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CSR - Evola - 2 - Indirizzi Per Una Educazione Razziale

Evola

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JULIUS EVOLA INDIRIZZI PER UNA EDUCAZIONE RAZZIALE EDIZIONI AR i NOTA INTRODUTTIVA y Nel quadro del tentativo di conferire all’idea della « razza » un contenuto antimoderno e spi- rituale e del relativo intervento di Evola nel- Ja discussione sviluppatasi in Italia intorno a | tale argomento fra gli anni ’30 ¢ '40, ill pre- sente volumetto segnd V'ingresso delle formu- lazioni evoliane nel mondo della scuola. E in- fatti agli educatori che U’Autore si rivolge nella prefazione del libro, invitandoli a tener presen- te « il valore essenzialmente politico ed etico } che la teoria della razza deve avere nel fascismo | epperd anche nella scuola fascista ». La razza dovra ee considerata, dagli insegnanti « co- sa ben diversa da quella di cui ieri poteva par- EDIION AR, | fare fa bilogia ¢ Fantropologia. I! nostro raz 43100 PARMA ismo va ben oltre i limiti di tali discipline che, almeno nelle loro formulazioni pik correnti, | nel loro spirito positivista e scientista, in fon- do, stanno anzi in un netto contrasto con la | vera idea razzista. Il vero razzismo, pit che { una disciplina speciale, 2 una mentalitd ... » 1 Passando quindi in rassegna aleune definizioni della razza, Evola stabilisce coerentemente la superiorita di quelle vedute che considerano tale realta come un gruppo umano definito da uno stile omogeneo, da un modo d’essere dif- Jerenziato, da una mentalita specifica, appun- to. Nel riconoscere la preminenza di un tale Punto di vista su quelli meramente naturali- Mtici e biologistici, Evola si riferisce esplicita- mente alla « dottrina delWanima delle rasze » formulata da Ludwing Ferdinand Clauss (1). Proseguendo sulla via indicata dal Clauss, Evola formula una teoria della « razea dello 1) Nato 18 febbraio 1891 a Offer, i Claus sb decd Brat aa, se anopelc aren Temstenne pssciria a fondare una tor etopscolegles sonal qu ese azn r te sree ere a Dotend cere vale boe a ite not Suet pode es tr Peseta el te Ss Ems Cgc fate fave ee evoece Tend percico dalle me Ne 6% Fat wok Sd Ci "Reed Ser Net Tote ae nate ite a Sos Mle eter fr Re and Wat Mion Bat hee, il ipl get cen oe et Ipc td Hopes anc een Hetero sii eee cana A tee er dey Orton (98), pais Pou (1999, Werbate Hae, (ep) Bie Wan ace fe Cosy, Phas tae We {BRB BE waste der et (toh a's 1 gee 13P nt Tam de a a a maybe poss nema ign sa Sd inion io Sckie Wake dll bs aoe spirito », avvalendosi delle categorie spirituali delineate in Rivolta contro il mondo moderno (raza « olimpica» 0 « solare », razza « deme- trica » 0 « lunare », razza « titanica », « amat- zonica », eccetera), categorie derivate dall’ope- ra di Bachofen. Se perd il Clauss, mantenendo il suo esame al livello psicologico, poteva esi- mersi dallo stabilire una gerarchia delle varie razze, Evola, il quale passa a considerare i va- lori spirituali di ogni singola razza e cerca di delineare una tipologia delle razze dello spiri to, deve necessariamente collocare i singoli ti- i spirituali lungo i gradi di una scala gerar- chica. Aveva ragione il Clauss ad affermare che «il valore oggettivo di una razza potrebbe es- sere conosciuto solo da quell’uomo che stesse di la da ogni razza », ed ba ragione Evola ad affermare la superiorita della « razza solare » su quella « titanica », 0 di quella « eroica » st quella « tellurica »: non esiste alcuna contrad- dizione fra le posizioni dei due autori, poiché ciascuno di loro applica ta sua ricerca'a wn lt vello diverso. E il livello al quale si applica Vindagine evoliana — o meglio, cid che essa comporta di nuovo rispetto alla ricerca degli altri studiosi del problema — consente all’es- sere umano di conoscere le differenze gerarchi- che opgettive esistenti fra le varie « razxe dello spirito », proprio perché & nell’lemento spiri- tuale dell’uomo che risiede il principio univer- sale capace di trarlo « di la da ogni razza » 9 di fargli intravedere la reale gerarchia in cui si dispongono i tipi spivituali. Un tale giudizio oggettivo, ovviamente, la psicantropologia non pud darlo, poiché manca nell’anima, nella psi- che, un elemento che trascenda la soggettioi- 18 individuae. Mussolini, net discorso tenuto a Trieste il 18 settembre 1938, affermd la necessita di « una chiara severa coscienza razziale che sta- bilisca non soltanto delle differenze, ma delle superiorita nettissime ». Abbiamo qui wna pro- v4 di come sia illegittimo parlare di superiori- 18 razziale in senso assoluto, quando non si Partecipi di una « raxza dello spirito » davvero superiore. Mussolini parlava infatti, in quel- Voccasione, dell'impero e del prestigio su cui esso doveva fondarsi; ebbene, quale reale su- Perioritd poteva vantare il colonizzatore italia. no, esponente di una civilta che al massimo era quella dell’« Occidente cristiano », nei riguardi dei popoli dell’Etiopia o delta Libia — paesi nei quali la Tradizione era una realta vivente ed effettiva, nonostante il decadimento culturale € politico? Quale superiorita « raztiale » — se intendiamo la « razza» soprattutio come «raza dello spirito » — poteva vantare lo Squadrista sul mujahid (il « combattente della ‘guerra sacra»), 0 il missionario cristianizzato- re sullo sheikh 0 sul stfi? Ul giudizio positive emesso dal Duce circa Je vedute esposte da Evola nei libri sulla ratza 10 — giudizio che comportd fra Valtro Vautoriz- Tasione a inttolare Sintesi di dotzina fascista della razza I'edizione tedesca di Sintesi — a} 7 pare dungue in ttta Ia sua contradditrrit: ‘evidentemente esso non mirava a null’altro che 4 favorie una diversfarione dotrinale in fete to di « razza », nei confronti del Terzo Reid In altri termini, si tratt9 di un'approvazione ‘ostanzialmente strumentale, come del restto 2 dimostrato dal fatto che le teorie razziali evo- se in Italia non fecero mai testo. 1 prexindere dale possiblit presentate dal- ambiente politico e culturale in cui dovette operare, Evola svolse coerentemente e fino in fondo il suo intervento nel campo della razza, ‘con quella dignita e serieta che gli sono state riconosciute da storici della levatura di un De Felice; in altre parole, anche in tale campo egli fece cid che doveva essere fatto. AR u PREFAZIONE Ii titolo di questo volumetto dice gia chiara- mente circa le direttive che ne hanno informato Taredazione e circa la sua finalita. Non si tratta, qui, di una esposizione astrat- tamente scientifica della teoria della razza ¢ nemmeno di un panorama delle varie dottri- ne razziste. Nel riguardo, del resto, auremmo dovuto ripetere cose da noi gid scritte, perch um compito del genere V'abbiamo assolto nel nostro libro «Il mito del sangue >, uscito da vari anni (ediz. Hoepli). ‘Nemmeno vogliamo procedere ad una disa- mina dottrinale e critida delle idee fondamen- tali del razzisma sia biologico, sia filosofico- apirituale, poich®, a tale riguardo, il lettore ra trovare Vargomento trattato in un'altra iii recente opera nostra, «Sintesi di dottrina della raza, parimenti uscita presso U'editore Hoopli, mentre, per quel che riguarda un in« quadramento generale di alcune prospettive uoriche @ tradizionali connesse ai problemi della raza e dell’ carianita », si pud sempre ‘consultare utilmente la nostra opera principa- Je «Rivolta contro il mondo moderno », cura- ta sempre dallo stesso editore. Il nostro compito, nel presente volumetto, 8 tutto speciale: non si tratta di esposizioni @- stratte come basi di una generica « istruzione » © informasione, n® di approfondimenti pro- Priamente dotirinali, benst della precisazione delle idee — anzi, delle cidee-forsay — di cui abbisogna un educatore per assolvere, an- che nei riguardi del razzismo, il suo vero com- pito. Nozioni semplici, ma chiare e sature di forza suggestiva, atte ad agire sull’animo det ‘iovani pit: che sul Toro solo intelletio, si da Promuovere una certa formazione def loro vo- Tere e un certo orientamento delle loro mi- gliori vocazioni, L’educatore deve tener ben presente, nel riguardo, il valore essenzialmente politico ed etico che la teoria della razza deve avere nel fascismo epperd anche nella scuola fascista. Egli deve rendersi ben conto che la raza, di ‘cui si tratta, 2 cosa ben diversa da quella di ‘cui ieri poteva parlare la Biologia ¢ l'antropo- pogia. I nostro razzismo va ben oltre i: limi di tali discipline che, almeno nelle lord, formu- dont pitt correnti, nel loro spirito positivista ¢ scientista, in fondo, stanno ansi in un netto contrasto con la vera idea razzista. Il vero rax- sismo, pit che una disciplina speciale, 8 una mentaliti: cost esso investe anche domini che, secondo Vopinione comune, ¢ sopratutto se- u condo quella dei cosidetti «intellettuali», con problemi del genere sembrerebbero non dover ‘vere nulla a che fare. Ta consegna di Mussolini & precise: «Sap- Piate, ¢ ognuno sappia, che anche nella que- stione della razza noi tireremo dritta. Ed Eli ‘ha soggiunto, alludendo a ben note insinuaz ns «Dire oh i fascism ha into quelcuno © qualeosa 8 semplicemente ridicolo ». ‘Non ci si dove tuttavia nascondere che, mal- srado una tale consegna, in questo periodo di its di due anni ¢ mezzo trascorso dalla presa i posisione razzista anche ufficiale e dichia- ata del fascismo, ben poco camino si@ fatto. E le ragioni sono, ad un dipresso, le seguent In primo luogo, vi @ Paccennata supposi sione, che il razzismo si esaurisca in un ca- ine aisles natal ot aula pr To joni contingenti, e perfino @opportunita (co- fre. per esomplo in relasione el problema braico), si & dovuto concedere urt certa posto, un pd pitt ampio di quel che normalmente gli spetterebbe, « lato delle alire discipline esi- stenti e da lasciarsi quali sono. In secondo luogo, molti hanno nutrito, ed ‘ancora nutrono, it sospetto che il razzismo sia una merce d'importazione, avente poco a che fare sia con la cultura seria, sia con la nostra tradizione, di cui sarebbe nota la «latiniti» ¢ non V«arianiti», Puniversalismo ¢ non la condizionalita da parte di una data razza. 1s Vi é, infine, una ragione tecnica, relativa al’incompetenza ¢ alla mancansa di prepara sione. Cause varie han fatto si, che finora i razzismo in alia sia stato soprattutta oggetto di una propaganda affidata a degli incompe- fenti, a persone svegliatesi razziste o antise- ‘mite dall oggi al domani, e nelle quali la pa- rola d’ordine ha tenuto il luogo dei principit ¢ di una seria informazione. Queste cause di arresto vanno rimosse. E bisogna persuadersi, e persuadere, cha Videa razzista, Lungi dall’essere un fuoco di paglia, che avrebbe quasi fatto il tempo suo, dato cho oggi a ben altro vi 2 da pensare, ha un suo preciso futuro, per ragioni non solo interne, ‘ma anche storiche, connesse all’epoca verso la quale procediamo: cosi come in altra sede ab- biamo mostrato. Ora, per un progresso reale nel campo raz- sistieo, devesi fare soprattutto assegnamento sull'axione formatrice ed educatrice da svol- gersi nelle nuove generazioni, sia nei quadri delle organizzazioni giovanili del Partito, sia nelle scuole: Non vi & infatti da farsi illusion sull efeto dit una propaganda semplicemente giornalistica su di un pubblico che, come i nostro, in questo campo & impreparata, se non anche scettico. Del pari, non si pud pretende- re che elementi gid cristallizzatisi in certe ve- dute e in certe abitudini mentali possano mu- tare sinceramente d'oriertamento e far propria 6 idee per essi nuove ovvero spesso da essi fino ad jeri avversate 0 disconosciute. E’ sulle nuove generazioni che si deve in- vece essenzialmente contare: nuove generazio- ni sia di educatori, sia di allievi. E, nel ri- guardo, ripetiamo, si tratta essensialmente del- la ione di una mentalita ¢ di una cen: Bilson schemi intellettuali ' di classifi- casioni da scienza naturale. E’ in ordine a cid che abbiamo scritto il presente volumetto, nel quale vorremmo dare nella forma pid viva e diretta il senso delle idee fondamentali da usare per integrare con un orientamento razzista le vedute fondamen- tali dell’etica e, in genere, della visione det mondo del fascismo. Quei lettori, che voles ro poi approfondire ulteriormente Vuno o Val- tro dei vari argomenti, sia nelle nostre opere, gia ricordate al principio, sia in quelle degli ‘autori che qua e la avremo da citare, troveran- no quanto occorre per soddisfare questo loro 1, - Che cosa significa “raza ,. Che cosa a «raza? Aleune defis ioni fra le pitt note: «la raza @ una unita vivente di individui di comune origine, con uguali caratteristiche corporee e spirituali» (Woltmann); «2 un gruppo umano che, por Ia comnessione, ad esso propria, di caratteri- stiche fisiche ¢ di doti psichiche, si distingue da ogni altro gruppo umano ¢ produce ele- ‘menti sempre simili a sé stessin (Giinther); «bun tipo ereditario» (Topinard); «3 un cep= po definito da gruppi di "geni,, (ciod di po- tenzialith ereditario) uguali, non di uomini e- mente simili nelle forme» (Fisch: Lenz); «2 un gruppo definito mon dal po ‘i queste 0 quelle caratteristiche spi wali © corporee, ma dallo stile che si mani- festa attraverso di esse» (Clauss). Non abbiamo citato a caso queste definizio- ni della razza. Si passa dall’una all’altra con una specie di progresso, corrispondente a quel- Jo stesso che negli ultimi decenni ha avuto luo- go nella stesea teoria della razza. Originaria- mente, la razza si esaurivain un concetto ant Pologico, vale a dire concetto di una dit w plina che ha cessato di averg il signifieato an tico © etimologico di cecienza dell'uomo » in genere, per assumere quello di una speciale scienza naturale considerante I’uomo soltanto alla stregua dei lati, in relnzione ai quali eseo costitisce una delle tante specie naturali, Si ebbe cosi, in origine, un concetto pura mente naturalistic © desetittivo della razza: come si descrissero nella loro evidente disa- suaglianza le varicta degli animali ¢ delle pian- te, cosi si raggrupparono gli esseti umani in varie eategorie basandosi sulla maggior ricor- renza che nell'uno o nell’altro presentano ca- ratteristiche essenzialmente corporec, som: che. Criterio, dunque, «statistico» ¢ quanti- Je caratteristiche comuni riscontrabili nel pitt gran numero di individui sono state considerate caratteristiche di razza. Nella pid antica antropologia a ricerca si form® poi ally esteriorita pi immediata: color della pelle, dei capelli, degli occhi, statura, tratti del volto, proporzioni, conformazione cranica. Un. primo progresso’ si ebbe nell’ trodurre le misure: si fissarono in cifre le pro- porzioni eorporee, si misurarono gli indici cr nici ¢ gli angoli facciali. La descrittiva cercd cio’ di «positiviezarsi> per mezzo di formu Je mumeriche. Poi venne il contribute della Peicologia: si cercarono di individuare le doti che nel modo pitt ricorrente corrispondono, o 2 si presumeva che coreispondessero, ai. vari fiche Tantica antropologia avova conside- rato Velemento ereditario: constatate le diffe- renze morfologiche fra gli esseri umani viven- 4, veniva nataralmente presupposta la costan- x4 di tali differense sia nei progenitori che nella discendenza. Tuttavia la particolare im- portanza dell’elemento «eredita» 2 cosa pro- pria all'antropologia pitt moderna, git vicina al razzismo propriamente detto. Donde le defi- nizioni ora riferite del Topinard, del Lens ¢ del Fischer. Nel razzismo attuale la teoria del- Pereditarieta costituisce un caposaldo. Vi si af- ferma, di contro alle vedute dell'antica antro- pologia, che non tutte le caratteristiche o doti riscontrabili in un dato gruppo umano sono da accriversi in peoprio ad una razza, ma solo quelle atte a teasmettersi ereditariamente. i . Dopo aver constatate certe mo- dificazioni esterne (dette anche paravariazio- ni) che un dato tipo pud subire per cause va- rie, senza perd che e1se si trasmettano ere- ditariamente, si formula Mioportanie dis zione fra il gene e il suo fenotipo. Tl «gene» 2, per dir cosi, una potenzialita: & 1a forza che di origine ad un tipo, o ad una serie di tpi che possono oscillaré entro determinati miti. La forma esteriore (esteriore in senso generale, perchd la teoria dell’ eredith ap- plicata all'vomo considera non solo le earatte- 2 ristiche morfologiche fisiche, ma anche le doti peichiche), che volta per volta seaturisce dal gene, infatti, pud esser varia e, in app: eenza, essa pud allontanarsi dal tipo origina- rio normale fin quasi allirriconoscibiliti. Que- sta forma esteriore si chiama fenoiipo. Nelle specie naturali si & constatato che le modifi- cazioni riguardanti il « fenotipo» non toceano Pessenza: Sotto influenze estrance ad css0 (soggettive o dambiente) 1a potenzialita del gene» si comporta quasi come una sostanza elastica: eembra perdere, entro certi limiti, Ia sua forma; ma la eiprende, non appena cess Ja collecitazione, nei tipi eui ese0 dit Inogo nelle gonerazioni successive. Un esempio tipicotratto dal mondo vegetale: la primula cinese a tem- peratura normale produce fiori rossi, in un ambiente surriscaldato ess produce invece fio- ri bianchi, Si metta in serra una pianta di queste primule ¢ se me trapiantine sempre di nuovo i semi in ambiente surriscaldato: si a- ‘vranno, nella serie delle nuove piante, sempre Fiori bianchi. Ma dopo un tempo a piacere, si prenda il seme di wia di queste piante ¢ lo si ‘ti in un ambiente a temperatura norma- Te, Veet fuori una pianta con fiori rossi, 00- ime la eua progenitrice. La variazione del afe~ notipo> 8 dunque mon estenziale, ma transi toria e illusoria, La potenzialith sussiste intat- ta, conforme al tipo originario. ‘Rreditarie — e, seoondo la veduta pil re- 2 ‘cente, adi razza» — non sono dunque le forme esteriori in’ stesse, bensi delle potenzialit dei modi costanti di reagire, eventualmente modo vario, in corrispondenaa a circostanze varie, ma sempre in conformita a certe legei. Questa @ la base della concezione piit re- cente di razza. Con la definizione sopra rip. tata del Clauss, creatore della cosidetta ps cantropologia, si va ancor pitt avanti e si ha tuna certa spiritualizzazione di quel che si @ chismato il «gene»: lessenza della razza vie~ ne cercata in uno «stile», in un modo d’esse- re, La razza qui diviene una pecie di «line ‘costante, che si esprime non solo attraverso le caratteristiche fisiche, cio attraverso Ia raz- za del corpo, ma anche nel modo di usare le varie qualita 0 doti prichiche, come in seguito piit da presto chiariremo, Sulla base di questo stile — esto stesso ereditario — sidefinisce un dato gruppo di individui, gruppo che, di fronte ‘ad altri gruppi di stile diverso, eorrisponde ad una «razza>, 2. - Significato interiore della raza. Se con cid si dato un ragguaglio somma- ro ou quel che la «razza» @ andats a signifi- ‘care nella ricerca pitt moderna, non si ancora ‘usciti dal campo delle definizioni astratte, non i & ancora detto cirea quel che la razza deve 2 direttamente significare, oggi, per il singolo , quindi, cho cosa vogiia peopriamente die , ma anche quello «sangue» nell'uso corrente ha avuto un tignificato preciso ¢ vivo, for da ogni ri. ferimento scientista ¢ biologico. Si dice: < buon sangue non mente>. Si parla di un eistinto del sangue. Vi sono ingiurie che sono « san- guinose». Vi sono condizioni, contro le quali i csangue» stesso si ribella, Che cosa signi- 4 fica tutto questo? Nel profondo dell’essere u- mano, molto piit in la della zona i astratti, dei ragionamenti conventioni derivate dalla stono istinti aventi una determinata forma, e- siste la capacita di reazioni dirette & ‘camente, nei casi estremi, nelle prove pitt gravi della vita: ‘Si tratta dj impulsi appartenenti alla pura vita animale e biologica? Sarebbe temerario affermarlo. Le forze, di cui qui si parla, gli inti dell’cuomo di raza», lungi dall’essere uun'appendice degli istinti animali, spesso van- no a contraditli, ad imporre al vivere una nor- ma superiore, a render cosa naturale ¢ spon- tanea sia Vobbedienza ad una certa «lines: i, dominio, di tensione Te reazioni della rarza hanno in comu- ne solo il carattere dj immediatezza e di pre- cisione: esse non procedono da ragionamenti, da considerasioni intellettuali; sono invece spontanee e manifestano Ia picnezea di tutto sum essere, Non solo: esse investono lo stesso dominio intellettive, perch? si manifestano anche in forme apeciali, dirette, di sensibilita, di giudizio, di riconoscimento. Dalla razza, dal ‘sangue P'uomo & portato a delle evidenze, che non si discutono, che sul loro piano sono cost 25 2d, Roos dirette, come quelle dei dati forniti dai sensi sani e normali. Come nessuno diseute perch’ il color rosso sia rosso, cosi all’ uomo di « razza> son propri¢ delle evidenze naturali e precise nello stesso campo, nel quale Puomo «mo- derno » intellettualizzato e imbastardito proce- de invece, per cost dire, a tastoni, cereande i rimediare alla perduta facolta di'un vedere con quella di un toccare siutandosi cox 'o strumento dell'intelletto discorsivo, spesso, col solo risultato di passar da una crisi ad un’s!tea © di adottare semplici criteri conformis Eeco, dunque, in che sede si deve compren- dere ¢ vivere In razza. La razza vive nel san- gue, anzi ancor piti profondo che nel sangue, Profondita, ove la vita individuale eomu- nica con una vita pit che individuale, da non intendersi, perd, naturisticamente, come « vita della specie», ma come un ordine nel quale sia agiscono forze veramente spiritual. E cid ben lo sapevano gli Antichi nella Joro venerazione dei lari, dei penati, degli eroi ar- chegeti, del «demone» di una gens, entiti che adombrano tutte il mistero del sangue le forze mistiche della razz. La seienza pud mettere in rilievo impor- tanza della razza per mezzo dei risultati con- seguiti dalla genetica, della teoria dell’eredi- tarieta, della demografia, della patologia, Tutto ei pud propiziare il risveglio del sentimento di razza, ma non pud perd crearlo, E? una in« 26 terna reazione che invece occorre, ¢ in cid pitt un «mito» — mito come widea-forza», come idea animatrice — che un dato ordine © pud essere d’aiuto. ia un tale mito, lo abbiamo accennat. i vita. Esistono gli esseri volgari ed esistono gli esseri edi raszay. Di quale classe sociale pur iano, tali esseri costituiscono una aristocra- ia. In eesi vive ancora un retaggio remoto ¢ Per cui, il razzismo gid nelle sue enuncia- i pi i ha il valore di una prova, tra persona specie di ‘0 no al razzismo non intellettuale, non & cosa soggettiva ¢ arbitra- ria. Dice si al razzismo colui nel quale Ia raz- 2 anoor vives al opp Lweoe ad enn cer ca in ogni campo degli alibi che giustifichino Te sua avversione e che diserediting il a smo, colui che @ stato interiormente vinto dall'anti-razza, colui nel quale le forze ori- ginarie sono state soffocate da detriti etnici, da processi di incrocio e di degenerazione ov- vero dallo stile di una vita borghese fiaeca © intellettualoide » che ha perduto da gene- azioni ogni contatto con tutto cid che & vera~ mente originario. 2 Questo punto deve esser ben messo in ei lievo, quasi come premessa di ogni partico- lare esposizione razzista, Tl fascismo chiama esgi all’appello tutti coloro nei quali la «razza» non & ancora spenta. 3. - Conseguenze del sentimento di razza. Il conte De Gobineau che, da un corto pun- to di vista, pud consideraref come il padre del razzismo moderno, non fece misteri circa Ia origine interna della sua dottsina: a fargli serivere ill suo famoso «Saggio sulla inegua- 20 delle rasze umaney nel 1853 fa tna ima reazione contro il «pantano democra- tico e ugualitario» nel quale sempre pits vano affondando le nazioni europec. Ebbene, questo pathos deve sempre accom- Pagnare ogni altitudine razzista cocrente e pro- durre effetti precisi in fatto di deduzioni poli- tico-sociali. Tali deduzioni, peraltro, vanno senz’altro incontro ai capisaldi della ideologia fascista, che da esse risultano potenziati e, per dir cosi, energizzati Esser razzisti, infatti, significa schierarsi contro il mito demo-massonico, secondo il quale il supremo valore satebbe Peumanitiy al sin- golare ¢ tutti gli esseri, nell’essenza, sarebhe- ro uguali e fratelli. In eealta, questa mitica 28 ‘caumaniti presupposta dal vangélo degli «im- ‘mortali principii'» 0 non esiste, ovvero & quel ‘che a noi meno importa, rappresentandoci non un. pitt, ma un meno. Per chiarire la posizione razzista, diremo che noi non pensiamo certo di contestare I" sistenza di aspetti eomuni alla gran massa de- sli esseri umani: ma parimenti reali sono gli aspetti, nei quali & invece evidente ¢ inconte- stabile Ja differenza. In ordine alla valutazio- ne degli uni e degli altri si deve.prender posi- stone, col che, di nuovo, si ha una prova del- Il razzismo — possiamo senz‘altro dirlo — si decide in modo confor- me allo spirito classica. Allo spitito classico fu propria Pesaltazione di tutto eid che ba forma, volto, individuazione, di contro a tut- to cid che 8 informe, generico, indifferenzia- to. L'ideale classico ¢, aggiungiamo pure, rrianop, ® quello del cosmos, vale a dire di insieme di nature e di sostanze ben individua- te collegate organicamente ¢ gerarchicamente in un tutto: non 2 I’ideale pid o meno rom: tico © panteistico del eaos, come del principio che, nella sua indifferenziazione, sovrasta su fatto eb che ba forms, Seguendo questa idea, sul nostro piano la mitica wcumanith>» del mito demo-mase sonico non’ei si presenta che come un comun denominatore 0 substrato generico il quale @ noi interessa solo nelle forme vive, concrete, 2» hen definite nelle quali es ste forme sono appunto le ‘come uniti siarticola. Eque punto le razze, da intended me i sangue, sia d'istinto, sn di spirito. Il razzista, dunque, rieowmes' le ite ferenza © vuole la iifferensa. Esser different, esser ognuno 68 steti, non ® un male, ina we bene. Quando esiste voramente le fariosa eon, manitio? Quando da un mondo ben srtion Into si etrocede in un mondo caotico, collet tivisico, promiseuo, pensabile solo come sta, iow finale paurosa dun procesw di di seregasione e di livelamento sociale spit tuale. Solo allora, se qualche dilferenca wus. sisterk ancora nei corgi, essa potrh contiderare accidentale, inestennal,incigicmte, cee trascu- rabile. Ecco che cosa si cela dietroal mito eg Hitario © dietro all'ideologia democratico-mas Nell visone eazzista dell vit, invec, 0: gai differenza — perfino corporea bolica: Vintetiore si manifesta nell’este cid che esteriore & simbolo, segno o sintomo di qualeosa di interiore — tali sonoi prineipii fondamentali di un razzisino completo. E dal un nostro, ramano e fascista, & as- sai importante insistere sull’accennata tenden- ialitaclassica del razzismo: volonta di forma, ‘odio per il promiscuo; ripresa dei principit della nostra antica sapienza, eiod: conone te stesso e sii te stesso, Fedelti alla propria na. tara, ciot al proprio sangue e alla propria 30 riore, raza, Eeco la controparte interna, etica ¢ spirituale, degli elementi che la genetica, la scienza dell’ereditarieti e la biologia for no per le formalazioni del razzismo scienti- fico. Ecco delle precise direttive per leduca- sione razziale. 4. - Ereditarieta razziale e tradizione. In particolare, quale significato ha interi mente, come significato vissuto, Ia legge raz- stiale della ereditarieta? E* un doppio significato. Anzitutto vuol di- re superamento della concerione liberalistico- individualistica ¢ razionalistica. Per la ¢oscien- ma Tindividuo non & una specie di ‘tomo, una entith a #2, che per s2 vive e vale. Tl razzismo concepisce ¢ valorizza invece singolo in funzione di una data com nello spario — come razza degli individui vi- venti — sia nel tempo, come unita di una stie~ pe, di una tradizione, di un sangue. Si vede, in eid, una ulteriore convergenza del razzismo con la concezione totalitario-corporativa del fascismo, per quel che riguarda il primo «- apetto, cio’ il valore del singolo come funzio- ne organica di un tutto nello spazio, Quanto al secondo aspetto coscienza razzista dit sun significato pid vivo, ‘energetico, pitt interiore a quel che nel- 3 uso pitt corrente del tormine s'imtende. per «tradizione». A questo termine si attribuitee infatti troppo spesso un significato soltanto sstocicisticon, culturale ¢ cumanisticon, quan- do non sifinisea addiritturanella retorica: tra. dizione, come retaggio delle ereazioni, delle sequitizioni e delle credenze dei nostri prede- cestori. Ebene, in tutto cid non si di rilievo all’essensiale, al substrato pit profondo di o- gni tradizione degna di tal nome: e questo & il samgue, la raza vivente, il senso di con- nessione meno con le opere dei nostri antenati che con le forse stesse dalle quali nei nostri mntenati tali opere procedettero — forze, che continuano nel nostro sangue, negli strati iit misteriosi e seri del mosteo essere, E” co- i cho il razzismo vivisica e rende conereto il concetto di tradisione: abitueri il si vedere negli antenati non una serie di emortip iti o meno illustri, ma Vespressione di qual. ‘osa che ancora vi Wi & qualcosa che supera il tempo, qualeosa che comincia a far presentire quel che altrove noi abbiamo chiamato «la razza eterna, Passiamo al secondo significato della idea suuzista dell’eroditaricti: & quello che ci fa intendere il razzismo come una precisa confu. tazione della teotia lamirkiana ¢, in parte, an. 2 che marxista dell’influenza dell’ambiente, E falso che ambiente determini I’individuo ¢ le eazze. L'ambiente — sia naturale, sia storico, «fenotipo», vale a dire sul modo ésteriore ¢ contingente di manifestarsi, nel singolo 0 in un dato gruppo, di certe tendenze ereditarie ¢ di razza, che restano sempre l’elemento pri- ser razzisti signifiea danque aver la precisa ¢0- telonsa e comesomnan del leis, co foes raion: te nel nostro interno, eno che e impersonali dell’ambiente, sono veramen- te determinanti per Ia nostra vita, per il nostro carattere, per le nostre vocazioni. Punto di vi- sta, questo, che fra 'altro conduce anche, nuove prospettive storiche: ci si oppone infat- ti alla teoria dell’ambiente anche in quella ua forma, secondo la quale si ritiene che le gran- i civilta del passato siano state de te dal Iuogo, dalle condizioni climatiche © anche storiche in senso stretto, dall’economis ¢ via dicendo. E’ invece 'uomo la forea decisiva che, spesso anche in un ambiente avverso, ha dato forma alle varie civilth — e, di nuovo, non T'uomo in astratto, ma I'uomo come expo- nente di una razza, sia corporea, sia epiritua- Je. Questa rasza esterna ¢ interna nom solo 2 Ja causa, per la quale nellinsieme di un dato popolo, a dati gruppi di individai sia propria u- nna data voearione, ma anche la causa per Ia 3 qualeinun date ambiente ein una data epoca’ sorta una civilta di guerricri, anzich® di com- mercianti, di asccti anzich® di umanisti, ¢ via dicendo. Di nuovo, decisive sono forse fatali os pe imealio, fatidiche, the exstono in noi, che dan forma alla nostra nat i che si legano al mistero delle origins Quale @ il rapporto del singolo e, in genere, doll’umana personaliti di fronte a tali forse? Qualcuno pud credere che, col razzismo, si cada in una forma, pure interiorizzate, di a sarebbe tutto, la per- le, nulla, Pereid nasce perfino di collettivismo, di ritorno alle spirito dei clan, delle comunit promiscue sel- vagge. Le cose stanno tuttavia in modo assai diverso. Pud dirsi fondatamente — a parte problemi di ordine propriamente metafisien — che se Vindividuo non esiste fuor della rasza, Ja razza, a sua volta, in un certo modo, non ‘siste fuor dall"individuo 0, per dix meglio, dal- Ja personalita. A chisrimento di questo enun- ciato, devesi ricordare V'aspetto « aristoccati- co» gid sottolineato nell’espressione «esser di razza > 0 «aver della razza. Con un modo pa- eadossale di eeprimersi, potrebbe dirsi che la vazza esiste veramente soltanto in quel suoi e- sponenti, che davvero chino della razza>. La razza, in altri termini, 8 un retaggio © un, substeato generico: sebbene tenda in tutti’ ad esprimersi, e in tutti in un qualche modo si En esprima, solo in aleuni essa raggiunge una pie- na, perfetta realizzazione — ed & qui che si palesa l'azione e il significato del singolo, del- Ia personalita. Negli uomini veramente supe- riori Ia razza si compie, si attua in un eul- . che simultaneamente culmine dei valori della vera personslita. L’erediti raz- ziale pud paragonarsi ad un patrimonio ©: ccolto dagli avi e trasmesto alla discenden Non vi & determinismo, perché alla discend: za concessa una liberta d'uso di tale pat monio: lo si pud assumere per conservarlo, potenziarlo, farlo variamente fruttificare, cosi come invece ci si pud dare a dissiparlo © a distruggeelo. Da cid che una eredita tuale, sia biologica pud dunque, in fedelta alla sua razza, trarre le forze per raggiungere una perfezione per- sonale e valere come una perfetta incarnazione dell'ideale di tutta una stirpe; ovvero egli pud contaminare questo retaggio, pud pud metterlo alla mere? dei determi fermantesi con le mescolanze e con l'ibridi- smo, per via dei quali esto sara ‘prima 0 poi sopraffatto da influenze o paralizzatrici, 0 dis- solvitrici. Cosi la coscienza razz mentre va a rico noscere il significato ¢ la funzione della per- sonalita nella razza, d’altra parte intende de- stare un preciso senso di responsabilita nel singolo circa T'uso della sua Ijberth nei ri- 35 guardi_ del retaggio razziale, sia biologico, Sh. apirituale, che lungo tutta una catena di generazioni gli 8 stato trasmeseo. 5, - Razza e nazione. Non vi & razzista anche estremista il quale non-riconosea, che espressioni, come «razza Htaliana», ccrazza tedesca», crazea anglosas- sone» e perfino’ «xazza ebraica, sono scien- tificamente incorrette, perché nel riguardo devesi invece parlare di popoli 0 di nazioni ¢ perch allo stato attuale non vi & popolo 0 hhazione cui corrisponda tna unica raza pura fed omogenes. Cid sichiarira in seguito, quando aecenneremo che oggi, nel parlor di razza, non fi usano pid le vaste generiche categorie del- Pantropologia di una volta, Ia quale si limi- tava a parlare di raza bianea, nera, rossay Galla, ecc.,,ma ci si riferisce ad unith etniche pid individuate e pitt originarie, che im um Terto modo si poteebbero paragonare ai corpt semplici o clementi che nella chimiea servono Ga base per lo studio dei composti. Varic com- posizioni di tali elementi — pitt o meno sta- Dili © omogence — sarebbero dungue le na~ aioni e i popoli attalmente esistemti. Cosi per fe. pel Deniker In parola «razza > si riferi- fee ad un insieme di caratteristiche originaria- ‘mente eiscontrabili in un insieme reale di indi- 36 vidui, che oggi sono sparsi, secondo varie per- ‘centuali, in diversi gruppi etnici, che sono ap- ppunto le nazioni e i popoli, gruppi che si di- stinguono gli uni dagli altri, soprattutto per la Tingua, il modo di vita, i eostumi, eee. Quali rapporti sussistono allora fra V idea nazionale ¢ quella razziale? Dove risiede I’elemento pit importante, nella nazione o nella raza? Per quanto delicato, questo problema va affrontato, perch? senza un chiaro punto di vista in proposito non si pud penetrare il senso ¢ Ia giustificazione di tutti gli aspetti pratici ¢ attivist smo e soprattutto del razzismo selettivo. Sia i popoli, sia le nazioni sono delle sintesi. Si pud conceddere, che gli element figuranti im tli sin- tesi non sono soltanto razziali, quando Ia razza Ja si concepisea come una entith puramente etnica e antropologico-biologica. Ma una tale ‘concezione della razza non é la nostra. La ra za 2 por il nostro razzismo una entita che manifesta sia nel corpo, sia nello spirito. Le varie forme culturali, artistiche, religiose, eti- che, ece. sono manifestazioni della raza del- Tranima e dello spirit. Cosi anche gli elemen- ‘ti non etnici ¢ non antropologici che stanno a definite una nazione possono esser fatti of- getto della riceres eazzista. ‘A questo punto, devesi dire qualeosa circa ‘il potere degli incroci. Rileviamo fin da ora che quando razze eterogence si incrociano, il n NTN Oe risultato non 2 solo, @ non & sempre, la de- formazione nella discendenaa dei tratt earate. tistici dei tipt puri eoreispondenti. Come effet. ‘0, pud verifiearsi un ibridismo pit grave, cio’ tuna diseendenza nella quale alla razea del cons po di un dato tipo non corrisponde pitt la ie dello spirito che in via nor- male dovrebbe esserle cortclativa e alla quale in origine si trovava connessa. Ne segue una disanmonin © spesi perino una dilacerasione Tn secondo Iuogo, bisogna accennare alla generalizzazione di due concetti propri al men. delismo, vale a dire alla teoria della. creda: rieti negli ineroci: quello di-«dominantey ¢ di «recessivo ». In un incrocio, pud accadere che nella discendenza, per una’o pits genera. ioni, predominino solo le caratteristiche di tuno dei due tipi che si sono incrociati, tanto da far nascere Villusione che non sia avve. uta nessuna mescolanza, nessun imbastardic mento 0 «ibridismoy. E* una pura apparens aa. T egeni», cio’ le potenzialita ereditarie, iche dell’altro tipo si trasmettono e agiscono. nella discendenza, ma in forma latente, per cost dire, imboscate, perch® per un dato’ ciclo predomina la forza dei « geni» del primo ti po. Ma ad un dato momento essi riafforerans oy af alermeranno vsibilmente © determine. anno una forma corrispondente, Le earatte. Tistiche latenti definiseono la qualita crecessi- Fy oe vay di fronte allaltra, detta invece «domi- ante». Mentre nel campo strettamente biologico e nel mondo delle specie-naturali — vegetali ed animali — la funzione recessiva ¢ quella do- ‘minante, nelle loro alternanze, sono regolate da leggi oggettive impersonali, nell’ applica- sione alle razze umane entra di nuovo in giuo- co un fattore spivituale. Una qualita resta «do- minanteo in incroci mantennti entro certi Ii- miti fino a che sussiste una eerta tensione, una certa presenza a sé stessa — per dir cosi — della razza. Quando la tensione viene meno, la qualit «dominanten cessa di ester tale © influenze esterne, che da essa eran state co- strette arimaner urecessives, cio? presenti solo in modo latente, a loro volta, si affermano. Precisate queste nozioni clementari, della dottrina della razza, si pud aflrontare il pro- blema dei rapporti fra razza ¢ nazione, 0 raz~ 2a ¢ «popolo». Si detto che le nazioni ¢ i popoli oggi esistenti da un punto di vista rigo- oso sono entiti etniche miste, determinatesi traverto varia vicende storiche fino alla loro for- ma attuale. Sono punti di interferenza di va- ie razze del corpo, non solo, ma anche di varie razze dello spirito, le quali costituiscono il substrato pitt profondo di elementi di civilta ediinflussiculturali diversi. Tl punto di vista predominante nell'epoea democratica era, nel ‘riguardo della nazione, «storicisticon ¢ agnosti- 0 co: evitava ill problema della genesi e della composizione della nazione, accettava la na one come il «fatto compiuto» di una data comunita ¢ ci si ingegnava solo di mantenere in un certo equilibrio le varie forze che agiva no in essa, spesto perfino in modo eontrastante Col razzismo c, in pari tempo, col nuovo coneetto fascista dello Stato e della nazione, si viene ad un diverso punto di vista. Il proble- ma delle origini non pud pitt essere evitato Ta dove si riconosce, che la massima polities non deve esser un sistema di «equilibrio >, ma ln decisa direzione dello Stato ¢ della nazione da parte di una élite, di um nucleo rappresen- tante elemento piti valido e pid dogno di fronte ad ogni altro compresente, tanto da es- ser desiderabile che sia esso a dar la propria impronta al tutto. Ecco che allora per il proble- ione delle nazioni si i ‘mogenea, almeno come raza dominatrice ri. spetto ad alice razze soggette: si riconosce che nel corso dei secoli tale razza originaria pa attraverso vieende drammatiche, talvolta.per- fino tragiche; si presentono de epoche ¢ Ie ei. vilti, im eui essa venne meno a sé stessa, ove influenze estranee entrarono a far parte delle unit politico-sociali da esse create, ove le leggi 40 a satura dala raza fron trade, ove nel campo delle produzioni culturali ¢ spirituali ff verifed un Ibeidimo, perch furono sc- ‘colti elementi daltea razza i quali giunsero a far ai che quel che di fronte ad essi prima ‘manteneva un carattere «dominantes non per- sistesse pitt che in forma soffocata, arecessivay. ‘Si avvertono parimenti le Tesurrezioni spora diche della razza e della tradizione originaria, i suoi impulsi a conservarsi malgrado tutto, « liberarsi oa riaffermarsi, a dar luogo nuova- mente a forme e creationi fedeli alla sua na- ura propria. : TE Ns wna dette ta e insegnata tutta una nuova « storia naziona- Te», non ai fini di una astratta conoscenza 0 di vane recriminazioni, bensi per promuove- re delle decisioni interiori ¢ una precisa for- mazione della volonta. Si deve dunque ve- nite a questa conoscenza: nel composto «na ione» & esistita ed esiste una razza superiore. Tutto cid che venendo dall’esterno, da caz- ze diverse, si aggiunge alla tradizione na- ionale generatasi da tale rezza, ha avato ed avrh un valore costrttvo, in vi di principio, solo quando 1a scaturigine razziale donde procede affine e quando vigono Te condizioni, per via delle quali quel nucleo principale pud mantenere, sopeattutto nel eampo spirituale, la squalih dominante». Nel caso divers, ‘eid che si 8 aggiunto & qualcosa o di inutile, © di a SSS EE paralizzante, © perfino di dissolutivo. Quanto al futuro, s¢ si deve naturalmemte tondere a mantenere la compattezza e L'integriti della intesi corrispondente ad un dato epopolo>, bisogna cendersi anche conto del perioolo di «lasciar fare», cirea il resto, alla. «storia, isogna invece agire affinch’ la parte raz. sialmente piit valida compresa nella nazione si conservi ed anzi si potenzi attraverso le fu- ture generazioni ¢ a che le componenti meno valide © semplicemente secondarie non si svi- Iupping e rafforzino loro, fino a prevalere. E nelle varie vicende ed epoche delle xsto- rie nazionali» un occhio addestrato dovra ap- unto abituarsi a scoprire il retroscena anche razziale, a yedervi Palternarsi di influenze di componenti che da recessive si fanno dominan- {i o viceversa, dando Iuogo a periodi 0 eli i quali non sono per nulla tappe di un Processo omogeneo ¢ continuo, ma'sintomi manifestazioni dell'una o deli'altra di dette ‘componenti, associatesi per inerocio, Da questo punto di vista, Ia urazzay — ¢o- ‘me razza superiore — va certo a significar di pitt che la enazioney: & elemento divigente € formatore della nazione e della sua eivilti predominante. E cid é cosa perfettamente con- sona all’idea faseista, Il fascismo — di do, in eid, dal nazional-socialismo, e superans dolo — si rifiuta infatti di concepire la an sione> fuoe dallo Stato. Per il fascismo, 2 lo 2 Stato che di forma e coscienza alla nazion Ma To Stato, a sua volta, non @ una enti astratta ¢ impersonale: nell’idea fascista, lo Stato, a sua volta, 2 lo stramento di una élite » della ney. Col razzismo si va ancora un paso vantis questa dite @ destinate @ riprendere io della razza e della tradizione pit al- ta presense nel compesto nasionae, E quando , nel 1923, disse: «Roma ® sempre, i millenni, il euore potente del- 2 il simbolo imperituro della nostea vitalita », Egli precisd git inequivoca- bilmente Ia direzione di una decisione inelut- tabile: la superazza della nasione italiana & Ta razza di Roma, @ quella che noi chiameremo propriamente la razzt ¢ario-romanay. Ricordiamo anche queste parole, parimenti dette nel 1923 da Mussolini alla élite fascista: «Voi rappresentate veramente il prodigio di ‘questa vecchia © meravigliosa eazza, che 00- nobbe Ie ore tristi, ma non eonobbe mai le te- nebre del tramonto. Se qualche volta essa ap- parve oscurata, ad un tratto eicomparve in Iuce maggioren. Si ha, qui, I’ésatta corrispon- denza di quel che abbiamo eaposto con ter- aminologia razzista poco fa, parlando della per- sistenza ereditaria della eazza primordiale ¢ delle vicende conneste al giuoco delle forme ‘clominanti» e arecessiven néllo sviluppo del- le storie enazionalin. 43 SST - Senso della profilassi razziale. In Germania, come & noto, sulla base dei rie sultati della teoria dell’ereditatieti applicata alla razza, all’igiene razziale ¢ alla demografia sono state git da tempo adottate delle misure por impedire la trasmissione di una eredita rata nella discendenza, Non & il aso, qui, di esaminare da presso tali misure © di discu- terle. Aceonneremo solo che per quanto il limite di validitd delle leggi dell” ereditaci ta in molti casi, secondo quel che eredi ‘mo, non pud essere fissato in modo assoluto, dovrebbe tuttavia gia bastare l'idea di una sem. plice probabilita per imporre ad ogni uomo Provvisto di una consapevolezza etiea una ben precisa linea di condotta e un freno a quanto ud essere dettato da un cieco istinto o da un fatto di mero sentimento, Anche in tale con- giuntura si palesa ¢ si da a conoscere chi ha Yeramente della arazza», razza, equivalen. te ad un sentimento innato di cesponsabilita ¢ di nobilta, che si impone agli impulsi della vita naturalistiea, Lo stesso va naturalmente detto nei riguardi degli incroci con razze inferior non-europee i sa che una delle circostanze che han Propiziato Ia presa di posizione razzista dell'T. talia & stata la necessita di prevenire il metic. ciato nel nostro nuovo impero coloniale, Ma, di nuovo, a tale riguardo dovrebbe esser decisive “ ‘un moto interno unito alla 0 i compiere un vero e proprio ince di fronte al sangue ¢ agli avi ¢ un crimine di ee te alla discendenza ra, per arbitrio ¢ individuo e per Ia passivitt di fronte ag impulsi corporei o ai sentimenti, si propizi ‘una contaminazione della razza. E qui, natu- ralmente, non & necessaria presupporre la pu- rita di razza in senso assuluto: anzi, se a tipo merale git un tipo misto, a maggior ragione corte peng i oe contro ogni simile meseolanz contaminatrices pecch® un tipo misto ha maggior bisogno di feeser protetto, non disponendo dei caratteri Sdominantip nella stessa misura di un tipo pu- tro che, in speciali circostanze, di cui diremo, ‘pud travolgere talvolta e organizzare sotto di st, Tonza alternarsi, clementi razziali relativamen- te eterogenci introdotti nel ceppo da un incro- oe: difesa dal meticio e Visolamento degli e- Jementi nei quali la raza sia ce dunque gli sepetti principali del razzismo pro- filattico ¢ costituiscono Moggetto delle sass della cosideta «igiene razziale>y la quale he evident, intime fclasioni con Ta. Sasori le. Senonché il nostro razzismo va pit fame Sond ne i negativa, cio’ di difesa, ma anche positiva, yale a dire di potenziamento ¢ di selezione jnterna. In questo campo, naturalmente, non. 4s nn Te si pub pensare, come nel prino, ad una ver propria legislzione: il compl a 2 nvce Ie formasione dt amet inamento di una sensibilita. $i tratta, qui 4 szella quistione delicata, the 2 eee niugale anche nei riguardi di persone di ty setter ae one ae ‘unico campo nel quale dalla teoria trad passare alla pratica © si pud agive noite Imente,affinché In rsssn delle Iatore peer ‘oni diuna nazione, quindi una naztone iy genere, gradatamente. si purifichi -econti sempre di pial tipo del nucleo supe * © «muperrazzay, presente in quella sone, 7.- Il pericolo delle controselezioni. Per procedere su tale di 2 to non solo avere una generiencoscame nant 2st, ma, in pity um ideale raziale ben pres » non teorieamente, bensl come oggetto di ‘una vissula e sincera aspirazione, sspirarione lavoro ivo, che naturalment sid applicarsi ai giovani e usare “aimee atto a condurre allo seopo: modelli del pace sato, una speciale letteratura, lo stesso cae, matografo — si sa delle suggestioni che, ad e. 46 sempio, una certa cinematografia americana hha esercitato sulle masse conferendo il carat- tere di cidolin popolari internazionali ad al- ceani tipi di attori o di attrici, peraltro, non sempre in ordine dal punto di vista razziale. Anche per vie consimili si dovrebbe giungere a far vivere nel popolo un dato ideale uma: no, corrispondente a quello della razza supe- ore in esso presente. E se alla « suggestio- ne» esercitata da tale tipo si aggiungera una ‘consapevolezza razziale ¢ quel sentimento di interna digniti e responsabilita, sul quale ri petutamente si & detto, le premesse essenziali pet Ia selezione interna’¢ por il potenziamento ella razza div una mazione saranno git pre- senti. In fatto di scelte coniugali, & naturalmente essenziale quella della donna da parte dello ‘uomo, non solo perché praticamente I'iniziativa della scelta é presa prevalentemente dall’uomo, ‘ma anche in vista di precise leggi razziali. Se- condo gli antichi insegnamenti arii relativi alla eazza, in un incrocio, Veredith maschile vyrebbe infatti il carattere «dominanten, quella femminile, invece, il earattere «recessive ». Da cid derivano due leggi importanti: 1) nella discendenza per linea maschile di un incrocio di un womo di razza inferiore ‘eon una donna di razza superiore la razza su- periore della donna resta soffocata © conta minata; a ee =—a eee 2) nella discedenza di un incrocio di un ‘uomo di razza superiore con una douna ‘di xazza inferiore In razza inferiore della donna ui avec rslare retifcata pratieanente _ Per il problema, che qui ci occupa, si con sidora solo il caso di euperiorita e ai infore, rita relative — si trata, in fondo, di razze non davvero eteregenee, compresenti in uno stesso popolo europeo. Le due leggi ha delle condizioni interne, spicituali, di eu! & detto negli altei nostei libri sulla razea gia dal lor enuncito generale a vie, Pertanto, “importanza che esse hanno mi lema della acl coningate'e della sleions scr Te. Una nuova sen ‘stint, la Je, Una nuova sensibility un nuovo itn, In zzetione di una immagine razsiale ben deer minata dovranno dungue gradatamente eo nares le unioni, non nel senso di « razional zarle» come potrebbe avvenire in uno stabi mento rooteenico di Stato, ma nel censo see siamo sempre pit coscienti, che, a deter- sec oe i iS er 4 sentimento 0 di desiderio ovvero una data congiuntura cconomica, utilitaria 0 confor icion ma almeno egual peso abbian Te in ctinaaionl li interes propria qual'aomo she, in sso superior, a Wi rasa © cha 4 Siti tazziamo deve chiarre e precisare il vero senso della demografia ¢ in particolare quello della cosidetta «campagna demografi- cay col ricordare, sulla base delle leggi della ereditarieta, la possibiliti delle ccontro-scle- zioni» o «selezioni a rovescio ». Vogliamo di- re che nella demografia non ei si pud restrin gere al puro oriterio quantitative: generare il maggir numero di figli possibili — ma biso- gna anche considerare Ia qualita, cio chieder- fi quali debbano essere tali fighi di una nazione prolifica, Moltiplicando semplicemente e indi- Seriminatamente il numero senza nessuna 6o- noscenza dello stato della compagine razziale di una nazione, pud infatti accadere perfino the si propizi una invasione degli elementi de- terminati dalla razza meno alta, qualora, per circostanze varie, essi siano pit prolifiei, a de- trimento della razza piti alta ma meno nume- rosa. Allora si ha appunto il fenomeno della cclezione a rovesciop, acutamente studiata dal Vacher deLapouge: il risultato ¢ un abbassa- ‘mento del livello eazziale della nazione. Un tale ppericolo, che in tutta una serie di civilta si pre- sentato ed? stato esiziale per gli organismi poli- tici creati da vari nuclei di razza‘ariana domina- trice — un tale pericolo viene neutralizzato quando ci si dia a quella educazione razziale dellla sensiilita e delle inclinazioni, di cui % or ora detto, fino al punto, che tutto ci giunga ad esercitare un’azione precisa © posi- tiva nelle scelte coniugali e, in genere, nelle tnioni umane all’interno di una data nazione. ” 8. - Spirito e razza, Abbiamo tac Hame detto che nella concecione total a itzzismo fascsta la razen non of i a cn hha a mano, ma anche pologi Girea i i rapporti fra n anche in molte fom de Faneo non si trovano sem re: anti, talvolta sono dj Viazioni pericolose, dalle corpo e spieto tazsimo contempes pre dell chia che Ia razza, si, existe, ma che essa nulla ha ‘a che fare con i problemi, i valori ¢ le attivith propriamente spirituali e culturali dell’uomo. Il nostro punto di vista superera Puna e la altra posizione, con V'affermare che la razza esiste sia nel corpo, sia nello spirito. La razza una forza profonda che si manifesta sia ocl- Pam rrporeo (razza del corpo), sia nell ambito animico-spirituale (razza interna, raz- za dello spirito). La purith di eazza, in senso completo, si ha quando queste due manife- stazioni si eorrispondono, vale a dire quando Ia razza del corpo @ conforme alla razza dello spirito 0 raza interna, tanto da poterle ser- vice come Vorgano pit adeguato di espr Si noti intanto il Iato rivoluzionario dit que- sto punto di vista. L’affermazione, che esiste una razza dell'anima e dello spirito va a con- tradire il mito egualitario ¢ universalista an- che sal piano culturale ¢ morale, va ad ab- battere'la concezione razionalistiea che affer- ma la «neutraliti » dei valori, va insomma ad affermare il principio ¢ il valore della diffe- renza anche sul piano spirituale, Ne segue tutta una nuova metodologia. Prima, dinanzi ‘ad una data filosofia, ad esempio, ci si chie- deva se essa fosse averay o «falsay; ad una movale, si domandava una precisarione della nozione di «bene» o di «male». Ebene, dal punto di vista della mentalita razzista tutto 5 rr ss—SSSSS cid appare superato: essa non si pone il pro~ blema di ci8 che sia il vero o il bene, ma ai chiede per quale razza una data concetione Pud esser vera e una data norma pud ester va. lida © «buona». Lo stesso si dica nei riguardi uridiche, dei criteriestetic, per- ideali di conoscenza della natura, i», un valore o critetio che per una data razza pud esser valido e salntare, por uwn’altra pu non esserlo si da condurre, quan: do da essa sia accettato, ad uno snaturamento e ad una distorsione. Queste sono le conse- della sociologia, deri razze dell’anima ¢ dello spirito, di la da quelle del corpo — cio, per usare Ja terminologia da noi adotiata nelle al- te opere, del razzismo di secondo ¢ di terz0 ello di primo grad Bisogna tuttavia precisare sia i limiti di ya- lidita del punto di vista ora esposto, sia la di stinsione fra razza dell’ anima e raaza dello spi tito. La raza dell’anima riguarda tutto cid che @ forma del carattere, sensibilita, inclina- lone naturale «utile» nellagire e nel reagl re, attitudine di fronte alle proprie esperiense, Si é dunque nel dominio della psicolost In tipologia: la scienza dei tipi qui in un razzismo tipologico o tipologia razzista, disciplina alla quale il Clauss ha dato il nome i psicantropologia. Da questo punto di vista, 82 finizione di razza 2 quella gia ricordata: i enn au ea di queste o quelle catatteristiche ees c corporee, ma dallo stile che si manifesta a traverso di esse>. te i vede da cid la differenza fra la consi ° wien puramente psicologica ¢ quella ree sta In quale va a raggungere wn piano pit profondo, La psicologia definsce studin cor- te doti ¢ certe facolth umane im astratto. ‘cuni eazzisti han poi eereato di distribaire va- riamente tali doti nelle diverse razze Invece, il crazzismo di secondo atex ee si lir si voglia, le in iver We ee ore = misura, cono presenti nelle varie razze: Jn in ciaseuna di queste razze esse assumiono un significato ¢ una «fu lith > 2 Cosi, non si sosterri, ad esempio, che aaa za abbia per carattristica 'eroiemo e un'altra, invece, Io apiito, mercantile. St trovano mai raazn womini con disposizioni eroiche o sereantili, Ma dato che tali disposi in Ini presenti, I'uomo di una data raza Te manifesiera in modo conforma a questa ax. za, distinguendosi da cid dall'uomo di eax diveraa, che nelleterstaro quelle sesso at: vith 0 nell’esplicare quelle stesse doi seg uno «stile» diferente. Cosi vi sono vi — condizionati dalla razza interna, di esser naa ricereatori, mereanti, asceti, ecc. Lo stesso 33 TO timento di onore come appare p. es. nell’uo- mo di razza nordiea non & Io stesso come ap. Pare in un uomo di taza «occidentaley 0 Ie. Vantina, Lo stesso si diea per la « fedelta », ¢ cosi via. Tutto. questo, dunque, per precisare il sen 0 del concetto «razza dell’animay. Tl concet. te aeazza dello spiriton se ne distingue, per. cha esto riguarda non pitt i tipi di resslome dell’uomo di fronte all’esperienza dell’ambien. te ¢ i contenuti dell’esperienza normale quo. tidiana, bensi la sua varia attitudine rispetto al mondo spirituale, superumano, divino, qua. le si esprime nella forma propeia ai sistem speculativi, ai miti e ai simboli, alle varieta della stessa experienza religiosa. Anche a tale riguardo esistono degli cinvariaati » o deno. minatori comuni che dir si voglia, delle sim Tiarita di inspicazione © di attegsiamento, che riconducono appunto ad una eausa interns dif, ferensiatrice, la quale 8 appunto la «razza dello spirito, Qui cade perd accennare al limite che s'im- Pone al eriterio razzista della differenza ¢ della dipendenza dei valori dalla raza, Questa dic pendenza & reale ¢ decisiva anche nel campo stazioni spirituali la dove si tratti delle ereazioni proprie ad un tipo «umanisti- co» di civiltd, vale a dire a civilia, nelle quali Puomo si 2 preclusa la possibility di un contatto effettivo con il mondo trascendente ¢ s4 Jone per le €0- ji vera comprensione per Te be peo a compen 2 cen ralione vermont gn dale nee; nado di eid perd non sia il caso, quando st ret cvs dever adainall effiien ta dale stesse crane dello spiito» moa va ok ae ae ce Is varia forme, d'espressione che {nun popaloo nel'lro, in un elo 4 ceth nell altro hanno assunto ‘rpteae 0 cone wane Mee se ea plano. superummano. 9. - Importanza della teoria delle xaz- " ze interiori. La dottrina totalitar fa raane pit ull ave del pine EE da noi ih eicorda: Tear bane tone dellinteriore, la forma fisica @ s woe aeavonaeoinboo ina forma hin a deriva Paccennata concesione del tipo v dr ae oe ppeno», 8 il ipo armonico, coerent, unit: Fo. B quello nel quale supreme asprin! ‘pivituall di una data speci nan trove ot, colo ¢ contradizione nelle qual Peale ale» dellanima a ‘so data ra nemtre Penima di questa ous r8zz2, della cata precisa i rita sulla base dei prin- CO t, si trova in un corpo davvero meee secur, 72 Ata ee _ Un tale tipo «puro», naturalmente, no si pud ritrovare in massa nei popoll aa mente existenti che, come si dette: corrispon dlono estenzislmente «dei compost etniei, Now lo si pud teovare in massa, del resto, nemme, no in un ceppo che fosse rimasto abbastansa isolato da influenze eterogenee, perch corrisponde ad un concettorimite, vale a dine, ad una culminazione e ad una realizzazione Perfetta della razza in senso generiog = non pud etser qua mare agli elementi esteriori comuni numeri ‘camente predominanti, ma dev jeve © ma deve scegliere, deve rear quel dato esponente di una data’ razza ato a valere come I'esempio pits completo e il Fappresentante pitt puro di un dato tipo, tan- to da permetterci di afferrare © comprendere quel che vi si esprime © che lo anima, cio’ anche Ia sua razza interiore, ¢ da aver dan. peel senso dellunihoriginaria in cul con: initcono i vari elementi di una raz volta avuto questo senso, ef ai pub seco arn zontare nei riguardi dei tipi meno puri della stessa razra, ciod di quelli nei quali Ie corr spondenra fra i vari elementi esteriori e inte. 56 riori non & parimenti completa ¢ perfetta; nei quali, per cosi dire, si ha una distorsione dello cotile» di quella’razza, Si tratta dungue di ‘una indagine qualitativa, di una ricerea basata su dj uno sguardo interiore, su di una facolti intuitiva e introspettiva. In essa, naturalmen- te, la fisiognoniica, ciot la scienza della fisio- nomia, ha una parte importante: & un Iuogo comune, che «il volto esprime Vanima» — ma anche il corpo in genere,; la forma del ora- io, la proporzione delle membra, ece., per chi’ sappia intendere, hanno una loro lingua ‘eloquente. Donde un nuovo, preciso signifi- ‘ato anche della craniologia, della scheletrolo- gia ¢ di discipline con in apparenza, ari- damente scientifich Teazzismo, per tal via, propizia dunque wn nuovo sentimento del corpo e, in genere, della forma fisiea dell’essere umano. Now & cosa in- differente che un corpo abbia una forma an- ‘wich? un'altra: non @ cosa casuale ¢ priva di tue conseguenze. Chi ha il senso del tipo, nel quale tutti gli elementi dell’ente urnano sono realmente unificati, ha anche il senso del lato tragico © oscuro dei casi, nei quali una tale unith & venuta meno. Un'anima che viva il ‘mondo come qualcosa, di fronte a cui essa prende attivamente posizione, come oggetto di ‘un attacco e di una conquista, normalmente dovrebbe avere un volto che nei tratti decisi ‘@ arditi rispecchi questa esperienza interiore, st rr ee tan cotpo slanciato, alto, nervoso, dititto — un corpo ario o nordico-ario. Si pensi ora al caso in cui questa anima per suo sirumento espres- sivo avesse invece un volto pieno © grassoc- cioy un corpo tozz0 Tent, insommna una raza fsia, che normalmente pare fata per primere una interiorita di tutUaltro tipo. Peto, Ta raza interiore far per con die violeniza su quel corpo eterogeneo, dari agli Mess licamentiwn’alco sigifiest mm = do tutto, essa trover’ mod imersi cio di esprimersi. Ma, a come se si fosse costretii a suonare una parte seritta per violino eon una ocarina, ‘Nell'educazione razziale si dovra mettere in silieo il fatto, che anche sotto questo signa. do il uri animate dauno sprite lace © proprio un ideale umano elassico, Vaole una cesatta coreispondenes di contenente ¢ di con- tenuto, di interiorita e di esteriorita. Vuole uomini tutti d’un peszo, forse unitarie e coe renti, Detesta o avversa ogni promiscuita. ogni Aualismo dilaceratore, conseguentemente anch quella ideologia romantica, che si compiace di una interpretazione tragica della spivitualita ¢ suppone che solo atiaverso un etemo contr so, an sffrirey un inebanteanelare © oo jasamente lottare ci si avvicini ive : ii si supremi v: lori, La vera superiorith delle razze arie inve- ee 2 olimpica: si palesa nel calmo dominio dello spirito sull’anima ¢ sul corpo che, per se rifletterne nel loro stile ¢ nelle loro leggi la testa razza, gli si presentano come adeguati strumenti espress La teoria della razza interna & importan te perché mette in Inco I'aspetto pitt deleterio degli ineroci ¢ degli ibridismi: essi conducono fad una dilacerazione ¢ ad una contradizione terna, alla frattura dell’intima unita di un essere umano di una data taza, Essi fan ‘si he anime di una razza si trovino in corpi di fun'altra, col risultato di una alterazione sia dell'un elemento che dell’alteo. Essi creano dei veri «spostati», im senso superiore, fino ft che, Ia forza interna esaurendosi in contra- ttt ed attciti di ogni genere ¢ cid che fino ad tun certo limite era rimasto ancora « domi te> perdendo questa sua qualita, 1a razza teriore viene meno, ad essa si sostituisce una rostanza amorfa e disossata, portata da corpi, inci quali le caratteristiche razziali eventual- ‘mente sussistenti non sono pitt che echi, for- me svuotate del loro significato profondo. Ed ‘come gid aceennammo, lo stadio in cui i miti internazionalistici e cosmopolitici € la ideologia della fondamentale eguaglianza spirituale del genere umano cominciano a dive E nel senso opposto, invece, che si dovri agice. I punto di partenza 8 un esame inte- Clore, inteso a scoprire quale sia, veramente Felemento fondamentale in noi, In «natura 39 2) ee propria» o razza spirituale, alla quale bisogna intonare essensisimente la’ mostra vita e-alla quale, aa ogni costo, hisogna restar fedeli. Do- po di che, bisogna agire per cercar di confe- Fire al nostro essore il massimo di coerenza ¢ di unitarieta 0, almeno, per far si che nella discendenza si verifichino condizioni pit fav. revoli sulla base di quel che gia si conseguito perch? Vinfluenza plastica, formatrice, cha fin ‘sul piano somatico ¢ biolegico esercita una idea, qualora questa abbia una certa relazione con T’elemento interiore primordiale azziale, & una realta positiva, confermata da esempii hen precisi sia storici collettivi che individu: Sono anche ben visibili le eonseguenze della scienza della razza interna in tema di politica culturale. Riportiamo queste parole del Clauss: «Nella misura in cui ad una conoseenza scien- tifiea sla dato di esercitare una influenza sulla il compito che, a tale riguardo, stim- lla picantropologia, & il seguente: essa deve individuare quelle frontiere, che nescun popolo, nesstna comunita di sangue e di cul- tura pud sorpassare o aprire, senza incorrere nel pericolo della propria distruzione. La ricer- ca delle frontiere dell’anima costituisce dun- gi, un compito storicon. Cid si riferisce ssenzialmente al compito di difendere 0 pro- piziare non solo nei riguardi dei singoli, ma anche di una nazione, la stessa coerenza ¢ tarieti, la stessa corrispondenza di elemento cy esterno ad elemento interno, di cui si & git detto eiferendoci al singolo. Col che si precisa ‘anche il motivo centrale delle considerationi gid da noi svolte circa ill rapporto fra razza e nazione. ‘Ad una dottrina completa della razza & poi proprio il superare il pericalo di un relativi- smo e di un chiuso particolarismo, cui vedute del genere, se unilateralmente ¢ estremistica- mente assunte, possono dar luogo. Sopeattutto i riguardi della cultura e della «razza del Panima», corrispondenti ad un dominio in- termedio fra corporeita © pura spiritualiti, 1a necessita di definire ¢ difendere certe frontis te interiori 8 sens’altro da riconoscersi, per- che Ia @chiusura» che ne consegue &, goe- thianamente, quella di un «limite creatore >, anzich® paralizzatore; di un che non barra la via verso Valto, bensi quella verso fl basso, verso una promiscuita subrazziale e, in fondo, anche subpersonale, facilitante ogni processo di snaturamento, di disgregazione di lacerazione interiore. 10. - Fisionomia delle varie razze. Una delle caratteristiche del razzismo mo- derno, come si & gi accennato ripetutamente, 8 In ricerca dei nuclei etnici primari. L’antica antropologia si limitava alla classificazione sommaria comprendente le note eazze: bian- a ee ca, nera, gialla, malese, rossa ece., che ognu no ricorda dalle scuole, I razziamo modemno invece ha portato assai pitt in li Manalisi ¢ Ia classificazione, soprattutto per quel che 7i guarda la razza che a noi interessa, cio’ la razza bianca. L’attuale ricerca in fatto di raz- ze del corpo distingue dunque in cid che s'in- tendeva genericamente per razza bianca:o cat easica una serie di raze in senso pit speciale, raze aventi ognuna una propria fisionomia € tuna propria costanza, si che nei loro riguardi ossono applicarsi le leggi della ereditarietit e agli inoroci. Per questa classificazione, rimandiamo al nostro libro: «ll mito del sangue », limitan- doci, qui, a ticordare schematicamente i punti fondamentali. Nella umaniti bianea vengono distinte sei razze prineipali. Vidanzitutto In razza nordica ¢ la razza occidentale, detta ‘an- che da alcuni autori mediterranea: in entram- bi predomina la dolicocefalia, nella prima il tipo biondo, nella seconda il tipo bruno; perd tuguale proporzione di membra; in media, i tipi della seconda hanno statura pitt basea e qualoosa di pit, raffinato e di meno tagliente nelle fattezze. Si ha poi Ia razza falica, detta dal Giinther crazza bionda pesante », che pa- rimenti ha molti tratti comuni eo! tipo nordi- ‘0, essendo perd pitt massiccia, quadrata, spes- so tozza, ingenere di pit alta statura, con una certa lentezza di movimenti fisiei ed ‘anche in- 6 tcllettuali, piuttosto chiusa in sé, talvolta anche Drachicefala, con particolari doti di una perti- nacia non di rado degenerante in ostinatezza. Segue la razza dinarica, nella quale elementi ella razza nordica e di quella occidentale sembrano essersi fusi con un elemento fgu- ante anche in razze non europee, come quel- : % quel che, almeno, appare nei tratt c-) za che siano perd palesi risuonanze spirituali di {quella ‘componente eterogenea: I'uomo dina- Fico & ative, ha doti gueriere, Wordine « di iva quelle dell'uomo nordico, perd su tow di minor concentratones di ma Jor lieveaza (maggior amore per il eolore, di Sposicione ial ese), ABbiamo. poi la razza alpina 0, secondo un'altra nomenclatura fetide (ostsel), con una fixionomia propria vit spiccata: il tipo @ piuttoste arrotondato rae cto, prevalentemente brachieefalo, bruno, fcon occhi piccoli un pi inclinati o tondi, di hassa statura, con pelle che spesso tende al giallognolo. Tafine viene considerata la razza baltico-orientale, abbondante nelle popolazio- pi viene alla Russia, anch’essa con figura tchinciata, biondieca, com oeci argh con 2 (ie taglio di occhi che ricordano il tipo ee cornu schiaceiato, fronte bassa. Di nuovo, in questa razza gli clementi del comn- ne ceppo nordico-occidentale sembra che ab- Ibiano assorbiti elementi di una razza non eu- 6 ropea, corrispondente a quella delle prime po- Pasion save -aatche, wee! Queste sono le principali razze del corpo presenti nei popoli europei in vario grado e in varie forme di combinazione, al titolo di razze costitutive 0 essenziali ssi popoli. Nei quali perdesitonofafiltraiont & weze straniere: razza levantina, razza desertica, raz- 2a mongoloide, razza negroide e mediterranco- ‘africana aggiungendosi infine elemento ebrai- €0, che perd, malgrado la persistenza dei tipi rincipali che vi corrispondono, non viene con- siderato come una razza vera e propria, bensi come una determinata menscolanza etnica dx definirsi soprattutto sulla hase di una comune «razza dell’anima ». Passando ora al «razzismo di secondo gra- do», si tratta appunto di vedere quali conte nati, quali anime 0 razze dell’anima trovino nelle forme fisiche ¢ nelle inclinazioni di cia- seuna di tali razze del corpo lo steumento e- spressivo piit corrispondente. Chi 2 andato pitt innanzi in tale ricerca, @ appunto il gid tato Clauss. Anche per Ie teorie del Claus rimandiamo al riassunto compreso nel nostro «Mito del sangue», limitandoci, qui, di nuo- vo, a degli accenni. Al tipo fisico nordico anima o stile della anima pitt conforme & quello della « razza del- Yuomo attivo », dell’uomo che sente il mon- do come qualeosa che gli sta di fronte, come o proclive al giuoco, al gesto e alla esibizione, di un'anima che si sente nel mondo un pd ‘come un attore che deve eseguire Ja sua parte dinanziad una tribuns ina si presta invece all’espressione di un’ timistica, che ama isolarsi nel suo piccolo am- Diente, che cerca di sottrarsi alla vastita e alla problematiea del mondo per mezzo di un sen- tirsi insieme, di un’attivita rivolta a realizza- re un calmo e riparato benessere. La razza filica si presta all’ expressione dello stile di un’anima che « afferra ¢ tiene fermo!», talvolta fino all’ireagionevole, persistente © tenace nei suoi fini ma con pesantezza, sen- za una luce o una liberta interiore. 1 Clauss parla poi di altre due razze del- P anima, che per-lui corrisponderebbero ttivamente alla razea orientaloide 0 deser- tiea del corpo e a quella levantina: si tratte della razza dell’ cuomo della rivelazione», inte soavivere il mondo come un continuo miracolo, tun continuo manifestarsi del easo, amante del- Vimprevedibile ¢ del mutevole come il noma de; ¢ si tratta, in secondo logo, della rarza dell"cuomo delia redenziones earatterizzato da tun censo di schiavitt di fronte al corpo e alla carne e da un émpito torbido a liberarsene © a redimertene, dunque; partendo da uno spe- 65 Ce ciale ¢ invalicabile dualismo fra carnalita ¢ spicitualita 0 sacriti. Pertanto le connessioni stabilite dal Clauss fra razza del corpo e razza dell’anima nei due ultimi casi debbono esser considerate come as- sai approssimate, perché le stesse dieposizioni interne possond earatterizzare anche altri ele- em + Ia razza dell’uomo della lazione, secondo varie osservazioni del Clauss, Ta si presente nella stessa raza baltico-orien- tale del corpo, mentre quella dell’uomo della redenzione va soprattutto a riflettere certi a- spetti caratteristici dello «stile» del composto ebraico. 11 Clauss non ha portato Ia sua inda- gine circa la vazza interna sulla restante razza del corpo, su di quella dinarica: ma vi si pud facilmente presentire come adegnato uno stile che comprende elementi dell’anima attiva ar- ticolatisi con qualcosa dell’elemento occidenta- e-mediterraneo (amore di un certo «teatro» per T’azione, ma con minore esteriorismo) con influenze della instabilita dello stesso uo- mo della rivelazione. Partroppo il lettore, qui, si trova dinanzi ad una serie di denominazioni, che ben poco possono dire, quando non si passi al campo Pratico, cio quando non si vada a sentirne il contenuto esaminando Ie fattezze di vari tipi caratteristici per I'una raza e por Valtra ¢ cercando, poi, di «spettroscopizzare » le fisio- nomie, per cogliere, nei tipi pitt «puri» nel 66 senso totalitario gid indicato, "elemento inte- riore, la razza dell’anima, Bisogner’ dunque anzitutto cifarsi ad un materiale fotografico, ri trovabile facilmente nei principali libri ra zisti — citiamo, oltre i saggi iconografici conte- nuti nelle nostre due opere «Mito del sangue» ¢ «Sintesi di dottrina della razza, le opere del Giinther, del von Eickstedt, del Fischer, dello stesso Clauss. In un secondo tempo, dai Tibri bisogna passare alla realté, alla vita, cio? abituarsi a scoprire le influenze ¢ le terferenze di una raza o dell’altra in fis nomic particolarmente «mareate» di vomini viventi con cui si abbia a che fare, addestran- do non solo Vocchio del razzista antropolo- 0, anche quello del razzista psicologo che presente il concordare © meno dell’clemento Jnteriore con quello somatico ¢ fisiognomico. Un compito particolare & poi quello di aver tun senso vivo di quelle interferenze razziali (di razze affini) atte a produrre risultati favo- reval mediante Pesame ¢ la penetrario- ne non solo della «linea» fisica, ma anche di quella dell’agire, del comportarsi, del pensare dei vari tipi. In genere, si ammette che gli incroci dell’elemento nordico con quello oc- identale, falico 0 dinarico siano favorevoli, Sfavorevoli invece le meseolanze dello stesso lemento con la razza alpina e baltico-orien- tale; parimentisfavorgvoli le mescolanze di queste ultime razze fra loro e con quella oc 6 So ——— ee cidentale, non sfavorevole mediterraneo ¢ dinarico-occidentale. AlPelemento pitt puro e pid valido com- Preso in tutte queste razze per via di una re- ‘mota uniti di origini sj pud far corrisponde- re la designazione di «razza aria» 9 «nordico- aria», di cui ci riserviamo di precisare ulte- ormente in seguito il senso, incontro falico- 11. - Il problema delle raze spirituali. Abbiamo detto che la razza, di la dall’ani- ma_e dal corpo, ha una manifestione anche nello spirito. La ricerca delle razze dello spi- rito ha un earattere tutto speciale e a tutt’oggi @ in embrione: prescindendo dal nostro con- tibuto personale, ancora si @ fatto ben poco in questo campo, che pure @ assai importante nei riguardi di un'azione razzista completa, In Germania vi si lega il cosidetto Kampf um die Weltanschauung, cioé In « lotta per Ia vie sione del mondo» (stinteade, éonforme alla le visioni generali del mondo possono effettivamente considerarsi come espeessioni delle varie razze dello spirito): per’ in tale Jotta troppa parte hanno, in Germania, sem- plici parole d’ordine politico © «miti>, che tengono il Iuogo di una conoscenza precisa ¢ secientifiea. La scienza delle razze dello spirito riporta oo alle origini, e si svolge parallellamento ad una morfologia delle tradizioni, dei simboli ¢ dei miti primordiali. Nel riguardo, restringersi al mondo moderno e volervisi orizzontare sa- rebbe un assunto disperato: nel mondo mo- derno, nella cultura moderna, delle razze dello spirito non esistono che lontani eiflessi, sopr vivenze incerte, derivazioni. Tn tema di razza dell’anima 2 ancora possibile eceitare una cer- ta consapevolezza 0 esperienza diretta: basta riferirsi a qualita di carattere, di immediata eazione interna, di stile del comportarsi, a doti che non s"imparano né si costruiscono, ‘ma che sono innate, quindi si hanno o non si hhanno, sono connesse al sangue e, come di- cevamo, perfino a qualeosa di pitt profondo del sangue, per cui da nulla possono esser 20- jtuite. La razza dell'anima si connette alla vita di relazione, quindi, 1a dove esista, ma sonnecehi, dinanei a casi tipici, a prove, ud sempre costringerla a palesarsi © conoseerne, in ciascuno, il volto ¢ pito 3 ‘acralmente come spirito — anzi, cid is come tale & valso gid da vari secoli — con quel che noi qui intendiamo propriamente per spirito ha ben poco a che fare. Oggi ci troviamo, in real- 1a, di fronte ad un campo profondamente stan- dardizzato ¢ disossato, ove ben difficilmente o SEE si pus eitrovare quel che pud esser un istinto ‘su di un piano superiore. In tema di cono- seenza, I"insieme delle conoscenze moder- ne ha una base razionalistico-sperimentales traendo forma ed evidenza da facolti, che pit © meno sond le stesse in tutti gli esseri umani, tali conoscenze, secondo l’opinione generale, in tanto sono utili, «positive» e « scientifi che», in quanto possono esser acquisite, conosciute, accettate ¢ applicate da qu: uomo, dall’uomo di qualsiasi raza e vocazio- ne. In tema di cultura come arte pensiero, i si riduce a posizioni pit 0 meno sogggetti- vistiche, a qereazioni» che spesio hanno il ‘carattere di fuochi d’artificio: sone tanto bril- Tanti per Tirismo o abilita critico-dialettica, quanto prive di una radice profonda, Tn un mondo e in una cultura che, su tale base, ha perduto quasi ogni contatto con la ealth davvero trascendente, carebbe dunque difficile portare avanti una ricerca intesa ad individuare lo «stile » dell’esperienzi del tra- seendente ¢ la «forma delle possibili attitu- inj dell’uomo di feonte ad ess0: cosa appun- to equivalerte alla ricerea della «razza dello sititos. isogna retrocedere dunque in quel mondo, nel quale Ia vera spirtualiti Ia realth meta: fisica erano veramente le forse centrali for- matrici della civiltd, in tutti gli aspetti di essa, dal piano mitologico-religioso fino a quello 0 si giuridico-sociale: bisogna cio retrocedere fino almondodelle civilta pre-moderne e«tradizio- naliy, Giunt! ad avore, per tal via, dei punti di riferimento, si pud passare al mondo at- tuale’per scoprire le varie influenze che, qu: sia titolo di echi, promanano ancora dall’una fo dall'altra razza dello spirito anche in questo stato estenuato e in questa cultura essenzial- mente «umanistica », cio® determinata esten- sialmente dall'elemento soltanto umano. Qui si dari solo un cenno fugacissimo circa la tipologia delle razze dello spirito: chi vo- glia ulterioré elementi da utilizzare nella for- mazione della coscienza razriale, deve rifarsi alle nostre due opere: « Sintesi di dourina del- Ta raza» e specialmente «Rivolta contro il mondo moderno>, oltreché alla scelta e all traduzione degli del Bachofen dan fatta sotto il titolo «La razza solare — Studi sulla storia segreta de’antico mondo medi- terraneo>. Un antico serittore greco disse: «Esistono azze che, poste fra entrambi, oscillano fra la divinita ¢ Pumanita ». Le une han finito col porre il loro centro nel primo elemento ¢ le al- tre nell’altro, cio’ nell/umanita. Tl primo caso sta a definire la «razza s0- are» dello spirito, detta anche «razza olim- picay. L’elemento pitt che umano ad esse ap- pare cosi maturale, come per Ie altre Io & in- yece quello umano. Quindi, nei rapporti col n

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