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Corona Di Sacre Canzoni Matteo Cofferati

Caricato da

nonnonanni
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* ^

. «
**•

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CORONA
SACRE DI
CANZONI,
o
L A V D E
SPIRITVALI
di più divoci Autori
Nuovamente torrette ^ edaccrefciute
In quefta feconda imprcdìone
per opera di

MATTEO COFERATI
SACERDOTE FIORENTINO.
IN OSSEQ^VIO
I
Della Venerabile Congregazion
D I

•’GIESV* SALVADORE
A* «A* ìAa
I
^

Per Iacopo Carlìerì, aìrinfcenadi S.Liiigi


Con Licenxy , e Privilegio dtS.A. S.
.
Dlgitìzsa" By GOogle
A’ PII, E BENIGNI
LETTORI.

L Re Profeta^ ben conofcendoil


^enio del grande iddio ^ daW
njer^ egli ^ e le sfere ^ e gli f/r-
menti tutti così a propor z^ione regolati
conammirabile ordine , e mifura , che
nelle •varie qualità , e moto loro forma.-
no una e divina Armo-
perfettijfima ,

nia^ perche fempre mai lodavalo fu la


fua Arpe d Oro con cavifimi Inni di f
gloria ; divenne perdo veramente fe-
condo il fuo cuore Onde su quella me-
.

defìma defderofo che gufi afferò tutti i


mortali quanto di bene provava egli nel
Regio fuo animo ^ infogno loro in piu
luoghi il ferirò ed efficace modo di ren-
,

der f clemente ed amico Iddio quando


, ;

pero ejfi compongano in doli e Coro gra-


te voci fecondo la regola , che al Signo-
re: tanto duna
piace., epura men-
netta.,

te*, Inhymnis, & Canticis, dice il


X Profe-

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Profeta medefmo , Laudate Dcurri j
ed altrove: lubilatc Deo omn is ter-
ra, cantate, & exiiltate, & pfallite .

.^e/lo già ed ora pure e (lato il


fu ,

motivo^ che nP ha indotto a raccorre,


e dar nuovamente alle JlamPe le preferì-^
ti Laude, e(fendo un sì lodevole eferci^

‘Z,io molto accomodato alla maggior glo^


ria et iddio i ed alt anime divote , non
j

difutile, € grato , Accettate adunque


(tnche quefia fecondavolta tOpera qua^
iunque ella
f fid, con non minore fpe--
ranz^a di poterne per fuo mezzo acqui^
fare, € confervare parte di quel profìt^
U ff irit Itale, quale provo in
e gran- f
difimo il Re David, così Por e della uà f '

vita confumando in continuo Cantico ^ ,

Profperi il Signore iddio i vojlri buoni j

proponimenti :e mentre con sì dolci can-

zoni contemplerete tra le lagrime di


quefia vita mortale il rifo eterno della
^

Gloria, vi renda egli degni et udire una


volta quella inalterabile Mufica, che in
nove Cori difiint a, formano per tutta '

tEternità gli Angioli del Paradifo\

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-

SOMMA
DEL PRIVILEGIO.
\ ER autorità del Sereniffi-
mo Granduca di Tofca-
P na
tro

i
che den-
pioijiifce,
Anni,
proilùni dieci
da cominciarli dal domo deirim-
prelHone , niauno lìiori , che Mat-
teo Coferati Sacerdote Fiorenti-
no o quegli ,
, a* quali eflb darà la
facultà, polFa Rampare, oprcccu-
rarc , che fi Rampi , o in qualfì-
voglia modo Rampato, pofTa ven-
dere dentro i FeliciRìmi Stati di
S. A. ibLìbro intitolato Co-
S.
rona. di Sacre Canzoni , o Laude^
W/, riRampato con raggiun-
ta di Lalrde, ed Arie' nuove d ’.l

fopraddet^*^ Matteo Coferati 11 .

tutto fotto. pena di feudi vcnticir -


que per ciafeuna volta, e perd.
Kun libro , e perdita de’ medd>
mi con^e più ampiamente appa-
;

rifee nel benigno Referitto di S,


A.S. dato fotto il di 30. Novem-
bre 1687. ^ 3 Io Mot-
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3

o Matteo Cofcrati Sacerdote Fioretta


I tim fapr addetto inerendo alla fa-
coltà efpre(fané Ila fomma del Privi-
legio a tenore del be?iigna Referitto
del Serenifimo Granduca , ho cedu-
to , e confejfo et aver ceduto gratui-
ta nente a lac^^ 'Carlieri Libraio il
fograddetto- mio frivilegio , ed ia^-
fede mano propria.
^^efo di 1 Gennaio 1 688 » db Incar^

Io Matteo Coferati »

ì-

Diyi: ?ed hy Goog


, .

TAVOLA
Delle materie conte-
nute in quello
Libro •

* •’
«

A
^damo.
CCÓRG IA4.EN 7‘0
pria ,
280.
e della pietà del
delR errar pré-
Signare 3 23,

oiDORAZlONE^
-Alla Croce* 259. 326.
- D«r* Adagia e Pafiori A Signore • 308.
312. 334. 3«sr»
I
I I » ^1 Éiii^ mmrnmrn

Affetti divoti verfa Giesh^ HO* 32 j,


/. Agnefa . 446.
s. Agojiino * 283.
t* Alberto . ii.8.
Al falcete della verità . 109.
Alma Redemptoris Mater 31Q.
AMOR .

-Dj, Dìo. 53W 193. 444,


-Di Giestt . 17. 106^ 5 * 5 -
• Terreno» .1

e* Andrea Corfim, 54ii.* •'

Angel Cufiode .’;i:


J, •25é'^t41«
ANGELI M
;
.

•Jnvàtane \i^ PJ^eri f 1^^* 409.


-cr. 4^4
-
r ~ xJ by Google
. , , ., . . ,

jìNG E Ltl' \
-
* i

-invitati al S, Bambino. 3Ì?rj.


**
-Invocati, 291.
- Pregati 02. • r . ,
” * * ' ‘
t . . ‘ !
'*"'****

u^ngelo, e Pellegrino, 6%^


uHNiAfA ‘
^
:

- Anfiofa di morire, 25^,


-Che lafcia E)io 124. •

-Che lafcia il m^ndo , e torna à Dio


31. 141. 144* 5 3 <5- 5 3 9. 544- 547*
-Che riconofce il [no Dio ,
547,^
- Che
.
fi lamenta, 54
'CanfigUata, 441. .

-Confolata 98.
-Dannata, 355, 362. 384.'
- Defiderofa .dell* amor di Dio.
444. 4^8.
, -GiMhhilànte,..\.oti^,: \ ? .

- Invitata i. 1 348. 1.
-Parla con l* Ange l Cafiode, 13,
-Parla con Criflo, 454. 499, •
.
'
_

-Privilegiata 303.

s, Anna. 184 .
Anni male fpefi .^^é, C' . t.

Anno Santo,. ì 66; .240. 243. > i,r


'

Annun rjaz,ione della P'ergine 1 3 ri 1 8 2»


s, Antonino ArcevtfcQVo Fiorentmot, aò.
s. Antonio Abate I2a - , . . .

s. Antonio di Padova, IS^«.320« . . -

APOSTOLI^
-Lorfimholo. 332»’ i v., \ «

- s, Bartolommeo,, 457,
-s, Giovanni, 235. \ 3 \ , Al».
- s, laeo^o tl Maggióri::. 277* . , . \ .

APO*

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, , , .

APOSTOLI
- s, Iacopo il Alimre 48^^
' '
-s, Matteo, p. 481.
Paolo. 347. ’ * - V.

Pietro 35. 403.


-ss.Simone^ e Giuda * t9t*

Afcenjion del Signore, 129, 397, 441^


^Jfunz,tone delta f^ergine, 219*-
Atti di P'irtH, 433. < ' . ' .

Ave Maria, 72^


Ave Maris Stella ,69.
Avvertimentù al peccatore» 49. 495.

V • w . , f 4 V • . > ». .

ambino GUsk*
B 159. 160. 262. 3ai* 311. 321. 347. 364
377. 461. 472. jio. '520. 521.
152,’

• Adorato da* Pafiori^ e da* Magi, 308.


312.334.389.
- Annunz^iato- £ Pafiori. 4. 87. 1^4. 178,
'

256. 261. 270. 409.


• Piangente
•Sua Ninna, 337. 427.'
•Sm invito £ Pafiori, 87, 164. 178.
'
''
256. 270. 312.

s. BartolommeO'Apofiolo, '^^f* >-

Beati , lor^ gloria ; 296. -


BoU'eiXia terrena da faggirfi, 424.
s. Benedetto Abate, 90. 134. '

s. Bernardino » ^

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- - .

c.
’>
ANTICO
- De' tre Fanditili., 533
- Di S t/neone. é 3.
r-VT-r-r- ?' -

j, Carlo ^ 343. 4^
Ca/a, dt Loreta.y^ h^^ài dà cantarfi nel
vifitarla^ \%. 7 « 477 * U
s. Caterina da. Stena y. iiz,'
j. C aterinaVergìne y e Martire*. 325,
'
s* Cecilia*. 529.
Cidi-, ove e Ia no)^ra (fom^er/acJone . 19- .

Circonct(iòne del Signore*. 116*. 123.


Co:nan.d tenenti di QHp . 333.
Co.nparaz*ionc dell' anima ». che lafcià-
Dio*^ ii^' * V : OVi\ ..V -

Comp Andane y e fuo, dono domandato 10 5-. .

Concedone delia SantiJjSma fCergine • 190^


. Conferenz.e fpirttualty e loro inatif.o* 86.485»
'
s* Confeffor non Pontefice*. 93. =

/. Conf(^or- Pontefice.,. ìj'^*..^, .

js. Confi (fori. 82.. . „ .

Congregai*ione dei Sacerdati dtGiesìe.Sal-


vadore * 248» , . .
-
,

_ Co'nfiderax,ion della: Marte*.


CONSÌGLIO '
% .
-

- All' anima r 441


• ».

^ Al peccatore ’ “
*. 44» 395*^ «

ContemplàzJone dal Qraeifijfoi*. 1


CONSOLAZIONE. c , . ,

-In Dìa. 97. .


^
.. X .

- Non fi trova
fe non in luì 43 2. *.

-Perlanima dha lafcìatoilAiond9 9^- '*

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, ,

508*
Converfanone Hàlfrd ne' Cittì, t%
CONl^ERS/ONE
- Di S, jiio/hno„ 28^.
-Dt S. Maria. Maddalena, 148»

Corona di Spine, 2S9. 304.


CR/STO no, , 22^.
- Accemlcdtfideriadi yatirfeeon^
• jidorato djt Pafierty e dii Aiagi, *

:
3^2. 534.
^Amante, 525»
.
Annunziato aPafiori. 164^ lyg.
2%6. a6i> 270» 409. .’ >

•Aj^fo al Cielo, 119, j 97. 440.-


• Circonctjb, ii6. 125»'- ; - .

.. ~ Coronato di Spne , 18^. 304^


-- ^Croafijfo . 10^ 118. 253.
^58, :?82. 464, 4^9. 496ìV 7
• Incarnato. 152. 262, 35^4. 377. 421.
• Invito per ejfer fuo, ^7, 126.-
•Nato. 15. Il 5. >136. 152Ì.159. 160.
i8j; 262. 301. 311. 321. 337. 347,
3H-3<54. 377. 4 ^7 - 43 ^» 437 - 4^i*
'

472. 510. 519. $11,


• Nominato GtesU, 208. 215. 328.
« Parla con i'anma .11. 454* 499. 502.
• Pregio. 341. 3 51. 438.
.

. ^Rtforto., I32isi77» 2Q5>. 346,


• Sepolto , '$t^2. ,
^

- Sita pajftone .^ 253. i6& . . .

• V'ero MTttente 314* ’


.
<

• CROCE Santtfftma 32^. >

^
• Adorata. 259.^ / •

fiata S avHfs. VeTiint,\a,


, . . ,

Crocififfp. ÌQ^ iiS. 255. 5^9. 3 5 2.'* 58.


5
582.464. 489. 49.6.
Ct4ort amorofo tn Dia, 140.-

•r

ANNATL, 5^4 . .

” Lamento Loro 5 55. 5^2.

Deliberar^ione di lafciare il veccate 4^9*


Defiàerio di patir con Cnflo 535.
JDttefiaùone de fette peccati moxtaluij^
-
362.. . , , : ' .

DIALOGO )r
^Fra /’ Animale Crifio 45'4i' 49 ^«- .

- Fra F Angel Cujiode ^e.lKAmma . 1 3,


*•
^'Fra F Angel Cufiode , e U peccatore. 142.
- Fra V Angiolo , e 'i Peliegrmo 65. .

.*Fra 7 Giovane y e *l Mondo, 318.-

Dieà Comandamenti 555. ?

Different^a fra'l MondOye s. Benedetto. 64.


. Dimoflra le miferie , e. vanità del Mon*
do. Kii„ .1 .

DIO -

^ Acc[iiifiafiper la via de* travagli . 225.


” Amore f HO, 55. 195, 306, 498.
-

Anima a im convertita ,

'
539 -, 547 ^ -

'‘Felicità di chi lo ferve, l86* . -

- Ferma fperant^a * 1 37^ 1 91. v t



.

Infervorifee il cuore, X40. 320.


-Invito a\ peccatori per tornare a Im*
84» 126. 399. 402*
^

^ Muèci^édal ^ciétére, lou 112. 2Tti


'
"
. : -j>yo

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. -

^ IO T , C,'>

- PariA al peccatore 135. i Hé*


•y’era confolaxÀme^^
^V'càc il tutta, 494.

I>ifprez.z.A ti Mon^loychtfegue. Giesk Crai


Ctfijfa, 104-' V .' ‘Vi ‘‘'v ,

Dtfprirùjo^ del .Aftmdo, r di ftte vt^ttÀ»


2t>2. 218. 429*^^497. ‘515.'^ •

i. Domemco, 55. v ^ . *

-D'amar di
- D' un peccator. pet^ita^ »4©6. > * . ..

• D' una rifalux.ione -eU làfciare il\.


mondo per feruire a Dio, 408»

Epifania, 34. 334. 389,


Errar propria conofcìuioif. 3 23* , \
Efortauone Guai ani d.msdàr huotté
vita, .2x6.. *
.
. •> - -n*\. .* '

EV'ANGELIS'TIy < v- o -v
Giovanni, 235^ v ,
,.
v, > a- >

•/. Aiatteo, 48r.v^ ,, .

EHcartftia, 43.70. 157. 258. 299.

F* v> ^
'•

F .

AllaeU del Monda *


FELICITA^
' .

.
Ki>'

.. V.
i6, ito, :

• Di chi ferve a Dia,. 186.


• V^ersye Jtcnrd in Faradifo, 452.'

<

' » I w 0»iiw-p»
, .4 . . '
Fervè*

d; -.y Google
. . . 1

Fervore a Dio . 1 40* 5 2,0. 0 '


_
FESTA i: -

- Di tutti ^ .. v«vj i.-.

- D' un Corife fore\ non Pontefice .. -

- D* un Conftfforc Pomefice
Confi \ . vn‘>[v.O_

- D* un Afartire, 269.; - 1 . ,n
fin 'Martiri. 189. jSa*l jCi
- D' una ffer^mt^^c MArttìrMz. 6ow
~Dt più SS.
T'ergim. 73; .r ?v '

s. Filippo Benix.zÀ
. 476.

s. Filippo Neri. io8 rjy 206* 371* 38?. .t

s.FrancefcoTS'\Afftfi^S^ 6^/p’Ìp-'l' - vX
s.Francefeo XAVtno^ iQF>.\ -

iìFrnUaitò. U-
.. • •-- -*

'
Aetafni '.
4i'2. v -
'
’ '

?.. xJT’ Gusùy F'cdt ' €rìjf» * >


, . v ;
•.

f. Gio. Batifia. 81^ i7i..237^ 7 •

f. Gto. Evaitgelifta.^'^^^ yy-y- j. i

s. Gio. Gualberto. * =\. - ,


'
- 1

Giavanese Mondo. ^ì2. .. «

G iov anetti jt* invitano ad imfara^ la Dot--


, trina Tyttjltana. 51.; .
\
Giovani fi eforfano a menar buona vita.1 &
t, Girolamo 442. ,'i
anima. 103.
Giubbilo dell' \
Sì.Giuda y Ov Taddeo^ kSfmone^Apefioli.-^^ l •
Giudiz^io univerfale 23. *.0
' * -
/. Gtufeppe..'^9l.^^'' - . >

G loria de' Beati 29^’ 'A •:,#.<•


Gravidanza» deilnS anfijlrmaf^ergine.
Guema del Mondo . zz€* j, la-

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-

'
. -
*
.'v'h V -

I Acinto. 215. - .
-

/. Jacopo IL Martore . 277* .


-

/,

/.
Incoia IL Aimore . 484.
IgnAZAO Z,(»a/i(r. '188»
" ;
— -

J/nyropen.^ 287. ^ \
Jncarnax.ion’^t U
JncoronaxJone dt Spine .. 2894 504*
Jnferna. 555. 362^ 284.* i . . .

JNP^ITO - - -

• A farfi Cavalier di Criflò. 67^


- A* Giovanetti a impara3riéLdottritmp:m
Agli Angioli.. i. ^
• . i

• Aie anima W .. \
-yi lodare il S^ort.^.fyì^. -

AL peccatore, 84. 402^ .

- A Fa^on B7ÌM6^ì'^8*
.
2J6...27ó.ì 31 2.
^A’ Peccatori, 447^’ . . a * \ --

^A Pemtenzjt i^2.y- ..

- A pianger. Criffó fepoko •-S 542 . .<i -

.
'
•^A ripigHare te dnferenxÉt^ 86*' 4^*
- Degli Alcoli. a' Faflòri .i ì^Si. 4Ó9*
- Di .Crifia alb anima . ii*V348*\vi-

jNrOC AZIONE ;;
'

I'

Allo Spirito Santo . 378* . „


-

Degli Angioli . 291 • A «X xOi


I I I
|,1"J III,.*».
-
}

s. Ireneo. 20^i : v.v't.'v^,-


‘ . ''a-ì.'o.-
'
.
'
L<a.' ‘V--! ...L"

Acti del Adendo. 288 *. . ..

*,
,i?r- LA
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, . ,

LAMENTO
~ De dannati, 584. •

-Dell'anima, 54. ^
- Del peccatore 3 58.
D ìiH dannato. 362.

LAf^DE :?'.: .. .

-X>4 cantarfi nel^ andarne Roma per


j l^Anno Santo, i6éi 240. 243.-'
• *y. Cafa di Loretoì^^j, I7«
41 ^
» J 477
Lodi a Giesft Cnjfc 22J.
.Lodi a Maria. (tergine 16, 221, '375^
Lodi a' Santi , e Sante del Paradifo, jf ,
LODE di Agnefa,\/^^,-
t,. . .

-.Di s, Agefimo,.2.^^„ -
- 2>^ /, Alberto, 48^ .

.i -

-jDì /. Andrea Corfirn 54K ^



^ -

- Di s. Anna 184. . v -

'•Di s, Antonino, io. ^ -

• Di. Si Antonio Abate . riow


-’i)i Ji Antonio da Padova, i5^,.3-3®«
••,Dà s^'Bartdòmmeo,
•Di s.'JBenedetto, 64. 90.^134. . .. •

"‘Di s. Bernardino 45 u * -
•Di s, Carlo. 343. 494..
-Di s. Caterina da Siena. 122.
-
- Di s* C aterina Kergine^e Martire
•Di s, C ec7èhr,’^^.‘‘ - - *

•D*un s, Confejfor non Ponteficei 93; ».

•D* un s, Confejfor Pontefice, 273..


•Di flit ss. Confejfori,^ 82.
• Di s, Domenico, 55. '*

.• Di s, Filippo ^BenuLza 47 6* - i

•Dis, Filippo Neri, 108. 173. 206*


a7 i« 414* xo-

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, . ^ ,

lode ài s.Erancefco c^AJfiJì. 5^.45d.^


-Di s. France/cfk 'X.aj^erto\ to6 , - .

• Di j. Friàiana,^ \
'

• S» 4*^^*'**'* '*

- Di s. Già. Batijla. Si.- iyr, 2^7» \ i

-Dt s,'Gp». E'umgelifi^ » , \ ^

• Di s. Gto. Qmlb^rt^a. 466,, .i

-Di s. Gìrtlamo.
-Di s. Giti/effe . \
-Di s. Iacinto. 213. '

-Dt s, Iaco]^Q Maggiorerà, - 1 . f


lacofOiMirwc. .-Avi
-Di s. Jgnazjo LoioU.'iS^S.,- -;:
]

- Di s. lrenco^.vo^^
-Di s. Lorenz.o. 127.. .t

^ r Di\^f Margherita , . .. j.

- Di s. Maria Maddalena^ de Fax^T^i

- Di s. Maria Maddalena da penitente, -

, t :i48;vi58* 419^ 487.^


313.'
-Di s. Marta.
33* " .;: : r,

-Di un s. Martire. 269.


-Di pia ss. Martiri.clSp. 344, 382,
-Di s. Matteo. 9. 48i%> Ui . ^ . ,

-Dì s. Michele i. 199. 249<^^ ivArVk


, DiiU^NiCColo ^fcovo^.^xrj%é. "s . vi\^Vs\
-Di s. Paolo Apofiqlo,i^.r^7^f L . v*t
-Di s. Pietro Apojiolo. 35.^40.3
A Di X. "Pietro', d^Alranem^i, 4 * -

.\^ pe\ ^. .Simonfi-, e GiudaA.i9>t^.


- Di s. Stefano Protomartire 4S!f*
- Di s. Terefa i ìcgr,\ .? ? , -, i? \ -
- Di s. indiana-*, xsn u; ..
-

. 1 1 i>! nna, s.^ Pungine. ye Martim ^ *


to. -
• Di pili ss, f^erginky 73»'.

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LODE -

^ Dt.t; Vmltà, 482 * ';


' >•

~Di s. Zanobi •• ’''

.> '.v‘k •

s.Lorenxjo. 127 - • .Ci'vj .1


.i /d
.d -

Loreto , lodi da, cantdrfi


Ito . 39. 41^ n7. 477. ^
-

M agi
-Adorano
.

334. 389-
J4.V
il s.
'
.

Bambino
V
-

^ . : •
'.

;'
.-.

308/312.
A- -

/. Aiargherita. 540. f ' • >-' •

/. Maria Maddalena àe^Baxjià . 74* 1 14,


* -196, 376; i' ; L-
/. Maria Maddalena là penitente. r^S^
258; :3V3;^4M9;- 487Ì v . .
-

Marta K'etgmai J^cdst 'J^ergine ~ Maria .


s. Marta 33.- ^ ' .. -
' -

s. Martire 269. ’
....
ss. Màrtire 1^9. 344. 382/ '

j. Matteo. 9, 48 li,'- .
-

s. Michele Ar^angiolo 299*' 249. .1


Miferie mi me , e vanità del mondo , 57,
'
'

-
251. 257^, 294.-» 511^ .1, . •

monlQ i^ -d-
- Abbàndonattf "^^^ 98^ 298^ 474, 5^141.
• Dif^regtatn^^ 62. 202» 218. 429^ 497»
" '
' ' '

51.5.^ j .
- ^

• Fallace^ 3^, i8os*f .. '


.

Parla con ungfìovafU^'» 318^/ V - • '

- ^^9 « sanità . 57/ 271,


W* i94»*:5li«-- .
'
'
V -
• MON^
Digitized by Google ^
MONDO
-\Rifoli4 i.uat d' ahhandonMriot» 40S. 544.
-Sua guerra 226.
-Sua ParjLia* 259^ • .

^

- Suoi lacci 288. • -

Morto confederata 354.


Morto y che jfarla* 435*

NNAT Atività Della Santifscorgine, 37 3 ,


IVIT A
del Signore. 1 5. 1 1 J. 1 36.
^

152. 159. i6o* 185» 262* 301*' 31 1»


321/337. 347. 354. 364. 377. 427.
436. 437. 461. 472. 510. 519. 521.
- AnnumJata a' Pafeori. 4. 87* 1^4. l
256. 261. 270.409.* -

~Goduta da Pafiort^ e da^ Magi». ^08^


312.334.389. *. :

j. Niccolo Vefcovo . 278.


Ninna nanmt al Bambin Giesk
427. . .
. -

Nome SantiJfemo diGiestt'» aoS»^ 21^»


328.*'* *t

Nome Santijftmo di Maria. 462.'. V


Notte di Natale^ 151* 1 59 * ~

/. T> Aolo, .347.. '

1 Paradafp . 45 2*
• .. 1 . .
..v. -

PARAFRASI ..'.‘'A-
- Deir Alma Reden^torir Mater
•T>eU\Ave Maria. 7^. .i\ ^Jlr

Digitized by Google
, , . , . ,

parafrasi
. - Dell Avi Adaris Stella, 69»
- Del Benedicite 533..
• Del Credo. 33z.
• De' dieci Comandamenti 333.
- Del Mifetere 531. - .

• Del Nunc dimittis.- ^,


• Del Pater nofier 386;
- Del Popule meus 287. .

• Del Rafano, 77.


• De' fette peccati mortali
. 174, 362V
- Del. f^eni Creator. Spiritus .*52'). . i
- Del f^eni.Sanife Spiritus 83. ,

•^Del Venite e xultemus Domino. 485.

.Pajfone del Signore, 253. 268.


\P^STORl
• Adorano il. s. Bambino ,308. .

• Invitdti al prefepio 4.' 87. 164.178.


256. 261. 270. 409.

Paternojlro. 386.
Patria nofiramon e quefta . 7.

P az.zaa del mondo 259,


.Peccati montali y 0 capitali, 174. 362.
Peccato y deliberaz.ion di lafciarlo. 469.
PECCATORE 91^,' Z19,.

- Ablriwdona il. monde, 474


-Avvertito 49. 495.
- Conjigliato alla penitenz.a 44.
- Dice i dàm cagionatigli dal peccato. 316
• Implora mifericordiaé
» Invitato, 84. 1 26.' 399. 402. ' i

-Pentito. 163. 329. 366. 406. 470*


Parla coW Angei Cufiode .142.
-Siiprefo* 35R.' . v PEC*

Digitized by Google
1 , ,

PECCATORE
- Ritoma, a Dw, loi. 1 12.*2f4. 513* 531
^ Si lamenta, 358.
•Suo fv editarino 2p. ,

PECCATORI >.. . . ... ,

- Configliati 395.
*
• Invitati, 447.

Pellegrino^ ed Angelus 65.


Pene infernali, 555.^2. 384.
PENITENZA ...
• Da non differirli, 368. .
-

• Suo invito, 402,

Pentecofte, 83. 153.' 231. 349.


Piaghe del Redentore, ip8, -

PIANTO
• Del Bambino Gies», 436 ; 437,
• D* Adamo 280,
•Di s. Maria Maddalena 258.313.
419.487*

Pietà del Signore conofcuita, 323.


/. Pietro Apofiolo, 35. 403. - . v
s, Pietro d' Alcantara , ^12,
Poi di s. Filippo Neri 371,
PREGHIERA
- A
Dio, 21 .
•Agli Angeli 92. ,

•Al Signore 349.^


III
II I III» Min V.i
Prego a Criflo N.'S, 341. 35T, 438.-
Pr eJent arcione della Santiffima Emergine
al Tempio, 274. ^ .

Privilegi dell anima, 303. Pro-

Digitized by Google
.

'

prodigi del Crocifijfo, 582.


Protnejfé^ e querele deila Sanrijpma F'er-
gtne 229.
Provvidenz^a Divina, 46. 507.
Purtfìc azione della Santifs, V'ergine. 3,
Purità della Santijfima V’ergine J39.

„ *.«»•• •*

Q j^is
Verehy e p’omeffe della Santi fpma
Vergine, 2,29,
nos feyarabitxàscharitate Chrijiiì
306. .
lè..,
4 r*»‘

edentore^-
R - Sue piaghe
^Coronato di [pine, 289.
, i 198..
304.
r Sua Pajfwne, 253. 268.

Refurrez.z.ión del Sig. 132. 177. 205.346.


Ringraz.tamento al Signore, -ifi-j,
Riprenjtone al peccatore, 359. - .
RifqluZiione di lafciare il mondo, 408. 544.
ROMA,
Laude per cantarjì nell' andarvi L'An-
no Santo, i66. 240. 243.
Rofario, 77.
s.

ss Agramento delC Altare, 43 7 ®*. ^ 57 » *

i 3 299*
Santi ^ e Sante del Paradifo, 195.
Signore , Vtdi Crtjlo
Simbolo degli ApoJloU, 332.
ss, SimOe

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ss.Simtne, e Giuda , o T*addio ^ jépoftolù 3^1.
SOPRA QUELLE PAROLE ,

• Aut patiy aut. moru 119.-


- Cupio dtjfolvi^ & ijfe cum Chrtfio. 254.
-Pati, non mori,. iii^ ,

-_Qms nos ftparabit.à char^ati.Chri-


Jhì 2o6, / •; .. 1 .
-
; .

-D'un aetto\di S, .FiEppaJ^iril, 371.


388. 414.

Speranza in Dio, 137* 1 91.. . ; -

Spine, Corona di Crifio, 289. 304*


Spirito Santo, 83. 153* 23I4 349. 378.
527.
s. Stefano Protomartire, 75. 45J*
stimate .

'
-Di Crifio. 198. - ;

- DiS. Francefco i '


! .243..
- ,
m-

;
Svegliarino per il peccatore ofiinatOi 29.

':
- T.

Addeo, o Giuda y e Simoni ’Apof-


X tali. 391. . . .

s, V '
erefia ,

Tefiad'un morto, che parla. -^ 71 ^.


'

Travagli
firada pergtugnerea
,
Da, 225,
ee,Trinità.$iS. ’


V. '

/ . k A •
» : , . . . » .

V Anità,e miferie del Mondo.


257. 294. $u,
JFanità del Mondo nocive /opra un dette
57. 2JI.

di S, Filippo Neri • 388. 414.


' ’

rtni

Digitized by Google
. . , . ,

• 'Vtnl Creatór Splrhus ^ 527^ / <

yeni Sartie 'Spirìtùs 83. ‘ '


'
^
yerbo incarnato 35'4* -
'
^

‘ s^ yèrdiana 133. .

j. Vergine^ e Martire^ éo.'?


- ss, yERG INE -MARIA 26. 154. -200,
221. 272. 373. 37^. 45 S- 473 - 505- 50S
-
.521/5 22, 523. .526. i

m Annunz^tata 131. 181.- •

“AjJunta-t Zi^,-^
^Concetta 190* ;

• Gravida
• Nata. '^Tl» .

.

• -Nel natale del fu$ Santi (fimo Figline-


7 <»/ 373
-'
5 'iy- 520 . A ;
• Nominata Maria, 462.^. s

• Parla al peccatort'iv^,
• Prefentatet.al Tempio , 274* -

-PtiTa, 139.
.i f Salutata , 'Ji, 69. 5 io.
: .
/ . ..

• Purificata, 3.
•4/ Santo Bambino,. '372
• Sotto la Croce, 80,
' ’
- '•.Suo Rofario 77. •
5.

• yifita Santa Eli/abeti a. 263. 394.

’ss. Vergini ,73.


. 'Verità fuo alfabeto , 109,
Vero contento e Giesu. 3 ^ 4 * ’-

Vifitaz.tone . 263. 394.


s. Vmiltà 482.
A '
r
Z. '

\,Zanehi 483 .

'OSSÈK-

Digitized by Google
1

•» M

LAVDE SPIRITVALl;
'

DI- DIVERSI AVTORr.


INVITO ALL' ANIMA.

iilE'
1
L
1
t 111 h+- 1

1 II

Gli amor, agli a-

lui

mor,aglìar mori, alla ce- lede, e fu-

w-
pema bontà- te, o o bell*

alme torna- te , su su m-
A
Digitized by Google
^ -

L A V D E

5'51
S' :ì:ì-JSi W V’

•mwmt

randogUc- terni fplendori » iHen cm-

piendo di divi te- fori, Su su

,-0-0*0-. t;-0-tì*-| L

p-g- - . «-
mn^
— ——
» 1

i ^ .4
subcir alme tor- na- tc

U..—0-0.. 1-—
B-r* 0: . .

I
J - > 10 -

ft gli amori , a Giesù , all’ e-tcrna bon-

tCé

u
,, ,, , , ,,,,, ,

S P I Ri T V A L I. 5
Alla luce , alla luce , alla luce
Alle bellezze immortali, c gradite,
Ó
bell’ alme venite

Su su mirando quel bel che riluce.


Là dove fplende Giesù vero duce ,
Su su su beiralme tornate agli amori ce-.
Al gioir’ , al gioir’ , al gioire
Alla foave, e gioconda quiète,
O bell’ alme correte,
Su su cantando le glorie divine
L’ eterna pace dall’ alto confine
Su su su beU’alme tornate agli amori ec.
Alla gloria , alla gloria , alla gloria
Al felice goder lenza duolo,
O aline or’ a volo.
bell’

Su su tenendo si dolce memoria.


Liete cantando vittoria vittoria
Su su su beU’alme tornate agli amori ec.

DELL A PARIFICAZIONE DIM, aÌ


Nmc diinittis fervurn tnum,
^
A Goder*, a goder*, a godere
./x Dell’ inctfabil cclefte bontatc
O miei fpirti volate.
Su su fia colmo d’ eterno piacere
Il(eh , che brama Iddio pofledere
^ Su su su deh fpirti volate
A
pofarvi in Gi?sù, ch’è immenfa bontatc.
Alle sfere , alle rfere , alle sfere
Ch’ai gran Monarca fon trono ben degno,
O rivolgafi il fegno
Su su fprezzin letizie non vere
fi

D’aure volanti affai più leggiere


Su su su deh fpirti volare ce.

D^itized by Googlc
, ,

4
'
r, A \A]^e
A morir*, a morir’ a morire:
Depon Ka. fpoglia, eh’ è di luto frale,
O Alma mia iuimortalo j
Su su difciolto da laccio tenace
Signor deh lafcia , eh’ io ripofi in pace ,
Su su su deh volate, ec.
fpirti
Alla vita, alla vita, alla vira,
A
cui la morte non può far oltraggio
Ofi
p reniti a il viaggio^
Su su Simeone all’ ctìrema partita
Qi^cl Dio,c’iiai in braccio benignò t’invita,
Su su su deh fpirti volate, ec.
A»lciio Mondo, addio mondo , addio mondo:
Or tumi guidi alla patria novella,
( 1 Giesù fida Stella -,

Su su veduto , chi falvat’ ha II mondo ,


Gii occhi mi chiuda letargo profondo.
Su su su deh fpirti volate, ec.
Alla gloria, alla gloria, alla gloria.
Alia forgenre d’immutabil bene fi

O fìa la nofìra fpéne:


Su su depoila rinutil memoria
Del Mondo, a Dio fi canti vittòria,*

Su su su miei fpirti bramate -

Di pofuviin G:esù,cli’è iminenfa bontate^

ISELLA NATiriTA DI CRISTO.

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gioie , a* diletti , agli a , mo-

gloié-, a* diletti ^ àgli a mó-

ccco ,xhe nafce Gic

éà Sol lucente, di iniir Angelctti 11

Digilizec by Google
, ,

& L A V D E

sioir
O fi fcnte: Su su sunondof^

mite Pa- fio- ri, alle gioie, a* di-

L ,

=
:i5s:g::


'ZtE":
— :

letti, agli amo- tì.


'*

CicU-ccco*l Ciel rifplendciitcf


Ec:.r>’l
Oche notte , o che notte rideiJtc j
Danzai! le Stelle con dolci carole,*
Nafccndo Giesù, Giesù. vivo fole., .

Su su su non dormite Paftori


Alle gioie, a’ diletti , a gli amori.
Dell mirate, mirate gran luce.
Che sì vaga, si vaga riluce.
Ecco , clie’l Mondo già ride , e fefteggra
Nafeendo Giesù , che d’amor fiammeggia.
Su. su su non dormite Pallori,

Or
,

S P I R I T V A L I. .7
Or cantate , cantate m bei cori
Nato Giesù Signor de’ Signori,
Ecco chc’l Ciel, che la terra, e clie’lmordp
N’ in vira al natalsi litro, e giocondo.
Su su ili non doriiiite Palìoiì ,
Alle gioie, a* diletti agli amori.

Ì.A NOSTRA PATRIA


tio'n c (inej}éì ^

tanto di bel quaggiù, eh* al Ciel noo

miri , o ipenù , Or non fai tu, eh* wp,

di

D : 1™ Googlc
.

III

di ciò , che piu caro è qui, la-

rdar cciivienfi?

Deh leva gli occhi al Cie!»


,
Mira ’l npmirnQ Ycl- • .
• '•''i

Di mille fiamme adorno,


at Mira’l Sol', còin’ei .va.
L’àmmirabil beltà, Moftrando intorno «
Deh s’ei n’alletta a fe

Con si bei rai , perchè
'
Pur occhi a terrà giriF
gli

^ Lafsù mirar
fi può. - .

Vera beltà, qui nò. Dove ferpiri,


àVpfai. qhe TAlbà aprì, .
.

Poi langue al fin d’un dij


j. Tal’ è vita mortale, ..

^ Bellezza , e gioventù
Ratta fen fugge, e più. Che ventoso ftralc.
Qiunt’ è folle , o mio cor ,

Chi per le geaime, ed Ckr


r. Par, ch’ognor geli, e fudi: ,.,i

,j Se per l’ onda infcrnal

Scorge’l Nocclucr fatai Gli spirti ignudi^


, , ,

.
S P I RI TV AL h : r
Pórre pace è colà , .
'

• Dove yiftu fcmpr*hi


Duro
contrafto , e guerra l
„ Ma
deh dirami s’ altro è
^
(terrai
Prence, Monarca, o Re , Ch’un huom c|
Souca te fteilc, e Sòl-
A
vie piu'^nobil: voi, -

Cuor mio fpiega le penne :


n Che eerclii ornai quaggiù ?
'
=
,

Poggiaconi’alma’rt Dondtella venne.

LAPIDA SOPRA S, MATTEO i


che lafci'o i .traffichi ^et\

feguitar Crifié -,

A Fra
Lma,

le
che peni! tu-,
Ch’ il bene fia quaggiù
pene,- e gli affanni?


'

„ Ilben quaggiù non è


Dove non regna fè. Ma Tòlo inganni,
Deh fiffa cuor lai'sù il

Dove non avrai tu.


Che dolcezze, e ccaitento:
„ L* allegrezza , che è qui
Come fumo rpàrì , E nebbia

al vent».,
L* Oro , che trovar può
Quel che a noi fi negò
'

Serve di laccio al piede , .

„ Per formontar
'
colà ,
s-

Dove al giufto daiià Iddio là fede.' -

O Mondo , io lafcio a te ' • -

Quel,, che fi rende a me’ *


D’ affanno} pefò, e noia > - =

-
^ '

5 yjPcr A
Dinili--! by Googlc
,, ,

\ IO L A V D E '•

Per fcguitar Giesù, (glok.


Che prezzo,
e ftìmo più , ,
Che Argento , c
Giorno lieto per me
Fù, che ini tolfe a tc
Mondo immondo, e tiranno:
,, Però non creder, che ,

L* animo volga il piè , Segjuendo il danno.

IN ONORE DI S. ANTONINO
ArcivefeovQ ài •

C Antian
I
lieti
pregi, e le vinù
Del Paftor Santo, c pio,
su su^

^ Che della nollra fc,


Q^al Sol, lume ci die. Per mirar Dio.
Nella più frefea età
Q^ai raggi di pietà
Non Tparfe dal fiio feno ?

Non prima i lumi aprì


Che per quelli fiorì V uman terreno
Qnal Giglio mai fpirò
Allor ch’il dì Ipiintò,
Si filavi gli odori ì
„ quali fparfe dal cor
D’ Antonino II candor Luce de’ fiori . ,

Qiial rofa egli apparì


, Q^and* il petto ferì
Con ferri, e fimlcellc:
„ Ora , fé s’impiagò
Le iK’le che ‘versò. Cangiato ha in ftdic.
Così rifplcnderà
Tutta d* eternità
Tra le fovranc naenti, ,

•*
^ Man«-

Digitized by Google
JPIRITVALI. Il
^ Mandando dì kifsìi .

Raggi di 'rae viìrà, A noi rcoatcnti,


Amiam dunque sì si - - •

Solo ben , eh’ ei fegiil


il

Con fempre accefo ardore^


D Che vera pace dà >
A .chi fegiur lo sa^ J L'CtÉmo Amore»
Le tre fofraddette Laude fi poffon cantare
come. Con uh dolente aiinc .

INVEITO Dì CRISTO
all Anima •

mia dove ten

vai, alma mia cbihiggi tu


.

L A V D E

dolce , e l^on Glesù -

Sòn. IO pur quei , che ti diedi,


Chiaio’l Sol , fereno’l dì :
„"*AIina mia, dèh fénna, e riedi^
Che mia graaii a’te s’unì, •
.

Qaefto fangue d’ognl piagA,


Onde ’l corpo afperfo or’ è ,
Quant’ inonda e quant’ allaga-^
Alma mla verfa per te.
ta mia Croce preziofa
-.Trionfar nel Cìel ti fa ;
..

„ Quefta morte mia penofa


,'

Vita eterna ornai tl.dà'.


Volgi dunque i tuoi bei luii^
In quel Dio , che ti creò , .

„ E da quei fgorgane fìiuni .


Se di' sangue ei gli versò
Vicnten’aima a sì dolc’ ombra,
Vienten’ alma al bel feren :
„ Di pietade’l cor m’ingombra.
Già d’anior t’ infiammò ’l fen.

fopraddetta lauda fi puh tanté&rt ,


]

’ •
eunn

Con dolcezza

.
^

i * .
- ; /
«•

DIA-

Digilìzed by Google
S PR I T V A t I, IJ(
I

niALOGOTRA VANGEIO Cl^ST;


c Anima •. .

'

'Ani.
'
Lma.crrante clic

cerchi m ? che cerclii tu? Già fei smar-^^

rita, non errar- più.Giàrcifmar-

Digitized by *-
rìoglc
,

t4 L A V D E

jin. Cerco quello , che fù gii


ì

mio , che fu già mio Eter- no

ben*, e sommo Dio,

Se pentita ofler faprai, -

„ Poco qui lungi ’l troverai.


Morta prima elPer vorrei
„ Ch’ aver commefli i falli miei «
i

S P I R .V;A
I T I
I. 15
Ang.Qovn dunque, corri a Maria#
- Qie per. trovarlo
. la via
An, Ma dolente io temo olme,
„ Che fdegnata^mi cacci da
'

fé-,

Sù con/idos,. ehe iiia bontà . ...


„ De’ Peccatori madre la fa
An, b fe poi,plf«3iarri non^'piiò..-

,, Per
tant’ofifefe, che far douròJ
Ang, Vanne, a^anoe non penCir piti
„ Lat’al^tta cbl bi^nGiesUi "
^
Fuor dì lei mò7_tfovètai i
„ A che tardi? Alnia che fai!
An. Madre e Figlio eccomi a' pie
,

„ D’ infinita Fvoftra mercè ;v;i% i.fsj

Perdon chieggo al fallir mio ,


„ Peccar più non vuò già io . - , . . .
y

NELLA NATIPTTA DEL SM.

lini

Ma Giesù,

l
1^
1
1
donagli ’l core > eh c tutto a more, chip

Biyiii^ùd by Google
, ,

Ognidol

? F Re del Ciel'- ' *

Quel Pargoletto
Che con diletto* '

Sott’ uman vei ,

Scherza, e gìoil'cc^
'

;;
D’ amor languifce
. Appena nato
I AmaGìcsù*,' donagli ’I core^ >.
*

5 Ch’ è tutto amore , che brami più ?


Mira’l feren •
^ ,
• . >

,1

tj} Di quel bel vifo ,


II
Tuo Paradifo;
-WcU’l terren a Schcf-

Digitized by GoOgl'
S P I R I T V 4:L I.
Scherza, c gioifce,
D’ amor fanguifce , . . _ ^


Appena nato . Ama Giesu , ccc ^
O gran ftiipor! •
^ ~
i
In /ii’l fieli giace, i .* ..j!!'] ;

Re dì pace ,
'

* *
Il ^

Il Creator . .

Ognun r onori, . . ,

Ognun l’adori, . . -

Ch’ è noftró Dio. v -


,
i'- .

Ama Giesit, donagli M corc ,* '


,

'
.Ch’ è .
tiittoi. Minóre ^ clic^braoii.piiì?. 1.

X)E.LU AiMOR DI GIE&y

Kiir

mor, che d’ ogni amor porti la pai-


, . . , , ,

i8 L A V D E

ma : qiiant’c felice , dii ti tien nel co-

Chi non t’ ha , ti ti cerchi r

£ mai non abbia pofa,


, O gem.iia l'opr’ogn’ altra prcziofaj
-
-Già non fi. può ftimareì tuo valore,, - v,.

M Amor Giesù , amore


Ciesùv'clù ti poilìede.
Ed è con te imito
Sta fempre’n un continovo convito,
Guftando im dolce, c foave fapore.
Amor Giesù, amore.
Wa chi fi trova privo,
Giesù , della tua grazia
Se tutto ’l Mondo aVefle, mai fi fazla^
Anzi vive *n contlnovo dolore
Amor Giesù amore
Chi non trova te Dìo
Jlitrova ailànni, e pene,

-Che dove manchi tu, mane* ogni bene;
È provar non fi può maggior dolore
Amor Giesù, amore. ló.

M
, . ,

S P I I R TV A
L I. it9 .
Io ho già tanto cerco
Di te dolce Gicsù
Ti prego a non iftare'arcoftó" f»iù,
Efcì fuor dunque , o lantpcggiàrite Sola
>
„ Amor GiesiV, amore,
Illiiitra co’ tuoi raggi
Mia tenebrolà mente; ’
,

Tu puoi, e fai , or vogli efler clemente,


Che’i nome tuo c detto Saivadore, •

Amor Girsii. amore.


'
' ,
;

lesu tu
lei la via,,._ A -T.
Qi^l-Gid-ti faialife^f -

Tu lòmma verità *nbn puoi mentire j


Tu fei la vita mia'-dolcc Signore
„ Amor Giesù amore
'

, .

Entri la mia domanda


Giesù nel tuo cofpetro ; r .

Qnefto ti cHieggio, o Spofodinb Sdileft!#,^..

Che a me perdoni ogni GomnielTo eri'ofc^


yp Amor Giesù , amore

La fo^r addetta lauda fi può cantare con^t


Sì ch’io ti viiò lodare*

' '
.
•• - • - >1 •

LA NOSTRA CONrERSAZIÓJ^E '

• He Cteli \ i
(.

Ndiam' al ; Qelo^ al
L A/y D E -

Gel* Ahne rpiegatc l’ ali > e ’I penfic-

IO, alle piagge be- atc, nonvo-

pieno dlfcogli, e gonfio d* onde a marcì


, . ,

5 P I R r tV AI I

Mondo, dov* è fiorito , afconde* gran^ prò-

Deh alzate gli occhi a quegli ameni c^mpi


Di vaghe (Ielle , c rilucenti lampi -,

Sopra è la Patria , che Dio creò per noi


Se viverenio fedeli , e fervi fuoi :
Lì pace , e Amore
Giesù noftro Signore,
A lui ne voli, e folo lui defideri
L’ inquieto cor , che dal male ci liberi
O lieti pafcoli, o voi fpiriti degni

Di quei celcfti fortunati regni;


Dove Tempre florida ride la Primavera,
'

Il dì chiarihimo non cede mai a fera


, . . , ,"

L A V D E
O dolce memoria
Della Divina gloria ! •

Qgiv’il canto Angelico , e’I trionfante tifo,


D’^ogni Beato invita al Paradifo
Chi fta fiilo in.Gido, chiila fopra le Belle,
Del Mar Spumante non teme le procelle
Latri pure Scilla,, e. frema pur Cariddi
L’ira, e l’ invidia lafsù falir non viddi
Soflfin Aquiloni^ .

Aure-dt tentazioni*, ì

*Nqn_ potrà perire là navi^llà m porto,


Xn ciiiTxgjha Giesà.vej^) eoilfoit^ :

Vditè. la- voce d’iddio, che vi chiama, i

Alme; dilette j ( edù fegtpiolQt brama,


Da me venite voi, che fatigate, '
E. tiella. Croce il carico porute j
'

-Vi vuò riftorare, ' - •

vuò fare.
beati
iGuftate dunque , e vedete il. SignoxeC
Q^ant’ è foave , a chi gli dona il core ^
L’Anima, che giifta, non refta mai fazia.
Sempre più avida della Divina grazia.
Dir non può la lingua, le gioie , e i contenti
Prova chi ama con alti fentimenri
Tutto è amabile,
Giesù dellderabile
Nettare celeftc, che fa d’ognì dolcezza.
L’unico Bene, che dà vera allegrezza^*
Seinrii grandezze la terra, e gran tefori.
Altro non fono , che vanità gli onori
Vive nelle tenebre di quefto mondo rio^'
Chi non ha fede , e chi non fegue Iddio :

O Alma felice.
Che candida Fenice,
Vici*

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, ,. .

S P I R I T' V A L I.
Vicino ai raggi del Sol tutta s’accende,
E dalla luce la nuova vita prende
Sopra gli alti Cori degli Angeli ripola
Maria Vergine d’ Iddio Madre, clporaj.
Come bella forge nel di alba Aurora l’

A’ fuoi devoti in quell’ eftrema ora :

Lì non morte , e ftento


Non doglia, ne lamento ;
Ma fi vive Tempre tra fpaflfì , ed allegrie »
Di filoni, e Canti, e dolci melodie.
Canto non ha il cuore , l’ udito , nè la mente.
Che Dio più grato , (bave , e più clemente
Su le lingue càDno,glI affetti al Ciclo volino
«Le corde, iOnticrCìesù dolce rifuoninp^
Preghino l’ Altìlfìmo
Noltro Amabiliffimo,
Doni forze aU’anima,che poHTa con vittoria
Trovar la pace, e poi eterna Gloria
l’

I>EL GIUDIZIO V'NIP^ERSALE.

V Errà quel giorno, ch’in tenebrofo orrore


Disfatto il Mondo lia da fiero ardore*
Q^al doglia avrai nel rimirar fevero
.

O Peccatore, l’alto Giudice altero?


Si grave martire
Ah non potrai fotfrire,
Ognor panni fentir già l’ orribil Tuono ^
E l’alme imite avanti à sì bel Trono*
Stupirà la Morte , e Ihipirà Nauira
Sorger vedendo l’ eftinta creatura
Indi il gran libro d’ogni tuo demert#
O Peccatore, ti farà allora aperto}
Che dirai tremante,

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, , . , .

14 l'A V D E
Tra tante pene, e tante ?
Qual Protetcor’ avrai di grazie fi onufto.

Se appena allor farà ficiiro il Giufto ?


O Giesti Ke sommo di tremenda.
Fate, ch’ai cuore pietà di noi v’afcenda.
Voi pur liete quello, la aii voce tira
I Peccatori lungi dal giorno d’ira?
Per cercargli lallb
• D’imfonte al duro fafib
Seder vi convenne , e per dargli fallite
Alzarvi in Croce ; e faran pene perdute !
Signor giiirto, e Santo,Signor Giudice degno.
Deh' rimettete ogni peccato indegno.
Piange ciafeuno da lue colpe conquifo ,
Pietà chiedendo di doglia afpcrib il viib
Siete pur quel Dio
•Ch’a Maddalena pio
II perdono defie , e al buon Ladron’aita,

Dando anch’a noi rpeme d’etenia vita.


Per quelle pregliiere,benchè di merro ignude.
Signor fcampateci dalle fiamme crude,
-E tra gli Angioli santi in dorata fede > .

'Piacciavi darci la divina mercede


Che godran gli eletti
Mentre che maledetti
Andar ne dovranno a’ fempirerni orrori
Trilli dannati i iniferi Pecccatori
mondo

di’lcor’mio, Pfendricormi- o

Prendi ‘I COI
Lavalo d’

D-jlilJcd by Googic
, . .

26 L A V p E
„ E fallo puro avanti al Tron di Dio,
Col tuo Iplendorc.
„ Col tuo fplcndore
Fa , eh’ egli- arda , e sfavìlle
•„ Santi pcniìcri del Divino amore *

A mille a mille.
A mille a mille - '

Volino ad’ aito Ciclo,


„• Davanti a 'Dìo amorofe fcinullc
Di Tanto zelo
„ Di Tanto zelo -
'
• "
*
inco ITO

Armato, e d*ogh’
Cii to di Tpemc,'.:e d uiì cele de velo |

. La notte , e ’l giorno
*

„ La giorno
notte, e’I
Fammi co dante Tcoglio - ^ .

,, A Satanallb, c con tuo grave Tccrno


Fiacca T orgoglio,
„ Fiacca l’orgoglio . ^ ^
-

E i lacci, indi' Tciorral,. ;

„ Il mio mileto cor \ eh io più noi-vogjio $


FrendiT ornai.'
„ Pi cndil’ ornai
O mio dolce (bPicgno , ^ ^ ^

„ Deh noninel render più, ceco l’avrai


Sin nel tuo regno
S P I R I T V A L I 27

ofi can- ti Dì Maria Véi?gincilài

fomirii vanti, Sacaticiain fe^ liciaì ,

^DìoSaxI'* tiiU ina? OclRc^


28 L A'.V D E

gìna viniU Tu Tei $telÌ4 cicl '


Marc

PeVCiel- p^rta, fingo- lare-, Onde


;

fcoi^inc ,
igiùdano*-, fai vane tu. Che

1! alme puoi be-» ar,:p rIa,tu,Ch®

Dig:' id ‘''.nriglc
, ,

S P I R^l T V^AÌL I. 29
Anime belle in trionfanti cori
Dì Maria Verginellà i*romnii onori
Su caiiriaai' felici jalrCielo , ‘Ì"*
g
, Coiuiivoto,epiirazdo,oS.V'ergili6cc.'4
Anime belle in leggìadretto ftile.
Di Maria Verginella ’l pregio umile
Su caiuùam felici -ni- Cielo , ec.
Ani me belle in fen d’ alta dolcezza
^Di Maria -Verginei^ la bellezza •

Su cahtiam fdicf_àl’ Ciclo ,'ecV C


Anime .Belle in .beb trionfo altero, :

Di Maria Verginella -1 divo impero:


Su cantiam felici al Cielo , ec.

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30 L A V D.E

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La tua gra cnidel tà Dio foffrir

non può più: A- pri gli occhi fu

„ 1 L’crror tuo’, troppo fu y ne fìnit’ ancor è i *

,, Vedi mifero te, eh’ è fdegnato Giesù;


.
Apn gli occhi su su
„ Ei mille volte , e più ti chiama nott’ e di '

„^E ti trattieni qui privo di ogni, virtù;


" ^ Apri gli occhi su su. •• -
,

„ .Ma fé il lordo fai tu, non’fperarCieló ho


„ 'thc ’l.tcmpó^'.chc pafsò , pagherai poi lag- ^

Apri gli occhi su su . (


giù :)’
,, Ne vale gioventù , non ricchezze, o l^jtà,

,, Per fottrarti di là , dov* un dannato fu j


Apri gli occhi su su
»Deb

— Digitized by Googl*-
S P I R I T V A L I. 31
>» Deh iiiiradLique in sii/ciogli lacci del piè, i

E con<incerafeTÌcórri albuonGicsu:
*
Apri gli occhi su su'."
n Placato il vedrai tu >. tolto il fdegno. fvanì
99 Se rhuoiii fi fcaponì , eh’ il ;ben non .

Apri gli occhi su su. ' (quaggiù:


. ) : : .
)

pettDjSànt* arder* ,‘e pu- ra fé,

1111

Poiché piu non hàp ti- certo Empie


r> 50 !!-:» . - .

^
I « Xt

-
rt.-. _r' B 4- col-
colpe entro dime: Fuggi, o cor

» .

^^o^cor inio, -;Frtggi’l in^pdp •

ff #

Fuggi ’l inondo ^ è Tl’

DoDz'ÙA , c pena, e"^ p'ràiitO.juè ngi^ ,.‘_i


,__]4 1
*'
Chi nondc^tie’l avrà: 1
Ciei^’^,
»
'

G!or\a,^rifo , e prendo ,;-c,gipia^-, ,.-.

Qìì feguir Giesù vorrà:


Fuggi, o epr, fuggi.cór ;nIo- ?’,àU
Paggi ’I Mondo , e regni- Dio •-} -r‘
'

Ch’ io tra folli, e van dìlcm '!


“X~ ’ij
i;

Nutra i’ al aia,; e’I fcnà'àaijpiù^ “ ^“7 4


^
Giù io di cólpe *1 core infetti,
Non fia vpro,o in.’pG?esù:,Fiiggi,aqoc, cc*
Di bei GigF , e di bell’ oftro
Volto, efen dirami, che vai;
Se

Dig,r.Ji-^ h, GoOglc
'

S P I R-U t V A L.^1. 33. r _


Se qual Rofa è’I viiNSf noftrqV f ('et.V- '' '

C’ha in un dì morte , e natàl? Fuggì, b eot'^


Quella vica.c. un aura, uh vetito , ^ '
,
feh vola in uh baleh -• ( ' ’i

E ne cangia in «hr'^ìhomento* 'Ju/J


Il Tuo dolce in rio VetenJ:
Poich’ha quefto uiF cdrirenO^^- i'I
Fintà 'gioia, c vero diioH • /
Fa Signor, ch’alGìel feireno
'
Se ne vada l’aUna a voli ij}
Fuggi, o coti'fuggi'dét ihló'i''
Fuggi ’l Mohd<y,''e-fégùI{Dio'ai - -
,:< . '! n irh>
PER SAN T' A 'A 'R'T^4

D Eh fe btaìni un piìro ’core '


Alma mia aver qiiaggui.
Chiedi a Marta il' fuó fervore V-*'
'

"

^

V
- -

Per amar- fempre Gìerò i' •
<

^ Chi non arde in sì> bel' foto y ?

Su nel Ciel non trova loco.




-

Verginella Tèmpre intenta ' ' ' !

Al fuo Amore notte i e di', ^ ’

Non ftimoilì inai Contenta ,


Se non quando a qilel s’ unì Chi noniee.
Con fi acero, e puro -affetto ''
Può nel Ciel l’alma bear, •

Non del rnondo il van diletto , ;


- .
J
Che in eterno fa penar-, * Chi non, cc.
Quando vilTe fra mortali i

TI.’ Autor del Ciel feren ,

Alle genti Provenzali • »

Predicò per vero ben.' ^ Chi nonVec^

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. ,

54 - .'LA V DE' -
‘t’
‘’

Fu divina la voce, ,

Fu celerte il (no operar , , ,

Cile col legno della O'oce, '


^

Fiero Drago ebbe a domar ^ Chi noli, ec*


L’altìnenza, e i patimenti^ • •
.

L’ orme fiir del fuo gioir , .


'
;
. .
:

Di Giesù gli afpri tormenti ^


f

Volev’ ella un di patir • Clii non , cc»


Su preghiamo di buon core
Qm tra canti pien di - zel
Quella Vergii> turt’ ardore.
Che ne g\ùdi aljR^.dcl Ciel,. : ; .

Chi non arde in sì bel foco,


Simel Ciel non trova loco.^ •

PER V E P J F ANI >


il

AiitiRegi Arabi incenfi


S Voi, che offrifte al nato Re, .
-
"
Dite, quale a me convieni ,
> i

Dono offrir colmo di fe j

Il mio cuor, folo il cuor mio


Dono fia dej nato Iddio
Non ho Mirra, e non ho Oro,
Per donarti, o mio Giesù-,
Che preziofo almo teforo . ,

De’ mortali, o Dio fei tu Il mio cuor, cc. .

Qi^nte gemine ha IV.Occidenre


^Qimnte ha ’l Gange arene d’Or.
Tiene a vii l’ Onnipotente
Ricca delira del Signor . Il mio cuor , ec.
Vii Capanna, ed umil tetto
Per iftanzà eletto egli ha-, ; ...
Poco fien pofa , e ricetto
Al Pad ron del dà . 11 mio cuor , cc.

Digitized h, t lOOglc
5 PI RITV A LI. :j5
Rege , a te , che nuova Stella
A’ tre Magi palesò , "

L’ alma mia fecid’ ancella


Ln albergo offerirò . Il mio cuor ec.
,
I Giumenti, ed i Fattori
Non fapctti aver a 'vii;

Non fprezzar poveri, onori


Del iniò dio^f divoto, iiinil*,' •

Grata a te, grata, o mio Dio, ’


-

Sia r offena del cuor mio . .

t r-

N£LLA FESTA DI S, PIETRO,


'
ciolga il cùór uri dolce canto,
S Per lodar l’ alma bontà
Del gran Pietro , Pàftor Santo,
Ch’ in .Gel’ oggi lieto tta , , .

Loda , o cuor , loda , o cuor mio


Loda Pietro Vicedio,
Dilte reti ei fu fhiainàto / ‘
> ;

ÌA, fcguii* il buon Gìésu *, . . T •:

€rl- oficio fup cangiato., -• '•


'Percator dell* Alme fu': Loda , o cuor, cc.

Ed a Giesù COncefle
lui
Quella foinma autorità
Con cui fciorre , egh* potette
'

<)gni moftra mitputà t “^Isoda j acuor ; ec,


C&Té>p<Srre'\iMté'
.Di negar. il; lup Signor^ -f
*
jcmpre^ottevcvdi*' 1
'-Piafirc - l*' . •

Quetto grave enorme error.'- Loda, ec.’


Ne tol- pianto filo freauetìte -- -•

Di purgarlo gli batto ;


Ma fevero penitente,
G>n il fanguc lo lavò j Loda , o cuor, ec.
Digitized by Google
, ^

56 L A y p E^j V r ^
Saih Croce Pietro' appelo .^
.
.
^ •
t
l

Fra le pene, c ver, mori;' i

Ma dilciolra dal Tuo" peib,


L’ al ina al Ciek) ne fafì. Loda , o Ciior , cc«i
Annullar di Pietro il nome ,
^ 5
Con la morte fi cr^dc
^ i A
Il Tiranno, ed otì come! ^
f

Piu illuftre allor lo Fe Loda o cuoi* , ec*


Guarda guarda il proprio feempio,
, ^ ,

O Nerone. Il fimuiacro m 1 .
>

Del gran Pietro dentro un Tempio


Adornato,è Tanto, e facro. Loda,o
" cuor, ecr^ '

Con onTcquio uìiiil profondo


B.ada ognun’ a Pietro il piè, ;

Ed ambTce tutto II j Mondo


ProFeflar Tua santa fe . Loda, o cuoV,'ec.

VALLACIA DEL MÓNDÓ: ..

falU^ cc, E’ quirununcon-

i V,
'

; ten-
T , ,,

S P I R.:I.T VALI. 37.,.

T^'ì Iìt iF . u * .VV

ten^ to DMuì men fug-V^ „


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Irti

WTTT"TI — '
lO:^-
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Tc3*‘ *t .•I-'X; Ca~%'l -pT


gc , E men fi ftmgge, Neve al ‘i Soly ìnA

f r m • '

X 1 -IP

1— 1

.ov«» • -ii» IO. •


r-'. /I ^

nebbia al vcn*>v .'o qj; '-. ‘.;rjr ; i'

• - -

E. tu profano-, ->05? -- . i.< wóv.. ù


Mortale , e vano
' T
Pur tuttavia t* affanni,' * -v

5, Ed anfiofo, .
-
xi
Cerchi ripofo Dietro al volar degli anni?
Cerchi teforo !v v

D* Argento , e d* Oro
Ne fjù però ma forte
,, Che lèmpre affale
f

Ogni mortale Con cgual pie la Morte ti

Tu cerchi fregi.
Porpore, c* pregi,,.
Me
T , .

38
'* •
L’ A V D E' : •

Nc fai, clic fumi lòno: / ^

„ U-mìltro nome , ,
*
Nvi !ào dir coinc4^aflaconVombra,o fileno.
O }vl;m tiiùìtcc V - » * -

O “Mali
.
,

ceja-lìttè \ ~ ;

Dcf GTOcirinb amore,


„ Voi ifbrme* (iato, f ‘ !

V ol fol rcllare Coftan te oggetto al core,


Di 4ao6 Ì, e nodi j - .

*Di‘ Lance, e Chiodi' ,


” j
. .

IFennate/pggi jìjIq f^^^



•Che’nivpi ‘
,

Terrò beato Ogni èlio fenfo a freno ì


Antro d’amore;'! /
' f.
. . , .

Fonte d’ onore
Clara.fpelonca, e>ton|ba,> •
,
- « • - .

- '
„ Cavèrna fei
i

]pv’io yorfcr'Og^i ^far Colómba* 1.


Q ^‘cd.’ io^ j
V- |
*

Ch' IVI ’l cor mio


Tra mìe piiime novdlcj . ! ; , i
*
„ Inverfo’l polo
Alzerò a volo , Rettor dell’ auree Stelle
' ' '
- * -
r

'La fopraddetta Lakda^Jì può cantare come


Deh qual diletto, ovvero Fermoflì'l Sole. ..

{ ; - i**' » ••

Dhji’ -: d i
, C'iJUglt*
S P I R I T V A L I. 59
I

lavda per cantarsi


Nell' andare afa di Loreto i.

gnlfterpo piingcn- te Fìor,frond*c

frutti dà c Spargòn'i fonti !.

H
f

Digili2«i J)y Cirjglc


4® L A V D E*

I
f
;Ed ald *-|iTiGn-
5^ -

'
\Tcdcfi Pellegrino
’l

Muover veloce ’l piè


Al divoro cammino,
Tutt’amor^ tutto fc,
yerdi* .fronde
-Gli *fann-o<nbrar, e- corona,-; ••i*

E fe Cd ’t'óél ragiona; 'T‘. /
'

'Dal Cicl Eco Divino. .. Alili firpoiidc;


'

Se per noi va in- oblio


La Patria in quefti di, ^ ;

Troverem* ove Dio


Con rhttom mortai uni .
«i Or

'
-joyt
S P I-Ra TrX.A-l I. 41 .

„ Or qui li paffi onu:: f ;> il


Moviain’, e niiiq i j1
Che Dio regge i cad0a|tt,;q ui ì i-
ì

E fpiana V Alpi o‘; Diipi^i^^.th. .

Il Nunzio Gabbriellq,^ >rt jm ) b .1

.
Anch’ci j^eljegri^^ ./b
Dalle lucide Stelle ztq *ovI
Lieto i vanni fpiegò-b -irtri / ;...bf.n ''
.i

» Dal Cielo fpa^^ o'i . ,nn:; o In : ,i


*

Per adorar Maria it'voi: n'i


Ed in si vaila via vv iOi7. lAn
^

Pili veloce de i vpncir ' Vala4iipopiirY)p I

Dal grand'eterno Impero .


i r. i
Pellegrinò quaggiù .

: s
\'-
'kI l.1'
Sol per farfi hii^nq, v^o.;> a.i-i ‘..npauCI
li Sai vator Giesè.:.'ì-n /.^trpo

55 Perciò la terra x <fi; jì rox, 'u ni


Arridaatal venrurAur^ffj •ir,biir.n:cb iU[
Poich’entro a poclie murp.3;(i o'i;v „
E ’n breve gì ro !- 'J 1 Paradì/b ferra,*
;
1 •
, >

T^,R ,‘4 's I mJ,L £ ,‘\

CtJKC fo^t'A •]
'
’j ' ’
O’C^iC i '.I

f!r- 1 fvb;f>

A Lle facrate Mujf/i:


Con viva,; e laida fQV'b'nij
Con r alma vinile, c pura V
vjrrn;';

-.
ÒP di od
L ib
Moviam fratelli pièic>;.cc>
il . jì:'. . A
)> Dove il Signore i.-o. o?*
'

'P.

Sono ‘fpogha' mortale r ;


*d o rvu •. .

Nel fello virginale 'jrj - ’<

Di Maria s’ incarnò PeriWCftrò artioré

Dove algenere umana' v.r; ’ ‘

L’ilteflb Dio s’unì, iuu il : '



Ecoò
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,

4i >
X A V t> E
É con prodiga mano / - 0 ^
'

*
Le grazie compartì , ^ .> .

A porger preghi
'
ì
'
.

• Andiam’ tdn’ puro core,' - ’

E d’ogni noftro errore


Non temiam , che Gicsù Perdon ci nèghi.
Dove l’abito prdè
Di noltra vmanità ,

Speri ognim , che i’ ofiTefe, -

Da Dio trovar pietà;


' *

,, Dove alla Morte ' '


. i;r ' 1 :.l
• Si diede bando eterno, j .
’ *

Ed all’ orrido Inferno ‘

La Divina Bontà Chiufs le porte-.


Dunque picn di fpcranza
Difponga ognun ira. 'Ce ' *
'"
In si beata Stanza '! >
Di domandar mercè" ' ’ '
-

,, Al vero Dio , < ,

Che per donarci il* Cielo *

Volle fotto umanvelo.


Dell’ umano fallir Pagare il fio.
Il noftro cuor fuperbo
Quivi un po
ririetta
Come l’eterno Verbo ^

Se umiliò,
fleflb - ^ v .. *
9> E già dimefTo •
: •
,

Il naturale orgoglio.
In quel beato fòglio
Al benigno Signor Doni fe ftcflb.'
Vergin feconda, e pura,
.Madre del buon Gicsù,
MARIA, fingolarcura '

Piglia di noi quaggiù, ’

j> Che

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;

S P I R I T V A L I. 45.
„ Che un grave duolo ,

In quel l'acro. Ricetto • = 1

'
Ingombri il noftro petto i>'

D’ aver offefo il tuo. Divin Figliuolo .

Tu , che sacrato Tempio


Sei della Trinità , ,
r

E fovriumano efempio
Di perfetta Bontà , ' '
%
„ La feorta fida ,
.

Sij del noftro camltiinov ,i >


E deir amor. Di vino, .

Gli eccedi a contemplar Salvi clguidà,

X>£L S^NTISS. SAGILdMENTO,

A Lina deh volgi ’l piede


Amorolà colà ,
Ov’ al coftant’ in fede; .
K
j. . . . 1

In cibo Dio fi dà, , . , . .

„ Tra i facri albori


Ecco ’l Signor celato ,


O felice, e beato
Chi di cena fi pia Gufta i fapoii*.-
Di colpe ’l gray’ incarco ,, , i . :

Non conturbi no ,
ti , .
. 'j‘
, ni
Fa d’ uiniltade ’l varco >

A quei , che ’l defiò , . . .

,, Ecco ci n’ invita.
Caldo petto d’ amore.
’l

Caro mio Redentore, . • .

E chi non brameria Cibo di vita? •

Aj felice l’tn riero


Di convito fimil
Non guida uman penficro.
Se 'Dio li reca a vii : La

Digitized by
j , ; ,

44 L A V D E
5, La vìa ficiira
Nc
moftra amor Divino , ’

Che
in facro Sangue il vino i

*Cangiaad ogni alma, Che di fede c pura.


Verrò mio fommo bene,
A cibarmi di te , '
.

Porgan le voglie piene • '


-

‘ In oblio quant’è ia- me,-


„ O facra menfa ,

Cangiata in PaaràdifOj ( ! '.

Opra, ch’à vìfo , a ’vife, penfo.^)


. Godiam quanto ’l gran Regc dn Ciel dif- ?

*CONSIGLIO AL PECCATOKEy-
Che term A PenUenz^A .

’ ‘ ’
.0 1
*
^

O Da
Peccator che fai?
Ritorna al tuo Giesùj
lui perdono avrai
> •


/ .

Sempre pietofofu.
Entro il tuo Core >

Dagli fedel ricetto,


E. fallo del tuo petto
E de’penfieri tucn' Guida, c Signore, i

Fuggir’ un Dio , che t’ ama


È’ troppa crudeltà ?
'
Senti , eh’ a fé ti chiama .
>

Tutto zelo, e pietà


Vanne a quel Zeno
Aperto per tuo amore:
Li córri , 0 peccatore ;

Antidoto è quel Sangue Al tiio veleno


Se la dia grazia vuoi
Non sa negar mercè,!
• i ^ Vo. ^

Digitized by Google
> , ^ .

S P I R l'T V A L I. :
45
Vomita i Falli tuoi
D’un minillro al pic.i
filo \
Quivi contrito
Chieda tuo cor perdono
il -,

Che brame Ibno


le lue
Che’l pece aro r’ alili . -Corra, pentito
Se liiruighier tiranno ./

L’Iiìferno ti ^
Or che Fcuopri rùr^innD^...ìj ’i -lìl
Ciie’l perrido t’ordì ;

Fii.^pi ritrofo
Dalla fila tirannìa
E
ogni tuo sforalo fia K ,—..i
Di dar ricetto a. im'Dio Tauc’ ainorofo.
Di Maddalq la Santa'
.Contro def.Ciel pecco”; .1 f
-Iì:, ,

H-
Ma derdìata , e pianta
La colpa, a Dio tornò :bi.; .D
E del peccato
ledatene,
Difciolte * AlJ

: un vero bene; -]^i ì 7


.Godette
Ch’ aver Gjqsù jnel ciioD .'Sol fa ^at^’

— ... - . » . . .
wi r
«....i •

Le 4. fo^^addette Laude^ Jt pojfon CAntdfc


^
f^/ȃ*f,vPurQ-q4al ne ve

Digilized by C::.3^1c
,

.46 L A V D i:

ALLA- PROrriDENZA
DIV'INA,

Antiam nittì cantia

mo Gran lodi al Crea- tor, Egraz*ea

lui rendiamo Dei fovriiman favor

I
Ili

P#lcUè per A» potcn- za , E per Aia

Digrtized by Googl<
, '

provvidenza Ci diede ógtì> i >

, cri: -i'.n i .]' . d


Tinta la terra, e l Cielo',' ' 'i-’’
:
- J
E ciò ch’inefll fta.
Con' atriorofo'zelo ^ ~

Creò Sua Maeità


E con pdb, e mìllira.'.q t IK" ''

Lacreata natura ;

' '
: I-.C
Difpon la Tua bontà * ; r. ì, j ^
. i
'

Ei dì manto dorato .i ' •>; . • I

Verte l’Aurora, el Sol, y- ( , -



>^1
E conferva adornato
I

Di fiorì, e frutti ‘1
fiiclj •
'
Con Provvidenza eterna " - • - ì ' ->

Egli regge ,' e- governa j- ’

Iltutto, e’I tutto -puoi; - - > d}


'
I tempi, ele ftagioni,
Anni, e mefi ordinò,-q -f*»- > '
- ''i

E nell’alte magioni. fi oiri.*.' ’.t j<j. : I

Le Stelle collocò; •
'

E tutto à prò di noi,' '


- *

Acciocché grati pois .

Ainiam chi si ci amò .


'>
f •

Ma perche ’l rio morcaie |


o-.;;' -
;.q ÌA
Da lui fi rìbellò,- ì . / .'fi

Nel ventre Virginale -

Di Ma ria. s'incarnò, 'fi


E con diyin configlio
Prc-

Digitized b, Googic
x , , ;

48 '
.

Prefc dal Ciel’ cfiglio


"-E ira noi abitò Mm m "" rW **

>’
* '/• '
.O.grand’ Onnipotenza/-

:
;

?v Ghe tant’òprò per j".-


;
OAinore^ oProvy «lenza ^ .j. -
Che tanto umiliò se!
Canriam tutti cantiaino / v
E grazie a lui rendiamo,
- Che si gran cofe fé . .
'
r i
*

f . .

»! ‘

A S, AL B £ .R T O, )

*

'
'
r •

G odi felice
Del gran monte Canne!
Godi, eh a te fi .canta
pianta • 4.

. m >' ^ ^

Lode lliprcma in Cìdj, ''. >

Dove , o fdìcje)'Alberto V ‘

De’ vanti tuoi il (gran inerte »-*

Dio fbuopre feiiita Veli .

Godi fercna lampa,) ,.nì.;

Che porgi al mondo onor, . . j 1'. i

Godi, ch’a noi s’ avvampà > :

Di fe giocondo il,cor,r j > j J

Mentre con piiro zelo , .

Noi rimiriamo in Cielo • ^

I tuoi divin favor. / v

Codi candido giglio, -


>

Ora, eh’ è in tuo poter , ' . tv

Godi, che deftì efìgiio .


'
"'

‘Al mondano piacer, -•

Poiché Invece felice : 'v'

Ormai fruir ti lice j .



/

Quel, che fta in tuo voler.-

Godi

Digillzed by Google
,

SPIRI T'VA LI. 49


Codi gran Duce, e Padre
. L’ amor tuo Giesii,
elei ’
,
- •

Godi tra l’aire fquadre



:


Degli’ Angeli. larsii... .

-Quel ben, che meritàfti .... .. !

CoT rigor, che provaftt„.


Volontario quaggiù. - :

Dunque fe tanto godi


•'Dell piaccia à tua pietà - >y , M
• 4 »

Con Amorofi modi ^


| ;
• ••

]
Pregar Sua Maeftà, ! 'f' ' !'

- Che .vogliadarci aita ‘


. .i. .

Per confegiùr la vit^


. Nèlla. 1lia "eternità ì. «

A FrE R^T I MENTO


jil Peccatori ,

He fai tù in queft’abiflb
, Che

iiu cù in quefi* abif io


StoU’, c vii pecca-

c toi:

Di. .-- :!
,

JO X A V DE: ’
4 «

> » .

tor Levar- . ti dal peccato , Le^

vati dal pecca- to,£d amailbuon<jiesù.

1?iangi ,
piahgi tiiè colpe
Piangi , piangi tue colpe
Piangi la notte , e ‘1 di j
Levati dal peccato,
« aina il biK>à Giesii. .
" —
Alza la mcipite al* Ciclo , I •

, Alza la menre ai Cidp , |


^ .

• Lafcia i penJfierteriGn'. ~ • Levati j-ec.


Dona, dona pentito,
X>pn^, dona pentito .

À Dio ramina, e il cuor. Levati, ec.


Se non vuoi, die ’l tuo duolo , * • •
!
>.

•-Se chc’l tuo duolo '


*

iXiriun’^ LcYatr,.cc,.!

IN-
S P I R I T V A L I, 51

INCITO jf G lOfTANETT J
Ad imparare La Dottrina,.
- -
>iK

Hi de- fia dentt’alfuo.--

petto ‘Pace, amor, gioia, e diletto.

Canti ridente Soa- veniente

Del Redentore l’imnienfo onore.

Chi defia' viver giocondo * '

• D' ikm pura > e di cuoT' mondo


>

" •
C a Dot"

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, , ., ,

SM L A V D E3
Uolcc ragioni Degli alti doni
„ Del Paradifo , Con canto , c tifo ;

Chi defia goder amante


Di Giesù fido , e collante
La Tua Dottrina

Alma, c divina,
^ A tutte i’ore Serbi nel core,
Chi delia Tua mente, accefa ?


Di Giesù corra alla Chielà
Ch’ indi s’ impara La via più chiara
„ Con puro zelo, Di gire al Cielo-

Dimqiie voi vaghi Angioletti


Alme pure , e Spirn eletti , . .

Con rocchio fiflb - Al Crocififfo ;


'

• Fate rapina’ Di fiia Dottrina,


^

Ch’ci pietofo ognor n'invita,. . , -

Con Tua voce alta , gradita ; "fe

Figlie dicendo , Gite prendendo


Mie leggi amate, Che voi beate.
Non ha ’l Cicl cotante Stelle
Quant’ ha gemme ornate, e belle

''
' La mia Dottrina Santa , e Divina,
'

,, Che chi l’ intende,. Divo rifplende,.,


..1

Quei, che’n Cicl trionfan Santi


Fur di mia Dottrina amanti , •

Perch’ella è via. Ch’ai Gel n’invia


^ "VoUre bell’ alme , Con Gigli, e Palmè.'
O felici, c fortunate
ben nate ,
Fancitillctt’ alme '

Ch’ a. tal’ acquino , V’invita Crììio


^

^ Per darv’ il pegno , Del fuo bel Regno •

Gareggianti oi’ in amore.


Date lode al Creatore,
Lode divina, Che fiu dottrina»
,v Fida iniparùcc» Ch’ai Gel poggiate •
'
:

Digitized by Google
. ,, , ., ,

p.E L L\ AMO R DI DIO.


D Okcmente’I cor m’infiamma,
O Ciesìì tua santa fiamma ,
Fiamma d’amore $ Celefte ardore
5, Ch’in si bel foco. L’arder* è gioco.
All’ ardenti tue faville
Corron l’ alme a mille a mille

Liete, e gioiofe, E baldanzofc,


5 , Ch’in tal’ ardore. Si nutre ’l core.
Se l’ardore è piu vivace,
Quind’ il cor lieto fi ’sfacc
Fiamma celefte. Che l’ alma vcftc
„ Di puro zelo D’imirfi al Cielo.
Dolce fiamma ardor foave.
Ardi pur, che’l cor non pavé.
Anzi gioii’ce , S’ incenerifee
j
^ Ch’indi rinato. Vive beato.
Vive il cor lieto,' e felice

Fra le fiamme alma Fenice,'


Ch’ in tal’ ardore ^ Or nafee , or mwyrc
Ormuore,or nalce, E’n Diofipafee,
Ditei voi ,
ditei’ o Santi
Di fiamma , e foco amanti
tal
Come.gioifte, Mentre fentifte
^ Dentro al bel petto L’ ardor diletto!
.Dolci fur 1* acerbe pene.

Dolci i lacci , c le catene


Dolci i martiri , Dolci i fofpiri
„ E dolce il pianto ; O
foco santo
Schiera or noi d’anime ardenti,
Giubbiliam lieti, e contenti.
Che ’n fimil fiainma , L’alma s’infiamma
Ch’in dolci tempre Arda mai fempre.
C 3 LA-
-

54
=
L A V D E .

. LAMENTO DELL
c hà perduto la graxjya ^

M
, t' s
Entre.ftì Giesù nel petto i
• A
Fu dolcezza, e fu diletto', •'

Cantai ridente. Soavemente • '


:

„ Fra erbe , e i fiori I fanti amori,


l' <

kife il bofco, il fonte, e ’l prato ' ^


Del mio dólce , e lieto fiato j' ,


'

Per feJve ^ e piaggia r Foke , é felvàg^c,


„ Sonar fi lidia La gioia iriia'*‘ * -
*>

Voi, ch’udite i miei lamemi^ •

Dolorofi ^ e meft‘ accenti * * ^ ^ —


Aure volanti', A’ mefti^ pfanri

j‘ -

Fermate il volo, * Vdite^iLduolOé'


yditc aure, itdète irtfieitie " d 'A • »
I

e mie p'afòr eftreme-,-' ^ f


'
' - • ‘
,

E miei fivfpìri, E deliri^ ri?


„ Cho
grai dolóre -Al'mdftò cdrc,AV >

Le fperanza, c ì vaft'défiri* '



i

.
'
Son” aiinè doglie^, c matriri n '
^ ? ’

J
Il rilò , il canto * - Rivoltoci piarito^
„ Morendo vivo D’ ogni bén privo*
De i defir la vana fedo ^ ^ b .i
'
Sherzo, c duòlo ho per fnefcedo i
Tra peno tante ^ '' ‘^'^^bn^dOl^rftetf,
„ Ove mi mena •
i TòrirteìkrOi'cpèl»*
Vergin bella, cheóietofa' .

Sei cieir hiiòiii Madre airidrofa ,


- ' -
^
Al mio dolore Piega’! tuo coro,'

„ Dell dammi Ih guefta Vita. A


aita
Vergin bella, che fe' amica,
Del mio cof la piaga antica ** -' V'

C>r lava, e mondaV* Sana,-'é fecondai, i.

„ Acceca ùnntPrKiIe

Celefte ftralc.

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, , ,

S P I.'R'I TV A L I. 55
D / 6’. DOMENICO,'
Adre
PDeh de’ Predicatori,
•Cantar voglio i voftri onori .
per pietade. Deh in caritadc,
,, Gradite , o Santo , Mio rozzo canto.
Vi dà l’abito Maria, -»•

.Ella voi verte, che pria = ’


,

In quello ertglio D’ Iddio il gran figlio


,, Vettì,*ed accolfe, ‘E’n cif&e avvolfc.
E degli Angeli del Cielo,
Cli’artìrtenti con gran zelo
Sempre a- Dio rtanno , Fu fenz* inganno
yy In torme umane Port’ a voi il 'pane
Da voi Chiefa Trionfante >'•
*

Tanti ha figli Militante, •


l:-/'!
Onde ripieno IlCiel ierend'
,, Sarà per voi. Beati noi.
'
Ée/virtudl voi amafte, :
'

'Vergin voi vi confervarte,


Virtù, eh’ è porta Dell’ altre , c feorta
O virtù, pura, In. valle impura.
Di penitenze , e d’ afprezze
. Saziavi , e di durezze
Le verginali -r Membra mortali^
Vincevi i fieri n Nemici
. alteri.
Tant’ umil -, che Iddio pregavi
Che i Cartelli , dov’ entravi ,

Non dirtruggclTe.^ •
t Non disfacefle

,, Per i misfatti,, ni, <


E rei voftr’atti.*
Tafito forte irihalnorato «

’ •

, Del Signor. 'per noi incarnato,


Che di fiorire, * *
Per lui iidcfire, i

I, Fc’ in vortro. petto Sempre ricetto .


I ^ C 4 Cari-
, .

5d L A V D E >

Canta vi legò, e llrinre .

Carità fempre vi rpinfe.


Porgere a Dìo Clemente, e pi«j>*
„ Preghiere ardenti , Per i viventi •
Sperlain noi foccorfo , i noilrì
Padri fono I figli voftri
.

Pietà non fdegni Nipoti indegni,


„ Deh fate inoltra Di bontà voftra»

! , S. FRANCESCO RICEFE '


,

Le Stimate.^

^
Q Vcirumil di corda cinto
Da Dio in monte alpeftrc fpinto ,
uio contemplando. Con Dio parlando^
D* amor* ardendo. Gli va dicendo.
.

Q^nti ftiro I tuoi dolori , r


j
. r
^Q^ninti fiuo i difbnori,
'

Che tu parifti, '


Che tu (bflfriftf, .

Per amor .mio , Figliuol di Dio ?


Con 'amor grand' infinito ">
,

Vèrfo riiuom da te parrito, ^ .

Per ingrandirlo , Per arricchirlo .

„ De' doni tuoi , Che dar gli vuoi.


• : .

Vcrib me, che ingrato tanto i ,


. .

Sì t’offefi, e dovrei ’n pianto- i


''
,

Struggermi, e fiumi Far de!duo'!nmi


„ Gran caritade. Somma pictadè ”
..

Tu , che fonte d’ innocenza * • • *

Sempre fei, eh* a tua prefenza - •

DI macchie è pieno .li Cielfercno,


,, Mcrti onor vero', .&iblimey'é altèro
'

D’o'^'ni mal tu n’hai feampatexi ir-


D’ ogni mal m’hai liberato, r i;.- ;;

- . . .. Da

Digitized by Googlc
, , ,, . ,
,. ,

S' P I»R 1 T V A L ì. 57
Da te ogni bene , Mia fola (pene

fy
- Di
volcx .privo , . . . Per te fol vivo
Io voglio arder del mo aìnore
.

Abbiuciàre , .0 inio Signore


~ Deh in vive fiamme Del tuo amor famme;
„ Ognor morire , E incenerire
V eggp ardente Serafino
Veggo il mio Signor Divino,
^.Cb e ia Crocea&To , Deh mira fiflgi
ì^^Cor ihio -éólente^j .
- Divotamentc. .

Scritè dirli : Piaghe,


ecco“ le
..’I*Ch^a tc fon sL dólci, e vaghe.
Or licn r illese In te imprcfle
In {^. ledono/, Subbliine dono •
Miei dolori, e miei tormenti
Sendrai fieri,'c pungenti, '

^
r m
qiie^- vita ' Gioia .gradita
A’ ifigir_cari " Favori amari . j ,

jDel mio amor ripièno fia, ‘


,

Il mio amor nel tuo cor llia

miMe, a mille D’amor faville


„ T’ efchan dal petto , mio diletto O
i^Xjdisfatto.per. dolcezza, .. t

— Fuor di te per idlegrezza


: Sia, àfiiato figlio; - Da qucft’cfiglio'
Gèl verrai, ,Mi goderai.

della vanita del mondo


r J •

le Ah che voltarfi ’h giu ? "


Fiflate a-
i(> ^ ili

« I . • .

è. In un dì leneVieh'.'irinn'dl-ftàe G.

éòV tSié-flc - dà. 5 -* Tilt-


S V TRI T VALI. S9
Tutt* è preda di morte . r . •

Quanto rimira ’l Sol:


Non è sì lieta forte ,
>

. Che non cangi’n.dnoU


fi --

Vero ben, vera fè nel Mondo non


In un dì fe^néLVien in un di fe ne va, Gc^
Fugge rumana, (nhenedà) ‘

.'^Cpmc'’.6aetta , o più:; : <•

Ne torna incenerita <


'

Bellezza , c gioventù . Vcro,cc,


Come Rofai vermiglia .

AJutratiiontar d*!uridi^
Chiude col SoL le ciglia, . . * 1 >

Tal , eh* al inattìn 1* afiti Vero »


Vaffene al mar torrente
,:'Rapidó in un balm.
Viepiù r umana gente
Corre all’ Inferno in fcn. . Vcroj cc.
Come tra vari diletti > .
< '

.;:Alma’iloir potrà,
Che molte ognor* afpetd , . ;

Ne
quando verrà
fa . Vero , ec.
Che prò d'im verde prato
.wiL'aafa goderli ; e i fior,
E girne incatenato
A’fompitcrni ardor . Yero^'ce.
Pompe, ricchezze, e gloria,
O
che folle defir, j j i' /" r
Dov’ è ^noitra^ memoria
Do malli 1^911 j>: pa morir ? . ; j
«V-?i?0 , ec.
Nulla Copra la terra ,f. /iW . -
;

Ritroverai Cedei: ; { .

Non pace fenza guerra-: : • .

Non dolce fcfVfi>r.4 el* * r-. ÌVejo.,- ec.


;?-•{ i-

Di Coogle
, , V . T
éo . T L A V ;D E '
?
Che .i^iova ain'co , o .figlio
,
‘ r
.j
‘j

Signor, che piiò> che vali s


• .•
ì
.

Condannato coniìgiio i

Prezzar cola mortah.i' j j ero, de.'


t’affannar tuor mio i.
Dietro, le Gciiitiiu, c i’ .Qr,
Cerca , cerca ’l tuo Dio ,fi-, i i i. •
; f
Sol’è’l vero tefoci ^ Vero, cc.
Ei nacque, e morì nudo • .
• •

Giesii i che t’ arricchì


Tu r oro afeondi ^ ahi crudo , >

A lui, che’l fen t’aprì.if ^ Vcro^fcc.-


Chi Tua fe, chi fua.fpéiicc. / J •. r

In Dio iion riporrà r/' j

Di feinpiterne pene u r.? •


i
//’’

Erede al fin n’andrà. -


s Vcro,'tec^
Non c diletto al Mondo,
Non farà inai, ne fu.
fia men giocondo
Che non
Del penar per Giesù. Veroj.ee. i

Che cerchi anima mia •


. - ì

, In quello vii terren , •;

Se veder puoi Maria -


; )

Nell’ iinmortal feren ? Vero , cc. '

PER rNA rERGINE E MART. ,

D iva cinta le chiome-


De* fior , eh’ ella intrécciò'
Splende in Cief vagà: 'br come
Felice dir non so : ,
• ' ^

Sua degna beltà . : ; ;

Sua dolce bontà , -


. :

* Silo puro onor , fu» vlnià ^

Cara à Citsù . TuP

*
Digitized by Google
, {

3 P TR^I^T^ À;t I, éì
Fulgcntìfilma Stella . ; -.jj 1

Splendente avanti al Sol,



Va?"’ Aiiror novella ;

Sparge rofe , e riol * ^


|
E)i santo defir , n - . . : ;

'
Di lieto gioir, .

Del -filò mvotO'&dcntc zer


Gioìfce’l Gel.
•Qiiindì fon le ricchezze*,. •
!

Q^di i fupreini onor , '


'
!j ; .

.. Le cefcftì bdlczzc , ... .



^ p
I- 'pregiati tefor-,4 - ‘
^


Lv perle , i mbin
-L'6 pompe ; <^rin ,
1

Pompe di gloria , d’ eterna mercè »


i«»^jh altro non e.*' **
'I feroci tormenti, '

’’

I fupplizzi , e i marrir . A.
Son’or gioie, e 'contenti, r
'

Gloria del fommo Sir,


-Le fiamme, i ftagel,. :: ‘i : .

Le Croci , e’ cultcl
-Lo-pietrey le fiere, «tgU aTpri dolet
Dolci refor.'
-
- j
— '
•-*

] Canta nel lido ameno _



,

.

.;
.
*

D’ Angeli in bel drappel ,


-

* Lodi al gran Dio fereno,


'
'Al pitrifTìmo Agnel, •>

Ch’ardente d’amor,
" Per noi nafee, e muor,»
y E'riforgendo, a gloria s* imi
E il Gel n* aprì , .1 1 ^

Diva or, che in Ciel n’imperi '


-i ì

Tra lumi, e tra fplendor,


< Di noi tuoi fervi Veri i ipie-
-

l 5j r rf ^
Pietos’ incendi ’l cor ,j

Di tua gran virtù , • -


.

Cui cgual mai non ùi» » . i ,

Che di te fidi tuo nonjc. invochiaiw »


Mentre cantiam . ^
i I

t

<1
D/SPRECIO DEL .MONDO f

C &
. I ./* , i

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I r

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.
» .1 1 J

Hi,vuoi , diio m’innà-



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33 ::i!:
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*'*’
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mori,Midic’aIin«rcli . , ;chcM •
Se

d’ani mari fjOrijVn cos

I
W
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Sc '.di beglloQ-: :. . xchliif-


I

i
'i

denti. Ahi cl

•n

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mor- te , oiinèrn;’ iicdn i


i

’-J
tutto

» I

4
tttanfi piange, Si pian- gc.
e , , — ^

.r ;.L A/V D EMt 3


St 'vuoi, di’ im-aurt'D crine
*•
*Mr Ic^hiv^ •che
Sé dì gelate brine
'

"t C
'
" r
... Ondror^fi fpargerà?-. .. j .IJ ...x /J'
*• La*neve iiel be^ feno^ • Ì'~ •
i- >*,•.

Qual ancor vien l'tfcno * *


nc\^c
LffMortC' alme produce ^ ^ .:>'»• ^
-’j

Tprror, che il feno ingombra


' Qggi fiam luce poi doman fiam’ ombra.
Dovrò prezzar tefòrì, I. II* '.'

^ j’ a

. «>

^ Se nudo io morirò ì - ,
^
J i -i —
“ O ver cercar gli onori,* •' '
—i-j
Che pretto io lafcerò? '
»-

Dove fondar mia-rp'efne, o '


-ioni
Se giimgon V ore dìrcine ?

- Aimè, che mal fi pal'cc Ch


Di vanitade il core, •
;

“ T.i —
Oggi fi n.afce, e poi doman fi muore.
'
^
DIFFERENZA^FRA IL MONDO
4 e S. Benedetto *

(J L 'Moi^6j:C;BénedettÒ - j -'-f
^Jif MuovoÀ diVérfo i\ piè'j ‘.T
'
{

.. -L’imo ha collante il petto, J J


»-* L’altro non
ferba fe, - •
»

L’ un ci gnida all’ oblio


‘Oi ‘L’gltro fei ^iiida' a I>iOvb j
- , . i •

L’un del Ciel ha pcnficti!>j, ,

.—•E^ nitro (ol^jd^fia,; * — --.-.l


"~;]Quel , che pfjr vero; ; e è •-

HCinondò ama ricchézza , '



, .
i
/„ i

•=='£.feniprc ha^povertà ' -

'
Qjacl , che quaggiù s’ apprezza,
. Tuti

Digitized by Google
5 P IR IT VALI,
Tutto in fumo fcn va ;
Non fott le gemme e gli ori , - '
?
*?••'
Se non fango^ra i fiorì,' ? ,

'

l'::ingannp dSla vifta,.' ...| .."“ZXlIf;


•• Erba priva 4le4 verdcr — -4 -* --.- -
4 ’
'
'

Ch* òggi V acquila, e poi domanfiperdé,


O beato quel core, c •
"'<*
i/ r-rc. li 'sio. 1

Che sa trovar quaggiù


^tt’ un «io«al- fiidope- 4- — “
"f

Vn'imnrorral virtù;*'* ^

‘T^pnpdp'rfo
3ehedèricTw:i
rìi’l fai; ”t'
faìL :ò]I
Ch’ ogaor moilrafido vai » - --- 1— - - '-ì
Che Parodifo, c Inferno
Non cangian mai natura ? id
Sempre in eterno, ove fi va fl ,dura.

DIALO G Ó, •I M
Angipl»^ e Pellcgrim»
- r.yr T .h

Hinfòlfalir*? alCie-'

k>. Dove ^ fi vedo £>Po', A-


r ’
f
• «I ^ 4 * é>^

Icolt*
. '

fcolt* il parlar mio. Afcolt’il par-

lar ITUO^
'

AA
I «5»
' •
4 « « ;
• r V*

P. Gran tempo è, ch*io n'ho voglia»


Però ch’in^uéfta teÀal • ^ -

„ Non trovo ‘altirò'v


A. Tu non potrai falire
' -* *
eifjt» 4èr|tieFO|
% Se i>on vaiogni ibeii leggero V
ccifà,
-

'


;

w-iroppo-^acoacbTc^j ’

,, Non llafta dir : vorrei


P. Q>fp robbà [gli, cWori
Voglio ancor metter giù*
^ E.cbc vorrcfti. più,! -? v ? «v -- -
4
^rSpoglift^rU Ec-ftefloj^- ' 1

-1
'

te']jtì§f|ó tìón . L . .
(. >
li,PÓ40 afto J ;
'

b- i-l
^
P.lO iche dura battàglia !

Io cye4 che^iT^
9>
.

Nu
^
iareboe la mone»
fftrtc ^voC . (il

V.oj-ì A. OS
.

S P I R’I T.V .A L I.

A. Chi per Dio il tutto lafcù^,


r . Ili- Dio. tut^o (ritto và, -U
"Ben s^-/t:hi ^o
Xr|ehtpBCfe!Ì(t.«^^^
£.di c(kpò, e-h
,, Ch’ appena mi foftegno
A.,.GiilU vili d’ aUegrez^za:^;- >f

Prendi, cibo d’ainore.


99 ,
.
fti il córcv-.A I

P.l
\ iitr-ti -rìngi-aziò ,\ o Dios— " v^|K
i ixrsi
^Coiiiexa:w3 ^fatck.X.-«4
A. Non arrertar’ il corfo ,
111
Che qiianto più ti lkndi*r / ,-i ^ rn-)":

-, Jipanto più forza prendi. ..v

c dipo:pshi;iaffo } ^oH O

Hi vuol fcguir laguerra,Fcr


• ofhi J ih rj'IiiYi. J
far del Cielo acqui Ao , Su levifi • >
da •

terra , E veng’a farfi Ovalier di

Crifto, Su '
levifi •
da '
*
terra. Su

E vene’ a firfi

v/ìi Cavaller di Grillo •

Digitizcr b'/ Googlf


, ^

SPIRIiTVALI. 69
Chi non ha cuor, non vada,
Chi teme d' arco , o fromba
„ Ritornifi per Itrada, - (ba.)
Che poi non fuggà al primo fiion .di _tron>-
Tii dolce mio Signore, > / »

Perch’io non folli vinto, t,

,, Solfrilti ogni dolore^ ;


E in campo aperto rinuncili /cllinco. (

Ed io per te, ne foco ’ •

Sopporto, ne flagello,
„ Ma temo impiccol gioco
De’ fanciulli, ohe dican;' vello, ycHoJ
O che grave cordoglio, ; ! > .
'

Lo fendo, che gittai, , ,

„ Oggi ripigliar voglio.


Ripigliar voglio, c non laTciarlo.'mai-

LAVE MARIS STELLA, r

A Ve del mare

Vergine alma, c beata,


Stella,
Madre di Dio pregiata,
f
,

,
'

.
,

!
o-

v ó/u
.

,
.

}'

O
Porta, che n’ apri il Gel lucènte., c bcUài
Da noi quell’ Ave Santo, . ..

CheGabbriel feguendo, . : .

Ti vcngliiam’ offerendo,, , * ^
*

Gradila, e d’Eva cangia il nome, e*l piamo^


Spezza nollre catene, >

,j ;
i ;

'
Nollrc tenebre alluma; >' t

,

Il mal, die ne confuma - / . • * «

Togli, c c’impetra ogni più largo hcnel


Mollrad d* efler Madre • .

. Ip, pregar lui per noi.

Digitized by Google
, ,, .

^
*

’ A y p E
praggi* ‘
.

Che chiiife ì fiiot


Sotto ’l velo di tue membra leggiadre.
Yergine lenza efempio
'
>
Dì còftiiini gentili, •'

,,
Noi manfueti, e itmili
Rendi, e di càrtità fdòram Tempio
Q^iaggiii vivendo puri ’• • ‘

;
'

rpàzio,'Che n'avahza,

Lo ‘

,, A fembianza
mirar la
^
'

Teco del ligliiiol tuo tranne ficuri ,


Al Padre Eterno fia - •


;

' '

I ode j ed' al Figlio onore j

„ Egiial gloria, e fplendore - > ‘

Allo fpirto, ima e triria monarchia.


..t , I < .

I>erL SACRAMENTO.
"

D lE^I ’Akgeli'dcFiCielo > •

*
Ecco il pane , e la Chiefa
'

„ Ne’l porge con gran 4ek) ' • •'


/
T iuta d’ amor , dì cari radè acccFa I * ^

Qi^fto è’I facro Convito, '


'

^
TBierquafcCriftb figliamo*,'
„ Da lui r abbiam’ udito
Con certezza di fede lo fappìamo.
Ei fa, ch’airiiiiomo ingrato
.Santo l’peftfìér rifuone '

M / f. y .j

„ Che per il fuo peccato ' j

Soffers* egli innóctìntè afpra' paifioncv -

EI riempie la mente'»*'’ o

t*;

.Delf huom mortai’ Ve vile


'
‘ •

''
^^Di Grazie, e dolcemdnW '

In Dio 1 trasforma , c ^1 lende-a fe rmiik'

.1 ^
O quan«

Digitized by Googh
.

5 P I A III.^ Tir
C quanto è ricco peg6o'“ “.0
Della gloria futura V v ta- J , i

» Che Dio nel Tuo bel regno.’ . ;

l a preparato alla nólka- natura, n u


:
i

*
Piv.ì amcchirti-, o-Almahi't .jj'h -h '
|

Tanto ben riccvemlò ; n\ /r


y. Con lui puoi aver la palina ^ ‘j
^

De* tuoi nemici , e non andaif fuggendo.


< .
: !

Ma Tappi che -non Tei ; « . ^ i

A dar lodi ballante, ’

„ Ne mai quanto tu der - -


'
• >
j

Lodar potrai quello Divino Amante

1 ^ è i

Ji < j } t . tj , ,
j

D
.

.’utì SÌ prezioTo dono •


: i i

Lodiamo il Salvatore,’ — /
j

» Sparghiamo d’inni il Tuono f

M
<

fido noftro Duce, c buoh


Palare; j

Iddio dona Te itelTo i , ^ •


j . ;

Di maellà infinita «.•: . r..


'

» Air hiiom, che dòsi Tpeflb - - i

L’ Offende, ed ci mori per


dargli vita,* u* i

O Alma, che frequenti .


'
'
r.. ) '

Con fervor’ , e defio,


* - - 1
'
' f i<i

» Di che temi, o paventi;


Chi contro a te Ikrà^fe tédd è’DioV'
O che dolcezza ìmmenTà ^ li..'. ^ - .

E* quella, che tii gititi " ; i 2 \


J-
tf In quella facratnenfa,' ‘i* v. - ‘
j

ChenonpoabnmaggJpé.^Wv«ttiCiufti>
IVI egli a to comparte . .
^ :

Le grazie , che concede J


j» A chi mai da lui pane ]
•"
P*ac^ ^

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, ,

7»' .'L A V D'E ! :


D’accefa Carità, Speranza, c Fede. .

Buon Paftor, cibo vero.


Che dal Ciel’ a noi feendi
„ Tu ne.pafci, e. dal fiero -

Inimico Infernal tu ne difendi


Tu in valle lacrìmpfa
Ne efibi e fai che , , fia

„ Noftra vita pcnofa


De' tuoi Eredi, e Figli compagnia.

L AV'E ‘maria.
. .f
• -I

D I

„ Maria, dentro
fua fallite
Ti faccia il
dono
Signor, buono,',
cui petto
al
v.

''
Han le grazie del Ciel facro ricci» ;
nollro , e tuo Signore
'

Il .

E reco a tutte l’ore :


^ Tu fola donna eletta
Tra altre fei beata,
l’ e benedetta.
Il generofo frutto ..

Dai tuo bel fior produtto,


„ E benedetto ancora
Giesu Figliol di Dio, che'l Ciel’ onora..
Madre di Dio Maria .
'

Santa, clemente, e pia, ^ >

Tu, che dar, fempre puoi


Aiuto al peccator, prega per noi;
prega per noi adeffo
Che viver n’c cpncéffo,
£ poi porgici, aita ^
r

!
^adre piecoia all’ ulama parata •

4^
Digitized by Google
.

S P r R I T V A L I. 7}
ALLE SANTE rERGÈNI. I

G bianco, e Vermiglio
lesii
De' Vergini corona,
„ £ di Vergine Figlio,
i

La parità perfetta oggi a noi dona


,,
Tu , che nel mezzo giorno
Con le tue care fpofe
,, i i pafei , e fai foggiorno

Tra bianchi gigli , e tra purpuree rofe


Al ninne d’acqua viva
Guida ramata greggia^ '
c*

,, Che nella frefea riva


Sclicrzando tra bei por Tempre Tefte^oia; II

Quivi lenza tanore i!

D’Crlì, o Lupi affamati. Il

Entrando, e ufeendo fuore


Ritrovali Tempre mai paTcoli grati.
Non più gli recan noia 'i

’i

Del Sole i caldi raì :


Ma
Tempiterna gioia '

Col tuo leggiadro (guardo ognor le dai. !

Or quando fia , che Tciolto


Dal mio corporeo velo, -

„ ATcenda Topra il Ciclo r


A paTccr gli occhi miéi nel tuo bel volto. 1

D
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, , ,, , ».. .

74 L A V D E

SOPRA S, MARIA MADDALENA


de Pal.^^1 , quando le furono nartecil>ati
tuit i dolori della Pajjwne dd
nojlro Redentore.

G ioite Alme gioite


Voi , che di damme ardenti
„ Già fovra gli elementi
Di Maria Maddalena i pregi udite
Vaga per Dio penare , ^
Con deliquio amorolb
all’ eterno Spofo
„ Chìefe
Marclrj di lui un dì provare
I
Dalla magìon beata
Diicefe il Re del Cielo,
„ E in quello fragii velo
Delle ferite fiie la refe ornata
Gemme più preziofe
Che circondin la fronte,
oltraggi e onte
„ Stima gli ,
l’

Eie Spine di Dio fiorite rofe

Offre con fomma lode


All’immenfo Motore
„ Vittime di dolore
E quanto foffre più, tanto piu gode,
Scrafina innocente.
Nelle divine arfure
„ Prende mille figure
Or’ è lieta, ora geme, or* è languente.
Ma fc gela, o s'infiamma
Nel foftener le pene
„ Dell’amato fuo Bene,
Dal gelato languir nafee la fiamma.
Se

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, ,

S P I R I T V A L I. 75
Se fapra il Redentore
Già di flagelli armata
„ Sfogò la delira irata
Della perfidia Ebrea il fuo furore :
Q^fta di fangiie afperfa
l^i quelle battiture

„ Sentì rafpre punture,


E in un Mar di dolor reftò fommerfa*
Se fotto il grave pefo
Geme d’un legno infame,
„ Per làziar le fue brame
gran Figlio di Dio dal Cìel difeefo:
I!

Così nel puro feno


Qaefla bell’ Alma amante
„ Sotto il giogo pefante
Della Croce di lui langue , e vicn meno.
Fommati accidenti
Di Maria Maddalena,
„ A cui il duol, la pena.
Ed i lunghi martir fembran contenti •
Se d’ amorofe tempre
'
Ornando II tuo bel feno
„ Ben' apprendcili appieno
Che’l morire per Dio è Un viver fempre’.
Vibra dal Regno Santo
Di queft’ Amor gli ftrali ,-

„ E infegna a noi mortali.


Che r eternò gioir nafee dal jpianto j

DIS, STEFANO PROTOMARTIRE

e


pietre del
Dolci a Stefano furo,
non cura , c non l’ente
Torrente

Da II

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,,,, ,

76 L A V D E
Ilpercuoter di ior fpietato ,
cdur»
Ma chi fenza fofpiri
Ridir potrebbe a pieno
5, Quante pene , e martìri
Dal gran guenier di Dio fofferti fieno?
Pria conterà le ftelle
Del Ciel, del mar le dille,

„ Ch’ in picciol parte quelle


Raccolga, e die’ almen’una tra mille,
Di Giesù vero amico,
Pien di grazia, e fortezza,
,, S’oppone al ficr nemico.
Ogni forza fprezzand*, ogni fierezza.
Qual tra le fpine il Giglio
(^al tra le Ipin la rofa
5,
Nell’iniquo configlio.
Sta d’intrepida mente, e gencrofa.
Tra falli teftimoni,
Com’ Anglol’or’ c vifto.
Or fa , Tempre rifuoni
Per la Tua bocca il gran nome di Crido,
Ma ecc’ ormai ch’afperfa
La rofa è del dio fangue,
,, Che dalle membra verfa
IlProtomartir, che percoflb langue.
Del odorato
bel Giglio
Il gran candor fi feorge

„ Mentre, che tormentato


Preghi, c fofpir’ a Dio per altrui porge.
Fiflb mirando ei vede
Il Ciel’ aperto, c modra
- •
. -

^ Nella Cclcde fede


jj. L’Eterno Verbo nella carne nodra.

Rice-

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, , , . ,

SPIRITVALI. 77
Ricevi, o milito Padre,
Mio fpirto nel tuo Regno,
5, Tra le celefti fquadre.
Che di ciò il Figlio tuo n’ ha dat’il pegno
Difle, e lieto donnendo
Nel Signor, con vittoria
„ La palma ricevendo y
Gode fplendcnte corona di Gloria ,
Da quella bafla cone ^ i

Per tuo mezzo rperiamò, / >


,

„ Scampar da eterna morte


Che per i noftri falli meritiamo
Fa , Protettore eletto
Che a quello popol pio
„ S’ accrelca nel fuo petto
fede, Speme, eperfetto Amor di Dio.

- . ,
R OS
'•
A R IO,
Da poterfi cantare in tre volte cioè una Far
te alia volta ; ecantandofi cosìy devonfi
fempre cantare la prima , e i uh ir- .

me due firofe a ogni Parte .

*Huom , che
L Da riceve , e brama
Maria grazie,e doni.
Che ’n aiuto la chiama
Col fuo Santo Rolàrio l’ incoroni

I ciNjQrE Misteri cArDiosi

L

’Vnigcnito Figlio
Deirimmonale Iddio,
Per noi in quell’ cfiglio
, D 3 S’iu-
,,,, , , . .

78 L A V D E‘
^

S’incarna di Maria, o Signor pio. ,

A vifitar la Santa
Parente ella s’nvia
,, Dopo il fallito canta
Magnifica il Signor V anima mia
Contempi’ alma gentile
In Prefcpe mefciiino
5, Per rhiiom povero, e vile
V immenfo Re del Ciel fatto Bambino
Il Ciclo egli n’ha aperto,' *
.

La fallite ei n’apporta, ' •


-,
^

„ Vedi; eh’ -al Tempio offeno,



'
.

*
Il vecchio Simeon fi riconforta.
Sinarr to il Figlio' prova

Maria grave tormento ; .

^ Ma in fin nel Tempio il trova . * • ' *

E fi riempie di gioia, c contento.

I c IN OrE MISTERI DOLOROSI^,

R
„ iì
Efta pur’ ora efangue
Cuor mio, che vedrai finorto -
tuo Signor, c fingile
.

Ei llida aime nell’agonia dell’ Orto.’


'
E come l’offriraf ,

Sol pertuo peccato*


il

„ Vederlo in tanti guai


A
fpietata colonna flagellato?
E'vero, o pur vaneggio,
Per r alma freddo gielo
„ Ne feorre, quand’io veggio
Coronato di,fpìne il Re del Ciclo;.
Vedi or per erto calle, . . . i .

O
cuore afpro , e feroce , *
'
- ' - ^

Dflilizcd by Googlc
, . ..

S P I R I T V A L I. 75
?’

99
Quell’ amorofe fpalle
, ^
Premute da pefante, e dura Croce. ^

O non farete un
fonte.
Occhi miei di dolore !
„ In fui Calvario Monte
Iddio confitto in Croce per- noi muore

7 CINQì[E MISTERI GLORIOSI^


- ,j

V
,,
Enga ora ogni allegrezza,
Ogni penfier dogliofo
E>eh fugga, e con vaghezza
*
'
,

Vedi rifufcitato, e gloriofo*


Guarda col pender fiffo
E piglia, alma,fperanza, .
- i

^ Vedi che’] Crodfiflb (zaSl


Con pomp’aiceiid'al Ciel fua propria ftan-
Rin erazìalo del dona . - . .

Si santo j-e^pellegriho, - .

,, Quando in vemente tuono


Dal
Ciel difcende il fuo Spiro) Divino ^
La Madre in Cielo afllinta i

Col fuo manto terreno,


'

,, Del
Figlio a’ piedi giunta
Di fpemc ti riempia il petto ^ c ’l feno
Per dolcezza , e per gioia
'
«

'

Disfatti alma ben nata, '

5, Sia sbandita ogni noia ,


Maria dal PadV Eterno è incoronata

PREGHIERA.
A Sfifa in
Maria,
Trono
gli
altero.
occhi fovente
D 4 Vei
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So- .
L A V D E
Ver noi volgi , e fentiero
Danne ficur nei viaggio prefenre
A te fia gloria eterna ^
O Trinitade immenfa
„ Per tua bontà fitperna
Conducili’ alla tua cciefte mcnfa ..

LA J^EKGINL SOTTO LACROCE^

M
„ Dei
Adre tutta dolente
Scav’ apprcffo alla
pendente^
Ilio Figlntol
Croce

Qius’ imnjobil colonna, o pcn* atroce*


Allor palsò, e trafifle.
Come nel facr’Ottclla
Siincon le predille,. •

^ .

Dell’ afflitto Tuo cuor fiero coltello «.

Che dica , parmi udire t


Ti veggo in Croce, o Iddio,
„ E mio Figlio morirei
.E qual dolor puoQì agguagliar* al mio t
Piu t*amo, o infinita >.

Bontade, o fola Tpeme,


O
fontana di vita * .

Che tutte r altre creature infieme *


.

Se l’ amore è del duolo. .


-
4

Mifiira, io più t’amai*,


,, Dair imo all’altro polo
Maggior dolor fentir non piiofll mai *
Ne lo sfogo con pianti,
O
voci, ma nei Core,
,, Segno di ver* amanti,
Racchiufo tengo tHtt* il mio dolore . >

^
'
.

. . Mi

Digitized by Google
, ,,

SP I R I T V A L I. Si
Mi vedi huomo in- tal pena.
Pena fenza ritegno
5, E tua faccia è ferena?
Del nome d’huiom ben fei del tutt’indcgnp.
L’unico Figlio io' veggior
Morir per.'te in tomientf
Com’ un Ladron’ , e peggio
E non Tento da te do^ofi acccnti^^
Anzi crefei , o fpietato ,
Duolo al mio afflitto petto
„ Quando col tuo peccato
Ferifci 'I cor di nuov’ al mio Diletto •
Contro a quefl:’ alma ingrata
Gran cagione ho di fdegno,
,, Ma della Croce data

Gli foli dal Figlio per Madre, e Toftegno


Ond’ ella a me pur deve
Ricorrer con fperanza
D’ aver foccorfo in breve
,,
Da mia pietà, ch’ogni pietade avanza
Vien figlia, e l’amo refe
.
D’Iddio fanguigne piaghe
%, Deh ticn nel core afeoTe,
E’n quelle Tempre ogni penfier s’ appaghc

S, GIOrAN BATISTA.

N Oa
Agi^a
Che ’h
c canna Giovanni
da’ venti,'
da’ Tuoi primi anni
fin ,

Ebbe fn diTprezzo i molli veiliniehti*


Che coTa a veder vai
defertp? m Profeu?
, . ..

.
LAVDE*’ '

„ Più, che Profeta affai-, - '

Dice , chi col l'apere il tutto acqueta


Ecco , che r Angiol mio
A preparare io mando
„ La tua e rinvio^ '
lli-ada,
Dinanzi a te; di cui 's' andò cantando’*
Cosi d’ Iddio ’l Figliuolo '

L’ innalza a viva voce. -

„ Ei non li leva a volo, '

Maad abbaflàrfi più , corre veloce


Non fon degno altrimente
A
quel , che lignoreggia
5, Il tutto eternalmentc
Dll'cior delle fiie fcarpe la coreggia.
Chi s’umilia è innalzato, ‘

E dal Signor fovrano


„ Nel battefmo è chiamato
" Sopra del capo a metter V mnll mano
Ed in feggio trionfale
• '
God- or vinto ogni guerra
5>
Quel gran Verbo immortale.
Che col dito moftrò T Agnello in terra •

'
uf SANTI CONFESSORI.

O santi Confeffori,
Che nell’ Empireo
» Tra gli Angelici Cori
"Cielo

^ >

ì ,
•'

Vedete il Signor voftro fenza v;elo j


Se.in quefla'mortal vita - j

‘Per lui ogn* amarezza


3> Vi fu dolce, c gradita;

Q3I contènto or vi dà la Tua dolcezza


l - S«

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, , , , , .

SPI RDT VALI. 85


Se d’ inginrie , e dirpregi
Vi felle una Corona,
,, Qiiai fono i ricchi fregi
-OT^or neir Erapirea Corte egli vi dond?
Se nell’ amaro pianto
Tro valle gioia, e rifo 5

„ Che provate nel canto


Che da -voi fi fa Tempre in Paradifo ì
S’in tempefta, e procella .

Ritrovane la quiete ;
„ Q^lficurtadeè quella/
Che nel petto divino ognof godete?
Non mai vidde occhio lunano
Non penetrò mai core , j

„ Quel che con larga mano


Vi difpenfa lafsù il buon Signore.

IL r £ NI S ANC T^£

à "’i j.

pìrito Santo Amorey.


S Confolatore interno, ‘
/
,, Di tuo lume fuperno
Vn raggio illuftri il tenebrofo core*
O luce rilprendente
Ch’ alle celefti Stelle

„ Dai luce pennanentc I

Che V alme al Ciel conduci cafié,- e bdUie


Di Sante facelle
'tue'
^

.. .Accendi Talma mia;

„ Si ch’io veda la via,


,

' ' — •
.
“ -
.'

Che pofla oggi feguirc il mio Signore

D é pSo:
hy Google
, , , .

^4 . : t A V D E . .
^

O Sole incoronato ; :
'

adorni liuni,
i>i lette

„ O
foco almo , e beato , ( mi.).
Ch’abbruci ogn’ alma » c mai non la confa-
Tanti miei rei coftiimì i .

V ieni > Amore y a purgare » . .

„ E degnati abitare - ‘
. . . ;

Nel cuore acccfo fol del tuo fervore li..

Tu Tei ioave fiume


Di linguaggi facondi >
„ Tu lei raggiante lume,^
Ch*^ illultri i nolìri cuori , e non confondi
Tua luce, prego, infondi
Nel tenebrofo ingegno:
„ che diventi degno
Si
Della dottrina tua eh’ è fenza errore
Signor danne Scienza
Gonliglio , ed Intelletto
,, Potenza , e Sapienza
^jPieta. Timor, .che fà 1’ huomo perfetto.
Poi vieni al noftro Core,
Di tante gemme adorno 5
,, Si, ch’ali’ cftremo giorno . ^

L’ Alma arricchita torni al filo Fattore

INriTO AL PECCATOKE
Per ritornare a JDip,,

I
mj

n Ompagnian- diarao,
f{ ’
i che
la morte vien A Dio torniamo

IIKIl

egli dal- letta. Egli dafpettta per

noftrò

Non ci' rpaventi la colpa ria , . ,


«

Egli'ì’ oblia tutto pietà,; .


^

5,
Quaj’ or col pianto nej hoAro co?®
Spegniam r alidore 4’ iei^wtà

Digitized by Google
,

Sé L A V D E
Languente a morte fra doglie , e p^nc
Il noftro bene fe fteffo die

„ Morio la vita e ’l gran rifeatto


Per noi fù fatto y o gran mercè !

5, Dice al
mio core , mentre che languc »
In tanto fangiic levati su
il tuo Amante , fono il tuo Dio
„ Sono »
E che pofs’ io farne di più ?
„ Che fe t’ induri fempn: oftinato»
* *
«

N’ andrai dannato j farà cosi . ]



„ O
grand’ angofeia , o gran fpavento
'
Stare iirtonnento la notte, e’i di.
Tormento eterno Tempre Tevere,
Sempre più fiero , clù ti formò !

„ Ilmio fallire , che mai non retta »


^ Crudo t’ appretta i io ben lo sò.
-Quaggiù dolente voglio co’ Santi
D’ amari pianti Tparger il Tuoi ;

O
bel morire con dolce riCo ,
E al ParadiTo Tcloglier il voi
*
!
^
i T

INriTO ALLE CONFERENZE


' dopo' Pdfqua
• >, A Ndiam Compagni
al verde Prato
" jl\. D’erbette ornato, c Tiil fiorir,
», Andiam pur là , eh’ egli n’ appretta

Alla forefta ogni gioir v ' • ‘ ' -

n Per fuggir V ozio il giovinetto


Pieno d’ affetto Tempre mai più
M Ne venga pure, e in compagnia
Habbi Maria, e’I buon Giesù#’
3> In sì gioconda converTazìonc _
Ogni paflìone fi finarrirà y
^Lon-

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. , ,,,. ,., . , ,, ,

S PI R I T V A L I . .V7

„ Lnht.in però da ogni dcfio


D’ofFender Dio fomina bontà.
,, Gli Angeli tutti dal Ciel difcefi
A noi cortefl li moftteran,
„ Ed il foave concento loro.
Al noltro Coro s’ aggiugnerà
„ Già la ftagione bella, e ridente
Il verno algente ornai fugò

„ E vie più fempre i dì fereni


Di gioia pieni ne riportò.
„ O come
alletta il lliolo erbofo
bofeo ombrofo fpira pietà,
Il

„ Là fi contempli i veri efempli


Della fiiperna Divinità
,’
„ Andiani cantando a quel Signore
Ch’ è turro amore ver noi si si j
„ E fupplicando in quelli giorni,
Ch’ egli foggiorni Tempre mai qui
„ Qui dentro al feno di ciafeheduno
Ne fia veruno sì fuor dì fc
„ Che non accolga allegramente
L’ Onnipotente con pura fe
„ Ma Dio riforto da morte a vita
Per dar aita a ogni fedel
„ Riforga ornai dentro al cor mio
Eterno Dio , gran Re de i Re

INVEITO A CASTORI,
a, vifitar Giesu,

” Paftorelli, voi, che vegliate,


V E che guardate gli armenti sì
Meco venite ora a vedere
£ a godere 'di notte il dì.
»Sù
. , . ,, . .

8S L A-V D E
9» Sù «ù andiamo, poiché gli c nat»,
E s’è incarnato il Rè de’ Re,
„ Andiamlo pure a ritrovare,
E adorare con pura fc
„ Venite meco a riverire
Ed otferire il noftro cuor
„ Andiamo dico con gran prontezza $•

Egli non prezza altro , eh’ amor


„ E quivi giunti , che noi faremo
Allor potremo ben fupplicar
„ Redentore a liberarci.
Il

Ed a
falvarci con perdonar
„ L’ Angiol m’ ha d^tto : gli è tiitt’ Amore
Il gran Signore icefo quaggiù
;

„ In una Stalla dice y cE’ è nato


Ed è chiamato il buon Giesù,
„ La fua Madre eli’ è Maria
Vergine piaj ò gran ftiipor!
,, Chi ha mai fentito mifter sì grande
Che ’l Cielo fpande à noi or , ori
„ Per compagnia di tal Signora
E’ feco àncora im Vecchierel ;
„ Giufeppe ha nome, ed è gran Santo,
Ma altrettanto è poverel. •

5, Per rifcaldare il Bambolino


Vi è rAfinino, e’I Bue ancor,
„ Che gcnufleffi al Creatore
Mandano fiiore il lor ealor.
5, Sentite voi , che bel cantare
State afcoltare in carità',
3, Gli Angioli fono , che fanno fefta;
Che cofa è qiielìa ? o gran bontà !
5, Gli è mezza notte, gli" è fuora il Sole
Cofa non f^lcj cgU c pvtr vci:!
La

Di.-
. , ,,. ì

S P I R I T V- A L I. 8
„ La Lima ancora è rilucente
E rifplendente pù\dcl dover.
„ Andiain Compagni, andiam pur vu
Cerchiam la via , che guida là ;
„ Andiam pure a ritrovare,
E adorare tal MaeiU
5, St’omo divotr, andiam contenti
E i lamenti da noi fcacciam ,
5, Cantimno infieme unitamente *
Allegramente andiamo andiam
5, Già Eamo giunti fcnz’ avvedete
Qui a godere il buon Giesù ;
,, O che contento, o che allegrezza
O che dolcezza proviam quaggiù!
j, O buon Bambino, Giesù bellino.
Tu Tei Divino mio Redento!*;
,, E a te Signora del Ciel Regina
Ora s’inchina il noltro cuor.
» Buon Vecchierello noi v’inchiniatuo
Evi preghiamo a fupplicar
,, Il Pargoletto a perdonarci,
E liberarcida più peccar,

Preghiam Signore di perdonare
'

,,
Nodro mancare, i noftri error;
„ Vergine Santa intercedete
Voi che vedete i noltri cuor,
„ Pieni di gioia, e d’allegreza
Noi con prettezza andiam or or,
„ A celebrare per tutto il mondo •

Attorno , attorno il tuo Amor


„ Ora da te pigliam licenza
Somma clemenza , o fommo ben^
„ Benedizione donaci ora
Ala buon’ ora paitiam’ da tc ..

LO
.

50 y D E L A

lodi del glorioso padre


'
San Benedetto .

On dolcez* e con di-

U-Bi.
ph
iJ
let- to .
9m
^0


Fefìeggiam ’ anurie bel-

UHM

le Splend’ in gloria Bencdet- to

Di pregiato diadema
IS’J^corona il divin fronte,
5>
, ,,. ,

S P I R I.T VALI
,, E con
voci umir, e pronte
L’ alnV ìnvit’ al ben perfetto.
Vago lEiol d’ Angeli, c Santi
Fann’a quel corona intorno,
„ Tutto gioie, e tutt’ adorno
Sacerdote degno eletto .
Della Trina Vnica EflTenza
Di gioir mai non fi fazia,^'
5, E per noi d’impetrar grazia '

Sempr’ ha volto il pur’ affettò



Ncir eterna' primavera ,
Dove in vece di bei fiori .

„ Stelle fon lumi , c rplcndori


Ne richiam’al bel diletto.
Oiiinci mai orrid’ inverno ,

Prov’ alcun là neve , è ’I gielo


„ Ma fi gode il vago Cielo
Con Giesù Dio benedetto . ^
Ma non poggia a' fant’ altezza
Chi del Mondo Torme
fegue
„ O nel vizio orrendo dorme
Senz’ il ben dell’ intelletto .

In 'giiiltizia, e*n fantitade


Si perviene al bel fentiero :

„ Pura fede, e cor lineerò


Scorta lòn del cammin retto.
Le vigilie, e Taftinenze,
L’ orazioni, e difcipline
„ Di Gìcsi'i alto confine, ^

Poggìam liet’al gran cofpetto


Alme miffre mortali.
Che leguendo il van defio
„ Mondo, carne, e Demon rio
Fero il cor vile j e foggetto
. ,

92 L A V D E .

Per ufcir dì tal’ impaccio.


La tua grazia j o iànto Padre >
„ Splend’a noi dall' alte fqiiadrc ,

Che’l cuor renda^ pur’ e netto*


Ch’iliiiilratìdal bel iiime.
Dal fiorito, e ameno calle,
„ Volgerem mai piu le fpalle.
Ma fia teco ogni diletto . , .

Dunque a’ tuoi 'divoti figli,


Dolce pio cortefe, e umano ,
'

„ Stendi , o Padre , T alta mano


Ne fdegnar’il cor’ abietto* ,

Che , armata e duce


fé fcort’
Seguirem fidi , e coftanti
„ Di Giesù veraci amanti
Il Vcffili* ornato, c netto* .

Su felici anime belle,]. , ,

Su fpargete il dolce grido,


„ Che formonti al Divin lido,^
Doy* afTifte in .Patria eletto
Padre noftro Benedetto
Volgi a noi quei ciliari lumi,]
„ Che’l cor nóftro fi confiimi
Di dolcezza » c di di^tto

PREGHIERA AGLI ANGIOLI^

A
,,
Ngeletti voi , eh' in Cielo
AllTllete a Dio davanti
Noftri lieti, e dolci canti '
Ricevete in puro Zelo.
Son di Dio pregi 'fercni,
Quefte voci di dolcezza,

wCh’à

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S P I RI T V A LI. . 93 ,

53 Cli’ a lodar la Tua bellezza


Siam d’amor tutti ripieni,
Noftro cor già tutt’ ardente
Dolce fiamma ne fcintilla,

„ E
‘ ‘

noftr’alma fi tranquilla
Nel filo Dio Onnipotènte.., i

L*ora tanto defiata '
.*

Venga pur, venga veloce,


'

„ In cui s’oda l’alta voce: '


i

'

Vien , deh vien alma beata ’


,

Voi fpiegando r ali d’oro , ^


Vigilanti almi Cuftodi, . \
5, Alternando a Dio le lodi, *

Ne guidate al volito Coro. •


; S
E noftr’ alme pellegrine, ^

Volita feorta feguitando,


5, Dolcemente ognor cantando,
Condurranfi a voi vicine.

PER rN CONFESSÓRE
V
5,
Aga Gemma
Chi adeguar la tua beltà.
nTpIendenre,
Chi i tiioi pregi dir' potrà }

*•
Chiara (Iella d* Oriente? *' *

Odorifero , c bel fiore


Beh lei tu di (Zampo ameno ^
-Cbe dillnigg^ Il rio veicna ^
'
D’anfioro’j C mello core. -ì

Chi di tc nel baffo ‘morfdo


Per fcrvire al buon Gicsà
5, Più umile, e callo, ftt

Non curando onor giocondo ?

féì
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.

f4 V T L A V D E ,

Per ricchezze farti in Ciclo


Sprezzator di pompe altero ;
,, Ond’ognor tra gaudio vero
Godi Dio fenz’ ombra , o velo
O facrato Sacerdote, ’

Perchè ftil d’ Angel non ho, |


; ‘ "
„ Per fpiegar ciò, che non può.
Mortai lingua in dolci note) _ '
'

O N. . . dagli, alti giri


^

Deh rimira un cor umile,


,, Deh non prender Talma a vile,
Ch’è tra lagrime , e folpiri. . . ,

'

Anzi prodigo al mio fci>o‘ ,

Spargi raggi di,demenza,


„ Via togliendo r influenza ]' .

Del peccato , e rio velenp.

Le tre fo^taddette Laude fi po^on camare


some Alma 'mia“dove teh vai , ovvero
fo^ra V Aria di Maggio , do e '

Giovanetti còli’ férvóre .

AL peccatore.

On peli* ) c cfolore ,
con
9 P I R I T V A L I.

pianti 5 e foipi- ri. Con doglia, e maitiri,


ij

o pecca- tore, Torn’alruo Dio

benign* e pio % Donagli’l core , e non tar-


GS::

dare Se ti vvoi poter fai- va- re.-

Non far dimora non indugiare y -


]
>

Non ritardare, ma pentit’bra.


Cangia penfiero , Fa , che ha vero ^
Non rdW più oftinato V :
. Se non vvoi morir dannato. i

'

;
Pcn-

Dir.:-:—: by Cci iglc


,. ,. ,- ,, . , ,, ,,

9^ L A V D E
Pcns’alle pene , pens* al dolore
Con tutto 'icore, penfaci bene,
- La fiamma atroce Nella gran foce
Ch’ai tuo fin poi gufterai,

’S'^oftlnatoti morrai.

Mira dannati , mira i prefcitì


i

Che ftir banditi , e condennati


Con gran furore Dal Creatore

Qutóco fuoco li circondi , *"
Per lor peccati immondi . .

Torna , deh torna , o peccatore


Al Redentore, con l’alma monda.
Di virtù tante Divine, c fante.
'

Che Gicsù per compalTlone ,

T’ armi di benedizione
*
t^iefro rimira,' e Maddalena,
Che con gran pena piange , e forpira
Suo fallo atroce, G’ha porta in Croce
" Il Signor d’ ogni Signore

Citic i
Per placar di Dio ’l furore
Ladro *n Croce , ^fCciflìno
...
Mifer mefcliino ad alta voce
,'
*
Ptégal*;Sighorè Che' per favore
. Voglia dargli ’l Paradrtb,/

E l’impetra a vifo, a vifò.
Suo " grand’ ardore ; fua caritade
Sua gran bontade , fuo immenfo amore
Non tardò punto , Ma torto è giunto
Col fuo aiuto al peccatore.
Se r invoca di buon core
Non abufare non ifchemire ,

Non differire, c non fchivare


' ’

I grandi aiuti. Che tu rifiuti.


Perchè poi li bramerai
Quando avergli non potrai . Ciaf-

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,

s P I.^cr-FV A L I.
97
Ciaiciuio s ad3m,‘fi fuegli:,e dcfli
Ne fìa clàl rdlr, ma prefti, e ratti
Al Redentore, Con gran dolore
•. -

Vada ogmaà pet?cil perdono -


,
Mentre j'-rempo ancora è buono.
ah fpine
Dnaòftral ftno vétaibilanda,
Al Redentóre,;' Con'.mttó ’l core
Chie^gia ogmm.'miTerieordia,
Per àver pace, e concordia. .
-

CONsa£.jiZION^E
>.ro

ìofr.'iT
JN DIO
-
. :ìp- ,

Oave diletto Gàró'gfoire, ’

S
•.
, c'

Dolce
reìntire arderli*! petto
ardore, Di Tanto amore.
>'Ri '
Di' giocondo almo delio '

Di gaderd’ eterno )Dib..


Son Talmc gioiofe, fon lieti i cori,
""^d'cri^ “di tìoti-ctmo',.je di rol‘e ’

*5
.rfere .
---Ciolmo i.lepid ihiato, zelo
- - Kifo-l- ^
Riardo avere 'vt tielo . '

Fallacia del Mondo vago , delire


TnttO^è martired'^^^ bel giocondo,
Son
Tue gioie,
le Xormcnti, cnoic,
\;‘^olci;ritìri-édold canti' - - ' ‘
'

Bci^ fòli* éi chi jcrecle.. viver: beato


/
S’ al rio peccato iTHlero cede :

^ol’
è

'felice,Ciù goder Hcc


Di virtù Tornato pegno, ;

Fida feorta al Tanto Regno.


, .

98 •
L A. V D .Ei >

Nel lucido iiTipcro de’lidijfantì .


i
. , ;;
*

Stari r alme amanti tta gaudio vero


Qm d’ Angeletti, Dl.Vpirti detriV
Lode immenfa, eterna iodej,. •

Di che’l Ciel gioìfee y c gode . • r !

'D’ambrofia gioconda fi nutriéri corei


Cibo d’amore, ch’ivi n’ abbondarci
Qumdi vivace . . Godefi pace'»] i

Mercè diva a bel confino,.


Che in Dio fplende luiico, c trino, i

Or lieti cantiamo roavemente


E dolcemente Giesù lodiamo,, / j
Che’n dolci accenti, D’amor ardenti, ,

S’oda’ntorno rifonare, i - ])

Liet’ il Cicl la Terra , c il Marc t T

(CONSOLAZIONE DELL ANIMA


ìl^ . >rr
avendo tafciato il Mondo .



• # » •

I. Onfblati anima

mi* Vivi ornai iiet’è contenta , Che del

moa--

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t mond’ in tutt’ è Tpeiif a •
Ver di rpe fua

tiran- ma Mercè diva del Mcf-

Mondo, mondo, addio perfido iTiondo

pomp’e vani- tà
, , . , , ‘ ,

"
foo [L A V ;
D E
Conlblati anima mia
Spera' ornai tra tanta gioia,
ù''
Pili' 'elei m'òndó affanni, e noia

Non rqffrif, ne Tua pazzia: ...


Merce .di-via dei Meflìa * “
,

Che del Cìel degna ti fa.


Mondo , móndo
addio perfido -, mónde
Con tue pompe
, e vanità

>;0)nfolàtf ‘ansrna mia*,


• * '
*

• " “ - •

.../Godi ornai lieta, e feKcc, .

Glie dei Ciel Goder ti lice ,


* “•
ta* fltpnema Gerarchia :
'
” Merce ; e?/

Confolati anima mia ,
Lunge 'òmai tra «doglie, C' pene
-

Rotti i lacci e le catene


'

DI' mondana prigìoiiia;:" j;" "Mercè, cc.


*
! CohTolati'aniina niia , f . =

^lèndi ornai tutt’ amorofa


‘ '
'
Di Giesù diletta Spofa
Contro' Mondo, e Tua follia : Mercè , ec.
1

Confolati ahihia mia


Che del Mondo
empi danni agli
cmd’ inganni "
\'PuV'iTjoiì'cFedi, a
* '

- !DeÌ Demonio, s forza ria: Mercè, cc


Coniolati' anima mia,
’•
*

'
Godr pur felice' al Mondo
C* haf piu’ vinto il fenfo , c’I mondo
E fila dura fi-enefia: Mercè, Cc.
Confolati anima mia , '
, .

Godi pur, ferine godr, 7/


é- .Che del viziò- i’ónpie ,

' Gonfohdefti' umile, c pia:


•'
Mercè, cc. |

Confolati anima mià,


Cke 4’amer’or Bioa cioifcil
Me».

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. J

SPIR-ITVALI. '
^oi
Mentre al Ciel diva t’ unirci
Spos' al Figlio di Maria ; Mercè ec. •
,
Confolari anima mia , . .

Pur godrai quel ben* eterno, ’

'
.
<•

Di Satan* onta , e d’ Inferno .


,
E del Mondo , e fua pazzia ; Mercè cc. ’

,
Confolati anima mia , ;; , ,

, ^

Vola pur leggieri, e óielit


Su nel Ciel foprlogni. Itella
Con foave melodia^:
„ Mercè diva del Mc/Iia,
-
,
^ —
‘<|***';

.

» •

'Cile del Ciel dégn^.d ia


^ ’
]
Mondo mondo*, * • • *! *
, •
[
Addio perfido mondo ;

,
^
Con tue pomp’, e vanità. -

fE CC A T,iÓ_ 4 1 a] 'D\iid

On un do- Icnt’aimc , 'Si-


, V

I02r L A' V D E

pianto , Per ritrovar- .


pie tà Dalla tua

Pianfi la notte, c’I di', ^

C-Ko peccato, c per- chi t • -

„ Pompe cT Inferno rio. ,


Non ’ piiV pecc-ar Vorrò ’ ; ' 7' '
'
.

'
Che l’alma mìa darò ‘
Tribilto a Dio,^j
Ò fonte di virtù , •

J ,

• Dolciijimo Glesiiy
' '
“ •
i

,, Vedi l’ardente zelo


Dì qiicfto cor uniìì :
^

Deh non prenderlo a vii , Pictofo in Cielo.


Perdon’ almo Signor, “ 7 T.
'

^Doiia conforto ài cor


„ Ch’ ornai .pentito chiede -, - ‘
. ,

- mercè ,
Dell’ error Ilio

s 1

Sempre gridandp aimè Con piura fede.


Pietà pietà' orsù, '' j; • <

Non la negar Giesii


* Dal mo cclefte T tono ;

Pofeia, che’n sì bel dì


QuelValma a tessimi. Pietà, perdono.
j , , ,

S P 1 R I t v A l I. 109

. GIP’BBILO' PÈLV
»,
ANIMA. \
4 • •
. Sf •. . . V


A Ltro non mio cor,
Che giubbilo, ed amor:
Ciafcun canti al mio canto
è’I

. Che chi gioir mi fa^ .Z -,


gloria mi dà Nel Regno sante*
Gioite al mio gioir.
Ch’ io Giesù viiò fé,giti r
5, Giesù Padre amoroib,
- - Dicendo alma mia vien ; •
'

—Nel lucido ,-e fereh Da me


j

tuo fpofo.
E qual- alma farà
* - Che' non giubbilerà • •

„ Lieta fra canto, c tifo.


Vedendomi bear,
E diva incoronar In Paradifor
Efulti b^ni fedel *f
- •

‘"Se itérra éfLiIfa;~Q .Ciel,


», Che bell’ alma lcii Voli»

Dove creata fu a
Dal filo dolce Giesù ^ Negli alci poli
Vengo, vengo da te,-
Giesù ricevi me
», Ricevim’in tuo feno, " '
-
f.Che ne’celelti cor
Pieno di sant’ amor Ne venga meno.
’’
, ) -i.

JLt dne fopr addette Laude fi pojfon cantare


r come Alma,' che feorgi tu.
V ") ... i

jja*. jtt. ishà. *Ai.


"V ir ’V*¥T
hi ’
^ ^

• C
E4 ime-
,. .

D/S'P^R
Chi fedite Gtesì* Crodfjfh,

Otrcaip,

volano i di

Polvere, cenere pretto farò V » •


: <«

,
N on t’anio più monsdo,ri.0iì t a.ino nò ilo
SoEgere v.edefi'allor ckefeaì'^' cù-.-W
,
Qlunto di fpaflb prometti sì sì
Cangiaiifi in lacrime, tue'gioie^ 'lo. so
, Addio gioie 'falfc., npn vègiiovi, no.
Con Giesù piangere il cuor m’ addolcì,
,
QieiVè vei;a Ijiòla.f:!;^ sì sì.
Mil'ero , e ftòlido . s’ aitili amerò

Digitized !:>« Google


, .. .

S P I R I Tr V. A/.L f. 105
„ Da lui fcoftanni non pcnfo no no
,, Se potei fvolgenni al. ben, che fini» ..

„ Or lui amerò , ben fommo , si sì


„ Dolgomi , pentomi di quanto pafsp , ^

„ Mai più, imo Ciesù, .fa'rbllo no nÀ ... fJ


^
„ Torbido, rigido Fiuto fpari,
'

„ Vincefte, mio Dio,i.vincefte sì sì,.


,, Vortra ineffabile bontà m'aiutò,
„ Voi fegiiir voglio
, nc lafciovi no

SI domanda dono
s di ConbunTLÌone *

Al Tafk) dei mio co- .

re Cava dolce Giesù.foco d*amo«

£yiv*acqu.i dì pianto, Ond’io

E 5 ' lavi
, ., , . .,

Idèi t 'A V D E

, c', i c: li ,<

lavi qucft^aJmaimmohda tanto

Merito oimè , più pene , • -

Che non fon del Mar l’onde , e file arene,


Peroh’ i miei^gra^i erróri
' '
*
,,
Son deU’onde, 'etl'aterié' affai maggiori.
Quinci al Mar di .pinate ,

Porterò Mar di' lacrime -sì grate


Che* negli àbirfì fuoi i

^ .

. Reftìrio éftinti I miei gran falli poi


A-qiiefti piè m’atterro' ;

In^ Croce affiffi da fpiétato ferro


„ Per afpcttarmi vfoló
A
pianto amaro, e ad amaro diìolp..
Q^lla pietà sì rara , - - '

*/Qi’iifaft’, a chi ti diè già mort’amaraj


* '

„ Quella medcfmai’ chieggio , . .

- D’ ogni- tuo feritór (pietato peggio^ v ,

PER S. FRANCESCO XAP'ERIO


-i

C HI vagheggia

„ Miri Xayério il Grande;


le ftclle
Se Voi Veder quaggiù cofe più beile,
i;.
, *

i
'

Che dall- Orto all’ Occàfo- il lume fpande l


Egli è Sol’ animato
Non fo , fc in terra » o nell’Empireo nato

,Qie

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, , . } , .. -

SPIRLTVALI. •'
107
i Che con luce del Cielo,
Sgombra da^ pérti della, notte il yele^
Vola con cuore ardente.
Per arrecar tefori air Oriente
„ Ma tefori d’ amore
Cb’ arricchÌE’., e^bear fanno ogni corc^
Parta per l’ Oceano , . '

.•JEì crudi vsenri , e il’ onde gonfie y in varie

,, Gli muovon’aipra guerra,


^ Acciòi'non .giunga alla brtiìnata tèrra'.

Perche. dall’ alte fteile . *


‘ •

Gli AngioU fcefi,' frenm le procelle,


,, E Zeffiro gentile
Fa che fi cangi il Vernò in dólce Aprile.^
Fip. ohe toccando ii, Regni
Degl’Indi adufti-,’a i^le; e mille fegni,.
„ Mofiri ;eficr giimta T ora j •

Ch’ a quefto Sol debba ceder TAurora


Qui s’aerano diamanti , '

Al fuo appariti cuor fi fanno amanti:


9, E fé le iclve ombrofe* ^

Eran Madri di fpinc , or fon di iole


Richiamali incuti à< vita', :

E col filo caldo a mille porge aita


„ Che tra dolenti affanni ,

Hanno menato, lacrimando, gli anni.


Il amore.
Crocififfo-
Perde nell' onde „ c geme per dolore ;
M Qd^ndo: ecco .un Granchio fido,
Che correndo filli’ acque il porta al lido.
Ei curvo siili arena • •

Verfa di gioie lacrimofa vena;


5, E poi lamano ftende,.
A chi corcefe iamor fuo gli rende.
'
E 6 PI

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^ „

loS A y'iDi Bl I Z
Dì gemme^piii prpgiate) <•;; y.>.A ao irC )

Q^ei iMniij 'je.qiijeUe fpia^ iaJhraaf».


„ Con miglior perle ^ ed oro^ r>'\. 'u'/ •
i

Fa ricca I/lndià dì piìi belr-rcfora,. " 'J


Nacque Occidenrc.
nell’ .t !.. -n .

^ ^ebbe poi ioi tomba


Dùlimil’ elTcr puole
:in
o..
Oriènte
,o
. 'J
,
.'In queilp_, fol jqnèL irefto è aguale, rai Soie.
Ci io ;
.-r, iK) „
i.;'. i

V ^SEMPIQMELyP\\ (

Neri e fcorta Jlcura per. l-atqMJia' yyyi


y. . ..•- .[dcLCielp, '
't

C y or roio , clic idèntro


Spargi fonte virai , fpirto, e calore'^
^ Frìa che ’l freddo .veleno ’].•
, c fuòre

>
i ^
'i

VeiTi dall’ urna Tua morte nel afèlio i > ..

Su del Cielo alle cime' ) .:.

'
Spieghili le brame tue volo fubiimc .

,> Ad Alme di Dio ancelle


Degna fede nel Cieh smaltai! le iìcIlcV -
ira il. Cuor deh gran Neri .]• •

Qjai concepifca; nobili penfiéri,r


Qiiai ftampi. orme di< lucè,. V .1 .

A pellegrino piè perfetto Diiicc.' >


'
'•

Qual lampo luminofo


Ei fuggir fa dal mondo tenebrof®i l

,,, Seguilo sì mio icore, ... J.. / . i

Ali di ferafìn! ti porga .Amore . .

Ricco di Kai fuperni , 1 < - ; t. .' -


>

Filipp’oggi t’attende a’.Colli •eternici


,, Scoccar ardito'atfretta' -./
Dairarco della .fc nobil faceta. •

. V* K
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> , , ,.

s p I R r'r V /A 1 1. 10^
Ei ti chiama, ovc.i>:Sajitii 3': '• '>

Stan ?od6ttdo- di:Dió in fuòni, c canti;


„ Ma dee tua pietade; ;
'
. ,

fi
4

Qim Filippo iègnò, calcar' le 'ftrade . •

Ei beato Vefiivid -^^f' ' -f! -r’ ' i ,

DéHé sacre fue'fiaiiime^ entrò ^I diittVm


,, Candida neve afeofe
E ògiii fafto, ei ^àòdczfa ‘dépbre.
Gelofia d’ Innoc^tMià'
Tiranno al corpo Tuo fe raftinenza,
,, •'E-di- virtù il defio

Odios* il itioh dov fe foF-^n^iì Dio ,


^
Eco? — '^.-U .
;

j|
->5ì
JgHmgd ò c^or-kllo dellaft>.'](mpero,'
5>
,,
S’hai ciella terra impacci
Tronca, fpeZEa,<caipefta indegni lacci^

ufLfARETO
: ì
- DEUj^VTkEFTA- ^
%- f

^ [ Aitò pcincipio^- dìi; boatA^innnita -


-l-l
^
9» BcnM’ ógni ben tuperno, >

Carità &za
par , confòrto eterno , c. i
Di tenebre, e d’errore ^

^

'} Dragò Xnfdiuial perfidi autore


“ ‘
Fallace; a chir gli hà fede.; " V” r ^ ’

h Gioii' proinifòj itìanir pòi


ijla^nel: yoljtQjgiócdhdo *
^ '
— ~
> J
v]
Il rifo, e’imelc il fraildolente mondo;
5, L’aiImzio>yefldudói^p'o\. -otj i/'n
Mantien celato entro gli affetti fuoi
Non è dolcezza tveraf ^ ^ ]ì'.' •

«
Ove l’avida carne a’ fcafi impera;

„Pùb'

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.

140 ;A . ìD[ t V
5, Può contentar da giiiócoy .
j
j.r; ì; > ò i I

Quant’ appretta i diletto] , è tutto iiioc# «


Renditi in colpa ornai/, / ri J . ; ; ,

Se provar già t^on .vuoi gli eterni guai


„ Tu, che i nemici amafti. r. , •
i. .i

. Volgiti ;a _Grifto V c il I fallo anrco badi •

• VI-- 1 ì

E T TJi D E LA* ,AN IMA


verfo Guìh •
'h i ; o

ro , Amato mio.Giesù, i Tu folo.il

^
a giiioco -
V ( •: ^ i

Pene mi prenderò ; ì

3,
E Tempre in vivo fi^oco
' Pei^.u mi ttruggeco. Mà

„‘"
r -''‘-('oDvjlc-
, , ,,

S P I R I T V A L I,
„ Ma
qual potrò' nel feno
''

Aver si vafto arder;


„ Che ’n parte adegui almen® , ,

Di te rimmcnfo Amor? -•

„ L’Amor , per cui dilcefo


' '
:

Dall’ iinmortal- gioir ,

„ Per me portarti ’l pelò


""*
D'ogni più rio niartir’.

„ Per me languir volerti


Ignudo in grembo al fiiol
„ Tu, che di luce verti '

In Ciel r Aurora , e ’l Sol .


Ed io ,
per cui tue vene — ^

Sì p“ronte il faiigue^
,, Sprezzar potei tue pene,
Seguendo un vii- piacer .
- “

„ Il orrendo or veggio.
fall’

In cui caduto fon,


„ E a te ,
mio Dio , ne chieggio
Pietà , mercè i perdon .' 4~' .

„ Non più per calle obliquo' y\


... Errando il piè trarrò, 'i*

5, Ne più del Mondo iniquo ^


*

Gl’inganni in pregio avrò .


» Oiipl Dio fegiiir fol voglio
Che intento a darmi il. Ciel ;

[„ Per me da un’empio orgogli©


I
Soffrì morte crude! .1 r ('
’„.Sùa* Croce ognor piangendo i

- - Al-cuor
• mi ftrìngerò,
„ E un tanto amor feorgendo
Mai fempre cfclamer^).
a, De* cuor dolce riftoro
Amato mio Giesù
I40. . [ t :A V ìT) ^

5, Può contentar eia- giùócoy < .j.i; j i;':) li i l

Quant’appreftai'dilettoiv& tutto ^oc04


Renditi in colpa ornai*, / ri .1. .
-
:
,•
,

Se. provar già .iion vùoì^glì eterni guai

„ Tu, che i nemici amafti. i , v. : -i

.'Volgiti -a iGrifto^rcTiÉillQ- aureo bàfti.


‘j.ciL •V. .1 i ii.r.'ir, )
. i

TJ t> E: hlù ,ANi^A


verfo G.uìH h. ']> ; .'o .D

- i>E* cuor do’ ee , rifto-. T

^ giuoco

9 -

Pene mi prenderò ; ^ i

3,
E Tempre in vivo fuoco
tPcE-u mi ftniggeio% Mà
, ,,

S P I I T. R 'a L I. v
„ Ma
qual potrò nel feno
Aver si vallo arder,
„ Che ’n parte adegui almen®
Dì te r immenfo Amor ì
„ L’Amor -, per cui dilcefo '

Dall’ immortai- gioir , *

„ Per me portarti ’l pert>


D’ogni più rio martir .
'

„ Per me languir volerti


Ignudo in grembo al fuol
„ Tu, che di luce vcrti - ^
In Ciel r Aurora , e ’l Sol
. ^
Ed io , per cui tue vene " ^
. ^dlTJ'onte il fangue dier,"

„ Sprezzar potei tue pene, "---U -

Seguendo un vii piacer. '* “


,, Il fall’orrendo or veggio,
in CUI caduto fon,
5j E a te, mio Dio, ne chieggio
Pietà , mercè perdon .*
,’
^ '

„ Non più per calle obliquo . •

Errando il piè trarrò,


„ Ne più del Mondo iniquo ’ "* '

Gl'inganni in pregio avrò.


» Q^el Dio feguir fol voglio
Che intento a darmi i\ Ciel ;

f
„ Per me da un’empio orgogli®
^
Soffrì morte crude] .1 f ,

„ Sua Croce ognor piangendo


- Al -cuor ini ftringerò,
-

„ E un tanto amor> feorgendo


Mai fempre cfclamerò .
j, De* cuor dolce riftoro,
Anuto mio Giesù
' .

II, ,
L A V-;D, E :
i
9» ‘Tu fole' il mìo te;foro, ;

Sol’ il mìo ben Te’ tii.

La fopraddetta Lauda Jl pub cantare come


O Giesù Ci'ociB.(Ì6, ovvero Q^fto ,

fofpìro ardente .

PECCATÓRE A DIO.

Eh pietà- de o Si-

H———"'-4 1-^—
H*'zr!ZiA’
|;0.5-Sj 1 1 i
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I

gnorc , Che languc ’i mio core

5 I -i’i -•

Ahi dura for- te» > Che. fa-

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J
n .

S P l aia T V ATL I. Ili

lò fenza voi? Seguirò ’


la ima mor-

te? Seguirò 4a'njia‘mor--^te^- r<

9 Soccorretemi,io Di<m '5 ri ‘5/r: r.ar>'J


.'o Gberiaó%ue.’l cor imi»,
. ‘IM
Ahi dura forte 'dir, 'jdoj'.])

•y> I Gfaeì farò fenaa ii j..I ,

Segukò la mia; fmolte i ho;/, J '


,

9^ Dolce aItàin*miplorov'-' Ivi


Alii, che manco, citlOToj Alìiifc.-
„' il: peccato in’ offende ,
^ - r j ..

E morto mi reftde^3/-i>' -’^ '


•.-Ahii'Vc^t
Ató'j'cHeì’li Moiido-iti’ uccide
E di me fi ride^irhni.r n i r Ahi'/’^. t

„ Il Demon mi dà » / no. )

E vinto mi tiene:; oc,


„ Morte, infeitiOve’^doIóre^j^'C'^i
Son tormenti al -corie:' h iu^Ab^v « ec.
„ O Gicsil vita Verai u •
\ ,,

Fate, ch’io Ató ec.


.
'JS.---4Ì) i ‘ìfb i:d]
f} >''U. 'ij:> d' j oic'dA
*14 DJEl q
PER S. MARIA MADDALENA
Pati non moyi,-
,*>
J
-i_
5
..i..

^ i^’HelfaS^Maddaléna - i
..J.
Vj^ D’angofce ripiena?
5,-t.h ’l Aio defire", ^ ‘
j j ';n :l

Nou-^iaira giamma^,-^.
— X)Liiioiìr-^tìia patirò^—
— -

„ “-Gon- cr udele battaglia *"7 ' f*


*
t~"^l|,’]litfcrnó"r^ t iò , *c|^*
jp.cl riQ^man'doal piacére ?-
,
j.
^
'
*t-'Lé tenti il penfiere, '
Eh ’l Aio ‘ ec.

j» Deì’jinalQ.à- la'.polla i; ^.1 j

Le Aritoli V oifa . Eh ’l Aio , cc.


j, Diirin meli, e poi anni in oc j
“ .

Dell’ alma glLa.fanni . w Eh.’l Aio , ec.


5, Della Croce alle pene uil :

La provi il AiO/Beqe.d Eh ‘1 Aio, cc.


' f i
„ L’abbandoni per fine
'
r

Di grazie Divine.:. Eh’l Aio, ec.

,, E così
defolata ^ ,y ••

Afflitta, angiiAiata. fi Eh’i Aio , ec.

,, d^hq farà Maddalena-' .j; •

'
D’ Arigoice sr;piena.? Eh’l Aio, • ec.

» rinunziarc.,j ^ ^ i* ?

Con vanto cjfemplarc )ri nrv


' '•

5, Deh Aio deAre, -rr hn '


/ d
Che non. eiir^ giammai.,' :
,
'

,,

^ Di morir, ma^ patire,.


A ogni grazia, e favore f i ].

.osPv'l.dìio Redentore^ . !

Pur che’l deAre*


Abbia ciò , eh’ anelò
patir , non morire. NEL^
, , ‘ !

SPIRI TV ALI. ili

NELLA NAT I del Signore ,


fT I T A ‘

5J

D

io dal
E per
-L_
Eccol che
Cielo difcende
noi carne prende
?
viene
> • • 1.
••

Al dolor, al inartir, , . .

„ Al
morir-, alle pene, ‘
i |[

5, Vagli’ncontFo cor mio,' ‘ -c-


Che quell’ è ’l tuo Dio,
A
lui dà ’l Cuore, '

\ V
Che te vuol, per te vien ‘

„ Il tuo ben’, il tuo amore/


„ Non è più Dio fdegnofo ,
'
. V • i
- i

Ma umano , e pietofó j
V •»
Kj'.J '/.'/*>
Che dunque temi ? ,

Corri a lui, non temer:' '/"V < ,


*

„ Non gemer, che più tremi?'/; 'v"*


‘‘

,, Se tu’l fuggi infedele,


Ei ti fegue fedele j '

-J
Eccol fi ftende / ^

' '
Fin nel fin, che farai J
‘ ‘

" «
„ Che dirai?
' ''
già s* arrende. "'V-'
Digli pur: Divin Figlio^ “
„ ;
Più bianco del giglio,' ;
'

Voi cerco'^ c bramo", ’

. I

Sol’ a voi do il mio cor,


^
<x

„ OSignor, voi foramo.'*/ .


<r

,
Vibran dardi cocenti' '

Voftr’ occhi lucenti,-


Che nel mio pettò
Fan gioir raliria 'in ver ^ «
„ Per
/v
piacer’, c
' •
diletto
(

Dek
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, - .

ìi6 f L A V D E ' >

,, Deh fo'rgetc amórofo


.. Bambin^generofo, ^ .
'

Eccovi ’I reno , v

Deh vi iia , nìio gran Rè,


j, Per mercè , grato almeno . .
' —
^ GIESV^ CIRCONCÌSO ,

WO
'

55 Cchi miei , che vedete


, ! •
,

Piangete, ,piaciget9, .
'

Pietà grande i ,

Il gran Dio'qiiì bambin ^ ;

» Tcnerin fangue fpande ?


„ O piiriflìmo Agnello,
Qiul mano , o coltella
Tant’ebbe ardire ,
.

Voftre carne a fregiar^.


^ A forar a ferire J
'

'>

,, O
rugiada Divina, ^
' '

Che ferace mattini


*
Cadi nel feno
Della terra fedel
Da sì bel Ciel fereno l /
n O liquor rubicondo « .
••

Gran prezzo del mondo, -


, r

Bagno vitale,' •
r.

Che ravvivi ’l'^iTujrt’ hìiora


„ Per il pomo letale !

„ Piangi , piangi alma mia


Tua colpa sì ria, , ;

Che fii cagione


y

;

'

Al gran Dio di*giiftar '


r * ^

„ Così amaro bpccone. '


-
;
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S P I R I.

ANDÒ Sr cìlJ^ MÌÌ^CJ


* vedere' la io afa
I L O R ^ T O. '

v*:ì ,f<V -.Jjiji . r

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•’i
Teatro Divino- 'P
"''' ^
Divoro t’inchino-^-^^
yy facro retto ^

'
Pari al Ciel fei cjuàg^ù' ' P- '

» Della Vergin ricetto. '• ... ^- «'

5> lo ti miro, e ravviò *


'

/
Terren Paradifo."* ‘'O/jacro tetó,cc.
„ Dc’Celcfti favori
Tu ferbi
i teforil ‘‘
OTaerd! tettò .‘ec.
5, In te’l Verbo immortale^’ ’ '

Si fece mortale . O ^iacro tetto , ec.


„ Tu vederti il Me/Iia
Celarli in Maria. labro tetto, ec. O
9, A te gli animi e i cuori
,
"
' '

Tributano onori . V O' fatto tetfto ed


I
9, In te trova mercedè “ " 'i'
'

-v
Chi prega con fede. factò' tbtto % ec.
'
O
„ A mie fiere tedpeftcf*
" ‘ '

Sei porro célelte’. Ó facro tcttoVèc.


9, In te fpera il coi* mio , .

’ ‘ •

Trovare il fuó Dio.


,» Ofacro tetto.,

*

Pari al Ciel fei qiiàggiù '

“ ^
9) Della Vergin ricètto.
- ''.
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•/.
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4A. .A. iAr..A. jAb '
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r X A, V D -E

CONTE M P L A-.Z IONE


del Crocifijfo » ^

^
Vci, cìie*! tuttoforpènde;
Da un legno qui pende
hi raff» nrmr#» i . ,
'
/
*
« f

;.3
99 1
^ Qui fart’ huom’ il gran Dio
,
ic
Deiriiuom pajpL if'/ìoI
Ed è piu- veto ?
O ìncfFabil’ Amor,
. „ O ItupQr,,o imifteról
^ Qiu’l bel candidd ’giglìo
Cangiat’è-’ii yeriniglio,
O che peccato!,- .

Tutto il belio, del Ciel


9, Tofeo vel’ha qfeùrato.
, ^ L’alrne luci beate •

*Qm vedo eclìflate.


In voi, mio ‘Sole'
*

^iSJori può gli^oQchi fiflar,. :

Lacrimar, chimdh vuole . '


! ,

‘35' Corona afpra di fpihe


Quicinge il bel crinet T.
Oraro efempio, i .

Che à fiiperbinc dà| /


'

.
'
,

,, D’umiltà tale fcempic)!


Qui le man,‘piediVe pett»
Del grand’ Architetto
Ferro l’pietàto’ ^
Per tua colpa ebbe ardir '

^ Di ferir, huomo ingrato.


*'
'«S- -f _
Ofe
.
! .

s P I Ra T V A^L I. H9
• O ferite mortali ,
- -
"

Rimedio de* mali', r-. .

Fonti di vita, • ì»/j •

Officine d’ Amor ,
„ Mio tefórV calamita 7
„ O bontàidei Signó>rc ‘

O forza d’ amore
( * ^-'O^ grand' Iddio- "* >.
'"Ì.
"Il Oliali giainmai hiiom pón®K
. „ Tal “pietà m oblio ?. ^ ;:L.l,r| 1 ^
P £ R SANTA
CàllocÌHtò-'interHo di
T S KZ S A
,
'
Giesk Crifld-i
E la medejìma fo^ra il fuo dttt§
* '“'Aut patj.-,' aiit mort'-w"*"" -«'fli

1^0 CV Tere^ ,lcl^ penfir',


»* ^ Tra à^ori intenfif —
gli ‘
ij
„ Non viiò gioire
Mio ^jies.ià., 'SighóraTiio^’:35riiyoig O
Ma patir, o morire.
^ Coglier fpine , e non.rofo ,^4-W
• Il Cuor lì dirpofe. Ì'No5f;vijò,~eé,
y. Ma fé poi ri fi a àtròccT]'
. . La .via della Croce t -‘Non vuo ^ cc. .

„ TrafilTcr mani , e piedi


vedi>b NottJTi^, cc.
5, Quella lancia, che miri
r, TV.'^ XT _ •:

Di pene, e tormcriti. !vNon Viiò,' cc.


_• •/' <T<
„ Non
L.T
gioifea Tfrefa, '^7 iri.
. Chf ha r Alma sì accefa

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^

lio ,T D;EI 4 Z
Ma quel paLTC . :f?
'
V- ?. ,,

Tuo Giesu,. tuo > : nJ'ì.

,, Finirà col morire. ,


' /o jjooì

'b
PER S^NT*\^’M7IOJV/Q‘,i CHE,,
Giovinetto Ififemao '
O

O giovinetto Trai dalle rdue ofnbrofe?


. . r-. .

.‘Ed

1 i 1i !1
éi n- dente

^
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L
Cortelè-
. .
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Mag-

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e , ;

S P I ROT TVA L I, 121


.Maggior piacere .
,

Non piiote avere


Che’ntro a folìnga Cella,
„ Vìver fra’bofchi (cella.
Oinbrofije fbichi Qiieft’almaa Crifto An-
'

S’io veggio il Sole, . ^ .


- Com’ egli fiiole ''nn' (J ,


t: ; : ^ 1 J.'J/i* ;i

Condar la luce, e giorno ’l



'
'
„ Qmiiit’ egli è bello ,
'
V» .

Mi’nnalzo a quello D’eterni raggi adorno.


S’io Cento ’l vento "T
'

Far bel concento, ^

Fra me Foglio agguagliare,


'

,, L'aiire, ch’ai core ,


'
>

M-anda ’l. .Signore , *A quel dolce Cpirarc.


S ' io veggio un prato
Tutto Cmaltato
DI mille, e mille fiori;

„ Virtù diverfe , ,

• D’un’alina arperfe Mi fembran quei colori.


Se puro Fonte , v' ;

Scende dal Monte , » \ iS c-


*
Sofpiro a quella vena,' ^
,, Che l’alma immonda
Lava feconda D’ eterne grazie piena.
Cantai! gli augelli
Sa gli arbuCcelli,
Per darmi un dolce avvifo .
^ : ó
Del rifo , e canti
D’Angeli, e Santi, iLafsA nel Paradifbi
Vaga Cervetta, '
t /
'
e-
!'

Se timidetta r

Fugge p«r la forefta j i


^
,

<22 - . L A V D ;E i I
'

J Vedi alma, dico.


Quanto al neinico,E quella a fuggir prefta*
Cosi natura, .

’S' altri pon cura,


E’ libro; onde s’apprende,

^ E fra le felve, . ;

£ dalle belve ,
Q^ant’ è da farfi , intende*

S, CATERINA DA SIENA.

D 1
olce ferita
Fiamma gradita
fen t’impiaga, e accende;
,

A Ma, o Caterina
D’ aura Divina V alma piena ti rende \
Caro dolore.
Soave ardore.
Che refrigerio apporta t

Di sì bei fregi
Tu fòl ti pregi , Ch* al Gel ti fanno fcoit%
5embra sì vaga
A Dio la piaga
Del tuo amorofo petto

^ Che feende in terra ,


Per fàiti guerra. Armato il tuo diletti^
Or che vittoria
Del Re di gloria
Sperar’ oggi convicnti!

In tal tenzone -
,

Reftaì? prigióne ^ E’ilibmmo dc’contcìitì-


^a vinca, o ceda.
Sempre ei far preda
Dell’ anime gradifee
;

^E fiam mortali
i fuoi ftrali. Ferito il cuor gToifec *

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, ,

S P I R I T V A 1- 1. I 23

NELLA C IRCONCISIONÉ
di Nofiro Signore*

E La
Cco
Anno
del bello

luce mattutina,
novello
, . ,

,, Ecco r Aurora
Già Ipimta fuora Novella pellegrina '>

Fra mille grate


Aure odorate, >
Minìrtre elette, c care,
„ S’orna di fiori .

De’ bei colori Allo fpecchio del Mare,


Già le biondeggia.
Già le fiammeggia
Ilbel candor nel volto,

„ E’I di nafcente
Moftra lucente Oftro in oro rivolto
Bel nel bel vifo *

Campeggia il tifo, j
Che n’ apre bel mattino
il

„ E mille raggi
Del Ibi meiiaggiGr indorano il Cammino,
Ma piu bel lume
Di nuovo Nume
Porta più bello il Sole,
5 , Ond’ apre al mond o
Giorno giocondo Affai più, che non fuolc;
Giorno sì chiaro.
Giorno sì raro , .

Che non conofbe occafo,


,, Giorno , che toglie
Le noftre doglie. Per l’infelice aiCo, ‘

F 1 Alta

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. . . , ,

124 L A V D E
Alta ventura,
Noitra natura
Ke celefte oggi fpofa,
^ E dall’ umile
Stato Tuo vile L* alza con man pictofe.
Sì d’amor languc
Spofo di fangue,
Che deir anel fanguigno
^ Rubin di piaga
Difeioglie , e paga Patto antico maUgno.
Con si pio efempio.
Nel dolor empio
La dichivira con forte.
^ Ahi, ma qual dote
Darle mai puote Figlia di morte? morte.

COMPARAZIONE DELL'ANIMA
che lafcia D $«

a
L Rofellina,
Ch’ili filila fpina
Apre all’alba novella,
DI lei più pura Non fe natura
Tra i fior leggiadra, e bella.
Così fiorita
Ciafciin’ invita
A lei ftender la mano,
E par che dica '
Senza fatica

„ Giifta’l mio odor fovrano.


La fua vaghezza
Tanto s’apprezza.
Quanto fta rugiadofa;
Ma fe lafciata Quafi fprezzata
w E ’n fu la fiepe ombrolà
Per-

r ;y Googl
, , ,

SPIRITVALI. 125
Perdei Ilio odore,
E d’ognì fiore
Par divenga pia vile :

Così langLiilce, Coslpcrifce,


„ La Rofetta gentile .
Tal dunque lìa ‘

L’ anima mia , i

S’a te Giesù non viene


Se confermata, Non e legata

„ Da tue dolci catene.


L* amor eh’ è forte
Come la morte, ,
'

Ne dà perpema yita^--
'
Dunque Signore C04 II; tiio aràore
Non da
far lei partita",
tn» tu Maria
Vergine pia
Degli Angeli Regina,
Prega per npì.,,.
.
Qiai fervi tuoi ’

9, L* alta bontà ÉKvina .

Le fo^raddifte Laude fi pfion


cantare come Balen fugace
ovvero Fermo® 1 Sole.
.

126 L A V D E
INFirO AL PECC AT'ORE y
che torni a Criflo .

Al Signor Con il fen p‘eh di dolor j

Vieni pur , non indugiare , Ch’ei ti vuol

Ch’ ci ci vuol già perdona- re

M V ediquella JMaeftà , Che ne ftà


j

Alpcttar tua umiltà j j

i Deh I

n , ;
,
Ciiugle
, , ., .

S P I R I T V A L I. 1^
Deh rirponcii a chi t’ invita >
A un .Signor,
^ A un Signor, che vuol dar vita,
Ei per te volle foffrir Gran maniK
— E in im tronco poi morir
-

„ Corrilpondi a tanto bene,


Ch’ei ti dà, foffrendo pene.
,, Sua ardente carità. Sua bontà
A venir non tarderà
„ Col fuo aiuto al Peccatori,
, : Se ii vuol pentir di cuore
“ Penfa un popenfadicor Al dolor,
Che ne dà l’ eterno ardorj
.

„ Se oftinato oìmc llarai


Al fin poi il proverai
„ Sorgi dunque, forgi su, E Gicsà
Non o.fepder più, non più:
. ,,
Chicdi a KiIfmTericordia,
• ' Che -averci i>ace, è concordia

SAN LORENZO:

£1 bel Lauro verdeg-


^ t

Trionfa nte Canti o-


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, , , . ,.

S P I R I T V A
L I. J 29
Schiera d’alme purpuratc,
„ Ch’ai l’cren del fuo fplendorc, Mcnan Tor^'
TranquilliUìme, e beate.
Crudeliflìino , c rio foco

Dolce gioco.
Nel bel verde più l’ eterna: . (gnaj
yy O virtù fiiperna , e degna , Che'n Cid re^
Bd trofeo di gloria eterna.
O Lorenzo, Marcir Salito ,
*

Sì bel vanto > •

. Terra, e Ciel ti danno amanti, (de


„ Che fcì ai,quel Lauro verde. Che non pei-
Pregì fu ne’ lìdi- fanti.
Or le. noftrc^ chiome bionde

Di tua fronde
Ghirlandiamo, e di tuoi fiori,
,, Méntre noi con dolci tempre. Lieti femptc
Canterem tuoi degni onori
i

PER n ASCENSIONE^
dei Signore

D Ebellata già la
Tanto forte ,
Soggiogato pur l’ Inferno
morte

„ O
del Ciel fovran Gigante, Trionfante
Ritornate al Regno eterno,
Nobil carro trionfale •

Con voi falc 'i

V aga nube , d’ oro , e argento


V Q^afin pioggia poidifciolta, Ricca,c folca
^ ‘
Piova a noi gioia , c contento
Schiere d’ anime beate , '
.

Liberate
F 5 Da
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. ,, . , ., ,.

15 ® L A V D E
Da prigion lunga , e nolofa
,, Or. felici prigionieri , Gran guerrieri
Vi fan pompa gloiiofa.
Cori d’ Angioli canori.
Lieti fuori
Manda il Cielo ad incontrarvi
,,Che con miificl concenti, E ridenti
Vengon tutti ad onorarvi
Gran Coloilì, e Luna, e Sole,
La gran mole
Delle sfere archi fuperbi
,, E’I gran Trono è Campidoglio, Nel cui fo-;
Ai fedel feggio fi Terbi.
Deh rompete Adam novello.
Forte Agnello
Le del Ciel porte ferrale, (mo^,
Che’n guftar vietato pomo,Il vecchio huo-
Diventarono indurate
Spalancate immantinente
D’ Oriente
( O gran
Principi del Cielo )
Vòftìe Porte al gran Signore, Dcftnittorc
Del retaggio empio dì Belo
Tofto aprite al Re di Gloria
Che vittoria
Sol per Tue virtù riporta
Di cnidel fanguigna guerra, Poich’In terra
Col morir la Morte hà morta
Preparate ,
o mio Signore
Redentore,
' Preparate or quegli Tcanni
Ond’i Tpirri iniqui, e felli. Sì rubellii
Tiaboccaro a cterm danni.

PÈJi

DigitizecJ by Googl
, ,

S P I R I TV A L I. 131

fER r ANNF'NZIAZIONM
della
MADONNA,
E *
Cco
1 Alba, che ridente

L’Oriente
Di fila pace annunzia ’l mondo
„ Qual’ in terra apri giammai Vaghi tài
Di più chiaro, e più giocondo)
-Oggi fcefo in uman velo
Dal fuo Cielo
L’almo Sol , .eh’ al Sol* impera,
5, A’ Tuoi nobili fplendori Fa gli otioip
D’mnil donn’ ardente sfera.
Q^i, che folo il tutto regge,
tllhe dà legge
Col fuo cenno a* venti, all’ onde;
O Maria nel bel fereno Del tuo fen9:^
I fiioi lampi oggi nafeonde •
Fatto figlio di fua figlia,
» j Si.configlia ,

A morir per chi l’ oltraggia


„ E fra gli empi in Croce a^fiflb Dell’ abiìÉb
Di fua luce ogn’alma irraggia.
Apre il Ciel, chiude l’Inferno,
E d’ eterno
Lume, e rifo, il mond’ onora; [no
A chi dunque in si bel giorno D’ogn’intoi^
Non r efalta , e non r adora ?

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LA V DE
RESURREZIONE Dr CRISTO Li
\

E Cco ’l di di glorie
Lieto giorno,
Ch’ al Ilio lucido fpléndore - ; ^
adorno>

> '

„ R idei Ciel,gioircel Moneto, Di giòconcio^


Che riforge 1 Salvat<M:e, ' -
,
'
.

O bel dì, giorno fereno, .r •

D onor pieno,
^
'
^ -

'

Che’ n trionfo , e’n gran vittoria v


yy Ne difeopre risorgente Dio-vh^jntc,
‘'
GntOcl crin d*'iinmenra .^oritti'^;'^
Divo giorno glorioso, '
• •

Amorofo , -
/
* - •
\
Dirtriittor dell^ empia mone,-
yy Che con
tua ferena luce;.. ^Nc Tei Duce
A poggiar rempiree porte.
Chiaro giorno, tua facrllà. -

Vaga, e bella, *

Di laliite altera fplénde, '• <-> - ’I

„ O bel dì, dì, che’l Signore '

'
Vincitore
*'
Delia morte a noi Ci 'render' '

" ‘

Al gioir bell* alme amanti -•

'
Fcfteggianti •

Nel fcren di si bel giorno , ' -

,, E con voce di dolcezza , Sua vaghezza


Cerebriam con ttile . adorno
• Q^efto è’I giorno,cliel Signore' ' < .

'

I^ien d’amore, c ^
' - ' *

Fc per noi sì riTplcndentc;


« Onde’n q nell or giubbiliamo , E cantiamo
Lodi al Ciel divotamente.

PBJi^

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M - U ,

S P I KITV A L I. 135

iRl^, PERDIANA.
ortunata. Ombrosa valle ,
F Ond’ il calle
S’apronTahne aTommi onori ,
a. •
-
\

tónr* appatfi IToIgo- ondo Giel fecondo


Di vimidi'^ moi fplcndarii
Per te fcmpre è d’alma Flora - ^
^
'

Nuova Aurora .

if l

Di vivaci eterni lampi-, <*>•

,/-Per te i Tolbhi alpeftri monti Sono ptòntiV


Di vittorie ad efTel*> campi >• ' '

Ma fra mille 'iìkiftri , e- mille i

Tue faville ^ *

Di fervor, di pura fede, .


^ '

.. ardente Stella ,
9Ì''tìa la cliiar’ Ond’ c beHa
L’Elfaognor, più not>il fede'; ,
*
Fra quan t’ebbe Etriiria mai
' -
Vivi rai, i.

Verdiana ha- giona' alté¥ai>‘^'^ ^

Giù rièf giel, enelUarfura, Strette muffa


Furon fbmpreì e edntro, c sfera^i- ’*i

*'
Ella clùufa in-errtio loco - ^

D'alto foco /
'

^
S’infirmò' la ment*, e*l petto:

„ Di chi n’apré al Ciel le porte La ria morte,


L’afpro duorebbe in dilètto.
'

Già racchiafa in dolce fpeco '


^
Vidder feco
^
Crudi ferpi i giórni lieti:' •
'

Yj*
Or per lei noftri penfiferi V Ddti , p ‘
fieri
Conu’o il Gel , fien m^ued.

Diy”^,Jby Googic
4
,,. .. ,

154 .L A y D E 1
>

A 5,.BENEDETTO%
L odi eterne ,
Fidi
eterni vanti
amanti,
Dolcemente ognor cantiamo,
'

»
k

„ Ed in (iioii’alco, e perfetto Benedetti»


Padre noltro al Ciel’ alziamo
Divo in Ciel, dove riluce ,

L’alma luce,
Cinto’lcrind’immenfa gioia, •

Vinto’lMondo,e’lfenforio, GodeDio^
O felice alta vittoria.
D’ Angel fanti in bella fchiera .
'j

Primavera
God’ eterna , eterno Maggio,
^ Lucidiffimi fplendori Son*i doni
Q^al produce ’l divo raggio
Mille, e mille Alme beate
Pòrporate
Fan corona al Peggio intorno
E di palme, e diademe, Liete inficmé
Kendon lui di gloria adorno.
Ei di noftre amiche fquadrc
Caro Padre,
Che bearci ha fol defire
Dolceinvita,c dolce allctta L’alma elett%
Seco ’n Ciel liet’ a gioire
Noi quai Cei^i a’ chiari fonti.
Lieti, e pronti
Difpeghiam’ al CicP i vanni j
Indl ot^or tra. rofe, c gigli. Grati
^empiam gli a^ati (canni •

_ PoiN

Digilized by Google
, , ,

SPIRITVALI. 1^5
Dunque a gara in dolci accenti.
Gii dementi
Kallcgriam co’noftri canti,
„ hd al duce , e noftra fpeme Diamo infieme
Lodi eterne, eterni vanti.

D/O AL P ECC ATOREm


4

O stinato Pcccarore,
Con amore
FilFa il guardo in Paradifo
i. Deh rimira Dio pietofo, Gloriofoji •.

Che non t*ha da fe divifo,


Oftinato peccatore,
Pien d’ errore . ,
.

Volgi al Ciel tuoi chiari lumi,


. » Deh rimira Dio clemente. Tutto ardente J
Che d’amor par fi confami.
Oftinato peccatore
Con dolore
. Che non piangi iftuo peccato?
„ Deh rimira come langiie, Piendifangu(|
Dio Giesù Verbo incarnato.
Oftinato peccatore.
Qual furore
Ti fa ftar lungi dal Cielo ?
^ Deh rimira il tuo conforto , Giesù morto^
Per falvarti in puro zelo.
Oftinato peccatore,.
Qual timore
Tiìa perder la virtute?

^ Deh rimira il Re di gloria , Qu^ vittori^


Ti apprefenti, c qual (alate •

Digi’i...J by Googic
, .

^
1^6 .
L A V D E
Ollìnato pcccaterie, ,

Puro il core
Dona a Dio Signor verace.
Deh rimira, qrLiante pene, Dio fofìicne w
Acciò viva,.ei morto giace.
Ohinato peccatore.
Tal’ onore .

Ti farà viver beato:


,, Deh rimira il bel defio , Come Dio
Per te muore immaciilato.

aiESr NATO AL PRESEPIO..


• V*

O Vezzofo, e
Chepiccino
Non ti cape tutto ’l mondo;
bel Bambino, >

Ardi sì quello mio core Del tuo amore.


Che lia^puro, ov’egli è immondo.
O fant’ occhi , o pupillette
Stelle elette.
Deh Vibrate i voftri fguardi (vetta,
quell’ alma',,che gli al petta^ Q^lcpr-
'

Sien pungenti j e dolci dardi. I

Ridi , ridi , o pargoletto :


Che diletto
Proverò del Pàradilo,
5 , Se
conforme al mio defio. Vedrò Dio,
Che prorompa in bel forrifo
Ecco Dio, che pargoleggia, - ^
'

E vezzeggia, -

Ecco avvenra fianime ; e foco ; '

n •
U" Mentre muove le dite lidie Chiarie belle,
Ecco rìd’ in fella , c a gioco

-> Cor-

Digitized by Google
,

. SPIRITVALI
Correr* Angeli , correte
- 'Softenece-^ - !

"•‘Deh portnie frutte, e fiori


Sii Tu pfefto,ch’iòTahgùircó, Oi
Ne -più foffro i <iolci amori.

Elia delira del

mio Redentore SeT mio core fi- dare fi

S' armi pare d* Inferno il fu-

rt

C0I£

Digit!! by Googlc '

V
. .

rore « Che timore queft’ Alma non ha »

alma non ha

- Dia tormento alla frale mia fpòglia


Fiera doglia coltanre laro j
,

Se Giesù di patir più m’invoglia,


• fra le pene contento men vò. --

Dairangiiftie d'umano rofFrirc


II ‘gioire sù nafee nel Citi, ;

- Primavera più bella apparire - •


- j

- ,, Sul partire lì mira del gìel


'

^ Gridi pure d’ Avernò il Tiranno


Che non hanno i miei mali mercè,’
Che r eterno terribile affanno
D Degli Abiffi ftà pronto per me ;

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.

S P I R I T V A L I. 13^
97 Che fon pene dell’ empia mia vita
Già fmarrita nel vano piacer;
Sa qiicft’alma dolente, e contrita
Schernir
5, empio nemico del ver.
1

,, Di menzogne aftiite, crudeli


S’arini, e veli, timor non ho più;
Quanto piiote, riditelo o Cieli
,, La Tperanza, che pofa in Giesù; <

5, La l’pcranza nel fparfo Tuo fanguc


D’infinito perenne tefor;
Di tal vena l’umore non langue,
'
„ Che i falli monda del peccator . u
5, Sì sigiocondo (pera cor mio
Buono è ’l tuo Dio, credilo si:
Dopo la notte madre d’ oblio
'

5, Sorge l’Alba, che furcita’l di.

VERITÀ* BELLA SS. rERG/NM


» leco amante, ch’adori bellezza »
Che fol nome tien di beltà.
Deh vagheggia, fe vuoi più dolcezza!
„ Maria Tipo di Purità
„ Alma avara, che prendi contento
Di ricchezza, che è vanità
Come laici quel candido argento^
„ Maria Madre di Purità . •
.

„ Cor fiiperbo che brami gli onori.,

Che fon ombra, che fono viltà.


Segui fegui, fe vuoi più fplendori,
Marià fpecchio di purità.
„ Se di fiamma terribile , e dura
Fuggir brami l’ eternità.
Corri, corri alla Vergine pura
„ Maria Neve di purità.

Digiiized by Google
. ,. ,

4© .

L A V D E
Cf^OK ^MOROSO IN DIO,
9 C Ignor’io ardo, ed è l’ardore
O Si giocondo dentro il mio fen ,
Che tra le fiamme gioifee il Core
D’ immenfo gaudio tutto ripien
^ Dolce fiamma, che tanto rifplendi
Liquefamii per te mi vedrò;
Giocondo foco, che Talrna accendi,
» Incenerita viver non può.
^ Sante faville d' amore ardenti
Dolce avvampando venite a me.
Che tante ho gioie , tanti ho contemi
„ S’io mi confumi, voftra mercè
I, Signor mio Tei tu ardente face l’

Che doni all’ Alma tanta virtù


Ch’in te fi pafea d’eterna pace,
5» Qiul Salamandra , mio buon Giesù •

„ Si ardadunque, o Anime amanti.


Se amabil fiamma sì ne rapìj
Sien noltre glorie , fien noAri vanti
„ Se ardor celdte a noi s’ uni
„ Non mai s’eilingua cosi bel fuoco.
Fiamma Divina , cclefic ardor ;

Ma lieti ardendo In dolce gioco ,


,, In Dio s’avvivi ogn’ alma , e cor . .

Le tre fo^raddetteLande fi ^ojfoii


cantare come Sant’Amore ,
che l’ anime accendi.

c* S
-
. ANfi

Digitized by Googic
,

S P I RItVAL I, 14*

ANlJkA CHE L'ASCIA * • '«


• •

r améT terrtii9 . .
.

'
Efir terreftre, che
<*

— -0-

lufinghicro, A cader meni sì fpeflb’l


• •«r

:
utul

t
xx

piè. Ben riconofco Tem- pio fentiero

Ili^l

»***»— . dii a.«f"

Defir mendace fals’ c tua fc , Defir mca-

date

Digitized by C.:u8lc
, ,, , ,

.142 L A V D E


' dace * fals*c tua fc.’

Tu m’ allettafti col tuo fplendore , •

Che tliggitivo nulla non è,


Che moftra rifo, poi dà dolore.
Più non ti credo , fals’ è tua fe

'Altri configlia, altri lufmga.


Indarno tenti lufingar me-,
La tua promeffa fo, come fìnga,
„ Defir bugiardo , fals’ è tua fe.
Pefir mondano , che sì t’ affanni
Ne mai perchè?
ripofij quello
Per tclì’cr Tempre , ed inganni
lacci
Tradir, chi t’ama j. fals’ e tua fe.
Da te tradito pur m’ allontano
Amico finto ftanne da te :
l..Vn’ ombra, unWento, im fuoco vano.
Seguir non voglio 5 fals’ è tua fe

DIALOGO, O D E
A.N.G E LO C rS T y
E Peccatore .

imj

I peccatof ,
perchè cii-
S P I R I TV A L I. 145

fiorii

C he morir devi, e per Io tuo peccato Re-

ftar dannato , mefehino \c ì


-il* \

P. Perchè non mi par tempo d’aver qttcfto


Penfier molello,
9 Giovan’ e frefeo ancor, ma l’avrò quando
L’età miincando. Vecchio farò.
A. Deh llolto , chi ti- fa la ficurtade •

'
Di queir etade ; '

Mifero te, che fai*, che tu non muora’


Giovane ancora , In verd’ età ?
P. Orsù quando farò giunto alla morte, .

Compimto folte

^ Potrò pentirmi, e dimandare aita ^

AH’ infinita Bontà di Dio; .

Dig;--’--
, . . , }

-144 L A' V D E' •

A. Forfè noi potrai far, quando a quel punto


Tu "farai
giunto 5 - .

^ Mi'feTlaì cieco :mondo all'impròvifo


. Sarai diviib,
. ^ .1 Pi , che fatar? •

Pi 6ò eh’-inhnita è-l% lxmtà d’ Iddip^ - ^

Salvator mio-,
Confido in lui , che mì farà propizio
Ch’ in tal giudizio Non caderò
A. Ahi ch’iftfinita.è la gkiftìzia ancora , >
«Nè rpaga ognóra :

^.Tcrni gli occiilti ;fuoi giudizzi, e tetìài.

Quei giòriii bftremi f Mal- ì- - ,•

P. E^o fli , ‘eh* io ticredo , e volgo il core


Al mio^Signore^ì - ;
^ i ,
r:: *

„ Tu, mentre chieggio iimil perdon*a Dio


- Del fallo mio , • *- Prega* per-me— ->

'
A. Beato* ór te cluamàt ben ti potrai^
r Se fé giurai ‘
>.V /.'•
5jt”Sùk) alla- morte, a far fennpre del bepe ,
Ed io di pene 'Ti caverò.
.,5 (. j ; I

V AN/MA PFCCATR/CE, CHE


-iafetiti* amor nrYeno ftr lo Cehfie -

, >

E per fervir il mondo hai fempre guai.»


SAnima .Perchè lo fai
(ciocca, c tu pur te ne ridi?

4,
Così m’uccidi, Mcfchin’a tè.
Ahi perchè prima a Pio ti rivokafti.
Poi io lafdàfti
ii.Per flirmi nt* peccati, aìme morire
Per tuo martire, Mefchin*a tc.
©eh ritornala Dio ti fia’n piacere,
^!1 vuoi godere,
«Efe

Digitized by Google
.,

I R' IS P L I. T V A
„ E or, che n'hai tempo. tu noi fai, */

Ti pentirai, ,Ch*è mai, per. te
Svegliati ormai , non vedi anima Jafla ,•
Che ’l tempo pafla, ,

,, Lafcìa *1 mondo , e.’i peccato , è folotddio


Sia *1 .tuo defio , ;
t
,
,.Che buon^pCT ;te ..

^
DES ID ERJO A R .
TE
.


\ ,
$atir Crìfio r,-r,

Giesù fperanza mi- a Per

afpra,e dura via Conia mia Croce.

O landa empiaed atroce , ,


C’iiai trapaffatoil core

„ Del mio dolce Signore, Paffa ’l cOr mio


Q Vo-
, e..

<i4s\ ’
L'- ’

f) :e'À V t
'

Voglio ’feiitir* aneli* io ' •


-De* chiodi il gran marcirò-,
„ Che leene man fentiro. E' piedi inficme
E quelle pene eftreme ‘ '

‘ù-
Delle’ fungenti rpine,
' •
’ t

Cli* alletémpie^divine Ingiuria fero;


O Giesù mio Dio vero :

'* '

Viiò ber rac^tòie -Ì Felé,’ -

„ Che*l miniltro crudele Al ‘ fin ti porfe.


Di quanto mai t* occorfe, ,

'‘Nella'tua dura morte,,-'-


;S;Ì;VògEp eflerriconforte, Ardit%e pronta.
.Vogiio-patirogn’onta, .
.

*' Ogni, vergogna^ è feorno * r

„ Con un’ abit’ adorno Di difpregio .


Amar* ; e' aver* in pregio
Chi m* odia, e chi m’offende, ,
V, Chi' dìfonor mrrende,
E mi" cfenh'ilc.
Non vuò'C*angìar mai Aiie, ,

- Aarà À mio ò>ene ' .i - i - -

35 Patir tormenti d pcJìe -In giurie ; r torti


-,

- ó’ E 'G r
'
ignor tu mi ronfortì.,:

- /

S Èd • ip temer non ‘'voglio,


' ' ‘ ‘

„ Starò Coni’uóo fcoglio Iti pK-zz* dii’ 0nd •

Non' vuò piiVfoglic'i c frónde. v



i

Della mondana pianta,


Ma della CiocC'Sanra I fritte’ timarì .
-

A me pili dolc’ e cari


D’ ogni mo irai dolcezza,

;
E di quanto s' apr rezza Sott* il Sole

Al-

hy Gl”
. , ,

S P I;R<I T V"A L lì 147


Akr’ il mìo cor non vuole
Qie 'GiesiiCrocififìb-, ; V >
„ E ftarne fempr’ affilio Allc fuc piaghe .

Io prego, che m’ allaglie


.-~Mi fommerga, e m’ affondi
;; Negli abiffì
profondi * -Del Aio amore;
'

,Turto àccend’ il core'”*,

- All’ aiilòridcr /patire . * . ••


*•

„ Poiché volle morire. Per darmi vira.


Alca bontà infinita y
5 arei ben’ un ferpente,
ardente In.fcguicam.
io' vòghtrthnTrqùe aiiTOrtt .4 ; ,

^Qié-Go’Uaagde iiaifiagato II dover noli rc^


Re del celeffe chioffro ,

Tu ibi lei la'inia -gioia,


„ In me perìfea, cmoia Ogn’ altr’ aff'ecco .

Jbco è uuio cor-fiffretto


il

“—È voT^ip in mijirinodl; 1

àlodt 0gnQi‘ .
.

«r ^ f V» •“/ ta> # »• * — - • ,

Ld fo^radàettd Lauda Ji può cantare come


'
Telici noi ovvertfLjhinxo , che fù quei
,

giorno, Nel qual da quella vita,


— Levate Al Pallori, Leviamo
" i
*
noft ri cuori , O voi che ,

i
«5 'néUiliifcrncì', Vor- 5
-’. !

. r., rèi pur imitar


vita-.?

G 2 CGA^-
Digii, by Googlf
I

Aiaddaleriii'

Olcc Vergine Ma-

ani

^
Dell’)
,,PoffadIrquelc*hogià vifto

Kiii

lidi Cli- Ilo, Tarn- amo-


|,ofto-

rofa,
. r

SPIRITVALI. 149
r T

rofa , tant’ amo- rofa , Qi’ a fuol

f t

j
piedi ’n Ciel li . - pofa»

Quando Criftp <pa:edìciLva.,


La Sorella Ja: pregava ,
Che.i*anddffe ad afcoltàre,. '

La farebbe innamorare j.
Tanto la prega, tanto la prega,’
- Che la grazia, non le niega.
Quando andar lei li dil’pone,
Aloltc gioie ella' ft pone ,
Affai perle, e bei iinanigli,. •.

Con la vetta fàtt'à' gigli} .

Pare una ttellàjt pare. 'ima ttella


Quetta Maddalena bella .

Qiundo al Tempio fu arrivata.


Correr fe mplta brigata, .

A veder la bella donna


In sì ricca,' e^và^ga gonna
Ella ne gode , eUa he gode ,
E fi fente dar gran lode ,
^
'
i ’-i' ;

G 3 Qa^
Cioogle
,, , f

•<-.r

150 .
'
L‘ Avv; D. e: 7 r.
Quando al Tempio clki» fu giunta
' iùt ferita d’ui’ia funtif,- * -
" Che Gicsu~coii d^btqel/gimrdoV'"
- f. ^

Le pafso 'ì !cor Cóii rUit
t
Ella- giòifee , elU-gióifc€5 ’
f

E Giesii il fennon fìnifee.


Giesù Grillo p-vla-, e dice, : , j

Alma ingrata , e peccatrice


Son dal Giel- dilcefo in-tcrray -
f


Per cavactri d*'ogìii guerra;
*
'1 " - - ,

Tu edu ^aii furia,.tu ~con gran fLÌrii^'

Sainpre tìérchi f^rtì-utgitui^ r — l- j


Dell piglia alma mia conforto
Che per te voglio efler morto, - i

Con quel fangue c*ho nel petto


Vuò pagare il.tuo' dilÉctrp';‘! :7 J )

Balta che m’ami, batta. che. ihl ami y .

Che nel monda aicro non brami'. .r;i )

Quando fa queftafermonc, *.;iv ;t.;> 1


Maddalena fi dìfponc o" <-


Di cavarfi' l'ornamento.
Che li dà tanto tonnento, .

E rlpor Toro , fi ripor l^oro, < . . ; l

Che valevarun gran teforo


A Maddalena par milPanni-h^v :.l t i.-

Di cavarfi i ricchi’ panni. j:” "


i

Verfo cafa il ca.'nrnin'ptglih' j ' ['()


A lei i paffi pa'on miglia! < .
fi?
Va Tene fola, va Tene fòla, .

.*•
Senza dirTina parola. . - ‘

Qipnd’eirè giimt’ al pafaz»>cy -

La fi piglia per fòllazzo ‘ -1

Di vol.!r'i Vagellare V '


v :/ì u :i

E cominciafi a .fpogliarc,

r La

Digitized by Google
. , .

S P 1 R I X V.- A L I. 151
La porta" ferra la porta ferra ,
,

Chal fuo'corpo'vitol far guerra ,

'Quand’è dentro riferrata,


tlla in terra mgìnocchìata
Piglia in man le Uie cinture,
H li da gran battiture j _
, . ,
.

Tanto fi batte, tanto fi batte r.

Le file carni, che paion latte ..

Quando Marta non la vede , ^


,

Verfo camera affretta il piede, '


,

E quand’èdentro la porta
Maddalena gli par morta ^ : r -

Chiam’e ricluama,chiam*c richiama.


La forella che tant’ama
Vengon giù le Damigelle , •;/_

Prcndon le fiie membra bclic^


E la pongqiip.ful' letto, , ^

Bagnan mani, vifo, e petto;


Con con tant’ odori,
tant* odori, ^ [

Quant’ adoprano i gran Signori. [

Maddalena fi' rifen te,' ,

Vedefi Intorno tanta gente,


Guarda Marta, ,<the l’abbraccia,
E la bacia ;(pe{To ijn faccia;
Non pianger più, nOTi^pianger più:
Io fon viva, non vedi, tu -
^
f v ;;f..

La Sorella la riprende;,, r, V
Che’l Signor troppo s' ofTende ,
’i

Da chi cerca darfi morte ,,r ^ ‘

Lafciar balla le, vie torte; -,


'
Sol fi contenta ,,fol fi contentar,
Che ben viva, e del mal fr penta . y
' .) r. n' /'v^ , f .• . '•vv'r':

A G 4
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. ,

152 L A V D E
PEIt LA NATIVITÀ' DEL S7G.

D Che
Eh cantiamo con letìzia
Gli (plendori di quella notte,'
le grazie n’aita prodotte G
Del bel Sole ^di Giiiftizia
Non tardar più, Non tardar più,'"
0 Buòn Giesù.

Vieni, vieni ,

Notte vaga , c riTplendente -

Più del Sole, c delle Stelle


'

Sono r ombre' me più- belle


Ddr Aurora rinafcente.Non tardar più,ec.
Chiara notte , che ’l fereiio - ^

N’ apportarti all’ Alm’ erranti ;


'
Ai fofpiri, ai lutti, ait pianti *

Dertiin uno il finé,e’l'frénó.Non tardai’,ec*


'
Notte amica d?r uioir^^ ^ ^

In te nafea il R'edeiitorCj j- ' '


:
••

E col- Tuo vago rplehdòrc' ;


• -
’ •

E Al ma m ia voli a ferire . Non tardar, ec.


Sgombra, o notte, il fófco velo* - -

Della colpa, e porta il giorno; •


'

. ,

Della grazia, onde Toggiorno -• :

In te faccia il RedeiCielo. Non cardar, cc.


Se nel mio petto s’accende ^ ^

Vn fol raggio dì quel Dio, - • -

Ch'à me diede Pefler mio, '


'

Del fuo Amor Httto s’ac€ende.NonjEar.,ec*


O Giesù Tanto Bambino,
S’un tuo Tguairdo in me fi fcocca
Per fa- gioia il cor trabocca 5
Pargoletto alto , e Divino. Non tardar, cc.

A in-

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, . . .

SPTR^ltVALI. i»
A Indiinar Gìesù già nato
Ite pure, a miei Penlìcri,
Ed a me fiate furieri
Che *1 mio fallo è perdonato. Non tttf., cc.
Alma mia con i Paftorì
Corri pure alla Capanna,
Sentirai Glorù., de O^na
Intonar negli ald Cori. Non tardar, Cfc.
Vanne ornai , e fc nel deno
Vedi im Dio coricato
Porgi al gran, Veiho incarnato-
Per pietà luogo nel fcno : on tardar , ec* N
. /

NELLA PENTECOSTE.
'

\ I
\ t

O
^
Stupor ; pioggia di foco
Dall’ iftedd Empireo loco , ,

Cade ,
e ihccnde l’ idiota
Gente afcefta, a Dio ben notai
Qnde qiiel gelo-, onde quel geloy
G’ hanno al cor , fi cangia in zelo
Sacra fiarama.arde i_lor,cori, ^ ,

~ E gl’informa di fplendo^-,.

: ~C)nd’il pigro vicnr fervente,,

_Ed iI* rozzo eloquente'


Senz* altra tema, fen^* altra tèma>
O rifpctto uman , che prema
Efce Pietro dalla danza
.
.^Con coraggio, e confidanza, j

-—E comincia con- gran féte^^


"
A gettarla! fua gran rete, ,
1 Per lo'*dcfioV"pe"r lo dcfiò _
Di pefear moiV alme a Dio

G 5 Muf-

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r
, .

1^4* A
^
Nulla teme le minaic'de'. ;
-,

Degli Ebrei, «é llorte fecce,


"
Ne li fatti, ne parole ,
• •’

•Di Fantefca, come ftTolcr- / '


;
\
O gran Potenza, O
gran Potcnzà'i ' •-

Della celdte inflii^^-v -


^

Grande ftuol dì'prfòt' prenefe^


'^ ’ ‘ : ju'd
Ne fi ftracca ,‘
nd fi /arrende , ^ -

>
Getta reti, e^pòrt'nòv’efcà j' > -

Per defio di maggior pefea, ‘

Ne men T Inferno , Ne men Flnferfio


' ^
Può impedir l’ ordin fuperno .
Fiamma eterna , alma , e vitale ^
Al gran Figlio, e Padi^ ugitak
Ch’ acqua , e Ciel , Fuoco , Aria , c Terra
Signoreggi in pace , e guerfà f -,

'

Del tuo ardore i Del' tuo ardore 1

Deh n’ infiamma l’ Alma , e ’l core

ALLA MADONNA.

Cco bella regina , Ma-

dre del mio Sieno re, Vniifa


te s in

Di.ll/ZGd
S P I Rvd rr V A L^I. I^r
. : f :ri‘' nr'

te s’ìnclùna Pentito cato-

•j'.r cfwyrr JtU

Vcrfa dagli óCts > >'


dhi*4 piatito , : ' i

'v' i j i .1 •>'_.

Così leggiadra, © • •
'
'
i
j
-

Co’ tuoi vaghi 'fplÉindòri, ‘ - ’

Qiul mattutina Stella ,- •

•-
Sei fcort’ a’ peccatori j
„ Con la fpeme gli- affidi, .
'
V
E col lume al Gel gU-giùdi J ' '

Sci bella com’ Aurora-, * - :

Vaga come lìi^ Lutìa-, ^

Quando co t'isgg’ indora-' • •

La notte uniiHh*, e bruna'.*' .


^

„ Sei come ’l'^» eletta*,


*
' - •
i .

Vergine benedetta.
G 6 Sah-
A , I . .

ijif. . ’L- V D i ':


.ì/’;:ì: ^

Santiffima Malia, / f
Io* già; colmo dì aelo-,/
»

;Tì dodò alma- mia Vi — • j. .^4.^.


... L
^peifch.e languidi a|[Oelqr
' ^
5
,= C^edi per ixu;
Oìt’-ttimi tiw fervo fonQ iK

PER S. ANTONIO DI PADOVA:.


Acero manto , e vile ~
L '
Cuopre le mcìi&rà. al S^io.»
fce-doti in ftaco iKnile>
^

».«
.

-
„ _J .

Afconde o deano incanto.,,


-,

i,Muta* la lingua appare > .1 .


;

Ch’è maftra al ben parlare .


Celava in ogni Joco ;-
t favori del Cièlo * - ' r ; '
— ;
. /

Sótto 'cenere il .fuoco


. Ol’ 1 Sol" parea ccd velo: . ~
„ Ma ’l Rio d’ argini aftretto^
T rabocca al fin dal letto>; 1 '
; r
Quanto nel Ciel valefle
La lingua de’ credenti :

Il Ciel co* fegni elpreffc,.


^
Fatta degli ElemeiTti , «

Signora : anzi da Dio


Vn Mosè vice Dio-., , , —
Con mille frodi adefea
Il Pefeator il pefqe

Or con rete, or con efea-j.


E prefo ancor fe n’efec,
Al fuon de’ dolci accenti »
V engon lieti , e eojaienti ^
- •
‘ '
- -
, .
egi

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: . . .

s P I RI,T y A L. I. 157.
Chi d’Anfion kLira^ •

Chi la cetra d’ Orfeo-


Paragonar qui afpiral ,
^ .

Antonio fol poteo .


Del inar nuova Sirena, i :

Tirar’ Orca , q Balena^ * ,


,
^ .

Dalla fame agitata ,0^ -


, . j c;rf! u
Fero ammal A vaie- ‘

Il cibo vietato. *
!.. f. ,

Innanzi , e. atrefta il piede ,



f

y, Che d' Antonio non meno r


-
/
La lingua il tien,che*l fren«« . , ^
Provido Agricoltore , ,
'
.r.
La divina Temenza , ; -r; . ;
\
Sparge con tanto ;ardore» . . f
-

Ch’è tuono ogni- Temenza» i


Con folgori, e con lampi .

f

Feconda i vivi campi, r, .


,
^
'

Ne per girar degli anni ,,

Ne per invidia atroce


1* '
.
j j

La fama arreda vanni i.',j i .


,

RiTuona oggi la voce » , A ,


-
,

,, Noi riTpondiam colic^tp» '

,
'y *:

Vivasi viva. il Santo. » -


,.j i

P£R V Arar ST tS S IMO


Sacramento^ '
\ *

L a* dove in lu-na d’ Oro


Entro a gemmata tomba
S'a/conde il inio.teToro, .
;

;

-
*

Volo come colonìba, , j


:

„ Ch* era a Giesù ricetto , .


; . ;
> - r,
D* aurea colomba il petto.
In ftrctii ceppi involto» ,

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, ^

I5S

A V die:

u : 'i c
_
--i
In career fotto chiaW,-« -••"•'i-

•>
Vivo chi v’ ha fepOltOi • > • •

- >'
.

O mio Signor foave ?.


5,
Ferri, ceppi, ed orrofO'y •:
Non ha prigion d’ Aittore*- ^
y \
fc

Accio il mio cuor fia; ihzio,^ r ^ ^

Il mio Signor fovrano*'"


'
- i. jf-Ct

Accolfe in pìccol Cpàtiór- ^

Vn*ìmmenfo Oceano, ' '


. ; M

„ Perchè tacque fiim pfòfitc,;'


Del mar, ne'feci* tm* foftW. > ’
r

Avvelenato*- cervo - - c

Trova al fonte fallite- ^

Per te mio cuor proeervOr‘ ^

;* ;f'
Son le virtù. pércfiltet 's

'
5 .»

,,
Ne lafci il tt»0 velèftbv^
'
f

' ’
Quand’hai la, fonte in feno»^ =•

w;...
Venite qua mortali-,
' . ?

A fpegner quella fetCy .

Cagion de’ voftri'mali,'


'
' -•
‘'l

Venite , e troverete , ‘ ^ * ' ' :


?
f J

^ Ch’accoglie lui bóccon folo - ^

Indo i G.ince', e Fattolo .


Etu, ch’ai van piaceri’^


'''
'
;

Tanto anfiofo- intendi , ,


'

E più brami che fperi*,


Se al Sacro Aitar afeendi
„ Spente le voglie ardenti , i' • ->

La vena hai dè’ contenti ;


*-’'
A Voi dunque cor mio’,
DI tutti in abbandono, - '

A voi Signore , e Dio


Mi do per fervo in dono, ‘
-

Perpetuo mio contento^ i


-


Augnilo Sacramento . N£l^ ->v

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,,

SPlSlTV-Àlil. t I'
'
if^

NELLA NATiriTA DEL S/GN,


ieta giolfca ogn* alma
L Oggi
Alzi le voci
di mortai falma
al ' Ciclo j
. j .
j'X
>1

E di caduco velo
„ Si verte il Re de’^Rcgr,
^ "'/A?
Lafciat’ ha i fcetn , fregi
e’ fi ;
O miraeoi’ altero ,
O gran polla d’amore.
Scende dall’ alto^ Impero

Capanna iricolra* umrte , j


*
E’ il palagio Reale",
Prefepio iitniióndo , e vile
Ha per cuna il natale, ,,

„‘Nudo pof^ fui fìqiò *r-


IlViegrO' fi'^ncoL*,

' “•
'
Viè* phi. cmarev^^
Sciiopre battendo l’ all
’ ì:i
Nell’ alto divo Sole^ c

Ond’ han gioia , e ftuppre

teS-cavate‘grt^tc-,-'“
Si raflcrcna’l Cielo: >

menti - . v.-U-
„ 'Sciolgon. le carte' ‘

Novelli, c lieti accenti.

1
Glotia

. Dwi!!.’"' bv Coogle
.

i6© jt A y fi: i;ì

Gloria in Od, pace al Mondo/


Indi s’ode caiitare," v •• v-
Sorge dal fen fecondo
Della Stella del Mare, ,
t

„ Giesu figlio al gran Padre


Delle celefti rqnadre* ; y :

fER LA N^t iriT A DEL


Signort .

Cco , cK’ è nato in ter-

ra , Ecco , eh* è nato in terra II Re del

Cielo , Languifee , c non può più , Ah ah

ttkmìb
.

ah mio biicnGìesù, Ah ah ah mio


\

buon Giesù, Per il gran gelo 1 > ‘Per

Dal Ciel fcelb buaggini '


ì
a j

„ All ah ah mio buon Glesù


'

.)> Per tuo amore , •i!J ^
„ Aprigli perpietade. ^

Aprigli il feno , -
I
,, ]

Ahimè non vedi tu,- •


Ah> ce.
.•.^,.Ch’ei divieti meno .

„ Co Tuoi dolci vagiti - '


' "
v^,;: : - .

Egli t’invita, p'.- . Ji \

Deh-non indugiar-.pièj.. Ah, cc.


':^‘‘Alma gradita, * «Vola
^ *

D„ - ;.y Googlc
, . .

léz . ’L/ A; E) E
\y Vola co* Serafini
- — ^Allà Capanna». *% »

A' vifitaré
VniDio , .che pori fa più , Ali , ec.

„ Che per ce fare


^ Coni con i fofpiri. „ ^|.J
"
A rifcaldarlo ';'
' j* I
‘Córri Aliina^ su '.sti \
"^i , cc.
A. Cònfortarlo ». V < j

'

5, Mira , Sie
'due Giumenti
iehz’ intelletto
„ Ah , ec.
I (

amore
:niedc
ti un Dio
chiede - : .

Tute’ amorofo
Amor, e niente più,. ; ,, Ah,,.cc^
,,'Bambin vezzofo. * :

n Su dunque animar mia ,


-
Donagli ‘I Core,
'

Ch*e^i non brama più, ,j Ah, cc.

„ Gliè mtto amore, ;

^ E oggi nafee in terra


s’

.. j Signor sì pio,.
Rinafci ancora tu r ^ Ab ^CC»
,, Con il tuo Dio .
'
.

^ Rinafci , fe godere
Bram’in eterno
,

. %*rà

Digrtized by Googic
,

S P I RcIT^V AX I.
Tra gli Angioli JaTsti J
^ r ji,'Ah,.cc,

5, In fempÌEemo i* '
,
c».

PECCATOR .11CÒ NT RITO



/ ^ é

A Hime, che

Che
del peccatoci:
Io fon nel fondo ,
’l mio cor troppo fu
'
^

-' L rr

„ ( Dolce amor mio buon Giesii )


„ De'ditó al inoBdòW? _ A OT\“ \ .M
,, Son. reoi di mille colpe ^ i >- lu
Al mio Signore
Che foffrir non può più jjDofóc , cc,
„ Il mio errore , - ^

5, Dal (bnno della colpa i >. jì.: - i


j

Io vuo* ^vegliarmi' Olii j j j / ,


-

Per non dormir mai .pwi- "^^£)l3ilce,(ec»


„ Nè addonnentariaiyrirji: A o ri: iiJ
i, Pietade umiliato , oiju j'

rCbieggió' a<quel Dfo, )jr '


it :l

Che’n Croce meffo éty .

y,Per amor mio / oi i . ii/ ì :,I

,, Così il mio cuor contrita- i '>

.-.i Oggi ia 'chiede '


<
' :
. , j * > !
'i.)
E l’attende in virtù J,' Dolce »r(cc.
„ Di fama Fede;’:n'^rr:.'j t.:v i o::')c ,(

,, E fe del mio fallire -''u rrty:; f 1'


.

1 ‘Avrà piècade,' •
-'in;!.

,'f '
r. •!

.• V > k « -fe. .

CoafelTerò vie più, ---;


Dolce, tcc.
La fua Bontade..
„ E difprezzerò femprc '3r:;ar..o3:^ i ,

,0^''gcandezza , H 'if-'

Che non può aver qiUggm i>„DotócfCC.


„ Vera allegrezza.
^,Co9Ì

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i 64 D ^ ?
.Cosi lìbero e fciolto:
, ..i t.;; . ;

Vn giorno, ahi ! /.i ..

Dalla ria fervitù >, Dolce, ec.


^ DiwSatànàQb. : :v ?)": •
s

„ E re Signore , e Dio
Vuò benedire y . ,
;
Per non t’ offender più. Dolce ,ec.
„ Per r avvenire. !wj :
'
. 1 .

;

-I .
• ^ ; J . y . ' .

A PASTORI A. CORRERE
.
_ (

/NrJTO
al Prefetto di Giesu.Bàmlnm* ^
.c

Vegliatevi Paftori , . /
O Ne più dormite, -.u.. j . .. ..

A me preftate fé» ’
.

„ Su veloci movétciii pìè-V^ > l\


iC;.. il -fr:-. .

i,
Lafciare voltra .gregge^ . i' ; ..

Tutto lafciatCy c ^Ihc. ./

E fegiiìtate naéiif ì: '


» Su veloci, ec.
.:»,: Aloté.bea?e>‘ r..:.'

Moftranù io vi prometto
Sotto umàuyelo/, . ^
Quello , eh’ il tutto ^ > » Sii veloci , ccl
/ del Cielo,;}’ r- i
]u .

,, Sotto rozza Capanna . : r-

Tutto tremante y ./
^
.t

Sta chiedendo mercè >


'
» Sii veloci ,cc.
.. jjcUPÌYP Infante. : .... .

Lafeiò dell’ alto Cielo: .


<

Igodimenti, .j
'
^ ;

E a patir fi diè , i. ./ Su vtìpei, cc.


iPeirl^yiyena* - - >
ftk •:

n Noa

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. . 1 ^ .

s p I.& r T v.a:l I. i«5


Non Cede in nobil trono
-Di dplc pléiK);/ J
Ma ratto abietto s’c „Sii veloci, ecl
Giace fiiI.£eno', .

» Non' tTen legalè -addòbbo^ v\ y.'.v.


/oOinobil irianto ; li.Viù.> l 'linci
Cinto, è da capo
c veloci , ec*
,, Con rozzo ammanto

99 Tremante ai freddo lialli-... !'4 ^ *t

Elpoifto a’ vepri ,
'
; /
Ne trova altra mércè , ^'uSù ycloci , qc.
,, Che da’ Giiunenti ^ . /., <•
'

9> Cerca tiitt’rdifprezzi,


E .pene brama , -
j
Sapete voi perche ? „ Su veloci, ec.
„ Perchè tropp’ ama . - - ^ ^
. j...
^ .

J9 Vi chiama alla capanna .


-'r'- ’--
,

Con lieto core, j' y\ \


r

E invita a Tanta Fe, ,,'Su ^veìoaVcc.


„ A nuovo Amore. ‘

99 Su, su pronti iaTciate to h. '-Tr i


'
,

Ciò, che v’inganna,


Gite a chieder mercé , - * Su. veloci -

Alla Capanna. ,
*•

,55
Qmvi nato Melila
al
'

,on puro zelo,


G!(
Con Tanto amor’ e Te , „ Su veloci , ec,
,, Chiedete il Cielo *
i

->%A»

c:, ' .
.;5k-
.1 al\a'
GU'-'i
j )d;ei

fu !•. ;i I,. /:

OO r i-H.)
^
L.
<
A V D •E - ' . J
tt

fatte per CANTARSIaNjELV


^ ^ADAK^mìMA^E'AJSrNO.'S. .

Dall'Alba cliiara fìndra"ievbta)idi<Sole


.•ijitJ'jebv J^Ci?g^TS«(ri;a'e'Scró ' *

. .
j.l'

Cco r Alba''jfitt:ie-"rà:, Che

per fer /ir’ al giorno . Coli eteirrta daì- <


•'
•/ .
> . G

Su , su moviamo ’l pie-

P
- - - C'.y( ,;K j
>

S P I’R< I T V A L I. m?
I

de , Col cand«w?d^Ia ’ . " de , E chi I

O che beata fcorra


Ci ha preparato- Dio, •
n<»^>
Vcrfo la facra Porta,
Ch’ un innocente man pur dianzi aprio ^
,

„ Deh veilH della'-Ctoce^, >

Con benedetti' vóce,' ‘ ' n.c ;<ij


Da che Dio s’incàmòl^" , j iì /:M -,

Miglior guida giàliimai <11011' fi'troVó^


Non tema caldo o gielò^^^'- ^ hi
Non tema Auftro'^^ nembofò ,
'
- Ih’

Chi s’incammin’al Cielo, ^

Perché ’n mezzo al penar trova ripofo;


„ Lafci
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, . .

.1 J L A V D. E
„ Lafci pur le fue mura
?•
- Belt-Alma ’n Dio. ficura y-
. . .

*'**Èh'llTmppa;-ov*eHa^ncÌràr- ";• y;)

ZIDlìKjÉt493 r.1

LEGATA DI SOLE FINO


if j T
^
ùì -

G Ià*F«bo fen vien fuore.


Dal balcon d’ Oriente,
Per mollrar , eh* al candore
^


.|u

Ddl’ alina ha da'fpguir lo ]‘pirto'‘ardcntc


j

5, Accendiamò a ^uèi rai, *

Dunque ’l peti’ ora mai^


Che non (arem quaggiù
^_Se.ci[<cakiLamo a JIMo freddi mai più. ;

-Gorra lieto il penficro , M- ’


. l

* Ove fiam’ inviati, ^

IiyAiadìainper un renrici'q , ^ ^
„ i

Che fiiol rubare altrui iblo i peccati :

5,
Andiam vedo iin^^^rrciio ^

Di tal ricchezza pieno


Che tutto s’impaftòf^ .

;

Con teforo di fannie , e* (i lavò



Non rnirin gli occhi noihi
Archi ,,obelifchi, o fregi, ^

Non Campidoglio , ed pitrì , ,

Che fon di mortai faAo, ìnfaufì.i pregi.


5, Ma fi miri, ed àmniiri', c - ,
' • ‘

La coftanza, e i martiri
Di quei , tanto temp’ è , -

Che moriron per Cfido , e .per la fe


S’ ebbe un guancial di falTo
.Giacobbe .entro al deferto,

Et

Ijy GoOgj^
,
,, , .

S P I R I TV A L I. 169
£d una fcala a ba0b
,Vedde con occhi chiiifi , a Cielo aperto:
„ Poflìam ben noi patire
Molto più, per ialite
Qi^ella Scala , o Giesù
Che già col (àngue tuo bagnata fu
Se la lancia d'Achille,
Se la Cuna d’ Alcide , .

Se di Dodon le Squille

Son favole, ché’l Mondo ancor deride:


y, Ben’ è maggior fortuna.
Il veder Lancia, e Cuna, ^ .

Ch'allevò, che feri


Vn Dìo , che con quel ferro ’l Ciclo apri.
NEL CALAR DEL MEZZO
giorno quando fi vogliono m ^océ
'
y

''

fermare

M atroppo ’l Sol rifcalda.


Or , che
nell’ auge appare
E' meglio in qualclie falda
,*
-
j

Fermarfi di quel colle, e meditare; -

„ Mil'er’ hiiom (e ti nuoce


Del Cid fiamma, e ti cuoce,
Vn fuoco, che fen va,
O
quanto quel d’ Inferno 4Ìpro farà 1

.Quel Rufcel , che fi frange, :

Qi^d Prato eh’ apre i fiori


L’un fors’crrandò piange,
E r altro- al Gel prepara interni odori :
„ Per infegnare a noi
Pentirli « e pianger poi
H E che

— by Googl
, , , , , , .

lyo L A V D E
che Dio fcmpr’amò
E
Il profumo d’iin cor, che T
• incensò.'
(Wir Augellin , che tace
C)r celato in quel faggio.
^
Cerca forfè la pace , ^

forfè fugge ’l Mondo ’n quel felvaggio


O :

Pcfce" in mezzo all’ onde


9>
Quel Cervo , che s’ afconde
111 queft’ ora , chi fa
, ^

Forfè a dar grazie a Dio pafciuto va. ,

JV£L DECLINAR DEL GIORNO.

M a già
E ì’ ombre
s’

Faccian dimque ritorno


inchina ’l giorno,
fon maggiori

a’ palli, ed all’ orare i cori,


I piedi
E quel, eh’ in Emauffe
I Peilegrin condulTc
'Prima, che palTi’l dì, n.
Ci guidi a buono Albergo, e relti li
Riman tra noi Signore,
Dell’ alme ofpite amico ,
Deh fij fpirto d’amore,

E dolce refrigerio al cor pudico ?


Deh sì, deh sì rimani,^
Ch* allo fpezzar de’ pani
Conofeiut’ ognun t' hà.
Nutrir r anima, c*l corpo altri non la#

NEL
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. .

S P I R I Ty A ;I7I L I.

NEL PP'NTO CHE SI COMINCIA


a /coprir RotUà', e In Croce delht'
Cupola di S. Pietro .

M a Fratelli allegrezza
Coi cuofc>
Pianga ognun per dolcezza.
Cj^pri là voce.,,
.

Ecco Koma , ecco ^ioitia , ecco la Croce ;


,, Ecco là, che quel Fegno,
Già vilìpefo legno.
Giunto a tal grado or’ è,, (Re.
Che Cplcnden cima al Tempio, c ’n front’a*
S.ilve, o Roma beata.
Co’ tuoi felici tetti.
Salve, o Città facrata, (fretti
Che muovi ciglio al pianto ,
’l e *1 paffo af-
Ognun pieghi ’f ginocchio , . . ,
.

Ognun corra con occhio. l’

Ecco porto colà ,


’l

Ciù divoto non piange, ajni^ non ha*

NELLA NATIVITÀ ni si C/Oz


BATISTA ;

E Co lieto arnioniofo,
Per tutto ornai rifuoru.
Ed ogni cuor feltofpr ,,

^
.
,
..
.

Giubbili in quello aiìira canti, e Tuoni,


» Su’ monti di Giudea i .

Qi^ella , che Fi ctedéa -




;

Sterile, non è piìiy


Dall’ Angcl , come già pfedettó fu
OggiHa
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, , ,,

f I7i L A -V D E -

Oggi Batifta nafbe


Accolto da Maria »
Che ftringe fra le fafcc
L* ammirando Figliiiol di Zacchera J
„ E perchè il Prccurforc
E* voce del Signore , v -
^
Nato appena ne dà
La voce al Genitore chepcrfa Tha '

Aprodigio sì fatto
Ciafcim lodava il Ciclo »

Dicendo ftiipefatto
Con meraviglia grande , e grande Zelo 5

^ Qual farà quello poi


è nato qui fra noi?
Se poco anzi fnodò
La lingua a quello , che lo generò •
Oik Uo Santo Bambino
^Sarà d’iddio amante.
Dello Spirto divino
MLinillro fcrvorofo affai zelante , ‘
\
Si Norma degl’ Innocenti , ‘

t
Primo de’ Penitenti
Locufte mangerà,

E pelo di Cammello il coprirà l

Sui queir Angcl puro


Di fopra a noi mandato ,

Teftimionio ficuro
Del Figliuolo di Dio , lume increato ;

E Profeta novellò
Ci additerà V Agnello
Che lui fantificò
E del Mondo f peccati cancellò;
Pairuinile fiia mano
Vedrete bactezzaro
'
~ Goff

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, . 5

SPIRITVALi: 273
Con
r acque del Giordana
Giesù , che non potè giammai peccare ;
„ E diràril vero Iddio
D’un hiioino cosi pio.
Lodando Tua virtù
Di Giovanni maggior Santo non fti.
• V -

ECCESSI AMOROSI ;
,

DI S, FILIPPO N F R-I
Neil ampliarfi il feno agl incendi

dell Jimor Dwm%

N On più Signor Iddio


Non più crefea T ardore
^Al. 4ebol rpirto mio, - ^
,

...
.

^ Deknon's’avventin più ftali d’amore


Tregua che tome ghiaccio
A tal* arder mi sfaccio:
Io t’ amo, sì Giesù,
,Ma del fuoco d’amor non più» non pO.
Perchè m’avvampi II feno
, Che fiamme sì accefe
di '
. !


Si confuma è vien meno
-, !

'
Sai pur quanto rubèl egli t'offefc;
Deh mio Signor ripofa
Tua cmdeltà pietofa.
Se non brama che te - :

L’alma , perchè languir , perche , perchr?


Chi sa però , ch’intanta -
‘ Quefte arfure- cocenti -

Noli tempri. un inar di pianto
O raffreddi il rigor d’ anni cadenti ?
il Occhi deh lacrimate.
i

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174 . .
L A V D E
<Ìiorni miei fu volate,
Ch’^allora il Cuor farà
Forfè capace men , chi fa 3,
chi fa?
Ma no , Giesii , non lice
Por freno a’ tuoi favori
Se rinafee Fenice
Cuor , eh’ a te vittima fu, entro gli ardori.

^ Crefean dunque le pene,


S’addoppin le Catene,
E fa , moia un dì
ch’io
A’ tormenti d^ Amor deh sì , deh sì . ,

DETESTAZIONBde^/ette peccati Afortali ^

Cco languente. Mio Si-


'

gnore a te proftrataCon dolore, me


. .

S P 1 R I T V A L I. 175

don , che fei buon, che fei pi- o O Gie-

sù , o Giesù dolce amor mìo

Non più del mondo,; - . j .

Vuò feguirej’orme fallaci,


Non Yuò: gire .dietrp al piacer -

,, Ma tutto .pien di lacrime,’ e dolore •.

Voglio cercar fol T eterno ben mio


Ch’è Gicsùi.
Ch’è Giesù, dolce amor mio .
Io già m’ addelho , ; .

Già m’ accingo di muover .guerra


Nell’ arringo del tuo yalgr,;.
Contro l’Idra infcrnai n9veÌlo Alcide
.

i7é L A V D E •

Pei- ftragc far del peccato empio i c rio»


E reguìr Giesii amor mio.
Vanne fuperbia
Giù nel centro del baffo Inferno ^
f>E in me dentro non abitar:
„ Che ricetto farò d’ umiltà fanta .

Van*^ ambizion non farà nel cor mio ,


Ma tu fol Giesù amor mio.
L’-avaia-fpeme
teforo retti sbandita,'
più Toro non vuò cercar,
j^HPcrchè' fc lafcio qui beni monali,
Lafsù nel Ciel’ un’ eterno ben mio
Sarà fol Giesii amor mio.
Profano amore ^ '

Dal mio petto or' già ne- fiiggi] '


Cmd’ affetto, 'che fai langm^
",Parti pretto cmdel, che' i* Alma uccidi.
Che il -mio Signor vuò feguir caft’ j e pio,
Ch’ è Giesù , dolce amor mio
Ira feroce.
Che dai morte, a chi la vita
Donò in forte a noi- Mortai,
„ Tra le fauci infemar ora ten voli :

Di pace fol* è ricetto il cuor mio


Per Giesù , dolce amor mio
Ingordo corpo.
Che mai pieno ti vedi, o fazio
Di terreno alimentar,
„ Ti lafcerò digiun , nutrirò 1* Alma '
I

Di Santo àmor, di celefte detto


Per Giesù dolce amor mio.
O crudo verme,' • - ;

Che vivace nel cuor t’annidi,


T ‘ Nc
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, , .

S P I I T V A L I.
R I>7 V
Ne mai pace lafci trovar , '

Se altri goda ben d' alma , o dì fortuna ;


Parti dal fen -, Carità fol defio
Per Giesù dolce amor mio.
Da! pigro fonno
Che l’ofcura mia mente ingombra.
Che non cura vita eternai
Ora è eh’ io forga , e folledto affetto
, /Mi fproni il cuor d* operar con defio
Per Giesù dolce amor mio •
Sicché fé adorna
Sarà rAlma di .'virtù '
degne
Avrà palma di poi nel Ciel :

„ Dimque fommerfb nello ftigio fiioco


j
.Vada ogni mal 5 moiail vizio empio , c rio,
Viva fol Giesù, amor mio.
Somma Regina
Maria bella, perciò t’invoco.
Fida ftella de’ peccator.
In qiiefto mar, che di procelle è pieno, ^

^
- Guidane al Ciel’, ov’ eterno è ben mio, 'I

Ch* è Giesù , dolce amor mio

NELLA EESVKKEZ. PEL SIG,

O Ggi rifiiona
AUeliiia di dolci canti
Tutta allegra la terra, e’I Ciel:
Ch’è già riforto il Signor della Gloriai
„ Egli è tanto bel^ tanto buon, tanto pio:
; . .OiGiesù,
O Giesù dolce amor mio •
'

Oggi fa fefta
Alleluia la Verginella
v':T .. ..v.H-J. - - :'Gran
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178 ; . L A ' V D E ’
:

Gran Regina dell’ alto Cìel, •

^ Nel rimirar’ il corpo gloriofo .


^

Del filo ^fi^liiiol tanto buon , tanto pio ;

O Giesù , dolce amor mio.. ’

Oggi ?vpparifce: - •
>
" :
'

Alleluia, à Maddalena::^, j;: :

E gli parla con lieto cuor :" '

Ed" ella, contemplando il fuo'; Maeftra


Gridando. va , quanfo buon , quanto pio ^
O Giesù dolce amor mio , *

Oggi difcopre ^
. J

Àlleluia.a’iiioi più cari ‘ nr ^ .

La fua bella, umanità v '

5, Con le fuc piaghe tutte rifplcndcnti,=


Egli è tanto bel, tanto buon , tantos pioi,
O Giesù , dólce amor niio*.
' ’


' ' '

Oggi la, pace- ^ !

/Alleluia, ci dà il Signore^
Ch’ è già vinto il <
rio. Demon !,.

„ GridandOiturti il. VÌVA: al; Trionfante i


- >Egli è tanto bel >, tanto, buon , tanto pia
O Giesù ,,i dolce amor mio K '

iNnror>EGLr ANGIOLI
A Pafion. la Njtfcha, del. Salvaderc *.

Aftor correte-
P ^
A. veder Giesù V che nato
Tra giumenti fui fieno Ila j. ;
.. .

9» Dalla- Vergine Madre egli C' adorato: ..


Oh quanto è bel, quanto buon, quanto piOj '

Viva pur- '

Viva pur Giesù mio Dio . t

Oh grand' Amore,.’
Che venire un Dio fc in terra , Pc«

,

SPIRITVALI. iff
Per alzarne voftr* alme al Gel ;
Colma è la terra , c T Gel d’ alto ftuporc,
O' mio Giesii , mio Giesii , chi comprende
Q^l ardor* il Tcn t’ scende ì •

Poveri panni,, ~ : ...


^ ^
Voi' vedrete , che al-Re de* Regi >
'

tSon difèfa d’ornijo


bove fon le tue pompe , c gli ’Àitrèi fregi
O mio Signor , mio Signor Pargoletto ì
Vmilrà ftrmge il tuo affetto^
Spargete intorno^ t
_
La novella di si grah.fattoy
Non rardatc venite ^^1-
j, -U-'-
„;A celebrar cosi felice kiòTnòv Tfflùnjwé'i .

Che Dio còirììuóm, bfo 'coU’huòfeo^ ^

Q^to ^ -l b^,5be, vis; aggiunge;!; ,

Afcolterete
,Ghi cantando Glonà Padre; ,
i Prega Pace all’ huòmb ancorar
^ ; ;

1.! -T , - !

inette tutte di- lui fqoadre , ‘


-

Sedo a VOI. fott uman velo.. 1


Quanta ne.apporta ,
,
^
, ^
Allegrezza infra i viventi', ^

E all* Inferno gn^rr^ > e dòlpr!’ *

».X’-alte lidie fi^ìicano i càncenù.. ; ?

De* volici cori voftri-cor ,r ché piit lodÀ *<

"Pièno ’à Dio con queftirftìOcli^ "


,
i

vjries^i amorolo,

Per alb?fgo tutti v*;bffriàmp\ '


^ '>• f

La vii flanza dd noftrò fetiT


O felice coluiche dà lipofo
,
A tanto ben ! tanto ben , che delia
Solo il fen d* un’alma pia.
X
: }
À V D E
: t

AL FALSÒ mondo:

* '
Als’amor pcnfi ,

« t

.ìf!!(0'

tii , Che la ma crudeltà Soffrir’ io voglia

li—.r^

. \ V..' . ; * . . 1

più? Frali. già fonò gli ftrali per

• ’i . . --

-C; :':Or. li. Jfv?

'
me, CrùùV -yi
e riibel i 'Cru4’>etu-
j- • j'. : J. V
, t'J . , i .

'
•) 1 >

r-

bel
S P I R I TV A L I. I»I

t f
1111
5:5ìiSt:tì5:::^=j

bel non prezzo più tua fe.

„ Promcttefti al mio cor,


'
Che’l faretti gioir.
Gli detti poi dolor,
„ Vane già fono tue promette per mé^
Crud*, e riibel,
Criid’ , e nibel non prezzo più tÙa.fc;
J,
Ver’ Amor è Giesù, • * - l

Che iàliite ne dà,


A chi fegiie virtù :
'

morio in croce per


Egli me j

Mio buon Giesù, -


'


'
Mio buon Giesù apprezzo da tua fei

5, Per il noftrq fallir


'
'
Mio diletto tefor ^

Tu volefti morir, • ’* ^

^ Altri non bramo, ne voglio, chéte'',’


Mio ^on Giesù,
Mio buòn Giesii,non fpre'zzar la ifiiafc*
'

Se rubelle fui già, ^

'

Gr feguo te mio ben,


'

'

Che fqmma^bontà,
fei
^
'
Ài lontanar mi iion vuò piu da té,
Mio buon Itìiesù ,

Mio buon Giesù non fprczzar la mia fc.


« Se’l Mondo lùfihghiér ^
•«

Da te nù'difviòi
'
, ,, ,

182 .
/L A y D E
Or
volgo a te i pcnfier
*

y. Voglio
fuggir chi difprezza tua,fei.
-
“ Mio buon Giesù, 7 *

^

Mio buon Giesù non ^P*rtirda^
Se "coir dardo crudel . ... .....
p
Amor già m’impiagò.
Or fon di Uii rubel,. f \ •

,,
Voglio fegiiir chi apprezza là tua fc.
Mio buon
Giesuj
Giesù iiqn ti partir da me •
Mio buon
Se viver bram’ ognor
^
In eterno piacer,
-

Riicorr’ a. te Signor
Vive’n dolcezza clu vive con ter.
Mio buon Giesù,,
Mio buon Giesù, non ripartir da me i
^ Se non vuoi più languir.
Vanne a quella bontà ^

Che ri farà gioir , ^

^ Ride ,
c, fcfteggia ,. chi vive con te :

Mio buon Giesù , ; ,


r
,

Mio buon Giesù non. ti panir dame,'


^ Nel Giel ferapre darà.
Chi ferve te Giesù,. .

Fontana di pietà ,,j

Cervo anelante ne venga da te ;


Mio buon Giesù
Mio buon Giesù non fprezzar lamia fc.

PEJi L* ANN J^NZ ì AZIONE


DI MARIA. r *

» o Stelle qual ftt


JL>^ L’alto vodro ftupor,.
Q^^do icefò qùag^ù. ^ Di®
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,

S P I RIT V'.A L I.
”yy Dio , che dal Gelo capirli non può
Nel piccìol l’en.
Nel picdol fen di Maria, s’ incamò ?
If O d^* Iddio, gran bontà , . .

Che non fdegnò veftir


umanità !.
rioftra.' m
^ Dio
che le sfere di nulla creò
Fatto mortai y
,,
' *
r
Fatto monal di Maria s* incarnò ^
^
i). Felice^. e lieto dì,. ' ^

Che ali- umano languir , » ( •


,,

Nuova falute aprì /?


'
/.j ‘

„ Di Adamo al fallo, rimedio portò


.

Iddio ,, che iimily ’


^ ,

" Iddi6> che urtiil di -Mana a! inc.4mò T .

^ Oggi dall’alto Gel'


. .

Pronto movendo il piè j ,

Difccfc Gabriel, '

» Ed vmilmente Maria falutòi:'. j


Madre d’ Iddio rn v ,
'5'.- •*')

r, Madre d’ Iddio i iÉhe per mer s’ intìamò,


' -

yi Piena di grazia frf • r ' 1 f)i,

Difs’ci , Vergin géntil* ^i/;


Teco è Celefte Re.
il //I ' '

,
„ A quelle voci la terra efultò
Mentre Gièsù,
Mentre Giesù di Maria s’incarnò
5, Maria fàeto tefor, ^ ,

.

. Tempo dclmio. Giesù *


Vago , qual, gemma , cd òr ,u-» r; / . ..

j, Qiul
lode:4»'quefto;bel di ti darò,'
In cui di te, . i .
*
(

In cui di te l’ alto Dio $’ incarnò ì


2,
Manca la voce in &n,. v
: E la lingi^ jion jha ' ; P«-
Digitized by Google
,

1^4 LA V. D e;
'

Detti facondi appien*, ! -


„ Se parla il erbo , che in tc V s* incamb ?
Io te adorando
Io te adorando con luì, tacerò. • v'
'
t .• >

P E R S. A N.N Ai f

j
f •
. . f lii’ ;> . i
'

ingua non tacer più,


L
'

i ..

'
Loda chi generò' i ;

'
La Madre di Giesùj .

,, D* Anna le glpric fi cantin , si sì ;

non è ,
Sterll ^
'
' . . i >>

non è i -chi Maria


Steiril . partòriv
'
^
Anna non pianger- no, '

< v^'rLa Itila ifterilità -'


v' ' - :
*

IlCiel ricompensò';'» o: ì Lsh v :,' , -.

„ Oggitueglorid'fi ciintinsi sh Stctól,cc7


’yy Ó beato dolor, ,1 ‘'d. •> )}.: ^
^
,

"
«

'*>
Oieàl cuor pria' ti feti ,’ ' •

O felice martor,,: ci ': / ,

* ‘Da cuine forgeii cdténto,sisì: Stcriljcci


,, Tuo Dono accetterà ; '
,
'
cr
MiniftrodelSignor -
'
^

Ne più ti .fprezzerà;
T
Al /acro empio deh vane,si sì; Stcr, cc.'
Tuo fen di grazia appar r- 'ì/i .

. 'Colmo ', poiché he apri j jI t > . ì

Maria di grazie -un Marjiiì


„ Mondo^tmfòfefteggiysr^j Stieriljcc.
Il

9, Aurora’foftì t«; ''r;‘


-

'órChe ne fcópiiftf.'unSol f )
'
:

Di Febo Illiiftre più: '


i .

_ ^iubbiFogn alma,gioifca,si sì; Stcril, ec.


9> Loda dunque f mio cuor .. vi*., '

-Alma., cb’clelfc 'fl Cid; .’i ’


iTec

Dio ::zCd uy LaOOgIc


b , f

•S P I R
I T V A L I. 19S
Per Ava al mio Signor j ^

^ D’ Anna le lodi rifuonia sì si j


Maria ne diè.

Maria ne diè, che il noftro duol fband J •

NELLA NATirjTA DEL



^
Erchè fai buon GIcsù
PCon
Cosi lungo cammin
lo fcender quaggiù ?
.

„ Qual pellegrino veni^ dal Gicl,'' x'.' ;1.

Per infegnar.
Per infegnar a noi la vera fe •
E chi nafeer ti fe - '
. - - -

;
D’una grotta all’orror, ;
* ‘
.

c O mio fpvrano Re, ,


1*
, _
D'ima notte d* Inverno ài crudo gieli -
O Re del Giel,
^ O Re del Gel, perche si povcrell
Che vuoi Signor da me
Ch’ io faccia- per te or ? . • ;•
- -

; Ch’io brami folo te, ^ : r •

'

io fugga II mondo , e fùòi vani piacéri


I - Io 1^^ fai 1

Io lo farò , perdi' è il tuo voler *


A te diinquCf Signor- > It j a
Rivolgo i miei penfier
» Con- puro , e Tanto ardor ~ ^ :•

,f'Io rifcaldarti vuò con il mio cprj";" i


ì
O
biiòn Giesù, i ..

^ O
buon Giesù,' tu Tel il mio Amor*. -.l ;
Vergili Santa Te ancor.
Madre. di Dio, vét), .• . ‘-lU fr^u
Vnico mio tefor.
Vu&
,, .

186 L A V D E
^ Vuò fiippHcar’a interceder per me
De’ miei error
De* mici error perdono ,, e mercè
Per quel latte si sì
Con che cibi il Figliuol
Fammi tu benedir , -

E gli atti donami dì viva fc.


Mio buon Giesù
Mio buon Giesù , rimango qui da te •

DELLA FELICITA DI CHI


Serve a Die ^

. j . / E- lici noi , che ’l mondo

dagioYWCc*» ti Nc’ verd'anm» •

Pii:
’ f

S P I R lì T V a l I. I8^
Prima, che co’fuoi inganni
Il Mondo errante, e ftoltó '
-

5,Ci abbia I animo involto Ne* peccati •


Ecco Dio ci ha chiamati
Dall' onde afpre, ed amare
„ Del tempeftofo Mare, E pofti in portai
Ecco queilo è quell* Onò,
Dov’ci chiama la Spofa; / - ' = _
3, Dove i’ aura òdorofa Sempré-
Ivi geme, c s*aggu*ji '
./ ..

La vaga Tortorella, :

5, Li Capriola fnella Corri, e fai»*


Qui la terrà fi fmalta • * ... ...

Di inillc^ e mille fiori,


,5 Le vigne danno odori. E* vaghi frutti,
fiamo aitìifiefifì tutti

Nella cella del vino ' . ' -

5,
Qm
Acciò d* amor Divino' C inebriamela
per (empre guftiamo • ^ '
r

Vn bel fiorito Maggio,


Finito ha’l Tuo viaggiò II crudo Inverno*
Sia lodata in 'eterno . . . . ,

Quella bontà infinita, ' '’l

n Che àcosì dólce vita Gi' ha- chiamati •.


Sarem' quaggiù beati, '- ''-. -U' a
,, m
S’ alla Reiigione fi' "ì•
' '
O
,, Viyrem con divozióne, E puro ^elòv '

E- poi dopo la* morte '


v .. . . .. . ..

Ci afpetta quel Signore r


,,A cui doniamóil Co're Fuggciidó i vizzi*
Su ‘SU dunque Novizzi- <i •

Giidiam Giesù Giésù *


:
' ''

' ’ ^ '

« Dch.confervad ; Nel tuo m


. 'jrn : j ù i' ^

P£R
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i , .

i8g, L A V D E >

PER S.
LO IO LA,
IGNAZIO
D
j,
Allc Celeftì sfere
Ignazio il nome prefe,
E da quel fuoco apprefe L* Arte d’ amare .'

1,’Amor fece arrpftarc


Le ifìamme
al duro Inferno ,
E gli Spirti d’Averno Ei tenne a freno*
Un’incendio ha nel fenoj
Fiamme fon le parole.
Le man funiral Sole , E rocchio al fuoco.
Correa per ogni loco
,Qual benehcà hamma.,. .
zelo..
^ Ch’ogni piu freddo infiara^ ^ Il/iio gran
JDirefti, che del Cielo, . <-/) z:
.

II. foocQ dementare


r n \
'f,
E’fccfo a confumare Vn mondo intiero,
E’I fuo parlar fmeero, ••
;

^fTutto man , tutto piede,


„ Vnit’ amore, e fede Al comun bene*.
Impavido alle pene, .
.
^

'Per feior "d’amore un laccio,.


», Entra nudo nel ghiaccio, E non fi fpe?nc.
O vincitr-cì infegne!
Al giql diè r amor loco :

», L’acqua cedette al foco, E l’ empio a EÌio.,


Coll’immenfo defiq - ,

Abbracciando piu mondi


», Stima fuochi infecondi I fuoir fervori*.
Ond’ a dar vita a i /cuori » ' , ^ .

.pVniyifuoco.fetti mille,' y


Sparge come icimiUÌc. Gli fuoi figli.
Oras-

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, .

SPIRITVALI.
Orando par fomigli
Aiigcl , che fta fuir ale :

„ Che fempre il foco falc Alla fua sfera «


Nel eie! r anima impera,
E ’l Cid’ornà di ftelle
La tomba, or lefacelle. Pietà TapprefU^
Lo fpirto in gioia,c fcfta, • - -

Gode un fiioto infinito :

Il corpo inceneritò Ha le faville.»*


O beate fcintille
'

Del fuoco afeofo in tomba, (de^


Che fpento ancor rimboba,E i cuori accen*
Notti’ alma a te fi rende.
Tu fcalda il hottró gelo,
E tu fcor^’al Ckio, Ignazio Santo)

n-
A SANTI MARTIRI,
Acciam tutti allegrezza
F Del fempitcrno acquitto,
„ Che i Maftiri di Crifto Han fatto in Cdl?t
Éodiam r ardente Zclo^ •
f
Che del Divino oriorc 1

Mottrò lor gran valore A varie genti


O avventurofi ftenti,
O ben pene,
piatite ^

Vs Onde SI pretto viene Eterna gloria !


Ó celebre vittoria.
Che ’n cosi breve guerra
„ Getta i Nemici a terra, E'I Ciclo cfpugnal
Qual pili felice pugna
£ qual maggior venmra
„ in qiielU valle ofeura Aver fi puote ?

yùi*
Dicji' . J by Coogle
, .

rA 90 .
'
L A y D
-
E
Vinfero, c Croci, e rote,.
E ferri , e fuochi ; e morte
j,: Di qualfi voglia forte Afpra, e ctudcle.
E fen^a’ aver querele .... '

Contra chi Toffendea,, , > .

GiafcunqiHDio tenea.- Bffa la mente .


'

Ed ora dolceiTjenté, s : o*' «;

Pollo ’l duolo inobblÌQ,, I ;

.Codoni del Spmmo^P# L’alta prcfenza^


‘ ‘

e’ dalla gran fentenza ,


Del terribil giudizio,':, j. .


, i
^

„ E da GiarcuafuppliziQ Or fon
ficiin.
.

Spirti beati, c pini ny


Pregate Idc|ioi, ch’a nqi
'
i

„ Allin dia , come a jfoi 1 ;


Ogni contento.
^

KE I L A \C0 ^i^EZlONE^r
della Bearijjìma Fcrgine •

"
• -
;r
Diche ’ntrodulTe, al Mondo ....


P -La. Morte , e tante pene
Invidiò airaltriii bcne, .llScrpe^antico.
„ *
l^er fentenza Divinai
'
'
. ;

Ogn’huomo era (macchiato


D’ originai peccato , E chino al male .
Qimnt’ alme Iddio creava .

Cion la fua propria mano, ^


.

Sortiano un volto Urano Agli occhia luoi.


Perciocché il feme infetto
_ Rendea deforme , e ofcura
La fua bella figura In noi ritratta.

Solamente in Maria
* La legge or s’ è -cangiata

Che pura, e Immacolata Ella è concetta


On-

Digitized by Google
,

S P I RITVA L I. '
rpi
Ond’ egli s’ invaghifce '

Del Tuo leggiadro' vìfo ,


. ,

„ E con lo fgiiardo fifo Ognor latnìra ,


E.forridcndo dice: ..
O
mia- Spofa novella
' - - - . . . . Z » l •

„ T urta fei vaga , c bella, E fcnza maccha."


Poi con dcanbiante lieto . : \ i
Invita i’ alte fchierc
*
i.Che vengano a vedere - -Opta- sì bolla i»'

;
Ognuno aminiià , c loda
.. L’infolita bellezza , .

" Che di grand’ allegrezza Empie i lof-p^tti.


Poi cantan dóicehiente :

Sia benedetta l*ófa, • •



; » ;

5, Che la noftra Signora E’ al fin concetta.'


*
- ^ - V, - ^ ^
~^te quattro fofraddette Laude
fi ^offon can-
tare come ^ Dirpoft’hodifegiura, Giunto
che fu c^uel giorno , Nel qual da quella
-

'

vita,, Levate su Pallori,


Leviamo i noilri cuori, voi O
che nell’ Inferno , Vorrei
— pur mutar -vita, '
Z~; .j.

SPERANZA SOLO IN DIO

Idilli

’l Sole Alle pa-


role
.

,ifi ; : L A V D E

iole Del Capitan Ebre- o;

Tanta mercede -Ebbe lafede, Ch’in

un cuor giu-fto arde- o

' Dunque, o cor mio, •:

II -Volgiti a Dìo , .
; ;
"
. :i ; . ;

V - Abbi Speranza ’n. luì, . -

Ch’abbandonato Non è mai flato


ifi Alcim de’ fervi fui . ì


Spero ,

Dk-.. ;k
, . , ,

S P I R IT V A L I. 19^
Sperò nel Cielo
Con puro zelo
La Vedovella pia»
E diè la morte Al d«c«' forte
„ Ond’ Ifdracl perla . ^
,

Tahto s’avanza . 1

Debil poilanza
Mentrha féco’! Signore,
Che'n Terebinto Anche fu eftinto
„ Per lei quel fiero core . <

E fc Rabclle
Sprezzò le Stelle,
'

;

E la virtù divina, ;

Fu me(Ta/a terra. Con la fua guerra.


'

In mi fera ruina .
Stolto è ’l defire, • '

Che vuol fallre


In alto , e non ha fcale;
Cadrà fui lido, - S’efoc dd nido
,, Aiigel , c’ ha -correi’ ale* •
'

Ili Dio può (blo . . . ,

Levarli a volo '


/
La noltra mortai vita t
' '

In Dio fol lice Sperai' felice


„ La ftanza, e la partita.

ECO UAMOR D'IDDIO.'

A Mor Dio
Suo occhio 'gira
Ver huom da lui creato
l'
fpira.
;

L’Aiiior Dio fcuopre In tutte T opre


„ Air huom , eh’ è tani’ ingrato

I Tarn

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, ., ., , ,

194 L A V D E ;

Falli huomo il Figlio ,


:

In quello’ efiglio
Di MARIA Verginella,
Da ftalla umile, D’ amor focile

p, Scocca mille qiudrella.


Fra fterpi, e fallì ^ .

Gli fianchi palli,


E’ frettolofi muove :

Tutti factte Son benedette,


Ch’ognor ei d’ amor piove
L’ huom sì mendico
E’ fuo nemico
Iddio chiam’al ripofo,
r Per madre jdarme Sua madre parme
^ Ainor tropp* amorofo
Iddio celarli,
E ’n cibo darli
Nel pane all’ huom sì fpelfo :

. E ’» pen^.atroce Morir’ in Croce


D’ Amor fu grand’ cccejGTo .

Q^al meraviglia
Il mio cor piglia i

O Dio Uttt’ Amor fei

D’ amor ibi foco In ogni loco


Arder dunque tu dei.
Altro non gridi
Per tutft’i lidi ,
,
.

Ch’ Amor’ Amor’ Amore


Ad amar chiami. Amor tu brami,
rifpond’ il mio core ì
^ Che
ra fommo Iddio
Pietofo; ch’io
Quafi Eco rifponda;
Amor’ interno Amor’ cfterno j
„ Amor

Dìgitized by Google
, ,, ,

S P I R I T V A L 1 . 195
Amor rparga, € diffonda.
D’ Amor’ affetti,
D’ Amor’ effetti
Operi , parli’, e petifi
D’ Amor fervente , D’ Amor’ ardente
y, Il cor faccia att’imenfi.
Da me non poflb.
Da Dio Ila moflb , >
-

Muova mia volcmtadev


; , .
Tuaopra è'queita. Mìo affetto delta,
yy Per tua fomnia bontadc.

LODI A SANTIy E SANTE


d(l Paradifo, *

C Hi può mirarvi
E non lodarvi
Alme cetdli,'e bèlle.
,' . - - ;

Che ’n voi.riktce Più chiara luce,


„ Che di fulgenti ftelle?
Nel voftro volto ,
*
; ,

Si vede accolto , '


: X,
'
Chi ben vi mira fi/b
Quant’ha vaghezza j Gra«zia,c bellezza
Ciclo , e *1 Paradifo,
Il

Sfavilla ’l core
Fiamma d’amore , •

Fiamma di Crifto ardente,


. Che a mille, a mille, N’ efeon faville,
„ Ch’ orror mai rende fpcrite.
Son’i fembianti
D’ Angeli santi j
Tal con voi fplende ognora,
Lieta oneftade , Santa bontade,
la - „ Che
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. . , ,

jyChc Dìo
,

fc
L A VD
n’innamora..
E
'
;

11 bel drappello
Vergineo, e bello.
Divirtù decorato, .

Segue veloce. Con la fiia Croce


,, L’Agnello Inimaciilato,
L’aurata tromba i

Dolce rimbomba . .

D’angelico clamore'.
Concorde a gara. Con voce chiara
Sia gloria a te Signore
Dunque zelanti
Noi £d’ amanti
Cantiam liet’ alle Stcllcj
.
Chi può mirarvi , E non lodaci
„• Alme celefti, e helle? - '
.

SOPRA S, MARIA MADDALENA


de PHKXÀ .

D I
Che
Maddalena,
d’ amor piena ,
Sì piacque al R,e dei Cielo
.

Cantiam le glorie, E le memorie»


Ch'illuftrano il Carmelo.
Da’ più verd’anni
Fuggi gl’inganni
Dclli Tartarei moftrii
Con
puro cote Servi *1 Signore
Rinchiufa in facrichioUri
' ^
In Sante tempre ‘

Avvampò ìempre
Il fuo pudico porto;
Ard«r terreno Nei cafto feno
„ Non
Digitized by Googlc
, , , . .

S P I R ! T'V A L r. 15^7
,,No»' «bbc mai idtetto . .

É in vano pronte , « . ;

Di Fle^ctonte
S’armarono le (quadre;
Che più coftaruc Fu Tempre amante
„ Del r»o ^raàiSpDfo , c J’adre
Dal freddo vento ...
D’Avemo, fpento
Mai fu il celeftc ardore: .

Anzi più accefo, .

Sempre ft aiìggiorc . r
'
'

E un. tal patlrc^


'
'

.

Di fe gioire
'
colDivinoSpofo, ‘
.

quale fpe/lì
Il I dolci ampIelTi
„ Glidiètutt’amoroTo. '

Fregiolle il crine ‘ •

Di quelle Spine,
Ch* a lui forar la fronte :
La fe vicina- Della Divi:^
.

Sua puritade al fonte.


Donolle il core
E poi d’onore
La ricolmò nel Cielo;
Dove ella gode, .Dandogli lode,
„ Quello fenz* alcun veio^
Quinci diffonde
Tn copia Ponde ,

Di grazie , c di fawri
Che daimo vita Dolce, c gradita
Agli egri corpi , e a coti
D’amore ardiamo,
E il cor doniamo
Noi pur al Re^óirrano, -

I 3 Che
DràiiizT-.J by Coogle
,

ipS L A V D E
Che ricompenfa Con grazia immcnfa,'
„ E con si larga mano.
A quefta Santa
Di virtù tanta
Abbiam dunque ricorfo;
Ch’in quefta via Guicia ci fta,
5, E farà fprone al corfo.
Al noftro ardore
Scorta migliore •

Non è del pur5 zelo >

Di Maddalena Che d* amor piena


, Sì piacque al Re del Cielo.

^LLE SACRATISSIME PIAGHE^


JDel Redentore,
r » » '
.

-
laghe amorofe , •

P Vemiiglie Refe
Del Ciel lucenti ftelle,;
. . . !

Miniere d* oro, Divin teforo^ '

„ Del cuor cafte facclle .


Amabil Lido,
Mar’ ampio , c fido.
De ‘Naviganti porto j
Facria de* Santi, Regìa d* amanti »
„ De peccator conforto. J .

Nidi beati
De’ cuori alati, i

S*io foni amato Dio


Colomba pura. Verrei ficura •

„ A farci il nido mio.


Soavi odori ,
^ •
.

'
Spargon’i fiori, n *
.

Più vago , c bel giardino ’


f V
: 1 For-
, . . .

S P I R I T V A ni 199 ^
Forman le piaghe Fiorite , c vaghe,"
5, E dann’odor Divino.
Aure virali,
E liberali
Scuoton dè fiori un nembo
Con bella foggia- Cade . la pioggia

,,Di fangue, e rofc in grembo} . . ‘

Qiwnd*io vi miro, ' -

Con un fofpiro
Dico: Del Paractifo . *

Voi fete porte Nella mia morte


,

„ Sarò da voi divifo J :

Non fia mai vero,


Pofeia ch’io fpero,
• Voftra mercè Signore,
Baciar con fede. La man’, e ’I piede,
,,
Ed albergar nel cuore.
Bramo, (è lice, !•.

Nuova fenice.
Morir quivi giolivo , . .• i r
DI puro amore . Ikiieiatoil cuore,

,, E poi riforger vivo^

A S, MICHEL' ARCANO IGLÒ


V su Michele, i

S Or
che fedele. *
]

L’ Alma ver te fi volta ,


'
.

Perchè la guidi A’ dolci lidi } - .

„ Chi ben t’ invoca , afcolta


O Michel pio,
Che grato a Dio , , .

In Paradifo fplendi, e .« , ,

Con la tua face Sempre vivace- «


,
.


I 4 » I

Digitized by Google
> . ,

200 •
L A V D E
„ cuori accendi.
I noftri
O Michel degno.
Del Tomino Regno
Arcangelo beato >
Deh porgi aiuto , A chi penduto
„ Va per lo rio peccato
O Michel fanto
Illuftte vanto:
D’Angelica milizia
Con la nia forza, Diftniggi,efmorza
5, Diabolica nequizia ..

G Michel forte,,
Dell’alta Corte . .
' ^

Almo ed Duce,
invitto >

Sorgi Guerriero Contro quel fiero,


„ Ch’a nói rovine adduce. '

— ^

ALLA
»

rE R a I N E-
V Ergin Maria >
Tu guida, eivia
fei pia,
De’- peccator
\ lare^ Oceano Del Ciel fovrano,
„ Tu fei dolce Maria.
Candido Giglio,
Color vermiglia
Raflembri, o vaga Rofa: ••

Da’ tuoi begli occhi Saette fcocchi


„ Coin’ arco , o dolce cofa .
Lancia d’amore
Il mio fral core

Col tuo fguardo Maria,


Acciò nel core i Di vero amore
. ^

«> L’ arder per tutto fia. i - - .. ^


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,

S P I R. I TVA i" I. 201


Vifo amorofo,
E graziofo
Ch’illuminar fa*l Sole,
Con lo fplcndorc, E*1 peccatore,
„ Ne xiri all’ alta Mole*
Tuo capo adomo,

'
Di Stelle ’ntomo*,'
Sta pien di leggiadria :

Vergin gradita, Di noftra vita


„ Colonna fei Maria
Il tuo Figliuolo
Vnico, e (blo
- Per noi tu pregherai,.
E sì tu faccia Della Tua faccia
„ .Noi ne godiamo i rai\.
Poi a lodare,.
E ringraziare
Iddio con gli altr’io fia.
Con giubbilare, E fefteggiarc,
„ Nel Ciclo , c cosi fia

Le J'eUi fop-adiUìu Lavde fi pofiin cdntdre


come Balen fugace , ovvero Deh
qual diletto

g:
I s ;
DIS-
e.
201 L A V D E
DISPREGIO DELLE VANITuT
del Afondo »

Vggi dat Gore piacer fal^’

lace, Che d* alti’ amore provo la



I

face, E s’ io bramai Keve contento.

to,

- - "
r ; C';iogle
’ ^
.

to , O amor mia Gìesù , O amor inió Gic-


>

ch’io, y’ ami, e nah-v’dffcQda \

più , E non v’ offen- da più

Ite in obliafugaci' onori ^ 1


Cile del mìo Dib' bramo i tcfori , .
-
:
'

Fra voi fperai viver contento


. Ma tropp* errai , ora mi pento :

O amor mio Giesu, J


O amor mio Giesiiv
Fate ch’io V* ami, e non v’ offenda f>iù,
' F non v’ offenda più . '
^ * *

pai Ciel sbandito, limgi dal. vero


Calcai fmarrito 1* empio fenderò
Stringer penfai un’ ombra j' un vtìiio,'
. Matropp’. errai, ora mi pento: amor, ec O
16 Vea-
,

^
204 ^ »Vi D E
Vezzofc l’onde di quefta vita,
^IHlamati gioconde c^mpeiia ardita;'
S*io ihi fidai d’infido accento..
3fe‘tròp'{ferrai^ora ini poatq: araor* CO; O
Di qiial-^-cdore Iri il^t^ ^.4 .

Terreno amore fua. beltà finge ;


-:E s’ia ramai, r amór’è fpenr©, . :

Che trop^ errai, ora mi pentodi O amor, ec^


Lftccf dcd ìCÌ^0i%> f^r> v| •gett’^ io -
^
'
- - - ’

*' Net Mar profondo del pianto mio,

‘5'ìò.vi portai cottjmo tprmeatD^.. . i


j

- Ab<ropp-èrrai,ora mi piento i Oamor,ec^

PEIt S: lUENEO MART JjSLE .

A Ngofòe ,-c péne,


'Che del mp bene Ceije
Nóh torinèntate col yóftròòiTorc>>.I..^

v ,

-Ma dilettate gode if mia c^ose


|

• •

; >. !

„ Cli’ a Giierrier di GiesÙL


Palme di gloria- - ,
'
‘v if

„ Apprefta la virtù ..

Di Tdcgno armato , tiranno fero- -

Stringa adirato ferro fcvero, .

Sua feritacc non dà terrore ^


-

A cb’in.Diopate,godc il mio ciiore,Ch*a,cc


Diffonda il fanguc lacera falma
Dal corpo efàngiie fen voli;!’ alma,

O fortunate nel mio dolore.
Stragi beate ; gode il mio cuore , Ch*a,ec, |

Trovi Ireneo ricco teforo '

Nell’eritreo del fuo martore,,


Siangli apprettate dal pio Signore
^ Coioneaorate, godeil mio cuore, Ch’a,cci
Vn;al-

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. , . •

S P I R
I T V A L I. 2Ò 5 .
''

Vn’àima. forte con faiita ufura,


Preziofà morte in! Dio adìcura;
'

Mcrca , pallate del penar l' ore , •

L* ctemìtate gode il mio cuore , Ch’a,cc.


Ali’huom che vive fotio ie ftellc.
'
Guerra prefcrive drappcl ribelle, •

11 feno armate di fed’amore,

Alme fpératc , e goda il cuore ^ Ch»a,cc*



*
I

NELLA RESURREZIONE BEL


SIGNORE, . .

Va lampa accende più che non fuole.


SJLumi
Di negre bende
' l^cndcnti da
fvelato
Icttra
il

tomba
Sole ;


CriOiei e coiitcnn ii ; 0^
^.O^i Crifto Giesù. ,

' Invitto forge , - ' .

,y A non morir mai


più
L’uccifo' Agnello, t? ha in fe la vita,'
A
bel duello la morte invita,
Qi^a,
cb’ impera neU’ atre foglie, . ^ —
Superba altera per molte fpoglic: Oggi^ea^
Sccnide air Inferno grotte Direi" ;.r.
Le port’ecerne Principi aprite: «
;
»

Ecco quel forte Re della gloria


Che morte porta vittoria; Oggì,cc.
della
Qual Re degno di gloria tanta

noftfo Regno- fpogUar fi vantai—
'
Se; chi per tale oggi s^onofa, ^
'

. Germe moitalc cadde pur ora; 0^>ccl


O Crocififlb nud’e impiagato, - 1

Che vint* abiffo, ftnitt'il peccato. '

Ergi per trono legno già vile >


Fa
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,

.oé. L A V D E :

Fa che’l perdono trovi alma umile:Og^,ec


Dunque quel fangue, per cui la poiTa
Del cnidcl’ angue fu vint*e fcoffa^
Dal petto mia fugge', e s’arretra:
Ne*n di sì pio pietà s’ impetra? Oggi,cc. _

Sorgi alma ftalta da vii fcrvaggio :

Segui rivolta al .vivo raggio.


Q^el Dio di pace, che d’ogni guerra,
L’ orrenda face fpent’ ha fotterra: Oggi,ec.

AFFETTI DI S. FILIPPO NERI


che negl* incendi fuoi maggiormente
anelava al fao Dio, \
'
I

Vggi te pur fuggite,

rt

aitt

Di pompe terrene, rie catene.

ChMn fol momento confuma , c disfa


Sol
, 1
S P I R I TV A L I. 207

1
1
.

Sol fia’l mio petto Di Dio ricetto

T r

; 'i.!)
^
se
A Iitf m’ u- hifea !•*
afdor della fc , Mio
fj

:zzz:“itz:É10:É:|r^
l

Giesii già morrò per te, Mio^Qiesù già


«-M»

. k-

morrò per te.

- Èè; darmi ’d^i'ie:;*.... -;0. Signore,


* Quanto e- felice y -ehi vive con- te ;
Sempre gìoifce Chi a te s’ imifce,
— ,

A -te mi ftringe r àrdòr della fe, t ^

„ Mio' Gicsii già xnprrò per w , Ve-


. ',

2o 5 L / A^ V D E ’ f
.

Venite pur venite,


Che pene * e. tonuentif Son pntqatl
.
'

Per Gicm tnia foinma bontà , .

Già lan gue ’t core / pi ’ianto^ amore ^


^
'
' ‘

'Teca in* n^cc.1* atc^ì* Hclla, Ce > ,*7. II . j

„ Mìo Gìésu io morrò per te


Stillar^, ptir.iftili^e: u r r
t,;;
y : . ?,

Su queko mio Ceno , Che yìen meno


.rMio. Giesù^.-mia formila bontà
• gioio 7 Le grazie-ififiiHtcj •


“ Viva fehipre Tardor dd^a jfq
,

ifc'Mìò.Giew ÌQ*imj!!rraIp£rItq>I„I ...II

Fermate pur fermatcr


D’ affliggenni ’l core il giàim»re i
O dolc* incendi di carità,
. Io manco io,.mara* ,0,mia teharo » . ,
.
.

-'•Teco mi Aringo, ipió Giesù ,


~ *

^ Caro mio ben non più, non più.


DEL SS, NOME DI GIESV*

'
*1 .

SU Ognun chiami Giesù 9 Chiamate


w f
. .

S P I R I T ,V A L t. ipj
' »

^
A'
^
M W-5
W N

quello nome Col cor , e con la men-

tc> E fcnti rete come EgUcdol-

c* è clemente , Chi ’l chiama fedelmen^

ti mrnrnmmmte


t
r
il -gJi- • 4>

- . jiU f

te , Sente nel cor Giesu • CicsCi àie*

Ei^- ìia-^'
-W-—

ff=:=i :i:r: i ::|ì;
I

Su Giesu Ognun chiami Giesù* .


, ,, ,

210 L A E VD
Egli è quel Nome santo,
"Che dà faliit’al mondo, -
' Converte' il noftrp pi^to •
, e .

.Nel Tuo gaudio -giocondo 5 - .

•E cWivuol il cor mondo, •

Ricorr'al buon Giesù,


Glesii Giesù Giestir
Ognun cbami Giesù.
Se tu ti lenti pene
'Chiama “Giesù col corej
• E per grazia viene
lui
» A ’l dolore
levarti
Sempre fia ’l tuo migliore]
Chiamar col cor Giesù t -Giesù, cc.
Giesù è Tamor mio,
Giesù e *1 mio diletto,
'Giesù benìgnò';"e pio , ; ? .

Giesù lenza difetto


«Giesù ver’ hiiomo, Dio,
Che mi fa dir Giesù. Giesù, cc.
Giesù fempre chiamiamo.
Che per noi morì in Croce,
Giesù fempre lodiamo
Col core , e con la voce, ’ \

, E J’ animo veloce .

•Sempre Giesù ,
lodi ; -Giesù, ce.
Giesù pien di dolcézza,
Giesù Redento! mio^-- . i
' '
Giesù fomma bellezza
^Giesù- Signor, e Dio, -

Giesù fìa l’ amor mio^
Che mi]fa dir Giesù.. Giesù , ec.
CìesÙ! è, fecraó fciidot - ,
-
Di noftra compagnia
Contr^ al nemico crudo» Che
S P I R IT V A L I. 211
Che femina erefia ; ^
-Dunque ramfaip;^r*T«7-|'
' ’
Sempre vIvà*‘Giesu . ‘ X “'l

iGÌesà Giesu'.Glcsàj' :

Ogniin chiami -Giesù . -

PREGHIERA A DPÒ:

Icsù noftr’alme fpcra-

no Da te doteé pici* ' ità,CIV^òmalfi<i-

de non perano Nel mar d’ ifliquìtà : Deh

qadibè lumi volgine Digraz.e,ed’amor


.

fi 13 L A V D E

picn ,.E Gd4ivo icorgìne L'^rdor del

1111

noflfo . fenvEd^Qfl divo fcoigi^*

se U «fdor del nofttc^ Tea»


Vedi ptff » die.liiiffliTfon» ^ . v :

DI pino, e-fafieo’ zeli :•


V j

^E liete ne giOiTcono .'1 « . j ‘

«X^.^ddla dél.Cfc4 ' i'


-t,
“ i \:'i
Deh sì bèl liagèio infonduiè^

„ Che dì dolcezza abbondine


*
wJJ:arfo infiacata oot^- ^ .

Ecco, che t*a4dimaBdiiwf y r V ?

ITietola^ilt^iSdce "
1.
4 .I
j

«^<EK’!in.Ciel.pj^:Ì4ie-’Ìpj^^
- Cinte di pura fc
, ,. .

s P I R I T V A L I.
Deh si bel nembo fpirane
D* amorofa virtù
» Che lieta Palma Operane',
Grazia da te Gicsù
Felice 'I cor, che ftegizTv *

Di tanta purità,'
Lieta Palma, che-pregiafi'
"
Di fede , c di bdntà :
'
^ ’

Da te le grazie vcngbn6j-^
Fonte d’alto gioir,
,, Grazie, che ’l viziò fpengòAo
Onnipotente -Sir. '

O dolcezza mirabile '


'
=-

Di chi gioifce’n te,


Gicsù Signor’ amabile '
;
-
,
Giesù Re d* ogni Re ; ‘
' '

Giesù, dolce invincibile


Contro i nemico fer,
fy Immenfo incomprenùbilc
Giesu hiiomo, e Dio ver.
Dunque pietà raccendati
,
Gicsù, l’ardente fen,* * ^

E sì benigno rendati '

Di dolce amor ripien, •

Che Palma, e *1 eor feftevoli


Giubbilanti in àmór
» Nc cantin Ibllazzevoli :

G razia , grazia Signor

/JV LODE DI 'S. lAClNTÙ^ •

O
'
Taciuto adorabile ' -

Fa, che Teguiam Giésù:


Fuggendo il mondo
Neniico

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, ., , , .

> r
'
L'A *V D, E

Nemico di virtù
Fa , che di terra s’ ergano
In verfo il Ciel’ i cor
Acciò lieti s’ immergano
Entro al Divino amor.
Sì Si dall’alto margine
Spira in npi santità
Iacinto, e lì mondo fpargine
Di pura caftità. ,

E noftró feno tempera,


il

Se r inebria il piacer,
,, E fe per lui li ftempera ,

Fuor del vero fentier. ^ .

Felici noi ,
fe dettali ^ <
Spirto puro , e feren , 5

Per cui rapito in ettalì


Rimiri il vero ben, .

Dove i Beati fplendono


In trionfante ftuol,
,, E alle fiamme s’ accendono
'
Del fempiterno Sol . ..

Tu moftra T origine
ci •

Di queir alta bontà , ^


.

Per cui l’atra caligine


Da noi lungi n’andrà;
E mentre in fiumi fgorgano
Le grazie dal tuo fen
Fa , che fanate forgano
L’ alme dal rio velen
Ed or , che i dì volubili
Ci portan pena , e duol
Stille d’eterni giubbili
Tu piovi fovra il Tuoi
£ pictofo c’inanima
, ^

S P I R I T V A L I. 115
A folo Iddio feguir,
Acciò langiuTca T anima
In sì dolce gioir.

, AL*
SS, NOME. DI .GJESV" '
r *'**?'
^ ^



-, .^
* *
^
1 ‘

^
OO Nome foavi/lrmò"'
DelPanior dl.Qiesuv
Nome potenti flìmo
I
'

Che non fi può dir più.

Chiamandoti , lodandoti
. Già mi cQnCoU.tu, ^
. „ O Nome foaViflìmo ?
.

Deir amor di Giesù.


O Nome tanto amabile ^ 7. .
'7 7
Ch’altro chiamar non sò;
Nome si dilettabile.
Che donar vita può.
Chi bramati, chi chiamati,
Non può perir no, no,
„ O Nome tanto amabile, '
Ch* altro chiamar non; fo.7 * 7' . 1

O Nome
.
* *
pien di grazia v,

Chi non ti chiamerà ?


*
Nome, che Talma Tazia
.D’ogni foavità,
- .Se gloria, vittoria ... . ^ ,

' L’alma per te fol’ ha . -

7 O Nome pien’ di gràzià '


77770
Chi non ti chiamerà ?

; ###
— ,

* «6 L A V D E
I

SI ESORTANO IGIOru4NI
A menar buona vita

p^l
vore. Deh


fuggite il vaA eie- fi-

fe, Deh fuggite il Van defi- re,

i|-- tt3-S- tjarajttì:aj

Se bramate di fervire Al di-

vino

Dig,-.-. J
, .

vino , e finto amo-

'

vino , c fanto amo- i-


re ^ ; J
'
[\ 4
'

S’a Giesù fervir volete .) f


Col cor lieto •’vinil ,"e pUro', ' .>

,, Pace Tempre in voi avrete*, -

Deh lafdate il Mondo fcuro.i


E Te pare al TenTo duro;
'
.}!)- f ^

Qm conlifte Ja virtute y , : .
* ‘

i j
,,Che vi da nel Gel Talure
^Cori r eterno Creatore. •
T '
:
" T’-.

Quanto piu vi Tcofterete


Dal fallace Mondo rio,

„ Tanto più v’apprefferète •


r

A Giesù benigno,. e pio.


E però con buon defio • \ \ ^
Trasformate l’alma voftra t' J

,, Nd Signor, che U Ciel vimofira, i-


'

E vi chiama à tutte 'T ore


Contemplate Giovanetti , ..

Di Giesù chi c infiammato,


,, Gullà gloria degli Eletti
,., ., . .

L A V D;E*
£d al fin fatto è Beato.
Da Giesù glorifìcaK), . . .s, .

adori V € fnodi
"Oiafccdim- 1*
~
^'Xa fiia lingua a dir' le Iodi, „ .

•.Di,dii^L\Aniihe,hi. redente . ^ « .. .1
Dal Demonio fraudolente
:Non\vilafciate ingannare, ’, : , :
^

'
„ Che vorrebbevi moftrare ,
..Elfer lunghi li voftrì anni.
'
Fitggite or gli eterni danni, , -
> *
''
È' pehfate , che la Morte ^ , i . . I
9, Ea.ìe voIlrcjarVeiTer corje., . ,

Ma eterno è po 1 dolore
Però tutti con buon zelo, j ,or/
State fempre in orazione
g. Ed abiterete in Cielo,-, vi ; r . ,.t) .. V.
Con Dio dando in unione è'
;
*:'}

Datevi alla divozione ^ ^


. „
Frequentate i luoghi fanti, :

Dove di Giesù fi canti i

Con letizia a tutte d’ore. .

) s ... -
j .

DEL DISPREGIO DEL MONDÒ


fer feguir Giesù Criflo .

lam difpofti a feguitarc


S Giesù noftro Redentore
il Mondo traditore
Ed
Con fue pompe al fin lafciarc
.

Noi vogliamo a te venire , .


.

E lafciar la vecchia ftrada , .

,jc Che ’l tuo amor folo n’aggrada* .

Solo a te vogliam fcrvire.

D^ilized by Google
S P I>«.a 1? ViAIL I. 2ìf
E alcuno vuol Venire,
s' ^
I

ehe^^^’amiiamo a Cri-fto, -’
-J.

V. Quiri fa llerò o^ni ‘cor trifto, x ,

Che~;ie_chiaiTTp. a. liìiJejvirc’. i

Orsù -venga pur '{Chr,.\:i{ole, - _


Che a Giesù noi ce n’ andiamo -,
^

„ E difpoùi tutti' fiamó


Far di fatti, ^ (lon parole.
Odi-,|Cfkudi -noùra voce — ‘
|

(^ie^ii tioft^’'i<cdentore ,

Che' padlti con dolore , V. !

Per noi morte-in sulla Croce, ’


- •

Odi noi tuoi figliuolìni,


Che? per terra ci gettiamo, -i.

„ Perdonanza ti chiediamo ,
-
Otsù andittm ratti, ranmiida'* -r • /:s

I!I*QÌLcltó" càht^^ r_ .1

^ Maria dicenda. Aiief^'* - ,


J
- -

^
vE Giesù Crifto laudando . • .

^ ,

Le due fo^raddette laude fi pojfo'n cantar^ '

come Con dolcezza, •* '


. * i

NELL A S S r N Z.IO N
Leila Beatijftma ‘V'ergine .

lumo, che fu quel gior-


\j K z no
,

no Nel qual di quella;- vi- ta! - i . .

i I i

fagro Giglio •

Scefe dal Cielo il Figlio


•••A faliiEar la Madre, '

„ DicendogIi,ilmioPadre Oggi t*afpetta.


à)rgi mia Spofa detta, ^ v
*.

Vieni a pofard in Cielo, .


„ Dove Dio fenza velo Vedrai in eterno.


Paflato è.già!iVIniver«o,- --

Appàrll lodo i' fiori j

» Corriamo'a tuoi odo^i , O' Viga I^ofa ..


'
Allor diflè la^Spòfa^ i- -
Parato , ecco o Signore
» Della tua Ancdlv> il core tuo volere.
Qidn-
I

S P I R lì T A'L I. Ili
Q^Mndi le fagrc Ichicre
;

^-Iiivitrmp ';:Aglì alti onori.-


Fii àlTiinca Tòp^
. JDeglì.A^gc^i bcai:i^...,
j, Dal*Fì^io
incJorónata In Ciel Regina

Zto/aftuuddetta Lat^ .fi, pftì> Mhfare^ ^onif


hpfxHilcgirimi-Fcjid'noiche’I >

rr^'mòiiclp Lfvàt'e fu Paftón^ 1^- '

Ita*' xiamo.i <nol^nV cuori, -O voi ^ ; .

che neh* Inferno, Vor-


rei pur mutar vita. .

LODILA AfAKIA VERGINE


I i’J
1
1
1
" .

I1
1
-+«»-l

W
4l
Puro Gi*^ '
gir©-} Madre Figlia, c Spofa
. ,

222 -

L AVD È ì ^

foro. Io tracio- ro.-^

Glorlofa alta Regina, Vergin santa,


Va?a Stella mattutina, "diva- pianta,
,, O Maria dolce teforo. Io t’adoro.
'
Glorios* alma , ferena benedetta ,\ A Of\
E di gloria , e grazia diva eletta
„ O Maria dolce teforo, .Id t'adoro.
Glorìofa, rifplendente j'^e btiiaralluce , u
Aiiìorofo Sòl iiicerite fida dùce '

y
,, O Maria dolce téforo,/j, t’ adorò .

Gloriofa lunil Ancella, Vergin degna, -


O fagrata Verginella, ,che *n Ciel regna,
„ O Maria dolce teforo , , Io t’adoro.
'

Gloriofa Verginella,, almo conforto, .


Di mia fida Navicella Diyin Porto,- * ,
„ O Maria de’ tuoi divòti; '
Prendi AyotJ'4

"WWW
«A. .A. aA. .A. «Al «sk* aA. aA*

.
:
,
V jOOlcj
fi ? I -R I T V A:l I. 21S

LODI-'A-GIES

Ra ia jC gloria al Re dei ’
i

Lodi eterne, eterni vanii

Dumo a Dio con dolci canti Con di-

E He
Digitized by CcxjgU
>

224 I X A' V D 'f


Re del Cielo . -

Nacque UmìlV l3>ngui tremante.


Olì la luce diede al mondo,
-E fofferfp ’I 'grave pondo , - «
i-
‘ * '
X; d morte ’I crudo telo;.
ì‘i

rriGràié'a e.gloria al Re del Cielo . ; /


P<.m; pa^ac r antico' errore , • •
;
j
'

E falvar tiitt’I vivemìv


Quel, che regge, gli elementi, , ^


Si vertì di mortai velo . Grazia , cc.
Sì d’ as^'s’ infijunraò*! petto- (4
Di ip ftcffo umpr fpavey ‘i
'
;
j
. Cliein'òn temif iimlì, i^.paye' ; V’!

• Fame , fete;, c^ldo , o gielo . Grazia cc.’

Qiianto vlire'hiioino mortale


-Il Signor d’ ogni Signore, - ^

Fu Tua vita tuct’ amore


- • Di*condur noi figli ‘al Gidlo. - Grazia , ee.
L;afpre'pene ye 'fìcr mróieiitiv' »

.. X' empie C le querele


aqcule’, , .

.Furo al mio Signor fedele


Dolce cofa, o Idnto zelo. Grazia, cc.
Sparfe’l fanguc d’ogni vena
Goccia più non vi reftando :
^

Sitìo forte ognor gridando,


Ch’ ei n’avca per dame *1 Cielo. Grazia,ec.

Po/

Diùiii.au uy Gopglc
, , ., j

S P I R I T V A L I. 225
Poi trafitto al duro legno
D* afpre fpine incoronato
Ed il petto tiapaflato
Da ria lancia, e crudo telo . Grazln, cc.
Indi’n gloria Dio n’afcefe
Trionfante, ed immortale,
Perch’a lui con veloci ale
. Volln r alme in fante zelo , Grazia, cc.
Alme or noi di zelo ardenti
Seguitiam V invitta imprefa
D’cflb Dio, .ch’impera, c regna
.. Creator, e Re del Cicló. Grazia, ec.

i TR'Ar^iGLI saNO' LA STRADA


fer gtHgner a Dio»
>
f- . » ai. • •

N
''
On
.
dolerti
Alm^.mia,
-Dal -piicér yeng^n- gl’ inganni
, non dolerti
fe fenti .affanni

Dal patirnaicono i inerti


Non dolerti non dolerti ,

Non turbarti , non turbani


Se nbn hai mai pace in* terra,
""
Che'fe pugni in quefta guerra ,
r Puoi nel del Palme acquiftartùNon tur.ee
Non-ftnarrirti jnon fmarrinti , '
• -

* *
Se fol miri ombre, ed orrori,
Che U fentiét d’ alti fplendorì
'

Sol potrai fra l’ombre aprirti. Non fma. ec.



’No^ lagnarti, noli lagnarti,
™ Àrtzi giubbilo a te fia
^ ^

H.Ogni pena, e. doglia ria,



è il modo di bearti . lagn» ec. Non
f i.-l t K 5 .
’ Sta

Dijin/ : by Goo^Ic

= L A V D È '
v.>

Sn colante pur mio core,


LiMina Tempre di languire,
*
^'c.^.uc Dio il tuo patire,
'

/ .

Ri(b vi:*n dietro al dolore.. Sta coft.ee.


Non t’arredi dalTimpreTa
Dì rio (cnTo empio cónfiglio-, - ’

Contr’ogn’aTp^o,^:e fter periglio •

. Sarà‘1 Cicl’in tua difefa. Non t’arrcfti,ec.


Contro il Drago iniquo atroce - •

'

Sia la fé Te lido poflentCi ^

E la Tpeme clino lucente, ...


. i .


Forte brando fia la Croce. Contro, £c.

€JTERRA E FORZA DEL MONDO.


,

A fua faretra pie-

E grida 1* Mpiido , per fnar’,


S P I KITVA L I. 227

c per ter- ra : All’ arme , all’ arme »

guerra, guerra, guerra, guerra.

guerra, AH’arme,air arme All’arm’alP

arme , All* arm’ all ’ arme , guerra, guerra

•guerra, All* arm* all* arme, All’ arm 'all*


' •

. 228 t AvV D E- I

.arme., ’ .Airarm’ all’ arme, gijerra, guerra

f I

:zH-.z «

guerra.'

<Ed io- che’l cor ferito ognor.mi /euro,


E ’fua nequizia tutto mi- riisfacé , '
'
Piangendo gridò : pace , pace , pace
Ma neìi’ajUfako il lufinghier rinforza
Fiamme, lacci, e martirj ardit’ e forte*,

Bfclama^: f^gue,fangue,iinorre,njQrte.
Ond’ losche mi ritrovo neirimprefa
Solo lenza foccorfòv e fentlaita, .

- M^rcederinvoco;- vita-,-' vitali vita.


-

^C9sì»nidla'mi giova, cheli ^


.« IVinccf fi vanta , e per maggior fua gloria .

Gridando dice: vittoria, vittoria’. •

, Però, ricorro a te potenri , e pio. ,


Signor , che fé da te tua grazia impetro


.ICtìiafiiggenda* J Mpndoùiidietr<vndiétro
ri
*- -r,-
^ .

jQTE-

c;, '"/Googli;
S P I R I T/V.A E I. 119

Min

IO d’un CaQbf Al mio lamento deh ferma al«*

quanto il paflb, E mentre che- *1 dolore

Saper brami di chi , fia, Queilofpi-

fante
, ,, .

L A V D E i

“jrante corc Ti dirà, ch’è di Maria

Aime qual tòno ti potè far giammai


caro Figlio , eh’ al fine iiccilb m’ hai B
11

Or dimmi tu crudele .

A'che folli tanto ardito


S^o^i 't’àmò fedele
ir-

'^'GlieqUal Guidai’ Imi" tràclito? ‘


;

Se per alzarti snel Regno fiib' eternò, |

—Divenne fei-vo di Re , che era fupctnò*: • i

Per qual dunque cagione


'

- L’hai colli empio tuo peccato é •-


Peggio affai d’ un ladrone
Sulla Croce fvet»gogiaato-? - - • -

per gimrhfi f»alma .tutta' piagata •TI;


Anuì fòftcnnè .di- vira aPpra i 'e ItentàtàJ, j

O'Ciior barbaro,' e ilio •-•r ' ! " j-



••
.
;

Dimmi fu per qual delitto


Hai!’ umanato' Dìo" [

Con chiodi , e fpine trafitto B


Ma tuoHfalk^ ©rricon^k c*vcdi,


Q?:’l'

^ Partdoti' iivcaba €orttt mO? Sahri rfcdl.


.p,ena';.dti^ ..

««-Egii.-fnoi- Imitali Uteptì b ;

l’Iii non rìèoraa, o cifra


* %di: vefòcuor tipehtr4.i^' ^ T:', ri

E fe ’l tuo pianto
, c fe mai
*1 tuo dolore

Fqffero pochi per un sì grave errore j


- •*
- pian-

-
r 51 :; by '-ài
, 1

S P I R liT/V a l I. 23 r-
Piangerò aneli’ io reco
E coniiin-farò- ’l -Gordoglia, i. *
'

^ Sicché. 'ftandoti meco, - ' ' •


;

Jii:^nchi yoglio
riìpplii- j

^ » -

l3<ù'o.al mio Crifto : 'Figlio , e Signor vi prego


Per urt’ ingrato , che ben non ve lo niego;
Ma fc me duol pentito, il
E piaiigendo io feco fono,
A un umil ciiòr contrito- ^-.—.-14
General date il perdono, '
A ,tai forpiri
,
pUa.Materna !VOcé" J.li?.. «

•*-El Fpicclieràdi da quell’


Ed ih volto amorofo
sìcerba CrocT,'
^ -
^
Fia ,i che t’ abbracci ,•> porti’, '
>i>
e
Ove dolce, e pietofo
Dirpenfa eterne le Sortì : — . . Lì!
- •
< i;

nelle feste dello'^


* ^ . SPIRITO SANTO, . Q

. ifione,

• Oigilized by GoogU
iìone , £ lo Spi- rito r Santo « Dio

nel cekfìe chloilro In


’ *- alta ^ mac-

' • «Mie.

Ciji-v'lc
, ,

S P I R
I T V.AìL I. 233
Deh Padre, e voi Fratelli'
Non ftate a badar pili , •

' Giubbiliam’or con quelli .


Che fé nc Itan lafsù
Tra’ quali c’I nollro Padre Benedetto,
Che piacque a Dio perfetto ;

Con purità di core, à rr,.. .

Vincendo ’l Demolì falfo, e traditore,


Canriam le glorie , c’ vanti d ì -

Del Salvator del Mondo,' '>.i ,\r}


Dopo gl’ inganni infranti i ‘D ^

Dello fpirito immondo,


Vittoriofo al Cielo afcefe’n gloria ••'f'
Lalciando a noi memoria f 1 ;

Della fila Paflìoiie, j.


'

Per condili* l’alme noftrc a falvazione


Perchè dunque ten gifti, j 1 >
Lafciando noi mortali ['
.f
«
'
f'
j

Abbandonati, e triftì, .) ^
-f i O
Sommerfi’n tanti, mali, -;i ! 'di -'t y

O Dio pictofo? Io fo, perche ’l facefti.


Perchè ci promettelU ’

D’ andarci a preparare .i- .. h i

feggio fcmpitcrno, e trionfale.


I!
' '

Per la tua Pallione >


;

Noi ti preghiam Giesii


Che ’n quella gran tenzone , / i .

Deh fiaci feudo tu 1

Contr’ agl' inganni , e lacci , c mille frodi.


Che con perverfi modi -d
Il Diavolo infernale j.io i-’ O
Tende nemico noftro capitale i ' d
Doppo’l Divin Configlio . . > v . . K
Del Spirto , Figlio , c Padre '
. i ìA
Lo

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, ,, , .

254 L A V D E I
^

Con ftupido biftàglio • > ,


.

Deir Angeliche Squadre ) • f

Piacque allo Spirto (cender da Colomba;


E appunto qual rimbomba , -

Rotto di nube ’l velo ,


Pien d’ amor carap^giando ufei dal Ciclo.
Infiamma; infiamma noi*
Dèi tuo Spirito Santo, •
-

Ch’agli A portoli' tuoi '

Già ne donaiti tanto,


. Ch’ ebiì , e riplen di Divin foco gimo
Predicando, e patirno c .

Tormenb* y croce , e morte


Per arrivar* alia cclefte Córte*
^1 Padre, ed al Figl'violo^... ;

» Atlo'iSiiifim noj i *i-'

Che tre fon in wiilfolOy ir 1

O/Triamo ’l nortrbf-cantoV*^-
O Trinità, o Trinità perfetta

'
’ìì.<iV

Il nortro dono- accetta, v


'

Non'lo foHifer;, ^’è‘ vile ,


‘ * v ;</
'
Non difpiacendo a te il cuor’ umile

"Quando' netto farà


Ma chi afpettercmo
Che ce lo laverà. >
E’ tanto duro, e freddo a lagrimare.,'
Ch’una rtilla gettare '

Non può , ne pianger gli occhi


Se non Tei tu Signor , che ce lo tocclii
Così ti piaccia , ò Dio
O Dìo. porgermi aita ;
'


'

Acciò ch'ai morir niio, '


i 'i
Al fin della mia vita
•’
Io

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S P I R IT V AI. r.
10 con qiieft’ altri -mici Ffatdli>ahiau
Fniìfca fra’ Beati .

11 bèn'ciéKParadifo, .{ •
ì . i

La dolce virta tua con canto, c rifo.

X> ./ S A.N G 1 O V. A N U.J


£ VA NG E LIST A.
, ir
-
'{•

Sorge d’ un; prato adorno


Candidò :fior gentile > ‘
:
'
, .

. ;
'
^ '
/'
Per render vago il giorno, *
i-
Talforgaòl nòftro core alzando Ivanidi
A'Cantar! di Giovanni' uA > .

Vangeldta perfectò :'>v ..ip ri;0 ! . •?.

' L’eccelfe Iodilueeón puf* affetto .7 -'"1


^
TeiTiam dunque corona: ) iihi/i
Di iìor bian eh i',' C'^verraigli p ni <' i ^ i >

Ecco: che’f Gei nTuona, Jfj r.cn s.lA ’


f

E con aprire i 'Gigli vlit >Ì </.' i

De’ cafti Tuoi penfief’ a Dio fivolri , i i 1

Pregbiamio', di'c ci aicolti,


Ed empia i noftri cori '^ -5
'
at> '
i
D’amor Divino^ e di'Celéili dìoriy / I
I noftri preghi.,-cdicanti Hlod
Non ion di ralir;degni: suub
Alle stcre;-rtdlanti ,
'
;n / il

Dove con Diotii 4*egni; ; < •


r , *

Ma tu per tua pietà alzagli al Gelo,^


.E d’. ignoranza iLvelo - s- .
f
'
>
Scaccia da noi, mortali 'm i j * !
Ciechi a veder’ i beni Ccleftiali. f! '1 .-

Da Dio tu fofti eletto .in wi.- ' J .

Segretario maggiore , ;ù i
-}..ù ‘

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1 1

2^6 .1 D E '
?

Tji giflcéftì .ftil petto '


o i l ,1 '

Del nortro Salvatore,' : // •


;

E noi prcghiam la. ma bontàlitìiSflità,


Ch’ai fin dtnoftrà vita ' '
i

Ideila gloria verace


Teco,'.e cori Dio ’ti ripòfiam’in pace*;
Ne’ tuoi ^iovenii' anni, v)'/ .ì

Seguitalli Giesii
Ne’dolorofi alfanrii e. v t: : ; \
Della Croce ancor tw , t
'
'
r

* '
V. '

E meritafti { o dolce compagnia )


' »

La Vergin^:' Maria j) - ''


; l-' i

Per Madre, b.’n, canto diiolòf -M


I
]'

Lei fi degnò d’aver M>p«^r'Eij^iuoto*^


Grande fu quell’ acquHtej rU'/ !*.:.

Di tanta:l4d'%ijre altotaji ifo) ‘i )'J


Perdita laflar Crifiio :o:) oT
Fu Cri>cerancocarV‘ '' ’>
filila *

Ma non perdelH^ akaìldòppia- vittcHia


Fu , che rilbrto in G loria i v , .

II Rt:'deirniIii^cfro. »; )'• . . ! .

Or
god’in Cicl jlfe qui l’ avevi perfo *
.Poi nell’ età più grave i.; ieri i
'
!

In qiiafto iMar: dèi Mondo r ; « .

Fofti Nocchiera,'e Nave, ’

• l 'I 1

Stella duce giocondo :i - l

M
oltrand’il vero porto à noi erranti
Con gli Evangcii Sami , r:/. i

Doye 'nTplende il vero, " i .

Q^al fia dì gire al. Cicl. dritto fentierb.


Fra i tuoi Di vili concerri,
Pien di' pifv fazione jr 1 •
ov s. ,

Lafciafti a’ tuoi diletti-' àu'? i:’ '/C' <.C;

La vera dilezione *j ;
'
'

<i. eh r- ii c
r La-

Digitized by Google
1

S P I R I T V A L I. 357
L* amarfi infleme in carità péfrfctta »
Ch’ a Dio fu sì (diletta.
Che con tormento atroce
Per noi fcefe dal Cid,mori pòi*ti Croce.
Aquila fama , e pura -• <
*
. . . .
^

Co* tuoi celefti artigli ii ì; ai •


)

Deh prendi noi in: tua alfa' -, .. / •

A guifa di tuoi Figli,fiii^ij .'.j d ' > .

E facci ’n Cielo im fempitémo nùdo^


.'
•.Che farà albergo! fido , ^ «i i
'

Sicuro, ed Immortale,^ - il -

Pieno di gloria fotto le nie^alei '

*
. .
'
ó iM: •
:u •)

2)/ S, GIOi l
. * : j. t

Q Val Stella mattutina*. vi:


^afee ogg’ il gran Datifia ,
Vt annunziar Vicuia:
Quella Divina vifià .:
'
' '
:

; : :

'
Del gloriofo^ e fempitcrno- Sole ,
.Cile ncil* Aurora.vuotei'r:. nyj o'iu'
Nafcer del nuovo giorno, 1 *

Per ifgombrari ic nubi y c’ havea *ntorh#,'


Perciò ei fu mandato i;.- mj: - • ?

Dal fommo Re Ceiefte, vi i' . •


l

Ed anco circondato A I i.> .>

Di pura , e bianca vette, ...


Perchè dovea apf^recchiar la via «f 'i
Al fupremo Mcttìa,
Che di lui fi compiacque, 1
'

Onde’l maggior, ne mai il più Sato:nacqud


Tra gli antichi Parenri ^ jz ’ •
vì C',
Delle Giudee contrade^ - : ; : ' .

Che d’ aver prole intenti , ~ -

.Se

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.

* I JL-. A' V D:;E 2


Se baitrii';vccchia:etadc-, . u. , !

Mal ufa’n terra, a generar famiglia^ >


( Oalta maraviglia )-
•*
:
'

-Ghè T pia Salato nafcelTe V - ./ i


Che pria alvo materno prodiiceffe', if
In Natal sì felice •
. >rj ; b] > lu ’rO
Si fe grand*' allegra,' . j ; -1
E come ciafeun^ dice-, L.lr- -' A
Vi'E 'trovò J^ria:,'j k’.ì * r ^
Che forfè in q fueibratda
1 lo'faccòìfe,
E nelle fafee avvòlfe-:» . >
/' •' 2.

Quel Santo FanciuHino,


Che non d’ umano avea, ma del Divino.
Melili. CìrconcHìòné' A i > A: •

Giovanni fu chiamato. "

Come in rivelaizione'iffi l "


i. |"

A Zaccheriàlfuidato ìA: ^
Dall’ Angiol , ma5 perda’ ebbe a fof^^ttdre,
Perfe allora il parlare, «.n- j ir- *;.) !

Ma ’n. quefto nome santo

Parlò con miftecioro niioVo' canto.


In tanta gran ^ bontà o i) A) j A 1

,o Crebbe ’i Salito Gwivaniii , !;


.. < ^ i

Che ’n pueriretà, -r • '

'

Ne’ teneri Cuoi anni .) .


'
;

Fuggì dal Mondo ^e in un deferto ofciire


Andò per più ficuro
Star da ogni difetto v i
E Dio fervire con maggior’ affetto
Vn afpra penitenza '>
>'.<•> i-
'

Qucflo, gran Santo eleffe, >

Che mai tal attinenza


Fu huonio , che faceflc,
£rbe, e locutte per fiio ciba prcndeaji

Digitized by Google
^ .

S P I R I TV A L 1.
E la fila vede avea
Sopra i fcioi membri ignudi
Di peli di .Cammello ifpldi, c crudi*
Nell* età più fiorita
Cominciò a predicare, »
Onde gente infinita
Lo vcniv’ alcoltarc
E gran Meflfia ciascuno
’l Io chiarnivai
^ Ma quefto dirprezzaya , •
J
M E con parole accefe"--,-. , . u.

Il vero Agnel dì Dio fece’ palefe •

O Tpecchio d’ umiltà i i’ :

E d’ogn’altra virtù,
^
Che per fiia gran boiKa»
-,,Si compiacque Giesii, -r

Efier da lui nel Giordanjbàttezléafiii.""! i

« E tanto gli fu grato, -L.,- .... U


Ch’ ancor lo fece degno
D*aVer tra’Martir quell’ aurato fcgno.
O Santo Precurfore
Divo noftro Avvocato,»..-.. 4-^- l|
C’hai sì grand’amore
Di quefto noftró Stato',
. Prega per noi l’alta bontà infiniu7.L-rì
E’ n quella fragii vita
Sia noftra fcorta, e Duce, '
r ;

Fin eh’ arriviamo a quella eterna luce

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240 ,
L A V D E'

L A D A
Per cantarfi nell* andàf a Roma .

r Anno Santo.

'

L veflil trionfato-' re Segui-

l
Iti
I
I
tiam pèllegri- nando, • '
Che diè ban-
()•.
O
iJ i
iti

11

do Al ribel del Crea- torcjChcfal-

1
Iti
1
1
yò, Che ricomprò Dà fiioi lacci ’l


. pcc-

dcl
,,

S P I Ri I T V A L I. 241

Se di quefta.infegna altera
Si fa feorta il pellegrino
„ Suo cammino
Ha ripolo innanzi fera^
E nonha , E non avrà
Fuor che ’n lei pace mai vera.
Cinto ’l fianco , e nudo piede ’l

Atfrettiam concordi i pa/fi ,


'

5,
Spine, e fafifi
Fa addolcir fchermo di fede;
Vmil cor. Zelo, e fervor.
Mover Dio ponno a mercede.
Ne fa degne ’l pentimento
Dì perdon -le' colpe ingrate,
,,
Giubbilate,"
Ed efulti’l cor contento.
Su cantiam. Su celebriam
llRettor del Firmamento.
Roma pia, Roma n’invita,
A paflar le fagre Pprte,
5,
E da morte'
Liberar l’alma contrita.
Adorar, Glorificar ^ --

Il fupremo Archimandrita.

A inchinarfi alla gran tomba


'

Degli Apoftoli , e baciarla,


L „ Sa-
,. •. ,,

L A V D E
' Salutarla , .
. ,

Par ne chiaitii *nterna tromba;-


- •

' ‘ ~

Al terren Di (angue pìen


"
Di queir alma catacomba ^
Curvcrem ginocchia , e fronte «
' *
Afcendendo i gradi fanti »

^ Ove tanti - . i

Dio foffcrfc oltraggi, ed onte,


Quanti fer Q^gli empi fìer
Strazzi 'n lui diTx>ntà fonte
Noi vedrem gli alti trofei

Di Glesù Re crocififfo

„ Che d’ abìffo
Liberò i gran Padri Ebrei,
Che patì ^ E che morì,
R^dentor de’ falli miei
La Colonna, ov’ ei legato.
Sopportò lungo martiro,
- E quel diro , ^ «
1 Coftato
Ferr’ ond’ ei n* apre
Tinta *n fel Quella crudel
Spugna, ond’ ei bevve affetato , i

Chiodi, Spine, e di quel Legno,


Che ’l ^ravò , cari frammenti
Vcftimenti
D’umiltà fuperbo pegno,
E quel vel ,
Che 1 Re del Cici
improntar fu fatto degno
I)'
DI dolcezza empirne ’l petto,
E capir potrà la mente .

Altamente
Il fulgor del duro afpetto:
Qui finir Potrà ’l defir
.Sazio a pica noftr intcUctto »

Digiiizop by Google
, - .

S P l'K l T V. A L r. , 243
L A V D E
Fatte nell'andare a Roma l'Anno Santo
PER INNANZI DESINARE,
QHeJÌA Lauda fi può cantare per le
Stimite di S,Francefco, •
t
* '
* *

BA
5,
ei matrìn

In Pilcìna
d’Alba fugace
partir T ore incammina;

Mai non entra un fen, che giace,"


Su tcmp’è Di fciorre il piè,
Procediamo adunque in pace
^
L’acqua già Ila preparata
Nel gran Bagno Vaticano
^
y, Da fourano
Angel mofla , ed agitata
Cinque già Portici v' ha v.
Compagnia Stimatizzata, •

Verfo Roma ognun’ ha fcorta ' ’

Or , che regna alta Innocenza


,
’ '

„ L’Indulgenza •. '

Ogni languido conforta;


E di li Parte ogni di ," .

Chi Innato il fen ripona, •

Poverel colà veruno


Non è mai , benché lìa nudo ;

,, Sempre è laido
Pafciut’alma a fen digiimo,
Num però Dica,huomnon ho,
Perch il Tebro aiuta ognuno,

Se di già con cinque Pani *

Si faziò Turba inhm'ta,


La „ Dar-

Digilized by Google
, . , .. ,

244 .
a A V D E < -

^ Darci aita
Con caratteri foiifani
f acil* è Francefco a tc
Che cinque altri ivi ne fpiani

S* lui Garzon con cinque l'afli

Affrontò Golia Gigante


yy
E badante
Vn foi fu , che T atterraflì
Ben còla Vincer potrà
Chi di Stimitc arineraffi
Se Giesii nel giorno atroce,
<
:

Che sborsò per noi le paghe,


„ Cinque Pia^e
Pofe incontro a chi ci nuoce , .

Ben virtù Sempre han quaggiù


Cinque Stimite , e la Croce .
S’un Ladrone a Grido accanto
Trovar Teppe il Paradiib,
„ Ben m’avvifo,
Ch’acquidar pofla altrettanto, •
:
>


Chi da fé Già podp s’è >
'

Sott’un Grido, e fottTm Santo., .

Gafeun dunque or di noir volto


'

'
. ,

Al Gran Povero d’Afcefi, ,


< > )

5,
Contrappefi,
c’ ha tolto,
'Quel ch’ei diede, e quel
E così Somnii poi qui ,
Ch’ei diè poco, e trovò molto •> :

Dìfprezzò l’Oro, e l’Argento,


' ^

Che vii fango è della terjra , : . i,


,

^ Fece guerra. r ,

Con la fame , e con lo dento , '


. , I

Ma di là ‘ L’Eternità
;
'

Pitn di Gloria il fè contento

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,

SPIRI TV ALI’. 24J


PER DOPPO DESINARE. t

Q^ Vando

Ci vuoi dire^
Camminare ancora voi,
it

Piomba giù doppo


Sol coi raggi fabi'

>
il falire,

' ‘
-

-
'

T

Coni’ io qvì, . Che fpénto il dì


Forfè à tempo nori s*è p*ói'. -
‘ ‘ "

Ci ha pafciuto il Mondtv a merifa


,
-

Ma col dolce ei ci avveleitò ;'


'
' '


5, E’ Sirena, ^
^

Che cantando a tradir ‘'penfà ;


State su , Non più , non più.
Solo il Ciel ben ricompenfa,
Belifario im^obohchiefe, '

-Non fifa, alcun gHeldeflè,


» DIO promeffe
•* '

Per un cento, e ce ràttefè, ' '

Sol^ perche Sempre ver’c,’


Ch’im gran cuor fa grand’ imprefc .
'

A donar tal volta un Regno


Aleflandro s’iiiduceva,
,, E’I faceva
Com’im’atto di fe degno, ‘

I
Tal Dio fa, f^Quaiido ci da,'
Premia fempre oltre al condegno. ^

,•

O Fratelli, o fortunati, ‘

'
" '
Specchio fia la Maddalena ,
„ Sparfe appena t
' .

Breve umor su’ Piedi amari


Non parlò,
^
' DIO le donò
Il penlon de’fuoi peccati . “ .



L 3 Tai’

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. , ,,
. , , ,

2^6 L. A V D E
Tal’ appunto il Roman Zelo
Che patifcc, e fa §ran cofe -

„ Gloriofe
Più dc’rai del Sole in Dclo,* '

Ci darà » Se giunghiam là»


Per due pafìd in premio, un Cielo.
Sembra un Ciel Roma gioconda
Perch in terra è proprio im’Etra, -

» Vi è la Pietra»
Ove Pietro ognor E fonda,
Dio pur V* è Barca di fe
Q>’ ognor folca , e mai s' affonda
Ivi accolti infieme fono
'

.
^

I gran meriti de* Santi »



'

„ Stelle aitanti .

Agnello intorno al Trono ,


Dell’
C* hà virtù D’aprir quaggiù
II Tefor del gran Perdono , , > .

O Tefor, ch‘cgiial non hiri.


Ceda pur l'oro de’ Parti
,, Confiunarti
Chi tt fpende non pub mai
Anzi lì Crefcicosì»
Ch‘ un Egeo folti , e farai
Lieti andiaìh dunque al convito
Del gran Pan multiplicato
„ Che ’l peccato
Piaghe, e Pietre han già ferito*,

£ grat* è Sempre al gran Re»
Petto umile, c cuor contrito.

’sibisir

Digitized by Googli
, ,,

S P I R I TV A L I. 247

^EL G JORNO ,C HE ROMji


fi femore, e prejfi ad fjfa^

I convien ben or cantare.


S Che fi fcuopre alta bellezza.
Allegrezza,
Naviganti il Porto appare , •

O Città , L’ Ahna fca va


Dolce in pianto a diftiUàrey
Salve o Roma, ove rifiede .f f .

Ogni pregio cd ogni onore


Prend’ii core v

Di ciafeun , eh’ ora ti vede


Dar quaggiù Non po/IIam piu, -

Ch’iuml prego, c.nobii fede. v


Ben donare a noi tu puoi
Qual Pelleo, cole pai gravi,
Tu le Chiavi
Hai di DIO coi regni fuoi
E bella è Quella mercè,
Ch’arricchifce il Cièlo, e noi.
Col perdon, eh’ in te s’ ottiene,
Fani l’ huom ricco , e beato
Più calcato
Indi il Ciel dall* Alme viene,
E però^ ^
Fu chi cantò.
Ricco è Dio co! farci bene.

Digitized by Googlc
. -

248 L A V D E

PER LA CONGREGAZIONE
DEI SACERDOTI DI GIÉSV"
S ALVADORE.

L veflll del Salvadore


I Seguidatn Gicsù lodando,
,, Celebrando , : ^

>
Gli alti pregi del Tuo amore , . ^ > '

Che fai vò, - Che liberò' ^ •

Noi dal Mondo ingannatore


Se dall onde afciiitto il piede . •

Riportò lieto Ifdracllc, r . . -

,, Di procelle
Fatto fol 1’ Egissio crede: ’
.

Vago più Dona’ Giesu ’


i

Scampo a noi per fita mercede . •


; ì

Vinca il Mondo, c le fue frodi '


>

L* hiiomo ancor vinca fe fteflo


5, Che permeilo
Non fu mai con più bei modi
Trionfar, E imprigionar
Sorte eterna in aurei nodi. »

Dunque ornai facciamo omifto


Di pia vittima un’Altare,
„ Venerare
J.abontà Divina è giufto,* <

Che così Bel varco aprì


Per rentier lubrico, e angufto,
O d’ amor alto confi glio !

Fatto Iddio Padre b^migno


j. Da in fanguigno
Sagrilizio il proprio Figlio,
Sol

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, .

-SPIRITVALI. 249
Sol perchè Vuol tor da te
Huomo vile ogni periglio
Quella poi sì bella lòrte
D’ offerir Oftia Celefte
Fa che refle,
A
chi diè di fcior da morte» '
.x

La
virtù, ’
E di quaggiù •
^

Dilferrar del Ciel le- porre . 1' \

Sacerdote io ben ravvifo , > .

Qaar iifìzio Iddio t'ha dato,*


3, Te beato, ^ ^

Se già libero e divifo^ . ;

Da qiiaht’hà'. Noftraviltà, .-

Porti in terra il Paraefifo,' :' •


• ;

Co’fuoi detà fece immotò):. \ \

Giofue fcrmarfi il Sole ,\ j!.!* .11


,, Tue parole 1. : .
^

Con portento non ignoto y


'
' ?
'

Ogni dì: s Fan feender quii


'

Chi fe il Sole, e gH'diè moto


D’ ogni vizio ornai difgombra > .
' -

Macchia rea; che il Cielo offende »


3, Dio, che fplende ; ; :

Più del Sol , r alma t’ingombra :


^
Dunque a re Sovvenga , chei
Dov’è il Sol, non può llar’ ombra.

NELLA FESTA DI S..MICHELÉ


ARCANGELO. -

M
'
4 X *
• i ^ •

Vover guerra in Ciel fence


Da’ fuperbi Angiol’ ingrati
5, Ribellati '
.

A quel Re onnipotente,
di L 5 ^
'
Che,.

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,

2^0 L A V D E

Che creò, E che cavQr
Tiirt’il Mondo dal niente.
Già Lucifero pretende
Di falir foura del Trono *
„ Ove il buono

.
,

E fiipremo Iddio rifplende


Con beltà » E maellà
A cui niun’egnal fi rende.,
Dicev’^egli entr’il Ino core,
'
A me ancor convien quel foglio j

,, Si si voglio ,

Yguagliarmi a quel Signore, . cT.

Salirò,, le È diverrò
' 1

Grandmai par de! Creatore.


Ma Michele tutt’'- umile D
Diffe a quell’ Angelo indegna '

ff. Con
gran sdegno :
Chi vorrà farli fimilc
A! gran Dio, Signor mìo?
Forle tu Spirita vile? • . ;

Cadd^ allora dall’altezza !

Delle p^ime , e filTc Stelle

99 Olici ribelle,
E perde la fua grandezza ;

Concepì, E ne fend
Tute il Ciel nuoV’ allegrezza .
Lode a Dio , col cui valore
^ Già Michele ha fuperato,

,, E cacciato
Cjucl fuperba, e altiero core,^
C^ora' fta , E ne ftarà
In eterno , accefo ardore .
Viva viva la memoria
Dell’ Arcangelo Michele, .

y» Che fedele ^ Al

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+

S P I R I T V A L I. 25.1
Al filoDio volle dar gloria -,

E però, * Ne rìpoitò
, Così bella, e gran vittoria,
I Aiutate Arcangel, forte
Con la forza, c virtù- voitra
3, L’alma iioftra
Nella guerra della morte.
Onde poi Infiem con voi
Giunga aiPalte, c fante porte.

DELLE MISERIE rMANE,

A cari- tad’ è

'
fpcnra, L*amor d’iddio non c’è j

M
1^1b-5’-
g V 15;
-
» * *

n
R — Hwai* i ZZ^Zl
Tie- pido ognun diven- ta, None’ è pia

L 6 viv*

hy Google
, , . 9

L A V D E

Non s’ama il ben comune


Ciafchediin* ama se
„ Quel dice : laiatica > '
/ ‘
N ..

Non s* appartiene a me.


piccol-dice al grande

• ' ' •

Il : ^ ,

Io ne fo quanto ter “ :

,, Dal capo
Jilfino a ''l ;
Infermo ciafcun’ è . ^ ^ ^ .0 '
v,
Io vedo tal , che regge

Che non sa regger fe ;


„ Sol nel mangiar* , e bere
Diletto , e gufto c' è ^

Chi piu terra conduce, :

rui faviq teniit ej ^


5
,Xhi più irpixito.yiiole, . 4 • " -*• H
Rotto le braccia gli è
A Tanta povertade • .

Ciafeuno da di

,V Che devo dir Signore, - •


-
Se non gridare ’aimè ? N "
Tj
-
,
:
, 'Ir.
'
“ ajl
I

t

z '

La "Jt. pHpZcàa/ar}
il
come Mercè mercè, ec.

£
. , .

s p I R-i.T y A L: I. 253
-

r
NELLA ^PASSIONE
"
DI N S/GnÒÀE. .
>

L : ±: j z:5[32izz: )zj:iz:;ì:
Agrimace occhi do-.^

_M-A
-R"V' •R
—A. ^3
•I I*

lenti , Ne fìa pofa in voi mai più

53ta=a -a-js-

Contemplando , in quai tormenti Mort*è in

tf
lini

ti

Croce il mio Gicsù

?> Se
^ , , . . [

a54 L A V D E
„ Se pcnfando all’afpra mone
Si fe fanguc il Ilio fudor
Quanto , o quanto acerbo , c forte
Sia poi flato il Tuo dolor !
„ Scherni , fpine , afpri flagelli
- Chiodi, l^cia, aceto, c fìel,
-^ Tiitt’ inficine emm, c mbelli
~
Hanno itccifo il Kc del Cicl
5, Sicché mira Anima mia,
Dalla fronte fino al piè
„ Non.vivè paro?, che non fia
Tutta piaghe, ma perche?
'„ 'Perch’ifalU'iniel:l»efi^ndi ^

Troppo ornai créfeinti fon,' _

„ Pèrch’ i miei .péccàti grandi.


Su- nel Gel abbian perdon * •

''ANIMA ANSIOSA 'DI MORIRE,


dijfolvi , & effe 'cum Chrifto .

?
A», « '1'

H Signor
*
ch''5rdèt!^,
Piu non ferito vita 'ìli ine',-
Moro ,fol-, perchè- nón-'moro^i—
— -c;
i ^

O s’ vivo , vivo in te
io •

'
’^-Mòro perchè non moro-,'
fol,
Per dcfio, c’ho di morir,
- Fin eh* io (H4nga- il mio teforo
-
,
* *

A' me il viver^^è ìtiar'tir ;


,^.11 inio bene:, il itìiQ'ripofo
'Non trov’ io vivendo qui
„ Da che ’l mio
celefle Spofo
L* alma ,cuor già mi rapì
e *1

» Qni non oro, argento, o gemme,


C) quel più, chejionno dar
- :: „ Tutte
Digitized by Google
, . ..,

S P I R I T V A L I .
255
„ Tutte rindìche Maremme,
Può le mie voglie faziar.
„ In lui fol morendo fpero
Di pofarmi lieta al fin

j, A
lui volto il mio pen fiero
Se ne Ita lera , e mattin
5, Solo in tc mia vita vive
Per te lento , o mio bel Sol
,5 Fiamme in me potenti, e vive,’
Onde cuor pafeer fi fuol
il

„ Altti il fuoco arde, e confiuna,’ .

« Nutre ma fiamma d’ amor , |4


,, L'alma in Dio fi Tcalda, e alluma j
Mentre in fé languiice , e muor »
,, Qual vapor* al Ciel s’invia
jCa mia brama, e il mio fperar,
,, Ma per Tafpra, e lunga via
Non ha forza d’arrivar.
5, Sicché in pioggia al fin difciolto
E' sforzato a cader giù, ^

„ E per gli occhi riga il' volto,


Ma nel cuor fempre arde più «
5, Viva mone, e morta vita
Avicenda entro al mio fen *
?

5, Reggon r Alma sbigottita


'

Lungi troppo dal fuo ben ..


5, Quando fia , che lieve , c fcarca
Del fuo frale ài tutto fuor
„ Della fpoglia, che l’incarca.
Se nc voli al fuo Factor ì
ly Allor fia, che lieta appieno.
*
Vinto ogn’afpro incontro fier
il ben, che mai vien raenOj
„ Goda,
Senza tema , o doglia aver
„ Onde
, ,
J

ì 56 L a V D e
„ Onde infin , che a tal dì giungo
Afpra pena ha 1* Alma ognor
,, E le fcmbra il tempo limgo
Sicché muor , perchè non muor .

CASTORI NELLA NATIVITÀ


Del Signore .

Afciatei vofiri alberghi, o

Pafto- itelli. Deb correte, a ver;

IMI

Il

der , o gran ftupore. Fatto bambin ,


chi

4d' .t^tt• c Signo; re.

DigitircrJ by G(
, j ,,
. ,

SPIRITVALI. 2$7
Lafciat’ogn’opra, benché grande fia.
Dell correte a veder nuovo Pallore , *.

Che regge , e pafce 1* alma fol d’amore •'

Non vi ritard’ il penfier 'di donargli ^


5, Agnella, o latte ,
altro non pregia, e de^^a,:
Che '1 cuore , ove mortai cofa non,rcgna
Andate in Beltelem, ivi*! vedrete, . . .

,, Su su, correte, infuna capaneHa;^ <;i ]


Gol buon Giu 5 eppe , e Mark Verginc^?i,
*ì* *
*'i ^r* ^
'mis èrie DÈ i MÓNDO,,
!, .E dellÀ E’ita-Èmana'. ,,

Altro i)on fentìj mai , che doglie , e ftcnti/


C^ldo ,,afpro fame,' e fete -ardente ,
gielo
'

inopia d’ ogni ben , copia di male ,


,

Ira, nebbia dii'degni, odio immortale,


Rancori, acerbe rilte, agre rampogne-,
!

„ E di rodente invidia amaro toRo


Mille frodi, ch’jancor ben non.conofco, t

A ltri penlieri vani, e.ftrane voghe,

„ Sofpetti, c ’l giudicar- pronto > e fallace ^


Onde fi turba ogni tranquilla pace.
Rapaci , avare mani , eitipi) defili
„ Deli’ altrui pò fledet. ferap.re più ingordi'.
Gola , mondali piacer , ahi vizzi lordi
Spirto di ghiaccio, infermo, tardò, e lento^
„ Al ben* oprar , ma ad ogni mal' ardente.
Folgore par , che fembri , o gran torrente
O me infelice, e di miferia colmo, ^'> $ ,

„ Chi fia che mi follie vi , *0 me ne fcampi


Tu fol Giesù , eh* amor nel cuor .mi ftait^i.
PIAN-

, Googlc
, ,

2^8 L A V D E

T1ANTO DELLA MADDALENA-

D Icca foltftta air apparir del Sole ,


PrelTo al fcpolcro Maddalena, un rio
Di lagrime vcriando; o Gicsù mio.
^

Grefcendo’l diiol , crcfccndo le parole,


„ I fofpirl, r angofde', ed il
defio,
‘ Chi mi t*ha tolto ,
aimè , crudele ^ c rio?
L’anima mia non cerca altro, ne vuole.
Che re dolce ripofo del cuor mio,
.. Chi mi t*ha tolto, aimè, crudele, c rio?
Or come rimaner fenza’l fuo Sole
,,
o Giesù mio.
Può’l renebfofo cuore,
Chi mi t’ha tolto , aimè , crudele , e rio?
Ahi le lagrime mie h Tpargon fole,-
poli» ha in oblio.
„ Ed il mio mal’ ognun
Chi mi t’ha tolto aimè , crudele , e rio?
DI tomba ‘ditemi! erbe, e voi viole,
ver là m’invio.
„ Dove n’è gìto^ che
Chi mi t’ ha tolto , alme , crudele , e rio ?
Non vidde, nè vedrà girando*! Sole
„ più afflitta Donna ,
fe benigno , e pio

^imè non fai ritorno , o Giesù mio


-

At' SMiJpmo
S AG R A M E N T O.
O •
Celefte fplendor* unico, e trino.
Refrigerio dell’ alme , almo riftoro,
Pane Angelico, e Divo, iinul t’ adoro.
O fagrato teforo , in cui fi chiude
» 'L’Anima , il Corpo , e Divinità Santa, ,

Del gran Verbo incarnato altera pianta^


O dob.

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, ,

S P I R I TV A L i: tSP
O dolcilTIma manna, o cibo grato»
5, Con tua foavità, con ma virmtc
Pace’n terra ne doni, c’n Ciel ialutc.
O Sagramento divo , o fagro pegno
„ 'Ne’noitri cuor, nelle noftr’ alme or vieni,.
Che di tue grazie ognor fplendiam ferenù

VAZZIA DEL MONDO, .

> •

Erdcr gli amici, e perder’ i favori


PMa dima no
'Si

Talma
in queda vita per. gra^ male,J^
chC' piu che *lMondo vale.
. i

,
Si fente molto perder le ricchezze , •

„ V onor, la faina dall’ luiomo carnale » ..

Ma 1*
, che più che ’l Mondo vaJcw
alma no

Piangefi tanto inconìolabilmente

„ Perder la vita mifera, e mortale»


Ma
. r alma no , che piu che *1 Mondo valé^
Ma non fi ferma qui noftra pazzia , •'/

„ Che più fi duole d’ un diletto rio,


Se tolto gli è , che perder l’alma, e Dio,

ADORAZIONE ALLA CROCE^


. èd altri Mtfieri , ,

ì
:

Alve fagrato'» e venerando Legno,


S C’ hai fóiicnuto in quefto mortai velo
Q^ljChe regger no pon la Terra, e’I Cielo.
DelCiel ftendardo fei , tu fenno feudo
», De’ miieri Mortai , e dell’ Inferno
Orror, pena, e tormento ’n fempiterno.
Tu degno fei d’amor, degno di lode,
„ Tu di nofira falutc fpeme fida
Tu fei nofiro refugio , e nofira guida
* . . .. Inian-

Digitized by Googic
.. .• ,

iéo .

L A V D E ’ ‘

Infangiiinàti e voi pungenti Chiodi


,

„ Adoro V e benedico , che le fante - -

Sagrate itiàn palfaftc , ~c fagre piante


^

E perchè 'al- Fattoi volito non mntafte ' * *

^11 voftro duro naturale ftile, ' -

. E qùal cera venir molle , ed umile ?


Fiera Lancia , eh’ aprilti il fagro tonte
5, Delle grazie
Divine, or qui pian gelido
Ti faltito , t’ adoro , e grazie rendo
Feritrice- crudel’ allor ben fotti
„' pet Di vin- Petto pien d’ ardente amore, •

Lafeiandò me , che fono il peccatore


‘ ' '

Spugna,- che toccato hai la fagra bocca;


„ E perche non cangiafti in latte, e mele ,

"Ah mio «caro Signor l’amaro fele?


'

Giammai fotte di lui fazie, e contente,


„ O
infànguinate sferze , o duri nodi, ^ ^
-•A ferir quello ’n mille, e’n mille modi!^
Vmil m’inchino a 'voi pungenti Spine,
„ Che già foratte il’Capo fagrofanto,
Che di pene, e marrir m’ è feudo , e manto.
-

E fe fagrare or fiere , allor ingrate


„ Ben fotte a non cangiarvi’n fiori , e 1*fronde
A
quel , che fece *1 Gel , la erra , e onde. T
Or tutti uniti ’nfieme , o Chiodi , o Spine
furore
„ O- Lancia, o Spugna, o Sferze con
A me palTate l’aìma, il petto, e’I core.*

Le fei fopraddette Lande fi yojfm


cantare come Ne forza d'acqua,
. N ell’appàrir , Tu V ergin santa

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— .

S P I R; I T Y AL I. a«i

D E LL J NAT i K I T jt
Sfgnore

'

,
E- vate su Pafto-

'
H-
.4-f
^frr
ri,Giteà trovar Gicsùj I: ...E

nato.
•; i

Il gran Verbo incarnato


: Di Maria Verginella,
Clic'
, , . .

:i6i . L A V D E .

Che in una Capannella Adora quello


Trai Buèi e Afinello l’

Nel Prefeplo raccolto,


„ Con vii panni rinvolto In fui fìen diace.
Io V’ annunzio la pace,-
E l’allegrezza grande,* (’cora.
,, Ch’ in tutto’l Ciel fi fpande, E *n terra an-
Non fate piu dimora, -
Che tutto quel , c’ ho detto
„ Troverete in effetto , Efparivja. -

:i fi meflero in via
ìpieni d’ allegrezza ,

„ E colim di dolcezza, i‘ E di ftuporc. •

Penfandò; aECran. Signore, ‘••r


C’ha mandar’ il Piglinolo,-- - '

„ Per ricomperar folo L’ uman fcme


i tfttti pien di fpeme
iunti a quel luogo santo
Di fpleridor tutto quanto , E d’odor pieno.
Lo trovaron vfui fieno
"•
pTra’’l Afinello^ ~ i
Bi^i, e.l’ •

4r‘E con quel vecchierello Di-Giufeppe^?


Ciafcun'il me', che feppe,

Adorò il fuo Signore,
E con fincero amore. Ed allegrezza
>Tuttì pien-di dolcezza
^indìmo ritornando,
magnò Dio laudando . I buòn Paftori*

ALTRA
O vo gridando gloria
I Io vo gridando pace
» Per quel, che fui fien dùce, E’n Cielo regna
Quei

DI
S P 1 R I TV A L I. :ÈSi
Qwft’ è la vera infera
pace , ancor dì gloria,
l)i

„ Quell’ è vera Vittoria Del Dio Tcrace*


In terra fìa la pace ,
Nel Cielo fia la gloria,
„ Vittoria, Vittoria Nel Cielo^’n terra.
Pace, pace, e non guerra


• . .

-A si lieta novella,' : u »
'

„ Che d’iina Verginella Si vede. nato.


Il gran Verbo Incarnato, ,

Che per la contentezza , ? r


- •

„"£ per la mia allegrezza.’ Il cuor fi sface.


Io vo gridando pace, -r ! . s.

Già in rotta e il nemicò ^ '><1

„ Schiacciato è il ferpe àtico,£d il Tuo



bràccio
'

Siam fcioltì dal Tuo laccio,


Che con Divin valore • . f

.
Venuto è il Redentore j Ogrtìi Vittoria?
Io vo gridando Gloria , ;

Io vo gridando pace 'I


Infiemc Gloria , c Pace Per 1* umverfo.'

nella visitazione! '

DELLA BEATISSIMA TERGINE


col Cantico Magmficdt,
1 .

O

R
che di fante amore
Nel Tuo ventre beato
Maria vede incarnato II verbo eternò;
'

Di tanta gioia il cuore.


'

'
Ripiena ella fi fentc,
Che corre immantinente A Elifabetta • •

Acciò

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.

:ié4 I L A V D E ;

Acciò le faccia parte’ . .

Del fuo ricco teforò , • '

,,Che d*ogni gcmma,ed oro II prezzo aiuza.'


Là giunta , il Precurfore
Nel ventre" anco riftretto* *

j, Efulta' per dilètto Alla fiiavoce.


^

Grida Santa Vecchia j ì:


la • •
*

Di qual metto fon’ io , . .

y, .Ch’ ame del Signor mio Venga la Madre?


Beata che credetti, >! • < :
*

Poi che in te adempito 'i


'

;Safà qnant* hai fcmito Il Signor 'dirti *

Maria con umiltade. -'fi :

A Dio le grazie rende', .c>i •'

Dal ‘cuil voler dipende Ogni fuo bène. !

E dice ,r Alma' mia > ^

Magnifica Signore ,»1


'• ^

ìE ’ii Dio> mio Salvadore Lo Spirto efiilta.


Perche mirar degnottì
L’ Ancella umiliata,
'

^41 Gride Ha che beata Ognun mi dica-. •


^

Perche gran cofe fece


In me, quel -ch’è poffente,
-yy II cui nome eccellente E’puro,eSanto. .

E la fua grari pietade


Ad ognun che lo teme,
,, Reca fiducia , e fpeme In ogni tempo.
Egli col forte braccio
Fè r altrui forze fpente,
E’ i fiiperbi di mente Al fin difperfe.
Da lor fedie depofe .
t
• •

I Regi , e i gran .Potenti,


,, ,E le neglette Genti In alto ettolfe.

I - Fur

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4

S P I R I T V A.L I.
Fur d’ogni ben ripieni

^ *j*w
-«••Fi 'P^cle ciiinc- •••-v..—

„ Acciò éon Sui promcflrì.


folTe fvana
.'1'
Così tón^ÌZÌd)UJÌO;l *;’l -'-Ti

Col filo canto Maria,


„ E (ILdolce armonia-. £mpie«g»i^
Le. tre fapraddì^tu' Lande fifèffoti Ciiditdirc%

'-ce^fie IDifpoiV’iio dì ficgiirrri ,*

unto chc’fu qiicTgTjrno\“|iellqu4r ‘ *'

di qiierìa vita., Leviamo i ,npf]:n. ,,

CLioW , O' voi che nell* Infernò‘,


Vorrei pur mutar vita. , ,

t * «il*'

NELLA FESTA DI TfTTTI


I S A,N‘T'J,.

* «N

Eviamoi noftri Clio- ri A ^«

,
. ? li 1 -j i\ I

co.itcmplar la glo-ria, De Santi onde me- ,


.
' M mona
,, «
.

266 -LA V de:


I
il

mo- rù Oggi facciamo, de Sanri, On-

de itiemo- ria ’
Oggi faccia- mo*
Giesù Crifto lodiamo,
• Che* gli ha condotti-ai [Cielo, - • —
Dove fenz*alciin velo Veggono Dio.
Ivi futto/1 .defio : 1

S’ adempie 4e’ Beati


„ Ed ivi fon premiati I lor tormenti.
Tanti. fonpi. contati,’ - - * ;•

*- E allegrezze loro
i
1’- •

^ Che quivi ost^iinartoro Nulla pare,


Ivi7/eiicon cantare '

Qiiegli An^eliti Spirti


^ TiVa, ÌLofe , Gigli , e Mirti In piato ameno.
Ivi è faziato appieno
,,-Ogni loro apppctito ,

^ -E’n 'fiat© favorito - Ognun fi vede


' ‘

Ivi 'Beato fiede -

'

i«J-’ Agnello iramaculato ,- - -

,v Intorno circondato Dà* suoi Santi '

I Mar-
. ,

S P l'R I T V A L I. ,267 .

I Marcir tutti quanti


Con le lor palme in mano
„ Seguonò’n móte,e’n piano IldolceAgncIlo;
Di Vergini un dràppcllo

Segue dopo coftoro ,


ciafcim ‘Gòhfb'flbio Efulta, e cantaV ‘

'
Quella felice pianta
I)i Maria Vergili Ibella
-
'
.

Più ch'e Diarta Stélla •’ Ivi fi fcorgé." :


Ognun preghi gli po'rge '

Da quella .terra balfa*, ' '


'

„ Pila nelTun trapalfa , E ciafcun’ ode ’

Quivi fa fell^,^ e gode ^

Giovanni il* gran' Batifta


,,Apprelfo al Vangelilta 'Verginello.
Iacopo fuo fratello , ,

Segue , ma prima* Pietro , : \ '

„ E Paolo , a cui vien dietro Vn grade fluolo#


Ognun loda’l Figliuolo,
E Padre benedice,
’l

55 E lo Spirto felice' Ognuno adora.*


Beato chi a buon’ora
Vien* a fervine a Dio,
55 E che manda in oblio L’Iniquo Mondo.
Perchè nel fin giocondo
Si troverà Beato,
„ Di gloria coronato In Paradifo
Dove che ’n canto , e rifo' ^

Efultan tutti i Santi


„ Con voci giubbilanti Dio lodando.'
Dolce Signor mio ,
qù andò
Sarà quel lieto giorno, ‘

5. Ch’ a te faccia ritorno L’ alma mia ì‘

M 2 Allo-

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, , 5. . .

a54 L A V D E
^ Se pcnfando all’afpra mone
Si fe fanguc il fiio fudor
Quanto , o quanto acerbo , c forte
Sia poi flato il fiio dolor !
„ Scherni , fpine , afpri flagelli
- Chiodi, l^da» aceto, c fiel
Tutt* inficine empi, c nibelli
'
Hanno Re del Gel
5,
. liccifo’ il
Sicché mirà Anima mia, —
Dalla fronte fino al piè
„ Non vi è parte , che non fia
Tutta piaghe ma perche ì
’ • -.
Perch’ i falU iniel;|aef^i^i ^

Troppo amai crefeiuti fon,' r‘



.

,, Perch’i mìei .péccàti grandi.


Surnel Cicl abbìan perdon * -

^ANIMA ANSIOSA pi- MORIRE.


Cttpo dijfolvi , & ejfe ^cum Chrifio .
^

-5 -A H Signor , eh' Jfd^ffao ihdrbvS ''^


]

.j\. PIÙ non fento vini if\

* j*,‘ Moro.fol, perché' non* moro j-'-'- '-'c;


O s’io vivo, vivo in te •

'^'Moro fol, perché non nw'ro,'


Per defio, c’ho di morir,
^i'Fin*eh’io fh*inga- H mìo teforo
'

A me il vlver^^è ìtiartìt’ ; "V . ;

il inio benc*.,il i&iiipofo.


«- -Non t^ov’ io vivendo- qui j

!

,, Da che’l mio celelìe Spofo


L’ alma , e *1 cuor eia mi rapi

quel più, chejjonno dar


„ Tutte
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, .,

SPIRITVALI. 255
„ Tutte r Indiche Maremme,
Può le mie voglie faziar.
„ In lui fol morendo fpero
Di pofarmi lieta al fin
„ A lui volto il mio pen fiero
Se ne Ita l'era, e mattin,
„ Solo in tc mia vita vive
Per tc o mio bel Sol,
lento,
,5 Fiamme in me potenti, e vive,’
Onde il cuor pafeer fi fiiol
„ Altri il fuocQ arde, e confuma',
« Nutre -ma fiamma d’ amor ,
„ L'alma in Dio fi fcalda, e alluma j
Mentre in fé languilce , e muor »
,, Qual vapor* al Ciel s’invia .

jCa mia brama, e il mio fperar,

,, Ma per rafpra, e lunga via *

Non ha forza d’ arrivar . *


,

5, Sicché in pioggia al fin difciolto


E* sforzato a cader giù, ^
5, E per gli occhi riga il' volto,
'
0/
Manel cuor fempre arde più «
Viva mone, e morta vita -
A vicenda entro al mio fen *
'
;
'

„ Reggon r Alma sbigottita •


'•

Lungi troppo dal Tuo ben ..

„ Quando fia , che lieve , c fcarca


Del fuo frale ài tutto,. fuor
,,Della fpoglia , che riiicarca.
Se nc voli al fuo Factor ì ^ -

5, Allor fia, che lieta appieno.


*
Vinto, ogn’afpro incontro fier
„ Goda, il ben, che mai vien menoj
Senza tema , o doglia aver
'
„Onde
, , .

256 L A V D E
„ Onde infin , che a tal dì giunjo
Afpra pena ha l* Alma ognoi*
,, E le fcmbra il tempo lungo
Sicché miior , perchè non muor •

TASTORI NELLA NATIVITÀ


Del Signore .

Afciatei voftrì alberghi,o

Min

Pafto-

nwr

der , o gran ftiipore. Fatto bambin ,


chi
e , , ,

SPIRITVALI. 2Sr
Lafciat’ogn’opra, benché grande fia.
Deh correte a veder nuovo Paftqre, ’.n
Che regge, e pafce l’ alma fol d’amore.
Non vi ritard’ il penfier 'di donargli '

|
,, Agnello, o latte , altro non pregia, e degnai
Ciie '1 cuore , ove mortai cofa non. regna •
Andate in Bcttclem, ivi *l vedrete, . *

,, Su su, correre, in, ima capanellOr i . i


Col buon Giuseppe , e Maria Verg^dla,
--i •
T.r- ‘-i'/J

- •!;. ,,r>

MISE RIE DEL M,ON DO


;

\z-r. . EydelU F'tta'^fTmana', j


!'• '•
I r •
ir«'< ' »

D |.Aldi,ch’.io
Di lagrime si piena , e. di lamenti
>
nacquiin queft’ofcura valle

Altro qon fentìj mai , che doglie , e ftenrif


.

C^ldb ; afpro gielo fame fece ardente , ^


ìiTiopia.d’ ogni. ben, copia di male, >

Ira, nebbia difdegni, alio immortale,


Rancori,! 'acerbe ritte', agre rampogne;,
„ E di rodente invìdia amaro toRo
M die frod i, eh’ ancor ben non conofeo l
,
T

Altri penfieri vani, e.ftrane voglie, ,


„ Sofpetti, c ’l giudicarìpFOntOfi e f^laeei
Onde fi turba ogni tranquilla pace.
Rapaci, avare mani, empi) defiri
„ Dell'altrui pò tTedèt, Tempre più ingordi'.
Gola, mondali piacer, ahi vizzi lordi.
Spirto di ghiaccio, infermo, tardo, e lento
„ Al ben* oprar, ma ad ogni mal’ ardente.
Folgore par , che fembri , o gran torrente
O me infelice,- e di miferùi, colmo, i

„ Chi fia che mi follie vi ,*ò me nc feampi',.


Tu fol Gìcsù ,ch*.amor nel cuor mi ftanipi.
PIAN-
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, ,,

25(8 L A V D E
PIANTO DELLA MADDALENA-

D •
Icca Tolètta all* apparir del Sole,.
PrelTo al TcF^lcro. Maddalena, unric.
vcri'andoj o Gicsù mio.
Di lagrime
Grefcendo’l duol , crefccndo le parole,
n I IbfpirL, Pangofde-, ed il defio,
‘ Chi mi t* ha tolto , aimè,= crudele
^ c rio?

L* anima mia non cerca altro, ne vuole*


',, Ghe re dolce ripólo del èitor mio,
- Chi mi t*ha tolto, aimè, crudele, c rio?
Or come rimaner TenzaM Tuo Sole
„ Può *1 renebrofo euorc , o Giesù mio
.Chi mi t’ha tolto, aimè , crudele , c rio?
Ahi le lagrime mié fi Ipargon 'fole,
Ed il mio maTognim pofl^ha in oblio .
Chi mi r* ha tolto aimè , crudele , c rio?
'Di tomba ‘diremil erbe , e voi viole,
„ Dove n’è gito , che ver la m’invio,
Chi mi t’ ha tolto , alme , crudele , e rio ?
'

Non vidde, nè vedrà girando*! Sòie


„ Più afflitta Donna, fe benigno, e pio
‘Aitnè non fai ritorno , o Giesù mio

Ah S (ttttijftmo
. S AG R A-M E N T O.

O•
Celefte fplcndor’ unico, c trino.
Refrigerio dell’ alme , almo riftoro
Pane Angelico , e Divo , umil t’ adoro *
O fagràto teforo , in cui fi chiude
„ L’ Anima , il Corpo , e Divinità Santa, ,

Del gran Verbo incarnato altera piantai'


- '
O dol-

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. , ,

S P I R I T V A L I. 2SP
O dolciflima manna, o cibo gratp,
,, Con tua foavità, con tua virtutc
Pace’n terra ne doni, c’n Ciel falutc.'
O Sagramento divo , o fagro pegno
„ ‘Ne’noltri cuor, nelle noftr* alme or vieni,.
Che di tue grazie ognor rplendiam fcreni,

1?AZZIA DEL MONDO .


» i

> . % 4

Erdcr amici, e perder’ i favori


PMa gli
'Si ftima in quella vita pcr. gra^ niale^^

r alma no , che< piu chc *1 Mondo vaie,


;

^
. ,

Si fentc molto perder le ricchezze, *

„ L’ onor, la fama dall’ Iniomo carnale


Ma 1* alma no
, che più che ’l Mondo Valéi''
Piangcfi tanto inconfolabilmente ' •

„ Perder la vita mifera, e mortale,.


Ma
> r alma no , che piu che *1 Mondo valt^
. Ma non fi ferma qui nofira pazzia , •
/
„ Che più fi duole d’ un diletto! rio.
Se tolto gli è, che perder T alma,; e Dio."

ADORAZIONE ALLA CROCE.


èd, altri Mtfieri . ,

Alve fagrato', e venerando Legno,


S G’hai foftenuto in quello mortai velo
Quel,che regger no pon la Terra,‘e’l Cielo.
Del Ciel^ (lendardo fei , tu fermo feudo
n De’ milcri Mortai , e dell’ Inferno
OiTor , pena , e tormento ’n fempiterno •
Tu degno fei d’amor, degno di lode,
„ Tu di nollra falutc fpeme fida.
Tu fei nollro refugio , e nollra guida
- - Infan*

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. .

i6o . L A V D E
Infangiiinàti , e voi pungenti
Chiodi ^ ^
„ Adoro', e benedico , che le fante- '
- -

Sagrate* min palfafte, e fagre piante.


E perchè al >Fattor voiho non mntafte '<>
'

yy II voftro
duro naturale ftile , •
' •

E qùal cera venir molle , ed umile ?


Fiera Lancia , eh’ aprilti il fagro fonte
5, Delle grazie Divine, or qui piàngendo
Ti fallito , t’ adoro , e grazie rendo. ’

Feritr^e crudel’ àllor ben fotti


, pel Divin Petto pien d’ardente amore,
5 '

Lafeiandò me , che fono il peccatore


Spugna,- che toccato hai la fagra bocca;


,, perche non cangiafti in latte , e mele
E ,

Ah mio
caro Signor l’amaro fele J
Gicàmmai fotte di lui fazie, e contente, !

yy O
infanguinate sferze , o duri nodi, ^
r.

ferir quello ’n mille , e ’n mille modi


• • A
Vmiil m’ inchino a 'voi pungenti Spine,
„ Che già foratte il’Capo fagrofanto, '

Che di pene, e marrir m* è feudo , e manto.


-

E fe' fagrate or fiete , allor ingrate


,, Ben
fotte a non canglarvi’n fiori , e fronde
A
quel , chefece »1 Gel , la Terra , e 1* onde.
Or tutti uniti ’nfieme, o Chiodi, o Spine,
furore
„ O- Lancia o Spugna , o Sferze con
,'

A me pattate l’alma, il petto, e’I core.'


'
'
‘ ‘

/r
fei- fo^r addette Laude fi
Le yojjon -

cantare come forza d'acqua,


N eil^appàrir , Tu V ergin santa

DEIr

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V
S P I R' I T V. A L I. -a6i
DEL LADelNA T i V. i tA
Siimre i ,

L U. SS.

,
E- vate su Palio-.

i "p ~^~

' <'
• -
'.Ji ’J;' '
'> •

;<i
ri, Gite à trovar Giesùj i: ...E r

non , e non tardate p'ù , Ch’ egli è già


j.- -lO 'J - ,f

»^̱Szl 0Snato •
)
n-.
•/
Il gran Verbo incarnato .
j
. Di Maria Verginella,
Che'
Dini •••“’ '7
, . ..

:i6i '
L A V D E '•

Che in una Capannella Adora quello


Trai Buè , e Afinello l’

Nel Prefepio raccolto,


„ Con vii panni rinvolto In fui fìen diace.
lor;V’ annunzio- la pace,
È
allegrezza ;prande,”
1* ‘ '
. (cora.
^, XIh’intIk'tol Cicl iij^^ terra an-
Non fate piu dimòra , ^ ' - ,

Che tutto quel, c’ho detto,


,, Troverete in ’effetK) , Efparìvia. .

,Qm fi meflèro in via

-^.ìpieni d* allegis^za, ^ -- .

VE
;

cùliitì di dolcezza, ‘yU E:di fiupòrei


PènfandóìalIGfah^Sighp .

«.«^..Oha inandat’il K^uolo,'-- , ^

„ Per ricomperar folo L’uman femc


Quei tatti pien di fpeme _ - •
: < .
,
'
r

^^iimti a quel luogo santo


’,v Difplendor tutto quanto ,• E d’odor pieno.
’ÉO'trovaron fui fieno / ' - j
.
>

IH! TÌa' 1 Biié , e r AfiMo.^' I f .".Jll .7 ^'1


.

^' £ con quel vecchierello


Gafcun’il me*, che feppe,
'
Adórò il fuo Signore i
"
/
i, E con
fincero amore. Ed allegrezza
-
’Tuttì pien di dolcezza ;
- - >

' '
'“indietro rltornan^do, ^
»»•

Il inagnò Dio. laudando J I buòn Pafiori •

altra.
o vo gridando gloria
I Io vo gridando pace
» Per quel, che fui fien diace, E’n Cielo regna
Quef.

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^

S P 1 R I TV AL I.
Qwft’é la vera infegna,
^
, S
pace, ancor di gloria,
I)Ì

„ Qucft’è vera Vittoria Del Dio Ycrace.


In terra fia la pace ,
Nel Cielo fia la gloria, •

Vittoria, Vittoria Nel Cielo^*n terra.


>

Pace, pace, e non guerra ... / ì ?


'

-A sì lieta novella,.' ' if «

„ Che d’ima Verginella Si vede. nàto


Il gran Verbo Incarnato, - .

Che per la contentezza , t r


- - - ì
'

per la mia allegrezza.’ Il cuor fi sfacc.


io vo gridando pace, r; :
'
s.

Già in rotta e il nemicò oi l

„ Schiacciato è il ferpeàtico,£d il fiio bràccio


Siam fciolti dal Tuo laccio r.j . . . >

Che con Divin valore i f ‘ •


’ ;

„ Venuto è il Redentore j O gran Vittòria?


Io vo gridando Gloria , .

Io vo gridando pace '1


Infieme Gloria , c Pace Per runiverfo.'
.1 5.-'i

NELLA VISITAZIONE i

DELLA BEATISSIMA rEÉGINS


eoi Cantico Magnificat,
t

O
„ Maria
R
che di Tanto amore
Nel Tuo ventre beato
vede incarnato II verbo eterno;
'
.

Di tanta gioia il cuore


'
Ripiena ella fi fente , /
Che corre immantinente A EliTabetta « >

Acciò

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.

.
2^4 .
]
^ i: A V D E ;

Acciò le faccia parte'


Del filo ricco teforo ,

,,Che d*ògni gcmma,ed oro II prezzo auaza.'


Là giunta , il Precurfore
Nel ventre anco riftretto*
Efulta'per dilètto i Alla fiia voce.
Grida la Santa Vecchia i

Di qual metto fon’ io , »

yt ' Ch’ amedel Signor mio Venga la Madre?


Beata che credetti,- ^ ^

*'
Poi che in te adempito '
i
'

‘„5;Sarà quant* hai fentito . Il Signordirti


Maria con umiltade. --q . ^

A Dio le grazie 'rendei .ì -ì ' *

Dal cui voler dipende' Ogni-fiio bène.


! !

E dice ,1* Alma mia ; .

Magnifica »1 Signore ,

iE’iv Dio iTlio iwilvadore Lo Spirto efulta.


Perche mirar dcgnofiì
L’ Ancella umiliata, '

.^iiOride Ha,’ che beata c Ognun mi dica-.


Perche gran cofe fece
In nie, ^uel ch’è'poffente,

5 , 11 cui nome eccellente , E’piiro,c Santo.
E la fila gran pietade
Ad ognun che lo teme,
„ Reca fiducia , e fpeme In ogni tempo.
Egli col forte braccio " (
'
Fè r altrui forze fpente, -

E i fiiperbììdi mente Al fin difperfe.


Da lor fedie depofe ,
'

'

I Regi gran Potenti,


, e i

„.E le ‘neglette Genti In alto ettolfe.

- \ Fur

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S P I I T A.L I. R V 2^5.
Far d’-ogni ben ripieni
Q^ei ch’ efanò affamati
5% E i ricchi finvlarciatr- Vlmmtrò ve^a.'ff
Pai Ìemè_d’ Ff'dràdé I ’£\I I? j' !
—Eì'P^cfc
:

'carne, — 1*

„ Acciò èon foffe ivana Suà promeflH.


Cosi ringi'tizid)Iddfo:l ^ n *"‘Ti
.^

Col filo canto Maria,


„ E - di-dolce armonia -• Empie-egaic-ttoif»
>

Le. tre /opradJ^tu J^fidé’J?p$£hfi caUt^.re^


'
-ctf^fDifpoif ha ' di ff gitrrri ^eiìc^rfiLf
"
jiùntb- che*fu
'GiiintÒ- che* fu qiicTgT^rno*,'
qiicTsajrno^'riél'^
)iél l)ù4l
di querta vita., Lpviaino i„npftri ,
,

cuori j O* voi che nell* Inferno*,


"Vorrei pur murar vita, ,
-,


«
* * ^ ^

NELLA FESTA DI TprTTI ^ • i-

/ ò’ A,N-T'J.. I

, •

Eviamoi noftri aio- ri A‘" a


< r ,
C-! ]l:'\ -j ivi

coacemplar la glo-ria, De Santi onde mc-,

. .

M mona
.

•' -l i: A V D E .

Acciò le faccia parte'


Del filo ricco teforo ,

,,Che d*o'gni gcmma,ecl oro II prezzo aiuza.’


Là giunta , il Precurfore
Nel ventre anco riflretto- ^

Efulta'per dilètto : Alla fua voce.


Grida la Santa Vecchia ^

Di qual metto fon’ io , *


. ;

y, ' V enga la Mad re?


Ch’ a me del Signor mio
Beata che credetti, -I ^ -

"
Poi che in te adempito 'i •

„ rSarà quant* hai fentito Il Signor dirti ^ '

Maria con iimiltade. n j ^

A Dio le grazie rende', .v'i


Dal «ciUtvofer dipcndé f Ogni fiio bène.
E dice , 1* Alma' mia i- •

Magnifica
Signore , -
»1 -
ì *
' '

:„ iE ’n Dioniio Salvadore Lo Spirto efiilta.


Perche mirar dcgnofìlì
L’ Ancella umiliata, ' •
«

^iitOridc* fia^’the beata Ognun mi dica .


Perche gran cofe fece
In nié, quel -ch*c poflfente,
> II cui nome eccellente E’puro,eSanto.
'E la' fua gran pietade'
Ad ognun che lo teme,
,, Reca fiducia , e fpcme In ogni tempo.
"
Egli col forte braccio ’
;

'
Fè r altrui forze fpente, -

E i fuperbìidi mente Al fin difperfe.


Da lor fedie depofe ,
• :


I Regi , e i gran .Potenti,


'„.E le neglette Genti In alto ettolfe.

i . Fur

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S P I I T R V A.L I.
Fur d’ogni ben ripieni
Q^ei ch’.etanò affamati ^

E i ricchi fin* lafciati In^ltutra V0;a.'%


Pai reme
,
d’ Ffciradè ’,C ?.il 1-ìi
\

„ Acciò con folFe ivana Sui promefla.


Così tón^‘^ZÌd)IddÌQ-l .V: 1 "j j <-Tl
Col fuo canto Maria,
E di-dolcc armonia - Empie-egaiottof^
Le. tre /opradJ^tts hmde e^tkr^
J^Tpoit'iio- d^ ficgiiìrn j'Ijcffcf n’èi j

'Giùnto- che' fu qìicYgT^rno’iiiel qiùr^''


di qucff a vita., Leviamo i^nqjftri. ,,
.

CiioVÌ , Cf voi èhé nell* Infernò*,


Vorrei pur instar vita. -, ,

Eviamoi noftri Ciio- ri A

contemplar ha glo-ria, De Santi onde me-


,
'
M mona
,

266 L A V de:

I
M
!
1
mo- ti* Oggi facciamo, de Santi,On-
t ì

'

de memo- ria ,
_
Oggi faccia- mo*
Gicsii Crifto lodiamo.
Che gli ha condotti -al [Cielo, •' -

Dove fenz*alcim velo Veggono Dio.


Ivi cufto/l .clefio i 1 .

S’ adempie de’ Beati , , .

„ Ed ivi fon premiati I loi* tormenti.


Tand. fongà- contati v’ - - ‘ ì’,

*- E',!’ allegrezze lóro .

w” Che qiiivi ogni martoro Nulla *


pare,
'

fvi'Tencon cantare '

.

ièl
Qiiegli* An^eliti Spirò
„ T^*a Rofe , Gìgli', e Mirò In prato ameno.
Jvi è faziato appieno
.,-Ogni loro apppcdto ,
...... ...
•*
--J!

’ftac© favorito - Ognnn fi vede .



fvi'^cato fiede" ' 5-‘


-

LL’ Agnello iramaculato , -

,v Intorno circondato
' Da* suoi Santi."
• * -
*.* '
T
,‘*.'*»*

I T . .
.
*
f ,
• • ^ .

'
I Mar-

Digiti:^.
I
.'

S P l'k i T V A L I. ,267

I Martir tutti quanti ‘


.

Con le loj: palnie in niano


„ Seguonò’n m6te,e’n piano II dolce Agnello; '
Di Vergini un dràppello
'

Segue dopo.coftorp
''
ciaììc'un ’Gòhfb'ffoiò Efiilta, e c'antaV

Quella pianta V-”'.
felice ’•
r • Ml' Ln
•»r • i,-’

i .
Di Maria Vergili ’l
Più cfie'“L)iana Stella
’’
Ivi ù feorgé.*
'

Ognun preghi gli po'rge


Da quefta .terra balla *,
'

„ -Ella neflun irapaira , E ciafcilh’ ode


Quivi fa fcftgj.e gode '

Giovanni il* gran' Batifta


,, Apprelfo al Vangelilta 'Vergineilo.
Iacopo Tuo fratello
Segue , m’à prima' Pietro ; S

„ E Paolo , a cui vien dietro Vn grado ftuolo.


Ognun loda ’l Figliuolo , ,

E’I Padre benedice,


„ E lo Spirto felice ^ ‘
Ognuno adora
Beiito chi ’à buon’ ora
Vien’a fervire a Dio,
,,E che manda in oblio L*Iniquo Mondo.
Perchè nel fin giocondo
Si troverà Beato,
Di gloria coronato In Paradifo
Dóve che ’n cànto e rifo
,
'

^
^ ’

Efultan tutti i Santi '

,
'
.

,, Con voci giubbilanti Dio lodando


' '

Dolce Signor mio ,


qùandò
Sarà quel
'

lieto giorno,
Ch’ a te faccia ritorno L’ alma mia V

M 2 Allo^

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. . ^ .

i68 L A;VP;^ « •

Allora *n 'compagnia ;
'
v
De’ gloriofi Santi ' '

^
n In feiU, filoni, e canti Andrò gioiendo.
In tant*ir vuo’ piangendo
Il mio peccato atroce »

9, Che t’ha confitto*!! Crocc,O Giesu buone>*


^ che darai perdono
Pe* preghi degli Eletti 7
^ A* miei molti difetti , * £ ir^camenti • '

Voi Santi, che prelenti


Vi trovat’ al Signore,
Pregatelo di core Pc* peccatori

DELLA PASSIoislEDEL '

S, J -G N O P. E
I

G iunto , che fu quel giorno


Nei qual noftrq Signore »
„ Spinto dal granefamore, Andò alla morccj
,

.
,
-

Parlò con la lua Santa, , ,

E benedetta 'Madre,, ’
, ,
.

Dicendogli il mio Padre Viipljch’io ijiora.


;

Rcfiaie, o Madre ’n pace,


Non

polTo far dimora, *


j

„ Perchè gli è giunto l’ora Del patire


Così detto, partendo, .

Prefe ’l bacio di pace, .


^
^ E com’ Agnel verace Corfe al montew
Non cosi fuor dall’ arco .

Vfeita una faetta ,•


Ferì con tant^ fretta ,
Cerva mai j
Come *1 cuor di Maria
A quelle fuc parole
Della diletta Prole Del Tuo ventre
. lira-

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• . . .

S P I R*1 t V-A L I, -.i's


Bramava dar rìfpollar,'

Ma acerbo dolòf^V
l’ ; '

Che gli premeva U tote,: Noi permetrcvau

NELLA FESTA D'TN MARTIRE. 11.;'


f . ; i I V t ‘ .
. ^ j

O
5,
GgMietó’i' e giocondo,
;Sd'fìél*ddcfte
N. I: sàntoV'e degno ,
.
Regnò i.
'
,

Aliunt’è’ii gloria»
'

"
‘ ^
"

Oggi con gran vittóna ^ - .

Con gran trionfo, e palma


Rèfo lia'laitKc’ alma Al fiio‘ Signdfc '
.

Ó Tanto Protettore,
Vero fervo d^ Crifto
„ Fati.'hai del Cielo acquiJdo Con tua morte.
4àvWl- còmbatcerforte^' ^ ' "*“' b
'
Fojfir;Ma^^^ '

^-Oiuroggi JàiirdatcT . la Gèl fcfteggf


-Tra quei Beati ^ieegi — .

De’gloriofi Sana
„ Sode arinònia con canti In tuo favore,
,11 benigno Signore
*
Ti da mille' contenti
>ip déTorment^ E de’ marnrj
Ncin ^ ù pianti q- fofpiti

1 .

M'a^'fefta-;i,^oia-; -e eanto
„ Fa per re ciafeun Santo In Paradifo
Or vedi a vifo a vifo
Qgel ben, eh’ ognun defia,
V Oc è' tua mence pia ^
Al tutto fazia.; '

Ama, loda, c'ringrazia '

Il Santo tuo Signore,


^ Gh’ è fatto vincitore Di Satanaffo '

“i M.g r>i

Dk •
-
, . •

270 L A
y E D * !
'

Fa , Martire fovrano
Che Giesù Crifto amiamo,
E in tutto difpregiamo II cicco Mondo*

Le tre fo^addette Laude fi pojfon cantare^


, Difpoft’ Uo di feguirti. Felici noi.

Giunto che fu quel' giorno, nel qual


di quefta vita. Levate fu; Pallori
O voi che nell’ Inferno, Vorrei
pur mutar vita

Ieri PaAorI ve- nitc al-

MI!

tar G loria , & .


Ofamia. SoUcch
, , .

SPIRITVALI. 271

ti , folleci- ti veni- te di buon


cuor. ?» -
' •
^
r;
, In C id vedrete una lucente Stella,
' '

Che mai al Mondo fi vide la più bella.


Solleciti fc^lleciti itenite di buon cuor
' ,1

A^òi .troverete giacer fopra del %no


QiieU»-’ ha creato il Cael vagone (erenoé Sol.
>

Maria vedrete -fila ‘Madre graziofai 7,


PIÙ bell*
'
a^
, che nón'e gi^ÌQ,eirorai Soli.

.CiitTeppe; ancora in quel Prerepio fanj^ ^ ^


Voi tròverete* picn di gioia,e canto.* Soli.
Felici ^oii, eh’ un tanto beii vedrete,,
E da Tua grazia adombrati farete . Soli.
Xosì mandra ,e *Egregge loéo.,V^<
lafciar, la
^ '
Per troyar OtoHu^ollor tefarol “ , Soli,
^^litqnfi intorno' Vàl^i Tìfuonàrc^ I ^

C •
'

. .. Dal vaga fuono!, c lor dolce cantare. Sóli,


Sotr gii ar^vati al defiato* loco
Dove rifpJende celeft* ,,e‘divin focoi Sol?.
Han trovato nel fien la vera Manna
Giesù eh* è nato della Figlia d’Anna. Sc^.
lA 4 Qaf-

;U-
.

,171 i L A' V D E
Ciai^n s’inchina mnile, e riverente,
v^E del gregge glT fa ricco pfefente i Sol!.
;Aiidiam nói ahcor^a ritrovar GìcsiV
'Nella C^anna deh non tardiamo più.SolI.
Xicu.P^ori venite alla Capanna
E ’icntircte cantar Gloria, & Ofanna.
Solleciti , solleciti venite dì buon cuor.

. « GLOKpSA VERGHE '

r::.::MÀRL4^

• gina. Sol dopo»’ Dio- ircfugio

’ "
nilo j-. •
Ah« -bi pieci ^di'liic'jch’ it-
. 1 .. * cìi ; 7 J V i
• *

'

:i' . l!.'
\

mil

^ >1:; b/G-
, , ,

.
mìl ti- corro a te.
'
'1

Tu ’l peccatore, piena d’amore,


'
- Benigna miri , dal mal ritiri
Poi lo conduci su Nel Ciel dovefci cu

O del Mar Stella lucente, e bella,


Vedi- Vite ktimòndó' nfel Maf dèi Mondo
^

,, Quafi fommerfo’^ià, Dunque aiuto mi dà.


^Prèga ’l mio Dio ,, tuo Figliuol pio
-* Cifè i-'iiftiei peccan perdonati,
*;;;' Ed iòi quiuitò porrò, Xur con te loderò.


y i

»

fOsÀ' E ‘r

F O N T E E I^C E.

C Antiam la gloria. Talea vittoria,'


X^urata parlnu' di si bell’ alma V
Ole felice lafsu^'^' "Còde del buon Giesfì,
'

StHlà .ip® ferite e bella ,


è la' j

•^Ghécon Tua 'lùc-e- Io feampo. adduce,


„ A chi perduto s’è' Col dar al Mondo fe.
Q«teft’,d quel Tióife^, fbc grat* odore ^
Sparge pel Gelo, .ne. caldo j. o gìeio
“V» rerehe -dt ©trita '^r^, temer noni fa.'
JjGtanl Sacerdote di cui fu^ dote , 'j
;

V.. E ìbmmo fregiò., aver in pregio



„ L’imitar fempre, chi Porgli huominipatì.
O
ce beato , c fortunato
M 5 Che
I

274 ‘ ^ ^ ^ '
'•

C-hc Dìo rlinìrì ne^Ii alti giri

,, . Sicuro , che non può Finir chi ti beo *


Le penitenze,. e l’aftinenze,-
'

'jGli afpri toinnenti j* i' cnidi ftenti , t

„’^-Son’allegrezze:epìuHoJix’e!yólói:,diejrLi5
Santo, tue lodi canto *-

Tu mi difendi da’ inoftri lOlT^ndj , i

„ Acciò per tua mercè Ponga nel Cielo’l piè.


Vdcovo eletto. Giglio diletto.
Al tuo candore dovuto onore (ha. .

,, Porge ciafcun, c dà Giò ,che di buono egli


. I

PRESENTjìZIONE di MAKIA
. i /
'
Vergine al TeTt^io • . '
.

Aria Vergine bella Del

t, ,.'. ... é • • •-
Paradifo '
onor , Del mar lucente ;;

*
:> -,
c.- T j.

Stellarci Mdnd* almo fplcndor j Og-


-

gì cantar tue lod*in dolci accenti Va-

,
.
^Uàm lieti , e contenti Tuoi iervi pfcr. a-?
o / > if J '
i

A *1
-2— ili--
P
}

rr.'.-’ / , , ir K1
^
r^n!0ior‘*7: «.> niif k-h ; rr ,
'
1

ij l'
i"
'.

u KI
Queft’è, fagraiRcgina» n n
gloriofadìvi i::-) ^ r-?; -* * T
Che tua bontà Divini»' nr -
'=

Nel Tempio a Dio.iS’Univhn ^

^ Tra vago ftupldi yéi^ginelfe.elertS}


pargoletta, on y. /.i <<;

Che fìmil ipai 5*.udì 1 ,‘ii

Nel terzo anno gioceyado,.: : vi> •


U "
Verginella gentil ì;o n ri -

,
Che converfafti al MóndOj tc'vj!; i\.
Nel mo più verde; .Aprila iC< ' >

Diva t’ olfriftt a Dio] fervir. nel Tempia^


'U-:T Uà Oi%r
..;K
, , ,

476 : il;^ A- V d;iei


0 fagrofanto cfcmpio
' ' f
‘'/Q tuirlitade umlUl' -

Meraviglie ccleftr/ ';1 i;


•; ]

.IXcItltc jgipiaftupór,:; * ; '


j-

1 Ibvruman favor,
Lieta^afciarlgli'anidti fìioi^Fawn^

Per godere i contenti
..^Di Dio d 9 Ìc€'Sig|i^il^ -!rvj;''Y

etì’ :q- : J '

:.i.; :.«

inebriato ’l pett©-j* *d
D’ Angelico delìr ,.
„ L afeiare ’l móndo ^èfPaloai9 ooif il- al Cièlo ^
E’n amorofo zelo

Eterna ben- fpttìH^ ' *
I

J V • t 1

;Dì tsr defiri ’a^ f

H^
I
,

r,'l’Ye^ìn .mó xuoE,rèah7 - àif . 1 1

FeKce ’n -Dio* locato Y i. “ i l


Di grazia , e virtù pien
„ Ch’iimil fofpinfe dal trino unittolfenpci»
Di Dio gran Figlio vero
’l

Che’n te nafccsido'^yiéfativnì f'>


Del fommo eterno j
'

Gran Figlia fplehtU tu^ J si ? v/

inclkà'^Madi^
Eletta.
PeEiolotFigluiorGiesùj'-l- ^ c

i,
E’I Dìvin Spirto di tc; aiof an^owfoY
q.'
Si fè. Maria, rub-S^fffj

!

O
tua degna<^Vi«Ù>F Y
*
’f' ostm Ir/4
Mcntr* or di tanti onori *

Si decorati'! fe%‘/I r. i:.:. ev/n.'v^ li .

Di qiiei foavi ardori , -


'

/
< >
Ch*iniiaininan Palma ai tCy ’
^
^ '•

r ..
. Marini

Digit;,--..-; i.y Cooglf


.

S P IR I TV A L I. §77
„ Mai-ja noftr’ alme , e noftivciiori acccndii
Che’n Gel, ove tu fplendi, • *

'
Splendiam ret’vendo'te'.
'

* •
.

. DI S, JACOPO APOSr, MAGG..X


* , .1 i .• ofj '•o ) •

D I Iacopo fi

La fortezz*e T ardir.
canti

Che in tanti ìàflalti ,'e tanti




f

.
io

Gode, ne fa perir j
.

5, Onde da quello in nuovo modo' apprcfc


Carnefice fcortcìe - . t;, o
Il patir , il morir. : ^

O gran bontà d’ Iddio,.* ' .

c ' Che ad un fervo tiedcl . 3


<1
'

Allor fi moftra pio, . '.i f I


^
'
Quando ’l mira cnidel ! . .

„ O pur, fe gli ferifceirat®’il core : L

Son ferite d*Amore, I c . : . . ,

Che lo chiamano af:GieIi]i"i n; > 0 /


'

Ne* lacci altrui ritrova '


^ i »

propria libertà 4
'JL'a v . . . . /i - )

Se d’ impietà fa prova ^
. •
I

Ottien da Dio pierà : ^ .

5, Felici, e fortimari avvenimenti,'


*

Che ad ingannar intenti ó


Moftrate fedeltà . •

Figlio a ragion del Tuono' ;


'
• ^
Iacopo -V- appellò .
'r i

Ch’ allor con gravcfuono' ’ ^

'

Di vod rimbombò,; .
'
A
Qu^do fra' più lugubri , e neri otroti
Di móne, e di dolori^
Agrippa il collocò
Pe
ized by Googlc
17# L A V D E •

De foldati di Crifto •

Sempr* invitto poter !

Ch’ogni miglior- acquifto


All’infernal Guerrier

^ Tolgono, quando avanti a Tiranne empio


Con dolorofo fcempio
Si rimiran cader.
« ^

LODE A S., NICCOLO'.

O Beato, o felice
Gloriofo Paftor;.
Oggi, che ’n terra lice, .r
Scorgere il tuo fpkndor,
'
. -
: . . :

„ Noftre pupille accèndi- e fciogli.il canto.


"
Acciò tue lodi in tanto •) i

Rifuoni noftro amor .


il

Il latte aborri, e fuggi


PIccolctto Bambin:
Perchè nel Ciel .-ti ftruggi '

Goder cibo Divin . n '


ì

h ^
5,
Con r attinenza, e col santo tdigiuno
^
Infegni a ciafghedimo,,! ; 'b • .

Del Cielo il ver- cammiil.' 'b r ^ <

Tu chVdgnora miraftir r •) .

Il fcmpitcrno Sol,’ .

E che faggio fprezzafti '


o: i
/'
Ciò che’l Mondo' ansar. fupU -'>
,

^ Fa,che fugghiamquehch’è.càducOyefrale,
E che il bene immortale >: ^
n , .
'
O
Apprezzi Talma fol .: rj ’-C . r

Tranquillo , in gioia ^ e: fetta ^ j


Niccolò fblchi il mar, . ..

i

Prefago di tcmpetta . \ ;
Crii-

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, ,

S P I R,I T V A«L I. 273


Cnidd , che tofto appar
„ Ma rivolgendo, preci al gran’ Signore,
Del mar l’ira, e il furore
Saperti ben placar. ^ ‘
.

L’anima, che fofpira ..


' -k .
i

L'eterno filo gioir, i' .

Se tua virtù rimira,. u- v..


.
.

'
S'armi d’iin fanto ardir,,/
y, li Mondo fugga, il Ciel fegua, e in Dio

Riponga il fuo deflo, ; . ;

Ne tema di morir», 1 . j.

CWlla ma Caritade > i; .q r’.'


'
^the fparfe i fiioi tefor,, !. «v, , r
Per far, che l’oneftade q i ih,'; /
Confervafle il candor , '

„ Qiiella dirfonda in noi' grazie Divine ,


Acciò Tempre vicine • V ,

Sian l’alme al Creator.


I lumi al Ciel rivolti *
;ri i , h
Di santo amor ripien-, ,;q >},

D’Angelici conforti- v- ;; (;i


5
Senti; ricolmo, il fen, .
r , .
'
- v
>

^
„ Lo fpirto rendi al fomnio, tuo Fattore,,

Dicendo: l'alma, «’f core -

In te fperai mio ben . ,


.

Or, che iafsii fefteggi, i t

E puoi le grazie aver, / ;

I nortri error correggi r, /


P^r il ;Cicr ottener, . . ^ •
; , ,
'
•'>
^

„ Prega per noi conrDio Tempre indivifo»


Acciocch* in Paradifo 7
'>
. I

Noi ci pofliam goder . , ^ / *


r.
I

PIAN-
i by Googlc
289 • “ -*1- A' V D E' ^

PIANTO IT'ADAMO^
O Celli dolenti, e làffi
Dal pianger, e rniràr,
òtatevi quieti, e
^ i

?
.

•’

Deh non più lamentar,' ’ *


•'

„ La morte aimc ,'tanto rpietataVe ‘feiu^


Qnafi cmdel Megera ^ ‘ ’

In Dio s’ha da mutar/”'


Mirai pender dal legno ”
Vn pomo sì gradito,— • 3
E fecine difegno, *
-'jJ' •
" •
'

Che folle faptlirico ,


> ^
‘ • • •
- t

,5 Stefi la mano a faziar-la miil voglià j’

Cangiòiri in 'fiera doglia, ’ '

Quel sì breve mangiar.


’ ’
' '
Allora in pianta il ‘tifo
Cangiai, che ’l Serafin- « ' :

Cacciò di Paradifo' ^

Me mifero mefchin ,3 /
„ Quafi ribello a Diò’cbn mia Confohe,
/'TtÒvacà''fu' fa'lftòriè,:> '
n
Pel mio prèvariiar^"’ '
^
• '

;
Venni da quel beato,
E nobile Giardin '

A quefto sì fpietato

Terreno pien di; fpin ,


'

fatiche àffiinni c Hehtl


9Y* , ,
S’io voglió li fermenti^' •.

'
Pel mio vitto piantar'.;
.

La mia cara Confórte '

Io fento lamentar, .
Soffrir dolor di morte

Nel

DIgitized b/ Googl
, ^

S P I R I T V A' L I . Iti
Nel Tuo progenetàr *,

„ Aime, che tutto è infero monfe> ’

Però che trafgredire> * ' - - -


Io volli col mangiar . ...
Due Figliuoletti avemmo
Vn buono e l’altro no»
,
v . . muaì
E poco ne godemmo,
Ch’ un fole ne reftò j
'
.-
J
j

,, Abel il giulto nel culto Diviiìo^^ ' '

M.i ’i raifero Caino » * ' •

Gli volle morte 'dar, '

L’acr di luce adorno ^


'
'>0 .

Dolce ipirava Amor, \i


' ‘

Luceva fempre II giorno ,


Non caldo, c non ftridor,’
„ Or notte,, vento, ni^ol% c tempeftà^
rH caldo non s' arrefta , •
'
- .ih. T
Mia Vita a tonnentar..
Stavafi quieta, l’onda ì' - » .

Con dolce rifbnar,t'


Non bìfognava rponda,'-' . j \

Qù non volea annegar j


Or minacciando: impcttiofo il Marc.»
.Che ne vuol affogare,, *•’ ‘
.

'
^
Chi di me nafeerà ^
V enìvano gli Augelli '
- ^ ì :
V'

Nel mio iena a pofsir,.


Calderin’, e Fanelli "-

intornoini a.-cantat» - ,

„ Or via volando è *l quadrupc Animale


*
Me inifero mortale
Ncii vuol piu olfervar, •

5e non folle la fpcme ,i -


1’ ' ^ ^ » ^

Ch’io ho di ritornar,
Ilduol

Digitized by Googlc
,

IL A V D E
Il duci tanto nii preme,
Ch* io; poi potila portar
,, Cosi vivendo, or mifero mi dogliojJ
E per fpeme m’invoglio
Il Cielo a fofpirar.

palla mia colpa, acerba


Io so, che nafeerà,
Com* un bel fior dall* erba , >
. .
.t

Chi ^ rifanerà,
1

j, Vn nuovo Adamo a riftorar mici danni,


Caverammi d’ affanni j .
*

E Dio qutfto farà* ^ t

P’un innocente Donna ,


Iddio fi veftirà ,

Vile, e caduca gonna,


Ej morte fofterrà, , ? - -

J,Iddio incarnato un dì s*ha da vedere.


Però non più dolere,
Lui ci confolerà. z. ^ • > .

Io mifero dal legno •

^
La mort’ ebbi, a cavar ,
E mofll il giufto fdegnp.
Mia colpa a vendicar, ,5

Iddio , che ora nel fuo proprio Figlio,


Quello mortai perigUo, .

vSge con gran pietà . . .


-

Non più crudi latpenti, . , ;

Che non fon per durar >

Noftre fatiche , e ftcnti


Eterni a tormentar,.
Che *1 nbftro dolce Padre , e Creatore
Con un* ardente amore *
i

G vuol vita dow..^ !i r .

P£^

Digitized by Google
, .

s p imia T yA L I. isj

PER LA CONVERSIONE J>/


/fSt S* AGOSTINO»
' •
! •

•••
? - .i
=

Q Vefìa, ch'è
Vita preda
*“Ch’a goduto momento
Porta eterno languir, r-.-'j-ii-jn
pm del vento
al fuggir,-,
^
i/

„ O com’ incauto io^confumai fiiv oralt.


’•
5parganfi' dunque ognora '
n:, '
^
E gemiti, e fofpir.jrq D t otiti r hi
Stemprato occhi, verfatc ; c : =
o A <HÌ
In larga vena il cor, '
,,

E fen bagnate
nicntr’ il c;. -i.\ .

Ricetto di dolor
,, Voi
m’ impetrate il rinnovar de’ giorni,
‘Ond’ innocent’ io torni - - - » - h. •

D’ avanti al mio Signor


Delk làgtiifiMo figlio ,

AA i . t ..

Di quelle vuo- rolciU’


Con accorto configlio
L’abbonacciato mar; i» A
Serena- luce or , mi predice*! Porto .,f! i

A Appunto' quandbialjòno ^ N,^ l

Teniea.naufragar../.t. ,
«ìì'

Chi nell d’ Ambrofia ’l nomeA’


.Ed labbro ripien,; j
il i

Pur m’ ha infegnato , come


*
Sfuggir il rio velen,. „-

Ch’attofea Talma, e par, che dia. fallite:


'
Celeftial: yirtute
fìa faànaco fen ,.j
j ^al T'
NoiAha l’ Affrica Inia
Moftro al peccato' cgijal.;
Veci-
284 ! L A' V n l
V acide, e pai, cbc fia
li‘ (iid\ ferir ^\dtàl ' ; .-Iv .. i v

„ E pur dL Móftrdtal fotta il

•Vedo tardi, c dlfccrno .

Sua tiraiiaia morrai.' ! ;


Ergali non più.tentoi 'i

'**
A Dio il mio ipen fieri ^
-

Verace pentimeatto, i ' •- ì'j.'ì

GliÙTipcnni”ale' leggìet5)'--'-“f^
If Pura Colontb^iTi^'Cìeril vblò-ftcAda»
Ed il fuo nido prenH^'c'. o ^ u. :ì

Dov’eterno è ’hpiàccr.^ :o <>. -7 *3^?.


j i f’I

Li cinque fo^raddette 'Laude ^fi.pOjfon


tare come Parton: dall’ Oriente • >i
, i.
.

ij- j--'i ;i r
• ,(, / ,
'

."ua'/i?. O'iT* jjf; ,'jiiJ

LECCATORE, CHE Ei\NP^Orq "


V torna d Dia

IWII:...

IMW

lice ftata,"iCbtìi€ Ci^no can-


tava.
,

tava , Ed or.

Come Tortora - fuol « piangendo i



TÌ^

‘V - K)- .U'
.... ^O » '
’!Ìj,if„T. !:o:^‘o .ri’; . '’.
ojriiiT
'f^nrif'-T -ivi. iir^;iiil
Erano dolci allc^i^jiiitìirtònccnriv'k H (-

.
)A Dio lodar' intentivi' froa >k<: •f{:Df ''!
y, ^
Or fpargo d’ pgn’ ijiitomQ
. j, ì . ,

> *
* v ,

"
Dogliofi accenti, aimè, la notte, e '1 giorno.
Ma s’ otfendendp la bontà.infinira .»/
Ho -fila
grazia fmarrita, u
y,Co’l pentirmi di ^O'rC' hi
Potrò placar, piangendo, il mio Signore,
Dunque perdon.ti chieggoi umiic , c jcbiilo
O
mio Signor Divino, .v •

,, Rendimi pria, eh* io muoia,


L'alma tua grazia, cÌl^ perduta gioia.
. ..

2S6 .!L A' V D ^E' 1


9

^A L~ Ty£ C C A T O RE^
•chè'dì- <pl€nck>r 'vlnei ogiàl Stdia
r Perdi’ a me fei ribella ?

„ Non fec’iò di niente b:' »


ti •

Solo col ftiio voler tutto pofTent^ ? s


, ^
Mira^ cb' 4^1’- Angel rio beltà nòn valfc ' •

Con àie chimere falfe,j;j7 '


/l ..,

'
Che Ilei proFqhdo Inferng *-
-

‘ Ràtid’l- gettai^ dal- jGieb per tempo eterno.


Adam pur cacciai filor del Paradifo,
Per il duo :erròr conquìih ^ :o
>
;

,,
E condennato a morte
- Gemè con -gran ’fbfpir Tua'* dura ‘forte*.
Striiffi con PacOUe n^Mondo iniquo , e fello,
^3!Ì^iTi]pandp.illnon INocllò, * -

E 4e Città «fetenti, u
Salvando Lot tra vive fiamme ardenti
Tanto m’ è in odio il mal, ch'io non l'opporto
Impun sì grave torto*,-|'

„ E chiunque al mài
corffente,'
Placar più non mi può , fe non fi pente
Torna dunque alma a me dolente, e ria,
.0 Ma '
vien per altra via ‘ ‘

„ Torna
'

contrito , e umile', '

Ch’ai Ciel ti condurrai da terra vile.»


Senti quel eh’ io ri grido in mezzo al cuore
>•

.
Moiidati dentro, e fuore, b *
,

, Non fij qual 'fiordo infiano.


Che dopo morte ogni pentii’ è vano

WWV JM-
^

S P I R-I T V Aa I. 287

I MPo^hU
P R
meus
O P E R I /
<iuid fecttibi ,'

D
,,
Eh, che potuto ho in tc commetter tanto.
Che* mi dai doglia* e piànto?
Qnal tanta colpa è rtia
- i

'

Degna di pena, oimé,^sì crticlai>€ tia?


'
S’offefa fu, per tc piagar l’Egitto, *

Dov’ cri fèrvò afflitto V^‘‘


,, Meritan quefte mani" •- • ^ i* ^
Quefte rie piaghe, e qucfti ferri fttam?
Se ^pa fu r aprirti ’l mare * è tutto ' r

•Suo cammin darti- afeiutroi • '


'

„ Merita quefto lato ‘ '


' ^

D’cflfer da lancia ria' così fqitarciàto ?•

S’error fu preda far- d’onde voraci ^


[ c.

Tuoi crudeli feguacii ^


.

„.Merto di fangue afperfo ‘


;
'
- .'J >0?
Effer nel fangue,cnel dolór fom^
Se fallo fu tant’anni chtró a forCifc'
J
'

Darti cibo celeftej - li uJ u.* >I' '.

,, Merto da te crudele
Aceto in beveraggio, c amaro fcic?
Se mal fu darti luce in ermo loco
Per colonna di foco j '

f T '

„ Merto d* efler legato -

A colonna pcnoia, flagellato?*^ ’ìi-'

Se fu peccato contri àgli anni infetti ^

* ’ ^
Serbar- fané tue >vctti ; ' '
v
„ Merto , or si piagata
eh’ i '

Sia quefta carne in Croce , e lacerata?


Se fu misfatto a’ Rcal Scettro alzarti,
E Corona donarti j

Metto
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. .

aS 8 ‘L A V DvE
Merco, ch'or m’incoroni
Di fpine , e canna vile iti man itìi poni ì

Se vizio .fu trentatre anni in terra


Soffrir per te ria guèrra j
„ Mi?rtO) ^h* or guerra atroce . *
[
Tufacci a me con quelfa» dura. Croce ?Ì
Se danno fu fànar gj’ìnfenm tuoi ì
'

c Di tanti ai^cbi.fuoìj ,r .r '


' •

„ Mertp.dal capo ai. piedi , ,


Efler tutto ima piaga, come vedi?


S’ingiuria fu tornar tuoi morti. in vita,: ..

.E,/;l0f4ìfcmpTe;aitaj. q -/n
,
.
1
.'

,, Mert^:,-. ch’or: fiera. morte.., 'i ^c.co ;i

Tu mi dia con dolor si fiero , e forte ?

Ma fe tutto fu grazia^ e tutto <iofio> r . ..

I^erqhè; sì. afflitto fono?


5, Perchè tante me irei/ ? jj <
' //
Non raddolcifce almenOsil mio. morire?
Son mtto piaghe,: e/angue, e .tiutO;.doglia:
:Nc‘j(h«ift:;è .ancpr. tua voglia,; . i , .J

5, Ch’ancG.inèmdelir brama, j .1 -
..

Incontro un morto,ch’ancor morrò c’ama?

LACCI del mondo.

D
„ Quando
olce Giesìi mio rolo,.e vero- bene»
Mia vita, liice,‘e fpcne,. o
fi’ romperanno ' .
.>
o.
:
'ì ".

Tan^gran lacci, aimèich’al cornii flanno?


Il mìo defir tanti , e tant’ anni addietro,
Q^al raggio in fotti vetro,
1 . ,

>, .Quanto di ben vedea, 'ì

Gcimne, e pur’ oro ai fin. parer mi fea

c*
“ Rofe

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, ,

S P I R I T V A L 1 . 2B9
Rofc, viole gigli, ed ainarantì , ,

Sirene, e dolci canti .


'

,, Sì ’l cuor m’ avèan diviib.


Che goder mi credca il Paradifo.
Ma poi tace;ndo al vero Sol ritorno ,
Che^mi lg5i];9brò cV intorno,
„ L’ atre mie nebbie. ofciire,/!, ;
ì

Fieno vi icoiTi vilc,,,e fpinC;dLire .



Viddi loman ,' come in. aperti cii.bltri,
Serpenti , e orribil moftri , , .
,

5, Di rapid’onde un fiume.
Tolto, ch’incominciai a accrcfcer lume.
Indi. volar per- Paria a mille a mille, .

*
C^al’ arder di faville , \ ,
*•

„ Innumerabil gente : *
,

D’ arale, e di ferri.carcai e non fi fente * *

Pien di Ipavento allor’aimè gridai : .

O
Dio chi potrà mai ... . .
,
^

„ Senza la man tua forte


Vincer’ in tanta guerra, ^o fuggir morte?.
Chi fia, eh’ in tanti lacci pr non inciampi?'
Ov’è chi me- ne (campi? . >
'

„ Qi^indo repente uiifgH/àp ^

Alzafij Vmiltà iola. É qui mi a/Sdo.'

ALLA COkONA DI SPINE,, '

O
„ Poiché
R sì, che ben porrà
Delle piante Regina,
di si bei fregi
dirli la;

,
,
Spina-'

,
'•

Incorona la chioma al Re de’ Regi.


In qual parte coglIefti,.o dolente. Re
Quel fior afpro, e pungente?
„ Forfè colà nell’ Orto
N Dov®

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, , .

290 L A V- DE
Dove
dianzi cadefti efangue , e finorto ?

Ahi, che di quelle Spine, oiidc feconda


Per me la terra abbonda , '

9 Zelo d’ amor foverchio


T’hà farrc^ al crine ingiurioro cerchio.
che bella .ghirlanda in liilUtclta
S* ha il buon Paftór contelU!
Forfè r arfura cltiva
Del fuo Divin’ amor troppo il feriva ?

Ecco colà la vittima fpinata


Ad Abraam raoftrata j

^ Ecco il Rogo fpinofo.


Dovevidde Mose Dio fteffo afeofo.
Finga Parnafo pur vaga Ciprigna
Di fpina il piè fanguigna^
^ Quella a quella non giunge
OToggi la fronte al vero Dio trapunge.
E* ben viè più fecondo il fagro Sangue,
Mentre trafitto' ei languei
j, Quel bel Capo Divino
Ha di Rofe d’ amor fatto un giardino
Gloriòfo diadema, il cui fplcndorc

Rende l’ infamia -onore,


^ Agli ornamenti tuoi
Cedanl’ Indiche gemme, e gli Oftri Eoi ;

Alle tue punte fanguìnofe , e belle


Hanno invidia le Stelle
E reco brama , c vuole '
1

La corona de’ rai cangiar* il Sole'.


Ox quella , eh’ a Qiesù' circonda il crine, * •


Treccia d’acute Spine,
^ Fa' tu , che Tempre fia . \

Siepe della tua Vigna, Anima mia.

Cosi

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S P I R I T VAL I. 29 t
Così giammai per frode, o per inganno
Furar non ti porranno
„ I Ladroni d’ Avento
Delia Grazia Divina il frutto eterno.
Tra quelle Spine , ond' ci le tempie intorno
Va fieramente adorno,-
„ Quali fcrpenti , e molili,
Vadan’a dcovrarli i falli nollri.'
Odi la voce flebile , e pietofa ;

Aprimi, o cara Spofa,


„ Che ’l tuo Celelle amante ^

Di vemiiglie rugiade ha il.crin llillante.


i

INVOCAZIONE DEGLI ANGELI.

Ercè , mercè , mercè , An-

dece giù, E foccorrctc nyt.


hiM GoOglC
,. , ,

L A V D E •

Trovoini nella guerra, }

E di nemici abbondo,
„ Tiranmi nel profondo
Se non falvate me .

Illuminate il cuore.
Purgate la mìa mente,
Fatem’ al bell! fervente,!.
E foccorrete me.
O Serafini ardenti.
Col voftro caro ardore
^ Difcacciate iManguore, .

E rifcaldate me. r. -
.

O dotti Cherubini,
,
• Pieni, d’ ogni fci.cnta,* :>

Con voflra intelligenza


Ainmaeftrarc me . •
.1
'

O Troni, ch’ai Signore


Fate foglio al giudizio.
Fate!’ a me propizio," 1;..

Che non condanni me


O Dominazioni ,
*
'

Che gli altri dominate,


'p Reggete , e governate , •

Signoreggiate me,
O inclite Virtiidi
.
Miracòl miniflianD, . , .

Contr’avvcrfarj tanfi
p
Valor’ ufate,in me. ^
'
; )

O Poteftadi invitte
Contro tutto T Inferno
Pigliatemi a governo, i
P :

E difendete me
Q Principati eccelfl, ' " ‘1 *

Ck’i Regni amminiftrate. f

Rc-j

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' . : . .

S P I R I T V A L I .
j
,y Regno di me pigliare)
E provvedete me " . .

Arcangeli Sovrani i *

Solenni Ainbafciadori
„ De’ Divini favori,
-

Deh confolatc iiie. • > '

C Angeli benigni,
Ciiftodi di natura, '
>

„ Sotto la voftra,curai;j I


Sempre tenete me.!- ! ^
Fugate i miei .ncitiici ) - .
^
. .

Fategli Itar lontani. v;

5,Gettoini in voftre;maniJ ; Ti vv
Sempre tenete 1116. x ^ ì .

Gite frequentemente ^ «
• !

'
Avanti al gran cofpetto
„ Di Giesù benedetto V - r '

Procc arare per me . r


'
-

Portatemi dakCielo.':
Ogni grazia, e virtiucj '• ‘ -

„ Portatemi falute , ;

E arricchite me,.
P.ortate da Maria ...i. 1.'

Il gaudio con dolcezza,


,, Po r tate ogni; al legtezza, . s .

E confortate.me. 'i/i .

Sfatevi Tempre meco»-


Come fedeli amici '

^ Fin eh’ all* alte, pendici


Riconducliiatc me , 1.
-

* '
f

Af/-

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.

294 L A V D E
MISERIE
DEL MONDO..
O
,,
Ime,

Mondo
oline
v^anto miferore*!
, oìnijc

fallace, e falfo


• ’

'

Seguir non vuo’ più re


Tu proractri*, c non.dai,
Gioventucfe, c bellezza,! '
.

„ Gnor, pompe, e rfcchezzà,. .

Poi non fervi la feV/ o .

Io come incauto pefèe ^ •


-i.

NdP acqua cibo (Aiamo r


il

„ Tu porgi Tefca, e’iiamo» . . ;

Poi tiri il filo a. re,


Giovane bello > e granddr- •
ì

Forte, gagliàrcTo-y,e fàntr s.< .

„ La morte a mano a inanoii . . >*7

Atterra,. c tira a fe. . . ' .< •

Tu, ch'hai lungo dilcorfo 'I ..

Con ciarla Tulirana,. ;

„ Vn fior fei di Borranav


fapor non ha in fe »
Che
Tal ch’infegna il ben vivere* ^
..

,C’ ha le man pien di loto^


„ Al vifb par divoro,
Pongli pur mente al pic.i
Molti hanno aflai parole, ’
.

I farti veggono,
non fi

» Qi^anti, che altri reggono.


Non fanno regger fe.
Gira quel Mercatante.. >
La Terra, il Mare «..H Mondo-,
n Di

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... ,

SPIRITVALI.
„ Dà In fcogUo ) c va in profondo
Perde la roba , e fe
Compra, vende, e baratta.
Quel roba, pur che poffa,
„ Dì poi nudo alla fofla
Morendo portato e
Quel s’empie il ventre e Tguazza
^^cioperato, e ozìofo,
y. Ciarlone, e-airicdb,* •

Animai , che tu fe'


Chi piu mangia, men vive,
Ciri piu vive, più ftenta,
„ Chi jttù ricca diventa,
PIÙ povero èr p^r • .

Chi fa troppo, e chi poep.


Chi vuoi far,*c ncm ,(a, ; ,L

„ Chi può far, c non fa,


E chi Bon può da fe»
O miferia d^’Huomo
.Tanto nobile, e.hcUoi ^ ..

^ Che fi becca il cervello,


E non attende a ffe .
'

Chi attende. a’càfi.d*altri,''„


Sempre ‘fta inquieto, e mugola,
„ Efc’l cervcl gli frugola.,
Maraviglia non è.
Non c’c boccon del < ..

Il Mond’ è upa trappola , -

„ Che uccella , pefea , e frap^^ " ’

, . Chiunque gli prefta fc .


'

O Mondo , chi ti fegue.


Riman prefo alla pania
„ Sempre in guerra, c zizzania
Vive fenza mercè.
.

N 4
296 L A V D E '
' " '

Però lafciar ti voglio '

.
'

Mondo fallace, e ti'ìfto;


^ '

'''
„ vSeguir vuo’ Qìesi<*Gfìfto
Motto in Croce mé ‘‘

• Le due fo^raddette LaUde fi


come. La caritad’ c fpentàV
•'
' * •

é
Illd dolci.
r'I'.jl
J J
r,t.
^ w . .

ed amoro-' fi Strali afcofi Ognòr *

; ,

provo al duro core f * Contemplando 1


V : I - *
f . <

gran

Digitized by *
, ,

S P I RITV A L I. 297

im!

mio , Sommo Dio , Rcdentor mio

Redcn-ttor mi- o.

Di ftupor sfavillo, ed ardo,


S' ionfguarcto
V ‘Con la mente all’ alta glòria,’
Ch’ è di palma , e di vittoria
„ Trionfante, E rifonantc.
'<
Kirplendentl Verginelle , -

(^alì Stelle
Lucid (Tìmé , e ferene
!

Son di gloria, e d’amor piene,


Dìo laudando , E ringraziando . <

Di vermiglie vcfti ornati, -n

Coronaci
N 5
Sono

Digiti^ed : •- Googl<
è - > .

198 ^
L A V'D Ei .

Sono 1 Macrtir glòriofì


Che non fter celati aftjosi
„ A’ tormenti, A’ fnochr ardenti •
Sempre piu colà ruTiboitiba' . . ^

.-Dolce tromba .

Degli Apoltoii, e Profetf,


Dio mirando allegri ,, t lieti , ’ -
5

,, cui amore
Il Cinfiamim’l core.'
Graziofa ampia ghirlanda ^
Verieranda,
....

Fanno al Re Celeffe intornà •
;

Di fplcndor v4go, e adorno .

„ Spini amati. Innamorati,


Infocati Serafini , •
, r' ry

Chenibini, . ^
Vagamente .Trono
all* - afro j' *

'
Mandan dolce, e grato Yòno^ i

Dolce cantò Santo', Santo ^


= Ne rifnona*! Cielo, e.’i Mondo, .
^
Sì giocondo,
'

Sì gioiòfo fuono allora,


'
*1

Ch’ umilmente ognuno adora


,, Trino Dio , Redentor mio

ANIMAy CHB SI RIBELLA


Dal Afondo»

M Mi
ille dolci
Vezzofette
diceftì, iniquo
parolette

Mondo,
Mentre ài bel del Gel giocondo
», M’ involalti , E m* ingannafti •
Già credei dentro al, mio petto
Tuo diletto»
DoU

Digitized by Googl
. . ,

S P I R I T V A L I. 199
Dolce canto , e dolce tifo , , .

Bel gioir del Paradifo ;

^Ordifcerno, Ch’ era Inferno


LafiTo me , s’ io ti feguivo ,,
'
Saria privo. •'
/j;

.

Di quel ben , che fol defio j


Di goder 1* eterno Dio .

„ Ne’ bei Cori D^alini rplcndori «


-
5

Tue Infingile, e van piaceri.


Troppo fieri ^

Prov’al fin, chi*n te fi fida-,


^ondo rio, fallace gulda»,,-/^ .

„ C'hai fol gioia D’altrui noia* „ • .

Retta Mondo , empio nemico , . .

Impudico; i

'

Mio fia ’l pregio , e la vittoria j


Di Giesù riinracnfa gloria,
„ Che ’n buon zelo M’ invit’al Cielo.*
Già rimiro r alma luce, . .
, , ; ,

Che conduce '


n •
< ; i, :

Lieve al Ciel Palma felice; j t »

Retta pur, Mondo infelice , ; -


;

„ Tritto, e folo. Ch’ai Ciel mcn volo*


Vengo , vengo , o mio Signore ^ [ '

Creatore, • . . , :

Lieto ’n Cicl reco a gioire» ... : .


!

Viva*n te fol niio delire » . ..

„ Dio giocondo ; ' Rettane» o Mondo


' '
* _
I i
^

jDEL SANTISS.iSAGjUMk.NTO:
M >-'iO -• J .

Er.far f^cchio di fc ftettb»


P Dio
Sull* Aitar
s’ e meffij -i *o::
in bianco giro:
' *
;
;

^
. ; : N*d Me» .

Digitized by Googic
, ' / , .‘

7bo fL'^A-'V'DE’ '<


Mentre in voi me fteifo miro,/


Speccliio amato:, lo -fon beato*
Corre -il Rio prcfto , e gioii vò
'Sempre vivo,» - '
'
'

Giunge al mare , e qui fi muore: -

Miglior fcttteMla‘’l*'nGftrG-cuoi-e;;‘ f

„ Dio amare ^
o (É'.gir’al mare *
-,
^

ì\cckia indii^r^fè^ra' intoriìb.


Fa foggio rnd
Ove il Wl fa ricchi i fiori*,'

AGiesù rvadinò i cori,


„ Mei Divino; vWa’l fuo 'giardino ^
,

Solca il *mat's é ^gnl pendice-. ‘

Infelice <o..aiJu o i. - •

Corre luiom per trovar gmme j


l’

Qm fon d* orò le - Maremine ; -

„ Gioie, e perle, -È pim goderle.


Se ha gran fete dd danaro
'

Cuore avaro, \j- <


-

Sull Aitar c’ è iin monte'd' oro


-

Ogni briciol’ è un teforo , - - '



E* d’ or la- vena
'
Sempre piena .

‘Réal poMi^ il Ciél ne porge,-


L* Alma» fcoYge
Sull’Aitar la Tua Nodrice
Lieta corre ,iuihil dice: k \
Dio d’ Amorfe-- Latta il mio core.

p.aiiie- bMna ogtU -Bmnbino h
i

- ^ ^

Piccolino

*0'E>cik-,ib fFèic'ov'è menfa'i - ^

Pront’ognor è chi difpenfa


'
'

„ Pane elettS^f» 'ÀI Pàrgolfettò


Sole ha ’l dì , notte ha le Stelle ; •

Quello , c quelle -i . : * -

o R. M-i»
Ha*l

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,

S P I R, I TVA L I. 3«rj
Ha’l bel elei ilei Sacramento
* > Viva fcde'in un- momento
' '
sV'Vfcsdei' può le ! Stelje, e ‘Sòie. ' •

Qìaat’ e ’n | .‘Cìèl , in T erra., e n Marc ! 4


..^•^r-Aiarev--r-‘;
Qui la vita, e qui la morte,
A^.pchrcmpiò trifta rortseii^ ^:'\zn
,, L'huomo pio In forte ha Dio.'-;.
/
• * f'» « ^ '

' »?‘j-
'f
1;

\F.E- R \LXA\. M>4 T\ 1 ri t


;r.. irJjiè^zKi'jrGyvoji^t^
*
l-i
i.

Ira cuor
) mio du-

m
1i filmo II bel

nctittc

quel Prefepe afpriffimo '

Or . lo fai'

nafeer
‘ .

iamaa D’ainos^r liùsu- ,^vi •


. ,

per'veftir te ^ glpiiaV. ì...

Guarda, chp,nudo ei ftaj •


-

Perfard aver vittoria


- Scende -a combatter glà‘.
Vagheggialo, Corteggialo,
^?-_YedÌ 4)erl-tc che fa-2 - • v-

'Pét'farcrf àlina accendere



^ Pàdfce "freddq^ór
qui , .J '
|
^ /
!.. É.pet fax te riiTplcndcre ''-v - _ -

. :

Fra r ombre ci comparì ;


,, Deh amalo,
Deh bramalo,
^
S’egli t’ama così. •
,

'-

.per* farti’ al Ciel riforgerc


•''
Sf.ll fieno ici fi polo',
^ ~ .

Sol' per giòia a~ te "porgerè £1 ^


... Ei pianfe, e lagrimò*, -- ••
,
*
.

— - ;
;

•'

Ringrazia Sua grazia^


Che tanto ti donò . . . i . .
»

Per poner te fra gli Angeli


Tra

Digi;!;:..: q, f "oogle.
SPIRTTVAiLI. jo}
Tra animali or* è,
gli

Chi Angeli, e d’- Arcangeli


d’
E fommo eterno Re,
yt Onoralo , . Adoralo '

Sempre con yiva> fe..


.K .

.Irate alme feli-

ci, Che dono Iddio vi j fa, Crc* .

ate a fiia fembianza , Cuftód* Angiol vi

dà • p

D.-:
.. «
. ,

304
'
'L A V D-E’ ^
'

D’ intelletto adomate ‘
^

Memoria, e volontà,
„ Liber’ arbitrio infieme .K
Compagno uinil vi fa.
„ Fede vi feorge al Cielo / ^
i

Speranza, e Carità.
„ Vinèetè. ’UVizib-, è Mòrido ^
*1 vV -
\
Demon ,
fcnfiialità

,, Deir Ejcnpiieo-H fcnti.ero'-*-


Fadl bi dona , c dà .
''

?
,, Il ya^aiiild'iMel' G \
*
^
•*-*’
BbU-alma goderà^
„ Del Mentì* o'^ni procella,
-T far. q aillàìv inceda
„ Deir Inferno le pene
Illefa feamperàv*-*--'- -
f-

i, De’ Hor del Paradifo'^'^ *: r'.V ^'lì


. Iy.agà J'. y.otaeràl.. j'*-!.- Ì\\
Tra*.- più beati Spùri - - ‘
-l
Divina 'rplendefà»
„“Cc>ntcmplando. gidi6Ca C/IoSj.ì , /. >

La fama Trinità,
^
•>- Nella’ celettc- ;G loria^ > • v. .«•.

” Aflìtà ’n Macftù,.... '


! 1 t: r.-

.
-.j’-
, . I
^ E LÙ INCORONARSI Di SPINE
Il Redentore
**
.

’t, ... . ;L r:jà:..;;a

.ij iS
Oftri tetri- bili
,
'j Fre-
' Frenateli rio furor.' Q^al furia
’•
* - . . . i

mai incriicielir vi fa Contro d’un

, „ Airi pèrche forano'^ '


ri
'
/ri-'r 5 . V,
^ìne si atroci un fior /
* '

Ch’.è delle valli il giglio, ed cT amor


De’ colli eterni, e del paterno cor?
^yeriniglic cadono ^ ^ ^ ^ \
Stille Idei fagro umor: .. 1.1,...

ri? Ne Stella in Ciel più vaga fcimillc) -

ri ri
E)?] che' la terra imporporò ìì
'

„ Fronte sì amabile, •

. -Spina, non t’ammollì ? ,

Tanta non t’ innamorò',


bellézza
E di tua ferità non ti fpogliò ?
- - Pur
2o6 ;
L A V D E
„ Pur troppo barbara
.Laceri, il mio Factor j ^
-,

«- Spina crudele y c perchè irapraghi


% Le tempie ai tuo Signor , al mio Giesù?
*
‘Ìj 5c Tei 'piir avida _ ; .
; j

Di fanguc , ecco il niio cuor ;


^ Purché non peni più *1 mio fommo ben.
Trafiggi^ Spinala me la fronte, c’I fen.

-—O Spincyé lUiman'CUOT,;


' Cui non punge il veder languir per fc
."^ottO'un Tetto di. Spine U Div in Kep

Sopra le parole di S, Paolo d Rom. 8.

JS^IS NO S SEP ARAR JT


,
~d Charitate H:hre^tY

Il
11^

*"V^
E fòrza d*^ acqua, ne for-

aa di fu<^ . co , Forza di fiiocos


... • »

'

'Nc

Diyi'i^ed by • tud^Ic
,

S P I R I TV A L I. 307

Ne gran mamno , ne pena , o do#

tttll

Nc alcmi cmdel Tiranno o Eretic'enipiò »


,

Ne Cicgno gi;-r.de. d’uno Imperadore,


Può ranco, quanto' può Giesù amore.
Ne del Mar gran tbn:Luna,iic tempdla,
- Ne in Gammata fornace con furore.
Può tanto
,
qiuantió può Giesù amore.
Ne Tigre o ver Leon , o Dra^o atroce
,

Ne mal di forr alcuna, o dìfonore ,


Può tanto, quanto può Giesù amore.
L’amor fol di Giesù vince ogni cola:
N’clTer giammai può vinto, ne ferito.
Se non da quel , eh’ a lui è fempre miito.
La
rr
^308 L A ViD-E
Lr V E, .

* - -o • -.’ i ^ ^ ^ .
-'

J
*Z4 fo^raddttlÀ L4i*0a. Jì.puó^ C/tniare^é^éy
,
- Lappate* !t .voftri- ajba'^bi , Nell’ appara. 3,

** '
— j -f- TÌr7TTu ’ Virgin •Santa.- .
- ‘'j |

;
' i
' '
*

» terno Sole yCh- a mèzza flótte più ri-

rnii

- luce intorno, Che l’ altro non '


fa-
.• >
' ) •- . . .

'
f •

l
<

ria

c,^I
. , ,,

S P I RiI T V, A L I. JOJ

ria di mezzo giocno •

Cantaro Gloria gli Angeli nel Cielo


i
j
E méritaro. udir si dolci accenti '

Pallori , cbcì gtiardayàno gli rarmcnti , ^


Onde là verfo rumil'Bettel^iTliHCi/
Preferla -via , dicendo: andiam’ un tratto,
„ E sì vedrera qiicfto inirabil.fe / //
troyaro. iiij vii panni rit^oltp
11 con .Giufepp’, CrCon Maria'
Faneiul-
,, O benedetta, e nobil compagnia!'
j

;
j

;
Giiint’i Pallori airtimilc Prcfepe',
Di llupor pieni , e d^alta Jnara^glia
i
„ L‘im ycrfo l’altro filTaron le cigUa.
Poi cominciaron^ vieeitdeyolinetite, .

Con bofcherecce , e fempiici parole


,, Eieti.a caiitan fin eheinafcelTe il; Sol
V. Io caro amico alla, Capanna mia' /
Vorrei condurlo, qb’è lontana poco,
„ Dove ne cibo mancherà , ne foco
pet;certo alla Città reale i '
;
^
Con frcttoloii palli porterpllo,
i l.V' .

„ Stretto alle braccia


, ed attaccato, al collo
^ mi porrò i in, leno,
.f E Co i folpiri mici le membra fue *

” Scalderò più , che l’ Alinello , e ’l Bue . •'


-

vno’ pianger/ si dirortamcnte,


Cn empia di, calde lagrime un catino
, .
'
' ' Dove
.. .

5-I0-
^
'L‘ A V D E ;

5, Dove fi tenero Bambino


bagni il

V. Io vuo* tormieco im poco<li quel fieno,'


Ch*cglT ha ciMhtotnò, cpon avfp;f>àiirà
D’ Orib,.ò( di Ì-upq>odlaktra-na.vtntiixa
=Ed io'del ilatte^j -oÌkì’ Ta 'foeek'iarpl&rfiii
Prènder defio, fé hon ch*io ne pavento,
„ E conlervarlo in twi vafel d* argento. .

V. Io viio’ pregarlo con pietofa voce^


Signor perdona li peccati miei
„ Che pecèiò' Ctedo , che venuto fei . ^

R. Ed io vuo’-dirgli 43aIdanzofameinte :
'

Facciaitió a cambio, tu mi dona il Cielo,


'

„ Ed io ti '{«:efto qiiefio piccoPVelò .


'

V. Io n€>n Viio’chieder,ne CiTtà, ne Regni,


Ma fqlo dirgli con;

un dólce rifb ,
'
. ,

„ Sa ben venuto il Re del Paradilb


R. Ed -io vuó’fir per- 1* uni veifò Mondo,
Fin nclPIndie girando Fempre inai :

„ Dio i* è fatt- Huomo, e tu mefclùn noi Fai ?

jìLMA yREÌ^EMPTORlS MATER

A Lma dcl Redentor Madre Maria,


Della règ^idi Diò felice porta ,
„ E di gir colaFsiì ficura Feorta*,-

*

Stella del Mar, che tra gli ondofi flutti


Dell’ umana miferia in porto adduci •

„ Ogni nocchier, eh’ a te volge le luci ?


Soccorri al Popò! tuo, che Fpeflb cade «
^ Per dirupate vie: porgi la mano ; *

„ Che Ibrger vuol , c girne al Fentier piano.


Deh rii, che con eftrema maraviglia
Dalla natura fotti Genitrice ^ *

9, Del tuo gran Genitor lieta , e ifelice :

i Ver-

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,

S P I I T'V A L I. R ^TI
Vergale prima , e poi , queir Ave Santo

Di bocca di Gabriel prendendo, gira
„ Maini al- pcccator, eh’ a te fofpira. •

nella NATlK^^A^'Jyéi ^SIG.,


.
-.’. M '
' {

*Vnico Figlio dell* ^Efcnia Paddej


L
„ Pur
Promeffo avea già di Coprirli a noiY
fc ne ftava. negli .abiffi fiioi.
;

O quanti Regi, o quanti -gran Profeti


Han defiato di vedere il giorno, . .

„ Che difcendeflp a farTO rioì fes^ioriì^


Or l*han veduto t povctil PaftoQr^^ ;^^^^

Giacer nel fieno emt- una Capanellà •


;

,, Col buon
Giufeppe, e Maria Verginella.
Fatta la pace or’ è tra 1* huomo , e Dio
Ors*è cangiato il nófiro pianto in rifo,
„ Poich* è venuto il Re del Paradifo *
Non ti partir dagli occhi- hoftri '

,,
'
Ch’ a te
Sempre cantando
le* lodi , a 'te j^ém ^
i tiioi cclcfti àrjiott.
j-j
• ••
--f -'- •- )•

Le tre fopr addette Laude fi fojpm .fanfare


'

come. Lardate i*voftri Alberghi,


Tu Vergin Santa.

2^ W
'

-el!*-

ATPAS-
. .

51.2 L ìA V'D è r

PASTORI NELL A NATIFITA


DEL SIGNORE,>

EU* umìl capanne!-

Ja V* è il mio Si- giiorc ,


'
t
-.tff . ..

' chèriil fieno (la.


*
f * ' I

5j Deh vanne anima mia


5, A contemplare tanta gran bontà.
,, Vi trovftTal. Maria, .v -

„ Sol che contempla la fiia Maeftà


„ E’I (ub Spofò Giiifeppe
„ Tra fe ftupifce di, tàiit’ umiltà.
„ Al fallito del Gelo }
.
.
'

5> Ogni Pallore al Prefepio ne va

5> Alla

:!y GoogK
, ..

SPIRITVALI. Srj
5» Alla novella lidia
5> Magi pien
Moironli i di fedeltà ,
'

9> Con veloce cammino,


5> Riiilci loro d’ arrivar colà
n Dove prollratì in terra ,
- . .

~
5> . Adorar tutti quella Macflà . ’

» Indi lilTaron gli occhi,


» A
contemplar la fiia grand’umiltà.
5» Perche di lì n’ ufciva
>» Vn vivo raggio di Diviniti .

5> Poi gli Offerirò il cuore ^

»» Ch ad Oro , Incenfo , e Mirra unito và


>> Con puro", 'e vero amore T .

' Pcrfarfi fervi didìia Maeftà. ' ^


5> »
j
"

?> 'DehTii diamo ancor. noi.. "’.L


3>
A tal Signor-pien- di benignità i

PIANTO DELLA MADDALENA


A^yi'e delia Croce ,

» -

») N sul Monte Calvario


„ JV'è mio Signore, che confftto fta,
1
''

„ ,Ticn pendente la teda, i


.
,
.
i :

3> Sol per, b.ì dare chiunque a lui ne va,'


3> Deh' co rri ani ma mi a , '
!
-
j

3» Pel dolce bacio di Tua Maeftà


^
»> Se tiri preghi umilmente
3J
• Con la Tua grazia lui t’ abbracccr^ : - '
'

' '

)> Perciò veiTa’l ilio faague, '

3> . Sol
. per lavarti dall’ iniquità j »

>5
E del tuo cuor lavato
93
Farannc un leggìo a fua Divinità. 4
93 Deh dolce amor verace
93
Innamoraci con gran fedeltà
O 33
E tilt-

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.

314 L A V- D E < '

,, E tutti uniti infieme


„ Sempre adoriamo tanta gran bontà
5, Che
per noi morì al Mondo,
„ Per liberarci da penalità,^
Kìngrazieremlo adunque
Di tanti doni , che ci ha fatto , c fa

rERO CONTENTO E' GIESr

iiiw

On mi lafciar mai pi

lini

lini.

cl balen’ ,
Ogni mio ben fuggì , Poiché ’I ^

bel

Ulùlilz-' Googk
, ,
,

S P I RITVA L X. ^15

bel feren Di tua grazia fparì .


'
Non

Vn momento fol
Non viife cuor ficiir;
’l
'

Per me l*AIba, e’I Sol


Fu co n’ Infera* ofciir .
Non mi lafciar mai più,
DolcifTiino Giesìi.
Qual folingo Aiigel,

Pianfi la notte, e ’l dì

,'D’. aflenzib', e di fel .

I mici pcnficr nutrì. ,, Non mi ‘


ec.
Fiiggon gli anni a voi, ‘
v

fe ’I fin s’apprefla aimè



Se mi lafci fol
I
Ahi che Farà di' me ! Non mi , 'ec.'
» Vinca *1 mìo fallir- ^

’ '

!
Giesii la tua bontà , •

Svegli ’l mio martir


Giesù la tua pietà. a, Non mi, cc.

I
. L A V D E
Se t’afcondi a me,
Ove mi volterò,' - - - -

Ond’ avrò mercè , •

Se da Giesù non l’ho. „Nom mi, ec.


Sed’im cuor’ vinU , . ,
' '
.

Gradito è ’lpianto in Giel*,


Non recarti a vii .
'
•;

I lai d’ un tuo fedel . „ Non mi , ec.


Spieghi Febo ’I crin, - > '
- r

' O
pur l’afconda in Mar,

Senza te , mefehin ‘
.

Non fo, che rofpirar. ,,‘Noa mi, cc. ;

Ahi, che Fen za te


Non so gridar perdon : .v

Ahi , che fenza te


Giesù nulla non fon . „ Non mi , eei
Deh m’ afpergi tu
Con la tua man, Signor, .

E
qual neve, e più
Verrà candido cor. ,'l „Non mi, ec.-
Del Cicl'il cammin
AgK empi infegnerò.
La fera, c mattin
Tue glorie canterò. „Non mi, ec.

ìfL PECCATORE DICE I DANNI


eagionAtigU dal Peccata,

N
Vn'
On
Ti
più,
iafeerà
breve, piacer
non
il
più. Signor,
mio cor.
,
.
'
;
•.

:

Da te m’allontanò, . ’r

Vn folle penfler

,
D* te mi fcparò <

Nsìì

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^ ,,

^ SPLRITVALI. jijr
^ Non più, non più Signor,
Ti lafcerà il mìo, cor T
Di ma grazia il fior.
Mi ' s’ apyafsì nel fen
.
;
Onde perù allor
Te Dio m*o Cboinio ben. ,, Non più ,ec.
Nel partir da te
^
D’infedeltà nel mar'
La mia viva fe , , ^

Stette per naufragar . Non ,più ^ «c.


In quel tempo pur,
Clì’olfeù tua bontà.
Nel mio petto fiir
Pene, e infelicità. ^
«Non più, Cfc
-La quiete fen gì,^.. . .
'
'
,
• *

r Dal -mio ribelle cor j


'
'
Là pace fiiggr*^"'* ,

. Dopp’.il; cdmmeirg crror


. « Non più , c«.
Tortorella io fon
Piangente nott’ , e di
Ne mai cauto, o fuon . ,

. Mio d uol’ intepidi . „ Non più , tc.


-Se col mìo 'fallir - .

Mi fon trafitto il cor


. . , Ond’ afpro mirtirj _ • • :

Mi
crucia a tutte!; or ^ i,Non>'put, ec.
Ah che non dimen
Non debbo difperar,
..Ma di fpeme pìen . , ,

Gemere, e fofpìrar. „Noh più, ocl


Son mie colpe inyer, ;
-
,
.

'
Grandi, ma tua" bontà' - i
' f .

Non fa contener * *

Vifeere di pietà , '„:Non più, cci

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L A V D sr r -

Son’ un fervo vii, .


'
••

E tu fommo Signor, ’
j '
- •
.1 <

Ma con CllOr’limil . i'

'
Deploro ogni mio error. „ Non più , cc.
Deh ricevi orsù.

Chi già ti abbandonò , , . .

Perdono Giesiì, -

Mai più ti offenderò. • ; * ^

Q, Non più, non più. Signor,' •

. Ti lafcerà il mio cor.



/.

DIALOGO TRA GIÓrANE^


4 Mondo,

O , no non voglio vdi-

re ,
Ne più ti vuoTegiiire^ O mondo

falfo piendi vani-' *-tày -Tu


m’ hai
^

S P I R I TV A L i
I. JÌ9

m’ hai tra- diro. Però ti lafcio, A

Cicsiimi v'uo’dar.

M. Vien qifà', ò Giovanetto^ '


^ ‘

E dimmi con etfetto . .

•Se m’abbandoni, che farà di te?' '

i,. Senza piaceri, '

*
' Ma Tempre m' pianti j 'O poverino a te.
G* I pianti, ed
i lamenti

Saranno i iniei contenti,

^ Da poi, che così piace al mio Giesii,


„ Che mi ha promefìTo
Contenti eterni , Che non mi puoi dar tu
M. E’ ver, ma tien per certo.
Che *1 Ciel per t:.irti è aperto.
'

Però non gioverà tant’aftinenza,


„ Non feguitare,

- T^in fermerai , E poi chi ti gwarrà ì
'
G. Giesii farà ’l mio aiuto, ' ’ '

Che m’ha già conofciiito ,


i

E lai ih San, Ni noi chiamò

O 4 „ Per
i
òy - -uogle
, , , , ,

,
O lo L A V D E '

„ Ter me* fervirlo


JO fano , o ih fermo , llmeglio'jch’k) potrò»
-Non ti baft’ egli , o floito ,

'
A iin punto eflbr raccolto,
"’Qi^an'cio verrà la morte, da Giesù?
„ lo xhOi peccato
Chieggio perdono , E non peccherò più.
G. Stolt è ben chi ti crede,

.
.Savio chi Dio pofìledc ,

- E aimè,
chi lo ferve ierza indugio,
j, -Che ’n* queir cflremo
*
Mal li può dire, , O pazzo, che tu

%
fé*.

F E R rO R,E A D J O.
'
I, sì^ ch'accefo ho core *1

S Giesù del tuo amore, '

Non f:a ncirun , che mi tolga da te,


„ Ch*io non vogl’ire,
S’ altri v' and rà , Non vi s* andrà per me •
So ben , che fei pietofo
H fei aitt’ amorofo
Chi non fa , che tu fei il buon Gicsiì
io’l poflb dire,
j. Chi noi dirà, Giesù diglielo tu.
'
Sei Creatore , c Dio , . :

Son creatura anch’io.


Di fimiglianza fatta, come te,
„ lo’l po0b dire,
Chi vho ’l dirà. Non troverrà merce.
Foc’o niente io foro.
Signor, s’io t’abbandono.
Chi dirà mai, ch*io xi difprezzi aimè?

„ Io

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, , - .

S P I>R I Ty Aa I. 321
i> Io noi so dircj
.
S’ altri dira , Non dirà già di me
Afcolta, o Peccatore,
'
E dimmi con buon core,
è quel, che col fiio fangucci Talvàl
'
yy Gìcsù puoi direj ; "
*

. Chi no ’l. dirà , ElTcr fai vo non ,pnà.


Deh torna anima torna
.
Se bram'i effcr’ adorna
Dciramor di Giesù, alta bontà,
iy Tu puoi venire , K
1
converrà» Diquélnons’ornci^. .

Ricchezze , onori , c pompe s



La morte abbatte , c rompe ;


^ ^

Sol retta in vita la grand’ umiltà ,’ '

j » lo lo vuo’ dire
, ^
. - Chi, no *1 diia, Là morte proverà.
,

Tu dunque , almo Signore ,


'
Accendi ’l noftro core j /

Acciò pretto venghiam dovè fei tu,
i. Per poter dire
Per tua bontà,' '
‘NoitilodiàmGicsu,
- ; . - 'i:

'jiFFETTTBlWTI AL BAMBINA
G I E S r.

±f
Pi
Bambin, che fei Divin, Spe^^

i fi. 0-5 laif

Di,‘ livCongle
,

V À V b’E'


r ' •
I

*
ranza del mio cuore , 'Tu non hai fdc-.

p=ntm
imi


r •

gno , ne iìel , Effer tu non fai cmdel , Mio


• •
• .
*

cuore, mio cuore, mio cuore*

Tutto mevuo'dar’a te.


Ne im momeiirp,.
tarderò
Se gradirci ogni mortài. '

Benché ingrato, e dillèal,


voglio, te voglio, te voglio.
Te
Vanità, Uè
(e nei- va,; .. V ' '

. Fra noi Iblo fi trov^ v. ) .j

Poffedenào te Giesù

'

^ ’
>
Non fi puòr avef di pià " r

Nel mondo, nel mondo , nel mondo*


Sci pur bel Nume del Ciel
Dell’ Alme Tei l’ incanto ^
Atf
Dk..- :
xV
-

S P I R I TV AL I;
A te convien ,
ceder fi


Perchè Tei il fommo ben • ^ »

'
De’jruorij^e’cuorij de’ cuori. 7
- Chi a te non dà la fe , r
*
. .

La provi a -dar* al mondo, -


Che delufo fi vedrà
Da quél mofiro d’ impietà- ‘

Per fempre, per fempre, per fcmprft.



Il valor d’un notai cuor - - - \
1 :"

Confifte in difprcz^^^ .

1

-Tutto xicx, che ’i. viver dà.'


*-rf •

- *T -
dilettH'oroi e beltà il
Son nulla, fon nulla, fon nulla.
Con te Dio dolce Amor mio’
Sempr’efler vuo’ coltante.
Per andar pofeia a goder
De’ Beati ogni piacer-'
In gloria, in gloria j in gloria.

ACCOm/MEKTO DELL' ERROM


froj^rto; e della ^ietà del Sonore*

Che pie- rade

.^clnùp Signore! ^ O che bontade^


. .

324 "
I A V ;D E

If^I

I
I
o che amo- ré! O che bon-tade^o
1 •

che a- more !

,, Mentre fplctato l’ho fcmpre ofFefo;


„ M’ ha fcmprc amato e m' ha difcfo ,

5, Da quefto petto , che non foffrì ?


„ Perchè ricetto gli deffc un di.
„ Ma egli ingrato, ed infedele,

,, L’ha.difcacciato j quant’è crudele!


„ Ma Dio, eh’ è amante , a tutte 1 ore
>, Sempre coftantc mi picchia al core;
Mi picchia ,.e chiama , ed io lo sfuggo,
„ Ma, perchè m’ams ,d’ amor lo ftruggo.
. „.Son tutto gelo, ed egli è foco, ,
^

„ Si sfa di zelo a poco a ‘poco,


,, Anzi egli in-Csoce per memori,

„ E pena atroce per me foffiì '


,,.E pure ammiro, che.’n tanti guai
„ Anc’un folpiro a4iii negai.
» Mai però irato , o me dolente!
Mi sVe moftrato, éd inclemente .
„ O che pietadc del mio Signore!
, »» O che bontade, o che amorci

*
, ”y Googic
. . ,

SPIRI T.V A L I. '.jiy

.A Si CATERINA KERG. E MART.


, o Catenfia,
HÌ4ra.fa,cella •
• '

Serena Stellai face divina.


Per te r Empireo^ più Bèllo fplcnde
V« .
Che, *1 tiio- martirio più vago ii rcnde.
Le Verginelle con lieti modi
„ Con voci Belle dican tue Iodi
„ Di Regi degni figlia nafeetti;
. Ma
più bei regni Diva godcIU *
- ~
j,; D’alta bellezza pudico fiore,
• -
*
; „ Di gentilezza real’ oriofe . '
'

„ .Tu di dottrina fplendi nel mondo i


„ O Caterina, trofeo giocondo .
„ O invitta fede, o amor coftantc;
,, Dove
fi vede si pura amante?

9, Carceri ofciire folfre, e tormenti »


„ Rie battinire j rafoi taglienti: - •

9, Di Giesù fpofa con lieta pace :


^

, ,, Soffre amoròCa’ruota vorace,.


„ Onde per morte nel Ciel volando y.

'Nell* alta, corte fta giubbilando


. ,

9, Con dolci canti , e lieta gloria


,, Gode fra’ Santi la Tua vittoria.
9, Dunque gradita al gran Signore
,, Porgine aita col tuo valore,

9, Acciocché amati Iddio lodiamo,


^

\ „ E fempre grati lo ringraziamo .

Le dne fopr addette Laude fi pojfsn cantare


come , Sempri a Dio grato

ALLA
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3?« L A V D E ‘

ALLA SANTISSIMA CROCE. "

Croce bea-

E“i
ta, Celefte teforo, Vinir iot*a-

te jchc’n,te pcn-, de, Chi Talma nc

. •
. . . .
,

ICB- I

Googlc^
, ,

S P I R I t y- A‘L r. 3i7

~ ***
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rende Di grazie adorna- tà-,*0


••
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J %rt
L-i- . #
1

; •f
~

m
"na*
1
*
r-=3~d

Croce bea- ta. -,

I
O Croce Splendènte pi glòrie ,J^^londri
s
Refiigio de’ cori.
Tu fei, tu Sei quella Fiammèggiantc Stella,
Ch’ ai Ciel n’apprefente^
O Croce Splendente,
^
.

O Croce Serena, BeH’alnu in te Scerne


^ ^ •
'
^
Delizie Superne , ' ’

Tu dai, tu dai vita; Felice , e gradita', .

Di pace ripiena,
O Croce, Serena.
O Croce immortale , Trofeo di vittoria,

Splendor d* alta gloria ,
(gue
Clie’n tCjChe’n te l^nguc,Chi vinSc col San-
La morte eternale
s
' O Croce immortale ^
O Croce Divina,- Ched*Oro,eched’Oftro,
RiSplendi al bel chioftro.
Deh deh sì pia Ne Scorgi
sì , la via.
Ch’ai Gel n’incammina,
O Croce Divina* DEL
Digitized by Googic
,

-1*8 . [
.'I.. A- V P Ei "
I

, . PEL SS'.MOJiE P/ GJESfTi


, . * — . ^ •- ^ ' jT'-'
“ ' -*

G
Prendete
lesù dólce iimore Noiifatedimorno'
Affin eh’ io non
gli diali , O luci immortali »
'

Paffatemi \ epre;, - r „ .
.

Giesù dolce amore.


.Q Non^e .potente^ . ^ Ai fuono /onoro » .
»

-5,. All’occhio decoro .

'
" Di giubbilo ai core, Al gufto faporc> .

'Conforto alla ménte, •

O
Nome potente. .

O Nome foave , Pietofo liquore 5

„ Fomento d' Amore,


Il Cielo V* onora , . La terra v’ adora,
L’Inferno ne pavé,
O Nome foave.
O dolce mio bene. Mio cuore, mia vita,
„ Mia gioia infinita.
Volgete, volgete Ver me cliiarejC liete
Le luci ferene,
j

O dolce Itilo bene..' ,

O Ilicibeate
' * "
'

*
Del bel pargoletto ,

„ Feritemi ’l petto ,

Vezzofe pupille Con lampi, c faville


Queft’ Alma infiammate, .

,Qiuci beate.’ . ,

'Arcicro amorofo Piagatemi’! core^


» Con ftrali d’amore, (di, ,
v

. E fian\irchi, c dardi Degl^occhiglifgttar-


Se fiete mio fpofo,
‘ Arciere araorofo. ,
.

Digilized by Google
, . j

S P TR I T V A-L I. Jap

PECCATO R PENTITO.

O Quanto mi doglio Pljflfìino Dio


ìaI gran fallir mio
Ahimè peccatore , V'ergogna, e dolore
1

-
E’ il frutto, ch’io coglici
O
quanto mi doglio i
"*

O quanto mi pento D’ avervi già oiTcfo,


,, E '1
voftro onor Icfo !

Ahimè troppo indegno Di vita, e fol degno


D’eterno tormento
O
quanto mi pento!
O quanto ne piango Di tanta pazzia, ,7
„ Ch’è (tara la mia !
Al mio foitimo bene V oleate ho le rene,
Per qucllio vii fango.
. . O
quanto ne piango i
Ahimè mifer , ai Dunque perfi allora
!

„ Iddio , e me ancora ? '( P-a >


Dunque la mia colpa D’^ogni ben mi Ipol-
E colma
di guai? " •

Ahimè
mifer , ahi i . ^
Ah falfa Sirena Del fenfo,e del Mondò,
,, Che m’hai porto al fondo, j -

E in beftia voltato Da tant’ alto ftato


Di grazia ferena
Ah falfa Sirena!
Ah moftro Inferno , Che fai moftmofe
d’

„ Dio r almc fpofe


jDi !

"Ecco Crocifirtb ,
’l- Via infame,all’abiflcv
Ivi ardi in eterno
Ah moftro d’inferno.

. i;;i UN-
Dk-
3p L A V D E
iK r o
'
c AZ I o N e.
»

4 S, jint$nÌ0 di PAdova,

fide alto conforto Soljchefpim-

tl aTIbe- ro,'e’!tiitt’

mar , che traggon fuor piangenti lu-

tal

Digi by f^nogle
• ,

S P PR< Ì
;:'f
T t AfL
<••
I.
'
.'SII
•r> ’ .'n. il .f .
< •
. -ii - ;

mi ‘
Srella‘,falma,timorti nocchiero >c
il > . .
». . •
1 1 I


' porco; .


i
c'' • ; . i'r; ir;

O ftiiwndo ftupor d’almi ftiipot! j


'*

^

A chi prodigo *1 Cicl gratie nòn

chiama, è prega
Scriri di chi talor ti
Preci, pianti, fofpir, voci, c languori
'Se co* cclcfti tuoi chiari portenti
Gli egri in te fol, di ricoverarfi infegni
A
te corriam , perchè fra noi non regni '

Morbo , pena', doter i crucio , e tormentù


Se ti fa'si pòténrè'^celfa ibfte
Dlògnr'difa'giò a‘ riparar ^li'ft tali,
Non''Tàri"cf^ ftampi in noi piaghe moitàli
Pefte, guerra, miferia, inopia', è mòrte.
Se al mo gran Norrie ogni furor i’arrefta.
Se frenar gli elementi ancor tu puoi , ^
Deh fa, ch^ in van s’ adòpri incoritro a iiòi^
Vento, hUmine, tiioh, pioggia, efempefla.
Se m
3’ ogd’ àvverfario il fiero ‘àrtìgliq

Sai ilntuzi^àr còfttuc Virtù' vittrici

Fa
C vjlc
" L A y ;; ;
Fa, che non vaglia in noi di rei nemici
i Frode, ^invidia ; perigli;. ,.o

Se al piè J cb’ avvìnto a|'pFo ritegno- tiene ,


VRenderm ptroiià libertà gradl^^^
Siano lungi pejr,te da noi^ra .yiu,
^ i .

Laccio , eQlio , prigìon , ceppi , e catene.


'Se a. chi - non mira il So! col ttip.
1 fpiendore.
Le tenebrore bende apri, e diiciogli,
.,«4 Dall- inculi, e .da’ lu u:ii or. tu .nc togli’ ^
* ' *
Gali gin V larve^ onìbfe<Lan tafina, e-orrore.
’Sc'ògnt po^ al; tmrgran'Noiné eterno

I Paventa', .e 'cède .r a'te. .ricoxrc^pgn* j^ina.
.

Perche vincer poiliam con gloria , e palma


ScnroJi)emonio,enor,ivlondo,ed Inlcrno.
Se al gran Rctior fai di tua maliTolk'gno,

.^kvl^.SÌV'i^dia-g pplaajèi Cielp


^
Vaca,

JL SIMBOLO APOSTOLI^
'
* >
^ «

O credo in Dìo, Padre Onnipotente


I J 3 el Cielo ,>,C; dclU;, Terna Creatore,
E ’n Gìesù Crillo ancora jfuntlmcntc
,

V nico fuq Figliuolj noftro Sigi.ore ^


r


Il qual ^di Spirtq SaìitOr ,fu concetto, ’

E nacque ‘della Vergine Maria ;


Indi a PaiTion’j.e Morte Ili foggetto

^Sotto Ponzio. Pilato, e fua balia.


Fiv Icppellito. ancora, ed allTnfernb •

. Dilcefe,je T Atme,rantf liberate


.
, .

Seco condalTe con amor Paterno, v


Cli’ivi tjpit’jwpi §ia .eroico date. J,.

Il ter-

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, ,

S P I R I T V A LI.
Il terzo giorno poi rifuGiratò^ '
'
. :1

Da morte-a vita fi fece. vedere


Alla fila Madre di gloria' ammanuto,
.E da tiut’i Difccpoli godere i :

Dopo ^quaranta giorni al Cicl falito •<

Alla dcltra'deì Padre è a ripol'are**


Donde di' poi dagli Anc ioli fcguitOK
--Verrà. tutti noi alfrit- a’ giudicare', f

Io credo pur nello Spirito Santo ' r. ; i i

'
Terza Perlbna della Trihitade ,’ t

Ì

Ch’in tutti gli attributi è altrettanto


Col Padre, e Figlio’in tuia maeftade.
Credo ci fia la Chìefa: univerraie
De’ Santi ancora la Comunione ,
E
per riinedio d’ ogni noftro mal#
De’ peccati ci fia la remifiìone •
Credo dc^ Morti la refurrezione.
La vita eterna dopo qu fta vira.
Per premio la divina vifionc,
E per fupplizio la pena infinita .

DIECI COMANDAMENTI.
O fono il tuo Signor , che t’ Iià creato ,
I Non adorar giammai altro Signore , •

io dalla fervicù t’ho liberato


Dell* Egitto Infernal con grand* amore.
Non ricordar di nome mio invano
“ Di fantificar le fette abbi memoria ,
^E dal lavóro 'ripofa la’ manó,..:
'

'
VAcciò contempli la mia eterna gloria,
Onora il Padre, e Madre, e con amore
•Ricónofei per. quanto tu potrai
Le lor fatiche con unto /udore
E nt*

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^ 'A -V- D E ^
^54*
É nV bifogni ;lor 'gU* fov veciaì . •
t 1

Non ammazzar Kaltr’hnom, eh’ è .ftato fatto


A famiglknza mia , come te fteilb i i

Perchè mi è iti odio così grati misfatto,


'
E nel mìo Regno non havrefii i^reffo.
Non commetter ne men fornicazione
Ch’è ó^a' abomìnevolè al tuo Dio ,
Non rubar qiiel,ch*è d’ altri, o per paflìone
Non danneggiar vèmn, eh’ c vizio rio.f.:
Non dir giammai falfo teftimonio
Contri al Profllmo tuo , che devi amare.
Ne ti lafcìari ingannar dal Demonio j

Che r altrui Donna abbi a defiderare .

Ne putenti lafciar péìfuadere; ;

'
A voleri F altrui roba defiarfc ».

Perchè chi vitol la grazia mia bavere


La legge. mìa ognoc dea oflervare. -

• '

, ; !jo •
j.

Le tre fuàdette Lande fi f^efion cantare


, .Odiando Maria.

V.
, ^ , -y
* t X ,

MÈLV S:P IV AN T.A DEL. 1


SIGNORE. \

E ^ *
z

Ggi è nato un bel Banv

bino

Dlgltixod by Googlc
e

S P I R I T,V.A I r. 3J5

teé:

bino , Hiiomo , e Dió> Vcrbo Divina i

fe3a»3gStÌitE“"
I (

Dalle Mandre ufciroh fuori Certi

!
—aTg
femplici Paftori, Egliof-

friron frutti , e fiori , E formaggio,

latte ,
e vino • Oggi c nato un bel Barn-
, ,

336: L A V U E

liti

bino ‘
HuonfiOjC Dio, -Verbo Divino.

Vcngon poi tre Re potenti


'
Le primizie ideile Genti , ’
^

; Gli ocelli avendo al Ciel’ intenti


.. Fin dal lido Levantino . > ‘

Oggi è nato un bel Bambino


Huomò V e Dio:, Verbo Divino
'
i 1

fy Vengon lieti , e gli conduce


* -AUPrerepio -un' alta-luce ,
- -
' '
Che ; di ^giorno in Gieh riluce " "• *

Difcoprendogli il
'
cammino.V PggjVec
„»Ivi giunti ritrovaro ,
'
- - {

Il teforo amato , c caro


- Che
cercàro' l folleciti
Ver potente alto deftino. Oggi,ec.
„.llvi in -grembo di Maria,
— Tra celcite compagnia, ^
--

~ — •


••

*'*' gioconda jnelodìa,


Ili f

Stava il dolce Figliuolino. OggijCc.


Stava il Re degli alti clnoftri
In quell* atri alberghi noftri
Ed in vece d’ori, ed oftii
.11 copria povero lino . PpS‘>
’p: Ivi' in vece era di Cuna

Vn Vréfepei era la Luna
en - Il doppier dell’ aria. bruna j .

Era lìen lo Arapuntino . Oggi, ec.


.
5>lbeì


X
.

S P I R I T V A L^r. 357,
,,
I bei araiizi erano tufo il

Di coler tra rancio, e rufo.


il Corvo, e’I Gufo,
Gii Augdctti,
ombre il baldacchino Oggi, ec,
Eran l’ .

„ Pacca tetto alla Capanna


Alga, e pagliai rufea, e canna
.

Alla Figlia di i'ant’ Anna ,,


Riparava li fiato Alpino., Oggi^ec,


,, Cosi pofto in tale fiato .
. . f
-di)ai Re Magi fu trovato .. ,,
•.

Divin Verbo incarnato,


Il . . .

Dal Ciel fatto a noi vicino . Oggi,.ec.


Piange quì'quei, eh’ in Citi tuona,
(Pugna quì^ quel j eh’ è corona i

Di chi vince, e s’ imprigiona. ^ -t

D entro all’ huó quel> ch’è Di vino Og^’cc^


5, Ciò rapendo Ffayj (Regi, '

GonfeiTando- i’ Divin pregi ^


r


In quei degni alti difpregi , ..i, ;»

L’adorar con ballo inchino . Oggi^ ect


,, Sacerdote, luromo, e Dìo vero • .

^
di nomar co’, don , che dierp^,^,'- i ,
'

Quai furon con gran milteró.


Mirra Incenfo , ed Oro fino. .OggÌ,~cci
,

AL SAKTO BAAf^/N^QlÈsri

D I
Ormi , dormi
Fa la ninna, ninna na
Stava in rozza Capanella'
Figlio* dormi

La felice Verginella, ’

,

E mirand’ il Tuo bel Sole


Gli dicea quelle parole'; -

- P Donni
<.

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,, ,,, ,

,,g L A y P E .

Dormi, dormi. Figlio donni,


fa la ninna, ninna na.
Donni Figlio tenerello
Dormi Figlio vago , e bello
Chiudi, chiudi i lumi fanti , ^
Dormi, ec.
Le due delle fiammeggianti.
Dormi dolce Giesù mio.
Dormi Figlio Spofo , 'e Dio
Dormi , dormi nel mio Seno ;
Duro letto è paglia , e fieno. Dormi, cc«

Luci belle, delle amate,
*-Ou^c do cuore innamorate,
Luci belle , fe dormite,
Quedo cuore incenerite. Dormi, cc.
Pu^ettc benedette^

Su dormite vezzoferte :
Beco dorme il Dio d’amore
Dorme l’occhio, e veglia il core. Dor. ee.

Su correte , fu volate
' Angìolini , che tardate ì
Fate, fate in dolce canrò ^

Cari vezzi al Hambin fanto Dormi, cc. •

Beco dende le manine


'
'
E le braccia tencrine -,

Copri, copri, o Kc del Cielo


giclo. Dor.cCi
Che t’offende il freddo, c 1


Figlio fiere tutto amore.
Figlio fiere tutt’ ardore j

Come non incenerite


.

Q^edo fien, dove dormite ? Dormi, cc*


„ Non accende vodro foco il

Quedo vile e rozzo loco ,


*,

Bfca fon dc’vodri ardori


Le nodr’Alme, i nodri cori.* Dormi, ec.
„S’io
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,

SPI R I T vali. ^19


„ S’ io vi miro , Figlio , in viTo ,

7. V cdó jiij^rrò ‘ il .Paradiro : _


O
che gioia ,!o die diletto
• ,-Nel mirar sì caro oggetto ! Dormi, ec,
'

„ Qual pennello , qual lettore


yi^dipinfe , o Dìo.d’ Amore!
Ghi rirraffe ih un Bambino
La beltà d’ un Re Divino ? Dormi, cc.'
,, figltodl ;dioY licrb’ri sfaceli
Onde già. la lingua race

Già finifee il Canto inro ,
•'
Rarli il cuor, parli il dcfio I

Dormi, dormi dormi,- figlio


Fa la ninna, ninnarla.

. ui L CROCIFISSO,

'Giesù Grocx“:fìflb , lo

lui

'

t| ho donato il cor , *
L lepre 1* occhio ho
, ,

.Nili

fiffo , E Tempre T occUIo ha , fiflb'

uni

tuo Divino amor

Le piaghe rimirando
Che ibffrifti per me y c,

„ Tutto rangue verfando.


'*1

Perdi* io m’uniffi a te . '

Qiicfto non è bel viTo ,,


’l . ^
;

C!^he”i Gel fea ferenar,? j •-

„ Ahi^ che di fangue intrifo '


'
Lo veggio ’h pene amar .

Son pur quefte le m^ni ‘

Chè fabbricatoCiel ,’l

„ Ed or Chiod’ inumani
'
.

Gli danno afpro flagel. . .


--

Di vinilE Ilio, petto . .


-

^

Chi perforato t’Ka ? ^ J


'
'
i'
,, Fù mio , fu mio ‘difetto Ì
Che morte afpca ti dà. >
O ra^rofaiiri piedi,
' i

Chi tal pena vi die?

„Voi

Oh il; Goo^li
y

S P i r‘i T 'V A L I. 341


5, Vqi fol di duoli credi,
**'***"* ^ ’’
"T
'* ** ' * *« ^ •
• •

Ìjt'OS 10 irò peccato, alwnè ..

-- -Appiè- di qiwjfialctbcìe -
‘ Fammi Giesìr|morir ,-
Spine Te Lai! èia fei^^ ‘ '

Nel capo , c cuor fentic.


Se% Sa4i^^b\Ì d AiV^'
L* anima a re darò«

Lh fòpraddèifa Lauda Ji ‘può cantari


.
come c.\.\ox y ovjucro
y .Qiiefto
'
fòfpiro anichte .

:;
c A / sx o *

SIGNOR NOSTRO.

j^Giesù Signore,

O.Q^sù Signore, Salvador Medi-,


I ‘
P'j a . Di
:
!
/ Googlc
L A V D
, E

a , Dì queft* animai' mia, Dolr cc.

ri

Redento- re,. Se. mai per ac*

: ;~ll iiiiS;
more Lan^nìTir dolente ; Diurne , che con.--
SS
I ^

trito, De’ fai ir pentito. Pietà, pic->

-
y j.
v

5: :ÈH:
'
*-v

"
tà Dio clemcn- tc*. - *
Gie-

Dic i Zud t'y vjOO^Ic ,


, , ,

SPI R:I A L I. 343


O Giesù , che ’n Cielo
D*alta gloria rplcndi,
Mentre ’l cor n’accendi Di tuo Tanto zela .

„ Se mai dolce, telo


D’araor fe languente,
Di me, che conmto. De' fallì pentito,
Pietà Dio clemente,.
O Giesù increato V •

Flgho Padre vgiiale,


al -
(nato, >

Spfrro Dio immortaleV> Giàn'vètbo incar-


yy Se mai pregio ornato '
-

Placò r alta mente


Di me, che contrito. De* felli pentito,
Pietà Dio clemente*. >

O Giesù, ch’impeti ’

Rege alto, e divino ,,


. j 1

Diapico,.e trino,. Ne’beiìKdi alteri,


„ Se diva penfiero .

Di zel mai fu ardente 1

Dì me, che contrito. De* felli pentito.


Pietà Dio^ clemente *.

PER- ^
S,
t
C A R L Oi,
' t

C Hi’l Cielo a’Tùoi’^prcglii


Propizio fofpira,
i

A' lampi, ch’aihhiito Infubfia,’ftpieehi;


„ Tua fiamma difpieghi
Tiu Gloria riveli
Non taccia non celi
, Sua Cetra,fuo canto
Carlo il tuo gran vanto.
Tu faggio, tu forte.
De’ Porri , de’ Saggi
Fri fpecchi, fei raggi , Tua vita, tua mòrtrj
P 4 «Con
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^
^
L'A \r Di E 'i
'

„ Con Incìde fcorte ^


i

D’ altifTìmi pregi '


’ •

/, J’illudrì, ti fregi 'Di fenno^ d’ardire


Fra gli fdegni, e Tire.
Sue rabbie, Tue forze .. . '

^'L’Inferno rinuDve,
Sue frodi, fue prove Ri(Vegli,rinfòrze;
^ In van, che s’ammorzc
- Tua luce, procura, '
1 ^Che chiara, che, pura QnarAlba,qiial Sole,,
Appar più , che fuole.. ;

Tua fede , tua fpcme


Tal cinge fplcndore, u ' '

dhe gelo , G rigore D’ A verno lion teme '

» Ne ftride, ne freme .:>

Chi feco sTinifcc, t<>



, l,

^
Jjdajl 'T>bì‘o^gioifce , Giù vivo y cui molto
Riva lei, e Porco. ’

Sei Porto, Tei Riva, . i : : \


Ch’ a pietà n’invia»' '

Ch’ ogn’ alma defia , Ma rado v arriva »


„ Chi t’odia, e ti fchiva.
" ' '
In Lete s’immerge*, '

E d’onda s’afperge. Che l’alma avvalora


Carlo , clù t’ adofa .
'

J .
)
•'

si^iNTi Martiri.

O

Pompe Divine,
.
Do vizia
Di voi, che cingefle Di gloriai!
celcÙe
bel crinCi
„ Noftre alme mefcbinc ' ; . ^

Bel raggio d’ Amóre t '

.Sofpirano al core,, Of vói .gUe! fptmtc ,,

si le beate. Mar- O
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, .,

S P I R‘I T V A L I.
345
O Martin santi.
Che dolci , e fcrene
Provalte le pene Invitti, c collanti,
5,^
Di noi fidi amanti
. Nell’Alma gìoiofa
ScintiU’ amorofa Spargetene purc,^
f Che fon grate arfiire ‘

ÒTortr Giierricn”^
Ch’ai'miiti di fede.
k L’eterna mercede ’

Godete ne’ Cidi *


,, De’noftri pcnfieri
. Le brajTÌè\in fiammate
-- E CLira pigliate Dì- chi tutto pio- ,

;Aniàc Vuole - *•
',

Pcfl'purei Gigli
O rofe^rplendenu
Di piogge , e di venti Già fuor da’ perigli i

_ 5, Di noi cari figli


"
.Pierad.e^yi muova., ! \
£ fate chi in nuova* Soave fragranza
Arda la fpcranza ~ - .

, "Cosi c^ ^
^ i

Che fc v’ invochiamo , /,
E'iódi cantiamo A* vofiri’gran mertij

5, Staremo coperti

r, J.r)!Avdno,%grioganm ; ;

affanni -K vita penofà-


•'“—Bodrem-
gli
la^gloriofa.*
.

* - * ' • ' — '

. §§§§§§§§§§ . .

P 5 i\7£Zr.
.

546 L A V D E
1 r

ISELLA RESURREZIONE DEL


SIGNOR E.^

Gni'cuor giubbili' .

già fen* andò. Chela metti- zia^

già fe n’andò.

, eh’ il Re di gloria
Sonate cerere
yy Con gran, vittoria refufeitò
•> Eigià

C.; ’jy Google


., .
.. , ,

S P I R
1 T V A L T. 347
EI già dell* Èrebo Pira infrangìba'lc
,, Con piè terribile ruppe , c calcò
Già già rifprendere fcorgefi l’ aria
9, Più bella , e varia, luce ne dà
La terra infioraTr, e già. s’ adornano
„ I prati,, e tornano più lieti dì i

Il Mar tranquillafi ne più con fibili

„ I venti orribiir moftran furor


Cantar fi Temono Cori degli Angeli,
E degli ArcangclT Alleluia.

JP£R S. . PAOLO SOPRA IL sro


^
Cnjfio diJfoLvi , (fr ejfe cum Chrifio .
*
.
\

D lquefto fecolo fra pianti, e gemiti,


Sofpiri , e fremiti, che fo più qui ?
Su su difciolgah queit’ individuo
9, Ed il refiduo fen voli al Giel j
Dove congiungaù all* ineffabile
9, Bene durabile , che fin non hà . !

Con te defidero Giesù doldilìmo


,, AmabilifGmo , ftar nott*, e di..
So , che non’ giungono Erinni fiiuallidc, •

„ 0 Larve pallide,, dove lèi tu j.


Ma Tempre gli AngeE della, tua gloria
„ Cancan vittoria al Re de* Re . .

Qie dunque tardali di Tpirar T Anima ,'


„ Se mi difanima di te il defir ì,
NELLA NAT/r/TA^ DEL SIGN
\ '

• * •

N

,

Otte in te nafeere Giesù contcmplafi


E quell’ abbailafi , che regge il Cicl \
P 6 Vcr-
J by Googic
. .

54^ L A V D E ’^

Verbo inefrabìle vii carne veftcfT,


^ E giacer vcciefi fopra del ficn
Notte, ralìembrotì aflhi. più Incida,
„ Più diiara, ,c fplendida del mezzo di;,.
Che s’eì ù gloria del Sol aereo, '

„ Tu hai dalli Empìreo reterno. Sol; .. .

'

A cui gli Angelici ^ori s’ inchinano :

,, Mentre, l’ ammirano curvi


Paftor. i >

Notturne tenebre, orsù Sparitene,


il Re;
,, E ayviTar gitene dell’ ombre

Che Madre Vcr?in? incomparabile


^ Fatd ha palpabile PimmenCtà.

V.

*
i • >

INCITO DICRISTO ALL'ANIMA.



* *
' *
. , * .

\ Mia cara Anima , perchè sì labile,


G/E
Mai non confideri il marefempio
più ch’inftabile ti mollri tu?

„ D’ offender’ empio la mia bontà?


Su su ravvediti del precipizio,

.

,, ’l tuo vizio a trar ti va


In che
Deb si ricordati y quant’ è , eh’ amandoti. ; .

Io ftò. chiamandoti » che tomi a me : .

E mìferabile.rempre.Tordiflìma, -

y, Sempre ingmtiffinia ti moftri più.


Com’è pofTibil^, eh’ardor mio fervido .

,, ^Noh fcaldi di'


gelido freddo del cuor? »

Piire dilcgitanfi i'iigidiflìmi j..

,, Ghiacci duriflimi
incontro al Sol.
•'Orsù follecità fó colpe, a piafigefe V.
„ Or che puoi frangere i miei rigor :

Che poi. nell*^ ùltimo: dì del tuo vivere'


; 5, SarannQ vipere tutto .veien . .
^

Digitized by Google
P 1 R I^T'V À L r. 549

ì^^R EQB I^ERA^ AL SIGNORE '


' * *
1 .
"
4. fer ^Qttmert lo S^into'Santo ,

|---v i r .
j--.- ]

Gran Reden- tore

Ch*afcendefii al Ciel y Per Io tropp*ia-


• '
'I •
f >1

more DelPHiiomo’r fedel —

Santo Spirto Manda a noi j che fiam quag-


- •

'i ì.. •.
35 « L A V P E

giù Dolce Giesù Dolce Giesù,.

Doice Giesù ^Dplce Giesù ^

O.Spirito Santo vTeni .a vifitar.


Chi ti. brama tanto, e viioir adorar
. Tre per(biie.\inité‘. '
J <

111 eflenza,, c’n virtù,


'

,Dolcei.Giésù: .-Dolce Giesù *

*
polce-Glèsii ''Dólce Giesù.. /
.Coniblatorc v’che dkl P.^re vien .
Iniiammaadol xore con fg^aido iìnren^
Torna a noi bramato,;
,^e yoler .ritardar più,.. Dolce, ec.
Kinnuova la terra coltuo fplendor,
,, .Dilegua la guerra , cH' è nel. npllio' cor».
ch’ardiamo '
fa, fempre- •
.


^D’amor Tanto , qual mai fu ,.DolcÌp’» cc.^
Si^Qj: verace, falva.*!. peccarqr ^ ;

Donagli la pace , e accendigli ’l cor,


'
Perche mai= ti; laffi- J

£ peccar non voglia più^ Dolce , ec.

-
r Googlc
^ , ,

SPI-RITVALr.
FREGO A G TEST' CRISTO'
yer i-mjfeJ^rare tl perdona de peccati ».

SJgnqre^ che ;peccator


^ Dolceconvcf^one
^(La bramate e Ino cor. ’l

'
ÉaJ pletaiie aclefia-'
"
ÌDimoflrate a ft’órqiiàgg^
Dolce Giesu Dolce Giesu
• Dolce Giesù .Dolce Giesu
A voi ricornamo con il’ cuore umil
E ve J'ofteriafno,* non^Wahòiate a. vi)#.
*

*. Deli Signor perdono


'
’- .. '

Concedete a chi va giù Dolce> cc, ,..


'

.Noi vi rrcordiamq , cHc ;^r noi troW ^

Pel monte, e pel pìàpo^eamminan do andar


Volerti Signore,
Vev condurci al Ciel lafsù Dolce , ec.-
jQn.ando poi,.confitto stetti ’n Crgce ahimè
Ch- eri Itati Co Afflitta dà quei fenza te }.
~ - ;‘i_ •
“Allora Chiedef^'
Al R^tdòrt^r^ert chr Vr _ ^t>Icej,^
Se V* abbiamo offefb coLnoftro'mal far,*
Noi per tanto pjefo vogliam. lagrimar
E vi prometrlamo,.
Chepeccarnonvogl rampili,. Dolce ^ cc.
O Madre piètofa' del noftro Signor,,
Mifericordiofa^ e piena d’amor, * A
Deh ^r noi pregate*

Ì\ Signor , civ è coltafsu Dolce , cc.

:
'
ni: '
. .

W'yn;

AL
3JX

‘t A V 0 e'
'
'

7 '

A L C KO C- I F I S S O.

4 .


":izzz2
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¥~\ S; l^Xà-Z!
1 i~
, ,

iwn

col filo Sangue L’ huomo efahgue Alla

vita ri-^ chia- mò * ‘

Benedetto Idi, ' ,'i ,

Ch’ai Serpente Èva aTenrì,. '

Poiché ’l grav’ errore ^

Mi fvelò r anaore ,
-

„ Soiir’un legno Dio fpirò,


E col filo Sangue,
L’ huomo efanguc
Alla vita richiamò •
^
Alma mia , che più
^
' '

Far per te potè Giesù, _ - -

Strazzi, ingiurie, e pene, ' •

Per tuo amor foftiene „ Sour*- un , ec;


Dunque a chi ti diè
Sangue, e vita, e tutto (è.
Non t’ arrendi ornai
Ne penfando vai ? •

„ Ch*in lin j cc.

coi\r-
, , ^ ,

354 L A V D E

C O N S I D E..R.JÌ.Z I O .N El
della Morte *

, fuggi , o cor
Vi^i
F
r
'
terreno, cavano amor,
Il

Volgi al Ciel tua; fpenc


. I

Dov’eterno c’i bene^


„ Mjfcrd non vedi tu , .... . .

l-.-Gie’n fredda polve Si nfolvc



“La bellezza eh’ è quaggiù ?
'
Dunque, per beiti „
Ch’ in un- punto fe ne va ,
'

Vai fpargendo. pianto


E Ibfpiri tanto ? ,v Miferel , cc*
Segui , fegu) V o cor
Il Ceieffe,. e iì^nmo amor,.
Che può darci aita
Che può darti vita ^ „ Miferel, cc.

NELL' INC AKN AZIONE


del Ferbo^

Q Vando s’ incarna

Oio , che L’ alme etern’amò,


JNci più. chiaro- giorno*
Fece ’l Sol ritorno*:
„ Alma mìa contempla or tu
Che per falvarnc Prefe carne,.
'

E per noi mori Giesù*.


yO Maria quel' di
Ogni grazia Cielo apri,,’l

E nel chiarojaiiipp*
Nacque ’l noftro fcampo;. Alma,ec..
-
' Pie»
. ,

Digitized by Coogle

SP w.
I IT VrA
^< . 1.
L I. ,«1
Picn ci amor» c fc

E- per noftrb -béiie -


'
i
• — . v
Gors-un:- màr di pene ^

.i—Alm^vcc*.
_ -W - \
I .
^ ; .
'
4
SihgblàT\'b6ntà V
Vèrgìn Macire d*'niniltà ,*
D’Eva ’i fallo gr^i.ve -

RìcbiBpenfa un'^Àver „. Alma, cc*.

'
JLAMEJ^ra It mrDANNATOl

Mortai, eh* in vita:

fei, Pòrgi orecchie a* trillrome-

ló mi ttovo al fuoco eterno Giorrfo , e


• ;;^OltC
. 4 \X
notte tormentato ’Sen fep^clto in
sr fi
,'.VJ
rr

fon di Dio privato.

tal, eh’ in vita fei, Forgi orecchie a’


O

SPI I^I.T >V A li I. 3^7

S.-fì,SHE_
J . L. o i 5 . 'c’.-Ci 'i/Jya 'ji'.D

rnftiome- i.

?.: v;v'
Il mio gaudio, e 1 iTUD,90\iforto,
E' ftar Tempre in fuòco ardente}
Ho iafcìato il corpo morto, -,
\
Sorto terra gì^ fetente ...
,,.j : r •
,•

Peccator deli' tieni a mente', T '-i

E contempla quel et} é, Tei," >

O mortai, ch4q, vira. Tei, .j?

Porgi orecchie a trilli omei . -


,
.

Pieii dì puzza, e llerco tutto ,,


;
; ^
.

Al fepolcro è ’l corpo mio , b


Evvi ’l cuore già dilìrutto , ... '
-,,3

Chefusi\fupefbò;erioV '

Qual voi fiere, ancor fu* io, |


i'

Or mi rrovo in tanti omèi O, mòttal, ed .


, ,

V ria ftfidi affanni e dòglie


, , ,
*
o .
i

Qiu fenton’ a tutt’ ore,


fi
i' r 1
Ognun qua fazia Tue voglie
*
'
]
‘ ^
Negli llenti, e ‘nel dolore;
Qua non giova dir Signore, . , .
^ ^
O^ìesù memento mai morrai, cc.’
Se d’im’ora avefiì fpazio,, j; ,

Finirei la vita in pianto, !

E tu*ngrat'o non lei' fazio, t

Darri al vizio tutto qqantò; .


r
E 'di fàrini ’ii terra un santo,' ‘
O.
In im* ora* crederci , ,
i.
,
O rnortal, ec.'“
Pec-
^ L

Digitized by Googl
, , i .

"
35S * ì L' a V'D^Ì^ ^

Peccator , che fiere ’n vita , , ,

^4on vogliare af Cc'tpezzahr •


• *

©alle pbmpe^faF’^^^^^
Perchè- poi ’ifkentii* non valeV •

Piango^ ’n damo -òr il inio mate,


Che nel Mondo ’ngrato fei . O mortai,' ec.
ZAMENTO DEI PECCATORE
'
Al OrottfiJfo '

> <j-

O Gìcsù mio 'Redentoi'e ,


Quant* è grande il aio dolore
Kifguardando te nadato \
'
.

' '

Conficcato in O'océ 'ftare’ '

'

D’afpre Spine ineòrbnàtò



Il tuo SangiTc in terra andare

Per dolor mi fii mahearè


Qlgfi a me s’eftingnc il core.
iesù mio Redentore,
'

Quant’ è grande il tuo dolore.


Tu eh’ Cieló hai cacato,
il '
. -
^

Tiìtt’il Mondo, 'celò cli’cin Marc,


11 tuo capo tormentato
Non’ ha Joco da polare,'
Qual ti piacci reclinare
Sopf’il mio afflitto core.
OGiesìi,cc.
Io vedo in Croce tiare
ti

Per me morto , e lacerato


Sopra me il fangiie abbondare
Dal tuo cuor per me palFato
Muori Agnel lenza peccato ’

Tu per me rio peccatore OGiesù,cc. .

Quella Lancia^ che ’l cuor pafla,


Mi fa tutto’ confumarey
11 cor

Digitized by Coogl
.

S P I R I TV AL I. '

Il cor mio in me. non laiFa,


Vuol con quella pur’ entrare;; -,
;

* '
Dolce amor deh non victàrè '

Tal’ entrata a qiiefto core .1 OiGiejù>ca| *

Il tuo petto, confagrato”^ ^ '


i i
^
Vedo laflb aperto ìftarej
^
' ' '

Quali tinto maceràtòV '

Tua bellezza non appare.


Sipuò r offa- -namerarc j” '
. v;
Del piagato mio Signóre i O Crcsù t
,

i

RIPRENSIÓNE AL PECCATORE^. ^

perché torni d Dto*

Peccator, che fai, che

tirai

iiii^

^
raifcro tc I Già F Inferrìó t* attende, c
tu ben-
D|gi«Ì7«^ K.;
GoOgIc
tu ben fai Ch’aia cruci , e guai Vi

me

pehri , (deh mifero te !

^ *«» ••••

Diinc|ue iptcfti tu moftro cruHele^oimè .

Non vipchft, dèh' àiircro.tel '


i
' •

Dàrtiirlf preda al Demònio * e cacciar Dio


Per van defio 1 '
» .
-

Perche cadefti in tanto error,perchè! omic,


.Non

Digitizt-:; by Googlc
, , ,,

SPIRITVALI. '3<5i
N on hai cuor, non hai fé.
Non vi penfi, deh mifero tei
Come refpiri , e di dolor non mori ? oimè
Non vi penfi deh mifero te k
,

Hai perduto ogni ben , e pur noi fcmi


E non paventi! - '

E com’hai pace in fen,Ii: Dio non v’è?oimè,


Non hai cuor, non hai fe ? ì

Non vi penfi, deh mifeio te!


Torna S' , torna in te , Giesù ti cliiama oimè. ,

Non vi penli, deh mifero te


Che, fé, mentre ti chiama, or fordolUi,

Noi troverai >


Che tant’ofifefo al fin nega mercè; oimè,
, Non' hai cuor, non hai fe
Non vi penfi, deh mifero te!
Ei per dar vita a fe la morte prefe, oime,
Non vi penfi , deh mifero te !

Ti ricomprò col Sangue , e ti fe' degno


D’eterno Regno;
Confitto in dura Croc e, e mani, e prè,oimè,
"Non hai cuor , non hai fc.
Non vi penfi , deh mi fero re 1

Deh non più crudeltà col tuo Signore, oimè.


Non vi penfi, deh mifero te!
Per oprar reco amor’, e non vendetta
Egli t’afpcttà;
Chiefe’l Ladro perd'on, ei glielo diè, oimè,
Non hai cuor , non hai fe
Non deh mifero te
vi penfi , !

Or dunque s’ è così,di pianto


un mare , oli rjy

Non vi penfi , deh mifero tc !

Forma col lagrimat, che ben convic 5

Per mar di pene


CL. £iun-

Digitized by Google
,

/ Girne al
L A V D E
porco del 'Gel ; felice te j oimè,
Non hai cuor, non hai fe,
Non vi penfi, deh inifero te,

AN.IMA
va
j

DANNATA
difeoprendo le fue Pene .

O Mbra fon* io d’un’ Anima doIente,oimè,


Non vi penfi, deh mìfero
Che feguend'il piacer giiinfi al morire,
te!

E afpro marcire.
Ora mi crucia in atro fuoco •ardente,oimè,
Non hai cuor, non hai fe.
Non vi penfi , deh mifero te !

Mifera me
che fofeo orror mi copre, oimè,
,

-
Non vi penfi, deh mìfero te!
Ah che puzza, e fetor laffa m’adombra,
E fol m’ingombra
La rea cofeienza delle cattive opre , oimè ,
Non hai cuor, non hai fe.
Non vi penfi, deh mifero te!
'Ahi , che fon cinta di cocenti fiamme j oimè.
Non vi penfi , deh mìfero te !

D’ infocate catene al petto intorte


Che ’n preda a morte oimè
Fan, che la mia pafiìon viepiù s’infiamme ,
Non hai cuor, non hai fe.
Non vi penfi , deh mìfero te !
Ecco il gioir degli empi mici defirl; oime.
Non vi penfi, deh mìfero te!
Q^eft’i dolci contentii ognun difeerna j
In pena eterna
Spargo pianti, ma in iia ur]i,c fo/piri,oiinè.

Non-
Digitized by GooglJ
, ,,

S P I R I T V A
L I. 365
Non hai cuor , non hai fe
Non vi penfi , deh mifero te !
VifTì in pompa d’amate gioie, cime,'
i;egal
Non vi penfi deh mifero te
, !

Tra mille, e mille ognor delizie immcrfa j


Ed or fommerfa
Son nel furor di tormentofe noie oime.
Non hai cuor, non hai fe.
Non vi penfi , deh mifcro re !
Gl’ imperi , i Regni , i farti , cd i tcibri j oimc.
Non vi pcnfi, deh mifero te!
Di cui men gj a pavoneggiando altera
Mattina , e fera,
Son’ al preferite i più crudi martori^ oime,
Non hai cuor, non hai fe.
Non vi penfi , deh mifero te !

^
Ofuperbi, invidiort , cd iracondi j oimc;
Non vi penfi , deh mifcro te !

Ch’avarizia, liifParia, e gola opprime,


Qjjai fon r opime (di ? oimc,
V ortre fpoglie,e quai i vortri pregi immon-*
Non hai cuor,*non hai fe.
Non vi 'penfi, deh mifero te !

Miratelo quaggiù con fguardo pio , oime


Non vi penfi deh mifcro te.
Ove concordiam tutti in quell’errore,
ClV è duol maggore.
Di maledir fe ftefli , i vizzi , e Dio; oime.
Non hai cuor, non hai fe.
Non vi penfi , deh mifcro te !

Taì fon d’ Averno ledolcezze, e ì cantI;oìmè,


Non vi penfi , deh mifero te !

Tai le giocondità, tal’i diletti.


Odi, difpetti,
Q_z Lutti
r Google
|«4 L A V D E
Luni, gemiti, ire, be!kmmie,e pianti,oimè.
Non hai cuor, non hai fe.
Non vi penfi, deh inìfcro tei
^ma dunque il tuo Dio lido, e coftante-, oÌmè
Non vi pcnii , deli mifero te !

Seguita la virtù , che con vittoria


Del Ciel la gloria
Poi goderai per fcmpre trionfante, oimè.
Non hai cuor, non hai fe.
Non vi penfi ,
deh mifero te !

Colà fplendentlo in villa al Sol’ crcrnojoimè.


Non vi peni],deh irifero tei
Vivrai beato in fempiterni onori.
Mentre agli ardori (oimè.
Tornare or mi convien del crudo Infernoj
Non hai cuor, non hai fe.
Non vi penlì ,
deh mifero te !

%>ELLA NATiriT A DEL


SIGNORE.

R eh' è nat.i il Re del

Cicl Alma, mìa ,


c che fi fa Ch’or tre
mane
V.

S P I R I T V A L I. 3^5

crudo gieh» Ei tanguìfcc per a-

IH!!

mor, Ptr amor ti vuol falvar, Sol’ un

Dio puoi ritrovar. Che fatt* huom ti

dona’l cuor.
Digiti?:-] Ly Googic
566 L A V D E
„ Vii prefepio umile Ollel
Trono c al Figlio di Maria,
Che dvar vita all’ huoin delia
Fra gli ardor di puro zcl j
S^odon gli Angeli cantar
Pace in terra, e gloria in Ciel,
Perchè Dio Ibtt* uman vcl
Nat’ è fol per rhuom bear.
„ A mirare il Re tic’ Re
Corri pur anima mia.
Ed adorail gran MelÉa,

Giacché al Mondo ei vien per tc ;

„ Vanne infiem con i Paftor


Il gran Verbo ad inchinar.
Perchè in lui puoi ritrovar
Ogni più ricco tefor.
ly Fra i giumenti fopra il fien l

Se ne giace ii gran Signor, *


.

E non corri , 0 Pcccator, .

Ad accoglierlo nel fen ?


„ Dagli albergo nel tuo cor,
O riftoro co’ i fofpir ,

Perchè ti farà gioir


In eterno il Salvador.
_ \

fECCATOR PENTITO.
•S
\

„ Ome mai potrò Signor


V> Comparir avanti a te?
Se non feppi muover piè,
Ch’ air otìTda , ed a-ll'crror*, j

Le Infingile notte, c di
Cercai fempre feguìtar, i

Ne curai di ben’oprar.
Al peccar dilli di sì . „ Dei
Digitized by Google
, ,, , , , , , , .

S P I R I T V A L I. 16-]
Dei piacer il mìl'er cuor
Tenni involto in fango vii,
E fuggendo il vero ovil
Tra i capretti ebbi il velen •

„ Di tua fe mai non curò


Quello cuor, quell'alma mia,
Fuggì te, fuggi Maria,
Al ben far dille di nov
5, L* alma mìa , che tua pietà
Cosi bella in me creò
Sempre i vizzi feguitò

Ne gradi la tua bontà,


„ La tua voce non fentì
Quando cuore favellò,
al
A fuo fenno fempie oprò
Al peccar difle di sì . •

D’ogni ben fuggi' ’l fentier.


Poca cura ebbe'l mio cor.
Ne provar. volle dolor.
Quando finfe il falfo , c ’l, ver
„ Tua pietà* fé i'infpirc),
A defiller dal peccar
Volle il mondo Icguitar,
Al ben ‘far dilìè di no. - .

Dunque dimmi, e che farò


Porrò fpeme in tifa bontà
Spererò nella pietà
Di quel Dio, che-s’ineaffiò^ -
„ Voglio creder voglio' sì
Se al ben far d Ufi di no,
Il perdon k chiederò
Sua bontà dirà di si i

^ Spera dunque con timor


Alma mia nel Re de’ Re

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,
.

3^?? L A V D E
Polch'è pronto a dar mercè
A chi ama il gran Signor;
„ Mentre ch’egli ti creò
Di Ina man , fé ben* oprar
Vorrai tu > al galb’gar
Sua bontà dirà di no .
Mondo vanne adunque via
Dei peccati luggo il mal ;
Troppo c( ila, e troppo va)
I.’alma mia al buon Mefliat
Se al peccar dilli di sì,
E al ben far di/Ti di no>
Al peccar dirò di no
Al ben far dirò di si

DEL NON DIFFERIRE


la Penitenzjt ^

m
li

Tu, cui piace tan-

I
1
1
to Di Corvo*] canto ,craì, crai, crai , . ..

Din*!-
, ,

SPIRITVALI.
iiir

Dimmi,chi d trattiene) Dìmmi,chì ti trat-

tiene A far del bcne,mò,raà,mò*

Guarda , che pcfco giova


Il dir a prova, crai, crai, crai;
„ Se quel ben, che far vuoi,
No’l fai, fé puoi, inò, mò, mhi
» E chi poi t’ afTicura
Di
ria ventura, crai, crai, crai:

„ .Qche per mala forte


Non venga a morte, mò, mò, n^ò;,
Q^nri ci fon rettati
evolti, e burlati, crai, crai, crai:

yy Per gir d’ oggi *n domani


Ne oprar le mani , mò , mò mÒ9,
Quant* or fona in figiua
’n fepoltura, crai, crai, crai)
„ Quanti morran ttafera,
Cnan buona cera, mò , mò, mò^
Qiunt itimal’ ettrema,
al
\3ol ben faremo, crai, crai, craij

• Digiti?.
, , , , .

37® t A V D E
,, Da brevi tcfte , e canti,
A eterni pianti , tnò , mò
, raò ?

5, O Cantilena
falfa
D'empia Sirena, crai, crai, crai:
„ Qiiante Colombe hai piefo,
E Corvi refo , mò , mò , raò ì
O cii Corvo infernale

Canzon mortale , crai , crai , crai :

,,
Quanti n’hai già ingannati.
Che fon dannati , mò mò mò ? , ,

5, O infelice concetto,
O indegno detto , crai , crai , crai :

„ Non crai , non crai ma ora>


^

Non più dimora, mò, mò, inò.


j, O benedetto or , ora ,
Ch’efcludi fiiora, crai, crai, crai:
„ E voce non Corvina
Ma Colombina , mò , mò , mò
Torna dunque ’n cervello
Caro fratello , crai , crai , crai :
„ Cangiati nome adeflb.
Chiama te fteffb , mò , mò , mò •
i Guarda , che tein po pafla
’l

Sol dietro lafla , crai ,


crai , crai :

„ Guarda, che tutt’è niente


Fuor del prefente, mò mò, mò. ,

i, O momento finale
Porta fatale , mò , mò , mò :
„ Del penar, o gioire
Senza finire, mai, mai, mai.

ZA-
Digiiized by Googic
, ,, , , .

SPI HIT VALI. ^71


. SOPRA IL POI DI
S. Ftli^fo Neri,

,, ciii r ambizione
V_y Sempre propone più ,
più ,
più j

„ Mira che i’ età vola


,

E ’l tutto invola poi , poi , poi


j, In van brami i tefori.
Cerchi gli onori più, più, più;
„ E fe ne gufti il frutto
Corrompe tutto poi, ’l poi, poi.
,, S’alle Mitre, e Corone
Serve di fprone più , più , più :

„ Ogni cofa vien meno


E ponle il freno poi, poi, poi,

9, Così nell’ Oriente


E ’l fior ridente più, più, più;
„ Ma fe vago fiorifce,
Toft’il rapifce poi, poi, poi.
„ Se folle fantafia
Vuol fignoria più, più, più;
„ O non trova bene,li il <

O cangia in pene poi,


’l poi, poi.
„ Ciò che quaggiù fi mira
E’ ver, che fpira più, più, più;
„ Ma ne fcuopre Y inganno
E’I nollro danno poi, poi, poi.
^ Se d* un vano penfiero
Ti cela *1 vero più, più, più;
Tofto ricorri al Ciclo ,
Che levi il velo poi , poi » poi •
’gy Sol da Gie^i la fpenc.
Non quell® beile più , più , più ;
0^6 „£ »
' oogle
, ,. ..

;7a L A V D É
„ E a chi gli dona l’alma,
Otfrc la palma poi , poi , poi •

,, Oli vuole il filo Signore,


Scacci dal core più, più, piùj
„ Se *1 più, che da la Torte,
Arreca morte poi , poi , poi
„ Se dunque il Mondo alletta,
E ’l cuordetta più, più, più>
ti

„ Dagli quefta Dottrina,


E medicina poi, poi,, poi.

LA SANTISSIMA VERGINE
al Santa Bambino

O „
Vezzo io

Non
Bambina
Grande, e Divino
più piangete ornai
sì, sì, si,

I noftri guai no, no, no.


„ Venite nel mio core
Ch’arde d’amore si, si, sì.

Non più v’affligga gielo, il

O Re del Ciclo no, no no ,

„ E* rigorofo il verno
Bambino eterno sì sì sì,
„ Non farà freddo tanto,
S’io pur v’ammanto no, no, no.
„ Eccovi dunque il petto
Voftro ricetto sì , sì , sì

„ Non loco
ricufate II

Del mio bel foco no, no, no#


„ Del bello, eterno, e va^o
Verace imago si , sì , si

„ Degna di Dio figura , ^


Non di natura no, no, no.
„ Gruh
Digitized by Google
, ,

S P I R I T V A L I. 37J
Gradite perle, e ftilte

.. D’ amor faville $ 1 , si, si 9

„ Faville sì , ma care.
Ne ftille amare no , no , no
,, Sereno Ciel piangente
Sol trai parente sì, si , sì
„ Qual pioggia, o nube orcura^
Chepoi non dura no , no , no •

,, Vi ftringo, e bacio, ò pe^no*


Del mio amor degno si, si, sì;
„ Fuggirete le braccia^
Di chi v’ abbraccia ì no » no , n« *

cfau
'
T ER ÌA NAT IV IT Ai
dì Maria Versine .

Vergin bella, Lu-

Diai C(50gli-
. «

374 L A V D E

Deire- terno Sole Giesù, Fa

àA-lzd —
;Ci.S52

che ’l cuor mio Lungi d» Dio Più non


- > •-*
Lungi da
-.
m 'uon

fi- a, Come ^ìà fii.


-f.

Nel tuo Natale -


Ogni mortale
.
‘5 •
Confolato lieto gioì
5,E’I mondo tutto,
n Che’l dolce frutto
ptl tuo ventre Sperava un dì
Quan«
, , . .

S P I R I T V A L I. 57 ^
Quando narcefti , La fpemc dcfti

, Di fallite, e di vera fe;

„ E quella grazia,
5, Ch’ ogni cuor fazia
Nacque al mondo
Per tua mercè
In Cielo gli Angeli, E infiem gli Arcangeli •

, Fanno fella al tuo Natal ;

,, In terra ancora
„ Ognun adora
Te Bambina Celeftial
Le preci mìe Vinili, c pie
, Avvocata de’ pcccator
, ^

5, Accolta ornai;
5, E in tanti guai - -

Tu refugio Sia del mio cor.


Q^ft’ Alm’ afflitta , E derelitta
, Ti domanda dolce pietà ;
,, Vn guardo folo
,, Del tuo Figliuolo •

Guida Cielo
al A me farà •

Di Stelle ornata , E
incoronata
, Della Gloria ti fai mirar ;
„ Di Sol veftita
y,
Ed arricchita '
.

Delle grazie PolTìedi un maf*


Implora aita , Vergin gradita,
y Dal mo Figliuolo dunque per me ;
,, Sarò beato,
„ S’al mio peccato
'*
Qualche (campo Verrà da te.
E fe pietade , Per tua bontade «
, O Maria, confeguiròj
Lieto, e felice,
i

Quaft
r^ Googlc
, } . ,.

L A V D E
w Fenice >
Nuova vita - Ripiglierc).
Così contrito, E ornai pentito
y Degli errori commeflì già ;
„ La lingua, e’I core
„ A
tutte l’ ore
Il tuo aiuto . Confefferà

Affetti amorofi di
MARIA MADDALENA DE*^
PazjU’ verfo Gìesìt^ ;

D
Deh
’ Anime fante
Dolce fine cT ogni
caro bene»
Divin’ Anrnntc
dcfir

„ Mira le pene,
Del mio cuore. Mira ’l martir i

Deh caro Spofo Vero ripofo


,
Per pietade donami tu ^

„ Perchè durare
„ A tollerare
Tal prigione Non poflb più
Solo mi moro,r Perchè non nioroi
, E vivo, fol vivo in tej
fe

„ Non mi dà loco
5, L’ardente foco.
Che morire, M’hà fatto a me*
Ma ,
o dolce vita , Fiamma gradita
, Che gioire V anima fà j

„ Amato amore
„ Se languc il core.
Nel langiure Trova pietà.
Dunque finita Quefta mia viui
» Darò fine al mio dolora

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.

S P I R I TV A L I. 377
,, Prcflb al mio bene,
„ Sol mi conviene
Goder pace, O Dio d' Amor,
Provar Tua forte Sol nella morte -

, Ha fperanza qucfto mio fenj


„ A te fall re,
„ E in te fruire
Solo brama , .
Dolce mio ben

J’ER LA NATiriTA DEL SIGN^

E Geo
Il

„ Di carne cinto,
incarnato , Ecco già nato
gran Figlio dei Re del Ciel ;]

,, Da lui fia vinto


Il Nemico Empio, e nibcl.
Si molira il Mondo Lieto, c giocondo
'

, Per sì degno dono Divinj


„ Portano i venti,
„ Agli viventi
Il gran nome D’un Dio Bambin.
Gli Angeli Sarai Con lieti canti
, Rendon grazie al fomino Re j
„ E tìn Maria " ;

„ V mil* e piai ,

D’cifer Madre Gioifee in fc.


Ei fol ne viene. Per ftenti, e penri
, Croce , e morte un dì patir j

„ Per d'moftrarne
„ Via da fa| vaine,*;
E le pone Del del’ aprir.
Tu, cui r Amore Del tuo Signore
, Non è fpento affatto nel fen, •

„ Dai Mondo infano


*
^

Digitized by Googic
, , , ,

378 L A V D E
lontano .
Statti
Se goder vuoi D’im tanto ben.
Ed egli poi Tra’ Santi fuoi
, Saprà darti luogo nel Gel j
5, Dove Beato
„ In lieto flato
^ Vivrai fciolto Da mortai vel.

JNV'OC
Allo
AZIONE
Sj^irito Santo»

O
„ Deh per diletto
Dolce Fiamma , Ch’i cuorn’infiàma
Di divino, e santo Amor,

„ Ardine il petto ,

Di Celcfte, •
Eterno arder.
Spandine a mille. Vive faville
, Sop a il gielo di quello cor, . ^

„ S’ccliè fi llriigga,
„ E via ne fiigga
Di rie voglie II mal* umor.

Fiamma I tuoi ardori Son rofe , e fiori,


,
Son delizie vere del Gel
„ Che ’n sì bel fuoco
„ Tra feda, e giuoco
Si raffina II puro zel.
Tu fei la ftc Ila Splendente, e bella,
^ ^

, Ch’ a quel porto ci fai guidar


„ Dove di Dio
,, L’unian defio
Si può lieto Al fin faziar.
Tu fei la chiave Dolce, e foavC|
, Per cui s’apre quel gran tefor,
„ Tefor giocondo
„ Ch>
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S P I R I T V A L I. 37f
Ch’ adorna il mondo »

Di tute’ altro , ^ Che gemme, ed or


O fiamma ardente. Lampa lucente,
5. Qnant* è vago il trio fplendor l
„ O che gioire
„ Dolce languire
De’ tuoi rai Al bel fulgor !
lo'già m’avvifo, Ch* in Paradiib
, Tutt’ i Santi ardon di te ;
Deh fa ch* almeno
,

5, Anch il mìo fieno '


.

Vna ficintilla Riceva in fc.


I:

LODI A MARTA TERGINE:

Vergine divo abi-

tacolo, E tabernacolo dei Re de*

Re Deh forgine neU’ alto


, ,

)8o '
L A V D E
ft

CicI, E lieta porgine ama- to

2cU

Koi.mirefi, fra pianti, c gemìd,


£:SofpirI, e freiniri viviam quagrìù,
-
^.E.fìmggeri pcnoro.’l cor,
-- E fpeme fu.^gcil in tant’ orror .
• •

Con olane quei, ciie ti pregano»


E -lodi fregiano in sì bel di
Che liberi cinti di fc
,

. Ciafciin deliberi venir* a te.


Già Iplcndcre, Maria , fi veggiano
' Rai, che fiammeggiano di santo amot^
,, Già Icorgcii tua gran virtù,
BeH’alma, e accingefi amor Giesii.
O Gloria, che tu piirlllìma, ’ -

Vergin sant'flìma. Stella del Mar»


0 Amabile d’alta bontà;
Splcnd’ incfFabìlc di carità *

Digitized by Googh
, , , , ,,
.. .,

SPI RI TV ALI.
ÌNriTO *AG Lì ANGIOLI^
che venga.no al Stinto Bambino,

O
,, Dal
Angeli correte fiibito ,
Se^ non ch’io dubito, che'l voftroRt
rigido patir che fa, ,

In tempo frigido, fi morirà. -


' •

Lafciafielo dai Cielo iccndere


Per carne prendere, carne mortai^
„ Amandone s’accefe sì,
Che fé donandone s’ impoverì
Miratelo , che fi ricovera
In ftalla povera 1* Eterno Amor j
„ E gemere il veggio aimè
E letto prendere duro per me.
Prendetelo , Spirti , prendetelo
E conducetelo lafsù nel Cicl
„ Ornatelo di Macfià
Gioia , fé fatelo , vi crefeerà
Ahi rigidi : non arfrettarcvi :

Non preparatevi per volar giù ?

,, Molli/lìmi fete per me.


Ma crudelilTimi al voftro Re
Angelici fpirti purifilmi,
E potei! tifiìmi già vi creò
„ Rendetegli , fe tanto fè
Se fervi fctegli, qualche mercè.
Già llaflene fra venti frigidi
Co’ membri rigidi tremante Amor 5
„ Accendere chi'l ghiaccio può,
Di freddo prendere modo trovò. i

Copritelo , deh fu copritelo , ,


Deh fu fervitelo Spirti del Cicl
^ Amatelo , s’ egli v’ amò , ^
£ rilcaldarclo^ fc v’infiamiaò.
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, ,,
,,, . ,.

3 Si L A V D E
AI SANTI MARTIRI.

O
,,
Martiri degni d’iftoria.
Cinti di gloria lafsù nel Cicl:‘
Fortifìfìmi fon nel patir,
E coftanriffìmi fon nel morir,
Languifcono , mentre , che ttenrano
E
fi tormentano dal capo a’ piè :

Languifcono non per dolor


Ma ben foffrifcono piaghe d’ amor
Gli afdìggono gli empi Carnefici
E fon’ Artefici d’ un fommo ben :
I,
Dolciflìme piaghe del cor,
E foavififìme piaghe d*amor.
• Di porpora lieti vermigliano
£ s’ aflbmigliano a Criilo sì
,, Che pendono, coni’ ei pendè
E rendono , s’ei glie la diè ?
vita
I Martiri in Croce pendono ,
E piaghe attendo'' o, piaghe mortai,
j,
Diiriilìma la vita par.
Morte dolcififima , dolce il penar.
Feritegli lance mortifere.
Fate odorifere piaghe d* amor
5, Sol’ amano di più patir,
E folo bramano pene , c morir

PRODIGI DEL CROCIFISSO.


Opr’ orrido Monte infruttifero,
S Alber mortifero fale Giesù
9, Per rendere la vita all’ buoni
Ch’ usò di ftendcre la man* al pom
Difiit-
. ,

S P 1 R I TV A L I I*
Dìftj'llano le membra macere,
Forate, e lacere vermiglio umor,
„ Ch’inondano la terra, e ’l fuol
Viepiù fecondano , che mille Sol
Arfo , arido efclama Sitio , ;

O fier fiipplizio , bevanda amar^


“ Gli porgono d’ Aceto, e Fiel, I

Ne pimto fcorgono l’ira dèi Crei.


Sta in tranfito,'e ’l Volto' rquallido
Elangiie, e pallido già inchina al fcn
„ Già il vivido fpirto vien fuor
Del corpo livido, con gran clamor,
Dividefi del venerabile '

Tempio mirabile, il fagfo vcl,


„ E fentefi fpióter’il Tuoi;
Nepunto pentefi quell’ empio ftuol
'
Si fpezzano ne’ monti altifllmi
j o grand' orrori
Salii duriflìmi

„ E rigide tombe i lor fen


Apron di frigide Ceneri pien.
S* ingombrano d* atra caligine
Più che 'vertigine gli occhi del Gel,
„ Sol ftupidi gli huomin quaggiù
Di. viltà cupidi, fprezzan Giesù.
Ahi miferi, lo ftupor Igombrih
Del petto , e ingombrifi di dolor ver;
,, Ch’c inutile fen za pentir
Ilfuo tant’ utile per noi morir.

£SPON^
,

L A V D E

£ S PONGO NO I DANNATI
in quante pene s' e cambiato il loro vano
diletto^ eh' in vita preftro.

Voi, che nell’ Infer-

no Privi del fo nmo bene In

.:
»>t»

3
TT

un mare di pene Ognor nuotate j

A noi vivi narrate, >

Qual
fine ebbe il piacere
Che ccrcafte go.ierc In quella vita.
'

Ahi che tofio è Ipaiira,


Ogni noftra dolcezza , •

5, E tutta in amarezza S*c cangiata.


U anima atfaticata
,Per vie malvage , e fiorte
^ In grembo della morte Or giace flefa.
, , . . .

S P I I L I. 385 R TVA
E
fenza aver difefa,
.'.Si pafce'del Tuo cuore

„ Vn verme, che non muore In rempìterno..


'

.E nell’ orrido inverno


Tra ghiacci, e nevi algenti
„ Con gran ftridor di denti Tutta trema.
^É per Tua pena eitrema,
Qmndi paffa nel foco',
,,-E mai non trova loco. Di quiete.
L’ardente, e dura fete,
Quafi lima mordace,

„ Roder la lingua audace Mai nori cefla.
Quindi fi vede efpreffa
« j[a pazzia de’ mortali , .

„ Che per diletti frali Lafcian Dìo


Qufcl , eh’ avemmo obblio
in.

Ogiior ci Ila prefenre


.
,, Pet eternamente
farci •
Sofpirarc

0 che lagrime amare;
Di tanti giórni, e meli
^ Sì malamente fpefi. - A’nollri danni!
O che nóioh affanni -

Stan;chiiifi in quéfta ftanza,


,,Senz’ aver mai fperanza D’ ufclr fuora!

Perciò in^tre eh’ è ora^ ?
" tempo non
'
. Il gettate
J Ma fpenderlo imparate All’altrui fpefe

Là fuddetta Lauda Jl può cantare , come^ Dif*


poli’ ho di feguirti. Felici noi, Giimto
che fu quel giorno , nel qual da
quella vita. Levate fu Pallori ,
Leviamo i nollri cuori ,
Vorrei pur mutar vita
K IL
Digitized by Google
Ad re Padre clemen-

llkll

te Che ne’ Celefti Chioflri '

ilKJl

tua bellezza moftrì Il nome

¥uo potente , Santo, dólce, ed'amabi-



, .

S P I R I T V A’ L I.

le, edilet- to Sia lodato da

tutti, e bene- detto.

Venga Signor quel tanto


. Tuo giorio/b, e degno
Da noi bramato Regno :
E 1 tuo voler, ch-è^aitro, > '

Con pronta voglia , o'con fervente zelo


Facciafi in Terra ornai, come nel Cielo.
'

Il pan tuo benedetto '


• '
.
'
,

Ogni di , tu che puoi.


''

Dona benigno a noi , '

Ch’ogni gufto, e diletto, , • 1

Ogni foavitade in fe raccoglie,


E fazia appien Tinfaziabil voglie.
,Siam dc'bitor di pene < . . : .'ì
*

Dei nolU'i. falli rei ,



'
, .
'
T

Signor per quel, che feì, f

L’ira, e ’l, furor. ritiene.


Poiché a color , che ci fon debitori
Perdoniamo ancor noi i loro errori

R 2 Signor
.
^ by GoOglt
, , . .,

L a V D e
Signor CiiM vedi, e fai.
Che i trel nemici intorno
Ci ftan la notte, e’I giorno;
Deh non ci lafciar mai.
Che noilra forza c nulla , e nulla vale :

Ma fcampa noi per tua pietà dal male

PER SAN FILIPPO NERI


So^ra un fuo detto contro le vanità
del Alando

D Ove fon
Ove ne
Per
fuggi errante.
ritrovar’jl bene;
doglie , e pene
In tante guKh , e tante ì
Riedi non feguir più gioia mentita.
Sempre fcco ai dolor il Mondo invita •

Pov’è Regno, ed Impero,


Che già fiorir vedetti ?

Ah ciie furono quefti


Preda d’un punto altero
Poiché fcempio ne fe fecol vorace;
Nelle rovine fue dafcimo giace
Dov’è il vago fplendore
Di beir, e frefca etade?
Ah che marcifce, e cade
Appena nata d’ore;
E quel , che t’abbagliò d’ oro , e d’argento
Di cui, chi gode più, men’é contento ?

Riedi ornai , riedi o ttolto


A quel tuo ben , eh’ è Dio ,
£ lafcia il mondo rio
Ne’ Tuoi errori avvolto;
.X
Ah
, .

S P I R I T y A L I
Ah che s* altro bramò vano delire 5
. Se gufti ricevè , or’ è martire •

E perchè Tildi, e gieli, •

E perdiè i giorni perdi


Negli anni tuoi più verdi
Senza cura de’ Cieli ?
Deh foffri per Giesii brevi tormenti ;
Che la via del penar guida accontenti.
Dunque mio cuor che brami
Or che più puoi volere ?'

Ciò , eh* è lafsù, non perej


. Iddio Tol dunque- s’ ami , . .. .

Chi piange, non per luì , in van fofpiFàj


Chi brama fuor di lui, fogna, ò deliba.

•• r •

: isr
f£ X VE P JP A N I A.

Re per ado- rar Iddio Onnipo-


o R 3
reme,

Digi '
“ y Coogle
tcnte , Ch’ huom s* è degnato far

Sol per aprire il Ciclo a! pecca-

tor c. Se pentito di core, Dif-

ponfi a lui tornar

Dì folgorante Stella l


X’iiirolito:/pleador.,
*- •-*
•» --Di leti'iia-nOypHa
Gli c légno, e di ftiipor;

,, Ondo
byf=oogk
,, , .

S P I R I T V A L I. 391
Onde e rimirando il Cielo
feftofi ,

.Di puro , e santo zelo Si riempirò il cot.


Dietro fcorta sì fida r
Muovon veloce il piè,
Per gir
/
dove s’annida ^
Nato il lliperno Re,
5,
Dalle Sabcced Arabe pendici
,

Ad Gli guida amor, e fc.


altre più felici
All’antro di Bettlemc
Giunti col piè, col cor
A
Dio , ed huomo infieme
Incenfo, Mirra, cd Or
,, Oifron divoti al regnator Bambinò,
E col ginocchio chino Si fan fervi alSignOf
Spiegar* alti mifteri’
I don , eh’ i Magi offrir:
Sono fìmboli veri,
Che Dio Re yuol Inorlr
Per noi fotttài: dalle temute pene
D’ Infernali Catene, E in Ciel farne gioir.
Di puro offequio in fogno
Al Bambino iinmoital
Nat’ erede d’ un Regno,
Che’l tempo non alfal
,,
Di sante lodi offriamo Tnno .fonoro,
E ria ricco teforo D’ applaufo trionfali

PER LA FESTA DE* SS, AVOST.


Smone ^ e Giada,

D ’
Ineffabil
Ripieno
Alla (lipcrna altezza
il
dolcezza
noftro cor.

Efalti i fonimi onor


R 4
,

39i L A V D E :
«

„ De’ gloriofi Apoftol degni e fanti ,

Simonie Giuda amanti DI Grido Salvador.


CV edi turni Celedi
i.a cecità infedel
Tal n’ illudrar co’ gedi
Di puro accefo zel

,, Ch’ai lampeggiare di lor dolci faville, (Cìel.


Corfero a mille a mille L’alme ad unirfi al
Delle Perdane Genti
La (alute immortai
Proccuraro ferventi,
Opponendod al mal.
Mentre eh* involte tra’ falli Idoli errando.
Gì van* idolatrando I Demoni infernal.
Qitindi la rabbia orrenda
Di Stigia ferità
Alla Virtù tremenda
Cede di lor bontà}
Feroce Tigre, e. Serpe inviperita, (hai.
Da magiche arti ordita Forza, e vigor non
Il grand’ efempio intanto.
Che de’ dolori il Re
Sul Legno fagrofanto
Spirando già gli die,
„ infonde in loro un
vivo dedre sì ,

Di penar’, Per l’ infegnata fc


e morire -,

Ch’ all’incontro fen vanno]


Senza verun timor
Di quanto il rio Tiranno
Gli apparecchia d’orror;
„ E per dnale, ed ultima vittoria
Del Martirio la gloria Ottiene il fuo valor.
Cosi vodre'Alme liete
Volarono lafsu,
Dove
Digitized by Gt.- ^le
,

S P I R I T V A L I. ^9^
Dove ora rlfplendete, '
'

Come le Stelle , e più ;

Simoiie , e Giuda Àpoftoli beati (su* ,

Siate noftri Avvocati Appreffo il biionGie-

PER LA FESTA DI S, GIUSEPPE.


t

OO Davidica; gloria,
preziofo tefpr
Deir Ebrea memoria, :
•.

t -
/


.
^

1
s . ;

Deir antico fplendor, •.



«
; ,

,, O Vergài Padre, di Vergin Madre Spoib,


Giiifeppe gloriofo, Ti lodi il ^lollro cor,
'
O. Patriarca fanto, , ; , .
'

;
Ó Stella Celeftial j < -
:

.jj
Il di cui pregio , e vanto
Tra gli altri principat *
, .

9, Fu di Maria il cuftodir illefo


Di cado amor*accefo II candor Virglnal.

O rugiadolb Fiore r -
u: 1
'

D’ immenfa purità, , » > . . 1 l


Che ’l fommo Facitore / ^
*

Per tua gran fantità >


,

Cuftode qleffc all’ uinanaro Figlio


Nel Trinp alto Cohfiglio Di llia eternità
O Felice, e beato r .b'
Per mille volte, e più, ,
f

Che del Verbo incarnato,} j i;.

Dell’infante Giesù :r : j

Primo fentilU divamparti M petto !


'

O fovriunan diletto ,Per te folp quaggiù!


O tua forte gradita , . .

O tuoi fupremi onor ! .

L* alta gioia infiiUta .


X
.
#^5 ‘

Digitized by Google
594 ^ L AV O E
Degli Angelici Cor
s. Tu primo LidiftijCon fcftofiacccti (Paflór.
• Da i fogli, e dagli armenti Chiamar Kegr, C;
O te lieto , e giocondo , • - •

Cui labbra a labbra unir



-Deb Salvador del-Mondo ‘
i

Fu dato nel morir,


„ Dopo clie*n vita di ftringerfclo al fcno|
E di bearli appieno Potè l’alma fiiiit.'’'
Ma di tue tante doti
. , .
« . •

Perchè lodi formar ?


'
Meglio è ch*i noftri voti
• Ti de^i d’afcoltar; -,

5, Efaran fempre, eh* alt punto dèlia Mertè


Ci afllfta,e ci conforte Tao bratti© mifelar,

NELLA ns /TAZ IONE


di S. Eliffletta. •

Er erti monti in fretta J


P Maria Si porta Elifabetta,
a vifitar •

f
;
i !

Al cui tolto arrivar ^ f



i i. -. • ff
„ Meraviglie, e prodigi tfeih iufati '
>

« Nelle pallate etati Scótfe natura a far.


' '

Vedde non nato Infante - j i ^ *

Dentro il materno fen •


'

Ravvifar il Sembiante ‘
>

ChlanlTimo , e feren ^ •

„ Di Iquéiriddió , che fotto* umano velo r


'
Difcefó èra'dal Cielo, Di graziala farlo picn
Stupì quei gran concetti * .

Di puro , e fanto Amor, ' <

Qie’n profetici detti .

- ^ .- • Efprl-

r 'gl
, .

S P I R I T V A L I. 595
Erprìmevan* i cor
„ Di quella coppia aiigufta,esì divina,

V
mile a cui s’inchina Ogni Stella maggioF^
Feliciflimo tetto,
. Quanto V Empireo j e piu
Nel tuo breve diltrctto
Accolto ihfieme fu
„ La Voce, e'IVeibo eterno ; il Profetato,
E Profeta beato
’l Il Bautta
j , c Giesù
'

Io per me creder voglio.


Che l’ Angelico ttiiol
Da quel celette foglio
A quetto batto fiiol
,, Gareggiando fcendeflTe ad òfferirc
Il ' fuo grato Ter vire Aurora, c al Sol»
All’
E ben fu 'di dovere ,

Ch’ove era il fommo Re,


Le militanti fchiere
Moveffer pronto il piè;.
5, O fia Colle felvaggio, o Prato adorno.
Se Dio vi fa foggiorno , Il Paradifo v’ è

Lt /!^.fuddette Lande fi^ojfon cantare^ come^


Maria Vergine bella del Parad.

CONSIGLIO A PECCATORI.

Eccacori al Ciclo al
t

59 ^ L A V D E

Ìts:5tL:;dr“l““rtató

Cielo ri voi- gete i lumi ardenti..

&0' m
Non fentite /
il freddo gielo Lique-

f fi

s
&
f|=
farfi a* rai cuocenti Di Gic-

sà . dolce Signore i'Oi < dolcézza

U[ 1-— -Hrf

delfuoamo- tei
, ,, , ,

S P I R I T V L 397
Rimirate l’ aurea luce
Di fallite melTaggiera,.
Non vedete, fe riluce
Di pietà r ardente sfera
5,
Di
Giesii dolce Signore ? '

'
O
dolcezza del Tuo amore ! .

Fortunati voi , che ’l petto


Serenate a tanta face, ; M
O
foave almo diletto
Dell’ ardor puro, e vivace - Di', cc.
Feliciffimi, e beati
Sono in Dio contriti i cori,
Cari al Cìcl , a Giesù grati
Avvampàiid’in lieti ardori Di, ec.
Peccatori amanti , amanti
Siate ormai del Pauadifo
E con dolci , e lieti canti
Date a noi pietofo avvifo. Di, ec.

DELV ASCENSIONE DEL SIG,

Ty ne vai Giesù diletto


Confolato, allegro, e lieto
Al tuo Padre benedetto
Senza noi figliuoli tuoi
Deh ricordati di noi*,
O
Giesù, figliuoli tuoi.
Come tu , Giesù , Giesù,
Or afcendi al Cielo in su,
E noi quaggiù
ci laici
Quali fiamo nitri tuoi , Deh , cc.
Kh. Giesù Maeftro noftro
/Dov’è quel grand* ajnor yoftro,
, '

59» L :a'v p E I '


^
Qnarin terra avete mdftto ì ^ !

Sempre mai a tutti noi'2 -^Deh', cc.


Reneremo tutti afrìitti,
Pcis’ adatto, e ognor fmarriti,: ^

Se non torni, e non ci aiti,


O Giesù come' ai puoi I Deh^ «c.


^ '

O Giesii verace vira’' ^


''•* '•

Di nonr’alma qui smarrita,' '


f

Quanto mal c’è ma partita,


E ci duole a tutti noi! Deb, cc.
Poi ch’ai Ciel Giesù ne vai,
Non voler fcordarti mai
Di noi polli in tanti 'guai, ^

Per tuo amore, e fatti tuoi, ‘Deh, cc.


O Giesù Pallor gentile, , - - ^ -

Abbi cura del tuo ovile,- ’


'
,

Che
fia buono, unito, e umile.

Coinè Tempre tu lo vuoi. Deh, cc.


Guarda noi tue pecorelle
Fuor di modo -j^verelle , -

Mal contente, e mefchinclle,'


Senza i vezzi , e parlar tuoi.'* Deh , ec.
'
O Giesù Divino , c Santo *

Manda il tuo Spirito Santo,

Che n’abbruci tutto quanto


cuor , Palma, e ’l corpo poi, -Deh ,
Il cc. ?

Stacci Tempre apprelTo, appreflb,


E fa ciò, che ci hai promelfo •*

Per amore di te llelTo,


E del Padre , e Madre moi
Deh ricordati di' noi
O Giesù , figliuoli tuoi •

iNri-
r 1

S P I R I T/V'A-L I

Erchè dormi , o pecca-


-.4

tlissi
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t-
X «ifl

f. to — re Di rvegUarfrèreiTip’ orna-

z
i > Mira’ n Gel gli^ ardenti - '
«rà- - 2
!•/ - Vii.

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1

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•PS» 1
— itìi
I

» _ < •

i, Che t’ infiammcràn d’ amo- re I


'

Neghit-

Digi:i/cd by ('.ooglf
-

4po

Chial peccato. s’incace-


^ na.

Svegliar, fveglla i-iCenfi erranti a- : i

Che ’l letargo è così forte , ,

.. Che ti fa. preda xli morte,


E 't’ in via- fra< doglie, e pianti
Volgi .’l guardo in Oriente,
. ‘Che.lùcente
Chiaro ’l Ciel l’ alba* ti mofti'a,

Che di graaie’l Mondo inoftrii ,, .


^
Se tu dormi nel peccato.
Non avrai pace, ne quiete
NeU’ofcur’ orror di Lete,
Che dal Ciel fei difcacciato^
Per

n- ?ed by Googic
, , , , 5

SPI RIT V ALI. 401


l,
Per dormir non lì perviene
amene
‘Air
Region del Paradifoi
Sorgi , forgi al dolce avvifo*
Sorgi, forgi, m non fenti,

Che chiama ’l nuovo giorno,
ti
'
D’ Angel fanti al bel foggiorno,
- A dolcezze, ed a’ contenti.
„ Lalfa , laifa ’l grave fonno
Che non ponno . /! ‘
I

Gli occhi alzarli a tant* altezza ,


. * O v’eterna è la bellezza. •

Non dormire , fqiiarcia ’l veb


Che t'offlifca, che non fpiri
Giocondillìmi deliri
Della grazia, e gloria *n Cielo

Della, delia dal lepore


Il nio core
f
Che’n peccato. fé. ne giace y .

Rifveglìato averai pace . i


*

Penitenza , deAo. grida ,


*
Penitenza, penitenza, -

Che di Dio’ r Onnipotenza


Dall^, terra al Ciel ti guida; • •

„ Ivi lien tue luci belle


Q^fi Stelle
'

.
Di Chiarini mo fplendore;
Perche dormi peccatore ?

jNri-
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,

4M. . 1 A V D -Ei

INl^/rp L PECC ATORE


éi PenitenK.a,

iwn

langi Peccator ,
ria, chie
.

W!(i

di iHwi cè. Toma , torna a! tuo Ciò,

torna torna al tuo Dio tu fai per te,


*
/

>
Piangi le colpe tue, piangi di cor.
Torna pentito al Ciclo, torna al Signor.
,
Non afpctcar la lera del morir, -

Or ti chiama, chi poi non vuol fentir.

,
Volgi, volgi le luci al vero Sol,
Che dal tuo ben’ in poi altro non vuol,
, Tempo dopo la morte pià non è
Mifero, fe t^’ muori, che fia di te?
I

'
^ V „ Non

Di->-: by Googlc
S P I R I T V A L I. 405-
,, Non dirj nella mia fin mi pentirò:
Che i qual vifli nel mondo , tal morièC

'
« S’ or recidefl'c Dio ftame'vital, •

. . Penfa, dov’ anderia T alma immortai;


55* Mifera, fé all'Inferno feendi giù, •

Non fperare giammai d’ufcirne più,


,, Fuggi- dal mondo rio, rivolgi il piè.
Ama, chi filila Croce mori per te.
,, Grida al tuo morto Dio: mercè, pietè,-
'
Che npn alcuno 'la Tua bontà*
cfcliide

„ Mira le tue pàrritc, e i conti fa, ..


'
- Chi debito sì grande pai pagherai ^ :
„ Ecco , che per pagare il tuo Signor
Verfa dalle fue vene il Sangtie, e muor.
„ Dimmi, che penfi far, che credi mi
' Sol felice € colui, ch’ama Giesù.
Lafcia il Mondo tii an no , empio , e crudclj


Datti per faiipre a Dio Pad:on fedelj
' — *v-j
^ PIETRO APOSTOLO..

Pietro il cuor ferì, Di queibc


gii

Dioitized by Googl
i

404 L A V D E

Che fin , cVei vifle ,


pentito cliffc;

• O Dio ,
prima , eh* io lafiì i tuoi bei

liimi, Vedranfi andare i monti, e naie

Di.
,,

S P r R I T V A L I ; 405
Ahi laflb , e quando mai

Gli occhi afclurti alzerò


Se di vii donna ai rai -

La voce negò? ti

Ma da qui avante
Giuro collante :

yf O Dio prima , eh’ io lalK i cuoi bei lumi


V edranfi andare i monti , e Ilare i fìumi
Son Pietro , e farò Piètra
Che Tempre ferma Ha ,
E fe Talma s’arretra, 4
Signor non più pietà.
Voglio eflcr muro , < •
,
v

Ec'alficuro, „ODio,cc. -
-
|
^
Ogn or s’armerà in vano
D’ Averno ’l crudo Re > '
-
_
E fotto la tua mano
Sì crefcei’à mia fe,
Ch’ eternamente
Tra quella gente, „0 Dio, ec. .

Mortai, quand'hai peccato, *


.
- ]

Fa il fimile ancor tu ,
Detella ingrato,
’l fair
Dio non offender più. '
'

Che ’l tuo Signore ' . : .

Dà tal valore,
^ Che prima, che tu lalTì i fuol bèi lumi,'
Vedranfi andarci monti, citare i fiumi.

IL
r'-'- '
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406 .

L A V D Et

IL VLCCATOR PENTITO ,

ECO

Ciche ’l mio grave

fallo ornai cp- nofco. Piangerò in

'
* !

co? E. Eco.

Ecco fol non farò , darammi aita


Quel, eh’ a tutti dà vita , il fommo Iddio.
Eco . ,
Io.
lo fen-

Digitizcii G(
.

SPIRITUAL I. ‘iftìy
Io voce, e forfè anche di fiiore,
ferirò
"r.Ccknc" pria décro al Cuore,o Dio mi-chiami,
H. Ami,
Ami te fommo ben fortezza mia,
Softegno all’ alma ria , rifugio ; é porto
E. -

'
: Ort04?
.Orto di Paradifo, e quai celefti ‘

Favor ini producelti , di* io (pregiai?^ • -

E. Ahi; ''

Ahi laffo, e potrò pur trovar perdono,


E riceverne il dono da chr offefi?, '
i
E. ' ‘

i

Si fi -
Si bene: e pure, ahi mefto,ahi dolorofo.
Al zar a te non- òfo faccia ofciiTa
E.- '
.
.
'
Cura .'
.Cura m’ancide perchè : al fommo bene
'
, Cofe aritepor terrene
- fui arditb .

E. Ito.
Ito fon dietro fenfb, a cui mi refi, al
. Ed cammino
prefi incontro al male •
il
'
E. 'Ale.
Ale ebbi per volare a te; ma pania
Di diletto, e d* infama le invifehiàro.
' E. 'Chiaro.
Chiaro or veggo *1 mio fallo , or tu Signote
Dà Lena a me , dà core , e voler fennec.
-

E. “ Ermo. .

Ermo farò dal mondo , e ’n qiicftc felve


-Non“fiarò cori le belve* anzi ben reco.
E. - i . ^ . 'f ‘ii'-d ( . 1 ‘
Eco.

HISO-

Digiiized by Google
. . , ,,

4o8 .!

L a V D e
RISOLUZIONE DI LASCIAI IL
Alando per fervire a Dìo .

.
. ECO
C Eco
He ben* è quefto,oùnè,che’l modo adora
E pur sì tolto li dilegua
.
> e fgombra ?
Ombra.
Non il fiio, amor, fìnto , c fallace.
è forfè
Ed ogni gloria fua vana , e mortale ì
'
È. Tale.
.
.

Dunque è pazzo colui , che ’l fommo bene


Dilpregia , e pone fua falute in foiTi :
E. Or sì.
E che melfo.in non cale il Paradifo
Il cuor , e gli occhi ha qui fillari in terra ?
E. '
Erra.
E che vai, mai quel ben , che sì ne piace
E *1 vero Amor da noi toglie , ed annulla ?
"
E. •
Nulla'.
Non hai tu Ietto , come in pianto il rifo

,
Ed in dolor fi cangia ogni diletto ?. .
'
'

E. , .
Letto .
. -

E non tremi penfando


duro fine , il

C’ lunno i piacer mòdani al punto cftremo


. E. • ' Tremo.
E qual mercede ottien chi ferve al mondo ,

Di fue lunghe fatiche , e del filo amore ?


E. More.
.Dunque vada ogni ben di' quella terra,
.
Che ’l vero ben’ è Dio eterna vita. ‘

E. Ira.
Ma di che abbiam bifogno per falire
A quel Regno de’ Gel, che tanto vale?
E. Ale.
Ale

Digitìzed by Google
,

S P I R I T V A L r. 40^
Ale d’Aquila? no, ne di Colomba,
Ma di tede , e d’ amor perferto , c d’ opre
E. Opre,
Opri dunque ciafciino , ed incominci
^ Torto , non ai’petcando , ahi , T ultim’ ora.
^
Ora.
E chie'.di vói , che dato.bandoal Mondo,
Elegga fervir rempre al.fommo Dio?
E. T . - * . .
% •
. Jq^
Così difs’ io , così mi fu rifporto
Da quella voce, che parlava meco.

nella natività
DEL SIGNORE.

Oiche rumil Capan

na Raccollc i biio Giesii ,


" Dolce can
,

4T® L a V-D e

'“04“* lM
a* •p~gT"
'“fT”*”"" -isr"y‘

- >» , w- ,

Vn fuon eh’ imqua non fente Tra ;

noi la mortai gente,

' '
!Mille Spirti celefti
Più bei, che '1 Sol non e.
Sull’ ali agili , e pretti • •

Facean inoftra di fe
5, Entro i notturni orrori A’fempUci Fattori.

O qual Sereno lume


Scintillar l’ ombre fa, •

Ometti d’Oro ha le piume;


• •

.
E quei d* Argento l’ha, (ePIertro.
OiL^l d’Oro,e qual d’EIettro,E tutti ha Lira,
'In cui fplendon le chiome.
Qual Sole a mezzo il dì
i
Che

Digitized by ^ -f « •'

S P I R I T V A L I. 4II
Che Gabriel per nome
Da lor chiamar s’udì , (note
„ Dal fiion, che’l Ciel percote. Fece
rcntir tai
Celefte Meflaggiero
Me’l Re del Ciel mandò,
Qi^irio fon, che primiero
LaVergirie anriimziò, .
*
.'(Regno.
„ Or Nunzio a voi pur vegno Dalsépicerno
Non più vi leghi fonno ’-l

Pallor levate su., , .

, Poiché i voftriocchi ponno


Nato mirar Giesù^
„ Giesù verace prole Di lui, che fece ’l Sole
Di nuovi rai lucenti <

Stella vi fcoigcrà,
.
;
Dove 'tra rozzi armenti'
Piccìol Bambm fi fta j (ro amaro:
„ C^ì tacque, e’I fuon beatoRaddoppiò’ Co- 1

Felici, e fortunate

Ben mille volte , e più ,
Iten*. alme. ben nate.
Ite a trovar Giesù , (fo.
M
.

3^ iratein piccìol vifo -Racchiufoil Paradi-


Xicro ciafcLin'rivolto
' '

'A Bcttelem il pie ,

H Tra rozzi lini involto .


"
.

Rimira il Re de’ Re, (l’ adora.

„ Mira la Madre ancora, Ch’orlo bacia, or


Poiché i filveftri doni
* Cìalcim divoro offrì,
Di bofcherecci fuoni
Niiov’ armonia sTidij
,, E Gabriel intanto Di nuov’ alzò tal canto:

Sia

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•4P . ; . L A V D E
Sia l’iorla al Re
verace,
Che’n Ciclo eterno Ita,
,
') Nel Moildo eterna pace
Scenda per fiia bontà , (giocondo.
„ Gloria a Dio,Pàce al módo,Riprere ognun

PIETRO jy alcantara.
'

Vro qual neve alpi-

Hit

na L’ Ibero Pietro fù ,
E di lu-

ce di- vina Gli colmò ’l fen Gie-


non afcofo Nel volto liimlfto-

fo' Moftrò più volte, e più In quc'lk'

mo- le.

Toccando egli disfè,


E d’improvifoj
L’anima vegetante l'.j
Refe alle fecche piante ; _ , j-,

^Tanto fu'amlcoial K.è.0cÌI^fa(6C^


Del chiaro Sol Iticenté.' ì — ì-,

“Il fervido 'Splendor ,--'


Manda virtù polTentc
^ _ '
_ . v

Divino, accefo ardori-


S 3 „Fier

,y|f
, ^ .,.

414 - L A V D E
„ Pier con fuoi rai
. Ha più .volte infiainmaro .
^

. pèi-verro',ciior gelato, •

*
Di zelo, e te mio cuor. Se pur vorrai
Sarai nel Cielo accolto
iviio cuoi’ , fe vuoi mandar
Tue preci .a lui rivolto:
Dunque non più tardar
'

„ Tue voglie immote ' •


. .

Deh volgi a quel fentierc


Per cui t’è fcorta Piero; '
.

^Baffo vapor alzar Quelli fol puote

Ldjuààttta, Ldaid fi può cant^e^ccinc


'

Bella vaga , e ridente •

NOCIVE, 'KANITA' BEL MONDO


fo^ra un dttto di San Filippo Ncri^^

Val’ è terreno acquiflo,

— ^ ’
’V W V
• «r

Che non (la affanno , e dpglia ? Clii vuol al-


tro,

ni.
I ,

SPIRI TV A L 4^5

iiiii

ro , che Crifto , Non sa quel , che fi

ani


-voglia, Non », non sa , quel che

.....
- il!]).

fi voglia , replica', da capo .

gsagggj iiw»

' '

Se' cerchi Argenti ,


'
ed Ori

(^chi dolqezze amarè : Sondi ri-*


e

pofo avare Le mafie tefo-

ri : Gemme , perle , e rubini Fan lega-

pene I diamanti pili -.lucidi,

piu fini, l.|^^anci più lucidi >'e


S P I R I T V A LI. . 4if

mii

più fini. Q^rètér,cc.


imi di Trono altero •

DnoriVe dignitadi? ‘ ^

Brami fpinofi gradi:


\mi penofo Impero • ‘

3ft ri. Se etri, e Corone?


)ono incarco pefante: .

ì’ Regia feftante ,
la

/na Regia, ma rigida prigione.'


terreno acquifto,
Che non fia affanno, c doglia?
Chi vuol* altro, che Crifto,
Mon fa quel, che fi voglia. -

:e Moli famofe,
Dpre diFabri induftri,
Son precipizzl illuftri:
Son ruine porapofe ;
Bronzi^ c marmi fcolpiti.
Legni*, c lini animati,
' ‘

Muri,' e. retti dorati,


5ó di mcfti péfier nidi arricchiti* Qasd*8* CQ,
mto di Servi ftuolo.
Lunga fckiéra d’AncilIe,
Son mille ingombri ,,c mille.
Per feiorre ad alto’l volo.
lapide, c ricche navi.
Carri prriri, e leggieri.

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., , ,

41 8 ^ ^ P ^ j ' t/
Volatori deft rieri,
„ Fa per la via del Ciel l’alme più gravI.Quar.
Menfe di v^ii- argenti, • •

' ^ -
Cibi dolci Fumanti ^
• . -
;

Freddi vini brillanti,


Son’ acerbi contenti
Odorofi profuini, ^

Armoniofi detti,
Amorofi diletti , ^
„ Tributi fon per Infernali Numi.Qiml’c, cc.
àruggcr Cittadi, e Regni,
Vincer fchiere feroci.
Domar Popoli atroci , ^

Son crudi vanti indegni;


Di Virtù chiari raggi ^

Sparger dentro i Licei


De’ Latin , degli Achei
„ Son infante dcirhuó, follie de’ faggi. Qual'è
Voglio te fol mio Dio
Che tutto in te comprendi
Tutto polfiedi, intendi: ,

Te fol tutto defio. . ..

Senza penofa cura


Tu fol r anime bei. ’

Pace de’ cuor tu fei ,


Sei tu vero piacer fenza fventura.
Qual* è terreno acquifto, ^‘
Che non fia affaniio, e doglia ? '



^
Citi vuol’ altroche Crifto ,
, .
' '

, Non fa quel, che fi voglia,^ . .

i.'! i

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,

SPIR'ITVALI. +ry =

» f
f • . .
^ ^

ANTO DELLA MADDALENA.

,.i V andò la vaga , e rifplen- .

dente Auroia La terra indora , e tutto *ì

S13

nondo allegra. L’afflitta, cd egra Madda-

mii

lena ardendo. Sii vajftriiggcndo.


< ;• .
* ; f
f
I -,

OD! vede l’ora d’arrivare all’Orto, •

Ove col morto corpo il fuo cuor giace

S é
. ^
, i

4io . L A V D E1 I i B
Nc trova pace , fin che non racquifta I

L’amata Viltà. ‘
- vn 0 '
'
a'V
j

Giitnt’al Sepolcro rinnnova*! duolo;


fi

Che’l trova folo, e cred’eflergli tolto '

Il Ilio sepolto , e più che gemma,, ed oro ,


Ricco reforo.
Ivi deplora la fila .dura Ibrtei *

'E con un forte, ed angofciofo piafito


Si firugge tanto , die per gli occhi fuore

Par eh’ efea *1 cuore


Indi con voce lagrimofa , e mefta *- '

Alla fbrefta , c fagra Sepoltiuu '


i

.Ed alla dura pietra: ;o, te. felice-!. .• ..

- Piangendo dice: ir-ì .

Saffo Divino', e tu Sepolcro carò,


j

Che di -SÌ raro , e preziofò pegm?-^ ‘


j '

Se’ fiato degno (dimmi) chi rapita


Ha la mia vita? %'
Vn tempo, o buon Giesù, m nii cercavi,
| — •

E mi chiamavi lenz’ efier chiamato ; ,


*

Or qual peccato, mio Signctficort.efe,


' ‘
Tanto t’ offe fe?
Che mentre cerco te, dolce anipr miòv
Con gran defio , ahi tu da me t’ afeondi
Ne mi rifpondi , ben eh’ ognor d chiamo ^ f

E te fol bramo? .

T« purdicefii, o dolce mio Signore


Che la migliore parte eletto avria,- a - j ‘

Ne mi faria fiata levata; èlla'ora


Sola m* accora;
• ìì: n .

. ?

Cosi dicendo al freddo , e duro faffo


Appoggia il lallb corpo afflito , e fianco
Onde vicn manco , ma quanto più tace.
Più ’l cuor li sface*


J

Non
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o , >
,

SPirfiTVAtl. 4ii'^
Non'rriiioVe labbra , ma l’ afferro grida * •
'

Con alte ftrida Sole,


: torna o mio l>él
Se pur, ti duole di mia tanta noia.
Vieti pria, ch’io moia. •


- * • -

Alla' ve rg / tv.
nHumyò 'della fHa Gravìdahz^a,- .
'-

Q Vand’
Fia che di piglio
t ’n volm umano
ufeiro alla luce

O quando
veda
ri
,

mano,
dia con' la
ammirando
quando
l’

^
o caro

?'
Figlio

Q^ndo fia-, eh* odà* il tuo vagito^ dolce ,


C^he l’ aura molce , e tu vita infinita
^rarrai-4a- vita^4:oiiifi.ncùvipiraiido
O quando , o quando ?
Oliando fia , eh* al mio fen ti prenda , c baci
Con tuo volto Divino
mille baci il

Dolce Bambino, io ftia fempré anelando!


O quando ,
o quando ? i

(JuaUdo. fia, ch’io t’ allatti a^qu^Ao petto'^


• E’ n falce ftrecto don mia mai>t’ avvoltCr

"Figlid' più volte , 'Figlio 'teplicando i


*
O
quando, o quando? ^

Quando con gli occhi il chiaro Sol vedrai.


Che tu fatt’ hai ì quando che gigli , e rofe
E r altre cofe tu verrai pigliando ? ; ,

O qùaìiùdp, o;.quàn4o ?,‘:

> felicé ^ onJ^vivrai inahgiàùdbì


O -quando, o quando ?r ‘i '

Vcrratì gli amienti a gara a’ tuoi fervigi ,


Faran litigi, chi di lor ti ferva.
/
.

42A .

L; A V ìD E' •; tj
^
'

'
L’Xgna, Cerva ti ftaran mirando-,'
e la
. . O quando, o quando > ,J •
, ; ,

Le genti gulteran nuova dolcezza


Di tua bellezza , e quaì ferve redente
Staranno intente a te pur lagrimando.
.
' O quando^ o quando? ^

Gioirà ’l mondo r e la firada del Cielo ,

Fia fenza velo, ch'oggi è sì nafeofta,


AUor fia, polla ogni triftizia in bando . •.

O quando, o quando? y
» *
»• . *

Le 2, /ojir addette Laude fi poffon cantare


fowe , Se quefta valle

• '
'j, •
.

r •

PER S. gaetanó:

«ù bainbinq Vn giorno ^ede^ a

Gac
zHd ;
, CoogU
.

tor quafi
»* » .
divino Fu di dolcez-
t . .
. ,

1111

«a p^^flFcnirfi meno
PQiJrjjncbrato difle : òvé, jfoh’io!
J
’*

In.jCier, o'in Terra? certo noi faprci/^


Ma
fé nel fen’ hò *1 mio amato Dio
Effer in Paradifó; crederei".
E ch^ ^avpr’, c che grazia è mai quella,^
.ChUo goda .^ò , che Ibi* in-Cieló~
cGo^ii’ i' S^ti coÀ etèrna fìàfta i r? ^ ;

"?4^/<che< fcitó. y4 fango l[t tutto gièlò.^


J 1 .

Qinji3! Ìn-,CèIeftc! a^ioc! il jdi ^ui- corb . i- -


1 ]"
Tanto s’acccfe, che gli ufcì dal pètto,*
E con un volo giunto al Creatore . ,
,

Ebbe m quel feno il grato .fiio ricetto


Co3Ì
,

424 I
• L' V D -E^ • -

Così fenza dd
cuor’egli è pur vivo,
l^erchc ’l Bambin, eh' è *1 vero .cuor di Dio,
Fa eh’ èi non fià di vita ancora privo
Se indui ha;.p0fto il cuor,‘e’l fuo defio.
Malia allora h* adottò per Figlio, ' • •

E labbra‘qual Madre amorofa


filile

Spftizzoglf il latte candido qlial Giglio,


E gli fe Talma tiitra gloriofa.
- * !

La fudàetta Lauda fi puh cantare^ cme^


. - O deU* Alme . .
*

aì,SJPK-‘

nLLLLZ,Z'J TERRENA
^ jdafuigirfi.

mi

Vant’èdolceil vagheggia-

re - Ubelfiord’unnobii volto!
,

S P I R I T V,A L I. 4»5

Fuggi poi per non pena- re,- >

. .
^ '
;

t? ) u‘.

Che tra’ fiori è l’angue accolto, Ch’in hel-

l’alme-anci- de»*

Q^ant’è caro in chiome d*’ oro '


i'-
?.

Rimirar due trecce bioride l'J


Fuggi poi, ch’ai bel -Teforo '

Lacci , 'e red àmor nafcdndè>n. -i

Che
e . , .

426 L A V D E :

Che
per dar rormcnto , e pena
•''Sembra chioma, ed è carena.
Q^nt’agli occhi o^or:di!ctra, * :

j3c’ bei^ lumi il chiaro fgnardo-J .

Fuggi poi, ch’egli c laerta.


Fiero ftral, pungente dardo, »

La cui piaga in Itrana Torte


Piace sì , ma guida a morte
Q Che

iiaait’è.ibella amata bocca,
talor vezzofa rida! »
, -'‘i'
F^ggi pòi j. che di là ^fiocca" ?

Il velen , eh’ a morte sfida , - '

Che’n bel tifo, o*n dolce canto


'

Scopre gioia, e porta pianto.


Volto , chiome , riib, e guardi
Giàr-Ton fuor del -voitro -c^ri cM e y ;
...

I
Angue s, laccip, tofèo, e dardi T*"i
l^.So, che. fletè ad ogni core_, i
*- Inrtruito à’vgftri arfanni '
^
Torno a Dio, lafcio gTinganni.

D / S. F RIDIANO
D '

irE.guidiam
Amaranti , e di-Viple
Intfeccifim' gbirland’
dolciv carole.
al‘ crine ^

^
..

Verginelle pellegrine,
Spofe elette al gran Signore i

Di Fridian gloria , e fplendorc.


Di Topazzi di Zaffiri
Ci adorniam fante corone,
Verginelle *n bei deliri
Di poggial i’ alto Elicone, '
.

S P I R I T V A L I, 427.
Oli’ ha lode gloriofo •
• i

Gicsù dolce amato fpofo^ -i

Diademe, lauri, e palme


Son bei pregi, alteri vanti
Di voi Vergin felici alme, .

Di Giesù fedeli amanti,


Qi^efte fan , che‘n Cìel s’ impetri ,

Corone auree, aurati Sce tri. !


-
.

Piaci d’ aura , aura gioconda ,


Qui ne fpiri Eoi foiirano*: '


. . . , .

Qui di grazia, fcn a’ abbonda,^


’l
• -

Gran favor di Fridiano ,


Qm d’amor s’ornano ii petti


Di dolcezze, e di diletti.
O Fridian Padre gentile, : ..]

Lodi ognun tuoi degni pregi. .r •

Maggio eterno, eterno Aprile ;


'
I

De’ aioi fìpr n’ adorni , e fregi < ;r ^

Mentre andiamo noi cantando


Tuo bel nome al Ciclo alzando,

LA NINNA
al Bambino
NANNA
G testi,

D olce gioia
Tu
Strali
dal Ciel di
della

a i cuor’, ali’ alme fiamma


fiamma*,’
sì begli occhi
> .

1,'
ì

D’ amorofo incendio, fcocchi \


O rraltiillo di Sant’ Anna l
Fa la ninna, fa la-nanna, •
1

O coruccio della Nonna, . r


• • •
, , >

Il più caro , ed il più .bello. ,': j.

Che nafcclTe mai da Dònna j


,
Tu che fei di Dio Agnello ^ .• •
.1
' . ...1. ì:. .
Hai

Digitized by Google
. ,

426 . - L A V D E 1

Che
per dar rormcnto , e pepa t •

-Sembra chioma, ed è catena. - I yìTt

Q^nt’a^lì occhi ognoi'r diletta, ' '


J^c’bci liimi il chiaro fgiurdo r^j.
Fuggi poi, ch’egli c lactta,
Fiero ftral ,
pungente dardo, ‘

La cui piaga in Itrana forre


Piace sì , ma guida a morte
Qnajnt’ è.ibella amata bocca,
“ Che tailor vezzofa rida ì 1 ,

Fijg^ ppi>,che di la’fTocca^ i

velen , eh’ a morte sfida , - b ~t’


>11 '
-
« »

Che’n bel tifo, o*n dolce canto


Scopre gioia, e porta pianto.
Volto , chiome , rifo, e (guardi
'! 1
CiàfFon fuor del -voltro -eriche ,.|
‘Angiiei, laccip, tofeo , e dardi L
!


So, che fletè ad ogni coie_,
Inrtruito a’vQfiri aifanni
C
F
I i
Torno a Dio, lafcio gl’inganni.

DI S. FRÌD/ANO,
D Amaranti-, c» di Viple -
'

;;^Intfecciàm' gfiirland’ alTrincy


!r£.guldiain àolciv carole^ ... S ^
>.

Verginelle pellegrine,
Spofe elette al gran Signore 1 .

Di Fridian gloria , e fplendorc.


Di Topazzi,, e di, Zaffiri
Ci adorniam fante corone.
Verginelle ’n bei defili ;
j

Di poggiavi’ alto Elicone,



r::j Ov’hft

Digitizetì by Google
,

S P I R I T V A L I, 42f.
Oli’ ha lode gloriofo -

Giesù dolce amato fpofo^ <

Diademe, lauri, e palme


Son bei pregi , alteri vanti
Di voi Vergin Felici alme, .

Di Giesù fedeli amanti


Quelle fan , che’n Cìel s’ impetri
Corone auree ,
aurati Scctri. ! .

Placid’ aura, aura gioconda .


»

Qui ne fpiri Eoi foiirano': '


i
'

Qui di grazia,’l fen a’ abbonda^ • '

Gran favor di Fridiano


Qm d’ amor s’ ornano i i petti
Di dolcezze, e di diletti.
O Fridian Padre gentile, ..j

Lodi ognun tuoi degni pregi . . i


Maggio eterno, eterno Aprile ; ’


i

De’ tuoi fior n’ adorni , e fregi ^ ^

Mentre andiamo noi cantando


Tuo bel nome al Cielo alzando,

LA NINNA N A N N
al Bambino Gian, '

D olce gioia
Tu
Strali a
dal Ciel di
i
della Mamma*,’

cuor’, ali’
sì begli occhi
alme fiamma
-
, >


D’ amorofo incendio^ fcocchi j
O rraltiillo di Sant’ Anna l ,

Fala ninna, fa la nanna, '


'I
O comccio della Nonna , , , ì

Ilpiù caro, ed il più .bello.,- , i/


Che nafcefib mai da Dònna j

,
Tu che fei Pio Agnello .. ,
.« •
j 1

Digilized by Google
. j ,. ,

428 l;a V D E '•!

Hai per cafa una Capanna 5


Fa la ninna,. fa la nanna.
aperti , e rozzi tetti
Tra le paglie involto nafci
Per inoltrar, che degli Eletti
Sei frumento, che i cuor pafd,
O pili dolce della Manna 1

Fa la ninna, falamanna.
Se tu piangi , il mio cuor languc
Verrà tempo , e fpargerai
Non più lagrime , ma Sangue ;
Chiudi al pianto gli occhi ormai
Su col formo il tempo inganna
Fa la ninna, fa la nanna.
La boccuccia tua gioconda .

E’ una gròtta fcnz’ orrore,


Dove amor convien s’ afe onda,

Qu_ando ruba qualche core,i


O beltà dolce tiranna!
Fa la ninna , fa la nanna •
Per coprirti, o Pargoletto,
Che ftal nudojfenza manto.
Vorrei darti il fazzoletto,
Ch’ è bagnato del mio pianto ;
Lafcia il pianger, che t’affanna a»
^
Fa la ninna, fa la nanna.
Panni udir ftrida colà :

Zitto Figlio , fai perchè ?

Coir orecchie refe fta


L’Empio Erode, il crudo Rc^
Ch’alia morte ti condanna
Fa la ninna , fa la nanna
* ‘
• *
»

^ tyc/ràdette

Laude fipojfo» cantareyCmtf
Signor mio, che ’n Croce.

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Che nel mondo confida , E troppò
.. !' f,
'O. ’O','*'

van defire in petta anni- da ! Òi- -

mè , quanto s* inganna , Oimè , qiian«


'5'
J.

Digiltóed by Googic
. . ,

'
L A V D E

co s'inganna, , Mentre per vani-

' '


tà' tahró"'s*^
• -
affanna ,
'
tanto s’ affanna
r -

Non c fede nel ]Clondo,


Non è fpein.e ficura ; :

Ogni cofa quaggiù paifa , e non dura !

Anche l'ora preferite


i
Veloce fé ne fugge, e non fi fentc. I


A '
fottìi filo àppefa
Pende la vita miiana, ^
.


,
.

.i ....

Quanto fuperbaipiù , tante piti vana:


5, £ pò , che fémbra :fòrte i /

Fatto fenza vigor cede alla Morte


-O fièn vili abituri - • ....... ' *

- Di- neglette perfone,


O. fien Regie fuperbe 5
ivi ’l pie pone,
E con egual rigore, .

'

Con il ferro fatai termina l’ore.


D’alti feetri la forza
Non regge a tal deftino,
E rhuom , che fu felice , è più mefehino

5, Mcn-
L r^ngic
, .

S P I R rx V A L I. '4^1
^ Mentre fi vede giunco

Dalla culla alla tomba ih un fol punto.


. Delle fponde Eritree '

I più ricchi tdbri , .

Di molte non ifcampano i rigori ;


E in fine un fafib angufto
Chiude T ofla fpolpate anche d’ AuguftQÌ;
. Scorre colla Xua falce / . -

Fra le fchiere poffenti


. La Morte formidabile' à* .viventi , '
\
5, E dalla deftra invitta . ,
.
^ ^

L’armata turba alfin cade fconfitta.


Cosi pretto non langue V T '

Frefca rofa d* Aprile j <; . .* ' -


Polve cori non v’ha negletta e vile,
3, Come la vita noftra >
,,

Fuggitiva da noi cotto- fi mottra


E pur r huomo pretende ‘

Temerario Gigante • •

Contro l' alto Motor farfi arrogante


5, E con fuperbi ordegni / .c

Macchinando va. Tempre alti' difegni..


Per Ciel delle glorie
il .
*

Sopra i vanni di cera . - *

Spiegar’il volo ardimentofo ipera 5



;

'5, Ma
quando il Tuoi non rade,
. Entro un Mar di miferie Icaro cade .
Solo in Dio fi ritrova
Vero ben, vera pace;
Ciò^ ch’c riungi da Dio, tutto c fallace.
„ Egli è vero conforto, - . i

Vera fpeme ficura, c vero Porto,. '

Verità, che non erra, •


.

Via, che guida ali’ Empirò,’


Vita,

Digilized by Coogle
, , , ..

: : L .D E A v '

Vita , che non ammette alcun martiro j

Incillnguibii lurae , .

Bontà , Scudo , Tefbr, Dcftino j e Nume.


Rcfti pur dunque il Mondo
Col fuo ben lufmghiero
Ne fia , che rperi in lui più ’l mio penfìero
'
Maledetto l’ardire, ^

Che Dio lafciando, airhiiohi vuol’ aderire.


; -, .
.< > -
.

CQNSOL.AZJONE DEL
dejideno non fi trova fe mn.m Dio',
*

M
t. •
• . .

io Defir forfennato,* .
'

A che tanto t’ affanni?.


FtTma.,jdeli\£erma 1 mal rpiegan vanni j
,, Che /ven turato fine
- i .

D’ imo ftolto volar fon le mine . . i

Se poggiar fulle cime.


Vuoi d’umana grandezza.
Il precipizio avrai pari all’ altezza, •

,,rNe del fuperbo volou- >

Altro il premio farà , che feorno ,e duolo.


Ove il Sol di beltade . :

Più rifplenda, ed avvampi.


Se andrai vicino ailufinghierl lampi,
„ Da grave ardore oppreflb
Diftruggerai le piume , e in un te fteflb
S’a i mondani diletti
Volgerai lieto Tali,
Avrai con poca gioia immenfl mali
n E proverai feontento
Che il goder di quaggiù tutto è tormento.
Ma fé gioie veraci
non finte grandezze.

Digitized by Google'
, , ,j ,

S P I I R
A L I. 433 T V
eterne vuoi non fragili bellezze,
S’

,, Da
queft’ ofeura balza
Lungi, lungi, o defir, il volo innalza.
Oltre ai Cieli, oltre agli aftrl
L’ali aprir ti conviene

'Ivi c il vero gioire, il sommo bene;


„ Ovunque ti raggiri.
Se là noi cerchi, in van trovarlo afpiri.
Egli è l’ampia miniera
Di ricchezza infinita
Torrente di piacer, fonte di vita,
„ Egll’l beato amore.
Che avviva più, quanto più ftruggeil core.
E’ daireflùr divifo.
Chi da lui fi difgiunge.
Chi non c prefib a lui , dal tutte è lunge,
„ Ne fa mai fempre in doglia.
Chi vuol’ altro che lui , quel, che fi voglia,
,

GL/ ATTI DI VIRTjr


Necejfari yer falvarfi

DI FEDE, »

Er far r Atto di Fede,


P E mofirar veramente
STin’ è Crilliano, e crede fermamente j

„ Avanti di morire
Bifogna per falvarfi cosi dire :

Credo pari, ed uguali,


E confeiTo per tanto
Padre, Figliuolo, e lo Spirito Santo^
» *
I

T E eh’ un
/

Digilized by Google
,, , ..,,

.,4
' '
I A V D E
.X E eh’ un fol Dio ci fia,
^
Che diede l’ effer’ all* anima mia
Il Figliuol fi fece hitomo
E per noi morì in Croce
Con tormento crudel’ , e pena atroce j
p,
Refufeitò di poi,
E fall al Cielo per condurvi noi

. Alla fine del Mondo .

Di deve tornare

1 vivi , e morti tutti a
giudicare
A E con giudizio eterno,
la gloria , a’ rei Inferno
A’ buoni dar
l’

Z>/ SPERANZA,

G Lorìofo mio Dìo,


Dalla volita Domade
Degli peccati mìci fpero pietade
^ E che nel Earadilo
Vn dì V abbia a goder a vifo a vifo.
Qi^fto fpero , e
confido
^Tn virtù di quel Sangue,
Che fparfe Giesù Crifto in
Croce cfangue,
E per l* opere buone
fpero far per voftra concemonc <
*
Che

DI CARITÀ

O E
Mio Dio ,
Sommo
perchè
ben*, iò vi
fopra ogn’ altra cofa voi
fol
fiete
bramo
amoj
’v Vuo’più torto morire.
Che d’ offendervi piu aver' ardire.

DI
Dlgillitìd by f .ooqh
, , , , . ,.

S P 1 R I TV A L I. 435

DI CONTRIZIONE
Erchè voi fiere un Bene,
P O mio Dio , infinito
Degno d’ efler amato , e riverito ‘

„ Più di tutte le cofe


Che la Divina voftra man difpofe: -

'
Perciò tutto dolente
E pentito di core
Mi dolgo avervi ofFefo, mio Signore,
„ E voi propongo amare
Ne viio’, colvoftro aiuto, più peccare.
rNA TESTA U rN MORTO .

— ^
PARLA. t

E hi vira beata,
S Se del Cie’.o l’amorev
. O ’l terror’ Infernal non muove il core
,, Almen mio volto trillo
Ti converta a ben
far, e fcguir Grillo ,

.Tal fei forfè, ch’io fui,


(
Ma non del mal prefago )

Giovane , graziofo
ricco , , e vago j

„ Ed Gl* villa noiofa


- Apporta Tefchio mio ad ogni cofa.
il

Quella polve, che vedi,


E quelle offa fpolpate
Son le fpoglie del Corpo sfigurate;
„ Ma c deli* Alma
tormento il

Che morto in vivo fuoco abbmcio, c lièto


Ne ti parlo del peggio.
Che *1 ripenfarvi fole
T » In

ized by Googlc
, , . ..

45^ ’
L A V D E .

In eftremo m’ accrcfce il foinmo duolo


5,
Ti baili, eh’ allTnferno
Raggio non giunge mai del Sol’ eterno
Or fc vita non cangi.
Ed a mie fpefe impari
Forz*è, eh’ a venir qua tu ti prepari j
,, Ove
per Tempre avrai
Fiamme, ghiacci, flrapazzi, e pene , c guai
t

DEL BAMBINO GIESf^\


che ^ian^e *

Vel Fanciiiiiin , che vedi Al-

ma ) che piange Alma


, ,
che piange
. ,.

S P I R I T V A L J. 437

imi

Amalo , fervilo pur , eh' è Re del

Cielo'.

Sul fiena gkee^ ma- ho! Cìek> regna ,


jj-Immcnfa’fhKc cojrrp^ In mortai Vélo ;
'
AmaIo^‘f?'rvi§D;piìr^ è'.Re: del Ciclo
Tra -dae.ghuTietiù'rta^-ptti:^ adorato ‘

„ Dagli Angeli, e con rivei’entè zelo ;

'Amalo, férvìro, pur eh’ è Re del Gelo.


Per te ne gloria,, ne fuó Regno cura,
,,, Gioifce^nel patire arde d*. amore j
Amalo , fervilo pur con mtto il core

^ L r R :’A - . .
'

Jìmile .

Orta celato dentro del fuo petto


PMaio
Vn bel peniìer
r ho feorto
il Fanciullin , eh* è natOj

, eh’ egli è innamorato
Pigliò una Spola',; a cui donò’l fuo cuore;
Di ‘gloria la"’dotò:> ma ella ingratg. ^
.
*

Dal fuo vero amator s'è allontanata.


.. .Vi T 3

r-j- ?ed by Googic


— , .

458 L A V D E
Egli, che- del fuo amor pur troppo ardea,
,, Per cercarla s’ accinfe , e venne in- rei ra;
-

Tanro il defio lo fpinle, e’ gli fc


Mutato il rcal manto in velie umile
Tacito ilaflì il pargoletto Dio, - •.

Coprendo lo Iplendor , Icoprc il delio


Cile chìufa fìama è Tempre mai più ardente,
„ E Te pur-crefee, tenta dilatarli, .
.

In alcun modo più non può celarfì. '-

Ahi,cli’io m’av veggio, o bel Fanciul, che piàgi •

„ Per immenfa pietà , e panni udire , . .

Che per la Spola ingrata vuoi morire.

prego a GIESr CRISTO.

Vefto Tofpi- ro ar-

— .
— A

dente , Onde 1* alma fen va,

te rinvio rovente , Dolce Signor pie^


,, ,

SPIRITVALI. 4^9

tà.

Signor , quefti miei pianti


E ’l lagrimar fedti

^ Al tuo bel Troll davanti


Chieggion mercede n Cicl,
Mercè, merc^^d’ ornai.
Soccorrimi Giesu
Clie’n tant’angofce, e guai
Viver non poifo piìì^
JL’aftìitt’ anima mia
Tra durimartir
si
Ha fempre vita ria 5
Ne fa, che fia gioir . .

Solo 'n te fuo conforto , '

Si rafferena aimc

^ Che tramontana, e porco
Sei di Tua viva fe.
Dunque da’ tuoi bei lumi
Scintilla efca d’anior,

0, Ch’ardendo mi confinili
D’alta dolcezza*! cor.
Deh come in tal diletto
Felice efulterò, :

Canoro augellerto
Tue lodi canterò !

Signor , tu quel pur fei,


Ls cui diva bontà
T 4 Fa»

Digitized by Google
. ,

440 L A V D E
,, Fa , che i peccati mici
Trovili dolce pietà.
Gics’.i Redenror mio
Ricevi alma limi!,
1‘

„ Che reco eterno Dio


Goda nel fagro ovil,

VE R U ASC T NS IONE
DEL SJGjxORE,
N fi fa gran feita,
Ciel
I il Signor,
Salito vi è
,, A che
tal mai non rcfta
Suron*, e canto d’amor.
Gloria in Excelfis Deo,
Che per la Tua bontà
5, Vint*ha
dei Demonreo
L’orribil podeftà.
Ofanna trionfale
AI monarca de* Re,
5, Che per far’ immortale
L’hiiomo, a morte fi die.
Encomj , applaufi, e lodi .

Al vincitor Giesù:
„ Che il Mondo in dolci modi
Tratt' ha di fervitii
O quanta è l’ allegrezza!
,

O quant’è quel gioir!


„ Non puoflì aver vivezza.
Che lo vaglia a ridir j

Poiché r intendimento
D’ alma giufta , e fedel
Si perde al bel concento
Degli Angeli, c del CieU .

La
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SPIRI T V A L I. *44,1.

Le due predette- Laude fi pojfon cantare^


come , De’ cuor , ovvero , Giosù O
‘Crocififlb

CONSIGLIO JÌLL ANIME

Alcun vi

fpirti erranti , Che ’n gioia, e canti pec-

cator Ila, Nonio credete. Non lo cre-

irtir

dete , eli’ è ^
by Google
. , , .. ,

L A V-D E : : :
I

HHi

jL. . 02S:-1 li—

tàjNonlo crcdetejche vani- tà.

Quando che’l fenfo vi alletta, e dice,


è fol felice , chi goder sa
,, Non lo credete , eh’ è vanità
Mentre il Demonio con falfe frodi
Vi dona lodi di purità,
li Non lo credete , eh’ è vanità
Àllor, che’l mondo empio, e mt^ndacc
Ombra di pace crudcl vi dà ,• —
„ Non lo credete , eh’ è vanità
Se mai intendefte, che mort’ eterna
Patria fuperna all’ alme dà, ••
„ Non] lo credete, eh’ è) vanità .
Chi vi dicefle, che’l rio peccato- ì-
Ne fa beato chi a lui fi dà
„ Non lo credete, eh’ è vanità.’ ^

E fe d’ Inferno l’orror piu crudo


Sembrafiì feudo di verità,
,, Non lo credete , eh’ è vanità ^
Ma quando *1 feno fplende d’amore j

Del Creatore , che a voi fi dà


„ Tutti avvampate di carità
J? / S, GIROLAMO.
G '
Irolam santo dal Ciclo applaudì

'
Alle tue laudi, ch’io prendo a diri
- ' '
^ •
. r Eda
' '

, (Jooglc'
. , ,, ,.

S P I R T T V A L I. V?
E dà vigor* al mio Hefir
Ma che parlo? fé dalla. fcicnza
di
E fapienza, che t* adornò,
lo m’ incomincio 5 mai finirò
Tu dotto in fonuno le fagre carré
'Per ogni parte fcorrefti già.
Render bramando loro beltà •

Fatto dei Mondo Oraeoi vero


Quei che di Piero fiicceflbr*è*
Ne’ maggior dubbi ricorre a te^
Forfè mi volgo a* tuoi coftumi
'
Che furon lumi chiari quaggiù »
Onde illuftrata la Chiefa fu !

L’annofa vita contemplativa,


'
E
infieme attiva la notte e '1 di
A noi d’efempio Tempre fiori.
Or di Berlemme, or di Seria
Calchi la via deferta più
Per goder meglio Crifto Giesù
Ivi digiuni, flagelli, e pianti
Sono gl’incanti, con che il tuo cuei^
Doma d’ Inferno il rio furor . • *

Ahi che per getti cotanto grandi


Ed ammirandi, lingua mortai
Manca di forze, e nulla vai »
Dunque dell* Alma tacito affetto
Ogni difetto corregga appien j
Se non il loda, l’adori almeno

T 6

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ANIMA DF S I DEROSA
.> Dt IL* Amor Divino,

Ant’ Amo- re , che

r anime accendi Di quel fuoco , che

t’ arde nel fèn j Vibra un lampo al imo


.

Vibra un lampo^ mio


•uu '

Il cr

cuore, e Ii ren^t Della, fircà il per-


j

duto^ feren.
'
!? ...

Della luce, che pura. sfavilla .

Su Regno immortale del Gel,


nel
„ Ove ogn’ Alma beata fcintilla, i

Qipndo fciolta è da quell’ uraan vcl . .4


Entro il Marc^del Mondo fallace

[
La mia Nave faiajTJiitia ne va; ; .M

5, Tu la fcoxgi al bel Porto di l^ce;
Ove fplende- Cita foimua bontà . ,,

Stamperò di virra. le bell’ orme*, / >

Se tal grazia implorando otterrò., •

„ E a tua voglia vivendo conforme;:;; i

Air Empirò un giorno n’ andrò


, • Quella

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,, .. ,, ,

44^ L A V D E
Qi^efta vita, che fiigge qual vento,
Io non temo di perder per te j
-

„ Ch*^ogni pena raflèmbra contento


[ A
chi afpetta l’eterna mercè,
ài fu. dunque quell’ anima volc
Alle sfere beate lafsù,
„ E fvelato rimiri quel Sole
Di cui il Sole rifplende quaggiù
Ivi adotta in un mar di contenti
''
Dagli affanni lontana vivrà,
^ E con dolci , e foavi concenti
X.e tue glorie in eterno dirà •

.. PER S. AGÌQESA.
O fefteggio di gioia, e di brio

I Nepiù lieto il penfiero mai fu,


^ Per] cantar di Colei, ch’ai fuo Dia
. Rinunziò tutto ciò , eh’ è quaggiù»
Qn^’è Agnefa la Vergin diletta,
Clh’a tre luftri ne meno arrivò,
„ E sì debole d’ anni perfetta
Al fuo Spofo Divin fi moftrò
Rofe , e gigli a formar la corona
Di tal Diva venite fu fu
„ A
chi tutto nel Mondo abbandona,
Vn bel premio delfina Giesù.
Ma di gigli , e di rofe immortali
Sia compofto il feno gentil,
A
premiar noftre pompe fon frali
In Agnefa un coraggio viril
Non badava alla Spofa di Crifio
Col Martirio finir’ i fuoi di^

jjEpcr
, ,

S P I R I T V A L I. 447
'*

j, E perciò con ftiipore s’ è vifto


Ghe caiidor virginale v^nnì.
’l

Turco ciò, ch’ili Agnefa fi mira


Ecl il feflb ,.e Tetà fuperò ;

Maria vero all*- Olimpo chi afpira^- -i j

Non dovrebbe far meno no no,


O Menali, eh’ al Mondo vivere ì -m ;

Dehvenite da Agnefa a imparar;


*' ‘

Della creta medcfima fiere,' -


" * '
Ne' volete cosi tollerar?
Ma verranne quel giorno finale, V//* ..

In cui Agnei'a vedraffi lafsù .

„ Far rimproveri al viver brutale.


Di chi -ftà fenipre'oziofo qflaggià-.:’
Dunque tutti moftriamo coraggio
•- Aituraprender’ un viver *fimil,

,y
Poiché avendo un’efempio sì faggio', t

.. Ne feguiiio è im azion troppo vii, .


. .

Ledue fuddette Lande fi po(fon cantare^


come , Della delira del mio Redentore

INCITO A PECCATORI
^ ricorrert a GieskCrifto,

S E*:
£ humii
1* pentLSTe de*
, .

448 .. t.iA'VrO E -r

ori i.r . , 1 1

falli commenL, Nrpiù coiTimetteffe, an-J

cor ,,che moriffe , Se /iiuom fi pentiflc , fc

l’.huoin fi pentìfle.1. . ..

Se l’ buoni rlcorrefle-^l trono di- Dio,. ---•


Che tiene ’l cuor rio, e pianger voleflTe*,
Sei* huom ricorreflc, ferhiioiiirreórrefle.
Avrebbe, ’f perdono datante fue pompe
Che tutte le rompe la grazia, e Tuo dono,
w- Avrebbe ’l pedono , avrebbe il perdono
^ctiic^ <roi tutti f eh’ ayetc'Rcecatéi
'
^
-

.^^..Corcuòr offinatp (m-getè .da^fu ett. È'


^

^.yenjLtu-yoirUitti , venite voLciirUt

Rompete legami de’ voftri nemici,


i

. 'Che paiono aulici, ma rendono infami;


Rompete i legami ^ rompete i legami . .

correte
c:_:' . '
:
. CoogU
.

SPIRITVALI. 44^
Correte ben pretto innanzi , che morte
Vi mandi alla forte del Regno funeftò;
Correre ben pretto , correte ben pretto
Clùcdete foccorfo al vottro Signore,
C. he ttà con amore gradendo il rimòrfo .•

Chiedete fbccopfo, chiedete foccorfo.


Vedete, che tiefie le mani inchiodate, ' •

Per fai: eh’ accctcùltevirn ranta fiiwbcneì


Vedete, che uehc,.kedafi^cKé-Cu^
Vedete, die verfa cc«-taBio doloiipi ' *
fagro filo core, per 1’ alma già perfa^
Il

Vedete, che verfa, vedete^ che verfa.


Vedete, che muore per darvi la vita

Con quella ferita il vottro Paftofe i
Vedete, che muore, vedete, chemuore^
Seijititc, che grida,. eh’ abbrucia di. iìitc, . ,}
Dell’ alma , eh* avete ribelkv'^d
Sentite, che grida, fentite, che grida.
V edete , eh’ accenna col capo chinacò , ^1
<

Ch’apert’ha’l coftato,e Tali l’ impenna;


Vedete, eh‘accenna , vedete ich’accenna.
G dolce Signore, ch'avete pàtitó> (re;
.

Per rhuó, ch’iinpetrito vi negaci Tua amo-^


. O dolce Signore, o; deke ^gHorev— ! :

Deh fare, ch’adeflb qnctt’huomo ribelle


D’amor le facelle ben prov’irr le ttcflb;
Deh fate, ch’adeflb, deh fate, ch’adeflb.
Acciocché piangendo domandi perdono •

A ^'oi che nel trono ne ttatc godendo;


,

Acciocché pia!igendo,acGÌocchè piangtdo*


O voi, ch’afcoltare la noftra canzone,.
Fi^ggire’l dragone^ c*ha l’ale infocate; i
O voi, cli’aÌGG)4tate,o voi, eh’ afcditate.

I Acciò

Digilized by Google
r

450. L A V E D
Acciò non abbiate a provare il fiio male ,
j
Ch’è Tempre infernale, ma sépre’l fnggiatej

Acciò non abbiate , acciò non abbiate .


-
!

PER S, FRANCESCO.
•B‘0*
He 1
^ ^ —

i
111 L
1

Ij 1 m— ^ trnmtmmM

Empr’a Dio grato Francefco c

# m

iftato, piaghe ha impc- trato

• Periimil- tà

àn d’anni venti fprezzò i parenti,


Gli amici intenti a vanità.
,,
Chiamava ognora per Tua Signora
„ Senza dimora la povertà.
Di molti Frati ha congregati,
. ^ E amm^ftrati in carità •

p.cgoU

.
'
'
/Googlc
. . . .

S P I R I T V A L 1 . 451
Regoh degna lor legge infcgna,
„ Che mai h fdegna per umiltà
Mai conrento, ch’oro, cd Argento
ili

„ VengVJ. Convento per povertà.


Grand’ aitiiienza, e penitenza,
„ Mai.rehftcnza fece a Giesù. •

Tinto infiammato, e, inebriato,


„ Pene iia guftato nel buon Gicsù
Seiafin tira,- Francefeo mila, *

„ Pace , e non ira gli dà tGiesù


Sul santo Monte fatt’hamio, un fonte
„ Sua membra punte del buon, Giesù*
Sue mani fante forate, e’nfrante, ... ,'i

n Petto , e le piante dal buon Giesù . .

Vuol, che tre chiodi Francefeo provi, f


„ L* amor rinniiovi al buon Giesù , .

Giorni quaranta fui Monte canta ,

„ La grazia Tanta del buon Giesù.


Gli Angioli, c’ Santi con dolci canti
c. Per. lui davanti ftanno.a Giesù»
La Croce amata e' fegiiitata,

„ E’ premiata dal buon’ Giesù.

^ BERNARDINO DA SIENA.
Einpre divino fu Bernardino ,
S D.i Serafino' amò Giesù.
Da Giovinetto fi ila-v’ abbietto,-

Tatto folctro cerca Giesù*


Sua pura mente ebbe fervente,....
,, Fugge, la gente per carità.
Fu sì purgato, cd a Dio dato.
Che mai impiegato fu.4i vanità,

Scmr

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.. .

45^ L A V D E
Sempre infiammato d’ Amor purgato,
„ Fu innamorato del buon Gìcsù
Maria brama, quella forama,
„ Sempre la chiama con purità .

Nel fior degli anni lafcìò gl’inganni,


„ Vedendo i panni di povertà .

L’ordin Minore amò di core,


„ Sendo il minore in umiltà
Predica degna Giesù gl’infegna,
„ Spiega dinfegna del buon Giesù. f

Volle fegiiirc Francefeo fire , 'i v'

„ Per non fallire amò' Giesù .


'

Pianfe i peccati degl’ induciti,


,, Ed odinati per carità . j >

Amò il patire p‘er confegiiire, '• ••

„ E per fruire il buon Giesù


Godi nel Regno- Bernardin degno, *
ìD
„ Sta a nói*fodegno,
"
prega Gìcsù.

lì)
Zff dne'fuddette Lande fi pojfon cantare
come , O' che pietade , :

'

FELICITA^ VERA., E SICVRA


in Raradifo-,

liyii

i
’E<iucda valle •
di ini-

fcrÌQ
Par così amena , e

vaga , or che fià quella Beata , e bel-

region’ di pace , '


Patria ve-

Se qucfto tcmpeflofo Mar :di pianto


Par dolce tanto, a chi con fragil barca
Errando il' varca, qual gioia, e conforto;
Sarà nel porto !
r
C
^ .

Se gra-

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.. , ,, ,

454 •
L A V D E
,
Segnato è’I campo, ove il cmdel nemico
Per odio antico guerra ognor ci muòve,
Che fia là ,dove a! vincìtor fi dona
L’alta Corona?
Deh lafciain dunque quella ofeura valle,
Che’l dritto calle della Via linarrira
Crifto n’ addita , e dice : ò Pellegrino
Ecco il cammino :

Prendi la Croce , e dietro a me t’ invia j


Io fon la via, e fono il vero Duce,
Che ne conduce alla Città fnperna
Di gloria eterna . ...

DIALOGO TRA CRISTO^


e l' Anima,]

A. Ome ti vedo
alme di rangii’afperro
Vw> È immcrlb nel dolor di morte,
tutt’
* O Guerrier forte , e chi t’ ha si piagato l
Ben crud’ è ftato
C. Mi tradì fiero , e dilleale amico *,

Piangend’il dico, ed altri mi lafciaro,


'Che pur giurato di feguir mia Porte,
'

Tra ceppi, e morte.


_
Io 'cord com’ Agnello alla tonfura
Tra gente dura, e per T altrui delitto.
Or qui confìtto fon, come tu vedi,
E mani , e piedi
E non già per Gttadi , o per Caftella
Ma per te bella, e dolce anima mia.
Che pers’ avea or con mio gran martore
:

Langiiifco , e moro
A. Deh come tardi or ti conofe* Amore :>
Spezzati, o core, in miJl’e mille parti,
Vuo’
r
S P I R I TV A L i; 4JJ
VIlo’ reguìtartl in dolorofe tempre >
Vuo’ pianger Tempre .

Le due fuddet te Laude fi sfiori cantare ,


eome^ Qi^ando la vaga. •

ui SANTO STEFANO''
Protomartire .

s
Ercno ’J Gelo , gio-

rt

iofo ’l Mondo, Con puro zelo d’ a-

mor giocondo , Con voce chiara

lodia-

Digi''--" by Google
, , . , .

45<5 .
LA V.D^E
I
mi
I
. lodìa no a 'gara DìStefan Santo la

^jorìa,e’l vanto, Di Stefan Santo la

A-


‘ gloria, e*I v^to;

Noi di fila gloria fedeli amanti.


L’alta vittoria con dolci cajciti
Spiegliiam ridenti , lieti , e contenti
. „ Ch’ al gioir noftro goda !1 bel cbioftro
O Martir degno, che primo fplendi
Nell’alto Regno, noftr’almc incendi
DI tue vivaci Divine faci
„ Che ’n ardore gioifea ’l core
tal’
Stefan beato , Martir gloriofo
Che porporato tutto pompofo
Con fommi onori negli alti Cori
31, Splendi ripieno di Dio il feno.
Ecco
Digiti
, . ,. , . ,

S P I R I T V A L I.
457
Ecco quai fono le pietre dure,
Pregiato dono, gioie ficure.
Perle, e Rubini, Coralli fini,
„ Son palm' aurata , gloria beata
Ó te felice, 'ch’orand’ al Cielo,
Mirar ti lice fenz’ ombra , o velo
Giesù tuo Duce, la trina luce,
„ Ch’a fe t’invita, fòrte gradita!
Deh , come
lieto tra gran" martori
Dicevi quieto: o corpo mori.
Se tu bell’ alma godi la palma
„ Che ’n tal martirio n'aurai l’ empirlo !

Or gloriofo da’ fommi lìdi


Odi amorofo de’ fervi fidi
le preci, e i voti puri, e divoti,
„ Principe grato , Stefan beato

PER S. BARTOLOMMEO,
A^ofiolo ,

E Qo che n Cielo imperla, e ’ndora


Chi aureo velo del Mondo infiora
l

Col bel fembiante , di' Grillo amante


,

„ Il Galileo Bartolommeo
Sono i bei pregia Ibno i bei vanti
Suoi gelli egregi , illuftri , e santi;
• Celeftij doni, fugar DeoK>ni,
divertir genti, pompe fpiendenti.
Mentre nel Miondo, vivendo umile
Lieto , e giocondo , d’ alnu virile
^
,
Seguì la luce del Tuo gran Duce,
,,
^Sinché le porte didruire a morte .*

D* Angeli eletti bel coro adorno


Cari diletti, dolce fóggiorno
> Provi
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, ,. ,. ,

458 ^
'
‘L A V D E
Provò felice rara Fenice
„ Fenice altera, Che*n Dio fol fpcra.
D’amor ardente sfavilla’! core,
Che santamente dei Salvadore
L’ alto Evangelo con puro zelo ’

'

5, Gija predicando , fervente orando .


O santa Fede , santo defio . .
*

Della mercede del fommo Dio !

Indi è , che nudo , Principe cnido


Fa ’l corpo divo fcorticar vivo
Giuoco foave, dolce contento
Stimò si grave, sì fier tormento;
Indi beato, decapitato
Gode bell’ alma del Ciel la palma
Or di fue lodi , Tuoi degni vanti
Con dolci modi , con lieti canti
Ciafenn gareggi, cinfcun fefteggi
'

Ch’ ei Divo inspiri nofiri defili . '

l,€ dw fo$rad dette Laude fi pojfon cantare >


Te mio Signore.

ALLA MADONNA,
11^11

I, ch’io ti viio* lodare.

Maria
,

S P I R I TV A L I. 459

Maria Vergine bella, Madre de’

gli Angeli Regina fingo- lare

Si, ch’io ci viro’ lodare, Si, ch’aio ti

Il

vuo’ lo- dare V z Sì,


, J
. , ,,
,

4éo L A V D E
Sì, che tu queir Arca
fe’

Pien di manna foavc.


Scala del Paradifo, porta j e chiave,
Di quefto tempedofo mar la barca
'
Sì, che tu fe’ quell’ Arca.
Sì, che fei Fiore, e Rofa,
Giglio candido , e bello
Cipreffo , Cedro , e Platano novello
Ballamo , Oliva in campo rpeciofa ,
^

„ Sì, che fe Fiore, e Rofa.


Sì, eh* in eternitade
Dal Padre fofti eletta <

^
.

Abitazion di Dio tanto perfetta,


Madre di grazia, e Madre di pietade,
eternitade
„ Sì , eh’ in
Sì , che tu fei Maria
Serafina d’ amore , ^

Chembina per merito, e fplendore,'


Angelica ,pcr grazia , vmil , e pia ,
^
.

„ Sì, "che tu fei Maria.


Sì , eh’ a te Madre pia ^

Vengono i tuoi Figlioli


Tentati, afflitti, abbandonati, e foli.
Come noflro refugio , e nollra via
Sì, eh’ a te Madre pia.

La /addetta Lauda fi ho cantare comc y


Amor Giesii Amore.

G. ilv
5 P I R I T V A L r. 4 éi
JSIBLLA N AT JT^IT A DEL
SIGNORE,

li , Or non fi pianga più , , Cio^

ite su, gioì- te su, Sonate

cette , e ciinbali , Ch’ c nato il buon Gic-

R 3 sù.

Digr'S— Cinigie
, . .

1 L A V D E

Miratelo , miratelo
Quant’ è pieii di beltà
Egli è quel Sol, egli è quel Sol,
^ : di’ un Paradifo Iplendcrc • - • -

• - . .

In vii Capanna fà.


, Rubatelo , rubatelo ’
.

Da quel fien , ov’ egli è


Patifce in vèr, patiicein ver,
E per Cuna porgetegli
11 cuore pien di fe
'
; Scaldatelo j iealdatelo^ -

Col fuoco deir Amór : ^

. Trema dal gìel, trema dal glel,


E voftro fello accendali
’l

Per dar luogo al Signor.


Stri igcte'o, ftringetelo
Nel volilo cuor sì sì*,
' • - Tenetel pur, tenetel pur, •


Acciò da voi non partali
''
Mai .pi lì la nòtte, e ?1 dì. .

PER IL SANTISSIMO NOME


di Maria»

g/iibSìla , rfii giubbila


Di gioia in petto il cor
Se
.,

S P R T V A L I. 463
I I
Se chiamo a ognor, fc ch.amo a ognor
Malìa nome doIcilTìmo,
Malia del Cid’onor.
»Dìihuggomi ,diliniggoaii, ,v .

Chiamando te mio ben.


Ahi ; che t mio féi , ahi , che *1 mio fen
v. . Sempre , Maria , invocandoti
Vien di dolcezza nien,
Accendefi, accendefi
Il cuor verlb il Signor

DI i^nto ardor , di sarttoardor, 1


• » :


Se mia 4>eeca nomina - 1
, - -•

. BeÌiL2uàio^EeÌli2ìmo.^’
E”i nome tuo si si,
La notte , c ’l dì , la notte , c ’l dì .

Chiamerò la mia Vergine,


Che/l cctor: già ini ferì.
' Amabile/,' ain^ite _j .

Coy ^
~’~
I làlf fó clilajnda^r^'tìón' '
:

m,u .Sol .gruJ^S^fo» grt^rÒ : j,


'

O Nome Toavimmo
Che;donar vita può
O Vergine, o Vergine,
Xhi. noii tanvoclierà ?.


nOgnun dirà, ognun dirà*, * :
<

^ ,
Ch’ è il nome mo dell’ Anime - ‘
'
:

«... L.. .aita felicita


.L. i ^ - l

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464 L A V D E

A GIESr CROCIFISSO,

pcn- di,Gicsu dolce a te d* avan-

ti Spargo ognor lagrime, e pian-

ti
i
Deh qiieh^ alma,e1 mio cuor prendi »

Ch’io
, . . .,

;
S P I R I T V A L I. 465

guifco in dure .. pe- ne

Quelle piaghe rimirando.


Quelle fpine sì pungcnri,
E quei crudi afpri tormenti.
Mi fan viver rofpirando,
,,Che mia colpa umìl fofFrifti
Onde in Croce ne languifti
Deh quel fangiie immaciilato ,
Che verfafti puro Agnello,
Giesù mio, deh fia pur quello.
Che mio fallo abbia fanato ,
’]

„ Che’I mio cuor pudico, e mondo


Ne gioifca *n te giocondo
Se rimiro ’I bel fembiante.
Che Empireo raflerena
l’

Tra dur’ acerba pena,


Refto pallido, e tremante,


'i, Che quel Dio, che ’l tutto regge,
Cruda morte in Croce elegge.
, . j ,.^, . .

'

^66 D E
La J,nmitc occhi mie’ laflì
V aff ra- morte ciel' Signore ' •
' ’ •

y"'E ili frangiti mio core,


4cco;npagaa i duri Tailì , .

%*; Gii’ al morir del loro


Dio -
.Per pictade ^l^unTanguio!
Sù beir alme ’n duro' .'pianto ^

Contemplate’! Crocifilfo,
—• Meco ’l cuor tenendo fitlb !. .
- •

* NelDivin fuo Y.o>tO' santa y -


_
Non vedete, ch’.ei invita
. A goder gloria infinita ^

T’AiJ S. GIO: Gf^ALBE'RTO

E Fa
Cco Flora di ritorna.
Onde Ciel d’Etmria
’l
’l

lume, ond’ei s* adorna,


del
bella

Cintia, Aurora, e Febo ftella.


Arno al Sol eh’ in te fi cole
,

Cede l’ Alba e cede il Sole


,

Ei per far Tue degne imprefe,


Vivi rai di pur’ ardore
Poiché pronto a chi l’ offefe
Perdonò l’indegno errore
Ai piacer voltò le fpaile.
Fa fuo Gel l’Ombrofa Valle
L’almo Eroe d’empio ‘omicida
Non sì tofto il fall’ oblia ,
-

Che veloce, ove lo guida


Sagro affetto il pied’ invia
E* da Criftó ha’n fagro Tempio
D’alta grazia illuff r’ efempio
, .

SPIRITVALI. 4^7
^A’Tiioi preghi, o maraviglia,
5’ inchijnò dipinta. Imago ^


Gnd’ei fubito -s’appiglia
"

A xangiar l’abito vago
jChe yeftia* di [gpmine , c d’oflro.
Nell’ orror d’ un’ iimll cbioftro.
Tra i’^anguftie d’^ermo loco .

Si racchiude il pio Giovanni,


— T-cansiaodo it\jcqmpo,poco ^
.

'•;;jRÌGche»^rpoglie in rozzi panni,


^
'Fa’TEtruria un nuovo Deio,
.--^^hiaròlux terra, e chiaro in Ciclo.

,iJU^diie\‘fuÀd^ttt Laude Jl pa.(fon cantare ^


come , Quaht’ è dolce

' -N- - J ^ » t

l "' imORAZIAMENTO AL
S IG NÒ R F.
1
ly

Ignor ti bene-

'
dico, Signor laude a te dico, Che
y $ fàen*
” . }

4^8
"
L À V D E.^
' ‘


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. ^ j J'


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;_IS* — 1 i.

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V/
-» M— *•

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'
menti* ero cadii- to Corretti a ’
*
f » ! • I

darmi a- iu- to, O fingolar -bon'

t.-s — ff

iSlii :a5 aj
E— :

f#|gg|
. rade , Ch’ ebbe di me pietà- .del-

'

Il mio avverìario fiero» ..

Delle mie fpoglie altiero, i

M’avea ferito, e vinto, ‘ '


i

E poco men , eh’ ettinto


,, O man pictòfa, e folte,
Oie mi campò da morte I
A more’ ero vicino, .
'
’ '
i

Quando d’ olio,' e di .vino -, . i

Mi imgefti i e mi - lavafti - |

E te piaghe fógàfti j' " ' " ,


!

„ O benedetta m^o |

Dei buon Sammaritano 1


UoHo
,
Cooglc
, ,

S P I RI TV ALI. ‘ "
46^
*
L* olio fu ’l dolce affetto ' r

Del tuo paterno petto ,


E’I vino puro fangue,
Cb’ ufcì dat corpo efangue ;
O caritade dhiinenfa , .>

Che tal grazia dil'penfa!


'

Ringrazia anima mia • '


-
c
i
•"
’l

La man potente; e pia,*


Che Tana ogni tua piaga, ‘

Ogni tua doglia appaga:


,, O lingua , o fenfi , o corc
Benedite il Signore
^
l
• •

. , i

DELIBERAZIONE DJ LASCIARE '

il' PeccÀto ,

D Eh piangi
L’ antica tua follia
Deh piangi afflitto coir
'Anima mia'

' Il tuo^paifato errore, •

,, E.i dì trilli j, e penofi,

,|Che ti parcan gioiofi v


' •
ri

^Qifventur^ti 'giorni

- y
'
/ì ..ifFallaceffìenoe- adorni,’ .1 ’
> •'
•Quando, lungi da Dio - *

'
Lo sfrenato defio
5, Per vie fangofe , e torte
Mi trafportava a morte! « «

*
La* fiamma jov’io giacca^ "
;
V.

Letto'jdi fior crcdèa,'


.. .. L^aflfcnzio^, il toico , e *1 fcle
Parcami ambrofia , e mele j
3, E le tenebre mie.
Lucidi mezzo die. -

r .
byGi^Lj^le
, , r.

4*70 : : L A y,D;E < i

Mirerò me, qual Mago


lAla mìa pena vago
M’ avea sì trasformato ?
ir mio proprio peccato
,,Lalfo a me, fu f incanto.
Che mi cambiò cotanto .
In forma , e villa umanar -

M
Era una lieta llrana v , <
: i
'
1 ; ' i .

Brutto animale, e.ftolto,'.


In mille vizzi involto j
„ Nella puzza, e. nel fango:
Or me n’ accorgo , e piange.
Deh piangi alma pentita
’ Morte^délla tua'vita ; v.v..:'
Mercede a’ santi, piedi .

Da te confitti chiedi
„ Sì, che com cinque rivi;
Ti lavi, e ti ravvivi.

PECCATQR CONTRITO.

r.
I grav’ è T error , Chelagri-

inar mi fa, ClVio vuo’ pianger 1

fcii^-
S P I R I TV A L I. 471

fempre, fìnch'io trovi ’n te ,


pietà 5

/O . xhc gran dolor Mi tra-.

'1 petto aline ,


Qaefto pianro-

mio m’ interceda, o Dio. , mercè , •

Se dal buon fentier, ,


. . ) . ,
'

Se dal filo beh parti i :

Uahna torni ornai al càmin,ch*ella fmarri;


„ 0 fplendor del ver .
'
, -

Al
, , , , .

47Pe •
L A V D' E
Al defir,che traviò
" Tito Divino Tguardo fcorta fia co *i raggi
«Ne da, te partir,, i

. Ne vaneggiar vuò* più', i

Se mi, dai foccorfo^ fc nììi tr^da’lacpi


„ Non lafciar. perir ^

L’ buorh che cieco a cader va ,


, .
'
.

Tu mi porgf aita , tu la man Signor mi dà.


•Non- m’ abbandonar


Che fol fp'eranza ho ,*n te ,

. Nella mortb tua mia innocenza fi rifè.


Ben fu* mio ’l- peccar
Ma’! tuo amor mi ricomprò;- -

E queft'e quél nodo,Giesù mio, che d legò.


Senza te , che fon 2 .

• '-'
Che défiar vuo’quì? •

]
*
Il Mond’è fallace, mifer quel, che lo feguì,

O foave.fuon, . ...

Se per me s*afcolterà (mera.


Tua vocé dal Cielo , ch’ai Clel me richia-

NELLA NATIVITÀ' BEL SIG,

O R , eh’ in terra
Del Paradifo vien
Ogni cuor
il Re
fefteggi di ledzia immenfa pienj
5,Fefieggiam , perchè
Per amor quel , eh’ è immortai (mortai.
Re di gloria , prende forma d’ huom , fi fa
Giubbiliam pur' or
Ch’ è nato a noi Giesù : '
Pargoletto preme il ficn fra l’AfincllVl Bu,
a; O infinito amor
. ..

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, , , ,

S P I R I T V A L I 47;
Dì Gìesii gran
che vicn Re
(
fen. ,

Dal fìdiato Regno, grazie a noi portand’in


Fefteggianti or fu, -
'

Alla Capanna andiam , , .

Che del Ciel* i cori ièìitirem cantar, corria:


„ Su non tardiam più.
Perch’ornai giace fu ’l fien [do tien.
Il gran Re del Ciclo, che nel pugno’l mon-
O dolce Bambìn, li .

.


Che fol per. noftr* amor ftricor
N ato fei , deh infiamma del tuo paor i no-

> hob ^ ^

.... Cantia Scpfe lieti, Divin VÌerbò,Rc de’Rc .

ALLA MADONNA,
XT Erginella limi!
•''V'* "Mature Salvador, --- -del *. . . ì.

:7“3Ddr.^aipireo santo DivinifÈmo tcfdr


Càmlidetto’ fior',- .

' Divo fpe£c4 do di bontà, ^ . .. .

De’ tuoi fervi fidi, o Maria, dolce pietà.


O Stella del Mar;
'

Che parcprifii’l Sol ,

:
' Con tue luci anienù npdifBopri i’ alto poii
- '
O_divq.fp!cnt!or;*'
. Ò
bel faggio unTcd , e triti, Aro fin ' '

' Chedi grazie adorai, deh nc guida al nb-


Prcndi’n sì bel dì
Noftro fervente zel, , (Ciel, .

Chenollr’alme,e cuori, fol’ afpirin grazie’n-


„ Fonte di virtù ,
Raggio Divin* , e feren
‘ • Scorta
i*

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474 V L A V D E •

,• Scorta di falate,deh n’accogli’n tuo bclTen> ,

. Orcantiam di te .

In graziofo fuon : ,!.> .


[sen I

Degni pregi, e vanti, dive pompe al tuo bel


; Che ne voglia dai» u ... .
^

Nel celefte, e santo Empire i •


^ l

. Lieta pace , e vera , con eterno almo gioir,

IL PECCATORE ABBANDONA
il Mondo ,


\

*
Io t’ho feguito Mondo fal-

lace, S’io t’ho fervito, me ne di-


'
'
fpia- ce. Non ti

• u fervirò
,. 1
S P I R I T V A L I. 471

ITTOt

i'cTvirò piu ,
Perch’amo il biionGie-

c:.
u
i
i
1
t N
1
'

3
3
sCi Non ti fervirò più, Perch’a

Nili
TOBUa

mo il buon Giesù , Perdi* amo il

buon Giesìi.

O difleale, perfido, e ’n grato.


Mondo perverfo , Mondo rpietato
„ Non ti fervirò più.
Perdi’ amo il buon Giesù
Perch’amo il buon Giesù.
' Or ben
, ,

. 47^ • 1 A V D E I

Or ben conofco. Mondo cnidcle,



’ Come Tei falfo come infedele
, ^ Noni cc.
Mentre con vana Ipcme-^
n’allctti
. Ne (ioni atfandrco doglie dtrcmciNon,cc.
Son i tuoi fifi, jfon i cuoi Canti, .

Mondo nemico-, fofpin e pianti^ Non, cc. ,


'

Non curo pompe, non vuo’tuc gioie,


Che di bell’ alma fon dure noie Non, ec,- :

Celati inicqiio, ftruggiii dentro


^ JSJel bafiò Infernò,nel crudo cetro:Non,ec.
A Dio per ,ft mpre , “p frandolen te ,
-

. Reità piangendo, perch’io ridente, Nou,ee,

PER S. FILIPPO BEKIZZP

N
,,
ei Ciel beato candida, e bella
Splende Filippo, qual nuova Stella,
Per vagheggiar -dev’ è, -

Volghiamo l’occhio, c’I piè.


Miriam divoti , quando nafeentc
Al par del Sole ndrOrieme
'

A noi veder fi fa
,, . ,


Cinto ti’ alta bekà-è-
' •

'Quand’egli in fafee, del filo Signore


Accefi l’alma fegue T ardore,
„ Qual bd raggio fercn . i

Scintilla nel fiio fen !

O fagra luce, fplendida feorta,


Acciò non fofle tra l’ ombre aflbrta

„ Ogni maggior virtù


Che lume al cuor gli fu.
Allor eh’ a’ monti tutto anelante,
E a' colli alpdlri volfe le piante
1

SPIRI XV ALI. 477


5> Che non oprò l’anior]
La’ tra qiie* ciechi orrot?-. -

Del Ciocifìffo ciitco infiammato,'; ,

Del Divin fuoco arfe beacó,i,


,, E dov’egli mirò, . •;
ì .

Ogn’ ombra dileguò J


Q^nto quel core,
felice farà .

I)’onde Filippo fuga l’orrore,


,, La cui mercè così
1
'
I

Vedrà T eterno dì, •
-r

Che nafce all’ alme lafsù nel Cielo


Senza adombrarfi di,nubc,lo! .

5, Ma per Tempre additar ' ‘


'

Gioia fèiiza penar . . i : i ;

L A r B A »

^er eantarfi heW dndare Alla S» €afa


di Loreto, . . .

Il valorofo ,
e’I for- te Corra lie-

to.
,.git
I

to , e velo- ce in pred’ a morte :

Dietro a g’oria non ve- ra, Che come

<!^'Polve al vento, Si disperge per T ària in

un momcn- to, ^ /5idifperge per -

r“ • ...

l’ana in im momento.
, ,, , .

SPIRITVA-LI. 479
Ma' noi colmi di fede.
Sotto sagro Stendardo
Volgercm dunque neghittofo, c tardo
A quelle mura ’I piede ,
- ‘
r

Ove ’l benigno Dio »-

„ 1 Fonti di (ne grazie al Mondò aprio?


Per foverchio diletto , '

In lagrime d’amore,
Là porgeremo dileguato’! core,
A quel beato tetto
Ove venne fecondo
,, Verginal feno a riftorar’ ib Mondo . ^

Mena i giorni felici'y ' . ‘o-,


.. Qii cangia Terra , c Mare -•

Regie , e Moli mirando eccelle , e rare,


Per diverfe pendici';
Ma divengono al fine ..

Le più ampie Città, fallì, e mine.


Noi per vari paefi .
' :

Oggi' pellegrinando , '


-

Sol celefti ftupori andrcm mirando ,


'

Di carìtade accefi :

Queft’ è con puro zelo


Andar per terra, e viaggiar pel Cielo.
Colà , dove fi pofa
Fra’l Tebro, e’I Trafimeno,
Vn’Augufta Città d’Etruria'n feno :

Di queir eccella Spofa


Vedremo cerchio aurato,
’l

ti di' a lei per pegno verginal fu dato

Del Serafico umile.


Voce dal Cicl rimbomba
Ch’ andiam divoti a venerar la tomba :

Per farlo a fc'fimile


Le
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,, , , . ..

;L' A' V D E
"

48 o
Le fuc ferite ftefle
5, Vero cambio d'amor Giesù.grimpreffe.
Moviamo ‘1 piè leggiero.
Là, dove li circonda ‘
.

Dal nevofo Appennìn valle fecónda


A quell* alto miltero, » , .

Che’n tre palle s’aduna, :

„ Che quanto pe fan. tre, tanto pes*. una.


Là dal sagto ricetto
Della Vergine pia .
>

Al Figlio in Croce ’lpellcgrin s’invia


Cqu riverente, affetto ^ .

Che lereno ciglio


piio’l "’f* .
'

„ Della Madre turbar , chi lafda ’l Figlio


Ma chi.divoto, e {^o
Sta nel Tugurio santo , . f
'

Dove crebbe Giesù, può darli vanto


D’effer*in Ciel con Dio:
Che ’n quefta baffa mole < :

„ Miracolo maggioivnon vidde’i Sole.» '


Contr’ a propria natura '

'

Splegan per Taria ’l volo,


O
fovrano poter , dal natio fuolo - '

Quelle sagrate mura


Che del barbaro Trace
„ Fuggòh la guerra , a ricovrars’ in pace
Fuor della patria Terra
Viepiù Itabile, e fido
Fra’ Dalmati volea fermare ’l nido .*

Ma *1 Turco ivi fa guerra.

Ed c^la in aureo nembo


„ Soura r onde volò d’ Italia *n grembo
Scieglier tra noi la ftanza
In noi foli aver fede.
i , . ,

SPIRITVALI. 481
Qui 1

amor di Maria cotanto eccede
Ch'ogn’ altro efempio avanza:
Su dunque ùnpenniam l’ali,
„ Là rendendo a Maria grazie immortali.

S. MATTEO LASCIA IL BANCO


per feguir Crifto. ,

A ddìo ricchezze addio :


Altre ricchezze io bramo
Altre felicità cerca il cuor mio »
L* oro io più non amo j
Perchè non porge aita
^
Chi miferabi] fa l’ umàna vita • '
;

Di traffichi molefti »

Iltempcfìofo mare
Con frodi , e con inganni difonefti
Non voglio più folcare,
Dov’ è fremente orgoglio , (glio:
»> Ogni più quieta calma,e ogn* ond e unVco-^
Se nuova Cinofura
Con improvvifa luce r

Mi chiama al porto e , d* effermi procura


Ver
quello guida, e duce
Purché ’l gravofo pondo
Delle merci importune io getti in fondo.
£cco, che fi difpoglia
L’anima ubbidiente
Di ciò, che gli corto fiidore, e doglia,*
Sperando arditamente.
Mentre guadagni Crifto, -

Nelle perdite fue far Tornino acquirto.


Sopra l’erario imménfo
Del Mercante Divino
X Àcen-

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-
L A'V DE.
À ccntov-c aniille fi raddoppiai! cenfo*,
Nc v’è lo Ite, o Dcftino,
Che fila nemica polTa
„ Contro quello adoprar! , o fappia , o poffa*
6>i sì ricco tefpro
'''Tu lei Giesù gradito ‘x;\ '

Che per huomo per Dio ìii uno adoro ;


i .e
E come' al dolce invito
Non ti fcguo o Signore^. "
9> Se dove il teforo è , abita il core 2 _ •

PER S, f^MlLTA'. .
-
^ •
n

D Vnqiie pallidi efangue


Vmil Donna diviene
In rimembrar 1* atróci,' e diH*e pene
;


.
'
: :

'
.

Del fuo Signor, che langue:


E di chi langue ,
e geme
Laflbil mio cuor alcun dolor non .preme •V

•Ben’ di fierezza è pieno,


Chi *1 Re dell’ Vniverfo
Può rimirar nel proprio sangue immerfo,
- -'E>nòn venirne meno!
Ma più cruderè alquanto.
Chi non fi muove a un sì vermiglio pianto.
Sopra vivo candore .

D’ un* Angelico volto,'


Ecco fi vede in vaghi rivi accolto
Vn tal purpureo umore, -, '
'
Il cui pregio Divino

„ Pareggiar non può mai oftro , ’o rubino.


L* ardenti lite fcintille
Vincon le gemme, e l’oftro, •

E colafsii nel fempiterno CKloflro •

Con
, , , , ,

S P I R I T V A L I. 485
Con queftc vive ftllle
Compì’ eterno teforo
), Vergine illuftre, ond’il mio dii’ onoro.
Divien del fommo Impero
Nobil Donna Rcina
Al cui bel nome offeqiiiofa inchina
Faenza il crine altero:
A lei dunque divoto
-

^ Porga ciafciuio affemiofo voto . •


.

S. Z ANOBI VESCOrO
' •
Fiorentino' i .

Lora del Mondo onore ^


F Che ’l nome allor forriftì
Quand’ anco in morto Zeno al tuo Pallore
Parto di fior nutrifti » \ .

E fovra pianta eftinta


„ Efler r amenità vede fti avvinta:


Spargi canori accenti
A
Zanobi bgato , -
Che prodigo: fi . refe. a\moi contenti
E d’ amor infiammato
Per icOnfervarlo eterno, -
»
.

,, Trasferì su nel Cielo .il tuo governo, i-

Ad danni
arrecarti
L’Inferno congiurava,
D’ Atrio adpprando'i fraudolenti inganni
Qimndo appunto schierava
^ c*‘ A tua difej'a affilo
. .. ^ .

5, Zanobi contro quello il Paradifo ..


'
Di Tanto zelo àccefoj: ^
0 ’

.

Acciocché*! proprio gregge


Da lupo si crudcl non refti ofiefo,
X a Ne’

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, .

4§4 L A V D E •.

Ne’ dubbi paffi ilregge,


NeU’infidie il difende,
„ E ne’ contraili vincitor lo rende
Ei con maniere sante
Dalla falce del Fato
Traile benigno un tenerello In fante ’

Vccifo appena nato :


Tal’ è l’umana forte
'
^ Ch* un breve paiTo è dalla vita a morte*
Flora fciolghiamo adeflb
La lingua in dolci canti , ;

E mentrechè dal Ciel ne vien permeilo


A Dio proilrarii avanti, ’

Supplichiamolo uniti , '


^ ^ ^

Acciò quel, che fi loda, anco s* immiti*

PER S. IACOPO MINORE .


. ^

M ortai* a fe
Il dì feilivo
ti chiama
,

Di Iacopo Minor sì caro a Dìo,


e pio

Di cui fc'l tuo cuor brama '

Scoprir’ il metto augnilo,'


••

» Sappia che fi nomò, e che fu Giudo


-I piaceri, i diletti
Del Mondo infermo , e frale
Si videro da lui podi in non cale ,
Mercè, che fu gli Eletti .

Tal di Grazia è l’ influflb


Che l’ afprezze più gravi apportan luilo
Son tenaci catene
^
-r

L' oro , le gemme , e gli oilii


Cotanto ambiti dagli affetti noilri»
A chi del fommo Bene
vuol
, , . ..

SPIRI TV ALT. 485


yuol la gloria Celefte,
,, Diviene avanzo una fetofa vede.
Della commeira Greggia
. Perifier non ha, ne cura
Vn mercennario vile, vn’ alma impura >
Ma Iacopo pareggia.
Se non vince, T amore
5, Di chi che fia santiflìmo Pallore
Prodigo di fé fteffo
. Mentre nel proprio sangue,
E ne’ lanciati safll involto languc-,
Chiede gli fia permeiTo
Per l’ alimi fallire
„ Altro duolo provar, altro martire.
Quefti frutti produce
Bella Pianta, che verde
Al ben fi piega , ’ltenipo fuo non perde j
Su dunque or, che la luce
Del Sole i giorni tempra,
„ O
cuore intepidito il giel diftempra

JNVIT ASI A RIPIGLIAR


LE CONFERENZE
Colla Parafrafe del Salmo 94,
F"mite exultemHs Demmo .

Otto fedele feorta


S Di Carità , di zelo
Intenta fol’ a *ndirizzarvi al Cielo,
,
Venite ornai, che corta
, Fia la Brada a’ conienti
Anime nel ben far feinpre ferventi
Ecco di Primavera? '
^
V II ritorno gradito,,
rJA X 3 Ecco

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^

L A V: D E ' '

4^6 .

Kcco d’irbe , e dì fior! il dolce. invito ‘ ‘

Venire anzi che pera '

Dì vira il breve punto y V


„ Che frigge allor , quando fi fa, ch’è fluito.
Di Dio gli eccelfi onori ' •

A celebrar venite, ’

\
Vitame d’inni, e Cantici gii offrite
Di su gli Aitar de* cori,
E all’ Ètra il fiion difciolto
„ Q^afi nube d’odor gli ingombrili volto.
Ei lovra tutt’i Numi,
Ch’empia finge,
follia fi

Alza la fronte, ed in un pugno ffringe


Chuanto vii’ luioin prefuin^- '
• ^ •

Concepir neirampioaza'^ h j ?

„ DeirVniverfo a prò di tua


'

fralezza.
Agli ampi fguardi fuoi .

Ogni fubbliine Monte; ,


^
: .

i:
'
Della Terra ,-ogni Clima , ogn’Orizonte,’
Ch’ immaginar ti puoi, ... '
- :•

,
— Raifembra a mala pena ,
.

’,„" Pi-col granellò di minufà arena*.'


•Égìi'ne campi ondofi -y > •

Dell’ Ocello impera ^


-‘.v > h '

E
che v’ è nella mondiale'^fera.
cih,
Da* cenni fuoi Osloriofi ^
Ebbe In pochi momenti
.

„ Immoti ìnuin fol punto ù- fondamenti. '

Su dunque al di lui piede


Por ganfi i noftrì voti-, > /
Nume, e Paftor’egli è de* fuoi divori,
Come a tutt*or fi vede -,

Noi fiam Tua Plebe imbelle,


„ Ed a’ pafcoli fuoi nutrite Agnelle'. ’

Ma-
Digitìzed i
,

S P I R I T
Ma y A L I. 487.
mentre io pur ragiono
Seconda il parlar mio
Su da’ Cori del Ciel voce di pia:
Se del mio Verbo il fono
Vdircte o mortali,
„ Non indurate i cuor fordi, e brutali :

Come i voftri Maggiori


Fero già nelDefcno,
' Dove di mezza nottcv-e a giorno aperto
Con facrilcghi errori
,
Spello fpeflb irritaro
,, La mia pazienza, e’I mio poter temarof
Orto luftri vicino
Ebber quefti il mio Nume;

Ed inconrtante in lor di Fede il liunc


Fu ritrovar dettino, . • *1
-
a.'w • . , V » tC

Ne mai l'or aior perverfo »•* •


„ Delle vettigia mie iconobbé il ycifò^:


Ond’ è , che *1 giufto (degno
Dell* ira mia tonante
Giiinfe a giurar, che mai ttuolo si errante
Di pofar nel mio Regno
Aver potrà vi^n tura.
Così va, chi mie-leggi empio non cura,
•(

PIANTO DELLA MADDALENA

imi

Tommi qui al monumento o-

X 4 gnor

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.

4SS L A V D E

gnor piangendo ,
Giesùcercan-

do» che fu tolto da me. Non lo ri-

trovo, dth mefchin’ a me


'

Chi meTaveffe detto in vira mia',


„ Che’n tante pene, dolce mio bene ainiè.
Mi lafcerefti, deh mefchin’ a me.
Ho cercò tUttò r Orrò ,'e'n'on lo trovòv
„ E ’l Monumento di fuor, c dentro aimè,
Ne lo ritrovo, deh mefchin’ a me.
Chi l’aveffe trovato, me l'infcgni,
„ II mio conforto , che*n Croce morto aimè,

. Fu da’ Giudei, deh mefchin’ a me.
Se foni ben nell'Atrio eli Filato,
s, 5cnza penfarc, 1‘ andrei a trovare alme.

Chi me rinfegna, deh mefchin’ a me.


Pre
Dh
..

SPIUITVALI. 485?
Precetror mio, dove ne Tei tu ito ,
^ Dolce mia ipeme, tanto mi preme aimè,
*
"Senza te efler,-deh mefchin’a me.
Deh toma Giesii mio, deh torna ornai,
^ ,0 mió diletto,. con- quanto atfettoaimc.
Ti vo cercando, deh mefchin’a me.
Giesù mio,
S’io'ti tro vaili, o-’dolce
5, Tra quelli fiori di più colori aimè
.. Sarei contenta , deh raefchin’ a me
..

Ma ecco io- veggio di qua T Ortolano:


'yy Dimmi fratello , hai tolto quello aimè
.»,.Ch*è Io mio bene, deh melchin’.a me? :

Non iV accorgi Maria j che l’Ortolano


5, E’ lo tuo amore*.e’l tuo Signore aiinè
5
Tu noi conofci, deh infelice tei

-
-AL CROC IF IS So\

Vegliati cuor, Nel fen non

fi

dormir più: Scuotiti da quel


.

fonno , Che dal cieco A vernò ufcì , Per

cui gli occhi non ponno •


Rimi-

xar la luce im di

„ Rimira un po
Ometta figura , oimé ;
„ Quello conliito’n Croce
E’ quel buon , dolceCiesù ,

"
Che con tormento atroce
Col peccar plagafti tu l . .

Sì quelli pìè'i - ;

Quella coir altra man *

„ Il chiodo del peccato


Nel gran legno conficcò , .

'
Nel Santilììmo Lato
La tua colpa trapafsò.

;k
, ,, ' ,

S P I R I T V A L I. 491
5, E pur, o Gel,
Miracolo cT Amor
Il Redentor pictofo
„ A sì fiera crudeltà
Più dolce, e^amorofo, r i . ,

; Ti mirò tutto" pietà.,


Padre, perdon,- ' - . .. . _ v

Perdon gli dona tu j


,, Al Padré volto diffe
Tra ’l fieriflìino dolor.
Acciò pria, che moriire'.
Ti vedcfle in grazia , o cor.
Tu dunque tu,' * '
.

Ancor farai crudel , ...


,, E con gli occhi velati.
Delle Stelle al belferen.
Gli affetti addormentati
Non vorrai fvegliare li fen ì
„ Cuor mio , no , no
,, Non creder a Satani . . 1. ,

Dìo fol fido mira,


In
Se’l buon Dio ti chiama a fej •

: AfCiel con liii fol'pira


' , .

Di poter muover il piè,


'

,, Mio Redentor,-.
A voi ne vengo pur, -

'

. j, Eccovi cuor contrito,*’


’l i

.. Che la colpa vuol lafciac; |

Air Amor tuo ’nfinito .

Ogn* affetto vuol donar

X 6 A
Digitized by Google
,

492 . -.L.A V D E
A G2ES,r. CRISTO.

z^:s::2
-liEiE?;
^

E mio. Si^;nore

I r

che’l petto aprifti Per troppo amarmi, fem-

ti--

pre ameri): Teche la morte per

ir±i:;;H:ss:::5:i±
L — — 1^* -

me roffrirti, Sinoalla morte a-

do-

Digi!L'“- ‘'V Coogle


,. , ,
I

'
rr c;
^
do- rero , Sin’ alla morte a-

Trarrò forpiii, verferò pianto


Per le mie colpe la notte , e *1 dì
E fia mia gloria , e fia mio vanto
5, Dirfi, beato coftiii morì,
A te 111* inchino tutto pentito
Mia fpeme, e vita, mio buon^Giesùj
Fallace Mondo
che m’ hai tradito ,
, .

Niiin tuo diletto io voglio più. ,


.

Aprimi ’l petto , paffami il feno


Col dolce ftrale di carità
Volgi lo fguardo a me fereno,
„ Pietofo Dio , di tua pietà
Armifi ’n damo fpirto d’ Averno
Empio nemico conrro'di me:
Onde nel bene del Gel’ eterno
„ A te m’involi celefte Re.

DkjÌÌÌ-/'”
" H
b'/
.

T4n ' L A V D E

• /P ER S\C A RLO,
^pS! Eternai gloria folgore aidente» ...
-
'La tuai vietoria alla mia meme -
Scopri dal Cielo, mentre il tuo zelo,
,, E'pregi io canto, a
Carlo fanto. '> •

O Carlo fanto, Paftor fovrano,


'

*'-Alteirr vanto def b^l Milano , * *

Gran Cardinale, Santo, e immortale,


Chiaro fplendore', del Cicl’ onore
Del •Ciel^'ORore,'del> Mondo efempio,
Fonte d’amore, di virtù Tempio,
Mar di bontade , di fanritade - • »

Raggio, eh’ accende, Stella, cherpleiide.


Stella, che fplende, purpureo fiore ,
Cli’ ai Mondo rende ibave odore.
Se attentamente qualch’alma ardente
„ In te rimira, dolce fofpira.
Dolce fofpira divoto il core.
Se brama , e afpira con pio fervore
Goder’ Amante il bel fembiante
„ Del fommo Dio, fanto defio.
Santo defio, feftofe palme
Gran Carlo a Dio volgi nofti**almc,
Alto diletto c’infiamma il petto,
,, Chiara vittoria d’ eterna gloria.

DIO rEDE IL TFTTO,


DdIo è prefente, che penfi mente?
I Occhio che miri , e che defiri ?
Mano , che fai ? Pie dove vai ?

n Iddio ti fentè. Iddio è prefente.


L’ore

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,. ,.

S P ì R I T V L I. 495 A
L’ore fon corte, penfa alla morte, \
, Vien’improvvifo i e in Paradilo. u - .

Non entra vìzio , va in precipizio ^ .

*,> Chi non fi pente: Iddio è prefentc.

11 tuo defio volgi a quel Dio , )


'

'
Che t’hà creato, e mnt’ amato,
t Chef per te è morto, per, te è riforto, i

„ E di te ardente: Id^o è prefente. I


Fa penitenza in fua prefenza , <

'
Con viva fede cliiedi mercede,
E con affetto battiti il petto
„ Che ti pori mente’: Idditj è prefcnte
Mira le ftelle , come lon belle ! ^
Iddio 1* accende, e fe rifplendfl' T * *

Il Sole, e‘M giorno di raggi adorno, -

„ Lo fa lucente Iddio prefente


PafTo non muovi, che Dio non trovi
In Cièlo , e in terra , e fin fotterra
Va dove vuoi, fuggir non puoi
;,L' Onnipotente Iddio prefente.
A lui ri volta, dvognor t’afcolta,
E mai non nega grazie ,=a chi ’l prega,
Piangigli errori, canta i fiioi onori *
„ Eternamente: Iddio è prefente.
t

Ar y' E R r I
al Peccatore
MENTO
.

^ i .
*

L tuo Signore , alma lafciafti ,


I Quando rio mondo tu feguitafti,
’l

E non t' accorgi , c non ti penti


„ Del tuo peccato, ma t’addormenti?
Ó inifer’ occhi, che chiufi fiele,
E’n fpineo letto Itolri giacete j
Alma

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, ,
, .

;49« ;i L A V -D E ;
ÀliTia infelice piùnon t’ accorgi
„ E piu non miri , e più non fcorgi ? '

E più non fcorgi , e non rimiri


Con pene, e pianti,, e; coli Iblpiri, ’

Ch’ai crudo Infemoùl rio tuo Fato


yy Mifer t’invia pel tuo peccato.?)
Dunque fapri-gli occhi , IVeglia la inente
E del tuo fallo fia penitente : j

Acciò diCrifto, che ’n Citi t’afpetta,


yy Non gridi ’l fangue per
te vendetta.

l'c ro c I fJ'S so,

N VdOj.e confìtto Signore,


ilj rato

Miro trafitto ,> o che dolore 1 -


Miro, che fpira, miro, che .langue,
i

5 , Miro le fpine, le piaghe,,e’l fangue.


Signore, e Dio, chi v’ha tradito?
O Gicsù mio, chi v’iia ferito ? •

I miei peccati , ahi dura forte


i : \ ! , ;

„ Il voflro amore vi guidò ^ morte,.


Ed io non piango , e non fofpiro,
E non rimango morto , e vi miro ì .

E non m’acce^ndo di fanto zelo»,


,, E non diftmggo del cuore gielo ? ’l

Su da queft’ occhi un fiume, uncinare.


Piova , e trabocchi di ftille amare
Su quello cuore d’anior s’accenda,
„ Di voi r affanno, l’affetto prenda.

Le cinque fo^raddette Laude fi'pojfon


cantare , come , Sereno ’l Cielo

DIS-

SPIRJTVALi; 4^
DISPREZZO DEL MONDO,

T i::^;
j
liiisSE-:

£mpo già
3E1MMI
fiiy

r f

Mondo eh* a- mai. Ed ado- rai tua*


•T0—
feo:2

^0 —
va- nità j Ora non più. -..di

^ OT: ztiszk:
::fe iti

temi fido, Che *n Dio confido,, e .

Tua
, . ,

49^ ' A V D E^
^

fua bontà:.

Moneto cmdel, fon’l tuoi vanti


Sofpiri e pianti, tofeo, e vclen
,
:

Ma fu nèl Ciei ttttt’è defrrc


- “ '
iv ”
U abno gioire di t>el Tereii .

Felice me, che da te fciolco,


'
In Dio raccolto non te no piùj
,, Statti da te Mondo fallace
'Che mi piace (èrvii* Giesù
Giesùi,mi dà tanto valore , .
, ^

'"'Che 'Vincitore di re mrfar;


^0 carità ,‘ch* ogni aFn\a eccede *,

'• D’invitta fede m’ adornerò.

O lieto di, in cui felice


Goder mi lice tanta virtù;’

„ Gioirò si , Mondo fpietato


Perfido, ingrato, ch’amo Giesù*
Rfmat^ortlt Mondo infedele,
r -À tiie .querele! non vim* d'ai: fe ;
)) Ch’ il buon Giesù benigno Dio
Dono cuor mio cinto di fc
il
~

ANIMA ANSIOSA DELL AMOR


DI DIO.

T Empo
\

Signor tu
già fu, eh’ Io forre
’i fai , la tua bontà
amai
:

Digi«26v Googlc
,

S P I R ITV-.A J. i: 499
i Ora *1 mìo amor, con mìo tormento'
''
• Gelato , e /pento- nel Gnor mi.
O nobtl ftioco , ch’ io dcnt]^ ah pcttOf i*
Tenca rìft tetto con pura Te » _

5,-Queir afpro, in verno ;iii duro gielo , .. .

Contrario al Cielo, cangiato ha te»


Reftò M mìo cuore fpentai facella., . f

La fiamma bella quando fparì


„ Onde Ho mcfio iempre , ^4 pcnrofo., . >
Ne mai
ripofo 4a riotrcy é’I di. ;

Rubili lucente, gioia con om, '

Langulfco, e moro, fe teuion ho; -

„ Del mìo ben privo, quando mai quietò.


Coi bcento ,
1 e ìicto vìver* potrò h ;

Dall’ alto albergo, Divino ardore,


, amore, rcendi 'qutaggiù^ -
Celeftc .

Torna al mio petm; i^ndi aìr'uqjr 'yiya


T; CahiT cfglTiiDaCÌ3C
t)eh torna a n ore alla nild mentx? ^ .
» |

dov'Io (lo;*
Fatti prcfcnte, vien
„ Poiché divifo femprc da Dio c ''l

Sarà ’l cuor mio , fé te non ho •


•' : f '
‘Poirj •'*[:} ii /. >
DIALOGO TRA L\ANIMAt\

A. Orna , v torna i al fred- ?

/ .

do
Digilizcd by Google
, . .

do cuore Onde partito se*, On- -

limi

C. Se il tuo cuore fia puro, e mondo j


Xórnérà -da té ^

^
Tornerò da re Peccatóre, Tornerò da -
te
A. Fallo tu pur Signor mio , . ^
- Non.pofl^da me,
Nò poflb da me Sig. miò, Non poffo da me.
Mondo .Carne e Demon rio
, ,

‘ Mi turbali la Te ^ - .

Mi turban la fe Giesu mio, Mi turban la fe •


Piacer , ienfo , c‘ vanitade . ^

Mi tolgon da te
Mi tolgo da te Gicsù mio, Mi tolgon da te
Giro
i , , , -

'
SP IR IT
VAILI. 50 t
Gito fon gran tempo errando
Lontano da te, .

. Lontano da te Giesù mio. Lontano de te •



Or pur bramo di ritornare, '

Se m’ aiuti a te
, Se m’aiuti a té Giesù mio. Se m* aiuti a te •
La via piacciati moftrarmi.
Che ne guida a te. (a te.
.
' Che ne
guida a te Giesù mio,' Che ne guida

S E G r E,

C.\ TIei precetti fon la ftrada,


iVX Che conduce a me (àme.
Che códuce a me Peccatore, Che conduce
Se gli offervi come devi
Tuferò mercè,
T’uferò mercé Peccatore , Tonferò mercè.
E fe brami fentier più certo
Per venire a me.
Per venire a me figliuolino,Per venire a me.
Fa ch’oflervi gli miei configli,"
Ch’appunto fon tre.» (fon tre.
Ch'appuro fon trefigliuolino. Ch’appunto
Povertade , Vbbidienza
Caftità fia ’n te,
Cafiità fia’n te figliuolino, Cafiità fia’n te*
*
:r :
'
^ ^ q #
r e.

-A.C On contenti, o Giesù mio,’ -

0»Drtomareia te, *

‘Vi toi^ré a te Giesù ttdo> Di tornare a te."

. —
Digilized by Google
502 ;
iV A V D
E. '
*

Perchè quel 'fommo 'Bene >


fei
Che ne tiri a te »
* Che ne tiri a te Giesù mio. Che ne tiri a te,
Lafciar voglio il cicco Mondo ^
Ch’è contrario a te, (a te.
. Cli’è cótrario a re Giesù mio,Ch’è cótrario
Gir ne voglio al Sagro fClùolUo , \ .

PH fervile a re,
..^Per fcr vite aste Giesù mio. Per fervile a teJ
Bianco , e nero farà *1 mìo manto
Poiché piace' a te , (te.
Poiché piace a te Giesù mio, Poiché piace a
'
lafcio- cieco Mondo,
*
Io ti -

y Tu non per me,


fai (per me.
T u non' £ai per me cieco Mòdo, T u non fai
Io ti lafcio cara Madre,
Mi parrò da te.
Mi parto da recata Madre, Mi parto da te.
Addìo Padre, a Dio Fratelli,
Pregate per me ,
^ Pregate per me voi SorelleJ^rcgate per me.

GIESr CRISTO ALV ANIMA.

:
y ri pa^ fci aninf al*

tcna, (

Digilized by Gc'^Ie
SPIRITUALI. 503

tera, di dirfem- pre: io

Tum

rò, c più /pecchi , ed io


'
f •
: >r': i ',<• . .
’ì f
J

Ed io pur martina', c fera . al tuo

feti pie- chiando Ho>ne rifpondi, o

Men-
D f- ;
.,
, ,

504 L A'V D E' - -


Mentre armato di pietade
Dietro airalme ognor ne vo ,
,^,Alma ingrata non dir no,
„ Che fe poi fdegno in me cade.
Preci udir, più non vorrò ;
Ma
ti danni col tuo jno

Credi tu viver felice.


Se per te io non farò?
" Credi pur, credi di no;
Ma‘ farefti alma infelice
Senza me ,
che grazie fo
Mefchinella, e dirmi no?
Coin’ è folle , chi difprezza
Ben’ oprar, mentrechc può’.
Che non fempre giova ’l no;
j. Ahi che’l giorno dell’ afprezza
Ne verrà, quand’io vedrò
Te piangendo ’l crudo no •
Susu dunque anima mia,
A quel Dio , che ti creò
Dì sì sì , e non più no ;
*
Già del Ciel (coprì la via , •

‘ Dove eterno impero , e fto


Doyc’l sì diftrugge’l no»
S P I R I T V A L I. 505

A MARIA VERGINE,

VVcrgin •
santa.

Hp
— f— *1
.mmm

Li -e--- ' « w Ito


1

dolce mio ben , Con grazia tanta

regni nel Ciel Deh facci degni.

O Ma- ria , < che i baffi . Regni

Y ... Pici ni

Digilized by Coogle
. , j

5o 6 l A
. Y D E

Noftrc preghiere, Dolco mìo ben^


>

Divoue, e vere deh porgi al Cicl,


,, Per quell' amore, , Maria,
, O .

Ch’ al tuo Signore,


Q^and’ era infante. Lattante,
Solevi portar, pofur.,
?cr il peccato. Dolce mio ben,”
Lafclò ogni flato, fcefe dal Ciel , .

^
E nel tuo feno, Maria,

O
Di Grazia, pieno ^ •

Puro, c netto, Perfetto-


Si volle pofar , pofar
^ Doglia infìnira, DoIcc'itiIq bcB
Sofferfe in vita ,
per darci il Cicl
j. Onde a’ tuoi prcghìb> Q Maria,
'
Non è che neghi
A’noftri peccati Paflati
Perdono donar , donar.

Per-

Digitized by Go* •
, , ,

S P I R I T V A L I. 507
,, Perciò pentiti. Dolce mio ben,
I cuor contriti alziam’ al Cid’

,, E col tuo aiuto, Maria, O


il ben perduto

E la fua grazia , Per grazia


Speriamo g;oder , goder,

DELLA SANTA PROrFjDENZA.

V „
Nica fpeme ,
Per cui fi geme
Deh non fdegnare,
Sommo Signor,
di santo Aìnor,
O Signore,
'

'

Noltro pregare ,
Ma tute’ artctto •
Nel petto
'
Concedi pietà, pietà,
„ In tc s’ affida. Sommo Signor,
La rpeme infida del noftro amor ^
„ Dunque piccofo, Signore Q
Tutto Èinorofo
D’. un cuor’ amante. Penante . - ^

^
Gcmlbla fi- dnol ,
! duoK
il
,’
'
Tu* pur f ci quello , 'Sommo Signor
«... Eùii-di cui bello arde ogn’ amor i

,, Noi di te amanti , O Signore


V I nóltri pianti
Vn dì Tperiamo, Bramiamo
In te Ibi qiuetar, quietar,
5, Per re rifplende- So n.no Signor,
Il Sol, che "accende di (e ogii* a nor
. „ Dal tuo gran braccio*, O Signore y
Fuor d’ ogn’ impaccio
Di forte ingrata. Spietata
Salvo è il mortai , mortai

Y a „ Tu
Digilized by Google
50 » L A V D E
fi Tu il tutto vedi. Sommo Signori
Onde provvedi con ibmmo ainorj
C]}mndi tu godi, O Signore,
Eterne lodi.
Ne per difetto D’ afferro
Potranno mancar, mancar.

ALLA MADONNA.
mtn

V Vergài Tan-

miti

ta , Tu V ergin santa Madre, Figlia , e

Spofa, Raccogli al fen ma-

terno ,

Digiti^- ! by
,
. ,
,

S P I R I T V A L I 50f

terno ,oncAo»e santo II Signor de* Si

gnor, de*Sandii Santo.

Quel, che la Terra, e ’l Cid governa, e regge


„ Con le tue man fotlenti
avvolto ’n fafce
• Qjel,che augci,quel,cbe gli armenti pa-
gli

Talor con tenerezza ft tingi , e miri (tee.

,, Del Padre eterno il Figlio unico , e telo

Il gran Fattor dell’ uno , e Y altro Pòlo

Ed egli al tuo tagraro collo avvolge


Ò
„ ( legame d’ amor ) le tener braccia
!

È unifee il cuor con cuor,facda con faccia.


Q^nte fiate adorarti, o cara Madre,
^Tton le ginocchia in cen-a , porto in ciiha
Quel , che formò le Stelle, il Sol ,la Luna?
Dicendo o gran mifterio , o meraviglia
:

,, Che’l Verbo eterno, il gloriofoDio


Or fia fatto ’Bambin, e Figliuol mio!
Che fia dunque Giesù ? quell* alma mia
„ Si legherà giammai con te fiio Spofo,
Padre , Signor , c fin del Aio ripofb ?

y 3 InvQr

D.j.M7«.j by Cnrsgli-
i , . .i

510 L A V D E
Invoco te delGel’ alca Regina^
5, Porto di grazia,- rpcme noftra, t guida
'
D,t^ PecCatox , e di chi’ in 'te confida j -

Che k'ghl iii>iTc.a,.*^hQ^ facciagratì


chi /éider -Helte 4110 traccia veggio.
Che del tuo ventre (1 degnò far feggio ..

^ GJESr B AMB INO.


qm/
E Cca- deh Padre
^

Ecco quanc
eterno Verbo l
Ecco^dir vedi? Dio fare’ huoitio,e natol
iia potuto ’l' tuo peccato !.

Deh perchè non tx ftruggi anima miai,


3j Deh perchè non
rofpiii,. o duro core?
Deh perchè non ti fpezzi a tanto amo^e^
Del pargoletto Dio la flcbil voce
„ Scnti^ch’internamcntegrida, e chiama?
D’ albergar dentro a re ibfpira , e brama..
Su dunque anima mia rirpondi a Dio
a. Con p-iro , ardente,. c IVifcerato affetto:
.Tuo prefepIojO Gìesù, ha quefto petto^
Così t’agghiacci? in me (entirai ’l fuoco
,,, Fuoco di carità, d‘ Amor Divino:

Fuoco , eh’ accendi tu- dolce Bambino


.

. Le dUe,/addette Laude fi poffon cantarti.,


carne. Lafciate i voftri alberghi,
. avvero Nell’ apparir » ;

y
DIMOSTRA. LE MISERIE
€ Ténità. del. Mondo m •

vam-

e vani- ta

Tutto ’l MonctOjC ciò che ha. Ogni

lini

c vani* ta

Digitizec
,, ,

5t2 L A D E i V
Se Fortuna» e i favor fuoi
T’alzeran fin dóve vuoi,
», Dopo mone,
'
chéiarà,
S’ ogni cofa è vanità ì
Sia pur Papa, o Imperadore ,
*

Sia gran. Re, Ditca,o Signore,


„ Dopò morte , che farà ì ec.
Se regnafil ben miiranni ..
'

Sano , lieto , c fenz’ affanni

„ Dopo mòrte , che fari , ec.


Se gpdcfll un monte d’oro,
t di gioie un gran teforo,
„ Dopo morte , che farà , ec.
*

Se tu più fòldatì,
aveflfì
. Che non ebbe Serfe armati,
,, Dopo morte, che|farà, cc.
Se fiatai con tutti agi .
Nelle ville , c ne’ palagi
^
„ Dopo morte , che farà , ec.
Beiichè razzili ventre, c’I dente
E giamnwi manchi niente,
5,
Dopo morte, che farà, ec.
Qiwndo tu , che fiai qua dentro ,
Mond’ abbi ogni jcontento ,
1

„ Dopo morte , che farà , ec.


Benché ’n felte , e ’n gioia , c esulti
giorni uitti quanti* ;
Paffi i

„ Dopo morte, che (àrà, ec.


Se cu avein ogni linguaggio
E tenuto foffi faggio
„ Dopo morte , che farà , ec.
Se di Regai fiirpe avrai
Vaga Donna , c figli affai
Dopo morte, che farà, cc.
SPIRITVALI. -5£3.
Sazia pur tutte tue voglie,
Sano, lieto, e fenza doglie,
,,Dopo mone, che fata, cc.
Dunque a Dio volta fervore, il .

Dona a lui tutto tuovcore, ’l 1

5, Quello mai non manchei’à


Tutto ’l reèo è vanità^

PECCATORE^
che renunzànade étl Demonic a
j. - .. torna a
L »

Anne Satan,Vanned*

me lontan Al cieco AbilTo, e rio

Tornane , tornane Pur- chè ogni

pen-

oogle
,

LAVO E

penfìer inio Qu^ fu .non è <>. Sii

a.

•« /• *
* • . p. . « .

‘ '

'H ' • •

Mio
'

Creator> - '


'

- * Mio. 4olcie Rcdentorv -


^ j

6c crudo, ed otlinato
AUa tua voce-’l feii . .

S*aprì forai peccato*,


Or -mira ’l Gel , e ftrappa’t forte
Onci’ .era già» bendato. . ;

'.jyjDch per pfcrà i. “ ^

.. V Per -tiia fomma^ bontà.' .


• •

. Damm* aiuto , Signore


Acciò il Denjonio/iìer^
Per opera d‘ Amore ^
-
A Per
Digitized by Googic
,

S P I R r:T V,A L I. 515


Per breve fìar, il confucto entrar
Maipiù cravL-ncl cutìrc*^
,, Gicsii, Giesù', :

DainniI difefa m '

Da} fenfo, Inferno> e Mondo:


E da ogni tenta zion
Tu levami giocondo:;
Il tuo feren mi liberi,. mio ben^

w -Dal Baratro. profondo*.


PcTcbc così ^ -
Qiiàndo verrà quel di
^ ..Che mi darà la morte j
L* Anima mia del Ciel

• Si’ vedrà aprir le porte»
Per te goder , fenza mai più temér

Deirinflelice forte * . .

DISPREGIO DEL MONDO:

A pur rio Mondo

vaj. Quella vaghezza , Che lufinghicc .


^i6 / L ‘A \T D E
^ r

tl fa , Al fin poi mancherà , Avrà

— tzzzzz^
I-M11 1

degli anni ’l fior Primavera breve E

verrà la neve d’ eterno dolor,


\

Va par fuperbo va , •

Qoclh grandezza,
Cti' infaperbir tl fa , AI fin poi cadcrà
„ Sarà’l tuo fals’onor
Vn'auretta lieve, *

E finirà in breve De* tuoi pregi 1 fior •


Allor fofpirerà
Sua gran pazzia
L'ingrato Peccator, Ma n5 varrà*l dolor,'
,, Allor con diiol dirà .•

Troppo fui infedele


Al mio Dio fedele Di fomma bontà •
AUor
Di_ — 'V Google
,, , , ,

SPIKITVALI. 517
Allor bsn piangerà
La gran fierezza v .

Verfo’l filo Creator L*ingratX)Pcccator>


„ Allor mefto dirà?
Troppo fui crudele
Contro Dio fedele Di fomma bontà.
Vedrà , vedrà ’l mbd
Gie’l fiero abiflb) . (CicI
Potfedcrà quel cuor. Che dar non voile al
,, Allor ben piangerà
Li doni primieri.
Ma pietà non fperi , Chi pietà non ha.
Vedrà, vedrà rubel, ’l

Che diede l'alma



A nemico cn^cl, E a Dìo ‘
vidcinfedcl,
,, Dirà mifer: perdiè
Non conobbi ’l vero ì
Or pietàmon fpero. Non fpero mercè.
Stole’ c la fervinà
Di ben fallace.
Che tofto càd^ giù , E non ritorna più
,, Voi non varrà T pentir
Se pietà vorrai .
Non la troverrai. Ma pene, emaitir.
Deh lafcia , o gioventù
Ben sì fugace, -

Che non ritorna più, E guida in fervirù :

9, Che non vale pentir *1

Fra gli eterni guai


Dove troverrai Tormenti, e martir.

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. . .

PER LA SANTISS^ T&INITAt,


> i

C Vor mio
Air alce
Peli’.alma Trinità ,
, che più
glorie
fi

Oggt
f*.

tributa
- ^

4à* >

,, Che temi non ha a vii


ì
'

<

Vu Mar, eh’ è ondante •


<
»

:
IiTunenfo,e (puaunte,, Rurccllctto umil
Loda lieto perciò
Quella grandezza,. (adorò,, . .

.Che Abraino in Dio mirò,, Tre vedde, uno


„ O vago , e bel mifter, . t ,
'

Subbli me, profondo, .


' •

Che ne inoilr.a al Mòdo. Difcopcrto il ver-


Tre raifplendon lafsù,, i-,

Vn Sol formando., .

Pel Sol lucente più , Dov’ha Trono


,
Giesii,,

„ Mio Nume unico, e trin


'

Tramanda mio core


al ,

» Qit®’ raggi d’amóre ,


Que* lumi. Divin
L’ ónnipotenza ..ell’è . ,,

Pregio del Padre,. .

, : ; Il Figlio accoglie in fe La Capienza *, a te


Spirto congiunta va •
,
' I

Con
'

ftupcndo nodo , . .

Che contemplo , e lodo, Eccclfa bontà


Dimmi mortai., fc qui .

Mai tu mirarti
'
Far lume al chiaro dì,T re Sol fplendcnti si.
,, Ch’ eterno giorno dien?
Ma nel Paradifo,
Splender’ io XirvYirO' Cosi bel feren

Alma

Digitized by Google
-
S P I R I T V A L L 519
Alma mia brami tu
Trovar Iddio, .
r
\
Senza perderlo più, ^ il Trino Sol laTsù'
'
yy. Giugner a contemplar ?

..A, te pria conviene . . j


. .ri ‘
[.i

Per toonenti , e pene Nel» mondo -paffar

I> B L L A N A~X \I r J,T A\, . }

del Signore

Ergine al parco

tuo da Dio chiamati Son oggi ’n ter-

ra gli Angeli bea- ti, E


gioia.

Digitized by Google
, .

jto L A V D 1

gioia, c tifo Dal Paradw fo Ciaf-

cuii pòrta con fc •

Ré'^Ina bella del gran Padre eletta


h

Da te tra T altre Donne benedetta


.

'

- Quel frutto nafee , .

Che’l Mondo palcc, E’I Gel contento rat


Ver^ln piidica tu col puro latte^

lille tue verginal inainaielle ’ntatte y


' ‘

Yi' Og^l Hai- cibato, ‘


.

'
Ciu t* ha creato , O ben felice te ! ,

Donna Divina, or contenta appieno.


fei
leno,
Ch’ abbracci ’l Figlio tuo , l’ accogli 'n
„ Lo baci , e guardi
Lo llringi , ecf ardi, O
venturofa tc
Lampa cclcfte, c’ha prodotto un Sole
- lUuftre di virtù Divine, e folcj
L’ombr’ecco fugge,
. Il giel fi ftmgge, E più notte none.
• Radice santa, che ne porti un fiore

Di Vergin nato , c di ccleftc amore :

^Sa-
. , Goot^k
, , ,

S P I R I T. V A L I. 521
•5 Sagro Bambino,
Parto Divino, Ch’ k ratti vita da •
Lucida Stella del gran Mar mrbato,
— Tu la guida ,- e ’l governo oggi n’ hai dató^
5, Che drizzi- al portoj
'

Dal cainmin torto. Ne errar fi tema piu,


Arca , e* hai dato nobile teforo ’l

Che vince di valor le gemme, e l’oro


„ Sta tutto Monde * *1
(ha.
Lieto , c giocondo , Che*l prezzo del Cicl
Madre , e Figliuola dell* etcrtjo' Figlio ,
-'Spola" del Spofo candido , c vcOTÌgUo,'/
'
Gemma gradita, < i 'J

. Vafo di vita , Benedetta Tei tu • |


f

» *

ALLA VERO INE.


D
>a
Onna celefte ,’chc di Dio fei Madre
Oggi al tuo parto feendon mille fquadrè
.P’ Angeli , e Santi j

^

... Con dolci canti. Maria felice te .


Donna fubblime , c’ hai portato in terra
La vera pace, e a noi tolt’hai la' guerra;

„ Satan s’adira;
t’ammira:. Gioifcc’l Mondo *n te.
Il -Cicl

Donna , ch’accogli dentro alle tue braccia


Colui, che tutto runivcrlo abbraccia >
„ Fatto bambino, ;

E piccolino , Lo 'ftringi forte a te.


Donna , in cui fono tai bellezze fparfe
Che’l Veibo eterno rifguardotti,ed arfe;
„ Ora ridendo
^ Ti Ita godendo. Felice dunque te.

ALLA
Dìgitized by Google
M adr c . ) Gicsii ; ?> Mai: dt ogni

graziale’ fonte d’imiiità*, - - • •


S P I R I T V AX I.

E 'dolcemente ^mpi e canterò ^

,y Stella fei tu > che partorlfti *1 Sol, . . [. i


Il cui bei raggio falute ne dà ?
5

Delle tue lodi,


5, ec.. •
» ]

9T Sei vaga Aurora , che n‘ apporti T dj,. '


j

D’ogni letizia, e di giubbilo pieni


,v Delle tue lodi , cc*
5, Candido Giglio , immaculato fior,
Miftica Rofa , ornamento deLCiel;. ,*

• Delle tue lodi,


,* ec.
Vergin fercna, o Sagrofanio arder, '

Che r alme in fiammi de’ tuoi fervi umil^


Delle tue. lodi, ec»
,, Odivo pregio, onor di fantità.
Ed Avvocata d’ogni peccator;
. „ Delle tue lodi, ec.

Ergine degna d* ogni

lau- ,

Digitizf ; iy •-
-t « «gh
. ,

L A V D E

laude >• € onore > V ergine santa .

glori- oTa^e pia» Tu Tei fcala del

CieU porta y e vi- a > Tu feifca<-

la del Gel , tu porta , e via

Vergrac piena Tol di sant’amore.


In cui peccato unqiia non fu , ne fia

,,Tu fei fcala del Gel, tu porta e via* ,

Tu d’ogni grazia tieni ornato cuore, ’l

E d’ogni laude degna (ci Maria,


Jtt

Digitized by Google
, ,,..

SPÌRITVALI. 535
5, Tu fci fcala del CieJ, tu porta, c via.
Niid riiti col tuo latte il mio Signore,
Nudrifci l’alma mia. Vergine pia,
„ Tu fei fcala del Gel, tu porta, e via.
Te Regina del Gel cìaicim’ onora
Fida guida, avvocata, e chiara Stella

y, De’peccator Maria Vergine bella.
Ecco per re beato ’l fecol noilrò.
Donaci grazia, impetraci perdono
„ Da Giesù mo Figliuol , eh’ è rutto buono ^
I>£Lr u4 MOR DJ GIESP^

C
,,
HIamiamo’l buo Giesù vcr’huomo,cDio,
Giesù fperanza d’ogni peccatore
Giesù benigno , c pio , GieSÙ amore
O dolce mio Giesù, Signor potente.
Il refugio fei tu del noftro core',
„ Giesù benigno , e pio , Giesù amore
Giesù refugio deir umana gente,
Chi’n te fi pofa, non fente. dolore,
„ Giesù benigno , e pio , Giesù amore
^lesù foccorri a noi tuoi fervi ’ndegni
, Che te folo bramiamo a tutte l’ ore ,
,, Giesù benigno , e pfo , Giesù amore •
' •

Giesù folo ci dà falute , c vita


. Chi non gufta Giesù, vivendo more,
„ Giesù benigno, c pio, Giesù amore. ^

jt

t Digitized by Google
^2$ y D E
A L A
uiLLA VERGINE MARIA.

Ergine iimil vergine

jCagra, e bella. Splendente Stella,

d’alma gloria adorna, I tuoi fe^ ^

reni lampi Spira nel cuor, eh ci

di dol-

,
Coogic
, , ,

di dolcezza avvampi;.' >- I

Vergine pia, mentre di fkingial fen^^


Di' gloria pieno il Salvadotrdcl.Mpndo^
y»Qmji con caldi fofpiri -!.r. i

^ Prega, eh* a noi Aiedek:i>fìainiiaedn^pir|i^


Vergine bella per T Arigelic’ Ave
-Dolce, é foa ve, onde Divina Mxdrc
„ Fotti deh Re de^ RdgI
Deh fe,-che’l Giel dkmi s’adornii* e-fregiy ‘

Vergin d’ogn* altra Vergine ièrena ,


^

--
Di grazie piena, or di vlrtuié
Vcria in noi Santa Madrevi -• * ;
^
nembo!

Chc’n Gel pogglara tra Div’alatc Squadre,

IL VENI CREATOR
sp/Rirrs.,
-

,.5a8 . L A V D E .

torc Noftre menù a vi- fi-

/tare 9 • Della grazia, e del tuo ardo-

re Noftri petti a inebria- re,

Tu ,
E
che fei Confolaiore ,
Dio dono immortale,
di
^
,, Vivo fonte dell'AmoYc, . .

Carità , fuoco vitale j ‘

Tu eh’ a dar, grazie infinite


La delira apri onnipotente,
E di lingue non piu udite
iArricchirci indotta gente:
Vieni a noi, c à noflri fenfi
Lume accendi di ragione,
„ Tua virtude ci difpenfi
Vero zel di perfezione.
Del

DigilizedbvC Jgly
, , ,. .

S P I Rì T V A I,
Del nemico Épenta,‘ e morta
La ria poflk, danne pace-,
,, Sotto tua sì fida l’corta
Fuggirem ciò , eh’ è fallace.
Fa, che*l Padre, e fa,che’l Figlio
Per tuo mezzo conofchiamo j
j,
Te dal P^dre,._te dal Figlio
- ' Procedente' ancor crédiamo

PER si CECILIA
*•

V Erginella,' lieta, e bella.


Che trionfi ’n Paradifo,
„ Rimirando, vagheggiando
Di Giesfi l’amato vifo.
Quefto manto fagro, e santo.
Che qiiì Terba tua memoria,
„ Non è forte d’ afpra morte
Matrofeo del Re di gloria.
Qifinci'ntorno fan foggiorno
De* celetti, e fommi Cori
„ Pargoletti vezzofetti,

^ Faretrati , eterni
^pira Amore , fpk-a
Amóti
odore
A cui cedon gigli, e rofe,
,, E viole , eh* al bel Sole
Spiegan chiome nigiadofe
Roma mira , come fpira
Mort’ , e vita il cenerfacro,
5, E dagli occhi fuor trabocchi
Di pili Stelle ampio lavaa'o
Non ma quel fangue
più lahgue,,
E’ convers’in bei rubini.
, ,

'•

„ Che la>iaga‘xendqn yagft, , ,

E inghirlaiidan’i bei crini.' j


j
j. , w ..

Già fuperba, quali in ciba ..

Fior recifo la miralti^ >


• -
,
- ,

pudica
„ E nemica la , .
, .
. , .
^

^lobil Tpogha laceraftì • - _• ,i:; (?•

INVITO A LÓDÀRl^ ÌT S\1QÌ^0RT,


. K

V

Erginelle fide.

D’alto Re d’Empirec Schiere,


Deh cantate , deh fpiegate
Ancelle^ li

>

-,

i :

Mec’ ornai fue lodi altere :

Che tefori di bei fiori


Già l’Aurora al Mondo fcoprc:
„ Già ridente l* Oriente
D* oftro , e d’ or Febo ricopre.
Arno il reno d’ amor pieno
Di fmeraldi orna le fppnde
-
„ Dolci venti , crcfpi argenti
Fan fembrar fue limpid* onde . , .

Tra le foglie, tra le fpoghe.


. :

D’ ogni bofco , e d‘ (^i,p4:atQ -,

^
„ oggetto del diletto
FaflTi . ,

Lieve Z-effirq 'odorato . .

D’ amorofe colte tpie


Orna ’l Ciel gli. aurati. giri,., . ^

„ Suoi fembran cinti


giacinti . . .

Di candor, che gioia fpiii. - .

Dunque liete dèh ciifigcte -


i

L’ almo fen di fagro velo ,


'
- :
, , . .
, .

„ Muova ’ri terra dolce ^crrAf '


.i

A* fuoi lumi il yq^fljq pelo. 1 ,


t

VIn-

Digilizetì by Google
^' .,

S P I R I T V ^ LI. 531
Vmca’l Mondo co! giocondo
Voltilo ardoi: gii etcnu/ ciiio'ilrij .

„-SieiK>, ornai- lampi,. e rai -


" L’ Alba , e ’l Sol degli occhi yé'ftri.'

\


G;à fc*. n’ .pr 1.
L’-alto Spofo a chi l’ intende*:
„ Oh afptta , clic n’ affretti; *
s’
. ^

fop.4'igor, chi ciò n’attendei


Su .pernii al ma per iua-paluia .
- - Riccia, al feniò iJk\ff!=e' inganno,' >

•„ Ch? ^T^'}pprdU•,'chi ne'delt.a',


— Somnio. beo.’ per lievi^ aflanjao,
'
,

L
•M
Dorce- pena, eh' è ripiena'' ’
i I
ì r

Di gioir , ebe ’n Cielo. ,c(rerna,j -


. *v

„ Dira doglia, che n’invoglia


Di piacer , che ’u Dio-U’ huerua,. , . .

PECC ATORE, CHE CO' ' MOT, im


ài David t-nplora nilferlcùrdia 'dà Dw.—‘
• f • X .

ff 1

dolce > e piCtofo, Voi Signo- re m ab-


Z 2 biace
53 ^ LA VD E

IMI

o Lavate o Dio, Che moftruo-

giiofo ,1

i £• che fempre di contro mi fta.

f .
.

^3 Hò voft t’occhi davanti,


fallico a’
- Son mancato a' voi folo di fc:- :

„ Ma fé al peccato.
In ciii fon nato,
Confacro i pianti:


Fia

. Digitized by C
. ,

SPIRirrVALI --S35
Fia per opra dì raì chiarì, e fanti,
Bianco più , che la^neve non è.
^
5, Non guardate a’. miei falli Signore,
Ma donare a’ miei falh perdon j '

_ „ Non mi fcacciate ,

. , /
Ma mi levate
Dal cupo errore j . •
,
?•
'
Niiovo fpirto, nel petto altro cor^
.
Mondo , e puro porgetc nii ’n don J

Darò lume per -vivere all’ empio


Per la Brada l’iniquo porrò;
I. ^ Mie labbra aprite j . i
P
E dianvi unite
Lodi all efempio,. >

OlocauBo d’ Amore nel Tempio


.. Splrt.o umil,,cuor contrito vi do^
. - .*
j

^ Pet la colpa ’l bel mura diBmtto •

“2 Del mio feno rinnaoviBundì;‘


•>r
volpntadè“’‘‘ i'
‘ ‘ •
«
VoBra Cittadc
Coperta in lutto
A voi folo, dìfefa per tutto.
Cifra i voti, già non olfrì.
'
Ij
CANTICO DE' j%R^JANC ITILI.

imi
, ,
.

lilTu

Dio grazie rende-, te. All’ alto nom ”

IIIKI

filo grazie, ed ono* ri, Air aitò



j . . * i V '

nome filo tutte rendo- te. •

/
'
Voi VircLi sagre, voi fovrani’ Cori,
.Voi Cicli, ed Acque, che lafsii^ftagnate,
Voi Stelle erranti, e* voi filli ^f>lemfóri .

Autupno , Verno , Primavera , e State


•^‘<?i^,*Fnocp,*Nevi,Pioggfc, V^lnti^e Brul^',
> Tupnfpa
vento fi , aliiie Rugiade , e grate
V^i ,‘cl^'i fub braccio vibra-TArAie Divine
••
Voi Nubi j'ov’ei-fifiedeyempian fiioi { regi 2

Dell’Emisfero nollro ogni confine.


Montagne ,’0 Còlli , Frutti, c Fiori egregi.
Fontane, e Fiumi, e tu co’ Pefei tuoi’
Mar , Celile fiere , Augei , Popoli , e Regi.
Della
. c . ,

S P I S. I t' a L I. 535 V
Della ftìrpe_dlAbiam Diipi, ed Eroi
Dite: folò il Dio noftro è fenza pari,
Dio, eh’ ab eterno fi compiacque in noi.
Voi, cVO'fiie offrite a’fiioi felici Altari,
Voi fiioi Miniffl i, voi Spiriti giufti,^
Voi, che per l.’Vmiltà gli ficte cari.
Voi tre Fanciiìlli vcht fóttratti ,fiete
'
Dalla fornace à' chi temprò l’ ardori, .j'

In ni ;d r gratititdirt e re n d ere
• ' ^
'

Cantiamo il Padre d’ogni cofa Autore,


J1 Fihjio , che fi fece huomo mortale,
- '
Lo 'Spirto' pien di Carità, ed Amore.
A te, Dio Trino, ed Vno'itt tutto eguale,

Del Firmamento fovra il foglio eterno
f Sia lode, applaufo, onor, gloria immortale.

DESWEkfO ^P'ATIK CON -

Ende Figlìltol c^i Dìo col capo chino


PE
’l

Pende fui leéno con le braccia apciTc ^

tutto ’l Moh'db a lui non fi converte ?


Piangete o figli , e battetevi ’l petto j
'Copritevi còìV Vefie ofeure, ed atre;
E’ morto , è mortq ’l^voffro egro Patte
Poveri ’nfermi, vedaye, è pupilli,
„ Chi vi darà faluté, e 'chi conforto,
Se chi di voi renea la cura morto •

rnìa peccarrièt"à1I1ua , che ^fai ?


Yfd’iji CrcJdc*l ituo ^^o*ire efanguc,
Come? non Tpargi- Itigrime di fangue ?
'

tAntm v . \TrJ )

i-';
- w"
4 AN-
Digitized by Googli
.

uiNNI malamente spesi '

V Ago aiigelletto , che cantando vai


Di ramo in. ramò , e' voli a tutte l’ore.
Deh ferma il piede , e tempra’! mip dolore.
Ahi che fparini fon’ i miei verd’ ^ni , ./ ;

„ Qual nebbia al ventcv, c come neveal-SòIe,


Perciò il m!o afflitto cuor i;anto fi duole!
Sempre in peccati a me viflì crudele, ?

„ Al mio Signor ritrofo, ingrato, e rio,


Quant’^egli più per me fu dolce, e |ho.
Lallb infelice me? die far degg’io?-
„ Altro non fo, fé i^^n gridar ,mercedc:
Così mi dett’ Ampr , Sper^iza , e fede »
Ritorna adunque al tuo ìoà\^e canto T
yy Vago Augelletto ,.^c y^anc^var,
Ritorna, c tenappa i niier dolènti guai

Le trefuddette Lande fipffon cantare yCorrì^ y

Lafciate i voftri alberghi^ ovvero Ntlf


|
apparir del (empiterno Sole.:
• '"-fj
: 3

ANIMA, CHE S/COI^rERTÈ .

:ts:5:

iVfel
Orreì pur mutar
S P I R I T V A L I. 537>

/ .i •
.!

Ma che dirà la gen- te? Sto hi gran

Ahi. faggio dira:' bene;


Il x

. Gli rideraiino ,1 ;.j


ftolti i.- .. j

„ Maquelli, chéti fanno Al tuo refòro* i


Spir. Convicn poi , eh’ io pra loro x : .

Mi ftia felvaggio , e fiero , ; '



'
'
^

„ Com’iin Ganfbreftierb, Ne ragioiii :

Ani, Se tu folo da’biioni-_ > . ;


.uTccraMa compagnia., '


r. ..

„ Avrai altr’ allegria ’Ed‘ altro àcqiiift©,


Senfo. Ma poi fe farai vitto, • >
*ii: ^ i

•-Diranno :piii^ t’hofcorto,' r


Sei fatto
'
'
un collo torto, Non fuggire
:
'
Z $ Am>
, , . .. .

'
^
55 S L 'A I>- E
.
V *

'
Ani. Tu lor potrai ben dire
Chi non è al mondo morto, .. * ;
'
jj^-Non godei! ficur Portò In ParadiTo .

Adion. Ti. v.og;lÌD.dare avvilo;


—Tu tx*rdi iiTT gran .f)iacere,-
,, Che
qui potrcìli avere Tra gli vivi.
Ani. Non vidi, che ti privi
Per colli vii’, e frale
,pDi bcn’alih&,htin\ortale?‘Afai dura falma I
Mòli. PcrchCdiinguò tu alma
>Non rcrvi.al Al ondo,, e. a Dìo?
j' Deh madacMuaPn-ob+io -OudUb fciroirU v ,
,

ò'plr. Non lì può a due Signori,


iCheTieno .sTne-mid, i.l j .il '

„ Servire com’amici. In quello mondo.


SenA Tu viior reltar'li'd fondo ^

;
Di qircftà ^rafid^Miprcfh. V q* ^

,, Hai troppo ftretta pnefa La .tua vita... ,


Ani.- Qiiel Signor, che m’aita, - - •

Farammì così forte


„ Che non temerò morte. Ne martire , q
Senf. Tropp’alto è *1 tuo defire.
Ala afcolta anima mìa,
,,Non prender quella via Di tanti guai
Alon. Se la prendi, ftaral
Senza diletto, e gioia,
„ Cóvien, ch’affanno, e noia Sol’attendi
Seni'., Ecco i tuoi fenfi, prendi- j

Q iianti piacer tu vuoi,


,, E mentre, che tu puoi. Datti bu5 tempo
Aioli. Avrai ben* anco tempo .

Di far gran penitenza , '


-

5> Se pria con rÀftinenza Non t* ammazzi.


'
. ii.-,
' ' ’
•- i Si fan
, ,, .

SPIRI T V '
ALI. 539
SI fan tanti follazzl
Nd mondo, e tante feftc,
„ E tu fempefte
tra: le Tieni . I fenfi
Spir. O quanti affanni intenfi
'

Son pofti Intomo'ai cuore, -

,, Che f hanno trattò fiiore Del ffehticro -


Ani. O che buon ,
Ca vallerò *
Con due parole immondo’
' ’ ’

„ L*ha meflo nel profondo D’o^i^ male


Spnv Io Ton pur fen filale , '
.

Non vinco mai me'ftefTo,- ”


:

y> Ogni penfier, ch’è meflo. Lo governo ;


Ani. Penia diinque ali’ Inferno ,•

Penfa un poco alla ‘Motte V ' ' '

„ Se Dio fer^a le porte,


t:
che fventurai G
, i -i .if

anima tornata a *
dio. *
i '
j • • .

D
„ E
Ammi un
In cui t
belcuor. Signore,
ami, ed onori,
faccia a’ tuoi tefori'
Oneflo loco.

Manda quel vivo foco^ ” •’ '


• ‘ ’
*

Ch’ abbaici, e che confumi


„ Gl’ indegni mief coflumi,' £ mi finnuovl ’

Tu ’cdrità" infinita ,
‘ ‘ '
Che vinci ogni mio male
„ Dami un bel cuor, nel quale Ógnor ti lenta.
Sicché r Alma contenta '
'

Giubbili in fé goderti, ;

„ E ricca al fin di iriem '


Tl poflleda.
Ó ‘ben "Felice preda, ' '' ‘

v •

Preda d* Amor, e Pace J


.

j, Quando fìa mai capace Del mordono?

'
: 2 6 Quan-,
Digitized by Googic
. . , .

540- .! l- ,‘A’,V-;’E( ^ f
a >,

Quando fia degno tron^.^jf,;,,-,


Amor, di tua bontade,..
„ Clic con tan;a pietade À me t’inchini?,
sp^pA DEL Martirio
.. a, Santa Margherita e ,

, I ' <'<
.

D
,,
ei taglio inio crudele
Non; temer .rafpra for^e ,
Che ibtt’ ombra di morte Dà
,

la .vita
i r,
,-,]}

;

. . .

Gioifei, Margherita, . • •

Do, fine, al tuo martirio,-


,, Tra gioie dell Èmpirio, Per .riporti.


T’afllfta, e ti conforti»'.
Ogn’altro prapaffatO;.
5, Tormento difpiètato "
A te sì caro i

li Cid , xhe npnr avaro -y ^ l À T A'// -

Con te di iiia pietaté,'


Le membra tue fbranate Refe intere .. r

Le minacce (èverè |

Del Tirann9 orgogliofo, /


5, 'Che nulla fpaventofo ,,Ti‘ iiqéd.
La rabbia, che..fremea, •
A- -.(i

; /<

Satan in notte -c^ajra,


;
i

'
j. In orribll figura Dipragofic.
La luce, che ’n prigione ^ . .
j

In rallegrarti, infieme
5, Siciu'a fé la fpeme '
Della gloria.
La lucida vittoria .

DI lucida Colomba
j

,, Nella liquida Tomba Ti dia core. ,

Ecco che *1
gran Signóre ,

Del' Cielo, e della Terra


Ti dà di bella guerra '
Eterna Ialina.
Se fpi-
Googlc
, . .

S P I R I T V A L I. 541
Se per me I’ Alma,
fpjrì
Per me nel Paradifo,
. Ifl.jCQmj>icer4io rifo Dio ti fpofa.

LA RLL.IGIONE •

A CORSJMly
tentato zta un fuo Parente a tornare
\ al jje^oloi^ '

D Speme, Amore, e Fede


I
Cingiti 1* alma , e ’I core ,
„ Andrea ,-€€00 è '1 Signore, Non

À voci lufmghiere^ . \ . I

L’ orcccliie tien Verrate > ,/, • - •

„ Dal Principe dettate.; .De|l*Àbiflbi


Ricorri al, Crocifìifo, -, j-, --. ,
.

Éd alla Vergin Santa, ?

„ Che al Ciel da Iteril pianta T’ha cliiamatoi


Già lervo del peccato,.
Se fofti un Lupo fello . ,
*
f i

„ Del fogno, or fei TAgnello Manfucto


Vanne Andrea, vanne, lieto.
Vanne à quel tuo Parente, ,
-

„ E mifero , e languente to^ rifana •


Vanne, ne t’allontana
Da rigida aftineiis^a ;

Da fiera penitene, In Dio rivolto


, ,

V^CLC là, donde ha tolto'


L’ orìgine ; é beltade . . . -,

„ Queir inclita Citfade , ,


Che t’qm^^rc.
Quivi retefno/Paclre ^

T>er Vefeovb" ti vuole ,j‘


T.
„ Acciò più bel dd'Solc, SplédaalnìÒdo.

DigitizecJ by Google
54f
*
^
V
A tf.HEJ 'I
•',
•*

E qui ,
nel dì fecondò ' >
'1 ‘
-u

D’ un Dio V erbo ìncaftìàtò i ‘


• -

Sararti ri velato
'
- 'Eattia i^rrc.
5,

Indi del-Ciel le porte


Ti
apriranno m^ vìfò ,
s’

„ Efeinpre in'giòia i'^ìfif© -Viverai/'-


u <'i^ .
'i 0

INVITO A PIANGER CRISTO


yoflo nel Sepolcro .

V
O
'' *
Cchi pietòlG , é’cafti'j ' -

Lagrime pure , e fante , ' ' *

3, Degne di vero amante , E vero amore :

. Da fagro erernotarifói-e -

^ '
Pitrgare pìBf che mai- ^ - - '
.

Accompagnate i guai' Di nóftfa vita.


'
Dico dell’infinita * '

Bontà 3 che morto in terra " "

„ Vn or qui rifefrajln mezo al Mondo.


fallo
Il Re del Ciel profondo,’"
'* -
Signor dèir alto àbilTov' •

„ Pernoi giàin-CrocefiflbfE’quì fepoltÒ. C

Quel, che col fuo bel Volto *.

Fa lieto. irParadilb ,' -'^ d * •


'

A mille torti ucclfo, 'Or qiri fi giace.'


Che per trarci a fua pacc’ì "
* - - •

£ darci il Oelo^ in' preda,'"


-
*
'
,

„ Co si V uo , ch’ó’ghii veda, Qmnt’e i'cl ama.


1
"
Alma languirci, e brama f


'

Mòriit in sì bd 'piahto.,“' '

3, D’ ogni foave capto AlOrai più grato ,


i

O cuor più che beato, ' i


.
.
-
,

' Che piiote fempfe , é vole


,5 Pianger il filo bel Sole In Croce fpento.
Pcn-
« Hk-
,, .

S P T' V A'L I. 54^


Pens’ alma , s’ è contento
'

colui,' • •

„ Che pianger può per lui , Fitithé ^ fi ^ mora


Mirate attenti ognora
Dolcnts, e kgrimofi-
^Cò ri yé‘ Spilli pfctòfi, ill'"^faa miilero.
fòmlnp.tni^rb v

- ^•^tolper nei' »ì •baifo-f- ^

,, Pi rcHe’l mio cuor di faflb Or non fi fpezza?


Sagra immottal chiarezza ,

Non voglio viver più


'^ifielìjè no^ torni ta y Che fol -dtefia, ! «'?.

^ ^i0q^èK}fyàdetÌe\Ì^^^ fi fo^aòmiàrtl
,-Oifpeli’ fco 'Ai-ipguka t Felici doi ;-j
che i Mondo . Giunto , che fu
; '' quel giorno Nel qual diCu»' ù
quella vita , ovvero Le-
vate fu Paitori,-Le-,
J

,
viamoinofei
cuòri . X5 V-
^ 4 •« - . .

.V • ; ^ ’-.-VÒl,. - - -.1

^che*nel-
. T
r Inferno/.
.

il..,' .4 . i.

^ l'-il

'r. boni:?\^ xil

< ANI-
• Digilized by Googic
54+ .i .:L.sA V- D ;Ei , ?.

1 .

^anima che vvol lasciare


.. a Giem, , ^

Vo’^ir’ all! Ermo pcrfar-

mi Romì- to, E falvar L’alma, c mcj

«o Non fervahdo la . fe . Dentro d’un

bofco
Digìtìzed by Google
, , }
,

bofco Nel terren folco.». Dentri una ;

!
Creila» Senza favelli, Racchiude

Qijì^Vi^aJ à;. ÌA :¥uiW.pe^F^ma ftanza


. Per a:yròVf|- •• -
/’M
E di poi con létizia,^ e. ^r^i' fidanzai,»

^
VU, iGìcl ne .Vjolerò j; r. ..mio,'
O me beato,: j- E.,fortundtro, n ì
Se di. tal. graziar: Mia voglia fazia I



Fatta farà dal mìo ,dolce.,Giesù .

Egli . 9; quei luiò^Signoir-i- che m’ ka


' faivato
I
I Per la fua gran mercè
i
Che tante fadei dannato
Per la mia’^GCà v.J'
Ma per filo dono Trovar perdono
D’ogni
I

Dig.riz--" • GtKjgle
, ,
- ,

54^ .IL\ A' V t) :ei


:

- D’ ogni mio fallo. Senz’intervallo,


Sp>erG «ria quel iwie> Gie*«i i

Ti lafcr(r^UHqg6“^;^^ of ra<ji^;g^^n
È ton. tui-vliiiità
DiioliHi'i’-ftvkHÌ-ciac^ -^otflrm’-ahni- '

Di mia tener’ età y


Qnei iclie mia-eita , 'Dentro fòi^ftaV
In penitenza D’ogni fallenza,
V'Spefi^er’ìo vof^, ptr ÌWvìr’-a'’Gn.rà ;•

TiicJiVdM airi, è frtbbCmr abetr'^'" •

. ..Alla luid. Capannellai L , u ‘


v'

-‘O^rbbia faraniK> 3 'e gii angelletti 'lieti- •

Intorno alla mia Cella


A'ndran cintando, E raHèmbrando
Il canto, e’I rilb
« Del Paiadilb,
""Dove IJ vedevi E 'gode Giesu
Erbette cfad'e faraii mie viv Ande.
Per aiTjior del Signor i f
. .1 , l] |

- EEacqke G-biaré f^aiiwnle bèvaiidei.- i f


E non altro liqiio#',


Da poi che piàcfc A Dio V^erace,
Che m’ha chiamato A qiiefto ftato ;

Acciò non vada al rempicerno orror, J


Prendi tu efempio mifer peccatore
Che nel peccato fe‘, ) -

Torna compunto al tuo dolce Signore, ’

Che n Croce fta per te ;


'

Non vedi ’ngiato Che tuo


,
*1
peccato
L’ha pofto’n Croce, Con pena atroce;
Deh torna , tornai al tuo dolce Giesù . l
-
1 I . i-

CI'- yjic- Jf
( !

Vj

LAN!-
Di..*-
. ,, ’ .

S P I R I T V ali
V ANIMA , CHt‘- riconosce
‘il fHODìo

V Che
Vo’ dedicarmi
E lafciar’
così bella
ogni error
ha
al Figlio di

fatta l’ alma mia


Maria,

'1%' lo ìUó immenfo amor *


'

E rha creata , Di virtù . òrnara',


A fémbianza ,
fila' E fimfgHarìisa*
Vaiò capace del vero, e fommo'Héh.
Non perdi’ in quefto mondo m’ annidaci,
Mi creò ’l mio Signor^ ' •

• Ma perchè fpeffo mia mente devàffi


'Al'Cielcon gran fervor, •

Quivi fpirando, Ed atidàhdo'V • ‘

Di pervenire Tofto a- friiité


-

In' qiieiì'etetno Regno il fomiiib bèni


Ma che 'finora fono (Iato
mifer ,

Lungi dal mio Signor


Ed
ei benignamente m’ ha arpèt'tatò
Cliiamandomi ad ognóra ' '
'

Ed ora
in Croce Ad alta vbcò
Mi chiama , e dice ; peccatrice O '

Alma, rìtòrna a me tuo Oeator


Deh lafcia dunque àn tutto il mondo cièco
Con lafua vanità
Non voglio più gli giorni, fpender teco;

Che fenza 'Utilità • •

Io t’ ho feguiro , E m* hai tradito :

al mio Dio'
Ora Dono il cuor mio.
Luì me lo diede, ed* a lui fi convien.
Diiolmi l’ aver finm'a- in daino fpefo
Il tempo in -van piacer
',

Ed

Digitized by Google
, ,

548 ' L ArY D E


Ed aver te Gicsù mio bene offefb
Contro ad ogni dover
M’ affligge il core , Mi dà dolore
Chieggio perdono, Giesù mio buono,
A te Ae i'ei il fonte di pietà.
Prdo lio fiducia , mio dolce Signore,
In rimirando te
Pendente in Croce fai per mio amore.
Trafitto mani, e piè, ^
i

É *1 petto aperto; Si vede certo


Il grand amore Del mio Signore,
C’alia voluto morir per falvar me.
Quanto contento Tento Gièsù mio.
Quando ripenTo a te,
^

Io ho lafciaro il mon4o^ iniquo , e rio,


E mi fon dato a [te .
E qual fia il rirp" Del Paradifo,
In dolci tempre

Pp\x\per Tempre
L alme ;be,ate goderanno te ?
Deli dammi grazia dolce Giesù mio.
Che montr;e vita aurò ,* -
^
-

lo ferva a te, o niio bemgno Dio, .

Acciò, quando* morrò, *

,Da tua bprjtadciji Per tua fpietade.


.

Mi Tia concefib.; ^
D’,eifer ammeifo
In quel^fieiiqe,,Regno a, fruir te. ,

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Admodiim R. D. Francìfcus <;Ie Cionacc^
acciiratè percurrat lias' facras CantÌ(E
nes recognofcat,nh coÀtrncjtrrt alìquod
Fidei orthodox;:e advcrfdmy mbri-
' bus abfohu, &
reférat. Dat.'fi.diijnij i6'^8.
Nicolaus de Cajfelìanis
'
Gen,

Iiiffis tms , IlluRnfs. 'Domine qua décet


rcyercntia , obtemperans , attente perlegl
'
has facras cantlones vulgari idiomatC_-?
cxaratas, tam impreflas quani manubri*
ptasj nec qiucqiiam Fidei drthródpx^ óp-
pofitiim aut bonis moribtis ' repugriàns
in eis inveni : in qiioriuti fidéni mea ma-
rni fubfcripfi hac die 2'2. lulij i6§8.

jiddiSttJfmus Cliens Francifcns^ Cionacci


i . . .

Sacerdos .
)

"
Attenta fupradi(3a relatioiie.
Imprimatur Ter. fer. lulij j688.
Nicolatts de Cafiellanis Gen,

Illuftrirs. Sig. Avvocato Coltellini Confulr.


del S. OfE di Firenze, attentamente veg-
ga, fe in quelle prefenti Canzoni v* è co-
la repugnante alla S. fedeVé buoni Co-
ftumij e riferifea. Dal S. QiF. di Firen-
ze quello di 23. Luglio 1688.’

F,Frane^co AgoflimG amh» C ancellìeYe del


S, O#. diFirenz^e.
Mol-
Digitized by Google
, ,. .

Molto Reverendo Padre Cancelliere


:•.••; •' ^
i /

'^riftatur aliquU aqup ammo


vefimm oret ^

},
dide St* Iacopo nella Tua Ca-
nonica ijondei,eÀen<jl,o xjue’.bi^^ì.Saccr-
> jdoti, i filali promupvono la ftfiippa 4^1-
lapre^nte opera, 4i già proy-veduti ìl^
ballaiiza d’ efercizzi cTìvolì pe’ loro Ora-
.. anche convenevole, che faccf-
torij, era

fero procaedó di quella raccolta di Lnu-
/ de Ipirituali , con cui poteilero sfogare
•..queir interno giubbilq., il quale con pje-
tofo affettò^fi rifveglia Ile’ pytti Iqro
dell’ altre. peiTone timorate di Ùio ncHc
1 , pfù celebri folennità di Giesù CrìRo , del-
la Vergine e. degli altri Santi.; e -

perchè in elfe non fi contien colà, che


repugni alla loro piibbiicazio/ 7 c,-.con l’ au-
"
torìtà del Padre Rcvercndìfljino , c cii
chi s’afpetta,fi potranno dare alla luce,
ed in fede ho fottofccitto di propia mano

•Agojìino Calte limi ~CoìiJ^ultf , e C enf. Giubbi-


lato do^o 40. atirii 'del S. Ojf\

Stante la fuddetta attedazione


Stampifi ..
' di Luglio 1688. . ,

_ * * * .
»
* I
I *

T. Francefeo .uigoftino Gaj^celL fuddttto


* '
V

Ruberto P.andolfini Sen. Auditore di S. A, S.

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. .

I$1

OSSERVAZIONI,
- . I' .•
*i" *

Le. Laude notate, tiKte fono rcgo}a<-atì^n-


£e difpQfte focondò la lettera
'
beto. ‘
T

i:
II-
: ,
'
' "T
Qirelle lenza note, che finiili dì dietro fc-
^giiono la medefima aria ,

offeryano an^-
ch’eflTe l’ordine fra di' loro aìfabetico, c
devono cantarli fopra la Lauda preceden-
temente notata, che è la prìncipalé

*
. :

IIL; ì
-

<

Le piccole linee con i quattro punti,


irZ che attraverfarto,i righi' della Mufica
*
a mezzo , ed in fine, indicano la ri-
«I
prefa della' Strofa, or dal mèzjzo al
principio, ed or dal mezzo ai -fine.
'

. ••
.IV. .

Le due virgole „ in margine delle Strofe


non notate, dovvmque fieno, fervono
di contralfegno, che fi debba ripigliare
ilcanto da quel capp*i^er^ii al quale fo-
no incontro , c- talora-, che fi debba_c9
cantare due voue il medefimo verfo, fe-
condo che porta l’ aria

DkjiJi7C;J uy GoOgle
.

TAVOLA
Delle Laude) che fi con^
tengono in quefio
Libro.
A N~N 0 r A Z I 0 N J

:
ì-

Tiittc quelle col fegno t erano già*


nel Libro vecchio, e li fono^ al
prefente trafportateVin altro Me-
tro,! e in altraAria, non per cor-
reggerle, nia.per renderle più fa-
cili a’ Cantanti.

Tutte quelle col fegno. fono ag-


giunte , parte fatte di huovp , '
o
parte cavate da Libri ftampati.

III.;

T utte quelle col fegno 4» alla fine del


verfo fono le Notate , e le princi-
pali, che dannò T Aria all* altre,
che non hanno le note.
Aa \Addi»

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. , . , , , .

Ad dio ricchez.ze,addlo * 481.


uigH amor\ agli amor\ dgliamm,
goder , A goder , a godere . *3.
* *
l
uihimè che del feccato 163*
* Signor y ch'ardendo moro., 2 54.
.Alle gioie y alle gioie Paftori,
Alle /aerate* mura 41.
^ ^
Almayche difplendor vmchgm Stella. 286.
Alma y che penji tuì ^
Alma che feorgi tu'*,
y

Alma deh volgi* h piede 4^


^
* Alma del Redentor Madre^Aiar'ia 310^
* Alma errante , che cerchi tuì
Alma mia dove ten vali ii,
^
Altro non è*l miocor: 103.
'

'Ama GiesH, ijf.



.

Amor Dio /pira. 19%,


Amor G lesti Amore 17. .
J*’
* And iamo al Cielo .19»
* Andiam Compagni,
f Ange letti voi, ché*n Cielo, 91,
Angiol mio bello i. 25. *-
4 ,

Angofeie y e pene , afpri tormenti 204,


Anime belle tri gratiiofì canti 2é, ^
Apri gli occhi fu fu, 4»
*
Arda P alma,
Ave del Adare
^ Stella, 69,
4^ -

B Alen fugace
Sella y vaga
» Bel Adattin
e ridente
d* Alba fugace
3^ 4^
• 243.
I
Ca77~
Digitizc"'
, , ,

C Antiam la gloria
Cantiam lieti fa fu. lo.
Cantiam tutti cantiamo gran lodi 46.
. 27^» '

^
4J4.
Che bene e quejìo oime 408. ^ '
^
• i
'
che fai tu in queft\ abiffo. 49. .4»- :

* che farà Afaddalena-^ 114,^5 3 ,

chiamiamo d buon Giesk, 52^


f Chiara face Ila o Caterina .^ 325*
Chi defia dentr' alfuo petto ^ JT. 4*’

f Chi l Cielo a fuòi preghi, '

Chi può* mirar le Stelle,: *f*’


'

'

Chi può mirarvi, I 95 »


Chi vagheggia le Stelle iq6. ,

Chi vuol, eh* IO. m' innamori ,

Chi vuol folir' ale telo. 6y.' -»!


Chi vuol feguir la guerra bj. .

^ Cieco amante., eh* adori bellez,z.a ,’ i^9.


Come mai potrà Signor r^66. .

Come ti vedo oim'e 454.


Compagni andiamo .

Con dolcez.2iay e con diletto. 90. 4|f


Con pen , e dolore 94. <»|f
*
,

Confolati anima mia 9^ .

*
Con un dolent' aim'e loi.
Corrono., figgono, volano idi. 104.
^
«I*
f Cuor mio , che dentro , e fuore , 108.
Cuor mio 9 che pia fi fa , 518,
• •

D.

D ai di eh* io nacqui, 257.


Dalle Celefti sfere, i88«
Oal fajfo del mio core 105. .
^
Aa 2 jy ama-

t
.fìOgle
. . , .. . . . . .. .

JD* amaranti, e di Viole 426.


* Dammi un bel cuor Signore, 539.
* D' anime Sante. 376.
Debellata, già la morte. 129. ' .*

* De\cuor, dolce riftoro no. J*.


f Degli Angeli del Cielo 70. ^ - . . ;

* Deh e amiamo con letizJa 1^2. .


>

* Deh, che. potuto ho- in te. 287.


Deh piangi Anima mia 469.
Deh peetade, 0 Signore T12. ^
*
Deh qual diletto .120.
Deh ritorna., 0 Peccator 126^ .
^
^ Deh fe brami un puro core
Del bel Lauro verdeggiante 127.
^
Della defira del mio Redentore. 137. 4 *-

* Del taglio mio crudele 540.


Defir terreflre . 141.
DiCea fBietta alP apparir del Soie 258.
* D' eterna gloria . 4^4.
Di Iacopo fi canti. 277.
* D' mejfabil dolcezjua. 391,
Di Maddalena .196. .

*• Dio dal Ceel» di/cende . 115.


Di Peccator perchè cura non hai 142. 4 *”

* Di queflo fecola. 347.


* Di [perno , amore , e fede 541»
DifpójPho di fegmrti. 145. 4 *“

* Di fua fAnte dono. 72.


Dite 0 Stelle, qual fu. 182.
Diva cinta le chiome. 60.
* Dolce ferita^ . 1 2l«
Dolce Giesu mio falò. 288.
* Dolce gmia delia Mamma 4^'
.

Dolcemente U cOr wP infiamma


Dolce Verg. Aiarta^Dategrafia ^r.i 48 . 4»
Dm-
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. . . , . . ..

Donna celefie» 521.


* Dormi y dormi y Figlio dormi. 557.,
f Dove ne fuggi errante 388. .

Danque palUd' efangue 48 2^

E.

3^^

Ecco
E Ceco bella Regina.
Ecco cto e nato in terra
che'l Cielo. 437.
4j4-

i6oy

« Ecco del bello. I2j«


Ecco del Padre 510.
Ecco Flora 7 di ritorna . 466.
* Ecco incarnato
Ecco /’ Alba
, che ridente igt.
Ecco l' Àlba furierà . 166.
» Ecco languente. 174» 4 *.

Ecco'l di di glorie adorno 1^2.


Eco lieto armoniofo. 171»

Acciam tutti allegrezjLa 189»


F Fals* amor penfi. tH.., 180.
'

Felici noi, che'l Jiì'ondo


Fermojft'l Sole. 191»'
186»
, .
^
Flora del Mondo onore . 48 "

Fortunata ombrofa valle %.


Fuggi dal corei <:20-2. if* •
i.' .

‘ '

Puggiyfi4ggi-y 0 cor '

Fuggite yur fuggite. 4* •

Àa 3
*(?/>-

0j
-
" Coogle
,,, . . , ,. , ,

G.
* bianco y e vermìglio, 75*
lesìt , .5,

V-X Giesk del tutto e Vita , 109,


* G
lesk dolce amóre 328. ~ ‘

Giesky Giesky Gtesk, Og'nun, ec. 208.


Giesk nofir' alme f^erano 21 1. !+
G tolte Alme gioite
y . ,-

Giovanetti con fervore . 216,


Gtrolam Santo . 442.
> '

GiuntOyche fit quel giorno , Nel qual da que-^


fla Vita, 219. Jt-
GiuntOy che fu quel gtorno y Nel qual nof-
tro Signore', 268.
G loriofa argineIla ypuro Igìio, 221, G
T Godi felice pianta 48.
Gra^i'dy e gloria al Re del Cielo» 223.
• •

H
Ha fua faretra piena l' 226/
Hmmo inumano . 229 . <{»
<J*

*
t I
>

t T £>dlo è prefente 494.


X II Afondo y è Benedetto, 64. -

Il tempo y e la Stogane, 231.


Il tuo Signore y Alma lafclafii,
^
49 5»
Il veJfiL :^l Salvadore
248.
Il vsjfil trionfatore, 240.
In Ciel fi fa gran fefa 440.
In fui JHonte Calvario 1

Io credo in Dio Padre Onnipotente 332^


* Io fefegglo di gioia e di brio 446.
,
* Io fono il tuo Signor che t'ha creato.
y 333.
* la vo gridando gloria
: , 262,
"
- '
La co-
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. . ,, , ,

l;

La

caritad* èf^ent^ , 25T.
Lacero manto , e vile . 156.
dovè in urna d! oro, 157.
4*

Lagrimate occhi dolenti . 22^.


La Rofellina, 124.
Lafciate i voflri alberghi » 2 56. 4^
Le.pietre del Torrente 75^
Levate fu Paftori, 261.
Leviamo i noflri cuori . 265. 4*
L'huom^ che riceve^ e brama 77.
gioifca ogn' alma . i S9»
Paftori venite alla Capanna. 270. 4*’
Lingua non tacer più . 184.
eterne, eterni vanti. 1:^4.
L'unico Figlio dell' Eterno Padre i,

^ -i.-. M.

M
- 4/^r/4
Adre

f
divina
ALadre .tutta
,

del Par ad. 274.


272.
dolente
4*
Eo
4 *

Aientre fu-~Giesà:nel petto.'


Almtre 'n grazàa d' Iddio'. 284. 4* '

Merce , merce , « 291» 4 j;

4// giubbila 462.


- .

Mille dolci, ed amorofi, 296. 4 *"

Milje dolci parolette . 298.


3)^
forfennato 43 2.
% -^#>•4 cuor. mio durijfmo. 301. 4*"
Mirate altne felici 303. 4t
« Mortai' afe ti chiama 484.
# Mofiri terribili.
304. 4*’
Muover guerra, in Ciel fi J ente . 249.
Aa 4 iVS?

"
r - .Gogle
,.,. . . , ,

N.

N e forzjt
Nel del
d'
beato grj6.
acqua

f
Ned' apparir del empiterno Sole. qo8.
.
. -^06.

^
\

Nell' umd capannelli, . :^i2.


'

* Non dolerti non dolerti 225,


, .

Non e canna Giovanni. 81.


Non mi lafciar mai pitt 314. Jf .

No , no , non voglio udire 3-18.


* Non pia y non piie.y Signor. 316.
t Non piti Signor' Iddio, 173^ , i

Notte in te nafcere ^ 347.


Nudo , e confitto il mio Signore 4^6»

O,
i
.

O
O
Angeli correte fuhito . 3 81.
O
Bambin, che fei Divin."^!!.
Beato , 0 felice 278.
'4*

Occhi dolenti y e lafii 280.


* Occhi mieiiy che vedete} 116.
Occhi pietofiy e cafiL 542. .

O celefie fplendor 258. '

O che pietade del mio Signare \ 323. 4 *“

O Croce beata. 326. 4»


* O Davidica gloria 393. •

* O dell' Alme tue 330. 4*


t O dolce Fiamma. 378r
O dolce Signore 3 , 5^1.
* Og^ è nato un bd Bambino 334^ 4 **

Oggi lieto y e giocondo . 269.


* Oggi nfuona,. ijj,
O G lesti Crocififio 33£; . 4*
O G Uste mio Bedentore ,
J58.
O GiC'

r '
;y Google
,

O desn Signore * 4*'' ^

* Ogni cmr giubbili* 346. :

O gran Redentore^. 349, .»|i, ,

O Iacinto adorabili* 213^


Oime y oiwb y oimb 294
.
O immenfa bontà* 352, -ij».
O Martiri degni dt Iftoria* 38»*.
t Ombra fori io ^ ^62*
'

* O mortai cW in vita fei*/^^%* '

* O Nome foavijfmo 215, .

* O Peccator chefaiy che non ti pentii 3 *

* O Peccator che fai ritorna 44.


\

t O pompe. Divine 344, * / •.


'
v
* O quanto mi doglio* iip*^ ,v.

Or che di S anta, amore * 2621 , .



Ory eh' è, nato il. Re del del» ^64* '

Or eh* in terra il Re, 472.


* Or sì y che ben potrà dirfi , 289*
* O SanttConfefori* 82.
Ofiinato Peccatore * 135. ' <’ *

* O fiupor ! pioggia di foce • 153* -

O Teatro Divino * 1x7* , >

O tuy CUI i ambiuone 371» * ^

O tUf cui piace tanto* 368. ^ ^


* O f^ergin bella lucente Stella 373» ^
y *
<J*’
O Vergine divo abitacolo* y79*,- ó
* 0 .vesLz,ofo Bambino, yj2,*\ -,
.

O vezjiofoy e bel Bambino, 136, ( *

O voi che nell* Inferno', 384* j


y \ ,
<

-V '•
'i. -A

P Adre de* Predicatori * '55.


Padre Padre clemente.*
Parton dall* Oriente * 389.
Aa 5 Pa-

Dìgilized by Google
. . . . . . .

* Paftor comfe, lyÈ, '

Peccatori ai 'Cteh i al' Cielé,.


Pende' L fìgliuol di Dto. 535.

Perchè dormi , 0 peccatore^, 399. 4»
* Perchè fai buon GtesU.' i^$,
Perder gli\amu:i ,:c perder i fauori, 259 *-

Per erti ìnonti in. fretta. 394. " '

* Per far f Atto di -Fede »'433»


f
' ‘

Per far /pecchia' di e flejfo . 299.


Piagli antoYo/e 1981.
* Piangi pece ator rio . 402.' 4^
\ Poiché di Criflo
7 guardo. 403.
4*4
* Poiché 7 /4 / 5> . 406 .
ì

Poiché /* «w// Capanna 409. -

Poiché*ntrodujfe al Atondov 190.


Porta celata dentro del fuo petto, 437 *
4' Puro qual hevt alpina . 412. - 4K^
'

Q.

Q
Sd^l
P^al* è terreno àcquijlo
^al' in verxjofo. Aprile
Stella mattutina . 237.
414. 4*
23 5.

iJuando la vaga. 419. 4^, ’

maria il fuo Giesh. 422.


jQuarido 4 ^

'\'-^^AnÀo s incarno 354.


y^and ufetto alla luce 421.
Quanf é dolce il vagheggiare, 424. 4 *"

* Quanto -è folle il mortale 4 ^ 9 * ^


* Quel , che 7 tutto fo/pende * 118. -

Fanciullin, che vedi. 43 ^« 4 *^

Queir umil di corda cinto .5^*


Q^fia,' eh' è pia del vento. 283.
Qu^<r Jfo/piro ardmte 438. 4** .
,, ,., , , ,

s.

’ Alcun vi giura» 441. J*’


S Salve fagrato , e veranda Legno . i
* Sant'Amore^ che /’ amme accendi. 444. tj*
^ Santi Rfigi Arabi mcenjì». J4.
Sciolga li cuor' un dolce canto»
f* Se la vita beata » 43 5.
^
4?^ r huom fi fentijje» 447, 4 «-

Sempr' a Dio grato, 450»


Sempre divino . 451.
.y e per fervire il Aiondo » 144»
Se quefia valle di mt/ene piena» 452.
Sereno *i Cielo» 455»
Siam difpojh a. feguitarc» 218».
Si ch'io ti vuo' lodare » 458» «J**
* Si giubbili^ giubbili, 461.
fi
* Signor' io ardo ^ed e T ardore 140.
Signor mio^ che 'n Croce pendi » 464..
Signor ti benedico 467. 4*’'
^
Si grav'e V error 470. 4»
•S'*’ IO t' ho feguito , Mond 0 fallace, 74. 4*
Si si eh' accefo. ho 'I core, 320,.
Soave diletto 97.
Sopr* orrido monte 382.
Sotto fedele [corta, 48
Sotto re al bandiera 477.- ^ 4
* Spirto Santo Amore, 83»
Stommi qui al monumento 487» 4^
Sua lampa accende. 20$.
* Svegliatevi Pafiori, 164.
* S vegliati cuor 489. 4*
Su fu Michele, 199.
* Sa Terefay che penfi» ii 9»
Aa ^ Te
Ogic
. ,

T.

e mioStg, ychel peno aprtfiL 49 2.


T
7*
T
4*
etnpo già fu , cìi ioforte amai . 498,
empogià fu^Jkondo \ eh' armi , -497. 4^
7* , torna al fredda cuore ^ 499. 4^
Tu ne vai Gie$» dileno, 397.
Tu ti pafei Arrmi^ altera. 502. 4 *’

* Tu f^ergin Santa., dolce mio ben. ^o^, l*'


Tu T'ergm Santa Madre Figlia-, e Sps-
/ fa. 508. 4*’

f Aga Gemma rifplendente 93*


V ^^0 augeiUtto , 536,
Vanità di vanità. 51 1. 4^
* Vanne Satan.'^i^.
4*
Va pur rio Mondo va . 51 5. 4*
Vergine al parto tuo. $19..^ 4*"

Vergine bella Madre di GiesU , 522, 4^


Vergine degna, 523. 4**

Verginella beta, e bella. 529,


Verginella umil.
Verginelle fide Ancelle . 530*
Vergine umil.. 526.
Vergin Maria. 200.
* V
?rrà quel giorno .. 25.
* Vieni, o Spirto' Creatore 527» ^ 4
* Vnica fpeme t fommo Signor,
i. Voi che fitte sr. dolce». 5 31. 4 *’

* Voi PaJtoreHi-. 87;


Voi tutt' opre di JDio . 533. 4*
i(.

Vorrei pur mutar vita.. 536. 4 *"

Vuo' dedicarmi al Figlio di Maria . 547 *


r HO gir au ermo per farmi Komito.^q£f. 4^
IL FINE.
Dii;; . ; i
, Googlf
,

TAVOLA
Deir Arie antiche, e moderne, die
fi foni potute deferiv fòtto i
'

Nomi noti al volgo .


,
. , . \
A :ì . )

Si è meflb quella [Tavola per mag-


gior facilità di quegli, che non
intendono le Note , e fanno tut-
tavia cantar le Arie focto i noni!
piu volgariv '
V .

- ' ^ V I ^ ^

A Alle
xV gioie
agli amor.
alle giaic
,
y
agli
Pafiori
amori
4.
c*

'
i.

Altro non e 7 mio cor . 7. . t

Amor poiché non giovano


all. r
Andiam compagni alla riviera . 84.
Antururit* 349, /J
Aretina .15.
Aria fieli' Ortolano y 0 Ruggieri , owera
Donne' mi chiamo il maturo* ^33. ‘
>

Aria di Maggio V r .

.

Aria , 0 fia hallo. di Afantova » ovvero Amor


'
fAi' ingrato ^ ^.9* '
>

. >
Aria di Narcifo.yZéf.
Aria di PrHdenx.a, ^'^’^*,

Ballo.y.

Di. !5y Google


,

r
J-
Allo 0 fiA Aria Mantova y ovvtro
B Amor y

fai s' ingrato


Bellirt\ ovvero Lnccioletta 3^4.
di
19.. ;

Belle Ninfe- aLprato I al prato . 395; >

Bellijftma* Regina
Bergamafcay ovvero Lernllelleru , 422*
Bofcarola:^ S?!- \ •

..i j
C
C
Che
Arazx^a , ovvero.
Catermin
faftu m quella
Bit) * 116 ,
con quel hoc ehm, 321*
vigna . 49.
Chicchirichì y ovvero Ecco la bella Eifa, 160,
Chi vuol moglie la pigitjovvero, la Moda, 458*
Con le luci d! un bel ciglio . 1 27»
'
Colonnìy C^olònna*, "^$9» ,

Con un dolente otmèr, loi* •


"
.
'
^
Cotognella, 174.-
Crudel tu vuoi partire . 43^«-

Di

Da pianifdavaRiy da monti y $
line^ 94,
Della vita y e defiri, iif,.
agili
'

Difperata^ Ricciolina l gS,


Donne mi chiamo il maturo , 0 AriadelUfl^.
Colano y ovvero Ruggieri* 223.
Doppo lunga tempefia* ^^6,.^
Dorinomi* 330.

Ecco
. . , ,

E.

U
E
E la
Cco
rtch't
helULifa-t ovvero la Chicohi*
léo.
me dola non ha sambe ^ omero la Zam*
fognata. 531 .
E"n fii fu quel monte . 303V

F.
'
^

EliclJftmc giorno ^ ovvero Sifon


F
Follia
Fnude
II.
mia y 0 mia
q6,
fillide bella, 52^.
,

G.

G
Già
Allo di mona Fiore, qo2,
Già dè^ bei rai di quel bel ciglio, 141..
V Elefante è morto. 33^.
- ^ i

Ghirumetta. 499.
Gran Bore. 489
G irolamo y Girolamo 461.
*
..
'

»

\ t
'
^ .

H.

T *

Hai pur mentito y 0 mentitrice, 474. '

. . .>

L.

a
L
La
La mia
bella Bofcarota
donna lufinghiera,' 502.
mia padrona. Ghiright, 505.
39.

La mia Ninfa , Ninfa bella . 1 27.


La fperanz^a mi va confalando .137.
Leggiadra donna il vofire volto fu. 523;
Ler»*

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,

LerhllelUru , ovvero Bergamafca . 422.


Lo rojignolo canta alla àiòlà. 26* G
Lwaolettày ovvero la Bellirt • ^64.

M.

M
Aid Le
Adre non mi far monaca. ^^9.
Mentre amor dentro al mio petto,
dola parolette., 296,
•jt,

Minuet . 32^.
Moda y ovvero Chi vuol moglie la pigli» 45^*-

Mofirt terribili . 304

N.

N Arcifo , 265.
Ninfa ctntAi le chiome . 57
Non fa che fia dolor. 314.
b. .

O Clorida. yj9.
O faccia
O mio bel Sole 191.
bella
.
373
:

O fommo ben. 513.


O Stello omicide %26. .

O tH eh' a tHtt'ore 341. .

P.

P Ut y ovvero CarazjLena. iz6.


Poiché d' empia y.e rigida. 62.
PrHdeHi.a. 533.

Qua7>
C'y': ' : i . C .oo^^lc
.

Vando .vt^oi fentìr mU uoee . 464. \


*

'Guanti cuori hanno glt amanti *

Q^l^tUa Amor. 470 .

.Qj^flo e quel loco , dov ho il mio cuor nef^


auto* 229 . .
t \

R.

R Aria dell\ Ortolano y ovvero


Peggiori > 0
Donne mi chiamo il maturo* 2.2

S.

Alone , 447.

S S" alcun vi giura corttfi amanti* 641*


Scappino. 429* . . *

Siamo quattro fantolini * 2 ^:^.


Sifon^ ovvero Felicijfimo giorno *
4^
Spagnoletta 148 .
Stanotte mi fognava * 105 .
iP-'V

Tempo gi^^fn doma ih* io amai* 497»


Tirinto mio tunót'pri^i ^ 492*
Trefcont. 33(t; v,’-l !

rtdii
Eddi.uHA Paftorrlla, ‘
\•'
y’ergineLla. 527.
.

VezJLofetta paflorella ^ che mifiruigi, 221.


P^òi partite fdegnofa. li 2.
Volgi Iole i tuoi bei lumi, 455,

Ampognettafovvera E
Z ha gambe »
ia medola no^

V altre Arie , che' qui mancano pei


non fapere il nome fi poffono
, , ritrovare nel médefimo
Libro a’ fuoi luoghi*.

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RE DI FRANCIA.
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Je^Ju.
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