\,
LE MOMITE DELL'ITALIA ANTICA
EACCOITA ENEEAII
DEL
Raffaele Garrucci
D. 0. D. e.
PARTE PEIMA
Y
MONETE FUSE
/
2);^)--
^^
ROMA
COI TIPI
DEL CAV.
1885
V.
SALVIUCCI
AI LETTORI
J_Jf raccolta generale delle ja
monete, che
l'Italia
antica fuse e coni nelle sue zecche lo
scopo di questa mia opera. Io
la
imprendo
fino a
dalla origine
quando
le
citt
stati
le
repubbliche
erano indipendenti e
stili
la
conduco
che
Roma
il
impadronitasi degli
le sorti.
d'Italia e sottopola
alla
sua dominazione o
insorti,
all'alto
dominio ne regolava
Concessa poi
piena cittadi-
nanza a quei popoli
che
la
domandavano,
tutte le
dritto di batter
moneta con
descritte
le
la libert si estinse.
Un'opera simile che contenesse
monete disegnate o
condotta a fine:
fu
gi intrapresa
all'esordio di codesto secolo dal Carelli,
ma non
duecento sue tavole con
lasciate
al
l'aggiunta di altre
due videro
la luce cos
imperfette
come
le
aveva
1831.
La descrizione
di cotesta tavola fu affidata ai Cavedoni, che profitt delle scoperte e degli
studii posteriori al Carelli per
emendarle e renderle
utili
per quanto poteva
che
il
agli studiosi.
Stim
fatta
anche opportuno pubblicare di nuovo in secondo luogo
la descrizione
Carelli
aveva
della sua privata collezione messa a stampa, e vi aggiunse le emendazioni fattevi dall'Avellino.
Ma
tori di
il
Carelli
aveva riprodotte
i
le
stampe
dell' Arigoni
e del card.
De Zelada
e di
altri edi-
moneta
fusa;
PP. Marchi e Tessieri avevano messo un ordine nuovo e una novella
il
il
distribuzione all'oes grave, e pubblicato
altri
frutto dei loro lavori nel
1839
il
Kircheriano ed
raccolte
fino
ai
musei avevano accresciuto di molto
numero
dei bronzi inedili nelle
Carelli,
loro,
tutto ci bisognava che venisse a
nostri,
compire l'impresa del
conducendola
giorni
dando luogo
quanto
le
si
era scritto e divulgato dai numismatici. Era d'uopo che finaldi aes rude,
mente prendessero posto
dagno per
la storia
monete
con
le questioni
che avevano destato e
il
gua-
che se ne poteva cavare.
Le
settanta tavole di questa
di
mia raccolta comprenderanno quante monete
almeno dai
si
fuse conosco, di-
segnandole
nuovo quasi
i
tutte dagli originali o
falsi,
gessi e dalle galvanoplastiche, e
togliendo di mezzo
si
bronzi
alcuni dei quali
sette
credono tuttavia autentici. Per fare ci
in
circa.
richiedeva
tempo e per
passarono
lustri
si
Le
monete
le
fuse,
di
questa
coniate,
prima parte, poich nella seconda parte che ora
sono state da
stampa sono raccolte
l'aes
monete
me
divise in tre classi
nella
prima pongo
rude, nella seconda l'aes signa-
tum, nella terza
l'aes
grave.
tutti coloro,
Intendo ringraziare
riferire a suo luogo.
che mi hanno aiutato,
nomi dei quali non
lascer
di
Lontano come sono per professione e per indole dai
le
complimenti con-
fesso
che questo mio lavoro ha bisogno di molto per appagare tutte
basti di aver cominciato
brame
di
tutti
me
quando potevo aver
l'agio di far disegnare e l'opportunit
di
scrivere e di andar perfezionando l'ardua impresa.
Ora far qui seguire un breve indice dei luoghi, donde generalmente
bronzi qui disegnati e descritti.
si
sono avuti
INDICAZIONE DELLE CITT E DEI LUOaHI
DOVE
SI
SA CHE
BRONZI DESCRITTI NELLE LXX TAVOLE SONO STATI TROVATI
SI
E DELLE EACCOLTE PUBBLICHE E PRIVATE OVE
CONSERVANO E IN MANCANZA DA CHI PUBBLICATI
Albano, lbanum, Yi,
8.
Montefascone, Vulsiniensis ager, VII,
1.
Sabatini ad lacum Sabate,
Sabina, Sabini,
XXXV,
1-7.
1 -7;
Ancarano,
v.
Norcia.
2.
Museo
di Bologna,
LUI,
1
;
4.
XXXVI,
1-6,
XXXVII,
XL,
8.
Ardea, LSVII,
Britannico, X,
XI, 2; XII, 2
1;
XIII, 1
T.
Nicotera.
Soratte),
Ariccia, Arida, 1, 1;
X,2;XII,
2;
XIII, 2; XIV,
1.
XVIII; XXIII; XXIV,
XLIV,
9. 1,
Saura Faliscohtm (Monte
2;
XXXIII
2, 3;
Aiigoni, XL, 11-13;
-iscoli di Puglia,
XLIV,
11;
LXVI, 16-19.
1-5. 1-4.
Kircheriano,
XVI; XVII, 2; XXI,
XXXIV
1-6;
LXX,
2.
Ascidum Aptdum, LXV,
XXIII: XXV, 1-3; XXVII, 1,2; XXIX, 6;
Seolca in Sardinia, VI, 12.
Sutri, Satrium,
Atri, Hatria, asse
LX, 6; serie; LXI, 1-4; LXil,
aga; LXVII,
6. 3.
XLIV, 2-4.
6, 7, 0,
XLV,
3, 4, 5, 10, 11.
XXXIX,
1-3;
XL,
1-7.
Belona,
Carelli,
Vulsiniensis
di
Cortona
(Sellari),
XXVH,
13.
Tarquinii. v. Corneto.
XXI,
3;
XL, 10; LIV,
di Firenze,
LIV,
1
;
7.
Telamone, Telamon, XLVII,
6;
1,
oncia.
Il
bronzo
:
Castellani, t. Cortona.
II,
di Parigi,
XX,
XLV,
LV,
1.
con l'epigrafe
se ne
fl>|t,
impostura moderna
Cerveteri, Caerae,
I,
2;
1.2;
2.
III,
1-5; IV, 1;
.,
di Pesaro, XII, 1;
di Torino,
XXXI,
3.
3,.LIII, 5;
LVI, 1.
ha
il
disegno alla tavola 125.
1.
V, 2-6; IX, 2,3; XXII,
Cesena, Caesena, LXVIII,
1.
XXVII,
2.
Teramo, Interamna praetuU. Vili,
Tivoli,
Vaticano, XIV,
di Vienna,
Tibur,
XLIIL
1-7.
Comete, Tarquinii, VI, 10; XXV,
serie
4, 5;
XXVI
2-6
XLIV,
di,
5;
XLV,
2.
9.
Todi, Tudertinus ager,
XXVII,
2-7;
XXVIII, 1;
XLVI,
coli.
1-8;
LXX,
1.
Nicotera,
1.
campagna
LXX,
1.
LUI,
2,
tutta la serie,
LV, 1-8 LVI, 1-11.
1.
Cortona,
Castellani,
LIV,
Norcia, Nursia, LXVII,
2.
Oirvieto,
Todi-Chiusi, VI, 3: Todi-Perugia, LIV,
Fabbro, Vuldniensis ager, IX,
1;
Vulsiniensis ager, LXIII, 3. v. Fabbro.
Toscana, Etruria, ruota-ancora
M, LI,
ruota-
Fermo, Frmum, LX,
3-5.
Ossi in Sardinia VI, li.
Palestrina, Praeneslinus ager, VI, 1, 3, 6, 7, 10, 14;
1.
cratere, D, LI, 2; ruota-anfora, LI, 3; ruota-
Fiesole, Faesulamis ager, X, 3.
ferro di bipenne, LII, 1; ruota-itero, Lll, 2;
Genzano, Lanioinus ager, XV.
XLI, 1-4; XLII, 1, 2; XLIV,
Passeri,
1;
LXIX.
1,
7.
ruota etrusca-item,LII,
sca-item,
3;
A, V, ruota etru1; fl^^,
Gobbio, Iguvium, tripondio LVI, 14: serie LVII,
1-7;
LVI,
1, 2.
LUI,
1;
V,A,^, V, L,
),
LVni,
1-7.
1
Pesaro, Pisaurensis ger, XVII, 1;
-7;
XXVII
1.
anfora, LI, 1-3. Elruscorum, testa coperta di
pileo acuminato /( accetta, coltello,
Lazio, Latini,
3-7;
XXXVIII,
1-10;
XL; XLI,
1-11.
5, 6;
XLII,
Pinder,
XLV,
2, 7.
LIV, 1-6.
XLIV,
XLV,
Ponte
1-18.
Landolfo
2.
Benevenlanus
ager
2;
VI
Velecha,
Velletri,
LXVI,
7-14.
Lucer, Lvceria, LXIII 1-3; serio
LXIV,
3, asse
LXVIII,
rude
e
suppl.
LXVII,
14.
gruppo
di aes
Velilernus ager,
XXXIII; LXIX,
2.
Lucer, Eoma-Lucera, XXXII, 2,
col gallo e l'epigrafe
l'epigrafe LXIII,3;
cio V. pag. 41.
moderno
cusum VI,
Velletri. v.
2.
Eoma-Velletri
LXX,
3; col cavallo e
Quingento, Parmensis ager, sign. VII,
Rieti, Beate,
Venosa, Veniisia,
Vestini,
LXV,
6-12; LXVI,
I, 2.
come imaginata dal Ric-
XXXIII,
1.
Ves{tinorum}, LXII, 5-8.
Rimini, Ariminum, LIX, 1-6; LX,
1.
1,
2; asse coi
Vetulonia, ruota-ancora,
Vicarello,
LUI,
4, 5. 2, 4, 13, 15, 17,
8.
Lunghezza, CoUatia, V,
tipi
8, 9.
romani, XXVIII,
1.
M M
Aquae ApoUinares, VI,
XIV,
3;
in
in
moneta ovale XXVII, moneta rotonda.
e Tessieri,
Roma,
aes signatum,
2;
LXVIII,
4;
Romanus
ager,
19, 22;
XXVI,
XLV,
R. V\ tav.
XLIV,
6, 7.
XXIV,
1-8;
XXVIII, 2-4; Eoma-Lazio, XXIX,
1;
Volterra, Volaterrae,
XLVII, 2-4 ; XLVIII,
1-7
Marchi
LXVI,
15.
2.
XXX,
XXXI,
,
1-3;
2,
XXXII,
3
;
4, 5.
XLIX,
,
1-7.
;
Marzabotto, Bononiensi aga; VIII,
Roma-Luoera
XXXII
1.
Eoma-Velletri
Vulci, Volcentanus ager, XI, 1
XV,
2.
Metaponto. Metapontwn, LXVI, 3-6.
XXXII,
Moneta ovale XXVII, 10-12.
Romamm,
XXIII; XXIV,
e a pag.
40
(falso).
DESCEIZIONE E DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE
PARTE PRIMA
MONETE FUSE
AES EUDE
Non
fin dai
si
fu data la preferenza al rame per la gran quantit che
se ne
cavava dalle sue miniere, sicch poi
dubitato finora
si
diveime sui primordi del
che in
Eoma
vi potessero
essere
:
secolo quarto di
Roma
a fonderne
di
forma raramente ovale
coi
tempi
di
Romolo
artefici clie
lavoravano Toro e l'argento
comunemente
doppio rilievo
rotonda dividendolo in pezzi
e d' ordinario
il
propri tipi
ma
che questi formassero due corpi distinti lo apprendiamo da
di Plinio
,
marcati con cifre
numeriche che
un passo
che a quanto so non
si
finora considerato
ne indicassero
aes grave.
valore legale. Questo aes prese poi
nome
di
da quel lato che poteva giovare alla discussione relativa alle
origini
riferito
numismatiche.
Il
dotto
antiquario
,
romano dopo aver
da quello che
Di
tutto
ci
che
ci
avevano tramandato gli antichi noi
e l
da un libro
di
Timeo
probabilmente
abbiamo acquistato esperienza pei depositi qua
specialmente nella media
si
rinvenuti
scrisse intorno alla medicina che si cava dai metalli, de metallica
Italia.
Questi depositi che volgarmente
:
medicina (index ad
di Servio Tullio
Plinii H. N.
1.
XXXIII), che
rude
nel
Eomani
chiamano
tesoretti
contengono
di
1 solo
aes
grave
;
come
2 ov-
prima
usavano Vaes
1),
cambio delle
aes
si
quelli di
monte Mario,
Comete, di Cere, di Amelia
,
merci, soggiunge (L.
XXXIV,
che l'uso di questo
vero r aes grave con aes rude ed aes signatum
come quello
dimostrava col fatto anteriore a Servio, perch
Numa
alle
due
scoperto a Vulci, dove l'aes grave era solo rappresentato da alcuni
pezzi,
i
corporazioni di artefici aggiunse una terza che fu dei fabbri di
pili sestanti, di
forma
ellittica; 3
ovvero solo aes rude ed
e
rame. Sed
declarat,
stituto.
et
alia
vetustas
aequalem urbi auctoritatem eius
aerariorum fabrum in-
aes signatum, come quelli
di
Ariccia
di
Cere
4 ovvero
a rege
Numa
collegio tertio
Vaes rude
e
V aes signatum con pezzi
di accetta,
v'
di spade,
punte di lancia
frammenti
siccome quello scoperto presso di Ascoli
In queste tre oiScine lavoravasi adunque
in oro in argento
s'
dai
:
tre collegi
Piceno.
Non
poi dubbio che le tre specie di aes avevano
si stabil
e in
rame a scopo monetario
sulle rozze
si
ma non
all'
vi
egualmente corso non solo prima del 485 quando
l'asse
che
gi
imprimeva
si
verun tipo
masse
all'
oro e
ar-
fosse sestantario,
ma
p.
anche
di
poi
ed
io
allegai
di
gento
dava prima o
ai
diede poi una figura quadrata che
il
in prova {Diss.
(1,
arch.
si
I,
154) un notevole
i
luogo
Livio
spo-
per analogia
mattoni ebbe
nome
di later
pr.
come impariamo
2,
XXVI) dove
il
legge che
soldati di Annibale, visto
da Varrone {de vita Populi
e da Plinio (H. N.
Romani
3,
Nonio
al
481
12, 9)
gliato
tempio di Feronia dei doni d'oro e d'argento, tocchi
XXXIII,
17)
ma
quanto
rame
la nostra
da religione gittarono nel recinto del tempio pezzi di aes rude,
dei quali
esperienza
di later,
ci
ha dimostrato che
s
gli si
dava non solo una forma
ancora altre ed altre
dir.
un gran numero
fu trovato dopo la loro partenza
aeris
ma
gli si
facevano
di
prendere
si
rud,era iecerunt,
quorum
acervi post
profectionera
Annibalis
forme, almeno fuori
Roma, come
il
Abbiamo ancora
magni
inventi. Erano adunque cotesti gli
si
stipendi giornalieri,
appreso che Servio
il
quale segn
fu dato
il
primo con un' impronta
di
neir epoca stessa in che
soldato quel gruppo di
depose nel sepolcro accanto ad un
e coniata
Vaes rude, onde
gli
nome
signatum, non pose
:
moneta rude
che ho raccon-
cotesto segno sn d'altra forma che la quadrilatera
e cosi deve
tato a suo luogo (v. Dichiar. tav. VI,
14).
intendersi Plinio ove scrive (H. N.
XXXIII, 13)
Servius rex
tradii.
Or
forma
ci
conviene notare
aes
di
alcune particolarit
si
riguardanti la
primus
signavit aes. rudi ante usos
e
romanos Tirnaeus
di questo
rude che generalmente
chiama
pane
Se in Asia prevalse l'oro
in Grecia l'argento, in Italia
metallico. Il
nome
pane veramente non conviene a tutte le
AES EUDE
forme,
pani.
se
ma
ho
a quelle si
pu dare che sono larghe
e rotonde quasi
cominciato a tener conto di simile aes rude, del quale
raccolti e deposti nel
si
sono
Ma
io gi avvertito nelle
Dissertaoni (loco citato) che
fino
Museo
di Cagliari da varie parti dell' Isola
ne fusero di varia grandezza
alla
mezza
libbra,
ne
notabili pezzi
che
serbano
in varie
proporzioni la simile ro-
allegai gli esemp dalle scoperte di Vicarello e Prenestine: posso
tonda forma piano convessa.
ora aggiungere anche Belona dopo la publicazione di uno d'essi
A
che
si
Scolca nell'isola medesima fu trovato un deposito di bronzi,
bronzi fatta dal eh. P.
quello
di
De
Feis (lav. LXVIII,
3),
sopratutto
1,
vedono
(v. la
ridotti a
met
della loro grandezza nella tavola dello
n. 12):
Tarquinia
che
do
nella
tavola
LXVII,
dove
a forma
Spano
nostra tav.
VI
questi imitano la forma ret-
singolare, che
come quello
di Belona, apparisce fuso
tangola dei quadrilateri. Con le forme rettangole vi erano miste
chiusa
essendovi rimasta la verghetta metallica formatasi nel
si
anche
i
le
tendenti a forma triangolare, ed notevole, che essendo
getto del metallo all'apertura della staffa, qual
in
vede anche
pezzi rotondi trovati in questa isola di
rame puro, questi
in-
un sestante
e
della
sei'ie
ovale recatomi dagli soavi di Ancacollezione.
vece sono di rame misto al zinco, ovvero alla cadmia.
rano
che ora
nella
mia
Ci non di
meno deve
Che Vaes rude abbia avuto
(tav. VI, 3-8)
la
forma di verga quadrata
tenersi
come parto d'imaginazione
forma
di
ci che scrisse gi
ilMommsen,
una libbra,
1,
l'abbiamo imparato da alcune di cotesto verghe
e
essersi fuso Vacs rude in
cubo
fino al peso di
rinvenute nel Lazio
simili verghe,
(tav.
in Btruria
messe a confronto con
classe
altre
dandosi poi a pesi maggiori la forma quadrilatera {H. de la m.
p.
ma
appartenenti
alla
AelVaes signatum
175
si
seg.).
Perocch se fosse vero che nelle acque
:
di Vicarello
XXVII,
13).
Queste portano in rilievo rami braceiati con
non
sian trovati pezzi di aes eccedenti la libbra
pure se ne
pili
globetti ripetuti negli intervalli di
un braccio
all'altro.
erano trovati a Vulci di quei di due libbre. Ora poi pi e
depositi sono venuti a dimostrare
il
Sui pezzi di aes rude
si
vedono talvolta delle contromarche
mal fondata questa
teoria sopra
come
sui quadrilateri e sull'aes grave etrusco. Grli
esempi che
se
pezzo supposto libbrale di Vicarello.
ne abbiamo sull'nas rude lasciano
si
indecisa
nelle
la
questione,
Nel bel mezzo
veteri
il
dell'antica Cere che oggi
chiama Cergran pro-
queste contromarche
emissione, ovvero,
s'improntavano
zecche
prima della
sig.
Filippo Calabresi scavando
un
fosso a
se le repubbliche le
imprimevano sui pezzi
uso-.
fondit s'imbatt in
un bel deposito
Brano
ivi
di aes
rude
signatum
pezzi
di
che a tal fine avevano ritirato dal corso per poi rimetterle in
accennato
di
sopra.
cento
sessantasette
Per contromarca,
lavorato e freddo
:
intendesi
tali
un segno impresso
i
sul metallo gi
varia grandezza che tutti insieme
sommavano a centocinquanta
sono
simboli
nomi propri impressi
libbre di rame, per buona ventura salvate a tempo dalla fornace.
modo
di
esempio sulle
strigili.
Di questa natura certamente
quei simboli im-
Saggiatone un pezzo apparve di puro
rame senza mistura
di
non sono, quantunque
fatte al
modo medesimo
un pezzo
stagno come a Villanova, n di zinco come a Vicarello, ovvero
di
pressi in incavo sulle due facce di
di bronzo fuso trovato
si
piombo come a Marzabotto. Fra molti pezzi
il
di piccola
mole
vi
nell'Orvietano ovvero di una piastrellina qual
quella recataci
ve ne erano dei grandi ohe richiamarono
trovai anche
lato
mio
studio,
ma
da Ancarano, alla quale ora
viene da Perugia.
si
aggiunto un nuovo esempio che
uno
intero,
quantunque per un po'
il
difettoso da
un
si
a quanto pare,
un aes signatum
in incavo.
si
essendosi arrestato
metallo
nella
staffa.
Ben per
Coi segni o lettere impresse a
modo
mi
di contromarca non
deb-
vedeva che tendeva ad una forma rotonda (vedasi Questo mi serv
(tav. Ili, 1-5)
la lav. Il e, b).
bono neanche confondere
indicatomi gi dal P.
segni o lettere graffite,
un cui esempio
poi confermato
di
guida onde studiati anche
il
gli altri
frammenti
De
di
Feis
stato
di
ne deducessi che
metallo gettavasi in una scostaffa
anche dal eh. Brizio, su
uno dei pezzi pi
piccoli del deposito di
della, a fondo
leggermente concavo, ovvero in una larga
Bologna pesante solo 260 grammi che porta nella faccia convessa
sia inferiore la
in forma di cono rovescio e a fondo mobile. Ci
mi
si
f'
palese
seguente sigla
Kf-.
E il Brizio
soggiunge
vedendo come intorno
al
fondo di cotesti pani formavasi
di
ci
una
che un grande numero
i
di fibule e di paalstabs ohe erano in-
bava che prendeva la figura
una base (vedi
la citata tav. III).
sieme con
detti pani di
bronzo
insignito
di sigle, le quali
Ora
il
deposito
di
Bologna
ha dato pani di conica forma
non ha
trascritte perch
non
gli pare
.
possano considerarsi come
rovescia e a fondo convesso.
contrassegni della legalit
:
dell'ae.';
Karl sono
esempi,
(tav. I,
1'
pani fusi in scodelle ovali
di questi
ho due
si
Dissi gi altra volta
che molti pezzi nel deposito di Cere
e ci contro taluni
uno dal deposito
2).
di Ariccia, l'altro
da quello di Cere
di
vedevano evidentemente spezzali
:
che non
1,
Cere anche
(tav-
debbo l'unico frammento
un
se ne mostravano persuasi
alla difficolt
che
si
opponeva di
pane in forma anulare
IV, 2) largo tre centimetri e mezzo,
il
rompere questi pani risposi sapersi dai fonditori di metalli che
il
grosso cinque del peso di tre libbre e due once,
cui intero
rame
detto da essi acre cio non battuto n
si
temperato
ma
doveva avere venti centimetri di diametro
Il
e pesare
sedici libbre.
fuso e freddo
rompe
a colpi di martello e viepi se collo
qual peso non parr eccessivo sapendo che dal
il
deposito
di
stagno in lega.
i
Osservai altres che in alcuni pezzi sono rimasti
il
Bologna, come mi scrive
eh. Brizio, se
ne ebbe uno in forma
e
segni dell'accetta o tagliuola adoperate a preparare
rame
veduta
inoltre
di cono rovescio del peso di sei
kilogrammi
200 grammi.
si
alla rottura (tav.
V, 6)
la
quale osservazione ho
poi
Nella tav. VI
di
n. d'
11 do l'unico pezzo che
conservato
essersi fatta anche dal eh. sig. conte Gozzadini.
Notai
un gran numero
aes rude rinvenuto in Ossi di Sardegna.
nel deposito di Cere un pane ridotto col martello a forma ret-
La forma ne
singolare
perch piano convessa, rotonda, e del
tangola (tav.
n. 5)
e aggiunsi
aversene un altro voluto ridurlo
il
diametro di dodici centimetri del peso di gr. 1540. Dopo questa scoperta
a forma quadra
ma
lasciato a
mezzo
lavoro imperfetto, ed ora
trovato di
divulgata dal eh. canonico
Spano pare che
siasi
posso mostrare
un nuovo esempio
in
un quadrilatero
T. I-V
ABS RUDE
vecente alle rive del Tevere (tav.
LXVIII
di Suppl. n. 4).
Non
peso
constando
di
l'antica
libbra
di
gr.
324
incirca
la
mi pare
di
omettere in questo luogo quel frammento
che mi
2
fl,
moderna
b.
gr.
336.
stato recato or ora con altri pezzi proveniente da di Cesena, ove da un pane
un deposito
scodella
a
Aes oblongo scavato dentro avente di fuori la forma di
di
metallico
si
in
forma
di
una navicella trovato nel deposito
collezione.
Cere
venuto nella mia
e sette
fondo leggermente convesso
dentissima accetta (tav.
ricavato col martello una evin.
1,
Pesa grammi 536, pari ad una libbra
piti volte
LXVIII
i
a, b).
once inc'ca. Chi ha
di
vedute
le
lucerne di terracotta
Al metallo greggio
rudus, e in questo
:ieris
latini
diedero
nome
raudus
fatte a
mano che
si
ti-ovano insieme con le stoviglie fime-
senso scrive Livio
nel
luogo sopracitato
bri in
Eoma
il
e nel pascolare di Castel
Gandolfo non trover
il
rudero. Questo
nome per
si
trova esteso anche ad oggetti
strano
confronto fra queste lucerne e
bronzo di Cere.
artefatti sani o rotti che siano, se si
hanno in conto o
il
si
riducono
a semplice merce, non altro considerandone che
tallico.
valore
7,
me7,
In questo senso
arg. 34, 2), che,
si
legge nel Digesto {frag.
de
..
Tav. il
a, b. Aes
auro,
vas conflatum ad rudein massa m
intero
come
venuto fuori dalla
staffa trovato nel de-
reverti potest.
posito di Cere ed ora nella
si
mia
collezione.
di
forma rotonda
Constando dalle prove allegate qual
mossi rude non deve
aver
fosse Vaes che
i
chia-
tendente alla ovale,
della fusione che
Il
ma
difettosa dal lato sinistro a motivo
luogo
il
quesito, se
depositi di
come pare
stata impedita nella forma.
questo bronzo sono veramente tesoretti di moneta, ovvero depositi
suo peso di libbre 8 e 9 once e mezzo.
notevole
di metallo destinato
aUa fonderia.
l'
quella sgocciolatura di metallo per tutta quasi la superficie
si
minato.
stato anche cercato se
aes rude
ebbe un peso deter-
piana: quanto alla parte convessa essa tanto irregolare
A
si
che rispondo non aversene esperienza, perch rarisdi trovare
da fare meritamente conchiudere che
in
il
metallo fu colato
simo
anche
il caso
dei pani metallici interi,
si
quando
un
fossetto di arena.
trovassero
l'
non
potrebbe argomentare dalla quasi
parit dei pesi
intenzione di dar loro
un valore determinato,
In generale vero
potendo
che
ci derivare dalla parit delle staffe.
Tav.
1-5.
m.
Ho
riunito qui questi cinque pezzi usciti dal deposito di
ci
questa
uguaglianza di
staffe
pu aver giovato ad un apsulle bilance; cos
i
prezzo
quahmque che
poi si sar compiuto
Cere, perch
danno un saggio dei pani metallici rotondi
pu tenersi per verisimile che chi rompeva
volta
il
pani e le armi tal:
divisi in quattro parti.
Di pi perch
vi si
vede chiaramente
faceva
serbando
una
certa
imiformit
il
ma
sarebbe
come
il
metallo
si
aperta la via intorno intorno per
un
contro la esperienza e la natura delle cose
siasi fatto
pretendere che
fondo che doveva perci essere mobile. Il primo pezzo pesa
sempre a disegno. Le ragioni che
si
possono essere
forse perch
due libbre
il
once due
il
secondo
due libbre
once otto
avute per ridurre le armi ad
rudem massam sono
terzo libbre quattro once otto e
:
mezzo
il
quarto libbre
e
spoglie tolte al nemico in guerra, o perch adoperandosi ornai le
quattro once tre
il
quinto libbre quattro once otto
mezzo.
armi di ferro per
perar
la scarsezza del
bronzo, tornava conto ado-
questo
al
cambio
all'
delle
merci.
si
Comunque
mai data
sia
strano
di
sarebbe opinare che
spada, di accetta,
o
aes rude
lancia
fosse
la
si
forma
Tav. IV.
1. a, &, e.
di
perch nei depositi
coli'
trovano
Strano bronzo tendente alla forma
di
cono rovescio pro-
queste armi intere o rotte insieme
aes rude.
dotto dal deposito di Cere. Chiaro appai-isce che le pareti
interne della forma pieghettavano
per hanno impressi
pi angoli e cantoni
ma
non simmetrici fra loro. Il peso
circa.
Tav.
L
Bronzo proveniente dalla valle dell'Aricela.
di libbre quattro e
due once in
Fu
spezzato in pi
1. a, b.
Fu
i
posseduto
contadini
luoghi a colpo di martello del quale rimangono evidenti le
dal barone P. E. Visconti dal quale seppi che
lo
ammaccature. Le forme a cono rovescio hanno ora perfetti
modelli in alcuni bronzi del deposito di Bologna (Gozzadini.
avevano rotto come ora
si
vede
e lasciato
perdere quel
piccolo frammento che ora gli manca.
La sua apparizione
Noie sur
uno
cachette de fondeur, Toulouse 1877, ed.
coincide coUa scoperta del deposito aricino, che sappiamo
sep. pag. 11).
2. a, b, e, d. Il
non esser venuto
tutto intero nel Kircheriano. Sar
dimque
deposito di Cere
il
ci
i
manda ancora questo bronzo
dimostra d'esser parte
il
da credersi uno dei pezzi componenti quel
ripostiglio.
singolare,
quale a tutti
segni
faso in una staffa deUa singoiar forma ellittica a fondo con-
d'un grosso anello. Esso prova che
rere nella forma
ti-e
metallo fu fatto scor-
cavo di patera bassa in
fusovi dentro supera
i
modo
che la grossezza del bronzo
Il
circolare a pi riprese. Il suo peso di
due centimetii.
suo peso
si
ac-
libbre once due incirca.
costa alle 12 libbre antiche alle quali Varrone assegna
288
Tav. V.
1.
scrupoli
pari a 312
grammi, posto
di oltre
lo scrupolo
uguale a
gr. 1,12. L'oncia
romana
a gr. 27,00 differisce oncia
di
meno
di
un grammo
dalla
odierna
romana
di
Questo bronzo e
seguenti sono stati raccolti in questa tavola
si
gr. 28,00.
Per spesso mi son servito dell'uno
e dell'altro
per dare una idea delle spezzature e dei tagli quando
AES BUDE
T.
VI
dichiararono da taluni a giudizio dei periti, impossibili, non
ostante le prove recate dal conte Gozzadini. Migliori esemp
3, 4.
n n. 3 rappresenta un pezzo
di aes in
forma
di
verga quadrata
trovato in una
colla sua base a destra e a sinistra. L'ho
ne sono venuti di poi alla luce fra
quali tiene
un
singoiar
delle casse sepolcrali nella necropoli di Palestrina; ora
posto quel bronzo di Cesena che rappresenta un' accetta
(tav.
deposto nel museo Vaticano.
fronto quello
questo pezzo
dalle acque di
fa
buon con-
LXVIII
1,
b).
Il diedi
anche inciso dalla parte del
del n. 4 cavato
Vicarello e
dritto e del riverso nel
quaderno 720 pagg. 718, 718 della
ora nel Kircheriano. Si riscontrano assai bene anche per la
Civ. Catt. Esso non viene da Cere,
ma da
Collatia oggi detta
sette pezzi nel
bava dai due
lati.
Lunghezza,
e fu trovato
insieme con
altri
5-8. Nette per contrario da ogni bava si
mostrano
le quattro
mezzo
di
un sepolcro rotondo comune ad
altrettanti defouti
verghe quadrate che d sotto questi numeri.
vate tutte in
eh.
Non
sono tro-
divisi l'uno dall'altro da
un mnricciuolo
e collocati
come
un
fra
sito
ma
in diversi. Il n.
e
5 fu trovato dal
raggi intorno ad
un
centro. Il suo peso di gr. 320. V'erano
Gamurrini
Todi
Chiusi e fu
dato alla
luce nel
insieme con questo aes rude vasellini e tazze di buon lavoro
:
Periodico del march. Strozzi (an. IV, tav.
il
1, 2, 2, 6, p. 16):
vasellini a
due manichi
e striati in pasta di color
n.
6 l'ho raccolto io stesso nei miei scavi di Palestrina: 7
nero, le tazze in color di creta giallognola dipinte a cerchi
concenti'ici di color nero.
2,
3, a,
b,
e.
Il
il
n. n.
fu
recato
il
da Albano
al
barone P. E. Visconti
:
8 l'ebbe
medesimo barone Visconti da Palestrina
i
Vengono ambedue da Cere.
nove
e
Il
peso del primo
in esso sono evidenti
segni della tagliatura a destra. Per
e sicura
di once
mezzo in
circa, quello del
secondo di
questi
pezzi e
due precedenti avrassi fondata
circa sei once.
Le
linee del taglio sono ancor qui in
am-
dimostrazione che in Toscana e nel Lazio fu in uso Vaes
bedue
evidenti, solo
non
si
saprebbe dire se
lo
strumento
rude
in
forma di verghe quadrate
le simili
piena conferma poi ce
all'
adoperato fosse piuttosto ima mannaia che una scure. Oogid nelle officine si adoperano tagliuoli coi quali s'intacca
il
ne daranno
verghe appartenenti
aes signatum
che mostreremo nella tav.
9.
XXVII'
n.
13, a, b.
rame che poi
Nel
si
spezza a colpi di mazza e ci
si
fa
anche
lati
Da Ponte
Landolfo presso Benevento nella mia collezione.
la faccia piana 2, a, b,
a freddo.
n.
2
i
si
vede la tagliatura sui tre
Di questo bronzo del quale qui ho delineato
tratter di
sul piano appaiono
4. a, b, e.
ripetuti colpi di mazza.
nuovo nel Supplemento
tav.
LXVIII,
dove
^,
Ancor questo pezzo che
pure ceretano
rajjpre-
dar anche la faccia inferiore che porta impressa la lettera
di che
sentato da tre suoi lati. Pesa una libbra once otto e
in circa.
mezzo
non mi era avveduto prima. Pesa once quattro scarse.
Fu
staccato da
im pane
della forma d' una patera
10. Dalla necropoli di Tarquinia. Pezzo singolarissimo fuso fra
staffe chiuse,
come appare dal fondo convesso
Sono ancor qui patenti
5.
i
e dalla figura
rotonda in a.
di che
argomento l'esuberante metallo del
colpi di
mazza
in
e.
canaletto d'infusione, quale si vede nell'aes
signatum
della
e nel-
Ai due frammenti
gere questo che
2,
3 di forma triangolare piacemi aggiunstato ridotto a
Vaes grave
e in
special
modo
in
un sestante
serie
forma rettangola. Pro-
ovale recatomi da Ancarano.
11. Scavandosi in Ossi di Sardegna nel 1851 fu rinvenuto, scrive
il
viene da Cere e pesa due libbre e once quattro.
altro pezzo nella collezione la cui riduzione a
Ve
n'
un
forma qualati.
ean.
Spano
{Bull. arch. sardo
1860
p. 34), sotto
un tronco
drata non stata compita se non da soli tre
6.
di quercia un gran numero di questo aes rotondo e piano
e
o,
h.
Bronzo ceretano espresso in a dalla faccia inferiore
dal lato sinistro. V' da notare in a
convesso che fu distrutto e non se ne riserb che questo
sol pezzo pel
in b
un evidentissimo
museo
di Cagliari ove ora si trova deposto.
taglio e in 6 la piccola
massa
cilindrica confusa col liquido
Pare che
gli
Ossensi con questi pezzi di analoga forma role
metallico
quegli
sfiati
prodotti dalla ineguaglianza di tem-
tonda imitassero
uso in
si
forme
di aes
grave che era allora in
peratura. Pesa tre libbre ed once sette.
Italia.
ora saputo che in luoghi diversi dell'isola
sono poi trovati simili pezzi rotondi
ma
di
peso
mag-
giore,
sempre per
di
puro rame a
differenza dei pezzi quadi
Tav. vi.
1.
drati n.
62 che sono generalmente composti
rame
e zinco
Dalle terre di Palestrina nella collezione del bar. Visconti.
che diciamo ottone. Questo pezzo nel disegno dello Spano
stato ridotto alla sua met,
Pesa quattro libbre once
rappresentata in b, 2.
il
otto e mezzo.
La sua grossezza
come ora apprendo dal
gr.
direttore
bronzo tende alla forma quadrata.
il
del
museo
di Cagliari.
Pesa
1540.
Dalle acque di Vicarello ora nel Kircheriano. Kappresenta
12. In Scolca della
medesima
Spano
isola di
(
Sardegna fu scoperta, a
cit.
pi gran pezzo
serv di base al
di aes
rude
tratto da quelle
acque. Esso
testimonianza dello
Bull.
p.
34
tav.
n.
1)
Mommsen
per stabilire che V aes rude e
pari, in guisa che
nel 1840 una pignatta piena di aes rettangolo o tendente
alla
Vaes quadrilatero andavano del
Vaes rude
forma triangolare (vedi BtW.
arc/..
sardo tav.
E n. 2-5).
il
fosse di pezzi inferiori alla libbra e al di sopra della libbra
i
Cotesto pezzo
ancor esso ridotto nelle tavole dello Spano,
6
quadrilateri, ci che
ho dimostrato nel prolegomeno non
il
essendo di cent.
per
otto
mezzo
di
il
altezza:
suo
esser vero. Notisi inoltre che
peso di questo bronzo non
peso di gr. 640. Gli fanno riscontro
strina del n. 16 di questa tavola, e
il
bronzo di Pale-
come presunse
il
Mommsen
di
una libbra,
ma
s di
due
bronzo quadrato di
libbre e oltre ad
un
oncia, cio di gr. 707,20. Trovasi
pub13.
Ancarano che do nel supplemento
(tav.
LXVII,
1).
blicato dal barone D'Ailly nelle Recherches tom.
I, pi. 1, 1.
venuto nel Kircheriano dalle acque di Vicarello.
sia
Non
v'ha
La sua forma
quasi quella di
un cubo.
dubbio che
frammento
di
una
lastra
ovale o rotonda
T.
VI
AES BUDE
come
l'altro simile
estratto dalle acque
1,
medesime
clie
do
numero
dagli scavi delle terramare di Lombardia.
Le campagne
all'
nella tav.
XXVI
n.
colla sola differenza che
questo
di Vitorchiano verso
Montefiascone ne hanno messi
e le terre di e
aperto
rude
l'altro
segnato di un tronco marchiato di
un
glo-
due notevolissimi esemp,
Ardea ne hanno mostrato
betto fra ciascuna coppia delle sue braccia.
14. Trovato da
un terzo esempio per fabbrica
peso egualissimi ai lombardi.
me
in
ima parte della necropoli prenestina de-
Dopo
questi rozzi ed assai arcaici saggi porremo quei frammenti
stinata alla sepoltura dei soldati. Accanto alla" testa dello
che sono di miglior arte e insieme di minor peso. Gli estremi
confini di loro scoperte sono stati finora
scheletro dal lato destro era questo gruppetto
di
metalli
Marzabotto nel Bolosi
congiunti
dall' ossido
di
ferro.
Vi
si
vedono
due fram-
gnese e Teramo negli Abruzzi,
ad unire
la citt,
il
ai
quali
venuto di recente
menti di aes rude, una monetina di bronzo napolitano col
romano trovato
sulle rive del
Tevere che traversa
mezzo bue androprosopo
la testa
di
Apollo
al riverso
nel quale egualmente che nel teramano cominciano a
i
con parte della epigrafe. V' insieme un anello di ferro, due
variare
soli
tipi
per dar luogo
ai
delfini
che vi
si
vedono
effigiati
frammenti di bulle
metallo (vedi
Calt.
in
rame
due tronche lamine dello stesso
voi.
1 p.
ovvero
insieme con qualche
sia
strumento del quale rimane
tridente simbolo
allusivo al
le
mie
Diss. archeol.
133
e la Civ.
l'asta e
pu credersi che
che
il
rm
quad. 790 p. 477).
mare
del pari
delfino.
Agli
estremi
si
confini di
questa
i
15. Dalle acque di Vicarello.
un frammento
di lastra che
non
seconda epoca o
ai principi
della terza
possono assegnare
officine di
pu
tipo
dirsi se di
forma ovale ovvero rotonda. Non ha verun
piana solo da una parte, dall' altra
due
e ci
quadi-ilateri che
devono essere usciti dalle
d'essi
Todi
ma
liscia e
sono giunti interi. L'un
ha per tipo
la clava e al
convessa.
16.
riverso la frasca della
e
chamerops humilis,
l'altro figm-a
un bue
Anche Palestrina come Ancarano,
rude
di
ora Perugia, us
1'
aes
e al riverso il tronco bracciate forse della
verbena.
forma quadrata.
lata
Alla terza epoca della miglior arte
si
deve
il
veder regola
17. Pezzo triangolare di Vicarello della qual forma ne furono
meglio la fusione, essa
si
fa in
prima sparire del tutto
bava
veduti pi pezzi nel deposito di Scolca insieme colle forme
rettangole.
dai tre lati, e
studia che le due staffe combacino, onde non
s raro a vedersi nei quadrilateri delle epole
Vedi avanti
n.
12.
avvenga
ci che
non
18. Dalle acque di Vicarello. Pezzo che simula la
accetta.
forma d'una
che anteriori, in diverso livello
l'altro.
impronte
di
si
un
lato da quelle dalsi
da stimarsi che
il
metallo vi
adoperasse quale
19-22. Dalle acque medesime. Sono forme che
triangolari, rettangole, cubiche, miste.
si
accostano alle
cava dalle miniere, ovvero, siccome ne abbiamo esperienza nel-
Non
sono le pi pic-
Vaes rude, vi
dove
il
si
mescolasse in poca quantit dove
il
piombo
cole avendosene di quelle che pesano
appena due grammi,
zinco e dove lo stagno. Della provenienza di questi qua-
un
cui esempio nella
mia
collezione, e
1,
un
altro si trova
drilateri
non
si
sempre tenuto conto. Nondimeno sembra che
di
nel D'Ailly {Recherches, tom. 1 pi.
8).
non se ne
debba
troppo
allargare la regione
segnataci da
Tarquinia, Bomarzo e Todi dal lato dell'Etruria e dell'Umbria
e
da Velletri che sembra l'ultimo termine dell'altro.
1 tipi di
AES SiaNATUM
Dei,
questa et non sono ancora figure d'uomiui o di
e
ma
segni
simboli presi dalla natura animale
civile.
dagli strunei quadri-
Abbiamo appreso
dall'
esperienza che
1'
aes rude
si
fuse
menti d'uso nella vita
lateri di
cosa notabile che
siasi
d'ordinario in istaffe aperte, e per contrario le staffe chiuse furono
questa classe finora conosciuti non
veduto altro
adoperate comrmemente a fondere Vaes signatum. La forma volgare di queste staffe o matrici fu quadrilatera.
che
il
bue quantunque
perch
con
il
nome
di
pecunia
la
et
dicasi provenuto
Da
principio le
all' asse,
esso pagavasi
somma
delle multe in
due matrici non
si
si
accostavano in guisa che combaciassero,
ma
buoi e pecore, multae dictione ovium
e.
bowm
(CAcr.
de re pubi. II
lasciavano in qualche
il
maggiore o minore distanza di modo
fondevasi dal minor lato superiore
staffe
9)
neanche pu dirsi che
siasi
avverato ci che Plinio ha
la
che
liquido metallo che
i
scritto {L.
tipi dei
XVIII, 3) essersi in principio segnata
moneta
e
coi
riempiva anche
margini delle
si
e questa esuberanza noi le
buoi e delle pecore, ovium boumque
effigie
che da
sogliamo chiamar bava:
anche da notare che
due
staffe
questa nota
pellata (L.
{D. di
71.
pecudum
fosse denominata, uule et
testi
pecunia apP. Eckhel
non
si
vedono collocate parallele,
il
ma
pi spesso da basso in alto
XXXII1,13).I quali due
avendo
citati il
si
oblique, sicch
quadrilatero con la sua bava prende aspetto di
V.
I,
11) meritamente soggiunge che gli
tale sentenza a cui
concederebbe
le
cogno.
si
peso del metallo non determinato,
ma
nei pi recenti
non sottoscrivere a
non suffragano
si
mo-
accosta alle cinque libbre. I tipi di questa prima epoca sono
nete.
Non
fu di fatti perci che la
il
moneta
disse
pecunia ma,
;
tronchi bracciati, ovvero ramoscelli di foglie acute in punta simili a
perch con essa pagavasi
valore
dei buoi e delle pecore
poi
quella della
Chamaerops humilis,
e per alle frasche che
maestri
anche se ne allarg
il
significato, sicch ogni
provento della terra in
della palestra
come
quelli in
musaico delle terme antoniniane por-
grano, in frutta, chiamossi pecunia, quia ex his rebus constai
quam
tano in
mano per
il
far scuola ai giovani palestriti.
Oggi
invalso
nunc pecuniam dicimus.
(Paul, in Post. p. 244).
il
Ognun vede
l'uso di definire
tronco bracciate per
ramo secco
e la frasca
che l'aquila ministra del fulmine e
di
pegaso sono simboli l'uno
simile a quella deUa chamaerops humilis di chiamarla spina di
pesce.
si
Giove tonante,
l'altro del dio
il
marino, dal quale secondo la
e
La maggior
copia di codesti quadi-ilateri, dei quali non
tradizione seguita da Cornuto
pegaso ebbe origine
e.
nome:
cItt
inora trovato
veruno intero, se ne sono avuti in qualche
zv
Ttfffiv
(vonaa[ivog {De nat. deor.
22
p.
130
ed. Ossan.).
AES SIGNATUM
T. VII
prospera impresa sembranmi alludano
polenta
e di
polli augurali in atto
La zecca
di
Todi
ci
aveva messi sull'avviso della diminu-
di beccare avidamente la
fare colle bricciole di
;
zione avvenuta nel peso dei quadrilateri,
brale.
p.
come
sulla
moneta
lib-
essa cadute sul terreno
il
trijmdiuin solistimum
il
che poi queste
Fu dunque
dato alla
luce dal Passeri {Chron.nwnism.
imprese siano di un' armata
dinotano quei due astri simboli
193) un quadrilatero del peso di once tredici e colla nota del
i
dei due gemelli protettori della navigazione, e al riverso quei
delfini
valore segnata con quattro globetti sotto era
il
piedi del
bue che ne
di:
che nuotano fra due rostri di nave.
la
Cercandosi poi
un
si
tipo.
Strano sarebbe
nuovo l'uso dei globetti che
legame ohe insieme congiunga
trover qualora
si
scrofa e l'elefante africano
si
notano l'oncia invece della linea verticale che segna la libbra
voglia
por mente a ci che
narra
avve-
ma
v'
un esempio indubitato che possiamo
allegare,
ed
il
nuto nella giornata campale dei Komani contro
Pirro sotto le
alla de-
decapoudio di bronzo del Kircheriano di sferica forma e piana
mura
di Ascoli in Puglia
di
che vedi
il
commentario
da due
lati,
suU' uno dei
quali
cifre --
il
numero
:
suU' opposta
scrizione della tav.
XXII
ben
n. 1.
Che
poi questi che chiamo rostri
faccia vi si
vedono queste
: : : ;
dove
l'uffizio dei glo-
non siano
stati finora
definiti
per tridenti, lo dimostra la forma
betti e della linea orizzontale notevole,
non potendo spiegarsi
troppo diversa come gi ho notato in un articolo {Civ.Calt. qu. 726
pag. 723), non vedendovisi nei tridenti quelle legature che so-
altrimenti gli uni e gli altri che per libras decem,
come leggiamo
;
distesamente in
il
altri pesi
VNCIAS
VI,
modo
di esempio
inoltre
lidamente uniscono nei rostri
le
punte estreme fra di
tipi
loro, sicch
peso di grammi 3581,30 vi corrisponde, fatta l'oncia di gr. 28,
:
ne formano una sola massa. Alcimi
quadrilateri separatamente
si
che vediamo sui nostri
a dieci libbre, otto once, grammi 3
posto adunque che
il
qua-
sono veduti congiunti in altri bronzi
drilatero del Passeri pesava tredici once e valeva quattro libbre,
ora smarriti o occulti. Il Mionnet vide l'aquila col fulmine sul
dritto e
dovr dirsi che la libbra era ridotta a quadrantaria. Tarquinia
ci
un parazonio
sul rovescio di
uno
il
d'essi {Md.
rom. tom. I
ha recentemente
dati interi quadrilateri anepigrafi, e dei
il
fram-
pag. 1):
nn
tridente dall'
un
lato e
si
fulmine dall'altro ap-
menti che portano notato
verticale, che in
gr.
valore col noto
segno della linea
parve gi in tre esemplari che
trovarono nella necropoli di
il
uno
tripla. Or,
poich dei due interi l'uno pesa
Tarquinia, secondo la notizia confermatami dal bar. Visconti,
558
l'altro
545
cio once venti
meno due grammi ed once 19
quale anche
me
il
ne indic
tipi,
non espressi dal Borghesi, che
detto di sopra che Tarquinia,
pi gr. 13, ne deduciamo che gl'interi dei quali ora abbiamo
ne ricord
ritrovamento.
i
i
Ho
frammenti colla nota
della
II
III
debbono
essere
stati
tripondii
Bomarzo
si
Todi sono
limiti settentrionali della regione dove
riduzione
semissale, non
essendo probabile la trientale
UHI
sono trovati finora
i
quadrilateri di questa classe.
Non
pare
pi di quello che sia l'adoperare cinque linee
e
invece d'un V,
o
dunque che
Eomani abbiano mai
fuso o lasciato fondere quai
potendo sempre supporsi che l'intero peso fosse pi
meno
drilateri nella citt di Rimini, ovvero che
Eiminesi che hanno
di ventiquattro once.
fuso di certo Vaes grave, abbiano emessi metalli quadrilateri.
cotesta epoca di riduzione parmi
di
si
il
debbano
riferire quei
giova opporre i clipei di gallica
pressi su di
forma ovale che
si
trovano imi
frammenti
verghe quadrate che recano
le
tronco della verbena
uno
di
essi.
Perch noi concediamo che
Galli
per tipo e fra
braccia globetti,
cui esemplari furono posi
adoperassero scudi di questa forma,
ma neghiamo
di
che siano stati
i
seduti in Cortona dal Sellari, dove nou sappiamo se
globetti
solo lor propri, constando che in certo
tempo anche
Locri
si
Romani
appoggia
siano note di once ovvero di libbre ridotte, o solo vi alludano.
)
ne fecero uso. ad un clipeo
Roma
su di
una moneta
elittico identico al gallico
anche per l'insegna che
:
porla simile ad un fulmine privo dei soliti raggi
dersi che
fesa
i
ne pu cre-
Tav. VII.
1.
Locresi rappresentando
Roma
armata
la volessero di-
a, b, e.
Il
frammento posto
in
primo luogo proviene dalle
il
da uno scudo non suo. Della spada non parlo, perch consta
campagne
di gr.
di Montefiascone (o Vitorchiano) (');
sei,
suo peso
dai
monumenti averne
essi
avuta di pi d'una maniera. L'eb-
2248 pari a libbre
once otto e altrettanti grammi.
bero a due tagli e acuta in punta con una vetta traversa per
Le due
bava
si
facce sono quadrilatere,
il
ma
lati
i
minori colla loro
labri delle staffe)
paramano, come
si
vede sulla moneta fusa riminese, e inoltre pare
si
(cos dicesi
metallo trascorso fra
in basso, sicch
ivi
che abbiano adottata anche la romana, quale
quadrilateri, siccome
rappresenta sui
coniata,
vanno restringendo
danno l'aspetto di cono
impariamo dalla moneta
dove
rovescio.
Un
secondo frammento
medesimo trovato che
delle due facce ha
e,
figurato
il
Gallo armato di scudo di asta e di un parazonio nel
sembra tenere un andamento parallelo
la
fodero desinente in tondo e munito della piastra di guardia che
non ordinaria ertezza
di
sei centimetri,
quantunque
pesa nonpeso
diciamo crespello. Ai Galli Celti Diodoro Siciliano attribuisce doppia spada una dritta l'altra curva
ghesi {Oeim:,
1
non abbia maggiore altezza
di dieci centimetri, e del
come ha notato
il
Bor-
dimeno
gr.
2400. La notizia della forma
mi
pag. 337, 338; Diod. Sic. V, 30).
stata comunicata dal sig. V. Capobianchi.
Pu
credersi che
parere dei numismatici che questi quadrilateri siano alquinipondii e lo
l'intero
quadrilatero
dovesse
codesti
pesar
il
doppio stando alle
simili a
trettanti quincussi o
deducono dal peso che
talvolta otto once
il
ordinarie
misure
di
bronzi. Quadrilateri
sogliono avere di cinque libbre a cui
mancano
pi spesso sole tre o quattro. Ninno di questi bronzi porta
nome
del popolo o della citt se ne eccettui quel solo che reca
(')
Cotesto bronzo fu comprato in Montefiascone e n'ebbi
notizia da
l'epigrafe
ROMANOM.
Niuno ha veruna nota
i
di valore,
questa
colui elle lo
compr
e dal venditore.
altri
Appresi
di
poi dal sig. Capobianchi
nelle
che fu insieme con
torchiano.
bronzi da
me
descritti trovato
terre di Vi-
cominci solo ad inscriversi quando
quadrilateri furono ridotti.
T. VIII-X
AES SIGNATUM
questi due
in qualche
si
erano avuti da Marzabotto nel Bolognese e
dalle terre di
peso tale
che
sembrano
usciti
dalle
medesime
staffe
ci
numero
Parma
di
Reggio e
pia-
far persuasi ohe non vi fu diversit fra le genti dell'alta
e
il il
credevasi che fossero sol proprie della Emilia
e delle
media
Lazio.
Italia fra
Parma, Bologna
Seggio
e il
Piceno
nure lombarde
ma
ecco Montefiascone, ecco Teramo, ecco
Ce ne convinceremo anche meglio considerando
aes
2,
Ardea, d'onde abbiamo
figura
dedotto
delle
che
bronzi
di tal
peso e
della
singolare
di
Ardea
che
si
dar
nell'
appendice
sono propri
anche
regioni
il
del Lazio,
tav.
LXVn,
a, b, e, d, e.
Etruria e del Piceno. Si detto che
segno postovi so-
pra
sia
un fulmine
ma
n.
pu esser piuttosto un tronco della
Inslit.
gramigna (Targioni Tozzetti,
1813, T.
I, tav.
botaniche 3 ed. Firenze
Tav. IX.
1.
Ili,
89): poich a volerlo fulmine
alle
manlate-
a, b, e.
Trovato a Fabbro nella provincia di Orvieto insieme
Il
cherebbe la punta
rali:
al tronco simile
due braccia
con altri pezzi e ora nella collezione del march. Strozzi.
inoltre nei fulmini le parti
trisulche
sono alle due
il
suo peso di gr. 805
circa.
pari a
si
libbre
il
due
e un' oncia in
estremit, e posto che l'una manchi,
mai non avrebbero
Sulle due facce vi
rileva
cos detto
ramo
secco,
tronco
la
2.
prolungato senza che
vi fosse
dove stringerlo con
ma
che a
me
pare possa essere invece un tronco bracciate
cit. tav.
mano.
In Quingento, luogo del comune di
s.
della verbena (v. Targioni Tozzetti, op.
Ili n. 65).
a, b, e, d.
Lazaro Par-
Si noti ancora
come siano mal
pii in
accostate le due staffe pi.
e
mense, furono trovati in una terramare dieci frammenti di
aes.
bassa l'una a,
su l'altra
b, e
come
inoltre
il
profilo
Quell'uno d'essi
del
che ho
qui
il
delineato
venuto
in
della bava b parallelo dimostri che
non
vi fu
distaccamento
possesso
march. Strozzi:
suo
peso di gr.
2350
maggiore dall'una che
2. a, b, e.
dall'altra estremit.
pari a libbre sette. Esso porta in rilievo
ciate senza foglie, che
un ramo bracsecco.
Dal deposito
di
Cere ora nella mia collezione. Bronzo
suole
dirsi
ramo
La forma
intorno involto nell'ossido di ferro.
di quadrilatero
un
piccolo
;
frammento
il
dei lati minori
come quella
del bronzo di Montefiascone
e,
ma
di
non
lieve
momento
stantech sia
a cono rovescio: pari ne la grossezza h,
d con quella
solo esempio ohe si abbia della estremit superiore,
si
come
del montefiasconese predetto 6,
e.
deduce chiaramente da quel canaletto e che
gli corre in-
torno. Il coperchio
adunque che
il
si
assestava
sulle
staffe
il
ebbe una base o piede, che
Tav.
1.
teneva fermo mentre che vi
si
me-
Vm.
e, d.
tallo fuso si gettava nelle staffe pel foro
doveva
a,b,
Kirch. Scoperto a tramontana di
Teramo
in contrada
essere aperto nel mezzo. Nella faccia a rimane
un
vestigio
la
detta dei Turri luogo distante tre miglia dalla citt,
come
del
ramo secco
o tronco di verbena, e sul lato
Il
minore
afferma
il
sac.
D. Giuseppe Mentori in una sua lettera al P.
Il
bava non ha sensibile divaricazione.
sette e gr. 13.
3. a, b, e.
suo peso di once
Marchi, nella quale narra cotesto trovamento.
suo peso di
si
grammi 1407
pari a libbre quattro once cinque incirca. Vi
e in
Trovato nel deposito di Cere con Vaes rude
ora
vede in rilievo un'asta terminata forse in tridente
a due
delfini.
mezzo
nella collezione mia.
di ferro,
tutto involto e coperto dall' ossido
AI riverso non appare che
l'asta in
campo
come
il
In'onzo del
numero precedente
qualche
e
liscio. Il profilo
si assottiglia.
conico della bava al lato minore e di molto
altro aes del ripostiglio
la
medesimo. Quel tronco bracciato
al
forma di cono rovescio data
bronzo e alla bava per
il
Gennarelli (ia moneta primitiva p. 17) trascrive in
la divaricazione delle staffe, ravvicinano di tanto ai bronzi
(tav.
bronzo ceretano
e di Fiesole
officina.
nota una lettera del P. Marchi che dice aver comprato a
caro prezzo questo mezzo quinipodio dal cav. prof de Paolis
di
Teramo
(tav. Vili, 2)
X, 3) da
gr.
farli
credere gettati in una comune
che rebl)e
dalla
provincia
di
Teramo. Alla pag. 109
il
il
Pesa
2104
pari a libbre cinque ed once quattro incirca.
Gennarelli torna a parlarne dicendo che
cav. de Paolis
il
con lettera del 29 dicembre 1842 l'assicur che
fram-
mento fu trovato presso Nereto
2. a, b.
nell'agro pretuziano.
Tav. X.
1.
Trovato nello scoprire
il
principale
nel
monumento funebre
(Gozzadini,
a, b-
Frammento
le facce.
di quadrilatero di
forma convessa da ame
di Misanello a
Marzabotto
Bolognese
Di
bedue
e
nel
Museo Britannico
pesa una libbra
un'aitica necropoli a Marzabotto
1865, tav.
XVII
n.
dieci once. Il tronco bracciato che v' sopra di rilievo
e le braccia
pag. 53). Il suo peso di libbre sette
meno
undici
grammi
s
ha due particolarit, perch nodoso
rette
non son
pari a gr. 2157. Tutta la superficie di cotesto bronzo
ma
curve e sembra che
si
assottiglino nelle punte.
coperta di ossido, che, oltre all'asta di mezzo non presenta
allo
La seconda
che vi
si
vede impressa una mezza luna per
riconosciuto la seconda volta dal-
sguardo se
liscio
ovvero se vi sono
delfini,
si
come
nel
contromarca.
Fu dunque
bronzo teramano precedente, a cui cotanto
anche per
la grossezza b
;
assomiglia,
l'asta
l'autorit publica che lo legalizz perch avesse valore in
neppure pu indovinarsi se
quella citt
territorio,
i
dove l'avranno trovato. I numi-
portasse in cima
un
tridente, ovvero
due serpi come caduceo,
smatici credendo che
nocchi del tronco fossero vertebre
di spina di pesce, a cui si acdelle
bel confronto fra questi due pezzi provenienti da ree
hanno dato
al tronco
nome
gioni cos distanti
nondimeno
di forma, di disegno,
di
costa in fatti per la figura e spessore e andamento
ABS SIGNATUM
T.
X[-XIV
braccia.
Ma
di certo
quei nodi uon sono vertebre come
si
si
si
l'altro
ai
il
tronco bracciato coi globetti negli anelli di rilievo
vedr di poi e quel curvarsi delle braccia
nel bronzo seguente, sebbene ivi esse non
osserva anche
assottigliano.
punti ove le braccia
partono dal tronco.
e otto
Il
suo peso
di gr. 900, ossia di
2. a, b.
cia.
due libbre
once incirca.
A me
pare
che
questo tronco
si
rassomigli di molto ad
nel Kircheriano e proviene dal ripostiglio dell'Aricdelfini e dall'altro
il
un ramo
della pianta detta
Chamaerops humilis (Targioni
una volta
le frasche
Eappresenta da un lato due
tronco
Tozzetti, op. cit. n. 57), da cui tagliavano
bracciato con certe vestigie degli anelli di rilievo sul tronco
agli intervalli delle braccia.
3. a, b.
pei maestri degli atleti. Se ad alcuno sembrassero piuttosto
nervo
e fili di
una
foglia potrebbe paragonarne
il
disegno alla
Nel Museo Britannico
d'ignota provenienza;
il
sembra
foglia del Ficus religiosa (Targioni Tozzetti, op. cit. tav.
n.
IV
per dell'oiEcina medesima, donde fu emesso
n. 1. Il
bronzo del
il
152)
ma
io preferisco
la
prima spiegazione tenendolo
Poole nel Catalogne p. 38 lasci incerto
io,
tipo del
il
per ramo della Chamaerops humilis, a cui pu ridursi anche
la figura del bronzo di
riverso dove ho
giovandomi
di
un
gesso, tracciato
tronco
Fabbro disegnata qui appresso, seb-
bracciato cogli anelli sui centri delle braccia.
bene
2. a, b, e.
le
braccia non siano acute.
di
Dal rispostiglio
Fabbro nel
Pesa
gr.
territorio di Orvieto
ora nella collezione
tre,
Strozzi.
1110 pari a libbre
Tav. XIII.
1.
fl,
once quattro incirca. Le superficie di questo frammento
b.
Dalla
collezione
Guadagni ora nel Museo Britannico
sono piane, quel cordone formato dalla bava fra le staffe
stampato nel Catalogue pag. 29.
t.
Fu
2="
veduto e descritto
ed.).
Il
non
cuneiforme
avendo
le
linee
di
contorno
parallele.
dal P. Lanzi (Saggio
11 pag. 102
suo pesa
incirca.
Ho
gi notato che le braccia del
ramo che
espresso sulle
di gr.
1593,691 pari a libbre quattro, once nove,
del
due facce non vanno su dritte,
ma
s'incurvano, pur nondialla base.
La nota
Mommsen
ma
il
(Blacas, H.
1
t. il
p. 381) da
emen-
meno non sono acute
3. , 6, e.
in
cima n pi larghe
di circa
darsi. Il Carelli tav.
XL,
non d
quadrilatero descritto
Unico avanzo del ripostiglio
settanta pezzi
dal Lanzi,
borgiano, che fu veduto dall'Eckhel ed
di
trovato nelle vicinanze di Fiesole.
serbato in Firenze dal
ora nel
Museo Nazionale
Napoli (vedilo a tav. LXIX,
2).
doti Andrea Carlo GargioUi. Pesa gr. 1344 pari a libbre
tre,
Questi due sono autentici:
ma non
quello che
il
Caronni
once otto.
questo
il
primo esempio del ramo con pi
ci
compr dal Minervino,
al quale vedesi
aggiunta l'epigrafe
il
di due braccia la cui distanza sia tronco di verbena. la
conferma nell'opinione che
neanche qui combaciano:
ROAAANOM, non ROMANO come
drilateri che portano con
(se
i
scrive
Mommsen.
qua-
Le due
staffe
tipi
medesimi questa
falsi.
iscrizione
bava tra di esse
staffe
riesce alquanto cuneiforme.
ne contano quattro) sono tutti
Di quello che publico
secondo ho
il
qui ho la copia galvanoplastica,
e
del
gesso,
da ambedue ho tratto
miei disegui. Al Carelli fu cer nel
Tav. XI.
1.
fl,
tamente mal disegnato quello che ora
Museo Napo-
b.
Trovato nel tesoretto di Vulci,
ma
ora nel Kircheiiano.
e
litano,
2. , b.
come vedremo a suo luogo.
di Ariccia,
Pesa grammi 387 pari ad una libbra
incirca. Il tronco bracciate
due once
mezzo
si
Dal ripostiglio
ora nel Kircheriano.
Framspada
il
quantunque assai guasto
bracciate
col tronco
di
con-
mento
di quadrilatero rappresentante dall'un lato la
il
fronta abbastanza col
2)
dall'
ramo
e
Fabbro
(T.
dall'altro
suo fodero, dove assai ben conservato
cin-
una
1)
delle
facce
della
Chamaerops
golo e l'orlo del fodero
che
si
eleva nel
mezzo per im:
(ibid. n.
2. a,
b.
dall'altra.
boccarlo nella corrispondente incavatura del manico
e se
di
che
tro-
nel
Museo Britannico
e di
ne ignora la provenienza.
:
abbiamo avuto un esempio nella spada
vata nel distretto di Huzs, e deposta nel
glieria in Parigi
Il
col
fodero
Il
bronzo intero
delle
forma piano-convessa
dall'altra
rappresenta
della
Museo
di arti-
dall'una
facce
si
una clava,
un ramo
(Revue arch. 1866
di
p.
184, 185 pi. VI, Q).
Chamaerops a cui
betti che
di che
gr.
sono impressi a ciascuna linea glodi anelli
peso di questo frammento
gr.
573.
sembrano essere dentro cerchi a guisa
di poi.
Il
avremo esempi luminosi
suo peso di
1509,38 pari a cinque libbre meno once tre incirca.
Tav. XIV.
1.
a,b. Il tipo dello scudo
tato dal Lanzi, ora nel
si
aveva nell'esemplare Guadagni
ci-
Museo
Britannico (Catal. p. 2127):
Tav.
1.
XIL
nel
io
do qui inciso uno dei due esemplari che venne al Kir-
a, 6.
Museo
di
Pesaro
e fu dato dal Passeri (Parai. 2.
1. 1,
2).
cheriano dal ripostiglio di Aricela, l'altro pass al marchese
Pass quindi nelle tavole del Carelli XLI,
il
Lo descrive
G. Durazzo.
Cotesto sopra
delle
sue facce porta la leg-
Lanzi
(Saggio tav. II p. 127 n. 5). Il mio disegno, se
genda DIJIA tracciata collo stecco dal modellatore sulla
creta (vedi la
ne eccettui l'eccedenza del metallo che ho copiato dal Carelli,
mia Storia d'Isernia Napoli, 1848 pag. 182).
se
viene da
un gesso che me ne sono procurato.
I con-
Noi non possiamo dedurre
per ozio
di
questa
epigrafe fosse fatta
ai lettori il
torni a schiancio ricorrono anche in altri pezzi, che paiono
usciti dalle officine
per indicare la zecca. Ricordo
graffito
nome
di
Todi ponendoli a confronto col molato
il
Macoluia
sulla
faccia interna di
uno dei piedi
al
dello tav.
XVII. Rappresenta da un
delfino,
dal-
della celebre
cista
prenestina del Kircheriano;
quale
T.
XV-XVlt
AES SIGNATUM
non fu prestata fede
ed. Blacas),
(Ilist.
de la monn.
t.
pag. 187
2. a, b.
Cotesto frammento che dal ripostiglio di Vulci, come
il
ma
1
che fu dimostrato vero ed inciso nelle Diss.
tav.
ha notato
relli
Puertas, pass nel Kircheriano, fu noto al Ca-
archeol.
(voi.
XI, 21).
Il
bronzo del Museo Britan-
che lo die' inciso alla tav.
il
XXXIX,
ma
non esat-
nico pesa gr.
il
1623,30 pari a quattro libbre e dieci once,
pari a libbre 4, once 8 e 8 grammi.
;
tamente. Quindi
Cavedoni nella descrizione prese l'avanzo
nostro ha
grammi 1580,
del tripode b per
il
un vaso che chiam
diota, e il
Mommsen
dall' origi-
La forma
dei due scudi ellittica
si
nel primo a v' rape
disse di poi anfora {H. de la
monn.
1. 1,
Annexes pag. 831).
presentato l'umbone che
prolunga a destra
a sinistra
Ci quanto al riverso. Il mio disegno cavato
nale e vi
si
in forma di costola di rinforzo. Simile a questo lo scudo
vedono con verit espresse sul dritto quelle
(loc.
cit.)
usato dai Galli e noto per
piti
monumenti.
Il
secondo scudo
che
a
il
Mommsen
sembrano
prese per linee oblique. Esse
di
b porta quattro razzi di fulmini che partono
da un globo
me
penne
dell'ala
un
pegaso
6,
piuttosto
posto nel centro verso la periferia. Alcuna cosa di analogo
si
che
di un' aquila. Il suo
peso
di
once
deu.
7 pari
vede nel riverso di una moneta di bronzo di Agyrium
nota all'Eckhel
e
a gr.
177,82.
in Sicilia
stampata dall'Avellino {Real
Museo Borbonico tomo XII
tav.
XXIX,
(1,
Napoli, 1839);
il
quale avvert che cotesto simbolo non aveva ricevuta una
soddisfacente spiegazione, e che l'Eckhel non ne aveva fatto
Tav. XVI.
1. a, b.
Trovato nelle campagne di Bomarzo
deposto nel Kirchee gr. 6,35.
motto;
croce.,
il
Mionnet
{Descript,
t.
1,
pag. 217) lo disse una
Sicilij
riano.
Pesa grammi 1686,35 pari a cinque libbre
il
il
Poole ruota a quattro raggi (a Catal.
il
Kappresenta da un lato
ad ambedue
tridente dall'altro
il
caduceo
pag. 25),
ma
cerchio della ruota
manca nell'esemplare
non pu
dirsi
avvinta lina tenia o lemnisco.
Di
simili qua-
edito dall'Avellino; e sul quadrilatero
sia ruota,
che
drilateri se ne
hanno
altri
due esemplari uno nel Museo
1628,00 secondo
il
perch ovale.
di quadrilatero col
di Firenze del peso di gr.
Fontana
(let-
2. a,b.
Nel Museo Vaticano. frammento
due scudi
ellittici.
tera aggiunta alla Decr. della serie consolare n. 23), cio di
tipo dei
3.
libbre 4, once 9, ed descritto
anche dal Lanzi {Saggio,
Dalle acque di Viearello; nel Kircheriano.
quanto pare
11, 27, 8) e stampato dall'Inghirami (Mon. etruschi serie
HI
Ca-
deve essere im frammento di quadrilatero col tipo di uno
pag. 17 tav. 2, 3, 1821-1826), donde
relli
il
trasse di poi
il
scudo
ellittico
da cotesto
lato.
(tav.
XXXIX,
1).
Il terzo
nel Vaticano e l'abbiamo
e
avuto dal comm. C. L. Visconti (Period. di storia
diritto
Tav. XV.
1.
1880
il
63 seg.)
di gr.
1678,00 cio cinque libbre
tipi
incirca.
a, b.
Trovato in Castel Gandolfo presso
il
casino di
campagna
Un quarto
esemplare con questi
si
ma
col
caduceo alquanto
del duca di Blacas d'Aulps che
lezione l'anno
compr per
la sua col-
diversamente modellato
l'ha pubblicato
il
conserva nel Museo di Parigi e
la rp.
1820 (vedi
la lettera
del Blacas
nell'in-
Cohen {Mon. de
cio
rom.
pi.
LXXIII
incirca.
nuaire Numism. 1882 pag. 284), ed
ora passato nel
Museo
pag. 349): pesa gr. 1680,15,
libbre cinque
Britannico. Il Blacas figlio ne aveva preparata la pubbli-
Questo ha
al
di proprio
che
il
cappio del lemnisco annodato
e
cazione nell'appendice al voi. Ili elV Histoire de la
mannaie
caduceo
esce
a sinistra
non a destra come nei
omesse nel caduceo
le
tre
romaine, che
stato pubblicato col titolo di voi.
pi.
I, II. Il
IV
dal
descritti: vi sono state inoltre
foglie sulle quali
due
barone de Witte, Paris 1875 pag. 5
secondo
si
il
suo peso
posano
serpenti.
Blacas
{^eltre
cit.)
di
54 once romane, ma
pari a
verificato di
recente e conta
grammi 1495,06
mio disegno
libbre quattro, once quattro e gr. 10. Il
preso
Tav. XVII.
1.
dal gesso che se ne conserva nel Kircheriano.
Quivi me-
a, b.
Fu
dell'abate
la
Mascioli di Todi che
di lui l'Olivieri
il
tenne caro: n
desimo
si
ha un secondo esemplare levato dalle acque di
il
se
non dopo
morte
n'ebbe un disegno
Viearello assai roso. Eappresenta da l'un lato
tripode su
dal parroco Giovannelli, che diede alle stampe {Fondaz. di
zampe
sulle
di leone e nel riverso l'ancora.
assai di rado che tipo:
se ne
Pesaro pag. 28). Pi compiuta la narrazione che se ne
monete
italiche
il
tripode figuri come
ha nel Diario del Giovannelli:
Antaldi che
la cui notizia
il
debbo
al
march.
eccettui Crotone che ne fa solenne
della sua spiga di grano
;
pompa, come Metaponto
me
ne ha scritto da Pesaro
28 ottobre 1880,
in quel di
il
cinque sono le citt che talvolta
ed
questa:
Fu
trovato nel
1745 a Rosaro
se
ne servono.
Lo
fa
Temesa, indi Napoli, Metaponto,
Todi; l'Olivieri nel 1717 non ne aveva avuto che
disegno
Petelia e Keggio. Dell'ancora ancor pi raro l'uso; pe-
ed
il
peso dal tedino
il
don Andrea Giovannelli
Olivieriana; poi nel
del quale
rocch ponendo da parte gli Etruschi appena se ne ha un
abbiamo
Diario in
si
Diario ridetto
il
esempio in Atri, uno in Taranto,
solo in Pesto si trova
i
tom. 2 a pag. 108
vede che da certo Valentini fu
adoperata in quattro piccoli bronzi. Il veder dunque
tipi
due
quadrilatero stesso donato al Passeri e da lui deve averlo
congiunti nel Lazio deve interpretarsi per un caso non
stato
il
avuto l'Olivieri
e
>..
Il
Passeri lo riprodusse {Paralipom. tab.I)
Carelli (tab.
ordinario, qual sar
voler
alludere ad una spedi-
da lui
il
trasse
il
XLI,
1). Il
mio disegno
zione a Delfo, cosa che leggiamo fin dai tempi pi remoti
essersi fatta dai Latini (Liv. I a. 56).
.
tratto
da un gesso che
me
ne sono procurato. Nel dritto
figurato
un bue che va
a destra e
guarda di prospetto,
-2
10
AES SIGNATUM
T.
xvin XIX
nel a
i
riverso
v'
un ramo bracciate
dentro anelli su dove
con
il
globi impressi
ellissoide schiacciata ed
pii
erano sestanti. Il
Mommsen
me
a
rilievo
quasi
tronco
germina
9,
mette ancora nel novero
quello del
Carelli (T.
dei
frammenti con questo tipo
n.
2),
rami. Il
suo peso 1436.
di
libbre
quattro,
once
gr.
XL
che
dato da
il
pari a gr.
T. XII, 2; nella quale opinione stato anche
si
Cavedoni
Con questo bronzo non
di
pu confondere
il
quadrilatero
{ad Carell. tab.
cit.).
Todi coi
tipi
medesimi,
ma
il
del peso di due libbre e dieci
once,
gio
della quale
moneta
Borghesi
voi.
scrisse
il
magcon-
1826
al cav. Delfico
{Oeuvres
VI
pag. 307)
Ho
Tav. XVIII.
a, b.
sigliato a fare delle diligenti ricerche sopra la di lei pro-
Nel Museo Britannico
da un lato
rostri di
i
(Catal.
64,
65).
I suoi tipi
sono
venienza, dalle quali poi so che rimasto constatato che
due
polli che beccano, dall'altro
delfini tra
due opposti
si
fu trovata, se non erro, un due anni fa a Todi da un villano che la vend per metallo ad un rigattiere, dal quale fu rivenduta per poco prezzo ad im onesto collettore che
io
nave con due
mezzo che
vanno innella
contro. Il suo peso di gr. 1491,70.
Avendo osservato
stampa' del Catalogue dato da Poole la mancanza dei due
astri
ben conosco, da cui in
Pesaro ove ora
vera, sebbene
il
fine stata
ceduta al Museo Oli-
nel dritto di questo quadrilatero, che
di Parigi, ne ho
si
hanno nel-
vieri di
si
il
conserva
La qual
notizia
pu
r esemplare
dimandato all'autore, che mi
riprodotto
ben esser
Perocch
bronzo non sia entrato nel Museo.
risponde non apparirvene la traccia: ho quindi
il
soprallodato march. Antaldi
mi
scrive che per
diseguo dato da lui nel Catalogue citato.
quanto egli sa non vi mai stato nel Museo Olivieri altro bronzo che avesse questi
peso. Il Lanzi (Saggio 2"
plari con questi tipi
tipi,
t.
che
il
sopra descritto, e di tal
II pag. 102), novera tre di
s.
esem-
Tav. XIX.
a, 6.
uno nel Museo
Genoveffa, l'altro
il
Nel gabinetto
il
delle
medaglie in Parigi. Lo hanno descritto
p.
t.
del Pembroke, passato poi in possesso del sig. Bunbury,
terzo,
Lanzi (Saggio t II
10
I
2''
ediz.),
,
l'Akerman
Eiccio
(
(Descript, delle
del
quale
egli
si
parla, presso
il
Mascioli.
soltanto
il
Pu ben
tipo del
of rare
ant.
roman
coins
p.
p. 2 )
il
il
Mon.
essere che
intendesse
facce,
indicare
fam. di Roma
250),
Lenormant che
des
ne
ha dato
bue
dall'
una delle
perch
quello
del
Mascioli
ha
anche un disegno nel testo
introd.
n. p.
2),
1.
(lite
il
monum.
cramogr.
dall' altra
un ramo
bracciato. Egli ancora novera
un bronzo
,
1 p.
LVIII, LIX),
(H. de
Cavedoni [ad Carell. tab.
XL
cf.
i
col
p.
bue duplicato
102
) :
nel
Museo
mai
Borgia
altro,
Saggio
2"
ed.
il
Mommsen
il
la
monn.
voi. I p.
330,
ma
ivi
non
vi fu
che un frammento
175) e
Cohen {Mon. de
han del pari
due
la rp. pag. 350, 2), tutti
con questo tipo.
2.
quali autori
scritto che dall'un lato sono due"
a, b.
Frammento proveniente da
nel
Vulci, ora nel Kircheriano.
di
polli
e dall'altro
delfini
con due tridenti.
Il tipo
del
Un frammento simile
Museo
Napoli
pesa gr. 654,15
del gallo
dritto a parer
mio una coppia
;
di polli augurali fra
due
(Borgia, Catal. ms. p. 17). Questo, ha
di sopra
astri in atto di beccare
al riverso
sono due rostri
di
nave
che volto a sinistra una
stella. Il
volcentano pesa gr. 572,35,
veduti di fianco e due delfini.
Ad
escludere qui l'idea del
quello del Borgia once 23, den. 3 i.
drilatero nelle
Vedremo
l'intero
qua-
tridente baster notare che le tre cuspidi non sono libere,
due tavole seguenti, dei cui
lato e
tipi
rimane qui
come sempre
nei tridenti,
ma
fin
legate insieme dal metallo
un
gallo da
un
un
rostro di nave con
due mezzi
che ne riempie gl'intervalli
se
i
quasi alle estreme punte. Che
le
delfini dall'altro. Quell'arnese che dico rostro detto aviron,
rostri talvolta
mostrano
punte prohmgate
i
di
modo
remo, dal Mommsen-Blacas
cf.
[Hist.
de la monn.
1.
1 p. 175,
il
che paiono tridenti, non avviene perci che
tridenti abbiano
la
p.
330), e ivi
medesimo
1 trident; e cos l'appella
p.
mai
ripieni gl'intervalli. Il
mio disegno che ha
prima volta
Borgia con
altri e ora il
Sambon {Recherches
et
56
n. 6, 8)
dove
espressa la vera figm-a di cotesti strumenti stato tratto da
scritto per errore
deux dauphins
dewx
toiles,
invece di
un buon
gesso.
Non
intendo con ci negare che la identica
laterali piegate in furi co-
deux
coqs etc.):ma vedi appresso.
si
anche bene
avvertire che
forma tricuspide colle due punte
nella indicata pagina dove
parla del ripostiglio di Vulci
me
foglie
non siano perci
i
tridenti; tali
certamente ce
9). Il
li
rap-
dicesi che vi furono trovati dei quadrilateri in parte rotti e
presentano
Tudertini
(tav.
LV,
5;
LVI,
peso di questo
che tre di cotesti frammenti sono oggi nel Kircheriano
nella nota (2)
si
indi
bronzo
gr. 1.
di
grammi 1525,50
fra
i
pari a quattro libbre, once otto,
tipi
descrivono come interi: ces trois pices ont
mio credere
due
passa una stretta relazione.
pour type
un
boeuf sur
le
deux
faces; 2
un
aviron
les
Perocch se nei due polli ohe beccano vogliamo riconoscere
che rappresentino
prendersi nelle
il
avec deux dauphins deux poulets; S" une haste sur
tripudium solistimum
,
augurio solito
deux
faces.
Questo modo inesatto di esprimere
la qualit
pugne anche navali
due
astri
sono
dei pezzi e la parte del tipo che solo vi rimane dipende dal
quelli che proteggono la navigazione, ossia quelli che appa-
racconto di Melchiade Fossati nella lettera del 1842,
25
iono sulle teste dei Dioscori, poi indubitato che
delfini
agosto, stampata dal Gennarelli a p. 12 della Mon. primitiva:
simboleggiano le acque del mare, come
le
rostri significano
dove
si
legge che a cinque palmi dal snolo fu trovata un' olla
altri
navi rostrate.
piena di bronzi,
dupondii o tripoudii parallelepipedi e ve
di parti aliquote di assi di figura
ne erano dei
franti, altri
T.
XX-XXIII
AES SIGNATUM
11
Tav.
(.',
XX.
Nel gabinetto
Cohen
delle medaglie in Parigi.
Io ne
ho tratto
il
disegno da una mia copia alla galvanolato
b.
L'ha pubblicato
altri.
il
plastica.
Eappresenta da un
,
un
elefante
asiatico che
sinistra.
(op. cit. p.
350
pi.
LXXIV) dopo
e
Il
il
mio
dise-
va a destra
daU' altra
una scrofa
t.
che va a
II p.
Il
il
gno deriva da un gesso,
per vi
quei
si
vede
l'
bue
intero,
Lanzi
lo vide
e descrisse {Saggio
102
ed. sec), e
il
non mutilo
islampa
come
Il
il
fanno
che
hanno dato
in
Carelli lo
stamp nella sua tavola XXXVIII, dove
il
Ca-
finora.
suo peso di gr. 1385,90 o sia quatincirca.
vedoni scrive, che
riverso v'era
la scrofa e' e
Lanzi ne vide dei simili,
ma
che nel
tro libbre, tre
once
Se
ne
conosce
un secondo
Ili, 119),
un sus ovvero xm aper, non una
non un
il
scrofa.
Ma
esemplare che fu gi del Pembroke (Num. ant.
sus, se
non soltanto nella stampa del
serie consolare
comprato poi dal Bunbury
bre
cinque,
gli
pesa gr. 1790,15, cio libsei
Carelli.
p. 3)
Del
resto
Fontana {Descr. di una
il
once
meno due grammi, non
il
once
aveva avvertito, che
Lanzi citando un secondo esem100) erra per-
qnanto
assegna
si
Cohen
nella
(1.
cit.).
Io
del
ignoro adun-
plare del
Museo
di Firenze (II, 2 ed. p.
que
p. p.
ci
che
legge
versione
Blaoas (T. I
etc.
ch questo non ha una troia e im elefante,
e
ma
una
troia
331)
secondo la quale l'Hussey (An essat/
)
1836,
Brili-
un bue, che non doveva
.
citarsi
perch opera di Weber,
il
120, 132
parie de
trois lingots carrs
du Muse
rotondo e falso
Del terzo esemplare che
Lanzi dice pas-
tannique au type du hoeuf, qui pseraient environ 3
vres
'/4,
sato in Inghilterra dalla collezione del barone Stosch non se
ce
qui quivaut peu prs 1703
et
gr. 89.
e il
Lo
Ca-
ne sa nulla. Pesa grammi 1681, 68, cio cinque libbre incirca.
I
Spanhemio (De praest.
relli
usu numism.
t.
1 p.
22)
Eomani videro
l'elefante asiatico la
di
prima volta nel 474,
(tab.
Il
XXXVII,
Cai-elli vi
1, 2)
hanno delineato quello del Pemil
vinto Pirro
l'elefante
ad Ascoli
Puglia; videro di poi nel 504
i
broke.
aggiugne
disegno del P.
Du
Molinet
africano quando vinti
Cartaginesi
Metello ne
(Cahin. de sainte Genevive p. 47 pi.
dotto e lo stampa da
XIV) che
lo
ha
ri-
men
pel suo trionfo a
si
Eoma
centoquattro (Orosio IV, 9).
i
un
sol lato
t.
cos riprodotto dal
Non
saprebbe spiegare qual motivo ne inducesse
sul
Eo-
Montfaucon {Ant. explique
III p.
164
pi.
LXXXVIII).
il
mani a congiungere insieme
fante e la scrofa
,
medesimo bronzo
l'ele-
Questi lo chiamano quadrusse,
ma non
ne riportano
peso.
se
non ce ne avesse aperta
(
la intelli-
Di
quello esemplai-e, a cui
si
danno dal Riccio tredici once
Pas-
genza un curioso racconto di Eliano
e.
De
nat..
animai.
di peso, e che ei dice essere stato nella collezione del
seri,
38). L'elefante, scrive egli,
si
teme
il
grugnito del porco
poi nella sua, non posso dir nulla fin che non sapr
si
ha per tradizione che
in fuga ad Ascoli
Eomani con questo spediente
di
:
dove ora
si trovi
conserva.
certamente notevole che
il
Passeri
,
posero
e cos
gli elefanti
Pii-ro
l'Epirota
d'accordo col Eiceio in quanto alle tredici once
ma
ne riportarono splendida vittoria
.
QwSe S Xsqiag
zovg
fj
non
si trovi
d'accordo col medesimo in quanto
il
ai
segni di
XOiQov orjV
nVT)
toIvvv,
(paal, xc 'PwficeToi
avv
vxtj
i
valore, scrivendo
Passeri che porta quattro globi in segno
,
lIvQQm
rjusiQWTrj
tQipavTO
iXstpavtag
e
si
xal
delle quattro libbre
delineando
delle ant.
il
Eiceio quattro linee
tav.
avv toTg 'Po^iamg XafiTtgwg
ys'vsTo;
racconta che
e,
nel senso
medesimo (Mon.
Il bai-one
fam.
LXVIII
t.
2' ed.
Megaresi assediati da Antigono presero alcuni porci,
farli strillare
'
1843 pag. 250).
D'Ailly {Recherches
falso presso
I p. 200)
di
bene, g' impegolarono e dato fuoco gli spindell'oste
scrive di averne
visto
uno
un negoziante
sere contro agli elefanti
nemica che
e.
infuriati
la
Napoli nel 1852.
misero in disordine
(Id. lib.
si
XVI
36). Gli elefanti scrive
Plinio {H. N. Vili, 9),
gnito del porco:
spaventano ad un minimo grusuis stridore terrentur.
di quadrilatero sulle
minimo
Tav. XXI.
1. a, b.
2.
si
a, b.
Dal deposito di Cere. Frammento
Nel Kircheriano non
di
sa d'onde
ma
probabilmente
cui facce rimangono appena visibili le tracce di piedi d'animali
dietro le
da Vulci. Frammento
quadrilatero rappresentante dai
gr.
ammaccature della mazza adoperata per romperlo.
due
2.
lati
il
toro italico.
Pesa
430,39.
a, b.
Nel Kircheriano. Venne
forse dalla collezione del
i
marTav. XXIII.
1.
si
chese Eecupero e rappresenta
italico. Il
3.
quarti posteriori del toro
suo peso di gr. 201,37.
2),
a, b.
Dalle terre velletrane trovato insieme
il
coli' altro
qua-
Dalle tavole del Carelli (XL,
sa dove stia. Il
non dall'originale che non
drilatero che porta per tipo la spada e
lo vide
fodero. L'Eckhel
,
Mommsen
cita negli
Annexes
p.
330 questo
nel
Museo Borgiano
di
Velletri
e lo
pubblic
bronzo
fra
quei che portano per tipo al dritto due polli e al
nella Sylloge I tab.
IX
p.
p.
90
e lo descrisse nella
D.N.V.
riverso due creduti tridenti e due delfini,
ma
lo
sbaglia anche
T. Il p. 86
T.
49,
50,
indi
il
Carelli lo f inci-
perch lo
strumento
che al riverso un vero tridente
dere nella sua tavola
fu estratto dal nel
lo
SXXVI. Non
predetto
:
si
sa come, ne quando
sempre
cos effigiato sui quadrilateri
come
questo.
Museo
solo certo che
non fu mai
Museo
di Napoli,
dove pass una parte del Borgiano,
che dimostrato dall'Avellino per mezzo del Catalogo che
Tav. XXTI.
1.
ne fu fatto al tempo della consegna. Nel
Museo Kirchedott.
a, 6.
Dalla collezione
Guadagni
di
Firenze passato ora al
riano, dove ora si trova, entr per le
mani del
Emilio
Museo Britannico
e dato dal Poole (Catalogue pag. 62,63).
Braun che
lo
compr
in
Napoli, e gli furono pagati 300
12
AES SIGNATCJM
T.
xxiv-xxvr
scudi,
mi narrava
Il
il
P. Marchi, oltre
un ammasso
di aes grave
olivo
con in cima tre
foglie, dall'altro
un segno
incerto
per giunta.
e fa perci
il
Mommsen
tutto ci non Io doveva ignorare
probabilmente perch ammaccato da colpi di mazza.
4. a, b. Trovato nKlla necropoli di
maraviglia come abbia osato mettere in dubbio
Tarquinia in una cassa sepol:
modo
dell'acquisto, scrivendo: Cette pice apres avoir
le
crale di nenfro accanto allo scheletro
ha
di
peso gram. 558
passe avec
Musile Borgia (corr.
une parile du Muse
Propaganda
di
B.
pari a
cii'ca
venti once. Kappresenta da due lati due
ai lati
mezze
perch l'altra parte
fu
deposta in
Eoma)
lune rivolte colle punte
minori. Io
l'
ebbi presso di
dans
la collection de Naples, est
le
venne, on ne
sait trop
me
5. a, b.
e il feci disegnare.
comment, dans
di
Muse Kircher Rome.
dall' Instituto nel
Fu
pubblicato
Dalla necropoli di Tarquinia nel Museo Britannico
il
lo
nuovo dopo l'Bckhel
BuUeUino<&. 1844
dall'originale
ha dato inciso
gr.
Poole
{Catal. p. 66):
il
suo peso di
i
pag. 49 segg.:
ma
il
mio disegno
preso
35 pari a venti once
nel
incirca. I suoi tipi sono
me-
che pesa gr. 1610, 99, cio libbre quattro e nove once e
gr.
desimi che
dei
precedente numero 4. Coteste venti once
14
in circa.
Kappresenta da un lato l'aquila che vola di
il
due
quadrilateri
provano una riduzione nel sistema
ci
prospetto stringendo
fulmine negli artigli e volge
il
il
capo
di Tarquinia, lo che
dimostrato da simili pezzi ohe
a destra; dall'altro lato
pegaso che corre a sinistra batleggenda:
portano le note di valore.
tendo
le
ali; di sotto v' la
ROW\ANOM.
Tav.
XXVI.
Frammento
di
T.U-.
1.
XXIV.
Dal Museo Guadagni
1),
1. a.
lastra rotonda o ellittica tratta dalle acque
0, h.
in Firenze
ove lo vide
il
Lanzi
di Vicarello e ora nel Kircheriano.
Porta per tipo
il
tronco
i
{Saggio T. II p. 126,
ora nel
Museo
calco
Britannico. Il
in
mio
bracciato coU'anello, che
qui ovale, sul tronco fra
due
disegno
cavato
da un mio
il
galvanoplastica.
2.
ffl,
rami.
b.
Kappresenta come
portando
il
precedente l'aquila di fronte che vola
il
Dalla necropoli di Tarquinia nella collezione mia. Framdi piccolo
fulmine negli artigli e al riverso
pegaso che
mento
quadrilatero
coi
tipi
delle
mezze lune
prende
il
volo a sinistra.
gr.
Vi
si
rivede
l'epigrafe
NCIA. Peso
1391 pari
a libbre 4, un'oncia e
io
ROMAgr. 6. Un
volte colle punte ai lati minori. Vi si vede l'impressione
lasciata da
un
forte colpo di
mazza:
e la fusione del
bronzo
esemplare senza leggenda l'ho
veduto in Parigi presso
non
ben
fatta,
notandosi per tutto gruppi e nodi di puro
Altri
r Hoffman.
2.
stagno. Il suo peso di gr. 391.
pezzi
e
di cotesto
a, h. le
Trovato nell'a. 1846 in ottobre a Tor Maraneia presso
aes quadrilatero sono nella collezion
mia
provengono da
il
mura
di
Kma
e dato nelle
Mem. numismatiche a
p.
42
Tarquinia
uno
di recente ne
ho veduto presso
sig. Stet-
tav.
Vn,
3, 4. Il Capranesi lo vendette poi al Kircheriano.
3. a,
tiner a cui stato recato da Citt della Pieve insieme con
altri piccoli
b.
un frammento
epigrafe che
quadrilateri
e
si
si
di quadrilatero con avanzo dei tipi e della
frammenti
di lastre quadrate e di quadrilateri.
hanno interamente rappresentate nei due
Dalla necropoli
di
Tarquinia
nella collezione
ai lati
mia. I
precedenti.
Pesa
gr. 233, 17,
cio otto once
1.
suoi tipi sono le
mezze lune volte
minori:
ma
di
den. 6. Nella versione dell' H. de la
monn.
pag. 177(')
singolare
11
v'
nel
centro un fiore simile ad
gr.
un
asterisco.
legge Vauthenticit
et
du
lingot
ayant pour type
un Foudeve in4.
suo peso di
441.
11
dre
Pegase
avec la legende
ROMANOM,
si
si
a, b.
Dalla necropoli di Tarquinia.
suo peso di gr. 437.
tendere che l'aquila perita del tutto e vi
lato
vede da un
i
Ha
lati
per
tipi dai
due
lati
im A
di
forma
latina rivolta ai
una
sola .parte di fulmine ed all' opposto
soli piedi
minori colla sua base, e questo medesimo
dall'
si
doveva
dal
del pegaso con la leggenda del quadrilatero del 1846, e per
intero
il
ROM. Quanto
stata
all'autenticit
stabilita
vedere
opposto
lato
n. 6.
minore
come apprendiamo
di
eUa era
ben
prima
frammento seguente
frammento
n.
Nel campo
mezzo dove nel
si
Mommsen non
doveva scrivere che allora
3 abbiamo un asterisco, qui
vedono tre
soltanto divenne incontrastabile l'autenticit di esso
quando
linee parallele perpendicolari ai lati maggiori che senza
dubcerto
fu trovato
il
frammento.
bio sono la nota del valore, cio libbre tre
se ne perita alcun' altra. Se
il
ma
non
pezzo
come
pare, alquanto
di circa
maggiore della met noi avremo un quadrilatero
Tav.
1.
XXV.
Nel Kircheriano.
due facce:
il
ventiquattro once, cio
un quadrusse
di
diminuzione se*'
a, b.
Parte inferiore del tronco bracciate
gr.
missale.
5.
sulle
2.
suo peso di
302.
:
a^b. Dalla necropoli di Tarquinia ora nella collezione Strozzi
in Firenze,
pili
Dalla collezione Eecupero nel Kircheriano
il il
suo peso di
tronco di verin
vi
del peso di gr.
221 e s'intende che
gli
manca
grammi 111.
I suoi tipi sono da
il
un
lato
della met.
bena, dall'altro
ramo
di
Chamaerops. Sul tronco
mezzo
appare
1,
6. a, b.
Nel Kircheriano
si
proviene dagli scavi di Tarquinia.
linee
delle cui braccia sono impressi gli anelli,
il
ma non
Vi
vede un
con due
parallele; ohe compie
n. 4,
il
globo come
si
veduto nel bronzo tudertino, Tav. XVII
di Ariccia nel Kircheriano:
il
b.
disegno del tipo dalla opposta parte del
come
si
dimo-
3.
a, b.
Dal deposito
suo peso
di
stra dal collo di getto. Il suo peso di gr. 343,80, cio di
di
grammi 420
e rappresenta da
un
lato
un ramoscello
una libbra
grammi
sette.
T.
XXVII
AES SIGNATUM
13
Tav. XXVII.
1. a, b.
non paiono
serto di foglie d'olivo
bracciale,
il
moneta.
Il
tipo
di
ambedue
si
un ramo
Nel Kircheriano. Eappresenta un
tipo ripetuto
cui tronco posto su due cantoni, mentre le
sospeso ad un anello
gr.
1(57.
sulle
due
facce.
Pesa
braccia
si
stendono sulle quattro facce a destra e sinistra:
negl'intervalli delle braccia sono dei globetti che forse allu-
2. o, b, e.
Nel Eircheriano. Mezzo semisse
della serie di forma
dono
ai
segni di valori. Questa serie
di
moneta ovale
si
i
ovale col segno di valore, del peso di gr. 98.
signe, perch ci rivela
per in-
attribuita
a Todi a motivo della clava trovandosi che
;
una
serie di peso
i
il
doppio mag-
Tudertini l'hanno fatta tipo dei loro trienti
ma
se valesse
giore della libbra semissale
cui spezzati inora si conogr.
questa ragione vi avrebbe troppo maggior dritto Volterra, che non nei trienti soltanto
del suo aes grave
il
scevano. Ora l'intero cbe doveva essere di circa 196
ci fa
ma
ripete per tutta una serie
supporre un asse' di gr. 396 cio oltre a quattordici
tipo
della
clava;
si
anche
detto,
once. I suoi tipi sono la clava da
di semisse r\
3. a, b.
un
lato e la nota etrusca
che gli spezzati
tudertine
:
di
questi bronzi provengono dalle terre
dall'altro.
di
ma
essi si trovano
per tutta l'Etruria, dove non
Nel Museo
Torino.
Unico
fin
esemplare
dell'asse di
si
sogliono trovare
monete
umbre.
Di recente ne
.ho io
cotesta serie preso a calco
dal
1854 nel Museo prelato e la nota del-
avuto
altra
da Ancarano antica necropoli di Nursia o di qual
citt
detto. I suoi tipi sono la clava
l'asse
4. a, b.
I
da un
della
Sabina.
per
me
di gran peso che nel
dall' alti-o.
Pesa once
sei.
deposito di Vulci tutto composto di aes rude e signatwni
di
Nel Kircheriano. Unico esemplare intero
dove la clava
il tipo gT.
semis della
il
senz'ombra o vestigio di moneta fusa
sia etrusca, sia
umbra,
serie ovale
del dritto e
segno
siano stati trovati questi soli pezzi che appartengono all'ars
di valore nel riverso.
5. a, 6.
Pesa
84,00
col
:
pari ad once tre.
grave ridotto. Ci prova che se
il
deposito antecede
il
474
Nel Kircheriano. Frammento
il
predetto
tipo
della
gr. 47,
nel quale anno fu presa e distrutta Vulci, era gi avvenuta
la
clava nel dritto e
segno di valore
dall' altro.
Pesa
diminuzione dell'asse semissale. Tarquinia di certo aveva
i
ma
essendo mancante di una sua parte pu valutarsi che
anch'essa cominciato a fondere
suoi quadrilateri su questo
fosse di due once e per del peso di gr. 56. Il sig. L.
Sambon
ai
piede ridotto. In quel deposito non vi era aes grave etrusco
assegna ai pezzi a s noti per limite di peso dai gr. 46
Il trienle
37.
ma
questi soli spezzati della' serie ovale che
si
attribuisce
dovrebbe pesare due once
mezzo per
istare in
a Todi e vi consente l'uso
che
si
fa in essi della fa
mezza
serie con
6. 7. a, b.
un semisse
del peso di tre once.
rari coi tipi
luna
per
nota di
semisse,
come pur
Todi nella sua
Nel Kircheriano. Sestante ad oncia non
monetazione primitiva; inoltre la riduzione dell'asse che
propria di Todi e non delle citt etrusche.
della clava e la nota di valore. II peso del sestante di
un'oncia gr. 28,00: quello dell'oncia di dodici denari, ossia
gr.
14,00. Il
dieci:
il
Sambon assegna
al sestante
limiti da gr. 89
gr.
peso di due miei esemplari di
a cui attaccata
26,00;
di
AES GRAVE
LATIUM, SABINA
Fu una
si
23,50.
Un terzo
.
molta bava dal canaletto
il
fusione pesa gr. 34,00. L' oncia secondo
gr.
8, 9.
Sambon va da
18 a
Dall' Arrigoni. (i'aes grave tav.
incerte 11,12, pag. 36).
volta cercato se
presso gli antichi
1'
aes libbrale
Sestante ed oncia della forma di una ghianda missile
ma
dicesse grave a motivo del peso specifico, ovvero perch non
smussata
IH
alle
due punte.
Ha
per tipo al dritto im
si
numerava,
il
ma
si
pesava.
mio credere
il
nome grave
de-
latino, al riverso la nota di valore.
sign
7).
peso specifico originale dell'asse, che fu libbrale o quasi
10.
Kircheriano
(Olivieri,
Fond. di Pesaro tav HI,
Piccolo
libbrale,
al
ma
di poi quel vocabolo di
grave non
si
poteva dare
fin
bronzo di forma lentieolare.
lancia da
11, 12. a,b.
Ha
per
tipo
il
ferro della
gr. 7,00.
numero
dei pezzi sibbene al peso di molti in
la
massa
e fu
da
una
parte, la clava dall'altra.
e Tessieri,
Pesa
quando s'introdusse
l'effettiva.
moneta
di bronzo
nominale
abrogata
Marchi
di
Vaes grave
pag. 28. Sestante
nella serie 3-7
e
ad oncia
forma lentieolare
oblunga come
Noi seguiamo l'esempio
dei numismatici che hanno dato
il
il
precedente. Il sestante ha una clava per tipo dal dritto
al riverso
nome
ficato
di aes
grave all'aes fuso libbrale estendendone
alle successive
signi-
un ramo
bracciate colla nota di valore, l'oncia
uniti al tronco in
anche
diminuzioni e a tutta la variet delle
ha nel
trario
dritto
due rami bracciati
figurano
i
con-
libbre. L'aes
l'aes
gram
degli antichi non
comprende
1'
aes rude e
come
si
raggi di
un fulmine,
ma
di pili
signatum,
ma
solo quell'aes d'un determinato peso legale
vi si vede
una
linea retta traversa nel punto di congiun-
sovente espresso con globetti e linee rette e sinuose.
zione; al riverso la sola nota dell'oncia.
13.
Questo aes di peso
determinato
non
ben certo quando
Caronni vide questi due frammenti di verghe quadrate in
del
Sellari
ebbe origine e da qual popolo. Si tien per congettura che incominciasse a
Cortona nella collezione
n. 48),
(
(Ragguaglio tav. VI
Passeri
il
Eoma
all'epoca dei decemviri, leggendosi che le
quando erano
stati dati gi in luce dal
multe in bestiame
stabilite
per legge Aternia-Tarpeia del 300
Paralip. tab. I nn. 3, 4, 5). Li ha dipoi riprodotti
CI. II,
P.
rinnovata due anni dopo per la legge Menena-Sestia furono poi
nel
Marchi [L'aes grave,
(p.
IV
nn. 5, 6, 7)
ma
nel testo
324 per
la legge Giulia-Papiria
cambiate in multa pecunia-
28) ha scritto che sono pubblicati per moneta,
ma
che
ria, nella
quale per una pecora pagavansi dieci assi e per un bue
14
AES GRAVE
T.
XXVII
cento (Cic. de
r.
p. II, 35)
levis aestimatio
pecudum
est.
in multa
ETRURIA, UMBRIA
Quanti hanno scritto intorno
dagli Etruschi
si
lege C. lul P. Papirii
consulum constiluta
Cotesta congetfa la
tura
si
conferma da Livio (IV, 41) che nell'anno 352
prima
alla
al
primitivo bronzo monetato
al
volta menzione dell'aes grave nella condanna di
Postumio
gravis.
sono dati per vinti
Mommsen
ohe tiene
somma
di dieci
mila
si
assi:
decem millibus aeris
per
questa specie di moneta non essere fra loro anteriore al 474 di
da notare che prima
trova menzione dell'oes e dell'asse, inoltre
Eoma. Egli
lo
deduce da
ci che l'Etruria trastiberina soggio:
del quadrante e del sestante,
nondimeno non
si
pu per
;
ci dire
gata appunto in quell'anno non ha moneta propria di bronzo
ragion dunque volere ohe neanche
se lo avesse
il
che Vaes fosse piuttosto grave che rude e signatum che Vas
il
neanche
dell' aes
resto della nazione etrusca
qnadrans
e il
sextans dinotino la creazione
fuso o
coniato.
Ma
questo argomento che parca
grave, cio di una moneta di forma e di peso determinato.
cos solido ha oggi perduto ogni valore
dopoch
prodotti degli
L' epoca ignota
:
delle diminuzioni successive dell' aes grave ci
scavi della necropoli
tarquiniese tenuti in
osservazione hanno
ri-
e gli antichi scrittori
non ne parlano,
per dimostrato
rimesso alla luce una nuova serie di aes grave libbrale nel
dalla nostra esperienza che dall'ssse di peso
effettivo si pass
manente
delle terre etrusche e latine
non mai veduto. Da questa
all'asse semissale, poscia al trientale, indi al quadrantario e final-
scoperta stata tolta ancora ogni difesa alla opinione che l'in-
mente
al sestantario,
nella qual
epoca fu stabilito
per legge
troduzione della moneta di bronzo in Etruria datasse dall'epoca
della diminuzione semissale
del 485, che si coniasse l'asse del peso di
im
sestante.
romana: perch Tarquinia insieme
quadrantario
ci
Coteste diminuzioni
si
trovano
soltanto nell' aes grave di
;
colVaes quadrilatero propria serie
del
sistema
ha dato
e
la
Eoma,
di Lucer, di Venosa, di Todi
forse anche degli
Eugu-
libbrale in assi di dodici libbre
incirca
al di
bini, se
pu dedursi dal peso del
tresse, che
suppone
l'asse di
sei.
l fino a quella trovata nel
1875 con un astro a quattro raggi
peso di gr. 368
cio di
quattro once, mentre negli assi finora noti se ne
contano
per tipo ripetuto sulle
due facce del
AUa
serie ridotta di
Todi coll'aquila manca
l'asse,
si
ma
questo
once 13
gr. 4.
asse non
manca
nella serie ovale ridotta, che
attribuita ai
La
tradizione
faceva
Numa
autore dell' aes
si
rude,
Servio
Tudertini.
Tullio dell'acs signatum e coi nostri studi
dell' asse,
probabilmente
circa
i
La repubblica romana non emise multipli
dupondii, tripondii, e decapondii nell'epoca
grave,
cio
stabilito
che
1'
aes grave
deve essere
e
stato introdotto
primitiva dell' aes
primordi del secolo terzo di Eoma,
non abbiamo finora niun
ma
quando era gi avvenuta
la riduzione.
argomento che seriamente combatta queste tre epoche, ovvero
l'origine
I tipi dell'aes
grave sono presi generalmente dalla classe
:
romana del bronzo fuso monetato.
si
Ma
neanche
le
mo-
dei simboli e dei segni
fu proprio del Lazio e della Sabina
il
nete coniate
possono far precedere
i
il
quarto secolo di
Eoma
prendere per tipo
le
imagini
d'uomini e di donne, simboliche
si
nel quale Atene e
Greci
d' Italia
cominciano ad usarle. La
ancor esse. Atri, Arimino, romane colonie
a questa usanza.
attennero in parte
serie ovale fusa e la serie coniata incusa sono
due singolarit
che
il
si
trovano solo in Etruria. Al 474 circa allorch verisimilfu
Eoma
mini ripete
ripete
il
tipo
del
rovescio
per tutta la
il
serie,
Eie
mente
le
nascosto
di
il
deposito di aes
rude
signatum presso
in corso nel-
tipo del dritto. Atri varia
tipo
del
dritto
mura
Vulci
le
monete ovali non solo erano
si
del riverso. Lucer
segue un
sistema
suo
Il
proprio del quale
l'Etruria, perch alquante di essa vi
rinvennero fra quei bronzi,
ragiono
tipo
nelle
dichiarazioni
pei
delle
tavole.
Lazio
il
ripete
il
ma,
Ci
ci
si
che s'ignorava, essa aveane subito' gi una diminuzione.
del
dritto
primi tre pezzi
e ripete
riverso per
il
deduce dal frammento di semisse di recente acquistato
il
tutta la serie.
La
Sabina, ora
non ripete
ma
duplica
tipo
tipo,
pel Kircheriano
quale
suppone un asse libbrale
conosciuti
finora
mentre
che lo stesso nel dritto e nel riverso, ora non ripete n lo duplica.
II
il
pezzi della intera serie
asse
il
appartengono
ad un
cui solo esemplare che nel
Museo
di Torino di ridu-
Lazio e la Sabina non usano dichiarare
il
proprio
nome
zione semissale.
talvolta
un simbolo ovvero una
lettera
iniziale soltanto
che
Usano
gli
Etruschi nelle monete fuse
:
di ripetere
tipi del-
vi si legge.
Eoma
si
inscrive soltanto nella
moneta che fonde
l'asse per tutta la serie
I Tudertini, zati inferiori;
gli
Umbri
li
invece variano in due modi.
nella zecca degli alleati
con
tipi
non suoi:
ma
quando
tipi
come
Eomani,
fanno diversi nei cinque spez-
sono gli stessi
essa indica la zecca se ad
il
esempio
Lucer,
e
ma
gli
Eugubini hanno per costume, a quanto
volte, ripetendo
i
con U, se Velletri con V. Atri inscrive
Vestini e
suo nome,
il
cos
pare, di cambiar tipo tre
tipi dell' asse nel
Fermo. Venosa
incerto se abbia apposto
suo mo-
semisse, del triente nel quadrante, del sestante nell'oncia. Eestano per alcuni tipi fuori di serie ai quali attendiamo che si
trovi
il
nogramma
e lo fa
nella serio libbrale.
!.-,
Lucer comincia dalla
serie ridotta
con la sola iniziale
Ascoli di Puglia prende per tipo
compagno. Nelle note del valore
costante
presso
la lettera
che ripete per tutta la serie. Questa
non etruil
degli
sia il
Umbri
l'adoperare la nota etrusca 3 dinotante la
i
met
sca
ma
latina appare inaspettata sulla serie di Tarquinia
cui
semisse: nel che vanno con loro d'accordo
Volterrani
significato letterale o simbolico tuttavia
un enimma.
fra gli Etruschi e quei che
tipo, e
pongono
la testa del sacerdote per
e
I coloni lucerini sono
i
soli
che abbiano inscritti sugli assi
quei che la ruota etrusca al dritto e al riverso,
le
quei
nomi
dei magistrati monetali o eponimi che vogliano credersi.
che fondono
loro
monete
in
forma ovale. Quindi
di
si
deduce
Eieti appone
sul
dritto le iniziali
di
uno
due magistrati
che cotesta serie ovale o uscita dalle officine
citt la quale fondesse
Todi o da una
e si servisse
pel riverso l'iniziale del suo proprio nome.
in origine l'asse
libbrale
T.
XXVIII
AES GEAVE
15
della nota etrusca D per indicare
il
semisse. Inoltre la serie che
e al riverso tre
hanno adoperato anche
gli
Etruschi per significare la loro alil
ha per tipo a dritta la nota etrusca
volte col dosso al centro,
mezze lune
lo
leanza di ohe certissimo esempio
triplice
nome
di
Pupluna
non ostante l'epigrafe dell'asse cho
adopera
i
Vetulonia e Chamars sulla moneta coniata coi tipi di Populonia.
dichiara
tudertino
perch
sei globetti
per nota del
Non
si
dovrebbe quindi trovar ostacolo ad ammettere almeno
si
semisse, non deve essere stato emesso dalla zecca di Todi. L'asse
e
i
come verisimile che
i
legga
il
nome
di Vetulonia su d'un asse
suoi multipli
si
sogliono trovar notati con l'unili
I.
Vi hanno
cui tipi sono da
un
lato la ruota
ad otto raggi e dall'altro
per esempi dei dodici globetti.
Gli Etruschi,
l'ancora, tipi gi noti nella
e,
serie di
>J,
Chamars
serie
e delle citt in-
tranne Volterra,
e
fra le
monete
il
coniate,
dicate
dalle loro
iniziali , 5,
A,
per
non ridotte e
Pupluna, Fercnas
sulle
Peithesa, sogliono abbreviare lettere
loro
nome
aventi costantemente per tipo la ruota a sei raggi, non ad otto
monete scrivendo talvolta due
sola lettera iniziale, dove
M, ma
comune-
come quella che porta
che
ai tipi della
il
nome
di Vetlunva. L'asse controverso
le tre
il
mente una
non omettono ancor questa.
:
ruota etrusca da una parte e
il
mezze lune
peso, non la
Yetulonia adopera quattro sole lettere. Fall, sulla moneta coniata
in
il
dall'altra
congiunge
nome
i
di
Todi
non ha
monete
di
confederazione la citt che
il
ai
suoi tipi inscrive
maniera, non la forma, u
tesi
tipi
tudertini, in questa nostra ipo-
nome
della citt confederata
pone per intero
finora
il
Vetlunva in
parmi che trovi
la
ragionevole sua spiegazione. Crediamo
il
una moneta della quale abbiamo
larissimo bronzo coniato che
si
solo asse.
Un
di
singo-
finalmente degna di menzione la maniera di coniare
bronzo
conserva nel Museo
Parma
Felalu,
far
tenuta dagli Etruschi in una loro serie che riesce nuova e singolare anche per le straordinarie divisioni e
il
nomina
le tre citt confederate in questo
modo Fufluna,
Grli
modo
d'indicarle
Cha, cio Pupluna,
Velulonia e Chamars.
sulla
Umbri amano
non con
le solite cifre
ma come
fa
sull'oro e sull'argento coi nu riunita ora in
pompa
del loro
nome
moneta fusa
e coniata
scrivendovi
meri. Essa pel molto che
mi sono adoperato
il
Tulere nell'asse e semisse e sulla coniata; Tuder, Tu negli spezzati
:
una
e
il
serie, nella
quale
sua mostra
)IC che seguito dal
gli
Eugubini danno sempre intero Icuvini ovvero Icuvins.
peso di entrambi ne avverte del valore di 100 nel primo
una
nome
singolarit della quale
abbiamo avuto esempio
iniziali
in Sabina,
il
e di
50 nel secondo. Poscia
XIIC, X, A.
il
si
hanno spezzati
di
XXX, AXX,
dove sembra che abbiano notate con tre
SAF
proprio
XX,
il
Manca
il
tuttavia l'unit minore e probabilmente
e il
nel solo bronzo di tatta la serie che rappresenta l'oncia.
si
AX,
AXXX,
si
XXXX
come
AXXXX,
il
qual supposto atten-
un' oncia ancora
quel recente bronzo venuto in possesso
scavi di Telamone,
sul quale
se la
diamo che
le cui basi
avveri
tanti altri per le scoperte ulteriori,
del
march.
Strozzi dagli
sono state con instancabile attivit e consiglio poste
prima lettera non
agevolmente
si
chiara si legge per
indubitato \MA>I che
tipo.
dal sig. march. C. Strozzi,
nome
illustre che ricordo con sin-
compie Tlo.mun. Questa oncia non ha verun
il
golare aifezione e doverosa riconoscenza.
In altre poi pare che
iniziali siasi
nome
della
citt o intero
o in sole
impresso nel solo asse o nel suo multiplo. Leggesi
cos Tulere in
un
asse,
i
nel dritto
nel riverso di
la serie
un du-
Tav. XXVIII.
1.
pondio, d'ambedue
anepigrafa.
quali
bronzi
abbiamo
intera
ma
Museo
di Pesaro.
Bifronte barbato
coronato di lauro: la
nota della libbra gli sopra scritta
l'ordinario peso dell'asse
ma
il
suo peso eccede
i
Alle monete gi fuse nelle tre classi di aes rude, signa-
romano che non passa Al rovescio
gr. 312,30:
tum
grave o coniate
si
vedono talvolta impressi dei segni,
le quali
questo invece ne pesa 389,50.
la
prora di
che diciamo contromarche
emissione,
altrimenti
il
per non ricevono nella prima
Il
nave volta a sin. e di sopra ripete la nota della libbra. 11
ma
non
dopo che sono entrate in commercio.
ci
supporre
Eocchi nel catalogo ms. di quel Museo ha notato l'analogia
di questa
par verisimile
essendo evidente che chi fuse
libbra con
quella di Atri,
come apprendo
dal
metallo vi deve aver notato nella forma o staffa
quanto
si
eh. sig. march. Antaldi.
A me
pare che sia stato fuso nel
il
esige perch abbia corso legale.
legalizzarlo con altro marchio.
per diciamo che non occorre
territorio di Rimini, e siasi perci ritenuto
locale.
peso della libbra
Sopra un frammento di aes rude
Bebiani presso Benevento ve-
La prora
volta a sin. appartiene alla seconda emis-
portatoci dalle terre dei Liguri
sione romana, al
qual tempo
:
ovvero ad epoca posteriore
che
ci
diamo ben impressa
e
la lettera ^ retrograda e di arcaica forma,
di aes
bisogna riportar quest'asse
gi dato,
il
conferma nel parere
sopra
un frammento
signatum probabilmente trovato
che
nel peso
si
seguita la libbra di Eimini.
nella
necropoli di
Tarquinia ora nel Museo Britannico
im-
Del resto
cezione.
2.
alla regola stabilita dal D'Ailly v' qualche ecn.
pressa profondamente una mezza luna: la mezza luna e
si
un
astro
Vedi appresso
4.
d.
Il
trovano impressi in altro frammento di quadi'ilatero prove-
Kircheriano.
Bifronte barbato. R. Prora di nave volta a
p. 35, 36)
niente di certo dalla stessa necropoli, e posseduto dal marchese
Strozzi. tato
barone D'Ailly ha stabilito {Rech. I
si
che la prora
SuU'aes grave e sulle monete coniate etrusche ho no>l,
trova costantemente volta a destra uell'asse primitivo:
ma
un
r,
ovvero una foglia di edera, ovvero una mezza
nella seconda emissione che tende alla diminuzione e nelle
serie gi diminuite al pari che nei multipli essa si vede volta
luna 3; questi due ultimi segni impressi a solo contorno.
Le monete
bilito
di confederazione si riconoscono
come ho
nomi
;
sta-
a sinistra; di che
mi
piaciuto
dare un esempio nel sedell'asse primitivo
altrove a queste
condizioni. I due o piii
inscritti
misse seguente.
Il
maggior peso
e
come
il
su di una moneta che ha per tipi quei di una d'esse
solo inscritto sulla
un nome
Cos
fu detto di gr. 312,30
discende fino a 207,10. Cos
moneta che porta
tipi d'altra zecca.
Bar. D'Ailly,
il
quale anche dimostra che le riduzioni sue-
16
AES GEAVE
T.
XXIX-XXXI
cessive
si
fanno
di
il
met
in
met,
creando prima-
1'
asse
di gr. 27, che
meglio
si
adattano alla diminuzione qua-
semissale, poscia
quadrantale, ohe la
1'
met
del semisse.
drantaria che alla trientale. Poi rispetto alla nota osservisi
Ma avrebbe
legalmente
dovuto dire che v'era inoltre
asse trientale che
ino a tanto
come
della
delle tre linee richieste ad indicare
il
tripondio,
se
dimostra avvenuta una diminuzione al terzo,
si
che
mediana non
vi
rimasta che una traccia, v' per
stabil l'asse sestantario,
11
diminuendo a met
una
tale distanza delle
due linee
estreme
che
sarebbe
l'asse trientale.
peso pi elevato dell' asse semissale
inesplicabile se
non avesse dovuto segnarsene una nel mezzo.
stato stabilito dal D'Ailly a gr. 178.
Nel gran deposito
di
Inoltre di essa linea
media
sia
le tracce
sono evidenti. Deve
assi primitivi scoperto a Cerveteri vi si trovarono tre
esem-
dunque stimarsi che
tale,
7.
un
tripondio del sistema quadran-
plari del peso di gr. 143,90; 147,80; 148, che
sembrano
epoca
e tal parere
ci
confermato anche dal peso.
provare non
essersi fatto quel deposito
prima
dell'
Kircheriano. Asse trientale del peso di gr. 102. Il dritto ha
il
dell'asse semissale.
3. Kircheriano. Testa di Giove laureata barbata e volta a destra.
solito tipo
del bifronte barbato, nel rovescio la prora
volta a sin. e sopra v' la nota della libbra.
8.
R. Prora di nave volta a sin.
4. Kircheriano.
di sopra la nota del semisse.
Kircheriano. Asse sestantario
gr.
del peso di due
il
once, pari a
Testa di Minerva
volta a sin.; di
vi si
sotto la
la
56,00. Il D'Ailly stabilisce
peso normale di cotesti
117).
nota
del triente. R. Prora a d. e
vede ripetuta
assi a gr.
54,166
(T. Ilpart. I pag.
il
notevole nel
nel bifronte
si
nota del triente.
disegno di questo bronzo
profilo
del naso
che da sinistra convesso, da destra concavo. Inoltre
ha da avvertire
Tav.
1.
al
modo
di trattare
capelli della fronte
XXIX.
e la
barba con una doppia serie di globetti in Inogo dei
Caronni nel catalogo del Museo Hedervary ha gi
cotesta maniera di trattare
i
Kircheriano. Testa di Ercole giovine coperta della pelle di
leone che gli
si
ricci. Il
annoda
al collo
dietro a d.
la nota del
notato che
capelli, la
barba e
quadrante. R. Prora volta a d. e di sotto vi
ripetuta la
anche
il
bulbo degli occhi tenevasi
di
ai suoi
tempi come prodic'egli,
nota di valore.
zione pesa
si
Un
quadrante ben conservato di mia colleasse di gr. 316:
pria delle officine
tutti questi bronzi:
Gubbio, donde provenivano,
et
grammi 79 che darebbe un
ma
tali
Barba
coma oculique
globuli perpetui
gi notato che gli, spezzati inferiori all'asse sogliono
all'
sunt,
horumque assium genus ex eugubiana Etruriae regione
riferirsi
asse
di
dodici
once
pi,
quantunque
proveniunt omnes, ita ut a nonnullis antiquariis Eugubio
civitati tribuantur.
assi
non
si
siano
mai
trovati.
Un
I,
quadrante di seconda
ri-
La
quale opinione, dice
il
egli, si
conferma
duzione
cio appartenente
all'asse di
quattro once nel
da un
fatto, del
quale ha tenuto conto
Eeposati {Zecca
Kircheriano. Il D'Ailly {Rech.
esso pesa gr. 25,85.
2. Kircheriano.
129) stima che sia unico:
di Gubbio),
avvertendo
che un ingente
numero
e
di
assi
sestantarii fu trovato ivi insieme colla
sin.
forma
che
erano
Testa di Mercurio con pileo alato volta a
d.
conservati dall'abate Trombelli: Eugubii sextantarios fusos
R.
3.
Prora volta a
di sotto
la nota del sestante.
probat
bellio
numerus ingens cum ipsa forma
servatus.
repertus
asse
et
a Trom-
Kircheriano.
di
Testa di
d.
Koma
XX,
galeata volta a sin.
R. Prora
Contemporaneamente
all'
sestantario
la cui
nave a
e di sotto la
nota dell'oncia.
1-2 pag. 77, 80). Semisse unico
e
fuso fu coniato in
Koma
l'asse del peso di
due once
4. Coli. D'Ailly [Rech. pi.
estrema diminuzione fu stabilita dal D'Ailly a grammi trenta.
nel quale
la
testa di
G-iove volta a destra
la
prora
della nave volta a sinistra. Il suo peso di gr. 127,750,
e
pu appartenere
triente
all'asse primitivo.
Nella
coli.
Blacas v'
Tav.
XXX.
Il
un
rimasto
ignoto
al D'Ailly, nel quale la testa
a, b. Kircheriano.
Cohen ha
scritto di questo decusse che nel
della
Minerva
volta a destra e la prora a sinistra (Blacas-
Museo
di
Napoli ve n' un altro esemplare {Monn. de la rp.
:
De
Witte, H. de la
monn.
t.
IV
pi.
VI
n.
2 pag.
8).
Il
rom. pag. 349)
ma
ivi
non
mai
stato, e
il
nostro pass dal
suo peso di gr. 81,84 e per deve considerarsi di prima
emissione.
5.
Museo Capponi
Passeri, al
nel Collegio romano, e fu noto al Gori, al
De
Zelada. Testa di
Eoma
il
volta a d. coperta di
:
Coli.
gr.
D'Ailly (Redi.
154,10,54
e
pi.
XXVI,
2).
Asse del
tipo
il
peso
di
galea a testa di grifo coi lacci da legarla pendenti
alla
di dietro
per
semissale.
Ha
per
bifronte
nuca
la nota del valore,
suo peso
di gr.
1106,60
nel dritto, nel rovescio la prora volta a sin. e sopra di essa
la nota della libbra.
pari ad once 39 e
mezzo romane: donde
risulta che questo
Questa prima riduzione non era amil
decusse fu emesso nell'epoca dell'asse trientale. Al riverso
la prora della la nota. X.
messa da
alcuni,
ma
D'Ailly ne ha dimostrato la realt.
il
nave volta a
sin.
di
sopra
ripetuta
6. Kircheriano. Tripondio unico a motivo del tipo che
fronte. Io l'ho veduto nel Kircheriano, ove ora
bi-
non
per
non ne ho
D'Ailly
l'antico.
tratto
il
disegno dall'originale,
t.
ma
dalle tavole del
(Recherch.,
Il
I pi.
il
XXV,
3),
che non ben ritrae
Tav.
1. a,
XXXI.
&,
e.
D'Ailly ne d
peso di gr. 254,90
ma
sostiene
Kircheriano. Testa
i
galeata di
:
Eoma
con eresta di
a pag. 193 che non
un
tripondio, sibbene
e
un dupondio.
mezzo
incirca
grifo e
lacci da legarla pendenti
di dietro la nota del
Ma
il
peso di gr. 254 equivale a 9 once
tripondio.
R.
Prora a
sin.
e di sopra la nota
medesima
del
T.
XXXII
AES GRAVE
17
valore.
La forma
del rostro non sempre la stessa perci
la
e.
ROMA-LUCERIA
2.
ho
curato di
esprimere
notevole
Il
variet
che
si
vede
Eircheriano. Bifronte barbato. R. Prora di nave volta a destra,
accanto alla quale
v'
nel rovescio del
tripondio
peso di cotesti pezzi, se-
condo
il
D'Ailly, va da
grammi 208 a 213; sono dunque
la iniziale
della zecca lucerina.
da riferire alle corrispondenti riduzioni dell'asse a norma
dei limiti assegnati dalla esperienza.
2.
moneta
nari
:
di riduzione quadrantaria la prora
pesando once 2
il
de-
22 nondimeno
non
come vorrebbe
D'Ailly
Eirclieriano. Testa di
Eoma
volta
d.
con galea
alla
che
ha
(V. tav.
XXVIII,
2),
volta a sinistra.
A
il
Lucer fu dedotta
bar.
una codetta
stretta:
ivi
di crini
per cresta
e la
gronda
valore.
nuca assai
Prora volta
una colonia romana nel 440: donde
duce che
la
D'Ailly deavvenuta in
tal
anche la nota
del
R.
riduzione
quadrantaria era gi
a sinistra e vi di sopra ripetuta la nota
Il
del dupondio.
Roma
si
in questa epoca.
Ma
ci
suppone che
serie
di
peso ascendente dei dupondi va da grammi 151 a 200,
asse e semisse coi tipi romani siasi emessa subito che vi
che per
possono rispondere alle tre
trovato
negli
scavi
di
diminuzioni. In un
condusse la colonia, di che non v' motivo. Lucer ebbe
esemplare
leri
Santa
Maria
di
Fal-
la serie primitiva coi propri tipi
come vedremo,
e la serie
veduto da
me
la nota del valore
mancava
al rovescio
ridotta al peso
la
delle tre
once: quindi ragionevole che
si
di esso.
3.
moneta
coi tipi
romani
stirai
fusa quando
il
in
Eoma
Museo
di Pesaro. Testa della dea di
grifo
Uovaa volta a destra con
alla
erasi ridotta a quadrantaria. Notisi che qui
bar.
De Witte
quadran-
elmo a testa
vedono
i
larga gronda
alla
nuca.
Vi
si
(Op.
cit.
t.
IV
pag.
13
pi.
XVIII) ha chiamata riduzione
lacci pendenti
come
Roma
del tripondio e del
trientale, o sia di taria
3.
4 once, quella che per noi
deeapondio descritti di
si
sopra. Il segno
del
decusse
vi
sia di
3 once.
laureata
volta a dr.
R.
vede a sinistra e a destra, davanti al volto v' per segno
di lancia. R.
Eircheriano. Testa di Giove
Prora
monetale xm ferro
Prora di nave volta a
:
sini-
volta a destra, di sopra la nota S e dal lato destro la
lettera iniziale U. Il suo peso di un' oncia e mezzo.
stra e di sopra la nota
ripetuto e
si
del valore
il
ferro di lancia vi
al di e
La
vede sotto la prora, stando
Il
sopra la
legge del D'Ailly che la prora volta a sinistra nella serie
ridotta,
nota del decusse.
suo peso di
grammi 721,
per pu
non neppur qui osservata.
corrispondere all'asse ridotto a tre once, cio quadrantario.
Questa insegna del ferro
di lancia
ha riscontro nell'argento
4. Eircheriano.
EOMA E
a tre creste
:
U
dell'
coniato anonimo. II eh. march. Antaldi che ha scandagliato
il
Testa muliebre di prospetto coperta
elmo
peso del decusse, mi scrive che a cotesto deeapondio
il
ha pendenti
:
agli orecchi, e collana di pietre
capelli lucignolati dalla cer-
Gori (Mus. Eli: tav.
CXLVI
n. 6) e 17
ha
attribuito
40
once,
preziose al collo
due
liste di
mentre non ne pesa che 26
l'ebbe e
il
denari.
L'Arigoni ohe
vice le cascano sulle spalle. R.
di prospetto: nell'esergo
Bue che va
a destra e guarda
si
pubblic {Num. musei
assai
/!ri(7on. t. Ili tav.
21,22)
ROMA.
fin
Sul dorso del bue
alza
lo rappresenta
male
n dopo se
n'
il
veduto alcun
peso sia al-
un caduceo. Niun disegno
tutti
i
ora ha saputo rappresentarci
descritti:
il
i
altro miglior
disegno.
A me
sembra che
particolari che
abbiamo
D'Ailly che
pendenti
quanto scadente per difetto della fusione.
l'ultimo editore
ha pur omesso
la collana e
(T. I,
XLVIII,
2). Il
peso di quest'asse di once nove e quattro
EOMA-VBLITRAE
Tav.
1.
denari.
5. Eircheriano.
XXXn.
Testa di Giove laureata volta a
R.
Il
Tipo simile
al precedente, se
non che in questo pur
Coli. Depoletti.
sin.
ed ha
manca
manca
:
la doppia lista di capelli ravvolti, e la collana
di sotto la nota S giacente.
Prora volta a destra sulla
suo peso
il
per vi
si
vedono
pendenti che sono omessi nelle
I,
quale
e
si
vede la lettera V.
E.
di
once cinque
edizioni,
anche dal D'Ailly (T.
si
XLVIII,
1).
Sul bue al
mezzo.
negoziante Depoletti che
possedeva mi disse
;
rovescio non
cedente,
drizza
un caduceo, come
nel
bronzo pre-
che gli era venuto dalle campagne velletrane
si
e ci
parmi
ma
vi sta
un U
acuto. Il suo peso di once otto,
confermi dalla iniziale
di
della zecca veliterna, dove ai
imdici denari e mezzo. Di cotesto rare monete se ne trovato un esemplare negli scavi di Veleia (De
Romani piacque
fondere la
moneta,
contrasegnandone
in
Lama, Tav.
l'ofScina con la iniziale V,
non altrimenti che fecero
Lucer
Alim. pag. 57), uno nel Modanese sulla via della Secchia
(ivi
con la lettera U. Velletri era colonia latina ed avr potuto
prestare cotesto uficio della zecca a
pag. 58), uno qui in
Eoma
nel
Campo Verano,
7,
di cui
Roma prima
del 361,
diedi gi conto
nella Civ. Catt.
(1877 pag.
8).
Ma
in
nel quale anno,
come narra Diodoro (XIV,
si
i
102), o nel 371,
Puglia non
il
si
sa che se ne sia trovato veruno, e nondimeno
come
si
ha da Livio (VI, 20),
separ dalla romana con-
Riccio l'ha attribuita a Lucer. Or le acque di Vicarello
ci
federazione, e nel
416 perdette
suoi diritti di cittadinanza.
dei quadri-
che non
hanno mostrata neppur una moneta fusa della
Essa aveva in prima emessi probabilmente
lateri,
zecca di Lucer ci hanno invece dati sette di questi assi,
due certamente se ne trovarono nelle sue campa-
quattro colla insegna del caduceo e tre con la iniziale U
la loro patria
gne
(tav.
LXrX,
2),
di
questi uno
con l'epigrafe
RO-
dunque non pu essere cercata
fuori del Lazio
vi
N\ANO/V\ (Vedi
tav.
XXHI).
della
sia stata
Sabina nella quale regione, non sapendosi che
una
citt
con
l'
iniziale U, d'uopo che ci vol-
18
AES GEAVE
T.
XXXIII
giamo
al
Lazio che
ci
dar da scegliere Lavinium, Lani-
emissione del bronzo, ponendovi sopra per tipo la testa del
lacus reali7ius e al riverso l'uccello che viveva sopra quel
viwn
ovvero Lahcum prima del 416 o sia dell' epoca di
citt latine nella cittadinanza
assorbimento delle
romana.
lago e pascevasi del
buon pesce che
vi pescava.
EEATE
Tav.
1.
SAUEA EALISCOEUM
2. Kircheriano.
xxxin.
con capelli in masse
Testa giovanile diademata con capelli fluttuanti
;
Kirclieriano. Testa barbata
immollate
Dinanzi
artigli
intorno alla fronte e al collo, volta a sinistra
di dietro alla
d'acqua e coronata di giimco palustre volta a
vi
sin.
nuca
un
S.
R. Il tipo
medesimo
del dritto
ma
1'
qui la testa
del dritto.
ho letto UT. R. Aquila piscaria che tiene negli
e vi
volta a destra
ed ha alla nuca ripetuto
e
un pesce
poggia sopra
sul dorso chiara la lettera R,
Pesa once undici, denari imo
3.
mezzo.
che al P. Marchi parve un
monogramma, n
del resto si
Museo
tro
i
di Pesaro.
Testa giovanile con diadema occulto den-
avvide delle due lettere che sono chiare nel dritto {Lettera
al Gennarelli, Mon. prim. 1842, 29
{H. de la
ag. pag. 22). Il Blacas
capelli volta a sinistra. Alla
nuca
v'
un grappolo
d'uva col suo picciuolo ben chiaro. R.
La
stessa testa,
si
ma
il
monn.
non
I pag. 392) annota che la lezione di queste
si
coronata di raggi volta a destra: alla nuca vi
ripete
tre lettere
ebbe prima che
io la pubblicassi verissimo,
negli
grappolo d'uva ancor qui col suo picciuolo.
Annali deW Instituto 1860 pag. 242. Ci
a
perch
La
iniziale S si
il
ha finora
d'
nell' unico
esemplare del Kir-
Eoma
ne furono recati insieme due
esemplari
ma imo
De-
cheriano:
di Pesaro,
grappolo
uva era unico
iu quello del
Museo
d'essi soltanto entr nel Kircheriano, l'altro l'ebbe il
poletti,
ora vanta un secondo esempio in 'uu
asse tro-
sul quale non fu ravvisata veruna lettera. Il tipo
vato
tav.
di
nelle
campagne
n.
di
i
Nicotera
in
Calabria
(Vedi la
del dritto manifestamente di
un
dio acquatico a cui coni
LXX
2).
Eccetto
descritti tre esemplari, gli assi
di
viene
in
il
giunco palustre e l'avere
capelli
come
lucignoli
tipo del
questa serie mancano del tutto di segni monetali e
umide masse.
ci
anche d buon sostegno
il
lettere
come
si
vede nella tavola seguente.
rovescio, l'aquila piscaria.
l'aquila
Quel R dunque che
iniziale del
si
legge sul-
Or
qui luogo di cercarne la patria.
Cominciamo dalla
pu ben essere un'
;
nome
di zecca che di poi.
provenienza. Il P. Marchi non f caso dell' esemplare notato
dalla lettera S, che fu tardi indicato a
Gr.
emise questo asse
delle
due lettere del dritto dir
me
e a lui dal sig.
Considerata le circostanze predette, e come non pu essere
guari lontana quella terra, donde
plare
si
Lovatti,
il
quale
lo vide posto
da parte coi duplicati
recato
il
doppio esem-
nel Kircheriano. Il Marchi adunque intese parlare della serie
mi
sembrato che niuna citt vi potesse pretendere
priva di qualsivoglia segno o lettera quando scrisse dell'asse,
pi di Reale. Era questa nei tempi dell'asse primitivo, a
cui dobbiamo riportarla pel" suo peso di once otto e diciassette denari,
che dal ripostiglio di monte Mario ne venne fuori un solo,
e degli altri pezzi di
questa serie attest che erano recati
e pii
era dico, presso
un lago ohe
si
chiam lacus
dalle vicinanze di
Eoma
da quelle che toccano
il
mare
veliius, e per la citt che lo
dominava, lacus reatinus e
si
(Uaes grave pag.
veteri
61). Dalla
mia esperienza ho che Cerasse,
palus reatina.
Il
qual lago non
cerchi nell'odierno lago
ha dato un solo esemplare di questo
pili
Tarquinia
di Pie' di Luco, perch troppo discosto, n in quello di
Sottile,
Eipa
ne ha dati tre: degli spezzati poi qual
qual
meno
se
di
Lago Lungo,
perch di loro
il
non
si
avvera
ne trovano sparsamente anche in parti lontane
dal mare.
ci che del lacus reatinus,
quale, scrivono gli antichi,
il
Ma r
dalle
argomento
raccolti
di
molto valore
si
che di simili assi ne
di
disseccato divenne
della greca
e
un campo amenissimo, onde si ebbe
e
nome
abbiamo
quattordici dalle
acqiie
Vicarello e
Tempe
perch roscido
si
disse
campus Rosea
ad
medesime due
sestanti,
semissi, dieci trienti, dieci quadranti,
campus
roseus, rosulanus. I Eeatini, scrive Cicerone
15),
nove
once settantatre, mentre le acque del Fucino
solo asse,
Attico (IV,
mi condussero a vedere
il
la
loro
Tempe.
dis-
hanno somministrato un
trienti, sette
nn
solo semisse, quattro
Ella era prima
lago Velino che
M. Curio Dentato
il
quadranti, quattordici sestanti,
la patria loro si
dodici once.
secc aprendogli l'uscita nella Nera, sicch per
terreno
Non
v'
ha quindi dubbio che
debba ceril
ne rimase rugiadoso
Reatini
me ad sua Tempe duxerunt,
emissus
siccata et
interciso
care nella Sabina.
determinar poi pi particolarmente
il
quod lacus
in
Velinus a M. Curio
defluii,
monte
luogo di origine, viene opportuno
simulacro
dell' asse
Neram
ex quo
est illa
humida tamen
iniziale S. Il
culto dell' Apollo-Sole fu assai celebre nel
modice rosea.
Il
Soratte.
lui facevasi
I,
annuo solenne
laonde
sacrifizio nel Soratte
il
Velino era uno di quei laghi nei quali, avverte Ooe.
(Plin. H. N. VII,
49):
Virgilio invocandolo
lumella (L. Vili
16), erano stati portati
1'
semi di pesci
.
chiama sancH custos Soractis
{Aeii.
XI, 785);
Silio
al
marini che tolleravano
vectis
acqua dolce. Quos lacus
con-
Soracte d l'appellativo iPhoebeus {Punic.YIl, 662). Questo
marinis seminibus replebanl, inde
et
Velinus, inde
Soracte
si
disse anche Sauracte e cos
lo
si
appella Catone
appell la citt
etiam Sabatinus
item Volsiniensis
si
et
Ciminus lupos auraalia piscium genera
(ap. Varron. /?./?. 11 e. 4); e cos
e
Saura
tasque procreaverunt: ao
dulcis
qua sunt
Saurani
si
dissero
da uu antico scrittore greco
:
quei
undae
lollerantia.
che l'abitavano, nominando egli
(ap. Steph. Byz.
s. v.
principali fra
saurani
Le due
lettere
LT
che sono nel dritto con ogni veromagistrato
2avga
2cxvgav(v d'
al xogovipaiTocroi).
simiglianza le dico iniziali del
che
ordin la
Cotesti
Saurani furono anche soprannominati Hirpi
(Plin.
1.
T.
XXXIV-XXXVI
AES GEAVB
19
cit.),
donde
probabilmente nato, che Stefano attribuisse
ai
acque
di
Viearello
troveremo probabilissimo
i
che autori
questa Saura
Sanniti confondendo gli Birpi del Soratte
della serie possono essere
Sabatini.
vi
Per popolo sabatino
dalla
cogli Hirpini del Sannio.
non intendiamo gi quello che
venne trasportato
(Liv.
Campania non prima dell'anno 543
concesso di prendere
stanza
XXVT,
34) e fugli
nelle terre
di Sutri,
Nepi
Tav.
1.
XXXIV.
stra
R.
Vai
(Liv. VI, 5),
ma
coloro che abitarono la sponda sinistra
Kircheriano. Testa dell'Apollo Sorano diademata volta a sini-
del lago di Bracciano, ed al
alla trib (Liv. VI, 5), che
2.
367
di
Koma
diedero
il
nome
Lo
stesso tipo volto a destra.
Pesa undici once
le
da loro prese a chiamarsi Sabatina.
omessi del
denari sette. L' Erizzo
(Discorso sopra
di avere
medaglie
degli
Kirch. Testa giovanile coperta di galea cristata
tutto
i
antichi p. 249), dice
avuto im
bronzo grossisdall' altra parte,
capelli sulla fronte e sul collo
:
volta a sinistra la nota del
simo con
il
la testa
di
Apollo
dall'
ima e
di
ed ha alla nuca la clava
'
di sotto al collo
cui peso gli pareva che
fosse
sei libbre,
ma
Koma
sogle
semisse. R.
quattro,
Lo
stesso tipo
ac. 18.
il
ma
volto a destra.
Pesa once
giunge che un altro bronzo di maggior
suddette monete
peso
di
tutte
un denaro,
Paragona la testa simile in moneta
(tav.
ha
da
un
lato
la
testa
R.
di
ar3.
di argento ov' anche
segno della clava
LXXVII,
R.
8)
mata
di
un elmo
i
antico con
dietro.
Euota
tra' cui
Kirch. Fulmine con la nota del triente
e la clava.
3,
Tipo
raggi veggonsi
dico,
due medesimi segni.
il
Ci
scrivendo,
io
medesimo
colla stessa nota.
Pesa once
4 denari. Se ne
r Erizzo dimostra che
bronzo con
la ripetuta testa
ebbero due esemplari dalle acque di VicareUo, uno dal Fucino, ne fu rinvenuto
di
ApoUo non
arrivava a sei libbre, perch a sua confesil
uno in Civita Castellana, uno in Grualdo
sione era minor di peso di questo secondo bronzo
ta la nota II dinotante
quale pordella
4.
Tadino, uno inPerfugas di Sardegna [Bull. Sard. 1860 p. 35).
Kirch.
un dupondio, che
quello
Mano
destra aperta e la nota del quadrante a sinistra
nostra T.
2.
XXXIX,
a
2.
S.
clava a destra.
R.
R Mano
sinistra aperta e a sinistra la clava,
Kirch. Pegaso in corsa a sinistra e la nota
tipo
Lo
2.
stesso
a destra la nota del quadrante.
Pesa 2 once
12 denari.
in Puglia,
ma
volto
e
destra
con
la nota
retrograda
Pesa
Di questo quadrante ne abbiamo avuto da Biccari
da Eiccia in provincia Arezzo in Toscana.
5.
cinque once
3.
cinque denari.
di cavallo volta a sinistra e sotto al collo la
di
Campobasso, da Cortona e da
Kii'ch.
Protoma
nota del triente.
R Lo
stesso tipo
ma
volto a destra e sotto
Kirch. Conchiglia del genere
pecten veduta dalla parte in-
del collo la nota medesima. Pesa once quattro e denari dieci.
4.
terna: di sotto la clava ai lati la nota del sestante.
stesso tipo.
R Lo
avuti
Kirch. Cignale corrente a sinistra
di'ante. R.
di sotto la nota del qua-
Pesa 2 once. Da VicareUo
se
ne sono
Lo
stesso tipo volto a destra e vi ripetuta la
6.
:
tre esemplari con la clava,
due senza clava.
nota di valore. Pesa once tre e tre denari.
5. Eareh.
K'ch. Parte concava dell'astragalo, di sotto la clava, di sopra
la nota dell' oncia,! fi. Parte convessa dell'astragalo, e la nota e la clava
Testa di
im Dioscoro volta
R.
la
a sinistra
alla
nuca la
e
nota del sestante.
dietro
alla
La
stessa
testa
volta
destra
come
al dritto.
Pesa denari 19. VicareUo ne ha
sette
nuca
nota medesima.
Pesa
due
once
e
7.
mandati quindici senza clava,
con clava.
d. R.
due denari.
6.
Kirch. Ghianda nel suo calice e la nota della semoncia a
stesso tipo e la nota della
Lo
Kirch. Grrano di orzo e nota dell'oncia. R.
denari ventidue.
Lo
stesso tipo.Pesa
semoncia a
sinistra.
Pesa de-
nari 11. VicareUo ne mise fuori 18.
SABATIOT
Tav.
SABINI
Tav.
1.
XXXV.
frigia desinente
XXXVI.
le
Kircheriano. Testa muliebre volta a sinistra coperta di galea
in
Ai Sabini dobbiamo attribuire
pel gran
due
serie
seguenti non solo
rostro
d'
aquila
cristata
con lacci
numero
di assi e di spezzati che ci
hanno man-
pendenti: alla nuca per
segno monetale una clava. R.
dato le acque di VicareUo,
ma
pure per la positiva teil
Lo
stesso tipo
ma
volto a destra e col
e
medesimo segno
si
della
stimonianza di un' onica suUa quale se ne legge
nome
il
clava.
Pesa nove once
la
nove denari. La clava
ripete
SAF
(Tav.
XL,
8 b).
Un
terzo argomento ne lo d
ve-
per tutta
serie:
ma
v' inoltre una seconda
serie che
dervi ritenuto nel semisse, nel triente, nel quadrante, nel
sestante, nell'oncia
coi
non ho rappresentato
nelle tavole, dove questo segno
manca:
\m
tipo della serie assegnata ai Sabatini,
nel resto similissima, ed pili facile a trovarsi che la
quali perci arguisco
che ebbero ima confederazione,
precedente.
determinare la
regione vale non poco
il
sa-
espressa anche nell'asse col tipo del bifronte, imagine simbolica dei due popoli.
1.
pere, che dieci esemplari dell' asse si rinvennero posito di Cerveteri e che dal ripostiglio di
se ne ebbero con la clava e senza (ilarchi,
nel de-
monte Mario
Kii-ch. Bifronte forse
muliebre coi capelli avvolti intorno alla
Vaes graveiG).
fronte e alle tempia e coronato di lauro. R. Testa di
Mer-
Per mia esperienza
altri
due esemplari
ma
senza clava
curio coperta di petaso alato volta a sin.
AUa
nuca v' per
vengono dalla necropoli
di Cerveteri e questa citt
vi
medeil
segno monetale una ronchetta, che
si
ripete per tutta la serie.
sima ora ha dato cinque semissi: che se
bel
aggiungiamo
Pesa once 9
15 denari. Questo asse venne nel Kiixhe-
numero
degli spezzati inferiori all'asse rimessici dalle
rano dalla Sabina.
20
AES GRAVE
T.
XXXVII xxxviri
2.
Kireh. Testa giovanile con galea cristata volta a
la
sin., di sotto
3.
Kireh. Fulmine e nota del triente.
desima. Pesa once tre e sette
R.
Delfino e la nota
me-
nota del semisse. R. Testa nuda con capelli
avvolti
:
denari.
Di
cotesto
bronzo
alla guisa
medesima che
si
vedono nelle teste del bifronte
ne furono trovati tre esemplari nel deposito di Cerveteri e
di sotto la nota del semisse e alla
nuca la ronchetta.
Un
4.
uno n'ebbi gi
io dagli scavi di Tarquinia.
esemplare di questo semisse fu gi trovato nelle terre di
Chiusi (Gori, Mus. Etr. II p. 426 tab. CXCVII, 9) ed era
del peso di once 4, scrupoli 14.
3.
Kireh. Pongasi per dritto la
di
mano
destra aperta colla nota
la nota
quadrante
e al riverso
due acini d'orzo con
me-
desima, messi qui al contrario per errore. Pesa once due
R. Delfino
volto a
e den.
5.
Kireh.
Fulmine
Di
e la
nota
del
triente.
19.
Da
Vicarello ne abbiamo avuti 58.
vista dall' interno, e nota del se-
destra.
sotto la nota stessa, di sopra la ronchetta.
s.
Tre
;
Kireh. Conchiglia pecten
stante.
e R.
esemplari furono trovati in un deposito presso
e v'erano
Germano
Caduceo
e la stessa nota di valore.
Pesa un'oncia
insieme due quadranti della serie medesima ed
Inst.
19 den. Dalle acque di Vicarello ne furono estratti 95
un
4.
sestante (Bull.
1878 pag.
;
30).
esemplari.
del quadrante,
6.
Kireh.
Mano
destra aperta
R,
alla sin. la nota
Kireh. Astragalo e sopra di esso la nota dell' oncia. R.
stessa nota nel
La
a d. la ronchetta.
Due
acini d'orzo e la nota
medesima.
7.
campo
liscio.
Vicarello ce ne ha mandati 581.
R.
Qui
il
modellatore del conio avrebbe dovuto porre la ron-
Kireh. Ghianda nel suo calice.
della semoncia
Nel campo
liscio la
nota
chetta sul rovescio della moneta,
come
fa in tutta la serie,
. Le acque
di Vicarello ne
mandarono 361
ed egli l'ha posta invece sul dritto.
5.
esemplari.
Kireh. Conchiglia del genere pecien veduta dall'interno, e nota
del sestante. R. Caduceo, la nota
medesima
e la ronchetta
NEPETE.
Tav. XXXVIII.
a destra.
6.
Kireh. Astragalo e di sotto la nota dell'oncia. R.
La
nota
Questa serie assai rara fu ignota
rello e quelle del
al
Zelada:
le
acque di Vica-
medesima
e la ronchetta.
finora
Fucino non ne hanno mandato alcun esemil
La semoncia
manca.
plare
il
al
Kircheriano mancava tuttavia
semisse,
il
triente,
quadrante e la semoncia quando fu pubblicato Vaes grave.
il
Brasi nondimeno posto per quadrante
bronzo che da
Tav.
1.
XXXVII.
diadema:
che manca al bronzo
me
di sopra v' la nota dell'asse
delineato nella tav. XLIII, n. 4. Gli acquisti posteriori
il
Kireh. Bifronte giovanile con capelli corti e dimessi cinto di
hanno riempita una lacuna dandoci
semisse, che ora
nel Kircheriano, la cui scoperta ha mostrato che gli autori
dell' aes
simile della tav. precedente. R. Testa di Mercurio col segno
della libbra ripetuto. Pesa once undici e den. 21.
grave
si
erano bene apposti imaginandone
il
tipo
il
Di questo
conforme a
quello dell'asse.
Ulteriormente
si
vedr se
asse le acque di Vicarello ne hanno mandato sedici esemplari, e se
paragone di questa serie con quella della tavola seguente
ne ebbero quattro dal ripostiglio di Cerveteri,
XXXIX
ben fondato anche pel
il
triente,
che tuttavia
altri dai depositi di
Monte Mario,
altri
da quello di Ostia.
I,
congetturale, ponendo
tipo della tsta galeata.
Questa serie
Afferma
il
Mommsen
colP. Marchi [H. de la monn.
185)
segna la nota di valore solo nel rovescio del semisse e del
sestante: v' quindi
che intorno ad Ostia fu trovato un deposito solo di questi
assi e pi copioso di quello di
e
da
osservare che questa
nota passa
Monte Mario
{L''aes
grave 48):
irregolarmente sul dritto del quadrante e della semoncia,
inoltre che si ripete sulle
soggiunge ohe da Vicarello se ne ebbero 1109 di questa
due facce dell'oncia. Pare quindi emesse
pii
serie insieme con
13
di serie
romana. La verit
che
il
che siano una volta
spezzati di esse
sia
state,
serie e .che degli
P. Marchi conta solo 13 assi col bifronte sul dritto
e la
stata
composta questa
che
abbiamo
testa di Mercurio coperta di petaso alato sul riverso, che
gli
rappresentata.
furono
mandati,
io
qui e altrove
sottratti,
aggiungo
ai
suoi
L' analogia delle
due serie pu servire
di
norma per
calcoli
anche quei pezzi allora
che vennero poscia
ravvicinarne le zecche, onde appaia verosimile ohe questa
serie sia
in
mia mano. Nel luogo
citato si nota dal
il
Mommsen
il
che
uscita da Nepi,
come siamo per provare che
la
nella vicinanze di Trento fu trovato
triente,
quadrante
seguente
ebbe
per
patria Sutri, la quale citt
ricevette
e l'oncia di cotesta serie, per testimonianza del Giovanelli
una colonia
inviata col
da
Eoma
uell'
anno
371,
Nepi
{Dei Rezi, p. 81).
2.
l'ebbe nel 381.
sin., di
Kireh. Testa giovanile galeata volta a
del semisse.
R. Testa
sotto la nota
1.
Kireh. Testa muliebre galeata volta a
orecchi.
sin.
con pendenti agli
e
nuda con
capelli avvolti intorno alla
:
R.
Vaso a due manichi. Pesa once 10
8 denari.
fronte e all'occipite
la nota
ma
sciolti e ricci sul vertice
di sotto
2.
Kireh. Tipo simile al precedente. E. Vaso e nota del semisse
volto a sinistra
2.
medesima. Pesa once cinque e den. 18. Di questa
si
Pesa once cinque
si
sedici denari.
moneta
ha una imitazione
alla tav.
XL
n. 9.
Or
si
noti
3.
Manca: ma per congettura
supplito
dal P. Marchi.
che da Vicarello ne vennero fuori quattro, e altrettanti se
me
pare che
al
si
debba piuttosto supplire con un qualche
ne sono avuti da Corneto. Due ne furono veduti saltare in
aria allo scoppio di
simbolo
confronto delle serie espresse nelle tav.
XXXV-
una mina accesa in una cava
di
peperino
4.
XXXVII
nelle quali la testa
umana non
e
va oltre del semisse.
sulla via di
Genzano verso Civita Lavinia.
Kireh. Delfino che va a sin.
intorno la nota del quadrante.
T.
XXXIX XL
AES GEAVE
21
R.
Vaso simile
ai
precedenti. Pesa cuce due e undici de-
asse
semisse,
quando
il
lago si
disseccato
si
nari,
Capranesi
che lo dice
(.4?!.
trovato nella
regione dei
tav.
veduto un qualche esemplare venir fuori dalle terre occupate prima dalle acque. Trovaronsi bens un quadrante con
sei trienti e tre quadranti
Vestini lo pubblic
Inst.
il
1840
p.
253
P. 2).
Cesselo quindi al P. Marchi,
il
quale gli diede nella serie
romani, e con tre
trienti,
due qua-
posto occupato dal bronzo predetto.
/?.
dranti e
un sestante
della
serie sopra descritta attribuita
5. Eirch. Conchiglia pectcn.
Vaso
nota del sestante. Pesa
da
me
ai
Sabini (tav.
XXXVI).
due once
undici denari.
R.
6. Kirch. Clava e nota dell'oncia.
l'oncia.
Vaso
e di sopra nota del
Pesa 17 denari. La ripetizione della nota
un'ano-
Tav. XL.
1.
malia, se questo pezzo appartiene a questa serie.
7. Kirch.
Kirch.
Bue
in
gran corsa a sinistra; nel campo
talvolta
di sotto
Caduceo
nota della semoncia 5. R. Vaso simile ai
la nota del semisse,
retrograda.
R.
Ruota a
sei
precedenti. Pesa dieci denari.
2.
raggi e nota del semisse. Pesa once 4 e 18 denari.
Kirch. Cavallo che corre di galoppo a sin.
nota del triente.
R.
quattro globetti,
SUTEIUM
Tav.
Il
Ruota
e la
nota medesima. Pesa once
XXXIX.
di questa serie si
due
quindici denari.
il
problema della patria
pu dire deciso dall'ap-
3.
Kirch. Cane volto a sinistra che ha sospeso
la
passo
muove
Ruota
parizione del tripondio insieme col dupondio nelle campagne
di Sutri, colonia
gamba
destra: nell'esergo la nota del quadrante. R.
romana del 371. Prima
della scoperta io
a sei raggi, e la nota medesima. Pesa once due e due denari e mezzo.
dei
mi ero preparato a proporla per mia opinione indottovi da
trovamenti anteriori. Consideravo
io
Nel museo medesimo
ove
il
si
ha esempio
destra.
di
uno
che la
zecca donde
si dif,
quadranti,
e
cane
volto
Pesa once
fondevano
Cerveteri,
questi bronzi
doveva trovarsi nel mezzo
e
fra
due
un denaro.
Ruota
e
Monte Mario
Amelia, perch tre assi con un
4. Kirch. Testuggine. R.
e
nota del sestante. Pesa un'oncia
semisse
ci
erano stati recati da Cerveteri, due assi da Monte
5.
denari venti e mezzo.
Il
Mario, due dupondi, quattro assi e un semisse scoperti a
distanza di sette od otto miglia dal confluente della
Kiroh.
tipo lo stesso che al n.
4,
ma
la
nota del se-
Nera nel
misse
omessa. Pesa
grammi
36,6.
Tevere
dove essi erano riposti con 27 assi eSsemissi romani,
Niuno ha
finora vista l'oncia di questa serie. Grli spez-
due
assi col tipo della testa galeata ripetuta e
un
triente col
6.
zati superiori sogliono
trovarsi da noi
sin.,
sparsamente.
alla
busto di cavallo similmente ripetuto nelle monete assegnate
alla Sabina.
Kirch. Testa di un Dioscoro volta a
dell'oncia.
nuca
la nota
Ora viene in mezzo Sutri
citt posta fra
dall'altro, e
Amelia
7.
R.
La
stessa testa volta a destra.
da un
lato, Cerveteri, e
Monte Mario
parmi che
Kirch.
elava.
Mano
R.
aperta, a sin. la nota di sestante, a destra
una
reclami a buon dritto per s questa monetazione.
1.
Lo
stesso tipo,
ma
la nota a destra e la clava
Coli. Vaticana.
Testa muliebre
coperta di galea
;
cristata a
a sinistra.
testa di grifo con lacci pendenti volta a d.
alla
nuca
la
e
Questi due bronzi sono nelle
serie delle tav.
XXXIV
nota del tripondio. R. Ruota a sei raggi e la nota mede-
XXXV ma
7
con altro valore
ivi il n.
6 un sestante e
sima
del tripondio.
Dalle
campagne
di Sutri,
insieme
sette,
il n.
un quadrante.
sopra la nota del-
col dupondio della stessa serie.
Pesa libbre due, once
8. Coli,
di zolfi deirOdelli. Astragalo e di R.
denari due. Edito
dal
negli Studi e documenti,
Roma, 1880,
l'oncia.
e
La nota
dell'
oncia
l'
nel
mezzo del campo
L' ho citata di
comm.
C. L. Visconti pag.
72 sgg.
di sotto si legge chiara
epigrafe 5AF.
la
2. Kirch. Tipo simile al precedente, soltanto varia la nota del
sopra tav.
Sabini.
9.
XXXVII
in prova che
serie
appartenne
ai
valore che qui dupondio al dritto e al riverso. Pesa 22
once. L' Erizzo (Discorso p.
29)
dice
di
avere
avuto
1).
1'
un
Coli. Depoletti.
Testa coperta
di
galea frigia cristata volta
esemplare di questo dupondio (Vedi tav.
3. Kirch. Tipo simile
XXXIV,
a sin. e ivi la nota S. R. Testa giovanile volta a sin. coi
asse.
variando solo la nota che qui
capelli avvolti intorno alla fronte e la nota S.
Un
secondo
Pesa once nove
e imdici denari.
Di questi
assi ne furono
esemplare di questo bronzo fu presso
il
Capobianchi, ed
trovati quattro nel
tesoretto di Amelia, tre nel
tesoretto
era del peso di gr. 180, e vuol dire che supponeva
di gr. 360, cio di once tredici incirca.
un
asse
di Cerveteri, due nel ripostiglio di
Monte Mario.
Il
Mommsen
Ora
se
ne ha un
opin {H. de la
monn.
I p.
187) che questa serie dovesse
terzo esemplare del peso di gr. 170.
assegnarsi ad Alba Facente e fosse anteriore alla monetina
di argento di quella citt. Nella quale opinione indi a p. 192
tolta ogni esitazione stando
10. Dalle tav. del Carelli LVIII, 6.
vescio,
Astragalo ripetuto al roprivo del segno
come
nella
tav.
XXXV, ma
Il,
mo-
fermo registr Alba
la
fra le co-
netale della clava e
senza la nota dell'oncia.
n.
lonie latine che avevano
ci
emessa
il
moneta
libbrale.
Ma
se
11-13. Dall' Arigoni. (T. Ili tab.
23). Il tipo
riverso,
di questi
fosse
le terre
albensi e
Fucino avrebbero dovuto
tre bronzi l'astragalo ripetuto nel
ma
con questa
mandarcene a quest'ora almeno un saggio. Or prima che
il
particolarit, che nel dritto del triente v' di sopra
un vaso
14
di
lago fosse disseccato ho io percorso pii e pii volte co-
a due manichi
n.
e di sotto
una luna crescente
(id. ib. tab.
teste terre e
non mi
mai venuto
fatto di vedervi
verun
37): nel quadrante vi sono invece due
clave, l'una
22
AES GEAVE
T.
XLI-XLIII
sotto,
altra di sopra: nell' cucia
{<\.
ih. tab.
19
n. 74) y'
Tav. XLII.
1.
la nota di valore
scio, simile
e la clava ri^jetuta sul dritto e sul rove-
Kii-ch. Testa di leone
a sinistra.
che morde un pugnale
di cavallo
il
cui manico
per cib all'oncia della tav.
XXXV
19
di
n. 6,
ma
infe-
R.
Protoma
dieci,
sbrigliato volto a si-
riore della
met pel peso
Instit.
(id.
ib. tab.
n. 74). Il
March.
nistra.
Pesa once
denari quattro e mezzo. Il Passeri
tab.
Eroli narra (Bull.
in
1881 pag. 221)
aver veduto
n'ebbe un esemplare trovato a Perugia (Parain.
Vili
Amelia un simile bronzo.
2.
5;
cf Olivieri, Fond. di Pesaro tav. IV,
1).
Kirch. Testa forse muliebre con capelli corti e cinti da fascia a
PKAENESTE
Tav. XII.
doppio giro. R. Acino d'orzo, di sotto la nota del semisse.
Pesa once
e le
si
sei.
Dalle acque di Vicarello se ne ebbero due
Questa tavola
che non
cinque seguenti rappresentano parecchi bronzi
3.
esemplari.
sono potuti finora assegnare anche per conget:
Kirch. Astro a sedici raggi. R. Clipeo con
e la nota del quadrante-
umbone
e
nel mezzo,
tura ad alcuna zecca
alcuni
pezzi,
sono per da eccettuare due serie od
Pesa circa due once
mezzo.
Ve
a cui si
pu attribuire con verosimiglianza
n'
un esemplare nel Museo Britannico
(Catal- p. 81) del
la patria.
Una
terza serie v'
meno lacunosa
delle due pre-
peso di quattr'once in circa. Il Poole l'ha attribuito a Gubbio
:
dette e deve dirsi di Tarquinia, quantunque
non
si
possa
ma
gli
Eugubini non hanno
assi
maggiori del peso
di
spiegare la nota
1.
per iniziale di quella zecca.
sette once.
4. Kirch. Altro
Coli. Martinetti. Testa di leone
di
messa
di
prospetto in atto
quadrante posto qui cogli spezzati seguenti,
alla serie prenestina
ma
3.
mordere un pugnale
il
cui manico a destra. R.
Busto
ret-
non appartengono
che termina col n.
R.
di cavallo sopra base che porta nel
mezzo un incavo
Vaso a due manichi con
polo d'uva con
e
5.
la nota del quadrante.
Grap-
tangolo a
stra ed
modo
di contromarca. Il cavallo volto a sini-
un p
di tralcio.
Inst.
Pesa once due, denari 15
1835
p. 43).
ha davanti per segno monetale un caduceo. Pesa
mezzo (Capranesi,
Bull.
undici once e tre denari.
Fu
trovato nella necropoli di Pa-
Kircli. Svastica,
il globulo
ovvero croce
detta di Gaza R.
Nel centro
contromarea
lestrina con altro esemplare
mancante del predetto segno
nota
dell' oncia e accanto
una
lato.
ed incavo.
Il
suo peso era di gr. 225 cio di sette once e se-
simile
ad
un
triangolo
aperto
da
ce
un
ne
Pesa circa
dici denari.
Vi fu trovato insieme un semisse simile a quello
1.
un'oncia.
Le acque
di Vicarello
hanno mandato
che dar nella tav. XLIV,
plare con l'insegna della
Ora
si
avuto un nuovo esemfra
23 esemplari.
6.
mezza luna trovato
Val Mon-
Kirch.
la
Clava e nota
dell'oncia.
e
R.
Pentagono
denaro.
R.
e nel
mezzo
tone e Montefortino (V. la tav.
2.
LXIX,
1).
nota stessa. Pesa un'oncia
un
Kirch. Testa forse muliebre con capelli corti e intorno cinti a
piti
7.
Kirch. Esterno della
conchiglia pecten.
Pentagono colla
doppi da ima fascia a
modo
di diadema.
R.
Acino d'orzo,
nota dell'oncia nel centro. Pesa 21 denaro.
di sopra
un caduceo,
:
di sotto la nota
del
semisse. Pesa
once sei
un
altro
esemplare del Kircheriano pesa quattro
Tav. XLIII.
il
TIBUE,
triente ed
once e venti denari.
parer mio che
semisse e
il
quadrante
per
l'
di questa
L'asse,
il
il
sestante di questa tavola
pezzi
si
non
si
sa donde
tavola siano da unirsi insieme
coll'iisse,
indizio che
il
provengano, gli
tiburtine:
altri
sono trovati nelle campagne
me
ne d
il
segno monetale del caduceo. Anche
i
P. Marchi
pi che altri l'oncia e la semoncia in quattro
il
aveva pensato ohe
due spezzati dovessero stare insieme
esemplari ciascuno e
semisse in due
ci
sono stati
io
manpren-
per lo stesso motivo {La stipe pag. 10).
3. Coli.
dati da quelle terre. L'asse
ve l'ho aggiudicato
di
mia. Frotoma di bue volto a sin. e guardante di pro-
dendone argomento dal culto
tato,
Ercole che vi
rappresenle
sortes,
spetto col
muso
torto.
R. Clava di
tre,
nuova foggia ad un
sol
e
si
perch
il
grifo
pu bene simboleggiare
nodo nel mezzo. Pesa once
denaro imo e mezzo.
s.
Fu
che
conservavano nel tempio sontuoso
e
dedicato
a quel
trovata nel territorio di Gallicano presso
4.
Pastore.
e sopra
nume,
pu ben anche alludere
all'oracolo apollineo, dan-
Kirch. Astro a sedici raggi. R.
di esso
il
Un
clipeo con
umbone
dosi ivi le risposte, per le quali la sibilla
in tanta
1.
Albuna era
dea.
salita
caduceo o segno monetale, con
e
la nota del
qua-
fama
di sapienza e venerata
come
drante.
5.
Pesa tre once
mezzo denaro.
liscio.
Coli. Santangelo.
Testa di Ercole giovane coperta deUa spoa destra.
R.
Kirch. Caduceo. R.
Campo
Pesa quindici grammi. Di
glia leonina volta
Protoma
e
di
grifo
volta
questo bronzo ne abbiamo avuto quattordici esemplari dalle
egualmente a destra. Pesa once dieci
2.
gr. tre.
acque di Vicarello.
6.
Kirch. Cignale volto a destra, sopra retrograda
del semisse.
R.
del quale v' la nota
e
Mus.
Brit. Grappolo d'uva con picciuolo. R. Ferro di lancia.
gr.
Vaso a larga bocca
a due
Pesa
7.
11,4 (Poole, Catal. pag. 60).
manichi. Pesa quattro once e diciassette denari. Tivoli ce
Coli. mia.
L'ho
io trovato nei
miei scavi di Palestrina. Grap-
ne ha mandati due esemplari.
tav.
il
Il
Capranesi (Ann.
Instit.
1840
polo d'uva con picciuolo e foglie. R. nato
e pulito
Campo
liscio,
anzi spia-
p.
210)
che possedette questo esemplare dice che
con la lima
con forellino
al di sopra,
per
3.
bar. D'Ailly ne acquist
uno
in
Napoli che poi smarr.
R. Seppia con
sospenderlo al collo. Sul campo liscio vi furono fatte delle
linee doppie che
Kirch. Aquila stante e respiciente a destra.
sembrano rendere
lettere.
Pesa
gr.
6,30.
quattro tentacoli e nota del triente. Di questo bronzo fu-
T.
XLIV-XLVr
AES GKAVE
23
rono trovati due esemplari iu melia (Marcili, lav.
Bull. Instit.
XI
n. 3,
quattro petali. Pesa un' oncia e due denari e mezzo.
Ve
n'
ISSI pag. 221).
frigio
un esemplare nel Museo Britannico
e
del peso di ventiquattro
4. Eircli.
Elmo
con guanciali
R.
cresta volto a destra e
grammi
{Catal. pag. 39).
n.
la nota di quadrante.
e la nota
Vaso a due manichi con copercMo
qiiindici denari. Io
11. Dall'Ai-igoni (T. HI, tab. 18
62,
64).
Luna crescente
a un settimo
dato
medesima. Pesa due once e
Tivoli.
ne
con astro a
sei raggi. R. Sei globetti intorno
ho veduto im esemplare a
5.
che nel centro. Nella tavola
LXVI, 17 ne ho
solo
differente
im
qui
Kirch. Testuggine e nota del sestante. R. Protoma di serpe
bronzo
con
simile
i
tipo,
in ci
che
barbato e con in capo la cresta,
vi
si
ripete
la
nota
mancano
sul diitto
tre globetti o siano astri attorno al sole.
medesima. Pesa un' oncia
G.
diciassette denari.
Kirch. Vaso da latte
nota dell'oncia. R.
Pedum
o sia ba-
stone pastorale e la nota dell'oncia. Pesa ventidue denari e
Tav.
1.
XLV.
a testa di asino e vi ripetuta la nota medesima.
mezzo. L'oncia e la semoncia provengono dalle campagne
di Tivoli.
7.
Kirch. Vaso a due manichi e nota del triente. R. Corno potorio
Kirch.
Scarabeo.
R.
Fiore.
e
Pesa denari
sedici
mezzo.
2. Coli.
KoUer
lo
(Pinder,
Numism.
ani. ined., 1834, che erroneacoi capelli sparsi giu-
Di questa semoncia
dell'oncia ho veduto
quattro esemdi Tivoli.
mente
chiama quadi-ante). Testa
plari che tutti provenivano dalle
campagne
dicata dall'editore una
Medusa
di sotto la nota del triente.
R. Fiore a sei petali e la nota
3.
medesima.
:
Kirch. Pelle di cane posta di prospetto
del quadrante.
R. Testa di cane
di sopra v' la nota
Tav. XLIV. In questa tavola sono uniti alcuni pezzi fuori di serie
venienza generalmente ignota
il
messa parimente di promedesima. Pesa quattro
e di pro-
spetto, e di sotto ad essa la not^
se ne eccettui
il
semisse e
once e ventitre denari
per deve assegnarsi ad un popolo,
sestante n. 4.
a
la cui libbra si elevava al
peso di quindici once.
R.
1.
Kirch. Protoma di bue volta
destra R. Prora di nave e
4. Kii-oh.
Eana
nota del quadi-ante.
La
triscele o sia le tre
la nota del semisse. ^Pesa cinque once,
un denaro
mezzo.
gambe che partono da im
anello centrale e la nota
mede-
Un
i
secondo esemplare ne fu trovato in Palestrina insieme
sima. Pesa once due e nove denari.
5.
coll'asse che rappresenta la testa del leone col denti, e al rovescio la
pugnale fra
Kirch, Clipeo
con umbone sovrapposto ad una piastra roil
protoma
di cavallo colla insegna del
tonda che occupa
R.
centro
disotto la nota del quadrante.
tre globetti
caduceo.
2.
Grano d'orzo
e da lato
denotanti
il
va-
Kirch. Testa di cignale volta a
R. Barbito
destra
e nota del triente.
6.
lore.
Pesa due once
e denari dieci e mezzo.
a cinque corde e la nota predetta. Pesa once
Parigi, Gab. delle medaglie.
Euota
a sei raggi e la nota del
quattro e venti denari; in altro esemplare once 3 e denari
quindici.
3.
7.
quadrante. R. Caduceo e la nota medesima.
Coli.
Keller (Pinder, op.
R.
cit.
pag. 38). Testa muliebre volta
Kirch. Protoma di montone volta a sinistra e nota del quadrante.
R. Testa, parmi, di anguilla volta a sin. e nota del
8.
a sin.
Testa d'aquila volta a destra e di sotto la nota
del quadrante.
quadrante. Pesa once due e den. 18.
4.
Kirch. dalle acque di Vicarello.
nel
Un
secondo esemplare
58).
si
ha
Kirch. Ferro di tridente e nota del sestante. R. ncora e la
nota medesima. Pesa un' oncia e 22 denari.
Museo Britannico
{Catal. pag.
e
Testa di verro a
sin. R.
Vaso a due manichi
nota del sestante. Pesa un'oncia
5.
Museo
di Vienna.
Ferro di tridente. R. Fascio di verghe
e 9.
quattordici denari.
di Vienna.
nota del sestante.
6.
Museo
R.
La
lettera C, e nel
mezzo
la nota dell'oncia.
Kirch. Acino d'orzo nel mezzo
di sopra lA di sotto
e la
Ferro di lancia.
R.
nota dell'oncia. R. Fiore ad otto petali.
7. Kirch.
Pesa 17 denari.
10. Kirch. Ferro di tridente.
stante.
Ferro di lancia e nota del sedi Vicarello se
Testa di porco
s'intende che
il
di sopra
v'
la nota del sestante:
Pesa
gr. 52.
Dalle acque
ne sono
Ben
modellatore ha trasportato nel dritto
dal
rovescio.
avuti undici esemplari.
11. Kirch. Astragalo. R. Bossolo da giuoco,
il
la V\ al riverso
perch non rimaneva posto
R.
fritillum dei latini.
di sotto la lettera AA
Lo
stesso
tipo,
la
nota
manca,
di sotto alla testa v' VA retrograda.
8.
Pesa due once.
Tav. XLVI.
TAEQUINn
Prima
dei recenti scavi fatti nella necropoli di Tarquinia,
il
Museo
di Vienna.
una
se
crisalide
ovvero un bruco. R. Lo
stesso tipo.
9.
Eoto-
Kirch.
incerto
hanno voluto porre
qui
una lumaca
ehette {Journal de Savants
tale di
1841
p.
257) not l'assenza
ignuda, ovvero un rCcrxog, porcellino terrestre. R.'Nel campo
v' la
moneta etrusca negli scavi
di Veli, Cere, Tarquinii,
nota del triente. Pesa nove
nel
grammi
mezzo.
Ve
il
n'
Vuloi e Bomarzo, e a p. 259 asser, che negli scavi di Comete
e di Toscanella
un esemplare
Museo Britannico
la
nel cui dritto
Poole
non
erasi trovata
si
neppure una sola moneta
di
ha creduto che fosse rappresentata
pag. 61).
luna crescente {Catal.
questa nazione. Quindi
tenne che l'Etruria transtiberina
non avesse avuto mai propria moneta. Or poich questa
R.
10. Kirch. G-rappolo di uva con picciuolo e foglie.
Fiore a
parte della Etruria vene in potere dei
Eomani
l'anno 474,
24
AES GEAVE
XLVI
indi si dedusse, che a questo anno fosse posteriore la
mo-
8.
Kircheriano.
Luna
crescente ed astro ad otto raggi
fi.
di sotto
netazione
fusa degli Etruschi.
valore
Queste deduzioni oggi non
la nota del triente. e
Ruota ad otto raggi. Pesa quattr'once
hanno
piti
da poi che dalle tombe tarquiniesi abdi aes
due denari.
V nel Kirch.
:
un secondo esemplare che pesa
biamo avuto un buon numero
suo proprio, perocch solo
Alla tre citt Cere,
late a Servio
ivi e
grave e signalum,
altrove
si
quattro once e nove denari. Se n' trovato
in Tarquinia
un esemplare
questa serie.
non mai
e
trovato.
oud'
ohe
io
l'ho
posto
in
Tarquinia,
(u.
e.
Vai delle dodici ribeldopo la vittoria
Due
se ne
ebbero
dalle
acque
di Vicarello.
notevole
Tullio
le
176-219),
che se ne sia trovato uno in piombo, che, per essere posseduto dal Biancani in Lodi,
fu attribuito
dal
per essere
state
di
prime motrici della rivolta fu tolta
Tarquinia sostenne altre guerre
Zanetti a
una parte
con
e
si
territorio.
al
questa citt (Zecche d'/toiia, V, 451). Oltre^a questo triente
di
Roma fino
404, allorch ottenne una tregua di 40 anni,
la fede giurata.
piombo
ci
viene da Tarquinia
un
sestante dello stesso
sa che mantenne
Le
fu quindi accor-
metallo, che do qui al n. 7.
4. Kircheriano.
data la pace l'anno 445, e rimase anche di poi fedele, di che
Delfino
volto
d.
la
nota del quadrante.
e
anche indizio
il
il
sapersi che nel
451
l'esercito
romano
R. Ancora.
Pesa due once, nove denari
mezzo.
Ne
fu
ebbe libero
passo per le terre tarquiniesi. Cotesta citt
trovato
un esemplare, come ho avvertito
di sopra insieme
ebbe
la sua propria zecca, ove certamente in questo secolo
all'
col semisse nella necropoli di Tarquinia.
5. Il
quinto fuse oltre all'aes rude, e
aes
signatum,
si
anche
giogo
e la
nota del sestante. R. L'aratro volto a
d.
Mi
fu
Vaes grave.
BelVaes signatum primitivo
che
il
ebbe gi un
recato da Tarquinia insieme con l'asse e l'oncia di questa
serie.
bel saggio nei tre quadrilateri
portati nel
Borghesi credette
Pesa
gr.
50.
Di questo bronzo
si
conservano nel
Museo Vaticano. Questi avevano per impronta
un
lato e
Kircheriano
zichelli che
tre
esemplari senza nota di valore. Il Bazli
un
tridente da
un fulmine
dall'altro.
Di quello
si
ce
rec
disse
di averli trovati nelle terre
il
che appartiene agli ultimi periodi del secolo quinto
trattato nelle dichiarazioni alle tav.
di Tarquinia.
Due
di essi sono di bronzo,
n.
terzo che
XXVI, XXVII. Ma
ai
della
di
e
piombo,
19 denari.
lo
do qui al
7.
Uno
d'essi
pesa un' oncia
nuova
serie di aes
grave venuta alla luce
tempi nostri
il
dlia necropoli di Tarquinia dir di essere stato
solo a
6.
Museo Britannico
Ascoli
e
(Catal.
pag.
i
40,
dove
assegnato
ad
tener conto stando qui in
di quelle
Eoma,
e a notare la
provenienza
stimato
portare
segni di lui'oncia e mezzo).
monete che
si
trovano oggi disperse pei musei senza
Venne
in
mia mano con
l'asse predetto e col sestante dalla
e
indicazione di luogo. Il primo asse
nella
che ho fatto delineare
dal ritro-
necropoli di Tarquinia;
ne trassi
e
il
disegno.
Nel
dritto
mia tavola fu poi successivamente seguito
di altri sei esemplari, fra
i
rappresenta la luna crescente
nel centro la nota dell'oncia.
vamento
quali fu quello che ora
(Fabretti,
Al riverso non
Questo
di poi.
7.
v' altro
che
un A. Pesa
o
ventitr
il
grammi.
deposto nel
Il
Museo
della Universit di Torino
r.
se sia
un sinbolo
una
lettera
discuteremo
Museo di antichit della
de Witte, H. de la
Univ. di Tor., 1872 41;
ed. del Blaoas, T.
cf. J.
mannaie
IV
Kircheriano. Sestante di piombo coi tipi gi notati del giogo
e
pag. 14). Allora era ancor
noto che io aveva
gi
potuto
dell'aratro.
Ma
qui manca ogni nota di valore.
Pu ben
stabilire presso che del tutto la serie, a cui
non mancava
essere
che
si
abbiano qui come in Venosa due serie l'una
l'altra
che
e lo
il
semisse.
Venne
al
di poi ancor questo
da quegli scavi,
deposto
suoi
colla nota
di valore
senza:
perocch noi abbiamo
sestante senza
i
dobbiamo
Il
si
cav.
Gamurrini
aveva
che lo ha
i
nel
anche
il
semisse che ne privo. Il solo
Kircheriano.
(1. cit.)
Fabretti
avvertito
lettori
globetti
non ne
indizio
sufficiente,
avendosi per espe-
che
attendessero
da
me
il
l'
intera serie che ora
il
rienza che cotesti spezzati
le predette note, a
sono
stati
emessi anche senza
(tav.
pubblico, nella quale del resto v'
quadrante e
sulle
triente,
modo
di
esempio in Lucer
LXIV,
7).
che vi stanno per mia congettura
fatte ancor
fondata
scoperte
proposito delle monete di piombo bene avvertire che
prima neUe campagne
e nella necropoli.
Non
con
che
la loro somiglianza con le
monete
di
si
bronzo non basta a
sa che tali
devo qui omettere
tipo
di
che ora abbiamo un novello asse
provarne l'uso monetario: perocch
monete
un
astro a quattro raggi ripetuto sul riverso,
di
poterono esser fuse per saggiare col confronto di peso la
quantit di piombo o di stagno introdotta nelle simili
sar dato
1.
neUa tavola
supplemento
LXX,
n.
1.
mogr.,
Coli. Capobianchi.
Protome
di cignale volta a sinistra. R.
si
Ferro
hanno.
nete fuse di bronzo.
il
Il litro di
piombo pesa 11
chil.
chil.
352
di lancia.
il
primo dei sette esemplari che ora
litro
di stagno invece
ne pesa 7
285 grammi. Po-
Pesa grammi 307.
pesa 352 (Fabretti,
del
Ma
Il
quello
del
Museo
di
Torino
ne
trebbero anche essere prove di conii.
8. Kircheriano.
Museo d'ani, pag. 41). L'esemplare
di gr.
Bronzo privo della nota
e
di valore.
Ha
nel dritto
attri-
Museo
p.
di
Londra
323,28
(Calai, of the
Greek
un caduceo
nel rovescio un A. Sembra doversi
si
Cons
149) stato attribuito a Venosa, non essendosene
buire alla zecca di Tarquinia che
lettera A,
serve di questo segno,
s
saputa la provenienza.
2. Kircheriano. Testa di
non
solo
nell'oncia,
(tav.
ma
ancora come
ve-
montone volta
a destra.
R.
Verga pa-
demmo
segno,
nei quadrilateri
XXVII,
4-6),
si
non potendosi
storale retta. Possedevasi dal can. Marzi, che l'aveva trovata
in
pensare ad Ascoli di Puglia che pur
serve di un simile
:
un sepolcro insieme
lo acquist e
col
quadrante di questa
serie. Il
Ga-
ma
per iniziale del proprio
le
nome
si
poi
mai
murrini
pose nel nostro Museo. Pesa gr. 137.
saputo che
monete ascolane siano
state vedute in co-
T.
XLVII
XLVm
AES GRAVE
25
testa Etruria trasliberina,
ovvero che queste nostre siano
si
suo sono discernibili e varmo da destra a sinistra, secondo
il
apparse in Puglia. Dalle acque di Vicarello
ventisette
sono estratte
nostra.
disegno che ne ha dato die' egli nella tav. Ili n.
70,
monete con l'A
e il caduceo,
ci
come questa
si
leggono
alata ...
Ma
sembra che
totalmente
I
il
suo
lui,
disegna-
Inoltre
le
acque medesime
hanno mandati quattordici
tore
non
si
trovi
d'accordo
con
avendo
le-
esemplari di cotesta oncia o semoucia (sogliono pesare circa
i
espresso quasi in incavo le lettere
fl
A + .A. La mia
bronzo
due
terzi di oncia elfettiva)
liscia.
dove una faccia rappresenta
Il
zione deriva da imo studio iterato sul bronzo originale, clie
il
caduceo, l'altra
loro
peso
suol
essere
di
mi fu trasmesso
questo,
dal
march. Strozzi.
Un
il
simile a
16 grammi in circa (Poole, Calai. 61, 50, 51).
9.
ma
che porta da un sol lato
tipo dell' astragalo
Ora che
si
assicurata la serie
dell'aes
signatum
coli'
insieme colla nota dell'oncia, poi singolare sul rovescio
dell'acs yravc con lo stesso segno
rimane a spiegare questo
per la leggenda S
F che lo dimostra fuso dai Sabini
(tav.
preso per tipo dai Tarquiniesi.
La quale
se
noi vogliamo
XL, 8
a, b), la cui serie anepigrafa si
ha nella
tav.
XXXVII.
che sia lettera, non sarebbe certamente etrusca,
latina e neanche potrebbe aversi per iniziale del
ma
greca, o
nome Tar2.
VOLATEEKAE
Volterra,
Coli.
quinii. Livio conta Tarquinia alla
i
met del
secolo sesto fra
Inghirami.
Bifronte imberbe
R.
coperto di un
popoli etruschi, che concorsero all'armamento della fiotta
a se di provvederla della tela di lino per
pileo a larga gronda e acuminato.
e
Delfino volto a sin.
II
romana prendendo
le vele (L.
intorno
l'
epigrafe
NOfl>J3
otto e
con la nota
denari.
del
du-
XXVIII, 4-3): Tarquiniensei Unica
in
vela.
pondio.
Pesa
once
quattro
L' Inghirami
1
;
Non
fra
si
importa alla questione nostra che non sia stata fondata
:
l'ha pubblicato nei
Monum.
Etr. serie III tav.
il
mio
dagli Etruschi
il
questi occuparono le terre che si stendono
disegno preso
dal possessore.
3.
da un gesso che
me
ne sono procurato
Tevere
e il
mare nell'epoca medesima,
in che
Focesi
stabilirono in Alalia.
Prima
era essa
una colonia
di greci
Kircheriano. Bifronte imberbe coperto di pileo acuminato e
a larga gronda.
R.
Tessali (.Justin.
XX,
1):
Midtae urbcs adirne post lantani
Delfino
con
1'
epigrafe NOf>l3 e la
dieci denari
e
veluslalein vestigia graeci moris nslentanl: in Tuscis Tar-
nota
4.
dell' asse.
Pesa quattro once,
tipi
mezzo.
quinii a Thessalis. Secondo Dionigi vi avevano approdato
Kircheriano. Semisse coi
dritto che al riverso
medesimi
dell' asse, tanto al
si
anche
Pelasgi
di Cillene
ai
(De
sitit,
orbis v. 347), che vi
vi pot trovare re-
dove solo la nota dell'asse
cambia
denari
abitarono misti
Tirreni.
Demarato
in
lunetta
D,
nota del semisse.
Pesa due once
capito l'anno 104 di
Eoma:
egli certo
che dopo l'occusi
quattordici.
Ora
il
sig.
Capobianchi
mi ha
pari
recato
un
pazione etrusca essa non cambi mai nome, e sempre
detta
suo
gr.
esemplare
12,60.
che
pesa gr. 68,60,
due
once e
Tarquinii, fHDIAT. Sajpiamo, che Caere
;
si
chiam
prima AgijUa
cmio che
ma non
venga, di grazia, in mente ad al-
L'Arigoni (T. Ili tab. 26)
e il
Dempstero
(tab.
LVI,
I)
la serie Tarquiniese sia invece uscita dalla offi-
ne diedero inciso un esemplare, che sembra riprodotto dal
Carelli
(tab.
cina di Agijlla, per trovar
delle sue monete.
in Caere
e
modo
di interpretare la lettera
si
IV,
8),
omessa per
la nota dell'asse.
le
Di pi queste monete non
trovano
Il territorio di
questa citt esteudevasi fino al mare,
il
aggiungo che neppure in Alsittm, ne in Axia
le
cui spiagge poi tennero
nome
di
vada volalerrana,
(Castel d'Asso),
quali
due
citt
potrebbero cercarsi a
questo loro dominio sul mare vollero
di certo significare
il
motivo della
iniziale.
Axia
inoltre fu
se
sempre etrusca ed
non sul
finire della
prendendo per tipo
che
i
di
questa serie
delfino.
Era fama
Alsium non ebbe una colonia romana
prima guerra punica, quando
Volaterraui avessero tolta Populonia ai Corsi, e v'era
erasi introdotto in
Eoma
l'asse
tradizione
che l'avessero colonizzata, come impariamo da
sestantario e in Italia abolita la
moneta
fusa.
Esclusa quindi
Servio (ad Virgil. Aen. J, 172); Alii fopuloniam Volater-
ogni probabilit di antico nome, e del carattere greco o latino in
ranorum coloniam
puisse diclini.
tradunt,
alii
Volaterranos Corsis eri-
una
citt la cui necropoli tutta etrusca,
rimane
che
ci
rivolgiamo a giudicare altrimenti di cotesta A, che
Volterra inscrive
i
il
suo
nome
intero sulle monete,
come
deve essere piuttosto un
livella a cui
il
simbolo o segno simile ad una
Tudertini e gli Eugubini
dell'
Umbria, dall'uso delle quali
piombo manchi.
citt si dipartono ripetendo gli stessi tipi per tutta la serie
come fanno generalmente
gli Etruschi.
TELAMON
Tav. XLVII.
1.
CoU. Strozzi. Trovato negli scavi presso Telamone.
un' oncia
Tav.
XLVIIL
Bifronte
fusa colla sola nota del valore che un globetto nel centro
1-7. Kircheriano.
coperto di
R.
pileo
a larga
gronda e
del dritto ripetuto nel riverso.
Non
vi sono
tipi,
ma
acuminato nel mezzo.
Clava
e intorno KOfl-ja.
La nota
gr.
dall'
un
lato vi si
leggono secondo
si
me
queste lettere
WA-J
di valore nei semisse la lunetta. Il
dupondio pesa
297
che agevolmente
compiono
col
nome
della citt di Tela-
pari ad once 10 e gr. 17. L'asse pesa gr. 125 pari ad once
mone Tlamu.l Gamurriui l'ha veduto presso il march. Strozzi
e l'ha dato alla luce nel
quattro e dodici grammi. Il semis pesa
grammi 99
pari ad
Supplemento
al
Corpus inscr.
ilalic.
once 3, gr. 11.
Il triente
pesa gr. 63, cio due once e tre
del Fabretti a p. 12 n. 70.
Le
lettere che anche a parer
grammi.
26
AES GRAVE
T.
XLIX L
T.iv.
XLIX.
serie
se la
sia lettera,
come pare
altri
me, ovvero
cifra
del valore
scritto il
1-7. Questa
non ha verun tipo
al rovescio,
ma
soltanto
di cinque,
come
opina. Gli Etruschi
hanno
l'epigrafe e la nota di valore. I pesi sono quei della serie
numero cinque,
A, che la
met
inferiore del X, e
in
non
si
precedente,
cio di cinque a sei once la libbra.
Non
v'
hanno esempi che l'abbiano mai volto
dei Latini.
su alla maniera
stata riduzione,
ma
pezzi maggiori non arrivano al giusto
Gli
V Etruschi
nel
significato
numerico
di
peso,
minori talvolta lo sorpassano, sempre
cinque a
sei
per accen-
cinque sono per giustamente attribuiti a sbaglio dell'artefice
(ef.
nano
alla libbra di
once.
Fabretti,
Pr.
Suppl.
gli
pag. 249).
Non A
v'
poi
Quando l'Eckhel scriveva
la Doclrina
numorum
vele-
motivo di supporre che qui
Etruschi abbiano figurato
rum
eransi gi tolte queste due serie a Velletri per darle
patria.
il
r ncora
rica.
capovolta,
per provare
che la cifra
nume-
a Volterra, loro vera
Nelle monete genuine
il
bi-
Le
tre lettere del dritto sono
disposte da destra a
l'I
fronte sempre imberbe,
tav.
sestante dell' Arigoni (T. Ili
sinistra,
dovendosi leggere
delle linee della
interiormente
'l
'l
^,
per
l'
in-
31
n.
17),
l'asse (ib. tav. 37, IV, 2),
veri,
li
dove
li
il
bifronte
clinazione
e della
V\,
e perch,
siccome
1,
barbato,
non possono tenersi per
il
come
ha tenuti
nelle sue
abbiamo notato
qua! lettera e la
fra
i
di sopra, l'epigrafe comincia
i/1
da
fra la
dopo
il
Lanzi anche
I,
Carelli, che
ai quali
ha
incisi
estrema
v'
un duplice campo
solo,
libero
alle
tavole (tab. II,
VI, 19),
ha
il
fatto l'aggiunta d'un
raggi della ruota, e non
un
come
fra
mezzo
sestante (ib. n. 20). Falso altres
(tab.
II)
dupondio del Zelada
tre lettere.
che pur
si
vede riprodotto nelle tavole Carelliane
Con
tali osservazioni
essendo ben dimostrato l'ordine e l'anda-
(tab. II, 2). II
Lanzi imaginb alcune spiegazioni del bifronte,
mento
delle tre lettere
non resta che da stupire ricordando
ora barbato, or in sembianze muliebri, che furono giusta-
l'erronee e disordinate lezioni che di queste lettere si riferiscono. Il Guarnacci {Oi-ig. Hai. p. 173) e
il
mente
Il
riiutate
daU'Bckhel {D.n.
v.
1,94).
Passeri
(p.
175)
culto di Ercole, la cui insegna la elava, era diffu-
raddoppiando gratuitamente
giunsero a leggere T P
{Etr. p.
la lettera T, e aggiuntavi
un A,
sissimo per tutta cotesta
il
maremma, come anche dimostrano
il
N A,
per aver l'upluna.
11
Dempstero
portus Uerculis labronis vicino a Volterra e
Cosa.
portus Her-
num.
I,
tav.
LXl)
lesse NA^I. Il Gori (HIus. Etr. II
le tre lettere e lesse
culis presso
423) compose arbitrariamente
il
^VN,
leg-
invertendole e cambiando
T in V, e annunzi che questo
si
bronzo apparteneva senza dubbio a Nuceria, e vi
BTKURIA MEDITERRAISTEA
T.U-. L.
geva Nufceria, come sulla moneta della Nuceria Alfaterna,
che
scrive
l11VHiq>nVl/l. L'Avellino
del
:
nelle
annotazioni
II
p.
Le
varie serie di aes grave nelle quali generalmente
domina
il
alle
tavole
Carelli (Fior., .Ann.
numism.
iit.
75)
tipo della ruota, e sono anepigrafi, ovvero distinte da
una
aveva scritto
il
Tab.
Inter radios
N, e notato che
i.
due
lettere, o
contromarche, sogliono aversi dalle terre
Mazzocchi, presso de Attellis {Civiliszazione
vanta [Tirreniche, diatr. VI) di essere stato
II p. 19),
solo che
di Arezzo, di Cortona, di Chiusi e della Valle della Chiana.
11 loro rovescio
si
il
ripete
il
tipo
medesimo
del dritto, ovvero
la serie.
l'abbia attribuita a
Luna: essendo una
rota a sette raggi
tra essi apposte.
I) lesse esternal/l <J
reca
un proprio simbolo che giova a distinguere
il
con tre lettere etrusche
L V N divisamente
Io ne d
saggio nelle tre tavole
seguenti delineandone
il
Finalmente
il
Cavedoni (/n Fr. CarelUi tab.
solo le maggiori unit; quanto agli spezzati che ripetono tipo dell'asse
serie.
mente
l/l
e
e
non pertanto da destra a sinistra
al
invece di
mi
parato sufficiente di ricordarli a ciascuna
'l
riverso consider
1'
ncora come capovolta per
trovarvi la A, quinipondii nota, gi per tale giudicata dal
ALLEANZA DI CAMARS CON
1.
Passeri e dal Grotefend (Blatter fur Miinzkunde
l/I
t.
I n. 9).
Dopo
tutti
ha parlato
infine il
Mommsen
per dire [H. de
a,b. Kircheriano.
Fu
in
Arezzo nel Museo Bacci, ora se ne ha
ai
la moivn. I p. 381), che difficile determinare dove si
debba
un secondo esemplare trovato nel 1840 su Falterona
fini della
con-
cominciare a leggere, perch ciascuna lettera fra
ruota.
raggi della
al
Toscana verso la Romagna.
Il
suo tipo da un lato
Ma
egli cos scrivendo,
mostra
di
non aver badato
la ruota a sette raggi con tre lettere
scritte
1/H separatamente
;
doppio spazio lasciato vuoto a destra; mentre
lettere raggi.
ciascuna delle tre
tra
ad ogni due raggi della ruota
n v'ha dubbio che
non ha
in
mezzo
piti di
un
sol
campo vuoto
due
debbasi cominciare da perch fra questa lettera e la
Non vi ha poi
dubbio che coteste lettere debbono essere
sono tre raggi coi due loro campi
lisci.
Dall'altro lato
iniziali,
solo s'ignora a quali citt, evidentemente in lega
si
un' ncora sul cui ceppo fra le due patte iscritto
un
V.
fra
loro,
debbano attribuire.
Netuns
Nepete sono le
V\.
Pesa
gr.
736.
Il
secondo
esemplare non pesa u pi n
sole citt etrusche a
me
note che abbiano per iniziale un
Felathri
(
meno
e
di questo. Se l'asse di coteste serie va dalle cinque
alle sei
La
comune a Facsulae, a Fercnas, a
Volaterrae),
mezzo
once, n ci sono riduzioni,
il
bronzo che
fatto
i
a Fati (o sia
altre
Vetulonia), a Felsna (cio
Volsinium), e ad
in F.
abbiamo davanti deve tenersi per un quincusse. Di
168
ancora se
cambiasi
il
V consonante
Abbiamo
grammi che danno
gr.
le
si
sei
once presi cinque volte
sommano
ancora esemp della iniziale A in Peithesa, in Perusia, in
750, che poco
discosta dal peso effettivo del bronzo.
Pupiuna
(o
sia
Populonia).
Con
tutto ci non si
pu decidere
nulla,
prima che consti
,,
T.
LI-LUI
AES GRAVE
27
fsP, D.
W\,
che
/V\
la libbra.
il
Di questa
serie
abbiamo
il
semisse,
il
triente,
Tat. li.
1.
il
quadrante,
sestante e l'oncia. In questa serie si sono
;
Nel Kircheriano. im tlupouJio cou
dritto e l'ancora nel riverso
:
la
ruota a
il
sei
raggi nel
trovate alcune contromarche
desi in tutti trovato.
e nel gli spezzati;
mi sono note
il
la
V che
si
rive-
dove anche
seguo di va
1'
per
triente
non
ancor
lore
Il
e la
il
leggenda
f-J^.
Di questa
serie vi
lio
asse,
il
Nel quadrante,
di
sestante ed oncia marcato
un
h.
semisse,
quadrante e l'oncia ohe non
delineato nelle
trienti,
Museo
Firenze bassi un sestante con
con
la lettera
>
mie tavole, bastando averli indicati. La ruota che nei
semissi ed assi ha sei raggi, ne
V' anche
la 3
una
foglia di
edera * parimente in
ha poi quattro nel qua3.
contromarca.
drante, nel sestante e nell'oncia. Il semisse in cotesta serie
e nelle
Nel Kircheriano. Euota, a
cui fanno da raggi due semicerchi
seguenti
(2, 3)
non
notato
che con sei globetti e
opposti e congiunti da una traversa ; in alto la nota del du-
l'asse si
esprime con una linea retta verticale.
pondio.
serie
Lo
stesso
il
tipo ripetuto nel rovescio.
il
Di questa
il
2. Nel Kircheriano. Il tipo medesimo della ruota nel dritto,
abbiamo
semisse,
triente,
il
quadrante,
sestante
),
ma
nel rovescio vi
si
vede un vaso a due manichi di quella
e l'oncia.
La nota
del semisse
una mezza luna
come
classe che dicesi vaso a
campana
la linea che dinota l'asse di
in Volterra, Todi e Grubbio, e nella serie attribuita gi a
sulla pancia del vaso, e sopra
iniziale del
esso vi si vede
scorie,
un D
Bolsena, che ha per tipo una testa giovanile di prospetto
coperta di un pileo
nome
della citt.
Di questa
che ad evi-
acuminato a guisa
di
meta
V-
circense.
denza
si
lega colla
precedente e solo se ne distingue pel
nome
della zecca,
abbiamo
di
la libbra che si conserva
nei
il
ALLEANZA DI AEETIUM CON
Tav. LUI.
1.
Musei Kircheriano,
semisse notato da
Arezzo,
di Bologna, di Pesaro;
sei globetti
il
pure nel Kircheriano;
il
il
vi
Kircheriano. Simile al dupondio della tavola precedente ha
hanno in
altri
Musei
quadrante,
sestante e
1'
oncia.
per di proprio la lettera
nel dritto e la
nel rovescio.
Dalla serie medesima, variando solo
che sul dritto,
ivi
si
luogo della iniziale D
A
nel
il
questa serie manca
tuttavia l'asse,
ma
;
v' il
il
semisse
triente
Il
ha
la libbra nel
il
Museo
il
di Firenze e
Kircheriano
il
notato
della
cifra
v'
medesimo
il
semisse,
quadrante,
sestante e l'oncia
quadrante,
sestante e l'oncia nel
si
Museo medesimo.
che trovasi anche in quello di Parigi.
sestante e l'oncia
trovano ancora nel Museo di Cortona:
In altre serie la iniziale
invece
:
un
W.
Se ne ha un
il
la lettera
fl
sembra accennare ad un Aretium rimanendo
il
esempio a Parigi, rm altro a Firenze
pobianchi me ne ha mostrato un terzo
il
ma
di recente
Ca-
poi a sapersi
vocale. Tale
nome
dell'altra citt la cui iniziale sia
un V
bellissimo.
Vi
anche
si
nell'Umbria
VUrvinum
perci
Metaurens, che
l'odierno
quadrante
e il sestante.
oggi
si
appella Urbania, VHortense
Drvinum che
In una terza serie
nota della libbra non
destro.
il
la iniziale
sulla
i
un AA ma
in
essa
la
Urbino pi distante,
ma non
meno
probabile.
pancia del vaso, sibbene al lato
il
ALLEANZA DI CITT ETEUSCA CON TUDEE UMBEO
2.
Se ne hanno tutti
il
pezzi, l'asse,
semisse,
il
triente,
quadrante,
di
sestante e l'oncia.
e
Da un
lune
calco.
Euota
etnisca
R.
fra
raggi
in rilievo la
tre
3.
Nei Musei
Firenze
di Arezzo.
Nel
dritto la ruota a sei
leggenda
3Q3+V+.
:
Globo
all'
nel
,
centro
fra
mezze
raggi, nel rovescio
un' anfora, e accanto a
destra la nota
opposte
intorno
orlo
vanno
dodici
globetti
del valore che la libbra.
nota dell'asse.
il
Fu
gi nella
Collezione
Coltellini di CorS.
Di
plare
cotesta serie si hanno inoltre
si
semisse,
un cui esem-
tona (Congetture sopra Viscrisione della torre di
pag.
Marco
che
p.
lo
trovato
di recente a Chiusi, il triente,
qua-
LXXXIX),
il
quale ne
fece
dono
al Sestini, 1
drante e l'oncia.
riprodusse (tom.
IV
delle Lettere e Diss. tav. n.
152
Livorno, 1779). Dal Sestini pass nella Collezione Ainsley,
ALLEANZA DI COETONA CON
Tav. LII.
1.
^ e V-
come
attesta
il
medesimo
Sestini (loc.
star in
cit.),
dove tuttora
certo,
il
deve conservarsi, ovvero
dritto
il
Londra
di
avencalco,
visitai
Nel Kircheriano. Nel
sul riverso
il
tipo della ruota a sei raggi;
done
ivi il
numismatico
f'
sig.
I.
G. Pflster cavato
ferro della bipenne, e a sinistra la nota del
libbra, a destra la
all'asse, la
del quale
il
mi
dono nel luglio del 1857, quando
valore che la
lettera
iniziale 3.
Se
di
Museo
Britannico. Il Sestini ricorda di aver veduto
\m
ne conosce oltre
Firenze.
sola oncia che nel
Museo
asse simile a questo,
ma
anepigrafo, nella collezione Sellari
di Cortona, e che altre divisioni di questo asse erano presso
serie varia soltanto la iniziale che .
l'asse,
il
Una seconda
questa
si
Di
l'Ainsley.
Nel Kircheriano
si
hanno
il
il
semisse colla nota
:
hanno
semisse,
il
quadrante
1'
oncia.
del valore in sei globetti, e
triente con quattro
il
questi
La
terza serie ha per iniziale del
nome un
e
il
V, la cui
ripetono gli stessi tipi:
il
ma
poi
quadrante ne ha tre e
asta sinistra
pi lunga della destra,
,
pare perci pi
semisse,
il
sestante due in
campo
liscio.
simile ad
un U che ad un V. L' asse
si
qua-
Assicurata cotesta serie rimane ora che le assegniamo
la zecca dalla quale fu
drante e l'oncia sono conosciuti e
2.
conservano nei Musei.
emessa.
Non
v' dubbio, che se do-
Nel Kircheriano. Euota a
sei raggi ripetuta nel riverso, sul
vessimo stare alla leggenda sarebbe
Todi,
ma
per asse-
cui orlo sono posti in giro dodici globetti, nota del valore
gnarla a Todi non v' argomento, della leggenda in fuori,
28
AES GRAVE
T.
LIV
che non opponga uu ostacolo gravissimo. In cotesto bronzo
tutto etrusco:
il
vece denominata FE+l-CNkfl,
posto della lettera vocale
se
la
;
ove la
lettera C tiene
il
peso, la figura
della
ruota, la provel'asse, di sei pel
V ma non
P
certo
come ho
detto
nienza,
il
sistema dei dodici globetti per
della
penultima
sia
un
od un K ovvero un
C o sia se
semisse
invece
mezza luna usata
in Todi.
Ma
si
debba leggersi Vetlionea ovvero
Vdlunfa oppur Vetlunva.
convenuto generalmente come a cosa dimostrata, che
vo-
lendo gli antichi significare una confederazione lo abbiano fatto
talvolta
un'altra.
ETRUSCORUM
Tav. LIV.
1.
unendo insieme
tipi
di
una
citt
col
nome
di
Sarebbe dunque nel caso nostro espressa im'al-
Coli, del sig. Agostino Castellani
in Cortona.
Testa
giovapileo di
leanza, ad esempio, di Cortona con Todi mettendo insieme
coi tipi della
nile di prospetto con capelli sparsi coperta di
un
con
prima
il
nome
della seconda.
la singolarit di quattro
forma piramidale senza
coperta da
gronda, o
piuttosto
gronda
vede
3. a, h. Kircheriano.
Ruota etrusca con
un
velo che
sembra involgerla.
Il pileo si
lettere impresse, le quali insieme unite
sembrano dire
A3TT
centro
munito
di fettucce con le quali legato di sotto al
v'
mento.
dove
rV
manca.
R.
Il
riverso
liscio,
ma
nel
Nel rovescio
una scure
un
coltello
nel centro
un
v' il globetto
segno dell'oncia. Sia pur vero che fu errol'V nella leggenda
globo, a sin. la nota
dell'asse, a destra
una mezza luna.
eccettui
neamente omessa
che dovrebbe essere
clii
Questi
la
tipi si ripetono
per tutta la serie, se ne
Q3TVT, ma
lettere
4,
5.
sar sempre indubitato che
il
impresse queste
nota del
:
valore, che nel finora
Il
il
semisse
il
una mezza luna
il
ebbe in mente
di
nome
i
di Todi.
tipi
rovescia
manca
triente e
sestante, v' per
ci
Museo
Bologna. Asse con
cui
sono
da im lato la
quadrante e l'oncia.
semisse,
il
globo dell'asse
ripetuto nel solo
sta
ruota ad otto raggi
lettere divise tra gli otto raggi,
il
ma
nel
piccolo
bronzo
n.
dinotarne
al ri-
che esternamente lette danno
nome
FE..U[INkA. R. Ancora
valore che
l'oncia: la semoncia
il
altro
non ha
con la nota dell'asse nel ceppo di congiungimento delle due
verso che la scure e
dritto che
coltello.
Dal pileo acuminato del
pileo
marre:
il
campo
intorno
i
chiuso da
un cerchio
in rilievo.
tanto analogo
la figura
al
flaminico
si
poteva
Non
della
v'ha dubbio che
tipi
della ruota e dell'ancora siano
si
dedurre che
dote,
e
giovanile
tale
rappresentasse un saceridea
zecca di Chiusi, la
quale
chiam Camars dagli
vie
pi,
perch
confermata dagli
per Vacidris e
Etruschi,
ma
questi tipi sono stati veduti ancora nel quin-
strumenti
sacrificali
definiti
dal Cavedoni
cusse di confederazione, dove la prima lettera
un
3,
che
la secespita [Nat. dell'aes
grave pag. 22). La opinione meil
pure r iniziale del nome etrusco Fetlun[e]a inscritto fra
nostra moneta.
o
l'
desima port
cambiare
il
P. Marchi,
quale fu perci
indotto a
gl'intervalli degli otto raggi di cotesta
la nota dell'asse
che credette male espressa nel
poich in quel quincusse
citt
tito
manca
il
nome
tipo,
iniziale della
si
disegno in caipedimcta. Io ne ho veduto l'originale e con-
alleata, indi si deduce, che
di sopra,
il
come
avver-
fermo
l'unit
col possessore,
che ivi fuor di dubbio la nota del-
vale a significare la zecca, che quella di
della citt che qui
si
sia dell'asse.
invalsa la credenza che
bronzi
Chiusi. Il
nome
legge
Velhmea, o
di questa serie
provengano dai contorni del lago
di quali pezzi lo abbiano
'
di
Boi-
supplendosi la terza lettera col confronto del secondo esemplare che d qui appresso.
sena. Io
dire.
non so
detto o potuto
Ma la penultima lettera della
se
quale
Non
di certo
dell'asse
unico
finora,
probabilmente
sono determinabile le sole linee inferiori per congettura
supplita per E, n
si
trovato in luogo non molto discosto da Cortona:
non del
sa dove
pu altrimenti,
non
si
vuol leggere
semisse,
cui
due esemplari finora noti non
si
Vetlunva, ovvero
6.
Vellunfa. del
si
siano stati trovati.
Un
quadrante so che
stato di recente
Museo
dente
di Pesaro. I tipi sono gli stessi
:
numero precelegge
si
comprato a Chiusi. Del sestante
vero
e dell'oncia e
al
semoncia se
r epigrafe
meglio
conservata
dell'
interalascia
che sogliono trovarsi intorno
lago fa d'uopo ri-
mente CETUCNKA. Sul ceppo
scorgere la nota
dell'asse.
ncora non
petere ci che abbiamo altrove notato degli spezzati inferiori,
Questo
(tav.
bronzo che pesa sette
VI,
1
cio ohe
non
si
suole fare gran caso di essi, quando
la
once fu pubblicato dal Passeri
vi lesse, E..+U..A.
pag.
183) che
si tratta
di assegnare
patria
ad
alcuna
serie.
Ma
noi
Poscia
il
Lanzi ripetendo la stampa del
pili
vediamo che essendosi scavato molto intorno
alla
Bolsena
Passeri ne diede una
gio 11, 30, 25).
lezione
piena fl(MV)-J+33
{Sag-
etrusca cio alla odierna Orvieto, n questi n altri bronzi
della serie nostra son venuti fuori: n io ricordo di averne
Fu dunque per ambedue
:
certo che la citt
il
indicata dalla epigrafe era Vetulonia
per fa senso che
veduti nella moderna Bolsena in casa del conte Cozza, che
Grotefend scrivendo dopo (BMter fur Miinzkunde 1837 T.I
n.
(cf.
pur aveva raccolto gran copia
delle quali piacquegli
di svariate monete, di alcune
9)
attribuisca
la
5).
moneta a Vetuna
citt
dell'Umbria
farmene grazioso dono. Volendo poi
T. II p. 70 n.
Ma
il
Fabbretti avendola trascritta
attribuire questa serie ad alcuna citt etrusca far notare
nel Glossarium (col. 1959) dal Lanzi attesta poi nella Daacrizione
che l'Etruria centrale non adopera figure
umane per
tipo
geografica
1867 pag. 5XSIII
di
di
aver
veduto
nel che anche seguita dai Tudertini ed Eugubini. Il Ca-
l'esemplare del
Museo
Bologna
e di
avervi letto CE+UCN8fl.
vedoni
(loo. cit.) opin,
si
che ne fossero autori
Tuscanienses,
La
citt di
Vetulonia sulla propria moneta s'inscrive
di
FA+U
perch essi
l'ebbe
danno
il
nome comune
alla nazione, e questa
(III, 8, 16):
.4
e sopra
un bronzo
alleanza
con Populonia e Camars
questo asse in-
dal rito
sacrificale,
scrivendo Plinio
sv.nt
essa vi indicata
dal
nome
V>ifl+3^. In
sacrifico ritu lingua
Graecorum Thusci
cognominati.
11
T.
LV
AES GEIVE
29
marchese Melohiorri
si
(Bull. Inslit.
il
1839
iu,
p. 122)
stim, che
la
biano fuso
coloni di
Ancona
e che la triscele faccia da
il
potesse dare a Luni, e
motivo
e
il
perch
moneta
per
ove
il
simbolo del promontorio come per altro verso
cubito
reca per
simbolo la luna,
cacio di
Luni ebbe
simbolo della
//.
citt posta in ipso fleclenlis so orae cubilo (Plin.
insegna patria la luna, come
s'impara
da Marziale,
N. Ili,
13).
Perocch cos potr trovarsi anche da giusti-
scrive: Cnscus ctruscae signatus
imagine lunae.
la
Ma
,
qui
ficare la disposizione
nuova
delle
i
due gambe, che
si
vanno
Melchiorri
passa
per tipo patrio
mezza luna
che
incontro, sapendosi, che tre sono
promonlorii del monte
invece im segno distintivo di conio, un' impronta
cina
;
dell'oifi-
Cumerio, due dei quali colle loro estremit ricurve s'incontrano chiudendo in seno la citt di Ancona,
il
n l'hanno
adoperata
solo
quei di
si
Luni,
ma
altri
terzo che sporscrive
popoli etruschi, anche in contromarca, e
dai latini,
trova usata anche
ge in mare a settentrione sta
(11, 4), in angusto
solo.
Exin
ilta,
Mela
come
se
ne pu convincere chi guarda l'asse di
il
duorum pyoinontoriorum ex
diverso
ri
Palestrina (Tav.LXIX, 1), ore la mezza luna prende
del caduceo. Eivenendo ai
posto
coeuntium inflexu cubiti imagine sedens. I Siracusani
Tuscanienses cotesti popoli non
vennero l'anno 347 di Eoma. Questo asse che pesa diciassette
figurano fra le dodici citt etrusche, e di pi nel loro territorio
si
once non ha finora spezzati: potrebbe per altro citarsi
non
si
trovano
si
le
monete
di questa
i
sorta,
tipi
ne poi
a confronto quel triente, che do alla tav.
XLV,
3,
il
cui
vede come essi
potessero attribuire
comuni a
peso
di circa cinque once.
tutta la nazione, almeno a parere dei G-recij ai quali secondo
la tradizione
avevano di certo miglior dritto
io
Tarquiniesi.
si
UMBRIA
TUDEE
Tav. LV.
1.
Dietro tutto ci
attribuire ad una
penso, che cotesta serie non
citt,
debba
stata
speciale
ma
sia
piuttosto
emessa a nome comune dalla nazione.
2. Kircheriano. I tipi sono
quei dell'asse: la nota di valore
accetta e
il
Parigi, Gab. delle medaglie. Aquila ad
ali
semiaperte volta
posta in basso
denari
fra
coltello.
Pesa
tre
once,
sin.,
davanti 3Q31-V-}i
la nota dell'asse. R. Cornucopia,
uno
mezzo. L' esemplare del Gabinetto parigino
pieno di bei pomi tra
quali spiccano
il
un grappolo d'uva
simbo-
delle medaglie pesa gr. 83.
3.
a destra con una spiga di grano,
ripetono
i
pisello a sinistra,
Kircheriano. Nel quadrante si
tipi
medesimi:
la
leggiando le vigne,
campi
e
e gli orti coi pomavii.
Pesa grammi
di
nota del valore posta fra
plare
del
il
coltello e l'accetta.
gr.
Un
esem-
255 pari ad once nove
due grammi.
Un
nuovo esemplare
Museo Britannico pesa
45,00 {Calai,
p. 24).
egual peso stato acquistato di recente dal Capobianchi: quello
del
Un
esemplare che proviene da Chiusi ha di peso
gr. 36,70.
Museo
di
Napoli pesa once quattordici.
si
da notarsi
da
4. Kircheriano. I tipi sono gli stessi.
La nota
del valore nel
che la monetazione di Todi
quella di Gubbio, e
si
distingue notabilmente
centro.
Pesa dodici denari. Ve n' un
altro
esemplare che
accosta di molto a quella di Tar-
pesa sedici denari e mezzo.
5.
quinia e di Volterra,
:
lasciata da parte quella del. centro
Kircheriano. I tipi sono
la
medesimi
manca per
al riverso
dell'Etruria
il
cui sistema
non
si
diparte da
un
asse di sei alle
luna crescente.
Non
vi la nota del valore,
ma
una
otto once. Il P.
vieri fu
il
Marchi [L'aes grave pag. 76)
le
scrive,
di
che l'Oli;
mezz'oncia avendo di peso sei denari.
6.
primo a riconoscere
monete
Todi
il
era per
(Carelli tav.
XX
n.
34).
Dopo
la serie gi descritta
ho posto
si
stato notato dal P. Lanzi {Saggio II p. 29), che
Passeri nei
questo bronzo per una certa analogia dell'accetta che vi
vede.
suoi
Paralipomeni
al
Dempstero, se n'era vantato scopri(/).
un' oncia e ripete
il
tipo, cio l'accetta e la clava,
tore da parecchi anni
n. v.
I,
98). Il luogo accennato
a cui non v' niente di simile nelle serie che ripetono al
dal Lanzi, e che
il
P. Eckhel dice ivi di non sapere dove
Ivi narra
rovescio
il
tipo del dritto.
l'abbia scritto, a pag. 154 dell'opera citata.
che avendo
egli
fatto
ivi
dimora
per
due anni dal
1715
FIXIBUS AGEOEUil PICENI ET GALLICI
in
Todi e vedute
ed acquistate molte di queste monete,
ANCON
7.
dalla loro frequenza cominci a sospettare che fossero tu-
Museo
il
di Firenze. di tre
Nel
dritto v' delineata la triscele o sia
dertine: che poi ne fu pienamente convinto allorch s'imbatt nelle
gruppo
gambe umane che procedono da un globo
col
monete
il
di
Gubbio pubblicate dal Dempstero.
la zecca, e in ci
che
nel
centro,
ginocchio alquanto
seguirsi
piegato.
So-
Fu
egli
dunque
il
primo a scoprirne
ha
gliono queste tre
gambe
ma
qui con nuovo esem-
ragione
il
Lanzi,
ma
l'Olivieri di fatto dieci anni
i
prima che
pio due sole
si
seguitano, non gi la terza, che ha
di
un motridente.
Passeri desse
la
alla luce
e
suoi Paralipomeni nel
1757 ne
del
vimento contrario aUa seconda. B. Ferro
im
e
divulg
scoperta,
in
questo
senso
la
sentenza
il
Pesa
gr.
484,18,
pari a
il
diciassette
once
gr.
8,18.
P. Marchi vera.
Dopo
l'Olivieri ne scrisse
Pellerin e
Gori ne possedette
primo esemplare, che pass poi in
quindi
il
Passeri. Ci quanto alla scoperta della moneta
Sicilia e ora
non
si
sa dove sia. 11 P.
Eomano ne aveva una
l'
fusa di Todi.
l'Arigoni fin
niata
Ma
fa meraviglia che
non
siasi avvertito
aver
copia in bronzo. Cotesto nuovo esemplare
il
ha pubblicato
dal 1741 gi assegnata a Todi la moneta cola
Gamurrini, dal quale abbiamo appreso che proviene dalle
che
porta
stessa
epigi-afe
3Q3+V+
(Tab.
XXII
tipo
terre
umbre
tra
Todi
Perugia
{Perioil.
numism.
del
n. 222).
SuUe monete
dei Tudertini
non abbiamo per
march. Strozzi anno IV
p. B).
per
me
probabile che l'ab-
figure degli dei,
ma
simboli, che ne rivelano gli attributi.
30
ABS GEAVE
LVI LVII
Questa relazione che passa fra
boli posti al
serie della
2.
le
imagini degli dei e
sim-
ziale si vede costantemente riprodotta nel sestante
l'oncia.
e nelal
riverso
si
vedr manifestamente
nelle
due
V' anche
il
esempio di once che non ripetono
del dritto. Questa serie
moneta lucerina,
la fusa e la coniata.
altri
rovescio
lo
globetto
ridotta al
Da
un'impronta. Cane alano accovacciato in riposo:
sistema dell'asse quadrantario.
4, 12, 13.
hanno detto un lupo. L'epigrafe
del semisse.
7?.
3Q3+V+
ivi
e
v'
la nota
Ai pezzi della nostra serie ho aggiimto
fu comprato qui a
il
disegno di
Lira a tre corde e
ripetuta la nota
un frammento che
Gir.
Roma
dal sig. conte
soli-
predetta del semisse. Pesa once sette
3. Kirch.
un quarto.
di Colloredo: di pii vi
ho aggregato due once
Mano
Pesa
sinistra
armata
di cesto atletico e nota del tri-
tarie, in
una delle
si
quali, n.
12, ohe nei
Musei
di
Pesaro
il
ente. B. Il
ente.
4.
nome 3Q3+V+
gr. 63.
fra
due clave,
la nota del tri-
di
Parma,
in
ha un ferro
liscio
:
di lancia e al riverso
glo-
betto
fl.
campo
38),
nell' altro,
che
si
ha nel
Carelli
Kirch. Kana e nota del quadrante,
Ancora
61,50.
la nota
Il
me-
(tab.
XX,
un acino
d'orzo nel dritto e nel riverso
desima: inoltre a
d.
VT. Pesa
gr.
Mazzocchi
questo qua-
un
globetto parimente in
campo
liscio.
(Tirreni che, diatr. VI) legge
LV
e attribuisce
drante a Luni.
5.
IGDVIUM
non locusta;
fra
i
Kirch. Cicala
due globetti nota del
i
14.
Museo
di Pesaro. Il tipo di questo tripondio la
luna cre-
sestante. R. Perro del tridente, a d.
l'epigrafe
due globetti, a
sin.
scente con la nota del valore nel centro e l'epigrafe al di
VT. Cotesto tridente ha piuttosto forma
di ro-
sopra che esternamente
il
si
legge
II/1I3V>II.
Nel rovescio
v'
stro quale si vede nel quadrilatero della tav.
XVIII. L'esemepigrafe
globo del sole sfolgorante di raggi, che sono dieci. Pesa
plare che ora si conserva ha nel riverso
d.
1'
Vt
gr. 428, lo che
suppone un asse
di gr. 140, pari
ad once
globetti a sin. e pesa gr. 40,60.
quattro, gli assi di
globetto, nota delai
Gubbio
finora noti
vanno dai grammi 180
6.
Kirch. Vaso a due manichi e di sopra
l'oncia. R.
gr. 22,00.
un
193, cio dalle sei alle sette once. Usano gli Eugubini,
multipli
i
Porro di lancia, a
d.
il
globetto, a sin. \J+. Pesa
ripetere nei
tipi
dell'asse,
per anche
in questo
del
tri-
semisse.
d.
Le
quattro stelle
nel dritto sono
7.
Kirch. Kana. R. Testuggine a sin. im globetto, a
gr. 17,00.
VK. Pesa
pondio appena visibili
bini,
per difetto di
fusione.
Gli
Eugunon
i
umbri
ancor
essi
come
Tudertini,
seguono
:
8.
Da
un'impronta. Pana. R. Acino di
grano a destra
7,
IV:
la
pertanto
scuole
si
diverse
nell'arte
monetale
perocch
e
nota di valore manca. Cotesti due nn.
di che
8 sono fuori di serie,
(tav.
Tudertini
accostano di molto all'arte sabina
e
i
del Lazio
abbiamo arrecati
si
altri simili
esempi
XL nn.
n. 7,
6, 7).
come
stando
il
Tarquiniesi
pii
Volterrani,
mentre
gli
Eugubini
I tipi della seconda
rivedono in un bronzo ancor esso fuori
da presso
al
centro della
Etruria ne imitano
di serie, che si trova delineato nella tav.
LXIV
come
peso e la forma.
luoerino.
Le monete
libbrali di
Lucer non hanno leggenda,
le tudertine invece l'hanno.
TAf. LVII.
1.
Kirch.
tipi
di
quest'asse
sono
quei
del
tripondio,
luna
Tav. LVI.
1,
crescente fra quattro stelle, nel mezzo la nota dell'asse e
2.
Coli. Passeri pag. 203, 205.
Vi furono
si
dei pezzi di
altri
Il
il
moche
'
epigrafe 5HGV>II
esternamente
letta.
/?.
Globo del sole
e altret-
neta
tudertina,
nei
quali
il
non
avevano
tipi
sfolgorante per quattordici raggi, sette maggiori
tanti minori.
nari.
l'aquila al dritto, e
cornucopia al riverso.
con
la nota "^ e
Passeri ne
coi
Pesa grammi 194 pari ad once
del
sei e
in
I,
2 deovvero
in
i.
conobbe due,
il
semisse
triente
La desinenza
:
nome
in questi bronzi
quattro globetti, dove l'epigrafe
tronca +V+. Queste due
di circa
sei
in
2. a,
b.
qui
in
i,
nell'esemplare del
Museo
di
Pesaro
monete suppongono
pesando
il
iiu
asse
tre, e
il
del peso
il
once,
Kirch. Globo solare con dodici raggi. R.
Luna
crescente
semisse once
triente im' oncia e mezzo,
fra quattro stelle, nel
mezzo
la nota del semisse e l'epivi
secondo l'Olivieri;
di gr. 42,
ma
Passeri a n. 205
di gr.
gU d
il
peso
grafe plare
S1/1II1V>II.
Nel museo medesimo
ha un altro esemdel
e a pag.
214 quello
47.
Non
dir
che
;
b,
nel quale
omessa
la
:
nota
valore
sono
questi tipi abbiano ad essersi ripetuti per tutta una serie
omesse anche
gr.
le quattro stelle
il
l'epigrafe IMIDV)!!.
Pesa
perch
tipi,
ho
l'esempio
di
Gubbio, che ripete a coppie
99.
Di recente
Capobianchi
ne ha
acquistato
un
al
come vedremo
nelle tavole seguenti.
i
esemplare dalla collezione Ranghiasci di
descritto 2 a.
3. Kirch.
Gubbio simile
3.
Kirch. Questa serie ha
scritta alla tav.
medesimi
tipi
che la prima gi deasse.
LIV, manca per sinora del proprio
di questa serie
Cornucopia sopra un disco in rilievo
R. Tanaglia sopra
sull'orlo scritto
3-11. Nelle
frazioni
vario l'uso di
scrivere
4.
iniIIV)!!.
un simile
disco fra quattro gloe denari 21.
e accorciare il
nome
della
citt.
Perocch nel semisse
betti, nota del valore.
Pesa
:
un'oncia
varia
il
3Q3+V+
manca
si
e si ripete
anche nel riverso: la nota del valore
Kirch.
I tipi
sono
medesimi
segno di valore che
ora a destra ora a sinistra: nel triente intera, ovvero
I'
di quadrante.
Il
suo peso di un' oncia e sette denari.
ultima lettera, nel quadrante ora
intera, ora vi
ini-
5.
Kirch. Cornucopia sopra disco e intorno all'orlo, 5MDV>l'l. R.
vede scritta la sola prima sillaba V+, la quale sillaba
Ripete lo stesso simbolo e aggiugne la nota del sestante.
T.
LYiir LTX
AES GEAVE
31
Pesa diciassette denari. L'epigrafe talvolta
in
tj.
omessa, come
serie
tanto rara che dell'asse non
di
si
ha
finora se
non l'unico
un esemplare da me veduto
I
in
Cortona.
esemplare del Museo
al
Pesaro. Del semisse se ne contano apaltrettanti
Kirch.
la
tipi
e l'epigrafe
sono gli stessi,
ma
riverso v'
pena
tre
i
esemplari e
Galli
il
del
triente.
Non
proba-
nota dell'oncia.
bile che
abbiano
emessa cotesta serie di
1842, Oeuvr. VII,
aes grave,
390),
7.
tipi
adunque
in due.
iu questa serie
eugubina vanno accoppiati
il
di
come tenne
Borghesi
(Lett.
ne
si
due
quindi fuori di serie
sestante
il
delineato
spiegherebbe come in tanti anni di loro dominio (v'erano venuti
al pii tardi
in questo luogo, nel quale dall'un lato
cornucopia colla
palma.
nel 364) abbiano fuso s poco di moneta. Stermi-
nota del sestante, dall'altro
un ramo
di
nati
Galli dalla Seuonia nel
471
Eomani
vi
dedussero una
cominci
loro colonia,
ma
non jn'ima del 486, nel qual anno
l'asse sestantario.
d'
in
Eoma
i
ad aver corso legale
Tav. LVIII.
1.
Erano adunque passati quindici anni
indipendenza nei
Coli. mia.
Luna
crescente
nel mezzo l'astragalo, di sopra
R.
quali
Eiminesi avevano ordinata
la loro
republica e forse an-
esternamente
letto,
SHI1V>II.
Acino d'orzo
fra
due
stelle
che aperta la loro zecca, se non
si
vuole piuttosto, che questa
e nel basso la nota del
semisse. Pesa gr. 93, pari a tre
nelle
loro monetazione fusa e coniata abbia a ripetersi,
il
come opina
latini, i quali
i
once,
gr.
9.
Fu
trovato
campagne
di
Sentinum
Mommsen
[H.
de la m. Ili p. 187), dai coloni
(Sassoferrato) in distanza di venti
se ne hanno altri due esemplari,
miglia da Gubbio. Ora
e
del resto non seguirono
cini
Eoma (Momms.
al singoiar
1.
e), ne
di
popoli
viil
uno nel Earcheriano
uno
lontani, in
quanto
costume
non variare
nel
2.
Museo
di Pesaro.
e
tipo del dritto e di variare invece quello del riverso nella sedi
Kircheriano. Cornucopia
nel
rincontro l'epigrafe $N13V>II:
l.
rie fusa. Il Gallo Senone,
colle
sue armi e
costumi,
i
simbolo
simboli
mezzo
v' la nota
del semisse.
Elmo
cristato volto
della Senonia, occupa
il
dritto dei primi tre bronzi,
a sin. Pesa once due, den. undici.
3.
allusivi alla citt marittima sono figurati sul riverso dei tre ultil'epi-
Eirch.
Eamo
di
palma dentro un cerchio; nel lembo
R,
mi.
Il
Gallo
armato
sulla
moneta
coniata,
dove
si
ha sul
grafe $HI3V>II.
La nota
del sestante dentro
un
cerchio.
dritto la testa di Vulcano,
nume
tutelare della colonia che la
Pesa den. 16,
4.
acini 12.
emise.
Museo
palma
di Milano. I tipi
sono gli
stessi,
II,
ma
2).
lo
stile
della
diverso (Avell.
Opusc.
2,
5.
Museo
di
Arezzo
si
ha pure nel Museo Britannico. Cornu-
Tav. LIX.
1.
copia e nel mezzo
un globo nota
dell' oncia.
R.
Grappolo
Museo
tratto
di Pesaro. Testa di
:
un Gallo molto
simile ad
un
ri-
d'uva. Nelle tavole del Carelli, che copiano dal Sestini (Leti,
cont.
il
t.
ha mento
raso, grandi mustacchi,
muscolo adusto,
di
IV
tab.
I,
1)
il
grappolo delineato in modo, che
capelli incolti e torque al collo. R.
Protome
un
cavallo
Cavedoni {ad Carell. tab. XXIII, 5) lo ha potuto cre;
sfrenato volta a
d.,
insegna di alta nobilt, anzi reale, del
dere una ciocca di tre olive
inoltre
il
cornucopia
vi stato
Gallo qui rappresentato. Pesa gr. 395 pari ad once quattordici.
cambiato in due
I).
delfini
aggiunta l'epigrafe IKVVIN.
colla
il
Eirch. Ruota a quattro
raggi
nota
tipo
del triente
sul
2.
Kircheriano. Nel semisse e per tutta la serie
il
dritto rap-
lembo
SmilV)!!.
e
R.
Vi
ripetuto
medesimo. Pesa
presenta l'imagine di un Gallo,
sul rovescio
sin.
lo
scudo
due once
7.
dieci denari.
ti-e
adoperato dai Galli, che era ovale: a
cinque globetti
adoperata anche
Kirch. Euota a
tuto
il
raggi: nel lembo SHI3V>II. R. Vi ripe:
dimostrano la divisione decimale
dagli Atriani.
dell' asse
tipo
medesimo
di'itto.
di pi vi la nota del
e den. 21.
quadrante
Questi due
il
3.
Pesa
sei
once
ventuno
denaro
pari
che manca nel
Pesa un'oncia
asse di
grammi
4.
194.
di Pesaro.
spezzati suppongono
un
maggior peso, che non
copiato
Museo
Testa di Gallo. R. Spada
e fodero.
La
ed
conosciuto sinora. Di
pii il tipo
dalla serie del-
spada ha vetta traversa nel manico, termina in punta
a doppio taglio
:
l'Etruria centrale, che la ruota del dritto ripete sul rovescio.
la
lama
rinforzata nel
mezzo da una
a
Per questi due motivi
i
li
ho posti fuori della
il sestante n. 3.
serie,
costola. Il fodero porta la cintura doppia
raccomandata
nella quale figurano
semissi ed
due
anelli,
nel mezzo xm rilievo corrispondente alla coi
stola: la nota del triente sono
quattro globetti a sin. Il
si
AGER GALLICUS
AEIMINUM
5.
peso
di gr.
157.
Nel Kircheriano
ho
serba
un frammento
4
a
di questo
bronzo che
rappresentato
si
al n.
motivo
della punta della spada che ci
vede chiara.
R.
Kircheriano. Testa simile alla precedente.
Ferro di
tri-
Allorch
si
preso a dimostrare che le teste
del
dritto
dente e tre globetti a destra. Pesa
tre once, 19
denari e
di questa serie erano quasi ritratti dei
GalU Senoni, che occu6.
mezzo.
Kircheriano. Testa del Gallo
parono questa parte dell'Umbria, fu supposto che non potevano
precedere l'epoca del loro soggiorno
;
come
le precedenti.
R. Delfino
per che non furono gli
volto a d. di sotto ha la nota del sestante.
e 9 denari.
Pesa due once
Umbri che
fusero queste monete. Eesta ora a vedere se pote-
rono fondersi dai Eiminesi dopo la partenza dei GaUi. Questa
32
AES GEAVE
T.
LX
Tav. LX.
1.
l'Hatria veneta, e ne prende argomento dal
avanti. R.
nome che
porta.
Kircheriauo. Testa del Gallo come
e a sin. il globetto,
Eoslro di nave
Ma
la
denominazione di mare Adriatico pass dalla prima
si
nota del valore. Pesa un'oncia e dieci
io
Hatria, dove
limitava alla sola ragione che esso mare basi
den.
Lo strumento
al
clie
dico rostro di nave
da paradove ho
gnava, e cos
cominci ad estendere
si
tal
nome
fino
al
gonarsi
creduto
i
tridente
della
Tav. XVIII,
Gargano,
non per
obliter
il
primitivo di mare Jonio,
:
mostrato come
tre denti
sono
insieme
congiunti, lo clie
anzi fu la stessa cosa dire Jonio e Adriatico
'ASgi'ag ar
r avr
non
2.
si
vede mai fatto nei tridenti.
/?.
xc 'lviog, scrive Scilace ( 27) fra gli anni
Kiroheriano. Testa del Gallo simile alle precedenti.
chiglia Peclen veduta dall'esterno.
lore,
Con-
416
a 419, e aveva di sopra (al
all'
14) detto che
il
porto di
ionio
:
Manca ogni nota
di va-
Otranto era
Xii-irjV
ingresso del seno adiatico, ovvero
ma
una semoncia,
pesa sedici denari.
il
miei occhi
'YQOvg
e
sttI
i
tm iov
si
'A'qi'ov,
ij
reo
tov loviuv x'/.nov
non
barbato,
quel Gallo che
Minervini allega dal
Mu-
arjiaK,
ohe
Japigi
il
stendevano
fino al
monte Arione
seo di Napoli in
conferma
della
semoncia che pubblica,
pel quale intende
tico: 'Icinvyg
Gargano; che pone per nel golfo adriaf'di'oc
appartenente alla collezione Lauria {Oss. numism. p. 10),
daiv
/it'xQi
'Agtonog
ngovc tov sr rm
dove
il
Gallo gli pare barbato.
xXno n
'A'gi'a.
Il territorio di
Adria estendevasi dal fiume
che davano
e
il
Vomano
al
Matrino
e vi si coltivavano le viti
AGER PICEXrS
FIRMUM
o.
Pretuzziano, del quale parlano con lode Plinio
Silio per
Dioscoride.
v.
chiama
vitiferi questi
campi (Lib.
XV
570)
In Fermo da ima impronta mandatami dal
rone.
sig.
conte L.
la
Mor-
Ttim qua vitiferos doinitat prnetuttia pubes
laeta laboris ngros.
Testa di donna volta a
E.
sin.
di dietro
nota del
quadrante.
la
Testa di bue posta di i3rospetto:
di sopra
Del resto l'agro pretuzziano confinava
col Piceno, del quale
leggenda
FIR.
Pesa once
tre.
Nel Kircheriano
il
se ne con-
Rufo Pesto Avieno
(Descr. orbis tcrrae vv. 500, 501) scrive:
serva
un esemplare
rotto dal lato destro
cui peso di
Nemnrosi
un' oncia e venti denari. Cotesto quadrante fu in prima attribuito dal Vermiglioli ad
maxima
tegit
cernes
llic
Culmina Piceni: coma
largi palmitis
Hirelum {Opusc.
voi.
4;
Iscr.
Tenditur ac fuso Bacckus
Perug.
tav. IV,
t. 1).
arva
flagello.
Il
P. Marchi lo die ad Hispelium [L'aes grave
B.
n.
8 pag. 85 seg.).
Ma
il
De
Minicis lo rivendic
Di
tale coltivazione
menano vanto anche
un
gli
Adriani che
a,'Fermo{Ce'nni sturici e numismatici di Fermo, p.Iseg. 136);
lo che si vide poi
pongono sul loro asse l'imagine di
Sileno, che venerano
confermato da im secondo esemplare che
come
dio lare, e per gli
citt
appongono sul
riverso
il
cane.
se ne ebbe (Le monete gravi, pag. 4). Questo pesa gr. 98.
4.
Questa
ebbe una colonia romana l'anno 465 passati
Kirch. Bipenne e di sopra la nota del quadrante. R. Ferro
di lancia e dal lato
i
98 anni dalla sua fondazione, se essa fu colonia siracusana o
pi veramente occupata da coloni siracusani. Certamente Pilisto nell'anno I della 01.
sinistro
SH.
Il
De
Minicis
ha
dato
due suoi esemplari per sestanti {Le monete gravi, 1868
il
105 comandava
la flotta siracusana
il
tav. n. 2, 3):
primo,
n.
2,
del peso di gr. 48;
il
secondo,
presso le acque dell'Adriatico, quando Dionigi
in Caulonia e
giovane era
n. 3, di gr. 37.
Ma
l'esemplare Kircheriano ha tre globetti
Dione occupava
e.
la tirannide in Siracusa (Diod.
ed
per un quadrante.
XVI
quattro gloincerto.
n. 3;
Plut. in Dione
25, 35).
Non
quindi ohe
si
parli
5. Kircheriano.
Aratro volto a destra e di sotto
della citt,
come intende Tzetze, ma del mare. La
il
loro
mo-
betti certi, e di sotto
\m quinto
la
/?.
Aratro volto a sinistra
Vidi
cotesto
neta fusa non generalmente rara. Seguono
sistema deci-
leggenda FIR in parte logora.
g' incerti e
male
e nel
non omettono
di fondere
anche la semoncia. Nell'asse
dell' unit
I,
bronzo nel Kircheriano fra
studio l'epigrafe che
il
ne cavai con molto
semisse adoperano la nota comune
,
del
dimostra appartenente alla serie di
lettera
il
quincunce
ziale
ma
inoltre
si
servono anche della inisemisse.
Fermo. Ne interrogai per
De
Minicis,
il
quale
U che vale
libbra,
e del S pel
i
anche
mi
rispose che veramente se n' erano trovati due esemplari
esempio della doppia nota,
l'altro,
globetti da
un
lato, il
dal-
nelle
campagne
di
Fermo,
ma
1'
uno
di essi,
tuttavia
11
in
7.
come
si
vedr nel n. 3 della tav. LXI.
coronato
di
e
quella citt, non mostrava di avere leggenda.
suo peso
Kircheriano.
Testa di Sileno di prospetto
un
due
di once due e ventidue denari, o piuttosto di gr.
84 pari
:
viticcio di edera
con tre corimbi uno sulla fronte
calvo,
a tre once.
le
Fermo ebbe una
colonia
romana nel 490
ma
sulle tempia.
ma due
ciocche di capelli gli penIl
sue monete forse precedono una tale epoca.
dono dalle tempia decorate ancor esse da un corimbo.
nome
della
citt
appena
visibile,
per
si
>l
legge
senza
AGER PRAETUTTIANUS
HATRIA
6.
dubbio TAH: in alto sulla testa
della libbra.
la iniziale U.
/?.
la lettera
:
nota iniziale
di sopra
Cane accovacciato
di sotto
HAT:
Pesa
gr. 410. Cotesta iniziale
che ninno aveva
L'Hatria dei Pretuzziani credesi fondata da Dionigi
chio, ovvero rimpiantata, se era gi
Il
il
vec-
avvertita sull'esemplare del Kircheriano
ha poi avuta una
(pi.
prima colonia dei Liburni.
conferma nell'asse del Blacas, che egli ha dato inciso
Milliugen {ConsiJ. 214) opina che sia stala fondata dal-
XVI,
H.
de la mon.
t.
IV),
il
cui peso di gr. 385, 25,
T.
XLI-XLIII
AES GRAVE
33
dal
medesimo duca
stato veduto
cit.
auche
iu altro n. 1).
esemasse
ziale del
nome
e
di
Ilatria.
R.
Globetto nel
centro,
nota
plare presso l'Hoffraauu (op. del peso di 339
sig.
I pag.
355
Un
dell'oncia,
intorno
TAH. L'esemplare
e
del Kircheriano non
e
grammi
stato di recente acquistato dal
4.
ha questo H nel
dritto,
pesa un' oncia
cinque denari.
Capobianchi.
Kirch. Nel campo del dritto un H, e al riverso
A$
dove
queir
segno gi noto della semoncia. Pesa dieci desi
nari e mezzo. Hatria non
veduta mai priva dell'aspi-
Tav. LXI.
1.
rata: fa
quindi d'uopo che la lettera
si
del
dritto
ed
A
Il
Kircheriano. Testa di Sileno di prospetto calvo con due ciocclie
del rovescio
congiungano
la
insieme in una sola voce.
di capelli alle
tempia coronato
fronte,
di
un
viticcio d'ellera
Mommsen
lettera
ha tolta
semoncia ad Atri per darla ad Ascoli
moneta,
e ci
con corimbo sulla
niata di Todi.
come
R.
si
vede suUa moneta codi sotto
piceno, che non ha propria
a motivo
della
destra
HAT.
Cane accovacciato,
e
interpretata da lui isolatamente per
Asndum. Sta
si
la nota della unit.
nari.
gr.
Pesa once quattordici
si
dodici
de-
per di fatto che nelle campagne di Ascoli non
mai
L'esemplare che oggi
trova nel Kircheriano pesa
trovato verun esemplare di questa moneta, la quale invece
frequente nelle terre atriane.
198,00 pari a sette once incirca.
Testa di Medusa cinta
sciolti
il
2. Kirclieriano.
collo dalle volute di
VESTINOE^TVI
serpenti con capelli
di sotto
e
spinti
indietro
dal
vento:
5.
HAT.
B.
Cavallo Pegaso corrente a destra: di
Kircheriano. Testa di bue di
del sestante. R.
prospetto e di sopra
e di sotto VES.
la
nota
sotto
3. Coli.
la nota
del quincuuce in cinque globetti.
Luna crescente
Pesa
tre once.
Sorriechio in Atri.
La
testa di
Medusa
cinta al collo
6.
Kirch. Bipenne
e la
nota dell'oncia. R. Conchiglia pecten ve:
da due serpenti,
della
le code dei quali si
drizzano da due lati
d.
i
duta dalla parte interna
e undici
7.
al Iato sinistro VES.
Pesa un'oncia
fronte: di
sotto
la
leggenda HAT, a
di
nota
denari (Avell.
volto
a d.
Opusc.
R.
II,
2,
3).
del
semisse. R. Cavallo Pegaso a d. e
sotto
cinque
Kirch. Calzare
La
sola
epigrafe VE5.
R.
una
globetti che sono la nota del quincunce.
quindi dimostrato
dell'asse e per
8.
semoncia del peso di grammi ventuno.
Kirch. Calzare a
d.
che per gli Atriani
si
il
il
quincunce
la
met
ed
ivi la
nota della semoncia
l.
La
chiama da
torto
di
loro
col
nome
di
semisse:
donde appare
sola epigrafe VES.
del peso di
il
grammi
22,20.
Non omet-
chi
ha voluto negare l'asse decimale stabilito
ter di riferire qui
triente di questa serie descritto dal
dal P. Marchi
(Momms.
H.
de la monn.
Il
t.
pag.
248
Riccio
il
quale afferma di averlo avuto nelle mani in un
{Vigile, giornale di Chieti,
n. 2), e sostenuto
anche dal Borghesi.
168, quello
peso del semisse
suo viaggio
31
marzo 1841).
di
Kircheriano
gr.
di gr.
del Sorriechio n. 3 pesa
Esso triente aveva per tipo del dritto l'interno
chiglia pecten,
e al rovescio
una conquale
250. La nota
del
semis
congiunta con quella dei
una
il
clava,
sopra della
cinque globetti non p\i mettei'si in dubbio: inoltre ce ne
assicura
era la nota del triente e sotto
nome VE^. Quivi
egli dice
anche
il
sig.
il
Cherubini che
a
lo
mia
richiesta di
che
il
suo peso era di cinque once e mezzo,
il
ma un
dieci anni
recente ha esaminato
bronzo
me
ha dichiarato sicu-
dopo
gli
medesimo Riccio
{Repertorio, Napoli
1852 pag. 2)
probabile che
ramente genuino.
4. Kircheriano.
assegna quattro once e un quarto.
tipo dell' oncia figurante
l'
Non
Testa giovanile
con boccoli di
capelli
lunghi
:
il
interno della conchiglia siasi
alla cervice e avvolti intorno alla fronte volta a sinistra
ripetuto
e
due volte nella
serie
medesima pel
solo triente
davanti
la nota del triente.
R.
si si
Vaso a due manichi con
vede solo
il
per la sola oncia. Anche la diversa valutazione del peso
il
entro una pianta della quale
gliare delle foglie
otto denari e
:
primo germosei once,
prova che
Riccio siasi lasciato illudere dalla poco fedele
a destra
legge
HAT. Pesa
memoria.
mezzo.
APULIA
LUCERIA
Tav. LXII.
1.
Tav.
LXin.
Testa di Ercole giovane coperta dalla pelle
R.
Kircheriano.
rappresentato da un lato
un pesce
detto
rana
1.
Coli. Santangelo.
plscatrix degli antichi, volto a destra, ed ha di sotto la nota
del quadrante. R.
del leone volta a d.
sin.
Busto
di cavallo brigliato volto a
Un delfino
volto a d. e di sopra
HAT. Pesa
ed
L'esemplai'e che nella collezione Blacas pesa gr. 341,23
tre once e ventidue denari. L'ho nella del peso di
mia
collezione
{H. de la
mon. IV
p.
11).
Quello descritto dal
Sambon
numism.
che
grammi
cento undici. Nella collezione Sorin
del peso di gr. 348,40 {Recherches, p. 82). Quello pos-
riechio se
2.
ne ha un esemplare
sin.,
piombo.
seduto dal Cenni e pubblicato dal Piorelli {Ann.
t.
Kirch. Gallo stante volto a
R. Calzare a
d.,
davanti la nota del sestante.
11 frontespizio) pesava
gr.
341.
Il
Riccio
scrive
di sotto
TAH. Pesa
un' oncia e ventidue
un esemplare ne
gr.
fu trovalo in Puglia, ed era del peso di
p.
denari e mezzo.
Ancor
di questo si
ha un esemplare
in
e
294 {Zecca di Lucerla,
11). Il disegno espresso
da
si
piombo nella collezione Sorriechio. Noi abbiamo veduto
spiegato in Tarquinia l'uso monetale del piombo.
3. Coli, di
lui aggiunge la clava presso al collo dell'Ercole, che
non
la
ha nei tre esemplari genuini che ho
citati:
ben
vedo
mons. Taggiasco. ncora
e dal lato destro
un H
ini-
in
uno
falso e
moderno, stato gi nella collezione Panelli,
84
AES dEAVE
T. Lx:iv
al riverso
del quale
il
modellatore non contento della renell'antico
Tav. LXIV.
1.
dina che sola
espressa
di
esemplare vi ha agconsta
11
Nel Kircheriano. Euota
cerchio
:
a quattro raggi priva dei quarti di
giunto una
specie
oavezzino,
che
del frontale
di sopra la nota, del quineunce, ossia della
met
con sottogola, dei facciali, della museruola.
ricavalo dalla collezione
mio disegno
dell'asse
di
decimale.
e
R.
II. tipo
medesimo.
Il
suo peso
Santangelo, dove ho avuto cura
si
quattro once
dodici denari,
pari a gr. 126.
ces-
che fosse bene espressa la criniera che vi
in
vede trattata
sare ogni dubbio che in questo bronzo sia effigiata una ruota
cos
modo
singolare, l'occhio dell'Ercole
non
di profilo,
ma
rozzamente espressa,
ma non
ostante riconosciuta anche
intero, quasi fosse di prospetto, quale si vede talvolta nel bi-
dal
De Witte
nella descrizione della tav. IV" pag. 12 (H. de la
fronte dell'asse primitivo
romano:
di che
ho un esempio in
monn.
ed. Blacas), giova
osservare
che
tipi
di questa
imo della mia eoUezioue appartenuto
2. Kircheriano.
al ricco deposito di Cere.
serie fusa sono poi ripetuti nella serie coniata coll'ordine
Testa di Apollo coi capelli raccolti e legati in
volto a sin. e nota dell'asse.
assi con questi tipi se
m^edesimo. Ivi dunque
nita
dei
si
si
ha una ruota a otto raggi
cerchio.
mu-
un
ciuffo sul vertice
R.
Gallo
quarti
del
suo
Ed
bene
avvertirlo,
stante volto a sin.
-Musei e
il
Di
ne hanno nei
perch
vedr, che questi tipi sono ripetuti nella
serie
Minervini due ne ha pubblicato dalla collezione
coniata, ove anche si apprende che sono simboli della divi-
Lauria
scrive
di
di
t.
{Oss.
num.
tav. V,
1,2)
del peso di gr. 241, ove
della zecca
nit ivi effigiata.
2. Coli. mia.
a pag. 104
ohe
sono
indubitatamente
Clava e nota del triente da un
lato,
dall'altro
il
Lucer; un terzo esemplare l'abbiamo avuto dal Duca
Blacas che l'ebbe nel suo
fulmine.
Pesa grammi 100,50. L'esemplare del Kirche-
Museo
(llist.
de la monnaie,
3.
riano di tre once, quattordici denari e mezzo.
Kii'cher. Delfino volto a sinistra e di sotto la nota del qua-
IV
pi.
XII) del peso di gr. 202,82.
quindi un asse riterzi.
Il
dotto a circa sette once, cio a
coi
meno
di
due
Lauria
4.
drante.
R.
Astro a
sei raggi.
Pesa due once
23 denari,
due esemplari predetti
esso
n'
ebbe anche un terzo, pubblila
Eirch. Esterna parte della conchiglia pecten. R. Astragalo e
di sopra la nota del sestante.
cato ancor
dal Minervini, con
singolarit di
una
5.
leggenda
al riverso,
ma non ben
riuscita nella fusione e per
Coli. mia.
gr.
Eaua.
7?.
Spiga di grano e
la
nota dell'oncia. Pesa
imperfetta. Ei ne diede
un supplemento ed una interpre-
33,50.
L'esemplare del Kircheriano
di
un' oncia e
tazione, della quale tratteremo nella nostra tavola
3.
LXX n. 3.
Eoma
dal
6.
denari sette.
Nel Museo
di Napoli. Eii
comprato di recente in
Kirch.
Luna
crescente.
R. Tirso sulla cui ferula svolazza an-
comm.
Piorelli e trasmesso al
Museo
di
Napoli. Eappred.
nodata una tenia. Pesa un' oncia,
cinque denari e mezzo:
e
senta nel dritto la testa di Apollo intorno vi
si
laureata volta a
un
altro
esemplare conta di peso diciannove denari
lati
i
mezzo.
inter-
legge a
d.
PVUO
a sinistra
MO-
Questa tenia svolazzante da due
stata
male
DIO
GR
F.
R. Cavallo libero volto a d. e saltellante: di
pretata quasi quei svolazzi fossero
tentacoli di
il
un
polpo,
e
sopra un astro a quattordici raggi. Pesa gr. 396,50. Cotesto
che per tale
si
tenuto e
si
tiene
mazzo
di frondi
bronzo l'ho
io
giudicato una
si
moderna
ci
copia,
questo
7.
ramoscelli del tirso.
mio parere ora mi
conferma da
che del suo peso di
il
Mia
Coli.
Ho
qui posto questo bronzo che ha
tipi
medee
oltre a quattordici once
mi ha
scritto
eh.
De
Petra, al
simi che l'oncia.
dall'altro
Kappresenta da un lato la ranocchia
di grano.
il
quale ne ho fatto richiesta. Esso somiglia in tutto al vero
asse pubblicato dal Caronni,
una spiga
Esso
privo della
nota di
che lo compr e introdusse
valore. Simile
a questo
tipo di quel bronzo che ho
n.
nel
n.
Museo Hedervary
42)
:
{ilus Hederv. pars. I p. 35 tab. II
rappresentato nella tavola
LV
8:
esso per ha la legdi Todi, e
era di gr. 307. Dell'esemplare che era
una volta
saputo
genda nV, che ha esempi nella serie libbrale
in questa di Lucer. Il suo peso di
I
non
nella collezione
Lombardi
in
Lucer non
si
finora
grammi
45,50.
dove
si trovi. Il sig.
Prauoesco Mongelli prima del 1848
me
Lucerini hanno ancora fusa una serie ridotta della loro
e della
ne mostr uno suo, che fuori le porte di Lucer aveva tolto
di
lo
moneta
iniziale
romana
ma
in questa vi
si
hanno adoperata
la
mano
due pastori,
di gi
quali procacciando di dividerselo
e guasto.
distintiva,
onde
rafferma la serie precedente
avevano
profondamente intagliato
si
Esso
nella
8.
attribuita ai Lucerini.
La
riduzione appare fatta sulla quarta
nondimeno, quantunque
Collezione del
principe
mal
concio, pass di poi
parte della libbra.
Spinelli,
{Oss.
ove nel 1855
il
Miner-
Kircheriano. Testa di Ercole giovane con la spoglia del leone
in capo e la clava accostata al collo volta a d.
libero galoppante a
d.,
vini attesta di averlo veduto
num.
pag.
105). Della
ci
R. Cavallo
di sotto U.
notizia data dal Eicoio dell' esemplare
Lombardi vedi
di sopra astro
ad otto raggi,
che dico nel Pavergo a pag. 41.
Pesa due once
asse
nelle
14 denari; un mio esemplare smozzicato
e
La doppia scoperta
fatta di cotesto
campail
ih
due luoghi pesa once due
di tre once.
nove denari
il
Eiccio ne d
gne di Lucer ne ha dimostrata la
patria:
prima
Maz-
uno
9.
zocchi seguito dal Caronni Io aveva attribuito a Pesto,
ma
fa
Kirch. Euota a quattro raggi e nota del quineunce: nel basso U. R.
non
si
sa
per
qual motivo.
Del
resto,
quando
si
emise
La ruota medesima. Pesa un'oncia
22 denari. Fno dei due
dalla zecca
medesima
l'asse ridotto,
al tipo dell'Apollo
esemplari di mia collezione ha di peso gr. 38, l'altro]31,70.
10. Kirch. Clava, di sopra la nota del triente, di sotto la let-
sostituito l'Ercole coperto dalla spoglia di leone, all' astro
di quattordici raggi quello di otto.
tera iniziale U.
R.
Fulmine. Pesa
gr.
33,50.
T.
XLV
AES GEAVE
35
11.
Coli. mia. In questo spezzato appare la
di
prima volta un L
manos
una
esset
pervium.
Il
Milliugen
si
maravigliava come mai
vero, dice,
forma cbe dicesi normale
quadrata. Pesa egualmente
tal citt
non avesse propria moneta. Egli
gr. 33,50.
che vi sono delle monete colla iscrizione \f da lungo tempo
attribuite a Velia, e ora si suppone
12. Kirch. Delfino: di sopra la nota del quadrante, di sotto
la lettera U.
che
appartengano
R. Astro ad otto raggi. Pesa denari ventuno.
Venosa
ma
talune sembrano doversi assegnare piuttosto a
altra
13. Coli. mia.
la lettera
Due
L
esemplari
:
del
tipo
precedente
nei
quali
Veretum nella Japigia, non avendosi del resto
che la iniziale \E per se incerta {Consid. stim ancor esso
clie
guida
quadi-ata
l'uno pesa gr. 20, l'altro 23,80.
p.
241). L'Eckhel
Velia, indotI,
14. Kirch. Conchiglia pecten veduta dall'esterno. B. Astragalo,
di sopra la
gr.
cotesto \E significasse
nota del sestante,
di sotto la lettera U.
Pesa
tovi dal tipo della Pallade e della civetta (D. n. v.
Il Sestini
166).
17.
non seppe contradire, sebbene dicesse non potersi
i
15.
Coli.
mia.
tipi
il
valore
sono
quei
del
n.
14,
ma
persuadere che monete
cui
tipi
avevano tanta analogia
la lettera
normale. Pesa gr. 17,20.
R.
con quei di Lucer dovessero essere date a Velia. Dei resto
il
16. Zirch. Eana.
Spiga
di
grano:
di sopra
globetto
raccomandava
{Descr. pag.
di vedere se si potessero 17). Il
mai dare a Venosa
nota dell'oncia, di ^otto la lettera U. Pesa nove denari.
17. Kirch.
dubbio fu tolto
e la questione decisa
Luna
:
crescente. R. Tirso che porta avvinta una tenia
la ferula serve anche per asta verticale della
sei
quando
il
P. Baselice tornando a Napoli da Venosa port
svolazzante
lettera
L-.
seco alcune monete fuse ivi acquistate, e le mostr all'Avellino, il
Pesa
grammi
20
ceutigr.
quale non trovandovi alcuna epigrafe pur le assegn
18.
uno
dei tre esemplari di
mia
collezione, nei quali la
a quella colonia a motivo della loro provenienza pubblican-
normale. Pesa gr. 6,20.
done l'asse {Rull. arch. nap.
Egli vi riport anche
l'
a.
II p.
34 Tav.
II fig. 6).
esemplare del Carelli (Tav.
XLV,
2).
ASCULUM APULUM
Tav.
1
ancor esso proveniente da Venosa,
ma
dato
come
incerto.
LXV.
alla provenienza,
Ora possiamo esser
certi che
Venosini fusero pi serie
il
1-5. Tardi e dopo ricerche iterate si deciso, avuto riguardo
della loro moneta, e nella
prima omisero del tutto
mo-
che le monete fuse con la lettera
A
un
inful-
nogramma
\,
che
inscrissero poi nella seconda. L'asse
scritta con
la nota di valore nel dritto, e al rovescio
della prima serie del peso libbrale,
ma
:
di sistema deil
mine sono della zecca
di Ascoli di Puglia. I pezzi di cotesta
il
cimale, e non ha veruna nota
sia
di
e
valore
si
quincunce, o
certi
serie trovati finora sono
triente,
il
quadrante,
il
sestante,
semisse
il
tuttavia
triente,
manca,
pu esser
che
l'oncia
p.
la
semoncia.
pesi notati dal Minervini {Oss.
non ebbero
niata
:
perch manca altres alla serie co-
97) sono questi: triens gr. 46,00; quadrans gr. 27,71;
ci
senza esempio. Le zecche di Puglia battono
sextans gr. 22, 72 ;.wr>CM gr. 13,30; semuncia gr. 6,68.
Questi pesi
cherches
del
anche la
di
semoncia e noi
per
l'abbiamo
che
nella
si
serie
coniata
medesimi trovo notati dal Sambon nelle Re-
Venosa:
notiamo
non
ancora trovata
1860
p.
74:
li
di
nuovo nelle
Recherohes
quella che deve appartenere
valore
brale.
si
alla
serie
fusa.
La
nota di
del 1869, dove anche
al triente per
attribuisce ad Ascoli piceno e d
gr.
trova segnata nel solo sestante
di
della
serie lib-
maggior peso
53
per minore gr. 44; e
Nel quadrante venosino
la nota di valore,
diminuzione
semissale
lati,
cos dice del quadrante che discende da gr.
e
il
27 a
gr.
21
manca
ma
solo.
nel sestante v' sui due
sestante da 22 gr. a 17. Cotesti pesi dimostrano che
di Ascoli
e nell'oncia
da un lato
alla
la zecca
non emise
la sua
moneta fusa sul
si-
Ho
riferito
zecca
venosina un
quadrante
im
stema libbrale,
ma
sul trientale.
sestante per sola congettura alla quale attribuzione non sar
ostacolo la ripetuta nota di valore, conosciutane
la
incoil
VE^SrVSIA
Venosa gran
citt la cui origine si fa risalire a
stanza della zecca di
Venosa: e neppure mi
si
opporr
Dio-
tipo nuovo, avendo osservato che anche nella
i
moneta fusa pu
tipi
mede ebbe da Koma una
colonia
nel 461, perch
stando
Venosini hanno due
tipi nei sestanti e nelle once. Si
il
sul confine della Paglia e della Lucania tenesse quei due
anche dire che hanno emesso
diversi, di che vedi la tavola.
6.
quadrante
con due
popoli in soggezione. Era in possesso dei Sanniti, che ne
furono cacciati, quando
assalto;
il
console
Postumio
I,
la
prese
di
Coli.
Sant.
Protoma
di cignale
sin.
volta a sin.
gr.
R.
Protoma
di
scrivendo Orazio (L. II Sat.
34, segg.):
cane da caccia volta a
plare nel
Pesa
330.
Ve ne ha un esem-
Museo Britannico
del peso di gr. 338,51.
ri-
Nani venusinus arai finem sub utrumque colonus
Missus ad hoc, pulsis, vetus
est
7.
Kircher.
Tre mezze lune opposte dalla parte convessa
il
ut fama, Sabellis,
hostis,
guardante
centro. R. Conchiglia pecten veduta dall'esterno.
Quo ne per vacuum Romano incwreret
Pesa
tre once e
im denaro. Se
l'asse libbrale
dunque
Sive quod Apula gens, seu quod Lucania hellum
Incuterei violenta
chiaro che questo bronzo non pu essere che
un quadrante.
La sua provenienza
con simili
tipi e il
ci
ignota,
ma
il
confronto del u. 10
di
E
eo
il
commentatore: Eo missus erat Romanus colonus
\E
iniziale del
nome
Venosa
ce ne assi-
tempore, quo a Romanis Sabini vieti sunt, ut ne per
cura la patria. Noi siam privi adunque del semisse, o sia quincunce, e del triente.
vacuum
locum,
Sabellis
expulsis,
iter
Lucanis ad Ro-
36
AES GKAVE
T.
IXTI
8. Kircli.
Luna
crescente, e al rovescio
il
medesimo
tipo.
Pesa
di-
l'esergo la nota del triente. Il suo peso di
grammi 28,65
e
i
ciassette
denari. Il confronto del simile bronzo con la sillaba
ci
suppone
l'asse
ridotto a quadrantario. Si opinato che
,
\E iniziale di Venosa
ha dimostrata
la zecca
che lo emise.
e
Lucani giunsero ad impossessarsi di Metaponto
fusero queste monete che
tlIET
;
ed
ivi
Se fu semoncia, noi manchiamo del sestante
9. Kircheriauo.
dell'oncia.
la
in
carattere
i
osco
s'inscrivono
DeMno
Il tipo
volto a sinistra e
di
sotto
nota del
ma
non
si
considerato che
Lucani non hanno mai
che
greco,
sestante,
di valore.
fl.
medesimo
del dritto con la nota stessa
fuse monete nelle citt da loro
conquistate,
dell'alfabeto
non
si
anche
di questo
il
bronzo
il
confronto nel
servono nelle loro monete
che
anche
sestante
che vi aggiunge
nome
di Venosa. Il peso di
quando adoperano
il
dialetto loro proprio, e cos scrivono
quello che nella collezione Blacas di
grammi
56,
il
nostro
AOYKANO/V\
ratura. Dicasi
in osco, siccome
AYKIANilN
i
in greca lette-
di gr.
55,53.
Ho
posto questo bronzo fuori della prima
adunque piuttosto che
Metapontini trasforritirata
serie
che
priva della
nota di valore.
si
Noi apprendiamo
i
mati dalla lunga dominazione dei Lucani, dopo la
di Pirro,
Il
che in Venosa come in Lucer
globetti delle once
10. Kirch.
cominci ad apporre
resi liberi
dai
Eomani emisero queste monete.
prima che
l'asse libbrale fosse ridotto.
lungo possesso di cotesto popolo indicato da Strabene, ove
i
Tre mezze lune opposte dalla parte
convessa
al
dice che
Sanniti abolirono le feste dei Neleidi r/cfaviadi]
vn
centro e di sopra \E. R. Esterno
della conchiglia peclen.
.^ayr^rou' (VI, 264). IlMillingen [Consid.^.2o, 22) seguendo
il
Pesa un'oncia, nove denari
drante,
mezzo. Se questo
un qual'asse
Cluverio
{It.
ant. p. 1278) giustamente tiene che qui per
i
come quello
del n. 7,
abbiamo adunque che
ebbe
la
Sanniti debbono intendersi
4. Kirch.
Lucani.
d., di
quando fu
ridotto a semissale
leggenda \F
non-
Testa giovanile forse coronata volta a
del
sestante
,
dietro
dimeno
globetti del valore vi sono omessi.
il
Questa inco-
la nota
davanti
il
nome
/V\ET. R. Elefante
stanza deve sospendere
nostro giudizio intorno alla serie
il
gradiente a sin. di sopra probabilmente
volante che l'incorona. Di questa
una
si
vittorietta
libbrale che parrebbe dover portare queste note, se
stante di essa serie n. 9 n' fornito.
11. Coli Carelli (Tav.
/?.
se-
moneta
avuto
di di
recente
l'epigrafe \f.
un secondo esemplare
trovato
nelle
di
campagne
LXXXIX,
che
14) Mezza luna con
Sepino, e pesa gr. 18,70.
plare
5.
Un frammento
nn
altro
esem-
Lo
stesso tipo col segno dell'oncia.
mi fu donato
in Salerno
un quarantatre anni addietro.
R. Elefante a d. coro-
12. Kircher.
DeMno
e
va a sinistra ed ha di sotto la nota
\E.
R.
Da un mio
calco. Testa barbata a d.
del sestante
e di sopra la
di sopra l'epigrafe
Lo
stesso tipo,
nato dalla vittoria.
6. Coli. Lauria.
nota del sestante.
l'ho
per
me
incerto a qual serie
Testa barbata volta a
:
d.
alla
nuca
la
leggenda
ridotta appartenga, per
dato
separatamente. Questo
/V\ET
(v.
la tav.) R. Elefante
di sopra la nota di sestante. Il
e nelle Osserv.
esemplare pesa grammi 23,00. Altri ve ne ha di den. 15,90,
di 19 e mezzo, di 22,40, tutti muniti dell'epigrafe e della
Minervini (nel Rull. arch. nap. Ili
numism.
pag. 74) credette esservi rappresentata una cerva nutrice di
nota di valore.
Telefo
l'unghia visibile in tutti e quattro
piedi facendola
senza dubbio determinare per cerva.
A me
per non altro
appare che quanto ho espresso nella tavola. Nell'esemplare
Tav. LXVI.
1.
del
R.
Museo Borgiano
si
in quanti
mi sono
noti
di
di
Propastile
Kirch. Civetta di prospetto e nota del sestante.
cignale e vi ripetuta
la
Testa di
questa
ganda,
vede chiaramente un elefante
si
barbaro
nota.
Ho
qui
delineata
ma
con piedi carnosi a cui
possono supporre le tre
moneta
in seguito alle serie di
Venosa, perch potrebbe
di esse.
quattro unghie, non per un' unghia biida propria del cervo.
ben essere appartenuta ad alcuna
e
Pesa due once
sopra una
due denari
mezzo. Questi
tipi si
rivedono
CAlVrPANIA
moneta coniata
InsUt.
dalla predetta Venosa. Il Capranesi
{Ann.
1870, 210 tav.
VELECHA
n. 1)
trasse in
errore gli
autori
di
7.
dell'aes grave
ponendo che sul riverso fosse una testa
Da un
gesso della Coli. Odelli. Testa del sole raggiante di
:
lupo e non di cignale.
2.
prospetto
di
a d. la
iniziale
D,
a sin. la
nota del
semisse
Kirch.
Testa
giovanile
d.,
Ercole
v'
il
coperta
dalla
pelle
di
significato con sei globetti.
R.
Luna
crescente ed astro a
leone volta a
dinanzi
segno del quadrante. R.
tipi si
nove raggi entro un cerchio
basso la nota
8.
di altrettanti globettini:
nel
Protoma
di porco a d.
Pesa once due. Questi
hanno
del
semisse.
anche sebben separatamente sulle monete coniate di Venosa.
Kirch. I
il
tipi
medesimi della moneta precedente: a destra
si
Di cotesto bronzo, come del precedente ne
ignota la patria.
3 del quale
conserva l'asta verticale, a
sin.
un
indizio
dei
due globetti. R. Luna crescente ed astro
coi
due glo-
LUCANIA AUSTRALIS
METAPONTUM
3.
betti in alto.
9. Kircheriano.
v'
Pesa nove denari.
Testa del sole raggiante di prospetto, al di sotto
R. busto
la nota del sestante. la nota
e
di cavallo volto a sin. e
Kirch. Bifronte imberbe, a
d.
l'epigrafe
W\ET
(v. la tav.)
R.
ha davanti 22 denari
medesima
e di sotto le lettere
CE. Pesa
Elefante volto a sin. al di sopra v' una figurina incerta, ma,
pel confronto del n. 5 pu essere stata una vittorietta. Nel-
mezzo. Se ne ha un esempio nel Museo Bri-
tannico {Catal. pag. 128) posto fra le monete osche incerte.
T.
LXVII
AES GRAVE
37
10. Kiroher. I tipi sono simili al precedente,
l'oncia. E.
ma
la nota del-
Busto di cavallo
volto a d. che
ha dinanzi
la
APPEXDICE
SABINI
NVESIA-ANCARANO
Tav. LXVII.
1. a, b.
nota medesima. Pesa sedici denari.
Ho
mostra
uniti insieme questi quattro pezzi appartenenti a
due
di-
serie diverse
il
ma
usciti dalla officina
medesima, come
nome
delle
della citt che comincia colle iniziali C e CE.
Abbiamo
monete coniate che ripetono
tipi
mede-
Coli. Nardoni. Neil' antica necropoli posta presso
i
Ancava con
simi della testa del sole e del busto di cavallo e portano
la
rano dietro
soli
monti
di Norcia,
dalla quale oggi vi
il
si
leggenda, quando
intera,
CEAEXA. Se
cotesto popolo
tre quarti d'ora di viaggio,
Guardabassi inspettore
ha fuso moneta del sistema quadrantario dunque anteriore in questo luogo alla
degli scavi attest di aver trovato trentasei chilogrammi e
prima guerra punica.
Ma
quale
si
mezzo
di aes
rude minuto (Mem. dei Lincei
a..
1878). Unica
questa
Velecha
In Campania, dovere opinione che
tro-
per cotesta piastrella quadi-ata che porta per tipo in incavo una croce equilatera con un tondino rilevato nel centro,
quasi fulcro o piede del groma agrimensorio veduto dall'alto.
vino queste monete non vi citt veruna che porti questo
altro simile
nome. Solo un villaggio posto fra Atella
il
Napoli vi
si
accosta chiamandosi Pollica, e dice
si
Giustiniani
R.
Cifra simile
alla
lettera
C impressa ancor
essa
si
che nelle antiche carte
trova scritto Polvica, Pulbica.
nel bronzo.
Un
bronzo della stessa natura del nostro
La
serie
si
seguente eh'
notato
anonima,
si
crede
campana,
pubblicato dal P.
De
Feis (Vedi la tav. seguente n. 3).
di lastra,
Non
ma non
pani
si
che fa uso dei sei globetti
il
come
la
per un frammento
l'ho fatto
il sig.
ma im
informe
Tav.
bronzo
precedente per dinotare
semisse, mentre gli osci camil
i
fuso, quale
n. 3.
rappresentare
nella
LXVIII
servono dell'asse decimale, e per
Il
loro semisse
Ma
ora
Stettiner possiede nella collezione sua
un quincunce.
Friedlaender che stanzi
le
Velecani in
coniate, 12.
un esemplare pei
rano;
tipi
impressi similissimo a quello di Anca-
Campania non diede loro che
che sono da
11. Kircheriano.
sole tre
monete
una
di
piastrellina ancor essa,
come quella
di
Anca-
me
Due
incise nella Tav.
LXXXVIII,
10, 11,
e
rano,
ma
forma
triangolare, del peso di circa
30 grammi
giovani in corta tunica cinta
un
d'essi
con la stessissima croce su di una faccia, e la mezza luna
con clamide gonfia dalla violenza del moto sembrano esser
venuti alle mani lottando colle pugna strette. R.
impressa
sull' altra.
Esso
gli
venuto da Perugia.
il
Due mezze
Consta
che gli antichi
marcarono Vaes rude come
Strozzi sono
lune opposte colla parte
convessa al centro e aventi cianel basso v' la nota del semisse
e
signalum. Nella collezione del march.
due
scuna in seno un astro
in sei globetti.
frammenti di quadrilatero trovati negli scavi di Tarquinia
che portano per marchio una luna crescente con un astro.
Intorno alle diverse opinioni che cercano spiegare
delle
i
Pesa un'oncia
di Pesaro:
il
mezzo. Se ne ha un esemZanetti (Zecche, pag. 451)
siansi
plare nel
Museo
motivi
l'attribu a Luni, dove
non sappiamo che
mai
tro-
marche
e contrassegni
pu vedersi
il
Borghesi (Oeu-
vati pezzi di questa serie.
vres, l;
212 213). Niuno per
dei bronzi con contromarca
12-14. Kircher. I tipi di questi tre bronzi
del semisse
:
sono
quelli stessi
sono contrassegnati da due facce. Perci io stimo, che questa sia
solo ne
differiscono per la nota di valore e
una novit
di
aes
signatum, portante
suoi tipi
pel peso. Il n. 12
un
triente del peso di venti denari e
di undici
impressi in incavo.
mezzo;
il n.
il
13 un'oncia del peso
denari e
mezzo;
n.
14
una semoucia del peso
di quattro dei
RUTULI
ARDEA
2. a, b, e, d, e.
nari e mezzo.
Non
ne furono interpretati;
tipi
quanto
grave
alla zecca, si sono classificati
fra gli incerti
(Aes
Tav. IV, A,
.5).
Kircheriano. Cotesto insigne frammento di qua-
Ho
qui poste
alcune
monete, delle quali
Italia
s'ignora la
drilatero, che
mi
fu dato di vedere quando la stampa delle
patria e
sembrano provenire dalla
n.
superiore,
non
tavole di aes
signatum era compiuta, mi
si
sembrato pre-
per quella che pongo al
15. (Aes grave Tav.
15.
gio dell' opera, che
avesse almeno nell'appendice. Io ne ho
i
IV
incerte. A, 6). Testa virile
con capelli
R.
fatto delineare tutti
lati,
perch constasse la somiglianza
ricci volta a sin., alla
nuca
la nota dell'oncia.
Un
de-
di questo pezzo del Lazio con quei delle terremare della
cusse
croce equilatera.
Emilia trovati nel Reggiano e nel Parmigiano.
Il cos detto
16-17. (L'aes grave, incerte, Tav.
dall'Arigoni nn. 4, 5). Il
la
ramo secco
sui
due
lati
maggiori,
ma
privo di quei glosi
secondo bronzo
l'astro
n.
17, che
ha per tipo
mezza luna e
i
boli con anelli che in alcuni quadrilateri
vedono impressi
con un globetto a destra, deve avere invece
tre
sul tronco ad ogni diramazione delle braccia, e che proprio a
globetti
come
nel
n.
16 e per ve
li
ho aggiunti. Essi
quanto pare della zecca di Todi.
lati
Il
metallo scorso
fra
non significano
anche
il
la nota di valore,
ma
gli astri e questo
staffa e staffa nei
minori ha quell'andamento che abnei quadrilateri
di gr.
e si
e,
significato di quei che sono sul rovescio.
biamo
sopra
notato
si
in
generale
Il
nei
quali
di
18-19. (L'aes grave sopra citato
goni).
V
tipi
incerte
nn. 7, 8 dalP Ari-
allarga.
suo
peso
2691,00
pari a
Paragona
il
bronzo delineato nella Tav.
XLIV
n. 1
libbre 8, gr. 3,00.
Non
intero
letfc.
vede dal colpo di
fu
che d'altro conio
ma
con
simili a questi.
mazza che porta impresso,
che
spezzato nel
38
ES GEAVB
T.
LXVIII LXIX
mezzo
pu quindi supporsi che
l'
intero
pesasse
sedici
mont a cento
e dieci libbre incirca,
ma
si
fra tanti piccoli
let-
libbre incirca.
pezzi uno soltanto
tere
e
si
i
portava
due segni predetti. Le
Cessa quindi ogni pretesa distinzione di zecche da questa
parte, e solo si potr dire, fra noi
segni impressi generalmente
sono sempre tenuti
e a
sono
pi
i
rari questi
tengono universalmente in conto di contromarca:
:
bronzi primitivi, e nella Emilia invece sono
pi comuni.
ragione
noi troviamo di fatto questi marchi impressi anche
sull'aM uscito dalle forme con segni in rilievo.
Ma
non
v'
SUPPLEMENTO
CAESENA
Tav. LXVIII.
1.
esempio che
le
contromarche
si
occupassero
il
campo
della
moneta, u che
imprimessero su l'una
e l'altra faccia.
si
Eagion vuole adunque, che questi segni impressi
dino come
tipi.
riguar-
Vi fu quindi una terza classe
di aes
che
Peis,
a, b.
Collezion
mia.
Trovato
dal
sig.
V.
Capobianohi
altri
in
port
tipi in incavo.
Ma
non saprei seguire
di
il
P.
De
Cesena presso un negoziante insieme con
di aes
frammenti
quando stima che Vaes rude fu in origine
un peso mi-
rude
signatum: ora nella collezione mia per gra-
nimo
e determinato.
zioso suo dono.
La sua forma
di bacino
rotondo leggermente
concavo come
sezza.
si
vede nel disegno, che rappresenta la gros4. Coli. Pasinati
,
EOMA
oggi passato in quella del sig. Pietro Stettiner.
di quadrilatero con
singolarissimo non solo perch apparisce certissima-
mente
tagliato, di che ora si
hanno
altri
esempi
sicuri,
ma
Frammento
sulle
un
delfino di arcaico stile
si
perch chi lo tagli ebbe intenzione manifesta d farsene
un' accetta, la cui forma
viglia.
il
due
facce, il
primo quadrilatero che
sappia trovato
pezzo tagliato esprime a marai
in
Roma
esso stato levato dalle acque del Tevere
e
pro-
Non ometter
di far notare che fra
pezzi di questo
priamente fra Ponte Kotto
Ripa Grande, Pesa
gr.
1460
deposito
accetta
me ne fu recato un secondo, che ha ma non cos bella e finita. Il peso
due accette non avrebbe
ugual forma di
del
pari a quattro libbre, quattro once e
grammi
12.
Prendo
frammento
argomento dal posto dato
al delfino
per credere ohe un
qui disegnato di gr. 351.
lico tagli
Costui che da un pane metaldi certo fusa un'accetta
simile delfino doveva essere figurato nella parte mancante.
Dico, poich fu tagliato, perch vi
e
si
vede una linea segnata
il
per farne aes rude.
poco sopra di essa
al colpo
il
segno dell'accetta per disporre
Il
bronzo
di
mazza.
quadrilatero
intero doveva
SAMNIUM
2.
quindi pesare un otto in nove libbre.
notevole che in
Mia
collezione.
Questo pezzo di aes rude mi
citt posta a
stato recato
questo quadrilatero la grossezza della bava sporgente fra
le
da Ponte Landolfo
poca distanza da Campo Lat-
due
staffe
sia
uguale dall'alto in
di questa
basso,
e regolare.
taro nel Sannio, territorio dei Liguri Bebiani. Io ne ho gi
Non
e
v' finora
un bronzo
classe cos
elegante
dato in disegno la parte liscia nella Tav.
VI
n. 9,
ma
allora
simmetrico.
non mi era peranco avveduto della singolarissima lettera
impressa per contrassegno sulla faccia
opposta.
La forma
SUPPLEMENTO
PRAENBSTE
Tav. LXIX.
1.
II
della lettera arcaica, l'andamento retrogrado:
ci
ma
non
altri
dato
di stabilire
che
senso
si
abbia.
si
Era con
pezzi maggiori sotto grosse pietre che
vollero rimuovere
dal proprietario avv. D. Daniele Perugini.
di
Su
di
una moneta
Trovato nelle terre che sono fra Val Montone
Monte Portino.
bronzo della collezione D'Ailly furono lette due sigle S F bronzo
si
Testa di leone di prospetto ohe morde una lamina di spada
acuta a due tagli munita di manico a destra. R. Protoma
di cavallo sbrigliato
le quali in altro
sou vedute spiegate
la
FORTVNAI
pl.LIV, 12;
STIPE (D'Ailly, fecherches sur
cf.
monn.rom.
volta
a sin. dinanzi alla fronte
v'
la
mia
SijU.
pag. 555,2299). Il bronzo nostro antecede
una mezza
ci
luna.
Pesa
gr, 347.
questo
il
terzo asse che
l'epoca della colonia beneventana, e del traspiantamento dei
viene dalle terre circostanti a Pai estrina, onde ho preso a quella insigne citt del Lazio. Gli
Liguri Bebiani nel Sannio.
3.
partito di assegnarlo
assi
la
Belona nell'Orvietano, ora posseduto dal P. D. Leopoldo De Peis
Barnabita e da lui pubblicato con una dichiarazione, nella
quale di parere, che questo informe pezzo con una croce
equilatera impressa da
il
privi
di
segni
monetali formano
una prima
serie,
seconda se ne distingue per un caduceo, del quale
mi
sono giovato per mettere insieme alcuni pezzi che ripetono
la stessa insegna:
un
lato e
un' ncora dall'altro, sia
questi
sono
il
semisse e
il
quadrante
vero e primitivo aes rude del peso di un'oncia divenuto
(Tav. XLI, 2, 4).
Ora per cotesto nuovo asse portante per
si
per quei segni impressi aes signatum.
che dalla necropoli di Anoarano
ci
Ho
gi detto avanti
insegna la luna crescente,
dovr fare altrettanto, e per
rimetta
degli
venuto un simile pezzo
attenderemo che la terra
ci
spezzati
che
ma
in piastrellina quadrata portante da
un
lato la lettera
abbiano, questo segno monetale.
segno C e dall'altro una croce equilatera similissima a
quella di Belona. e anche da
Perugia se ne
avuta una
2. 0, b.
VELITRAB
seconda piastrellina coi segni medesimi, che porta quella
di
Museo
di Napoli.
Quadrilatero della collezione Borgiana,
pubblicato per disegno. Il P. Eckhel
Ancarano.
Il
minuto aes rude raccolto
in quella necropoli
finora descritto,
ma non
T.
LXX
AES GEAVE
39
lo
vide
il
primo
in Velletri e lo descrisse
poscia
il
Borgia
di Pesaro, che
rappresenta sui due
3),
lati la testa
dell'Apollo
r inser nel
rn(o/of/o del suo
Museo
trascritto dall'Avellino e
Sorano
(v.
Tav. XXXIII,
aggiuntovi per simbolo
d'
mone-
dato in luce dal Fiorelli {Ann. di numsin. Yol.ll p. 99).
Ivi
il
tale dietro la
nuca un grappolo
1^. Il picciuolo
uva che erroneamente cresi
Borgia
p.
10
di
lo attribuisce a
Kimini. Eappresenta da
il
derebbesi un
che qui non chiaro ben
un
lato la
lama
Pesa
una spada,
dall'altro
fodero col balteo
vede espresso nella tavola citata in quel di Pesaro. General-
cinturino.
gr.
1898,14 pari a cinque libbre ed 8
Il
mente
si
tiene
per lunga esperienza che
si
le
monete fuse
di
once meno 6 grammi.
nari 2.
Borgia
gli
assegna once 60
de-
maggior peso non
trovano molto lontane dalle citt e
:
Fu
trovato insieme col quadrilatero che porta da
il
un
regioni che le emisero
ma
qui la lontananza
grande
lato l'aquila sul fulmine, dall' altro
pegaso
e l'epigrafe
che appena basta a spiegarla l'analogia di qualche asse della
Italia centrale ti;ovato, per
ROAAAMOAA.
ma, se
Il
Carelli n'ebbe forse
assai dift'erente.
uno schizzo
il
di disegno
modo
di esempio, a Veleia o a
cos,
Perocch
il
manico non
Trento.
Il
motivo
di tale trasporto
non
sempre agevole che
ai Falisci della
ricurvo di sopra,
come
lo
rappresenta
disegno del Carelli,
si divini:
pure per questo asse che appartiene
ma
termina in un pomo; non ha poi la vetta libera per
Sabina
si
pu sospettare che
coloni dedotti dai
stati parte di
Komani
quei Fa-
paramano,
ma
congiunta di un pezzo. colla lama. Questa a
il
in Ipponio verso l'anno
lisci,
515 siano
punta ed ha due tagli
cui trinciante ai due terzi si al-
che poco dopo
furono
dedotti in Sardegna (vedi la
larga a guisa del ferro di una lancia. Essa poi corsa per
Sylloge inscr. ant. n. 558).
lungo
da una costa
di forza.
Quanto
al fodero questo
baccellato ed ha l'estremit inferiore protetta da una larga
piastra orlata in forma di pelta, che le fa da crespello. Il
APULIA
LUCERIA
3. (a),
h.
cingolo annodato alla estremit superiore poco
all'apertura o bocca che riceve
la
di sotto
Coli. Lauria.
lama, la quale appare
la
il
riverso dell'asse edito dal Minervini
il
aver due seni e sollevarsi nel mezzo, perch
trodotta che
alla
sia, si
lama, in-
{Osierv. pag.
104 Tav. IV, 14)
cui dritto simile a quello
tenga ferma. Vedi
le dichiarazioni fatte
dell'esemplare seguente. Qui poi ho riprodotto da un mio
particolar
i
Tav. XIII.
disegno
la
faccia
soltanto
dove
si
leggono
nomi
dei due soprastanti alla zecca, che credesi lucerina.
SUPPLEMENTO
III
Il io
Minervini tenne questo bronzo indubbitatamente genuino,
ne ho sempre difEidato; per mi parve che vi dovesse
ETEURIA
.
essere
un
originale antico dal quale
il
moderno impostore
TAEQUINII
raggi ripeil
avesse potuto ricavare la leggenda con tale paleografia ed
ortografia superiore
Tav.
1.
LSX.
tuto nel riverso. Il sistema di ripetere nel rovescio
del dritto, proprio della zecca sabatina e sabina (Tav.
qualunque ordinaria contraffazione.
Tarquinia. Asse col tipo di un astro a quattro
La
lezione
e
del
Minervini fu: SE
POS C BAB
U
ed
tipo
spiegando
supplendo Sergius o Servius Postumius, PuSExtio
XXXIV,
hlius Babidius, Luceria. Io lessi la prima volta
XXXV),
2,
e di
si
alcune citt dell' Etruria centrale (Tav. LII,
P
4. a,
b.
BAB
(Syll pag. 78).
sig.
3;
Lm)
vede qui usurpato anche da Tarquinia. Di
ridotti (Tav.
ci
Dalle campagne di Campobasso, ora posseduto dal
Bellini.
avevamo avuto un indizio nei quadrilateri
4, 5;
XXVII,
Dom.
conferma dei miei sospetti
e diiBdenze
XXVn,
2, 3, 4, 5, 6),
che al pari dei quadrilateri col tipo
1.
venuto alla luce dopo molti anni questo nuovo esemplare
del del
tera
ramo braeciato (Tav. IX,
bue (Tav. XX), ripetono
3 H;
1, 2, 3;
XXV
1, 2)
apertamente moderno,
onde
e ne
la
mezza luna ovvero
la let-
stato
ripreso da
ma me
con leggenda ben conservata,
l'esame del primo esempilare
pii
A
ci
sulle
due
facce.
Di quest'asse scoperto nel 1875 che
si
risultata
una lezione
piena del primo bronzo mal
dei duumviri monetali sono
il
ha di peso gr. 368 non
che
hanno finora spezzati. L'altro
pii
asse,
riuscito nella fusione. I
stati
nomi
ha dato Tarquinia in
esemplari, pare che debba
qui diversamente
il
ordinati, dandosi
:
primo posto a
stare a capo della serie sia che pesi gr. 352,
come quello
Babio,
secondo a Sestio
.
eccon
l'
epigrafe
SEP
BABI
del
Museo
di Torino,
323 come quello del Museo Britanvolta nella collezione
SEXTI
Ambedue
coni
sembrano
usciti dalla
medesima
alle linee
nico,
307 come quello che fu una
stalo
mano, che non badando nella iscrizione circolare
paleografiche, che
fossero volte
al
Capobianchi ed
da
me
si
disegnato nella Tav.
XLVI.
centro,
ce ne
ha date
se;
Questi pesi a bastanza dimostrano, che in Tarquinia, pi
nell'uno
e la
nell'altro
bronzo
alcune
d'esse
inclinate
che in Atri
e altrove,
non
stette per nulla alla libbra
dirsi.
guendo
che
mano che modellava da
di artefice
sinistra a
destra
lo
romana
effettiva o
nominale che voglia
parmi argomento
esistito,
moderno. Se l'originale
e
li
FALISGI
SAURA FALISCORUM
2.
non ha mai
somministr
grafia
colui
che
invent questi nomi
di
all'artefice
mostra
non ignorare
la
fa
paleocerta-
ed
ortografia
il
arcaica latina.
A me
non
Nel Museo
di Napoli, trovato in Calabria nelle
campagne
di
mente ostacolo
il
prenome SEP per Seplimus quantunque
l'
Nicotera {Not. degli scavi 1882 pag.
285).
E un
secondo
confessi raro di guisa che
Creili pot sostenere per
ben
esemplare
di
quel rarissimo e finora unico del Museo Olivieri
fatto dall'
Hagenbuch
il
supplemento Seplimius, togliendolo
40
AES GEAVE
T.
LXX
cos dalla classe dei
si
prenomi nella gruteriana 527,
1,
dove
anche
rone dice (De L.
L,
IX, 60 ed. Muli.)
In praenominibus,
legge
SEP
ANICIVS
onde,
DAMA
opinione accettata
dell' Orelli
quibus dlscernerentur nomina gentilicia, ut ab numero,
in viris Quintus, Sextus, Decimus.
Il fatto
dal sig. Henzen,
nell' indice
ha posto
poi ohe nella
il
questo Septimius nel novero di quei nomi, che falsamente
si
Epitome de nom.
rat.
(L.
Val. Max.) ricordato
pro-
credono prenomi:
nomina quae male pr praenominibus
nome Septimus,
portato gi dal primo re
degli Bquicoli:
habentur.
Ma
se
vero
che
pronomi Quintus, Sextus,
Ab aequicoUs Septimum Modium
Ivi
L.
primum regem
XXV,
37),
eorurn:
scrive:
Decimus, notati da Varrone,
nascita,
provennero dall'ordine della
dice
il
l'annotatore
cita
Livio
fllium e
(1,
i
che
qual
33)
motivo vi sar,
Borghesi
{Oeuvr.
cita,
Marcium Septimi
codici,
che sono concordi a
VITI pag.
da rigettare quei, che Varrone
il
non
fatto.
dare questa lezione.
mentre l'analogia ne vien garante ed anche
Var-
PARERaO
NUOVO QUADKILATERO FALSO COL TIPO DELLA SPADA E DEL FODERO E L'EPIGRAFE ROMANOM
Comincio dal ripetere
drilateri del Sinistri,
ci,
che altrove scrissi dei tre qua-
ed informarne
il
chiarissimo P. Garrucci,
il
quale potrebbe insti-
per dare un giudizio
gli stessi tipi
competente
di
un
tuire qualche utile disquisizione sul vero originale . Ci quanto
scrissi e divulgai nella Civ.
Catt.
nuovo quadrilatero recante
ma
modificati, che si
quad. 726 pag. 724,
in segg.
sostenuto e forse si sostiene tuttora
per genuino ed autentico.
Da
cui
il
queste tre copie che
si
oramai certo essere quelle di
bisogna ora distinguere un
luce che ripete l'identico
L'ab. Minervino prima del 1804 serbava in Napoli
drilatero che aveva per tipi
im quafodero,
;
Sinistri
confess
autore,
una spada
e al riverso
un
quadrilatero
di
recente
uscito
alla
accanto al quale era espresso in istrana guisa un fulmine
leg-
disegno
ma
con particolarit diverse.
quadrilatero
ge vasi inoltre
Il
dalla
il
parte
della
lama
e
l'epigrafe
ROAAANOM.
Codesto
giacque per lunga pezza ignorato
P. Caronni che
il
vide se ne invagh
ottenutone a gran prie-
s'ignorerebbe tuttavia, se un tal
fuori dalle tenebre. Egli
Bonichi non lo avesse tratto
d
ghi un disegno
diede alla luce nel suo Ragguaglio (Tav.XIII).
del
un bel
mi
si
present al Collegio
Pot dipoi dall'erede
ginale pel
Minervino acquistare
il
bronzo ori-
Romano
col bronzo
originale ed
un disegno che serbo tuttora
Museo Wiczay.
al
dimandandomi
gli di-
di farne
una
illustrazione.
Ma
essendomi
il
io ri-
Ma
sospetti.
rimaneva
Caronni di apprendere cosa, che
fiutato,
che
il
conobbi
falso, egli lo
mand
a Parigi dove
Duca
minu in seguito la gioia di quell'acquisto per dar luogo a
In
di Blacas lo acquist per la sua collezione, persuaso di avere
Roma come
cominci a sapersi del quadrilatero
tal
in esso trovato l'antico modello, dal quale
le
il
Sinistri
aveva tratto
minerviniano cos vi fu un
chiar pubblicamente
Giuseppe
Sinistri,
il
quale die di
sue tre copie modificandone in alcune parti
il tipo.
Perocch
essere
egli l'autore
di quello
due
in questo la testa di ariete posta per
pomo
della spada guarda
altri quadrilateri siffatti.
a destra,
il
il
fulmine a
pie' della
si
spada omesso, varia la forma
vede aggiunta la lettera
Il
Caronni adunque ebbe quivi
primo avviso, che
il
fece
del fodero, acuto in pimta, e vi a
N avanti
entrare in diffidenza di quel suo cotanto vantato acquisto
nella descrizione del
onde
ROMANOAA,
il
che manca negli esemplari del Sinistri, non
Museo Hedervariano stampata
dal
Wiezay
eccettuato quello del Caronni, contro a ci che ne scrisse per
errore
(tom. I n. 387) ne mise in dubbio l'autenticit.
Blacas [H. dd la m.
t.
I pag. 179, nota), e
l'epigrafe
Dal canto suo
spettissimo
il
Seidl {Schwergeld, pag 64) die' per soidentico
trasportata da destra a sinistra del fodero.
l'esemplare
il
conservato
il il
nel
Gabinetto
di
Or
il
Duca sostenne
1'
antichit di cotesto
bronzo in pi
Vienna ed
sig.
Arneth ne conferm
ove
si
parere.
Non mancava
luoghi della Histoire de la mannaie, e lo stesso ha fatto di poi
il
dunque che
di
sapere
celasse
terzo esemplare e di
pili
barone
De Witte
nella descrizione delle tavole tom.
IV
del-
questo risponderemo noi, avendone avuta certa notizia e di
l'opera
medesima. Una
tal differenza di pareri si ancor notata
la
ima copia in gesso nel 1861 dal Museo
esso
di
di Volterra.
Del resto
piti
in quanto alle
e
due monete che portano
leggenda PO/V\A, KVPI
se si
non fu mai tenuto per genuino,
originale
antico, secondo
il
ma
il
tutto
al
copia
OVAUAISTEA, ne deve recar sorpresa
considera a qual
un
Can. Gori prefetto di
prof.
quel
nella
raffinatezza di iniitazione dell'antico sono oggid giunti gl'impostori;
Museo,
alla cui opinione sottoscrive
Migliarini
ed ben ricordare la urna di piombo, detta in Francia
lettera del 6 aprile 1861, dove avvalora cotal parere del Gori
colla
di Domitilla, conservata
una volta nel Museo Blacas, dichiarata
pag. 20) e
testimonianza di
colui, che
lo
dette
al
Museo,
il
quale,
:
come parfaitement authentique (Revuearchol.lSQQ come
pi.
com' egli scrive,
e
lo qualific
per ripetizione da antico originale
tale pubblicata
ed illustrata dal Gerhard {Ant. Bildwerke
la
mi
fa notare il Migliarini che in
quel tempo vi erano in Volterra
LXXXVII
1-4),
cui
forma
la
di
gesso
ho
io
veduta in
due Inghirami intendenti,
11
oltre molti altri.
il
casa del cav. Ruspi, che
me
mostr, dichiarandosene l'indi imperizia nel falsario
Can. Gori
scriveva
16 marzo di quest' anno al Micontro
l'autenticit del presente
le invio
ventore ed artefice.
Un
argomento
pu
gliarini:
La
tradizione
sta
anche suggerirlo l'epigrafe
N ROMANOM,
che a parere del
asse in discorso .
prosegue a dire: Dal calco che
Ella potr rilevare qualche criterio sulla natura di tal fusione
Mommsen e del De Witte solo pu spiegarsi per Nummus Romancrum. Ma che i Romani nelle monete emesse a loro conto dalle
T.
LXX
AES GEAVE
41
zecche
degli alleati
i
non abbiano adoperato
la lettera
il
N come
da notarsi che questo quadrilatero non
si
pu esser fuso
l'
fanno
Teatini e
Venosini, quando imprimono
bronzo decie la lettera
fuori del Lazio, nel quale
non essendo in uso
il
asse decimale,
il
male, lo dimostra la monetazione con l'epigrafe
ROAAA
sarebbe stato fuor di luogo
che di
il
denominare
di riduzione
nummus
bronzo,
n, dove nell'esergo a significare
il
sistema decimale adoperano
piti
dovrebbe supporsi
semissale,
pesando
invece dell'
sia
il
la cifra dell' S
signiicando coll'S le sei once o
le altre quattro. Inoltre
quadrilatero once 53.
semisse romano e coi quattro globi
ASSE IMAGINAEIO DI LUCER
Asse Incerino con testa di Apollo diademata volta a
intorno U- PVUiO- UF- C-
d.
e la lettera iniziale ticolare della lettera
U non
vi si vede.
Nel quale ultimo parla descri-
MODIO-
CN-
F.
B. Cavallo corrente a
U non va neanche d'accordo con
destra e di sopra astro ad otto raggi. Trovasi delineato dal Riccio
noi
e
zione, che egli ne fece al Cavedoni, nel 1847. Il Riccio del
Reil
PoUorama pUtoresco (Napoli
l'articolo
n. 29), dal quale l'autore trasse
pertorio che descrive
l'unico
il
asse
Lombardi non
dunque
stamp a parte
medesimo
colla figura dell'asse, che
Riccio del Cavedoni, e
Riccio del Cavedoni non
quello del
al Riccio
stato riprodotto dal Ritschl nelle Priscae latiniiatis
monumenta
Il
Poliorama. Si pu quindi con fondamento supporre che
Ta?. V, insieme con l'altro asse datoci dal Caronni.
poi ha dato confusamente
le
Mommsen
con
mancando
di
il
disegno
edito
1,6,
dell'unico
asse
Lombardi
e
si
sia servito
alla
due descrizioni del Riccio
de
la
un bronzo
dal
P. Marchi
da
me
riprodotto
r Hedervariana
la
del Caronni {H.
m.
I p.
344), riferendo
Tav.
XXXIV n.
:
ed a cui abbia apposto un
riverso tolto dal noto
si
sola
iscrizione
che
si
si
diparte
da quella
che
del
Caronni,
asse Ulcerino ridotto (Tav.
otto raggi
LXIV
n.
8),
dove
ha
l'astro ad
non
Il
la vera,
come
vedr dall'esame
qui soggiungo.
abbia per omessa la lettera U, forse perch ne fu
Riccio nel Poliorama afferma che questo
bronzo fu trovato
avvertito, ovvero si avvide dell'errore.
E questa ipotesi a me sembra
coll'unico
nel 1847 alla porta di Lucer detta di Troia e fu acquistato dal
spiegare
il
fatto di
un disegno che non va d'accordo
Lombardi ed egM ne diede
dell' Instit.
notizia al Cavedoni (c
Bull.
Arali,
originale dallo stesso Riccio descritto al Cavedoni e nel Repertorio, e
1847
p.
159),
attestando che
pesava undici once
alla
neanche con quello del Caronni da lui medesimo citato
la descritta
nap. pari
in
a gr. 294.
Ma
il
il
medesimo Riccio dando
o
luce
con dire parergli quella moneta di Lombardi essere
e delineata nel
tab.
Napoli
nel
1852
monete
(1.
Repertorio
citato
sia descrizione e tassa
Museo Hedervariano
sotto Pesto,
Pars 1 pag. 35
delle
antiche
citt
ecc.,
dal
Mommsen
col
titolo
11
fol.
42
si
(Repert.
nota 35
a pag.
6).
Quanto
alla
Monete di
cit.),
a p.
29 d
di questa che
pur chiama
diversa.
e
iscrizione,
essa
diparte da quella del Caronni nella disposi-
unica moneta del Museo Lombardi una descrizione
Primieramente dice che
la stella
la
zione distribuzione se ne diparte anche nel dettato, cambiando
il
testa di
pii
Apollo
il
laureata
che
GR
F in
CN
F.
Conchiudiamo che questo
asse,
come
rap-
ha 14 raggi,
di
che sotto
cavallo v' l'ar-
presentato in figura dal Riccio, non
mai
stato
nella raccolta
caica
si
iniziale della zecca lucerina.
La qual
ci
descrizione
non
Lombardi, ne altrove,
dei sigg, Ritschl e
per dovr essere escluso dalle opere
e
trova d'accordo col disegno del dritto ohe
mostra un Apollo
ad otto raggi.
Mommsen,
di quanti
lo
hanno
citato
diademato ne con quello del riverso, ove
l'astro
trascritto sulla fede di lui.
Fine cella Pakte prima
Monete fuse
ARICCIA
CERVETE'RI
T.II.
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MAB.ZABOTTO
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FABBRO
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CERVETE:p.
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MUSEO BRITANNICO
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FABBRO
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MUSEO BRITANNICO
T.XII.
a.b,
MUSEO
LI
PESARO
2a.b.
ARICCIA
3a,b,
MUSEO BRITANNICO
Xlll.
a.b,
MUSEO BRITANNICO
-2
ARICGIA
T.XIV.
a.b,
ARICCi'A
a.b.
MUSEO VATICANO
VIGARELLO
T.XV.
a.b,
GENZANO
a,b.
VULCI
T.-XVI
a.b.
BOMARZO
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MUSEO BRITANNICO
T.
a.b
VULCI
T.XX.
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a,b.
MUSEO
DI
PARIGI
T.
XXI.
a.b.
2a.b,
MUSEO KIRCHERIANO
a.b,
CARELLI
T.XXII.
MUSEO BRITANNICO
CERVETEKI
T.nm.
MUSEO KIRCHERIANO
XXIV.
MUSEO BRITANNICO
MUSEO KIRCHE RIANO
T.XXV
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1-3
KIRCHERIANO
4-5
TARQUINIA
T. XXVI.
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TARQUINIA
10
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2-12
ETRURIA
LATIVM
LATIVM
T. XXX
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,-?^^.
a.b.
MUSEO KIRCHERIANO
T.ini.
LATIVM
T.
UH.
LATI VAI
Cnimo
Ili .Sjii.Uioci'r
T.ini.
1.
3.
LATIVM
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Ut
S'nilhi
T.
IlXff.
-^^.
LATIUM
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S'jiilhoiii'r
T.
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s.
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1.
LATIUM
T.im.
4.
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LATIUM
T.
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6:
LATIUM
T.:
LATIUM
LA-TIUM
T.
IL,
LATIUM.
T.
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LATIUM
T.ffl,
6:
LATIUM
T.ILI.
LATIUM
T.
ILf.
3.
1.
IO. //.
LATIUM.
T.
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ETRURIA
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ETRURIA
T.
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mi.
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ETRURIA
T.L.
ETRURIA
T.LI.
ETRURIA
T.
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ETRURIA
T.
LII.
-^
^Ssa3aas==*=s'
111/'
"
ETRURIA
T. Liy.
6:
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ETPvURIA-UMBRIA
T. LT.
UMBRIA
T.LVr.
o.
6.
UMBRIA
T.LVn.
./^^<F
tLhUk
,iE.
UMBRIA
T.LVIO.
UMBRIA
T.LII
UMBRIA
T.LI.
3.
&.
UMBRIA PICENUM
T.LII.
PICENUM
T.LII.
3.
6:
8.
PICENUM-VESTINI
T.
LXI.
APULIA
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LUCANIA
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ANCARANO
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7.
CESENA -^ PONTE LANDOLFO. J.BELONA .^.ROMA
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7.
PRESSO MONTE FORTINO
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MUSEO
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NAPOLI
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