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De Fraine - Nuovo Atlante Storico e Culturale Della Bibbia

Atlante medio oriente

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J. DE FRAINE Detar ese ae Pref tit Eis Ram, Profescore della Facolta di Teslogia S.J.a NUOVO ATLANTE STORICO E CULTURALE DELLA BIBBIA PREFAZIONE pi René Leconte Decano della Facolta di Teolgia di Lilla EDIZIONI MEDITERRANEE - ROMA © 1961 — ay 5.4. éomioxs sepa - euxes Les EDIION MEDITERRANEE - OMA [ALGUNI PASH DELLA PRESENTE OPERA, SI RIFERISCONO - CON L’AUTORIZZAZIONE DRLL'EDITORE - AL vou A History of Lael vx youn BRIGHT (IE WesnassrER PRESS, PEULADELPHTA, 1959) PREFAZIONE di contemplate tutto linsieme del Medio Oriente e dell’Egitto e di vedervi vivere, durante duemila anni, imperi che erano tra i pit potenti e raffinati dell’Antichita. Gli scavi hanno riportato alla luce i segni della civilta di questi popoli che pareva fossero sepolti per sempre. Attualmente si conosce la loro storia ¢ si penetra nella loro intimit’. I] R.P. de Fraine presenta dunque una sintesi che si avvale delle pit recenti scoperte, e le carte ¢ le fotografie che accom- pagnano il testo, invitano a prolungare questa incursione nel tempo. Lintetesse che si prova nel risalire cosi il corso della storia é tanto pit vivo quanto meglio si afferra il disegno di Dio su Isracle. Si tratta di seguire Pintento degli autori sacti per i quali gli avvenimenti che potrebbero apparire profani, servivano invece all’educazione teligiosa del Popolo Eletto. Le stesse invasioni che non cessavano di rovesciarsi sulla Palestina, avevano un compito provvi- denziale. Sargon, Sennacherib, Nabucodonosor, erano inconsspevoli strumenti adoperati da Dio per il miglioramento degli Ebrei. Nazioni lontane erano chia- mate ad un tratto verso il Popolo Privilegiato entrato in possesso della Terra Promessa e venivano a richiamatlo al suo dovere. Contrariamente ai giudizi superficiali, Isracle era dunque posto al centro del mondo ¢ vi teneva una posi- zione preminente : la sua storia, poiché rivelava Vazione onnipotente di Yahweh, era della stessa misura dell’'Universo. Istaele costituiva anche un punto di riferimento nel tempo: era Perede del passato e deteneva le promesse dell’avvenire. Per lui i fatti si susseguivano se- condo un piano determinato : non si sovrapponevano semplicemente, ma erano coordinati a cid che precedeva ¢ a cid che seguiva : nel turbine delle battaglic 0 delle emigrazioni, si distinguevano delle linee vitali, uno slancio, un movimento [ vasto orizzonte che l’Atlante Biblico del R.P. de Fraine scopre, permette Vv continuo che ne svelavano il vero significato. La coesione dei diversi avvenimenti era tanto profonda che sarebbe stato inconcepibile ’ammettere che questa storia avesse potuto presentare minore obiettivita nell'una o nellaltra delle sue patti. Senza dubbio, nei Libri Sacti, le narrazioni riguardanti le Origini e quelle che si tiferivano alla vita di Isracle in Canaan non erano inquadrate nello stesso modo. Se le corse di Davide nel deserto exano seguite giorno per giorno, Ia creazione dell’Universo ¢ quella dell’'Uomo apparivano tra lampi che illuminavano in pochi istanti centinaia di millenni. Ma queste differenze avevano un'importanza secondaria perché ovunque era raggiunta la realti essenziale della storia della salvazione ¢, in definitiva, di quella della Redenzione. Gli interventi di Dio si svolgevano maestosamente seguendo un ordine immutabile, ed & attraverso questi valori fissi che, come in trasparenza, si distinguevano le correnti, i turbini, j tiflussi che minacciavano di trascinare P'umanita ¢ il piccolo popolo di Isracle. Nessuno poteva rilevare meglio questo senso profondo del racconto biblico del R.P. de Fraine, uno dei pit eminenti specialisti dell’esegesi dell’Antico Testamento, L’alto valore scientifico del suo Atlante non impedisce che sia acces- sibile a tutti; sia a chi vuole approfondire il messaggio biblico come a chi ne ticerchi la prima iniziazione. René Leconte Decano della Facolta di Teologia di Lilla CAPITOLO PRIMO I PATRIARCHI INTRODUZIONE, ELLA BIBBIA, LA STORIA D’ISRAELE N comincia con Vemigrazione dei Patriarchi ebrei. Infatti, & con Pesodo in Palestina di sceicchi nomadi di Mesopotamia alla ricerca di nuove terre per le loro tribi, che i « Padri » del popolo eletto fecero il loro ingresso sulla scena della storia, La data precisa di questa emigrazione non pud essere determinata con esattezza, ma si suppone, verosimilmente, che sia avve- uta nel secondo millennio prima dell'era nostra. Benché né Abramo, né Isacco, né Giacobbe, siano citati in altri testi storici oltre che nella Bibbia, si pud tuttavia affermare che si @ molto pit informati oggi sulle condizioni della loro esistenza che non gli stessi Israeliti dell’epoca monar- chica, In realt, questi non conoscevano i loro antenati se non attraverso Vinter- pretazione di tradizioni pitt 0 meno epiche, alle volte gonfiate enormemente in una trasmissione orale di parecchi secoli, e che furono messe per iscritto soltanto verso il x-1x secolo. Quanto la Bibbia ci dice dei Patriarchi, si presenta spesso sotto forma di una narrazione con elementi poetici, la quale 2 senza dubbio degna di fede, ma dove non si pud interpretare tutto alla lettera sul piano storico. Le tradizioni bibliche relative ai Patriarchi, costituiscono un insieme reli- gioso. Si tratta di una quantita di frammenti che, da un punto di vista strettamente storico, non hanno forse tra loro un solido rapporto, ma che, tuttavia, sono legati gli uni agli altri da una forte tematica religiosa. La grande affermazione degli scrittori sacti, conceme la fede secondo la quale Dio guida il corso della storia : in fondo qui si tratta delle « res gestae Dei per patriarchas », dell’epoca divina realizzata dai Patriarch. E’ indiscutibile, daltra parte, che la storia dell’antico Medio Oriente, a partire dal 2000 avanti Cristo, ha per noi minori segreti che per i contemporanei di Salo- mone. Infatti & possibile assai meglio oggi che un tempo, rendetci conto di quante informazioni storiche preziose si trovino nei racconti biblici riguardanti i Patriarchi. Per molto tempo si era creduto che ’anno duemila ci riconducesse verso un passato tanto lontano da confondersi con gli alboti della civilt umana. Si 2 anche creduto che i Patriarchi ebrei fossero dei nomadi molto primitivi che vivevano sotto le tende, completamente privi di cultura e la cul religione si limitasse a un animismo o a un polidemonismo molto rozzi. Cosl, almeno, veniva presentata questa storia negli antichi manuali dove traspare in modo tipico la mancanza di prospettiva allora in uso. Gli orizzonti, fortunatamente, si sono allargati ed ora si possono giudicare le tradizioni patriarcali alla chiara luce della 1 CAPITOLO PRIMO storia. Nel momento in cui T'esodo di ‘Abramo alla sua partenza dalla citt di Haran, apre la _preistoria d’Israele, la storia della civiltd dell’antico Medio Oriente 2 gia vecchia di pitt di 3000 anni. Le pit antiche iscrizioni deciftabili che costitui- scono l'alba della storia, sia in Egitto che in Mesopotamia, datano dai primi secoli del terzo millennio a. C. Le pid recenti scoperte, in questi ultimi anni, fanno tisalire le tracce di antiche culture al 1v-v e perfino al vit millennio. Appare cosi sempre pid chiara- mente, che gli Ebrei non hanno fatto che molto tardi il loro ingresso nella storia. Su tutto il territorio dei paesi_ biblici fioriva una quantita di culture che avevano raggiunto il loro apogeo molto tempo prima della nascita di Abramo. Non si tratta delle grandi civilta mesopotamiche, degli enigmatic Sumeri (che inventarono la scrittura verso il 3300 a. C.), ma della civilta mesolitica di Wadi-en-Natuf (8000 a. C,), dei segni della cultura risalente all’Antico Neolitico che ora sono stati scoperti_ in Gerico (7000-6000 a. C.), delle civilta calcolitiche di Tuleilat-el- Ghassul (5500 a, C.) ¢ anche della cultura cananea del Bronzo Antico, di cui citta come Megiddo, Bethshan, Ai, Sichem, Gezet 0 Lakish conservano ancora le vestigia. In Mesopotamia, patria d'origine di ‘Abramo, una serie di imperi nel terzo millennio a. C,, avevano esercitato una egemonia assoluta su una grande parte del territotio. Verso Panno duemila, Ia cultura sumerica ¢ Ia semitica (accadica) si erano completamente amalgamate : i re della TIT dinastia di Ur (2060-1950) si sentirono gli eredi sia della cultura sumerica, gid vecchia di quindici secoli, sia della civilta dei conquistatori accadi, Sargon I (verso il 2360) 0 suo nipote Naram-sin (circa il 2250). ‘Verso la stessa epoca della dinastia di Ur (cic. 2050), la XI dimastia egiziana si apprestd a riordinare la situazione caotica che aveva ereditato, e pose la fondamenta del Medio-Impero. In Palestina la transi- zione tra il Bronzo Antico e il Bronzo Medio (dal 2300 al 2200) fu contrassegnata dal crollo delle civilta del Bronzo Antico 2 citta come Gerico, Megiddo ¢ At furono distrutte nel modo pitt brutale, mentre le residenze all’ est ¢ all’ovest del Giordano farono completamente abbandonate. La sola luce di speranza venne in questo momento dalla comparsa degli Amorrei che invasero non soltanto la Palestina, ma anche ’Egitto e Ia Mesopotamia. E’ molto verosimile che la famiglia di Abramo abbia appartenuto a questo gruppo etnico. La prima meta del secondo millennio (tra il 2000 il 1550 a. C.) fu testimone dell’esodo di Abramo verso il nuovo paese che Dio gli indicherebbe. Questa emi- grazione di una tribii di nomadi con tutti i loro beni, alla ricerca di nuovi pascoli per i loro greggi, costituisce il vero punto di partenza dello sviluppo storico d’Israele. Fino a questo momento, Israele non esisteva ancora in quanto « popolo » (non lo diven- tera che nel x1r secolo) € non si possiede alcun ricordo archeologico o letterario delle emigrazioni di queste tribt.; ma, in tun certo senso, Ia preistoria di un popolo fa parte della sua evoluzione storica. Ora, fondandoci su tradizioni secolari relative a una patria di origine mesopotamica, ci é possibile ricostruire tale preistoria. E indi- spensabile, percid, rievocare prima l’epoca in cui si svolsero le emigrazioni patriarcali, per esaminare poi se le affermazioni della Bibbia riguardanti le origini di Isracle, si insetiscono in modo soddisfacente nel quadro generale. I- L’ANTICO ORIENTE INTORNO AL 2000-1750 A. C. 0P0 LA CADUTA DELLA FIORENTE D dinastia di Ur Il (cir. 1950) quando il re di Elam devastd Ur, gli Amozrei (la Bibbia impiega questo vocabolo in senso molto ristretto) si affac- ciano sempre pit alla ribalta della storia. In origine Pappellativo Amarrw (« paese dell’Occidente », in sumerico Marfw) indi- cava i Semiti del nord-ovest. A poco a poco queste « genti dell’Occidente » si divisero in due gruppi dai quali cbbero origine da una parte gli Aramei ¢ dall’altra gli Ebrei. Gia verso la fine del terzo millennio, questi Fo semi-nomadi si erano spostati verso il nord-ovest della Mesopotamia per fondarvi un paese amorreo. Dopo la caduta di Ur, gli Amorrei invasero tutta intiera la Meso- potamia, Nel xvnr secolo, quasi tutti gli Stati del nord della Mesopotamia (Mari, Nachur, Qatna) erano governati da sovrani amorrei. In questi Stati va particolarmente segnalata Mari, una citta situata alla curva settentrio- nale dell’Eufrate dove, nel 1935, si sono scoperte importanti raccolte di tavolette cuneiformi. Anche a Babilonia sino dal 1830 a. C., una dinastia amortea si im- possessd del potere; il suo pit illustre rappresentante fu il re-legislatore Hammu- rapi (1728-1686). Si sono trovate recente- mente due raccolte di leggi del xax secolo, che si possono considerare precorritrici del famoso codice di Hammurapi, cio’ il codice accadico del regno di Eshnunna ¢ il codice sumerico di LipitIshtar d’Isin (intorno al 1865 a. C.). Queste due colle- zioni di leggi provano chiaramente che il grande re di Babilonia, Hammurapi, ha fatto una scelta tra le tradizioni giuridiche molto diffuse nell’antico Medio Oriente, cosi come pid tardi Ia faranno gli Assisi nelle «leggi assire » del x1r secolo e gli Isracliti nel « Codice dell’Alleanza ». Qualche punto della storia patriarcale viene chiarito da una collezione di tavolette cuneiformi che sono state trovate a Kiil- tepe, nell’Asia Minore; esse ci danno aotizic interessanti sulle prime colonie assire della citta di Assur sul corso superiore del Tigri. La popolazione di tali colonie non si concentrava in citta, ma conduceva un tipo di esistenza molto simile a quella dei Patriarchi, e manteneva rclazioni commer- Gali con i paesi del nord ¢ del nord-ovest della loro terra di origine. La stessa Palestina nel x1x secolo subiva il controllo, probabilmente un poco mode- sato, dei Faraoni della XII dinastia (cir, 1991-1786) e un sovrano di questa dinastia siuscl a impossessarsi di Sichem (Seso- stris II). Byblos costituiva una colonia egiziana ¢ vi si sono trovate delle iscrizioni di quella stessa XII dinasti, Linfluenza egiziana in tale epoca @ provata dalla scoperta fatta negli scavi in cit’ come I PATRIARCHI Gezer 0 Megiddo, di moltissimi oggetti di origine egiziana, I «testi di esecrazione » che datano del xrx secolo, rivelano il proposito dei faraoni di vincere i propri nemici per mezzo della magia: delle giare contenenti i nomi dei nemici furono ridotte in pezzi. Benché i luoghi indicati nei «testi di esecrazione » provino che la sfera degli interessi egiziani si estendeva sino all’ovest della Palestina ¢ della Fenicia, il paese era in realtA occupato da parecchi clan semi- nomadi di Amorrei. Nel centro della Palestina sono identificabili soltanto due itt: Gerusalemme ¢ Ascalona (tra una quantita di nomi di capi tribit o di sceicchi) mentre per il nord del paese, il numero delle citt’ & molto maggiore. * GY'invasori amorrei non portarono, per la verita, mutamenti importanti nei” paesi occupati. In generale appartenevano alla stessa discendenza nord-ovest semita dei Cananei propriamente detti, inoltre questi semi-nomadi adottarono abbastanza rapida- mente la lingua e la cultura cananee. Quando verso il 1800 a. C. la XI dinastia egiziana fu sostituita dalla XU, i capi tribi: palestinesi e siriani riuscirono a ren- dersi pitt o meno indipendenti dal dominio nominale egiziano ¢ a creare una serie di minuscoli reami: intanto in Egitto, gli Hyksos si crano impadroniti del potere. Non si tratta, come una volta si credeva, di una infiltrazione di invasori feroci, ma piuttosto di principi asiatici ai quali, dai faraoni del Medio Impero, era stato dato il soprannome di « hyksos », cio’ « sovrani stranieri ». Per quanto se ne sa, Ponomastica degli Hyksos rivela chiaramente il carattere cananeo 0 amorreo dei faraoni della XV dinastia: basti citare anche dei nomi come ‘Anat-har o Ya'qob-har. E’ evidente che si tratta di capi semiti del sud della Siria e della Palestina che hanno conquistato I'Egitto ormai_ inde- bolito. Gid verso il 1720-1710, gli Asiat si erano stabiliti da dominatori nel Delta del Nilo. Un secondo gruppo meglio organizzato e forse al comando di capi indo- 3 CAPITOLO PRIMO ariani, fece Ia sua apparizione verso il 1690-1680. Questa seconda ondata d’inva- sori si impadroni di tutto il territorio egiziano ¢ dalla nuova residenza d’Avatis (Tanis) vicina alla frontiera nord-ovest dell'Egitto, esercitd il suo dominio sul paese per tutto un secolo (dal 1690-1680 al 1580-1570). Non & impossibile che gli antenati di Israele fossero emigrati verso PEgitto durante il regno dei faraoni hyksos con i quali avevano legami di parentela ¢ che a quell’epoca controllavano la Palestina (Gd che é provato dal ritrovamento di un gran numero di scarabei). Il dominio degli Hyksos fu distrutto dal faraone Amosis (1570-1546) ill fondatore della XVIII dinastia d’Egitto. Mentre gli Hyksos si erano impadroniti dell’Egitto, gli Hurriti avevano invaso la ‘Mesopotamia: di questo popolo, il cui paese di origine é situato nelle montagne @Armenia ¢ la cui lingua paso pid tardi all’impero urartu, si trova menzione nei testi cuneiformi del soxrv secolo a. C.: ma & specialmente nel xvi € xvt secolo che ‘gli Hurriti si fissarono saldamente nell’ Alta Mesopotamia ¢ nel nord della Siria. Un importante campo di scavi a Nuzi, tra il Grande ¢ il Piccolo Zab, che sono due affluenti orientali del Tigsi, ha permesso di scoprire numerosi documenti hurriti, Nella Bibbia si trovano soltanto sporadiche allu- sioni a questo popolo, ma, nei testi egiziani, la Palestina tutta intera & indicata, alle volte, con la voce Huru. Ul - I PATRIARCHI D'ISRAELE VELA BASE DELLE NOTIZIE ESPOSTE, St possono ora esaminare le natrazioni del Libro della Genesi che formano 4] primo capitolo della grande storia teolo- gica contenuta nel Pentateuco. La trama teologica non facilita chi desideri allacciare alcuni suoi racconti ai dati sicuri della storia profana. Infatti Vintenzione degli autori sacri non era mai quella di raccogliere un certo numero di fatti storici basandosi su documenti contemporanei. E’ evidente che i racconti sui Patriarchi non costituiscono in alcun modo fonti storiche perché non 4 appartengono alla stessa epoca dei fatti narrati. Mosé vise molti secoli dopo era patriarcale ¢ se si vuole prestare fede alla « teoria documentaria » del Pentateuco, due documenti importanti, cio? lo « Yahwista » ¢ il « Codice Sacerdotale », datano l'uno del 1x secolo ¢ Valtro del v secolo soltanto. Gli autori che hanno diffuso questa « teoria documentaria » del Pentateuco, special- mente Graf ¢ Wellhausen, hanno, senza dubbio, esagerato nel loro scetticismo in metito alle pitt antiche tradizioni d’Isracle, ‘Anche se affermano che non si possono escludere reminiscenze storiche, sembra loro tuttavia impossibile determinare con esattezza il valore storico di tali remini- scenze e percid di poter sctivere con rigore scientifico la storia dell’epoca patriarcale. Agli occhi dei difensori dell’ipotesi delle « quattro fonti » (come viene pure de- signata la « tesi documentaria »), Abramo, Tsacco ¢ Giacobbe erano da considerarsi semplicemente quali antenati eponimi di clan, ossia come figure mitiche delle quali si doveva negare decisamente I'esistenza storica, La religione dei Patriarchi, descritta nel Libro della Genesi, non poteva avere che il valore di una proiezione nel passato di un credo posteriore, ¢ in realtA i Patriarchi non avrebbero superato lo stadio dell’ani- mismo 0 del polidemonismo. ‘Attualmente, invece, si constata che tale opinione era eccessivamente severa. Alla luce delle ricerche archeologiche, ci si @ resi conto che il livello culturale era assai pit elevato di quanto non credessero i difensori delVipotesi di Wellhausen. Decine di antiche citta sono risorte dalle rovine ¢ migliaia di iscrizioni sono state raccolte negli scavi. Oggi si dispone di parecchic decine di migliaia di testi che datano dell’era dei Patriarchi. A questa categoria appartengono le 20.000 tavolette di Mari (xvutr secolo), qualche migliaio di testi «cappadoci » (1x secolo), come qualche migliaio di « contratti di Nuzi » (xv secolo), le tavolette cuneiformi di Ras-Shamta (xv- xim secolo), ecc. Attualmente noa vi @ pit dubbio che i racconti riguardanti i Patriarchi ebrei, an- zich? siferissi a un’epoca successiva, si inseriscano invece nell’epoca precisa che essi intendono descrivere, La determinazione letteraria delle tradizioni israclite avvenne in un tempo posteriore, tuttavia ora nessuno pit contesta che quei documenti, da qua- Iunque epoca possano datare, contengano effettivamente del materiale ‘antichissimo. Pud darsi che tale materiale sia stato presentato in una forma letteraria nuova, ma é certo che non fu inventato « ab ovo ». Si deve tener conto del peso preponderante della tradizione orale, specialmente su quanto concerne la materia epica, giuridiea © liturgica ; anche dopo aver fissato per iscritto tali argomenti, la tradizione orale continuava ad esercitare la sua influenza sulla loro discriminazione, la loro espres- sione ¢ la loro trasmissione. Gli storici hanno Pabitudine di indicare con iniziali i manoscritti contenenti testi originali 0 derivati da un originale. I racconti che concernono i Patriarchi appar- ‘tengono particolarmente alle due fonti pit antiche del Pentateuco, indicate con le lettere « J »ed « E ». Questi due documenti risalgono probabilmente a un originale comune che fu trasmesso in due versioni parallele, I temi principali del Pentateuco si riscontrano, infatti, tanto in « E» come in «J » (x secolo), ma é difficile sapere da che cosa fosse costituito l’originale che ha servito di base a « J » ed a « E» ; probabil- mente la prima espressione del contenuto della tradizione assunse la forma di una epopea sul tipo del « Cantico di Debora ». Sembra che piccole composizioni riguar- danti individui diversi, come Abramo, Isaceo ¢ Giacobbe, siano state riunite per formare, alla fine, una storia epica delle «res geste » dei Patriarchi, Pid tardi ancora tale epopea fu riunita ad alte tradizioni dell’epoca primitiva (Esodo, il Sinai, la Conquista) per atrivare finalmente a una grande storia epica d’Israele. Da tutti gli stadi dell’evoluzione, una scelta di clementi individuali della tradizione fu inserita in ua quadro nazionale e attribuita al popolo israclita dell’ cpoca posteriore. Una parte J PATRIARCHI delle tradizioni venne pid tardi inscrita nel Pentatenco, benche il legame con la trama della storia patriarcale rimanesse piuttosto debole. Pure avendo dimostrata l’innegabile anti- chita di quanto sta alla base dei racconti della Genesi, non si @ tuttavia provata la loro «storicita ». Anche se si vogliono accettare le narrazioni bibliche, il ricostruire gli inizi della storia d’Isracle si dimostra sempre estremamente difficile e, in realt’, troppi dettagli restano in ombra. I Patriarchi appaiono como individui pit o meno isolati, senza nessun contatto con i grandi imperi del loro tempo ; nessuno dei faraoni egiziani, ad esempio, & mai espressamente menzionato. E? poco probabile che dei no- madi insignificanti quali erano i Patriarchi, potessero figurare in documenti ufficiali, comungue di tali documenti, fino ad oggi, non ne furono trovati e neppure le ricerche archeologiche hanno potuto dimostrare che i racconti relativi ai Patriarchi raccolgano fatti svoltisi esattamente come sono presen- tati dalla Bibbia. E’ giusto aggiungere, tuttavia, che non si & scoperto nessun oggetto e neppure alcun testo che contrad- dica in modo certo un qualsiasi elemento della tradizione biblica. L’unico aiuto che ci pud offrire Parcheologia & di dare una qualche verosimiglianza alla Genesi ¢ di tracciare le grandi linee sulle quali appog- giare i dati biblici. Della vita di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, noi non conosciamo altro che quanto @ raccontato nella Bibbia, poiché nessun particolare ci viene confermato dal?’archeologia. In tali condizioni, per ritrovare il corso storico degli avvenimenti, non festa che basarsi sui racconti dei Patriarchi, ma sfrondarli, per quanto possibile, della loro interpretazione teologica ¢ della loro forma epico-poetica. Pure accettando il carattere storico essenziale delle tradizioni, si deve tener presente che una ricostruzione detta- gliata & impossibile. L’epopea tende ad attribuire i movimenti e le azioni di tutto un gruppo di uomini a qualche individuo soltanto. E’ per questo che si potrebbe forse credere che Abramo lascid Harran con la moglie, il nipote Lot, la moglie di 5 CAPITOLO PRIMO questi e qualche servitore : la realta & ben diversa perché @ evidente che Abramo € Lot erano alla testa di tutto un clan ¢ ‘Abramo disponeva di 318 uomini armati (perché 318 @ il valore aritmetico che si deve dare al nome ebreo di Eliezer, l'inten- dente di Abramo). Allo stesso modo la distruzione di Sichem attribuita a « Si- meone » ¢ a « Levi », non fu opera di due individui, ma di due clan. Comunque le origini di Isracle non farono cos semplici. Sembra indispen- sabile ammettere che all’inizio del secondo millennio a, C. la Palestina fu invasa da parcechi clan, i quali dovevano possedere tradizioni proprie legate alla loro migra- zione iniziale. Quando fu costituito il vero Isracle, cio’ la confederazione delle dodici tribi, ‘tutte le singole tradizioni furono raccolte in una sola, nel senso che venne scelta quella tra le migeazioni la cui realt storica @ indubbia e poté assorbire 0 neutralizzare le altre. Qui si potrebbe fare un raffronto anche con la storia delle gesta di Giosué perché, mentre il Libro di Giosué descrive questi come [eroe nazionale unico della Con- quista, il Libro dei Giudici mostra chiara- mente che la Terra Promessa cadde nelle mani degli Isracliti solamente in forza di un’azione graduale, ¢ suddivisa nel tempo, di parecchi gruppi. Per quanto concerne le tradizioni patriar- cali, si possono considerare quattro pro- blemi: 1°) Tali tradizioni rivelano un carattere storico attraverso il loro adatta- mento alle condizioni di vita nell’antico Medio Oriente agli inizi del secondo millennio ? 2°) Viéla possibilita di precisare Ia data esatta della migrazione di Abramo ? 3°) E? verosimile Vorigine dalla Mesopo- tamia dei Patriarchi? 49) Che cosa si conosce della religione dei Patriarchi ? II - IL QUADRO GENERALE DELLA STORIA PATRIARCALE nel’evoluzione storica universale delantico Medio Oriente per tre considerazioni: 1°) per Yonomastica dei L STORIA DEI PATRIARCHI SI INSERISCE 6 nomi propri; 2°) per vari usi o costumi ; 3°) per Porganizzazione della vita ti- bale, 1°) I nomi dei Patriarchi corrispondono perfettamente a quanto fino ad ora é conosciuto dell’onomastica degli Amortei della Mesopotamia e della Palestina. Il nome di Giseobbe, per esempio, si ritrova nelle tavolette di Mari, in un testo del xvmtt secolo sotto Ia forma di Ya‘gob-'el; @ pure il nome di un capo hyksos ( Ya‘gob- "har) © di un personaggio palestinese (Ya'qob’el) che compare nella lista del faraone ‘Tuthmosis TI (xv sec.). I nome «Abraham » (Ab-am-ram) & men- zionato in testi babilonesi del xvr secolo e probabilmente anche nei « testi di ese- crazione » egiziani. Il nome del nono di Abramo, Nahor, compare nei testi di Mari come nome della citth Nachur situata nelle immediate vicinanze di Hari nel xvi secolo questa citti era la re denza di un sovrano amorreo. In alcuni testi assiti posteriori, lo stesso nome del padre di Abramo, Terah, si indovina sotto la designazione della citta di Til-Turachi ¢ si & anche creduto di trovarne traccia nei testi ugaritici. Uno degli antenati di Abramo, Serug, ha un nome simile a quello della citta ii Sarugi, sita all’ovest di Harran; cost pure il nome di Peleg sembra essere uguale a quello di Phaliga, cittA vicina alla con- fluenza del Chabor con ’Eufrate. Uno dei figli di Giacobbe, Beniamino, porta lo stesso nome di un clan di Mari, i Banu Jjemina. 1 nomi di Zabulon ¢ Issachar sono menzionati nei «testi dl esecta- zione » egiziani e a Mari si trovano i nomi di Levi € di Ismacle. Queste indicazioni sono senza dubbio molto vaghe ed @ impossibile sup- porre che alludano particolarmente ai personaggi biblici omonimi, tuttavia Pabbondanza delle citazioni dimostra la probabilita generale del carattere storico della nomenclatura patriarcale. L’identita dei nomi di persona con quella di citta ben note, suggerisce che dei clan ¢ poi dei capi di clan, adottarono per sé il nome di tali citta. 29) — Molti fatti del Libro della Genesi si comprendono meglio alla luce degli 1, ~ La Ziqqurat di Ur in Caldea. In primo piano le abitazioni della Citta Antica. (Foto Leconte) 2. ~ Gli architetti della Ziqqurat no adoperato i mattoni in ycanza di pietre ¢ si sono serviti «di bitume per calce » [Gen. 11, 3]. (Foto Leconte) 3. — A Ur in Caldea: case del tempo di Abramo. Qui si vede il cortile centrale sul quale si apri- vano le abitazioni. (Foto Leconte) Nel cimitero re a dove di Ur nel nr millen- 5 vine di Lagash (Tello) nel ut) paese di Sumer [11 millennio 7. = Zigqurat di Teho presso Susa, Data dal xim secolo a. Cr. Deisette piani della Zigqqurat (che si elevavaa 50 m. di altezza) non ne rimangono che tre. (Foto R. Ghirshaan) 2 tribuna Palazzo di Ma della Sala del Trono. (Foto A. Parrot-Lowsre) (Foto Louvre) no di La 9. — Mari. Pittura murale rap- presentante (al centro) P'investitura del re Zimrilim dalla dea Ishtar. In basso, due dee con vasi zam- er pillanti [11 millennio a. Cr.] (Foto Lawre) rr, — Il governatore Ishtup-ilum di Mari [xvttt sec. a. Cr.]. (Foto Parrot - Lowre) 10. ~ Mari. Dea con vaso zampillante [vx sec. a. Cr] 12-15. — Case dai tetti conici della (Foto Parrot-Lourre) Siria del Nord. Se ne ritrova il modello sui bassotilieviassiri. (Foto Leconte) _—— 8 Se 4. — Bybl primo piano i templi della Citt Fenicia, Ne Libano. EEE 16, — Il Tell di Dothan, Pantica Dothain, dove Giuseppe fu gettato in una cisternae venduto dai suoi Fratelli, (Foto Starcky) 17. — Ai piedi del Garizim (@ destra) si distingue il villaggio di Balata e, pid sotto, il Tell di Sichem. “A sinistra il pozzo di Giacobbe o della Samaritana e la tomba di Giuseppe. (Fate Leconte) 18. — La tomba di Giuseppe, vicina a Sichem. (Foto Leconte) usi_e dei costumi esistenti nel secondo millennio 2. C. A questo proposito con- viene segnalare gli importantissimi testi detti «di Nuzi ». Questa cittd, situata un poco a sud dellattuale villapgio di Kirkuk, sulla riva orientale del Tigri, nei secoli xvz © Xv aveva una popolazione composta ptincipalmente da Hurriti. Benché appar- tengano alla fine del periodo dei Patriarchi, i testi di Nuzi rivelano, senza dubbio, una tradizione giuridica molto diffusa che, forse, pud anche essere stata trasmessa agli Husriti dagli Amorrei: comunque essi gettano una luce chiara su avvenimenti e istituzioni che, altrimenti, resterebbero inesplicabili. Ad esempio, la preoccupazione di Abramo di vedere uno schiavo divenire suo erede, si pud comprendere quando si tenga conto della pratica delPadozione di schiavi in uso a Nuzi: in questa citta, le copie che non avevano figli, potevano adottare uno schiavo con la siserva che esso perdeva ogni diritto alla successione se, in seguito, fosse nato un figlio agli adottanti. Sara diede ad Abramo la sua serva Hagar per cottenere da lei dei bambini » e Rachele fece altrettanto con Bilha. A Nuzi si sono pure trovati dei contratti di matrimonio con i quali si faceva obbligo alla sposa legittima sterile, di fornire un’altra donna per sostituirla ptesso suo marito. Poiché le leggi di Nuzi proibivano di respingere una schiava ¢ il suo bambino, si comprende lavversione di Abramo ad abbandonare Hagar ¢ Ismaele alla loro sorte. I dissensi fra Giacobbe ¢ Laban si possono ugualmente interpretare alla luce dei testi di Nuzi. L’adozione di Giacobbe nella famiglia di Laban ¢ la condizione espressa di non prendere altre mogli se non le figlie di Laban ; Pasprezza di Lia e di Rachele contro il padre ed infine il sequestro posto da Rachele sui Jaci di Laban (titolo giuridico per la futura eredita), tutte queste vicende trovano una spiegazione in costumi vigenti a Nuzi. E? indubbio che le forme giuridiche in uso tra i Patriarchi si avvicinano assai pid a quelle del secondo millennio che non alle pratiche del dititto degli Isracliti di un’epoca posteriore. I PATRIARCHI Il racconto dellacquisto della grotta di Macpela, é attribuito alla fonte pitt recente del Pentateuco, ma in realta il vero svolgi- mento di tale affare non si potrebbe com- ptendere se non basandosi su alcuai para- grafi delle leggi hittite. Per tale legislazione (il cui testo datato del xiv secolo, fu scoperto nell’ antica capitale hittita di Hatusas, attualmente chiamata Boghaz- Koi), il compratore di tutte le terre posse- dute da una persona, doveva assumersi Pobbligo delle corvé (i/kx), obbligo che non cra imposto nel caso che Pacquisto fosse parziale (come exa quello desiderato da Abramo). La menzione fatta degli «alberi» sul tettitorio di Macpela, si accorda ugualmente con i documenti hittiti dove vengono sempre precisati questi particolari. 3°) ~ Il tipo di esistenza condotta dai Patriarchi, presenta tutti i caratteri del semi-nomadismo: essi vivono sotto le tende e attraversano tutta la Palestina alla ricerca di pascoli stagionali per i loro greggi. Soltanto qualche volta si spingono fino al sud dell’Egitto o sino al nord della Mesopotamia. Non sono dei veri Beduini perché non penetrano mai profondamente nella steppa, perd non si fermano neppure mai lungamente nelle cittd (Lot fa ecce- zione). Non esercitano neppure Pagricoltura se non in forma molto limitata (Isacco «semina») € non posseggono terre di lavoro, ma devono persino acquistare il campo per sotterrare i loro morti. Sembra molto verosimile che i Patriarchi fossero «nomadi su asini ». La menzione di cam- melli @ sovente considerata come un ana- cronismo di un’epoca posteriore, ma pud anche costituire la prova che qualche volta venivano pure impiegati dei cammelli domestici (pid esattamente, dromedati, ciot cammelli a una sola gobba). E? accertato che il cammello domestico era conosciuto nelantico Medio Oriente molto tempo prima della fine del terzo millennio a. C. : a Uruk si é anche trovata una statuetta del quarto millennio: in Egitto esistono delle figure in rilievo di cammelli montati, che risalgono alla I dinastia (intorno al 2900). Tuttavia non si devono immaginare i Patriarchi come dei nomadi che usassero 15 CAPITOLO PRIMO i cammelli come Jo facevano in special modo i Madianiti del tempo di Gedeone (xm sec.) : Ia loro cavalcatura, normal- mente, eta Pasino come a Mari. Gli avver- sari sichemiti dei figli di Giacobbe, Simeone € Levi, portano il nome caratteristico di bend kbamér (« fighi dell’asino »), L’aspetto esteriore dei Patriarchi non deve essere stato molto diverso da quello dei scmi- nomadi rappresentati su una parcte della tomba di Khnum-Hotep LI a Beni ‘Hassan in Egitto, che risale all'incirca al 1890. Gli spostamenti dei Patriarchi concor- dano anche con la situazione geografica esistente all’inizio del secondo millennio a. C, Naturalmente si deve tener conto anche di alcuni anacronismi, come la cita- zione della citta settentrionale di Dan nella Genesi (secondo il Libro dei Giudici, il nome «Dan» sostitui, dopo lepoca di Mosé, la designazione originaria di «als »). Un altro anacronismo consiste nell'indicare 1a presenza in Palestina dei Filistini, mentre queste « popolazioni del mare» hanno invaso il paese di Canaan soltanto dopo la conquista israclita. Tutta- via, nel suo insieme, la descrizione @ auten- tica ¢ i liberi spostamenti tra il sud della Palestina e la Mesopotamia, si spiegano facilmente nel quadro dei testi di Mari o dei «testi di esecrazione » d'Egitto. ‘Alcuni particolari delle migrazioni pa- triarcali risultano assolutamente conformi alla realta storica : il loro generale campo confina con la zona montuosa della Palestina centrale da Sichem fino al Negeb nel sud. Non si tratta mai della Palestina setten- trionale, né della valle del Giordano, né della pianura di Esdrelon, né della regione costicta, e questo ¢ comprensibile perché la regione’ montuosa del centro contava pochissimi abitanti ¢ la massima parte del territorio era nelle mani di alcuni capi di clan che stavano per teasformarsi in signori feudali sedentari. Le cittd indicate nella Genesi : Sichem, Dothan, Bethel ¢ Gerusa- Jemme, esistevano gia all’epoca del Medio Bronzo. 16 Lresistenza dei Patriarchi pud essere considerata come avente un fondamento storico, non soltanto nel suo quadro generale, ma & ormai assodato che anche ‘come individui i Patriarchi rappresentano una realté storica. Nessuno ormai sostiene opinione che si tratti di cteazioni leggendarie, di antenati eponimi o di divinita degradate ; ¢indubbio che i Patriarchi non erano individui isolati, ma si trovavano alla testa di clan pit 0 meno importanti. I racconti biblici si tiferiscono a movimenti di tali gruppi nei quali il pater familias sappresentava il clan tutto intero, Tali clan concludevano trattati ¢ matrimoni dividendosi in parecchi li- ggi ¢ le loro vicende si riassumono in quelle individuali dei loro capi che apparten- gono indubbiamente alla storia. In generale si ha l'impressione che i Patriarchi fossero uomini pacifici : proba- bilmente i loro clan non avevano forze sufficienti per entrare in lotta con gli seeicchi meglio armati e sono rare le occasioni di violenze come nel caso di Sichem o dell’avventura di Abramo quando salva il nipote ¢ suo alleato Lot dall'arbitrio di cingue «re ». IV - LEPOCA DEI PATRIARCHI E NARRAZIONE DELLA GENESI St ADAT- tano bene alla situazione della prima meta del secondo millennio a. C., vale a dire tra il xx ¢ il xvn-xvr secolo. Di Abramo non é possibile stabilire la data approssimativa della nascita ¢ non ci si pud affidare alla cronologia della Bibbia che & spesso contradittoria. Infatti, mentre il Libro dell’Esodo indica la durata del soggiomo in Egitto in 430 anni, la versione dei « Setanta » comprende in questo lasso di tempo la storia dei Patriarchi dopo il loro ingresso in Palestina. Secondo la Genesi timasero nella Palestina durante 215 anni in modo che, se si deve credere ai «Setanta », la durata del soggiorno in Fgitto & ridotta della met’. Poicht Mosé sembra essere stato un pronipote di Levi, si dovrebbe dedurre che tre o quattro generazioni separavano I’entrata in Egitto ——_———_ dei Patriarchi (Levi) dall’epoca di Most : ma nel Libto dell’Esodo si dice soltanto che Most, figlio di Amram, apparteneva al clan di Qehat, una suddivisione della tribi di Levi. Lepoca dei Patriarchi non potrebbe essere precisata maggiormente neppure con Paiuto di dati presi a fonti diverse della Bibbia ; infatti sembra impossibile stabilire una qualsiasi contemporaneita tra una persona o un elemento della Genesi ed ‘una persona o un fatto conosciuti al di fuori della Bibbia, Si é cercato di sfruttare un passo della Genesi nel quale Amtaphel, re di Sinar, é stato identificato con Hammu- mpi, il che farebbe coincidere Vepoca di Abramo con gli anni del regno di quel monarca e cio® dal 1728 al 1686. I nomi dei wre» ostili che erano acrivati dal- POriente attraverso la strada «reale », non sono sconosciuti nell’onomastica del perio- do di Hammurapi ; Aryok (Arrivuk) com- pare nei testi di Mari; Tideal @ forse Tudbalias nome regale hittita del xvi secolo; Kedor-Laomer sembra che fosse autenticamente elamita, benché non se ne trovi il nome altrove. Comunque il vero sviluppo degli avveni- ‘menti resta oscuro, ma una incursione sotto un comando elamita non si pud concepire altro che prima o dopo il regno di Hammu- tapi, perché @ soltanto in questo periodo che si parla di una espansione clamita ¢ non si é neppure sicuri che fosse diretta verso lovest. Si pud dunque collocare Pavvenimento sia nel xxx che nel xvt secolo ; tuttavia, se non si pud attribuirgli una data sicura, bisogna non dimenticare che le narrazioni della Genesi possono riunire tradizioni di clan disseminate nel tempo e nello spazio. ‘Attualmente esiste la tendenza a collocare il petiodo dei Patriarchi anziché all’epoca del Bonzo Medio (xx-xvr sec.) a quello del Bronzo Recente (xv-xm sec.) basan- dosi particolarmente sui testi di Nuzi sulle tavolette di Amarna. Ricordiamo, tuttavia, che i sistemi giuridici ai quali si 2 accennato in precedenza, non sono necessariamente contemporanei ai testi di Nuzi nei quali sono inseriti. I testi di Tell-el-Amarna (say sec.) in- I PATRIARCHI formano della presenza in Palestina di gruppi denominati Habiru 0 *Apiru: pero, nella Genesi, una sola volta Abramo é chiamato «lEbreo » (‘bri), mentre tale appellativo si incontra nella Bibbia soltanto nei racconti pitt antichi ¢ anteriori alle invasioni dei Filistini. Tale nome & fatto pronunciare sovente da stranieti o da Isracliti quando parlano di se stessi con stranieri, oppure quando il testo si riferisce ad una legge antica. Si trata dunque di sapere se il termine ‘ibri (che nella etimo- logia popolare viene collegato a un ante- nato «Eber ») Aabiru siano identici 0 quanto meno affini. Una relazione filologica non é da escludersi, perd non si possono nemmeno identificare in modo sicuro gli Ebrei con gli Habiru, Quest’ultimo termine & molto pid vasto ¢ lo si trova gia menzio- nato nel periodo di Ur III (verso il 2000), in testi della Cappadocia (xix sec.) ¢ in quelli di Mari (xvir sec.). I testi egiziani del xv-x1 secolo indicano gli’ Apiru come nemici ¢ ribelli in Asia e come « alleati » in Egitto. E’ probabile che tale espressione stia a indicare piuttosto uno strato sociale della popolazione che non una unit etnica; si tratta di uomini privi di disitti civili, senza una dimora fissa © senza una cultura sociale precisa. La loro esistenza semi-nomade permetteva che si arruo- lassero come mercenari in truppe irregolari cid spiega il nome ingiurioso di « banditi » che i reucci cananei davano loro, per esempio il re di Byblos. Sarebbe troppo semplice identificare gli antenati ebrei con gli Habiru delle lettere di Amarna, perd @ certo che essi dovettero appartenere alla stessa classe sociale, I secoli xv-xm furono testimoni del sorgere di grandi imperi come quello dei ‘Mitanni. La Palestina ¢ la Siria facevano parte dell’impero egiziano ¢, pid tardi, il nord della Siria si trovava nelle mani degli Hittiti, mentre il nord della Mesopotamia costituiva il pomo della discordia tra il regno hittita e PAssiria che, allora, era in piena espansione. La Palestina dei racconti patriarcali non é quella del Nuovo Impero in Egitto. J Patriarchi non hanno alcun contatto con i are (ad eccezione del reuccio 17 CAPITOLO PRIMO “Melchisedech di Gerusalemme e il monarca di Gerar, vicino al Mediterraneo). Si ha Pimpressione che anche Hebron Sichem fossero rette da confederazioni di tribd. Infatti Hebron non esisteva ancora come citt’, poiché non si parla che della localita vicina, Mambre ; ma se Hebron fosse stata fondata veramente «sctte anni prima di Tanis PEgitto » si dovrebbe collocare era dei Patriarch prima dell’anno 1700 quando gli Hyksos costruirono Tanis (Avaris). Nel periodo del Bronzo Recente la Palestina era invece organizzata in un sistema di Cittd-Stati a base feudale, cid che @ dimo- strato dalParcheologia ¢ dai documenti egiziani. ‘Nella Genesi, I Patriarchi non hanno mai contatti con gli Egiziani sul territorio della Palestina e non vi si trova la minima traccia di sovrani egiziani. Ora, questo & vero soltanto per il Medio Impero (xxi- xvutt sec.) quando la Palestina non subiva che vagamente Pinfluenza egiziana; ¢ fa pensare al periodo che precede immediata- mente Patrivo degli Hyksos, quando la potenza dell’Egitto stava per dissolversi. ‘Ad ogni modo questa situazione non si verificava, al contrario, nel periodo del Nuovo Impero quando la Palestina, malgrado la presenza di un gruppo di seucei locali, dei quali si parla nelle lettere di Amatna, formava una vera provincia dell’Egitto. I racconti biblici che si riferi- scono ai Patriarchi non accennano mai ai turbamenti dell’epoca di Amarna quando i re degli Stati-Cittd impiegavano dei mercenari Habiru per vinoere i loro vicini e neutralizzare la dominazione egiziana. ‘A Sichem, per esempio, le lettere di Amana segnalano la presenza di un monatca Lab'ayu e dei suoi figli. Questo fa dunque supporre che esistesse una situa- zione ben diversa da quella descritta dalla Genesi dove si parla di una confederazione di clan, i « figli dell’asino ». Se appare difficile precisare il periodo esatto nel quale visse Abramo, @ altret- tanto difficile precisare il momento nel quale Istacle si stabill in Egitto. Il faraone che favori Giuseppe e quello che «non lo riconobbe pitt » non sono identificabili, né Puno né Paltro. 18 La Bibbia stessa cambia nello stimare la durata del soggiomno in Egitto, percid sem- bra pit facile risalire pid addictro, comin ciando dal? Esodo. Si & creduto che il faraone benevolo del tempo di Giuseppe appartenesse alla dinastia degli Hyksos, pensando che dei Semiti dovessero, nor- malmente, trovare una buona accoglienza presso quei monarchi semiti ; invece alcuni passi della storia di Giuseppe sottolineano che il faraone amico ef un autentico Egiziano, imbevuto di tutti i pregiudiai di ‘una dinastia autoctona. In ogni tempo dei Semiti hanno trovato libero accesso in Egitto: questo @ rivelato tanto dalle cro- nache d’Egitto che dai documenti biblici. Si racconta, per esempio, che il faraone Amenophis I (v. 1435-1414) fece come prigionieri di guerra ben 3.600 Apiru. Non & impossibile che nella narrazione dell’arrivo di Giacobbe in Egitto, si na- sconda una serie di avvenimenti di propor zioni assai pitt importanti. Tale migrazione potrebbe non essere avvenuta in una sola volta, ma essersi suddivisa in uno spazio di tempo pit o meno lungo; le incertezze del racconto biblico ci danno forse degli indizi in questo senso. Ad ogni modo si pud anche supporre che il racconto della migrazione di Giacobbe ¢ dei suoi figli, che & storica- mente sicura, abbia il valore di un com- pendio di avvenimenti pit generali ricapi- tolati in esso. V - VORIGINE DEI PATRIARCHI ‘A CRONOLOGIA ESATTA DELL’EPOCA patriarcale ci resta dunque ignota : non si pud assegnarle che un limite esteso tra il xx € il xvr secolo. Ma la probabilita storica sembra essere pitt sicura per quanto concerne il paese d’origine delle migrazioni delle tribt. di Abramo. Infatti la tradizione biblica ¢ unanime nell’ammet- tere che tale migrazione parti dal nord della ‘Mesopotamia, Il punto di partenza del- Vesodo dei clan semi-nomadi dei quali quello di Abramo é l'esempio tipico, & situato a Harran, citta posta sul Balikh, affluente dell’Eufrate, c il cui nome significa (ona) eure ‘owesay 1p opneunssoidde one IHOUVINLWd 130 OdWal 1V SYONIW VISV.1 «strada crocicchio », Secondo alcuni passi del Libro della Genesi @ ad Harran che abitava il parente di Abramo, Laban ; perd altri passi indicano come residenza di Laban, sia Paddan-Aram, sia «la citta di Nahor », sia la regione «al di la dell’Eu- frate ». Paddan-Aram significa tanto «la strada verso la Siria » quanto «la pianura della Siria ». Tutte queste localita fanno parte di cid che la Genesi chiama Aram abaraim, «Aram dei due fiumi », cio’ la ‘Mesopotamia settentrionale, tra Karche- mish a ovest ¢ Ninive a est. Che Giacobbe ¢ Laban coneludano un trattato sui confini di Galaad piuttosto lontano dalla Mesopotamia settentrionale, non prova affatto che la patria di origine di Laban fosse situata in Transgiordania : infatti tanto « Laban » quanto « Giacobbe » appartenevano a clan nomadi che alle volte si spostavano ben lontano dal loro paese dorigine, come lo dimostra in modo particolare il caso dei clan dei Beniaminiti, cio’ i «popoli del sud » citati nei testi di Mari. La tradizione che indica Ia Mesopotamia settentrionale quale patria dei Patriarchi si accorda perfettamente con le nozioni che si hanno oggi di questa regione che, secondo quanto attesta la storia, era occu- pata da un popolo semita. Le affinita tra le leggi del Pentateuco € le pratiche giuridiche dei Codici della Meso- potamia del nord (codici d’Eshnunna, di Lipit-Ishtar ¢ in special modo di Hammu- rapi) sono sorprendenti. Se poi si rileva come le analogie con i costumi del diritto specificamente cananeo fossero minime, si deve supposre che, benché la legisla- zione biblica venisse codificata in un’epoca nella quale i legami con la Mesopotamia exano spezzati, esistesse un legame molto pit antico con la giurisprudenza mesopo- tamica, legame conservato attraverso ante- nati che Payevano praticata. Un’analogia simile deve essere ammessa per le narra- zioni bibliche relative alla Creazione e al Diluvio; anch’esse conservano una note- vole relazione con gli elementi_mesopo- tamici. Poich? una tale relazione non pud essere spiegata con interferenze di lettera- ture cananee 0 egiziane, diventa legittimo I PATRIARCHI ammettere che i Patriarchi stessi abbiano trasmesso le tradizioni della loro patria mesopotamica con la quale Isracle non aveva pitt che rari contatti, dopo il trasferi mento in Palestina ¢ Vinizio del regno. E? anche possibile che la trasmissione di queste tradizioni non sia avvenuta diretta- mente dai Patriarchi ai loro discendenti isracliti, ma attraverso altri popoli, ad esempio gli Hurriti ai quali sono dovute le tavolette di Nuzi. Comunque questa ultima ipotesi non ha maggiori probabilita di quella che suppone Pintervento dei Patriarchi cbrei. Cosa si deve pensare dell’indicazione teadizionale di «Ur dei Caldei» quale ultimo punto di partenza della migrazione abramita? La Genesi dice che il padre di Abramo, Terab, emigrd verso Harran dopo la citta di Ur, nella Mesopotamia meridionale ; & certo che Ur e Harran avevano dei legami scambievoli creati dalla religione lunare comune. Non @ impossibile che qualche clan nord-ovest semitico pene- trato dapprima nella Mesopotamia del sud, sia poi tisalito verso il nord, specialmente negli anni torbidi seguiti alla caduta della dinastia di Ur III. Ma Vespressione « Ur dei Caldei » deve essere stata creata nell’xt secolo, quando il popolo arameo dei «Caldei » comincié a manifestarsi- nella Mesopotamia meridionale. Si tratta dunque di un anacronismo evidente € perfetta- mente comprensibile. Esistono pertanto dei motivi per mo- strarci scettici sulla tradizione concernente Ur: la versione dei « Settanta » omette la parola «Ur» ¢ parla semplicemente del wpaese dei Caldei », inoltre alcuni_passi della Genesi pongono la famiglia di Abramo nella Mesopotamia settentrionale. In questi ultimi tempi, poi, ne é stata suggerita la localizzazione nel sud dell? Armenia, ma una tale ipotesi @ contraria a tutti i dati della Bibbia. nome «Paddan-Aram» o « Aram-naha- raim », fa supporre un legame molto stretto tra i Patriarchi e gli Aramei; benché le relazioni con gli altri Semiti (Moab, Ammon, Edom, Madian e le tribi. arabe) siano molto evidenti, Isracle aveva piena coscienza di una stretta parentela etnica con 21 CAPITOLO PRIMO gli Aramei. Laban @ ripetutamente indi- cato con le parole «un Arameo ». Le genea- logie confermano la parentela attraverso legami di famiglia; secondo Ia Genes, gli Aramei discendono da Sem in linea parallela con quella di Eber (Vantenato degli « Ebrei »), ovvero Aramei e Caldei discendono da Nahor, fratello di Abramo. Questa antica tradizione non si basa su tun anacronismo : & vero che gli Stati ara mei hanno avuto uno sviluppo vigoroso soltanto a partire dall’xr secolo nella Mesopotamia settentrionale ¢ in Siria, ma il nome «Aram » si ritrova gia nei testi di Mari () evitano il nome divino « Yahweh » sino all’epoca di Mosé, mentre danno alla divinita il nome generale di «Dio » («Elohim »). Tutti i documenti, perd, indicano che i Patriarchi veneravano Dio sotto diversi appellativi: EY shaddai («Dio della montagna»), E/ ‘ein (nel culto di Gerusalemme), E/ ‘Olam (a Bersa- bea), El Ro'i, Ei Beihel. Da un punto di vista teologico tale diversita di nomi non comporta alcuna contraddizione : gli autori dei racconti patriarcali sono adoratori di Yahweh ¢ redigono i loro testi secondo un concetto yahwista : ai loro occhi il Dio dei Patriarchi é senza alcun dubbio identico al Dio che essi venerano sotto il nome di ‘Yahweh. Ma sul piano storico il culto esplicito di Yahweh (che, secondo il Libro dellEsodo, venne introdotto da Mosé) era sconosciuto all’epoca dei Patriarchi ; @ dunque inutile pretendere di scoprie trace di religione di Yahweh tra loro. ‘Tattavia non si pud spiegare la religiosita storica dei Patriarchi come una concezione primitiva della religione a somiglianza di quella che avevano gli Arabi prima del- Vslam. Non & concepibile paragonare la «religione degli Ebrei nomadi» a un animismo 0 a un polidemonismo puro e semplice perché, per quanto se ne conosce, nessuna religione del secondo millennioa. C. presenta una tale forma. Al contrario, la religione dei Patriarchi corrisponde perfet- tamente a quanto ci é noto della religione nord-ovest-semitica che si differenzia netta- mente dalla religione di Stato babilonese dai culti cananei della fertilita. Lresistenza di un legame personale del Patriarca (in quanto rappresentante di un clin) il suo «Dio», & tipicamente «amorita », Tl «Dio di Abramo » il « Pa- fente d'Isacco », il « Potente di Giacobbe », come vengono indicati nei racconti biblici, sono evidentemente iddii di clan. Giacobbe giura sul « Parente » di suo padre Isacco, ealtrettanto fa Laban suil « Dio di Nahor », yale ¢ dire che ognuno di esi invoca il Dio del proprio clan. Si possono trovare atteggiamenti analoghi nei testi della Cappadocia del xrx secolo ¢ in altri testi della stessa epoca, Da tutti questi documenti del periodo patriarcale emana Videa molto profonda che i rapporti tra il clan e la divinita ripo- J PATRIARCHI sino su una calleanza », La formula del patto patriarcale «tompere un’alleanza» che Enel Libro della Genesi, si ritrova testual- mente in un documento di Qatna (nella Siria meridionale), che data del xv secolo. Questa forma di religione patriarcale che ha il carattere di un legame personale tra Vindividuo ¢ il Dio del clan, trova una conferma interessante nella grande quantita di nomi dove la divinita é indicata con un «nome di parente »: "ab (padre), ’ab (Fra- tello), ‘amm (2io paterno o parente) come Abiram, Ahirm, Eliab, Abimelek, Am- miél. Tali nomi appaiono di frequente nella Bibbia per il periodo che precede il x secolo ¢ molto pid raramente in seguito. Sembrerebbe che provengano da un concetto onomastico molto antico esistente tra i popoli amoriti (p. es. a Mari ¢ Babilonia) dall'inizio del secondo millen- nio a. C. (Hammurapi, Ammi-saduqa, Abi-shemu). Anche al di fuori di qualsiasi tito di alleanza, questi nomi dimostrano esistenza della convinzione molto radicata di un legame indefettibile tra il Dio e i membri del clan. I nome divino, nella religione patriarcale, assume sovente la forma « Z/» (El ‘elyén, El ‘Olam) : ora, presso i Cananei, questo nome divino serve a indicare il Dio-padre, il Dio principale del panteon del quale le divinita dei santuari locali sono. una manifestazione, Non @ improbabile che gli Ebrei, dopo l'invasione di Canaan, abbiano adottato questo nome divino per indicare la diviniti del proprio clan ¢ nomi come Ismaele (« che Dio lo intenda ») sembrano favorire questa ipotesi. Si pud parlare di monoteismo a proposito della religione clanica dei Patriarchi ? Sarebbe senza dubbio azzardato ’ammettere una riflessione strettamente metafisica pres~ so questi nomadi del secondo millennioa. C., ma il monoteismo semita sembra che abbia tivestito sino da quei tempi lontani un carattere secondo il quale una sola divinita viene esaltata perch? essa si dimostra infini- tamente pitt potente delle altre, Cid che colpisce in modo particolare, & 'assenza assoluta di tracce di orge sfrenate come quelle che si trovano nel culto cananeo della fecondita. Quanto alla rinunzia al 23 CAPITOLO PRIMO sactificio umano, essa riflette una convin- zione profonda in Israele; percid non si pud immaginare che i Padri abbiano mai partecipato a simili pratiche. Il culto dei Patsiarchi ¢ molto semplice : anche se si notano alle volte delle somi- glianze con la religione popolare di Canaan (le stele o gli altari), i sacrifici sono estrema- mente semplici (bisogna ricordare che tutti i semiti conoscevano il sacrificio degli animali) e non esiste un clero organizzato perché ¢ il padre di famiglia che compie la funzione del sacrificio. Tutti i santuari locali con i quali i Patriarchi hanno avuto contatti (Sichem, Bethel, Bersabea) sono consacrati con un sactificio offerto alla divinitd ancestrale del clan, anche se prima vi erano fioriti altri culti. Come la tradizione giuridica d’Isracle porta trace innegabili della patria d'origine amorita e mesopotamica, cosi la fede Tsracle rivela Pimpronta della religione patriatcale, spiritualizzata ¢ resa universale. Lattitudine religiosa d’Istacle fu sempre caratterizzata dalla convinzione profonda di un legame di solidariet’, di un attacca- mento familiare (attestato dalla storia) tra il Dio nazionale e il suo popolo. Questi caratteri, come la fiducia illimitata nella promessa divina e nella sua offerta di salvezza attraverso I’« Alleanza », sono ele- menti che si ritrovano gia nella religione dei Patriarchi, ‘Anche se una quantita di particolari restano oscuri ¢ permangono molte lacune, 2 permesso affermare che immagine biblica della religione patriarcale corrisponde alla realta storica : Abramo, Isacco ¢ Giacobbe sono realmente gli iniziatori della fede ¢ della storia d’Iseaele. 24 19. — Le cittd troglodite d’Abu Mater (x) ¢ di Safadi (x x) esistenti millecinquecento anni prima i Abramo nella regione di Bersabea. (Foto Volk) 20. ~ La valle del Yabbog, celebre per la lotta di Giacobbe con Dio [Gen. 32, 22]. (Foto Leconte) 21. — Veduta aerea di Safadi nel corso della sesta campagna di scavi. Si distinguono i pozzi d’accesso alle abitazioni sotterranee. (Foto Volk) 22. — A Safadi, fondamenta di edifici costruiti in superficie (Foto Leconte) 23. — Galleria che riuniva le di una abitazione sotterranea di adi. (Foto Vole) 24. ~ Statuetta e falcetto in avorio, scoperti in una sala sotterranea di adi. (Foto Volk) 25. — Gruppo di vasi in basalto scoperti a Safadi. Questi vasi appaiono sempre a gruppi di tre. i (Foto Valk) be Ba * sik 26. ~ Ossario in ce ad Azor (Y CE coperto Cr 27. — Incisioni rupestti preistoriche scoperte nel Negeb. delle Israele) 28. ~ Recinto saceo dell’epoca di Erode, costruito sull’area_tradi- vionale dell’accampa al querceto di M Hebron. (Lot 29. Presso il recinto sacro di Mambre, vestigia di un antico querceto conservato. dai_ monaci russi del Khirbet Sibta. (Foto 30. — La citta moderna di Hebron. Al centro la Moschea ove si dice che tiposino le ceneri dei patriarchi nella caverna di Makpela. (Foto Creten) Hebron, La Moschea @ costrui antico recinto un L’estremita meridionale del Morto dove si presume fosse Sodoma. (Foto Leconte) dell’epoca di Exode (Foto Rex) 33. - La Ousdoum, montagna di Sodoma 0 Djebel la cui massa di salgemma si eleva a sud del Mar Morto, (Fato Leconte) 34. — Paesaggio a sud-ovest del Mar Morto che, per effetto dell’erosione, si staglia sull’oriz- zonte in strani profili. In fondo la fortezea di Massada. (Foto Stato di Isracle) CAPITOLO SEGONDO IL SOGGIORNO IN EGITTO E VESODO *ESODO COSTITUISCE L’ELEMENTO DOMI- nante nella storia d’lstacle: esso segna l'intervento di Yahweh nella formazione della nazione eletta, La libera scelta di un popolo insignificante, é un «segno » che prova come la potenza di Yahweh sia pid grande e pitt vera di tutte le altre potenze di questo mondo. La tradizione biblica dice che dopo la straordinaria avventura di Giuseppe, i figli di Giacobbe si recarono in Egitto e dopo tun lungo soggiorno abbandonarono il paese sotto Ia guida di Mosé. E? poi sulla strada dell’esodo, sul monte Sinai, che ricevettero quella Legge che faceva, di loro, un popolo privilegiato, Dopo quarantanni trascorsi nel deserto, essi invasero la Palestina e se ne impadronirono. Queste ben note natrazioni che la Bibbia espone dal Libro dell” Esodo al Libro di Giosué, sono scaglionate dal xvi secolo (fine dell’epoca patriarcale) alla fine del xii secolo. A partire da questa data il popolo d'Israele sembra fissarsi definitivamente nel paese che infatti sara suo per parecchi secoli consecutivi. La Sacra Scrittura presenta la formazione del popolo eletto in un riassunto teologico : tuttavia sul piano storico alcuni elementi della tradizione biblica riguardanti questo periodo, male si conciliano con Pidea della genealogia di una sola famiglia patriarcale. E difficile ammettere che tutti gli antenati sraele discendano dalla sola progenie di Giacobbe. Inoltre, da un punto di vista scientifico, ci si pud domandare se i dati biblici relativi a Giacobbe e ai suoi dodici gli, si armonizzino con cid che ora si sa delle condizioni sociali e politiche del periodo intorno il 1550-1200, Gli avvenimenti svoltisi durante il soggiorno nella «casa della schiaviti », PEsodo e Ja preparazione alla conquista della Terra Promessa, sono situati nell’am- biente dell’Egitto del Nuovo Impero. Daremo dunque un breve abbozzo di questo periodo della storia egiziana che former’ cosi lo sfondo storico ai racconti della Bibbia. 1 - L'IMPERO EGIZIANO A SECONDA META DEL SECONDO attL~ L lennio a. C. fu senza dubbio un periodo dei pit: gloriosi dell’Egitto. A partire dalla XVIII dinastia (1570-1310) il paese del Nilo appare come la nazione dominante per eccellenza nella storia dell’an- tico Medio Oriente. Dopo la cacciata dei re Hyksos, i Faraoni della XVIII dinastia continuarono ad accrescere il prestigio e la potenza del loro regno. Verso il 1550, Amosis caccid gli Hyksos dal’Egitto e li insegui fino in Palestina, dove si aperse il cammino verso PAsia. I suoi successori che portano tutti i nomi di Amenophis 0 di ‘Thutmosis, erano uomini di rara energia e di spiccato talento strategico. Essi si diedero per compito di estendere le frontiere settentrionali del- PEgitto il pit possibile in Asia. L’esercito egiziano perfeziond le armi ereditate dagli Hyksos (il carro di combattimento tirato da cavalli e Parco di guerra) € presto si 33 CAPITOLO SECONDO dimostrd invincibile : le citta della Palestina caddero Puna dopo Paltra, fra queste, notevoli sono Sichem e Gerico. Sotto Thutmosis I (1525-1499) i soldati egiziani avevano gia raggiunto I'Eufrate, ma @ al grande stratega Thutmosis IIT (1490-1435) che si deve Ia vittoria sugli ultimi Hyksos, 2 Cadesh —sull'Oronte (v. 1468) che portd P'Egitto all'apogeo della sua gloria. La spinta degli Egiziani verso il nord urtd tuttavia contro Popposi- zione del segno dei Mitanni. Questo Stato aveva una popolazione hurrita, dominata da un’aristocrazia ariana (i nomi dei suoi principi sono indo-curopei, come, per esempio, Artatama, ¢ le sue divinita sono spiccatamente vedaniche come Indra, ‘Varuna e Mitra) e fu fondato nel xv secolo nella Mesopotamia del nord (la sua capi- tale Washshugani si trova sul Khabur superiore). L’aristocrazia ariana era in parte composta dai maryannu, guerrieri nobili che si servivano di carri da combattimento. F? dunque alla battaglia di Cadesh che il grande faraone ‘Thutmosis Ill poté fermate i Mitanni allora nel pieno splendore del loro impero, sotto il regno di Saushatar (v. 1450). Da questo tempo i Mitanni condussero una politica di conciliazione favorendo matrimoni di loro principesse reali con i faraoni successivi alla XVIII dinastia, Cosi la principessa Mutemuya dei Mitanni divenne moglie di Thut- mosis IV (1414-1406); il loro figlio ‘Amenophis IIT (1406-1370) sposd la princi- pessa Giluhepa ; a sua volta Amenophis IV (1370-1353) sposd Taduhepa anch’essa prin- cipessa dei Mitanni. Nel momento in cui gli Hittiti cominciarono a molestare sia PEgitto che i Mitanni, i due Stati stimarono opportuno di unirsi contro il nemico comune (v. 1400). Negli ultimi decenni della XVII dina- stia, ciot nel xiv secolo, VEgitto fu colpito da una impressionante rivoluzione religiosa condotta da Amenophis IV. Il giovane faraone introdusse, specialmente nel suo paese, il culto di Aton, il disco solare, dichiacandolo il Dio unico, e in suo onore cambid il proprio nome in quello di ‘Akhen-aten («splendore di Aton ») 0 Ach- naton. Poi per ragioni d’ordine economico 34 € sotto Pinfluenza della sua geniale sposa Nefertiti, si mise in urto con i preti tebani di Amon (il dio solare) ¢ si fece costruite una nuova capitale a Akhentaten (otiz- zonte di Aton). E? nell’area di questa citt’, a 300 km. circa dal Cairo, nel villaggio di Tell-cl-Amarna, che nel 1887 furono sco- perte le famose « tavolette di Amarna » che contengono quasi 350 lettere: messaggi inviati alle corti di Babilonia e dei Mitanni, © soprattutto corrispondenze di reucci cananei con i loro sovrani d’Egitto Ameno- phis III e Amenophis IV. F’ notevole che una religione a tendenza monoteista abbia potuto sorgere in Egitto ¢ cid un secolo prima della nascita di Mose : infatti in un inno si celebra Aton come «il Dio unico, creatore di tutte le cose, accanto al quale non esiste alcun altro ». Le tavolette di Tell-el-Amarna descrivono Io stato di anarchia e di rivolta esistente in Palestina durante il periodo di Amarna. Vi si parla degli Habiru (nell’ideogramma SA. GAZ), gente che scorrazzava nel pacse, che appaiono come perturbatori della pace, briganti sprovvisti di beni ¢ di stato civile (la lettera 228 cita uno schiavo divenuto Habira), senza una dimora fissa sempre pronti a far causa comune con i ribelli. Essi dominavano territori impor- tanti,specialmente nelle vicinanze di Sichem, cosi che dei vassalli leali implorano contro di loro Pintervento del faraone. Il dominio dellEgitto 2 quest’epoca comincia a indebolirsi pericolosamente. Il grande re hittita Shuppilu-liuma (1375- 1340), che probabilmente & il responsabile dei disordini in Palestina, avanza sino al Libano e strappa al controllo egiziano la maggior parte della Siria ¢ della Fenicia settentrionale. L’ultimo sovrano dei Mi- tanni, Tushratta, invoca invano il soccorso dell’Egitto, e suo figlio Mattiwaza (v. 1365) si deve chinare sotto il giogo hittita, Liberata dal controllo dei Mitanni, P’Assiria acquista importanza alPest, specialmente sotto il regno di Ashshur-uballit I (v. 1354- 1318). La XVIII dinastia fu presto dimenticata dopo la morte di Amenophis IV. I due generi del siformatore, Tut-ankh-amon (4353-1344), del quale venne scoperta la IL SOGGIORNO IN EGIITO E L’ESODO tomba sontuosa nel 1922, ¢ Aya (1344-1340) furono sostituiti verso il 1340 dal generale Horemheb, che governd T'Egitto con fermezza € cancelld ogni traccia della reli- gione di Aton (all’inizio del suo regno Tut- ankh-amon si chiamava Tut-ankh-aten). ‘A Horemheb successe un altro generale, Ramesse, originario di Avaris, Pantica capitale degli Hyksos, il quale si conside- rava discendente legittimo di questa antica dinastia, Sotto il nome di Ramsete I (1310- 1509) questo faraone fondd la XIX dina- stia ¢ dopo un regno brevissimo, cedette il tron a suo figlio Seti I (1309-1290). Questi, valoroso guerriero, si impadroni nel primo anno del suo regao, della cittd di Bethshan, al nord della Palestina (dove si @ ritrovata una stele che commemora tale sucesso). ‘Tutta la Palestina venne a poco a poco ripresa, ma la spinta cgiziana verso la Sitia doveva, prima o poi, portare alla guerra con gli Hittiti. Sotto Ramsete II (1290-1224) figlio e successore di Seti I, Pesercito giziano riportd una vittoria presso Cadesh nel 1285: quando gli Hittiti comandati dal loro re Muwattalis (1306-1282) erano quasi riusciti a distrug- gere i mercenari egiziani, un’azione perso- nale del faraone Ramsete II permise invece agli Egiziani di vincere la battaglia i stretta misura, Sotto il regno di Hattusilis II (v. 1275- 1250), fratello di Muwattalis e successore del proprio nipote, tra Ramsete IIe il sovrano hittita, venne coneluso un trattato del quale si & trovata una copia tanto in Egitto che a Boghaz-koi, Ja capitale hittita, Limpero hittita apprezzava in modo particolare la pace, tanto pit che allest, TAssiria, sotto il regno di Adad-niraci (1297-1266) successore di Ashshur-uballit I edi Salmanasat I (1265-1235), aumentava la sua minaccia sull’antico Medio Oriente. Larchitettura egiziana prese uno svi- luppo ammirevole negli ultimi anni del lungo regno di Ramsete IT; ricorderemo dal punto di vista biblico, la ricostruzione di Avaris che riprese il suo sango di capitale sotto il nome di « casa di Ramsete ». [1 testi di quest’epoca indicano ripetata- mente la presenza di ’Apirv quali schiavi dello Stato, incaricati di eseguire i progetti reali. E? interessante notare come l’Egitto fosse allora interamente aperto all’infiltra- zione asiatica. Centinaia di parole semitiche arricchiscono la lingua egiziana e gli iddii di Canaan entrano nel panteon egiziano dove sono identificati alle divinita autoctone (p. €s. Baal stidentifica a Seth, Astarte a Iside, Hauron a Horus). Alla morte di Ramsete I, gli successe, gid avanti negli anni, il suo terzo figlio, Merneptah (1224-1210). Una stele datata del 1220 a. C. e rinvenuta nel 1896, ci tivela che nel quinto anno del suo regno, Mer- neptah combatté in Palestina ; tra i suoi nemici € menzionato «il popolo d’Israele » che si oppone al « paese di Canaan » ovvero di Gezer. Questa indicazione, non di un pacse, ma di una popolazione nomade, ¢ la prima traccia archeologica della presenza di Israele nella Palestina. Il quinto anno del regno di Merneptah, venne funestato anche dal!’ invasione dei «popoli del mare» che penetrarono in Egitto provenendo dallest e costeggiando Ie rive del Mediterraneo. Tra questi inva- sori, Merneptah considera particolarmente gli “Agimasha (probabilmente gli « Achei », gli Ahhiyawa del sud-est dell’Asia Minore), i Turusha (gli «Etruschi » 2), i Sharding («Sardi») © i Ruba (= Luha, « Lici » ?) Con la morte di Memeptah, PEgitto declind rapidamente: per alcuni anni, sotto il regno di quattro faraoni inetti (1215-1200) vi si installd Panarchia. IL controllo egiziano sulla Palestina divenne praticamente aullo © questo permise a Isracle di adattarsi alla sua nuova dimora nella Terra Promessa, Mentre alla fine del xm secolo lEgitto declinava miseramente, la storia ci presenta i declino, ancora pid grave, del suo rivale hittita : alcuni popoli egei allovest del- PAsia Minore, si coalizearono contro Pim- pero hittita ¢, intorno al 1240, invasero il Pacse come uno spaventoso maremoto distrussero ogni cosa sul loro passaggio. I «popoli del mare » (questo nome venne dato loro dagli Egiziani all'inizio del xur secolo) in pochi decenni spazzarono via i due rivali della battaglia di Cadesh (1285). Il decadere dell’impero egiziano e 35 CAPITOLO SECONDO hittita favori P’Assiria che sotto Tukulti- Ninurta I (1254-1197) conquistd Babilonia e occupé il nord della Mesopotamia sino all’Eufrate, senza per esercitarvi un’in- fluenza durevole. Sika impressione che alla fine del 1200, tutti gli avversari, I’Egitto, Pimpero hittita, e la stessa Assiria, fossero stremati ¢ attendessero ansiosamente l’alba di un’era nuova. II - ISRAELE IN EGITTO. # NARRAZIONI BIBLICHE CONCERNENTI la schiavita in Egitto ¢ la liberazione del Popolo Eletto, corrispondono veramente ai dati della storia profana che abbiamo citati ? ‘Anche di questa, come per la storia dei Patriarchi, sappiamo che ci ¢ impossibile un tigoroso ‘controllo particolareggiato. La realt era, molto probabilmente, assai pitt complessa di quanto suggerisce un esame superficiale della Bibbia, ma & legittimo ammettere che le linee generali di quei racconti, siano seriamente garantite dalla storia scientifica. 1 Non é pit possibile mettere in dubbio che gli antenati d’Israele siano stati ridotti in schiavith sulle rive del Nilo ¢ che siano poi stati liberati da tale situazione in modo assolutamente sorprendente. Benché non esista nei documenti egiziani alcuna testi- monianza diretta della presenza in Egitto di Istaele, la tradizione biblica merita fede percht non & concepibile che si voglia inventare una tradizione che non rappre~ senta un’epopea gloriosa, ma il ricordo vergognoso di una serviti: ignominiosa. Vi sono inoltre alcuni indizi che costitui- scono un apporto obiettivo ¢ positivo alla tesi della presenza israelita in Egitto. 1 racconti biblici contengono molti_ nomi tipicamente egiziani, specialmente per la tribu di Levi: Most (mes in egiziano significa « figlio », cost Ramesses = « figlio di Ra»),Phinces (Pinhas), Hophni, Pashhur, Merai, Hur, e forse anche Aaron. I nomi di Giuseppe (Saphnath-Pa’neab) come quello del suocero Putiphar (Potifera) ¢ di sua moglie Asenath, sono essi pure autentica~ mente egiziani. 36 Sié tentato d’infirmare questo argomento ‘onomastico col pretesto che tali nomi si incontrano all’epoca di Davide ¢ di Salo- mone, ma noi sappiamo che i nomi propri datano spesso da un’epoca molto anteriore al momento nel quale entrano_nell’uso corrente. Le due donne citate nel libro del- PEsodo, Shiphra e Pua, portano dei nomi molto aatichi; il primo esiste gid in una lista di schiavi del xvii secolo ¢ il secondo nei testi di Ras-Shamra (xv sec.). ‘Anche se si vuole ammettere che un racconto originale venisse adattato tra il 1x ¢ P'vnr secolo, bisogna riconoscere che la storia di Giuseppe contiene un gran numero di riferimenti che sono contem- poranci agli avvenimenti raccontati nei documenti ebrei. Ne diamo alcuni esempi. Il titolo di Vizir 0 «primo ministro », «colui che sorveglia Ia casa », & tipica- mente egiziano. I! « Capo dei fornai », cioe il «Gran panettiere », @ indicato nelle isctizioni egizianc, La regola di liberare alcuni prigionieri nel giorno anniversario della nascita del Faraone & provata dai testi. Vimportanza dei sogni ¢ dei maghi, Pavversione per i nomadi, la mummifica- zione, il numero 110 considerato ideale per la durata di una vita, sono altrettante caratteristiche egiziane. La parola abrel si spiega probabilmente con Pegiziano ib (cuore) + rh (a te); il significato sarebbe «stai attento ». L’alta posizione di Giuseppe (@ detto «secondo dopo Faraone ») con il doppio incarico di «reggente dei domini reali » e di « inten- dente ai granai» (per far fronte alla carestia) corrisponde interamente a quanto sappiamo delle condizioni sociali all’epoca dei Ramsete (x1 sec.). Quanto alla storia egiziana dei «due fratelli» (XIX dinastia, verso il 1220) nella quale si svolge il soggetto della donna sposata che, per dispetto, accusa il giovane virtuoso che Jei ha inutilmente tentato di sedurre (vedi anche nell’ /liade 6, 155-165), si vede quanto sia simile all’avventura ben nota di Giuseppe. La data esatta di quando Giuseppe assunse le sue funzioni alla corte egiziana, non pud essere stabilita; non risulta cronologicamente € in modo preciso né ‘oposguiep oyessuny exsoddng = seo 1p outey [EES] rou eis \wopa w ouiey [TT] ona outay odos3 .114d OdW4al 1V AYONIW VISV.1 3 OLLIDA.1 vooda «Tv OL1IDa.1 IL SOGGIORNO IN EGITTO E L’ESODO Passunzione di un Semita a una carica importante alla corte d’Bgitto, né la pre- senza di Semiti nel Delta del Nilo (il paese di «Goshen » nella valle attuale dell’Uadi Tumila corrisponde alla « terra di Ramsete » € al «campo di Tanis »), e neppure la carestia di sette anni, Poiché la storia profana non ci offre alcuna indicazione sicura sulla durata delle funzioni di Giu- seppe, possiamo forse supporre che la storia biblica di questo personaggio rap- presenti un esempio perfettamente storico delVinfiltrazione infinitamente complessa che permise agli antenati d’lsraele di stabilisi nel pacse del Nilo. La visione teologica della Sacra Scrittuea hha, senza dubbio, raccolto tutto questo movimento di immigrazione in un’unica narrzione che assume il valore di un ‘compendio concreto 2 La causa principale dell’Esodo & esposta nel Libro dell’Esodo, L’amministra- zione egiziana imponeva agli « Ebrei », il lavoro forzato per la costruzione delle fortezze Pitom e Ramsete. Pitom, situata a Tell-er-Retabeh a ovest del Iago’ Timsah (nord-est dell’Egitto), fa scavata nel 1935-36 da Flinders Petrie : Ramsete non @ altro che Pantica capitale degli Hyksos, Avaris, ricostruita da Ram- sete II, I nome corrispondente a «Casa di Ramsete » fu sostituito nell’xr secolo dal nome « Tanis ». La verosimiglianza storica della collaborazione forzata degli Israeliti, pud fondarsi su un testo di quel tempo che descrive gli’ Apiru mentre raccolgono pietre per il tempio di Ramsete IT. 3° Non si possiede alcuna notizia sul- PEsodoal di fuori di quella data dalla Bibbia, ma la testimonianza del Libro dell’Esodo @ talmente decisa che non si pud legittima- mente dubitare della veritd dell’avveni- mento. Sapendo che é in questa occasione che si & verificato il prodigio che fece di lui un popolo, Isracle ha ricordato la sua memorabile liberazione in tutti i momenti della sua storia. Il fatto storico dell’Esodo forma il centro delle antiche professioni Gi fede e delle antiche composizioni poe- tiche, Solamente la realtd del ricordo storico pud spiegare una simile insistenza sull’Esodo. Non dobbiamo, tuttavia, prendere alla lettera tutti i particolari| del racconto biblico : infatti come si pud pensare che tutti gli Israeliti discendano da Giacobbe, quando pitt volte @ detto che «una folla numerosa ¢ composita » si unt ai « figli di Giacobbe »? Probabilmente questa fol comprendeva degli Egiziani, dei Madianiti © degli Edomiti. La citazione di 600.000 uomini in etd di servizio militare, @ una materiale impossibilita : se si contano le donne ¢ i bambini, si arriverebbe a un totale di circa due milioni di emigranti. Una simile moltitudine ammassata in ordine di marcia, avrebbe coperto due volte la distanza dall’Egitto al Sinai. Nel 1 secolo avanti Cristo, Pintero Egitto non contava iu di 700.000 abitanti. La Bibbia stessa si oppone talora a una spiegazione letterale delle sue cifre, perché in un passo dell’ Esodo ci dice che due sole levatrici bastavano agli Ebrei, che il «mare delle canne» é superato in una notte e gl’inseguitori degli Ebrei sembrano essere in numero maggiore degli inseguiti. In sealti ha dovuto prendere parte al’Esodo circa un migliaio di persone, ma, teologicamente, questo nucleo rappresen tava il vero Istacle, ern Isrnele, benché la totalita dei cos! detti «figli d’Israele» sia ben lontana dal discendere da questo gruppo. 4° Non si comprende I'Esodo senza Mosé : benché la sua esistenza non sia conosciuta che attraverso la Bibbia ¢ sia impossibile controllarla con testimonianze extra-bibliche, non si pud dubitare della parte insostituibile da lui avuta: il Levita Mosé fu il promotore ¢ il grande capo del’Esodo. Se ci si rifiuta di attribuire questa parte a Mosé (come recentemente si & tentato di fare) si dovrebbe supporre Pesistenza di una potente personalita, di un altro « condottiere » dei « figli d’Israele ». Lesperienza pi importante fatta da Mosé, consiste nella visione del rovo ardente dove ebbe la rivelazione del nome di Yahweh. Il profondo senso teologico di questa narrazione sembra essere la consape- 39 CAPITOLO SECONDO volezza acquistata da Most, del fatto che il Dio degli Ebrei possiede una dimensione cosmica superiore a quella del Faraone che era allora considerato come la divinita principale dell’Egitto. Se & vero che Yahweh significa « Fgli fa essere tutto cid che @ », pud darsi che tale formula voglia essere una opposizione ad altre formule analoghe in egiziano. Si accenna qualche volta all’ipotesi espressa nel 1862 da Chillany, secondo la quale il nome divino di Yahweh era gid conosciuto dai clan ma- dianiti della penisola del Sinai (i « Qeniti ») ‘¢ che Mosé I’ha ricevuto dal suocero Jethro. E’ certo che Jethro — che era sacerdote — consiglid Mosé, e si sa anche che egli, una volta, presiedette un sacrificio di comunione «in presenza di Yahweh » ; ma questo non prova affatto che egli vene- rasse Yahweh anche prima, Lo stesso nome della madre di Mosé, Yochebed, (che apparentemente contiene elemento Yo = Yahweh), non prova che Yahweh fosse necessariamente adorato nel clan materno di Mosé. ‘Anche il fatto che in un vecchio poema Yahweh @ detto «il Dio di mio padre », indica solamente che Yahweh ¢ una divinita del tipo « patriarcale ». In conclusione, non si pud affermare con certezza che Yahweh fosse venerato prima dell’era di Most. Anche se questo fosse avvenuto, il nome divino ebbe un signifi- ato € un peso nuovo dopo la rivelazione del rovo ardente. Dopo aver narrato la rivelazione avuta da Mosé della superioriti innegabile di Yahweh su tutti gli dei dell’Egitto, com- preso il Faraone, la Bibbia espone con molti dettagli, la preparazione diretta dell Esodo. Le piaghe @’Egitto mirano a magnificare Pintervento storico di Yahweh in favore del suo popolo al momento delEsodo. Per sottolineare il carattere meraviglioso, anzi miracoloso, di questo intervento provvidenziale, 'autore sacto ne ha messo in rilievo il lato prodigioso. Lanno dell’Esodo vide svolgersi una serie di avvenimenti naturali (abicuali in Egitto), ma con una veemenza del tutto inusitata, come il Nilo divenuto rosso (per un gran numero di corpuscoli microscopici), P'inva- 40 sione delle cavallette ¢ il kbamsin (uragano di sabia che crea le tenebre) Ii succedersi di tante sventure abattutesi sullEgitto, fa risaltare il soccorso potente concesso da Yahweh durante tutto anno memorabile che precedette I’Esodo. 5° Dopo la piaga dello sterminio dei ptimogeniti, che non si pud ridurre ad una semplice epidemia, perch? colpisce solo i primogeniti e solo gli Egiziani, gli Ebrei riescono a fuggire sotto la guida di Mosé. La situazione dei fuggiaschi costretti tra il mare e Parmata egiziana (delle guardie di frontiera), sembra pericolosa, ma il vento di Yahweh, che spazza le acque di uno dei guadi, permette loro di passare senza ostacoli mentre gl’ inseguitori, sorpresi dal riflusso delle acque, annegano. I documenti egiziani non conservano il ricordo di questo incidente senza importanza : non & che la fuga di qualche centinaio di schiavi. Comunque i Faraoni non gradivano di commemorare i propri rovesci. Non si ha il diritto di aspettarci una menzione dell’Esodo negli annali egiziani pit che di una descrizione della Passione di Cristo - fatto senza importanza per Pimpero romano ~ nelle opere di Tacito 0 di Sallustio. 6° Si & cercato sovente di inquadrare PEsodo nel tempo € nello spazio, ma pare che ci si debba rassegnare all’impossibilita di una localizzazione precisa, perch? molti dei luoghi indicati dalla Bibbia non sono identificabili. Ad ogni modo sembra im- probabile che gli Istaeliti abbiano attraver- sato la punta all’estremo nord del Golfo di Suez, perché questa parte settentrionale del Mar Rosso situata ancora troppoa sud e, se la traversata avesse avuto luogo in questo punto, @ certo che la cavalleria egiziana avrebbe raggiunto le orde dei fuggiaschi senza difficolta. Inoltre la Bibbia parla del «mare delle canne » (yam suf), mentre non vi sono canne (papiri) nel braccio settentrionale del Mar Rosso. Invece un papiro della XXI dinastia (1065-935) che contiene un clenco geografico, colloca il «mare delle cane» (in egiziano pa s#fi) nella regione del lago Menzaleh. Si pud dunque IL SOGGIORNO IN EGITTO E L’ESODO supporre che gli Ebrei si fossero dapprima diretti verso il sud (da Tanis a Succoth), poi fecero il cammino inverso dirigendosi al nord ¢ attraversarono il lago Menzaleh presso Silu (attualmente El-qantara) per costeggiare poi la riva orientale del lago Timsah ¢ dei Laghi Amari. Anche questa ricostruzione resta tuttavia ipotetica ed & impossibile stabilirne la certezza assoluta. Comunque una localizzazione precisa non ha che una importanza relativa per Pavve- nimento in se stesso che costitul Poggetto della fede d’'Istacle, 7° Un altro problema molto dibattuto, concerne la data dell’Esodo. Si é quasi unanimi, attualmente, nel collocare la fuga dalla «casa della schiaviti » nella prima meti del x1t1 secolo (1300-1250). Il Libro dei Re afferma che PEsodo ebbe Iuogo 480 anni prima del quarto anno di Salo- mone (intorno al 958), ma non si possono accettare questi dati alla lettera ; il numero 480 vuole certamente indicare dodici gene- razioni di quaranta anni. Se si conta invece una dozzina di generazioni della durata media (dalla nascita del padre alla nascita del figlio) di venticinque anni anziché di quaranta, Vintervallo rappresenta dai 250 ai joo anni, il che permette di collocare FEsodo verso Panno 1250. Molte altre ragioni concorrono a indicare il tredicesimo secolo. Infatti se gli Ebrei hanno collaborato alla ricostruzione di Ramses-Avaris, questo dovette avvenire durante il regno di Ramsete Il (1290-1224). Il risultato degli scavi archeologici fa supporre che anche la conquista della Palestina avvenne nel x1 secolo, Ia stele i Merneptah prova Ia presenza del popolo @'Isracle in Palestina nell?anno 1220. La menzione dei due regni di Edom e di Moab, che dovettero essere aggirati dagli Ebrei, ci riconduce ugualmente al x11 secolo, perché questi paesi non si erano ancora costituiti in monarchie prima di quell? epoca. La Genesi enumera soltanto otto te edomiti anteriori all’epoca di Davide, ¢, secondo il libro dei Numeri, il primo re moabita & contemporaneo di Mos?. Si pud supporre che Seti I (1309-1290), il quale prese Viniziativa di restaurare Avaris, fosse il primo faraone oppressore di Istaele e che fu sotto il regno di Ram- sete II che ’Esodo avvenne effettivamente. Come per Ja storia dei Patriarchi, si po- trebbe considerate anche il racconto del- TEsodo condotto da Most come un tipico compendio, mentre nella realta gli ele- menti formant il futuro « Israele » avreb- bero lasciato PEgitto in ondate successive, LEsodo dallEgitto viene sovente di- stinto in tre fasi : nel x1v secolo all’epoca di Amama, qualche tribir israelita sarebbe gia penetrata in Canaan dal sud (Giuda, Simeone, Levi, Gad e Ruben); sotto ‘Memeptah (v. 1225) una seconda ondata condotta da Most avrebbe seguito lo stesso cammino; infine un altro contin- gente comandato da Giosué e compren- dente Ia «casa di Giuseppe » 0 «le tribi discendenti da Rachele » avzebbe con- quistato Canaan dall’est. Ci si rende dunque conto di quanto la ricostruzione dell’ Esodo testi ipotetica e problematica. 8° Se, geograficamente, il punto di partenza dell'Esodo resta un enigma, al- trettanto 2 Vitinerario seguito. Sappiamo soltanto che gli Ebrei non seguirono il cammino «del paese dei Filistei » troppo ben difeso ¢ provvisto di pozzi : dovettero piuttosto dirigersi verso il sud lungo una linea che seguirebbe Vattuale canale di Suez. I luoghi attraversati per giungere al monte Sinai (0 Horeb, come viene pure chiamato), termine del loro viaggio, sono enumerati nei racconti biblici : le acque salmastre di Mara, il palmeto di Elim, il deserto di Sin, le miniere di same di Dofka-Serabit-cl-qedem, Rephidim... Perd tutte queste localita sono molto difficil- mente identificabili. Una venerata tradizione che risale al 1 secolo a, C. colloca il Sinai al Djebel ‘Musa, a sud della penisola del Sinai. La macstositi del quadro (jl picco si eleva a 2.602 metri) si adatta perfettamente alle scene grandiose che vi si sono svolte. Qualche erudito ispirandosi a una eruzione vulcanica notata nel Libro dell’Esodo, pre- ferisce una localita a est del golfo di Agabah nel paese di Madian (nord-ovest 41 CAPITOLO SECONDO dell’ Arabia) ove si trovano appunto crateri di vulcani estinti, ma questa ipotesi non tiene alcun conto delle altre esigenze geografiche della narrazione : inoltre il testo biblico pud suggerire anche che si sia trattato di una tempesta di sabbia nel deserto, Comunque si tratta di una messa in scena per meglio far risaltare la terrifica maesta di Yahweh. Non é raro che si suggerisca anche una localita al nord della penisola del Sinai, nei dintorni di Cades : ¢ qui che gli Ebrei ingaggiarono un combattimento con gli Amaleciti, popolazione segnalata nella steppa a ovest di Cades. Qualche passo della Bibbia sembra anche suggerire che Israele passd direttamente dall’Egitto a Cades, ma non dobbiamo dimenticare che gli Amaleciti erano gente nomade € potevano anche trovarsi a grande distanza da Cades. In altri punti della Bibbia si rileva che il Sinai era molto lontano da Cades (si accenna persino a undici giorni di marcia). La cifra tonda di «quaranta giorni » attribuita al viaggio di Elia da Bersabea alla « montagna di Dio, Horeb », sembra essere eccessiva se deve indicare i 75 chilo- metri che separano Bersabea da Cades ; tuttavia @ possibile che Puno o Valtro gruppo di Ebrei si sia diretto subito su Cades, € che questa tradizione si sia pit tardi inserita nella tradizione nazionale della marcia nel deserto. In conclusione, se si trascura la tradizione giudea che accenna alla citta di Petra, la localizzazione tradizionale del Sinai pre- senta garanzie storiche molto serie. 9° I patticolari mixacolosi della marcia nel deserto, come la caduta della manna, il asso delle quaglic e lo scaturire dell’acqua dalla roccia, possono paragonarsi con feno- meni naturali, perché il Sinai conosce il passaggio stagionale delle quaglie ¢ la man- a potrebbe essere un essudato normale di qualche arbusto ; ma nella narrazione biblica, questi segni implicano senz/altro ua inter- vento speciale di Yahweh per nutrire il suo popolo, Tuttavia la marcia nel deserto € soprattutto il soggiorno al Sinai sono caratterizzati da un intervento divino molto pik importante : la promulgazione della 42 legge. In alcuni dei pid vecchi canti della Bibbia, Yahweh é indicato come « Colui del Sinai ». E? sul Sinai che la tradizione colloca la conclusione dell” Alleanza, il cui ricordo ispird Ismele quando parti alla conquista della Terra Promessa. Poiché non esiste notizia che un culto di Yahweh fosse professato prima dell’avvenimento salva- tore dell’Alleanza, é sul Sinai che la reli- gione di Yahweh ebbe la sua consacrazione ufficiale. Alcuni autori moderni fondandosi su «credo » antichi dove non viene espres- samente indicato il Sinai, tendono a minimizzate il significato di « Montagna di Dio », dissociandola dagli avvenimenti del- PEsodo, mentre & assolutamente certo che la tradizione lega il Sinai all? Alleanza per la cui celebrazione venivano appunto recitati quei « credo ». 10° Dopo aver errato a lungo attra verso la penisola del Sinai, servendosi = secondo il Libro dei Numeri - dell’oasi di Cades come di una base di riunione, gli Israeliti finirono con Pabbandonate il proposito di conquistare la Palestina dal sud (questo progetto é riportato in diversi testi). E’ soltanto dopo una generazione di «quarantanai » che essi entrarono in Palestina facendo il lungo giro della Trans- giordania. Le due versioni della conquista, Puna dal sud e Paltra a cominciare dall’est, siflettono probabilmente due diverse tradi- zioni che il racconto della Bibbia tende a fondere. ? certo che la formazione del popolo israclita deve essere stata assai pitt com- plessa di quanto farebbe supporre il com- pendio riguardante i « figli di Giacobbe ». Pud darsi che qualche esodo parziale abbia preceduto l'Esodo-tipo del xi secolo ; forse clementi «amoriti » venuti con gli Hyksos hanno potuto, dopo l’espulsione di quest’ultimi, riprendere il cammino di Canaan, e non é neppure impossibile che gruppi etnici imparentati con il clan di Giacobbe € che non avevano mai soggior- nato in Egitto, siano stati in seguito assimi- lati dai « figlidi Isracle-Giacobbe ». Cosi, come la storia di Giuseppe che viene pit tardi raggiunto dai fratelli, si- TIL (1501-1447) capelli dei 36. ~ Grande Tempio di Ram aA nieri asiatici Nella pagina precedente : 37. ~ Amenophis IV (1370-1353) € la famiglia reale in adorazione davanti al dio Aton, Frammento di balaustra i Tell-el-Amarna. (Foto Vigneau) Ain Mousa, Esodo dopo la del Mar Rosso. (Foto Leconte) prima travel 39. — Ramsete TI (1290-1224). Museo di Torino, (Foto Giraudon) 42. — Di tanto in tanto, qualche a Sittim, il cui legno servi per la costru de dell’ Alle Roveto Ardente. Le 45. — Nell'interno del monastero 46. ~ Nella chiesa, questa cappella 47. — La croce nel cuore delle & sul posto dove, secondo la montagne sante. La foto & presa ttadizione, avvenne la visione del dalla terrazza del Roveto Ardente. (Foto L Santa Caterina. ( stero di scalinata alla sommiti 4g. ~ Il Monte Serbal (vicino a Pharan) ove qualche volta fu localizzato il Sinai. (Foto Leconte) so. — I] Djebel Mousa nel massiccio del Sinai, dove fu data Ia Legge a Mosé. (Foto Leconte) 51. ~ Vicino al Djebel Mousa, il Safsafeh, dove Mosé proclamd ]h Legge davanti agli Ebrei riuniti nella piana di Br-Rahah (in primo piano). (Leto Leconte) 52. ~ Veduta aerea del deserto attraversato. dagli Ebrei tra il (Foto Scbless Tomba di Ahiram, re di yyblos. Sul coperchio, iscrizione alfabetica fenicia della fine del 1 millennio, meglio irrigata dell’oasi. Foto Schlessinger) 55. ~ Alfesterno di Ain Qedeirat, le so Qedeis (nostra foto) servono sempre ai abbeverare i loro g oto Leconte) 56. — Il Codice delle leggi del re Hammurapi [xvnt sec. a. Cr] quelli ne di Cades, Ain Qedeirat & ogg’ cammelli eg 58. Nel Negeb, i pozzi si aprono za tipari e conten: Accampamento di Beduini nel Negeb. (Foto Leconte) 60. Pozzi di Asloud), nel Negeb. (Foto 65.~L’Amnon che si getta nel Mar Morto attraverso profonde gole, serviva di fronticra tra il paese di ‘Moab a sud e quello degli Ammoniti a nord. Gli Ebrei lo attraversatono acl suo corso superiore. (Foto Elia) 63. — In fondo al golfo di Agabah (@ Sinistra) si vede il palmeto di Elath (in Giordania), tappa degli Ebrei verso la Terra Pi (Foto Schlessinger ) romessa, 64. — A nord del golfo di Agabal si penetra in una regione mineraria. Qui & la Valle di Timna ove ancora oggi si procede ailestrs zione del rame. (Foto Stato di Is a generale del Monte Phasga agha) nel Massiccio del Nebo dal 67. — Presso il Ph di Mosé », designazione tradizio nale legata al ricordo del grande legislatore di Israele. (Foto Matson a, le « Sorgenti quale, prima di morite, Mosé contempld la Terra Promessa. (Folo Leconte) IL SOGGIORNO IN EGITTO E L'BSODO flette probabilmente una emigrazione com- plessa e divisa in diverse epoche, anche il racconto dei figli di Giacobbe che evadono dal? Egitto con tutta una turba composita che comprende schiavi di ogni tipo, vuole riassumere, verosimilmente, il movimento complesso di emigranti in’ un fatto con- creto ¢ perfettamente storico. Il nucleo della famiglia patriarcale di Giacobbe attird continuamente durante PEsodo e sino nella stessa Palestina, delle tbo o dei gruppi imparentati. Percid non sembra esatto parlare del soggiorno in Egitto delle « dodici tribit », perch? la folla miserabile della « casa della schiaviti: » non aveva alcuna organizzazione tribal al pitt si dovrebbe tener conto del’insi- stenza con la quale la Bibbia parla della parte avuta da « Giuseppe » 0 da « Levi » (ano dei figli di Lia). Ma @ assolutamente legittimo affermare che gli Ebrei, uniti in- torno a Most, costituiscono il vero ceppo di Israele ¢, di conseguenza, Istaele tutto, che ha preso paste agli avvenimenti reden- tori dell’Esodo e del Sinai. CAPITOLO TERZO LA CONQUISTA DELLA TERRA PROMESSA ECONDO LA NARRAZIONE BIBLICA, TL S gruppo formato dall’Alleanza del Sinai, si stabill nell’oasi di Cades per un tempo abbastanza lungo; si @ anche immaginato che quest’oasi rappresentasse a vera méta del « viaggio di tre gioni di marcia » del quale si parla nel Libro dell'Esodo, Si pud supporre che gli Israc~ liti vi trovassero altri gruppi che avevano abbandonato PEgitto prima di loro. Non vi & possibilita di controllare scientifica- mente se qualcuno di questi gruppi profes- sasse gid un culto a Yahweh precedente a Mosé. Qualche anno dopo, il gruppo di Most, reso pit forte dall’ adesione di altri gruppi alla stessa fede del Sinai, si credette pronto per tentare Pinvasione della Palestina dal sud. Questo tentative (ricordato nel Libro dei Numeri) falli miseramente perché, senza dubbio, la terra arabile del Negeb era gid occupata dagli Amaleciti o da altri semi-nomadi; percid gli Ebrei farono co- strettia tornare indietro e ad accamparsi nel deserto, probabilmente intorno a Cades, per tutta una generazione. La conquista definitiva della Palestina avvenne alla fine del xt secolo, Evitando con cura il tettitorio di Edom e di Moab, gli Ebrei si diressero verso gli altipiani della Trans- giordania, dove vinsero Sihon, re di Heshbon. La vittoria li rese padroni della maggior parte delle terre situate tra Arnon ¢ lo Yabbog, Altre campagne al nord dello Yabboq ridussero all’impotenza Og, re di Bashan. 60 Gi si rende conto delPimpressione pro- dotta da queste conquiste israelite, leggendo il racconto delle profezie di Balaam ; questa vittoriosa avanzata dovette avere anche un‘altra conseguenza: la conversione a Yahweh di buon numero di clan degli altipiani della Transgiordania che andarono a ingrossare i ranghi di coloro che costi- tuiranno poi «i figli d’Isracle ». U primo nucleo dellorganizzazione tribale istaelita deve cssersi cos! formato all'est del Giordano. L’archeologia dimostra che la Palestina occidentale fa sconvolta violentemente nella seconda meta del xr secolo ¢ che la maggior parte delle sue citi venne selvaggiamente distrutta:: comunque, in un paese cosi poco abitato, alcuni clan dovettero arrendersi_ senza colpo ferire € allearsi ai « figli d’Isracle »: tra questi nuovi aderenti al gruppo istaelita, si indi cano non soltanto i confederati gabaoniti, ma anche parecchi clan (Qenizziti, Qeniti) che dovevano essere penetrati in Palestina dal sud. Per comprendere come fu compiuta Poccupazione israclita di Canaan, daremo anzitutto un quadro generale della storia, perché @ necessario avere ben presente la situazione del paese come era prima dell’ar- tivo degli invasori. In seguito esaminere- mo se la descrizione della Conquista come viene presentata nel Libro di Giosud, sia suscettibile di ua controllo storico. LA CONQUISTA DELLA TERRA PROMESSA I - CANAAN PRIMA DELLA CONQUISTA ISRAELITA POPOLAZIONE: ESISTENTE IN PALESTINA L prima della conquista @ indicata nella Bibbia come «cananea» 0 «amorita ». Questi due termini tecnica- mente rappresentano due gruppi distinti. Per « Cananei », sintende il gruppo etnico notd-ovest-semitico stabilito lungo la costa della Palestina e della Siria dalla frontiera egiziana, a sud, fino a Ras-Shamra (antica~ mente Ugarit), al nord. Il termine di « Amo- titi » indica gli elementi nord-ovest-semitici discendenti dagli antichi Patriarchi che si erano infiltrati nell’intemo tra le montagne della Palestina allinizio del secondo mil- lennio a. In molti passi della Bibbia & conservata Ja distinzione tra abitanti della costa abitanti della montagna, ma comunemente i due termini vengono scambiati. Gli ‘Amoriti avevano assimilato il linguaggio, Vorganizzazione civile e gran parte dei costumi dei Cananei propriamente detti, percid I’elemento predominante della popo- lazione palestinese non differiva affatto per razza ¢ lingua dai conquistatori israeliti. La Palestina comprendeva anche gruppi indo-ariani ¢ hurriti (questi ultimi vi si erano stabiliti all’epoca degli Hyksos) © inoltre gli Hivviti, gli Jebusiti, i Girgasiti ¢ i Perizziti, di origine difficile da identi care, che rappresentano anch’essi clementi esistenti allora in quel paese. (che Tetimologia popolare allaccia alla parola ebrea hor = « caverne ») dovevano essere molto numerosi_perché gliEgiziani indicavano alle volte Ja Palestina con il vocabolo suru: & probabile che anche gli Hivviti appartengano al gruppo degli husriti (i « Setanta » li confondono infatti con gli Hurriti) ¢ in tal caso si dovrebbe ammettere la presenza di schiavi hurriti a Gabaon, a Sichem e nel Libano. ‘Anche i Perizziti erano probabilmente di origine hurrita (la desinenza iggi si ritrova sovente presso i Mitanni). Gli Hittiti che ‘occupavano la regione di Hebron si riallac- ciano forse alla popolazione del grande regno hittita di Shuppilu-liuma in gran parte hurrita (con elementi indo-ariani) ; perd tutti questi popoli erano divenuti, per civilta e cultura, essenzialmente « cananei ». Canaan prima dell’invasione era in realtd caratterizzata da una grande uniti di cultura : il suo artigianato per Ia lavorazione dei metalli come il rame, il bronzo, il piombo e oro, era molto fiorente ; le cittd erano ben costruite € munite di potenti fortificazioni ; impianti perfetti assicuravano il rifornimento dell’acqua, specialmente a Megiddo ¢ Gerusalemme. Le case patrizie dei «cavalieri » circondate da quelle pitt modeste dei servi, mostrano chiaramente il carattere feudale della societi. 1 Cananei erano un popolo di commercianti ; espor vano legno e tessuti di porpora in Siria, in Egitto e nelle isole del mare Egeo. Liindustria dei tessuti di porpora valse loro anche il nome di Ainabhu. E’ evidente che i Cananei mantenevano contatti molto frequenti non soltanto con PEgitto ¢ la Mesopotamia, ma anche con i paesi del mare Egeo. Infatti si pud consta- tare una larga presenza nel xiv ¢ xmt secolo di ceramiche di Micene, e il nome del- Visola di Creta (Kaftor) si ritrova nei testi cananei di Ras Shamra-Ugarit (x1v sec.). La pit alta manifestazione della cultura cananea @, senza dubbio, l'invenzione della scrittura alfabetica; prima della fine del terzo millennio, i Cananei di Byblos ave- vano adottato una scrittura sillabica copiata sui geroglifici egiziani : verso il xrv secolo, gli scribi cananei conoscevano non soltanto Ie scritture sillabiche (accadica-cuneiforme ed egiziana) ma disponevano di un alfabeto lineare, quello stesso che, passando pet lo Ionio greco, diventer poi il nostroattuale alfabeto, A questo proposito, le tavolette di Ras-Shamra sono estremamente impor- tanti perché contengono testi cananei in caratteri cunciformi. Queste tavolette che datano del x1v-xmr secolo, contengono composizioni epiche ¢ poetiche di un raro valore letterario ¢ rivelano una cultura raffinata. Dal punto di vista religioso questi testi riflettono un paganesimo im- prontato specialmente al culto della fertilita. {Gill dio supremo El era nominalmente alla testa del panteon, ma la divinita pit vene- rata era Ba‘al («il signore »). Questo nome, 61 CAPITOLO TERZO anticamente, indicava il grande dio semitico della tempesta, Hadad. Ba’al cra considerato il figlio 0 il nipote di El, e regnava sugli dei nella montagna scoscesa del setten- trione (Saféz). Con Ele Ba‘al, i Cananei di Ras-Shamra veneravano anche altre divinita; Je maschili erano: Mot (la Morte) vincitore di Ba‘al (la vegetazione) ; Dagan (dio fru- mento, fratello di Ba'al); Resheph (dio della peste), ecc. Le divinita femminili erano : Ashera, moglie di El e madre di settanta dei ¢ dec ; Astarte (nella Bibbia, al plurale, Ashtarét 0 Ashtoret) e Anat (dea del’amore). Queste dee, volta a volta custodi del tempio, madsi o divinita sanguinarie della guerra, rappresentano l’elemento femminile del culto della fecondita. Questo culto attribuiva capitale im alla morte € alla resurrezione di Ba‘al, simbolo della morte ¢ del rinnovarsi della vegetazione. Tl mito del dio morto € risuscitato veniva mimato nella celebrazione dei titi al fine di tonificare le forze della natura ¢ ridare fecondita al suolo, agli uomini ¢ agli ani- mali, Tale culto naturista veniva sovente accompagnato da pratiche _licenzios: prostituzione sacra, omosessualita, riti or giastici. Questa forma religiosa cananea presentava caratteri che Israele non poté mai risolversi ad accettare. Dal punto di vista politico, Canaan mancava di unita ; i piccoli stati, nominal- mente infeudati dall'impero dei Faraos formavano un mosaico mal connesso. Gl Fgiziani vi mandavano periodicamente loro ispettori per esigere le imposte dovute dai numerosi reucci ¢ vi stabilivano guarni- gioni militari nei punti strategici, La corruzione dell’amministrazione era notoria ¢ i paesi venivano regolarmente taglieggiati. Dopo il periodo di Amara, gli Stati- Citi si erano moltiplicati specialmente nella pianura costiera, mentre le foreste della montagna centrale erano meno popo- late. L’Egitto tollerava questo stato di cose perch, probabilmente, gli rendeva pit facile il controllo, ma il moltiplicarsi dei minuscoli reami ne diminuiva il vigore, cosi furono i «figli di Isracle » che alla fine del xr secolo poterono approfittare di tale debolezza. 62 La Transgiordania (dove non si trovano tracce di piazzeforti dal xx al xm secolo) comincid ad ospitare nel xix secolo nuove popolazioni che vivranno durante parecchi secoli nelle vicinanze di Israele : gli Edomiti (tra il Mar Moto e il golfo di Aqabah) ¢ i Moabiti (al nord di Edom, alltest del Mar Morto), Al momento nel quale gli Israeliti partirono alla conquista di Canaan, ‘questi due popoli erano governati da re. La ‘Transgiordania era anche in parte occupata dagli Ammoniti, ancora nomadi, ¢ da due Stati «amoriti », quello di Heshbon con- trollava il sud’ di Galaad ¢ quello di Bashan controllava la regione dello Yarmuk. I - LA CONQUISTA NN QUESTO MONDO CHE ABBIAMO RAPIDA- mente evocato, Isracle inizia la sua vita di popolo indipendente. In che modo la narrazione della Bibbia si inserisce e si spiega nel quadro ? Secondo la storia principale della con- quista, Pattacco diretto contro Canaan fu rapido, sanguinoso ¢ totale. Il passaggio miracoloso del Giordano ¢ lo sfondamento delle mura di Gerico furono seguiti da tre campagne fulminee al centro, nel sud (Giosué difende i Gabaoniti contro la coalizione di cinque re) e al nord (Galilea). Liintera Palestina cadde presto sotto il controllo istaelita: gli abitanti_ vennero massacrati e il paese, diviso in dodici zone, fa occupato dai « figli di Iseacle », Tuttavia, oltre questa descrizione estremamente sem- plice, Ia Bibbia ne contiene un’altra ¢, secondo questa, occupazione di Canaan fu il risultato di diversi tentativi non sempre coronati da successo ¢ scaglionati in un tempo abbastanza lungo. Questa visione dei fatti si trova non soltanto nel primo capitolo del Libro dei Giudici, ma anche in alcuni passi del Libro di Giosué. Essi mostrano che la conquista era ben lontana dall'essere completa e inoltre che le citta delle quali & attribuita la conquista a Giosué ¢ a «tutti i figli di Israele » (per es. Hebron e Debir), furono in realtd conquistate con azioni individuali ben precise.

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