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Diritto internazionale

Ambito del diritto internazionale: relazioni tra stati


Diverse materie: politica, economia
Obv del diritto internazionale: stabilire come devono essere queste relazioni.
Obblighi e diritti che ciascuno stato è obbligato a rispettare.

Norme di diversa natura


- norme volute: accordi, trattati
- Norme che si impongono spontaneamente, senza essere volute, imposte dagli stessi
soggetti.

Chi impone queste regole?


Mancano delle istituzioni/autorità che si impongano sugli stati.
Non essendoci un legislatore supremo, sono gli stessi soggetti che pongono queste regole.
Gli stessi stati si danno delle regole che si obbligano a seguire.
Manca un potere che imponga l’esecuzione degli obblighi.
Manca un giudice che in automatico regoli le dispute, o a cui sottoporre cattivi
comportamenti di altri soggetti.

- Corte internazionale di giustizia


L’organo più autorevole. Si può ricorrere a questo organo solo successivamente ad un
accordo tra le parti. L’oggetto della corte di giustizia non è l’individuo, ma sempre lo stato.

La società del diritto internazionale può essere definita anarchica

La comunità sottostante al diritto internazionale:


Si deve partire dal soggetto tradizionale: lo stato.
Circa 200 stati, che si considerano sovrani.
Sovranità che ha duplice aspetto:
- interna: hanno una giurisdizione all’interno del proprio territorio.
- Esterna: non riconoscono superiorità di nessun altro ente (stato) se non la propria.

Gli stati sono i soggetti che per tradizione sono i componenti della comunità internazionale.
Una volta gli unici (stati), poi si sono aggiunte le organizzazioni internazionali
(successivamente la seconda guerra mondiale)

Rimangono però soggetti Primari: gli stati

Quando è nato il diritto internazionale?


Sono diverse le opinioni e le idee.
Secondo la maggior parte degli studiosi di diritto: risalire alla paca di Vestfalia 1648
2 accordi che hanno messo fine alla guerra dei trent’anni: Osnabruck e Munster.
Contrapposte due forze: il papato e l’impero
Gli stati non godevano di quella sovranità di cui godono oggi.
Sottoposti al potere imperiale o al potere del papato.
I trattati vengono firmati dagli stessi monarchi, “enti minori” rispetto all’impero e al papato.
Viene riconosciuta la loro sovranità. Avviene la formazione di 335 Stati indipendenti.
Ex. Firma la Francia e non il papa per la Francia.

Parliamo ovviamente di una pace che è circoscritta all’Europa.


Visione eurocentrica del diritto internazionale.
Visione presente fino alla decolonizzazione.
Gli stati europei fino alla decolonizzazione consideravano il continente africano come terra di
nessuno. Non esisteva un uguaglianza, una riconoscenza di sovranità.

Ad oggi la comunità internazionale è una struttura paritaria, tutti gli stati si considerano
sovrani.
Ci sono delle istanze da parte degli stati che si sono liberati da queste forme di oppressione.
Istanze che chiedono il riscatto, una compensazione, un risarcimento: il debito del
colonialismo. Debito di risorse materiali, la schiavitù come crimine internazionale.

*G20 ha ammesso l’unione africana (rappresenta tutti i suoi stati) come membro
permanente*

Un diritto internazionale che è un diritto universale


Tutti gli stati sono tenuti a rispettare le regole dettate dal diritto.

Ci possono essere delle regole che valgono soltanto in una determinata area geografica.
Regionalismo americano, creazione di un diritto internazionale regionale nato in America
dopo l’indipendenza. Caratterizzato da alcuni istituti sconosciuti al diritto internazionale
europeo e applicabile solo nelle relazioni tra paesi latino-americani.
- Esempio: l’asilo diplomatico
Negli stati dell’America latina, l’asilo può essere concesso anche dalle ambasciate.
L’ambasciata può riconoscere l’asilo ad un richiedente asilo.

Testimonianza: Juliane assange


Asilo fornito dall’ambasciata dell’Ecuador

- Regole che da particolari sono diventate poi generali.


Principio che si applica nella fissazione dei confini tra stati che si rendono dipendenti dopo la
fase di decolonizzazione. Così come è lasciata la colonia, così rimangono i confini degli stati
attuali.
Non regola regionale, ma universale.

Situazione del periodo coloniale.


Quando l’Africa era sottoposta al dominio coloniale, non erano considerati stati, ma res
nullius, territori assoggettati ad una madre patria.
Nel 1883 a Berlino l’Europa si era spartita l’Africa in zone di influenza.
Non avevano i diritti che hanno gli stati che hanno nel diritto internazionale perché
considerate nazioni non civili.
Le nazioni dell’Asia erano costrette ad accettare regimi giuridici speciali:

- Regime delle capitolazioni, i trattati ineguali, concessioni territoriali.


Regime delle capitolazioni: attribuiva agli stranieri residenti in quei paesi uno statuto
giuridico speciale rispetto alla generalità degli altri soggetti, comportante la soggezione alla
sola giurisdizione dei propri consoli, le libertà di culto cristiano e di commercio.
Trattati ineguali: così denominati perché diretti a porre obblighi a una sola parte contraente
Concessioni territoriali, che comportano l’acquisto da parte delle potenze occidentali di basi
navali e altre stazioni territoriali.

Accordi o imposizioni effettuate ad opera degli stati europei su stati (area orientale) come la
Cina, alcune imposizioni: apertura porti, il governatorato.
Sono questioni che ad oggi sono vietate dal diritto internazionale.

Dottrine del diritto internazionale


Per anni si è discusso del fondamento del diritto internazionale
Perché il diritto internazionale sarebbe obbligatorio?
Questione dibattuta per tantissimi anni

Nel passato (dal 17esimo secolo) si parla di un diritto internazionale che aveva la sua
obbligatorietà nel diritto naturale. Gli stati hanno mostrato di seguire determinate regole,
individuate e considerate obbligatorie.
Diritto naturale per Grozio: l’uomo tende per natura alla socialità e ogni comunità umana
esprime, per regolare la convivenza, un sistema di diritto composto di due elementi: il diritto
naturale e il diritto volontario.

Contrapposto al diritto naturale, nasce una visione positivista del diritto nel 18esimo secolo.
Positivismo giuridico: e secondo il positivismo la scienza giuridica non può cercare il diritto
nella mera razionalità, ma solo nel diritto posto dalla volontà di un’autorità.
Una regola è obbligatoria in quanto posta da un’altra regola. Un trattato sarebbe obbligatorio
perché imposto da una norma.
Teoria assolutamente formalistica, non si addentra nel contenuto della norma.

Nel primo dopoguerra tutto questo è venuto meno, in quanto non si spiegavano delle norme
che riguardano la tutela dei diritti umani.
Roberto Ago ha immaginato che ci fossero accanto alle norme poste (positiviste), delle
norme che invece avevano una natura spontanea (contrapposta al diritto internazionale di
tipo positivo).

Gli ultimi sviluppi del diritto internazionale dalla nascita della Società delle Nazioni.
Struttura simile a quella attuale, tripartita.
Finalità principale: mantenimento della pace.
La società delle nazioni bandiva la guerra, fino ad un certo punto:
Quando ci fosse stata una controversia, vi era l’obbligo di cercare, prima di giungere alla
guerra, una mediazione.
La guerra però è consentita, diversamente dalle nazioni unite, che rifiuta la guerra.

Struttura società nazioni unite:


- Assemblea, composta da tutti gli stati membri
- Consiglio, composto dai rappresentanti dei membri permanenti: 5 e membri non
permanenti, designati dall’assemblea. Gli Stati Uniti non ratificheranno poi il patto.
- Segretariato
Il patto prevedeva inoltre la creazione della corte permanente di giustizia internazionale.

Un Prototipo che aveva dimostrato di avere numerose falle.


Occupazione italiana dell’Etiopia, guerra Russia-Finlandia

Tra il 1942 1945 maturava la creazione dell’organizzazione delle Nazioni Unite, la cui carta
istitutiva veniva adottata il 26 giugno del 1945 dalla conferenza di San Francisco.lo statuto
delle Nazioni Unite entrava in vigore il 24 ottobre 1945 tra 29 Stati, il 27 dicembre dello
stesso anno tutti gli altri Stati Avevano depositato le loro ratifiche. l’ONU iniziava così a
funzionare con 51 membri originari.

Con la carta delle Nazioni unite inizia una nuova fase di evoluzione della comunità
internazionale e del suo diritto, nel quale si realizzano da una parte:
- la piena universalizzazione della comunità internazionale
- Un processo di revisione del contenuto del diritto internazionale

Si affermano nuovi valori fondamentali:


- La proibizione della minaccia e dell’uso della forza
Nella carta delle nazioni unite troviamo: Regola 2, paragrafo 4, divieto dell’uso della forza.
- Autodeterminazione dei popoli
Menzionato due volte questo principio, ma nella carta non è chiaro il collegamento dell’
autodeterminazione dei popoli con la decolonizzazione.
Nella carta si immaginava l’autodeterminazione come un’applicazione del concetto di
sovranità dello stato.

Per quanto riguarda I territori coloniali, vi erano due ipotesi:


- Amministrazione fiduciaria
- Concetto di autonomia dei territori sottoposti alle colonie
Non si parla di indipendenza

Anni ‘60 l'assemblea generale di tutti i membri delle nazioni (a cui si aggiunsero i nuovi stati
sorti dalla decolonizzazione) , ha iniziato ad emettere delle dichiarazioni di principi
sull’indipendenza dei popoli coloniali.
Attraverso due strumenti giuridici:
1. La codificazione lo sviluppo progressivo del diritto internazionale
2. L’adozione di dichiarazioni di principi, non vincolanti di per sé:
Raccomandazioni. Le raccomandazioni non sono vincolanti.
Il ripetersi di queste raccomandazioni, però, ha fatto sì che gli stati si sentissero obbligati a
concedere l’indipendenza.
Da norme non obbligatorie si è formata una norma vincolante, una norma imperativa ad
oggi.

- Altra evoluzione: la tutela dei diritti umani.


Non erano considerati come materia del diritto internazionale.
Uno dei primi atti dell’Assemblea generale fu l’approvazione, il 10 dicembre 1948, della
Dichiarazione universale dei diritti umani (che rientrava in una raccomandazione), composta
da trenta articoli che enunciano fondamentali esigenze dell’intera umanità.

Diritto internazionale attraverso le nazioni unite ha avuto uno sviluppo immenso.


Anche al di fuori, nascono tantissimi accordi e altre organizzazioni.
Nazioni unite come promotori di un nuovo diritto.
Hanno ritenuto fosse necessario aggiornare le regole (sviluppo progressivo del diritto) d’altra
parte la decodificazione.

Fonti: da una parte i trattati/ dall’altra parte le norme di natura consuetudinaria, norme
non scritte ma che si desumono da comportamenti di stati ritenuti dovuti.
—Trasposizione delle norme non scritte in norme scritte (convenzioni di codificazione).
Principi generali di diritto che sono contenuti (non sempre nati dal diritto internazionale) nei
sistemi nazionali della maggioranza degli stati.
I diritti umani non sono stati tema di codificazione.
Concetto di Multiculturalità; diverse culture si riflettono in questi principi generali di diritto.
Valori condivisi dalla comunità nazionale

Negli ultimi anni è stata creata una corte penale internazionale permanente.
(Distinto dalla corte di giustizia internazionale, che si occupa degli Stati e delle loro
controversie)
Non occasionali, nominate di volta in volta.
Una corte che esamini e giudichi tutti i crimini a loro sottoposti.
Giudicabile l’individuo e non solo lo stato.
La Corte ad oggi è ancora “rudimentale” perché alcuni stati importanti non ne fanno parte.
Gli Stati Uniti, la Russia.

- Questione delle operazioni di pace


Organizzano delle missioni di pace, inizialmente missioni senza l’uso della forza.
In una guerra civile le nazioni unite mandavano forse di pace per dividere i contendenti,
fungevano da cuscinetto.
Un sistema che è cambiato nel tempo perché si è ricorso anche all’uso della forza. Mandare
i propri eserciti per riportare la pace (episodio Iraq)

- Questione dello sviluppo e della sostenibilità.

- Questione della sovranità.


Sovranità che si è erosa, con il fatto che lo stato deve tutelare i diritti umani.
● Indipendenza: carattere esteriore della sovranità
Un diritto che si impone sugli altri stati

● Giurisdizione: carattere interno


Potere di stabilire le proprie leggi, amministrare la propria popolazione

Sovranità è territoriale, quando parliamo di territorio parliamo di uno spazio entro i propri
confini.
In merito a questo ci sono delle giurisdizioni extraterritoriali:
- la nave
Caso di Lotus
Incidente tra una nave turca e una nave raccese, morti i membri dell’equipaggio turco. La
Turchia ha giudicato e condannato i capitani della nave francese. Portata alla corte
internazionale. La nave della turchia batteva bandiera turca, doveva essere la turchia a
giudicare il fatto.

- Altre ipotesi: alto mare e spazi extra atmosferici.


La giurisdizione è di tutti in queste zone. Una parte che non appartiene a nessuno.
La sovranità, in virtù dei diritti dell’uomo, è limitata.
Non ha eliminato il nocciolo del suo potere.

Lezione 20/09/23
Fonti del diritto internazionale
Fonte: qualcosa che crea, produce.
Per fonte ci sono tutti quei fatti che producono diritto, regole.

Diritto internazionale è una branca del diritto.


È un diritto originario, ha proprie norme giuridiche che non traggono il loro fondamento da un
altro diritto. Diritto che produce esso stesso le proprie regole.
Ci sono diritti originari e diritti dipendenti.

Non esiste un organo che è incaricato di produrre diritto. Nel caso del diritto internazionale
sono gli stati stessi.
Gli stati sono da una parte legislatori e dall’altra coloro che devono rispettare le regole che si
impongono. Sono legislatori e destinatari.

Fonti: procedimenti di produzione giuridica.


Queste fonti possiamo indicarle come 2:
- la consuetudine
- L’accordo

Consuetudini: norme che si applicano a tutti gli stati, a tutti i soggetti.


Sono spontanee, non scritte.

Accordo: Fonte di diritto scritto che si applica soltanto agli stati che hanno contratto
l’accordo.

Si distinguono sia nella forma che nella sfera di applicazione soggettiva.


Consuetudine: diritto generale
Accordo: diritto particolare, di natura consuetudinaria.

Spunto per alcune considerazioni sul sistema delle fonti:


Articolo 38 dello statuto della corte internazionale di giustizia.
Organo giurisdizionale che è stato istituito con la creazione delle Nazioni unite. Il suo
funzionamento dipende da un altro accordo: lo statuto della corte, annesso alla carta delle
nazioni unite.
Indica le categorie di norme che la corte applica per risolvere conformemente al diritto
internazionale le controversie.
Non elenca le fonti del diritto internazionale.

Non è una norma sulle fonti in senso stretto ma una norma sul diritto applicabile alla
soluzione delle controversie.

L’articolo 38:

La Corte, la cui funzione è di decidere in base al diritto internazionale le controversie che le


sono sottoposte, applica:
a. Le convenzioni internazionali sia generali che particolari, che stabiliscono norme
espressamente riconosciute dagli Stati in lite:
b. La consuetudine internazionale, come prova di una pratica generale
accettata come diritto;
c. i principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili;
d. con riserva delle disposizioni dell'articolo 59, le decisioni giudiziarie e la dottrina degli
autori più qualificati delle varie nazioni come mezzi sussidiari per la determinazione delle
norme giuridiche.
2. Questa disposizione non pregiudica il potere della Corte di decidere una controversia ex
aequo et bono qualora le parti siano d'accordo.

La corte applica le decisioni giudiziarie (sentenze di corti nazionali o internazionali) e la


dottrina come mezzi sussidiari;
- Dottrina: opinioni degli esperti del diritto. Strumenti per l’interpretazione delle norme
fondate su trattati, consuetudini e principi generali del diritto. Opera una sintesi di
elementi spesso frammentati e mette in luce la logica unitaria del diritto
internazionale.
- Decisioni giudiziarie e dottrine: fonti di cognizione e non di produzione del diritto
internazionale.
-
Non mezzi di produzione giuridica, non sono fonti, MA mezzi di conoscenza.
Definite: fonti di cognizione del diritto internazionale (di conoscenza)
Decisioni giudiziarie, non sono una fonte perché una sentenza non inventa un diritto, non
deve creare delle nuove regole.
La sentenza applica un diritto già esistente. È un Mezzo di conoscenza

Unica ipotesi in cui una decisione giudiziaria internazionale è da considerare fonte del diritto
internazionale di terzo grado è quella della sentenza dispositiva
Art 38 par. 2

- Sentenza ex aequo et bono, sentenza per equità


Condizione: espressamente autorizzata dalle parti.
Le parti autorizzano la corte risolvere la loro controversia applicando criteri extragiuridici,
creando quindi, una nuova norma applicabile alla controversia stessa..

Il giudice viene dato il mandato, viene autorizzato a pronunciarsi per equità perché la legge
non esiste.
Le parti in lite autorizzano a pronunciarsi per equità, trovare una soluzione che renda
giustizia ad entrambe le parti.
Inventa una nuova soluzione, non prevista dalla norma. In questo caso abbiamo una fonte di
produzione giuridica. Sempre per le parti, non per tutti i soggetti.

La sentenza internazionale si applica solo tra le parti in lite, non può essere estesa ad altre
situazioni o altri stati. Rimane circoscritta alla situazione in cui viene richiamata. Non ha
l’effetto che ha nei paesi di common law.

Arbitrato: quando si vuole portare un caso davanti una corte occorre ottenere l’accordo
dell’altra parte in lite.

- Caso relativo alla piattaforma continentale Tunisia-Libia


Delimitazione delle zone della piattaforma continentale appartenenti rispettivamente alla
Libia e alla Tunisia nella regione in litigio.
La Corte ha precisato il metodo pratico da utilizzare per la delimitazione equitativa.
L'equità infra o secundum l’egemonia può essere intesa come principio generale del diritto o
norma generale del diritto internazionale, applicabile per esempio alla delimitazione degli
spazi marittimi.
Non si tratta di un giudizio ex aequo et bono.

Altre fonti:
La consuetudine

La consuetudine è la fonte primaria del diritto internazionale.


La fonte dell’accordo è la consuetudine.

Ordine logico della gerarchia delle fonti:


Consuetudine, fonte primaria
Fonte secondaria: accordo
Decisioni delle organizzazioni internazionali, con accordi.

Definizione dell’articolo 38 dello statuto della corte internazionale di giustizia


La consuetudine: prova di una pratica generale accettata come diritto.

La norma richiama a 2 elementi

- Prova di una pratica generale:


Elemento della pratica/prassi, comportamenti concreti non norme scritte, comportamenti
ripetuti e uniformi da parte della generalità degli stati.

Comportamento che viene attuato perché gli stati ritengono di eseguire un obbligo.
Accettato come diritto, indica questa coscienza da parte degli stati di eseguire una regola di
diritto internazionale.

La consuetudine crea una norma, modifica una norma, abroga una norma:
Desuetudine, si comincia a smettere di avere un determinato atteggiamento, la norma
decade.

2 elementi essenziali costitutivi della consuetudine


- Elemento della prassi, comportamento costantemente tenuto dagli stati di fronte
certe situazioni
- Manca l’elemento della volontà, una volontà specifica dello stato di comportarsi in
un determinato modo (tipico dell’accordo)

Questo porta a qualificare la consuetudine come fatto giuridico in senso stretto (contegni
o azioni che consistono in manifestazioni materiali) e non come atto giuridico
(manifestazione di volontà)

Consuetudine come collante rispetto alla frammentarietà degli accordi che valgono solo tra
alcuni stati.

Neo Consensualismo:
Processo formativo della consuetudine internazionale.
Successivamente la seconda guerra mondiale è stata fatta presente la mancata
partecipazione di alcuni gruppi di stati al processo formativo delle consuetudini
internazionali.
Movimenti che hanno riguardato stati di nuova formazione, stati emersi dal processo di
decolonizzazione
Hanno contestato le norme consuetudinarie, che non volevano applicare.

Intorno agli anni ‘70


Durante l’assemblea sono state indicate norme difformi dalle regole consuetudinarie.
Le dichiarazioni hanno favorito la formazione di norme convenzionali o consuetudinarie.
Questa spinta da parte dei paesi di nuova formazione è andata via via scemando. Hanno
accolto queste norme consuetudinarie.
La tripartizione precedente alla caduta di Berlino: paesi industrializzati, paesi socialisti (con
economia in transizione, dopo la caduta del muro), paesi in via di sviluppo, non esiste più.

- Dichiarazioni di principi, di per sé non sono vincolanti, ma sono state spesso


trasformate in accordi, consuetudini.

Raccomandazioni che contribuiscono alla consacrazione di principi e regole all’interno di


accordi veri e proprio (convenzioni)
Elementi di prassi (perché le dichiarazioni si sono ripetute)

La rivelazione della consuetudine


Come si fa a rilevare una consuetudine
(Accordi sono tanti, le consuetudini meno: ex tutela diplomatica)
Come capire che sono delle consuetudini?
Opera molto difficile, prassi da adottare.
Quali sono i comportamenti da catalogare.

Corte suprema degli Stati Uniti: guerra ispano-statunitense del 1898. Restituzione dei
pescherecci sequestrati dagli Stati Uniti. Secondo il diritto consuetudinario marittimo di
guerra i battelli di pesca erano esentati dalle misure di cattura.

Ha indicato i fattori da prendere in considerazione per determinare ‘esistenza di una regola


consuetudinaria:
- La pratica consolidata di un numero rilevante di paesi, la ripetizione della pratica nel
tempo e l’elemento soggettivo del convincimento di agire in conformità a un obbligo
giuridico.

Le sentenza della corte internazionale di giustizia nell’affare della piattaforma continentale


del mare del nord (1969) è considerata il leading case della giurisprudenza internazionale
in materia di formazione della consuetudine.
- Occorre che la pratica degli stati sia stata frequente e praticamente uniforme e che si
sia manifestata in modo da stabilire un riconoscimento generale del fatto che una
regola di diritto o un obbligo giuridico è in gioco.

(Convenzioni di codificazione: redatte all’interno delle nazioni unite, compito di


trasformare norme consuetudinarie in norme scritte)

Sentenza 1969 linea demarcazione, criterio di equidistanza


Precedentemente vigeva l’accordo tra Danimarca e Paesi Bassi.
Regola trasferita in una convenzione, prima applicata tra i due stati, recepita nella
convenzione di decodificazione, di Ginevra.
Volevano che questa regola si applicasse anche alla Germania (accordo dell’equidistanza
non lo accettava).
La Germania non fa parte della convenzione di Ginevra.
In questo caso la corte di giustizia ha decretato che non si trattava di una norma
consuetudinaria, ma di una norma pattizia, solo dell’accordo, che non si poteva imporre alla
Germania.

Cosa può delineare una consuetudine.


- La pratica diplomatica bilaterale e multilaterale degli stati offre dati preziosi per la
rivelazione delle norme consuetudinarie internazionali.
- La raccolta della prassi di di diritto internazionale dei singoli stati
- La giurisprudenza dei tribunali internazionali
- La legislazione interna piò essere espressione di opinio Iris, come le reazioni degli
stati alle misure legislative altrui.
- Accordi internazionali simili nella stessa materia.

Tempo di formazione della consuetudine


Tempo durante il quale i comportamenti doverosi devono ripetersi perchè possa dirsi formata
una norma consuetudinaria.
Quanto deve durare questo comportamento? La formazione della consuetudine dovrebbe
prendere un tempo molto, molto lungo.
Recentemente si è sviluppata l’idea che ci possano essere delle consuetudini istantanee=
● il divieto di uso delle armi nucleari
● L’esplorazione e uso dello spazio extra-atmosferico

Aspetto soggettivo
Le norme consuetudinarie sono generali perchè si indirizzano a tutti i soggetti del diritto
internazionale esistenti al momento della loro formazione. Ne diventano destinatari ache gli
stati uovo.
Le norme del diritto internazionale consuetudinario sono quindi prive di limiti soggettivi
d’efficacia.
MA non è esclusa la possibilità di:
Consuetudini locali o regionali
Si può affermare che ci sono delle situazioni nelle quali le consuetudini sono limitate a realtà
locali o regionali.
Gli stessi elementi della consuetudine sono circoscritti solo ad alcuni stati o determinati
contenenti.
Questo limite all'applicabilità dipende dal contenuto della norma.

Consuetudini locali ex:


‘60 diritto di passaggio in territorio indiano: caso che riguardava la richiesta del
Portogallo di ottenere dall’India un diritto di passaggio tra queste enclaves e l’oceano.
Una pratica costante e uniforme osservata dal Regno Unito
La corte internazionale di giustizia ha riconosciuto che ci fosse una consuetudine in
riferimento a questa circostanza molto locale, una questione che si era sempre presentata
nel tempo.

Consuetudine regionale: Diritto d’asilo


L’asilo diplomatico da parte delle ambasciate.
Consuetudine dell’America latina.
Si può richiedere asilo da parte delle ambasciate.
Julianne assuage: ha richiesto la protezione dell’Ecuador nei locali dell’ambasciata a
Londra.
Il Regno Unito considera Assange colpevole di aver violato le disposizioni sulla libertà
vigilata e gli ha negato la concessione di un salvacondotto per abbandonare il paese.
L’Ecuador menziona l’art 41 della sua costituzione che afferma che riconosce l’asilo
diplomatico nella sede della missione.

Stato obiettore
Uno stato, il quale si sia persistentemente e con costanza opposto all’applicazione nei suoi
confronti di una norma consuetudinaria non è vincolato ad osservarla.
Lo stato deve dimostrare che ha rifiutato la nota consuetudinaria dall’inizio del suo processo
formativo.
Caso delle peschiere norvegesi
Disputa alla corte internazionale di giustizia. Lite tra Norvegia e regno unito.
Per quanto riguarda la Norvegia, applicava non la linea della bassa marea, ma aveva
utilizzato il metodo delle linee rette, includendo isolotti, baie, promontori,faceva partire la
linea di base da molto più avanti.
La Gran Bretagna eccepiva l’illegittimità del metodo seguito dalla Norvegia dal 1869.
La corte ha stabilito che dato che da sempre usava questo metodo, non le si poteva opporre
la regola consuetudinaria della bassa marea.
Il regime delle linee rette è diventato un metodo opzionale anche nella convenzione di
Montego Bay del 1982 sul diritto del mare, art 7.

Carattere consuetudine:
Consuetudine come processo dinamico, un processo complesso, il cui momento conclusivo
è difficile da identificare.

Controversia rispetto ad una norma consuetudinaria considerata consolidata.


Il caso kite
Diplomatico americano in Italia, situazione privata, problemi con il contratto d’affitto, la corte
di cassazione nel 1922 ha ritenuto che questo diplomatico non potesse beneficiare
dell’immunità (esenzione giurisdizione italiana per fatti attinenti alla funzione).
Nascono una serie di proteste da parte del corpo diplomatico estero.
Il governo suggerì che si promuovesse una conferenza internazionale di codificazione in
materia di immunità degli agenti diplomatici.
La conferenza di codificazione di Vienna del 1961 ha adottato la convenzione sulle
relazioni diplomatiche.
In questa convenzione si è riconosciuta l’esenzione dalla giurisdizione civile e penale, sia
per questione di carattere funzionale, sia per questioni di carattere privato.

Le consuetudini non possono essere considerate come un diritto che non si modifica o non
si evolve. Ci vuole molto tempo, ma è un fenomeno dinamico.

Le norme consuetudinarie imperative


Diritto imperativo, ius cogens
La gerarchia che regola il rapporto consuetudine e accordo è molto teorica. Possono essere
norme che si contraddicono.
L’accordo può derogare la consuetudine e viceversa.

Si applica la regola più recente, oppure si applica la regola più specifica, la lex specialis, la
più dettagliata e specifica. Che deroga quella più recente.

Verso la fine degli anni ‘60, dai paesi in via di sviluppo e dai paesi socialisti nasce l’esigenza
di riconoscere che alcuni valori dovessero avere una tutela maggiore. Valori considerati
fondamentali per la comunità internazionale.

Esigenze vengono raccolte nella convenzione di codificazione.


Convenzione: un accordo, con una particolare finalità.
- Trasporre in forma scritta, norme consuetudinarie non scritte. Norma verrà inserita in
un articolato.
Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati del 1969.
Esigenza di consacrare, tutelare determinati valori.

Primi riferimenti del diritto imperativo (ius cogens).


Stabilisce il rapporto tra norme imperative e le norme dei trattati.
In quale modo incide il diritto imperativo sui trattati.

2 ipotesi della convezione di Vienna:


- ipotesi di nullità

Articolo 53.
Se viene concluso un trattato, ed esso è già contrario ad una norma imperativa, questo
accordo è nullo. Fin dall’originalità non produce effetti giuridici, come se non fosse mai stato
concluso.

- ipotesi inversa, di estinzione

Articolo 64
Dispone che in caso di una nuova norma imperativa di diritto internazionale generale,
qualsiasi trattato esistente in conflitto con tale norma è nullo e si estingue.
Il trattato è stato applicato, le parti lo hanno eseguito, nasce una nuova norma imperativa
accordo decade, si estingue.

Art 66: a tutela di queste norme se ci sono degli Stati in disputa riguardo l’applicazione del
diritto imperativo.
Opera per loro: corte internazionale di giustizia

Cos’è questo diritto imperativo?


Norma imperativa: una norma accettata e riconosciuta dalla comunità internazionale degli
stati nel suo complesso come norma alla quale non è consentita alcuna deroga e che può
essere modificata soltanto da un’altra norma del diritto internazionale generale avente lo
stesso carattere.

Rientrano tra le Norme consuetudinarie, che si distinguono perché non sono derogabili.
Possono essere derogate solo da norme avente lo stesso carattere (norme imperative)

Differenza tra ius cogens e consuetudine


Consuetudine è composta da 2 elementi: pratica (diuturnitas) e (opinio iuris) la
consapevolezza che quel comportamento è dettato da una norma.

Come distinguere la norma imperativa con carattere ius cogens


L’esistenza di un elemento specifico che distingue tali norme da tutte le altre: la
consapevolezza dell’inderogabilità quindi il convincimento di tutti gli stati circa
l'inderogabilità delle norma.

Rapporto tra lo ius cogens e i trattati internazionali.


Un trattato può riflettere una norma generale di natura imperativa, ma non può essere esso
stesso a crearla.

Relazione tra lo ius cogens e l’art 103 della carta delle nazioni unite
Art 103: stabilisce che in caso di contrasto tra gli obblighi contratti dai Membri delle Nazioni
Unite con lo statuto e gli obblighi assunti in seguito a qualsiasi altro accordo internazionale.
Prevalgono gli obblighi derivanti dallo Statuto.

L’incompatibilità di un trattato con una norma imperativa del diritto riflessa nella carta delle
nazioni unite, comporta la nullità assoluta di tale trattato
Contrasto tra un trattato e una norma della carta che non rispecchia una norma imperativa
comporta l'illiceità.

Erga omnes
La violazione di una norma imperativa comporta la commissione di un grave illecito
internazionale nei confronti dell’Intera comunità internazionale.

La norma è strutturata in un certo modo: tutti gli stati hanno un interesse all’adempimento di
quella norma.
Il rispetto di quella norma è considerato un interesse per tutti, quindi tutti possono agire nel
pretendere che si rispetti questa norma.

Erga omnes: fa riferimento ad un altro aspetto: quella norma tutela un interesse che è
fondamentale per tutti gli stati e che quindi tutti gli stati sono legittimati ad agire per
pretendere l’esecuzione dell’obbligo.
Indica chi ha il potere di agire in caso di “violazione”.

Sentenza del 1970 sul caso Barcelona Traction, Light and Power Company, Limited la CIG
ha definito gli obblighi erga omnes come quelli che uno stato assume nei confronti della
comunità internazionale nel suo insieme.

Quasi tutte le norme ius cogens hanno carattere erga omnes, ma non tutte le norme con
carattere erga omnes hanno il carattere ius cogens.
Il concetto di erga omnes riguarda tutti gli stati, ma dipende dalla norma.

L’effetto si può anche applicare all’accordo non solo alla consuetudine o allo ius cogens.
Si parla infatti di:
Erga omnes partes: riguarda tutte le parti di un accordo

I rapporti fra le norme consuetudinarie e e convenzionali

Le norme derivanti da accordi hanno in generale un’efficacia normativa equivalente a quella


delle regole consuetudinarie.
Il principio generale è quello della derogabilità reciproca delle norme consuetudinarie ripeto
a quelle convenzionali.
Un trattato può validamente porre tra le parti una regolamentazione difforme da quella
consuetudinaria.
Poichè i trattai (diritto internazionale speciale) e consuetudine (diritto internazionale
generale) sono un piano di parità ed hanno i medesimo rango, le norme prodotte dalle due
fronti sono rette da principi genarli:
- la norma successiva prevale sulla precedente
- La norma generale successiva non deroga la precedente speciale
- La norma speciale prevale sulla norma generale

Nella ricostruzione dei rapporti tra accordo e consuetudine si deve tenere presente il
principio per cui al carattere generale delle norme consuetudinarie si contrappone quello
particolare e speciale delle norme pattizie, speciali.
Le norme consuetudinarie sono generali, in quanto si indirizzano a tutti gli stati, mentre le
norme convenzionali sono speciali in base alla loro sfera soggettiva d’efficacia limitata alle
parti contraenti.

Norme consuetudinarie e convenzionali s’integrano e si condizionano.

Il diritto internazionale applicabile a strumenti come= trattai, accordi, convenzioni, cate,


protocolli, dichiarazioni, patti è denominato:
Diritto dei trattati
Riguarda tutte le regole che si applicano ai trattati, come si forma, come entra in vigore,
quando si estingue.

Due convenzioni internazionale in materia di diritto dei trattati:


- convenzione di Vienna del 69: regole sulla formazione, la validità e l’estinzione dei
trattai fra stati
- Convenzione di Vienna del 1986: trattati fra stati e organizziamo i internazionale e fra
organizzazioni internazionali inter se

Accordo
È una fonte secondaria del diritto internazionale.
È un atto giuridico in quanto consta di due o più dichiarazioni di volontà di soggetti
internazionali, alle quali il diritto collega effetti giuridici corrispondenti alle volotà manifestate.

Fonte che ha elemento distintivo/specifico:


La manifestazione di volontà.
Mentre il Diritto consuetudinario prescinde la volontà, perché spontaneo, l’accordo no.

Possono avere diversi nomi: trattato, convenzione, patto, statuto, carta …


Le norme derivanti da accordo sono dette pattizie, convenzionali o particolari.
Particolari perché si riferisce alla sfera soggettiva di efficacia dell’accordo che è illimitata
solo alle parti contraenti
Diverso dalle norme derivanti dalle consuetudini che sono nominate norme generali.

L’accordo tra le parti verte sullo stesso testo che accettano come disciplina obbligatoria nei
loro reciproci rapporti.
Trattato è fonte di norme giuridiche, fonte del diritto internazionale particolare.
La convezione di Vienna sul diritto dei trattati del ‘69 codifica le regole generali sulla
formazione, modifica ed estinzione dei trattati.

Classificazioni da fare:

- Convenzioni multilaterali/ bilaterali (due parti contraenti)

- Accordi chiusi ed aperti


Chiusi (non si accettano adesioni successive da parte di altri stati, in momenti successivi)

Alcuni accordi sono ritenuti più importanti dalle Nazioni Unite.


Kofi Annan incoraggia i capi di stato e di governo membri delle Nazioni Unite a firmare
questa lista di trattati depositato verso il Segretariato.
Lista di accordi che per le nazioni unite sono considerati accordi più importanti
Sono 25.
Di cui tredici sono trattati in materia di diritti umani

Distinguiamo: in trattati a tendenza universale e trattati a carattere regionale

Prima categoria:
Trattati istitutivi di organizzazioni internazionali

Qualificati come trattati-costituzione perché danno vita a strutture istituzionali permanenti


dotate di una soggettività internazionale.
Trattati che possiedono allo stesso tempo carattere convenzionale e istituzionale.
- Convenzionale: attribuiscono diritti e obblighi agli Stati membri
- Istituzionale: hanno ad oggetto la creazione di nuovi soggetti di diritto, ai quali le parti
affidano la realizzazione di scpi comuni.
Rispondono alle regole che valgono per tutti gli accordi.

Accordo con una duplice anima: da un lato sono accordi e sono soggetti alle stesse regole
dall’altro sono una sorta di “costituzione”.
- Considerati come: La costituzione per gli stati membri di quell’organizzazione
internazionale.

- carta delle Nazioni unite


- Trattato di Lisbona

La carta delle nazioni unite è la costituzione per quanto riguarda l’ordinamento delle Nazioni
Unite. La carta che segue regole dell’accordo, tutte le azioni all'interno. dell’organizzazione
dovranno rapportarsi rispetto a questa carta istitutiva.
La carta delle nazioni unite adottata a San Francisco.
Articolo 103 carta nazione unite:
- La carta delle nazioni unite prevale su tutti gli altri obblighi che gli Stati dovessero
contrarre attraverso altri accordi.
Gli altri obblighi contratti devono essere conformi alla carta delle nazioni unite
Se questo articolo ci dice che la carta ha prevalenza su tutti gli altri accordi, gli altri accordi si
estinguono se in contrasto con la carta, vuol dire che la carta ha un valore preminente
rispetto agli altri accordi.
Conclusione: La carta ha un carattere imperativo.
L’articolo 103 ci da una chiave di lettura che ci permette di dire quali potrebbero essere le
regole di ius cogens.
La carta non ha in tutti i suoi articoli regole di ius cogens, possiede molte regole di carattere
funzionale.
Ex. Come opera l’assemblea ha valore funzionale.
Art 2: vietato uso della forza, regola con carattere ius cogens.

La carta contiene alcune norme che sono i capisaldi dei vari ambiti di applicazione della
carta. Regole che sovrintendono il funzionamento delle nazioni unite.

Altra categoria di accordi:


Convenzioni di codificazione
Convenzioni che hanno la finalità di raccogliere le norme consuetudinarie.
Nascono da una disposizione della carta delle nazioni unite art 13 par 1.
La carta attribuisce all’assemblea il compito di codificare, mettere in forma scritta le norme
consuetudinarie
E di promuovere lo sviluppo progressivo del diritto: creare nuove norme, che vadano ad
operare in ambiti in cui ci sono dei vuoti normativi.
Due funzioni antitetiche:
- Codificazione: riprodurre norme consuetudinarie in forma scritta, congelare le
norme in una forma scritta
- Promuovere sviluppo progressivo del diritto, creare nuove norme laddove il diritto
internazionale fosse vacante, promuovere una legislazione in quell’ambito laddove ci
sia un vuoto normativo.
Assemblea si è liberata di questa funzione, ha istituito un organo sussidiario:
- Commissione del diritto internazionale
Commissione atipica del diritto internazionale, non costituita dai rappresentanti dei governi,
ma è costituita da membri che sono lì a titolo individuale, studiosi, accademici, esperti di
diritto internazionale, non in quanto rappresentanti dei governi.
Questa Commissione fin dall’inizio ha individuato alcuni ambiti di interesse del diritto
internazionale dove era necessaria una modificazione e ha proceduto a scrivere dei testi e a
sottoporre all’approvazione dell’assemblea generale.
A sua volta l’assemblea ha aperto alla firma degli stati queste convenzioni.
Gli stati hanno firmato e ratificato queste convenzioni.
Una volta entrate in vigore diventano vincolanti per le parti contraenti dell’accordo.

Duplice anima di queste convenzioni di codificazione:


- codificazione
- Nuove norme, sviluppo progressivo del diritto
Altri progetti non sono stati aperti alla firma degli stati:
Progetto di articoli sulla responsabilità degli Stati del 2001.
Non è diventata una convenzione vincolante ma rimasta progetto di articoli.
Formalmente non sono vincolanti non essendo un accordo.

Diritto dei trattati alla luce della convenzione di


Vienna
Parliamo della fonte dell’accordo: trattato
Esiste una convenzione che identifica tutte le norme consuetudinarie in materia di trattati.

Il regime applicabile ai trattati come atti giuridici che nascono dall’incontro di volontà degli
stati contraenti ha conosciuto un processo di codificazione:
Convenzione di codificazione sul diritto dei trattati ‘69 di Vienna

Trattato dei trattati: diretto a codificare e a sviluppare progressivamente le regole generali


del diritto internazionale in materia di formazione, validità ed estinzione dei trattati.

Art 2. Convenzione definisce il trattato come:


- Un accordo internazionale concluso in forma scritta fra stati e regolato dal diritto
internazionale.
Il trattato è uno strumento che si impone solo a coloro che hanno manifestato la volontà di
attenersi a questo accordo, che lo hanno ratificato.

Rapporto tra le convenzioni di codificazione e le consuetudini.


La convenzione riproduce la consuetudine. La convenzione conserva la sua natura di
accordo e il trattato è uno strumento che si impone soltanto a coloro che hanno manifestato
la volontà di sottomettersi a questo accordo, quindi vale solo per le parti contraenti.
Ex sentenza sulla delimitazione della piattaforma continentale del mare del nord 1969.
Alcuni stati volevano che la corte stabilisse che la convenzione di codificazione di Ginevra si
applicasse anche alla Germania che non era parte contraente di questa codificazione. La
corte ha dato ragione alla Germania: questo criterio della distanza non è un criterio
consuetudinario pertanto rimane una regola pattizia, non possiamo imporre di adottare il
criterio di equidistanza.

La convenzione di Vienna consta di 85 articoli distribuiti in 8 parti


Ci soffermeremo:
- II la conclusione e l’entrata in vigore dei trattati
- III l’applicazione e l’interpretazione
- V la nullità, l’estinzione e sospensione dei trattati
Queste parti regolano tutta la dinamica dell’atto e dei suoi effetti.

Quali sono gli effetti della guerra sui trattati? Materia non disciplinata dalla convenzione di
Vienna.
Effetto: normalmente la guerra sospende gli effetti di un trattato.
Esistono delle eccezioni:
Trattati che hanno per oggetto i rapporti tra stati in tempo di guerra.
Ex convenzioni sul diritto umanitario, intervento croce rossa, trattamento dei prigionieri.
Convenzioni riguardanti il diritto umanitario, si occupano di disciplinare gli obblighi degli stati
quando si trovano in tempo di guerra.
Convenzioni che non perdono il loro funzionamento, anzi si applicano, entrano in funzione
proprio quando scoppia la guerra.

Accordi in tempo di guerra


- Sospensione
- Entrano in vigore proprio attuati durante la guerra
- Si estinguono: alleanze militari, trattati di amicizia

La CID ha adottato nel 2011 un progetto di articoli sugli effetti dei conflitti armati sui trattati,
trasmesso all’assemblea generale delle nazioni unite.
Una lista indicativa di categorie di trattati la cui efficacia si presume non compromessa
durante il conflitto armato:
Sul Diritto internazionale umanitario, sulla protezione dei diritti umani, sulla tutela
dell’ambiente, sulla giustizia penale internazionale.

Procedimento di formazione dei trattati

- La formazione del trattato si ha quando si determina la convergenza tra le


manifestazioni di volontà di due o più stati, ciascuno dei quali consente, nei confronti
dell’altro o degli altri, a essere vincolato alle disposizioni del trattato.
La convenzione in materia di procedimenti di formazione dei trattati accoglie il principio
della libertà delle forme e non preferisce nessuno dei procedimenti tipici di conclusione dei
trattati.

Distingue:

Procedura solenne e Procedura semplificata.

Accordo Multilaterale: si convoca una conferenza internazionale con più rappresentanti degli
stati
Accordo Bilaterale: incontro tra le due parti

Procedura solenne:

Procedimento caratterizzato da due fasi

● La fase della negoziazione


Si conclude con l’adozione del progetto di trattato e la firma o sottoscrizione.
(In caso di accordo multilaterale dopo la chiusura dei negoziati il testo del trattato è adottato
o con il consenso di tutti gli stati o con la maggioranza dei ⅔)

La firma nei trattati conclusi con una procedura solenne la firma indica che il progetto è
accettato nel testo definitivo ne varietur, da quel momento non può più essere modificato.

La firma non vincola gli stati.

● Fase della ratifica

I rappresentanti tornano presso il proprio governo e consegnano il testo. Il governo deve


esaminare il testo del trattato e in caso ratificare.
Ratifica: atto, documento con il quale viene notificato alle altre parti la volontà di concludere
l’accordo.
L’Atto viene notificato alle altre parti contraenti o depositato presso il soggetto che giunge da
depositario.
Trattato entra in vigore: produce diritti e obblighi che scaturiscono da quell’accordo. Diventa
fonte di diritto.

Procedura semplificata:

Tutto si conclude con il momento della firma. I rappresentanti hanno il potere di manifestare
anche la volontà del proprio stato. Il rappresentante è già stato istruito dal proprio governo,
ha già i poteri per indicare la volontà dello stato. Il trattato entra in vigore al momento della
firma.

Il rappresentante di uno stato (plenipotenziari) durante la negoziazione di un trattato


multilaterale o bilaterale è dotato di un documento: pieni poteri.

- Poteri che sono conferiti alle persone fisiche (plenipotenziari) che sono abilitate a
rappresentare lo stato nella negoziazione e conclusione dei trattati.

Rilasciati dal capo dallo stato o dal ministro degli esteri.

Art 2 par 1.
“Documento emesso dall’autorità competente di uno Stato e che designa una o più persone
a rappresentare lo stato per la negoziazione, l’adozione o l’autenticazione del testo di un
tratto, per esprimere il consenso di uno stato ad essere obbligato da un trattato o per
compiere qualsiasi altro atto che si riferisca al trattato.”

Figure che non hanno bisogno di poteri perché data la loro funzione sono già rappresentanti
dello stato: capo di stato, capi di governo, ministri degli esteri.
Gli ambasciatori solo per quanto riguarda accordi con lo stato verso cui ha la missione.
Altre procedure oltre la ratifica:
- L’accettazione
- L’approvazione
Simili alla ratifica: documenti che accettano o approvano un testo, vincolano lo stato
all’accordo.

- L’adesione
Contenente a stati diversi da quelli che hanno partecipato ai negoziati di aderire in un
secondo momento ad un accordo già entrato in vigore.
Vale per trattati multilaterali che sono aperti alle adesioni di altri stati, non possono essere
chiusi.
Ha la stessa natura della ratifica.

Vale soprattutto per gli accordi istitutivi di organizzazioni internazionali.


Prevedono una procedura dell’ammissione:
Comporta una domanda da parte dello Stato interessato e l’accettazione degli Stati già parti
al trattato.

Le procedure utilizzate dagli Stati per la conclusione dei trattati sono le più varie e
dipendono dalla libera scelta dei contraenti.
Ex. Statuto delle Nazioni Unite e il Trattato sull’Unione europea.

Trattato di Lisbona: regola (art 49) stabilisce che ciascuno stato europeo amante della pace
che ha un'economia di libera concorrenza può candidarsi per entrare nell’unione europea.
Processo di candidatura che può essere molto lungo. Ogni organizzazione stabilisce il
proprio tempo per l’adesione.

Entrata in vigore: momento in cui il trattato esplica efficacia giuridica, può essere tuttavia
differita nel tempo rispetto al perfezionamento e intervenire in un momento successivo.
Ex. Nei trattati multilaterali viene spesso stabilito che la loro entrata in vigore sia subordinata
al deposito di un numero minimo di ratifiche. Come la convenzione di Vienna: min 35
ratifiche.

L’applicazione provvisoria: oggetto di un accordo preliminare in forma semplificata.


Art 25 della convenzione, un trattato o una parte del trattato si applica a titolo provvisorio in
attesa della sua entrata in vigore se è il trattato stesso a stabilirlo o gli stati che hanno
partecipato alla negoziazione hanno convenuto in tal senso. Si ha generalmente quando vi è
necessità dell’immediata entrata in vigore delle disposizioni convenzionali, o di alcune di
esse.

Art 18. Sancisce l’obbligo degli stati che hanno accettato un trattato di non privarlo del suo
oggetto o del suo scopo nel periodo che va dalla firma all’entrata in vigore.

Depositario:
Uno o più Stati, organizzazioni internazionali, principale funzionario amministrativo di una
tale organizzazione.
Funzione: assicura la custodia del testo originale del trattato ne redige copie conformi, riceve
le sottoscrizioni del trattato, le adesioni di nuovi stati o il recesso di uno stato
Lezione 27/09
Procedimento di ratificata in Italia
Il procedimento di ratifica dei trattati dei singoli stati avviene secondo le procedure stabilite
negli ordinamenti nazionali , quindi dai sistemi giuridici degli stati.
Diritto internazionale — diritto nazionale

Prevedono che ci sia una approvazione attraverso i negoziatori nel caso di una procedura
semplificata.
Nel caso di procedura solenne c’è una sorta di selezione per cui alcuni trattati considerati più
importanti, devono avere l’approvazione parlamentare per approvare.

La nostra costituzione:

Cosa dice il nostro ordinamento per quanto riguarda la ratifica.


In Italia il procedimento di ratifica:

Bisogna fare riferimento agli articoli 87 e 80 costituzione italiana

Art 87:
È il presidente della repubblica che ratifica i trattati, previa quando occorre l’ autorizzazione
delle due camere.
Quando occorre chiedere l’autorizzazione delle camere?

Art 80:
Specifica quando occorre l’autorizzazione delle camere.
Autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali che ricadono in una delle seguenti
categorie.
5 categorie di accordi:
- Di natura politica
- Di regolamento giudiziario
- Prevedono modificazione di territorio
- Modificazione di legge
- Che prevedono Oneri alle finanze

Il presidente non può ratificare senza l’autorizzazione delle due camere in questi casi.
Più importante: trattati che comportano modifiche di legge.
Occorre un provvedimento di adattamento per introdurre nel diritto interno le variazioni
imposte dagli obblighi internazionali convenzionali.
La legge di autorizzazione alla ratifica contiene anche il provvedimento che ordina la piena e
intera esecuzione del trattato nell’ordinamento interno.

Il parlamento non può introdurre modifiche al trattato che è al suo esame, se reputa
necessarie modifiche toccherà al Governo riaprire i negoziati con la o le altre parti per
modificare il contenuto del trattato.
A questo punto:
Scambio ratifica con un altro stato se l’accordo è di tipo bilaterale
In caso di accordo multilaterale la ratifica viene consegnata ad uno stato incaricato:
depositario.
Quando si raggiunge un tot di ratifica il trattato entra in vigore.

Si è formata per quando riguarda la procedura semplificata una consuetudine costituzionale,


qualcosa di non scritto, un comportamento delle istituzioni che è andato a. Riempire un
vuoto normativo interno all’Italia.
Il negoziatore ha i poteri per firmare e questa firma comporta la manifestazione di volontà
dello stato italiano a impegnarsi nel rimpasto di questo accordo.

Trattati Unione Europea

Sono trattati di natura politica


Trattati istitutivi dell'Unione europea, inizialmente era la comunità economica europea che è
stata fondata a Roma nel 1957: trattato di Roma. Negli anni si è modificato fino al trattato di
Lisbona, approvato nel 2007 e entrato in vigore nel 2009.
Trasformazione dello stesso trattato che assume una veste e dei contenuti nuovi.

L’Italia ha utilizzato in tutti i trattati il procedimento solenne.


C’è stata una legge di ratifica di questo trattato, legge parlamentare.
Nel caso dell’unione europea:

Articolo 11 costituzione italiana


L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali.
- Consente alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la
pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni
internazionali rivolte a tale scopo.
Questa Norma è ritenuta la norma che fa sì che l’Unione europea venga accettata e
riconosciuta come ordinamento.
Accettazione implicita nella costituzione attraverso l’articolo 11, riconosce limitazioni di
sovranità in favore di organizzazioni internazionali.

La pubblicità dei trattati

C’è l’obbligo da parte degli Stati di rendere pubblici gli accordi.


Principio della pubblicità degli accordi internazionali.
Principio già precedente della precedente Società delle nazioni.

Art 102 della Carta delle Nazioni Unite dispone che ogni trattato internazionale stipulato da
un membro delle Nazioni Unite deve essere registrato al più presto possibile presso il
Segretariato e pubblicato a cura di quest’ultimo.
In caso di mancata registrazione i trattati non sono invocabili di fronte agli organi dell’ONU.

Trattati segreti

Nel passato era diffusa la pratica dei trattati segreti. Accordi tra stati che non erano così nitri
e che quindi particolarmente pericolosi.
La conclusione di accordi segreti dipende talvolta dal fatto che gli Stati contraenti vogliono
occultare il loro contenuto perché in contrasto con altri obblighi internazionali di cui sono
titolari.
Ciò dimostra che gli accordi segreti sono spesso illeciti se non nulli per incompatibilità con
una norma imperativa del diritto internazionale.
In opposizione a norme consuetudinarie o norme di ius cogens.

Accordo Marocco- Mauritania che riguarda una parte del territorio del Marocco: regione
Sahara Occidentale. Al quale le nazioni unite avevano riconosciuto il diritto di
autodeterminarsi. Dovevano essere indetto un referendum. Marocco e Mauritania hanno
concluso un accordo segreto con il quale si spartivano il territorio e concordavano
l’occupazione militare delle rispettive zone.
Autodeterminazione dei popoli: norma ius cogens.

La pubblicità dei trattati in Italia

Principio di pubblicità del nostro ordinamento italiano.


Le nostre istituzioni (anche noi individui) devono conoscere gli accordi internazionali.
Esiste l’Obbligo di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale gli accordi che l’Italia ha concluso
sul piano del diritto internazionale, sia quelli conclusi in forma solenne, sia in forma
semplificata.
Pubblicazione trimestrale che procede tutti gli accordi conclusi in quel trimestre.

La disciplina delle riserve


Fase: Applicazione dell’accordo
Sappiamo che gli accordi valgono per gli stati che li hanno conclusi. Tutte le parti contraenti
sono obbligate da questo accordo.
È stato introdotto nel tempo una sorta di flessibilità:
Per poter allargare l’ambito delle parti contraenti, per far sì che gli accordi fossero sottoscritti
dal maggior numero di stati, è stato ideato uno stratagemma: le riserve.
Le riserve nei trattati, per smussare alcune ritrosie da parte degli Stati.
Materia oggetto di codificazione nella convenzione di Vienna del 1969. CDI ha adottato dal
2011 una guida alla pratica delle riserve ai trattati.

Definizione art 2 della convenzione di Vienna.


“Dichiarazione unilaterale fatta da uno stato quando sottoscrive, ratifica, accetta o approva
un trattato o vi aderisce, attraverso la quale esso mira a escludere o modificare l’effetto
giuridico di alunne disposizioni del trattato nella loro applicazione allo stato medesimo”

- Una dichiarazione di volontà deposta al momento della firma o ratifica attraverso cui
lo Stato esprime la volontà di accettare un trattato multilaterale escludendo
l’obbligatorietà nei suoi confronti di una o più clausole e del trattato.

Sono delle dichiarazioni unilaterali da parte degli stati che depositano una dichiarazione:
stabilisce che una determinata clausola, articolo dell’accordo non gli sarà opponibile, per
quella norma non prende obblighi, non si sottopone agli obblighi che scaturiscono da quella
norma.

Fenomeno della conclusione di accordi multilaterali di grande trattata.


Parte tutto da:
Parere rilasciato dalla corte internazionale di giustizia.
Fu chiesto dall’assemblea alla corte internazionale di giustizia nel 1949 se fossero
ammissibili le riserve apposte da molti stati alla convenzione del Genocidio.
L’assemblea aveva sollevato la questione sul fatto che queste riserve non erano state
apposte nel momento del negoziato.
Molti stati avevano firmato il testo integrale, i governi avevano poi apposto una riserva nel
momento della ratifica.
Ma queste riserve sono ammissibili o no?
Ammissibili in un momento successivo al negoziato purché le riserve fossero compatibili con
l’oggetto e lo scopo del trattato.

La Convenzione di Vienna del 49


Recepisce questa esigenza, per questo una parte della convenzione è dedicata al regime
delle riserve. Abbiamo una disciplina materiale e dettagliata di questo ambito
Stabilisce una procedura, intanto che ammette le riserve apposte al momento della firma
(tutti presenti in una conferenza).

Non è consentito modificare successivamente all’entrata in vigore del trattato le riserve


apposte o formulare riserve tardive.

Se apposte successivamente (al momento della ratifica), lo Stato deve notificare il testo
della riserva a tutte le altre parti contraenti, le quali hanno 12 mesi di tempo per obiettare.
Possono far decorrere i 12 mesi, dopo opporre un’obiezione.

Nel caso dell'obiezione


L’obiezione può avere due varianti:
- Obiezioni semplice
Effetto: il trattato entrerà in vigore tra lo stato che ha apposto la riserva e lo stato che ha
mosso le obiezioni. Non impedisce l’entrata in vigore del trattato ma decurta la parte,
l’oggetto di riserva. In favore di chi ha apposto la riserva.

- Obiezione motivata
L’obiezione deve anche esprimere la volontà di non entrare in rapporti con lo stato che ha
apposto la riserva. Il trattato non entra in vigore, non pone obblighi e diritti riguardo a questi
due stati nei loro reciproci rapporti.

Questione ammissibilità delle riserve.


La regola dell’ammissibilità delle riserve prevede tre eccezioni:
- il trattato contiene una proibizione espressa di formulare riserve
- Il trattato non proibisce riserve ma dispone che possono essere fatte solo
determinate riserve, escludendo tutte le altre possibili
- Sono ammissibili soltanto le riserve che siano compatibili con l’oggetto e lo scopo del
trattato.

Riserve nei trattati sui diritti umani


Aspetto particolare riguarda la formazione di riserve ai trattati multilaterali diretti alla tutela di
valori essenziali della comunità internazionale.
- parliamo di norme imperative del diritto internazionale generale.
Apporre riserve contrarie allo ius cogens è inutile. la riserva non può modificare gli effetti
giuridici di un trattato in modo contrario ad una norma imperativa del diritto internazionale.
- Trattati che non contengono norme imperative
È stato suggerito dalla CD: formulazione secondo la quale una riserva a una disposizione
convenzionale che riguarda diritti intangibili ai quali non è consentito derogare in alcun caso
è ammissibile solo se è compatibile con i diritti obblighi essenziali risultati dal trattato.

Convenzione europea dei diritti dell’uomo del 1950


Art 57 della convenzione:
Ogni Stato, al momento della firma della presente Convenzione o del deposito del suo
strumento di ratifica, può formulare una riserva riguardo ad una particolare disposizione
della Convenzione, nella misura in cui una legge in quel momento in vigore sul suo territorio
non sia conforme a tale disposizione. Le riserve di carattere generale non sono autorizzate
in base al presente articolo.

La riserva deve avere ad oggetto una particolare disposizione, un articolo, una sola.
Questa riserva deve avere ad oggetto il mantenimento di una legge interna allo stato
nazionale che fosse in contrasto con la convenzione.
Le riserve di carattere generale non sono ammesse.

Ex.
Legge costituzionale che vietava l'ingresso ai sovrani italiani.
Disposizione convenzione Vienna: non può essere vietato l’ingresso ad un cittadino nel
proprio stato.
Confligge con la legge costituzionale italiana. L’Italia ha apposto una riserva in merito
all’argomento.
Le riserve sono ammesse se servono a mantenere una legge che dovesse confliggere con
norme di diritto interne.

Gli effetti dei trattati per i terzi


Il trattato si applica e pone obblighi e diritti solo per parti contraenti.
Con l’espressione “Stato terzo” designa uno Stato che non è parte contraente di un trattato.
Il trattato non crea né obblighi né diritti per un stato terzo senza il suo consenso.

La convenzione di Vienna dagli articoli 34 disciplina questa materia.


Art 34> i trattati non prevedono per i terzi né obblighi né diritti.
Pacta tertiis nec nocent nec presunt

Ci possono essere degli effetti se questi vengono accettati attraverso una manifestazione
del consenso da parte del terzo.
Fattispecie degli obblighi e fattispecie dei diritti.

La convenzione di Vienna distingue due ipotesi sulla base dell’espressione del consenso
che viene dato dal terzo
- Nel caso di un obbligo il consenso del terzo deve essere prestato in forma scritta,
manifestazione espressa e scritta.
- Nel caso di un diritto la modalità è più soft, il consenso si presume, ossia: basta un
comportamento concludente. Se non volesse accettare invece deve opporsi
espressamente con una forma scritta.
Navi battenti di uno stato terzo possono percorrere questo fiume, il consenso si esprime
attraverso l’attraversamento del fiume.

Secondo Marchisio (dottrina):


Il terzo finisce per aderire all’accordo in relazione a quella specifica clausola.
Secondo Marchisio non esiste l’adesione da terzo.
Dare il proprio consenso deriva dal fatto che quella norma (obbligo o diritto) è una norma
consuetudinaria, si applica a tuti in quanto consuetudinaria.

Trattati che impongono degli obblighi: oggettivi


Chiamati: Regimi territoriali obiettivi
Ex
Convenzione di Washington sull’antartide del 1959:
Disciplina lo sfruttamento, l’utilizzo dell’Antartide.
Regione composta da ghiacci, che non appartiene a nessuno.
Divieto di uno sfruttamento personale da parte degli Stati di carattere economico, ma deve
essere utilizzato soltanto per ricerca.
Convenzione sottoscritta non dalla totalità degli Stati.
Si vede nella pratica che tutti gli stati si concordino come se fossero parti contraenti.
Gli stati non hanno mai messo in discussione queste regole, né a parole né nei fatti,
discorso che tutti condividono.
Si ritiene che ci siano alcune categorie di accordi per cui gli obblighi è come se fossero in
realtà per tutti anche se sono solo alcune le parti che hanno sottoscritto gli accordi.
Marchisio si dissocia: vede queste tipologie di accordi come regole che non fanno altro che
trascrivere norme di carattere consuetudinario.

Gli stati terzi nella carta delle nazioni unite hanno degli obblighi.
Si richiede di non ostacolare gli interventi delle nazioni unite.
Norme specifiche:
Ex.
- Corte internazionale di giustizia accoglie ricorsi anche di stati terzi se interni alla
controversia stessa.

- Si da la possibilità agli stati terzi di aderire allo statuto della corte internazionale di
giustizia, in caso di controversie è possibile sottoporle le dispute

Rispetto e applicazione dei trattati


Uno stato che firma due accordi confliggenti

Nel caso in cui l’accordo precedente non si sia estinto, dobbiamo immaginare che l’accordo
successivo sostituisca quello precedente. Se sono le stesse parti contraenti. Regola del
tempo, regolo generale e speciale.

Problema sorge nel caso in cui le parti contraenti siano diverse


Questo stato incorrerà in un regime di responsabilità: responsabilità di una dei due accordi in
base agli obblighi rispettati o violati.
Lo stato compie un illecito internazionale

Accordi con clausole di coordinamento


Spesso i trattati contengono clausole di coordinamento con trattati precedenti o posteriori.

Art 103 della Carta delle Nazioni Unite


Gli obblighi della carta prevalgono su tutti gli altri accordi che gli Stati dovessero
sottoscrivere.
Non può esserci un conflitto tra le norme della carta e gli obblighi presi dopo un accordo.
Norma che coordina il rapporto tra più accordi.

Interpretazione dei trattati:


La loro applicazione si presta a varie interpretazioni.
La convenzione di Vienna ha un capitolo dedicato all'interpretazione dei trattati.
Interpretazione di Diverso tipo:
- Int Oggettiva, letterale. Prendere il testo e vedere il significato della singola parola
- Int soggettiva, cosa volevano ottenere gli stati con questo accordo.
La convenzione adotta il criterio oggettivo.
Regole dal 31 al 33.
Art 31: un trattato deve essere interpretato in buona fede, seguendo il senso ordinario da
attribuire ai termini del trattato, nel loro contesto* e alla luce del oggetto e del suo scopo.

*Contesto nel quale è stato concluso questo trattato, il contesto comprende anche tutte le
parti dell’accordo che non sono dispositive, ex il preambolo, aiuta nell’interpretazione del
trattato. Anche gli allegati fanno parte del contesto.
Fa riferimento a: Oggetto e scopo ovvero gli obiettivi da perseguire

Interpretazione letterale, oggettiva

Art 32.
Si può fare ricorso a mezzi complementari di interpretazione, se questa interpretazione
(quella letterale) pone ancora dei dubbi: Lavori preparatori.
Lavori preparatori: sono tutte le registrazioni della conferenza (quando si è preparato un
testo). Determinare il senso dell’articolo e il senso dell’interpretazione.

Eccezioni:
Nel caso di Trattati istitutivi di organizzazioni internazionali
Dispongono essi stessi le regole di interpretazione.

Le cause di invalidità e estinzione dei trattati


Parliamo della fine di un accordo.
Grande differenza tra le due cause
- La causa di invalidità: causa che inficia un elemento essenziale dell’accordo: la
manifestazione di volontà. Incide sul momento iniziale, manca la volontà. Invalido (Ex
nunc, dall’inizio) l’accordo è come se non fosse mai stato concluso

- Cause di estinzione: situazioni che rendendo impossibile proseguire nell’accordo,


qualcosa di esterno che accade, che rende inapplicabile l’accordo. Invalido (Ex tunc,
da ora), da quel momento.

Cause di invalidità che producono:


● Nullità assoluta: Causa di invalidità che può essere invocata da tutti gli stati, anche
quelli la cui volontà non è stata inficiata o perfettamente espressa, cause che tutti gli
stati possono richiedere per far sì che un accordo sia considerato nullo.
● Nullità relativa: soltanto le parti contraenti la cui volontà non si è perfezionata, la
volontà che avevo espresso non si è formata perfettamente. Parliamo di cause di
invalidità richiesta nei propri riguardi.

Quando uno stato invoca una causa di invalidità non è automatica l’ invalidità dell’accordo.
Non c’è un giudice dunque viene stabilita una procedura secondo gli articoli 65 e 66. Lo
stato deve notificare la sua pretesa all’altro contraente, se l’altro stato dovesse obiettare
sorge una controversia, se questa non viene risolta entro 12 mesi sono obbligati a ricorrere
alla conciliazione obbligatoria.
Sottoposta alla CIG o ad arbitrato se concerne il contrasto con lo ius cogens.
Unico caso di procedimento obbligatorio: quando si invoca la contrarietà dell’accordo ad uno
ius cogens.

Cause di nullità relativa: vizi della volontà

Nullità relative: vizi della volontà:


1) errore, 2) dolo, 3) corruzione, 4) violazione norme interne sulla competenza stipulare.

Errore: quando uno stato ha prestato il proprio consenso sulla base di un errore
giustificabile.
Ex. Errore geografico, delimitazione di un confine territoriale. Lo stato è stato indotto in
errore.
Tempio di Preah Vihear

Dolo: una delle parti ha convinto l’altra a concludere attraverso l’inganno, la frode.

Corruzione: Corruzione del rappresentante alla conferenza.


Durante una procedura semplificata per esempio, quando la sua firma rappresenta la
volontà del governo.

(Possibile domanda d’esame)


La violazione delle norme interne sulla competenza a stipulare:
Lo stato non può giustificare una violazione del diritto internazionale nominando il proprio
diritto interno.
Eccezione ammessa art 46.
Regole interne, dello stato che conducono alla conclusione di un accordo: norme interne
sulla competenza a stipulare.

Secondo la Convenzione di Vienna:


1. Il fatto che il consenso di uno Stato ad essere vincolato da un trattato sia stato
espresso violando una disposizione del suo diritto interno concernente la
competenza a concludere trattati, non può essere invocato da tale Stato per infirmare
il proprio consenso, a meno che tale violazione non sia stata manifesta* e non
concerna una norma di importanza fondamentale del proprio diritto interno.

2 condizioni per poter far valere causa di nullità relativa:


● Violazione sia *manifesta: se essa è obiettivamente evidente per qualsiasi stato che
si comporti, in materia, secondo la normale prassi ed in buona fede.

Tutte le altre parti contraenti avrebbero potuto conoscerla. Se prendiamo il caso italiano il
fatto che un trattato non sia passato al parlamento è manifesta perché contenuto nella
costituzione italiana.

● Che riguarda una norma di diritto interno di fondamentale importanza


Ex. Presidente abbia ratificato senza l’approvazione delle camere.
Ci consente di uscire da un accordo.

Cause di nullità assoluta


● Violenza esercitata sul rappresentante dello stato
● Violenza esercitata su uno Stato con la minaccia o l’uso della forza
● Contrasto con lo Ius cogens: causa di invalidità quando un accordo viene concluso
Contemplate negli articoli: 51, 52, 53

Cause di estinzione dei trattati


Fattore o evento che si verifica e conduce all’estinzione del trattato.
Il Trattato è stato concluso validamente, ha prodotto effetti giuridici.
Si verifica un evento che porta via con sé il trattato.

Le cause di estinzione possono essere divise in 2 categorie:


- Alcune cause di estinzione sono insite nell’accordo.
- Una sola parte contraente vuole uscire dall’accordo per propria iniziativa invocando
una causa esterna al trattato.

Cause che hanno per fondamento la comune volontà delle parti

1. Art 54: per scadenza del termine finale, l’accordo prevede che questo trattato si
estingua ad una determinata data
2. Per il Sopravvenire della condizione regolativa, le parti prevedono che al
verificarsi di una determinata condizione l’accordo venga meno (il numero delle parti
del trattato multilaterale scende al di sotto di un certo minimo).
3. Il Recesso, il trattato prevede espressamente la possibilità per gli stati di ritirarsi da
un accordo. Previsto per esempio nel Trattato di Lisbona, trattato dell’Unione
europea. Nella carta delle nazioni unite non è possibile il recesso. O denuncia in
caso di trattati bilaterali.

Cause esterne alla volontà:


- abrogazione: tutte le parti concludono successivamente un trattato avente per
oggetto la stessa materia (abrogazione tacita)/ abrogazione organica se le
disposizioni del trattato successivo sono incompatibili con quello precedente
- Estinzione dei soggetti: viene meno il soggetto (lo stato), incorporato all’interno di un
altro stato che non è parte contraente di quel trattato.

Ipotesi in cui non c’è il consenso di tutte le parti

1. Inadempimento, da vedere sul testo: Art 60 convenzione di Vienna.


Qualora una parte contraente non adempia ai propri obblighi gli altri Stati contraenti hanno
diritto a loro volta di non rispettare il trattato.
Il potere di provocare l’estinzione o la sospensione di un trattato nell’ipotesi di violazione del
trattato stesso.
Se una parte contraente viola in maniera sostanziale gli accordi, l’altra parte può a sua volta
non mantenere gli obblighi dati come motivo di sospensione parziale o
sostanziale/estinzione del trattato.
Nel caso di un Trattato multilaterale, le altre parti hanno la capacità di sospendere di
totalmente o parzialmente comune accordo il trattato, o con il solo stato che ha violato il
trattato o con tutte le parti.
Condizioni: sia nei rapporti tra esse e lo stato autore della violazione sia nei rapporti tra tutte
le parti.

Violazione sostanziale: violazione che va a pregiudicare l’oggetto e lo scopo stesso del


trattato. Un ripudio del trattato non autorizzato o la violazione di una disposizione essenziale
per la realizzazione dell’oggetto e dello scopo del trattato.

Eccezioni/limiti
- Trattati di materia umanitaria non rispondono alla logica dell’inadempimento

2. L’Impossibilità sopravvenuta: art 61 della convenzione, quando l’esecuzione di un


obbligo è diventata impossibile, ex: restituzione di beni.
3. Clausola rebus sic stantibus (stando così le cose) tradotta in: mutamento
fondamentale delle circostanze, disciplinata dall’articolo 62 della convenzione di
Vienna. Le circostanze (le motivazioni) che avevano determinato le volontà dello
stato a concludere l’accordo sono mutate radicalmente, quindi uno stato può
invocare questa clausola. Testo mette dei limiti. Disciplinato dall’art 62

1. Un fondamentale mutamento delle circostanze che si sia prodotto in relazione a quelle


che esistevano al momento della conclusione di un trattato e che non era stato previsto
dalle parti, non puo' essere invocato coma motivo per porre termine al trattato o per ritirarsi
da esso, a meno che:

a) l'esistenza di tali circostanze non abbia costituito una base essenziale per il consenso
delle parti ad essere vincolate dal trattato; e che
b) tale cambiamento non abbia l'effetto di trasformare radicalmente il peso degli
obblighi che restano da eseguire in base al trattato.

2. Un fondamentale mutamento delle circostanze non puo' essere invocato come


motivo per porre termine ad un trattato o per ritirarsi da questo:

a) quando si tratti di un trattato che fissa una frontiera; o (verrebbero messi continuamente
in discussione i trattati di pace)
b) quando il fondamentale mutamento derivi da una violazione, da parte della parte che
la invoca, o di un obbligo del trattato o di qualsiasi altro obbligo Internazionale nei
confronti di qualunque altro Stato che sia parte del trattato.

CAP IV

Le altre fonti del diritto internazionale

Principi generali del diritto come fonti del diritto internazionale

Art 38 dello Statuto della CIG par 1 lettera C menziona:


Principi generali di diritto
Si tratta di principi riconosciuti dalle nazioni civili.
Riflette la visione occidentalizzata che si aveva con le nazioni unite precedentemente.

= Una categoria di principi flessibile e composita (non è una categoria uniforme).

Per definizione i principi non sono delle regole operative di per sé ma qualcosa che
sovrintende alla regola, alla norma, alla disposizione. Qualcosa che ispira che si trova dietro
la norma.
Categoria composita perché inizialmente (quando è stato scritto art 38) si faceva riferimento
ai principi contenuti negli ordinamenti nazionali degli Stati: Regole che si supponeva fossero
comuni a tutti gli ordinamenti. Evidentemente questo principio è internazionale.
Esistono principi che non hanno una natura sostanziale, ma una natura di logica giuridica.

Ex. Non si può giudicare una stessa persona per uno stesso fatto da due giudici diversi. Una
regola di logica giuridica che appartiene a tutti i sistemi giuridici nazionali.

A cosa servivano?
Obv: Per riempire dei vuoti normativi che ci stavano nel diritto internazionale.

Si sono sviluppati dei principi che sono sorti proprio all’interno del diritto internazionale
Ex di principio nato dal diritto internazionale:
Principio di reciprocità: si rinviene in tutta una serie di materie. Un diritto viene concesso a
condizione di reciprocità. Ex ambito delle relazioni diplomatiche.

Riassumendo:
Principi che hanno doppia origine: alcuni estratti dai diritti comuni agli Stati, altri hanno una
propria collocazione, rinvenuti all’interno del diritto internazionale.

Corti internazionali li hanno individuati, per questo i principi hanno questa natura, principi
che scaturiscono dalla giurisprudenza, raramente trovano un espressa descrizione
all’interno di testi scritti.
Esempi:
Art 6 trattato sull’Unione europea: parla del Principio della protezione dei diritti umani come
principio generale
Art 21 dello statuto della corte penale internazionale, si stabilisce che il diritto applicabile
dalla corte vi sono anche i principi generali di diritto internazionale.

Dichiarazioni di principi
Sono delle raccomandazioni dell’assemblea generale, riproducono un articolato (testo simile
ad una convenzione, ma che è più vicina ad un trattato)

Ex.
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 48.

Sono state adottate dall’assemblea generale delle nazioni unite, l’assemblea non ha dei
poteri normativi (norme vincolanti), adotta però delle raccomandazioni.
Le raccomandazioni non impongono, hanno una funzione esortativa e non vincolante.
Potremmo chiudere il caso affermando che non ci troviamo di fronte ad una fonte del diritto
internazionale, non creando obblighi e diritti.

Anche se sono delle semplici raccomandazioni in realtà possono essere utilizzate: come
accertamento delle consuetudini internazionali.
Avendo gli elementi della consuetudine: la prassi degli stati (consolidata nel tempo dalle
organizzazioni internazionali), il convincimento riguardo la validità di quel determinato
principio= considerate come norme consuetudinarie.

- Dichiarazione del 48
- Alcune riguardano rapporti tra stati: di principi sulle relazioni amichevoli tra stati.
- In Materia di decolonizzazione
In quel caso aspetto specifico riguarda: le dichiarazioni dei principi dell’assemblea generale
in favore dei popoli coloniali, successivi alle dichiarazioni aventi lo stesso contenuto.
Diventa norma di ius cogens: autodeterminazione dei popoli, diritto popoli coloniali
all’indipendenza

Le fonti del diritto internazionale derivate da accordi


L’accordo è una fonte di secondo grado che vincola le parti contraenti.

Le fonti di terzo grado


Accordi che istituiscono le organizzazioni internazionali.
Accordo doppia anima: accordo (in quanto fonte secondaria del diritto internazionale) che
istituisce l’organizzazione, dall’altro rappresenta la “costituzione” per quell’organizzazione.
Tutto quello che avviene all’interno dell’organizzazione dovrà essere parametrato al trattato
istitutivo dell’organizzazione.

I trattati istitutivi delle organizzazioni internazionali attribuiscono agli organi di adottare atti
vincolanti per gli Stati membri. Nei limiti previsti dai rispettivi statuti.
Procedimento che è esterno, ulteriore rispetto all’accordo.
Gli organi produco atti che hanno degli effetti sugli stati membri

Differenza tra fonte secondaria e terziaria


Il fatto che queste decisioni vengono prese a maggioranza.
Mentre nell’accordo tutte le parti contraenti aderiscono agli obblighi.
Fonte che non è più determinata dalla volontà come l’accordo. Perché alcuni membri
possono votare contro la decisione, ma nonostante questo devono comunque sottostare agli
obblighi.

Ex: trattato dell’unione europea.


Le decisioni vincolanti vincolano tutti gli stati parti al trattato istitutivo.
Organizzazioni composte da stati sovrani alle quali questi hanno trasferito determinate loro
competenze, compreso il potere di adottare decisioni vincolanti.
Esempio più rilevante di fonti che traggono fondamento da un accordo internazionale.

Per quanto riguarda le Nazioni Unite gli esempi di fonti di terzo grado sono rare.
Le organizzazioni internazionali non sono dotate del potere di legiferare ma solo un potere
esortativo.
Eccezioni:
- Le decisioni vincolanti adottate dagli organi dell’ONU
- Le norme tecniche emanate dagli istituti specializzati delle Nazioni Unite

Le decisioni vincolanti
Deliberate del consiglio di sicurezza e dall’Assemblea generale
Assemblea generale: no decisioni obbligatorie ad eccezione della determinazione dei
contributi finanziari a carico degli stati membri.
Decisione adottata con la maggioranza dei due terzi dei membri presenti e votanti.

Consiglio di sicurezza:
Organo a cui è affidato, nel settore nel mantenimento della pace, il potere generale di
adottare raccomandazioni o decisioni vincolanti nel caso si presenti una minaccia alla pace,
una violazione alla pace o un atto di aggressione.
Art 41/2) In caso di minaccia il consiglio di sicurezza può emanare misure implicanti l’uso
della forza e non.
41: decisioni non implicanti l’uso della forza.
Funzione esecutiva. Decisioni adottate a maggioranza.

Art 108=Emendamenti alla carta : la carta delle nazioni unite potrà essere modificata
soltanto attraverso una votazione che si ottiene a maggioranza qualificata.

Le norme tecniche
Di istituti specializzati delle nazioni unite= enti internazionali a vocazione universale
FAO(per l’alimentazione e l’agricoltura), ICAO (aviazione civile internazionale), WHO(della
sanità).

Funzione normativa indiretta.


Non può essere considerata fonte di norme derivate dall’acido la funzione normativa
indiretta, che molte organizzazioni internazionali svolgono promuovendo l’adozione di
convenzioni internazionali sotto i loro auspici o nel loro ambito.
Non è una fonte terziaria.
Alle volte non producono loro stesse un diritto, ma promuovono degli accordi, delle
convenzioni. Durante le conferenze si producono convenzioni, che poi successivamente
vengono ratificate dai propri governi,

Atti giuridici unilaterali.


Designano: Manifestazioni unilaterali di volontà di un soggetto di diritto internazionale, che
produce conseguenze giuridiche corrispondenti alla volontà manifestata.

Affinché produca i suoi effetti è necessario che una norma del diritto internazionale
contempli l’idoneità di tale manifestazione di volontà ad avere gli effetti giuridici desiderati
dall’autore.

Sono:
A) il riconoscimento, atto di accertamento di una situazione di fatto o di diritto
B) La rinuncia ad un diritto, comporta il venir meno dell’obbligo corrispondente in capo
ad un altro soggetto
C) La riserva, che esclude l’obbligatorietà di una clausola del trattato nei confronti del
contraente che la appone
D) L’opposizione alla riserva altrui

Manca la collettività, non c’è uno scambio di volontà.


Dichiarazioni rese individualmente dagli Stati
Non sono una fonte in senso stretto del diritto, ma hanno effetti giuridici.

- Il Riconoscimento: atto unilaterale con cui uno stato riconosce l’esistenza di un altro
stato.
Non ha l’effetto che esiste il nuovo stato. Ma la dichiarazione ha l’effetto di non poter più
disconoscere quello stato.

- Rinuncia ad un diritto.
Rinuncia al diritto di sovranità territoriale.

- Riserva. Escludi di voler applicare una parte dell’accordo


- Obiezioni di riserva

Soft law
Con il concetto di soft Law intendiamo categorie di atti che pur avendo valore normativo
sono sprovvisti di efficacia vincolante.
Rientrano strumenti giuridici che pur non avendo carattere vincolante costituiscono uno
stadio più evoluto delle semplici raccomandazioni.
Ne sono un esempio: codici internazionali di condotta.
Codici approvati, non sono vincolanti ma altamente consigliabili.
Implicano una forte aspettativa di comportamenti conformi e rappresentano un primo passo
verso l’adozione di trattati vincolanti o la formazione di norme generali del diritto
internazionale.

Consensus: procedimento di non voto, attraverso il quale possono essere adottate le


delibere degli organi internazionali. Consiste nel fatto che non ci sta un voto espresso, ma il
presidente della riunione avrà dei colloqui con i singoli membri, cercando di comprendere se
l’atto è gradito.
Il Presidente dichiarerà pubblicamente se la decisione è adottata.

I rapporti tra diritto internazionale e diritto


interno
Adattamento del diritto nazionale (italiano) al diritto internazionale
Momento successivo alla stipulazione dei trattati
Una volta che il trattato è entrato in vigore e che ha cominciato a porre degli obblighi e
attribuire diritti. La norma internazionale è valida sul piano del diritto internazionale, lo stato è
obbligato secondo il trattato.
Il diritto internazionale è distinto dal diritto interno, sono due diritti indipendenti, separati,
autonomi che non si toccano.
Affinché vengano rispettati, attuati obblighi internazionali occorre un passaggio ulteriore. La
norma internazionale deve penetrare nel diritto internazionale.

Monismo e dualismo
I rapporti tra i due ordinamenti diventano motivo di dibattito

- Monismo:
riduce a unità diritto internazionale e diritti interni, affermando che uno dei due ordinamenti è
derivato rispetto all’altro.
Si divide in diverse teorie che affermano il primato del diritto statale, e altre che affermano la
supremazia del diritto internazionale

- Dualismo o pluralismo
Il diritto internazionale e quello nazionale sono da considerare distinti e separati, in quanto
ordinamento originari, basti su norme fondamentali e presupposti diversi.

La giurisprudenza internazionale ha fatto propria la tesi pluralistica della separazione degli


ordinamenti.
Principio della relatività delle valutazioni giuridiche, secondo cui il diritto internazionale e il
diritto interno procedono in materia autonoma alle proprie valutazioni, come fanno del resto i
sistemi giuridici interni.
Il diritto internazionale deve diventare una norma interna, deve essere incorporato, affinchè
venga riconosciuta dalle figure giuridiche italiane.

Procedimenti di Adattamento:
Il diritto internazionale stabilisce che gli ordinamenti interni debbano essere adattati al diritto
internazionale, conformati agli obblighi internazionali di cui gli stati sono titolari.
L’adattamento del diritto interno al diritto internazionale si realizza attraverso le tecniche più
varie.
In tutti gli stati ci sono delle norme previste dalle loro costituzioni che prevedono il rapporto
tra questi due diritti.
Il diritto internazionale non contiene previsioni specifiche.

In Italia non abbiamo nella costituzione un vero e proprio riconoscimento però abbiamo
alcune norme rilevanti.
Procedimenti: metodologie, processi
Tipi di procedimenti:
- ordinari
- Speciali

● Ordinario: si tratta di un procedimento che consiste nell’attività di redazione di una


legge, di un testo, un regolamento. Atto giuridico/normativo nel quale le norme
internazionali sono riformulate e trasformate in norme nazionali. Testo riformulato in
modo da poter essere applicato in italia.
Prevede l’attivazione di un legislatore (in base all’atto e le modifiche che sono
necessarie).
Le leggi modificate diventano del rango del loro ambito, hanno rango identico a
quello delle altre norme nazionali di pari grado.
Difetti:
- Introduce una serie di modifiche, non è detto che l’adattamento sia completo. Ciò che
non è stato fatto dal legislatore viene perso. L’Italia non rispetta gli obblighi dei trattati
internazionali
- Essendo di pari rango alle norme nazionali di pari rango possono essere abrogate o
modificate da norme interne
- E se l’accordo si estinguesse? La norma internazionale è ormai nazionale.
- I tempi sono lunghi per il procedimento ordinario.

Riguarda i trattati

● Speciali:

1. Procedimento automatico:
Le norme internazionali non sono riformulate dal legislatore interno
Contemplato dall’art 10 come 2 della Cost. Che recita: “l’ordinamento giuridico italiano si
conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute”
Norme generalmente riconosciute: norme consuetudinarie.
1. Adattamento alle consuetudini internazionali
Procedimento di rinvio dettato dall’articolo 10 della costituzione.
Riconosce quegli obblighi internazionali generali facendo riferimento alle consuetudini
internazionali.
È un rinvio che è automatico:
Non c’è bisogno di emanare una legge ad hoc perché la consuetudine viene introdotta
nell’ordinamento italiano in maniera automatica e quindi l’operatore giuridico italiano dovrà
verificare ,tutte le volte che deve applicare il diritto italiano, se esistono consuetudini
internazionali in un determinato settore e applicarle.
Lui stesso deve fare interpretazione del diritto internazionale.
Trasformatore permanente; trasforma continuamente consuetudini internazionali in leggi
italiane.

Vantaggi:
- È completo, non ci sono modifiche tralasciate, le norme italiano devono rispettare il
testo del trattato per intero.
- È continuo, il trattato è riprodotto sul piano delle modifiche del diritto internazionale.
Se il trattato è estinto non verrà più applicato
- Il procedimento è più snello

Che rango hanno le consuetudini internazionali che sono penetrate nel diritto nazionale?
Avranno rango costituzionale perché trasformate attraverso l’articolo 10 della costituzione.

Nel passato si è presentata la: Sentenza russel della corte costituzionale


Riguardava il Rapporto tra la consuetudine e la costituzione italiana.
Parliamo di una consuetudine internazionale che prevede l’esenzione dalla giurisdizione
degli agenti diplomatici.
Gli agenti diplomatici sono immuni dalla giurisdizione dello stato in cui stanno svolgendo la
loro missione.
Cittadino italiano che voleva portare di fronte alla giurisdizione Italiana un diplomatico
statunitense.
Si scontra con la costituzione italiana:
Art 24: tutti i cittadini hanno pari diritto ad avere tutela giurisdizionale, giustizia davanti un
tribunale.
Queste due norme contrastano perché esistono cittadini che non possono ottenere giustizia.
Conflitto tra la consuetudine e la costituzione.

Risposta anomala a questo caso: ha stabilito che la consuetudine prevale perché era
precedente alla costituzione.

Immunità dello stato: non può essere portato di fronte un giudice italiano uno stato estero.
Germania convenuta in giudizio da un tribunale di Firenze per dei crimini durante la seconda
guerra mondiale, in cui italiani erano stati deportati in Germania per lavori forzati. La
Germania non si presentava per l’immunità. La Germania alla fine ha presentato un ricorso
alla corte internazionale di giustizia per condannare l’Italia per queste continue richieste.
La corte ha dato ragione alla Germania dicendo che la Germania è immune e quindi non
poteva essere sottoposta ai tribunali italiani.
Cosa sosteneva l’Italia: Questa immunità non tiene conto dello sviluppo del diritto
internazionale, dei crimini internazionali.

2. L’ordine di esecuzione del trattato

Atto normativo speciale che crea le norme interne di adattamento al trattato.


È possibile solo in determinate circostanze, quando la norma internazionale è precisa,
incondizionata e completa. Non ammette interpretazioni.
La specialità consiste nel rinvio: Rinvio del diritto italiano al diritto internazionale.
Non c’è un procedimento in cui il diritto internazionale viene riscritto. Ma si fa una legge che
rinvii al diritto internazionale.
Viene riprodotto paro paro il testo del trattato.
Disposizione così formulata. inserita in un atto legislativo: “Piena ed intera esecuzione sia
data a tale trattato…a decorrere dalla data della sua entrata in vigore sul piano
internazionale.

L’ordine di esecuzione fa coincidere l’entrata in vigore delle norme interne di adattamento


con l’entrata in vigore del trattato cui esso si riferisce.
E quindi un atto giuridico condizionato, soggetto a condizione sospensiva operante ex nunc,
che determina autonomamente la propria vacatio legis, normalmente in italia di 15 giorni.

Vantaggi
In caso di estinzione del trattato,l’obbligo cessa di esistere anche nell'ordine italiano
Procedimento più veloce

Condizioni: La norma internazionale è sufficientemente precisa incondizionata e completa


Il diritto internazionale è spesso molto vago, non possiede norme puntuali ma piuttosto
generiche.
Occorre il procedimento ordinario, unico che può specificare età gli che arcano alla norma
internazionale. La legge attraverso il procedimento ordinario completa e specifica.
Norma che possiede carattere di dettaglio, completezza e incondizionatezza: norme self
executing
Norme che possono entrare direttamente sul piano esecutivo così come sono.

Leggi che introducono il trattato: che rango ha nell’ambito delle fonti italiane?
Nel procedimento ordinario: rango della veste formale dell’atto
Se si tratta di una legge costituzionale avrà il rango della costituzione
Attraverso legge ordinaria: rango di legge italiana
Lo stesso vale per l’ordine di esecuzione.

Se un trattato viene adattato attraverso una legge ordinaria, attraverso una legge ordinaria
successiva questa legge potrebbe essere abrogata successivamente.
Nel diritto italiano: Teoria secondo cui la legge che dà attuazione ad un trattato ha un grado
di resistenza superiore rispetto tutte le altre leggi.
Resistenza: non è possibile abrogarla attraverso una legge ordinaria successiva.
Inizialmente questa resistenza era specificata con il concetto di specialità.
In ragione di specialità gli viene riconosciuta una forza di resistenza rispetto alle modifiche
successive.
Sentenze della corte costituzionale
Sentenze gemelle: alla legge che dà esecuzione ad un trattato viene riconosciuto un rango
intermedio tra la costituzione e le leggi ordinarie.
Questa legge può essere modificata da una legge costituzionale e allo stesso tempo non
può essere modificata da una legge ordinaria.

Procedimento misto: atto che al suo interno contiene la riscrittura del trattato per alcuni
articoli e allo stesso tempo l’ordine di esecuzione.

Soggetti del diritto internazionale

Soggetti: significa essere destinatari delle norme appartenenti al sistema internazionale e


attori (legislatori, coloro che pongono queste norme)
Nel diritto internazionale la soggettività è un dato reale e presupposto. L’acquisto della
personalità avviene quindi automaticamente, non per effetto di una norma.

Stati erano i soli soggetti del diritto internazionale


Nel diritto nazionale: Soggetti definiti e determinati dal diritto stesso. Il diritto riconosce agli
individui la personalità giuridica

Il diritto internazionale non determina la personalità internazionale, non è definita la


soggettività.

Nel diritto pubblico italiano stabiliamo che lo stato ha una personalità giuridica perché ha tre
caratteristiche: popolazione territorio e governo.

Nel caso del diritto internazionale non possiamo riprendere questa terna
L’elemento principalmente rilevante è il governo: il fatto che all’interno dello stato ci sia un
potere di governo. Anticipazione della sovranità dello stato.
Principio dell'effettività: lo stato è soggetto in quanto, effettivamente, nella sua attività
quotidiana, si pone in relazione con gli altri stati su un piano di parità. Manifesta questa sua
capacità: Conclude accordi, fa parte di ong, ha una rete di relazioni diplomatiche con gli altri
stati. Queste manifestazioni concrete dell’agire dello Stato rispondono a questo principio
dell'effettività, non serve cercare una regola ad hoc che attribuisca la personalità.

La formazione e l’estinzione dello Stato


Vicende che ne determinano la nascita o l’estinzione

Modi tipici di formazione:


- Distacco:
avviene a seguito di secessione: il distacco di una parte di territorio dallo stato precedente
che va a formare uno un nuovo stato indipendente, questo diventerà a sua volta un nuovo
soggetto del diritto internazionale e potrà essere ammesso alle Nazioni Unite. Ex. stato del
sud Sudan dal Sudan

- Dichiarazione di indipendenza,
Una parte della popolazione che sta su un territorio si dichiara indipendente.
Secondo il Marchisio non rileva dal punto di vista del diritto internazionale perché prevale il
Principio di integrità territoriale dello stato: non possono essere modificati i confini dello
stato.
Parere della CIG rispetto alla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
Risposta della CIG: le dichiarazioni unilaterali di indipendenza non sono proibite dal diritto
internazionale.
Il diritto internazionale è indifferente rispetto alla dichiarazione di indipendenza di uno stato.
Non approva la dichiarazione d’indipendenza nel nome del principio di integrità dello stato,
rimane neutro.

Non è una questione che si può risolvere sul piano del diritto internazionale ma sul piano del
diritto nazionale.
Referendum in Scozia per distaccarsi dalla Gran Bretagna e la popolazione ha votato il no.
La strada per ottenere l’indipendenza è una strada che si deve percorrere sul diritto
nazionale.

- Fusione
Fusione tra due o più stati preesistenti in un nuovo soggetto.
Ex: la Tanzania nasce dall’unione tra Tanganica e Sultanato di Zanzibar.

Altri casi di nascita:


- Processo di decolonizzazione
fenomeno che non avviene più.

Casi di Estinzione dello stato:

- Incorporazione: uno stato decide di far parte di un altro stato, annette il proprio
territorio a quello di un altro stato.
Repubblica democratica tedesca, esistita dal 49 al 90.
Crimea alla Russia, la Crimea si è staccata dall’Ucraina e annessa alla Russia, attraverso un
accordo. Questa annessione non è stata riconosciuta dalla comunità internazionale, per le
circostanze in cui è avvenuta.

Il processo di formazione o estinzione di uno Stato di regole irrilevante per il diritto


internazionale che si limita a prendere atto della nascita di una nuova entità o della morte di
un’altra.
Questi eventi assumono rilevanza giuridica se sono conseguenza dell’uso della forza, in
violazione di un obbligo fondamentale del diritto internazionale.
Le annessioni sono proibite dalla norma consuetudinaria internazionale di IC Jens sul divieto
della minaccia e uso della forza contro l’integrità territoriale degli Stati. Art 2 par 4 della carta
dell’ONU.
Problemi che si presentano alla successione giuridica tra uno stato predecessore e uno o
più successori
Per successione s’intende la sostituzione di uno stato all’altro nella responsabilità delle
relazioni internazionali e dell’autorità di governo di e su un determinato territorio.

Accordi precedentemente conclusi, cosa succede dopo le modifiche avvenute?


Per disciplinare questa materia è stata organizzata una nuova Convenzione di codificazione:
convenzione di Vienna del 78 sulla successione degli stati in materia di trattati.
Cosa succede ai trattati quando ci sono degli eventi che vanno a modificare la soggettività
delle parti contraenti.
Entrata in vigore nel 96
È ritenuta non perfettamente corrispondente al diritto consuetudinario.
È stata negoziata da molti paesi usciti dal processo di decolonizzazione. Loro in quanto stati
di nuova formazione non si facevano carico di tutti gli accordi precedentemente
Principio della tabula rasa, per gli stati che sono usciti da un processo di decolonizzazione.
accordo di devoluzione: si notificano a tutte le altre parti contraenti la propria volontà.
Dichiarano quali continuare e quali cessare.
Non vale però per situazioni diverse.

Accordo di devoluzione: si notificano a tutte le altre parti contraenti la propria volontà.


Dichiarano quali continuare e quali cessare.
Strumento principale in materia di successione: accordo internazionale
Gli stati successori determinano quali trattati sono mantenuti in vigore dopo la successione.
Notificazioni di successione, con cui gli stati successori dichiarano quali trattati intendono
mantenere in vigore nei confronti degli Stati cui tali notificazioni sono indirizzate.

convenzione di Vienna del 78 fa una distinzione importante:


Distingue tra:
Trattati localizzabili e non localizzabili

Trattati localizzabili:
Trattati che hanno ad oggetto l’utilizzo del territorio.
Ex. Trattati che che stabiliscono l’utilizzo del territorio per l’installazione di una base militare
di un altro stato, la regolamentazione di un fiume internazionale che si trova alla frontiera.
In questo caso la regola è quella della continuità, saranno continuati anche se lo stato
subisce delle vicende di corporazione

Trattati non localizzabili:


Non attinenti all’utilizzo del territorio, bisogna andare per specie, dipende caso per caso.
Principio della tabula rasa che si alterna al principio della continuità.

- Nel caso dell’ incorporazione si parla del principio della mobilità delle frontiere.
I trattati conclusi dallo stato incorporato si estendono anche alla parte incorporata. La
soggettività si estende sulla nuova parte del territorio.

- Nel caso del distacco, vale il principio del tabula rasa


Nuovo soggetto che non risponde più alla situazione preesistente.

- Smembramento: nessuna parte dello stato precedentemente esistito è


sopravvissuta.
Nel caso dell’ ex Jugoslavia, tutte le parti sono state considerate nuovi stati.
Sono stati persi tutti gli accordi della Jugoslavia.

Il cambiamento del governo può determinare un cambiamento nella soggettività?


Non ha rilevanza.
Esistono mutamenti di governo che comportano il mutamento radicale della struttura, la
soggettività dello stato.
Rivoluzione bolscevica, dal regime zarista al regime comunista nel 1917 cambiamento
radicale del governo. I trattati non hanno più ragione di esistere.

La successione ai trattati istitutivi di organizzazione internazionali.


Il regime generale della successione degli Stati in materia di trattati si applica anche ai
trattati istitutivi di organizzazione internazionali, ma con riserva delle regole sull’acquisto
della qualità di membro e con riserva di ogni altra regola pertinente all’organizzazione. È
previsto dai trattati istitutivi delle organizzazioni internazionali un procedimento formale di
ammissione, gli Stati nuovi possono divenire membri solo per ammissione non per
successione.

Riconoscimento:
Ė un atto giuridico unilaterale a carattere dichiarativo avente effetti giuridici.
In quanto tale non è una fonte del diritto internazionale.
Ha un effetto declaratorio: una volta proceduto con l’atto lo stato non può più negare la
soggettività dello stato riconosciuto: è irreversibile.
È un Atto politico: differenza di comportamento rispetto due vicende
Diversi tipi:
- Accordo di riconoscimento
- Riconoscimento tacito, che si desume da comportamenti che presumono la volontà
di riconoscere
- Riconoscimento espresso, se costituisce oggetto di dichiarazioni esplicite
Riconoscimento de iure: pieno, definitivo e solenne
Riconoscimento de facto: provvisorio e revocabile

Indipendenza del Kossovo e riconoscimento della Crimea

Il Kossovo era una regione della Serbia. Disordini dopo lo smembramento della Jugoslavia,
il Kossovo è stato inglobato dentro la Serbia, moti inserruzionali per ottenere l’indipendenza.
Questione in cui è stata coinvolta l’Onu. Il popolo kossovaro ha costituito attraverso un
sistema di elezioni un’assemblea costituente la quale ha emesso una dichiarazione di
indipendenza.
La Serbia ha promosso una richiesta di parere alla corte internazionale di giustizia.
Corte di giustizia
- Competenza contenziosa
- Competenza

La dichiarazione di indipendenza non è illegale da un punto di vista internazionale, sviando


al questione. Secondo il diritto internazionale esiste un principio: principio di integrità
territoriale degli Stati: l’immbilita delle frontiere esterne di uno stato.
Per il diritto internaizonale non è quindi possibile secedere.
97 stati lo hanno riconosciuto (la Russia no, neanche la Spagna)

Crimea
Smembramento ex Unione sovietica, tutte le rep si sono rese indipendenti, la Crimea voleva
diventare uno stato indipendente, non è intervenuta l’ucraina impedendo lo svolgimento del
referendum inglobandola.
La Russia è intervenuta con le armi e ha occupato la Crimea, ha indetto un referendum nel
quale hanno votato la volontà di essere legittimamente parte della Russia.
La comunità internazionale non ha proceduto al riconoscimento.
Non è riconosciuta l’annessione ne gli effetti che ne derivano dall’annessione.

Il riconoscimento può essere sottoposto a delle condizioni


Il riconoscimento condizionato: i paesi dell’Unione europea nel 1941 la dichiarazione
Badicter: si riconoscevano i nuovi Stati dell’Europa orientale sorti dalla fine dell’unione
sovietica a determinate condizioni: diritti umani, principio di democraticità.

L’ammissione all’onu non presuppone il riconoscimento collettivo implicito.


Si guardi Israele non riconosciuto dagli stati arabi.
Ex Cina
Cina di Mao non riconosciuta, riconosciuto come ereditario pre Mao: Taiwan.
Hanno dovuto riconoscerla nel ‘78.
La Cina come membro delle nazioni unite: Taiwan

Beneficiari del principio di autodeterminazione:


Popoli coloniali
Popoli soggetti ad occupazione straniera
Popoli assoggettati ad una segregazione razziale

Ambito spaziale della sovranità territoriale

Sovranità dello stato comporta:


Integrità territoriale dello stato- lo stato ha il diritto a non subire modifiche dei suoi confini
esterni.
Sovranità che si estende sul Mare lungo le coste, spazio aereo.
Il mare oggetto di disciplina da parte del diritto internazionale stabilendo una serie di regimi
in base alla lontananza dalle coste.
Diritto internazionale del mare.
Branca del diritto oggetto di una decodificazione.
Prima: 1958.

4 convenzioni sul diritto del mare a Ginevra in base alle singole zone.

● Mare territoriale
● Zona contigua
● Piattaforma continentale
● Alto mare

Convenzione Montego Bay del 1982


Include tutte le consuetudini fino a quel momento

- Mare territoriale, vicino le coste


Esteso da tre a 12 miglia, si estende la sovranità totale dello stato.
Diritto di pesca esclusiva
Diritto di sfruttamento delle risorse
Diritto di passaggio delle navi da guerra
Si misurano dalla linea di base tutte queste fasce.
Linea di base secondo le consuetudini si misura in base dalla bassa marea
Regola modificata attraverso la prassi, alcuni stati preferiscono altro metodo: delle linee
rette, segna con una serie di linee rette tutti i punti che incorporano i vari isolotti.

- zona contigua
Zona di altri 3 miglia Che serve perché può essere necessario inseguire una barca che ha
compiuto un reato oltre il mare territoriale.

2 possibilità

- Zona economica esclusiva: 200 miglia dalla costa, limite. In questa zona c’è uno
sfruttamento esclusivo da parte dello Stato del territorio.
- Piattaforma continentale: la parte sommersa dei continenti che si estende, con una
pendenza media di 0,1°, dalla linea di costa fino a una profondità stabilita per
convenzione. Diritto di sfruttamento delle risorse marine e sottomarine

È lasciata agli Stati la possibilità di scegliere se istituire la zona economica esclusiva al


posto della piattaforma continentale.
L’Italia ha adottato la piattaforma continentale perchè: distanza inferiore alle 400 miglia
Il golfo di Taranto considerato golfo storico: considerato mare territoriale.

- Alto mare
Dopo le 200 miglia. Mare che non appartiene a nessuno, dove tutti gli Stati possono
esercitare i propri diritti alla pari. Sfruttamento, pesca, navigazione, navigazione di navi da
guerra.
La convenzione di Montego Bay istituisce un’alta autorità per l’alto mare: un’istituzione,
organismo che ha questo compito di verificare, monitorare le attività degli Stati affinché
l’esercizio di questi diritti non vada a ledere agli altri.
Il 10% delle risorse che vengono estratte dall’alto mare devono essere devolute a questa
attività la quale dovrà redistribuire queste risorse in favore dei paesi meno sviluppati.
Autorità internazionale dei fondi marini

Lezione 16/10/23

Patrimonio comune dell’umanità

Concetto di patrimonio comune dell’umanità


Menzionato per la prima volta dall’ambasciatore di Malta Arvid Pardo di fronte le nazioni
unite.
Parlando del regime giuridico di suoli e sottosuoli marini oltre i limiti delle giurisdizioni
nazionali.

Gli spazi e le risorse comprese in tale patrimonio:


- non possoni essere oggetto di appropriazione da parte degli stati
- Devono essere utilizzati soltanto per scopi pacifici
- Le risorse estratte devono essere gestite da un’amministrazione comune

Diverso dal concetto di res nullius: cosa di nessuno


In passato: territori dove non c’erano delle comunità organizzate e quindi sono stati oggetto
di appropriazione da parte degli stati

Si distingue anche dal concetto di res communis omnium: una parte di territorio viene
utilizzata da tutti come se fosse di tutti. Quello che viene a mancare è la gestione comune,
manca un ente che gestisca attività comuni.
Appartengono a questa categoria: l’alto mare e lo spazio extra atmosferico.

● Alto mare
Quello che è avvenuto con l’alto mare: la convenzione di Montego Bay alto mare: tutti gli
stati possono navigare, sorvolare, posare cavi e condotte marine, costruire isole artificiali,
pescare e fare ricerca.
Amministrate da un’autorità: autorità dell’alto mare, per cui quando si tratta di risorse
economiche gli stati devono poi dare una parte di questi proventi all’autorità che provvederà
a diffondere questa cifra ai paesi meno sviluppati

● Spazio extra atmosferico


gli stati possono sfruttare questo spazio. Manca l’autorità istituita, non c'è controllo o
amministrazione di questo spazio

● Patrimonio culturale
Beni culturali e naturali di valore universale sono riconosciuti e tutelati dalla convenzione
dell’ Unesco del 1972
Bene per tutti. Concetto che si scontra contro il fatto che il bene risiede all’interno di uno
stato, che lo sfrutta economicamente.
Non c’è una gestione comune dei monumenti. Inseriti sulle liste dell’Unesco, targhetta
prestigiosa ,a che non aiuta economicamente.
Se lo stato non se ne occupa viene trasferito dal Patrimonio dell’Unesco a Monumenti in
pericolo.

● Regime giuridico della luna e dei corpi celesti


Gli stati si sono rifiutati di creare un’istituzione per l’utilizzo di questi spazi e beni.

● Regioni polari
Artico: rivendicato dagli stati che hanno una vicinanza al polo nord: Russia Groenlandia,
Danimarca, Canada, Norvegia)
Antartico: il regime giuridico stabilito da trattati e atti derivati dalla convenzione di
Washington del 1959. Vietando ogni attività militare e affermando la libertà di ricerca
scientifica.
Protocollo di Madrid del 1991: ha dichiarato l’Antartide riserva naturale dedicata alla pace e
alla scienza. Aperta solo ad alcune attività di sfruttamento economiche come il turismo.

La condizione giuridica dei soggetti del diritto internazionale

Situazioni che non riguardano il territorio in senso stretto ma riguardano la situazione


giuridica dei soggetti del diritto internazionale, degli stati .
Situazione giuridica: Consiste nella destinatarietà di diritti e obblighi. Diritti e obblighi vanno a
costituire la sua situazione giuridica.
Situazione attiva e passiva dello stato a seconda se si tratta di obblighi o diritti. Obblighi e
diritti che scaturiscono dal diritto internazionale: trattati, consuetudini

Condizione giuridica: condizioni per le quali questa capacità è limitata. Avviene attraverso
situazioni determinate dagli accordi.

Tre condizioni che limitano la capacità sovrana dello stato:


- Protettorato: lo stato protetto, mantenendo la sua formale indipendenza, aveva
l’obbligo di tollerare che lo stato protettore si ingerisca nella sua condotta sul piano
dei rapporti internazionali e il diritto di esigere che lo stato protettore lo tutelasse nei
rapporti con gli altri stati e lo garantisse nella sua integrità territoriale

- Neutralizzazione: status giuridico soggettivo, reato da un accordo internazionale,


con il quale lo stato neutralizzato si impegna nei confronti degli stati garanti ad
astenersi da atti che possano coinvolgerlo in conflitti armati. L’obbligo è assoluto
perché riguarda i rapporti dello Stato con tutti gli altri stati. lo stato attraverso la
propria volontà manifesta la sua intenzione di essere neutrale. Rimanere neutrale
rispetto ipotesi di conflitto.
Ex. Austria, Svizzera (concluso tra il congresso di Vienna partecipanti e la svizzera nel
1915), Stato Città del Vaticano (condizione che si basa sul trattato del laterano del 1929)
Incompatibile con alcuni obblighi derivati dalla Carta dell’ONU.
Il consiglio di sicurezza può stabilire forme di partecipazione adeguate allo status di
neutralizzazione. Ex. prestare il proprio territorio.

- Membership di organizzazioni internazionali

Altri soggetti di diritto internazionale:


Entrano a far parte della comunità internazionale successivamente il secondo conflitto
mondiale

Branca del diritto internazionale: diritto internazionale umanitario, riguarda le norme


internazionali che si applicano in tempi di guerra

La guerra non estingue i trattati di diritto int. umanitario


Esistono una serie di accordi e convenzioni che riguardano il comportamento degli stati in
caso di conflitto.
- diritto dell’Aia, diritti e doveri dei belligeranti
- Diritto di Ginevra (4 convenzioni di Vienna), proteggono le vittime della guerra e le
persone che non partecipano alle ostilità

Esistono situazioni che riguardano il momento del conflitto che riguardano anche la
soggettività internazionale
Diritto internazionale umanitario distingue tra conflitti armati internazionali e conflitti armati
non internazionali.
Conflitti non internazionali (guerre civili): movimenti insurrezionali che esercitano, in quanto
governo di fatto locale, un effettivo potere su una parte del territorio.
Norme di queste convenzioni assimiliano entrambe queste due situazioni.

Gli insorti acquistano la perosnalità internazionale, come enti soggetti con i quali intrattenere
relazioni giuridiche in funzione del controlllo sul territorio e sulla popolazione. Diventan
destinatari delle norme del diritto internazionale generale, in particolare quelle applicabili ai
conflitti armanti,.
Movimenti e gruppi destinatari di norme internazionali.
La soggettività vuol dire essere titolari di diritti e obblighi.
Anche nel diritto internazionale la destinatarietà di questi obblighi e diritti li rende soggetti del
diritto internazionale.

Prima figura:
- Insorti
Gruppi che muovono una guerra civile, un’insurrezione contro il governo.
Situazione in divenire che può cambiare da un momento all’altro, possono sovvertire il
proprio governo ma possono anche soccombere.
Insorgono e occupano un territorio, occupano uno spazio sotto la propria giurisdizione, zona
in cui devono rispettare li obblighi del diritto internazionale.

Riconoscimento degli insorti come parte belligerante da parte degli altri stati: Gli stati
negoziano con gli insorti sulle sorti dei propri cittadini in questa zona di occupazione.

Soggettività destinata a sparire. Nuovo governo diventa a tutti gli effetti titolare del governo.
Finisce soggettivtività degli insorti quando vengono sconfitti dall governo legittimo.

- comitati nazionali

Obv: liberare un territorio dal dominio straniero e costituiscono la fase pre-insurrezionale


degli insorti. Possono essere considerati soggetti del diritto internazionale solo quando
riescono Ada gire in modo indipendente e a detenere una certa misura d effettivo potere sul
territorio.
Faccimamo riferimento principalmente ai Comitati di liberazione internazionale
Comitato di liberazione nazionale Organizzaione politica nata durante l’occupazione
tedesca in italia (CNL)

- Governi in esilio
Si formano all’estero quando gli organi supremi dello Stato sono costretti ad abbandonare il
territorio nazionale a causa dell’occupazione straniera per evitare di cadere nelle mani del
nemico. Ex. Francia di De Gaulle
Capacità di governo sui territori d’oltre mare, le colonie.

- Gruppi armati terroristici


Non riconosciuti come soggetti internazionali, sono illeciti i loro atti e quindi il principio è
quello del non riconoscimento. Non si negozia con i terrosisti

movimenti di liberazione nazionale

Entriamo nel campo del principio di autodeterminazione dei popoli


Principio sancito dalla carta delle nazioni unite, art 1.
Me che nella carta rimane sempre principio abbastanza vago, non precisato.
Quando è stata redsatta la carte ci stavano degli stati che avevano concezioni diverse
rispetto l’auto determinazione dei popoli.
La carta configurava due tipi di regime: protettorato/amministrazione fiduciaria:
Accompagnare questi popoli ad una progressiva autonomia e forse un domani
all’indipendenza. Non includeva in primo luogo l’indipendenza.
Il principio do autodeterminazione die popoli con il tempo si è evoluto fino a indicare il più
ampio diritto di ciascun popolo di determinare il proprio status, in libertà da ogni interferenza
esterna.
Dichiarazioni di principio non hanno carattere vincolante, assemblea non ha il potere di
emanare atti vincolanti.
Pinrcipio dell’autodeterminazione die popoli diventa equivalente all’esercizio del Principio di
autodeterminazione è finito per essere Equivalente all’esercizio del diritto all’indipendenza.
Non per TUTTI, capire chi sono i popoli secondo il diritto internazionale.
(La secessione di per se è vietata dal diritto internazionale, la Catalogna non è un popolo, la
scozia non lo è.)

Popoli tre categorie:


- popoli coloniali, popoli assoggettati ad un governo coloniale
- Popoli assoggettati ad un’occupazione straniera, avrebbero la dignità di stato ma
che sono stati occupati dal governo di un altro popolo: Cipro nord e Timor Est
- Popoli assoggettati ad una sistematica segregazione raziale: apartheid.
Minoranza di persone che governa su un grande gruppo di etnia diversa.

Enti dipendenti dagli Stati


Diritto internazionale sono dipendenti quegli antiche si trovano in un rapporto di dipendenza
di fatto e di diritto rispetto ad un soggetto del diritto internazionale.rientrano in questa
categoria gli Stati membri di Stati federali e le altre articolazioni territoriali degli Stati non
federali come le regioni.
Possono concludere accordi internazionali con gli altri stati, hanno soggettività limitata
Es regioni (art 117 costituzione), lender tedeschi, cantoni svizzeri
La costituzione italiana stabilisce che nelle materie di sue competenza la regione può
concludere accordi costati intese con enti territoriali interni ed altro Stato, nei casi e con le
forme disciplinate da leggi dello Stato.
Entità riconosciute dal diritto interno. Lo stato stabilisce le materie di loro competenza
Acquistano una parziale soggettività internazionale corrispondente agli accordi che
concludono e alle norme del diritto internazionale generale collegate alla stipulazione
all’applicazione di determinati accordi.

Soggettività internazionale della santa sede


Problema principale: Mancanza di un territorio vero e proprio
Santa sede: organo supremo di governo della Chiesa cattolica apostolica romana.
In tale veste è da considerare soggetto del diritto internazionale.

Popolazione teorica nel senso che la comunità della santa sede sarebbero tutti i cristiani
cattolici sparsi nel mondo.
Soggetto di diritto internazionale: la santa sede esercita molte funzioni, conclude accordi
internazionali: concordati per stabilire questioni che attengono alla funzione della fede.
- La Santa sede stipula i concordati
che sono trattati aventi ad oggetto la condizione della religione cattolica in materie attinenti
al culto e alle condizioni dei ministri dei beni della chiesa nei sistemi giuridici degli Stati
contraenti.
- Conclude poi trattati internazionali vertenti su materie territoriali, politiche ed
economiche.
- Diritto di legazione attivo e passivo:
Ha una rete di relazioni diplomatiche bilaterali, invia verso tutti gli stati del mondo un
ambasciatore: il Nunzio apostolico.
E riceve ambasciatori presso la santa sede.

- Fa parte di organizzazioni internazionali


Come stato non membro osservatore nell’ONU, FAO, UNESCO e come membro fondatore
dell’agenzia internazionale per l’energia atomica.

La Santa sede è esentata dalla giurisdizione: gode dell’ immunità dalla giurisdizione dello
Stato Italiano.

Distinta è la: Città del Vaticano in quanto stato.


La Santa sede e lo Stato città del Vaticano hanno distinte personalità internazionali, come
pure diverse finalità e diversi organi interni.
Lo Stato città del Vaticano è membro di alcune organizzazioni internazionali e inoltre
conclusi importanti accordi finanziari con l’Italia e l’Unione Europea relativa all’introduzione
dell’euro come moneta ufficiale dello Stato Vaticano.

Sovrano militare ordine di Malta (smom)


L’origine di tale persona mixta, militare e religiosa, risale all’ordine di San Giovanni fondato a
Gerusalemme nel 1099 dalle armate della prima crociata.
L’ordine si occupa di attività ospedaliere e umanitarie ed è privo degli elementi materiali tipici
dello Stato. Attualmente ha sede a Roma.
La struttura dell’ordine prevede un’organizzazione di governo, con a capo il gran maestro,
che ha dignità cardinale, e altri governi di natura costituzionale.
La questione della personalità internazionale dello Smom non è da tutti risolta in senso
positivo.
- Parte della dottrina sostiene che l’ordine non avrebbe personalità in quanto ente
dipendente dalla Santa sede.
- Per altri autori si tratterebbe di una personalità internazionale non opponibile erga
omnes ma solo nei confronti degli Stati che hanno riconosciuto l’ordine..

la tesi più corretta riconosce allo Smom una personalità giuridica internazionale che è valida
erga omnes.
In quanto l’ordine è destinatario delle norme generali del diritto internazionale (limitata dal
punto di vista funzionale al raggiungimento dei suoi scopi che sono l’assistenza ospedaliera
e l’attività umanitaria)

- Intrattiene rapporti diplomatici con oltre 100 Stati, esercitando i diritti derivanti dalle
norme che regolano questo tipo di rapporti
- Ha ottenuto lo status di osservatore permanente presso norme numerose
organizzazioni internazionali tra cui l’ONU e Istituto delle Nazioni Unite
- Al potere di concludere accordi tra cui quelli che regola i rapporti tra le strutture dello
Smom e il servizio sanitario nazionale italiano

La giurisprudenza della corte di cassazione riconosce infatti allo Smom l’esenzione della
giurisdizione civile in conseguenza della sua personalità internazionale.
Essa costituisce un soggetto internazionale sovrano in tutto equiparato, anche se privo di
territorio, a uno Stato estero.
La giurisprudenza della cassazione riconosce i soggetti internazionali a base non territoriale,
quindi anche la Santa sede, un’immunità più estesa rispetto a quella accordata agli Stati, nel
senso che assume rilevanza il criterio dell’unitarietà della funzione organizzatoria di tali enti.

Lezione 18/10

Organizzazioni internazionali
Fenomeno nato alla fine della seconda guerra mondiale (alcune eccezioni: unione postale
universale del 1800)

Definizione:
Che ricaviamo da alcune convenzioni di decodificazione
Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati:
l’organizzazione internazionale designa un’organizzazione tra governi
Organizzazione avente 2 elementi:
- istituita mediante un trattato o altro strumento di diritto internazionale
- Possiedono al personalità giuridica internazionale

I trattati che istituiscono un'organizzazione Hanno una duplice anima:


1. accordo (carattere convenzionale)
2. Costituzione (carattere istitutivo)

La personalità internazionale si manifesta:


- nell’effettiva partecipazione alle relazioni con altri soggetti internazionali,
- nella capacità di conclusione di accordi,
- nell’esercizio di diritti e poteri o nell’adempimento dei relativi obblighi.

La soggettività internazionale delle organizzazioni internazionali è di natura funzionale.


Le organizzazioni non godono di competenze generali, ma sono rette dal principio di
specialità, sono dotate dagli stati di competenze di attribuzione.
Tali competenze sono formulate dall’atto istitutivo.
Una tra le principali competenze attraverso cui manifesta la sua personalità: la capacità di
concludere accordi, funzionali agli scopi e gli obiettivi dell’organizzazione.

Organizzazione internazionale della sanità e l’Egitto


Domanda 1980 alla corte internazionale: Possibilità di concludere un accordo
L’accordo doveva avere un contenuto funzionale alle materie dell’organizzazione.

Capacità di entrare a far parte di altre organizzazioni


Unione europea come organizzazione è osservatore delle nazioni unite.
Mentre i singoli stati sono membri a tutti gli effetti.
Altre organizzazioni le ammettono: organizzazione mondiale del commercio e qui l’unione
europea è stata ammessa in sostituzione dei 27 stati membri
Unione Europea membro della FAO

Le organizzazioni internazionali negli ordinamenti degli stati.


Le organizzazioni internazionali godono nel territorio dei loro membri capacità giuridica
necessaria all’esercizio delle loro unzioni e al perseguimento dei loro fini.
Gli acccordi che le singole organizzazioni internazionali concludono con gli stati sul cui
territorio hanno la loro sede (accordi di sede) conferiamo i privilegi e le immunità previste
dalle convenzioni multilaterali.
La materia dei privilegi e immunità delle organizzazioni è inoltre regolata da specifiche leggi
interne dei paesi che le ospitano.

Le organizzazioni godono dell’inviolabilità della sede, dei beni e degli archivi, l’esenzione
dalla giurisdizione civile e quella fiscale. È escluso che l’organizzazione sia convenuta in
giudizio, pur potendo essere soggetto attivo dell’azione.

Responsabilità
Responsabili per le loro azioni
Distinguere azioni poste dagli Stati membri indipendentemente dall’organizzazione e le
azioni degli stati membri in quanto parti dell'organizzazione.
Sappiamo che non hanno un territorio di riferimento, ma per essere ritenuta responsabile
l’organizzazione deve avere il controllo effettivo del territorio.

Differenze nette con gli stati:


Lo stato manifesta delle capacità che hanno rilevanza sul piano delle relazioni internazionali,
per possedere la propria personalità

Le capacità delle organizzazioni internazionali limitate e ristrette, capacità connesse con le


funzioni dell’organizzazione.
La loro personalità ha una natura funzionale
Funzioni scritte nel proprio trattato istitutivo
Poteri impliciti: ergono per svolgere le proprie funzioni e non sono espressamente detti dai
propri trattati
Poteri impliciti

Soggettività degli individui

Si discute se l’individuo possa essere considerato soggetto, a pieno titolo, del diritto
internazionale.nella concezione classica la risposta è negativa di norma l’individuo è oggetto
di norme internazionali.
Con il tempo la posizione dell’individuo nel diritto internazionale e profondamente immutata
a seguito del consolidarsi delle norme internazionali sulla tutela dei diritti umani
fondamentali.

Ruolo della cittadinanza


Il criterio tradizionale di collegamento tra l’individuo e lo Stato resta quello della cittadinanza
la cui modalità di acquisto e di perdita è una prerogativa sovrana dello Stato.
Tuttavia lo Stato deve rispettare le convenzioni internazionali applicabili, il diritto
internazionale consuetudinario e principi generali di diritto riconosciuti in materia di
cittadinanza.

Secondo diritti fondamentali: ogni essere umano ha diritto ad una cittadinanza e nessuno
può essere privato arbitrariamente della propria cittadinanza.
Inoltre lo Stato deve evitare, nell’attribuire la cittadinanza, discriminazioni basate sul sesso,
la religione, la razza o l’origine nazionale e deve evitare l’apolidia.

La cittadinanza europea
Per i cittadini che gli Stati Stati membri dell’Unione Europea la cittadinanza nazionale si
aggiunge la cittadinanza europea.
Lo status di cittadino dell’Unione Europea comporta il sorgere di una serie di situazioni
soggettive aggiuntive:
Diritto di circolare soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri
Il diritto di elettorato attivo e passivo all’elezioni comunali nello Stato membro in cui quella
persona risiede nonché alle elezioni del parlamento
Il diritto di ripetizione al parla
Il diritto di rivolgersi al media
La tutela diplomatiche e consolare

La protezione diplomatica internazionale


La città cittadinanza costituisce inoltre il legame necessario per l’esercizio da parte dello
Stato della protezione diplomatica dei propri cittadini all’estero.
Nel caso in cui uno straniero residente in uno Stato si reputi vittima di un diniego di giustizia
ed abbia esaurito le vie di ricorso offerte dall’ordinamento di tale Stato, il suo stato nazionale
potrà intervenire in protezione diplomatica, trasformando il reclamo del privato in reclamo
internazionale, verso lo Stato autore dell’illecito attraverso vie diplomatiche o l’istituzione di
procedure giudiziali internazionali al fine di ottenere la cessazione delle lamentate violazioni
e il risarcimento del danno.
Lo Stato nazionale è autorizzato dal diritto internazionale ad intervenire in posizione
diplomatica dei propri cittadini, ma non è obbligato a farlo.
Si tratta di un Diritto proprio dello Stato in quanto soggetto del diritto internazionale, non
dell’individuo leso.

Il diritto internazionale dei diritti umani

Come abbiamo detto la posizione dell’individuo nel diritto internazionale è profondamente


mutata a seguito del consolidarsi delle norme internazionali sulla tutela dei diritti umani
fondamentali:
alla norma normativa classica di origine consuetudinaria si è andato aggiungendo il diritto
internazionale dei diritti umani.
Al centro dell’azione normativa vi è la persona umana, i cui diritti fondamentali devono
essere tutelati comunque e dunque da parte degli Stati che si trovano a esercitare su di essi
la loro giurisdizione a prescindere dal vincolo di cittadinanza.

La normativa sui diritti umani comprende strumenti giuridici di natura ed efficacia giuridica
diversa.si va dalle dichiarazioni dei principi ai trattati internazionali.
L’inizio di questa evoluzione è da identificare con la dichiarazione universale di diritti
umani, adottata dall’assemblea generale dell’ONU il 10 dicembre 1948.
In origine non era era giuridicamente vincolante.
- I diritti fondamentali in essa sanciti sono ormai consacrati in numerosi accordi
internazionali e quindi sono diventati norme giuridicamente vincolanti per gli Stati
parti a tali tratta.
- Inoltre molti principi in essa sanciti sono entrati a far parte del diritto internazionale
consuetudinario anche a titolo di ius cogens.

Questi trattati non si limitano a configurare i diritti fondamentali della persona umana ma
prevedono anche organi di controllo sulla loro applicazione in genere denominati comitati:
Hanno la funzione di ricevere ed esaminare i rapporti periodici degli Stati contraenti sullo
stato di attuazione di ciascuno di essi negli ordinamenti interni.
Hanno anche un’ulteriore funzione di controllo che consiste:
- nel ricevere comunicazioni individuali o collettive da parte di soggetti che si
reputano vittime di uno o più violazioni dei diritti contenuti nel trattato istitutivo del
singolo comitato.
- Nell’adottare parere di natura non vincolante sul modo con cui lo Stato interessato
può mettere fine alla violazione
- Alcuni comitati hanno il potere di avviare dell’inchieste per accertare i casi di
violazione gravi e diffuse e di diritti previsti nei relativi trattati

Di particolare rilievo e l’azione del Consiglio dei diritti umani, organo sussidiario
dell’assemblea generale dell’ONU.
È responsabile del rafforzamento, della promozione e protezione dei diritti umani nel mondo
e svolge numerosi funzioni tra le quali spicca l’Universa period review predisposta ogni
quattro anni e mezzo sullo Stato dei diritti umani nelle legislazione dei singoli paesi.
Ad esso spetta anche:
- ricevere ed esaminare e comunicazioni individuali,
- effettuare inchieste in loco,
- fornire assistenza tecnica ai governi,
- deliberare sanzioni contro gli Stati che violano massicciamente i diritti umani
sospendendo la loro partecipazione espellendoli nei casi più gravi

Altre esempio la convenzione europea sui diritti umani che stabilisce che la corte
europea dei diritti umani può essere investita di un ricorso da parte di una persona fisica,
un’organizzazione non governativa o un gruppo di privati che sostenga d'essere vittima di
una violazione, da parte di uno Stato contraente, di diritti riconosciuti nella convenzione.

I crimini internazionali degli individui


Nuovo settore del diritto internazionale: diritto penale internazionale
Branca nata a con il tribunale di Norimberga, ha giudicato i criminali nazzisti a seguito della
seconda guerra mondiale
Giudicati per crimini del diritto internazionale.
Kyoto, criminali giapponesi

Sono stati istituiti successivamente 2 tribunali penali internazionali


Tribunali ad hoc
Ex jugoslavia nel 1991 e in Ruanda nel 1994.
Guerra ex Jugoslavia, emanato uno statuto che ha istituito un tribunale.
Giudicati tutti coloro che sono stati ritenuti criminali secondo il diritto internazionale

4 crimini:
- genocidio
- Contro l’umanità
- Di guerra
- Di aggressione

Tribunale chiuso dopo i processi.


Tribunali ad hoc, solo per specifiche situazioni

Necessario avere una corte che giudicasse in maniera permanente tutti i crimini
internazionali individuali in tutto il mondo.
Istituzione della Corte penale internazionale permanente
L’Onu ha richiesta alla Corte internazionale del diritto (CID) la creazione di una corte penale
internazionale nel 1989.
Lo statuto è stato firmato e depositate le ratifiche, è entrato in vigore nel 2002
MA:
La giurisdizione della corte dipende dal fatto che gli stati abbiano ratificato o meno
La corte non ha giurisdizione a carattere universale

Crimini giudicati se:


- I Crimini vengono compiuti in uno stato contraente che ha quindi ratificato l’istituzione
della corte
- Il Criminale è cittadino di uno stato che ha ratificato l’istituzione della corte
La giurisdizione della corte è però automatica

La sua sede si trova all'Aja nei Paesi Bassi.

La corte è dotata di una giurisdizione complementare rispetto alle giurisdizioni nazionali.


La giurisdizione può esercitarsi solo quando lo stato che ha giurisdizione sul caso non ha la
volontà o la capacità di condurre le indagini o di celebrare il relativo processo.
Art 17 dello Statuto il caso è inammissibile quando:
- Sono in corso le relative indagini
- Quando le autorità giudiziarie di tale stato hanno deciso di non perseguire il presunto
responsabile
- Se quest’ultimo è già stato giudicato
Contro:
In qualunque situazione l’individuo non ha dei veri e propri diritti ma è semplicemente
beneficiario della norma, norma che comprende sempre gli stati sia come destinatari di diritti
e obblighi.
Le convenzioni sono concluse dagli stati, se lo stato non ratifica l’individuo non ha la
capacità di rivolgersi ad una corte per farla rispettare.

Obblighi non sono nei confronti degli individui ma nei confronti degli stati.
Gli individui sono solo i beneficiari NON i destinatari.

Organizzazioni internazionali non governative (ONG)

Organizzazioni private dal punto di vista giuridico, alcuni soggetti, individui,


fondazioni hanno ritenuto utile associarsi per un obiettivo comune.
- Associazioni private senza fini di lucro create in base al diritto interno degli stati,
alcune dell quali, vengono definite internazionali per la loro composizione e il loro
campo d’azione.
Create in base al diritto degli Stati (l’organizzazione risponde al diritto nazionale di un
determinato stato).

Le prime associazioni nascono intorno alla seconda metà del diciannovesimo secolo.
Nascono dall’esigenza di riempire delle mancanze che provengono dall’organizzazione
intergovernativa.

Si è andata consolidando l’espressione=


Società civile internazionale: comprende le diverse formazioni sociali che perseguono la
tutela di interessi collettivi o diffusi.
Società civile che comprende tutti queste associazioni.
Organizzazioni sindacali e imprenditoriali, le associazioni professionali, le organizzazioni
create dai cittadini a livello locale e le ong.

Hanno natura internazionale per la composizione e il loro campo d’azione.


Qualificata internazionale se:
- persegue uno scopo di interesse internazionale e costituisce uno strumento di
cooperazione fra individui e enti di diverse nazionalità
- Svolge un’attività continuativa di natura internazionale tale da coinvolgere almeno 2/3
paesi diversi
- Ha una membership multinazionale che si riflette sulla composizione degli organi
sociali nei quali nessun gruppo nazionale è dominante
- Possiede una struttura permanente stabile e le risorse finanziarie allo svolgimento
delle sue attività provengono da paesi diversi.
L’unico accordo internazionale in vigore relativo alle ONG è la convenzione europea sul
riconoscimento della personalità giuridica delle organizzazioni internazionali non
governative.
La convenzione si applica alle associazioni, fondazioni e altre istituzioni private che
rispondono ai ai seguenti requisiti:
- Perseguire uno scopo non lucrativo di utilità internazionale
- Essere istituite mediante un atto fondato sul diritto interno di una parte contraente
- Esercitare un’attività effettiva in almeno due Stati
- Avere la loro sede statuaria sul territorio di una parte contraente e la loro sede
effettiva sul territorio di detta parte o di un’altra parte
- Hanno il potere di presentare un ricorso alla corte

Lo status delle ONG è consultivo.


Questo comporta che le ong abbiano il diritto di partecipare alle riunioni degli organi sociali, il
diritto di presentare dichiarazioni scritte che circolano tra i membri delle organizzazioni
internazionali e il diritto di parola.

Gli status consultivi delle ong all’onu si dividono in tre categorie:


- status consultivo generale, per quelle che operano in tutti i settori di attività
dell’ECOSOC
- Status consultivo speciale, per quelle con competenze in alcuni settori specifici
dell’ECOSOC
- Iscrizione nell’apposito registro del segretariato generale per le ong, in grado di
contribuire solo occasionalmente ai lavori dell’ECOSOC

Controversia, si chiede il parere delle organizzazioni non governative.


Gli istituti specializzati delle Nazioni Unite prevedono una suddivisione delle ONG in
categorie simili a quelle adottate dall’ONU:
Per la FAO si hanno ONG con status consultivo, status consultivo speciale e di solo
collegamento; per l’Unesco, ONG con le relazioni di consultazione e di associazione; per
OIL, ONG con status consultivo generale, regionale e lista speciale.

Non potendosi verificare l’esistenza di norme generali particolari delle quali sono destinatarie
esclude la possibilità di configurarle come persone di diritto internazionale.
Non si esclude peraltro che la opinione e l’azione delle ONG possano influenzare la
formazione delle norme internazionali, ma si tratta di un contributo indiretto.

Numerosi trattati sui diritti umani, diritto umanitario, la protezione dell’ambiente e lo sviluppo
sostenibile, riconoscono alle ONG una funzione di controllo in relazione all’accertamento
delle norme internazionali e alla presentazione di informazioni su violazioni delle norme
internazionali perpetrate da Stati o in caso di organi giudiziari di amicus curiae (amico della
corte).

Art 34 convenzione europea dei diritti dell’uomo


Le organizzazioni non governative possono ricorrere alla corte per tutelarsi contro lo stato in
caso di violazione contro la convenzione.
Organizzazione dei soggetti
Organizzazione interna dei soggetti

La posizione degli individui organi nel diritto internazionale


Gli stati in quanto soggetti del diritto internazionale si servono d’individui (individui-organi/
agenti) per manifestare la loro volontà
Lo stato o l’organizzazione internazionale non agiscono loro, sono enti astratti, lo fa
attraverso l’azione di individui che ricoprono il ruolo di organi.
Gli organi dei soggetti sono gli strumenti attraverso cui i soggetti manifestano le proprie
volontà.
L’attività internazionale dello stato è messa in atto in concreto da individui che ricoprono la
qualifica di organo.

Relazione di imputazione giuridica: le volontà e le attività non sono attribuite come proprie
agli individui che le praticano ma sono riferite al soggetto di diritto internazionale di cui gli
individui stessi sono organi. Non è la persona che sta agendo ma è lo stato attraverso
l’organo.

L’organizzazione di uno stato normalmente non ha un grande rilievo dal punto di vista del
diritto internazionale.
La ripartizione delle competenze dello stato al suo interno non è oggetto del diritto
internazionale.
Quello che gli interessa è che lo stato esegua quello che è stabilito dalla consuetudine o un
trattato.
Unico caso: articolo 46 convenzione Vienna, violazione della norme interne della
competenza a stipulare.

Organi che per la loro funzione automaticamente rappresentano lo stato:


- Capo dello stato
- Capo del governo
- Ministro degli esteri.

In Italia:
● Capo dello stato: il presidente della repubblica, rappresentà l’unità nazionale,
accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica trattati internazionali e è capo
delle forze armate.
● Capo del governo: negoziare e intrattenere relazioni con gli altri stati
● Ministro degli esteri: coordina e attua la politica estera deliberata dal governo,
negozia e firma trattati, può essere richiesta la controfirma agli atti del capo di stato.

Immunità dalla giurisdizione


Non possono essere giudicati da altri stati per le loro azioni e funzioni: le loro azioni non
sono loro ma del loro stato (Stato immune dalla giurisdizione degli altri stati)
Gli agenti diplomatici e consolari

Le norme consuetudinarie in materia sono codificate dalla convenzione di Vienna sulle


relazioni diplomatiche del 61, convenzione di Vienna sulle relazioni consolari del 63.

Lo stabilimento di relazioni diplomatiche permanenti tra Stati significa l’invio, reciproco, di


missioni permanenti di uno stato presso l’altro.
È subordinato al mutuo consenso.
L’accordo è il solo fondamento dell’obbligo di ciascuno stato di ricevere inviare missioni
diplomatiche.
Anche lo stabilimento di relazioni consolari è fondato sul mutuo consenso. Da ritenere
implicito ne momento in cui gli stati intrattengono già relazioni diplomatiche permanenti.
La rottura delle relazioni diplomatiche non comporta automaticamente la rottura di quelle
consolari.

2 categorie di rappresentanti diplomatici:


Carriera diplomatica
Carriera consolare

Differenza:
● la carriera diplomatica riguarda i rapporti politici tra i due stati
Inviato dallo stato con precise istruzioni da applicare. L’ambasciata si trova solo nella
capitale, vicino al governo

● Il console si occupa di questioni di diritto interno: deceduti o alcuni suoi cittadini che
hanno bisogno di assistenza, rinnovo passaporto.
Amministrazione in un territorio estero
Si trova nelle città maggiori, per il legame con il territorio, vicino ai propri cittadini.

Le consuetudini ci dicono che è prassi consuetudinaria il fatto di inviare ambasciatori, ma


questo non è un diritto dello stato.
Deve esserci un accordo specifico. La consuetudine ci fa capire di quali diritti e obblighi
godrà l’ambasciata o il consolato, ma non è obbligatorio ricevere o mandare ambasciate in
altri paesi.

L’ammissione degli agenti diplomatici richiede un procedimento denominato:


accreditamento del capo missione: il diritto internazionale gli attribuisce le qualità di
organo-agente diplomatico

Accreditamento:
Al procedimento partecipano lo stato accreditato e lo stato accreditatario.
La dichiarazione dello stato d’invio è contenuta nella lettera credenziale, notificata dallo
stesso agente diplomatico.
La dichiarazione delllo stato ricevente è contenuta nel previo gradimento.
Il gradimento può essere accordato o rifiutato.
l’accreditamento ha l’effetto di attribuire all’agente diplomatico le competenze riconosciute
dal diritto internazionale.
Funzioni: funzioni di rappresentanza, proteggere gli interessi dello stata o e dei suoi cittadini,
negoziare con il governo accreditatario, informarsi con mezzi leciti delle condizioni e
l’evoluzione degli eventi nello stato e fare rapporto allo stato d’invio, promuovere relazioni
amichevoli.

Exequator
Anche lo stabilimento di relazioni consolari è fondato sul consenso da parte dello stato.
Ospitare sul proprio territorio uffici consolari di un altro stato.
Si firma un accordo (tratttato consolare) per determinare il numero e la classe degli uffici
consolari, le circoscrizioni consolari, l’apertura di viceconsolari e consolari, la possibilità di
nomina di funzionari consolari onorari.
Per l’ammissione dell’ufficio consolare è necessaria l’autorizzazione espressa dello stato di
residenza= exequatur.

Fine della missione diplomatica


Corrisponde alla perdita delle qualità di agente diplomatico o consolare da parte di un
individuo in carica, per suo decesso o per estinzione dello stato d’invio.
Causa frequente: lettera di richiamo da parte dello stato accreditatario. Lo stato
accreditatario può in qualsiasi momento informare lo stato accreditato che il capo della
missione o ogni altro membro del personale della missione è persona non grata.
Persona non grata: diplomatico rimpatriato perché non più gradito.

Organi militari
Attraverso la loro funzione possono avere connessioni con l’applicazione del diritto
internazionale.
Esercitano un controllo su un territorio
Sono gli appartenenti alle forze armate deputat alla condotta delle operazioni militari n caso
di conflitti armati.

Nel diritto internazionale gli organi militari sono divisi in due categorie

- Legittimi combattenti
Capacità di concludere accordi con gli altri stati.
- Appartenenti all’esercito regolare dello stato
- Volontari, popolazione spontaneamente in armi in caso di avvicinamento del nemico,
quindi anche movimenti che insorgono.

- Comandanti militari
Apici della gerarchia militare
Comandanti supremi
Comandanti di forze isolate (contingenti) competenti a concludere certi accordi relativi alle
opazirioni militari (armistizi, tregue, sospension di armi, capitolazioni).

I peace-keepers
Anche il diritto internazionale ha un suo “esercito”
Negli organi militari rientrano anche i contingenti assegnati alle Nazioni Unite degli Stati
membri per lo svolgimento di operazioni per il mantenimento della pace.

La carta delle nazioni unite prevedeva che ci fosse il mantenimento della pace
internazionale garantito attraverso un esercito delle nazioni unite.
Prevedeva un comandante supremo che avrebbe comandato le operazioni e i comandanti
assoggettati.
Questa parte operativa delle nazioni unite non è mai stata attuata.

Art 43 e seguenti della carta delle nazioni.


Art 43:
1. Al fine di contribuire al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, tutti i
Membri delle Nazioni Unite si impegnano a mettere a disposizione del Consiglio di
Sicurezza, a sua richiesta ed in conformità ad un accordo o ad accordi speciali, le forze
armate, l’assistenza e le facilitazioni, compreso il diritto di passaggio, necessario per il
mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.

Quando il consiglio di sicurezza ritiene che la pace venga messa in pericolo


2 azioni:

- Peace keeping operation: caschi blu


Non presente nella carta
Fungono da cuscinetti, per separare i belligeranti.
Il consiglio di sicurezza delibera che esiste un rischio per la pace internazionale e a quel
punto delega al segretario generale l’organizzazione della missione.
La missione viene assegnata ad un comandante della forza dal quale si dipana la catena di
comando.
Stabilisce mansioni e obiettivi da raggiungere.

Un’operazione di peace-keeping può presentare natura diversa:


● da un lato quella di intervento parziale rispetto alle parti coinvolte nel conflitto, da
realizzare con il consenso delle parti sul cui territorio i caschi blu sono chiamati ad ad
operare; (assistere le parti coinvolte nel conflitto)
● dall’altro quella di azione coercitiva contro una delle parti in lotta; (imporre la pace a
soggetti che l’hanno violata

- interventi degli stati sotto autorizzazione del consiglio di sicurezza


Capitolo sette della carta, il consiglio di sicurezza autorizza gli stati ad intervenire con le armi
per ripristinare la pace con la forza.

Ruolo e responsabilità di queste forze


Alle operazioni di peace-keeping si applicano diversi strumenti giuridici
Nel caso di operazioni il cui scopo consiste nel mantenimento o ristabilimento della pace:
Esiste una convenzione conclusa dall’assemblea generale per il trattamento delle forze di
peace keeping: convenzione sulla sicurezza del personale delle Nazioni Unite e del
personale associato militare e civile.

Nel caso di azioni coercitive intraprese da forze dell’ONU in base al capitolo sette della carta
alle quali il personale partecipa in qualità di legittimo combattente si applica invece il diritto
internazionale dei conflitti armati.
I principi fondamentali e le regole del diritto internazionale umanitario sono applicabili alle
forze delle Nazioni Unite quando in situazioni di conflitto armato queste sono attivamente
impegnate come combattenti in azioni coercitive o quando l’uso della forza è consentito per
legittima difesa al fine dei realizzare il mandato dell’operazione.

Precedentemente
- Primo requisito
Non possono usare armi se non per legittima difesa o per proteggere il convoglio
- Secondo requisito
Consenso dello stato dove avviene la missione (ancora oggi necessario). Spesso è lo stato
stesso che richiede l’intervento.

Mandato allargato successivamente


Imposizione della forza= Peace and enforcement
Missioni che vanno oltre la pace, anche il suo momento successivo (elezioni)

Problema della responsabilità di queste forze.


È importante verificare, ai fini dell’attribuzione delle conseguenze giuridiche delle relative
attività, se contingenti nazionali agiscono sotto il comando dell’ONU, che sarà in tal caso
responsabile delle loro azioni, o se invece agiscono al comando delle rispettive autorità
nazionali che saranno in tal caso responsabili.
È importante verificare il controllo rispettivo

Il diritto internazionale
- Contingente ad aver compiuto quale misfatto:
Capire se lo stato a cui appartiene il contingente ne abbia il controllo.
Comandanti dei contingenti nazionali.
Lo stato risponde sul piano della responsabilità
È il tribunale nazionale a giudicare

- comando eseguito ai più alti livelli


Dal comandante supremo nominato dal segretario generale che risponde alle nazioni unite.
La responsabilità è delle nazioni unite
Giudicato da un tribunale ad hoc all'interno delle nazioni unite.

Caso Nuhanovic
La corte suprema olandese ha confermato la decisione della corte d’appello dell’aia e del 5
luglio 2011 che aveva riconosciuto la responsabilità dei Paesi Bassi per la condotta del
contingente olandese nell’ambito della forza di protezione delle Nazioni Unite nella ex
Jugoslavia.
Nuhanovic, Interprete al servizio del Duchtbat (contingente olandese): dopo la caduta di
Srebrenica si è rifugiato nella base del contingente olandese mentre i suoi prossimi congiunti
(parenti) venivano forzati a lasciare tale luogo protetto per poi essere uccisi.
Ricorso alle nazioni unite, hanno stabilito che lo stato aveva il controllo delle attività del
contingente ed era responsabile del crimine.
Caso delle madri di srebrenica: carenza di controllo effettivo sul contingente, lo stato non è
stato poi ritenuto responsabile dalla corte suprema olandese per carenza di controllo
effettivo.

Il trattamento degli organi di Stati stranieri


Il diritto internazionale contiene alcune norme che obbligano gli Stati a usare un certo
trattamento agli individui che hanno la qualità di organi e di Stati stranieri.

Il principio generale del diritto internazionale dal quale occorre far ricorso in questa materia è
quello del:
Rispetto dell'organizzazione interna dello stato
Starà allo stato stabilire le competenze degli organi, a quali individui attribuirle.
Queste persone hanno delle immunità che derivano dal fatto che non agiscono in quanto
individui ma in quanto rappresentanti dello stato.
Ripartizione delle funzioni attraverso organi fa sì che gli individui hanno delle immunità.

Eccezione al principio
- Il principio si applica solo in caso di organi palesi e non copre le attività di spie o
agenti segreti
- Le azioni di organi militari contrarie alle norme del diritto internazionale umanitario
idonee a configurare crimini di guerra costituiscono fonti di responsabilità non solo
per lo Stato ma anche per l’organo militare che le ha compiute.

Due profili di responsabilità:


Dello stato
Dell’individuo

Lo stato
In relazione al principio di sovranità eguale.
Ogni Stato è il diritto, in base alla consuetudine internazionale, di non essere senza il suo
consenso convenuto in giudizio dinanzi all’autorità giudiziaria di un altro Stato e di non
essere assoggettato a misure coercitive sui suoi beni da parte dell’autorità medesima.
Ogni Stato gode di un immunità dalla giurisdizione civile e dalle misure di esecuzione degli
altri Stati.
Immuni dalla giurisdizione degli altri stati

Per lungo tempo si sono opposte le due tesi dell’immunità assoluta e dell’immunità ristretta:
- Immunità dello stato era assoluta, copriva qualunque azione e funzione dello stato.
Sia quelle attività iure imperii (fatte in relazione con le funzioni di stato)
Sia attività Iure gestionis: di natura privatistica o commerciali

Si è andato delineando un atteggiamento più flessibile e moderato.


- L’attuale diritto internazionale generale è a favore di un’ immunità ristretta
Per attività iure imperii (funzioni dello stato)
Ma che esclude tutte le attività iure gestionis Non sempre la distinzione tra atti iure imperii e
atti iure gestionis facile da determinare.

Nella giurisprudenza sembra valere il criterio secondo il quale la distinzione non va basata
tanto sui fini dell’attività ma sulla posizione che lo Stato assume rispetto a una certa attività.

Più recentemente si è posto il problema di sapere se l’esenzione degli Stati stranieri dalla
giurisdizione per atti iure imperii valga anche nel caso in cui tali atti concretino violazioni
dello ius cogens internazionale e siano connessi alla commissione di gravi crimini
internazionali, come crimini contro l’umanità.

L’esistenza di una norma di diritto internazionale che pone un’eccezione alla norma
consuetudinaria sull’immunità degli Stati della giurisdizione civile per atti contrari allo ius
cogens è stata respinta.

Esempio:
Caso Ferrini contro la repubblica federale di Germania
La corte di cassazione italiana ha escluso l’immunità della giurisdizione di fronte ad atti iure
imperii equivalenti a crimini internazionali.

Secondo la corte la Germania non aveva diritto all’immunità dalla giurisdizione civile in una
controversia concernente il risarcimento dei danni richiesto da un cittadino italiano che nel
1944 era stato deportato in Germania e sottoposto ai lavori forzati.
La sentenza qualifica la deportazione e la sottoposizione al lavoro forzato come crimini
internazionali imprescrittibili vietati da norme ius cogens.
A seguito di tale sentenza la Germania ha convenuto l’Italia davanti alla corte internazionale
di giustizia lamentando la violazione della norma internazionale sull’immunità degli Stati
dalla giurisdizione.
Con la sentenza del 2012 la CIG ha accolto il ricorso tedesco e respinto la tesi italiana
secondo cui la norma consuetudinaria sull’immunità degli Stati verrebbe meno per atti imperi
che costituiscono violazioni di norme ius cogens.
La decisione della CIG non è stata applicata in Italia.
La corte costituzionale infatti stabilito da un lato di non dover mettere in discussione
l’autorevole interpretazione data dalla CIG alla norma internazionale consuetudinaria
sull’immunità degli Stati Stati e dall’altro che, così interpretata, tale norma non può fare parte
dell’ordinamento italiano, perché contrari a principi costituzionali irrinunciabili.
Legge che vietava ai giudici italiani di interpellare la Germania.
Legge deve essere valutata da un punto di vista costituzionale, la sua costituzionalità.
Corte d’appello di Firenze ha promosso un giudizio di incostituzionalità
La confligge con l’articolo 2: tutela dei diritti umani e l’articolo 24
Immunità degli agenti diplomatici
Dal principio del rispetto dell’organizzazione degli Stati di discende il principio ne impediatur
legatio, secondo il quale lo Stato che ammesso organi stranieri sul proprio territorio è tenuto
a non impedire l’esercizio delle loro funzioni.
Le cosiddette immunità diplomatiche, il cui scopo è quello di garantire le condizioni
necessarie affinché l’agente diplomatico possa esercitare liberamente le sue funzioni nel
territorio dello Stato per presso il quale è accreditato.
Essi beneficiano di immunità relative ad atti funzionali e ad atti che essi abbiano compiuto
come persone private.
I due tipi di immunità vanno distinti nettamente nella durata:
- L’immunità relativa agli atti funzionali sopravvivono la cessazione delle funzioni
diplomatiche
- Le immunità per gli atti della vita privata terminano con la partenza degli agenti
diplomatici dal paese in cui erano inviati.

Distinguiamo le immunità diplomatiche in due categorie:


● Le immunità che riguardano indirettamente l’agente
● Le immunità che riguardano direttamente la persona dell’ agente

Immunità che riguardano indirettamente l’agente


Si riferiscono alle funzioni relative alla missione diplomatica

- inviolabilità della sede


Lo Stato ricevente all’obbligo di astenersi dall’esercizio di atti di autorità nella sede della
missione diplomatica straniera o nell’abitazione dell’agente diplomatico, da questo
scaturisce l’obbligo di protezione speciale della sede diplomatica.
Le sedi diplomatiche straniere sono situate sul territorio dello Stato accreditatario e sono
inviolabili, questo non significa che debbano essere denominate extraterritoriali.
Lo Stato accreditante non può valersi dei locali della missione per dare rifugio a persone
perseguite per reati di diritto comune o per organizzare attentati.
Lo Stato accreditatario può dichiarare i membri della missione persone non grate o rompere
le relazioni diplomatiche.

- Inviolabilità della corrispondenza


Invio invio inviolabilità degli archivi e documenti, delle comunicazioni compresa la
corrispondenza.

Immunità che riguardano direttamente la persona dell’agente


Sono l’inviolabilità personale
L’esenzione dalla giurisdizione penale civile
E l’esenzione tributaria

Inviolabilità personale
L’agente diplomatico è inviolabile, non può essere sottoposto ad alcuna forma di arresto o
detenzione.
Si traduce in due obblighi a carico dello stato ricevente:
L’obbligo di astenersi dall’esercizio di atti di coercizione sulla persona dell’agente
Obbligo di assicurargli una speciale protezione.

Giurisdizione civile e amministrativa


Gli agenti diplomatici stranieri godono dell’esenzione dalla giurisdizione civile per le
controversie relative ai rapporti in cui essi si siano personalmente interessati in quanto
privati individui.questo non esclude che la gente si faccia attore per la decisione di una lite.
L’esenzione non è tuttavia assoluta ma limitata
- Azioni reali riguardanti immobili di cui la gente sia proprietario
- Azioni possessorie relative ad immobili situate nel territorio dello Stato presso il
quale la gente accreditato
- Le successioni ereditarie aperte sul territorio dello Stato di sede in cui la gente
figura come esecutore testamentario, amministratore, erede o legatario a titolo
privato e non in nome dello stato accreditante
- Le azioni riguardanti una professione liberale o un’attività commerciale esercitata
dall’accento diplomatico
- Le domande riconvenzionali proposte contro l’agente che si sia fatto attori in
giudizio

Giurisdizione penale
Il diritto internazionale obbliga lo Stato accreditatario ad astenersi dall’esercitare la propria
giurisdizione nei confronti della gente di diplomatico.
È dunque escluso la possibilità di un processo civile o penale contro la gente.
L’esenzione della giurisdizione penale è assoluta in quanto non soffre di eccezioni.
Allo scopo di evitare che sia ostacolato nell’esercizio delle sue funzioni

Rinuncia all’immunità giurisdizionale


Può essere effettuata dallo Stato accreditante
Rinuncia può essere tacita se la gente compare davanti al tribunale.

Una volta finita la missione diplomatica può essere giudicato e perseguito.


Diventa poi complicato fare un processo una volta che il diplomatico è tornato nel suo
paese.
Il personale ufficiale della missione diplomatica quindi consigli aerei addetti segretari gode
dello stesso trattamento del capo della missione le immunità si estendono anche alle
famiglie del capo missione e del personale diplomatico della missione le stesse immunità dei
capi missione valgono per i capi di Stato e di governo straniero con obbligo speciale di
protezione ed esenzione dalla giurisdizione.

L’immunità degli agenti consolari sono invece limitate e di natura strettamente funzionale:
i funzionari consolari e gli impiegati consolari non sono soggetti alla giurisdizione delle
autorità giudiziaria e amministrative dello Stato di residenza compiuti nell’esercizio delle
funzioni consolari.

Il trattamento degli organi militari


Le navi da guerra ammesse nelle acque territoriali e nei porti di Stati stranieri godono
dell'inviolabilità.
L’esenzione della giurisdizione penale è limitata ai fatti commessi a bordo che non abbiano
ripercussioni sullo Stato territoriale
I corpi di truppa ammessi a stazionare sul territorio di uno Stato diverso da quello della
bandiera non godono invece di speciali immunità in base alla consuetudine internazionale.
Vengono stipulati accordi ad hoc per le circostanze.

Caso Russel
Precede il caso Germania contro Italia.
Conflitto tra una consuetudine e costituzione

Il fatto illecito e la responsabilità dello stato

Il fatto illecito
Il fatto giuridico è un fatto che riceve dal diritto una valutazione consistente nell’idoneità a
produrre conseguenze giuridiche.
Gli elementi che concorrono a qualificare il fatto illecito sono quindi:
- La qualificazione del fatto come illecito
- Generare conseguenze giuridiche
- L’attribuzione della condotta illecita al soggetto

Il progetto ago sulla responsabilità internazionale degli Stati conteneva articoli relativi a:
● I fatti illecito dello Stato secondo il diritto internazionale
● La violazione dell’obbligo internazionale
● L’implicazione di uno Stato nel fatto illecito di un altro Stato le circostanze escludenti
l’illecito

I 2 elementi costitutivi del fatto illecito


1. La condotta di un soggetto internazionale (elemento soggettivo)
2. L’illecita di tale condotta (elemento oggettivo)

Il fatto è illecito si produce quando quando una condotta consistente in un’azione o in


un'omissione: a) è attribuibile allo Stato sul piano del diritto internazionale e
b) costituisce una violazione di un obbligo internazionale dello Stato

L’attribuzione allo stato (elemento soggettivo)


Perché un fatto costituisca illecito occorre che sia compiuto da un soggetto di diritto
internazionale.
Il comportamento di un soggetto significa comportamento di un individuo giuridicamente
attribuito al soggetto.
Può costituire fatto illecito internazionale dello Stato
A) La condotta di un individuo che, per l’ordinamento interno dello Stato, possiede la
qualità di organo e agito nei limiti della competenza a lui attribuita
B) La condotta di un individuo che ha agito oltre questi limiti o che sprovvisto della
qualità di organo statale.
È riferito allo stato il comportamento di qualsiasi organo, quale che sia la natura delle sue
funzioni o la sua posizione nella gerarchia dell’apparato statale. Sono attribuite allo Stato
con comportamenti di organi di enti territoriali e di altri organi che facciano le prerogative
dello stato.

La condotta di semplici individui non è invece come tale attribuibile allo stato.
L’obbligo dello stato è quello di vietare ai sudditi certi comportamenti e nel caso di
compimento, procedere contro di essi.

La CID ha considerato anche i comportamenti di persone che agiscono per conto dello stato,
pur essendo privi della qualità formale di organi.
Perché esercitano elementi dell’autorità del governo (enti di Stato privatizzati che
mantengono funzioni pubbliche)

Il grado di controllo
Elemento su cui si pone l’attenzione nell’attribuzione del fatto illecito.
Il grado di controllo che deve essere esercitato dallo stato su individui o gruppi di individui
che agiscono in fato per conto dello stato perchè la loro condotta gli sia attribuita come
origine di un illecito.
Sono da ridere allo stato le azioni di individui che agiscono in base ad istruzioni e sotto la
direzione e il controllo dello stato.

Caso Bosnia-Erzegovina contro la SErbia


Ricorso contro la Serbia per violazione della convenzione del genocidio.
La CIG ha sostenuto che i massacri a Srebrenica avevano i requisiti per essere considerati
atti di genocidio, ma che la Serbia non ne era direttamente responsabile. La corte attribuisce
alla Serbia la violazione dell’obbligo di evitare il genocidio e di punirne gli autori.

Per colpa si intende


- la colpa in senso stretto, vale a dire la relazione psicologica consistente nel fatto che
l’agente, senza volere l’evento, tiene una condotta diversa da quella che dovrebbe
tenere
- Il dolo, che si ha quando l’evento è direttamente evoluto dall’agente.

Il Progetto del 2001 della CDI non considera la colpa come elemento costitutivo dell’illecito

Elemento oggettivo: illiceità della condotta

L’illecita è data dal contrasto tra la condotta del soggetto di diritto internazionale destinatari
della norma giuridica e l'obbligo imposto dalla stessa.
La condotta deve ledere un diritto altrui, la lesione di semplici interessi comporta un fatto
illecito.
Il concetto di obbligo comprende tutti gli obblighi internazionali dello Stato quale che sia la
loro origine: norma consuetudinaria, trattati, principi generali, fonti subordinate all’accordo
Classificazione dei trattati
A) illeciti bilaterali, derivano dalla violazione di obblighi verso solo un altro Stato
B) Illeciti erga omnes partes conseguenti inadempimenti di obblighi nei confronti di un
gruppo di Stati parte ad un trattato multilaterale
C) Illeciti erga omnes derivanti dall’infrazione di obblighi consuetudinari nei confronti
della comunità internazionale nel suo complesso, la responsabilità per la loro
violazione (obblighi erga omnes) può essere invocata da tutti gli stati facenti parte
della comunità internazionale

- Illeciti omissivi (violazione di un obbligo di fare)


- Illeciti commissivi (violazione di un obbligo di non fare)

- Illeciti di semplice condotta, derivano dalla violazione di un obbligo che ha per


oggetto una condotta direttamente determinata da una norma.
- Illeciti di risultato, in cui la norma internazionale, anziché stabilire una data condotta,
impone un dato risultato, lasciando lo stato libero nella scelta dei mezzi opportuni per
raggiungerlo

- Illeciti da evento, quando la norma che pone l’obbligo vuole impedire il verificarsi di
un determinato evento e vieta in astratto tutte le condotte che possono dar luogo
all’evento
- Il fatto illecito complesso, quando il fatto illecito non consiste unicamente nella
condotta finale ma in tutti i comportamenti contrari al risultato stesso precedente alla
condotta finale finale

- Illeciti istantanei (la violazione si completi nel momento in cui si realizza) e


- illeciti continui (nel momento in cui la violazione perdura

Circostanze di esclusione dell’ illecito


Articoli 20 e 27
Escludenti del lecito: l'illecito esiste ma al verificarsi di determinate circostanze queste cause
sono come “giustificazioni” consentono di non incorrere nella responsabilità
Cause: 6
1) Consenso della vittima dell’illecito, si va a stabilire un nuovo accordo tra lo stato che
ha volto la norma e lo stato che ha consentito l’illecito. Questo consenso deve essere
espresso non presunto
2) Legittima difesa, consacrata dall’art 51 della carta delle nazioni unite, unica
eccezione al divieto dell’uso della forza, che ha natura ius cogens. Legittima difesa
individuale e una legittima difesa collettiva nella misura in cui altri stati prestano aiuto
inviando armi e altri tipi di sostegno, dietro consenso dello stato. Comporta di
notificare questa aggressione alle nazioni unite e deve cessare nel momento in cui
intervengono le nazioni unite. La legittima difesa è anch’essa una norma di ius
cogens (art 53 perchè eccezione ad una norma ius cogens).
Condizioni: uno stato che è aggredito non può rispondere in maniera eccessiva, deve
essere un uso della forza proporzionato
La legittima difesa deve avere un carattere di immediatezza, eccezioni: argentina ha
occupato le isole Malvinas della Gran Bretagna, intervenuto con ritardo per distanza
e organizzazione dell’esercito.
*Può essere preventiva? Pericolo dell’aggressione di un altro stato causa movimenti
di truppe alla frontiera. Si sono espressi gli Stati Uniti dottrina 2003 sotto questo
punto. Ex. Gli Stati Uniti sono intervenuti contro la Libia per combattere attacchi
terroristici contro aerei americani. Impostazione errata, la legittima difesa è
consentita solo in risposta ad un attacco armato concreto.
Giustifica solo la violazione del divieto dell’uso della forza.
3) Contromisure: uno Stato danneggiato o che abbia subito un illecito altrui può
rispondere agendo nello stesso modo. Limite: uso della forza. Modo per farsi
giustizia da sé, la corte internazionale non accetta tutti i ricorsi. Misure adottate
affinché vi sia la cessazione dell’illecito da parte dello stato.
Devono avere un carattere provvisorio, cessare nel momento in cui l'illecito è giunto
al termine
Devono essere proporzionali al danno arrecato
Non hanno il carattere dell’immediatezza
4) Forza maggiore, qualcosa di imprevedibile o imprevista che non permetta allo stato
di rispettare l’obbligo. Art 23 atto dovuto a forza maggiore, sopravvenire di una forza
irresistibile o forza imprevedibile
5) Estremo pericolo qualsiasi evento che attiene alla vita delle persone. Aereo che
atterra in uno stato senza la preventiva autorizzazione per un'avaria, affinché
vengano messi in sicurezza il pilota e i passeggeri.
non ha altro mezzo per salvare la propria vita o quella delle persone affidate alle sue
cure.
6) Lo stato di necessità, cade la responsabilità dello stato quando l’illecito è il solo
mezzo per salvaguardare un interesse essenziale dello stato. Viene messa in gioco
la sopravvivenza dello stato.

Art 25 dove non è chiaro in quali circostanze si attui lo stato di necessità.

Responsabilità
Progetto di articoli sulla responsabilità del 2001

● Prima parte
Identificazione dell’illecito
- Elemento soggettivo (responsabilità sugli stati, non degli enti internazionali)
- Elemento oggettivo (riguarda condotta in sé contraria)

● Seconda parte
Conseguenze dell’illecito
La responsabilità: le conseguenze dell’illecito
Precedenza alla riparazione piuttosto che alle contromisure.
Conseguenze:
- la riparazione
- le contromisure

Contromisure in quanto conseguenza dell’illecito.

Riparazione: natura più amministrativa. La riparazione è la risposta giuridica procedurale


amministrativa che si da all’illecito
Contromisure: operazione di tipo operativo, fattuale.

Quando avviene la violazione del diritto internazionale, l’evento dell’illecito scatena una
nuova relazione tra lo stato autore dell’illecito e lo stato leso.
Una nuova relazione che ha per contenuto la responsabilità, cosa deve fare l’autore
dell’illecito in conseguenza al suo atto.

Norma primaria: norma violata


Norma secondaria: contenuto della responsabilità stabilito nella nuova relazione tra i due
stati

Da un lato la responsabilità in senso lato, ordinaria, dall’altro la responsabilità aggravata.


Responsabilità aggravata: Regime di responsabilità che si manifesta quando la norma
violata è una norma rilevante per la comunità internazionale.

Cosa comporta la responsabilità sul piano della riparazione


Premesse contenute nell’illecito
Ne discende che ha l’obbligo di:
Cessazione e garanzia di non reiterazione (ripetersi dell’evento)

Caso Lagrein (Germania contro Stati Uniti)


Caso Avena (Messico contro STati Uniti)

Condannate queste persone (Legrein, Avena e altri)


Convenzione che prevede l’obbligo per lo stato di fronte la condanna di uno straniero di
notificare questo capo d’imputazione all’ambasciata di quel cittadino straniero, in modo da
poter prestare assistenza al proprio cittadino.
Non era accaduto in questi due casi.

Condannati gli Stati Uniti, chiesto di dare garanzie di non reiterazione.

Riparazione
Può avvenire secondo 3 modalità
Più indicata
- Restituzione: restituzione materiale: restituzione di un oggetto trafugato, restituzione
di monumenti e opere d’arte;
Restituzione giuridica: assumere significato di restituzione in integrum, ripristino
situazione precedente all’illecito, se la violazione è consistita nell’applicazione di una
legge contraria al diritto internazionale, questa legge verrà abrogata.
- Risarcimento, può aggiungersi alla restituzione o avvenire quando la restituzione
materiale non è possibile. A seguito danno che ha un valore economico; tutta la parte
del diritto internazionale commerciale e degli investimenti. Lo stato è tenuto a
risarcire un danno che può essere materiale e morale. L’ammontare del risarcimento
va stabilito di comune accordo tra le parti oppure, in caso di controversia, ricorrendo
ad un terzo.

Corte di Strasburgo: corte europea dei diritti umani, organo di controllo della cedu.
In materia di diritti umani parla più di:
- Equa soddisfazione, forma di compromesso.

- Soddisfazione, in caso di fatto illecito che comporta lesione di un interesse morale


(onore, dignità di uno stato) lo stato ripara presentando scuse formali o un omaggio
alla bandiera dello stato offeso, il pagamento di una forma di denaro. Manifestazioni
non di carattere pecuniario ma di carattere politico.

Le 3 modalità possono essere cumulate. La corte può stabilire più misure, di restituzione,
risarcimento economico ed aggiungere forme di soddisfazione.

Soluzione giuridica della riparazione.


Spesso tutto questo non funziona e si prosegue nell’ illecito magari, non viene prestato il
risarcimento.

Gli stati legittimati ad invocare la responsabilità


La parte III degli articoli della CDI individua:
A) soggetti legittimati a invocare la responsabilità
B) L’adozione di contromisure nei confronti dello Stato responsabile

Il potere di pretendere l’attuazione della responsabilità di uno Stato è riconosciuto allo Stato
leso

Per quanto riguarda l’individuazione dello Stato leso in caso di obblighi bilaterali l’articolo
42 a) si occupa della violazione di un obbligo bilaterale quando esso riguarda lo Stato
individualmente fa parte di un insieme di rapporti di tipo bilaterale.

In caso di obblighi solidali dovuti a un gruppo di Stati o alla comunità internazionale nel
suo complesso (prevista dall'articolo 42 b)
La violazione di un obbligo collettivo offre all’intero gruppo degli Stati parti al trattato o a tutti
gli Stati (se si tratta di obblighi erga omnes) l’opportunità di assumere la qualità di Stato leso,
nell’ipotesi in cui l’illecito provi una radicale modificazione della loro condizione.

Articolo 42
Invocazione di responsabilità da parte dello Stato leso
Uno Stato è legittimato, come Stato leso, ad invocare la responsabilità di un altro Stato se
l'obbligo violato sussiste nei confronti di:
a) quello Stato individualmente; o
b) un gruppo di Stati comprendente quello Stato, o della comunità internazionale nel suo
insieme, e la violazione dell'obbligo:
i) riguarda specialmente quello Stato, o
ii) è di natura tale da modificare radicalmente la posizione di tutti gli altri Stati nei confronti
dei quali l'obbligo sussiste rispetto al successivo adempimento dell'obbligo.

Ipotizza:
- Obblighi bilaterali
- Obblighi di natura solidale, la violazione di quell’obbligo ha modificato radicalmente la
situazione degli altri stati.

Da considerare l’individuazione di stati non lesi, che possono comunque invocare la


responsabilità dello Stato autore dell’illecito.
Art 48
Se la violazione riguarda obblighi collettivi a protezione di un interesse comune a un gruppo
di Stati o all’intera comunità internazionale, tutti gli Stati appartenenti al gruppo, o in
generale, possono invocare la responsabilità nell’interesse collettivo.
Ovviamente è possibile invocare la responsabilità in caso di illecito erga omnes.
Le richieste sono limitate rispetto a quelle invocabili dallo Stato leso.
La richiesta di riparazione non può essere avanzata da uno Stato che agisce per il proprio
favore ma soltanto nell’interesse dello Stato leso.

Articolo 48
Invocazione della responsabilità da parte di uno Stato diverso da uno Stato leso
1.Ogni Stato diverso da uno Stato leso è legittimato ad invocare la responsabilità di un altro
Stato ai sensi del paragrafo 2 se:
a) l'obbligo violato sussiste nei confronti di un gruppo di Stati comprendente quello
Stato, ed è stabilito per la tutela di un interesse collettivo del gruppo; o
b) l'obbligo violato si pone nei confronti della comunità internazionale nel suo
complesso.

2. Ogni Stato legittimato ad invocare la responsabilità in virtù del paragrafo 1 può reclamare
dallo Stato responsabile:

a) la cessazione dell'atto internazionalmente illecito, ed assicurazioni e garanzie di non


ripetizione in conformità all'articolo 30; e
b) l'adempimento dell'obbligo di riparazione in conformità con gli articoli precedenti,
nell'interesse dello Stato offeso o dei beneficiari dell'obbligo violato.

Contromisure
Il progetto di articoli a questo punto introduce le Contromisure
Sono uno strumento sempre disponibile, a cui non si arriva per forza passando dalla
riparazione.
Contromisure: Modo consueto, ordinario attraverso cui uno stato leso, risponde all’illecito
Autorizzano il soggetto leso ad applicare contromisure nei confronti dello Stato responsabile.
Lo Stato liso è autorizzato a realizzare i suoi diritti ricorrendo ad atti che normalmente
sarebbero proibiti.
L’articolo 49 attribuisce alle contromisure la funzione di indurre lo Stato responsabile ad
adempiere ai suoi obblighi.
Il carattere delle contromisure deve essere provvisorio e proporzionale tenendo presente la
lesione sofferta e la gravità dell’illecito

Per il progetto di articoli è una misura da attuare solo quando la riparazione non ha avuto
l’effetto voluto.
Qualora dal contrasto sia nata una controversia internazionale, la cui soluzione è demandata
da un giudice internazionale, lo Stato che si ritiene offeso dovrà astenersi da adottare
contromisure o sospenderle se già iniziate.
Vi è l’obbligo di cessazione delle contromisure quando abbia fine la condotta illecita dello
Stato difensore ed esso abbia adempiuto agli obblighi di riparazione.

Le contro misure possono assumere varie forme. La maggior parte si traduce in azioni non
implicanti l’uso della forza armata, come sanzioni economiche, espulsione dei cittadini dallo
Stato responsabile, congelamento di beni, interruzione delle comunicazioni, chiusura delle
sedi diplomatiche e consolari…

Lo statuto dell’ONU ha delineato negli articoli 42 e successivi del capitolo sette un sistema
istituzionalizzato di coercizione militare nei confronti degli Stati responsabili di minaccia
alla pace, violazione della pace o atti da aggressione.
Il consiglio di sicurezza accerta l’esistenza di una di queste situazioni e:
- raccomandazioni
- decide quali misure debbano essere prese in conformità agli articoli 41 e 42.
Può adottare misure provvisorie previste dall’articolo 40 della carta per prevenire
l'aggravarsi di una situazione
Le misure coercitive non implicanti l’uso della forza ai sensi dell’articolo 41 e se queste
misure risultassero inadeguate le azioni militari necessarie per mantenere o ristabilire la
pace (art 42)

L’articolo 41 si occupa delle misure non implicanti l’uso della forza imposta ad uno Stato che
ha minacciato la pace, violato la pace o compiuto un atto di aggressione.in queste
circostanze il consiglio può chiedere a tutti gli Stati membri di adottare misure coercitive:
Interruzioni totale o parziale delle relazioni economiche delle comunicazioni ferroviarie,
marittime, aeree, postali, telegrafiche, radio e altre e le rottura delle relazioni diplomatiche.

L’articolo due della carta stabilisce che il consiglio di sicurezza, ove ritenga che le misure di
cui l’articolo 42 siano inadeguate o si siano dimostrate inadeguate,
Può intraprendere con forze aeree, navali e terrestri o ogni azione che sia necessaria per
mantenere un ristabilire la pace la sicurezza internazionale.
Il consiglio di sicurezza autorizza gli Stati membri a usare tutti i mezzi e necessari per
eliminare una minaccia alla pace o ripristinare la pace violata.
Questa modalità è stata inaugurata in occasione della crisi coreana del 1950 quando venne
raccomandato agli Stati di soccorrere la Corea del sud aggredita dalla Corea del Nord.

Regime di Responsabilità aggravata: altri stati non lesi possono invocare questa
responsabilità.
In caso di violazioni gravi e sistematiche di obblighi discendenti da norme imperative.
Composte nell’imposizione di una serie di obblighi aggiuntivi a carico di stati diversi
dall’autore dell’ illecito.
Art 41
Gli stati hanno l’obbligo di:
- cooperare al fine di cessare l’illecito
- Non riconoscere come legittima la situazione discendente dall’ illecito
- Di non pestare assistenza allo stato responsabile nel mantenimento di tale situazione

Non vuol dire pena aggravata, pena aumentata.


Pretendere attraverso proteste, ricorsi alle corti internazionali, contromisure, atti ufficiali. Per
spingere lo stato autore dell’illecito a riparare.
Agiscono per ottenere la riparazione a favore dello Stato direttamente leso.

La responsabilità indiretta sia quando non vi è coincidenza tra il soggetto autore dell’illecito il
soggetto su cui ricadono le responsabilità e le altre conseguenze.
Siano così due responsabili
La responsabilità indiretta può essere contro figurata se vi è un rapporto tra i due Stati o tra
lo strato e un ente
Essa è subordinata all’esistenza di una relazione per cui uno dei due soggetti può esercitare
un effettivo di controllo sulla condotta dell’altro.

Lezione 14/11

Soluzione delle controversie: mondo a sé del diritto internazionale


Non c’è un’autorità superiore centralizzata alla quale rivolgersi in maniera unilaterale.
Non esiste un sistema generale di soluzione delle controversie internazionali, gli Stati sono
liberi di utilizzare a tal fine i mezzi che reputano più idonei.
La scelta del mezzo il risultato finale dipendono quindi dall’accordo tra le parti.
Controversia= situazione di contrasto fra la pretesa di un soggetto e la resistenza dell’altro in
ordine a un conflitto di interessi.
internazionale= controversie nelle quali siano coinvolti due o più soggetti del diritto
internazionale

Le controversie internazionali si dividono in:


- Controversie politiche: hanno a che fare con le relazioni internazionali, punti di
disaccordo rispetto determinati interessi.
- Controversie giuridiche: a che fare con l’applicazione del diritto, hanno a che
vedere con l’interpretazione o l’attuazione del diritto internazionale.
Il consiglio di sicurezza deve tenere presente che le controversie giuridiche dovrebbero
essere ferite dalle parti alla corte internazionale di giustizia

Aspetto rilevante è l'identificazione del momento in cui in una controversia nasce e di quello
in cui si estingue.

- Estinzione/cessazione della controversia: la controversia cessa perché vengono


meno in fatto le pretese delle parti. I motivi per cui l’estinzione avviene sono vari
possono essere collegati rispetto a eventuali procedure diplomatiche o giudiziarie.
Controversia (persistere di una pretesa e risposta con la resistenza)
- Soluzione: la controversia continua ad esistere interviene un fatto che le da una
soluzione. Si trova una risposta che compone le posizioni delle due parti.
Attraverso un accordo risolutivo della lite o tramite la decisione di un tribunale
internazionale.

Estinzione soluzione di regola coincidono specialmente se la controversia risolta mediante


accordo.

Sistema delle nazioni unite: la carta delle nazioni unite disciplina il regime delle soluzioni alle
controversie al capitolo sesto, cap 7: le sanzioni.

Le controversie in questo capitolo della carta delle nazioni unite, si estendono a tutte quelle
situazioni che possono mettere in pericolo la pace internazionale.
Le controversie a prescindere dal capitolo sesto, sono richiamate al capitolo 7 paragrafo 3
che riguarda i poteri del consiglio di sicurezza. Si stabilisce che le sue decisioni che
riguardano le soluzioni delle controversie, debbano essere prese ad esclusione delle parti
coinvolte.

I mezzi pacifici di soluzione delle controversie internazionali possono essere classificati in


vario modo:
Mezzi diplomatici
Mezzi istituzionali
Mezzi giudiziari
Mezzi di regolamento politico

Mezzi diplomatici
Mezzi ad esito non vincolante
Elencati nell’articolo 33 par. 1.

CAP 6
Art 33
Le parti di una controversia (che possono mettere in pericolo la pace internazionale) devono
perseguire la soluzione mediante:
Elencazioni di procedure: mezzi diplomatici o pacifici per la soluzione delle controversie.
- Negoziati: le due parti negoziano direttamente al fine di direttamente per
raggiungere una soluzione

Intervento di un terzo; individuo con particolare autorevolezza: pontefici e, organizzazioni


internazionali, un altro stato.

- Mediazione: viene affidato ad un terzo il compito di mediare. Perché la mediazione


esista occorre che una regola di diritto internazionale o un accordo tra le parti affida a
un terzo il compito di svolgere tale attività. di regola sono le parti a scegliere il
mediatore.
Attività affidata al terzo può riguardare un’indicazione procedurale o un’indicazione
sostanziale per la soluzione della controversia. il piano di mediazione non accoglie
integralmente nella tesi dell’una né quella dell’altra ma tiene conto di entrambe il suo
compito è quello di indicare una soluzione intermedia.
- Buoni uffici: indicazione di un piano per la risoluzione della controversia. Chi li
svolge si limita a tentare il riavvicinamento tra le parti al fine di fare riprendere
negoziati interrotti, ma l’intromissione nella controversia si ferma qui.
- Inchiesta: la nomina di una commissione di inchiesta successiva ad un accordo tra
le parti che ha un compito specifico, verificare in loco lo svolgimento dei fatti che
hanno dato origine alla controversia. Risultato dell’inchiesta non ha efficacia
vincolante, il rapporto della commissione è limitato alla constatazione dei fatti.
- Conciliazione: istituzionalizzazione di un meccanismo che prevede la nomina di una
commissione di conciliazione. Una commissione che proceda ad un esame della
controversia e formuli un rapporto per la sua soluzione. Commissionari (3 o 5),
redige un rapporto basato sul diritto, stabilisce in questo rapporto la soluzione
giuridica. In molti trattati accordi la commissione è precostituita e . Commissione di
Vienna, controversie che dovessero sorgere in seguito all’applicazione della
convenzione di Vienna verranno chiarite tramite una commissione di conciliazione. Il
rapporto finale finale della commissione di conciliazione con annesso processo
verbale non è obbligatorio.

Mezzi diplomatici per raggiungere un accordo, portano ad una relazione tra le due parti non
vincolante

Mezzi giudiziari

- Arbitrato: procedimento risolutivo perseguito da un arbitro: corte, tribunale. Organo


che una volta che è stato investito di una causa, emette una sentenza vincolante.
Meccanismo con cui si procede alla funzione giurisdizionale nel diritto internazionale.
Per poter attribuire la competenza ad una qualunque corte occorre che le parti in lite
stipulino un accordo: compromesso, stabilisce che in relazione a quella determinata
controversia sorta le parti rimettono la questione ad un terzo; un arbitro. La
giurisdizione di questo arbitro risiede sull’accordo.
Una controversia già esistente
Risultato del meccanismo: la sentenza dà ragione ad una delle due parti contraente,
una parte vincente e una perdente, il suo esito è vincolate.

I tribunali arbitrali possono essere composti da un giudice o da 35 giudici


Si distinguono arbitrati isolati, costituiti di volta in volta, e arbitri istituzionali, precostituiti da
un trattato anteriore al sorgere della controversia

Esistono diverse specie di accordo d’arbitrato:


Il compromesso che è un accordo per arbitrato isolato, l’impegno riguarda una controversia
già sorta.

La clausola compromissoria o Clausola arbitrale: contenuta in un accordo, stabilisce che


per tutte le controversie che dovessero sorgere dalla comprensione o applicazione di questo
accordo, le parti già convengono di rimettere la questione su un arbitro. Controversie
eventuali.

Trattato di arbitrato: concluso tra due o più parti, tutte le controversie che hanno a che fare
con determinate materie contenute nel trattato saranno demandate, sottoposte ad un
determinato arbitro. Tutte le conseguenze in determinate materie.

2 tipi: clausola completa e non completa


Clausola è.
- completa quando già indica la corte, il diritto applicabile in questa controversia,
applicate tutti gli aspetti della procedura.
- non completa: avviene indicando alle parti un obbligo di contrarre, concludere
successivamente un compromesso, in caso di controversie future le parti sono tenute
a stipulare un compromesso.

Abbiano poi procedimenti istituzionali


- Regolamento giudiziale
- Ricorso ad organizzazioni o accordi regionali

I procedimenti istituzionali nella carta dell’ONU

I procedimenti istituzionali previsti dal capitolo sette della carta assegnano un ruolo
conciliativo al consiglio di sicurezza e sono destinati a concludersi con indicazione di
procedimenti/metodi di sistemazione o di termini di regolamento.

Secondo l’articolo 35 ogni membro può portare all’attenzione del consiglio qualsiasi
controversia associazione suscettibile di costituire un pericolo per la pace:

Art 35
(1) Ogni Membro delle Nazioni Unite può sottoporre qualsiasi controversia o situazione
della natura indicata nell’articolo 34 all’attenzione del Consiglio di Sicurezza o
dell’Assemblea Generale.
(2) Uno stato che non sia Membro delle Nazioni Unite può sottoporre all’attenzione del
Consiglio di Sicurezza o dell’Assemblea Generale qualsiasi controversia di cui esso sia
parte, se accetti preventivamente, ai fini di tale controversia, gli obblighi di regolamento
pacifico previsti dal presente Statuto.

Art 36
(1) Il Consiglio di Sicurezza può, in qualsiasi fase di una controversia della natura indicata
nell’articolo 33, o di una situazione di natura analoga raccomandare procedimenti o metodi
di sistemazione adeguati.

(Indica il mezzo adeguato, le parti possono affidarsi o meno, può essere che la controversia
non venga risolta.

(2) Il Consiglio di Sicurezza deve prendere in considerazione le procedure per la soluzione


della controversia che siano già state adottate dalle parti.

Art 37
(1) Se le parti di una controversia della natura indicata nell’articolo 33 non riescono a
regolarla con i mezzi indicati in tale articolo, esse devono deferirla al Consiglio di Sicurezza.

(2) Se il Consiglio di Sicurezza ritiene che la continuazione della controversia sia in fatto
suscettibile di mettere in pericolo il mantenimento della pace e della sicurezza
internazionale, esso decide se agire a norma dell’articolo 36, o raccomandare quella
soluzione che ritenga adeguata.

Il consiglio la possibilità di scegliere fra due alternative:


- Indicare termini di regolamento, vale a dire raccomandare la soluzione di merito che
ritenga adeguata
- Indicare procedure e metodi di regolamento.

Il consiglio di sicurezza può fare indagini su qualsiasi controversia o situazione che possa
portare a un attrito internazionale o dar luogo a una controversia.
Le modalità di svolgimento dell’inchiesta sono varie
Spesso effettua inchieste in modo diretto, inviando sui luoghi di crisi alcuni suoi membri
(commissioni speciali o commissioni di inchiesta)
L’inchiesta non può prescindere dal consenso dello Stato sul cui territorio essa deve
svolgersi.
Il consiglio però può imporre ad uno Stato di subire un’attività investigativa quale misura
coercitiva nel contesto di un intervento per mantenere ristabilire la pace e la sicurezza
internazionale.
Lo Stato è tenuto a recuperare pienamente con la commissione, tollerando l'attività e usando
tutte le misure per garantire la sicurezza dei suoi componenti e l’espletamento del loro
mandato.
La corte internazionale di giustizia

Trattazione della corte internazionale di giustizia


La CIG è l’organo giurisdizionale delle Nazioni Unite (art 7 e art 92)
Ha sede a l’Aia.
Composta da 15 giudici, eletti prendendo in considerazione la candidazione di personaggi
illustri: giudici, professori ed operatori del diritto internazionale.
Rimangono in candida 9 anni.
Presidente e vicepresidente in carica 3 anni.

Non possono essere 2 dello stesso paese.


Si riunisce in sezioni: Nuclei più ristretti (3-5 giudici)
Il suo funzionamento è basato sullo: Statuto della corte internazionale di giustizia (Art
92 dello statuto delle nazioni unite) delinea principi generali e regime nato interno della
corte.
Si compone di 70 articoli suddivisi in cinque capitoli: organi, competenza, procedura, pareri
consultivi ed emendamenti.
La corte applica il diritto internazionale come stabilito dall’art 38.

Accordo che gli stati hanno concluso extra carta delle nazioni unite.
Possono essere create delle sezioni ad hoc, non istituzionali, vengono istituite per un
determinato caso.
Separato dalla carta delle nazioni unite nonostante La corte sia prevista dalla carta. Art 94
che stabilisce che la sentenza della corte è obbligatoria.
Istituito sistema svincolato dalle nazioni unite, pur essendo un suo organo. Perché all’epoca
non tutti gli stati rientravano nelle nazioni unite, quindi la membership è stata svincolata da
quella delle nazioni unite, affinché tutti potessero rientrare.

Solo gli Stati possono essere parti nei processi davanti alla corte. Sono escluse dalla
giurisdizione della corte le organizzazioni internazionali. Che possono assumere uno status
analogo a quello dell’amicus curiae. Possono inviare informazioni con concernenti le
controversie di cui la corte si è investita di loro iniziativa o se richiesta dalla corte stessa.

Titoli di giurisdizione della corte:


Gli ambiti della competenza della corte di giustizia.
(Nel diritto internazionale la funzione giurisdizionale è gestita tramite arbitrato: gli Stati
devono prestare il proprio consenso per rimettere una decisione alla corte.)
Meccanismi che attribuiscono la giurisdizione alla corte: attraverso i metodi consueti di
- Compromesso: accordo tra due parti in lite quando la disputa è già sorta
- Clausola compromissoria: articolo in un accordo, per l’attribuzione o la
comprensione di quel particolare accordo, prestano consenso nell’ attribuire
eventuali controversie future alla corte.
- Trattato di arbitrato: destinato a rimettere la questione ad un arbitro in relazione ad
una serie di materie. Controversia futura per un eventuale materia gli stati si
rivolgeranno alla corte internazionale di giustizia o un altro tipo di arbitro.

Si può adire soltanto se precedentemente è avvenuto uno di questi tre passaggi.


A questi tre sistemi nel caso della corte si aggiunge un quarto che è un unicum, tipo della
corte:
Previsto dall’art 36 par 2 dello statuto
- Dichiarazioni unilaterali di accettazione della giurisdizione obbligatoria della corte
internazionale di giustizia.

Art 36.

1. La competenza della Corte si estende a tutti gli affari che le parti le sottoporranno, come pure a
tutti i casi specialmente previsti nella Carta delle Nazioni Unite e nei trattati e convenzioni in vigore.

2. Gli Stati parti del presente Statuto possono in qualsiasi momento dichiarare di riconoscere come
obbligatoria, di pieno diritto e senza convenzione speciale, in confronto di ogni altro Stato che accetti
lo stesso obbligo, la giurisdizione della Corte su tutte le divergenze di ordine giuridico aventi per
oggetto,

a. l’interpretazione di un trattato;

b. qualsivoglia questione di diritto internazionale;

c. l’esistenza di qualunque fatto il quale, se fosse provato, costituirebbe violazione di un impegno


internazionale;

d. la natura o la portata della riparazione dovuta per la violazione di un impegno internazionale.

3. Le surriferite dichiarazioni possono essere fatte puramente e semplicemente sotto condizione di


reciprocità da parte di parecchi o di certi Stati ovvero anche per un dato termine.

4. Queste dichiarazioni sono consegnate al Segretario generale delle Nazioni Unite il quale ne
trasmette copia alle parti del presente Statuto come pure al Cancelliere della Corte.

5. Le dichiarazioni fatte in applicazione dell’articolo 36 dello Statuto della Corte permanente di


Giustizia internazionale per una durata che non è ancora spirata sono considerate, nei rapporti tra
parti del presente Statuto, come accettazione della giurisdizione obbligatoria della Corte
internazionale di Giustizia per la durata che rimane da trascorrere secondo queste dichiarazioni e
conformemente ai loro termini.

6. In caso di contestazione circa il sapere se la Corte sia o non sia competente, decide la Corte.

Dichiarazione unilaterale che viene depositata al segretario generale delle nazioni unite.
Anche in questo caso rientriamo nel meccanismo dell’arbitrato, queste dichiarazioni devono
incontrarsi con quello dello stato convenuto, l’altro stato della controversia. Devono esserci
due dichiarazioni unilaterali anche in diversi periodi. Le volontà si incontrino come se fosse
un accordo.
Meccanismo diverso dalla corte penale internazionale, la sua giurisdizione è basata in
maniera automatica sulla conclusione dello Statuto della corte penale internazionale.

2 funzioni della corte internazionale di giustizia:


- contenziosa: disputa tra due Stati contrapposti
- Consultiva: consiste nell’adozione di pareri consultivi

La competenza consultiva della corte è disciplinata dagli articoli 65 del suo statuto e 96 della
carta delle Nazioni Unite.
Secondo l’articolo 65 la corte può adottare pareri su qualsiasi questione giuridica a richiesta
di quegli organi o enti che siano ciò autorizzati a norma dello statuto delle nazioni Unite.
L’articolo 96 della carta precisa quali organi sono abilitati a farlo: assemblea generale o il
consiglio di sicurezza possono chiedere un parere su qualunque questione giuridica, gli altri
organi delle Nazioni Unite gli istituti specializzati possono chiedere pareri su questioni
giuridiche che sorgano nell’ambito delle loro attività.
Solo il segretario generale non è stato autorizzato a richiedere pareri alla corte

I pareri non vincolano per definizione gli organi che li hanno richiesti.

Ex.
Parere sulle riserve alla convenzione contro il genocidio.
Parere sulla legittimità della dichiarazione di indipendenza del Kosovo
Parte sulla costruzione del muro in Palestina da parte di Israele

La corte ha quel punto emana un parere giuridico, su una questione di diritto.

Common questions

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La Convenzione di Vienna del 1969 codifica le regole generali sulla formazione, modifica ed estinzione dei trattati internazionali. Essa definisce un trattato come un accordo internazionale concluso in forma scritta fra Stati e regolato dal diritto internazionale . Inoltre, stabilisce che tali strumenti giuridici si impongono solo a coloro che hanno manifestato la volontà di attenersi a questo accordo . La Convenzione comprende 85 articoli distribuiti in otto parti, coprendo tra l'altro la conclusione, l'entrata in vigore, l'applicazione, l'interpretazione, e le condizioni di nullità e cessazione dei trattati .

L'effetto della guerra sui trattati non è disciplinato direttamente dalla Convenzione di Vienna; normalmente, la guerra sospende gli effetti di un trattato. Tuttavia, alcune eccezioni esistono, come i trattati umanitari che disciplinano gli obblighi degli stati in tempo di guerra e che entrano in vigore proprio durante il conflitto. Ad esempio, convenzioni riguardanti il diritto umanitario, la Croce Rossa e il trattamento dei prigionieri . La Commissione del Diritto Internazionale ha adottato nel 2011 un progetto per definire questi effetti, identificando le categorie di trattati che non perdono efficacia durante un conflitto armato .

La disciplina delle riserve nei trattati internazionali consente agli Stati di esprimere dichiarazioni unilaterali per escludere o modificare l'effetto giuridico di alcune disposizioni di un trattato al momento della firma o ratifica . Ciò permette di allargare l'ambito delle parti contraenti, facilitando la sottoscrizione di trattati da parte del maggior numero di Stati possibile. Questa flessibilità è stata codificata nella Convenzione di Vienna del 1969 .

Secondo l'articolo 102 della Carta delle Nazioni Unite, ogni trattato internazionale stipulato da un membro dell'ONU deve essere registrato presso il Segretariato e pubblicato da quest'ultimo. In caso di mancata registrazione, il trattato non è invocabile dinanzi agli organi delle Nazioni Unite . Questo principio di pubblicità ne garantisce la trasparenza e legittimità, impedendo la validità di trattati segreti o in conflitto con obblighi internazionali fondamentali .

Il principio della non riconoscibilità obbliga gli Stati a non riconoscere come legittima qualsiasi situazione derivante da una violazione del diritto internazionale, né ad assistere lo Stato responsabile nel mantenere tale situazione . Questo obbligo mira a dissuadere Stati dall'aderire a o supportare atti illeciti, e costituisce un elemento del regime di responsabilità aggravata, imponendo obblighi aggiuntivi anche a Stati non direttamente lesi .

La Corte Internazionale di Giustizia (CIG) è l'organo giurisdizionale delle Nazioni Unite, con sede a L'Aia, composta da 15 giudici eletti per un mandato di 9 anni. Essa è responsabile di risolvere controversie tra Stati applicando il diritto internazionale, come stabilito dall'articolo 38 del suo Statuto . La Corte può trattare varie questioni, specialmente quando le parti non riescono a risolvere una controversia da sole, ed emettere sentenze che sono obbligatorie per gli Stati coinvolti .

Trattati a tendenza universale sono quelli istitutivi di organizzazioni internazionali, qualificati come trattati-costituzione, poiché istituiscono strutture istituzionali permanenti dotate di soggettività internazionale . Questi trattati hanno carattere sia convenzionale, attribuendo diritti e obblighi agli Stati membri, sia istituzionale, avendo come oggetto la creazione di nuovi soggetti di diritto per scopi comuni . Trattati a carattere regionale, invece, sono limitati a una specifica area geografica o a Stati con interessi comuni in quella regione .

L'articolo 103 della Carta delle Nazioni Unite stabilisce che, in caso di conflitto tra gli obblighi assunti dagli Stati membri dell'ONU sotto la Carta stessa e altri obblighi contratti attraverso altri accordi internazionali, prevarranno gli obblighi derivanti dalla Carta delle Nazioni Unite . Questo principio di prevalenza implica che qualsiasi obbligo assunto da uno Stato membro nei trattati deve essere conforme alla Carta delle Nazioni Unite, che funge quindi da costituzione dell'ordinamento internazionale dell'ONU .

Nel diritto internazionale, le controversie politiche riguardano disaccordi su interessi specifici tra Stati, mentre le controversie giuridiche attengono all'applicazione e interpretazione del diritto internazionale . Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU suggerisce che le controversie giuridiche dovrebbero essere deferite alla Corte Internazionale di Giustizia per la risoluzione . La differenziazione dipende quindi dalla natura del disaccordo: politico se legato a interessi di Stato, giuridico se attinente a norme legali .

Nel diritto internazionale, le contromisure devono essere provvisorie e proporzionali rispetto alla lesione sofferta e alla gravità dell'illecito. Sono misure da adottare solo quando la riparazione non ha effetto e devono cessare quando la condotta illecita termina e lo Stato responsabile ha adempiuto agli obblighi di riparazione . Le contromisure non devono implicare l'uso della forza armata e possono includere sanzioni economiche o la chiusura di sedi diplomatiche . In caso di controversie internazionali, lo Stato offeso deve astenersi dall'intraprendere contromisure se la questione è in esame presso un tribunale internazionale .

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