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Nutrimento Per L'anima - Quarta Domenica Dopo Quaresima - Di San Giovanni Climaco

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nutrimento l

14 aprile 2024 anno 15 / n° 20

'anim
seria settimanale
Foglio di insegnamenti
spirituali e catehetici


per della Diocesi Ortodossa
Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio (MT. 4, 4)
„ Romena d’Italia

QUARTA DOMENICA DELLA QUARESIMA


di San Giovanni Climaco
APOSTOLO. EBREI 6, 13-20; EFESINI 5, 8-19
Fratelli, quando Dio fece la promessa ad Abramo, Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce
non potendo giurare per uno superiore a sé, giurò per nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce;
se stesso dicendo: Ti benedirò con ogni benedizione ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia
e renderò molto numerosa la tua discendenza. Così e verità.Cercate di capire ciò che è gradito al Signore.
Abramo, con la sua costanza, ottenne ciò che gli era Non partecipate alle opere delle tenebre, che non dan-
stato promesso. Gli uomini infatti giurano per qual- no frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di
cuno maggiore di loro, e per loro il giuramento è una quanto viene fatto da costoro in segreto è vergogno-
garanzia che pone fine a ogni controversia. Perciò so perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente
Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi del- condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che
la promessa l’irrevocabilità della sua decisione, inter- si manifesta è luce. Per questo è detto: “Svégliati, tu
venne con un giuramento, affinché, grazie a due atti che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà”.
irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, Fate dunque molta attenzione al vostro modo di vive-
noi, che abbiamo cercato rifugio in lui, abbiamo un re, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo
forte incoraggiamento ad afferrarci saldamente alla buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non
speranza che ci è proposta. In essa infatti abbiamo siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere
come un’àncora sicura e salda per la nostra vita: essa qual è la volontà del Signore. E non ubriacatevi di
entra fino al di là del velo del santuario, dove Gesù è vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ri-
entrato come precursore per noi, divenuto sommo sa- colmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi,
cerdote per sempre secondo l’ordine di Melchìsedek. inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore
con il vostro cuore.

VANGELO. MARCO 9, 17-32; MATTEO 4, 25; 1-12


In quel tempo, un uomo dalla folla disse a Gesù: taci”. Gesù gli disse: “Se tu puoi! Tutto è possibile per
“Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spi- chi crede”. Il padre del fanciullo rispose subito ad alta
rito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli voce: “Credo; aiuta la mia incredulità!”. Allora Gesù,
schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impu-
tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”. ro dicendogli: “Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci
Egli allora disse loro: “O generazione incredula! Fino da lui e non vi rientrare più”. Gridando e scuotendolo
a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò soppor- fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto,
tarvi? Portatelo da me”. E glielo portarono. Alla vista sicché molti dicevano: “È morto”. Ma Gesù lo prese
di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ra- per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato
gazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato:
Gesù interrogò il padre: “Da quanto tempo gli accade “Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?”. Ed egli
questo?”. Ed egli rispose: “Dall’infanzia; anzi, spesso disse loro: “Questa specie di demòni non si può scac-
lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucci- ciare in alcun modo, se non con la preghiera”. Partiti
derlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiu- di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che

Appare con la benedizione di Sua Eccellenza Siluan, Vescovo della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia
nutrimento per l’anima • 14 aprile 2024 • anno 15 • n° 20
alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli
diceva loro: “Il Figlio dell’uomo viene consegnato nel- che hanno fame e sete della giustizia,
le mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, per-
ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Essi però non capi- ché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore,
vano queste parole e avevano timore di interrogarlo. perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, per-
In quel tempo, grandi folle dalla Galilea, dalla ché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati
Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Be-
Giordano cominciarono a seguire Gesù. Vedendo le ati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e,
folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvici- mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi
narono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e inse- per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande
gnava loro dicendo: “Beati i poveri in spirito, è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti persegui-
perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che tarono i profeti che furono prima di voi.
sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i

PAROLA DEL GIORNO


Alcuni cristiani, fratelli, credendo di osservare più esemplare del digiuno del Signore. Che cristiano sei,
religiosamente i precetti divini, trascurata l’osservan- se pranzi mentre il Signore digiuna? Che cristiano
za devota dei quaranta giorni, di cui oggi celebriamo sei, se ti nutri mentre Cristo ha fame? Egli per la tua
l’inizio, dicono di praticare cinquanta giorni a torto, salvezza sopporta la fame e tu per i tuoi peccati temi
perché ciò non è comandato dalle Scritture, né tra- di digiunare. Ditemi — domando a voi che in Quare-
smesso dall’autorità dei nostri padri. Perciò lo fanno sima pranzate — se non siete rei in coscienza, visto
soltanto per una supposizione personale e, mentre che, mentre tutto il popolo si astiene dal cibo, voi soli
pensano di agire con più devozione, si comportano contro il precetto del Signore mangiate a sazietà; se
con più superstizione. Dice di osservare cinquanta non arrossite, quando uscite in pubblico, al pensiero
giorni chi a stento potrebbe compierne quaranta. che qualcuno che digiuna vi incontri; o se non riflette-
È buona cosa, certo, di- te, quando vi recate in chiesa,
giunare in tutti i tempi, ma è su come possiate scambiare la
meglio digiunare per quaran- pace con il vescovo senza che
ta giorni con Cristo. Questa l’alito della vostra bocca da sé
Quaresima il Signore, infatti, solo vi condanni!
ha consacrato per noi con il E se non ci pensate, forse vi
proprio digiuno. E ho ‘detto sbagliate di grosso. Dovete sa-
«digiuno», non «digiuni»: fu pere, infatti, che, quando nei
unico in realtà il digiuno del giorni di Quaresima uno che
Signore, dal momento che ha mangiato incontra uno di-
non toccò cibo per nulla per giuno, chi digiuna non vede
quaranta giorni e quaranta di buon occhio l’altro. Questo
notti consecutivi (Mt 4, 2). dico, perché sento dire che
Ogni cristiano, perciò, che non parecchi, e per di più fedeli, in
abbia compiuto con il digiuno Quaresima si astengono a set-
la Quaresima così consacra- timane alterne e violano con
ta, sarà considerato reo di l’intemperanza della gola quel
prevaricazione e contumacia, numero di giorni, che è sacro,
poiché viola, mangiando, una pranzano cioè per sette giorni
legge divina data per la sua e digiunano per sette giorni. É
salvezza. Violi, infatti, la legge a costoro questo chiedo: per-
tu che non custodisci la forma San Giovanni Climaco ché anche in quei sette giorni

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frodino se stessi digiunando, visto che non giova loro del Signore è salvata la giustizia, è uccise l’ingiustizia.
un tale digiuno. Per quanto infatti uno si astenga in E questo vediamo che avvenne nello stesso apostolo
certi giorni, per quanto tra i cibi non prenda gli ali- Paolo, che prima di essere lavato dai precetti spiritua-
menti più graditi, non si ritiene che abbia assolto il li, era un blasfemo, un persecutore ed era Saulo; ma
digiuno della Quaresima chi non digiuna nei quaran- quando la pioggia del lavacro celeste cadde sopra di
ta giorni. lui, è ucciso il blasfemo, ucciso il
E vergognoso a dirsi: gli anziani persecutore, ucciso anche Saulo e
e le vecchiette fanno Quaresima, i riceve vita l’apostolo, vita il giusto,
ricchi e i giovani non la fanno. Con vita anche Paolo (At 9, 1-19). A tal
tutto l’impegno celebriamo, per- punto poi egli perse l’uomo vecchio
ciò, questo tempo santissimo; non con le sue azioni che con i costumi
passi per noi giorno senza digiuno; mutò anche il nome.
non trascorra per noi una sola set- Chiunque perciò in questa prati-
timana senza veglie! Fa Quaresima, ca della Quaresima avrà osservato i
infatti, chi digiunando e vegliando comandi del Signore, sarà uccisa in
sale alla Pasqua. E come il digiunare lui l’empietà diabolica, la grazia apo-
nel resto dell’anno è premio, così il stolica invece sarà in lui conservata;
non digiunare in Quaresima è pec- e succedendo egli stesso in qualche
cato (1). modo a se stesso, muore quanto alla
Quelli difatti sono digiuni volon- parte per cui è peccatore, riceve vita
tari, questi necessari; quelli vengo- quanto alla parte per cui è giusto.
no da una libera scelta, questi da Vediamo ancora se altrove, nelle
una legge; a quelli siamo invitati, a Scritture, possiamo trovare questo
questi siamo obbligati. mistico numero della Quaresima!
Ma vediamo questo santissimo Leggiamo che il santo Mosè nel de-
numero di quaranta giorni da dove serto ha nutrito i figli d’Israele con
ha tratto origine! Leggiamo in pri- la celeste manna per un periodo di
mo luogo nell’ Antico Testamento quarant’anni (Es 16, 35). E buono,
che ai tempi di Noè, poiché una scel- San Massimo di Torino
perciò, il numero che sempre apre
lerata malvagità si era impadronita il cielo! È buono, dico, il numero per
di tutto il genere umano, per quel numero di giorni il quale la giustizia di Noè è salvata e i figli d’Israe-
si aprirono le cateratte del cielo e caddero piogge in- le sono nutriti! Perciò anche noi osserviamo questo
tense (Gen 7, 17-20); per una sorta di mistero avvenne numero, in modo che si aprano per noi i cieli finché
un’inondazione della terra per quaranta giorni e fu la pioggia della grazia spirituale ci bagni e la manna
non tanto un diluvio, quanto un battesimo. Fu certo dei sacramenti spirituali (2) ci ristori! A somiglianza,
un battesimo, per il quale nei peccatori fu tolta l’ini- infatti, dei nostri padri per questa osservanza della
quità, a Noè fu conservata la giustizia. Quaresima siamo giustificati e siamo nutriti: giustifi-
Così anche a noi ora il Signore a somiglianza di quel cati con il lavacro e nutriti con i sacramenti.
tempo ha concesso la Quaresima, affinché, apertisi i Ma qualcuno dice che i figli d’Israele nel deserto, vi-
cieli nel numero stabilito di giorni, la pioggia della mi- sto che furono saziati dalla manna, non digiunarono
sericordia celeste ci irrori e, avvenuta l’inondazione affatto. Io invece dico che essi non praticarono allora
mediante il battesimo, la pioggia del lavacro salutare altro che astinenza e perciò meritarono la grazia del
ci illumini e — come accadde allora — dai flutti delle nutrimento celeste, in primo luogo perché il deserto è
acque sia estinta in noi l’iniquità delle colpe e si con- tutto un digiuno, dato che l’angoscia della solitudine
servi la giustizia delle virtù. scaccia il desiderio smodato di cibo; nel deserto, poi,
Anche ora, infatti, vale il principio che valse al tem- dove procurare pietanze raffinate? Dove vini prezio-
po di Noè? Il battesimo, infatti, è diluvio per il pecca- si? Dove in quarant’anni un qualunque sostentamen-
tore, è consacrazione per il fedele. Mediante il lavacro to? Comprendiamo perciò che i figli d’Israele digiuna-

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rono, perché sappiamo che mancò loro abbondanza di rati dal nutrimento della manna celeste e non saremo
viveri e che assunsero cibo quando piacque al Signore afflitti da alcun morso di vermi.
di elargirlo. Abbastanza a lungo poi digiuna chi si nu- San Massimo di Torino,
tre secondo la volontà di Cristo. A tal punto piacque Sermone 50 nel vol. Sermoni liturgici,
l’astinenza dei figli d’Israele nel deserto al Salvatore Introd. Trad. e note di Milena Mariani Puerari,
che veniva riprovata l’intemperanza persino di alcu- Editrice Paoline, Milano, 1999, p. 135-141.
ni tra di loro, cosicché chiunque per troppa avidità
aveva raccolto per sé una doppia razione di manna, Note:
per questa offesa veniva colpito e si scopriva che ave- (1) Cfr. Cesario d’Arles, Sermone 199,1: CCL 104,803-
804 (l’imitazione è letterale nell’esordio). Dal sermonario
va custodito non tanto cibo quanto vermi (Es 16, 20); di Massimo si ricava l’impressione che la pratica del digiu-
evidentemente perché, avendo desiderato più di una no occupasse buona parte dell’anno: oltre alla necessaria
astinenza quaresimale, egli invita a digiunare prima della
giusta quantità di cibo, fosse tormentato dai rimorsi
veglia di Pentecoste (vedi Serm. 40) e lungamente dopo la
della coscienza come da vermi. celebrazione della solennità (vedi Serm. 44), in preparazio-
Pertanto anche noi, fratelli, osservando i quotidia- ne al Natale (vedi Ser. 61) e prima dell’Epifania (vedi Serm.
63);
ni e moderati digiuni della Quaresima e come stabili-
(2) Da quanto segue emerge che questi « sacramenti
ti nel deserto, non pensiamo a nessuna delle delizie spirituali » sono il pane e il vino eucaristici. D’altra parte,
mondane, nessuna dolcezza dei desideri del corpo ci l’interpretazione della manna in senso eucaristico si
trova già in Gv 6,49 e prevale decisamente nell’esegesi
solleciti! Siamo sobri, siamo casti; pur vivendo in città,
patristica del prodigio vetero-testamentario.
possediamo con la mente il deserto! Se avremo con-
servato una tale astinenza, avverrà che saremo risto-

PENSIERO DEL GIORNO


„Un fratello interrogò un anziano dicendo: Vi sono due fratelli:
di essi, l’uno rimane in cella prolungando il suo digiuno per
sei giorni e imponendosi una dura ascesi; l’altro serve i malati.
Quale dei due compie l’opera più gradita a Dio?. L’anziano
gli rispose: Se anche il fratello che mangia ogni sei giorni si
appendesse per le narici, non potrebbe uguagliare quello che
serve i malati”.

Detti dei Padri del Deserto

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CANTATE AL SIGNORE TUTTA LA TERRA!

Inni dal Vespro di San Giovanni Climaco

Stichirá prosomia. Tono pl. 4. O straordinario prodigio!

Santo padre Giovanni, davvero tu avevi sempre in boca le esaltazioni di Dio, meditando le parole ispirate
di Dio soprattutto in vista della pratica delle virtú, o sapientissimo ti sei arricchito della grazia che ne
scaturisce, divenendo beato, abbattendo i consigli di tutti gli empi.

O glorioso padre Giovanni, purificando l’anima alle fonti delle lacrime, e rendendoti propizio Dio con
veglie di inter notti in piedi, ti sei levato in volo, o beato, verso il suo amore e la sua bellezza, di cui ora
giustamente godi senza fine, nel gaudio, insieme ai tuoi compagni di lotta, o santo sapiente in Dio.

Santo padre Giovanni, poiché avevi levato in volo linteletto verso Dio, tramite la fede, hai detestato
l’inquieta confusione mondana, e, presa la tua croce, hai seguito colui che tutto vede assoggettando alla
ragione, per la forza del divino Spirito, il corpo riluttante alle regole dell’ascesi.

Apolytíkion del santo. Tono 1.

Cittadino del deserto, angelo in un corpo e taumaturgo ti sei mostrato, Giovanni, padre nostro.
Con digiuno, veglia e preghiera hai ricevuto celesti carismi e guarisci i malati e le anime di quanti a te
accorrono con fede. Gloria a colui ache ti ha dato forza; gloria a colui che ti ha incoronato;
gloria a colui che per mezzo tuo opera guarigioni in tutti.

pg. 5

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