Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
43 visualizzazioni15 pagine

Ebrei e Jacomo

Il documento discute la relazione tra fede e opere secondo la lettera di Giacomo. Sostiene che la fede senza opere è inutile e non può salvare, e che le opere sono necessarie a dimostrare che la fede è viva e reale. Prende come esempio chi dice di avere fede ma non aiuta il prossimo bisognoso, e i demoni che credono in Dio ma non compiono opere buone.

Caricato da

Augustine Kaddu
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato DOCX, PDF, TXT o leggi online su Scribd
Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
43 visualizzazioni15 pagine

Ebrei e Jacomo

Il documento discute la relazione tra fede e opere secondo la lettera di Giacomo. Sostiene che la fede senza opere è inutile e non può salvare, e che le opere sono necessarie a dimostrare che la fede è viva e reale. Prende come esempio chi dice di avere fede ma non aiuta il prossimo bisognoso, e i demoni che credono in Dio ma non compiono opere buone.

Caricato da

Augustine Kaddu
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato DOCX, PDF, TXT o leggi online su Scribd
Sei sulla pagina 1/ 15

Appunti Giacomo/Ebrei

Esegesi dell'Esodio di Ebrei. Ebrei 1,1-4

E un riassunto di tutta la lettera dimostrando le più importanti somiglianze e differenze tra le due
alleanze, e poi un ritratto del Figlio. E soltanto una frase in greco. C'è un movimento discendente
che poi risale in un movimento ascendente nei 4 versetti. Dio è il soggetto/autore di tutto, colui
che garantisce l'unità della rivelazione, colui che ha parlato ai padri ed anche a noi.

I. vs. 1-2 : Dio è il soggeto


II. vs. 3-4 : Il Figlio, colui che è la cause nella creazione, riflesso di Dio, sostenitore di tutto, è il
soggeto

I. 1-2: Paragone delle 2 rivelazioni - antica e nuova - l'unità e le differenze.

Le differenze sono 4.
a. modo di rivelarsi
b. tempo
c. mediatori
d. destinatari

a. Modo di rivelarsi
vs. 1: πολυμερως: molti parti
πολυτροπος: molti modi (dall A.T. - la sorte, promesse, giuramenti, sogni, visioni, circ.
storiche, creature irrazionali, precetti, profezie, parabole, lett. sapienziale)
Indica che c'è una rivelazione progressiva.
(invece nel N.T. la rivelazione è indifferenziata nel suo contenuto e la sua forma : Il Figlio)

b. Il tempo
vs. 1 παλαι: parlato al passato.
vs. 2 επ εσχατου των ημερων τουτων: "ma alla fine dei giorni questi" (cioè "ora" "adesso")

1|Page
Una convinzione comune (1 Mac 9,27 e Giuseppe Flavio) esisteva che era finita la
Rivelazione Divina. Ma la sintassi indica enfassi sul adesso ("questi"). Rispecchia il termine
ebraico Be'aharit hayyamim che si trova in (Michea, Osea, Isaia 2,2) che era utilizzata per
indicare i tempi messianici (cioè tempi di compimento), ma anche per il futuro storico prossimo.
"Questi" è aggiunto per indicare che questi tempi sono arrivati, adesso.
Questo era importante per i lettori Ebrei, sapere che Cristo è la realizzazione delle
profezie del A.T.. Non si dovrebbe più aspettare altre rivelazioni.

c. i mediatori
vs. 1: προφηταις: profeti
vs. 2. figlio
Tutti e due usano έν per indicare "per mezzo di". Ci sono 2 interpretazioni di εν:
1. interpretazione strumentale: per mezzo di: mette in rilievo profeti e figlio come
mediatori
2. interpretazione locale: in: indica la presenza divina nei messaggeri (i.e. dentro i profeti
o dentro i loro libri. Dentro Gesù, nel senso Giovanneo).

d. destinatari
vs. 1: padri. Quale senso?
a. Abramo, padri spirituali
b. geneologico, antenati
c. generazioni passati, senso cronologico
Bazylinsky indica il senso cronologico come quello più probabile secondo lui.
vs. 2: noi. Questo noi indica novità, contrasto, ma anche una continuità con le generazioni
precedenti.

Relazione Dio-Figlio nel vs. 2.


Il Figlio è erede. Non significa passgio di proprietà, ma deriva dalla natura stessa della
figliolanza. Implica che il figlio ha la stessa dignità.

"erede di παντων": [genitivo plurale o maschile "tutti" o neutro "tutto"]

2|Page
Baz: meglio "tutto" per indicare tutte le cose perche comprende anche "tutti".

"per mezzo del Figlio": il figlio è lo strumento di Dio per creare il mondo. Ad extram la Trinità
agisce insieme. Il Padre compie con le proprie forze mentre il figlio compie con il potere dato a
lui dal padre.

"αιωνας" da αιων: i tempi, (secoli, ere). Si può anche pensare agli esseri in quanto opere di Dio
che susseguono nel tempo.

II. vs 3-4: si focalizzano sulla figura del figlio e la sua dignità

απαυγασμα: irradiazione, riflesso (della gloria)


1. irradiazione: splendere attiva
2. riflesso: passivo (riflette ciò che ha ricevuto) (BAZ pref.)
μα finale: cio che è prodotto dall'azione non l'azione stessa.

δοξα: gloria (stima, considerazione, onore)


dall'ebraico KABOD (gloria, peso) descrive la luce divina nella gloria a Sinai e nel
tempio. Indica Dio stesso come essere. Anche l'onore che gli uomini devono attribuire a Dio.
Gloria sul monte Tabor (Sapienza 7,25-26): descritto come emanazione (soffio) della potenza
effluvio della gloria (qui indica immagine, specchio, riflesso)
Nel N.T. la δοξα è la natura divina che si manifesta agli uomini. Ci rimanda al metafora
della luce perche è meno afferabile (trascendente) ed indica il carattere spirituale di Dio.

"Impronta della sostanza del Padre"


χαρακτηρ: incidere, marcare con il sigillo, scolpire, somiglianza impressa, immagine impressa.
sottolinea l'ugualianza

της υποστασεως: cio che sta sotto e non è percettibile ai sensi, l'essenza

3|Page
In sintesi: il Figlio è un immagine adeguato del Padre che condivide la stessa natura (ουσια), e
rende visibile il Padre a noi.
In quanto riflesso, Gesu rivela la gloria di Dio
In quanto somiglianza, Gesu rivela l'essenza di Dio.

Quello che il Figlio fa: sorrege, conserva, indirizza una meta. Governatore ma anche proveditore,
sostiene "ogni cosa".

ρηματι της δυναμεως αυτου: "parola del suo potere"


è una catena costrutta in Ebraico, e dunque un semitismo.
La sua providenziale è fatta con questa parola.

ρηματι (non logos) perchè è la parola detta (dal Dabar), e non la parola come ragionamento. Al
Figlio basta dire una parola per sostenere il mondo.

Chi ha la potenza, il Figlio o il Padre? A chi si riferisce αυτου?


Preferibile che e Dio per la logica del discorso perche la frase inizia con la "sua gloria" e "sua
sostanza" riferendosi a Dio. Però non c'è la distinzione netta.

2 azioni del Figlio:


1. redenzione (purifica il mondo dei peccati) [participio auristo: un azione compiuta e completa
nel passato, anche se la vulgata mete un participio presente]. Indica che è un'azione efficace una
volta per sempre.

Ritorno in cielo. Lui occupa il posto alla destra della maestà.


εν υψηλοις: "nelle altezze".

Allusione all'ascensione di Gesu con il corpo.

εκαθισεν: sedette [auristo]

4|Page
εν δεξια: alla destra (di Dio). Importante per la fede: potenza, dignita, honore, participazione ai
privilegi ed ai bene cdel padre. Lui è vicino a Dio, intercede per i suoi da vicino, continua che fa
Gesu per gli uomini.

vs. 4: Gesu è signore degli Angeli: superiore a loro, in quanto alla destra di Dio, ma non come,
ma sopra. Perche è divenuto così dopo la rissurezzione. Filipesi 2, kenosis, in virtù della sua
incarnazione e Pasque.

"Quanto più eccellente" [past perfect tense: azione passato, effeti continuano nel presente].

Nome: titolo, dignità che il figlio ha raggiunto. Kyrios, Figlio, Dio? Tutti vengono utilizzati nel 1
capitolo. Dunque il nome: è la dignitò che poi viene articolato.

Giacomo 2,14-26 FEDE e OPERE

Un cristianesimo pratico e attivo

I. vs 14-17 Fede senza opere non giova


II. vs. 18-20 Fede senza opere non è dimostrabile
III. vs. 21-25 Fede senza opere non giustifica
IV. vs. 26 Fede senza opere è morta

I. 14-17. Fede senza opere non giova


Imposta il problema: non c'e utilità di fede senza opere.

"Fratelli miei" αδελφοι μου: si rivolge ai destinatari.


è un modo di dimostrare un certo legame affettivo. Poi è più acattivante all'inizio per
trasmettere un messaggio.

5|Page
Il suo intento immediato è di scomporre la falsa composizione di chi si accontenta di dimostrare
la fede soltanto con le parole.

"se uno dice di avere fede...": è un procedimento retorico, non una situazione concreta. Però
qualè l'origine del problema? Maestri che divulgavano un insegnamento erroneo?

οφελος: che giova, a che cosa serve, che profitto fa.


La fede Cristiana è caratterizzata dalla professione di fede in Gesu Cristo. Ma non è
soltanto riconoscere lui, ma anche seguire tutto cio che lui ha detto. I neofiti devono vivere
secondo la fede.

"Quella fede può salvarlo?": è sufficiente per essere salvati di credere senza che questa fede si
manifesta in qualche maniera?
è una illusione (mistificazione erronea) per il Cristiano di fare questa distinzione tra la
fede e la vita... Così non c'è salvezza, è inutile/vana.

vs.14 σωσαι: salvarlo. [infinito auristo]


Matteo: chi dice Signore Signore ma non fa la mia volontà...
Rm 2,6: il Signore compenserà tutti secondo le sue opere.
Mt 3,7-10: Giovanni Battista condanna i farisei che pensavano di salvarsi per essere figli
d'Abramo.

vs. 15-16 Esempio della vita che dimostra la tesi dell'autore


"sono" senza vestiti...: esistono, uno stato di esistenza della persona. Si trovano nella
condizione...

"fratello o una sorella": sono della comunità ideale, cioè sono i nostri
Gal 6, 10: pratichiamo il bene verso tutti ma soprattutto i nostri

γυμνοι: nudo,
1. completa mancanza di vestiti

6|Page
2. mancanza del sopravestito
3. una veste consumata (vestito miseramente)

"sprovisti del cibo quotidiano": privi di esistenza per domani. Categoria dei poveri (non
indigenti) verso di quali si deve aiutare.

vs. 16: Normalmente il Signore aiuta la gente attraverso i fratelli. Ma qui i fratelli fanno
l'opposto. Dicono:

υπαγετε εν ειρηνη: "andate in pace": una frase che normalmente è una cortesia: "la pace del
Signore vi accampagna"

"θερμαινεσθε": riscaldarsi, o con il fuoco o con vestiti pesanti (Gb 31,14-20)


"χορταζεσθε": saziatevi
Con questi due termini indica una forte ironia. Le cortesie non bastano per riempirsi in
realtà e così, nel vs. 17 dice che anche la fede senza le opere non serve a niente, è sterile è morta.

vs. 18-20 Questione della dimostrabilità della fede senza le opere.

"τις ερει": uno dirà: tipico della ditriba di introdurre un altra voce per vivacizzare il racconto e
permettere l'autore di portare avanti la sua dimostrazione.

Scopo dell autore: dimostrare che è impossibile ed assurdo di separare la fede dalle opere.
vs. 18b è legato all vs. 18a nel senso che la Fede non è contro le Opere ma vanno insieme. Non
dubita che questo tipo di fede esiste interiormente ma è difficile di dimostrala. Le opere provano
che la fede della persona e viva.

vs. 19 Esempio dei demoni. Credono che Dio c'è. Ma i demoni non compiono opere buone.
Tremano davanti a Dio giudice. Il loro "credere" è inefficace per la salvezza, non libera dalla
paura, in prospettiva della condanna davanti a Dio.

7|Page
vs. 20 "Insensato, vuoi capire che la fede senza le opere non ha valore"

ω ανθρωπε κενε: insensato, uomo vuoto, vano.


κενος: simile alla parola reqami , uno che ha le mani vuote, che non tengono nulla, ma
questo testo può anche indicare una deficienza nel comprendere, cioè un errore morale, peccato.

Argos: “la fede che non ha opera non opera”


αργη: non ha valore, senza valore, letteralmente morta.
Ma può anche essere un gioco di parole perché α εργη vuol dire senza opera o opere.
Sarebbe "la fede senza le opere non opera."

III. vs. 21-25 Fede senza opere non giustifica


Questa sezione provvede due esempi, Abramo e Raab. Abramo ha la fede e le opere.
Raab le opere. Sono dalla Sacra Scrittura, e dunque sono dimostrativi per i lettori ebrei della
lettera. Vuole dare una prova ulteriore di quello che sta dicendo. Si afferma richiamando agli
esempi biblici.

"Abramo, nostro padre": i lettori sono ebrei, dunque figli di Abramo. Per loro questo
significava che usufruivano dei suoi beni... gli ebrei erano fieri di essere figli di Abramo come
garanzia delle promesse messianiche.

Tutto il versetto 21 fatto in forma di domanda.


"non fu forse giustificato per le sue opere...?" Domanda retorica.
Abramo ha obbedito, così manifestando la sua giustizia, e dunque è stato giustificato.
Nella tradizione ebraica lui è esempio della fede. Rom 4 e Gal 3, Paolo dice che Abramo non
aveva bisogno delle opere che derivano dalla legge di Mosè. L'interpretazione di Giacomo la
fede di Abramo si è dimostrata dalle sue opere, questo è conforme all'A.T. nel Ben Sira 44,20-
23, non solo nel campo morale-etico, ma anche nell’ambito della misericordia vicendevole.

vs. 22 "la fede agiva insieme alle opere di lui, e per le opere la fede divenne perfetta."

8|Page
συνηργει: cooperava (agia insieme) – la fede diventava attiva con le opere. La fede costituiva
un’ispirazione al comportamento di Abramo

Per un lungo periodo la fede di Abramo era imperfetto è ha dovuto essere aiutato dalle opere,
non soltanto quella di sacrificare Isacco.
ετελειωθη: completato
così vengono realizzate le parole divine, le promesse di Dio.

vs. 23 "E si compì la Scrittura che dice: Abramo credette a Dio e gli fu accreditato come
giustizia, ed egli fu chiamato amico di Dio."
Giacomo lega Gn 15 e Gn 22, questa operazione gia era compiuta nel passato. Passo che
era già stato fatto in 1 Maccabei.
Cita Gen 15,6 che si riferisce alla fede di Abramo che gli sarebbe nato Isaaco. Non dal
Gen 22, il legamento di Isaaco. Però la tradizione ebraica lega Genesi 15,6 e Genesi 22, già nel 1
Maccabei 2,52 che dice che Abramo era "fedele nella tentazione" – prova di sacrificare il suo
unico figlio(riferimento a Gen 22) e questo "gli fu accreditato come giustizia" (Gen 15,6). La
fede di Abrama è diventata perfetta grazie alla sua risposta positiva alla volontà di Dio. Chi si
compiva la scrittura su Abramo con questa fede attiva nel legamento del figlio – uomo giusto
(colui che compie la volontà di Dio)

Rom 4,3 e Gal 3,6 dicono che non c'è bisogno delle opere della legge. Giacomo esige
opere che derivano dalla fede. Perciò non sono in contrasto. Invece lui parla di un modo pratico
di vivere la fede.

"fu chiamato amico di Dio" φιλος θεου: un genitivo oggettivo e soggettivo (??). Amico
potrebbe essere o il soggetto o l'oggetto. Forse indica un'amicizia reciproca.
2 Cron 27: "amato", Isaia 41,8 "simmacho e tradotto dall’Ebraico in Greco nel II sec.
avanti cristo.

Raab – Giacomo non parla della fede di Raab ma punta su le sue opere – l’uomo è giustificato
per le opere e non soltanto per la fede…

9|Page
vs. 24 "vedete" ορατε: introduce il secondo esempio che verrà nel vs. 25.
Dalle opere e non dalla fede soltanto. È giustificato da Dio, non si autogiustifica. Ma
dalle opere e non da parole o da formule. La fede è unita in modo dinamico con le opere.

vs. 25 Raab
Perché mettere Abramo e Raab insieme? Forse il primo legame sarebbe per la loro ospitalità
sovrabbondante; magari un secondo argomento sarebbe il loro proselitismo (tutti i due erano
lontani e poi si sono avvicinati a Dio); magari un terzo argomento perché le loro opere indussero
Dio a dichiararli giusti

Perché il nesso tra Raab e Abramo?


1. Ospitalità - Abramo querce di mamre (Gen 18)
- Raab ai spii
La difficoltà con questa teoria è che l'autore non cita mai Gen 18 ma invece Gen
15 e 22
2. Proselitismo - Abramo è il primo proselito
- Raab - tipo di proselita (archetipo).
Da lontani tutti e 2 si sono avvicinati.
3. Opere di Raab dimostrano la fede (come quelle di Abramo).
Le loro opere indussero Dio a dichiararli giusti

IV. vs. 26 Fede senza opere è morta

σομα : corpo vivo oppure morto


πνευμα: anima, il principio vitale offerto da Dio
il corpo in unione con lo spirito vive e senza di esso è morto, cosi accade tra fede ed opere.

10 | P a g e
Dimostrazione e inclusione. Il vs. 26 riprende i 2 vocaboli guidi del passo (fede e opere), stanno
tra di loro come copro ed anima.
Paragone FEDE + OPERE = Giustifica, giova,
dimostrabile
CORPO + SPIRITO = Vita, vive

EBREI 8,1-13 (primo blocco 1-6; secondo blocco 7- 13)


Sta al cuore della lettera: "il punto centrale delle cose che stiamo dicendo": inadeguatezza
del vecchio culto. Abbiamo un nuovo ministro costituito da Dio ha abrogato quello di prima,
superiorità del sacerdozio di Cristo è definitiva. Il vecchio culto viene considerato imperfetto.
I. 8,1-6: Servizio divino antico, terrestre, figurativo
II. 8, 7-13: Prima Alleanza era imperfetta e provvisoria.

vs. 1 "Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo..."
“sì è assiso (aoristo) alla destra del trono della Maestà nei cieli”.

αρχιερεα: sommo sacerdote, un titolo frequente nell’epistola (9 volte) per indicare una
Cristologia Sacerdotale.
αρχι + ιερευς
αρχι: ??
ιερευς: funzione cultuale in un santuario. E un vocabolo antico tra i greci.
Ptolomeo parla dell'istituzione del sommo sacerdote nelle singole satrapie e province.
Anche i Romani: l'imperatore era Pontifex Maximus (cioè ponte tra cielo e terra). A
Roma c'era un collegio giuridico sacerdotale per conservare la religione e la legge della città.
Bibbia Ebraica usa Hakkohen: grande sacerdote in mezzo ai fratelli, l'unto. Eliezar era
considerato il principe dei principi.

Storia sacerdotale: Negli ultimi secoli prima di Cristo, il sacerdozio è stato unito al
potere. I Saddociti (discendenti di Saddok) regnavano sul popolo. Era controversale tra i Giudei,

11 | P a g e
ed erano divisi su questa istituzione. Per la comunità di Qumran, il sommo sacerdote a
Gerusalemme era considerato il "sacerdote empio" (1. Grotta di Q, Pescer). Queste polemiche
sono presenti anche nella lettera agli Ebrei. Nel capitolo 7 dice che la successione dei sacerdoti
viene abbrogato, non per l'iniquità del Sommo Sacerdote, ma per il motivo detto nel Salmo 110,
che c'e un sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedek.

"εκαθισεν": si è assiso [aoristo] azione ben determinata, fatta e compiuta nel passato.

"δεξια": lato destro, posizione di privilegio. Antropologicamente la mano destra era utilizzata
per onore.

τον θρονου: del trono, qui non si tratta di sedersi su una sedia ma è una intronizzazione regale.

"μεγαλωσυνης": Maestà, è Dio stesso, un titolo onorifico. Appellativo che indica Dio stesso.
en uoranois: nei cieli: determina meglio l’affermazione precedente. Per non confondere con il
trono del re sulla terra, alla desta del tempio.

vs. 2 "ministro del santuario e della vera tenda, che il Signore, e non un uomo, ha costruito."
L'autore ci tiene di più questo aspetto sacerdotale del ministero rispetto a quello regale
dell'intronizzazione. Dai cieli Cristo svolge la sua funzione di liturgo, nei cieli lui svolge la sua
funzione sacerdotale.

"λειτουργος": ministro
λαος (popolo) dal λειτος (pubblico)
εργον (opera)
Opera fatta al favore del popolo. Servizio fatto per il popolo, cioè pubblico, secolare.
Soltanto nella LXX diventa un termine religioso.

"των αγιων" [pl. Neutro. di τα αγια]: cose sacre, cose sante, i santi cioè il santuario, la parte più
remota del tempio: la cella, debir, Il santo dei santi. Ministro dei santi? Ministro dei cristiani?

12 | P a g e
Nei cieli dove lui ha occupato il posto, è ministro della tenda vera (che ha piantato) (της
σκηνης της αληθινης), che è un allusione alla tenda del convegno. Gesù è sacerdote nei cieli.

vs. 3 Qui a già collocato in cielo

γαρ: infatti: spiegazione di vs. 1-2. Motivo per cui Gesù è leiturgos: offrire sacrifici.
L'essenza del sacerdozio e di offrire sacrifici. Non può essere animali perché sta nei cieli.
Invece lui offre sé stesso (7,26-27 dove usa l'aoristo per indicare un'azione compiuta una volta,
non ripetuta, e anche 9, 14.25 "quanto più il sangue di Cristo"). Dunque, c'è una necessità
dell'offerta, ma l'esclusione del culto terrestre.
Pros ferro: azione di Gesù, offrire.

vs. 4-5 esclusione del culto terrestre (ritorna v.2) “se egli fosse sula terra non sarebbe neppure
sacerdote”
Paragona il culto di Cristo e dei sacerdoti sulla terra. Quello terrestre è figurativo.
Giustifica questo argomento citando Es 25,40 dove parla del modello mostrato a Mosè sulla
montagna, dunque Cristo ha il suo santuario nei cieli. Nel 7,14 è stato già spiegato che Cristo non
è della tribù di Levi sulla terra, piuttosto della tribù di Giuda, quindi non poteva essere sacerdote
sulla terra. Soltanto quelli di Levi erano sacerdoti.

vs. 5 (ulteriore prova che Cristo è sacerdote del santuario celeste) parla dei sacerdoti che servono
nel tempio terrestre, che sono soltanto un'immagine del santuario celeste.

υποδειγματι και σκια: imitazione, immagine, e ombra.

τυπον: tipos: modello, prototipo che si deve imitare. Il santuario di Gerusalemme è soltanto
un’imitazione del santuario celeste.

Il suo ruolo sacerdotale di Gesù: egli intercede continuamente per gli uomini presso il padre
(7,25). Può salvare chi gli chiede perché è sempre potente e perché la sua intercessione è

13 | P a g e
potente in base al fatto che lui è il figlio (l'autore ha già demolito l'intercessione degli angeli). Il
suo corpo glorificato è il perfetto santuario divino.

vs. 6 (ministero eccellente: mediazione)


λειτουργιας: ministero, "eccellente quanto migliore è l'alleanza di cui è mediatore".

Perché?
1. l'alleanza è migliore di quella dell’A.T. perché Cristo, mediatore (mesìtes)
dell'alleanza, è meglio di Mosè, perché il suo servizio sta nell'intercessione nei cieli. La dignità
di Mosè è inferiore a quella di Cristo (9,15 e 12,24). Cristo è il mediatore di un’alleanza
migliore. Deserto Vs Cielo.
2. la promessa (su cui l'alleanza è fondata) è migliore. Consiste nell'eredità eterna (9,15)
e beni spirituali, non terreni come in Mosè.

II. vs 7-13 Mancanza/Deficienza della prima alleanza e la sua sostituzione

vs. 7 "non sarebbe stato il caso" – introduzione

τοπος: caso, luogo.


Necessità dell'alleanza perché la prima non è stata abbastanza capace di portare le
persone alla meta. E un’alleanza personale, universale, spirituale. Dio ormai è padre di Gesù
Cristo, non più soltanto il Dio di Israele. Attraverso Gesù Cristo lui raggiunge tutti gli uomini del
mondo.

Ger 31,31-34. Usa il testo della LXX. Dio rimprovera il suo popolo ma lui stesso decide di
stipolare una nuova alleanza con loro, diversa di quella antica.
Nuova alleanza - silenzioso, si avvicina a Dio attraverso il perdono dei peccati.
Vecchia alleanza - monte, fumo, si avvicina a Dio

vs. 8

14 | P a g e
"καινην" [νεα]: nuovo, 1. novità, 2. giovinezza, 3. qualcosa di superiore.
E quest'ultimo termine che indica un'altra economia, quella di Cristo.
Ef 4,24 - "l'uomo nuovo"

La nuova alleanza è diversa da quella costituito con Israele dopo l'uscita dall'Egitto.
Aveva compiuto dei miracoli per Israele. Era un tempo di sollecitudine di Dio che tuttavia si è
rivelato infruttuoso nella loro vita. Loro hanno scelto di rompere l'alleanza.

vs. 9 "non rimasero fedeli": non dice "hanno rotto", perche Germia esiste in 3 versioni (LXX,
Qumran, Ebraica).

vs. 10 porrò la mia legge nella loro mente. La vecchia alleanza è state scritta sulle pietre. La
nuova invece sulo cuore/spirito, interiore dell'uomo. Ognuno obbedisce liberamente. La legge è
conosciuta ed amata, una fonte di amore gratuità. L'ideale dell'Alleanza: "Io sarò il loro Dio,...

vs. 11 Carattere interiore della nuova alleanza. Dio concederà un'illuminazione universale della
conoscienza di Dio, non ristretto ma per tutti. L'insegnamento interiore è opera dello Spirito
Santo.

vs. 12 Ultima caratteristica della nuova Alleanza: perdono dei peccati, un perdono completo (Dio
non si ricorda più il loro peccato.)

vs. 13 A.T. Alleanza è antiquata, sta per sparire. Sostituzione completa!

15 | P a g e

Potrebbero piacerti anche