0 valutazioniIl 0% ha trovato utile questo documento (0 voti) 37 visualizzazioni65 pagineCSR - Evola - 2 - Indirizzi Per Una Educazione Razziale
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JULIUS EVOLA
INDIRIZZI PER UNA
EDUCAZIONE RAZZIALE
EDIZIONI ARi NOTA INTRODUTTIVA
y Nel quadro del tentativo di conferire all’idea
della « razza » un contenuto antimoderno e spi-
rituale e del relativo intervento di Evola nel-
Ja discussione sviluppatasi in Italia intorno a
| tale argomento fra gli anni ’30 ¢ '40, ill pre-
sente volumetto segnd V'ingresso delle formu-
lazioni evoliane nel mondo della scuola. E in-
fatti agli educatori che U’Autore si rivolge nella
prefazione del libro, invitandoli a tener presen-
te « il valore essenzialmente politico ed etico
} che la teoria della razza deve avere nel fascismo
| epperd anche nella scuola fascista ». La razza
dovra ee considerata, dagli insegnanti « co-
sa ben diversa da quella di cui ieri poteva par-
EDIION AR, | fare fa bilogia ¢ Fantropologia. I! nostro raz
43100 PARMA ismo va ben oltre i limiti di tali discipline che,
almeno nelle loro formulazioni pik correnti,
| nel loro spirito positivista e scientista, in fon-
do, stanno anzi in un netto contrasto con la
| vera idea razzista. Il vero razzismo, pit che
{ una disciplina speciale, 2 una mentalitd ... »
1Passando quindi in rassegna aleune definizioni
della razza, Evola stabilisce coerentemente la
superiorita di quelle vedute che considerano
tale realta come un gruppo umano definito da
uno stile omogeneo, da un modo d’essere dif-
Jerenziato, da una mentalita specifica, appun-
to. Nel riconoscere la preminenza di un tale
Punto di vista su quelli meramente naturali-
Mtici e biologistici, Evola si riferisce esplicita-
mente alla « dottrina delWanima delle rasze »
formulata da Ludwing Ferdinand Clauss (1).
Proseguendo sulla via indicata dal Clauss,
Evola formula una teoria della « razea dello
1) Nato 18 febbraio 1891 a Offer, i Claus sb decd
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pssciria a fondare una tor etopscolegles sonal qu
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spirito », avvalendosi delle categorie spirituali
delineate in Rivolta contro il mondo moderno
(raza « olimpica» 0 « solare », razza « deme-
trica » 0 « lunare », razza « titanica », « amat-
zonica », eccetera), categorie derivate dall’ope-
ra di Bachofen. Se perd il Clauss, mantenendo
il suo esame al livello psicologico, poteva esi-
mersi dallo stabilire una gerarchia delle varie
razze, Evola, il quale passa a considerare i va-
lori spirituali di ogni singola razza e cerca di
delineare una tipologia delle razze dello spiri
to, deve necessariamente collocare i singoli ti-
i spirituali lungo i gradi di una scala gerar-
chica. Aveva ragione il Clauss ad affermare che
«il valore oggettivo di una razza potrebbe es-
sere conosciuto solo da quell’uomo che stesse
di la da ogni razza », ed ba ragione Evola ad
affermare la superiorita della « razza solare »
su quella « titanica », 0 di quella « eroica » st
quella « tellurica »: non esiste alcuna contrad-
dizione fra le posizioni dei due autori, poiché
ciascuno di loro applica ta sua ricerca'a wn lt
vello diverso. E il livello al quale si applica
Vindagine evoliana — o meglio, cid che essa
comporta di nuovo rispetto alla ricerca degli
altri studiosi del problema — consente all’es-
sere umano di conoscere le differenze gerarchi-
che opgettive esistenti fra le varie « razxe dello
spirito », proprio perché & nell’lemento spiri-
tuale dell’uomo che risiede il principio univer-
sale capace di trarlo « di la da ogni razza »
9di fargli intravedere la reale gerarchia in cui
si dispongono i tipi spivituali. Un tale giudizio
oggettivo, ovviamente, la psicantropologia non
pud darlo, poiché manca nell’anima, nella psi-
che, un elemento che trascenda la soggettioi-
18 individuae.
Mussolini, net discorso tenuto a Trieste il
18 settembre 1938, affermd la necessita di
« una chiara severa coscienza razziale che sta-
bilisca non soltanto delle differenze, ma delle
superiorita nettissime ». Abbiamo qui wna pro-
v4 di come sia illegittimo parlare di superiori-
18 razziale in senso assoluto, quando non si
Partecipi di una « raxza dello spirito » davvero
superiore. Mussolini parlava infatti, in quel-
Voccasione, dell'impero e del prestigio su cui
esso doveva fondarsi; ebbene, quale reale su-
Perioritd poteva vantare il colonizzatore italia.
no, esponente di una civilta che al massimo era
quella dell’« Occidente cristiano », nei riguardi
dei popoli dell’Etiopia o delta Libia — paesi nei
quali la Tradizione era una realta vivente ed
effettiva, nonostante il decadimento culturale
€ politico? Quale superiorita « raztiale » —
se intendiamo la « razza» soprattutio come
«raza dello spirito » — poteva vantare lo
Squadrista sul mujahid (il « combattente della
‘guerra sacra»), 0 il missionario cristianizzato-
re sullo sheikh 0 sul stfi?
Ul giudizio positive emesso dal Duce circa
Je vedute esposte da Evola nei libri sulla ratza
10
— giudizio che comportd fra Valtro Vautoriz-
Tasione a inttolare Sintesi di dotzina fascista
della razza I'edizione tedesca di Sintesi — a} 7
pare dungue in ttta Ia sua contradditrrit:
‘evidentemente esso non mirava a null’altro che
4 favorie una diversfarione dotrinale in fete
to di « razza », nei confronti del Terzo Reid
In altri termini, si tratt9 di un'approvazione
‘ostanzialmente strumentale, come del restto
2 dimostrato dal fatto che le teorie razziali evo-
se in Italia non fecero mai testo.
1 prexindere dale possiblit presentate dal-
ambiente politico e culturale in cui dovette
operare, Evola svolse coerentemente e fino in
fondo il suo intervento nel campo della razza,
‘con quella dignita e serieta che gli sono state
riconosciute da storici della levatura di un De
Felice; in altre parole, anche in tale campo egli
fece cid che doveva essere fatto.
AR
uPREFAZIONE
Ii titolo di questo volumetto dice gia chiara-
mente circa le direttive che ne hanno informato
Taredazione e circa la sua finalita.
Non si tratta, qui, di una esposizione astrat-
tamente scientifica della teoria della razza ¢
nemmeno di un panorama delle varie dottri-
ne razziste. Nel riguardo, del resto, auremmo
dovuto ripetere cose da noi gid scritte, perch
um compito del genere V'abbiamo assolto nel
nostro libro «Il mito del sangue >, uscito da
vari anni (ediz. Hoepli).
‘Nemmeno vogliamo procedere ad una disa-
mina dottrinale e critida delle idee fondamen-
tali del razzisma sia biologico, sia filosofico-
apirituale, poich®, a tale riguardo, il lettore
ra trovare Vargomento trattato in un'altra
iii recente opera nostra, «Sintesi di dottrina
della raza, parimenti uscita presso U'editore
Hoopli, mentre, per quel che riguarda un in«
quadramento generale di alcune prospettive
uoriche @ tradizionali connesse ai problemi
della raza e dell’ carianita », si pud sempre
‘consultare utilmente la nostra opera principa-Je «Rivolta contro il mondo moderno », cura-
ta sempre dallo stesso editore.
Il nostro compito, nel presente volumetto,
8 tutto speciale: non si tratta di esposizioni @-
stratte come basi di una generica « istruzione »
© informasione, n® di approfondimenti pro-
Priamente dotirinali, benst della precisazione
delle idee — anzi, delle cidee-forsay — di
cui abbisogna un educatore per assolvere, an-
che nei riguardi del razzismo, il suo vero com-
pito. Nozioni semplici, ma chiare e sature di
forza suggestiva, atte ad agire sull’animo det
‘iovani pit: che sul Toro solo intelletio, si da
Promuovere una certa formazione def loro vo-
Tere e un certo orientamento delle loro mi-
gliori vocazioni,
L’educatore deve tener ben presente, nel
riguardo, il valore essenzialmente politico ed
etico che la teoria della razza deve avere nel
fascismo epperd anche nella scuola fascista.
Egli deve rendersi ben conto che la raza, di
‘cui si tratta, 2 cosa ben diversa da quella di
‘cui ieri poteva parlare la Biologia ¢ l'antropo-
pogia. I nostro razzismo va ben oltre i: limi
di tali discipline che, almeno nelle lord, formu-
dont pitt correnti, nel loro spirito positivista
¢ scientista, in fondo, stanno ansi in un netto
contrasto con la vera idea razzista. Il vero rax-
sismo, pit che una disciplina speciale, 8 una
mentaliti: cost esso investe anche domini che,
secondo Vopinione comune, ¢ sopratutto se-
u
condo quella dei cosidetti «intellettuali», con
problemi del genere sembrerebbero non dover
‘vere nulla a che fare.
Ta consegna di Mussolini & precise: «Sap-
Piate, ¢ ognuno sappia, che anche nella que-
stione della razza noi tireremo dritta. Ed Eli
‘ha soggiunto, alludendo a ben note insinuaz
ns «Dire oh i fascism ha into quelcuno
© qualeosa 8 semplicemente ridicolo ».
‘Non ci si dove tuttavia nascondere che, mal-
srado una tale consegna, in questo periodo di
its di due anni ¢ mezzo trascorso dalla presa
i posisione razzista anche ufficiale e dichia-
ata del fascismo, ben poco camino si@ fatto.
E le ragioni sono, ad un dipresso, le seguent
In primo luogo, vi @ Paccennata supposi
sione, che il razzismo si esaurisca in un ca-
ine aisles natal ot aula pr To
joni contingenti, e perfino @opportunita (co-
fre. per esomplo in relasione el problema
braico), si & dovuto concedere urt certa posto,
un pd pitt ampio di quel che normalmente gli
spetterebbe, « lato delle alire discipline esi-
stenti e da lasciarsi quali sono.
In secondo luogo, molti hanno nutrito, ed
‘ancora nutrono, it sospetto che il razzismo sia
una merce d'importazione, avente poco a che
fare sia con la cultura seria, sia con la nostra
tradizione, di cui sarebbe nota la «latiniti»
¢ non V«arianiti», Puniversalismo ¢ non la
condizionalita da parte di una data razza.
1sVi é, infine, una ragione tecnica, relativa
al’incompetenza ¢ alla mancansa di prepara
sione. Cause varie han fatto si, che finora i
razzismo in alia sia stato soprattutta oggetto
di una propaganda affidata a degli incompe-
fenti, a persone svegliatesi razziste o antise-
‘mite dall oggi al domani, e nelle quali la pa-
rola d’ordine ha tenuto il luogo dei principit
¢ di una seria informazione.
Queste cause di arresto vanno rimosse. E
bisogna persuadersi, e persuadere, cha Videa
razzista, Lungi dall’essere un fuoco di paglia,
che avrebbe quasi fatto il tempo suo, dato cho
oggi a ben altro vi 2 da pensare, ha un suo
preciso futuro, per ragioni non solo interne,
‘ma anche storiche, connesse all’epoca verso la
quale procediamo: cosi come in altra sede ab-
biamo mostrato.
Ora, per un progresso reale nel campo raz-
sistieo, devesi fare soprattutto assegnamento
sull'axione formatrice ed educatrice da svol-
gersi nelle nuove generazioni, sia nei quadri
delle organizzazioni giovanili del Partito, sia
nelle scuole: Non vi & infatti da farsi illusion
sull efeto dit una propaganda semplicemente
giornalistica su di un pubblico che, come i
nostro, in questo campo & impreparata, se non
anche scettico. Del pari, non si pud pretende-
re che elementi gid cristallizzatisi in certe ve-
dute e in certe abitudini mentali possano mu-
tare sinceramente d'oriertamento e far propria
6
idee per essi nuove ovvero spesso da essi fino
ad jeri avversate 0 disconosciute.
E’ sulle nuove generazioni che si deve in-
vece essenzialmente contare: nuove generazio-
ni sia di educatori, sia di allievi. E, nel ri-
guardo, ripetiamo, si tratta essensialmente del-
la ione di una mentalita ¢ di una cen:
Bilson schemi intellettuali ' di classifi-
casioni da scienza naturale.
E’ in ordine a cid che abbiamo scritto il
presente volumetto, nel quale vorremmo dare
nella forma pid viva e diretta il senso delle
idee fondamentali da usare per integrare con
un orientamento razzista le vedute fondamen-
tali dell’etica e, in genere, della visione det
mondo del fascismo. Quei lettori, che voles
ro poi approfondire ulteriormente Vuno o Val-
tro dei vari argomenti, sia nelle nostre opere,
gia ricordate al principio, sia in quelle degli
‘autori che qua e la avremo da citare, troveran-
no quanto occorre per soddisfare questo loro1, - Che cosa significa “raza ,.
Che cosa a «raza? Aleune defis
ioni fra le pitt note: «la raza @ una unita
vivente di individui di comune origine, con
uguali caratteristiche corporee e spirituali»
(Woltmann); «2 un gruppo umano che, por
Ia comnessione, ad esso propria, di caratteri-
stiche fisiche ¢ di doti psichiche, si distingue
da ogni altro gruppo umano ¢ produce ele-
‘menti sempre simili a sé stessin (Giinther);
«bun tipo ereditario» (Topinard); «3 un cep=
po definito da gruppi di "geni,, (ciod di po-
tenzialith ereditario) uguali, non di uomini e-
mente simili nelle forme» (Fisch:
Lenz); «2 un gruppo definito mon dal po
‘i queste 0 quelle caratteristiche spi
wali © corporee, ma dallo stile che si mani-
festa attraverso di esse» (Clauss).
Non abbiamo citato a caso queste definizio-
ni della razza. Si passa dall’una all’altra con
una specie di progresso, corrispondente a quel-
Jo stesso che negli ultimi decenni ha avuto luo-
go nella stesea teoria della razza. Originaria-
mente, la razza si esaurivain un concetto ant
Pologico, vale a dire concetto di una dit
wplina che ha cessato di averg il signifieato an
tico © etimologico di cecienza dell'uomo » in
genere, per assumere quello di una speciale
scienza naturale considerante I’uomo soltanto
alla stregua dei lati, in relnzione ai quali eseo
costitisce una delle tante specie naturali,
Si ebbe cosi, in origine, un concetto pura
mente naturalistic © desetittivo della razza:
come si descrissero nella loro evidente disa-
suaglianza le varicta degli animali ¢ delle pian-
te, cosi si raggrupparono gli esseti umani in
varie eategorie basandosi sulla maggior ricor-
renza che nell'uno o nell’altro presentano ca-
ratteristiche essenzialmente corporec, som:
che. Criterio, dunque, «statistico» ¢ quanti-
Je caratteristiche comuni riscontrabili
nel pitt gran numero di individui sono state
considerate caratteristiche di razza.
Nella pid antica antropologia a ricerca si
form® poi ally esteriorita pi immediata: color
della pelle, dei capelli, degli occhi, statura,
tratti del volto, proporzioni, conformazione
cranica. Un. primo progresso’ si ebbe nell’
trodurre le misure: si fissarono in cifre le pro-
porzioni eorporee, si misurarono gli indici cr
nici ¢ gli angoli facciali. La descrittiva cercd
cio’ di «positiviezarsi> per mezzo di formu
Je mumeriche. Poi venne il contribute della
Peicologia: si cercarono di individuare le doti
che nel modo pitt ricorrente corrispondono, o
2
si presumeva che coreispondessero, ai. vari
fiche Tantica antropologia avova conside-
rato Velemento ereditario: constatate le diffe-
renze morfologiche fra gli esseri umani viven-
4, veniva nataralmente presupposta la costan-
x4 di tali differense sia nei progenitori che
nella discendenza. Tuttavia la particolare im-
portanza dell’elemento «eredita» 2 cosa pro-
pria all'antropologia pitt moderna, git vicina al
razzismo propriamente detto. Donde le defi-
nizioni ora riferite del Topinard, del Lens ¢
del Fischer. Nel razzismo attuale la teoria del-
Pereditarieta costituisce un caposaldo. Vi si af-
ferma, di contro alle vedute dell'antica antro-
pologia, che non tutte le caratteristiche o doti
riscontrabili in un dato gruppo umano sono
da accriversi in peoprio ad una razza, ma solo
quelle atte a teasmettersi ereditariamente.
i . Dopo aver constatate certe mo-
dificazioni esterne (dette anche paravariazio-
ni) che un dato tipo pud subire per cause va-
rie, senza perd che e1se si trasmettano ere-
ditariamente, si formula Mioportanie dis
zione fra il gene e il suo fenotipo. Tl «gene»
2, per dir cosi, una potenzialita: & 1a forza che
di origine ad un tipo, o ad una serie di tpi
che possono oscillaré entro determinati
miti. La forma esteriore (esteriore in senso
generale, perchd la teoria dell’ eredith ap-
plicata all'vomo considera non solo le earatte-
2ristiche morfologiche fisiche, ma anche le doti
peichiche), che volta per volta seaturisce dal
gene, infatti, pud esser varia e, in app:
eenza, essa pud allontanarsi dal tipo origina-
rio normale fin quasi allirriconoscibiliti. Que-
sta forma esteriore si chiama fenoiipo. Nelle
specie naturali si & constatato che le modifi-
cazioni riguardanti il « fenotipo» non toceano
Pessenza: Sotto influenze estrance ad css0
(soggettive o dambiente) 1a potenzialita del
gene» si comporta quasi come una sostanza
elastica: eembra perdere, entro certi limiti, Ia
sua forma; ma la eiprende, non appena cess
Ja collecitazione, nei tipi eui ese0 dit Inogo nelle
gonerazioni successive. Un esempio tipicotratto
dal mondo vegetale: la primula cinese a tem-
peratura normale produce fiori rossi, in un
ambiente surriscaldato ess produce invece fio-
ri bianchi, Si metta in serra una pianta di
queste primule ¢ se me trapiantine sempre di
nuovo i semi in ambiente surriscaldato: si a-
‘vranno, nella serie delle nuove piante, sempre
Fiori bianchi. Ma dopo un tempo a piacere, si
prenda il seme di wia di queste piante ¢ lo si
‘ti in un ambiente a temperatura norma-
Te, Veet fuori una pianta con fiori rossi, 00-
ime la eua progenitrice. La variazione del afe~
notipo> 8 dunque mon estenziale, ma transi
toria e illusoria, La potenzialith sussiste intat-
ta, conforme al tipo originario.
‘Rreditarie — e, seoondo la veduta pil re-
2
‘cente, adi razza» — non sono dunque le forme
esteriori in’ stesse, bensi delle potenzialit
dei modi costanti di reagire, eventualmente
modo vario, in corrispondenaa a circostanze
varie, ma sempre in conformita a certe legei.
Questa @ la base della concezione piit re-
cente di razza. Con la definizione sopra rip.
tata del Clauss, creatore della cosidetta ps
cantropologia, si va ancor pitt avanti e si ha
tuna certa spiritualizzazione di quel che si @
chismato il «gene»: lessenza della razza vie~
ne cercata in uno «stile», in un modo d’esse-
re, La razza qui diviene una pecie di «line
‘costante, che si esprime non solo attraverso
le caratteristiche fisiche, cio attraverso Ia raz-
za del corpo, ma anche nel modo di usare le
varie qualita 0 doti prichiche, come in seguito
piit da presto chiariremo, Sulla base di questo
stile — esto stesso ereditario — sidefinisce un
dato gruppo di individui, gruppo che, di fronte
‘ad altri gruppi di stile diverso, eorrisponde ad
una «razza>,
2. - Significato interiore della raza.
Se con cid si dato un ragguaglio somma-
ro ou quel che la «razza» @ andats a signifi-
‘care nella ricerca pitt moderna, non si ancora
‘usciti dal campo delle definizioni astratte, non
i & ancora detto cirea quel che la razza deve
2direttamente significare, oggi, per il singolo
, quindi, cho cosa vogiia peopriamente die
, ma anche
quello «sangue» nell'uso corrente ha avuto
un tignificato preciso ¢ vivo, for da ogni ri.
ferimento scientista ¢ biologico. Si dice: < buon
sangue non mente>. Si parla di un eistinto
del sangue. Vi sono ingiurie che sono « san-
guinose». Vi sono condizioni, contro le quali
i csangue» stesso si ribella, Che cosa signi-
4
fica tutto questo? Nel profondo dell’essere u-
mano, molto piit in la della zona i
astratti, dei ragionamenti
conventioni derivate dalla
stono istinti aventi una determinata forma, e-
siste la capacita di reazioni dirette &
‘camente, nei casi estremi, nelle prove pitt gravi
della vita:
‘Si tratta dj impulsi appartenenti alla pura
vita animale e biologica? Sarebbe temerario
affermarlo. Le forze, di cui qui si parla, gli
inti dell’cuomo di raza», lungi dall’essere
uun'appendice degli istinti animali, spesso van-
no a contraditli, ad imporre al vivere una nor-
ma superiore, a render cosa naturale ¢ spon-
tanea sia Vobbedienza ad una certa «lines:
i, dominio, di tensione
Te reazioni della rarza hanno in comu-
ne solo il carattere dj immediatezza e di pre-
cisione: esse non procedono da ragionamenti,
da considerasioni intellettuali; sono invece
spontanee e manifestano Ia picnezea di tutto
sum essere, Non solo: esse investono lo stesso
dominio intellettive, perch? si manifestano
anche in forme apeciali, dirette, di sensibilita,
di giudizio, di riconoscimento. Dalla razza, dal
‘sangue P'uomo & portato a delle evidenze, che
non si discutono, che sul loro piano sono cost
25
2d, Roosdirette, come quelle dei dati forniti dai sensi
sani e normali. Come nessuno diseute perch’
il color rosso sia rosso, cosi all’ uomo di « razza>
son propri¢ delle evidenze naturali e precise
nello stesso campo, nel quale Puomo «mo-
derno » intellettualizzato e imbastardito proce-
de invece, per cost dire, a tastoni, cereande
i rimediare alla perduta facolta di'un vedere
con quella di un toccare siutandosi cox 'o
strumento dell'intelletto discorsivo, spesso, col
solo risultato di passar da una crisi ad un’s!tea
© di adottare semplici criteri conformis
Eeco, dunque, in che sede si deve compren-
dere ¢ vivere In razza. La razza vive nel san-
gue, anzi ancor piti profondo che nel sangue,
Profondita, ove la vita individuale eomu-
nica con una vita pit che individuale, da non
intendersi, perd, naturisticamente, come « vita
della specie», ma come un ordine nel quale
sia agiscono forze veramente spiritual.
E cid ben lo sapevano gli Antichi nella Joro
venerazione dei lari, dei penati, degli eroi ar-
chegeti, del «demone» di una gens, entiti che
adombrano tutte il mistero del sangue le
forze mistiche della razz.
La seienza pud mettere in rilievo impor-
tanza della razza per mezzo dei risultati con-
seguiti dalla genetica, della teoria dell’eredi-
tarieta, della demografia, della patologia, Tutto
ei pud propiziare il risveglio del sentimento
di razza, ma non pud perd crearlo, E? una in«
26
terna reazione che invece occorre, ¢ in cid
pitt un «mito» — mito come widea-forza»,
come idea animatrice — che un dato ordine
© pud essere d’aiuto.
ia un tale mito, lo abbiamo accennat.
i vita. Esistono gli esseri volgari ed esistono gli
esseri edi raszay. Di quale classe sociale pur
iano, tali esseri costituiscono una aristocra-
ia. In eesi vive ancora un retaggio remoto ¢
Per cui, il razzismo gid nelle sue enuncia-
i pi i ha il valore di una prova,
tra persona
specie di
‘0 no al razzismo non
intellettuale, non & cosa soggettiva ¢ arbitra-
ria. Dice si al razzismo colui nel quale Ia raz-
2 anoor vives al opp Lweoe ad enn cer
ca in ogni campo degli alibi che giustifichino
Te sua avversione e che diserediting il a
smo, colui che @ stato interiormente vinto
dall'anti-razza, colui nel quale le forze ori-
ginarie sono state soffocate da detriti etnici,
da processi di incrocio e di degenerazione ov-
vero dallo stile di una vita borghese fiaeca ©
intellettualoide » che ha perduto da gene-
azioni ogni contatto con tutto cid che & vera~
mente originario.
2Questo punto deve esser ben messo in ei
lievo, quasi come premessa di ogni partico-
lare esposizione razzista, Tl fascismo chiama
esgi all’appello tutti coloro nei quali la
«razza» non & ancora spenta.
3. - Conseguenze del sentimento di
razza.
Il conte De Gobineau che, da un corto pun-
to di vista, pud consideraref come il padre del
razzismo moderno, non fece misteri circa Ia
origine interna della sua dottsina: a fargli
serivere ill suo famoso «Saggio sulla inegua-
20 delle rasze umaney nel 1853 fa tna
ima reazione contro il «pantano democra-
tico e ugualitario» nel quale sempre pits
vano affondando le nazioni europec.
Ebbene, questo pathos deve sempre accom-
Pagnare ogni altitudine razzista cocrente e pro-
durre effetti precisi in fatto di deduzioni poli-
tico-sociali. Tali deduzioni, peraltro, vanno
senz’altro incontro ai capisaldi della ideologia
fascista, che da esse risultano potenziati e,
per dir cosi, energizzati
Esser razzisti, infatti, significa schierarsi
contro il mito demo-massonico, secondo il quale
il supremo valore satebbe Peumanitiy al sin-
golare ¢ tutti gli esseri, nell’essenza, sarebhe-
ro uguali e fratelli. In eealta, questa mitica
28
‘caumaniti presupposta dal vangélo degli «im-
‘mortali principii'» 0 non esiste, ovvero & quel
‘che a noi meno importa, rappresentandoci non
un. pitt, ma un meno.
Per chiarire la posizione razzista, diremo
che noi non pensiamo certo di contestare I"
sistenza di aspetti eomuni alla gran massa de-
sli esseri umani: ma parimenti reali sono gli
aspetti, nei quali & invece evidente ¢ inconte-
stabile Ja differenza. In ordine alla valutazio-
ne degli uni e degli altri si deve.prender posi-
stone, col che, di nuovo, si ha una prova del-
Il razzismo — possiamo
senz‘altro dirlo — si decide in modo confor-
me allo spirito classica. Allo spitito classico
fu propria Pesaltazione di tutto eid che ba
forma, volto, individuazione, di contro a tut-
to cid che 8 informe, generico, indifferenzia-
to. L'ideale classico ¢, aggiungiamo pure,
rrianop, ® quello del cosmos, vale a dire di
insieme di nature e di sostanze ben individua-
te collegate organicamente ¢ gerarchicamente
in un tutto: non 2 I’ideale pid o meno rom:
tico © panteistico del eaos, come del principio
che, nella sua indifferenziazione, sovrasta su
fatto eb che ba forms,
Seguendo questa idea, sul nostro piano
la mitica wcumanith>» del mito demo-mase
sonico non’ei si presenta che come un comun
denominatore 0 substrato generico il quale @
noi interessa solo nelle forme vive, concrete,
2»hen definite nelle quali es
ste forme sono appunto le
‘come uniti
siarticola. Eque
punto le razze, da intended
me i sangue, sia d'istinto, sn di
spirito. Il razzista, dunque, rieowmes' le ite
ferenza © vuole la iifferensa. Esser different,
esser ognuno 68 steti, non ® un male, ina we
bene. Quando esiste voramente le fariosa eon,
manitio? Quando da un mondo ben srtion
Into si etrocede in un mondo caotico, collet
tivisico, promiseuo, pensabile solo come sta,
iow finale paurosa dun procesw di di
seregasione e di livelamento sociale spit
tuale. Solo allora, se qualche dilferenca wus.
sisterk ancora nei corgi, essa potrh contiderare
accidentale, inestennal,incigicmte, cee
trascu-
rabile. Ecco che cosa si cela dietroal mito eg
Hitario © dietro all'ideologia democratico-mas
Nell visone eazzista dell vit, invec, 0:
gai differenza — perfino corporea
bolica: Vintetiore si manifesta nell’este
cid che esteriore & simbolo, segno o sintomo
di qualeosa di interiore — tali sonoi prineipii
fondamentali di un razzisino completo. E dal
un nostro, ramano e fascista, & as-
sai importante insistere sull’accennata tenden-
ialitaclassica del razzismo: volonta di forma,
‘odio per il promiscuo; ripresa dei principit
della nostra antica sapienza, eiod: conone te
stesso e sii te stesso, Fedelti alla propria na.
tara, ciot al proprio sangue e alla propria
30
riore,
raza, Eeco la controparte interna, etica ¢
spirituale, degli elementi che la genetica, la
scienza dell’ereditarieti e la biologia for
no per le formalazioni del razzismo scienti-
fico. Ecco delle precise direttive per leduca-
sione razziale.
4. - Ereditarieta razziale e tradizione.
In particolare, quale significato ha interi
mente, come significato vissuto, Ia legge raz-
stiale della ereditarieta?
E* un doppio significato. Anzitutto vuol di-
re superamento della concerione liberalistico-
individualistica ¢ razionalistica. Per la ¢oscien-
ma Tindividuo non & una specie di
‘tomo, una entith a #2, che per s2 vive e vale.
Tl razzismo concepisce ¢ valorizza invece
singolo in funzione di una data com
nello spario — come razza degli individui vi-
venti — sia nel tempo, come unita di una stie~
pe, di una tradizione, di un sangue. Si vede,
in eid, una ulteriore convergenza del razzismo
con la concezione totalitario-corporativa del
fascismo, per quel che riguarda il primo «-
apetto, cio’ il valore del singolo come funzio-
ne organica di un tutto nello spazio, Quanto
al secondo aspetto
coscienza razzista dit sun significato pid vivo,
‘energetico, pitt interiore a quel che nel-
3uso pitt corrente del tormine s'imtende. per
«tradizione». A questo termine si attribuitee
infatti troppo spesso un significato soltanto
sstocicisticon, culturale ¢ cumanisticon, quan-
do non sifinisea addiritturanella retorica: tra.
dizione, come retaggio delle ereazioni, delle
sequitizioni e delle credenze dei nostri prede-
cestori. Ebene, in tutto cid non si di rilievo
all’essensiale, al substrato pit profondo di o-
gni tradizione degna di tal nome: e questo &
il samgue, la raza vivente, il senso di con-
nessione meno con le opere dei nostri antenati
che con le forse stesse dalle quali nei nostri
mntenati tali opere procedettero — forze, che
continuano nel nostro sangue, negli strati
iit misteriosi e seri del mosteo essere, E” co-
i cho il razzismo vivisica e rende conereto il
concetto di tradisione: abitueri il si
vedere negli antenati non una serie di emortip
iti o meno illustri, ma Vespressione di qual.
‘osa che ancora vi
Wi & qualcosa che supera il tempo, qualeosa
che comincia a far presentire quel che altrove
noi abbiamo chiamato «la razza eterna,
Passiamo al secondo significato della idea
suuzista dell’eroditaricti: & quello che ci fa
intendere il razzismo come una precisa confu.
tazione della teotia lamirkiana ¢, in parte, an.
2
che marxista dell’influenza dell’ambiente, E
falso che ambiente determini I’individuo ¢ le
eazze. L'ambiente — sia naturale, sia storico,
«fenotipo», vale a dire sul modo ésteriore
¢ contingente di manifestarsi, nel singolo 0 in
un dato gruppo, di certe tendenze ereditarie
¢ di razza, che restano sempre l’elemento pri-
ser razzisti signifiea danque aver la precisa ¢0-
telonsa e comesomnan del leis, co foes raion:
te nel nostro interno, eno
che e impersonali dell’ambiente, sono veramen-
te determinanti per Ia nostra vita, per il nostro
carattere, per le nostre vocazioni. Punto di vi-
sta, questo, che fra 'altro conduce anche,
nuove prospettive storiche: ci si oppone infat-
ti alla teoria dell’ambiente anche in quella ua
forma, secondo la quale si ritiene che le gran-
i civilta del passato siano state de te
dal Iuogo, dalle condizioni climatiche © anche
storiche in senso stretto, dall’economis ¢ via
dicendo. E’ invece 'uomo la forea decisiva
che, spesso anche in un ambiente avverso, ha
dato forma alle varie civilth — e, di nuovo,
non T'uomo in astratto, ma I'uomo come expo-
nente di una razza, sia corporea, sia epiritua-
Je. Questa rasza esterna ¢ interna nom solo 2
Ja causa, per la quale nellinsieme di un dato
popolo, a dati gruppi di individai sia propria u-
nna data voearione, ma anche la causa per Ia
3qualeinun date ambiente ein una data epoca’
sorta una civilta di guerricri, anzich® di com-
mercianti, di asccti anzich® di umanisti, ¢ via
dicendo. Di nuovo, decisive sono forse fatali
os pe imealio, fatidiche, the exstono in
noi, che dan forma alla nostra nat i
che si legano al mistero delle origins
Quale @ il rapporto del singolo e, in genere,
doll’umana personaliti di fronte a tali forse?
Qualcuno pud credere che, col razzismo, si
cada in una forma,
pure interiorizzate, di
a sarebbe tutto, la per-
le, nulla, Pereid nasce perfino
di collettivismo, di ritorno alle
spirito dei clan, delle comunit promiscue sel-
vagge. Le cose stanno tuttavia in modo assai
diverso. Pud dirsi fondatamente — a parte
problemi di ordine propriamente metafisien —
che se Vindividuo non esiste fuor della rasza,
Ja razza, a sua volta, in un certo modo, non
‘siste fuor dall"individuo 0, per dix meglio, dal-
Ja personalita. A chisrimento di questo enun-
ciato, devesi ricordare V'aspetto « aristoccati-
co» gid sottolineato nell’espressione «esser di
razza > 0 «aver della razza. Con un modo pa-
eadossale di eeprimersi, potrebbe dirsi che la
vazza esiste veramente soltanto in quel suoi e-
sponenti, che davvero chino della razza>.
La razza, in altri termini, 8 un retaggio © un,
substeato generico: sebbene tenda in tutti’ ad
esprimersi, e in tutti in un qualche modo si
En
esprima, solo in aleuni essa raggiunge una pie-
na, perfetta realizzazione — ed & qui che si
palesa l'azione e il significato del singolo, del-
Ia personalita. Negli uomini veramente supe-
riori Ia razza si compie, si attua in un eul-
. che simultaneamente culmine dei
valori della vera personslita. L’erediti raz-
ziale pud paragonarsi ad un patrimonio ©:
ccolto dagli avi e trasmesto alla discenden
Non vi & determinismo, perché alla discend:
za concessa una liberta d'uso di tale pat
monio: lo si pud assumere per conservarlo,
potenziarlo, farlo variamente fruttificare, cosi
come invece ci si pud dare a dissiparlo © a
distruggeelo. Da cid che una eredita
tuale, sia biologica
pud dunque, in fedelta alla sua razza, trarre
le forze per raggiungere una perfezione per-
sonale e valere come una perfetta incarnazione
dell'ideale di tutta una stirpe; ovvero egli pud
contaminare questo retaggio, pud
pud metterlo alla mere? dei determi
fermantesi con le mescolanze e con l'ibridi-
smo, per via dei quali esto sara ‘prima 0 poi
sopraffatto da influenze o paralizzatrici, 0 dis-
solvitrici.
Cosi la coscienza razz
mentre va a rico
noscere il significato ¢ la funzione della per-
sonalita nella razza, d’altra parte intende de-
stare un preciso senso di responsabilita nel
singolo circa T'uso della sua Ijberth nei ri-
35guardi_ del retaggio razziale, sia biologico,
Sh. apirituale, che lungo tutta una catena
di generazioni gli 8 stato trasmeseo.
5, - Razza e nazione.
Non vi & razzista anche estremista il quale
non-riconosea, che espressioni, come «razza
Htaliana», ccrazza tedesca», crazea anglosas-
sone» e perfino’ «xazza ebraica, sono scien-
tificamente incorrette, perché nel riguardo
devesi invece parlare di popoli 0 di nazioni ¢
perch allo stato attuale non vi & popolo 0
hhazione cui corrisponda tna unica raza pura
fed omogenes. Cid sichiarira in seguito, quando
aecenneremo che oggi, nel parlor di razza, non
fi usano pid le vaste generiche categorie del-
Pantropologia di una volta, Ia quale si limi-
tava a parlare di raza bianea, nera, rossay
Galla, ecc.,,ma ci si riferisce ad unith etniche
pid individuate e pitt originarie, che im um
Terto modo si poteebbero paragonare ai corpt
semplici o clementi che nella chimiea servono
Ga base per lo studio dei composti. Varic com-
posizioni di tali elementi — pitt o meno sta-
Dili © omogence — sarebbero dungue le na~
aioni e i popoli attalmente esistemti. Cosi per
fe. pel Deniker In parola «razza > si riferi-
fee ad un insieme di caratteristiche originaria-
‘mente eiscontrabili in un insieme reale di indi-
36
vidui, che oggi sono sparsi, secondo varie per-
‘centuali, in diversi gruppi etnici, che sono ap-
ppunto le nazioni e i popoli, gruppi che si di-
stinguono gli uni dagli altri, soprattutto per la
Tingua, il modo di vita, i eostumi, eee.
Quali rapporti sussistono allora fra V idea
nazionale ¢ quella razziale?
Dove risiede I’elemento pit importante, nella
nazione o nella raza? Per quanto delicato,
questo problema va affrontato, perch? senza
un chiaro punto di vista in proposito non si
pud penetrare il senso ¢ Ia giustificazione di
tutti gli aspetti pratici ¢ attivist
smo e soprattutto del razzismo selettivo. Sia i
popoli, sia le nazioni sono delle sintesi. Si pud
conceddere, che gli element figuranti im tli sin-
tesi non sono soltanto razziali, quando Ia razza
Ja si concepisea come una entith puramente
etnica e antropologico-biologica. Ma una tale
‘concezione della razza non é la nostra. La ra
za 2 por il nostro razzismo una entita che
manifesta sia nel corpo, sia nello spirito. Le
varie forme culturali, artistiche, religiose, eti-
che, ece. sono manifestazioni della raza del-
Tranima e dello spirit. Cosi anche gli elemen-
‘ti non etnici ¢ non antropologici che stanno a
definite una nazione possono esser fatti of-
getto della riceres eazzista.
‘A questo punto, devesi dire qualeosa circa
‘il potere degli incroci. Rileviamo fin da ora
che quando razze eterogence si incrociano, il
nNTN Oe
risultato non 2 solo, @ non & sempre, la de-
formazione nella discendenaa dei tratt earate.
tistici dei tipt puri eoreispondenti. Come effet.
‘0, pud verifiearsi un ibridismo pit grave, cio’
tuna diseendenza nella quale alla razea del cons
po di un dato tipo non corrisponde pitt la
ie dello spirito che in via nor-
male dovrebbe esserle cortclativa e alla quale
in origine si trovava connessa. Ne segue una
disanmonin © spesi perino una dilacerasione
Tn secondo Iuogo, bisogna accennare alla
generalizzazione di due concetti propri al men.
delismo, vale a dire alla teoria della. creda:
rieti negli ineroci: quello di-«dominantey ¢
di «recessivo ». In un incrocio, pud accadere
che nella discendenza, per una’o pits genera.
ioni, predominino solo le caratteristiche di
tuno dei due tipi che si sono incrociati, tanto
da far nascere Villusione che non sia avve.
uta nessuna mescolanza, nessun imbastardic
mento 0 «ibridismoy. E* una pura apparens
aa. T egeni», cio’ le potenzialita ereditarie,
iche dell’altro tipo si trasmettono e agiscono.
nella discendenza, ma in forma latente, per
cost dire, imboscate, perch® per un dato’ ciclo
predomina la forza dei « geni» del primo ti
po. Ma ad un dato momento essi riafforerans
oy af alermeranno vsibilmente © determine.
anno una forma corrispondente, Le earatte.
Tistiche latenti definiseono la qualita crecessi-
Fy
oe
vay di fronte allaltra, detta invece «domi-
ante».
Mentre nel campo strettamente biologico e
nel mondo delle specie-naturali — vegetali ed
animali — la funzione recessiva ¢ quella do-
‘minante, nelle loro alternanze, sono regolate
da leggi oggettive impersonali, nell’ applica-
sione alle razze umane entra di nuovo in giuo-
co un fattore spivituale. Una qualita resta «do-
minanteo in incroci mantennti entro certi Ii-
miti fino a che sussiste una eerta tensione, una
certa presenza a sé stessa — per dir cosi —
della razza. Quando la tensione viene meno,
la qualit «dominanten cessa di ester tale ©
influenze esterne, che da essa eran state co-
strette arimaner urecessives, cio? presenti solo
in modo latente, a loro volta, si affermano.
Precisate queste nozioni clementari, della
dottrina della razza, si pud aflrontare il pro-
blema dei rapporti fra razza ¢ nazione, 0 raz~
2a ¢ «popolo». Si detto che le nazioni ¢ i
popoli oggi esistenti da un punto di vista rigo-
oso sono entiti etniche miste, determinatesi
traverto varia vicende storiche fino alla loro for-
ma attuale. Sono punti di interferenza di va-
ie razze del corpo, non solo, ma anche di
varie razze dello spirito, le quali costituiscono
il substrato pitt profondo di elementi di civilta
ediinflussiculturali diversi. Tl punto di vista
predominante nell'epoea democratica era, nel
‘riguardo della nazione, «storicisticon ¢ agnosti-
0co: evitava ill problema della genesi e della
composizione della nazione, accettava la na
one come il «fatto compiuto» di una data
comunita ¢ ci si ingegnava solo di mantenere
in un certo equilibrio le varie forze che agiva
no in essa, spesto perfino in modo eontrastante
Col razzismo c, in pari tempo, col nuovo
coneetto fascista dello Stato e della nazione, si
viene ad un diverso punto di vista. Il proble-
ma delle origini non pud pitt essere evitato
Ta dove si riconosce, che la massima polities
non deve esser un sistema di «equilibrio >, ma
ln decisa direzione dello Stato ¢ della nazione
da parte di una élite, di um nucleo rappresen-
tante elemento piti valido e pid dogno di
fronte ad ogni altro compresente, tanto da es-
ser desiderabile che sia esso a dar la propria
impronta al tutto. Ecco che allora per il proble-
ione delle nazioni si i
‘mogenea, almeno come raza dominatrice ri.
spetto ad alice razze soggette: si riconosce che
nel corso dei secoli tale razza originaria pa
attraverso vieende drammatiche, talvolta.per-
fino tragiche; si presentono de epoche ¢ Ie ei.
vilti, im eui essa venne meno a sé stessa, ove
influenze estranee entrarono a far parte delle
unit politico-sociali da esse create, ove le leggi
40
a
satura dala raza fron trade, ove nel
campo delle produzioni culturali ¢ spirituali
ff verifed un Ibeidimo, perch furono sc-
‘colti elementi daltea razza i quali giunsero a
far ai che quel che di fronte ad essi prima
‘manteneva un carattere «dominantes non per-
sistesse pitt che in forma soffocata, arecessivay.
‘Si avvertono parimenti le Tesurrezioni spora
diche della razza e della tradizione originaria,
i suoi impulsi a conservarsi malgrado tutto, «
liberarsi oa riaffermarsi, a dar luogo nuova-
mente a forme e creationi fedeli alla sua na-
ura propria. :
TE Ns wna dette
ta e insegnata tutta una nuova « storia naziona-
Te», non ai fini di una astratta conoscenza 0
di vane recriminazioni, bensi per promuove-
re delle decisioni interiori ¢ una precisa for-
mazione della volonta. Si deve dunque ve-
nite a questa conoscenza: nel composto «na
ione» & esistita ed esiste una razza superiore.
Tutto cid che venendo dall’esterno, da caz-
ze diverse, si aggiunge alla tradizione na-
ionale generatasi da tale rezza, ha avato ed
avrh un valore costrttvo, in vi di principio,
solo quando 1a scaturigine razziale donde
procede affine e quando vigono Te condizioni,
per via delle quali quel nucleo principale pud
mantenere, sopeattutto nel eampo spirituale, la
squalih dominante». Nel caso divers, ‘eid
che si 8 aggiunto & qualcosa o di inutile, © di
aSSS EE
paralizzante, © perfino di dissolutivo. Quanto
al futuro, s¢ si deve naturalmemte tondere a
mantenere la compattezza e L'integriti della
intesi corrispondente ad un dato epopolo>,
bisogna cendersi anche conto del perioolo di
«lasciar fare», cirea il resto, alla. «storia,
isogna invece agire affinch’ la parte raz.
sialmente piit valida compresa nella nazione
si conservi ed anzi si potenzi attraverso le fu-
ture generazioni ¢ a che le componenti meno
valide © semplicemente secondarie non si svi-
Iupping e rafforzino loro, fino a prevalere.
E nelle varie vicende ed epoche delle xsto-
rie nazionali» un occhio addestrato dovra ap-
unto abituarsi a scoprire il retroscena anche
razziale, a yedervi Palternarsi di influenze di
componenti che da recessive si fanno dominan-
{i o viceversa, dando Iuogo a periodi 0
eli i quali non sono per nulla tappe di un
Processo omogeneo ¢ continuo, ma'sintomi
manifestazioni dell'una o deli'altra di dette
‘componenti, associatesi per inerocio,
Da questo punto di vista, Ia urazzay — ¢o-
‘me razza superiore — va certo a significar di
pitt che la enazioney: & elemento divigente
€ formatore della nazione e della sua eivilti
predominante. E cid é cosa perfettamente con-
sona all’idea faseista, Il fascismo — di
do, in eid, dal nazional-socialismo, e superans
dolo — si rifiuta infatti di concepire la an
sione> fuoe dallo Stato. Per il fascismo, 2 lo
2
Stato che di forma e coscienza alla nazion
Ma To Stato, a sua volta, non @ una enti
astratta ¢ impersonale: nell’idea fascista, lo
Stato, a sua volta, 2 lo stramento di una élite
» della
ney. Col razzismo si va ancora un paso
vantis questa dite @ destinate @ riprendere
io della razza e della tradizione pit al-
ta presense nel compesto nasionae, E quando
, nel 1923, disse: «Roma ® sempre,
i millenni, il euore potente del-
2 il simbolo imperituro della
nostea vitalita », Egli precisd git inequivoca-
bilmente Ia direzione di una decisione inelut-
tabile: la superazza della nasione italiana &
Ta razza di Roma, @ quella che noi chiameremo
propriamente la razzt ¢ario-romanay.
Ricordiamo anche queste parole, parimenti
dette nel 1923 da Mussolini alla élite fascista:
«Voi rappresentate veramente il prodigio di
‘questa vecchia © meravigliosa eazza, che 00-
nobbe Ie ore tristi, ma non eonobbe mai le te-
nebre del tramonto. Se qualche volta essa ap-
parve oscurata, ad un tratto eicomparve in
Iuce maggioren. Si ha, qui, I’ésatta corrispon-
denza di quel che abbiamo eaposto con ter-
aminologia razzista poco fa, parlando della per-
sistenza ereditaria della eazza primordiale ¢
delle vicende conneste al giuoco delle forme
‘clominanti» e arecessiven néllo sviluppo del-
le storie enazionalin.
43SST
- Senso della profilassi razziale.
In Germania, come & noto, sulla base dei rie
sultati della teoria dell’ereditatieti applicata
alla razza, all’igiene razziale ¢ alla demografia
sono state git da tempo adottate delle misure
por impedire la trasmissione di una eredita
rata nella discendenza, Non & il aso, qui, di
esaminare da presso tali misure © di discu-
terle. Aceonneremo solo che per quanto il
limite di validitd delle leggi dell” ereditaci
ta in molti casi, secondo quel che eredi
‘mo, non pud essere fissato in modo assoluto,
dovrebbe tuttavia gia bastare l'idea di una sem.
plice probabilita per imporre ad ogni uomo
Provvisto di una consapevolezza etiea una ben
precisa linea di condotta e un freno a quanto
ud essere dettato da un cieco istinto o da un
fatto di mero sentimento, Anche in tale con-
giuntura si palesa ¢ si da a conoscere chi ha
Yeramente della arazza», razza, equivalen.
te ad un sentimento innato di cesponsabilita ¢
di nobilta, che si impone agli impulsi della vita
naturalistiea,
Lo stesso va naturalmente detto nei riguardi
degli incroci con razze inferior non-europee
i sa che una delle circostanze che han
Propiziato Ia presa di posizione razzista dell'T.
talia & stata la necessita di prevenire il metic.
ciato nel nostro nuovo impero coloniale, Ma, di
nuovo, a tale riguardo dovrebbe esser decisive
“
‘un moto interno unito alla 0 i
compiere un vero e proprio ince di
fronte al sangue ¢ agli avi ¢ un crimine di ee
te alla discendenza ra, per arbitrio ¢
individuo e per Ia passivitt di fronte ag
impulsi corporei o ai sentimenti, si propizi
‘una contaminazione della razza. E qui, natu-
ralmente, non & necessaria presupporre la pu-
rita di razza in senso assuluto: anzi, se a tipo
merale git un tipo misto, a maggior ragione
corte peng i oe
contro ogni simile meseolanz contaminatrices
pecch® un tipo misto ha maggior bisogno di
feeser protetto, non disponendo dei caratteri
Sdominantip nella stessa misura di un tipo pu-
tro che, in speciali circostanze, di cui diremo,
‘pud travolgere talvolta e organizzare sotto di st,
Tonza alternarsi, clementi razziali relativamen-
te eterogenci introdotti nel ceppo da un incro-
oe: difesa dal meticio e Visolamento degli e-
Jementi nei quali la raza sia ce
dunque gli sepetti principali del razzismo pro-
filattico ¢ costituiscono Moggetto delle sass
della cosideta «igiene razziale>y la quale he
evident, intime fclasioni con Ta. Sasori
le. Senonché il nostro razzismo va pit
fame Sond ne i
negativa, cio’ di difesa, ma anche positiva,
yale a dire di potenziamento ¢ di selezione
jnterna. In questo campo, naturalmente, non.
4snn Te
si pub pensare, come nel prino, ad una ver
propria legislzione: il compl a
2 nvce Ie formasione dt amet
inamento di una sensibilita. $i tratta, qui 4
szella quistione delicata, the 2 eee
niugale anche nei riguardi di persone di ty
setter ae one ae
‘unico campo nel quale dalla teoria trad
passare alla pratica © si pud agive noite
Imente,affinché In rsssn delle Iatore peer
‘oni diuna nazione, quindi una naztone iy
genere, gradatamente. si purifichi
-econti sempre di pial tipo del nucleo supe
* © «muperrazzay, presente in quella sone,
7.- Il pericolo delle controselezioni.
Per procedere su tale di 2
to non solo avere una generiencoscame nant
2st, ma, in pity um ideale raziale ben pres
» non teorieamente, bensl come oggetto di
‘una vissula e sincera aspirazione, sspirarione
lavoro ivo, che naturalment
sid applicarsi ai giovani e usare “aimee
atto a condurre allo seopo: modelli del pace
sato, una speciale letteratura, lo stesso cae,
matografo — si sa delle suggestioni che, ad e.
46
sempio, una certa cinematografia americana
hha esercitato sulle masse conferendo il carat-
tere di cidolin popolari internazionali ad al-
ceani tipi di attori o di attrici, peraltro, non
sempre in ordine dal punto di vista razziale.
Anche per vie consimili si dovrebbe giungere
a far vivere nel popolo un dato ideale uma:
no, corrispondente a quello della razza supe-
ore in esso presente. E se alla « suggestio-
ne» esercitata da tale tipo si aggiungera una
‘consapevolezza razziale ¢ quel sentimento di
interna digniti e responsabilita, sul quale ri
petutamente si & detto, le premesse essenziali
pet Ia selezione interna’¢ por il potenziamento
ella razza div una mazione saranno git pre-
senti.
In fatto di scelte coniugali, & naturalmente
essenziale quella della donna da parte dello
‘uomo, non solo perché praticamente I'iniziativa
della scelta é presa prevalentemente dall’uomo,
‘ma anche in vista di precise leggi razziali. Se-
condo gli antichi insegnamenti arii relativi alla
eazza, in un incrocio, Veredith maschile
vyrebbe infatti il carattere «dominanten, quella
femminile, invece, il earattere «recessive ».
Da cid derivano due leggi importanti:
1) nella discendenza per linea maschile
di un incrocio di un womo di razza inferiore
‘eon una donna di razza superiore la razza su-
periore della donna resta soffocata © conta
minata;
aee =—a eee
2) nella discedenza di un incrocio di un
‘uomo di razza superiore con una douna ‘di
xazza inferiore In razza inferiore della donna
ui avec rslare retifcata pratieanente
_ Per il problema, che qui ci occupa, si con
sidora solo il caso di euperiorita e ai infore,
rita relative — si trata, in fondo, di razze
non davvero eteregenee, compresenti in uno
stesso popolo europeo. Le due leggi ha
delle condizioni interne, spicituali, di eu!
& detto negli altei nostei libri sulla razea gia
dal lor enuncito generale a vie, Pertanto,
“importanza che esse hanno mi lema
della acl coningate'e della sleions scr
Te. Una nuova sen ‘stint, la
Je, Una nuova sensibility un nuovo itn, In
zzetione di una immagine razsiale ben deer
minata dovranno dungue gradatamente eo
nares le unioni, non nel senso di « razional
zarle» come potrebbe avvenire in uno stabi
mento rooteenico di Stato, ma nel censo
see siamo sempre pit coscienti, che, a deter-
sec oe i iS er
4 sentimento 0 di desiderio ovvero una data
congiuntura cconomica, utilitaria 0 confor
icion ma almeno egual peso abbian Te in
ctinaaionl li interes propria qual'aomo
she, in sso superior, a Wi rasa © cha
4 Siti tazziamo deve chiarre e precisare
il vero senso della demografia ¢ in particolare
quello della cosidetta «campagna demografi-
cay col ricordare, sulla base delle leggi della
ereditarieta, la possibiliti delle ccontro-scle-
zioni» o «selezioni a rovescio ». Vogliamo di-
re che nella demografia non ei si pud restrin
gere al puro oriterio quantitative: generare il
maggir numero di figli possibili — ma biso-
gna anche considerare Ia qualita, cio chieder-
fi quali debbano essere tali fighi di una nazione
prolifica, Moltiplicando semplicemente e indi-
Seriminatamente il numero senza nessuna 6o-
noscenza dello stato della compagine razziale
di una nazione, pud infatti accadere perfino
the si propizi una invasione degli elementi de-
terminati dalla razza meno alta, qualora, per
circostanze varie, essi siano pit prolifiei, a de-
trimento della razza piti alta ma meno nume-
rosa. Allora si ha appunto il fenomeno della
cclezione a rovesciop, acutamente studiata dal
Vacher deLapouge: il risultato ¢ un abbassa-
‘mento del livello eazziale della nazione. Un tale
ppericolo, che in tutta una serie di civilta si pre-
sentato ed? stato esiziale per gli organismi poli-
tici creati da vari nuclei di razza‘ariana domina-
trice — un tale pericolo viene neutralizzato
quando ci si dia a quella educazione razziale
dellla sensiilita e delle inclinazioni, di cui
% or ora detto, fino al punto, che tutto ci
giunga ad esercitare un’azione precisa © posi-
tiva nelle scelte coniugali e, in genere, nelle
tnioni umane all’interno di una data nazione.
”8. - Spirito e razza,
Abbiamo
tac Hame detto che nella concecione total
a itzzismo fascsta la razen non of
i a cn hha a
mano, ma anche
pologi
Girea i i
rapporti fra n
anche in molte fom de
Faneo non si trovano sem
re: anti, talvolta sono dj
Viazioni pericolose, dalle
corpo e spieto
tazsimo contempes
pre dell chia
che Ia razza, si, existe, ma che essa nulla ha
‘a che fare con i problemi, i valori ¢ le attivith
propriamente spirituali e culturali dell’uomo.
Il nostro punto di vista superera Puna e la
altra posizione, con V'affermare che la razza
esiste sia nel corpo, sia nello spirito. La razza
una forza profonda che si manifesta sia ocl-
Pam rrporeo (razza del corpo), sia nell
ambito animico-spirituale (razza interna, raz-
za dello spirito). La purith di eazza, in senso
completo, si ha quando queste due manife-
stazioni si eorrispondono, vale a dire quando
Ia razza del corpo @ conforme alla razza dello
spirito 0 raza interna, tanto da poterle ser-
vice come Vorgano pit adeguato di espr
Si noti intanto il Iato rivoluzionario dit que-
sto punto di vista. L’affermazione, che esiste
una razza dell'anima e dello spirito va a con-
tradire il mito egualitario ¢ universalista an-
che sal piano culturale ¢ morale, va ad ab-
battere'la concezione razionalistiea che affer-
ma la «neutraliti » dei valori, va insomma ad
affermare il principio ¢ il valore della diffe-
renza anche sul piano spirituale, Ne segue
tutta una nuova metodologia. Prima, dinanzi
‘ad una data filosofia, ad esempio, ci si chie-
deva se essa fosse averay o «falsay; ad una
movale, si domandava una precisarione della
nozione di «bene» o di «male». Ebene,
dal punto di vista della mentalita razzista tutto
5rr ss—SSSSS
cid appare superato: essa non si pone il pro~
blema di ci8 che sia il vero o il bene, ma ai
chiede per quale razza una data concetione
Pud esser vera e una data norma pud ester va.
lida © «buona». Lo stesso si dica nei riguardi
uridiche, dei criteriestetic, per-
ideali di conoscenza della natura,
i», un valore o critetio che per
una data razza pud esser valido e salntare, por
uwn’altra pu non esserlo si da condurre, quan:
do da essa sia accettato, ad uno snaturamento
e ad una distorsione. Queste sono le conse-
della sociologia, deri
razze dell’anima ¢ dello
spirito, di la da quelle del corpo — cio, per
usare Ja terminologia da noi adotiata nelle al-
te opere, del razzismo di secondo ¢ di terz0
ello di primo grad
Bisogna tuttavia precisare sia i limiti di ya-
lidita del punto di vista ora esposto, sia la di
stinsione fra razza dell’ anima e raaza dello spi
tito. La raza dell’anima riguarda tutto cid
che @ forma del carattere, sensibilita, inclina-
lone naturale «utile» nellagire e nel reagl
re, attitudine di fronte alle proprie esperiense,
Si é dunque nel dominio della psicolost
In tipologia: la scienza dei tipi qui
in un razzismo tipologico o tipologia razzista,
disciplina alla quale il Clauss ha dato il nome
i psicantropologia. Da questo punto di vista,
82
finizione di razza 2 quella gia ricordata:
i enn au ea
di queste o quelle catatteristiche ees c
corporee, ma dallo stile che si manifesta a
traverso di esse>. te
i vede da cid la differenza fra la consi °
wien puramente psicologica ¢ quella ree
sta In quale va a raggungere wn piano pit
profondo, La psicologia definsce studin cor-
te doti ¢ certe facolth umane im astratto.
‘cuni eazzisti han poi eereato di distribaire va-
riamente tali doti nelle diverse razze Invece,
il crazzismo di secondo atex ee
si lir si voglia, le in iver
We ee ore
= misura, cono presenti nelle varie razze:
Jn in ciaseuna di queste razze esse assumiono
un significato ¢ una «fu lith > 2
Cosi, non si sosterri, ad esempio, che aaa
za abbia per carattristica 'eroiemo e un'altra,
invece, Io apiito, mercantile. St trovano
mai raazn womini con disposizioni eroiche o
sereantili, Ma dato che tali disposi
in Ini presenti, I'uomo di una data raza
Te manifesiera in modo conforma a questa ax.
za, distinguendosi da cid dall'uomo di eax
diveraa, che nelleterstaro quelle sesso at:
vith 0 nell’esplicare quelle stesse doi seg
uno «stile» diferente. Cosi vi sono vi —
condizionati dalla razza interna, di esser naa
ricereatori, mereanti, asceti, ecc. Lo stesso
33TO
timento di onore come appare p. es. nell’uo-
mo di razza nordiea non & Io stesso come ap.
Pare in un uomo di taza «occidentaley 0 Ie.
Vantina, Lo stesso si diea per la « fedelta », ¢
cosi via.
Tutto. questo, dunque, per precisare il sen
0 del concetto «razza dell’animay. Tl concet.
te aeazza dello spiriton se ne distingue, per.
cha esto riguarda non pitt i tipi di resslome
dell’uomo di fronte all’esperienza dell’ambien.
te ¢ i contenuti dell’esperienza normale quo.
tidiana, bensi la sua varia attitudine rispetto
al mondo spirituale, superumano, divino, qua.
le si esprime nella forma propeia ai sistem
speculativi, ai miti e ai simboli, alle varieta
della stessa experienza religiosa. Anche a tale
riguardo esistono degli cinvariaati » o deno.
minatori comuni che dir si voglia, delle sim
Tiarita di inspicazione © di attegsiamento, che
riconducono appunto ad una eausa interns dif,
ferensiatrice, la quale 8 appunto la «razza
dello spirito,
Qui cade perd accennare al limite che s'im-
Pone al eriterio razzista della differenza ¢ della
dipendenza dei valori dalla raza, Questa dic
pendenza & reale ¢ decisiva anche nel campo
stazioni spirituali la dove si tratti
delle ereazioni proprie ad un tipo «umanisti-
co» di civiltd, vale a dire a civilia, nelle
quali Puomo si 2 preclusa la possibility di un
contatto effettivo con il mondo trascendente ¢
s4
Jone per le €0-
ji vera comprensione per Te
be peo a compen 2
cen ralione vermont gn dale nee;
nado di eid perd non sia il caso, quando st
ret cvs dever adainall effiien
ta dale stesse crane dello spiito» moa va ok
ae ae ce Is varia forme, d'espressione che
{nun popaloo nel'lro, in un elo 4 ceth
nell altro hanno assunto ‘rpteae 0 cone
wane Mee se ea
plano. superummano.
9. - Importanza della teoria delle xaz-
" ze interiori.
La dottrina totalitar
fa raane pit ull ave del pine
EE da noi ih eicorda: Tear bane
tone dellinteriore, la forma fisica @ s
woe aeavonaeoinboo ina forma hin
a deriva Paccennata concesione del tipo v
dr ae oe
ppeno», 8 il ipo armonico, coerent, unit:
Fo. B quello nel quale supreme asprin!
‘pivituall di una data speci nan trove ot,
colo ¢ contradizione nelle qual
Peale ale» dellanima a ‘so data ra
nemtre Penima di questa ous r8zz2,
della cata precisa i
rita sulla base dei prin-CO
t, si trova in un corpo davvero
meee secur, 72 Ata ee
_ Un tale tipo «puro», naturalmente, no
si pud ritrovare in massa nei popoll aa
mente existenti che, come si dette: corrispon
dlono estenzislmente «dei compost etniei, Now
lo si pud teovare in massa, del resto, nemme,
no in un ceppo che fosse rimasto abbastansa
isolato da influenze eterogenee, perch
corrisponde ad un concettorimite, vale a dine,
ad una culminazione e ad una realizzazione
Perfetta della razza in senso generiog =
non pud etser qua
mare agli elementi esteriori comuni numeri
‘camente predominanti, ma dev jeve
© ma deve scegliere, deve
rear quel dato esponente di una data’ razza
ato a valere come I'esempio pits completo e il
Fappresentante pitt puro di un dato tipo, tan-
to da permetterci di afferrare © comprendere
quel che vi si esprime © che lo anima, cio’
anche Ia sua razza interiore, ¢ da aver dan.
peel senso dellunihoriginaria in cul con:
initcono i vari elementi di una raz
volta avuto questo senso, ef ai pub seco arn
zontare nei riguardi dei tipi meno puri della
stessa razra, ciod di quelli nei quali Ie corr
spondenra fra i vari elementi esteriori e inte.
56
riori non & parimenti completa ¢ perfetta; nei
quali, per cosi dire, si ha una distorsione dello
cotile» di quella’razza, Si tratta dungue di
‘una indagine qualitativa, di una ricerea basata
su dj uno sguardo interiore, su di una facolti
intuitiva e introspettiva. In essa, naturalmen-
te, la fisiognoniica, ciot la scienza della fisio-
nomia, ha una parte importante: & un Iuogo
comune, che «il volto esprime Vanima» —
ma anche il corpo in genere,; la forma del ora-
io, la proporzione delle membra, ece., per
chi’ sappia intendere, hanno una loro lingua
‘eloquente. Donde un nuovo, preciso signifi-
‘ato anche della craniologia, della scheletrolo-
gia ¢ di discipline con in apparenza, ari-
damente scientifich
Teazzismo, per tal via, propizia dunque wn
nuovo sentimento del corpo e, in genere, della
forma fisiea dell’essere umano. Now & cosa in-
differente che un corpo abbia una forma an-
‘wich? un'altra: non @ cosa casuale ¢ priva di
tue conseguenze. Chi ha il senso del tipo, nel
quale tutti gli elementi dell’ente urnano sono
realmente unificati, ha anche il senso del lato
tragico © oscuro dei casi, nei quali una tale
unith & venuta meno. Un'anima che viva il
‘mondo come qualcosa, di fronte a cui essa
prende attivamente posizione, come oggetto di
‘un attacco e di una conquista, normalmente
dovrebbe avere un volto che nei tratti decisi
‘@ arditi rispecchi questa esperienza interiore,
strr ee
tan cotpo slanciato, alto, nervoso, dititto — un
corpo ario o nordico-ario. Si pensi ora al caso
in cui questa anima per suo sirumento espres-
sivo avesse invece un volto pieno © grassoc-
cioy un corpo tozz0 Tent, insommna una
raza fsia, che normalmente pare fata per
primere una interiorita di tutUaltro tipo.
Peto, Ta raza interiore far per con die
violeniza su quel corpo eterogeneo, dari agli
Mess licamentiwn’alco sigifiest mm =
do tutto, essa trover’ mod imersi
cio di esprimersi. Ma,
a come se si fosse costretii a suonare una
parte seritta per violino eon una ocarina,
‘Nell'educazione razziale si dovra mettere in
silieo il fatto, che anche sotto questo signa.
do il uri animate dauno sprite lace ©
proprio un ideale umano elassico, Vaole una
cesatta coreispondenes di contenente ¢ di con-
tenuto, di interiorita e di esteriorita. Vuole
uomini tutti d’un peszo, forse unitarie e coe
renti, Detesta o avversa ogni promiscuita. ogni
Aualismo dilaceratore, conseguentemente anch
quella ideologia romantica, che si compiace di
una interpretazione tragica della spivitualita ¢
suppone che solo atiaverso un etemo contr
so, an sffrirey un inebanteanelare © oo
jasamente lottare ci si avvicini ive
: ii si supremi v:
lori, La vera superiorith delle razze arie inve-
ee 2 olimpica: si palesa nel calmo dominio
dello spirito sull’anima ¢ sul corpo che, per
se
rifletterne nel loro stile ¢ nelle loro leggi la
testa razza, gli si presentano come adeguati
strumenti espress
La teoria della razza interna & importan
te perché mette in Inco I'aspetto pitt deleterio
degli ineroci ¢ degli ibridismi: essi conducono
fad una dilacerazione ¢ ad una contradizione
terna, alla frattura dell’intima unita di un
essere umano di una data taza, Essi fan ‘si
he anime di una razza si trovino in corpi di
fun'altra, col risultato di una alterazione sia
dell'un elemento che dell’alteo. Essi creano
dei veri «spostati», im senso superiore, fino
ft che, Ia forza interna esaurendosi in contra-
ttt ed attciti di ogni genere ¢ cid che fino ad
tun certo limite era rimasto ancora « domi
te> perdendo questa sua qualita, 1a razza
teriore viene meno, ad essa si sostituisce una
rostanza amorfa e disossata, portata da corpi,
inci quali le caratteristiche razziali eventual-
‘mente sussistenti non sono pitt che echi, for-
me svuotate del loro significato profondo. Ed
‘come gid aceennammo, lo stadio in
cui i miti internazionalistici e cosmopolitici
€ la ideologia della fondamentale eguaglianza
spirituale del genere umano cominciano a dive
E nel senso opposto, invece, che si dovri
agice. I punto di partenza 8 un esame inte-
Clore, inteso a scoprire quale sia, veramente
Felemento fondamentale in noi, In «natura
392) ee
propria» o razza spirituale, alla quale bisogna
intonare essensisimente la’ mostra vita e-alla
quale, aa ogni costo, hisogna restar fedeli. Do-
po di che, bisogna agire per cercar di confe-
Fire al nostro essore il massimo di coerenza ¢
di unitarieta 0, almeno, per far si che nella
discendenza si verifichino condizioni pit fav.
revoli sulla base di quel che gia si conseguito
perch? Vinfluenza plastica, formatrice, cha fin
‘sul piano somatico ¢ biolegico esercita una
idea, qualora questa abbia una certa relazione
con T’elemento interiore primordiale azziale,
& una realta positiva, confermata da esempii
hen precisi sia storici collettivi che individu:
Sono anche ben visibili le eonseguenze della
scienza della razza interna in tema di politica
culturale. Riportiamo queste parole del Clauss:
«Nella misura in cui ad una conoseenza scien-
tifiea sla dato di esercitare una influenza sulla
il compito che, a tale riguardo, stim-
lla picantropologia, & il seguente: essa
deve individuare quelle frontiere, che nescun
popolo, nesstna comunita di sangue e di cul-
tura pud sorpassare o aprire, senza incorrere
nel pericolo della propria distruzione. La ricer-
ca delle frontiere dell’anima costituisce dun-
gi, un compito storicon. Cid si riferisce
ssenzialmente al compito di difendere 0 pro-
piziare non solo nei riguardi dei singoli, ma
anche di una nazione, la stessa coerenza ¢
tarieti, la stessa corrispondenza di elemento
cy
esterno ad elemento interno, di cui si & git
detto eiferendoci al singolo. Col che si precisa
‘anche il motivo centrale delle considerationi
gid da noi svolte circa ill rapporto fra razza
e nazione.
‘Ad una dottrina completa della razza & poi
proprio il superare il pericalo di un relativi-
smo e di un chiuso particolarismo, cui vedute
del genere, se unilateralmente ¢ estremistica-
mente assunte, possono dar luogo. Sopeattutto
i riguardi della cultura e della «razza del
Panima», corrispondenti ad un dominio in-
termedio fra corporeita © pura spiritualiti, 1a
necessita di definire ¢ difendere certe frontis
te interiori 8 sens’altro da riconoscersi, per-
che Ia @chiusura» che ne consegue &, goe-
thianamente, quella di un «limite creatore >,
anzich® paralizzatore; di un che non
barra la via verso Valto, bensi quella verso
fl basso, verso una promiscuita subrazziale e,
in fondo, anche subpersonale, facilitante ogni
processo di snaturamento, di disgregazione
di lacerazione interiore.
10. - Fisionomia delle varie razze.
Una delle caratteristiche del razzismo mo-
derno, come si & gi accennato ripetutamente,
8 In ricerca dei nuclei etnici primari. L’antica
antropologia si limitava alla classificazione
sommaria comprendente le note eazze: bian-
aee
ca, nera, gialla, malese, rossa ece., che ognu
no ricorda dalle scuole, I razziamo modemno
invece ha portato assai pitt in li Manalisi ¢
Ia classificazione, soprattutto per quel che 7i
guarda la razza che a noi interessa, cio’ la
razza bianca. L’attuale ricerca in fatto di raz-
ze del corpo distingue dunque in cid che s'in-
tendeva genericamente per razza bianca:o cat
easica una serie di raze in senso pit speciale,
raze aventi ognuna una propria fisionomia €
tuna propria costanza, si che nei loro riguardi
ossono applicarsi le leggi della ereditarietit e
agli inoroci.
Per questa classificazione, rimandiamo al
nostro libro: «ll mito del sangue », limitan-
doci, qui, a ticordare schematicamente i punti
fondamentali. Nella umaniti bianea vengono
distinte sei razze prineipali. Vidanzitutto In
razza nordica ¢ la razza occidentale, detta ‘an-
che da alcuni autori mediterranea: in entram-
bi predomina la dolicocefalia, nella prima il
tipo biondo, nella seconda il tipo bruno; perd
tuguale proporzione di membra; in media, i
tipi della seconda hanno statura pitt basea e
qualoosa di pit, raffinato e di meno tagliente
nelle fattezze. Si ha poi Ia razza falica, detta
dal Giinther crazza bionda pesante », che pa-
rimenti ha molti tratti comuni eo! tipo nordi-
‘0, essendo perd pitt massiccia, quadrata, spes-
so tozza, ingenere di pit alta statura, con una
certa lentezza di movimenti fisiei ed ‘anche in-
6
tcllettuali, piuttosto chiusa in sé, talvolta anche
Drachicefala, con particolari doti di una perti-
nacia non di rado degenerante in ostinatezza.
Segue la razza dinarica, nella quale elementi
ella razza nordica e di quella occidentale
sembrano essersi fusi con un elemento fgu-
ante anche in razze non europee, come quel-
: % quel che, almeno,
appare nei tratt c-)
za che siano perd palesi risuonanze spirituali di
{quella ‘componente eterogenea: I'uomo dina-
Fico & ative, ha doti gueriere, Wordine « di
iva quelle dell'uomo nordico, perd su
tow di minor concentratones di ma
Jor lieveaza (maggior amore per il eolore, di
Sposicione ial ese), ABbiamo. poi la
razza alpina 0, secondo un'altra nomenclatura
fetide (ostsel), con una fixionomia propria
vit spiccata: il tipo @ piuttoste arrotondato
rae cto, prevalentemente brachieefalo, bruno,
fcon occhi piccoli un pi inclinati o tondi, di
hassa statura, con pelle che spesso tende al
giallognolo. Tafine viene considerata la razza
baltico-orientale, abbondante nelle popolazio-
pi viene alla Russia, anch’essa con figura
tchinciata, biondieca, com oeci argh con 2
(ie taglio di occhi che ricordano il tipo
ee cornu schiaceiato, fronte bassa. Di
nuovo, in questa razza gli clementi del comn-
ne ceppo nordico-occidentale sembra che ab-
Ibiano assorbiti elementi di una razza non eu-
6ropea, corrispondente a quella delle prime po-
Pasion save -aatche, wee!
Queste sono le principali razze del corpo
presenti nei popoli europei in vario grado e in
varie forme di combinazione, al titolo di razze
costitutive 0 essenziali ssi popoli.
Nei quali perdesitonofafiltraiont & weze
straniere: razza levantina, razza desertica, raz-
2a mongoloide, razza negroide e mediterranco-
‘africana aggiungendosi infine elemento ebrai-
€0, che perd, malgrado la persistenza dei tipi
rincipali che vi corrispondono, non viene con-
siderato come una razza vera e propria, bensi
come una determinata menscolanza etnica dx
definirsi soprattutto sulla hase di una comune
«razza dell’anima ».
Passando ora al «razzismo di secondo gra-
do», si tratta appunto di vedere quali conte
nati, quali anime 0 razze dell’anima trovino
nelle forme fisiche ¢ nelle inclinazioni di cia-
seuna di tali razze del corpo lo steumento e-
spressivo piit corrispondente. Chi 2 andato pitt
innanzi in tale ricerca, @ appunto il gid
tato Clauss. Anche per Ie teorie del Claus
rimandiamo al riassunto compreso nel nostro
«Mito del sangue», limitandoci, qui, di nuo-
vo, a degli accenni.
Al tipo fisico nordico anima o stile della
anima pitt conforme & quello della « razza del-
Yuomo attivo », dell’uomo che sente il mon-
do come qualeosa che gli sta di fronte, come
o
proclive al giuoco, al gesto e alla esibizione,
di un'anima che si sente nel mondo un pd
‘come un attore che deve eseguire Ja sua parte
dinanziad una tribuns ina si
presta invece all’espressione di un’
timistica, che ama isolarsi nel suo piccolo am-
Diente, che cerca di sottrarsi alla vastita e alla
problematiea del mondo per mezzo di un sen-
tirsi insieme, di un’attivita rivolta a realizza-
re un calmo e riparato benessere. La razza
filica si presta all’ expressione dello stile di
un’anima che « afferra ¢ tiene fermo!»,
talvolta fino all’ireagionevole, persistente ©
tenace nei suoi fini ma con pesantezza, sen-
za una luce o una liberta interiore. 1
Clauss parla poi di altre due razze del-
P anima, che per-lui corrisponderebbero
ttivamente alla razea orientaloide 0 deser-
tiea del corpo e a quella levantina: si tratte
della razza dell’ cuomo della rivelazione», inte
soavivere il mondo come un continuo miracolo,
tun continuo manifestarsi del easo, amante del-
Vimprevedibile ¢ del mutevole come il noma
de; ¢ si tratta, in secondo logo, della rarza
dell"cuomo delia redenziones earatterizzato da
tun censo di schiavitt di fronte al corpo e alla
carne e da un émpito torbido a liberarsene ©
a redimertene, dunque; partendo da uno spe-
65Ce
ciale ¢ invalicabile dualismo fra carnalita ¢
spicitualita 0 sacriti.
Pertanto le connessioni stabilite dal Clauss
fra razza del corpo e razza dell’anima nei due
ultimi casi debbono esser considerate come as-
sai approssimate, perché le stesse dieposizioni
interne possond earatterizzare anche altri ele-
em + Ia razza dell’uomo della
lazione, secondo varie osservazioni del Clauss,
Ta si presente nella stessa raza baltico-orien-
tale del corpo, mentre quella dell’uomo della
redenzione va soprattutto a riflettere certi a-
spetti caratteristici dello «stile» del composto
ebraico. 11 Clauss non ha portato Ia sua inda-
gine circa la vazza interna sulla restante razza
del corpo, su di quella dinarica: ma vi si pud
facilmente presentire come adegnato uno stile
che comprende elementi dell’anima attiva ar-
ticolatisi con qualcosa dell’elemento occidenta-
e-mediterraneo (amore di un certo «teatro»
per T’azione, ma con minore esteriorismo)
con influenze della instabilita dello stesso uo-
mo della rivelazione.
Partroppo il lettore, qui, si trova dinanzi
ad una serie di denominazioni, che ben poco
possono dire, quando non si passi al campo
Pratico, cio quando non si vada a sentirne il
contenuto esaminando Ie fattezze di vari tipi
caratteristici per I'una raza e por Valtra ¢
cercando, poi, di «spettroscopizzare » le fisio-
nomie, per cogliere, nei tipi pitt «puri» nel
66
senso totalitario gid indicato, "elemento inte-
riore, la razza dell’anima, Bisogner’ dunque
anzitutto cifarsi ad un materiale fotografico, ri
trovabile facilmente nei principali libri ra
zisti — citiamo, oltre i saggi iconografici conte-
nuti nelle nostre due opere «Mito del sangue»
¢ «Sintesi di dottrina della razza, le opere
del Giinther, del von Eickstedt, del Fischer,
dello stesso Clauss. In un secondo tempo, dai
Tibri bisogna passare alla realté, alla vita,
cio? abituarsi a scoprire le influenze ¢ le
terferenze di una raza o dell’altra in fis
nomic particolarmente «mareate» di vomini
viventi con cui si abbia a che fare, addestran-
do non solo Vocchio del razzista antropolo-
0, anche quello del razzista psicologo che
presente il concordare © meno dell’clemento
Jnteriore con quello somatico ¢ fisiognomico.
Un compito particolare & poi quello di aver
tun senso vivo di quelle interferenze razziali
(di razze affini) atte a produrre risultati favo-
reval mediante Pesame ¢ la penetrario-
ne non solo della «linea» fisica, ma anche di
quella dell’agire, del comportarsi, del pensare
dei vari tipi. In genere, si ammette che gli
incroci dell’elemento nordico con quello oc-
identale, falico 0 dinarico siano favorevoli,
Sfavorevoli invece le meseolanze dello stesso
lemento con la razza alpina e baltico-orien-
tale; parimentisfavorgvoli le mescolanze di
queste ultime razze fra loro e con quella oc
6So ——— ee
cidentale, non sfavorevole
mediterraneo ¢ dinarico-occidentale.
AlPelemento pitt puro e pid valido com-
Preso in tutte queste razze per via di una re-
‘mota uniti di origini sj pud far corrisponde-
re la designazione di «razza aria» 9 «nordico-
aria», di cui ci riserviamo di precisare ulte-
ormente in seguito il senso,
incontro falico-
11. - Il problema delle raze spirituali.
Abbiamo detto che la razza, di la dall’ani-
ma_e dal corpo, ha una manifestione anche
nello spirito. La ricerca delle razze dello spi-
rito ha un earattere tutto speciale e a tutt’oggi
@ in embrione: prescindendo dal nostro con-
tibuto personale, ancora si @ fatto ben poco
in questo campo, che pure @ assai importante
nei riguardi di un'azione razzista completa,
In Germania vi si lega il cosidetto Kampf um
die Weltanschauung, cioé In « lotta per Ia vie
sione del mondo» (stinteade, éonforme alla
le visioni generali del mondo possono
effettivamente considerarsi come espeessioni
delle varie razze dello spirito): per’ in tale
Jotta troppa parte hanno, in Germania, sem-
plici parole d’ordine politico © «miti>, che
tengono il Iuogo di una conoscenza precisa ¢
secientifiea.
La scienza delle razze dello spirito riporta
oo
alle origini, e si svolge parallellamento ad una
morfologia delle tradizioni, dei simboli ¢ dei
miti primordiali. Nel riguardo, restringersi al
mondo moderno e volervisi orizzontare sa-
rebbe un assunto disperato: nel mondo mo-
derno, nella cultura moderna, delle razze dello
spirito non esistono che lontani eiflessi, sopr
vivenze incerte, derivazioni. Tn tema di razza
dell’anima 2 ancora possibile eceitare una cer-
ta consapevolezza 0 esperienza diretta: basta
riferirsi a qualita di carattere, di immediata
eazione interna, di stile del comportarsi, a
doti che non s"imparano né si costruiscono,
‘ma che sono innate, quindi si hanno o non si
hhanno, sono connesse al sangue e, come di-
cevamo, perfino a qualeosa di pitt profondo
del sangue, per cui da nulla possono esser 20-
jtuite. La razza dell'anima si connette alla
vita di relazione, quindi, 1a dove esista, ma
sonnecehi, dinanei a casi tipici, a prove,
ud sempre costringerla a palesarsi ©
conoseerne, in ciascuno, il volto ¢
pito 3
‘acralmente come spirito — anzi, cid is come
tale & valso gid da vari secoli — con quel che
noi qui intendiamo propriamente per spirito ha
ben poco a che fare. Oggi ci troviamo, in real-
1a, di fronte ad un campo profondamente stan-
dardizzato ¢ disossato, ove ben difficilmente
oSEE
si pus eitrovare quel che pud esser un istinto
‘su di un piano superiore. In tema di cono-
seenza, I"insieme delle conoscenze moder-
ne ha una base razionalistico-sperimentales
traendo forma ed evidenza da facolti, che pit
© meno sond le stesse in tutti gli esseri umani,
tali conoscenze, secondo l’opinione generale,
in tanto sono utili, «positive» e « scientifi
che», in quanto possono esser acquisite,
conosciute, accettate ¢ applicate da qu:
uomo, dall’uomo di qualsiasi raza e vocazio-
ne. In tema di cultura come arte pensiero,
i si riduce a posizioni pit 0 meno sogggetti-
vistiche, a qereazioni» che spesio hanno il
‘carattere di fuochi d’artificio: sone tanto bril-
Tanti per Tirismo o abilita critico-dialettica,
quanto prive di una radice profonda,
Tn un mondo e in una cultura che, su tale
base, ha perduto quasi ogni contatto con la
ealth davvero trascendente, carebbe dunque
difficile portare avanti una ricerca intesa ad
individuare lo «stile » dell’esperienzi del tra-
seendente ¢ la «forma delle possibili attitu-
inj dell’uomo di feonte ad ess0: cosa appun-
to equivalerte alla ricerea della «razza dello
sititos.
isogna retrocedere dunque in quel mondo,
nel quale Ia vera spirtualiti Ia realth meta:
fisica erano veramente le forse centrali for-
matrici della civiltd, in tutti gli aspetti di essa,
dal piano mitologico-religioso fino a quello
0
si
giuridico-sociale: bisogna cio retrocedere fino
almondodelle civilta pre-moderne e«tradizio-
naliy, Giunt! ad avore, per tal via, dei punti
di riferimento, si pud passare al mondo at-
tuale’per scoprire le varie influenze che, qu:
sia titolo di echi, promanano ancora dall’una
fo dall'altra razza dello spirito anche in questo
stato estenuato e in questa cultura essenzial-
mente «umanistica », cio® determinata esten-
sialmente dall'elemento soltanto umano.
Qui si dari solo un cenno fugacissimo circa
la tipologia delle razze dello spirito: chi vo-
glia ulterioré elementi da utilizzare nella for-
mazione della coscienza razriale, deve rifarsi
alle nostre due opere: « Sintesi di dourina del-
Ta raza» e specialmente «Rivolta contro il
mondo moderno>, oltreché alla scelta e all
traduzione degli del Bachofen dan
fatta sotto il titolo «La razza solare — Studi
sulla storia segreta de’antico mondo medi-
terraneo>.
Un antico serittore greco disse: «Esistono
azze che, poste fra entrambi, oscillano fra la
divinita ¢ Pumanita ». Le une han finito col
porre il loro centro nel primo elemento ¢ le al-
tre nell’altro, cio’ nell/umanita.
Tl primo caso sta a definire la «razza s0-
are» dello spirito, detta anche «razza olim-
picay. L’elemento pitt che umano ad esse ap-
pare cosi maturale, come per Ie altre Io & in-
yece quello umano. Quindi, nei rapporti col
n
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