Dialogo socrate
1. La natura della retorica
Socrate inizia il dialogo chiedendo a gorgia di definire la sua retorica.
Socrate sostiene che la retorica è solo l’arte di convincere, non arte di conoscere o scoprire la verità. Questo
solleva la questione fondamentale della distinzione tra persuasione e verità.
2. Il potere della retorica
Socrate sottolinea che la retorica è un’abilità potente ma pericolosa. Puo essere usata per influenzare le
persone senza necessariamente condurle alla verità
Gorgia accetta questa idea ma sostiene che i retori devono usare il loro potere con responsabilità. Socrate
mette in discussione se i retori veramente siano responsabili dell’uso che fanno del loro talento.
3. Larte retorica e la virtù
Socrate suggerisce che l’arte retorica dovrebbe essere insegnata insieme alla filosofia e alla virtù, in modo
da essere utilizzata per scoprire e comunicare la verità, piuttosto che per manipolare le persone
Gorgia risponde che la retorica puo essere utilizzata per scopi nobili o ignobili e che locatore non è
moralmente responsabile per l’uso che fanno della sua arte
4. La sconfitta di gorgia
Alla fine del dialogo, socrate riesce a mostrare che gorgia non è in grado di definirlo con chiarezza cosa sia la
retorica e quali siano i suoi limiti
Socrate dimostra che la retorica non puo essere una vera arte perche non conduce alla conoscenza o alla
verità, ma è principalmente un’abilità persuasiva.
Questo è uno dei dialoghi in cui socrate emerge come vincitore, dimostrando che la retorica è vuota se non
è basata sulla conoscenza e sulla verità.
A differenza delle arti in cui la parola ha semplicemente un ruolo, l’oratoria si occupa
interamente della parola
Socrate introduce un’ulteriore distinzione: cosa distingue l’oratoria da altre arti apparentemente della stessa
categoria.
- Qual è l’oggetto corrispondente dell’oratoria? SPEECH
Gorgia dice a socrate, che mentre le altri arti la conoscenza adeguata ad essi riguarda quasi tutte le
operazioni manuali e simili, non ce nulla di analogo nel caso dell’ oratoria, che fa il suo lavoro e produce il
suo effetto interamente per mezzo della parola. Per questo afferma che l’arte oratoria è l’arte della parola
per eccellenza.
Ci sono arti che potrebbero essere svolte in silenzio, come la pittura e la scultura. È con queste arti che
l’oratoria non ha alcun interesse.
Gorgia risponde si a socrate.
Socrate dice inoltre che ci son altre arti che raggiungono il loro scopo attraverso la parola, e non hanno
bisogno dell’azione (o molto poco) come aritmetica, o geometria.
In giochi la parola e l’azione giocano un parte quasi uguale ma in molti la parola è la piu importante ed è
interamente responsabile dell’intera faccenda e del suo risultato.
L’arte che raggiunge il suo effetto attraverso la parola è l’oratoria
Lo scopo del l’oratoria è persuadere le persone.
Su cosa l’oratoria produce convinzione? Convinzione di fronte a grandi raduni pubblici su cosa è giusto e
cosa è sbagliato
ALLEGORIA DELLA CAVERNA
L’allegria è raccontata da socrate, il protagonista del dialogo, che narra una conversazione tra lui e il uno
allievo Glaucone. Socrate utilizza questa allegoria per illustrare la differenza tra il mondo della percezione
sensoriale e il mondo delle idee o delle forme.
- Socrate chiede a Glaucone di immaginare un gruppo di prigionieri che sono stati rinchiusi in una
caverna si dalla nascita. Questi prigionieri sono legati in modo che non possano girarsi o vedere
cosa accade fuori dalla caverna.
La realtà dei prigionieri:
I prigionieri vedono solo ciò che si trova di fronte a loro, che è il muro della caverna. Dietro di loro, alle loro
spalle, si trova una luce brillante e un cammino rialzato. Tra il cammino rialzato e i prigionieri, ci sono
persone che portano oggetti davanti alla luce, e queste ombre vengono proiettate sul muro davanti ai
prigionieri.
I prigionieri essendo confinati alla caverna dalla nascita, credono che le ombre sul muro siano la realtà
ultima e non conoscono nulla al di fuori di ciò che vedono.
La liberazione
Socrate propone lidea che se uno dei prigionieri fosse improvvisamente liberato e portato furi dalla caverna,
sarebbe accecato dalla luce del sole. Inizierebbe a vedere le cose reali, come gli oggetti, gli alberi, il cielo e
tutto ciò che esiste al di furi della caverna.
Inizialmente, il prigioniero liberato soffrirebbe a causa del repentino cambiamento di luce, ma pian piano si
abituerebbe e vedrebbe la vera realtà.
Il ritorno alla caverna
Socrate suggerisce che il prigioniero liberato potrebbe decide di tornare nella caverna per liberare gli altri
priionieri e raccontare loro della realtà al di fuori della caverna. Tuttavia, i prigionieri, essendo abituati solo
alle ombre sul muro, rifiuterebbero di credere a lui e lo considererebbero pazzo.
L’allegoria interpretata:
L’allegoria della caverna rapprensta la differenza tra il modno delle percezioni sensoriali (le ombre sul muro)
e il mondo delle idee o delle forme (la realtà al di fuori della caverna).
Platone sottolinea che la realtà vera e immutabile è il mondo delle idee, mentre il mondo delle percezioni
sensoriali è soggetto a cambiamenti e illusioni.
L’educazione, secondo platone, consiste nel sollevare le anime dalle tenebre della caverna e guidarle verso
la comprensione delle idee eterne e immutabili.
- L’allegoria della caverna è un potente strumento metaforico utilizzato da platone per esprimere la
sua concezioni della conoscenza, della realtà e dell’importanza dell’educazione. Essa sottolinea lidea
che la realtà va oltre ciò che percepiamo con i nostri sensi e che la conoscenza autentica deriva
dalla comprensione delle idee o delle forme eternamente valide.