0 valutazioniIl 0% ha trovato utile questo documento (0 voti) 507 visualizzazioni264 pagineDe Fraine - Nuovo Atlante Storico e Culturale Della Bibbia
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J. DE FRAINE
Detar ese ae Pref tit Eis Ram,
Profescore della Facolta di Teslogia S.J.a
NUOVO ATLANTE
STORICO E CULTURALE
DELLA
BIBBIA
PREFAZIONE
pi René Leconte
Decano della Facolta di Teolgia di Lilla
EDIZIONI MEDITERRANEE - ROMA© 1961 — ay 5.4. éomioxs sepa - euxes Les
EDIION MEDITERRANEE - OMA
[ALGUNI PASH DELLA PRESENTE OPERA, SI RIFERISCONO - CON L’AUTORIZZAZIONE
DRLL'EDITORE - AL vou A History of Lael vx youn BRIGHT
(IE WesnassrER PRESS, PEULADELPHTA, 1959)PREFAZIONE
di contemplate tutto linsieme del Medio Oriente e dell’Egitto e di vedervi
vivere, durante duemila anni, imperi che erano tra i pit potenti e raffinati
dell’Antichita. Gli scavi hanno riportato alla luce i segni della civilta di questi
popoli che pareva fossero sepolti per sempre. Attualmente si conosce la loro
storia ¢ si penetra nella loro intimit’. I] R.P. de Fraine presenta dunque una
sintesi che si avvale delle pit recenti scoperte, e le carte ¢ le fotografie che accom-
pagnano il testo, invitano a prolungare questa incursione nel tempo.
Lintetesse che si prova nel risalire cosi il corso della storia é tanto pit vivo
quanto meglio si afferra il disegno di Dio su Isracle. Si tratta di seguire Pintento
degli autori sacti per i quali gli avvenimenti che potrebbero apparire profani,
servivano invece all’educazione teligiosa del Popolo Eletto. Le stesse invasioni
che non cessavano di rovesciarsi sulla Palestina, avevano un compito provvi-
denziale. Sargon, Sennacherib, Nabucodonosor, erano inconsspevoli strumenti
adoperati da Dio per il miglioramento degli Ebrei. Nazioni lontane erano chia-
mate ad un tratto verso il Popolo Privilegiato entrato in possesso della Terra
Promessa e venivano a richiamatlo al suo dovere. Contrariamente ai giudizi
superficiali, Isracle era dunque posto al centro del mondo ¢ vi teneva una posi-
zione preminente : la sua storia, poiché rivelava Vazione onnipotente di Yahweh,
era della stessa misura dell’'Universo.
Istaele costituiva anche un punto di riferimento nel tempo: era Perede del
passato e deteneva le promesse dell’avvenire. Per lui i fatti si susseguivano se-
condo un piano determinato : non si sovrapponevano semplicemente, ma erano
coordinati a cid che precedeva ¢ a cid che seguiva : nel turbine delle battaglic 0
delle emigrazioni, si distinguevano delle linee vitali, uno slancio, un movimento
[ vasto orizzonte che l’Atlante Biblico del R.P. de Fraine scopre, permette
Vvcontinuo che ne svelavano il vero significato. La coesione dei diversi avvenimenti
era tanto profonda che sarebbe stato inconcepibile ’ammettere che questa storia
avesse potuto presentare minore obiettivita nell'una o nellaltra delle sue patti.
Senza dubbio, nei Libri Sacti, le narrazioni riguardanti le Origini e quelle che
si tiferivano alla vita di Isracle in Canaan non erano inquadrate nello stesso modo.
Se le corse di Davide nel deserto exano seguite giorno per giorno, Ia creazione
dell’Universo ¢ quella dell’'Uomo apparivano tra lampi che illuminavano in
pochi istanti centinaia di millenni. Ma queste differenze avevano un'importanza
secondaria perché ovunque era raggiunta la realti essenziale della storia della
salvazione ¢, in definitiva, di quella della Redenzione. Gli interventi di Dio si
svolgevano maestosamente seguendo un ordine immutabile, ed & attraverso questi
valori fissi che, come in trasparenza, si distinguevano le correnti, i turbini,
j tiflussi che minacciavano di trascinare P'umanita ¢ il piccolo popolo di Isracle.
Nessuno poteva rilevare meglio questo senso profondo del racconto biblico
del R.P. de Fraine, uno dei pit eminenti specialisti dell’esegesi dell’Antico
Testamento, L’alto valore scientifico del suo Atlante non impedisce che sia acces-
sibile a tutti; sia a chi vuole approfondire il messaggio biblico come a chi ne
ticerchi la prima iniziazione.
René Leconte
Decano della Facolta di Teologia di LillaCAPITOLO PRIMO
I PATRIARCHI
INTRODUZIONE,
ELLA BIBBIA, LA STORIA D’ISRAELE
N comincia con Vemigrazione dei
Patriarchi ebrei. Infatti, & con
Pesodo in Palestina di sceicchi nomadi di
Mesopotamia alla ricerca di nuove terre
per le loro tribi, che i « Padri » del popolo
eletto fecero il loro ingresso sulla scena
della storia,
La data precisa di questa emigrazione non
pud essere determinata con esattezza, ma
si suppone, verosimilmente, che sia avve-
uta nel secondo millennio prima dell'era
nostra. Benché né Abramo, né Isacco, né
Giacobbe, siano citati in altri testi storici
oltre che nella Bibbia, si pud tuttavia
affermare che si @ molto pit informati
oggi sulle condizioni della loro esistenza
che non gli stessi Israeliti dell’epoca monar-
chica, In realt, questi non conoscevano
i loro antenati se non attraverso Vinter-
pretazione di tradizioni pitt 0 meno epiche,
alle volte gonfiate enormemente in una
trasmissione orale di parecchi secoli, e che
furono messe per iscritto soltanto verso
il x-1x secolo.
Quanto la Bibbia ci dice dei Patriarchi,
si presenta spesso sotto forma di una
narrazione con elementi poetici, la quale
2 senza dubbio degna di fede, ma dove
non si pud interpretare tutto alla lettera sul
piano storico.
Le tradizioni bibliche relative ai
Patriarchi, costituiscono un insieme reli-
gioso. Si tratta di una quantita di frammenti
che, da un punto di vista strettamente
storico, non hanno forse tra loro un solido
rapporto, ma che, tuttavia, sono legati gli
uni agli altri da una forte tematica religiosa.
La grande affermazione degli scrittori sacti,
conceme la fede secondo la quale Dio
guida il corso della storia : in fondo qui si
tratta delle « res gestae Dei per patriarchas »,
dell’epoca divina realizzata dai Patriarch.
E’ indiscutibile, daltra parte, che la
storia dell’antico Medio Oriente, a partire
dal 2000 avanti Cristo, ha per noi minori
segreti che per i contemporanei di Salo-
mone. Infatti & possibile assai meglio oggi
che un tempo, rendetci conto di quante
informazioni storiche preziose si trovino
nei racconti biblici riguardanti i Patriarchi.
Per molto tempo si era creduto che ’anno
duemila ci riconducesse verso un passato
tanto lontano da confondersi con gli alboti
della civilt umana. Si 2 anche creduto che
i Patriarchi ebrei fossero dei nomadi molto
primitivi che vivevano sotto le tende,
completamente privi di cultura e la cul
religione si limitasse a un animismo o a un
polidemonismo molto rozzi. Cosl, almeno,
veniva presentata questa storia negli antichi
manuali dove traspare in modo tipico
la mancanza di prospettiva allora in uso.
Gli orizzonti, fortunatamente, si sono
allargati ed ora si possono giudicare le
tradizioni patriarcali alla chiara luce della
1CAPITOLO PRIMO
storia. Nel momento in cui T'esodo di
‘Abramo alla sua partenza dalla citt di
Haran, apre la _preistoria d’Israele, la
storia della civiltd dell’antico Medio Oriente
2 gia vecchia di pitt di 3000 anni. Le pit
antiche iscrizioni deciftabili che costitui-
scono l'alba della storia, sia in Egitto che in
Mesopotamia, datano dai primi secoli del
terzo millennio a. C. Le pid recenti scoperte,
in questi ultimi anni, fanno tisalire le tracce
di antiche culture al 1v-v e perfino al vit
millennio. Appare cosi sempre pid chiara-
mente, che gli Ebrei non hanno fatto che
molto tardi il loro ingresso nella storia.
Su tutto il territorio dei paesi_ biblici
fioriva una quantita di culture che avevano
raggiunto il loro apogeo molto tempo
prima della nascita di Abramo. Non si
tratta delle grandi civilta mesopotamiche,
degli enigmatic Sumeri (che inventarono
la scrittura verso il 3300 a. C.), ma della
civilta mesolitica di Wadi-en-Natuf (8000
a. C,), dei segni della cultura risalente
all’Antico Neolitico che ora sono stati
scoperti_ in Gerico (7000-6000 a. C.),
delle civilta calcolitiche di Tuleilat-el-
Ghassul (5500 a, C.) ¢ anche della cultura
cananea del Bronzo Antico, di cui citta
come Megiddo, Bethshan, Ai, Sichem,
Gezet 0 Lakish conservano ancora le
vestigia.
In Mesopotamia, patria d'origine di
‘Abramo, una serie di imperi nel terzo
millennio a. C,, avevano esercitato una
egemonia assoluta su una grande parte del
territotio. Verso Panno duemila, Ia cultura
sumerica ¢ Ia semitica (accadica) si erano
completamente amalgamate : i re della
TIT dinastia di Ur (2060-1950) si sentirono
gli eredi sia della cultura sumerica, gid
vecchia di quindici secoli, sia della civilta
dei conquistatori accadi, Sargon I (verso
il 2360) 0 suo nipote Naram-sin (circa il
2250).
‘Verso la stessa epoca della dinastia di Ur
(cic. 2050), la XI dimastia egiziana si
apprestd a riordinare la situazione caotica
che aveva ereditato, e pose la fondamenta
del Medio-Impero. In Palestina la transi-
zione tra il Bronzo Antico e il Bronzo
Medio (dal 2300 al 2200) fu contrassegnata
dal crollo delle civilta del Bronzo Antico
2
citta come Gerico, Megiddo ¢ At furono
distrutte nel modo pitt brutale, mentre le
residenze all’ est ¢ all’ovest del Giordano
farono completamente abbandonate. La
sola luce di speranza venne in questo
momento dalla comparsa degli Amorrei che
invasero non soltanto la Palestina, ma
anche ’Egitto e Ia Mesopotamia. E’ molto
verosimile che la famiglia di Abramo abbia
appartenuto a questo gruppo etnico.
La prima meta del secondo millennio
(tra il 2000 il 1550 a. C.) fu testimone
dell’esodo di Abramo verso il nuovo paese
che Dio gli indicherebbe. Questa emi-
grazione di una tribii di nomadi con tutti i
loro beni, alla ricerca di nuovi pascoli per
i loro greggi, costituisce il vero punto di
partenza dello sviluppo storico d’Israele.
Fino a questo momento, Israele non esisteva
ancora in quanto « popolo » (non lo diven-
tera che nel x1r secolo) € non si possiede
alcun ricordo archeologico o letterario
delle emigrazioni di queste tribt.; ma, in
tun certo senso, Ia preistoria di un popolo
fa parte della sua evoluzione storica. Ora,
fondandoci su tradizioni secolari relative a
una patria di origine mesopotamica, ci é
possibile ricostruire tale preistoria. E indi-
spensabile, percid, rievocare prima l’epoca
in cui si svolsero le emigrazioni patriarcali,
per esaminare poi se le affermazioni della
Bibbia riguardanti le origini di Isracle,
si insetiscono in modo soddisfacente nel
quadro generale.
I- L’ANTICO ORIENTE
INTORNO AL 2000-1750 A. C.
0P0 LA CADUTA DELLA FIORENTE
D dinastia di Ur Il (cir. 1950)
quando il re di Elam devastd Ur,
gli Amozrei (la Bibbia impiega questo
vocabolo in senso molto ristretto) si affac-
ciano sempre pit alla ribalta della storia.
In origine Pappellativo Amarrw (« paese
dell’Occidente », in sumerico Marfw) indi-
cava i Semiti del nord-ovest. A poco a poco
queste « genti dell’Occidente » si divisero
in due gruppi dai quali cbbero origine da
una parte gli Aramei ¢ dall’altra gli Ebrei.
Gia verso la fine del terzo millennio, questiFo
semi-nomadi si erano spostati verso il
nord-ovest della Mesopotamia per fondarvi
un paese amorreo. Dopo la caduta di Ur,
gli Amorrei invasero tutta intiera la Meso-
potamia,
Nel xvnr secolo, quasi tutti gli Stati del
nord della Mesopotamia (Mari, Nachur,
Qatna) erano governati da sovrani amorrei.
In questi Stati va particolarmente segnalata
Mari, una citta situata alla curva settentrio-
nale dell’Eufrate dove, nel 1935, si sono
scoperte importanti raccolte di tavolette
cuneiformi. Anche a Babilonia sino dal
1830 a. C., una dinastia amortea si im-
possessd del potere; il suo pit illustre
rappresentante fu il re-legislatore Hammu-
rapi (1728-1686). Si sono trovate recente-
mente due raccolte di leggi del xax secolo,
che si possono considerare precorritrici del
famoso codice di Hammurapi, cio’ il
codice accadico del regno di Eshnunna ¢
il codice sumerico di LipitIshtar d’Isin
(intorno al 1865 a. C.). Queste due colle-
zioni di leggi provano chiaramente che il
grande re di Babilonia, Hammurapi, ha
fatto una scelta tra le tradizioni giuridiche
molto diffuse nell’antico Medio Oriente,
cosi come pid tardi Ia faranno gli Assisi
nelle «leggi assire » del x1r secolo e gli
Isracliti nel « Codice dell’Alleanza ».
Qualche punto della storia patriarcale
viene chiarito da una collezione di tavolette
cuneiformi che sono state trovate a Kiil-
tepe, nell’Asia Minore; esse ci danno
aotizic interessanti sulle prime colonie assire
della citta di Assur sul corso superiore del
Tigri. La popolazione di tali colonie non
si concentrava in citta, ma conduceva un
tipo di esistenza molto simile a quella dei
Patriarchi, e manteneva rclazioni commer-
Gali con i paesi del nord ¢ del nord-ovest
della loro terra di origine.
La stessa Palestina nel x1x secolo subiva
il controllo, probabilmente un poco mode-
sato, dei Faraoni della XII dinastia (cir,
1991-1786) e un sovrano di questa dinastia
siuscl a impossessarsi di Sichem (Seso-
stris II). Byblos costituiva una colonia
egiziana ¢ vi si sono trovate delle iscrizioni
di quella stessa XII dinasti, Linfluenza
egiziana in tale epoca @ provata dalla
scoperta fatta negli scavi in cit’ come
I PATRIARCHI
Gezer 0 Megiddo, di moltissimi oggetti
di origine egiziana,
I «testi di esecrazione » che datano
del xrx secolo, rivelano il proposito dei
faraoni di vincere i propri nemici per
mezzo della magia: delle giare contenenti
i nomi dei nemici furono ridotte in pezzi.
Benché i luoghi indicati nei «testi di
esecrazione » provino che la sfera degli
interessi egiziani si estendeva sino all’ovest
della Palestina ¢ della Fenicia, il paese era
in realtA occupato da parecchi clan semi-
nomadi di Amorrei. Nel centro della
Palestina sono identificabili soltanto due
itt: Gerusalemme ¢ Ascalona (tra una
quantita di nomi di capi tribit o di sceicchi)
mentre per il nord del paese, il numero
delle citt’ & molto maggiore.
*
GY'invasori amorrei non portarono, per la
verita, mutamenti importanti nei” paesi
occupati. In generale appartenevano alla
stessa discendenza nord-ovest semita dei
Cananei propriamente detti, inoltre questi
semi-nomadi adottarono abbastanza rapida-
mente la lingua e la cultura cananee.
Quando verso il 1800 a. C. la XI dinastia
egiziana fu sostituita dalla XU, i capi
tribi: palestinesi e siriani riuscirono a ren-
dersi pitt o meno indipendenti dal dominio
nominale egiziano ¢ a creare una serie di
minuscoli reami: intanto in Egitto, gli
Hyksos si crano impadroniti del potere.
Non si tratta, come una volta si credeva,
di una infiltrazione di invasori feroci, ma
piuttosto di principi asiatici ai quali, dai
faraoni del Medio Impero, era stato dato
il soprannome di « hyksos », cio’ « sovrani
stranieri ». Per quanto se ne sa, Ponomastica
degli Hyksos rivela chiaramente il carattere
cananeo 0 amorreo dei faraoni della
XV dinastia: basti citare anche dei nomi
come ‘Anat-har o Ya'qob-har.
E’ evidente che si tratta di capi semiti
del sud della Siria e della Palestina che
hanno conquistato I'Egitto ormai_ inde-
bolito. Gid verso il 1720-1710, gli Asiat
si erano stabiliti da dominatori nel Delta
del Nilo. Un secondo gruppo meglio
organizzato e forse al comando di capi indo-
3CAPITOLO PRIMO
ariani, fece Ia sua apparizione verso il
1690-1680. Questa seconda ondata d’inva-
sori si impadroni di tutto il territorio
egiziano ¢ dalla nuova residenza d’Avatis
(Tanis) vicina alla frontiera nord-ovest
dell'Egitto, esercitd il suo dominio sul
paese per tutto un secolo (dal 1690-1680
al 1580-1570). Non & impossibile che gli
antenati di Israele fossero emigrati verso
PEgitto durante il regno dei faraoni hyksos
con i quali avevano legami di parentela ¢
che a quell’epoca controllavano la Palestina
(Gd che é provato dal ritrovamento di un
gran numero di scarabei).
Il dominio degli Hyksos fu distrutto dal
faraone Amosis (1570-1546) ill fondatore
della XVIII dinastia d’Egitto.
Mentre gli Hyksos si erano impadroniti
dell’Egitto, gli Hurriti avevano invaso la
‘Mesopotamia: di questo popolo, il cui
paese di origine é situato nelle montagne
@Armenia ¢ la cui lingua paso pid tardi
all’impero urartu, si trova menzione nei
testi cuneiformi del soxrv secolo a. C.: ma
& specialmente nel xvi € xvt secolo che
‘gli Hurriti si fissarono saldamente nell’ Alta
Mesopotamia ¢ nel nord della Siria. Un
importante campo di scavi a Nuzi, tra il
Grande ¢ il Piccolo Zab, che sono due
affluenti orientali del Tigsi, ha permesso di
scoprire numerosi documenti hurriti, Nella
Bibbia si trovano soltanto sporadiche allu-
sioni a questo popolo, ma, nei testi egiziani,
la Palestina tutta intera & indicata, alle
volte, con la voce Huru.
Ul - I PATRIARCHI D'ISRAELE
VELA BASE DELLE NOTIZIE ESPOSTE, St
possono ora esaminare le natrazioni
del Libro della Genesi che formano
4] primo capitolo della grande storia teolo-
gica contenuta nel Pentateuco. La trama
teologica non facilita chi desideri allacciare
alcuni suoi racconti ai dati sicuri della storia
profana. Infatti Vintenzione degli autori
sacri non era mai quella di raccogliere un
certo numero di fatti storici basandosi su
documenti contemporanei. E’ evidente che
i racconti sui Patriarchi non costituiscono
in alcun modo fonti storiche perché non
4
appartengono alla stessa epoca dei fatti
narrati.
Mosé vise molti secoli dopo era
patriarcale ¢ se si vuole prestare fede alla
« teoria documentaria » del Pentateuco, due
documenti importanti, cio? lo « Yahwista »
¢ il « Codice Sacerdotale », datano l'uno del
1x secolo ¢ Valtro del v secolo soltanto.
Gli autori che hanno diffuso questa « teoria
documentaria » del Pentateuco, special-
mente Graf ¢ Wellhausen, hanno, senza
dubbio, esagerato nel loro scetticismo in
metito alle pitt antiche tradizioni d’Isracle,
‘Anche se affermano che non si possono
escludere reminiscenze storiche, sembra
loro tuttavia impossibile determinare con
esattezza il valore storico di tali remini-
scenze e percid di poter sctivere con rigore
scientifico la storia dell’epoca patriarcale.
Agli occhi dei difensori dell’ipotesi delle
« quattro fonti » (come viene pure de-
signata la « tesi documentaria »), Abramo,
Tsacco ¢ Giacobbe erano da considerarsi
semplicemente quali antenati eponimi di
clan, ossia come figure mitiche delle quali
si doveva negare decisamente I'esistenza
storica,
La religione dei Patriarchi, descritta nel
Libro della Genesi, non poteva avere che
il valore di una proiezione nel passato di
un credo posteriore, ¢ in realtA i Patriarchi
non avrebbero superato lo stadio dell’ani-
mismo 0 del polidemonismo.
‘Attualmente, invece, si constata che
tale opinione era eccessivamente severa.
Alla luce delle ricerche archeologiche, ci si
@ resi conto che il livello culturale era assai
pit elevato di quanto non credessero i
difensori delVipotesi di Wellhausen. Decine
di antiche citta sono risorte dalle rovine ¢
migliaia di iscrizioni sono state raccolte
negli scavi. Oggi si dispone di parecchic
decine di migliaia di testi che datano
dell’era dei Patriarchi. A questa categoria
appartengono le 20.000 tavolette di Mari
(xvutr secolo), qualche migliaio di testi
«cappadoci » (1x secolo), come qualche
migliaio di « contratti di Nuzi » (xv secolo),
le tavolette cuneiformi di Ras-Shamta (xv-
xim secolo), ecc.
Attualmente noa vi @ pit dubbio che i
racconti riguardanti i Patriarchi ebrei, an-zich? siferissi a un’epoca successiva, si
inseriscano invece nell’epoca precisa che essi
intendono descrivere, La determinazione
letteraria delle tradizioni israclite avvenne
in un tempo posteriore, tuttavia ora nessuno
pit contesta che quei documenti, da qua-
Iunque epoca possano datare, contengano
effettivamente del materiale ‘antichissimo.
Pud darsi che tale materiale sia stato
presentato in una forma letteraria nuova,
ma é certo che non fu inventato « ab ovo ».
Si deve tener conto del peso preponderante
della tradizione orale, specialmente su
quanto concerne la materia epica, giuridiea
© liturgica ; anche dopo aver fissato per
iscritto tali argomenti, la tradizione orale
continuava ad esercitare la sua influenza
sulla loro discriminazione, la loro espres-
sione ¢ la loro trasmissione.
Gli storici hanno Pabitudine di indicare
con iniziali i manoscritti contenenti testi
originali 0 derivati da un originale. I
racconti che concernono i Patriarchi appar-
‘tengono particolarmente alle due fonti pit
antiche del Pentateuco, indicate con le
lettere « J »ed « E ». Questi due documenti
risalgono probabilmente a un originale
comune che fu trasmesso in due versioni
parallele, I temi principali del Pentateuco
si riscontrano, infatti, tanto in « E» come
in «J » (x secolo), ma é difficile sapere da
che cosa fosse costituito l’originale che ha
servito di base a « J » ed a « E» ; probabil-
mente la prima espressione del contenuto
della tradizione assunse la forma di una
epopea sul tipo del « Cantico di Debora ».
Sembra che piccole composizioni riguar-
danti individui diversi, come Abramo,
Isaceo ¢ Giacobbe, siano state riunite per
formare, alla fine, una storia epica delle
«res geste » dei Patriarchi, Pid tardi ancora
tale epopea fu riunita ad alte tradizioni
dell’epoca primitiva (Esodo, il Sinai, la
Conquista) per atrivare finalmente a una
grande storia epica d’Israele. Da tutti gli
stadi dell’evoluzione, una scelta di clementi
individuali della tradizione fu inserita in
ua quadro nazionale e attribuita al popolo
israclita dell’ cpoca posteriore. Una parte
J PATRIARCHI
delle tradizioni venne pid tardi inscrita
nel Pentatenco, benche il legame con la
trama della storia patriarcale rimanesse
piuttosto debole.
Pure avendo dimostrata l’innegabile anti-
chita di quanto sta alla base dei racconti
della Genesi, non si @ tuttavia provata la
loro «storicita ». Anche se si vogliono
accettare le narrazioni bibliche, il ricostruire
gli inizi della storia d’Isracle si dimostra
sempre estremamente difficile e, in realt’,
troppi dettagli restano in ombra. I Patriarchi
appaiono como individui pit o meno
isolati, senza nessun contatto con i grandi
imperi del loro tempo ; nessuno dei faraoni
egiziani, ad esempio, & mai espressamente
menzionato. E? poco probabile che dei no-
madi insignificanti quali erano i Patriarchi,
potessero figurare in documenti ufficiali,
comungue di tali documenti, fino ad oggi,
non ne furono trovati e neppure le ricerche
archeologiche hanno potuto dimostrare che
i racconti relativi ai Patriarchi raccolgano
fatti svoltisi esattamente come sono presen-
tati dalla Bibbia. E’ giusto aggiungere,
tuttavia, che non si & scoperto nessun
oggetto e neppure alcun testo che contrad-
dica in modo certo un qualsiasi elemento
della tradizione biblica. L’unico aiuto che
ci pud offrire Parcheologia & di dare una
qualche verosimiglianza alla Genesi ¢ di
tracciare le grandi linee sulle quali appog-
giare i dati biblici.
Della vita di Abramo, di Isacco e di
Giacobbe, noi non conosciamo altro che
quanto @ raccontato nella Bibbia, poiché
nessun particolare ci viene confermato
dal?’archeologia.
In tali condizioni, per ritrovare il corso
storico degli avvenimenti, non festa che
basarsi sui racconti dei Patriarchi, ma
sfrondarli, per quanto possibile, della loro
interpretazione teologica ¢ della loro forma
epico-poetica. Pure accettando il carattere
storico essenziale delle tradizioni, si deve
tener presente che una ricostruzione detta-
gliata & impossibile. L’epopea tende ad
attribuire i movimenti e le azioni di tutto
un gruppo di uomini a qualche individuo
soltanto. E’ per questo che si potrebbe
forse credere che Abramo lascid Harran
con la moglie, il nipote Lot, la moglie di
5CAPITOLO PRIMO
questi e qualche servitore : la realta & ben
diversa perché @ evidente che Abramo €
Lot erano alla testa di tutto un clan ¢
‘Abramo disponeva di 318 uomini armati
(perché 318 @ il valore aritmetico che si
deve dare al nome ebreo di Eliezer, l'inten-
dente di Abramo). Allo stesso modo la
distruzione di Sichem attribuita a « Si-
meone » ¢ a « Levi », non fu opera di due
individui, ma di due clan.
Comunque le origini di Isracle non
farono cos semplici. Sembra indispen-
sabile ammettere che all’inizio del secondo
millennio a, C. la Palestina fu invasa da
parcechi clan, i quali dovevano possedere
tradizioni proprie legate alla loro migra-
zione iniziale. Quando fu costituito il vero
Isracle, cio’ la confederazione delle dodici
tribi, ‘tutte le singole tradizioni furono
raccolte in una sola, nel senso che venne
scelta quella tra le migeazioni la cui realt
storica @ indubbia e poté assorbire 0
neutralizzare le altre.
Qui si potrebbe fare un raffronto anche
con la storia delle gesta di Giosué perché,
mentre il Libro di Giosué descrive questi
come [eroe nazionale unico della Con-
quista, il Libro dei Giudici mostra chiara-
mente che la Terra Promessa cadde nelle
mani degli Isracliti solamente in forza di
un’azione graduale, ¢ suddivisa nel tempo,
di parecchi gruppi.
Per quanto concerne le tradizioni patriar-
cali, si possono considerare quattro pro-
blemi: 1°) Tali tradizioni rivelano un
carattere storico attraverso il loro adatta-
mento alle condizioni di vita nell’antico
Medio Oriente agli inizi del secondo
millennio ? 2°) Viéla possibilita di precisare
Ia data esatta della migrazione di Abramo ?
3°) E? verosimile Vorigine dalla Mesopo-
tamia dei Patriarchi? 49) Che cosa si
conosce della religione dei Patriarchi ?
II - IL QUADRO GENERALE
DELLA STORIA PATRIARCALE
nel’evoluzione storica universale
delantico Medio Oriente per tre
considerazioni: 1°) per Yonomastica dei
L STORIA DEI PATRIARCHI SI INSERISCE
6
nomi propri; 2°) per vari usi o costumi ;
3°) per Porganizzazione della vita ti-
bale,
1°) I nomi dei Patriarchi corrispondono
perfettamente a quanto fino ad ora é
conosciuto dell’onomastica degli Amortei
della Mesopotamia e della Palestina. Il
nome di Giseobbe, per esempio, si ritrova
nelle tavolette di Mari, in un testo del
xvmtt secolo sotto Ia forma di Ya‘gob-'el;
@ pure il nome di un capo hyksos ( Ya‘gob-
"har) © di un personaggio palestinese
(Ya'qob’el) che compare nella lista del
faraone ‘Tuthmosis TI (xv sec.). I
nome «Abraham » (Ab-am-ram) & men-
zionato in testi babilonesi del xvr secolo
e probabilmente anche nei « testi di ese-
crazione » egiziani. Il nome del nono di
Abramo, Nahor, compare nei testi di
Mari come nome della citth Nachur
situata nelle immediate vicinanze di Hari
nel xvi secolo questa citti era la re
denza di un sovrano amorreo. In alcuni testi
assiti posteriori, lo stesso nome del padre
di Abramo, Terah, si indovina sotto la
designazione della citta di Til-Turachi ¢ si
& anche creduto di trovarne traccia nei testi
ugaritici. Uno degli antenati di Abramo,
Serug, ha un nome simile a quello della citta
ii Sarugi, sita all’ovest di Harran; cost
pure il nome di Peleg sembra essere uguale
a quello di Phaliga, cittA vicina alla con-
fluenza del Chabor con ’Eufrate. Uno dei
figli di Giacobbe, Beniamino, porta lo
stesso nome di un clan di Mari, i Banu
Jjemina. 1 nomi di Zabulon ¢ Issachar
sono menzionati nei «testi dl esecta-
zione » egiziani e a Mari si trovano i nomi
di Levi € di Ismacle.
Queste indicazioni sono senza dubbio
molto vaghe ed @ impossibile sup-
porre che alludano particolarmente ai
personaggi biblici omonimi, tuttavia
Pabbondanza delle citazioni dimostra la
probabilita generale del carattere storico
della nomenclatura patriarcale. L’identita
dei nomi di persona con quella di citta
ben note, suggerisce che dei clan ¢ poi
dei capi di clan, adottarono per sé il nome
di tali citta.
29) — Molti fatti del Libro della Genesi
si comprendono meglio alla luce degli1, ~ La Ziqqurat di Ur in Caldea.
In primo piano le abitazioni della
Citta Antica. (Foto Leconte)
2. ~ Gli architetti della Ziqqurat
no adoperato i mattoni in
ycanza di pietre ¢ si sono serviti
«di bitume per calce » [Gen. 11, 3].
(Foto Leconte)
3. — A Ur in Caldea: case del
tempo di Abramo. Qui si vede il
cortile centrale sul quale si apri-
vano le abitazioni. (Foto Leconte)Nel cimitero re
a dove
di Ur nel nr millen-
5 vine di Lagash (Tello) nel ut)
paese di Sumer [11 millennio7. = Zigqurat di Teho
presso Susa, Data dal xim secolo
a. Cr. Deisette piani della Zigqqurat
(che si elevavaa 50 m. di altezza)
non ne rimangono che tre.
(Foto R. Ghirshaan)
2 tribuna
Palazzo di Ma
della Sala del Trono.
(Foto A. Parrot-Lowsre)
(Foto
Louvre)
no di La9. — Mari. Pittura murale rap-
presentante (al centro) P'investitura
del re Zimrilim dalla dea Ishtar.
In basso, due dee con vasi zam-
er
pillanti [11 millennio a. Cr.]
(Foto Lawre)
rr, — Il governatore Ishtup-ilum
di Mari [xvttt sec. a. Cr.].
(Foto Parrot - Lowre)
10. ~ Mari. Dea con vaso zampillante
[vx sec. a. Cr] 12-15. — Case dai tetti conici della
(Foto Parrot-Lourre) Siria del Nord. Se ne ritrova il
modello sui bassotilieviassiri.
(Foto Leconte)_——
8 Se
4. — Bybl primo piano i templi
della Citt Fenicia, Ne
Libano.EEE
16, — Il Tell di Dothan, Pantica
Dothain, dove Giuseppe fu gettato
in una cisternae venduto dai
suoi Fratelli, (Foto Starcky)
17. — Ai piedi del Garizim (@
destra) si distingue il villaggio di
Balata e, pid sotto, il Tell di
Sichem. “A sinistra il pozzo di
Giacobbe o della Samaritana e la
tomba di Giuseppe. (Fate Leconte)
18. — La tomba di Giuseppe,
vicina a Sichem.
(Foto Leconte)usi_e dei costumi esistenti nel secondo
millennio 2. C. A questo proposito con-
viene segnalare gli importantissimi testi
detti «di Nuzi ». Questa cittd, situata un
poco a sud dellattuale villapgio di Kirkuk,
sulla riva orientale del Tigri, nei secoli xvz
© Xv aveva una popolazione composta
ptincipalmente da Hurriti. Benché appar-
tengano alla fine del periodo dei Patriarchi,
i testi di Nuzi rivelano, senza dubbio, una
tradizione giuridica molto diffusa che, forse,
pud anche essere stata trasmessa agli
Husriti dagli Amorrei: comunque essi
gettano una luce chiara su avvenimenti e
istituzioni che, altrimenti, resterebbero
inesplicabili.
Ad esempio, la preoccupazione di
Abramo di vedere uno schiavo divenire
suo erede, si pud comprendere quando si
tenga conto della pratica delPadozione di
schiavi in uso a Nuzi: in questa citta, le
copie che non avevano figli, potevano
adottare uno schiavo con la siserva che
esso perdeva ogni diritto alla successione
se, in seguito, fosse nato un figlio agli
adottanti. Sara diede ad Abramo la sua
serva Hagar per cottenere da lei dei
bambini » e Rachele fece altrettanto con
Bilha. A Nuzi si sono pure trovati dei
contratti di matrimonio con i quali si
faceva obbligo alla sposa legittima sterile,
di fornire un’altra donna per sostituirla
ptesso suo marito. Poiché le leggi di Nuzi
proibivano di respingere una schiava ¢ il
suo bambino, si comprende lavversione di
Abramo ad abbandonare Hagar ¢ Ismaele
alla loro sorte. I dissensi fra Giacobbe ¢
Laban si possono ugualmente interpretare
alla luce dei testi di Nuzi. L’adozione di
Giacobbe nella famiglia di Laban ¢ la
condizione espressa di non prendere altre
mogli se non le figlie di Laban ; Pasprezza
di Lia e di Rachele contro il padre ed
infine il sequestro posto da Rachele sui
Jaci di Laban (titolo giuridico per la futura
eredita), tutte queste vicende trovano una
spiegazione in costumi vigenti a Nuzi.
E? indubbio che le forme giuridiche in uso
tra i Patriarchi si avvicinano assai pid a
quelle del secondo millennio che non alle
pratiche del dititto degli Isracliti di un’epoca
posteriore.
I PATRIARCHI
Il racconto dellacquisto della grotta di
Macpela, é attribuito alla fonte pitt recente
del Pentateuco, ma in realta il vero svolgi-
mento di tale affare non si potrebbe com-
ptendere se non basandosi su alcuai para-
grafi delle leggi hittite. Per tale legislazione
(il cui testo datato del xiv secolo, fu
scoperto nell’ antica capitale hittita di
Hatusas, attualmente chiamata Boghaz-
Koi), il compratore di tutte le terre posse-
dute da una persona, doveva assumersi
Pobbligo delle corvé (i/kx), obbligo che
non cra imposto nel caso che Pacquisto
fosse parziale (come exa quello desiderato
da Abramo). La menzione fatta degli
«alberi» sul tettitorio di Macpela, si
accorda ugualmente con i documenti hittiti
dove vengono sempre precisati questi
particolari.
3°) ~ Il tipo di esistenza condotta dai
Patriarchi, presenta tutti i caratteri del
semi-nomadismo: essi vivono sotto le
tende e attraversano tutta la Palestina alla
ricerca di pascoli stagionali per i loro
greggi. Soltanto qualche volta si spingono
fino al sud dell’Egitto o sino al nord della
Mesopotamia. Non sono dei veri Beduini
perché non penetrano mai profondamente
nella steppa, perd non si fermano neppure
mai lungamente nelle cittd (Lot fa ecce-
zione). Non esercitano neppure Pagricoltura
se non in forma molto limitata (Isacco
«semina») € non posseggono terre di
lavoro, ma devono persino acquistare il
campo per sotterrare i loro morti. Sembra
molto verosimile che i Patriarchi fossero
«nomadi su asini ». La menzione di cam-
melli @ sovente considerata come un ana-
cronismo di un’epoca posteriore, ma pud
anche costituire la prova che qualche volta
venivano pure impiegati dei cammelli
domestici (pid esattamente, dromedati, ciot
cammelli a una sola gobba). E? accertato
che il cammello domestico era conosciuto
nelantico Medio Oriente molto tempo
prima della fine del terzo millennio a. C. :
a Uruk si é anche trovata una statuetta
del quarto millennio: in Egitto esistono
delle figure in rilievo di cammelli montati,
che risalgono alla I dinastia (intorno al
2900). Tuttavia non si devono immaginare
i Patriarchi come dei nomadi che usassero
15CAPITOLO PRIMO
i cammelli come Jo facevano in special
modo i Madianiti del tempo di Gedeone
(xm sec.) : Ia loro cavalcatura, normal-
mente, eta Pasino come a Mari. Gli avver-
sari sichemiti dei figli di Giacobbe, Simeone
€ Levi, portano il nome caratteristico di
bend kbamér (« fighi dell’asino »), L’aspetto
esteriore dei Patriarchi non deve essere
stato molto diverso da quello dei scmi-
nomadi rappresentati su una parcte della
tomba di Khnum-Hotep LI a Beni
‘Hassan in Egitto, che risale all'incirca al
1890.
Gli spostamenti dei Patriarchi concor-
dano anche con la situazione geografica
esistente all’inizio del secondo millennio
a. C, Naturalmente si deve tener conto
anche di alcuni anacronismi, come la cita-
zione della citta settentrionale di Dan nella
Genesi (secondo il Libro dei Giudici, il
nome «Dan» sostitui, dopo lepoca di
Mosé, la designazione originaria di
«als »). Un altro anacronismo consiste
nell'indicare 1a presenza in Palestina dei
Filistini, mentre queste « popolazioni del
mare» hanno invaso il paese di Canaan
soltanto dopo la conquista israclita. Tutta-
via, nel suo insieme, la descrizione @ auten-
tica ¢ i liberi spostamenti tra il sud della
Palestina e la Mesopotamia, si spiegano
facilmente nel quadro dei testi di Mari o
dei «testi di esecrazione » d'Egitto.
‘Alcuni particolari delle migrazioni pa-
triarcali risultano assolutamente conformi
alla realta storica : il loro generale campo
confina con la zona montuosa della Palestina
centrale da Sichem fino al Negeb nel sud.
Non si tratta mai della Palestina setten-
trionale, né della valle del Giordano, né
della pianura di Esdrelon, né della regione
costicta, e questo ¢ comprensibile perché la
regione’ montuosa del centro contava
pochissimi abitanti ¢ la massima parte del
territorio era nelle mani di alcuni capi di
clan che stavano per teasformarsi in signori
feudali sedentari. Le cittd indicate nella
Genesi : Sichem, Dothan, Bethel ¢ Gerusa-
Jemme, esistevano gia all’epoca del Medio
Bronzo.
16
Lresistenza dei Patriarchi pud essere
considerata come avente un fondamento
storico, non soltanto nel suo quadro
generale, ma & ormai assodato che anche
‘come individui i Patriarchi rappresentano
una realté storica.
Nessuno ormai sostiene opinione che
si tratti di cteazioni leggendarie, di antenati
eponimi o di divinita degradate ; ¢indubbio
che i Patriarchi non erano individui isolati,
ma si trovavano alla testa di clan pit 0
meno importanti. I racconti biblici si
tiferiscono a movimenti di tali gruppi nei
quali il pater familias sappresentava il clan
tutto intero, Tali clan concludevano trattati
¢ matrimoni dividendosi in parecchi li-
ggi ¢ le loro vicende si riassumono in
quelle individuali dei loro capi che apparten-
gono indubbiamente alla storia.
In generale si ha l'impressione che i
Patriarchi fossero uomini pacifici : proba-
bilmente i loro clan non avevano forze
sufficienti per entrare in lotta con gli
seeicchi meglio armati e sono rare le
occasioni di violenze come nel caso di
Sichem o dell’avventura di Abramo quando
salva il nipote ¢ suo alleato Lot dall'arbitrio
di cingue «re ».
IV - LEPOCA DEI PATRIARCHI
E NARRAZIONE DELLA GENESI St ADAT-
tano bene alla situazione della prima
meta del secondo millennio a. C.,
vale a dire tra il xx ¢ il xvn-xvr secolo.
Di Abramo non é possibile stabilire la
data approssimativa della nascita ¢ non ci
si pud affidare alla cronologia della Bibbia
che & spesso contradittoria. Infatti, mentre
il Libro dell’Esodo indica la durata del
soggiomo in Egitto in 430 anni, la versione
dei « Setanta » comprende in questo lasso
di tempo la storia dei Patriarchi dopo il
loro ingresso in Palestina. Secondo la
Genesi timasero nella Palestina durante
215 anni in modo che, se si deve credere
ai «Setanta », la durata del soggiorno in
Fgitto & ridotta della met’. Poicht Mosé
sembra essere stato un pronipote di Levi,
si dovrebbe dedurre che tre o quattro
generazioni separavano I’entrata in Egitto——_———_
dei Patriarchi (Levi) dall’epoca di Most :
ma nel Libto dell’Esodo si dice soltanto
che Most, figlio di Amram, apparteneva al
clan di Qehat, una suddivisione della tribi
di Levi.
Lepoca dei Patriarchi non potrebbe
essere precisata maggiormente neppure con
Paiuto di dati presi a fonti diverse della
Bibbia ; infatti sembra impossibile stabilire
una qualsiasi contemporaneita tra una
persona o un elemento della Genesi ed
‘una persona o un fatto conosciuti al di
fuori della Bibbia, Si é cercato di sfruttare
un passo della Genesi nel quale Amtaphel,
re di Sinar, é stato identificato con Hammu-
mpi, il che farebbe coincidere Vepoca di
Abramo con gli anni del regno di quel
monarca e cio® dal 1728 al 1686. I nomi
dei wre» ostili che erano acrivati dal-
POriente attraverso la strada «reale », non
sono sconosciuti nell’onomastica del perio-
do di Hammurapi ; Aryok (Arrivuk) com-
pare nei testi di Mari; Tideal @ forse
Tudbalias nome regale hittita del xvi
secolo; Kedor-Laomer sembra che fosse
autenticamente elamita, benché non se ne
trovi il nome altrove.
Comunque il vero sviluppo degli avveni-
‘menti resta oscuro, ma una incursione sotto
un comando elamita non si pud concepire
altro che prima o dopo il regno di Hammu-
tapi, perché @ soltanto in questo periodo
che si parla di una espansione clamita ¢
non si é neppure sicuri che fosse diretta
verso lovest. Si pud dunque collocare
Pavvenimento sia nel xxx che nel xvt
secolo ; tuttavia, se non si pud attribuirgli
una data sicura, bisogna non dimenticare
che le narrazioni della Genesi possono
riunire tradizioni di clan disseminate nel
tempo e nello spazio.
‘Attualmente esiste la tendenza a collocare
il petiodo dei Patriarchi anziché all’epoca
del Bonzo Medio (xx-xvr sec.) a quello
del Bronzo Recente (xv-xm sec.) basan-
dosi particolarmente sui testi di Nuzi
sulle tavolette di Amarna. Ricordiamo,
tuttavia, che i sistemi giuridici ai quali si
2 accennato in precedenza, non sono
necessariamente contemporanei ai testi di
Nuzi nei quali sono inseriti.
I testi di Tell-el-Amarna (say sec.) in-
I PATRIARCHI
formano della presenza in Palestina di
gruppi denominati Habiru 0 *Apiru: pero,
nella Genesi, una sola volta Abramo é
chiamato «lEbreo » (‘bri), mentre tale
appellativo si incontra nella Bibbia soltanto
nei racconti pitt antichi ¢ anteriori alle
invasioni dei Filistini. Tale nome & fatto
pronunciare sovente da stranieti o da
Isracliti quando parlano di se stessi con
stranieri, oppure quando il testo si riferisce
ad una legge antica. Si trata dunque di
sapere se il termine ‘ibri (che nella etimo-
logia popolare viene collegato a un ante-
nato «Eber ») Aabiru siano identici 0
quanto meno affini. Una relazione filologica
non é da escludersi, perd non si possono
nemmeno identificare in modo sicuro gli
Ebrei con gli Habiru, Quest’ultimo termine
& molto pid vasto ¢ lo si trova gia menzio-
nato nel periodo di Ur III (verso il 2000),
in testi della Cappadocia (xix sec.) ¢ in
quelli di Mari (xvir sec.). I testi egiziani
del xv-x1 secolo indicano gli’ Apiru come
nemici ¢ ribelli in Asia e come « alleati » in
Egitto. E’ probabile che tale espressione
stia a indicare piuttosto uno strato sociale
della popolazione che non una unit
etnica; si tratta di uomini privi di disitti
civili, senza una dimora fissa © senza una
cultura sociale precisa. La loro esistenza
semi-nomade permetteva che si arruo-
lassero come mercenari in truppe irregolari
cid spiega il nome ingiurioso di « banditi »
che i reucci cananei davano loro, per
esempio il re di Byblos.
Sarebbe troppo semplice identificare gli
antenati ebrei con gli Habiru delle lettere di
Amarna, perd @ certo che essi dovettero
appartenere alla stessa classe sociale,
I secoli xv-xm furono testimoni del
sorgere di grandi imperi come quello dei
‘Mitanni. La Palestina ¢ la Siria facevano
parte dell’impero egiziano ¢, pid tardi, il
nord della Siria si trovava nelle mani degli
Hittiti, mentre il nord della Mesopotamia
costituiva il pomo della discordia tra il
regno hittita e PAssiria che, allora, era in
piena espansione. La Palestina dei racconti
patriarcali non é quella del Nuovo Impero
in Egitto.
J Patriarchi non hanno alcun contatto
con i are (ad eccezione del reuccio
17CAPITOLO PRIMO
“Melchisedech di Gerusalemme e il monarca
di Gerar, vicino al Mediterraneo). Si ha
Pimpressione che anche Hebron Sichem
fossero rette da confederazioni di tribd.
Infatti Hebron non esisteva ancora come
citt’, poiché non si parla che della localita
vicina, Mambre ; ma se Hebron fosse stata
fondata veramente «sctte anni prima di
Tanis PEgitto » si dovrebbe collocare era
dei Patriarch prima dell’anno 1700 quando
gli Hyksos costruirono Tanis (Avaris).
Nel periodo del Bronzo Recente la Palestina
era invece organizzata in un sistema di
Cittd-Stati a base feudale, cid che @ dimo-
strato dalParcheologia ¢ dai documenti
egiziani.
‘Nella Genesi, I Patriarchi non hanno mai
contatti con gli Egiziani sul territorio
della Palestina e non vi si trova la minima
traccia di sovrani egiziani. Ora, questo &
vero soltanto per il Medio Impero (xxi-
xvutt sec.) quando la Palestina non subiva
che vagamente Pinfluenza egiziana; ¢ fa
pensare al periodo che precede immediata-
mente Patrivo degli Hyksos, quando la
potenza dell’Egitto stava per dissolversi.
‘Ad ogni modo questa situazione non si
verificava, al contrario, nel periodo del
Nuovo Impero quando la Palestina,
malgrado la presenza di un gruppo di
seucei locali, dei quali si parla nelle lettere
di Amatna, formava una vera provincia
dell’Egitto. I racconti biblici che si riferi-
scono ai Patriarchi non accennano mai ai
turbamenti dell’epoca di Amarna quando
i re degli Stati-Cittd impiegavano dei
mercenari Habiru per vinoere i loro vicini
e neutralizzare la dominazione egiziana.
‘A Sichem, per esempio, le lettere di
Amana segnalano la presenza di un
monatca Lab'ayu e dei suoi figli. Questo fa
dunque supporre che esistesse una situa-
zione ben diversa da quella descritta dalla
Genesi dove si parla di una confederazione
di clan, i « figli dell’asino ».
Se appare difficile precisare il periodo
esatto nel quale visse Abramo, @ altret-
tanto difficile precisare il momento nel
quale Istacle si stabill in Egitto. Il faraone
che favori Giuseppe e quello che «non lo
riconobbe pitt » non sono identificabili, né
Puno né Paltro.
18
La Bibbia stessa cambia nello stimare la
durata del soggiomno in Egitto, percid sem-
bra pit facile risalire pid addictro, comin
ciando dal? Esodo. Si & creduto che il
faraone benevolo del tempo di Giuseppe
appartenesse alla dinastia degli Hyksos,
pensando che dei Semiti dovessero, nor-
malmente, trovare una buona accoglienza
presso quei monarchi semiti ; invece alcuni
passi della storia di Giuseppe sottolineano
che il faraone amico ef un autentico
Egiziano, imbevuto di tutti i pregiudiai di
‘una dinastia autoctona. In ogni tempo dei
Semiti hanno trovato libero accesso in
Egitto: questo @ rivelato tanto dalle cro-
nache d’Egitto che dai documenti biblici.
Si racconta, per esempio, che il faraone
Amenophis I (v. 1435-1414) fece come
prigionieri di guerra ben 3.600 Apiru.
Non & impossibile che nella narrazione
dell’arrivo di Giacobbe in Egitto, si na-
sconda una serie di avvenimenti di propor
zioni assai pitt importanti.
Tale migrazione potrebbe non essere
avvenuta in una sola volta, ma essersi
suddivisa in uno spazio di tempo pit o
meno lungo; le incertezze del racconto
biblico ci danno forse degli indizi in
questo senso. Ad ogni modo si pud anche
supporre che il racconto della migrazione
di Giacobbe ¢ dei suoi figli, che & storica-
mente sicura, abbia il valore di un com-
pendio di avvenimenti pit generali ricapi-
tolati in esso.
V - VORIGINE DEI PATRIARCHI
‘A CRONOLOGIA ESATTA DELL’EPOCA
patriarcale ci resta dunque ignota :
non si pud assegnarle che un limite
esteso tra il xx € il xvr secolo. Ma la
probabilita storica sembra essere pitt sicura
per quanto concerne il paese d’origine delle
migrazioni delle tribt. di Abramo. Infatti
la tradizione biblica ¢ unanime nell’ammet-
tere che tale migrazione parti dal nord della
‘Mesopotamia, Il punto di partenza del-
Vesodo dei clan semi-nomadi dei quali
quello di Abramo é l'esempio tipico, &
situato a Harran, citta posta sul Balikh,
affluente dell’Eufrate, c il cui nome significa(ona) eure
‘owesay 1p opneunssoidde one
IHOUVINLWd 130
OdWal 1V
SYONIW VISV.1«strada crocicchio », Secondo alcuni passi
del Libro della Genesi @ ad Harran che
abitava il parente di Abramo, Laban ; perd
altri passi indicano come residenza di
Laban, sia Paddan-Aram, sia «la citta di
Nahor », sia la regione «al di la dell’Eu-
frate ». Paddan-Aram significa tanto «la
strada verso la Siria » quanto «la pianura
della Siria ». Tutte queste localita fanno
parte di cid che la Genesi chiama Aram
abaraim, «Aram dei due fiumi », cio’ la
‘Mesopotamia settentrionale, tra Karche-
mish a ovest ¢ Ninive a est.
Che Giacobbe ¢ Laban coneludano un
trattato sui confini di Galaad piuttosto
lontano dalla Mesopotamia settentrionale,
non prova affatto che la patria di origine
di Laban fosse situata in Transgiordania :
infatti tanto « Laban » quanto « Giacobbe »
appartenevano a clan nomadi che alle volte
si spostavano ben lontano dal loro paese
dorigine, come lo dimostra in modo
particolare il caso dei clan dei Beniaminiti,
cio’ i «popoli del sud » citati nei testi di
Mari.
La tradizione che indica Ia Mesopotamia
settentrionale quale patria dei Patriarchi si
accorda perfettamente con le nozioni che
si hanno oggi di questa regione che,
secondo quanto attesta la storia, era occu-
pata da un popolo semita.
Le affinita tra le leggi del Pentateuco € le
pratiche giuridiche dei Codici della Meso-
potamia del nord (codici d’Eshnunna, di
Lipit-Ishtar ¢ in special modo di Hammu-
rapi) sono sorprendenti. Se poi si rileva
come le analogie con i costumi del diritto
specificamente cananeo fossero minime,
si deve supposre che, benché la legisla-
zione biblica venisse codificata in un’epoca
nella quale i legami con la Mesopotamia
exano spezzati, esistesse un legame molto
pit antico con la giurisprudenza mesopo-
tamica, legame conservato attraverso ante-
nati che Payevano praticata. Un’analogia
simile deve essere ammessa per le narra-
zioni bibliche relative alla Creazione e al
Diluvio; anch’esse conservano una note-
vole relazione con gli elementi_mesopo-
tamici. Poich? una tale relazione non pud
essere spiegata con interferenze di lettera-
ture cananee 0 egiziane, diventa legittimo
I PATRIARCHI
ammettere che i Patriarchi stessi abbiano
trasmesso le tradizioni della loro patria
mesopotamica con la quale Isracle non
aveva pitt che rari contatti, dopo il trasferi
mento in Palestina ¢ Vinizio del regno.
E? anche possibile che la trasmissione di
queste tradizioni non sia avvenuta diretta-
mente dai Patriarchi ai loro discendenti
isracliti, ma attraverso altri popoli, ad
esempio gli Hurriti ai quali sono dovute le
tavolette di Nuzi. Comunque questa
ultima ipotesi non ha maggiori probabilita
di quella che suppone Pintervento dei
Patriarchi cbrei.
Cosa si deve pensare dell’indicazione
teadizionale di «Ur dei Caldei» quale
ultimo punto di partenza della migrazione
abramita? La Genesi dice che il padre di
Abramo, Terab, emigrd verso Harran
dopo la citta di Ur, nella Mesopotamia
meridionale ; & certo che Ur e Harran
avevano dei legami scambievoli creati dalla
religione lunare comune. Non @ impossibile
che qualche clan nord-ovest semitico pene-
trato dapprima nella Mesopotamia del sud,
sia poi tisalito verso il nord, specialmente
negli anni torbidi seguiti alla caduta della
dinastia di Ur III. Ma Vespressione « Ur
dei Caldei » deve essere stata creata nell’xt
secolo, quando il popolo arameo dei
«Caldei » comincié a manifestarsi- nella
Mesopotamia meridionale. Si tratta dunque
di un anacronismo evidente € perfetta-
mente comprensibile.
Esistono pertanto dei motivi per mo-
strarci scettici sulla tradizione concernente
Ur: la versione dei « Settanta » omette la
parola «Ur» ¢ parla semplicemente del
wpaese dei Caldei », inoltre alcuni_passi
della Genesi pongono la famiglia di Abramo
nella Mesopotamia settentrionale. In questi
ultimi tempi, poi, ne é stata suggerita la
localizzazione nel sud dell? Armenia, ma una
tale ipotesi @ contraria a tutti i dati della
Bibbia.
nome «Paddan-Aram» o « Aram-naha-
raim », fa supporre un legame molto stretto
tra i Patriarchi e gli Aramei; benché le
relazioni con gli altri Semiti (Moab,
Ammon, Edom, Madian e le tribi. arabe)
siano molto evidenti, Isracle aveva piena
coscienza di una stretta parentela etnica con
21CAPITOLO PRIMO
gli Aramei. Laban @ ripetutamente indi-
cato con le parole «un Arameo ». Le genea-
logie confermano la parentela attraverso
legami di famiglia; secondo Ia Genes,
gli Aramei discendono da Sem in linea
parallela con quella di Eber (Vantenato
degli « Ebrei »), ovvero Aramei e Caldei
discendono da Nahor, fratello di Abramo.
Questa antica tradizione non si basa su
tun anacronismo : & vero che gli Stati ara
mei hanno avuto uno sviluppo vigoroso
soltanto a partire dall’xr secolo nella
Mesopotamia settentrionale ¢ in Siria, ma
il nome «Aram » si ritrova gia nei testi
di Mari () evitano il nome divino
« Yahweh » sino all’epoca di Mosé, mentredanno alla divinita il nome generale di
«Dio » («Elohim »). Tutti i documenti,
perd, indicano che i Patriarchi veneravano
Dio sotto diversi appellativi: EY shaddai
(«Dio della montagna»), E/ ‘ein (nel
culto di Gerusalemme), E/ ‘Olam (a Bersa-
bea), El Ro'i, Ei Beihel. Da un punto di
vista teologico tale diversita di nomi non
comporta alcuna contraddizione : gli autori
dei racconti patriarcali sono adoratori di
Yahweh ¢ redigono i loro testi secondo un
concetto yahwista : ai loro occhi il Dio dei
Patriarchi é senza alcun dubbio identico al
Dio che essi venerano sotto il nome di
‘Yahweh. Ma sul piano storico il culto
esplicito di Yahweh (che, secondo il Libro
dellEsodo, venne introdotto da Mosé)
era sconosciuto all’epoca dei Patriarchi ;
@ dunque inutile pretendere di scoprie
trace di religione di Yahweh tra loro.
‘Tattavia non si pud spiegare la religiosita
storica dei Patriarchi come una concezione
primitiva della religione a somiglianza di
quella che avevano gli Arabi prima del-
Vslam. Non & concepibile paragonare la
«religione degli Ebrei nomadi» a un
animismo 0 a un polidemonismo puro e
semplice perché, per quanto se ne conosce,
nessuna religione del secondo millennioa. C.
presenta una tale forma. Al contrario, la
religione dei Patriarchi corrisponde perfet-
tamente a quanto ci é noto della religione
nord-ovest-semitica che si differenzia netta-
mente dalla religione di Stato babilonese
dai culti cananei della fertilita.
Lresistenza di un legame personale del
Patriarca (in quanto rappresentante di un
clin) il suo «Dio», & tipicamente
«amorita », Tl «Dio di Abramo » il « Pa-
fente d'Isacco », il « Potente di Giacobbe »,
come vengono indicati nei racconti biblici,
sono evidentemente iddii di clan. Giacobbe
giura sul « Parente » di suo padre Isacco,
ealtrettanto fa Laban suil « Dio di Nahor »,
yale ¢ dire che ognuno di esi invoca il
Dio del proprio clan. Si possono trovare
atteggiamenti analoghi nei testi della
Cappadocia del xrx secolo ¢ in altri testi
della stessa epoca,
Da tutti questi documenti del periodo
patriarcale emana Videa molto profonda
che i rapporti tra il clan e la divinita ripo-
J PATRIARCHI
sino su una calleanza », La formula del
patto patriarcale «tompere un’alleanza» che
Enel Libro della Genesi, si ritrova testual-
mente in un documento di Qatna (nella
Siria meridionale), che data del xv secolo.
Questa forma di religione patriarcale che
ha il carattere di un legame personale tra
Vindividuo ¢ il Dio del clan, trova una
conferma interessante nella grande quantita
di nomi dove la divinita é indicata con un
«nome di parente »: "ab (padre), ’ab (Fra-
tello), ‘amm (2io paterno o parente) come
Abiram, Ahirm, Eliab, Abimelek, Am-
miél. Tali nomi appaiono di frequente
nella Bibbia per il periodo che precede
il x secolo ¢ molto pid raramente in
seguito. Sembrerebbe che provengano da
un concetto onomastico molto antico
esistente tra i popoli amoriti (p. es. a Mari
¢ Babilonia) dall'inizio del secondo millen-
nio a. C. (Hammurapi, Ammi-saduqa,
Abi-shemu). Anche al di fuori di qualsiasi
tito di alleanza, questi nomi dimostrano
esistenza della convinzione molto radicata
di un legame indefettibile tra il Dio e i
membri del clan.
I nome divino, nella religione patriarcale,
assume sovente la forma « Z/» (El ‘elyén,
El ‘Olam) : ora, presso i Cananei, questo
nome divino serve a indicare il Dio-padre,
il Dio principale del panteon del quale le
divinita dei santuari locali sono. una
manifestazione, Non @ improbabile che gli
Ebrei, dopo l'invasione di Canaan, abbiano
adottato questo nome divino per indicare
la diviniti del proprio clan ¢ nomi come
Ismaele (« che Dio lo intenda ») sembrano
favorire questa ipotesi.
Si pud parlare di monoteismo a proposito
della religione clanica dei Patriarchi ?
Sarebbe senza dubbio azzardato ’ammettere
una riflessione strettamente metafisica pres~
so questi nomadi del secondo millennioa. C.,
ma il monoteismo semita sembra che abbia
tivestito sino da quei tempi lontani un
carattere secondo il quale una sola divinita
viene esaltata perch? essa si dimostra infini-
tamente pitt potente delle altre, Cid che
colpisce in modo particolare, & 'assenza
assoluta di tracce di orge sfrenate come
quelle che si trovano nel culto cananeo
della fecondita. Quanto alla rinunzia al
23CAPITOLO PRIMO
sactificio umano, essa riflette una convin-
zione profonda in Israele; percid non si
pud immaginare che i Padri abbiano mai
partecipato a simili pratiche.
Il culto dei Patsiarchi ¢ molto semplice :
anche se si notano alle volte delle somi-
glianze con la religione popolare di Canaan
(le stele o gli altari), i sacrifici sono estrema-
mente semplici (bisogna ricordare che tutti
i semiti conoscevano il sacrificio degli
animali) e non esiste un clero organizzato
perché ¢ il padre di famiglia che compie la
funzione del sacrificio. Tutti i santuari
locali con i quali i Patriarchi hanno avuto
contatti (Sichem, Bethel, Bersabea) sono
consacrati con un sactificio offerto alla
divinitd ancestrale del clan, anche se prima
vi erano fioriti altri culti.
Come la tradizione giuridica d’Isracle
porta trace innegabili della patria d'origine
amorita e mesopotamica, cosi la fede
Tsracle rivela Pimpronta della religione
patriatcale, spiritualizzata ¢ resa universale.
Lattitudine religiosa d’Istacle fu sempre
caratterizzata dalla convinzione profonda
di un legame di solidariet’, di un attacca-
mento familiare (attestato dalla storia) tra
il Dio nazionale e il suo popolo. Questi
caratteri, come la fiducia illimitata nella
promessa divina e nella sua offerta di
salvezza attraverso I’« Alleanza », sono ele-
menti che si ritrovano gia nella religione
dei Patriarchi,
‘Anche se una quantita di particolari
restano oscuri ¢ permangono molte lacune,
2 permesso affermare che immagine biblica
della religione patriarcale corrisponde alla
realta storica : Abramo, Isacco ¢ Giacobbe
sono realmente gli iniziatori della fede ¢
della storia d’Iseaele.
24 19. — Le cittd troglodite d’Abu Mater (x) ¢ di
Safadi (x x) esistenti millecinquecento anni prima
i Abramo nella regione di Bersabea. (Foto Volk)20. ~ La valle del Yabbog, celebre
per la lotta di Giacobbe con Dio
[Gen. 32, 22]. (Foto Leconte)
21. — Veduta aerea di Safadi nel
corso della sesta campagna di scavi.
Si distinguono i pozzi d’accesso
alle abitazioni sotterranee.
(Foto Volk)
22. — A Safadi, fondamenta di
edifici costruiti in superficie
(Foto Leconte)23. — Galleria che riuniva le
di una abitazione sotterranea di
adi. (Foto Vole)
24. ~ Statuetta e falcetto in avorio,
scoperti in una sala sotterranea di
adi. (Foto Volk)
25. — Gruppo di vasi in basalto
scoperti a Safadi. Questi vasi
appaiono sempre a gruppi di tre. i
(Foto Valk) be Ba * sik26. ~ Ossario in ce
ad Azor (Y
CE
coperto
Cr
27. — Incisioni rupestti preistoriche
scoperte nel Negeb.
delle
Israele)28. ~ Recinto saceo dell’epoca di
Erode, costruito sull’area_tradi-
vionale dell’accampa
al querceto di M
Hebron. (Lot
29. Presso il recinto sacro di
Mambre, vestigia di un antico
querceto conservato. dai_ monaci
russi del Khirbet Sibta.
(Foto30. — La citta moderna di Hebron. Al centro la Moschea ove si dice
che tiposino le ceneri dei patriarchi nella caverna di Makpela.
(Foto Creten)Hebron, La Moschea @
costrui antico recinto
un
L’estremita meridionale del
Morto dove si presume
fosse Sodoma. (Foto Leconte)
dell’epoca di Exode
(Foto Rex)33. - La
Ousdoum,
montagna di Sodoma 0 Djebel
la cui massa di salgemma si eleva
a sud del Mar Morto,
(Fato Leconte)
34. — Paesaggio a sud-ovest del Mar Morto
che, per effetto dell’erosione, si staglia sull’oriz-
zonte in strani profili. In fondo la fortezea di
Massada. (Foto Stato di Isracle)CAPITOLO SEGONDO
IL SOGGIORNO IN EGITTO
E VESODO
*ESODO COSTITUISCE L’ELEMENTO DOMI-
nante nella storia d’lstacle: esso
segna l'intervento di Yahweh nella
formazione della nazione eletta, La libera
scelta di un popolo insignificante, é un
«segno » che prova come la potenza di
Yahweh sia pid grande e pitt vera di tutte
le altre potenze di questo mondo.
La tradizione biblica dice che dopo la
straordinaria avventura di Giuseppe, i figli
di Giacobbe si recarono in Egitto e dopo
tun lungo soggiorno abbandonarono il paese
sotto Ia guida di Mosé. E? poi sulla strada
dell’esodo, sul monte Sinai, che ricevettero
quella Legge che faceva, di loro, un popolo
privilegiato, Dopo quarantanni trascorsi
nel deserto, essi invasero la Palestina e se ne
impadronirono. Queste ben note natrazioni
che la Bibbia espone dal Libro dell” Esodo
al Libro di Giosué, sono scaglionate dal
xvi secolo (fine dell’epoca patriarcale) alla
fine del xii secolo. A partire da questa
data il popolo d'Israele sembra fissarsi
definitivamente nel paese che infatti sara
suo per parecchi secoli consecutivi.
La Sacra Scrittura presenta la formazione
del popolo eletto in un riassunto teologico :
tuttavia sul piano storico alcuni elementi
della tradizione biblica riguardanti questo
periodo, male si conciliano con Pidea della
genealogia di una sola famiglia patriarcale.
E difficile ammettere che tutti gli antenati
sraele discendano dalla sola progenie di
Giacobbe. Inoltre, da un punto di vista
scientifico, ci si pud domandare se i dati
biblici relativi a Giacobbe e ai suoi dodici
gli, si armonizzino con cid che ora si sa
delle condizioni sociali e politiche del
periodo intorno il 1550-1200,
Gli avvenimenti svoltisi durante il
soggiorno nella «casa della schiaviti »,
PEsodo e Ja preparazione alla conquista
della Terra Promessa, sono situati nell’am-
biente dell’Egitto del Nuovo Impero.
Daremo dunque un breve abbozzo di
questo periodo della storia egiziana che
former’ cosi lo sfondo storico ai racconti
della Bibbia.
1 - L'IMPERO EGIZIANO
A SECONDA META DEL SECONDO attL~
L lennio a. C. fu senza dubbio un
periodo dei pit: gloriosi dell’Egitto.
A partire dalla XVIII dinastia (1570-1310)
il paese del Nilo appare come la nazione
dominante per eccellenza nella storia dell’an-
tico Medio Oriente. Dopo la cacciata dei
re Hyksos, i Faraoni della XVIII dinastia
continuarono ad accrescere il prestigio e la
potenza del loro regno.
Verso il 1550, Amosis caccid gli Hyksos
dal’Egitto e li insegui fino in Palestina,
dove si aperse il cammino verso PAsia.
I suoi successori che portano tutti i nomi
di Amenophis 0 di ‘Thutmosis, erano
uomini di rara energia e di spiccato talento
strategico. Essi si diedero per compito di
estendere le frontiere settentrionali del-
PEgitto il pit possibile in Asia. L’esercito
egiziano perfeziond le armi ereditate dagli
Hyksos (il carro di combattimento tirato
da cavalli e Parco di guerra) € presto si
33CAPITOLO SECONDO
dimostrd invincibile : le citta della Palestina
caddero Puna dopo Paltra, fra queste,
notevoli sono Sichem e Gerico.
Sotto Thutmosis I (1525-1499) i soldati
egiziani avevano gia raggiunto I'Eufrate,
ma @ al grande stratega Thutmosis IIT
(1490-1435) che si deve Ia vittoria sugli
ultimi Hyksos, 2 Cadesh —sull'Oronte
(v. 1468) che portd P'Egitto all'apogeo
della sua gloria. La spinta degli Egiziani
verso il nord urtd tuttavia contro Popposi-
zione del segno dei Mitanni. Questo
Stato aveva una popolazione hurrita,
dominata da un’aristocrazia ariana (i nomi
dei suoi principi sono indo-curopei, come,
per esempio, Artatama, ¢ le sue divinita
sono spiccatamente vedaniche come Indra,
‘Varuna e Mitra) e fu fondato nel xv secolo
nella Mesopotamia del nord (la sua capi-
tale Washshugani si trova sul Khabur
superiore). L’aristocrazia ariana era in parte
composta dai maryannu, guerrieri nobili che
si servivano di carri da combattimento.
F? dunque alla battaglia di Cadesh che
il grande faraone ‘Thutmosis Ill poté
fermate i Mitanni allora nel pieno splendore
del loro impero, sotto il regno di Saushatar
(v. 1450). Da questo tempo i Mitanni
condussero una politica di conciliazione
favorendo matrimoni di loro principesse
reali con i faraoni successivi alla XVIII
dinastia, Cosi la principessa Mutemuya
dei Mitanni divenne moglie di Thut-
mosis IV (1414-1406); il loro figlio
‘Amenophis IIT (1406-1370) sposd la princi-
pessa Giluhepa ; a sua volta Amenophis IV
(1370-1353) sposd Taduhepa anch’essa prin-
cipessa dei Mitanni. Nel momento in cui
gli Hittiti cominciarono a molestare sia
PEgitto che i Mitanni, i due Stati stimarono
opportuno di unirsi contro il nemico
comune (v. 1400).
Negli ultimi decenni della XVII dina-
stia, ciot nel xiv secolo, VEgitto fu colpito
da una impressionante rivoluzione religiosa
condotta da Amenophis IV. Il giovane
faraone introdusse, specialmente nel suo
paese, il culto di Aton, il disco solare,
dichiacandolo il Dio unico, e in suo
onore cambid il proprio nome in quello di
‘Akhen-aten («splendore di Aton ») 0 Ach-
naton. Poi per ragioni d’ordine economico
34
€ sotto Pinfluenza della sua geniale sposa
Nefertiti, si mise in urto con i preti tebani
di Amon (il dio solare) ¢ si fece costruite
una nuova capitale a Akhentaten (otiz-
zonte di Aton). E? nell’area di questa citt’,
a 300 km. circa dal Cairo, nel villaggio di
Tell-cl-Amarna, che nel 1887 furono sco-
perte le famose « tavolette di Amarna » che
contengono quasi 350 lettere: messaggi
inviati alle corti di Babilonia e dei Mitanni,
© soprattutto corrispondenze di reucci
cananei con i loro sovrani d’Egitto Ameno-
phis III e Amenophis IV.
F’ notevole che una religione a tendenza
monoteista abbia potuto sorgere in Egitto
¢ cid un secolo prima della nascita di Mose :
infatti in un inno si celebra Aton come
«il Dio unico, creatore di tutte le cose,
accanto al quale non esiste alcun altro ».
Le tavolette di Tell-el-Amarna descrivono
Io stato di anarchia e di rivolta esistente in
Palestina durante il periodo di Amarna. Vi
si parla degli Habiru (nell’ideogramma
SA. GAZ), gente che scorrazzava nel pacse,
che appaiono come perturbatori della
pace, briganti sprovvisti di beni ¢ di
stato civile (la lettera 228 cita uno schiavo
divenuto Habira), senza una dimora fissa
sempre pronti a far causa comune con i
ribelli. Essi dominavano territori impor-
tanti,specialmente nelle vicinanze di Sichem,
cosi che dei vassalli leali implorano contro
di loro Pintervento del faraone.
Il dominio dellEgitto 2 quest’epoca
comincia a indebolirsi pericolosamente. Il
grande re hittita Shuppilu-liuma (1375-
1340), che probabilmente & il responsabile
dei disordini in Palestina, avanza sino al
Libano e strappa al controllo egiziano la
maggior parte della Siria ¢ della Fenicia
settentrionale. L’ultimo sovrano dei Mi-
tanni, Tushratta, invoca invano il soccorso
dell’Egitto, e suo figlio Mattiwaza (v. 1365)
si deve chinare sotto il giogo hittita,
Liberata dal controllo dei Mitanni, P’Assiria
acquista importanza alPest, specialmente
sotto il regno di Ashshur-uballit I (v. 1354-
1318).
La XVIII dinastia fu presto dimenticata
dopo la morte di Amenophis IV. I due
generi del siformatore, Tut-ankh-amon
(4353-1344), del quale venne scoperta laIL SOGGIORNO IN EGIITO E L’ESODO
tomba sontuosa nel 1922, ¢ Aya (1344-1340)
furono sostituiti verso il 1340 dal generale
Horemheb, che governd T'Egitto con
fermezza € cancelld ogni traccia della reli-
gione di Aton (all’inizio del suo regno Tut-
ankh-amon si chiamava Tut-ankh-aten).
‘A Horemheb successe un altro generale,
Ramesse, originario di Avaris, Pantica
capitale degli Hyksos, il quale si conside-
rava discendente legittimo di questa antica
dinastia, Sotto il nome di Ramsete I (1310-
1509) questo faraone fondd la XIX dina-
stia ¢ dopo un regno brevissimo, cedette
il tron a suo figlio Seti I (1309-1290).
Questi, valoroso guerriero, si impadroni
nel primo anno del suo regao, della cittd
di Bethshan, al nord della Palestina (dove
si @ ritrovata una stele che commemora
tale sucesso).
‘Tutta la Palestina venne a poco a poco
ripresa, ma la spinta cgiziana verso la
Sitia doveva, prima o poi, portare alla
guerra con gli Hittiti. Sotto Ramsete II
(1290-1224) figlio e successore di Seti I,
Pesercito giziano riportd una vittoria
presso Cadesh nel 1285: quando gli
Hittiti comandati dal loro re Muwattalis
(1306-1282) erano quasi riusciti a distrug-
gere i mercenari egiziani, un’azione perso-
nale del faraone Ramsete II permise
invece agli Egiziani di vincere la battaglia
i stretta misura,
Sotto il regno di Hattusilis II (v. 1275-
1250), fratello di Muwattalis e successore
del proprio nipote, tra Ramsete IIe il
sovrano hittita, venne coneluso un trattato
del quale si & trovata una copia tanto in
Egitto che a Boghaz-koi, Ja capitale hittita,
Limpero hittita apprezzava in modo
particolare la pace, tanto pit che allest,
TAssiria, sotto il regno di Adad-niraci
(1297-1266) successore di Ashshur-uballit I
edi Salmanasat I (1265-1235), aumentava la
sua minaccia sull’antico Medio Oriente.
Larchitettura egiziana prese uno svi-
luppo ammirevole negli ultimi anni del
lungo regno di Ramsete IT; ricorderemo
dal punto di vista biblico, la ricostruzione
di Avaris che riprese il suo sango di capitale
sotto il nome di « casa di Ramsete ».
[1 testi di quest’epoca indicano ripetata-
mente la presenza di ’Apirv quali schiavi
dello Stato, incaricati di eseguire i progetti
reali. E? interessante notare come l’Egitto
fosse allora interamente aperto all’infiltra-
zione asiatica. Centinaia di parole semitiche
arricchiscono la lingua egiziana e gli iddii di
Canaan entrano nel panteon egiziano dove
sono identificati alle divinita autoctone
(p. €s. Baal stidentifica a Seth, Astarte a
Iside, Hauron a Horus).
Alla morte di Ramsete I, gli successe,
gid avanti negli anni, il suo terzo figlio,
Merneptah (1224-1210). Una stele datata
del 1220 a. C. e rinvenuta nel 1896, ci tivela
che nel quinto anno del suo regno, Mer-
neptah combatté in Palestina ; tra i suoi
nemici € menzionato «il popolo d’Israele »
che si oppone al « paese di Canaan » ovvero
di Gezer. Questa indicazione, non di un
pacse, ma di una popolazione nomade, ¢ la
prima traccia archeologica della presenza
di Israele nella Palestina.
Il quinto anno del regno di Merneptah,
venne funestato anche dal!’ invasione dei
«popoli del mare» che penetrarono in
Egitto provenendo dallest e costeggiando
Ie rive del Mediterraneo. Tra questi inva-
sori, Merneptah considera particolarmente
gli “Agimasha (probabilmente gli « Achei »,
gli Ahhiyawa del sud-est dell’Asia Minore),
i Turusha (gli «Etruschi » 2), i Sharding
(«Sardi») © i Ruba (= Luha, « Lici » ?)
Con la morte di Memeptah, PEgitto
declind rapidamente: per alcuni anni,
sotto il regno di quattro faraoni inetti
(1215-1200) vi si installd Panarchia. IL
controllo egiziano sulla Palestina divenne
praticamente aullo © questo permise a
Isracle di adattarsi alla sua nuova dimora
nella Terra Promessa,
Mentre alla fine del xm secolo lEgitto
declinava miseramente, la storia ci presenta
i declino, ancora pid grave, del suo rivale
hittita : alcuni popoli egei allovest del-
PAsia Minore, si coalizearono contro Pim-
pero hittita ¢, intorno al 1240, invasero il
Pacse come uno spaventoso maremoto
distrussero ogni cosa sul loro passaggio.
I «popoli del mare » (questo nome venne
dato loro dagli Egiziani all'inizio del
xur secolo) in pochi decenni spazzarono
via i due rivali della battaglia di Cadesh
(1285). Il decadere dell’impero egiziano e
35CAPITOLO SECONDO
hittita favori P’Assiria che sotto Tukulti-
Ninurta I (1254-1197) conquistd Babilonia
e occupé il nord della Mesopotamia sino
all’Eufrate, senza per esercitarvi un’in-
fluenza durevole. Sika impressione che alla
fine del 1200, tutti gli avversari, I’Egitto,
Pimpero hittita, e la stessa Assiria, fossero
stremati ¢ attendessero ansiosamente l’alba
di un’era nuova.
II - ISRAELE IN EGITTO.
# NARRAZIONI BIBLICHE CONCERNENTI
la schiavita in Egitto ¢ la liberazione
del Popolo Eletto, corrispondono
veramente ai dati della storia profana che
abbiamo citati ?
‘Anche di questa, come per la storia dei
Patriarchi, sappiamo che ci ¢ impossibile un
tigoroso ‘controllo particolareggiato. La
realt era, molto probabilmente, assai pitt
complessa di quanto suggerisce un esame
superficiale della Bibbia, ma & legittimo
ammettere che le linee generali di quei
racconti, siano seriamente garantite dalla
storia scientifica.
1 Non é pit possibile mettere in dubbio
che gli antenati d’Israele siano stati ridotti
in schiavith sulle rive del Nilo ¢ che siano
poi stati liberati da tale situazione in modo
assolutamente sorprendente. Benché non
esista nei documenti egiziani alcuna testi-
monianza diretta della presenza in Egitto
di Istaele, la tradizione biblica merita fede
percht non & concepibile che si voglia
inventare una tradizione che non rappre~
senta un’epopea gloriosa, ma il ricordo
vergognoso di una serviti: ignominiosa.
Vi sono inoltre alcuni indizi che costitui-
scono un apporto obiettivo ¢ positivo alla
tesi della presenza israelita in Egitto. 1
racconti biblici contengono molti_ nomi
tipicamente egiziani, specialmente per la
tribu di Levi: Most (mes in egiziano
significa « figlio », cost Ramesses = « figlio
di Ra»),Phinces (Pinhas), Hophni, Pashhur,
Merai, Hur, e forse anche Aaron. I nomi di
Giuseppe (Saphnath-Pa’neab) come quello
del suocero Putiphar (Potifera) ¢ di sua
moglie Asenath, sono essi pure autentica~
mente egiziani.
36
Sié tentato d’infirmare questo argomento
‘onomastico col pretesto che tali nomi si
incontrano all’epoca di Davide ¢ di Salo-
mone, ma noi sappiamo che i nomi propri
datano spesso da un’epoca molto anteriore
al momento nel quale entrano_nell’uso
corrente. Le due donne citate nel libro del-
PEsodo, Shiphra e Pua, portano dei nomi
molto aatichi; il primo esiste gid in una
lista di schiavi del xvii secolo ¢ il secondo
nei testi di Ras-Shamra (xv sec.).
‘Anche se si vuole ammettere che un
racconto originale venisse adattato tra il
1x ¢ P'vnr secolo, bisogna riconoscere che
la storia di Giuseppe contiene un gran
numero di riferimenti che sono contem-
poranci agli avvenimenti raccontati nei
documenti ebrei. Ne diamo alcuni esempi.
Il titolo di Vizir 0 «primo ministro »,
«colui che sorveglia Ia casa », & tipica-
mente egiziano. I! « Capo dei fornai », cioe
il «Gran panettiere », @ indicato nelle
isctizioni egizianc, La regola di liberare
alcuni prigionieri nel giorno anniversario
della nascita del Faraone & provata dai
testi. Vimportanza dei sogni ¢ dei maghi,
Pavversione per i nomadi, la mummifica-
zione, il numero 110 considerato ideale per
la durata di una vita, sono altrettante
caratteristiche egiziane.
La parola abrel si spiega probabilmente
con Pegiziano ib (cuore) + rh (a te); il
significato sarebbe «stai attento ». L’alta
posizione di Giuseppe (@ detto «secondo
dopo Faraone ») con il doppio incarico di
«reggente dei domini reali » e di « inten-
dente ai granai» (per far fronte alla
carestia) corrisponde interamente a quanto
sappiamo delle condizioni sociali all’epoca
dei Ramsete (x1 sec.).
Quanto alla storia egiziana dei «due
fratelli» (XIX dinastia, verso il 1220)
nella quale si svolge il soggetto della donna
sposata che, per dispetto, accusa il giovane
virtuoso che Jei ha inutilmente tentato di
sedurre (vedi anche nell’ /liade 6, 155-165),
si vede quanto sia simile all’avventura ben
nota di Giuseppe.
La data esatta di quando Giuseppe
assunse le sue funzioni alla corte egiziana,
non pud essere stabilita; non risulta
cronologicamente € in modo preciso né‘oposguiep oyessuny exsoddng =
seo 1p outey [EES] rou eis
\wopa w ouiey [TT] ona outay
odos3 .114d
OdW4al 1V
AYONIW VISV.1 3 OLLIDA.1
vooda «Tv OL1IDa.1IL SOGGIORNO IN EGITTO E L’ESODO
Passunzione di un Semita a una carica
importante alla corte d’Bgitto, né la pre-
senza di Semiti nel Delta del Nilo (il paese
di «Goshen » nella valle attuale dell’Uadi
Tumila corrisponde alla « terra di Ramsete »
€ al «campo di Tanis »), e neppure la
carestia di sette anni, Poiché la storia
profana non ci offre alcuna indicazione
sicura sulla durata delle funzioni di Giu-
seppe, possiamo forse supporre che la
storia biblica di questo personaggio rap-
presenti un esempio perfettamente storico
delVinfiltrazione infinitamente complessa
che permise agli antenati d’lsraele di
stabilisi nel pacse del Nilo.
La visione teologica della Sacra Scrittuea
hha, senza dubbio, raccolto tutto questo
movimento di immigrazione in un’unica
narrzione che assume il valore di un
‘compendio concreto
2 La causa principale dell’Esodo &
esposta nel Libro dell’Esodo, L’amministra-
zione egiziana imponeva agli « Ebrei », il
lavoro forzato per la costruzione delle
fortezze Pitom e Ramsete.
Pitom, situata a Tell-er-Retabeh a ovest
del Iago’ Timsah (nord-est dell’Egitto), fa
scavata nel 1935-36 da Flinders Petrie :
Ramsete non @ altro che Pantica capitale
degli Hyksos, Avaris, ricostruita da Ram-
sete II,
I nome corrispondente a «Casa di
Ramsete » fu sostituito nell’xr secolo dal
nome « Tanis ». La verosimiglianza storica
della collaborazione forzata degli Israeliti,
pud fondarsi su un testo di quel tempo che
descrive gli’ Apiru mentre raccolgono pietre
per il tempio di Ramsete IT.
3° Non si possiede alcuna notizia sul-
PEsodoal di fuori di quella data dalla Bibbia,
ma la testimonianza del Libro dell’Esodo
@ talmente decisa che non si pud legittima-
mente dubitare della veritd dell’avveni-
mento. Sapendo che é in questa occasione
che si & verificato il prodigio che fece di lui
un popolo, Isracle ha ricordato la sua
memorabile liberazione in tutti i momenti
della sua storia. Il fatto storico dell’Esodo
forma il centro delle antiche professioni
Gi fede e delle antiche composizioni poe-
tiche, Solamente la realtd del ricordo
storico pud spiegare una simile insistenza
sull’Esodo.
Non dobbiamo, tuttavia, prendere alla
lettera tutti i particolari| del racconto
biblico : infatti come si pud pensare che
tutti gli Israeliti discendano da Giacobbe,
quando pitt volte @ detto che «una folla
numerosa ¢ composita » si unt ai « figli di
Giacobbe »? Probabilmente questa fol
comprendeva degli Egiziani, dei Madianiti
© degli Edomiti. La citazione di 600.000
uomini in etd di servizio militare, @ una
materiale impossibilita : se si contano le
donne ¢ i bambini, si arriverebbe a un
totale di circa due milioni di emigranti.
Una simile moltitudine ammassata in ordine
di marcia, avrebbe coperto due volte la
distanza dall’Egitto al Sinai. Nel 1 secolo
avanti Cristo, Pintero Egitto non contava
iu di 700.000 abitanti. La Bibbia stessa si
oppone talora a una spiegazione letterale
delle sue cifre, perché in un passo dell’ Esodo
ci dice che due sole levatrici bastavano agli
Ebrei, che il «mare delle canne» é superato
in una notte e gl’inseguitori degli Ebrei
sembrano essere in numero maggiore degli
inseguiti.
In sealti ha dovuto prendere parte
al’Esodo circa un migliaio di persone, ma,
teologicamente, questo nucleo rappresen
tava il vero Istacle, ern Isrnele, benché la
totalita dei cos! detti «figli d’Israele» sia ben
lontana dal discendere da questo gruppo.
4° Non si comprende I'Esodo senza
Mosé : benché la sua esistenza non sia
conosciuta che attraverso la Bibbia ¢ sia
impossibile controllarla con testimonianze
extra-bibliche, non si pud dubitare della
parte insostituibile da lui avuta: il Levita
Mosé fu il promotore ¢ il grande capo
del’Esodo. Se ci si rifiuta di attribuire
questa parte a Mosé (come recentemente si
& tentato di fare) si dovrebbe supporre
Pesistenza di una potente personalita, di un
altro « condottiere » dei « figli d’Israele ».
Lesperienza pi importante fatta da
Mosé, consiste nella visione del rovo
ardente dove ebbe la rivelazione del nome di
Yahweh. Il profondo senso teologico di
questa narrazione sembra essere la consape-
39CAPITOLO SECONDO
volezza acquistata da Most, del fatto che
il Dio degli Ebrei possiede una dimensione
cosmica superiore a quella del Faraone che
era allora considerato come la divinita
principale dell’Egitto. Se & vero che
Yahweh significa « Fgli fa essere tutto cid
che @ », pud darsi che tale formula voglia
essere una opposizione ad altre formule
analoghe in egiziano. Si accenna qualche
volta all’ipotesi espressa nel 1862 da
Chillany, secondo la quale il nome divino
di Yahweh era gid conosciuto dai clan ma-
dianiti della penisola del Sinai (i « Qeniti »)
‘¢ che Mosé I’ha ricevuto dal suocero Jethro.
E’ certo che Jethro — che era sacerdote —
consiglid Mosé, e si sa anche che egli,
una volta, presiedette un sacrificio di
comunione «in presenza di Yahweh » ;
ma questo non prova affatto che egli vene-
rasse Yahweh anche prima, Lo stesso
nome della madre di Mosé, Yochebed,
(che apparentemente contiene elemento
Yo = Yahweh), non prova che Yahweh
fosse necessariamente adorato nel clan
materno di Mosé.
‘Anche il fatto che in un vecchio poema
Yahweh @ detto «il Dio di mio padre »,
indica solamente che Yahweh ¢ una divinita
del tipo « patriarcale ».
In conclusione, non si pud affermare con
certezza che Yahweh fosse venerato prima
dell’era di Most. Anche se questo fosse
avvenuto, il nome divino ebbe un signifi-
ato € un peso nuovo dopo la rivelazione
del rovo ardente.
Dopo aver narrato la rivelazione avuta
da Mosé della superioriti innegabile di
Yahweh su tutti gli dei dell’Egitto, com-
preso il Faraone, la Bibbia espone con
molti dettagli, la preparazione diretta
dell Esodo. Le piaghe @’Egitto mirano a
magnificare Pintervento storico di Yahweh
in favore del suo popolo al momento
delEsodo. Per sottolineare il carattere
meraviglioso, anzi miracoloso, di questo
intervento provvidenziale, 'autore sacto
ne ha messo in rilievo il lato prodigioso.
Lanno dell’Esodo vide svolgersi una serie
di avvenimenti naturali (abicuali in Egitto),
ma con una veemenza del tutto inusitata,
come il Nilo divenuto rosso (per un gran
numero di corpuscoli microscopici), P'inva-
40
sione delle cavallette ¢ il kbamsin (uragano
di sabia che crea le tenebre)
Ii succedersi di tante sventure abattutesi
sullEgitto, fa risaltare il soccorso potente
concesso da Yahweh durante tutto anno
memorabile che precedette I’Esodo.
5° Dopo la piaga dello sterminio dei
ptimogeniti, che non si pud ridurre ad una
semplice epidemia, perch? colpisce solo i
primogeniti e solo gli Egiziani, gli Ebrei
riescono a fuggire sotto la guida di Mosé.
La situazione dei fuggiaschi costretti tra
il mare e Parmata egiziana (delle guardie
di frontiera), sembra pericolosa, ma il vento
di Yahweh, che spazza le acque di uno dei
guadi, permette loro di passare senza
ostacoli mentre gl’ inseguitori, sorpresi dal
riflusso delle acque, annegano. I documenti
egiziani non conservano il ricordo di
questo incidente senza importanza : non
& che la fuga di qualche centinaio di schiavi.
Comunque i Faraoni non gradivano di
commemorare i propri rovesci.
Non si ha il diritto di aspettarci una
menzione dell’Esodo negli annali egiziani
pit che di una descrizione della Passione
di Cristo - fatto senza importanza per
Pimpero romano ~ nelle opere di Tacito 0
di Sallustio.
6° Si & cercato sovente di inquadrare
PEsodo nel tempo € nello spazio, ma pare
che ci si debba rassegnare all’impossibilita
di una localizzazione precisa, perch? molti
dei luoghi indicati dalla Bibbia non sono
identificabili. Ad ogni modo sembra im-
probabile che gli Istaeliti abbiano attraver-
sato la punta all’estremo nord del Golfo di
Suez, perché questa parte settentrionale del
Mar Rosso situata ancora troppoa sud e, se
la traversata avesse avuto luogo in questo
punto, @ certo che la cavalleria egiziana
avrebbe raggiunto le orde dei fuggiaschi
senza difficolta. Inoltre la Bibbia parla
del «mare delle canne » (yam suf), mentre
non vi sono canne (papiri) nel braccio
settentrionale del Mar Rosso. Invece un
papiro della XXI dinastia (1065-935) che
contiene un clenco geografico, colloca il
«mare delle cane» (in egiziano pa s#fi) nella
regione del lago Menzaleh. Si pud dunqueIL SOGGIORNO IN EGITTO E L’ESODO
supporre che gli Ebrei si fossero dapprima
diretti verso il sud (da Tanis a Succoth),
poi fecero il cammino inverso dirigendosi
al nord ¢ attraversarono il lago Menzaleh
presso Silu (attualmente El-qantara) per
costeggiare poi la riva orientale del lago
Timsah ¢ dei Laghi Amari. Anche questa
ricostruzione resta tuttavia ipotetica ed &
impossibile stabilirne la certezza assoluta.
Comunque una localizzazione precisa non
ha che una importanza relativa per Pavve-
nimento in se stesso che costitul Poggetto
della fede d’'Istacle,
7° Un altro problema molto dibattuto,
concerne la data dell’Esodo. Si é quasi
unanimi, attualmente, nel collocare la fuga
dalla «casa della schiaviti » nella prima
meti del x1t1 secolo (1300-1250). Il Libro
dei Re afferma che PEsodo ebbe Iuogo
480 anni prima del quarto anno di Salo-
mone (intorno al 958), ma non si possono
accettare questi dati alla lettera ; il numero
480 vuole certamente indicare dodici gene-
razioni di quaranta anni. Se si conta invece
una dozzina di generazioni della durata
media (dalla nascita del padre alla nascita
del figlio) di venticinque anni anziché di
quaranta, Vintervallo rappresenta dai 250 ai
joo anni, il che permette di collocare
FEsodo verso Panno 1250.
Molte altre ragioni concorrono a indicare
il tredicesimo secolo. Infatti se gli Ebrei
hanno collaborato alla ricostruzione di
Ramses-Avaris, questo dovette avvenire
durante il regno di Ramsete Il (1290-1224).
Il risultato degli scavi archeologici fa
supporre che anche la conquista della
Palestina avvenne nel x1 secolo, Ia stele
i Merneptah prova Ia presenza del popolo
@'Isracle in Palestina nell?anno 1220.
La menzione dei due regni di Edom e di
Moab, che dovettero essere aggirati dagli
Ebrei, ci riconduce ugualmente al x11
secolo, perché questi paesi non si erano
ancora costituiti in monarchie prima di
quell? epoca.
La Genesi enumera soltanto otto te
edomiti anteriori all’epoca di Davide, ¢,
secondo il libro dei Numeri, il primo re
moabita & contemporaneo di Mos?.
Si pud supporre che Seti I (1309-1290),
il quale prese Viniziativa di restaurare
Avaris, fosse il primo faraone oppressore
di Istaele e che fu sotto il regno di Ram-
sete II che ’Esodo avvenne effettivamente.
Come per Ja storia dei Patriarchi, si po-
trebbe considerate anche il racconto del-
TEsodo condotto da Most come un tipico
compendio, mentre nella realta gli ele-
menti formant il futuro « Israele » avreb-
bero lasciato PEgitto in ondate successive,
LEsodo dallEgitto viene sovente di-
stinto in tre fasi : nel x1v secolo all’epoca
di Amama, qualche tribir israelita sarebbe
gia penetrata in Canaan dal sud (Giuda,
Simeone, Levi, Gad e Ruben); sotto
‘Memeptah (v. 1225) una seconda ondata
condotta da Most avrebbe seguito lo
stesso cammino; infine un altro contin-
gente comandato da Giosué e compren-
dente Ia «casa di Giuseppe » 0 «le tribi
discendenti da Rachele » avzebbe con-
quistato Canaan dall’est. Ci si rende dunque
conto di quanto la ricostruzione dell’ Esodo
testi ipotetica e problematica.
8° Se, geograficamente, il punto di
partenza dell'Esodo resta un enigma, al-
trettanto 2 Vitinerario seguito. Sappiamo
soltanto che gli Ebrei non seguirono il
cammino «del paese dei Filistei » troppo
ben difeso ¢ provvisto di pozzi : dovettero
piuttosto dirigersi verso il sud lungo una
linea che seguirebbe Vattuale canale di
Suez. I luoghi attraversati per giungere al
monte Sinai (0 Horeb, come viene pure
chiamato), termine del loro viaggio, sono
enumerati nei racconti biblici : le acque
salmastre di Mara, il palmeto di Elim,
il deserto di Sin, le miniere di same di
Dofka-Serabit-cl-qedem, Rephidim... Perd
tutte queste localita sono molto difficil-
mente identificabili.
Una venerata tradizione che risale al
1 secolo a, C. colloca il Sinai al Djebel
‘Musa, a sud della penisola del Sinai. La
macstositi del quadro (jl picco si eleva a
2.602 metri) si adatta perfettamente alle
scene grandiose che vi si sono svolte.
Qualche erudito ispirandosi a una eruzione
vulcanica notata nel Libro dell’Esodo, pre-
ferisce una localita a est del golfo di
Agabah nel paese di Madian (nord-ovest
41CAPITOLO SECONDO
dell’ Arabia) ove si trovano appunto crateri
di vulcani estinti, ma questa ipotesi non
tiene alcun conto delle altre esigenze
geografiche della narrazione : inoltre il
testo biblico pud suggerire anche che si
sia trattato di una tempesta di sabbia nel
deserto, Comunque si tratta di una messa
in scena per meglio far risaltare la terrifica
maesta di Yahweh.
Non é raro che si suggerisca anche una
localita al nord della penisola del Sinai,
nei dintorni di Cades : ¢ qui che gli Ebrei
ingaggiarono un combattimento con gli
Amaleciti, popolazione segnalata nella
steppa a ovest di Cades. Qualche passo
della Bibbia sembra anche suggerire che
Israele passd direttamente dall’Egitto a
Cades, ma non dobbiamo dimenticare che gli
Amaleciti erano gente nomade € potevano
anche trovarsi a grande distanza da Cades.
In altri punti della Bibbia si rileva che il
Sinai era molto lontano da Cades (si
accenna persino a undici giorni di marcia).
La cifra tonda di «quaranta giorni »
attribuita al viaggio di Elia da Bersabea
alla « montagna di Dio, Horeb », sembra
essere eccessiva se deve indicare i 75 chilo-
metri che separano Bersabea da Cades ;
tuttavia @ possibile che Puno o Valtro
gruppo di Ebrei si sia diretto subito su
Cades, € che questa tradizione si sia pit
tardi inserita nella tradizione nazionale della
marcia nel deserto.
In conclusione, se si trascura la tradizione
giudea che accenna alla citta di Petra, la
localizzazione tradizionale del Sinai pre-
senta garanzie storiche molto serie.
9° I patticolari mixacolosi della marcia
nel deserto, come la caduta della manna, il
asso delle quaglic e lo scaturire dell’acqua
dalla roccia, possono paragonarsi con feno-
meni naturali, perché il Sinai conosce il
passaggio stagionale delle quaglie ¢ la man-
a potrebbe essere un essudato normale di
qualche arbusto ; ma nella narrazione biblica,
questi segni implicano senz/altro ua inter-
vento speciale di Yahweh per nutrire il suo
popolo, Tuttavia la marcia nel deserto €
soprattutto il soggiorno al Sinai sono
caratterizzati da un intervento divino molto
pik importante : la promulgazione della
42
legge. In alcuni dei pid vecchi canti della
Bibbia, Yahweh é indicato come « Colui del
Sinai ».
E? sul Sinai che la tradizione colloca la
conclusione dell” Alleanza, il cui ricordo
ispird Ismele quando parti alla conquista
della Terra Promessa. Poiché non esiste
notizia che un culto di Yahweh fosse
professato prima dell’avvenimento salva-
tore dell’Alleanza, é sul Sinai che la reli-
gione di Yahweh ebbe la sua consacrazione
ufficiale. Alcuni autori moderni fondandosi
su «credo » antichi dove non viene espres-
samente indicato il Sinai, tendono a
minimizzate il significato di « Montagna di
Dio », dissociandola dagli avvenimenti del-
PEsodo, mentre & assolutamente certo che
la tradizione lega il Sinai all? Alleanza per la
cui celebrazione venivano appunto recitati
quei « credo ».
10° Dopo aver errato a lungo attra
verso la penisola del Sinai, servendosi
= secondo il Libro dei Numeri - dell’oasi
di Cades come di una base di riunione,
gli Israeliti finirono con Pabbandonate il
proposito di conquistare la Palestina dal
sud (questo progetto é riportato in diversi
testi). E’ soltanto dopo una generazione
di «quarantanai » che essi entrarono in
Palestina facendo il lungo giro della Trans-
giordania. Le due versioni della conquista,
Puna dal sud e Paltra a cominciare dall’est,
siflettono probabilmente due diverse tradi-
zioni che il racconto della Bibbia tende a
fondere.
? certo che la formazione del popolo
israclita deve essere stata assai pitt com-
plessa di quanto farebbe supporre il com-
pendio riguardante i « figli di Giacobbe ».
Pud darsi che qualche esodo parziale abbia
preceduto l'Esodo-tipo del xi secolo ;
forse clementi «amoriti » venuti con gli
Hyksos hanno potuto, dopo l’espulsione di
quest’ultimi, riprendere il cammino di
Canaan, e non é neppure impossibile che
gruppi etnici imparentati con il clan di
Giacobbe € che non avevano mai soggior-
nato in Egitto, siano stati in seguito assimi-
lati dai « figlidi Isracle-Giacobbe ».
Cosi, come la storia di Giuseppe che
viene pit tardi raggiunto dai fratelli, si-TIL (1501-1447)
capelli dei
36. ~ Grande Tempio di Ram
aA
nieri asiaticiNella pagina precedente :
37. ~ Amenophis IV (1370-1353)
€ la famiglia reale in adorazione
davanti al dio Aton, Frammento
di balaustra i Tell-el-Amarna.
(Foto Vigneau)
Ain Mousa,
Esodo dopo la
del Mar Rosso.
(Foto Leconte)
prima
travel
39. — Ramsete TI (1290-1224).
Museo di Torino, (Foto Giraudon)42. — Di tanto in tanto, qualche a
Sittim, il cui legno servi per la costru
de dell’ AlleRoveto Ardente. Le45. — Nell'interno del monastero
46. ~ Nella chiesa, questa cappella 47. — La croce nel cuore delle
& sul posto dove, secondo la montagne sante. La foto & presa
ttadizione, avvenne la visione del dalla terrazza del
Roveto Ardente. (Foto L Santa Caterina. (
stero discalinata
alla sommiti4g. ~ Il Monte Serbal (vicino a
Pharan) ove qualche volta fu
localizzato il Sinai.
(Foto Leconte)
so. — I] Djebel Mousa nel massiccio
del Sinai, dove fu data Ia Legge a
Mosé. (Foto Leconte)
51. ~ Vicino al Djebel Mousa,
il Safsafeh, dove Mosé proclamd
]h Legge davanti agli Ebrei riuniti
nella piana di Br-Rahah (in primo
piano). (Leto Leconte)52. ~ Veduta aerea del deserto
attraversato. dagli Ebrei tra il
(Foto Scbless
Tomba di Ahiram, re di
yyblos. Sul coperchio, iscrizione
alfabetica fenicia della fine del
1 millennio,meglio irrigata dell’oasi.
Foto Schlessinger)
55. ~ Alfesterno di Ain Qedeirat, le so
Qedeis (nostra foto) servono sempre ai
abbeverare i loro g oto Leconte)
56. — Il Codice delle leggi del re
Hammurapi [xvnt sec. a. Cr]
quelli
ne di Cades, Ain Qedeirat & ogg’cammelli eg
58.
Nel Negeb, i pozzi si aprono
za tipari e conten:Accampamento di Beduini
nel Negeb. (Foto Leconte)
60.
Pozzi di Asloud), nel Negeb.
(Foto65.~L’Amnon che si getta
nel Mar Morto attraverso
profonde gole, serviva di
fronticra tra il paese di
‘Moab a sud e quello degli
Ammoniti a nord. Gli
Ebrei lo attraversatono
acl suo corso superiore.
(Foto Elia)
63. — In fondo al golfo di Agabah
(@ Sinistra) si vede il palmeto di
Elath (in Giordania), tappa degli
Ebrei verso la Terra Pi
(Foto Schlessinger )
romessa,
64. — A nord del golfo di Agabal
si penetra in una regione mineraria.
Qui & la Valle di Timna ove
ancora oggi si procede ailestrs
zione del rame.
(Foto Stato di Isa generale del Monte Phasga
agha) nel Massiccio del Nebo dal 67. — Presso il Ph
di Mosé », designazione tradizio
nale legata al ricordo del grande
legislatore di Israele. (Foto Matson
a, le « Sorgenti
quale, prima di morite, Mosé contempld la
Terra Promessa. (Folo Leconte)IL SOGGIORNO IN EGITTO E L'BSODO
flette probabilmente una emigrazione com-
plessa e divisa in diverse epoche, anche il
racconto dei figli di Giacobbe che evadono
dal? Egitto con tutta una turba composita
che comprende schiavi di ogni tipo, vuole
riassumere, verosimilmente, il movimento
complesso di emigranti in’ un fatto con-
creto ¢ perfettamente storico.
Il nucleo della famiglia patriarcale di
Giacobbe attird continuamente durante
PEsodo e sino nella stessa Palestina, delle
tbo o dei gruppi imparentati. Percid
non sembra esatto parlare del soggiorno
in Egitto delle « dodici tribit », perch? la
folla miserabile della « casa della schiaviti: »
non aveva alcuna organizzazione tribal
al pitt si dovrebbe tener conto del’insi-
stenza con la quale la Bibbia parla della
parte avuta da « Giuseppe » 0 da « Levi »
(ano dei figli di Lia). Ma @ assolutamente
legittimo affermare che gli Ebrei, uniti in-
torno a Most, costituiscono il vero ceppo
di Israele ¢, di conseguenza, Istaele tutto,
che ha preso paste agli avvenimenti reden-
tori dell’Esodo e del Sinai.CAPITOLO TERZO
LA CONQUISTA DELLA TERRA
PROMESSA
ECONDO LA NARRAZIONE BIBLICA, TL
S gruppo formato dall’Alleanza del
Sinai, si stabill nell’oasi di Cades per
un tempo abbastanza lungo; si @ anche
immaginato che quest’oasi rappresentasse
a vera méta del « viaggio di tre gioni di
marcia » del quale si parla nel Libro
dell'Esodo, Si pud supporre che gli Israc~
liti vi trovassero altri gruppi che avevano
abbandonato PEgitto prima di loro. Non
vi & possibilita di controllare scientifica-
mente se qualcuno di questi gruppi profes-
sasse gid un culto a Yahweh precedente a
Mosé.
Qualche anno dopo, il gruppo di Most,
reso pit forte dall’ adesione di altri gruppi
alla stessa fede del Sinai, si credette pronto
per tentare Pinvasione della Palestina dal
sud.
Questo tentative (ricordato nel Libro
dei Numeri) falli miseramente perché,
senza dubbio, la terra arabile del Negeb
era gid occupata dagli Amaleciti o da altri
semi-nomadi; percid gli Ebrei farono co-
strettia tornare indietro e ad accamparsi nel
deserto, probabilmente intorno a Cades,
per tutta una generazione. La conquista
definitiva della Palestina avvenne alla fine
del xt secolo, Evitando con cura il
tettitorio di Edom e di Moab, gli Ebrei
si diressero verso gli altipiani della Trans-
giordania, dove vinsero Sihon, re di
Heshbon. La vittoria li rese padroni della
maggior parte delle terre situate tra Arnon
¢ lo Yabbog, Altre campagne al nord dello
Yabboq ridussero all’impotenza Og, re di
Bashan.
60
Gi si rende conto delPimpressione pro-
dotta da queste conquiste israelite, leggendo
il racconto delle profezie di Balaam ; questa
vittoriosa avanzata dovette avere anche
un‘altra conseguenza: la conversione a
Yahweh di buon numero di clan degli
altipiani della Transgiordania che andarono
a ingrossare i ranghi di coloro che costi-
tuiranno poi «i figli d’Isracle ». U primo
nucleo dellorganizzazione tribale istaelita
deve cssersi cos! formato all'est del
Giordano.
L’archeologia dimostra che la Palestina
occidentale fa sconvolta violentemente
nella seconda meta del xr secolo ¢ che
la maggior parte delle sue citi venne
selvaggiamente distrutta:: comunque, in
un paese cosi poco abitato, alcuni clan
dovettero arrendersi_ senza colpo ferire
€ allearsi ai « figli d’Isracle »: tra questi
nuovi aderenti al gruppo istaelita, si indi
cano non soltanto i confederati gabaoniti,
ma anche parecchi clan (Qenizziti, Qeniti)
che dovevano essere penetrati in Palestina
dal sud.
Per comprendere come fu compiuta
Poccupazione israclita di Canaan, daremo
anzitutto un quadro generale della storia,
perché @ necessario avere ben presente la
situazione del paese come era prima dell’ar-
tivo degli invasori. In seguito esaminere-
mo se la descrizione della Conquista come
viene presentata nel Libro di Giosud, sia
suscettibile di ua controllo storico.LA CONQUISTA DELLA TERRA PROMESSA
I - CANAAN
PRIMA DELLA CONQUISTA
ISRAELITA
POPOLAZIONE: ESISTENTE IN PALESTINA
L prima della conquista @ indicata
nella Bibbia come «cananea» 0
«amorita ». Questi due termini tecnica-
mente rappresentano due gruppi distinti.
Per « Cananei », sintende il gruppo etnico
notd-ovest-semitico stabilito lungo la costa
della Palestina e della Siria dalla frontiera
egiziana, a sud, fino a Ras-Shamra (antica~
mente Ugarit), al nord. Il termine di « Amo-
titi » indica gli elementi nord-ovest-semitici
discendenti dagli antichi Patriarchi che si
erano infiltrati nell’intemo tra le montagne
della Palestina allinizio del secondo mil-
lennio a.
In molti passi della Bibbia & conservata
Ja distinzione tra abitanti della costa
abitanti della montagna, ma comunemente
i due termini vengono scambiati. Gli
‘Amoriti avevano assimilato il linguaggio,
Vorganizzazione civile e gran parte dei
costumi dei Cananei propriamente detti,
percid I’elemento predominante della popo-
lazione palestinese non differiva affatto per
razza ¢ lingua dai conquistatori israeliti.
La Palestina comprendeva anche gruppi
indo-ariani ¢ hurriti (questi ultimi vi si
erano stabiliti all’epoca degli Hyksos) ©
inoltre gli Hivviti, gli Jebusiti, i Girgasiti
¢ i Perizziti, di origine difficile da identi
care, che rappresentano anch’essi clementi
esistenti allora in quel paese.
(che Tetimologia popolare
allaccia alla parola ebrea hor = « caverne »)
dovevano essere molto numerosi_perché
gliEgiziani indicavano alle volte Ja Palestina
con il vocabolo suru: & probabile che
anche gli Hivviti appartengano al gruppo
degli husriti (i « Setanta » li confondono
infatti con gli Hurriti) ¢ in tal caso si
dovrebbe ammettere la presenza di schiavi
hurriti a Gabaon, a Sichem e nel Libano.
‘Anche i Perizziti erano probabilmente di
origine hurrita (la desinenza iggi si ritrova
sovente presso i Mitanni). Gli Hittiti che
‘occupavano la regione di Hebron si riallac-
ciano forse alla popolazione del grande
regno hittita di Shuppilu-liuma in gran
parte hurrita (con elementi indo-ariani) ;
perd tutti questi popoli erano divenuti, per
civilta e cultura, essenzialmente « cananei ».
Canaan prima dell’invasione era in realtd
caratterizzata da una grande uniti di
cultura : il suo artigianato per Ia lavorazione
dei metalli come il rame, il bronzo, il
piombo e oro, era molto fiorente ; le cittd
erano ben costruite € munite di potenti
fortificazioni ; impianti perfetti assicuravano
il rifornimento dell’acqua, specialmente a
Megiddo ¢ Gerusalemme. Le case patrizie
dei «cavalieri » circondate da quelle pitt
modeste dei servi, mostrano chiaramente
il carattere feudale della societi. 1 Cananei
erano un popolo di commercianti ; espor
vano legno e tessuti di porpora in Siria,
in Egitto e nelle isole del mare Egeo.
Liindustria dei tessuti di porpora valse loro
anche il nome di Ainabhu.
E’ evidente che i Cananei mantenevano
contatti molto frequenti non soltanto con
PEgitto ¢ la Mesopotamia, ma anche con
i paesi del mare Egeo. Infatti si pud consta-
tare una larga presenza nel xiv ¢ xmt
secolo di ceramiche di Micene, e il nome del-
Visola di Creta (Kaftor) si ritrova nei testi
cananei di Ras Shamra-Ugarit (x1v sec.).
La pit alta manifestazione della cultura
cananea @, senza dubbio, l'invenzione della
scrittura alfabetica; prima della fine del
terzo millennio, i Cananei di Byblos ave-
vano adottato una scrittura sillabica copiata
sui geroglifici egiziani : verso il xrv secolo,
gli scribi cananei conoscevano non soltanto
Ie scritture sillabiche (accadica-cuneiforme
ed egiziana) ma disponevano di un alfabeto
lineare, quello stesso che, passando pet
lo Ionio greco, diventer poi il nostroattuale
alfabeto, A questo proposito, le tavolette di
Ras-Shamra sono estremamente impor-
tanti perché contengono testi cananei in
caratteri cunciformi. Queste tavolette che
datano del x1v-xmr secolo, contengono
composizioni epiche ¢ poetiche di un raro
valore letterario ¢ rivelano una cultura
raffinata. Dal punto di vista religioso
questi testi riflettono un paganesimo im-
prontato specialmente al culto della fertilita.
{Gill dio supremo El era nominalmente alla
testa del panteon, ma la divinita pit vene-
rata era Ba‘al («il signore »). Questo nome,
61CAPITOLO TERZO
anticamente, indicava il grande dio semitico
della tempesta, Hadad. Ba’al cra considerato
il figlio 0 il nipote di El, e regnava sugli
dei nella montagna scoscesa del setten-
trione (Saféz). Con Ele Ba‘al, i Cananei di
Ras-Shamra veneravano anche altre divinita;
Je maschili erano: Mot (la Morte) vincitore
di Ba‘al (la vegetazione) ; Dagan (dio fru-
mento, fratello di Ba'al); Resheph (dio
della peste), ecc. Le divinita femminili
erano : Ashera, moglie di El e madre
di settanta dei ¢ dec ; Astarte (nella Bibbia,
al plurale, Ashtarét 0 Ashtoret) e Anat (dea
del’amore).
Queste dee, volta a volta custodi del
tempio, madsi o divinita sanguinarie della
guerra, rappresentano l’elemento femminile
del culto della fecondita. Questo culto
attribuiva capitale im alla morte €
alla resurrezione di Ba‘al, simbolo della
morte ¢ del rinnovarsi della vegetazione.
Tl mito del dio morto € risuscitato veniva
mimato nella celebrazione dei titi al fine di
tonificare le forze della natura ¢ ridare
fecondita al suolo, agli uomini ¢ agli ani-
mali, Tale culto naturista veniva sovente
accompagnato da pratiche _licenzios:
prostituzione sacra, omosessualita, riti or
giastici. Questa forma religiosa cananea
presentava caratteri che Israele non poté
mai risolversi ad accettare.
Dal punto di vista politico, Canaan
mancava di unita ; i piccoli stati, nominal-
mente infeudati dall'impero dei Faraos
formavano un mosaico mal connesso. Gl
Fgiziani vi mandavano periodicamente loro
ispettori per esigere le imposte dovute dai
numerosi reucci ¢ vi stabilivano guarni-
gioni militari nei punti strategici, La
corruzione dell’amministrazione era notoria
¢ i paesi venivano regolarmente taglieggiati.
Dopo il periodo di Amara, gli Stati-
Citi si erano moltiplicati specialmente
nella pianura costiera, mentre le foreste
della montagna centrale erano meno popo-
late. L’Egitto tollerava questo stato di cose
perch, probabilmente, gli rendeva pit
facile il controllo, ma il moltiplicarsi dei
minuscoli reami ne diminuiva il vigore,
cosi furono i «figli di Isracle » che alla
fine del xr secolo poterono approfittare
di tale debolezza.
62
La Transgiordania (dove non si trovano
tracce di piazzeforti dal xx al xm secolo)
comincid ad ospitare nel xix secolo nuove
popolazioni che vivranno durante parecchi
secoli nelle vicinanze di Israele : gli Edomiti
(tra il Mar Moto e il golfo di Aqabah) ¢
i Moabiti (al nord di Edom, alltest del
Mar Morto), Al momento nel quale gli
Israeliti partirono alla conquista di Canaan,
‘questi due popoli erano governati da re. La
‘Transgiordania era anche in parte occupata
dagli Ammoniti, ancora nomadi, ¢ da due
Stati «amoriti », quello di Heshbon con-
trollava il sud’ di Galaad ¢ quello di
Bashan controllava la regione dello Yarmuk.
I - LA CONQUISTA
NN QUESTO MONDO CHE ABBIAMO RAPIDA-
mente evocato, Isracle inizia la sua
vita di popolo indipendente.
In che modo la narrazione della Bibbia
si inserisce e si spiega nel quadro ?
Secondo la storia principale della con-
quista, Pattacco diretto contro Canaan fu
rapido, sanguinoso ¢ totale. Il passaggio
miracoloso del Giordano ¢ lo sfondamento
delle mura di Gerico furono seguiti da tre
campagne fulminee al centro, nel sud
(Giosué difende i Gabaoniti contro la
coalizione di cinque re) e al nord (Galilea).
Liintera Palestina cadde presto sotto il
controllo istaelita: gli abitanti_ vennero
massacrati e il paese, diviso in dodici zone,
fa occupato dai « figli di Iseacle », Tuttavia,
oltre questa descrizione estremamente sem-
plice, Ia Bibbia ne contiene un’altra ¢,
secondo questa, occupazione di Canaan fu
il risultato di diversi tentativi non sempre
coronati da successo ¢ scaglionati in un
tempo abbastanza lungo.
Questa visione dei fatti si trova non
soltanto nel primo capitolo del Libro dei
Giudici, ma anche in alcuni passi del Libro
di Giosué. Essi mostrano che la conquista
era ben lontana dall'essere completa e
inoltre che le citta delle quali & attribuita la
conquista a Giosué ¢ a «tutti i figli di
Israele » (per es. Hebron e Debir), furono
in realtd conquistate con azioni individuali
ben precise.
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