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Rocco Chinnici

Rocco Chinnici fu un magistrato italiano che ha contribuito in modo significativo alla lotta contro Cosa Nostra in Sicilia. Introdusse l'idea del pool antimafia, riunendo un gruppo di magistrati tra cui Falcone e Borsellino per coordinare le indagini. Fu assassinato nel 1983 da un'autobomba posta davanti alla sua abitazione.

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Rocco Chinnici

Rocco Chinnici fu un magistrato italiano che ha contribuito in modo significativo alla lotta contro Cosa Nostra in Sicilia. Introdusse l'idea del pool antimafia, riunendo un gruppo di magistrati tra cui Falcone e Borsellino per coordinare le indagini. Fu assassinato nel 1983 da un'autobomba posta davanti alla sua abitazione.

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Rocco Chinnici

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Disambiguazione – Se stai cercando il film TV del 2018, vedi Rocco Chinnici (film).

Rocco Chinnici (Misilmeri, 19 gennaio 1925 – Palermo, 29


luglio 1983) è stato un magistrato italiano.

Il suo nome è legato all'idea dell'istituzione del "pool


antimafia", che diede una svolta decisiva nella lotta contro
Cosa nostra, ambito in cui viene considerato una delle
personalità più importanti, insieme ai colleghi ed amici
Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Indice
Biografia
La formazione e l'ingresso in magistratura
La lotta a Cosa nostra e il pool antimafia
L'attività culturale
L'attentato e la morte
La scoperta del "diario" di Chinnici
Rocco Chinnici
Commemorazioni
Onorificenze
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Biografia

La formazione e l'ingresso in magistratura


Lo stesso argomento in dettaglio: Strage di viale Lazio.

Fu alunno del Liceo Classico Umberto I di Palermo. Dopo i bombardamenti alleati che sconvolsero
Palermo, ultimò gli studi liceali percorrendo a piedi quotidianamente il tratto di strada che
separava Misilmeri, dove viveva, da Palermo, perché la ferrovia era ormai inutilizzabile. Conseguì
la maturità nel 1943. Si iscrisse poi alla Facoltà di Giurisprudenza dell'ateneo della stessa città e si
laureò il 10 luglio 1947[1][2]. Durante gli studi, per alleviare l'impegno economico sostenuto dalla
famiglia, aveva lavorato all'ufficio del registro di Misilmeri[3]. Qui conobbe anche Agata
Passalacqua, giovane docente di scuola media che sarebbe poi divenuta sua moglie.[3]
Entrò nella magistratura italiana nel 1952, avendo come prima destinazione il tribunale di Trapani
come uditore giudiziario. In seguito fu pretore a Partanna, dal 1954 al 1966, anno in cui pervenne a
Palermo, ove il 9 aprile[3] prese servizio presso l'Ufficio Istruzione del Tribunale, nel ruolo di
giudice istruttore[1][2].

Nel 1970 gli fu assegnato il caso della cosiddetta "strage di viale Lazio", in cui figuravano molti
nomi di criminali di mafia destinati a successiva maggior notorietà.[3] Nel 1975, giunto al grado di
magistrato di Corte d'Appello, fu nominato Consigliere Istruttore Aggiunto. Divenne magistrato di
Cassazione e Consigliere Istruttore dopo altri quattro anni e come tale[3], in quel 1979 in cui fu
ucciso Cesare Terranova, fu chiamato alla carica di dirigente dell'Ufficio in cui già lavorava
sull'onda dell'emozione per quel delitto "eccellente"[4][5].

La lotta a Cosa nostra e il pool antimafia


Lo stesso argomento in dettaglio: Giovanni Falcone, Maxiprocesso di Palermo, Paolo
Borsellino e Pool (magistratura italiana).

Altri omicidi seguirono non molto tempo dopo, nel 1980, quando Cosa nostra uccise il capitano
dell'Arma dei Carabinieri Emanuele Basile (4 maggio) e il procuratore Gaetano Costa (6 agosto),
amico di Chinnici, con cui aveva condiviso indagini sulla mafia, i cui esiti i due giudici si
scambiavano in tutta riservatezza dentro un ascensore di servizio del palazzo di Giustizia[6]. Dopo
questo omicidio[7] Chinnici ebbe l'idea di istituire una struttura collaborativa fra i magistrati
dell'Ufficio (poi nota come pool antimafia)[8], conscio che l'isolamento dei servitori dello stato li
espone all'annientamento e li rende vulnerabili, in particolare i giudici e i poliziotti poiché,
uccidendo chi indaga da solo, si seppellisce con lui anche il portato delle sue indagini[3][6].

Entrarono a far parte della sua squadra alcuni giovani magistrati fra i quali Giovanni Falcone e
Paolo Borsellino. Con quest'ultimo condivideva il giorno di nascita, il 19 gennaio. Altro avrebbe
legato le tre figure qualche anno dopo. Disse Chinnici in un'intervista:

«Un mio orgoglio particolare è una dichiarazione degli americani secondo cui l'Ufficio
Istruzione di Palermo è un centro pilota della lotta antimafia, un esempio per le altre
magistrature d'Italia. I magistrati dell'Ufficio Istruzione sono un gruppo compatto, attivo e
battagliero[1].»

Tra le indagini più delicate di quel periodo, vi fu la cosiddetta "inchiesta Spatola", che riguardava
una pericolosa banda di trafficanti internazionali di eroina ed era scaturita dai mandati di cattura
che costarono la vita al procuratore Costa: Chinnici non esitò ad affidare l'indagine a Falcone, il
quale avviò rivoluzionarie verifiche bancarie sui movimenti di denaro sporco e sulle misteriose
relazioni dei trafficanti con il bancarottiere Michele Sindona[9]. Chinnici coordinò anche le
scottanti inchieste sui "delitti politici" del segretario provinciale della DC Michele Reina, del
Presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella, del segretario regionale del PCI Pio La
Torre e del Prefetto di Palermo Carlo Alberto dalla Chiesa[10][11][12].

Nel luglio 1982, sulla scrivania di Chinnici arrivò il cosiddetto "Rapporto dei 162" (Greco Michele
+ 161), redatto congiuntamente da Polizia e Carabinieri che metteva in luce, per la prima volta, gli
schieramenti mafiosi coinvolti nella seconda guerra di mafia allora in corso, sia i gruppi "perdenti"
(la fazione Bontate-Inzerillo-Badalamenti) che "vincenti" (i Corleonesi di Totò Riina), e i relativi
omicidi con scrupolose verifiche e riscontri, ottenuti anche servendosi di preziosi "confidenti":
Chinnici decise di affidare l'istruttoria riguardante le indagini basate sul Rapporto sempre al
giudice Falcone e il risultato di tale imponente lavoro sarà il primo grande processo a Cosa nostra,
il cosiddetto maxi processo di Palermo[3][13]. Sulla base delle risultanze del Rapporto dei 162,
Chinnici avrebbe voluto emettere un mandato di cattura per associazione mafiosa nei confronti dei
potenti imprenditori Nino ed Ignazio Salvo[14] ed espresse tale volontà ad alcuni suoi collaboratori
(i funzionari di polizia Ninni Cassarà[15] e Francesco Accordino e il capitano dei carabinieri Angiolo
Pellegrini) ma Falcone si oppose, affermando che occorrevano più prove per procedere
all'arresto[16].

L'attività culturale

Chinnici partecipò in qualità di relatore a molti congressi e convegni giuridici e socioculturali, e


credeva nel coinvolgimento dei giovani nella lotta contro la mafia, recandosi nelle scuole per
parlare agli studenti della mafia e del pericolo della droga[2]. Questo pericolo ebbe ad esplicitare
poco prima di morire, in una nota intervista a I Siciliani di Pippo Fava[17]:

«[s]ono i giovani che dovranno prendere domani in pugno le sorti della società, ed è
quindi giusto che abbiano le idee chiare. Quando io parlo ai giovani della necessità di
lottare la droga, praticamente indico uno dei mezzi più potenti per combattere la mafia. In
questo tempo storico infatti il mercato della droga costituisce senza dubbio lo strumento di
potere e guadagno più importante. Nella sola Palermo c'è un fatturato di droga di almeno
quattrocento milioni al giorno, a Roma e Milano addirittura di tre o quattro miliardi. Siamo
in presenza di una immane ricchezza criminale che è rivolta soprattutto contro i giovani,
contro la vita, la coscienza, la salute dei giovani.
Il rifiuto della droga costituisce l'arma più potente dei giovani contro la mafia.»

In altra occasione aveva detto:

«Parlare ai giovani, alla gente, raccontare chi sono e come si arricchiscono i mafiosi [...]
fa parte dei doveri di un giudice. Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la
faremo mai[18].»

Fu anche uno studioso del fenomeno mafioso, del quale diede in più occasioni definizioni molto
decise. Nella sua relazione sulla mafia tenuta nell'incontro di studio per magistrati organizzato dal
Consiglio Superiore della Magistratura a Grottaferrata il 3 luglio 1978 così si era espresso:

«Riprendendo il filo del nostro discorso, prima di occuparci della mafia del periodo che va
dall'unificazione del Regno d'Italia alla prima guerra mondiale e all'avvento del fascismo,
dobbiamo brevemente, ma necessariamente premettere che essa come associazione e
con tale denominazione, prima dell'unificazione, non era mai esistita in Sicilia.»

e più oltre aggiunge:

«La mafia [...] nasce e si sviluppa subito dopo l'unificazione del Regno d'Italia.[19]»

Più tardi, nella detta intervista a I Siciliani, approfondì la definizione:


«La mafia è stata sempre reazione, conservazione, difesa e quindi accumulazione della
ricchezza. Prima era il feudo da difendere, ora sono i grandi appalti pubblici, i mercati più
opulenti, i contrabbandi che percorrono il mondo e amministrano migliaia di miliardi. La
mafia è dunque tragica, forsennata, crudele vocazione alla ricchezza. [...] La mafia stessa
è un modo di fare politica mediante la violenza, è fatale quindi che cerchi una complicità,
un riscontro, una alleanza con la politica pura, cioè praticamente con il potere. Se lei mi
vuole chiedere come questo rapporto di complicità si concreti, con quali uomini del potere,
con quali forme di alleanza criminale, non posso certo scendere nel dettaglio. Sarebbe
come riferire della intenzione o della direzione di indagini.[17]»

In una delle sue ultime interviste, Chinnici disse:

«La cosa peggiore che possa accadere è essere ucciso. Io non ho paura della morte e,
anche se cammino con la scorta, so benissimo che possono colpirmi in ogni momento.
Spero che, se dovesse accadere, non succeda nulla agli uomini della mia scorta. Per un
Magistrato come me è normale considerarsi nel mirino delle cosche mafiose. Ma questo
non impedisce né a me né agli altri giudici di continuare a lavorare.[20]»

L'attentato e la morte
Lo stesso argomento in dettaglio: Strage di via Pipitone.

Rocco Chinnici fu ucciso alle 8 del mattino del 29 luglio 1983


con una Fiat 126 verde, imbottita con 75  kg di esplosivo
parcheggiata davanti alla sua abitazione in via Giuseppe
Pipitone Federico a Palermo[21], all'età di cinquantotto anni.
Ad azionare il telecomando che provocò l'esplosione fu
Antonino Madonia, boss di Resuttana, che si trovava nascosto
nel cassone di un furgone rubato parcheggiato nelle vicinanze
di via G. Pipitone Federico[22]. Accanto al suo corpo giacevano
altre tre vittime raggiunte in pieno dall'esplosione: il
maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi e l'appuntato
Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e
il portiere dello stabile di via Pipitone Federico in cui Chinnici
viveva, Stefano Li Sacchi. L'unico superstite fu l'autista
Giovanni Paparcuri, che riportò gravi ferite. I primi ad
accorrere sul teatro della strage furono due dei figli di
Chinnici, Elvira e Giovanni, rispettivamente di 24 e 19 anni, Targa in via Giuseppe Pipitone
che erano in casa al momento dell'esplosione. Dopo i funerali, Federico 59, Palermo, nel luogo in
la salma di Chinnici venne tumulata presso il cimitero cui fu ucciso Rocco Chinnici
comunale di Misilmeri, suo paese natale.

Nel 2002 la Corte d'assise di Caltanissetta, dopo un complicato iter processuale durato quasi
vent'anni, ha condannato all'ergastolo come mandanti dell'attentato i vertici della "Cupola"
mafiosa (Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Raffaele Ganci, Antonino Geraci, Giuseppe Calò,
Francesco Madonia, Salvatore Buscemi, Salvatore Montalto, Matteo Motisi, Giuseppe Farinella) e,
come esecutori materiali, Antonino Madonia, Calogero Ganci, Stefano Ganci, Vincenzo Galatolo,
Giovanni Brusca, Giuseppe Giacomo Gambino, Giovan Battista Ferrante, Francesco Paolo
Anzelmo.[23]

La scoperta del "diario" di Chinnici

Dopo la strage di via Pipitone Federico, i familiari del giudice Chinnici trovarono tra le sue carte
un'agenda su cui erano annotati una serie di pensieri, appunti e considerazioni in merito alle
situazioni che viveva, in particolare riguardanti l'ambito della sua vita professionale: si leggevano
commenti molto pesanti soprattutto sull'attività dei colleghi della Procura di Palermo (Giovanni
Pizzillo, Ugo Viola, Francesco Scozzari e Vincenzo Pajno), accusati addirittura da Chinnici di
complicità con ambienti mafiosi e di ostacolare le indagini del suo ufficio[24][25]. La famiglia
consegnò il "diario" alla Procura di Caltanissetta, che si occupava delle indagini sulla strage, che a
sua volta lo trasmise al Consiglio Superiore della Magistratura, la quale aprì un procedimento nei
confronti dei magistrati citati[26]. Falcone, convocato in audizione davanti al CSM, affermò:

«Il collega Chinnici prendeva appunti su tutti gli episodi che gli apparivano inconsueti e
questo perché temeva che le persone che potessero volere la sua morte avrebbero
potuto annidarsi anche all’interno del palazzo di giustizia. Egli mi sollecitava a fare
altrettanto, dicendomi che in caso di una mia morte violenta gli appunti avrebbero potuto
costituire una traccia per risalire agli assassini...»

La pubblicazione di ampi stralci del "diario" sulla stampa causò numerose polemiche, con
conseguente imbarazzo e preoccupazione nelle Istituzioni e negli uffici giudiziari coinvolti[27].
Infine nel settembre 1983 il CSM chiuse il caso, disponendo il trasferimento d'ufficio nei confronti
del solo Scozzari, che invece preferì dimettersi spontaneamente dalla magistratura[28][29].

Commemorazioni

«Né la generale disattenzione né la pericolosa e diffusa tentazione alla convivenza col


fenomeno mafioso - spesso confinante con la collusione - scoraggiarono mai quest'uomo,
che aveva, come una volta mi disse, la "religione del lavoro".»

(Paolo Borsellino[1][30])

In suo onore nel 1985 è stato istituito il "Premio Rocco Chinnici". Tra i vincitori: Valentino
Picone[31], Michele Guardì[31], Giuseppe Tornatore[31], Fortunato Di Noto[32], Marco Travaglio,
Giorgio Bongiovanni, Marco Benanti, Roberto Scarpinato, Guido Lo Forte[32], Pif, Leonardo
Guarnotta[33], Carlo Palermo[33], Luigi Savina[33], Enrico Bellavia[33], Luigi Rizzi[34], Federico Cafiero
De Raho[34], Antonio Tajani[34], Sergio Castellitto[34], Federica Angeli[34], Paolo Borrometi[34], Luca
Barbareschi[34], e tanti altri[32]. Tra i premiati nelle sezioni scuole, anche i ragazzi di Addiopizzo di
Palermo[32]. Rocco Chinnici è ricordato ogni anno il 21 marzo nella Giornata della Memoria e
dell'Impegno di Libera, la rete di associazioni contro le mafie, che in questa data legge il lungo
elenco dei nomi delle vittime di mafia e fenomeni mafiosi.

Nel 2014 la figlia Caterina, anche lei magistrato, ha pubblicato un libro di ricordi dal titolo È così
lieve il tuo bacio sulla fronte[35]. Attualmente è europarlamentare del Partito Democratico dal
2014.

È uno dei personaggi del film La mafia uccide solo d'estate, della miniserie TV Il capo dei capi,
della miniserie TV Paolo Borsellino e del film Felicia Impastato.
Il 6 marzo 2014 in occasione della terza Giornata europea dei Giusti gli è stato dedicato un albero
nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano[36].

Il 23 gennaio 2018 va in onda su Rai1 il film TV Rocco Chinnici - È così lieve il tuo bacio sulla
fronte, diretto da Michele Soavi, in cui il magistrato è interpretato da Sergio Castellitto.[37]

Onorificenze
Dal 2015 è onorato come Giusto al Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano[38].

Medaglia d'oro al valor civile


«Magistrato tenacemente impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata,
consapevole dei rischi cui andava incontro quale Capo dell'Ufficio Istruzione del
Tribunale di Palermo, dedicava ogni sua energia a respingere con rigorosa coerenza la
sfida sempre più minacciosa lanciata dalle organizzazioni mafiose allo Stato
democratico. Barbaramente trucidato In un proditorio agguato, tesogli con efferata
ferocia, sacrificava la sua vita al servizio della giustizia, dello Stato e delle istituzioni»
— Palermo, 29 luglio 1983[39]

Note
1. Monografia in "Per non dimenticare" (http://www.memoria.san.beniculturali.it/c/document_librar
y/get_file?uuid=dfc29aa1-85ad-4086-85a2-e08009515486&groupId=11601), Ministero dei Beni
Culturali d'Italia
2. Cenni biografici sul sito della Fondazione Rocco Chinnici (http://www.fondazionechinnici.it/it/ind
ex.php?option=com_content&view=article&id=46&Itemid=27) Archiviato (https://web.archive.or
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w=article&id=46&Itemid=27) il 14 ottobre 2013 in Internet Archive.
3. Monografia sul sito della Fondazione Rocco Chinnici (http://www.fondazionechinnici.it/it/index.p
hp?option=com_content&view=article&id=48&Itemid=61) Archiviato (https://web.archive.org/we
b/20130611093155/http://www.fondazionechinnici.it/it/index.php?option=com_content&view=art
icle&id=48&Itemid=61) l'11 giugno 2013 in Internet Archive.
4. ^ Enrico Deaglio, Patria 1978-2008, Il Saggiatore, 2010 - ISBN 8865760680
5. ^ Francesco La Licata, Storia di Giovanni Falcone, Feltrinelli, 2002 - ISBN 8807817039
6. Saverio Lodato, Quarant'anni di mafia: Storia di una guerra infinita, Edizioni Bur, 2012 - ISBN
8858625463
7. ^ Il Giornale d'Italia, Quando la mafia ammazzò il padre del "pool" (http://www.ilgiornaleditalia.o
rg/news/cronaca/848008/Quando-la-mafia-ammazzo-il-padre.html)
8. ^ Nasce l'idea del pool antimafia,e agli inizi del 1980 (http://www.statomafia.it/2012/08/25/nasc
e-lidea-del-pool-antimafia-inizi-del-1980/). Trattativa stato mafia. Cronaca. 25 agosto 2012
9. ^ Attilio Bolzoni, Il “metodo Falcone” era lui stesso, uomo e giudice, su Mafie. URL consultato il 28
gennaio 2022.
10. ^ Blog | Sergio Mattarella, l'omicidio di Piersanti e il diario di Chinnici, su Il Fatto Quotidiano, 10
febbraio 2015. URL consultato il 28 gennaio 2022.
11. ^ I BOSS DELLA MAFIA VINCENTE DIETRO LA STRAGE DALLA CHIESA - la Repubblica.it,
su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 28 gennaio 2022.
12. ^ FIRMAVA SOLO 'DELITTI ECCELLENTI' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it.
URL consultato il 28 gennaio 2022.
13. ^ UCCIDENDO CHINNICI LA MAFIA CI HA SFIDATO E ORA DOVRA PAGARE - la
Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 27 gennaio 2022.
14. ^ A PALERMO LA PROCURA CHIEDE IL CONFINO PER I DUE SALVO - la Repubblica.it, su
Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 29 gennaio 2022.
15. ^ NINNI CASSARA' , IL CASO E' CHIUSO? - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it.
URL consultato il 27 gennaio 2022.
16. ^ Attilio Bolzoni, Quei viceré (mafiosi) della Sicilia, su Mafie. URL consultato il 27 gennaio 2022.
17. Testo dell'intervista (http://www.fondazionechinnici.it/it/index.php?option=com_content&view=ar
ticle&id=50&Itemid=63) Archiviato (https://web.archive.org/web/20130608221820/http://www.fo
ndazionechinnici.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=50&Itemid=63) l'8
giugno 2013 in Internet Archive. sul sito della fondazione Chinnici
18. ^ La seconda parte della frase è citata in molte fonti, fra le quali Vincenzo Ceruso, Uomini
contro la mafia, Newton Compton, 2012 - ISBN 8854144126
19. ^ antimafiaduemila.it, Ricordando Rocco Chinnici (http://www.antimafiaduemila.com/20130118
40743/focus/ricordando-rocco-chinnici-nellanniversario-della-sua-nascita.html) Archiviato (http
s://web.archive.org/web/20140424131151/http://www.antimafiaduemila.com/2013011840743/fo
cus/ricordando-rocco-chinnici-nellanniversario-della-sua-nascita.html) il 24 aprile 2014 in
Internet Archive.
20. ^ Elena Invernizzi, Stefano Paolocci, Un orsacchiotto con le batterie. Il depistaggio sulla strage
di via d'Amelio, Round Robin Editrice, 2012 - ISBN 889573162X
21. ^ SkyTg24, "Il boato e un cratere": trent'anni fa moriva Rocco Chinnici (http://tg24.sky.it/tg24/cr
onaca/2013/07/26/anniversario_morte_rocco_chinnici_cosi_non_si_puo_vivere_castelvecchi.h
tml)
22. ^ Chinnici, ecco i mandanti - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 16
gennaio 2021.
23. ^ Strage Chinnici, 12 ergastoli assolti i boss Motisi e Farinella - la Repubblica.it, su Archivio - la
Repubblica.it. URL consultato il 9 ottobre 2022.
24. ^ Testo integrale del "diario" di Rocco Chinnici (PDF), su archivioantimafia.org.
25. ^ PAJNO SOTT' INCHIESTA IL CSM VUOLE LA VERITA' SUL DOSSIER-INSALACO - la
Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 27 gennaio 2022.
26. ^ Bruno Miserendino, Il CSM trasferisce un giudice. I sospetti nel diario Chinnici (PDF), su
archivio.unita.news, L'Unità, 9 settembre 1983.
27. ^ Rocco Chinnici, su csm.it.
28. ^ TORNA LA SPEDIZIONE DEL CSM CON IL SUO CARICO DI DOSSIER - la Repubblica.it,
su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 27 gennaio 2022.
29. ^ Vincenzo Vasile, Scozzari se ne va dalla magistratura (PDF), in L'Unità, 11 settembre 1983.
30. ^ Paolo Borsellino, prefazione a "L'illegalità protetta", raccolta postuma dei suoi scritti
31. "Terza edizione Premio Rocco Chinnici" (https://misilmeriblog.wordpress.com/2009/01/14/3-edi
zione-premio-rocco-chinnici/). Misilmeri Blog. 14 gennaio 2009.
32. Storia del Premio Rocco Chinnici (http://web.tiscalinet.it/scuolachinnici/premio/storia.htm).
Tiscali. Scuola.
33. XIV EDIZIONE PREMIO " ROCCO CHINNICI", in circolochinnici.it, 2016. URL consultato il 14
marzo 2019.
34. Piazza Armerina, Premio Rocco Chinnici: i premiati, in StartNews, 28 maggio 2018. URL
consultato il 14 marzo 2019.
35. ^ Libri: l'omaggio di Caterina Chinnici al padre Rocco, giudice ucciso dalla mafia - Il Fatto
Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/12/libri-lomaggio-di-caterina-chinnici-al-padr
e-rocco-giudice-ucciso-dalla-mafia/839580/)
36. ^ Gariwo, Testimonianza al Giardino del Monte Stella di Caterina e Giovanni Chinnici (http://it.g
ariwo.net/pagina.php?id=12464)
37. ^ http://www.ufficiostampa.rai.it/dl/UfficioStampa/Articoli/ROCCO-CHINNICI-452d2a00-96cc-
40ac-9a37-656798d51f5f.html
38. ^ Giornata dei Giusti 2015, su it.gariwo.net.
39. ^ Medaglia d'oro al valor civile, Onorificenze, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica. URL
consultato il 28 dicembre 2009.
Bibliografia
Rocco Chinnici, L'illegalità protetta, Glifo Edizioni, 2017, ISBN 978-88-98741-34-2
Manfredi Giffone, Fabrizio Longo, Alessandro Parodi, Un fatto umano - Storia del pool
antimafia, Einaudi Stile Libero, 2011, graphic novel, ISBN 978-88-06-19863-3
Leone Zingales. Rocco Chinnici, l'inventore del pool antimafia. Edizioni Limina, 2006. ISBN
8860410096, ISBN 978-8860410092
Antonella Mascali, Lotta civile. Contro le mafie e l'illegalità, Chiarelettere 2009.
Alessandra Dino, L'innovazione di Rocco Chinnici, in AA.VV., "La mafia esiste ancora. Mafia e
antimafia prima e dopo le stragi del 1992", Roma, l'Unità, 2004, pp. 78–80.
Fabio De Pasquale - Eleonora Iannelli, Così non si può vivere. Rocco Chinnici: la storia mai
raccontata del giudice che sfidò gli intoccabili, Roma, Castelvecchi Editore, 2013.
Caterina Chinnici, È così lieve il tuo bacio sulla fronte, Mondadori, 2015

Voci correlate
Giovanni Falcone
Maxiprocesso di Palermo
Paolo Borsellino
Pool (magistratura italiana)

Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni di o su Rocco Chinnici

Collegamenti esterni
Fondazione Rocco Chinnici, su fondazioneroccochinnici.it.
Sentenza di I grado sull'omicidio, su antimafia.altervista.org.
Predecessore: Capo dell'Ufficio Istruzione del Successore:
Cesare Terranova Tribunale di Palermo (1979-1983) Antonino Caponnetto
VIAF (EN) 72548201 (https://viaf.org/viaf/72548201) · ISNI (EN) 0000 0000 4483 9546
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