DISEGNO TECNICO Manuale Meccanica-299-372
DISEGNO TECNICO Manuale Meccanica-299-372
DISEGNO TECNICO
INDICE
1 INTRODUZIONE ....................................................................................................... 2
1.1 La normativa e gli enti preposti al disegno tecnico ............................................. 2
1.2 Formati, squadratura dei fogli e tabella ............................................................... 3
1.3 Stazione di lavoro per il disegno computerizzato: CAD ..................................... 4
1.4 Tipi di linee ......................................................................................................... 5
1.5 Scritte sui disegni ................................................................................................ 6
1.6 Scale di rappresentazione .................................................................................... 7
1.7 I tratteggi dei materiali ........................................................................................ 7
1.8 Serie dei numeri normali o di Renard: UNI 2017 ............................................... 9
2 RAPPRESENTAZIONE DELLA FORMA .............................................................. 11
2.1 Proiezione centrale e proiezione parallela .......................................................... 11
2.2 Metodo delle proiezioni prospettiche: UNI 7349 ............................................... 12
2.3 Metodo delle proiezioni assonometriche: UNI 4819 .......................................... 13
2.4 Metodo delle proiezioni ortogonali: UNI 3970 ................................................... 15
2.5 Rappresentazione della forma con sezioni .......................................................... 20
2.6 I tratteggi di campitura nelle sezioni ................................................................... 22
3 QUOTATURA NEL DISEGNO TECNICO ............................................................. 24
3.1 Quotatura degli oggetti ........................................................................................ 24
3.2 Linee di misura e di riferimento .......................................................................... 25
3.3 Norme per la scrittura delle quote ....................................................................... 26
3.4 Sistemi di quotatura: UNI 3974 .......................................................................... 27
3.5 Convenzioni particolari di quotatura: UNI 3975 ................................................. 29
3.6 Quotatura di parti coniche e rastremate: UNI ISO 3040 e UNI 137 ................... 33
3.7 Quotatura geometrica, funzionale e tecnologica ................................................. 34
4 RUGOSITÀ .................................................................................................................. 36
4.1 Definizioni generali: UNI 3963/1 ....................................................................... 36
4.2 Indicazioni della rugosità sulle superfici: UNI 4600 .......................................... 39
5 ZIGRINATURE ........................................................................................................... 41
5.1 Dimensioni e forme ............................................................................................. 41
5.2 Designazione e rappresentazione convenzionale ................................................ 43
6 TOLLERANZE DIMENSIONALI ISO .................................................................... 44
6.1 Termini e definizioni: UNI ISO 286/1 ................................................................ 44
6.2 Gradi di tolleranza IT .......................................................................................... 45
6.3 Posizioni delle tolleranze e scostamenti .............................................................. 46
6.4 Accoppiamenti con tolleranze ISO ..................................................................... 47
6.5 Accoppiamenti raccomandati .............................................................................. 52
6.6 Tolleranze dimensionali generali: UNI ISO 2768/1 ............................................ 55
6.7 Relazione fra tolleranze e rugosità ...................................................................... 55
6.8 Sistema di tolleranze per le filettature metriche: UNI ISO 5541 ........................ 56
6.9 Catene di tolleranze ............................................................................................. 57
7 TOLLERANZE GEOMETRICHE ISO ................................................................... 58
7.1 Segni grafici e indicazioni sui disegni ................................................................. 58
7.2 Tolleranze geometriche generali: UNI ISO 2768/2 ............................................ 66
7.3 Assegnazione delle tolleranze agli elementi conici: ISO 3040 ........................... 68
7.4 Assegnazione delle tolleranze geometriche ai profili: UNI 7226/3, ISO 1660 ... 71
7.5 Principio del massimo materiale: UNI 7226, ISO 2692 ..................................... 72
BIBLIOGRAFIA ......................................................................................................... 74
E-2 DISEGNO TECNICO
1 INTRODUZIONE
1.1 La normativa e gli enti preposti al disegno tecnico
La descrizione di un oggetto può essere fatta mediante una esposizione verbale con parole
che saranno necessariamente imprecise nell’enunciazione e soprattutto nell’interpretazione, a
causa delle diversità dei linguaggi utilizzati. Con lo strumento fotografico si possono espri-
mere meglio i dettagli esterni di un oggetto, ma non quelli interni e, in ogni caso, nulla si può
dire sulle dimensioni dell’oggetto.
Il disegno tecnico è un linguaggio grafico universale (valido ormai per tutte le nazioni del
mondo) che consente di descrivere le forme e le dimensioni degli oggetti. Ma come ogni lin-
guaggio ha le sue regole e i suoi codici, definiti norme e convenzioni, che possono essere sud-
divisi in tre categorie:
a) norme e convenzioni di rappresentazione: regole a cui tutti devono attenersi nella rappre-
sentazione grafica degli oggetti (formato dei fogli da utilizzare, tipi di linea da impiegare,
sistemi di rappresentazione, metodi di proiezioni, modalità di sezionatura e quotatura ecc.);
b) norme di quotatura: regole che consentono il dimensionamento degli oggetti (sistemi di
quotatura degli oggetti, disposizione delle quote sul disegno, applicazione delle tolleranze
dimensionali e geometriche ecc.);
c) norme per la designazione: regole che consentono di definire la forma e le dimensioni degli
oggetti commerciali (viti, dadi, rosette, spine, chiavette, linguette, cuscinetti, cinghie,
tenute, materiali ecc.).
Tabella E.2 Formati comuni e allungati dei fogli unificati [mm] - UNI 936
Formati Formati allungati
comuni Speciali Eccezionali
Designazione Dimensioni Designazione Dimensioni Designazione Dimensioni
A0 841 × 1189 A0 × 2 1189 × 1682
A1 594 × 841 A1 × 3 841 × 1783
A2 420 × 594 A2 × 3 594 × 1261
A3 297 × 420 A3 × 3 420 × 891 A3 × 5 420 × 1486
A3 × 4 420 × 1189 A3 × 6 420 × 1783
A4 210 × 297 A4 × 3 297 × 620 A4 × 6 297 × 1261
A4 × 4 297 × 841 A4 × 7 297 × 1471
A4 × 5 297 × 1051 A4 × 7 297 × 1682
E-4 DISEGNO TECNICO
La CPU guida tutti i componenti nella decodifica e nell’esecuzione delle istruzioni conte-
nute nel programma. Il tempo necessario all’esecuzione di un’istruzione, detto clock, viene
scandito da un orologio interno ed è caratteristico di ogni computer.
La ROM contiene le informazioni necessarie alla CPU per la decodifica e l’esecuzione dei
programmi. Questa memoria è detta permanente perché le istruzioni contenute sono sempre
presenti anche a computer spento.
La RAM contiene invece le istruzioni che si stanno utilizzando e i dati che si stanno elabo-
rando. Questa memoria è detta volatile perché il suo contenuto viene perso a computer spento.
Unità periferiche
Le unita periferiche si distinguono in unità di ingresso (input) e unità di uscita (output).
Le unità di ingresso consentono il dialogo tra operatore e macchina per l’introduzione dei
dati. Sono costituite da: tastiera, mouse, floppy disk, CD, penna ottica, tavoletta grafica ecc.
Le unità di uscita consentono al computer di comunicare all’esterno i risultati delle elabo-
razioni. Sono costituite da: monitor, stampanti, plotter, modem, scanner, floppy disk, CD ecc.
1.4 Tipi di linee
Le linee sono lo strumento grafico attraverso il quale si definiscono le forme degli oggetti,
si attribuiscono le dimensioni e si danno tutte le altre informazioni necessarie alla compren-
sione del disegno.
La norma UNI 3968, uniformandosi alla corrispondente norma ISO 128, definisce i tipi e
le grossezze delle linee da utilizzare nei disegni tecnici. Le denominazioni e le applicazioni
(fig. E.3) dei vari tipi di linea sono riportati nella tabella E.3. Come si osserva, le linee si diffe-
renziano sostanzialmente per forma e spessore.
Nel caso in cui, in uno stesso disegno, si dovessero sovrapporre differenti tipi di linea,
l’ordine di priorità è il seguente:
- contorni e spigoli in vista (tipo A);
- contorni e spigoli nascosti (tipo E o F);
- tracce dei piani di sezione (tipo H);
- assi di simmetria o tracce dei piani di simmetria (tipo G);
- linee per applicazioni particolari (tipo K);
- linee di riferimento (tipo B).
Nella figura E.3 viene esemplificato l’utilizzo dei diversi tipi di linea.
- usare mina tenera (HB) e mai ripassare due volte lo stesso carattere;
- utilizzare le altezze H raccomandate: 2,5; 3,5; 5; 7; 10; 20;
- per la forma e la disposizione dei caratteri attenersi alla proposta delle tabelle UNI (fig. E.5)
e preferire la scrittura inclinata con caratteri larghi che minimizza le irregolarità della forma.
Figura E.6 Tratteggi generali per l’identificazione di materiali solidi, aeriformi e fluidi.
Norme particolari
Di seguito sono elencate alcune norme particolari che regolano le modalità di tratteggio
dei materiali nel disegno tecnico.
a) Nella sezionatura di superfici ampie il tratteggio può essere limitato alla sola zona vicina ai
bordi per una fascia di larghezza proporzionale all’estensione della superficie stessa (fig.
E.8a).
b) Nella sezionatura superfici strette (esempio: lamiere o profilati) si procede al riempimento
totale della parte sezionata, lasciando una fessura bianca di separazione tra i diversi partico-
lari quando più pezzi sono rappresentati affiancati e l’annerimento non evidenzierebbe com-
piutamente i profili (fig. E.8b).
INTRODUZIONE E-9
Tabella E.5 Dimensioni lineari nominali per organi meccanici: UNI 2017
Valori Valori
Valori fondamentali Valori fondamentali
complem. complem.
Serie Serie Serie Serie Serie Serie Serie Serie
R5 R 10 R 20 R 40 R5 R 10 R 20 R 40
0,1 0,1 0,1 10 10 10
0,11 11
0,12 0,12 12 12
0,13 13
0,14 14
0,15 15
0,16 0,16 0,16 16 16 16
0,17 17
0,18 18
0,19 19
0,2 0,2 20 20
0,21 21
0,22 22
0,24 24
0,25 0,25 0,25 25 25 25
0,26 26
0,28 28
30
0,3 0,3 32 32
0,32 34
0,35 36
0,38 38
0,4 0,4 0,4 40 40 40
0,42 42
0,45 45
0,48 48
0,5 0,5 50 50
0,52 52
0,55 56
0,58 60
0,6 0,6 0,6 63 63 63
0,65 68
0,7 70
0,75 75
0,8 0,8 80 80
0,85 85
0,9 90
0,95 95
1 1 1 100 100 100
105
1,1 110
120
1,2 1,2 125 125
1,3 130
1,4 140
1,5 150
1,6 1,6 1,6 160 160 160
1,7 170
1,8 180
1,9 190
2 2 200 200
2,1 210
2,2 220
2,4 240
2,5 2,5 2,5 250 250 250
2,6 260
2,8 280
300
3 3 315 315
3,2 340
3,5 355
3,8 380
4 4 4 400 400 400
4,2 420
4,5 450
4,8 480
5 5 500 500
5,2 530
5,5 560
5,8 600
6 6 6 630 630 630
6,5 670
7 710
7,5 750
8 8 800 800
8,5 870
9 900
9,5 950
10 10 10 1000 1000 1000
RAPPRESENTAZIONE DELLA FORMA E-11
L’oggetto viene rappresentato sul piano di proiezione ricavando ogni suo punto come pro-
secuzione di un raggio proiettante che, partendo dal punto di proiezione, passa per il corri-
spondente punto fisico dell’oggetto reale (fig. E.10).
La forma dell’immagine dell’oggetto così ottenuta si chiama vista, viene riportata sul
piano di proiezione ed è quella che apparirebbe a uno spettatore se osservasse l’oggetto dal
punto di proiezione.
Questo tipo di rappresentazione viene utilizzato nelle proiezioni prospettiche.
Figura E.10 Raggi proiettanti nel metodo della proiezione centrale o conica.
Proiezione parallela
Nella proiezione parallela gli elementi considerati sono gli stessi della proiezione centrale,
ma in questo caso il punto di proiezione è posto a distanza molto elevata dall’oggetto in osser-
vazione, in modo che i raggi proiettanti possano ragionevolmente essere considerati paralleli
(punto di proiezione posto a distanza infinita).
In tal caso, l’immagine che si viene a generare sul piano di proiezione è quella che appari-
rebbe a un osservatore intento a osservare l’oggetto da molto lontano.
I sistemi di rappresentazione che utilizzano questo metodo sono le proiezioni ortogonali e
assonometriche (fig. E.11).
Le tecniche di proiezione più utilizzate, classificate dalla tabella UNI 3969, sono le
seguenti:
- le proiezioni prospettiche;
- le proiezioni assonometriche;
- le proiezioni ortogonali.
E-12 DISEGNO TECNICO
Figura E.13 Prospettiva accidentale di un prisma ottenuta con il metodo dei punti di fuga.
2.3 Metodo delle proiezioni assonometriche: UNI 4819
Con il metodo delle proiezioni assonometriche il disegno dell’oggetto viene realizzato in
un’unica vista, quella più significativa, rappresentandolo nel modo più completo possibile.
Questa rappresentazione tridimensionale risulta simile a quella osservata dall’occhio
umano, ma visualizza l’oggetto in modo approssimato, alterandone le proporzioni della forma.
Le assonometrie più frequentemente utilizzate nel disegno, previste dalle tabelle UNI,
sono quelle:
- ortogonale isometrica;
- ortogonale dimetrica;
- obliqua cavaliera.
Assonometria ortogonale isometrica
Nell’assonometria ortogonale isometrica (fig. E.14) gli assi x, y e z del sistema di riferi-
mento sono disposti in modo che formino tra loro, sul quadro assonometrico, angoli uguali di
120°.
Posto l’asse z verticale, gli assi x e y formeranno con l’orizzontale angoli uguali di 30°.
Le dimensioni proiettate dell’oggetto, riportate sui tre assi, rispettano quelle reali, per cui i
rapporti fra le unità di misura delle diverse grandezze sono uguali.
E-14 DISEGNO TECNICO
Questa assonometria rappresenta l’oggetto ingrandito di 1,22 volte, per cui l’immagine
risulta notevolmente deformata. Per avere una rappresentazione corretta, occorrerebbe ridurre
le dimensioni contemporaneamente sui tre assi di 0,82 (1:1,22).
delle grandezze riportate sui tre assi, nel caso di α = 45°, sono quelle precisate nella figura
E.16.
L’assonometria obliqua cavaliera rappresenta l’oggetto con una sua faccia, quella più
significativa, parallela al piano del disegno, per cui le grandezze lungo gli assi di questo piano,
O, x e z (fig. E.16) rimangono inalterate, semplificando di molto l’esecuzione del disegno,
mentre, come già detto, le grandezze lungo l’asse inclinato vengono dimezzate.
Figura E.18 Disposizione e nome delle viste con il metodo del primo diedro (E - Europeo).
b) Metodo del terzo diedro (metodo A - Americano)
Con il metodo del terzo diedro (fig. E.19), detto metodo A perché utilizzato soprattutto in
America, le viste sono ottenute ipotizzando il piano di disegno disposto fra l’osservatore e
l’oggetto.
Su ciascuna faccia del diedro delle proiezioni risulterà rappresentata la vista adiacente
dell’oggetto per cui, dopo il ribaltamento dei piani, la vista da destra sarà disposta a destra, la
vista da sinistra a sinistra, la vista dall’alto sopra e la vista dal basso sotto. Le viste anteriore
e posteriore rimangono disposte come nel metodo E.
c) Metodo delle frecce
Il metodo delle frecce (fig. E.20), complementare e/o alternativo agli altri due, partendo
dalla vista anteriore o principale A, indica con frecce e lettere le direzioni di proiezione e di
osservazione e rappresenta le relative viste, liberamente disposte sul disegno, accompagnate
dalla corrispondente lettera di identificazione.
Rappresentazioni particolari
Di seguito sono contemplati alcuni casi di rappresentazioni utilizzate nei disegni tecnici
per favorire la comprensione delle forme in alcuni dettagli particolari.
Viste particolari, parziali e locali
In caso di necessità si può segnalare la direzione di osservazione con la freccia e la lettera
e disporre la vista come indicato nella figura E.21a.
Detta vista può essere parziale, cioè limitata alla sola parte sufficiente alla comprensione
da una linea continua fine irregolare (tipo C, UNI 3968), come indicato nella figura E.21a,
oppure da una linea continua fine regolare a zigzag (tipo D, UNI 3968), come indicato nella
figura E.21b.
E-18 DISEGNO TECNICO
Figura E.19 Disposizione e nome delle viste nel metodo del terzo diedro (A - Americano).
Figura E.20 Disposizione libera delle viste nel metodo delle frecce.
Per rappresentare dettagli di particolari è possibile mettere in evidenza elementi simmetrici
con la loro semplice rappresentazione locale riportata nelle vicinanze. Questi elementi devono
essere rappresentati come indicato nella figura E.21b, disegnati con la linea di contorno grossa
e collegati alla vista dell’oggetto cui si riferiscono mediante la linea mista fine.
RAPPRESENTAZIONE DELLA FORMA E-19
Nelle sezioni semplici il piano di sezione viene indicato sul disegno con linea mista fine e
grossa (tipo H, UNI 3968), recante ai due estremi le frecce per indicare il verso di ribaltamento
e la lettera di identificazione. Nella rappresentazione della superficie sezionata si riportano le
lettere di richiamo del piano di sezione seguendo il già citato metodo di rappresentazione delle
proiezioni ortogonali, detto delle frecce (fig. E.25).
Quando il piano unico di sezione è chiaramente individuabile, si possono omettere le sud-
dette indicazioni.
Figura E.26 Tipi di sezione: a) deviata; b) sfalsata; c) sviluppata secondo piani diversi.
2.6 I tratteggi di campitura nelle sezioni
Alle norme generali, riportate nel paragrafo introduttivo (par. 1.1), si aggiungono le
seguenti precisazioni:
- la distanza fra le linee del tratteggio deve essere proporzionata alle dimensioni dell’area da
ricoprire;
- il tratteggio va interrotto in presenza di quote e scritte interne alla zona di campitura;
- non si rappresentano, in sezione, oggetti pieni attraversati da un piano di sezione longitudi-
nale; questa regola vale per alberi, elementi di collegamento (viti, perni, copiglie, linguette,
chiavette ecc.), razze e denti di ruote, nervature, sfere e rulli (fig. E.27a e b);
Figura E.30 Delimitazione delle sezioni parziali: a) con linea sottile continua; b) a zigzag.
E-24 DISEGNO TECNICO
Le frecce possono essere disegnate all’interno o all’esterno delle linee di riferimento. Nel
secondo caso la linea di misura deve essere prolungata oltre le frecce. Le dimensioni dei con-
trassegni di estremità devono rispettare le proporzioni del disegno e garantire la chiarezza.
3.2 Linee di misura e di riferimento
Si elencano, di seguito, i criteri da rispettare nel disporre le linee di misura e di riferimento
(figg. E.32, E.33 ed E.34).
- Le linee di misura devono essere posizionate, quando è possibile, all’esterno del pezzo ed
essere distanti dal contorno del pezzo stesso (e tra di loro) almeno 8 mm, per quanto è possi-
bile non devono intersecare altre linee del disegno o linee di riferimento (fig. E.32a).
- Nella quotatura di pezzi simmetrici, le linee di misura possono essere interrotte e disposte
sfalsate; in tal modo risulta facilitata l’identificazione dell’ente geometrico a cui ciascuna
quota si riferisce (fig. E.32b).
Figura E.32 Disposizione delle linee di misura: a) complete; b), interrotte e sfalsate.
- Nella quotatura degli spigoli fittizi, le linee di costruzione concorrenti e le linee di riferi-
mento vanno prolungate poco oltre il loro punto di intersezione (fig. E.33).
- Le linee di misura e di riferimento devono essere, di norma, perpendicolari fra di loro; in
deroga a questa norma, le linee di riferimento, per motivi di chiarezza, possono essere incli-
nate mantenendosi sempre parallele fra di loro (fig. E.33).
Figura E.33 Quotatura degli spigoli fittizi e quotatura con linee di riferimento inclinate.
E-26 DISEGNO TECNICO
Figura E.34 Disposizione delle linee di misura distinte per gruppi omogenei.
3.3 Norme per la scrittura delle quote
Per la scrittura delle quote si utilizzano i caratteri numerici unificati (tabella UNI 7559).
Essi sono inseriti in corrispondenza delle linee di misura e devono garantirne la leggibilità; per
questo le loro dimensioni non devono essere inferiori a 2 mm.
Per quanto riguarda la disposizione delle quote sono previsti due criteri di seguito descritti.
Criterio A
Le quote sono disposte sulle linee di misura, leggermente staccate e a esse parallele, in
modo che possano essere lette dalla base e dal lato destro del disegno (fig. E.35). Le quote
degli angoli possono essere disposte orizzontalmente o all’interno delle linee di misura.
Criterio B
La disposizione del testo di quota deve essere tale da consentirne la lettura solo dalla base
del disegno. Il numero che rappresenta la quota deve essere inserito nelle interruzioni delle
linee di misura a eccezione delle quote orizzontali (fig. E.36).
Nello stesso disegno è preferibile usare, a scelta, un solo criterio (A o B).
Quotatura in parallelo
La quotatura in parallelo (fig. E.38) prevede di riferire a un’origine comune, fissata su un
punto dell’oggetto, tutte le quote lungo una stessa direzione. Si applica quando è importante la
distanza dei vari elementi dall’unico riferimento preso in considerazione.
Figura E.39 Quotatura: a) a quote sovrapposte; b) modalità con quote sulla linea di misura;
c) modalità con quote sulla linea di riferimento.
Quotatura combinata
La quotatura combinata consiste nel disporre le quote parte in serie e parte in parallelo da
più punti di origine. Questo sistema è molto usato poiché soddisfa tutte le esigenze costruttive.
Quotatura in coordinate cartesiane
La quotatura in coordinate cartesiane (fig. E.40) consiste nell’indicare sul disegno un
punto di origine e le direzioni degli assi, numerando gli elementi da quotare. Le coordinate di
ogni elemento e le rispettive caratteristiche (per esempio, diametro e profondità) vengono
riportate in una tabella. Questa quotatura viene utilizzata per pezzi lavorati alle macchine uten-
sili a controllo numerico.
QUOTATURA NEL DISEGNO TECNICO E-29
La quota dei diametri, nelle rappresentazioni longitudinali di fori e cilindri, deve essere
preceduta dal simbolo ø (fig. E.43b). Nella quotatura dei diametri, rappresentati su un piano
perpendicolare al loro asse, non si utilizza il simbolo ø e non si possono avere più di due linee
di misura che si intersecano (fig. E.43a).
Figura E.48 Quotatura di: a) complessivi con singoli pezzi semplici; b) parti fuori scala.
La quotatura dei profili regolari, individuati mediante archi di circonferenza, si effettua
assegnando la posizione dei centri e il valore dei rispettivi raggi. Nel caso in cui il centro sia
troppo lontano, la quotatura si effettua con linee di misura spezzate. La quota da scrivere sui
raggi è sempre quella reale (fig. E.49a). I profili irregolari si quotano indicando le posizioni di
un numero di punti sufficienti al loro tracciamento. Il metodo usato è quello della quotatura a
quote sovrapposte (fig. E.49b).
3.6 Quotatura di parti coniche e rastremate: UNI ISO 3040 e UNI 137
Definizioni e indicazioni nei disegni
- Inclinazione: rapporto fra la differenza di due lunghezze perpendicolari a un piano preso
come riferimento e la loro distanza (fig. E.51a).
- Conicità: rapporto fra la differenza di due diametri e la loro distanza (fig. E.51b).
- Rastremazione: variazione che subisce la distanza fra due superfici convergenti (fig. E.53a).
Norme di quotatura
Gli elementi che definiscono una superficie conica o rastremata sono la dimensione mag-
giore, la dimensione minore, la relativa distanza fra le due dimensioni e la conicità. Per effet-
tuare la quotatura delle superfici inclinate e coniche, si assegnano tre dei quattro elementi
sopra citati e precisamente:
- dimensione maggiore, distanza e conicità: procedura indicata per la quotatura delle conicità
e delle pendenze esterne (fig. E.52a);
- dimensione minore, distanza e conicità: procedura indicata per la quotatura delle conicità e
delle pendenze interne (fig. E.52b);
- dimensioni maggiore, minore e distanza: procedura utilizzata per oggetti realizzati con mac-
chine a controllo numerico dove l’angolazione risulta automatica (fig. E.52c);
- dimensioni maggiore, minore e conicità: caso di smussi e rastremazioni (fig. E.52d).
E-34 DISEGNO TECNICO
Figura E.52 Quotatura di parti coniche: a) esterne; b), interne; c) senza indicazione della
conicità; d) senza indicazione della lunghezza.
Figura E.53 Esempi di quotatura di: a) rastremazione; b) conicità percentuale; c) conicità 1:k.
Nella tabella E.6 sono riportati gli angoli e le conicità per applicazioni generali, da impie-
gare secondo l’ordine successivo di preferenza Serie 1 e Serie 2, allo scopo di ridurre gli uten-
sili, i calibri, gli strumenti di misura e di controllo dedotti dalla tabella UNI 157.
Quotatura geometrica
La quotatura geometrica definisce completamente la forma dell’oggetto senza dare alcuna
indicazione sul processo di fabbricazione (fig. E.54). Ci si attiene ai seguenti criteri: si asse-
gnano tutte e solo le quote necessarie evitando inutili ripetizioni; le quote devono essere lette
direttamente sul disegno e non ricavate per somma o sottrazione di altre; le quote si dispon-
gono sulla vista più significativa per la parte a cui si riferiscono.
4 RUGOSITÀ
4.1 Definizioni generali: UNI 3963/1
Lo stato della superficie di un oggetto si chiama rugosità, viene designato nelle tabelle
UNI con Ra e dipende dal tipo di lavorazione che ha subito. Nei disegni la rugosità si indica
mediante un numero espresso in micron [µm].
L’importanza della rugosità delle superfici è legata all’aspetto estetico dell’oggetto e alla
sua funzionalità. La rugosità delle superfici deve essere prevista in fase di progetto e deve
essere indicata sul disegno tecnico assieme alla quotatura.
La prescrizione della rugosità viene effettuata in funzione dei seguenti fattori:
- aspetto estetico della superficie del pezzo;
- tolleranze dimensionali assegnate alle dimensioni;
- tipo di contatto fra le superfici (fisso o mobile);
- usura prevista fra le superfici striscianti;
- estensione delle superfici di contatto;
- pressione esercitata sulle superfici di appoggio;
- sollecitazione presente sui pezzi.
Nella tabella E.7 sono riportati i valori di rugosità adottati di preferenza espessi in micron
[µm], i corrispondenti valori di rugosità espressi in micropollici [µin] e alcune applicazioni più
comuni dedotte dalle tabelle UNI.
Nella tabella E.8 si riportano le rugosità ottenibili con le principali lavorazioni sui mate-
riali metallici (fig. E.58 per il significato dei simboli presenti in tabella).
Nella prima parte della tabella sono riportate le rugosità delle superfici ottenute senza
asportazione di truciolo (simbolo aperto); nella seconda parte sono riportate quelle ottenute
con asportazione di truciolo (simbolo chiuso).
I valori di rugosità più frequenti sono indicati da aree rettangolari, quelli delle rugosità
meno frequenti da aree triangolari.
RUGOSITÀ E-37
Si riportano, di seguito, alcune definizioni che servono a identificare gli elementi di una
generica superficie utili alla determinazione della rugosità (fig. E.56).
- Superficie nominale: superficie ideale che delimita un corpo separandolo dall’ambiente e
rappresentata con il disegno.
- Superficie reale: superficie del pezzo effettivamente realizzata con la lavorazione.
- Superficie rilevata: superficie rilevata con gli strumenti di misura che rappresenta con ap-
prossimazione quella reale.
- Superficie media: superficie di compenso uguale a quella nominale ma che giace in una posi-
zione tale da rendere minima la somma dei quadrati delle distanze (misurate perpendicolar-
mente a essa) dalla superficie reale; rispetto alla superficie reale, il volume delle parti
sporgenti dalla superficie media uguaglia il volume di quelle rientranti.
- Sezione normale trasversale: sezione che si ottiene dall’intersezione fra la superficie e un
piano perpendicolare alla direzione delle irregolarità superficiali.
- Sezione normale longitudinale: sezione che si ottiene dall’intersezione fra la superficie e un
piano parallelo alla direzione delle irregolarità superficiali.
- Profilo: contorno di una sezione per ciascuna superficie definita; si avrà il profilo medio
come contorno della superficie media, il profilo trasversale come contorno della sezione tra-
sversale e il profilo trasversale come contorno della superficie trasversale.
Con riferimento alla figura E.57 e considerando la distanza in valore assoluto, con n rileva-
menti a intervalli regolari, la rugosità si calcola con la seguente equazione:
n
∑ yi
i=1
Ra = ----------------
n
Il costo di produzione cresce con l’aumentare del grado di finitura superficiale richiesto,
pertanto è conveniente assegnare valori di rugosità più alti possibile e prescriverla soltanto
sulle superfici la cui funzionalità è condizionata dalla rugosità stessa.
Figura E.60 Indicazione della rugosità con un segno generale e più segni particolari.
ZIGRINATURE E-41
Indicazioni complementari
Il segno grafico per l’indicazione della rugosità può essere utilizzato per dare altre indi-
cazioni, disposte nelle diverse zone come indicato nella figura E.61 e di seguito riportata:
a) rugosità minima e massima qualora s’intenda prescrivere un intervallo di rugosità;
b) tipo di lavorazione; per esempio, indurire alla fiamma (zona b), lucidare (zona b’);
c) lunghezza di base del profilo, espressa in millimetri, su cui misurare la rugosità;
d) direzione dei solchi di lavorazione, espressa con i segni grafici riportati nella tabella E.9);
e) sovrametallo di lavorazione, espresso in millimetri, da lasciare per successive lavorazioni;
f) altre informazioni riferite alla superficie scritte fra parentesi; per esempio, portanza.
5 ZIGRINATURE
5.1 Dimensioni e forme
Si definisce zigrinatura una particolare finitura superficiale, ottenuta mediante deforma-
zione plastica con rulli zigrinatori, avente lo scopo di rendere più ruvide le superfici di mano-
vra per migliorarne l’aderenza.
I parametri principali sono:
- passo p: è la distanza fra due rigature successive, espresso in millimetri e
scelto tra quelli previsti dalla UNI 149 (in neretto quelli consi-
gliati):
0,5 - 0,6 - 0,8 - 1 - 1,2 - 1,5 - 1,6 - 2
- angolo del profilo α: è l’angolo del profilo zigrinato in una sezione perpendicolare alle
rigature; viene indicato nella designazione solo se diverso da 90°;
- diametro nominale d1: è il diametro esterno del pezzo che si ottiene dopo aver effettuato
la zigrinatura;
- diametro di rullatura d2: è il diametro del pezzo prima dell’esecuzione della zigrinatura,
calcolato con le relazioni riportate nella tabella E.10;
- forma: è definita dall’orientamento delle rigature e identificata con una
lettera maiuscola.
Nella tabella E.10 sono riportati: nella prima colonna i simboli letterali; nella seconda
colonna il diametro di rullatura d2 con le relative formule per la sua determinazione in fun-
zione del diametro nominale d1 e il passo p; nella terza colonna le denominazioni delle diverse
forme di zigrinatura; nella quarta colonna le rappresentazioni grafiche e nella quinta le appli-
cazioni più comuni delle zigrinature.
E-42 DISEGNO TECNICO
Tabella E.9 Segni grafici complementari per indicare la direzione dei solchi di lavorazione
ZIGRINATURE E-43
Figura E.63 Parametri che caratterizzano le tolleranze e gli accoppiamenti con giuoco.
6.1 Termini e definizioni: UNI ISO 286/1
- Albero: termine usato convenzionalmente per indicare elementi esterni anche non cilindrici.
- Foro: termine usato convenzionalmente per indicare elementi interni anche non cilindrici.
- Dimensione nominale: valore di quota attribuito dal disegno a una dimensione; essa deter-
mina la posizione della linea dello zero e viene indicata con Dn per i fori, o gli elementi
interni, e dn per gli alberi o gli elementi esterni. Alla dimensione nominale vengono riferiti
gli scostamenti.
- Dimensione effettiva: dimensione reale di un oggetto realizzata dalla lavorazione e rilevata
mediante misurazione.
- Scostamento: differenza algebrica fra la dimensione effettiva (reale) e la dimensione nomi-
nale (teorica); esso può essere positivo o negativo e si calcola con le formule seguenti:
E = Deff − Dn e = deff − dn
- Scostamento superiore: differenza algebrica fra le dimensioni massima e nominale:
ES = Dmax − Dn es = dmax − dn
- Scostamento inferiore: differenza algebrica fra le dimensioni minima e nominale:
EI = Dmin − Dn ei = dmin − dn
- Scostamento fondamentale: definisce la posizione della tolleranza rispetto alla linea dello
zero. Coincide, per convenzione, con lo scostamento più vicino alla linea dello zero, quindi
con lo scostamento inferiore per tolleranze sopra la linea dello zero e con lo scostamento
superiore per tolleranze sotto la linea dello zero.
- Dimensione massima: massima dimensione ammessa, somma algebrica della dimensione
nominale e dello scostamento superiore:
Dmax = Dn + ES dmax = dn + es
TOLLERANZE DIMENSIONALI ISO E-45
- Dimensione minima: minima dimensione ammessa, somma algebrica della dimensione no-
minale e dello scostamento inferiore:
Dmin = Dn + EI dmin = dn + ei
- Giuoco: differenza fra la dimensione del foro e quella dell’albero, quando il foro è più
grande dell’albero:
G=D−d
- Interferenza: differenza fra la dimensione dell’albero e quella del foro, quando l’albero è più
grande del foro:
I=d−D
- Accoppiamento: relazione fra due elementi, albero e foro, destinati a essere accoppiati;
- Accoppiamento con giuoco (libero): assicura sempre giuoco fra albero e foro:
dmax < Dmin Gmax = Dmax − dmin Gmin = Dmin − dmax
- Accoppiamento con interferenza (bloccato o stabile): assicura sempre interferenza fra albero
e foro (fig. E.64):
dmin > Dmax Imax = dmax − Dmin Imin = dmin − Dmax
- Accoppiamento incerto: si può verificare giuoco o interferenza a seconda delle dimensioni
effettive:
Dmax > dmin e dmax > Dmin Imax = dmax − Dmin Imin = dmin − Dmax
Tabella E.12 Valori numerici degli scostamenti fondamentali degli alberi [µm]: ISO 286
Dimens. Scostamenti superiori es Scostamenti ei
nominale IT5 IT7 da IT4
Gradi di tolleranza da IT1 a IT18
[mm] e IT6 a IT7
oltre fino a b c cd d e ef f fg g h js* j k
- 3 -270 -140 -60 -34 -20 -14 -10 -6 -4 -2 0 -2 -4 0
3 6 -270 -140 -70 -46 -30 -20 -14 -10 -6 -4 0 -2 -4 +1
6 10 -280 -150 -80 -56 -40 -25 -18 -13 -8 -5 0 -2 -5 +1
10 14
-290 -150 -95 -50 -32 -16 -6 0 -3 -6 +1
14 18
18 24
-300 -160 -110 -65 -40 -20 -7 0 -4 -8 +2
24 30
30 40 -310 -170 -120
-80 -50 -25 -9 0 -5 -10 +2
40 50 -320 -180 -130
50 65 -340 -190 -140
-100 -60 -30 -10 0 -7 -12 +2
Tabella E.12a Valori numerici degli scostamenti fondamentali degli alberi [µm]: ISO 286
Dimens. Scostamenti inferiori ei
nominale <IT4
Gradi di tolleranza da IT1 a IT18
[mm] >IT7
oltre fino k m n p r s t u v x y z za zb zc
- 3 0 +2 +4 +6 +10 +14 +18 +20 +26 +32 +40 +60
3 6 0 +4 +8 +12 +15 +19 +23 +28 +35 +42 +50 +80
6 10 0 +6 +10 +15 +19 +23 +28 +34 +42 +52 +67 +97
10 14 +40 +50 +64 +90 +130
0 +7 +10 +18 +23 +28 +33
14 18 +39 +45 +60 +77 +108 +150
18 24 +41 +47 +54 +63 +73 +98 +136 +188
0 +8 +15 +22 +28 +35
24 30 +41 +48 +55 +64 +75 +88 +118 +160 +218
30 40 +48 +60 +68 +80 +94 +112 +148 +200 +274
0 +9 +17 +26 +34 +43
40 50 +54 +70 +81 +97 +114 +136 +180 +242 +325
50 65 +41 +53 +66 +87 +102 +122 +144 +172 +226 +300 +405
0 +11 +20 +32
65 80 +43 +59 +75 +102 +120 +146 +174 +210 +274 +360 480
80 100 +51 +71 +91 +124 +146 +178 +214 +258 +335 +445 +585
0 +13 +23 +37
100 120 +54 +79 +104 +144 +172 +210 +254 +310 +400 +525 +690
120 140 +63 +92 +122 +170 +202 +248 +300 +365 +470 +620 +800
140 160 0 +15 +27 +43 +65 +100 +134 +190 +228 +280 +340 +415 +535 +700 +900
160 180 +68 +108 +146 +210 +252 +310 +380 +465 +600 +780 +1000
180 200 +77 +122 +166 +236 +284 +350 +425 +520 +670 +880 +1150
200 225 0 +17 +31 +50 +80 +130 +180 +258 +310 +385 +470 +575 +740 +960 +1250
225 250 +84 +140 +196 +284 +340 +425 +520 +640 +820 +1050+1350
250 280 +94 +158 +218 +315 +385 +475 +580 +710 +920 +1200+1550
0 +20 +34 +56
280 315 +98 +170 +240 +350 +425 +525 +650 +790 +1000 +1300+1700
315 355 +108 +190 +268 +390 +475 +590 +730 +900 +1150 +1500+1900
0 +21 +37 +62
355 400 +114 +208 +294 +435 +530 +660 +820 +1000 +1300 +1650+2100
400 450 +126 +232 +330 +490 +595 +740 +920 +1100 +1450 +1850+2400
0 +23 +40 +68
450 500 +132 +252 +360 +540 +660 +820 +1000 +1250 +1600 +2100+2600
500 560 +150 +280 +400 +600
0 +26 +44 +78
560 630 +155 +310 +450 +660
630 710 +175 +340 +500 +740
0 +30 +50 +88
710 800 +185 +380 +560 +840
800 900 +210 +430 +620 +940
0 +34 +56 +100
900 1000 +220 +470 +680 +1050
1000 1120 +250 +520 +780 +1150
0 +40 +66 +120
1120 1250 +260 +580 +840 +1300
1250 1400 +300 +640 +960 +1450
0 +48 +78 +140
1400 1600 +330 +720 +1050+1600
1600 1800 +370 +820 +1200+1850
0 +58 +92 +170
1800 2000 +400 +920 +1350+2000
2000 2240 +440 +1000 +1500+2300
0 +68 +110 +195
2240 2500 +460 +1100 +1650+2500
2500 2800 +13 +24 +550 +1250 +1900+2900
0 +76
2800 3150 5 0 +580 +1400 +2100+3200
E-50 DISEGNO TECNICO
Tabella E.13 Valori numerici degli scostamenti fondamentali dei fori [µm]: ISO 286
Dimens. Scostamenti inferiori EI Scostamenti superiori ES
nominale fino oltre fino oltre
Gradi di tolleranza da IT1 a IT18 IT6 IT7 IT8
[mm] IT8 IT8 IT8 IT8
oltre fino A B C CD D E EF F FG G H JS* J K** M**
- 3 +270 +140 +60 +34 +20 +14 +10 +6 +4 +2 0 +2 +4 +6 0 0 -2 -2
3 6 +270 +140 +70 +46 +30 +20 +14 +10 +6 +4 0 +5 +6 +10 -1+D 0 -4+D -4
6 10 +280 +150 +80 +56 +40 +25 +18 +13 +8 +5 0 +5 +8 +12 -1+D 0 -6+D -6
10 14
+290 +150 +95 +50 +32 +16 +6 0 +6 +10 +15 -1+D 0 -7+D -7
14 18
18 24
+300 +160+110 +65 +40 +20 +7 0 +8 +12 +20 -2+D 0 -8+D -8
24 30
30 40 +310 +170+120
+80 +50 +25 +9 0 +10 +14 +24 -2+D 0 -9+D -9
40 50 +320 +180+130
50 65 +340 +190+150
+100 +60 +30 +10 0 +13 +18 +28 -2+D 0 -11+D -11
Tabella E.13a Valori numerici degli scostamenti fondamentali dei fori [µm]: ISO 286
Dimens. Scostamenti superiori ES Valori di D
nominale fino oltre fino
Gradi di tolleranza superiori a IT7 Gradi di tolleranza
[mm] IT8 IT8 IT7
oltre fino N* P-ZC P R S T U V X Y Z ZA ZB ZC 3 4 5 6 7 8
- 3 -4 -4 -6 -10 -14 -18 -20 -26 -32 -40 -60 0 0 0 0 0 0
3 6 -4+D 0 -12 -15 -19 -23 -28 -35 -42 -50 -80 1 1,5 2 3 4 6
6 10 -10+D 0 -15 -19 -23 -28 -34 -42 -52 -67 -97 1 1,5 2 2 6 7
10 14 -40 -50 -64 -90 -130
-12+D 0 -18 -23 -28 -33 1 2 3 3 7 9
14 18 -39 -45 -60 -77 -108 -150
18 24 -41 -47 -54 -63 -73 -98 -136 -188
-15+D 0 -22 -28 -35 1,5 2 3 4 8 12
24 30 -41 -48 -55 -64 -75 -88 -118 -160 -218
30 40 -48 -60 -68 -80 -94 -112 -148 -200 -325
-17+D 0 -26 -34 -43 1,5 3 4 5 9 14
* Valori come per i gradi di tolleranza normalizzati sopra IT7 incrementati da D
Allo scopo di limitare ulteriormente la gamma degli accoppiamenti che si possono realiz-
zare con le diverse posizioni delle tolleranze, le norme UNI ISO raccomandano l’uso preferen-
ziale di alcuni accoppiamenti che garantiscono la funzionalità e assicurano economia di fab-
bricazione.
Nelle tabelle E.14 ed E.15 si riporta una rassegna di accoppiamenti raccomandati da uti-
lizzare nella progettazione, di impiego più comune, rispettivamente foro-base e albero-base,
con le rispettive applicazioni in funzione della precisione e del tipo di accoppiamento.
Tabella E.17 Scostamenti limite ammessi per dimensioni lineari di smussi e raccordi per eli-
minazione di spigoli (per raccordi esterni e altezze di smusso) [mm]
Classe di tolleranza Scostamenti limite per campi di dimensioni nominali
Designazione Denominazione da 0,5* fino a 3 oltre 3 fino a 6 oltre 6 fino a 30
f fine
± 0,2 ± 0,5 ±1
m media
c grossolana
± 0,4 ±1 ±2
v molto grossolana
* Per dimensioni nominali < di 0,5 mm lo scostamento deve essere indicato dopo la dimensione nominale.
Per tale motivo la norma ISO raccomanda i valori massimi della rugosità Ra in funzione
dei valori delle tolleranze IT e delle dimensioni riportati nella tabella E.19.
In particolare si può dire che il valore da attribuire alla rugosità superficiale:
- diminuisce con il diminuire della tolleranza;
- aumenta con l’aumentare delle dimensioni.
Tabella E.19 Rugosità Ra massima ottenibile in funzione della tolleranza: ISO 4287/1
Rugosità Ra* massima [mm]
Tolleranza Superfici cilindriche Superfici
fondamentale Diametro [mm] piane**
ISO oltre 3 oltre a 18 oltre a 80
fino a 3 oltre 250 -
fino a 18 fino a 80 fino a 250
IT6 0,2 0,32 0,5 0,8 1,25 1,25
IT7 0,32 0,5 0,8 1,25 2 2
IT8 0,5 0,8 1,25 2 3,2 3,2
IT9 0,8 1,25 2 3,2 5 5
IT10 1,25 2 3,2 5 8 8
IT11 2 3,2 5 8 12,5 12,5
IT12 3,2 5 8 12,5 20 20
IT13 5 8 12,5 20 32 32
IT14 8 12,5 20 32 50 50
* I valori massimi di rugosità sono dati a puro titolo indicativo e non sono quindi da considerare in sede di
collaudo. Qualora l’applicazione rivesta particolare importanza, si consiglia di precisare sul disegno il
valore di rugosità desiderato anche se maggiore di quello riportato sul prospetto.
** Valori di rugosità riscontrabili su almeno una delle sue superfici limitanti la quota.
Nella tabella E.20 sono riportati i campi di tolleranza raccomandati per le filettature.
Tabella E.20 Campi di tolleranze raccomandati per le filettature: UNI ISO 5541
Campi di tolleranze per filettature
Lunghezza di Qualità di Fosfatate Con rivestimento
Filettatura Senza
avvitamento lavorazione o con rivestimento galvanico di grande
rivestimento
galvanico spessore
vite 3h4h - -
precisa
madrevite 4H - -
vite 5h6h; 5g6g 5g6g 5g6g
S media
madrevite 5H 5H 5G
vite - - -
grossolana
madrevite - - -
vite 4h; 4g 4g 4e
precisa
madrevite 4H5H 4H5H 4G5G
vite 6h; 6g 6g 6e
N media
madrevite 6H 6H 6G
vite 8g 8g 8e
grossolana
madrevite 7H 7H 7G
vite 5h4h 5h4h -
precisa
madrevite 6H 6H -
vite 7h6h; 7g6g 7g6g 7e6e
L media
madrevite 7H 7H 7G
vite 8g8g 9g8g 9e8e
grossolana
madrevite 8H 8H 8G
Nel caso indicato nella figura E.69, in presenza di quotatura in serie, la quota complessiva
avrà le seguenti caratteristiche:
Dmin = (15 + 0,1) + (10 − 0,1) + (15 − 0,2) + (15 + 0) = 54,8
Dmax = (15 + 0,2) + (10 + 0,1) + (15 + 0,1) + 15 + 0,2) = 55,6
Quota con tolleranza: 55(+0,6 / -0,2)
Nel caso di figura E.70, in presenza di quotatura per coordinate, la distanza fra il foro 1 e il
foro 4 avrà le seguenti caratteristiche:
Dmin = (38 − 0,2) − (10 + 0,1) = 27,7
Dmax = (38 + 0,2) − (10 − 0,1) = 28,3
Quota con tolleranza: 28 (± 0,3)
E-58 DISEGNO TECNICO
Figura E.70 Legame fra le distanze nella quotatura a quote sovrapposte e per coordinate.
Tabella E.21 a Tolleranze geometriche di forma e di posizione: UNI 7226, ISO 1101
E-60 DISEGNO TECNICO
Tabella E.21 b Tolleranze geometriche di forma e di posizione: UNI 7226, ISO 1101
TOLLERANZE GEOMETRICHE ISO E-61
Tabella E.21 c Tolleranze geometriche di forma e di posizione: UNI 7226, ISO 1101
E-62 DISEGNO TECNICO
Tabella E.21 d Tolleranze geometriche di forma e di posizione: UNI 7226, ISO 1101
TOLLERANZE GEOMETRICHE ISO E-63
Tabella E.21 e Tolleranze geometriche di forma e di posizione: UNI 7226, ISO 1101
E-64 DISEGNO TECNICO
Tabella E.21 f Tolleranze geometriche di forma e di posizione: UNI 7226, ISO 1101
TOLLERANZE GEOMETRICHE ISO E-65
Le indicazioni sui disegni delle tolleranze dimensionali e geometriche generali vengono ri-
portate nei pressi del riquadro delle iscrizioni precisando: il riferimento alla norma ISO 2768/2,
la classe di tolleranza dimensionale f, m, c, v e la classe di tolleranza geometrica H, K, L.
Esempi:
- tolleranze generali ISO 2768-mK;
- tolleranze generali ISO 2768-K.
Nelle tabelle E.22, E.23, E.24 ed E.25 sono riportati i valori delle tolleranze geometriche
generali di rettilineità, di planarità, di perpendicolarità, di simmetria e di oscillazione circolare,
per ciascuna delle tre classi previste dalla norma UNI ISO 2768/2 in funzione dei diversi
campi di lunghezze nominali.
Nella figura E.73 si riportano due disegni: in quello superiore sono state assegnate le tolle-
ranze generali, classe m (media) per quelle dimensionali e classe H per quelle geometriche, in
quello inferiore alle quote senza indicazione di tolleranze sono state applicate le tolleranze
generali dimensionali e geometriche esplicitate dalla norma ISO 2768.
E-68 DISEGNO TECNICO
7.4 Assegnazione delle tolleranze geometriche ai profili: UNI 7226/3, ISO 1660
Dopo aver individuato il profilo teorico di una linea con le quote “teoricamente esatte”
(riquadrate secondo UNI 7226/1) la tolleranza geometrica assegnata definisce una zona dispo-
sta simmetricamente rispetto al profilo teorico della linea, la cui larghezza sarà misurata orto-
gonalmente al profilo stesso in ogni suo punto (fig. E.76). Analoga procedura si segue per
definire le tolleranze delle superfici (fig. E.77).
BIBLIOGRAFIA
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