SAGGIO FIORENTINO: Insegnamento e rivelazione.
Stendhal e Balzac
Il Seminario di Besançon costituisce per Julien Sorel la tappa fondamentale sulla strada che
conduce da Verrière a Parigi. Qui non vige solo un regolamento ufficiale della vita quotidiana dei
seminaristi, vige anche un altro sistema di regole, ancora più ferreo. Così Julien, che all’inizio crede
di progredire distinguendosi negli studi, si rende conto che si condanna invece all’esclusione in
quanto tradisce una norma del luogo, quella secondo la quale «differenza genera odio».
Quello del Seminario è uno spazio claustrofobico, dove vigono codici severi e un controllo serrato,
dove le azioni minime presentano la più grande importanza, dove si impone la ripetizione. <- queste
sono tutte caratteristiche dello spazio narrativo del romanzo realista.
Un'altra tipologia di ambientazione, quella provinciale, può essere ricollegata in egual modo alla
narrazione realista. Le ambientazioni provinciali, ma anche la mondanità parigina svolgono lo
stesso ruolo nella Comédie humaine di Balzac e gli permettono di comprendere l’importanza del
dettaglio.
Caso simile (trattare provincia e città) avviene anche in Le Rouge e le Noir; qui, però, vi è
l’aggiunta di un altro ambiente: il Seminario.
Tutti questi spazi sono attraversati da un giovane in formazione.
Stendhal: Sia a Verrières, sia al Seminario, sia a Parigi nell’Hotel de la Mole, Julien si imbatti in un
sistema di regole che non conosce e che deve al più presto apprendere.
Nei tre ambienti che attraversa, Julien è sempre lo straniero che deve apprendere la lingua che
parlano gli abitanti del luogo, sospendendo l’uso della propria.
Anche nella Chartreuse de Parme troviamo un rapporto analogo del giovane con la realtà.
La vita sociale, soprattutto quella di corte, viene concepita come un insieme di regole del tutto
convenzionali, che è necessario apprendere se si intende parteciparvi.
Il potere è quindi arbitrario, esso siede su una trama di protocolli: politici, giuridici e di etichetta.
Questo sistema di regole, proscrivendo tutti i comportamenti e i sentimenti che non prevede, genera
gesti trasgressivi. -> tutti i protagonisti violano gravemente la legge (Chartreuse de Parme) o sono
felici di finire in carcere.
L’alternativa a questo sistema di norme si presenta come un insieme di sentimenti, emozioni,
inclinazioni non mediate.
Vi è una maniera di rappresentare il rapporto di un giovane con la realtà che possiamo considerare
tipica dei romanzi di Stendhal: il giovane è un estraneo assoluto che entra in contatto con un
ambiente sociale chiuso di cui apprende le regole grazie al magistero di una figura introduttrice.
Da una parte le regole sono diverse a seconda dell’ambiente; dall’altra sono sempre improntate ai
medesimi principi.
Balzac: questa concezione della realtà sociale come insieme di regole che deve essere appreso è
presente anche nelle opere di Balzac.
Lucien, in Illusions perdues, viene introdotto nel mondo dell’editoria e dei giornali da Lousteau il
quale gli illustra le regole che lo reggono. Lousteau, più che un maestro, è un introduttore, e Lucien
apprende più da quanto vede che da quello che gli viene detto.
Maestro di Lucien è Carlos Herrera che per mostrargli l’inflessibilità delle regole della vita sociale
finisce per enunciare la regola che tutto risiede nella forma: non si può essere trasparenti e bisogna
adoperare gli altri come strumenti.
Herrara chiede a Lucien non tanto la fedeltà a un sistema di regole, quanto fedeltà a lui stesso.
Anche in Père Goriot, Vautrin aveva sostenuto, nei confronti di Rastignac, lo stesso ruolo, ma non
facendo appello a un sistema di regole. Secondo Vautrin, occorre modellare i propri comportamenti
sulle circostanze; bisogna inventare, volta per volta, la propria azione.
Vautrin si propone infatti di ricoprire il ruolo della Provvidenza: aspira a un ruolo al di sopra delle
regole.
Mentre l’osservanza di certe regole lascia ai giovani stendhaliani margini di libertà interiore, i due
giovani balzachiani dovrebbero impegnarsi totalmente.
Una vita sociale concepita senza regole certe presuppone per il giovane che ambisce al successo
compiti diversi da quelli che gli impone una società regolata. In quest’ultima deve essere giudicato
degno di promozione da chi già detiene una posizione eminente; nell’altra occorre sconfiggere la
concorrenza.
Funzione di personaggi come Vautrin
La loro funzione non è quella di “insegnare” codici di comportamento, ma rivelare la verità.
(Balzac)
In Stendhal, le istruzioni amorose date dal principe Korasoff a Julien Sorel, o quelle politiche
suggerite dal padre a Lucien Lauwen non sono né vere né false. Esse sono solo degli strumenti,
indipendenti da chi li detiene e li ha comunicati.
Al contrario a Rastignac e a Lucien, Vautrin dice la verità che ha valore solo in quanto è lui ha dirla.
La sua verità non è indipendente da lui.
Stessa cosa avviene con l’usuraio Gosbeck nella Comédie humaine: il suo intento non è quello di
insegnare a Derville come comportarsi ma intende rivelargli l’essenza dell’agire umano.
La contrapposizione tra un universo regolato e uno sostanzialmente senza regole corrisponde al
potere e al denaro. Il potere presuppone regole in quanto la sua conquista avviene grazie al
superamento di prove; al contrario il denaro lo si fa dal basso, a spese di tutti gli altri che hanno la
medesima ambizione.
Quando la verità non sarà più lo spietato potere dell’oro ma il vivificante potere dell’arte, essa non
sarà più rivelata da un personaggio ma si rivelerà da sola.