L’impero bizantino e l’est europeo (VII-XV)
La storia bizantina (finito l’impero d’Oriente) inizia con la ridefinizione
territoriale conseguente alle conquiste di Arabi, Slavi e Bulgari. Da qui
può essere divisa in 4 fasi:
-VIII-IX: riassestamento politico-amministrativo di ciò che restava
dell’antico impero
-IX-X: rinnovata espansione
-XI-XII: conquiste occidentali=>ripiegamento
-XII-XV: tentativo di riaccorpamento fino alla conquista dei Turchi
Il restringimento territoriale
Con l’espansione islamica iniziata nel VII secolo, l’impero bizantino
perse gran parte dei suoi territori e il dominio sul mare. La resistenza di
Costantinopoli alla conquista fu garantita dal fuoco greco, che si
incendiava a contatto con l’acqua.
A nord-est gli Slavi e i Bulgari continuavano a premere sulle frontiere
bizantine. Essi fondarono uno stato indipendente tra Danubio e Balcani
riconosciuto da Bisanzio nel 681.
Il riassetto amministrativo
Ridisegnate le strutture amministrative per corrispondere alla nuova
realtà politica e territoriale:
-Théma: circoscrizione di carattere militare che divenne base
dell’organizzazione dello stato. Affidata alla guida di un funzionario.
-Stratego: concentrava nella sua persona i poteri militari e civili (capo del
Théma).
Viene meno la separazione tra funzioni militari e civili tipica romana.
Il nuovo ordinamento favoriva lo stanziamento stabile dei soldati
(stratioti), concedendo loro terre da trasmettere ereditariamente. Gli
stratioti erano esentati da gran parte dei carichi fiscali ed erano
stipendiati per il servizio militare. Si formò quindi un esercito nazionale
reclutato in sede regionale.
Vengono favorite la piccola proprietà contadina le comunità di villaggio
rurali, unità di base dell’amministrazione e dell’esazione fiscale a scapito
delle città. L’imperatore Leone VI abolì completamente le autonomie
municipali.
Amministrazione centrale dell’impero con 4 grandi ministeri preposti a:
esercito, finanze, affari imperiali e comunicazioni.
Abbandonato il latino in favore del greco e accantonato il diritto
giustinianeo favorendo la penetrazione di elementi delle culture
orientali. L’ideologia bizantina non prevedeva la successione ereditaria
del trono, ma gli imperatori agivano comunque in modo da garantire la
trasmissione della carica nella loro famiglia. Fino al IX secolo, per essere
eletti bisognava avere una brillante carriera militare, ma dal X prevalse il
concetto dinastico.
La controversia iconoclasta
Agli inizi dell’VIII secolo, l’impero bizantino aveva definito un’identità
territoriale, amministrativa e culturale. Solo il cristianesimo restava
simbolo di un’identità collettiva, con una profonda connessione tra vita
civile e religiosa.
Gli iconoclasti (distruttori di immagini) riproposero in forme nuove le
controversie dottrinali che avevano discusso le modalità del culto di
Cristo. Negavano la rappresentabilità di dio.
Gli iconoduli (adoratori delle immagini) ritenevano che proprio
l’incarnazione di Cristo rendesse legittima la sua rappresentazione
pittorica e il culto della sua immagine materiale.
Ciò diventò affare politico nel 726, quando l’imperatore Leone III
Isaurico vietò il culto delle immagini. In tal modo l'impero si ristrutturò
in un assetto geopolitico e ideologico nuovo, che lasciava ai margini le
aree occidentali come la Grecia e le regioni bizantine in Italia. Quando il
pericolo arabo alle frontiere venne meno, si risolse anche la lotta
iconoclasta. Nel 843 il culto delle immagini venne riabilitato.
Il periodo d’oro
Sotto la dinastia Amorica e quella Macedone l’impero visse le
conseguenze positive della riorganizzazione: floridezza economica,
rinascita culturale ed espansione dei confini.
La nuova politica espansionistica determinò una ridefinizione degli
assetti amministrativi. Dalla metà del X l’esercito a reclutamento
regionale fu sostituito con un esercito di professionisti stipendiati; alte
cariche dell’esercito furono concentrate nelle mani di pochi e fidati
collaboratori dell’imperatore; l’amministrazione civile tornò
indipendente da quella militare, ma l’esercito perse una base di
reclutamento sicura.
La rinascita economico-commerciale rese nuovamente importanti le
città. La classe produttiva e mercantile però rimase assoggettata a forti
vincoli da parte dello stato.
La rinascita culturale della corte ebbe buoni esiti nelle arti e nelle lettere,
ma anche nella cultura giuridica=>nuova grande raccolta di leggi che
soppiantò il codice giustinianeo.
Bizantinizzazione delle popolazioni slave: conversione al cristianesimo,
nuova idea di stato, forme di governo e nuovo diritto, educazione
intellettuale e consuetudini sociali.
Scisma tra chiesa di Roma e Costantinopoli: 1054, papa Leone IX e
patriarca Michele Cerulario si scomunicano a vicenda.
Il mercato mediterraneo e le crociate
Sin dal X secolo, Amalfi era diventata un tramite commerciale rilevante
come anche Venezia. Nell’XI secolo i porti dell'Italia meridionale
iniziarono a decadere, mentre si affermavano i centri costieri del
mediterraneo occidentale (Genova e Pisa), che condussero una politica
molto aggressiva contro i musulmani.
Intanto i Normanni avevano condotto un attacco per via marittima alla
penisola balcanica. Venezia venne chiamata in aiuto dalla flotta
bizantina, in cambio della possibilità di attraccare esente da dazi e
imposte in tutti i porti bizantini, situazione che creò il completo
monopolio veneziano sulle rotte degli scambi con l'Oriente.
Il riflesso della nuova situazione economica sullo stato bizantino fu
drammatico, sia dal punto di vista economico che territoriale. Gli
imperatori della dinastia dei Comneni tentarono di arginare il
restringimento territoriale dell'impero, ma ai nemici tradizionali si
aggiunsero i crociati, i quali, nel corso della quarta crociata, furono
dirottati dai veneziani nella conquista di Costantinopoli, che venne
assediata, presa e saccheggiata.
L’impero latino d’Oriente
Dopo la conquista di Costantinopoli, l’impero fu diviso dai vincitori in
diversi principati feudali: restava l’impero latino di Costantinopoli a cui
si aggiungevano il ducato di Atene e Tebe, il principato di Acaia e il regno
di Tessalonica. I veneziani si impadronirono di tutti i principali centri
mercantili.
Il resto delle classi dominanti bizantine si organizzò in: impero di Nicea,
regno di Trebisonda e despotato di Epiro.
A Nicea si creò un ambiente favorevole, dunque nacque il progetto di
riconquista. Il collante ideologico fu la difesa dell’ortodossia.
Costantinopoli fu riconquistata nel 1261 e sotto la dinastia dei Paleòlogi
mutò anche la compagine amministrativa dello stato, nella quale la
grande aristocrazia fondiaria aveva sempre più peso, ma il commercio e
la finanza rimasero in mano ai veneziani e ai genovesi.
Nella prima metà del XIV i Turchi ottomani conquistarono la maggior
parte dei territori soggetti ai bizantini; restavano indipendenti solo
Costantinopoli, il despotato di Mistrà e Trebisonda. Nel 1453 anche la
capitale venne conquistata dal sultano Maometto II, sancendo così la
fine dell'impero bizantino.