Rapporto Ristorazione Web
Rapporto Ristorazione Web
RISTORAZIONE
Rapporto Annuale
2023
Il presente Rapporto è stato elaborato con le informazioni disponibili al 1 marzo 2023
Aaron Gennara Zatelli, Daniele Cozzi e Rodrigo Ferrari - Bain & Company
© 2023 Fipe
“Datemi un buon cuoco e vi darò un buon trattato”
Charles Maurice de Talleyrand - Ministro degli Esteri di Francia
(1754–1838)
Indice
La struttura di questo rapporto, giunto alla sua undicesima edizione e realizzato con le
informazioni disponibili al 1 marzo 2023, è oramai consolidata anche se a partire
dall’emergenza pandemica del 2020 si è arricchita di nuovi contributi per meglio
interpretare le profonde discontinuità economiche, sociali e perfino culturali che la crisi
ha determinato all’interno del mondo dei pubblici esercizi.
Con la fine del 2021 sembrava che il settore fosse uscito dalla fase più acuta della crisi
indotta dalle misure di contrasto della pandemia e definitivamente avviato verso il pieno
recupero delle posizioni perse in termini di consumi, occupazione, margini. E invece la
strada della resilienza è stata lastricata da nuove insidie le cui avvisaglie si erano già
avute sul finire del 2021 quando le “strozzature” nelle catene globali del valore hanno
creato forti tensioni sui prezzi delle materie prime, incluse quelle energetiche.
I pubblici esercizi hanno dovuto immediatamente fare i conti con l’impennata dei prezzi
dei prodotti alimentari ed in alcuni casi con la difficoltà di approvvigionamento per alcuni
prodotti e soprattutto con i prezzi fuori controllo della bolletta energetica. Dinanzi ad
aumenti del 200% dei costi di luce e gas la tenuta dei conti delle aziende, anche dinanzi
ad una domanda che ripartiva in modo sostenuto, assumeva il profilo di un’equazione
senza soluzioni.
Il rapporto, come al solito, analizza le principali variabili macro del settore ma non
trascura anche alcuni fenomeni micro come, ad esempio, quello relativo alla dinamica
dei prezzi di alcuni prodotti di punta del consumo alimentare fuori casa. Struttura del
sistema imprenditoriale, dinamica dei consumi e comportamenti dei consumatori, stato
dell’occupazione sono, con tutta evidenza, i punti di forza anche del rapporto di
quest’anno attraverso informazioni generalmente tra le più aggiornate ed elaborate
anche in serie storiche per avere contezza dell’evoluzione dei fenomeni tirando una riga
tra prima e dopo la pandemia. Ma c’è anche uno specifico approfondimento sui modelli
organizzativi delle imprese per rilevare come si sono riorganizzate dopo lo shock
pandemico in termini di orari e di giorni di apertura per rispondere, tra l’altro, alla
2023
12 Introduzione e sintesi dei risultati
La prima parte del lavoro è dedicata all’analisi del contesto macroeconomico soprattutto
per ciò che riguarda la dinamica del prodotto interno lordo, dell’occupazione e dei
consumi.
La terza parte è interamente focalizzata sulle performance economiche del settore con
analisi di valore aggiunto, occupazione e produttività. La lettura delle dinamiche
strutturali di medio-lungo termine si accompagna alla descrizione di dati aggiornati e al
monitoraggio della congiuntura per mezzo dell’osservatorio trimestrale della
Federazione. Mai come in quest’ultimo anno il tema prezzi è all’ordine del giorno e per
questo il rapporto vi dedica ampio spazio per consentire di coglierne sia la dinamica che
il livello.
il quarto capitolo raccoglie il punto di vista degli imprenditori sui diversi fenomeni che
attraversano la vita di un pubblico esercizio con una specifica attenzione proprio agli
aspetti più pratici di organizzazione dell’attività.
Il quinto capitolo è centrato, grazie al contributo di Tradelab, sulla dinamica dei consumi
alimentari fuori casa anche nel confronto con quelli domestici. Ampio spazio è riservato
alla frequentazione dei luoghi di consumo per area geografica, dimensione del centro,
canale e occasione.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 13
Nel 2022 il PIL è cresciuto del 3,7%. L’attività economica, sostenuta per gran parte
dell’anno dalla robusta dinamica dei consumi e degli investimenti, si è andata
indebolendo negli ultimi mesi del 2022 e si stima che la debolezza del prodotto si
protragga anche nel trimestre in corso, per attenuarsi gradualmente dalla primavera;
la crescita acquisirebbe maggiore vigore dal 2024, in concomitanza con la diminuzione
delle pressioni inflazionistiche e dell’incertezza. In media d’anno il PIL aumenterebbe
dello 0,6% nel 2023 e dell’1,2 nel 2024.
***
***
Gli investimenti fissi lordi, dopo il robusto incremento del 2021, sono ulteriormente
cresciuti nel corso del 2022 del 9,4% trainati ancora dal buon andamento delle
costruzioni ma anche da impianti e macchinari.
Nel biennio 2023-24 dovrebbero rallentare significativamente portandosi in media a
poco più del 2%. La componente dei beni strumentali sarebbe frenata, soprattutto nella
prima parte dell’orizzonte di previsione, dal peggioramento delle prospettive di
domanda e dalla maggiore incertezza; in seguito risentirebbe dei più elevati costi di
finanziamento connessi con la risalita dei tassi di interesse, i cui effetti sarebbero però
parzialmente compensati dal progressivo rientro dell’incertezza.
***
Nel 2022 il numero degli occupati è cresciuto di oltre 434mila unità trainato dalla spinta
dei servizi e del settore delle costruzioni. L’occupazione è tornata al di sopra dei livelli
pre-pandemici per circa 38mila unità. Restano sotto, al contrario, il commercio e il
turismo.
2023
14 Introduzione e sintesi dei risultati
Il tasso di disoccupazione pari all’8,2% nel 2022 resterebbe su questi livelli nell’anno in
corso per scendere di tre decimi di punto nel successivo.
***
L’inflazione è salita dell’8,1% nel 2022 trainata dalla dinamica dei prezzi dei prodotti
energetici ed in misura minore dagli alimentari che sono saliti di oltre nove punti
percentuali.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 15
Passando all’indice armonizzato il tasso di inflazione del 2022 è ancora più alto (+8,7%).
Nel corso di quest’anno scenderebbe al 6,5% mentre nel 2024 si porterà al 2,6%
facendo un passo importante nel percorso di rientro verso tassi più sostenibili ed in linea
con la politica monetaria della BCE.
***
I consumi delle famiglie nel 2022 hanno fatto un deciso balzo in avanti per avvicinarsi
ai livelli pre-pandemia. Il 2022 non chiude ancora, tuttavia, la forbice, allargatasi
durante la pandemia, tra l’andamento dei consumi di beni e quello di servizi. Mentre i
primi sono al di sopra dei livelli del 2019 (+1,4%), i secondi restano ancora sotto per
circa cinque punti percentuali.
A dicembre 2022 sono 336 mila le imprese attive nel mercato della ristorazione. 9.688
imprese hanno avviato l’attività nel corso dell’anno mentre 20.384 l’hanno cessata
portando il saldo a -10.696 unità1.
1
In questa analisi non si tiene conto delle cosiddette variazioni che pure rappresentano una voce consistenze dei flussi
imprenditoriali del settore
2023
16 Introduzione e sintesi dei risultati
20.384
9.688
-10.696
Le imprese2 del settore gestite da donne sono 110.806 pari al 28,2% del totale delle
registrate. Quelle gestite da giovani under 35 sono 48.408, pari al 12.3% del totale,
così distribuite: 59,0% ristoranti, 40,3% bar e 0,7% mense e catering. Sono più di
50mila le imprese con “titolari” stranieri attive nel mercato della ristorazione, pari quasi
al 13% del totale delle registrate
***
Nel quarto trimestre 2022 Il clima di fiducia sale a 116,6 e guadagna 33 punti rispetto
allo stesso periodo del 2021. Nella media dell’anno segna un valore pari a 107,6 che
risulta essere superiore di 23,6 punti nel confronto con la media del 2021.
2
Imprese registrate
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 17
140
120
100
80
60
40
20
0
I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I IIIIV I II IIIIV I II IIIIV
'11 '12 '13 '14 '15 '16 '17 '18 '19 '20 '21 '22
***
Il valore aggiunto dei servizi di ristorazione è stimato nel 2022 in 43,5 miliardi di euro.
Prosegue la fase di recupero iniziata nella seconda metà del 2021 con +18 punti
percentuali sul 2021 mentre, rispetto al 2019, il valore aggiunto è ancora inferiore di 8
punti percentuali.
77
63
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
L’input di lavoro, misurato in unità di lavoro standard, del settore dei pubblici esercizi
conta nel 2022 poco più di un milione di unità, nel 2019 erano oltre un milione e
2023
18 Introduzione e sintesi dei risultati
In ripresa l’occupazione dipendente: le oltre 165mila aziende del settore con almeno un
dipendente hanno impiegato, nella media del 2022, 987.052 lavoratori. I valori tornano
sui livelli pre-pandemia del 2019 da cui sono separati da circa 3.700 unità.
n. dipendenti
val. assoluti val. %
per azienda
bar 256.962 26,0 3,9
discoteche 3.770 0,4 9,7
mense e catering 66.194 6,7 68,8
fornitura di pasti preparati 71.294 7,2 5,6
ristoranti 567.757 57,5 6,9
stabilimenti balneari 21.076 2,1 6,7
Totale 987.052 100,0 6,0
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Inps
Tab. I5. - Pubblici esercizi - Lavoratori dipendenti per comparto (confronto 2019-2021-2022)
Dal mercato del lavoro restano ancora fuori una parte di contrati a tempo indeterminato,
di donne e di giovani.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 19
Il lavoro, misurato in termini di ore, è in crescita rispetto al 2021 ma sotto i livelli pre-
pandemia. Una circostanza che si traduce in benefici in termini di produttività3 anche se
la metrica resta mediamente bassa e inferiore ai livelli raggiunti in passato.
103
100
94,5
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
Fatto cento il valore aggiunto per unità di lavoro riferito all’intera economia, la
ristorazione si è attestata nel 2022 a 58, ovvero il 42% al di sotto del valore medio.
106 102
100 100 98 95
102 98 93 92 92
89
92 91 83
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
3
La produttività del lavoro è il rapporto tra ricchezza prodotta e input di lavoro. E’ fondamentale per migliorare la
capacità di retribuire i fattori produttivi, ossia il lavoro e il capitale investiti.
2023
20 Introduzione e sintesi dei risultati
***
giu
ott
gen
feb
giu
ott
gen
feb
giu
ott
gen
feb
giu
ott
gen
feb
giu
ott
mar
apr
apr
mar
apr
apr
mar
apr
lug
lug
lug
mag
mar
mag
mag
mar
lug
lug
mag
mag
ago
set
nov
ago
set
nov
ago
set
nov
ago
set
nov
ago
set
nov
dic
dic
dic
dic
dic
2018 2019 2020 2021 2022
prezzi al consumo servizi di ristorazione
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
***
Il 2022 è stato dunque un anno importante per la ristorazione con un ulteriore balzo in
avanti verso il recupero, sebbene non ancora pieno, delle perdite subite durante la
pandemia. Per un ristorante su tre il risultato economico è migliorato mentre per poco
più della metà è rimasto sui livelli del 2021. Soltanto per l’11% delle imprese il 2022
non è stato migliore dell’anno precedente.
Gli imprenditori che operano nel segmento bar sembrano più ottimisti dei colleghi che
gestiscono i ristoranti. Oltre il 38% da un giudizio positivo sull’andamento dell’attività
nel corso del 2022 e per appena il 6,2% le cose sono andate peggio. Tuttavia è la
stazionarietà della performance ad avere la netta prevalenza.
Per l’anno in corso le previsioni delle imprese sono incoraggianti. Il 70% dei ristoratori
ritiene di mantenere gli obiettivi conseguiti nel 2022 ma ben 1 su 4 pensa di migliorarli
e per i bar il saldo delle risposte tra chi vede prospettive di crescita e chi, al contrario,
ritiene di perdere posizioni è positivo per oltre 7 punti percentuali.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 21
C’è un clima positivo intorno alla ristorazione italiana. Nove imprenditori su dieci dicono
di essere fiduciosi sul futuro anche se occorre far fronte agli importanti cambiamenti
che la pandemia ha generato.
Ed è proprio nei modelli di business della ristorazione italiana che vanno ricercati i punti
di forza e di debolezza.
Ristoranti Bar
2023
22 Introduzione e sintesi dei risultati
Nei ristoranti il 62% dei ricavi si realizza tra venerdì e sabato e il 60% a cena.
Ovviamente questo dipende anche dal segmento di ristorazione nel quale si opera. Il
mercato di una pizzeria è ben diverso da quello della ristorazione veloce.
Il bar italiano si caratterizza per l’elevato livello di servizio che è fatto principalmente
da due variabili: prossimità e orari di apertura.
***
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 23
Nel complesso nel 2022 i consumi alimentari4 in Italia sono stati pari a circa 260 miliardi,
di cui 172 miliardi At Home e 82 miliardi Away From Home. Il mercato dei consumi fuori
casa ha quindi proseguito la ripresa chiudendo l’anno con un valore stimato di circa 82
miliardi a prezzi correnti e avvicinandosi così al valore del 2019 (85,5 miliardi).
Fig. I10 - Confronto tra l’andamento dei consumi Away From Home e At Home in Italia
(Trend 2000/2022 - valori correnti)
La crescita del mercato fuori casa è stata rilevante, con incremento del 26% rispetto
all’anno precedente; i consumi alimentari domestici sono cresciuti ma in modo meno
rilevante (+ 4,7%) e ben al di sotto del tasso di inflazione ad indicare che la crescita in
volume è stata negativa. Uno dei maggiori cambiamenti della domanda che ha avuto
impatto sui consumi fuori casa è senz’altro il turismo. L’incidenza del turismo estero,
che nel periodo pre-pandemia, era arrivata a pesare circa il 10% dei consumi Fuori
Casa, nel 2020 è scesa a un valore pari a circa il 5% per salire nel 2021 al 6%. Nel 2022
si rileva un tendenziale riallineamento ai valori del 2019.
***
4
Incluse le bevande alcoliche
2023
24 Introduzione e sintesi dei risultati
***
Gli operatori della filiera non prevedono ad oggi una contrazione dei consumi
significativa nel canale a fronte della pressione inflattiva. Lo scenario del 2023 rimane
cautamente positivo, prospettando una crescita del segmento nell’ordine del +5-10%
’23 vs. ’22 per la maggioranza degli intervistati.
Fig. I11 - L’evoluzione attesa per il mercato Horeca nel 2023 rispetto al 2022
2023
1
Il contesto
macroeconomico
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 27
Secondo le stime del FMI la domanda internazionale di beni e servizi è cresciuta nel
2022 del 5,4% e dovrebbe rallentare al 2,4% nel 2023 per poi risalire al 3,4% nel 2024.
L’economia mondiale nel 2023 dovrebbe crescere del 2,9% e due decimi di punti in più
nel 2024 attestandosi al 3,1%. Più contenuta la crescita delle economie avanzate che
nel biennio di previsione si attesterà al +1,2% nel 2023 e al +1,4% nel 2024.
L’economia cinese viene data al +5,2% nel 2023 e al +4,5% nel 2024 ma le prospettive
restano caratterizzate da un elevato grado di incertezza a causa delle severe restrizioni
alla mobilità ancora in atto per contrastare la diffusione dei contagi da Covid-19.
2023
28 Il contesto macroeconomico
L'inflazione globale dovrebbe scendere dall'8,8% nel 2022 al 6,6% nel 2023 e al 4,3%
nel 2024, ancora al di sopra dei livelli pre-pandemia (2017-19) di circa il 3,5%.
L’economia mondiale resta esposta a numerosi rischi. I gravi problemi di salute che
ancora si registrano in Cina potrebbero frenare la ripresa, la guerra della Russia in
Ucraina potrebbe ulteriormente intensificarsi e condizioni di finanziamento globali più
rigide potrebbero peggiorare le condizioni di accesso al credito e dunque pesare sullo
stock degli investimenti.
Le previsioni d’autunno della Commissione indicavano sia nel quarto trimestre del 2022
che nel primo del 2023 una significativa contrazione dell'economia dell'UE che avrebbero
prefigurato un rischio recessione nell’anno in corso.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 29
A livello nazionale resta bassa la crescita della Germania (+0,2%) e della Francia
(+0,6%) mentre per l’Italia la commissione prevede un +0,8%.
L'inflazione sembra oramai aver raggiunto il picco di massima e gli sviluppi favorevoli
nei mercati dell'energia fanno presagire ulteriori forti ribassi. Il rallentamento della corsa
dei prezzi è stato trainato principalmente dalla componente energetica. Il prezzo di
riferimento del gas europeo è sceso ben al di sotto del livello prebellico, aiutato dal calo
della domanda e dalla continua diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Per
avere contezza di quanto è avvenuto sul versante dei consumi è bene ricordare che a
2023
30 Il contesto macroeconomico
novembre 2022 il consumo di gas dell'UE è stato di ben il 25% inferiore alla media
stagionale quinquennale di quel mese.
Anche i prezzi del petrolio sono in calo. Al contrario, il quadro dei prezzi delle materie
prime non energetiche resta più eterogeneo. I prezzi di un'ampia gamma di materie
prime agricole sono scesi dai massimi precedenti, mentre quelli dei metalli industriali
sono risaliti dopo un lungo aggiustamento al ribasso.
1.1.2.1 Prezzi
L’inflazione è stata l’emergenza del 2022 e con tutta evidenza continuerà ad esserlo
almeno per i prossimi due anni.
Nei 27 Paesi dell’Unione i prezzi sono cresciuti del 9,2% in un solo anno. Più “virtuoso”
il settore della ristorazione dove l’aumento dei listini è stato del 7%. L’eurozona ha fatto
registrare una dinamica dei prezzi più moderata segnando +8,4% a livello di intera
economia e +5,7% per la ristorazione.
I dati dell’Italia sono più o meno in linea con quelli dell’area euro. La ristorazione è
addirittura più virtuosa con un aumento inferiore al 5% a fronte del 7,4% della
Germania e persino del modesto valore della Francia se confrontato con il dato
dell’inflazione generale di quel Paese che non arriva al 4%.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 31
Tab.3 - La dinamica dei prezzi in Europa (indice armonizzato dei prezzi al consumo – var. % annua)
2022
intera economia ristorazione
Unione Europea 9,2 7,0
Area Euro 8,4 5,7
Belgio 10,3 5,2
Bulgaria 13,0 17,9
Repubblica Ceca 14,8 21,5
Danimarca 8,5 7,1
Germania 8,7 7,4
Estonia 19,4 12,1
Irlanda 8,1 4,5
Grecia 9,3 4,5
Spagna 8,3 5,5
Francia 5,9 3,9
Croazia 10,7 13,2
Italia 8,7 4,9
Cipro 8,1 7,5
Lettonia 17,2 12,4
Lituania 18,9 15,8
Lussemburgo 8,2 4,4
Ungheria 15,3 19,7
Malta 6,1 8,8
Olanda 11,6 7,9
Austria 8,6 8,5
Polonia 13,2 16,3
Portogallo 8,1 6,9
Romania 12,0 10,5
Slovenia 9,3 10,0
Slovacchia 12,1 16,8
Finlandia 7,2 5,3
Svezia 8,1 7,1
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Eurostat
Le aspettative COVID di una ripresa della mobilità all'interno e all'esterno della Cina,
dopo diversi anni di rigide politiche di contrasto, giustificano una rivalutazione delle
prospettive di crescita del commercio mondiale. Le interruzioni nelle catene di
approvvigionamento, che si erano già notevolmente attenuate, sono destinate a
diminuire ulteriormente in assenza di blocchi localizzati intermittenti.
I venti contrari che frenano l'economia dell'UE rimangono forti. Mentre l'allentamento
della pressione sull'inflazione dei beni energetici è una buona notizia per famiglie e
imprese, i salari reali dovrebbero continuare a diminuire nel breve termine e recuperare
parte del potere d'acquisto perso solo nei trimestri successivi, quando la crescita dei
2023
32 Il contesto macroeconomico
salari dovrebbe superare il calo dell'inflazione. Con un mercato del lavoro ancora forte
e un'inflazione core in aumento, i mercati si aspettano che i tassi ufficiali raggiungano
il picco entro la metà del 2023 determinando un ulteriore rallentamento dei flussi di
credito con evidenti ricadute sia sugli investimenti che sui consumi.
Nel 2022 il PIL è cresciuto del 3,7%. L’attività economica, sostenuta per gran parte
dell’anno dalla robusta dinamica dei consumi e degli investimenti, si è andata
indebolendo negli ultimi mesi dell’anno. Si stima che la debolezza del prodotto si
protragga anche nel trimestre in corso, per attenuarsi gradualmente dalla primavera;
la crescita acquisirebbe maggiore vigore dal 2024, in concomitanza con la diminuzione
delle pressioni inflazionistiche e dell’incertezza. In media d’anno il PIL aumenterebbe,
secondo le previsioni meno ottimistiche nel breve termine di Banca d’Italia, dello 0,6%
nel 2023 e dell’1,2 nel 2024.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 33
1.2.1 I consumi
I consumi delle famiglie nel 2022 hanno fatto un deciso balzo in avanti per avvicinarsi
ai livelli pre-pandemia.
Il 2022 non chiude ancora la forbice tra l’andamento dei consumi di beni e quello dei
consumi di servizi che si è allargata durante la pandemia. Mentre i primi sono al di sopra
dei livelli raggiunti nel 2019 (+1,4%), i secondi restano ancora sotto per circa cinque
punti percentuali. In dettaglio, se i consumi alimentari in casa, dopo il forte incremento
del periodo pandemico, sono tornati a livelli più coerenti con le consuete abitudini di
consumo degli italiani, quelli fuori casa hanno proseguito il percorso di crescita per
recuperare i livelli pre-pandemici anche se restano ancora sotto per almeno3/4 punti
percentuali.
Nell’anno in corso i consumi risentirebbero con maggiore intensità degli effetti negativi
dell’elevata inflazione e del deterioramento della fiducia. In media d’anno i consumi
2023
34 Il contesto macroeconomico
Gli investimenti fissi lordi, dopo il robusto incremento del 2021, sono ulteriormente
cresciuti nel corso del 2022 del 9,4% trainati ancora dal buon andamento delle
costruzioni ma anche da impianti e macchinari.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 35
Nel 2022 il numero degli occupati è cresciuto di oltre 434mila unità trainato dalla spinta
del settore delle costruzioni. L’occupazione è tornata al di sopra dei livelli pre-pandemici
per circa 38 mila unità. Resta significativamente sotto il commercio e il turismo, in
particolare per la componente impiegata nel settore della ristorazione.
Il tasso di disoccupazione pari all’8,2% nel 2022 resterebbe su questi livelli nell’anno in
corso per scendere di tre decimi di punto nel successivo.
2023
36 Il contesto macroeconomico
1.2.5 I prezzi
L’inflazione è salita dell’8,1% nel 2022 trainata dalla dinamica dei prezzi dei prodotti
energetici ed in misura minore dagli alimentari che sono saliti di oltre nove punti
percentuali.
Passando all’indice armonizzato il tasso di inflazione del 2022 è ancora più alto (+8,7%).
Nel corso di quest’anno scenderebbe al 6,5% mentre nel 2024 si porterà al 2,6%
facendo un passo importante nel percorso di rientro verso tassi più sostenibili ed in linea
con la politica monetaria della BCE.
2023
F CUS
Nei mercati più rilevanti come Spagna, Italia, Francia e Germania la flessione oscilla in una forchetta che va
dal 22% al 32%.
Decisive sono state le misure restrittive adottate dai singoli Stati che per l’Italia sono state particolarmente
intense impattando in modo forte sulla domanda.
Da segnalare, tuttavia, che i mercati che hanno subito le perdite maggiori in termini relativi sono, tra quelli
più importanti, il mercato spagnolo e quello tedesco.
variazione 2021/2019
assoluta percentuale
Unione Europea -117.298,1 -26,7
Area Euro -109.396,4 -27,9
Belgio -2.270,0 -20,8
Bulgaria -270,4 -22,1
Repubblica Ceca -2.007,5 -37,4
Danimarca -826,3 -13,1
Germania -19.158,6 -31,7
Estonia -126,5 -21,7
Irlanda -2.424,0 -19,9
Grecia -4.743,4 -27,6
Spagna -27.686,6 -31,1
Francia -14.279,3 -22,1
Croazia -153,5 -7,6
Italia -19.944,1 -26,6
Cipro 52,0 3,7
Lettonia -138,9 -18,4
Lituania -63,5 -9,1
Lussemburgo -291,0 -26,6
Ungheria -858,2 -19,3
Malta -323,2 -42,0
Olanda -5.636,1 -30,0
Austria -6.323,8 -37,9
Polonia -2.084,2 -24,6
Portogallo -3.521,8 -29,3
Romania 550,6 3,4
Slovenia -297,3 -21,7
Slovacchia -668,2 -26,9
Finlandia -1.310,3 -22,0
Svezia -667,3 -6,0
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Eurostat
2023
F CUS
La ristorazione spagnola ha perso circa 28 miliardi di euro di consumi mentre Germania e Italia oltre 19
miliardi di euro.
Fatta eccezione per alcuni Paesi nei quali la domanda in servizi di ristorazione è piuttosto modesta, in tutti i
Paesi europei il settore è stato particolarmente colpito dalle misure adottate per il contrasto della pandemia.
2023
2
Le imprese
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 41
2.1 LA CONSISTENZA
2.1.1 Il settore complessivo
A dicembre 2022 negli archivi delle Camere di Commercio italiane risultavano attive
335.817 imprese appartenenti al codice di attività 56.0 con il quale vengono classificati
i servizi di ristorazione. Il numero è in diminuzione sull’anno precedente, seppur lieve,
con una maggiore accentuazione nel Friuli Venezia Giulia e in modo ancora maggiore
nelle Marche; effetto probabilmente deli strascichi delle misure e dei comportamenti
dovuti alla pandemia. La diminuzione si è equidistribuita a livello territoriale non
alterando in modo significativo la composizione percentuale tra le regioni.
2023
42 Le imprese
I pubblici esercizi d’altronde sono una realtà ampiamente diffusa in ogni regione che
non ha eguali in nessun’altra tipologia di servizio alle persone presente in Italia. La
diffusione delle imprese, come è noto, dipende più da variabili demografiche (la
popolazione residente) che da variabili economiche (reddito, consumi, propensione al
consumo, ecc.). Ciò non significa, tuttavia, che sull’insediamento delle imprese non
influiscano anche variabili di carattere economico.
La Lombardia si conferma infatti la prima regione per presenza di imprese del settore
con una quota sul totale pari al 15,3%, seguita da Lazio (10,5%) e Campania (10,1%).
La ditta individuale resta la forma giuridica prevalente, in particolare nelle regioni del
Mezzogiorno dove la quota sul totale raggiunge soglie che sfiorano il 70% del numero
complessivo delle imprese attive come nel caso della Calabria.
Tab.10 - Servizi di ristorazione (Distribuzione % delle imprese attive per forma giuridica - anno 2022)
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 43
Il bar è sempre stata una delle articolazioni forti della rete dei pubblici esercizi. Nei
registri delle Camere di Commercio si contano 136.101 imprese appartenenti al codice
di attività 56.3 (bar e altri esercizi simili senza cucina). In nove regioni (in ordine
decrescente per numerosità: Lombardia, Campania, Lazio, Veneto, Emilia Romagna,
Piemonte, Sicilia, Puglia e Toscana) si concentrano oltre i tre quarti delle imprese del
settore.
Tab.11 - Bar e altri esercizi simili senza cucina (Distribuzione delle imprese attive - anno 2022)
2023
44 Le imprese
Oltre il 50% di queste imprese è una ditta individuale e la variabilità regionale intorno
a questo valore è assai sostenuta. La forbice va dal valore minimo del Lazio (42,2%) a
quello massimo della Calabria (74,3%). L’altra metà delle imprese si divide tra quasi il
30% di società di persone e quasi il 20% di società di capitale, tra queste ultime merita
una segnalazione il (modesto) 16,4% della Lombardia al Nord, il 35,3% del Lazio al
centro e il 24,3% della Campania al Sud. Alle “altre forme giuridiche” che
ricomprendono ad esempio, consorzi, cooperative etc., va la quota residua dell’1,4%.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 45
Il numero delle imprese attive con il codice Ateco 56.1 (ristoranti e attività di
ristorazione mobile) ammonta a 195.3293unità.
Tab.13 - Ristoranti e attività di ristorazione mobile (Distribuzione delle imprese attive - anni 2021, 2022)
2023
46 Le imprese
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 47
Dal punto di vista della forma giuridica da segnalare la sostanziale differenza di questo
comparto dagli altri fin qui analizzati. Le ditte individuali non sono più maggioranza,
anche se rappresentano quasi il 30% del totale, mentre lo diventano le società di
capitale con una quota sul totale del 45,3%.
2023
48 Le imprese
Sono 110.806 le imprese del settore gestite da donne, pari al 28,2% del totale. Le
imprese femminili sono tali quando la partecipazione di genere risulta
complessivamente superiore al 50% mediando tra quote di partecipazione e cariche
attribuite.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 49
Per quanto attiene alla scelta della forma giuridica questa dipende da molti fattori come,
ad esempio, la dimensione dell’attività senza trascurare la disponibilità di risorse
economiche.
L’esame dei dati relativi alle ditte individuali consente di stabilire una relazione univoca
tra imprenditoria femminile ed imprese. In questo caso infatti poco meno di quattro
imprese su dieci ha un titolare donna. Le società di capitale e le altre forme (consorzi,
cooperative etc.) seguono con quote poco superiori al 24%.
A livello regionale si distinguono Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia per il più alto tasso
di imprese femminili (34,8% e 33,9% rispettivamente) ma molte altre regioni del Nord
e del Centro mantengono comunque quote superiori al 30% mentre la Puglia si segnala
per la percentuale più bassa, il 25,2%.
2023
50 Le imprese
Le imprese giovanili sono quelle in cui la partecipazione di persone 'under 35' risulta
complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di
partecipazione e cariche attribuite.
Sono 48.408 le imprese del settore gestite da under 35, pari al 12,3% del totale così
distribuite: 59,0% ristoranti, 40,3% bar e 0,7% mense e catering.
Per quanto riguarda l’incidenza sul totale delle imprese registrate, le imprese giovanili
nei due canali bar e ristoranti sono più del 12%, mentre per mense e catering l’incidenza
è marginale. Anche in questo caso la forma giuridica prevalente è la ditta individuale,
dove poco meno di due imprenditori su dieci sono giovani.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 51
A livello territoriale è al Sud dove è più alta l’incidenza delle imprese giovanili, in
particolare il primato spetta a Campania (16,9%) e Calabria (16,4%), seguite dalla
Sardegna 15,5%. E’ la riprova di quanto il settore sia attrattivo tra i giovani proprio
nelle aree del Paese dove è maggiore la difficoltà di trovare un lavoro. Per numerosità
il primato spetta invece a Lombardia e Campania.
2023
52 Le imprese
Sono più di 50mila le imprese con “titolari” stranieri attive nel mercato della
ristorazione, pari quasi al 13% del totale delle registrate.
Ancora una volta è tra le ditte individuali che si registra la più alta incidenza di imprese
gestite da titolari di origine straniera (17%). L’incidenza delle imprese straniere è alta
al Nord, dove spicca la Lombardia con il 22,4% delle imprese registrate, e molto
modesta al Sud dove merita di essere citato il 4,1% della Campania.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 53
2.5 LA NATI-MORTALITÀ
2.5.1 Il settore complessivo
Nel 2022 hanno avviato l’attività 9.688 imprese mentre 20.384 l’hanno cessata, il saldo
è negativo per 10.696 unità per circa un terzo concentrato nell’Italia meridionale. Resta
quindi elevato il turn over imprenditoriale nel settore.
La dinamica imprenditoriale dei pubblici esercizi nel 2022 è stata caratterizzata dallo
strascico degli effetti delle restrizioni imposte per contenere la diffusione della pandemia
anche se le iscrizioni risultano in lieve ripresa rispetto all’anno precedente e le cessazioni
in diminuzione e ciò spiega un saldo che permane comunque negativo.
2023
54 Le imprese
20.384
9.688
-10.696
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 55
Tab.23 - Servizi di ristorazione: saldo delle imprese per forma giuridica (iscritte - cessate, anno 2022)
Regione Ditte individuali Società di persone Società di capitale Altre forme Totale
Piemonte -563 -363 -18 -3 -947
Valle d'Aosta -17 -7 2 0 -22
Lombardia -931 -516 -135 -9 -1.591
Trentino A.A. -132 -62 1 1 -192
Veneto -524 -246 -37 1 -806
Friuli V. Giulia -162 -95 -14 -5 -276
Liguria -207 -105 -9 -2 -323
Emilia Romagna -503 -384 -55 -5 -947
Toscana -455 -251 -17 6 -717
Umbria -95 -53 -10 0 -158
Marche -166 -88 -31 -6 -291
Lazio -667 -228 -254 -29 -1.178
Abruzzo -213 -81 -16 0 -310
Molise -45 -8 -5 -3 -61
Campania -603 -290 -98 -3 -994
Puglia -401 -109 -9 -1 -520
Basilicata -54 -10 -5 -3 -72
Calabria -220 -45 14 2 -249
Sicilia -582 -141 -64 -8 -795
Sardegna -171 -76 -1 1 -247
Nord Ovest -1.718 -991 -160 -14 -2.883
Nord Est -1.321 -787 -105 -8 -2.221
Centro -1.383 -620 -312 -29 -2.344
Sud e Isole -2.289 -760 -184 -15 -3.248
Italia -6.711 -3.158 -761 -66 -10.696
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati InfoCamere
2023
56 Le imprese
Tab.24 - Il tasso di imprenditorialità nei servizi di ristorazione (saldo/imprese attive – val. % anno 2022)
Regione Ditte individuali Società di persone Società di capitale Altre forme Totale
Piemonte -4,6 -4,6 -0,6 -1,2 -4,1
Valle d'Aosta -3,3 -1,6 1,7 0,0 -2,0
Lombardia -4,1 -3,8 -1,1 -1,1 -3,2
Trentino A.A. -4,7 -3,0 0,1 2,0 -3,4
Veneto -4,4 -2,8 -0,8 0,6 -3,2
Friuli V. Giulia -4,4 -4,7 -1,3 -9,3 -4,0
Liguria -3,6 -2,3 -0,5 -2,1 -2,6
Emilia Romagna -4,5 -4,6 -1,0 -2,9 -3,8
Toscana -5,0 -3,4 -0,3 2,1 -3,2
Umbria -5,0 -3,4 -0,8 0,0 -3,3
Marche -4,4 -3,5 -1,7 -5,2 -3,6
Lazio -5,3 -3,6 -1,5 -5,6 -3,3
Abruzzo -5,0 -3,6 -0,7 0,0 -3,5
Molise -4,0 -2,4 -1,2 -12,0 -3,2
Campania -3,7 -3,8 -0,9 -1,1 -2,9
Puglia -3,4 -3,5 -0,2 -0,4 -2,6
Basilicata -3,2 -2,1 -0,8 -4,2 -2,5
Calabria -2,9 -3,0 0,7 1,8 -2,2
Sicilia -4,0 -3,9 -1,1 -1,6 -3,2
Sardegna -3,0 -2,7 -0,0 0,4 -2,1
Nord Ovest -4,2 -3,7 -0,9 -1,2 -3,4
Nord Est -4,5 -3,7 -0,9 -1,8 -3,5
Centro -5,1 -3,5 -1,2 -3,0 -3,3
Sud e Isole -3,6 -3,5 -0,6 -1,0 -2,8
Italia -4,2 -3,6 -0,9 -1,6 -3,2
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati InfoCamere
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 57
8.847
3.810
-5.037
La ditta individuale resta il tessuto imprenditoriale con un turn over molto consistente.
Il dato fortemente negativo che caratterizza i flussi collegati alle società di persone
meriterebbe maggiori approfondimenti che, tuttavia, risultano difficili sulla base delle
informazioni disponibili. L’analisi per forma giuridica evidenzia poche differenze tra le
diverse aree del Paese. Ovunque pesano ditte individuali e società di persone.
2023
58 Le imprese
Tab.25 - Bar e altri esercizi simili senza cucina: saldo delle imprese per forma giuridica
(iscritte - cessate, anno 2022)
Regione Ditte individuali Società di persone Società di capitale Altre forme Totale
Piemonte -299 -167 -5 0 -471
Valle d'Aosta -5 -3 -1 0 -9
Lombardia -511 -282 -39 -3 -835
Trentino A.A. -75 -35 -6 2 -114
Veneto -243 -119 -7 4 -365
Friuli V. Giulia -84 -56 -3 -2 -145
Liguria -95 -38 -8 -3 -144
Emilia Romagna -244 -201 -20 -7 -472
Toscana -224 -103 -1 3 -325
Umbria -57 -26 -1 0 -84
Marche -82 -33 -4 -3 -122
Lazio -318 -106 -79 -10 -513
Abruzzo -93 -29 -11 -1 -134
Molise -32 -4 -3 0 -39
Campania -301 -132 -6 -1 -440
Puglia -164 -32 4 1 -191
Basilicata -36 -6 -3 -2 -47
Calabria -123 -12 0 0 -135
Sicilia -256 -65 -19 -3 -343
Sardegna -65 -44 -1 1 -109
Nord Ovest -910 -490 -53 -6 -1.459
Nord Est -646 -411 -36 -3 -1.096
Centro -681 -268 -85 -10 -1.044
Sud e Isole -1.070 -324 -39 -5 -1.438
Italia -3.307 -1.493 -213 -24 -5.037
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati InfoCamere
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 59
2023
60 Le imprese
Nel 2022 hanno avviato l’attività 5.716 imprese a fronte delle 11.292 l’hanno cessata,
con un saldo negativo di 5.576 unità.
11.347
5.716
-5.631
La nati-mortalità per forma giuridica evidenzia una situazione critica per le ditte
individuali e le società di persone. Le regioni a più alto turnover sono il Lazio e la
Lombardia.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 61
Tab.27 - Ristoranti e attività di ristorazione mobile: saldo delle imprese per forma giuridica
(iscritte - cessate, anno 2022)
Regione Ditte individuali Società di persone Società di capitale Altre forme Totale
Piemonte -264 -195 -12 -2 -473
Valle d'Aosta -13 -4 3 0 -14
Lombardia -425 -232 -84 -6 -747
Trentino A.A. -61 -26 7 -1 -81
Veneto -286 -119 -28 -3 -436
Friuli V. Giulia -78 -37 -10 -2 -127
Liguria -113 -64 1 1 -175
Emilia Romagna -262 -176 -33 2 -469
Toscana -239 -143 -14 3 -393
Umbria -37 -26 -8 0 -71
Marche -82 -56 -27 -2 -167
Lazio -349 -116 -163 -18 -646
Abruzzo -118 -50 -1 1 -168
Molise -14 -4 -1 -1 -20
Campania -306 -151 -83 -2 -542
Puglia -235 -74 -12 -2 -323
Basilicata -20 -4 -2 1 -25
Calabria -94 -31 14 1 -110
Sicilia -327 -74 -43 -5 -449
Sardegna -108 -31 -1 0 -140
Nord Ovest -815 -495 -92 -7 -1.409
Nord Est -687 -358 -64 -4 -1.113
Centro -707 -341 -212 -17 -1.277
Sud e Isole -1.222 -419 -129 -7 -1.777
Italia -3.431 -1.613 -497 -35 -5.576
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati InfoCamere
2023
62 Le imprese
Le ridotte dimensioni del settore si riflettono anche sul turnover imprenditoriale. Hanno
avviato l’attività 162 imprese e 190 l’hanno cessata con un saldo negativo pari a 28
unità. Rispetto al 2021 il numero delle imprese iscritte è aumentato mentre il numero
delle cessate risulta in diminuzione.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 63
190
162
-28
2023
64 Le imprese
Tab.29 - Fornitura di pasti preparati e altri servizi di ristorazione: saldo delle imprese per forma giuridica
(iscritte - cessate, anno 2022)
Regione Ditte individuali Società di persone Società di capitale Altre forme Totale
Piemonte 0 0 -1 -1 -2
Valle d'Aosta 1 0 0 0 1
Lombardia 5 -1 -11 0 -7
Trentino A.A. 4 -1 0 0 3
Veneto 5 -4 -1 0 0
Friuli V. Giulia 0 -1 -1 -1 -3
Liguria 1 -1 -2 0 -2
Emilia Romagna 3 -1 -1 0 1
Toscana 8 0 1 0 9
Umbria -1 0 -1 0 -2
Marche -2 1 0 -1 -2
Lazio 0 -2 -10 -1 -13
Abruzzo -2 0 -3 1 -4
Molise 1 0 -1 -2 -2
Campania 4 -2 -5 0 -3
Puglia -2 0 -1 0 -3
Basilicata 2 0 0 -2 0
Calabria -3 -1 2 1 -1
Sicilia 2 -1 -2 0 -1
Sardegna 2 0 1 0 3
Nord Ovest 7 -2 -14 -1 -10
Nord Est 12 -7 -3 -1 1
Centro 5 -1 -10 -2 -8
Sud e Isole 4 -4 -9 -2 -11
Italia 28 -14 -36 -6 -28
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati InfoCamere
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 65
2023
66 Le imprese
In termini generali, oltre l’80% delle aziende nate nel 2017 è ancora in attività nell’anno
successivo. Questa percentuale cala di oltre il 10%, arrivando intorno al 70% dopo 3
anni e al 60% dopo 5 anni. Quindi a cinque anni dalla nascita quattro aziende su dieci
hanno cessato l’attività.
Nel caso delle ditte individuali, il tasso di sopravvivenza di un ristorante è del 77,6% ad
un anno dalla nascita, del 58,8% a tre anni e del 48,6% a cinque anni. Per un bar i
valori sono, rispettivamente, del 78,8%, 60,8% e del 49,9%. In definitiva 5 ristoranti o
bar su dieci cessano l’attività a cinque anni da quando sono state avviate se ditta
individuale.
Altre forme Fornitura di pasti preparati (catering) ed altri servizi di ristorazione 88,9 55,6 33,3
Fonte: InfoCamere
L’89,3% dei ristoranti iscritti come società di capitale è ancora in attività l’anno
successivo, contro l’86,0% delle società di persone. Trascorsi cinque anni risultano
attive il 66,1% dei ristoranti che operano come società di capitale e il 59,4% delle
società di persone. Epilogo più o meno simile per i bar.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 67
Tra le imprese che svolgono attività di mensa o di catering si registrano i più bassi
tassi di sopravvivenza soprattutto se queste operano sotto forma di società di
persone.
2021 81,5
2021 81,0
Fonte: InfoCamere
2023
F CUS
L’analisi della demografia d’impresa nella ristorazione tende a considerare il settore come omogeneo. In
realtà la ristorazione nel corso degli anni si è molto segmentata in linea con i cambiamenti degli stili di vita e
delle esigenze dei consumatori.
Le variabili che condizionano questi processi sono molteplici e hanno a che fare con la localizzazione
geografica (nord vs. sud), con la vocazione del territorio, con la dimensione del centro e a livello micro con le
diverse zone di una città (centro vs. non centro).
Per capire meglio questo fenomeno abbiamo proseguito il lavoro di mappatura dell’insediamento delle
principali espressioni della ristorazione nelle maggiori città italiane. Si tratta di 123 centri che comprendono
tutti i capoluoghi di provincia ed alcune medie città.
n. imprese 2022*/2012
2012 2022* var. ass. var. %
123 comuni
ristorazione con servizio 30.133 37.994 7.861 26,1
ristorazione take away 10.841 12.886 2.045 18,9
gelaterie e pasticcerie 4.186 4.683 497 11,9
bar 42.459 35.703 -6.756 -15,9
TOTALE 87.619 91.266 3.647 4,2
resto d'Italia
Ristorazione con servizio 66.425 73.008 6.583 9,9
ristorazione take away 18.886 21.220 2.334 12,4
gelaterie e pasticcerie 9.004 10.270 1.266 14,1
bar 85.036 71.369 -13.667 -16,1
TOTALE 179.351 175.867 -3.484 -1,9
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Tagliacarne
A livello generale il primo dato che emerge riguarda la contrazione delle imprese che svolgono attività di bar.
Si tratta di un fenomeno che appare assolutamente in linea con quanto già rilevato a livello generale. Tra il
2012 e il 2022 (I semestre) il numero di queste imprese è sceso di oltre 20 mila unità. Un fenomeno che può
avere diverse spiegazioni. La prima riguarda qualche forma di migrazione che spinge il bar tradizionale ad un
completamento dell’offerta che includa anche il servizio vero e proprio di ristorazione e che potrebbe aver
comportato anche un cambio di codice di attività. La seconda ha a che fare, invece, con il progressivo
indebolimento del modello di business del bar che fa sempre più fatica a trovare le giuste modalità di
remunerazione del capitale e, soprattutto, del lavoro.
A differenza di quanto è avvenuto nel resto d’Italia, nei 123 comuni la riduzione dei bar è stata compensata
dalla crescita delle imprese che svolgono attività di ristorazione con servizio. Se a queste aggiungiamo anche
la ristorazione take away il saldo è abbondantemente positivo.
Proprio la crescita della ristorazione take away è un fenomeno da tenere nella giusta considerazione perché
riguarda principalmente le città più grandi dove il tasso di crescita è di 6 punti percentuali al di sopra di quello
2023
F CUS
che si registra nel resto d’Italia. Un altro dato interessante è quello che riguarda l’evoluzione del sistema
d’offerta della ristorazione nei centri storici e nel resto del territorio urbano. In questo caso si rileva che la
“crisi” del bar è abbastanza trasversale ed omogenea. Al contempo si osserva che lo sviluppo delle formule
take away è maggiore proprio nei centri storici delle città dove tra il 2012 e il 2022 l’aumento supera il 22%
contro il 17% del resto del territorio.
La demografia d’impresa nei 123 Comuni (Centro storico vs. non centro storico)
CS NCS
2022* 2022*/2012 2022* 2022*/2012
n. var. ass. var. % n. var. ass. var. %
ristorazione con servizio 14.404 3.287 29,6 23.590 4.574 24,1
ristorazione take away 4.371 805 22,6 8.515 1.240 17,0
gelaterie e pasticcerie 1.652 234 16,5 3.032 263 9,5
bar 12.997 -2.353 -15,3 22.706 -4.403 -16,2
(*) I° semestre
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Tagliacarne
2023
3
LE
PERFORMANCE
ECONOMICHE
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 73
Nella media dell’anno l’indicatore segna un saldo positivo (+51%) grazie al decisivo
contributo degli ultimi tre trimestri.
Fig.6 - Fatturato - saldi grezzi delle variazioni (I trim. 2011 - IV trim. 2022)
40,0
20,0
0,0
-20,0
-40,0
-60,0
-80,0
-100,0
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I III IV I II III IV I II III IV
'11 '12 '13 '14 '15 '16 '17 '18 '19 '20 '21 '22
2023
74 Le performance economiche
Fig.7 - I prezzi - saldi grezzi delle variazioni (I trim. 2011 - IV trim. 2022)
90,0
70,0
50,0
30,0
10,0
-10,0
-30,0
-50,0
I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I IIIIV I II IIIIV I II IIIIV
'11 '12 '13 '14 '15 '16 '17 '18 '19 '20 '21 '22
acquisto vendita
Il clima di fiducia sale a 116,6 e guadagna 33 punti rispetto allo stesso periodo del 2021.
Nella media dell’anno 2022 segna un valore pari a 107,6 che risulta essere superiore di
23,6 punti nel confronto con la media del 2021.
140
120
100
80
60
40
20
0
I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I IIIIV I II IIIIV I II IIIIV
'11 '12 '13 '14 '15 '16 '17 '18 '19 '20 '21 '22
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 75
Nel quarto trimestre del 2022 l’indice grezzo del fatturato (valore corrente che incorpora
la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) delle imprese della ristorazione cresce
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 20,8%.
L’anno si chiude con un incremento del 39,3% rispetto al 2021.
90,0
82,7
65,5 67,5
17,4 20,8
15,2
-37,2
I II III IV I II III IV
2021 2022
Fonte: elaborazione C.S.Fipe su dati Istat
Il valore aggiunto dei servizi di ristorazione è stimato nel 2022 in 43,5 miliardi di euro.
Prosegue la fase di recupero iniziata nella seconda metà del 2021 con un aumento di
18 punti percentuali tra il 2021 e il 2022 mentre rispetto al 2019 il valore aggiunto è
ancora inferiore di 8 punti percentuali.
2023
76 Le performance economiche
77
63
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
Le variazioni percentuali anno su anno mettono in evidenza una maggiore vivacità della
dinamica del valore aggiunto settoriale rispetto a quello relativo all’intera economia ed
evidenziano dopo l’importante crollo avvenuto nel 2020 la ripresa in termini tendenziali
con una crescita rispetto al 2021 del 23%.
30,0
20,0
10,0
0,0
-10,0
-20,0
-30,0
-40,0
-50,0
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 77
3.4 L’OCCUPAZIONE
3.4.1 Le unità di lavoro
L’input di lavoro, misurato in unità di lavoro standard, del settore dei pubblici esercizi
conta nel 2022 poco più di un milione di unità, nel 2019 erano circa centonovantamila
unità. Rispetto al 2021 sono aumentate del 20,3% come sintesi di una crescita del
25,9% di quelle dipendenti e dell’ 11,6% delle indipendenti, ma registrano ancora una
flessione dell’8% rispetto al 2019.
112
110
108
103 104
102 101
100 99 99
91
81
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
2023
78 Le performance economiche
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
dipendenti indipendenti
L’input di lavoro proviene per oltre il 63,8% dal lavoro dipendente mentre le unità di
lavoro indipendenti sono il 36,2% del totale.
Fig.14 - Unita di lavoro: peso del lavoro dipendente e indipendente sul totale (valori percentuali)
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
Alloggio Ristorazione
Il lavoro, misurato in termini di ore lavorate mostra un trend di crescita rispetto al 2021.
Nel confronto tra il 2022 e il 2008 il numero delle ore lavorate è cresciuto di 3 punti
percentuali per la ristorazione mentre è al di sotto di 6 punti percentuali a livello di
intera economia.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 79
103
100
94,5
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
L’input di lavoro per condizione professionale indica una intensità maggiore di crescita
tra i dipendenti.
Fig.16 - Dinamica delle ore lavorate per posizione nella professione (N.I. 2008=100)
135
125
115
105
95
85
75
65
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
dipendenti indipendenti
2023
80 Le performance economiche
n. dipendenti
val. assoluti val. %
per azienda
bar 256.962 26,0 3,9
discoteche 3.770 0,4 9,7
mense e catering 66.194 6,7 68,8
fornitura di pasti preparati 71.294 7,2 5,6
ristoranti 567.757 57,5 6,9
stabilimenti balneari 21.076 2,1 6,7
Totale 987.052 100,0 6,0
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Inps
Nel 2022 le oltre 165mila aziende del settore con almeno un dipendente hanno
impiegato, in media d’anno, 987.052 lavoratori dipendenti. Ciascuna azienda occupa
mediamente 6,0 unità. I valori tornano sui livelli pre - pandemia ma restano ancora al
di sotto per circa 3.700 mila unità.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 81
L’87,5% degli occupati dipendenti svolge mansioni operative. Non trascurabile il numero
degli apprendisti pari a oltre 76mila unità.
Tab.35 - Pubblici esercizi - Lavoratori dipendenti per orario di lavoro (anno 2022)
Il 40,0% dei dipendenti (398.458) risulta assunto con orario di lavoro a tempo pieno,
mentre la forma di part time più diffusa è quella di tipo orizzontale con 519.941
lavoratori.
Tab.36 - Pubblici esercizi - Lavoratori dipendenti per orario di lavoro (confronto 2019-2021-2022)
2023
82 Le performance economiche
Per i contratti con orario di lavoro a tempo pieno si è registrato un incremento del 4,3%
rispetto al 2019 mentre per i part time restano oltre il 3% al di sotto dei livelli del 2019.
Tab.37 - Pubblici esercizi - Lavoratori dipendenti per tipologia di contratto (anno 2022)
L’utilizzo di contratti a tempo indeterminato è molto diffuso nel comparto dei pubblici
esercizi (59,4%), mentre il ricorso al lavoro stagionale risulta marginale (9,9%). Un
terzo degli occupati hanno avuto un contratto a tempo determinato (30,7%).
Tab.38 - Pubblici esercizi - Lavoratori dipendenti per tipologia di contratto (confronto 2019-2021-2022)
Tab.39 - Pubblici esercizi - Lavoratori dipendenti per nazionalità e genere (anno 2022)
Nei pubblici esercizi il lavoro femminile continua ad essere decisivo: oltre cinque
dipendenti su dieci sono donne. Nel corso degli anni anche la presenza degli stranieri è
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 83
cresciuta non soltanto tra gli imprenditori, ma anche e soprattutto tra i lavoratori
dipendenti la cui quota sul totale è tornata di nuovo sui livelli pre-pandemia 25,3%.
Tab.40 - Pubblici esercizi - Lavoratori dipendenti per nazionalità e sesso (confronto 2019-2021-2022)
Il lavoro nei pubblici è anche giovane: il 40% circa ha meno di 30 anni e ben il 62%
meno di 40.
Fig.17 - Pubblici esercizi - lavoratori dipendenti per classi di età in Italia (media 2022 - val. %)
3,7 7,4
14,8
32,2
18,9
22,7
2023
84 Le performance economiche
Nel 2022 si assiste a un recupero di giovani sotto i vent’anni e delle fasce dei lavoratori
più maturi.
Tab.41 - Pubblici esercizi - lavoratori dipendenti per classi di età in Italia (confronto 2019-2021-2022)
3.5 LA PRODUTTIVITÀ
Tab.42 - Valore aggiunto per unità di lavoro – anno 2022 (valori assoluti e N.I. totale economia=100)
NI
In euro
Totale=100
Agricoltura, silvicoltura e pesca 31.668 44
Industria manifatturiera 79.550 111
Costruzioni 51.274 71
Servizi 71.623 100
Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e
63.316 88
motocicli; trasporto e magazzinaggio; servizi di alloggio e di ristorazione
Servizi di alloggio e di ristorazione 41.562 58
di cui ristorazione 39.767 55
Attività finanziarie e assicurative 139.056 194
Attività professionali, scientifiche e tecniche; amministrazione e servizi
51.925 72
di supporto
Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria;
59.890 83
istruzione; sanità e assistenza sociale
Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento; riparazione di
23.669 33
beni per la casa e altri servizi
Totale Economia 71.789 100
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat
5
La produttività del lavoro è il rapporto tra ricchezza prodotta e input di lavoro. E’ fondamentale per migliorare la
capacità di retribuire i fattori produttivi, ossia il lavoro e il capitale investiti.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 85
Fatto cento il valore aggiunto per unità di lavoro riferito all’intera economia, la
ristorazione si è attestata nel 2022 a 58, ovvero il 42% al di sotto del valore medio. Un
dato che sorprende solo parzialmente in considerazione del fatto che siamo in presenza
di un comparto ad alta intensità di lavoro.
Osservando la dinamica del valore aggiunto per unità di lavoro negli anni si rileva una
costante flessione rispetto al 2008. Tra il 2008 e il 2022 ha perso 8 punti percentuali.
Le cose vanno peggio se l’input di lavoro viene misurato in ore: il valore aggiunto risulta
in flessione, tra il 2008 e il 2022, di 14 punti percentuali.
106 102
100 100 98 95
102 98 93 92 92
89
92 91 83
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
2023
86 Le performance economiche
102
97
100 91
98 86
95 92 85 86 84 86
88 85 78
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
Il 2022 si chiude con una variazione tendenziale dei prezzi dei servizi di ristorazione
commerciale del 7,2%. L’inflazione media per l’anno 2022 è stata pari al 5,1% per la
ristorazione commerciale e al 5,0% per i servizi di ristorazione, mentre per l’intera
economia si è attesta all’8,1%.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 87
mar
mar
mar
mar
mar
ott
ott
ott
ott
ott
mag
mag
mag
mag
mag
feb
gen
gen
gen
nov
dic
feb
nov
dic
gen
feb
nov
dic
feb
nov
dic
gen
feb
nov
dic
apr
giu
lug
apr
giu
apr
giu
apr
giu
set
lug
set
lug
apr
giu
set
lug
set
lug
set
ago
ago
ago
ago
ago
2018 2019prezzi al consumo2020 2021
servizi di ristorazione 2022
La variazione tendenziale dei prezzi del Bar si attesta nella media del 2022 a +4,4%,
quella della caffetteria al 4,8%.
Bar 4,4
Snack al bar 4,4
Pasticceria e gelateria al bar 5,0
Caffetteria al bar 4,8
Bevande analcoliche al bar 3,8
Bevande alcoliche al bar 3,9
2023
88 Le performance economiche
Il food delivery registra incrementi dell’8,0% e la gastronomia del 6,0% del rispetto al
2021.
I prezzi delle mense6 mostrano una variazione media dello 0,4% rispetto al 2021.
6
Quota a carico delle famiglie
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 89
variazione media
Mense 0,4
Mense scolastiche e
universitarie
0,1
I prezzi di punta dei servizi di ristorazione possono offrire una panoramica del diverso
livello di costo del servizio da nord a sud della penisola. Nelle tabelle che seguono
vengono riportati i prezzi medi rilevati nei capoluoghi di provincia che rientrano nel
piano di rilevazione dei prezzi al consumo per:
caffè;
cappuccino;
panino;
pasto in pizzeria.
2023
90 Le performance economiche
Tab.44 - Il prezzo della tazzina di caffè (valori medi in euro – dicembre 2022)
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 91
2023
92 Le performance economiche
Tab.46 - Il prezzo del panino al bar (valori medi in euro – dicembre 2022)
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 93
Tab.47 - Il prezzo del pasto7 in pizzeria (valori medi in euro – dicembre 2022)
7
Pizza + bibita
2023
F CUS
Il 2021 ha lasciato nei bilanci delle aziende del settore ristorazione un qualche segno di rimbalzo rispetto
all’anno di crisi totale del 2020. La fotografia puntuale viene dalle oltre 46 mila società che hanno depositato
i bilanci che, sebbene siano soltanto una piccola parte dell’universo imprenditoriale, consentono di fare un
approfondimento delle dinamiche che hanno attraversato il settore nel secondo anno di pandemia quando,
superata la fase emergenziale, si sono strutturate le risposte e hanno cominciato ad essere meno rigide le
restrizioni.
Intanto vanno segnalate le caratteristiche principali di questo sotto insieme di imprese. Sono principalmente
ristoranti (oltre il 70%) e bar (quasi il 27%), per oltre il 60% micro e piccole imprese e per un quarto medie
imprese, le grandi imprese sono solo una quota marginale. Un campione che non rappresenta fedelmente
l’universo ma che tuttavia non ne appare assai lontano.
Attività dei servizi di ristorazione: le imprese osservate per settore e dimensione - anno 2021
RISTORANTI CATERING&BANQUETING BAR TOTALE
Numero di addetti v.a. v. % v.a. v. % v.a. v. % v.a. v. %
1-3 6.808 14,75% 230 0,50% 4.301 9,32% 11.339 24,57%
4-9 12.087 26,19% 250 0,54% 4.187 9,07% 16.524 35,80%
10 - 49 9.561 20,72% 396 0,86% 1.991 4,31% 11.948 25,89%
50 e oltre 525 1,14% 185 0,40% 86 0,19% 796 1,72%
Non dichiarato 3.647 7,90% 174 0,38% 1.723 3,73% 5.544 12,01%
Totale 32.628 70,70% 1.235 2,68% 12.288 26,63% 46.151 100,00%
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Infocamere
L’istantanea dei bilanci 2021 ci consegna un settore in cui la produzione viene per il 65% dai ristoranti mentre
Catering&Banqueting e Bar si dividono grossomodo a metà la parte restante. In termini di valore aggiunto
va segnalata la migliore capacità di performare delle società di Catering&Banqueting - con oltre il 43%
rispetto al valore della produzione - sia rispetto ai Ristoranti che ai Bar. Un dato che si riflette anche sul
risultato economico e che presenta accentuazioni particolarmente negative proprio tra i Ristoranti e i Bar.
Valori dei principali aggregati economici delle società di ristorazione – valori in euro, anno 2021
Valori assoluti
Risultato
Risultato
Valore produzione Valore aggiunto ante Risultato netto
operativo
imposte
Ristoranti 15.067.696.081 4.864.197.915 212.384.079 61.197.380 -37.876.108
Catering&Banqueting 4.472.735.973 1.938.964.669 59.355.542 69.430.661 40.685.348
Bar 3.639.343.060 1.045.615.770 32.351.270 4.560.918 -17.767.309
Totale 23.179.775.114 7.848.778.354 304.090.891 135.188.959 -14.958.069
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Infocamere
Il peso di ristoranti e bar schiaccia verso il basso gli indicatori medi del settore portando il valore della
produzione intorno ai 500 mila euro con un valore aggiunto di circa 170 mila euro ma le differenze tra i settori
sono notevoli. Le imprese di Catering & Banqueting hanno infatti un valore della produzione pari a quasi otto
volte quello dei ristoranti e dodici volte quello dei bar. Questi ultimi due settori, come detto in precedenza,
registrano ancora un risultato negativo anche se in misura molto più contenuta rispetto all’anno precedente.
Nel passaggio dal 2020 al 2021 il volume dell’attività relativo a tutto il settore registra finalmente un primo
incremento, significativo anche perché relativo ad un numero di bilanci discretamente inferiore a quelli
censiti nell’anno precedente. Ancor più importante l’incremento del valore aggiunto pari ad oltre il 25%,
2023
F CUS
segnali che indicano una tenuta dell’attività anche se non confortata da risultati positivi in termini di
redditività a causa dei costi e delle imposte che conducono a risultati ancora complessivamente negativi
tranne che, come si è visto, nel settore del Catering & Banqueting.
Valori medi dei principali aggregati economici delle società di ristorazione – valori in euro, anno 2021
Valori medi
Principali aggregati economici delle società di ristorazione – valori in euro, anni 2020/2021
2020 2021 var. %
Il Risultato operativo ha invertito il segno pesantemente negativo del 2020 ma, più in generale, tutti gli
aggregati economici presenti sul cruscotto delle imprese con utile positivo – il 58% del totale, numero in
crescita e in avvicinamento a quello del 2019 - segnano un recupero almeno ai valori del 2018 anche se non
ancora a quelli del 2019.
2023
F CUS
Numeri indice dei principali aggregati economici delle società di ristorazione anni 2018 – 2021, Imprese con utile
positivo
Ovviamente al ribasso sono invece tutti gli aggregati delle imprese in perdita ma si evidenzia una riduzione
del risultato negativo in termini di redditività netta, segno comunque di resilienza da parte di queste imprese
in difficoltà.
Attività dei servizi di ristorazione: numeri indice dei principali aggregati economici delle società
Anni 2018 – 2021, Imprese in perdita
2023
F CUS
Tutti gli indicatori caratteristici del bilancio per le imprese con utile positivo mostrano segnali di
miglioramento. Il ROI8 e ROE9 marcano circa tre punti percentuali di miglioramento solo l’indicatore di
indipendenza finanziaria10 segnala un peggioramento di due punti.
Attività dei servizi di ristorazione: valori percentuali degli indicatori caratteristici delle società anni 2018 – 2021,
Imprese con utile positivo
Ristoranti: valori percentuali degli indicatori caratteristici delle società anni 2018 – 2021, Imprese con utile positivo
8
Return Of Investment
9
Return On Equity
10
Rapporto tra patrimonio netto e totale passivo
2023
F CUS
Catering&Banqueting: valori percentuali degli indicatori caratteristici delle società anni 2018 – 2021, Imprese con
utile positivo
2023
4
Il sentiment
e i modelli
organizzativi
delle imprese
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 101
Come abbiamo visto nel cap.3 e come vedremo in modo più dettagliato nel cap. 5, il
2022 è stato un anno importante per la ristorazione. E’ stato fatto un ulteriore balzo in
avanti per recuperare un altro pezzo delle perdite subite durante la pandemia. Per un
ristorante su tre il risultato economico è migliorato mentre per poco più della metà è
rimasto sui livelli del 2021. Soltanto per poco più dell’11% delle imprese il 2022 non è
stato migliore dell’anno precedente.
2023
102 Il sentiment e i modelli organizzativi delle imprese
Il dato ancora più interessante è che per 7 ristoranti su 10 il fatturato ha raggiunto nel
2022 i livelli del periodo pre-pandemia. Per il 4,1% è addirittura superiore mentre per
poco più di 1 su 4 è ancora al di sotto.
Un dato che riflette quello sulla dinamica dell’occupazione e che risulta anche migliore.
Per circa 9 ristoranti su 10 l’occupazione ha raggiunto i livelli del periodo pre-pandemico
o li ha addirittura superati.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 103
Anche per l’anno in corso le previsioni delle imprese sono incoraggianti. Il 70% ritiene
di mantenere gli obiettivi conseguiti nel 2022 ma ben 1 su 4 pensa di migliorarli.
C’è un clima positivo intorno alla ristorazione italiana. Nove imprenditori su dieci dicono
di essere fiduciosi sul futuro anche se per uno su tre occorre far fronte agli importanti
cambiamenti che la pandemia ha generato.
Fig.28 - Le prospettive
Il tema prezzi, come abbiamo visto nel cap.3, è stato la vera emergenza del 2022 anche
per i pubblici esercizi sul lato costi. Perché i listini sono stati assai meno vivaci di quelli
delle imprese di altri settori come d’altra parte è verificabile attraverso le dichiarazioni
2023
104 Il sentiment e i modelli organizzativi delle imprese
stesse degli imprenditori del settore: solo uno su due ha effettuato un adeguamento dei
listini nel corso del 2022 e il 17,6% conta di farlo nell’anno in corso.
Fig.29 - I prezzi
A prescindere che si tratti di un ristorante, trattoria, pizzeria ciò che conta per
comprendere pienamente il modello organizzativo di un’azienda di ristorazione sono gli
orari di servizio e il numero e la tipologia delle persone impiegate.
In questo senso le imprese sono state studiate in funzione deli seguenti gruppi:
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 105
Intanto si deve partire dalla constatazione che siamo dinanzi ad un settore in cui
l’imprenditore è anzitutto un lavoratore. Il 93,8% di essi, infatti, svolge la propria
attività lavorativa all’interno dell’azienda con punte che arrivano quasi al 100% nei
ristoranti del nord ovest.
2023
106 Il sentiment e i modelli organizzativi delle imprese
Anche dal punto di vista dei turni di servizio si va assistendo ad un aumento dei ristoranti
focalizzati su un solo turno di servizio. Il 21% è aperto solo a cena mentre appena il 6%
ha scelto di essere in attività solo a pranzo. Il doppio turno di servizio combinato con
un’apertura 7/7 presuppone che si possa contare su un ampio numero di addetti dal
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 107
momento che occorre fare i turni e al contempo assicurare il rispetto dell’orario di lavoro
previsto dal contratto.
Una delle complicazioni maggiori insite nel modello di consumo della ristorazione è la
forte concentrazione della domanda nel fine settimana. Spesso si fa fatica a capire che
un ristorante pieno la sera del venerdì o del sabato non vuol dire che sia pieno anche il
martedì o il mercoledì. Da qui deriva la necessità di avere un’organizzazione del lavoro
flessibile e soprattutto la capacità dell’imprenditore di capire qual è il modello di impiego
del personale più adatto alla propria proposta di servizio.
Nei ristoranti il 62% dei ricavi si realizza tra venerdì e sabato e il 60% a cena.
Ovviamente questo dipende anche dal segmento di ristorazione nel quale si opera. Il
mercato della pizzeria è ben diverso da quello della ristorazione veloce.
Un altro aspetto che non va trascurato ai fini della comprensione della redditività del
business riguarda la proprietà dei locali in cui si svolge l’attività. Oggi circa il 40% degli
imprenditori del settore è proprietario delle mura della propria attività. Ma la cosa più
interessante da esaminare è che oltre il 93% di essi nel valutare i risultati economici del
ristorante non considera un costo figurativo d’affitto per l’utilizzo dei locali. In questo
modo un buon risultato economico dell’azienda andrebbe ridimensionato al netto del
patrimonio immobiliare.
2023
108 Il sentiment e i modelli organizzativi delle imprese
Gli imprenditori che operano nel segmento bar sembrano più ottimisti dei colleghi che
gestiscono i ristoranti. Oltre il 38% da un giudizio positivo sull’andamento dell’attività
nel corso del 2022 e solo per appena il 6,2% le cose sono andate peggio. Tuttavia è la
stazionarietà della performance ad avere la netta prevalenza.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 109
Più alta è anche la quota di chi dichiara di aver già superato i livelli di attività del 2019.
La pensano così circa due imprenditori su dieci mentre per uno su quattro i risultati del
2022 restano al di sotto di quelli pre-pandemia.
2023
110 Il sentiment e i modelli organizzativi delle imprese
Più cautela nelle valutazioni sull’occupazione dove prevale la stabilità. Solo nel 2,1%
delle imprese i livelli occupazionali hanno raggiunto e addirittura superato quelli del
2019.
Il 2023 si preannuncia come un anno nel quale si salirà un altro gradino verso il ritorno
in vetta: il saldo delle risposte tra chi vede prospettive di crescita e chi, al contrario,
ritiene di perdere posizioni è positivo per oltre 7 punti percentuali. Non è molto ma in
un contesto che continua a caratterizzarsi per l’incertezza dello scenario geo-politico,
per una dinamica dei prezzi che rimane sostenuta e per la progressiva risalita dei tassi
di interesse non sembra neppure poco.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 111
Tutto questo si riflette sul livello di fiducia degli imprenditori che in circa 9 casi su 10
manifestano ottimismo sulle potenzialità del loro business.
Fig.39 - Le prospettive
A proposito di inflazione anche nel caso dei bar emerge la prudenza (forse eccessiva)
degli imprenditori nell’utilizzare la leva del prezzo. Solo il 46% ha ritoccato i listini nel
corso del 2022 pur in presenza di fortissime tensioni sui costi a cominciare da quelli
dell’energia.
2023
112 Il sentiment e i modelli organizzativi delle imprese
Fig.40 - I prezzi
Come nel caso dei ristoranti anche nel settore bar sono stati costruiti quattro cluster di
imprese sulla base delle caratteristiche gestionali e del livello di servizio.
Le imprese a vocazione familiare sono il 44% mentre il 41,6% sono ad alta intensità
produttiva.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 113
Il bar italiano, come il ristorante, si fonda sul lavoro del titolare. Nel 91,9% dei casi il
titolare è direttamente occupato in azienda. È una circostanza nota anche se meno nota
era la sua incidenza.
Ma quello che merita particolare attenzione è l’intensità del coinvolgimento del titolare.
Il 70% lavora oltre 9 ore al giorno e il 35% oltre 10 ore.
2023
114 Il sentiment e i modelli organizzativi delle imprese
Il bar italiano si caratterizza per l’elevato livello di servizio che è fatto principalmente
da due variabili: prossimità e orari di apertura. Sulla prima basta dire che in Italia
abbiamo un bar ogni 390 abitanti e che almeno un bar è presente nel 90% dei comuni.
Sulla seconda occorre sottolineare che un bar su tre è aperto 7 giorni su sette, mentre
in termini di orari il 72% garantisce il servizio dalla mattina presto alla sera. Per non
parlare dell’apertura domenicale e nei festivi in genere.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 115
con caffè e cappuccini che oscillano tra 1 euro ed 1,50 euro è già difficile raggiungere il
punto di equilibrio tra costi e ricavi, figuriamoci a assicurare la giusta redditività.
Sarà anche per questo, anche se non solo per questo, che nel corso degli ultimi anni il
numero dei bar è andato progressivamente calando come abbiamo visto
nell’approfondimento al cap. 2.
La colazione resta il servizio che più di tutti caratterizza il modello di bar italiano anche
se nel corso degli ulti 10/20 anni abbiamo assistito ad una forte segmentazione del
canale con la nascita di format innovativi di offerta. Da una parte i cosiddetti lunch bar
specializzati nell’offerta di food ai milioni di lavoratori che ogni giorno devono pranzare
fuori casa, dall’altra i cocktail bar rivolti ad una clientela alla ricerca di convivialità a
prezzi accessibili.
2023
116 Il sentiment e i modelli organizzativi delle imprese
Queste nuove formule si accompagnano ad un nuovo layout dei locali che sempre di più
prevedono la consumazione la tavolo anziché al solo banco che è stato per decenni il
tratto distintivo del bar italiano. Il risultato è che oggi nel 64,5% dei bar è possibile
consumare al tavolo anche se sono ancora molti i bar (31,4%) che prevedono la
possibilità di consumare solo al banco.
Come abbiamo già visto per i ristoranti anche nei bar i locali sono prevalentemente in
affitto. Solo in un caso su tre le mura sono di proprietà dell’imprenditore. Anche qui il
conto economico dell’azienda non contempla un costo figurativo di affitto finalizzato a
valutare più correttamente la redditività aziendale.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 117
2023
F CUS
Il 14,1% delle imprese dichiara che nel 2022 il proprio organico era inferiore al periodo pre-pandemia mentre
per il 79,6% è tornato agli stessi livelli del 2019.
E tra il 45% delle imprese della ristorazione che ha effettuato ricerca di personale, il 64% dichiara di aver
incontrato grandi difficoltà ad individuare le figure ricercate.
La ristorazione è stato il comparto che nel 2022 ha offerto le maggiori opportunità di impiego.
Si tratta di giovani al di sotto dei 30 anni in quattro casi su dieci. Poco meno di una su tre ricerca personale
oltre i 30 anni.
Le figure richieste sono state i camerieri (356.570) e i cuochi (circa 208.880). Seguono i baristi con oltre
143.600 unità.
2023
F CUS
Di cui (%)
Con Difficili da In a tempo a tempo
Assunti nel esperienz reperire sostituzi indetermi determi
2022 (v.a) a one di nato nato
persona
le
Camerieri e professioni assimilate 356.570 69,5 38,9 26,6 7,6 69,4
Cuochi in alberghi e ristoranti 208.880 84,7 43,6 28,8 17,5 72,9
Baristi e professioni assimilate 143.660 59,7 30,3 26,9 13,0 68,3
Pasticceri e gelatai 10.730 64,3 46,0 31,00 17,0 68,0
Addetti alla preparazione, alla cottura e alla 36.070 58,4 27,2 51,00 18,9 66,4
distribuzione di cibi
Fonte: elaborazione c.s. Fipe su dati Unioncamere - ANPAL, Sistema informativo Excelsior 2022
Una delle informazioni più rilevanti riguarda la difficoltà di reperimento delle figure professionali. Una
impresa su tre incontra difficoltà nel reperimento del personale. Tale difficoltà raggiunge nel caso di cuochi
e pasticceri, oltre il 40%. Per i camerieri la percentuale arriva al 39% mentre per i baristi al 30,3%. La mancanza
di candidati costituisce il principale ostacolo per le imprese nella ricerca di personale. In particolare è
prevalente nei camerieri e nei cuochi, mentre l’inadeguatezza, è prevalente per i pasticceri.
Fonte: elaborazione c.s. Fipe su dati Unioncamere - ANPAL, Sistema informativo Excelsior 2022
La professione del barista o del barman è quella maggiormente aperta ai giovani, circa il 53,4% della domanda
è rivolta a chi ha meno di 30 anni, seguita da quella del cameriere con il 45,8%.
Tra cuochi e pasticceri si cercano invece prevalentemente figure oltre i trent’anni che abbiano maturato una
esperienza specifica.
2023
F CUS
Fonte: elaborazione c.s. Fipe su dati Unioncamere - ANPAL, Sistema informativo Excelsior 2022
Fonte: elaborazione c.s. Fipe su dati Unioncamere - ANPAL, Sistema informativo Excelsior 2022
Il tema delle competenze è un altro aspetto significativo. Al personale in entrata viene richiesta soprattutto
flessibilità e capacità di adattamento, la capacità di lavorare in gruppo e in autonomia, il problem solving.
2023
5
Consumi
e consumatori
dopo la tempesta
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 123
Fig. 48 - Confronto tra l’andamento dei consumi Away From Home e At Home in Italia
(Trend 2000/2022 - valori correnti)
Nel complesso i consumi alimentari11 in Italia sono stati pari a circa 260 miliardi di euro,
di cui 172 miliardi di euro At Home e 82 miliardi di euro Away From Home.
Dal 2000 fino al 2019, il valore del mercato AFH è cresciuto del 72% a valori correnti,
molto più del mercato dei consumi alimentari At Home (+35% a valori correnti). Nel
2019 l’incidenza dei consumi fuori casa sul totale dei consumi alimentari era pari al
34%, scesa al 24% nel 2020, è poi risalita al 31% nel 2022.
11
Incluse le bevande alcoliche
2023
124 Consumi e consumatori dopo la tempesta
Fig.49 - Quota consumi AFH sul totale consumi alimentari (Trend 2000/2022 - valori correnti)
Nel 2022 la crescita del mercato fuori casa è stata rilevante, con incremento del 26%
rispetto all’anno precedente; i consumi alimentari domestici sono cresciuti ma in modo
meno rilevante (+ 4,7%) e ben al di sotto del tasso di inflazione ad indicare che la
crescita in volume è stata negativa.
La stima per il mercato Away From Home nel 2022 è dunque pari a circa 81,6 miliardi
di euro; considerando i valori a prezzi 2022, e quindi depurati dalla dinamica
inflazionistica dei prezzi, il delta rispetto al 2019 risulterebbe ancora maggiore, non più
-4,5% bensì -11,7%.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 125
Pur partendo da analoghi valori riferiti al 2020 e 2021 (54 e 68 miliardi di euro), il valore
dei consumi alimentari fuori casa risulterebbe, secondo il sistema informatico di
Tradelab, maggiore di quanto indicato sopra. Il difficile contesto macroeconomico del
2022 infatti non sembra aver rallentato la dinamica del mercato, che viene data
addirittura in crescita rispetto al 2019 con un valore a prezzi correnti di 93 miliardi di
euro. Tale risultato è la conseguenza di molteplici fattori, tra cui in primis un significativo
incremento dei volumi delle visite che hanno sfiorato i livelli pre-pandemia, un aumento
dei listini del 5% in media d’anno e un mix di consumi che ha premiato le occasioni e i
canali a maggior valore.
Per il mercato fuori casa un volano importante è sicuramente il turismo. L’incidenza del
turismo estero, che nel periodo pre-pandemia, era arrivata a pesare circa il 10% dei
consumi Fuori Casa, nel 2020 è scesa a un valore pari a circa il 5% per salire nel 2021
2023
126 Consumi e consumatori dopo la tempesta
al 6%; nel 2021 è mancata infatti ancora una quota rilevante di turisti stranieri che ha
penalizzato soprattutto le grandi città d’arte, le aree turistiche e, a livello di canale
soprattutto ristoranti e hotel, ed è stata in parte compensata dalla presenza di turisti
italiani che ha continuato ad essere soddisfacente nonostante la ripresa dei viaggi
all’estero.
Per quanto l’impatto dell’emergenza sanitaria sulle presenze turistiche sia stato
rilevante, si registra, soprattutto durante gli ultimi mesi del 2022, un tendenziale
riallineamento ai valori del 2019.
11
1 -1
0
0 -2
-3 -2 -6 -3
-3
-7 -4 -7
-10 -8 -6 -4 -7
-16 -8
-18 -12 -11 -9
-16
-19
-19 -20 -21
-27 -28
-30
-36
-36
-43
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 127
straniere (-13%). Il dato delle presenze è in sensibile crescita rispetto al 2021 (+37%)
e questo conferma anche la ripartenza di questo settore e gli effetti positivi che può
portare al mercato dei consumi fuori casa.
D’altro canto, un altro elemento rilevante per i consumi fuori casa è il fenomeno dello
smart working che impatta sugli spostamenti quotidiani dei lavoratori e sui consumi
fuori casa ad essi associati in diverse occasioni; lo smart working si stima abbia
riguardato nel 2022 circa il 18% dei lavoratori, un dato piuttosto variabile per aree
geografiche (più presente nel Nord Ovest e nel Centro) e per segmento di popolazione
(più anziana o più giovane), ma complessivamente abbastanza stabile nell’arco
dell’anno. In ogni caso, per quanto lo smart working rimarrà probabilmente un
fenomeno strutturale che sta cambiando il mercato del lavoro, questo non porterà a
una riduzione dei consumi fuori casa ma tuttalpiù a una loro redistribuzione tra canali e
territori, favorendo, ad esempio, centri urbani minori e modalità di consumo smart come
il delivery. Inoltre il lavoro da casa ha impatto soprattutto sull’occasione del pranzo fuori
casa e su alcuni canali come mense, lunch bar o distributori automatici.
TOTALE 18%
Uomo 17%
Genere
Donna 19%
18/24 anni 19%
25/34 anni 20%
35/44 anni 19%
Fascia di età
45/54 anni 17%
55/64 anni 14%
65/74 anni 20%
Nord Ovest 21%
Nord Est 13%
Area geografica
Centro 20%
Sud e Isole 17%
<10 mila ab. 15%
10 mila-30 mila ab. 15%
Ampiezza comune 30 mila-100 mila ab. 19%
100 mila-250 mila ab. 16%
>250 mila ab. 25%
Fonte: TradeLab - AFH Consumer Tracking (aggiornamento gennaio 2023)
2023
128 Consumi e consumatori dopo la tempesta
Per analizzare più in dettaglio i consumi fuori casa si ricorrerà ai dati rilevati da TradeLab
attraverso l’analisi continuativa AFH Consumer Tracking. La rilevazione, iniziata nel
giugno 2020, consente di rilevare i comportamenti dei consumatori attraverso un
campione di circa 6.000 interviste al mese e oltre 75.000 all’anno. Target dell’analisi è
la popolazione italiana con età dai 18 ai 74 anni, pari a circa 45 milioni di individui. È
necessario ricordare che il perimetro dell’analisi non comprende alcune tipologie di
consumatori del mercato AFH quali i turisti stranieri, le code della popolazione (minori
di 18 anni e maggiori di 74 anni), i consumi effettuati nei distributori automatici e nella
ristorazione scolastica/religiosa/militare; per questo il valore dei consumi considerati è
pari a circa 76,8 miliardi di euro.
Secondo questa rilevazione nel 2022 sono state complessivamente realizzate circa 7,8
miliardi di visite (13,2 considerando l’intero mercato), con uno scontrino medio di 9,9
euro in crescita del +12% rispetto al 2021.
Fig.51 - Principali statistiche del mercato dei consumi fuori casa nel 2022
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 129
Per approfondire l’analisi dei fenomeni di consumo si considereranno ora alcune variabili
significative quali le occasioni di consumo, le tipologie di canali frequentati e la
connotazione geografica.
Per quanto riguarda la dimensione geografica dei consumi, si possono effettuare alcune
considerazioni. Si segnala una ripresa diffusa in tutte le aree; più significativa nel Nord
Ovest, dove nel 2021 permaneva ancora un gap importante, e a seguire a parimerito
nel Nord Est e nel Centro. Crescita sotto media per il Sud e isole che comunque si
conferma l’area con la maggior quota di consumi, in particolare con riferimento al
periodo estivo, grazie ancora a un ruolo importante del turismo italiano; si riduce
sensibilmente il trend di crescita dopo i mesi estivi.
2023
130 Consumi e consumatori dopo la tempesta
Fig. 53 - Il trend delle visite per territorio (in milioni - esclusi distributori automatici)
La ripresa delle attività segna forti trend di crescita dei consumi nei i grandi centri urbani
(con oltre 250.000 abitanti) che anche a seguito del diffuso ricorso allo smart working
durante la pandemia hanno quote di consumi da recuperare.
Rimane interessante considerare come i centri urbani minori, che presentano trend di
crescita molto forti soprattutto nel periodo estivo, grazie anche a un turismo più
nazionale, locale e di prossimità presentano anche nel resto dell’anno livelli interessanti
di visite e consumi, abbastanza allineati per dimensione dei centri. Questo potrebbe
confermare l’interesse che, anche dopo l’emergenza sanitaria, gli italiani hanno
mantenuto per centri di minori dimensioni, grazie forse anche al mantenimento
(seppure in forma ridotta) del lavoro da remoto.
Fig.54 - Il trend delle visite per ampiezza centro (in milioni - esclusi distributori automatici)
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 131
Rispetto al 2021 tutte le occasioni registrano tassi di crescita a doppia cifra ma con
diversa intensità. In un rank delle miglior performance troviamo ai primi posti le
occasioni serali, quelle a maggior contenuto di esperienzialità (+49% dopocena e
aperitivo serale e +40% cena). Scendendo nella classifica con risultati positivi ma
inferiori alla media ci sono invece le occasioni più funzionali (ultimo posto per la
colazione +19%).
Nel 2022 ha continuato ad essere rilevante, sul totale delle visite, il peso delle occasioni
diurne (in particolare la colazione e il pranzo), la cena si è incrementata molto nel
periodo estivo per poi riallinearsi al pranzo dopo l’estate.
Anche nel 2022 il mercato fuori casa è stato prevalentemente diurno; colazioni, pause
e pranzi raccoglievano infatti circa il 68% delle visite fuori casa, mentre le occasioni
serali (aperitivo, cena e dopocena) il 32% delle visite complessive.
Fig.55 - Il trend delle visite per occasione di consumo (in milioni - esclusi distributori automatici)
Nel complesso:
• pranzo, aperitivo e cena registrano tutte trend positivi, come risultato di mix di
fattori. Nel caso del pranzo incide in particolare il recupero della componente
business mentre per le occasioni di aperitivo e cena a guidare è la leva esperienziale.
• colazione e dopocena rimangono stabili rispetto al 2021, tuttavia se la colazione si
conferma l’occasione che ha meno subito l’impatto della pandemia e che ha fatto
2023
132 Consumi e consumatori dopo la tempesta
Dal punto di vista dei canali si rileva il ritorno di quelli che erano ancora parzialmente
assenti nel 2021: le discoteche, gli eventi anche all’aperto, le location in transito e le
mense. Sempre con trend positivi sopra la media del mercato ci sono inoltre i ristoranti,
soprattutto di fascia alta, la ristorazione commerciale, con performance distribuite in
tutto l’arco dell’anno, e i bar serali.
Si conferma nel 2022 l’attrattività per gli italiani degli esercizi in catena, che raccolgono
in tutti i trimestri dell’anno, una quota visite loro riconducibile rispetto a esercizi
indipendenti, intorno al 9/10% (in crescita rispetto al 7/8% rilevato nel 2021).
Nell’ultimo anno questi esercizi hanno beneficiato della maggior frequentazione delle
location di shopping, transito e dei centri cittadini; inoltre questa tipologia di offerta si
distingue per una buona accessibilità in termini di prezzo e per un’offerta molto attenta
al value for money.
Fig.56 - La distribuzione delle visite tra catene ed esercizi indipendenti per trimestre
(esclusi distributori automatici)
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 133
I ristoranti hanno invece raccolto una quota visite complessiva pari al 21%. La ripresa
delle occasioni serali, e in generale del mercato, ha visto una crescita significativa per i
ristoranti di fascia medio/alta, una stabilità per le pizzerie e lievi riduzioni per la fascia
medio/bassa, delineando una potenziale polarizzazione dell’offerta, anche a seguito
delle recenti tensioni inflazionistiche, ove nelle occasioni più funzionali ci si orienta alla
ricerca di convenienza e nelle occasioni più particolari e di gratificazione alla ricerca di
esperienzialità.
Positivi, anche se con variazioni leggermente inferiori alla media, tutti gli altri canali,
con l’eccezione dei locali con cibo da asporto e del food delivery (saldo negativo in
particolare per la componente più tradizionale off line (ovvero attraverso mezzi non
digitali, per lo più telefono), il cui ruolo è stato di tipo tattico durante la Pandemia.
Il Food Delivery si è ormai attestato su quote del 4-5%; all’interno di questa quota
tuttavia si riduce, come già detto, il peso della componente tradizionale off line, mentre
rimane pressoché stabile quella on line che utilizza piattaforme specializzate),
confermando un’abitudine alla fruizione di questo canale da parte degli italiani.
Nel 2022 il Food Delivery ha raggiunto un valore complessivo di 2,8 miliardi di euro.
Le due tipologie di food delivery risultano ancora connotate geograficamente e come
target: il food delivery on line soprattutto in centri di maggiori dimensioni e tra i giovani,
mentre l’off line al sud e nei centri più piccoli e tra le persone più adulte.
I locali con cibo d’asporto hanno mantenuto pressoché costante la loro quota di visite
con un numero complessivo di visite pari a circa 2,9 milioni.
2023
134 Consumi e consumatori dopo la tempesta
Per quanto la maggior parte delle visite continui ad essere effettuata dalla popolazione
maschile (52%), è cresciuta nel 2022 la frequentazione anche femminile del fuori casa,
che si era ridotta sensibilmente durante la Pandemia.
Considerando le specifiche occasioni, gli uomini continuano ad essere più presenti fuori
casa soprattutto nel momento della colazione e del pranzo e le donne nel momento
della pausa pomeriggio, mentre le altre occasioni si sono abbastanza riallineate in
termini di frequentazione.
Le fasce di consumatori più giovani (18-34 anni) hanno ripreso ad uscire nelle occasioni
serali, soprattutto a cena e dopocena, mentre è la fascia di popolazione meno presente
nel momento della colazione (che forse preferiscono consumare a casa); si conferma la
loro predilezione per luoghi di consumo easy e la loro presenza è maggiore, rispetto ad
altri target di popolazione, in bar serali e discoteche, take away, ambulanti e quick
service.
Le fasce di età centrali (35-54 anni) hanno una frequentazione tradizionalmente più
legata al lavoro, aumenta la loro presenza nei momenti della colazione e del pranzo,
occasioni legate prevalentemente a un consumo funzionale. Il bar è il luogo di
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 135
riferimento e più frequentato da questo target; sono anche la fascia di età con un
maggior utilizzo di mense.
I consumatori più adulti (oltre 55 anni) escono meno (in particolare gli over 65); e
concentrano le loro uscite nella mattinata e oltre la metà delle loro uscite (52%) si
concentra prima di pranzo, in particolare nelle occasioni della colazione e della pausa
mattina; le restanti visite si concentrano nei momenti conviviali di pranzo e cena (32%).
Il canale che frequentano maggiormente sono i bar diurni (per un consumo
tendenzialmente più veloce) e i canali della ristorazione.
Anche nel 2022 come abbiamo visto sono mancate ancora due tipologie di consumatori:
i turisti stranieri e i viaggiatori business (legati a spostamenti per incontri di lavoro); se
per i primi si prevede un completo ritorno ai livelli Pre Covid già dal 2023, per i secondi
è possibile prevedere un recupero parziale a causa dell’abitudine ormai diffusa a incontri
di lavoro in videocall online che consentono di recuperare risorse economiche e di
tempo.
2023
136 Consumi e consumatori dopo la tempesta
2023
F CUS
Evoluzione del livello di paura di contagio degli italiani nel frequentare pubblici esercizi
Tuttavia un altro elemento da monitorare riguarda il livello di preoccupazione degli italiani per la propria
situazione economica, che è risultata piuttosto elevata dopo i mesi estivi (quando meno della metà degli
italiani dichiarava di essere molto preoccupata per la propria situazione economica) e attenuandosi
nell’ultimo mese dell’anno. Ricordiamo che soprattutto dopo l’estate è cresciuta l’evidenza e la
preoccupazione per il tema dell’inflazione, della tensione sui prezzi e quindi sulla tendenziale minore
propensione alla spesa.
2023
6
I trend
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 141
Nel 2022 abbiamo assistito al ritorno dell'inflazione e, con essa, alla ripresa del turismo.
Questi fenomeni, seppur contrastanti, hanno avuto un forte impatto sul settore, con
l'inflazione che ha ridotto la capacità di spesa dei consumatori, ma con il turismo
internazionale che, soprattutto nelle grandi città, ha contribuito a rinvigorire l'attività
del mercato alimentare fuori casa.
2023
142 I trend
I consumatori italiani hanno quindi subito un forte rincaro nel costo della vita, con circa
il 90% dei consumatori finali che dichiara un notevole aumento dei prezzi in svariati
settori (es. trasporti, energia, prodotti alimentari, vacanze, ...) e il ~75% di essi che
dichiara di aver dovuto rivedere le proprie spese personali.
Nonostante le prospettive positive per il canale fuori casa, ci si aspetta che l’inflazione
caratterizzerà il resto dell’anno generando potenzialmente alcune conseguenze:
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 143
Dopo il crollo registrato nel 2020, l’Italia ha visto una graduale ripresa del turismo,
soprattutto in ingresso ed a fine 2022, come abbiamo visto nel capitolo 5, le presenze
turistiche sono sempre più vicine ai livelli pre-Covid (-10% vs 2019), con ottime
prospettive per il 2023 dato l’allentamento dei lockdown in Cina.
Dopo un periodo di stop ai viaggi e vacanze, oltre il 60% degli italiani ha dichiarato nella
seconda metà del 2022 di voler programmare le vacanze preferendo il contesto
nazionale, sintomo di una razionalizzazione delle spese, aumentate per effetto
dell’inflazione.
2023
144 I trend
L'aumento del turismo nel nostro paese determina effetti positivi sul fuoricasa: il ritorno
del turismo internazionale, infatti, sta portando una spinta ai volumi, che altrimenti
avrebbero sofferto a causa dello stop dei turisti cinesi dovuto ai lockdown. Inoltre,
l'elevata presenza di turisti stranieri ha fatto aumentare la spesa per consumi HoReCa,
con un maggiore interesse verso le esperienze premium del settore.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 145
Si registra un cambiamento non soltanto dal punto di vista del mix di canali scelti dai
consumatori, ma anche delle categorie di prodotto consumate: le maggiori difficoltà
delle colazioni fuori casa, impatta principalmente i Bar Diurni e un calo di prodotti tipici
come i lievitanti, al contrario l’aumento degli aperitivi beneficia soprattutto i Bar Serali
e le categorie di Bevande Alcoliche.
2023
146 I trend
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 147
Fonte: Statista
Per quanto riguarda il segmento specifico del food delivery (esclude i servizi a domicilio
da parte della GDO), il mercato italiano è presidiato da grandi player come Just Eat e
Deliveroo che nel Q1 del 2022 detengono più del ~70% di quota del mercato totale
(Fonti: Statista, Measurable.ai). Altri player rilevanti sono Glovo e UberEats che si
posizionano rispettivamente attorno al ~20% e al ~5% della quota totale di mercato.
Le barriere all'ingresso per nuove piattaforme sono quindi considerevoli. Un esempio
rilevante è Gorillas, la startup tedesca del food delivery che ha avuto un grande successo
durante la pandemia offrendo consegne in tempi record (~10 min dal completamento
dell'ordine), che è stata costretta ad abbandonare il mercato italiano nel 2022 non
essendo riuscita a generare utili in tempi soddisfacenti per gli investitori (ridotti peraltro
dall’impatto dell’inflazione e della crisi geopolitica globale).
2023
148 I trend
Negli ultimi tempi, le piattaforme eB2B stanno guadagnando sempre più terreno in
diversi paesi, grazie all’adozione da parte dei maggiori produttori del largo consumo e
da parte di alcuni operatori specializzati (e.g. Choco negli Stati Uniti). Anche in Italia si
stanno facendo i primi passi in questa direzione (e.g. Quisto). Le piattaforme offrono la
possibilità di formulare ordini e monitorare i livelli di inventario senza l’intervento
umano: i pagamenti, le fatturazioni e le consegne vengono quindi automatizzati. Sia
per l’industria che per gli esercenti questo significa una maggiore efficienza: da un lato,
l’industria è in grado di servire più clienti con un minor costo per contatto, dall’altro,
l’esercente ha una gestione più rapida ed efficiente del proprio inventario. Tuttavia, le
interazioni fisiche rimangono spesso un aspetto fondamentale della relazione tra
industria ed esercenti e le piattaforme eB2B si integrano a queste.
2023
F CUS
Negli ultimi anni, le piattaforme eB2B per l’HoReCa hanno acquisito sempre più importanza in Italia. Questa
tendenza è stata alimentata da una maggiore consapevolezza da parte degli esercenti delle opportunità e dei
vantaggi di adottare tali piattaforme che permettono di gestire in modo semplice e intuitivo tutte le attività
legate alla gestione degli esercizi, sia sotto l’aspetto amministrativo che commerciale.
Le piattaforme digitali B2B offrono agli esercenti una grande varietà di strumenti di gestione, sia in front-end
che in back-end, per esempio il CRM permette di avere una visione d’insieme dei propri clienti e di impostare
offerte mirate e campagne pubblicitarie su vasta scala; nel back-end, invece, possiamo trovare strumenti
come la gestione automatica del magazzino, il ciclo di fattura, pagamenti automatici e proposte commerciali
personalizzate collegandosi ai sistemi delle aziende produttrici.
Quisto è tra le piattaforme digitali B2B più popolari in Italia, mentre Choco è tra i leader a livello europeo, ed
entrambe sono specializzate nel canale Horeca. Entrambe le piattaforme hanno l’obiettivo di semplificare la
gestione dell’esercizio commerciale, offrendo una gamma di strumenti completi e un’interfaccia utente
intuitiva. Quisto, ad esempio, offre un set di soluzioni che va dal semplice gestore dei menu a un sistema di
POS e ordini in-app completo. Choco fornisce una piattaforma di marketing integrata, offrendo funzionalità
come messaggistica automatica, invio di promozioni e gestione dei coupon. Infine, anche i player
dell’industria hanno sviluppato piattaforme eB2B già attive in diversi mercati (es. Bees di AbInBev in Brasile)
e che potrebbero presto espandersi anche in Italia.
I vantaggi di adottare piattaforme digitali B2B per gli esercenti sono molteplici. Innanzitutto, le piattaforme
semplificano notevolmente la gestione degli esercizi, consentendo una maggiore trasparenza dei processi e
dei risultati. Inoltre, possono notevolmente ottimizzare le attività di back-end rendendo più efficienti ed
economici i processi, consentendo di effettuare ordini in qualsiasi momento e con un accesso ad un catalogo
prodotti più ampio e con offerte mirate. Inoltre, le piattaforme di eB2B offrono anche una serie di funzionalità
avanzate, come l'accesso a informazioni dettagliate sui prodotti, la tracciabilità degli acquisti, la gestione
delle scorte e la previsione della domanda.
Queste funzionalità permettono agli esercenti di pianificare con precisione gli acquisti, di gestire in modo
efficiente le scorte di magazzino e di prevedere con più affidabilità le esigenze dei consumatori. Inoltre, le
piattaforme di eB2B possono anche fornire informazioni sui trend di mercato e su nuovi prodotti, aiutando
gli esercenti a rimanere competitivi e a innovare costantemente la loro offerta (sia a livello di prodotti che di
menù) e creare elenchi di fornitori selezionati in base alle loro esigenze specifiche e alle loro preferenze.
2023
F CUS
Infine, i ristoranti possono sfruttare le potenzialità dei servizi di marketing e CRM offerti da queste
piattaforme per incrementare il volume d’affari. Tuttavia, l'implementazione di una piattaforma B2B può
richiedere un investimento di tempo e risorse non banale, soprattutto per formare il personale all’utilizzo. È
consigliabile investire in questo tipo di soluzioni, specialmente per gli esercenti più “digitally-savvy” e quindi
con una maggiore predisposizione all’integrazione tecnologica.
2023
7
La filiera
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 153
L’inflazione, innescata dalla complessa situazione geopolitica, è stata uno dei temi che
hanno condizionato l’HoReCa nel 2022, e ci si aspetta rimanga tale almeno fino alla fine
del 2023.
Secondo più dell’80% degli operatori HoReCa intervistati sia l'industria dei beni di largo
consumo che gli esercenti sembrano aver sofferto sensibilmente l'aumento dei costi che
hanno potuto solo parzialmente mitigare trasferendolo ai consumatori finali tramite un
incremento dei prezzi.
2023
154 La filiera
Gli operatori dell’industria non prevedono ad oggi una contrazione dei consumi
significativa nel canale a fronte della pressione inflattiva. Lo scenario del 2023 rimane
cautamente positivo, prospettando una crescita del segmento nell’ordine del +5-10%
’23 vs. ’22 per la maggioranza degli intervistati.
Fig.64 - L’evoluzione attesa per il mercato Horeca nella vostra categoria di riferimento nel 2023 Vs 2022
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 155
È tuttavia ancora prematuro formulare un giudizio definitivo sulla tendenza del canale
nel 2023. In particolare, circa la metà degli operatori dell’industria vede la pressione
inflattiva (attualmente proiettata al 6%) e le dinamiche dell’elasticità della domanda
come i principali elementi di incertezza per il 2023.
Fig.65 - Quali sono i principali elementi che guideranno le performance del 2023 per il settore Horeca
2023
156 La filiera
7.2.1 Le priorità
Gli esperti del settore individuano tre aree fondamentali per gli esercenti al fine di
affrontare il periodo di complessità e potenziale riassetto competitivo che interesserà il
mondo del fuori casa.
• Adottare una gestione più consapevole del conto economico del locale
Una gestione manageriale della base costi e dei margini sarà chiave per ridurre
l’impatto della pressione inflattiva sul conto economico. Per questo motivo, è
importante avere una conoscenza approfondita delle voci di costo e ricavo e
dei fattori che li influenzano (come il costo delle materie prime e del lavoro e
il fatturato per linea di prodotto).
a. Informare gli investimenti sulla base dei ritorni (ROI) attesi o osservati
(e.g. decidere se acquistare televisore per trasmettere eventi sportivi sulla
base del potenziale margine aggiuntivo generato durante eventi dedicati)
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 157
2023
158 La filiera
Per far fronte all’attesa turbolenza nel settore del fuori casa, i principali attori
dell’industria stanno attivando diverse leve per costruire e difendere il proprio vantaggio
competitivo: differenziazione dell’offerta, efficienza dei costi, attenzione alla
sostenibilità. Gli esercenti dovranno quindi essere pronti alle eventuali conseguenze di
questi cambiamenti da parte dell’industria sulle loro attività.
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 159
Sarà importante per gli esercenti elaborare un’offerta prodotti rinnovata per
differenziare la propria proposta e motivare gli incrementi di prezzo al pubblico,
necessari per non compromettere i conti economici dopo l’aumento dei costi.
2023
160 La filiera
L’inflazione della base costi ed il potenziale calo dei consumi ad essa associato
prospettano uno scenario complesso per la filiera dell’HoReCa che vedrà un incremento
della pressione sui margini. Sarà ancora più importante gestire al meglio il proprio conto
economico e migliorare l’efficienza delle risorse investite, concentrandole sulle attività
a più alto valore aggiunto. Gli attori della filiera più virtuosi sfruttano la tecnologia
disponibile (es. image recognition, IoT) per guadagnare visibilità sul conto economico
in maniera molto granulare al fine di identificare le opportunità di miglioramento con
maggiore precisione.
Ad esempio, dal punto di vista del distributore mentre il conto economico di canale può
sembrare solido nell’insieme, osservando più nel dettaglio gli esercizi a basso potenziale
ci si potrebbe accorgere che gli attuali standard di visita non sono adeguati e implicano
un costo significativamente maggiore rispetto al valore generato. Identificare simili
situazioni permette di predisporre soluzioni per aumentare la profittabilità per esercizio
definendo un pacchetto di investimenti definiti “su misura” per ogni punto vendita.
Allo stesso tempo, all’esercente il conto economico può apparire in attivo nell’insieme,
ma esaminando più granularmene i singoli prodotti, si potrebbero scoprire ampie
variazioni della marginalità (per esempio dovuti a diversi ricarichi sul “food cost”) con
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 161
possibilità di impatti molto rilevanti in caso di cambiamenti del mix del venduto oppure
di rilevanti opportunità di rivedere il proprio posizionamento di prezzo.
Simili considerazioni sono rilevanti per tutte le principali leve del conto economico (es.
materiale di visibilità, frigovetrine, logistica per le aziende, food cost, personale, menu
per gli esercenti). Adottare una vista di conto economico più granulare permette di
identificare le priorità su cui intervenire e in seconda battuta le leve da attivare per
migliorare la profittabilità.
7.3.3 Sostenibilità
Sebbene la sostenibilità non risulti essere tra i fattori determinanti del vantaggio
competitivo menzionati nel questionario, gli esperti la ritengono comunque un pre-
requisito essenziale per competere nel settore. In questo senso, le azioni avvengono
principalmente su due assi:
Prodotti: L'industria sta adattando prodotti e processi produttivi per soddisfare i desideri
dei consumatori, privilegiando prodotti locali, sostenibili, biologici, privi di additivi, a
basso consumo di energia, rispettosi dei diritti umani, con un impatto ambientale e
sociale ridotto.
2023
162 La filiera
approvato nell’assemblea degli azionisti, Unilever si impegna a diventare net zero entro
il 2040 ponendosi di corto, medio e lungo termine, tra cui la riduzione del 70% delle
emissioni entro il 2025 (in linea con l’ambizione dell’Accordo di Parigi). In coerenza con
questo trend diventa essenziale per la rete degli esercizi di ristorazione assumere un
ruolo da protagonista accompagnando la “transizione” anche nell’ultimo miglio verso il
consumatore.
Operatori leader nel settore dei beni di largo consumo hanno avviato strette
collaborazioni con aziende all’avanguardia per facilitare l’innovazione e la scalabilità di
nuove soluzioni. Ad esempio, Terracycle offre un servizio gratuito per il ritiro e il riciclo
delle capsule di caffè usate, mentre Loop fornisce l’utilizzo di bottiglie in plastica al
100% riciclata (rPET).
2023
Ristorazione 2023 – Rapporto annuale 163
2023
F CUS
I consumatori sono sempre più interessati al tema della sostenibilità anche quando consumano i pasti «fuori
casa»: il 71% ritiene che sia molto o abbastanza importante che i «ristoranti operino in modo sostenibile dal
punto di vista sociale e ambientale». Il concetto di sostenibilità è piuttosto ampio e riguarda sia gli aspetti
sociali (tutela del lavoro, rispetto delle norme, ecc.) e sia quelli più propriamente ambientali (rifiuti, risparmio
di risorse come acqua e energia, utilizzo di prodotti bio, ecc.)
Il sentiment dei consumatori sulla capacità del ristorante di operare in modo sostenibile
Nel sentiment dei consumatori un ristorante può definirsi sostenibile se adotta le seguenti policy: limita lo
spreco di cibo fornendo ad esempio le doggy bag (37,7%), utilizza materie provenienti da allevamenti
sostenibili (36,7%), valorizza le materie prime del territorio (34,8%) e limita l’utilizzo della plastica (33,3%).
Lo spreco di cibo viene posto in cima alla lista.
L’ultimo report di Waste Watcher 2022 dedica una sezione proprio alla valutazione dello spreco alimentare
fuori casa. Ne emerge che per il 74% degli intervistati la scelta di portare a casa il cibo ordinato e non
2023
F CUS
consumato è giusta ed opportuna mentre per chi non lo fa la motivazione ha a che fare principalmente con
l’imbarazzo.
Dinanzi a ristoranti e locali che promuovono la possibilità per i clienti di portare a casa i loro avanzi, la
valutazione è positiva per il 70% degli intervistati. Solo l’8% non manifesta alcun interesse verso la possibilità
di portarsi gli avanzi a casa.
Da queste premesse è nato in Fipe, in collaborazione con Comieco, il progetto Rimpiattino, la versione italiana
della doggy bag. Sono oltre 20 le città che hanno aderito all’iniziativa coinvolgendo oltre 1.000 ristoranti. Tra
gli imprenditori che hanno avuto modo di conoscerla il 92% ha dichiarato di apprezzarla e di volerla adottare.
Il Rimpiattino è un progetto che non si pone soltanto l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare fuori casa ma
intende restituire al cibo il valore che gli spetta perché il cibo non è una merce qualunque ma un condensato
di valori sociali, culturali, storici e paesaggistici indispensabili per la tutela della salute e dell’ambiente.
2023
Nota tecnica
I dati del cap. 1 sul quadro economico provengono da fonti ufficiali sia nazionali (Istat e Banca
d’Italia) che estere (Commissione Europea, FMI, Eurostat).
Il capitolo 2 su consistenza e dinamica imprenditoriale utilizza i dati del registro imprese delle
Camere di Commercio. Per i dati di stock e di flusso si è fatto ricorso alle sedi legali delle imprese
attive registrate con i codici di attività economica:
• 56.1 - Ristoranti e attività di ristorazione mobile
• 56.2 - Fornitura di pasti preparati (catering) e altri servizi di ristorazione
• 56.3 - Bar e altri esercizi simili senza cucina
I tassi dell’imprenditoria femminile, giovanile e straniera sono calcolati sulle imprese registrate.
Nel capitolo 3 valore aggiunto, occupazione e produttività sono valori stimati dal momento che
nelle serie diffuse dall’Istat sono indisponibili i valori disaggregati per alberghi e pubblici esercizi.
L’indagine sulla congiuntura è realizzata da Fipe attraverso l’invio di un questionario a cadenza
trimestrale ad un campione di imprese della ristorazione commerciale. I dati sull’occupazione
dipendente provengono dagli archivi INPS.
L’analisi sulla dinamica dei prezzi utilizza gli indici dei prezzi al consumo diffusi dall’Istat, mentre
per i livelli dei prezzi si è fatto ricorso all’Osservatorio dei Prezzi del Ministero dello Sviluppo
Economico che riporta i prezzi delle rilevazioni effettuate dagli uffici di statistica dei comuni
capoluoghi di provincia.
Il cap.4 è il risultato dell’indagine rivolta ad un campione statisticamente rappresentativo di
imprese italiane operative nei settori dei pubblici esercizi: ristoranti con somministrazione e bar.
L’indagine è stata svolta da Format Research per mezzo di un questionario strutturato
somministrato con il metodo delle interviste telefoniche (Sistema Cati, Computer Assisted
Telephone Interview) e via web (Sistema Cawi, Computer Assisted Web Interview). Numerosità
campionaria: n=1.001 interviste a buon fine. Le interviste sono state effettuate nel periodo:
febbraio-marzo 2023.
Il capitolo 5 è stato curato da Tradelab e utilizza i dati di contabilità nazionale dell’Istat sui
consumi mentre la parte sui comportamenti dei consumatori, sui canali e sulle occasioni di
consumo si basa sul AFH Consumer Tracking della stessa Tradelab.
Il capitolo 6 è stato realizzato da Bain&Company ricorrendo a diverse fonti (Statista, Dynata,
Toluna).
Il capitolo 7 riporta i principali risultati di un’indagine effettuata da Bain&Company con interviste
a qualificate aziende della filiera, a cominciare dall’industria.
Le informazioni per gli approfondimenti provengono dalle seguenti fonti:
A1: i consumi delle famiglie in Europa durante la pandemia – Eurostat
A2: la demografia d’Impresa nei centri storici – Centro Studi G. Tagliacarne
A3: l’impatto della pandemia sui bilanci delle aziende – Dashboard Fipe-Infocamere
A4: le professioni più richieste nella ristorazione – Indagine Fipe-Format e Sistema Informativo
Excelsior
A5: il sentiment dei consumatori - Tradelab
A6: le piattaforme eB2B in Italia – Bain&Company
A7: Il ristorante sostenibile: il punto di vista dei consumatori - Fipe
FIPE si propone come aggregatore del tessuto imprenditoriale del turismo nelle sue più varie
forme, rappresentando e assistendo bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie, discoteche,
stabilimenti balneari ma anche aziende di ristorazione collettiva, grandi catene di ristorazione
multilocalizzata, società emettitrici di buoni pasto, sale gioco, buffet di stazione, aziende di
catering e banqueting. Allo stato attuale aderiscono alla Federazione oltre 120.000 soci.
La Federazione, attiva dal 1945, è da sempre portavoce delle istanze degli imprenditori e li
rappresenta presso le Istituzioni: audizioni presso le Commissioni parlamentari, interventi nei
gruppi di lavoro delle Agenzie governative e dei Ministeri, partecipazione ai tavoli di confronto
ministeriali, supporto alle Associazioni nazionali e alle singole aziende.
Contestualmente FIPE collabora con le principali realtà, private nazionali ed internazionali che
interagiscono nei mercati di riferimento dei Pubblici Esercizi, per identificare le nuove tendenze,
informare i propri assistiti, incrementare servizi di assistenza in grado di favorire la competitività
e lo sviluppo delle proprie imprese.
La Federazione è anche promotrice e firmataria del primo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro
per i dipendenti da aziende dei settori pubblici esercizi, ristorazione collettiva e commerciale e
turismo, stipulato nel febbraio del 2018 con le OO.SS. italiane maggiormente rappresentative.
La nostra mission è la valorizzazione del lavoro svolto dagli imprenditori nel nostro settore,
diffondendo in ogni sede una migliore conoscenza delle specificità del “fare impresa” nel nostro
comparto e valorizzando il contributo preminente che i Pubblici Esercizi italiani generano nella
creazione del PIL ed occupazione del nostro Paese. Un comparto, quello della ristorazione e dei
pubblici esercizi, che è alla radice dell’identità stessa “del vivere italiano” e che rappresenta,
secondo molteplici analisi di autorevoli centri studi, il motivo principale di attrazione turistica su
tutto il territorio nazionale.
Obiettivo di FIPE è rendere strutturale, e consolidare nel lungo periodo, le relazioni con i suoi
associati e con il Governo, proponendosi come trait d’union tra questi due fondamentali
stakeholders.
Il Presidente è Lino Enrico Stoppani, che ricopre anche la carica di Vice Presidente vicario di
Confcommercio Nazionale.
LE MEMBERSHIPS
A livello internazionale è parte importante di HOTREC (Associazione Europea dei Ristoranti, Bar,
Caffè e Alberghi), mentre nelle relazioni con i lavoratori e le organizzazioni sindacali è
rappresentata dai suoi membri nei Fondi bilaterali (Fon.Te, For.Te, Fondo Est, Fondir, QuAS),
nell’Ente Bilaterale del Turismo, nel CONAI, nel CONOE, nel Fondo Mario Negri e in ALMA.
Società di analisi e consulenza nata nel 1999 e specializzata nelle relazioni di filiera tra
produttori, distributori e consumatori con un forte orientamento ai beni di consumo.
Soci fondatori sono cinque docenti universitari con una consolidata esperienza in temi di
marketing e gestione dei rapporti di canale; gli oltre 50 professionisti TradeLab condividono
competenze, metodologie di lavoro e solidi principi, con un approccio orientato all’attento ascolto
del cliente.
TradeLab offre servizi di business intelligence, analisi e interventi di natura
consulenziale e formativa in diversi settori: Away From Home, Retail e Centri Commerciali,
Farmaceutico, Pubblica Amministrazione e Marketing Territoriale.
AWAY FROM HOME: da oltre 20 anni TradeLab analizza e monitora in maniera continuativa le
dinamiche in atto nel mercato, fornendo supporti e soluzioni uniche nel loro approccio e
contenuto a tutti gli operatori della filiera dei Consumi Fuori Casa - produttori, intermediari, punti
di consumo - attraverso:
• Analisi multicliente e ad hoc: dimensioni e trend del mercato AFH e della filiera;
struttura ed evoluzione di intermediazione e ingrosso; caratteristiche, performance e
segmentazione dei canali indipendenti e della ristorazione in catena; brand awareness e
ruolo di categorie e marche.
TradeLab collabora, come partner autorevole e riconosciuto riferimento per il mercato fuori casa,
con i principali player del settore, con aziende di ogni dimensione e con le Istituzioni dei diversi
livelli della filiera (Industria di Marca, Distribuzione all’Ingrosso, Retailer, Pubblici Esercizi).
Fondata nel 1973, Bain & Company è l’azienda di consulenza strategica globale che aiuta le
aziende change-makers più ambiziose a definire il proprio futuro. Con 59 uffici in 37 paesi, Bain
lavora al fianco dei propri clienti come un team unico e un obiettivo condiviso: raggiungere
risultati che ridefiniscano gli standard di ogni settore.
In Italia, Bain & Company, che ha celebrato il trentennale nel 2019, è leader di mercato e conta
su un team di più di 500 persone che operano nelle due sedi di Roma e Milano. Bain in Italia
annovera oltre 200 clienti attivi nei più diversi e innovativi settori industriali, tra cui: Consumer
Products, Retail, Financial Services, Energy & Utilities, Advanced Manufacturing Services, Private
Equity, Healthcare, Telecommunications, Oil&Gas e molto altro ancora.
A Ottobre 2020, Bain ha inaugurato negli uffici di Milano un Digital Innovation Hub, uno spazio
di 700 mq con il duplice obiettivo di assumere professionalità specifiche e creare un luogo fisico
di scambio per startup, imprenditori e clienti di tutti i settori merceologici. Gli sforzi di digital
transformation rappresentano un pilastro fondamentale del contributo che Bain vuole dare per
la costruzione di un mondo adeguato alle esigenze delle nuove generazioni.
Bain è profondamente convinta di voler mettere i giovani nella condizione di vivere in società
migliori di quelle attuali. Per questo Bain si è impegnata a raggiungere il target di zero emissioni
nette di carbonio per tutte le proprie operazioni entro il 2030. Sostenibilità, però, non significa
solo ambiente: i temi di diversità e inclusione sono altrettanto importanti. Bain ha investito a
livello globale (in un arco dieci anni) i suoi servizi di consulenza per un valore di 1,1 miliardi di
dollari per progetti pro-bono a impatto sociale, l’azienda ha un team dirigenziale realmente
inclusivo e ha istituito un Council for Diversity, Equity and Inclusion globale,
Bain è consapevole di non poter aiutare i propri clienti senza essere in primis attenta al proprio
capitale umano. E gli sforzi compiuti da questo punto di vista le sono ampiamente riconosciuti:
già da anni, l’azienda si posiziona in testa al ranking Glassdoor dei 100 Best Places to Work.
Il Fondo, costituito dalle parti sociali nel 2005, nasce in attuazione di un accordo recepito dal
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (C.C.N.L.) del Terziario e del Turismo parte speciale
“Pubblici esercizi” e parte speciale “Imprese di viaggi” e, successivamente, dal Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro delle Aziende Ortofrutticole e Agrumarie , delle Aziende
Farmaceutiche Speciali, degli Impianti Sportivi, delle Autoscuole, e dal 1° luglio 2018 delle
Agenzie Funebri.
L’Ente ha la natura giuridica di associazione non riconosciuta e non persegue fini di lucro.
Il Fondo, operativo dal 2006, ha lo scopo di garantire, ai lavoratori iscritti, trattamenti di
assistenza sanitaria integrativa al Servizio Sanitario Nazionale. Hanno diritto alle prestazioni di
assistenza sanitaria garantite da Fondo Est tutti i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e
gli apprendisti ai quali si applicano i C.C.N.L. dei settori Terziario, Turismo, delle Aziende
farmaceutiche Speciali, delle Aziende Ortofrutticole e Agrumarie (per queste ultime ad esclusione
degli apprendisti), degli Impianti Sportivi, delle Autoscuole e a partire dal 1° luglio 2018 delle
Agenzie Funebri. Con riferimento al solo C.C.N.L. delle Aziende Ortofrutticole e Agrumarie
hanno, inoltre, diritto alle prestazioni di assistenza sanitaria i lavoratori con contratto a tempo
determinato di durata superiore a 5 mesi.
http://www.fondoest.it