poi altri fattori: 67 alti ufficiali erano sposati con donne
straniere, quindi facilmente avvicinabili; due importanti ammiragli - Mario Farangola, alla guida dei sommergibili, e
Vittorio
Vittorio Tur, titolare d'incarichi molto delicati - avevano
avevano mogli inglesi, mentre due capitani di vascello
vascello destinati
destinati a una
 folgorante
 folgorante carriera,
carriera, Brivonesi e Alberto Lais, erano coniugati
coniugati con un'inglese e un'americana,
un'americana, ma anche Carboni lo
era.

http://www.regiamarina.net
http://www.regiamarina.net/engagements/t
/engagements/tarigo/tarigo_it.htm convoglio
arigo/tarigo_it.htm Tarigo Sospettato n° 5:
Ultra-Fecero tutti il loro dovere
19
MARITTIMA:Riflessioni
 RIVISTA MARITTIMA: su alcuni aspetti non chiariti della storia della Regia Marina nel corso del
Secondo Conflitto Mondiale .... da Marina difesa:

Nel corso dell’attuale generazione, la storia navale italiana compresa nel periodo degli anni 30 e 40 ha subito più di
una rivisitazione critica grazie, in primo luogo, all’avvenuta apertura di diversi importanti archivi stranieri, primi
tra tutti quelli inglesi del Public Record Office (oggi ribattezzato TNA) di Kew Garden, nel Surrey. Il battistrada di
questo nuovo filone di ricerca e confronto è stato senz’altro l’ingegner Gino Jori, mediante una serie di lucidi
interventi pubblicati dalla fine del 1974 in poi sul «Giornale» di Montanelli e sulla Rivista Marittima prendendo lo
spunto dall’appena uscito, discusso volume del Group Captain in pensione della RAF Frederick W. Winterbotham
intitolato «The Ultra Secret», salvo verificare, contemporaneamente, lo stato reale della documentazione messa
improvvisamente a disposizione dagli archivi inglesi ( nota a piè pezzo). Sulla scia di Jori una pletora di giornalisti,
di pretesi esperti autoreferenziali in materia di crittografia e trasmissioni radio-telegrafiche e anche di storici,
italiani e stranieri, hanno almanaccato per anni in merito alle vicende di ULTRA ed ENIGMA, disdegnando il
parere dei professionisti del ramo salvo mettere in piedi una sorta di cattedrale nel deserto destinata a fare delle
decrittazioni in parola un nuovo tipo di apriscatole universale in grado di spiegare, da solo, qualsiasi vicenda
verificatasi nel Mediterraneo, e non solo, durante l’ultima guerra mondiale. Nello stesso tempo il vecchio filone
scandalistico dei presunti tradimenti e delle lamentate inefficienze messe in capo, indifferentemente, alla marina
ital
italia
iana
na e ai suoi
suoi uomi
uomini
ni nel
nel cors
corsoo del
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second
ndoo conf
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litt
ttoo mond
mondia
iale
le,, ha fatt
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nuovam
amen
ente
te capo
capoli
lino
no..
È da rilevare a questo proposito, che le opere redatte dalla seconda metà degli anni 50 in poi dall’Ufficio Storico
della Marina Militare sulla base della documentazione (necessariamente italiana per la maggior parte dei casi e,
comunque, scientificamente valida) disponibile all’epoca, sono state sprezzantemente e sveltamente liquidate come
affette da «deformazione» e da «confusione tra il genere storico e quello propagandistico». La storia, tuttavia, è
dinamica e giammai statica.
Il conseguimento del ruolo, evidentemente ambito, di unici depositari e, soprattutto, di dispensatori della verità
assoluta in materia navale, era stato apparentemente consolidato approfittando, da un lato, del fatto che la
disciplina in questione era ristretta, apparentemente, a un limitato ambito di cultori della materia e, dall’altro, in
virtù della scomparsa, dettata dal calendario e dalla cronologica, dei precedenti testimoni e titolari dell’Ufficio
Storico della Marina Militare, primi tra tutti gli ammiragli Giuseppe Fioravanzo e Aldo Cocchia. Non è da
sottacere, infine, un terzo, probabile elemento rappresentato dalla linea adottata dalla Marina in quel periodo allo
scopo di smorzare le polemiche a seguito del «processo Trizzino» e di altri procedimenti più o meno scandalistici .
È quind
quindii comp
compre
rensi
nsibil
bilee che
che la stori
storiogr
ograf
afia
ia uffici
ufficiale
ale della
della Marin
Marinaa abbia
abbia segna
segnato
to il passo
passo conce
concede
dendo
ndo,,
inevitabilmente, spazio al «migliore offerente»...... (ndr After the war and after the book of Trizzino, the Navy had new
reasons to reply to those charges of betrayal afetr the revelations about ULTRA)
 Note
(nota 1) Una questione non piccola, infatti, è quella del perché i britannici abbiano deciso di rivelare, nel 1971, quel 
segreto tra i segreti rappresentato dalle loro decrittazioni elettromeccaniche (e non elettroniche, come ancora oggi 
qualcuno si ostina a sostenere confondendo i generi) tenacemente difeso per oltre trent’anni. Soltanto Franco Bandini 
(«Un
(«Un enigma
enigma dietro
dietro l’altro»,
l’altro», Il Giornal
Giornale,
e, 27 ottobre
ottobre 1996) si è posto
posto per tempo questo fondamenta
fondamentale
le problem
problema
a
concludendo, alla fine, per la tesi della consueta «lepre meccanica» lanciata a bella posta a beneficio degli storici, allo
scopo di coprire le peste di qualcosa
qualcosa di ben più importante. L’opinione corrente degli studiosi
studiosi statunitensi e inglesi 
 propende,
 propende, oggi, per la stessa interpretazione,
interpretazione, tanto da aver individuato
individuato la ratio di quella decisione
decisione nel tentativo di 

20
mascherare, empiricamente, per la durata di un’altra generazione, il substrato di intese clandestine intercorse tra il 
1938 e il 1945 tra la Gran Bretagna e gli ambienti nazisti legati ai tentativi di rovesciare Hitler e di stringere un’intesa
«razziale» tra il Reich e il Regno Unito diretta a un tempo contro i comuni rivali statunitensi e sovietici. Vedi, a questo

 proposito,
 proposito, di Sir John Keegan,
Keegan, Intelligence
Intelligence in War, ed.
ed. Vintage
Vintage Books,
Books, New York,
York, 2004.
2004. da Marina
Marina difesa.it:
difesa.it: RIVISTA
RIVISTA
 MARITTIMA
 MARITTIMA

Sospettato n° 6: GOLE PROFONDE


Si calcola che sulla perdita di 185 navi, 85 siano attribuibili a Ultra il computer decrittatore di Enigma di Bletchley
Park (vedi nei personaggi Alan Turing). Il primo Enigma a cadere nel maggio 40 è quello della Luftwaffe
(aeronautica), un anno dopo quello della Marina e nel settembre (41) la Wehrmacht. Si trattava di macchine
leggermente modificate nell'Hardware (rotori). Nel 1942 si arrivò a decrittare già più di 80.000 messaggi al mese !!
ma non erano tutti, erano solo una parte. I comandanti italiani, come diceva Rommel
Rommel che sospettava spie a Roma,
cambiavano
cambiavano rotta in alto mare rispetto agli ordini ricevuti e gli andava anche bene. L'incrociatore
L'incrociatore Pola non aveva
potuto cambiare rotta a Capo Matapan e il suo comandante, da prigioniero, aveva visto sulla plancia inglese le
copie dei nostri dispacci dell'operazione del 28 marzo 1941. Quando nel 45 Il comandante Brengola di ritorno dalla
prigionia lo rivelò, non gli credette nessuno. Il segreto che circondava Enigma doveva durare ancora 30 anni,
quello sui contenuti dei dispacci resterà in piedi fino al 2015 !!. (ma anche l'Italia e i tedeschi violavano e
intercettavano messaggi) - la notte di Taranto in inglese
http://www.nwc.navy.mil/press/Review/2006/summer/art5-su06.htm

 La Marina militare, in previsione


previsione di una guerra contro l'Inghilterra era riuscita
riuscita a acquistare,
acquistare, negli anni precedenti 
allo scoppio del conflitto, ingenti quantità di nafta per caldaie fino a raggiungere i due milioni di tonnellate, ritenute
sufficienti per circa un anno e mezzo di guerra. A queste riserve attinsero in vari periodi più o meno forzatamente
diverse strutture come il ministero delle Corporazioni e la Regia Aeronautica, le cui cisterne costruite nel 1939 con
laminati di zinco, anziché in ferro, avevano rovinato gran parte del combustibile. Fino al gennaio del 1941 non ci 
 furono limitazioni
limitazioni al consumo
consumo di nafta, ma in quel mese, quando si erano già bruciate
bruciate 671.560 t di carburanti,
carburanti,
 Supermarina
 Supermarina fu costretta
costretta a ridurre
ridurre l'attività delle
delle unità della Squadra.
Squadra. Fino
Fino a quel momento
momento nessuna
nessuna grande partita
partita di 
nafta era stata acquistata per reintegrare quella consumata: infatti le circa 50.000 t che provenivano mensilmente
dalla Romania erano destinate all'Esercito e ai consumi per usi civili, mentre l'Aeronautica beneficiava delle circa
200.000 t di nafta annue, di qualità appena accettabile, proveniente dai pozzi albanesi poi dal 42 dalla Germania (la
marina dai tedeschi ebbe gli oli lubrificanti).

 DAI DIARI
DIARI DI ROMMEL
ROMMEL Navi e poltrone Trizzino capitolo XVI pag 224 segg. Ma
ritorniamo a quella fine di agosto del 42. Rommel si preparava a dare il colpo finale ad Alam Halfa (periferia, si fa
per dire di El Alameim). Egli contava, soprattutto, sull’arrivo della motonave cisterna Poza Rica carica di ben
dodicimila tonnellate di carburante. Rommel attaccò la sera del 30 agosto. Ma la Poza Rica era stata silurata pochi
giorni prima. Tirata in costa, si riuscì a travasare parte della benzina su un’altra petroliera, che fu fatta partire
con la massima urgenza: ma anch’essa fu silurata e affondò. Rommel comunicò che doveva desistere dopo
ventiquattr’ore dall’attacco « perché i rifornimenti di carburante arrivano male ». In settembre, la strage continuò

21
con ritmo
ritmo angosci
angoscioso.
oso. Centinaia
Centinaia di carri
carri armati,
armati, migliai
migliaiaa di automez
automezzi,
zi, decine
decine di migliaia
migliaia di tonnell
tonnellate
ate di
carburante e viveri continuavano a finire in fondo al mare. Un giorno di ottobre, precisamente il 9, l’ammiraglio
Sansonetti, successore di Campioni nella carica di sottocapo di stato maggiore alla marina, tenne al maresciallo
Cavallero un grave discorso. Gli disse che dovevano esistere delle spie bene informate, a giudicare dal modo con cui
avvenivano gli affondamenti, e che queste spie non erano da ricercarsi nei porti da cui partivano e arrivavano i
piroscafi, ma a Roma. Non è chi non veda la serietà di tale rivelazione, fatta non da uno qualsiasi, ma dal sottocapo
di stato maggiore della marina, che parlava in base a elementi sicuri. A chiunque non fosse sprovvisto di
discernimento, non sarebbe sfuggita la gravità della notizia data dal Sansonetti al capo di stato maggiore generale,
ma questi, con un candore impagabile, così provvide: “Ordino- egli disse -che non si telefoni più in materia di
traffico marittimo”. A Roma non c’è il mare, quindi nessuno poteva sapere di arrivi e partenze di navi, ad
eccezione di coloro che sedevano nei ministeri. L’ammiraglio Jachino restringe ancor più il campo delle indagini,
scrivendo: “Anche a Roma le notizie trapelavano con grande facilità e, durante il mio comando, ebbi più volte
l’occasione di segnalare l’avvenuta diffusione di una informazione che quasi certamente era
trapelata
trapelata per opera, sia pure involontaria,
involontaria, di elementi
elementi del ministero. Supermarina e l’Ufficio
informazioni non hanno mai voluto ammettere che la loro organizzazione fosse difettosa per
quanto riguarda la riservatezza e tendevano ad attribuire la colpa ad elementi periferici”.
Dunque: ministero, Supermarina,
Supermarina, Ufficio informazioni.
informazioni. Era evidentemente
evidentemente in malafede l’Ufficio
in formazioni quando rassicurava l’ammiraglio Jachino. Il suo capo, l’ammiraglio Maugeri,
sapeva bene come stavano le cose: infatti, a guerra finita, nel suo libro di memorie
memorie pubblicato in
lingua inglese From the Ashes of Disgrace , egli ha rivelato che l’ammiragliato
l’ammiragliato britannico contava tra gli ammiragli
ammiragli
italiani e nello stesso ministero della marina persone devotissime,
devotissime, sulle quali poteva fare il massimo assegnamento,
non vedendo esse l’ora di finire comunque la guerra, per liberare l’Italia dal fascismo. C’era anche lui nel numero
di quelli che volevano la fine a tutti i costi e con qualsiasi mezzo? Non possiamo dirlo, ma è certo che egli fu
ricompensato con la decorazione americana della Legion of Meni, che porta sul petto, in riconoscimento dei meriti
acquisiti appunto mentre era capo dell’Ufficio informazioni.
Perch
Perché,
é, ci si doman
domanda
da,, l’ammi
l’ammirag
ragli
lioo Sans
Sansone
onetti
tti fece
fece la sua
sua rivel
rivelaz
azion
ionee al mare
maresc
scia
iallo
llo Caval
Cavalle
lero
ro e non
non
all’ammiraglio Riccardi, suo superiore diretto? Questo è un punto oscuro. Non c’era che da attraversare un
corridoio
corridoio per recarsi nell’ufficio dell’ammiraglio
dell’ammiraglio Riccardi e dirgli: “C’è del marcio! “ L’ammiraglio
L’ammiraglio Riccardi, che
aveva nelle sue mani la suprema potestà navale, essendo oltre che sottosegretario di stato anche capo di stato
maggiore della marina, avrebbe potuto con un semplice trasferimento di uomini troncare in ventiquattr’ore la
catena di informazioni al nemico. Ma l’ammiraglio Sansonetti non andò da lui (come sarebbe stato suo preciso
dovere, non solo in ossequio ai princìpi gerarchici, ma anche perché la questione investiva specificamente la
responsabilità del suo ministero); preferì, invece, parlarne fuori dei cancelli ministeriali e rivolgersi al capo di stato
maggiore generale. Perché, dunque?
Ed è anche molto strano che il Riccardi non abbia mai avuto il minimo sentore di quanto invece risultava a
Sansonetti; è strano che non si sia mai insospettito di nulla; che non siano sembrati anche a lui misteriosi certi
avvenimenti, certe coincidenze, che si ripetevano non per semplice caso; che gli siano apparsi naturali certi
affondamenti sulla cui origine tenebrosa non potevano esistere dubbi; che abbia ritenuto logici e naturali fatti che,
invece, si presentavano oscurissimi; che abbia fatto consumare come una candela la flotta mercantile nel modo
com’è avvenuto; che abbia consentito all’impiego che è stato fatto della nostra marina militare. In quegli anni
avvenivano
avvenivano fatti fantastici.
fantastici. Le generazioni
generazioni che verranno dopo di noi stenteranno
stenteranno a crederli
crederli veri. Primo fra tutti, il

22
bombardamento di Genova del 9 febbraio 1941 e le circostanze sciagurate che lo resero non solo possibile, ma di
un’estrema facilità (vedi in storia).

- estate 41. ... E' Necessario che il massimo segreto sia mantenuto sulla preparazione dell'offensiva: ho fondati
motivi di ritenere che in Italia è illusione il supporre di mantenere il riserbo sui propositi più confidenziali:
Comandanti e Capi parlano e chiacchierano e non conoscono riservatezza. Roma è una specie di Shangai, un bazar
levantino in cui le informazioni si scambiano, si vendono, si barattano, si regalano, si inventano. D. mi ha
comunicato in 24 ore, pettegolezzi banali che riguardano, fatti in Africa e riferiti, dopo poche ore, sulle rive del
Tevere: del resto gli inglesi sono informatissimi, al minuto delle partenze dei convogli dai porti italiani. Si deve alla
machiavellica manovra degli ammiragli e dei Comandanti delle scorte - ormai duramente provati dall'esperienza -
se le perdite non sono maggiori;
maggiori; infatti mi riferiscono
riferiscono che i comandanti italiani contravvengono
contravvengono regolarmente agli
ordini
ordini di oper
operaz
azion
ionii che veng
vengono
ono loro
loro comu
comuni
nicat
cati,
i, sicuri
sicuri come
come sono
sono di trova
trovare
re subito
subito sulla
sulla rotta
rotta stes
stessa,
sa,
appuntamenti con sommergibili ed aerei inglesi.
-14/11/42 - alla moglie (estratto): "Da Roma ci sono giunte preoccupanti notizie sulla situazione italiana. Al
Comando Supremo italiano l'atmosfera è oscillante, grigia e gravida di elettricità. Le ostilità contro di noi
aumentano. Si teme, negli ambiente della Corte vi siano correnti che premono sul Re d'Italia perché prenda in
mano la situazione interna italiana e limiti l'autorità del Primo Ministro (Mussolini). Voci darebbero sicuro al
nostro servizio informazioni che la Principessa ereditaria, MARIA JOSE', abbia avuto, tramite una sua amica
franc
frances
ese,
e, dei
dei contat
contatti
ti con diplom
diplomati
atici
ci amer
america
icani
ni ed ingle
inglesi
si in Sviz
Svizze
zera
ra per
per una
una pace
pace sepa
separat
rata.
a. Sare
Sarebbe
bbe
mostruoso!"
mostruoso!" ...."Il Maresciallo
Maresciallo Cavallero, capo del Comando
Comando Supremo
Supremo italiano sarebbe
sarebbe stato silurato "per ordine
del Re d'Italia" . "Non mi mandano rinforzi. Ma come potremo vincere questa guerra se perdiamo qui in Africa?
".

La bomba che colpì la Roma era la FX o Fritz-X (Lungh. m 3.26, Diam. mm 560, velocità di picchiata ca. 300 ms (circa
1000 Km/h), capacità perforante ca. 12 cm di acciaio) missile aria-superficie agli esordi. Pesava 1570 kg e per la
velocità e il peso perforava tranquillamente lastre di 12 cm (di cui era lastricato il ponte superiore (altre corazzature
erano di maggior spessore come le verticali dello scafo e le artiglierie pesanti di 35 cm o art. secondarie e torre

23
comando 28 cm, ma per i colpi laterali)). Il potere distruttivo della FX era però limitato al peso dell’esplosivo di circa
320 kg e alla vulnerabilità degli ambienti interni della nave, colpiti (come nel nostro caso le cariche di lancio che
scagliarono in alto la torretta da 381 del peso di 1500 tonn.. Era dotata di un piccolo motore a razzo con aletta,
radiocomandata
radiocomandata dal lanciatore, che poteva correggere la caduta (deviare di circa 400 m lateralmente e di 800 in avanti o
indietro) guidandola a vista. Dopo soli 15 secondi dallo sgancio della bomba mediante un collimatore, era possibile
mantenere l’allineamento bomba/bersaglio attraverso impulsi radio trasmessi da una piccola “cloche” (joystik) alla
trasmittente Telefunken FuG.203 Kehl. Da bordo aereo a FG 203 bomba. La maggior distanza di lancio (visibilità
 permettendo) permetteva
permetteva al bombardiere di poter guidare meglio l’ordigno,
l’ordigno, dotato di una “codetta” fumogena luminosa,
a mezzo del joystik fino all’impatto. Veniva di norma lanciata da una quota compresa tra 4 e 7 km inarrivabili per 
l'artiglieria imbarcata. Normalmente una bomba che cada liberamente raggiunge velocità dell'ordine dei 200m/sec cioè
circa 740 Km/h , ergo sganciando a 5000 m di quota, la bomba impiegherà 25 secondi per arrivare al bersaglio. Nel
frattempo una nave che fa 30Kts si è spostata dalla posizione che aveva al momento del lancio di 375m in avanti e

lateralmente di una certa quantità di metri che dipendono dall'angolo di barra eventualmente messo.

"L'inverno del '42-'43 trovò molti di noi, che speravano in un'Italia libera, di
fronte a questa dura, amara, dolorosa verità: non ci saremmo mai potuti liberare delle
nostre catene, se l'Asse fosse stato vittorioso".  E poco più avanti nel libro From the Ashes
Ashes of 
 Disgrace Reynal & Hitchcock,
Hitchcock, New York 1948 Franco Maugeri esplicita in maniera definitiva

tale concetto: "Più uno amava il suo Paese, più doveva pregare per la sua sconfitta nel

campo di battaglia... Finire la guerra, non importa come, a qualsiasi costo

L’ammiraglio Rffaele de Courten , neo ministro e csm della marina del governo Badoglio, narra nelle sue memorie che il 10
agosto
agosto 1943 gli si presentò
presentò Maugeri
Maugeri (capo
(capo del Sis, il Servizio
Servizio informazioni
informazioni della Marina)
Marina) con una memoria
memoria riservat
riservataa
concernente lo spostamento della flotta da la Spezia alla Sardegna. L’ipotesi, in vista di un conflitto coi tedeschi e nell’ottica
di salvare il naviglio sia da parte di operazioni armate del Reich o di fraintendimenti degli alleati. Per gli alleati garantiva lui
che tutto si sarebbe svolto sotto un ombrello
ombrello protettivo (fino a quando e dove?). De Courten informò
informò Ambrosio (capo di stato
maggiore generale) e ne convennero che, in mancanza di un armistizio o di un qualsiasi capovolgimento di fronte che per il
momento non era previsto (quello che gli italiani pensavano il giorno dopo i tedeschi lo sapevano) si procedesse alla
distruzione della memoria.
memoria. Maugeri non era stato incaricato
incaricato come ennesimo intavolatore di trattative.
trattative. Non si occupasse più
di questioni del genere, che esorbitavano le sue attribuzioni, le quali rientravano esclusivamente nella responsabilità dei
supremi organi. I supremi organi avevano detto che la guerra continuava ed ogni azione contraria non faceva che peggiorare
il conto da pagare ai tedeschi.
tedeschi. Nessuno sente più parlare
parlare di Maugeri fino a quando nel dopoguerra
dopoguerra (1946) viene nominato
capo di S.M in sostituzione di De Courten e scavalcando altri più anziani. L’11 giugno 1948 il segretario di Stato alla Marina
degli Usa conferì a Maugeri la “Legion of Merit” per gli eccezionali servizi
servizi resi alle forze navali militari alleate. Gli Usa poi
minimizzeranno sia sul valore della decorazione che sulla motivazione, definita standard dal tempo di George Washington.
Nello stesso tempo era uscito il libro intervista in inglese che qualcuno si peritò di tradurre. A pagina 76, per esempio, si legge
che la Marina italiana non aveva piani per una guerra contro l’Inghilterra. .Tutti i nostri calcoli ed il lavoro dello Stato
maggiore era basato sul presupposto che in ogni futuro conflitto non avremmo mai combattuto contro la Marina britannica e
quando iniziò la guerra non avevamo alcun piano di operazione contro Malta. Altri spezzoni sono già scritti, ma il monocorde
assolo di Maugeri non cambia. Sorprendente, per esempio, il ricordo di un episodio del 17 agosto 1942: .Questa mattina alla
riunione di Supermarina sono stato solo io a protestare, e violentemente, contro la pretesa del comando aereo tedesco
di camb
cambia
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re le rotte
rotte dei nost
nostri
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convogli mare . Si tratt
gli in mare trattava
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24
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erano tonti:
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incompre
rensi
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bilee come
come
l’avversario riuscisse a individuarne il più delle volte il percorso quasi ne fosse precedentemente
precedentemente informato. I sospetti di talpe
annidate nella capitale tormentarono a lungo l’ammiraglio Luigi Sansonetti, sottocapo di stato maggiore della Marina, tanto
da indurlo a riferire al supremo vertice militare italiano, Ugo Cavallero. Difficile però muoversi
muoversi con efficacia fra i corridoi su
un argomento così delicato. Tatto e prudenza suggerirono a Sansonetti di parlarne nella consueta riunione sui trasporti, ma
solo quando fosse stato assente il suo diretto superiore
superiore e vertice della Marina, Riccardi.
Riccardi. Annota Cavallero nel suo diario il 9
ottobre 1942: Nella riunione sui trasporti l’ammiraglio Sansonetti afferma che le navi che partono d’improvviso non vengono
attaccate, il che fa pensare allo spionaggio. Esclude che le notizie partano dai porti ed afferma che partono invece da Roma.
Ordino che non si telefoni più in materia di traffico….. Il cerchio si chiude quando Taylor, in segreto accompagnato da
Maugeri, “sbarca”
“sbarca” a Roma la vigilia dell’8
dell’8 settembre 1943. Maugeri lo accompagna segretamente
segretamente a Roma
Roma per un colloquio
con Badoglio e il generale Carboni teso a predisporre l’aviolancio sulla capitale di una divisione aerotrasportata americana.
Taylor chiese a Maugeri: - Mi dica della Marina ammiraglio, si può avere fiducia che essa obbedirà agli ordini, quali 
che siano e in tutte le circostanze? - Maugeri - Lei parla in caso di resa se ho ben capito? , e alla conferma di Taylor,
ribatté sicuro:  La Marina obbedirà
obbedirà senza fallo in qualsiasi circostanza
circostanza,, generale. Di questo può esserne
esserne assolutamente
assolutamente
icuro tanto da far dire a entrambi La Marina italiana è stata l’unica fra le varie forze armate che ha condotto
sicuro. S icuro
le trattative di resa nel modo e nei tempi da noi prescritti e da noi progettati e Per la prima volta in tre anni la
bandiera Inglese e quella Italiana sventolavano fianco a fianco. Un brivido di piacere mi percorse, anche se io sapevo che ciò
significava la nostra resa e disfatta. Decio Romano
Romano Storia e dossier
dossier 107 

Carlo Bergamini: motivazione della medaglia d’oro: Comandan


Comandante
te in capo
capo
delle Forze navali
navali da battaglia
battaglia,, sorpres
sorpreso
o dall’armis
dall’armistizio
tizio in piena
piena efficienz
efficienza
a
materiale e morale, trascinò con la autorità e con l’esempio tutte le sue navi 
ad affrontare ogni rischio pur di obbedire, per fedeltà al Re e per il bene della
 Patria, al più amaro degli
degli ordini. E nell’adempimento
nell’adempimento del dovere scomparve
scomparve in
mare con la sua nave ammiraglia colpita a morte dopo accanita difesa dal 
nuovo nemico, scrivendo nella storia della Marina una pagina incancellabile
di dedizione e di onore. — Acque dell’Asinara, 9 settembre 1943.

Delle 5 corazzate, 15 incrociatori (7 ausiliari), 23 sommergibili, una settantina di MAS e 37


cacciatorpediniere e torpediniere, alla fonda nei porti della Liguria e di Taranto, l’unica ad
andare perduta, col suo comandante Carlo Bergamini, è la Roma. Dopo un colloquio telefonico
tra Bergamini, comandante la squadra, e il capo di S.M. della marina, ammiraglio De Courten,
la mattin
mattinaa del 9 settem
settembr
bree la squadr
squadraa naval
navale,
e, prend
prendee il mare
mare alla
alla volta
volta dell’Iso
dell’Isola
la della
della
Maddalena. Nelle primissime ore del pomeriggio la squadra è in procinto d'entrare nell‘estuario
dell’isola
dell’isola quando
quando giunge
giunge all’ammirag
all’ammiraglio
lio Bergamini
Bergamini un messaggio
messaggio urgente di Superma
Supermarina
rina
(Maugeri) con l’ordine di invertire la rotta e di puntare in direzione di Bona, in Algeria. E'
25
successo che in mattinata i tedeschi hanno occupato la Maddalena e predisposto un piano per
impadronirsi delle unità italiane. Sfuggita la preda si passa ai siluri. Poco dopo le 15 una
formazione di Junker attacca la squadra navale senza risultati. Verso le 16 un altro gruppo di
bombardieri DO-217 è sulle unità italiane. L’attacco questa volta ha successo, e ne fa le spese
proprio l’ammiraglia, la corazzata Roma che, colpita da due bombe-razzo teleguidate alle 15,52.
Cola a picco in 28 minuti. Dei 1849 uomini dell’equipaggio, 1253 perdono la vita: tra questi il
comandante Carlo Bergamini e tutto lo stato maggiore. La squadra fa rotta in direzione sud e
nella mattinata del 10 settembre entra nel porto della Valletta a Malta.

Bagnasco: “Ultra
“Ultra”
” fu sogge
soggetto
tto a forti
forti alti
alti e bassi
bassi nella
nella curv
curva
a della
della sua
sua eff
effica
icacia
cia,, deriv
derivan
ante
te
innanzitutto dai tempi variabili nella capacità di decrittazione che potevano andare da qualche
ora, nel migliore dei casi, a molte decine di giorni, perdendo di conseguenza validità operativa.
 In questa chiave, persino le istintive, ma non provate, accuse di tradimenti o di onnipresenza
onnipresenza di 
“barbe finte” del buon Trizzino trovarono infine, quasi tutte, una loro spiegazione".

Tutto
Tutto quanto
quanto avete letto fino ad ora su Maugeri,
Maugeri, sui tradimenti
tradimenti,, sui convogli
convogli che
arrivavano sani quando cambiavano rotta, viene sconfessato dallo storico di regime
Mimmo Franzinelli che in una trasmissione su La 7 del 4 gennaio 2008 bolla come
fantasia il tradimento degli ammiragli. Un motivo ci sarà pure!. Sono gli ammiragli
eroi della Repubblica degli onesti, del magistrato Scalfaro, di un paese fiero che anche
sotto il fascismo stoicamente non apriva bocca e non cedeva se non per le macchine
superteconlogiche che non hanno anima e partito.

http://www.cestra.eu/franco/ffnnbb_capitolo3.htm 7/9/1943 Riunione al Ministero dei vertici della Regia Marina per
saperne di più http://www.regiamarina.net/people/admirals/bergamini_it.htm
http://www.google.it/search?hl=it&q=bomba+fx+teleguidata&btnG=Cerca+con+Google&meta
l'argomento Navi e Poltrone Trizzino viene trattato in 6 capitoli tre qui in libri (ora sei nel
terzo) 1 nei capitoli di storia la notte di Taranto
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/40/taranto.htm
1 Maug
Mauger
erii nei
nei perso
ersona
nagg
ggii http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/maugeri.htm
1 nelle schede il processo http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/trizzino.htm

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26
AMMIRAGLIO
FRANCO MAUGERI

(1898(5?) - 1978)

Cap.
Cap. 5 Na
Nav
vi e Polt
Poltro
rone
ne di Anton
ntoniino Triz
Trizzi
zino
no

"From the Ashes of Disgrace", di Franco


Maugeri e Victor Rosen - Reynal & Hitchcock,
New York 1948:
"L'inv
"L'invern
erno
o del '42-'4
'42-'43
3 trovò
trovò molti
molti di noi,
noi, che spera
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amar
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doloro
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verità
tà:: non
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saremmo mai potuti liberare delle nostre catene, se l'Asse fosse stato
vittorioso". E poco
poco più
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splici
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ta in man
anie
iera
ra defi
defini
niti
tiva
va tale
tale
concetto: "Più uno amava il suo Paese, più doveva pregare per la sua
27
sconfitta nel campo di battaglia... Finire la guerra, non importa come, a
qualsiasi costo".

4 Medaglie d'Argento al Valor Militare, 4 Medaglie di Bronzo al Valor Militare, due Croci al Merito di Guerra e le
inseg
insegne
ne di Caval
Cavalie
iere
re dell'
dell'Or
Ordin
dinee Milit
Militar
aree d'Ital
d'Italia
ia,, Uffic
Ufficia
iale
le dell'
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Ordin
dinee dei
dei SS.
SS. Mauri
Maurizio
zio e Lazz
Lazzaro
aro e
Grand'ufficiale della Corona d'Italia. Per i servizi resi alla V Armata americana , venne anche insignito della
Legion of Merit.

motivazione della decorazione americana "Legion of merit"- per la condotta eccezionalmente meritevole nel
compimento di superiori servizi resi al governo degli Stati Uniti, in qualità di capo del servizio informazioni navali,
come comandante della base navale di La Spezia e come capo di stato maggiore della marina militare italiana
durante e dopo la seconda guerra mondiale .. ecc. Maugeri, nato a Gela, era uno dei più
giov
giovan
anii guar
guardia
diama
mari
rina
na italia
italiani
ni:: a soli
soli 19 anni
anni nel
nel 1915
1915 coma
comand
ndav
avaa una
una squa
squadr
drig
iglia
lia di
idrovolanti (11 macchine): Promosso tenente di vascello,
vascello, nel 1918, venne decorato
decorato per le azioni
compiute con due argenti e un bronzo. Ufficiale superiore a partire dal 1927, Maugeri venne
promosso capitano di fregata nel '32 e capitano di vascello nel '37. La sua carriera in Marina,
rapida e brillante lo portò nel '39 al comando dell'incrociatore Bande Nere, nave ammiraglia
della Scuola Navale e nel ‘41 al delicatissimo incarico di capo del reparto informazioni dello
Stato Maggiore della Marina, il SIS. Maugeri aveva preso parte, sul Bande Nere anche alla
sfortunata battaglia di Capo Matapan del 27/28-marzo 1941 e coll'incrociatore Bolzano a Capo
Teulada. Successivamente a questi incarichi Maugeri viene quindi "sbarcato" per assumere
l'incarico di capo dei servizi segreti della marina, incarico che tiene fino all'8 settembre 1943. La
storia della marineria di questo periodo è costellata da una infinità d'insuccessi, escluse le azioni
dei sabotatori, che mise in allarme durante il periodo bellico i tedeschi e nel post conflitto tutti
gli organi di informazione e scrittori di cose belliche.

28
un estratto del contenuto a http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri71.htm 17
agosto 1942: . Ques
Questa
ta mattin
mattina
a alla
alla riuni
riunione
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Super
perma
marin
rina
a sono
sono stato
stato solo
solo io (Mauge
(Maugeri)
ri) a
 protestare,
 protestare, e violentemente, contro la pretesa del comando aereo tedesco di cambiare le rotte dei 
nostri convogli in mare. (Nota: Si trattava dei convogli verso l’Africa, i cui frequenti disastri preoccupavano da
tempo l’alto comando italiano e i tedeschi che non erano tonti: appariva incomprensibile come l’avversario riuscisse a
individuarne il più delle volte il percorso quasi ne fosse precedentemente informato. Si salvava chi cambiava rotta
all'ultimo momento (Rommel)
(Rommel)

Le vicende complessive di quel periodo non sono


ricordate in questa pagina ma in quelle di Antonino Trizzino ai link del libro

"Navi e Poltrone" viene trattato in 6


capitoli: tre in libri http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri34.htm
1 nei capitoli di storia la notte di Taranto http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/40/taranto.htm
1 nelle schede il processo http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/trizzino.htm

Ma prima
prima di occup
occuparc
arcii delle
delle vicend
vicendee
postbellich
postbellichee vediamo
vediamo quanto accadde
accadde in quell'estate
quell'estate del '43 che vide protagonista
protagonista il nostro
nostro
personaggio a partire dalla caduta del fascismo.  Da “Mussolini mi ha detto” falso
f also di Romersa
(non
(non cred
credo
o all'or
all'origi
igina
nalità
lità di tale
tale testo
testo che
che fa il vers
verso
o a quell
quello
o scrit
scritto
to propri
proprio
o da Mauge
Maugeri 
ri 
nell'autunno del 1944, qui a fianco, e che qualifica Romersa per quello che è e che è stato
raccontato dal sito in altra sezione) Giunti a Gaeta, sul molo, Mussolini e Polito(i) trovarono

29
l'amm
l'ammir
irag
aglio
lio Maug
Mauger
erii capo
capo dei
dei serv
serviz
izii segr
segreti
eti dell
dellaa Mari
Marina
na;; l'imb
l'imbar
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sulla corv
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"Perse
"Persefon
fone"
e" che
che doveva
doveva trasfer
trasferire
ire il prigio
prigionier
nieroo su un'iso
un'isola
la avv
avvenn
ennee di sera,
sera, presen
presenti
ti il
colonnello dei Carabinieri Pelaghi e un gruppo di militi in funzione di scorta. Il battello salpò
all'alba per Ventotene dove giunse alle 5 circa del mattino, ma sia Polito che Pelaghi, dopo una
verifica a terra, decisero di proseguire per Ponza, dove, a loro giudizio, sarebbe stato più facile
sistem
sistemare
are il "prigio
"prigionier
niero".
o". Duran
Durante
te il viaggi
viaggio,
o, Musso
Mussolini
lini parlò
parlò a lungo
lungo con
con l'ammir
l'ammiragl
aglio
io
Maugeri e, fra l'altro, gli confessò il suo disappunto per l'insistenza con la quale Rommel volle
inseguire gli inglesi fino a El Alamein pur sapendo di non disporre dei mezzi per poter
proseguire l'avanzata. Ponza, secondo Polito, era la sede idonea. Fu scelta una casa verdastra a
due piani. Nonostante si parlasse sempre di "trasferimenti compiuti nella massima segretezza",
sull'isola tutti sapevano dell'arrivo del Duce e la gente vi assistette, infatti, dai balconi e dalle
finestre che si affacciavano sul porto.

 La mattina del 28 agosto Mussolini era già su un idrovolante per Vigna di Valle sul lago di 
 Bracciano...
 Bracciano...

Ma se Maugeri era così ansioso di liberarsi e di liberare il paese perchè non gli ha sparato in
una delle tante occasioni da imbarcato che gli stava a fianco ?. (direbbe qualcuno) Fifa ?.
Mussolini era quindi stato in quei 20 giorni in balia diretta o di intelligence di Maugeri e
Brivonesi senza che questi ne potessero informare gli alleati per un "prelievo" via mare con
kommandos ? o come diceva Gueli sotto quattro cannonate. Le ipotesi del mancato sequestro
possono essere tre e non tutte necessariamente
necessariamente a discolpa.

1) Gli alleati non volevano un Mussolini (con le sue "simpatie" inglesi e l'arresto era comunque
 previsto dall'armistizio) fra i piedi per lasciare poi il paese in mano ai duri di fede Nazista come
Farinacci, Pavolini etc.. Conseguenze di questo: occupazione tedesca più dura, più resistenza,
 più morti, sacrificio di sangue di alcuni Savoia, ma lasciapassare
lasciapassare per la loro continuità voluta
dagli inglesi.
2) Gli alleati volevano Mussolini per poterlo usare con proclami all'unità del paese contro i 
tedeschi, ma il rischio di una sua rinascita politica, di un incidente alla liberazione valeva la
candela ?. Il fatto che ce lo "dimenticassimo" sul Gran Sasso non ci venne mai rinfacciato.
3) Maugeri non disponeva dell' autorità sufficiente (e il suo ruolo in tutta la vicenda spionistica
sarebbe
sarebbe marginale)
marginale) per neutralizzar
neutralizzaree gli 80 carabinieri
carabinieri più i marinai,
marinai, quando le acque
acque del 
Tirreno erano ancora in mano ad italiani osservanti
osservanti e non a Inglesi debordanti.
debordanti.

30
(dalla pagina delle schede "liberazione di Mussolini" -Racconta il tenente Faiola: "Il giorno 9
agos
agosto
to 1943
1943,, fui
fui intr
introd
odot
otto
to dal
dal Co
Coma
mand
ndan
ante
te gener
eneraale,
le, Ecce
Eccell
llen
enza
za Ceri
Cerica
ca,, il qual
quale,
e,
personalmente, mi comunicò di avermi designato comandante del distaccamento carabinieri ed
agenti preposti alla vigilanza di villa Weber, nell'isola della Maddalena. Gli ordini erano “…
nella eventualità di attacco da parte di malintenzionati o di agenti nemici: difesa ad oltranza,
chiedendo rinforzi al Comando Marina... poi uccidere Mussolini se...").  Si accettano altre
ipotesi e congetture.. Quando Mussolini raggiunse la casa che doveva essere la
sua prigione, e in effetti lo fu, a chi lo scortava disse che era stanco e avrebbe desiderato un letto
per riposare. Lo condussero allora in una stanza squallida e semivuota dove c'era soltanto una
rete senza materasso e senza lenzuola. Lo sgomento assalì il prigioniero il quale, dopo uno scatto
di ribellione e un inutile "basta!", pronunciato a denti stretti, altro non poté fare che sedere in
terra e, con sgomento, prendersi la testa fra le palme delle mani. Mussolini subirà un ulteriore
trasferimento a Villa Weber alla Maddalena e sempre Maugeri si occupa del Trasporto poi .... Nella notte fra il
6 e il 7 agosto Mussolini lasciò Ponza, diretto alla Maddalena. La partenza avvenne poco dopo
la mezzanotte del giorno 6 con un caccia, a bordo del quale c'erano il solito Maugeri e 80
carabinieri di scorta. Il mare grosso, rese il viaggio da Ponza alla Maddalena, oltremodo
penoso. Nonostante lo sballottamento della nave, però, Mussolini e l'ammiraglio Maugeri, che
fungev
fungevaa da "acc
"accom
ompag
pagnat
natore
ore",
", parlar
parlarono
ono a lungo
lungo della
della guerr
guerra,
a, della
della discu
discutibi
tibile
le resa
resa di
Pantelleria e di Augusta, dell'invasione della Sicilia e del funzionamento dello Stato Maggiore,
dove i contrasti, tra gli alti gradi, erano all'ordine del giorno. I rapporti con i tedeschi, intanto,
si trascinavano in un'atmosfera di ambiguità e di diffidenze. A Tarvisio, il 6 agosto 1943 si
riunirono il Ministro degli Esteri Guariglia, il Capo di S.M. Generale, gen. Ambrosio, Von
Ribbentrop e il maresciallo Keitel. Da parte tedesca, lo scopo di quel convegno era di sondare le
intenzioni dei governanti di Roma, mentre per gli italiani si trattò di un'altra occasione per
ingannare l'alleato, simulando, con frasi di circostanza, la continuazione del conflitto e l'identità
di obiettivi delle due nazioni (si stava già trattando l’armistizio). Durante la discussione a
Tarvisio, i due capi di S.M. si urtarono violentemente e Keitel, resosi conto di quanto stava
preparando Ambrosio, interruppe il colloquio e con il suo aiutante si recò oltre confine per
telefo
telefonar
nare,
e, non
non interc
intercetta
ettato,
to, al Fuhrer
Fuhrer e avv
avverti
ertirlo
rlo che
che occorr
occorreva
eva dar corso al piano,
piano, già
predisposto, per l'invio di altre truppe perché, disse: "Sono certo che gli italiani sono già pronti 
a tradirci" . Quanto alla nave che portava
portava Mussolini,
Mussolini, s'accostò nel porto della Maddalena
Maddalena un
motoscafo con a bordo l'ammiraglio Brivonesi , comandante della Piazza, il quale prese in
"consegna" il Duce a cui era stata destinata, come residenza Villa Weber, una costruzione in
mezzo a un giardino di pini, sorvegliata da numerosi carabinieri di Luigi Romersa

31
 IL TRAVAGLIO
TRAVAGLIO DELL’AR
DELL’ARMISTIZIO.
MISTIZIO.

ma anche questa sede non era sicura: i tedeschi


l'avevano individuata e, caso strano due caccia inglesi, avevano abbattuto il velivolo di Skorzeny incaricato del blitz
(ma in quel momento era in volo di ricognizione). Nella caduta in mare, Skorzeny perdette conoscenza e si ruppe
tre costole, però si riprese quasi subito e con un battello di gomma, insieme con gli altri che si trovavano a bordo
dell'Heinkel, riuscì a raggiungere uno scoglio, da cui vennero raccolti da una nave tedesca di passaggio. La cosa
strana è che nell'isola la cosa venne saputa subito e si decise l'ulteriore trasferimento al Gran Sasso ma questa volta
l'incarico venne affidato a Gueli. Ispettore di Polizia

Gueli, Ispettore Generale. " Allorché mi 


convocò,
convocò, il capo della Polizia mi chiarì che si trattava di salvaguardare la persona di Mussolini e
di impedire, in tutti i modi, che i tedeschi lo rapissero. In tal caso, bisognava far fuoco sul 
 prigioniero e far trovare un cadavere.
cadavere. Risposi che ero un uomo di battaglia non un assassino
assassino e
allor
allora
a lui mi disse
disse che
che della
della bisogn
bisogna
a erano
erano stati
stati incari
incaricat
catii i Carab
Carabinie
inieri.
ri. Badog
Badoglio,
lio, volle
volle
conoscermi e a presentarmi al Capo del Governo provvide Senise. Il Maresciallo ripeté a me la
consegna già data a Polito(i) e io, come Polito, assicurai che l'avrei fedelmente e, occorrendo,
 personalmente
 personalmente eseguita. Nella notte, trascorsa
trascorsa insonne, però, presi la mia decisione:
decisione: poiché la
sorte, fra milioni d'Italiani restati fedeli al Duce, dava a me l'occasione favorevole, dovevo fare
di tutto per salvarlo. L'indomani, mi recai in Sardegna e constatai che, per clima e per sicurezza
 Mussolini si trovava molto male. Se gli inglesi avessero
avessero avuto notizia della sua presenza alla
 Maddalena,
 Maddalena, avrebbero potuto facilmente impadronirsene o seppellirlo sotto le macerie della villa
con quattro cannonate delle loro navi". Fu il fedelissimo Gueli che stabilì quindi il trasferimento
di Mussolini al Gran Sasso preludio della sua liberazione - ...  I canali informativi
i nformativi di Skorzeny
Skorzeny
 presso lo S.M. italiano gli passavano
passavano molte notizie, anche da verificare, facendolo arrivare
sempre tardi sulla dislocazione. Quando ebbe quella della Maddalena, Mussolini era ancora li 
ma la sfortuna ci mise lo zampino come abbiamo visto.

8 SETTEMBRE 1943….. Il cerchio si


chiude
chiude quando
quando Maxwe
Maxwell
ll Taylor
Taylor,, ambas
ambascia
ciator
toree straor
straordina
dinario
rio dell'Ar
dell'Armis
mistizi
tizio,
o, in segret
segreto,
o,
accompagnato da Maugeri, “sbarca” a Roma la vigilia dell’8 settembre 1943. Maugeri lo
accompagna segretamente da Gaeta a Roma per un colloquio con Badoglio e il generale

32
Carbo
Carboni
ni teso
teso a predis
predispo
porre
rre l’avio
l’aviolan
lancio
cio sulla
sulla capita
capitale
le di una divisio
divisione
ne aerotr
aerotrasp
asport
ortata
ata
americana. Taylor chiese a Maugeri: - Mi dica della Marina ammiraglio, si può avere fiducia
che essa obbedirà agli ordini, quali che siano e in tutte le circostanze? - Maugeri - Lei parla in
caso di resa se ho ben capito?, e alla conferma di Taylor, ribatté sicuro: La Marina obbedirà
senza fallo in qualsiasi circostanza, generale. Di questo può esserne assolutamente sicuro. Sicuro
tanto da far dire a entrambi La Marina italiana è stata l’unica fra le varie forze armate che ha
condotto le trattative di resa nel modo e nei tempi da noi prescritti e da noi progettati e per la
prima volta in tre anni la bandiera Inglese e quella Italiana sventolavano fianco a fianco. Un
brivido di piacere mi percorse, anche se io sapevo che ciò significava la nostra resa e disfatta.
Decio Romano Storia e dossier 107

La guerra finisce e Maugeri sale la scala sociale


con la nomina a Capo di Stato Maggiore della Marina
Marina ed è qui che cominciano
cominciano i suoi guai per opera di un libro
intervista che esce in America - Dalle ceneri della disfatta "From the Ashes of Disgrace"

IL CASO
CASO MAUG
MAUGER
ERII FINI
FINISC
SCE
E
IN TRIBUNALE, MA LA SENTENZA ALIMENTA I DUBBI

Nell’autunno del 1948 l’atmosfera era ormai pesante. Per il volume "From the Ashes of 
Disgra
Disgrace"
ce" scoppi
scoppiòò un caso
caso nazio
nazional
nalee di notev
notevoli
oli propor
proporzion
zionii che,
che, aggiu
aggiunto
nto all’am
all’ambig
bigua
ua
onorificenza americana (Legion of Merit), pose in forte imbarazzo Franco Maugeri C.S.M. della
marina dal dicembre del 1946, che si giustificò a stento adducendo un travisamento del suo
pensiero In assenza di un pronto rapporto chiarificatore, il ministro della Difesa Randolfo
Pacciardi tagliò corto e rimosse Maugeri dall'incarico (Il minist
ministro
ro della
della Difesa
Difesa del
del tempo,
tempo,
 Pacciardi, a conclusione dei lavori di una commissione appositamente
appositamente costituita, riferì in
 Parlamento
 Parlamento che il libro non era stato scritto solo da Maugeri ma anche da tale Victor Rosen
sulla base di conversazioni e interviste avute con l'ammiraglio a Roma).

Da Atti parlamentari DISCUSSIONI - SEDUTA ANTIMERIDlANA DEL 20/6/1950 Camera Deputati


Commis
Commissio
sione
ne inchies
inchiesta
ta Maugeri
Maugeri - “L'ammi
“L'ammiragl
raglio
io non avrebb
avrebbe
e dovuto
dovuto consen
consentire
tire al desideri
desiderio
o
dell'editore di fare del libro una specie di romanzo ad effettto per "il palato grosso" di un vasto

33
pubb
pubbli
lico
co,, non
non avre
avrebb
bbe
e dovu
dovuto
to acce
accett
ttar
are
e il meto
metodo
do dell
dell'i
'int
nter
ervi
vist
sta
a in una
una ling
lingua
ua non
non
completamente
completamente dominata.
dominata. Avrebbe dovuto riservarsi, comunque, uno stretto controllo della
prosa dell'Interprete, capitolo per capitolo, parola per parola, e non contare sulla fiducia di
racco
raccoma
mand
ndaz
azio
ioni
ni generi
generich
che,
e, spes
spesso
so non
non asco
ascolta
ltate
te,, o di corre
correzi
zion
onii spes
spesso
so non
non fatte
fatte"-
"-
In data 3 aprite 1949 comunicai (Pacciardi) all'ammiraglio Maugeri i risultati dell'inchiesta e la
sanzione disciplinare che da essa risulta, nei seguenti termini:
" All'ammiraglio
All'ammiraglio di squadra Franco Maugeri, Dall'inchiesta
Dall'inchiesta da me eseguita con la collaborazione
collaborazione
degli ammiragli Pini e Valli è chiaramente risultato che la S. V., pur essendo animato, nella
compila
compilazio
zione
ne del libro
libro From
From the Ashes
Ashes of Disgrac
Disgrace,
e, dalla
dalla lodevol
lodevole
e intenzio
intenzione
ne di portare
portare a
conoscenza
conoscenza del pubblico i sacrifici e gli sforzi dell'Italia e della sua marina, non ha preso tutte le
precauzioni perché il libro, che si doveva stampare all'estero e che portava la sua firma di capo
di stato maggiore della marina, non contenesse travisamenti del suo pensiero o comunque
inesattezze che nuocessero al buon nome della marina di cui v. S. era il più elevato esponente.
Questa grave manchevolezza ha provocato la pubblicazione nel libro di alcune frasi che hanno
avuto la più deplorevole ripercussione in Italia e specie nell'ambiente della marina. Pur tenendo
conto della sua buona fede, delle sue lodevoli intenzioni e delle attenuanti che indubbiamente V.
S. ha, come risulta principalmente dalla pubblica dichiarazione del signor Rosen, non posso che
fortemente deplorare quando è avvenuto. Mi limito a infliggere a V. S. un rimprovero (!!!). in
considerazione del suo alto grado e delle benemerenze che ella si è acquistate al servizio della
marina e del paese"
In seguito a ciò l'ammiraglio Maugeri è stato tolto dalla carica di capo di stato maggiore, ed

inviato a comandare il dipartimento marittimo di Napoli. Questo è, per così dire, l'antefatto.

Per la Legion of Merit, a ben vedere, venne e viene data un pò a tutti. E' come il
cavalierato italiano: alzi la mano chi non ce l'ha. Fra il settembre e il novembre 1948 il
settimanale satirico ‘Asso di Bastoni” iniziò però ad attaccare Maugeri definendolo a più
riprese:Un traditore a fini di lucro mentre l’Italia era in guerra con gli Alleati»; “Asso di
Bast
Baston
oni”
i” non
non dava
dava treg
tregua
ua.. In un edit
editor
oria
iale
le defi
definì
nì addir
ddirit
ittu
tura
ra insu
insuff
ffic
icie
ient
ntee la sua
sua
defenestrazione: In altri tempi all’ammiraglio Maugeri sarebbero stati concessi una pistola con
un colpo e 10 minuti di tempo. Pur forte della protezione dell'art. 16 del trattato di pace,
Maugeri, innervosito dai reiterati attacchi del giornale, lo querelò citando in giudizio Filippo
Nicolò Mancuso, redattore e autore degli attacchi. La sentenza della corte d’Assise del 4 maggio
1949 condannò Mancuso a 10 mesi di reclusione e 80.000 lire di multa con soddisfazione del
Maugeri e sollievo di tanti altri suoi colleghi in odore di articolo 16. Ma in appello qualcosa
cambiò. La IV Sezione della Corte d’Appello di Roma nel dispositivo mitigò la pena pecuniaria
e alleviò quella detentiva con la sospensione condizionale. E qualche mese dopo, la motivazione
della sentenza
sentenza del 9 dicembre
dicembre 1949 riservò una sorpresa.
sorpresa. Traendo
Traendo origine dalle doglianze
doglianze del
Maugeri secondo cui il giornale aveva formulato una duplice proposizione diffamatoria (di aver 
tradito l’Italia facendo opera di spionaggio prima dell’8 settembre 1943, determinando la morte

34
di migliaia di marinai; di averlo fatto per abietti motivi di lucro personale) , la Corte, pur non
segm
segmen
enta
tando
ndo un’ef
un’effe
fetti
ttiva
va bipa
bipart
rtizi
izion
onee dell’
dell’in
inte
tegr
grit
itàà del
del fatto
fatto diffa
diffama
mato
torio
rio,, si impo
impose
se
necessariamente l’esame distinto delle due proposizioni e così motivò: In relazione alla prima, il
collegio deve riconoscere che sussistono sufficienti prove per ritenere che il Maugeri, anche
anteriormente all’8 settembre 1943, aveva intelligenze con le potenze, contro le quali l’Italia era
allora in guerra.

Respinse poi per infondatezza l’assunto della difesa del Maugeri tendente a escludere ogni
attività illecita prima dell’armistizio: Maugeri era stato capo del Sis dal 21 maggio 1941 all’8
settembre 1943; e il servizio clandestino da lui organizzato dopo l’8 settembre (in periodo di
cobelligeranza) non riguardava informazioni navali, essendosi la Marina arresa !!! e consegnata
a Malta. Di conseguenza i servizi resi al governo degli Usa come capo del Servizio informazioni
navali (indicati nella motivazione della decorazione) non potevano essere resi dopo, ma prima
dell’armistizio. Quanto al “fine di lucro”, non poteva essere documentale ma solo presuntivo,
quindi difficile a dimostrarsi. Nell’inscindibilità dei due fatti, la cui parziale dimostrazione non
esentò
esentò la condan
condanna
na,, fu già un succes
successo
so aver
aver raggi
raggiunt
untoo la prova
prova anche
anche solo
solo della
della prima
prima,,
importante proposizione, e per Mancuso e il giornale costituì una vittoria aver ottenuto una
motivazione di riforma rispetto al primo grado con la chiara enunciazione della Corte che
san
sanziona
ionava
va in modo
modo ineq
inequ
uivoc
ivocab
abil
ilee il ruol
ruoloo svo
svolto
lto dal
dal Mauger
ugerii dur
durante l’u
l’ultim
ltimoo
conflitto. Qualcuno poi disse che il giornale era fascista e i giudici pure e il risultato della
sentenza era dato per scontato. All’apparizione della sentenza d’Appello Maugeri comandava il
Dipartimento militare marittimo del Basso Tirreno a Napoli, dove pochi giorni più tardi, il 20
marzo 1950, si doveva svolgere la cerimonia di consegna della medaglia d’oro al Valor Militare
alla bandiera della Marina militare. La presenza di Maugeri sarebbe stata quanto meno
imbarazzante al cospetto di madri, vedove e orfani di guerra. A Roma lo intuirono e rimossero
Maugeri per altro incarico qualche giorno prima. Fu in seguito spedito fuori dai confini al
Consiglio atlantico a Londra prima e a Parigi poi dove si stabilì fino al 1977 pur avendo lasciato
il servizio attivo nel 1957. Delle vicende pubblicistiche e giudiziarie non vi è alcun cenno nel suo
libro di “Ricordi di un marinaio”. Di certo per lui, aspirante anglosassone, non valeva il detto
-Right or wrong, my country’. e ha ben poco a che’ spartire con le migliaia di valorosi
connazionali o compagni d’arme di ogni ordine e grado che riposano in fondo al mare.  Decio

 Romano storia e dossier


dossier n. 107 

35
Di gentlemen’s agreement è piena la storia
militare almeno quella di una volta. Maugeri non è solo a sperare di veder perdere Mussolini e il suo
“ Silver Star” "Per aver contribuito a distaccare il comando della
paese. Gli faceva compagnia con una “Silver
flotta italiana dal regime fascista nell'estate 1943 e per aver assicurato alla marina degli Stati Uniti 
importanti segreti di fabbricazione" Marcello
fabbricazione"  Marcello Girosi (poi produttore di Film con Carlo Ponti) fratello di
Massimo Girosi contrammiraglio !!. Nel farne un ritratto ai suoi amici americani dell'OSS Marcello
spiegò che si trattava di un antifascista dichiarato e di un acceso sostenitore della causa alleata.
Massimo Girosi lavorò in due delicatissimi uffici: le Operazioni - cioè la cabina di regia di tutte le
missioni, lì dove si stabilivano le rotte delle navi, dei sommergibili e si conoscevano le rotte dei 
mercantili e dei piroscafi in viaggio per l'Africa - e il SIS, che in teoria avrebbe dovuto dare la caccia a
lui stesso. .

Titolo:
Titolo: RICORD
RICORDII DI UN MARIN
MARINAIO
AIO (uscito
 postumo)
ISBN: 1010000031408 - 1980 - Recensioni on line

L'ammiraglio Franco Maugeri, durante il suo servizio nella Marina, si trovò coinvolto in tutta una serie di
avvenimenti
avvenimenti drammatici e spesso decisivi per la storia italiana. Franco Maugeri per tutta la sua vita volle essere e
fu un marinaio: il mare, più che una carriera, rappresentò per lui una vocazione e un modello di vita. Legatissimo
alle tradizioni e alle istituzioni della Marina, ne fu sempre assiduo ed estremo difensore da quando ancora
frequentava l'Accademia a quando si trovò al vertice della gerarchia. Più che revocati, gli avvenimenti narrati in
questo libro, vengono da lui rivissuti non solo con il distacco dello storico, ma anche con la passione di chi ne fu
protagonista. Il proposito di svelare tutto se stesso, di chiarire le ragioni delle decisioni spesso importantissime e,
quindi, discusse che egli dovette prendere, costituisce il maggior motivo di interesse di quest'opera. Ma non è stato
l'intento di difendere il proprio operato che ha dato origine alla stesura di questi ricordi, bensì il desiderio di far

36
conoscere il dramma di un marinaio chiamato sempre, in pace o in guerra, a compiere il proprio dovere

Le memo
memorie
rie dell'A
dell'Amm
mm.. Mauge
Maugeri,
ri, capo
capo del
del SIS
SIS duran
durante
te la guerra
guerra e prim
primoo CSM
CSM della
della Marin
Marinaa Milit
Militar
are.
e.
Dall'Accademia al termine della carriera, attraverso episodi molto discussi. Da notare che questo volume segue di
trent'anni "From the ashes of disgrace", famigerato libro stampato a New York e scritto in inglese, col quale il
capo del nostro servizio segreto navale candidamente affermo che ogni buon italiano avrebbe dovuto sperare nella
sconfitta (sic). Tale mirabile frase scompare nel volume in questione, se non per dimenticanza per pudore, ma la
copertina - in cui l'Autore s'intrattiene sorridente da CSM con un ammiraglio americano - è decisamente
freudiana. Interessante per le vicende storiche narrate (anche della prima guerra: Maugeri fu uno dei primi
aviatori), e utile per farsi venire il sangue amaro.

Ma cosa era l'OSS


Nel settembre del 1948 il settimanale " Asso di Bastoni, di Roma, intraprese una campagna
contro
contro l'ammira
l'ammiraglio
glio Franco
Franco Maugeri
Maugeri,, usando
usando espress
espression
ionii offens
offensive
ive e attribu
attribuendo
endo allo stesso
stesso
ammiraglio il fatto specifico di essere stato traditore, durante l'ultima guerra, a fine di lucro,
mediante comunicazione al nemico di notizie e di altri dati che erano serviti a paralizzare i
movimen
movimenti
ti della
della flotta
flotta italian
italiana,
a, o addiritt
addirittura
ura a esporre
esporre quest'ulti
quest'ultima
ma a imprevi
imprevisti
sti e rovinos
rovinosii
attacchi da parte avversa.
 Tale accusa era contenuta
contenuta in numerosi
numerosi articoli
articoli pubblicati
pubblicati in vari numeri del giornale
specifìcatamente indicati e riportati nella sentenza 9 dicembre 1949, IV sezione, della corte di
appello di Roma. Da rilevare che in detti articoli, in uno dei quali il Maugeri era qualificato come
uomo che «arreca nausea », tra l'altro si affermava -i proverbi dell'Amm. Maugeri- che tutte le
strade conducono a Malta. Tanto va la flotta a Malta che ci scappa anche il bronzino (la Bronze
Star ... Usa). Chi va con Badoglio impara a badogliare. La nafta del diavolo finisce in dollari. La
resa è denaro. Combattere è argento, ma arrendersi è oro-, e si faceva intendere - in rapporto
alla motivazione della Legione al merito conferita all'ammiraglio Maugeri dagli Stati Uniti - che la
coop
cooper
eraz
azio
ione
ne del Maug
Maugeri
eri con
con le forze
forze alleat
alleate
e non
non era da riferi
riferirs
rsii solta
soltant
nto
o al perio
periodo
do di
cobe
cobell
llig
iger
eran
anza
za succ
succes
essi
sivo
vo all'
all'8
8 sett
settem
embr
bre
e 1943
1943"" ma anch
anche
e al peri
period
odo
o prec
preced
eden
ente
te..
Inoltre il n.20 del 7 novembre 1948 del medesimo giornale riportava in un articolo il seguente
passo del libro del Maugeri "Dalle ceneri alla disfatta" From the Ashes 0f Disgrace pubblicato in
America: «L'ammiragliato britannico contava amici di alto rango fra il nostro ammiragliato e nello
stesso Ministero della marina. Io sospetto che gli inglesi fossero in grado di ricevere informazioni
autentiche direttamente dalla fonte. In sostanza il giornale basandosi sulle predette dichiarazioni
e sulla motivazione della legione al merito americana, attribuiva al tradimento del Maugeri
l'affon
l'affondam
dament
ento
o degli
degli incroci
incrociato
atori
ri Trieste
Trieste,, Zara
Zara e Pola,
Pola, la mancat
mancata
a efficien
efficienza
za della
della guerra
guerra

sottomarina e infine la perdita di centinaia e migliaia di vite umane. The Office of 
Strategic
Strategic Services
Services (OSS) was created by President Franklin D. Roosevelt in July 1942. The OSS
replaced the former American intelligence system, Office of the Coordinator of Information (OCI)
that was considered to be ineffective. Roosevelt selected Colonel William Donovan as the first director
37
of the organization, who had spent some time studying the Special Operations Executive (SOE), an
organization set up by the British government in July 1940. The OSS had responsibility for collecting
and analyzing information about countries at war with the United States. It also helped to organize
guerrilla fighting, sabotage and espionage. Some senior US military figures disapproved of the OSS
and General Douglas MacArthur refused to allow the organization to operate in the Philippines.
William Donovan was given the rank of major general and during the Second World War he built up
a team of 16,000 agents working behind enemy lines. The growth of the OSS brought conflict with
John Edgar Hoover who saw it as a rival to the Federal Bureau of Investigation. The OSS was
disbanded in October 1945 and was eventually replaced by the Central Intelligence Agency CIA

http://www.controstoria.it/italiainguerra.htm Una delle missioni italiane


più note dell'O.S.S. é l'operazione "Mc Gregor" che coinvolse la
marina americana.

L’OSS (Office of Strategic Ser vices),poi divenuta CIA aveva compiti sia di spionaggio che di sabotaggio e appoggio
alle forze partigiane con danaro armi ed individuazione di obbiettivi nemici da distruggere, ovvero collaborava alle
attività
attività di organiz
organizzazio
zazione
ne della
della guerrigli
guerrigliaa partigian
partigiana.
a. in Italia
Italia ha intrecci
intrecci e scopi
scopi che sforano dall'arricc
dall'arricchimen
himento
to
 personale, alla lotta al comunismo
comunismo e quant'altro poteva
poteva starci passando dall'utilizzo
dall'utilizzo di personaggi mafiosi.
mafiosi.

lavorare per i nazisti sotto il terribile ricatto di non poter più rivedere sua figlia, tenuta prigioniera. Per salvarlo
dalla morsa in cui è stretto deve riuscire a liberare la ragazza e scortare entrambi nell'Italia liberata, dove ci sono i
partigiani... One of the missions was to smuggle Italian Vice Admiral Eugenio Minisini 
out of Italy in 1943. Admiral Minisini was in the Engineering section of the Italian Navy and 
was directing
directing the use of a magnetic
magnetic firing device for torpedoe
torpedoess (Siluri).
(Siluri). As the Ame
America
rican
n Navy
Navy

38
was
was havi
having
ng prob
proble
lems
ms with
with thei
theirr deto
detona
nato
tors
rs sett
settin
ing
g off
off torp
torped
edoe
oess this
this a cruc
crucia
iall piec
piecee of 
technology. The four men landed by PT Boat in Capri and brought back Admiral Minisini.

Gli americani avevano problemi con le loro torpedini ed avevano bisogno della tecnologia
italiana sviluppata dall'Ing. dei Servizi tecnici navali Ammiraglio Eugenio Minisini più precisa.
da "Forgotten
"Forgotten Battles Italy's war of liberatio
liberation"
n" di Charles
Charles T. O'Reilly
O'Reilly.. - The magnetic pistol a kind of 
proxim
proximity
ity fuse
fuse for torpe
torpedoe
does,
s, wa
wass invent
invented
ed By prof.
prof. Carlo
Carlo Calosi
Calosi (Calo
(Calosi
si nato
nato nel
nel 1905
1905,,
compendia nella sua biografia tutti gli snodi cruciali del Secolo Breve. Durante la II guerra
mondi
mondiale
ale ha proge
progetta
ttato
to per
per la Marin
Marina
a Italia
Italiana
na il migli
miglior
or silur
siluro
o marit
marittim
timo
o dispon
disponibi
ibile
le sulla
sulla
 piazza. Dopo l'armistizio (negli Stati Uniti) ha collaborato con i servizi segreti alleati per creare
un antidoto alla sua stessa invenzione) a leading radio and radar scientist and its application
wass direct
wa directed
ed by Eugen
Eugenio
io Minisin
Minisini.i. Acco
Accordi
rding
ng to an OSS repor
reportt of march
march 10, 194
19444 to Gen.
Gen.
Donovan we know ".... Minisini arrived in the U.S.A on October 21, 1943 at the instance of 
OSS. He was followed by a group of 12 selected italian engineers whom OSS had brought to this
country as authorized by Adm Minisini and who arrived december
december 17, 1943 together with 40 tons
of technical ordnance material wich was necessary to facilitate their work in this country. Prof.
Calosi escaped from Rome and was picked up at sea By the OSS in order to join Admiral 
 Minisini. Burke and
and North were both
both awarded the Silver work .
Silver Star for their work 

Burke era l'agente dell'Oss che si era occupato della Missione. Nel 1946 dalla vicenda venne
tratto un Film più o meno aderente alla storia dal titolo "Cloak and Dagger" (Maschere e
Pugnali) a cui Burke partecipò.  Producer
 Producer Milton Sperling had been an OSS operative during 
wartime, and the story was based on the actual experiences of technical advisor Michael Burke,
who,
who, as an OSS
OSS agent,
agent, was assig
assigned
ned to smugg
smuggle
le Adm.
Adm. Eu
Euge
genio
nio Minisin
Minisinii out
out of Italy.
Italy. By
succ
success
essful
fully
ly comple
completin
ting
g the missio
mission,
n, Bu
Burke
rke prev
preven
ented
ted the Nazis
Nazis from
from gettin
getting
g hold
hold of an
electronic torpedo mechanism Minisini developed.
developed.

Una scheda del film n. 44 è visibile al link 


http://digilander.libero.it/freetime1836/cinem
a/indicecinema.htm
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