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IL RUOLO DELL’INTELLIGENZA
NELLA VITA SPIRITUALE.
EVAGRIO PONTICO E IGNAZIO DI LOYOLA
Dominique Bertrand sj
Les Sources Chrétiennes, Lione
1. Evagrio e Ignazio
Tl notne di Evagtio non compare negli sctitti ignaziani. Que-
sti, come é noto, sono poco prodighi di riferimenti. Ma, d’altra
parte, nel secolo XVI non ci si poteva fare un’idea dell’impor-
tanza di questo teorico della spiritualits del deserto e nemme-
no della sua eterodossia (o para-ortodossia). La riscoperta di Eva-
grio recente. Dobbiamo alle ricerche ed alle analisi approfon-
dite di Guillaumont (che prolinga in particolare gli studi di Iré-
née Hausherr) il fatto di poter valutare oggi in modo pit giusto
sia luna che l’altra, come pure le ragioni dell’ oblio in cui é ca-
duta l’opera evagriana!. Ecco che allora non & piti fuori posto
stabilire un paragone tra i due maestri spirituali. Uno ha potu-
to, in incognito, influenzare l’altro. Ed entrambi sono «grandi
nel regno della vita spirituale», per parlare come Hugo Rahner?.
Esaminando in due articoli celebri il rapporto di Ignazio di
Loyola con i Padti della Chiesa, lo stesso Hugo Rahnetr ha fat-
to una duplice distinzione?. In primo luogo sottolinea la diffe-
1 Oltre all’articalo Bvagre nel DSAM IV/2 (1961) 1731-1744, dobbiamo a A. Guil-
Jaumont, Les «Kephalaia gnostican d’Euagre le Pomtique et Phistoine de Uorigénisme chez
les Grecs et les Syriens (Pattistica sorbonensia 5), Seuil, Parigi 1962, come pure l’edizio-
ne, in collaborazione con C. Guillaumont, del Thaitd pratique, on le Moine (SCh 170-171,
1971) e di Le Gnostique, ou a celui qui est devenu digne de la science (SCb 356, 1989).
Fra tutti gli seudi di Irénée Hausherr consacrati ad Evagrio, vedi Les legons d'un con-
templatif. Le twaité de POrison d'Evagre de Pontique, Beauchesoe, Parigi 1960.
2 Die Lehre des heiligen lgnatins von der Unterscheidung der Geiste in Ignatias als
Mensch und Theologe, Herder, Friburgo 1964, p. 343.
3 Ignatius von Loyola und die aszetische Tradition der Kircheneviter ¢ V'articolo citato
nella nota 2, iid, pp. 235-250, 312-343.
95renza tra Ignazio da solo, il quale ha soltanto poche conoscenze
patristiche tratte dai libri, ¢ Ignazio circondato dai suoi com-
pagai, in particolare Polanco, i quali mettono le lore acquisi-
zioni universitarie in questo campo al servizio della causa degli
Esercizi spirituali e dell’Istituto della Compagnia. In secondo luo-
go, ricorda che in entrambi i modi Ignazio ha realmente bene-
ficiato dei Padri della Chiesa, ma ritiene che le convergenze evi-
denti tra i Padri e Ignazio si spieghino meno attraverso una fi-
\iazione letteraria diretta o indiretta (Ludolfo di Sassonia) che
attraverso una connaturalit’ «metastorica» di tipo mistico*.
Mettere in valore quest’ultima é il fulcro del suo ragionamen-
to. Seducente e, a suo tempo, utile, questa tesi lascia oggi in-
soddisfatti. Il metastorico rabnerianc somiglia un po’ troppo alla
notte in cui tutte le mucche sono nere. Soprattutto, insistendo
unilateralmente sull’esperienza mistica, si giunge ad occultare
il ruolo dell’intelligenza, e della cultura, nella sapienza spirituale
ignaziana,
Ecco a che cosa servira il paragone da noi instaurato. L’in-
tellettualismo militante di Evagrio, illustrato, permettera di pre-
cisare l’intellettualit® equilibrata degli Esercizi spirituali. In tal
modo trover’ il suo posto cid che la connaturalit’ metastorica
indicava confusamente; la vita spirituale, ¢ anche la mistica, non
hanno nulla da perdere da una determinazione del ruolo svolto
in esse dall’intelligenza. I riconoscimento di questo ruolo pud
essere oggetto di una presa di coscienza difficile, veramente spi-
rituale, in cui si ritrovano i «grandi».
2. Somiglianze
Lasciamoci condurre a questo punto decisive da un richiamo
sommario di cid che giustifica il nostro paragone, anzi spinge
a farlo. Non ci addentreremo nell’esame dei canali di trasmis-
sione, da Cassiano, vero discepolo di Evagrio’, fino a Ludol-
fo, che ha iniziato Ignazio tanto alla lettura del Vangelo quan-
to a quella dei Padrié. Ci limiteremo soltanto a considetare col-
4 [bid., pp. 249-250 ¢ 312,
5 Les «Kephalaia gnosticay, op. cit, pp. 77-80.
6 Manca ancora uno studio esauriente di cid che Ignazio ha potuto apprendere da
Ludolfo di Sassonia, Ma basta scorrere le colonne della Vits Christi per notare ’'abbon-
danza delle citazioni dei Padri.
96legamaenti di tipo storico o testuale. Nel fare questi confronti ci
accontenteremo dei suggerimenti di Rahnet’, i quali rendono
plausibile il paragone, salvo il punto contestato del «metastorico».
Dal punto di vista storico basta sottolineare tre componenti
del clima nel quale Evagrio, alla fine del secolo IV, e Ignazio,
pit di un millennio dopo, elaborano la loro dottrina spirituale.
Al tempo del primo vi sono il messalianesimo, con le reazioni
a volte timorose che suscita, e il progresso concorrente della fi-
losofia, qui il platonismo®. Ignazio, dal canto suo, affronta gli
«alumbrados», l’inquisizione e la diffusione del nominalismo”.
Di pit non si pud dire. Ma non bisogna mai dimenticare che,
da un periodo all altro, le spirirualita trovano la loro espressio-
ne non solo secondo una continuit profonda, ma anche pren-
dendo posizione di fronte a deviazioni, arresti, concotrenze. Al-
meno, si pud dire che qui un’intelligenza si 2 messa all’ opera.
La frequentazione dei testi di Evagrio e di Ignazio fa sorgere
confronti meno massicci, singolari (in tutti i sensi del termine).
Brevissimamente, ecco aleune indicazioni: 1) I nostri due auto-
ri praticano la concisione letteraria; sono creatori di massime
e amano organizzare Ja loro dottrina in una serie di determina-
zioni, dove la collocazione nella serie contribuisce al senso di
ogni «apoftegma». 2) Vi sarebbero molteplici convergenze
nei particolari da rilevare, ad esempio: parlare con Dio senza
intetmediari!!; l’indifferenza alla vita lunga o breve!2; Pinizio
7 Op. cit, p. 238, 245.
8 Vedi nel DSAM X (1980} 1074-1083 V'articolo Messaliens (A. Guillaumont); per
quanto riguarda la Eilosofia, bisogna ricordare il progresso del platonismo, ad Alessan-
dtia in particolare, a partire dal III sec.
9 Ll libro fondamentale sull'argomento testa Erasme et Espagne di M. Bataillén,
E. Droz, Parigi 1937. Sul progresso del nominalismo e del suo significato, vedi C. Bé-
rubé, Ls connaissance de Vindividuel ax Moyen Age, PUF, Parigi 1964. L’imitarione di
Cristo partecipa di questo spirito antispeculativo dei secc. KIL-XV; su questo punto
Ignazio non segue il suo libro preferito.
10 Il fatto & evidente per Evagrio, che 2 forse l'inventore della centutia di capitoli
brevi che sar’ in voga in Oriente sino alla fine dei tempi patristici; vedi anche Les «Ke-
phalaia guostican, op. cit., pp. 35-36, sulla «composizione polifonica» praticata da Evegrio,
‘Quanto a Ignazio, ricordtamo il lungo studio di Gaston Fessard sulla seconda sentenza
di P, Hevenesi, Dialeetique des Exercices spinituels de saint Ignace de Loyola, Aubier,
Parigi 1956, pp. 305-363; vi & qui una chiave per la comprensione dello stile di sant’I-
ghazio; vedi La politique de saint Ignace de Loyola, Cerf, Parigi 1985, pp. 435-437.
11 «Lorazione & una conversazione (bomilia) del intelletto con Dio; quale deve
essere dungue lo stato di cut Vintelletto ha bisogno perché possa senza tornare indietro
ptotenders! per andare verso il suo Signore e conversare con lui senza alcun imterme-
digrio!» (. Hausherr, op. cit., p. 16). Negii Esercizi, vedi il n, 15.
2 Traité pratique, op. cit., pp. 366-569; Esercizi, », 23.
97dell’ orazione"; il demonio e il fumo'; il demonio travestito da
angelo di luce!>; Dio solo capace di conoscerci nelle nostre facol-
tA superiori'®; i due gradi del progresso spitituale!’. La lista non
@ affatto esauriente. Ma l’elemento pit importante é if loro mo-
do ditrattate i «pensieri», ed & di questo che ora ci occuperemo.
Il meno che si possa dire, alla fine di questo abbozzo compa-
rativo globale, & che Ignazio merita altrettanto, se non pid di
Giovanni della Croce, di essere un analogatus di Evagrio il «con-
templativo».
3. Liintelletto evagriano e la lotta contro i pensieri
Non é certo possibile sviluppare ’insegnamento di Evagrio.
Concentreremo dunque la nostra attenzione su un unico pun-
to. Ma notiamo subito: 1) Ci sono pochi autori nei quali l’insie-
me del progetto & cosi intimamente presente anche nel detta-
glio; con Evagtio siamo in presenza di un sistema nel pieno senso
del termine’. 2) L’originalita di questo sistema é che, lottan-
do contro il primato riconosciuto dai messaliani alla sensazione
nella vita spitituale, esso si appropria degli elementi intellettuali
della sapienza dei Padri del deserto (vedi sant’ Antonio)?°, dan-
do loro quegli sviluppi detti