Fassino Il Modelo Biopsicosociale
Fassino Il Modelo Biopsicosociale
BIOPSICOSOCIALE
La medicina è una scienza dinamica e i progressi nei trattamenti e nelle terapie farmacologiche avvengono rapi-
damente. Di conseguenza Autori, Collaboratori ed Editore non possono garantire che le informazioni siano
complete in ogni loro parte e non possono essere considerati responsabili di eventuali errori o omissioni, o di
conseguenze derivate dall’uso delle nozioni qui contenute. I lettori sono pertanto invitati a verificare le varia-
zioni nelle dosi raccomandate e le controindicazioni sui fogli informativi inclusi nelle confezioni dei farmaci.
Tale verifica è particolarmente importante nel caso di farmaci di recente introduzione o utilizzati raramente.
L’Editore ha provveduto a inoltrare le richieste di autorizzazione per la riproduzione di figure e tabelle agli aven-
ti diritto e dichiara inoltre la propria disponibilità a regolarizzare eventuali omissioni o errori di attribuzione.
ISBN 978-88-7640-783-3
ANNO RISTAMPA
10 09 08 07 N 1 2 3 4
Sommario
COLLABORATORI ......................................................................................................................XXIII
Parte prima
Metodologia clinica e diagnostica
V
Sommario
VI
Sommario
7. LA PERSONALITÀ ..................................................................................................................121
Che cosa si intende con «personalità» .................................................................................121
Teorie della personalità .......................................................................................................122
Le teorie psicoanalitiche......................................................................................................122
La teoria individualpsicologica di Alfred Adler: la personalità
come Sé-Stile di Vita...........................................................................................................126
Il modello psicobiologico della personalità..........................................................................129
Il modello psicobiologico della personalità e la Psicologia Individuale di Adler...................136
Conclusioni ........................................................................................................................139
Parte seconda
Disturbi psichiatrici
VII
Sommario
Caffeina ..............................................................................................................................212
Nicotina..............................................................................................................................213
VIII
Sommario
18. DISTURBI DEL SONNO, DISTURBI DEGLI IMPULSI NON CLASSIFICATI ALTROVE E DISTURBI
DELL’ADATTAMENTO.............................................................................................................365
Disturbi del sonno ..............................................................................................................365
Disturbi del controllo degli impulsi non classificati altrove.................................................373
Disturbi dell’adattamento ...................................................................................................375
Parte terza
Metodologia e progettazione dei trattamenti
IX
Sommario
X
Sommario
Parte quarta
Nuovi orizzonti: psicosomatica, psichiatria di liaison, etica e sviluppi futuri
28. PSICOGERIATRIA...................................................................................................................653
Introduzione .......................................................................................................................653
Epidemiologia.....................................................................................................................653
Valutazione psichiatrica.......................................................................................................654
Sindromi cliniche................................................................................................................654
Trattamenti .........................................................................................................................658
Approccio psicologico al paziente terminale........................................................................668
XI
Sommario
CONCLUSIONI .............................................................................................................................727
Le neuroscienze...................................................................................................................727
Il modello biopsicosociale ...................................................................................................728
L’etica .................................................................................................................................728
La formazione degli psichiatri .............................................................................................729
Empatia, sapienza, costi ......................................................................................................730
BIBLIOGRAFIA..............................................................................................................................733
XII
Presentazione
Presento il manuale del professor Fassino e dei suoi collaboratori con grande piacere per due motivi:
il primo è il lungo periodo di formazione, di lavoro e di esperienze vissute insieme nella Clinica psi-
chiatrica di Torino fin dai primi anni Settanta; il secondo, non per importanza, è la profonda amici-
zia che mi lega all’autore.
Scrivere un manuale di psichiatria comporta inevitabilmente scelte di campo: sappiamo oggi come
nessun ambito della scienza possa definirsi del tutto oggettivo; senza dubbio la scienza psichiatrica si
presenta sotto questo aspetto con più marcate e peculiari difficoltà.
L’influenza dell’osservatore è infatti massiccia in ogni momento dell’agire psichiatrico, fino a
diventarne parte costitutiva.
E questa è la prima scelta di campo di Fassino: porre al centro del discorso psichiatrico la relazio-
ne – paritaria ancorché asimmetrica – tra lo psichiatra e il suo paziente.
Da qui derivano tre conseguenze: la prima è il primato dell’approccio psicodinamico che non si
affianca meccanicamente agli altri approcci, ma ne costituisce la cornice fondante e la filigrana attra-
verso la quale comprendere e organizzare gli atti costitutivi del modello biopsicosociale, che viene
eletto a parte integrante del titolo stesso del manuale; la seconda è rappresentata dal primato della
psicoterapia, intesa non solo in senso strettamente tecnico ma quale asse portante del trattamento nel
suo insieme, forse con qualche piccolo peccato di entusiasmo; la terza è costituita dalla centralità della
metodologia psicodinamico-psicoterapica nella formazione dello psichiatra, centralità che non signi-
fica sopraffazione degli altri aspetti ma certamente posizione privilegiata.
La seconda cruciale scelta di campo di Fassino e collaboratori è quella della concezione alta e
ampia della psichiatria: dallo studio dei movimenti molecolari, attraverso gli aspetti biopsicolo-
gici fino ai grandi temi della vita sociale, della spiritualità e financo della religione. L’assunto
biopsicosociale diviene quindi non più solo metodo ma esteso e polimorfo campo di ricerca e di
interve n t o.
I capitoli che caratterizzano meglio il manuale sono a mio avviso quelli di più ampio respiro, con-
cernenti temi quali il già citato modello biopsicosociale, il ciclo vitale, la personalità, i problemi etici,
la ricerca e le prospettive future in psichiatria.
Sono queste le pagine in cui più compiutamente si esprime la linea concettuale degli autori. Si
affiancano a esse i capitoli che trattano in maniera sintetica ma precisa i vari disturbi psichiatrici e il
loro trattamento.
Ritengo che questo manuale possa essere di notevole aiuto agli studenti di medicina, di psicolo-
gia e di altre Facoltà interessate e a molteplici operatori del campo, psichiatri, medici, psicologi e assi-
stenti sociali, ma anche di grande interesse per il lettore colto.
XIII
Presentazione
La psichiatria è infatti qui intesa quale scienza globale dell’uomo, concezione che tuttavia viene
espressa con misura e senso critico, tanto da poter essere fruibile anche per chi, come il sottoscritto,
ha una visione della materia più circoscritta al campo del funzionamento patologico della mente.
Filippo Bogetto
Ordinario di Psichiatria all’Università degli Studi di Torino
XIV
Introduzione
Aspetti generali
Quasi tutti gli psichiatri ritengono che, mentre le ultime due decadi del Ventesimo secolo sono state
dedicate in particolare alle ricerche sul cervello, l’intero Ventunesimo secolo dovrà impegnare gli stu-
diosi sulla complessità della mente.
Entrambi i termini «cervello» e «mente» non sono da ritenersi riduttivi. Non è casuale quindi che
Fassino, Abbate Daga e Leombruni abbiano sottolineato nel titolo del Manuale di psichiatria la con-
figurazione di biopsicosociale, intendendo proporre uno schema di riferimento a rete disciplinare,
pragmatica e interattiva.
La psichiatria contemporanea afferisce infatti a differenti territori variamente e costantemente cor-
relati fra loro, senza cadere in una visione riduttiva. Una prima area si riferisce alle neuroscienze e alla
nuova biologia della mente; la seconda è situabile a livello della mente relazionale, e perciò inerisce
ai rapporti intersoggettivi (e quindi psicoterapeutici); la terza, rivolta alla cosiddetta mente sociale,
tende a considerare gli aspetti collettivi, anche mediante i ricoprimenti tematici degli approcci trans-
culturali.
Poiché afferiscono a discipline con statuto metodologico differente, articolazioni di questo tipo
affrontano argomenti ad alto grado di complessità che si aprono a basi biologiche comuni per tutti,
ma che si riconoscono nell’unicità della nostra individualità.
Inoltre questa articolazioni recuperano il senso profondo della relazionalità del mentale, attraverso gli
approcci diagnostici e terapeutici, sino a giungere a un auspicato nuovo umanesimo per la psichiatria
(Kandel 2005) che non si può avviare se non attraverso un autentico sviluppo del sentimento sociale.
Il complesso modello biopsicosociale a rete interattiva in psichiatria è reso possibile da una serie
di fattori rivoluzionari. Tra questi menzioniamo:
– la frantumazione delle grandi visioni filosofiche, specie dell’epistemologia generale, che ha con-
dotto le riflessioni psicopatologiche verso le filosofie speciali (della scienza, del linguaggio, della
mente), verso la fenomenologia (si veda Jaspers), l’ermeneutica e le scienze cognitive;
– l’emergere delle tesi evoluzionistiche e degli studi sulla genetica classica e molecolare;
– la crescita esponenziale delle già citate ricerche neurobiologiche, neurofisiologiche, di brain ima-
ging ecc., che hanno portato a evidenze crescenti sui vari tipi di memoria e di apprendimento, e
sugli scambi intersoggettivi (neuroni specchio) e sulla coscienza autoriflessiva (qualia ecc.).
Questi e altri studi hanno altresì condotto non solo alla rivisitazione dei vari paradigmi psicologi-
ci e psichiatrici, che sono puntualmente riportati nel Capitolo 1 del manuale, ma hanno pure favo-
XV
Introduzione
rito l’attuale concetto di trasformazione dell’energia e dell’informazione da uno stato all’altro, che
rende ragione delle teorie multifattoriali sulla genesi dei disturbi mentali. Precoci alterazioni ambien-
tali e/o relazionali possono essere destrutturanti (o non strutturanti) e predisporre a variazioni biolo-
giche dei sistemi intrapsichici di informazione: come pure precoci alterazioni biochimiche e ormo-
nali, non solo genetiche, a carico dei sistemi della comunicazione intrapsichica, possono precedere
alterazioni dei meccanismi relazionali e comportamentali. I sistemi biochimici neurotrasmettitoriali
interagirebbero con quelli intrapsichici e interpersonali, sicché le sorgenti informative potrebbero
essere trasformate dalle stesse informazioni che esse elaborano.
L’intreccio eziopatogenetico di nodi causativi può così rifarsi al modello biopsicosociale, multifat -
toriale, di rete interattiva. Ed è per questo motivo che nei principali disturbi psichiatrici si dov re b-
b e ro effettuare strategie terapeutiche che associno interventi farmacologici, psicoterapeutici e socio-
riabilitativi.
L’articolazione teorica e pratica di discipline diverse, situabili in una rete di modelli, richiede di
conseguenza una notevole capacità di competenze e formazioni per il medico, lo psicologo clinico e
lo specialista. L’espansione delle aree della psichiatria (basti accennare alle problematiche della cosid-
detta psichiatria di liaison) pongono inoltre al clinico alcune complesse sfide a livello somatopsichi-
co, transculturale ed eticovaloriale.
I dilemmi concettuali e operativi dello psichiatra, tra cui quello che mente e cervello non possa-
no essere né completamente integrati né completamente separati (in modo analogo il fisico deve pen-
sare allo stesso tempo in termini di particelle e di onde), fanno sì che egli si esprima con il proprio
paziente e che da questi sia ascoltato su un piano di comprensibilità comunicativa, linguistica e infor-
mativa: in termini di motivazioni, desideri e significati. Per evidenziare queste capacità cliniche, gli
psichiatri e gli altri specialisti dovrebbero avere un’apertura consolidata ai traguardi raggiunti dalle
neuroscienze che riguardano pure la genetica, la neurochimica e la farmacocinetica.
L’ipotesi secondo la quale molti disturbi psichiatrici sarebbero causati da una combinazione di pre-
disposizione genetico-costituzionale e di fattori esperienziali interpersonali socioculturali e ambien-
tali che attivano tale predisposizione riceve continue conferme.
Pertanto, così come dovremmo rimanere perplessi nei confronti di un rigico riduzionismo che
vede variamente escludentisi gli aspetti biologici psicologici o sociali, circa l’eziologia, allo stesso
modo dovremmo anche evitare di considerare gli aspetti totalizzanti e globalizzanti.
La rilevazione di tali presupposti non solo sgombra il campo da alcuni pregiudizi, ma ci permet-
te di entrare più in dettaglio nell’introduzione ipersintetica delle quattro parti di cui è cosituito il
manuale, focalizzando altresì taluni argomenti che fungono da traliccio dinamico-strutturale.
Articolazioni tematiche
Le quattro parti in cui questo libro è organizzato– in un’originale, documentata e aggiornata impo-
stazione – sono orientate a rispondere ai cambiamenti avvenuti negli ultimi anni nel campo della psi-
chiatria.
La prima parte (Capp. 1-8) riguarda la metodologia diagnostica della psichiatria clinica in un con-
testo già di per sé psicoterapeutico: le teorie e i modelli causativi, la psicopatologia di base e dinami-
ca, le questioni inerenti al colloquio e all’anamnesi. Un capitolo dedicato ai cicli vitali è propedeuti-
co alle teorie sulla personalità, mentre le pagine sui correlati neuroendocrinologici dei disturbi psi-
chiatrici introducono gli aspetti biologici. Uno degli elementi che qui emerge è che la psicoterapia è
XVI
Introduzione
non solo un trattamento efficace (come già la clinica aveva rilevato), ma utile anche ai fini della ricer-
ca e della diagnosi: uno strumento indispensabile per studiare il funzionamento della mente, anche
negli strati più profondi (Kandel 2005).
La seconda parte (Capp. 9-19) affronta i molteplici quadri psicopatologico-clinici inerenti ai dis-
turbi psichiatrici, secondo l’impostazione categoriale fornita dal DSM-IV-TR.
Ciò conferisce alla trattazione il vantaggio di una comparazione con altri compendi di psichiatria
e fornisce altresì per ciascun argomento un sintetico approccio psicologico-dinamico che recupera il
senso profondo anche circa il progetto terapeutico complessivo.
Nella terza parte (Capp. 20-26) sono esposti le terapie farmacologiche, le specifiche psicoterapie
e i trattamenti riabilitativi in un approccio articolato secondo il modello biopsicosociale.
È da sottolineare il fatto che emerge con chiarezza come l’organizzazione degli interventi psichia-
trici appaia già sul piano teorico-pratico come una rete interattiva che interconnette terapie e tratta-
menti particolari, sicché questi vengono inseriti in una progettazione strategica delle cure «ad perso-
nam», secondo le recenti linee della formulazione esplicativa psicodinamica. Rilevante è il capitolo
dedicato all’utilizzo della valutazione dimensionale della personalità, come una delle basi per un pro-
getto individualizzato di cura farmacologica, psicoterapeutica e riabilitativa.
La quarta parte (Capp. 27-30), ivi comprese le Conclusioni, apre il discorso sui nuovi orizzonti
della psicosomatica e dell’etica e sulle prospettive future in psichiatria.
Sono esposti alcuni temi della medicina psicosomatica, della psichiatria di liaison e della psicoge-
riatria, come pure sono effettuati riferimenti ai problemi etici e legali in psichiatria. Queste temati-
che – fino a pochi anni fa considerate territori di confine per la psichiatria – sono oggi di piena com-
petenza metodologico-clinica, postdatando resistenti concezioni manicomiali della psichiatria eti-
chettata in prevalenza con un implicito compito di controllo sociale. Per esempio si riconsiderano
interventi in TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) e l’utilizzo di farmaci depot per soggetti con
diagnosi molto serie e ingovernabili.
Negli ultimi due capitoli un attento sguardo è rivolto agli sviluppi futuri della psichiatria circa
alcuni specifici ambiti: la farmacogenetica, i contributi della neurobiologia alla psicoterapia, l’utiliz-
zo del brain imaging ecc. Vengono pure affrontate recenti acquisizioni a livello neurofisiologico, psi-
copatologico e psicologico-dinamico, quali i «neuroni specchio», l’importanza dell’empatia nella rela-
zione terapeutica e la consapevolezza che i momenti di significato fanno parte del cambiamento psi-
cologico-clinico.
Inoltre sono considerati con particolare attenzione i problemi etici e legali in psichiatria, correla-
bili ai sistemi di valori, alla spiritualità, alla religiosità: temi, questi, che riguardano da vicino la psi-
chiatria transculturale. L’ultimo capitolo (Cap. 30) tratta della ricerca e delle prospettive future nel-
l’ottica biopsicosociale: esse non possono che riferirsi, anche nell’ambito della postmodernità, alle
dinamiche della famiglia e al complesso problema della qualità e dei costi in psichiatria.
Percorsi di collegamento
Il Manuale di psichiatria biopsicosociale, essendo impostato quale modello di rete e rete di modelli,
oltreché trattare nello specifico vari punti, ha il pregio di poter utilizzare appieno taluni percorsi, o
«canali di collegamento trasversali», recuperandone il senso nell’ambito dell’attuale dibattito psichia-
trico. Sebbene già accennati in precedenza, si tematizzano alcuni percorsi.
XVII
Introduzione
La psichiatria transculturale
Nella psichiatria contemporanea gli operatori biosociosanitari dovrebbero aver presente una serie di
p roblemi per cui, a livello diagnostico, prognostico e terapeutico, gli strumenti di esclusiva derivazio-
ne biologica o psicologica risultano incompleti, quando non possano essere riferiti anche alla cono-
scenza degli aspetti culturali individuali o collettivi. Le esperienze individuali sono infatti formate e
strutturate a livello interpersonale e gruppale: linguaggio, comunicazione e informazione sono spesso
operazioni di gruppo; molti luoghi d’incontro e di lavoro sono «setting» culturali (si vedano per esem-
pio gli interventi con soggetti o gruppi di nuova o antica immigrazione). Le nostre crescita, malattia,
normalità, devianza sono anche fondate a livello sociale e fanno parte di modelli culturali diversi.
Nell’organizzazione dell’assistenza psichiatrica gli aspetti cultural-dipendenti devono essere modu-
lati attraverso le regole della managed care non solo in un’ottica economica, ma anche secondo pro-
grammi che tendano ad armonizzare la complessità della diagnosi e della terapia psichiatrica attraver-
so le specificità relazionali, e quindi culturali.
In questo senso, in un rapporto terapeutico gli operatori dovrebbero essere in grado di conoscere
e applicare in modo corretto anche gli approcci inerenti ai campi psicosociologico e culturale, imme-
desimandosi nelle particolari culture di appartenenza del soggetto in riferimento ai dinamismi inter-
culturali e di transizione culturale. In tale tipo di approccio è necessario un coordinamento «a rete»
di tutti gli interventi, anche perché in psichiatria culturale entrano in gioco tanto i problemi psico-
logico-dinamici quanto quelli attinenti alla pluralità culturale relazionale: e ciò nel rispetto autenti-
co della persona umana attraverso la cultura dell’«altro da noi».
Tale prospettiva deve essere in equilibrio tra una comparazione clinica transculturale e un’identi-
ficazione attraverso la dimensione culturale.
XVIII
Introduzione
ra» fatto sulla persona unica e irripetibile. Non a caso già nel 1993 la Practice Guideline on
Depression dell’American Psychiatry Association sottolineava che il management psicoterapeutico è
una componente fondamentale di qualunque piano, non solo farmacoterapeutico.
XIX
Introduzione
Il sapere, inerente alle conoscenze scientifiche orientate dal modello biopsicosociale della mente-
cervello, e il fare, indispensabile per le competenze cliniche – nello psichiatra di oggi –, dovranno
attuarsi e svilupparsi in stretta connessione con il suo esserci, cioè attraverso le sue capacità relaziona-
li. La collocazione della psicoterapia quale strumento di cura (concettualmente e clinicamente fon-
dato sui modelli della mente compatibile con la neurobiologia), anche in considerazione degli studi
di efficacia e di efficienza, fa sì che le competenze e le capacità psicoterapeutiche non possano che far
parte dell’identità operativa e personale dello psichiatra.
Nonostante il fatto che il disagio degli operatori di salute mentale può aver portato nel recente
passato a uno «psychiatric exodus» (per il rischio più elevato di stress e di burn out a causa di un ina-
deguato appagamento complessivo), tuttavia il senso della relazione terapeutica e l’arricchimento delle
esperienze professionali possono accrescere non solo le competenze professionali, ma anche favorire
nuove motivazioni e realizzazioni professionali e individuali. Ed è per la complessità di questi fatto-
ri che i percorsi formativi dello psichiatra, che sono sollecitati anche dalle raccomandazioni dei
Direttori delle Scuole di Specializzazione di Psichiatria negli Stati Uniti fin dal 1990, suggeriscono
una formazione psicoterapeutica più vasta e approfondita di quella attuale.
Gli autori incoraggiano queste iniziative programmatiche sottolineando che in psicoterapia i per-
corsi di formazione riguardano tanto il come fare (procedure di apprendimento tecnico-metodologi-
co) quanto il fare come (procedure di tirocinio congeniale-identificatorio che comprendano percorsi
individuali e di gruppo). In tale modo nuclei scientifici clinici e creativi trovano fra loro quella «forza
riconciliatrice» che si apre verso la comprensione dell’altro.
La questione etica
È da queste premesse che il modello biopsicosociale – dinamicamente inteso – tende a recuperare un
orientamento verso la dimensione dell’umana presenza, anche nel contesto della gestione aziendalistica e
manageriale attenta ai costi-risultati (managed care degli Stati Uniti), all’efficacia terapeutica e degli indi-
catori di previsione, ai progressi della psichiatria biomedica. Vi sono perciò buone ragioni perché lo psi-
chiatra non solo rivisiti, ma anche senta profondamente le questioni inerenti all’etica, poste secondo
molti solchi: dall’«orientamento di valori» (in parte cultural-dipendenti) all’esercizio della psichiatria e
della psicoterapia legate dalla liceità di prescrizioni o di protocolli di ricerca farmacologici, dai codici
deontologici e dalla costituzione dei comitati di bioetica al dialogo tra bioetica laica e confessionale.
La psicopatologia e la psichiatria permettono di comprendere meglio le alterazioni personologi-
che, di stabilire correlazioni patogenetiche e quindi di focalizzare la portata fra i pregiudizi e presup-
posti ideologici, filosofici, scientifici, politici ed etici. Tutto ciò mette anche in luce le maggiori
responsabilità del medico nella scelta e nelle decisioni dei percorsi terapeutici, nell’affrontare i temi
sollevati dall’ingegneria genetica, nell’essere sensibilizzati alle influenze del «politically correct» e nelle
strategie di intervento che emergono da settori sociali e culturali diversi.
Da taluni si afferma che la scienza non possa essere coinvolta nelle implicazioni etiche se non nel-
l’uso che di essa viene fatto, ma che da qui possano scaturire codici valoriali non riconducibili alla
sola ricerca, bensì pure alla relazione terapeutica. Ne consegue che da tali presupposti l’identità e la
responsabilità dello specialista e del medico non possono essere avulsi sia dall’interazione sia dai con-
tenuti dei trattamenti. Da queste riflessioni emerge la maggior esposizione agli errori medici, alle
malpratiche, alla iatrogenia.
La costruzione dei percorsi biografici, scientifici e psicopatologici deve permettere una connessio-
ne interparadigmatica tra diverse discipline mostrando come i nuovi modelli di una psichiatria inno-
XX
Introduzione
vativamente intesa emergano dai percorsi di trasformazione derivanti dalle interazioni tra crisi dell’e-
sistenza e mutamenti scientifici, politici e culturali.
Se non si può eludere perciò, anche nella formazione, una sorta di eclettismo pratico, è utile
riconoscersi in una comprovata matrice teorica, non rigidamente dottrinaria, ma verificabile e
modificabile.
La questione etica coinvolge profondamente, accanto alle molteplici competenze professionali, le
scelte e gli aspetti personali dello psichiatra anche nei suoi percorsi formativi.
Talora l’intervento psichiatrico si pone, specie nella sua dimensione (psico)terapeutica, «come se»
fosse una «protesi» di talune libertà del soggetto; altre volte le psicoterapie, attraverso la mente rela-
zionale, possono stimolare «nuove architetture» del cervello, giungendo fino all’incoscio delle memo-
rie procedurali.
Per giudicare dell’utilità di una terapia è indispensabile osservare e valutare gli scopi e gli obietti-
vi proposti, e bisogna altresì tener conto delle realistiche rispondenze dei mezzi e delle metodiche
circa le mete e finalità che si desiderano raggiungere in rapporto al progetto medesimo.
La stessa diagnosi di disturbo psicologico deve essere condotta con mezzi leciti e adeguati e da ope-
ratori che abbiano acquisito competenze legali idonee circa la capacità psicologica del seggetto,
mediante il consenso informato e validato per ciascun tipo di trattamento.
La costante valutazione dell’adeguatezza tra progetto esistenziale del paziente e progetto terapeu-
tico conduce a una competenza strategica. Il rischio di imporre al paziente valori etico-sociali non
conformi ai suoi modelli deve essere continuamente e criticamente valutato dal terapeuta, che ha
anche il compito di educatore alla salute mentale.
Non è casuale che le difficoltà e le sfide di oggi sono rappresentate da quelle innovazioni propo-
sitive che possano (sul piano etico e di economia sanitaria) applicarsi correttamente sia a molte pato-
logie sia in soggetti appartenenti a fasce sociali e a gruppi culturali diversi sia alle cosiddette fasce debo -
li. Il sistema sanitario nazionale sembra orientato al proposito a inserire le cure psicoterapeutiche tra
i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), anche in considerazione di una probabile riduzione dei costi
sanitari complessivi, favorita dall’impatto positivo delle cure psicoterapeutiche sulla qualità di vita di
molti pazienti.
Considerazioni
Il modello biopsicosociale in un’ottica a rete interdisciplinare propone una prospettiva rinnovata
della psichiatria che, tendendo a strette articolazioni delle metodologie, utilizza – come metafora –
un approccio di tipo interlinguistico: biologico, psicologico e sociale. Ciò permetterebbe una ridefi-
nizione dello status/ruolo dello psichiatra, in riferimento alla complessità delle discipline cui deve
afferire, senza che egli giunga né a un riduzionismo biologistico né a un mentalismo metafisico né
infine a un relativismo culturale.
La psichiatria attuale è situata in un territorio di confluenza e di confine che utilizza diversi appor-
ti teorici, clinici, esperienziali e sperimentali. È pertanto utile trovare le modalità più adeguate per
coltivare un dialogo e un confronto consapevoli, cercando interconnessioni plausibili più che non
collages eclettici. Non si tende a un’illusoria ed onnipotente fusione di orizzonti, ma a procedure
innovative circa le conoscenze e le cure.
Gli argomenti trattati nel manuale di Fassino, Abbate Daga e Leombruni pongono la pratica cli-
nica in una prospettiva critica e in un’evoluzione scandita sia dalle scoperte scientifiche sulla biolo-
XXI
Introduzione
gia della mente sia dalla psicofarmacologia sia dalle risultanze della psicoterapia quale strumento
principe anche in quei disturbi che secondo un tradizionale dualismo empirico venivano considera-
ti strettamente come malattie mentali. L’ambito delle attuali conoscenze, tendendo a riconoscere un
continuum nelle metodologie biopsicosociali, apre anche a un miglioramento della ricerca applicata
e scientifica, tenuto sempre presente l’auspicio verso un nuovo umanesimo della psichiatria.
Vi sono diversi motivi che sollecitano a una lettura sia approfondita sia di consultazione (si veda
l’Indice analitico) dei vari capitoli e argomenti trattati in questo libro.
La prima ragione è correlata al progresso della psiconeurobiologia che dovrebbe consentire allo psi-
chiatra di essere inserito attivamente in tali procedure. La seconda ragione sottolinea le nuove compe-
t e n ze e la consapevo l ezza deontologica ed etica, non solo nei settori professionali, ma anche in quelli
della ricerca. Un terzo punto emerge dall’ i m p o rtanza dei mezzi di comunicazione e dagli indirizzi del
«politically correct» evocati dalle strategie del sistema inerente a costi e benefici. Un quarto motivo sot-
tolinea la necessità che il medico e lo psichiatra adottino nuovi codici clinici in una dimensione trans-
culturale con quei soggetti e gruppi che per motivi etnici, linguistici e religiosi abbiano «orientamen-
ti di valori» o codici comportamentali diversi o quadri clinici che in genere, come per gli immigrati in
Italia, siano spesso bisognosi di aiuto psichiatrico. Da ultimo un quinto motivo è che una psichiatria
biopsicosociale deve confrontarsi e prendere in considerazione le possibili e complesse situazioni di
ogni singolo paziente con il compito di rispettare la dignità e i diritti dell’uomo, adottando una re l a-
zione terapeutica che riguardi sia gli aspetti in generale accolti a livello della comunità internazionale
sia regole e leggi istituzionali di uno Stato di diritto com’è il nostro, giungendo a corrispondere a una
richiesta che può essere formulata in questo modo: «Quale paziente per quale terapia?»
Una continuità, ma anche numerose differenze si trovano così fra un certo modo di «fare» signi-
ficativo della psichiatria in generale e non genericamente: che è appunto uno dei requisiti cui si attie-
ne questo manuale. I pazienti non esigono solo spiegazioni e comprensione, ma anche identificazio-
ne e immedesimazione: ciò vuol dire che è necessario giungere dinamicamente a livelli emotivi e
somatici che entrano a far parte, a ri-creare particolari «moduli di legame» attraverso corretti rappor-
ti interpersonali. Per questo, mantenendo un’adeguata distanza terapeutica e professionale, per fare
buona terapia è necessario comprendere anche gli strati profondi della personalità, dove spesso risie-
dono potenzialità residue considerevoli e fruibili per il cambiamento.
Così configurata – nella teoria, nella pratica e nella didattica – la psichiatria sembra oggi fornire
preziosi contributi innovativi alla medicina anche rispetto alle ricerche e alle cure nell’ambito di un
coinvolgimento emotivo profondo: lo sviluppo di cure farmacologiche fondate sulle neuroscienze, la
capacità di ascoltare il paziente, persona prima che malato.
Non per ultimo, questo manuale sottolinea l’ i m p o rtanza dell’esperienza organizzativa assistenziale
fuori dall’ospedale, e quindi sul territorio, nelle comunità, nei centri di recupero e nelle altre stru t t u-
re di riabilitazione. Nella sua innova t i va originalità radicata nel tessuto tradizionale della psichiatria, il
manuale di Fassino, Abbate Daga e Leombruni – con i quali hanno operato gruppi di lavo ro della
Sezione di Psichiatria del Dipartimento di Neuroscienze della Facoltà Medica dell’Un i versità di Torino
– costituisce un valido testo di studio e di consultazione per gli studenti di Medicina, di Psicologia e
di altre professioni sanitarie, e rappresenta uno stimolo per approcci di approfondimento per psichia-
tri e psicologi clinici, nonché per tutti coloro che siano interessati a queste problematiche.
XXII
Collaboratori
FEDERICO AMIANTO
Psichiatra, Dirigente medico ASL 6 di Venaria (TO); ha collaborato ai Capitoli 6, 7, 11, 19, 20 e 24.
EMANUELA ARVAT
Professore associato di Endocrinologia; ha contribuito in modo sostanziale al Capitolo 8.
ANNALISA BRUSTOLIN
Psichiatra; ha collaborato ai Capitoli 24 e 28.
STEFANIA CAMPISI
Psichiatra; ha collaborato ai Capitoli 27 e 28.
GIOVANNA CAZZANIGA
Psicologa e psicoterapeuta; ha collaborato al Capitolo 25.
ELENA COMBA
Psicologa e psicoterapeuta; ha collaborato ai Capitoli 24 e 26.
CARLOTTA DE BACCO
Psichiatra, Dirigente medico della SCDU Psichiatria, CPR per i DCA; ha collaborato al Capitolo 21.
NADIA DELSEDIME
Psichiatra, Dottoranda di ricerca, Un i versità di Torino; ha collaborato ai Capitoli 2, 3, 4, 11, 16,
25 e 29.
LAURA GIANOTTI
Medico endocrinologo; ha contribuito in modo sostanziale al Capitolo 8.
CARLA GRAMAGLIA
Psichiatra, Dottoranda di ricerca, Università di Torino; ha collaborato ai Capitoli 22 e 24.
LUCA LAVAGNINO
Psichiatra, Assegnista di ricerca, Università di Torino; ha collaborato al Capitolo 13.
XXIII
Collaboratori
GIUSEPPE MALFI
Dirigente medico Nutrizione Clinica, ospedale S. Giovanni Battista, Torino; ha collaborato ai
Capitoli 17 e 26.
LUCREZIA MARECH
Psicologa e psicoterapeuta; ha collaborato al Capitolo 22.
SUSANNA MAROZIO
Psichiatra; ha collaborato al Capitolo 5.
ALESSIA NOVELLI
Psichiatra; ha collaborato al Capitolo 13.
ANDREA PIERÒ
Psichiatra, Assegnista di ricerca, Università di Torino; ha collaborato ai Capitoli 9, 10, 17 e 18.
FRANCESCO RISSO
Psichiatra, Direttore Dipartimento Salute Mentale ASL 15; ha collaborato al Capitolo 21.
PAOLA VIGLIANCO
Psichiatra; ha collaborato al Capitolo 21.
XXIV
RINGRAZIAMENTI
Questo manuale nasce anche per l’impegno e la fattiva partecipazione di molti giovani colleghi, spe-
cializzandi medici e psicologi, studenti laureandi e medici frequentatori, afferenti alla SCDU di
Psichiatria, Centro Pilota Regionale per i Disturbi del Comportamento Alimentare, dell’Università
di Torino.
A loro va il nostro grazie per l’aiuto fornito nella ricerca bibliografica e nella prima stesura dei capi-
toli, nelle traduzioni, nelle revisioni e nei commenti.
In ordine alfabetico: Stefania Bergese, Samuele Defilippi, Federico Facchini, Filippo Gastaldi, Enrica
Marzola, Sara Morando, Anna Lucia Palma, Sara Preda, Sara Siccardi, Francesca Vay.
Un ringraziamento particolare va alla dottoressa Nadia Delsedime che, oltre ad aver contribuito ai diver-
si capitoli, è stata di supporto nella complessa operazione di coordinamento e revisione editoriale.
Alle nostre famiglie
Speriamo che questo manuale serva alla conoscenza; a un medico, a un terapeuta servono poi
coscienza e inventiva. Alla fine ci vorrà anche sapienza, nell’accezione démodé di R. Barthes: «Nessun
potere, un po’ di sapere, un po’ di saggezza, e quanto più sapore possibile».
Gli autori