Il 100% ha trovato utile questo documento (1 voto)
10 visualizzazioni345 pagine

1922 - Pantaleoni - Bolcevismo Italiano

Caricato da

Fabio Aprea
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Il 100% ha trovato utile questo documento (1 voto)
10 visualizzazioni345 pagine

1922 - Pantaleoni - Bolcevismo Italiano

Caricato da

Fabio Aprea
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Sei sulla pagina 1/ 345

Informazioni su questo libro

Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google
nell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo.
Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio è
un libro che non è mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico
dominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico,
culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire.
Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio
percorso dal libro, dall’editore originale alla biblioteca, per giungere fino a te.

Linee guide per l’utilizzo

Google è orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili.
I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro è oneroso, pertanto, per poter
continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa
l’imposizione di restrizioni sull’invio di query automatizzate.
Inoltre ti chiediamo di:

+ Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per l’uso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo
di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali.
+ Non inviare query automatizzate Non inviare a Google query automatizzate di alcun tipo. Se stai effettuando delle ricerche nel campo della
traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantità di testo, ti
invitiamo a contattarci. Incoraggiamo l’uso dei materiali di pubblico dominio per questi scopi e potremmo esserti di aiuto.
+ Conserva la filigrana La "filigrana" (watermark) di Google che compare in ciascun file è essenziale per informare gli utenti su questo progetto
e aiutarli a trovare materiali aggiuntivi tramite Google Ricerca Libri. Non rimuoverla.
+ Fanne un uso legale Indipendentemente dall’utilizzo che ne farai, ricordati che è tua responsabilità accertati di farne un uso legale. Non
dare per scontato che, poiché un libro è di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di
altri paesi. I criteri che stabiliscono se un libro è protetto da copyright variano da Paese a Paese e non possiamo offrire indicazioni se un
determinato uso del libro è consentito. Non dare per scontato che poiché un libro compare in Google Ricerca Libri ciò significhi che può
essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni per le violazioni del copyright possono essere molto severe.

Informazioni su Google Ricerca Libri

La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta
i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico più ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web
nell’intero testo di questo libro da http://books.google.com
tElzyty con
M. Pantaleoni

Bolcevismo
italiano
L.

BARI
GIUS. LATERZA & FIGLI
TIPOGRAFI-EDITORI-LIBRAI
1922
4
>
ALI

I. A-
F.P. I A-34
1 2 GIU 1969
ISTITUTO DI STUDI STORICI
FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE

N. 19559
FH.

BOLCEVISMO ITALIANO

SI
FACORTA
DiSEATS
PONTICHE
OPERE DELLO STESSO AUTORE

Teoria della traslazione dei tributi. Un vol . in -8 , p. 350. Roma,


A. Paolini, 1882 .
Dell'ammontare probabile della ricchezza privata in Italia. Un
vol . in -8 , p . 231. Dal periodico La Rassegna Italiana. Roma ,
Befani, 1884.
Manuale di economia pura . Firenze, G. Barbèra, 1889 (esaurito ).
Traduzione inglese : Pure Economics. London, Macmillan
and Co. , 1898 (T. Boston Bruce, trad. ) .
-

Traduzione spagnuola : Principios de economio pura , trad .


prof. Luis ROQUE GOndra . Univ. Buenos Ayres . Madrid,
Perlado, Paez y C.a, 1918 .
Scritti vari di economia . Un vol . in-16, p. 530. Biblioteca di
scienze sociali e politiche . Palermo , Remo Sandron , 1904 .
Serie seconda . Un vol . in-16, p. V111-472. Biblioteca di
scienze sociali e politiche . Palermo , Remo Sandron , 1909 .
Serie terza. Un vol. in-16, p. y111-630. Roma , libreria Ca
stellani, 1910.
Tra le incognite. Un vol . in-8, p . 286. Bari, Gius . Laterza
& Figli , 1917.
Note in margine della guerra . Un vol . in-8, p. 266. Bari, Gius .
Laterza & Figli , 1917.
Politica : Criteri ed eventi. Un vol. in -8, p. XII-256 . Bari, Gius.
Laterza & Figli, 1918.
La fine provvisoria di un'epopea . Un vol. in-8, p. v111-320 . Bari,
Gius . Laterza & Figli , 1919 .
Bolcevismo italiano. Un vol. in -8, p. XLVIII-278 . Bari, Gius. La
terza & Figli , 1922.

In collaborazione con l'on, avv. GIOVANNI POLI :

Lo scandalo bancario di Torino. Un vol., p. 692. Torino, Vin


cenzo Bona, 1902.
Nuove riflessioni e nuovi documenti. Un vol. , p. 578. To
rino, Vincenzo Bona, 1903.
MAFFEO PANTALEONI

BOLCEVISMO ITALIANO

BARI
GIUS . LATERZA & FIGLI
TIPOGRAFI- EDITORI- LIBRAI

1922
1
PROPRIETÀ LETTERARIA

home.com
1

MARZO MCMXXII 60245


PREFAZIONE

1. Cosa seguirebbe se non riuscissimo a debellare il bolcevismo; – 2. che


è incompatibile con la densità della nostra popolazione ; – 3. di cui
sono condizioni di vita strenua selezione dei dirigenti, e divisione
professionale e territoriale del lavoro e certezza della proprietà e
sicurezza giuridica del reddito . - 4. Il bolcevismo intacca simulta.
neamente tutte le condizioni di prosperità . Effetti della sciopero
mania ; del disservizio di funzioni di Stato ; della instabilità della
legge ; della persecuzione dell'imprenditore , della concorrenza
sleale delle cooperativo ; del rialzo artificiale dei salari e della loro
cristallizzazione legale . -- 5. Un vero bilancio proletario . - 6. La
finanza diventa « di classe » per opera del bolcevismo. 7. Impos
sibilità di ridurre le spese dove governano i sindacati . - 8. Misura
della penetrazione del bolcevismo nel governo e nello spirito pub
blico. Esempio del comune di Roma. Esempio dell'ambiente della
Camera. Esempio del comune di Milano - 9. Il bolcevismo tenta
la spogliazione di tutti i proprietari . Da noi lavorano sulla falsa
riga di Sidney Webb .

1. I saggi che qui raccolgo trattano tutti di


aspetti fondamentali del bolcevismo, cioè di carat
teri suoi che gli sono connaturali , in modo che non
può darsi bolcevismo senza la manifestazione di
questi caratteri, e viceversa, là dove questi caratteri
trovansi riuniti si ha regime bolcevico . In questa
prefazione mi propongo invece di preludere agli argo
menti dei saggi accendendo alcuni ceri intorno alla
bara di questo cadavere in decomposizione che è il
bolcevismo , ficcargli qualche altro chiodo nel coper
IV BOLCEVISMO ITALIANO

chio , e segnalare fin dove il lezzo che spande si è


diffuso negli ordinamenti del nostro paese , per disat
tenzione, negligenza , sportismo, imbecillità , pigrizia,
codardia e anche corruzione, ossia venalità, e torna
conto personale in altre forme ancora , della nostra
borghesia .
Sarà la prefazione un hors d'oeuvre di fattarelli,
precedente le portate del vero pranzetto.
E spero che provochi la solita rabbia e mi pro
curi i soliti insulti , perché quando lancio un sasso
in un pantano mi piace che le acque spruzzino alto.
È il bolcevismo il maggiore nostro problema na
zionale . Se non lo debelleremo, quale si è formato
nei sentimenti di molti italiani, nella loro ideologia
politica, nella loro concezione del sistema economico ,
ma sovratutto nella sua organizzazione intenta alla
azione violenta e sovvertitrice, organizzazione che
ha diramazioni nel governo , nella sua burocrazia
nei principali servizi pubblici statali e comunali , non
potremo avere nè sentimento di dignità nazionale ,
nè compagine politica e giuridica interna, nè politica
estera , nè esercito ed armata , nè finanza pubblica,
nè sviluppo economico privato.
Si attribuirono , di recente , a Briand , come dette
a Washington, parole che ferirono profondamente
il sentimento nazionale di quegli italiani che ne
hanno . Sembra che Briand quelle parole mai abbia
pronunziate . Vennero inventate da chi aveva inte
resse ad acuir un contrasto tra Italia e Francia. Ma,
se le avesse pronunziate, dico che non avrebbe detto
altro che cosa vera ; vera per opera del bolcevismo
che è da noi imperante .
Se non debelleremo il bolcevismo , ci sta dinanzi ,
inevitabile , il fallimento , con la sequela dei rivolgi
menti politici e sociali che esso trae seco. Se non
PREFAZIONE V

debelleremo il bolcevismo , sono assolutamente im .


possibili riduzioni nelle spese pubbliche ; anzi , è ine
vitabile che esse crescano , mentre restano esenti da
imposte le classi che più guadagnano . La burocrazia
è irriducibile . Le spese ferroviarie sono irriducibili .
La greppia della disoccupazione ognora ingrandisce.
Carta moneta continuasi a stampare , buoni del tesoro
si emettono in misura crescente , e con nuovi titoli
di debito , una specie di cartelle di credito fondiario ,
veri assegnati, i bolcevici vorrebbero innondare il
mercato per espropriare i proprietari fondiari delle
loro terre , e affidarle a organizzazioni bolceviche , che
si chiamano università agrarie, o cooperative agri
cole , o , che altro nome avranno e che nel giro di
tre a quattro anni le sterilizzano , rapinandone le
forze produttive. Con il bolcevismo al governo , e
nascosto sotto il governo , cioè, annidato nelle pieghe
della burocrazia, è improduttivo , sterilizzato e steri
lizzante , ogni servizio pubblico , che pure è condi
zione necessaria di ogni attività privata . È impos
sibile produrre e risparmiare. Ogni creditore deve
prevedere di essere rimborsato in moneta più sca
dente di quella che diede in prestito e di perdere
di più nel suo conto capitale di quello che possa
guadagnare sul suo conto di interessi. Ogni debitore
non sa cosa seguirà dell'azienda agricola , dell'indu
stria o del commercio nel quale avrà investito il
capitale preso a prestito , perchè leggi , decreti, e di
sposizioni prefettizie, lo inciampano in modo non
preveduto e non prevedibile in ogni sua azione, de
nunziata come speculazione illecita . Le leggi sono
retroattive , la istessa cosa giudicata non è più un
fatto giuridico inalterabile ! La proprietà ha doveri
indefinibili detti sociali e perciò definiti, secondo le
occasioni , da commissioni amministrative rivestite
VI BOLCEVISMO ITALIANO

di poteri arbitrarii e di cui i componenti sono do


minati da paura del bolcevico e da interessi perso
nali di carriera e di passione demagogica .
Questa è la situazione di fatto .
È un miracolo politico ed economico questo,
che la operosità estrema di una parte degli italiani
e la altrettanto estrema modestia del loro tenor di
vita , riescano a tenere ancora a galla il paese e che
essi ancora possano provvedere , oltrechè al proprio
mantenimento, a quello di tutti i parassiti e ladri
che vivono a spese loro . Questo miracolo illustrerð
con una serie di fatti.

2 Il bolcevismo non è che una forma di 80


cialismo . Sono i bolcevici l'ala estrema dei socialisti .
La teoria bolcevica è marxismo 1 .
Dal 7 novembre 1917 in poi il comunismo ha go
vernato , senza opposizione di sorta, la Russia e dopo
di aver distrutto ivi ogni precedente organizzazione
statale, e vissuto consumando le risorse private e
pubbliche accumulate anteriormente dalla borghesia,
ha tentato di fare cosa uguale in Germania, Ungheria,
Rumenia , Jugoslavia.
Il bolcevismo non può vivere se non continuando
le sue conquiste. Sono i bolcevici una orda di no
madi , costretti a cambiare sito, perchè soltanto de
>

vastatori . Dopo di aver sterilizzata una regione,


occorre loro di vivere delle risorse di altra attigua,
come fiamma d'incendio che da sè si spegnerebbe
se non potesse propagarsi. Il bolcevismo è « impe

1 « Zwischen der kapitalistischen und der kommunisti


schen Gesellschaft liegt die Periode der revolutionären Um
wandlung der einen in die andere . Der entspricht auch eine
politische revolutionäre Dictatur des Proletariats » . Marx ,
nella Critica del programma di Gotha.
PREFAZIONE VII

rialista » in questo senso. Lascia dietro di sè il de


serto e crea nuovi deserti. Non è « imperialista > nel
senso romano e inglese , imperialismo che feconda
regioni che sono desertiche per la civiltà, aggregan
dole alla propria e trasformandole in nuovi centri
di civiltà . Tale voleva anche essere, e riusciva pure
ad essere, l'imperialismo germanico, ma tale non è
quello del bolcevismo russo.
I bolcevici sono anche nomadi nelle loro dottrine .
Sono queste un caleidoscopio . Sono nomadi per le
istituzioni che creano, che poi crollano , e che sono
seguite da altre, che crollano anch'esse, alla loro
volta . Credono nella artificiosità della organizzazione
economica e politica , e che la si possa fare, ordinare,
disporre in quel qualsiasi modo che piaccia. Anzichè
un organismo, la società è per loro un meccanismo,
ma un meccanismo non soggetto nemmeno alle leggi
della meccanica. Sono essi animati da una fede, ma
è fede di odio, invidia , è spirito di rapina e di cru
deltà orientale che li sospinge . Sono lupi famelici,
che con le armi vanno distrutti, sotto pena di restare
da loro sbranati .
Se non fosse stato per l'intervento del Fascismo ,
l'Italia avrebbe sofferto una catastrofe, non soltanto
economica, non soltanto politica, ma bensì della sua
stessa civiltà uguale nel suo genere di quella russa
ed ungherese -

1 Quale queste siano state può leggersi, in oramai in


numerevoli documenti ufficiali, in relazioni dell'istesso par
tito socialista e in libri di ogni lingua ! Tra questi segnaler )
soltanto La république des soviets di Simon ZAGORSKY, Paris ,
Payot, 1921 , e avvertirò che la raccolta della legislazione
bolcevica russa non è stata fatta soltanto da Raoul LABRY :
Une legislation communiste, Payot, Paris, 1920, ma anche da
Wlad . W. KAPLUN-KOGAN : « Osteuropa Institut in Breslau » ,
Russisches Wirtschaftsleben seit der Herrschaft der Bolschewiki -
e che le due fonti si completano frequentemente.

:
VIII BOLCEVISMO ITALIANO

Dico : catastrofe del genere di quella russa e un


gherese , perchè da noi essa sarebbe stata più grave
ancora , in ragione della enorme densità della nostra
popolazione.
È questa densità di 126 individui per chilometro
quadrato , se si assume la popolazione essere di 36
milioni di abitanti , quale essa invece era sette anni
or sono , e se si assume l'area essere di 287 mila
chilometri quadrati , quale essa era nel 1914, e se si
prescinde di tener conto del fatto che 104 mila chi
lometri quadrati erano di montagna, « inospitali se
non tutti inabitabili » . Se dei territori inabitabili te
niamo conto, anziché 126 individui per chilometro
quadrato , dobbiamo contarne 196 per chilometro qua
drato per il 1914. Dice perciò giustamente Giorgio
Mortara « nessun altro paese d'Europa riesce ad ali
mentare una popolazione tanto fitta, in condizioni na
turali tanto avverse » 1 .

3 . - La possibilità di alimentare questa enorme


popolazione è soggetta a condizioni .
Essa presuppone che il continuo pungolo della
concorrenza, che è selezione, mantenga nelle mani
dei più capaci la direzione della operosità industriale,
commerciale ed agricola , ovvero che non intervenga
lo Stato per affidare i varii rami dell'attività econo
mica alla incapace sua burocrazia , oppure ad asso
ciazioni bolceviche, dette cooperative rosse , distrug
gendo così quella borghesia che tutte quante le im
prese esistenti ha create e anche, finora , con tanto
successo ha dirette , che, per lo appunto quella
enorme popolazione italiana, di cui si è detto, ha

1 Prospettive economiche , 1921. Società Leonardo da Vinci ,


Città di Castello .
PREFAZIONE IX

potuto formarsi e condurre vita ognora migliorata .


La conservazione della vita di questa tanto densa
popolazione presuppone una estesissima divisione del
lavoro, - nazionale ee internazionale, - cioè, presup
pone libertà di commercio, libertà di scelta della
professione, libertà di migrazione ed emigrazione ,
cose queste che sono l'opposto della costituzione in
classi , in corporazioni , in sindacati, l'opposto delle
gerarchie basate su « stati giuridici » , l'opposto di
regolamentazioni mediante passaporti, permessi di
soggiorno e divieti di imbarco .
È ancora condizione fondamentale perchè possa
vivere quel formicaio che è la nostra popolazione ,
che sia assoluta la sicurezza giuridica della proprietà
immobiliare e mobiliare e il godimento del prodotto
della operosità. Ognuno lavora per il proprio utile ,
a quel modo come questo utile intende , e sino dai
tempi di A. Smith è risaputo , che quanto meglio
ognuno ha curato il proprio utile , tanto meglio ha
)
pure curato quello altrui: « L'uomo ha quasi costan
temente bisogno dell'aiuto dei suoi confratelli, ed è
speranza vana quella di aspettarselo dalla loro be
nevolenza soltanto . Riuscirà egli più facilmente se
può rivolgere in suo favore il loro egoismo e mo
strare loro che è nel loro interesse di fare per lui
quanto loro chiede ... Dammi ciò che io desidero, e
tu avrai ciò che occorre a te, è il senso di ogni offerta di
scambio... » . « Non è dalla benevolenza del macellaio ,
del vinaio, del fornaio che ci aspettiamo di ricevere
il nostro pranzo, ma bensì dalla loro comprensione
del proprio interesse . Noi ci rivolgiamo, non già al
loro sentimento umanitario, ma al loro egoismo e la
parola che rivolgiamo loro non segnala loro il no
stro bisogno ma il loro tornaconto . Nessuno all'in
fuori d'un mendicante ama dipendere prevalente
X BOLCEVISMO ITALIANO

mente dalla benevolenza dei suoi concittadini . E


neanche il mendicante ciò fa esclusivamente . La ca
rità di gente caritatevole, è vero, gli fornisce i prin
cipali suoi mezzi di sussistenza . Ma , sebbene la ca 1

rità lo provvede in ultima analisi di quanto è neces


sario alla sua vita, non è a mezzo della carità che
egli provvede a quanto ha bisogno nel momento del
bisogno . Ed infatti, alla grande maggioranza dei suoi
bisogni, allorchè sorgono, egli provvede all'istesso
modo come l'altra gente, mediante convenzioni, ba
ratti e acquisti . Con il danaro che un individuo gli
regala , da un altro egli compera il suo cibo . Gli abiti
vecchi che dall'uno gli sono regalati, egli permuta
contro altri che gli vanno meglio e contro alloggio
cibo o danaro, con il quale compera ciò che gli con
viene nell'ora e luogo in cui gli conviene » .
Se il frutto della propria attività non è certo , e
se il godimento di quanto essa ha fruttato non è li
bero nel modo più assoluto , segue che questa attività
non viene spiegata in quella misura e in quel modo
in cui altrimenti lo sarebbe stata .
Di cið il danno non è soltanto di chi la propria
1
attività vede arrestata o modificata ! Il danno è na
turalmente anche di tutti coloro ai quali questa atti
vità ha fruttato lo appagamento di bisogni e di gusti
loro ! Sono questi coloro che quella attività suggeri
vano , desideravano , comandavano . Per la loro pro
pria soddisfazione l'hanno provocata. È cið tanto 1

ovvio e vero , che sono bene essi coloro che l'hanno


pagata. Ma è questa paga, o rimunerazione, che è
precisamente quel tale frutto della propria attività
di cui occorre sia assolutamente libero il godimento .
Ed è pure ovvio e certo, che coloro che pagavano,
hanno pagato un prezzo da loro liberamente giudi
cato essere il minore possibile tra quanti loro si offri
PREFAZIONE XI

1 vano , compreso quello di servirsi direttamente da


per loro , e anche quello di fare a meno del servizio
loro offerto !

4. - Tutte quante le condizioni di un risorgi


mento politico ed economico vengono ad un tempo
a essere battute in breccia dal bolcevismo .
In quale modo sia incompatibile commercio estero
con un regime socialista » , volli fare oggetto di uno dei
saggi qui raccolti, perchè è quistione fondamentale,
ossia di principio, che, risolta che sia nel senso della
incompatibilità , fissa un carattere del socialismo che
lo rivela ostacolo insuperabile alla formazione di so
cietà civili e di densa popolazione . Si impone la
scelta : o socialismo, in una qualsiasi delle sue forme,
e allora grave limitazione della divisione del lavoro
e nessun commercio estero; oppure, divisione del
lavoro , speculazione, intensa civiltà economica, e
allora ... addio socialismo !
Se questo il pubblico verrà a capire , dovranno
pure smettere le loro concioni sul commercio italo
russo, cioè, tra noi e la repubblica dei sovietti , gli
scalzacani che con questi discorsi mascherano le pre
bende loro promesse dai vari Voronzoffi e dalle varie
Ballabanoffe .
Come operare una divisione del lavoro , se la scio
peromania politica rende prevedibile quasi con cer
tezza la assenza , in tempo e luogo opportuno , della
cooperazione dell'uno o dell'altro servizio , o dell'uno
o dell'altro bene complementare della seriazione te
cnica del processo produttivo ? Come fidarsi di una
divisione del lavoro, e quindi ricorrervi, se nessuna,
anche la più completa astensione da lotte politiche,
non tolgono che per spirito di solidarietà , e più fre
quentemente per paura di violenze , contro le quali


XII BOLCEVISMO ITALIANO

lo Stato non protegge , operai bolcevizzati , o operai


terrorizzati da coloro che sono bolcevizzati, piantano
in asso e l'imprenditore e i loro compagni , e se non
havvi , nè nelle leggi , nè nelle circostanze di fatto,
possibilità alcuna di renderli responsabili pecuniaria
mente del danno arrecato ?
Come procedere alla più economica forma di divi
sione del lavoro , cioè , darle ampiezza adeguata , se
il principio socialista della « produzione diretta per
il proprio consumo » , e quindi la soppressione del
commercio , e la soppressione della speculazione, re
stringono i mercati di consumo della cui ampiezza
è una funzione la estensione della divisione del
lavoro ?
Come edificare e far funzionare una impresa ba
sata sulla divisione del lavoro , se per bolcevismo non
funzionano ne ferrovie, nè telegrafo, nè posta , nè te
lefono, nè imbarchi e sbarchi , nè navigazione , e
quando la responsabilità del vettore , là dove questo
o lo Stato , è legalmente ridotta in modo da essere
derisoria e praticamente è abolita ?
Come si può non rinunziare alla economia che è
fornita dalla divisione del lavoro , se continua , quasi
che ancora durasse la guerra, la grandinata di decreti
ministeriali e prefettizii, che mutano il senso di de
creti precedenti , che li estendono o li aboliscono , e
quindi mutano i prezzi di cento fattori di produzione
i quali in ragione della connessione di tutti i prezzi ,
ne alterano altri che il legislatore non conosceva ?
Come, allora , non ridurre le dimensioni e le ar
ticolazioni di ogni impresa alla sua forma più elemen
tare e limitarle a quanto può essere di più vicino
« alla produzione per il proprio consumo diretto » ,
cioè , incontrare un altissimo costo e contentarsi di
un prodotto imperfetto ? .
PREFAZIONE XIII

E non basta limitare la divisione del lavoro . Ogni


dirigente industria, o commerci , o aziende agricole,
sovratutto ogni promotore e inventore di nuova im
presa, colui cioè che ne determina il genere, colui
che ne disegna la struttura ed organizzazione, colui
che ne sceglie l'ubicazione , colui che basa le sue pre
visioni sullo svolgimento dell'impresa entro un ven
turo periodo di tempo , in cui la quantità del prodotto
e i suoi prezzi ammortizzino spese generali e specifi
che e lascino un utile , colui che, facendo opera di li
bera persuasione , riunisce socii che comperino una
partecipazione aleatoria assumendosi azioni, e trova
ancora altri che intervengano comperando una par
tecipazione, anch'essa aleatoria, ma in secondo grado,
pagando obbligazioni, e altri ancora, anch'essi par
tecipanti aleatori, ma in terzo grado, che accon
sentano crediti cambiarii , colui che questi fattori
sappia riunire, adeguati per quantità, per qualità ,
>

luogo e tempo , ogni persona che queste abitudini


abbia , e le spieghi nei limiti del Codice Civile e del
Codice di Commercio , come mai aspettarsi che non
emigri , o che non adoperi altrimenti i suoi talenti ,
se è continuamente assalito dalla stampa bolcevica,
indegnamente attaccato e denunziato in sede in cui
non può rispondere da una turba di deputati bolce
vici di bassissima levatura intellettuale e morale ,
ostacolato e sabotato da una burocrazia venale e ri
cattatrice, che , per giunta , vende ogni segreto d'uf
5

ficio , – dal telegramma alla denunzia di patrimo


nio, - se è concorrenzato , quando è in porto, da
cooperative socialiste che lavorano con esenzione di
1
tasse di circolazione, esenzione di tasse di tra

1 Sotto condizioni che sono tali che ogni cooperativa


praticamente riesce esente .
XIV BOLCEVISMO ITALIANO

passo , esenzione di tasse di bollo e registro per gli


7

atti costitutivi e gli atti di ammissione e recesso dei


socii , e anche di quelli relativi alle operazioni sociali ,
esenzioni dalla imposta di ricchezza mobile in una
serie di casi , e con una mezza dozzina di altri pri
vilegi legali oltre a quelli derivanti da camorra poli
tica ? Chi mai vorrà edificare una industria agricola ,
meccanica, bancaria che sia , quando la concorrenza
delle cooperative bolceviche, malgrado questi van
taggi , non è concorrenza « parallela » , ma si esplica
sollevando sciopero su sciopero nelle aziende private,
finchè queste si possono riscattare per pochi soldi , e
il cooperatore bolcevico non abbia messo il suo uovo
di cucco nel nido altrui ?
La cooperativa soltanto vivrà , ma poi vive finchè
non si è mangiato il capitale , plus i soccorsi del go
verno ; poi procederà più oltre, a nuova opera da
predone , da Unno nomade quale essa è !
Per opera del bolcevismo è anche venuta meno
quella modestia nel tenore di vita che distingueva
l'italiano. Essa è venuto meno nella classe operaia e
in quella dei contadini. Si resta disgustosamente col
piti dalle masse di operai e di operaie che si vedono
ubbriache in tutte le grandi città, e dirò a Roma e
a Genova per propria e diretta osservazione. L'au
mento tanto notevole dei salari non è stato accompa
gnato da incivilimento, sicchè l'operaio e la sua com
pagna vivono come porci nelle loro case per sciupare
all'osteria in vino gran parte del loro reddito .

In che misura sia vero che i salari sono au


mentati assai al di là del deprezzamento della mo
neta , e in particolare del rialzo dei prezzi di quei
beni che costituiscono i capi del bilancio operaio, è
provato da innumerevoli dati , sebbene le Camere del
PREFAZIONE XV

Lavoro e gli Uffici del Lavoro gelosamente li nascon


dano , o sfacciatamente li falsifichino . Ciò malgrado
la verità si fa strada . La gravità di questo fenomeno
ho cercato di illustrare già nel primo dei saggi di
questa raccolta. Moltissimi di questi salarii si sono
consolidati per legge . Da ciò segue che nessuna al
terazione nei prezzi del prodotto e nella offerta e
domanda di lavoro li può rapidamente rimettere in
armonia con le condizioni del mercato , cioè , con
tutti gli altri prezzi ai quali sono connessi , ovvero
ai quali sarebbero connessi in regime di libertà eco
nomica . Lo Stato non può più diminuire i salarii e
gli stipendi dei ferrovieri, nè quelli dei postelegra .
fonici, nè quelli della burocrazia civile , nè quelli
delle privative e nemmeno quelli delle aziende pri
vate nelle quali ha una qualche ingerenza , nè pos
sono modificarsi quelli della marina mercantile e
via dicendo . Ed allora segue questo , che quando in
un sistema economico , in cui tutte le parti sono con
nesse, e in cui le variazioni in più e in meno di
singoli elementi sono funzioni delle variazioni di
tutti gli altri elementi , una parte del sistema è reso
dalla legge rigido , gli elementi non resi tali, subi
scono variazioni maggiori di quelle che altrimenti
avrebbero avute , o tutto il sistema s'inchioda e non
funziona più. Se, ad es . , il salario è reso fisso, e le
9

ore di lavoro sono rese stabili , e il numero degli


operai è pure fissato, dovrà necessariamente variare
più di quello che altrimenti avrebbe variato e il
prezzo del prodotto e il prezzo di ogni altro fattore
di produzione, a meno che non cessi del tutto quella
forma di attività economica in cui l'ipotesi fatta si
è realizzata !
Se tra due soci uno ha il reddito certo , comunque
vada la impresa, occorre che colui che ha il reddito
1

XVI BOLCEVISMO ITALIANO 1

incerto trovi una ampiezza di reddito tale che possa


alla lunga, far fronte al carico fisso che su di lui grava
anche quando egli è in perdita . Altrimenti smette.
Orbene , con leggi e decreti bolcevici il governo ha
cristallizzato i prezzi di molti salariati , accrescendo
cosi inconsapevolmente le oscillazioni di ogni altro
prezzo e le alee ed incertezze di tutta la vita eco
nomica 1 .

5. - Ma , quale è poi effettivamente la misura


della deformazione artificiale della curva dei redditi
normale che dico paretiana ? Nei saggi che se
guono più di un dato è riportato e analizzato. Ma
conviene di fornirne anche qualche altro in questa
prefazione.
Pubblicò il Corriere della Sera un bilancio sicuro
di proletario perchè da questi stesso presentato in
un suo ricorso contro la tassa di famiglia a Milano .
Questo bilancio merita di essere sottratto alla
obblivione che è la sorte di un numero d'un gior
nale quotidiano. Eccolo perciò. Premette il Corriere
della Sera del 6 maggio 1921 , n . 108 , quanto segue :
Ancora di questi giorni l'Avanti ! riprendeva la
polemica sul prezzo del pane , svolgendo , in una vi
gnetta scalariniana, il solito motivo : che tenendo il
prezzo del pane a L. 1,40 la borghesia sfruttatrice
vuol far pagare al proletario povero e sfruttato le
spese di guerra .
È noto all'universale che questo motivo si imposta
su apprezzamenti grossolanamente falsi: il prezzo di
1,40 è un prezzo politico, un prezzo di privilegio , un

1 Dico quelli reali e non soltanto i nominali , in ragione


della riduzione delle ore di lavoro , delle feste pure pagate ,
e dei calmieri .
PREFAZIONE XVII

prezzo inferiore al costo e chi ne trae profitto, anzichè


concorrere per questa via al pagamento dei pubblici
oneri , sfrutta le altre classi di consumatori . Il pro
letariato povero e sfruttato, poi , è una figurazione
rettorica che non ha riscontro nella realtà ; contadini
ed operai - in linea di massima, s'intende - non
hanno mai goduto di tanto benessere e di tanta agia
tezza come in questi anni . Quand'anche questo fatto
non si rivelasse con una evidenza imponente attra
verso le manifestazioni della vita quotidiana , molti
indici vari concorrerebbero a documentarlo , primi
tra questi l'aumento enorme di taluni consumi , che
più volte abbiamo avuto occasione di rilevare ed
illustrare .
Tuttavia non crediamo inutile rendere pubblico
un documento interessantissimo, dal quale si può
farsi una idea delle rendite e delle spese di talune
famiglie proletarie milanesi.
Si tratta di un manovale tramviario il nome
per ora non interessa che l ' Ufficio municipale delle
imposte ha chiamato a contribuire nella tassa di
famiglia — ahi , promesse di esenzione dell'assessore
Ausonio ! - e che da buon proletario , cosciente dei
diritti e privilegi della classe , reclama alla Commis
sione comunale contro l'opera dell'Ufficio ...
Ed ecco ora il reclamo e il bilancio fornito in
suo appoggio :
« In seguito ad avviso di accertamento di tassa
di famiglia rivolgo reclamo alla Commissione comu
nale Ufficio imposte e tasse riguardo alle condizioni
della mia famiglia , trovandomi nella impossibilità di
iscrizione al contributo di tassa famiglia sul reddito
netto di L. 17.000, reso imponibile in L. 13.000, non
risultandomi affatto realtà.
Perciò spiego le vere condizioni della mia famiglia.
M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano. II
XVIII BOLCEVISMO ITALIANO

Entrata anno 1920 :

Capo famiglia
paga giornaliera incluso caro vivere , lire 25, per
un anno (giorni 365 ) . .
L. 9.125,

Edvige
paga mensile lire 300 , per un anno (ora disoc
cupata) 3.600,
Onorina
paga giornaliera lire 12 incluso caro vivere , giorni
300 di lavoro (anno) .
>
3.600,
Romano
lavorante in carrozze , paga prima categoria lire
17,50 più lire 2 caro vivere, per 300 giorni (anno ) , 5.850 ,
Clelia
lavorante in carrozze , paga prima categoria >
5.850,
Vincenzo, militare.
Pietro
lavorante in carrozze, paga terza categoria , lire
12 giornaliere più lire 2 caro vivere , per 300
giorni (anno) . >
4.200,

Totale L. 32.225,

Spese anno 1920 :


Pigione (3 camere) . . L. 440,
Pane , pasta, riso .
1.348,80
Lardo, burro, olio, ecc . 1.300 ,
Carne (media Kg. 3 al giorno) •
9.855 ,
Zucchero , caffè, latte 1.302,40
Verdura . 1.000,
Vino , 3.000 ,
Legna ardere . 600 ,
Gas 1.500,
Vestiario 6.000 ,
Trams 450 ,
Pulizia biancheria e personale 1.250 ,

Totale L. 30.046,20
PREFAZIONE XIX

« Spese impreviste come:malattie , disoccupazione ,


scioperi , tassa vecchiaia , invalidità e disoccupazione,
organizzazione, ecc . lire ...
« Invito la Giunta provinciale amministrativa a
prendere atto di questa mia avendo votato per libe
rarmi dagli sfruttatori,
« Con stima, ecc. » .
Commenta poi egregiamente il Corriere della Sera
a questo modo :
Il documento si presta a considerazioni che è
doveroso mettere in rilievo . Anzitutto è da osser
vare che la propaganda dell’Avanti ! non è inefficace :
questo manovale è ben convinto di essere uno sfrut
tato. Egli, che probabilmente figura nell'elenco dei
poveri , che ha medici e medicine gratuite e forme
di assistenza svariate , non vuol pagare la tassa di
famiglia, crede di essere in diritto di non pagarla.
Noi lo vediamo qui presentare un reclamo per 214
lire di tassa di famiglia ; ma un anno fa, egli aveva
già reclamato e protestato , per 7 lire diciamo
sette lire - di tassa di famiglia , applicategli per
l'anno 1919 e non certo sproporzionate alla sua
capacità contributiva. Perchè , un altro fatto che
occorre rilevare è la prudenza del resto encomia
bile con cui l'Ufficio municipale procede agli
accertamenti in questi casi , prudenza che dovrebbe
togliere ogni ragione di reclamo . Per il 1920, per
l'anno in cui il manovale denuncia 32.000 lire di
reddito, l'Ufficio aveva accertato un reddito di
L. 17.700, riducendolo , con le più largbe deduzioni
regolamentari, ad un imponibile di 13.000 lire ed
applicando una tassa di L. 214,50 . In base ai red
diti denunciati , l'imponibile avrebbe dovuto essere
>

di L. 27.525 e la tassa di L. 770,70. Ogni altro con


tribuente non avrebbe sollevato eccezioni , ma il no
XX BOLCEVISMO ITALIANO

stro manovale, sì ! Egli ha subito a denti stretti le


7 lire di tassa del 1919, ma poi ha votato per libe
rarsi dagli sfruttatori e non intende pagare ancora la
tassa per il 1920.
Candore ammirabile, ingenuità quasi commovente ,
che si spiega, che si comprende guardando la lista
delle spese . In questa lista , dove figurano più di
1000 lire al mese per carne e vino (mezzo chilo
grammo di carne al giorno per persona) , non c'è un
soldo per quello che il povero Butti chiamava il pane
dell'anima ! Caratteristica che , del resto , non è par
ticolare della famiglia di questo rispettabile mano
vale tramviario : è noto che , purtroppo , il progresso
del proletariato si è tradotto, sopratutto , in un au
mento del consumo di commestibili . E ciò spiega
molte cose ed anche l'efficacia della propaganda del
l'Avanti !
È codesta quistione dei redditi della classe ope
raia una quistione che va documentata a fondo per
farla finita con i clichés dell'oratoria socialista e de
magogica. Qui lo spazio non ce lo acconsente . Ma due
documenti tuttavia conviene darli in appoggio del
bilancio proletario pubblicato dal Corriere della Sera .
Il primo è questo . Le tabelle organiche di paga
del comune di Milano , approvate nelle sedute del
13 e 18 ottobre 1920 e dalla Giunta provinciale am
ministrativa il 17 novembre 1920, ci forniscono que
sti dati , alla tabella XL, di paga annua per gli operai .
Al netto da ogni imposta e ritenuta , ma da aumen
>

tarsi di L. 1095 per caroviveri , se vi è carico di


famiglia, e di L. 711,75 , se non vi è carico di fa
miglia, percepiscono , come salario iniziale e che va
poi aumentato ogni decennio, le donne L. 4391; gli
spazzini 5280 ; i cantonieri e caloriferai 5300 ; gli
aiutanti macchinisti e aiutanti fuochisti 5336 ; i mac
PREFAZIONE XXI

chinisti 5763 ; i bagnini e lavandai 5336 ; gli operai


vigili del fuoco 5715 ; gli operai meccanici , officine,
fabbri, gasisti , falegnami di mobili , modellisti , posa
>

tubi acqua potabile, meccanici dei contatori 5689 ;


gli affissatori 5540 ; gli operai custodi 5577 ; i condut
tori di automobili 5644 ; i lucidatori , tappezzieri e
simili 5644 ; gli scalpellini , muratori , lastricatori 5670 ;
i muratori di fogne 5725 ; i litografi, macchinisti
5763 ; i guardiani di cimiteri 5300 ; i canneggiatori
5393 ; i manovali delle fogne 5429 ; gli operai spe
cialisti dei telefoni 6318 .
Questi sono , come ho detto, gli stipendi iniziali
netti . Dopo un decennio di servizio il salario diventa
per le donne 5884 ; per gli spazzini 7076 ; per i can
tonieri 7100 ; per gli aiutanti macchinisti 7150 ; per
i fuochisti 7373 ; per i macchinisti 7721 ; per i la
vandai 7150 ; per gli operai vigili 7657 ; per gli ope
rai meccanici 7473 ; per i posa tubi 7622 ; per gli
affissatori 7422 ; per operai custodi 7473 ; per con
duttori di antomobili 7522 ; per lucidatori 7522 ; per
scalpellini e muratori7597 ; per muratori delle fo
gne 7671 ; per litografi 7721 ; per guardiani di cimi .
teri 7100 ; per canneggiatori 7224 ; per manovali delle
fogne 7274 ; per operai specialisti telefoni 8465 .
Non starò a dare la tabella per 20 anni di ser
vizio e per 30. Dirò solo che con i 30 anni tutti i
salarii superano le 9 mila lire e i più le 10 mila
lire, all'infuori di quello delle donne .
U ultimo documento che addurremo sono gli
stipendii e il vitto che hanno i semplici marinai , in
base al contratto oggi in vigore per ogni uomo di
bassa forza imbarcato su navi italiani . Sono dati
raccolti da G. Preziosi .
ione
XXII BOLCEVISMO ITALIANO

one
straordinario

MInfortunio

disoccupaz
assicurazi
caroviveri

Assicurazione
Compenso
Indennità

giornata

Panatica

mensile
aalattie
minima

involont
m( edia
festivi
giorni
mezza

media
Lavoro

TOTALE
Quota

costo
Invalidi
)(mminima

giorno
mensile

Cassa
edia

.
Paga

17
al
L.
mese
al
)
GRADO

Nostromo . 625 100 10,40 45 510 85 2,10 36 1488,50


Carpentiere 610100 10,15 25 510 83 2,10 36 1454,45
Marinaio 500100 8,30 15 510 85 2,10 31,50 1251,90
Giovinotto 385 30
6,40 15 510 85 2,10 25,20 | 1058,70
Mozzo .. 4,15
250 30 15 51: 85 2,10 18 914,25
Operaio . 610100 10 15 45 510 85 2,10 36 1471,45
Capo Fuochista 625 100 10,40 45 510 85 2,10 36 1488,50
Fuoch . Calderinaio 530100 8,80 15 510 85 2,10 31,50 1397,40
Fuochista 530100 8,80 15 510 85 2,10 31,50 1282,40
Ingrassatore 530100 8,80 15 510 85 2,10 31,50 1287,40
Car bon aio 495 100 8,10 15 510 85 2,10 31,50 | 1286,70
Cuoco 545 100 9,05 510 85 2,10 36 1352,55
Cambusiere 515 100 8,55 510 85 2,10 86 1256,65
Gar zon e cuc ina 465 100 7,75 510 85 2.10 31,50 1221,35
Cameriere 350 30 5,80 15 510 85 2,10 18 1015,90

Allorchè la gente di mare è imbarcata ecco il


Menu prescritto per contratto :
VITTO PER LO STATO MAGGIORE
E GLI ALLIEVI UFFICIALI.

Prima Colazione — Caffè, latte e pane.


Colazione — Minestra, due piatti di cucina, frutta e formaggio,
caffè .
Pranzo Minestra, due piatti di cucina, frutta e formag
gio , caffè .
Giovedi ee Domenica Antipasto al mattino, dolce e vino fino
alla sera .
Pane e vino a discrezione . (Il vecchio contratto diceva : Pane
a volontà , vino una bottiglia per pasto).

BASSA FORZA .
LUNEDI :
Colazione Formaggio ,
-
caffé.
Pranzo - Pasta in brodo , carne lessa con fagiuoli insalata .
Cena - Riso alla lombarda, carne in umido con patate .
PREFAZIONE XXIII

MARTEDÍ:
Colazione Minestra pulita e condita , caffè.
Pranzo Minestrone genovese, pesce fresco in umido (o
baccalà con patate, o fritto ).
Cena — Pasta all'aglio e olio , carne alla veneziana .
-
MERCOLEDÌ :
Colazione - Formaggio , caffè .
Pranzo - Pasta e fagiuoli o ceci , tonno e insalata.
Cena Pasta in brodo , carne lessa con fagiuoli.
-
GIOVEDI :
Colazione Tonno e caffè.
Pranzo Carne guarnita con verdura cotta e condita .
Cena Riso in brodo , carne lessa e insalata.

6. · Per opera del bolcevismo è reso vano ogni


tentativo di introdurre economie nel bilancio dello
Stato . Queste non si potranno ottenere che dopo che
lo Stato sarà stato riconquistato ad una 'borghesia
che unisca il senso di ordine , di risparmio e di effi
cienza tecnica, che le è connaturale, alla energia
maschia dell'Italia nuova che vive nel fascismo.
È ovvio che i sistemi finanziarii sono tornati ad
essere ciò che nella storia sono sempre stati , salvo
durante un breve intervallo in cui regnava il libe
ralismo e un parlamentarismo informato ad esso. Ri
specchiano i sistemi finanziarii le convenienze di
una classe che ha il potere politico. È « giusto » cið
che ad essa è utile. È « utile sociale , l'utile suo.
È conforme all' « interesse nazionale » ciò che rafforza,
o non nuoce , alla sua dominazione. Sono questi i
criterii direttivi della finanza pubblica, temperati sol
tanto dal timore della ribellione .
Venne esattamente definito il regime zarista un
« assolutismo temperato dall'assassinio » e il pseudo
regime parlamentare attuale un assolutismo
« tem
perato dalla corruzione e dalla frode » . Serve lo
XXIV BOLOEVISMO ITALIANO

studio di un qualsiasi regime fiscale per diagnosti


care quale gruppo di banditi siano al potere e rac
cogliere dal suo esame gli estremi più caratteristici
del sistema politico vigente 1 .
La finanza pubblica non è stata brigantaggio e
sfruttamento, un istrumento di sfruttamento , soltanto
in un breve momento della storia europea , allorchè
regnò il liberalismo e il suo parlamentarismo . Che la
finanza pubblica potesse , in regime di liberalismo
e di parlamentarismo, non inquinato questo ultimo
ancora dal suffragio universale , riuscire diversa da
una legislazione di classe , è dovuto al fatto che la
finanza pubblica provvedeva, in conformità con la
dottrina liberale , ad un minimum di funzioni go
vernative .
Sta in questo tutto il segreto della sua equità .
A misura che crescono le funzioni dello Stato , ne
cessariamente esse escono dal novero di quelle po
chissime che soddisfano un interesse di tutti quanti ,
quello della conservazione della pace pubblica all'in
terno, quello della difesa da aggressione estera, e
diventano funzioni utili a certe categorie di cittadini
e dannose ad altre , cioè , dividono i cittadini in classi .
In corrispondenza con cið le spese pubbliche crescono
e la finanza diventa finanza di classe . Le imposte
1
gravano gli uni e restano esonerati gli altri . Il libe
ralismo ridusse l'area del male . L'individualismo
aveva imprigionato il socialismo e spezzato le catene
delle corporazioni , delle classi , dei sindacati , delle
caste. Durò poco la libertà, perchè essa è un pro
dotto intellettuale , in contrasto con tutte le religioni
>

e tutti i miti che in successione e accavallati gli uni

1 ETTORE LOLINI , L'attività finanziaria nella dottrina e nella


realtà . Athenaeum , Roma, 1920.
PREFAZIONE XXV

sugli altri hanno avuto presa sui sentimenti umani


o ne sono stati la espressione pseudo logica , la deriva
zione come dice Pareto .
Fra tutte religioni èferocissima e virulentissima
quella del bolcevismo . In ciò sta anche la sua im
possibilità . È talmente vorace , incendiaria e subbis
satrice che fa in brevissimo tempo tabula rasa . Ed
allora è finito . Ma è pure finita la società che l'ha
sofferta .

7. Un esempio e dell'audacia bolcevica dei sin


dacati di classe e dell'impotenza di un governo for
mato di « popolari » , gareggianti con i socialisti in
demagogia , e di timidi ex -riformisti, è fornito dalla
ribellione del Sindacato dei ferrovieri italiani alla
applicazione della legge sulla riduzione della buro
crazia anche al personale ferroviario ,
I ferrovieri sono precisamente quel corpo di im
piegati di cui il numero è cresciuto più smisurata
mente di ogni altro e quello in cui gli stipendi sono
diventati più sproporzionati a quelli che sarebbero
in regime di libera concorrenza , od anche , se da
questa vogliamo prescindere come da cosa di cui
non è nemmeno più lecito discorrere, più disformi
dal rendimento o dal genere della prestazione di ser
vizio . Basta riflettere che un cantoniere è meglio
pagato d'un professore di Università !

1 È noto che c'è un progetto di legge per la riduzione


della burocrazia e una Commissione che studia le vie e i
modi di attuarlo . Non è noto , sebbene lo abbia detto il Mi
nistro del Tesoro , che la progettata riduzione comporterà
un aumento di spese di 800 milioni !! Ma è noto che non ci
sarà una pretura, una sottoprefettura , un liceo o ginnasio
o università abolita . Giolitti chiese pieni poteri per appli
care la legge. Naturalmente non vennero acconsentiti !
XXVI BOLCEVISMO ITALIANO

Ha egregiamente esposta la situazione finanziaria


delle ferrovie l'on . Ugo Ancona pel Giornale d'Italia
del 20 novembre 1921 (n . 273) .
L'aumento del numero degli agenti ferroviarii è
stato il seguente (in migliaia ):
Nel 913-14 erano 148
917-18 164 aumento 12 mila
918-19 175 11 >>

919-20 198 23 >>

920-21 >> 230 32 >>

La paga media di un agente è andata crescendo


nel modo seguente (in migliaia di lire)
Nel 913-14 era di 1.918 lire
917-18 3.023 » aumento 1.105
918-19 >> 4.631 1.609
919-20 > > 6.800 >> 2.169
920-21 >> 10.980 » > 4.180

bilancio ferroviario è sintetizzato a questo modo


dall'Ancona . La spesa era (milioni)
NEGLI ANNI

913-14 | 917-18 , 918-19 | 919-20 | 920-21 .

per personale 280 491 797 1266 2000


, carbone . 76 613 526 978 1000
» diversi titoli . 103 124 212 345 380
► manutenzione e inter. 113 138 166 193 220

La spesa totale era . . 576 1366 1701 2782 3600


La entrata era . 603 1342 1693 2937 2600

L'avanzo o disav . erano +27 -24 -8 -845 -1000

Le paghe nei gradi inferiori è da 7 a 8 volte


quella di prima ; nei gradi superiori è da 3 a 4 volte
PREFAZIONE XXVII

quella di prima. Gli aumenti di paga hanno supe


rato il deprezzamento della moneta, ossia il caro-vi
veri. ( Giornale d'Italia , 30 ottobre 1920). Le « otto
ore » di lavoro non sono compatibili con le esigenze
del servizio ferroviario e continuandone la applica
zione richiederanno ancora un aumento di personale
di 45 a 50 mila agenti e un aumento di spesa da 500
a 600 milioni . L'attuale bilancio ferroviario pesa sul
paese in misura assai maggiore dei suoi tre miliardi
e seicento milioni , se si computa il danno che il dis
servizio cagiona alla produzione e al commercio .
Sono parecchi miliardi non palesi da aggiungere a
quelli che si vedono .
Ma , la cura di questo danno risiede nello rista
bilimento della disciplina e nella epurazione del per
sonale dai caporioni bolcevici. È medicina la cui
somministrazione richiederà un governo risanato. Ma ,
intanto, avrà esso anche soltanto la forza di appli
care ai ferrovieri la legge sulla riduzione della bu
rocrazia ? Fin da ora il Sindacato mette le mani
avanti. Nella Tribuna dei ferrovieri, giornale uffi
ciale del Sindacato Ferrovieri italiani , (Bologna ,
anno XV, n . 311) si legge, in data del 18 ottobre
1921 , il seguente deliberato del Comitato Centrale
Esecutivo del sindacato (C. C. E.) :
« Ferrovieri ! preparatevi a sventare l'insidia della
riforma burocratica .
Il Comitato Centrale Esecutivo del Sindacato Fer
rovieri italiani nella seduta dell'8 ottobre 1921 , presi
in esame i risultati delle pratiche svolte in questi
giorni presso il governo e l'amministrazione;
riafferma contrario all'interesse dell'azienda e del
paese il proposito governativo di applicare alle fer
rovie statali la legge sulla burocrazia che per la
conformazione dell'azienda non potrebbe che colpire
XXVIII BOLCEVISMO ITALIANO

esizialmente il funzionamento di essa già gravemente


pregiudicato dalla disorganizzazione dei servizi;
rileva come l'unico scopo pratico che il governo
si propone raggiungere sia quello di insidiare le con
quiste sindacali dei ferrovieri non altrimenti ottenuto
con lo spiegamento di mezzi reazionari ;
convinto pur tuttavia della urgente necessità di
sveltire il funzionamento dell'azienda mediante un
costante, organico , ponderato riordinamento tecnico,
che , ministri,, parlamentari, burocrati —- alla cui in
fluenza ed opera dannosa solo devesi l'attuale stato
delle ferrovie non sanno , nè possono fare :
constatato inoltre come tale legge costituisca l'in
giustificato arenamento del normale sviluppo di car
riera del personale sancito dal contratto di lavoro e
dal regolamento , e che dà pretesto , con conseguente
confusionismo del servizio , all'amministrazione ed
al governo di dilazionare la sollecita applicazione
di tutti gli impegni presi di fronte ai ferrovieri, da
questo e dai precedenti governi (competenze acces
sorie , sistemazione avventizi ex combattenti , miglio
ramenti vecchi pensionati , regolamento del personale,
sistemazione naviganti , indennità di località, com
missioni locali , ecc.
Delibera

di opporsi recisamente alla estensione della legge


in parola, alle Ferrovie dello Stato ;
invita il Ministro dei LL . PP . a valersi delle fa
coltà conferitegli, perchè convinto del grave danno
che arrecherebbe alle Ferrovie stesse e del non in
differente onere finanziario che ne apporterebbe , si
serva solo dei mezzi regolamentari per eliminare
gradatamente le eventuali esuberanze delle piante or
ganiche col collocamento a riposo dei funzionari ed
PREFAZIONE XXIX

agenti che hanno sorpassato i limiti di età e che


colla loro permanenza rendono impossibile l'utiliz
zazione delle abbondanti giovani ed intelligenti
energie esistenti fra il personale :
indica al Ministro la necessità di seguire unica
mente criteri tecnici nell'improrogabile assestamento
dell'azienda , modificando gli organi dirigenti per
adattarli alla necessità della tecnica moderna ;
reclama dal governo il rispetto degli impegni e
l'immediato ritiro dell'inconcepibile veto posto alle
stabilite promozioni già maturate da anni , ricordan
dogli che la giusta impazienza della massa ferrovia
ria potrebbe sboccare in una seria e grave agitazione
non certo utile alla ricostruzione delle forze nazionali ;
sprona i ferrovieri ad intensificare la loro prepa
razione per poter con serenità , fiducia e disciplina
affrontare la battaglia se questa l'organizzazione
sarà obbligata ad ingaggiare » .
Questi egregi bolcevici vogliono sistemati , cioè
messi in pianta gli avventizi ; pensioni maggiori per
i pensionati ; un decreto per il quale siano loro accor
date « competenze accessorie » . A questo proposito
il lettore va informato che , prima, i ferrovieri ave
vano « competenze accessorie » , se rendevano un

qualche servizio speciale all'amministrazione , poi


vollero, e scioperando ottennero, che queste compe
tenze accessorie fossero stabilmente conglobate nello
stipendio ed estese anche a coloro che non le meri
tavano ; ma ora che le hanno già nello aumentato sti
pendio , tornano a volerle oltre lo stipendio ex novo !!
Vogliono i ferrovieri inoltre la estensione dell'orario
delle 8 ore alle categorie che ancora non lo godono;
la sistemazione del personale navigante ; formazioni
di commissioni locali per turni di servizio, dicasi
pure, commissioni bolceviche ; indennità di località ,
XXX BOLCEVISMO ITALIANO

e un decreto approvante l'elenco delle malattie pro


fessionali. Prima la formola delle loro rivendicazioni
era « le ferrovie ai ferrovieri » , ora, come segnala
7

l'Ancona, la formola è : le entrate a noi, il deficit ai


contribuenti ! 1 ,
Come ognuno vede, qui ha ancora un compito il
fascismo; compito che soltanto esso può assumersi !

4 La teoria bolcevica, secondo la quale i redditi netti di


un monopolio fiscale spettino , non già allo Stato , ma agli
operai di cui il monopolio si serve , si va diffondendo. La
trovai pure a Fiume ! Gli operai della fabbrica dei tabacchi ,
monopolio di quel piccolo Stato , volevano che i loro salarii
si elevassero fino ad assorbire i 5 milioni di reddito netto
che il monopolio fruttava . Dei servizii dello Stato erano , na
turalmente , passivi quelli della Istruzione pubblica , della
Giustizia, dell'Esercito e della Marina, della Polizia, della Di.
soccupazione , e della Nettezza urbana. Ma erano anche pas
sivi , e soltanto perchè esercitati dallo Stato , i servizii del .
l'acqua potabile, quelli delle tramvie , quelli della illumina
zione a gas e a luce elettrica . Ma, per un miracolo era attivo
il monopolio dei tabacchi. Or bene , incredibile, ma vero ,
per quanto mi sfiatassi a spiegare agli operai e ai loro diri
genti, che se il monopolio rendeva 5 milioni , ciò era dovuto
al fatto che il prodotto era venduto , in ragione del mono
polio , con un 70 % di sopraprezzo sul costo, e che questo
<
70 % certo non potevasi dire dovuto al lavoro » , o « lavoro
cristallizzato » ,
che d'altra parte il costo era enorme e che
-

potevo ridurlo facilmente dei 45, licenziando 1.300 operai e


mettendo in azione macchine già esistenti nella fabbrica, ma
non adoperate per dare lavoro » agli operai ; che , se non
colmavo il deficit di altri servizii pubblici con il reddito dei
tabacchi avrei dovuto colmarlo con altre imposte e tasse su
consumi popolari ; ebbene , per quanto ciò spiegassi molte
volte, con ogni bontà, derivante dalla compassione che sen
tivo particolarmente per le donne, tutto era invano: si arri
vava sempre a un punto in cui dovevo dire , « se sciopererete ,
chiuderò la' fabbrica e farò azionare le macchine , ma se use
rete violenza e saboterete , farò sparare su di voi » . Così
soltanto si è andato avanti, senza sciopero , senza spartizione

1
PREFAZIONE XXXI

8. -- Il bolcevismo , cioè quella trasformazione


della struttura giuridica della società , per la quale
il socialismo ha modelli ognora cangianti, e di cui
uno tra tanti è il modello bolcevico comunista ,
venne impedito di scoppiare in Italia in forma di
uragano distruttore della nostra civiltà soltanto dal
fascismo 1 e dall’eroismo dei suoi morti pro libertate
Patriae in lotta di guerra civile. Ma, quantunque
arginato, il bolcevismo è penetrato , prima che il
fascismo sorgesse, e durante la sua opera riparatrice,

del reddito, ma anche senza progresso tecnico e conseguente


maggiorazione del reddito. Or bene , da noi, non pretendono
gli impiegati postali che al loro sindacato vada il reddito del
monopolio postale , i telegrafisti che a loro vada il reddito del
monopolio telegrafico, i ferrovieri idem , quelli dei sali e ta
bacchi idem ? Non è , nella loro povera mente , il prodotto do
vuto esclusivamente all'opera loro e lo Stato uno sfruttatore
capitalista che toglie loro il • plus valore » del loro lavoro ?
Ma , in ultima analisi , cosa opporre a una dottrina che non
ha basi logiche se non il bastone fascista ? Il bastone appli
cato ai caporioni guarisce subito i seguaci. Chi vuol vedere
ciò ragionato in forma piacevole e arguta legga Mio figlio fer
roviere di UGO OJETTI , Fratelli Treves , Milano , 1921 .
1 Agli 8 di novembre 1921 il PASELLA dava questa stati
stica del fascismo.
« Gli iscritti sono 230 mila. Ma non posso dare dettagli
su tutti questi perchè non è stato possibile averli in tempo
e stabilire delle statistiche precise . Ragguagli precisi possono
essere resi pubblici su un quantitativo di quasi 200 mila
fascisti. E cioè : commercianti grandi e piccoli n . 13.878, in
dustriali 4769, professionisti vari 9881, impiegati statali 7209,
impiegati privati 14.489, insegnanti 1680, studenti 17,783 , la
voratori del mare 1500, operai nelle industrie 12,418, conta
dini 36.863, proprietari terrieri 18.084. Inoltre si può per un
altro verso, fare queste considerazioni : 111.883 elettori, 108
mila combattenti tra i quali 1011 decorati con medaglia d'ar
gento, 4045 di bronzo e 21 di oro . Inoltre ci sono 64.000 orga
nizzati in 614 sindacati per due terzi nell'Umbria, nella To
scana e nel Veneto » .
XXXII BOLCEVISMO ITALIANO

che non poteva contrastare che le più grossolane


e violenti manifestazioni del socialismo bolcevico ,
assai profondamente nell'organismo politico , ammi
nistrativo , economico e morale d'Italia . Dal che se
gue che ancora oggi bolcevismo ed insidia socialista
stanno facendo progressi sia pure con velocità ral
lentata .
Il movimento è presso i socialisti più sornione ,
più mascherato ed ipocrita di quello che nol sia
presso i comunisti. È questa la sola differenza tra
loro . I Turati , Treves e Modigliani , quei medesimi
di cui l'uno ha sopranome di on . Caporetto , di cui
l'altro , con il Nitti , fece congiura repubblicana , e
il terzo è reputato un vecchio rimbambito che sempre
è stato privo di carattere e di coraggio civile , sicchè
ondeggið ora in un senso , ora nell'altro, ponendo a
servizio di chi più lo intimoriva sa grande gueule ,
questi tre offrono la loro collaborazione ad un qual
siasi regio gabinetto, in seno al quale promettono ai
compari , che saranno essi gli achei nascosti nel ca
vallo di Troja, mentre promettono pure ai borghesi,
che saranno essi il loro scudo contro il bolcevismo ! 1.

1 Un bel casetto di cooperazione pecuniaria tra caporioni


del socialismo da un lato e affarismo plutocratico dall'altro ,
è stato messo in luce dall'on . Gray nella seduta della Camera
del 7 dicembre 1921 e poi dai carteggi dell'editore Enrico
Bemporad , da una lettera a firma Turati e Treves nella Cri
tica Sociale e dalle polemiche nei giornali Popolo d'Italia,
Ordine Nuovo e Idea Nazionale degli ultimi di dicembre .
Risulta chiaro da queste pubblicazioni quanto segue :
10 che furono reticenti Turati e Treves e , al solito , sfacciata
mente bluffisti, allorchè l'on. Gray li accusò di aver fatto
finanziare la Critica Sociale, l'organo magno marxista dalla
Commerciale , a traverso il trust librario editoriale giornali
stico del senatore Della Torre e dell'editore Bemporad ; 20 che
la Critica Sociale, sul punto di fallire, si è riempita di pub
PREFAZIONE XXXIII

Desiderabile , ma improbabile è che da ambo le


parti vengano respinti con disprezzo : improbabile
perchè in ambo le parti che se li contendono , quello
della democrazia, capeggiata da Giolitti , Orlando e
Nitti , e quello bolcevico dei Graziadei, Bombacci ,
Buozzi >, e Bandini, manca , in misura uguale , carattere,
e abbonda bassa astuzia e meschino talento di com
binazioni parlamentari . La misura della penetrazione
morale del bolcevismo , cioè della sua penetrazione
nella mentalità degli italiani si ha in questo, che le
più strabilianti proposte di spogliazione possono farsi
in consigli comunali , in discorsi di ministri , in pro
getti di legge , e tacio della stampa, senza provocare
indignazione alcuna e quindi nemmeno quella rea

blicità borghese, accettando persino quella dell'Ilva ; 30 che


la cessione per parte di Turati e Treves del diritto di edi
zione della Critica Sociale e dei suoi opuscoli , ha fruttato al
l'uno o all'altro , o a entrambi , una somma che essi chiamano
una < valutazione più che normale del valore economico

della Critica Sociale » e che pare sia stata di 300 mila lire !
>

Valutazione , pensiamo anche noi , PIÙ che normale ! 4o che


l'intervento della Commerciale , o meglio , del bolcevico se
natore L. della Torre , ha fatto si che una collana di pub
blicazioni dell'editore Bemporad che finora era anti-socia
lista si è trasformata in collana di pubblicazioni pro bolce
vismo ; 50 che tutto il trust editoriale librario giornalistico
Della Torre Bemporad , di cui è consigliere pure l'on . Ca
poretto , alias Claudio Treves , è perfettamente conforme al
piano svelato da Sergio Nilus nei « Savii Anziani di Sion
per il chambardage israelitico -bolcevico delle nostre società
borghesi .
In questa faccenda , come al solito , Turati fa la figura
dell'imbecille sfruttato dal fine Di Caporetto . Deve seguire
il buon Turati e mettere sa gueule a disposizione dell'altro
sotto pena di essere ricacciato dal partito e allora di non
essere più assunto come collaboratore in un qualche mini
stero Giolitti, o Nitti, o De Nicola perchè generale privo di
soldati .

M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano. III


XXXIV BOLCEVISMO ITALIANO

zione che seguirebbe se lo spirito combattivo della


borghesia fosse all'altezza del pericolo che essa corre.
Ecco qualche esempio .
A Roma, in una seduta del Consiglio comunale
dell'aprile 1921 , un gruppo di consiglieri ha questa
alzata d'ingegno : « Si autorizzino i proprietari di
case ad aumentare le pigioni in una misura che
verrebbe loro prescritta ; questo aumento venga
appropriato da una speciale azienda comunale che,
con la somma così ottenuta , costruisca case che
siano bensi di proprietà del Comune , ma affittate
esclusivamente al proletariato » .
Chi sia il « proletariato » non viene definito; ma
tutti sanno che esso è costituito dai bolcevici , soste
nitori politici dei proponenti l'aggeggio spogliatore
in Consiglio comunale . Il proprietario di casa viene
trasformato in un « esattore di imposta » sugli inqui
lini , per conto del « proletariato » , che così fa fab
<
>

bricare al Comune delle case , che faranno concor


renza a quelle esistenti , e che verranno affittate, per
poco, o nulla, al proletariato !
Gli inquilini che saranno tassati , mediante la so
praelevazione delle loro pigioni, sono, naturalmente ,
soltanto gli « inquilini borghesi » !
La nuova azienda comunale , che costruirà per
il proletariato e ad esso affitterà, sarà una nuova
sinecura assai lucrosa per i pennaiuoli del bolcevismo .
Le costruzioni si faranno da una « cooperativa » che
sarà sussidiata dall ' « Istituto nazionale delle coo
perative » , la cui strabiliante storia di malversazioni
a base politica è raccontata da Giovanni Preziosi in
un volume pubblicato dal Laterza 4 .

4 Cooperativismo rosso, piovra dello Stato. Bari, Laterza , 1922.


PREFAZIONE XXXV

Ma, racconterà pure il Preziosi come la coopera


tiva edilizia, a Roma, dove lavora con i quattrini
dello Stato , regali a impiegati piccoli e grossi, dai
quali dipende la misura dei danari che essa ottiene ,
appartamenti , villini , case , secondo il grado e l'in
fluenza di questi dispensatori del danaro pubblico .
È poco probabile , ma pure possibile , che finiremo
per fare rigurgitare ai cooperatori e ai loro santi
quanto hanno rubato !
Non ricordo che quando questa proposta si fece
in Consiglio comunale un solo giornale rilevasse la
enormità giuridica e politica della proposta. Era ri
ferita così come si riferisce una qualsiasi idea che
va presa in considerazione !
Altro esempio della indifferenza con la quale gli
italiani oramai prendono conoscenza di sfacciataggini
bolceviche ci è fornito , proprio di questi giorni , nel
discorso pronunziato alla Camera (il 30 novembre)
dal prof. Alfredo Rocco . Non si tratta più, come nel
l'esempio precedente, di una proposta bolcevica, ma
di una collusione già compiuta tra loro e la Dire
zione generale delle Ferrovie dello Stato . Dice il
prof. Rocco:
« Del resto , per farci una idea del modo con cui
il governo stesso aiuta l'organizzazione degli scio
peri , basta ricordare che come ha rilevato di recente
il Corriere d'Italia vi sono 546 agenti del Sindacato
rosso delle ferrovie, - l'organizzatore sistematico del
disordine nell'amministrazione ferroviaria - i quali
godono di una tessera di libera circolazione per tutta
la rete, sono esonerati dal servizio e riscuotono
assegni speciali , il che significa che lo Stato paga e
fa viaggiare gli organizzatori dello sciopero e della
rivolta dei proprii impiegati nel più delicato servi
zio pubblico » .
XXXVI BOLCEVISMO ITALIANO

Ebbene , se la morale degli italiani non fosse già


quella dei bolcevici russi ed ungheresi, ci si sarebbe
* aspettati che subito si alzasse il presidente del consi
glio , Bonomi , o il Ministro dei Lavori Pubblici, per di
chiarare che si dolevano non essere stati prima d'ora
informati di abuso cotanto grave del comm . Crova
direttore generale delle Ferrovie dello Stato e che
immediatamente provvederebbero a ciò che cessi e
infliggerebbero al comm. Crova quella punizione che
un consiglio di disciplina avrebbe stabilito . Ed in
vece ? Silenzio perfetto e « risate sotto i baffi » - dice
il resoconto parlamentare – dei deputati socialisti !
Altro esempio ancora della insensibilità del pub
blico per ogni genere di violazione quando è fatta
dai bolcevici ancorchè conduca a disastri finanziarii
i quali maturano con la fatalità ed inevitabilità di
fenomeni naturali, è fornito dalla gestione socialista
del comune di Milano . Sebbene il Corriere della Sera
nel maggio 1921 abbia fatto una ostinata campagna
contro gli sperperi illegali del comune di Milano e
nel seno del consiglio un Ranelletti e Solmi facessero
indefessamente opera di critica giuridica ed econo
mica , cosa è seguito ? Nulla ! Se non questo che il
comune più ricco d'Italia sia fallito sei mesi dopo!
La prefettura fece in maggio una inchiesta . È forse
seguito lo scioglimento del consiglio ? Manco per
sogno . Erano in grande prevalenza i bolcevici e il
governo si è ben guardato dal toccarli . Ridotto il
comune a non poter più pagare gli impiegati, l'am
ministrazione bolcevica audacemente combinò un
prestito negli Stati Uniti per mangiarsi anche i red
diti futuri dei contribuenti ! E parlassi , ignoro con
quanto fondamento , di grandiose senserie -- si parla
di 15 1 milioni . - Forse ora verrà un Commissario
regio . Ma , reclama forse il pubblico milanese pro
PREFAZIONE XXXVII

cesso e prigione per i pescicani socialisti che hanno


dilapidato il Comune e bandito laute greppie per i
loro sostenitori ? Eppure ben sapevà di che si trattava
poichè una inchiesta del prefetto Lusignoli aveva
accertato gli sperperi . A ciò che il lettore se li ri
cordi , ne farò un cenno quale già lo fece il Corriere
della Sera del 14-5-921 , n . 115 .
Il cassiere civico nonostante i ripetuti richiami
del Prefetto ai sindaci della provincia ha conti
nuato a pagare su ordini dell'Amministrazione , senza
rispetto delle norme stabilite dalla legge e dai rego
lamenti . In tal modo, semplici autorizzazioni a pa
gare e ordini provvisori , che potrebbero essere tol
lerati solo eccezionalmente , sono diventati un mezzo
di cui si fa largo uso ed abuso . Così l'Ufficio Tecnico
ad esempio per le paghe degli operai , usa con
-

segnare ad ogni individuo un foglietto nominativo


con la indicazione della somma dovuta ed il cassiere
paga su presentazione di questi foglietti, i quali , al
9

momento della ispezione , figuravano in numero co


spicuo tra i sospesi di cassa... Altri pagamenti prov
visori vengono fatti dall'economo per svariatissime
spese e fra esse molte su fondi a calcolo e per le
quali mancano normalmente le necessarie delibera
zioni di Giunta .
Ma, all'infuori delle irregolarità amministrative
e delle infrazioni alle norme di legge, il Prefetto ri
chiama l'attenzione del Sindaco su varie spese che
dimostrano come in taluni casi il denaro pubblico
sia stato adoperato per scopi che possono rispondere
agli interessi particolari del partito socialista , ma non
a quelli della universalità dei cittadini, ed in altri,
come nel favorire certe categorie di dipendenti co
munali , si sia messo da parte ogni limite ed ogni
misura .
XXXVIII BOLCEVISMO ITALIANO

Cosi il Comune ha pagato le spese di alloggio e


vitto ad alcuni dei sindaci socialisti convenuti a Mi
lano nel famoso congresso del dicembre scorso ; ha
pagato spese per viaggio ed altro al Sindaco e agli
assessori intervenuti ai congresso dei comuni socia
listi di Rimini; ha dato una macchina da scrivere
di proprietà del comune alla Consulenza dei comuni
socialisti. Un aumento notevole si è verificato anche
nelle spese per rinfreschi durante le sedute di Giunta
e di Consiglio: 5500 lire circa si sono spese in tutto
il 1920 per questo titolo e quasi 2000 lire per il solo
1º trimestre del 1921 .
Ma i rilievi più impressionanti riguardano il trat
tamento fatto al corpo dei pompieri , ben noto per
essere il privilegiato fornitore di guardie rosse al
l'amministrazione .
Il pubblico deve sapere che mentre difettano i
mezzi per spegnere gli incendi ed il macchinario di
venta quasi inservibile per difetto di manutenzione
e di rinnovamento , gli ufficiali dei pompieri riscuo
tono, in media, per soli straordinari, circa 2000 lire
al mese e che per uno di essi, in gennaio lo straordi
nario arrivò a 2600 lire . Lo stipendio ed il salario
sono dati si può ormai dire per il solo fatto che
si tratta di pompieri civici ; ogni atto è pagato in una
forma o nell'altra . Si consideri che gran parte degli
ufficiali hanno alloggio e divise. Il personale non gra
duato partecipa largamente ai vantaggi ed ai privi
legi concessi al corpo . Per meno di 600 persone vi
sono 12 cuochi i quali sono pagati in ragione di 40
lire al giorno oltre il vitto ; incredibile ma vero, i
pompieri che sono alloggiati, mantenuti e vestiti
( hanno anche il servizio del barbiere), ricevono l'in.
dennità di caro viveri nelle proporzioni stabilite per
tutti gli altri dipendenti. Infine, tra i rilievi fatti dal
PREFAZIONE XXXIX

l'ispettore c'è quello del pagamento di L. 1374,40,


per contravvenzione ad un camion di pompieri : e il
famoso camion usato nel giorno seguente alle ele
zioni per festeggiare la vittoria socialista e delle
avventure del quale demmo allora notizia , chiedendo
chi avrebbe pagato la multa . Questa è stata sinora
pagata dal Comune ed il documento relativo figura
sempre tra i sospesi di cassa.
In quale modo quando socialisti vanno al governo ,
sia questo quello del Comune o dello Stato , immedia
tamente segue per parte del governo socialista il
boicotaggio dei cittadini che non sono socialisti e con
ciò una coartazione a ciò che prendano la tessera del
partito, può anche vedersi a Milano. Infatti, l'inchie
sta sul riparto III è stata provocata da un memoriale
di conducenti vetture automobili pubbliche e denuncia
una serie di favoritismi che dimostrano con quali
criteri la Giunta socialista amministri la cosa pubblica.
Una delle funzioni del riparto III è quella di rila
sciare le licenze ai conducenti delle vetture pubbliche.
Per disposizione dell'assessore Florio - il quale, evi
dentemente , considera la città di Milano come un
feudo della sezione socialista tali licenze vengono
rilasciate soltanto a quegli istanti che in un con la
domanda presentino la prova che sono inscritti alla
lega tra i conducenti di automobili pubbliche, orga
nizzazione di classe, di marca bolcevica, ed a van
taggio della quale il Comune ha compiuto altri atti
di favoreggiamento, che pure vengono denunciati.
In sostanza, la concessione di licenze di ogni ge
nere si sarebbe trasformata in un mezzo per favo
rire la clientela politica e per aumentarla . Dell'in
chiesta è stato incaricato il ràg. cav . Cesana , pure
della prefettura, che per parecchi giorni lavoro negli
uffici del riparto III per controllare le accuse e do
XL BOLCEVISMO ITALIANO

cumentare le irregolarità. Così il Corriere della Sera


12-5-1921 , n . 113 , che ho confrontato con i rapporti
originali del Prefetto, senatore Lusignoli , e del ra
gioniere capo , Gustavo Zangrandi, due uomini che,
non so per quale miracolo, hanno una bella dose di
coraggio civile.
Continuo a fornire qualche esempio della pene
trazione bolcevica nell'organismo dello Stato italiano .

9. - È noto che la spogliazione dei proprietari


-

fondiarii urbani e rurali è articolo fondamentale del


programma socialista. Questa spogliazione i più
accorti tra di loro , e che sono anche i più gesuitici ,
chiamano « espropriazione » ed è sott'inteso per
causa di utilità pubblica e quindi contro indennizzo.
Ora è qui la loro insincerità .
È materialmente impossibile espropriare tutti i
proprietari fondiarii, cioè, fare appropriare dallo
Stato tutta la proprietà fondiaria di tutti i proprie
tarii fondiarii e pagarla . Cio è anche impossibile se
si tratta soltanto di proprietari di fondi rustici , o
soltanto di proprietari di fondi urbani .
Con che mai può lo Stato pagare ?! Cosa mai pos
siede lo Stato che da lui non sia stato tolto mediante
imposta, o tassa , o cartamoneta ai cittadini costi
tuenti lo Stato ?
Ma, allora , se lo Stato espropria un cittadino ,
proprietario di un fondo, che valga poniamo mille
lire, per pagargli l'esproprio deve ripartire le mille
lire tra tutti i cittadini , l'espropriato compreso . Se
i cittadini fossero, poniamo cento, ogni cittadino
avrebbe da pagare dieci lire allo Stato, a ciò che que
sti consegni mille lire all'espropriato, il quale , avendo
pagato anche lui le sue dieci lire , riscuoterebbe nette
novecentonovanta lire . E ovvio che se tutti i cento
PREFAZIONE XLI

cittadini avessero un fondo di mille lire e dovessero


restare espropriati, per pagare a ciascuno le mille
lire che gli spettano, ognuno andrebbe tassato di
mille lire, il che viene a dire che , siccome ognuno
perde un fondo di mille lire a pro dello Stato , e poi
è pagato con mille lire , ma queste mille lire le paga
egli stesso in forma di imposta , egli ha perso il fondo
e ha riscosso zero ! Anzichè essere stato « espropriato »
è stato , « spogliato » .
Ancora più brevemente . Sono il cittadino Sem
pronio e ho una casa che vale mille lire. Lo Stato
se la piglia , ma, per pagarmela e per poter chiamare
l'operazione un esproprio anzichè una spogliazione,
mi piglia pure mille lire e mi paga con la moneta
mia. Alla fine della operazione resto « Sempronio
senza la casa » . Questo trucco infantile fa splendere
di un sorriso pantagruelico il signor Sidney Webb,
nonchè il nostro attuale Ministro dell'Agricoltura e
l'on . Modigliani .
Il nostro attuale Ministro per l'Agricoltura cioè
<
l'on . Micheli , è un « popolare » e vuole gareggiare
in demagogia con l'on . Miglioli , del medesimo suo
gruppo , e con i socialisti .
Ed allora presenta un progetto di legge che do
vrebbe andare in discussione il 3 febbraio 1922. Egli ,
e la Commissione parlamentare bolcevica , propon
gono di mettere sotto controllo dello Stato tutti i
terreni , che a giudizio del Ministero , siano atti a
bonificamento agrario o alla colonizzazione interna ,
o meglio , meritano questa vigilanza per ragioni di
7

interesse sociale o di pubblica utilità , cioè tutte le


proprietà fondiarie d'Italia ! E dico bene , perchè il
primo progetto di legge prese la maschera di voler
vigilare soltanto i latifondi - insigne asineria , anche
questa , quasi che il latifondo non fosse in molti casi
1

XLII BOLCEVISMO ITALIANO

la forma più economica ; - vedi capo IV , p . 159 della


Nationaloekonomie des Ackerbaues di W. ROSCHER,
9a ediz . 1878 , Stuttgart, Cotta mentre il progetto
riveduto dalla Commissione toglie ogni limite di fina
lità e di luogo , o regione , alla espropriazione, o occu
pazione di terreni purchè siano suscettibili di un
miglioramento . Ma chi giudica ? Quale è il terreno
che non sarebbe migliorabile , se il capitale meno o
nulla costasse ? Rispetto a che genere di prodotto
giudicasi della migliorabilità? È il giudizio indipen
dente dal prezzo di vendita del prodotto ? È esso in
dipendente dal reddito maggiore che il capitale può
fornire se non fosse impiegato nella terra ? E come
pagare gli espropriati ?
A quest'ultimo quesito il progetto risponde pre
vedendo la emissione di buoni fruttiferi, a miliardi,
a cinquantine , sessantine di miliardi di cui gli
interessi e l'ammortamento sarebbero pagati... dai
proprietari fondiarii !!
E cosa mai vuol fare lo Stato dell'immenso pa
trimonio fondiario di cui verrebbe in possesso ? Darlo
alle cooperative agricole !
Ora, al riguardo l'esperienza è fatta. Ecco dei
fatti che vengono esposti nell’Agricoltore del Lazio
e dell'Umbria, 1921 , n . 7 , 11 dicembre.
« Sotto gli auspici dei vari decreti Visocchi, Fal
cioni , Micheli , le cooperative agricole si sono mol
tiplicate. Ne sono sorte a centinaia, sorte a migliaia
aventi quasi tutte una origine politica.
Cooperative bianche, rosse , cooperative fasciste ;
più serie fra tutte , le cooperative degli ex combat
tenti anche esse , però, votate a morte per tale po
litica .
Le cooperative non ebbero che una ossessionante
preoccupazione : avere la terra , averla con le buone
PREFAZIONE XLIII

o con le cattive ; con le minaccie o con le invasioni


violenti, magari con i conflitti sanguinosi ; ma averla
in qualunque modo .
Quasi tutte l'hanno avuta e, averla avuta signi.
fica doverla coltivare .
Ma invece di semina ne venne fatta poca e male e ia
terra fu presa per vendere l'erba ai pecorai ed inta
scare il pingue prezzo netto da spese , scevro da rischi .
Al raccolto qualche cooperativa preferì non ap
prontare le rilevanti spese della mietitura soprattutto
là dove si era seminata la biada ed ... i cooperatori
preferiscono lasciare le messi non mietute per andare
a percepire le lautissime giornate che allora cor
revano .
Così accadde a Monterotondo , a Cerveteri , ad
Anguillara .
Intanto sulle terre concesse dalla plenaria indul
genza della Commissione provinciale, gran parte
dei terreni rimanevano incolti , la sterpatura non
veniva fatta, i fossi non venivano spurgati , le
acque non venivano raccolte , le staccionate scom
parivano e scomparivano pure gli alberi , anche
da frutto che per avventura si fossero trovati sui
terreni .
Vi sono cooperative che non hanno seminato
neppure un ettaro di terra , che hanno fatta unica
mente e solamente la speculazione delle erbe per i
pecorai ; ve ne è qualcuna che ha intascato il prezzo
(come per esempio quella di Cerveteri e quella di
Pitigliano) senza neppure pagare la corrisposta di
1
affitto .
Per dare la dimostrazione di quanto affermiamo
possiamo dire che al Ministero di Agricoltura vi sono
ben seicento dichiarazioni di decadenza da occupa
zioni ottenute .
XLIV BOLCEVISMO ITALIANO

Possiamo anche soggiungere che, per quanto gli


interessati gridino e strepitino, i relativi decreti di
decadenza non sono ancora stati firmati .
Questo per quanto si riferisce alle cooperative
vere, alle cooperative di autentici contadini e senza
parlare di quelle - molteplici di aspetto e di so
stanza — fatte da elementi sospetti di speculazione ,
di ingordigia e di affarismo.
Ci si potrà dire che ai fini della confutazione del
progetto di legge sullo spezzamento del latifondo
l'esempio delle cooperative non è pienamente con
clusivo non avendo esse la terra in proprietà .
Ed allora senza indugio prospettiamo l'esempio 1

delle Università agrarie .


Nel solo Lazio esse sono circa 120 , hanno circa
60.000 ettari di terra in proprietà , dei quali 20.000
dovrebbero essere destinati a migliore coltura . 1

Ebbene si girino i terreni delle Università agra 1

rie e si vedrà come essi siano il regno assoluto della


pecora, infestati dai porrazzi , dai roghi, corrosi dalle
acque, privi di qualunque recinzione, scalvati di
qualunque albero, di qualunque arbusto .
Si percorrano i terreni destinati a migliore col
tura e se in essi vi sarà segno di coltivazione sarà
dato dal grano seminato nella misura sufficiente alla
famiglia dell'utente , da qualche carciofo, dall' im
mancabile filare di viti .
Il dominio collettivo invece di essere considerato
nel senso alto e nobile della sua funzione sociale,
è invece considerato come dominio di nessuno dove
a tutti sia lecito saccheggiare, distruggere e magari
rubare .
Intanto le amministrazioni delle Università agra
rie vanno a rotoli ; gli utenti sono in perpetua guerra
con ii rispettivi consigli di amministrazione ; commis
1
PREFAZIONE XLV

sari prefettizi seggono in permanenza con prebende


che vanno da 30 a 50 lire al giorno . Ed il Governo
preoccupato dello stato allarmante delle cose che è
costato e costa fior di milioni , che nessun vantag
gio arreca alla economia agraria che minaccia di
far retrocedere l'agricoltura anzichè farla progredire,
sta intanto preparando un regolamento di quasi 100
articoli nel quale sarà affermato il principio del la
voro collettivo obbligatorio per gli utenti delle Uni
versità agrarie .
Che dire poi dell'Opera nazionale dei combattenti ?
È inutile usare lenocini di forma : occorre dire
ruvidamente che essa ha fallito al suo scopo, con
l'aggravante che non solo essa non ha migliorato i
terreni che ha preso , ma che ha invece singolar
mente peggiorato le condizioni .
Gli esempi di Pietralata , dell'Isola Sacra , di Ca
stel Gandolfo sono troppo eloquenti .
Ed eloquenti, irresistibilmente eloquenti , sono
questi esempi che abbiamo accennati » .
Il signor Sidney Webb ha preceduto il nostro
Ministro bolcevico .
Vale la pena di riprodurre qui il pantagruelico
sorriso del Webb allorchè egli crede di poter ad un
tempo vantare il suo sistema quello di un galantuomo
e quello di un brigante. La strizzatina d'occhio di
Sidney Webb al compagno bolcevico , mentre parla
di equità , giustizia, commiserazione e bontà verso
l'espropriato è assai buffa .
« Sarà , egli dice , certo necessario che la comu
nità prenda su di sè nell'interesse pubblico , tutta
una serie di imprese e , come i socialisti hanno im
parato dagli economisti , sopprimere quanto mai sarà
praticamente attuabile, l'intiero sistema di vivere
della proprietà >» - ossia vivere di rendita . Ma, i pro
TI
JD !
ACOUA
DI SCIENIE
I

POLITICHE
ST
)
XLVI BOLCEVISMO ITALIANO

prietari fondiarii e i capitalisti , grandi o piccoli , non


saranno privati , vita naturale durante, dei mezzi di
sussistenza . Per quanto l'uomo morale — senti que
sta ! -- può condannare il vivere di rendita , è non
soltanto umano , ma anche opportuno , e alla lunga
anche meno costoso per la comunità , di trattare equa
mente (fairly) e finanche con liberalità , oh Dio ! - ,
non soltanto ogni dipendente di cui il gagne- pain
viene a essere disturbato , ma anche ogni singolo pro
prietario, allorchè viene ad essere spodestato.
Quindi quei socialisti britannici che sono pratici
di amministrazione quanto, p . es . , i nostri bolcevici
del comune di Milano o di quello di Bologna ,
non pensano a un metodo di espropriazione essen
zialmente differente da quello che usasi oggi stesso
ogni qualvolta una autorità locale prende su di sé
(municipalizza) il servizio del gas o dell'acqua da
una compagnia privata, o acquista l'area occorrente
per allargare una strada cittadina. Ogni proprieta
rio deve ricevere compenso al giusto prezzo di mer
cato per tutto ciò di che viene espropriato coatti
vamente , così come se si trattasse di affare tra vo
lontario venditore e volontario compratore. Se poi
gli si paga la somma dovutagli – (attenti , che inco
mincia la spiritosaggine webbiana) - in danaro suo
nante, o in titoli governativi al loro valore di borsa,
o mediante una rendita equivalente per un certo nu
mero di anni 7, o a vita , questo è cosa che proprio non ha
alcuna importanza . — (Ma, non perciò la scelta ne
è lasciata all'espropriato !) - La comunità natural
mente, sarà gravata del carico degli interessi e dal
l'ammortamento , o dell'annuità e quindi , come ap
parisce chiaro , non sarà più ricca di prima ; preci
samente come la persona espropriata non sarà più
povera di prima, e il tributo complessivo gravante
PREFAZIONE XLVII

la produzione e prelevato dalla proprietà non sarà


minore di prima . Lo scopo della « socializzazione » è
la « socializzazione » , cioè la trasformazione di im
presa che lavora per un profitto in un « pubblico ser
vizio » , non già lo arricchimento della comunità me
diante confisca . Ma , siccome la repubblica socialista
certamente adotterà il canone di tassazione così
enfatico degli economisti e preleverà le proprie en
trate dai cittadini in proporzione della loro relativa
« capacità contributiva » , il peso dell'indennizzo dovuto
agli espropriati cadrà , effettivamente, quasi intieramente
sulla proprietà di proprietari come classe . In breve , per
sfuggire ai dolori che la sommaria confisca cagio
nerebbe ai singoli individui si permetterà loro di
estinguere gradualmente la proprietà privata vicen
devole in una serie di anni mediante la silenziosa
operazione della tassa di successione (amico Rignano ,
il tuo brevetto d'invenzione dove va a finire ?) e la
imposta progressiva sul reddito e sovra imposta. Nes
suna espropriazione senza pieno indennizzo ; ma
nessun pagamento delle annualita , o degli interessi
e dell'ammortamento che sorgono che non sia preso
da imposta sulla proprietà ! » .. Così sentenzia il no
stro Salomone bolcevico - , persuaso di aver preso
gli economisti in castagna con le loro proprie trap
pole . Egli però ben sa , che allorchè parla di un
tasso dell'interesse di mercato , si tratta di una trap
pola sua e non degli economisti, perchè non esiste,
secondo costoro , un tasso dell'interesse di mercato
che resti fermo quando muta la domanda e offerta
di risparmi per il fatto istesso dell'operazione di
esproprio e di riscatto ; egli sa pure che non esiste ,

1 A Constitution for the socialist commonwealth of great Bri


tain . Longmans, London, 1920, pp. 334 e 335, chap. VIII.
XLVIII BOLCEVISMO ITALIANO

secondo gli economisti , un corso o valore di borsa


>

dei titoli , siano pure quelli di Stato , se se ne alte


rano le condizioni di offerta e domanda , come av
viene per il fatto istesso della progettata operazione ,
nonchè per la alterazione del tasso dell'interesse.
Egli ciò sa, perchè ogni bambino sa , che se le mele
sono molte e i danari e i gusti dei bambini sono
quelli di prima , le mele vanno per poco e che in
borsa non si vendono al medesimo corso cento e
mille titoli .
Egli sa pure che la quantità di un fenomeno ne
altera la qualità e che se è indifferente per tutti se
due individui passeggiano su e giù per il corso a
braccetto , ciò non si può più dire se incatenatisi a
braccetto passeggiano 20 individui . Quindi, se un
municipio espropria una società produttrice di gaz ,
e la paga con il ricavo di una imposta generale , che
perciò grava anche gli azionisti della società , ciò è
irrilevante e non motiva una domanda di esenzione
dalla imposta generale per parte degli azionisti.
Non diventò calvo chi si lasciò togliere un ca
pello ! Ma, se soltanto gli azionisti pagano l'imposta
di cui il ricavo deve indennizzarli , diventano tutti
calvi ! Passavano per puerili sofismi e per masche
rature gesuitiche consimili ragionamenti. I quali
provano che , per ora , i bolcevici non si sentono
ancora abbastanza forti per parlare chiaro , e che,
per converso, i borghesi nella loro opinione sarebbero
ancora abbastanza forti per metterli in carcere quali
propagandisti di rapina e sovversismo . I borghesi
invece pensano che i cocainomani di questo genere
vanno lasciati al proprio vizio e ai proprii sogni.
Cosa questa che , invece, ritengo per i borghesi assai
pericolosa !
M. PANTALEONI .
I

SOCIALISMO E COMMERCIO ESTERO

1. Premetto le conclusioni del discorso al discorso.-


-2. Si dimostra
che senza commercio internazionale non possono vivere le dense
popolazioni europee. — 3. Si dimostra la incapacità del socialismo a
gestire il commercio internazionale con argomenti del dott. Ludwig
Quessel. 4. Si segnalano anche altre cause di questa incapa
cità. – 5. Si dimostra non essere immaginaria la intenzione attri
buita al socialismo italiano di voler monopolizzare la gestione del
commercio internazionale. - 6. L'impoverimento progressivo del
paese è rimasto celato perchè il Governo ha mantenuto, mediante
debiti e imposte a spese della borghesia e dei contadini, il paras
sitismo burocratico ed operaio.

1. — Anzichè condurre il lettore a traverso ad


argomentazioni di cui lo scopo è di fargli accettare
un gruppo di conclusioni , preferisco di offrirgli su
bito queste conclusioni in forma di proposizioni, che
saranno allora delle tesi , e quindi , se già d'accordo
in quelle tesi , di fornirgli la scelta di impiegare il
suo tempo più utilmente che nel leggermi , e se non
d'accordo , di seguirmi con il più intenso spirito di
ribellione .
Io , dunque , penso che il socialismo italiano ,
appoggiato dal nostro Governo, che è socialista per
viltà, ed appoggiato da molta parte del pubblico,
M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano . 1
2 BOLCEVISMO ITALIANO

che è ignorante ed incosciente , sta monopolizzando


nelle mani delle proprie organizzazioni il commercio
estero dell'Italia e il flusso migratorio della sua po
polazione ' . Penso , d'altra parte , che la densità attuale
delle popolazioni europee ed in particolare quella
dell'Italia, la ragione di incremento di queste popo
lazioni e il loro stato di benessere relativo , non pos
sono , anche lontanamente, conservarsi quali ora sono,
se decresce il commercio internazionale, ossia , la
divisione internazionale del lavoro , ossia anche, se
si accresce la autarchia economica delle nazioni.
Ebbene, affermo che, tra tutte le cose di cui è in
capace il socialismo, quella di cui è più incapace
di ogni altra, si è la condotta del commercio estero,
e cid a tal segno , che presso i patroni del socialismo
scientifico, cioè presso i tedeschi , è dottrina ricono
sciuta e perfettamente pacifica, che finanche la esi
stenza di un commercio internazionale sia cosa con
traria ed incompatibile con una organizzazione so
cialista e che esso costituisca il vero pons asinorum
del socialismo integrale ! Così d'altronde , la pensa
vano e la pensano anche i Fabiani inglesi . Sostengo
quindi che , di tutte le rovine di cui è presso di noi
apportatore il socialismo , la maggiore è la intrapresa
socializzazione del commercio estero , a mezzo di
cooperative, non già libere e private, ma coattive e
privilegiate, e a mezzo di organizzazioni statali e di
organizzazioni burocratiche monopolistiche, nonchè
mediante continui, sistematici e ognor più numerosi
atti governativi di sabotaggio del commercio privato ,
della produzione privata , del traffico internazionale,
e della produzione per il mercato estero . Di conse

4 Di questo monopolio parlerò in altra occasione .


I. SOCIALISMO E COMMERCIO ESTERO 3

guenza sono di avviso che , per evitare all'Italia una


moria, che non ha parallelo in quelle dovute ad epi
demia , riduttrice della sua popolazione di circa 20
milioni , non vada escluso il ricorso ad alcun mezzo
che domi il movimento socialista , anche se questo
mezzo,, – a quel modo come i ladri, gli incendiarii ,
i rapinatori, gli associati a delinquere chiamano
guerra civile la guerra che fanno loro carabinieri ,
guardie regie e polizia investigatrice , – venisse dai
socialisti battezzato del nome di guerra civile , e di
dittatura militare , o di reazione borghese . Imperoc
chè, a me , i nomi delle cose e degli atti non fanno
nè freddo nè caldo. Bado al fine, bado allo scopo , e
scelgo i mezzi adeguati e sufficienti.

2. Passando allo sviluppo delle tesi accennate ,


su due conviene di fermarci per prime, come quelle
che sono meno intese dal nostro pubblico, se il suo
pensiero è quello che si manifesta nella stampa quo
tidiana e nel plauso che riscuotono alla Camera di
scorsi che , a mio avviso , passeranno alla storia per
colmi d'insipienza " .
Intendo di mostrare , con un minimum di dati
topici , che senza intenso commercio internazionale ,
senza esportazioni ed importazioni, senza produzione
per un mercato speculativo estero , senza divisione
internazionale del lavoro , non può vivere, nell'Europa
occidentale e centrale , l'attuale popolazione che in
questa parte del mondo risiede. E questa è la prima
tesi . Vedremo poi la seconda.
Or bene, in quale situazione venga a trovarsi un
paese a densa popolazione, che ha redditi alti , un

1 Ho , in particolar modo , presente il maiden speech del


l'on . Giuffrida.
4 BOLCEVISMO ITALIANO

regime di divisione del lavoro che lo rende capace


di grandiosissima produzione e nel campo dei beni
materiali e in quello dei beni scientifici , letterarii
e artistici , che ha investiti ingenti capitali nella sua
terra , nelle sue industrie, nelle sue vie di comunica
zione e nelle sue organizzazioni economiche e poli
tiche , e che quindi costituisce un corpo sociale di
complicatissima e sottilissima struttura , allorchè
viene gradatamente privato del suo commercio
.

estero , è cosa che abbiamo dinanzi ai nostri occhi .


Gli inglesi condannarono i tedeschi alla autarchia
economica mediante il blocco . Li posero in quella
precisa posizione in cui è verificato l'ideale socialista :
il mercato chiuso : la rinunzia a quello mondiale in
cui perverserebbero le crisi ; il mercato in cui si pro
duce per sè medesimi e in cui non vi sono più spe
culatori e affaristi.
La condanna inglese non potè venire eseguita che
tardivamente e anche soltanto parzialmente. Ciò non
di meno che effetti abbia sortito ce lo dice un illu
stre scrittore socialista , membro della National-ver
sammlung, il dott. Ludwig Quessel .
Egli ha fatto il conto in che misura prodotti ali
mentari esteri, vegetali ed animali ,, -- ad esclusione
di pesci e di bevande , entrassero nel bilancio di
ogni famiglia di 5 membri, mediamente, nel 1913.
Io trascrivo questo assai interessante specchio a ciò
che il lettore vegga quanto , sotto il solo titolo della
alimentazione, ogni famiglia tedesca dipendesse dalla
esportazione e dai noli con i quali pagava le impor
tazioni

1 Der moderne Sozialismus, 1919 – Ullstein e C. Berlin,


pp . 219 e 220. Quessel deve aver preso la popolazione quale
la dà l’Annuario statistico del 1914 in 67 milioni di abitanti.
1. SOCIALISMO E COMMERCIO ESTERO 5

Chili
PRODOTTI Quintali per famiglia
di 5 persone

ཚེསྨཨི
Frumento 8.402.000

ཙམ༠
Saraceno 271.000
Patate 449.000
Leguminose 2.000.000 15
Legumi . 2.706.000
Frutta 6.455.000 49
Grassi vegetali 2.533.000 19
Riso . 2.933.000 22
Frutta tropicali . 2.987.000 22
Cacao , Caffė, Tea 2.138.000 16

Totale vegetali 30.874.000 232

Carne e volatili 628.000 4


Grassi animali 1.794.000 13
Latte e latticini 1.360.000 10
Uova . 1.703.000 13

Totale animali 5.485.000 40

Giustamente Quessel integra questo specchio di


alimenti vegetali e alimenti animali , rilevando che
dall'estero venivano 7.4 milioni di tonnellate di fo
raggi e alimenti per l'allevamento del bestiame te
desco e che, tradotti in carne, i 7.4 milioni di ton
nellate di foraggi valevano a ogni famiglia un sup
plemento di carne di 75 chili . Erano, dunque , 232
chili di alimenti vegetali e 115 chili di alimenti
animali che il commercio estero procurava a ogni
famiglia tedesca. Il dott. Quessel si attiene a dei mi !

nimi . Non tiene conto, ad esempio , di quanto i te


deschi si giovassero di fertilizzatori provenienti dal
l'estero e di quelli derivanti direttamente dalle loro
industrie come prodotti secondi e non calcola nè
vini nè pesci . Tuttavia , anche così, il quadro diventa
eloquente, quando si consideri che il blocco ridusse
6 BOLCEVISMO ITALIANO

le disponibilità di carne a 26 chili annui per fami


glia, cioè a mezzo chilo per settimana per 5 persone,
ovvero ancora , a meno del 23 per cento di quella
sola porzione che nel 1913 veniva messa a disposi
zione di ogni famiglia per opera del commercio
estero .
Il Quessel fa pure notare ai suoi connazionali che
non potrebbero provvedersi di biancheria, di abiti ,
di scarpe senza l'economia mondiale – contrapposta
all'economia nazionale - ( Weltwirtschaft e National
wirtschaft) mancando loro adeguate quantità di lana
e cuoio e intieramente il cotone e aver essi avuto
convenienza di trasformare i terreni adibiti ad alle
vamento di pecore e alla produzione di piante tes
sili in terreni produttivi di alimenti di alto rendi
mento .
È ovvio che quanto il dott. Quessel dice della
Germania – cioè che non le sia possibile di vivere
senza commercio internazionale - è vero dell'In
.

ghilterra . Poi sarà ovvio che è pure vero della Fran


cia . E poi sarà ovvio che è vero dell'Olanda e del
Belgio e dell'Italia : e sarà vero dall'uno all'altro
come va la fila; tanto più vero quanto più è la po
polazione professionalmente differenziata , quanto più
è civile, quanto più uniformi sono le risorse territo
riali, quanto più la nazione già è stata messa, e tro
vasi , sulla via della divisione internazionale del la
voro, in ragione della quale il risparmio di una, o
di più, e spesso di molte generazioni si è trasfor
mato , ossia investito , in una lunga e concatenata
serie di beni istrumentali, e in gruppi connessi di beni
complementari, tutti quanti dalle funzioni specifiche,
e di cui ogni valore viene annullato se sparisce
questa specifica loro funzione con la limitazione, o
sparizione, del commercio internazionale.
1. SOCIALISMO E COMMERCIO ESTERO 7

In cifre assolute la esportazione tedesca valeva


quasi quella inglese ; 10 miliardi di marchi il va
lore della tedesca ; 10 miliardi di marchi quella
inglese. La differenza era di soli 621 milioni . Ma,
condizione di vita anche più rigorosa per i britanni
che per i tedeschi, sebbene 45 milioni di individui
i primi e 65 i secondi , perchè 144 individui per chi
lometro quadrato i primi 1' e 120 i secondi ; - come
gli italiani ?. I belgi raggiungono la densità enorme
di 252 individui per chilometro quadrato e gli olan
desi sono 171 per chilometro quadrato.
La partecipazione dei principali popoli al com
mercio internazionale è un dato che va tenuto pre
sente per chi si vuole raffigurare la struttura sociale
moderna . Il commercio internazionale mondiale si
gnifica scambi per circa 165 miliardi di marchi . Mi
riferisco all'anteguerra . Di questi 165 miliardi circa
131 miliardi sono condizione di vita della popolazione
europea, nel senso che, se persiste questo flusso com
merciale , essa può vivere in Europa , e se non per
siste , essa deve riversarsi altrove , o morire ; ma,
anche riversandosi altrove , deve in grande parte mo
rire , perchè non ha attitudini produttive per una
ambientazione diversa da quella in cui si è formata .
Per chi volesse una epressione percentuale del com
mercio mondiale di alcuni popoli , cioè , di tutti quelli
la cui partecipazione non è inferiore al 3 per cento
del totale, e che costituisce il 73 per cento (quasi)
del totale, può servire il seguente specchio, interes

1 Compresa l'Irlanda e la Scozia ! La densità inglese è di


238,73.per chilometro quadrato; la scozzese di 60,46; la irlan
dese di . 52,38.
2 1 tedeschi sono 120,04; gli italiani sono 120,94 per chi
lometro quadrato .

1
g BOLCEVISMO ITALIANO

sante anche per rendersi conto di quanto , più che


per altri , sia per noi imperioso l'aver senno 4 .
Partecipazione per cento al commercio mondiale .
Gran Bretagna 16,6 per cento
Germania 12,9
Stati Uniti 9,9 >>

Francia 9
1
Olanda 6,9
Belgio 4,2
India 3,6
Russia 3,5 >>

Austria Ungheria 3,3 >

Italia 3

3. Se ora è incontestabile che, nessun paese


europeo , e quindi neanche l'Italia può conservare
la propria popolazione attuale senza commercio
estero, - gli italiani hanno bisogno di circa 11 mi
lioni di tonnellate di carbone, di 1 milione e mezzo
di quintali di petrolio e benzina , di oltre 1 milione
di quintali di olii pesanti , di 2 milioni di quintali di
cotone , 1 milione e mezzo di tonnellate di legnami ,
di 1-2 milioni di tonnellate di terre non metalliche ,
e essi consumano per famiglia di 5 persone circa 260 17
chili di frumento estero , 5 chili di mais estero , 85-7
chili di carne estera, 9 chili di pesce estero ve
diamo perchè il socialismo non può fare, con metodi
socialisti, il commercio estero , ovvero perchè l'ac
caparramento socialista di questo ramo dell'attività
nazionale ne significa la distruzione.
Ed in primo luogo , nella speranza che presso i
nostri socialisti, e presso la massa dei nostri socia
listoidi, e presso tutto quel pubblico che soltanto il
1 Stat. Jahrb . u. 61*.
Í . SOCIALISMO E COMMERCIO ESTERO 9

parere di un socialista ritiene ad un tempo illumi


nato e disinteressato abbia peso , richiamerò il se
guente parere di Ludwig Quessel 1 : « Da quanto pre
cede risulta, che non possiamo nemmeno pensarci,
di rinunziare all'industrialismo esportatore , che ci
procura la possibilità di ottenere dall'estero materie
prime e alimentari . Ma, queste industrie esportatrici,
a noi indispensabili , non possono socializzarsi, finchè
all'estero domina il principio economico capitalista.
Limitare questo campo dell'esportazione di merci ,
che pro tempore non è possibile strappare al capi
talismo , potrebbe solo ottenersi a prezzo di un si
stematica limitazione delle nascite, oppure con la
fame. La ineluttabile necessità di produrre delle
merci per il mercato mondiale a titolo di contropar
tita per le nostre importazioni dall'estero , traccia alla
produzione socialista limiti che nessun potere dello
Stato, e nemmeno una dittaturu del proletariato, pos
sono rimuovere » . E su questo concetto torna nella
conclusione del libro : Non può, per ora, alcun go

1 Ecco il testo originale , quale si legge a carte 222 del


Moderner Socialismus.
So viel geht wohl aus vorstehenden Darlegungen hervor,
dass wir gar nicht daran denken können , auf den Exportin
dustrialismus , der uns die Möglichkeit schafft, Rohstoffe und
Nahrmittel aus dem Anslande zu beziehen, zu verzichten.
Die fur uns nun einmal unentberhrlichen Export-industrien
können aber, solange im Ausland das kapitalistische Wirt
schaftsprinzip vorherrsch, nicht socialisiert werden. Einschran
ken liesse sich das dem Kapitalismus einstweilen nicht zu
entreissende Gebiet des Warenexports lediglich durch syste
matische Geburtenverminderung oder Hunger. Die unentrinn
bare Notwendigkeit, Waren fur den Weltmarkt als Gegen
wert fur unsere Zufurhen aus dem Auslande zu produzieren,
zieht der sozialistischen Productionsweise Grenzen , die keine Macht
des Staates, auch keine Dictatur des Proletariats beseitigen kann .
10 BOLCEVISMO ITALIANO

verno socialista raggiungere una socializzazione in


tegrale ( Vollsozialisierung) della economia totale ger
manica , perchè la produzione per l'esportazione dalla
quale , come vedemmo, dipende la nostra esistenza
fisica, è per sua natura una produzione di merci,
mentre la produzione socialista non può essere altro
che produzione diretta per il proprio consumo ( Eigen
production) per parte di grandi o piccoli sodalizi
(p . 270) » ... « Anche una organizzazione socialista
di tutta l'Europa continentale non potrebbe rinun
ziare intieramente alla produzione di merci per
l'esportazione » , « Giacchè , come abbiamo veduto , la
socializzazione delle industrie che esportano prodotti
non è possibile , socialismo integrale essendo iden
tico con produzione socialista diretta per il proprio
consumo perciò il socialismo non può diventare in
Europa un principio economico prevalente , che se i
popoli si uniscono economicamente in tale maniera
che diventi possibile una produzione diretta per il
proprio consumo nei riguardi dei principali pro
dotti » (259).
Consigliare la limitazione del commercio estero,
commercio questo che non può farsi a sistema so
cialista , anche al costo di una diminuzione della
popolazione , consiglio dato da un uomo dallo innega
bile talento come Quessel , pur di realizzare l'ideale
socialista della ' «produzione diretta per il proprio
consumo , con mezzi di produzione propria, e in forma
di regia » , manifesta dell'infantilismo mentale 1. Bi

1 È tanto stupefacente l'infantilismo mentale del capo


rione socialista, che dò il testo anche nella versione origi
nale : « Durch bewusste Geburtenregulierung und eine ihr
entsprechende Gesetzebug — z. B. gesetzliche Festlegung des
Rechts der Arzte , bei unterernährten Frauen die Empfän
1. SOCIALISMO E COMMERCIO ESTERO 11

sogna ridurre la natalità ! Ebbene , mediante cosciente


regolamentazione delle nascite e una legislazione
adeguata, p . es . , mediante un riconoscimento legale
dei diritti dei medici di eliminare il concepimento di
donne sottonudrite, ogni nazione lo ha nel proprio
potere di limitare notevolmente il proprio Export-in
dustrialismus e con ciò di ridurre il campo economico
che è inaccessibile alla produzione socialista ( 208 ).

gniss zu beseitigen – hat es jede Nation in der Hand , ihren


Exportindustrialismus wesentlich einzuschränken und somit
das fur die sozialistische Productionsweise unzugängliche
Gebiet ihrer ' Volkswirtschaft kleiner zu gestallten » . Non
perdo tempo in critiche . Rimando ai Systèmes Socialistes del
Pareto, vol . II , p . 151 .
Il progetto è vecchio come il cucco e ha la concorrenza
di cento analoghi progetti , da Platone in qua, a dir poco .
Platone aveva preso il toro per le corna, modificando, me
diante una educazione appropriata , i gusti degli uomini . An
che Lenin ha pensato alla necessità di incominciare da li ,
affidando tutti i bambini a educatori bolcevichi ! Ingegnoso
è anche Diderot in una satira : Les bijoux qui parlent. Sot
toponeva ogni ventura a torsione e compressione in modo
che il passo della vita cosi ottenuto la rendesse corrispon
dente esattamente a quello operato in una chintana deter
minata . Si era così ottenuto anche sicurezza contro le corna.
Una seconda volta Quessel manifesta infantilismo men
tale , cioè , là dove si preoccupa della vita senza gioia crede
-
lui – dei minatori. Il lavoro del minatore dovrà limitarsi dal
16 al 32 anno; e dopo... faremo del minatore un agricoltore
al quale viene regalato un fondo rustico adeguatamente
grande! In quanto poi agli ingegneri, dopo qualche anno di
servizio in miniera, daremo loro il diritto a immediato im
piego , senza tirocinio ! ( 266 ). Eppure il Quessel è uomo dal
calibro socialista dei Leuthner, Hilferding, Hildebrand, Bern
stein, Aug. Muller, e dei francesi Zévaes Augagneur, Vi
viani, Millerand , Thomas, Landry ecc. La verità è che non
si può essere socialista senza che manchi qualche mercoledi
nel cervello .
12 BOLCEVISMO ITALIANO

4. - Le ragioni , ed è forse qui meglio dire le


cause , che si oppongono a ciò che l'organizzazione
socialista sia capace di commercio estero sono , fon
damentalmente, compendiate in questo : che all'estero
lo Stato non può imporre il suo , qualsiasi , sistema
di prezzi politici. Ma , dovendo diluire questa propo
sizione in modo che sia intelligibile anche alla de
bole mente dei nostri socialisti , diremo come segue .
L'esportatore è costretto ad adattarsi per genere e
qualità di merce al gusto di compratori esteri . È pure
costretto , in quanto al prezzo , ad adattarsi alla con
correnza. Da ciò segue che la intiera combinazione 1
dei fattori di produzione , per quantità , qualità, or
dine di successione nell'impiego , gli è imposta dal
mercato estero. E segue pure che le rimunerazioni
di questi fattori di produzione , i salarii , gli interessi ,
le rendite , i profitti, i sopraprofitti d'ogni genere ,
sono imposti dal mercato estero , poichè dipendono
dal prezzo ottenuto per le merci vendute . Egli è co
stretto a sostituire macchine al lavoro di operai , là
dove ciò riduce la spesa ; è costretto a pagare e stra
pagare i tecnici d'ogni genere, quanto la piazza
vuole perchè servano lui e non altri : i commessi che
gli fanno la piazza di vendita e quelli che gli fanno
le piazze di rifornimento di ogni genere di fattore
di produzione, dai sensali di materie prime a quelli
che gli procurano capitali e a quelli che gli procu
rano lavoratori . Devono i suoi agenti conoscere le
usanze delle piazze, le tolleranze, gli abbuoni , le
condizioni di resa. Questi agenti saranno agli ordini
di direttori di scompartimenti di acquisto e di riven
dita, che dovranno pure essere pratici dei cambi , e
dei servizii dei trasporti ferroviarii e marittimi , e
delle spese di caricamento e scaricamento , e di quelle
di custodia . Devono essi saper confrontare rapida
I. SOCIALISMO E COMMERCIO ESTERO 13

mente e esattamente i prezzi di piazze diverse , cioè


fare tabelle di parità . Ma, sovratutto , l'esportatore ,
o i dipendenti suoi , devono saper speculare ! Le ven
dite e le compere saranno fatte « a termine » . I paga
menti e le riscossioni saranno pure fatti a « termine » .
Quasi mai le operazioni saranno < per contanti a e
<

« per disponibilità » , e quando lo saranno interver


ranno continuamente riporti di merci , cioè rivendite
di quelle disponibili , accoppiate a ricompere per con
segna differita . E per giunta, vorrei dire per
-

« colmo di speculazione» –- le compere ee le vendite


non saranno soltanto a « termine » , ma « a termine
con option , o premio E ciò sarà pure una assoluta
'necessità per avere costi di concorrenza , ossia , coef
ficienti di fabbricazione minimi. Si formerà, e sarà
necessaria , una classe di compratori e di venditori
di premii, ovvero, options , per mettere il produttore
e il consumatore in condizione di non avere assai
notevoli costi da ripartirsi . Un industriale non può
comperare le sue materie prime a contanti , e a mia
sura che le trasforma : se sopravvenisse un rincaro ,
avrebbe costi maggiori di un concorrente che si fosse
provveduto di quanto gli occorre a prezzi conformi
all'epoca precedente il rincaro , cioè con contratti a
termine . Ma , se l'industriale ha fatto i suoi acquisti
con contratti a termine « fermi » , egli si trova ad
essere costretto a ritirare le sue materie prime a
prezzi superiori a quelli correnti, se è sopravve
nuto un ribasso , e quindi ad avere costi maggiori
del competitore che acquista ai prezzi nuovi. Perciò
l'industriale farà contratti « a premio >> , ossia con
« options » . Egli avrà diritto di non ritirare la merce ,
se vi è ribasso sul suo prezzo d'acquisto , avendo
pagato un premio e il suo venditore dovrà conse
gnare la merce , anche se v'è rialzo , avendo riscosso
un premio .
14 BOLCEVISMO ITALIANO

Il negoziante « in premi » , è un assicuratore delle


fluttuazioni nei prezzi . In caso di rialzo del prezzo
delle materie prime comperate dall'industriale a ter
mine con option , l'industriale ritira la merce , e ma
gari anche prima del termine di resa , scontando il
suo venditore , cioè il commerciante in premii , e egli
lavora con costi migliorati; e può anche convenirgli
di rivenderla su piazza a concorrenti che non si siano
coperti come lui . Se l'industriale, che ha comperato
a termine e premio , si trova dinanzi ad un ribasso
della materia prima, egli perde il premio, e ricom
pera a contanti a prezzi più bassi . Or bene , così
come a mezzo di premii , o di prezzi di options , si
fanno operazioni di assicurazione sui prezzi di acqui
sto , nel medesimo modo si fanno operazioni di assi
curazione dei prezzi di vendita . Il medesimo nego
ziante in premii, come s'impegna, contro un premio
che egli riceve, a consegnare la materia prima al
l'industriale anche in caso di rialzo , così pure s'im
pegna , contro un premio che egli riscuote , a ritirare
la materia prima dal produttore in caso di ribasso .
Egli non può essere che un grosso capitalista . Per
lo più si tratta di una banca di Credito Mobiliare.
Mi è impossibile di voler ora e qui fare l'educa
zione economica dei nostri socialisti e quella della
nostra burocrazia socialistoide ! È troppo la mole del
l'ignoranza che occorrerebbe poter sollevare. Evi
tando perciò ogni analisi delle esigenze del commercio
estero , e fermandoci soltanto a quanto vi ha di più
marchiano, sarà pure ovvio che l'esportatore deve
produrre generi e tipi secondo previsioni dalla cui
correttezza , o meno , dipenderà se avrà guadagni o
perdite , e percið se avrà la possibilità di pagare sa
lari e stipendi in una o altra misura, e anche se si
imporrà la necessità di chiudere l'impresa e di li

1
I. SOCIALISMO E COMMERCIO ESTERO 15

quidare materiali e macchine e impianti e licenziare


operai e stornare contratti o subirne le penalità ! Sarà
o non sarà ovvio , che ciò è incompatibile con salarii
e con stipendi che siano fissi, ovvero costanti , anzi
chè essere funzioni di parecchie variabili ?
I contratti a termine, con clausola di option , ai
quali abbiamo accennato, sono intesi , tra altro , a
ridurre al minimo gli odiosi ai socialisti odiosi -
accaparramenti. Nessuno desidera meno dello specu
latore di essere carico di stocks ! Egli vuole , ad un
tempo , avere la certezza di poter disporre di stocks
e di non averne il carico , che implica immobilizzo
di capitali , perdita di interessi , spese di custodia ,
rischio di deperimento e rischio di variazioni nei
prezzi , oltre i soliti di incendio e furto . Ebbene , se
la speculazione di compera e vendita a termine è
antisocialista , dovrà pure essere lecita e socialista
quella di formare degli stocks, cioè , di fare degli
accaparramenti ! Altrimenti i costi riesciranno supe
riori a quelli dei competitori esteri e le vendite sa
ranno fatte in perdita. Sarà inutile che faccia appello
ai sentimenti di giustizia dei concorrenti e dei com
pratori e inutile che egli mostri i suoi veri costi e
dica che ha tanto e poi tanto penato , e che ha diritto
anche lui , e tutta la sua gente , compresi i suoi operai ,
a vivere , e perfino a vivere umanamente , e quindi
un poco allegramente ! Sarà o non sarà un altro re
quisito del dirigente l'impresa quello di fare ognora
ciò che fa con rapidità fulminea , risolutezza , libertà
>

d'azione, e, last not least, con competenza ? In ra


gione della sua competenza , comprovata dal fatto ,
cioè dal successo , e ognora contestata da un pro
cesso selettivo, non dovrà egli mandare a carte qua
rantotto i « consigli di fabbrica » , cioè i sovietti in
>

erba, i parlamentini operai , e anche i consigli e le


16 BOLCEVISMO ITALIANO

ingerenze degli avvocati , che l'imbroglio politico ha


fatto diventare Ministri , e quelli dei ronds de cuire
che la politica ha fatto diventare Prefetti ? Egli li
cenzierà , su due piedi , i pigri , gli inetti , i sabotatori ,
gli scioperanti , i demagoghi , coloro che hanno il re
golamento in mano e fanno gli avvocati anzichè i
lavoratori, licenzierà coloro che amano l'industria
degli infortuni e quella delle malattie e farà tutto
ciò , se non per bontà d'animo verso gli altri lavo
ratori , con loro utile , a ciò che non restino compro
messi i loro salarii , come seguirebbe se egli non vin
cesse sul mercato mondiale . Questo , e parecchio
altro, egli deve fare che è incompatibile con il so
cialismo , se vuole tornare a produrre, e con ciò a
pagare salarii , o compartecipazioni in utili ! Il suo
bilancio non è nemmeno annuale . Può essere decen
nale, come può essere giornaliero, o mensile, per fine
borsa .
Tutto ciò che è caratteristico e connaturale della
produzione e del commercio estero, -e a rigore anche
della produzione e del commercio interno , sui quali
non mi fermo perchè ivi è possibile , sia pure con
danno , la imposizione di prezzi politici , tutto ciò
che è una conditio sine qua non del commercio estero,
è diametralmente opposto ed incompatibile con me
todi, criterii e principii del socialismo e con quelli
che da noi sono patrocinati dai varii Cabrini e Giuf
frida e dai caporioni della Confederazione generale
del Lavoro e dalle cooperative statali e socialiste . Il
Quessel cið riconosce . Ma, chi dei nostri, e siano pure
i più colti del partito, come i Labriola, i Bonomi, i
Treves e i Turati hanno uguale coraggio civile ? Chi
di loro osa convenire, che hanno ingannato il paese ,
pur essendosi ingannati essi medesimi , da 40 anni a
questa parte ?
I. SOCIALISMO E COMMERCIO ESTERO 17

5. - Ma, sto io forse preoccupandomi di un peri


colo immaginario ? E non è, invece, forse vero, che
tutto il commercio estero è monopolizzato da uno Stato
socialista, e da organizzazioni socialiste monopoli
stiche , chiamate ora con un nome , ora con un altro ,
Enti autonomi , Cooperative , Leghe, Federazioni ?
Non è monopolizzato il commercio del danaro e dei
valori mobiliari dallo Stato con il suo Ufficio dei
cambii ? E non vedono tutti con quale disastroso suc
cesso ? Non è la gestione di Stato del regime mone
tario , e del commercio delle divise e dei valori mo
biliari, e il suo monopolio del credito, e il suo mo
nopolio del commercio estero , l'unica causa del
cambio avverso e dell'agio ?
Che la Lega nazionale delle cooperative non sia
una lega libera di imprese cooperative private, ma
un monopolio socialista statale, ognora più esclusivo e
distruttore del commercio privato interno ed estero
dell'Italia , risulta a chiare note dai considerandi e
dai deliberati dell'ultimo congresso della Lega na
zionale delle cooperative (8 , II, 1920) guidata e di
retta dal Cabrini . A documentazione del mio asserto
trascrivo qui l'ordine del giorno che venne appro
vato e di cui è stato relatore Angiolo Cabrini.

« Il Consiglio generale della Lega nazionale delle


cooperative :
considerando la realizzazione dei programmi so
ciali un problema di forza politica ;
considerando che la classe lavoratrice è la sola
classe sociale integralmente interessata alla soppres
sione di ogni ceto intermediario tra la produzione e
il consumo e alla socializzazione della gestione sociale ;
constatando che, in Italia , il movimento politico
organizzato per quella socializzazione dei mezzi di
2
M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano .
18 BOLCEV ITALIA
ISMO NO

produzione ee di scambio in cui il Congresso nazionale


cooperativo del 1918 ravvisava la finalità della coo
perazione, è solo il movimento che fa capo al Partito
socialista italiano alleato alla Confederazione gene
rale del Lavoro;
considerando che anche nelle recenti elezioni
generali politiche solo tale movimento ha lottato
contro la massa degli esercenti, dei negozianti, degli
industriali e degli agrari ; e cioè contro i ceti sociali
che la cooperazione tende ad eliminare ;
ritenendo che le istituzioni cooperative debbono
stringersi sempre più al movimento della resistenza ,
sia per intensificare lo sforzo proletario di liberazione
dagli ordinamenti della società borghese, sia per gua
dagnarsi la fiducia proletaria che neutralizzi i mec
canismi di consumo , di produzione , di lavoro , di
scambio e di credito nella gestione controllata e su
cializzata ;
autorizza il Consiglio direttivo della Lega a
prendere accordi con la Confederazione generale del
Lavoro e col Partito socialista italiano :
1° Per affiatare i rispettivi movimenti nell'am
bito internazionale , nazionale e locale ; rendendo così
più disciplinata - nei vecchi e nei nuovi organi di
difesa é di conquista – l'avanzata delle classi lavo
ratrici verso le comuni rivendicazioni ;
2° Per confidare ad un unico organo -- il Gruppo
parlamentare socialista -- l'azione legislativa e par
lamentare intorno alle richieste dei Congressi della
Lega nazionale delle cooperative.
CABRINI, relatore.
Dunque : « soppressione degli intermediarii » , cioè,
monopolio legale della Lega delle cooperative : « 80
cializzazione dei mezzi di produzione e di scambio
I. SOCIALISMO E COMMERCIO ESTERO 19

a traverso la Lega delle cooperative » , ossia passag


gio della proprietà dei mezzi di produzione alla Lega
e monopolio, oltrechè dei mezzi di produzione, del
commercio dei prodotti all'interno del paese e con
l'estero; « maggiore e sempre crescente collegamento
della Lega delle cooperative con la Confederazione
generale del Lavoro e con il Partito socialista ita
liano » , cioè, monopolio della Lega delle cooperative
messo in mano del Pus, ossia , monopolio del Pus
nella produzione e nel commercio , sia all'interno ,
sia nei rapporti con l'estero.
In conformità dell'ordine del giorno Cabrini , il
Congresso prese le seguenti stupefacenti delibera
zioni le quali pure trascrivo a ricordo di quanto
possa essere la stupidità e l'infatuazione del socia
lismo italiano e a segnalazione del pericolo che il
paese corre se non si mettono questi bolcevichi pron
tamente a posto considerando come considerano
essi stessi –- la realizzazione dei programmi sociali
-

un problema di « forza politica » .

« Il Congresso ,
delibera di invitare la Lega nazionale delle
cooperative ad accordarsi colla Confederazione ge
nerale del Lavoro e col Partito socialista, onde otte
nere ;
1° che vengano aboliti completamente i Con
sorzi provinciali di approvvigionamenti ;
2º che il servizio di distribuzione di tutti i ge
neri di Stato , alimentari e di vestiario , monopolizzati
e contingentati , agli Enti cooperativi e privati , venga
affidato esclusivamente alle organizzazioni cooperative
con apposite norme da stabilirsi;
3º che il Governo intervenga energicamente a
requisire i generi contingentati quando se ne fanno
20 BOLCEVISMO ITALIANO

delle speculazioni illecite, come avviene attualmente


per l'olio e per i grassi , e ne affidi la distribuzione
alle cooperative ;
4º che il Governo consideri le Società coope
rative e gli Enti di consumo come organismi propri ,
offrendo loro l'appoggio morale e finanziario e lar
ghezza di mezzi di trasporto , di impianti, ecc. , dei
quali dispone , onde attrezzarli in modo che , tanto
nel presente che per l'avvenire e sopratutto, nell'im
minenza di una ripresa commerciale colla Russia, non
vengano sopraffatti dal commercio privato ;
5° Che al Consorzio italiano delle Cooperative
ed Enti di consumo venga data la rappresentanza
in tutti i consorzi creati dallo Stato .
Delibera inoltre che la Lega nazionale delle coo
perative inviti la Confederazione generale del lavoro
e il Partito socialista ad agitare nel paese a mezzo
delle organizzazioni operaie, e nel Parlamento, a
mezzo dei deputati socialisti, i desiderata suesposti,
fino al loro completo accoglimento.
« Il Consiglio nazionale ,
in considerazione del voto espresso per il tra
sferimento della sede a Roma ; nonchè del maggiore
organico sviluppo deliberato per tutti i servizi della
Lega e della conseguente necessità di dare alla me
desima una sede propria e conveniente ;
delibera di invitare tutte le Società aderenti a
versare una quota straordinaria di una lira per ogni
socio allo scopo :
a) di costituire , con tali versamenti , un capitale
collettivo inalienabile di proprietà della Lega ;
b) di acquistare in proprio , o in concorso cogli
organismi nazionali della cooperazione e della resi
stenza , una sede propria, che consenta tutti gli svi
luppi fissati e da fissarsi dal Consiglio e costituisca
I. SOCIALISMO E COMMERCIO ESTERO 21

un segno tangibile della maturità che il movimento


cooperativo nelle sue molteplici forme ha assunto in
Italia ;
e demanda al Comitato esecutivo l'incarico di
studiare le modalità del versamento e la opportunità
e convenienza dell'acquisto proposto .
GIACOMETTI G. BERNAROLI - ROMEO GELLI VITT . CELLA .

È forse il punto più saliente di questa delibera


zione del Congresso la confessione che leggesi al
n. 4°, che cioè le Cooperative statali resterebbero so
>

praffatte dal commercio privato se alle prime non


venissero accordati privilegi nel ricorso al credito ,
privilegi nella concessione di locali , privilegi nelle
spese d'impianto . E perfino nel commercio con la
Russia bolcevica, con i compagni cooperatori di colà ,
la organizzazione socialista italiana prevede la scon
fitta se non si elimina la concorrenza privata con
monopolii legali e prezzi politici ! Il Governo italiano,
che è già socialista, manda Bombacci a prendere gli
accordi commerciali tra i sovietti e le organizzazioni
del Pus ! Della incapacità statale e socialista a fare
il commercio non avremo mai la misura . Vanno in
putrefazione fieni, si guastano farine, gráni sono
mangiati dai sorci e dalle falene , pesci e carni si
guastano e vanno seppelliti , fagiuoli a migliaia di
quintali riescono avariati , si vende dal Governo al
l'estero (Svizzera) al nostro prezzo di calmiere merce
che ai cittadini si è vietato di vendere a prezzi qua
drupli che sono quelli di mercato , rifiutando loro il
permesso di consegnare , si pongono in tacere i furti
e si lascia dilagare il ricatto. L'Italia è preda di
bande di malfattori difesi dalla legge.
22 BOLCEVISMO ITALIANO

6. – Da tutto ciò non può seguire che un rapido


impoverimento, rimasto celato finchè il Governo riu
sciva a fare debiti all'estero e all'interno e ad
accrescere la circolazione cartacea. Le masse operaie
vivono di un pane che non pagano il prezzo di
piazza, serbando cosi redditi che riversano sull'acqui
sto di oggetti di lusso e di divertimenti. La differenza
tra il prezzo reale del pane e quello al quale è loro
venduto è coperto in parte con debiti pubblici di cui
gli interessi sono pagati dalle altre classi , non ope
raie , e in parte con imposte che pure sono pagate
dalle altre classi . Dal che segue che queste altre
classi mantengono gli operai sia che lavorino, sia
che non lavorino e si dicano disoccupati . Nel primo
caso si dà loro il pane sotto costo ; nel secondo si
fa questo e si dà loro per giunta un salario .
La fannullaggine dell'operaio dà luogo a una assai
ingenua manifestazione di meraviglia e di sconforto
del Quessel. « Coloro, egli dice , che ora dicono agli
operai che socialismo sia lavoro, mai prima della
guerra in questo senso parlarono alle masse » .
(Da noi non lo fanno nemmeno ora, caro Quessel) .
« I pochi condottieri che ciò osavano fare, erano messi
al bando, e diffamati, nel partito della democrazia
socialista a titolo di revisionisti . Da cid è seguito, che
quel giorno che per la prima volta in Germania ha
portato il socialismo all'apogeo , ha anche portato
seco un collasso della voglia di lavorare ee del piacere
che si prova nel lavoro -- ein Zusammenbruch des
Arbeitswillens und der Arbeitsfreudigkeit - quale
non se lo sarebbero mai aspettato anche i peggiori
pessimisti » . Ma, caro Quessel , non c'è borghese che
questo non avesse preveduto , e non c'è economista
che non l'avesse dichiarato effetto certo !
Or bene , al giorno d'oggi , questa massa operaia
I. SOCIALISMO E COMMERCIO ESTERO 23

fannullona, turbolente e ricattatrice è l'esercito rosso


a mezzo del quale , i caporioni del socialismo italiano
si vogliono imporre a tutto il paese e che corteg
giano, in aspra concorrenza tra di loro, i politicanti
del Pus e quelli dell'estrema clericale .
Le spese sono fatte dai contadini e dalla borghe
sia " . Fino a quando si lascerà il somaro tormentare
dagli insetti ? Quanto aspetterà ancora per fregarsi
la schiena e schiacciare i parassiti contro un muro ?
Politica, 30 aprile 1920.

1 All'uopo rimando all'articolo successivo : Una causa


della crisi italiana .

!
7

!
II

UNA CAUSA DELLA CRISI ITALIANA

1. Si studiano certi effetti secondi di prezzi politici ; si mostra che la


differenza dei redditi è la causa della richiesta di prezzi politici ;
si constata e si prevede l'ulteriore collapsus dei redditi basati su
prezzi politici. - 2. La disuguale distribuzione dei redditi è la
fonte dei prezzi politici , credendosi di poterla cosi annullare.
3. La distribuzione dei redditi quale essa è, è una posizione ini
ziale, ma non la sola. 4. Le differenze economiche tra il ricco
e il povero hanno due caratteri . 5. Ma coloro che passano da
una classe ad un'altra, non prendono subito i gusti della nuova
classe . – 6. Quali siano i veri fenomeni immediati che si manife
stano se cresce il prezzo di merce poco elastica. – 7. Come il
prezzo politico sia un mezzo per ottenere a favore di una classe
avente certi redditi il passaggio in una classe superiore. - 8. Il
prezzo politico ha assunto in Italia due forme, il calmiere e la
gestione statale. – 9. Come il deficit cagionato dai prezzi politici
sia stato colmato da imposte, e da prezzi di requisizione . – 10. E
da debiti , e da carta moneta. - 11. ll collapsus del sistema è in
cominciato, e continuerà finchè non saranno stati respinti nella
loro classe naturale i parassiti dei prezzi politici.

1. Si tratta in questo scritto sostanzialmente


di tre tesi : prendere nota di alcuni effetti secondi
dei prezzi politici; effetti i quali , sebbene impliciti
in quanto sull'argomento già è stato scritto , tuttavia
meritano uno sviluppo particolare per la importanza
politica che hanno 1 :

1 Non starò qui a definire i prezzi politici, nè a descri


26 BOLCEVISMO ITALIANO

fermarci su quella che è la ragione fondamen


tale, --se di ragione nel senso di ragionamento può
parlarsi in mezzo ad un dedalo di pregiudizii – che
porta il pubblico ad accettarli e anche a desiderarli ,
sotto certe condizioni di forma e specie , di misura e
di tempo e di luogo :
finalmente dimostrare che in Italia, dopo che a
mezzo di prezzi politici numerose classi di redditieri
infimi e mediocri si sono artificialmente sollevate e
inscritte in categorie di redditieri superiori , ora se
gue la conseguenza, preveduta ineluttabile, che esse
vengano precipitate di nuovo in basso , e più in basso
di prima, perchè il costo dei prezzi politici non è
più sostenibile dacchè non si possono più fare debiti
all'estero , esacerbare le requisizioni a prezzi di ra 1

pina, nè stampare altra carta.


In breve : è scopo di questo scritto dimostrare
quali redditi sono basati sul vuoto e a quale collapsus
essi vadano incontro con economica certezza .

2. – Gli individui che costituiscono una società


politica hanno redditi di grandezza diversa. Questo
è il fatto .
La opinione che si possa artificialmente , e si debba
moralmente , modificare questa condizione di cose
nel senso di una maggiore uguaglianza dei redditi
e la convenienza economica di coloro che hanno
redditi più bassi di procurarsene dei maggiori senza
lavoro e risparmio , ma votando delle leggi , o facen

verne le innumerevoli forme, tra reali e possibili, e neanche


a dimostrare che essi non possono dare luogo a un sistema
generale di prezzi . Rimando all'uopo ai fascicoli di gennaio
e febbraio del 1911 del Giornale d. Ec. e preferibilmente a
« La fine provvisoria di un'epopea » , pp . 1-83 . 1919, Laterza,
Bari, in cui sono tornato sull'argomento.
II . UNA CAUSA DELLA CRISI ITALIANA 27

dole votare da loro delegati, mi sembra la più po


tente delle cause permanenti della richiesta di prezzi
politici e della scarsa resistenza ad essi . I prezzi
politici. sono un'arma bolcevica, nota come tale al
socialismo comunista, ignorata come tale dal pub
blico , e non presentata ad esso sotto questo aspetto ,
nemmeno dai dirigenti il socialismo .
La richiesta di prezzi politici è motivata , in ogni
occasione in cui la si fa valere , in modo diverso ,
secondo le circostanze : ora saranno questi prezzi
invocati contro una speculazione battezzata per in
degna : ora si dirà, che un prezzo toglie il pane
dalla bocca del povero : altre volte, che stipendi e
salarii non bastano per il caro-vivere : altre volte
ancora, che , senza un prezzo politico , si avrà la
rivoluzione : l'analisi farà apparire sempre l'esistenza
della causa permanente. La richiesta di un prezzo
politico sarà sempre rivolta ai danni di una classe
che ha redditi maggiori per parte di una classe che
ha redditi minori ' .

3. - La distribuzione dei redditi in una società


è una «
posizione iniziale per ogni individuo com
ponente la società mentre è una posizione perma
nente della struttura della società . Un esempio farà
intendere la distinzione . È una posizione iniziale per
un militare essere un soldato ; può diventare sergente,

1 Esiste però una interessante categoria di prezzi zero


per beni economici, che non è una categoria di prezzi poli
tici. Essa esisterebbe anche in una società dai redditi uguali
e dai gusti identici. È questa la categoria dei beni che, con
terminologia di C. Menger, si dice « quasi non economici » .
Non ne daro ora la teoria che è fecondissima di interessanti
vedute e che non mi sembra messa al suo posto e bene svolta
dai finanzieri, generalmente parlando.
28 BOLCEVISMO ITALIANO

ufficiale e via dicendo ; è una posizione strutturale


permanente che ci siano 250 soldati per una com
pagnia, con a capo un capitano ; 4 compagnie per
battaglione, con un maggiore, e via dicendo. La di
stribuzione dei redditi è uno dei più visibili espo
nenti , o caratteri, della diversa posizione iniziale
degli individui . La diversità delle posizioni ini
ziali , in uguale ambientazione , si può riassumere,
o compendiare , in due sole categorie : la diversità
dei gusti da individuo a individuo, e la diversità
dei mezzi per superare gli ostacoli che alla loro
soddisfazione si oppongono , diversità che è diver
sità quantitativa e qualitativa di disponibilità in
tellettuali e fisiche e della durata del tempo in cui
è data vita agli individui . Ma, le due categorie,
quella dei gusti e quella dei mezzi per superare gli
ostacoli , si determinano , entro limiti , anche recipro
camente ! Una analisi delle diversità di posizioni
iniziali ci conduce in un dedalo di fattori, e ce ne
siamo occupati altra volta . Essa comporta questo
genere di elimenti . L'epoca storica in cui ci si trova ;
gli engrammata trasmessici dagli antenati , ovvero ,
più sinteticamente , l'eredità fisiologica, poichè non
v'è psicosi senza neurosi ; lo sviluppo della tecnica ,
ovvero la misura della soggezione delle forze natu
rali al nostro sapere ; la struttura giuridica e politica
della società , e via dicendo.
Se viene presa in considerazione una determinata
distribuzione dei redditi , p . es. , quella degli italiani
2

del 1920, riescono uniformi per i componenti la so


cietà e l'epoca storica, e l'ambiente topografico, e
la struttura giuridica e politica e lo stato della te
cnica. Ma, restano variabili da individuo a individuo
molta parte degli engrammata , molti elementi della
eredità fisiologica e molti elementi costitutivi del
II . UNA CAUSA DELLA CRISI ITALIANA 29

l'ambiente famigliare e professionale, oltre quelli


della posizione patrimoniale . È ovvio, ad es. , che a
parità di reddito , resta ancora cosa assai diversa un
gruppo di operai di fa riche da un gruppo di con
tadini ; un gruppo di calabresi da un gruppo di mi
lanesi , un gruppo di cattolici da un gruppo di ma
terialisti , e via dicendo . Da ciò segue che la classi
>

ficazione di una società in ragione dei redditi, mentre


corrisponde a una classificazione di « posizioni ini .
ziali » diverse , non rispecchia che uno solo degli
elementi costituenti la totale diversità delle posizioni
iniziali 4. Questa verità va tenuta presente con co
stanza e con piena comprensione , quando si opera
con la curva dei redditi , cioè quando se ne fa uso
come di premessa maggiore in sillogismi .
È chiaro che non formano classi , l'una armata
contro l'altra , per divergenza d'interessi e di men
talità, a quel modo come contrastano « ricchi e po
>

veri » , 0 « borghesi e proletarii > , anche «maomettanie


<

cristiani » nei Balcani , o « agricoltori e industriali » , o


« socialisti, ossia comunisti e individualisti » , « fran
cesi e tedeschi » . E tra le notevoli deficienze di acume
analitico dei pensatori socialisti , è esempio calzante
questo , che essi vedano soltanto proletari da un lato
e borghesi dall'altro , o ricchi e poveri , cioè, soltanto
una divisione di redditi , trascurando perfino la di
stinzione tra agricoltori e operai . La classificazione
per ordine di redditi ha, certo , importanza , o fecon
dità , sillogistica maggiore di una grande serie di

1 Possiamo dire l'istessa cosa dicendo che se i redditi


venissero parificati, ancora le posizioni iniziali sarebbero
diverse, ed anche che , se volessimo classificare in ragione
di posizioni iniziali diverse potremmo farlo in tanti modi
diversi quanti sono gli argumenta .
30 BOLCEVISMO ITALIANO

altre possibili classificazioni, p. es . , di quella in


ragione della statura a una certa età. Ma , non sap
piamo punto che essa sia la più importante e feconda
di tutte, e direi, anzi , che è ben certo che cosi non
sia , p . es. , di una classificazione in ordine a ingegno ,
o in ordine a coraggio , o perseveranza, o in ordine
a salute biologica . Dico ciò perchè, per quanto ovvio,
mi sembra spesso trascurato , precisamente da rifor
matori socialisti .

4. Quale sia la forma della curva dei redditi


almeno per l'epoca in cui vi sono delle statistiche ,
e presso le popolazioni civili d'Europa e d'America –
sappiamo dal Pareto ; lo sappiamo a sufficienza , ad
ogni modo , per l'argomento nostro e quindi siamo
dispensati dal divagare ora col tener conto dei molti
studi che quelli del Pareto hanno suscitato 1. Data

4 Non per tutti può riuscire comodo che io rimandi al


Pareto, data la estrema rarefazione del suo Cours sul mercato .
A titolo di esempio del modo come siano ripartiti i patrimonii
e i redditi darò qui le cifre che sono fornite dall'imposta sui
patrimonii in Prussia (imposta della Ergänzungssteuerve
ranlagung) istituita nel 1893, 4/6, andata in vigore nel 1895,
1/4, e applicata per triennii nel 1899, 1902, 1905, 1908 e 1911 .
Il 1914 è sopravvenuta la guerra .
Erano , per il triennio 1911-1913, i contribuenti aventi un
patrimonio (in marchi)
da 6 mila a 20 mila, 896.208, cioè il 50,72 % del totale
20 > 32 > 301.927, >
17,09
32 >> 52 > 229.501, >
12,99
52 > 100 > 180.393, 10,21
100 200 ► 88.356 , 5,00
200 > 500 > 47.507, 2,69
» 500 1000 > 13.793, 0,78 >

> 1000 2000 > 5.923, >


0,34 >

» 2000 in su 3.426 , >


0,19 >

Il lettore vede che i patrimoni relativamente piccoli da


II . UNA CAUSA DELLA CRISI ITALIANA 31

una serie di redditi in ordine decrescente , e consi


derando che ogni reddito è speso, e perciò è uguale
alla somma delle quantità metriche di una serie di
beni moltiplicati cadauno per il suo prezzo unitario ,
più quanto viene risparmiato , è facile dire a che cosa
si riduca la differenza tra un uomo benestante e un
uomo meno benestante , in qualunque ordine della
serie dei redditi si prendano l'uno e l'altro .
Due redditi di grandezza diversa daranno luogo
a due serie di beni , di cui le quantità vanno mol
tiplicate per i prezzi , e a ogni serie va aggiunta
una certa e diversa dose di risparmio. Queste
due serie saranno l'una diversa dall'altra soltanto
per due caratteri : primo , sarà, nel bilancio dell'indi
viduo che ha il reddito maggiore, di molto, o al
quanto , più numerosa la specie delle merci che vi
figurano; secondo, sarà la utilità marginale dei beni
che figurano nel bilancio dell'individuo più agiato ,
di molto, o alquanto , minore di quello che essa non
sia nel bilancio dell'individuo meno agiato per i
beni che sono comuni ai due bilanci .

6000 marchi a 20.000 marchi abbracciano più della metà dei


contribuenti, e i patrimonii superiori ai 500.000 marchi abbrac
ciano soltanto 1,31 % dei censiti.
In quanto ai redditi, nel 1914, erano i contribuenti aventi
un reddito (in marchi)
da 9 cento a 3 mila , 6795
>
3 mila 6,5 639
>
6,5 9,5 102
9,5 30,5 > 116
>
30,5 » 100 24
in su 5,2
» 100 ,
La suddivisione di coloro che avevano un reddito tra
900 marchi e 3 mila dà per il 1913 la cifra di 6.489.373 con
tribuenti, costituenti l'88,679% del totale di coloro che erano
soggetti alla Eiukommensteuer .
32 BOLCEVISMO ITALIANO

In breve : il ricco godrà di un maggiore numero


di beni e in misura maggiore di ciascuno di essi di
quello che non farà il povero. In condizioni di equi
librio ognuno avrà ripartito il proprio reddito tra
consumi e risparmio in modo tale che siano uguali
tutte le proprie utilità marginali ponderate, ossia,
le utilità marginali divise per i prezzi, e , se i sup
posti individui costituiscono una società catallattica ,
sarà ancora vera quest'altra proposizione : che la
proporzione tra le utilità marginali ponderate sarà
la medesima presso entrambi , come è risaputo dal
Walras . Ma, saranno maggiori presso il povero tutte
le utilità marginali , e saranno meno numerose le
specie di beni consumate , poichè non saranno acqui
state tutte quelle merci per le quali l'utilità loro
iniziale , ragguagliata all'utilità marginale del loro
prezzo, riesce minore della utilità marginale delle
altre ragguagliate ai loro prezzi .

5. – Va pero condizionata la proposizione che la


differenza tra il ricco e il povero consista soltanto ,
come ho detto , nel maggior numero di beni consu
mati dal primo e nel più basso livello delle sue uti
lità marginali ponderate .
Ciò è vero , a condizione però che sia pure vero
che i gusti di entrambi siano i medesimi ; almeno
come fenomeno di massa , e prescindendo da idiosin
crasie e coefficienti personali. Ma , l'osservazione ci
insegna che , sovratutto se andiamo verso le classi
di reddito minori , la sfera dei gusti è limitatissima
relativamente a quella che si ha se si va verso le 1
classi dai redditi maggiori. Ciò si vede ogni volta
che i salarii salgono, sovratutto se salgono ex abrupto,
o in via di shock.
Si vede allora che il basso popolo, per incapacità
II . UNA CAUSA DELLA CRISI ITALIANA 33

intellettuale e morale di estendere i propri gusti , non


si comporta a quel modo che si comporta la classe
dei redditieri che ora lo accoglie , e che a quel red
dito è già abituato, ma si comporta in modo che
apparisce - ed è - scialacquatore e vizioso ; in modo
disforme da quello nel quale esso medesimo verrebbe,
e con il tempo viene in seguito ad una pacata
e sperimentale analisi delle utilità marginali relative.
E la contro prova di ciò si ha allorchè gente prece
dentemente benestante perde i proprii redditi . Non
assume con ciò , se non dopo molto tempo , e spesso
soltanto nella seconda generazione, i gusti della classe
inferiore che ora è diventata la sua : continua ad
avere gusti diversi e ripartisce in conformità i pro
prii redditi. Che tutto ciò sia come dico , ben si è
visto nella condotta degli operai strapagati durante
e dopo la guerra, in quella dei plebei diventati nou
veaux riches, e inversamente, in quella della gente
a reddito fisso diventata povera dopo che quel red
dito , anteriormente alla guerra , la aveva collocata
tra i benestanti . In breve : una alterazione nei red
diti di una classe non ne altera i gusti subito in
conformità dei gusti quali si sono formati nella classe
di cui la nuova viene a far parte ; essa trascina ap
presso a sè i gusti precedenti, conformi al proprio
stato mentale e morale .
Ed occorre ancora aggiungere che le due propo
sizioni sono vere, a condizione che sia egualmente
facile nelle varie classi , per rapidità e compiutezza,
la continua ripartizione , o rinnovata ripartizione ,
tra i varii capi di spesa ad ogni alterazione , anche
minima , dei prezzi , ossia, in altri termini , se è ugual
mente facile in ogni classe di redditi rinnovare la
posizione di equilibrio walrasiano ad ogni alterazione
dei prezzi .
M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano . 3
34 BOLCEVIS ITALIANO
MO

Ma, ciò, non è. Ed allora , quanto meno è, tanto più


resta distante la posizione dell'individuo da quella
di massima soddisfazione, cioè da quella in cui la
utilità totale fornita dai beni è un massimo , condi
zionato soltanto dall'entità del reddito e dai prezzi .
Ma, dove è minore questa elasticità di adatta
mento ? Evidentemente, di nuovo , nelle classi di
redditieri inferiori, e per insufficienza di intelligenza
e per maggior forza dei costumi e delle abitudini.

6. — La teoria che , con ragione , mira a rispec


chiare e le cause permanenti del fenomeno e il suo
assetto definitivo, prescinde da ostacoli accidentali
e transitorii, i quali concorrono a caratterizzarne il
percorso e che fungono da veli delle cause costanti
agli occhi dei « pratici » . Allorchè rialza il prezzo
di un bene che fa parte di coloro che entrano nel
bilancio di una famiglia, cioè, nella distribuzione di
un reddito, se il rialzo non è proprio assai notevole,
non viene alterato lo stanziamento in bilancio che
toccava a quel consumo unitamente ad una altera
zione di tutti gli altri stanziamenti e ad una alte
razione del lavoro produttivo , come vuole la teoria ;
avviene, invece , la totale o parziale soppressione di
altre spese destinate ad altri consumi fino a concor
renza dell'occorrente per mantenere ferma la spesa
del consumo che è rincarito ; e meno che mai si
accresce subito il lavoro produttivo del reddito , ora
non più sufficiente al riparto precedente.
Il ricorso a lavoro supplementare è l'ultima delle
risorse alle quali la gente ha ricorso , anche per le
difficoltà che si oppongono ad una sua rimunerazione
adeguata. La scelta , poi , dei consumi da sopprimere
o da ridurre , oltrechè essere lì per lì determinata
dal più caotico e anarchico dei ragionamenti , è anche
>
II . UNA CAUSA DELLA CRISI ITALIANA 35

soggetta , ossia vincolata , a moltissimi ostacoli costi


tuiti da contratti in corso , da esigenze consuetudi
narie dell'ambiente morale in cui ognuno vive , non
chè da abitudini personali, cioè dai gusti che solo
lentamente si riformano. È anche di solito, sovra
tutto ora , assai più incatenata la distribuzione del
reddito delle classi operaie a tangenti dovute per
legge, (per assicurazione sulla vita , disoccupazione ,
per il caso di infortunii), e a tangenti dovute a pres
sione socialista, (per le leghe, per gli scioperi, per
il giornale del partito), di quello che non lo siano
i redditi delle classi più agiate , con la conseguenza
di limitare la scelta del genere di consumo da ri
dursi. Per contro è più libera , o meno legata, la
>

quota di risparmio nelle classi inferiori che nelle


classi superiori , perchè in queste rientra in tutto un
piano di usi futuri, veduti con grande vivacità , come
di sicuro realizzo, piano futuro di cui le utilità mar
ginali sono paragonate ai godimenti presenti, là dove ,
nelle prime il risparmio è una riserva, o hoard , al
quale si pone facilmente mano, per malattia o per
divertimento, per nozze e per morte .
Due bilanci di famiglia , quello di un operaio e
quello di un commerciante o industriale , sono in
fondo poco omogenei e quindi poco paragonabili,
in quanto il primo ripartisce il reddito prevalente
mente tra beni diretti , là dove il secondo lo ripar
tisce , oltrechè tra beni diretti , anche in notevole
misura tra beni istrumentali . Questa differenza non
è adeguatamente resa dal capitolo del risparmio che
in entrambi si trova e dalla sua differenza puramente
quantitativa. Ciò che , in sostanza, corrisponde nel
bilancio operaio agli investimenti che fanno il com
merciante e l'industriale, sono quelle quote che egli
paga, come ho accennato, alle leghe di cui fa parte,
36 BOLCEVISMO ITALIANO

alle casse di assicurazione per invalidità, infortunii ,


vecchiaia , ecc. Con il suo bilancio è paragonabile
per maggiore omogeneità quello degli impiegati go .
vernativi .
Tutto considerato mi sembra ovvio che le classi
che hanno redditi minori sono notevolmente deficienti
per qualità in confronto delle altre , in modo che
questa deficienza è causa del minor reddito e non
già il minor reddito causa della deficienza . E così
pure è minore la loro sensibilità di fronte a priva
zioni , ed è la minore sensibilità causa delle maggiori
privazioni e non già , viceversa , queste causa di
quella . La infinita varietà e frequenza delle occa
sioni offerte alle classi inferiori di migliorare la loro
sorte depaupera continuamente la loro massa dei mi
gliori suoi elementi, di quelli , cioè, che salgono nelle
>

classi superiori mantenendo così le qualità della


massa ognora adeguate ai suoi redditi .

7. La ascensione in una classe di redditieri


superiore allorchè avviene per opera della selezione
è un fenomeno individuale per quanto possono essere
numerosi questi individui . Di tutti gli individui com
ponenti una classe tocca agli uni e non tocca agli
altri di salire di uno o più gradini.
Orbene , il ricorso ai prezzi politici è un mezzo
per far fare a una intiera classe simultaneamente un
passo in sù e alle altre una somma di passetti in
giù , somma che deve riuscire uguale al passo fatto
in sù, più i costi dell'operazione.
Ciò si vede subito ponendo mente alla specie delle
merci che sono oggetto di prezzi politici , sia che
vengano vendute dal Governo a prezzi più bassi di
quelli del mercato libero, sia che vengano requisite ,
ossia comperate , dal governo a prezzi inferiori di
II . UNA CAUSA DELLA CRISI ITALIANA 37

quelli del mercato libero , e ponendo mente a quelle


che sono le classi che pagano le imposte con le quali
si colmano le differenze tra prezzi politici e prezzi
economici e che pagano gli interessi e i riscatti dei
debiti governativi che concorrono a colmare la sud
detta differenza .
Le merci di cui i prezzi sono artificiali sono merci
che figurano nel bilancio delle classi che hanno red
diti minori di altre per somme percentuali maggiori
di quelle che hanno nel bilancio di classi che hanno
redditi maggiori .
Si confrontino, per facilitare il ragionamento , due
bilanci ; un bilancio di cui la spesa totale sia dalle
1.000 a 1.500 lire e un bilancio di cui la spesa to
tale sia dalle 6.000 alle 6.500 lire . Prendo distanze
piccole , già sufficienti per mettere in rilievo l'argo
mento del nostro discorso .
Il primo spenderà :
per alimentazione il 47,33 per cento
> alloggio 18,02
vestizione 8,66
>> combustibile 6,09 >>

luce 1,03
varia 8,68

Il secondo spenderà :
per alimentazione il 36,45 per cento
alloggio 17,45 >>

vestizione 15,72
combustibile 3,85
luce 1,18
>> varia 25,40

Si sgravi ora , in entrambi i bilanci , metà della


spesa per l'alimentazione . Il 23 e mezzo per cento
38 BOLCEVISMO ITALIANO

del primo bilancio resterà disponibile e si riverserà,


per le ragioni esposte nel paragrafo precedente (6) ,
per un periodo di tempo assai lungo , sul capitolo
delle varia , che salirà al 32,18 per cento . In quanto
al secondo bilancio , la disponibilità che il prezzo
politico crea , sembrerebbe dover essere del 18 per
cento. Ma ciò non sarà, per due ragioni : in primo
luogo questa , che i generi di cui si riducono i prezzi
entrano pochissimo nei generi costituenti il 36,45
per cento della spesa dell'alimentazione ; in secondo
luogo quest'altra, che di tutto quanto si avvantaggia
il primo bilancio, viene gravato , a mezzo delle im
poste , il secondo , in modo che il reddito da spartire
in soddisfazioni non è più quello supposto dalle
6.000 alle 6.500 lire ma meno. E l'aggravio è an
cora maggiore del doppio di quanto così apparisce,
in ragione dei faux frais, sperperi e furti, che si
aggiungono ad esso per opera della burocrazia per
le cui mani passano acquisti e vendite di merci .
8. – Nei riguardi dei generi di consumo i prezzi
-

politici hanno assunto due forme: il calmiere a ca


rico del venditore della merce e a favore del com
pratore : -e la gestione di Stato della merce . Nel
primo caso , il prezzo di vendita artificialmente basso
della merce ne aumenta il consumo , sia rispetto a
quello che esso sarebbe stato al prezzo più alto di
mercato, - e ciò è precisamente lo scopo del cal
miere, sia rispetto al consumo che avevasi ante
riormente , anche se il prezzo di calmiere non ha
fatto che consolidare l'antico prezzo di mercato ,
perchè questo riesce ora, relativamente ai prezzi dei
generi non calmierati , più basso di prima, con la
conseguenza che la domanda di questi altri generi
è in parte sostituita da domanda del genere calmie.
II. UNA CAUSA DELLA CRISI ITALIANA 39

rato. Ne è conseguenza un accelerato esaurimento


delle provviste presso i detentori della merce cal
mierata, con insufficienza della disponibilità rispetto
alla domanda che al prezzo di calmiere viene fatta ,
poichè la disponibilità era commisurata a una do
manda a prezzo relativamente maggiore, cioè a un
sistema di prezzi nel quale quello del genere in
quistione era più alto . A misura che la disponibilità
della merce si esaurisce, nessun flusso di produzione,
o di rifornimento ai venditori è possibile , perchè il
prezzo di vendita o non copre più le spese di pro
duzione, o non le copre più in quella misura e pro
porzione in cui le copre nel commercio e nella
produzione degli altri beni diretti non calmierati ,
cioè , il calmiere non acconsente che nella serie delle
industrie che concorrono alla produzione e al com
mercio della merce calmierata , i salarii , gli interessi,
gli stipendi , i premii per i rischi , ii prezzi di affitto
per locali , i prezzi di acquisto per materie prime e
beni istrumentali , o di questi le quote di ammorta
mento e gli interessi , le spese di trasporto e i pro
fitti di tutta la serie di imprenditori possa restare
quella che è in tutte le altre produzioni . Il prezzo
di vendita della merce calmierata si decompone in
innumerevoli rimunerazioni di servizii personali di
coloro che hanno in qualunque modo concorso a
produrla, rimunerazioni che prendono il nome di
spese di produzione e che ora, per il fatto del cal
miere, riescono relativamente inferiori a quelle che
si hanno nella produzione e nel commercio di ogni
altra merce . Tra i fattori di produzione della merce
calmierata vi sono , in ogni fase che gli elementi di
questa merce devono percorrere prima che essa sia
quella che è nel negozio del rivenditore , dei salarii
che non troverebbero più copertura al prezzo di cal
40 BOLCEVISMO ITALIANO

miere e che hanno un livello maggiore se rimune


rano opera impiegata a fare merci non calmierate .
Da ciò segue il noto fenomeno dell'esaurimento senza
rinnovamento dei generi calmierati . Il dettagliante,
se vuole ripercuotere il calmiere, non è rifornito dal
grossista ; il grossista dal produttore del genere ;
questi dai grossisti di tutti gli elementi che entrano
nella fabbricazione del genere e via di seguito . In
tutta la serie trovansi salarii , che andrebbero an
ch'essi ridotti , se vuolsi coperto il costo , sia asso
luto , sia relativo della merce calmierata .
E se si calmierasse tutto quanto ?! È ovvio che
non sarebbe materialmente possibile calmierare i
fattori di produzione provenienti dall'estero . È anche
ovvio che occorrerebbe coartare fisicamente gli ope
rai a ciò che agissero diversamente da quello che
li alletta ad agire il salario loro offerto , cioè , a pre
ferirne uno minore a uno maggiore. Ed è anche
ovvio che non esiste , e non esisterà mai , una mente
umana che sia o sarà capace di prestabilire , anche
per un solo istante , i coefficienti di fabbricazione di
tutte le merci e di prestabilirne le variazioni in
quantità e prezzi . È perciò seguito , ovunque si sono
stabiliti dei calmieri sui beni diretti , che , dopo che
si è prodotto l'esaurimento degli stocks , o mentre
questo si è manifestato, il governo ha dovuto ten
tare di calmierare i fattori di produzione , e , avve
ratasi la cessazione, o la diminuzione della produ
zione , passare a calmierare surrogati tecnici , e eco
nomici , e i loro fattori di produzione, e i fattori di
produzione dei fattori di produzione , risalendo da
problema insolubile a problema ancora più insolubile .
E allora il governo ha creduto di poter saltare
il fosso , ricorrendo al secondo sistema di prezzi po
litici che consiste nella gestione diretta della produ
II . UNA CAUSA DELLA CRISI ITALIANA 41

zione , oppure nella compera - secondo i casi - e


poi della vendita diretta della merce . A ciò era ed
è spinto , oltrechè dal fallimento del primo metodo ,
dagli interessi del parassitismo socialista nelle cui
mani vengono a stare le gestioni dirette dello Stato .
Ma , fallisce anche questo secondo sistema, non fosse
altro per la tecnica impossibilità del socialismo e
dello Stato di fare il commercio estero , come ho
dimostrato in altro saggio di questa raccolta.
-

9. – Possiamo confortare quanto abbiamo detto


richiamando l'attenzione del lettore italiano su fatti
che egli ha sotto gli occhi da oramai ben cinque anni .
In Italia il deficit creato dai prezzi politici appli
cati a moltissime merci viene colmato da entrate
che hanno tre diverse sorgenti : da debiti contratti
dal Governo , e questi lasciamoli per il momento in
disparte ; da imposte e da requisizioni sotto costo.
Quando il grano nazionale viene requisito a 75 lire
il quintale e sul mercato aperto vale 140, havvi una
imposta di 55 lire per ogni quintale requisito. Quindi
i bilanci che vengono presentati al Parlamento, sono
lungi dal contenere gli elementi occorrenti per ren
dersi conto della spesa totale dei prezzi politici . In
questi bilanci non figura l'imposta di cui vengono
colpiti i produttori di beni economici requisiti a
prezzi inferiori di quelli del mercato . P. es . , nel caso
del grano, su 58 milioni e mezzo di quintali pro
dotti , toltine 6 milioni per le semine , restano 52 mi
lioni e mezzo, dei quali , anche soltanto la metà re
quisita a prezzo di 75 lire , anzichè pagata al prezzo
di 140, dà luogo a una imposta di 1.700 milioni 4.

1 Mentre scrivo il Ministero pensa di portare il prezzo


di requisizione del grano a L. 110 al quintale per il luglio
42 BOLOEVISMO ITALIANO

Si estenda il conto al bestiame e a pochi altri ge


neri principali . Risulterà dal conto una imposta fuori
bilancio di ben 3 miliardi a carico della proprietà
fondiaria . Si continui poi a calcolare quanto perdono
in ragione dei prezzi politici i proprietari di case
e quanto d'altra parte guadagnano gli inquilini .
Anche qui trattasi di una imposta che non figura
nel bilancio dello Stato e che alleggerisce sovratutto
il bilancio privato di coloro che hanno redditi rela
tivamente meno notevoli. Sono , di nuovo , i bilanci
di operai e artigiani , ed i bilanci degli impiegati
che si avvantaggiano in danno di altri cittadini ; ed
i primi vengono perciò ad avere margini nel loro
bilancio per il consumo di oggetti di lusso e di ser
vizi di lusso , quali li concepisce la loro limitata
mentalità e quali li indicano i loro bassi gusti . Tra
questi lussi figura il fannullismo.

10. — La guerra , in sè , non ha costato al paese


più di metà dei circa 100 miliardi di debiti palesi
che si sono profusi in Italia . La guerra è stata ed
è il pretesto per una operazione di arrembaggio so
cialista affaristico . Il Governo è stato messo in grado
di fare dei debiti , cioè , di avere beni diretti e istru
mentali , promettendo il loro pagamento . Questi de
biti sono di due specie totalmente distinte : la emis
sione di carta monetata e la emissione di buoni del
tesoro e di consolidato . La distinzione sta in questo ,
che il debito che ha avuto forma di emissione di

prossimo . Ebbene il quintale vale 220 lire cif Genova, oggi


stesso . La imposta è dunque , se anche soltanto 26 milioni
di quintali sono requisiti , di 26 per 110 , cioè di 2 miliardi e
860 milioni . Ecco come si riempiono le pancie dei socialisti
e della burocrazia (20 marzo '920 ).
II . UNA CAUSA DELLA CRISI ITALIANA 43

carta moneta è stato una imposta di cui l'incidenza


definitiva è oramai avvenuta . All'incontro , il debito
che ha avuto forma di emissione di buoni del tesoro
e di consolidato è un debito ancora campato in aria
perchè non è risoluta l'incidenza delle imposte con
le quali si pagheranno gli interessi e l'ammorta
mento . Spiego prima la prima affermazione: poi
tratterò della seconda .
In quanto il debito consiste in carta moneta messa
in circolazione, l'operazione economica fatta dal Go
verno si traduce in questo : che il Governo ha tolto
ai proprietari di beni tanta parte di questi beni
quanta ne ha potuto avere in ragione del valore
della moneta messa in circolazione . Questo valore è
andato sempre decrescendo e con grossa approssi
mazione possiamo ritenere questo valore pari alla
media della potenza d'acquisto che la moneta ha
manifestato tra l'epoca in cui il livello dei prezzi
era quello ante-bellum e il livello suo attuale. Infatti,
per ogni 10 lire messe in circolazione il governo ha
scelto per 10 lire di merci e se le è prese ; ma, alle
prime 10 lire messe in circolazione il valore delle
lire non era ancora deprezzato. Le ultime 10 lire
messe in circolazione non hanno più comperato che
un terzo di tanta merce quanta ne comperavano le
prime . Perciò , se la emissione si fosse venuta com
piendo dal principio della guerra ad oggi in un
flusso sempre uguale , la quantità totale della merce
presa ai detentori sarebbe pari al valore nominale
di tutta la moneta messa in circolazione diminuito
di un terzo . Ai detentori della merce è stato dato
un pezzo di carta che essi hanno distribuito ad altri ,
prendendo alla loro volta ad altri delle merci nella
misura del corso delle lire . Quando tutti i prezzi si
saranno uniformemente rialzati in ragione del de
44 BOLCEVISMO ITALIANO

prezzamento della moneta , non continuerà più a


trasferirsi dagli uni agli altri la requisizione di
merci che in questo modo è stata operata e che è
stata una espropriazione non pagata , cioè una im
posta che avrà gravato su di ognuno nella misura
in cui non sarà stato svelto a rialzare i prezzi della
propria produzione di merci, o di servizii , in ragione
della velocità con la quale calava la potenza d'ac
quisto della moneta . Donde la istintiva ressa gene
rale di rialzare i proprii prezzi di vendita, manifesta
in tutti quanti , e il danno di coloro che ciò non
favevano in misura adeguata , e il danno maggiore
di coloro ai quali i calmieri governativi ciò impe
divano .
Venendo ora a dire dei debiti fatti in forma di
buoni del tesoro e di consolidato , e di cui il ricavo
è passato dalle mani dello Stato in quelle di una
classe di individui , in forma di salarii e stipendi
loro pagati e di merci loro fornite sotto prezzo , cioè ,
a prezzo politico , è ovvio che si tratta di un pro
vento che non può continuare e che perciò i nuovi
redditi ai quali ha dato luogo sono campati in aria .
È stata una gigantesca cuccagna la distribuzione di
tutti i beni comperati con la contrattazione di debiti
e il lato più grave della operazione sta in questo ,
che con una risorsa occasionale, quale è la ricchezza
ottenuta con i debiti , si sono presi molti impegni
permanenti , quali sono , ad es. , quelli di aumenti di
stipendi concessi ai ferrovieri dello Stato e delle
linee di società private e ai tramvieri e alla buro
crazia tutta quanta e agli operai delle fabbriche.
Questi debiti non si possono continuare a fare
perchè i sovventori , ora che la guerra è finita e
l'Italia non serve più , vi si rifiutano, e , in quanto
sono stranieri , non c'è modo di coercirli . Sparirà
II . UNA CAUSA DELLA CRISI ITALIANA 45

per prima questa fonte dei redditi delle classi arti


ficialmente sollevate , e ridurrassi pro tanto il loro
reddito , precipitandole a livelli donde li mossero
congiunture politiche , e non già produttività econo
inica . Sparirà poi , molto più lentamente, e con no
tevoli dislivelli durante il recesso , la fonte di red
dito dovuta ai prezzi politici . La lotta alla quale
darà luogo la sistemazione, ossia, con termine te
cnico , la definitiva incidenza del debito pubblico,
darà luogo a molti prezzi politici di nuova creazione ,
ma che saranno anche meno durevoli di quelli più
antichi , e perchè oramai da molti avvertiti , e rico
nosciuti per quello che sono, e perchè lottandosi
sull'orlo di un precipizio ognuno lotterà con la mas
sima asprezza per il centesimo .
11 .
· Non possono continuare i salarii e gli sti
-

pendi che hanno questa provenienza perchè la pro


venienza è ormai bloccata . Non possono continuare
le distribuzioni semigratuite di merci , cioè i loro
prezzi politici , perchè non c'è più chi paghi la diffe
renza dal prezzo di favore al prezzo reale. È un
collapsus del sistema e la elevazione delle classi che
hanno profittato del sistema in ordini di classi più
elevate, è basata sul vuoto e esse precipiteranno ra
pidamente al posto loro assegnato dalla loro capa
cità a produrre merci e a rendere servizi apprezzati
in conformità del valore loro di piazza. La manna
che è caduta in grembo a una parte degli italiani
a quelli che non hanno fatto la guerra in forma
di assai più di 75 miliardi , tra debiti , carta moneta ,
prezzi politici di vendita e di requisizione, senza
che essi si rendessero conto che sarebbero un giorno
chiamati a restituirla , questa manna ha profonda
mente alterata la psicologia delle masse e la loro
46 BOLCEVISMO ITALIANO

nozione delle realtà, la prima già anteriormente assai


guasta, e la seconda già anteriormente assai debole.
Da cið deriverà, finchè l'una e l'altra non si saranno
corrette, una minore produttività del paese.
Questo riflusso ad un livello più basso, assai più
basso , del tenore di vita di una notevole popolazione
operaia e di una pure notevole popolazione di fruits
secs della borghesia , ora imboscata nella burocrazia ,
sarebbe reso più facile se fosse libera la emigrazione .
Senonchè qui ci troviamo da capo di fronte ad un
monopolio dello Stato, con i relativi Cabrini, il mo
nopolio del Commissariato dell'Emigrazione , e perciò
segue che tra le varie istituzioni che vanno infrante ,
o profondamente modificate , in modo da non essere
più nocive, e a ciò che tornino alle loro funzioni
primitive, vi è anche questa del monopolio statale
della emigrazione del cittadino italiano.
Ma, cosa mai sarebbe accaduto se non vi fossero
stati calmieri e monopolii socialisti , in breve, prezzi
politici ? Sarebbero forse, allora , morti di fame co
loro che non hanno avuto cibi e vestiarii e alloggio
a prezzi di calmiere ? Neppure per sogno ! Sarebbero
stati in condizione economica assai migliore , non
già di quella fatta loro finché hanno potuto fare
bottino , ma bensì certamente di quella che è la loro
sorte se si fa la somma del periodo di bottino e del
periodo che segue quello di rapina legale.
Distinguiamo, nel ragionare il problema , quel
rialzo del prezzo di ogni bene diretto e istrumentale
che è puro fenomeno monetario , in quanto è dovuto
all'accresciuta circolazione monetaria da quell’au
mento nel costo che è dovuto a distruzione di capi
tale , a dislocamento di beni istrumentali, a sottra
zione di servizii personali da funzioni economiche,
a correnti commerciali messe a soqquadro e a divi
II . UNA CAUSA DELLA CRISI ITALIANA 47

sioni del lavoro distrutte . In quanto al primo feno


meno, i suoi effetti definitivi sono pressochè nulli .
Si tratta di moltiplicare tutti i prezzi per il mede
simo fattore, e ciò lascia i rapporti dei prezzi in
variati . Non varia una sola ragione di scambio di
merci e servizi personali, se un istrumento degli
scambii non costoso, quale è la moneta cartacea a
corso forzoso, raddoppia o triplica di quantità, dopo
che tutti i prezzi si sono proporzionalmente rialzati.
I danni sono tutti del periodo transitorio e non

sono danni dei salarii degli operai !


In quanto , invece , al rialzo di costo reale, effetto
inevitabile di ogni guerra, l'intervento del Governo
a mezzo di calmieri , requisizioni, gestione diretta ,
e gestione socialista, in breve, a mezzo di prezzi
politici, lo ha decuplicato.
Innanzi tutto , come è ovvio , senza l'intervento
>

governativo si sarebbe avuto la eliminazione di una


delle maggiori cause di rialzo nel costo reale di
produzione che è consistito nella distruzione di ogni
certezza nelle previsioni dell'attività economica, cioè
nel caos creato dal Governo delle leggi civili e com
merciali dal suo sempre mutevole arbitrio . In secondo
luogo , si avrebbe avuto una popolazione che tutta
quanta, e sovratutto nella classe dai redditi minori ,
avrebbe da un lato soppresso le spese di lusso e dal
l'altro offerto maggiore lavoro per conservarsi il
benessere precedente. Si sarebbe , cioè, conservata
la seconda condizione fondamentale di ogni produt
tività nazionale , la prima è la accennata stabilità
delle leggi , che consiste in questo : che la direzione
del lavoro economico delle masse resti assunta, e for
temente tenuta in mano , dagli uomini di ingegno e
di carattere che la selezione porta a essere imprendi
tori, -o come ora dicono : datori di lavoro — go
48 BOLCEVISMO ITALIANO

verno che essi esercitano a mezzo del capitale, che


va in forma di salari ripartito tra i lavoratori.
In terzo luogo , coloro che non sarebbero stati
spogliati dai prezzi di requisizione avrebbero avuto
dei capitali che si sarebbero trasformati in domanda
di lavoro a scopo produttivo e quindi in un flusso
perenne di redditi per le classi meno abbienti .
La nazione sarebbe stata impoverita nella sola
misura reale del costo della guerra , costo compen
sato dalla liberazione dei nostri connazionali dal
giogo austriaco e dalla conquista di frontiere mili
tari sicure .

Politica , 31 maggio 1920.


III

CONFERENZA FINANZIARIA DI BRUXELLES


1920

PARERE

I. - FATTI FONDAMENTALI DELLA SITUAZIONE ECONOMICA .

1. - I Governi hanno , ampiamente dappertutto ,


ma in misura diversa, cessato di mantenere quelle
che sono le condizioni necessarie per lo svolgimento
della produzione , quali :
a) l'ordine pubblico assenza di violenze) ;
b) la stretta osservanza della validità delle con
trattazioni;
c) la stabilità (o costanza) della legge.
Tale loro condotta ha elevato i costi reali di pro
duzione a livelli inverosimili .
Se cotale malanno possa avere rimedio è questione
di politica interna ; è però questione sine qua non
della rinascita economica, sopprimerlo .

2. - Ovunque i Governi, ma in misura diversa ,


hanno incluso nella loro gestione e sottratto alle ge
stioni private , una notevole serie di servizi , per i
M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano . 4
50 BOLCEVISMO ITALIANO

quali sono totalmente inadatti, come la passata e la


recente esperienza hanno provato; cioè , i Governi :
a) sono incapaci di gestire ferrovie ;
b) sono incapaci di gestire la navigazione ;
c) sono incapaci di gestire porti ;
d) sono incapaci di gestire il commercio inter
nazionale delle merci ;
e) sono incapaci di gestire il commercio degli
effetti;
f) sono incapaci di regolare la produzione delle
merci di prima necessità ;
g) sono incapaci di conservare e distribuire
queste merci dopo di averle requisite.
I Governi nondimeno hanno tentato di fare e
stanno facendo tutto ciò e più ancora , trascurando
ad un tempo le funzioni che sono loro proprie .
I Governi hanno iniziato ciò che è stato chia
mato Socialismo di Stato e Paternalismo , ovvero
la tutela generale dei cittadini, colla creazione di
innumerevoli monopolii e privilegi ; troncando le
iniziative private , distruggendo le speculazioni com
merciali ed industriali , facendo assurgere al grado
di reato metodi assolutamente necessari negli affari,
come i contratti a termine con premi , i cartelli , i
trusts, la concorrenza ; accaparrando o restringendo
il consumo, inibendo la vendita sotto prezzo . Essi
impongono e agiscono in conformità di un indirizzo
totalmente errato e vieto della teoria dei prezzi ,
cioè questa : che il costo di produzione regoli il
prezzo ; là dove ogni economista sa che ciò è della
pura alchimia.
I Governi hanno spinto al rialzo i costi reali di
produzione (la resistenza della natura allo sforzo ) in
misura incredibile , e ciò per solo effetto della loro
azione .
III . CONFERENZA FINANZIARIA DI BRUXELLES 51

Essi hanno infatti distrutta la divisione o coope- .


razione nel lavoro, cioè la macchina più potente della
quale disponga l'umanità.
La ripresa economica e la ricostruzione richiedono
perciò che si cessi di procedere alla trasformazione
del mondo in un manicomio .
Se i Governi cesseranno di ingerirsi di ciò che
non li riguarda, in qualunque tempo cið sia per avve
nire, bastano cinque anni perchè la situazione eco
nomica possa tornare ancora ad essere normale e se
l'ampiezza del loro disinteressamento potesse essere
assai vasto , la restaurazione avverrebbe anche in
minor tempo .
La possibilità che i Governi arrestino la loro in
gerenza e si limitino alle funzioni che sono loro
proprie e che consistono nell'assicurare quell'insieme
di condizioni generali entro le quali possa libera
mente svolgersi la privata iniziativa, è assai tenue ,
perchè l'opinione pubblica , sebbene a torto , e i veri
e potenti interessi della burocrazia e della routine,
li sostengono .

II . - OSTACOLI AD UN RISANAMENTO .

3. - La pubblica opinione è largamente favore


vole al socialismo ed al paternalismo e soltanto la
povertà, la miseria, le calamità , le sofferenze po
tranno correggerne la fallace tendenza .
La Lega delle Nazioni , cosi come è stata conce
pita, appare nuovo strumento , aggiunto agli altri ,
per inceppare le iniziative private , la libertà di con
trattazione, quella della circolazione dei capitali e
del lavoro, e la responsabilità per le proprie azioni.
Essa è strumento politico che agisce a mezzo dei
Governi sovratutto in danno dei privati cittadini dei
52 BOLCEVISMO ITALIANO

paesi più deboli o più corrotti , e nel solo interesse


delle plutocrazie, che tengono in mano le nazioni
più potenti.
Ovunque più o meno i Governi pagano una
stampa corrotta che forma la pubblica opinione , e
quelli più potenti pagano anche la stampa straniera,
che mistifica la pubblica opinione dei rispettivi paesi .
Una simile politica può evidentemente esser
produttiva di profitti particolari , ma non può dare
giammai un generale incremento alle correnti della
ricchezza .

4. — Il costo reale della vita può essere ridotto


soltanto per effetto di nuove invenzioni , fortunata
mente ancora assai considerevoli , e dalla assenza di
ostacoli nella completa applicazione delle nuove in
venzioni o scoperte, come avveniva nel periodo pre
bellico . I monopolii governativi e le ingerenze statali
sono ostacoli insormontabili alla introduzione rapida
e generale di metodi più economici di produzione e
insieme alla mancanza di quelle condizioni generali
menzionate ai numeri 1 e 2 formano un insormon
tabile ostacolo ad ogni intensa produzione fino a che
essi sussistono .
Non molti hanno esatta nozione dello straordinario
valore delle invenzioni, come fattori di riduzione dei
costi reali , e conseguentemente ignorano le fonti di
nuova ricchezza , che essi stanno uccidendo o neu
>

, tralizzando. Il pubblico in generale ha un concetto


esagerato della azione dell'ordinario lavoro; una no
zione della azione del capitale che si limita al ri
sparmio; quindi nessuna idea del valore della abilità ,
della capacità e della genialità.
Di conseguenza esso protegge il lavoro , disturba
o perseguita il capitale, e considera i dirigenti, cioè
III . CONFERENZA FINANZIARIA DI BRUXELLES 53

i capitalisti , gli speculatori , i mercanti e gli organiz


zatori, come delinquenti che vadano messi in pri
gione, oppure sotto il controllo degli operai .

III . -INFLAZIONE .

5. Se ogni nuova o addizionale inflazione sarà


arrestata , l'equilibrio dei prezzi normali si ristabilirà
da sè stesso. Nessun intervento governativo è quindi
necessario .
I prezzi nominali non alterano la ragione dello
scambio dei prodotti di prima necessità e nemmeno ,
s'intende , quella degli altri . Qualunque sia il livello
dei prezzi , purchè siano resi stabili in conseguenza
di un arresto nell'accrescersi dell'inflazione o di una
· non riduzione dell'inflazione esistente , essi nulla
hanno a che fare col costo della vita .
Questo problema, ritengo , è da considerarsi come
risoluto teoricamente fin dal tempo di Ricardo .

IV.- PREZZI DI EQUILIBRIO IN REGIME CARTACEO .

6. Se la nuova inflazione venisse arrestata e


nessuna ingerenza governativa avesse luogo, i cambi
esteri sarebbero prezzi di equilibrio.
ll commercio privato non può in alcun modo tur
bare l'equilibrio dei prezzi . Essi si regolarizzano di
per sè stessi e le deviazioni sono lievi . Io considero
anche questa proposizione come definitivamente
acquisita fino da quando Goschen pubblicò i suoi
Foreing Exchanges. Cap . 4. pp . 65 , 66, 11a ed . , 1883 .

V. -- PRESTITI DA GOVERNO A GOVERNO TURBANO L'EQUILIBRIO .

7. – Per contro, i prestiti da Governo a Governo


possono distruggere l'equilibrio in qualsiasi misura.
54 BOLCEVISMO ITALIANO

Prestiti fatti dai Governi sul mercato mondiale


non possono turbare l'equilibrio, poiché quel mercato
tratta i Governi precisamente come tratterebbe gli
individui che costituiscono una nazione . I Governi
insolventi non trovano credito sul mercato ; ma i pre
stiti da Governo a Governo costituiscono atti politici ,
che non seguono necessariamente i precetti econo
mici ; essi non sono veri e propri contratti e non
partecipano perciò del carattere del baratto e dello
scambio jevonsiano. Essi sono politica , cioè forza,
spoliazione, carità , un mixtum compositumque » di
criteri sociali ,, che sopraffanno i criteri economici .
I prezzi politici non sono prezzi economici; i
primi sono l'espressione della conquista di una classe
per opera di un'altra , o di una nazione per opera
di altra nazione; essi sono parassitarii ; possono du
rare se temperati ; altrimenti conducono ad una ri
voluzione o degradazione nazionale. Un regime di
equilibrio economico parziale può esistere sotto un
regime moderato di prezzi politici , ma la produzione
della ricchezza e il suo flusso ne vengono sempre
diminuiti se paragonati a quello che diverrebbero
in libero regime.
Un sistema generale di prezzi politici è autodi
struttivo .

VI . - ILLUSIONE DEL VANTAGGIO DI UN RITORNO A REGIME AUREO .

8. - Il ritorno al tallone d'oro non vuol dire sta


bilizzazione della moneta . La curva della domanda
di oro è formata dalla domanda di oro come pro
dotto industriale , unitamente alle curve di un assai
gran numero di diverse domande di oro come moneta
legale , diretta od indiretta , per parte di un gran nu
mero di paesi . L'oro era ripartito fra le nazioni com
III . CONFERENZA FINANZIARIA DI BRUXELLES 55

merciali secondo la legge di Ricardo che , poi , è un


caso particolare della legge di distribuzione di un
bene capace di più usi tra questi varii usi in una so
cietà catallatica . Le curve di domanda dell'oro come
moneta legale, diretta o indiretta sono ora scomparse .
Qualunque riattivazione di una di queste curve con
durrebbe ad una rivoluzione nei prezzi , nei cambi
esteri e nel valore dell'oro .
Tutte le nazioni che vorranno ritornare al regime
dell'oro subiranno un regime monetario instabile, che
sarà loro costoso . Esse affronteranno una crisi in
senso contrario a quella che si è manifestata durante
la inflazione. Se l'inflazione viene a cessare potrà
esservi un regime stabile , e se la inflazione non sarà
stata grande, lo sviluppo della produzione ee del com
mercio aumenteranno la velocità di circolazione e i
metodi di credito e di compensazione, come se fos
simo in regime di tallone d'oro.
Nessun prezzo è realmente stabile , dappoichè cia
scun singolo prezzo dipende da tutti quanti gli altri .
Ma anche un regime di carta moneta ha un prezzo
relativamente stabile espresso in oro , come mercan
zia, precisamente come lo hanno tutte le altre merci.
Una relativa maggiore stabilità del prezzo dell'oro,
come merce, era dovuta all'enorme mercato di oro,
come moneta legale, diretta o indiretta, aggiunto
al mercato dell'oro come prodotto industriale. Ma
questo doppio mercato non esiste più.

9. I danni economici della inflazione (aumento


dei costi reali dovuto alla deformazione di tutti i
vecchi contratti e alla trasformazione di tutti i
nuovi rapporti contrattuali in un giuoco d'azzardo,
nonchè la redistribuzione della ricchezza , dovuta a
criteri politici ed alla arbitraria misura di tassazione
56 BOLCEVISMO ITALIANO

ed indiretta confisca della proprietà individuale) sono


stati causati dall'avere messo in circolazione carta
come moneta legale; ma dopo che una volta i prezzi
sono saliti in conformità alla quantità ed alla velocità
di circolazione di questa nuova moneta, ogni male
è scomparso . Ciò che è stato fatto non si può annul
lare e quindi è « inutile piangervi sopra » , come
usava dire, se ricordo bene, David Copperfield . Ma
restringere l'inflazione in forte misura, potrebbe
voler dire andare incontro di nuovo alla miseria in
senso opposto e peggiore . Io dico peggiore, perchè
maggiormente danneggerebbe gli speculatori , che
sono le forze vive della industria e del commercio
e quindi naturalmente, in misura prevalente , debitori .
10. – È probabile che i prezzi al giorno d'oggi
si siano tutti rialzati proporzionalmente alla infla
zione e che le ragioni di scambio , ossia i valori si
siano conformati alle curve di equilibrio tra la do
manda e l'offerta, eccezione fatta per ciò che può
derivare dal timore di una nuova inflazione o dalla
tesaurizzazione di parte della moneta presso le
popolazioni rurali, moneta tesoreggiata che non
agisce sul mercato . (A tale riguardo io stimo che dei
18 miliardi di lire emessi dal Governo italiano , circa
da 6 ad 8 siano tesoreggiati dai contadini , e ritengo
che un fenomeno simile si avveri , in misura che non
potrei precisare, anche in molte regioni dell'Europa
centrale ed orientale ).

VII . - IL PROLETARIATO HA SALARI CHE PRESENTANO


UN SOPRAREDDITO .

11. – Non ritengo che i salari si siano attardati


nel conformarsi allo aumento nominale dei prezzi e
III . CONFERENZA FINANZIARIA DI BRUXELLES 57

quindi ritengo che i salari reali delle classi lavora


trici abbiano aumentato proporzionalmente al loro
potere d'acquisto . Essi infatti hanno potuto alzare
spesso i loro redditi più che proporzionalmente , per
parecchie ragioni.
a) I lavoratori di tutte le industrie hanno ricat
tato indegnamente i Governi durante la guerra e
tutte le imprese industriali che lavorano per essa ;
queste imprese hanno a loro volta riversato il costo
dei salari sui Governi ; i Governi hanno pagato i
sopraprezzi facendo debiti pubblici, stampando carta
moneta 7, e imponendo tasse .
b) Dopo la guerra, scioperi sono stati organiz
zati su così vasta scala , più o meno ovunque, che
la resistenza alle esigenze operaie avrebbe assunto
il carattere di una guerra civile, guerra non facile
a combattere a cagione della partecipazione allo scio
pero di operai e personale impiegati dai Governi .
Ora, le funzioni dei Governi essendo state enorme
mente estese , con abolizione delle funzioni dei pri
vati , lo sciopero di dipendenti dai Governi significava
>

non solo arresto degli ordinari servizi pubblici , ma


di gran parte della vita economica della nazione ,
mancando imprese private pronte a debellare i scio
peranti.
Scioperi nelle Ferrovie dello Stato, nelle Poste,
nei Telegrafi, nei Telefoni, nei Trams, negli addetti
alla riscossione delle imposte, nella Marina, nei ser
vizi portuari e quindi sostanzialmente in tutte le im
prese industriali ed agricole .
Gli scioperanti hanno ricorso dovunque in larga
misura alla violenza. Esigevano e ottenevano con
tratti collettivi , ma poscia, dopo che i loro salari
erano stati accresciuti, non li mantenevano . I mo
menti da loro scelti per non mantenere la parola
58 BOLCEVISMO ITALIANO

sono stati naturalmente quelli in cui non poteva essere


opposta resistenza e cioè : nell'agricoltura quando le
messi stavano per essere raccolte, nei porti , quando
i bastimenti attendevano di essere scaricati .
Una prova che i salari sono molto alti è fornita
dalla stessa riduzione delle ore di lavoro e dal modo
svogliato col quale il lavoro è compiuto.
Un'altra prova è fornita dal fatto che tutti i lussi ,
per vestiario, nutriinento e locomozione, sono ora il
privilegio delle classi lavoratrici, le quali hanno au
mentato i loro redditi reali, anche per effetto dei
prezzi politici , che sono stati posti su tutto quanto
costituisce il passivo del loro bilancio domestico :
pane, carne, vestiti , alloggio, luce, ecc.
Le classi operaie praticamente nulla hanno ri
sparmiato , avendo tutto speso in godimenti con la
conseguenza di un notevole deterioramento delle loro
qualità morali.
A mio giudizio, i loro salari sono assai superiori
al rendimento marginale del lavoro,, in conseguenza
delle leggi e della azione del Governo , frutto dap
prima della pressione della guerra e di poi di quella
del socialismo e del bolcevismo .
Questo stato di cose dovrà necessariamente ca
dere, perchè parassitico del capitale ed ostacolo alla
formazione di nuovo risparmio e all'accrescimento
della produzione .
In poche parole, la curva del reddito normale ,
detta la curva di Pareto , è stata ed è deformata ,
per effetto di prezzi politici , che cadranno sotto
l'azione delle forze economiche normali tendenti al
l'equilibrio .
12 . - Le medie classi in impieghi ed i funzionari
dello Stato hanno avuto i loro salari aumentati in
III . CONFERENZA FINANZIARIA DI BRUXELLES 59

misura minore dell'accrescersi dei prezzi nominali ,


dimodochè hanno sofferto severamente insieme ai
pensionati ed ai piccoli rentiers. Per contro, il nu
mero degli impiegati e dei funzionari - mal pagati —
è cresciuto in modo fantastico .

13 . Per quanto concerne gli impiegati governa


tivi la insufficienza degli stipendi è adesso malanno
limitato, poichè parecchi rimedi sono stati adottati.
4

VIII . LA DISOCCUPAZIONE È PARZIALMENTE ARTIFICIALE .

14. – La disoccupazione è stata ed è largamente


artificiosa; essa è qualche volta conseguenza del fe
derazionismo o del sindacalismo. Gli antichi iscritti
alle leghe di lavoro non vogliono lasciare entrare
nuovi apprendisti o socii e mantengono il loro mono
polio con scioperi e rivolte . In molti casi è dovuta ad
ostacoli posti al commercio e alla industria da mo
nopolii governativi e dal paternalismo. Alcuni paesi
sono stati tagliati da leggi e decreti in tanti mercati
chiusi quante sono le loro provincie . L'esportazione
e l'importazione tra una provincia e l'altra è costan
temente proibita per tutta una lista di generi e di
derrate, le quali però cambiano continuamente come i
quadri in un caleidoscopio .
La emigrazione all'estero è strettamente regolata
dal Governo, in un paese che io conosco, e gli uomini
sono considerati come oggetto di contrattazione nella
politica internazionale. Gli uffici governativi che re
golano tale traffico di uomini e di merci sono pieni
di socialisti, i quali pensano che questa sia la via
che conduce alla prosperità .
Essi sono generalmente degli stolidi che non pos
sono essere trattati che con la satira .
60 BOLCEVISMO ITALIANO

Credo che un analogo regime prevalga anche in


altri paesi .
Questi regimi forniscono larghi profitti alla buro
crazia disonesta e ai politicanti e quindi solamente
profitti parassitarii, accompagnati da distruzione di
produzione e della sua organizzazione.
Più lungamente questi sistemi dureranno e più
difficile sarà lo sbarazzarsene .

IX . - UN COMPITO PER LA LEGA DELLE NAZIONI .

-
15 . - Una inchiesta ed una descrizione di questi
sistemi messa dinanzi al pubblico del mondo potrebbe
contribuire alla loro abolizione . Bentham dice : « In
economia molto è oggetto di osservazione , poco di
azione » . Questo è un caso appunto , in cui la osser
vazione e la divulgazione di quanto è stato osservato
diventa azione .

X. - INFLAZIONE :
DIFFICOLTÀ VERA ALLA SUA STABILIZZAZIONE .

16 . Il lato debole della carta moneta , quando


essa è usata come moneta legale e dopo che essa
si è stabilizzata , consiste in questo : che la parola ,
le promesse , le assicurazioni dei Governi non val
gono , di per sè stessi , un centesimo. Tutti i Governi
hanno mentito e tutti i Governi sono ancora capaci
di mentire. Quale garanzia vi è mai che la quantità
di carta moneta non sarà emessa in misura superiore
alla convenuta o legalmente autorizzata ?
Naturalmente la emissione è sottoposta al con
trollo del Parlamento, e ciò è già qualche cosa ; ma
anche i Parlamenti stessi si vedono spinti dalla ne
cessità delle cose a mancare alla loro parola o ad
eludere le loro stesse leggi. Naturalmente la pubbli
III . CONFERENZA FINANZIARIA DI BRUXELLES 61

cità deve esservi e ciò è qualche cosa di ancora più


efficace della onestà parlamentare. Essa agisce come
una minaccia di immediato castigo, perchè il mer
cato punisce lì per lì, appena viene a conoscenza
della colpa . Ma alcune volte anche questa minaccia
non agisce adeguatamente , e Governi e Parlamenti
democratici si trovano a gareggiare nella corsa verso
il disastro .
Questa mancanza di garanzie positive rende la
carta moneta , in una certa misura , quasi sempre un
valore speculativo.

XI . UN ALTRO POSSIBILE COMPITO DELLA LEGA DELLE NAZIONI .

17 . L'opinione pubblica deve essere intensa


mente tenuta desta nei riguardi del valore economico
della onestà dei Governi . La disonestà privata è col
pita e repressa dai Tribunali ; ma sfortunatamente
non vi sono prigioni per gli uomini di Stato e per i
membri di corpi politici.
Questo guaio della carta moneta non può avere
altro rimedio che quello che può essere ottenuto
colla pubblicità, che potrebbe essere concordata in
ternazionalmente , a mezzo di rapporti settimanali.
La moneta straniera non circola mai in larga
misura al di là delle sue frontiere nazionali . L'unico
uso che può farsene è quello di acquistare i prodotti
domestici . Gli stranieri che ne posseggono perdono
interessi sul loro danaro e possono soltanto specu
lare su variazioni nel prezzo dei prodotti che ricer
cano , prima che sieno state arrestate le variazioni
nella quantità della carta moneta .
Una volta che la inflazione sia stata fermata e
la carta moneta non abbia ulteriori fluttuazioni do
vute alle sue variazioni quantitative , sicchè restano
STU
TITUT

Di D
FACOLTA
STI

DI SCIENTS
PCLTI
62 BOLCEVISMO ITALIANO

soltanto quelle che hanno origine in variazione delle


ragioni di cambio dei prodotti fra loro, la carta mo
neta non è più un valore di borsa di carattere spe
culativo di Stato estero . Lo speculare sui relativi
rialzi o ribassi dei prezzi non induce gli stranieri a
tesoreggiare carta moneta. Le operazioni di credito
commerciale si presteranno assai meglio a tale scopo.
Perciò praticamente non esiste circolazione di carta
domestica fuori dei confini, quando essa si sia sta
bilizzata .
Il caso dei marchi tedeschi, acquistati per mi.
liardi all'estero (secondo i miei calcoli , la Spagna
avrebbe acquistato per 7 miliardi di marchi tedeschi
e l'Italia per 4 miliardi) costituisce una speculazione
su carta moneta non stabilizzata .

18 . Non vedo alcuna ragione seria per impe


dire, come viene fatto, che la carta moneta di un
paese passi all'estero, se tale è l'interesse dei nego
zianti e dei banchieri. Penso egualmente che è per
così dire impossibile di impedire questo movimento
all'entrata o all'uscita .

19. - Se l'inflazione fosse arrestata , i mercati


-

fisserebbero spontaneamente i valori relativi fra le


differenti carte monete in circolazione . I Governi cid
non possono fare, nè isolatamente , nè collettivamente ,
poichè essi non possono dire quale sia per essere
il potere di acquisto della moneta domestica. Il mer
cato lo stabilisce invece immediatamente e ogni
giorno e in tutto il mondo . I Governi possono sol
lanto osservare e registrare, in modo imperfetto con
numeri indici, il potere d'acquisto della moneta , e
di ciascuna singola merce , in tutto il mondo quale
viene formato , registrato e indicato dai mercati e
dalle borse .
III . CONFERENZA FINANZIARIA DI BRUXELLES 63

XII . - CONDIZIONI DI UN RISANAMENTO .

20. — Se la carta moneta è stabilizzata , se le leggi


ono fatte rispettare , i contratti sono riconosciuti
validi dai tribunali , se i Governi forniscono i servizi
pubblici occorrenti per assicurare condizioni pacifiche
e ordinate di vita : se essi non si assumono imprese
che non sanno condurre , avremmo i pregi di un Go
verno industriale e commerciale . Se la privata ric
chezza dei cittadini è rispettata, anche le più disgra
ziate Nazioni , come la Germania ee l'Austria potranno
ottenere capitali dall'estero al loro prezzo normale
(prendo la parola nel senso esatto usato da Marshall ).
Nessun sistema artificiale può permettere che questi
od altri paesi ottengano più di tanto . Ma sistemi ar
tificiali possono far loro ottenere di meno e a più
alti prezzi . Il mio ragionamento si applica egualmente
all'Italia ed alla Francia .
Quasi sempre il capitale affluirà nella sua forma
più adeguata cioè in quella che sarà giudicata tale,
tecnicamente e legalmente, dalle persone interessate ,
e non già dai loro Governi o dagli esperti » . Le
galmente e tecnicamente i modi di affluenza dei ca
pitali possono essere in numero infinito, e variano
continuamente ; in molti altri casi sarà invece la po
polazione quella che migrerà , anzichè i capitali . E
nessuno, all'infuori degli individui interessati, è in
grado di dire quando, come, dove e per quale via
ciò avverrà con economicità : i Governi meno di altri
ciò possono sapere.
È dubbio se al diritto di chiudere le proprie fron
tiere alla immigrazione , diritto esercitato da qualche
Stato , convenga contrapporre una qualche rappre
saglia ; è questa una vexata quaestio , come tutti sanno,
in argomento di protezionismo doganale. Certo è che
non contribuisce alla pace.
64 BOLCEVISMO ITALIANO

21 . Le differenze nella tassazione , se la tassa


zione interna è giustamente proporzionata ai redditi
in tutte le loro differenti manifestazioni , non influi
scono sul commercio e sul traffico fra mercati inter
nazionali, quando questi sono mercati chiusi alla con
correnza industriale . Secondo le parole di Cairnes
essi non alterano i costi comparativi nel senso Ri
cardiano . Naturalmente laddove i mercati non sono
realmente internazionali, nel senso usato da Ricardo ,
e i fattori della produzione , capitale e lavoro pos
sono emigrare in tale misura da livellare i profitti
e i salari , essi esuleranno ed affluiranno laddove i
redditi netti sono più larghi.
Ora questo è appunto il caso tra alcune parti
d'Europa e fra l'Europa ed il Nord e Sud America.
Cið mi conduce a dire una parola della politica go
vernativa.

XIII . - POLITICA GOVERNATIVA .

22 . Qualunque imbecille può inventare e im


porre tasse . L'abilità consiste nel :
a) ridurre le spese , dando nondimeno servizi
efficienti, corrispondenti all'importo delle tasse;
b) fissare le tasse in modo che non ostacolino
la produzione ed il commercio o per lo meno che
lo danneggino il meno possibile.
c) proporzionare le tasse ai varii generi di red
diti, non già soltanto per ragioni di giustizia con
tributiva, ma per non modificare i costi comparati
ricardiani e con ciò rivoluzionare il commercio
estero .
Adesso i Governi non fanno ancora ciò che è
detto alla lettera a) . Essi hanno quivi dinanzi a loro
il più grande campo di azione e devono esservi spinti
III . CONFERENZA FINANZIARIA DI BRUXELLES 65

ad agire nel senso della riduzione della spesa , ne


gando loro , se cið non fanno, il credito. Essi hanno
l'obbligo di passare in rassegna i redditi marginali
presenti e futuri, derivanti dai loro investimenti .
Essi sono nella posizione di un individuo che improv
visamente sia divenuto molto più povero di prima.
Egli deve rianalizzare tutti i suoi bisogni ed il loro
costo . I prezzi delle cose e dei servizi non rientrano
nella sfera del suo arbitrio ; essi dipendono soltanto
dal mercato . Egli deve raggiungere un nuovo stato
di equilibrio nel quale le utilità marginali dei beni
siano proporzionali ai loro prezzi . Or bene , questa
legge economica vale identicamente per i Governi
come per gli amministratori di una vasta impresa.
Può accadere che i benefici futuri debbano essere
pagati nel futuro a prezzi più alti di quelli che non
sarebbero costati se non fosse sopraggiunta la po
vertà . Ma questa è sopraggiunta e costituisce un fatto
che, nè i calci di bolcevichi , nè le chiacchiere dei
borghesi , possono annullare . Appunto come un pri
vato può ridurre le proprie spese , portando vestiti
vecchi e scarpe consumate e rinunciando a fumare
e ad altro , così le amministrazioni statali e municipali
devono e possono ridurre enormemente i loro ser
vizi . Questo è interamente affare di politica dome
stica . Nessuno può salvare un prodigo . Dove il so
cialismo è potente, dove la democrazia è forte, le
finanze pubbliche andranno in malora . Non sono ,
certo , in grado di dire quanto tempo durerà la marea
ascendente del socialismo e della democrazia , ma
posso affermare che da questa durata dipende l’av .
venire finanziario .
Ciò che potrebbe ottenersi, in una certa misura,
anche sotto un regime di correnti socialistiche e di
demagogia democratica, sono servizi più efficienti per
M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano. 5
66 BOLCEVISMO ITALIANO

parte del Governo, nel novero di quelli che il Go .


verno è chiamato a fornire. I paesi dove ciò non si
potrà ottenere andranno in rovina ; nondimeno si
può prevedere che taluni miglioramenti si imporrano
sotto la pressione della crescente povertà . Allora la
privata attività fornirà un miglior campo per le im
poste ed allora i Governi non staranno ad uccidere
la gallina dalle uova d'oro , come stanno facendo
attualmente .
Benchè questa sia di nuovo una questione di po
litica interna , non vi è dubbio che l'esempio di ta
luni Governi, agisca potentemente sulla condotta di
altri . Come la Russia ha offerto un esempio deter
rente , così è possibile che il Governo Repubblicano
degli Stati Uniti offra un modello da seguirsi ai Go
verni Europei .

23. – Se talune nazioni estere ed i loro Governi


pensano che essi debbano essere di aiuto ai paesi
già provati dalla guerra , possono farlo, instaurando
libero commercio con essi e influire sulla pubblica
opinione nel senso di liberarli dal Paternalismo,
dalle industrie di Governo, dai monopolii e non im
pedendo ai loro cittadini di trattare liberamente
affari con chiunque questi credano ciò sia loro utile.
Ma fino ad ora essi nulla fanno di tutto ciò e sa
rebbe quindi cosa eccellente se la Lega delle Nazioni
potesse compiere un elenco delle varie proibizioni ,
dei divieti e monopolii , coi quali le più ricche nazioni
hanno coartato quelle più povere, a mezzo di con
venzioni con i loro Governi , o a mezzo di una azione
governativa unilaterale .
Si pensa in molti circoli che la Lega delle Na
zioni sia soltanto una longa manus di questi Governi
potenti e ricchi e che essi a loro volta sono sotto la
III . CONFERENZA FINANZIARIA DI BRUXELLES 67

parziale ma potente influenza dell'internazionalismo


giudaico e che quindi la Lega delle Nazioni non sia
cosa utile per i deboli ; si pensa quindi che la Lega
delle Nazioni nulla farà che metta in evidenza in
qualsiasi modo la azione deleteria dei Governi più
forti. Le colonie non sono sotto il regime della porta
aperta e non lo furono mai , ma, nel passato , preva
leva almeno un sistema di porta semi aperta ; adesso
le porte sono state chiuse e dove sono stati assegnati
dei mandati esse sono doppiamente inchiavardate .
I metalli e i minerali sono monopolizzati mediante
l'opera dei Governi e là, dove essi appartengano a
private compagnie, i Governi hanno preso il con
trollo delle azioni di quelle imprese ; così esse sono
divenute una longa manus dei Governi . Il boicottag
gio è esercitato dai Governi a servizio dell'imperia
lismo . E la guerra ha continuato dopo la pace e l'ani
mosità si è sviluppata fra quattro popoli già alleati .
Essa è una guerra in altra forma o con altra appa
renza esteriore . È la Lega delle Nazioni un nuovo
strumento di guerra ? Questa è la domanda che molti
si fanno. È essa uno strumento di imperialismo ?
Se i metodi attuali continueranno, il risultato ne
sarà il fallimento, poichè la corda troppo tesa si
rompe. Nel loro stesso interesse i Governi più forti
debbono imparare come si faccia la pesca del sal
mone e i Governi più deboli imparino a non diven
tare le loro vittime .
Dagli : Atti della Conferenza intern. di Bruxelles,7 1920.
IV

IL MANICOMIO MONETARIO 11

1. Il danno di dottrina errata. – 2. Quante cose si dicano della mo


neta cartacea. — 3. Che senso abbia l'affermazione, che essa sia
deprezzata. – 4. Significati equipollenti . – 5. La pari di circola
zioni cartacee, quale sia. – 6. È indifferente quale sia questa pari ,
purchè essa sia costante. -- 7. Danni delle variazioni di queste pa
rità. — 8. Le parità internazionali di circolazioni cartacee. – 9. Cir
colazioni cartacee stabili non turbano e non sono turbate dal
commercio internazionale. - 10. Il valore e l'uso della nostra mo
neta all'estero . - 11. Valore della carta in oro . - 12. Dannoso sa
rebbe un ritorno a circolazione aurea. – 13. Instabilità della cir
colazione dovuta al Governo . – 14. Il commercio dei privati non
influisce sull'aggio. -- 15. L'azione del Governo può rovinare lo
Stato e i privati.

1. – Hanno corso paralogismi economici , i quali


perchè condivisi da uomini che sono al Governo, da
molti deputati e senatori , e da alti funzionari, -eе
non già soltanto da giornalisti e da componenti il
pubblico , in genere, arrecano all'economia del
paese assai grave danno . Diventano essi , infatti,
motivo , ragione e scopo , di azione politica, o di
Governo , cioè di leggi e di misure amministrative,

1 È questo articolo un complemento del Memorandum pre


sentato a Bruxelles e riprodotto anteriormente .
70
BOLCEVISMO ITALIANO

con danno di tutti , dei cittadini e dello Stato . Non


è questa azione politica contrastata da alcuno, perº
chè non fa parte del programma politico di un de
terminato partito ; che , se ciò fosse, troverebbesi in
contrasto con i programmi di altri partiti politici ; è
essa, invece , conforme all'opinione comune di tutti ,
o meglio , corrisponde essa alla insipienza generale .
Di uno solo di questi paralogismi oggi intendo
occuparmi . Ma , mi asterrò dal segnalare chi lo abbia
propugnato dal banco dei ministri , o dallo scanno
di deputato e senatore , o nella stampa , o in libri,
o in riunioni di Commissioni . Con cið intendo sop
presso ogni intento polemico . Stimo tutti costoro
brava gente. Sono in buona fede e nessun interesse
particolare li muove . Tuttavia, l'Italia essi hanno
trasformata in un manicomio !
È verissimo che in molti casi , forse nella mag
gioranza dei casi , le argomentazioni non sono che la
veste pseudologica di sentimenti ed interessi . Allora
è del tutto vano lacerare questa veste logica. Lace
rata una veste, serve un'altra , che è subito pronta.
Ma vi sono pure casi assai in cui il mutamento
di una dottrina porta a mutare l'azione, perchè la
dottrina versa sui caratteri del mezzo che adoperasi
per un fine. Se temesi una epidemia si prenderanno
provvedimenti conformi all'insegnamento della me
dicina. Mutando la dottrina medica , muterà l'indole
dei provvedimenti. In politica accade il medesimo,
talvolta. Si teme e si risente un danno . Provvedi
menti economici se trattasi di danni economici — ,
saranno messi in opera . Se la dottrina è errata,
aggraveranno il male ; se non lo è, lo allevieranno ;
non fosse altro smettendo di aggravarlo ! Esempii :
A fondamento dei calmieri e, in particolare , delle
violenze legali che si esercitano a carico dei nego
IV . IL MANICOMIO MONETARIO 71

zianti e commercianti , sta una errata dottrina di


quelle che sono le correlazioni tra costo di produ
zione e prezzo dei prodotti . A fondamento della sta
tizzazione e municipalizzazione di imprese , cioè , alla
loro socializzazione, stanno errate dottrine di quelle
che sono condizioni necessarie a ciò che le imprese
non riescano passive. A fondamento dei privilegi che
si accordano alle cooperative di lavoro stanno dot
trine errate di quanto possa e sappia fare l'operaio
o il bracciante , e a fondamento del sindacalismo
tornano questi errori aggravati e più numerosi. A
fondamento di denunzie per aggiotaggio stanno er
rate dottrine di quelle che sono leggi economiche
di ogni mercato . A fondamento di sistemi fiscali
demagogici stanno errate dottrine di quella che è
la ripartizione della ricchezza. A fondamento di
tutti quanti i sistemi socialistici stanno errate dot
trine di artificiale edificabilità della società umana ,
cioè, sta un disconoscimento di leggi naturali, ossia
di condizioni di fatto e di correlazioni tra condizioni
di fatto .
Or bene, qui voglio fermarmi sulla dottrina della
economia cartacea, e sui provvedimenti ai quali ha
dato luogo, e pare che ancora darà luogo , perchè è
argomento che forse meno di ogni altro è da noi
cardine di programma politico di un qualche par
tito , e perciò più di ogni altro argomento suscetti
bile di pacato ragionamento .

2. — Pongo in prima linea i paralogismi concer


nenti la nostra carta moneta , in ragione del mag
giore danno dei provvedimenti che dai paralogismi
seguono . Si crede che i danni e dolori del « carovi
veri » siano tutt'uno con l'eccesso di circolazione car
tacea . Si crede che abbiamo un « cambio >>» sfavo .
72 BOLCEVISMO ITALIANO

revole , in ragione dell'eccesso di carta moneta . Si


crede che l'eccesso di carta moneta rincarisca gli
acquisti che gli italiani fanno all'estero. Si crede pure
che acquisti fatti all'estero dai privati deprezzino
maggiormente la nostra carta moneta. Si proibiscono
importazioni dall'estero, segnatamente di oggetti re
putati dal Governo , o dalle sue commissioni, o dalle
voci che si fanno vive nei giornali, oggetti poco ne
cessari , o niente affatto necessari, e perciò dichiarati
di « lusso » . Si proibisce la esportazione di moneta
cartacea nostra, perquisendo viaggiatori, e punendo
chi rilascia a forastiero , o a italiano all'estero , uno
chèque sul suo conto corrente in banca italiana senza
preventiva autorizzazione di una autorità governa
tiva detta « Istituto dei Cambi » . Si confonde « cam
bio » con « aggio » , e si crede che commercio fatto
da privati cittadini, a loro talento, possa influire
sull ' « aggio » . Non si vede alcuna differenza tra ac
quisti fatti all'Estero dal Governo e acquisti che ivi
si facessero da privati, discorrendo di una « Italia
che compra e vende » , di « un Paese che sia debi
tore o sia creditore » . Si stima urgente , necessario ,
ridurre l'ammontare della carta moneta , quale un
tocca e sana di molti mali. Ma si stima anche che
il « tasso dell'interesse » dipenda dall'ammontare
della carta , cioè , cresca se la carta diminuisce , e
ribassi se più carta viene messa in circolazione .
Questo e altro si ritengono essere verità ovvie,
addirittura assiomatiche. D'altra parte i più non
prebbero precisare cosa intendono dire affermando
essere la nostra carta moneta « deprezzata » e , in
particolare, non si avvedono che sono tutt'altra cosa
effetti prodotti dalle variazioni nella sua quantità e
effetti prodotti dalla sua massa , qualunque questa
massa sia, purchè stabile.
IV . İL MANICOMIO MONÉTARIO 73

E intanto si legifera , ' direttamente, e indiretta


mente, cioè, mascheratamente, con atti amministra
tivi , e con aggressioni a mezzo della stampa , con
denunzie in parlamento , a carico di banche , di in
dustriali di commercianti , anche per parte di mini
stri , con inchieste e perquisizioni, cose tutte che
producono i medesimi effetti pratici che con leggi
si otterrebbero .

3. - È deprezzata la nostra carta moneta ? Che


significato ha la proposizione che essa sia deprez
zata ? Non occorre , forse, aggiungere « a che merce » ,
>

o « a che altra moneta » , si fa riferimento, a ciò che


la frase abbia un senso ? Chi dicesse che la statura
di un uomo sia più bassa , o che una casa sia meno
alta , direbbe un bel nulla , se non aggiungesse : « di
chi ? > 0 « di che ? » . Coloro che dicono la nostra
moneta « deprezzata » fanno un paragone tra il
prezzo che una sua unità aveva in termini di una
merce , o di un conguaglio di merci, prima e ora,
o un paragone tra il prezzo che una sua unità aveva
in termini di un'altra moneta, aurea, o cartacea
anche essa , prima e ora. Ma essi sottaciono il loro
termine di paragone , e con ciò aprono la porta a
parecchi generi di anfibologia.
Quindi per prima cosa questa occorre eliminare.

4. Probabilmente chi dice « la nostra carta mo


neta deprezzata » vuole aver detto « che la mede
sima somma di moneta di prima , p . es . , un biglietto
da lire cento , non basta ora per comperare la me
desima quantità di merci , o di servizii personali ,
che prima ottenevansi » . E probabilmente saprà
dirci , e vorrà dirci , « che ora si compera soltanto
un terzo di quella merce , o di quel servizio , che
74 BOLCEVISMO ITALIANO

prima con cento lire si comperavano » . La medesima


çosa egli avrebbe detto affermando che « in termini
di carta moneta ora i prezzi delle merci e dei ser
vizi sono triplicati per il compratore di merci , o di
? servizii , mediante carta moneta » . Ancora la mede
sima cosa egli avrebbe espressa dicendo che « se
egli vende una merce , o un servizio , o se egli l'una
o l'altro loca , riscuote un prezzo triplo di prima in
carta moneta » .
Il deprezzamento della moneta , in tutte queste
formulazioni ( tautologiche) , è misurata dalla attuale
potenza d'acquisto di una unità monetaria in termini
di qualsivoglia merce o servizio , paragonata alla
sua potenza d'acquisto anteriore, in tempo e luogo
da specificare, o implicitamente specificato ; od anche
è misurata dal rialzo generale di tutti i prezzi in
termini di questa moneta , paragonato al loro livello,
nel medesimo genere di moneta, in epoca anteriore
specificata esplicitamente, o implicitamente.

5.- La potenza d'acquisto della moneta , in un


certo luogo e tempo, è la sua pari 4. In epoca suc

4 When two currencies have been inflated , the new


normal rate of exchange will be equal to the old rate mul
tiplied by the quotient between the degrees of inflation of
both countries . There will , of course , always, be fluctuations
from this new normal rate , and in a period of transition
these fluctuations are apt to be rather wide. But the rate
calculated in the way indicated must be regarded as the
new parity between the currencies. This parity may be called
the purchasing power parity... The purchasing power parities re
present the true equilibrium of the exchanges. Gustav Cassel,
Memorandum on the worlds monetary problems . International
financial conference , Brussels , 1920, paper No. XIII , p . 15,
printed for the League of Nations , Harrison & Sons. St.
Martin's Lane . London , W. C. 2.
75
IV . IL MANICOMIO MONETARIO

cessiva , questa pari se la potenza d'acquisto è mu


tata, è sostituita da una nuova pari. Il deprezza
mento è lo allontanamento da una pari che è presa
per origine, o tipo. È una nuova pari ; è un nuovo
livello generale dei prezzi, maggiore di uno primo ,
che è termine di riferimento .

6. Ora che abbiamo una definizione chiara di


ciò che si intende per carta moneta deprezzata , segue
senz'altro « che è perfettamente indifferente sotto
ogni aspetto, e in ogni riguardo, che la carta mo
neta sia deprezzata, purchè il suo nuovo corso , cioè,
la sua nuova potenza d'acquisto resti stabile » . Il che
è diametralmente opposto alla opinione degli uomini
politici , e a quella del pubblico, che nella carta mo
neta deprezzata vede un danno, anzi, una serie di
danni e perciò parte alla ricerca di rimedi ad un
male inesistente . Il danno sta solo nella variazione
della pari e durante il processo di variazioni ' . Ci
crediamo in obbligo di insistere . Poichè colui che
afferma « essere la carta moneta deprezzata » , po
niamo di un terzo , afferma null'altro che questo :
« che tutte le merci , tutti i servizii , tutti gli istru
menti di produzione , fissi e mobili , hanno ora un
prezzo triplo di prima in carta moneta » , egli deve
riconoscere, come implicito nella sua proposizione,
che ogni cosa , ogni merce , ogni servizio , ogni istru
mento di produzione, fisso o mobile che sia , ha il
medesimo prezzo di prima in termini di ogni altra
cosa che non sia carta moneta , e che , percid , ogni
industriale, ogni commerciante, ogni professionista ,
ogni impiegato , ogni operaio , ogni contadino , ogni
proprietario o possessore di fattori di produzione ,

1 Tra le incognite, 1917 , Laterza, Bari, pp. 69-73; 117-120 .


76 BOLCEVISMO ITALIANO

fissi, o mobili , si trovano a stare , sia bene, sia male ,


tali e quali si trovavano a stare prima ... che la mo
neta italiana venisse deprezzata .
Nè vengasi a distinguere il consumatore dal pro
duttore , o il compratore dal venditore ; chè chi è
compratore è stato prima venditore, o lo sarà poi ,
e chi è consumatore è stato produttore , o lo sarà
poi , la manna dal cielo essendo caduta una sola
volta e poi mai più , neanche per i figli di Israele .
Tutte le « ragioni di scambio » , come dicono gli
economisti , tutti i valori , come pure dicesi , sono inal
terati , ovvero, sono quello che sono , indipendente
mente dalla quantità di carta moneta in circolazione,
e se variano ciò accade per cause estranee alla carta
che è in circolazione e accadrebbe anche se essa fosse
stata una quantità minore . Esiste un nuovo livello
nominale dei prezzi , che è a sua volta stabile se la
carta moneta non si altera in più o in meno .

7. -
Un danno economico vi è stato , allorchè la
carta moneta si aumento . Questo danno vi è stato a
ogni nuovo aumento. Questo danno tornerà a esservi ,
altrettanto grande , anzi , maggiore, a ogni riduzione
della carta moneta, a ogni alterazione del livello
generale dei prezzi , sia in un senso , sia nell'altro 2.
Ma il danno sofferto non è più danno attuale. È
acqua passata, che non macina più.

1 Avec la vraie monnaie il n'y a qu'une position d'équi


libre stable : avec la fausse monnaie , il y en a une infinité.
Mais ces positions ne diffèrent que nominalement parce
qu'on change le nom de l'unité monétaire ; au fond elles sont
toutes identiques entre elles et , en outre, égales à la position
d'équilibre avec la vraie monnaie . V. PARETO, Cours d'écono
mie politique, Lausanne , 1896, vol . I, paragrafo 289, p. 177.
1

2 PARETO , 1. c. , paragrafo 324 , p. 198.


IV . IL MANICOMIO MONETARIO 77

Un conto è il livello generale dei prezzi in carta


moneta , qualunque esso sia , e un conto diverso è
una variazione nel livello generale dei prezzi dovuta
a aumento o a riduzione della quantità di carta che
è in circolazione. Le variazioni nella quantità di
carta moneta , sia che essa venga aumentata, sia che
essa venga diminuita , sono cagione di alterazioni
transitorie nelle ragioni di scambio, ossia nei valori,
e nei redditi , e cagione di grave perturbamento nella
produzione , nel commercio interno e in quello estero .
Ma , cessando il Governo a variare la quantità di mo
neta cartacea in circolazione , cessando di aumen
tarla, e non mettendosi a diminuirla, i prezzi in
moneta cartacea assumono un livello stabile , che è
indifferente quale esso sia, purchè stabile 1.

8. – Si ha allora un paese in cui tutti i prezzi


in carta moneta, poniamo italiana , sono rialzati uni
formemente in una certa misura , poniamo , triplicati.
E si hanno altri paesi, in cui c'è altro genere di
carta moneta , poniamo francese , in cui i prezzi
espressi in carta moneta sono anch'essi tutti unifor
memente rialzati , in una certa misura, ma diversa,
poniamo del doppio . Là dove, in Italia, occorrevano
100 lire di carta moneta per una merce , o un ser
vizio, prodotti in Italia, occorrono ora 300 lire di
carta moneta ; là dove , in Francia, occorrevano
100 franchi di carta moneta per una merce , o un

1 Il y a pour cela (pour revenir à l'équilibre) deux mo


yens : 1. Ne pas changer la monnaie fiduciaire contre de l'or au
pair, mais , au contraire , ne la changer que pour sa valeur
réelle . Alors les prix demeurent en réalité les mêmes . Seul
les noms changent. L'équilibre n'est donc pas troublé . 2. Pa
RETO , 1. c. , paragrafo 325 , p. 199.
78 BOLÇEVISMO ITALIANO

servizio , prodotti in Francia , occorrono ora 200 fran


chi di carta moneta . Questa l'ipotesi dei fatti.
In un altro paese ancora , poniamo l'Inghilterra ,
occorrevano 100 scellini per una merce , o un ser
vizio . Ora occorrano 150 scellini di carta moneta.
Questa l'ipotesi . In Italia siano triplicati i prezzi
in carta moneta italiana ; in Francia siano duplicati
in carta moneta francese , in Inghilterra siano cre
sciuti di metà in scellini cartacei di quanto erano.
Queste monete cartacee hanno tra di loro una
nuova parità, stabile. La unità di moneta italiana,
la lira, sta alla unità di moneta francese, il franco ,
come 3 a 2. La unità di moneta francese, il franco,
sta alla unità di moneta inglese , lo scellino , come
2 a 1 e mezzo . Una lira varrà due terzi di franco ,
ossia 66 centesimi francesi, ovvero un mezzo scel
lino . O anche , uno scellino basterà per comperare
un franco e 33 centesimi francesi, oppure 2 lire
italiane . 1
Le nuove parità sono date dai rapporti tra i li
velli generali dei prezzi , ovvero dai nuovi rapporti
tra le potenze d'acquisto delle rispettive monete .
Quanto sto dicendo sono proposizioni elementari, di
cui il disconoscimento per parte dei Governi arreca
gravissimi danni .

1 Se originalmente 100 lire di carta moneta italiana equi


valevano a 100 franchi di carta moneta francese, adesso 100
lire di carta moneta italiana divise per tre equivalgono a
100 franchi di moneta francese divise per due , ossia, per
avere la pari tra le nuove , o attuali, lire italiane ed i nuovi,
o attuali franchi francesi, bisogna dividere il numero delle
lire attuali italiane per 3/2, cioè, moltiplicarle per due e divi
derle per tre ; e, inversamente , per avere la pari tra i franchi
nuovi cartacei francesi con le lire cartacee nuove italiane ,
bisogna dividere i franchi francesi per 2/3, ossia, moltiplicarli
per tre e dividere poi per due .
IV . IL MANICOMIO MONETARIO 79

9. -- Innanzi tutto è ovvio che il commercio in


ternazionale tra paesi in cui vigono regimi di carta
moneta la di cui carta abbia potenza d'acquisto di
versa , ossia , è in misura diversa deprezzata, non è
>

per nulla turbato da questo fatto.


Eppure ciò pensano gli uomini politici e in con
formità dell'errata loro convinzione agiscono. È opi
nione comune che siano favorite le esportazioni , che
siano ostacolate le importazioni , nel paese che ha
la moneta più deprezzata , ossia che ha il regime di
prezzi più alti in termini della sua moneta paesana .
Eppure , è ovvio , che i « costi comparati » – se vo
gliamo usare terminologia ricardiana sono ovun
que , in casa e all'estero , quelli che erano ed indi
pendenti dal livello generale dei prezzi . I prezzi
relativi delle merci e dei servizi sono in nulla alte
rati. Ciò che conveniva di produrre direttamente in
paese , continuerà a essere conveniente di produrre
in paese ; ciò che conveniva di produrre per la ven
dita all'estero , e per acquisto ivi di altra merce,
che sarebbe stata importata, converrà ancora di
esportare e di importare , e ciò si farà alle medesime
ragioni di scambio di prima o se sono altre , senza
alcuna influenza su di esse dei regimi monetarii 1 .

1 Di recente un colto signore tedesco mi esponeva che


la rovina dell'industria tedesca sistesse in questo , che
essa doveva comperare gran parte delle sue materie prime
in paesi in cui il marco era deprezzatissimo . Da ciò, se.
condo lui , un costo di produzione elevatissimo che rendeva
la industria tedesca incapace di conservare i proprii mer
cati esteri .
È ovvio che così non stanno le cose, se il livello gene
rale dei prezzi in marchi si è in Germania modificato in modo
che ogni merce e ogni bene istrumentale tedesco ha un
prezzo attuale diverso da quello precedente in ragione esatta
80 BOLCEVISMO ITALIANO

10. - L'estero non riceve la moneta cartacea di


un altro paese, p . es. , la nostra , che per servirsene
per l'unico uso di cui essa sia capace, quello , cioè ,
di comperare presso di noi merce nostra , o servizii ,
a quei prezzi che sono la misura e l'espressione
stessa della sua potenza d'acquisto . La nostra mo
neta cartacea vale all'estero quello che essa vale da
noi , nè più , nè meno, e il suo valore domestico è
fornito dal livello generale dei prezzi . Non può
valere all'estero di più che in casa , non servendo
ivi a nulla . Non pud valere di meno , poichè essa
compera presso di noi precisamente in ragione del
livello generale dei prezzi e non c'è che da trasfor
marla in acquisti di merci e servizii ; e in ragione della
sua potenza d'acquisto sarà anche da noi domandata
all'estero . Come la nostra moneta cartacea ha al
l'estero un corso conforme alla sua potenza d'ac
quisto presso di noi , così moneta cartacea estera
(e anche oro , come è intuitivo) ha presso di noi un
corso conforme alla sua potenza d'acquisto all'estero .
Sono queste le parità , come già spiegato .

del deprezzamento del marco , ossia , se tutti i prezzi anteriori


sono diventati gli attuali perché moltiplicati con il medesimo
coefficiente. L'industriale tedesco compererà allora la ma
teria prima estera ad un prezzo nominalmente maggiore di
prima, nella misura del deprezzamento del marco , ma ven
derà pure il suo prodotto all'estero a un prezzo nominal
mente maggiore di prima perchè in termini di marchi de
prezzati . Il suo vero danno non sta lì , ma nel fatto che sul
suo prezzo di vendita c'è una colossale imposta differenziale
riscossa dalla Intesa per risarcimento di danni di guerra ! E
questa imposta sia che la paghi lui , in forma di minor reddito
suo e degli operai suoi e di minor prezzo dei prodotti di cui
i fattori di fabbricazione sono soltanto tedeschi, sia che la
paghi il compratore estero , sia che il peso si divida tra i
due, resta sempre un onere che lo rende non concurrenzfähig.
IV . IL MANICOMIO MONETARIO 81

Ogni esportazione di moneta nostra in pagamento


di una merce estera che sia stata comperata " , dà >

luogo a una uguale importazione di moneta nostra


per l'acquisto di una merce nostra . Ogni esporta
zione di moneta nostra per parte di un italiano , che
egli la segua, o non la segua al di là della frontiera,
dà luogo a una importazione di uguale quantità di
moneta nostra per acquisto di merci , in ragione
esatta del livello generale dei prezzi ; a meno che
non venga tesoreggiata , nel qual caso è tolta dalla
circolazione, e non funziona più da moneta, e pro
tanto ribassa i prezzi da noi coi he se si fosse ridotta
la circolazione cartacea. Manco a dirlo , è un minus
habens chi tesoreggia carta moneta ; ma, che men
talità ha colui che ne proibisce l'esportazione? Eppure ,
non fa ciò il Governo ?

11 . · Molta confusione ha forse la sua origine


nel fatto che il deprezzamento delle monete cartacee
viene misurato mediante la loro potenza d'acquisto in
oro . Eppure, se ciò si vuole fare, nulla è modificato a
quanto siamo venuti dicendo . Soltanto è da stabilire ,
o da accertare , la potenza d'acquisto dell'oro che ha
subìto con la guerra una notevole diminuzione per
essere stato demonetizzato ovunque si sono intro
dotti regimi monetarii cartacei . L'oro aveva due ge
neri di curve di domanda : Una curva di domanda
quale merce ; una serie di curve di domanda , quale
moneta . Queste curve di domanda, la mercantile e
le monetarie si sommavano in una curva generale
di domanda . Di fronte a questa stava l'offerta , ov

1 In Austria, ad es . , accettavano moneta italiana e chè


que in lire . Ma l'esportazione di moneta cartacea era con
trabbando e il rilascio di chèque procurava guai serii con
l'Istituto dei Cambii.

M. PANTALEONI , Bolcevismo iano . 6


82 BOLCEVISMO ITALIANO

vero , il flusso di offerta . Donde il prezzo . Senonchè


sono quasi sparite le curve di domanda monetaria
e stima il prof. Cassel essere il prezzo dell'oro ri.
.

dotto di circa due quinti . Comunque ciò sia , e forse


il deprezzamento dell'oro sarebbe ancora assai mag
giore di quello che è , se non si prevedesse poter
alcuni Governi ripristinare una sua domanda mone
taria , le parità relative delle circolazioni cartacee
restano le medesime sia che si calcolino in potenza
d'acquisto di oro , o in potenza d'acquisto di merci
e di servizii in genere , essendo i ragguagli quistione
di pura aritmetica .

12. - Ma , che siavi un vantaggio a un ritorno


ad una circolazione monetaria in oro è un errore ,
pure bene dimostrato dal Cassel ' . Solo una nuova
tremenda rivoluzione nei prezzi potrebbe ricondurci
a una circolazione aurea e cið senza alcun vantag
gio, nemmeno quello di una maggiore stabilità della
moneta . Non è dato da vedere un solo argomento
in favore di una proposta di tal genere , o di una
attenuazione di quella proposta quale è quella di
avvicinare la potenza d'acquisto della moneta car
tacea a quella che avrebbe una circolazione aurea,
o di carta fiduciaria convertibile a vista in oro 2 .

13 . - Si teme che non siavi Governo che lasci


stabile una circolazione cartacea e , anzichè ricorrere
all'imposta , o a debito contrattato sul mercato , non
preferisca accrescere la circolazione cartacea.
1 Cassel , 1. C. , p . 34 e seg .
2 Proposte in questo senso sono fatte da molti ; ricorderò
soltanto quelle del prof. A. Zorli,7 accolte nel Giornale d'Ita
lia. Sebbene errate da capo a fondo, servono per combattere
i proponenti un ulteriore inflazionismo : cooperatori, politi
canti, plutocrati, ecc .
1

IV . IL MANICOMIO MONETARIO 83

Ma , questo timore , che è fondato , implica un


problema assai più generale, il problema cioè di
poter avere , o non avere , un Governo che non si
sovrapponga ai cittadini , che non « faccia » le ele.
zioni , che non « faccia » le leggi , che non sia so
vrano , ma istrumento della sovranità . Imperocchè,
se ciò non è, e finchè ciò non sarà , non solo non
havvi una garenzia che le emissioni di carta moneta
non continuino , ma non havvi nemmeno quella che
una circolazione aurea , instaurata che sia, duri .
Alla carta fiduciaria convertibile e emessa sol
tanto a richiesta del commercio e contro valuta , si
sostituiscono garanzie consistenti in riserve auree,
le quali nulla garentiscono, poichè sono intangibili ,
e i Governi si fanno cedere biglietti che non rispon
dono a operazioni commerciali e perciò mai tornano
agli Istituti emittenti . Alla carta fiduciaria conver
tibile viene attribuito corso legale , ciò che ne altera
radicalmente la natura economica e giuridica e , alla
prima occorrenza, malgrado un regime aureo , si
torna in pieno corso forzoso .
In fatto di regime monetario cartaceo un solo
provvedimento è conditio sine qua non del risorgi
mento economico del paese , questo cioè : che prov
vedimenti costituzionali , amministrativi e intensa
pubblicità ostacolino la via ad un accrescimento della
carta moneta e venga smessa ogni idea di ridurla
e da questa, non prendano vita e origine ingerenze
nel commercio e nell'industria ,

14. - Il commercio internazionale dei privati non


può in alcun modo influire sull'aggio, cioè, sul de
prezzamento della carta 1 .

1 The theory of the foreign exchanges, G. J. Goschen Ediz . ,


84 BOLCEVISMO ITALIANO

A quella che è la pari delle monete cartacee ,


quale è stata spiegata, il commercio dei privati può
procurare piccolissime variazioni, anche minori di
quelle del cambio in regimi monetarii aurei . Quali
sono gli italiani che riuscirebbero a ottenere merci
estere se non sono solvibili ? Amerei conoscerli , per
chiedere immediato accoglimento nella loro confra
ternita ! Quale è lo straniero che fa credito senza
studio preventivo della posizione del debitore e non
reclama per le vie giudiziali il suo credito in sca
denza ? Come può un paese indebitarsi per opera
dei suoi cittadini ? Qualche singolo sarà insolvente !
Ma, la insolvenza non può assumere le dimensioni
di un fenomeno nazionale , perchè i crediti non si
acconsentano da privato a privato e da massa di
privati a masse di privati spensieratamente. E se
ciò anche accadesse , sarebbe fenomeno di brevissima
durata !
Se un americano vende del grano a un italiano ,
questi o ha stipulato il zzo in dollari con il ven
ditore , e allora ha fatto i proprii conti in lire, cioè,
si è assicurato il cambio presso una banca, o si è
assunto egli medesimo il rischio del corso dei dollari
in lire pel giorno della presentazione della tratta , o
della presentazione del suo pagherò ,, - che, per lo
più porta anche firme di avallanti, o garenzia ban
caria , oppure ha stipulato il prezzo in lire, e allora
è l'americano che ha calcolato il valore delle lire
in dollari e che se ne è fatto garentire il cambio, e
probabilmente le ha già vendute prima di riscuoterle.
Se l'uno e l'altro non avessero fatto questi conti ,
non saprebbero se guadagnano o perdono ! non sa

II , 1883, pp. 63-68. Nella edizione francese, ediz. 3, 1892, tra


duzione Say , pp. 130-134.
IV . IL MANICOMIO MONETARIO 85

prebbero neanche a che prezzo hanno venduto e


comprato ! È stata la loro operazione un giuoco
sragionato , che non può che portarli alla rovina e
alla eliminazione dal mercato . Per lo più i pagamenti
si fanno su presentazione dei « documenti » , cioè
della polizza di carico e ci sono di mezzo il capi
tano , lo spedizioniere e la banca !
Figurarsi il commercio diversamente , cioè , im
maginarsi che ci sia chi venda, mentre non sa come
sarà pagato , e che ci sia chi comperi , e non sa come
pagherà , figurarsi che questo possa farsi da migliaia
>

di persone per miliardi di lire e in modo permanente ,


è roba da gazzettieri, che chiacchierano al caffè con
degli impiegati.

15 . Per contro : l'opera dei Governi può fare


fallire lo Stato, e, prima che fallisca lo Stato, ri
durre alla miseria i cittadini. Il cattivo , o poco cre
dito dei Governi, può privare i cittadini di credito,
perchè la loro insolvenza può essere repentinamente
determinata da imposte gravate su di loro - imposte
sul patrimonio , imposte globali sul reddito, – da.

insolvenza verso di loro del Governo per crediti che


hanno verso il Governo, da monopolii di Stato che
distruggono industrie fiorenti, da divieti di commer
ciare, da soppressione o sospensione di servizii pub
blici , che sono condizioni generali della prosperità
privata, da incertezza e rimaneggiamento continuo
di leggi , da corruzione politica dei tribunali , da
deterioramento della sicurezza pubblica , da privilegi
accordati a gruppi di cittadini formati dalla legge
in corporazioni , da calmieri sui prezzi, da vendite
di merci fatte dal Governo sotto costo , da assorbi
mento di capitali , oltre che mediante l'imposta , con
cartelle di debito pubblico e buoni del tesoro di cui
86 BOLCEVISMO ITALIANO

l'acquisto viene imposto, da emissioni di carta mo


neta , da ufficiale e ufficiosa denigrazione di indu
striali e commercianti, e da leggi che ne infrangano
la libera attività .
In questi modi , e tanti altri , alla cui discussione
hanno consacrato da oramai sei anni molto tempo ,
Pareto , Einaudi, Ricci , Prato , Jannaccone, il Governo
può rovinare il commercio domestico ed estero dei
cittadini, e il loro credito e la produzione privata ,
distruggendo con ciò anche la materia imponibile .
Il Governo può indebitare il paese all'estero in mi
sura superiore alla solvibilità sua propria e a quella
del paese. Soltanto il Governo può cið fare. Non già
il privato cittadino, da solo , o associato che sia
con altri .
Il Governo non è tormentato , come lo è ogni pri
vato , da un rigoroso calcolo di profitti e perdite .
Le sue azioni non sono nemmeno determinate da
un calcolo di profitto economico , ma da un intricato
cumulo di considerazioni politiche , le quali , consi
stono prevalentemente di interessi parlamentari .
È perciò che la sua attività va limitata a quella
sfera che non è dominata da leggi economiche , sotto
pena di rovina economica del paese .
Politica , 31 luglio 1920.
V

IL CONTROLLO SULLE INDUSTRIE

1. – Il disegno di legge che ha per titolo « Con


trollo sulle industrie da parte dei lavoratori che vi
sono addetti » , è , da capo a fondo, una audace mi
stificazione bolcevica .
Pretende che occorra mettere gli operai in grado
di conoscere i salari che si pagano nell'impresa in
cui sono occupati : ma è questo cosa arcinota a tutti
quanti , agli operai, ai loro sindacati , alle loro ca
mere di lavoro, ai loro giornali , agli uffici di stati
stica , ecc . !
Pretende che occorra portare a loro conoscenza
la costituzione del capitale dell'azienda ; ed è questo
cosa che non li riguarda menomamente ; cosa di cui
si infischiano ; cosa che , in una certa misura è pub
blica, trattandosi di anonime , cosa che , sostanzial
mente, è assai complessa comprendendo sva
generi e forme di debiti , e che perciò se venisse fatta
oggetto di analisi pubblica, metterebbe le aziende in
balia dei loro creditori , in particolare delle banche
con le quali hanno rapporti , e che aprirebbe alla
concorrenza che esse si fanno, alla stampa losca e
88 BOLCEVISMO ITALIANO

ad avvocati e sensali loschi cento occasioni per veri


coups de Jarnac,
Pretende, la legge , di far controllare dagli operai
il modo col quale sono eseguite le leggi che tutelano
i lavoratori. Ma è questo già cosa di competenza di
tutta una mastodontica burocrazia , di ispettori delle
fabbriche, di medici ed ingegneri, di consigli supe
riori, di prefetti e di questori, di istituti di assicu
razione per gli infortunii; è cosa vigilatissima dalle
Camere del Lavoro e dai loro Rabagas, e nota lippis
et tonsoribus !
Pretende pure , la legge , di mettere gli operai al
corrente dell'andamento dell'industria e della produ
zione ovvero dei metodi di produzione, mediante
loro controllo ! E qui ti voglio, bolcevico sornione ,
perchè il pubblico vedrà or ora, che mai, e poi
mai, questa cosa gli operai potranno capire ; che
se questo l'uno o l'altro di loro sapesse fare, imme
diatamente prenderebbe rango tra i più scelti uomini
d'affari e tra i capitani di industria di grande stile ,
e che perciò è tutt'altra la vera finalità e il vero
effetto di quella pretesa e di tutto il progetto .
Pretende ancora il progetto di legge di far con
trollare dagli operai gli utili dell'azienda ! E qui
siamo da capo in pieno bolcevismo, nascosto sotto
maschera di innocente agnellino. Imperocchè gli utili
o sono quelli del bilancio , ed allora sono pubblici ,
e per legge e in linea di fatto , e noti anche al fisco;
o la pretesa del controllo significa « giudizio sulle
riserve, sulle valutazioni еe le svalutazioni » , ed allora,
da un lato, l'argomento eccede di gran lunga il com
prendonio di qualunque operaio e rientra nell ' « an
damento dell'industria , e , dall'altro , crea un contra
sto di interesse tra coloro che non curano che l'utile
immediato (l'operaio) e coloro che difendono un utile
V. IL CONTROLLO SULLE INDUSTRIE 89

duraturo (l'azionista e il creditore) con prevalenza


di coloro che vogliono abbattere l'albero per coglierne
i frutti.
Pretende pure il progetto , e saranno certo com
mosse tutte le donnicciuole , i filantropi, e la coorte
degli scemi , di trasformare le imprese in Kindergär
ten , in cui si educhino e si istruiscano gli operai già
discretamente evoluti mediante la scuola che vanno
a fare il sabato , la domenica e il lunedì nelle osterie
e gli altri giorni alla Camera del Lavoro e nei co
mizi socialisti ; pretendesi di creare un ambiente di
amore e di lacrimucce sentimentali tra spogliati (gli
industriali ) e rapinatori (operai agitati dagli agitatori)
nel momento istesso in cui segue un assalto bolce
vico ope legis a una terribile sequela di assalti bol
cevichi contra legem , che solo il fascismo sta alquanto
moderando e arginando .
Giunge il progetto di legge in momento opportu
namente scelto dal bolcevismo , per aggravare ,
dico bene se dico per ingigantire, - la crisi econo
mica che sta imperversando in Italia e quindi più ra
pidamente e completamente distruggere le industrie
esistenti ; per chiudere ermeticamente la porta a ogni
nuovo impianto, e per dare luogo a tale una disoc
cupazione operaia , che nessun provvedimento cari
tativo ed elemosiniero di Stato possa alleviarla e
così venga finalmente mobilitato quell'esercito di di
sperati che occorre ai nostri 159 , – dalle quindici
mila lire, – per belacuneggiare l'Italia. E se ha da
essere così , saltiamo virilmente dalla trincea pro
libertate Patriae !

2. Che si possa in buona fede pensare a un con


trollo operaio nelle industrie e nei commerci, ha fon
damento in una enorme sopravalutazione delle fun
90 BOLCEVISMO ITALIANO
1
1

zioni del lavoratore , delle sue capacità intellettuali


e morali , e del suo contributo alla confezione di un
prodotto che abbia un mercato e soddisfi bisogni .
Questa sopravalutazione, che è propagandata da
demagoghi , ha già arrecato gravissimi danni al
l'economia italiana , danni che val la pena di ricor
dare , a ciò che ne cessi l'apatico accoglimento. A
essa si deve la tolleranza, per parte del Governo,
contro ogni leyge vigente, e della occupazione delle
fabbriche, e delle navi e di terre coltivate . Al pen
siero vago , che l'operaio sia un fattore principale
della produzione, che a lui , sostanzialmente , lo si 1
debba se ci nutriamo , ci vestiamo , abbiamo alloggi,
se possiamo trasferirci su ferrovie e navi da un
luogo all'altro, devesi il favore che hanno incontrato
nel pubblico e nella legislazione le cooperative , le
quali sembravano organizzazioni operaie che potes
sero fare a meno dell'uomo d'affari, dell'imprendi
tore, del promotore, del capitalista, del commerciante,
dello speculatore, del borghese ! E sono esse poi state
tollerate , e anche maggiormente favorite dalla legi
slazione , dacchè non servono più ai cooperatori, ma
sono meccanismi congegnati in modo da procurare
laute rendite ai caporioni del socialismo , ai giornali
socialisti e voti nelle elezioni amministrative e poli
tiche e bolceviche . Il pubblico continua a credere
che funzionino per l'elevazione del lavoratore ! E oc
corre ancora dire , che tutto quanto il recente mo
vimento sindacalista italiano trova tolleranza presso
l'opinione pubblica in ragione della assurda sopra
valutazione del cosidetto a lavorante » , propagandata
dal retore demagogo , il quale ci vuol far' credere che
giacchè nello esercizio ferroviario concorre anche
l'opera del ferroviere, sia egli quegli che l'ha inven
tata , che l'ha costruita, che la fa funzionare , e per
V. IL CONTROLLO SULLE INDUSTRIE 91

cið ne debba intascare il reddito , in aggiunta al non


indifferente salario che percepisce ; che, analoga
mente , i postelegrafonici abbiano inventato e orga
nizzato posta , telegrafi e telefoni, e questi servizi
facciano funzionare senza concorso di altri , e quindi
il monopolio di Stato debba essere il monopolio loro ;
che gli impiegati di banca, scritturali , contabili,
corrispondenti, con l'aggiunta di graziose dattilo
grafe, siano loro la banca ! E si va avanti con questo
paralogismo, sicchè la tramvia è del tramviere, la
}
nave del marinaio, l'azienda agricola del contadino ,
lo Stato del proletario ! È allora un ovvio corollario ,
che la fabbrica sia dell'operaio , ed è poco se si con
tenta di volerla controllare lavorandovi pure , chè
più equo e ragionevole sarebbe di controllarla senza
lavorarvi , come intendono di fare i caporioni dei
sindacati .

3. - La realtà è la verità sono per contro queste :


che mentre gli umili possono riuscire forsennati de
vastatori, essi d'altra parte , questi umili, anche se
agitati dagli agitatori , non possono fare alcuna delle
tante cose che occorre vengano fatte a ciò che una
industria si impianti e prosperi, e che il loro con
trollo non può aver luogo che quando tutto il bene è
già stato fatto senza l'opera loro e non resta che da
demolire e da spartirsi quanto è stato costruito.
Ed ecco come .
1. A ciò che una industria si impianti ,> ne va prima
scelto il genere. Se è sbagliata questa scelta , in indu
stria perisce ! Tutte le industrie che si impiantano
sono in concorrenza e tra di loro , e con quelle già
impiantate, per il conseguimento di una parte ade
guata alle loro esigenze tecniche del flusso annuo
di capitali prodotti e risparmiati. Attingono tutte ad
92 BOLCEVISMO ITALIANO

un unico fiume, che ora è più ora è meno pieno .


Può l'operaio, può il suo sindacato , può il dema
gogo , giudicare di quello che è il genere di im
presa che ha probabilità di riuscita ? Se si , chi mai
impedisce loro di dare mano all'opera ? Di solito , nel
mondo borghese , i promotori di una impresa si danno
da fare per degli anni prima di giungere in porto
e dico molto se dico che un mezzo per mille di co
loro che ci si provano risolvono il problema !
2. Scelta che sia l'industria, occorrerà pure de
terminarne l'ubicazione. È ovvio che anche qui c'è
un problema che non è pane per i denti dell'operaio,
o del suo sindacato, e che uno sbaglio nella scelta
della ubicazione è la morte , a breve scadenza , del
l'impresa ! S'ha da mettere una impresa dove ab
bonda la materia prima ? E allora come va che i coto
nifici non stiano nei tropici , ma in Europa ? E come
va che in Svizzera prosperino industrie meccaniche
senza che vi cresca nè carbone , nè ferro, e non ce ne
siano negli Urali ? L'ho da mettere vicino a stazione
ferroviaria o a porto di mare, e all'uopo da rinun
ziare ad altri vantaggi? Lo sa dire questo il lavo
ratore , o sa rispondere, il Sindacato , o il Ministro del
Lavoro ? Ma , giacchè tanto conta la mano d'opera,
o perchè non diciamo di mettere l'impresa là dove
questa abbonda ! Se poi questo angoletto del para
diso , ben popolato di umili angioletti , è lontano dalla
stazione ferroviaria, o dal porto , o dalla materia
prima , o dal luogo di vendita del prodotto, che mai
importa ! Non c'è il lavoratore e non basta ciò ?
Se, a esempio, un macchinario si guasta, anzichè
poter avere, per telefono, in 20 minuti un pezzo di
ricambio, staremo fermi per 20 giorni , ecco tutto , e
gli umili avranno riposo , e faranno il calcolo del
costo di produzione e del giusto prezzo ! Ma, po
V. IL CONTROLLO SULLE INDUSTRIE 93

piamo pure egregiamente risolto il problema della


ubicazione dell'impresa senza concorso alcuno
1
della saggezza del lavoratore – supponiamo , pure
riuniti e versati i capitali , che poi sono quelli che
corrono l'alea del successo e dell'insuccesso , sup
poniamo , dunque la fabbrica bella che impiantata ,
senza alcun concorso dell'operaio che vi lavorerà .
Ecco , dunque , costruito , da altri, il suo nido , e può
principiare la bolcevizzazione . Cosa vuole l'operaio
controllare , cosa può controllare ?
3. Nasce subito un problema che egli non pud
capire , che è questo , la materia prima , per esempio
il cotone, va comperato uno o due anni prima che
verrà lavorato , ossia è comperato speculativamente ;
così pure il filato è venduto prima che sia prodotto ,
ossia è venduto speculativamente. Se ciò non si fa
cesse o se si facesse da chi non sa fare, l'impresa 1

non reggerebbe alla concorrenza. Aggiungasi che


nessuna operazione si fa per contanti, salvo quella
della vendita all'ultimo compratore e consumatore
del prodotto finito, e allora siamo fuori dell'in
dustria da un gran tempo nella catena del processo
produttivo.
Ebbene , allora non è o un inganno, o una stupe
facente sciocchezza, far credere a un possibile con
trollo dei metodi di produzione ! Ma , è ben questo
l'inganno o la sciocchezza palmare che si inserisce
audacemente in un progetto di legge , e si presenta
al Parlamento , speculando sulle ingiurie , che racco
glierebbe chi ardisse smascherare l'uno, o spiegare
l'altro .

4. — Ma , allora , come osare di finanche proporre


il « problema dei costi di produzione » quale pro
blema di cui sappiano rendersi conto degli operai !
94 BOLCEVISMO ITALIANO

Non si tratta mica della officina del fabbro ferraio, o


della piccola tipografia che lavora su commissione,
ma bensì di legiferare, per la grande industria ! Or
bene, se l'operaio volesse porsi il problema dei costi
di produzione, avrebbe da incominciare a persuadersi
di questo ; che non esiste nè un bilancio annuale,
nè biennale, ma soltanto un bilancio unico, che prin 1

cipia il giorno in cui l'azienda viene impiantata e


finisce in quello in cui essa liquida . Gli altri bilanci ,
quelli che ha in mente il legislatore nel suo pro
getto di legge, i bilanci annuali , sono artifizii le
gali , contabili e commerciali di cui l'unica funzione
è quella di disinteressare a forfait coloro che dal
l'impresa vogliono uscire e fissare un prezzo per co
loro che vogliono entrarvi in un qualunque periodo
della sua vita . Può ciò capire l'operaio , se nol capi
sce nemmeno il legislatore ?
Queste liquidazioni a forfait si fanno introducendo
nei bilanci annuali i più svariati generi di riserve
e di svalutazioni. Ebbene , vi immaginate l'operaio ,
o il suo Sindacato , rendersi conto di una limitazione
dei salari attuali, o dei dividendi attuali, non già
soltanto perchè il macchinario è deperito , ma per
chè è in vista un genere di macchinario diverso, più
economico, di quello ora adoperato e che ridurrà a
zero il valore dell'impianto attuale e richiederà una
spesa nuova in conto capitale ; oppure , perchè è in
vista una alterazione nei prezzi del prodotto, o nei
prezzi dei fattori di fabbricazione, o una variazione
nelle disponibilità di credito ? Cosa ha da capire
quell'umile di comprendonio all'infuori del suo in
teresse immediato, e può mai farglisi scuola , a spese
dell'azione , in argomento che è di per sè stesso assai
più difficile delle alte matematiche o di problemi di
clinica medica ? Ma via ! Qui trompe- t-on ici ?
V. IL CONTROLLO SULLE INDUSTRIE 95

5. — E finirò, per oggi , con un solo altro appunto .


>

L'operaio crede, perchè glielo dice il caporione so


cialista , che il capitale lo domini , anzi lo sfrutti, e
quindi che se egli avesse il capitale , sarebbe egli il
signore del mondo , e che se egli lo può controllare ,
sarà egli che farà il dominatore e magari lo sfrut
tatore. Or bene , la verità è : che il capitale non co
manda affatto, ma comanda sul capitale e sull'operaio
l'industriale o il commerciante di genio . È questi sol
tanto che fa fruttare e l'uno e l'altro ; è questi che si
serve del capitale per pagare con esso gli atti sem
plicissimi che compie l'operaio, e che , in altri tempi,
da lui ottenevano con la frusta altri dominatori .
È l'ingegno di pochi capi che insegna cosa fare,
dove farlo, come farlo , a ciò che vi sia un utile ; è
la felice previsione dell'imprenditore quella che per
mette al lavoratore , che vuole essere ubbidiente , di
percepire un salario , perchè questo salario non è
altro che la anticipazione immediata e a forfait del
valore commerciale di un prodotto che ancora non
esiste , e che può anche non avere alcun valore , se la
previsione dell'imprenditore non sarà stata felice .
Poni caso che si fabbrichi una nave . Gli operai che
concorrono alla sua confezione sono in ogni caso
pagati . Ma, se poi la nave non è fatta bene, essi
se ne infischiano . Se la nave non guadagnerà noli
che coprano e le spese di esercizio e quelle di co
struzione , ancora se ne infischiano. Loro sono stati
pagati, così come se l'una e l'altra cosa fossero già
avvenute. Eppure , a lungo andare, ossia, il flusso
della costruzione di navi , non avrà luogo che se
anche i salari pagati per la costruzione vengono
coperti dai noli che sono ripartiti su una serie di
anni e che sono funzione di cento elementi costi
tuenti varii diversi mercati . Che controllo d'Egitto
96 BOLCEVISMO ITALIANO

per parte del più scemo tra tutti gli interessati nel
l'impresa !
Il progetto di legge bolcevico vuole , e conse
guirebbe, la morte dell'industria esistente. Coloro
tra gli industriali che sono presi nella pania, se non
si difenderanno, saranno spogliati . Ma, nuovi min
chioni , che rifacciano del miele per i nostri bolce
vichi , neanche tra gli italiani si troveranno , ed è
tutto dire !
Eia , eia , alalà per i fascisti!
Dal Giornale d'Italia : 2 marzo 1921 .

Nota . - Il borghese timido , di buon cuore , ed un poco


scemo, è allettato da progetti di « controllo operaio » , di « par
tecipazione agli utili , e di « cooperativismo » , perchè crede
che avviino alla pace sociale e alla eliminazione di conflitti
tra operai e capitalisti , o operai e dirigenti . Or bene , non
avevo finito di scrivere questo articolo che in una azienda
appartenente totalmente agli operai, quindi completamente
controllata da loro , intendo dire nella Verrerie Ouvriére
d'Albi , è scoppiato uno sciopero !
Vale la pena di fermarcisi sopra un momento, e per il
fatto di questo sciopero, e perchè i socialisti si guardano
bene dal ricordare a sè medesimi e al pubblico la storia dei
disastrosi sperimenti da loro già fatti con l'esercizio di in
dustrie completamente affidate alle loro mani e quindi inte
gralmente da loro controllate. La storia della Vetreria ope
raia di Albi non è facile a essere rintracciata , precisamente
perchè i socialisti non amano di parlarne . Avevo traccie della
sua storia in Octave Noel : Le Socialisme et la question so
ciale , Paris , Pedone , 1902 , p . 434, e devo alla cortesia del
signor Yves Guyot l'Ouest-éclaire dell'11 maggio 1921 in cui
il signor Eugène Le Breton la narra e il Matin del 22 aprile
1921 che narra dello sciopero nell'articolo anonimo : Qu'est-ce
qu'une verrerie ouvrière ?
La vetreria di Albi non è precisamente proprietà degli
operai che vi lavorano , nè essi ne hanno la assoluta dire
zione , nè diritto a tutti gli utili . Accade ad Albi esattamente
V. IL CONTROLLO SULLE INDUSTRIE 97

ciò che vogliono conseguire da noi i politicanti e i caporioni


del socialismo . Il proprietario della vetreria è il « Proleta
riato » , che l'ha organizzata e ne ha dettati gli statuti . E
vedremo ora chi è questo signor « Proletariato » .
Il capitale iniziale venne fissato in 500 mila franchi, di
visi in 5 mila azioni di 100 franchi, che venne formato da un
dono filantropico della signora Dembourg di 100 mila fran
chi , e dalla sottoscrizione di biglietti da 20 centesimi che
davano diritto a premii a modo di tombola e si convértivano
in azioni liberate di 100 franchi. Queste azioni sono state sot
toscritte esclusivamente dai sindacati operai e dalle coopera
tive di consumo e di produzione. Ciò avvenne nel 1896.
I benefizii, o dividendi, non dovevano distribuirsi agli
azionisti, ma essere consacrati a un'opera generale di inte
resse economico e sociale , quale sarebbe stato deliberato
dalla universalità degli interessati . A ciò che le azioni re
<

stassero al Proletariato, e non potessero cadere nelle mani


di uomini o gruppi capaci di modificarne gli statuti in senso
contrario a quello che ha ispirato le Associazioni operaie che
fondarono la vetreria » , si stabilì che le azioni, tutte nomi
native , non potessero trasferirsi che tra sindacati e coopera
tive, che la Società dovesse avere notifica dei trasferimenti
e avesse , in ogni caso , un diritto di prelazione . L'Ammini
strazione era affidata a un Consiglio di 9 membri di cui 6
operai e 3 rappresentanti di sindacati e delle cooperative
scelti nell'assemblea degli azionisti . Il direttore e l'inge
gnere erano nominati dagli operai e , in caso di conflitto tra
lui e loro non potevano essere licenziati che dal Consiglio ,
nel quale però i rappresentanti gli operai avevano i 2/3 dei
voti . Gli utili dovevano andare in quanto al 20 % alla ri
serva ; 40 % erano destinati a casse di soccorso e di vecchiaia
dei vetrai e il resto agli operai , i quali dovevano ricevere un
salario , che era superiore a quello vigente in altre vetrerie .
Come ognuno vede , il controllo operaio è già realizzato
e la partecipazione agli utili pure .
Ciò malgrado la vita della vetreria non è stata che una
serie di conflitti, non realizzando i sogni di pace sociale pre
conizzata , come effetto del sistema, dai nostri socialisti e
dalle Loro Eccellenze Labriola e Giolitti .
I direttori e i tecnici scelti dagli operai erano tanto in
capaci , che la vetreria era sempre sull'orlo del fallimento,
e gli operai non guadagnavano di che sfamarsi, finchè non
venne la guerra a dare loro « sopraprofitti di guerra » .
M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano . 7
98 BOLCEVISMO ITALIANO

Dopo 20 anni di vitaccia, gli operai decisero di affidare


l'impresa a un ingegnere vero, e di accettare la sua ditta
tura ! Il primo atto dell'ingegnere Spinetta fu una verifica
dei conti che ebbe per conseguenza il suicidio del Cassiere !
Poi egli constato , che la vetreria non guadagnava là dove una
impresa privata capitalista avrebbe fatto una « fortuna , ! Le
spese generali andavano ognora crescendo, e il Consiglio
operaio dovette riconoscere che : « tout allait à vau-l'eau à
l'usine » . C'era l'anarchia. Una seconda crisi incominciò per
la ribellione degli operai alle intenzioni di voler mettere or
dine. Fu una lotta « épique et terrificate » . La negligenza de
.

gli operai era tanta che il 15 % della produzione andava rotta.


I soffiatori scioperavano piuttosto che accettare un cambia
mento provvisorio di posto , e il lunedì non venivano che rara
mente. I gassisti , anzichè preparare il gaz nella notte dalla
domenica al lunedi, andavano a letto, e soltanto un'ora prima
del lavoro dei vetrai mettevano i forni in ebollizione. Se il
Consiglio d'amministrazione, spinto dalle recriminazioni ge
nerali, puniva un operaio, questi ricorreva al Sindacato che gli
dava ragione.
L'ingegnere Spinetta lavorò varii anni, tentando di met
tere ordine, e cercando di creare in loro una coscienza indu
striale collettiva. Durante la guerra egli venne esentato dal
servizio militare per opera del compagno Alberto Thomas .
La guerra riusci assai profittevole alla fabbrica . Ma, finita
la guerra , l'impresa tornò a non poter reggere alle spese e al
l'anarchia e l'ingegnere Spinetta si dimise, scoraggiato. Un
nuovo Consiglio d'amministrazione venne formato sotto la
presidenza del compagno Henri Sellier, e gli operai torna
rono a disporre dell'amministrazione tecnica e commerciale.
Ma'la vendita delle bottiglie calò, per la concorrenza, di
cono gli operai, di bottiglie ceco -slovache e tedesche . I
tedeschi importavano bottiglie dalla Sarre e per i porti di
Bordeaux e Marsiglia. L'accumulazione degli stocks co
strinse Henri Sellier, communiste éprouvé, e Presidente del
Consiglio di amministrazione , a proporre una riduzione del
20% ai 380 lavoranti .
Da ciò sciopero di operai-padroni contro sé medesimi !
Sellier, forte dell'appoggio degli azionisti , che sono sindacati
e cooperative, si mise in lotta, come un intraprenditore capi
talista qualunque contro gli operai, socii nei profitti, con
trollori e gestori dell'azienda ! E allora ? Dove sta il tocca
sana dell'appropriazione e del controllo delle fabbriche ? È
V. IL CONTROLLO SULLE INDUSTRIE 99

assai interessante prendere nota del modo come i caporioni


socialisti, cioè , i sindacalisti e i cooperatori, intendessero
il controllo operaio, perchè è precisamente l'istessa mentalità
che vediamo in Italia .
Dunque : il 25 gennaio 1921 il direttore comunica agli
operai che occorre ridurre le ore di lavoro del 50 % e ribas
sare i salari del 20 % , in ragione della crisi , e ciò fin dal
10 febbraio .
Gli operai, pur lagnandosi della brevità del preavviso
dato loro, accettano , ma chiedono la convocazione di una
assemblea. Questa ha luogo il 27 febbraio a Parigi e in essa
« le citoyen Tantot, secrétaire du syndicat ouvrier, y exposa
que le droit de contrôle accordé au personnel étoit parfaitement
illusoire, attendu que le conseil avait toujours refusé de lui com
muniquer le prix d'achat des matières premières et le prix de
vente des objets fabriqués. L'orateur insista ensuite, une fois
de plus , pour que fût appliqué dans toute son ampleur l'ar
ticle 33 des statuts de la verrerie. Cet article est ainsi conçu :
« Le reliquat net constituant les bénéfices distribuables
sera réparti à raison de 60% aux actionnaires , à titre de
dividende, et de 40 % au personnel pour servir à l'établis
sement de pensions de retraites ou étre employés à des se
cours extraordinaires d'invalidité et de chômage » .
Cette déclaration du secrétaire du syndicat souleva les
colères du conseil d'administration . Ce dernier a , sur la que
stion de l'application de l'article 33 , une opinion bien arrêtée .
La voici, telle qu'il a pris soin, lui-même , de la formuler dans
le rapport distribué à l'assemblée des actionnaires :
« Le syndicat ne nous propose-t-il pas aujourd'hui de
réduire la Verrerie ouvrière, par le jeu d'un article des sta
tuts, à un simple terrain d'expérience pour les idéologues
rétrogrades de la participation aux bénéfices, en faisant aux
actionnaires la grosse injure de leur jeter comme appât une
vague distribution de dividendes » ?
Le conseil poursuit :
« Nous estimons, quant à nous , que la liquidation de la
Verrerie ouvrière serait préférable à la banqueroute morale
qui amènerait les organisations révolutionnaires à accepter
les principes du capitalisme qu'elles sont constituées pour
abattre » .
Gli operai rifletterono che : « un patron bourgeois n'au
rait point agi antrement que notre conseil d'administration » .
E dichiararono lo sciopero con questo ordine del giorno :
100 BOLCEVISMO ITALIANO

« Nous faisons grève pour réaliser les objectifs suivants :


1° obtenir le renouvellement du conseil et de ses satellites ,
en qui nous ne pouvons plus avoir aucune confiance; 20 ob
tenir une part réelle de gestion et de contrôle » .
Nei Systémes Socialistes del Pareto può leggersi — vol . II ,
ch. XII , p. 302 - una storia analoga , cioè , quella dell'eser
cizio della miniera di Monthieux lasciata loro in proprietà
dalla società concessionaria e dotata di capitale d'esercizio
da un filantropo e dalle municipalità di Lione , St. Etienne ,
Roanne e altre .

.
VI

IL CONTROLLO OPERAIO DELLE INDUSTRIE ·

1. L'aggressione socialista ora si fa con la violenza, ora con leggi.


2. È principiata assai prima della fine della guerra. – 3. Illusione
socialista di aver che fare con una borghesia frolla . 4. Falso
parallelismo tra l'aristocrazia dell'89 e la borghesia attuale.
5. Origine russa del progetto di legge sul controllo. – 6. Finalità
bolcevica del progetto . – 7. Ipocrita limitazione di applicazione
del controllo . – 8. Tartufe e Mr. Pecksniff. - 9. La pace sociale . -
10. I socialisti moderati sono i più pericolosi . – 11. I pretesi tempi
nuovi hanno tanto di barba. — 12 , Che la « elevazione » delle classi
lavoratrici si sia conseguita con metodo che è il preciso rovescio
di quello propugnato dal legislatore. - 13. Al bolcevismo va ri
sposto soltanto con la forza .

1.- La aggressione socialista dell'ordinamento


sociale attuale prende due forme, ora alternativa
mente , ora cumulativamente : la forma della violenza
e l'altra della legiferazione. Quella della violenza la
si è veduta in Russia ed in Ungheria , su grande scala ;
e nel Ferrarese , nell'Emiliano, a Milano , a Torino , a
Firenze, su scala minore ; quella della legiferazione
1

1 La documentazione di questa tristissima storia nostra


è fornita nelle seguenti pubblicazioni :
Intorno alla vertenza agraria nel bolognese del 1920, Bolo
gna, tipografia Paolo Neri. Prefazione del prof. A. Giovan
102 BOLCEVISMO ITALIANO

e della penetrazione nella amministrazione e nella


burocrazia, la si è veduta da quaranta anni a questa
parte , un po' ovunque , ma particolarmente in Italia.
Il timore della prima forma, e assaggi di quella
che essa porti seco , la speranza di evitarne i danni
più gravi, hanno resa la borghesia, già da molti
anni , pronta a cedere ora una posizione ora l'altra ,
sforzandosi di rimediare agli inconvenienti , sovra
tutto all'abbassamento della produzione , dovuti alla
legislazione socialista e ai vincoli che essa impone
alla attività dei capaci , mediante invenzioni di nuovi
processi tecnici , che non cadano nelle reti delle leggi,
mediante aumenti di lavoro tutto suo , e riorganiz
zazioni che girino e superino le nuove e artificiali
difficoltà , profittevoli a nessuno all'infuori dei me
statori politici .

nini . Rapporti fra datori di lavoro e lavoratori nelle provincie


di Ferrara e di Rovigo. Relazione al Congresso annuale della
Confederazione generale dell'agricoltura , febbraio 1921, In >

dustrie grafiche italiane, Ferrara, 1921. - Relazione sulle con


dizioni agrarie in provincia di Bologna nel 1920. Congr. Naz.
agrario , Stabil. poligrafici riuniti, Bologna, 1921. - Occupa
zione abusiva di terreni in Sicilia . Prof. F. SCADUTO , « Nuova
Antologia ,, 16 gennaio 1921. - Negli ingranaggi della tiran
nide rossa in provincia di Ferrara , Industrie grafiche italiane,
Ferrara, 1921. — Competizioni agricole nella provincia di Bo
logna e di Treviso . Discorso del senatore Giulio Tassoni,
14 luglio 1920. — 1 bolceviki in Italia . Discorso del senatore
Raffaele Garofalo, 8 febbraio 1921. – Socialismo, anarchia e
governo. Discorso del senatore R. Garofalo, 14 luglio 1920. -
L'epilogo di uno storico conflitto industriale : l'ultima fase del
« Caso Mazzonis » , GIUSEPPE PRATO , « Riforma sociale » , gen
(

naio - febbraio 1921. A queste pubblicazioni si aggiunge ora


quanto emerge dal processo svoltosi nel marzo 1922 alle
assise di Torino contro gli operai della Fiat che torturarono
e assassinarono Simula e Sonzini con una malvagità degna
di soviet russi.
VI . IL CONTROLLO OPERAIO 103

È ridicola menzogna quando Treves e La


briola, l'uno alla Camera, l'altro in discorsi al Con
siglio superiore del Lavoro , fanno risalire alla guerra
- da entrambi non voluta, ma dal primo così vigo
rosamente sabotata da avergli valso il nomignolo di
« on . Caporetto >> un novus ordo ! Sono anni e anni
dacchè l'esercizio delle ferrovie è passato nelle mani
dello Stato e un « parlamentino » le ha bolcevizzate .
Sono anni e anni dacchè fiascheggiano i servizi mu
nicipalizzati . Sono anni e anni dacchè l'emigrazione
si è Cabrineggiata e dacchè allo sfruttamento degli
agenti di emigrazione , mitigato dalla loro concor
renza , si è sostituito lo sfruttamento di politicanti
socialisti , rafforzato dal monopolio dell'impresa. Sono
anni e anni dacchè le cooperative sono diventate
piovre privilegiate di azione politica , monopolizzate
dal Pus 1. Sono anni e anni che dura il ricatto sin

1 Le cooperative socialiste sono degli enti con i quali


i socialisti volevano monopolizzare il commercio di dettaglio
e distruggere la classe degli esercenti. All'uopo ottennero
dal Governo di essere fornite di ogni genere di prodotti a
prezzi di favore, di avere anche il credito a prezzo di favore ,
di non pagare imposte e, in molti casi di avere locali gra
tuiti . Orbene , cosa è accaduto ? Questo , che dopo di aver
rovinato innumerevoli esercenti , siano ora esse in istato di
fallimento ! Infatti, sebbene il Governo e i suoi varii Enti
autonomi abbiano rimpinzito le cooperative di merci a prezzi
che allora erano di favore, adesso il calo di tutti i prezzi e
quello dell'agio le pone in condizione di essere sovracariche
di stocks assolutamente invendibili ai loro prezzi di acquisto ! E
allora ? Allora segue che , siccome il Governo non acconsente
che falliscano le cooperative socialiste e siano in moto tutti
gli agitatori del Pus, il seguente ricatto viene formulato :
O il Governo si riprende la merce venduta alle cooperative ,
e le sbarazza cosi degli stocks invendibili, caricando la per
dita sull'erario , oppure il Governo proibisce la concorrenza
estera alla merce posseduta dalle cooperative e costringe
104 BOLCEVISMO ITALIANO

dacalista , che lo sciopero politico dall'essere il di


ritto di non lavorare è diventato anche il diritto di
non lasciar lavorare gli altri , e dall'essere il diritto
di non rinnovare un contratto di locazione d'opera
è diventato anche il diritto di spezzarlo quando che
si sia per parte degli operai , senza obbligo di danni
e interessi , e , per giunta , con l'obbligo per l'altro
contraente di farlo rivivere a piacimento di chi l'ha
spezzato . Se è « croce » vinco io : se è « verso » ,
perdi tu !
Che « guerra » d'Egitto , che « mentalità nuova » ,
egregi demagoghi, tipo Treves , Labriola e Cabrini ?

3 . · La teoria di una borghesia frolla, non più


capace di difendersi, che va incontro alla morte,
chiamandola essa medesima come liberazione da
l'onere di una vita diventata peso eccessivo per le
sue spalle, è una favoletta, utile per infondere co
raggio alle masse proletarie , che non ne hanno ad
esuberanza , bastando lo scoppio di un petardo per
mettere in fuga il loro maggiore assembramento .
Un lungo regime di civiltà ordinata , in cui la
divisione del lavoro aveva trasferito a guardie e ca
rabinieri l'ufficio di mantenere l'ordine pubblico , a
giudici la funzione di applicare il codice penale ai

gli italiani a pagare tutto più caro che altrove . Le coopera


tive si sono accaparrate il favore del pubblico, allorché si
impiantarono, facendogli credere che debellavano « l'infame
speculazione » ; per contro , hanno fatto esse medesime , a
spese dell'erario e del pubblico , una mostruosa speculazione ,
che il pubblico non vede e i demagoghi certo non svelano .
Ci sarebbe da fare un volume sui « carrozzoni , del Pus !
Questo volume a quest'ora è stato fatto dal Preziosi con
il titolo : Cooperativismo rosso , piovra dello Stato , Laterza,
Bari, 1922.
VI . IL CONTROLLO OPERAIO 105

delinquenti, ai carcerieri di tenerli imprigionati ,


aveva resa la borghesia atrofica per la difesa diretta .
Nessuno si sognava di portare armi ; in molti luoghi
di provincia , la notte, restavano aperte le porte di
casa ; ognuno accudiva ad affari, e si leggevano con
interesse nei « Promessi sposi » le storie di bravi e
baroni . In queste condizioni riuscì , certo , sorpresa
non subito riparabile , l'amnistia elargita a centinaia
di migliaia di delinquenti di ogni genere, - opera
di Nitti , che forniva così al bolcevismo le reclute
richieste per il loro esercito dai deputati del Pus,
in compenso di appoggio ora palese ora mascherato
alla Camera, – riusci di sorpresa il completo sciopero
bianco dei Procuratori del Re e dei Prefetti e dei
Questori , di fronte a ogni delitto, - riuscì di sorpresa
il disarmo degli ufficiali dell'esercito, la loro vesti
>

zione in abiti borghesi affinchè la loro uniforme,


che è poi l'abito del Re , non riuscisse offensiva o
provocatrice agli occhi della canaglia , e il rilascio di
certificati di aver servito con onore e fedeltà a di
sertori , atti questi che a loro eterno disdoro vanno
ricordati a carico di Nitti e del generale Albricci,
riuscì di sorpresa vedere un Ministro e Ammira
glio , il Sechi , lasciare il grado militare e tesserarsi
come socialista pur di restare Ministro della Ma
rina , - riusci di sorpresa per i borghesi vedere
essere lecito , o a loro derisione essere qualificato
« contravvenzione ! » , la occupazione violenta
delle fabbriche per parte degli operai , e poi guardie
rosse difenderne gli approcci con fucili, bombe a
mano e mitragliatrici , e servizi logistici regolari
impiantarsi e funzionare in piena luce meridiana ,
riuscì di sorpresa vedere ferrovieri far scendere
dai treni truppa che veniva traslocata , finanche
carabinieri e guardie regie, e truppa dover scendere
106 BOLCEVISMO ITALIANO

dalle navi quando cið ordinava la gente di mare


bolcevizzata dal deputato Giulietti, – riuscì di sor
presa vedere bersaglieri rivoltarsi capitanati da bol
cevichi , truppa non poter partire in soccorso di com
pagni assaliti in Albania ! Sfido io che non sapes
sero più dove stessero, se in Russia o in Italia .
Ma , ma poi ? Come l'è andata ? Sono frolli i fa
scisti ? Cosa ne pensano e ne dicono i socialisti fer
raresi ? Chi ha ristabilito l'ordine a Bologna ? Non
si sono visti deputati socialisti , dirigenti Camere del
Lavoro, capi lega di braccianti bolcevizzati, racco
mandarsi ai Prefetti , nascondersi dietro carabinieri,
mentire la propria innocenza , fuggire come lepri ,
declinare ogni responsabilità , condannare ogni vio
lenza , ora che erano le spalle loro che sentivano il
bastone ? Dove è più la borghesia frolla, la borghesia
moribonda, dal compito suo storico finito ? Il Governo
è ancora quello di prima . Alle interrogazioni e in
terpellanze socialiste risponde il loro compare da
15 anni , il Corradini . Al potere è il medesimo Gio
litti , per il quale la occupazione delle fabbriche era
>

una « contravvenzione » ; il medesimo Giolitti che ha


favorito il socialismo ferroviario , quello municipale ,
quello delle cooperative per parecchi lustri . Non è
certo un Governo borghese il Governo d'Italia . Non
è la burocrazia italiana, quella che ha posto un
freno alla violenza socialista , ma è bensì la borghe
sia, una parte di essa , quella che ha pronunziato
quel quos ego ! che ha fatto crollare, in tre mesi , il
bluff socialista ! 1 .

1 Da molti si dà ora credito a Giolitti per avere tollerato


lo sperimento della occupazione delle fabbriche per parte di
operai bolcevichi . « Lo sperimento essendo fallito, deve aver
convinto , dicesi , gli operai che essi si erano messi su di una
VI . IL CONTROLLO OPERAIO 107

Troppi residui del bluff ancora restano ! Era stato


colossale, e si sa che la ripulitura della stalla di
Augias soltanto ad Ercole riuscì in ventiquattro ore !
Ancora vi sono industriali che subiscono il ricatto
di stampa socialista e non osano sostenere la pro
pria, e occorrerà che il fascismo con la paura scacci

falsa strada. La loro pretesa si è , dicesi, liquidata da sè , e


coloro che ad essa si opponevano, erano stolti perchè non
capivano quale fosse il miglior modo di opporsi , quello cioè
di lasciar tare » .
Sta in linea fatto che Giolitti non cedette punto ai
socialisti per un cosi diabolico suo pensiero . Sta di fatto che
cedette perchè credeva « di non aver forza armata adeguata
per opporsi » , sbagliando nell'opinione che egli si era formato
del coraggio dei bolcevici e della robustezza della loro orga
nizzazione ; e cedette per un calcolo parlamentare . Sta poi
in fatto che gli operai e i loro caporioni , per aver fatto fiasco
questa volta, non hanno punto smesso il pensiero di ripro
varci un'altra volta ! Ma, qualunque sia stato il pensiero po
litico di Giolitti in questo caso speciale , la teoria di « appli
care e lasciar applicare sperimenti socialisti come cura del
pubblico, e dei socialisti medesimi , contro il virus socialista » ,
è un voler vitam perdere propter vivendi causas. È sperimen
tare in corpore vili. Perché non provare , in regime monar
chico , la repubblica, e viceversa ? Perchè non provare inte
gralmente il regime dei soviet, in regime borghese ? Perché
non tener conto di prove fatte antecedentemente ? Quante
volte con il criterio giolittiano dovremo fare e rifare prove
di un novus ordo ? Perchè non provare ogni nuova pretesa
invenzione , con distinzione e in sostituzione di sistemi di
lavorazione in uso , per avere la prova provata dalla ineffi
cienza del nuovo brevetto » ? Che titolo ha la « novità per
venir sostituita a sistemi che funzionano ? Quale è l'imbecille
che prenderebbe del cianuro di potassio , per sapere che è
velenoso e restarne disgustato ? » . Ma , sarebbe stato precisa
mente un imbecille di questa fatta l'on . Giolitti , se avesse
lasciato fare « lo sperimento della occupazione delle fabbriche
da parte degli operai per disgustare gli operai dal desiderio
di riprovarci avendo essi veduto che hanno ucciso le fabbri
che » , « Come canti bé , !
108 BOLOEVISMO ITALIANO

la paura dalla vile animuccia loro . Ancora vi sono


dei Bondi che fanno della plutocrazia demagogica
e che seggono alla Camera nel partito socialista per
comperare, sperano essi , pace nelle loro officine, e
per rifarsi sul Governo di ogni aumento di salario
che viene loro estorto . Ma, pur concedendo tutto
cid, è sfatata oramai la teoria che la borghesia , a
similitudine della aristocrazia francese del 1789 ,
salga da sè sul carro che la conduce alla ghigliot
tina e si vendichi della mannaia soltanto con una

elegante spiritosaggine.

Il socialismo italiano ha svolto su tutti i


toni la teoria di uno stretto parallelismo tra l'ari
stocrazia dell'89 e la borghesia attuale . Come quella
classe aristocratica venne sostituita dalla classe bor
ghese , così la classe borghese sta per essere sosti
tuita dalla classe proletaria . Ecco la formula .
Nel pensiero e nel linguaggio dei socialisti , come
nell'uno e nell'altro di coloro che per mimetismo
hanno adottati , si rappresentano la borghesia e il
proletariato come due classi del tutto impervie l’una
all'altra . Pare di leggere o di udire parlare di due
nazioni , della conquistatrice e della conquistata , che
abiterebbero il medesimo suolo , p . es . , della gens
Langobardorum e della gens Romanorum , rette da7

costumi , consuetudini e leggi distinte , o di due


razze d'uomini , separate da diversi nomi nazionali ,
e dalla perpetua tendenza alla liberazione, alla in
dipendenza, alla equiparazione del vinto con il vin
citore , mediante ognor rinnovati sollevamenti. E ti
parlano di « Spartaco » e di « guerra servile » , e di »

<
« sfruttamento » , e di « classe dominante » e privi
legiata » , e di un processo di « elevazione » degli
umili ! I papi dicevano : « La perfida e puzzolentis
VI . IL CONTROLLO OPERAIO 109

sima ( faetentissima) gente dei Langobardi » , ee cosi


dicono i caporioni del socialismo contro la borghesia .
Ma, è « borghese » chiunque ha il valore morale e
intellettuale che occorre per riuscire ad esserlo :
cessa di esserlo colui al quale vengono meno il ta
lento , l'attività , la perseveranza , il controllo delle
proprie passioni ed impulsi , qualità queste che occor
rono per emergere tra i compagni e per mantenersi
in un ceto che non è quello del volgo . La ascesa e
la discesa sono continue ed è risaputo , anche dai
socialisti , come le classi cittadine si rinnovino me
diante endosmosi dalle classi rurali , e come i ceti
borghesi si rinnovino per selezione dalle classi po
polari .
È intensissima la circolazione della proprietà e
quella degli individui . La proprietà immobiliare non
resta nelle istesse mani, in media ; più di 25 anni !
La circolazione degli individui è poi particolarmente
forte in Italia per la seguente ragione. Di due po
poli dei quali l'uno si rinnovi demograficamente
con maggiore rapidità dell'altro , cioè, quello dei
due che ha un maggiore numero di generazioni
entro un secolo , è più variabile per caratteri mo
rali e intellettuali dell'altro che meno frequente
mente si rinnova . Si manifesta qui quella differenza
che si manifesterebbe tra due reggimenti dei quali
l’uno si rinnovasse con reclute ogni tre anni , e
l'altro ogni anno. Una maggiore persistenza del
tipo si avrebbe nel primo reggimento. Ogni para
gone, quindi , tra borghesia aperta a tutti i venti ,
e antica aristocrazia alquanto riparata contro rin
novamenti da leggi e privilegi , non ha alcun fon
damento . È clichè oratorio che serve a canaglia
demagogica , presso massa ottusa di cervello e sol
leticata nei suoi appetiti predatorii.
1
110 BOLCEVISMO ITALIANO

5. – Il progetto di legge sul controllo operaio è


d'origine russa. Nella Russia bolcevica il controllo
operaio venne istituito il 14 novembre 1917 , con
regolamento 1 emanato da Lenin , presidente del
Consiglio dei Commissarii del popolo , controfirmato
da un altro mascalzone dal nome Chliapnikof, qua
lificato per Commissario del Lavoro , l'equivalente,
presso di noi , di Arturo Labriola.
2
È lì , in Russia , che i nostri Graziadei accom

pagnati da affaristi del medesimo sangue e della


medesima razza, andarono a pescare il loro pro
getto di legge.
In Russia la burletta del « controllo » durd tre
mesi e mezzo . Già il 7 marzo 1918, a forza di par
lamentini creatisi in ogni azienda , parlamentini in
cui ogni parlamentare operaio rubava, ma non la
vorava, tutte le industrie s'erano arenate ; si decreto
allora la gestione collettiva e la socializzazione , me
diante la quale una nuova banda di predoni si so
vrappose alla precedente , per avere il suo turno, nel
consumo del capitale, chè , redditi non c'erano , nè
vennero .

6.Era questo quello che si era voluto e ciò


-

che si ebbe. Ed è la medesima cosa che qui , da


noi, si vuole, e che - se lasceremo fare i bolce-.
vichi , - si avrà .
Non diffamo e non calunnio dicendo così . Lo di
cono i medesimi allegati del progetto di legge.
Nel congresso tenutosi il 5 settembre 1920 a Mi

1 R. Labry : Une législation comuniste, Payot, Paris, 1920,


pp . 127-139.
2 Tonino Graziadei era accompagnato dal fratello Al
berto , il salnitraro chileno .
VI . IL CONTROLLO OPERAIO 111

lano fra la Direzione del partito socialista , il Comi


tato di agitazione della F. I. 0. M. e il Comitato
direttivo della Confederazione generale del Lavoro,
si deliberava di « estendere la agitazione a tutto il
proletariato e di dare al conflitto l'obiettivo del
controllo sulle aziende per arrivare alla gestione col
lettiva e alla socializzazione di ogni forma di pro
duzione » .
Ora, è ben dalla Confederazione generale del
Lavoro e dalla Federazione italiana degli operai
metallurgici che è partita l'iniziativa del progetto
di legge (Eod. l. , p . 10). È quindi o da sornioni , o
da vili , o da imbecilli il non tener conto di questa
realtà ! Certo , leggi fatte con una intenzione, pos
sono sortire un complesso di effetti diverso da quello
che era nell'intenzione, come un colpo che è diretto
al cuore dell'avversario può sfiorarne soltanto la
testa. Sarà pero savio di reagire contro l'aggressore
conforme alla sua intenzione , se gli si vuole togliere
il gusto di cercarne ancora una volta la realizzazione.

7. -
Il sistema di controllo russo e la succes
siva nazionalizzazione abbracciarono tutte le in
dustrie. Il progetto di legge italiano è limitato a
talune . Anche qui ci troviamo di fronte ad una
ipocrisia.
Ecco come stanno le cose :
Il regolamento russo era esteso a « tutte le società
industriali , commerciali, bancarie , agricole , di tra
sporti , alle cooperative di produzione e alle altre
intraprese che dessero lavoro in officine o cantieri ,
o all'aria aperta » .

1 Pag. 21 del Disegno di legge . Cam. dei Dep. Documenti


N. 1260. Seduta 8 febbraio 1921 .
112 BOLCEVISMO ITALIANO

Sembrerebbe più ristretta la sfera di attività pro


gettata da noi per il controllo socialista , in quanto
lo si limita alle industrie siderurgiche e metallur
giche, tessili , chimiche, elettriche, di trasporti per
terra , di navigazione , edilizie , estrattive, alle mi
niere e cave , e, secondo lo schema governativo ,
anche agli alberghi e industrie affini, categoria
questa che lo schema proposto dal Consiglio supe
riore dell'industria esclude .
5
Sembrerebbe che non si pensi al controllo di
0
aziende commerciali , di banche , di cooperative di
produzione e di aziende dello Stato e di quelle mu
nicipalizzate !
Sarebbe un errore credere ciò . Si tratta soltanto
di fare le cose una per volta e di attaccare ora sol
i
tanto una sezione della borghesia, per non trovar
sele tutte unite nella opposizione alla aggressione
bolcevica ; poi verrà il turno di un'altra sezione .
Parlano chiaro, di nuovo, gli stessi allegati del
disegno di legge.
Innanzi tutto , erano presi di mira , e le industrie
metallurgiche , siano esse private, siano esse di Stato ,
e tutte le industrie di Stato, ancorchè non metallur.
giche ! È questa la testuale proposta della Federa
zione italiana degli operai metallurgici, pure deli
berata nel loro congresso il 16 e 17 agosto in Milano .
Lo spirito sovietista è manifesto in questo : che im
prese industriali di Stato sono già imprese socialiste !!
A che altro organo della collettività intiera tra
sferire una funzione industriale se non allo Stato ?
In quale altro modo fare del socialismo ?
Così hanno fino a ieri sempre opinato i socialisti
tutti quanti , e così opinano ancora attualmente i
maestri tedeschi dei nostri Turati , Treves e C. « È
decisivo per l'indole di una forma di produzione ,
VI . IL CONTROLLO OPERAIO 113

non già quello che di essa sentono gli operai e gli


impiegati subalterni, ma quale essa è in linea di
fatto » 4. « Un metodo diverso dalla statificazione, mu
nicipalizzazione e dal cooperativismo non s'è finora
ancora scoperto per giungere ad una per quanto pos
sibile radicale abolizione della proprietà privata e del
principio economico capitalista » 2.
È già socialismo , che non pud- maggiormente
socializzarsi , e l'industria dei tabacchi, e quella del
sale , e quella delle assicurazioni sulla vita, e quella
dei trasporti ferroviarii, e quella della posta , e quella
dei telegrafi, e quella dei telefoni, e quella dei
cambii, ecc. !
Ma, così non intendono più il socialismo i nostri
socialisti bolcevizzati . Queste imprese , anzichè dello
Stato, hanno da appartenere ai soli operai ed im
piegati. Allora si ha socialismo sovietista, quello
buono, che potrà confondersi con quello antico sol
tanto il giorno in cui anche il Governo e lo Stato
fossero quelli del proletariato e dei sovieti .
L'esercito, i carabinieri , le guardie regie sono la
forza dello Stato . A ciò che lo siano del proletariato
occorre una di queste condizioni : o che lo Stato sia
soltanto del proletariato , o che esercito , carabinieri
e guardie regie siano organizzati a soviet !
Il disegno di legge non appaga il desiderio dei
nostri socialisti bolcevichi di mettere sotto controllo
operaio pure le imprese di Stato . Le esclude dal
« controllo » . Regala questa istituzione soltanto alle
imprese private .
E perchè mai ? Si prendano , una per una , le
ragioni che vengono date per suffragare l'eccellenza

1 Der moderne sozialismus. Dr. L. QUESSEL , p . 69.


2 Eod. l . , p . 105 .

M. PANTALEON), Bolcevismo italiano. 8


114 BOLCEVISMO ITALIANO

del controllo operaio nel caso dell'industria privata


e si vedrà che non ve n'è una sola che non valga
pure per le aziende di Stato !!
Si tratta, dice il progetto , « di avviare l'organiz
zazione industriale verso quella graduale trasforma
zione , che richiedono le mutate condizioni dei tempi ».
Bravo ! sebbene io non sappia quali siano le « esi
genze delle mutate condizioni dei tempi » , suppongo
che lo sappia il Governo , che ne parla , e in par
ticolare il Labriola. E allora , ne dia esempio lo
Stato all'industria privata ! Vedremo l'organizza
zione nuova che ne viene fuori, conforme alle
« mutate condizioni dei tempi » .
Si tratta , dice il progetto di legge, che « è giunto
il momento di accordare alle classi lavoratrici , nei
limiti del giusto e del ragionevole, il diritto di co
noscere lo svolgimento delle industrie » . Bravo , di
nuovo ! Ma, perchè mai saremmo fuori « del giusto
e del ragionevole » , se gli operai venissero a cono
scere , a mezzo del controllo, lo svolgimento delle
industrie di Stato ?
Il « giusto e il ragionevole > !
Le frasi sceme e vuote di senso il Boileau distin
gueva in Galimathias simple e Galimathias double.
Il primo è una accozzaglia di parole che l'uditorio
non capisce , ma l'autore sa cosa significhino; il se
condo è una accozzaglia di parole che nè l'uno nè
l'altro intendono. L'on . Labriola fa egli del Gali
mathias simple o double ? 1 ,

1 Ecco un saggio di Galimathias di Arturo Labriola, am


manito il 9 marzo al Consiglio supremo del Lavoro per la
inaugurazione dei suoi lavori :
« L'umanità comincia a sollevare a poco a poco la fu
nebre benda che la guerra impose ai suoi occhi e ai suoi
22

VI . IL CONTROLLO OPERAIO 115

E si tratta anche di « accrescere , con il controllo ,


la produzione » , secondo il progetto di legge . Ma ,
allora, più presto di subito, esso va applicato alle
aziende di Stato ! Non sono queste meno produttive
di quelle private ?

Sono celebri due tipi di ipocriti nella lette


ratura mondiale : l'uno è il Tartufe di Molière ;
l'altro il Pecksniff di Dickens " . Erano costoro due
porcaccioni, ammantati sempre in sentenze di rigida
>

virtù ; crudeli , bugiardi, falsi, egoisti , sfruttatori, ar


rivisti , ma la bocca sempre atteggiata a ' culo di
gallina simulante bontà, verità, sincerità, altruismo,
generosità e modestia !

orecchi . L'alba del risveglio , che precede il pieno meriggio


della vita, già rompe con la sua zona porporina la fasciatura
tenebrosa della notte, nella quale ci smarriamo. Oggi è un
correre tumultuoso e incosciente verso i segni del giorno
imminente . Chi lo chiama comunismo , chi lo chiama parte
cipazionismo, chi lo chiama cooperativismo, chi individua
lismo e libertà .
Signori, non è nessuna di queste cose. È la stessa vita
che chiama, imponendo la sua esigenza elementare , con que
sto magico e sublime trisillabo : Lavoro ! Il lavoro che è re
denzione per l'individuo, pace per lo spirito , benessere per
la società ; il lavoro che, diventato legge consentita per tutti,
contiene in sè la soluzione di tutti gli enigmi , anzi che dis
sipa e dissolve tutti gli enigmi sociali che la nostra pigrizia
finge al nostro spirito » .
,Ciò che parrà certo a chiunque ha due soldi di buon
senso è questo : che l'umanità, finchè ascolta con pazienza
simili scemenze, non « incomincia a sollevare a poco a poco
la funebre benda » che il socialismo impose ai suoi occhi e
ai suoi orecchi !
1 Un tipo di Pecksniff, celebre in tutto il mondo, ed
ora scomparso sotto la esecrazione universale, è stato
W. Wilson.
116 BOLCEVISMO ITALIANO

Or bene , come non pensare a questi tipi , creati


da Molière e da Dickens, quando ne vediamo gli
originali in carne ed ossa nel mondo politico ?
Un presidente del Consiglio , noto come buon co
noscitore di uomini , ma cui negasi , non so se a ra
>

gione o a torto , cultura letteraria , ha definito la


attuale Camera dei deputati, « una fogna piena di
sorche romane » 4. Siamo d'accordo ; ma ho la mano
più leggera della sua nel disegnare ritratti e devono
essermene grati i Nitti , i Modigliani, i Treves, i
Turati , i Cabrini e la banda tutta quanta dei sor
nioni , ovvero delle « sorche romane » , nel linguag
gio del predetto uomo di Stato e soltanto i Tartufi
ei Pecksniff nel mio .

9. Ed un altro mito del progetto di legge è la


« pace sociale » , la fine o attenuazione della « lotta
di classe » , il componimento della divergenza d'in
teressi tra datori di lavoro ed operai .
Havvi qui cosa che nella mente di alcuni pochi
è un santo e pio desiderio ; presso la grandissima
maggioranza di coloro che agitano la bandiera della
pace sociale , questa bandiera istessa non è che un
istrumento di guerra . I mezzi stessi che vantano
come bandiere bianche sono mezzi di sopraffa
zione e di spogliazione dell'avversario. È « pace
sociale » per loro il dominio ed imperio della teppa
comunarda. È « pace sociale » il controllo operaio
su cosa non loro .

4 Si tratta di un motto attribuito a Giolitti, il quale è


autore di parecchi motti di spirito ; è rimasto famoso quello
<
di « Carlo Marx riposto in soffitta » . Raccomando questi motti
per una nuova edizione del « Chi l'ha detto ? » di Gius . Fu
magalli .
VI . IL CONTROLLO OPERAIO 117

Scrive Pareto : « Molte persone credono che, se


si potesse trovare una ricetta che facesse scomparire
il conflitto tra lavoro e capitale , con ciò la lotta di
classe sarebbe scomparsa anch'essa » . È questa una
illusione che confonde la forma delle cose con il
loro fondo . La lotta di classe non è che una delle
forme della lotta per la vita e ciò che si chiama il
« conflitto tra lavoro e capitale » non è che una
forma della lotta di classe . Nel Medio Evo si sarebbe
potuto credere che con la scomparsa dei conflitti
religiosi la società sarebbe stata pacificata. Questi
conflitti non erano che una delle tante forme di lotta
di classe ; in parte sono scomparsi , e sono stati so
stituiti dai conflitti socialisti .
Ora, suppongasi il collettivismo realizzato , sup >

pongasi il « capitalismo » scomparso , non vi saranno


più, è evidente , conflitti con il lavoro ; ma con ciò
non sarà sparita che una forma di lotta di classe ,
e sarà da altre sostituita . Conflitti sorgeranno tra le
diverse categorie di lavoratori dello Stato socialista ,
tra gli « intellettuali » ei « non intellettuali » , tra i
varii generi di politicanti , e tra costoro e i loro am
ministrati , tra gli innovatori e i conservatori . Discor
rendo dei congressi operai in Francia Jean Bourdeau
dice : « La storia di questi congressi raccontata da
De Seilhac, è piena della accanita rivalità dei capi
e di mai cessanti scissioni. È ciò, in fondo, una
vera lotta di classi in seno all'istesso socialismo tra
l'elemento demagogico borghese e l'elemento ope
raio , tra gli intellettuali e i manovali » 4. Non poteva
Pareto esser miglior profeta. Si pensi a quanto si è
visto recentemente in Italia nel congresso di Reggio

1 Pareto : Systèmes socialistes, Giard et Brière , Paris , 1903,


vol . II , p . 455 e nota.

‫كما‬
DI ST
CO

SACOL
A
DPIO SCHINE
LITICH
E
118 BOLCEVISMO ITALIANO

Emilia e nel congresso di Livorno ; si veggano le


scissioni attuali tra socialisti , comunisti , sindacalisti,
e le suddivisioni di queste chiese e si osservi la
feroce lotta che si fanno i caporioni e gli anatema
che essi si lanciano , disputandosi i favori della plebe ,
i quattrini che ricattano ai borghesi 4 e il parassi
tismo in danno dello Stato .

10. — Il pericolo maggiore per i difensori dell'or


dine è nel linguaggio e degli atteggiamenti dei so
cialisti moderati. Essi propongono accomodamenti e
vie di mezzo ; vendono veleno attenuato, e in piccola
dose . Ed allora sembra caparbietà e faziosa intran
sigenza non voler concedere almeno qualche cosa e
accettare una transazione che tagli il danno per il
mezzo . Il processo che segue è allora questo : il bol
cevico che non ha nulla , all'infuori della sua inso
lenza, chiede la fabbrica intiera all'industriale che
l'ha creata e la gestisce . Viene un qualunque Tu
rati, strizza l'occhio alla sua Balabanof, e propone
si transiga per la metà. Tira e molla, eccoti un
quarto regalato a chi nulla aveva e tutto voleva .
Poi segue una seconda fase . Chi ora ha il quarto
di quanto non era suo , torna a chiedere l'intiero
tre quarti che nella spartizione aveva lasciato a chi
originalmente tutto aveva . Capita un Modigliani qua
lunque , stipula una senseria, e propone, pro bono
pacis et aequo, la metà dei tre quarti . E si transige
sulla metà di questa già tanto modesta richiesta !
Il bolcevico ha ora sette sedicesimi dell'impresa e
l'originale proprietario resta con nove sedicesimi .

1 Come ciò facciano con le banche ho documentato nel


l'articolo sui Sornioni pubblicato nella Vita Italiana, e ri
stampato qui nel VII saggio .
VI. IL CONTROLLO OPERAIO 119

Pochi altri passi li ridurranno a un infinitesimo, che


un calcio , non soltanto ben dato, ma anche meglio
meritato , liquefaranno totalmente . Il proletario inal
bererà uno straccio rosso, ma non sarà diventato
padrone della fabbrica : lo sarà diventato, in sua
vece , il suo avvocato, il suo deputato, il suo capo
lega, il suo boss , e questi sarà il nuovo borghese ,
coniato di fresco, e dotato degli appetiti e dei me
todi di un negriero . Applicherà al proletario la di
sciplina russa .

11. – I tempi « nuovi » sono così poco « nuovi » ,


che lo sperimento , non soltanto del controllo , della
fabbrica per parte degli operai, ma lo sperimento
di quel regime al quale quello del controllo deve
condurre, cioè, il regime della fabbrica proprietà
assoluta degli operai , è stato fatto più volte e cið
in condizioni quanto mai favorevoli ad una riuscita
dello sperimento. Chè , se indichiamo ai socialisti e
agli operai l'insuccesso russo, rispondono che una
situazione rivoluzionaria, e un periodo di guerra ,
non solo l'ambiente in cui può riuscire l'impresa
operaia ; che nel caso della Russia , l'istesso operaio
non è adeguatamente evoluto , perchè lo ha defor
mato il regime zarista ; che gli Alleati hanno sabotato
lo sperimento . E via dicendo . Se poi indichiamo loro
l'insuccesso della occupazione delle fabbriche in
Italia , ti daranno pure una dozzina di ragioni che
lo spiegano, secondo loro , senza che tra queste figu
rino i vizii economici proprii dello schema . E allora
vediamo cosa n'è di sperimenti fatti in condizioni
propizie .
Forse i socialisti non vorranno riconoscere nem
meno come tali le condizioni che si ebbero nel 1790
e nel 1791 , e nemmeno quelle del 1830 e 1848 in
120 BOLCEVISMO ITALIANO

Francia , sebbene allora le condizioni ambientali , che


ora eccepirebbero come essere state sfavorevoli ai
loro sperimenti , ritenessero favorevoli, e non fossero
loro di remora a ciò che li differissero o vi rinun
ziassero !
Nel 1848 i disordini che costituirono la rivolu
zione di febbraio, restrinsero il credito – proprio
come oggi è seguito per i disordini bolcevichi ; il
lavoro subi notevoli limitazioni e molta disoccupa
zione si manifestd ; ancora , come ora . Da un pezzo
varie sette di mestatori socialisti avevano dato fiato
alle trombe e propagandato tra le masse che il ri 1

medio a ogni male stesse nel sostituire « alle imprese


private, imprese pubbliche, organizzate sotto la di
rettiva dello Stato » , che si chiamarono ateliers na
tionaux. E non altrimenti hanno operato in questi
tempi . Si occuparono negli ateliers i disoccupati , a
spese dello Stato , ripetendo lo sperimento del 1830,
e del 1791 , allorchè queste imprese si chiamarono ,
più propriamente ateliers de charité, come s'erano
già chiamati sotto l'antica Francia regia, nel 1545,
nel 1685 , nel 1699 , nel 1709 , nel 1786 e 1788. Da
,

queste date si vede che l'idea nuova ha tanto di


barba !
Nel 1848 non soltanto nulla i socialisti avevano
imparato dagli sperimenti fatti altre volte , ma an
darono anche più di prima sulla via del bolcevismo ,
a ritroso del buon senso , non osando selezionare gli
operai ammessi agli ateliers nationaux con quel ri
gore , pure mediocre, che si usò nell'anno XII, ossia
con la legge 12-22 luglio 1791 .
Si accoglievano tutti i disoccupati, cioé, tutti
coloro che tali si dicevano perchè volevano esserlo ,
e si giunse a cifre colossali di lazzaroni , viziando
totalmente le proporzioni in cui tecnica e prezzi e
VI . IL CONTROLLO OPERAIO 121

ammontare della produzione costringono a comporre,


e continuamente a ricomporre, i molteplici fattori di
produzione, se vuolsi che il costo venga coperto
dal valore del prodotto. Seguì il fallimento clamo
roso degli ateliers nationaux, malgrado , o proprio
a cagione, del « diritto al lavoro » e del « diritto alla
carità pubblica » . Più di 120 mila operai stavano,
alle porte di Parigi, ora lavorando bensì , ma produ
cendo cose non utili, ora comiziando sulla riforma
del mondo ! 2
Louis Blanc , nella sua storia della rivoluzione
del 1848 , dice : « Questa stupidità epica (bêtise épi
que), gli ateliers nationaux , attirava, come crepaccio
senza fondo, tutte le risorse dello Stato » 3.

1 Ossia, i coefficienti di fabbricazione, allorchè si rag


guagliano all'unità di prodotto . I socialisti ignorano perti
nacemente il teorema della « variabilità dei coefficienti di fab
C

bricazione »‫ܙܐ‬, e ciò persino nella forma difettosa, diciamo pure


errata , data ad esso da Carlo Marx , il quale parla di « pro
porzioni definite » : ché , se ciò non facessero, saprebbero che
non è nè arbitrario nė stabile e il numero dei lavoratori
che si possono impiegare , e la loro qualità , e il loro salario ,
e le ore del loro lavoro , e avrebbero da rinunziare alle im
posizioni che le loro leghe fanno a aziende agricole e indu
striali sotto ognuno di questi aspetti. Inoltre, riconoscereb
bero la insussistenza della loro tesi della produttività del
solo lavoro e quella dello sfruttamento borghese .
2 Gaston Bouniols : Histoire de la Révolution de 1848, ch . II ,
p. 117 ; III , p . 182 ; IV, pp . 225-236, Paris , Delagrave , 1918 .
<
3 Per le opinioni di Louis Blanc sugli « ateliers natio
naux » ai quali è sempre stato contrario , vedi la sua opera,
scritta in inglese , dal titolo : 1818, Historical Revelations in
scribed to Lord Normanby, ch . IX, p. 193 e segg. , London,
Chapman, 1858. Louis Blanc propugnava certi « ateliers so
ciaux che si distinguevano dai « nationaux , in quanto
> ►

dovevano consistere soltanto di operai della istessa arte ;


dovevano avere il capitale loro prestato dallo Stato ; dovevano
lavorare per il solo loro vantaggio collettivo ; la classe operaia
122 BOLCEVISMO ITALIANO

Se i socialisti non vogliono si ricordino loro questi


precedenti , non possono ricusarsi di ammettere il
fiasco fatto dalle vetrerie gestite dagli operai del
mestiere e della « mine aux mineurs » , Sono esempi
troppo recenti e fatti nelle più favorevoli condizioni.
Questo ultimo sperimento di una miniera lasciata
ai minatori è così ricordato dal Pareto 1 :
Nel 1891 la società di Monthieux rinunciò all'eser.
cizio della sua miniera di carbon fossile. Gli operai
aiutati da doni di privati e delle municipalità di
Lione , Saint-Etienne, Roanne , ecc . , si costituirono
in società. Il Consiglio di amministrazione era com
posto di soli operai . Era assai instabile . L'uno suc
cedeva all'altro , battuto nelle assemblee. Nessuno
riusciva a farsi rispettare . Un socio minacciava il
suo superiore con l'ascia ; un altro ingiuriava il so
cio amministratore . Il lavoro principiato nel 1892 si
trovò già nel 1895 con il capitale mangiato e 50 mila
lire di debiti . I salari non si potevano pagare rego
larmente . Vi erano operai creditori di 75 giornate
di lavoro . Fu allora che circa metà degli operai si
fecero regolare i loro conti e cedettero regolarmente
le loro azioni ai compagni restati.
Ecco dice Pareto « la selezione » , « In par
tenza erano tutti uguali e tutti avevano uguale parte
nella proprietà – i famosi istrumenti del lavoro . Ora
si dividono in due gruppi . Un primo gruppo che pre
ferisce un pollo certo e attuale a due polli futuri e
incerti , e se ne va a cercarsi un borghese che lo

di uno stabilimento doveva consistere di famiglie di operai,


unite da identità di interessi. Egli perciò considerava gli
C
ateliers nationaux , come fatti in odio al suo socialismo .
1 Les systèmes socialistes, tome II, ch. XII, p. 302 e segg .,
Paris, Giard et Brière , 1903. Quello della vetreria di Albi è
da me raccontato nel saggio precedente .
VI . IL CONTROLLO OPERAIO 123

sfrutti » . Eppure aveva la « miniera libera » , ( la


terra libera di Loria ! ) , il « capitale d'esercizio gra
tuito » , e il « prodotto integrale del suo lavoro » .
Il secondo gruppo tiene duro, accetta i maggiori
sacrifizi, ottiene dilazioni dai creditori e loca l'opera
di ausiliarii a salario , cioè, dei proletarii ! Lo Sta
tuto che voleva, nel primo suo articolo , la società
composta soltanto di minatori azionisti , è modificato .
Gli operai che vengono assunti devono sottoscrivere
una dichiarazione per la quale essi sono assunti sem-
plicemente secondo le regole ammesse dagli usi tra
padroni e operai. E non è bello questo casetto ? Dove
è più la « miniera ai minatori » , « l'azionariato ope
raio » , « il controllo e la gestione operaia » ? Gli
7

operai del secondo gruppo sono diventati borghesi ,


agiscono da borghesi e la impresa diventa redditizia !
Se la Camera non fosse quella tale « fogna piena
di sorche romane » , non dovrebbe essa cogliere la
occasione di questa legge per istruire diligentemente
e coscienziosamente gli sperimenti che già sonosi
fatti di « controllo » di aziende per parte di operai ,
di « gestione sindacale » assoluta, di « participazio
nismo » , di « azionariato » operaio e conseguire a
questo modo da un lato una guida per la propria
azione e dall'altro quella tale conoscenza della realtà
presso gli operai che la legge pretende di procurare
loro con un procedimento che ha sempre distrutto
l'industria ? E a che serve avere un Ministero del La
voro , se questo non sa istruire un progetto di legge e
osa presentare al Parlamento nazionale quella scem
1
piaggine che ad esso ha presentato l'8 febbraio 1921 ?

1 Non occorre andare lontano, nė nel tempo, nè nello


spazio, per sapere sperimentalmente ciò che significhi e valga
il controllo operaio nella industria. Lo sappiamo dallo spe
124 BOLCEVISMO ITALIANO

12.- La preoccupazione che i mestatori socialisti


fingono essere per loro assillante è la scoperta di un
metodo che porti alla « elevazione » della classe ope
>

raia . Questa preoccupazione concilia loro delle sim


patie presso tutti coloro che li credono sinceri e che
non si avvedono che il metodo è scoperto già da
un pezzo e funziona egregiamente quando i socia
listi e gli utopisti non riescono a sabotarlo .

rimento fatto in Italia nell'esercizio delle cosi dette ferrovie


secondarie , ossia , private . Non s'imporrebbe ad un parla
mento coscienzioso una obbiettiva e calma inchiesta sui ri
sultati già ottenuti con il sistema del controllo nella industria
dei trasporti , prima di estenderlo a tutte le principali indu
strie di altro genere ? E se ciò non si fa , non è ovvio che
si tratta soltanto di una aggressione bolcevica ?
Intanto ecco i risultati dello sperimento come li espone
l'ingegnere G. Ottone nell'Idea Nazionale del 13 marzo 1921 ,
n . 62, p. 4 :
« Non v'è congiura del silenzio che valga a soffocare la
verità dopo quel che è avvenuto nelle ferrovie , così dette
private , e nelle tramvie per tanta parte municipalizzate :
nelle quali , prima per la introduzione del controllo , poi nella
sua applicazione si è seguito lo stesso sistema che si vor
rebbe ora praticare con le altre industrie . Si è cioè comin
ciato nella fase che diremo di propaganda teorica, buona
per la conquista della massa degli ingenui , con affermazioni
di un semplicismo apparentemente inoppugnabile – vogliamo
dare un equo trattamento al personale , e chi potrebbe opporsi
ad una cosa equa ? e poi si è andati a precipizio giù, giù ,
sino a quel mostruoso groviglio di arbitrii , di spogliazioni ,
di violenze , che costituiscono il regime nel quale in breve
tempo nelle secondarie tutto è andato dissolvendosi e spa
rendo : dalla regolarità dei trasporti , ai ... capitali che un non
esiguo gruppo di risparmiatori avevano avuta la dabbenag
gine di erogare .
Costoro — numerosissimi tra la piccola borghesia , come
si può rilevare dall'elenco dei soci delle varie aziende ferro
viarie alle quali , regione per regione , hanno largamente con
tribuito le più operose classi locali avevano diritto a ben
VI . IL CONTROLLO OPERAIO 125

Prima dell'attuale regime capitalista , non c'era


che un metodo per aumentare un qualsiasi genere
di prodotto : accrescere il numero degli operai
occupati a fabbricarlo. Se , anzichè fare delle pira
midi , un Faraone avesse voluto fare un tunnel , non
avrebbe avuto altro mezzo per accelerare il lavoro
se non quello di aumentare con la frusta l'attività
di ogni operaio e con la frusta forzare un numero
maggiore di mettersi all'opera,

altri riguardi e a ben altro trattamento che non sia quello


che è stato loro fatto : essi avevano destinate le loro econo
mie a opere d'interesse pubblico , vantaggiose specialmente
alle classi popolari; sapevano che non avrebbero potuto
trarne frutti cospicui , ma dovevano ritenere che quel mo
desto impiego presentasse una certa sicurezza, anche per le
garanzie morali che dava, ed era supponibile che desse , il
Governo col suo intervento nelle condizioni di concessione, le
quali costituivano un patto bilaterale che non poteva essere
cosi facilmente violato : ed erano ben lungi dall'aspettarsi
il sacrificio che li attendeva, la confisca di cui sono vittima.
Questa del risparmio assorbito dalla costruzione e dal
l'esercizio delle secondarie e distrutto da una politica folle,
antisociale ed anticivile nei suoi effetti pratici malgrado le
premesse da cui è partita, è uno dei lati più dolorosi e meno
noti del disastro finanziario che ha colpito l'industria dei
trasporti, dovuto esclusivamente, unicamente , a quella forma
di controllo anticipato che va sotto il nome di equo tratta
mento e si esercita per mezzo di quella famigerata Commis
sione , che è il campo d'azione dei rappresentanti del perso
nale e delle loro organizzazioni, i Sardelli e gli Stagnetti,
i Baldini ed i Reina tutti socialisti della più bella acqua.
Costoro non hanno dato tregua alle aziende finchè non le
hanno completamente distrutte : di pretesa in pretesa , pas
sando da una iniziale relativa moderazione ad esigenze sem
pre crescenti , sempre più imperiose , essi hanno raggiunto
il loro fine che era quello , più o meno confessato ma sempre
evidente , di sopprimere l'industria e qualsiasi iniziativa
privata.
E ci sono riusciti : infatti da parecchi anni a questa parte
126 BOLCEVISMO ITALIANO

Il capitalismo ha mutato questo sistema. Il capi


talismo mette uomini di talento eccezionale , dotati
di energia rara , pratici nell'organizzare , conoscitori
dei metodi tecnici del loro tempo, in grado di con
trollare l'opera di operai , che essi nutrono e vestono ,
mentre un prodotto , che era irragiungibile in quan
tità con il solo sforzo fisico dell'operaio , si ottiene
migliore anche in qualità in ragione dell'uso di mac
cbine ed utensili inventati da uomini di talento , o

ogni costruzione di nuove ferrovie é cessata e il Governo


non sa più come tenere aperte le linee che sono in esercizio ,
anche quelle – come le urbane che sino a poco tempo fa
erano in floride condizioni ! Per sottoporre alla loro irragione
vole tutela i trasporti , sindacati , organizzatori e politicanti
addussero quegli stessi pretesti che vediamo ora tirati in
campo per le altre industrie : dalla tutela passarono al do
minio , dominio di violenti e d'incompetenti presuntuosi, che
doveva condurre , come condusse , alla catastrofe .
La conoscenza delle condizioni disagiate di questa o
quella azienda che secondo l'on . Giolitti farebbe sparire
le agitazioni – non trattenne i sindacati dalle più irragione
voli imposizioni , rese anzi le lotte più aspre e più ingiuste
perchè combattute con la coscienza che l'industria nulla più
poteva concedere ; seguirono inaspettati trionfi per l'inter
vento dello Stato , e crebbero insieme l'ozio e le paghe, l'in
disciplina e l'impunità, lo spirito litigioso e il mal servizio.
E si tratta proprio di quell'industria , nella quale – come
-

vuole l'on. Labriola – la gerarchia è fondata, tipicamente


fondata , sulle differenze tecniche !
Imponga il pubblico , il quale, trattandosi di servizi che
direttamente lo riguardano finirà col pagare le spese , una
inchiesta ; se ne son fatte tante in Italia per motivi meno
gravi e per situazioni meno difficili, meno disperate ! E si
accertino una buona volta le condizioni degli esercizi , le
cause di tanto sperpero , quale sia stata e quale sia l'opera
della Commissione dell'Equo Trattamento e , nella Comunis
sione, quella dei rappresentanti delle organizzazioni. Si vedrà
come a quest'organo vero e proprio di controllo abbiano da
tempo avuto gli occhi fissi tutti i professionisti delle agita
VI. IL CONTROLLO OPERAIO 127

di genio , e dalla direzione che altri uomini di ta


lento danno all'uso di braccia e mani .
Il tunnel sarà fatto con il sussidio dell'ingegno
inventivo di tecnici , con il sussidio inventivo di
organizzatori, con il sussidio di milioni di rispar
miatori , che in costoro soltanto hanno fiducia , me
diante l'opera di lavoratori che percepiranno sa
larii , anzichè ricevere frustate, e saranno difesi
contro malattie e infortuni e indennizzati qualora
accadessero .

zioni, che ora evitano di parlarne perchè non si vuol dare


l'allarme e perchè l'esempio , se conosciuto , sarebbe troppo
istruttivo : inoltre si cerca di gabellare per una novità poli
tica e sociale un tentativo che è stato già nel nostro povero
paese — solo nel mondo civile – largamente sfruttato .
Temono costoro che su questo precedente sia richiamata
la attenzione del pubblico e la gran massa degli ingenui
capisca dove si vuol andare col controllo . Al fallimento,
come al fallimento sono state avviate tutte le secondarie ,
le quali chiudono i conti dell'anno 1920 (quello nel quale fu
massima l'azione degli organizzatori e la Commissione e il
Governo più supinamente si piegarono alla loro volontà) con
cifre di disavanzi fantastici. Disavanzi che non hanno spe
ranza di riparo sia per la loro entità , sia perchè ogni credito
è venuto meno alle aziende di trasporto. Per quelle munici
palizzate provvederanno i contribuenti e sentiranno quale
grave peso sia ; per le altre nessuno dei competenti sa na
scondersi le inquietudini che questa anormale situazione
desta .
E dire che all'accademia bolcevica che si sta in questi
giorni tenendo al Consiglio supremo del Lavoro c'è stato
un burlone il quale ha osato dire che il controllo aumenterà
il credito finanziario : infatti quando gli operai avranno as.
sorbito tutti i frutti, come hanno fatto nelle ferrovie, poi
consumano le riserve ed i capitali, sarà un accorrere di
gente a versare danari perchè la cuccagna continui. Cosi
vuole la logica demagogica, socialista o comunista che sia ,
che è poi sempre la stessa » .
128 BOLCEVISMO ITALIANO

Per quanto si voglia migliorare le qualità fisiche


e morali dell'operaio , il prodotto del suo lavoro non
crescerà mai di molto . La differenza di prodotto tra
dieci operai mediocri e dieci operai ottimi non sarà
mai , nemmeno lontanamente , uguale a quella che
si ottiene se cinque operai mediocri vengono dotati
di macchine ; ed il valore del prodotto, in ogni caso,
dipenderà dal fatto che sarà stato diretto dall'im
prenditore e non già da loro stessi , o dallo Stato.
« La grande maggioranza degli uomini devono
continuamente lavorare o morire di fame. La natura
e non già il capitalismo moderno , è responsabile di
questa condizione di fatto. La novità essenziale in
trodotta in essa dal capitalismo moderno è questa
ed è una enorme differenza che mentre prima
il tenor di vita dell'operaio dipendeva dal miglior
modo di lavorare d’un uomo mediocre, ora il tenor
di vita dipende dal lavorare nel miglior modo che
sanno indicargli uomini di capacità eccezionale . Ne
ciò implica che l'operaio lavori di più e faccia cose
più difficili di prima , ma che gli venga fornita una
guida costante per ogni sua più piccola azione, una
guida per il braccio e per la mano , un modello per
ogni movimento , e da sua parte ci sia ubbidienza
costante e conformanza alle istruzioni » .
Ecco il controllo . Ma è il rovescio di quello pro
posto dal progetto di legge !
E dove sta « l'elevazione » dell'operaio , doman
derà il bolcevico ?
Eccola . Verso la fine del 1700 il reddito della
Granbretagna era di 140 milioni di sterline . Questo
reddito , certamente , non era prodotto esclusivamente
dal lavoro ! Ma , diamogliene pure credito . Di più,
no , perchè di più non veniva prodotto ! Erano , dun
que , 10 milioni di individui che producevano 140 mi
VI . IL CONTROLLO OPERAIO 129

lioni di sterline. Siamo larghissimi, assurdamente lar


ghi nello attribuire alla loro opera esclusiva tutto il
prodotto. Essi percepivano - secondo Arturo Young -
circa 70 milioni. Due generazioni dopo 10 milioni
di lavoratori ricevevano 160 milioni sterline 1 .
Or bene , non è questo dire che erano diventati
più ricchi del 14 % di quello che sarebbero stati se
0

si fossero appropriati con una rivoluzione dell'in


tiero reddito nazionale di due generazioni fa, cioè,
nel 1795 ?
Andiamo avanti . Nel 1860 ogni 10 milioni di la
voratori riceveva 200 milioni di sterline . Nel 1795 ri
ceveva 70 milioni su un reddito nazionale totale di
140. Se nel 1860 riceveva 200 milioni , riceveva il
43 % di più dell'intiero reddito nazionale di 65 anni
fa . Per suo merito ? Per suo maggiore lavoro ? Per
sua maggiore capacità ? O invece, per le invenzioni
tecniche fatte in quegli anni , per la direzione data
alla sua opera, per il controllo della sua attività,
per l'efficienza del capitale e di uomini di abilità
eccezionale ? 2
Pongasi la cosa ancora in altro modo . Nel 1843
il reddito nazionale inglese era di 515 milioni di
sterline .
Di questi 235 milioni andavano alle classi lavo
ratrici e 280 alle classi che pagavano « income tax » .
Nel 1893 il reddito della classe lavoratrice ascende
a 660 milioni di sterline, ossia , supera di 145 milioni
l'intiero reddito nazionale di 50 anni fa . La classe
lavoratrice era di 26 milioni nel 1843. Nel 1893 era
di 33 milioni . Un aumento di 7 milioni di individui .

1 W. H. MALLOCK : Labour and the popular welfare, pp . 126


128; pp. 280-288, London, Black, 1893.
2 L. C. , p. 247 e segg. , anche per quanto segue .

M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano. 9


130 BOLCEVISMO ITALIANO

Togliamo pure il prodotto dell'opera di questi 7 mi


lioni di individui .
Se 26 milioni di individui producevano 230 mi
lioni di sterline, ogni milione di individui ne pro
duceva 9 milioni e 7 milioni 63 milioni di sterline .
Togliamole pure dal reddito di 660 milioni ; seguirà
che la medesima popolazione operaia che nel 1843
percepiva 235 milioni di sterline, nel 1893 ne per
cepiva 597 , cioè 82 milioni di più dell'intiero red
dito nazionale del 1843. Non è questo un risultato
che nessuna rivoluzione avrebbe potuto conseguire ?
Non è questo una « elevazione » della classe operaia
che nessun bolcevico avrebbe neppure osato di pro
mettere ? E non è questo un risultato del controllo
sulle industrie precisamente inverso di quello pro
pugnato dalla Confederazione generale del Lavoro,
inverso di quello prospettato nel progetto di legge
preparato da bolcevichi sornioni ?

Ecco un secondo esempio del come avvenga


proceda la elevazione del proletariato.
Avevano un reddito inferiore a 900 marchi , in
Prussia, nel 1892 il 70,27 % della popolazione ; nel
0

1896 il numero di coloro che avevano meno di 900


marchi riducesi già al 67,20 % della popolazione,
nel 1900 la percentuale cala a 62,40 ;
Da allora in poi ecco le cifre annue .
Nel 1907 hanno meno di 900 marchi il 50,30 % 0

1908 47,20 % 0

1909 >> 45,80 % 0

1910 42,84 %
1911 > 41,19 %
1912 39,78 %
1913 38,15 %
1914 36,70 %
VI . IL CONTROLLO OPERAIO 131

Il che può dirsi anche a questo modo :


Nel 1892 c'erano ancora 20.952.000 individui sulla
popolazione totale prussiana con redditi inferiori a
900 marchi ; nel 1914 erano ridotti a 15.136.123 in
dividui ; eppure, nel medesimo tempo la popolazione
prussiana che nel 1892 era di 30.558.323 persone
si era accresciuta nel 1914 a 42.223.455 persone .
Dunque : dal 1892 al 1914 la popolazione era cre
sciuta del 38,5 % , mentre la popolazione che aveva
un reddito minore di 900 marchi è diminuita del
27,7 % . Devesi , forse, questo progresso ai socialisti ,
0

ai comunisti , a rivoluzioni , o invece al regime bor


1
ghese capitalista ? '
13 . -

Quanto ho esposto sono cose risapute da


tutti gli economisti , e lo sono anche dai caporioni
del socialismo .
Le argomentazioni sono con costoro perfettamente
inutili , perchè i più sono in malafede, e coloro che
sono in buona fede, formulano argomenti che sono
soltanto paralogismi rispondenti ai loro sentimenti.
Questi sentimenti di rapina e sovversismo restano
quelli che erano , malgrado ogni argomentazione.
Cið il Pareto ha mostrato nella sua sociologia. E al
lora ? Allora la discussione non serve che presso i
terzi , possiamo dire presso i neutri .
Nei riguardi del socialismo in atto, non c'è ri .
medio che nell'opporre forza alla forza . Ed è in
questo che , allo stato attuale delle cose , l'opera del
· fascismo è opera più utile di ogni altra , per la sal
vezza della civiltà del nostro paese. Quando sarà
stato fermato l'assalto bolcevico , che abbiamo tolle

1 Die Grundsätze und Forderungen der Sozialdemocratie,


Dr. ALBERT BOVENSCHEN, Berlin, Siegismund, 1920 .
NA
132 BOLCEVISMO ITALIANO

rato si preparasse per lunghi anni , l'opera nostra


di educazione, di propaganda e di vigilanza può
avere efficacia nel formare sentimenti diversi dagli
attuali e nell'allargare la sfera d'influenza delle
azioni logiche .
È enormemente complessa ed eterogenea la ci
viltà italiana , ricca di ogni bellezza e di ogni tur
pitudine, più di altre. Dalla caduta dell'impero ro
mano in qua , la storia d'Italia è la confluenza di
molte istorie ed è , ancora oggi , indefinibile l'italiano ,
perchè un mosaico, e non una fusione, di tutti i
temperamenti, da quelli formatisi sui monti nevosi
a quelli sviluppatisi in zone vulcaniche e ai raggi
del sole, di caratteri granitici e di altri che sono
anguille , di mentalità somme per ispirazione poetica
e di altre insuperabili nella obiettiva percezione ed
analisi del fatto , e di altre ancora ottuse quanto e
più di quelle dei bruti . Perciò , non havvi genere
di gloria che l'Italia non abbia avutà e non con
tinui a riprodurre , come non c'è avvilimento che
essa non abbia conosciuto e bruttura di cui essa
non dia spettacolo . Ha avuto e conserva un primato
nel bene e nel male. E l'ora che volge è precisa
mente una ora di sviluppo di ogni suo fermento .
Politica , 30 marzo 1921 .
VII

I SORNIONI

1. Gli organi del partito ufficiale socialista. - 2. I sornioni del Pus e


il loro esercito. — 3. I sornioni sono stati gli istigatori degli scio
peri e delle rivolte che si dicono anarchiche. -4 . Come i sornioni
danno l'arrembaggio alle istituzioni di credito borghesi : l'Istituto
nazionale di credito per la cooperazione. – 5. I caporioni prendono
delle percentuali sulle operazioni di finanziamento, – 6. Come i
sornioni sanno comporre le commissioni d'inchiesta . – 7. L'arrem
baggio alla Cassa di Risparmio di Milano . 8. Il ricatto alla Com
merciale e la progettata Banca federale del lavoro.

1. — « Una robusta spallata e la borghesia ita


liana fa un ruzzolone come lo ha fatto quella russa ! » .
L’infatuazione socialista non ha riscontro che nella
ignoranza e indifferenza borghese per il movimento
socialista. La frase qui sopra riprodotta è una delle
forme verbali di una fede che è assai generale tra
gli operai delle officine e i braccianti dei campi .
« Noi siamo migliaia ; i capitalisti e i proprietari sono
centinaia ; cacciamoli e le officine e le terre saranno
del proletariato » .
Ecco un'altra formulazione del medesimo pen
siero .
E devono bene pensare la rivoluzione sociale cosa
facile ed imminente quando leggono sull'Avantil,
184 BOLCEVISMO ITALIANO

che esso vende azioni da 25 lire come fondo per la


rivoluzione istessa, e quando vedono che questa
emissione di azioni è tanto lecita , che non richiede
nemmeno la formalità legale delle emissioni borghesi
di azioni di società industriali e commerciali . Il pro
letario capisce anche che non occorre che egli sot
toscriva l'azione e ne versi l'importo. Capisce che
è un prestanome per danaro fornito dai sovieti e da
stranieri .
Ma , non soltanto le masse , le così dette
a masse » ma i dirigenti il socialismo , gli intellet
tuali per quanto di una ssai modesta intellettua
lità - hanno creduto nella riuscita del « colpo » ; riu
scita pronta, in ragione della preparazione antica,
portata a perfezione durante i due ministeri Nitti.
I dubbiosi pensavano : « la prova può riuscire ; se do
vesse non riuscire , sarà stata una prova generale ;
tanto , l'impunità è assicurata ! » .
Quali le forze del partito ? Quale il fondamento
obiettivo di così audace speranza degli uni e di così
sincera fede di altri ?
Carlo Bazzi ha fatto una rassegna delle forze
obiettive.
Del socialismo l'organo centrale è la Confedera
zione generale del lavoro ; il giornale dell'organo ha
per titolo : « Battaglie sindacali » , e la sede ne è a
Milano .
Vengono poi le Federazioni , le Unioni, i Sinda
cati che hanno carattere nazionale, cioè , non sono
locali nella loro azione. Queste sono in numero di
50, di cui i nomi e gli indirizzi possono leggersi nello
specchio redatto da Bazzi.
Gli organi locali della Confederazione generale
del lavoro sono le Camere di lavoro e sono 108 .
Ecco, dunque, il gruppo delle « Organizzazioni

)
VII . I SORNIONI 186

della resistenza » , cioè delle organizzazioni di cui lo


scopo è la distruzione del regime borghese mediante
la conquista dei poteri pubblici , sia per endosmosi ,
sia mediante ricorso alla violenza con lo sciopero ,
senza rispetto della libertà del lavoro , e con la ri
volta armata .
A fianco delle « Organizzazioni della resistenza >
e ora apertamente , pubblicamente, alla dipendenza
della Confederazione generale del lavoro, stanno le
« Organizzazioni della Cooperazione e Mutualità » ,
di cui l'organo centrale, è la « Lega nazionale delle
cooperative e Federazione italiana delle società di
mutuò soccorso » . La sede è a Milano . Il giornale di
questo organo centrale è « La Cooperazione italiana,
Monitore della Cooperazione e della Mutualità » .
Sono organi nazionali, regionali e provinciali i
seguenti nove :
l'Istituto cooperativo italiano per gli scambi
con l'estero (Roma) ;
la Federazione nazionale delle cooperative
agricole (Bologna) ;
il Consorzio operaio metallurgico italiano (Ge
nova) ;
il Consorzio per l'impianto e l'esercizio di ma
gazzini di deposito frigoriferi e natanti (Napoli) ;
la Federazione delle cooperative di consumo
(Milano );
la Alleanza cooperativa torinese (Torino) ;
la Associazione veneta cooperativa (Venezia) ;
la Cooperativa operaia di Trieste , Istria, Friuli
( Trieste );
la Federazione milanese delle cooperative di
produzione e lavoro (Milano) .
Oltre a queste organizzazioni di carattere ad un
tempo economico e politico , sono da ricordare tre
136 BOLCEVISMO ITALIANO

organi di carattere politico ; la Lega dei comuni so


cialisti, la Lega proletaria mutilati, invalidi e re
duci di guerra, e la Società umanitaria .
Ecco le forze palesi del socialismo italiano .

2. - Ma, i socialisti si dividono in due specie :


quella dei sornioni e quella degli impulsivi .
I sornioni preparano , consigliano , aizzano, .e
fanno assai quattrini , sia a spese degli impulsivi, sia
a spese di coloro che a mezzo degli impulsivi essi
terrorizzano e ricattano . Disdicono sempre di aver
detto. Ogni piano è ognora preparato in tale modo
che per loro ci sia un alibi. Gli impulsivi e deboli
di mente agiscono come viene loro indicato dai sor
nioni .
A ciò che con l'opera non compromettano i sor
nioni , da questi ricevono finanche altro nome . Non
si diranno socialisti , ma teppisti , ma elementi estra
nei, ma bassi-fondi sociali , ma anarchici , ma sinda
calisti, ma estremisti, ma bolcevichi, ma pregiudi
cati, ma terza internazionale, ma proletariato ancora
incosciente, ancora non inquadrato .
Sono essi la carne da cannone dell'esercito dei
sornioni.
I sornioni ottengono che i disertori di guerra , i
renitenti al servizio militare durante la guerra , ven
gano amnistiati , e anche forniti del certificato di
« aver servito con onore e fedeltà » . Questo otten
gono dal Nitti e dal generale Albricci " , che entrambi

1 Per la storia di questa triste epoca , che pure un


giorno si farà, va ricordata la condotta spregevole del ge
nerale Albricci . Egli si è disonorato due volte - se due volte
è possibile perdere l'onore : quando, da Ministro, sottopose
amnistiaya
alla firma reale il decreto che disertori e reni
VII . I SORNIONI 137

qui intendo di ricordare per la loro viltà. I sornioni


ottengono anche che una amnistia liberi dalle car
ceri assai più di centomila ordinari delinquenti, as
sassini , feritori, ladri, truffatori, sfruttatori di donne .
falsari, gente in parte molte volte recidiva ; e a cið
>

si presta Ludovico Mortara, ministro di grazia e giu


stizia e presidente della Cassazione , nella speranza
di poter essere chiamato alla Presidenza del Consi .
glio con l'appoggio del partito ufficiale socialista !
Ecco le reclute dell'esercito bolcevico di cui i
deputati socialisti , i maggiorenti del partito sociali
sta , i caporioni delle Camere del lavoro e i dirigenti
l'Avanti! sono lo Stato Maggiore.
E questo esercito ingrandiscono opponendosi alla
partecipazione del contadino nel reddito agricolo me
diante il contratto di mezzadria : lo vogliono brac
ciante , membro della Camera del lavoro , pronto allo
sciopero quando i prodotti stanno per maturare e
tutte le spese di coltivazione già sono state sostenute
e lauti salari sono stati pagati.
Nelle industrie vogliono l'operaio ben pagato , ma
consumatore , anzi , scialacquatore di ogni suo salario ,
a cið che il risparmio non lo trasformi in borghese .

tenti , provocando la più profonda indignazione nell'animo di


tutti coloro che erano stati al fronte e in quello dei parenti
di coloro che per la patria sono morti , e indebolendo con
ciò per l'avvenire ogni sentimento di dovere verso la patria :
quando , da Ministro , allorchè bande di socialisti aggredivano
per istrada gli ufficiali, diede ordine che gli ufficiali non po
tessero portare armi , cioè , la rivoltella di ordinanza, e che
si vestissero in abiti borghesi , facendo con ciò alla divisa
militare il maggiore sfregio che le sia mai stato fatto e po
nendo con ciò l'ufficiale nell'alternativa, o di essere vittima
inerme di ogni insulto , o di accettare di nascondersi sotto
la maschera di un panciaficaio , con quanta perdita di autorità
sui soldati ognuno comprende .
138 BOLCEVISMO ITALIANO

Fomentano ogni suo vizio , e spesso sono essi mede


simi i venditori delle merci che il vizio soddisfano .
Proletarizzano essi le masse e si oppongono a
ogni « istituzione patronale » . Predicano l'odio di
classe il più selvaggio , consigliano la violenza contro
le persone e le cose , alimentano ogni più bassa in
vidia e diffondono grossolani sofismi economici di
cui i seguenti sono alcuni tipi : che i salarii possano
riuscire quali li vogliano le leghe, o quali li stabi
liscano dei decreti ; che le spese di produzione de
terminino i prezzi dei prodotti, ma che questi siano
ad un tempo in arbitrio del legislatore ; che com
mercianti e negozianti siano parassiti e possa il con
sumatore , con vantaggio suo e del produttore , met
tersi in rapporti diretti con il fabbricante ; che gli
operai possano assumere la gestione delle fabbriche,
i ferrovieri quella delle ferrovie; che non sia vero
che non siano passive le imprese statizzate o muni
cipalizzate ; che non sia vero che le cooperative so
cialiste si reggano soltanto perchè lo Stato concede
loro privilegi , monopoli e paghi le perdite.
Tengono i caporioni del socialismo le masse sog
gette alla più ferrea disciplina di partito con i me
todi con i quali nelle carceri camorristi e maffiosi
dominano i meno sanguinarii e violenti ' e quelli
fisicamente meno robusti .

1. Negli ultimi scioperi dei risaiuoli dovevano gli scio


peranti farsi tagliuzzare le palmi delle mani, a ciò che non
potessero adoperare gli istrumenti agricoli .
So anche , dalla mia lunga consuetudine con il mio rim
pianto amico Nicola Trevisonno, che negli scioperi agricoli,
per assicurarsi che nessun scioperante lavorasse , si stampi
gliavano le palmi delle mani con grandi timbri a inchiostro
oleoso e che ogni mattina dovevano presentarsi ai condu
centi gli scioperi per la verifica della integrità della stampi
1

VII. I SORNIONÍ 139

Per allenare le masse alla rivolta , per mantenere


vivi in essa invidia e odio , per occuparla quando il
lungo attendere la rivoluzione sociale la stanca e la
disgrega e defezioni la assottigliano , per rinnovare
nei borghesi paura della violenza, e anche per espe
rimentare i pregi e i difetti della propria organiz
zazione, i sornioni sono gli ordinatori degli scioperi
che non hanno probabilità alcuna di risultati vitto
riosi , degli scioperi a gettito continuo, degli scioperi
privi di ogni fondamento e di ogni mira economica.
Lo scioperante di cui lo sciopero è fallito, ma che
durante lo sciopero ha insolentito , ha sabotato, si
è messo in contatto con ogni genere di canaglia , che
è stato arringato, e lusingato, che ha , egli medesimo,
preso la parola, che ha visto essere lo sciopero azione
priva di ogni pericolo, e priva anche di danno im
mediato economico - poichè agli scioperanti i bor
ghesi e gli uffici di Stato pagano le giornate di scio .
pero come se si fosse lavorato ! - questo scioperante
è un uomo oramai guasto , moralmente, psicologica
mente , che non cercherà più nel lavoro e nel ri
sparmio il proprio elevamento , ma nella violenza ,
nella scheda elettorale, nella legge che a lui crei
privilegi .
3. Nell'attuale movimento rivoluzionario i sor
-

nioni sono stati presi con le mani nel sacco .


Per viltà e per stupidità varii giornali borghesi
si sono prestati anche questa volta a non volerli
inasprire . Hanno tentato di discolparli distinguendo .

glia. La sanzione del crumiraggio erano legnate a sistema


austriaco. L's evoluzione , e la « coscienza » socialista pene .
travano dalle natiche. Siccome le stampiglie talvolta riusci
vano a falsificare, si è ora adottato il tagliuzzamento.
140 BOLCEVISMO ITALIANO

Appagano questi giornali quella borghesia che


spera di cavarsela con un solo occhio ammaccato .
Vuole tenersi buoni i sornioni. Così avrà, crede ,
>

da essi un pochino di protezione , un poco di respiro


ancora .

È tipica la viltà del Corriere della Ser (bi} a. In


data 2 luglio (n . 158) 1920 il corrispondente da An
cona ( signor C. S. ) scrive :
« In ogni modo va ripetuto che nessuna respon
sabilità della Sezione socialista nè della Camera del
lavoro è stata identificata nella preparazione della
rivolta » .
Nel medesimo numero del giornale, in 4. pagina
il medesimo corrispondente è costretto – perché la
Stefani dà la notizia , a fornire la prova che la
sollevazione dei bersaglieri è stata promossa dalla
Camera del lavoro socialista !!
Oggi abbiamo avuto un colpo di scena. Vi ho
già segnalato l'arresto del prof. Corneli , direttore di
Bandiera rossa, segretario della Camera del lavoro ,
e uno dei leaders del massimalismo marchigiano .
Oggi si è potuto sapere e la notizia è stata dira
mata anche ufficialmente – che il prof. Corneli e i
suoi compagni sono precisamente accusati di aver
avuto parte preponderante nell'ammutinamento dei
bersaglieri . I particolari dell'arresto sono interessanti .
« Dei bersaglieri di guardia all’Aspio , presso An
cona, verso le 14 del pomeriggio , riconobbero in
quattro persone che si aggiravano nelle vicinanze ,
dei borghesi che avevano veduti nella caserma Vil
larey la mattina del tentativo di ammutinamento .
Fu dato avviso all'ufficiale comandante del posto ed
egli diede l'ordine di catturarli . I quattro quando
compresero le intenzioni dei bersaglieri che li rin
correvano , estrassero le rivoltelle ed esplosero dei
VII . I SORNIONI 141

colpi : i bersaglieri spararono alla lor volta coi fucili.


Ad un certo momento uno dei borghesi e precisa
mente il Corneli , fece segno che avanzassero , e senza
opporre resistenza , tutti e quattro si lasciarono
accompagnare al posto di guardia, dove furono su
bito interrogati da un capitano dei carabinieri . Messi
a confronto coi soldati il riconoscimento fu recisa
mente confermato da tre bersaglieri e da un gra
duato e un ufficiale, i quali testimoniarono che il
Corneli , il Mocchigiani , il Cinti e lo Zingaretti fu
rono in Caserma la mattinata di sabato e si distin .
sero fra quelli che incitavano i bersaglieri ad ammu
tinarsi . Naturalmente i 4 accusati smentirono e ten
tarono di stabilire degli alibi, ma indosso al Corneli
furono trovati dei documenti compromettenti , di cui
è in possesso l'autorità giudiziaria. La notizia ha pro
dotto una profonda impressione negli ambienti so
cialisti che hanno trovato un imprevisto e formida
bile ostacolo alla loro campagna per dimostrare l'in
sussistenza di un tentativo rivoltoso » .
Dico che i sornioni sono stati presi con le mani
nel sacco . A Milano i sornioni della Camera del la
voro e della Sezione socialista , visto fallito lo scio
pero ferroviario, da loro tenuto vivo per una diecina
di giorni, e fallita altresì la sommossa del 23 giugno .

capitanata dai loro – tra altri dal consigliere comu


nale Virgilio Brocchi – , credettero di potersi salvare
« fingendo di ordinare la fine dello sciopero e la ri
presa del lavoro » , come se il non aver ciò fatto
dieci giorni prima potesse discolparli da complicità !
Ma, premuti da coloro stessi che essi avevano lan
ciato nella rivolta, a poche ore di distanza da quel
primo ordine del giorno , presero la seguente delibe
razione affissa per i muri di Milano :
142 BOLCEVISMO ITALIANO

24 aprile 1920.
« Con la deliberazione di ieri sera le nostre orga
nizzazioni , mantenendosi sul terreno teorico e pratico
dei fatti avevano creduto e credono sterile ogni mani
festazione di protesta per un eccidio che non è che un
sintomo ed un episodio della grande rivoluzione che au
spichiamo !
« La folla , sempre generosa , di fronte ai nuovi lutti
che colpiscono il proletariato, lasciandosi prendere dal
sentimento, ha creduto di non poter continuare il lavoro
e si è riversata sulle piazze ad elevare la propria ener
gica protesta .
« Noi non ce ne rammarichiamo !
« La Camera del lavoro e la Sezione socialista, an
che in quest'ora di dolori ee di propositi , sono come sempre
con voi ! »

Il manifestino concludeva avvertendo, in una


forma assai sibilina , che il comizio sarà convocato
con invito sul giornale Avanti !
Il partito socialista , in ragione delle vicende delle
giornate , talora credeva al trionfo del movimento
bolcevico da esso promosso , e allora se ne attribuiva
pubblicamente il merito ; talora intravedeva la scon
fitta e allora sceverava la sua responsabilità da
quella di coloro che esponevano la pelle nella causa
comunista. Credettero persino , in un certo momento ,
di poter alla Camera far proclamare la repubblica
sociale e in questo proposito avevano consenziente
il più sornione di tutti i sornioni , e il compare di
tutte le loro imprese finanziarie - di cui dirò or
-

ora – l'ex ministro Nitti .


Infatti, il giorno 26 giugno , i resoconti dei gior.
>

nali pubblicarono quanto segue :


« Il gruppo parlamentare socialista ufficiale, si è
riunito stamane a Montecitorio, in seduta plenaria ,
VII . I SORNIONI 143

per deliberare in merito ai fatti di Ancona e agli


altri incidenti scoppiati qua e là in Italia. La di
scussione alla quale hanno partecipato quasi tutti i
deputati del gruppo è stata quanto mai vivace ed
agitata. Le varie correnti di opinioni si sono infine
trovate concordi su un ordine del giorno presentato
dall'on . Vella, il quale , in seguito agli avvenimenti
di Ancona , propone di impedire per oggi, la chiusura
della discussione sull'esercizio provvisorio , in attesa
delle deliberazioni che saranno decise dalle immi
nenti riunioni della Confederazione generale del la
voro e della Direzione del partito socialista .
« Il presidente dell'assemblea, on. Cazzamalli , ci
ha poi chiaramente spiegato che l'azione del gruppo
parlamentare socialista sarà svolta su queste basi .
Impedita per oggi la chiusura della discussione
giusto quanto si propone l'ordine del giorno del
l'on. Vella - il gruppo ostacolerà l'approvazione
dell'esercizio provvisorio , se il Governo non s'im
pegna di ritirare immediatamente tutte le sue truppe
dall'Albania e da Valona particolarmente, e di non
esercitare nessuna repressione nè punizione contro
gli autori, militari e civili , della sollevazione di An
>

cona .

« Se le richieste dei socialisti non saranno attuate


dal Governo , il gruppo inizierà l'ostruzionismo nella
Camera e si riserva per una eventuale azione nel
Paese .
« È imminente la pubblicazione di un manifesto
del partito socialista al Paese, approvato nella se
duta di stamane dal gruppo , dopo i fatti d'Ancona » .
Viene la seduta alla Camera . I propositi del par
tito socialista e del partito nittiano erano venuti a
conoscenza di tutti , e il Governo aveva preso misure
adeguate . Tutte le millanterie del partito socialista
144 BOLCEVISMO ITALIANO

si risolsero , anzichè nell’ostruzionismo al voto del


l'esercizio provvisorio , in un discorso dell’on. Trozzi ,
delegato del partito , di piena adesione all'opera dei
rivoltosi d’Ancona . Ecco talune delle affermazioni
del Trozzi come risultano dal resoconto ufficiale :
L’on . Trozzi comincia col rilevare che le giornate
rosse d'Ancona raccolgono tutto il consenso del
gruppo socialista . « Non si tratta di moti teppistici ,
come è stato affermato dal Governo , ma di una vera
e propria sollevazione del proletariato delle caserme
e delle officine ...
Se la borghesia vuole ingaggiare la battaglia con
il proletariato, ben venga il momento ( urla , pro
teste battibecchi tra settore e settore) » .
Invia un saluto alle vittime di Ancona ee si augura
« che quella rivolta non sia la prima e la sola » ( urla,
proteste)...
A un certo punto del suo discorso l'on . Trozzi
dice : « Noi socialisti chiameremo il proletariato a
far la rivoluzione in piazza !» .
CAPPA (popolare) . - In piazza a fare la rivolta,
mandate il proletariato , ma vi guardate bene dal
l'andare voi ! È comodo arrivare a cose finite ! (appro
vazioni, rumori all'estrema) .
Trozzi dice che il socialismo progredisce a grandi
passi nell'Italia meridionale ed è folle supporre che
il proletariato del sud possa scagliarsi contro quello
del nord . La trincea li ha fusi e li ha resi solidali .
( Applausi dei socialisti).

4. Con lento e perseverante lavoro , non con


trastato dalla borghesia, troppo assorbita dal quoti
diano lavoro per esercitare una efficace vigilanza sui
gambetti che ad essi preparano i caporioni del par
tito ufficiale socialista , questi si sono infiltrati nella
VII . I SORNIONI 145

burocrazia, hanno i loro ufficiali in tutti gli organi


smi dello Stato, rivolgono a loro esclusivo profitto
le istituzioni di credito che dallo Stato dipendono ,
ricattano le altre , e fanno danari in una misura di
cui il pubblico non ha il più lontano sospetto . In cið
havvi un grave pericolo perchè l'arrembaggio delle
istituzioni continua e diventa ognora più audace.
Ecco una serie di esempi di quanto affermo 4 .
L'Istituto nazionale di credito per la coopera
zione venne formato con il concorso dei soliti Istituti
di emissione e delle solite Casse di Risparmio che
devono fornire capitali quando ai politicanti conviene
di creare un qualche pozzo di san Patrizio per le loro
clientele . Eretto in Ente morale il 15 agosto 1913
l'Istituto avrebbe lo scopo di esercitare il credito a
favore delle istituzioni cooperative di qualsiasi ge
nere, senza alcuna pregiudiziale politica .
Il Consiglio d'amministrazione è composto di
quanto c'è di più decorativo e di più assorbito in
altre gestioni. In breve , la platea presenta « un beau
coup d'oeil » con il senatore Ferrero di Cambiano ,
presidente , e il senatore Luigi della Torre (l'amico
di Claudio Treves) , vice - presidente. Il malanno sta
più sotto . Le operazioni si acconsentono dal direttore
Giumelli, che è tenero per i socialisti, dai direttori
di sedi e dai fiduciari, che sono socialisti , e dalle
commissioni di sconto che sono composte di socia
listi ad effigie dei direttori. Da ciò è seguito che
l'Istituto nazionale di credito ha finora servito sol

1 Una conferma di quanto qui dico , e un ricchissimo sup


plemento di fatti a quelli che cito , si hanno ora nelle inchieste
fatte da G. Preziosi e esposto nel suo volume : Cooperativismo
rosso, ed. Laterza, Bari , 1922. Dall'altro si vedrà tra poco nel
7

libro che egli sta pubblicando sulla Cooperativa marinara Ga


ribaldi e su quel delinquente che ha nome capitano Giulietti.
M. PANTALEONI , Bolcevismo italiano. 10
146 BOLCEVISMO ITALIANO

tanto alle cooperative socialiste riunite sotto il nome


di Lega nazionale delle cooperative, e che esso , se
è richiesto da cooperative non bolceviche a finan :
ziarle , pone per condizione che entrino a far parte di
quelle che sono affiliate alla Confederazione generale
del lavoro !
La Lega nazionale delle cooperative, originaria
mente apolitica ; nei limiti della solita ipocrisia dei
sornioni ha gittato la maschera con l'ordine del
giorno del suo congresso di Roma dell'8 di febbraio
scorso, relatore A. Cabrini , in cui « autorizza il Con
siglio direttivo della Lega a prendere accordi con la
Confederazione generale del lavoro e con il partito
socialista italiano per affiatare i rispettivi movimenti
nell'ambito internazionale, nazionale e locale, e per
confidare ad un unico organo, il gruppo parlamen
tare socialista , l'azione legislativa e parlamentare in
torno alle richieste dei congressi della Lega nazio
nale delle cooperative ».
In quanto alla richiesta dei congressi della Lega
nazionale delle cooperative , il loro carattere pretta
mente bolcevico risulta dal « considerando » della
relazione Cabrini ' ee dalla esplicita formulazione

1 In quanto ai « considerando » del relatore A. Cabrini ne .


riferisco qui qualche gemma a ciò che anche questo sornione
venga riconosciuto per quello che è, cioè, un bolcevico. « Con
siderando la realizzazione dei programmi sociali un problema
di forza politica ; constatando che , in Italia, il movimento po
litico organizzato per quella socializzazione dei mezzi di pro
duzione e di scambio in cui il Congresso nazionale cooperativo
del 1918 ravvisava le finalità della cooperazione è solo il mo
vimento che fa capo al partito socialista italiano alleato alla
Confederazione generale del lavoro ; ritenendo che le istitu
zioni cooperative debbono stringersi sempre più al movimento
della resistenza, sia per intensificare lo sforzo proletario di
liberazione dagli ordinamenti della società borghese, ecc. » .
VII . I SORNIONI 147

delle richieste in una serie di « deliberazioni » delle


quali dò qui qualche saggio :
La Confederazione generale del lavoro e il par
tito socialista sono invitati ad « agitare » nel paese ,
a mezzo delle organizzazioni operaie , e alla Camera
a mezzo dei deputati socialisti , i desiderata della
Lega nazionale delle cooperative , che poi consistono :
a) nel monopolio della distribuzione di tutti i generi
di stato , alimentari e vestiario ; b) nel conseguimento
di appoggi finanziari, di larghezza di mezzi di tra
sporto, di impianti ecc. , per parte dello Stato, onde
la Lega, tanto nel presente , quanto nell'avvenire, e
sopratutto nell'imminenza di una ripresa commer
ciale con la Russia, non possa venire battuta dal com
mercio privato ; c) in accordi con l'Istituto nazionale
di credito per la cooperazione per la fissazione di un
contributo che paghi le spese generali della Lega
bolcevica 1 .

1 Il carattere sornione dei dirigenti la Lega nazionale


delle cooperative apparisce chiaro da quanto si può leggere
nel suo Almanacco per il 1920 : « La Lega nazionale è la grande
organizzazione che raccoglie sotto la sua bandiera tutte le
organizzazioni cooperative , indipendentemente da ogni tendenza
e professione politica e religiosa » . Questa dichiarazione serviva
per pretendere dall'Istituto nazionale di credito per la coo
perazione la esclusione dei cooperatori cattolici e per pre
tenderla altresì dalle commissioni e dai consigli permanenti
del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, dal Con
siglio dell'emigrazione, dalla Cassa nazionale di previdenza,
dalla Cassa nazionale di assicurazione per gli infortuni sul
lavoro, dalla Cassa nazionale per le Assicurazioni sociali ,
dall' Ufficio nazionale del collocamento , ecc .
Esclusione degli altri, perchè organizzazione politica; in
clusione dei propri rappresentanti, perchè organizzazione
apolitica ! Chi vuole farsi una idea esatta della tecnica e degli
organi del movimento socialista e dei metodi da esso seguito
148 BOLOEVISMO ITALIANO

La direzione dell'Istituto nazionale di credito


per la cooperazione non può fingere di ignorare il
carattere prettamente comunista della Lega nazio
nale delle cooperative e di non sapere che essa
violenta il proprio statuto e inganna coloro che ad
esso banno dato vita, cioè, le Casse di Risparmio
borghesi .
Eppure l'Istituto nazionale di credito per la coo
perazione , o fa rifiutare il credito alle cooperative
non socialiste mediante pareri dei suoi fiduciari e
delle sue commissioni di sconto bolceviche e allora
è difficile dimostrare la sua parzialità o ricatta le
cooperative non socialiste invitandole ad affiliarsi a
quelle che sono sottoposte alla Confederazione gene
rale del lavoro -
- e allora capita di non poterlo pren
dere in castagna .
Ecco , infatti, quanto è accaduto a Catanzaro .
L'Unione provinciale delle cooperative di con
sumo di Catanzaro, che non è bolcevica , pubblica
nel giornale « Il Sindacato cooperativo » questa sua
corrispondenza con l'Istituto nazionale di credito per
la cooperazione .
« Per dimostrarvi come l'Istituto di credito della
cooperazione compie anche in Calabria opera parti
giana, finanziando, solo, le cooperative iscritte alla
Lega nazionale , Vi comunichiamo la seguente lettera
ricevuta dalla Filiale dell'Istituto che ha sede in
Reggio Calabria, in risposta ad una domanda di
finanziamento da noi avanzata .

per raggiungere l'attuale suo sviluppo, legga quanto Carlo


<

Bazzi va stampando nel - Sindacato cooperativo » (Roma, via


Uffici del Vicario , 43 ).
VII . I SORNIONI 149

Spett. Unione della cooperativa di consumo della provin


cia di Catanzaro .

« In esito alla domanda di finanziamento da Voi


avanzata al nostro Istituto notiamo che l'esistenza in
una stessa città di diversi aggruppamenti di cooperative
non contribuisce, certo , ad un maggiore rafforzamento
della cooperazione .
« A noi sembra che se codesta spett . istituzione po
tesse mettersi d'accordo con la Federazione provinciale
delle cooperative di consumo di Catanzaro , che già
opera da molto tempo in codesta città, in modo che le
due istituzioni potessero agire insieme, non poco giova
mento ne trarrebbe la cooperazione in tutta la provincia.
« E quest'Istituto , che largamente si adopera per
incoraggiare sempre maggiormente la sana coopera
zione, ben volentieri darebbe tutto il suo appoggio per
lo sviluppo di questo maggior organismo cooperativo .
« Distinti saluti .

Istituto naz . per la cooperazione


Agenzia di Reggio Calabria .
F.to O. BADOLATO » .

A questo foglio abbiamo risposto nella maniera


seguente :

« Istituto nazionale di credito per la cooperazione – Fi


liale di Reggio Calabria .
« Costituendo l'Unione sapevamo della esistenza in
questa città della Federazione delle cooperative di con
sumo , ma la formammo, egualmente , perchè non inten
devamo che le nostre cooperative si sottomettessero al
l'indirizzo politico notoriamente socialista della predetta
Federazione. Rivolgendoci , poi, a codesto Istituto , cono
scevamo le relazioni tra lo stesso e la Lega nazionale
delle cooperative .
150 BOLCEVISMO ITALIANO

« La vostra risposta è una prova di queste relazioni


e ci dice che l'Istituto della cooperazione non è costi
tuito a favore degli organismi cooperativi italiani , senza
distinzione del colore politico degli stessi , ma finanzia
solamente le cooperative aderenti alla Lega alla quale,
per il suo recente atteggiamento politico , non possiamo
aderire .
« Distintamente Vi salutiamo .

21 maggio 1920.
Il Consigliere delegato
F.to avv . EDOARDO SALERNO » .

Un secondo caso in cui l'Istituto nazionale di


credito per la cooperazione èè preso in flagrante con
travvenzione al suo statuto si è , dato a Sassari . Il
30 aprile scorso si tenne a Sassari il congresso delle
cooperative combattenti . L'Istituto nazionale di cre
dito per la cooperazione vi mando , come suo dele
gato , l'avv. Marcelletti , il quale vi delined il pro
getto di istituzione da parte dell'Istituto nazionale
di credito per la cooperazione di un Ispettorato
tecnico, il quale avrebbe controllato e diretto il movi
mento cooperativo , a condizione che si collaborasse
con i socialisti. Soltanto a questo patto l'Istituto na
zionale di credito per la cooperazione avrebbe dato
il suo appoggio. Fattogli osservare che le coopera
tive dei combattenti erano federate al Sindacato na
zionale , apolitico , quel messere osò rispondere : «« al
lora niente Ispettorato » . E avendogli fatto osservare
che a Sassari, oltre i radicali , i socialisti e i com
battenti , vi era un quarto partito , il popolare, forte
di istituzioni di resistenza e che aveva istituito una
cooperativa, il delegato dell'Istituto nazionale di cre
dito per la cooperazione rispose che « con quella
6
VII . I SORNIONI 151

gente non aveva che fare » . La conseguenza è stata


che le proposte dell'avv. Marcelletti vennero respinte .
Or bene , codesti ricatti che fanno i dirigenti e i
delegati dell'Istituto nazionale di credito per la coo.
perazione alle cooperative non bolceviche , ponendole
dinanzi al dilemma o di affiliarsi alla Confederazione
generale del lavoro o di vedersi negato il credito ,
e la uşurpazione di capitali che sono risparmi bor
ghesi per finalità socialiste , per scopi bolcevichi , per
la distruzione della borghesia e dei suoi ordinamenti ,
è tale una invereconda audacia , che essa va denun
ciata alle Casse di Risparmio e fatta cessare per in
tervento del Parlamento .
Contro questa condotta dell'Istituto nazionale di
credito per la cooperazione reclamano i cooperatori
del partito popolare italiano - che l'Istituto respin
geva dai benefici della legge perchè cooperazione a
carattere confessionale e perciò politico, come se
non fosse cooperazione politica socialista e quindi
politica quella della Lega nazionale delle coopera
-

tive ! - e reclamano i cooperatori, apolitici del tutto,


del Sindacato nazionale delle cooperative.

5. - I lucri che ricavano i caporioni socialisti da


ogni operazione che una loro cooperativa fa con
l'Istituto nazionale di credito per la cooperazione
sono notevolissimi , perchè essi percepiscono una
bella percentuale sull'importo di ogni finanziamento .
I dirigenti le cooperative socialiste e i dirigenti il
partito , è tutta gente che guadagna le 40 e le 80
mila lire all'anno ! Una inchiesta parlamentare met
terebbe in evidenza la più sbalorditoria storia di
truffe, inganni , e furti concordati tra burocrazia ' e
cooperativismo socialista.
152 BOLCEVISMO ITALIANO

6. Certo , la inchiesta non andrebbe fatta in quel


modo come l'on . Soleri , sottosegretario per gli appro
vigionamenti ha composto, giorni sono, la « com .
missione di controllo per la revisione delle coopera
tive di consumo ! » . L'on . Soleri nel comporre quella
commissione fa il tonto , a meno che non lo sia per
davvero . Egli finge di voler osservare un criterio di
giustizia distributiva tra cooperative socialiste e coo
perative del partito popolare e nomina due rappre
sentanti per la Lega nazionale delle cooperative, cioè
il gruppo socialista , e due per la Confederazione
cooperativa , che è il gruppo popolare. E si scorda
del solo gruppo di cooperative apolitiche, cioè di
quelle del Sindacato nazionale . Ma, poi , e qui viene
il buono , nella commissione mette il Cabrini . E di
che partito lo fa l'on . Soleri ? L'on . Soleri dice che
lo nomina per l'Istituto di credito per le coopera
tive, e qui fa appunto il tonto . E poi al Cabrini bol
cevico aggiunge l'on. Nofri. E di che partito sup
pone l'on . Soleri che sia l'on . Nofri ? Ma, l'on . So
leri risponderà che Nofri è rappresentante e funzio
nario di un gruppo di cooperative, tacendo che siano
cooperative della Lega socialista ! E poi al Nofri bol
cevico, l'on . Soleri aggiunge il capitano Dall'Ara . Ma,
di che partito crede l'on . Soleri che sia Dall'Ara ?
L'on . Soleri dirà che lo ha nominato come rappre
sentante l'Opera nazionale dei combattenti e cadrà
dalle nubi se gli si dice che il capitano Dall'Ara è
proprio ora dimissionario dalla presidenza della Asso
ciazione dei mutilati per certi suoi atteggiamenti po
litici dei quali farà giustizia l'imminente congresso
dei mutilati stessi .
E la lista dei bolcevichi nominati dall'on . Soleri
si chiude con il nome dell'on. Pittoni , uomo che fa
schifo a chiunque ha senso di italianità, il quale rap
VII . I SORNIONI 153

presenterebbe l'Istituto cooperativo italiano per gli


scambi con l'estero , cioè la organizzazione bolcevica
italiana che si è messa in rapporti a Copenhagen
con i bolcevichi russi e vuole ora monopolizzare
ogni commercio italo-russo .
È certo legittima la domanda come abbiano fatto
i socialisti per abbindolare in questo modo l'on . So
leri, che aveva il proposito di fare una commissione
con bella giustizia proporzionale ?!
1:
I socialisti , non contenti di essere padroni
dell'Istituto nazionale di credito per la cooperazione ,
si prefiggono ora l'arrembaggio della Cassa di Ri
sparmio di Milano . Essendo un ente morale, la Cassa
di Risparmio delle provincie lombarde, fondata nel
1823 , è amministrata da tre delegati del comune di
Milano , tre della provincia di Milano e un delegato
per le provincie di Pavia, di Mantova, di Novara,
di Bergamo e di Como . I tre delegati del comune
di Milano e quello della provincia di Mantova , sono
già socialisti. Ora contano , con la scheda politica ,
di raggiungere 8 delegati su 11 e hanno già presen
tato agli attuali amministratori della Cassa di Ri
sparmio di Milano un piano di finanziamento per le
loro cooperative. La Cassa di Risparmio di Milano
ha , a Milano e succursali , circa 230.487 libretti in
circolazione con un credito (borghese) di 299.025.493
di lire , e nelle casse filiali 510.774 libretti borghesi
con un credito di lire 593.440.735 1 .
È ovvio che una legge dovrà provvedere a cið
che i socialisti non s'impossessino della gestione di
questi risparmi , riformando lo statuto della Cassa di

1 Bilancio al 31 dicembre 1916 .


154 BOLCEVISMO ITALIANO

Risparmio ; chè , altrimenti , un run dei depositanti


la metterà in liquidazione attraverso a una assai
grave crisi lombardo - veneta ! 1

8 Ma, i socialisti , come sanno dare l'arrem


baggio a danaro borghese che ha preso veste di enti
morali, non rifuggono dal ricattare le banche private
dei borghesi.
È noto a tutti la lotta sorta tra la Commerciale
da un lato e i fratelli Perrone dall'altro , con Nitti
e il Banco Sconto nello sfondo, e probabilmente anche
finanza internazionale e giornalismo internazionale.
Ebbene , si è costituito un Istituto per gli scambi
con l'estero organizzato dall'Istituto nazionale
per la cooperazione, cioè dall'ente che Cabrini ha
affiliato alla Confederazione generale del Lavoro . Il
capitale dell'Istituto per gli scambi con l'estero è
di 5 milioni , di cui 3 milioni e mezzo sono versati
dalle cooperative socialiste . Ma detto capitale non è
che la garenzia della serietà dell'Istituto per gli
scambi con l'estero perchè ogni operazione è finan
ziata ... da chi ? dalla Banca Commerciale Italiana !
Gli affari dell'Istituto per gli scambi con l'estero
sono alla loro volta , per ora, quelli contrattati tra

1 Scrive giustamente l'organo del Sindacato nazionale


delle cooperative (numero lo maggio 1920) che i socialisti
finanzieranno le loro organizzazioni a Milano e provincie
lombarde con la Cassa di Risparmio ; che l'Istituto di cre
dito per le cooperative , che ora funziona in qualche zona
della Lombardia e dell'Emilia agirà dove non giunge la Cassa
di Risparmio di Milano, e l'Istituto nazionale di credito per
la cooperazione funzionerà per il resto d'Italia, dopo che la
Cassa di Risparmio di Milano , aumentando convenientemente
la sua partecipazione , ne avrà assicurato ai socialisti il do
minio assoluto .
VII . I SORNIONI 155

Litvinoff, delegato dei sovieti, e Angiolo Cabrini, de


legato dei socialisti italiani , con il concorso dell'ono
revole Bombacci , che era andato a Copenhagen quale
rappresentante il nostro ministero degli esteri , e cið
per incarico del Nitti , allorchè per la sventura del
nostro paese il Ministro degli esteri era il senatore
Scialoja ! 1
Un rappresentante dei sovieti ha già versato al
l'Istituto nazionale per la cooperazione un milione
di oro in monete e in verghe, che ora trovansi presso
la Banca d'Italia a garenzia dei futuri affari.
Ma , come e perchè si incarica la Banca Commer
ciale Italiana del finanziamento di una impresa in
tieramente bolcevica ?
È ciò stato una imposizione dell'on . Claudio
Treves , l'on . Caporetto, come lo chiamano nell'eser
cito , allorchè la Banca Commerciale lo scelse a arbitro
nella sua controversia con i fratelli Perrone ? E vi
è stato lo zampino dell'on . senatore Della Torre, vice
presidente dell'Istituto nazionale per la coopera
zione, già sovventore dell'Avanti !, già factotum della
Commerciale e sornione dei più intelligenti ?
Ciò che è ovvio è questo : che soltanto in ragione
della ' paura che la Banca Commerciale ha della
stampa socialista , dei deputati socialisti, degli agita
>

tori socialisti , essa può avere motivo di sussidiare


cooperative socialiste nel loro commercio con i bol
cevichi russi e che quindi la base dell'operazione è
.
per parte socialista il ricatto e la minaccia.

1 L'Istituto nazionale di credito per la cooperazione


ha fatto la spesa dei due bolcevichi , cioè degli onorevoli Ca
brini e Bombacci. Come si rubano bene i danari ai borghesi ,
nevvero , per servirsene contro di loro ! E che fa il senatore
Ferrero di Cambiano ? Perchè lo si paga ? Ha o non ha dei
doveri ?
156 BOLCEVISMO ITALIANO

La Banca Commerciale , come le altre banche , il


Credito, la Sconto e il Banco di Roma sono ora in
sidiati da una parte del loro personale che è pretta
mente bolcevico . In occasione dello sciopero di questo
personale, una piccola parte venne licenziata ; la
maggioranza ottenne perdono. Il gruppo che è stato
licenziato si va offrendo alla Confederazione gene
rale del Lavoro perchè ottenga i capitali occorrenti
ad una « Banca federale del lavoro , società anonima
cooperativa di credito a capitale illimitato » .
È curiosissimo vedere che questa riunione di ca
naglie , che uno sciopero ha legato gli uni agli altri ,
nello schema di statuto della propria banca , interdi
cono lo sciopero ! Ecco il testo degli articoli ai quali
mi riferisco :
« Art. . . Le cooperative industriali sorte per
iniziativa della Banca e quelle che ne domanderanno
in qualsiasi forma l'assistenza, dovranno dichiarare
di accettare incondizionatamente le norme generali
indicate nel capitolo seguente » .
« Art . . . Le Aziende cooperative industriali che
saranno riscattate o sorgeranno sotto gli auspici o
per iniziativa della Banca federale del lavoro do
vranno essere tecnicamente ed amministrativamente
organizzate in guisa da potersi seriamente fare affi
damento sul loro risultato economico.
« Gli operai dovranno impegnarsi solennemente a
non scioperare : dagli stabilimenti cooperativi e dalle
rispettive organizzazioni saranno stabilite le sanzioni
contro coloro che promovendo scioperi, ostruzionismi,
sabotaggio, indisciplina, potranno recare nocumento
al trionfo dell' idealità del libero lavoro . In caso di
dissenso coi dirigenti delle loro cooperative la riso
luzione delle vertenze verrà rimessa a giudizio di
commissioni arbitrali » .
1

VII . I SORNIONI 157

Domando dico : si può essere più sornioni e


tartufi di così ! ?
Ma, l'articolo più bello dello statuto è un articolo
non scritto ed è questo : « Mediante le informazioni
e lo spionaggio dei compagni che la Banca federale
del lavoro ha in tutte le altre banche, segnatamente
nel personale che, avendo preso parte allo sciopero ,
chiese e ottenne perdono , i dirigenti della Banca fe
derale del lavoro potranno avere conoscenza di ogni
affare che nelle altre banche si prepara, conoscenza
della situazione e degli affari di ogni loro cliente ,
e di queste conoscenze servirsi e per i proprii affari
e per la politica dei dirigenti il partito ufficiale so
cialista » .
Ho già detto che è lucroso il mestiere di capo
rione di indisciplina , sabotaggio, ostruzionismo e
scioperi — per usare il linguaggio preciso dei pro
motori della Banca federale del lavoro .
I bancarii che scioperarono facevano capo all’av
vocato Goria . Egli è pagato dalla Federazione dei
bancarii con 30 mila lire annue di stipendio palese.
A quanto ammontano gli stipendi occulti ? Occorre
sapere che la Federazione requisì circa un milione
sopra gli arretrati degli aumenti di stipendio concessi
l'anno scorso. È il sistema solito dei caporioni del
Pus : una lauta commissione su ogni vantaggio che
conseguono i gregarii ; commissione che va distribuita
tra loro.

La infiltrazione di personale bolcevico nelle ban


che è esattamente parallela alla infiltrazione di per
sonale bolcevico nell'Amministrazione pubblica e
darà i medesimi frutti se, anzichè epurare radical
mente questo personale di traditori e di spie , si se
guirà la via di cui la Banca Commerciale dà ora il
malo esempio .
158 BOLCEVISMO ITALIANO 1

La borghesia è vile. Verissimo ! Ma sono più vili


ancora i socialisti , e i caporioni e le masse . Sono
i socialisti la nouvelle Èlite... qui ne vient pas.
Se vogliono ferro e fuoco , sia ferro e fuoco ! Ma
hic et nunc !

La Vita italiana, 15 luglio 1920.

{
VIII

IL QUESITO CHE È POSTO AL PAESE

1. Da chi e perchè si è sciolta la Camera nittiana e bolcevica.


2. Verità e nobiltà del programma dei fascisti e dei nazionalisti.
3. Avviamento all'autonomia regionale e alla limitazione delle
funzioni del Governo centrale . 4. Ciò che potrà fare e non fare
una Camera nuova. -5 Come una legislatura si illustrerebbe abo
lendo leggi . 6. Realizzazione delle condizioni generali del vi
vere civile. 7. La lotta versa intorno a pochi principii fonda
mentali di Governo . - 8. La borghesia.

1. La Camera di affaristi nittiani , di bolce


vichi socialisti , di disertori e disfattisti, di sabota 1

tori demagogici della finanza , di sovvertitori della


disciplina nella burocrazia , di demolitori di ogni
legalità, è stata sciolta su proposta dell'on . Giolitti
da S. M. il Re .
Questa è la forma esteriore dell'evento e una
parte della sostanza. Una parte soltanto . L'altra è
questa . Le elezioni sono state imposte al Governo
dal Paese , da quel medesimo Paese che impose la
partecipazione alla guerra . Il Paese ha inteso di non
sottostare più oltre alla violenza e ai ricatti dei fer
rovieri, diventati arbitri assoluti del trasporto e istra
damento di merci, di soldati , di carabinieri e guar

>
160 BOLCEVISMO ITALIANO

die regie. I treni si fermavano se ad ingiunzione di


caporioni socialisti non scendevano carabinieri e
guardie regie , o se non staccavansi vagoni caricati
di merci di cui il trasporto vietavasi dal Partito
Ufficiale Socialista (Pus) , o di cui la destinazione
era per l'estero, quando i ferrovieri giudicavano ciò
non doversi acconsentire per criteri di politica eco
nomica , criterii loro ! Il Paese ha inteso di non più
sottostare a violenze e ricatti identici della gente
di mare e di facchini del porto , dal cui bene pla
cito dipendevano e le navi che era lecito caricare,
e quelle che era lecito scaricare , e lo istradamento ,
e il genere delle merci , e la qualità dei viaggianti.
Ed anche qui, truppa e carabinieri e regie guardie
non s'imbarcavano senza il permesso dei caporioni
socialisti , di bolcevichi , di organizzatori sindaca
listi , di anarchici, di canaglia catilinaria venuta dalla
Russia , dalla Germania , dall'Ungheria, di condan
nati per reati comuni e poi graziati dal Nitti , dal
l'Albricci per compiacere i deputati socialisti, e
elevati poi a capi -popolo . Il Paese ha inteso di
non più sottostare alla violenza , ai ricatti , ai sa
botaggi, agli scioperi bianchi di collusione politica
dei postelegrafici con i ferrovieri, con la gente di
mare , con i deputati socialisti , con i caporioni del
Pus . Il Paese ha voluto che la fosse fatta finita con
la presa di possesso delle fabbriche, con le guardie
rosse , con la efferrata delinquenza dei tribunali rossi ,
con il passaggio del Governo del Paese nelle mani
delle Camere del Lavoro, con la intercettazione del
libero passaggio sulle strade maestre e su i ponti,
ed è il Paese che ha voluto porre fine al brigan
taggio del bracciantato delle campagne, alla impo
sizione di taglie per parte di capilega e rossi e cat
tolici a proprietarii, ad affittuarii, a coloni ; è il Paese ,
VIII. IL QUESITO CHE È POSTO AL PAESE 161

che si è ribellato alla impunità di incendi terroristici


di fienili e granai e caseggiati, al boicottaggio delle
persone in vise ai rossi , alla uccisione in massa del
bestiame ; èè il Paese che è insorto contro il vilipendio
e lo avvilimento dell'esercito e della marina, contro
l'ostruzionismo socialista alla Camera , diretto a por
tare la finanza italiana al fallimento e con ciò a sa
botare simultaneamente tutti i servizii dello Stato ;
è il Paese che ha supplito alla inerzia dei Procu
ratori del Re, là dove avevano obbligo di agire di
loro iniziativa e a questo obbligo si sottraevano , e
a quella dei Prefetti, i quali davano esempio di vio-.
lazione della legge !

1 Esempi sono citati dal prof. Scaduto, rettore dell'U


niversità romana nell'articolo della Nuova Antologia, 16 gen
naio 1921. È utile che siano noti, perchè forniscono la prova
che in Italia leggi e magistrati non sono una garenzia dei
diritti dei cittadini quando il Governo é bolcevico, o ha
paura dei bolcevichi e persuadono tutti che la magistratura
va fatta funzionare no puniti i magistrati che vengono
meno al loro dovere .
Secondo la legislazione vigente, costituita dai decreti
leggi Visocchi 2 settembre 1919, n. 1633, Falcioni 22 aprile
1920, n. 515, Micheli 8 ottobre, n. 1465, l'occupazione dei
terreni e legale se preceduta da decreto prefettizio emanato
su parere conforme di una speciale Commissione provinciale :
se fatta senza il detto decreto , è abusiva, ed è soggetta al
l'applicazione dell'art. 422 Codice Penale (giusta il decreto
legge Falcioni , art. 9) : transitoriamente , i terreni , che fos
sero stati occupati abusivamente sino all'emanazione del
decreto-legge Micheli, si sarebbero dovuti sgombrare entro
un mese per cura del Prefetto (decreto-legge Micheli,
(art. 11).
Le leggi son, ma chi pon mano ad elle ?
« Il fatto è : che in alcuni comuni lo sgombro, dopo ben
altro che un mese, non è ancora avvenuto : 0 , se avvenuto,
si è poi tornato ad occupare : che nuove occupazioni abu
M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano. 11
162 BOLCEVISMO ITALIANO

La volontà del Paese , questa che io sto dicendo,


si è manifestata nella spontanea e pronta organiz
zione e azione dei fasci, in quella dei nazionalisti ,
in quella dell'agraria , in quella dei volontarii delle
leghe antibolceviche, nella sostituzione dell'opera
di cittadini a quella di impiegati scioperanti , nella
azione del Senato in cui Giardino , Tassoni e Garo
falo hanno riscosso consenso quasi universale .
E perfino la selvaggia condotta degli energumeni
socialisti i quali alla Camera non consentivano più
ad altri di aprire bocca , subissandoli di ingiurie ,
quali usansi soltanto in bettole tra avvinazzati ,
quando non aggredivanli a pugni , anche questa
teppa, assisasi per opera del Nitti alla Camera , sol
tanto i fascisti hanno saputo castigare .

sive sono avvenute anche dopo il decreto -legge Falcioni,


senza che generalmente i Prefetti abbiano curato d'impe
dirle, o di farle cessare, o di far procedere di ufficio pel reato
di occupazione abusiva, che sarebbe di azione pubblica : anzi,
non solo non si è proceduto di ufficio ; ma, generalmente ,
non si è dato corso alle denuncie fatte dai privati , tranne ,
per quanto è a nostra conoscenza , in due soli casi : che , in
questo stato di anarchia, alcuni proprietari o fittaioli (questi
ultimi denominati gabellotti in Sicilia) hanno ceduto tutte o
parte delle loro terre , talvolta di iniziativa propria a scanso
di peggio, tal'altra per « preghiera » del Prefetto , preghiera
apparentemente simile al « nudato ense supplicabat , dei feu
datari, ma effettivamente dichiarativa della propria impo
tenza a far osservare la legge in considerazione delle aure
spiranti dalle cime della montagna : altri pro tari o gabel
lotti non hanno voluto piegarsi né di fronte alle masse , nė
agli inviti dei Prefetti, ma difficilmente sono riusciti a man
tenere il possesso , e più difficilmente ancora a coltivare ;
onde in non pochi fondi ancora non si è arato e , non ostante
la stagione inoltrata, molto meno seminato, con quanta spe
ranza di non aumentare il deficit granario della Nazione , è
facile immaginare » ,
!
VIII . IL QUESITO CHE È POSTO AL PAESE 163

Per la tremenda eredità nittiana raccolta dal Gio


litti , questi e il suo Governo credevansi disarmati di
fronte al bolcevismo , e tollerarono la occupazione
delle fabbriche e la formazione di stati comunisti
nello Stato italiano e il Peano cedette al bolcevismo
dei Giuffrida e Cabrini anche le ferrovie private .
Come affrontare, simultaneamente in ogni servizio,
e su tutto il territorio del Regno , la rivolta , e con
carabinieri e guardie regie , non più trasferibili da
un luogo ad altro , far rispettare la legge ? Donde una
politica di abbandono di offe: aumenti di stipendii ,
aumenti di prestiti alle cooperative socialiste, pro
poste di controllo operaio delle fabbriche, abbandono
dell’Albania, tradimento della Dalmazia e di Fiume ,
cedimento e ritiro da ogni posizione vigorosamente
attaccata , ma almeno mascherata, per salvare la
apparenza della esistenza di uno Stato e di up Go
verno , apparenza che il Nitti nemmeno più curava
per franca dedizione alla plutocrazia demagogica.
Ed il Giolitti , come perfino in casa sua preconiz
zavasi " , sarebbe stato l'ultimo ministro di un re
gime Bela-Kuhneggiante , con un Nitti e un Modi
gļiani per iconi , se non si fosse scosso il Paese e se
il fascismo non lo avesse messo in grado di sciogliere
la Camera :

Certo, la Relazione al Re tutto questo non


dice. Ma, pure è così ! Vi si fa allusione con un eu
femismo, caratteristico della debolezza del Governo
nei riguardi del socialismo, e caratteristico della ip
coscienza sua della gravità della situazione , e quindi
altresì della incapacità sua di affrontarla . La frase
della Relazione al Re alla quale accenniamo è questa :

1 Intendo dire casa Chiaraviglio .


164 BOLCEVISMO ITALIANO

« Le condizioni interne alquanto turbate in alcune


provincie , che sono da taluno addotte come argo
mento per ritardare le elezioni generali , sono invece
a nostro avviso , ragioni per accelerarle, poichè la
volontà del Paese è la più grande delle forze per im
porre a tutti di cessare dalle violenze e per ristabi
lire l'impero della legge . Noi non dubitiamo che il
Paese esprimerà in modo non dubbio questa volontà
e saprà imporne l'osservanza » .
Ma, malgrado le ipocrite circumlocuzioni ufficiali,
la verità pura è come diciamo noi . Altro che « con
dizioni alquanto turbate » ! Altro che ' « in alcune pro
vincie » ! Che il Paese si è ribellato a uno stato ge
nerale di cose , distruttivo di ordine e libertà , alla
inesistenza di un Governo, lo sanno bene i socialisti,
che allo scioglimento della Camera si sono opposti
e che con pastette hanno anche all'ultima ora tentato
di rovesciare il Governo di Giolitti , salvato dai voti
di una parte dei popolari e da quelli dei liberali ,
dei conservatori e dei nazionalisti ! Lo sanno pure
bene i nittiani , ed i suoi Amendola e Torre e Te
desco , di cui il furore , per lo scioglimento della loro
Camera, raggiunse risibile parossismo. Ed è bene
formulato nel proclama che i fascisti e nazionalisti
hanno rivolto l'8 aprile al popolo di Roma, e che
conviene qui ricordare per la sua rispondenza al sen
timento prevalente nel Paese .

Cittadini !

La XXV Legislatura, in cui trovarono rifugio i di


sertori e gli imboscati , è morta ! Noi ne salutiamo con
2

gioia la fine e siamo qui, come sempre, al nostro posto


di battaglia, noi che da soli in questo momento , abbiamo
il diritto di parlare al Paese, noi che abbiamo ricono
sciuta la ineluttabile necessità della guerra e l'abbiamo
VIII. IL QUESITO CHE É POSTO AL PAESE 165

combattuta, noi che abbiamo voluto la vittoria e l'ab


biamo strappata al nemico di fuori e di dentro , noi che
ne abbiamo strenuamente difeso i diritti contro il Go
verno pavido , contro gli ideologi ignoranti , contro i ri
nunciatori in mala fede, a Parigi , a Fiume, in Dalmazia .
E quando credevamo di aver compiuto la nostra dura
fatica dovemmo correre a salvare l'Italia dai pericoli'
dell'anarchia, con l'ipocrito consenso di chi intanto
occhieggiava i sovversivi da strapazzo per averli favo
revoli nei giorni in cui noi non avessimo più avuto i
Sonzini , i Ruini da opporre alle loro violenze . Tutti i
partiti , tutti i loro uomini hanno avuto pentimenti e ten
tennamenti , noi no .
Ebbene, noi in questo momento offriamo tregua agli
uomini di buona volontà, alieni da ogni inutile rivolu
zionarismo di maniera. Chiunque può venire a noi per
ridare allo Stato quella autorità, che esso ha prostituita
davanti al ricatto dei piccoli tirannelli rossi , ricostituire
i valori spirituali, base di ogni civiltà, riaffermare i di
ritti della gerarchia , fondamento di ogni lavoro ordinato
e fecondo, riassettare la pubblica finanza, non su criteri
demagogici ma sulla coincidenza di interessi fra essa e
l'economia privata, alleggerire lo Stato di tutti quei com
piti che non sono propri della sua funzione, presupposto
fondamentale di ogni riforma burocratica, avviare a so
luzioni il problema agrario, mediante una saggia con
temperanza dei diritti del proprietario e di quelli del
contadino, meraviglioso soldato e lavoratore.

Italiani !
Il nostro programma è nei nostri simboli !
Nel fascio dei littori che significa rispetto alla legge
e alla giustizia, nell'aquila romana che significa espan
sione nel mondo della civiltà , del lavoro , del genio ita
liano ; e nei nostri canti , da quello che inneggia l'Italia
risorta per cingersi la chioma del lauro della vittoria, a
quello che esalta la giovinezza, la giovinezza eterna della
Patria e del suo Popolo .
166 BOLCEVISMO ITALIANO

Noi vi offriamo la nostra fede, il nostro entusiasmo,


il nostro sacrifizio, ciò che fa bella la vita, ciò che rende
sacra la morte .
Stringetevi intorno a noi , perchè noi siamo la spe
ranza e l'avvenire . Chi non è con noi è contro l'Italia !

3. - Il problema che è posto al corpo eletto


-

rale non è dunque questo : « Per o contro Giolitti » .


Questo quesito è escluso da quanto abbiamo già
detto . Non è egli che ha sciolto la Camera . Egli è
stato un istrumento nelle mani del Paese . Ma, il
problema « pro o contro Giolitti » è anche escluso ,
ci duole il dirlo , dalla grave età dell'uomo. Questo
fatto sostituisce ad esso, se vogliamo dargli una
forma personale , questo : « pro o contro taluni suc
cessori del Giolitti »
Ed è ancora escluso ogni problema « giolittiano »
per il fatto che i collegi elettorali coincidono su per
giù con le regioni d'Italia, alle quali viene a questo
modo data una prima forma legale, direi quasi una
prima costituzione in Enti legali , che corrisponde a
tradizioni storiche , a interessi ancora reali , e che
sprigionerà forze amministrative, economiche e po
litiche vivissime in questa policroma nostra patria,
limitando le funzioni dello Stato alla creazione e con
servazione delle condizioni generali necessarie ad una
prospera attività dei singoli cittadini e delle libere e
spontanee loro associazioni economiche e culturali;
chè , finora , non senza fondamento , se anche con
esagerazione, lamentavasi la uniformità minuziosa
di una legislazione e di una Amministrazione accen
tratrice di fronte alla quale i divergenti interessi non
trovavano difesa che in concordati e pattuizioni tem
poranee, dannose ora al Sud ora al Nord, ora al
l'Est ora all’Ovest, perchè ognora tradotti in dispo
VIII . IL QUESITO CHE È POSTO AL PAESE 167

sizioni universali, o in ricatti , che formavano prov


vedimenti generali, o in una alternativa dilapidazione
del bilancio dello Stato. « Oggi lascio fare te, a patto
che tu domani lasci fare me » , questa era la for
mola delle contrattazioni . E dalla formazione dei mi
nisteri esulava spesso il merito, perchè Nord e Sud ,
e Piemonte , Ligura , Sicilia dovevano avere garenzie:
garenzie contro che cosa ? Contro lo sfruttamento a
mezzo dello Stato !
Il fatto che le elezioni non sono « pro o contro
Giolitti » , è ciò che acconsente la formazione di
blocchi , ovvero di liste miste , di cui il fondamento
comune politico è dato da pochi postulati , e che
acconsentono notevoli divergenze in ogni campo non
racchiuso nei postulati comuni e spiega come, senza
disdoro , uomini politici di precedenti assai diversi ,
e che spesso hanno incrociata la spada , possano tro .
varsi uniti nella medesima lista .

4. La Camera nuova avrà, come ogni Camera


nuova, ma in grado maggiore di Camere precedenti ,
la febbre di fare. E qui va distinto tra il possibile
e l'impossibile. Molti provvedimenti richiedono mezzi
finanziari. Altri non ne richiedono . Altri ne procu
rano .

Or bene , i primi sono per ora di impossibile rea


lizzazione e nessun programma onesto deve prepa
rarli . La Camera aveva per compito di arginare le
spese. Le Camere moderne , ovunque , sono venute
meno a questo compito dacchè sono diventate demo 1

cratiche e demagogiche. Si dà questo, in linea di


fatto : che mentre ebbero origine in un bisogno di
difesa del contribuente contro i Governi e questo
istrumento sono state : dippoi , dacchè cioè sono di
ventate democratiche e demagogiche , e dacché le

+
168 BOLCEVISMO ITALIANO

monarchie si sono trasformate, anzichè in monar


chie costituzionali , in monarchie parlamentari , o in
repubbliche , la difesa del bilancio dello Stato , o
è di nessun organo, o lo è dei Governi e di certi
organi della burocrazia. Là dove non lo è di nes
suno , perchè i Governi sono asserviti a partiti de
mocratici e demagogici delle Camere , la rovina
finanziaria conduce a reazioni più o meno rivolu
zionarie, le quali ristabiliscono una savia ammini
strazione. Là dove il Governo può tutelare la finanza
pubblica, cioè l'amministrazione del Tesoro , havvi
una vita politica assai difficile, ministeri esposti a
assalti di predoni , se in seno alle Camere non havvi
un energico, disciplinato e abbastanza numeroso
gruppo di difensori del bilancio , o questo non si
trova nel Senato .
Or bene, per i partiti non socialisti e non de
magogici un capo saldo di ogni programma deve
essere la rinunzia a ogni provvedimento che pro
vochi spese alle quali non viene fatto fronte con
nuove entrate che non siano nuovi debiti . Il nostro
sistema finanziario non individualizza le entrate con
le spese, cioè, non contrappone a ogni spesa e a
ogni servizio dello Stato una sua particolare e ade
guata entrata.
Ora , questa struttura del sistema finanziario sta
bene per tutto il sistema delle spese che non sono
o marginali o nuove. Sta bene per la massa del
bilancio . Sta bene per quella che può dirsi consoli
data , in senso lato . Non va per ogni spesa nuova ,
per poco che sia rilevante . Per questa occorre una
nuova entrata ; chè, tutte le precedenti hanno già
la loro destinazione. Sono impegnate , per modo di
dire. Ora, invece, vanno per la strada loro le spese
e le entrate le raggiungono o non le raggiungono,
VIII . IL QUESITO CHE È POSTO AL PAESE 169

direi quasi , indifferentemente . Ciò che preme ai de


putati, è di votare la spesa ! All'entrata, ci pensi
il Governo ! E questo il ragionamento che conti
nuamente ha corso in quella assemblea di asini che
è la Camera italiana .
Cadono perciò , perchè irrealizzabili , una grande
serie di così detti provvedimenti sociali, tutti quelli
cioè che creano dei parassitismi e che erano soppor
tabili soltanto nel periodo di grande prosperità eco
nomica che dal 1860 in poi è seguito fino allo scoppio
della grande guerra .

5. – La smania di fare, cioè , di legiferare , ha


largo campo di esplicazione ovunque questa non com
porta spese , e anche campo maggiore là dove essa
ha per effetto di ridonare al contribuente la libertà
di lavorare e quella di farlo in modo proficuo .
Si illustrerebbe una legislatura più di ogni altra
precedente, abolendo leggi , decreti e regolamenti che
hanno reso gli italiani gli schiavi della burocrazia
e ciò in conformità di cervellotici piani buttati giù
frettolosamente da deputati la cui preparazione poli
tica era soltanto quella di oratori da bettole .
Se essa prenda per guida l'esperienza dovrà con
venire , (e agire in conformita ), che il Governo si è
mostrato incapace nella gestione delle ferrovie, in
capace nella gestione della marina, incapace nella
gestione di porti , incapace nella gestione dei cambii ,
incapace in ogni ramo di commercio che ha intra
preso , incapace nella regolamentazione dei prezzi ,
incapace in ogni suo esercizio industriale , nessuno
eccettuato, che ha sprecato miliardi più di quelli che
la guerra ha costato , attribuendosi , sotto la spinta
delle ideologie socialiste, funzioni di cui è incapace ,
che le sue cooperative presentano una voragine che
170 BOLCEVISMO ITALIANO

supera il miliardo " , che mediante l'organizzazione


statale dell'emigrazione, mentre non è riuscito a ga
rentire gli emigranti contro grandiose frodi, ha pri
vato i cittadini del più fondamentale dei loro diritti ,
quello cioè di andarsene dove meglio credono. Anche
il disfare è un fare quando un ritorno alla legge
comune , alla libertà individuale , alla responsabilità
di ognuno per quanto egli imprenda o tralasci .

6. - La rinascita economica e morale del Paese


è subordinata alla effettiva, pronta è sincera realiz
zazione per parte dello Stato di talune poche condi
zioni generali di ogni vivere civile e alla loro rea
lizzazione a costo minimo . Havvi sicurezza pubblica
in Italia ? Havvi sicurezza degli averi ? Havvi modo
di far valere e rispettare i contratti ? Havvi spedi

1 L'on . Alberto Beneduce , ex ministro dei Lavori Pub


blici , e colui che non vuole la inchiesta parlamentare sulle
cooperative , va dicendo che le cooperative hanno costato
allo Stato soltanto 200 milioni ! Egli giuoca su di un equi
voco . La Camera, in una occasione , ha votato la bellezza di
200 milioni per le cooperative ; e erano questi 200 milioni
aumenti di carta a corso forzoso. Ma, dica su, l'egregio fi
nanziere :: ha egli letto la Relazione della Commissione par
lamentare sulla cooperativa Garibaldi ? Quanti milioni, se
condo quella Commissione parlamentare , ha il Governo del
suo amico Nitti regalato ai bolcevici della cooperativa ma
rinara Rizzo-Giulietti ? E a quanto ammontano i danni dello
Stato oltre la somma regalata ? E dica su : Ha egli fatto il
conto di merci e di materiali bellici regalati alle Coopera
tive o truffate da esse allo Stato ? E dica ancora su : Non sa
egli che l'Istituto nazionale di credito per le cooperative
è bello che fallito e che questo fallimento é precisamente il
fatto la cui conoscenza egli vuole tenere celato mediante il
rifiuto di una inchiesta parlamentare ? La inchiesta parla
mentare sulla Garibaldi, dopo compiuta, non si è voluta '
pubblicare , e l'ha dovuta pubblicare Preziosi nel Giornale
VIII. IL QUESITO CHE È POSTO AL PAESE 171

tezza e onestà nel funzionamento della giustizia ci


vile e penale ? Non sono innumerevoli i tirannelli
investiti di poteri legali, violanti e deroganti al di
ritto comune , e non sono innumerevoli i prepotenti
che , contro la legge , impunemente taglieggiano i
cittadini ? Funziona la posta ? Funzionano le ferrovie ?
Non è tolta da cooperative , privilegiate nelle imposte,
privilegiate nel credito , privilegiate nei trasporti , pri
vilegiate nei contratti con il Governo, monopolizza
trici di certi rami di commercio e d'industria , un
largo campo all'attività concorrente dei cittadini ?
Esiste libertà di lavoro in caso di scioperi ? Havvi
decadenza dal contratto di lavoro degli scioperanti ?
Havvi distinzione tra scioperi economici e scioperi
politici ? Ha avuto luogo, in un qualsiasi ramo, una
riduzione della burocrazia ? Non è essa piena e nel
servizio postale e in quello ferroviario di gente che
ha la fedina criminale sporca ? Non ascendono co
storo a molte diecine di migliaia ? Non è il Governo ,
non è la legge, non sono essi quelli che provocano
il deprezzamento del nostro danaro all'estero, impo
nendo che merci italiane debbano pagarsi in oro ?
A che serve allora la carta italiana che è all'estero ,
se non serve all'acquisto di merci italiane ? Non con
tinua il Governo a stampare carta? Non continua a
assorbire ogni risparmio mediante emissioni di buoni
del tesoro ? In che modo vuolsi allora che non siavi
disoccupazione artificiale, aggiunta a quella dovuta
alla crisi economica imperversante ?

d'Italia del 22 marzo 1922. Come lo abbiamo servito in que


sta faccenda , sarà pure servito con i bilanci veri dell'Isti
tuto di credito .
172 BOLCEVISMO ITALIANO

7. - In altre occasioni i programmi elettorali po


tevano e dovevano essere ricchi di dettagli . Erano
fuori causa le basi dello Stato . C'era una piattaforma
di principii fondamentali comune a tutti i partiti e
quindi le differenze versavano sui margini di una
vasta periferia. Ma ora la quistione è questa: bolce
vismo franco e aperto, comunismo e anarchia , so
cialismo, che è maschera ipocrita del bolcevismo, per
ragioni di tattica e di paura , oppure ordine e libertà ,
e proprietà privata , e contratto , e economia , e rico
struzione di servizi pubblici sabotati, e ripristina
mento della disciplina dell'impiegato e sovranità del
cittadino che lo paga . Ora la quistione è : interna
zionalismo democratico e bolcevico giudaico , o na
zionalismo, e imperialismo italiano, dignitoso e
accorto , e commisurato alle forze nazionali . La qui
stione è ora : limitazione di ogni attività nei confini
della patria o espansione commerciale e coloniale .
La quistione è ora : lotta di classe , legislazione di
classe , sindacalismo, ritorno alle corporazioni medio
evali , ovvero uguaglianza dei cittadini, porta aperta
a tutti in tutte le professioni e concorrenza dei ca
paci tra di loro e eliminazione degli incapaci. La
quistione è ora : accaparramento per parte degli im
piegati , costituiti in cooperative , di servizi pubblici
monopolistici (come sono le poste) , e divisione tra
loro dei benefizii derivanti dal monopolio , o servizio
di questi monopolii a vantaggio della collettività rap
presentata dallo Stato .
Sul riconoscimento o disconoscimento di questi
principii e di queste direttive generali di vita poli
tica verso la lotta elettorale .

8. -- Ed un prognostico mi sembra lecito , perchè


fondato sulla esperienza di eventi recenti. L'Italia
VIII . IL QUESITO CHE È POSTO AL PAESE 173

non intende morire di cancrena bolcevica . La sua


borghesia , che non è una classe chiusa , ma che si
rinnova in continuazione mediante quanto emerge
dal proletariato , sia esso cittadino sia esso campa
gnuolo , per virtù di spirito di intraprendenza , per
tenacia nel lavoro, per coraggio nel risparmiare, e
che espelle dal suo seno chi non conserva le qualità
che lo hanno innalzato , questa sua borghesia che in
guerra ha fornito l'ufficialità all'esercito nazionale e,
finita la guerra , si è rimessa al lavoro , e quasi esclu
sivamente sulle sue spalle ha preso, gli oneri finan
ziarii della pace , e sola ha la nozione dei destini
della patria e di essa sente é sa la storia , e che il
proletariato delle officine e dei campi ha elevato a
ún grado di prosperità quale mai prima nella storia
d'Italia ha goduto, e al quale ha procurato un re
gime di libertà che non saprebbesi come rendere
più completo, questa borghesia non soccomberà nella
lotta contro incoscienti plebi , trasformate in bande
catilinarie, da ambiziosi mascalzoni che in duro e
ordinato lavoro non saprebbero trovare onori e ric
chezza .
Saranno sgominati dagli elettori i nittiani , i so
cialisti, i migliolini e i comunardi , ovvero gli affaristi
loschi, i disfattisti, gli arruffapopolo e i delinquenti
volgari. E la nuova Camera avrà dinanzi a sè un
lungo e penoso lavoro di ricostruzione nazionale
quale suo compito.
La Vita italiana , 15 aprile 1921.
IX

FALSA PRIMAVERA ITALICA

1. Una intuizione di D'Annunzio non è mai trascurabile. — 2. Il pro


blema italiano sta tutto nel multiforme bolcevismo . - 3. Il ter
rore che incute ai vili. -- 4. La guerra è stata ispirata dalla ideo
logia nazionalista. – 5. Ma la guerra non si è chiusa con una
decisiva vittoria del nazionalismo sulle ideologie dell'internazio
nalismo rivoluzionario . - 6. Ed è stata condotta in mezzo al sa
botaggio socialista. Narrazioni di Scheer e di Ludendorff. L'Italia
avrebbe sofferto una tragedia analoga a quella ungherese senza
l'intervento del fascismo. – 7. Il significato più ristretto e quello
ampio della previsione d'Annunziana di una falsa primavera.
8. Il bolcevismo è un sistema giuridico. – 9. La selezione storica
acconsente di distinguere i sistemi giuridici in vitali e non vitali.
10. Il socialismo è sistema economico che distingue tra il « criterio
economico » regolatore della produzione e il « criterio etico » re
golatore della distribuzione. – 11. È un vaniloquio se due ipotesi
non sono realizzate . – 12. Perchè le variazioni del corpo sociale
richiedano tempo . - 13. Un criterio etico di distribuzione non può
aversi che nella economia famigliare, finchè uno solo è il produt
tore, e la sua volontà fa legge . Non già in società di più produt
tori. – 14. I criteri regolatori della produzione.

1. — « Falsa primavera italica » , dice Gabriele


d'Annunzio, sinteticamente . Ora, ricordiamoci : più
di una volta il sommo italiano ha dato prova di
una superiorità di intuito politico che non accon
sente che una sua parola si scarti senza coscienziosa
OUTL129

meditazione. È l'anima sua dotata di una iperestesia


ST
U
FACOLA
SGH SCIENCE
POUNCH
OTL

E
176 BOLCEVISMO ITALIANO

che trasforma in lucida consapevolezza gran parte di


quanto resta nel campo del subcosciente presso altri .
Quali sono gli estremi del problema italico at
tuale : del problema che è fondamentale, perchè in
veste la politica interna e quella estera , la vita eco
nomica e quella morale della nazione , la sua civiltà .
la funzione storica dell'Italia 2, finanche il suo posto
tra le razze che si contendono un primato nelle opere
del pensiero , del sentimento , e in quelle che affer
mano e realizzano la dominazione della propria in
dividualità su altre di tempera meno robusta ?
Non siamo in un assetto statico . Stiamo in crisi .
Per lo più bufere di vento che colpiscono campi
di spighe di frumento provocano soltanto ondeg
giamenti delle loro cime, rispettando i limiti di ela
sticità degli steli e la forza di coesione delle radici
nel suolo . Vedonsi onde superficiali e non trasferi
menti di masse da una posizione ad altra. E sta
bene . Ma , succede anche diversamente. Ci sono tor
mente che trasportano ingenti inasse di sabbia per
centinaia di chilometri. Siamo allora fuori di ogni
teoria di movimenti ondulatorii . Restano avulsi anche
gli alberi e crollano non soltanto i comignoli delle
case ! Ebbene, è brezza,, zefiro, o bora carsica ed
uragano il bolcevismo italiano ? Che struttura viene
a urtare ? Sfiora roccie e sabbie desertiche, o piani
di intensa cultura ? Che forze lo muovono e che forze
lo spegneranno ?

2. Perchè è il bolcevismo, nelle sue forme sot


tili e nelle sue forme grossolane , è il bolcevismo , nei
suoi aspetti ideologici e sentimentali e nella sua pra
tica economica e politica , è il bolcevismo, quale cri
terio di condotta individuale e sociale , il nostro pro
blema e la nostra crisi .
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICA 177

Ed è anche il problema altrui .


Il bolcevismo è demagogia . Il bolcevismo è anti
nazionalismo internazionalistico . Il bolcevismo è do
minio è sfruttamento di classe . Il bolcevismo è sta
tolatria . Il bolcevismo è parassitismo . Il bolcevismo
è distruzione livellatrice di ogni eminenza intellet
tuale e fattiva . Il bolcevismo è schiavitù nella sod
disfazione dei gusti individuali , nella libera scelta
dei metodi di produzione , nella scelta della profes
sione, nella libertà di migrazione ed emigrazione ,
nella formazione di un patrimonio privato , nella sua
trasmissione ai figli. Il bolcevismo è uno schema
oppressore , il letto di Procrustes che gli uni allungava,
gli altri mozzava , alla sua misura , è organizzazione
e ribellione di brutale teppa guidata all'assalto dei
prodotti della civiltà e alla iconoclastia .
È tutto lì il problema : multiforme, ma unico ;
grossolano in certi aspetti , sottile in altri ; talora
palese , talora mascherato : diffuso, diramato , pre
sente dove meno uno se lo aspetta , e ad un tratto
concentrato e scritto a caratteri macrografici che
tutti scorgono come muraglia rivestita di incisioni
cuneiformi.

3. — Ed allora i vili e le carogne sono presi da


terrore : « il colore della loro faccia muta , i loro pen
sieri li spaventano, i cinti dei loro lombi si sciolgono
e le loro ginocchia si urtano l'uno contro l'altro » .
Hanno letto « Mene , Mene, Techel, Upharsin > e un
qualche Modigliani, o Treves , spiega loro che la in
terpetrazione sia questa : « Iddio ha fatto ragione del
tuo regno e l'ha saldata : tu sei stato pesato alle
bilance e sei stato trovato mancante : il tuo regno è
messo in pezzi ed è dato ai Medi e ai Persiani » .
Per il suo scomodo il giudeo è « vestito di porpora ;
M. PANTALEONI , Bolcevismo italiano . 12
178 BOLCEVISMO ITALIANO

porta in collo una collana d'oro e per bando pub


blico è dichiarato il Terzo Signore nel regno ! . Ma
l'indomani Belsasar è assassinato ! La mancia è stata
buona , tanto più che se ci fossero stati allora dei
fascisti sarebbe stata un fracco di legnate ed una
pedata per il bluff impertinente e sconcio .

4. - I retori del socialismo fanno risalire il na


zionalismo e la sua arma, il fascismo, alla guerra.
C'è una falsa apparenza di verità in questa tesi .
La tesi vera , perchè storica , è quella svolta dal
Batault , che darà nella sua forma originale.
« Le XIXme siècle tout entier et le début du XXme
siècle ont été marqués par le déploiement de deux
idéologies antagonistes qui s'exprimaient, l'une par
le réveil des nationalités , l'autre par le dévellop
pement du mouvement internationaliste révolution
naire. La guerre , avec la paix qui la termine, a
marqué le triomphe des nationalismes et la faillite
de l'internationalisme . Alors que la première des
idéologies montrait sa toute-puissance, la seconde
ne pouvait qu'enregistrer les preuves irrévocables
de sa toute-impuissance. C'est que l'une, sans avoir
besoin de se couvrir du masque de thèories savan
tes, reposait sur des réalités humaines , tandis que
l'autre , malgré ses prétentions pseudo -scientifiques,
n'avait édifié ses constructions que sur le sable
mouvant de l'utopie... L'internationalisme révolu
tionnaire, dont l'idéal est un conglomérat d'indi
vidus égaux et semblables, soigneusement nivélés
>

et déracinés, considère a priori toute espèce de


nationalisme comme une doctrine arriérée et ridi

1 DANIELE, V , 5-29.
IX. FALSA PRIMAVERA ITALICA 179

cule, sans vouloir comprendre ni même concevoir


que les dissemblances et les traditions sont la seule
fortune réelle de l'humanité civilisée 1 .

5. È la osservazione di Batault esatta. La guerra


si è svolta , anche, tra due principii : il nazionalismo
e l'antinazionalismo. Ma, la vittoria del primo è stata
meno completa di quello che egli la segnali. Altri
menti non avremmo « una falsa primavera italica »
e una falsa primavera mondiale . La pace fu wilso
niana . Pecksniff era in servizio di Schiff, Loeb e
Kahn , in servizio del rabbino Wyse , di Warburg ,
ovvero della finanza internazionale ebraica . La Con
ferenza aveva per segretario e interpetre Mantoux .
Lloyd George era nelle mani di Sassoon e della
banda Isaacs . Clémenceau in quella di Mandel Roths
child e Painlevé in quella di Heilbronner 2.

6. La guerra è stata condotta, in entrambi i


campi avversarii , in mezzo al sabotaggio della inter
nazionale bolcevica . La Germania si arrese incondi
zionatamente allorchè la flotta, ricevuto l'ordine di
andare incontro alla armata inglese, si mise in ri
volta . « La rivolta si limitò da principio a poche
navi da battaglia e incrociatori di prima classe, ma
assunse tali dimensioni su queste navi che il coman
dante in capo della flotta si vide costretto dal desi
stere dal piano di prendere il largo » . « In virtù di
una agitazione senza scrupolo , che da tempo fer
mentava , si era diffusa nella mente dei marinai , che

1 GEORGES BATAULT , Le problème juif, etc. « Mercure de


France » , n. 548, pp . 348, 349.
2 Vedi Vieille France di Gohier, n. 169, p. 5 e L’interna
zionale ebraica , Roma, « Vita italiana » , p . 143 .

180 BOLCEVISMO ITALIANO

sarebbero stati sacrificati inutilmente » , « Il coman


dante in capo della flotta riferì questi eventi al co
mando di marina il 2 di novembre dicendo che erano
dovuti a un movimento bolcevico sulle navi diretto
dal Partito della Democrazia sociale indipendente » .
« Le truppe mandate contro i marinai si rivelarono
infedeli » , « I malfattori che scelsero la flotta quale
mezzo per il loro fine, commisero un reato terribile
contro la nazione tedesca . La privarono dell’arma
che nell'ora decisiva avrebbe potuto salvarci dalla
sorte che ora pesa su di noi così intollerabilmente » .
Con queste parole chiude la sua opera sulla « Flotta
di alto mare tedesca nella guerra mondiale » l'am
miraglio Scheer che di essa fu capo 1.
C'erano anche in Germania dei Treves, dei Mo
digliani , dei Turati e consimile canaglia !
La narrazione di Ludendorff collima con quella
di Scheer. Il 20 ottobre 1918 a proposito della batta
glia di Solesmes e le Cateau, egli deve dire : « non
dappertutto le truppe si batterono bene » . Il 25 egli
riferisce che « sulla fronte occidentale ci si batte dal
confine olandese fino giù a Verdun » . « L'esercito
nulla più ottiene dalla patria » , « Ogni incoraggia
mento manca » . È miracolo che ancora si batta eroica
mente . L'istesso 25 egli riferisce, che « il Ministro
della guerra nel Reichstag e nel Gabinetto non ha
difeso l'imperatore e l'esercito » (tipo panzuto gene
rale Alfieri ? eh ? 2) . « Era chiaro che il Governo non
voleva più la guerra. Credeva dover tutto abbando
nare . Sentiva esso già il ruggito della rivoluzione

1 Germany's High Sea Fleet in the World War, by Admi


ral Scheer. Cassel e Co. , London , 1920 , pp . 361-363.
2

2 Vedi in Politica le sedute segrete della Camera dopo


Caporetto, vol. VII , fasc. II, e vol. VII , fasc. III .
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICA 181

del (venturo) 9 novembre ? Sperava esso di salvare


la patria dalla rivoluzione mediante la capitolazione
verso l'estero ? Parlai serio e concitato . Ammonii
essere intenzione del nemico distruggerei ; premonii
contro Wilson . Misi in guardia contro il bolcevismo
in Germania, contro la denigrazione dell'ufficiale,
ora di nuovo in forte piena. Era anche in Russia
questa stata l'acme ... Scuotere la posizione dell'uf
ficialità e quella del Capo Supremo nel momento in
cui l'esercito era sottoposto al maggiore sforzo, es
sere miopia indicibile . Essere questo il colpo più
formidabile dato alla disciplina nell'esercito e nello
Stato in una ora in cui l'esercito era chiamato a
essere il tutore dell'ordine. Cið ha sepolto , dippoi ,
la disciplina nell'esercito molto più che non lo abbia
fatto l'affrettato sgombero dei territorii della sinistra
del Reno che ci lasciammo imporre ... » .
Ludendorff chiude le sue Memorie con queste
parole : « Il 9 novembre cadde la Germania , priva
del soccorso di una mano robusta , priva di ogni vo
lontà, orbata dei suoi principii , come un castello di
carte ... Non avevamo più patria. Venne distrutto lo
Stato e l'ordinamento sociale . Ogni autorità era scom
parsa. Caos, bolcevismo é terrore , 'tre cose non tede
sche nella parola e nella loro essenza , fecero il loro
ingresso nella patria tedesca . Consigli di operai e
soldati erano stati preparati e creati con opera sot
terranea e ragionata da lungo tempo nel fronte in
terno . A ciò servirono uomini che alla fronte vera
promisero un altro esito della guerra , ma erano stati
considerati , fino allora, come disadatti o come diser
tori. La maggioranza delle truppe nuove , presso le
quali l'idea della rivoluzione già da tempo era stata
coltivata , passò dalla parte dei rivoltosi . Le truppe
dei depositi, e tra queste quelle che in occidente e in
182 BOLCEVISMO ITALIANO

oriente presidiavano i territorii occupati , lavorati


anch'essi da tempo , scordarono disciplina e ordine :
saccheggiando, in selvaggio smarrimento , si preci.
pitarono a casa . Dalla Rumania e dal Danubio le
truppe abbandonarono le posizioni marciando verso
l'interno dell'Ungheria. Alla fronte occidentale non
potevansi fabbricare dei soviet, con permesso superiore,
abbastanza presto... Uomini che s'erano comportati
con onore dinanzi al nemico, cedettero in questi
giorni , in un collasso del sistema nervoso , l'esercito e
la patria . Anche ufficiali furono tra costoro , dimen
tichi del loro dovere e della loro missione storica ...
Ovunque venne dissipata la proprietà dell'esercito e
distrutta la forza difensiva della patria . Valori inesti
mabili perirono ... Le autorità governative , di cui i
rappresentanti non avevano mai combattuto il ne
mico , graziarono con febbre frettolosa disertori e
altri delinquenti inilitari e con ciò in parte anche
sè medesimi e i loro amici “. Essi e i consigli dei
soldati lavoravano con solerzia ee fermo proposito alla
distruzione di ogni vita militare ... Coloro che da
decennii avevano offuscata la facoltà visiva del po
polo e lo avevano stordito di promesse menzognere ,
costoro che per altrettanto tempo avevano fatto agi
tazioni contro l'autorità nello Stato e nell'esercito e
la avevano ora distrutta , si videro presto costretti
a rinnegare ii principii di cui avevano fatto propa
ganda . Una nuova autorità dovette essere creata, un
nuovo esercito formato per opporre ora all'interno
la forza alla forza. Ma non le truppe messe in linea
dalla rivoluzione , bensì i corpi di volontarii , aventi
l'anima e la disciplina dell'esercito del 1914, salva

1 Come il lettore vede le anime porcine dei ministri Nitti


e Albricci avevano anime gemelle in Germania.
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICA 183

rono la patria ? un raggio di luce nella tristezza


dei tempi ; che l'umanità , a dir vero , non era an
cora matura per la felicità della rivoluzione ... La
colpa di cui si è gravata la rivoluzione non è finita
con questa pace ... La rivoluzione ha assistito la
svogliatezza a lavorare e distrutto il sentimento per
il quale il lavoro dà soddisfazioni che non stanno
tutte nella paga. Essa paralizza l'affermarsi di forze
creatrici e schiaccia ogni individualità. Vi sostituisce
la dominazione della massa e della mediocrità . La
forza motrice di ogni vita dello Stato e vita econo
mica occorrente per ricostruire è ferita se non è stata
uccisa per molto tempo ... In Germania scorre san
gue fraterno. Capitali tedeschi vengono distrutti . Il
danaro dello Stato è dissipato o distolto per scopi
privati ; le finanze dell'impero , quelle degli stati sin
goli e dei Comuni ogni giorno peggiorano . La mo
ralità del popolo ribassata si manifesta senza freno
nella libertà della rivoluzione ; cercano soddisfazioni
illimitate i bassi istinti dell'uomo . Ovunque regna
disordine, svogliatezza di lavoro , inganno e imbro
glio, e con ciò in molti luoghi schifoso sensualismo ,
– proprio in vicinanza delle tombe dei milioni di
uomini che per la patria morirono e in cospetto dei
mutilati sui quali si posa l'occhio nostro ... Con la
rivoluzione i tedeschi si sono resi i paria tra i po
poli , non più accettabili come alleati all'estero , iloti
>

in servizio di uomini e di capitali stranieri , privati


di stima presso sè medesimi ... Mentire a sè mede
simi , fabbricare parole, sperare in altri o in fantomi,
coraggio soltanto nei discorsi come consolazione per
l'avvenire e debolezza nel presente , questo non ci
serve , come mai ci giovo. Altro occorre. Pensiero

1 Ecco l'analogo dei nostri fascisti.


184 BOLCEVISMO ITALIANO

indipendente e azione virile di ognuno e disinteres


sata subordinazione in argomenti di disciplina nazio
nale sono un requisito ... Il primo... 4 .
Non stard a seguire più oltre questo grande ca
pitano . Ne abbiamo uno anche maggiore noi altri :
il Cadorna. Quando gli italiani ne saranno moral
mente degni torneranno a lui . Con le parole di Lu
dendorff ho voluto caratterizzare la natura , la por
tata e le conseguenze dell'attentato bolcevico , che in
casa nostra pagammo con Caporetto , e che dopo la
vittoria del Piave e di Vittorio Veneto si rinnovo
sotto i ministeri del disfattismo, Nitti e Giolitti, e
venne solo fermato dal movimento spontaneo fascista
e nazionalista.
Del grandioso movimento fascista, assimilabile
per il suo spontaneo slancio patriottico soltanto a
quello delle giovani reclute che in novembre 1917
sul Piave accorsero e ivi l'esercito austriaco ferma
rono , e poi nel giugno 1918 sconfissero, e senza il
quale avremmo subìto , pur essendo usciti vittoriosi
dalla guerra, una tragedia nazionale analoga a
quella germanica e a quella che da Bela Kuhn
prese nome in Ungheria , non havvi ancora una
storia all'infuori di quanto Gaetano Polverelli nel
Giornale d'Italia 2 ha esposto .
?

Or bene , ha il fascismo assicurato all'Italia


una vera nuova primavera , o havvi fondamento nella
intuizione di D'Annunzio , che siamo di fronte una
falsa primavera, malgrado l'opera del fascismo ? È
tutto il bolcevismo compreso nella violenta tirannia

1 Ho spigolato da p. 612 a p. 622 nelle Meine Kriegserin


nerungen , 1914-1918 , ediz . 1919, Mittler e Sohn , Berlin.
2 Giornale d'Italia, 17 aprile 1921, n . 92.
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICA 185

che esso tento di spiegare su tutto il paese , e nel


l'assalto che ha dato al bilancio dello Stato, e nel
predominio che s'era procurato nella Camera elet
tiva ? Sono queste condizioni di cose che il fascismo
pud mutare , oppure c'è dell'altro ? Sono le elezioni la
nostra salvezza ? O è il bolcevismo anche un sottile
veleno dell'anima e dell'intelligenza italiana, che
soltanto il pensiero e la scuola , in senso lato , pos
sono guarire ? Il fascismo molto ha fatto . Ma forse
non tutto quanto occorrerebbe fare è nei suoi mezzi
di azione , ancorchè sia nel suo spirito.
La tesi di D'Annunzio può avere un contenuto
ristretto e contingente , questo, cioè : che le elezioni
politiche, in cui fascisti e nazionalisti si sono uniti
in un blocco con giolittiani , già disfattisti, già com
plici del bolcevismo, riuscirà in un inganno dei
primi di cui le forze e virtù etiche serviranno solo
a salvare l'uomo di Dronero , i suoi sistemi ed i suoi
7

accoliti. Ed è così che i più intendono il suo ammo


nimento e forse egli stesso l'ha inteso . Ma può anche
avere un contenuto più ampio e non contingente ,
questo cioè : che l'anima italiana non è ancora viril
mente nazionalista e non può esserlo , perchè sente e
pensa ancora a quel modo che ho detto essere bol
#

cevico ', in una, o più, o in molte delle forme del


bolcevismo .
Entrambe le tesi d'annunziane, se entrambe sono
nel suo pensiero, riterrei fondate, quella più meschina
e di attualità , e quella più vasta e comprensiva del
l'avvenire .
La prima m’interessa relativamente poco . L'Italia
non vive un giorno soltanto . Che la vita di un suo
qualche giorno sia brutta o bella conta poco, se quel

1 Nel § 2º di questo scritto .


186 BOLCEVISMO ITALIANO

giorno è l'eccezione , se quindi esso non si ripete , e


ripetendosi non diventa connotato storico, ovvero
tipico e aspetto normale.
La formazione del « blocco » è stata una scelta del
« meno -peggio » . È prova dell'insufficienza del risa
namento nazionale , il quale, se già fosse stato pieno
e radicale , avrebbe acconsentito di fare altra scelta ,
quella cioè dell'azione autonoma e intransigente. Se
il « blocco » sarà sfruttato dal giolittismo e apparirà,
poi , quale un suo inganno , sarà forte la reazione
fascista e nazionalista , più forte di prima, perchè
rafforzata dal risentimento dell'inganno subito ;
comunque avranno il fascismo e il nazionalismo fiac
cata l'ala estrema del disfattismo e del predonismo ,
in seno alla nuova Camera, e preso posto più largo
essi medesimi in quel campo di battaglia. Avrà il
fascismo e il nazionalismo fatto per lo meno quanto
precisamente il Pus (Partito ufficiale socialista) non
voleva che riuscisse a fare, cioè , sgominato con lo
?

scioglimento della Camera e le nuove elezioni una


trincea in cui esso si era annidato.
Sono cosi recenti gli eventi ai quali mi riferisco ,
che nessuno vorrà negare , che i caporioni del so
cialismo italiano, i Treves , Turati e Modigliani , fie
ramente avversarono lo scioglimento della Camera ;
che i comunisti , loro avanguardia, purchè essa non
seguisse , promettevano resa delle armi e buona con
dotta ; che quel figuro di Nitti , con i suoi Amendola
e Torre , minacciavano anarchia e ribellione , se li si
mandava dinanzi agli elettori e che tutta la stampa

1 Che ciò sia da temere appare dagli articoli di aggres


sione gesuitica e sorniona della Tribuna e dell'ordine che
sappiamo dato da Camillo Corradini di non appoggiare i can
didati fascisti e nazionalisti .
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICA 187

loro, in perfetto consenso, denunziava il fascismo e


il nazionalismo quale autore dello scioglimento della
Camera .

8. – È questo, ripeto , l'aspetto relativamente pic


cino , del problema. L'aspetto maggiore si ha se si
pensa che il bolcevismo è un sistema giuridico, un
sistema di diritto privato e pubblico diverso da quello
che è stato prodotto dalla civiltà attuale e che alla
civiltà attuale ha acconsentito di formarsi. E cosa
così ovvia , sembrami , la affermazione, che il bolce
vismo sia una ideologia sociale, che ogni pedantesca
dimostrazione è fuori luogo . È esso un qualche si
stema politico , con finalità di ordinamento economico
e morale all'interno , e finalità di uguale genere di
ordinamenti nei rapporti internazionali , estrinsecato
in un sistema giuridico , che serve da argini al flusso
della vita nazionale . E questo sistema giuridico è
profondamente diverso da quello finora imperante ,
sia pure in modo zoppo , e mutilato in più parti , e
quindi riesce rivoluzionario rispetto ad esso .
In bene o in male ? Havvi un criterio che guidi ?
È ovvio che la vita economica di una nazione si
svolge su di un sistema di binarii che sono il regime
giuridico suo. Produzione, scambi, consumi si svol
gono secondo norme e in forme che si chiamano il
Codice civile , quello commerciale , quello penale e
secondo norme e in forme che sono il complesso delle
leggi amministrative e costituzionali .

9. – Or bene, ogni sistema giuridico reale, è


-

quello che è, in ragione di un lungo processo selet


tivo, nel quale hanno operato ora formando e co
struendo , ora scartando, ora demolendo, anche il
caso , anche la congiuntura , ma sovratutto, perchè
188 BOLCEVISMO ITALIANO

insistentemente e pertinacemente , il sistema dei gusti ,


o bisogni, fisici e morali delle varie specie umane e
il sistema delle conseguenze di questi gusti , che ha
eliminato, alla lunga , i gusti non confacenti alla con
servazione della specie, o compatibili con essa.
Perciò, non ogni sistema legale è durevolmente
possibile , ancorchè lo si voglia da chi fosse in grado
di imporlo , e ancorchè fosse da tutti quanti voluto,
cioè , rispondesse a gusti e concezioni universalmente
diffusi. Perchè sia vitale , deve rispondere a condi
zioni , e queste condizioni sono sottratte alla volontà
umana . Le conseguenze del sistema ne sono le sen
tenze inappellabili, perchè sopprimono o lasciano vi
vere la gente che il sistema ha voluto attuare , o
altrimenti ha subito .
Della verità di quanto dico ognuno ha la prova
sperimentale sott'occhi , svoltasi, su scala grandis
sima , nello sperimento di bolcevismo russo -.
Ognuno l'ha pure , su scala minore, nello speri
mento di bolcevismo italico della occupazione ope
raia delle fabbriche, e nello sperimento di bolcevi
smo più attenuato fornito dalla pretesa cooperazione
di cominissioni interne di fabbrica, segnatamente
nella Fiat 2 .

10. -- Ora , il bolcevismo ha la pretesa di essere


sovratutto un sistema giuridico-economico . Giudi
chiamolo per tale. Vi è consenso universale su que +

1
sto : che i regimi economico-sociali possono giudi 1

carsi e classificarsi in ordine alla loro maggiore o


minore attitudine strutturale nel fornire molta o poca 1

1 Sul bolcevismo russo l'opera migliore che finora abbia


letto è quella di Simon ZAGORSKY : La république des soviets,
Bilan économique , Payot, Paris , 1921 .
2 Vedi nota in fondo .
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICA 189

ricchezza, ovvero una notevole o bassa produzione.


Intendo dire questo : che se ci poniamo il quesito ,
quali siano le condizioni che sono favorevoli ad una
produzione relativamente massima, noi possiamo giu
dicare le varie forme di struttura sociale , e le reali ,
e le virtuali , e classificarle in ordine di economicitd.
Le une saranno più costose , le altre lo saranno meno.
Salvo dissensi di dettaglio, vi è consenso sul prin
cipio che gli atti di produzione vadano giudicati in
ordine ad un criterio economico, di massimo rendi
mento , o di minimo costo .
Per contro , molta gente , non tutti , forse i più
tra coloro che a questo genere di problemi riflet
tono , allorchè si tratta non più della produzione
della ricchezza, ma della sua distribuzione, vanno
in cerca di principii di massima giustizia o equità ,
o di massima utilità collettiva, o altro ancora, che
vorrebbero dominassero questo fenomeno; e allora
la loro opera mettono a servizio di quello che in
questo argomento è il loro ideale .
Passando dall'argomento della produzione a quello
della distribuzione, mutano di principio o di crite
rio, e se stesse in loro di regolare l'attività econo
mica nell'uno e nell'altro campo , seguirebbero que
sta via : che in quella della produzione si informe
rebbero a un criterio economico , ma in quello della
distribuzione a un criterio diverso, qualunque poi
questo sia , e che , per brevità , diremo socialista , o
politico- socialista , con l'esplicita intesa che ciò debba
significare soltanto anti- economico, e quindi può
essere un criterio etico qualsiasi , anche religioso , e
finanche estetico !
Tutt'al più, se essi ammettono una correlazione
tra produzione e distribuzione , formulerebbero la
loro regola in tale modo, che la distribuzione sia da
190 BOLCEVISMO ITALIANO

ordinarsi secondo un principio social-politico , che


rimanga subordinato alla condizione di non ledere ,
o di ledere poco, il principio economico, che rico
noscono debba essere vigente nell'esplicazione del
processo produttivo 1.
Naturalmente, discutendo a questo modo la dot
trina socialista, io la tratto signorilmente, prescin
dendo dal fatto reale che essa non è che una dottrina
di bottino e di rapina . La discuto come se si trat
tasse di ragionare tra filosofi che vadano alla ricerca
di una definizione del bene sociale .

11 . Or bene , anche in questa ipotesi ogni ra


gionamento verrebbe soppresso di netto, se risultasse ,
che nè la produzione nè la distribuzione sono rego
lati , in linea di fatto, da una cosciente superiore
volontà umana, che mandi e comandi secondo un
piano prestabilito . In questo caso il discorso, a cid
che non riesca vaniloquio, richiederebbe la dimostra
zione di una pregiudiziale , chè , cioè , quanto avviene
in linea di fatto, può farsi accadere anche diversa
mente , superando le forze che al fenomeno della
produzione e della distribuzione danno le forme che
hanno , e sostituendo a queste delle altre, adeguate
a una permanente loro diversa ricostruzione .
In breve : o si è costretti a sostenere che nella
realtà sia manifesto che la produzione è regolata
da un criterio economico e, invece , la distribuzione
da un qualche criterio politico : oppure si è costretti
a sostenere che , se anche ciò non sia, tuttavia ciò po
trebbe farsi essere , mediante un qualche provvedi

1 Si tratta di una opinione, erronea, come vedremo, dif


fusasi sovratutto per opera di Stuart Mill. Principles. B. II,
ch. 1 , p. 123 della Peoples Edition .
1
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICA 191

mento ed ordinamento dettato e imposto da taluno ,


o da qualche organizzazione ! Infatti, se osservazione
e analisi portassero alla conclusione, che la produ
zione e la distribuzione non sono nè regulati, nè rego
· labili, mediante decreti di un qualsiasi sinedrio, ogni
attività pratica del sinedrio sarebbe assorbita e an
nullata dallo studio di quelle che sono le reali forze
che presiedono alla distribuzione della ricchezza ,
cioè , dall'osservazione e analisi di quelle che , un
tempo , si dicevano le leggi naturali di questi feno
meni , intendendo per « leggi naturali » soltanto la
esclusione di norme dettate dal sinedrio .
Mi sembra pure ovvio che in un secondo caso
ancora diventa vaniloquio la tesi : che la produzione
sia regolabile in ordine ad un criterio , quello cioè
della economicità, ma la distribuzione in ordine ad
un criterio diverso, ossia , in ordine ad un qualche
criterio politico . Il caso è questo : in cui , cioè , venisse
dimostrato , che non esiste alcun fenomeno di distri
buzione , risolvendosi ogni supposto fenomeno di di
stribuzione economica in fenomeno di produzione,
ovvero , che, in natura è inesistente ogni fenomeno
di distribuzione , equivocandosi là dove si crede di
7

ravvisarlo. Dico che , allora , riuscirebbe assurda la


pretesa dell'applicazione di due principii regolatori
distinti, necessariamente contrarii o contradittorii tra
di loro , perchè tratterebbesi di assoggettare ad essi
un unico e medesimo sistema, quello cioè della
produzione!
Ora, è ben questa la tesi , nonchè la precedente ,
che mi propongo di sostenere . E mi propongo anche
di illustrare la genesi degli equivoci correnti, i quali
sono l'intiero contenuto di tutte le dottrine socia
liste , da quelle che sono romanzi idilliaci a quelle
che sono sistematizzazioni di bolcevismo.
192 BOLCEVISMO ITALIANO

Premetto soltanto ancora due parole sul tempo


che richiedono i fenomeni sociali per il loro svolgi
mento , condizione sentita dal riformismo socialista ,
ignorata dal bolcevismo .

12. - Accade di rado che gli svolti nello sviluppo


sociale siano repentini . Spesso sembrano tali solo per
chè sfuggirono alla nostra attenzione gli elementi pre
paratorii. Ma, al volgo piace che gli eventi si presen
tino a modo catastrofico : cið ha del miracoloso ; dà
colorito drammatico ; dispensa dal riflettere e ci porta
nel regno della buona e della cattiva fortuna .
In realtà , pur non volendo escludere la possibi
lità e la occorrenza di mutamenti catastrofici, il
corso degli eventi sociali subisce modificazioni assai
lente , e compiute a passi impercettibilmente piccoli ;
e ciò perchè non sono compatibili con modificazioni
ambientali repentine e notevoli la sopravivenza della
nostra specie , sia nelle sue forme organiche, sia in
quelle che Spencer qualificò superorganiche. In modo
aforistico direi che il progresso è conservatore e non
radicale , ossia , che il mondo sociale o è conservatore,
o perisce. E allora , non se ne parla più come di una
realtà sia presente , sia ventura !
Suppongasi, ad es . , che gli italiani, la cui vita
organica e superorganica si è svolta e si svolge in
una temperatura media di 15 gradi , con oscillazioni
intorno alla media che non superano i 20 gradi , re
pentinamente, e con qualche permanenza , venissero
immersi in una temperatura media di zero gradi , o in
una temperatura di cui le oscillazioni variassero del
doppio , non è allora ovvio che subirebbero la sorte
che avrebbero mandorleti e aranceti trasferiti dagli
isotermi dell'Italia meridionale a quelli della Svezia ?
Non formano le flore e le faune sistema , cioè , non
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICA 193

sono esse in stretta correlazione e in rapporti di vi


cendevole interdipendenza, con numerosissime con
dizioni di fatto che diciamo ambientali, un po' per
ragioni di brevità di eloquio , un po' per incompiu
tezza di sapere ?
Ora, anzichè fare l'ipotesi di una variazione re
pentina e notevole , e di qualche persistenza, di ca
rattere climatologico , supponiamo una variazione
repentina, notevole e persistente in elementi di
struttura sociale : seguirà, identicamente , l'avvizzi
mento e il dislocamento del corpo sociale , la sua
morte , e non già una sua nuova forma di vita. Vi
sono limiti alla elasticità degli elementi costituenti
una struttura sociale e quindi alle deformazioni, o
flessioni, alle quali possono sottostare ; varii per i
varii elementi , ed, in aggiunta, varii per ciascun
elemento in ragione della variazione concomitante
degli altri. Del che abbiamo un esempio storico nella
inconsiderata e ignorante impresa bolcevica russa,
la quale ha tentato radicali modificazioni, cioè, mo
dificazioni repentine , e notevoli e simultaneamente
estese a molti elementi costituenti la struttura so
ciale precedente , intaccando caratteri giuridici , ca
ratteri religiosi , caratteri psicologici , che sono e erano
prodotti da lunga selezione, e che si erano coordi
nati in sistema di cui le parti potevano convivere
e vicendevolmente contemperarsi e richiamarsi l'una
alla cooperazione dell'altra .
Non avrà , nel caso del bolcevismo russo , la ri
voluzione , o riforma, nemmeno il tempo di farsi per
manente e di suicidarsi nel suicidio della società
russa , perchè innumerevoli fatti reattivi spegneranno
prima di allora i focolari di forsennata rabbia di
struggitrice e decompositrice giudaica che informa
quella rivoluzione.

M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano . 13


194 BOLCEVISMO ITALIANO

13. - Sbarazziamoci dall'equivoco che esistano


due processi distinti , uno chiamato produzione della
ricchezza e uno detto distribuzione della medesima .
Era questa distinzione uno schema scientifico, ora
antiquato , per ragionare più comodamente della pro
duzione associata , ridotta essa pure schematicamente ,
e erroneamente , a tre soli fattori che dicevansi : agenti
naturali , capitale e lavoro . La produzione del lavo
ratore chiamavasi allora il suo salario , quella del
capitalista il suo profitto , e quella dei proprietari
degli agenti naturali la loro rendita . È questa una
concezione infantile del fenomeno economico che
perpetuasi soltanto presso i socialisti che non ripon
gono « in soffitta » Carlo Marx . Il solo fenomeno di
stributivo che non consista e si risolva in un atto
di produzione è quello della eredità, alla quale per
ciò più particolarmente rivolgono i loro appetiti bol
cevici scrittori intelligenti come Eugenio Rignano .
Ma , sarebbe troppo lungo entrare ora in una discus
sione di questo particolare fenomeno distributivo e
mostrarne il nesso con l'attività produttrice indivi
duale . Segnalerò a delucidazione della tesi di coloro
che vogliono distinguere produzione da distribuzione,
e regolare la prima, o riconoscerla come regolata ,
da leggi economiche , e la seconda da quelle qual
sivogliano leggi umane che piaccia di inventare e
imporre , che essi in argomento di scambio – che,
secondo loro , è un atto distributivo , mentre è un
atto di produzione, uguale a ogni altro, nella scienza
attuale, - devono optare per la imposizione dello
scambio che dicesi Gosseniano contro lo scambio
che dicesi Jevonsiano ' ; e non avvertono che il primo

1 Uso termini Walrasiani: Etudes d ' Econ . sociale, II, pa


gine 207-211.
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICA 195

non conduce ad alcuna posizione di equilibrio , e non


può essere reso generale o universale.
Il campo in cui la produzione e la distribuzione
sono fenomeni distinti e regolati da norme distinte ,
è quello della vita di famiglia . Al desco domestico
, la distribuzione si fa secondo criteri etici , o tutorii .
Il criterio praticato è la volontà paterna . Esiste ivi
un padrone , o Czar, o Lenin . Il suo amore , la sua
educazione, il suo tornaconto, la sua moralità, po
sitiva o negativa che sia , sono la legge di distribu
zione . Essa è imposta coattivamente. Non esiste li
bertà . Ma, v'è anche un solo produttore , il pater
familias 4. Invece, il problena della distribuzione
quale si presenta nella società , è quello dove i pro
duttori sono numerosi e associati , e dove non vo
gliono rimettersi, in quanto a divisione del prodottto,
al capriccio di uno solo , un Lenin , nè accettare per
criterio di equa distribuzione la volontà di uno di
loro ! D'altronde, anche nel regime, domestico, ap
pena sono varii i produttori, perchè i figli lavorano ,
o perchè la moglie guadagna, è bello e finito il cri
terio distributivo della tutela paterna ; nascono i pe
culii e le doti , le contribuzioni alle spese comuni e
la contrattazione per equivalenza di servizii , con
trattazioni che portano , quando non riescono , alla
scissione della famiglia ?. È quindi una deficienza

? 1 Ogni studioso di diritto romano sa che solo il pater fa


milias era capace di diritti , che era sovrano politico, capo
di uno Stato essendo capo della famiglia. E era supremo
giudice. Ciò era naturale, perchè discendeva da un fatto
economico : essere egli l'unico produttore ! Nella distribu
zione del suo prodotto poteva seguire qualunque criterio
volesse ! Dal che si vede che il comunismo comporta neces
sariamente l'assolutismo ! E poi chiamalo etico se ti piace !
2 Osservo , incidentalmente , che per essere l'economia
196 BOLCEVISMO ITALIANO

di spirito analitico quello che informa tutte quante


le dottrine di ripartizione sociale-politica e di queste
dottrine è tipica quella comunista. Potrebbesi bre
vemente dire : che precisamente perchè una distri
buzione regolata da criterio non economico è pos
sibile nella famiglia , per ciò stesso è impossibile
fuori di essa .

14.. – In quanto al principio economico regola


tore della produzione - e , per la insussistenza au
tonoma di un sistema distributore anche della ripar
tizione del prodotto - una lunga e ripetuta esperienza
-

storica ci insegna quale sia. È ovvio che colui che


consuma beni secondo la propria libera scelta , ne
ricava la massima soddisfazione compatibile con i
suoi gusti e con l'ambiente in cui trovasi. È pure
ovvio che la domanda di quanto è di sua conve
nienza, domanda da lui rivolta ai produttori , indurrà
costoro alla produzione di beni nella quantità e qualità
che loro saranno pagate. È pure ovvio che ogni pro
duttore se produce per sè medesimo lo farà conforme
ai suoi gusti e nei limiti dei proprii mezzi ; che se
produce per altri , contro rimunerazione liberamente
dibattuta, avrà ancora scelto un metodo di produrre
per sè medesimo ma indiretto perchè da lui sperimen

del regime famigliare in diametrale opposizione con l'eco


nomia sociale , è una sciocchezza quella che leggesi in molti
Trattati di Economia allorchè considerano questa scienza
come originata dalla economia domestica.
Osserverò ancora, che la ragione per la quale , con lo
sviluppo della civiltà, la vita famigliare si decompone , o dura
soltanto fino a quando 'i figli diventano capaci di lavoro , sta
appunto in questo , che se i produttori sono più di uno , la
distribuzione del prodotto non può farsi che con criteri eco
nomici e non più con criteri etici .
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICA 197

tato di maggiore rendimento per sè medesimo . Ogni


bene sarà ottenuto al minor costo relativamente pos
sibile.e prodotto al minor costo noto. L'operaio si
sceglie l'occupazione per lui più redditizia relativa
mente alle condizioni ambientali ; ogni capitale si im
piega nei modi relativamente più fecondi; ogni talento
è stimolato e libero a cercarsi la via di manifestarsi.
La più complessa delle organizzazioni sociali non ri
chiede altra condizione che libertà d'azione nelle
scelte per reggersi e procede con virtù crescente per
la eliminazione selettiva degli incapaci . Espongo
storia e non apriorismi , poichè sono questi i prin
cipii che attuati hanno prodotto la immensa civiltà
e ricchezza delle razze latine, germaniche e anglo
sassoni , e ne hanno fatto le dominatrici delle altre,
assai più di loro numerose . Ma è questa storia anche
l'antitesi del socialismo , di quello bolcevico . È l'an
titesi di ogni regolamentazione corporativa e sinda
.

calista. È l'antitesi di ogni uguaglianza di fatto. Ma


è compatibile con la produzione dei più delicati e
grandiosi frutti ee fiori della carità libera e spontanea ,
perchè i gusti degli uomini , lasciati liberi , non sono
gusti che si limitano ai bisogni del ventre. E questo
ancora è un fatto sperimentale e non già un aprio
rismo . Non sono le leggi dello Stato che hanno pro
dotto e scienze e arti , ma la varietà dei gusti , la
varietà e libertà d'azione delle attitudini . Il sistema
giuridico ha tradotto queste condizioni economiche
in una serie di formole, alle quali si attribuiscono
spesso le più buffe basi metafisiche : il rispetto della
proprietà privata ; la libertà di contratto ; la libertà
di associazione; la libertà di lavorare ; la libertà di
migrare ; la responsabilità dei proprii atti . Sono que
ste basi delle società civili e borghesi sorte dalla
selezione . Sono giudicate dalle loro conseguenze,
198 BOLCEVISMO ITALIANO

ossia dai loro frutti . Sono da gran tempo definite,


e raffinate dalla critica , e note in ogni loro dettaglio ,
e limate e coordinate. Non può perciò discuterle, per
ragione di impreparazione, ogni giovincello novatore ,
e meno che mai ogni bolcevico venuto a galla dai
bassi fondi sociali per il suffragio dei suoi pari in
analfabetismo !
Quando gli italiani di questo si saranno convinti ,
non saravvi da temere una falsa primavera .
Ma , per ora, a questo non ci siamo . Ed allora ?
Laboremus !

Nota . Sulla condotta delle Commissioni interne di fab


brica, il lettore imparziale voglia prendere conoscenza di un
breve sunto di materiale raccolto dalla Fiat e costituito da
rapporti dei capi officina. Il sunto venne pubblicato da C. Sil
vestri nel Corriere della Sera del 9 aprile 1921 , n . 85. Lo ri
porto qui a ciò che non vada smarrito e serva ulteriormente
nella formazione dell'opinione pubblica, contraponendo fatti
a ciarle .
« Il 17 febbraio di quest'anno , fra la Direzione della Fiat,
l'on . Buozzi per la Confederazione del lavoro e i rappresen
tanti comunisti degli operai , quando fu stipulato un prelimi
nare di accordo circa la riduzione delle ore di lavoro e l'ap
plicazione del cottimo collettivo , si convenne pure che la
ditta avrebbe fatto le diminuzioni necessarie di personale,
passando gli operai dalla sezione automobili alla sezione
Ferriere piemontesi . Ma l'intesa veniva subito violata dalle
Commissioni interne , preoccupate delle proteste degli operai
che alla sezione Ferriere avrebbero dovuto essere adibiti a
lavori di sterro e di manovalanza. Gli operai inviati alle
Ferriere vengono consigliati dalle Commissioni interne a
ritornare ai loro posti, anche se devono restare inoperosi .
Casi di questo genere abbondano . L'8 marzo, secondo turno,
il capo officina ha disposto per il passaggio di cinque operai
addetti alle macchine e rimasti senza lavoro , a manovali di
reparto ; ma questi si rifiutano e continuano a rimanere al
loro posto inattivi. Alle Officine sud è ordinato il trasferi
mento alle Ferriere di ventotto operai, ai quali viene tolto
il cartoncino registratore delle ore di lavoro. Ma ventitre
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICÀ 199

operai non accettono e rimangono ai loro reparti . Al reparto


montaggió vetture tre operai persuasi dal loro capo officina
a passare alla sezione Ferriere , rientrano la mattina dopo
avvertendolo che dovevano rimanere ai loro posti d'ordine
della Commissione interna.
Accordi stabiliti l'8 marzo fra la Direzione e le Com
missioni interne stabilivano che alla sezione Ferriere fossero
m
inviati solo i manovali , mentre gli operai rimasti inoperosi
avrebbero dovuto passare manovali nelle officine. Ma prati
camente l'accordo non ha esecuzione e il funzionamento delle
officine va peggiorando sempre più. Le Commissioni interne,
anzichè assolvere il proprio compito, agiscono oramai come
organi politici a disposizione del partito comunista.
Non si contano le convocazioni di commissari di reparto
per argomenti del tutto estranei al lavoro . Arriva a Torino
l'on . Misiano , e vi sono operai che abbandonano il lavoro
perchè comandati come guardie rosse a turni di protezione
alla Camera del lavoro e alla redazione dell'Ordine nuovo.
Le Commissioni interne si radunano sempre durante le ore
di lavoro , anche quando sono convocate a discutere , per
esempio , sulla situazione prodotta dalla rivolta di Firenze .
I permessi di uscita dai reparti vengono carpiti con le mi
naccie e con la frode; i controlli alle porte non controllano
nulla perché sono fatti da sorveglianti , oltre che organizzati ,
timorosi . Misiano può rifugiarsi nelle officine : il via vai de
gli organizzatori comunisti che la fanno da padroni è con
tinuo : la Commissione interna della Fiat-centro è con essi
in assidui rapporti.
La mancanza di un vigoroso controllo alle porte , per
la soggezione la complicità dei sorveglianti, facilita i furti
ingentissimi che quasi quotidianamente si verificano. A capo
di una banda di ladri vi era il noto Groppali , membro della
Commissione interna, il quale usciva rispettosamente salu
tato dal sorvegliante , nascondendo sotto il soprabito , ruote
di ricambio di velocità a serie complete , e altri materiali di
valore .
Alle officine di via Cuneo, stabilimento staccato dipen
dente dalla Fiat- centro , il capo officina ebbe a notare un
giorno che sulla porta del locale destinato a ufficio della
Commissione interna era stato affisso un cartello con la di
citura : « Consiglio di fabbrica » . Non avendo ottenuto spon
taneamente il ritiro del cartello, lo rimosse da sè ; ma poco
dopo si presentava la Commissione al completo, facendo vive
200 BOLCEVISMO ITALIANO

rimostranze . La Commissione dei capi dava torto agli operai .


La discussione da allora assume un tono minaccioso ; si giunge
persino a dichiarare che da quel momento la Commissione
interna non riconoscerà più l'autorità dei capi ; e infatti le
insubordinazioni e i reclami si succedono in modo impres
sionante . Alla fine di gennaio i capi dichiarano alla Dire
zione che , data la tracotanza degli operai, la vita in officina
non era più possibile.
Tipico è il clamoroso incidente avvenuto il 29 gennaio tra
un capo squadra e un membro della Commissione. Avendo
il capo squadra rimproverato un operaio perchè in oltre tre
ore aveva fatto soltanto la sgrossatura di una pompa a olio ,
cioè il lavoro di un quarto d'ora , si sente rispondere che
aveva dovuto trattenersi d'ordine della Commissione interna.
Il rappresentante di questa, intervenuto, minaccia di « sbat
tere fuori il capo squadra e di far fermare il reparto » .
In febbraio e in marzo la situazione nelle officine di via
Cuneo non accenna affatto a migliorare . Il 24 marzo l'operaio
G. della Commissione interna , malgrado precisi ordini in con
trario del proprio capo squadra, ordinava ad altri operai di
far suonare la sirena elettrica come segnale per la convoca
zione di un comizio in officina non autorizzato dalla Direzione .
Licenziato , l'operaio G. continua a rimanere in officina.
Il 19 marzo, nello spogliatoio dell'operaio B. che aveva
frequenti rapporti con la Commissione interna , sono rinve
nute due bombe cariche con miccia , una pistola Berretta a
otto colpi e una cartuccia di gelatina esplosiva. L'operaio B. ,
arrestato , dichiara che questo pericoloso materiale era un
ricordo ... del periodo di occupazione delle fabbriche, dello
scorso settembre .
Alle officine di Lingotti il 14 febbraio la Commissione
interna convoca un comizio e invita le maestranze a cessare
il lavoro, in segno di protesta contro il licenziamento degli
operai effettuato dalla Direzione per la diminuzione di lavoro.
E alle ore 9 tutti gli operai cessano il lavoro , e guidati dalla
Commissione interna si portano in massa davanti all'ufficio
del capo officina protestando e schiamazzando . Non ripren
dono il lavoro prima delle 13. In questo frattempo i motori
funzionarono a vuoto e i forni furono abbandonati .
Assai edificante è questo episodio : Alla fine di febbraio
ventotto operai delle officine Lingotti sono trasferiti alla
sezione Ferriere ; ma parte di essi , non avendo abitudine al
nuovo lavoro vengono rimandati al capo officina del Lin
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICA 201

gotto con una lettera di accompagnamento e di spiegazione .


La lettera è però intercettata dall'operaio S. della Commis
sione interna ; il quale non la consegna che all'indomani .
Alle rimostranze del capo officina, l'operaio S. risponde con
arroganza che era in pieno diritto di ricevere , leggere e an
che trattenere quella corrispondenza che interessava gli
operai .
Il giorno 22 marzo la Commissione interna degli operai ,
al capo officina che nega di accordare il permesso di far so
spendere il lavoro per tenere un comizio pro Malatesta, di
chiara « che il comizio si sarebbe tenuto ugualmente » . Infatti
il lavoro fu sospeso a mezzogiorno , e il comizio si prolungo
sino alle ore 13,30 per raccogliere gli operai dei due turni ,
il primo dei quali perdette l'ora e il secondo la mezz'ora .
Due giorni dopo , alle 10, altra sospensione del lavoro di
un'ora per tenere un secondo comizio pro Malatesta . Questa
volta la Commissione interna conferma il rapporto del capo
officina ordinò pure abusivamente di dare il segnale di
cessazione e di ripresa del lavoro col fischio della sirena .
Chi esegui materialmente l'incarico fu l'operaio A. , il quale
fu tosto licenziato . Malgrado il regolare licenziamento me
diante il ritiro del cartoncino registratore e la mancata as
segnazione di lavoro fu invitato dalla Commissione interna
a continuare la sua presenza in officina dove trovasi a tut
t'oggi » .
Un altro indice caratteristico dello stato d'irrequie
tudine nelle officine è costituito dal numero delle fermate
(sospensioni di lavoro) per fatti sporadici di disordini interni.
Fermate prolungate del lavoro si sono verificate anche per
festeggiare il presunto esito vittorioso delle elezioni ammi
nistrative prima e per protestare poi contro la sconfitta ; per
l'allarme suscitato da una presunta spedizione di fascisti;
per una manifestazione pro Russia ; per un comizio pro vit
time politiche : per proteste contro il cottimo collettivo da
parte di alcuni reparti ; in segno di solidarietà con Malate
sta ; di protesta contro i licenziamenti , ecc .
Un giorno vi fu una fermata di un'ora e mezza per una
manifestazione di solidarietà all'operaio Olivieri al quale era
stato comunicato un mandato di comparizione « per violenze
contro persone » , durante la giornata rossa dello scorso set
c
tembre . Lo stesso giorno il reparto « montaggio ruote , ri
mase inattivo per circa quattr'ore , per protestare contro il
capo reparto del quale si chiedeva la sostituzione . Un altro
202 BOLCEVISMO ITALIANO

giorno il medesimo reparto cessò il lavoro chiedendo l'al


lontanamento del capo squadra, il quale aveva rimproverato
un operaio per negligenza e poca cura verso la macchina a
lui affidata .
Ed ecco un altro episodio molto istruttivo . Ai primi di
marzo , tra un operaio magazziniere nel reparto apparecchi
, elettrici e il suo capo reparto s'impegna una discussione a
proposito di un certo aumento reclamato dai magazzinieri .
L'operaio , certo C. , chiudendo la discussione, avverte il capo
reparto che se l'aumento non viene tosto accordato , i ma
gazzinieri inizieranno un'agitazione , della quale assume la
responsabilità . Aumenti ai magazzinieri non ne spettavano
e la Commissione interna poteva testimoniare che così sta
vano le cose . Il 3 marzo l'operaio viene licenziato , ma egli
continua a partecipare al lavoro . A un ingegnere che gli
chiede spiegazione , risponde : « Io sono ancora in officina per
conto di un'altra amministrazione ; io sono qui d'accordo con
la Commissione interna e con la Fiom » .
Intanto in un locale del reparto si trova affisso questo
<
manifesto : « Il compagno C. , uno dei compagni più sinceri
e battaglieri , forse il migliore , stato per rappresaglia li
1

cenziato dalla Direzione . La Commissione interna, composta


di uomini che dopo gli ultimi fatti non hanno sentito il do
vere di chiedere alla massa se ancora le conservava tutta
la fiducia , non vi si è opposta. Compagni , dobbiamo impe
dire che per vendetta personale venga privata del lavoro una
persona di famiglia, e allontanato dallo stabilimento un com
pagno che tanto ha fatto per noi , e che sarà sempre un buon
combattente per le future battaglie del proletariato . Com.
pagni ! le reazioni e i favoritismi in officina devono essere
scomparsi per sempre ; a voi impedire qualunque atto che
tenda a farveli rientrare . Il compagno C. deve restare al
suo posto » .
Finalmente il 9 marzo il C. chiede la liquidazione dei
conti . Egli vorrebbe trasferirsi alla sezione Ferriere . Ma il
giorno dopo una perquisizione effettuata dalla pubblica si
curezza per ricerca d'armi trova presso il C. circa 6 chilo
grammi di materiale di valore, asportato da lui da magaz
zini del reparto . « Il migliore , più sincero e più battagliero
compagno del reparto , viene arrestato per furto. Sic transit...
Devesi notare che prima dell'arresto la Direzione non era
riuscita, per quanti tentativi avesse esperito, a ottenere l'al
lontanamento del C. « licenziato il giorno 4 , dal reparto,
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICA 203

Alle officine centro il materiale che documenta il latente


stato di anarchia nei reparti è pure abbondante .
In un locale sotterraneo un capo squadra trova quattro
operai che si esercitano al tiro delle rivoltelle . Per indurli
a ritornare al proprio posto , li avverte : Arriva il capo del
<

l'officina : scappate ! » . Ma gli operai non si mostrano affatto


preoccupati e rispondono con tutta tranquillità,: « Scenda
pure il capo dell'officina se ne ha il coraggio ! » .
È recentissimo un clamoroso atto di indisciplina. La
mattina del 22 marzo la Direzione diffida le Commissioni
interne , in presenza del segretario della locale sezione della
Fiom , Ferrero , a tenere comizi in fabbrica : solo in via straor
dinaria consente che in quel giorno il comizio sia tenuto
fuori ora di lavoro , per spiegare alle maestranze il cottimo
collettivo . Ma le Commissioni interne affermano che il co
mizio si terrà in ore di lavoro ; e alle 11,30 incomincia l'uscita
di un reparto, a mezzogiorno le sirene e le suonerie suonano
in tutti , contro l'espresso divieto della Direzione , e fanno
uscire le maestranze . Al comizio parla anche il Ferrero , en
trato nelle officine malgrado non ne faccia parte ; argomento
dei discorsi : Malatesta, reazione borghese , ecc . Lievi ac
cenni soltanto al cottimo collettivo .
Il 23 marzo, un giorno dopo , un operaio del reparto ci
lindri, commissario di reparto dell'Unione sindacale , avverte
gli operai che stanno per recarsi ai propri posti , che è stata
decisa la sospensione del lavoro per protesta a favore di Ma
latesta. Il reparto resta inattivo circa mezz'ora , fino a quando
gli operai non si persuadono che gli altri reparti lavorano
e che nessun ordine simile è stato effettivamente impartito
dalle organizzazioni. Su rapporto del capo squadra, il capo
officina decide il licenziamento dell'operaio . Questi , incon
trato il capo squadra, proferisce minaccie , poi la questione
è discussa dalle due Commissioni interne, degli operai e dei
capi. Il licenziamento è confermato, ma il giorno dopo l'ope
raio in questione entra egualmente al lavoro e ferma due
motori del reparto provocando l'arresto delle macchine di
pendenti.
Intanto la propaganda ha manifestazioni sempre più elo
quenti . Ecco un manifestino trovato nelle officine: « Operai !
rintuzzate la spavalderia dei capi squadra e dei capi reparto
e di tutti quelli che si credono di reagire contro di noi. Bi
sogna reagire materialmente , con martelli di piombo, ecc.
Un gruppo di operai » .
204 BOLCEVISMO ITALIANO

Siamo alla fine del mese e tutti i licenziati , che sono


già stati privati del cartoncino di presenza, continuano a
entrare in officina portandosi ai loro posti di lavoro . Si pre
dica in tutti i modi l'ostruzionismo , allo scopo di avere il
maggior numero possibile di operai occupati che fanno finta
di lavorare ; e i casi di applicazione sono numerosi e difficili
a individuarsi .
Ma non basta : dalla relazione di un capo tecnico della
Nord togliamo questi brani che valgono da soli a fissare una
situazione :
« Devo comunicarle che fra gli operai del mio reparto e
quelli del reparto attiguo ho constatato personalmente , e
anche su indicazioni di alcuni capi squadra, esservene pa
recchi che vengono continuamente armati al lavoro ; e assai
sovente si vedono alcuni di questi maneggiare rivoltelle di
diverse forme, anzi alcune di grandi dimensioni. E special
mente quando la massa operaia è in fermento per qualche .
motivo , si vedono questi individui far pompa di queste armi
e formulare dei propositi tutt'altro che piacevoli . Anzi ri
sulta che durante le ore di assenza dei capi reparto si ser
vono del locale sottostante al vecchio reparto tempera quale
camera di tiro , provando le armi ed esercitandosi al tiro ;
prova ne sia che in detti locali vi sono delle lamiere con
ben visibili le perforazioni subite dal tiro di un'arma da
fuoco . Di più, non bastando le rivo le , certuni tengono
nei propri cassetti anche dei pugnali » .
I regolamenti sono lettera morta , tutto si tollera . Chi
entra fumando, chi bolla il cartoncino di presenza prima di
cambiarsi e chi non si cambia affatto nello spogliatoio . Al
segnale del principio del lavoro, la maggioranza tarda a farlo
o per vestirsi , o per allacciarsi le scarpe , o per chiacchie
rare a gruppi ; per l'uscita molti sospendono il lavoro mez
z'ora prima , accampando i più disparati motivi . Durante la
giornata la sala della Commissione interna è sempre piena
di operai che discutono , chiacchierano , fumano, contenti della
roccaforte che li divide dal lavoro e li protegge . Non val
gono le pene : la multa è poca cosa, e nel massimo dei casi
non riesce ad essere inflitta per mille cavilli . Anche per i
furti è pronta la scusa : una sera , in cui fu fermato all'uscita
un operaio con un rotolo di lamiera di rame , due membri
della Commissione interna, protestando contro la Direzione
della Officina Centro , arrivarono a dichiarare che « il furto
alla ditta per uno che ha fame e ha bisogno di pane non è
atto riprovevole ma meritorio ... » ,
IX . FALSA PRIMAVERA ITALICA 205

E anche questo è affermato in un rapporto ; nulla ag


giungiamo di nostro . La cronaca semplice , nuda, è di per
sè di una tale eloquenza che non può non impressionare
tutti coloro che si propongono fini di costruzione , non di
dissoluzione sociale , che non fanno propria la dottrina , or
mai nemmeno più bolcevica del tanto peggio , tanto meglio .
Con i sistemi che vigevano alla Fiat, qualunque industria
andrebbe in breve in rovina ; soprattutto quando le condi
zioni sieno già gravi per il decorso di una crisi di cui non
possono ancora prevedersi a pieno le conseguenze.
La maggioranza degli operai è perfettamente compresa
di queste verità : ma le masse non hanno la virtù del co
raggio e diventano facile preda di capi senza coscienza e
con poco cervello, che sanno gridare e usar le minaccie ,
pronte a concretarsi nei fatti. Illuse e abbrutite da una pre
dicazione di tanti mesi che , esaltando tutte le licenze , è riu
scita a fare obliare del tutto la concezione del dovere , esse
hanno creduto sul serio , per un moinento , che nessuna au
torità padronale esistesse più ; e hanno offerto l'anticipa
zione di ciò che sarebbero le officine in un regime comuni
sta . L'illusione è tenace : ma la realtà finisce con lo imporsi .
La Direzione della Fiat invita i suoi operai a riflettere che
la rovina dell'industria è la loro stessa rovina » .

Politica, aprile 1921 .


1

1
X

PLUTOCRAZIA E BOLCEVISMO GIUDAICO


SGRETOLANO IL FASCISMO

1. Mussolini fa una prima gaffe con l'intervista del 22 maggio .


2. Mussolini si riabilita con il discorso alla Camera del 21 giu .
gno. — 3. Mussolini fa una seconda guffe spingendo i Fasci a fare
opera bolcevica in tema di prezzi , e con ciò distogliendoli dal loro
compito nazionale. — 4. Mussolini fa una terza gaffe pacificandosi
con Turati . 5. Il Deus ex machina è l'internazionale ebraica
bolcevica rappresentata in Italia dal senatore Luigi della Torre
e da Claudio Treves .

1.- Con grande sorpresa gli italiani appresero ,


ai primi di luglio , che Mussolini e Turati si stessero
abbracciando ! E come mai ? Perchè ? Ma se , nel
mentre in prima pagina i giornali raccontavano
gli abbracci, le altre erano piene di racconti di
nuove aggressioni proditorie esercitate per parte di
socialisti e di comunisti , fratelli Siamesi , in danno
di fascisti! Ma se, il giorno istesso degli abbracci ,
l'Avanti! con bella insolenza, respingeva ogni amo
revole contatto !
È Mussolini sempre compos suis ? Non conosce le
trappole del collega sornione ? Si ostina egli ad al
lungare la serie delle sue gaffes ? Ma, allora , chi glie
208 BOLCEVISMO ITALIANO

le sta facendo fare ? Non vede egli che risultati se


guono dalle sue improntitudini ?
Queste erano le meraviglie alle quali assistevamo,
questi i quesiti che gli italiani si ponevano .
Da allora sono passati alcuni giorni ; bolcevismo
e nittismo sono risorti , sfacciati come nel 1919 ; ed
è ora di parlare chiaro , ma chiaro assai .
È troppo prezioso per il rinascimento morale ed
economico del paese l'opera dei Fasci perchè non
meriti esame ogni attentato disgregatore della loro
compagine , o deviatore della loro funzione nazionale.
È gioventù troppo bella quella che sotto questa ban
diera riuscì a riunirsi perchè sia acconsentito di as
sistere impassibile alla delusione da cui sarà colta
dopo di essere stata traviata .
È anche figura di combattente troppo bella quella
dello stesso Mussolini per tollerare che la sfruttino
i compari della plutocrazia demagogica ed i paras
siti del proletariato .
È dovere di segnalare a fascisti e a Mussolini lo
sfruttamento di cui sono oggetto , la ingenuità con
la quale ne restano vittime, e lo scredito che li at
tende, scredito che li ridurrà a spauracchi, rivestiti
di stracci, che non sbarreranno più la via agli astuti
imbroglioni della banca giudaica, ai pescicani indu
striali in procinto di fallire ed agli operai fannulloni
e viziati che tutti fanno a combutta per spogliare a
mezzo del Governo , delle sue imprese , dei suoi con
tratti e favori, coloro che del proprio lavoro e talento,
e dell'uso dei proprii risparmi , traggono onesto so
stentamento .
La prima gaffe di Mussolini , che , poco manco
non spezzasse il fascismo in due tronchi , si ebbe
allorchè egli si disse « tendenzialmente repubbli
cano » e aggiunse delle boccaccie per la borghesia.
X. PLUTOCRAZIA E BOLCEVISMO GIUDAICO 209

Ricordiamoci quanto riuscì pericolosa .


Era il Mussolini stato eletto deputato a Milano
e Bologna perchè aveva capeggiato il movimento
profondamente e radicalmente spontaneo del fa
scismo .
Erano stati degli intellettuali , professori degli
atenei , letterati di cui l'opera si era svolta in ri
viste e in giornali, proprietari fondiarii dotati di
alta cultura, generali e giuristi membri del Senato,
tecnici della grande industria, uomini del foro , e
quasi l'universalità degli studenti delle scuole supe
riori del Regno, e frotte di ex -ufficiali dell'esercito e
dell'armata , erano stati costoro che , spontaneamente,
>

da tutte le parti d'Italia , qua , là, ognuno a modo


suo , erano insorti contro il disfattismo antinazionale
contro il ladroneggio social- nittiano , contro l'assalto
bolcevico alla proprietà privata , contro la violenza
della teppa comunarda. Erano costoro che organiz
zatisi avevano liberato il Ravennate , il Bolognese,
grande parte della Toscana , il Modenese , il Par
mense , il Piemonte e la Liguria dalla tirannia dei
caporioni della Camera del lavoro , e dei capi-lega
e delle baronie rosse , e ristabilito l'ordine , e l’im
pero della legge , e la uguaglianza dei cittadini din
nanzi ad essa , e fatto cessare l'ostruzionismo urlante
ed osceno delle scimmie folli dell'estrema socialista
della Camera .
Da costoro vennero imposte le elezioni politiche ,
che , se non si fossero ottenute , sarebbe seguito per
parte dei legionari D'Annunziani e dei fascisti lo
stormo di Montecitorio, diventato la più sudicia delle
Camere internazionali del lavoro .
Mussolini si presentò candidato, dopo aver fatto
nel Popolo d'Italia coraggiosa e utile campagna an
tisocialista e la borghesia fu pronta a riconoscere,
M. PANTALEONI , Bolcevismo italiano . 14
210 BOLCEVISMO ITALIANO

anche a lui , come a capitano, gran parte del merito


della vittoria .
Senonchè Mussolini , dopo la sua doppia elezione,
scordandosi che altra volta , per essersi presentato
come candidato repubblicano, era stato sconfitto , e
che ora, per aver ostinatamente taciuto su questo
argomento , come su quistione superata, era stato
eletto , e scordandosi sopratutto che i voti da lui
raccolti erano quelli della borghesia piccola e grande
e quelli di coloro che i soviet russi chiamano la In
telligentia , e non già quelli del proletariato che nelle
osterie la demagogia socialista raduna , e nemmeno
riflettendo che repubblicani mai in Italia esistettero
se non in qualche cenacolo borghese , fa la sua prima
gaffe: uno sproloquio in una intervista del Giornale
d'Italia (22 maggio) in cui ad un tempo dichiarò sè
medesimo e il fascismo tendenzialmente (? ) repub
blicani , e sè medesimo ed il fascismo insorti per tut
t'altro che non fossero la difesa della proprietà pri
vata e della libertà individuale, che sono e l'una e
l'altra tesi programmatiche fondamentali della civiltà
borghese.
Ed allora ? Ribollivano forse nel suo cervello gli
antichi germi e le vecchie spore , che sembravano
morte , quelli e quelle del tempo in cui dirigeva
l'Avanti ?
Aveva forse subìto la influenza del senatore Luigi
della Torre , che una parte fa nel Secolo, un'altra
nell'Avanti, una terza nel Popolo d'Italia in piena
conformità con i dettami dei « Protocolli dei Savii
Anziani di Sion » ?
Era egli stato utile , in una prima fase, al Della
Torre e al Toeplitz , e lo gettavano ora costoro a
mare , sfasciando i fascisti e lui ? Erano essi che lo
conducevano al suicidio facendogli fare delle sem
plicionerie risibili e disgregatrici ?
X. PLUTOCRAZIA E BOLCEVISMO GIUDAICO 211

Non è il Della Torre ad un tempo il semita, il


massone , il plutocrate e il demagogo , che sa es
sere ad un tempo amico di Pontremoli , di Turati ,
di Treves e di Mussolini e fare ad un tempo poli
tica massonica e repubblicana nel Secolo, politica
socialista internazionale nell'Avanti, politica bor
ghese e nazionale nel Popolo d'Italia, politica affa
ristica a Parigi nella commissione economica finan
ziaria della Società delle Nazioni , politica sorniona al
Senato , politica sovversiva in casa Turati , politica ,
quattrinaia in banca e borsa !
Bravo il mio giudeo ! Poco mancò davvero che
il fascismo non venisse da te sabottato e la sua nave
non fosse tagliata in due !
La gaffe del buon Mussolini venne rimediata alla
meglio. Spiegazioni , interpetrazioni, rattoppi e pezze
chiusero la falla prodotta dal siluro . E giovarono al
tri eventi , giovo il giro del caleidoscopio della po
litica italiana, e giovò la smemoratezza del pubblico.
Ventate di sabbia insabbiarono la crepa e il fascismo
se la cavo con una storta al piede. Ma essa ancora
duole , un pochino , un tantino .

2. Più ancora del fascismo era danneggiato


Mussolini . Aveva perso riputazione di serietà . Non
lo si stimava più stoffa da uomo di Stato , neanche
di quelle mediocri stoffe, di quel cattivo cotone, ma
lamente filato, peggio tessuto , e tinto di colori che
stingono , di cui è fatta la stoffa dell'uomo di Stato
italiano , la stoffa dei Boselli , degli Orlando, dei Gio
litti e quella puzzolentissima dei Nitti.
Quando , che è, che non è ?, Mussolini fa un di
scorso alla Camera che è il migliore di quelli che
siansi fatti in risposta al discorso della Corona !
Solo , di tutti coloro che parlarono , Mussolini so
212 BOLCEVISMO ITALIANO

stiene la riduzione delle funzioni dello Stato in or


dine a un criterio che ' storicamente ha fatto la sua
prova e che scientificamente è organico ! Le funzioni
dello Stato si riducano a quelle che creano le con
dizioni generali per l'esplicazione dell'attività indi
viduale nella vita economica, nella produzione agri
cola , in quella industriale, nel commercio , nel con
sumo ; si riducano a questa medesima misura per
l'esplicazione della attività individuale nella scienza
e nell’arte ; non dia lo Stato privilegi a talune classi
e perciò stesso asservimenti ad altre ; non faccia
l'industriale, l'agricoltore , il commerciante , il navi
gante , il ferroviere, il banchiere , il cooperatore , il
giornalista , il monopolizzatore e censore del pensiero
con la posta, con la scuola , il mantenitore dei fan
nulloni con le provvidenze della disoccupazione a
spese dei lavoratori , il monopolizzatore delle correnti
emigratorie, non dia profitti agli uni e perdite agli
altri con il protezionismo e con le forniture di Stato
concesse al produttore più caro purchè occupi gli
operai meno efficaci. Solo così la burocrazia sarà
ridotta . Solo cosi lo Stato eviterà il fallimento . Solo
cosi avrassi sviluppo intellettuale e economico. Solo
così avrassi libertà e uguaglianza dei cittadini di
nanzi alla legge . Dia sicurezza e incolumità agli
averi e alle persone . Dia rapida giustizia. Renda
sicuri i contratti e non dia l'esempio di disonestà .
Le leggi non siano retroattive e cessino di suc
cedersi , equivoche e malamente studiate, come i
quadri di un cinematografo . Tuteli l'onore , gli in
teressi e la incolumità degli italiani all'estero e non
renda la bandiera nazionale lo straccio sul quale gli
altri si puliscono le scarpe.
Non ricordo alla Camera italiana , da 20 anni a
questa parte, discorso più radicalmente antisocialista
X. PLUTOCRAZIA E BOLCEVISMO GIUDAICO 213

e antidemagogico , più manchesteriano, di quello che


Mussolini tenne il 21 giugno .
E come può averlo fatto il medesimo gaffeur di
pochi giorni prima ?

3. – Havvi qui per me una incognita. Imperoc


chè era appena spento questo razzo di bella luce ,
che , eccoti , una seconda gaffe, più perniciosa della
prima per il fascismo. Si distoglie il fascismo dal
suo compito nazionale, quello cioè di arginare e scon
figgere la violenza del bolcevismo , del socialismo, del
comunismo , di demolire i privilegi parassitari del Pus ,
• nascosti sotto il manto di cooperative , che fingono di
produrre , là dove sperperano , per incapacità tecnica
e per ladreria di compagni , capitali che fornisce loro
lo Stato , cioè, che questi toglie ai contribuenti, e
che prendono forma di materie prime e merci con
cesse sotto costo, di crediti di cui gli interessi
sono di favore, ossia, sotto costo e di cui la sorte
principale non è mai rimborsata, di esenzioni da im
poste , di privilegi ferroviari, accresciuti dal favoriti
smo del personale bolcevico ; si distoglie il fascismo
dal compito di costringere la canaglia delle poste e dei
telegrafi; e quella delle altre grandi amministrazioni
di fornire i servizi per i quali sono pagati , cioè, di
ricevere, spedire e distribuire lettere e telegrammi ,
di conteggiare e liquidare le pensioni degli ex com
battenti, di sbrigare le pratiche nei consolati , nelle
prefetture, nei tribunali , e via dicendo ; lo si disto
glie dal suo compito di far passare ai tranvieri la
fregola di scioperare solo perchè si rendono solidali
con impiegati che scioperano, o perchè « gli arditi
<

del popolo » , un nuovo nome per le guardie rosse ,


deliberano di adunarsi e farsi passare in rassegna
da un mascalzoncello squilibrato che in guerra è
214 BOLCEVISMO ITALIANO

stato tutt'altro che un eroe e in occasione della


pseudo sommossa al forte di Pietralata si scoprì istru
mento pagato dal Cagoismo ! '
Distolti da questi compiti nazionali , necessari per
il riassetto d'Italia dopo il sabotaggio nittiano, i
fascisti vengono persuasi a fare quella medesima
opera puerile che nel giugno e luglio del 1919 fe
cero i bolcevichi, allora in servizio e a istigazione
del nittismo, cioè , a voler ottenere, con la violenza
contro negozianti , commercianti e produttori , anzi
che con la libera concorrenza e la completa garanzia
degli averi , ribassi sui prezzi !!
E la più terrificante confusione delle idee viene
diffusa tra loro .
Perchè una crisi industriale imperversa e CO
stringe a molte liquidazioni di stock industriali, si
dà loro da intendere che pure i prodotti che figu
rano sui mercati alimentari , frutta, erbaggi , carni
e pesci , debbano ribassare , e che se non ribassano,
ciò avvenga per opera di certi untori , di manzoniana
memoria , i quali vadano bastonati !
Si dà loro da intendere che esista un prezzo giu
sto (! ?) , un profitto legittimo (? ), che l'uno e l'altro
si possano calcolare in base alle fatture d'acquisto ,
al costo di produzione (?) , che convenga al produt
tore di vendere direttamente al consumatore e a
questi di comprare direttamente dal produttore (?) .
Si immergono a questo modo i fascisti anti-socia
listi in pieno nel manicomio delle dottrine socialiste ;
si lanciano i difensori della proprietà contro la pro

1 Per i lettori stranieri sarà bene ricordare che « Cagoia :


>>

è il nome che D'Annunzio ha dato a Nitti e che vale un


marchio che nemmeno il tempus edax toglierà dalla sua
fronte .
X. PLUTOCRAZIA E BOLCEVISMO GIUDAICO 215

prietà , i difensori della libertà in difesa del vinco


lismo dei calmieri e degli impedimenti al traffico ,
rendendoli ridicoli e per l'ignoranza economica che
ver ono a manifestare e per l'insuccesso che nei
fatti li attende , e odiosi a tutta la popolazione a
turno, la quale allora viene raccolta dalle Camere
del lavoro e dagli organizzatori di comizi all'Orto
botanico !

4. – E vengo alla terza , e, per ora , ultima gaffe


di Mussolini : l'abbraccio con quei sornioni bolcevi
chi che sono Tarati, Modigliani , Treves. È stata la
maggiore . Immediatamente interpetrata come segno
di debolezza dal Serrati nell'Avanti e dalle Camere
del lavoro , più o meno ovunque, ha dato luogo a
una grandiosa rifioritura di aggressioni bolceviche
nel Mantovano, nel Genovesato, in Toscana e alla
radunata proletaria a Roma del 6 luglio con forma
zione di « arditi del proletariato » , cioè, inquadra
mento dei bassi fondi sociali , armati di coltelli , rivol
telle e bombe, in battaglioni , allo scopo palesemente
confessato di muovere guerra al fascismo. E dove
erano Turati , Modigliani , Baldesi ? Dove erano co
loro che finsero volere la pace ? Hanno essi detto
una sola parola che ricordasse gli accordi ? Hanno
mosso un solo dito ammonitore ? Il primo effetto della
gaffe di Mussolini fu dunque quella di far uscire di
nuovo dalle loro tane le bande dei pregiudicati , dei
ladri , degli accoltellatori , che formano l'esercito bol
cevico . Il secondo effetto della gaffe fu quello di
tornare a porre a repentaglio l'unione fascista. Fu
impossibile ai principali fasci locali di seguire colui
che vorrebbe esserne il duce generale . E con ra
gione . Non sono essi sotto l'influenza della pluto
crazia demagogica sionista, e se questa pud far
>
216 BOLCEVISMO ITALIANO

fare delle gaffes al Mussolini, essa non può ottenere


che i fasci non si rendano conto delle gaffes e si com
portino come fanno le masse pecorine del proleta
riato ! Queste non ragionano , perchè sono gregge
incolto , stimolato da istinto di rapina . Si promette
loro del bottino e seguono il ciarlatano !
I fascisti, invece , sono gioventù borghese . Hanno
spirito critico. Non lavorano per la pancia, ma per
un'ideale . Non cercano preda, ma vogliono la gran
dezza della Patria. Possono errare nell'accogliere
una teoria ; le teorie sono modelli mentali per l'ac
casellamento dei fatti e percið ognora mutevoli ; ma
non possono cambiare i sentimenti e da nobili di
ventare vili , da generosi egocentrici , da patriottici
socialistici .
È noto che nemmeno gli ipnotizzatori ottengono
che l'ipnotizzato agisca contro sentimenti suoi pro
fondi, si faccia ladro se è onesto , inverecondo se ha
pudore , mentre possono dominarne parecchie mani.
festazioni intellettuali .
Or bene , è ovvio che la demagogia plutocratica
doveva al più presto e nel modo più radicale tentare
di sviare Mussolini dalla via sulla quale egli si era
messo con il suo discorso alla Camera : o rovinare
l'autorità del Mussolini o fargli mutare atteggia
mento e condotta, questo è ciò che s'imponeva. E
perchè mai ? Ecco qua.

5.- I socialisti , intendo i caporioni , nel Parla


mento e fuori del Parlamento , devono procurare agli
operai alti salari e ciò a quanti più operai è possi
bile. Su questi salari vivono essi medesimi , e solo 1
al voto di queste masse devono essi i loro ozi e la
loro influenza .
Ma, mediante i loro sperimenti sociali occupa
1
X. PLUTOCRAZIA E BOLCEVISMO GIUDAICO 217

zione di fabbriche, controllo bolcevico, ferrovie di


Stato , lega marinara Giulietti 4 , cooperative — hanno
presso che distrutto l'industria e il commercio ita
liano , e poco è mancato non distruggessero pure
l'agricoltura con le baronie rosse , le occupazioni
delle terre , la terra al contadino , la divisione del
latifondo. Sempre mediante i loro sperimenti sociali ,
sono in fallimento tutti quanti i municipi da loro am
ministrati, compreso quello di Milano .
I salari alti , per l'istessa opera dei socialisti, non
sono più possibili ; hanno uccisa la pecora per averla
scorticata anzichè tosata.
$ E la crisi generale ha aggravata la situazione in
dustriale e commerciale .
Falliscono cotonifici, setifici, cuoifici e fallisce
tutta quanta la metallurgia e la navigazione.
E allora ? Ebbene, c'è lo Stato impersonato nel
Governo . E il Governo lo fa la Camera. E la Ca
mera la farebbero i socialisti, se non ci fossero i
fascisti !
Passiamo adesso per un momento all'esame della
situazione della plutocrazia demagogica e vedremo
come il suo interesse collima con quello socialista .
E per non stare sulle generali, procediamo per via
di esempii .
È fallita l'Ilva . Di chi il danno ? Degli azionisti !
Ma chi sono ? Credete che siano il pubblico ? Manco
per sogno ! Nel pubblico c'è poca roba. S'è com
mosso il pubblico ? Manco per sogno ! Ma si sono
commossi i giornali e taluni parlamentari. Ebbene

1 Giulietti e Rizzo con le loro camorre marinare e por


tuarie hanno deviato il commercio svizzero da Genova per
Anversa e Rotterdam , come hanno deviato il commercio della
Cecoslovacchia da Trieste per Amburgo .
218 BOLCEVISMO ITALIANO

tutti sappiamo che i giornali e i parlamentari non


appartengono al pubblico e non vivono del pubblico.
Nevvero , on . senatore Della Torre ? Nevvero , illustre
Perrone ? Nevvero , il mio bravo e buono Matarazzo ?
Nevvero, caro ex collega Cagoia ? Nevvero , eccel
lenza Frassati ?
Se l'Ilva non funziona, gli operai vanno a spasso .
Ma come farla funzionare ? Facciamo una società eser
cente nuova , che darà alle antiche azioni una parte
dell’utile. E sta bene . Ma come riunire il capitale di
una società esercente e come fare perchè essa possa
avere degli utili , con carbone e materia prima che
viene dall'estero e con operai italiani che costano
più degli stranieri a parità di efficienza e ai quali
si fa volere il controllo a ciò che trovino posti e
greppie quelli del Pus ?
Evidentemente i prodotti dell'Ilva saranno più
cari di quelli delle imprese estere e sui mercati neu
trali l'Ilva non potrà vendere ! Ma , c'è l'interno !
All'interno il consumatore dei prodotti dell'Ilva è
il Governo . Il contribuente avrebbe tornaconto che
il Governo comperasse all'estero . Ma , i socialisti e
la plutocrazia creano un Governo che del contri
buente se ne infischia, e che per dare salari agli
operai deve dare profitti al capitale . La Banca d'Ita
lia obbliga le banche private a fornire i capitali. È
essa medesima costretta dal Governo ad agire così.
Le banche che hanno fornito il capitale, stipulano
forniture con il Governo e gli operai stipulano salari
e otto ore e sabato inglesi e lunedi italiani.
Chi paga tutto è l'incurable imbecile del Gobier.
Ma, si dirà, va bene per l'Ilva, è un caso spe
ciale , tanto più che il Governo le tolse 150 milioni
di sopraprofitti di guerra , che ora si vede dove
stessero !
X. PLUTOCRAZIA E BOLCEVISMO GIUDAICO 219

No , Mussolini mio , L'istessa storia la vedrai con


Ansaldo. Vedrai che pace e che amore ti offriranno
i vari Modigliani , Treves, mentre per la platea fin
geranno clamorosa guerra. Vedrai che bocche, at
teggiate a culo di gallina, ti faranno i vari Della
Torre e gli altri fratelli in Sion e Oriente .
Perchè la cosa è questa. Se quei ragazzi che ti
si schierano attorno sapessero capire altrettanto bene
quanto sanno sentire rettamente , se l'intelligenza
avessero fine e la cultura soda quanto hanno il cuore
puro e ricco di note , l'Italia non fallirebbe, l'Italia
non sarebbe presa dallo straniero a pedate , l'Italia
non sarebbe sfruttata , oltre le sue forze, oltre il suo
enorme coraggio , oltre la impareggiabile sua probità
e laboriosità , dalla canaglia bolcevica, dai sornioni
socialisti e dal farabuttismo plutocratico.
Ma, il primo a non capire, sei te, Mussolini !
La Vita italiana, 15 luglio 1921.
1
)

XI

IL PACTOLO DEI SORNIONI

1. Le cooperative socialiste sono un vescicante che alimenta i diri.


genti del sovversismo. — 2. Quanto sia difficile avvertire il pub
blico che lo si sta borseggiando . -- 3. Breve sunto dell'opera di
G. Preziosi . – 4. Il pubblico confida nella tutela per parte del Go
verno . 5. Eppure lo ha visto « assente », — 6. La verità è che il
Governo è bolcevico . – 7. E si oppone a una inchiesta parlamen
tare . -- 8. Con Nitti si strinse la lega tra Governo e bolcevismo . -
9. I saccheggiatori delle cooperative vogliono dare da intendere
che da Preziosi e da me si insidii la cooperazione. – 10. La coo
perazione è forma semplice e sana di attività economica . Non ri.
chiede credito bancario. – 11. È un miracolo che il Paese regga
alle dilapidazioni di cui è vittima. Il fascismo vuole ritorno alla li
bertà economica e politica.

1.- I dirigenti le cooperative socialiste fanno


quattrini a palate , per sè medesimi e per la espli
cazione del programma socialista e bolcevico . La
cooperazione come sistema di organizzazione di con
sumatori o di produttori non ha nulla che vedere con
l'opera loro . La cooperazione socialista non consiste ,
come quella borghese , nel guadagnare producendo ,
a minor costo di industriali , commercianti , o pro
prietari fondiari,> merci e servizi per una cerchia di
consumatori , ma bensì nello ottenere dallo Stato , e
precisamente dal Governo e dalla sua burocrazia ,
222 BOLCEVISMO ITALIANO

gratis , o sotto costo , merci , stabilimenti , officine,


terreni , navi, danaro, e forniture, e monopolii di ser
vizi e prestazioni . Le cooperative socialiste falliscono,
ma i dirigenti s’arricchiscono e i bolcevichi possono
finanziare i loro giornali, stipendiare i loro sgherri e
armarli conformemente alle esigenze dei moti rivo
luzionari che allestiscono . Lo Stato cede e concede .
Talora perchè ha paura del bolcevismo , e crede e
spera di comprare dai nuovi barbari se non la pace
un arinistizio ; il più delle volte per complicità con
i socialisti , complicità nelle finalità bolceviche , e
complicità economica nello affare.
Ecco quanto il dott. Preziosi ha saputo dimostrare
in una serie di articoli pubblicati nel Giornale d'Italia
e ora raccolti in volume. Al quale , se un'inchiesta
parlamentare non interverrà, farà seguito un'altro an
cora, a ciò che non riesca il turpe salvataggio che ora
tenta il ministro Beneduce .

2. - Certo , non è oggi che questo brigantaggio


e questa organizzazione di truffa cooperativista ven
gano scoperti !
Ma tale e tanta la difficoltà di rendere noto
malversazioni e rapine al pubblico , sebbene soltanto
in suo danno queste si operino , che occorrono molto
lavoro, eccezionale energia , indomito coraggio civile
e sottile acume, ma poi ancora la fortuna di otte
nere il concorso di un giornale molto diffuso e finan
ziariamente indipendente , per riuscire a creare un
argine alla dilagata e ogni giorno maggiormente di
lagante corruzione .
Imperocchè mentre ogni privato cittadino è stre
nuamente occupato nelle proprie faccende, gli inte
ressati fanno fare silenzio nella loro stampa , partecipe
nel ladroneggio ; la maggioranza del pubblico è tanto
XI . IL PACTOLO DEI SORNIONI 223

ignorante da non capire la più semplice delle argo


mentazioni e perciò questa , che sul contribuente rica
dano i conti da saldare ; moltissimi pensano che se essi
non si muovono , ci saranno altri che lo faranno e che
per essi resta quindi gratis il divertimento di assi
stere alla lotta e di farcisi delle risate; altri ancora
pensano che sono tanti i guai della politica italiana ,
che quello del pickpocketismo socialista non ne è che
un numero e non il più grave ancorchè a qualche
miliardo ascenda .
Intanto i dirigenti la cooperazione rossa non si
contentano di fare essi , una volta tanto , quei quat
trini che cosi possono fare e poi di ritirarsi a vita
privata, lasciando che altri ladroni e ladruncoli ,
loro allievi , prendano il loro posto e continuino il
loro mestiere ' . Chè , se così fosse, tutto si ridur
rebbe ad una aliquota fissa delle imposte che il
contribuente non - cooperatore pagherebbe, aliquota

1 È legittimo usare a loro riguardo queste qualifiche per


chè esula completamente dalla attività e dai sentimenti dei
caporioni del proletariato , che fingono di difenderne gl'in
teressi e di esserne i martiri , ogni traccia di compassione
per la povera gente .
Per essi le masse operaie sono « bestiame senza anima e in
telligenza che va trattata col bastone e di cui trattasi di riem
pire il truogolo » .
Leggesi nell'' rdine Nuovo del 23 giugno 921 : « Quando fu
fondato l'Ordine Nuovo settimanale e fu iniziata la cam
pagna per i Consigli di fabbrica, che dovevano essere gli
organismi in cui s'incarna la tendenza storica proletaria
verso l'autonomia industriale e l'auto- governo , i compagni
dell'Ordine Nuovo erano continuamente tartassati dall'iro
nia rinocerontesca di tutti gli Oreste Bertero della Fiom :
- Voi siete degli illusi, siete degli intellettuali , non conoscete
le masse operaie ; gli operai sono egoisti , sono bestiame senza
anima e senza intelligenza: bisogna trattarli col bastone , come
224 BOLCEVISMO ITALIANO

stabile , ovvero statica come ora si dice , sborsata


a favore della nuova maffia e degli eredi suoi nel
l' « uffizio » . Ma così non è . Trattasi di palla di neve ,
che si fa valanga , che crescit eundo, e la aliquota
del contribuente a favore delia cooperazione socia
lista è progressiva, ovvero dinamica, come ora è
moda di dire .

3.
-

- E questo pure è quanto può vedersi nel vo.


lume del dott . Preziosi .

i cani , e riempire il loro truogolo , perchè si riem piano il ven


tre e siano tranquilli » .
E l Idea nazionale del 25 giugno commenta giustamente :
<
« Che progressi che fa il mondo ! Ai tristi tempi antichis
simi , quando la terra era governata dai sanguinari tiranni ,
un re di Francia voleva fare che i suoi sudditi ( egli non li
chiamava , per quanto fosse molto spregiudicato , bestiame senza
anima, ma miei figliuoli), almeno avessero tanto da poter man
giare un poulet. Li trattava da cristiani . I re socialisti spin
gono il proletariato al truogolo . Avanti, avanti , bestiame sen
z'anima e senza intelligenza ; aiutaci a conquistare il potere ;
avanti , sta tranquillo , riempiremo il tuo truogolo , che altro
vuoi ? Noi non siamo imbecilli come i re borghesi che non
ti conoscevano, e qualche volta ti amavano e qualche volta
temevano , noi sappiamo chi sei . Avanti : pane e bastonate ,
canaglie !, .
Ma, la legittimità delle qualifiche risulta ancora da que
sto , che sono qualifiche che essi si distribuiscono tra di loro .
Costantino Lazzari venne accusato da Filippo Turati di es
sere stato un ladro ; Morgari accusò Enrico Leone di aver
preso quattrini da Scarano , in occasione del famoso trucco
di Giolitti di far fare dal Governo le spese di un giornale
anarchico ; Enrico Ferri ebbe alle calcagna tutta la muta
dei socialisti riformisti per 5000 lire date dalla Banca d'Italia
all'Avanti !; Arturo Labriola lavò la testa a Turati , non con
sapone , ma con potassa caustica ; ed è di ieri l'accusa fatta
a Giacinto Serrati di aver accettato da uno spione di Nitti
20.000 lire per l'Avanti !
XI . IL PAOTOLO DEI SORNIONI 225

Il quale, riassunto per sommi capi , dimostra


questo :
Che la Lega nazionale delle cooperative è sotto
mentite spoglie, un organo prettamente socialista.
Che mediante cooperative socialiste, di cui la
Lega è l'organo federale, questa fa opera di media
torato parassitario tra ditte industriali e Governo.
Che sempre a mezzo di confederate, essa ha fatto
opera di bagarinaggio con il comune di Milano e con
l'Annona di Roma e di strozzinaggio .
Che , per questa via , la troviamo associata a im
prese capitalistiche minacciate di fallimento .
Che è menzognera quasi ogni affermazione dei
cooperatori rossi concernente la loro consistenza pa
trimoniale e i loro mezzi, allorchè carpiscono con
tratti al Governo e ingenti sussidi.
Che l'Istituto nazionale di credito per la coope
razione di cui il capitale è stato formato dagli Isti
tuti di emissione e da Casse di Risparmio , è diventato
la banca del bolcevismo ; che esso è in istato latente
di fallimento , e tale un pozzo di scorrettezze che , se la
Magistratura in Italia ancora funzionasse, gli Ammi
nistratori sarebbero nelle mani del Procuratore del
Re , all'infuori di un paio , o tre, cariatidi che per
senilità andrebbero mandati a casa.
Che l'Unione nazionale edilizia è un'altro covo
di briganti, in combutta con pseudo cooperative ,
ossia cooperative rosse .
Che le cooperative rosse funzionano da compagnie
di assicurazione ogni qualvolta c'è un affare losco
da condurre in porto a danno dell'erario ; chè , cosi ,
collaborando, truffaldini borghesi con audaci briganti
bolcevici , tace la canea socialista .
Che la Massoneria non è estranea all'affarismo
TU
171116

rosso .
DI
O
UT

M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano . 15


FACO
SCINA
PDOI LIT ENZO
ICHE

*
226 BOLCEVISMO ITALIANO

Che il Comitato nazionale cooperativo del lavoro


è in liquidazione e dovrebbe invece considerarsi in
bancarotta , se non vi fossero certi patroni .
Che pericolose curiosità in Senato e alla Camera
vennero eliminate dai bolcevici Labriola e Modigliani.
Che è fallito il Consorzio cooperativo minerario to
scano e dovrebbe anche questo fallimento interessare
il Procuratore del Re .

1 Si leggano , ora che è dichiarato il fallimento del Con


sorzio cooperativo minerario , creazione dell'on . Umberto
Bianchi , distinto bolcevico , le insolenze e le sfacciate van
terie con le quali egli ha osato rispondere, nell'Avanti ! del
l'8 luglio , al senatore Albertini che aveva detto che la
cooperazione socialista vive con l'elemosina dello Stato ed a
8pese dei contribuenti.
Voleva l'on . UMBERTO Bianchi l'elenco delle cooperative sus
sidiate . Ecco le sue parole :
« Io sfido il senatore Albertini a citare l'elenco delle
cooperative « sussidiate » dallo Stato e a documentare i casi
di cooperative che siano vissute o vivano a spese dei con
tribuenti.
« È un pezzo, ormai, che gli avversari della cooperazione
operaia mettono in giro questa parola scema dello Stato favo
reggiatore e pagatore , e la diffamazione deve finire ! L'onore
vole Albertini reclama « che il Tesoro rediga un conto ed una
relazione degli aiuti dati dallo Stato alle cooperative e del
>
l'onere che esse rappresentano » (il resoconto del Senato a
questo punto registra un benissimo !) Ebbene ; reclamiamo
anche noi questo conto ! Venga fuori questo famoso conto !
Lo invocherò io stesso con una speciale interpellanza alla
Camera. E si vedrà che il fare questo ... non è possibile,
giacchè nessuna sovvenzione venne data mai dallo Stato alle coo
perative socialiste , e nessuno aiuto a spese dei contribuenti !
« Gli aiuti dello Stato, a spese dei contribuenti, vennero
dati soltanto , per molti milioni, al... Corriere della Sera du
rante tutto il periodo in cui lo Stato a spese dei contri.
buenti ! — cedeva la carta da giornale a prezzo di favore al
C
« Corriere » per incoraggiarlo a stampare che la guerra sa
XI. IL PACTOLO DEI SORNIONI 227

Che a Castenaso il Consorzio metallurgico è una


impresa bolcevica , che ha soppresso una vera coope
rativa di lavoratori , e ha finanziato le sommosse di
Bologna. Pur essendo in fallimento, continua il sac
cheggio dei materiali a favore dei cooperatori rossi .
Che a Terni è in corso un carrozzone per il quale
l'esercito non avrà più armi senza permesso dei rossi .
Che il Consorzio navale cooperativo a Pozzano si
costituisce con un capitale di 18 mila lire e subito
mangia due milioni ai contribuenti .
E l'elenco delle malefatte di queste associazioni
di delinquenti continua .

4. Purtroppo questa « campagna » del Preziosi


è una necessità . Gran parte del pubblico si culla an
cora nell'opinione , che se un qualche servizio pub
blico non funziona che se, ad esempio , le ferrovie ,

rebbe durata sei mesi e che l'Inghilterra e la Francia ci


erano tenerissime amiche .
Le cooperative socialiste si sono finanziate presso le
Banche pagando regolarmente interessi e premi che oggi sal
gono anche all'8 e al 9 per cento ! E se ci sono cooperative
che non hanno restituito il danaro , che non hanno pagate
le cambiali e che , proprio in questi giorni , le hanno mandate
in protesto per parecchi milioni , queste sono proprio le pseudo
cooperative degli amici interventisti e nazionalisti del sena
tore Albertini ! Alla Camera io « proverò , con fatti precisi e
seguendo il mio antico metodo della documentazione, che
-
– per esempio – al Consorzio cooperativo minerario , che dà
tanto nel naso all'egregio contraddittore , non solo lo Stato
non ha mai elargito un solo centesimo , e non ha fatto un
solo favore, ma gli ha procurato e gli procura noie , preoc
cupazioni e perdite di denaro » .
Giovanni Preziosi l'ha servito , l'audace bolcevico , con
l'elenco delle cooperative sussidiate , ladre e truffaldine !
E il suo Consorzio minerario è nel gruppo di quelle di
cui ora conosciamo le mirabolanti speculazioni ! Nevvero ?.
228 BOLCEVISMO ITALIANO

la posta ed i telegrafi, i servizi portuarii, e la sicu


rezza pubblica non prestano i servizi che il contri
buente e gli utenti strapagano , un rimedio sia offerto
nel ricorso al Governo a ciò che faccia funzionare i
propri servizi a quel modo che vogliono le leggi e la
loro ratio juris, cioè quale questa era allorchè l'Unità
italiana venne creata ed il Governo in Italia, come
in gran parte d'Europa, era in mano del partito li
berale. Gran parte del pubblico ancora si immagina,
che se una cricca dà l'arrembaggio al bilancio dello
Stato , giovi , anzi basti , richiamare l'attenzione di un
dicastero su quanto accade perchè allo sconcio sia
posto riparo !

55. Eppure il pubblico ha veduto che il Governo


è stato ognora , come il pubblico stesso dice, « as
sente » : assente, allorchè i socialisti invadevano case
e campi ; assente, allorchè taglieggiavano con im
poste e con penali i dissenzienti ; assente, allorchè
rifiutavano in regime di restrizioni alimentari , le
carte del pane ai borghesi; assente, allorchè si im
possessavano di fabbriche e navi ; assente, allorchè
creavano guardie rosse e sbarravano le strade pro
vinciali ; assente , allorchè stabilivano , essi , prezzi di
calmiere e svaligiavano negozi ; assente, quando ces
sava il servizio ferroviario, o quello postale , o quello
telegrafico, o quello telefonico, o quello tramviario ,
o quello della luce elettrica ; assente , se navi non
potevano salpare, o scaricare ; assente, se truppa e
regie guardie erano costrette a scendere da vagoni
o navi ; assente , quando le polveriere saltavano, bo
schi si incendiavano , cittadini cadevano vittime di
imboscate e sindaci socialisti erano a capo degli as
sassini . Tutto questo il pubblico non l'ha veduto e
non l'ha vissuto ?
XI . IL PACTOLO DEI SORNIONI 229

Certo ! Ma « l'assenza » del Governo esso finge di


accettare come spiegata dalla sua impossibilità fisica
di fermare, o reprimere, movimenti generali del ge
nere di quello che viene di essere citato ! Come im
pedire la occupazione delle fabbriche per parte dei
social- comunisti senza spargere fiumi di sangue ?
Come impedire uno sciopero ferroviario e palliarne
gli effetti ? Che fare se i telegrafisti non vogliono
telegrafare ? Come disarmare le guardie rosse senza
ingaggiare battaglia contro di loro ?
E il pubblico continua a credere che , se il Go
verno potesse, il Governo vorrebbe e provvederebbe !

6. - Di fronte a questa mentalità pubblica è pur


necessario mostrare come oramai la invasione bol
cevica ha raggiunto il Governo centrale e che è nel
Governo italiano che le manifestazioni di bolcevismo ,
comunismo e socialismo sporadico hanno il loro mag
giore sostegno. Va dimostrato che è con la conni
venza , con la cooperazione e con la cointeressenza di
uomini che sono , o sono stati , al Governo , della bu
rocrazia dei ministeri e delle prefetture, di deputati ,
e persino di qualche senatore , che il bolcevismo di
lapida l'erario pubblico e si impadronisce , con la
violenza , dei più importanti servizi pubblici .
Che se il Governo centrale ancora tarda ad in
nalzare bandiera rossa cið avviene soltanto per la
paura che il « fascismo » sostituisca alle piccole ed
isolate sue spedizioni punitive, che sono in stretta
correlazione con le aggressioni disseminate dai bol
cevici , una offensiva unica, organica e risolutiva ,
diretta alla distruzione del centro della infezione.
Non è forse un fatto che i ferrovieri e i postele
grafonici rimasti fedeli allo Stato, prestandosi a fare
il loro servizio con coraggio e devozione durante lo
230 BOLČEVISMO ITALIANO

sciopero dei « compagni » , venissero poi , a sciopero


debellato per opera loro , dal Governo traslocati come
esigevano i caporioni dello sciopero , e negli uffici
malmenati, senza l'intervento della forza pubblica ,
dalla canaglia che aveva disertato il servizio ?
Ma, non è questo un parteggiare del Governo a
favore degli scioperanti , e dolersi che , per opera di
impiegati ancora devoti al proprio dovere, non fos
sero riusciti a sabotare lo Stato ? Non è ovvio che i
dirigenti lo sciopero avessero colleghi , più di loro
sornioni, nel Governo ?
Non è un fatto , ripetutosi ieri , ( 10 novembre 921)
questo , che in occasione dello sciopero organizzato
dal bolcevismo per paralizzare la radunata in Roma
dei fascisti che rendevano omaggio al soldato ignoto ,
sciopero per il quale Roma non ebbe più nè treni , né
trams, nè giornali “ , - e per disposizione governa
tiva nemmeno automobili private, il Governo proi
bisse ai tramvieri della Associazione nazionale di
prendere servizio e spezzare lo sciopero dei com
pagni ? ; che il Governo impedisse l'Associazione na
1 Non avevano i tipografi detto che dovevano le tipo
grafie essere tabu perchè essi , tipografi, erano apolitici, stam
pavano per ogni partito , non scioperavano che se era in causa
un loro interesse economico di classe ? !!
2 La proibizione si ebbe mediante un fonogramma del
Questore di Roma del seguente tenore : « N. 134623, ore 9,30:
Sono stati affissi manifesti dell'Associazione nazionale tram
vieri con i quali si invitano i tramvieri a recarsi alle ore 11
nei Depositi per fare uscire le vetture ed assumere servizio.
Avverto che senza autorizzazione esplicita dell'autorità po
litica nessuno deve accedere nei depositi tramviari. – F.to il
Questore Valente » . - Contemporaneamente il Prefetto esi
geva dal Sindaco la assicurazione scritta che la corrente
c

elettrica fosse tolta da tutta la rete » ? ! Non è questo collu


sione con gli scioperanti per parte del Governo ?
« Dopo tre giornate di insistenza i tramvieri nazionalisti
s
XI . IL PACTOLO DEI SORNIONI 231

zionale dei ferrovieri, che è apolitica, di trovare


impiego sui treni e sulle macchine ferme, perchè
bastavano essi a far muovere 20 treni nelle 24 ore ?
Che il Governo avrebbe potuto immediatamente
e completamente battere i ferrovieri scioperanti , se
non fosse stato ben lieto di sabotare la riunione dei
fascisti e di compiacere ii deputati e le organizzazioni
socialiste , è cosa toccata con mano da chi allora era
in Roma , ma apparirà chiaro anche a chi ne era lon
tano dal seguente comunicato della Associazione na
zionale dei ferrovieri del 15 novembre :
« Appena avute le prime notizie sulla improvvisa
proclamazione dello sciopero da parte dei ferrovieri

ottennero la revoca di un preciso ordine impartito dalla Pre


fettura alla Direzione dell'azienda tramviaria e alla Società
romana in virtù del quale si proibiva nella maniera più ca
tegorica l'uscita delle vetture e l'accoglimento delle domande
dei tramvieri di riprendere il lavoro : incredibile ma vero .
« Ottenuta finalmente tale revoca ieri fu potuto effettuare
C

un servizio tramviario ridotto che fu disimpegnato da con


ducenti dell'Associazione nazionale tramvieri coadiuvati da
graduati della regia guardia pratici della manovra .
<
Altre squadre di tramvieri nazionalisti furono impiegate
alla pulitura dell'intiera linea dopo tre giorni di interruzione
del servizio e a mettere in efficienza, nelle officine e nei de
positi , motrici, rimorchi, ecc. invece di tener pronto tutto il
materiale per una immediata ripresa del servizio .
Ciò infatti ha reso possibile stamane la sollecita e in
tegrale ripresa fin dalle prime ore della mattina .
« I tramvieri dell'Associazione nazionale si sono tutti
ieri prodigati lavorando ininterrottamente fino a sedici ore
rendendosi meritevoli del sincero ed incondizionato plauso
di tutta la cittadinanza » ,
Vedi Idea Nazionale, 15 nov. n. 269 e 17 nov. n. 272, 1921.
>

L'istesso accadde , cioè , il rifiuto di servirsi di tramvieri


fedeli al loro dovere, il 17 luglio 1920. L'offerta venne fatta
dall'Unione popolare antibolcevica. Giornale d'Italia, 1920,
n . 170 .
232 BOLOEVISMO ITALIANO

del Compartimento di Roma, il C. C. E. dell'Associa


zione nazionale ferrovieri si riunì d'urgenza per con
cretare i provvedimenti atti a permettere la effettua
zione del servizio viaggiatori. Molto facile fu invero
il compito del predetto C. C. E. in quanto i soci della
Sezione di Roma e quelli inscritti nelle altre sezioni
del Compartimento appartenenti alle specialità mac
chinisti, fuochisti, capi conduttori , conduttori, frena
tori , manovratori, deviatori , accenditori e manovali ,
compatti, in osservanza alle precise norme statutarie ,
rimasero ai propri posti di lavoro , salvo pochi, che
potendo rimanere vittime di possibili violenze comu
niste , perchè come al solito, assolutamente indifesi
dalle autorità , dovettero a malincuore abbandonare
il lavoro . Questi ultimi però si presentarono pron
tamente alla Sede del C. C. a prendere ordini .
I membri del C. C. appartenenti ai servizi attivi ,
concretati gli ordini e le disposizioni da emanare ai
soci , si presentarono in stazione, lasciando il com
pito di mantenere il collegamento fra i soci della
Sezione di Roma e gli uffici ferroviari interessati
nel movimento dei treni agli altri colleghi del Co
initato .
È da notarsi che a Roma, oltre ai soci della lo
cale Sezione, si presentarono in servizio anche il
ff. di macchinista Vaglianti della Sezione di Bologna
ed il capo conduttore Colombari della Sezione di
Aquila ; il primo di passaggio da Roma ed il se
condo qui di servizio per aver scortato un treno da
Orte all'inizio dello sciopero .
Il 75 per cento dei treni effettuati dal giorno 9
!
furono equipaggiati con personale inscritto all'As
sociazione nazionale ferrovieri mentre il rimanente
fu potuto effettuare da personale militare e da per
sonale appartenente a depositi fuori Compartimento .
XI . İL PACTOLO DEI SÓRNIONI 233

Da notizie ricevute risulta che tutti i soci dei


Compartimenti di Roma rimasero in servizio, dimo.
strando di essere disciplinatissimi ed ossequienti agli
ordini emanati dal Comitato centrale dell'Associa
zione .
Parimenti disciplinatissimi si dimostrarono i soci
della Sezione di Roma , in servizio sulla linea Roma
Civita Castellana-Viterbo. Infatti sul tratto Civita Ca
stellana-Viterbo venne effettuato il servizio viaggia
tori ridotto , mentre sul tratto Civita Castellana- Roma
il servizio non fu potuto effettuare per mancanza di
energia elettrica » .
Dovrebbe riuscire perfettamente ridicolo l'intento
di voler spaventare il pubblico con la pretesa del
Governo di non sapere come fronteggiare scioperi
generali .
Scioperi dei telegrafisti sarebbero resi impossibili ,
se il Governo dotasse le principali stazioni dei ca
rabinieri di impianti di telegrafia e telefonia afila .
Scioperi postali sarebbero resi impossibili , se il Go
verno non proibisse , come violazione del suo mono
polio postale, che i privati , cioè le associazioni di
commercianti ee di industriali, organizzino un servizio
postale privato, organizzazione questa che si avrebbe
entro 24 ore, in forma assai più perfetta di quella
governativa, tra tutti i grandi centri del paese , il
che metterebbe il Governo in grado di servirsi di
altri suoi mezzi per fare il servizio postale per i
centri più piccoli . Sarebbe ridicolo temere scioperi
di gente di mare , se il Governo non impedisse l'ar
ruolamento di stranieri e in particolare di hindoos
e non ostacolasse il lavoro di marine estere. Ma è
precisamente gran parte del Governo che è bolcevico
e in lega con i caporioni degli scioperanti !
Non ha dato luogo a una inutile interrogazione
234 BOLCEVISMO ITALIANO

alla Camera per parte dell'on . Olivetti il fatto che


Arturo Labriola, Ministro del Lavoro , cognato
del bolcevico Fischmann della missione bolcevica
russa , – sussidiasse gli scioperanti con i mezzi del
fondo per l'assicurazione contro la disoccupazione
involontaria e che è formato con i contributi dei da
tori di lavori, dei prenditori di lavoro e dello Stato ?!
(Idea nazionale, 28 giugno 1921 ) .
E , non era questa del Labriola soltanto una di
versa forma della politica seguita dai suoi predeces
sori i quali nelle aziende dello Stato pagavano le
giornate di sciopero come se fossero state giornat
di lavoro e alle aziende private imponevano l'istesso
obbligo sotto pena di negare loro ogni protezione ?
Non è un tenere il sacco ai bolcevici , allorchè
il Governo toglie il « porto d'armi » ai cittadini che
non sono operai , ben sapendo che gli operai porte
ranno armi anche senza porto d'armi e che esso Go
verno non è in grado o non si cura di conseguire
la incolumità personale dei cittadini ?
Si è mai visto altrove, che un segretario del par
tito ufficiale socialista riceva dal Governo , all'insa
puta del Ministro degli Esteri , il mandato di trattare
con un altro Governo e cið per giunta in città nella
quale c'è un nostro Ministro che nulla sa di quanto
avviene ? Ebbene , allorchè era Presidente del con
siglio Cagoia , Ministro degli Esteri Vittorio Scialoja
e Sottosegretario agli Esteri il conte Sforza, il so.
cialista Nicola Bombacci, una delle figure più ridi
cole del Parlamento , è incaricato dal governo ita
liano di trattare a Copenaghen , dove c'è un nostro
Ministro, con la Russia lo scambio dei prigionieri !
Chi , nel Governo italiano , è stato il bolcevico che
al Bombacci ha dato la rappresentanza dello Stato ?
Nitti ? Scialoja ? Sforza ? O tutti tre ? O due soli ? 0
XI. IL PACTOLO DEI SORNIONI 235

il più indegno dei tre ? È il Bombacci un ex mae


stro elementare . Venne destituito in seguito à pro
cesso disciplinare dalla scuola di Monticelli d'On
gina . Diventò Segretario della Camera del Lavoro di
Modena, poi , con Lazzari , membro della segreteria
7

del Pus . Durante la guerra è condannato a 2 anni di


carcere per preparazione di insurrezione ! Ecco l'am
basciatore speciale di S. M . ! ? E poi come non rico
noscere che i manutengoli sornioni del bolcevismo
stanno proprio nei supremi gradi del Governo ?

7. Occorreva premettere quanta e quale fosse


l'infiltrazione bolcevica negli ordinamenti del nostro
Stato , perchè il pubblico comprendesse la inutilità di
ogni lotta contro il succhionismo delle cooperative
rosse, se esso sceglieva come campo in cui espli
carla una qualsiasi forma di appello al Governo . Ed
invero , nel luglio 1921 l’on . Nicola Serra aveva pre
sentato la seguente interrogazione :
<
Interrogo il Ministro del Tesoro e del Lavoro per
conoscere a quanto ammontano le sovvenzioni com
messe finora dallo Stato alle cooperative di ogni ge
nere ; e quante e quali persone con mandato parla
mentare o con altre cariche pubbliche hanno eser
citato o esercitano nelle cooperative stesse funzioni
direttive, amministrative o di propaganda comunque
retribuite » .
Chi s'è curato di rispondergli ?
Il 5 di aprile 1921 il senatore Carlo Ferraris aveva
chiesto l'elenco delle sovvenzioni fatte dall'Istituto
nazionale di credito per le cooperative.
Chi si è curato di rispondergli ?

1 Vedi : Politica, Criterii ed Eventi ; nel fronte interno,


pp. 27-50. Edit. Gius. Laterza, Bari. Oppure : Vita italiana,
15 ottobre 1917.
236 BOLCEVISMO ITALIANO

Giovanni Preziosi domanda una inchiesta parla


mentare . Vergnanini da buon sornione finge di ap
poggiare la domanda e promette di farla appoggiare
nel Senato dal Della Torre . Oibo ! Svelto, svelto, il
Ministro Beneduce nominava una commissione d'in
chiesta amministrativa, composta di persone scelte
con oculatezza da lui , che eviteranno una inchiesta
parlamentare ! Dal che apparisce chiara la conni
venza governativa e che soltanto suonando a stormo
la campana a mezzo di un grande giornale , e con
tenace perseveranza , e istruendo in esso il processo
che il Governo mai farà, e parlando al pubblico
finchè il pubblico si ammutina contro lo sperpero
del danaro pubblico e contro la camorra del Governo
e della sua burocrazia , si può ottenere che deputati
interroganti e interpellanti siano spalleggiati da una
forza politica adeguata per ottenere un esame sin
cero e pubblico dei conti delle cooperative e delle
compromissioni di uomini politici e di impiegati nelle
avvenute ladrerie. E verrà a questo modo anche
giorno in cui la magistratura, per quanto guasta e
timida , dovrà muoversi, perchè sarà essa resa ancora
più timorosa del furore pubblico di quello che non
sia dei propri superiori gerarchici , e perchè sarà
costretta a sembrare meno guasta di quello che essa
non sia. Occasione di tal genere si presenterà, pen
siamo, quando , ad esempio sarà stato costretto il
pubblico a comprendere, come i mezzi forniti dal
Governo a cooperatori abbiano in realtà servito a
commettere l'eccidio della sala del Consiglio comu
nale di Bologna e ad armare il bolcevismo bolognese.

8. -
- Il Pactolo del socialismo sornione frutta pa
gliuzze d'oro che valgono molte, ma molte centinaia
di milioni .
XI . IL PACTOLO DEI SORNIONI 237

Hanno robusto l'appetito gli uomini che capeg


giano il proletariato bolcevico ! Al proletariato la
miseria, a ciò che resti bestia selvaggia, ignorante
e famelica. A loro « la vie large » , come la voleva
la buon anima di Jaurés 1. Più fini nei loro metodi
di rapina di quello che non lo siano stati i loro col
leghi dei sovietti russi ed ungheresi , ma avviati da
costoro con una prima « mise de fonds » ? , hanno gli
italiani saputo organizzare un sistema di drenaggio
a gettito continuo, ossia di succhionismo perfezio
nato , di cui i collaboratori e manutengoli stanno
nel Governo istesso e nella sua burocrazia .

1. Vedi URBAIN GOHIER : La Sociale, Paris, p. 136. E Ré


ponse aux socialistes du Kaiser : Comment je n'ai pas tué
le traître Jaurés.
2 Nella Revue communiste di CH . RAPPOPORT , fascicolo per
novembre 1920, p. 278, si fa questo complimento ai comunisti
italiani :
« Per l'aiuto finanziario fornito dalla Internazionale co
munista ai partiti alleati ( fraternels, nel testo), hanno me
nato grande scalpore nei vari paesi dell'Europa i demosociali
gialli , appoggiati da tutti i delatori della stampa borghese .
Questi medesimi individui che non hanno vergogna di ac
cettare aiuti materiali dalla Lega delle Nazioni, urlano per:
chè i lavoratori di un paese aiutano quelli di altri paesi. È
vero che gli operai hanno considerato la faccenda assai di
versamente . I comunisti italiani, ad esempio, hanno con fierezza
apertamente dichiarato non aver potuto compiere certe cose altri
menti che in grazia dell'aiuto fraterno della Internazionale comu
nista » .
Questo passo trovasi nel rapporto presentato da Zino
vief, Presidente del Soviet centrale, al secondo Congresso
della Internazionale comunista di Mosca del 1920 .
È verosimile che tra le « certe cose , che gli operai non
avrebbero potuto fare senza l'aiuto delle varie Balabanoffe,
c'è la sommossa di Torino che precedette Caporetto, e sa
prebbe darci di ciò notizia precisa l'on . Caporetto, alias Clau
dio Treves .
238 BOLCEVISMO ITALIANO

Cid si ebbe già prima del ministero Nitti, sotto


i numerosi ministeri Giolitti . Ma il fenomeno ingi
ganti sotto il malgoverno nittiano, quando egli si
mise a sognare una collaborazione socialista con il
Modigliani, il Treves e il Turati, per un prossimo
placido tramonto della monarchia e la sua presidenza
della repubblica socialdemocratica italiana ' .

9. – Vorrebbero, gli imputati di malversazione e


scrocco e di impudente dilapidazione dell'erario pub
blico, dare da intendere che Preziosi ed io si attacchi
la «cooperazione » ! Avremmo sparlato di Garibaldi !
È deplorevole che questo preconcetto manifestino
anche altri che con i primi nulla hanno che vedere .
Così, ad esempio, ci duole di leggere nel « Sin
dacato cooperativo » questo inciso : « Ora a noi non
sfugge l'esatta portata della campagna giornali
stica sferratasi contro la « Lega ». Sappiamo troppo
bene che i fini propostisi dagli accusatori non sono
soltanto quelli di combattere la cooperazione rossa e
le sue sconce degenerazioni, ma di colpire la coope
razione tutta intera e magari il principio cooperativo » .
Come può l’autore dell'articolo conoscere i fini -
di Preziosi e i miei , se non li desume dai nostri
scritti ?! Perchè questa insinuazione disonesta, so
vratutto da parte di chi , nel medesimo articolo
pur scrive :
« Del resto alla « Lega » doveva capitare presto
o tardi un guaio siffatto. È la sorte che attende co
loro che si dimostrano eccessivamente furbi ed abili.

1 Questo sogno sognato da Nitti e Modigliani venne am


piamente documentato dalla Idea nazionale . Documenterà in
una prossima occasione G. Preziosi, quali mirabolanti istru
zioni avesse Nitti dato , allora Ministro , per l'atteso muta
mento di regime , a delegati suoi negli Stati Uniti !
XI . IL PACTOLO DEI SORNIONI 239

« Ora i signori della Lega » si erano proposti un


programma di attività che è un monumento di fur
beria, un miracolo di sapienza truffaldesca . Eccone
i capisaldi :
« 1º Dare alla cooperazione , la quale non è stata
mai un istituto economico di battaglia e d'opposi
zione sul terreno politico , un contenuto classista e
rivoluzionario . Porla quindi sotto la protezione del
partito socialista il quale, come partito di masse , do
vrebbe servire a compiere la funzione di bravo o di
spaventapasseri contro il pavido Governo ;
« 2° Parallelamente all'azione intimidatrice del
partito , svolgere presso il Governo un'altra azione
tutta dolce ed insinuante inducendolo nella persua
sione che il mezzo più acconcio , per evitare le cru
dezze della lotta di classe e la rivoluzione , sia quello
di essere largo con i cooperatori socialisti , tutti gra
dualisti , tutti ragionevoli e ricostruttori ... ;
« 3º Raccogliere i frutti dell'azione combinata
di cui ai numeri 1 e 2 , e ingrassarsi e ingrassare
una piccola ma vorace clientela, ingannando i rivo
luzionari sinceri e i conservatori di scarso acume .
« Sono miracoli di raffinatezza e di abilità come -

ognuno vede - che hanno pecessariamente un equi


librio instabile e che in un tempo più o meno lungo
sono destinati a fallire » 4 .
Di grazia, che ce ne importa , a Preziosi e a me ,
se c'è della gente cui piace di far parte di una coope
rativa di consumo , o altra gente che si costituisce

1 Il Sindacatò cooperativo, 28 ottobre , 4 novembre 1921 ,


anno II , nn . 3-4 , Roma, Via della Scrofa , 39. Non vede chiun
que che sono identiche, nella loro formulazione generale o
astratta, le critiche del Preziosi e quelle dell'autore dell'ar
ticolo citato ? E perché , allora, attribuire a Preziosi e a me
intenzioni che l'autore non attribuisce a sè medesimo ?
240 BOLCEVISMO ITALIANO

in cooperativa di produzione ? Che danno ce ne viene ?


Che utile , se non lo fanno ?
Per contro , coloro che simulano di essere coope
ratori e con questo bandierone dilapidano la finanza
pubblica e ancora con questo mezzo si fanno attri
buire monopolii e privilegi , che costringono il pri
vato cittadino a limitare la sua sfera di attività, e >

il consumatore a pagare più caro merci e servizi di


quello che non li pagherebbe se fosse acconsentita
la concorrenza , ecco i messeri che ci interessano !
È incredibile la deformazione che segue attual
mente , un po ' ovunque, nel significato di termini
tecnici di organismi e delle loro funzioni allorchè
gli uni e le altre appartengono al campo giuridico
e politico . Grave assai è il danno che da tali defor
mazioni deriva . Sparisce , infatti , ogni possibilità di
logica deduzione da premesse se queste hanno si
gnificati elastici; come ogni conclusione ha un si
gnificato diverso per ogni uditore, se ogni termine
è un polisenso ; ed ugualmente nessuna esperienza,
o serie di osservazioni, può riassumersi in formola
generale , se diventano arbitrari la estensione e il
contenuto dei concetti !
Ma questo è precisamente quanto vi ha di più
caratteristico nella letteratura socialista . Essa sta
bolcevizzando la lingua e il pensiero , prima ancora
che siano bolcevizzate le istituzioni 4 .

1 Mi era sfuggito cbe uguale osservazione aveva già fatto


il generale FILARETI nel suo libro : Eolo (Turati), Giano (Nitti)
e Mercurio , edito da Valecchi, Firenze (senza data). A p. 37
leggesi :
C
Dunque, se noi consultassimo oggidi il vocabolario,
sarebbe peggio che andar di notte . Tutto balla davanti al
l'obbiettivo della nostra coscienza , e la confusione è tale che
il nostro essere rimane scosso , turbato e , direi quasi , offeso
XI . IL PACTOLO DEI SORNIONI 241

La spiegazione del fenomeno è questa : il suffragio


universale e le istituzioni democratiche hanno por
tato a galla e messo in circolazione , nei giornali, nei
libri e nei discorsi politici , dal seno delle masse po
polari gran parte dell'ideologia loro medioevale . È
stata data all'analfabeta, senza modificazione della
sua cultura , la parola , e il potere di legiferare . A
quel modo come un soprasuolo , che è stato reso fer
tile da secolare lavoro , che lo ba trasformato me
diante drenaggi , sovvesci , rotazioni e concimazioni,
tornerebbe ad essere per molto tempo del tutto ste
rile se una aratura profonda, anche soltanto di un
metro, lo ricoprisse di creta , argilla , sabbioni e
breccie sollevate dal sottosuolo , così sparisce per
molto tempo una civiltà se le classi popolari , o pro
letarie , prima di aver subito una lunga selezione ,
vengono sovrapposte alle già selezionate , nel governo
della cosa pubblica. È la presa di possesso del Go

da un inesplicabile malessere , che si attenua solo nella ri


nunzia a capire , ad orientarsi , a lottare .
&
« La rivoluzione più profonda e più temibile è questa del
vocabolario !
'« Reazione? ,: manomissione del legittimo diritto di ag
gredire l'ordine costituito .
« Provocazione ? » : non offrire il collo mansuetamente
all'arma inimica .
« Difesa ? » : delitto di lesa autorità verso il sopraffattore.
« Diserzione ? » : eroica virtù da essere eternata nel marmo !
« Sacrifizio ? » : ignobile vigliaccheria , meritevole di una
palla nella schiena .
« Uguaglianza ? ) ; schiacciamento di tutte le altre classi
a beneficio di quella sola che ha i muscoli più sviluppati e
il mantello cerebrale più spesso .
C
Libertà ? » ; dittatura del proletariato , ossia dispotismo .
« Odio ? , ; sublinae mèta della civiltà e del progresso .
« Amore e fratellanza ? » : corruzione borghese .
C
Sete di sangue e di strage ? » : sole dell'avvenire ! ecc....
M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano. 16
242 BOLCEVISMO ITALIANO

verno per parte del proletariato analogo alla « oc


cupazione di una fabbrica » , e precisamente della
fabbrica più complessa di tutte , che è lo Stato.
Il fallimento è alle porte . La panne è immediata . Il
sottosuolo è barbaro , ovunque ; solo la superficie è ci
vile. Di sottosuolo sterile ve n'è per centinaia di me
tri ; di superficie fertile ve n'è per pochi centimetri.
Coloro che carreggiano lo sterile sottosuolo in su
perficie, coloro che sono i portatori del medioevo,
delle sue aspirazioni e idealità, dei suoi metodi am
ministrativi e della sua legislazione, in mezzo alla
civiltà moderna, che essi sterilizzano là dove pas
sano, sono i socialisti , che ora si chiamano marxisti ,
ora riformisti, ora sindacalisti 7, ora social-democra
tici, ora solidaristi , ora cooperatori, ora comunisti,
ora ghildisti, ora popolari , ma sempre democratici.
C'è un'arte democratica, c'è una letteratura demo
cratica , c'è una politica democratica , c'è una eco
nomia democratica, ci sono prezzi democratici , ci
sono sistemi di produzione democratici, ci sono si
stemi di consumo democratici , c'è un ordinamento
sociale democratico; ci sono principi democratici per
ogni cosa , in modo che c'è un furto democratico,
una violenza democratica, una giustizia democratica,
una guerra democratica, una pace democratica, un
imbroglio democratico , una corruzione democratica,
un talento democratico, e una scienza democratica.
Ma in cima a tutto risplendono e troneggiano la
stupidità democratica, l'ignoranza democratica e
l'avidità democratica .
Il bolcevismo letterario , con finalità politica, ap
parisce chiaro nelle definizioni che i socialisti danno
della cooperazione e dei cooperatori.
C'è chi si mette al sicuro da ogni critica, proi
bendo di definirla in base a quello che essa è : do
XI . IL PACTOLO DEI SORNIONI 243

vremmo definirla in base a quello che essa sarà .


Incredibile, ma vero !
Ecco il Manuale per le cooperative, edito dalla
Lega nazionale delle cooperative — quella Lega di
cui discorre Preziosi e che probabilmente pure non
desidera di essere definita in ragione di quello che
essa fa , ma bensì in ragione di quello che essa sarà e
farà ! ecco , dico , il Manuale redatto dall'avvocato
Felice Manfredi , che mi prende a parte perchè il
Pantaleoni nei suoi « Scritti » pretende di desumere
i principi della cooperazione dalle imprese coope
rative esistenti, dicendo spiritosamente (grazie !) , che
>

il resto è di competenza... dei profeti » .


E sta bene ! Ma Lei , avvocato Manfredi, donde ,
allora , desume i principi della cooperazione ?
Il Manuale della Lega non è nemmeno contento
del Rabbeno perchè « afferma il carattere egoistico
della cooperazione di produzione indipendente » . Non
.

sarebbe questa « vera cooperazione » ! Ma , se è poi


proprio quella che la Lega nazionale pratica !
C'è poi chi , come il Vergnanini, nella prefazione
al Manuale, spregia le cooperative di consumo e rico
nosce nelle cooperative di produzione delle « aziende
di speculazione » (p. XVII, XX e xxi). « Non è vera
cooperazione » , « Sono imprese capitalistiche » . E al
lora dove pescarla la sua vera cooperazione ? Eccola :
Sono vere cooperative quelle di lavoratori « che
si cimentano nel campo degli appalti e dei lavori pub
blici » (p . xvi) . Allora « la cooperazione di lavoro
compie una funzione di pubblica utilità e rappre
senta , in confronto all'impresa privata, un progresso,
in quanto trasforma l'istituto dell'appalto , e porta
l'esecuzione dei lavori pubblici in un regime più
democratico (?) e più conforme all'interesse generale
nel campo industriale » ... (?) .
244 BOLOEVISMO ITALIANO

Ma , guai a voler giudicare queste chiacchiere


nell'aspetto reale che assumono , come fa il Preziosi
nei suoi articoli ! Si vede allora subito dove va a
finire il « progresso » , il « grandioso movimento > il
regime democratico » e la « intima essenza delle
cooperative nei pubblici lavori ! » Tutte queste belle
cose finiscono in sbalorditive truffe fatte allo Stato !

10 . Se dalle altitudini della metafisica scen


diamo in terra , è ovvio che non c'è al mondo chi ,
sia pure occasionalmente , non abbia costituito o
preso parte a una cooperativa di consumo. Quale
è la Mater familias che, in unione ad altre ugual
mente sollecite del benessere culinare del marito e
dei figliuoli, non abbia fatto venire partite un po'
forti di parmeggiano dal Parmense, di burro da Ar
siero , di vino da S. Severo , di marmellate da Ge
nova , abbia poi spartito con le compagne le partite
e la spesa, e cercato , a questo modo , di realizzare
una economia pagando meno di quello che avrebbe
costato l'acquisto presso il dettagliante , di eliminare
anche il grossista , e di trattare direttamente con il
>

produttore ? Ebbene , Mater familias ha agito da coo


peratore , e avrà continuato ad agire a questo modo
finchè l'esperienza non l'avrà persuasa che un ri
basso nei prezzi , successivo ai suoi acquisti , la mette
in perdita, costando ora meno l'acquisto presso il
dettagliante ; che le provviste di parmeggiano e di
marmellata, se ci sono, ne fanno consumare una
quantità affatto impreveduta, e che le damigiane di
vino ogni tanto si rompono e più spesso si vuotano
dalla serva o dai suoi amanti ; avrà anche veduto
capitargli che qualche socia non paga la sua quota ,
o è scontenta della divisione , e che una antica amici
zia resta distrutta da un meschinissimo pettegolezzo .
XI . IL PACTOLO DEI SORNIONI 245

Mater familias che ha fatto una « cooperativa »


e agito da « cooperatore » e che avrà pure finito per
capire , che nè il dettagliante, nè il grossista sono
parassiti , poichè l'opera loro riduce i costi , non si
sarà mai sognata, prima di averlo letto in qualche
libro di un semplicione socialista , che essa aveva
creato una « democrazia di consumatori » , conforme
al « vivo tessuto della società » , la cui vera natura
è stata scoperta nei « primi anni del secolo vente
simo » 1. L'egregio consorte di Mater familias, po
niamo il signor Policarpo , marito della sora Eufe
mia, genitore di Agenore ?, si sapeva cittadino del
suo comune , ma ignorava di far parte di una « de
mocrazia coattiva di cittadini » , che era anch'essa ,
una « cooperativa di consumatori !! » . E siccome di
storia universale ne sbiascicava poca, a tal segno da
attribuire la scoperta dell'America a Flavio Gioia,
ignorava che « negli ultimi cento anni, e specialmente
nelle ultime due o tre decadi, queste associazioni di
consumatori, le volontarie (come quelle della moglie)
e le coattive (come la sua), avessero fatto grandi
passi in Inghilterra e in altri paesi. E che se il ra
pido sviluppo , a spese della organizzazione capita
lista dell'industria , è il criterio che decida dell'atti
1
tudine a sopravvivere , le democrazie dei consumatori
si sono rivelate, come proprietarie e organizzatrici

1 SIDNEY E BEATRICE WEBB , A constitution for the socialist


commonwealth of Great Britain . Longmans , London, 1920, pa
gina 3 e xiv . Non ricorda il Webb e non sanno i nostri coo
peratori, che la cooperazione risale niente di meno che a
Roberto Owen , valente industriale cotoniero !! Webb sbaglia
quindi di 100 anni ! H. HERKNER , Die Arbeiterfrage, vol. II ,
$ 24 , p . 187 , 7. ed . , 1921.
2 Vedi per maggiori dettagli su questa illustre famiglia :
GANDOLIN , La Famiglia De- Tappetti.
246 BOLCEVISMO ITALIANO

degli istrumenti della produzione, in un servizio ap


presso all'altro , perfino superiori al sistema capitali
sta » . Policarpo non avrà certo capito , cosa c'entrasse
la « democrazia , nella cooperativa di sua moglie ee nella
propria , e avrà anche avuto difficoltà a capire, prima
di aver letto il Manuale della Lega Nazionale delle
cooperative, come l'opera sua e quella di Eufemia, in
fondo costituissero una « organizzazione capitalista !» .
Imperocchè, era egli un onesto travet, che il suo sala
rio con lavoro di 12 ore aveva guadagnato, debiti
non aveva fatto, e i divertimenti aveva fatto pagare
al sor Filippo ! Le sue cooperative e quella di sua
moglie erano sane e conformi alla regola inglese .
« I membri delle cooperative, quasi esclusivamente
dei salariati, hanno fornito, con la riunione dei loro ri- .
sparmi individuali - e accumulando i dividendi loro spet
tanti sui loro acquisti — tutto il capitale che le loro im
prese hanno richiesto, senza improntare a banche, senza
scontare cambiali , ed ottenere danari mediante l'emis
sione di obbligazioni od azioni nel mercato monetario » '.
Policarpo avrà capito , che ogni società anonima
è una cooperativa degli azionisti , o ha proceduto ,
per la formazione del proprio capitale , così come
le cooperative inglesi , raccolgono il risparmio dei
soci ; avrà capito che le cooperative inglesi non for
mano il loro capitale , come lo formano le italiane
· SIDNEY WEBB, 1. c . , p . 7. Egli aggiunge : They have
thus proved that there is NO NEED OF CREDIT », or for the
intervention of the capitalist, or the payment of any toll to
any one outside the association in the whole range of their
great and varied enterprisei. Che dire , in Italia, delle esen
zioni di imposte e tasse , dei prestiti fatti dal Governo con carta
moneta stampata apposta e in più per le cooperative, delle ope
razioni dell'Istituto nazionale della cooperazione ? Non può ta
cersi che gran parte della voragine che ora fa scandalo è
originata dalla demagogia e faciloneria di Luigi Luzzatti .
XI . IL PACTOLO DEI SORNIONI 247

socialiste , mediante sconto di cambiali presso l'Isti


tuto nazionale della cooperazione, cambiali che
vanno poi riscontate alla Banca d'Italia , che, a sua
volta, scarica le cambiali mediante biglietti a corso
forzoso sul pubblico , sicchè, in ultima analisi , il ca
pitale delle cooperative è formato da una imposta
prelevata sul contribuente ! Se c'è una cooperativa
rossa che conviene di non presentare direttamente
all'Istituto nazionale, vada a scontare all'Istituto
di credito per le cooperative del senatore Luigi della
Torre . L'illustre bolcevico risconterà poi, lui, al
l'Istituto nazionale , e con pochi soldi suoi farà molti
affari, perfettamente legittimi , ma in cui è difficile
capire dove stiano caratteri diversi da quelli della
ordinaria speculazione borghese, se non in questo ,
che portano una maschera cooperativa e che il vero
ultimo sovventore è il contribuente !
Policarpo avrà preso nota del procedimento pret
tamente borghese della cooperazione inglese, a diffe
renza del procedimento prettamente socialista delle
italiane , e avrà altresì preso nota di questo , che se
delle sorti di quelle italiane si volesse fare la stati
stica, di esse non si potrebbe dire , come può dirsi
delle inglesi , che siano state « un grande e continuo
successo ma dovrebbe riconoscersi che hanno riem
pito dei loro cadaveri un immenso cimitero.
Cosa altrettanto semplice quanto le cooperative
di consumo , talvolta profittevole, talvolta sbagliata,
sempre lecita , è la costituzione e il funzionamento
di una cooperativa di lavoranti . Vi sono imprese
che essa può assumere , altre che non può assumere
con profitto se il Governo non paga le perdite.
In particolare la cooperativa di lavoranti non pud
inventare imprese nuove . Se ciò sapesse fare, mai
esisterebbe « disoccupazione » . Se questa c'è, la causa
248 BOLCEVISMO ITALIANO

sta in questo , che i disoccupati non sanno quale


cosa fare tra quelle che non coprono le spese e quelle
che coprono le spese e lasciano un utile. E lo vanno
a chiedere all'imprenditore borghese intelligente, e
ardito nel giuocarci i suoi risparmi e il suo credito 1.
Le cooperative di produzione riescono là dove la
tecnica è semplice, ad esempio, si tratta di movi
menti di terra , e dove all'incirca l'opera di un socio
vale quella di un altro .
Sono queste cooperative per lo più accolte con
benevolenza e trattate con spirito caritatevole dalla
borghesia . Sono organizzazioni modeste di gente mo
desta quando non le sfrutta l'agitatore socialista .
In Inghilterra ora occorre battezzare le coopera
tive per « democrazia » ,> come da noi occorre dirle
una « invenzione socialista » , per convenienza poli
tica, là dove la storia non lascia alcun dubbio sulla
loro origine e il loro sviluppo borghese. Sono pero
per nulla delle cooperative quelle nostre che sono
di marca socialista . Sono esse delle prette organiz
zazioni di brigantaggio politico e null'altro .

11. – È veramente meraviglioso che il nostro


paese ancora regga alla dilapidazione cui sottostà ,
da un lato per opera di coloro cui dobbiamo la ta
riffa doganale , che è tale che sarà la distruzione
completa del commercio italiano , e dall'altro per
opera dei monopolii che si sono procurate le orga

1 Il disoccupato è un individuo che o non vuole lavorare ,


primo caso ; o vorrebbe lavorare , ma non trova alcuna cosa
da fare la quale a chi lo ha da pagare riesca utile più del
prezzo , secondo caso ; o che non ha il capitale con il quale
lavorare, perchè non l'ha risparmiato, e non trova chi gli
creda che lo restituirà, se glielo presta, terzo caso. La coo
perativa dei disoccupati rossi ha risolto e, ha abbinato i tre
casi , non lavorando e spogliando lo Stato !
XI. IL PACTOLO DEI SORNIONI 249

nizzazioni socialiste , malanni che esa cerba una bu


rocrazia pletorica, infingarda, priva di ogni senso
di dignità del proprio ufficio, in combutta con in
dustriali e con caporioni socialisti . In queste condi
zioni il paese non può non essere avviato a una
crescente miseria , alla quale sarà rimedio una rivo
luzione che abbatta privilegi, monopolii, statolatria
e reinstauri un regime di stabile libertà economica
e di responsabilità individuale.
Questa rivoluzione quanto prima avverrà , tanto
più fruttuosa riuscirà. Ne delined le principali mire
Mussolini nel suo discorso l'8 novembre all’Augu
steo e se la costituzione in partito politico del fa
scismo questo contenuto dovesse avere, al fascismo
il paese andrebbe debitore e del debellamento del
bolcevismo e del ritorno alla libertà .

4 Ecco i punti salienti del discorso :


« Io voglio dirvi sopra tutto che il fascismo deve preoc
cuparsi della razza con la quale si fa la storia e della salute
della razza. In secondo luogo , noi dobbiamo partire dal con
cetto di nazione ; per noi la nazione è un fatto che non può
essere nè cancellato , nè sorpassato , e perciò siamo contro
tutti gli internazionalismi. Si può sognare un'umanità in cui
gli uomini siano tutti fratelli, ma dobbiamo fondarci sul ter
reno della realtà e non vediamo nulla nell'attuale mondo
che ci autorizzi a pensare imminente l'avvento della fratel
lanza universale .
« In economia noi siamo decisamente anti-socialisti . Da
anni viviamo in regime soffocante di socialismo , di colletti
vismo . È bene dire che , in materia economica , siamo liberali
nel senso più classico della parola. Le aziende non possono
essere affidate alla direzione di enti collettivi e burocratici :
l'esempio della Russia è troppo significativo. Se dipendesse
da me , restituirei alle aziende private i telefoni, i telegrafi
e le ferrovie, quel mostruoso organismo insomma che ha
reso lo Stato vulnerabile in tutte le sue parti. Lo Stato deve
tornare alle sue fondamentali funzioni politiche e giudiziarie ,
che sono anche funzioni strettamente morali ; le dottrine so
250 BOLCEVISMO ITALIANO

cialiste sono ormai crollate, i miti internazionali sono ca


duti , la lotta di classe è una favola, perchè l'umanità non
si può dividere : il proletariato e la borghesia sono entrambi
anelli della stessa formazione. Non si può credere che il ca
pitalismo , come sistema individuale di produzione , si avvi
cini al tramonto ; la realtà economica, essendo una creazione
secolare , non può spezzarsi d'un colpo , ma solo può trasfor
marsi attraverso un'elaborazione egualmente secolare. – Noi
non siamo - continua Mussolini - neppure anti- proletari, ma
non vogliamo instaurare un'altra idolatria, quella di S. M.
la massa. Non vogliamo servire le masse, vogliamo educarle
e quando occorre, fustigarle. Non siamo demagoghi e non
vogliamo diventare schiavi delle masse , le quali non vanno
illuse , non vanno mistificate. Bisogna promettere loro solo
quello che si sa matematicamente di poter mantenere. Noi
vogliamo elevare il livello materiale , morale e intellettuale
delle masse, perchè vogliamo inserirle nel quadro nazionale ;
e diciamo alle masse che quando gli interessi delle Nazioni
sono in giuoco, tutti gli egoismi, così del proletariato come
della borghesia, debbono tacere » .
Non crede l'oratore che il fascismo possa trovare le sue
leggi nello statuto della Regenza del Carnaro . Esso non ri
sponde alla pratica quotidiana ; d'altra parte tutti i progetti
di governo fatti a tavolino non resistono all'urto delle realtà
storiche . Però in quello statuto è uno spirito che il fasci
smo può far suo : l'orgoglio di sentirsi italiani, l'impegno di
lavorare per la grandezza della Patria comune .
Dopo aver detto che altri si occuperà di politica estera
e di rapporti tra fascismo e sindacalismo , l'oratore propone
alcune formule circa i rapporti fra Stato e Chiesa . « Lo
- c

Stato – dice – è sovrano in ogni campo dell'attività nazio


nale , e aggiungo subito che , prima di apportare qualsiasi
modificazione alla legge delle guarentigie , occorrono sicure
cautele . Lo Stato deve provvedere al rispetto di ogni fede
religiosa, ma deve egualmente reprimere ogni attività poli
tica esorbitante che da questa emanasse . Per il fascismo il
fatto religioso rientra nell'orbita della coscienza individuale,
ma il cattolicesimo può essere utilizzato ai fini dell’espan
sione nazionale. Quanto al partito popolare , noi ci conter
remo a seconda dei suoi atteggiamenti nei riguardi dello
Stato italiano » .
Introduzione all'opera di G. Preziosi sul «Cooperativismo
ro880 .
XII

PARLAMENTO E COOPERATIVE SOCIALISTE

1. Atti di ordinaria delinquenza concernono polizia e magistrati.


2. La paralisi della Questura e della Procura del Re concerne il
Parlamento. – 3. È dovuta a correità del Governo, correità che
cade sotto il giudizio del Parlamento . - 4. Le cooperative socia
liste sono associazioni di sfruttatori dello Stato che si fingono
« cooperative » . -- 5. Le cooperative socialiste mirano a costituirsi
in corpo legislativo mediante i progetti di legge Beneduce-Ca
brini . – 6. Le funzioni dello Stato italiano eccedono ora per nu
nero e complessità le cità intellettuali di coloro che ad esse
sono preposti. Il rimedio sta nella riduzione dei compiti dello Stato.

1. — Le gesta della cooperazione socialista di cui


la narrazione è stata fatta dal Preziosi , prima nel
Giornale d'Italia , e poi in un volume edito dal La
terza dal titolo : Cooperativismo rosso , piovra dello
Stato , queste gesta sono in gran parte gesta di or
dinaria delinquenza. È compito del Questore , del
Procuratore del Re , del Prefetto di porre riparo a
questa delinquenza e non è compito del Parlamento
nazionale di curare che siano processati e puniti i
delinquenti a meno che le leggi non siano così di
fettose da ciò non acconsentire all'ordine giudiziario
confortato dell'opera della polizia . '
252 BOLCEVISMO ITALIANO

Ecco alcuni esempii di ordinaria delinquenza ". .

a) A mezzo del Comitato cooperativo nazionale del


Lavoro il Ministero della Guerra accetta panno gri
gio -verde che il collaudo militare aveva respinto alla
ditta Piacenza di Torino (p . 44) .
b) Il Comitato cooperativo nazionale del Lavoro fa
un contratto con l'Amministrazione bolcevica di Mi
lano per la fornitura di pesce, che non ha , che sa
di non poter avere, e si fa anticipare 400.000 lire
(pp. 86-87 ) .
c) Il Comitato nazionale del Lavoro è per la sua
costituzione, per la sua gestione e per la sua liqui
dazione , tutto un cumulo di falsi e di frodi (pp. 86-87) .
d) A Castenaso una vera cooperativa fra gli ope
rai delle officine ex militari viene spogliata del suo
diritto contrattuale a favore del Consorzio metallur
gico di Genova e per esso a favore della Camera del
Lavoro di Bologna ; si saccheggiano le scorte e si
portano a Bologna i mezzi bellici occorrenti per la
rivoluzione che abortì - dopo l'eccidio di Palazzo
D’Accursio per opera dei fascisti (p . 160 ).
e) Il Consorzio fra le cooperative associate di pro
duzione lavoro della provincia di Ferrara falsifica
bollettini ferroviari di trasporto di ghiaia in danno
dell'Amministrazione provinciale di Ferrara. I docu
menti falsificati anzichè essere passati alla Procura
del Re , si restituiscono ai falsari.
Costoro , cioè il Consorzio, torna a favorirne degli
altri , anch'essi falsi. Anche questi si restituiscono,
senza procedimento penale , che avrebbe dovuto esten
dersi al Presidente del Consiglio provinciale (pa
gine 180-82) .

1 Le pagine in parentesi si riferiscono al libro di Pre


ziosi sul Cooperativismo rosso, piovra dello Stato; G. Laterza,
Bari, 1922 .
XII . PARLAMENTO E COOP . SOCIALISTE 253

2. Ebbene , nè Questori , nè Procuratori del Re,


nè Prefetti di questa delinquenza s'incaricano. Non
applicano essi le leggi che dalla legge è fatto loro
un dovere di applicare ; nè, poi , a loro medesimi
applicansi le leggi che puniscono i casi di mancanza
ai proprii doveri di Questori , di Procuratori del Re
e Prefetti !
È cið evidentemente cosa anche più grave di
quello che nol sia la delinquenza del cooperativismo
socialista, e anche cosa di altra natura .
È prevedibile, è direi naturale, che abbondino
ladri e truffatori tra i socialisti . Il partito è in gran
parte composto dalla feccia della nazione. Ma , per
i delinquenti , ancorchè essi siano socialisti , deve ba
stare la polizia con i suoi annessi e connessi . Allorchè
cið non è , come da noi non è, sorge un problema
politico , un problema costituzionale , che consiste in
questo : è tollerabile che lo Stato sia inoperoso, sia per
impotenza sua , sia per sua complicità , di fronte a de
linquenza di socialisti e soltanto di fronte a questa ?
Ed allora è argomento che interessa il parlamento ,
la nazione tutta che , a mezzo della stampa , come
meglio può e sa, interloquisce .

3. - Dalle pubblicazioni fatte sulla cooperazione


socialista , pubblicazioni che nessun cooperatore so
cialista e nessuna cooperativa socialista hanno osato
controbattere a mezzo di una querela per diffama
zione e calunnia, e che consistono prevalentemente,
anzichè di apprezzamenti , di documenti pubblici, è
emersa la complicità, dirò meglio, la correità di mi
nistri , di deputati, di senatori, di alti dirigenti i
dicasteri e di una pleiade di impiegati dello Stato.
È questa complicità e correità che è la garanzia
di impunità dei delinquenti, garanzia che in due
254 BOLCEVISMO ITALIANO

modi si manifesta : da un lato , fermando la mano a


Questori , Prefetti e Procuratori del Re, cioè garen
tendo la impunità di delinquenti mediante atti che
sono nuovi reati ; dall'altro sostituendo inchieste am
ministrative, cioè , inchieste fatte dai correi , al corso
>

legale della giustizia .


Ed è questo , di nuovo , argomento politico , che
va sottoposto al giudizio della Camera e del Senato .
In termini chiari e perfettamente espliciti noi soste
niamo : che deve la Camera e dovrà il Senato giu
dicare, se l'atto per il quale il ministro Beneduce 1

1 L'inchiesta amministrativa ordinata da Beneduce è


giudicata dal Sindacato cooperativo in questi termini (18 no
vembre 1921 ):

LA NECESSITÀ DI UN'INCHIESTA PARLAMENTARE SULLA COOPERAZIONE.


LA BURLA DELL'ON . BENEDUCE.

Abbiamo cominciato esprimendo la speranza che non vi


sia oggi una sola persona che non ritenga necessaria una
inchiesta ampia e documentata sulla cooperazione . In verità
noi crediamo che tutti desiderano l'inchiesta, tanto quelli
che da essa attendono la conferma delle accuse , quanto quelli
che la stimano un sapiente salvataggio ed un mezzo per ar
restare il dilagare delle rivelazioni e degli scandali . Persino
quella cima d'uomo di Vergnanini , che sulle prime se ne
sarebbe voluto uscire a buon mercato mediante un giuri di
onore, nell'ambiziosa persuasione che la cooperazione si iden
tificasse con la sua persona e che pertanto , assolta questa
in base ai principii della morale borghese, venisse a mancare
ogni ragione d'indagine su quella, oggi si mostra rassegnato
all'inchiesta .
Ma qual'è l'inchiesta che è imposta dalla gravità delle
circostanze e dalla quale si può sperare l'inizio di una vita
nuova ? E qual'è invece l'inchiesta che si vorrebbe combi
nare di comune accordo tra Governo e cooperatori della
Lega con l'evidente proposito di ostacolare l'accertamento
della verità e di impedire che dallo scandalo necessario si
XII . PARLAMENTO E COOP . SOCIALISTE 255

deferisce a una commissione da lui nominata l'esame


di malversazioni di cooperative nei rapporti con lo
Stato , eludendo ed escludendo una inchiesta parla
mentare che avrebbe mandato e mezzi d'esame più .
ampi , non sia un atto di omertà, cioè, un atto per
il quale le complicità di ministri, di senatori, di

ritragga l’utile ammaestramento per la cooperazione , per il


Governo e per la nazione ?
Il ministro Beneduce , con una genialità ed uno zelo di
cui non sappiamo essere entusiasti, ha proceduto alla nomina
di una Commissione straordinaria di revisione per le coope
rative di produzione e lavoro composta dai signori : gr. uff.
avv. Salvatore Gatti , consigliere di Stato ; gr . uff. ingegnere
Luigi Cozza, ispettore superiore del Genio civile ; comm .
dott. Guido Marolla del Ministero del Lavoro ; cay. uff. G.
B. Tornalù , del Ministero del Tesoro ; Lodovico Calda del
Consiglio superiore del Lavoro ; comm . rag . Pietro Campilli ,
consigliere della Banca del Lavoro e della Cooperazione ; e
avv. Giulio Bergman dell'Associazione nazionale combat
tenti ; alla quale commissione un decreto ha assegnato i se
guenti compiti :
1) esaminare la composizione, l'ordinamento e l'attività
spiegata da ogni singolo ente ed accertare se essi rispondono
alle prescrizioni di leggi e ai principi che regolano la coo
perazione ;
2) accertare la efficienza tecnica e finanziaria dei singoli
enti in relazione agli scopi ch'essi si propongono di raggiun
gere , avuto riguardo ai lavori compiuti e a quelli in corso
di assunzione ;
3) esprimere il proprio avviso , motivandolo , sulle coope
rative o gli enti cooperativi da escludersi dai pubblici ap
palti e che non presentano , a giudizio della commissione , i
requisiti necessari per essere ammessi agli altri vantaggi
accordati dalle leggi alle cooperative , sia per ciò che con
cerne le esenzioni fiscali, sia per i mutui da concedersi dal
l'Istituto nazionale del credito per la cooperazione , dall'Opera
nazionale per i combattenti;
4) studiare e proporre provvedimenti atti a coordinare e
rafforzare il movimento cooperativo nel campo del lavoro e
256 BOLCEVISMO ITALIANO

deputati e quella di alti funzionari non vengano


salvate ; e quindi se l'atto istesso della nomina di
una commissione alla sua dipendenza non costituisca
un audacissimo e spudoratissimo reato politico , la
cui sanzione dovrebbe consistere in una formidabile
huée al solo ingresso del Beneduce alla Camera e
alla imposizione immediata delle sue dimissioni.

della produzione , a correggerne le eventuali deficienze e ad


aumentarne il rendimento nei riguardi dei suoi fini econo
mici e sociali .
Orbene noi , senza soffermarci a discutere i nomi dei
componenti la commissione , assumiamo posizione nettamente
contraria al provvedimento escogitato dall'on. Beneduce ri
tenendolo un risibile ed insidioso espediente .
Codesta Commissione di revisione si presenta innanzi
tutto come un organismo che si sostituisce o si aggiunge ,
nell'opera di controllo sulle singole cooperative . Come tale ,
codesta Commissione può svolgere soltanto un'azione di
esame e di controllo per lo avvenire , può tutt'al più sugge
rire e dettare nuove norme e cautele per la concessione de
gli appalti alle cooperative (e nel far ciò si può esser certi
che creerà più facilmente degl'impacci formalistici e buro
cratici che degli organi di controllo veri e propri) ma non
può menomamente stabilire un giudizio sopra una situazione
economica e politica in cui è implicata l'attività dei partiti,
di vasti aggruppamenti d'interessi e di uomini della finanza,
della burocrazia e del Governo . Aggiungiamo anzi , che la
Commissione nominata dal Ministro del Lavoro, non solo
non è in grado di rispondere alle esigenze generali della co
scienza pubblica che desidera ormai essere illuminata com
pletamente sulle forme, i metodi e i risultati economici e
sociali del cooperativismo statolatra ed elemosiniero dei so
cialisti classisti e rivoluzionari , ma rappresenta un pericolo
ed un'insidia per la cooperazione in generale e in ispecial
modo per quella che cerca la sua strada faticosamente con
le proprie forze, e che potrebbe vedersi ostacolata dai prov
vedimenti che la Commissione credesse , sia pure a fin di
bene , di suggerire e di far adottare. Soffermatevi infatti un
momentino a considerare i compiti assegnati alla Commis
XII . PARLAMENTO E COOP . SOCIALISTE 257

Imperocchè è ovvio , che se è accaduto quello


che è accaduto nella gestione delle Cooperative so
cialiste , il primo, il maggiore imputato è il Governo ,
questo governo e i precedenti governi , imputato cioè
di reati e di omissione e di commissione ! E come
può allora farsi giudice della propria opera, e di

sione dal paragrafo 20, tenete presente l'indole chiusa e for


malistica della mentalità burocratica , e dovrete convenire
che dalle conclusioni di una Commissione nominata con lo
scopo di « rafforzare il movimento cooperativo » c'è da aspet
< >

tarsi la consacrazione delle posizioni di privilegio costituite


e la più arcigna opposizione all'affermarsi di un movimento
cooperativo nuovo e perpetuamente rinnovantesi . È vero che
si affida alla Commissione lo studio dei provvedimenti atti a
coordinare e rafforzare il movimento cooperativo , a correggerne
le deficienze, ecc. , ma tali propositi s’informano ad una con
cezione del movimento cooperativo che noi non possiamo
accettare e che stimiamo sommamente pregiudizievoli , non
pure agl'interessi generali del paese, ma alla stessa coope
razione .
Lo Stato non deve rafforzare nulla, non deve coordinare e
nemmeno correggere. Tali compiti sono proprii degli Stati co
munistici e tirannici , famosissimi generatori di schiavitù po
litica e di miseria economica. Lo Stato nostro , che scrocca
ancora il titolo di liberale, deve nei riguardi della coopera
zione conservare un'attitudine di perfetto agnosticismo, deve
fare condizioni eguali a tutte le organizzazioni cooperative
e non costituire privilegi o accordare investiture . Garanzie
ne può chiedere e pretendere , ma non può e non deve inter
venire con la pretesa di dirigere , di indirizzare e coordinare
un movimento vasto complesso , che può attingere i suoi
alti fini sociali soltanto nella libertà e nella autonomia.
Ma torniamo all'inchiesta. La Commissione di revisione
promossa dal Ministro del Lavoro ne fa sentire più vivo il
bisogno. È come se voi offriste da bere a uno che ha fame.
La coscienza pubblica, l'interesse collettivo , la serietà e la
moralità dello Stato esigono un'inchiesta di natura eminen
temente politica e il Ministro del Lavoro offre il diversivo
di una Commissione burocratica più idonea a studiare che

M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano: 17


258 BOLCEVISMO ITALIANO

quella dei suoi soci in correità, l'imputato ? E non


merita, il solo tentativo di riuscire in questo , severa
punizione ?
È grave la compromissione politica del senatore

Conti (p . 232) ; hanno analoga compromissione Schan


zer e Albricci (pp . 244, 247) . Compromissione meno

a indagare. Si tratta di giudicare l'opera partigianamente


politica di una banca di Stato, e la Commissione si accingerà
per questo all'esame della composizione di ogni singolo ente
cooperativo (terminerà l'inutile esame il giorno del giudizio
universale !); si tratta di indagare sull'azione spiegata sugli
uffici statali e sugli uomini di governo dalle organizzazioni
nazionali della cooperazione , e la Commissione dell'on. Be
neduce si perderà invece dietro all'esame dell'efficienza tec
nica e finanziaria delle singole cooperative (fatica di Sisifo
che una commissione centrale non è in grado di compiere) ;
si tratta di giudicare l'opera spesa più o meno disinteressa
tamente da una falange di uomini politici e di burocrati in
favore del succhionismo cooperativo dei falsi rivoluzionari ,
e la Commissione di revisione , disarmata e impotente a qua
lunque indagine , dovrà limitarsi a studiare i provvedimenti
atti a rafforzare il movimento cooperativo ! C'è , in tutto que
sto , un amaro sapore di beffa.
Ma quando si esagera eccessivamente nella inattualità
di un provvedimento e quando si palesa con troppa evidenza
il desiderio di arrestare lo scandalo e di apprestare i salva
taggi, allora si raggiungono non di rado effetti contrari a
quelli che si perseguono . Del resto , noi siamo abbastanza
equanimi da riconoscere che dal Ministero del Lavoro , il
quale dovrebbe esso stesso costituire oggetto di inchiesta,
non ci si poteva attendere un provvedimento diverso. L'in
dagine sulla influenza politico-parlamentare-burocratica della
cooperazione ; la rivelazione dei rapporti tra governo, mini
steri, partito socialista e organizzazioni cooperative a questo
affiliate ; le conseguenze di un indirizzo di governo che data
da molti anni e che ha impresso alla vita nazionale un ca
rattere e un andamento che occorre ormai giudicare , tutto
questo insieme di compiti possono essere assolti soltanto da
uomini politici o da storici , giammai da burocrati.
XII. PARLAMENTO E COOP. SOCIALISTE 259

elevata il sen . Della Torre (p. 76) e l'on. Angiolo


.

Cabrini (p . 230), Figura più sporca assai è quella


dell'on . Bucco (p. 209) e quella dell'on . Nitti (pa
gine 157-195-207) .
In breve , essendo il libro di Preziosi dotato di
un comodo indice nominativo di autori... di cattive
azioni , è facile di verificare che c'è una dozzina tra
deputati e senatori , che una inchiesta parlamentare
metterebbe a disagio, là dove la commissione am
ministrativa del Beneduce non può chiamarli che
per aiutarla a coprire e far scomparire delle respon
sabilità .

4. – La cooperazione socialista , cerca , per ora


soltanto dinanzi al pubblico nella stampa , domani
alla Camera, uno scudo ai propri reati fingendo che
l'accusa sia rivolta alla « Cooperazione » , in genere,
al principio organizzatore che la informa, e che si
tratta di polemiche « teoriche » .
Ma no, egregi delinquenti ! Non è la « Coopera
zione » che vogliamo in correzionale, ma una asso
ciazione a delinquere, che è tra le maggiori, tra le
meglio organizzate, e di cui le diramazioni salgono
in su e in largo per tutta l'Amministrazione italiana.
E ve lo dice questo un cooperatore, il Bazzi . La lotta
che si sta svolgendo non è una lotta contro la Coo
perazione, ma una lotta tra Cooperazione disonesta,
affaristica e politica , e Cooperazione prettamente eco
nomica e autonoma di fronte allo Stato.
È naturale che nessuna associazione di malfattori
prenda per propria insegna, per es. , una « mano nel
sacco » , o un « borghese borseggiato » , o cosa alcuna
consimile ! Le marche di fabbrica o sono nominative o
sono simboliche . Le nominative comportano le indi
cazioni del nome proprio e del domicilio del fabbri
260 BOLCEVISMO ITALIANO

cante , o esercente . Si guarderà bene una associa


zione a delinquere da cosiffatta marca ! Meglio le
serve la marca simbolica : una « cravatta nera e un
fazzoletto rosso » , o una « falce e martello » , o un
nome simpatico e glorioso , e anche vago, come quello
di « cooperazione » . Chi mai non coopera ? Tutti
cooperiamo ! Cooperano , seppure ancora non riescano
a « collaborare » , i vari Batualà dell'estrema con gli
>

altri deputati e con i ministri ! Cooperarono , per


nostra sciagura , Adamo ed Eva e il Serpente ! Coo
perarono Turati e Treves e l'editore Bemporad e
trecento biglietti da mille e qualche reclame pagata
in biglietti da mille nella « Critica sociale » !>

Tutti dunque cooperiamo! La vita sociale è tutta


quanta cooperazione . Cooperd Nitti con i caporettisti
e con i disfattisti ! Cooperò pure con il Banco Sconto !
Coopera con giornali ! Coopera con le Americhe !
Dove è che non coopera l'illustre Uomo ? Non coo
perd pure con il capitano Giulietti ?
Ma , se tutti cooperiamo e tutti siamo cooperatori,
7

la marca di fabbrica riesce sbiadita e non distingue


più nulla da nulla . Diventa un grigio-verde : eccel-
lente quindi ai fini dell'Associazione di cui stiamo
dicendo .
Ma, per uso nostro e dei lettori dovremo pure
in qualche modo riuscire a distinguerla , questa asso
ciazione di delinquenti , da altre associazioni , per es . ,
da quella che non è che la ordinaria « coordinazione,
e perciò cooperazione, della svariatissima opera di
molti che la convenienza della divisione del lavoro
aveva consigliato e consiglia di separare » , o da
quella che non consiste in altro che nel « concorso ,
e perciò nella cooperazione, in una impresa, in ogni
impresa, di molti e svariati fattori di produzione,
forniti da numerosi loro possessori contro parteci
XII . PARLAMENTO E 000P . SOCIALISTE 261

pazione nel prodotto , od anche , per parte di taluni ,


contro partecipazioni a forfait della presunta parte
cipazione nel prodotto » , o dalla « organizzata unione
>
1

dei mezzi di produzione di un gruppo di individui ,


prevalentemente braccianti , - che uniscono la loro
capacità lavorativa, la loro pratica tecnica, i loro
risparmi, il loro credito cumulativo, in conformità
di regole da loro stessi concordate, allo scopo di
produrre per sè medesimi , e soltanto per sè mede
simi , e direttamente , uno o più generi , merci o ser
vizi , trovando profittevole per loro di sfuggire cosi
alla necessità di acquistarli sul mercato , e rinun
ciando , spesso, a volerli vendere , essi , 9su altro mer
2
cato che non sia quello costituito dalla istessa loro
associazione .
Dovremo pure, per uso nostro e dei lettori , poter
distinguere queste e cento altre forme di associazione
e di cooperazione da quella socialista e dare a que
sta un nome proprio che sopprima ogni confusione !
Essa ora alza le braccia e grida : Kamerad ! Ma che
vuole questa cooperazione rossa, o apocrifa, o sfrut
tatrice dello Stato e del lavoratore ? Cosa fa ? Vuola
capitali dallo Stato e non pagargli il prezzo di mer
cato , vuole appalti dallo Stato ossia un mercato po
litico, ad esclusione di altre cooperative non rosse,
a condizioni privilegiate , e quindi più gravose per
lo Stato di quelle che sono offerte da ditte private
e da altre cooperative, vuole distribuire gli utili , de
rivanti dal capitale semi gratuito, dalla esenzione
di imposte, dal mercato privilegiato nel quale vende ,
a una piccola schiera di operai socialisti, legati in
camorra da politicanti, sfruttando altre masse di ope
rai , che essa impiega, come mai negriero sfrutto dei
>

negri ! Calunnio forse ? Invento ? Non sono tipiche


le cooperative Giulietti ? Non sono documentati altri
dieci casi dal Preziosi ?
262 BOLCEVISMO ITALIANO

5. – Cooperativismo socialista non è soltanto una


-

questione (a) di ladrerie e truffe, concernenti i Pro


curatori del Re e le Questure, e (6) una questione
di complicità dell'Amministrazione pubblica , di inos
servanza delle leggi , di sfacciato favoritismo, di ma
nomissione del patrimonio pubblico, fatti che con
cernono il Parlamento , ma è anche, (c) senza che se
ne avveda il Parlamento, senza che venga interro
gato il Paese , senza che uno studio e un esame pre
cedano, la via per la quale si vuole giungere alla
abolizione del parlamento istesso, alla soppressione
di ogni genere di impresa privata di qualche impor
tanza, cioè, alla instaurazione del socialismo inte
grale, quale è prospettato in opere recenti, sovra
>

tutto da socialisti inglesi.


Il piano socialista , ossia il programma socialista
è questo :
1. Ogni produzione di merci e servizi di qualche
importanza sia fatta dallo Stato .
2. Ma lo Stato si scomponga prestando ogni suo
servizio a mezzo di sindacati e di cooperative e di
corporazioni.
3. Il potere legislativo passi dall'attuale Parla
mento a un Consiglio del Lavoro costituito da dele
gati delle corporazioni , cooperative e dei sindacati .
Ed in dettaglio :
Le ferrovie siano monopolio del sindacato, o della
cooperativa, o della corporazione dei ferrovieri.
La posta , i telegrafi, i telefoni siano monopolio
del sindacato, o della cooperativa, o della corpora
zione dei postelegrafonici. (Progetto di legge di
Giuffrida ).
La marina sia monopolio del sindacato , o della
cooperativa, o della corporazione della gente di mare .
(Progetto Giulietti , Rizzo , Gullini).
XII . PARLAMENTO E COOP . SOCIALISTE 263

L'agricoltura sia monopolio dei sindacati, delle


cooperative , o delle corporazioni, o delle Università
dei contadini. ( Progetto Micheli) .
Le officine meccaniche diventino monopolio di
cooperative di operai bolcevici e così sia dei cantieri.
(Casi della Terni , di Castenaso , di Pozzano , ecc.) .
Le banche siano statizzate , cioè, si formino ad
immagine dell'Istituto nazionale per la cooperazione ,
in mano dei varii Giumelli , Vergnanini , Cabrini,
cooperatori bolcevici , o siano assorbite da una Banca
d'Italia statizzata che abbia il monopolio e dei de
positi e dell'emissione ! (Progetto del Partito po
polare) .
I Comuni municipalizzino ogni immaginabile ser
vizio e passino le aziende municipalizzate ai sinda
cati, alle cooperative , alle corporazioni dei tramvieri,
dei pompieri , dei muratori, degli scopini stradali,
dei beccamorti , dei medici, degli elettricisti, dei
gassisti.
Le miniere , le industrie del sottosuolo, siano mo
nopolio di sindacati , cooperative, corporazioni . (Pro
getto dell'on . Umberto Bianchi e dell'on . De Vito) .
E potrei continuare a citare molte altre categorie
di operosità economica che, alla spicciolata, sono
diventati , o stanno diventando , o tentasi di far di
ventare , monopolii di socialisti. Ma, in cima a tutte
queste imprese bolceviche, la loro sintesi, è il pro
getto Beneduce di abolizione del Parlamento !
E su questo è ora di richiamare l'attenzione del
Parlamento e quella dell'opinione pubblica .
L'on . Beneduce , sornione perfetto , tenta di so
stituire al Parlamento , agli effetti di ogni legisla
zione industriale, commerciale , agricola, di ogni in
>

teresse economico e sociale , di ogni quistione di


lavoro , nel senso più ampio della parola, il Consiglio
264 BOLCEVISMO ITALIANO

superiore del lavoro , debitamente allargato e trasfor


mato . Sarà questo nell'idea sua e dei suoi correli
gionari in socialismo, un parlamento tecnico e fattivo ,
il parlamento che tratterà ogni questione che ha im
portanza reale e immediata per il cittadino dalla
vista corta , e in cui il fisico prevale sull’intellettuale ,
e nel fisico la pancia su ogni altro viscere . Sarà
questo il Soviet latino, un Soviet un momentino
meno primordiale e stupido del Soviet slavo . Al
Parlamento attuale resterà come campo di attività,
chi sa che ?: resteranno le questioni che diconsi di
alta politica , forse i rapporti internazionali , forse i
rapporti tra Stato e Chiesa , forse i rapporti fami
gliari , forse le questioni attinenti all'esercito e alla
marina , ma certamente la sistemazione delle qui
stioni finanziarie, i tributi e i debiti. Il tutto pero
nella misura e nei modi compatibili con l'attività
legislativa del Consiglio superiore del lavoro, cioè
del Parlamento tecnico e del Ministero del lavoro !
Da corpo consultivo il Consiglio superiore del la
voro , trasformato in assemblea rappresentante i sin
dacati operai, i lavoratori del mare, i ferrovieri, le
cooperative , gli impiegati privati e i pubblici , i con
tadini e uno spizzico di professioni borghesi , non
distrutte dalle cooperative rosse , farà delle leggi e
dei decreti !! Ma come cið ? Non occorre una rivo
luzione sociale perchè ciò sia fattibile ? Non occorre
una organizzazione sindacale e corporativa generale
perchè a ciò si possa venire ?
Ma, nossignori ! Basta un po' di leggerezza, di
imbecillità e cecità parlamentare e un po' di colla
borazionismo con i Turati e Treves e Modigliani, un
po ' di Nittismo pluto-demagogico e il colpo è fatto .
Basta, infatti, che il Parlamento, l'attuale , il suc
cessivo , così come è , con una legge deleghi a un
XII . PARLAMENTO E COOP . SOCIALISTE 265

Consiglio del lavoro che ancora non si chiamerà


Parlamento del lavoro una parte delle sue funzioni
in un determinato campo , la facoltà di fare crediti ,
sia pure in principio soltanto questa ; basta, in fondo,
anche meno , cioè , questo : che con una legge si crei
il nuovo organo, poichè ci penserà l'organo a trovarsi
la funzione, prima una, poi molte, quando ha dietro
di sè la spinta delle cooperative bolceviche e dei
sindacati di classe , e in seno al Parlamento vecchio
il cavallo di Troia dell’Estrema , e al governo i mi
nistri collaborazionisti .
A Venezia, quando vuotano dalla finestra un vaso
dal contenuto poco pulito in un canaletto per il
quale corrono gondole , gridano : « ocio a basso » !
<

On . Beneduce , prima di vuotare il suo pitale , si


degni di gridare : « ocio a basso » ! Vuole ? Intanto,
per parte mia, raccomando Lei, i suoi collaborazio
nisti , le sue cooperative rosse e la sua merce bol
cevica ai fascisti e ai nazionalisti d'Italia !

6. E qui faccio punto con una osservazione di


carattere generale . Io mi domando , come mai con
simili colmi di asineria possano venire in discus
sione e il paese essere esposto , e seriamente esposto ,
al pericolo che progetti di legge che hanno tutti i
caratteri del più infantile bolcevismo possano diven
tare per davvero delle leggi ! Io mi domando come
avvenga che non si trovino più amministratori capaci
e sagaci per i vari dicasteri dello Stato, direttori
delle aziende autonome dello Stato e dei Comuni , e
deputati e senatori che sappiano cosa fanno quando
esaminano e votano delle leggi .
E la mia opinione è questa : Il governo dell'Ita
lia sta diventando una impresa troppo grande e com
plessa per il cervello degli italiani . Quando una
266 BOLCEVISMO ITALIANO

impresa ingrandisce , occorre una testa migliore di


quella che ad essa bastava allorchè era più piccola.
Chi è ottimo capitano o colonnello , può essere inca
pace di coprire un comando di armata. Chi è un
bravo fabbroferraio e dirige egregiamente la sua
azienda nel borgo della sua cittadina può essere in
capace nella direzione di una mastodontica ferriera
moderna . Chi si è distinto come direttore della Banca
di Bustarsizio, può condurre a morte il Banco Sconto .
Chi è un bravo sindaco di Cucumiello , può fare
fiasco come sindaco di Roma. Chi sa dirigere un
gazzettino locale non perciò è capace di dirigere il
Corriere della Sera.
Se ci rivolgiamo alle imprese politiche , è stato
detto e ridetto con ragione , che dopo il ritiro di
Bismarck la Germania non trovò più cancellieri con
formi alle proprie esigenze e al proprio calibro.
Se cambiano le dimensioni di una impresa ne
muta la qualità . Non c'è omogeneità tra la cosa pic
cola e la grande . Questa non è soltanto un multiplo
di quella. Non è affare da pantografo.
Orbene , se una impresa privata o politica che
sia, si è ingrandita e con cið resa più complessa,
delle due l'una : o ci sono le teste capaci di gerirla ,
o bisogna ridurre l'azienda. Altrimenti è il fallimento .
In casa nostra succede , che lo Stato sta diven
tando troppo grande per le testoline che lo geriscono.
Non si è l'Italia molto ingrandita per chilometri
quadri e milioni di popolazione. Non è essa l'impero
Britannico, né la Confederazione degli Stati Uniti ,
nè la Cina. No. Ma si è ingrandito lo Stato per il
numero e il genere delle sue funzioni, enormemente,
e si va ancora ingrandendo quanto più prevale la
corrente socialista . Ora, il cervello dei nostri uomini
di Stato non basta più a queste funzioni dello Stato.
XII . PARLAMENTO E COOP . SOCIALISTE 267

Ecco il male vero . È ovvio che è vano cercare teste


migliori. Non esiste una macchietta per il loro triage.
Possiamo in tanti modi, anche con macchine e pro
vini, fare assortimenti di grani e semi , e di olii é
vini , e di fibre tessili e di acciai ; e che so io ! Ma ,
so bene , e lo sanno con me tutti quanti , che non
c'è microscopio o telescopio , non c'è metro o se
taccio , con i quali scegliere l'uomo che ci vuole . E
quando scegliamo dando retta alla Vox Dei, che poi
è, in pratica , quella del semi-analfabeta che va al
l'urna , uscendo dalla bettola , e dopo di essersi pro
letariamente elevata la mente, ti scappa fuori, che
cosa ?! un qualche Nitti, un qualche Turati, un qual
che Beneduce , e via dicendo ! Puab !
Ci manca la lanterna di Diogene !
Nell'economia privata alla scelta degli uomini
provvede la selezione. È vero, ad es . , che gran
parte della rovina del Banco Sconto è dovuta al
l'azione del governo e del parlamento : è vero che
l'imposta bolcevica sui patrimoni è stata una rovina ;
è vero che altra rovina è derivata dall'altra legge
bolcevica sui sopraprofitti di guerra ; è vero che la
legge bolcevica sulla nominatività dei titoli era tale
un disastro che non la si è potuta applicare ; è vero
che la tollerata occupazione delle fabbriche, i pro
getti sul controllo operaio , gli scioperi politici, l'in
tervento dei Ministri in questi scioperi , hanno di
strutto l'industria ; che la carta moneta ha reso un
giuoco d'azzardo ogni affare commerciale ; che il
disservizio ferroviario e postale hanno cagionato
centinaia di milioni di danni ; che la proprietà , i
contratti , le leggi sono divenuti cose incertissime
E via dicendo .
Ma, è pure vero che in questo medesimo ambiente
di mefitico socialismo che ha ucciso il Banco Sconto ;
268 BOLCEVISMO ITALIANO

hanno pure vissuto e, sebbene danneggiate , sopra


vissuto altre banche ! Ecco ciò che significa la scelta
degli uomini! La selezione separa i capaci dagli in
capaci . Il danno arrecato dai meno capaci è, nel
campo privato , doppiamente limitato : da un lato,
agli interessi dell'azienda privata che i relativamente
meno capaci dirigono ; dall'altro , non è dato molto
tempo 'di rodere al cancro di una azienda , perchè
la concorrenza delle altre la insidia . Tutt'altro e assai
più grave è il caso di aziende politiche dirette da
degli incapaci .
Le aziende politiche , Stato , Comune ,
sono maggiori di aziende private e il danno è percið
maggiore . Le aziende politiche non sono soggette
alla libera concorrenza prescindendo da quella
internazionale e il cancro può rodere a lungo.
Non sono i dirigenti scelti mediante un processo
selettivo di cui il criterio sia soltanto la efficienza
produttiva, ma dai sentimenti , dalle passioni , di masse
>

ignoranti e abbindolate da miti , da gente presso i


quali un argomento sofistico prevale su di un argo
mento logico e di cui la sensibilità intellettuale è
completa se trattasi di quistione fine e complessa.
Ma, allora, il rimedio che proporzioni le dimen
sioni degli affari alle dimensioni dei cervelli non può
aversi che nella diminuzione del numero degli affari
dello Stato , e nel fare in modo che il genere ne sia sem
plice. Ci lagniamo che il Parlamento non funzioni ! Ma ,
quante mai cose dovrebbe sapere ogni deputato ! Non
fa che fare leggi su tutto , e di questo tutto non cono
sce che una minima parte . Prima era poca la fatica
del deputato. Era commisurata alla sua competenza.
Per ciò ci si prestava gratis. Lavorava per l'onore e
con onore e lavorava benino . Poi, cresciuto il lavoro
e diventato serio , volle 12 e poi 15 mila lire , come
un Presidente di Cassazione . E già masse di ciar
XII . PARLAMENTO E COOP . SOCIALISTE 269

latani famelici si presentarono al concorso elettorale .


Poi diventò serissimo il lavoro , e faticoso anche per
il vocio, quando non era pericoloso, e tale diventava
ogni volta che il Presidente si metteva il cappello .
E allora , ci vorranno 30 mila lire per avere chi faccia
il facchino alla Camera . Ma il Parlamento non fun
ziona più e il Governo riescè inetto ! Ma, quante mai
cose dovrebbe sapere ogni deputato e ogni senatore ?
E che Pico della Mirandola non dovrebbe mai essere
ogni Ministro ? Prima che il socialismo non allargasse
le funzioni dello Stato a ogni forma di attività umana,
e allo Stato non desse incarico di risolvere problemi 1

d'ogni genere -- anche quelli insolubili, anche quelli


inesistenti – si avevano Parlamenti e Governi capaci
del lavoro al quale erano chiamati e impiegati capaci
del disbrigo del lavoro loro assegnato .
Lo ingrandimento dello Stato , l'aumento delle sue
funzioni, la gestione di questo Stato e lo svolgimento
delle sue funzioni dai più ignoranti , dai più incapaci ,
questo è democrazia , finchè si presenta in forma atte
nuata ; è socialismo quando si presenta in forma viru
lenta . E allora abbiamo il regno e il regime dei
Batualà .

La Vita italiana , febbraio 1922.


INDICE ALFABETICO

Aggio , 83. Boicotaggio dei non sociali


Albertini sen . , 226 . sti, xxxix.
Albricci generale , 105, 136 , Bolcevismo : Problema naz .
182, 258 . massimo , iv, 176. Sue con
Alfieri generale , 180. seguenze , iv, v. Forma di
Alimentazione dei tedeschi, 5. socialismo, vi. E' imperia
Amendola, 164 . lista, VI . E ' nomade, vil .
Ancona Ugo : Sul bilancio Ostacolo , equilibrio dei sa
delle ferrovie, xxvi , xxx . lari , xxii . Dei ferrovieri ,
Ansaldo , 219. XXIX . Espropriazione, xxxiv .
Arrembaggio socialista , 42 , A Milano, xxxvi. Quando
153. parlerà chiaro , xLvIII. Prez
Ascensione in classi supe zi politici, 27. Controllo
riori, 36 . operaio , 89. E' sornione ,
Ateliers nationaux , 120 . 118. Reclutato nella teppa,
Augagneur , 11 . 136. Suoi propositi, 147. In
Autarchia economica , 4 . filtratosi nelle banche, 157.
Lotta contro , 172. Definito,
177 , 178. Saboto la guerra,
Balabanof, cit., XI , 118 , 237. 179. E' veleno dell'anima,
Baldesi, 215. 185. E' sistema giuridico,
Bandini, xxxIII. 188 . Come manifestatosi
Batault, 178. nella Fiat, 198-205. Ribel
Bazzi Carlo , 134 , 148. lione contro il, 209. Ag
Bela Kuhn , 163, 184 . gressioni, 215. Pagato , 237.
Bemporad, xxxII, 260 . Delinquente, 252. Loro pro
Bene e male, 187. gramma, 262. Loro parla
Beneduce , 170, 222 , 254 , 256, mento , 264.
258, 263. Bombacci, xxxIII , 21 , 152 , 155 ,
Benevolenza , come fattore di 224 , 235 .
azione sociale, x . Bonomi, 16 .
Bernstein , 11 . Borghesia : Se sia frolla, 104 ;
Bestiame socialista , 224 . false analogie, 108, 133 ;
Bianchi Umberto, 226 , 263. transige , 140 ; provocata ,
Bilancio di famiglia , 34 , 37 . 144 ; reagisce , 209 , 210, 216 .
>

Blanc Louis , 120, 121 . Boselli , 211 .


272 BOLCEVISMO ITALIANO

Bovenschen Alb ., 131 . Critica sociale, venduta da


Briand ,sue parole,iv. Turati a Treves , xxxIII .
Buozzi , XXXIII , 198. Curva dei redditi : sua defor
Burocrazia : irreducibile , v , mazione, xvi;, forma, 31 ;
XIII , XXV ; sua ignoranza , 14; come si ristabilisca, 46, 58.
pervasa di bolcevismo , 145;
ladra, 151; pletorica , 171.
Dall'Ara, bolcevico, 152.
D'Annunzio , 175 , 184, 185, 214.
Cabrini , 16, 17, 18, 103, 104, Debiti del Governo , 42.
146, 152, 155 , 163, 263. Della Torre, senatore bolce- .
Cadorna gen ., 184. vico , xxxII , 145, 155 , 210,
Calmiere,38, 46 . 211 , 218 .
Case , proprietari spogliati , Delinquenza , 251.
XXXIV . Democrazia , 167 , 241 , 242,
Capitale, 95 , 126 , 129.
7 248.
Caporetto onor., è nome di Deprezzamento della mone
Treves , xxxII . ta : tutto ilsaggio IV; come
Carta moneta, 43, 53, 60,71,80. misurasi , 73 .
Cassa di risparmio di Milano , Deputati. Camera definita da
153. Giolitti, 116 , 123.
Cassel Gustavo , 74 , 82 . De Vito , 263.
Cesana rag . , xxxix. Diderot, 11 .
Circolazione degli individui, Disciplina socialista , 138, 156 .
109 . Disoccupazione, 59, 120 , 171 ,
Classi, 28, 29 ; media 59; lotta 248 .
117 . Distribuzione econ . , 189, 191,
Coefficienti di fabbricazione, 194.
121 . Distribuzione famigliare, 195.
Commercio estero . Incompa Disuguaglianza, 28, 29.
tibile con socialismo, xi, 2 , Divisione del lavoro, XI , XII ,
7; partecipazione 8 , 9, 51 .
12 ; non si risente del 'de
prezzamento della moneta,
79 . Economia domestica e SO
Condizioni necessarie per ali ciale, hanno principi di
mentare popolazione, vill ; versi, 196 .
di prosperità econ . , 49, 85, Einaudi, 86 .
170 . Elevazione dell'operaio , 128 ,
Cooperativa socialista , XIII, 130 .
XIV , XXXIV , XLII, 2 , 17, 18, Elezioni politiche. Saggio
20 , 103, 135, 145 , 151 , 171, VIII .
221 , 238, 243, 252, 259. Emigrazione, 59, 63, 103 .
Confederazione gen . del La Emissione di carta moneta ,
voro , 111 , 143, 146, 147, 198. 43, 44 .
Consiglio superiore del La Engrammata , 28 .
voro , 264 . Equo trattamento , 126 .
Controllo delle industrie .
Saggio V e VI , 217.
Costi comparati, 79 . Falcioni , XLII, 161 .
Costi di produzione , 93 e seg . , Fascismo : salvò l'Italia , Vii ;
214 . un suo compito , xxx ; nu
Costo reale della guerra, 47. mero xxxl , 164 , 165, 178 ;
Costo reale della vita. Come fascisti tedeschi , 182, 184,
abbassarlo , 52. 185, 208 , 209, 213, 229.
INDICE ALFABETICO 273

Ferraris Carlo, 235 . Istituto scambi con l' Estero,


Ferrero di cambiano , 145. 154 .
Ferri E. , 224. Ilva, 217 .
Ferrovieri: stipendi, XXVI ; Imprenditore, 90 ; le sue scel.
competenze accessorie, te, 91 .
xxix; bolcevichi, xxxv, 229 ; Industria, suoi problemi, 91
nazionalisti , 232. e seg
Ferrovie secondarie : con Inflazione, 53, 55 , 60 .
trollo e bolcevismo nelle , Inventori, xu .
124 . Italia , sua civiltà complessa,
Fiat, 188 ; Commissioni in 132.
terne , 198 .
Filareti , 240.
Fischmann , 234 . Jannaccone , 86 .
Jevons , 194.
Gaffes, fatte da Musolini,
saggio X. Kaplun-Kogan Wi. , cit., VII.
Gandolin , 245. Kahn, 179.
Garofalo sen. , 162 .
Giardino sen ., 162.
Giolitti, xxxui, 97 , 105, 126, Labriola Arturo, 16 , 97, 103, 2

159, 163, 164, 166 , 184, 211, 104, 114, 120, 224, 226 , 234.
224, 238 . Labry Raoul , cit., VII .
Giudaismo, 193. Landry, 11.
Giuffrida , 3 , 16, 163 . Lavoro , diritto al , 121 ; suo
Giulietti, 105 , 217, 260, 261.
7 reddito , 129 .
Giustizia , xxl11 , 189. Lega delle Nazioni, 51 ; suoi
Gohier Urbano , 179 , 218, 237 . compiti, 60, 61 ; • istru
Goria avv . , 157. mento plutocratico , 67.
Goschen , 53, 83. Lega nazionale cooperativa,
Gossen , 194 . 17 , 146 , 147 , 152 , 225 .
Governo : come comportasi, Legge: occorre sia certa, x.
49 ; sua incapacità , 50, 169 ; Lenin , 11 , 195 .
può far fallire anche l'econ . Leuthner, 11.
privata, 85 ; é bolcevico , Libertà politica ed econ. , IX ,
228 , 229, 253, 257; quando 196 , 197, 249.
fu liberale , 268. Litvinoff, 155 .
Granbrettagna, arricchimen Livello generale dei prezzi ,
to , 128 . 77 , 79.
Graziadei bolcevico, XXXIII. Loeb, 179.
Gray denunzia plutocrati Lollini Ettore, XXIV .
bolcevichi, xxxII . Loria Achille , 123 .
Gullini , 262 . Lotta di classi , 117 .
Guyot Yves , 96 . Ludendorff, 180, 181 .
Lusignoli prefetto, sua in
chiesta , xxxvII.
Herkner H. ‫ܕ‬, 245 . Lusso operaio, 58 .
Hildebrand , 11 . Luzzatti, 246 .
Hilferding, 11.
Mallock W. H. , 129.
Istituto Naz .: cooperazione , Marcelletti , 150 .
145, 148 ; greppia socialista, Marinai: loro paghe, xxII .
151 , 154, 155, 225. Marx : dittatura del proleta
M. PANTALEONI, Bolcevismo italiano. 18
274 BOLCEVISMO ITALIANO

riato, vi; proporzioni defi Paese ribellasi ai bolcevichi,


nite, 121 ; in soffitta , 194. 159, 209, 219 .
Menger Carlo , 27 . Paralogismi monetari ed eco
Micheli, XLI, XLII , 161 . nomici , 69, 71 .
Miglioli, xli. Pareto , xxv, 11 >, 30, 58, 77 7, 86 ,
Milano : paghe degli operai 100, 117, 122 .
e impiegati, xx ; sperperi, Parlamento bolcevico, 264 .
XXXVI . Partito popolare: è demago
Mill Stuart, 190. gico , xxv .
Millerand, 11. Paternalismo, 66 .
Miniera di Monthieux, 100, Patrimonii : loro distribuzio
122 . ne , 30 .
Misiano , 199. Pater familias. Come distri
Modigliani congiura con Nit buisca i beni, 195 .
ti, XXXII, 118 , 163, 177, 180, Peano, 163.
186, 215 , 219, 226 , 238 , 264 . Piave, 184.
Moneta straniera, 61 , 81 . Pittoni, 153 .
Monopolii fiscali. Loro red Policarpo, 247.
dito agli operai, xxx . Politica domestica, 65 .
Mortara Giorgio , cit ., VIII . Polverelli , 184.
Müller Aug., 11. Pompieri milanesi, XXXVIII .
Mussolini, 207, e tutto il Popolazione: densità , viii, 2 ,
saggio X , 249. 7 ; secondo il reddito, 130 .
Posizione iniziale , 27.
Nazionalismo , 164 , 178, 186. Posizione strutturale , 28.
Nilus Sergio , xxxII . Potenza d'acquisto della mo
Nitti Fr. Saverio , demagogo , neta , 74 .
XXXII, XXXIII, 105, 136 , 155, Prato , 86 .
160 , 163, 182, 184, 211 , 213, Premii : negoziante in pre
234, 238, 260, mii , 14.
Noel'Octave, 96264,
7 267.
. Preziosi, xix , xxxiv ,145, 222,
Nofri, 152. 224, 227 , 237, 238 , 239, 251,
261 .
Prezzi politici, 16, 26 , 36 , 41 ,
Ojetti Ugo, xxXI. 46 , 54 , 214 .
Olivetti, 234. Prezzi di equilibrio in regi
Opera nazionale dei combat me cartaceo , 53 .
tenti, xlv. Prodotto : come aumentarlo ,
Operaio: si è abbrutito, xiv; 125 .
suo bilancio , xvi ; paghe a Produzione, 189,1 194, 196 .
Milano , xx ; nella Marina , Progresso , 192.
XXI ; fannullone, 22 ; ha so Proibizione di esportare mo
praredditi, 57 ; ignorante, neta , 81 .
87 ; è sopravalutato, 90 ; Proletariato, xxxiv , 97, 119,
elevazione, 128 . 138 .
Options , 14. Promotori d'industria , xiii .
Organizzazione ind ., XIII . Proprietari, xlvi.
Organizzazioni socialiste , 17, Prussia : redditi e capitali ,
134 e seg . 30 , 130, 131.
Orlando , xxx 1, 211.
Oro : sua curva di domanda,
55 , 81 . Quessel Ludwig, 4 , 5, 6, 9,
Otto ore : cosa costino , xxvII. 10, 11, 22, 113.
58 .
Ottone ing., 124 .
INDICE ALFABETICO 275

Ragioni di scambio assestate ze , 134 ; sua greppia , 151 ;


in ragione dell'inflazione, ricatta banche, 156 ; sfrutta
56 , 76 . operai , 216; sfrutta coope
Raneletti, XXXVI. razione, 221, 237; program
Rappoport, 237. ma , 263.
Reddito, 26 , 28 ; distribuzio Soleri, 152.
ne, 31 ; artificiale, 44 , 45 ; Solmi , xxxvi.
nazionale , 128 , 130, 131. Soprareddito operaio , 57 .
Requisizione, 41. Sopra valutazione dell'ope
Ricci, 66 . raio, 90 .
Rignano, xlvi . Sornioni , 118, 131 e seg.; 141
Rinascita econ . , 170 : vedi e seg.; 151, 211 , saggio XI .
condizioni . Soviet, xi, 150, 181 , 182, 237,
Risanamento monetario : tut 264.
to il 30 articolo . Speculazione, 93.
Riserve, 94 . Spese ferroviarie : loro au
Rivoluzioni del 1791, 1830, mento , xxvi.
1848; 120, 162 , 163, 182, Spinetta ing. , 98.
183 .
Spogliazioni dei padroni di
Rocco Alfredo, xxxv. casa, xxXIV; di fondi ru
Roscher W. , XLII . stici, sli, XLVI.
Russia : controllo operaio , Stabilità della circolazione ,
110, 119 ; rivoluzione, 193 . 79, 82.
Stampa : è corrotta, 52.
Stato : non può diminuire sa
Salari artificiali, 45 , 58 . lari, xv , xxii ; suoi mono
Salari operai: aumentati, xv; polii, xxx ; incapacità eco
consolidati da leggi xv ; a nomica , 21 , 38 , 50 ; sue fun
Milano , XXXVIII. zioni, 212, 257, 268.
Scaduto, 161. Suffragio universale, 241.
Scelte dell'industriale , 91 e Svalutazioni, 94 .
seg .
Scheer ammiraglio, 180 .
Schiff, 179. Tabelle organiche a Milano ,
Scialoja Vittorio, 155, 234. XX .

Scioperi, 57, 105 ; a gettito Tassoni sen . , 162 .


continuo, 139 ; interdetti, Tedesco , 164.
156 ; difesi dal governo , 230 Telegrafisti, 233 .
e seg Tempi nuovi, 119.
Sellier Henri , 98. Teppa : è socialista ,7 136 , 137.
Sidney Webb , demagogo ,XLI , Terra libera, 123.
XLV , XLVII, 245 , 246 . Thomas , 11.
Sindacato dei ferrovieri : sua Tipografi, 230 .
arroganza , xxV; ordine del Torre, 164.
giorno, xxvII . Tradimento socialista in
Sistemi finanziari, xxIII , 168. guerra , 180 .
Sistemi giuridici , 187, 197 . Tramviere milanese : suo bi
Smith Adamo, ix . lancio, xvii.
Socialismo : è bolcevismo, vi; Tramvieri nazionalisti, 230.
incompatibile con civiltà, Treves Claudio : ipcondotta :
XI , XLVII ; integrale , 10 ; in XXXII , XXXIII , 16, 103 , 104 ,
capace di comm . estero, 12 ; 112 , 145 , 155, 180, 186, 211 ,
paralogismi, 71 ; suo bluff, 215 , 219 ,237, 238 , 260, 264.
9

107 ; socialismo soviettista, Trozzi , 144.


113; si dilania, 148; sue for Turati Filippo : sornione .
276 BOLCEVISMO ITALIANO

XXVII ; sfruttato da Treves , Vella, 143.


XXXIII, 16, 112, 118 , 180, 186 , Vergnanini, 236, 243, 263.
207, 211, 215 , 224 , 238 , 260, Verrerie ouvrière di Albi , 96 .
264. Violenza socialista , 101 , 102,
160 .
Visocchi,XLII , 161.
Ubicazione dell'industria , 92. Vittorio Veneto, 184.
Ufficiali perseguitati , 137. Voronzoff, xi.
Umili , 91, 92.
Unione Nazionale Edilizia ,
225 . Walras , 32, 194 .
Università agrarie. Non col Warburg, 179.
tivano, xliv . Webb : vedi Sidney Webb .
Utile delle aziende, 88 . Wilson W. , è Pecksniff, 115,
Utile sociale, xxIII . 181 .
Utilità marginali, 32. Wyse , 179.

Valente questore , 230. Zagorsky Simon , cit .,VII , 188 .


Variazioni lenti é repentine , Zarismo , xxii, 195.
192 , 193 . Zévaes, 11,
Variazioni nei redditi , 32 , 33. Zorli Alberto , 82.
Variazioni nel valore della
moneta , 75 .
INDICE ANALITICO

PREFAZIONE p. III

I. Socialismo e commercio estero . >> 1


II . Una causa della crisi italiana . .
>> 25
III . Conferenza finanziaria di Bruxelles > 49
IV . Il manicomio monetario 69
V. Il controllo sulle industrie . > 87
VI . Il controllo operaio delle industrie . . » 101
VII . I Sornioni . . > 133
VIII. Il quesito che è posto al Paese . » 159
IX . Falsa primavera italica . > 175
X. Plutocrazia e Bolcevismo giudaico sgreto
lano il Fascismo . >> 207
XI . Il Pactolo dei Sornioni . . > 221
XII . Parlamento e cooperative socialiste . . 251
Indice alfabetico delle materie 271

EDITORI GIUS. LATERZA & FIGLI - BARI

POLITICA ED ECONOMIA
Volumi pubblicati :
Il Mezzogiorno agrarioquale è diE. Azimonti (2a ed.) L. 10,50
La Storia militare della nostra guerra fino a Caporetto
di E. Barone 6,50
Fiume e la Liburnia di Guido Depoli 2,50
Mazzini di F. de Sanctis : 4,00
Prediche di L. Einaudi 7,50
Lettere Politiche di Junius 6,50
La Russia e la sua rivoluzione di R. Larco 9,50
L'Italia redenta , dizionario geografico di Carlo Maranelli 8,50
Per l'Italia di L. Medici del Vascello 4,00
Mitteleuropa di Fr.Naumann (2 voll.) 15,00

Bolcevismo italiano di M. Pantaleoni 13,50


Politica : Criteri ed Eventi di M. Pantaleoni 6,00
La fine provvisoria di un'epopea di M. Pantaleoni 7,50
Socialisti Tedeschi di G. Pasquali 7,50
Riflessi storici della Economia di guerra di G. Prato 6,50
La espansione europea di Ramsay Muir . 7,50
L'Economia nuova di V.Rathenau 5,50

Protezionisti e Liberisti Italiani di U. Ricci . 6,50


Il testamento spirituale di un economista di G. Smart 12,50
Conflitti politici e Riforme costituzionali di T. Titioni 7,50
I Monopoli governativi del commercio e le finanze dello
Stato di J. Tivaroni 3,50
Le bonifiche in Italia di M. Viana 8,50

Parlamento e Governo nel nuovo ordinamento della Ger


mania di Max Weber 6,50
Dopo la guerra sovvertitrice di G. Fortunato . 3,50
La storia del secolo XIX e la guerra mondiale di E. Fueter 8,50
Ricardo e J. S. Mill di A. Graziani 8,50

Cooperativismo rosso piovra dello Stato diG. Preziosi 13,50


Il pensiero politico meridionale di G. de Ruggiero
Problemi di politica nazionale di A. Caroncini . $ 6,50
LEGATORIA
VAL CHISONE
00141 ROMA
TEL 06 81777000

Potrebbero piacerti anche