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Il pronome

Il pronome è una parte variabile del discorso che si utilizza nella lingua scritta e
orale al posto di un’altra parte del discorso (spesso sostituisce un nome, ma può
anche sostituire un aggettivo, un verbo, un altro pronome o persino un’intera
frase). Essendo una parte variabile del discorso, il pronome assume il genere e il
numero della parola che sostituisce. Dal punto di vista etimologico, il termine
“pronome” deriva dalla parola latina pro-nomen, che significa “al posto del
nome”.
Nelle seguenti frasi sono già stati quadrettati i pronomi: (1) trova e cerchia la parola che
i pronomi quadrettati sostituiscono; (2) indica accanto alla frase di quale parte del
discorso si tratta.
Guido è simpatico, e quindi lo inviterò alla mia festa.
Pensavo che il mare fosse agitato, ma non lo è.
Avevi studiato in modo approfondito, e lo hai dimostrato nell’interrogazione.

I pronomi, come le altre parti del discorso, possono essere classificati in diversi
gruppi:
• Pronomi personali • Pronomi interrogativi
• Pronomi possessivi • Pronomi esclamativi
• Pronomi dimostrativi • Pronomi numerali
• Pronomi indefiniti • Pronomi relativi

Esamineremo in dettaglio ciascuna di queste tipologie. Gli obiettivi che ci


proponiamo nello studio dei pronomi sono, come sempre, i seguenti:
innanzitutto (1) saper definire le diverse tipologie di pronome, in secondo luogo
(2) saperli riconoscere all’interno di frasi semplice, frasi complesse o interi
brani; infine, (3) riflettere su un corretto uso dei pronomi nella scrittura, in
modo tale da evitare errori piuttosto comuni (e anche piuttosto gravi).

I pronomi personali
Uno dei gruppi più importanti e più utilizzati nella lingua orale e scritta è quello
dei pronomi personali: i pronomi personali possono di volta in volta indicare la
persona che parla, quella che ascolta, oppure la persona o l’oggetto di cui si
parla.
A seconda del modo in cui li utilizziamo, i pronomi personali si differenziano
innanzitutto in due gruppi fondamentali: in primo luogo i “pronomi personali
soggetto”, quando questi pronomi possiedono la funzione logica di soggetto che
compie o subisce l’azione; in secondo luogo, esistono i “pronomi personali
complemento”, quando ricoprono altre funzioni (come ad esempio il
complemento oggetto o il complemento di termine). A loro volta, i pronomi con
funzione di complemento possono avere due forme diverse: una forma “forte”
(detta anche “tonica”), in cui il pronome è fornito di un proprio accento, e in
secondo luogo una forma “debole” (detta anche “atona”), in cui i pronomi non
hanno un accento proprio ma, per essere pronunciati, si appoggiano alle parole
che li precedono o li seguono.
Queste due frasi, ad esempio, pur avendo lo stesso significato, presentano il
pronome personale complemento in forma tonica (nel primo caso) e in forma
atona (nel secondo):

Sandro ha detto a me di telefonare a Stefania (forma tonica)


Sandro mi ha detto di telefonare a Stefania (forma atona)
Federica ha colpito me con la sua perspicacia (forma tonica)
Federica mi ha colpito con la sua perspicacia (forma tonica)

Questa tabella riassume tutti i pronomi personali maggiormente utilizzati, nelle


forme indicate precedentemente.
Pronome Pronomi personali complemento
Persona personale
Forma tonica Forma atona
soggetto
1a singolare IO ME MI
2a singolare TU TE TI
maschile EGLI, LUI, ESSO LUI, ESSO, SÉ LO, GLI, NE, SI
3a singolare
femminile ELLA, LEI, ESSA LEI, ESSA, SÉ LA, LE, NE, SI
1a plurale NOI NOI CI
2a plurale VOI VOI VI
maschile ESSI, LORO ESSI, LORO, SÉ LI, NE, SI
3a plurale
femminile ESSE, LORO ESSE, LORO, SÉ LE, NE, SI

Attenzione all’uso di alcuni pronomi:


• “Esso” si usa per il singolare maschile riferito esclusivamente a cose,
animali o oggetti inanimati; non può quindi essere riferito a persone;
• Il pronome “te” deve essere usato come complemento oggetto, e non
come soggetto, come spesso succede nella lingua parlata;
• Il pronome “gli” significa “a lui”, e viene usato soltanto per il maschile
singolare;
• Il pronome “le” significa “a lei”, e viene usato soltanto per il femminile
singolare;
• Le forme toniche dei pronomi personali complemento svolgono la
funzione di complemento oggetto o, quando sono introdotte da una
preposizione, di un altro complemento indiretto;
• Le forme atone dei pronomi personali complemento svolgono soltanto la
funzione di complemento oggetto e complemento di termine, e possono
contribuire a formare una sola parola con il verbo (esempio: ascoltami;
passami ecc.);
• I pronomi personali complemento possono avere anche funzione
riflessiva, quando riflettono e transitano sul soggetto stesso l’azione
espressa dal verbo.

Esercizi:
• 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 a pp. 236-237; 1, 2, 3, 5, 6, 8, 9, 10 a pp. 242-243; 1, 2, 4 a p. 245;
• Costruisci uno schema ad albero che riassuma i pronomi personali e i loro casi
particolari.
I pronomi possessivi
I pronomi possessivi indicano di chi è o a chi appartiene il nome che sostituiscono. I
pronomi possessivi hanno esattamente le stesse forme degli aggettivi possessivi;
tuttavia si distinguono da questi ultimi perché non accompagnano nessun nome,
dato che ne sostituiscono uno.
Leggi il seguente esempio e indica, tra i due possessivi sottolineati, qual è l’aggettivo
e quale il pronome, spiegando anche il motivo:
Se tuo padre è ammalato, ci accompagnerà il mio.
Esercizi: 1, 2, 3, 4, 8 alle pagine 247-248.

I pronomi dimostrativi
I pronomi dimostrativi indicano la posizione del nome che sostituiscono nel
contesto comunicativo in cui sta avvenendo la comunicazione. Allo stesso modo dei
pronomi possessivi, anche i pronomi dimostrativi hanno le stesse forme degli
aggettivi dimostrativi (compresi i dimostrativi di identità).
Leggi la seguente frase e svolgi lo stesso esercizio che hai fatto sui pronomi
possessivi:
Dammi quella mela perché questa è ancora acerba.
L’unico pronome dimostrativo che viene utilizzato con una certa frequenza e che
non ha la stessa forma come aggettivo dimostrativo è “ciò”: questo pronome è
invariabile (cioè non cambia forma, né per numero né per genere) e può significare
“questa cosa”, “queste cose”, “quella cosa”, “quelle cose”.
Esercizi: 1, 2, 3, 4, 5 a p. 251.

I pronomi indefiniti
I pronomi indefiniti indicano in modo vago e generico la quantità o la qualità del
nome a cui si riferiscono. Come nei due casi precedenti, i pronomi indefiniti
riprendono la forma degli aggettivi indefiniti, ma non accompagnano nessun nome,
bensì lo sostituiscono.
Leggi queste due frasi e indica qual è l’aggettivo indefinito e il pronome indefinito
tra le parole sottolineate:
Non si è fatto vivo nessun parente. Non si è fatto vivo nessuno.
Tuttavia, diversamente dai possessivi e dai dimostrativi, molti indefiniti hanno
soltanto la funzione di pronome, e quindi non derivano dagli aggettivi indefiniti.
I pronomi indefiniti più utilizzati, che non hanno una forma simile a quella degli
aggettivi, sono i seguenti:
• “uno” e “una”, quando non sono usati come articoli oppure come numerali:
in questi casi significano “una persona” di sesso maschile o femminile;
o Esempio: Al mare ho incontrato uno che ti conosceva ai tempi
dell’università.
• “qualcuno” o “qualcuna”, che indica una quantità indeterminata di persone o
cose;
• “ognuno” o “ognuna”, che indica ciascun individuo di un gruppo imprecisato;
• “chiunque”, pronome invariabile, che significa “qualunque persona”;
• “niente” o “nulla”, che sono difettivi del plurale e maschili, che significano
“nessuna cosa”.

Esercizi: 1, 2, 3, 4, 7 a p. 254-255.
I pronomi interrogativi, esclamativi e numerali
I pronomi interrogativi, esclamativi e numerali, tranne il caso che
specificheremo tra poco, hanno la stessa forma degli aggettivi, soltanto che si
utilizzano non per accompagnare un nome, ma per sostituirlo in una frase; ecco
alcuni esempi:
Che libro vuoi? Ecco i libri: quale vuoi?
Che cielo vedo! Guarda lassù: che vedo!
Il secondo posto è tuo. Il tuo posto è il secondo.
L’unica parole che è soltanto un pronome, sia interrogativo che esclamativo, è
“chi”, che si usa in frasi come queste:
• “Chi ha bussato alla mia porta?”  “Chi” significa “quale persona”;
• “Senti chi parla!”  “Chi” significa “che persona”.

Esercizi: 1, 2, 3, 4 a p. 263; 1 a p. 265.

I pronomi relativi
Si chiamano relativi tutti i pronomi che mettono in relazione, che collegano due
frasi semplici (chiamate anche proposizioni), e che quindi contribuiscono a
formare una frase complessa (chiamata anche periodo). Inoltre, nella scrittura,
se utilizzati correttamente, servono ad evitare molte ripetizioni.
Considera questo esempio:
“PRENDI I PENNARELLI. I PENNARELLI SONO DENTRO IL CASSETTO DELLA SCRIVANIA”.
In che modo è possibile unire queste due frasi semplici in una sola frase
complessa? Prova a scriverla qui sotto:

…………………………………………………………………………………………………………………

I pronomi relativi più utilizzati nella lingua italiana sono i seguenti:


• “che”, invariabile, utilizzato sempre come soggetto o complemento
oggetto;
• “cui”, invariabile, utilizzato come complemento indiretto e introdotto da
una preposizione;
• “il quale”, variabile per genere e numero, utilizzati sia come soggetto che
come complemento.
Spesso nella lingua italiana vengono utilizzati anche dei pronomi relativi doppi,
così chiamati perché fondono in una sola parola un pronome relativo e un altro
pronome (dimostrativo o indefinito): i più utilizzati sono i seguenti:
• “chi”, nel significato di “colui che” (esempio: “Ho visto chi ti ha colpito”);
• “quanto”, nel significato di “ciò che” (es.: “Ho apprezzato quanto hai
detto”);

Esercizi: 1, 2, 3, 4, 5, 6, a pp. 259-260.

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