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Ital.
234.9m
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Jtal.
3379m
RAPPORTO
ALLA SANTITÀ DI NOSTRO SIGNORE
PAPA PIO IX.
FELICEMENTE REGNANTE
DEL
GENERALE KANZLER
PRO-MINISTRO DELLE ARMI
SULLA INVASIONE
DELLO STATO PONTIFICIO
NELL' AUTUNNO 1867.
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RAPPORTO
ALLA SANTITÀ DI NOSTRO SIGNORE
PAPA PIO IX .
FELICEMENTE REGNANTE
DEL
GENERALE KANZLER
PRO-MINISTRO DELLE ARMI
SULLA INVASIONE
DELLO STATO PONTIFICIO
NELL'AUTUNNO 1867.
20067
BIBLIOTHECA
REGIA
MONACENSIS
ROMA Coi tipi della Civiltà Cattolica 1868.
BEATISSIMO PADRE
Gli avvenimenti straordinarii che di recente ebbero luogo
nello Stato Pontificio, commossero l'intero Mondo civile . Un
Governo , che si dice legittimo , favoriva una proditoria inva-
sione : un Generale di questo Governo osava , col grido di Ro-
ma ò Morte, intimare la guerra al più Augusto dei Troni . Mol-
te bande di armati irrompevano nei pacifici dominii di VOSTRA
SANTITA' .
Si trattava di usurparne gli ultimi avanzi , apportandovi
l'anarchia , o le dolcezze ( oramai note ) delle vicine province
d'Italia .
La divina Provvidenza non lo permise .
Le popolazioni ancora soggette alla S. Sede protestarono so-
lennemente col loro contegno contro gl'invasori , resistettero a
qualunque eccitamento , patirono infiniti danni, anzichè man-
care alla dovuta fedeltà .
L'armata Pontificia , quantunque poco numerosa, riuscì a
sbaragliare quelle bande che teneano già sicura la vittoria.
Da ogni parte i Cattolici accorsero a tutela della religione
e della vera civiltà , quali offerendo la fortuna , e quali la vi-
ta ; ed infine l'imperiale Governo di Francia , dopo avere in-
- 4
vano adoperato consigli e minacce per fare rispettare una
Convenzione , memore della nobile e secolare sua missione di
difendere la Chiesa cattolica , veniva nella risoluzione di spe-
dire le sue truppe per unirle a quelle della S. Sede .
Quali poi sieno state le vicende dell' iniqua invasione ; qua-
le l'ordinamento delle truppe della S. Sede per far fronte ad
essa ; quanti fatti d'arme abbian dovuto queste sostenere per
oltre un mese ; quante gloriose vittime si abbiano a deplorare ;
e quali i Corpi e gl'Individui ch'ebbero più occasione di se-
gnalarsi ; è ciò che forma il soggetto del presente circostanziato
rapporto , che il Pro-Ministro delle Armi si crede in dovere di
umiliare a Vostra Santita' .
I.
Partenza delle truppe Francesi ― Distribuzione delle truppe Ponti-
ficie - Contro l'espettazione di molti Roma resta tranquilla -
Festa del 12 Aprile -Centenario di S. Pietro - Brigantaggio
nella Provincia di Frosinone - Cholera
Dalla seconda metà di Settembre alla prima di Decembre
del 1866 , aveva pienamente effetto il ritiro dell'armata Fran-
cese dal Territorio Pontificio .
Non mancavano le apprensioni di molti che fosse per comin-
ciare un'epoca di disordini e turbolenze ; ma non fu così . Il
buon senso delle popolazioni , il loro sincero attaccamento al
Governo della S. Sede, e la fermezza di questo davano prova
al mondo di una calma e di una tranquillità perfetta, che inva-
no si cercava in molti altri paesi .
La ricorrenza, omai celebre , del giorno 12 Aprile era festeg-
giata dal popolo Romano nel 1867 , in onore di VOSTRA SANTITA' ,
in mezzo alla comune letizia , e con più apparato anche degli
5 -
anni precedenti . La solennità poi del Centenario di S. Pietro ,
nel mese di Giugno , superava qualunque espettazione . Dalle
più remote regioni essendo accorso nella Capitale dell'orbe
cattolico un immenso stuolo di fedeli e il maggior numero for-
se di Vescovi e Dignitarii della Chiesa che vi fosse mai conve-
nuto, offriva uno spettacolo sì meraviglioso di concordia , di
pace e di unione, da non potersi da alcuno certamente dimen-
ticare.
Le truppe Pontificie, destinate al mantenimento dell'ordine
interno , si erano distribuite come appresso .
Nella Provincia di Viterbo , la cui Zona militare veniva
affidata al comando del Colonnello Azzanesi , erano due Compa-
gnie di Gendarmi , un Battaglione del 1.º Reggimento di Linea
(8 Compagnie) , due Compagnie di Zuavi , una Sezione di Arti-
glieria, e un plotone di Dragoni.
Nella Provincia di Civitavecchia si mettevano a disposizione
del Tenente Colonnello Serra , Comandante di questa Zona , una
Compagnia di Gendarmi , una Compagnia di Sedentarii , 4 Com-
pagnie della Legione di Antibo , una Compagnia di Artiglieria
da Piazza , una Sezione del Genio , e 100 Squadriglieri, ossia
Sussidiarii provvisorii della Gendarmeria .
La Zona di Tivoli che comprendeva i paesi dei limitrofi Go-
verni della Comarca , cioè di Subiaco , Arsoli , Palombara ecc . ,
era occupata da una Compagnia di Gendarmi , una di Zuavi ,
e 100 Squadriglieri .
Le Province di Velletri e Frosinone (di cui si era formata
una sola Zona, sotto gli ordini del Tenente Colonnello Giorgi)
erano presidiate da 3 Compagnie di Gendarmi , un Battaglione
di Cacciatori ( 8 Compagnie) , un Battaglione di Ausiliarii di ri-
serva (6 Compagnie) , due Compagnie di Sedentarii , una Se-
zione di Artiglieria, un plotone di Dragoni , e circa 500 Squa-
driglieri.
6
Tutte queste truppe componevano la 1.ª Suddivisione dipen-
dente dal Generale De Courten ; le altre che restavano in Ro-
ma componevano la 2. , comandatá dal Generale Zappi .
Si era dovuto destinare nella Provincia di Velletri e Frosi-
none, e in ispecie nell'ultima , una forza relativamente maggio-
re che nelle altre , a motivo del brigantaggio . Questo flagello
provenutoci dal vicino regno di Napoli , in seguito delle vicen-
de politiche che colà ebbero luogo , non si era potuto ancora
domare , ad onta del massimo zelo spiegato dalla Gendarmeria ,
dalle truppe di Linea e di Riserva , nonchè dagli Squadriglie-
ri del paese . I briganti divisi in varie bande , guidati da feroci
capi, profittando dell'asprezza dei luoghi, infestavano le campa-
gne , e ricattando i viandanti , li trascinavano sui monti o nei
boschi , ed esigevano , per ridonare ad essi la libertà , grosse
taglie .
Un tale stato di cose doveva assolutamente cessare ; e però
nell'anno 1867 emanatesi più severe leggi , e raddoppiatisi gli
sforzi per parte delle truppe di ogni arma , potea dirsi alla fine
conseguito l'intento .
Il brigantaggio aveva imposto alle truppe duri sagrificii e
mietute non poche vite; ma era stata un ' eccellente scuola per
esse , avvezzandole a marce faticose e notturne, a guardarsi
contro le sorprese , e a combattere alla spicciolata ; oltre di
che considerandosi che nei primi lustri di questo secolo , per
obbligare alla resa una sola banda nella medesima Provincia
di Frosinone, erano occorsi molti anni , mentre ora per distrug-
gerne molte bastarono pochi mesi , potea formarsi un buon
presagio di quello che simili truppe sarebbero state capaci di
fare, anche trovandosi in faccia di altri nemici .
Al cessare peraltro del brigantaggio , sopraggiungeva in Ro-
ma e in qualche paese dei contorni un flagello anche più gra-
ve . Il Cholera morbus , di cui si erano verificati nel Giugno
--- 7 -
soltanto alcuni casi dubbii , prendeva nei successivi mesi di
estate proporzioni allarmanti . Le truppe Pontificie pagarono ad
esso il loro tributo con 238 attaccati , fra i quali 112 morti ;
ne pagavano poi in tal circostanza volontariamente un altro
di cristiana carità.
In Albano infieriva improvviso e più tremendo il morbo :
nulla era pronto per la cura di tant' infermi , nulla per ap-
prestare a quelli gli estremi ufficii . Un Cardinale di Santa
Chiesa , l ' Emo Altieri , destava l'ammirazione universale per
lo zelo con cui , disprezzando qualunque pericolo , correva tra
i suoi Diocesani per adempiere i doveri del suo sacro Mini-
stero . I Gendarmi ed i Zuavi colà di guarnigione ne seconda-
vano il nobile esempio ; tutti , senza distinzione di grado , furon
visti trasportare gl' infetti dal morbo all'ospedale , tutti as-
sociarne e tumularne i cadaveri ; e parecchi di loro ebbero
pure la sorte di dividere , con una morte da invidiarsi , l'eroica
fine di quell'illustre Porporato .
II .
Sentori ed indizii di prossima invasione -· Istruzioni ai comandanti
delle Suddivisioni militari, Zone e Piazze - Situazione della trup-
pa Pontificia al 1° Ottobre 1867 e suo riparto.
Si era letto da qualche tempo nei pubblici giornali , che il
Generale Garibaldi, percorrendo varie delle più popolose città
d'Italia, aveva arringata la folla che gli andava intorno , ecci-
tandola ad armarsi e a seguirlo alla conquista di Roma . I me-
desimi giornali poscia riferivano che molti comitati si erano
formati nel vicino regno per arruolare Volontarii , e distribui-
re loro armi e camice rosse . Private informazioni conferma-
vano ancora tali notizie , aggiungendo che nelle truppe rego-
lari dello stesso regno si accordavano congedi illimitati ad
- 8 -
uomini di truppa e ad Ufficiali , e che questi , noti in gran
parte per la loro adesione ai proponimenti del Garibaldi , si
univano ai Volontarii per ordinarli e guidarli . Non era quindi
più dubbia una prossima invasione nel Territorio Pontificio, e
bisognava stare in guardia.
La situazione delle truppe di VOSTRA SANTITA' , che al cadere
del 1865 era di circa 8,000 uomini , al 1 Ottobre 1867 era
la seguente :
Ministero , Stati Maggiori , Intendenza , Uditorato e Uffi-
ciali di Amministrazione . · N. 137
Legione Gendarmi . (con 305 cavalli) . » 2083
Battaglione Sedentario . >>>> 622
Corpo di Artiglieria (una Direzione del Materiale , 5 Bat-
terie, 2 da Campo e 3 da Piazza , deposito smontato ,
e deposito montato , un servizio pel treno ) . >> 878
(con 328 cavalli) .
Corpo del Genio (Stato Maggiore e una Compagnia) . >>> 202
(con 20 cavalli) .
Battaglione Cacciatori . • 956
1.º Reggimento di Linea. · » 1595
Reggimento Zuavi . · · » 2237
Battaglione Carabinieri . » 1233
Legione Romana . · » 1096
Ufficiali Sanitarii fuori dei Corpi . · 9
Una Compagnia Infermieri . · • >>>> 110
Soldati di Amministrazione (Provianda). · >> 60
Battaglione Ausiliarii di riserva in Frosinone . 638
Squadriglieri e Sussidiarii alla Gendarmeria. >> 625
Corpo di Cavalleria . • (con 276 cavalli) . >>>> 442
>>> 58
Compagnia di disciplina e personale dei profossi .
Totale degli uomini : >> 12981
( Con un totale di 929 cavalli ) .
9
È qui però da avvertire , che sebbene la situazione segnasse
12981 uomini , pure , detrattone il personale amministrativo ,
giudiziario e sanitario , i Sedentarii , gl' Invalidi , gli Ausiliarii
e i molti malati e convalescenti di Corpi attivi , a cui in gran
parte erasi anche permesso di andare a ristabilirsi in patria ,
la vera cifra dei combattenti in quest' epoca giungeva appena
agli 8,000 .
Fin dall'Ottobre precedente erasi pubblicato il Regolamento
sulle Piazze, Forti e Città di Guarnigione . Ora l'esatto adem-
pimento di questa legge acquistava la massima importanza , e
però veniva di nuovo inculcato e curato .
Si ripetevano le istruzioni già date ai Comandanti delle
Suddivisioni e delle Zone militari ; ogni Comandante di Zona
era responsabile del mantenimento dell'ordine nella periferia
del proprio comando . Ognuno di essi doveva invigilare alla
conservazione dei mezzi di comunicazione , cioè delle strade e
dei telegrafi , e provvedere nel caso agli opportuni immediati
restauri , tenendo pronti in pari tempo altri mezzi di comu-
nicazione da sostituirsi .
I Comandanti delle Zone limitrofe dovevano , in caso di
urgenza, spedire colonne mobili in aiuto . Ognuno era ob-
bligato ad agire di proprio impulso al primo indizio di ten-
tato disordine.
Il Generale Comandante la 1ª Suddivisione restava in
Roma , pronto a recarsi ove la sua presenza fosse più ne-
cessaria.
Analoghe misure si adottavano per la truppa che , sotto
gli ordini del Generale Comandante la 2ª Suddivisione , pre-
sidiava la Capitale e i suoi dintorni .
Si formavano depositi di munizioni da guerra , di viveri
e foraggi in ogni centro di Zona .
10
Si stabiliva una cifra coi Comandanti delle Suddivisioni ,
Zone e Piazze, per impedire che le corrispondenze di Ufficio
postali o telegrafiche , qualora fossero intercettate o rivelate ,
venissero comprese .
Si approntavano le ambulanze col relativo personale di In-
fermieri , Ufficiali sanitarii e Cappellani .
Dopo ciò non rimaneva che attendere gli avvenimenti .
III.
Invasione della Provincia di Viterbo.
Ed ecco , nella notte del 28 Settembre , che una banda di
circa 40 Garibaldini invadeva le Grotte di S. Stefano , nella
Provincia di Viterbo ; sorprendeva e disarmava i pochi Gen-
darmi che erano nella Caserma , derubava il loro danaro e
i loro effetti di vestiario , e atterrati gli stemmi Pontificii ,
se ne partiva dirigendosi a Bomarzo . Ripeteva colà nella
mattina del 29 i medesimi eccessi , requirendo da quel Co-
mune anche la somma di 150 Lire ; indi passava a So-
riano.
Sopraffatta ivi dalla grande superiorità delle forze la Bri-
gata dei Gendarmi , non poteva opporre alcuna resistenza ,
e i Garibaldini , minacciato di morte quel Governatore col
pugnale alla mano , posto a contribuzione il paese , il giorno
30 di Settembre si avanzavano su Caprarola e Carbognano .
Nemmeno in questi paesi si fermavano , che già nella mat-
tina del 1 Ottobre prendevano la via di Ronciglione , ma
imbattutisi presso il bosco Fogliano in una Colonna di truppa,
condotta dal Capitano Patta del 1 ° di Linea e dal Tenente
Morettini di Gendarmeria , che da Viterbo era stata spedita ad
11 -
inseguirli , avea luogo un breve fatto d'armi , e i Garibaldini
si sbandavano restando 10 di loro prigioni.
Capi di questa banda si dice che fossero un tal Galia-
ni , toscano , ed un tal Corseri , già emigrato , di Castiglione
in Teverina .
Mentre ciò accadeva in tal parte della Provincia di Viter-
bo , si aveva notizia che il giorno 29 dello stesso mese due
altre bande di Garibaldini aveano , da diverse parti , invasa
la medesima Provincia ; cioè che una banda di 50 uomini
circa era entrata in Bagnorea, e che altra riunitasi a Torre
Alfine ( presso la Frontiera toscana ) minacciava Acquapen-
dente , ove poi sul mezzodì del giorno 30 si presentava .
Questa banda era forte almeno di 200 uomini , e in quella
città non si trovava che il Tenente Settimj dei Gendarmi ,
con 30 de' suoi dipendenti ; tuttavia , anzichè cedere , si bar-
ricava nella Caserma , ed assalito , sosteneva tre ore di fuoco
uccidendo pure taluno dei Garibaldini ; ma infine , vedendo
smantellare il tetto e minacciarsi il fuoco alla Caserma , era
costretto ad arrendersi .
Il Colonnello Azzanesi , Comandante della Zona , moveva
bentosto con una colonna di truppe (Gendarmi , Linea e Zua-
vi) , tenendo la via di Montefiascone , per andare ad Acqua-
pendente , e scontrati i Garibaldini nella mattina del 2 di
Ottobre a S. Lorenzo , ove da Acquapendente si erano avan-
zali, li attaccava e metteva in fuga, arrestando 21 di essi ;
indi proseguiva la marcia e rioccupava Acquapendente , che
trovava sgombra , e nei dintorni di questa città cadevano in
mano del Tenente Ramarini del 1 ° di Linea altri 16 Ga-
ribaldini .
I capi della banda che aveva invasa Acquapendente sem-
bra che fossero il Conte Pagliacci , emigrato da varii anni
da Viterbo , un tal Filippo Salvatori , altro emigrato da Ca-
- 12 -
prarola, e un tal Luigi Fontana di Milano , che si qualificavano
per Uffiziali di Stato Maggiore del sedicente Generale Acerbi ,
Deputato al Parlamento di Firenze.
Tanto gli avanzi della prima banda entrata alle Grotte di
S. Stefano , quanto gli altri fuggiti in S. Lorenzo andarono
a congiungersi coi Garibaldini , che avevano già invasa Ba-
gnorea, dimodochè in questa città il giorno 3 si trovava un
forte numero di essi , che , senza indugio , vista l'opportunità
del luogo , si poneva all'opera per fortificarlo .
Credette in quel giorno il Colonnello Azzanesi spedire colà
un distaccamento di 95 uomini , fra truppa di Linea e Zuavi ,
comandato dal Capitano Gentili , per riconoscere le loro po-
sizioni . Ma quest'Ufficiale , dando saggio più di coraggio forse
che di prudenza , procedeva così innanzi e s'impegnava a Ba-
gnorea in un combattimento con forze così ineguali , che seb-
bene cagionasse non lievi perdite ai Garibaldini , e raggiun-
gesse lo scopo di aver riconosciute le loro posizioni , pure
avea cinque de' suoi fuori di combattimento , cioè tre soldati
uccisi e due feriti , e doveva abbandonare, nel ritirarsi , 24
prigionieri .
Avutasi appena notizia di ciò in Roma, s'inviava al Colon-
nello Azzanesi il seguente telegramma :
<< 4 Ottobre.
<< Attacchi Bagnorea con forze competenti . Non lasci inutili
<< guarnigioni . >>
Nel giorno precedente era partito per Viterbo il Generale
De Courten , Comandante della 1ª Suddivisione , e raggiun-
geva il 4 a Montefiascone il Colonnello Azzanesi , che avea
colà riunite le sue forze . Subito s'informava delle disposi-
zioni che si davano per l'attacco di Bagnorea , e avendole
13
trovate bene concepite , le approvava, aggiungendo solo alla
colonna che doveva agire, un qualche rinforzo , sapendo che
da Roma era per giungere un'altra Compagnia di Zuavi a
Viterbo.
Tale attacco aveva effetto nel successivo giorno 5 , e dalle
truppe Pontificie si otteneva una compiuta vittoria, come ri-
sulta dal rapporto officiale che qui si riproduce :
<< Montefiascone 6 Ottobre 1867.
<< Rapporto del Comandante della 1ª Zona militare al Ge-
« nerale De Courten , Comandante della 1ª Suddivisione .
< Detti le necessarie disposizioni il giorno 4 corrente , per-
<
«
«< chè due colonne, una comandata dal sig. Capitano Legoni-
<< dec, composta delle due Compagnie Zuavi (meno un distac-
<< camento rimasto a Valentano) marciasse per la via della Ca-
<< prareccia su Bagnorea, e l'altra dal sig . Capitano Aiutante
Maggiore. Zannetti , formata dalle Compagnie Granatieri 1ª
« 4ª e 5ª del 2° Battaglione del 1° Reggimento , nonchè la
<< Sezione di Artiglieria e plotone di Cavalleria, per la via del-
<< la grande strada , marciasse anch'essa su Bagnorea ; per as-
<< salire così simultaneamente la città.
<
«< Circa le 7 antimeridiane del giorno 5 corrente le due
« colonne mossero nelle direzioni accennate , e verso le ore 11
s'ingaggiò il combattimente dalla parte dei Zuavi cogli avam-
posti dei Garibaldini , piazzati alla Cervara, ed estenden-
<< dosi fino alla forte posizione del convento di S. Francesco,
<< mentre che altre avvisaglie Garibaldine segnalarono l'ar-
<< rivo della colonna del Capitano Zannetti , da sotto le alture
« delle Palare , estendendosi il fuoco dei Garibaldini fino alla
<< sommità di detta posizione, nonchè dal Poggio detto di
« Scio , da dove pretendevano i nemici di prendere la colon-
<< na in mezzo a due fuochi . Ogni Comandante di colonna , at-
- 14 --
« tenendosi agli ordini di dettaglio da me dati, fece mano-
<< vrare i diversi distaccamenti per assalire dette posizioni ,
<< ove s' impegnò il più accanito combattimento , perchè i Ga-
«< ribaldini bene conoscevano che questa giornata decideva
<
<< della loro sorte.
<< I nostri bravi soldati ( Linea e Zuavi ) resistendo e sor-
<< montando ogni ostacolo , ricacciarono dalle loro posizioni i
Garibaldini , mettendo fuori di combattimento circa la metà
« di essi ; e così le due colonne ottennero lo scopo da me fis-
<< sato, cioè la congiunzione fra di esse, mediante ancora lo
<< sforzo della 2ª Granatieri , che prese d'assalto due barri-
« cate , che asserragliavano le due uniche strade che danno
<< adito alla città.
« I fuggitivi Garibaldini corsero allora in città, e chiudendo
<< la porta si prepararono a disperata resistenza dalle case ,
« che stavano a portata di battere le posizioni da noi acqui-
<< state .
« Osservato da me lo stato delle cose in quel momento , e
<< vedendo avvicinati i miei Bersaglieri e sostegni a circa 70
« metri dalle mura , ordinai all ' Artiglieria che stava piazzata
<< alle Case nuove e alla casetta Scierra , di molestare con del-
« le granate la città, mentre i nostri Bersaglieri rispondevano
<< al fuoco che i Garibaldini facevano dalle case citate . Visto
<< che anche questo mezzo non li decideva ad arrendersi , or-
«< dinai che fosse abbattuta la porta della città medesima , fa-
<
«< cendo trasportare a braccia un pezzo allo scoperto e dirim-
<< petto alla porta suddetta , mentre era difficile di poterlo fa-
<< re dalla posizione dove trovavasi l'Artiglieria . Infatti dopo
<< sei colpi la porta dette segno di cedere, ed allora si udiro-
<< no grida di VIVA PIO NONO ! Si videro varii stendardi bian-
< chi, e così fu ordinato di cessare il fuoco ; e rispondendo i
<
«
« miei soldati a quelle acclamazioni , si spalancò la porta, e
- 15 --
« un'onda di popolo esultante ci corse incontro , per cui non
<< si esitò un momento di occupare la città che fu trovata
<< sgombra dai Garibaldini , che precipitosamente dalla parte
<< di Civita e da altre vie , che si erano aperte , fuggirono
gettando nella loro corsa le armi . Siccome la città di Bagno-
<< rea non è girabile per la sua giacitura, così i restanti Gari-
<< baldini poterono sfuggirmi .
« Detti ordine alla Gendarmeria e Autorità governativa di
« far cercare le armi abbandonate , nonchè all'Autorità muni-
cipale di far raccogliere nelle contrastate posizioni i feriti e
«< i morti Garibaldini , mentre dalla nostra parte in quel mo-
<< mento non avevo che sei feriti .
<< Al detto dei capi fatti prigionieri , noi eravamo a fronte
<«< di circa 500 armati . Il fuoco , cominciato circa le 11 anti-
<< meridiane , cessò , come ho annunciato , circa l'una e tre
« quarti pomeridiane .
«< Per ora mi limito ad indicare i nomi di quelli che più di
<< ogni altro si sono distinti , sia per l'azione , sia per la dire-
< zione, mentre con altro mio rapporto farò un dettaglio sto-
«
<< rico di quelli che pure si sono distinti sopra gli altri , speci-
<< ficando il numero delle armi e cavalli presi , non che il no-
<< me dei feriti .
«< Capitano Aiutante Maggiore Zannetti, Comandante la co-
«
< lonna di Linea.
Capitano Desimoni , Tenente Savini e Sotto Tenente
<< Fontana.
<< Capitano Legonidec, Comandante la colonna Zuavi , Te-
« nente Wyard e Solto Tenente Mirabal e Tenente Jacque-
<< mont per la presa del convento di S. Francesco .
<< Tenente Torriani di Artiglieria per la buona direzione
« della Sezione.
- 16
« Devo poi dire per verità che tutti gli Uffiziali e la truppa
<< si sono distinti per entusiamo e fermezza, e per quelli che
maggiormente meritano considerazione , ne rimetterò la no-
<< ta come sopra ho detto .
<< Il Comandante la 1ª Zona Militare
(f.º ) A. Azzanesi . »
Da ulteriori notizie si rilevò che le perdite dei nostri era-
no state solamente 1 morto e 5 feriti , fra i quali il Sotto Te-
nente de Mirabal dei Zuavi , che avendo attaccato pel primo
un forte distaccamento Garibaldino che occupava la Cervara,
rimase offeso da un colpo di fuoco al braccio sinistro , e non-
dimeno continuò a combattere alla testa dei suoi , fino al ter-
mine dell' azione , aiutando anche ad abbattere a colpi di scu-
re la porta del convento di S. Francesco , ove si erano trince-
rati i Garibaldini .
Questi poi ebbero 40 morti , circa 50 feriti e 178 prigioni.
Di più perdettero la bandiera , 5 cavalli , molte armi , fra cui
157 fucili , ed una quantità di effetti di buffetteria e di vestia-
rio militare .
Contemporaneamente furono liberati i 24 soldati della co-
lonna Gentili , rimasti in loro mani nella ricognizione del
giorno 3 .
Il Generale De Courten, che già aveva approvato le disposi-
zioni dell ' attacco di Bagnorea , lasciandone al Colonnello Az-
zanesi l'esecuzione , si era tuttavia portato sul luogo del com-
battimento, per provvedere a qualunque possibile evenienza ,
e il giorno 6 pubblicò l'ordine che segue :
- 17 -
« Uffiziali , Sotto Uffiziali ecc .
<< Soldati !
<< Nel fatto di ieri 5 corrente sono stato testimonio del valore
< e dell'abnegazione, di cui diedero prove tutti i Corpi che vi
«
<< presero parte .
«< Dopo un vivo scombattimento di tre ore liberaste Ba-
<
<< gnorea dalle orde Garibaldinesche , che la opprimevano da
<< varii giorni . Il vostro grido nel momento dell'azione era VIVA
<< PIO IX ! e con egual grido vi accolse esultante di gioia la
<< fedele popolazione di Bagnorea .
<< IL SANTO PADRE, Nostro adorato Sovrano , si è degnato
<< di esternare la sua soddisfazione per la brillante condotta vo-
« stra, benedicendo i capi e tutta la truppa .
<< Uffiziali , Sotto Uffiziali e Soldati ! Sono contento di Voi , e
« felice di comandarvi .
<< Il Generale Comandante la 1ª Suddivisione .
(f. ) R. De Courten . »
>
Un tal fatto aveva prodotto ottimi effetti sul morale delle no-
stre truppe, e portato un grave colpo all ' audacia degl' invaso-
ri ; dei quali nei medesimi giorni un'altra banda , passata per
Ischia e Farnese, avendo attaccalo Valentano , era stata egual-
1 mente battuta dai pochi Gendarmi e Zuavi , comandati dal Sot-
to Tenente Burdo , con ferimento di tal Baldini che la guidava.
IV.
Invasione della Comarca di Roma.
Se però gli assalti Garibaldini erano a questo modo rintuz-
zati , e davan tregua nella Provincia di Viterbo , altri , e con for-
ze più poderose , avevano principio nella Comarca di Roma . Una
i
18 -
banda proveniente dalla vicina Sabina invadeva , il 4 Ottobre,
Nerola , Moricone e Montemaggiore e si diceva suo capo tal
Bernabei, Capitano della Guardia Nazionale alla Fara.
Un distaccamento di Squadriglieri e Gendarmi , condotto dal
Brigadiere Martini , moveva nel giorno seguente a quella volta ,
e pervenuto a Moricone lo trovava sgombro dai Garibaldini , che
si erano sparsi nella sottoposta valle . Li inseguiva , li raggiun-
geva e li assaliva con tanto impeto , che quelli , dopo breve resi-
stenza , gettate in gran parte le armi e le camice rosse , fuggi–
vano nelle prossime boscaglie , lasciando in potere dei nostri
Gendarmi diversi dei loro , frai quali Domenico Cipriani di Fa-
ra, che portava la loro bandiera, e un mulo carico di munizio-
ni da guerra ed altri effetti , e carte piuttosto interessanti .
Al tempo stesso si veniva a sapere che nuovi drappelli di Ga-
ribaldini , egualmente provenienti dalla Sabina , erano diretti su
quel punto ; che le truppe regolari del vicino Regno li vedeva-
no entrare nel territorio di Nerola e Monte Libretti , senza fare
ad essi alcuna opposizione , che il loro numero sommava a cir-
ca 600 e che ne teneva il comando Menotti Garibaldi .
Il Capitano Celli dei Gendarmi , per invigilare, e possibilmen-
te anche per opporsi ai loro movimenti , era partito da Tivoli
con una colonna di circa 70 uomini , fra Gendarmi , Zuavi e
Squadriglieri , e nelle vicinanze di Monte Libretti , essendosi in-
contrato nella mattina del 6 con una banda di circa 130 Gari-
baldini , aprì contro di essa il fuoco e la disperse , uccidendone
taluno, arrestandone 3 che appartenevano alla Provincia di Rie-
ti e liberando dalle loro mani il Vice Brigadiere Calandrelli e
due altri Gendarmi ; che i Garibaldini avevano sorpresi e cat-
turati a Monte Libretti .
In tale stato di cose si destinava il Tenente Colonnello De
Charette dei Zuavi al comando della Zona di Tivoli , ponendosi
a sua disposizione , oltre la Compagnia dei Gendarmi e gli
- 19 -
Squadriglieri locali , alcune Compagnie di Zuavi e della Le-
gione Romana .
Cominciavano senza indugio le operazioni . Nel giorno 7 una
forte pattuglia, recandosi a Montemaggiore , ne snidava alcuni
Garibaldini , e restavano in potere dei nostri una gran quanti-
tà di munizioni da guerra , 4 revolver, una sella con sua bri-
glia, e una bandiera col ritratto di Garibaldi .
Nel giorno seguente lo stesso Tenente Colonnello De Charet-
te , con una Colonna di Gendarmi e Zuavi , si conduceva prima a
Monte Libretti , e poi a Nerola, donde si scuoprivano , a poca di-
stanza , i Garibaldini accampati . Era accolto da questi abitanti
a guisa di liberatore , col grido di VIVA PIO IX , indi marcia-
va contro i Garibaldini che erano con Menotti Garibaldi . Sta-
vano questi sulle falde del Monte Carpignano, che divide la
Comarca dalla Sabina , e al vedere approssimarsi le nostre trup-
pe, una porzione di loro si dette alla fuga verso la Fara, l'altra
si schierò a 1500 metri di distanza , sulla sommità del mon-
te, e nonostante le provocazioni dei Pontificii , che defilavano
avanti a loro in numero certamente inferiore, non osarono di-
scendere e accettare il combattimento .
In quei giorni si era pur mostrata a Montesecco nel Territo-
rio di Subiaco altra banda , che agli 8 invase Cervara , e poco
dopo l'abbandonò . Ma nel giorno 11 , mentre il distaccamento
dei Zuavi che era a Subiaco , ne partiva per fare una perlustra-
zione in quella parte, la stessa banda condotta da tale Emilio
Blenio Milanese ( che si dice fino a poco tempo indietro , aves-
se appartenuto , col grado di Capitano , all'armata regolare del
vicino Regno) , sorprendeva Subiaco : ei pochi Gendarmi e
Squadriglieri che vi erano rimasti , erano obbligati di ritirarsi
nella Rocca .
S'intimava l'arresto a Monsignor Manetti Vescovo e Ammi-
nistratore Apostolico dell'Abbazia, non che al Governatore lo-
20 ――
cale , con guardie a vista ; si adoperavano esortazioni e minac-
ce per la resa della Rocca, ma invano . Scorse non più di due
ore, tornava di gran corsa da Cervara il distaccamento dei Zua-
vi , e il Tenente Desclée , con un colpo di revolver atterrava su-
bito il Blenio .
Seguiva una mischia assai viva, in cui anche il Desclée ripor-
tava 4 ferite di pugnale . I Garibaldini poi avevano 3 morti, fra
i quali il Blenio , un ferito e 17 dei loro col sottocapo della
banda , di nome di Giorgio , restavano presi .
In tal circostanza i quattro Garibaldini ch ' erano stati posti
a guardia di Monsignor Vescovo , veduti disfatti i proprii com-
pagni, depositarono le armi in di lui mano e si costituirono
presso lui prigioni . Furono anche presi indosso al Blenio e al
di Giorgio documenti assai rilevanti .
Ma la banda principale, che si era accampata sui monti
tra la Sabina e la Comarca presso Nerola, tornava di quan-
do in quando ad infestare questo paese , e gli altri vicini di
Monte Libretti , Monteflavio e Moricone , e sempre più ingros-
sava . Il Tenente Colonnello De Charette ordinava una per-
lustrazione su quei punti , affine di conoscerne meglio le
mosse e le posizioni . Nel giorno 13 di Ottobre partiva per-
ciò da Monte Rotondo una colonna di 90 Zuavi , coman-
data dal Tenente Guillemin , e verso le 5 pomerid . giunge-
va a Monte Libretti . Era occupato il paese da un forte nu-
mero di Garibaldini ; incominciava la fucilata nel piccolo
Borgo , e i Zuavi col loro slancio superavano ogni ostacolo ,
e ricacciavano i Garibaldini entro il paese ; se non che la
porta di questo era barricata e avea luogo colà il più fiero
assalto . Restava ucciso il Tenente Guillemin ; cadeva a terra
semivivo e affetto di nove ferite il Sotto Tenente De Quelen ,
e intorno ad essi altri 10 Zuavi ; il loro Tromba Giuseppe
Mimmi ( romano ) , cui una palla di moschetto avea portato
21 -
via due dita della mano destra con la quale teneva lo stru-
mento , lo prendeva con la sinistra e proseguiva a suonare
la carica . Dall' altro lato il numero dei morti e dei feriti
era assai maggiore , sommando a più di 40 ; nondimeno al
sopravvenire della notte, non potendosi continuare l'assalto ,
il Sergente Maggiore Bach , il quale era rimasto al coman-
do della colonna , prese posizione in una delle case del
Borgo , e vi rimase fino al nuovo giorno per curare i pro-
prii feriti , mentre i Garibaldini ripararono tutti nell' inter-
no del paese . Nella mattina seguente poi il Sergente Mag-
giore Bach tornava con i suoi a Monte Rotondo , e i Gari-
baldini nello stesso giorno sgombravano Monte Libretti . In-
fatti essendosi avventurato a recarsi colà da Palombara il
Capitano Deveaux , col Tenente Poccioni dei Gendarmi , alla
testa di soli 50 Zuavi e alcuni Squadriglieri , in cerra del
Sotto Tenente De Quelen , non trovò più alcuno , e potè pre-
stare le ultime cure a quell'Ufficiale , e trasportarlo anche
seco a Palombara , evitando con molta astuzia un' imboscata ,
tesa loro sulla via da ben 300 Garibaldini .
Sembra che questi a Monte Libretti nel momento dell'as-
salto dei Zuavi non fossero meno di 1200 !
V.
Invasione della Provincia di Frosinone.
Verso la metà di Ottobre l'invasione , prendendo sempre
maggiori proporzioni , si estendeva anche alla Provincia di
Frosinone . Si erano già avuti avvisi di riunioni di bande sui
confini del prossimo Regno di Napoli , quando nel giorno 13
di detto mese venne a sapersi essere stata invasa Falvaterra .
Il Generale della 1ª Suddivisione si recò all'istante a Frosi-
- 22
none, ed anche in questa Provincia il suo arrivo era foriero
di un buon successo .
A Falvaterra, come da pertutto , dalle bande si teneva il
medesimo procedere : atterramento degli stemmi Pontificii ;
violenze ed ingiurie agl' impiegati governativi e ai sacerdoti ;
profanazione dei luoghi sacri ; depredazioni delle pubbliche
casse ; requisizioni forzose di viveri e di danaro.
Ben presto peraltro Falvaterra era lasciata libera , e solo
nel giorno 15 una banda più numerosa assaliva Vallecorsa.
Incontrava colà una grave resistenza , per parte di un distac-
camento di Gendarmi , comandato dal Capitano Lucidi ; era
costretta a ripiegare , pel sopraggiungere di altro distacca-
mento di Gendarmi e Squadriglieri, condotti dal Tenente Lo-
reti , ed infine essendo piombata sopra di essi agli Oliveti di
Morleta una colonna, composta di una Compagnia di Caccia-
tori e di una Sezione della Legione Romana, sotto gli ordini
del Capitano Garofolo , seguiva un combattimento , nel quale
i Garibaldini erano compiutamente vinti e fugati .
Il rapporto che di questo rimetteva il Tenente Colonnello
Giorgi, Comandante della Zona, al Generale De Courten , e che
da questo si spediva al Ministero delle Armi , era il seguente :
<< Frosinone 17 Ottobre 1867 .
« La colonna, comandata dal sottoscritto , composta della 3ª
«
< e 8ª Compagnia Cacciatori , e 3 Compagnia della Legione ,
<< partiva da Ceccano , nella mattina del 15 andante , e per-
<
«< correndo la via di San Sozio , siccome prescritta , giunse
<< poco dopo il giorno alla mola di Castro , ove fece sosta
<< per qualche tempo , essendo stalo prevenuto dal sig. Te-
« nente Loreti di Gendarmeria, residente a Castro , che i Ga-
<< ribaldini non erano più ai Monticelli , ma sul Monte Ti-
voletti , e che perciò aveva spedito sul luogo , per sapere
23 -
migliori indizii , persona di fiducia . In seguito di ciò feci
« sapere al ridetto Ufficiale gli accordi per il proseguimento
« del servizio ordinato .
<< Conosciutasi infine la vera posizione dei Garibaldini , il
<< Tenente nominato partì , con porzione della sua Squadriglia
<
«
< e Gendarmi , lasciando una frazione a Castro , ed occupò il
« Monte S. Angelo , mentre io colle tre Compagnie mossi
<< direttamente per Castro , facendo però deviare la 3ª Com-
<< pagnia ed una Sezione della Legione , comandata dal signor
<<< Tenente Pinezon du Sel , con ordine di appostarsi all'Oste-
<< ria di Castro , onde invigilare acciò i Garibaldini non aves-
<< sero sceso il monte, per prenderci alle spalle o per pren-
« dere altra direzione , e seguitare la marcia con l'8ª Cac-
<< ciatori e Sezione della Legione , comandata dal Capitano fino
<< a Castro ; ove giunto presi le disposizioni che vidi oppor-
« tune , osservando le mosse del nemico che potevano farsi
<< sopra il monte .
<< Ebbi avviso che Vallecorsa era fortemente stata attaccata ,
« e che quei pochi soldati , comandati dal Capitano Lucidi di
Gendarmeria, energicamente facevano una resistenza decisa .
<< fin dalle 9 del mattino , e dimandavan rinforzi , onde non es-
<< sere sopraffatti dal nemico .
<< Allora fu che credetti ordinare al sig. Tenente Loreti di
«
< Gendarmeria di scendere il Monte Rotondo, coll ' intera sua
<< colonna, per piombare sopra Vallecorsa dal lato di Pozzo
«< Corella, e quindi sopra gli Oliveti , ponendolo sull'avviso
che avrebbe molto facilmente incontrato dei fuggiaschi .
«< Ordinai al tempo stesso al Capitano Garofoli , che era in
<
<< appostamento all' Osteria di Castro , di partire all'istante
<< con l'intero distaccamento dirigendosi su Vallecorsa, e per-
« correndo lo stradale a mezzo monte del Vallone del Lamber-
<< to , e quindi per gli Oliveti di Morleta piombare sul nemico .
24
« Le suddette disposizioni furono fedelmente eseguite , e
« ne riuscì un felice effetto ; mentre Vallecorsa fu liberata
<< dai Garibaldini , i quali non omettevano sforzi per impa-
« dronirsene , e circa le 22 ore risalirono la montagna , sulla
quale ebbero l'incontro con i distaccamenti del Capitano
« Garofali e Tenente Loreti, che fecero pagare ben cara la
« loro impresa , lasciando sul campo molti morti e feriti e
« N. ° 6 Uffiziali , una sedicente guida di Garibaldi : molte
< armi e munizioni
« egualmente rimasero in potere della
<< truppa .
<< Nel combattimento di Vallecorsa i Garibaldini già aveano
<< sofferto gravi perdite , fra morti e feriti , e 4 prigioni .
<< Negli appostamenti di Castro si fecero 2 prigioni .
« Nella truppa si ha a deplorare la morte di due Gendarmi ,
«< e ferito uno Squadrigliere che dicesi ora morto .
<< Non posso per dovere tralasciar di fare i più estesi e sen-
<< titi elogi alla truppa , e ad ogni capo che prese parte in quel
<
«< combattimento , in ispecie per quello giunto col sottoscritto ,
<< osservando con quanta abnegazione , giustezza e disciplina
<<< ognuno dal lato suo dette prova di coraggio , e abbenchè
<
«< stanco e senza aver preso cibo , seppe con tanta energia
<
«< attaccare il nemico , da renderlo in men che si dice scompa-
ginato e ridurlo alla resa in posizione così difficile.
<< Sottometto il parziale rapporto del Garofoli , dal quale ri-
<<< sulta un elenco di coloro che ebbero maggior fortuna di di-
<< stinguersi a preferenza .
<< Con rispetto e subordinazione .
« Il Comandante la Zona
(f. ) P. S. Giorgi . »
Dagli arrestati Garibaldini si apprendeva che il capo delle
varie bande , le quali provenendo dal Regno di Napoli , inva-
25
devano la Provincia di Frosinone, era il sedicente Generale Ni-
cotera, altro Deputato al Parlamento di Firenze .
VI .
Stato delle cose in Roma - Tentativi di sommossa
Provvedimenti.
Il contegno delle popolazioni continuava dovunque ad es-
sere ammirabile , per la fedeltà ed affezione al Governo della
S. Sede . In molti luoghi dai paesani si chiedevano armi a fine
di respingere gl'invasori .
Tutte le truppe sì indigene che estere al servizio di VOSTRA
SANTITA' , gareggiavano nel desiderio di combattere , e i bril-
lanti successi , in ogni incontro ottenuti , aveano dato non dub-
bie prove del loro valore ; oltre che è di vera soddisfazione
poter dichiarare che, non ostante le privazioni , le fatiche ed i
pericoli che di continuo erano costrette ad affrontare , non ac-
cadeva fra esse una sola diserzione .
Ma il loro numero era scarso ; le malattie aumentavano ;
qualche stanchezza cominciava in generale a palesarsi . Dall'al-
tro lato le bande dei Garibaldini sempre ingrossavano , e ai 17
di Ottobre, essendosi arrestati alcuni di essi nelle vicinanze di
Monte Libretti , si trovò in dosso ad uno un brano di carta
ove era scritto : « Garibaldi è costì » . Infatti ben presto si
verificava che realmente egli aveva raggiunto col figlio Ric-
ciotti la banda , che era stata fino allora tenuta da Menotti , e
ne avea preso il comando in capo .
Oramai tutto il piano dell'invasione era chiaro . Dalla parte
di Viterbo l'Acerbi e dalla parte di Frosinone il Nicotera
non erano incaricati che di fare delle diversioni , ma il mag-
26
gior numero dei Garibaldini si era riunito nella Comarca, col-
l'intendimento di attaccare Roma.
Non si temevano le loro bande, quantunque assai numerose ,
perchè in ogni incontro erano state sconfitte ; tuttavia incomin-
ciavano gli animi a preoccuparsi dal prolungamento di una
lotta, di cui non si vedeva il termine , e viepiù ancora dall ' ap-
prendere che le truppe regolari del Re Vittorio Emmanuele si
agglomeravano , con cavalleria ed Artiglieria, al confine di Or-
betello e di Sora, e che varii loro battaglioni , ch'erano diretti
a Monte Orso ( paese di Sabina presso Corese ) nel percorrere
la via di ferro fra Orte e Borghetto , cantavano ad alta voce :
« Andremo a Roma Santa » .
Non si trattava più dunque di avere a fronte bande irrego-
lari, ma insieme con esse un Corpo di truppe regolari .
In verun luogo si smentiva pur un momento la divozione
verso il Governo di VOSTRA SANTITA' , ma non può dissimularsi
che la situazione diveniva ogni giorno più difficile , allorquan-
do si ebbe improvvisamente la notizia di un prossimo inter-
vento francese . Tale intervento verificandosi nell'istante del
maggior bisogno, cambiava di un tratto l'aspetto delle cose
e assicurava la vittoria, ma nel mentre si attendeva , non avreb-
bero potuto i Garibaldini e l'armata regolare dell'Italia ten-
tare di prevenirlo, con un assalto immediato e simultaneo con-
tro di Roma?
La prudenza quindi consigliava misure energiche e straor-
dinarie, per resistere a qualunque costo, e tutelare soprattutto
da un colpo di mano la Capitale.
Già in quei giorni si erano osservati circolare in questa cit-
tà non pochi forestieri da destare sospetti , ed a taluno di essi ,
arrestato dalla Polizia , eransi rinvenuti documenti da ritenere
che dall' esterno si cercava organizzare e promuovere una
sommossa nell' interno .
27
Si erano pure udite di notte esplosioni di petardi e di bom-
be per le vie . Si era scoperto qualche ammasso di armi.
Dopo averne pertanto riportato la Sovrana approvazione ,
il piano di difesa che si adottava per Roma era il seguente :
Si minavano i tre ponti sull'Aniene , che sono all'esterno
sulla via Tiburtina, Nomentana e Salaria .
Si garantivano le due bocche del Tevere nella città , con bat-
telli a vapore e opere di fortificazione.
Si costruivano ridotti esterni ad alcune porte , ed altre to-
talmente si chiudevano .
Si muniva, con una batteria sulla piattaforma esterna , l'en-
trata della via ferrata in città.
Nella parte della cinta terrapienata si coronavano i para-
petti , per metterne al coperto i difensori .
Nelle altre parti , ove la cinta si costituisce di muro isolato ,
si aprivano feritoie per la fucilata.
Si riparava con opere sussidiarie una vasta breccia , che ac-
cidentalmente si era fatta di recente nella cinta stessa presso
Porta S. Paolo.
Si piazzavano Artiglierie con apertura di cannoniere e co-
struzione di piatteforme .
Si riducevano alcune strade per il transito delle Artiglierie .
Quanto poi al Forte S. Angelo ;
Si bagnavano le fosse .
Riducevansi parapetti ed altre opere sussidiarie di fortifi-
cazione.
Si regolarizzava l'armamento .
Si stabiliva il necessario approvigionamento delle bocche da
fuoco .
Si muniva di vettovaglie e foraggi .
Analogamente a questo piano di difesa si distribuivano le
truppe della guarnigione in tre corpi, coi respettivi perimetri
28
di azione , linee di spiegamento per portarsi sui fronti asse-
gnati , linee di congiunzione tra corpo e corpo , e di ritirata .
La città Leonina, unitamente al Forte S. Angelo ch'è in es-
sa, era destinata come base di tutte le operazioni , e perciò ar-
mata coi più validi mezzi di difesa.
Non si poteva al tempo stesso dimenticare Civita Vecchia,
ove doveva approdare il Corpo di spedizione Francese , e però
inviatosi subito in quella Piazza qualche rinforzo di truppe ,
se ne affidava il comando al Colonnello d'Argy , della Legione
Romana ; si completavano e ponevano in istato di servizio le
fortificazioni , si fissava il piano di difesa , coordinando il cor-
rispondente armamento .
E qui è da notare che tanto il piano dei lavori di difesa per
Civita Vecchia, come quello per Roma , proposti dal Tenente
Colonnello Lana, Comandante del Genio Pontificio ( cui era
pur commesso dirigerne l'esecuzione) , venivano riveduti ed
approvati dal Generale Prudon , del Genio Francese , che pre-
cedendo il giorno 20 di Ottobre la spedizione , s'incaricava di
esaminarli , esortando a tener fermo sino all'arrivo di quella ;
e ben gli era facile di convincersi , come già la resistenza a
qualunque costo dal Governo Pontificio si fosse definitivamen-
te risoluta .
Nel giorno 22 gli opportuni lavori erano incominciati , e
una parte della guarnigione stava , d'ordine del Generale Zap-
pi, come nei giorni precedenti , per cautela , in ritengo nelle
caserme, pronta ad uscire a qualunque evenienza . Nelle ore
pomeridiane, presso indizii avuti dalla Direzione Generale di
Polizia, che nella vigna Matteini , tre miglia fuori Porta S. Pao-
lo , fosse nascosto un deposito di armi , s'inviava colà una co-
lonna, composta di Gendarmi e Zuavi , comandata dal Tenente
Colonnello Eligi , per impadronirsene, e giunta, sul far della
sera, in quel luogo , era accolta a colpi di fucile , che partivano
29 -
dalle finestre di alcune case annesse, ove si scorgeva trovarsi
riunite molte persone . Le case erano prese, non poche di
quelle persone arrestate , e si rinvenivano circa 200 fucili , 4
revolver e 8 casse di munizioni .
Nel tornare peraltro la colonna in Roma, si faceva incontro
ad essa, vicino al ponte della via di ferro , una turba di ar-
mati gridando : «< Chi viva » ; e alla risposta: « Gendarmi Pon-
tificii >> succedeva una scarica di armi da fuoco . I Gendarmi
in un baleno erano loro addosso e ne catturavano 12 , mentre
i nemici fuggivano verso la Porta S. Paolo . Nello stesso tem-
po si udiva all'improvviso una forte detonazione , e varii colpi
di fucile qua e là esplodersi nell'interno della città ; per cui
dubitandosi fosse avvenuta qualche sommossa , la colonna che
conduceva seco circa 40 arrestati e diversi carri di armi e
munizioni , sospendeva la sua marcia , fermandosi nella gran
casa adiacente alla Basilica Ostiense .
Infatti 8 verso le ore 6 e mezza pomeridiane erasi lanciata
da un incognito , che si salvava con la fuga, una bomba detta
all'Orsini in mezzo a un gruppo di Uffiziali , che trattenevansi
in piazza Colonna presso la gran Guardia; una banda armata
aggrediva il Campidoglio , altra la Porta S. Paolo , altra si di-
rigeva al Gazometro , ed altra al Trastevere .
Saltava in aria nel tempo stesso , per una mina , parte del
fabbricato della caserma Serristori , ove erano alloggiate più
Compagnie di Zuavi ; era invaso l'ospedale militare di S. Spi-
rito , ed aggredita l'abitazione di qualche pubblico impiegato .
Le vie si percorrevano da turbe che gridando : « Viva Gari-
baldi » , assalivano e malmenavano quanti militari isolati in-
contravano .
Se non che tali erano le istruzioni in precedenza date alle
truppe , tale fu la prontezza di queste nell'eseguirle appena ri-
30
cevuto l'avviso , che i disordini furono dovunque in poco d'ora
pienamente repressi o impediti .
La bomba detta all'Orsini , lanciata a piazza Colonna, la Dio
mercè non offese alcuno ; al Campidoglio la Guardia dei Cara-
binieri , avvertita dal Tenente Marchi dei Gendarmi , sostenne
bravamente , con un drappello di questi , l'impeto degli assali-
tori , uccidendone uno , ferendone altri e mettendo in fuga il
resto; la Porta S. Paolo, di cui una banda si era impadronita ,
nonostante la energica resistenza oppostale dai pochi uomini
di Linea che vi erano di guardia , venne bentosto ripresa dal
Capitano Rivalta dello Stato Maggiore , alla testa di due Com-
pagnie di Carabinieri, facendovi non meno di 40 arrestati :
furono respinti e sbandati quelli che attentavano al Gazome-
tro: non vennero derubati che alcuni fucili degl' infermieri al-
l'ospedale militare ; e in tanti diversi attacchi non si ebbero
a deplorare che la morte di un soldato di Linea e il ferimento
di un altro a Porta S. Paolo; l'assassinio di due Gendarmi ,
l'uno al Foro Romano , l'altro al ponte di ferro ; quello di un
soldato di Linea presso la via di Argentina, e il ferimento di
un Gendarme per la via della Lungara , per opera di sicarii ,
che, a meglio ingannare i militari , eransi in qualche luogo
anche travestiti con le divise delle truppe di Linea o dei
Zuavi.
Gravissimo era stato il danno prodotto dalla mina alla ca-
serma di Serristori , essendovi periti , oltre alcuni cittadini che
a caso passavano per la via , 24 militari , e rimastine feriti 10 ,
in gran parte italiani e addetti al concerto o alla Sezione fuori
di rango ; nondimeno sarebbe stato immensamente maggiore ,
se non si fosse trovata già uscita quella Compagnia che si era
condotta col Tenente Colonnello Eligi fuori di Porta S. Paolo .
In somma alle ore dieci della sera l'ordine dovunque era
ristabilito : si raccoglievano per le vie diversi fucili , lance ed
- 31
accette , gettate dai perturbatori : due di questi che erano rima-
sti uccisi, erano affatto sconosciuti ; varii degli arrestati si pa-
lesarono per forestieri .
Quanto al numero totale dei perturbatori non giungeva for-
se a 500 , poichè ciascuna delle loro bande , meno quelle del
Campidoglio e della Porta S. Paolo che erano più numerose ,
si componeva di circa 50 armati .
La popolazione di Roma , che sorpassa la cifra di 215 mila ,
rimase del tutto estranea al movimento ; anzi col suo conteguo
mostrò apertamente di riprovarlo .
E che poi tal movimento fosse stato in realtà organizzato e
promosso dall'esterno , si acquistò una prova anche più certa
nel giorno seguente , scuoprendosi che sui monti Parioli si ag-
girava qualcuno vestito di rosso . Subito veniva dal Generale
Zappi spedita in quel luogo una pattuglia di Carabinieri ( 42
uomini) , comandata dal Capitano Mayer , e in prossimità di
Acqua Acetosa , nella villa Glori , si trovavano circa 60 Gari-
`baldini , coi quali avea luogo una fiera mischia , essendosi , do-
po i primi colpi di fuoco , combattuto a corpo a corpo . Parec-
chi di quella banda restavano uccisi , fra i quali il loro capo
Enrico Cairoli e tal Mantovani di Pavia; altri 7 ne erano feriti ,
e fra questi un fratello del Cairoli , Capitano di Artiglieria nel-
l'armata regolare del Re Vittorio Emmanuele .
Dei Carabinieri riportava una grave ferita il Capitano
Mayer.
Nel giorno seguente ( 24 Ottobre ) essendo tornata colà
una colonna composta di Gendarmi , Cacciatori e Zuavi , ese-
guiva l'arresto di varii fuggiaschi , appartenenti a quella ban-
da , che nei loro esami narravano di essere venuti , sotto gli
ordini di Enrico Cairoli , in numero di circa 60 dalla Sabina ,
nel giorno 22 , pel Tevere sopra alcune barche; essere discesi
sulla riva sinistra presso Acqua Acetosa , con animo di atten-
32 -
dere il battello a vapore, che da Roma rimorchia le barche
che risalgono il fiume, e impadronirsene per entrare su que-
sto nella città, e sbarcare tutti uniti al porto di Ripetta ; ma
il battello a vapore in quel giorno, contro il solito , non esser
passato e però essere eglino restati colà , finchè vennero sco-
perti e battuti dalla truppa .
Si noti che gli appartenenti a questa banda erano o inge-
gneri , o possidenti , o studenti , e fra le carte del ferito Cairoli
si trovarono disegni o memorie sulla cinta di Roma , e suoi
punti più facili ad essere valicati .
Da qualche giornale si è menato gran romore del fatto dei
monti Parioli , levando a cielo la bravura della banda Cairoli ;
non si vorrà certamente negare per lo meno un ' eguale lode
alla pattuglia dei Carabinieri , comandata dal Capitano Mayer,
che essendo di forza minore riuscì a sbaragliarla !
In tale stato di cose il Generale Zappi , siccome Comandante
superiore militare della città , pubblicava il 23 di Ottobre una
notificazione, per proibire gli assembramenti e prescrivere le
norme da tenersi , ove si desse il segnale di allarme ; e nel
giorno 25 era ordinata la consegna di tutte le armi e procla-
mato lo stato di assedio .
Lo scopo di queste misure era per tutelare nelle persone e
nelle sostanze i buoni e leali cittadini , e per dare all'ammini-
strazione della giustizia un corso più spedito ed efficace .
VII.
Sèguito degli avvenimenti nelle Province.
Nella Provincia di Viterbo , alla vittoria di Bagnorea era suc-
ceduta, come altrove già si disse, una tregua ; ma nel giorno
11 di Ottobre una nuova banda rioccupava Acquapendente ,
33
donde immediatamente si ritirava, all' approssimarsi delle no-
stre truppe . Ma si conosceva essersi fermata presso Torre
Alfine , ove l'Acerbi aveva riunito sotto di sè non meno di
800 Garibaldini .
Nella notte tra il 15 e il 16 era attaccata a S. Lorenzo una
colonna di Gendarmi, e non ostante il coraggio spiegato nel
combattimento dal Tenente Vizzardelli , e che cadessero morti
o feriti parecchi Garibaldini , pure aveva quegli dovuto , in-
nanzi a forze molto superiori , ritirarsi verso Bolsena .
Nel giorno seguente era invasa dalla sedicente Legione Ro-
mana la stazione della ferrovia , e poi la vicina città di Orte ,
e il Comandante di quella orda , Giovan Filippo Ghirelli , che
s'intitolava Commissario straordinario ed era Maggiore nel-
l'armata regolare dell' Italia , emanava subito le seguenti
disposizioni :
I.
PROGRAMMA
<< In nome del popolo Romano , regnante S. M. Vittorio
<< Emmanuele II , per la divina Provvidenza e volontà nazio-
« nale , Re d' Italia.
<< Cittadini !
« Perchè le armi liberatrici non vadano discompagnate nep-
« pure breve ora dall'ordine , che è supremo attributo della
«< libertà , io assumo il Governo provvisorio dei Comuni oc-
<< cupati dalla Legione Romana .
<< A voi, figli di quel popolo che dettò al mondo la genesi
« della legge, non rammenterò , che le è dovuto il rispetto e
« l'osservanza di tutti .
34 -
<< Cittadini !
« Il poter temporale dei Papi ha cessato di esistere . Roma
<< saluta l'aurora della sua rinnovazione. Noi non veniamo
<< ad imporre preconcetti disegni . Esuli ritorniamo alle no-
«< stre case, e nelle pieghe della gloriosa bandiera che sven-
<< tolò al sole di Palestro , di S. Martino , di Marsala e di Cala-
« tafimi , di Capua e di Castelfidardo , noi vi rechiamo l'arbi-
<< trio di decidere le vostre sorti .
« Il Commissario straordinario
(f. ) Giov . Filippo Ghirelli . »>
II.
<< In nome del popolo Romano , regnante S. M. Vittorio
<< Emmanuele II , per la divina Provvidenza e per la volontà
<< nazionale , Re d'Italia .
<< Il Commissario straordinario
« Considerando :
<< Che i pesi risultanti dal mantenimento delle armi libera-
trici devono essere a carico degli oppressori .
<< Considerando :
<
«< Che la mano morta fu uno dei più potenti presidii del po-
<< tere temporale, e che immobilizzando la proprietà si sottras-
<< se all'ordinario contributo , cui tutte le possidenze private
<< soggiacquero ;
DECRETA
È imposta sulla mano morta , canónicati , benefizii ,
<< Art. 1 ° 它
<< conventi e congregazioni di ogni specie, eccettuate le istitu-
< zioni cui è inerente cura di anime, nel Governo di Orte , la
<
«
<< tassa straordinaria di guerra di Lire venticinquemila .
35
« Art . 2º La tassa dovrà essere pagata entro 6 ore.
0
« Art . 3º L' Intendenza , coll'intervento dell'Avvocato Fisca-
<
«< le militare , curerà l'esecuzione del presente decreto .
<< Dato e pubblicato in Orte , questo giorno 17 Ottobre 1867
<< alle ore 8 del mattino .
Il Comandante la Legione Romana , Commissario straordinario
(f. ) Giov . Filippo Ghirelli . »
Costui nel giorno seguente , dopo commesse tutte le possibi-
li estorsioni, all'avvicinarsi di una colonna di truppe Pontifi-
cie , spedita da Viterbo , se ne fuggiva , trascinando prigionie-
ri diversi sacerdoti del luogo in mezzo alla sua banda , non mi-
nore di 800 uomini .
Alla stessa epoca alcuni Garibaldini si erano mostrati ad
Ischia e a Farnese , ed accorso colà un forte distaccamento di
Gendarmi , Linea e Zuavi , avveniva il giorno 19 un fatto d'ar-
mi presso i Cappuccini di Farnese, in cui i Garibaldini aveano
7 morti , diversi feriti e 3 arrestati . Dal canto nostro si deplo-
ravano due feriti , uno dei quali il Sotto Tenente Du Fournel dei
Zuavi, passato da 14 colpi di baionetta, cessava di vivere a Va-
lentano .
Questo giovine Uffiziale aveva fatto prodigii di valore . Il suo
conforto era quello di morire pel Santo Padre e che suo fratel-
lo, Capitano nello stesso Reggimento , sarebbe stato contento di
lui : domandava che il suo corpo fosse mandato a S. Lorenzo,
il suo cuore alla famiglia.
Anche a Borghetto , presso Civita Castellana, aveva il giorno
21 a sostenersi uno scontro da alcuni distaccamenti di Gendar-
mi , sotto gli ordini del Tenente Morettini , e di truppa di Linea,
comandati dai Tenenti Testa e Gambini, incaricati di proteg-
gere gli operai che disfacevano un tratto della via di ferro . I
Garibaldini lasciarono un morto e 4 feriti , fuggendo pel ponte
- 36
Felice , donde fino allora erano stati incoraggiati a resistere
dalle grida del vicino posto delle truppe regolari .
Finalmente il giorno 23 si ebbe la notizia che lo stesso Acer-
bi si avanzava , col grosso dei suoi , da Torre Alfine verso Viter-
bo , ed era giunto a Celeno . Si stava all'erta e se ne vegliava-
no le mosse, per cogliere il momento e il luogo migliore in cui
affrontarlo ; ma nella notte tra il 24 e il 25 , essendosi inviato
in riconoscenza il Tenente Fabiani con una pattuglia di Drago-
ni sulla via di Celeno , ben presto tornava di galoppo in Viter-
bo , riferendo che a un miglio e mezzo circa lontano da quella
città si era fatta lor sopra una scarica, per cui era rimasto un
Dragone ucciso , un altro ferito , ed egli pure aveva riportato
una leggiera offesa in una mano. Tutto all'istante era apparec-
chiato per resistere all'attacco ; ed infatti questo avea luogo si-
multaneamente su varii punti , e si riusciva dai Garibaldini an-
che ad incendiare una delle porte della città . Nondimeno sì
valida era la difesa diretta dal Colonnello Azzanesi , che i Ga-
ribaldini , quantunque in numero di circa 800 , erano costretti
a ritirarsi , colla morte di un loro Uffiziale superiore , di nome
de Franchis, e di altri , con diversi feriti , colla prigionia di 40
dei loro , e colla perdita di molte armi , munizioni , cavalli e
dell'intera ambulanza .
Mentre ciò accadeva nella Provincia di Viterbo , nell'altra di
Frosinone apparivano di nuovo i Garibaldini , tra il 18 e il 20
di Ottobre , a Falvaterra , a Trisulti e nel Territorio di Veroli ,
ma eran tenuti a bada dalla Gendarmeria e dagli Squadriglie-
ri , non occupavano alcun paese, nè osavano di avanzare fino
al giorno 25 , in cui , divenuti sempre più numerosi , estende-
vano la loro invasione sopra tutti i paesi del confine .
Il Maggior Lauri di Gendarmeria, con una colonna di Gen-
darmi, Dragoni e Squadriglieri , precedendo le altre truppe ,
accorreva contro di loro , spingendosi fin dentro Monte San
37 -
Giovanni . Ivi assalito da forze molto superiori non solo le
respingeva , ma cagionava ad essi la perdita di 7 morti e parec-
chi feriti , allorchè improvvisamente gli perveniva l'ordine del
Generale De Courten di retrocedere e di fare ritorno a Fro-
sinone.
Era questa la conseguenza degli avvenimenti di Roma e
della Provincia di Comarca .
Dopo il fatto di Monte Libretti, i Garibaldini che si erano
sparsi in quei dintorni , sempre più erano aumentati per i con-
tinui rinforzi che giungevano ad essi dalla parte di Terni . Si
diceva che viaggiassero sulla via ferrata con biglietto gratui-
to e per loro uso esclusivo . La stazione di Corese era stata
invasa ; le comunicazioni al di là di Monte Rotondo per la via
ferrata interrotte ; era quindi necessario prendere novamente
l'offensiva contro di loro , e di ciò s' incaricava il Tenente Co-
lonnello De Charette , che nella mattina del 18 si recava ad
attaccarli con una colonna di Gendarmi , Zuavi , Carabinieri e
Legionarii a Nerola .
Il successo di questa giornata era completo, e il rapporto
che spediva il Tenente Colonnello De Charette ( il quale in tale
occasione ebbe sotto di lui il cavalio ucciso) è il seguente :
<< Comando dalla Zona militare. Nerola, 18 Ottobre 1867 .
<< Siamo partiti stamane da Monte Libretti alle ore 6 1/2 an-
<< timeridiane , dopo aver lasciato in questo luogo , da me scel-
<< to come base secondaria di operazione , numero 50 Carabi-
<< nieri , comandati dal Tenente Dupâquier. Divisa la truppa
«< in due colonne , comandate l'una dal Maggiore de Troussu-
« res, e l'altra dal Maggiore Cirlot , ci siamo diretti su Nero-
« la , tenendo una colonna la linea dei monti , e l'altra la
<< strada che da Monte Libretti conduce su Nerola . Giunto su
<
< Nerola , ad una certa distanza , ho fatto
« distaccare i Cara-
«< binieri è li ho incaricati di proteggere il fianco destro .
38
«< La colonna comandata dal Maggiore Cirlot formava il cen-
<
« tro , e quella dell ' altro Maggiore de Troussures formava
<< l'ala sinistra della linea ; io ho marciato colla colonna del
<< centro, composta delle Compagnie della Legione Romana .
« Alle ore 10 1/4 ci siamo tutti contemporaneamente tro-
<< vati sotto Nerola , ed ha avuto luogo il principio dell'at-
<< tacco . Il fuoco si è incominciato con molto calore) e con
«< molto calore ha pur proseguito durante l'azione . Il nostro
<< pezzo di artiglieria, che aveva fatto marciare con la colon-
<«< na dell'ala sinistra , ha tirato colpi superbi sul castello (che
<< trovasi in luogo molto elevato sul centro del paese) sinchè
dopo le 11 e 3/4 una bandiera bianca è stata elevata su
« questo castello ove tutt' i Garibaldini eransi rinchiusi . Sia-
«
< mo allora entrati nel paese e , preso possesso del castel-
«< lo , abbiamo occupato Nerola militarmente , stabilendo tutta
<< la necessaria linea degli avamposti all'intorno .
« In questo attacco tutti si sono distinti per valore e co-
raggio , ed il grido di VIVA PIO IX ! era l'espressione di tutti
<< durante l'azione ; tra gli altri si sono distinti maggiormente
<< il Maggiore Cirlot della Legione Romana , nonchè il Tenente
<
«< de Quatrebarbes di Artiglieria . I Garibaldini arrestati ascen-
<< dono a 134 .
<< Vi sono stati 2 morti , l'uno dalla parte dei Garibaldini ,
«< e l'altro dalla parte della Legione . I feriti poi ascendono
« a 9 della Legione Romana (tra i quali gravemente il Tenen-
<< te Echemann della Legione stessa , mediante una palla che
<< lo ha colpito alla spalla sinistra) e due dei Gendarmi : l'uno
<
«< di questi ultimi è il Capitano Celli , che ha avuto una palla
<«< sul fianco sinistro . Ad eccezione di questi due Uffiziali , gli
<< altri Uffiziali sono tutti riusciti incolumi dall' attacco . I Ga-
<
«< ribaldini poi hanno avuto 10 feriti , i quali saranno trat-
<<< tati con tutti i riguardi .
39
<
«< I Garibaldini erano quivi comandati da un certo Conte
« Valentini di Aquila, ch'è pure in nostre mani : ed esso si
« è battuto valorosamente .
<< Il Capitano Thomalé del Reggimento Zuavi è stato il pri-
« mo ad entrare in castello . »
« I Garibaldini si trovano fra Monte Flavio , Montorio Ro-
<< mano e Moricone ; credo e spero che ci verranno ad attac-
<«< care, ma non ne lascierò loro il tempo ; essi sono presso
« a poco 3,500 .
<< Il Comandante la Zona
« De Charette » .
Sebbene però una parte dei Garibaldini fosse stata battu-
ta a Nerola , pure , come si è detto , le loro numerose bande
proseguivano a percorrere tutti i paesi vicini , e nel gior-
no 24 invadevano la stazione di Monte Rotondo , facendone pri-
gioniero il picchetto di guardia . Reciso nello stesso momento
il filo telegrafico , rimasero interrotte le comunicazioni anche
tra la Capitale e Monte Rotondo, ove trovavasi una guarnigio-
ne comandata dal Capitano Costes , composta di due Compa-
gnie della Legione di Antibo , ed una di Carabinieri , di una
Sezione di Artiglieria e di un plotone di Dragoni , oltre alcu-
ni Gendarmi : in tutto circa 370 uomini .
Alle ore 6 antimeridiane del successivo giorno , Monte Ro-
tondo era furiosamente assalito dal Generale Garibaldi in per-
sona, alla testa per lo meno di 5000 dei suoi .
+
La posizione del paese ne faceva la difesa , sicchè l'assalto ,
nonostante l'enorme differenza delle forze , si prolungò per
tutta la giornata, con gravissime perdite dei Garibaldini che
non avevano Artiglierie , e con poche dalla parte dei no-
stri . Esso proseguiva ancora nel giorno appresso . Il Tenente
de Quatrebarbes , Comandante la Sezione di Artiglieria , era
- 40
ferito mortalmente ; il suo Maresciallo d'alloggi (Massei) ucciso ;
gli avamposti si erano dovuti ritirare ; la porta del paese era in
fiamme; e le truppe della guarnigione eransi ridotte nel pa-
lazzo Ducale . Allora essendosi dai Garibaldini appiccato il
fuoco pure alle porte di questo e intrapresi i lavori per mi-
narlo ; il Capitano Costes, onde evitare un ' ulteriore ed inutile
effusione di sangue , domandò di capitolare . Subito fu invaso
il palazzo dai Garibaldini, che non volevano dar quartiere
ad alcuno , e a gran fatiça poterono i loro eccessi venir fre-
nati dai capi .
In seguito i prigionieri erano tradotti nel Duomo , e nel
tragitto, quantunque già disarmati , veniva barbaramente uc-
ciso un soldato della Legione di Antibo , ed eran feriti un al-
tro di essa ed un artigliere .
Garibaldi a cavallo entrava nel Duomo , e ordinava avessero
fine le stragi, confessando che ai suoi la vittoria di Monte Ro-
tondo era costata assai cara.
Si crede che non avessero meno di 400 fra morti e feriti !
Inoltre i prigionieri erano scortati a Corese, e consegnati
dai Garibaldini alle truppe regolari italiane che li riceveva-
no; e in mezzo a continue ingiurie , perchè non volevano darsi
per disertori, erano accompagnati sino al Forte di Varignano
presso la Spezia .
Nella notte tra il 25 e 26 , nell'ansietà in cui già si stava in
Roma di aver notizie della guarnigione di Monte Rotondo , era
stata spedita a quella volta una Compagnia della Legione Ro-
mana, comandata dal Capitano Derostu ; ma essendosi questa
incontrata , dopo poche miglia sulla via Salaria , con forti di-
staccamenti Garibaldini , deviava prendendo con molta de-
strezza la via Nomentana ; poscia traversando i boschi , sem-
pre nella direzione di Monte Rotondo , perveniva sotto le mura
del paese, nel momento stesso in cui la guarnigione avea do-
41 -
vuto capitolare . Si attaccava il fuoco tra la Compagnia Dero-
stu e gli avamposti , allorchè sopravvenendo contro di essa
(che contava non più di 85 uomini ) un intero Battaglione , il
Derostu riusciva con lievi perdite e in buon ordine ad ese-
guire un'abilissima ritirata .
Appresso ciò , nelle ore pomeridiane del giorno 26 , ad onta
della stanchezza delle nostre truppe, partiva ancora per Monte
Rodondo una colonna comandata dal Colonnello Allet , com-
posta di alcune Compagnie di Cacciatori , Linea , Zuavi e
Carabinieri con 4 pezzi di Artiglieria e uno squadrone di
Dragoni ( in tutto circa 1140 uomini ) , e si avanzava , res-
pingendo qualche distaccamento Garibaldino, fino alla sta-
zione della ferrovia che è in vista del paese : nondimeno "
trovata la posizione di già fortemente occupata da bande nu-
merosissime , scambiati alcuni colpi , ripiegava essa pure , se-
condo le istruzioni avute di non impegnarsi in un combat-
timento con forze troppo disuguali , prontamente sulla Ca-
pitale.
VIII .
Sèguito degli avvenimenti in Roma - Arrivo del Corpo di spedizione
Francese - Combattimento in Mentana.
Costà infatti l'ardore con cui si vedevano proseguire le
opere di difesa , e la proclamazione dello stato di assedio
preoccupavano gli animi dei buoni cittadini .
Nella notte qua e là ancora si udivano esplosioni di bom-
be , e in via della Campana un di coloro che le lanciava
ne rimaneva colpito e morto . Portava sulle spalle una bi-
saccia di tela , entro la quale un'altra bomba ; era vestito
da marinaro e da nessuno conosciuto.
- 42
Poscia di pieno giorno veniva proditoriamente ucciso nel
Trastevere un Zuavo ; e volendo poco dopo penetrare la Gen-
darmeria in una prossima casa , abitata da tal Ajani , fab-
bricatore di drappi di lana , ove si sospettava trovarsi riu-
nite molte persone a mal fine e un ammasso di armi , in-
contrava la più seria resistenza, dimodochè doveva chiamare
in sostegno una Compagnia di Zuavi . Quelli che erano in
casa Ajani esplodevano colpi di fuoco e lanciavano bombe
dalle finestre taluno dei Zuavi si mostrava sì coraggioso ,
da prendere in aria con le mani le bombe mentre erano lan-
ciate , e due ne restavano feriti . Alla fine la casa era oc-
cupata ; diversi di quella conventicola si salvavano con la
fuga, altri , che ancora facevan prova di resistere colle armi ,
erano uccisi e parecchi arrestati . In detta casa si rinveni-
vano fucili , revolver , lance , picconi , pugnali , distintivi di
gradi militari e una quantità di munizioni .
Sebbene peraltro simili fatti fossero gravi , tuttavia le mag-
giori apprensioni venivano dopo la caduta di Monte Rotondo,
dal sempre più ingrossare delle bande Garibaldine da quel
lato a poche miglia da Roma ; e dagli indizii , che ad ogni
momento si rendevano più manifesti , di una imminente in-
vasione per parte delle truppe regolari del Re Vittorio Em-
manuele .
Umiliatasi pertanto a VOSTRA SANTITA' , il giorno 27 di Ot-
tobre, la proposta di concentrare tutte le truppe Pontificie
in Roma e nella Piazza forte di Civita Vecchia , per non espor-
le ad essere isolatamente sopraffatte, e a maggiore tutela del-
la Capitale , quantunque al Paterno Suo Cuore ripugnasse
che fossero lasciate anche per poco le Province in balia
degl' invasori , pure nella sua alta prudenza credeva di an-
nuirvi.
43
Il movimento era subito eseguito : tutte le truppe Ponti-
ficie si concentravano nei luoghi indicati , e metteansi in o-
pera tanto all' esterno che nell ' interno ulteriori misure di
precauzione.
Le vie ferrate dai lati di Orbetello e d' Isoletta in varii
tratti , dietro il passaggio delle truppe , erano disfatte .
Collocavansi vedette sulle maggiori sommità della Capita-
le, per sorvegliare le mosse dei Garibaldini , di cui qualche
drappello da Monte Rotondo scorreva fino alla linea del-
l' Aniene .
Si rompeva il ponte Salario su quel fiume .
Si stabilivano alcuni avamposti nei punti più importanti
fuori della città, affidandosene il comando al Maggiore Ca-
stella dei Carabinieri .
Eran disposte continue perlustrazioni di forti distaccamen-
ti notte e giorno nei dintorni .
Si provvedea con alcune subitanee modificazioni nelle uni-
forme , specialmente dei Gendarmi e dei Zuavi , a prevenire,
in caso di altri tentativi di sommossa, nuovi inganni .
Tutta la guarnigione si teneva sempre pronta dal Gene-
rale Zappi ad accorrere al primo segnale di allarme ove ,
secondo il piano di difesa , era stala destinata.
L'ordine nelle Province, appena accaduto il ritiro delle
truppe Pontificie ( con gran rammarico delle popolazioni )
non venne in alcun modo turbato ; ma nel giorno 28 Ni-
cotera si avanzava colle sue bande a Frosinone , donde pas-
sava il 29 a Velletri . Gli altri capi di bande minori Orsi-
ni , Antinori e Pianciani , invadevano Palestrina, Genazzano ,
Subiaco , Arsoli e Tivoli . Acerbi entrava a Viterbo .
È superfluo di ripetere che da per tutto si rinnovavano le
solite violenze . Alloggi , viveri e foraggi gratuiti , spoglio
delle casse e imposizioni straordinarie . Frattanto la sera del
44
28 la flotta Francese , col Corpo di spedizione , era in vista
nelle acque di Civitavecchia ; il 29 principiava lo sbarco , e
la sera del 30 una parte delle truppe Francesi giungeva in
Roma.
Quasi contemporaneamente veniva a sapersi che le trup-
pe regolari italiane si erano avanzate e aveano occupato Acqua-
pendente , Civita Castellana e Frosinone .
L' iniqua invasione di queste truppe , se era motivo d'in-
dignazione nell' animo di ognuno , non diminuiva punto la
fiducia sull'esito dei futuri avvenimenti , e la calma in ge-
nerale cominciava a rinascere. L'accoglienza che si faceva in
ogni luogo alle truppe Francesi era per parte di tutti la più
festiva : proveniva ciò da un sentimento universale di gra-
titudine e da quelle simpatie che con la loro eccellente con-
dotta le stesse truppe già fra noi per lo passato si erano
acquistate .
Solo nella sera del 30 aveva in Roma a lamentarsi il vi-
le operato di un assassino che, dalla finestra di un'osteria ,
poco lungi dalla caserma Serristori , esplodeva un colpo di
fucile contro un distaccamento di Zuavi , che andava in per-
lustrazione, producendo una mortale ferita al Capitano Du
Fournel che lo guidava . Duole di rammentare con quale
impeto in tal circostanza la truppa irrompesse in quell' oste-
ria, e i danni e le offese che ne derivarono, forse anche a
persone innocenti , ma la colpa di ciò non potrà ricadere
che sopra colui che col suo delitto ne era stato la cagione.
Il Capitano Du Fournel ben presto cessava di vivere .
Prode ufficiale, che più volte aveva dato prove del suo co-
raggio a fronte dei Garibaldini , e che nella stessa mattina
del 30 , facendo celebrare nella Basilica Vaticana una messa
in suffragio di suo fratello , caduto poc' anzi gloriosamente a
Farnese, manifestava con tutti il suo più vivo desiderio es-
45 -
sere quello di averne eguale la sorte, morendo in servizio
del Santo Padre !
Dopo l'arrivo del Corpo di spedizione Francese, il primo
pensiero che si aveva era di ordinare il ritorno delle trup-
pe Pontificie nelle Province ; e il Generale De Courten , con
una colonna composta di Gendarmi, Cacciatori , Legionarii ,
una Sezione di Artiglieria e un plotone di Dragoni, muove-
va il giorno 30 per Albano verso Velletri .
Nicotera nel giorno 2 Novembre abbandonava questa cit-
tà, dirigendosi con i suoi a Valmontone , e pareva che anche
le altre bande di Orsini e di Antinori tendessero a fare un
movimente di concentrazione sopra Tivoli , per avvicinarsi al-
le forze principali , comandate dal Generale Garibaldi fra Mon-
te Rotondo e Mentana .
Già si era conosciuta la urgente necessità di portare con-
tro questo un colpo decisivo , per reprimerne l'audacia e por-
re in tal modo un freno alle vandaliche imprese . Quindi il
Generale Pro-Ministro prendea senza indugio la determina-
zione di mettersi egli alla testa di una colonna di truppe,
onde combattere i Garibaldini nel luogo stesso , da dove si
vantavano voler procedere alla conquista di Roma.
Si lasciava perciò sotto gli ordini del Tenente Colonnello
Giorgi la colonna ch'erasi diretta a Velletri , e si richiamava
il Generale De Courten per dargli il comando di una briga-
ta, che nella mattina del 3 doveva partire da Roma per
Mentana.
Quanto poi ai particolari del combattimento che ivi ebbe
luogó , non si crede potersi dipartire dal rapporto , che già
intorno ad esso fu umiliato il 12 Novembre decorso dal Pro-
Ministro delle Armi a VOSTRA SANTITA' , e che qui ancora, a
1
complemento di storia , si riporta .
46
« ...... Fatto consapevole di questo mio progetto il Gene-
rale in capo delle truppe Francesi sig . Conte Failly , esso
mostrò desiderio di appoggiarci con una colonna di truppe
Francesi , la quale soprattutto ci avrebbe guarantiti contro una
sorpresa di altre bande, che in buon numero già trovavansi
a Tivoli e che , in tempo informate, avrebbero potuto , nel
mentre si operava verso Monte Rotondo , attaccarci alle spalle.
« La colonna Pontificia , messa sotto gli ordini del Gene-
rale De Courten , fu composta nel modo seguente:
<< Due Battaglioni di Zuavi , comandati dal Colonnel-
lo Allet, del complessivo di teste . >> 1500
« Un Battaglione Carabinieri esteri , sotto gli ordini
del Tenente Colonnello Jeannerat . >>> 520
« Un Battaglione della Legione Romana, sotto gli or-
dini del Colonnello Conte d'Argy . · >>>> 540
< Una Batteria , composta di 6 pezzi d'Artiglieria , co-
«
mandata dal Capilano Polani . >>>> 117
<< Uno Squadrone di Dragoni di 4 plotoni , sotto gli
ordini del Capitano Cremona . · >> 106
<< Una Compagnia di Zappatori del Genio , comandata
dal Capitano Fabri . 80
« Più Gendarmi . 50
Totale N. 2913
« La colonna Francese che ci seguiva come riserva , coman-
data dal Generale di Brigata Barone de Polhès , era compo-
sta del
« 2º Battaglione de' Cacciatori a piedi , Comandante Comte.
<< 1° Battaglione del 1° Reggimento di Linea, sotto gli or-
dini del Colonnello Fremont .
<< 1º Battaglione del 29mo di Linea , comandato dal Tenente
Colonnello Saussier.
47 -
<< Due Battaglioni del 59m⁰ di Linea, sotto il comando del
Colonnello Berger.
<< Più un plotone del 7mo Cacciatori a cavallo , Comandante
Wederspach-Tor .
<< Un plotone di Dragoni pontificii , comandato dal Sotto Te-
nente Belli .
<< Una mezza batteria d'Artiglieria , che formavano il totale
di circa 2000 uomini ; di modo che il complessivo delle due
colonne giungeva alla cifra di quasi 5000 uomini .
<< Sortimmo alle 4 antimeridiane da Porta Pia, dirigendoci
al di là del ponte Nomentano , sulla strada che conduce a
Mentana .
Sorpassato questo ponte , diedi l'ordine al Maggiore dei
Zuavi , de Troussures, di portarsi con tre Compagnie del suo
Reggimento lungo il Teverone sulla via Salara, e con pre-
cauzione avanzando per essa , operare per quella via una uti-
lissima diversione al nemico , mentre io l'avrei fatto attaccare
dal lato opposto .
« L'avanguardia della principale colonna , preceduta da
un plotone di Dragoni , sotto il comando del Tenente De la
Rocchette, fu composta di tre Compagnie di Zuavi , sotto il
comando del Maggiore De Lambilly , e di una Sezione di Ar-
tiglieria, comandata dal Tenente Cheynet.
<
«< Il némico , che andavamo ad affrontare , era militarmente
accampato , attendendo un attacco , ed anzichè accennare a ri-
tirata, predisponeva i suoi concentramenti verso Tivoli . Pre-
venuto , dai suoi esploratori , delle mosse delle nostre colon-
ne, si accinse a farci fronte . Le barricate infatti , rinvenute
tanto a Mentana , che a Monte Rotondo ed i suoi avamposti ,
evidentemente confermarono di essersi egli trincerato in luogo
assai ben munito per attenderci .
- 48
« A tre quarti circa dopo il mezzo giorno , ed a 4 chilome-
tri da Mentana , l'avanguardia incontrava i primi posti Gari-
baldini, situati in posizioni favorevolissime sulle alture che
dominano la strada, per la quale marciavamo .
<<< I nostri Zuavi , senza punto esitare, si gettarono su quella
prima linea del nemico, contro il quale a poco a poco tutto
il Reggimento dei Zuavi veniva impegnato . In questo pri-
mo scontro non molti furono i colpi tirati , perchè il ne-
mico , rapidamente investito alla baionetta , venne ricacciato
da quelle sulle altre non lontane alture . In tale primo attacco
rimaneva subito vittima il Capitano De Veaux , il quale alla
testa della sua Compagnia fu colpito da una palla che gli at-
traverso il cuore .
Questo più che impetuoso attacco venne sostenuto dal
Battaglione Carabinieri esteri , del quale una Compagnia prese
la sinistra della strada, mentre le altre venivano lanciate sulla
dritta . In pari tempo due colonne della Legione , con un fuoco
assai ben diretto , scacciavano i Garibaldini , che da un vicino
bosco molestavano con una nudritissima moschetteria la co-
lonna del nostro fianco sinistro .
<< Sloggiato il nemico in disordine dalle sue prime posizio-
ni, veniva formandosi al coperto ed in forti masse entro il re-
cinto murato della vigna Santucci ; ma ivi pure i Zuavi , con.
irresistibile slancio , presero d'assalto il recinto ed in poco tem-
po se ne impadronirono. Il Tenente Colonnello De Charette.
in tale occasione trovossi alla testa dei Zuavi all'attacco , e il
di lui cavallo riportava tre colpi di fuoco , mentre il Colon-
nello Allet in tutta l'azione si sforzava a mantenere la com-
pattezza nei suoi troppo ardenti soldati .
«
<
< Fin dal principio il combattimento era stato secondato
dalle scariche di un pezzo di Artiglieria, il quale situato so-
pra un'altura a sinistra della strada, da questa dirigeva i suoi
49
colpi sul più folto dei nemici che si riordinavano alla vi-
}
gna Santucci , e non taceva che al momento in cui il rapido
avanzarsi della nostra Fanteria pericoloso ne avrebbe reso il
proseguimento del fuoco .
<
«< Giunta tutta la colonna all'altezza della vigna Santucci,
sopra un colle alla sinistra della strada, a circa 800 metri da
Mentana, vi fu collocato un obice , il quale ben presto venne
raggiunto da due pezzi rigati di Artiglieria francese , scortati
da due Compagnie di Cacciatori a piedi , e con quest' Artiglie-
ria lanciando colpi sul castello di Mentana , in pari tempo
controbatterono l'Artiglieria nemica.
<< Quasi contemporaneamente altro pezzo di Artiglieria pon-
tificia veniva collocato sulla strada , a 500 metri di distanza
da Mentana, e giudicando che anche la vigna Santucci pre-
sentava un vantaggioso terreno pel collocamento di una Se-
zione, diedi ordine di piazzare la 3ª Sezione della Batteria Po-
lani , la quale con ottimo successo congiunse i suoi fuochi coi
pezzi , a poca distanza appostati sull' altura , alla sinistra .
« Nel frattanto la brava nostra Fanteria, con sempre più
crescente ardore, avanzava verso Mentana , mirando di guada-
gnare terreno tanto sulla dritta , che sulla sinistra di questo
solidissimo castello . Il nemico però avvedutosene sviluppò
due forti colonne per attaccare entrambi i nostri fianchi , e vi
riusciva, specialmente all'ala dritta ; di modo che il Battaglio-
ne Carabinieri , il quale si era spinto avanti in un oliveto a
pochissima distanza dall ' abitato , ben presto si trovò fra due
fuochi ; ma non per questo , e quantunque subisse gravi per-
dite, per nulla cedè del conquistato terreno .
Seguiva questo Corpo , come volontario , il bravo Colon-
nello De Courten , il quale, quantunque da più anni ritirato dal
servizio , volle a piedi come semplice soldato dividere le fati-
che di tutta la campagna .
4
50
<< In questo attacco il Battaglione suddetto ebbe più d'ogni
altro Corpo uomini fuori di combattimento , e fra questi il
maggiore Castella, che essendo alla testa di alcune Compagnie
di detto Corpo , ebbe il suo cavallo ucciso sotto di sè , ed egli
pure vi rimase ferito .
<< Anche un plotone de' Dragoni , comandato dal Tenente
De la Rocchette, aveva seguito una colonna di tre Compagnie
della Legione, comandata dal Maggiore Cirlot, la quale dal
Generale De Courten veniva diretta sul fianco dritto di Men-
tana, per tagliare al nemico la comunicazione con Monte Ro-
tondo ; ma la Cavalleria non potè raggiungere il fine della
sua missione, stante la difficoltà del terreno .
<
«< Erano già circa le 3 e mezza pomerid . , e fu allora che non
avendo quasi più riserva, giacchè il Colonnello d' Argy della
Legione Romana, che sosteneva tutto il peso di sorvegliare
il nostro centro , era rimasto con piccolissime forze , invitai
il Generale de Polhès ad appoggiare entrambe le nostre ali .
I Francesi, che impazienti sino a quel punto avevano assistito
ai nostri progressi, in un attimo , coll ' abituale loro valore , si
slanciarono sulle colonne nemiche, le quali accennato aveva-
no di avvilupparci .
« Il Colonnello Fremont, del 1 ° di Linea , infatti col suo Bat-
taglione, ed appoggiato da 3 Compagnie dei Cacciatori a pie-
di , non solo arrestò la colonna nemica , ma arrivato sull'estre-
ma sinistra dei Garibaldini , aprì contro loro un fuoco tanto
vivo e micidiale, che li ridusse a sollecitamente ripiegare.
Questo Colonnello ebbe di più l' ardire di spingersi sin dietro
Mentana stessa, a poca distanza da Monte Rotondo , ove forse
sarebbe entrato con la sua colonna prima dei Garibaldini , se
non si fosse trovato troppo isolato dal rimanente delle nostre
forze .
51 -
« Il Tenente Colonnello Saussier del 29mo di Linea compieva
egli pure analogo movimento sulla nostra sinistra . Incontran-
tosi egli con una colonna nemica, che con una forza di circa
1500 uomini coronava le alture di Monte Rotondo , non ostante
la inferiorità delle sue forze , prese una vantaggiosa posizione
per contenerla e respingerla .
<< Giunse pure opportunamente sul luogo dalla via lungo il
Tevere , il distaccamento del Maggiore de Troussures , il quale
con abilissimi movimenti , che eseguì colle sole tre Compagnie
dei Zuavi , contribuì per la più gran parte ad intimorire i Ga-
ribaldini , ed a paralizzare i loro movimenti di attacco sulla no-
stra ala dritta .
« Più tardi lo stesso Maggiore de Troussures si portò sulla
strada fra Monte Rotondo e Mentana , e penetrò perfino dentro
quest'ultimo paese , ove fece alcuni prigionieri . Trovata pe-
rò molta resistenza, e sapendo ancora che Monte Rotondo era
occupato dalle bande , traversò con grande ardire ed ugual
fortuna tutta la linea nemica, e si portò sulla nostra estrema
dritla , accanto al Battaglione del 1° di Linea , ove poi nella
notte bivaccò .
<< In questo mentre una Sezione di Artiglieria, comandata dal
Capitano Daudier , spingevasi fino a 300 metri sotto le mura
del castello di Mentana , contro il quale apriva un ben diretto
fuoco ; ma questi pezzi , troppo esposti alla moschetteria nemi-
ca, corsero grave rischio di essere sopraffatti . Bravamente coa-
diuvati però da una Compagnia di Zuavi, tennero per qualche
tempo la posizione, non senza subirne perdite , giacchè in
quella vi rimase ucciso il Maresciallo Conte Bernardini , e feri-
ti due conducenti e diversi cavalli . Non ostante ciò , questa Se-
zione fu ritirata intieramente e collocata in luogo più vantag-
gioso .
L
52
<< La Fanteria che, da varie ore, con rarissimo slancio avea
sostenuto e respinto ogni attacco , a mano a mano erasi stretta
all'intorno di Mentana , che ormai chiudeva come in un cer-
chio di ferro, ad onta del vivissimo fuoco dei difensori appiat-
tati dietro le mura . Giudicai adunque venuto il momento di
tentare un assalto decisivo , onde terminare l'azione , prima del
giungere della notte . Diedi quindi gli opportuni ordini e feci
prevenire il Generale de Polhès , il quale col Colonello Berger
mosse valorosamente alla testa del 59 mo di Linea, e del 2º Bat-
taglione de' Cacciatori a piedi ; ed avanzando per una via , in-
cassata sulla destra della strada maestra , a pochissima distan-
za dalle mura di Mentana, riusciva a scacciare il nemico dalle
circostanti vigne ; ma , malgrado i più eroici sforzi , non potè
penetrare nel paese, munito di barricate e fiancheggiato da
case isolate , tutte fortemente occupate dai Garibaldini .
« Avendo osservato che lo scopo principale della battaglia
di quel giorno erasi ottenuto , perchè il nemico ricacciato dalle
sue posizioni, dopo aver sofferto ingentissime perdite, ritirato-
si a Mentana, doveva colà tenersi demoralizzato ed atterrito ;
così convenni che , stante il subentrare della notte , fosse rimesso
un nuovo attacco alla mattina susseguente ; tanto più che non
avendo il nemico vie libere per uscire da Mentana , era evidente
che avrebbe cercato di arrendersi , invece di attendere un as-
salto , il quale avrebbe infinitamente aumentato le sue perdite.
« Le nostre truppe pertanto , che si trovavano sparse sulle
diverse conquistate posizioni e mischiate alle Francesi , furono
chiamate a raccolta, e prese le volute militari precauzioni , si
bivaccò , durante la notte , sul luogo stesso, che prima occupava
il nemico , assicurando però con forti avamposti , tutt' attorno
Mentana , che il nemico non potesse da essa sortire .
<< Passava la notte senz'altri avvenimenti , ed i fatti del gior-
no seguente comprovarono pienamente la giustezza delle mie
53
previsioni : giacchè nelle prime ore del mattino del 4 veniva
condotto al quartiere generale un parlamentario , per proporre
la resa di Mentana , a condizione che i nemici avessero potuto
ritirarsi con armi e bagaglio ; condizione che naturalmente ven-
ne rifiutata.
<< Il Maggiore Fauchon del 59mo di Linea aveva intanto fat-
to un gran numero di prigioni nelle case del sobborgo di
Mentana; e siccome questa moltitudine di Garibaldini , unita ai
tanti altri , catturati negli antecedenti fatti d'armi , ci davano
molto imbarazzo , si trovò meno incomodo di lasciare che i ri-
masti difensori del castello di Mentana potessero ritirarsi sen-
z'armi al di là della frontiera .
Si seppe pure che Monte Rotondo era stato evacuato dai Ga-
ribaldini durante la notte, ed il Colonnello Fremont , con un
Battaglione del 1° di Linea, seguito dal 2º Cacciatori a piedi ,
entrò senza colpo ferire , nelle prime ore del mattino , in Monte
Rotondo, salutato dagli evviva al Santo Padre ed all'Impera-
tore dei Francesi .
<
«< Dolorosissimo fu lo spettacolo, che offriva allo sguardo
delle nostre truppe la città di Monte Rotondo: le chiese spo-
gliate, profanate : i cittadini atterriti dalle estorsioni e sevizie
sofferte. Le truppe alleate vi vennero salutate dai cittadini con
evviva festosi , e siccome a loro liberatrici .
<< Garibaldi, il quale coi suoi figli fu presente all'azione di
Mentana, non si mostrò mai in prima linea , e allorquando vi-
de ripiegare i suoi su tutti i punti , incalzati dalle valorose no-
stre truppe , ci veniva riferito che in tutta fretta si ridusse in
salvo a Monte Rotondo , da dove nelle prime ore della notte
ripassò la frontiera , cambiando in tal modo l'empio grido : « O
Roma o morte » coll'altro: « Si salvi chi può . >>
« D'altronde bisogna convenire che i movimenti del nemi-
co furon ben diretti , e che fidando sulla sua superiorità nu-
54 -
merica e nelle favorevoli sue posizioni , valorosamente si di-
fese su diversi punti ed in particolare dietro le mura e le
barricate .
« Le nostre perdite sommarono
COLONNA DE COURTEN
Reggimento Zuavi , morti 24 , feriti 57 , fra i quali morto
il Capitano de Veaux , e feriti il Tenente Jacquemont , ed il
Sotto Tenente Du Jardin .
Legione Romana, 6 feriti ( truppa ) .
Battaglione Carabinieri esteri , 5 morti , e 37 feriti , fra i
quali feriti il Maggiore Castella ed il Sotto Tenente Dewor-
schek.
Artiglieria, 1 morto e 2 feriti.
Dragoni , 1 ferito .
Totale , 30 morti e 103 feriti .
COLONNA POLHÈS
2º Battaglione Cacciatori a piedi , 6 feriti .
1º Reggimento Linea, 2 feriti .
29mo «< «< 5 feriti .
59mo «< «< 2 morti , uno scomparso e 22 fe-
riti , fra i quali feriti il Capitano Marambat , ed il Tenente
Blanc.
Reggimento Cacciatori a cavallo , 1 ferito .
Totale , 2 morti , 1 scomparso e 36 feriti .
« Secondo le notizie avute dagli abitanti di Mentana e dai
prigionieri, ed arguendo anche dalle migliaia d'armi , rinve-
nute tanto in Mentana che in Monte Rotondo , i Garibaldini
ascendevano a circa nove mila, dei quali più di un migliaio
55 -
furono messi fuori di combattimento fra morti e feriti , e
1398 furono fatti prigioni , diverse centinaia furono scorta-
te al di là della frontiera , ed il rimanente fuggì , spezzando
e gettando in gran numero le proprie armi , e lasciando in
nostro potere un cannone . Il risultato della vittoria era quin-
di il più compiuto che si potesse sperare .
« Pari al valore delle truppe alleate fu la loro umanità . I
soldati d'ogni arma, quantunque estenuati dalla fatica di una
marcia e di un successivo combattimento di più che 4 ore ,
si misero la sera stessa alla ricerca dei feriti , e ricomincia-
rono la mattina, portando con ogni cura , tanto i proprii com-
pagni, quanto i Garibaldini alle ambulanze , ove tutti venne-
ro ugualmente assistiti , non solo dagli Uffiziali Sanitarii milita-
ri , ed infermieri addetti all'ambulanza , ma ben anco dall'e-
roica e caritatevole signora Caterina Stone, da tre Suore di
Carità, e dai signori Dottore Ozanam , Visconte di St. Priest,
Vrignault, e sig. Benoit d'Azy, che appositamente eransi co-
là portati per tale pietosa operá, e ai quali pure si unirono
il Duca di Lorges e il sig . Keller .
«< È un dovere di gratitudine il segnalare il cordiale con-
corso , il valore e l'abilità del Generale De Polhès ; e mi sia
lecito di aggiungere il nome del Colonnello Fremont , che si
distinse per ardire e felice colpo d'occhio militare .
<< Debbo pure menzionare della colonna francese il Co-
lonnello Berger , comandante il 59mo di Linea, ed il Tenente
Colonnello Saussier del 29mo, i quali fecero parte , il primo
dell'attacco a dritta, ed il secondo di quello a sinistra.
<
«< Nelle nostre truppe il Generale De Courten coi suoi Aiu-
tanti di Campo Eugenio De Maistre , Capitano Pietro Mellara ,
e Sotto Tenente De Terves , i capi dei Corpi , gli Uffiziali ,
i Soldati fecero tutti gloriosamente il loro dovere, e sareb-
56
be troppo lungo segnalare ogni atto isolato di eroismo . Non
posso però tacere i nomi di quelli , che animati dal nobile
desiderio di combattere per la sacrosanta causa di VOSTRA
SANTITA' , si unirono volontariamente al Corpo di operazione .
In primo luogo debbo citare S. A. R. il Conte di Caserta ,
il quale fin dal principio dell' iniqua invasione si era mes-
so a mia disposizione , con preghiera di essere impiegato ove
il pericolo fosse maggiore .
« S. A. R. nella spedizione di Mentana si fece ammirare
dalla nostra truppa pel suo coraggio , e diede prova di di-
scernimento e di cognizioni militari. I Colonnelli Afan de Ri-
vera e Ussani si mostrarono degni di seguire il lodato Princi-
pe. Il Colonnello Sonnenberg , comandante la Guardia Sviz-
zere di VOSTRA SANTITA' , fece parte dello Stato Maggiore , e rese
utili servigi , prestandosi come Uffiziale dello Stato Maggiore . I
Tenenti Colonnelli Caimi e Lepri si unirono essi pure alla
colonna, quantunque le piccole frazioni dei loro Corpi non
comportassero la loro presenza , ed essi certamente non is-
mentiron in quest' occasione la bella riputazione da loro ac-
quistata nella Campagna del 1860. Intervennero ancora util-
mente , come volontarii , il Capitano De Saintenac e i Tenenti
Du Tilleul e D'Ayguesvives dei Dragoni . Il Tenente Colonnel-
lo Carpegna, egualmente impiegato al Ministero delle Armi ,
seguì esso pure volontariamente la colonna, prestandosi alle
missioni di Uffiziale di Stato Maggiore .
<< Debbo infine segnalare il coraggio , lo zelo e gli utili ser-
vigi dei miei Uffiziali di Stato Maggiore : Maggiore Ungarelli
Aiutante di Campo , Capitano De Maistre Francesco , Capitano
Bourbon De Chalus , e Capitano De Maumigny , come l'instanca-
bile attività del Sotto Intendente Monari , il quale colle sue
giudiziose previsioni procurò alla colonna preziose risorse...>>
- 57
Il combattimento di Mentana , considerato come fatto d'ar-
mi , non ebbe le proporzioni di una battaglia , nondimeno pro-
dusse decisivi risultati.
La disfatta di Garibaldi poneva il termine alla invasione
dell'attuale Territorio Pontificio, contro la quale si lottava da
cinque settimane.
Nicotera avea abbandonato i suoi a Valmontone : Pianciani
sgombrava ben presto da Tivoli : Acerbi liberava della sua
presenza la Provincia di Viterbo : Orsini e Antinori lasciavano
gli altri paesi della Comarca.
Poco dopo anche le truppe regolari del Re Vittorio Emma-
nuele si ritiravano dai luoghi che avevano occupati .
Dappertutto le popolazioni immediatamente ripristinavano da
per loro il Governo della S. Sede : da ogni parte affluivano a
Roma gl' inviti pel sollecito ritorno delle sue truppe , le quali
in tutt'i paesi erano accolte con tanta festa, con quanta deso-
lazione nei giorni precedenti si erano vedute allontanare.
IX .
Conclusione.
Nel deporre ai piedi di VOSTRA SANTITA' il presente rapporto,
il Pro-Ministro delle Armi non può a meno di esternare i sen-
si di ammirazione , da cui è compreso verso quei valorosi , che
nei varii fatti d'armi ebbero a restare vittime, o gravemente
feriti , per la difesa della più santa e della più giusta delle
cause ; e all'elenco dei primi già di sopra segnalati deve ag-
giungere (fra gli altri) i nomi del Tenente De Quatrebarbes
di Artiglieria e del Sotto Tenente Deworschek dei Carabinie-
ri , del Sergente Pascal e dei Zuavi D'Alcantara , De Han-
- 58
quenet , Hugens e Moeller, che , ad onta delle più assidue cure ,
soggiacquero alla gravezza delle riportate lesioni .
Il Moeller aveva gettato a Mentana il suo bonetto nel più
folto dei Garibaldini , gridando ai suoi compagni con un eroico
coraggio : «< Andiamolo a prendere » , e nel darne pel primo
l'esempio cadeva semivivo oppresso dai colpi.
Tra i feriti poi ha da ricordare il Conte Odoardo Raczynski ,
il quale volle segnare la capitolazione di semplice Zuavo nella
sera avanti la partenza per Mentana , onde essere ammesso a
prendere parte a quel combattimento , in cui lasciava poco
men che la vita, e il Caporale Bugnard dei Carabinieri , che fe-
rito cedeva generosamente la poca bevanda , che gli restava
nel fiaschetto e di cui sentia gran bisogno , ad un Garibaldino
che giacendo presso di lui più gravemente ferito chiedeva del-
l'acqua .
Nel riferire sì gran numero di fatti molti individui , forse
meritevolissimi pure di una speciale menzione, saranno stati
dimenticati . Basterà però qui ad onore di ognuno solenne-
mente dichiarare, che tutte le truppe di ogni arma adempiro-
no nel modo più lodevole il loro dovere, e che tutt' i servizii
inerenti furono sempre con prontezza e diligenza ordinati ed
eseguiti , e ciò durante un'invasione , la quale pel tempo che si
prolungò , per gli estesi confini che costrinse a guardare , e
per i tanti assalti e combattimenti cui dette luogo , impose al
piccolo esercito Pontificio i sacrifizii di una formale campagna.
In tal circostanza infatti è ben grato di poter affermare che
se le cure prodigate negli ospedali , nelle ambulanze e nei luo-
ghi stessi dei combattimenti dagli Ufficiali Sanitarii e dalle
Suore di Carità in pro dei feriti , furono degni di speciale enco-
mio ; non fu minore lo zelo ivi parimente spiegato dai Cap-
pellani militari nel disimpegno del loro Ufficio ; sicchè a niu-
:
59
no mai mancarono i conforti di nostra santa Religione , e non
pochi furono i Garibaldini che , mossi dalla loro pietà , ne ac-
cettarono il ministero per ricevere i Sacramenti negli ultimi
istanti della vita.
Monsignor Cappellano Maggiore, nel mostrarsi soddisfatto
dell'opera di ognuno dei medesimi , credette particolarmente
di notare i Cappellani D. Luigi Galanti , D. Giulio Daniel,
D. Augusto Berard , e D. Paolo Bastide, ai quali si è in dovere
di aggiungere i nomi dei PP . Domenicani Legiers e Vannutelli ,
dei PP. Gesuiti de Gerlache e Wilde , dei Monsignori Stonor e
Sacré, del sacerdote D. Eugenio Psignè di Nantes , e del P. An-
selmo Minore Osservante , che o per la speciale cognizione
delle lingue erano stati invitati , o per essersi da sè stessi of-
ferti erano stati accolti in aiuto dei Cappellani militari , coi qua-
li gareggiarono nell'esercizio del sacro Ministero .
Mercè la solerzia dell ' Intendenza , in tanti movimenti che si
fecero dalle truppe, non vi fu mai difetto nè di viveri , nè di fo-
raggi , nè di mezzi di trasporto .
La Gendarmeria prestò un servizio, superiore a qualunque
elogio . Mentre prese parte coraggiosamente all'esterno colle
altre truppe a quasi tutt' i combattimenti che si ebbero a sos-
tenere, fu in Roma , sino agli ultimi momenti , sotto l'energico
comando del Colonnello Evangelisti , la più valida tutela del-
l'ordine interno .
La Guardia Palatina d'onore contribuì anch' essa volon-
terosa ad alleviare i servizii delle altre truppe nella Capitale .
La Marina e la truppa di Finanza, l'una col guardare in-
defessamente la lunga linea della spiaggia del Mediterraneo da
sbarchi clandestini , l' altra concorrendo sovente a respingere
la invasione , furono di un utile sussidio .
Che dire inoltre di quella Guardia Urbana, che nei gior-
ni più difficili si formava in Roma , pel nobile impulso del
-- 60 -
Principe Lancellotti, del Duca Salviati e del Marchese Patrizi?
Una eletta di persone , dando saggio ad un tempo di vera af-
fezione al Governo Pontificio e di cristiana carità , prima si
vedea dividere colle altre truppe i più importanti servizii nella
città ; indi recarsi sui campi di Mentana, per raccogliere e
trasportare senz' alcuna distinzione i feriti ; infine prestare ad
essi ogni sorta di uffizii negli ospedali . Il Conte de Christen
vi prendea parte egualmente , con una eletta di Volontarii
forestieri .
La regolarità dei servizii delle vie ferrate e dei telegrafi , nel-
l'intero corso degli avvenimenti , influirono eziandio non poco
al buon andamento dei medesimi , per la rapidità dei trasporti ,
del personale e del materiale , e per la istantaneità e segretezza
delle comunicazioni .
Insomma , al termine della invasione , si aveva la soddisfazio-
ne di vedere ch' eran rimasti in potere delle truppe Pontificie
circa 2000 Garibaldini , molte bandiere, non meno di 5000
fucili (senza contarne un gran numero che furono distrutti)
rivolte , bombe , accette ed una gran quantità di armi bian-
che, di munizioni da guerra e di effetti di buffetteria .
Le cause cui si deve attribuire il conseguimento di sì felici
risultati , furono in primo luogo : la fermezza e la serenità del-
l'animo , costantemente mostrata da VOSTRA SANTITA' , che fu
a tutti di luminoso esempio !
In secondo luogo: la fedeltà e il contegno delle popolazioni :
il concorso previdente e concorde di tutte e singole le autorità :
il valore e l'abnegazione delle truppe d' ogni Corpo ed arma:
l'arrivo del Corpo di spedizione Francese , nell ' istante del
maggior pericolo : i numerosi errori del nemico , che d'altron-
de non si ha qui il còmpito nè l' interesse di specificare .
61 -
BEATISSIMO PADRE.
Molto senza dubbio ebbe a soffrire il cuore di VOSTRA SAN-
TITA' , nell' attraversare fra tante angustie giorni così gravi ;
ma non Le sarà mancata neppure qualche consolazione , nel
mirare la gara con cui tutte le Nazioni cattoliche volevano es-
sere rappresentate nelle Sue truppe , e come tante famiglie
(dalle più illustri alle più umili ) aspiravano all' onore di far-
vi ascrivere i proprii figli .
Queste truppe ebbero la sorte ora di rendere un solenne
omaggio di devozione e di fedeltà alla sacra Persona di VOSTRA
SANTITA' , come Pontefice e come Re ; ed ebbero insieme la
gloria di segnare, col successo delle loro armi , il principio dei
nuovi trionfi della gran causa dell' ordine pubblico .
Implora dopo ciò , il Pro-Ministro delle Armi sopra le trup-
pe di VOSTRA SANTITA' , e sopra di sè la Sua Apostolica Bene-
dizione.
DELLA SANTITA' VOSTRA .
Roma, 28 Decembre 1867 .
(f. ) Uño Devmo Obbmo Suddito
ERMANNO KANZLER
Generale, Pro-Ministro delle Armi.
IMPRIMATUR
Fr. Marianus Spada Ord . Praed. S. P. A. Magister .
IMPRIMATUR
Petrus De Villanova Castellacci Archiep. Petrae,
Vicesgerens.
ROMA
COI TIPI DELLA CIVILTÀ CATTOLICA
1868