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Libertà e Coscienza

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5

1·· t a ·11ber!à
re _. nsab1le
bc,MA NDE PER COM INCIA R~ . .
obbeafrm,zri., r:ioè r:li a.~ l+~ .
"L(IIJ,Jove vi-è 1,1.n 'fffèttiva capacità1di ,1-:
. l . . • . • . . v 1 eci-r.
re.sp<msobiUtit l... solt<inlo in qw1-c; a.(A,-im ensione ci può PS.'k>r(: li~h.~. r

M.ASBJM, J CAu 1
-\!:!-
• Che cos'è per te la libertà?
■ Che cosa significa esercita re in modo responsabile la ProM
. .,,,a
l.b
rt ' ?
1 e a.

• ' • •• -- ' • • ,.1 • • • - .. -

: Liberi di sceg liere Le sce lte resp onsabili


I if bene o il male La libertà dell'uom o è una libertà responsabil
perché è legata alle conseguenze delle e
La parola libertà è frequent emente utilizzata, ma
decisio ni. È la s toria d ella prima coppia um~e
non tutti le attJibuiscono lo stesso significato: c'è · d. di Eden , di cui abbiamo parlato aana.
chi la confonde con l'anarch ia, c'è chi crede consi- ne1 g1ar mo
sta nel soddisfacimento del maggior numero pos- 203, a ricordarci che l'uomo è libero e consapev:
sibile di bisogni materiali, c'è clù, semplic emente, le delle sue azioni. La cons apevolezza e l'accet•
la identifica con il tempo libero; ma le cose non tazione delle cons eguenz e delle proprie scel-
sono così semplici e definire la libertà richiede un te person ali sono caratte ristiche dell'uomo
po' più di attenzione. autenti cament e tale . L'nomo è libero per ~
La sto1ia di ogni vita umana è una storia di libertà respon sabile e, in quanto rPsponsabile, è capace
giacché attraverso le sue scelte libere l'uom~ di s uperare il livello della Dura istìntività e di co-
porta 4 rompimento il suo essere. gliere, in tota le autonor nì; e libertà, quali sono 1
L'uomo, dal momento in cui diventa coscien te e suoi compiti nella vit3
r~pons_abile delle pr oprie azioni, ha la possibil ità
?i.
sceglier~ tra il bene e il male, può decidere se La pers ona u111a na
, ~ltlP?S~re la propria vita second o un 'utilità
rnunedia ta o secondo ciò che ritiene giusto e t ra liber tà •~ valo ri J

~
vero.
I

Lo slancio della lihe11 à cornjncia con il rifiuto dei


Essere .li~eri vuol dunque dire assume re valori
autentic-1 ~r la . • vita . condizi onamen ti es tenti ne
malattie. la famf.
La . . · · ~.,.. . . · propna e per la vita degli altri l'ignora nza, la pow•rtà, le rn~nipolazioni tec110!o-
libt·rtà intesa come decisi l . .
~eìe•·1tn •-~ . . . one vo ontana e co- giche , le pn~ssioni aJnbH'malL sociali, poli~c~e:
~ u a opz1om drvers è f . ndi
~ e ipicame nte cristian a
.y . , ..

e viene ru)fi ;ta mass mediali , ronsumi.;;tidw ecc.) e dei co zio-


-- n. <:onte libero b1·t · 1dea • awes:
venà ,S\il upPata tra ,v , ar rio, che nament i int e rni (l'ego1smo, l'orgoglio , r_
e Agostino ~. · e ' secolo da Ambrogio " 1
sìvità, l'ipocris ia, l'incapacit::) di dominare propl'.I
. tin ·· 1·1 ·legrun <' troppo stretto a cose O f-'=·
twt"SOnf
_., .·
1s tl , .. -- ··-·
228
l •
dai condizionamenti, l'indhi-
re, pub scegliere, può eserd- Il concetto cristiano
lt.à ~progettarsi•~ di progettare. di libertà
•là di fare di eh) che si rice"·e Seroudo il crifltianesimo l'uomo è vera1nen•
corpo, le risors<~. IP mclinazioni <'C<'.) te> •· piena.ment,, 1ihe1·0 t-tolo m•I momento 1n

- propria essm1za. J'rnrhviduo 81 dpfl.

è persona. pf•l'dlt' 0 l'unka 11a tnttc'


vl\l'enU ad aver{-> tUl 1wt~r" d'ini7.iati-
e e ncl mah\ a pott.>J stal,iJuo un 1w-.50
cuj srt•glie il b••nP t' rt•nliiza fl110 i.n fondo IA
volontà di Dio, twc:ondo il modcJlo di uomo
p<•rf<·ttamenh' rimic1to propoq1o e.la Gcsia.
Dio lu rwi ro11lror 11 dPH'uorno un prog<'tto di
amor<><' qu, .. 10 JHO~<•tto J>lt:\t"df• per l'uomo una
effetti, cioè ad ess~t(: ,·~spommbilP partc-dpn.1.iolH' uJht , 1ta stessa di Dio [)k~ ha
serve a cre~c<.•re rwll.1 1·es])onsaùilitl1 .1t111ato qu(91o rnov• tto rwlla htona cldl'umamro
i e verso gli altri (', qumd1. neilu eht• e dn t•ntaL'l JH, qt,Pt.to una storia di 11'.Jalft
nella ricerca <'0n<liv1sa dPI benr ,·o- vezza die culmina nt>U•ev••nto Cri~'1o, compi-
.. nell'impegno dì parteciJlnzione "civilt•" mento df'fìnitivo dPI pro~Pt t.o dt Dio nei ronfl•onli
:ji promozione e la difesa dei dirit1i umani dell'uomo. 1;eH.-nto l'nsto mU•n:>t~tla la lth(.Jl'Ut eh
.,.o mluppo •'dal volto umano" 1wr tutti i ogni uomo. dtl:unandola a una scelta di acC"etta-
e le generazioni future. zione o di rifiuto. rl<•c1sn a per la sua salv~zza: è
dire sì o no a Dio in piena m,erta, consa~o1€'z-
:t.a P rPsponsab1lita. La hhcrta c((l] cristiano è una
vocazione e nn modo di vivere: è libertà di fare
il bene, per amore di Dio e del pr088im~,. e
l<' leggi umane sono t:1.1tte snhordinate al serv1~0
della carità Vice Gesù: "Se r-im,anete nPUa tnta
parola, siete dol'vrro miei discepoli; conoscerete
/a verità e la t'erità zri farà liberir. (Gv 8,31-36).
APOAOF
' f

. .· bili verso se stessi


.,. ,Responsa
.J

"
li filosofo E~_
nuel Lévinas
11
ma etto" è tale quan-
steneva che ti sogg lcosa per l'altro.
so-

; do si dona e fa quato suo pensiero


j ' Egli innestava que~ . ia che n-
rlflessione piu amp ' ·1·tà ·
, su una d. responsab• • ·
. rd il concetto ' 'be
, gua a . . f l'uomo nasce 11 -
. secondo il filoso o he responsabile e
·ma ancora e
ro pn t alla responsa b .l.tà
,,
· si trova assegna O . · ne o

. ~r.rma a:r"peso"
. . a di ogni accettaz10
della respon~-
: r~1uto. risiede la suprema dig~ità
b1I~ . "lo posso sostituirmi a
: detl_uom:~ssuno puo sostituirsi a m_e:
, tutt,, mta . la mia inalienabile ,dent,ta
. sogge·tto ., · Potremmo para.,trasare·.
Ques a e
,•d1
. " uesto fa di me una persona . .
't,k non posso donarm i agi, -~lt_r1 ~
esplicitare la mia responsab11tta ne,
loro confronti se prima non s~no re-
sponsa b .le , d·1 me stesso. Il filosofo
• I
Salvatore Natoli " , a proposito d~ -
le modalità che possiamo mettere in
atto per forgiare m~lio. I~ no~t~~ p_ e'.-
sona, parla di cond1z1on1in cu, I ,nd1v1-
duo "ricava se stesso" : . .. .
"Nell'appartenere a se stessi gt, indi-
vidui rivendicano la foro autono":1a e
originalità, ma non p er questo s1 ap-
partengono veramente . Per ?PP~r-
tenersi infatti, bisogna dtvemre
padro,;i di sé. Facile_a dirs(, difficile
·da praticare. Tuttavia e propno m que-
sta curvatura che la morale si muta
in questione personale e n'guarda
propriamente la formazione di sé,
. l'educazione del carattere, in breve
la personalità. E un individuo è indi-
pendente dafl'ambiente quanto più ha
personalità e, se ce l'ha, si dà il caso
· che non solo sia indipendente, ma an- '~ A,. lena penitenre.
che influente. Georges de La Tour, Maut1a '.
La costruzione della personalità si
.
1640 National Gallery of Art. Wash,ngt00·
svolge anch 'essa entro un ambiente,
prende inizio da una tradizione -
l'educazione dei geniton·, le usanze, le
rimane lo sfond o entro cui if singolo
abitudini, i riti -. ma esige un'appro-
viene disegnando fa p ropria immagi- g ersi a se stesso, conoscersi nei/" sue
~ ~ sa-
priazione soggettiva e consapevole q ualità e nelle sue debole.zze, v, -ciB
ne, è l'insieme di conoscenze, va/o ri,
pere quef c he è, deve,~d.~rea cat.
di essa.
norme, in breve fa materia da cui ogni nor. è .
L'etica corrente - o. se si vuole, le re- della sua verità. Se I tndividu0 ~
individuo ricava se stesso. Senza
,gole della tradizione - rappresenta per ·u· ., ente ()O""
tradizione sarebbe impossibile sia capace di questo, d1111c1 m · ~ra
gli individui un termine di paragone. In
la trasgressione sia l'innovazione. anr=rtenersi. e per c10 . . stesso csu,;..,., _
questo passaggio. /a ·tradizione può ,..,,..,~ d. ' cne ;1"'" · ·
L'uomo, per appartenersi, deve pa- in balìa d i q uella- f.!8rt~ . 1 s~ potete: ·
; essere confutata e perfino negata, ma domina e sarà facile vittima .
droneggiarsi: a tale scopo deve n·vol-
degli altn'".

230
ri tu tt o è p e rm e s so?
Se s ~a.r:-, o li b e su a li-
e se la mia lib ert à 'uo mo è Hbe ro . ma la
e co sa su cc ed ere bb
lla mi a lib ert à? Ch lla
~
ga te che
Ouali so no i co nf;ni de giu dic e de bertà è lim ita ta da re
ns ide ra rm i lib ero al pu nto da erigermi a o la so cie -
~ scon fin ata? Po ss
o co o "ben e" lo tut clano e tu t~ an
di qu alc os a ch e rep uto essere mi
tito in no me
ta in cui viv e. Ce rca d
1sp teg are
v~a attru,? M1 e co ns en
te re go le
Violare la legge m orale ? in arb itri o è ce ntr ale in qu asi
tut ti i ro- "ct ,e co sa" so no qu es
lla lib ert à a..rie: ela -
Il tem a de lla de ge neraz
ion e de
re dra mm ati ci. C 'è un so lo
ca so e pe rch é sono ne<..-'eSS
ev sk ij " , co n es iti se mp pe - ;:>er ctnan re
~ zi di Fè dor Do sto arr im en to ne l vic olo cie co de lla dis bo ra un br ev e tes to
inv ec e de llo sm 91na nd o
in ~ui per il pro tag on ist a, lla vic en da narrata in Oelttt
oe qu es ti co nc ett ,. irr;ma
un 'ap er tur a po sit iva ed è ne tic o de l ~
razione, si pro sp ett a d 1 riv olg er ti a iJr i pu bb
e lo tut to ign aro d i qu es ti
pr oblemi 1.~
castigo . v ce rca un a via d 'us cit a alla m iseria ch
A Pietrobu rgo lo stu de nt
e Ra sk oln iko 'uo mo su pe riore ,
e tut to è pe rm es so all d efi niz ion e dì l,-
da lla co nv inz ion e ch pe r de - E Da, una toa
OP.pti me e, do mi na to
ere un a ve cc hia us ura ia
be rtà : 1'1 che COS3 co
ns,ste a
es se re -, no n es ita a uc cid la giu sti zia
- quale lui riti en e di pri ma an co ra ch e
tuo g1ud ìzto es se re
11b ? Non .
en
sv ian o le ind ag ini , e
~ana. Mentre le cir co sta nz e pe na , eg li div ien e im pla ca bil e
o: ie teo~ .{
cre tar e la su a co lpe vo lez za e la e de lira nte . Ne l da re so lo ll '"'rel de fin•z~
~ga a de sc ia pro fon da
ri<:;.a, Ma tn; çt.egti es
.ernp f c o.::~- ·
se ste ss o. ca de nd o in un o sta to di an go de nd o il dir itto atl a
9tlldice di in vio len za , off en
lib ert à è de ge ne rat a me la vec - Cr&1t. )
~ o in cu i la su a i più m ise rev oli e rip ug na nti . co t
ha nn o, an ch e te. la • rn m a-
v~ che tut ti gli es se ri ,et ici e _va lio ~to il co nfi ne tra be ne e ma &S fS!Qno . dei princt?J ço ,-) 1 '
~i a'. all or c~ ha ca lpe
sta to i
condan
pr inc
na
ipi
alt au tod rst ruz ,on e.
Rask ol-

!ì . . 8$ IC «,1tf' \_ . v~ i:d t . se
..- ir .~ ~Ù

-
ens,one Psteolog ica lo Il ma les sere ch e ge tta Il C ~ & o ·ctt :t ~
Nessuno pu ò co mp ier e il ma le e res tar e im pu nit o.
ne ~ pe rò sa lvif ico e glì of~
(j~n~ èf 'tl ~:_ dà#~ . 00 :!W lf\ t~ . -t
ion e all 'in do ma ni de lla t~asgressio stu de nte ha ts n~ .:., l{ -f·:
~k ov nell~ dis pe raz ce pro stitut a ch e lo
t"OUQ!O:$&. .. & ~ · or
~n
re la Poss ibi lità dr ris ca tta r-s i . Sa rà So nja , un inf eli
pe re grina zio ni, a offrirg
ll ìn Crist o la ?hiav e de lla sa tve
e, la do nn a
l2a .
.o ~~:é po ~~ -st1rM? ~
,t> ~e· l
~onosciuto nelle su e gra nd e d1 sr> era z1 on
.~ :-.&i
~n<i<? le ch ied e co me
de bb a us cir e da lla su
a
renza e co n essa risca
ttarti, ec co ~ -· ~.·'~ ·- ~ ;
f~àfii,.'·
10 nvin?e a co sti tui rsi : "D ev i ac ce tta re la so ffe
~HS::ev,
co
fare" . la for
ss
za
o
d
?
i
Qu
qu es
an do
ta af f~ az io ne _le viene
andrBJ s s~ffrr_re, allora
da l sim bo
te la me tte
lo de
rai .
{al
lla cro ce :
Verrai 08
la pn glo - -~ri ,·
·. ~ ~ ~if-~ a~f.l(~i~
~ -~ -~
, ~f 'f8 :ia •'\ ?S
~ .l;!ff:e- ~
-·-· ~
~
_; ,A.; "· ~- - ' .

-~~~{;'.;'., .t: ~:?; 1:,~~~.f. ;=~


me e _na cro ce ad do
,am e Po i an dr ern o k} - - ~ "~ Ì·"' 8 ·~
co llo: e pregheremo ms
~ ~ ~
o sterile rimorso ma
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riia in .te I~ metterò .si
10
e .ou nq ue a un
ment.o non co nd uc
es stl nl rlnnov~ta ... a.
risCclttS~~na)". Il penti se nt, va in tut to --,.Il .~o
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ltJIJDIS taJ:a .ail&tl. . . .PtiNlh:r1•••-⇒-■xra_ IIIII
·l
- -· . ., .. -
·1

sa La ~.~~1....1,za
mo ral e
Per colpa depli altri

·. . / ,

DOMAN DE P~À .'C ,OMINCI ARE_


''L 'u,rn,iltà. è la ·madre, la radice, lQ, nutrice, ilfondam,ento, ., ·
fJ, t,egarne d:i ttate te aftre viHù". ·
GJOVANNl CRJSOSTOMO

■ Come definiresti l'umiltà?


■ Concòrdi nel riconoscerla come base dell'agire morale? •.

Retié Magrttte. li bouquet


Libert à e coscie nza
/Jefl'e fatti), 1956, La coscienza morale è il luogo interiore nel
CoUeztooe prtvata.
quale, secondo la morale cristiana, è iscritta
la legge morale naturale , mediante la quale
l'uomo comprende ciò che è bene e ciò che
è male. esercitando in modo responsabile
la propria libertà. La coscienza aiuta l'uomo a
compiere il bene r a evitare i] male e giudica le
scelt.P concrete approvanòo quelle buone e denun-
ciando quelJe cattive. Tramite il giudizio della
propria coscienza l'uomo percepisce e rico-
nosce i precetti della legge divina.
La coscienza deve essere informata, educat:a e
guidata alla scop<:'rta. della verità: è un cammino-·
lungo e difficile che in genere porta alla pjena ma-
turità morale nell'età adulta.
Quando la coscienza pennette all'uomo di formu-
lare un giudizio autentico sulla bontà o meno di. '
un,a certa azione, è detta retta coscienza e porta ..- ·.
l'uomo a condune una vita veramente morale e a .
orientars i verso il bene.
U giudizio morale è la capaci tà di formulare con.. ·
s tatazioni, opinioni, valuta.7joni su cornp01tam ei ·
ti, att.eggiamen ti e pensieri propri f' aJ1nri, sulla•
base dell'iòea che si ha del benf• e dél rn2h.' .
.i
I
f -. ,. _,. .··-
~

232
I .

-· ....
Le . virtù per·realiz:zare Ricon osce re
1a ltbe ~ · · le verità mora li
liibt..>Jtà .non è ''farn dò r h(~ ~i vuole'', ma dive n- Roberta De Montìeefli "· rifl1lttendo M°UH1c>·pagine di
taff taggiungf' la veritÀ.
UDA .J)efil(Jna Ch f" Prnm110 r· r, tlo , opera fik>Sofka di Karot Wojtyflr"
Qut'SW ."~ntà ~r il rri~tlano è que lla della leg- pn •r<~df'ntr lfl ima nm11!na a Papa, sr riv{•: "l f:~o-
ge dell aJJWre u1t1eg11.ata da Cristo. I..t- '-irtù ~ i mo nun subis<:t' l::.1 propria vlt:t ma) se n ( f n t r1,r,,t:'o
1

comport.amr nti virtnosi sono i c:u-cUni per mienta- fo quanto pr.,?ndP p o:, iz iont'. Mo non ('Otne f a il
r~ bt persona vt>rso Dio e per rPalizzare ~vanwn- .w,s..u, quondn gl1' rlctU, un (•r1lr.fo, per contracr?l ·
w se ,;f{!SSi-. . vo: pn•nrl c 7>n.~1·zfonr, ; ,, q11-1J nlo net .w o seu t1,n ·
Le virtù sono tJUelJ'ìn~ien.w- di libere ~clte r.hr 'p rovo ' lo w r Uo n la fa lt-d fù dei giu dizi . l n ri,Pfi- ,
· po1tano la persona a crunrninare neJIA pro~pctti - n·i tn:a, t u. t tf' 1,, f'~'3pm"irmze uml1t1,P sono 1i:pcrtc u
1

\'à del benè f.n._,.egnato rael Vruagefo. Oglli pi<Y·o- 1•ero, ed f? (/nesto ('hP /f• rende rir1gn.c clel 11,0;.,-u:
d f.
1a S{'elt.a quotictianR, s~ corretta, raffol"l..a. la scelta ,~perin 1zP: r·he non sono i mpo.lt'i del numdo su
fon.dament.nle dì artc>sione a Cristo, mentrP -ogni cli noi, m a ,·orregg'ih-ili m odi di 'tierifi1xi di gi't.1,-
sç.elta nr gatJva :finisce pC'r indebolirl o. diz-i. E'cc(I: I! la. 'libr m srqltn nP.lla <·ono.c.renz a dd
bene e del mat,,· chP <•'en tra r on t11tto questo? Lo.
J.l' ii rt ù cristiane si dfriting11ono in vu1ù teologali e parola, 'crnw sce-nza ' ;, qu ella chP dà i l nP.sso. Non
virtìt cardinali. sia.mo cerf,0 noi o '.far esserf'' bf•ne cio che è bene
e rnale ciò rhR i> male. Non è certo la rwstra
Virtù teologali significa virtù che han- 'volon tà ' o. creare i 1xi.iori, p iù- di
IlO per o~etto diretto Di.o e sono: quanto crei la rnc,,t.eri,n. deUR -cose
1. la fede , il legame che uni- ., che fa blJrù;h ia.nw . [ .. . j .Ma se
non siamo noi a fabbri-
sce profondamente l'uo-
mo a Dio;
;?. la E-peranza. la fiducia
completa nelle pro-
/

A: ~
· . .. .
ca re le verità morali,
s iamo noi a ricono-
,'lcerle - o no. _Non e 'è
libertà se non dove
messi.• di Gesù Cri- ·,d
sto: ' - c'è possibile verifi-
ca p ersonale dellll
;t la carità. l'amore ~-
bontà d i un bene ,
concreto verso Dio
della cattit>e ria di
e Vf'fSO gli altri.
un ma le ·: .Il luogo di
Virtù cardinali signifi- questa \·eriflca è la co-
ra virru r he sono il car~ scienza morale.
dinf d<·Ha vit.a cristiana e
SlirtO:
...-,,. "' ~

I.· lu prudenza, la docilità ~. l<•....,l.ii .:·! .. .


......_-. ,.. Raffaello Sanzio. Giusfln:i, 1509- 1511 ca ..
ailt- às{)irazioni di Dio nei µen~ ~~ :,c-:-i r · ·,.· d.'!f ~ >ft.¾i Stanza dell;i &.,gr.alura. Pa!aw Vallcam.
' ' • '\
;6.,.. ~ -:&i1~
~,~n (' nellr azioni;
!.. la giustizia , la fem1a e costant e volon- ~ • • ~ 1• • • • -1 ••• , k:
i l • .,
tà 1 . RAGIONACI su.;; '1!_ • -1 °/t" ~- ~
l • -~ ;J

' . ( i dare a dascuno il suo;


-l Ja fort-E.~ za, il saper a ffr,mtare difficolt}i ,~Mf-
. ftlJ'~nzè rJer il Regno dj Dio: n La coscienza or~t i seropre vPrso il bene?
L la lt!'tt1}>e-.ra1174i l'~1nilihrat o controllo d<:\i :-;c•11ti- tJ Come fYvSSQOtl v,akJt ( w·w ersali essere ~onte,.
·Int>uttr d<\~Jl L'- tiJ1t i, nws.~i al ~ tvizio della <'ari(à. rnAt nellf C()$t;Ìt:.{l?e 1nd1viduall"
:tt Qvalù v1;tù ntìi;.nt sigi più rliffiçile da praticare?


ROFONDI
e m o ra le ?
! :D a d o v e v ie n e la lenatguragum tro ai ne·. (; ;:,,ne mfluSrlz.a
ana, o d&I giusto e tes ti: den 0

i ·Tr a~ caratteristiche umane


Q) , s1derio, profondamente
c 'è il de-- della
radicato in · dell'in giusto,
dev 'essere qualco- com and o int ~o a ·-::., ··• t.,Grnp
una cer ta maniora ~ ' .°;'-les to è
o~ 111
;ii-., ,,
.

giusti- sa che sta al di lé


e al di sopra dei
t: cìasouno; dl agire "secondo
le tracce fatti concreti del
comportamento to ciò che frov,a'T-:,, ·'.::E:ntm di
.~•·o 1 ·.!Orno ' du ~·
~- r,. .

1A zia" . Questo desiderio è tra caso, oltr e ai fatti Gu ard and o der
lasciate dal Creatore alle sue
al pal i del bisogno di verità, di
creature, umano . In que sto
bontà, con cre ti c'è qua lc os'
lo scrit- reale che non abb
altro: una leg ge
iamo inventato
·
5 1 sco
pre h , .
e e eg e s o ~ '
una legge e eh~ O .1 a:e,'Uno o
sa vuole che s. -X-'1 DOrti ln
1
0u:
un eco.
a
di libertà, dì bellezza. Spiega vrem-
Sta ple s Lew is ": noi, e a cui sappiamo che do erto
. tore Cliv es . mo do .
! uNel caso dei sassi, deg
li alberi e di mo obbedire" "Un Quale ~~ C,'":f .: d,n [.1€ l'uni vers o
ini, prosegue Lew is,
0
In quanto uom ,;;.
cose sim ili, que lle che chia mia mo
top osti a una che s1ma~::esta 1r: me come una
sem- sap piamo di essere sot Je che _m i :nc ~a ad agi re
bene, e mi
'. 'leggi naturali' possono essere non abb iamo fatt o
Quando legge morale che ,a ~em,re tn c off e e a disa gio quando
plicemente un mo do di dire. sa in noi , che
; dico che la natura e governata da noi , ma che
è imp res
nche agi sco male. S1wno cos tret ti, penso
ent icar e nea
an- non riusciamo a dim a suppor ret eh~ questa enti
tà som igi
.certe leggi, ciò forse significa solt con sap evo li di
porta volendo e a cui siamo aSt
· to che la natura, di fatto, si com
, in un certo mo do. Le cos iddette
leggi dover obbedire. Den
tro di
ere che
noi
c'è
, infa
die
tti ,
tro
a una men e o,u che a qua
cos a che con osc iam o: per
lsi
ché ia !
al

di rea- si manifesta il pot osc ,am o é la mare-


' possono non essere nien te che lo rende ciò che è. a.ltra cos a c~e con
_
sop ra dei l'universo e le imm agin are una ma-
le - nie nte al di là e al di possiamo ria,_ed è diff1c1
i con cre ti che oss eNi am o. Ma nel "C'è un solo modo in cui tena che impartisce ord ini e istru zior (
, fatt si ma ni-
presumere che tale po tere
l cas o dell'uomo non è così. La legge
I

e ra zi o n e
·L a vi tt o ri a c o n tr o la d is p
per
.'! . Sperare nelle promesse di Cristo
disp e- Geor~
~ :chì_ha fede è un antidoto alla
. raz1one . Freoott
la di- Watts,
: Soren Kierkegaa rd ,. definiva Spef?Jll!
sperazione una "malattia mortale"
che
con se
1886.Tate
coinvolge i rapporti del singolo Gallay,
dì rea lizzars i fino
~tesso: se l'io decide
1

. ,nfon do, si_scontra con la pro pria


ere
limi-
qua l-
~r·l{
"""· .
\ ~1 --
Looi'a.

; tate ~, ~ invece cerca di ess


un'i mp os-
I cos~ dt dNerso si imbatte in
, ~lt à ancora maggiore.
st In entrambi ;
sé: il
II . cas1u~ fallimento, una morte di
I
; solo_esito positivo è nella fede.
più
, Cosi Il filosofo Pietro Prini ": ''La
I

a vita è la vit-
a~ forma del valore dell P ,
, tona con . tro la disrw:.,.,,,.,.;
I' ,.,,,,=one. erche
.uomo a differenza di ogni altro essere
vivente. sopra J.a terra, è 'al di là della
.
propna somma' come a·_ r·
·Pauf Va/éry " '. ,ce li poeta]
dizJ, di , e essenZJalmente l'in-
' o ~ un sen so che lo ottrepa
_. che nessun cttlcolo può ma . ssa tab
e
iw
'fizzare. Non c'è vna non .... ,~ con
0
condizione di vita, ;he n~ modo
sere o diventare deg
S<Jta nella , . ,
na di
ere
~s-
v,s.
=ssa
' . . ..cC!:'unrta degli uomini, se il
senso dèl1a vtta non è II piacere
:pure, oer se stessa, la sottare ~ nep-
c. . .
la µ uts z1one a quella inesau nza, ma
ipa ribilità
so dell~ ,..1-..,,_ d
e W ff:1, . 8SP8f.at1s .
del sen . : .• I
i h,i,- .
.am rev u~ é t/Jtt81(/I¾ testimoniato dal/.
pr~~. za dell'amore nelmondo". a
-: 2 ~+
'
LorP..nzo Lotto, Cristo e l'ad!lltera.
......J 1527- 1529, Museo del Lou-Jre.
Pangi

o s c ie n z a
Il t ri b u n a le d e llricao decl cris I
Giuseppe Ricciotti , ins
Cristo , pe r p rop orre
11

in ma nie
tian esimo, scrisse una Vita
ign e sto
ra rin no
di Ge sù

vata il me ssagg io de l Van


gelo a un 'Europ a
grafia so tto ton na d 1
f ;:;~1 pa re efi,aace la rne tafp ra
trlbim a 1e in(en ore ? ]i è ca p•
ae f

a gu err a mo nd iale. Si tratta di una bio ta't o d1 farvi appello pt


1~ ci;
travolta da lla Se co nd po litico in cui si svolse
rui sce l'am b iente, il clima sociale e comp,ere t.!J1 ,.a zio ne pa nCtplà
r-
rom anz o, ch e ric ost ne de lle fon ti e dei do cu-
e d ì Ge sù att rav ers o un a rig orosa interpretazio o,e.nte inmsgnçtt-iVa'l,
r azion f1era:
one de ll'e pis od io de ll'a du
me nti. Ec co la rico struzi
ne
dic a, ascoltò l'es pos izio
ai la pre JE Se co nd o re 4J1a per$Oni1 '10 ',
ta. Gesù, inte rro tta orm
~La bat tag lia fu ac ce tta te ass iso com e sta va pti ma , Qu and o gli
ac cu-
~ ref1grosa pJo ave reJ a 11so;E
i.a d :
nq uill am en
del cas o, rim an end o tra tan to, com e rso ne
pe
un tr1bur.a!e lnt.él1or~?
be ro fini to, eg li no n risp ose par ola ; sol e
sat ori de ll'a d ult era eb po, si curvò ver so terra .
i
ab b ia nu lla da far e e ce rch i dilngannare il tem att eg gia me nto
che no n pa vim en to, il suo
si de tte a tra c cia re co l
dit o seg ni di scr ittura sul stava
risp ost a da co municare. e che
&va in sos tan za ch 'eg li no n ave va afcuna Gli acc usa tor i asp et-
dfe la qu est ion e fosse fini ta.
tem po fino a che ete ron o
fì ingan na nd o il a tra cciare svolazzi in ter
ra. Quelli rip
to: Ge sù seg uita va altr o tem po
tar ono a /Qu an an cora; sol o do po
do manda, asp ettaro no , sulla
l'ac cusa, rin no vand o la sgu ard o ven.o gli acc usa ton
sù len tam ent e sì rial zò sul bu sto, g irò lo za pe cca to, lan ci pe r
Ge
dis se con sem plic ità: Ch i di voi è sen
folla, sul la donna. p oi qu est o mondo, si
. De tto ci<'> com e la cos a p iù na tur ale di
pri mo su le! (un a) pie tra Tutto era fini to, an zi
ter ra e ric om inc iò a tra ccìars svo lazzi.
cur vò d i nu ovo .ver so era e si m an ten eva est ra-
vu to nep p ur com inc iare : l'in ter pel lato e: eg li
non avr eb be do sa ~ri, in q uelle circ ost anz
o ·a qu ella qu est ion e. _p~opos ta da Quegl i ac cu , lo ave v~ fat to ced en -
ne da to quella n sposta
Pf!J fenva tra..~c, are s.110Ja zz1 : e se ave va
rm a da lui
Ag iss ero lor o: pur chl } si con for ma sse ro alla no .
dò • ~ o ,~s ten n-. ! Non si tr.a H~ va di' 1 d ,care su
g ·
ahi : que l.fa no rm a J; toc cava fntfma.men1e '"" u ev ~ il
· ridi-· , pe r stàbilire quanti co lpi di staffile doveva ric
dt,t a Ah ,,
n. eJegan i ~ cas ·
o giu ~o
u alt-o Il pa:lo &- cu,·"' · ,./i,. im pic care f/ c.orpo
· •

u1 •o quanto do. ve1 1a essere ,;:,/ vvv ev a


dorso altt .. . . tribunale in ; b i! · ·
11~,. si tra
aftn ,,.
ttava dJ un g1u J
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trib~~a~
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~~~:i_~pria coscie ~: .., e ,n cu, 8CCUS8t
ore e
}.-. .:.,!~ ~e_e~m_~ tu~ 'u~o~it' .. - ~ ~

qf.-~
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2 35
~

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