Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
69 visualizzazioni7 pagine

Filosofie Ellenistiche

Il documento descrive le principali filosofie ellenistiche, in particolare Epicureismo e Stoicismo. L'Epicureismo vede nella filosofia lo strumento per raggiungere la felicità attraverso l'assenza di turbamento e dolore. Lo Stoicismo identifica la filosofia con la virtù e il raggiungimento della saggezza attraverso una vita guidata dalla ragione.

Caricato da

sonoludovica22
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato DOCX, PDF, TXT o leggi online su Scribd
Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
69 visualizzazioni7 pagine

Filosofie Ellenistiche

Il documento descrive le principali filosofie ellenistiche, in particolare Epicureismo e Stoicismo. L'Epicureismo vede nella filosofia lo strumento per raggiungere la felicità attraverso l'assenza di turbamento e dolore. Lo Stoicismo identifica la filosofia con la virtù e il raggiungimento della saggezza attraverso una vita guidata dalla ragione.

Caricato da

sonoludovica22
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato DOCX, PDF, TXT o leggi online su Scribd
Sei sulla pagina 1/ 7

FILOSOFIE ELLENISTICHE

A causa della conquista della Grecia da parte dell'impero Macedone prima e della nascita
dei regni ellenistici poi, l'uomo si trasformò man mano da cittadino in suddito, perdendo il
potere politico. Per questo motivo avviene un decadimento delle filosofie di Platone e
Aristotele, nelle quali la partecipazione al governo della polis era un punto centrale. La
filosofia in questo periodo si concentra sui bisogni dell'individuo e sulla ricerca della felicità
(assenza del turbamento), infatti la filosofia è ora paragonata a un farmaco poiché porta alla
pace interiore.
Ad Atene, in età ellenistica, nascono 2 scuole filosofiche: il Giardino, fondato tra il 306-307
da Epicuro di Samo, e il Portico, fondato nel 300 da Zenone di Cizio. In queste scuole,
grazie alla diffusione del cosmopolitismo, sono ammessi stranieri, schiavi e donne
Conosciamo, perciò, 3 grandi indirizzi in questo periodo:
1. Epicureismo
2. Stoicismo
3. Scetticismo, un indirizzo di pensiero seguito da scuole filosofiche diverse

EPICUREISMO
Epicuro nasce nel 341 a.C. a Samo. Durante la giovinezza conosce la dottrina di
Democrito e se ne dichiara discepolo. Nel 306 compra ad Atene una casa con giardino,
dove tiene le sue lezioni. Rimane ad Atene fino alla sua morte nel 270.
Epicuro vede nella filosofia il mezzo per raggiungere la felicità, intesa come atarassia,
aponia e apatia. La filosofia è quindi detta quadrifarmaco capace di:
● Liberare gli uomini dalla paura degli dei, dato che questi vivono in perfetta
beatitudine negli spazi vuoti esistenti tra un mondo e l'altro e non si occupano delle
faccende umane
● Liberare gli uomini dalla paura della morte, dato che quando ci siamo noi non c'è la
morte e viceversa poiché con la morte le particelle corporee, di cui è composta
l'anima, si separano e l'anima stessa si dissolve.
● Liberare gli uomini dalla paura del dolore, dato che questo o è di breve durata
oppure porta alla morte, di cui non si deve avere paura (morte=privazione di
sensazioni)
● Dimostrare che è possibile raggiungere il piacere

La logica
La logica, che Epicuro chiama canonica, fornisce il criterio di verità (canone che orienta la
ricerca della felicità), che consiste nell'evidenza (il manifestarsi di qualcosa alla nostra
mente in modo talmente lampante da essere indiscutibile), costituito da tre elementi, a cui
l'uomo può affidarsi senza incorrere nell'errore:
1. Sensazioni: flussi di atomi che si staccano dalla superficie delle cose, formano sottili
immagini che, entrando negli organi di senso, determinano le sensazioni. Dalle
sensazioni derivano le rappresentazioni mentali degli oggetti, dalla combinazione di
due o più immagini operata dalla nostra mente derivano le rappresentazioni
fantastiche, che non corrispondono alla realtà (è l'elemento più importante del criterio
di verità, in quanto la sensazione è sempre vera. È l'intelletto che può sbagliare
facendo un'interpretazione sbagliata)
2. Anticipazioni (o prolessi): quando le sensazioni (esperienza) legate a un certo
oggetto si ripetono più volte, vengono create le rappresentazioni generiche o
concetti, che Epicuro chiama anticipazioni, poiché grazie a queste possiamo
anticipare sensazioni future
3. Emozioni: consistono nel dolore o nel piacere che accompagnano le sensazioni.
Costituiscono il criterio fondamentale dell'etica.

La fisica
Come la fisica di Democrito è:
● Materialistica: nega la presenza nel mondo di anime o principi spirituali
● Meccanicistica: considera l'accadere come prodotto di una casualità meccanica,
evitando qualsiasi prospettiva finalistica.
Come Democrito, Epicuro afferma:
● Tutto ciò che esiste è corpo, perché soltanto un corpo può agire o subire un'azione
● Solo il vuoto, inteso spazio in cui corpi si muovono, è incorporeo
● Ogni morte o nascita è la disgregazione o l'aggregazione di corpi .
● Nulla viene dal nulla
● Ogni corpo è composto da atomi che si muovono eternamente nel vuoto, urtandosi e
combinandosi tra loro.
Ma diversamente da Democrito, Epicuro ritiene che gli atomi siano dotati di peso (uno dei
criteri di base insieme alla figura e alla grandezza) a causa del quale cadono nel vuoto in
linea retta e con la stessa velocità. Questi deviano casualmente il loro percorso (clinàmen)
urtandosi, poiché se tutti seguissero le loro traiettorie non si incontrerebbero mai.

L'etica
L'etica epicurea è incentrata sulla ricerca della felicità, che viene identificata con il piacere,
che è criterio di scelta (si tende al piacere), mentre il dolore è criterio dell'avversione (si
sfugge dal dolore).
Il piacere è anche il criterio mediante il quale valutiamo ogni bene. Infatti i piaceri
autentici sono solo quelli naturali, cioè quelli che derivano dalla soddisfazione dei bisogni
naturali, che coincidono con i doveri naturali. Perciò la ricerca del piacere coincide con la
virtù, intesa come rispetto dell'ordine naturale della vita.

Epicuro distingue:
● Piacere in movimento o cinetico che consiste nella gioia o nella letizia.
● Piacere stabile o catastematico che consiste nell'assenza di dolore.
La felicità risiede solo nel piacere stabile definita come atarassia, assenza di turbamento
dell'anima (per esempio Epicuro consiglia di vivere nascosti, cioè di evitare l'ambizione
politica, poiché causa turbamento), aponia, assenza di dolore fisico e apatia, assenza di
passioni (queste 3 portano alla saggezza). Quindi esistono dei bisogni che devono essere
soddisfatti e quelli superflui, che non devono essere soddisfatti. Per distinguere questi
bisogni Epicureo ha elaborato una teoria dei bisogni:
● Bisogni naturali e necessari, cioè quelli che se non vengono soddisfatti portano
alla morte (fame, sonno, sete).
● Bisogni naturali e non necessari, una variante superflua dei bisogni naturali
(bisogno di mangiare molto).
● Bisogni non naturali e non necessari, cioè quelli legati a desideri artificiali
(desiderio di gloria, di potere, di ricchezza).
Soltanto i bisogni della prima categoria devono essere soddisfatti. Quindi l'etica epicurea
non spinge ad abbandonarsi ai piaceri ma a calcolare il valore dei piaceri, fondato sulla
valutazione dei bisogni

STOICISMO
Il suo fondatore, Zenone di Cizio, nacque tra il 336-335. Ad Atene entra in contatto con il
pensiero socratico attraverso la lettura dei Memorabili di Senofonte e dell'Apologia di
Socrate di Platone. Nel 300 fonda una scuola propria, le cui lezioni si tengono presso il
cosiddetto Portico dipinto (in greco Stoà) nell'agorà di Atene. I suoi seguaci sono chiamati
stoici. Tra il 264-263 muore di morte volontaria (dei suoi scritti ci rimangono solo
frammenti).
Per gli stoici, il concetto di filosofia coincide con quello di virtù. Infatti il fine della filosofia
è il raggiungimento della sapienza (scienza delle cose umane e divine), ottenuta tramite
l'esercizio della virtù, cioè tramite una vita moralmente buona, cioè guidata dalla ragione.

La logica
Con il termine logica gli stoici intendono:
● Scienza dei discorsi continui (orazioni), cioè la retorica.
● Scienza dei discorsi divisi in domande e risposte, cioè la dialettica (definita come
scienza di ciò che vero e di ciò che è falso e di ciò che non è né vero né
falso=paradossi).

La logica stoica è formata da:


● Teoria della conoscenza (paragonabile alla canonica di Epicuro) che si occupa
della formazione dei concetti e del criterio di verità.
Secondo gli stoici, la conoscenza avviene in quattro passaggi:
1. Sensazione:, paragonata a una mano aperta, indica la mente che all'inizio è
come una pagina bianca capace di ricevere impressioni attraverso i sensi.
2. Assenso: paragonato a una mano nell'atto di afferrare qualcosa, segna
l'inizio del momento attivo della conoscenza che avviene tramite il giudizio.
3. Rappresentazione catalettica o comprensione (criterio di verità):
paragonata a una mano stretta a pugno, è la sintesi del momento attivo e del
momento passivo della conoscenza
4. Scienza: paragonata a due mani strette l'una sull'altra, corrisponde alla
conoscenza salda e sicura(o concetto).
Gli stoici ritengono che tutta la conoscenza umana abbia origine dai sensi e paragonano
l'anima a una pagina bianca su cui vengono incise le varie rappresentazioni (ricevute
passivamente). Dall'accumularsi delle rappresentazioni di uno stesso tipo di oggetti si forma,
mediante un procedimento naturale, l'anticipazione, o prolessi. Come per gli epicurei
l'anticipazione è il concetto, inteso come immagine generale grazie al quale possiamo
anticipare esperienze future.
Esistono, però, anche concetti che non si formano in modo naturale, ma artificialmente
mediante l'istruzione o il ragionamento (es. Dio).
Come per Aristotele, anche per gli stoici i concetti sono ordinati gerarchicamente, dal più
esteso e generale (essere=genere sommo per gli stoici) fino ai molteplici concetti particolari.
A differenza di Aristotele, però, secondo cui il concetto era l'essenza delle cose, per gli stoici
il concetto significa (animale ragionevole essenza dell'essere umano per Aristotele e
rappresentazione mentale generale con la quale richiamiamo alla mente gli umani per gli
stoici). Quindi per gli stoici nei discorsi bisogna distinguere tre elementi che formano il
cosiddetto triangolo semiotico:
1. Significante: Inteso come il suono o l'elemento grafico con cui si designa
l'oggetto(corporeo).
2. Significato: è la rappresentazione mentale che si forma in noi quando ascoltiamo o
pronunciamo una parola (incorporeo, funge da collegamento tra gli altri due)
3. Oggetto: La realtà esterna che è designata da quel suono o elemento grafico
(corporeo).
● Teoria del ragionamento (paragonabile all'analitica di Aristotele) che si occupa dei
meccanismi e delle forme di ragionamento. Bisogna, innanzitutto, distinguere:
○ Enunciato, è una proposizione linguistica di senso compiuto che può essere
vera o falsa.
○ Ragionamento, è una concatenazione di più enunciati.
Per gli stoici, il ragionamento per eccellenza non è costituito dai sillogismi dimostrativi di
Aristotele, bensì dai ragionamenti anapodittici, dei ragionamenti che non hanno bisogno di
essere dimostrati perché il legame che unisce le premesse alla conclusione è
immediatamente evidente. Gli stoici elencano cinque figure di base di ragionamento
anapodittico:
1. "se è giorno, allora c'è luce; ma è giorno, dunque c'è luce";
2. "se è giorno, allora c'è luce; ma non c'è luce, dunque non è giorno";
3. "non può essere insieme giorno e notte; ma è giorno, dunque non è notte";
4. "o è giorno o è notte; ma è giorno, dunque non è notte";
5. "o è giorno o è notte; ma non è notte, dunque è giorno".
Primo e secondo sono le variabili che vanno sostituite con proposizioni. Tutte queste figure
hanno come premessa maggiore una relazione tra proposizioni e come premessa minore
un'affermazione corrispondente a un fatto (è giorno, non c'è luce...). Assumendo come vere
la premessa maggiore e la constatazione fattuale, la conclusione ne deriva in maniera
evidente.

Confronto
Aristotele Stoici

Il sillogismo mette in relazione concetti Il ragionamento anapodittico collega enunciati o


proposizioni

Il sillogismo esprime le connessioni Il ragionamento anapodittico descrive le relazioni


(razionalmente deducibili) tra una tra due o più fatti empiricamente (grazie
sostanza e le sue proprietà=Socrate all'esperienza) verificabili-Socrate cammina-
cammina-Socrate è camminante Socrate svolge l'azione di camminare

Le premesse da cui parte il sillogismo Le premesse da cui parte il ragionamento


aristotelico sono asserzioni anapodittico sono asserzioni ipotetiche, cioè che
categoriche, cioè che pretendono di vanno considerate come ipotesi.
affermare la verità delle cose.

Per Aristotele contava la verità Per gli stoici contava la correttezza della
sintassi, infatti i 5 ragionamenti anapodittici
esprimono le regole da seguire per elaborare
ragionamenti concludenti, formalmente corretti,
anche se questi possono non essere veri.
Un importante oggetto di studio della logica stoica è rappresentato da argomenti strani
e bizzarri come:
● le antinomie, ossia argomentazioni che partendo da presupposti validi arrivano a
conclusioni contraddittorie;
● i paradossi, ossia argomentazioni che partendo da presupposti validi arrivano a
conclusioni che sembrano contrastare con il senso comune;
● i dilemmi, ossia argomentazioni che partendo da premesse opposte arrivano alla
stessa conclusione, o che partendo dalle stesse premesse giungono tanto a una
conclusione affermativa quanto a una conclusione negativa.

La fisica
Per gli stoici la fisica non studia solo il mondo della natura, ma si occupa della totalità del
reale, quindi anche dell'essere umano di dio e dell'anima. Esiste soltanto ciò che puo
compiere o subire un'azione, cioè il corpo.
Gli stoici distinguono 2 principi:
● Principio passivo, è la materia, cioè una sostanza spoglia di qualunque qualità.
● Principio attivo, è Dio e la ragione, cioè una razionalità che agendo sulla materia,
inerte, le imprime una forma e produce i singoli esseri.
Entrambi sono materiali, poiché esiste ciò che agisce o subisce un'azione (soltanto il corpo
esiste). Esistono soltanto quattro cose incorporee:
1. I significati o concetti
2. Il vuoto
3. Il tempo
4. Il luogo, cioè lo spazio occupato da ogni corpo
Inoltre Dio è:
● Causa di tutto (anima del mondo), quindi è corpo. In particolar modo, è fuoco, soffio
caldo e vitale che tutto conserva, alimenta, accresce e sostiene.
● Ragione seminale del mondo: perché è logos che contiene in sé le ragioni seminali
di tutte le cose, cioè i principi vitali. Quindi ogni parte dell'universo nasce dall'unico
logos (Dio) divino, che contiene in sé il seme razionale di ogni cosa.
● Provvidente: poiché regge e conduce ogni cosa al suo fine perfetto (Dio coincide
pure con il destino, cioè l'ordine del mondo)
Per gli stoici, anche il mondo, come tutte le cose in esso contenute, nasce, vive, muore
per poi rinascere. Perciò l'universo attraversa ricorrenti cicli cosmici che si compiono
quando gli astri tornano nella stessa posizione in cui erano in principio. A quel punto
l'universo subisce una conflagrazione, cioè una combustione che distrugge tutti gli esseri e
a quel punto tramite la palingenesi si torna al principio e tutto si ripete allo stesso modo.
Inoltre gli stoici non negano l'esistenza del male nel mondo, che nel suo ordine necessario
è perfetto, ma ritengono che siano necessari per l'esistenza del bene (i denti velenosi delle
serpi esistono affinché l'uomo impari a procurarsi i medicamenti).

Concezione dell anima


L'anima rientra tra le cose corporee, in base al principio secondo cui essa agisce, e ciò
che agisce è corpo, e, essendo parte dell'anima del mondo, è un soffio caldo e vivificante.
È composta da:
● Ragione: cioè il principio direttivo o egemonico, che controlla le altre parti dell'anima;
● 5 sensi;
.
● Seme;
● Linguaggio;
Inoltre secondo gli stoici, La libertà consiste nell'essere causa di sé, cioè dei propri
movimenti o atti (autodeterminazione). Solo il sapiente è libero perché si determina da sé.
La sua libertà consiste, però, nel conformarsi all'ordine del mondo, cioè al destino.
Aezio introduce la metafora: l'anima avrebbe una testa, come quella del polipo (parte
egemonica), che unifica e governa le altre parti, rappresentate dai tentacoli. Pur avendo otto
parti, l'anima è una proprio in virtù della forza unificatrice e coordinatrice della parte
egemonica, la quale presiede alle funzioni conoscitive (è pertanto all'origine delle
rappresentazioni e dell'assenso), ma anche alla sensibilità e agli istinti.

L'etica
Alla base dell'etica stoica vi è il principio secondo cui ogni essere tende a realizzare sé
stesso in armonia con l'ordine perfetto del mondo (oikeiosis). In questo processo
entrano in gioco due forze:
1. L'istinto, che guida ogni essere alla sopravvivenza;
2. La ragione, che unisce l'essere umano alla natura;
Secondo gli stoici, quindi, bisogna seguire la ragione e vivere in armonia con la natura,
intesa come ordine razionale, perfetto e necessario e individuabile nel logos. L'azione
conforme all'ordine razionale è il dovere, che può essere:
● Retto: tipico di una vita perfetta, è quella del saggio;
● Intermedio: tipico di una vita comune, è quella delle persone comuni;
Questo giustifica il suicidio: quando le condizioni che ostacolano l'adempimento del dovere
superano quelle che lo favoriscono, il sapiente può interrompere volontariamente la propria
vita.
La virtù, che è l'unico bene, consiste nel vivere secondo ragione/natura, cioè
nell'adempimento dei doveri. Perciò solo il sapiente, che adempie il dovere retto, è
virtuoso. Infatti la virtù si identifica con la sapienza.
La virtù è una sola, ma può avere nomi diversi, a seconda dell'ambito:
● Saggezza: riguardo lo svolgimento di compiti umani;
● Temperanza: riguardo il controllo degli impulsi;
● Fortezza: riguardo il superamento degli ostacoli;
● Giustizia: riguardo la distribuzione dei beni;
Proprio perché la virtù è una, non c'è via di mezzo tra quest'ultima e il vizio. Perciò chi
vive secondo ragione e virtù è il saggio, al contrario che vive in modo vizioso è un pazzo,
dato che il contrario della ragione è la pazzia.
Le passioni (desiderio, letizia, timore e afflizione), invece, poiché non contribuiscono in
alcun modo nell'economia generale del cosmo, sono da estirpare. Il sapiente, che è
apatico, ovvero indifferente a tutte le emozioni, ne è immune. Le passioni sono
principalmente 4:
● Il piacere eccessivo o dolore esasperato per situazioni presenti o passate;
● Il desiderio eccessivo e il timore sproporzionato per situazioni future.

La politica
L'ordine razionale del mondo, così come dirige la vita di ogni singolo umano, fa lo stesso
con le comunità umane. La legge che incarna il logos divino è la legge naturale, superiore a
quelle umane, perfetta e quindi non suscettibile a correzioni. Dato che è unica la legge
naturale che governa l'umanità, sarà unica anche la comunità umana. Perciò il sapiente si
considera cittadino di una città universale, di cui fanno parte tutti gli uomini del mondo
(cosmopolitismo). In questa città universale sono tutti liberi, poiché, secondo gli stoici,
l'unica possibile forma di schiavitù è quella dello stolto nei confronti delle proprie passioni.

SCETTICISMO
Scetticismo è parola che deriva dal greco e significa dubitare. Lo scetticismo infatti dubita
e nega che l'uomo possa mai conoscere la verità assoluta e definitiva delle cose, come
invece pretendeva la filosofia metafisica classica di Platone e di Aristotele.
Lo scetticismo è stato fondato da Pirrone, nato a Elide (città greca) nel 365 e morto nel 275
Pertanto Pirrone si convinse che la realtà e i fatti sono relativi: che cioè non ci sono cose
vere o false, belle o brutte, buone o cattive,in se stesse, per loro natura, ma che esse
dipendono invece dal modo in cui noi le consideriamo; sono le nostre abitudini, i nostri
costumi e le nostre credenze che stabiliscono il valore e il significato delle cose.
Quindi la conoscenza ed anche la morale sono relative. Per gli scettici le cose e i fatti in
se stessi sono tutti uguali, sono tutti "indifferenti", poiché il giudizio su di essi varia da
persona a persona: siamo noi che diamo alle cose maggiore
o minore importanza ma la maggiore o minore importanza non è nelle cose.
Se tutte le cose sono fra di essi identiche e indifferenti, nel senso che una cosa vale l'altra,
allora anche le nostre sensazioni e le nostre opinioni non sono né vere né false perché
dipendono dal modo in cui ognuno considera le cose ed ognuno può considerarle in modo
diverso. Non è pertanto possibile conoscere una realtà e una verità valida per tutti. La
verità è invece relativa perché ad ogni opinione è sempre possibile opporre un'opinione
contraria. Non rimane allora che sospendere ogni giudizio, non rimane cioè che rinunciare
alla pretesa di giungere ad una conoscenza infallibile.
Ciò non impedisce tuttavia di giungere alla felicità e alla tranquillità dell'animo. Come
tutte le scuole ellenistiche, anche lo scetticismo ha come scopo principale quello di
conoscere quale deve essere il tipo di vita che permette di raggiungere la felicità. Per
lo scetticismo si può giungere alla felicità con il "distacco", cioè con la rinuncia ad ogni
desiderio e passione per le cose del mondo, per i piaceri terreni.
La felicità giunge quando le cose del mondo diventano per noi indifferenti, senza più
alcuna importanza. Se i nostri desideri e le nostre passioni non hanno più valore, allora
l'uomo riuscirà ad essere felice anche nel dolore se ad esso non diamo importanza.
Il saggio, che sa comprendere come tutte le cose siano indifferenti, senza importanza,
giunge alla felicità attraverso "l'afasia" (la rinuncia a parlare delle cose e a giudicarle)
nonché attraverso "l’atarassia" (la mancanza di turbamenti e di ansie), cioè attraverso
l'imperturbabilità dell'anima. L'ideale di felicità per Pirrone è quindi quello della vita
ascetica, del distacco e della rinuncia nei confronti delle cose del mondo, per trovare
conforto solo nella quiete e tranquillità della nostra anima.
Dopo Pirrone lo scetticismo continua per altri cinque secoli, sviluppando e approfondendo le
idee di Pirrone stesso, in parte confermandole e in parte modificandole, ma non in modo
sostanziale.

Potrebbero piacerti anche