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Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 39.

Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni. Compilazione di Gaetano Moroni romano (1840) Author: Moroni, Gaetano, 1802-1883 Volumes: 109 Subject: Catholic Church; History; Church history; Biography Publisher: In Venezia : Tipografia Emiliana Language: Italian Call number: AFK-9455 Digitizing sponsor: University of Toronto Book contributor: Kelly - University of Toronto Collection: kellylibrary; toronto
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© Attribution Non-Commercial (BY-NC)
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Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 39.

Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni. Compilazione di Gaetano Moroni romano (1840) Author: Moroni, Gaetano, 1802-1883 Volumes: 109 Subject: Catholic Church; History; Church history; Biography Publisher: In Venezia : Tipografia Emiliana Language: Italian Call number: AFK-9455 Digitizing sponsor: University of Toronto Book contributor: Kelly - University of Toronto Collection: kellylibrary; toronto
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a j 7^^

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SAMTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHI*
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI CONCILII,
AI RITI, ALLE CEREMONIE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
SACRE, ALLE
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NOI*
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIG1.IA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VCL. XXXIX.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA E!MILIANA
M D C G C XLV I .
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA
m^^

LIS LIS

JUISIA, Lysias. Sede vescovile Gli edifizi più osservabili sono la


dell'esarcato d' Asia, nella Caria vecchia cattedrale, il palazzo già
secondo Plinio, nella Frigia Ma- vescovile, di cui si ammirano i

gna secondo Tolomeo, o nella giardini e la scala, il seminario e


Frigia Salutare e sotto la metro- il grande ospedale. Lisieux possie-
poli di Sinnada, eretta nel se- V de un collegio comunale, un tea-
colo. Ne furono vescovi, Teagene tro, e varie fabbriche massime di
che si unì cogli ariani a Filippo- tele, fra le quali quelle cretonnes,
poli ; Filippo che fu al concilio di cosi dette da Creton che ne sta-
Calcedonia e Costantino che tro-
; bilì i telai ; il suo commercio è
vossi al concilio di Fozio. Oriens considerabile. Tra suoi uomini
i

christ. t. 846.
I, p. illustri nomineremo Gabriele Du-
LISIEUX, Lexovium. Città ve- moulin, Pietro Vattier ed il padre
scovile di Francia nell' Alta Nor- Zaccaria. Questa antichissima città
mandia, dipartimento del Calva- ch'era la capitale dei popoli Lpxo-
dos, capoluogo di circondario e di vii o Lexobii, popoli galli de'qiia-
cantone, in una valle fertile sulla ii parla Cesare ne'suoi commenta-
riva destra del Toucques, presso rii, dicesi che da essi abbia preso
al confluente di questa riviera e il suo nome. piimi reSotto i

deirOrbec, distante cinque leghe francesidivenne la capitale di un


dal mare e quarantadue da Pari- paese chiamato Lieuvin e Li^'inus
gi. È sede di varie magistrature. o coniitatus Lisvinus, e fu perciò
Alle sue antiche mura furono so- da alcuni chiamata Lexovhim e
stituiti molti belli edifizi, ed im da altri Neomagus. l'rima dell'uso
pubblico ameno passeggio. Le stra- del cannone risguardavasi come
de sono assai larghe, e la mag- fortissima. Fu questo paese, col
gior parte delle case di legno. titolo di contea, dato al vescovo,
6 LTS LIS
che peiciò divenne signore tem- sai considerabile e fondala nel se-
porale (Iella città. I normanDÌ sac- colo XI. La diocesi comprendeva
cheggiarono Lisieux ntWS'j'j, ed i otto abbazie e cinrjuecenttjttanta
I)i-etoni 1' ahbriiciaiono nel i i 3o. parrocchie, divise in quattro ar-
Fu presa da Filippo Aiigu>«to nel cidiaconati.
iio3, dagl'inglesi nel i4'5, dai
generali di Carlo VII nel 148, i Coìicilii di Lisieux.
<lai protestanti nel i^ji, e da
Enrico IV nel 1 589. Il primo fu tenuto nel lo'JS
La sede vescovile vuoisi, al dire pei' le cure del duca Guglielmo
di Cotnmanville, istituita nel primo nipnte di Mangerò arcivescovo di
secolo della Chiesa, ma il primo liouin. Ermafredo vescovo di Sion
suo vescovo
che si conosca fu e legalo del Papa vi presiedette
Teodebando che sottoscri«se ai con tutti i vescovi della provincia,
concini d'Orleans del 538, 54 1 e e INIaugero vi fu deposto, venendo
549 : altri chiamano primo ve-
il sostituito in sua vece Maurilio.
scovo Litarde. Il vescovo Giovan- Bessin in Conc'iliis Normaniiiae.
ni Hennuier salvò dalla strage Il secondo nel 1106 per la pa-
delta di s. Bartolomeo molti pro- ce di Normandia, in presenza di
testanti della sua diocesi, e per Enrico I re d'Inghilterra. Marlene,
la sua «carità apostolica guadagnò Tlicsaur. t. IV ; Bessin; Labbé t.

il cuoie di molti e li convertì. X; Arduino t. VI.


L ultimo e cinquantesimo quarto Il terzo nel iZi\ sotto Ugo di
vescovo di Lisieux, fu Giuseppe Arcmt. Lenglet, Ta^'olelte. cronol.
Basilio Ferron de la Ferronays LISIMACHIA, Ly simachia. Sede
d'Angers, che Pio VI avea trasfe- vescovile della provincia di Euro-
rito da
Bajona a' i5 dicembre pa nell'esarcato di Tracia, sotto
1783, perchè Pio VII nel concor- la metropoli di Eraclea, eretta
dato del 1802 ne soppresse la se- nel V secolo. Tolomeo la chiama
de ch'era suIlVaganea della metro- Examillum o Ilexaniili, e Stefa-
poli Rouen. La chiesa cattedra-
di no di Bisanzio Cardia che vera- ,

le Pietro aveva un capitolo


di s. mente era un'altra città. Il re Li-
composto di undici dignitari, di simaco edificò la città nell' istmo
trentasei canonici, e di molti altri di Tiacia, presso le rovine di Car-
beneficiati. Nella vigilia e nel gior- dia. Furono suoi vescovi, iV. che
no di
s. Orsino od Orsino, cioè si trova rappresentato nel VII
nel IO ed 11 giugno, essi erano concilio generale, dal sacerdote
conti, ed apparteneva loro tutta Costanzo ; Metodio che intervenne
la giustizia civile e criminale, al concilio di Fozio ; N. che fu
quando il vescovo era signore e al concilio del patriarca Calisto
conte di Lisieux. Vi erano molte nel i35i, nel quale Barlaam ed
case religiose, tra le quali si di- Acindimo avversari dei palamiti,
stinguevano quelle de' domenicani vennero condannati. Oricns christ.
e de'trinitari ; gli eudisti aveano t. I, p. II 32.
li collegio e la magnifica chiesa LISINIA, LISINA, Ly.mnias,
della Madonna di Prato, eh' era Lysina. SeAe vescovile della se-
un'abbazia reale di benedettini as- conda Pamfilia, nella diocesi ed
LIS LTS 7
esarcato d'Asia, sotto la metropoli nella diocesi di Lismore, ha due
di Perga eretta nel V secolo. Ne chiese e conta sedicimila abitanti
furono vescovi A pagamo, che fu quasi tutti cattolici ; vi è il deca-
al concilio di Nicea ; Eugenio clie no, e suole risiedervi talvolta il

si unì agli ariani a Filippopoli e vicario generale di Lismore. In


sottoscrisse le loro lettere ; Diodo- questa città vi è il cimitero, che
ro che trovossi al concilio di Cal- conserva le ceneri di santi, di re,

cedonia. Oriens christ. t. I, p. e di grandi . Ha molte scuole


io3o. tenute dai fratelli monaci dell;*
LISMORE [Lismorien). Città dottrina cristiana, una casa di
vescovile delTIilanda, provincia di francescani riformati, ed altra del-
Blunster, contea di Waterford, le monache della Presentazione. In
baronia di Coshhride, sulla riva questa città si trovano molti
destra del Blackvvater, che vi sì quakeri.
passa sopra un ponte di pietra. LISSO, o ALESSIO, o LECH,
Evvi un castello eretto sulla cima LissHS, Elissus, Àlexien. Città con
duna roccia, che s'innalza perpen- residenza vescovile dell' Albania
dicolarmente al di sopra della ri- nella Turchia europea ,
pascialati-
viera. Si crede questa città fonda- co e sangiacalo di Scutari da cui
ta nel VII secolo, e si attribuisce è distante otto leghe, con un buon
il suo castello al re Giovanni. forte, ed un porto sulla riva de-
Sembra essere stata considerabile stra del Drin , ed è capoluogo
nel medio evo, che racchiudesse d'una giurisdizione. E situata so-
venti chiese e un'abbazia. Fu pre- pra una scoscesa montagna. La
sa e saccheggiata da Raimondo e residenza vescovile è in Capo-Re-
dal conte Riccardo nel iiyS, e doni nella limitrofa arcidiocesi di

dagli inglesi negli anni 1174 e Durazzo, dopo che fu incendi nta
1178. Nel 1707 un incendio la la casa del vescovo. La sede ve-
ridusse quasi interamente in cene- scovile di Lisso od J lessi (
Fedi)
re; Dia però mandava due mem- nell'Epiro nuovo, esarcalo di Ma-
bri al parlamento prima della cedonia , fu eretta nel IX secolo,
riunione. E oggi di poca impor- e fatta sulfraganea della metropoli
tanza, e tra gli uomini illustri di Durazzo, di cui lo è tuttora. Il

vanta il celebre Roberto Boyle. p. LeQuien nell' Oriens christ.


La sede vescovile fu eretta nel t. Ili, p. 956, riporta seguenti i

VI secolo da s. Carthago, sotto la vescovi. Biagio d'Albania domeni-


metropoli di Cashell. Commanville cano, fatto vescovo da Sisto IV
dice che fu fondata verso l'anno nel 1475. Giorgio eletto da Leone
63o, e che nel i363 venne unita X nel i5i3. Michele di Natara
al vescovato di TVaterford (Fedi). domenicano, nominato dallo stesso
Da Lismore uscirono i più celebri Pontefice. Bernardino di Gronana
banditori del vangelo : ivi risiede minore francescano, eletto nel
il vicario generale delle due dio- i5i8 da Leone X. N. che si uni
cesi. La sua popolazione è di sei- al vescovo di Croia, ed alla lesta
nnla abitanti una bella
: possiede dei loro diocesani misero in fuga
chiesa parrocchiale, Clonmel, capo- tremila turchi, i quali andavano
luogo della contea di Tipperary, è contro gli abitanti di Monte Ne-
9 LIS LIS
gi"o per separarli dalla repubblica LISTRA o LISTRI, Lystra. Se-
di Venezia. La serie de' vescovi de vescovile dell'Asia minore nella
del secolo passalo e del corrente Galazia ai confini della Licaonia, e
si legge nelle annuali Notizie di precisamente nell'Isauria, la cui
Roma : riporteremo quelli del se- cilfà antica era distante quattordi-
colo corrente. IVicola Malci delia ci leghe da Iconio, e poi fu inte-
diocesi di Durazzo, fatto vescovo ramente distrutta. Il vescovato ap-
da Pio VI nel 1797. Dopo lungo partenne all'esarcato e diocesi d'A-
vescovato gli successe Gabriele Ba- sia, sotto la metropoli d'Iconio, e-
rissich bosniese francescano, eletto retto nel I,V secolo. Gli apostoli s.

da Leone XII a' 3 luglio 182G. Paolo e s. Barnaba vi predicarono


Gregorio XVI ai 19 gennaio 184^ il vangelo, e fu in questa città, che
fece vescovo l'odierno monsignor per aver essi guarito un zoppo dalla

Giovanni Topicli de'minori osser- nascita furono presi per Dei. Quei
vanti. La popolazione cattolica dis- di Listri presero s. Paolo per Mer-

persa nel territorio ascende a die- curio, e s. Barnaba come più vec-
ci«etleiiiila ;
quella della città a chio per Giove, e vollero sacrifi-

seimila. cargli delle vittime, locchè a gran


Nella diocesi vi sono ventiquat- fatica ambedue poterono impedire.
tro chiese parrocchiali, cioè in A- In questo tempo giunsero in Listri
lessio, Veglia, Marchigna, Griscia, alcuni sinagoghe e-
deputati delle
Manattia, Trisci, Bocbiano, Bime- braiche d'Antiochia e d'Iconio, de-
no, Pedana, Bolghero, Criesesi, Cal- clamarono gli apostoli per demoni,
meti , Salhdreni , Carasichi, Ider- ed istigarono gli abitanti a lapidar-
fandina, Blinisti, Foudi-Voghel, Ca- li s.:Paolo fu creduto morto per
livara, Pucinari, Dileri, Corthepul- le ferite ricevute, e si sottrasse da

la, Treghna e Miriditti


Caslagnetti, Listri con s. Barnaba, passando a
con abbate. Vi è un convento senza Derba a predicar la fede. I vesco-
religiosi sulla riva del Brino, l'ospi- vi di Listri sono: Artema, di cui
zio di s. Maria Annunziata, 1' ab- parla s. Paolo, nella epist. ad Til.

bazia di Miriditti, e più di venti e. 3, V. \i; Tiberio che fu al primo


sacerdoti. Il vescovo di Alessio ri- concilio generale di Nicea ; Paolo
ceve dalla congregazione di propa- che trovossi al primo concilio ge-
ganda Jidej, da cui dipende, annui nerale di Costa'itinopoli ; Plutarco
scudi duecento, ed altri sussidi! ri- che fu al primo concilio di Calce-
cevono parrochi. L'ospizio vicino
i donia ; Eubulo che confutò un'o-
ad Alessio possiede lerieni incolti, peretta, che il patriarca dei giaco-
perchè ciistiani sono costretti la-
i bili, per nome Atanasio, avea pre-
vorare quelli de' turchi. La chiesa sentato all' imperatore Eraclio, per
di s. Maria dellAnnunziala, depre- provargli ch'eravi una sola opera-
dala dai turchi nelTincursione del zione in Gesù Cristo. Se ne leg-

j835, perdette sacri arredi. Mi-i geva un estratto nel cap. XXII di
riditti è governala da un piincipe una panoplia greca contro diffe-
cattolico trìbularìo della Porta ot- renti eresie, che trovavasi mano-
tomana. Il suo stalo consiste in scritta nella biblioteca del collegio
pochi villaggi, lutti cattolici, nella de' gesuiti di Parigi, per cui sem-
nionlasna. bra che il p. Pagi male a proposilo
LIT LIT 9
abbia messo in dubbio quanto dice LITANIA o LET^^Ì A, Litania,
Teofane intorno alla conferenza che Supplicationes. La parola Litania
Atanasio ebbe coli' imperatore. Al- si prende dagli autori ecclesiastici :

tro vescovo di Listra fu Basilide i


." per le Processioni [Vedi) sta-
che assistette al concilio in cui bilite dalla Chiesa, per le persone

Fozio venne ristabilito. Orienschrist. che compongono le processioni stes-


t. I, p. 1074. Al presente Lislri, se, e per le formole delle preghie-

Lystren, è un titolo vescovile in re che si cantano in queste pro-


partihus, sotto l'arcivescovato pure cessioni in onore de' santi o di ,

che conferisce
in parlibus d' Iconio, alcuni misteri, sia in generale che
Ja santa Sede. JVe furono per ul- in particolare. 1° per le Litanìe
timo insigniti Giovanni Bonyonski Maggiori [Vedi). 3." per le Lita-
di Riss-Jeszeniez diocesi di Nitria, nie Minori o Ro gazi ani [Vedi).
fatto vescovo di Listri e sulfraga- 4." per le Litanie Laurelane o della
neo della metropoli di Strigonia da Beata Vergine [Vedi). 5." per le
Pio VII a' 20 agosto 1820; e l'o- Litanie de" santi [Vedi). 6." per il

dierno monsignor Eleonoro Aron- Kyrie eleison (Vedi), perchè le li-

ne del Serrone, diocesi di Palestri- tanie de' santi e le lauretane inco-


na, arcidiacono di quella cattedra- minciano col Kyrie eleison, e per-
le, fatto vescovo di Listri ed au- chè finivano altre volte nello stesso
siliare della medesima sede subur- modo. Il Kyrie della messa da
hicaria di Palestrina da Gregorio molti autori è detto litania , cioè
XVI, nel concistoro de'22 luglio preghiera, secondo il vocabolo gre-
J842. co. Alcuni rituali antichi presciivo-
LISTRA. Sede vescovile del nuo- no nel sabbato santo doversi can-
vo Epiro, nella diocesi d'Illiria o- tare Litaniae septenae , (juintenae,
rientale, sotto la metropoli di Du- ternae, ovvero come altri scrivono
vazzo. L'imperatore Costantino Por- septenariae ,
qninariae , ternariae
firogenito la distingue da un'altra perchè si replicava il Kyrie sette
città chiamata Liisus o Lis<;a. Uno volte, poi cinque, e per ultimo tre
de' suoi vescovi chiamato Zenobio al fonte battesimale, e nella con-
assistette al concilio di Calcedonia. sacrazione della chiesa, nella pro-
On'ens christ. t. II, p. 2 52. cessione che si fa colle reliquie in-
LITA, LETE, Litae. Sede ve- torno alla medesima. Nell'Ordine
scovile dellaprima Macedonia, nel- romano, Iniponere Litaniani, signi-
l'esaicato del suo nome, sul golfo fica d;u'si principio a cantare il Ky-
di Tessalonica, sotto la mefro[)uli rie. Del diverso modo di cantare
di Tessalonica, eretta nel V secolo, le dette litanie nel sabbato santo
poi unita alla sede di Rendina. L,i- e nella vigilia di Pentecoste, a tre,
tae, secondo Plinio, fu una città di a cinque ed a sette cori, ne tratta
Macedonia, secondo Tolomeo alla il p. Chardon, Storia de' sacra-
estremità della Migdonia, ai confi- menti t. 1, lib. I, cap. XI, del bat-
ni dell' Amphaxitide. Attualmente tesimo. Nelle Stazioni [Vedi) si ri-
Lita, Leten, è un titolo vescovile peteva ordinarianiente per tre volte
in partibns, sotto 1' arcivescovato ciasciuia invocazione della litania ,

pure in partibns di Tessalonica ,


che si cantava recandosi professio-
che conferisce la santa Sede. nalmente alla chiesa stagionale: dal
IO LIT LIT
the provenne elicsi cliiamnvn termi- colla di adoperare il pallio nelle
ria, dicendosi qninaiia quella nella letanie, gli fece l'enumerazione del-
fjnale si ripeteva cinque volle l'invo- le Laetaniae o giorni solenni nei
cazione stessa, e se/tenaria quella quali è permesso agli arcivescovi
in cui ripetevasi sette volte, come di pollale il pallio, il quale non
tuttoia si suole praticare in qual- si portava mai fuori della chiesa ,
che città della Francia nel sabbato e le litanie maggiori e minori han-
santo. Delle litanie stazionali che no sempre luogo fuori della chiesa,
nella basilica laleranense si cantano come osserva il Sarnelli nelle Lett.
in processione dopo l'ora di terza, eccl., t. VII, p. 55. Delle litanie o
ogni domenica non impedita, prima Laudi ( J^edi), che si dicono nel
dellamessa solenne, il Crescimbe- giorno della coronazione e solenne
ni ne tratta nello Stato della ba- possesso del Pontefice, ne parlam-
silica lateranense, 179. Del si-
p. mo ancora nel voi. Vili, p. 167
gnificato di questa processione ne e i85 del Dizionario. Anticamen-
parlammo al voi. XII, p. 4' ^^^ te questa specie di litanie soleva-
Dizionario. Litania è parola greca, no dirsi nel giorno stesso dell'S/e-
che significa supplicazione, preghie- zione del Papa- [Fedi). Quando s.

ra, processione, rogazione, orazione. Leone III, come dicemmo altrove,


f^. Valfrido, De, rebus ecclesiast. ed all' articolo Giunizri di Dio, si

cap. 28. Trovasi in s. Basilio, epist. giustificò con giinamento nella ba-
63, t. MI, p. f)7, la parola litania silica vaticana, delle calunnie da-
per esprimere le supplicazioni pub- tegli, fu daacclamato di nuo-
tutti
bliche che si facevano a Dio per vo , riconosciuto per Pontefice e ,

implorare il soccorso della sua mi- dette le litanie dell'elezione, colle


sericordia. I latini hanno ritenuto parole responsoriali : Tu illuni rt-

il Kyrie eleison de' greci, e s. Gre- diuva, replicate all' invocazione di


gorio I aggiunse il Chrìsle eleixon; ciascun santo: dice l'Anastasio,
l'invocazione de' santi fu aggiunta otnnes archiepiscopi, episcopi, abba-
poco dopo s. Gregorio I, come ve- tes, et ciincti clerici , litania facta,
desi ne' martirologi del suo secolo^ laudes dedere Deo. Altrettanto a-
che portano il nome di s. Girola- veano praticato, dopo celebrate le
mo. Si possono consultare il Fio- litanie, Sisto III e Pelagio I nel-
rentino, Admonit. 8, praev. p. 89, r emettere egual Giuramento [Fedi).
4o, ed il Tomassini, Istoria delle LITANIE MAGGIORI. Proces-
feste mobili par. H, p. 17 3. Altri sione solenne con l'invocazione dei
presso il Baruffaldi lit. 79, n. 3, santi, orazioni e messa, che si ce-
chiamano la litania, prece seria, lebra dalla Chiesa a' 25 aprile nel-
«livota e frequente. Non si deve la festa di s. Marco evangelista; e
confondere la parola litania, con se accaderà doversi trasferire la
letania,laetania: questa ultima si- festa di tal santo, non si trasferirà
gnifica un giorno di festa, di gioia però la processione , se non che
e di allegrezza, dal verbo laetor, e quando la sua festa e il giorno ^5
come apparisce nel lib. IV, epist. aprile occorresse nel giorno di Pa-
io di S.Gregorio I, scritta a Gio- squa, perchè in allora si trasferirà
vanni arcivescovo di Ravenna, nella nella feria HI che segue. Ciò vie-
quale il Papa nel concedergli fa- ne ordinalo dal decreto della sa-
LIT LIT 11
era congregazione de' riti de' r4 col Quarti, punct. 4? "• ^35, ne vo-
lyoS, presso il Cardellini
feijliiaio gliono autori gli apostoli, e dico-
n. 356
ad 5: Si litaniae mnjo-
1 no che probabilmente s. Gregorio
iTs occnrrant in die Paschalis, Iras- I le abbia propagate ed ampliate,
fcraiìtnr in feriani lertiam sequeii- ciò che fecero eziandio gli altri
lem. 11 un precedente
Macri cita Pontefici, aggiungendo all' invoca-
decreto della medesima congrega- zione de' santi i nomi di altri. Af-
zione, cioè de' 25 settembre 1627, flitta Roma da una grave pesti-
dicendo che se maggio- la Litania lenza con numerose mortalità, a
re viene nel giorno Pasqua, si di segno che in un giorno nelle piaz-
trasferisse nel primo martedì se- ze caddero morti ottanta nelTatto
guente, acciò il popolo fosse piìi di sternutare o sbadigliare, s. Gre-
frequente essendo dì festivo; che gorio I ordinò che si dicesse Dio
si dirà però la messa solita delle ti sah'i a eh: sternutava, e si fa-
rogazioni senza commemorazione cessero segni di croce sulla bocca
dell'ottava , col prefazio feriale di coloro che sbadigliavano. Quindi
Pasqua, ed i! comuìunicantes, coi per placar 1' ira divina ed implo-
paramenti di colore paonazzo. Tal- rar misericordia, il Papa comandò
volta è avvenuto, come ne' i84i, per diversi giorni varie processioni
che la festa di s. Marco cadesse in e litanie. In una di queste alla ba-
domenica piivilegiata, la processio- silica vaticana coìV Immagine [f^cdi)
ne ebbe luogo e la festa si trasfe- della Beata Vergine, seguita dal
rì se la domenica non è privile-
; Pontefice, nel passare innanzi alla
giata la festa si celebra ; la pro- mole Adriana, udì egli le voci de-
cessione non è attaccata alla festa gli angeli che cantavano: Regina
del santo evangelista. Quanto al- Coeli,etc., a cui rispose s. Grego-
l'origine delle litanie maggiori o rio I: Ora prò nobis Deunij e nel
grandi, diverse sono le opinioni de- medesimo tempo vide sulla detta
gli storici. La maggior parte l'at- mole un angelo che rimetteva la
tribuiscono a s. Gregorio 1 Magno spada nel fodero, in segno di es-
del 590, ma egli stesso dimostra sere cessato il divino flagello, e po-
ch'erano già istituite, dicendo nel scia prese il nome di Ca-
l'edifizio
suo Ecgìslro, lib. Xi, cap. 2: So- stel s. Angelo [J^edi). La prima li-
lenmitas animae det'olionis, fralres tania di s. Gregorio 1 si celebrò
lìileclissiiìiì, iios ndiiionct, ut lila- nel mese di settembre per la pe-
nianij quae major oh omnibus ap- stilenza ma poi l' annua comme-
;

pcllantur, soWcilis, ac dcvolis de- morazione del ricevuto benefizio


beamus, auxilianle Deo, menlibux fu istituita nel giorno di s. Marco
celebrare. Il Platina, Polidoro Vir- evangelista, come tuttora si pratica
gilio ed altri sostengono che fosse- dalla Chiesa cattolica, e si raccoglie
io istituite da s. Leone 1 del 44^) dal secondo concilio d'Aquisgrana :

ma i critici lo controvertono. An- Ut litania major more romano ab


che Baronio in noi. ad
il marly- omnibus in septimo kalendas maji
rnlog. sub die aSaprilis, le crede ctlebrelur, can. io. Pare che il

jiiii antiche di s. Gregorio I, così Macri espressamente la litania di


il Martene, De divin. ofJ7<\ I. IV, s. Marco attiibuisca a s. Gregorio
e, 7j n. I. II Suarez poi ed altri 1, e producendo il passo del me-
13 LIT LIT
desimo, di sopra allegalo, cliia- 4^ ; o Paolo diacono, Dti longoharrl.
ramente dice che ogni anno volle lib. 3, cap. 2 5. AI clero fu slabi-
celebrarla in rendimento di grazie, lita la basilica laleranense, ai se-
e che Gregoiio I nel loco citato
s. colari la chiesa di s. Marcello, ai
dopo un lungo ragionamento con- monaci quella de' ss. Giovanni e
chiude, che la processione fu isti- Paolo, alle monache non ancora in
tuita in memoria del benefizio già clausura quella de' ss. Cosimo e
ricevuto. Tain de antiquioribiis Damiano, alle maritate s. Stefano
ffuant de praesenlibus beneficiis pie- rotondo, alle vedove s. Vitale, ai
tati ejus y in quantum possumus fanciulli e poveri la chiesa di s.

referre gratias mereamur. Cecilia. Con qualche diversità sono


L' Ugonio p. 4> Hisloria delle riportate le sette litanie da s. Gre-
xtazioni; il Severano, Memorie sa- gorio di Tours presso il Rinaldi
ere p. 262 e 725, ed il Piazza all'anno Sgo, n. 12. Il p. Bernar-
nella Gerarchia cardinalizia, p. do da Venezia nell'annotazione 44
432, narrano che s. Gregorio I al citato p. Chardon, dice che s.
istituì la litania maggiore nella Gregorio I per implorare la divina
chiesa di s. Sabina, ove convocato pietà ne' calamitosi suoi tempi ,

il popolo l'esortò a penitenza con istituì queste settenarie litanie, co-


un bel sermone, invitandolo pel dì sì dette perchè tutti gli assistenti
seguente a portarsi nella basilica in sette cori divisi, la medesima in-
di s. Maria Maggiore, e che da vocazione ripetevano; prima il cle-
questa chiesa nel settimo giorno, ro, e successivamente gli abbati coi
festa di Pasqua, il Papa si portò loro monaci, le abbadesse colle lo-
col popolo in processione a s. Pie- ro religiose, tutti i fanciulli, tutti
tro. Se l'immagine di s. Maria gli adulti maschi, tutte le vedove,
Maggiore o della chiesa di s. Ma- tutte Je maritate. Osserva, che al
ria in Araceli, o ambedue e in presente nelle chiese d' Italia si usa
giorni diversi furono portate io il duale, perchè o da una parte
processione, lo dicemmo a' loro intuona il clero e dall'altra i lai-

luoghi. Questa litania o processio- ci ripetono, oppure il clero solo in


ne fu detta Setti/orme, Septifor- due cori diviso fa la invocazione
mix, Litania septena, per aver s. replicata. Il Colti, nel Dici, liturg.
Gregorio tutto il popolo
I diviso par. I, tit. Litaniae mnjores, dichia-
in assegnando per adu-
sette classi, ra che queste litanie non si dicono
narsi a ciascun ordine la propria maggiori perchè sono state istituite
chiesa, donde nel giorno stabilito da s. Gregorio I, giacché prima di
dovevano partire, recandosi tutte lui la processione si chiamava li-

alla basilica di s. Maria Maggiore tania maggiore, ma così vennero


processionalmente , risuonando le chiamale ,
perchè la loro pro-
vie della città di gemiti e di fer- cessione si componeva di tutto
vorose preghiere ; indi cantando il clero secolare e regolare , e
le orazioni da s. Maria Maggiore con gran concorso di popolo, o
la processione portavasi a s. Pie- piuttosto per la lunghezza del viag-
tro con gran devozione, come nar- gio. perchè come si raccoglie da
ra Giovanni diacono che v' inler- un sagramenlario Gregoriano pro-
venne, l'ila di s. Gregorio j I. I, n. dotto dal Pamelio, usciva questa
LIT LIT i3

processione ia Roma dalla chiesa sione l'antifona degli Angeli; di che,


tli s. Lorenzo in Luciua, dove re- con altre notizie analoghe al pro-
citala sopra il popolo la colletta, digio del saluto che fecero gli an-
che incomincia : Mentem faniiliae geli all' immagine della Reata Ver-

tuae, si portava dalla Poita Fla- gine nella processione di s. Grego-


minia alla chiesa di s. Valentino, rio I, già parlammo al voi. XII,
della quale parlan)rao nei volu- p. 99 e I i5 del Dizionario. Quan-
me XIII, p. 4' *-^^^ Dizionario, to al clero secolare e regolare x'o-

nella quale si lecitava un' altra mano che si porla nella chiesa di
colletta, che principia : Deun qui s. ]Marco, quello dei capitoli assu-
culpa ; indi proseguiva il suo viag- me gli abili corali nel portico,
gio sino al ponte Milvio. Finalmen- nelle camere sopra di esso, nei
te progrediva la processione fino luoghi contigui, ed in chiesa. II

alla Croce, e terminava a s. Pie- capitolo laleranense, come il primo


tro, nel di cui atrio si recitava nell'ordine gerarchico, prende luo-
un'altra colletta, che incomincia: go in coro con quello della chiesa.
Adei^to Domine, e in quella basili- I cursori del vicariato dispensano
ca si celebrava la messa. Pare che al clero secolare e regolare il li-

l'avvenimento narralo di s. Gre- bretto : Ordo servandus in proce.<;-

gorio I accadesse nel jgi o nel sionibus faciendis in diebus s. Mar-


5ig3, giacché egli lu eletto nel Sgo ci Evangelistae et Rogationum . 11

e consacrato a' 3 settembre. Egli prelato vice-gerente dice in essa la


nella chiesa di s. Marco di Roma messa letta della feria, finita la

pose due stazioni, una delle quali quale assume il piviale paonazzo e
nel dì della festa a' 25 aprile. la mitra di lama d'oro, facendogli
Jn progresso di tempo in Roma da diacono e suddiacono due be-
non più la processione parti da s. neficiati del capitolo laleranense ,

Maria Maggiore, ma dalla chiesa che vestono la dalmatica e la to-


di 5. Lorenzo in Lucina, indi da nacella paonazza. Indi due cantori
quella di s. Marco ; laonde fu sta- in piviale paonazzo intuonano le
bilito, che nella mattina della li- litanie de' santi. Il cursore del vi-

tania maggiore il clero del capito- cariato chiama le corporazioni le-


lo valicano, si rechi nella chiesa ligiose, poi i capitoli secondo la

del Gesù, ove assunti gli abili co- loro graduazione, di che se ne può
rali passa a visitare la chiesa di s. prendere idea da quanto dicemmo
Marco, indi si porta processional- delle processioni delle Canonizza'
mente nella propria basilica, per zioni, e del Corpus Domini. Defi-
attendere dentro la porta di essa lando la processione, chi la com-
il clero secolare e regolare roma- pone fa riverenza, prima all' altare
no, che dalla chiesa di s. Marco maggiore, e poi al vice-gerente;
processionalmente si porta in s. Pie- quindi ogni corpo uscito dalla chie-
tro cantando le litanie de' santi, sa prosiegue il canto delle litanie,

coir antifona Regina Codi laetare, e giunto sul ponte s. Angelo i can-
alltluja. Ciò che cantano sul pon- tori ed ognuno canta 1' antifona
te s. Angelo ancora il capitolo di Angeli, Archangeli, eie, col ver-
s. Maria Maggiore ed minori os- i setto e responsorio. Il vescovo sen-
iervanti, dicendo tutta la proces- za mitra dice V orazione : Deus qui
i4 LIT L 1 l
ìiiìio etc. Ciò die pur fa il capi- l)iterio si eseguisce nel mercoled'i
tolo nomina-
vaticano, die con la delle rogazioni. Giunta la proces-
ta particolare processione, ha pre- sione in S.Pietro, si porta all'alta-
ceduta questa del clero secolare re del Sagramento, ove teriiiinate
e regolale, dicendo l'orazione un le litanie, monsign(jr vice-gerente
«^eriraonien; ; ma 1' antifona è quel- dice le preci, il salmo i cantori,
la di Rf^inn Coeli^ come si è det- ed il prelato i versetti e le orazio-
to. All'ingresso della basilica di s. ni, finite le quali intuona il 7'*;

Pietro, uno de' sagrestani minori di Dfum, che proseguono i cantori


essa distribuisce il presbiterio che vaticani, sebbene il capitolo avendo
tiene in una borsa di damasco ros- fatta la processione,, dopo il ricevi-
so, cioè un baiocco ad ogni par- mento del clero secolare e rego-
loco di Roma e luoghi suburba- lare siasi disciolto. II canto è ac-
ni ; ai capitoli delle basiliche, al compagnato dal suono dell'organo.
camerlengo del clero, ed ai capitoli Indi la processione si reca all'alta-
delle collegiale, come segue. Dieci re papale della Confessione, ove
baiocchi a quello lateianense , ed terminato il detto inno, i cantori
altrettanto a quello liberiano , il vaticani cantano l'antifona de' ss.

simile camerlengo del clero.


al Pietro e Paolo, e recitatasi dal vi-
Baiocchi sette e mezzo al capitolo cC'gerente l'orazione de'medesimi
di s. Maria in Trastevere, ed il santi apostoli, ascende I' altare, e
simile a quello Lorenzo in di s. comparte agli astanti la episcopale:
Damaso. Baiocchi cinque ad ognu benedizione, e si scioglie la pro-
no dei capitoli di s. Maria ad Mar- cessione.
tyres, di s. Celso, di s. Maria in Altri dicono che a questa sacra
A^ia Lata e di s. Eustachio. Baioc- funzione fu assegnato il 25 aprile
chi tre ad ognuno de' capitoli di nel declinar del secolo VII. Al
s. Nicola in Carcere, di s. Maria tetnpo di s. Gregorio 1 le grandi
in Cosniedin, di s. Angelo in Pe- litanie erano accompagnate da un
scheria, di s. Anastasia per il qua- rigoroso digiuno. iNon vi è oggid\
le prende s. IMaria in Cosniedin, che astinenza in parecchie diocesi
di s. Giorgio in Velabro, di s. Qui- a cagione del tempo pasquale, e
rico, di s. Prisca, e di s. Girola- osservasi ancora da alcuni il di-
tuo degli schiavoni. Il capitolo va- giuno delle stazioni, il quale fini-

licano impiega in questi presbiteri! sce a nona. Alcuni scrittori chia-


paoli quindici, perciò l'avanzo di marono questa litania, processio
ciò che distribuisce lo concede ai nigra, perchè anticamente in segno
chierici della basilica, i quali frui- di mestizia tutti si ricoprivano di
scono pure presbiterii de'canonici
i nero ammanto, come diceil Ma-
o capitoli che non intervengono cri. Nulla avvi di più commoven-
alla processione, come fanno or- te di quanto hanno detto i conci-
dinariamente quelli di san Gior- lii, i padri ed i santi pastori, die-
gio, di s. Quirico e di s. Prisca. tro alla maniera di assistere alle

E da avvertirsi, che non potendo- supplicazioni pubbliche ed alle pro-


si eseguire la processione a causa cessioni. 11 primo concilio d'Orleans

di tempo cattivo o d' impreveduta voleva che in questi giorni i pa-


circostanza, la distribuzione del pres- droni non obbligassero i loro servi
LIT LIT tS
alle fatiche ordinarie, affinchè lutti no, uscendo di chiesa, e proseguen-
i fedeh ragunati potessero unire i do le litanie. Precederà la croce
loro voti e le loro preghiere. 11 e seguirà il e nell'ultimo
clero,
concilio di Magonza ordinò die luogo il sacerdote apparato, come
tutti fossero alia cerimonia a pie- si è detto di sopra, nssieme coi
di nudi e in ahito di penitenza, ministri, vestiti de' sacri appara-
la qua) cosa fu per alcun terapo menti, per quanto lo richiederà
osservata. 11 cardinal s. Carlo Bor- la circostanza luogo. Se la
ed il

romeo adoperossi a tutto potere processione sarà più lunga del so-
in ridestale la pietà defedeli, nei lilo,o si ripeteranno le litanie, o
di delle grandi litanie e delle terminate queste, sino alle preci
legazioni. Conl'orme alle pie rego- esclusivamente, si diranno alcuni
le da lui fatte, le processioni co- salmi o penitenziali o graduali.
,

minciavano innanzi lo spuntar del ÌNon dicono poi inni o cantici


si

giorno, e duravano in fino a tre di allegrezza in questa occasione,


o quattro ore dopo mezzodì ; que- nelle rogazioni, o in altre pro-

sto santo arcivescovo di Milano cessioni istituite ad oggetto di pe-


digiunava iu questi giorni in pane nitenza. Se si dehba giungere ad
ed acqua e predicava più volte
, una o più chiese, sospese le litanie
per confortare il suo popolo alla o i entrando iu chiesa si
salmi ,

penitenza. Si possono leggere il canterà l'antifona col versetto ed


I\licro!ogocap. 57 nella Bihliot. orazione ( che si dice ne' suffragi
PP. XVlll, p. 489 ; Bona, De
t. per la commemorazione fra l'anno,

psalmod. cap, i4, § 4^ ^ Merati e non quella del giorno festivo, a


in addii, ad Gavaiit. t. I, par. 2, meno che non convenga con quel-
p. lao. 11 eh. Diclich nel suo la della detta commemorazione) del

Diz. sacro- liturgy sulle litanie mag- santo titolare di quella chiesa. Qui
giori nella festa di s. Marco, ri- va riportato il decreto de' sacri
porta quanto segue. de'22 marzo i63i, in Rhegien.
riti

» Radunato il clero e il popolo Non possunt in Litaniis inseri alii


de malie nella chiesa, tutti genu- sancii, praeter ibi descriptos, ne-
flessicon cuore umile e contrito que lempore pestis addendi sani
pregheranno il Signore. Poi il sa- titulares, et patroni cii'itatis sine

cerdote vestito di piviale, o alme- speciali concessione. Indi uscendo


no di cotta, e stola di color pao- la processione dalla chiesa, rias-
nazzo, assieme co'sacri ministri ed sunte le preci, tutti si porteranno
altri sacerdoti vestiti pure di cot- collo stesso ordine di prima alla
ta, stando iu piedi intuouerà l'an- chiesa dove si dovrà terminare
tifona: Exurge. Indi tutti genu- la processione. Perchè poi in mol-
fletteranno, e due chierici pure ge- li luoghi suole progredire la pro-
nuflessi innanzi all'altare maggiore, cessione da una chiesa ad un'altra,

comiucieranno a cantar divotamen- ed ivi celebrata la messa, ritorna-


le le litanie de' santi, rispondendo re collo stesso ordine alla prima
colla stessa voce tutti gli altri. donde si era dipartita ; perciò con-
Quando si avrà cantato : Sancta viene, che le litanie s' incominci-
Maria^ ora prò nobis, sorgeranno no in questa chiesa come sopra, e
tutti e ordiaatamente procederau- si proseguano fino a quella dove
i6 LIT LIT
si deve celebrare la messa. Final- l'Ascensione. Pieghiere pubbliche
ineule lenninata la processione si che si fanno per domandare a Dio
dirà la messa delle rogazioui ( si la conservazione dei beni della terra
deve però osservare il decreto dei e la grazia di essere preservati da
riti,25 settembre 1688: Occitr- ogni iliigello, e sono accompagnate
rente festa s. Marci die doiniuica, da digiuni o astinenze. Ftuono chia-
in iiiissa rogalionnr/i non dicilur mate Iriduane, e Litanie minori o
Credo ffuia est mìssa feriali), sen- piccole Litanie, ipev distinguerle dalla
za la coinmemorazioue di s. Mar- Litania maggiore o grande. Nelle
co. Se si terminasse poi la pro- litanieminori delle rogazioni si os-
cessione ad una chiesa dedicata a serverà tutto ciò che si è detto di
s.Marco, in allora si canterà la sopra intorno alle Litanie maggiori
messa di detto santo, e non delle (yedi), secondo le prescrizioni del
rogazioni, come ordinò la congre- Rituale romano. L'obbligazione di
gazione de'riti a'23 maggio i6o3, lecitare le litanie nella festività di
eil a' IO gennaio 1693, in una s. Marco o 25 aprile, e nei tre gior-
Galliaruni. Si in die s. Marci ni delle rogazioni, est sub mortali,
post processìoiieni i/i ecclesia mi- al Lezana t. I, cap. 12, n.
dire di
fiori, seu non collegiata cantelur 23, Suarez e Bonacina ibi relati;
unica niissa, ipsa dehet esse de imperciocché-, secondo il comune
rogationilnis, et seivanda est ru- parere dei teologi, e l'uso della
brica tnissalis roniuni posila ante Chiesa, si calcolano come una par-
missani festi s. Marci, ubi prae- te dell'uffizio di quei giorni. Onde
scribilnr, cjuod de praedicto san- quelli che sono obbligati all'uffizio
cto cantanda est niissa tantummo- divino, se non le recitano in pro-
do, cjuando processio lerminatur cessione sono tenuti de praeceplo
ad ecclesiani eideni sancto dicatant, a recitarle privatamente, come so-
(fiteniadinodu/ii cavetur in caere- gliono notare a' suoi propri luoghi
nioniali episcop. lib. 2 , cap. Sa, i calendari ; e ciò lo sostiene eoa
et dccrevil S. C. ut supra " . V. diversi autori anche Reinfestuel
il Ritual Rom.: Ordo servand. in Theolog. moral. tract. 6, dist. i, q.
Litaniaruni majoruai processione 3, n. 6 et seq. Sono poi tenuti
s. Marci et Piogationum ; Missal. a recitarle in quella mattina, e non
Rom. in festo s. Marci ; e gli ar- al vespero del giorno antecedente,
ticoli LiTAAiA, e Litanie minori per decreto della sacra congrega-
DELLE Rogazioni, ove diciamo che zione de' riti, settembre 1607.
del i.°
sono obbligati a recitare le litanie F. il Ferrari, Bibliolh. t. V, in Li-
in queste e nelle maggiori, tutti tania n. 16 e 17. Si attribuisce l'i-
quelli che sono tenuti alla recita stituzione delle rogazioni a s. Ma-
dell'uffizio divino, nella mattina merto vescovo di Vienna nel Delfi-
istessa. nato nel 4'J2, o 468, o469,ovvero
LITANIE MINORI DELLE nel 474>i'<l'J'ile esortò i fedeli della
ROGaZIONI. Tre processioni con sua diocesi a fare delle preghiere,
r invocazione dei santi, orazioni e delle processioni, delle opere di peni-
messa, che si celebrano nella Chie- tenza per tre giorni continui, a fine di
sa durante i tre giorni che prece- placare la giustizia divina, edi ottene-
dono immedialamenle la festa del- re la cessazione dei terremoti, degli
LIT LIT 17
incenJi, e la strage delle bestie fero • costume si propagò nelle altre
ci, dai quali inforluni eia atilitto eh iese.
il furono chiamale litanie
popolo : Alcuni fanno questo pio istituto
gallicane, perchè erano state istitui- anteriore a s. Mamerto, e non
te da un vescovo delle Gallie. Che questi istitutore, ma restauratore
le rogazioni minori furono istituite dell'antico rito interrotto, perchè s.

da s. Mainerto, lo disse espressa- i\gostino fa menzione di queste ro-


mente s. Avito, che succedette ad gazioni nel sermone 178 c/e tempo-
Esichio successore di s. jMamerto, re nella vigilia dell' /ascensione, ch'e-
nel sermone delle rogazioni, stam- rano in osservanza presso i fedeli
pato da Giovanni Cagneo, e ristam- dell'Africa ; il santo visse sino al
pato dal Aleiiardo nelle note al Sa- al 43o, ma gli eruditi attribuisco-
cramentario di s. Gregorio I; e no tal sermone a s. Cesareo d'Ar-

Io disse ancora Sidonio Apollinare les, contemporaneo di s. Mamerto.


nella lettera che scrisse al mede- Queste litanie triduane erano con-
simo san Mamerto lib. VII, e- giunte col digiuno, come alFerma
pisi. I, ed in un'altra ad Apruin il citato Sidonio, e ad imitazione
lib. V, epist. i4- Rogationnni con- de'penitenti ni ni viti; ed il Marlene
ttniplatioìie revocabere, quaruni no- t. IV, cas. 27, n. 4) ^'ce che in
bis soleninitaleni prinuis Mamerlus queste rogazioni si benediceva la
pater et pontifex, reverentissimo e- cenere, e si poneva sul capo di cia-
xemplo, utilissimo experimento inve- scuno. Di tal digiuno parla il pri-
nit, instituil, invexit. Il Macii dice mo concilio d'Orleans del 5i i, can.
che s. Mamerto istituì le processio- 1 9. Rogationes, sive litanias ante
ni delle rogazioni o litanie Iridua- Ascensìonem Domini placuit cele-
ne, nell'occasione di alcuni lupi brarij ita ut praemissum triduanum
che infestavano tutto il paese, con jejunium in A
scensionis Domini so-
grave danno del popolo; aggiunge, lemnitate solvatur. Per quod tri-
che ciò si conferma dal libro inti- duum servi, et ancillae ab opere re-
tolato Sacerdotale, dove descriven- laxerunt, quo magis plebs univer-
dosi la processione delle legazioni sa conveniat : quo triduo omnes ab-
si fa menzione di questi lupi, le stineaiit, et quadragesiinalibus cibi
cui figure portavano intagliate
si utantur. Questo canone colle mede-
sopra aste. Ado vescovo egualmen- sime parole è replicato nel concilio
te di Vienna, in Chron., riporta l'i- di Epaonacan. 27, e si ha Roga-
stituzione di s. Mamerto, lo che con- tiones,de consecr. dist. 3. In diver-
ferma il martirologio l'omano agli si luoghi si pratica ancora questo
I I maggio. Viennae s. Mamerti e- triduano digiuno, e dice il Macri
piscopi, qui oh invninentem cladeni verbo Litania, che si osservava in
solemnes ante Ascensìoneni Domì- Malta da' cavalieri gerosolimitani, se-
ni triduanas litanias in ta urbe in- condo i loro statuti. Generalmente
slituit; queni ritum postea universa- poi fu dismesso, per conformarsi col
lis Ecclesia recipiens coniprobavit. sentimento comune de' santi padri,
L'esito di queste preghiere le fece iquali stimarono non doversi digiu-
continuare in seguito come un pre- nare in tempo pasijuale. Quindi la

servativo contro le accennate ed al- chiesa ambrosiana per poter digiu-


tre calamità, e ben presto il pio nare celebra le rogazioni dopo l'A-
vnr.. xxxiv.
i8 LIT LIT
sceuslone, non essendo lecito il di- lanie di che pure trattano il Si-
;

giuno alla presenza dello sposo Ge- gonio, De regno Italiae ad an. 8u i

sù, com'egli stesso disse Mar- in s. p. 160 ; Bona, Psalmod. cap. 4>
co, e. 2, u. 19. Nella Spagna nel 5 4» Mabillon, De lilurg. GalLic. p.
VII secolo furono destinati i gior- iSg, e Marlene, De divin. off.
ni di gioved"ij venerdì e sabbato do- cap. 27.
po la Pentecoste per le rogazioni. L'Ugonio w^\ Istoria delle stazio-
La chiesa d'Angers nella feria IV ni di Roma, p. 4> racconta, che s.

delle rogazioni ordina la processio- Leone Ili ordinò che le litanie mi-

ne in modo, che le dignità incedo- nori si celebrassero in questo mo-


no vicino alla croce, seguite dai ca -
do. Dispose che nel primo giorno
nonici, indi dai chierici, probabil- la processione andasse dalla basili-
mente per denotare, come nella ce- ca di s. Maria Maggiore a quella
leste patria Erunt novissimi primi,
: di Giovanni in Laterano; che nel
s.

et primi novissimi, come disse Ge- secondo la processione partisse dal-


sti. Diverse da queste sono le ro- la chiesa di s. Sabina, per la ba-
gazioni istituite da s. Gallo vesco- silica di s. Paolo fuori le mura ; nel
vo, delle quali ragiona s. Gregorio terzo la processione si recasse dal-
di Tours lib. IV, e. 5 ; perchè si s. Croce in Gerusalem-
la basilica di

celebravano nella metà di quare- me, a quella di s. Lorenzo fuOri le


sima. Così ancora si fa menzione mura. Queste chiese dai successivi
di altre rogazioni nel primo conci- Pontefici furono valiate. Al presen-
lio di Lione, le quali si celebravano te le rogazioni stabilite da
s. Leo-
nel mese novembre. Similmen-
di ne HI, secondo alcuni nel 798, per
te il concilio Gerondense o di Girona l'allontanamento de' divini flagelli
celebrato l'anno 5 17, parla di altre e preservazione da disgrazie, e la
rogazioni, le quali si facevano nel- conservazione de'beni e frutti del-
le feria quarta, sesta, e sabbato do- la terra, si celebrano dal clero seco-
po la Pentecoste. Nella Chiesa ro- lare e regolare in Roma, col seguente
mana ebbero origine le mi-litanie regolamento. Nel lunedì il clero se-
nori, non da s. Liberio Papa, co- colare e regolare si porta nella chiesa
me scrisse Giacomo di Vitriaco, ma di s. Adiiaiio.ove quello dei capitoli
bensì dal Pontefice s. Leone 111, assume gli abili corali. Il vescovo vi-

come abbiamo da Anastasio Biblio- ce gerente di mes-Roma ivi dice la

tecario nella sua vita. Ipse vero a sa bassa della feria con paramenti
Dea protectus, et praeclarus Pon- paonazzi, finita la quale assume il
tifex consLÌUiit, ut ante tres dies piviale di tal colore, e la mitra
Asccnsionis doininicac celebrarentur. dilama d'oro, facendogli da diaco-
Il Novaes pertanto ci narra, che no e suddiacono due parrochi ve-
per cagione di uno spaventevole ter- stili di dalmatica e tonacella pao-
remoto, che nell' ultimo giorno di nazze. Indi due cantori con piviali

aprile dell' 801 sobbissò parecchie dello stesio colore intuonano le

città d'Italia e la basilica di s. Pao- dopo di che un cur-


litanie de'santi,
lo fuori le mura di Roma, s. Leo- sore del vicarialo chiama le coipu-
ne III comandò che ne' tre giorni razioni religiose ed i capitoli, secon-
precedenti all'Ascensione si cantas- do il rispettivo ordine gerarchico,
sero in pubblica processione le li- pei la processione, che detìla dalla
LIT LIT '9
chiesa di Adiiano, facendo quel-
s. l'altare maggiore il versetto: Ora
li che la compongono prima d'uscir- prò nobis s. Clemens, ed il vice-geren-
ne la riverenza al Crocefisso del- te recita l'orazione: Deus, qui nos
l'altare maggiore, indi al prelato vi- annua b. Clementis. Biassunte le li-

ce-gerente. Allorché ogni corpo è tanie, la processione lecasi alla ba-


fuori della chiesa, prosiegue il can- silica Lateranense, dove avanti l'al-

to delle litanie, e la processione tare del Sagramento, il vescovo di-


si reca nella chiesa di s. Maria dei ce il Pater noster j indi i cantori
Monti, ove all'altare maggiore can- i intuonano il salmo 69 Deus in ad- :

tori dicono il versetto: Gaiide el j'utorium, ed hanno luogo le altre


laetare etc, ed il vescovo senza mi- preci come nel giorno di s. Marco.
tra l'oiazione : Deus, qui per resur- I cantori inluonano poscia l'anti-
rectioncm. Uscita la processione dal- fona Salvator mundi, ed il vescovo
la chiesa, e ripreso il canto delle delta l'orazione Omnlpotens, inluo-
litanie si porla in quella di s, Pras- na il Te Deum, e la processione
sede, ove innanzi 1' altare mag- portasi in mezzo della chiesa avan-
giore i cantori dicono il verset- ti le teste de' ss. Pietro e Paolo.
to : Ora prò nohis s. Praxedes, ed Allora si canta l'antifona: Gloriosi
il vescovo l'orazione Exaudi della principes, col versetto Constitues eos,
santa. Riprese le litanie, la proces- inJi il vescovo recita l'orazione:
sione passa alla basilica di Maria
s. Deus cu/US dextera, e dopo YExau-
Maggiore all'altare del Sagramento. dial il vescovo comparle dall'altare
Dopo l'ultimo Kyrie il vescovo ge- la triplice benedizione, si fa l'cslei;-

nuflesso dice il Pater noster e le sione delle sacre teste, ed in sagre-


altre preci come nel giorno di s. stia depone le vesti pontificali. JXel

Marco. Indi la processione recasi mercoledì, terzo ed ultimo giorno


all'altare della Beala Vergine nella delle rogazioni, il clero secolare
cappella Borghesiana, inluouando i e regolale si porta alla basilica

cantori l'antifona: Regina coeli, do- di s. Lorenzo in Damaso, ove si

po la quale il vescovo dice l'ora- fa quello che si praticò in s. Adria-


zione: Deus, qui per reiurrectioneni, no, e processionahnente si reca a
e poi intuona il Te Deuni che pro- s. Pietro in Vaticano, al modo det-
sieguono cantori, procedendo la
i to nella processione Marco, a- di s.

processione sino all' aliare maggio- veiido ancora luogo quelle cose ed
re. Ivi dicesi l'antifona : j4nle cor- orazioni ivi descritte. In questo gior-
para sanctoruni, col versetto Con- no prima del Te Deuni il vice-
,

fìleantur, ed il vescovo dice l'orazio- gerente intuonava l'inno Feni Crea-


ne: Concede eie. ut ìiiletcessio b. tor Spiritus, e dopo il versetto E-
Mathiaeac ss. I cantori detto VEx- milte, recitava l'orazione: Deus qui
audiat nos onuiipotens, il vescovo corda. Il capitolo vaticano si tro-

comparte dall'altare la triplice be- va a ricevere il clero secolare e


nedizione. Nel martedì il clero se- regolare all' ingresso interno della
colare e regolare si aduna nella chie- basilica, e siccome in coro ha assi-
sa di s. MariaJNuova, ove si fa quan- stilo alla messa ed al canto delle
to dicemmo di sopra in s. Ailriano. litanie, nel luogo che gli compete
Giuntala processione nella chiesa di si pone in processione, e con essa
s. Clemente, cantori dicono avantii recasi agli allari del Sacramento e del-
20 LIT LIT
1.1 Confessione, ove si dicono quel- della Natività, dell'Assunzione e del-
le oia/ioni, ed ha luogo quanto di- la Purificazione, dovendosi portare
cemmo parlando della processione in tali feste il clero col popolo in
del giorno di s. Marco. Dopo di che processione dalla chiesa di s. Adria-
dal clero secolare si passa nella se- no, alla basilica di .s. Maria Mag-
gresliadove si fa l'elezione del Ca- giore. Fece questa disposizione san
merlengo del clero romano (Fedi) Sergio per render grazie alla gran
I,

nel modo descritto a quell'articolo. matlre di Dio, del segnalato bene-


1 orientali non conosco-
greci e gli fizio di averlo liberato da una e-
no le roga/ioni queste si osserva-;
norme calunnia. Le litanie della
vano dall' Inghilterra prima dello Beata Vergine contengono umili
scisma; altrettanto dicasi di altri suppliche a Dio e divote preghiere,
stali che fatalmente abbracciarono secondo anco il significato della pa-
la pretesa riforma. De sacris pro- rola Litania { Fedi), interponendovi
cessìonibus et supplicalionibus, dif- con diverse invocazioni la potente
fusamente scrissero il p. Gretsero intercessione di Maria Vergine, che
ed il p. Serrario. Il Sarnelli nel t. ivi è in modo particolare onorata
IX delle Leu. eccl. ci dà la lett. per i differenti titoli di mistiche fi-

XXXV: Della istUuzione delle ro- gure, di encomi sublimi, e di glo-


gazioni o litanie minori, e di al- riosi nomi, coi quali viene invoca-
tre processioni. ta. La Chiesa poi aggiungendo di
LITANIE LAURETANE o dell^ quando in quando nuovi attributi
Beata Vergine Maria. Le litanie vol- a Maria, accrebbe anche il nume-
garmentedette della Madonna vengo- ro delle litanie sino al numero che
no chiamate Litanie Laiiretane nelle sono al presente ; e s. Pio V per la

costituzioni dei sommi Pontefici Si- celebre vittoria riportata a Lepan-


sto V, Reddituri, degli i luglio i to dai cristiani contro i turchi, ri-
1587; di Clemente Vili, Sanctissi • conoscendola dalla valida protezio-
mus, de'6 settembre 1601; e di A- ne della Beata Vergine, ordinò che
lessandro VII, la supremo, de' 28 nelle litanie s'invocasse quale Àu-
maggio 1664, poiché in ogni sab- xiliuni Christianoru'ii ; Ora prò
bato con maggior solennità si can- nobis. qualunque giorno poi,
In
tano nel santuario della s. Casa in e in qualunque luogo si posso-
Loreto [Fedi). Sono esse antichissi- no recitare queste litanie ; ed il

me, e non senza fondamento si de- giorno principale , in cui nella


duce essere state istituite fino dai chiesa si sogliono cantare, è il sab-
primi secoli della Chiesa. Assicura- bato, siccome giorno sacro alla ss.

no tutti i che queste


sacri scrittori Vergine ed in ispecial modo a lei
litanie sono antichissime, e che fu- dedicato, secondo ciò che dice s.
rono recitate dai fedeli tanto nelle Tommaso d'Aquino Opusc. 6: Ser-
chiese che nelle case private. Il Pa- vamus christiani sabbatnm in ve-
pa s. Sergio I del 687 decretò che neratone Firginis gloriosae, in qua
queste litanie si recitassero ogni an- remansit totajìdes, tali die in mor-
no nel giorno dell' Annunziazione, la te Chris ti.
quale istituzione fu ampliata dallo Come la più antica tradizione ha
stesso Papa alle altre principali fe- trasmesse le litanie della Madonna,
ste della stessa ss. Vergine, cioè sempre si sono recitale dai fedeli
LIT LIT 21
nelle pubbliche chiese e nelle case fa di orazioni ec. dell'edizione di
private; e perchè tali si inantenessero Homa 1841, p. "254 e seg. Il sa-
in avvenire, proibì Clemente Vili cerdote Mondelli
Francescantonio
si cantassero altre litanie, fuorché le scrisse una Dissertazione sopra Le

laaretane, ed Alessandro VII proi- litanie Lauretane contro il signor

bì nella citata costituzione fare Rondat, ch'è la II nella l'accolta


qualunque innovazione circa le me- del Zaccaria di Dissert. ecclesia-
desime. Il eh. sacerdote Diclich nel stiche t. XVI, p. j48, Roma 1795.
suo Diz. sacro- liturgico e nel Hie- LITANIE DE' SANTI. Invoca-
rolexicon del Talù da lui accre- zione di Dio, della Beata Vergine,
sciuto, agli articoli Litania ripoita de' santi angeli ed arcangeli , dei
i corrispondenti decreti de'Papi e patriarchi e profeti, degli apostoli
delia congregazione de'rili, in un al- ed evangelisti, dei discepoli del Si-
le litanie aquileiesi, diverse atfatto gnore dei martiri, pontefici , con-
,

dalle lauretane, clie cantavano a si lèssori , dottori, sacerdoti, leviti,


Venezia. Acciò i lèdeli cristiani sem- monaci, eremiti, ed altri santi; del-
pre piìi sieno eccitali a ricorrere a le vergini e vedove. Invocazione
Maria santissima, perchè preghi Id- per essere preservati dal peccato
dio per noi, e nel tempo stesso ad dall'ira divina, dalla morte improv-
onorarla, il Papa Sisto V colla so- visa , dal terremoto, peste ,
fan»e ,

praccitata costituzione concedè due- guerra ; da altri flagelli e pericoli;


cento giorni d'indulgenza ogni volta dall'insidie del demonio, dall'al-
che divotamente, e con cuoie con- trui odio, dallo spirito di fornica-
trito reciteranno le dette litanie. zione, dalle folgori e tempeste, e
Benedetto XllI con decreto della dall' inferno. Invocazione di alcuni

sacra congregazione delle indulgen misteri principali, pel divino aiuto,


ze, de' 2 gennaio 1728, confermò
1 difesa e patrocinio della Chiesa, del
la stessa indulgenza e Pio VII con- ; suo capo e de' suoi ministri e con- ;

fermandola di nuovo con decreto tro nemici della Chiesa, infedeli


i

Urbis et orbis della medesima con- ed eretici per la pace e concordia


;

gregazione, de 3o settembre 1817, Ira' principi ed il popolo cristiano;


la estese in perpetuo anche a gior- per conservarci nel divino servigio;
ni trecento, concedendo inoltre in pregando pei fedeli vivi e defunti,
perpetuo a quei che ogni giorno le pei benefattori e per ottenere e
reciteranno ,
1' indulgenza plenaria conservare i frutti della terra, ol-
nelle cinque feste di precetto della tre altre orazioni e preghiere. Sul-
Beata Vergine, secondo il calenda- r esempio di queste litanie de'santi,
rio romano, cioè della Concezione, dice il Bergier all'articolo Litanie^
Nasci ta^ Ann unziazione, Purificazione si composero delle altre litanie par-
ed Assunzione; con che in tali fe- ticolari , ma che non sono tanto
ste veramente pentiti, confessati e antiche. Aggiunge, che Basnage di-
comunicati, visitando una pubblica scorrendo sulle litanie e rogazioni,
chiesa, preghino secondo l'intenzio- nella Storia della Chiesa, 1. 21, e.
ne del sommo Pontefice; dichiaran- 3, pretende che in origine nelle li-
do che tali indulgenze si possano tanie non si parlasse de'santi, ma
ancora applicale alle anime del pur- si dirigessero a Dio solo non ne ;

gatorio. Tanto si legge nella Raccol- reca però alcuna prova positiva;
1^ LIT LIT
si contenta di citare gli autori i bì la stampa o la recitazione di
qiinli che vi si pregava
scrissero altre litanie in chiesa , se non
JJiOj che se ne implorava la mise- quelle de' santi e della Beata Ver-
ricordia e l'aiuto. E chi mai ne gine dette Lauretane. 11 Macri dice
tlubilò? Egli inoltre osserva, che che la congregazione dei riti a'?,2
diciamo soltanto ai santi ,
pregale marzo i63i rispose ai canonici di
per noi, quando a Dio diciamo, ab- Reggio secondo il disposto di s.
,

bi pietà di noi, ci soccorri, ci per- Pio V. Molto meno si possono ag-


dona ; dunque queste preghiere si giungere santi non canonizzati nel-
riferiscono a Dio, alcune immedia- le litanie, come avverti il ven. Bel-
tamente e direttamente, altre indi- larmino, De sanclor. bcatitud. e. fo;
rettamente e per la intercessione dei e neppure privatamente, come scris-

santi. Cosi la intesero gli antichi ;


se Sancii. Iib. 2, e. 4^ , num. 5
così pure la intende la Chiesa cat- suni., almeno senza speciale facoltà,
tolica; dunque la riflessione di Bas- secondo che notò il Piazza a p.
iiage niente prova, come conchiu- 218 del Santuario romano. I de-
de il Bergier. Dell' invocazione dei creti della sacra congregazione dei
santi, antichissima nel cristianesi- riti su questo argomento si leg^o-
mo, ne parleremo all' articolo San- no nel Hivrolcxicoii del Talù dal
to. Le litanie che contengono l'in- eh. sacerdote aumentato.
Diclich
vocazione de'santi e petizioni , sono Dice il Sarnelli che Clemente XI,
antichissime, dicendo s. Basilio nel- per la frequenza de' terremoti fa-

r episl. 63, ch'erano in uso nella talmente accaduti al suo tempo,


chiesa di Neocesarea. Il Macri ed aggiunse alle petizioni delle litanie
il Sarnelli, citando Valfrido Stra- de' santi , dopo quella ab ira tua,
bene, De rebus eccles. cap. 28, di- questa altra: A flagello ter raeniotus;
cono che le litanie o invocazione Libera nos Domine. Quando Cle-
de' santi , non furono in uso prima mente XI compose 1' utlizio di s.
de' tempi dis. Girolamo, il che si Giuseppe sposo di Maria Vergine,
deve intendere nella Chiesa roma- per recitarsi nella Chiesa universale,
na. Il p. Zaccaria negli opuscoli del molte persone pie fecero istanza
p. Calogeri e nel t. I delle Dissert. perchè il nome dello stesso santo
i'arie italiane eccl., riporta alcune fosse messo in queste litanie, in
litanie de'santi antichissime, in cui vista della quale fu data 1' incom-
sono invocati alcuni santi poco noti benza al promotore della fede Lam-
nei martirologi. Alcuni chiamano bertini, poi Benedetto XIV, per
le litanie òe sax\\\ Litanie maggiori, darne il suo sentimento, il quale
quelle della Madonna Litanie minori. fu di parere affermativo, come pro-
11 Papa s. Pio V riformò le li- vò con una eruditissima disserta-
tanie de'santi, per nomi e cose i zione, inserita nella sua opera : De
clic in progresso di tempo eransi canon, ss. lib. IV, par. II, cap. 20,
andate aggiungendo, e comandò n. 7. Ma la congregazione de' riti

che niuno vi aggiungesse altri nulla volle decretare, per non es-
santi ancorché tutelari o altro, sersi addotte nell' istanza le sup-
inconsulta sede apostolica. Clemen- pliche de' principi , magnati e ceti
te Vili con pubblico decreto del- ecclesiastici. Passati nove anni so-
1 anno 1601^ espressamente proi- pravvennero quelle dell'imperatore,
L IT LIT 23
del granduca di Toscana, degli e- provincia di Tracia nell' esarcalo
lettori di Colonia e Palatino di , del suo nome, sotto la metropoli
quaranta generali e procuratori ge- di Filippopoli, eretta nel IX seco-
nerali di ordini e congregazioni re- lo, quindi divenne arcivescovato
ligiose, onde di nuovo fu proposta onorario. Ne furono vescovi N.
l'istanza a' 17 aprile 17^3; però che assistette al concilio del pa-
Innocenzo XllI prese tenopo a de- triarca Calisto, in cui gli avversari
liberare e morì nel seguente anno. dei palamiti Acindino e Barlaam
Gli successe Benedetto XIII al qua- furono condannati e Metodio che ;

le fu riprodotta la domanda, onde sedeva nel 1721. Oriens christ.


eglicon decreto della congregazio- tom. I, p. 16 18.
ne de' riti de' 19 dicembre 1726, LITTA Alfonso, Cardinale. Al-
fece introdurre nelle litanie de'san- fonso Lilta, di nobilissima famiglia,
ti, dopo s. Giovanni Battista, il no- nacque in Milano, e si può dire che
me del patriarca s. Giuseppe. Que- insieme col latte succhiò la pietà. Ed
ste litanie de' santi si cantano in in fatti in tenera età si sarebbe de-
diversi tempi nella Chiesa, nel sab- terminato di abbracciare l' istituto

bato santo dopo la XII profezia, de'cappuccini, se non l'avesse dal-

nelle processioni delle Lilnnie mag- la concepita risoluzione distolto il

giori, delle Litanie minori ( Vedi ), consiglio di dotti ed autorevoli per-


ed altre di penitenza e supplicazio- sonaggi, che attesa la di lui delicata
ne, nella esposizione e reposizione complessione gli dimostrarono l'im-
del ss. Sagramento in forma di possibilità di eseguire il pio suo propo-
quarant'ore, e per lucrare i' indul- nimento. Applicatosi allo studio del
genza delle stazioni, ed in altre sa- diritto canonico nell'università di
cre funzioni e tempi. Nel voi. Vili, Salamanca, lo compì poi in quella
p. 270 del Dizionario , abbiamo di Bologna, nella quale riportò la
parlato della distribuzione che nel laurea di dottore. A persuasione del
d'i delle ceneri si fa nella cappella cardinal Federico Borromeo condot-
pontifìcia, del libro deWe Litaniae et tosi in Roma, dopo aver ivi im-
preces, per recitarsi nel tempo del- piegati i suoi talenti nel pontificato
la quaresima nelle cappelle dome- di Urbano Vili in diverse congre-
stiche de'cardinali ed altri, per lu- gazioni, in parecchi governi e tra
crare r indulgenza delle stazioni. gli altri delle città di Rimini, Or-
Qui noteremo che il prefetto delle vieto, Spoleto e Camerino, e in tut-

cerimonie pontificie prende prima te e tre le legazioni col carico di


licenza dal Pontefice per far stam- vice legalo in luogo del cardinal An-
pare tali libretti interpellando se, tonio Barberini, fu eletto commis-
voglia farvi aggiunte o variazioni; ed sario generale dell' esercito ponti-
in quello che consegna ad un cap- fìcio, ed in tutte queste differenti
pellano segreto per uso del Pon- circostanze essendosi condotto con
tefice, nell'orazione: Deus^ omnium integrila e valore, fu provveduto
fideliinn pastor et rector, dopo que- delle insigni abbazie di san Giulio
ste parole vi si aggiungono ut me di Dolsago , e di s. Giovanni di
indignimi, proseguendosi col fama- Appiano , la prima .situata nel-
lii/n tuiim etc. la diocesi di Novara, la seconda
LITITZA. Sede vescovile della in quella di Milano. Appena Inno-
^4 LIT LIT
ccnzo X divenne Papa, Io iinndò li, di cui riceveva nota dai parrochi
in Ascoli con suprema autoiità, per (Iella città; e nella solennità del Na-
calmare i tumulti, le discordie e le tale, e nel giorno della Cena del
sedizioni ivi eccitatesi. In tempo del- Signore, praticava Io stesso officio
la sollevazione di Napoli, governata di carità con seicento poreri. Fu
la provincia di Marittima e Cam- pure mollo elemosiniero colle case
pagna, fu successivamente per un religiose, cogli spedali, coi carcerati,
triennio dichiaralo governatore di cogli orfuii, colle vedove, colle po-
quella della Marca d' Ancona. Va- vere fanciulle, in una parola con
cata frattanto la chiesa di Milano, tutti i miserabili non meno della
fu da Innocenzo X ad essa promos- città che del resto dell' arcidiocesi.
so nel i65?,. I suoi primi pensieri Dopo essere intervenuto ai ct)ncla-
furono di dare principio al suo go- vi Clemente IX, di Clemente X
di
verno colla visita de' luoghi alpestri e d' Innocenzo XI, mentre stava sul
e montuosi della sua arcidiocesi, punto (li restituirsi alla sua chie-
dopo che nel i658 celehrò il si-
di sa, fu sorpreso dalla podagra, che
nodo, che di nuovo convocò nel dopo averlo lormenlat«j per tre an-
iGyo con gran vantaggio della chie- ni conliiiiii, finalmente gli tolse la
sa milanese. Il nemico dell' uman vita ili Roma
1679, d'anni 71.
nel
genere seminò in cpiel fruttifero cam- Trasferito il suo
cadavere in Mi-
po la discordia, (juale si accese tra lano, trovò perpetuo riposo in quel-
l'arcivescovo e i regi ministri a la nietropolitaii;», nella cappella
cagione dell' immunità ecclesiastica ;
del ss. dove vivendo
Crocefisso ,

nella quale occasione provata come erasi apparecchiata la tomba, con


l'oro nel crogiuolo la di lui costan- una semplicissima iscrizione. Fran-
za ed intrepidezza sacerdotale, dal- cesco Maria Bordocchi pubblicò nel,
le gravi contraddizioni che gli con- 1691 la verace vihi di «piesto car-
venne sostenere in difesa della me- dinale, che III mai seni|)re in repu-
desima, senza alcun riguardo né tazione di uomo dottissimo, di egre-
alla propria vita, né all' interesse gio letterato, filosofo e giureconsulto,
de' suoicongiunti, alla fine contro lasciando le costituzioni de' sinodi
ogni suo pensiero fu rimunerata da diocesani XXXV e XXXVI, ed al-
Alessandro VII, che a' i4 gennaio quante lettere. Il Zani nelle Memorie
1664 lo creò cardinale dell'ordine degli accademici gelati di Bologna,
de' preti, indi lo puhblicò nel con- a car. 3 e seg. ne fa un breve ed
i

cistoro de' i5 febbraio 1666. Reca- espressivo ritratto. L'Argelati nel II

tosi a Roma a prendere le insegne tomo della sua ^/'/'//o/eca degli scrit-
cardinalizie, gli fu conferita per titolo tori milanesi, ci ha lasciato un esat-
la chiesa Croce in Gerusalem-
di s. to catalogo delle opere del cardina-
me, e provveduto di due altre abba- le.Il cav. Corraro nella sua relazio-

zie. Indi Clemente IX lo annoverò alle ne della corte di Roma, a p. 867


congregazioni de' vescovi e regolari, scrisse, ch'era uomo applicatissimo
del concilio, di propagandante, ed al negozio, non stancandosi mai di
altre. Ottenuta
eminente dignità l' studiare le cose che doveva trat-
cardinalizia, piìi che mai al-
si diede tare, dando sempre saggio di buoni
le opere della misericordia, onde ali- costumi e d'integrità di vita
mentava ogni giorno quaranta pove- LITTA LoRE.Nzo Cardinale , .
LIT LIT i5
Lorenzo de'marcliesi Lilla Viscon- vescovo di Chelma Skarze-ttski inno-
ti- A lese, nacque di chiarissima gen- cente, ma sentenziato a molle. Ed
te patrizia in Milano, l'anno 1766 un' eguale salvezza avrebbe egli al
a'7.3 lebbraio. ÌNella prima età sua certo arrecata ai vescovi di Livo-
venne inviato dai genitoii a Roma nia e di Wiliia, Knssaco'jvski e
nel collegio dementino, onde Vi Massalski, barbaramente sagrificali,
apprendesse gli erudimenli d' ogni se più sollecitamente gli fossero per-
maniera di lettere. Ne si inganna- venute le notizie della loro tristis-
rono nel loro consiglio, mentre e- sima sorte, per cui liuscirono vane
gli vi alte'>e con tale studio, e svi- le sue vigorose ed energiche oppo-
luppò tali talenti da essere fino da sizioni. IMa l'apostolico di lui co-
allora la speranza più bella della fami- raggio ivi dimosti-ato quasi per un
glia e della patria. IN'el 1778 con spi- triennio, rimase coronato dall'ono-
rito e gravila pronunziò nella cap- revolissima sliaordinaria ambasce-
pella pontificia per la festa della ss. ria Mosca, a cui fu destinato da
a
Tiiiiità, un eloquente discorso su Pio VI, per assistere alia solenne
qiiell ineffabile mistero. Uscito di col- incoronazione dell'imperatore Paolo
legio nel 1782 intraprese la carrie- 1, seguita nell'aprile 1797. Da Mo-
ra prelatizia, venendo ascritto da sca passò in pari grado di delega-
Pio VI tra i protonotari apostolici to apostolico ed ambasciatore a Pie-
partecipanti; e ti e anni appresso troburgo, ove animato sempre da
tra' ponenti della sacra consulta^ di- quello zelo santissimo di religione che
venendo poscia vicario della basili- caldo sentiva in petto, provvide ai
licaLateranense. Nel 1791 si recò gravi bisogni di quei cattolici coll'im-
a Napoli e negli importanti dintor- petrare ed ottenere l'utilissima ere-
ni, onde ammirarne i pregi per sua zione di sei vastissime diocesi di rito
erudizione. Avendo il Papa osserva- latino, e di altre tre ancor più e-
to in lui valore ed abilità, non che stese di rito greco, componenti più
senno superiore alla verde sua età, milioni di cattolici di ambedue ri- i

nel concistoro de'aS giugno i7q3 ti. Di tuttociò e della memoria che
lo fece arcivescovo di Tebe in par- egli scrisse intorno a questa impor-
tibus, e chiamandolo a parte delle tante sua legazione se ne parlerà
piìi ditìlcili negoziazioni, lo destinò all' articolo Polonia, Avvenuta la
allo nunziatura di Polonia. Giunto morte di Pio VI nel fine di ago-
in Varsavia a'24 mar?o 1794) ^i sto 1799, Lorenzo si recò in Ve-
scoppiò poco dopo quella fiera ri- nezia per assistere al conclave ove
voluzione^ che fece a torrenti scor- fu eletto nel marzo 1800 Pio VII.
rere sangue de'cittadini, mentre
il Questi in Roma,
restituitosi ne'pii-
la Polonia tumultuante era in pre- mi di novembre dichiarò il prela-
da e lacerata dalle più feroci di- to tesoriere generale, nel quale di-
scordie. Armatosi il prelato di tut- ficile e cospicuo ministero, fece egli
ta la prudenza e fortezza sacerdo- propria la sentenza del romano o-
tale, si diportò qua! pratico ministro ratore che : gli uffizi di tutte le
ecclesiastico, onde suo nome tra
il magistrature devono aversi come
i polacchi si ricorda ancora con ri- cose sagiosante, di che il principe
verenza. Col supremo capitano Ko- non ci fa un dono, ma bens'i un
sciusko potè perorare la causa del deposito dei quale si deve rendergli
-
26 LIT LIT
confo. Con (ali massime avendo e- dioma francese intorno le proposi-
gli preso la suprema prefi^tlnra del- zioni del clero gallicano, che poi
l'erario, la tenne da sasigio, pef la anonime in tre edizioni successi-
integrità della sua vigilanza, per ve furono stampate, e tutti am-
la perizia che dimostrò nell'amuii- mirarono in esse la gravità dei
nistrazione economica, per avere pensieri, la scelta erudizione ec-
rimosso molti abusi, ed introdotto clesiastica, e la purezza della lin-
i più ulili stabilimenti. In premio gua quantunque non fosse la pro-
de' suoi servigi resi alla santa Se- pria.Da s. Quintino il cardinale
de, lo slesso Pio ^'II lo creò car- venne trasferito a' 20 febbraio
dinale ai 23 febbraio i8ot riser- 181 3 a Fonlainebleau, donde ai
vandolo in petto, indi lo pubblicò 3o gennaio dell'anno seguente fu
dell'ordine de' preti nel concistoro condotto a iVimes, ove giunse ai
de' 28 settembre del medesimo an- i4 febbraio, essendone poi felice-
no, conferendogli per titolo la chie- mente partito a'20 aprile, dopo il
sa di s. Pudeiiziana, ch'egli pensò prodigioso ed istantaneo cangia-
subito eruditamente ad illustrarCj mento di tutte le cose, che fece
avendo più volte assistito o ponti- cadere e sparire in un soffio la più
ficalmente ivi eseguile le sacre fun- colossale potenza, quale fu quella
zioni nelle feste principali. Succes- di Napoleone. Piestituita in tal mo-
sivamente fu annoverato alle con- do la calma all' Italia, e ricondot-
gregazioni del s. ofilzio, del conci- to il Pontefice in mezzo al voto
lio, de'vescovi e regolari, dell'immu- di tutta la cristianità alla Sede dei
nità, de'riti, dell'esame de'vescovi, Vaticano, il cardinale si trovò pre-
di consulta, deireconomica, degli af- sente al trionfale ingresso di Pio VII
fari ecclesiastici e degli studi: piefet- in Roma, li 24 maggio 18 14- 'n
lo di quella dell'iiidice, e degli sludi compenso de'pericoli affrontati e del-
nel collegio romano. Invaso nuova- le sciagure sofferte con rassegna-
mente lo stalo pontificio dai fran- zione, il Papa lo promosse alla
cesi, 1809 Pio
nel \ 11 fu strappa- prefettura della congregazione di
to da Roma, ed il cardinale in ta- propaganda fide e sua non meno
li politici sconvolgimenti fu depor- celebre stamperia. Ottima scelta, e
tato sul Senna nella città di s. Quin- conveniente ad un cardinale, che
tino, dove colla sua edificante con- perito in diverse delle principali
dotta ed eroica costanza mantenne lingue, pe' suoi viaggi, per le sue
lo splendore di quella porpora che cognizioni e zelo, potè corrispon-
si era tentato di olfuscare, procac- dere al grave incarico, e provve-
ciandosi la commendazione e 1 affet- dere alle urgenti necessità delle
to de'biioni. Né altro sollievo diede missioni disperse per tutto mon-
il

a'suoi mali, se non quello della re- do, e rimaste per tanto tempo nel
ligione e degli sludi. Valentissimo più deplorabile abbandono. 11 gran-
nella lingua greca, intraprese allo- de e maraviglioso stabilimento di
la la versione in linijua italiana propaganda fide ossia della cattoli-
dell' Iliade d' Omero, la quale da ca religione, venne per le sue cu-
quei sapienti ch'egli onorava di sua re e pie largizioni rinnovato, or-
])enevolenza, fu trovata liegiia di lo- dinando con sollecitudine le mis-
de. Scrisse parecchie lettere in i- sioni straniere j e facendo rifiorire
LIT LIT 27
la encomiata stamperia, al modo lombara e Monte rotondo ; de' ba-
narrato dall'erudito sopraintenden- siliani di s. Giovanni in Soairo dei
te della medesima, il eh. France- greci melchiti; de' monaci armeni
sco Cancellieri, nella lettera dedi- di s. Gregorio Illuminatore; delle
catoria, equivalente sino a quest'e- maestre pie di Roma delle reli- ;

poca ad una biografia, che pose in giose non claustrali della compa-
fronte alle Osservazioni intorno al- gnia di s. Orsola nella città di
la (questione sopra l'originalità del- Tours ; delle arciconfraternite del
la divina commedia di Dante, Ro- Gonfalone, del ss. Nome di Maria,
ma i8r4) e che intitolò al por- di s. Trifone; e della collegiata par-
porato. Nel concistoro de' 26 set- rocchiale e maggiore chiesa di s.

tembre i8r4, Pio VII lo fece ve- Paolo naufrago della Valletta. Tro-
scovo suburbicario di Sabina, e vandosi il cardinale a' 27 aprile
neir anno seguente ebbe il merito 1820 in monte Flavio a celebra-
di raccomandare al celebre cardi- re per la seconda volta la visita
nal Consalvi segretario di stato pastorale della sua diocesi di Sabi-
Francesco Capaccini, che venendo na, cadde infermo in mezzo le fa-
perciò collocato fra minutanti
i tiche dell'episcopale ministero, di
della segreteria di stalo, incomin- gastrica-biliosaieumatica , che ra-
ciò quella splendida carriera diplo- pidamente lo condusse alla tomba
matico-ecclesiastica, che gli meritò il primo di maggio d'anni sessan-
da Gregorio XVI il cardinalato, e taquattro passati, ad ore ventuna,
l'ammirazione universale, per quei con estremo dolore de' suoi dioce-
singolari pregi che narreremo alla sani, i quali in folla a piedi nudi,
sua biografìa nelle Addizioni a
, in atto di filial divozione, si reca-
questo Dizionario JNel settem- . rono a baciar la fredda mano di
bre i8i8 il cardinale Litta, lascia- quel benefattore, che di frequente
ta la prefettura di propaganda, fu gli avea soccorsi e benedetti. Il suo

dal Pontefice eletto a suo vicario, cadavere nel trasportarsi in Roma


uffizio quanto onorevole altrettanto fu onoialo in tutta la diocesi di
geloso, ch'egli funse religiosamen- Sabina con alti gemiti dagli abita-
te, sino a privarsi di tutti i pia- tori, che fecero a gara di sostener-
ceri della vita, tutto consecrandosi ne per un tratto il l'eretro. Appres-
al bene spirituale de' romani , ed sandosi questo a Monte Libretti, fu
all'onore di chi lo avea preposto incontrato con riverenza dal prin-
a farne le veci. Successivamente Pio cipe d. Maffeo Barberini-Sciarra,
VII lo fece prefetto della congre- che unitamente al clero ed ai prin-
gazione de' libri della chiesa orien- cipali della terra, sino a questa ed ai
tale ; protettore della nobile acca- confini lo corteggiarono. Le spoglie
demia ecclesiastica, della chiesa e mortali dopo essere stale esposte
monastero di s. Caterina de' fu- nella sua abitazione, posta nel pa-
nari; dell'accademia teologica nella lazzo Odescalchi a' ss. Apostoli, in
Sapienza; de'filippini di Norcia, e questa basilica furono trasportate
di questa città ; del monastero del- pei solenni funerali , e nella sera
le pnssionisle di Conieto; della con- vennero tumulate nella chiesa dei
fraternita del ss. Sagramento di ss. Giovanni e Paolo secondo la ,

Pofi; delle terre di Moalicelli, Pa- disposizione del defunto. 11 suo se-
28 LIT LIT
gretario d. Pietro Filippo Gamhi- l'attività dell'abile capo Er-
suo
ni erede fiduciario, fece porre nella (li vii, che prese le armi a dife-
cassa riìortiuiria una elegante epi- sa dcll<i patria, si rese anche pa-
grafe composta dal eh. piof.
Ialina drone; diuna parte della Rus-
Salvatore Celli, che si legge nelle sia neir.iimo 1217 ed , esigette da
IS'oiizie intorno la persona del car- essa (|uello stesso tributo, che fino
dinal Lorenzo Lilla vescovo di Sa- alloraavevano pagato lituani. Rin- i

bina e vicario di N. S,, pubblica- gold, uno de'suoi successori, aven-


ta colle stampe nella collezione dei do spinte le sue conquiste nella
Diari di Roma. Cos'i terminò l'u- Prussia, nella Masovia, e nella Po-
mana un cardinale di gran
carriera lonia, prese il titolo di granduca
riputazione, un vescovo zelantissi- di Lituania, ed il paese quello di
mo, un luminare della Chiesa, pio granducato. Ecco la serie dei graa-
conforto de' buoni mecenate dei , duchì o gran principi suoi succes-
letterali, ed egregio cultore delle sori. 12 38 Mendog o ÌMuidowe.
lettere. i 263 Troinat. 265 \'ol»tinik. 26H
i 1

LITUANIA, Lithavia o Litavia. Swen torog. 1270 Germond. 1275


Antico paese d'Europa, fra la l^o- Gilligin. i278Piomond. i28oTrab,
lonia al sud, la Prussia all'ovest, 1280 Narimund. 1282 Troiden.
la Curlandia al nord e la Russia 1282 Viten. i3i5 Gedimino. 1828
all'est. Ha circa i.5o le"he di lun- 33o, morto nel
lavnnt, deposto nel 1

ghezza, loo di larghezza, e 6 1 co i365. i33oOlgierd. i38i Kicistut.


rpiadrate. La sua superfìcie, unita, I 386 Jagellone re di Polonia. 1887
piatta, e su molli punti paludosa, Skirgell o Casimiro, deposto nel
è intersecala da laghi numerosi e 1382, morto nel '394- 1892 Vi-
da gran fiiuni abbondanti di pesce, toldo Alessandro. i43o Suidrigel o
alcuni de' quali vanno a discendere Bolislao, deposto nel i432, morto
nel mar Nero, ed altri nel Baltico. nel 1432. 1432 Sigismondo che
I laghi sono formati dallo sciogli- mori nel i44<^ diventando gran
j

mento delle nevi. 1 suoi fiumi prin- principe di Lituania Casimiro IV


cipali sono il Dnieper, il Boriste- le di Polonia, ed i re suoi succes-
iie e la Vilia, che hanno origine sori.
nella Lituania. La Dwina lo attra- Mendog o MindoAve o IMindaiio
versa , ed il Nieinen , formato da granduca di Lituania che nel i2 38
diverse riviere, va a perdersi nel successe a Ringold, camminò pure
golfo di Curlandia. Vi si tiovaìio stille sue traccie, ma alla fine i

pascoli eccellenti, ed il suolo è fer- saccheggi che faceva di continuo


tile. La religione dominante è la sili p(jpoli vicini gli attirarono il

cattolica romana, ma vi si trova- loro odio, ed i cavalieri teutonici


no molti protestanti e greci. Conta di l'russia lo attaccarono vivamen-
un milione e quallrocenlomila abi- te. IMendog per salvare suoi stati i

tanti , che parlano una lingua par- si dichiarò cristiano, e mise il suo

La Lituania, ch'ebbe ri-


ticolare. granducato sotto la protezione della
motameote suoi principi partico-
i santa Sede e del Papa Innocenzo
lari, fu nel secolo XI conquistala IV, il quale trovandosi nel J25i
dai ruteni e resa loro tributaria ;
in Milano, accettò tal sommissio-
ma scosie un tal giogo mercè ne, creò re Mendog, ed ordinò al
LTT LIT 09
vescovo di Culm che nel pontifìcio loro duca VVilenes ferito nella testa,
suo nome lo coronasse colle inse- e due suoi conti. In memoria di
gne reali la coronazione el)l)e luo-
: questo trionfo i cavalieri teutonici
go nel fj52 in iVowogroclek. li- I edificarono in Turon un monaste-
tuani adoravano come Dei il (no- ro di monache e lo dotarono. Ge-
co ed serpenti, e solevano ardere
i dimino o Gcdymin re o duca dei
col morto signore il seivo eh' era lituani, fece con successo la guerra
stato a lui più caro. Meiidog dipoi ai polacchi ed ai russi. Esso in-
abbandonò il cristianesimo , e ri- titolandosi re de' lituani e de' ru-
prese la Curlandia sugli indeboliti teni, nel iSiS scrisse al Papa Gio-
cavalieri teutonici. In prova del ri- vanni XXII, che tocco da divina
torno dei lituani al paganesimo, il ispirazione di convertirsi co' suoi
Rinaldi all'anno 1279, ""fii- 4^5 al cristianesimo, voleva soltoporsi
racconta le crudeltà da loro com- all' obbedienza della santa roma-
messe contro due cavalieii tedeschi na Chiesa, domandando legati a-
cristiani; indi dice che ne! 1282 poslolici perchè l'ammettessero al-

avendo i polacchi sconfitti i jadz- la fede cattolica e in essa l'ammae-


"vvingi o sudavi, questi collegatisi coi strassero. Il Pontefice si rallegiò
lituani ne vendicarono aspra-
se con Gedimino, raccomandandogli i

mente; ma che Leszko ISegro du- suoi nunzi, Bartolomeo vescovo E-


ca di Cracovia e di Sandon)iria, col lellese, Bernardo abbate del
e mo-
patrocinio dell'arcangelo s. Michele nastero di s. Teofredo della diocesi

mise a morte quasi tutti jadzAvin- i Aniciese, quali accompagnati da


i

gi, e gran pai te de' lituani vi pe- pii e dotti religiosi, si dovevano af-

rirono, senza che alcun polacco vi faticare di convertire alla fede ì

restasse ucciso. Neil' anno seguente pagani lituani e ruteni. Ed essen-


i lituani entrarono furiosamente in dosi Gedimino lagnato col Papa
Polonia manomettendola senza pie- de' cavalieri teutonici, che avendo
tà, (piando il duca Leszko, mentre oppiesso già il re Mendog o IMin-
partivano carichi di bottino, aven- dowe eiano slati causa ch'egli e
do fatto ricevere la santa Eucari- la sua gente dopo ricevuto il bat-
stia a' suoi soldati , e quantunque tesimo tornassero al paganesimo,
inferiori di forze ai nemici, gli scon- peichè aspiravano al dominio di
fìsse, e molti fece prigioni. Mante- Lituania, Giovanni XXII gli pro-
nendo lituani le conquiste fatte
i mise che si sarebbe autorevolmen-
da Mendog, l'estesero ancora, e con- te interposto per una costante con-
dotti dal loro duca "Wilenes nel , cordia, ed in fatti gli riuscì paci-
i3ii entrarono in Prussia. La de- ficarli, onde ne approvò le condi-
predarono barbaramente, e con or- zioni.
ribile disprezzo calpestarono la san- Tutlavolta non perseverò il re
ta Eucaristia, e fecero più di n)ii!e Gedimino nel buon proponimento.
e quattrocento schiavi. Dio però Arrivali a lui i nunzi apostolici, il

punì tanta iniquità a mezzo di , barbaro principe disse loro non co-
Enrico di Plosko maestro de' ca- noscere il Papa, e voler rimanere
valieri teutonici di Prussia, il quale nella religione de' suoi padri, clie
investendo co' suoi i lituani, ne fece avrebbe difeso sino alla morte. I le-
tale strage, che appena si salvò il gali dopo SI lungo cammino, e do-
3o LIT LIT
|)o tanti pericoli di terra e di ma- rono nei boschi sacri gli alberi che
re sofferti, tuortincati se ne parti- pure veneravano, ed eslinsero il fuo-
rono. Nel i32 5 Gedimino die in co cui prestavano culto, e che custo-
moglie una sua figlia a Casimiro, divano perpetuo, distruggendo pu-
figlio di Uladislao 1 V re di Polo- re gli altari profani. Il re Uladis-
nia, e invece di dote liberò lutti i lao V fece un gran parlamento a
polacchi che teneva in ischiavitìi. Vilna capitale di Lituania, per an-
La sposa venne battezzata solenne- nullare l'idolatria, sostituire alle an-
mente nella chiesa di Cracovia, ve- tiche superstizioni i riti cattolici, e
nendogli imposto il nome di Anna. quanto riguardava la dilatazione dei
Cos'i si fece tregua tra i polacchi vangelo. In un sol giorno trenta-
ed i lituani, ma per giusto giudizio mila lituani licevettero il battesimo.
di Dio, Gedimino fu miseramente Allora Jagellone edificò in questa
ucciso da un' archibugiata, in una regione due chiese vescovili, ohe fu-
battaglia contro i crociati, sotto le rono quelle di f^ibia e di SaniO'
mura di Wiclonar in Prussia nel glzia (redi), e le dotò di rendile
i34o, morendo da bravo cavaliere. convenienti al mantenimento dei
Olgierd e Kicistut figli di Gedimi- vescovi che si doveano creare, ed a
no fecero gran conquiste nella Prus- quello de' sacerdoti per istruire i

sia; secondo ebbe una parte della


il popoli nella fede. La Lituania e
Lituania, ed usurpò il restante al la Samogizia nelle antiche notizie
fratello, che fece morire in prigione. ecclesiastiche sono registrale sotto
Suo figlio Jagellone, essendosi re- la Lituania, ed il metropolitano di
so formidabile alla Polonia, e te- Gnesna. Gli storici fanno grandi e-
mendo le vicissitudini della fortu- logi di Uladislao V, per lo zelo
na, offrì ai polacchi di unire a questo ch'ebbe in dilatar la cattolica re-
regno il ducato di Lituania, e di ligione, chiamandolo apostolo, per-
ricevere il battesimo, sposando la chè esponeva a'suoi popoli il sim-
regina Hedwige secondogenita del bolo e r orazione domenicale in
defunto Luigi I re di Polonia ed lingua lituana, e servendo d'inter-
Ungheria, i quali regni alla sua mor- prete a' sacerdoti. Indi spedi al
te eransi divisi. Accettarono i po- Pontefice Urbano VI suo amba-
lacchi le sue offerte, Jagellone fu sciatore, per prestargli obbedienza,
battezzato a Cracovia il giorno 12 il vescovo di Posnania. Della sua
febbraio 1 386, prese il nome di La- esemplare pietà molte cose si rac-
dislao o Uladislao V, sposò Hed- contano dall'annalista Rinaldi.
wige, e fu proclamato re di Po- Nell'anno i4i4 *' compì la con-
lonia. In tal modo abbracciarono versione della Samogizia, ove prin-
la fede la Lituania, la Samogizia, e cipalmente si adorava il sole, e sic-
quei russi ch'erano sudditi di Jagel- come i sacerdoti cattolici ignorava-
lone, come pure ebbero fine le fre- no ridioma samogitico , Uladislao
quenti guerre tra ed
i lituani i V fece l'ulVizio di apostolo, ammae-
polacchi. jXel 1387 grandemente si strando ([uelle genti ne'misteri del-
dilatò il cristianesimo in Lituania, la ftede. Martino V lo dichiarò per-
i cui popoli in folla porlavansi a ciò vicario della Chiesa l'omana nei
ricevere il sacro lavacro, ucciden- suoi regni e piovincie, onde me-
do i serpenti che adoravano; taglia- iilio diffondere la luce del vange-
LIT LIT 3i

Io tra i barbari, e ridurre i greci Trinità di con quelli


Lituania ,

all'obbedienza della Sede apostolica. del Patrocinio della Beata Vergine

Somiglianti grazie concesse Maili- di Polonia. I basiliani essendosi im-


iio y a Vitoldo Alessandro duca padroniti delle dignità primarie
di Lituania. Questi ed il re ricu- del clero secolare , i capitoli e le

sarono di prendere le difese degli collegiate giunsero comporsi di a


eretici boemi contro l' imperatore soli basiliani, ad onta delle frequen-

Sigismondo, tuttoché questo gli a- ti ammonizioni della santa Sede.


\esse fatte delle ingiurie. Tuttavia Al tempo della prima divisione
essi mandaronoBoemia Sigismon-in della Polonia [Vedi), nel 1773,
do Coribulo, nel i^iS Mar- ma una porzione considerabile della Li-
tino V ammoni il re e il duca tuania passò alla Russia [Vedi), for-
a richiamarlo. Eugenio IV dichia- mando i governi di Mohilow, e di
rò Isidoro arcivescovo di Riovia Polock e Witebsk. Così la Russia
legato a lalere nella Lituania, e poi incorporò la gran parte della Li-

lo creò cardinale all'articolo Kio- : tuania che gli toccò, alla Podolia
via [Fedi) vi sono molte notizie ed alla Volinia. Ciò che restava
che riguardano la Lituania , i cui ancora alla monarchia polacca
principi protessero sempre i me- componeva per anco le sei woi-
tropolitani di Riovia. Sotto Casi- wodie di Vilna Troki Polock, , ,

miro IV figlio di Jagellone, gran JXowogrodek, Brzese e Minsk; le


principe di Lituania nel 144° e due prime erano la Lituania pro-
re di Polonia nel i44^> ' polacchi priamente delta; le altre la Li-
confermarono eh' essi non farebbe- tuania rutena, che dividevasi ia
ro più che un solo popolo coi li- Russia bianca, Russia nera e Pole-
tuani, e si stabiPi che il re sareb- sia; la Samogizia vi era annessa.
be eletto in Polonia, che i litua- Per le divisioni del 1793 e 179^
ni avrebbero seduta e sulfiagi nel- la Russia ebbe della Lituania ciò
la dieta che la moneta sarebbe
, che forma i governi di Vilna, di
l'istessa, e che ciascuna nazione se- Grodno e di Minsk, e la Prussia
guirebbe i suoi antichi costumi. Il [Fedi) ebbe un territorio che fa
Papa Gregorio XI li fondò un col- attualmente parte della reggenza
legio in Vilna, e nel i583 creò di Gumbinnen nella provincia della
caidinale Giorgio Radzivil nobile Prussia orientale. La quinta gran
lituano, de'duchi di Olika e Nies- divisione russa è conosciuta oggi
wiez, vescovo di Vilna, che mori col nome di Lituania. La Lituania
in Koma nel 1600. Clemente XI ebbe sino alla conquista russa tre
nel 1709, colla costituzione Desi- vescovati latini, uno per la Samo-
deiaiilibus, presso il Bull. Roni. gizia, quello di Sinolensko per la

t. X, par. 1, p. 2og, eresse iu Russia bianca , il terzo di Vilna


congregazione col titolo di s. Croce per la Lituania^ il quale fu anche
i monasteri dei benedettini di Li- chiamato il vescovato di Lituania
tuania. Benedetto XIV con la co- spesse volte. La città di Smolen-
stituzione Inter plures, de'2 maggio sko essendo ceduta per i trattati

1744. ^"^i- Mogli, t. XVI, p. 198, alla Russia, lino da due secoli, i

approvò l'unione tlellu congregazio- cattolici, principalmente nobili, emi-


ne de' monaci basiliani della ss. erarono nella Polonia: il vescovo
32 LIT LIT
non risiedeva Smolensko
in e fu vigio che i sacerdoti e i leviti ren-
quasi in partibus. Questa sede devano neltempio al Signoie. Que-
vescovile essendo stata abolita dai sta parola o per meglio dire espres-
russi come quella di Livonia, in sione è consecrala nella Chiesa j)er

loro vece Caterina li ottenne da siguKJcare in generale l' ollicio di-


Pio VI r erezione del vescovato vino, e (|ualsiasi altra sacra funzio-
poi arcivescovato metropolitano per ne, e pÌLi particolarmente per si-

tutta la Russia in Mohilow. Il ve- gnificare r ofllcio ossia i riti della


scovato di Kiovia essendo distrut- messa. Ed è in questa idtima si-

to per violenza Cate- della stessa gnificazione che è ricevuta fra gli

rina li l'imperatore Paolo I dan-


, orientali, i quali chiamano liturgia
do pace alla Chiesa cattolica, non lordine o la forma delle preghiere
ardi ristabilirlo, ma quasi in com- e delle cerimonie della messa. Altri
penso, e col consenso di Pio VII, fanno derivare il termine di litur-
fondò il vescovato di Minsk nella gia dal verbo latino litare, cioè
Lituania rutena; e cosi l'antica Li- sacrificare^ e poigere preghiere, il
tuania venne ad avere l'arcivesco- Muratori nella dissert. De orig. sacr.
vato di Mohilow, ed i vescovati li/ur. cap. I, ecco come definisce la
di Minsk, di Vilna e di Samogizia. liturgia con queste parole. Ratio
Per altre notizie, massime ecclesia- colendi De.uin veruni per externos
stiche, della Lituania, oltre i citati Irgitiinos rilus, luni ad illius hono-
articoli, si possono leggere i seguen- rem ttstandnni, luni ad ipsius in
ti. Minsk, sede vescovile tanto di lioniines beneficia derivanda. Oc-
rito latino, che di rito greco unito. corre [)iìi volte nelle sacre Scrittu-
Pinsk e Turovia , sedi vescovili re il verbo da cui discende la pa-
unite di rito greco- ruteno. Ula- rola liturgia.Che l'uonjo, formato
diniiria e Brest, sedi vescovili di di anima e di corpo, debba a Dio
rito greco-ruteno. Vilna, sede ve- un culto esterno, ella è una veri-
scovile con quattro sutfraganei. Nel tà che anco col solo lume della
1839, come si è detto all'articolo ragione si manifesta ma in che
;

KioviA, per opera principalmente modo poi, e con quali piatiche este-
dello scismatico Sieraaszko vescovo riori debba tal culto esercitarsi, è
di Lituania, la chiesa rutena venne diffìcile poterlo investigare. Da que-
separata dalla cattolica ed unita sta ignoranza 1' uomo non può non
alla russa scismatica. arguire la necessità d' una rivela-
LITURGIA, Liturgia. Studio dei zione, che determini suliicien temen-
sacri riti ; scienza che tratta delle te un alFare importante da e-
così
ecclesiastiche cerimonie, e propria- seguir^i, non
che a conoscersi. In
mente i riti sacri della Chiesa. Li- fatti la rivelazione appunto, tanto

turgia è parola greca composta da nell'antico quanto nel nuovo Te-


leiioii che significa pubblico, e da stamento, ha disvelato lutto l' au-
ergon che significa opera, vale a gusto apparato dei sacri riti e ce-
dire l'opera, la funzione o l'azione rimonie, colle quali Dio ha manife-
pubblica, che noi chiamiamo il ser- stato, secondo i diversi tempi, voler
vigio divino, o semplicemente per essere onorato dagli uomini. Evvi
eccellenza il servigio. Nei libri del- diilerenza tra lecerimonie dell'an-
l'aulico Testamento si^nilica il ser- tico e del nuovo Testamento. Nel
LIT LIT 33
primo Iddio slesso si degnò indivi- vin culto, e la cerimonia nel modo
duare le Feste e solennità, e minu- col quale questa azione si adempie.
tamente circostanziare le parlico- Le cerimonie sono nella Chiesa atti

Uvi cerimonie e riti, ciascuno dei esterni di religione cristiana, ed i

quali adombrava, secondo diveàsi i riti il modo di farle, innalzando


aspetti, Gesù Cristo, e i misteri che essi le menti de' fedeli alla medi-
da lui oprar si dovevano per la sua tazione delle cose altissime, ed in-
Chiesa onde tutte le prescrizioni
; fiammando i loro cuori col fuoco
liturj^iche della vecchia legge en- della divozione; ciò meglio dicesi
travano a formare una delle parti agli articoli Ceremonie, Riti, e Mae-
pili sacrosante della legge stessa ,
stri DELLE Ceremome, edagli altri
che noi leggiamo raccolte special- relativi. La liturgia è una scienza
mente nel Levitico. Non così nel sacia, tutta propria degli ecclesia-
nuovo Testamento, poiché Gesù stici, cui incombe attendere per a-
Cristo contentandosi d'istituire l'in- dempiere il loro ministero : essa
cruento sacrifizio ed i sacramenti, abbraccia la cognizione dei doni-
ha lasciata alla Chiesa la cura di mi, dell' antichità , della disciplina
istituire i riti e cerimonie, onde e della storia ecclesiastica, ne ri-
decentemente e pomposamente ce- getta le varie opinioni e dottrine,
lebrare un tal sacrifizio, ammini- ove trattasi dell'amministrazione dei
strare i sacramenti, solennizzaie le sacramenti. Tuttavia può distin-
feste, che ella slessa ha avuto l'in- guersi in due parti, cioè nell'eru-
earico di stabilire, ed in una pa- dita e nella pratica. La prima si

rola quanto appartiene al divin raggira sull' investigare l'origine,


culto; avendo perciò promesso alla l'antichità ed i significati di ciascun
stessa Chiesa la sua assistenza, ed rito ecclesiastico, argomento che
avendola arricchita dello spirito di tratto in questo mio Dizionario ai
sapienza a dovizia assai maggiore suoi luoghi ; la seconda si attiene
della sinagoga. Quindi è che la ad esaminare la presente disciplina
Chiesa, tanto raccolta nei concilii, della Chiesa in tal fatto, ricavando
quanto per 1' organo del sommo qualsiasi cerimonia dai legittimi
Pontefice, cui è stato dato di reg- suoi fonti per via di giuste conse-
gerla , ha avuto tutto l' impegno guenze, ciò che non manco rileva-
d' istituire quei riti adattati in tutte re, ma secondo la natura di qnestaL
le a sollevar l' uomo
circostanze compilazione, in gran parte conse-
sensibile a venerare la maestà di crata alle cose liturgiche ,
per le

Dio, e decentemente trattare i mi- quali ebbi sempre trasporto, divo-


steri dell'umana redenzione; ha avu- zione ed amore. Non senza ragio-
to sempre a cuore di custodire in- ne poi la scienza liturgica ha la
tatti tali riti ; ed ha venerato mai più stretta relazione alla teologica,
sempre le sue prescrizioni in tal poiché prima del XII secolo le IrR
fatto, come il deposito il più pre- facoltà, cioè la canonica cui appar-
zioso e sacrosanto della canonica tiene la liturgica, la teologica e l'i-

disciplina, p^. Culto, e Disciplina storia non formavano


ecclesiastica,
ECCLESIASTICA. che un corpo solo ed una scienza
Il rito si fa consistere nell'azione stessa. L' istoria ecclesiastica nuda
santa colla quale si eseguisce il di- ed isolamente presa , nou è una
VOL. XXXIX. 3
34 LIT LIT
scinnzn, m;i connessa colle altre due no sotto un punto stesso di ve-
làcolUi, fuiina (xu te d'una scien/.ci, duta.
xouiniinistrando i prìncipìì da rica- Quanto abbiamo Onora accenna*
varne il domina e la disciplina ,
to, secondo il citato liturgico, ap-
mas^sinie qucst'nllinìa, la (piale non partiene ai fonti interni necessari
si poggia che sopra i iàtii. Il <lollo della liturgia ; sieguono ora non i

e eh, canonico A mina l'\irigni l'i- necessari, i


me-quali al dire d<'l

sone, nella sua /Jisscrlazionc sull'i- desimo si possono piesentare in un


dea gfiiciuile della liliir^ia e sul sol punto di veduta riducendoli ,

metodo di irallaiiay Nap(jli iS/|o, tutti alla classe degli autori. Per
divide i fonti htnrgi(;i in interni etl l'analogia che passa tra la scienza
este.rniy suddividendo i primi in ne- liturgica e la teologica, questa pre-
cessari e non neeessaii. Chiiuna senta due vie onde a noi viene la
fonti liturgici interni (pu Ili che con- parola di Dio, cioè la scrittura e
tengono la liturgia istessa, quali i la tradizione, della quale ultima i

sono necessari se da essi si rica- padri della Chiesa ne furono te-


vano aigomenti certi, non necessa- stimoni. I padri, oltre all'essere te-
ri se si ricavano argomenti proba- stimoni della tradizione, sostengono
bili soltanto. Gli esterni poi, egli anche il carattere di dottori, la ca-
dice, somministrano idee opportu- tena de' quali viene chiusa da s.

ne, COSI ad insegnare che a difen- Bernardo. che fiorirono


1 dottori
dere la liturgia. Ai fonti interni ne- dopo di lui sono chiamati scolastici
cessari riduconsi le rubriche del o teologi, e sebbene non abbiano
Alessale [Vedi)j le ridjriche del l'autorità de' padri, fanno però an-
Bre\nario o Vffìzio divino (Vedi)j che molto peso in teologia, ed ap-
il Caerenioniale episcoporuni, di cui partengono ai luoghi esterni della
parleiemo all'articolo ì^escovi [P^e- medesima. Applicate queste idee
di); il Rituale Romano (Fedi); il alla liturgia, colla dilferenza però
Pontificale Romano; ed il Caere- che passa tra il domma e la disci-
moniale sanrtae ronianne Ecclesiae, plina, due sono le vie, onde rica-
di cui trallereuio cjui appresso di- vare la presente disciplina : la legge
scorrendo della Liturgia di Roniaj e la consuetudine. La legge si pre-
ne' quali libri si contiene tutta la senta in tutti i fonti liturgici suc-
liturgia , secondo un di-
ciascuna cennati; per consuetudine poi non
verso ramo. A questa classe appar- deve intendersi quella ch'è contra-
tengono decreti della sacra Con-
i ria alla legge, ma quella che spiega
gregazione de' riti [Fedi), autoriz- la legge slessa. Gli autori liturgici
zata a decidere tutte le controver- non sono è vero né legge né con-
sie della liturgia presa in tutta la suetudine, nondimeno essi sono te-
sua estensione : coll'autorità di essi stimoni della consuetudine, che spie-
tratto gli articoli liturgici, e molti ga la legge slessa. Se la loro testi-
ne riporto per intero. Ai fonti poi monianza è unilorme, l'argomeiilo
non necessari, dai quali soltanto si che da essi si ricava è certo, pur-
ricavano argomenti soltanto proba- ché non sia contraddetto da una po-
bili , riduconsi gli autori liturgici ,
steriore decisione. La ddferenza che
i vari usi o decreti delle partico- passa tra il domma e la disciplina

lari chiese, e simili cose, che vau- è che questa, u dissomiglianza di


LIT LIT 35
<juelIo, è variabile; onde una po- della .sacra liturgia , dellaquale
steriore coslihizione di Pontefice ,
daremo un breve siuito. La Chiesa
o dichi.iiazione della sacra conj^i-e- cattolica non mttfe innanzi agli oc-
gazione de' riti, mena a lena tutto elli de' suoi figli l'augusto apparato
il loro consenso. Essi sostengono de' sacri liti e cerimonie, se non
pure l'altro carattere di dottori, per innalzare le menti loro alla
quando fondano la loro dottrina sublime verità della religi<»ne, ed
su di stabili fondamenla ; in caso in fiamma le i loro cuori col fuoco
oppnslo la loro autorità poco farà di quella calila che fa i santi. L'uo-
peso. In ultimo si deve notare la mo è sensibile , e come tale, per
dilfcren/a che passa tra autori, poi- sollevarsi alle idee spirituali, ha bi-
ché i hanno un credito che
classici sogno di mezzi sensibili ed esterio-
non hanno nierilalo; quelli
gli nitri ri ; ed appunto fra questi più i

che sono molto antichi, sono più idonei sono stali dalla Chiesa adat-
venerabili dei recenti, ma talvolta tati a produrre tin tale effetto, lo
quelli riferi.scono cose non più in che forma il bello della sacra li-

uso. Bisogna qui notare la diffe- turgia. Che se l'antica sinagoga


renza elle passa tra le cerimonie e vantava riti e cerimonie che om-
il modo di eseguirle. Le cerimonie breggiavano il Messia che dovea
debbono essere prescritte dai fonti venire, e quanto avea con lui rela-
lifuigici interni, cioè dalle ruliriche zione; la Chiesa cattolica vanta riti
del messale, del breviario , del ri- e cerimonie ch'esprimono Gesù Cri-
tuale, del pontificale, e dai decreti sto già venuto, ed i misteri ch'egli
della sacra congregazione de' riti. ha operato per la comune ripara-
L'aggiunqire altre cerimonie a quel- zione onde ; cristiani ravvisando
i

le prescritte da tali fonti liturgici, in ciascuna dille parti della sacra


si è oprare a capriccio, oppure farla liturgia questo centro dell'ammira-
da legislatore, lo che non è dato zione di tutti i secoli e di tutte
se non a chi ha l'autorità necessaria r età, pur compresi dai sen-
restino
a stabilire i sacri riti. Laonde non timenti più commoventi e subli-
i

avendo gli autori liturgici tale au- mi. Qual degno oggetto dunque è
torità, non possono ordinare nuove dell' applicazione de' fedeli, e spe-
cerimonie. 11 modo poi di eseguire cialmente degli ecclesiastici incari-
le cerimonie prescritte dev' essere , cati della istruzione religiosa de' po-
ilpiù decente, ed insieme il più poli, internarsi nei significati della
semplice e naturale, per non mol- liturgia, che la Chiesa noslra ma-
tiplicarsi gli enti senza necessità. dre ci propone , anziché perdersi
In questa seconda parie vale l'au- nelle favole di una superstiziosa
torità degli autori liturgici, perchè gentilità ! Che se l'aspetto solo del-
essi testificano la comune pratica, l' apparato ceiimoniale ha colpito
colla quale sono state decentemen- mai sempre gli stessi nemici i più
te osservate le prescritte cerimonie; accaniti del nome
cristiano, qual
non bisogna però procedere ad ar- diverrà un tale sfoggiante apparato
bitrio, ma dietro la pratica univer- pei figli della cattolica Chiesa, quan-
sale. do avranno penetrato profondi
i

L'encomiato liturgico è pure au- sensi di tali riti? 11 Macri nella


tore della Dissertazione sui sensi prefazione alla sua Notizia de' vo-
36 LIT LIT
caboli ecclesiastici y in cui discorre voluto mai sempre e vuole, die i

delia slima che si deve fare delle ministii del santuario, a' (|uali è
sa (re cerimonie di santa Chiesa ,
dato pa-cere le anime, non sola-
narra che l'imperalorc Valenle, ac- mente spieghino al popolo lèdele
canito ariano, si mitigò verso i cat- le parole della sacra liturgia , ma
tolici per avere osservato Ja divota anche sviluppino i sensi delle au-
celebrazione che s. Basilio faceva guste cerimonie che le accompagna-
de' divini ulfizi, nel giorno dell'E- no, ficendo loro vedere i misteri
pifanìa, quali prosegui con l'animo che in esse si contengono, come
tutto in Dio, senza curare la ve- prescrissero i concilii, massime (juelli
nula dell'imperatore. Mentre s. Am- di Magonza , di Colonia e (piello
brogio nella basilica maggiore di generale di Trento. La relazione
Milano celebrava i divini uflki ,
che passa tra la scrittura e la tra-
l'imperatrice eretica inviò due com- dizione nella teologia , colla legge
pagnie di soldati, idolatri e crudeli, e non
consuetudine nella liturgia ,

acciò trucidassero quanti assisteva- si quanto dicemmo ma


arresta a ,

no al sacrifizio. Ma i soldati neh SI estende anche ai sensi, i sensi


l'ammirare il silenzio e la divozio- della liturgia non sono diversi da
ne del popolo, il canto de'chierici, quelli che padri ed teologi as-
i i

l'ordine de'ministri, e la veneranda segnano alla santa Scrittura. Essi


maestà del celebrante restarono , sono di due sorte, cioè Icllerali e
commossi, edeposte le lancie, doman- niislici, 1 mistici poi si suddividono

darono ad alta voce il battesimo. \n tre classi, che con vocaboli pro-
Luitprando re de'Iongobardi e fe- i pri chiamansi allegorici, tropologici
roci suoi nazionali restarono com- ed anagogici. Si dice senso lettera-
punti e piìi umani, alla vista delle le di un rito, quello eh' è diretta-

cerimonie della consecrazione del mente inleso e riguardalo dal rito


vescovo di Terni nella chiesa di s. slesso, e conviene colla ragione di'
Valentino, fatta dal Papa s. Zacca- retta e primaria della istituzione
ria, con gravità, decoro e divozio- di un tal rito; ond' è che questo
ne. Un turco qualificato si conver- senso si dice ancora istorico. Per
tì per avere udito la gravità e dol- esempio, il senso letterale della la-
cezza del canto ecclesiastico : Mao- vanda delle mani che fa il sacer-
metto li ne fu tocco anch' egli in dote prima di vestirsi per la messa,
varie congiunture. Carlo Luigi de è la mondezza esteriore, eh' è na-
Haller si convertì dal protestantismo turale alla convenienza ed alla ri-

per aver letto un libretto in cui verenza clie devesi a' sacrosanti mi-
erano spiegati i riti e le cerimo- steri che si accinge a trattare. Il

nie della Chiesa cattolica. Il tiala- senso allegorico è quello che ri-
sciare omutare alcuna delle ceri- guarda i misteri della nostra ripa-
monie ordinate dalla Chiesa, di sua razione, che sono oggetti di nostra
natura è peccato mortale contro la fede. Per esempio , il senso allego-
virtù della religione, come insegna rico di tutta la funzione delle can-
Laimano, De sacram. Bapliim. lib. dele, che fa la Chiesa a' a febbraio,
V, tract. 2, cap. 8, citato dal Ma- si è il riconoscere Gesù Cristo vera
cri. luce venuto per illuminare le genti,

Quindi a ragione la Chiesa ha siccome viene chiamato replicate


LIT LIT 37
volte Bel vangelo, e come fu con- volle si ritrovano insieme tutti io
fessato da Simeone, alla di cui al- una stessa funzione, come nella pro-
Jegiezza la Chiesa intende prendere cessione delle palme.
parte in tale giorno, lo clie espri- Non devesi però punto confon-
mono tutte le parole ciie accom- dere il senso mistico, sia allegorico,
pagnaiio tal funzione. Il senso tro- tropologico, o puie anagogico, col
pologico è quello che ha relazione senso accomodatizio de:' sacri riti,

ai costumi, e che indica le azioni cioè con quel senso, col quale da
di virtù che debbonsi da noi in un rito ecclesiastico, per una certa
questa vita operare. L'esetnpio po- analogia quahuique , la mente è
c'anzi addotto della lavanda delle trasportata alla considerazione di
mani che fa il sacerdote prima di qualche mistero; come dal cingo-
vestirsi per la messa, può servire lo, di cui si cinge il sacerdote nel
iuiche a questo proposito; poiché prepararsi alla messa, si passa alla
mentre il senso letterale di questa considerazione dei legami che cin«
cerimonia è la mondezza esteriore, sero Gesù Crit-to. Un tale senso ,

il senso mistico-tropologico è che comechè non è inteso propriamente


questa esteriore mondezza indichi dal rito, raa escogitato dalla mente
la mondezza interiore, colla quale per qualche analogia che ha coi
devesi appressare a' tremendi mi- rito siesso, non forma pro[)riamen-
steri, siccome esprime 1' orazione
1'
te oggetto di questo discorso. Per-
che vi accompagna la Chiesa Da : tanto sensi accomodatizi potran-
i

Domine etc, e come lo spiegano i no servire per l' edificazione spe-


padri ed i dottori tutti. Finalmente cialmente del volgo ( al cui gusto
il senso anagogico è quello che ed intelligenza sogliono essere più
esprime le cose della patria celeste conformi dei sensi reali ), se però
e della gloria beata , che forma si osserveranno le seguenti regole.
l'oggetto delle nostre sperf^nze. Per La prima è, nel proporsi un senso
eseuipio , nella funiione della con- accouiodatizio astenersi dalle espres-
secrazione di una chiesa, l' ingres- sioni : questo rito signifìca ciò, e.

so solenne che fa il vescovo in essa, simili; poiché, ripeteremo, un tal


secondo il senso anagogico, espri- senso non viene significato dal rito,
me l'ingresso trionfale nella celeste ma escogitato dalla mente per l'a-
magione del paradiso, di cui è fi- nalogia del rito slesso. La seconda
gura la chiesa materiale, nella quale è, di non proporsi cosa opposta al
noi uiiitiamo ciò che fanno i santi domma, o ai sentimenti della Chie-
perfettamente in cielo; ond'è che sa, del che non sarebbe difficile
si adattano quelle parole , che al- ritrovarne esempio. La terza final-
ludendo al cielo dice il salmista : mente è, di non proporre un senso,
Atlollìte porlas principes veslras, et o troppo lontano dai rito che si
cievainini portae aeternales , con renda ridicolo, oppure opposto al-
quel che siegue. Di questi tre ul- l' idea ed al vero senso del rito
timi sensi, i quali si chiamano mi- stesso, come se si dicesse ; allorché
sticij perchè sono reconditi e con- il sacerdote si lava le mani al La-
tengono subhmi misteri, alle volte vabo, possiamo considerare in una.
&e ne ritrova solamente uno o pur tale cerimonia come Pilato si la-
due per una funzione, ed altre vò le mani prima di condannar
38 LIT LIT
Cristo, non polendo popolo il in tà, la decenza, la fucilila e simili
modo ylciino imonagìnare come il vedute sono slate la cagio-
fisiche,

sacerdote possa fare n(J lempo stes- ne di stabilire molte cerimonie; e


so la (Ifijiira di Cristo e quella di nel dai' la (Chiesa al motivo d'isti-
J'ilato. T'issatosi in lai motto dal tuzione una ragione spirituale e
eli. lilmgico Ferrigni il numeiu simbolica, questa appartiene al sen-
de' sensi della sacra liturgìa, fa \t- so mistico, non al letterale. Nella
flere il modo, come ricavare que- quarta riferisce, che vi sono molte
sti sensi, in quattro regole. INella cerimonie nelle quali il senso let-
prima dice che il senso letterale
, terale coincide col mistico, poi-
essendo la ragione direlfa dcU'isti- ché la Chiesa nell' istituire tali ce-
lu/ione o dell'origine del rito, non rimonie, altra mira non ha avuto,
solo si deve appurare discoprendo se non (juclla di esprimere qualche
i tempi ed i luoghi dove ogni ce- mistero, in tal caso invano si cer-
rimonia è connnciata, ma anche si ca per senso letterale una cagione
deve ricavare da quei medesimi che sia fìsica non avendone che
,

fonti, donde si ricava l'origine stes- mistica e sindxtlica, laonde un co-


sa un tal punto appartenendo al-
; stume introdotto per convenienza
l'istoria, questo senso si chiamò an- o per comodo si è mutato in mo-
co islorico, per cui le istoiie eccle- tivo di mistero; analogamente cita
siastiche, le opere de' padri e le gii esempi d'orare in piedi nelle
altre opere degli scrittori ecclesiasti- domeniche e in tutto il tempo pa-
ci, e quanto ci possono presentare squale ne' primi quattro secoli della
tal sorte di fiitli, sono monumenti
i Chiesa, e l'origine del manipolo
più propri all' uopo. Dove manca- che la Chiesa continua a ritenere.
no tulli predetti fonti, o per ap-
i Con queste regole si traccia il me-
purare l'origine di un rito, o per todo di conoscere i sensi de' sacri
discoprirne la ragione, è lecito qual- riti, e si provvede ai due opposti
che fondata congettura. Nella se- partiti degli scrittori liturgici, uno
conda regola dice, che il senso mi- formato dai mistici antichi, l'altro
stico, sia allegorico, sia tropologi- dai pretesi odierni letterati o cri-
co, o anagogico, si ricava o dall'au- tici.

torità dei padri della Chiesa e de- Fra tutte le opere de'mistici an-
gli altri scrittori ecclesiastici accre- tichi, le più rimarchevoli sono quel-
ditati, o più comunemente dalle la del cardinal Lotario Conti poi
preci cui la Chiesa fa accompagna- Innocenzo 111, e quella di Gugliel-
le le sue cerimonie, dappoiché la mo Durando vescov(» di Mende,
mente della Chiesa ordinariamente ambedue del secolo XIII, oltre quel-
si trova nelle orazioni medesime la di Gabriele Biel, quella di Gio-
che ne manifestano lo spirito ed vanni Stefano Durante, e quella
il vero senso : dove mancano que- di Gio. Battista Paibeo. Questi co-
ste fonti sarà lecito tentar fondite sì detti mistici antichi, nello svi-
tongetturq. Nella terza regola av- luppare sensi della liturgia sono
i

verte, che non bisogna mai confon- inciampali in niolti difètti, che il
dere il senso letterale col mistico, dotto Ferrigni riduce ai seguenti
quando tra l'uno e l'altro vi è di quattro capi, i," Eglino non han-
stuizione. La necessità, la piopiie- no spesse volle iailracc»ata la ve-
LIT LIT 39
ra origine ^' sacri riti, tlisco- la nostra riconoscenza per aver
prenclo i tempi ed i luoghi dove soniininisliati dei lumi, onde pro-
ogni cerimonia è cominciata, cosa gredire nell'investigazione de' sensi
che forma la base de'scnsi htiirgi- liturgici , e correggere i loro slessi
ci.Parlandovi Le Brnn d'Innocen- dillMti, da coloro, i quali
inevitabili
zo 111 e di Durando, dice che non danno la prima mano ad un'ope-»
erano mollo versali nell'antichità, la. n' Innocenzo III, di Gugliel-
uè nveano avuto tempo per fare le mo Durando, e delle loro opere,
debite ricerche, ciò ohe essi mede- come dei principali liturgici , ne
simi pt olestaroiio nel principio e parliamo alle loro biografie.
fine delle loro 0[ìere; che il genio Dai cos'i detti mistici antichi,
loro li poitò a fare ricei'che su passiamo a riportare il giudizio del
tutto, ed m ogni luogo mibti- chiar.Ferrigni sui moderni criti-
che lagioiij pretesero, per cui , se cio pretesi letterati. Egli primie-
le loio allegorie soddisfano alla ramente fa notare, che i secondi
divozione d' un gran numero di avendo rimarcato gli scogli ne'qua-
fedeli , non però sono state di li hanno urtato pren-i mistici col
generale appi'ovazione. 2." Il secondo dere tutte l'ecclesiastiche cerimonie
diitllo, conseguenza del primo, si sotto sensi simbolici, e sotto una
è, che il senso primario o let- allegoria talvolta ridicola e capric-
terale, non s'inconira quasi mai ciosa, hanno battuta una via tutta
nelle loro opere; anzi, quel che è opposta, applicandosi a spiegar tut-
peggio, per senso letterale si pren- to ne' sacri riti per niente altro,
dono mistiche ragioni, che punto che per cause fisiche e naturah.
non Io sono. 3.° Anclie quando essi M fatto sta, eh' essi cosi facendo
rintracciano una veduta di conve- sono andati in un altro eccesso, an-
nienza o di facilità, che unicamen- zi, quel che è peggio, quantunque
te diede origine a qualche cerimo- abbiano camminata una strada op-
nia, vogliono non pertanto aggiun- posta ai mistici, pure hanno urta-
geteci mistiche ragioni pretese, dove to nella stessa origine rovinosa del
punto non e' entrano, e sono in loro sistema. Ciò che diede ori-
tutto superflue. 4-° Finalmente spes- gine ai mistici di prendere tutto
se volte essi per gli stessi sensi in allegoria, fu la mancanza di co-
mistici prendono gli accomodatizi gnizione isterica sul cominciameiito
escogitati con mente arbitraria , de' riti, e l'ignoranza de' tempi e
con cui la Chiesa non ha parte de'Iuoghi ne'quali si sono introdol--
alcuna; e quel ch'è peggio, fra que- ti, ampliati e sostenuti, onde ap-
sti alcuni sono ricercati si da lon purare le vere lagioni, .senza lam-
tano, che si rendono ridicoli ed , biccarsi a congetturarne delle arbi-
avviliscono i sensi liturgici. Gou- trarie. Se duncpie i pretesi lettera-
chiude il Le lirun^ che i pretesi ti volevano opporsi ragionevolmen-
mistici, forse sono più nocevoli di te ai mistici , dovevano prendere
quel che si crede, in questi tempi per base l'investigazione dei monu-
specialmente di analisi e di critica. menti propri dell'istoria liturgicaj
Per altro essi meritano scusa pei dai quali potevano anche discerne-
secoli d" Ignoranza e di barbarie re o acquistare il gusto a discerné-
nei quali scrivevano; anzi esigono re il vero mistico dal falso; ma cs-
4o LIT LIT
si hanno tiabcurala questa osallu letterati il dotto Mazzinelli , nel-
investigazione sopra ciascun rito o r Ofjizw della stUiniaua sonli^,
cerimonia, e solamente con un ge- neir introduzione al giovedì santo.
nio opposto ai primi si sono dati " S' ingannano costoro che per far
a congetturare colla loio imaiagi- tro[)po l'arguto, fanno il disgustato
nazione altre ragioni, purché non delle allusioni, delle figure, de'n)i-
fossero mistiche, sihbene natuiali e steri. Volendo fermarsi nel sensibile
fisiche. Bisogna qui aggiungere, che e nello storico, ed oltre alla mate-
essi in ciò, a ditìèrenza de' mistici, rialità delle cose nostre non voler
sono iriescusabili, non \ivendo nei passare a ciò che in esse vi è d'i-
tempi d'ignoranza e di barbarie struttivo e di misterioso, è appun-
ne' <|uali quelli vivevano. E veio to un voler fermarsi alla lettera
però ch'essi si mostrano eruditi che uccide, e trascurar lo spirito
sull'origine liturgica, ma questo ser- che dà vita : imperocché il miste-
ve a dare più colore alle loro ro è la sostanza e l'anima delle
congetture; del resto chi esamina nostre cerimonie, e certe spiegazio-
addentro le loro dottrine, conosce ni puramente letterali non solo ri-
che solamente certi principii gene- mangono fredde e morte, ma so-
rali animano le loro congetture, no di scapito alla pietà ed alla re-
ma non già una cognizione circo- ligione ". Ed in vero , non così
stanziata , esatta e profonda del- praticavano gli antichi cristiani no-
l' origine e progresso di ciascun stri padri , anzi essi procuravano
l'ito, che sia fondato su de'propri sempre di alzarsi al cielo, diven-
monumenti. Alla testa de' pretesi tando ogni cosa, per cosi dire, mi-
critici e letterati liturgici sia Clau- stica nelle loro mani, ancorché for-

dio du Vert, primo tesoriere della se dalla prim^ origine non aves-
chiesa di Clugny e poi visitatore se avuta una ragione di conve-
dell'ordine cluniacense nella pro- nienza. E questo sì che è stato
vincia di Francia, il quale ha lavo- sempre, ed è lo spirito della Chie-
ralo una compila opera sulle spie- sa, siccome ha dimostrato l'erudito

gazioni letterali de'sacri riti, divisa e zelante vescovo di Soissous Giu-


in che incominciò
quattro tomi , seppe Langlet nellq sua opera in-
a stamparsi nel 1707. Col Le Brun titolala: Lo spirilo (iella Chiesa
i\ lodalo lituigico dà pn'idea della nella celebrazione de' sacri misteri,
medesima, del suo sistema e difet- ch'egli scrisse in opposizione al si-

ti, come del falso supposlu su cui stema di Vert. Ond' è che questa
si poggia ; declamando contro il ge- Chiesa nostra madre Jia bramato
uio di quei moderni letterati, che sempre e brama che i suoi figliuo-
seguaci del sistema di du Vert li attendano a penetrare i misteri
hanno il genio di abolire tulio il rappresentati dalle cerimonie, leg-
snnbolico e misterioso delle sacre gendosi nei sacramentari più an-
cerimonie, togliendone cos\ l'au- tichi (|uesta orazione, la quale si

gusto ed il subUme, faticando a recita ogni anno nella benedizione


proprio danno, ed operando con- delle palme. Fate, Signore, che i

tro lo spirilo ed mlenzioni della cuori de' vostri Jedeli intendano con
Chiesa. frutto ciò che questa cerimonia
A proposil(> gridò contro ài falli disegna col fallo. E su questo ri-
LIT LIT 4i
(lesso dai concilii viene ordiuato ai pe in Napoli nel 1842 l'erudita
parrochi d' insegnare al popolo e critica Dissertazione sull'origine,
quanto vi è di misterioso nelle progresso e vicende della sacra li-

cerimonie. Anzi sotto questa vedu- turgia, della quale nel volume XX,
ta il sacrosanto concilio di Trento p. 270 degli Annali delle scienze
ha difeso contro i protestanti l'ap- religiose, si legge un importante e-
parato cerimoniale della Chiesa cat- stratto di monsignor Pio Marti-
tolica, insegnando adoprarsi dalla nucci, uno de'maestri delle cerimo-
Chiesa le sacre cerimonie, come so- nie pontificig. Dopo aver egli di-
no le mistiche benedizioni, lumi, i mostrato quanto dev'essere a cuo-
gr incensi, le vesti, per apostolica re la cognizione de' liti sacri, al
tradizione, ad affetto d' imprimere pari di qualunque altra scienza ec-
nella mente de' fedeli la maestà clesiastica, a chi si dedica al mini-
del tremendo sacrifizio della messa, stero della Chiesa, osserva che ii

e per elevarli per mezzo di questi suo bello ed utile studio riesce
segni di religione e di pietà, alla talora alquanto diflicile a chi vi si

contemplazione delle altissime cose applica, per mancanza di una sto-


che sono in quel sagri fìzio nasco- ria compiuta per tutto che riguar-
ste. Sessione 22, Cfip. V, de sacri- da laliturgia, dalla quale come da
celo missae. Colla quale dottrina scorta sicura potesse essere condot-
del sacro concilio di Tiento dilli- to chi bramasse trattare o cono-
cilmeiite può accordarsi il divisalo scere le questioni, che sopra ogni
sistema di Vert, come rillette Be- punto possono agitarsi, ed avere
nedetto XlVj
Delle feste (ii Gesù in tal guisa liunito tutto quello
Cristo al mercolech santo. Quindi che sparso in opere vaste ed eru-
a senso del eh. Ferrigni, i pretesi dite, conviene qua e là cercare.
odierni letterati o ciilici tli tal ge- Dice poi che a riparare tale man-
nere, sono più peiniciosi e tuncsll canza il lodato canonico teologo
dei così detti antichi mistici, poiché della metropolitana chiesa di Napo-
pon solo operano contro lo spirito li, professore di sacra scrittura nella
e le intenzioni della Chiesa, ed av- regia università degli studi, e regio
viliscono i sacri riti con toglierne revisore de'libri, ci ha presentato
l'augusto ed il subliinej ma anche, il metodo che potrebbe tenersi ,

salva la loro per altro retta inten- nel tessere una storia completa
zione, danno ansa ai pretesi rifor- della liturgia. Egli rileva che dalla
mati di considerare le cerimonie citata dissertazione sono dimostra-
della Chiesa cattolica come pratiche ti i vantaggi che sieguono dalla
superstiziose. Pertanto a prendere pratica de' riti santi, cioè quanto
una via di mezzo tra 1 mistici possa sull'animo dell'uomo il culto
e 1 letterati, ed evitale i difflti esterno, poiché mosso mirabilmen-
d'entrambi, fa d'uopo osservare le te dagli oggetti sensibili ed este-
quattro legole di sopra proposte, riori, per via di questi viene rapi-
le quali potranno servire di norma to al comprendimento degl'invisi-
nell'iuvestigare i sensi della lilur- bili e sojMannaturali. Secondo il

contenuto della dissertazione stabili-


Da ultimo il canonico Andiea sce poi Ire eptjche per la storia,
Feuigni Pisone pubblicò colle stam cui appella di coniincianitnlo, di
4^ LIT LIT
/Kcrrscìmenfo, e di perfezione ; al- rebljfi alla Cìiiesa, mcnti'e nella e-
ia prima prefigge i termini dal sposizione ilella storia liturgica, ol-

nascere della ()l>iesa sino all'ifiipe- tre l'illnstrazione di moltissimi pun-


10 di Costantino il Grande; la se- ti controversi, si chiarirebbero net
conda da fpiesti alla celebrazione vero senso molti liti, die alle vol-

del concilio di Trento; la terza te anche tra buoni cattolici, per


da tale epoca ai giorni nostri. Ana- contraria prcvcnzioiie, si slimano
logamente a ciascuna epoca sono falsamente poco onoiHivoli a Dio,
divise ie malciie, a seconda ezian- e forse uncln; nocevoli alla edifi-

dio de'tirnipi e delle circoslanze ;


cazione de'li'deli.

dovendosi n«!lla prima trattare plin- Gesìi (jnsto istituendo YEiicnri-


ti critici, le questioni sulla liturgia, stia (^f é'(ìi) si s<Mv"i di pregliiere,
i punti coiiti^)versi, \ì merito «Ielle di benedizioni, di azioni di grazie;
liturgie divulgale col nome degli ma la Scrittura non ci dice quali
apostoli o de' loro discepoli ; nella fossero tali preghiere e tali ceri-
seconda le usanze sulla costruzio- monie, ìi parimenti non vi si scor-
ne de saeri edilìzi, vesti, ari-edi ed ge che gli apostoli abbiano messo
altro «elativo al cullo divino, con in iscrillo i termini delle preghie-
le leggi dai Papi, dai concilii, dalle re, né regolate cenmonie tutte le

diocesi, e dalle città emanale, ri- che dovevano accompagnare il sa-


guardanti le cerimonie, i riti, l'an»- grifìcio in lutti i tempi e in tulli

ministrazione de'saciamenti, pai lan- i luoghi ; essi limitaronsi ad inse-


«losi de principali scrittori liturgici gnale a viva voce, e non si sapreb-
e del merito intrinseco delle loro be citare alcuna testimonianza di
o[»eic ; nella paile terza della sto- un autore conosciuto nei primi quat-
ria liturgica, dovrebl>e dimostrarsi tro secoli, che abbia parlalo di una
lorigine delle rubriche e de'codici liturgia scritta ed usata in (pialche
liturgici, I energica riforma operata chiesa, la quale esponesse l'ordine
nel depurare il culto esterno dal di tuttociò che dovevasi fare, e le

superstizioso e ridicolo introdot- preghiere che il sacerdote doveva


to nei secoli barbari, e dichiarare recitare per la consacrazione del-
le vie tenute dalla Chiesa romana l'Eucaristia. Le liturgie che por-
per mantenere la purità de'suoi ri- tano il nome di s. Giacomo apo-
ti, ilandosi contezza degli scrittori stolo, di s. Marco evangelista, o in
liturgici, essendo questa terza epoca generale degli apostoli, non sono
l'epoca dei classici in questo gene adunque, al dire de'critici, propria-
re. Si (là termine a questo sun- mente scritte da essi j ma tutto al
to, con tributale congratulazioni e più, secondo medesimi, sono la so-
i

lodi all'autore della dissertazione, stanza (Ielle preghiere e delle ce-


per le sue vaste idee ed intei'essa- rimonie ch'essi praticavano nell'of-
uiento preso a vantaggio di quella frire il saciilicio, le quali furono da
scienza, da cui si apprende il mo- essi insegnale soltanto a viva voce,
do di onorare il Signore; non che che vennero in seguito poste in i-
col far voti al cielo che presto si scrilto, ed alle quali poi furono
adempiano le di lui mire sulle fatte molle aggiunte., La testimo-
11 acce sej^nate , col sorgere chi si nianza appoggiata ad im fiammen-
accinga all'impiesa the iildc liuici lu di Pi odo in favore delle liUu-
LIT LIT 43
^ie fli 5. numerile \, e di s. Gia- giornaliero; erano però persuasi che
como, non ò di nlnin peso, percliè non fosse loro permesso di farvi il

non è di quell'aiitoie, dappoicliè menomo cambiamento. P'. Arcano


egli era vescovo di Cnstantinopcjli pisciPLiNA, e gli articoli relativi,

nel 4^4^ ^ "^' ^'"«Tii'ncnto suindi- i padri della Chiosa ci fanno os-
cato il Giovanni di Co-
celebre s. servare questa istruzione tradizio-
stantinopoli è chiamato Crisostomo, nale. La loro fedeltà nel conserva-
nome che non fu dato che nel re questo deposito è attestata dalla
VII secolo. Il p. Le Binn provò, conlormità che si trovò quanto alla
che nessuna liturgia è stala sciitta sostaii/a tra le liturgie delle diverse

prima del V secolo, eccello quella chiese del mondo ,


quando furono
che trovasi nelle cosliluzioiii apo- poste in iscritto. Sovente è diverso
stoliche colla data almeno dell'an- lo stile delle preghiere, il senso in
no 3qo. Però il sacerdote roma- ogni luogo è lo stesso, v' è poca
no Mondelli pubblicò una disser- vaiielà nell'ordine delle cerimonie.
tazione, che al p. Le Brun tolse In tutte si trovano le stesse parti;
il pacifico possesso della sua opi- la lettura delle scrittine dell'antico
nione. La liturgia che si attribui- e nuovo Testamento, 1' istruzione da
sce a s. Clemente I, ignorandosene cui era seguila, l'oblazione de' sacri
il vero, solo merita pregio per la doni falla dal saceidote, la prela-
antichità; di quella che dicesi di s. zione od esoilazione, il Sa netti a ^ la

Dionisio si dubita della genuinità, preghiera pei vivi e pei morti, Li

ma quello che contiene di liturgi- consecrazione fatta colle parole di


co può solo servire di un docu- (iesìi Cristo, l'invocazione sui doni
mento circa i riti e la fede pub- consecrati, Tadorazione e la frazio-
blica de' primi secoli. Parlando il ne dell'Ostia, il bacio della pace,
Bergier dell'antichità ed autorità l'orazione domenicale, la comunio-
delle liturgie, aweile Ani non si ne, il rendimento di grazie, la be-
deve conchiudere come fecero talu- nedizione del sacerdote. Tale è a
ni ed protestanti, che le litur-
i un dipresso il metodo uniforme del-
gie le quali portano nomi <li s. i le liturgie, tanto in oriente, che in
Pietro, di s. Giacomo, di s. Mar- occidente. Potrebbe trovarvisi que-
co, ec sieno opere apocrife e sen-
, sta rassomiglianza, .se ciascuno di
za autorità. Le stesse ragioni, le quelli che le hanno raccolte avesse
quali provano che non subilo fu seguito il suo genio nel modo di
scritta la liturgia, provano [(ali- disporle? f^. Mfssv, Canone della

menti clip lon diligenza è stata con- Messa, e gli analoghi articoli. Piac-
servala \Htf tradizione in ciascuna coglicndo ciò che dissero i padri
chiesa ;
e fl-delmente trasmessa dai dei primi quattro secoli , si vede
vescovi a che iiuialzavtino ai
ipieili che al loro tempo le liturgie era-
.sacerdozio. Questo era nn mistero no già furono scritte nel
(piali V
od un .secreto che si voleva na- secolo. iMoile sette separandosi Malia
scondere ai ma i pastori pagani, Chiesa cattolica, conservarono la li-
scambievolmente se ne confidavano turgia come era avanti il loro sci-

a memoria le preghiere e le cei i sma, uè ardirono di mettervi ma


inonie ; ciò era tanto più tacile no; tanto erano persuasi che que-
pei che ciano pratiche di un uso sta alterazione fosse una temerità.
4', LIT LIT
IS'ei piinii secoli nessuno ehhe que- paesi cattolici, si celebri la liturgia
sto ardire ; JXeslorio è ilprimo cui e In salmodia. Quasi in tutta la

/L' rinfacciata, conifi si ha da Leon- Chiesa latina da moltissimi secoli,

zio bisanlino ron/r. Nfit. et /ùifych. e nella romana fino dai principii,

J. 3; S£n7a did>l)io questa è una si usa generalmente la lingua la-

flelle ragioni che fecero conoscere tina ; la greca presso de' greci in

[a necessità di scrivere le liturgie. molle chiese d'oriente, in altre l'a-


Da quel momento non fu più pos- raba e dove qualche altro idio-
;

sibile alterarle senza die i fedeli ma adopera, dò è sempre pei


.si

reclamassero ,
poiché allora erano pubbliiui approvazione e per con-
scritte in lingua volgare. Qui no- senso ilella prima Chiesa del cri-
teremo, die agli nrlicoii La/io, par- stianesimo. Cos'i per quanto è u-
Jundo della lingua Ialina, e Lingua, manameiite permesso, si provvede
Iraltanutio dell'uso costante tenuto che la varietà de' riti dentro una
dalla Chiesa occidentale di celebra- sola medesima Chiesa cattolica non
re i divini uffizi in lingua latina , si moltiplichi soverchiamente, e che
di che non si lice mai cambia- i libri del culto pubblico non .si

mento nella sacra liturgia ; e che espongano a evidentissimo rischio


in questa non conviene adoperare di ricevere alterazioni essenziali e
|ii lingua volgare anche presso al- peiicolo.se, se si rimettesse a ogni
tre nazioni. Nel Supplemento al chiesa particolare l'arbitrio di vol-
Giornale ecclesiastno di Roma del tarli e adopeiarli suo proprio
nel
1791, a p. 68, prendendosi ad esa- linguaggio. A buon conto e per ,

me r opuscolo di Pehem professo- cosa certa questa è la legge ; il cul-

re dell' luìiversità Vienna, di inti- to pubblico non


ha a celebrare si

tolato : Dell'uso della lingua vol- in ogni lingua volgare, che la Chie-
gare ne' pubblici divini uffici , si sa non abbia approvato per questo
qualifica per argomento di moda cifetto : COSI ordina e prescrive la

presso i novatori, cioè che ne' di- veglianle ecclesiastica disciplina ; né


vini uffici si debba in ciascun luo- ì>i debbono attendere Pehem ed 1

go adoperare la lingua volgare, e novatori che sostengono tutto al


citasi l'erudito discorso del p. d. contrario, che si debba anzi cele-
Giuseppe Maria Isotta, Della mes- brare i divini ulhci nella lingua
sa in lingua volgare, ec. Vercelli volgare che s'intende dal popolo,
i"-88. Quindi si aggiunge, che la non curando il divieto della Chie-
Chiesa con ripetute sue leggi, an- sa, e per ultimo il decietato dal
che in concilii ecmnenici, col vigo- concilio di Trento e da Alessan-
re dell^ sua pratica costante per dro VII.
niobi secoli, col consenso di tutte Bingham volle imporre, quando
le chiese con la romana, ha sta- sostenne che nei primi secoli della
bilito il rilevante punto di discipli- Chiesa ciascun vescovo avea liber-
na, che libri destinati alla
i pub- tà di comporre la liturgia per la

bina preghiera e alla liturgia non sua chiesa , ed ordinarvi il culto


si adoperino nelle chiese in ogni divino come gli sembrava bene.
locale ma che solamente in alcu-
; Dice li Piergier che per provare
ne lingue sotto rapprova7Ìone della quesiii prelesa riforma, non basta-
pubblica autoiilàj .secondo i vari va cit<ue qualche piccola diveisità
LIT L 1
1"
4 -1

tra le liturgie, poiché egli stesso dubbio, si sono potuti aggiungere


confessa, che di tempo in tempo di tempo in leinpo a queste litur-
vi si fecero alcune aggiunte; sai eb- gie alcuni teruuui deslmati a pro-
be stata maggiore la varietà se cia- fessare chiaramente la Me della
scun vescovo avesse creduto di po- Chiesa contro gli eretici come la ,

terla ordinare a suo genio. La Chie- parola consostanziale dopo il con-


sa lasciò talvolta a' vescovi la li- cilio jN'iceno, e il titolo di Madre
bertà di opportunamente,
variare di Dio dato alla Vergine, Beata
salda restando la forma essenziale dopo il concilio d'Efeso. Ciò prova
del sacrifizio. Credesi forse che i che la liturgia è stata sempre una
fedeli avvezzati a sentire la slessa professione di fede; però >\ sa in
liturgia durante il governo di un quale occasione e per qua! motivo
santo vescovo, avrebbero facilmente sieno state fatte queste addizioni,
tolleraloche il di lui successore la né si trovano in tutte le liturgie ,

cambiasse? Sovente sono pronti nel quando in tutte si trovano senza


loro zelo a sollevarsi per molivi eccezione le preghiere e le cerimo-
meno importanti. Dunque i prole- nie che esprimono i dommi rigettali
stanti ragionarono assai male, quan- dai protestanti.
do dissero che le liturgie note sotto Non si deve ragionare suH' au-
i nomi dei ss. Marco e Giacomo o tenticità di questi monumeuti, co-
altro apostolo, sono opere suppo- me sopra r opeia particolare d'un
ste,che furono scritte molli secoli padre della Chiesa; nessuno scrit-
dopo la morte di quelli di cui por- to di questa ultima specie è stato
tavano i nomi. Che importa la da- imparato a memoria e recitato quo-
ta del tempo in cui furono poste tidianamente in alcune chicle come
in iscritto, se dopo gli apóstoli fu- le liturgie. L'autorità di queste è
rono confermale, e giornaluieiite provata dalla loro uniformità ; tioa
praticale da tulle le chiese? Fu fu necessario cercarle negli sentii
una cosa naturale, chiamale Lilur- dispersi, ma negli archivi delle chie-
già di s. Pietro quella di cui si se che le .seguirono : alcuni eruditi
serviva la chiesa di Antiochia da non avendo fatta questa riflessione,
lui fondata ; Liturgia di s. Marco caddero nello stesso abbaglio che i

quella ch'era seguita nella chiesa protestanti. E altresì diversissimo il

di Alessandria, che a lui deve l'o- grado di autorità delle liturgie, da


rigine ; Liturgia di s. Giacomo (piello d'ogni altro scritto. Qualun-
quella di Gei'usalemme, di cui fu il que siasi il nome che porUuio, sono
primo vescovo ; Liturgia di s. Gio. meno l'opera del tale autore, che
Crisostomo quella di Costantinopo- il monumento della credenza e del-
li, di cui fu uno de' piìi zelanti la pratica di una Chiesa intera :

vescovi e de' priucipalF ornamenti, portano l'autorità non solo di un


e cosi delle altre. Non si preten- santo personaggio qualunque siasi,
deva perciò che questi diversi per- ma la sanzione pubblica di una so-
sonaggi le avessero scritte, ma che cietà numerosa di pastori e di fe-
da essi venissero per tradizione deli, che costantemente se n'è ser-
laonde pare che in tal questione vila. Così le liturgie gieclie di s.

sidebba prestar fede alla tradizio- Ijasilio e di s. Giovanni Crisosto-


ne di una Chiesa intiera. iSoa v' è mo, non solo hanno lutto li pe.?o
46 LIT LIT
the iiierilaiio (juesli ti uè santi tlot- pregare, conosciamo ciò che dob-
Ioli, tìMì il .suHiaf^io delle chiese biauKj credere". In tal guisa que-
greche che le seguirono e che an- sto l'ontelice atlesl.iva l'autenticità
coia se ne servono. Le cliiese non ed autorità delle: litiugie; essa non
si sarehhero inai umle, se non vi è diminuita da piìi di mille quat-
avessero riconosciuto espiessa fedel- trocento anni, e sarà la slessa sino
mente la loro credenza. l*er una alla (ine de' secoli. Oltre quanto si

ragione contraria, la liturgia in.se- dice ad ogni articolo sulle diverse


lita nelle costituzioni apostoliche liturgie, accenneremo alcune cose
non è (juasi di alcuna autorità, seb- intorno alle liturgie dell'oriente e
bene sia slata la prima, percliè non dell'occidente, coli' autorità princi-
si conosce alcuna chiesa che se ne [lalmente del p. Le l>run, di jier-
sia servita. Nessuna chiesa è stata gier e di altri autori ; pel resto ci-

mai senza litingia, e nessuna è stata teremo gli analoghi articoli in cui
tanto stolta per esprimere colle sue se ne discolie di proposilo, trala-
parole ed azioni una dottrina che sciando di ricordare gli allri che vi
non credeva o che riguardava co- hanno relazione, quali i si poti an-
me un errore. Se trovasi qualche no facilmente conoscere. JNelle li-

ambiguità nel linguaggio delle pre- turgie dell' oriente parleremo in


ghiere, ne viene spiegato il senso particolare di quelle de' copti, etio-
colle ceiiraonie ; e (piesli due segni pi, abissini, siri, maroniti, armeni,
uniti hanno una foiza tutto diver- greci e nestoriani. INelle liturgie
sa dalle semplici parole, il perchè dell'occidente diremo di quelle dei
i protestanti candjiando i domati , romani, ambrosiani, galli, spagnuo-
furono costretti sopprimere le ceri- li , e della liturgia mozzarabica, e
monie, le quali ciano una sensibi- de' protestanti.
le condanna alle loro false dottri-
ne. Sino dai primi secoli si oppo- Liturgie della chiese orienlali
sero agli eretici questi monumenti
della fede della Chiesa, ch'essi ripu- Delle lilitrgie copte, abissine ed
gnarono sia col far sopprimere i sa- etiopiche. Si sa da una costante
cri cantici, sia col candjiare la dosso- tradizione, che la chiesa di Ales-
logia che cantasi alla fine de' sal- sandria, capitale dell'Egitto, fu fon-
mi. Il dottore s. Agostino nel V data da s. Marco evangelista né ,

secolo provava ai pelagiani il pec- si può dubitare che questo santo


cato originale cogli esorcismi del non abbia stabilito una fórma di
battesimo, la necessità della grazia liturgia. Ella vi si conservò, come
e la predestinazione colle preghie- altrove, per tradizione sino al V se-
re della Chiesa. Il Papa s. Cele- colo, e secondo la comune opinio-
stino 1 propose questa regola ai ve- ne fu s. Cirillo di Alessandria che
scovi delle Gallie, quando loro scris- allora compilò e scrisse la liturgia
se. » Eadiamo al senso delle pre- della sua chiesa. Egli la scrisse in
ghiere sacerdotali, che ricevute per greco che parlavasi in quel tempo
tradizione dagli apostoli in tutto il nell'Egitto, quindi questa liturgia
mondo, sono di un uso uniforme fu chiamata indilfereiitemente litur-

in tutta la Chiesa cattolica; e dalla gia di s. Marco e liturgia di s. Ci-


mauiera istessa con cui dobbiamo rillo. Siccome buona parte del pò-
LIT LIT 47
polo di Egitto non intendeva il confiontolla col lesto greco, da cui
greco, e jjarlava soltanlo la lingua originari unente è traila. INon si

copta, sembrò che nel qitinto secolo può dubitare che <|uesla non sia la

fosse già staliililo in questo regno liturgia usata nella chiesa di Ales-
1'uso di celebrate 1' ufilzio divino sandria nel V secolo, avanti lo

cosi in copto come in greco, e che scisma tli Dioscoro, poiché i catto-
la liturgia greca di s. Cirillo fosse lici avevano conlinualo a serviise-
ancora scritta in copto pei naturali ne anche dopo questa epoca, ed e-
del paese. Quando Dioscoro di lui ziandio il p. Le Erun 1' ha ripor-
successore, partigiano dell'erebiarca tata. Non vi si tiova alcun errore,
Eutiche, fu condannato nel concilio ma una perfetta conforinità colla

di Calcedonia l'iiiuio ^5i, si separò credenza cattolica sopra tutti i pun-


dalla Chiesa cattolica, e trascinò nel- ti contrastati tia i protestanti e noi.
lo scisma suo la maggior parte de- Con quale diritto dirassi che <pie-
gli egiziani nativi. Questi scismati- sta liturgia di s. Marco un'opera
è
ci seguirono a celebrare in copto, apocrifa e supposta che non ha
nel tempo che i greci di Egitto, autorità alcuna? Nelle altre <\hk li-

attaccati alla fede ed al cattolica turgie de' copti, null'altro si trovò


concilio di Calcedonia, conservaro- di cambiato o di aggiiuilo che la
no dalla loro parte 1' uso del gre- professione dell' eutichianismo. Do-
co nel servigio divino. Questa di- po che l'arabo divenne la lingua
versità durò sino verso l'anno 66o, volgare dell'Egitto , i copti prose-
tempo in cui maomettani si re-
i guirono a celebrare in copto, seb-
sero padroni dell' Egitto. Allora i bene non intendano più questa lin-
greci di Egitto, impera- fedeli agli gua. Siccome gli abissini o cristia-
tori di Costantinopoli, furono op- ni di Etiopia furono convertiti alla
pressi; copti scismatici, che ave-
i fede cristiana dai patriarchi di A-
vano favorito la conijuista de' mao- lessandria, e restarono sotto la loro
mettani, ottennero da essi l'eserci- giurisdizione , aderirono anche al
zio libero della loro religione, e lo loro scisma e vi perseverano. Ol-
conservarono sino al presente. Essi tre le tre liturgie di cui abbiamo
hanno tre liturgie : una che chia- parlato, ancora altre
ve ne sono
mano di s. Cirillo, e la quale in nove; lo che seud>ra provare che
sostanza è la slessa che quella di in Egitto un tempo l'ossero in nu-
cui abbiamo parlato ; la seconda è mero di dodici, che poi accenne-
quella di s. Basilio ; la terza di s. remo; ma la sostanza ed il piano
Gregorio Nazianzeno soprannomi sono gli stessi ; tutte furono tra-
nato il Teologo. I copti eulichiani dotte in etiopico. A liserva dell'eu-
o giacobiti in queste due ultime tichiauismo che vi si vede profes-
vi hanno posto prima della comu- sato in molte, elleno niente con-
nione la confessione di fede con- tengono di conti ario alla fede cat-
forme al loro errore; ma non mi- tolica. Ludolfo, la Croze ed alcuni
sero mano a quella di s. Cirillo altri, contro ogni verità, vollero per-
chiamata anco di s. Marco. Il dotto suadere che la credenza cattolica
Eusebio Renaudot, Littcrgiarnni o- degli abissini fosse più conforme a
rientaliuni coUectio, Parisiis 1 7 i G, quella de' protestanti che a (piella
la tradusse non solo dal copio, ma della Chiesa romana ; il contrario
48 LIT LIT
è evidentemente provato, ossia dal- che in Egitto ;
questo eretico vi

la loro liturgia che l'enaiidijl die- trovò moltissimi partigiani, e vi fu-


de col nome di Canon iiuii'ei siim rono tra essi ancora diversi scismi,
Attliiopuin , ossia da quella clie non che molle dispute tra me- 1

porta il nome di Dioscoro, e che desimi e cattolici. Questi furono


i

si trova nei t. IV, p. 164 del p. appellati inelctiid dai loro avversa-
Le Bruii. S. Atanasio inviando Fru- ri, vale a dire realisti^ perchè se-
menzio in Etiopia per stabilirvi la guivano la credenza dell' impera-
relii.;ioiie, gli diede la liturgia in tole. Ma gli uni e gli altri conser-
iscnllo, il che dà liiog(» a pensare viirono in siriaco la stessa liturgia
che vi sieno tra gli etio[)i delle li- che aveano avuto prima. Comune-
turgie, che sono forse le più anti- mente era chiamata liturgia di s.

che di tutte quelle che furono scrit- Giaco/no, perchè la si seguiva iti

te. Gli etiopi ammettono le dodici Gerusalemme come in tutte le chie-


liturgie dei copti giacobiti, che tro- -se siriache del patriarcato d'Antio-
vansi comunemente coll'ordine se- chia, e perciò fu delta anche //-

guente. I. di s. Giovanili evange- tiirgia (li Gerusalemme. Non si può


lista. 2. dei trecento dieciotto pa- dubitare dell'antichità di questa li-

dri del concilio di Nicea. 3. di s. turgia , (piando si confronti colla


Epifanio. 4- di s. Giacomo di Sa- quuita catechesi mistagogica di s.

lug o Syrug. 5. di s. Giovanni Cri- Cirillo gerosolimitano. Nel 34? o


sostomo. 6. di Nostro Signore Ge- 34H questo santo vescovo spiegava
sù Cristo. 7. degli apostoli. 8. di ai neo battezzati la parte principale
s. Ciriaco, g. di s. Gregorio Na- che comincia dall' oblazione, e ne
zian/eno. io. del loro patriarca segue esattamente l'andamento. Pro-
Dioscoro. II. di s. Basilio. 12. di babilmente nel V secolo fu prima
.s. Cirillo. stampò in
Nel i548 si scritta in greco, poicliè nel siriaco
Roma in etiopico unitamente al si conservarono molli termini greci.
nuovo Testamento la liturgia che Vi si aggiunse la parola consostan-
porta il nome degli apostoli ,
per- ziale adottata dal concilio Niceoo,
chè essa è liturgia comune, alla e Maria vi viene chiamata madre
quale va unito il canone universa- di Dio, come avea ordinato il con-
le. E la prima liturgia orientale cilio d'Elèso; non ne segue da ciò
che sia stata stampata. Si pubbli- che questa liturgia sia stata igno-
cò nel i549 '^'"'^ versione latina rata avanti quest'aggiunta. Nel 692
della lingua stessa, e fu posta nella i padri del concilio in Trullo la
biblioteca de' padri. Dipoi la litur- citarono sotto il nome di s. Gia-
gia copta ricevette maggior luce como, per confutare l'errore degli
dai monumenti copti raccolti dal armeni che non mettevano l'acqua
padre Giorgi agostiniano, e pub- nel calice. Nel IX .secolo Carlo il
blicati dal cardinal Stefano Borgia. Calvo volle veder celebrare la
V. Egitto, Copti, Abissini a, Etio- messa secondo questa liturgia di s.
pia, EuTICUIANI, GlACOlMTI. Giacomo usata in Gerusalemme.
Della liturgia <ìe siri. Dopo la Gli orientali non dubitarono mai
condanna di Eutiche, fatta nel con- che non venisse veramente da s.
cilio di Calcedonia, si vide nella Giacomo; differisce da quella di s.
Siria a un dipresso la stessa cosa Cirillo in alcuni punti, come nella
LIT LIT 49
lavanda mani del sacerdote,
delle gomento invincibile contro i prote-
di cui s. Giacomo non fa menzio- stanti, poiché vi si trova la chiara
ne alcuna, e nel bacio della pace, e precisa professione dei dommi che
che s. Giacomo mette dopo e s. , hanno ardito tacciare di novità, e
Cirillo prima dell'oblazione dei do- le cerimonie che rimproverano alla
ni.Lodano la grande abilità di s. Chiesa romana quali pratiche su-
Giacomo nelle materie risguardanti perstiziose, la presenza reale e la
la religione, s. Clemente d'Alessan- transustanziazione, la parola di sa-
dria e s. Girolamo. In seguito, crifizio, la frazione dell' ostia e le
quando i patriarchi di Costantino- incensazioni, la preghiera pei mor-
poliebbero tanto credito per far ti, r invocazione de' santi, ec. Dun-
sopprimere in tutta la loro giuris- que la messa non è un ritrovamen-
dizione tutte le liturgie, eccettuate to umano, e le sacre cerimonie non
quelle di s. Basilio e di s. Giovan- sono mimiche gesticolazioni come ,

ni Crisostomo, tuttavia tollerarono vanno brontolando gli eretici ma ;

che nelle chiese della Siria sì usas- sibbeneriti sacrosanti, praticati (ino
se di quella di s. Giacomo, alme- dai tempi apostolici in gran parte,
no nel giorno della sua festa. Dun- ed altri successivamente istituiti dal-
que ha tutta r autenticità, che la Chiesa apostolica.
s. I siri euti-
l'autorità delle chiese può dare chiani o giacobiti non v' inseriro-

ad un monumento. Invano Ri- no il loro errore; gli ortodossi e


\et ed altri protestanti la volle- gli eretici un eguale
osservarono
ro attaccare per 1' addizione men- rispetto per questo apostolico mo-
tovata, e pel trisagio che comin- numento. Anche la liturgia di s.
ciò, dicono j soltanto alla fine del Basilio è stata tradotta in siriaco
V secolo. Ma questi critici confu- per le chiese della Siria, e si an-
sero il trisagio tratto dalla Scrit- noverano quasi quaranta liturgie
tura sacra, e /égios o la formola per loro uso ; variano però soltan-
Theos, ec. che
cominciò a can- si to nelle preghiere, come presso noi
tare in Costantinopoli l'anno 44^ le collette e le altre orazioni della
con un'aggiunta che Pietro il Ful- messa, relativamente alle differenti
lone, capo de' teopaschiti, fece a feste: la liturgia di s. Giacomo,
questa formola dopo l' anno ^63. che contiene lutto l' ordine della
Questa addizione fu fatta verso la messa, è la più comune fra i siri,

fine del V secolo ; ma il Sanctus e serv\ di modello a tutte le altre,


o trisagio della liturgia è tratto come si può convincersene col con-
dall'Apocalisse. per altro una co- E fronto. Le altre principali liturgie
sa ridicola supporre che le chiese dei siri cattolici e giacobiti sono ,

non abbiano dovuto aggiungere al- quelle di s. Pietro, di s. Giovanni


le loro preghiere le formole neces- evangelista, dei dodici apostoli, di
sarie per attestare la propria fede s. Marco evangelista, del Papa s.

contro gli eretici ,


quando questi Sisto 1, eh' è d' un vescovo siriaco,
volevano farne per professare i loro del Papa s. Giulio I, di s. Dionigi
errori; ovvero che queste addizio- vescovo d'Atene, di s. Ignazio, di
ni, sempre osservale, pregiudichino s. Eustazio, di s. Giovanni Criso-
all'autenticità delle liturgie. Quella stomo, di s. Maruta metropolitano
di s. Giacomo somministra un ar- di Tagri ec, intorno a che cou-
vot. xxxix. 4
5o LIT LIT
viene rimnrcare clic queste liturgie si trova anche più esattamente det-
f'iii-ono COSI intitolate, o perchè se tagliato nel libro del miniitro det-
ne fece uso nelle feste de' santi di to diaconale, che fu stampato a
cui portano il nomo, o perchè esse Roma in caldaico ed in arabo nel
appartengono alle chiese delle quali I IgC), e pili correttamente nel 1736;
i ^anti stc-si furono vescovi, o per- aninchè coloro i quali devono ri-
chè i giacobiti allettarono di far spondere alla messa, e che non san»
conoscere col mezzo di nonJt tanto no il siriaco, possano intendere quel-
seguono la dot-
rispettabili, ch'essi lo che si canta, e quello ch'essi ri-
trina degli antichipadri. Se avvi spondono : giacché come riferisce il

qualche supposizione nei nomi, non p. Dandini, Viaggio del Dlonte Li-
ne consegue perciò che le liturgie haiio p. I id, colui che serve la mes-
sieno supposte. Basta per la loro sa dice un maggior numero di cose
autenticità, ch'esse si trovino negli del celebrante, e tutto il popolo ne
antichi manoscritti ed in uso tra i dice pure una buona porzione, eoa
giacobiti, giacché le liturgie deri- lui cantando insieme nello stesso to-
vano la loro autorità dalle chiese no. Gabriele Sionita, scrivendo da
presso le quali sono in uso, e non Parigi nel 16G4 a Niusio per far-
dai nomi ch'esse portano. La litur- gli conoscere il messale maronita,
gia di s. Giacomo fu stampata in non fa menzione del messale stam-
Parigi nel i56o in greco, e sepa- pato a Roma nel i '394- (non essen-
ratamente anche in latino. V. Ge- do stato accettato dalla nazione ma-
rusalemme e SiniA. ronita), e gli dice soltanto, che il lo-
Della lilnrgid de' rnaronili I . ro messale è intitolato in siriaco
maroniti che abitano il ìMonte Li- // libro dell'oblazione ovvero d li-

bano ed altrove, si servono di un bro della consecrazione, e eh' egli


inessale stampato in R.oma nel 1716 ne possedeva un manoscritto conte-
e 1762 con due edizioni, e di altri nente sedici liturgie, intitolate co-
esemplari conformi ad esse fatti me quelle de'greci: Anaphora. Tut-
nel Libano. Le diverse liturgie che te le liturgie, a riserva d' una, si

contengono sono, quelle di s. Pie- trovano tradotte nella raccolta del-


tro; dei dodici apostoli; di s. Gio- le litiugie giacobite di RenaudoL
vanni evangelista; di san Marco /-'. Maroniti.
evangelista; di s. Matteo chiama- Della liturgia degli armeni. S.
to il Pastore; di s. Sisto I Pa- Gregorio Illuminatore che dopo la
pa; di s. Giovanni Crisostomo; di predicazione di s. Bartolomeo apo-
g. Dionigi, uno de' primi discepoli stolo convertì alla fede l'Armenia
di s. Paolo; di s. Cirillo d'Alessan- maggiore, fu istruito a Cesarea di
dria; di s. Euslazio patriarca antio- Cappadocia, e diede senza dubbio
cheno; di S.Giovanni INLarone detto agli armeni la liturgia di quella
s, Maruta; di una liturgia ricava- chiesa. Nel 525 gli armeni in par-
ta da quella della Chiesa romana, te fiu'ono trascinati nell' errore di
ed aggiungasi quella dei presantifi- Eutiche, da Jacopo Baradeo o Zan-
cati. La prima di queste liturgie, zalo, donde venne il nome di gia-
cioè quella di s. Pietro, contiene cobiti, e si separarono dalla Chiesa
ì'ordo inisxae dopo il principio del- caltolic?; molti però tra essi si riu-
la liturgia. Questo ordine generale nirono afia medesima in diversi teca-
LIT LIT 5r
pi. Siccome s. Gregorio Illuminalo- tulli i tempi e per fino nelle ese-
je ch'era stato istruito in Cesaiea (juie, giacché essi non hanno mes-
nelhi Cappadocia, e s. Basilio vescovo *<•» eselusiva pei morti. Tra gli sci-

di questa città presero cura delle smatici poche sono le chiese nelle
chiese d'Armenia ; si pensa che da quali si celebri giornalmente più
principio avessero ricevuto la litiu'- d'una messa, ed i giorni ordinari
gia greca di s. Basilio, come i mo- ne'qiiali non si celebra sono i giorni
naci armeni si posero sotto la di di digiuno , ed il sabbato fu con-
lui regola. I greci ed i latini che siilerato fino dal principio della
hanno si di sovente fatti dei lim- Chiesa in tutto l'oriente, come una
proveri agli armeni intorno a va- specie di giorno festivo destina-
rie loro pratiche, non hanno pe- to ad adorare Dio come creato-
rò giammai potuto rimproverar- re. I cattolici poi hanno adottata
li di aver fatto dopo il loio scisma la celebrazione delle messe basse
alcun cambiamento nella liturgia, dei latini, e la celebrano ogni gior-
tranne l'aggiunta che Pietro Fiil- no. La liturgia armena esprime in
lone avea fatto al trisagio, scb- una maniera evidentissima il sacri-
l)ene non manchino scrittori e ra- fizio di Gesù Cristo sull'altare; es-
gioni, che facciano ritenere che ta- sa contiene eccellenti orazioni, e gli
le aggiunta già esistesse, e di a- armeni la celebrano con un fervore ed
verne il Fullone degenerato il sen- una pietà esemplare. Evvi pure l'in-
so. La vera lituigia armena fu stam- vocazione dei santi, le preghiere pei
pata nel 1677 la prima volta nella morti, ec. Il Reuaudot non potè a-
tipogralia di propaganda /z^/e in Ro- vere la liturgia originale degli ar-
ma, la seconda volta a Venezia nel meni scismatici, riuscì al p. Le Brun
1686, quindi in italiano dai mo- in vece di procurarsene tuia tradu-
naci mechitaristi di s. Lazzaro di zione latina autentica, che pubblicò
Venezia. Gli esemplari dei libri nel t. V, p. Sa e seg. con alcune
di chiesa essendo divenuti rari, gli copiose osservazioni. A^. CosTANTI^fo-
armeni ch'ebbero in privilegio di POLi, ExMiAzi.Vj Patriarcato ar-
tenere stamperia a Costantinopoli, meno.
fecero stampare nel 1702 il libro Dtlle liturgie greche. Le due prin-
delle pubbliche preghiere unitamen- cipali litui'gie di cui si servono i

te al libro del diacono, ossia di ciò greci soggetti al patriarcato di Co-


che il coro deve cantare alla mes- stantinopoli, sono quelle di s. Basi-
sa, e vi ristamparono la liturgia nel lio e di Giovanni Crisostomo. Noa
s.

1706. Il p. Pidou teatino, vescovo di si dubita che s. Basilio non sia ve-
Babilonia, morto ad Hispahan nel ramente autore o compilatore del-
1717; uomo dotto e versatissimo nel- la prima; non contiene l'ordine né
la lingua armena letterale, pubblicò le rubriche, perchè queste si pren-

un'eccellente traduzione latina del- dono dalla liturgia comune; le pre-


la liturgia armena, che il p. Le ghiere ne sono più lunghe, ed es-
Quien trovò fra i libri e le carte sa fu adottata dalla chiesa di Co-
che Piques dottore della Sorbona stantinopoli per essere delta ne'gior-
lasciò morendo ai domenicani di ni dell'anno che sono marcati ia
Parigi. Gli armeni hanno una so- questa liturgia, cioè la vigilia di
la liturgia della quale fanno uso in Py'alale, quella dell'Epifania, le do-
52 LIT LIT
raeniche quaresima, tranne
della zioni. I patriarchi di Costantinopoli
quella delle palme, la santa e gran- riuscirono a farla adottare anche nei
de feria vale a dire il giovedì san- patriarcati melchiti d'Antiochia, Ge-
to, il sabbato santo e la festa di rasalemme, Alessandria, cioè dai
s. Basilio. La seconda fu attribuita cristiani melchiti che nel secolo V
a Giovanni Crisoiitomo solo tre-
s. si preservarono dall'errore degli eu-
cento anni dopo la sua morte, e tichiani Sebbene
. in tutti questi
fu soltanto il concilio in Trullo che paesi non s'intenda piìi il greco, nul-
pose il suo nome in testa della ladimeno vi si segue la liturgia
liturgia di Costantinopoli ; in con- greca; ma a cagione del piccolo nu-
seguenza vuoisi che s. Giovanni meio di quelli che possono legger-
Crisostomo non abbia mai compo- la, bisogna spesso celebrare la li-

sto alcuna liturgia. Sembra che turgia in lingua araba. S. Basilio,


questa sia 1' antica liturgia della De Spirit. Sanct. e. 27, trae dalla
chiesa di Costantinopoli, che si- liturgia della messa un argomento
no al VI secolo fu chiamata li- forte a prò dell' autorità della tra-
turgia degli depostoli. Questa ser- dizione; perocché, die' egli, tutto il

ve tutto l'anno, e contiene tut- complesso delle forraole della con-


to r ordine della messa e tut- secrazione del pane e del vino noi
te le rubriche; altra, le cui preghie- noi sappiamo che per questa via;
re sono pili lunghe, ha luogo solo dovendosi avvertire che in esse vi
in certi giorni determinati. Ve n'è ha assai di rilevantissimo oltre a ciò
una terza che chiamasi messa dei che all'uopo ci tramandarono l'a-
presanlijìcati, perchè non vi si con- postolo ed il vangelo. S. Giustino
sacra e si fa uso delle specie con- dice che nella liturgia si pregava
secrate nella domenica precedente, per gl'imperatori, pei diversi sta-
come nella Chiesa romana nel ve- ti ec; s. Cirillo fece una molto este-
nerdì santo il sacerdote non consa- sa spiegazione di quella che usava-
cra, ma comunica colle specie con- si nella sua chiesa. I monumenti
secrate nel giorno avanti. Le pre- più autentici provano che fino dal
ghiere di questa messa sembrano nascere del cristianesimo ci era una
meno antiche di quelle delle prece- liturgia, e prime formole delle
che le

denti. Il p. Le Brun nel t. IV, p. orazioni che la componevano furono


384 ^ seg. riferisce le preghiere e stabilite dagli apostoli; così s. Gia-
l'ordine delle cerimonie della litur- como fu il piiino autore, come si
gia di Giovanni Crisostomo. La
s. è detto, di quella di Gerusalemme,
liturgia di Costantinopoli, tolta da alla quale furono in seguito aggiunte
quelle di s. Basilio e di s. Gio- altre nuove preghiere, lasciandone
vanni Crisostomo, è seguita in tut- intatte le parti essenziali; da ciò vie-
te le chiese greche dell'impero ro- ne che le liturgie delle chiese fon-
mano che dipendono dal patriarca di date dagli apostoli hanno sempre
Costantinopoli, e in quelle di Polonia portato il loro nome. P^. Grecia,
e di Russia, e nei paesi che furono Grotta Ferrata.
convertiti dai greci, nella Giorgia, Della liturgia de nestoriani. Quan-
uella Mingrelia, ec. Quanto ai greci do Nestorio fu condannalo dal con-
che hanno chiese in occidente ed in cilio di Efeso l'anno 43', i diluì
Italia^ vi hanno fatto delle rauta- partigiani si dispersero nella Mese-
LIT LIT 53
potamia e nella Persia, e vi for- rum apud Indos. Questa liturgia>
marono un gran numero di chiese eh' è la stessa di quelle dei nesto-
che soventemente si chiamarono cal- riani caldei, contiene tuttociò che
dee. Continuarono a servirsi della viene detto dal prete e dal dia-
liturgia siriaca, e la portarono do- cono mentre quella di Renaudot
;

vunque si sono stabiliti, anche nel- non contiene quasi nulla di quanto
le Indie Orientali ( Fedi ), dalla par- deve dire il diacono, perché ciò
te del Malabar, ove ancora sussisto- trovasi in un altro libro del dia-
no col nome di cristiani di s. Tom- cono o del ministro, p^. Caldei e
maso. 11 loro messale contiene tre Nestoriani.
liturgie: la prima intitolata degli Tutte queste liturgie degli orien-
apostoli , la seconda di Teodoro tali, copte, etiopiche, abissine, gia-
l'interprete, la terza di Nestorio. Re- cobite, siriache, de' maroniti, degli
naudot che le tradusse dal siriaco, armeni, dei greci, e de' nestoriani,
osserva che la prima e l'antica li- sono perfettamente uniformi nell'es-
turgia delle chiese di Siria, intitola- senziale del sacrifizio, perchè con-
ta degli apostoli, composta da s. frontate dagli eruditi d'ogni nazio-
Adeo e da s. Mario, è l'antica li- ne, munite di tutti i possibili atte-
turgia delle chiese siriache avanti stati. Si trovano in tutte queste li-

NestoriOj e che è perciò posta prima turgie, l'altare, gli ornamenti par-
in serie e come il canone universa- ticolari, i vasi e i sacri ministri, al-
le,a cui rimettono e riferiscono le cune preci preparatorie, la lettura
altre due. Il p. Le Brun la con- delle scritture, il canto de'salrai, le
frontò con quelle di cui si serviva- preghiere per tutti gli uomini, il

no i nestoriani del Maiabar avanti bacio di pace, l'offerta e 1'


oblazione,
che il loro messale fosse stato corret- il prefazio sursunt corda, una for-
to dai portoghesi, che si affaticarono mola di consecrazione, le preghie-
per la loro conversione, perciò non re per i vivi e per i morti, la fra-
si può dubitare dell'antichità di que- zione dell'ostia, l'orazione domeni-
sta liturgia; non è diversa da quel- cale, la confessione della presenza
la dei siri alcuna cosa essenzia-
in di Gesù Cristo sull' altare, l'adora-
le. La Croze, nella sua Storia del zione di questa sacra vittima, la
cristianesimo dell'Indie, ardi asseri- comunione e il sacrifizio considerato
re che i nestoriani non credevano come la principale sorgente di tutte
né la presenza reale, né la transu- le grazie. Qualunque sia la setta cui
stanziazione; che ignoravano la dot- appartengono quelli che ci presen-
trina del purgatorio, ec; ma il p. tano le loro liturgie, siano essi cioè
Le Bruii prova il contrario, non so- eretici o scismatici, nestoriani, eu-
lo colla loro liturgia, ma con altri tichiani o monofisiti per opposti ,

monumenti della loro credenza, nel che sieno tra di loro, essi ci mostra-
l. VI, p. 4' 7 6 seg. La liturgia de- no gli stessi sentimenti e le stesse
gli antichi cristiani nestoriani del IMa- pratiche sull'Eucaristia. Separati da
labar tradotta dal siriaco in latino circa quattordici secoli dalla Chiesa
nel Malabar l'anno i5i9, e stampa- cattolica, e anatematizzandosi fra di
ta sette anni dopo in Coimbra, fu loTO , non hanno preso alcun
essi
inserita nella biblioteca de'padri sot- concerto fra di loro né con noi , ,

to questo titolo : Missa cìirisliano- per inserire nelle loro liturgie ciò
54 LIT LIT
che noi vi troviamo di conforme blioleca del cardinal Sirlefo; essa
alia nostra. Uua tale conformità non è di alcuna né fu iu
autorità,
proviene dunque dalla prima sor- uso presso alcuna chiesa. E opera di
gente, ch'è la verità stabilita avanti un greco latinizzalo o di \\\\ Ialino
a tutte le eresie. grecizzato che volle amalgamare le

liturgie di Roma e di Costantino-


Liturgie delle chiese occidentali poli,con restringere in più breve
o latine. forma la liturgia greca, ponendole
in fronte il nome di s. Pietro, o
Della liturgia romana. La litur- perchè tutto il canone è della Chie-
gia della santa romana Cliiesa de- sa romana, di cui è fondatore s.
riva per tradizione dal principe de- Pietro, o per chiamarle sopra più
gli primo sommo Ponte-
apostoli e venerazione. Il principio di questa
ilce s. Pietro. Se ne scrisse il ca- liturgia è tolto da s. Basilio e da
pone al più tardi verso la metà del s. Giovanni Crisostomo; quasi tut-
V secolo, giacché l'antico autore del- to il canone è romano colle ag-
le vite de' Pontefici dice che s. Leo- giunte fatte da s. Gregorio I. Par-
ne I Magno eletto Papa nel 44" j
lando il Bergier delle liturgie del-
fece aggiungere nell'azione del cano- l'occidente, dice quanto segue. " La
ne queste parole : Sanctuni sacrift- Chiesa latina conosce soltanto quat-
cium, ininiaculataniliostiani. Il Pon- tro liturgie antiche ; cioè quel-
tefice s. Gelasio I del 49^ aggiun- le di Roma, di Milano, delle Gal-

se il canone
suo sacramentario
al lie, della Spagna. Non si dubi-
o messale delle messe con buon or- tò mai a R.oma che la liturgia di
dine disposte, e alle antiche prefa- questa chiesa non venisse da s. Pie-
zioni della messa ne aggiunse delle tro ; così pensava nei primordi del
altre, come altresì le collette, delle quinto secolo il Papa s. Innocenzo
quali egli fu il primo autore. Vigilio I nell'epistola a Decenzio, e verso
creato Papa nel 54o, mandò tal cano- la metà del sesto il Pontefice Vi-
pe, come proveniente dalla tradizione gilio nell'epistola a Probnturo. Non
apostolica, ad un vescovo di Spagna la deve confondere con una pre-
si

nominato Euterio nelle lettere pon- tesa liturgia di s. Pietro, nota da


tificie, e Probuluro in molti mano- duecento anni; questa non è che
scritti e nel quartq canone del con- im miscuglio delle liturgie greche
cilio di Praga del 563. Il Papa s. con quella di Roma; essa non si usò
Gregorio I Magno, eletto nel -^qo, in alcuna chiesa. Non si conosce
fece alcuni cambiamenti ai canoni alcuna liturgia latina scritta avan-
poi suo sacramentario^ riducendo a ti il sagramentario che compose il
miglior forma ed a più emendatp Papa s. Gelasio I. Il cardinal Tooi-

metodo quanto abbiamo di lui al masi lo fece stampare nel i68o


presente, come appare dagli antichi col titolo di Liber sacramento rum
ordini romani scritti poco dopo di ronianae ecclesiae; pensa questo e-
lui. Per quanto riguarda la liturgia rudito liturgico, che s. Leone I vi
scritta in greco, intitolata Divina li- avesse avuto gran parte, ma che
turgia dell'apostolo s. Pietro, che in sostanza sia dei primi secoli. S.
Lindano vescovo di Gand rinven- Gregorio I, cento anni circa dopo
ne manoscritta iu Roma nella bi- s. Gelasio I, ne tolse alcune preghie-
LIT LIT 55
re, ve ne cambiò delle altre, vi ag- IDI 6 con questo titolo: Eiluum ec-
giunse poche cose. Il canone del- clcsiastii ornili sive. sacraruin cae~
la messa , clie si trova alla pag. reiiioniaruin S. R. E. libri trcs non
I9<j di Tommasi, è lo stesso che ante impressi. Venetiis Grtgorii de
noi ancora usiamo; non contiene Giegoriis excuscre Leonardo Laii-
alcun nome dei santi posteriori al redano principe optimo, die 21 no-
IV secolo; prova della sua antichi- vembris. Ognuno sa che Paride de
tà. Quella che chiamiamo liturgia Grassis, celebre maestro di cerimo-
Gregoriana è la più breve di tut- nie sotto il medesimo Leone X,
te; è troppo nota perchè non sia perseguitò Marcello, non solo pres-
il

necessario parlarne più a lungo. La so il sacro collegio, ma ancora pres-


esaltezza con cui si segue da più so il Papa, e fino in pieno conci-
di mille e duecento anni deve far storo, affinchè fosse punito quale
presumere che non si osservasse sacrilego, e fossero bruciate le copie,
meno scrupolosamente prima che come nocive alla venerazione del
fosse scritta. Una tale lillessione a- Pontefice romano, consistente secon-
vrebbe dovuto obbligare protestanti i do lui nell'arcano delle cerimonie.
a vieppiù rispettarla; gli sfidiamo L'ira di Paride restò inutile, il ce-
a mostrarci qualche ditlerenza, ri- rimoniale del RIarcelIo seguitò il

guardo alla dottrina, tra questa li- suo corso con nuove ristampe, co-
turgia e quelle delle chiese orien- me nella succitata del i5Go sotto
tali. Pio IV. Apostolo Zeno, nelle Dis-
La liturgia della Chiesa romana seriazioni Fossiane, t. II, dissert. X,
principalmente si fonda nel messa- n. 67, articolo agostino Patrizi, ove
le romano, nel breviario romano ha trattato diirusamenle questa con-
o uffizio divino, nel cerimoniale dei troversia ; e nel t. X\ Ili flel Gicr-
vescovi, nel rituale romano , nel nale dei letterali d" Italia p. 067
pontificale romano, e nel libro inti- e seg., difese egregiamente il Mar-
tolato: Sacraruni caeremoniaruni, cello da questo vergognoso plagio.
sive riluuni ccclesiaslicorum sanctae Ma al presente l'opinione comune-
romanae Ecclesiae , Romae typis mente ricevuta,che il cerimo-
si è
Yalerii Dorici i56o. Vi è stata niale fu composto, e ne fosse col-
grave controversia fra gli eruditi, lettore Agostino Patrizi, e Cristofo-
chi fosse il vero autore di quest'o- ro Marcello colui clie lo divulgò.
pera, avendola alcuni attribuita ad Questo è il cerimoniale che ser\e
Agostino Patrizi Piccolomini ve- a dirigere le auguste funzioni le

scovo di Pienza, eh' essendo stato quali riguardano solamente il som-


maestro di cerimonie per più di mo Pontefice, i cardinali e la .Se-

vent' anni, a Siena, dove


si ritirò de apostolica, polendo inoltre ser-
coH'aiuto di Giovanni Burcardo, al- vir di lume in qualche altro ramo
tro maestro delle cerimonie, d' or- di liturgia. A dire il vero, tale ce-
dine d'Innocenzo Vili la compilò in limoniale non ci viene autentica-
tre anni e terminò com'egli attesta mente proposto, non essendo mai
nel 1498- Altri ne fecero autore stato autorizzato da qualche costi-
Cristoforo Marcello maestro di ce- tuzione pontificia; tuttavia, lo ri-
rimonie di Leone X, arcivescovo peliamo, può noverarsi tra gii al-

eletto di Corfù, che la pubblicò nel tri fonti necessari della liturgia, dap-
56 LIT LIT
poiché le funzioni del romano l'on- la Chiesa risplendesse vieppiù l'ester-
tefice anche attualmente sono di- na espressione del culto religioso che
rette a tenore di esso. Ed è per- si deve alla Divinità, e venisse me-
ciò che gli autori hturgici io han- glio ravvivata la fede negli assisten-
no avuto sempre e l'hanno anco- ti. Il complesso adunque dei riti

ra in venerazione ; il Merati lo ci- e delle cerimonie piene de'più belli


ta spesso, ed il Catalano si prese e misteriosi significati, rende in cer-
la cura di commentarlo con due to modo visibde la santa religione
grossi volumi, col medesimo titolo: di Cristo, riempie 1' animo di pie-
Sacrarwn caerenw ni arimi etc, Ilo- commozione, e lo ele-
tà e religiosa
niae lySo. va soavemente al cielo: mentre il
Cappelle Pontificie,
Agli articoli corteggio imponente del sovrano
Cappelle Cardinalizie, Cappelle Pre- Pontefice si fa distinguere per un
latizie ( Fedi ), che ad istanza di misto di sacerdotale, di regio, di
molti ragguardevoli personaggi stam- principesco e di sacro, che ispi-
pai pure a parte con questi mede- ra maestà ed insieme venerazio-
simi tipi nel i84ij edizione che ne ; tutto essendo augusto e gran-
dedicai al celebre cardinale Barto- de, per l'intervento del sacro colle-
lomeo Pacca, siccome decano del gio, della prelatura, e della curia,
sacro collegio e prefetto della sacra corte e famiglia pontificia, ricoper-
Congregazione cerimoniale ( Fedi ),
ti delle insegne della loro dignità
descrissi le liturgie, i riti, le ceri- e grado; e però in riguardo alla
monie e le funzioni ecclesiastiche meravigliosa graduazione ed ordine
ordinarie e straordinarie, che con sembra una vera immagine della
imponente apparato si celebrano dal celeste gerarchia. Questo venerabile
Papa, dai cardinali, dai prelati, e consesso, che nelle sacre funzioni
dalla corte e curia romana. Ivi par- circonda e fa omaggio al sommo
lai pure dell' origine, significato e Pontefice, fece esclamare ad Enea
progresso dei medesimi riti e ce- Silvio Piccolomini poi Pontefice ,

rimonie, e delle antiche venerabili Pio II. Si i'idcres aiU celebranteni


costumanze della Chiesa romana, alle roinaniun Ponlificein, ani divina au-
quali da più di quattro lustri sono dienteni, fatereri.s profecto, non esse
testimonio e parte, non senza illustra- ordineni, non esse splendoreni, ac
re diversi punti di liturgia. A da- magnificenlianì, nisi a pud Romanunt
re poi un'idea nella prefazione di Praesuleni. Dappoiché si può dire più
detta edizione a parte, del modo giustamente lloma cristiana, ciò
di
dignitoso quale mirabilmente
col che di PiOma pagana disse Cicerone.
procedono mentovate funzioni, ec-
le Nec numero Hispanos, nec roboreGal-
co come mi espressi « Era ben . los, nec callidilale Poenos nec ani- ,

giusto, che le sacre funzioni celebra- bus Graecos; sedpietale ac religione


te dal supremo Gerarca, dai cardi- .... onmes gentes, nationesque sape-
nali romana Chiesa, e
della santa ravinius . Né finalmente i più santi
dalla prelatura della Sede apostoli- Pontefici stabilirono la celebrazione
ca, fossero accomi>agnate da eccle- de'santi misteri e sacre funzioni con
siastica gravità
magnificenza e
, , tutta la magnificenza e splendidezza
corrispondenti cerimonie; acciocché ecclesiastica per far pompa della loro
ove ha sede il venerabile capo del- sublime dignità, ma solo per mag-
LIT LIT 57
gior esaltazione della gloria di Ge- scuola di liturgia, ove soslenevansi
sù Cristo e della sua Chiesa " le tesi al pari di qualunque altra
Laonde non solo ne'succitali artico- facoltà scientifica. Collo stesso in-
li raccolsi tuttociò che si appartie- tendimento Leone XII a'nostri gior-
ne ad ogni funzione sacra che coi ni volle ristabilire la cattedra di
venerabili riti della romana Chiesa liturgia nelle scuole del pontificio
celebrano o assistono il Papa, car- i seminario romano , aHlnchè non
dinali, i vescovi, ed altri prelati ec; mancasse al giovane clero il mez-
ma negli altri parziali ed analoghi zo di ammaestrarsi in quanto ri-
di questo Dizionario, tratto i prin- guarda sacri riti. Fu nominato
i

cipali punti con maggior discussio- per primo professore monsignor


ne, e con altre erudizioni litur- Giovanni Fornici maestro delle ce-
giche. Innumerabili poi sono gli rimonie pontificie, che dotto li-
articoli riguardanti le liturgie delle turgico pubblicò a tale eil'etto la

chiese latine. Sulle pregiudizievoli sua lodata opera: Institudones li'

novità introdotte nelle liturgie e turgicae ad usiirn semmarii romani,


cerimonie, coll'autorità del Giorgi Romae iSao, in tre volumi divisi
ne parlo ancora all'articolo Manto in IV parti. Non esercitò la cat-
PONTIFICALE. tedra, ed invece degnamente gli fu
I romani Pontefici, zelanti cu- sostituito monsignor Giuseppe de
stodi de' riti e delle liturgie, ne Ligne attuale prefetto delle ceri-
protessero sempre gli studi e parlan- monie pontificie. Fu poi di gran
do di tempi a noi meno rimoti, si vantaggio che nel pontificato di
deve particolar lode a Benedetto Gregorio XVI si riattivasse nella
XIV, il quale oltre di avere ar- casa de'sacerdoti della congregazione
ricchito la scienza liturgica di pre- della Missione a Monte Citorio, da
ziose opere, all' articolo Coinibra questi, da alcuni zelanti e dotti
e
(Vedi) parlammo della prima cat- accademia liturgi-
ecclesiastici, quell'
tedra di lituigia istituita nelle u- ca che pareva estinta col suo istitu-
niversità, e fondata in quella di tore Benedetto XIV, nella quale
tal città sotto gli auspicii di si dot- con lodevole divisamento discutonsi
to Pontefice; ed all'articolo Acca- eruditamente gli stessi argomenti,
demie DI Roma, dicemmo dell' ac- che dettava a soggetto di tali a-
cademia di liturgia istituita nel dunanze quel Pontefice. Della ri-

1742 dal medesimo Benedetto XIV pristinazione di questa utilissima


nella casa de' piì operai alla Ma- accademia, del suo scopo, delle sue
donna dei Monti, che tratto trat- adunanze, delle dissertazioni che in
to adunavasi nel palazzo apostoli- essaedachisi recitano, cioè da eccle-
co innanzi la sua augusta presen- siastici sì nazionali che esteri resi-

za, ed ove si trattarono importan- denti in Roma, con un sunto del-


tissimi argomenti liturgici, che pub- le medesime, se ne tratta negli
blicarono anche Diari di Roma, col-
i Annali delle scienze religiose com-
l'autorità de'quali il Cancellieri nel- pilati da monsignor Antonino De
le sue opere riporta i titoli delle Luca, e professore d. Giacomo
belle dissertazioni che vi si recita- Arrighi, potendosi il tutto facilmen-
rono. Oltre a ciò Benedetto XIV te rinvenire nell' indice generale
istituì nel collegio romano una ed alfabetico deprimi %euli volu-
58 LIT LIT
mi, cioè a 879 e seg. del volii-
p. rellore dell'accademia, acciocché si

me XX. Anche il Diario di Ho- adempia con ciò 1'


intendimento di
ma ne ha parlato coi dovuti elo- fine! grande zelatore dell' ecclesia-
gi, massimenumeri 8 del i84f, nei itira disciplina die a tale uopo i-

e 67 del 1842. Olire a ciò si stituì le settimanali confiirenze. Ed


stampano a parte anco sunti i in questa guisa l'accademia litur-
delle dissertazioni recitate nell'ac- gica nel suo rinnovamento si glo-
cademia, dalla tipografìa delle Lei- ria di camminare dietro la scor-
ie Arti; nel 1842 si pubblicò il ta, e sotto l'autorità di due uomi-
primo volume, nel i<S44 il secon- ni preclarissimi, i cui nomi sono
do. Per la sua stal)ilitàj incremen- in venerazione nell'intiera cristiani-
to e prosperità, l'accademia prese là, cioè Benedetto XIV e s. Vin-
una forma ed un regolamento cenzo de Paoli fondatore della con-
inediante l'istituzione di un consi- gregazione della missione. L'accade-
glio di cinque accademici, il cui mia ha pure un segretario ; tiene
iilììzio si è lo scegliere i temi del- le sue sessioni ogni quindici glor-
ie dissertazioni da leggere, e il de- ni alle ore 22 in punto. Gli ec-
putare i disserenti; ed olire a ciò è clesiastici secolari e regolari, ben-
parte loro il fare delle dissertazioni che non ascritti all'accademia, pos-
già lette uu sugoso compendio per sono intervenire a'suoi utili tratte-
pubblicarlo nel modo detto colle nimenti.
stampe, afline di rendere partecipi Della liturgia ambrosiana. La
anche gli assenti del fruito che si liturgia ambrosiana ovvero della
,

ricava da queste utilissime esercita- chiesa di Milano, può quasi dirsi


zioni liturgiche, ed in tal modo si antica quanto quella di Roma ;
avrà un coipo di dottrina liturgica non se ne conosce però l'autore,
considerata nella sua origine, nella I milanesi dicono che i loro riti
parte archeologica, storica , morale provengono originariamente dall'a-
e simbolica. Quanto ai temi fu postolo s. Barnaba, poscia da s.
creduto eziantlio lodevole divisa- Mirocleto, e in terzo luogo da s.
mento adottare que'medesimi che
l Ambrogio duodecimo vescovo di
furono proposti da eruditi perso- Milano, del quale essi conservano
iiaggi, ed approvali dalla sapienza il nome; ma sembra poco proba-
di Benedetto XIV, acciocché l'ac- bile che s. Barnaba sia stato il

cademia non si discostasse nel suo loro apostolo, se si considera che


ripristitianiento dal sentiero trac- s. Ambrogio, Semi, aihers. Aa-
datole dal glorioso suo istitutore, xeni., nou rimonta al di là di s.
A vie meglio infervorare gli eccle- Mirocleto, quando dice ch'egli si
siastici che v' intervengono , non astiene dal tradire il deposito dei
solo allo studio delle scienze sacre, suoi predecessori ; che gli antichi
ma eziandio all'esercizio delle vir- manoscritti di Milano non ci pre-
tìi proprie del sacerdotale ministe- sentano alcun culto particolare per
10, alla dissertazione liturgica sue- quell'apostolo; che non si trova
cede un breve discorso sopra i in lesta de' più antichi cataloghi
doveri degli ecclesiastici, che si de'vescovi di Milano, e che non
tiene da un missionario della stes- avvi nel canone dei messali di
sa casa di s. Vincenzo de'Paoli di- detta chiesa, tanto manoscritti, che
LIT LIT 59
stampati prima di s.Certo Carlo. sua discussione. nuovi INon sono
è che s. Ambrogio divenuto ve- riti le cose variate o aggiunte nei

scovo di Milano trovò stabilita la messali, singolarmente negli ultimi


liturgia di quella chiesa; e che vi secoli,quando o si volle ripristi-
fece multe e belle aggiunte, come nare la pratica di qualche rito
il canto alternativo de'salnii, delle abbandonato, o depurarlo dalle in-
antifone e degl'iimi, secondo l'uso novazioni clandestinamente intro-
della Chiesa orientale; alcuni pre- dotte. Dacché s. Carlo JJor romeo
fazi pei misteri e pei santi ; del- nel lituale pubblicato dopo il con-
le preghiere per la dedicazione, cilio \ I provinciale, ed il suo suc-
per gli olii santi e per il cereo pa- cessore e congiunto cardinal Fede-
squale. La santità, la dottrina e le rico Borromeo nel messale dato in
apostoliche fatiche di s. Ambrogio luce nel i6oc), ed altri dipoi, di-
talmente illustrarono la sua chiesa chiararono di voler mantenere e
di Milano, che da esso prese il conservare incorrotto il rito am-
nome il rito di ne aveva
cui ac- brosiano. La più aulica raccolta
cresciuto lo splendore; onde i fe- che si conosca dei riti della litur-
delinon meno che vescovi i fi- gia ambrosiana è di Beroldo, bi-
no d'allora chiamarono questa li- bliotecario del duomo ossia della
turgia Ambrosiana , ed al santo chiesa metropolitana di IMiliuio,
vescovo vollero attribuirne le prin- che scriveva verso 1' anno 11 23. 11
cipali istituzioni come d'ogni altro dotto p. abbate Angelo Fumagalli
cosi della liturgia, a fine di rende- cisterciense milanese nel lyq^ pub-
re quella più gloriosa, e quote più blicò : Deilt antichità longobardi'
pregevoli e quasi intaugil>ili. Avvi co-milanesi, illustrate con disserta'
in questa liturgia un prefazio per zionij opera iinporlanlissima per le
ogni messa. Durante la (razione notizie sulla liturgia e sulla di-
dell'ostia, il coro canta un' antifo- sciplina ecclesiastica, [)articolarmeu-
na detta confractoriiim che varia , te della chiesa milanese. 'Jieslo
secondo le messe. Il p. Mabillou scrittore quanto dotto, erudito e
ed il Muratori, che di questa li- preciso, aUrcltanto ingenuo, lui pro-
turgia hanno scritto, il primo dei dotto nella prelazione td t. Ili u-
quali non ammette particolari mu- lili notizie bibliografiche tleiram-
tazioni introdotte nel rito ambro- brosiaua liturgia, non che una lun-
siano, tranne l'aumento di feste; ga dissertazione su di essa, in cui
il secondo poi segue una diversa con ammirabile brevità, chiarezza
opinione, anzi coll'autoritù del Puri- e pulitezza, ci presentò tutta quel-
cellio confuta il Mabillou. Quan- la liturgia ; e sostenuto dalla ra-
tunque questi due scrittori sembri- gione e dal diritto della verità, di-
no essere di opposto parere, pure mostrò ancora da ottimo teologo
possono fra avendo
loro conciliarsi, vane cose che dopo tante vicende
il primo negato qualunque muta- meritano tuttora di essere in <piel-
zione, perchè non essendo vene so- la emendate. A''. Ambrosi3>o rito,
stanziali, di quelle di piccolo inte- l\llLA>0.
resse non volle aver ragione ; ed Dell' antica liturgia gallicana.
il secondo le ammise perchè di Questa liturgia diversa dalla ro-
queste eziandio prese cui a nella mana, che durò fino a tanto che
fio LIT LIT
pipino e Carlo Magno suo figlio Segue il Gloria Patri, dopo il
ebbero introdotto in Francia il ri- quale il diacono intima il silenzio.
to romano, era antichissima, e pro- Il prete saluta il popolo : in se-
veniva, secondo ogni apparenza, dal- guito viene ì'Aius o Aios, vale a
le chiese d'oriente, come si prova dire Agios, che si cantava in gre-
per la sua confornjilà colie litur- co e in latino Agios o Theos, San-
gie orientaU , e perchè i primi ctus Deus; \\ Kyrie eleison; il
vescovi delle Gallie furono quasi canto Benedictus, ch'è chiamato
tutti orientali. Si hanno sei monu- la profezia di san Zaccaria ; la

menti comprovanti questa antica colletta, due lezioni, l' una tolta
liturgia gallicana; cioè quattro mes- dai profeti, e l'altra dalle epistole
sali o sacramentari, un lezionario, di s. Paolo, un' epistola, il respoa-
ed una esposizione della messa. Il sorio, V Agios, r evangelio, il San-
cardinale Bona aveva dato indizio ctus, una preghiera generale per
eli due de'messali suddetti, Rer. liturg. gli assistenti fatta dal diacono, la
lib. I, e. 12, n. 6. Il p. Tommasi colletta intitolata: Collectio post
poi cardinale ne trovò un terzo precein; il licenziamento de'catecu-
e li fece stampare tutti e tre in meni e dei penitenti, il prefazio,
Boma nel 1680, in un volume una colletta, l'oblazione, un'antifona
solo col sacramentario di s. Gelasio o un cantico che s. Germano chia-
I ed il p. Mabillon li fece ristam-
; ma Sonunt, l'invocazione sui doni,
pare a Parigi nel i685 nel suo la commemorazione dei vivi e dei
libro intitolato: De lilurgia galli- morti ; la colletta Post nomina, il ba-
cana. Lo padre pubblicò nel
stesso cio di pace, e la colletta Ad pacenij
primo tomo del suo Museiiin ila- il prefazio intitolato Contestalo, e
licum, il quarto messale eh' egli qualche volta Invnolatio j il San-
trovò nel monastero di Bobbio, e ctus, il canone intitolato Collectio
Liber sacrai'ientornni Ec-
l'intitolò: post Sanctus, la frazione dell'ostia
desine gallicanae o semplicemen- , e la mescolanza del calice, durante
te Sacramentariuin gallicanum. Il la quale si cantava un'antifona det-
quinto monumento, ch'è il leziona- ta Coiifrac tori uni, lui piccolo pre-
rio, che il p. Mabillon trovò nel fazio, l'orazione domenicale, il Li-
monastero di Luxen nella Franca bera nos Deus onviipolens, la be-
Contea, è nel suo secondo libro nedizione solenne del vescovo o
sulla lilurgia gallicana alla pag. del sacerdote data all'assemblea; la
97. Il sesto monumento è una comunione del popolo, durante la
esposizione della messa fatta da s. quale si un salmo o un
cantava
Germano di Parigi, o piuttosto un cantico; l' orazione chiamata Coii-
estratto di due lettere di questo sumatio niissae, ovvero Postcom-
santo vescovo, trovate nel mona- munio, eh' era alcune volte prece-
stero di s. Rlartino d'Autun, e che duta da un'ammonizione, il licen-
il p. Martene ed il p. Duraud ziamento cioè del popolo. Anche
hanno pubblicato nel quinto tomo il Bergier dice che la messa gal-
del Tesoro degli aneddoti. In que- Ileana che fu in uso nelle chiese
sta liturgia la messa incomincia con delle Gallie smo all'anno 718, ha
un'antifona intitolata: Praelegere, piìx rassomiglianza colle liturgie o-
perchè essa precedeva le lezioni. rientali, che coli' ordme romano.
LIT LIT 61
Aggiunge, che si pensa con molta emanò un editto a' i5 ottobre,
probabilità, che ciò sia derivato espresso in questi termini , e che
perchè i primi vescovi che predi- tanto onora la pastorale sua sol-
carono la fede nelle Gallie, come lecitudine. « Dal primo giorno del-
s.Potino di Lione, s. Trofimo di l'anno 1840 la liturgia romana
Arles, s. Saturnino di Tolosa, ec. sarà propria della diocesi di Lan-
erano orientali. Certamente essi sta- gres. Dal detto giorno ofilcio, rito,
bilirono nelle chiese che fondarono canto, cerimonie e tutte le cose
una liturgia simile a quella cui e- spettanti al culto si faranno secon-
rano avvezzi. JNei monumenti che do le regole della liturgia roma-
si conservano, si trovano le stesse na. I sacerdoti che finora hanno
espressioni e le slesse cerimonie, recitato il breviario d'ordine del
per conseguenza la stessa dottrina R.mo monsignor dOrcet nel i83o,
come in tutte le altre liturgie. Deb- potranno colla slessa recita soddis-
besi con ogni diritto di presente fare all'obbligo; ma noi li esor-
al venerabile episcopato, ed al ri- tiamo, e sarà meglio, che tutti usi-
spettabile clero di Francia il giu- no il breviario romano ". A que-
sto e meritato elogio, che siano sta concessione fatta in grazia di
sopra ogni altro intesi nel farsi coloro che recitavano privatamen-
in tutto dappresso alla Chiesa ro- te, posero fine in seguito gli statuti 'A'

mana, non pure a seguirne ''


le dot- sinodali del 1842, ne' quali legge-
trine e gl'insegnamenti, ma eziandio vasi la seguente ordinazione. » To-
le pratiche e le costumanze, per es- gliendo affatto qualunque varietà
sere d'un' anima sola e di un solo nella recita del divino uflìcio, sta-
cuore colla medesima. Una convin- biliamo, che tutti e singoli coloro,
cente prova di questo ci viene i quali sono tenuti alla recita o sal-
somministrata dalla sempre più cre- meggio delle ore canoniche, dal
scente tendenza che si appalesa di giorno 29 giugno del presente an-
introdurre nelle ecclesiastiche fun- no 1842, in perpetuo siano obbli-
zioni, nei misteriosi riti^ e nelle gati alla recita e salmeggio tanto
venerande cerimonie tale uniformi- in coro, quanto fuori di esso, se-
làj che tutte le chiese della Fran- condo il rito romano". Dalla qual
cia non sieguauo altra liturgia fuor- epoca entro tutta l'estensione delia
ché la romana pel culto di Dio, diocesi di Langres sono in vigore
essendo corrispondente l'impegno tutti quanti riti della Chiesa
i ro-
per lo studio della liturgia. mana, vaie a dire, circa il messa-
Nel lySi furono introdotti nel- le, breviario, lituale e cerimoniale,
la diocesi di Langies messale e bre- con plauso di tutti i fedeli. Abbia-
viario molto differenti da tali libri mo del lodato odierno vescovo lap-
romani. D'allora in poi la recita plaudito opuscolo: De la qiitstionli'
del divino offizio andava soggetta lurgique. Deuxième édition, Paris
a molte diversità di costumanze, e raars 1846. In questo libro si loda
nel i83o fu dato alla luce un nuo- l'abbate di Solesme Queianger, per
vo breviario a somiglianza del bre- le sue Jiistiiulions lilurgiques, favore-
viario di Parigi. Nel 1889 poi l'at- voli alla liturgia romana e contrarie
tuale vescovo di Langres, l' ottimo alle moderne liturgie francesi.

monsignor Pietro Lodovico Parisis, A' 12 gennaio i845 il vigilante


62' L T I LIT
od csemplnr vescovo di Périgueiix, come voi delle litin-giche divergen-
nionsi^nor Gio. liiitlistn Massonais, ze che distruggono la bellezza di
j)iil)l)lic(> un editto, diretto speci.d- una chiesa. Suitaniente geloso del-
mentc .il clero, intorno ni listabi- la gloria della nostra sposa, noi de-
liinento delia liturgia romana nella sideriamo sin da gran pezza di re-
sna diocesi, che è del seguente ini- stituirle l'antico splendore, renden-
potlanle tenore, voltato dall' idio- dole una unità che formerà la sua
nm francese in lingua nostra. >» Nel forza e vita. La romana unità hu
proclamare il lilotno della nostra sorriso al nostro cuore vescovile
chiesa all'antica litingia romana ,
rammentandoci i voti, i timori e
noi crediamo, cari e dilettissimi coo- le speranze espresse dal primo dei
peratori, di annunziarvi una notizia pastori nella sua lettera all'iirime-
che voi accoglierete con una solle- diato illustre predecessore nostro
citudine tutta liliale, e che ralle- Gregorio XVI,
(lettera del Pontefice
grerà l'animo palerno del padre Sludium pio prndcntiqtie, a monsi-
comune de' fedeli, di sna Santità gnor Goiisset attuale arcivescovo di
Gregorio XVI. Voi sapete, dilettis- Reims, de'6 agosto 184^5 per aver
simi fratelli, come dopo il concilio ripristinato la liturgia romana , e
provinciale di Bordeaux del rTBj, riportata negli Annali delle scien-
i libri liturgici romani di s. Pio V ze religiose voi. XVII, p. 2 55). I
furono da tutta la provincia adot- voti del successore di Pietro saran-
tati. La chiesa di Périgueux li con- no compiuti, saran dissipati i limo-
servò sin verso il termine dell' ul- ri, realizzate le speranze in questa
timo secolo. Fu allora che appar- bella diocesi, che egli alla pastorale
vero il breviario di cui tutt' ora nostra sollecitudine ha confidata.
facciamo uso , ed il messale peri- Noi dovremo ciò a' nostri venera-
gordino, che in moltissime nostre bili fratelli, i canonici ed il capi-
parrocchie non è alFatto usato. Uno tolo della nostra cattedrale. Noi
de' nostri pi'edecessori, confessor ve- per questo motivo gli abbiamo riu-
nerabile della lede, non potè com- niti in assemblea capitolare il i4
piere l'opera incominciata, a moti- novembre i844) ^ ^^po di aver
vo della sua gloriosa persecuzione loro esposto prima d'ogni altra co-
e del suo nobile esilio. Cessata la sa i desiderii del vicario di Gesù
tempesta, il concordato, le nuove Cristo in terra, indi la nioltiplici-
circoscrizioni, e il ristabiliniento del tà dei riti che sono in uso nella
culto, ciascuna chiesa riprese e con- nostra diocesi, e la quasi totale pe-
servò gli antichi libri della sua dio- nuria dei libri liturgici perigordi-
cesi : anzi nelle pastorali nostre vi- ni, si è di comune accordo stabi-
site abbiamo veduto libri liturgici lito che la Périgueux ri-
diocesi di
romani, perigordini, sarladesi, limo- tornerebbe alla liturgia romana. Noi
sensi, ec. 11 solo canto romano si ne abbiamo benedetto il Signore,
è mantenuto sinora puro ed in- e ne ringraziamo i venerabili nostri
tatto in quasi tutte le nostre chie- fratelli, che han voluto confidare
se. Sin dacché la provvidenza di- alla nostra prudenza l'esecuzione di
vina ci ha posto per vostro capo , cos'i grave provvedimento. Ben et
quante volte, pii e zelanti collabo- accorgiamo che un cambiamento
ratori, abbiamo gemuto con voi e siffatto non può essere l'opera d'uà
LIT LIT 63
giorno, e che parecclii anni saran- bero misterioso della Chiesa, cui
no necessari a compierlo inliera- le tempeste polraimo agitare , ma

niente in tutte le chiese della no- non rovesciare giammai. Più un


stra diocesi. Tuttavolta iiell'abbrac- ramo è vicino al tronco, maggiore
ciare la romana, non pos-
liturgia n' è la forza e la vita. Un clero

siamo dimenticare santi che han- i teneramente unito al suo vescovo,


no illustralo le antiche chiese di strettamente unito egli stesso alla
Pcrigueux e Sarlat. Fa rem ricer- cattedra pontificale,è la fortezza
care, raccorre e coordinare questi inespugnabile, è 1' armata disposta
preziosi uflicii, per comporiie un a battaglia, di cui parlano i nostri

Proprio ad uso della diocesi. Com- santi libri. Ella si alza e cammina
piuto, esaminato ed accolto che come un solo uomo, sempre invin-

sarà il lavoro, lo sottoporremo al perchè ha un sol cuore ed


cibile,

sommo PonteHce, affinchè, dopo ri- un'anima sola. Gli Uomini della
cevuta la sua approvazione, possa Chiesa, edificati, afforzati, si glorie-

essere stampalo e riunito ai libri ranno, e i suoi nemici umiliati ci

liturgici romani. Solamente allora rispetteranno. A tal uopo, dopo di


il breviario di s. Pio V diverrà aver conferito co' nostri venerabili
obbligatorio in tutta la estensione fratelli, i canonici e il capitolo del-

della nostra diocesi. Noi conoscia- la nostra cattedrale, ed invocato lo


mo, cari cooperatori, le fatiche del Spirito Santo, noi abbiamo stabili-

laborioso vostro ministero ; così noi to e stabiliamo quello che siegue.

ci proponghiamo d'indirizzare al Articolo \. La liturgia romana è


sommo Pontefice quelle stesse do- Périgueux.
ristabilita nella diocesi di
mande, che anni sono gli furono II. li uniranno i
capitoloj a cui si

fatte da uno de' venerabili colleghi signori superiori de' nostri semina-
uell'episcopato (monsignor Parisis ri ed signori arcipreti
i si occu- ,

attuale vescovo di Langres ). Egli perà della compilazione del Proprio


ottenne il cambiamento di molti de' santi delle chiese di Pcrigueux
offici votivi onde sminuirne la lun- e di Sarlat. Questo lavoro sa-
III.

ghezza, e noi nutriamo la dolce fi- rà sottoposto all' approvazione del


ducia che il nostro comun padre sommo Pontefice. IV. Allorché il

sulla teira degnerà accordarci gli


si Proprio de' santi della diocesi sa-
slessi favori. I nostri desideri! sono rà stampato, il breviario lomano
couìpiuti, sacerdoti di Gesù Cristo, diverrà obbligatorio in tutta l'esten-
e la nostra gioia è grande, essen- sione della diocesi. V. Alla prima
doché la nostra chiesa di Férigord, domenica dell' avvento, ogni altro

sempre una nella sua fede, lo di- canto, da quello romano in fuori,

verià quanto prima nelle sue pre- sarà interdetto in tutte le chiese e
ghiere e cerimonie. Riuniamoci in- Ogni altro messale, tran-
cappelle. VI.
torno al trono di Pietro, il quale, ne quello romanoperigordino e sar-

secondo la parola dello stesso Gesù ladese, sarà interdetto alla prima
Cristo, non cadrà gianmiai. In un domenica dell'avvento i846- VII.
secolo specialmente in cui tutti gli Alla prima domenica dell'avvento
sforzi, con accanita abilità mirano 1847 non sarà più permesso in
a dividere per distruggere, strin- tutta la diocesi di Périgueux di
giamoci più che mai a questo al- servirsi di altri libri liturgici, fuor
64 LIT LIT
di quelli liturgici romani ". Questo per dare al Pontefice Gregorio XVI
tlociiiuento si legge nei citali //«- che regnava con tanta gloria, e che
naiì (h'ili: scienze religiose voi. XX, con sapienza governava la Chiesa di
Dio, un segno di attaccamento filiale
Nei medesimi Annali, serie se- e dissipare suoi timori, nonché ap-
i

conda, compilata dai prof. Giacomo pagare desiderii espressi dai ca-
i

Arrighi, volume 1, pag. 127 e seg., nonici della cattedrale nell'adunan-


è riferita la bella lettera pastoiale za degli 8 dicembre 1
844» aveva
di monsignor Giovanni Ireneo De- stabilito col loro consenso a' 17
pery vescovo di Gap, intorno al ri- marzo i845, che la liturgia roma-
stalfiliniento delia liturgia romana na tornasse nel suo vigore nel gior-
nella sua diocesi. Incomincia la let- no di Pasqua dello stesso anno
tera col riportare un brano di (pian- nella cattedrale, e poi per tutta la

to il eli. Gueranger uno , de' più diocesi. Ad eliminare l'ostacolo che


«lotti difensori della liturgia roma- il breviario romano è piìi lungo
na, scrisse nella sua Dcfense des del gallicano, dice aver ottenuto
instUnt. Ulurgiques, il quale rimar- dal medesimo Gregorio XVI, con
ca essere divenuto il cuore de' fran- breve de'3 nìarzo, le debite auto-
cesi cattolici piìi tenero verso Ilo- rizzazioni e facoltà, per modificare
rna, invita a cercare la sola vera si- in modo il breviario romano, on-
curezza all'ombra della santa Sede, de non riesca più lungo di quello
e rammenta ai francesi dovere ri- di Gap. Loda poi ed esalta il ve-
nunziare tutti gli usi, ed accordarsi scovo i nuovi ufllci composti dopo
perleLtamente con essa per aver rice- Urbano Vili, ed osserva che non
vuto dai Pontefici romani la fede. cedono in nulla ai più belli della
Quindi dichiara che in obbedienza liturgia di Parigi, protestando che
ed agli sti-
alle costituzioni pontificie neir abbracciare nuovamente la li-
moli della propria coscienza, e per turgia romana, non voleva dimen-
dare non equivoca testimonianza di ticare le glorie religiose della dio-
attaccamento alia cattedra aposto- cesi, con fare rivivere il culto dei
lica, vuole rannodare nuovamente i santi che illustrarono le antiche
legami, che già strettamente univa- chiese di Gap e d'Embrun, laonde
no l'antica chiesa di Gap alla Chie- pubblicherebbe un Proprio acconcio
sa madre e maestra, rendendole la al breviario romano, per principiarsi
forma della sacra liturgia di cui ad usare il primo giorno del 184^.
fu spogliata nel 1764, ad onta In tal guisa le diocesi di Gap e
delle gravi lagnanze del capitolo d'Embrun anche nelle preghieie
della cattedrale e di tutto il clero faranno parte della Chiesa cattolica,
della diocesi, e ciò anco nel rifles- formando un solo coro d' invo-
so che la diocesi ebbe da Pio VII cazioni, di laudi, di cantici e di
racchiusa la metropoli di Embrun, rendimenti di grazie, f^. Francia
illustre per tanti titoli, e senqire e Galiia.
fedele a seibarsi unita alla liturgia Liturgia di Spagna o Mozzava-
romana, e così togliere lo scandalo bica. La liturgia di Spagna provie-
prodotto dalla diversità delle li- ne originariamente da quella di
turgie. Aggiunge il zelante vesco- Roma , dalla (juale avea ricevuto
vo, che mosso da tanti motivi, e i primi lumi della fede, come sap-
LIT LIT 65
piamo dalie lettere del Papa s. In- vere sotto la dura dominazione de-
noceuzo 1 a Decenzio, ed è perciò gli arabi o saraceni
;
per cui i cri-
che s. Isidoro, Officio eccl. lib. J, stiani furono chiamati rnixti ara-
e. 1 5, dice che l'officio delle chie- bes, cioè arabi mescolali, donde la
se di Spagna fu istituito da s. Pie- loro liturgia prese il nome di moz-
tro. Le cerimonie e la disciplina zarabica. A questo messale mozza-
delle stesse chiese ebbero origine rabico che conteneva alcuni errori,
romana ; ma quel regno essendo come quello della filiazione adotti-

stato invaso nel V secolo dagli a- va di Gesìi Cristo , succedette nel


lani, dagli svevi, dai vandali e dai secolo XI il messale romano -galli-
goti, vi ebbero allora due liturgie cano per provvidenza di s. Grego-
in Ispagna ,
quella delle antiche rio VII. Su di che sono a vedersi
chiese cattoliche tolta dalla roma- il Burlo, Brevis notilia p. lyS; il
na, e quella dei goti ariani tolta Lambertinij Del sacrifizio della mes-
dall' oriente e composta dal loro sa t. 11, par. IV, p. 222, e Fran-
vescovo Ulfilas giusta le liturgie o- cescantonio iMondelli nella disserta-
rientali. Credesi che s. Leandro ve- zione, Se s. Gregorio VII abbia
scovo di Siviglia ne abbia fatta una ragionevolmente insistito sulla abo-
nuova, secondo queste due prime lizione della liturgia mozzarabica
e secondo quella dei galli : s. Isi- nella Spagna, Roma 1792. Il car-
doro e s. Idelfonso gli diedero poi dinal Xinienes arcivescovo di To-
un grado novello di perfezione. Il ledo, temendo che non si perdesse
p. Flores nella sua Espana sagra- affatto la memoria del rito moz-
da t. Ili, diss. de la missa and- zarabico, ne fece stampare il mes-
glia de Espana p. 187 e 198, è sale a Toledo nel i5oo, ed il bre-
d'avviso che la liturgia di s. Lean- viario nel i5o2, e fondò nella cat-
dro uon fosse pvnito diversa dalla tedrale di Toledo una cappella, e
mozzarabica, e che trattone alcuni istituì dei canonici per celebrar
riti di poca importanza, essa nulla giornalmente quell'officio. 11 p. Le
avesse di comune con quella degli Brun dice eh' è in uso in sette chie-
orientali. Nell'anno 563 il concilio se di quella città, ma solamente pel
di Braga ordinò che tutti sacer- i giorno della festa del santo protet-
doti celebrassero la messa secondo tore. Però il portoghese Novaes as-
l'ordine mandalo dal Papa Vigilio serisce che il rito mozzarabico re-
al vescovo Euterio o Probuturo. Il stò in sei parrocchie di Toledo, per
concilio di Toledo dell'anno 633 memoria dell'antichitàj citando Al-
ordinò pure 1' uniformità e adottò varo Gomez nella Fila del cardi-
il messale ed il breviario che por- nal Ximenes lib. 2; Aguirre, Concil-
tano il nome di s. Isidoro vescovo Hisp. t. Ili, pag. 238, 256, 258 j
di Siviglia. S. Giuliano vescovo di Fleury, Hist. eccl. t. VII, p. 336:
Toledo, morto nel 690, ritoccò il e Lambertini, De serv. Dei bea-
messale che al pari del breviario I, cap. V, n. 6. Questo mes-
li/, lib.

fu detto gotico, perchè era all'uso sale mozzarabico stampato a To-


de'goti, e più comunemente nioz- ledo per ordine del cardinal Xi-
zarabico, dopo l'ottavo secolo, dal menes, non è mozzarabico puro,
nome ch'ebbero i cristiani, che pre- ma bensì una mescolanza di moz-
sero per necessità il parlilo di vi- zarabico e di romano gallicano; il

VOL. XXXIX.
66 LIT LIT
quale roraano-gallicano era stalo dominavano come nella Spagna.
portato in Ispagiia dalle principes- Quindi pure ne segue, clu- ss. i

se di Francia che ivi eransi mari- Lenndro ed Isidoio di Sivij^lia di


tate. Ma lultochè queste liturgie lui fratello, componendo la litingia
fossero molto conformi tia loro di Spagn.i, non misc^ro mano nella
erano tuttavia moltissimo diiTcrcnti sostanza di quella che esisteva pri-
in alcuni punti, come si lia da una ma di essi ; non fecero altro che
lettera che il p. Burriel dotto gesui- aggiungere delle preghiere, alcune
ta pubblicò intorno ai monumenti collette, dei prefazi relativi ai van-
letterari trovati in Ispagna. Si po- geli ed ai diversi giorni dell'anno;
tranno avere grandi cognizioni so- però il senso delle preghiere, i riti

pra questo punto, come pure so- essenziali, l'oblazione, la consacra-


pra molte altre particolarità intor- zione, r adorazione dell' Eucarìsiin,

no le antichità ecclesiastiche di Spa- la comunione ec. sono le slesse


, :

gna, nella raccolta dei manoscritti non sono dillerenli le conseguenze,


gotici dati in luce dal p. Flores. Il che ne risultano. La congettuia del
p. Lesley gesuita scozzese nel lySS Bona, che il rito della messa afri-
fece ristampare a Roma il messale cana fosse somigliante al mozzara-
mozzarabico, nel quale opuiò che bico della Spagna, suscitò la dispu-
li mozzarabico abbia servito di mo- ta tra gli eruditi, sostenendo altri
dello al gallicano ; ma il p. Le che il rito della messa africana
Brun che confrontò la messa moz- fosse in tutto simile al romano.

zarabica con la gallicana, e notò La messa africana proviene dalla


tuttociò ch'era comune all'una od latina, primieramente per avere ri-
all'altra, provò il contraiìo. Il p. cevuto la fede da Roma, e per leg-
Mabillon, De liturgia gallicana^ pen- geisi nel sermone 227 di Ago- ,ì.

sa che r ordine gallicano sia più stino e. 4 "^ ^'^ Pa^chath, la con-
antico del mozzarabico. Di fatto formità del rito africano col roma-
mostrò Le Brun, che nei quat-
il p. no, riportandosi dal santo dottore
tro primi secoli nella Spagna si è perfino le parole del prefazio , la

seguito l'ordine romano ; nel quin- pace data prima della comunione
to vi si stabilirono i goti. Ma que- ( rito da' mozzarabi tenuto prima
sti avanti di cadere nell'arianpsimo, del prefazio), la recita dell'orazio-
avevano ricevuto daH' oriente e spe- ne domenicale dopo la con'-aora-
cialmente da Costantinopoli la fede zione, e ciò che più monta la re- ,

cristiana, per conseguenza la litur- cita del simbolo, dopo essere stali
gia greca Martino arcivescovo di
: licenziati i catecumeni. Lasciando
Braga, Giovanni vescovo di Giro- la Chiesa a' vescovi la libertà di

na, s. Leandro arcivescovo di Si- variare opporttmainente, salda re-

viglia, i quali tutti contribuirono stando la forma essenziale del sa-


alla conversione de' goti sul fine crifizio, potè la chiesa d'Africa, nel-
del VI secolo, erano stati istruiti la sua stretta adesione alle osser-
nell'oriente. Dunque erano inclinati vanze di Roma, in qualche cosa al-

a conservare la liturgia gotica, ch'e- lontanarsi da quelle dello slesso ri«

ra introdotta, e si trovava confor- lo della messa. Si attribuisce l'ori-

me alla liturgia gallicana seguita gine della messa africana al prin-


nella Gallia JNarbonese, dove i goti cipio del secondo secolo , come la
LIT LTT 67
vera tlnrnla a tulio il secolo ot- tutte le chiese si credettero obbli-
tavo, epoca dalla quale Papi ri- i gate di conformarsi ? Questo mo-
conoscono la chiesa d'Africa varian- dello polexa essere fatto da altri ,

te dall'antica disciplina sotto il gio- che dagli apostoli? Gli eretici sepa-
go de' saraceni e de' patriarchi di randosi dalla Chiesa hanno ancoia
Alessandria. Nel l. VI de' Eollan- ri'^petlato la liturgia, cui i popoli era-
disti in principio del nic?c di lii- no avvezzali; allora solo introdus-
jjlio, vi è nn trattalo storico e ero sero i loro errori, quando furono
iiologico sulle antiche liturgie di sicuri che il loro ovile prevenuto
Spagna , de' goti , di s. Isidoro , e della loro dottrina, la vedrebbe sen-
sulle liturgie mozzarabiche e gre- za stupore comparire nelle pubbli-
che. V. Spagna, Africa. che pieghicre. Alterarono soltanto
Tutti i suesposti fatti dimosfia- un piccolo numero di liturgie, ed
no, che in nessun secolo, né in al- il modello originale conservato dai
cun luogo del mondo è stato mai cattolici servì sempre di testimo-
fàcile introdurre cangiamenti nella nianza contro i novatori. Quanto
liturgia. Dal ristretto compendio alla liturgia dei protestanti, dice il

delle liturgie, si vede che il senso, Bergier, che ciò che noi affeimia-
l'andamento, Io spirito d' esse sono mo circa 1' immutabilità della fede
sommamente uniformi, non ostante della Chiesa, fu reso evidente dalla
la diversità delle lingue e dello sti- condotta dei protestanti. Tosto che
le, la distanza de' luoghi e le ri- negarono presenza reale, ne vollero
la

voluzioni de' secoli. Nell'Egitto e più che messa fosse un sacrifizio,


la

nella Siria, nella Persia e nella hanno dovuto sopprimere le parole e


Grecia, in Italia e nelle Gallie, la le cerimonie della messa che attesta-

liturgia sempre celebrata dai sa-


fu vano la credenza contraria ; così lo-
cerdoti, e non dai laici, con augu- ro malgrado conobbero la forza di
ste cerimonie, e non come un pran- questi segni usati in tutte le chiese
zo comune. Scorgiamo ovunque al- del mondo, e professarono concor-
tari consecrati ed abiti sacenlofali; demente di romperla con esse. La
il pane ed il vino offerti a Dio co- prima cosa che fece Lutero, fu di
me destinati a diventare il corpo abolire in Wurtemberg il canone
ed il sangue di Gesù Cristo; l'in- della messa ; conservò soltanto le
vocazione con cui chiedesi a Dio parole della consecrazione, sebbene
un tal cangiamento; la consecra- continuasse a confessare la presen-
zione fatta colle parole del Salva- za reale, soppresse tuttociò che po-
tore; l adorazione del Sacramento teva dare V idea di sacrifizio. Tut-
espressa con alcune preghiere, con tavia conservò l'elevazione dell'ostia,
alcuni gesti , colle incensazioni ; la lasciando la libertà di farla od om-
comunione considerata come rice- metterla ; questo articolo causò de!
vimento del corpo e sangue di Ge- rumore nel di lui partito; final-
sù Cristo; i nomi di vittima, sacri- mente credette bene di sopprimer-
immolazione, ec. Sarebbe av-
fizio, la. Zuiniglio e Calvino che nega-
venuto un tal fenomeno, se quan- vano la presenza reale, ritennero
do nel quinto secolo furono scritte per la cena la sola orazione dome-
le liturgie, non si avesse avuto un nicale e la lettura delle paiole del
antico e rispettabile modello , cui l'Eucaristia, abolirono tutto le p;i-
68 LIT LIT
iole e le cerimonie che Lufero a- hi Pi in Ginevra, e questa pure se-

vea conservato avanti e dopo la guirono costantemente i calvinisti

consecrazione. E mi co Vili in In- di F'rancia. Nella Svezia si stabili

ghilterra non avea messo propiia- subito il luteranismo sotto Gustavo


niente mano nella liturgia; ma nel 1, e fu abolita la messa; dopo molte
I
549 sotto Edoardo VI se ne fece dispute e cangiamenti pubblicossi
una nuova, in cui si levarono le nel i5j6 una liturgia che si avvi-
preghiere del canone e della ele- cinava molto alla messa romana ;
vazione dell'ostia; vi si presentò vi si prescriveva l'elevazione dell'o-

anche la comunione come l' alto stia, e dichiaravasi che nell' uso ri-

del mangiare la carne e bere il ceveasi il corpo e sangue di GesU


sangue di Gesù Cristo, e si peruìise Cristo. Il p. Le Bruu ci diede que-
di lare la cena nelle case private. sta liturgia nel 1. 7, p. 162 e seg.
Vi si conservarono gli abiti sacer- In progresso il luteranismo prevalse
dotali, nomi di messa e di alta-
i nella Svezia, ma i luterani dei di-
re, il pane azimo; ma si cambia- versi paesi del nord non hanno tra
rono molte preghiere, e si dichiarò essi alcuna forma fissa ed immu-
che il corpo di Gesi^i Cristo non è tabile di liturgia. Nei primi anni
che in cielo. L'anno i553 sotto la del corrente secolo in Prussia eb-
regina Maria, ch'era cattolica, fu bero luogo nuove liturgie, ed al
ristabilita la messa romana. L'an- presente in Germania vanno o- si

no i559 la regina Elisabetta, ch'e- perando altri mutamenti con nuo-


ra protestante, fece rimettere in ve sette. Perchè fossero poi adot-
uso la liturgia di Edoardo VI, vol- tate le liturgie degli eretici, furono
le che non fosse insegnato né com- necessarie in molti paesi leggi, mi-
battuto il doni ma della presenza naccie ,
pene, supplizi; niente di
reale, ma che fosse lasciato sospe- simile aveasi altra volta veduto : la

so. Quasi non vi si pose mano sot- messa romana, contro cui ta-nto de-
to Giacomo I, ma le gravi dissen- clamarono protestanti, non ha fat-
i

sioni sopravvenute sotto Carlo I to spargere sangue. Subito che un


in proposilo della liturgia, serviro- popolo fu cristiano, senza resisten-
no di pretesto per farla abbraccia- za ha ricevuto una liturgia che ,

re, e queste dissensioni continua- esprimeva fedelmente la dottrina


rono sotto Cromwell. L'anno 1662 degli apostoli giammai si mise ;

Carlo II fece regolare questa stes- mano alla liturgia senza cambiar
sa liturgia di Edoardo VI; vi di- di credenza, ed è stata sempre ri-
chiarò che il corpo di Gesù Cristo marcata l'epoca di questo cambia-
è soltanto in cielo; vi si mise la mento. Col consultare e confron*
preghiei'a pei morti in termini am- tare le liturgie di tutte le comu-
bigui, quindi molti eruditi inglesi nioni cristiane, ne risulta che non
scrissero molto contro questa litur- vi è alcuna prova piii convincente
gia. Non furono meno vive le dis- dell'antichità, perpetuità, immuta-
pule nella Scozia ; ma come vi bilità della fede cattolica, non solo
prevalsero i puritani o calvinisti circa i dommi contrastali dai pro-
rigidi, levarono le cerimonie; os- testanti, ma rispetto ad ogni altro
servano a un dipresso la stessa ma- punto di credenza. F'. Protestanti.
niera di celebrare che Calvino sta- In Inghilterra [Vedi) i Puseisti
LIT LIT 69
{^Vedì) , col ripristinare molte ceri- spinto dal rimorso di sua coscien-
monie e liturgie, si ravvicinano di za, pubblicò la confessione del suo
molto al cattolicismo e cammina- , fallo in una lettera indirizzata al
no a gran passi a riunirsi al ma- suo clero ilprimo marzo i844-
terno grembo della Chiesa cattolica: Con essa abrogò i suoi precedenti
il ravvicinamento e l'unione della ordini risguardanti la liturgia. Di-

chiesa anglicana colla santa Sede, chiarò che alla sola santa Sede
viene sperato dal gran movimento appartiene il cambiare o corregge-
cattolico eh' è nell' Inghilterra. L- re i riti della Chiesa, e confessò
tinam fìat ^ fiat. È noto come i ve- di avere fatto abuso della propria
scovi della chiesa scismatico-slava autorità, come di aver traviato e
nelle provincie che appartengono scandalezzato. Invitò quindi tutti

alla Polonia^ riuniti in sinodo a a ritornare alle antiche e consue-


Zamosch nel
1720, sotto la presi- te cerimonie della santa messa, san-
denza del nunzio apostolico, si ri- zionate da un lungo uso ; non che
conciliarono colla Chiesa romana, a conformarsi al libro intitolato :

modificando alcune parti della mes- Ordine degli offici della Chiesa,
sa e della liturgia decisioni che , compilalo dal predecessore Ferdi-
furono confermate da Benedetto nando, giusta i libri della messa
XIII. Al governo russo che regge , pubblicati dal sinodo di Zamosch.
a' nostri giorni alcune di queste P. Russia, Scoiavoma, Illibia,
provinciCj co'suoi sforzi venne fatto Ruteni. Quanto ai libri sacri e li-

di condurre l'alto clero del paese turgici , dicemmo di


oltre quanto
a ritornare agli antichi riti. La sopra ne parlammo in diver-
,

qual cosa produsse nel 1889 la si articoli, come a quelli di Li-


desolante apostasia di tre milioni di bro e Librerie, non che come si
fedeli indotti nell'errore pei ma- ornavano e custodivano. Chiama-
neggi e per l'esempio de' loro pa- si liturgista quell'autore che trat-
stori. La sola diocesi Chelma
di ta delle diflerenli maniere di cele-
era rimasta fedele e sommessa al brare r uflizio divino in ciascun
sommo Pontefice. Situata sulle fi'on- leropo, in ciascun paese, ed in
tiere di Polonia, e poco dipoi sot- ciascuna chiesa, come fra tanti so-
toposta al dominio russo, erasi pre- no Durando, Amalario, Gabriele
servata dalle influenze scismatiche. Biel , il cardinale Bona ,
Moléon
Ora a forza di pretensioni^ e pro- aulove de' Piaggi li lurgici in Francia,
babilmente ancora a forza di mi- Bocquillol, de Veri, Le Brun , ed
neccie, si giunse al punto di rin- altri di cui facciamo menzione ai
condurre Feliciano Szumborski ve- loro luoghi, alcuni de'quali andia-
scovo di Chelma ad ingiungere al mo a registrare nel seguente no-
clero della sua diocesi, a' 12 ago- vero, cioè di alcuni de' principali
sto 1841, il ritorno ai riti usali autori di classiche opere liturgiche.
prima del sinodo di Zamosch, sen- Mai sarà lodato abbastanza il bar-
sa però proscrivere l'obbedienza a! nabita e consultore della congre-
Papa. In fatta opportunità il
s'i gazione Bartolomeo Ga->
de' riti

prelato agi innocentemente e peccò vanto [Fedi), perchè giustamente


solo per eccesso di confidenza. Pen- ha esatto sempre ed esigerà da
tilobi però, da coraggioso pastore. tutta la posterità il nome di padrs
70 LIT Li T
dtUa liturgia. Per riferiie solamen- bri duo, auctore Jouune Bona S,
te ciò eli' è al nobtro proposito e R. E. cardinali ìiac novissima edi-
tacere qui le sue virtù morali, ol- tione recoguilis, aneti notis, obser'
tre all'essere slato egli impici^alo valionibus , ac perpetuo f're. com-
da Clemente Vili ed Urbano Vili mentario historico , critico, dog'/ìa-
nella ricognizione ed emendazione lico illustrati eie. studio et labore
del breviario romano insieme coi d. Roberti Sala ec. Nella prela-
più eruditi del suo tempo, fu zione il celebre p. Sala non solo
mentre visse l'oracolo di tutto l'or- premise la vita del cardinale, ma
be cattolico consultato da tutte
, alcune importanti notizie sull'ope-
le chiese e da lutti gli ordini. ra del medesimo. Per venire sol-
Dopo morto, liturgisti che l'hanno i tanto alla parie bibliografica dei
seguito, non hanno fatto che bat- liturgici, dice il p. Zaccaria che il

tere le sue pedate; ed i più cele- p. Sala in tal opera ci diede un


brisi hanno fatto un pregio anche catalogo degli scrittori e cattolici
di commentare le sue opere, come ed eterodossi, i quali hanno della
il chiarissimo p. Menati ( Vedi): littngia trattato. L' uno e 1' altro
onde a ragione il gran Benedello (jui inseriremo con alcune poche
XIV, inforuiatissiino della scienza giunte, le quali sono del Zacca-
liturgica, lo saluta co' termini della ria che le distinse coil'asterisco * co-
più alta ammirazione: una pa-
in me pur noi faremo. Dai cattolici
rola, il nome solo di Gavauto equi- si dark principio, e lasciando i

vale alla lode la più compiuta in libri liturgici, de' quali si ha una
questo genere. Cos'i scrive di lui buona notizia nel prospetto d' un
il dotto liturgico Ferrigni-Pisone, Tesoro liturgico pubblicato nel
Il Giovanni Bona [Fedi)
cardinal i74Sdal dotto gesuita p. Azevedo,
visse santamente, fregiato di rara ed anco gli scrittori greci. Quindi
dottrina, massime nelle opere li- il Zaccaria divide gli scrittori litur-
turgiche, di cui ce ne lasciò as- gici in due classi, cioè gli antichi
sai applaudite ne scrisse la vita : sino al secolo XV, ed i moderni
in latino Luca Bartolotti, che fu dal secolo XV sino a'suoi giorni,
stampata ad Asti nel 1677. Il ce- e nel seguente modo.
lebre p. Francesco Antonio Zacca- Scrittori antichi delle cose litur-
ria, nel t. IV della Storia lettera- giche. I. S. Isidoro di Siviglia;
ria d'Italia a p. 63 scrive: sicco- scrisse due libri de dii'inis offìciis.
me ad illustrare in tutta la esten- Il Baronio s'indusse a crederla o-
sione dell'argomento le cose litur- pera supposta al santo; ma da
giche, non abbiamo libro più atto di Braulione e da Idelfonso di Sivi-
quello che ne diede il celebre car- glia sono tra gli scritti di lui no-
dinal Bona cistcrciense, così dob- verati. 2. Ceda; un libro de offi-
biamo essere sommamente tenuti ciis, è tra le sue opere stampate
al p. d. Roberto Sala di Torino in Colonia. Quesnello diss. 6 in
cistcrciense, per la magnifica edi- s. Leoneni ì\l. n. 9, indegno il re-
zione che delle opere del cardinale puta di quel santo abbate; altrimen-
incominciò nel 1747 a pubblicare ti lo j^iiidicano il Valesio in Ann.
in Tonno in quattro tomi con que^ ad secr. 22
hist. 5, e. ; il Mabil-
»tQ titolo ; Rerum liturgicaruni li- lon saec. HI. Bened. par. I; ed 1]
LIT LIT •rt

Cave nella Storia letteraria ,


sec. se; la sua disposizione della mes-
VITI. Manca
questo lil>ro nella sa è il XL del libro de divi-
cap.
raccolta d'Iltoipio. 3. Albino Fiacco nis offìciis,ad Alcuino falsamente
o Alenino; mi libro de diviiiis attribuito, io. Reginone Prumiense,
offìciis più volte stampato, e di do- De disciplinis ecclesiasticis^ libro da
dici intieri capi accresciuto nell'edi- aggiungersi all'I Itorpio. 11. Berno-
zione lattane da Duchesne, va sot- ne abbate, scrisse un libro de officio
to il suo nome ; ma è opera cer- missae. * 12. S. Pier Damiani, il
tamente di autore ad Alcuino po- libro intitolato Dominiis vobiscum.
steriore di età. 4- Floro diacono: i3. Il Micrologo, scrittore del seco-
nella Biblioteca de'padri, ediz.Lugd. lo XI, su del quale sono a vedersi il

p. 62, t. XV, leggesi una sua spo- Mabillon in ord. Rem. t. II p. 5,


sizione in Canoncni missae , la ed il Cave p. 537. ìÌ^. Ivone Car-
quale è molto più copiosa in due notense. De ecclesiasticis sacramenlis
codici vaticani n. 927 e 1 3 j8. ac offìciis, et praecipuis per annuni
L'ittorpio l'ha tralasciata. 5. Wal- fcstis sermones XXXI. Altri suoi
{rido Strabene benedettino : abl)ia- libri mss. a questa materia appar-
nio di lui un libro de divinis offì- teneuli, rammenta Antonio Sande-
ciis, o sia de exordiis incrementis re. Bill. Belg. par. 2 ,
pag. 28.
rerum ecclesiasticarum . 6, Carlo i5. Idelberto vescovo, Cainien de
51. de sacrifìcio missae et ratione mysterio missae. Il Fabricio che nel-

ritunm Ecclesiae libellus in Alvui- la prima edizione della Bibliografìa


num. Wolfango Lazio lo stampò antiquaria avealo stampato sotto il
in Anversa con altri opuscoli del nome di Maurizio di Sens, cre-
medesimo argomento l'anno i58o, dendolo inedito, conobbe egli stessa
dice il nostro autore, o nel i56o, il suo errore e lasciollo nella ri-
come vuole il Cave, il quale non l'om- stampa. Onde non era bisogno
nielte ec. L' Ittorpio nella prefazione che rOudino nel t. II, Convn. de
alla sua raccolta rimprovera al Lazio script, eccl. e. 196, sei anni do-
i

d'averlo falsamente ascritto a Car- po facesse contro il Fabricio per


lo Magno, e dice essere lo stesso tal cagione tanto rumore. * Oltre a
libro del falso Alcuino, ma guasto. questo una breve sposizione del-
7. Amalario di Metz, De dii'ini'; le parti della messa , che manca
offìciis libri IV, il compendio dei neirittorpio. V. l'edizione delle o-
quali fatto da Gngliulmo Melmsbu- pere d'Ildeberto fatta dal benedet-
nense è mss, nella libreria Lambe- tino Beaugendte. 16. Ruperto ab-
tana. Eclogae in ordineni romanuni bate, De divinis offìciis libri XIF.
seti de officio missae. Queste man- * 17. Pietro cluniacense , Nucleus
cano nell'I ttorpio; stampelle il pri- de sacrificio missae. 18. Onorio di
mo il Baluzio, e dopo lui il Ma- Autun, Gemma animae. * 19. Ugo-
billon t. Il,- Mus. hai. p, 549. ne di s. Vittore, o altri che siane
Forse l'A malarie
autore di queste r autore, in Canoneni missae. 20.
è diverso dall'altio autore de'quat- Innocenzo III, De mysterio missae^
tro libri. * 8. Alcune cose alla mes- librivi, ommessi dali'Ittorpio. 21.
sa attinenti ha anco Piabano Mau- Guglielmo Durando o Purante^ /Jd-
ro ne'siioi libri ile islilutione cleri- tionale divinomm officioriim , va
corum. g. Remigio Aulisiodoren- aggiunto airiUorpio, siccome il se-
7* LIT LIT
guente. 22. Gabriele Bici, sposizio- cana, per la sua che «lampo ne!
ne Caiìonis niissac. Iltomdel Museo Italico. * 9. Eu-
sebio Renaudot, ci ha dato la
Scriltori vioderni delle cose raccolta delle Liturgie orientali in
lilurgiche. due tomi. * i o. Un Codice liturgico
di tutta Chiesa ha intrapreso
la
Raccoglitori di liturgie, ec. i. di pubblicare in Roma il dotto
Giovanni Coeleo , Specidiim aiiii- ab. Giuseppe Luigi Asseniani [Ve-
qnae dei'otionis circa missarn, i549, di); ne abbiamo già quattro volu-
e in Venezia 1572 con giunte con- mi. Noteremo che l' opera s'inco-
siderabili d'autori, per opera di Ni- minciò a stampare nel 17^1 con
colò Aurifico carmelitano. * 2. Wol- questo titolo: Codex liturgicus Ec-
fango Lazio pubblicò in Anversa clesiae universae ec. e fu compita.
i56o una raccolta di vari opusco- Questo codice universale è diviso
li. Fabricio, Bibl. andq. pag. Sqy. in quindici libri, in cui si ripor-
3. Giorgio Cassandro nel i5Gi die tano documenti nelle loro lin-
i

fuori in Colonia 1' Ordine romano gue originali con ima versione
,

de officio missae, il Micrologo, e latina e con note. Vi si trova la


la spiegazione delle voci ecclesia- storia degli autori sacri ed eccle-
stiche oscure. 4- Claudio de Sain- siastici del p. Ceillier in cui trat-
cles, nel i562 in Anvei'sa stampò tasi delle liturgie in uso presso la
una raccolta di antiche liturgie chiesa latina. Il Zaccaria ne avea
come di s. Jacopo e degli altri parlato nei precedenti volumi, e
apostoli, di s. Basilio Qlagno, di nel VI tornò a tenerne proposito.
s. Giovanni Crisostomo, e parecchi Scrittori dominatici in difesa
opuscoli de'padri e de' più recenti del sagrificio della messa, oltre i

scrittori greci sulla messa. 5. Mel- cardinali Bellarmino e Perron, il

chiorre Itlorpio, nel 1 568 in Colo- p. Gordon e gli altri controversi-


nia mise a luce la bella raccolta, sti. I. Girolamo Emser svevo
Scriptores de divinis offlciis, per De canone missae, Coloniae i533.
Giovanni Ferrari, ristampata con 2. Antonio Monchiaceno Pemocha-
giunte a Roma
iSgi e poi a nel re dottore della Sorbona, De sa-
Parigi nel Jacopo Pa-
1610. 6. crificio missae, Parigi i562. 3. II

melio, nel iSyi in Colonia in due vescovo Gaspare Casalio porto-


tomi divulgò il suo Lhurgicum, ghese, De sacrificio ?nissae, Vene-
che poi nel 1609 ristampò con zia 1 562, Anversa ec. 4- Michele Bre-
giunte e annotazioni. 7. Una rac- chingero, De augustissimo sacro-
colta di rituali e di libii liturgi- sancto missae sacrificio, ec, Au»
ci avea preparata il celebre Pan- versa. 5. Jacopo Bago fiammingo,
vinio, ma la morte l'impedì pub- De ven. Eucharistiae sacramento
blicarla. Oltre il nostro autore e gli libri tres, Anversa 160 5.
altri scrittori da lui citati, vegga- Spiegatori piìi generali della
si M. ]\Ia(Fei nell'opera
il della liturgia, delle cerimonie ec. i . Fra-
Verona illustrata, dove parla degli te Girolamo Savonarola scrisse ,

scrittori veronesi, p. 187. *8.Il Ma- in italiano un tiattato del sagrifi-


billon si approfittò molto di que- zio della messa che si stampò a
sta mss. raccolta, eh' è nella Vati- Firenze, e ristampò in Vinegia
LIT LIT 75
j547j e<J 1617. 1. Ago-
io Parigi i638. i3. Antonio Pallotla, Syn-
slino Palrizij De ritibus Ecclesiae tagnia, seu iractatus sacro rum ri-
libri Ues ad Leoneni Papani X, tuum caeremoniarum, Roma 64
et 1 i •

in Vinegia Roma, Colonia, ec.


, 14. Francesco Vanderveken, Canon
Cristoforo Marcello arcivescovo di missae, Colonia i644' i^- Giam-
Corfù se gli appropriò, V. il Ma- battista Casali, De veteribus cri-
billon, Conwì. in ord. Rom. p. 5, sli'anoruni ritibus, Roma i6^5 e
t. II Mus. Ital. Ne parla anche il 1647. 16. Oliviero Bonarzio, De
Bayle nel Dizionario alla parola de sacrifìcio mis-
horis canonicis, et
Grassis. 3. Corrado Bruno, De cae- sae,Anversa i653. 17. Francesco
remoiiiis libri sex, Rlagonza i548. Maria INIagi chierico regolare, De
4. Giovanni Stefano Durant pre- sacris caeremoniis obixi solitis in
sidente del senato di Tolosa, De Dei templis ac nionasleriis, Paler-
ritibus ecclesiae catholicae libri tres, mo 1654. 18. Zaccaria Pasqualigo
Boma 1591, Lione 1675, e in chierico regolare, Synopsis veteruni
più altri luoghi. Il p. Marlene e religiosorum rituum, Parigi i663. 19.
il Morlier, Es.sais de lillérature t. I, Giberto Grimaud, in francese scris-
p. 44 ^ seguenti, sostengono che il se della Sacra liturgia, Lione 1666.
vero autore sia il vescovo di Va- 20. Paolo Maria Quarti chierico
bres Pietro Danetj Dupin sta per regolare, Rubricae missalis romani
Durant. 5. Fiorenzo Vanderhaer, commentariis illuslratae, Roma 1674,
Antiquitalnm lilitrgicanini Synla- e Vinegia 1727. 21. Giovanni
gnia, Dovai. 6. Giambattista Scor- Grancolas dottor sorbonico. Del-
za della compagnia di Gesù, De l' antica liturgia, in francese, Parigi
sacrificio niissae, Lione 1616. 7. 1697. 22. Edmondo Marlene be-
Giovanni Visconti milanese, De nedettino, De antiquis ecclesiae ri-
aniiquis niissae ritibus, Milano 1620. tibus. 23. Lazzaro Andrea Bocquil-
8. Gabriele Albaspineo vescovo di lot, Traile historique de la litur-
Orleans, Observatiomun ecclesiasti- gie sacrée, ou de la Blesse, Parigi
carum, ed altri opuscoli, g. Barto- 1702. 24- Francesco Antonio Febei
lomeo Gavanto barnabita, Thesau- gesuita, Dissertationes de sacris
rus sacrorum rituum, Roma i63o liturgiae ritibus, Roma 1702. 25.
e in vari altri luoghi; poi illustrato De Moléon, P^oyages liturgiques de
dal dotto p. Melati chierico rego- ErancCj ou recherches faites en di-
lale, Roma 1738 e Venezia. No- verses villes da royaume, Lione
teremo che si ha pui'e il CompeU' 1707. 26. Claudio de Vert mo-
dio delle cerimonie ecclesiastiche naco cluniacense, in francese Spie- ,

del p. Gavanto
con le addizioni gazione semplice, letterale e iste-
del p. Merati, Venezia 1761 ed rica delle cerimonie della Chiesa,
altrove. * io. CI. Villette, Les rai- Parigi 1706, 27. Enrico Pissart
sons de Vofjìce €t des cérémonies, canonico regolare di s. Agostino,
(jui se soni dans l'eglise calholique Sacerdos evangelicus et expositio ,

apostolique roniaine, Parigi 161 i e rubricarum missalis romani, Colo-


Rouen i638. i r. Simon Vaz Barbo- nia 1708, 1723. 28. Pietro Le
sa, De sacrifìcio niissae, Lione 1637. Brun prete dell'oratorio di Parigi,
12. Luigi Navarino chierico rego- in francese, Spiegazione letterale,
lare , Agnus Eucharisticus, Lione storica e dotnmatica delle preci
^4 LIT , LIT
e tcrimonie cicliti messa ^ l'aiiyi sciluet, Gclatianutn, et anliqnunt
1716 tradotta, e riitaiii|);ita in Gregorianum etc, qui et ipiam cani
Verona. 29. Antonio Baldassarii aliarum grntium Uturgiis contulit
pesili la , Liturgia sacra dilucidata, ad confiriuandam prue caeteris ca-
Vinegia 1717 61723. 3o. Monsi- tliolicae Ecclesiae de Eucharistia
gnor Pompeo S.wnelli, Sopra i ri- doctrinam. Denique accedunt mis-
ti della lìicsin, Venezia 1725. 3i. sale gotlùcunij missale francorum,
Benedetto XIII, Opuscola liturgi- dico gallicana, et duo oninium ve-
ca, Roma 1726. 32. F. Serafino tustissimi Ecclesia rituales. Il Zac-
Capponi della domenica-
Poi-retta caria ne avea eruditamente pai la-
no, in italiano, Sacerdof in aeter- to nel t. I, p. 59 e seg. * 3. Della
num, o dichiarazione delle ceri- antichità e pregi del Sagramenta-
mo tic e delle vesti della messa, rio veronese pubblicalo dal p. Giu-
Roma 1729. 33. Monsignor Crispi seppe lìiancliiiii della congregazio-
arcivescovo di Ravenna , disserta- ne dell'ora torio nel t. IV d' .\iia-
zione De inysteriis evangeiicae legis stasio Bibliotecario, Dissertazione
et sacramenti Encharistiae, ac sa- apologetica tripartita del conte Gia-
crifidi missae, Roma 1729 e 1734. como Acami, Roma 748- * 4- Mon- i

34. Ignazio Antonio Palou, in lin- signor Domenico Giorgi, De li-

gua spagnuoia // sacerdote istrui-


, turgia romani Pontificis Roma. ,

to ed ammaestrato nelV antichità, * 5. Angelo Rocca, De sacra sum-


origine, autorità e pratica di tut- mi Pontificis coaimunione sacrosan-
te le cerimonie della messa, Va- ctam missam celebranlis , Roma. 6.
lenza 1738. 35. Prospero cardinal Pietro Casola, Rationale caeremo-
Latnbertini o Benedetto XIV, Trat- niaruni missae Amhrosianae, Mila*
tato del sacrificio della messa, poi no 4q9- 7- Carlo Sellala vesco-
1

recalo in Ialino, Roma 174^- 36. vo di Tortona, Spiegazione misti-


Euiiuannele Azevedo gesuita , Sy- ca de' riti ambrosiani appartenenti
nopsis dnctriiiae de sacrosanto mis- alla messa, 1612. 8. Lodovico An-
sae sacriticio a SS. D. iV". Bene- tonio Muratori, De ritibus anibro-
dicto XI F P. O. M. tam in no- sianae ecclesiae, dissert. LVII, t. IV,
no operts l'olumine, quani in aliis Antiquit. Ital. 9. Giuseppe Antonio
sparsint traditae, Romae 1 749- Sassi, Epistola de ritu inmissa am-
brosiana, Milano e Venezia negli
Illustratori di particolari liturgie. Opu<:coli del p. Calogerà. * io.
Giovanili di Giovanni, De divinis
Liturgie occidentali, i. Ugo Me- siculorum ofjìciis, 1736. Palermo
nardo benedettino, s. Gregorii AI. II. D. Mabillon, De liturgia gal-
Sarmine/ifarium con noie eiuditis- licana, Parigi. * 12. Lo stesso, let-
sinie, Parigi 1624. 2. Lodovico An- ifera De liturg-ae galUcanae abro-
tonio Mnralori, Liturgia romana gatione, toni. I, oper. poit. I. 5, pag.
Venezia 1748. Noteremo che que- 5i3. * i3. Giovanni Pian gesuita,
sto trattato sull'antica liturgia ro- Tractitwi de liturgia mozarabica,
mana confroiilata con quella delle Anversa t. VI julii, ristampato dal
altre nazioni , poita il titolo : Li- p. Bianchini in Roma. i4- Onora-
turgia romana vetus Irla sacra- lo ili ^. Maria, De liiurgiis Eccle-
mentaria complectens, Leonianuni, siae laliiiae, lib. 5, diss. 3, a. 3.
LIT L1 575
ì5. N. Floriot, Della messa par- Elmstad i652 e 1699, cosi Far
rocchiale ^ in francese, Parigi 1699. bricio, ma l'autore mette i552. 4<
Liturgie orientali, i. Leone Al- Gioacchino Hildebrando, De rilibus
lazio, De libris ecclesiasticis grae- sacris, dissertazione, Elmstad i655.
coriim, Parigi i645. Dissertazioni 5. Giovanni Friderici, Liturgia i'e-
due ristampale in Amburgo per ,
lus et nova, Jena i6o5. * 6. Nico-
opera di Giannalberto Fabricio nel lò Piero Sibbern, De libris eccle-
1712. * 2. Nicolò Raye gesuita, siasticis, e c^iiibiis latinae eccleslae
Dissertalio praelindnaris ad t. Il ritus cogiioscere licei, diatriba, Vit-
junii. * 3. Leone Ailazio, De
nas- temberg 1706. * 7. Ottingero, De
sa praesantifìcatoriim, 1684. * 4- riiu missae in magno Kairo, i. V
Monsignor Antonelli, Consultalio de Ilist. eccl. 53 e seg. 8. Gianner-
p.
coiniiìemoratione Romani Pontificis nesto Grabbe, De oblatione et con-
in puhblicis siipplicationibus, et sa- sccratione Eucharistiae, ac de litur-
crosancto missae sacrificio opiid gia graeca. Dissertazioni due coi
graecos cimi appendice, Roma 746. 1 frammenti di s. Ireneo; all'Aja. 9.
* 5. Eusebio ReiuiLulot, Dissertalio Cave, De libris et ofjiciis ecclesia-
de syriacis melchitariini et jacobi- sticis graecorum, nell'appendice alla
taruin litcìrgiis, l. li U tieni, liturg. Storia letteraria p. i
79 dell'edizio-
collect. Ora agli eretici si passi, il ne di Ginevia 1720. io. Cristiano
p. Sala nel V paragrafo della pre- PfalT, una disquisizione De liturgi-

fazione va gli eretici noverando , i ciis, missalibiis, agendis et libris ec-

quali di secolo in secolo dicbiarati clesiasticis ecclesiae orienta lis et oc-


sonosi nemici della liluigia. Il Zac- cidentalis vet. et modernae, in fine
caria inlese accennare quei soli, i dell' istituzione della Storia eccle-
quali hanno opere stampate di tal siastica, Tubinga 1721. 11. Giu-
materia, lasciando Lutero e qual- seppe Cinga in, Origini ecclesiasti-
che altro di simìl fatta. che. 12. Leijdegario Mi\yei , Exp li-
Editori di liturgie, i. Mattia catio compendiosa, literalis, histori-
Piaccio stampò un' antica liturgia, ca caeremoniaruni ecilesiasticaruni^
in Argentina nel iSSj. 2. Tom- Ziig 1737. Qui termina il Zacca-
maso Brett inglese, una raccolta ria, avvertendo, che più altri trar-

delle principali litmgie della Chie- rann(jsi da questi stessi autori.


sa cristiana, Londra 17 io. * 3. Il b. cardinale Giuseppe Maria
Giannalberto Fabricio, Litiirgiae ss. Tom masi ( Vedi), per la sua pro-
opostoUs Jacobo.Petro, Joanni,Mat- fonda scienza liturgica si meritò il

thaeo et oposlolicis viris Marco ac titolo di principe e dottore della


Lucae tribulae. Cod. apocr. N. T. liturgia della Chiesa occidentale, co»
parte 3, Ambuigo 1743. me si può vedere dal libro intito-
Impugnatori e dissertatori, i. Fi- lato : La difesa dei libri liturgici
lippo Morneo du Plessis, empio uo- della Cìiiesa romana, e della sa-
mo, De
sacra Eiicharislia. * 2. cra persona del ven. cardinale G.
Giorgio Dorscheo, Mysaria missae M. Tonimasi, Palermo 1723. Le
disputationi lilurgicae J. Georgii sue opeie furono raccolte dal p.
Herbert, Argentorali i643, oppo- Vezzosi teatino suo correligioso , e
sita. 3. Jacopo Hildebrando, De sa- stampate in Roma nel 174? «^^n
iris publuis Ecclesiae pninitivae^ qucolo titolo; Fen. viri Josephi Ma-
76 LIT LIT
riac Tlioimsii cler. reg. S. R. E. guaglio, massime della terza disser-
card, opera omnia eie ., in quo re- tazione, il eh. abbate Arcangeli, a
sponsoria, et antipìionaria roinaiiae pag. 337 e seg. del voi. XIII degli
Ecdcsiae ad rns. Codices recewmil, Annali delle scienze religione, B.o-
aodsque auxU Aato'iius Franrifcus ma i84i- Nella mentovata .5</'//o-
f-^ezzosi. Le opere lilurgiclie del grafia del Diclich, nella categoria
dotto e eli. d. Giovatiui Diclich delle opere liturgiche da prodursi
ceremoniere nella basilica aroipre- Deo ja^enle alla luce, vi è la rispo-
lale di s. Pietro, antica ed illustre sta del medesimo al Supplimento,
sede patriarcale di Venezia, e coo- e pili osservazioni sulla dissertazio-
peratore in cura aniniaruni, sono ne che dà l'idea generale della li-

più note di quello che possa ba- turgia, ed metodo di trattarla.


il

stantemente celebrarsi coi nostri elo- Non dobbiamo però passare sot-
gi ; le molte edizioni fatte di alcu- to silenzio le principali lagnanze
ne delle medesime, e in breve tem- scritte dal oh. Diclich sulle diver-
po esaurite, ne mostrano pienamen- se edizioni del suo Dizionario, e
te l'utilità ed il merito. Il novero sul citato Supplimento. i." Sull'e-
h\ legge in un foglio stampato nel dizione del Pagani di Firenze, egli

184I, intitolato Bibliografia lilur- si lagna che dopo il vocabolo De-


gica sacra, ove sono notate pure le dicazione vi sono due lettere che
opere inedite. Faremo menzione del avea collocate in vece al fine del
celebi-e Dizionario sacro liturgico primo tomo della seconda edizione,
che in Venezia nel 834-1 835 fu 1 ciò che portò altre conseguenze. Le
stampato per la terza volta, indi ri- dettedue lettere avrebbero avuto
stampato in Firenze. Da ultimo ha luogo immediatamente dopo l'ar-
dato di piglio a scrivere la promessa ticolo .Acqua, sua benedizione nel-
dissertazione intoino al bacio dei la vigilia dell'Epifania, di cui l'au-
piedi del Papa, siccome sempre in- toie pubblicò un piccolo rituale per
tento a difendere la Chiesa ne' sa- confutare la opinione di quelli
cri suoi riti e ne' santi suoi co- che avrebbero voluto soppresso
stumi. Sulla quarta edizione di Fi- tale antico rito dove vigeva, seb-
renze se ne fece una quinta in Na- bene egli fu sempre di parere
poli nel 1837 dalla tipografia Te- di non introdurlo ove non vi era,

tti, arricchita d'un quarto tomo di come non liturgia romana , do-
breve Siipplimenlo colla data del po la bolla di s. Pio V. In questo
1840. È questo lavoro del ca- rito voleva corretto a tenore di
nonico Andrea Feriigni-Pisone, che quanto scrisse Benedetto XIV, la
.•igglunse pure al supplimenlo tre rubrica intorno alla croce da im-
erudite dissertazioni ; la prima sul- mergersi nell'acqua, cioè che più
l'idea generale della liturgia ; la non si porterà da un fanciullo am-
seconda sui sensi della medesi - mantato di velo di chiesa, ma sib-
ma; la terza sull'origine e pro- bene dal diacono assistente alla det-
gressi della musica sacra ed ec- ta benedÌ7Ìane. Inoltre il Diclich
clisiastica . Delle due prime te- si gravò che in detta edizione fio-
memmo proposito nel principio di rentina fosse ommesso l'utile indi-
quest'articolo; di tutte e del sup- ce, che tanta fatica aveagli costato,
pUiiitato ce ne diede breve rag- e l'aggiunta in fine d'un competi»
LIT LIV 77
dio slorico sulla musica ecclesiasli- prete cardinale si trova sctfoscriiio
ca, perchè quanto aliabuso eli essa nella bolla spedila nel i i35 in fa-
ne avea traltafo all'articolo Mitiico, sore del priorato di s. Pietro tir

come eleicgenea all'opeia. 2." Sul IVanlo da lnnocen70 li. Il Cardella


l'edizione del tipografo Testa di che registra questo cai dinaie tra
Napoli, che in lutto si diportò quellidi Pasquale li, dubila che

come la fiorentina, dichiarò il Di- il nome di questo cardinale sia al-

clich dispiacergli non solo che l'ag- teralo.


giunto Siipplimento di moiisig. Fer- LITZA. v'^ede vescovile di Tes-
rigni sia stampato nel 1840,
stato saglia, nella diocesi dell' Illiria 0-
mentre l'edizione portando l'epoca rienlale , o sia Ci^arcato di Mace-
del 1837 diceva essere composta donia, sotto la metropoli di Laris-

di tre volumi, ma che si fosse col- sa, eretta nel IX secolo: chiamasi
la fiorentina lodata nei suddetti pure Jgraplia. Si conoscono dna
Annali^ mentre egli pojta opinio- vescovi, il primo sottoscrisse nel
ne che il suo Dizionario so(Ii"i i564 la deposizione del patriarca
piuttosto deperimento colle nomiiìale Jcasaph ; il secondo chiamato Giu-
edizioni, modellale più sulla seconda seppe sedeva nel 1721. Oritns christ.
edizione del 1824, che sulla memo- t. 11, p.129.
rata terza. Quanto a monsig. Ferii- LI Vello. Censo che si paga
gni, il eh. Diclicli rimarca che os- al padrone diretto de' beni stabili
servò brevemente solo alcuni arti- da chi ne gode il frullo. Dice il
coli dell'opera di seconda edizione Muratori nella dis.«ert. XXXVl,
e lo caricò di sarcasmi, ciò che egli che livelli
i anticamente diievansi
non farà quando scriverà contro Enfiteusi {Vedi); rende ragione per-
il Suppli mento ; mentre la ter7a chè così chiamati, e parla dei li-
edizione era stata aumentata di velli perpetui, e dei livelli dati da-
cinquanta e più articoli e di molte gli ecclesiastici di Beni di Chiesa
correzioni, e perciò doveasi prefe- (Pedi), colle debite facoltà : P . Be-
rire alla precedente. KEPLACiTO APOSTOLICO c gli articoli
Chiuderemo quest' articolo col relativi, Feudo, Cekso, Congbega-
notare, che nel XI 1 de'citali
voi. z!0>'i DEL Concilio e de' vescovi be-

Annali a p. 807 si dà conto del- GOLAEi. Sull'origine della voce li-


l'opera pubblicata in Lione nel i838 i'cllo non conviene col Cujacio che

dal eh. ab. Chirat, curato di ]\eu- lo definisce Libellarium conti aduni
-ville,che porta per titolo Spirilo : esse venditicnem , quae sit scripiura
delie cerimonie della Chiesa j e che mterveniente certo pretio, eie. Dixi
nel voi. XI, p. 144 s' paila della scripiura inte/venientej brevi scilicet
Liturgia sa era o sia gli usi e le
^ scriptura; et inde ncmen. Il Mura-
antichità della Chiesa cattolica, col- tori giudica piuttosto essere nata
la loro signijìcazione tratta da' sa- la voce livello, dal libello, ossia
primi se-
cri libri, dagli scritti de' supplica, la quale si pojgeva per
coli e dadocumenti autentici
altri ottenere con titolo d'enfiteusi qual-
e codici rari, opera dei eh. Giu- che cosa immobile, e ne produce
seppe JMarzohl, e Giuseppe Schnel- erudizioni e prove. I romani anti-
ler, Lucerna iSSg. chi non conobbero le rendile per-
LITUSEiS'S, Cardinale. Litusens petue costituite, perchè l'imprestito
tH LIV LIV
<Ii tlennro con interesse era nd essi Pancrazio che trovossl al brigan-
peinicsso soitnnio sollo nlciine con- daggio d'Efeso nel 44q< soltoscri-
dizioni e modilicnzioni. Sulla fine vendoiie le decisioni, sebbene se ne
però dell'impelo, conosciuti ftiiono ritrattò nel concilio di Cabedonia
i censi imposti sopra fondi stnhili, nel 4^' ; Zaccaria che sottoscrisse
o i livelli, come si raccoglie da'co- nel 536 la .sentenza pronunziata
dici delle leggi romane nei titoli contro Antimo, nel concilio delle
dell* cnfìtensi. Negli antichi secoli, tre Palestine. Oriens chrixt. t. Ili,
molti pei- sottrarre la roba loro p. 6 7G,
dai pubblici aggravi, donavano iii LIVINO (s.), martire. Pio e dot-
sacri luoghi i propri beni, e fra to vescovo di Scozia, che passò in
poco ricevevano quegli slessi a li- I*'iandra a predicarvi il vangelo h-
vello, contralto che tornava in pio- Annunziando la parola
gl" idolatii.

fìtto delle due parti. I re e i prin- di vita, un gran numero


convertì
cipi scorgendo ciò fatto in frode e di pagani verso terrilorii di A- i

pregiudizio del loro fisco, vietarono lost e di Haulhem. Conservò sem-


talvolta tali livelli, ma poca forza pre una gran divozione verso s. Ba-
ebbero i loro editti. Anche sacri i vone, sulla tomba del quale a Gand
templi e le decime una volta si passò trenta giorni in continue ora-
davano a livello per la ragione del zioni prima di cominciare la sua
gius Patronnloi^P f(li). Chiamasi inol- missione ; e siccome in sua giovi-
tre livello cpiell'assegno vitalizio, men- nezza avea collivato la poesia, com-
sileod annuo, che godono le mo- pose un' elegia in onore di questo
nache, per disposizione de' loro ge- santo eh' era morto pochi anni pii-
nitori, parenti o benefattori, pei ma. I pagani trucidarono s. Li vi-
loro particolari usi e bisogni. no a Esche nel 6 "9, e fu sepolto
LIVIA
o LIBIA. Sede vescovile a Haulhem, lungi una lega in circn
della prima Palestina, nella diocesi da Gand. Nel 1006 le sue reliquie
e patriarcato di Gerusalemme, sot- furono trasportale a Gand nel mo-
lo la metropoli di Cesarea, eretta nastero di s. Pietro, e la sua festa
nel VI secolo. Commanville la chia- è segnata nel martirologio romano
ma Res!eon Ln-iae, e gli orientali a' \i noveml)re.
BelhHarant. Il Terzi nella Siria LIVIZZANI Giuseppe, Cardina-
narra 263, dice che Livia, cele-
p. le.Giuseppe Livizzani nacque in
bre città al di là del Giordano, nel- Modena da nobile famiglia dei
la tribù di Gad, fu così nominata marchesi di tal nome de' signori
da Erode Agrippa suo autore, e- di Livizzano, a'*20 marzo i6S8, e
mulando la vanità di suo padre, })er nel fiore di sua gioventù pertossi
render più chiaro il nome di Li- ad abitare a Roma, dove il cando-
via madre di Tibeiio cesare altri ; re de'suoi costumi, la dolcezza del
dicono che la chiamò Livia in me- tratto, la grazia e la soavità della
moria della sua seconda moglie. Fu favella, gli conciliarono inconta-
edificata per frenare le incursioni nente il favore de' grandi e dei
degli arabi, sul vertice di un mon- magnati. Fra coloro di cui incon-
te scosceso, poco lungi dal mare trò il genio, uno fu il cardinale
Asfaltide. ^'e furono vescovi Letaio Fienaio Imperiali, pel cui mezzo
che fu al concilio di Efeso nel 43 i ; ebbe accesso prPS.so il Papa Gle-
LI V L V I
79
mrnle XIT, die conosciutone il me- principe Odescalschi riporta a p.
lilo, fippena eltlto nel 1780 lo i6 della Descrizione (iella diaco-
fece seyitinrio ilella ci (la, quindi nia de ss. Filo e Modesto.
lo annoverò tra i suoi camerieri LIVIZZAKI Cahlo, Cardinale.
segreti, e nell'anno 1784 tra i refe- Carlo Livizzani nacque in IModena
rendari dell'una e dell altra segna- ilprimo novembre 1722, dal mar-
tura. Manifestatasi frattanto la sua chese Ippolito,e dalla nobil don-
integriti, e l'instancabile vigilanza na contessa Teresa Forni. In età
e destrezza con cui trattava gli giovanile chiamato a Roma dal
alTari, fu promosso a segretario '
marchese Giuseppe suo zio pa-
de' confini, ed a segretario del- terno, allora prelato, e poi come
la congregazione concistoriale e dicemmo nella precedente biografia
del sacro collegio. Ammiiando Be- cardinale, aflìne d'iniziarlo negli stu-
nedetto XIV la sua singolare a- di e nelle scienze, ne flsce profitto
bilità, lo fece segretario de' me- nel collegio ISazareno, e recitò due
moriali, nel qual cospicuo posto orazioni nella cappella pontificia,
palatino non gli riuscì diUicile di cioè nella terza festa di Pasqua a'4
incontrare l'universale soddisfazio- aprile 174') come con vittoje di det-

ne, attesa singolarmente l'alTaliiii- to collegio, e nel giorno dell'Ascen-


tà e buona grazia a lui connatu- sione a' 1
4 Di<''gg'o '74^> perchè
lale onde era usato accogliere i destinato dal maestro del sacro
p.
ricorrenti, e la celerità e diligenza palazzo, ed ambedue avanti Bene-
con cui li rimandava contenti e nedelto XIV. Questi nel 1746 lo
soddisfatti, ciò che per eseguire con fece canonico di s. Maria Maggiore,
maggior esattezza, rinunziò sponta- e nel giugno cameriere d'onore in
neamente la segreteria del sacro abito paonazzo, destinandolo nel
collegio, che per lo spazio di tre seguente anno ablegato a Lisbona
anni aveva ritenuta insieme con a portai-e la berretta rossa al car-
quella de'memoriali. In ricompen- dinal Manoel d'Atalaja quindi a- ;

sa finalmente del raro suo merito. gli II gennaio 1753 lo annoverò


Benedetto XIV a' 26 novembre ti a i prelati referendari. Successi-
1753 lo creò diacono cardinale dei vamente fu ponente del buon go-
ss. Vito e Modesto, confermandolo verno, e votante del supremo tri-

nella carica col titolo di pro-se- bunale della segnatnia di giustizia.


gretario. Applaudì Roma al-
tutta Clemente XIII nel 1766 lo ascris-
la sua esaltazione, ma non andò se tra' chierici di camera, ed in
guari che alla comime allegrezza premio delle sue fatiche, Pio VI
successe il lutto, perchè dopo circa nel promosse alla presi-
1778 lo
quattro mesi la morte lo rapì nel- denza d Urbino, col grado di pro-
la stessa città a' 20 venendo il 21 tonotario apostolico soprannumera-
marzo 1754, in età di sessantasei rio, ed a'i4 febbraio 1785 lo creò
anni. Il suo cadavere fu esposto cardinale diacono. Siccome il Liviz-
pei funerali nella chiesa di 8. Mar- zani erasi portato in Roma, così
cello, poi fu sepolto nella sua dia- fu spedito il corriere Andrea Novi
conia, in mezzo alla chiesa^ con al nobile parentado in Modena,
un semplice epitafiìo, scolpito so- colla notizia di sua esaltazione. Gli
pra una lapide sepolcrale , che il venne da Pio VI conferita per
8o LIV LIV
diaconia la chiesa di s. Adriano, e 1800 fu eletto Pio VII, che pre-
poco dopo fatto prefetto delle acque, cedette in Roma, ed assistè alla
paludi pontine e chiane; passato po- funzione del suo possesso. Il nu-
scia nel 1794 all'ordine presbite- mero 1 5j del Diario di Roma
riale, il Papa gli die in titolo la dice che il cardinale solfrendo da
chiesa di s. Silvestro in Capite. molto tempo in una gamba una
Lo di questa d. Giuseppe
storico piaga, questa chiusasi, gli umori sa-

Carlettinon solo gli dedicò l'opera lirono al petto, onde coi san^i sagra-
nel 1795 coH'arme del carduiale menti e benedizione apostolica, mo-
nel frontespizio, consistente in un ri d' anni circa ottanta il primo ,

leone rampante su sei monti, ma luglio 1802. INel numero i58 poi
a p. 9.12 ci diede alcune sue no- del Diario si descrivono gli onori
tizie, e nella dedica lo celebrò per funebri e quelli solenni resi al suo
la moderazione, la rettitudine, l'il- cadavere nella chiesa titolare di s.

libatezza de'costumi, la prudenza, Silvestro, ove si recò ad assistervi


ed altre doli ; di far parte di no- Pio VII, cantando la messa il car-
ve congregazioni cardinalizie (com- dinal FirraOj e facendo il Papa le

presa quella del s. officio), e di assoluzioni. Dopo la funzione fu


una delle quali fu prefetto ; di tumulalo nell'istessa chiesa, ove gli

essere proposto economia del


all' fu eretta un' iscrizione onorevole.
collegio e seminario romano, pro- Ivi pure si dice avere il cardina-
tettore dell' ordine cistcrciense, e le lasciato sua erede universale la
della congregazione riformata di congregazione di propaganda fide
s. Bernardo ( nel t. IX, p. 4'23, di cui era membro, beneficato i

Conùnuado Bull. Roin. abbiamo il familiari, e lasciato 1* annuo asse-


breve di Pio VI, Nos alias ad di- gnamento di cento piastre al cau-
riinenda dissidia, che conferma i datario, al cameriere ed al creden-
decreti dal cardinale fatti sulla ziere , oltre la celebrazione di mol-
controversia fra le provincie roma- te messe. Oi-a la nobile famiglia
na e piemontese di tal congrega- Livizzani è estinta per la morte
zione); del regno e collegio d'Irlan- di tre illustri individui mancati nel
da, della ed ordine agosti-
chiusa 184^5 ed era una delle pili illustri
niano in Matteo in Merulana.
s. ed antiche di JModena, che conta-
Dipoi fu fatto anco protettore del- va più di cinque secoli di antichi-
la confraternita del ss. Corpo di tà provata.
Cristo in Ascoli della Marca , e LIVORNI A. Croverno di Russia in
del monastero delle cappuccine in Europa, il di cui capoluogo è Ri-
Monte Castrilio. Invasa Roma nel ga [Fedi)i una delle provincie del
1798 armate repubblicane
dalle Baltico ebbe già il titolo di du-
:

francesi, e preso Pio VI prigionie- cato, ed al presente l' imperatore


ro, nel mese di aprile fu obbligato delle Russie l' annovera nominati-
il cardinale ripatriare, arrivando in vamente fra i suoi principati, insie-
Modena ai i 3 di detto mese, dopo me all'Estonia ch'era della Svezia.
un'assenza di cinquantaquattro an- Dividesi in cinque disti'etti, Arens-
ni, epotè rivedere il fratello primo- burg.Dorpat, Pernau, Riga e Wen-
genito marchese Paolo. Si portò al den. E in generale un paese pia-
conclave di Venezia, ove nel marzo no, non vedendosi che poche al tu-
LIV LIV 8 1

ree poco osservabili. La Dvvina del la metà del secolo Xlf, quando fu
«iid che traccia in parte il conline invaso dai danesi. Altri dicono, che
tneridioBale, ed il Pedez suo af- alcuni mercanti di Lubecca e di
fluente; l'Aa che attraversa la parte Brema furono i primi, che verso
centrale, ed il Pernau che scorre il I i58 penetrarono nella Livonia,
nel nord, ne sono i principali corsi affine di negoziare, e nella stessa
d'acqua, tutti tributari del golfo di occasione vi propagarono il van-
Livonia ; l'Embach è il più consi- gelo. primo vescovo del paese fu
11

derabile di quelli che si scaricano Meuardo o Mainardo, monaco e


nel Peipus. 11 golfo di Livonia, in- canonico di Segeberg, nativo di La-
ternamento del mare Baltico, le cui beck, che venne cousecrato dall'ar-
sono Abro, Ruuo e
isole principali civescovo di Biema, e stabilì la sua
Kin, per lungo tempo non fu fre- cattedrale a Uxckel ; a lui si at-
quentato che dai soli abit;mli delle tribuisce la predicazione delia fede.
sue coste ; verso la metà del secolo A questi succedette Bertoldo abbate
Xll una nave di Brema, spinla da cisterciensej il quale fabbricò la cit-

una tempesta sino all' imboccatu- tà di Riga, ed il suo successole


ra delia Dwina, lo fece in tal mo- Alberto I la fortificò. Fu questo
do conoscere ai tedeschi. Nella Li- vescovo che chiamò in suo aiuto i
vonia, come negli altri paesi vicini cavalieri Porla-spade o spadacci-
al Baltico, vi si osserva in gran ni di Livonia, l'ordine de' quali
quantità, sparsi qua e là, grandi avea avuto origine nel i
197 per
massi di granito o di gneiss. Le opera di Bertoldo, il quale riunì
riviere ed i laghi sono assai pesco- tale milizia cristiana per difendere
si ; le foreste abbondano di selvag- quelli che professavano il cristiane-
giume. Vi sono molti siti in cui l'a- simo, indi approvato nel 1204 o
gricoltura fece progressi, e che pre- i2o5 da Innocenzo 111. Alberto I

sentano un aspetto deliziosissimo. ricevette da essi i voti, e loro pre-


Conta questo governo circa 575,000 scrisse la regola cistcrciense, unen-
abitanti, che altri fanno ascendere dosi con per difendersi contro
essi

a 737,800, fra lettoni, livii, oggi gli abitanti del paese, ch'erano an-

assai diminuiti, estonii, originari del cora barbari e idolatri. Laonde que-
paese, tedeschi e russi. La nobiltà sti cavalieri molto contribuirono iu

numerosa, distinta pel suo spirito seguito alla conversione di parte


ed i suoi lumi, è quasi tutta di degli abitanti alla fede cattolica. 11

origine tedesca popolo in gene- ; il Rinaldi all'anno 1207, n. 4, nati'a


rale è povero e poco incivilito. Dal che Innocenzo 111 mentre dimora-
1804 la sol te del paesano, vero va in Viterbo, apprese la lieta no-
schiavo, si è molto migliorata; nel vella che per opera dell' arcivesco-
1823 quasi ottantamila ricevettero vo Lundense, da lui mandato in
la loro libertà. Evvi una università Livonia, gli abitanti aveauo abbrac-
a Dorpat, e nelle altre città vi so- cialo la fede e tutti ricevuto il bat-
no de' tribunali civili in cui si ren- tesimo. Indi all'anno 1220, n. 38,
de giustizia. Pviga è la sola piazza dice che Onorio spedì nella Livo-
in cui si fa un esteso commercio. nia, Estonia e Prussia predicatori
Questo paese restò sconosciuto evangelici, scrivendo agli abbati,
al restante dell'Europa sino dopo preposti e priori cisterciensi che iu
VOL, xxxix. 6
8z LIV LIV
tale oj)(>ia ponessero tulio il loro 17.61 <:<il nome di Urbano IV. Al-

zelo. Autorizzò il Papa i vescovi tro legato in Livonia l"u Isidoio

ad inviarvi religiosi col consenso arcivescovo di Kiovia poi cardina-


de' loro superiori, pel vantaggio spi- le, per destinazione di Eugenio iV.
rituale dei livonii, cojieedendo al- La Livonia restò sotto il domi-
trettanto per r Estonia al vescovo nio del gran maestro dell' ordine
Kevellese. Indi il Rinaldi all'anno Teutonico [Fedi) per più di tre-
i?.22, n. 4o, racconta che venendo cent'anni e veniva governala da
,

i cristiani di Livonia tril)olali e un maestro |)arlicolare; ma nel


neramente perseguitati dai pagiiiii, \~M?) Guglielmo di Pleltemberg
Onoiio 111 con sue lettere incitò i XLI maestro particolaie di Livo-
sassoni contro di essi, concedendo nia, mediante una sf)mina- di de-

a chi prendeva le armi, le indul- naro pagata ad Alberto margravio


genze concesse ai crociati di Terra- di Brandebiugo, gran maestro del-

bunla riprendendo cavalieri tem-


;
i l'ordine teutonico, diventò sovrano
plari, perchè recavano danni ai no- della Livonia, venendo anche crea-

velli cristiani di Livonia. iNel 1220 to principe dell' impero. Altri scri-

Onorio IH spedi legato apostolico vono, che avendo Alberto abban-


in Livonia con ampie facoltà il ve- donato la religione cattolica per se-
scovo di Modena G agli timo [redi), guire gli errori di Lutero, sposan-
p(ji da Innocenzo IV creato cardi- do una sua concubina, i cavalieri

nale. Dell'immenso bene ch'egli foce porta-spade mediante una somma


in Livonia e nelle altre limitrofe re- di denaro si libeiarono dall' obbe-
gioni, ne parlammo alla sua bio- dienza dell' ordine teutonico nel
grafia. Non trovandosi i cavalieri i525. Quindi cavalieri governa-i

lìor La- spade abbastanza forti per rono la Livonia a mezzo de' com-
difendere i livonii cattolici contro mendatori , sotto l'autorità d'un
gì' infedeli, si unirono ai cavalieri proprio gran maestro, i'oco tempo
dell'ordine teutonico, ciò che ap- dupo Ivan IV gran piincipe di .Mo-
provò Gregorio IX nel 1237; ed scovia e primo czar, incominciò a
in tal modo la Livonia fu sogget- devastare la Livonia, ed entrato
tata al gran maestro dell'ordine, egli stesso nella provincia alla testa

che poi fissò la residenza in Prus- d'una numerosa armata, s'impadro-


sia, dai cavalieri teutonici conqui- iii di molte piazze manomise il ,

stata. Pel contrario i vescovi di paese per alcuni anni, e fece pri-

Prussia furono sottomessi all' arci- gione gran maestro dell' ordine
il

vescovo di Riga, in qualità di suf- Guglielmo di Furstemberg. 1 ca-


fragane!, ma ciò succedette molto valieri porta spade elessero in sua
tempo dopo. 1 vescovi di Livunia vece Guglielmo o (ìoltardo Keller
divennero suffraganei dell'arcivesco- oKottler, che vedendo di non po-
Mo di Gnesna, ed ebbero successori tere resistere ai moscoviti, chiamò
sino agli ultimi anni del secolo pas- in suo soccorso Sigismondo li re
salo. Il Papa Innocenzo IV nel di Polonia nel i557 U quale ai ,

I25i nominò legalo apostolico Ja- consenù di prendere le armi in di


copo Pantaleoue, e 1' inviò in Po- lui favore, a condizione che la Li-

uierania, Livonia e Prussia , nieri- vonia venisse ceduta allft Polonia


laudù di esseìe elello Puulcfice nel ed al granducato di Lituania. 11
LIV LIV 83
timore ilicadere nelle luani de' nio- vescovo di Livonia a' 22 giugno
scovili, obbligò il tnaeslio dell'or- 1733. Giuseppe Puzina fatto ve-
dine iiollrt Livoiiia ad accettale il scovo nel 174*^ Antonio Cesimi-
duro |)aitito, riccveudo in cambio IO Oslrowski d'Ostrou diocesi di
J' invesliltJia dc^i ducali di Cuilan- Posnania, eletto nel 1753. Stefano
dia e Seinigallia, facendosi poi lu- Giedroyc della diocesi Vilna , di
terano. Così ebbe termine l'ordine traslato dal vescovato d' Uranopoli
militale de' cavalieri Porla-spadc in jiarlibus hel 1765. Atitonio Mat-
{f e(ìi). Hcntoslo la Svezia e la Rus- tia Sierakowski della diocesi di
sia misero in campo delle preten- Plocko fatto Vescovo nel 1778. Giu-
sioni su questa c<jiitiada, quindi Ift seppe Rossakowki della diocesi di
Livonia venne dispulala acremente Vilna, ti-aslato da Cinna in parti-
da quelle tre potenze, biicliè il ce* bus e suthaganeo Trocense, fatto
lebie Stefano Balori re di Polonia, vescovo a' 17 .settembre 178 e. A
ne scacciò moscoviti ma gli sve-
i : questi fu dato in sufFraganeo Gior-
desise ne resero padroni nel 1617. gio Povplowski della diocesi di Vil-
1 moscoviti indi cedettero i loro na, fatto vescovo di Alalia in par-
diritti sulla Livonia ad Uladislao tibus nel 1780. Altro sufFraganeo
VII le di Polonia nel i634, e nel- nel ducato di Curonia fu nomina-
l'atuio seguente q^uesto re fece il to Adamo Corvin Kossakoaski del-
trattalo di Slnmsdorf cogli svedesi. la diocesi di Vilna fatto vescovo ,

Questcj trattato consisteva in una di Limira in partibus nel i79>.


tiegua, die durar doveva teiUisei Questi furono gli ultimi vescovi
anni, cioè i66i, egli sve-
lino al cattolici di Livonia. /^. il Gruber,
desi dovevano possedere durante un Origini sacre e civili di Livonia,
tal lenjpo ciò die avevano al set- Francfbrt I74'« La gerarchia cat-
tentrione della Dwina,
quale pae- il tolica fu abolita in queste provin-
se fu loro poscia intieramente ce- cie per la prima volta tìel 1572,
duto colla pace di Oliva nel 1660, quando protestantismo fu intro-
il

e lo conservarono per qualche tem- dotto sotto Alberto ultimo arcive-


po. In fine Pietro I il Grande, czar scovo di R.iga, per l' apostasia del
di Moscovia, conquistò sugli svedesi maestro de' cavalieri porta-spade, il
la Livonia, dopo la battaglia di Pul- nominato Furstemberg, seguendo
taìva, e gliene fu confermato defi- l'esempio di Alberto di Brandé-
nitivamente il possesso pel trattato burgo gi-an maestro de' cavalieri
di Nej'stadt del lysr. Uiia piccola teutonici. Dipoi al principio del se-
porzione di questa provincia, ch'e- colo XV li, sotto il regno di Sigis-
ia ancora soggetta alla Polonia, fu mondo IH re di Polonia, di Sve-
jiure riunita alla Russia nel 1773. zia ec, il celebre gran generale
Ora passeremo a notare gli ultimi Carlo Chodkiewicz ricuperò questa
vescovi di Livonia del secolo pas- provincia alla Polonia, e di nuovo
.sato, cioè quelli registrati nelle an- fu formato il vescovato dì Livonia,
nuali Notìzie di Roma, sotto gli ar- il quale durò fino ai tempi infelici
ticoli Livonia e Livonia nella Cur- dello smembramento di Polonia. Al-
ia n dia. lora il vescovato, e poco dopo l'ar-
Costantino Moszynski dell'ordine civescovato di Mohilow essendo fou-
di s. Paolo primo eremita, fallo dalo sotto Caterina II per la Rus-
84 LIV LIV
sia o Piutenia bianca e la Lìvonia ni e provvedimenti fecero pure i

polacca, passate alla Russia pel pii- primi granduchi , non essendosi
mo smembramento di Polonia , il perciò migliorato lo stato fisico del
vescovato di Livonia fu estinto. paese, pregiudicato ancora da rista-
LIVORNO (Liburnen). Città gni palustri. Ma mercè la progressi-
con residenza vescovile del gran- va bonificazione dei marazzi e della
ducato di Toscana, nella provincia contigua campagna, il miglioramen-

di Pisa, con porto sul Mediterraneo to dell'aria sensibilmente progredi-


frequentatissimo; città magnifica e sce, benché esposto Livorno ai ven-
spaziosa, attraversata da un canale ti e ad un clima incostante. 11 ma-
navigabile. E pure residenza di un re di Livorno è ricco d'ogni sorta
governatore civile e militare, di tut- di pesce, ed una metà della sua cam-
ti i consoli delle potenze amiche, pagna è ben coltivata e fertile, es-
di un magistrato civile e consolare, sendo il resto del terreno alquanto
di una camera di commercio, es- ingrato, preferendo i livornesi il

sendo capoluogo di comunità e di commercio all' agricoltura Ogni .

giurisdizione nel compartimento di qualvolta uno considera ciò ch'era


Pisa. È situato Livorno sull'estre- Livorno innanzi il regno di Ferdi-
ma che faceva
lingua di terra ri- nando I, e ciò eh 'è divenuto regnan-
paro dal lato di ostro al colmato se- do r attuale granduca Leopoldo
no del Porto- pisano , fra la foce II; quando si voglia confrontare
dell'Arno e le diramazioni più de- Livorno nel secolo XV, consistente
presse de' monti livornesi, 56 mi- in un piccolo scalo da pochi e
glia distanteda Firenze, e i3 da meschini marinari abitalo , con
Pisa. Quanto al clima di Livorno Livorno del secolo XIX, ricco
e della sua campagna, quando era per fortuna , per numero e per
in fiore il Porto-pisano, di cui Li- lustro di abitatori ,
per quantità
vorno ha fatto parte integrante, il e bellezza di edifizi pubblici e
clima non doveva essere malsano, privati, con una popolazione che
siccome tale divenne ne^secoli suc- alla sola capitale di Toscana può
cessivi, allorquando andò a poco a dirsi seconda, s'inarcherà di stupore
poco ostruendosi quel seno di ma- le ciglia nel riscontrare in tanta me-
re, sino a che si convertì in altret- tamorfosi di sì fatto gigantesco svi-
tanti pestilenti raaraz-zi. 11 perchè luppo la prova più evidente e più
ad onta delle grandi spese e del- solenne di quali frutti la tutela di una
le franchigie state dalla repub- costante libertà industriale possa di-
blica fiorentina concesse a colo- venir madre. L'elemento del com-
ro che si fossero recati a stabi- mercio, che dall'emporio di Livorno
lirsi in Livorno o nel suo distret- alla Toscana intiera vitalità trasfon-
to, ad onta dei provvedimenti pre- de e vigoria, potrebbe equipararsi
si per correggere la cattiva dispo- alle funzioni del cuore in un cor-
sizione dell'aria e del crescente im- po animato, donde per due vie la
paludamento del littorale a setten- circolazione si opera del sangue.
trione di Livorno, non ostante tut- La posizione geografica di Livorno
tociò nel clima di Porto pisano è senza dubbio fra le più felici e
più presto i cittadini mancavano, favorevoli del Mediterraneo, perchè
o infermi vivevano. Tali coucessio* essa trovasi la più centrale delle
LIV LIV 85
coste italiane^ e per la Tarietà dei un paese aperto. Il primo giro di
generi d'esportazione che ivi si tro- mura merlate opera della re- fu
vano. Benché il commercio di de- pubblica fiorentina, che lo compi
posilo fu tolto a Livorno, alcuni alla metà del secolo XV. A quel-
dicono ch'è destinato ad essere, se non l'epoca la terra di Livorno fu rin-
lo è, il primo porto d'Italia. Ciò non chiusa in un perimetro di circa due
ostante a lode della verità dobbia- terzi di miglio con sole due por-
mo aggiungere, che il porto di Mar- te. 11 secondo cerchio della città eb-

siglia a' nostri giomi si è reso il pri- be principio nel i57 7 sotto Fran-
mo mercato del IMedi terraneo, com- cesco I, avendo benedetto la prima
presi mari dipendenti, e che il
i pietra l'arcivescovo di Pisa Barto-
porto di Livorno nel prospetto com- lomeo Giugni. Ma tal cinta di mu-
parato dei movimento commercia- ra restò lunghi anni sospesa, sino
le, ultimamente redatto dei quindi- a che Ferdinando 1, fra lo spirare
ci principali porti del Mediterraneo, del secolo XVI e il sorgere del
Adriatico, Arcipelago, e Mar Nero, XVII, vi fece lavorare con tanto
viene al certo collocato nel quinto impegno, che il nuovo giro di mu-
posto, cioè dopo quelli di Marsiglia, raglie, i fossi che le contornano, i

di Trieste, di Costantinopoli e di baluardi, i rivellini, le batterie e for-

Genova. Non solo Livorno provve- tezze furono innalzate e compite nel
de ai bisogni del granducato, ma periodo di un decennio. Il terzo,
ancora ad una gran parte di Roma- ultimo e più grandioso cerchio fu
gna; e di qua si fa un traffico di decretato nel granduca re-
i835 dal
qualche conseguenza colla Sicilia, gnante; opera grande che si compi

con Napoli, col Genovesato, con la nel breve spazio di due anni. Que-
Francia, con la Spagna, e più ancora sto terzo cerchio non presenta, né
con la Sardegna e con la Corsica. più gli conveniva come alle prece-

E comechè gl'inglesi mediante Mal- denti mura, l'aspetto un' opera


di

ta e le Isole Ioniche, gli austriaci per di fortificazione; imperocché desti-


la via di
Trieste e di Venezia, i nato com'è a recingere una città

francesicon l'emporio di Marsiglia, popolosa, un porto-franco neutrale


i piemontesi col porto di Genova di uno stato e di un principe pa-
abbiano assorbito una grandissima cifico, era necessario ch'esso ne por-
parte del commercio
Levante, di tasse l'impronta, senza che pertan-
dell'Egitto e della Barberia, pure to fosse omesso quel carattere di e-
è rimasta ancora una porzione non difìcatoria corrispondente all'oggetto;
indifferente di questi traffici alle ca- cioè d'uno stile rustico e a bozze
» commerciali stabilite in Livor- di breccia e di tufo rozzamente
bl deve rimarcare che in Li-
Si tagliate nella faccia, ed in guisa ta-
vornv-, -«Itre
i generi che vi s'intro- le che opponesse ai frodatori un o-
ducono sopra mare, si riunisce
».. stacolo, sicché la vigilanza dipoche
un deposito u' orodotti indigeni, as- guardie bastasse per impedire il con-
sai superiore a ;;uello di Genova, trabbando. Tre porte e due bar-
e di altri porti del Mediterraneo, riere interrompono il nuovo cer-
anche senza voler contare l'impor- chio per dare il passo alle comuni-
tazione delle granaglie. cazioni di terra; le porle si chiamano

Innanzi il J/J21 Livorno era Porta s. Leopoldo, Porta a Mare.


86 LIV LIV
e Porla s M;iico. Sulle .Tuliche mura mercio e della salute pubblica dei
si conservano le porte Colonnella e livornesi. suo porto, vasto, sicu-
Il

di s. Trinità, per le quali si esce alla ro e comodo, non è però prolòn-


darsena ed al molo. La piincipalc do al)b;ìstaii2a per grosse navi da
barriera ha due comcjdi udici do- guerra, lequali <lanno fondo nella
ganali, venendo sepaiato l'ingris- r.ida, e ilsuo ingresse) è piuttosto
so dal jvgiessp. Dove ha ingresso dinicile a cagione dei banchi clie
nella città il canale navigabile, os- lo circondano; un molo di seicen-
sia Fos^o de' navicelli^ che con-
il to pas'^i di lunghezza, fatto sul di-

giunge Pisa con Livorno, vi è un al- segno del celebre coqte di War-
tro importante uffizio doganale, op- vich, lo dili'iide <lal lato meridiona-
portunamente situato in un'ampia le in pnte dal furore del fiotto e
darsena. Le mura della nuova cin- dai venti, e tre forti lo proleggono;
ta gli passano in mezzo, e divido- innanzi a qiiestq molo sopra la roc-
no il bacino interno (Jall' esterno. cia ^v\\ «Il fanal'e pretto nel i3o3
Tanto in questo, quanto in quello dalla repubblica pisana , fabbrica
possono in gran ninnerò aver sta- svelta e mirabile, formata di due
zione le barche che s' introducono torri l'una sopra l'allra. Evvi un'al-
ch'escono dal porto- franco. Un tra darsena, la quale, capace circa
nuovo canale per porre in comuni- di novanta navi, fu fatta scavare
cazione il bacino interno della stes- da Ferdinando I in cinque giorni
sa darsena col fosso del Rivellino, coir opera di cinquemila persone ;
offre una comoda circolazione ai na- essa non riceve die piccole indiar-
vicelli; e quelle acque per lo in- cazioni, e serve al suo cantiere.
nanzi stagnanti ed infette, attualmen- La città di Livorno proporziona-
te partecipando al molo del riem- tamente alla sua popolazione ed al
pifondo, sonosi eflìcacemente ravvi- suo lustro scarseggia di chiese, e
vate al pari di quelle del fosso reale, quelle che vi esistono iion può dir-
ch'è situato alla base delle fortiiì- si che sieno di una grande capaci-

Ciizioni. Quanto agli stabilimenti sa- tà. In vista di ciò il granduca Leo-

nitari, Livorno non ha che invidia- poldo U decretò la fondazione di


le alle principali città marittime del quattro nuove chiese da doversi e-
Mediterraneo e dei mari dipenden- rigere in parrocchie, e per la pri-
ti, poiché il suo porto fu provve- ma e maggiore, in area spaziosa e
duto di tre lazzaretti grandi, e a Ire grandi navate, la nuova e
questi collocali a diverse distanze più dignitosa cattedrale. Il duomo
in riva al mare, tulli suHa spiaggia attuale dedicato a s. Maria assun-
meridionale del porlo, vale a dire ta in cielo, Francesco d'A-
ed a s.

fit'lla pianura piti salubre livornese. sisi, è a croce di una sola


latina
11 lazzaietlo di s. Rocco fu edilì- navatajCon altare maggiore isolata
cato liei i6o4 sotto Ferdinando e una grandiosa abside o tribuna:
1 ; Iacopo fu fabbrira-
quello di s. ha buoni alheschi nelle sotìitte mos-
tu nel Ferdinando ilj
1643 sotto se ad oro, e quadri di pittori rino-
il terzo di s. Leopoldo, rammenta mati alle pareti ed agli altari; nel-
una delle più grandi opere edifica- la tribuna si ammira la Trasfigu-
torie e imo dei tanti benefizi fat- razifuie dipinta a fresco dal Ghelar -
ti da Leopoldo 1 a favore del com- dini. La vasca del baltii,lerio è un
LIV LIV 87
lavoro di marmo i)iaiico di qualdie gno, cioè il convento di s. Iacopo
merito pei tempi in cui fu fatto. d'Acquaviva, degli agostiniani ro-
Sono pure di marmo diversi mau- mitani; la badia de' ss. Apostoli di
solei, fra' quali quello del governa- .\iigola monaci maurini; il pic-
dei
tore raarcliese Carlo Ginori, meschi- colo clauslro di s. Maria della Sam-
no in confronto quanto operò di buca dei gesuati ed il monastero
;

per Livorno. La
ss. Con-
chiesa della di s. Gio. Gualberto di Val bene-
cezione de'minori osservanti, è do- delta dei vallombrosani. Il Monte
po il duomo la chiesa piìi grande, Nero è celebre pel santuario delUa
la pili centrale, e la meglio uffizia- miracolosa immagine della Beala
ta. Conta l'epoca slessa della chie- Vergine, che ivi da cinque secoli
sa maggiore, perchè la sua fabbri- con gran frutto e grandissima di-
ca s'incominciò nel iSgS: ha una vozione si venera dai livornesi. Tut-
sola navata con l'aggiunta posterio- ti gli autori che in diversi tempi
re di un cappellone dalla parte sopra l'origine e miracoli della Ma-
dell'epistola; ivisono due eccellen- donna di Monte Nero hanno scrit-
ti quadri di Matteo Rosselli, e di to, si trovano fra loro concordi nel
Franceschini detto il Volterrano. credere, che la santa immagine dal-
La chiesa di s. Caterina, dei frati l'isola di Negroponte al lido dell'Ar-
domenicani gavolti, venuti a Livor- denza nel 1345 si trasferisse, e che
no dal convento di s. Marco di Fi- un pastore per volontà della ss. Ver-
renze, fu edificata insieme col clan- gine sul vicino monte, nel luogo
stro fra
il 1704 e il 17 16: la dove attualmente risiede la miraco-
forma del tempio è ottagona, orna- losa tavola trasportasse. Il quadro è
to a stucchi con una cupola gran- una tela incollata sulla tavola, ove è
de e proporzionala. All' incontro dipinta da mano ignota INIaria Ver-
piccola e sproporzionata è la cupo- gine sedente in un cuscino ornato
la nuova della piìi vasta chiesa di di fiorami d'oro, col bambino Gesìi
s. Benedetto, eretta coi fondi lascia- a sinistra, che tiene in mano un
ti dal negoziante livornese Bene- filo cui è legato un uccellino ripo-
detto Fagiuoli. La chiesa ed il col- sante sul braccio destro della divi-
legio di s. Sebastiano furono edi- na sua madre. Era trapassato il

ficati dopo il i633 a spese della corso di centodieci anni, dacché


comunità. INel quartiere detto di nell'oratorio dove si venerava la san-
T ciìczia nuoK'a cioè della parte , ta immagine, in vece de'due romiti
settentrionale di Livorno, perchè è che lo custodivano, subentrò nel
come Venezia attraversata da alcu- i4t'5 una piccola famiglia religio-
ni canali, esiste la chiesa dei sop- sa delta dei gesuati, cui dall'ar-
pressi religiosi trinitari scalzi, edifi- civescovo di Pisa Giuliano vennero
cata ed ingrandita da un benefat- assegnati in dote dei terreni, par-
tore. Dei conventi superstiti fuori te coltivati e parte selvosi, situati
della citlà di Livorno si conta at- nelle vicinanze. Soppressi nel 1668
tualmente il solo monastero della da Clemente IX gesuiti, i furono
Madonna di Montenero. Non meno introdotti in Alonte Nero i teatini
di altri quattro conventi esistevano chierici regolari. Sotto di questi non
nel capitanato vecchio, oltre Tanti- solo si accrebbe la fabbrica del cou-
co o.';pedale di s. Leonaido di Sla- veulo, ma Ìi\ cominciato nel 1720,
88 LIV LIV
e cinqiifint'anni dopo restò compi- lerale è uffiziala da due preti na-
to quel superbo tempio, ricco di zionali, uno parroco, l'altro cappel-
mnrrui fini e di ornati pregevolis- lano ; ma non potendovisi celebra-
•iirii,con portico ed altri annessi: nel- re, a forma di quel rito, più d'una
la cupola sono i vivacissimi alfresclii messa per giorno, avvi una cap-
del Traballesi. Nel 1783, essendo locale mede-
pella nel chiostro del
siati soppressi in Toscana teatini,
i simo per comodo del cappellano e
furono fatti succedere alla custodia de' .sacerdoti forestieri dello stesso
della s. immagine dei preti secolari, rito. Concorrono pure a detta chie-
e la chiesa della Madonna fu di- sa i preti arabi chiamati melchili,
chiarata prioria parrocchiale. JMa ì quali professano un culto consi-
nel i79'2 Feidinautlo ili aflulò il mile, e solo differiscono dai greci le-

tesoro della miracolosa immagine di niti in quanto che i melchiti usano


Monte Nero, con tutte le sue pertinen- della liturgia in lingua araba, cele-
ze, ai monaci vallombrosani di To- brano la messa con pane fermen-
scana, i quali con zelo e gran deco- tato, e si comunicano con le due
ro costantemente vi adempiono agli specie. I greci si stabilirono in Li-
uffizi questo divotissimo
sacri di vorno quando vennero chiamati da
e frequentatissimo santuario, non che Ferdinando I per impiegarli nel
al ministero parrocchiale della este- servigio delle galere. 11 Rodotà
sa sua cura. Dell'origine del rito greco in Italia
Alle larghe franchigie della Lk'or- lib. HI, cap. XII: Della chiesa di
nìna, ed ai provvedimenti che accor- s. Maria dei greci in Livorno, fa
darono una tolleranza religiosa, si risalire il loro stabilimento in que-
attribuisce il masr^ior concorso di sta città ad un'epoca anteriore. Egli
gente e di ricchezza derivato a Li- pertanto narra, che favorendo Cosi-
vorno, per cui si osserva che le più mo I i greci che approdavano al porr
forti case di commercio livornesi to di Livorno, nel 1572 vi trasse
appartennero a famiglie professanti molti mercanti allettati dalla magna-
culti non che la mas-
cattolici, e nima generosità di lui. Francesco I

sima fortuna mercantile sembra im- vi stabih la nazione, persuaso del


portatavi dallo spirito di troppa notabile vantaggio che sarebbe ri-
tolleranza, stato costantemente man* dondato dal traffico delle merci o-
tenuto da due e più secoli in que- Nel i^qS fu loro conces-
rientali.
sta città. Dopo
dominante il culto sa da Ferdinando I la chiesa di s.
cattolico apostolico romano, si eser- Giacomo d' Acquaviva, con molti
citano pubblicamente in Livorno privilegi; quindi riempita in breve
tre riti ortodossi, e sono tollerati la città di greci levantini, soggiunge
privatamente altri tre culti eterodos- il Pvodotà, che nel 1628 edificaro-
si, oltre il maomettano e l'ebraico. no a proprie spese la chiesa di s.

Essi riduconsi ai seguenti, i." I gre- Maria de'greci. 2 f Gli armeni cat'
ci uniti, quelli cioè di rito ortodos- tolici. Essi professano la religione
sc, i quali obbedienza
professano cattolica romana con cerimonie di-
al Pontetice romano, di cui parlam- verse dal usano della
rito latino;
mo al voi. XXXIl, p. i5o del Di- lingua armena, e consacrano in pa-
zionario. La loro chiesa dove si e- ne azimo. La loro chiesa dedicata
?ercita il culto in ling«a greca let- a s. Gregorio Illunjiaatore, |)ellis|i*
LIV LIV 89
ma, ed ora restaurata, è uffiziata bra parte della messa in siriaco, e
da quattro sacerdoti monaci anto- parte in arabo.
niani libaaesi, due de' quali fanno 4-" I greci non uniti, altrimenti
le veci di parroco; con tuttociò vi detti greci orientali o scismatici. Nel«
possono celebrare le messe lati- la loro chiesa, che sotto l'invocazio-
ne anche i sacerdoti della città. ne della ss. Trinità, si pratica il ri-
11 domicilio degli armeni in Livor- to della chiesa greca scismatica, seb-
no è immemorabile per causa di bene esteriormente la loro liturgia
commercio. Poco dopo l'istituzione armonizzi con quella de'greci uni-
della congregazione di propagan- ti, meno che nel simbolo della mes-

da y?rfe, questa vi deputò un mis- sasi omette la parola Filioque. Essi

sionario, perchè assistesse quei fe- dipendono dal patriarca greco ete-
deli del proprio rito; le sacre fiin- rodosso di Costantinopoli, e dal si-

zioni però si facevano nelle chie- nodo dei vescovi della Grecia, quin-
se latine. Bramosi gli armeni di di il loro culto è privato. Quan-
avere una chiesa nazionale, nel fi- tunque la religione de'russi differisca
ne del secolo XVII comprarono alcun poco dalia greca orientale, en-
un orto dei minori osservanti, e trambe però si assomigliano perfetta-
colle loro oblazioni, ma principal- mente nelle cerimonie, ancorché la
mente colle somministrazioni del loro liturgia sia per lo più praticata
barone Agà di Mathus, armeno di in lingua russa o rutena; laonde nel-
origine, fu edificata la chiesa sul la chiesa medesima della ss. Trini-
modello di quella di s. Agnese nel tà concorrono, oltre i greci orien-
foro agonale di Roma, ciò autoriz- tali, anche i russi, il di cui autocra-
zando la detta congregazione nel te n' è il capo e protettore. I greci
1701, ad istanza di Cosimo III; in- scismatici hanno il loro speciale ci-
di nel 171 3 fu benedetta ed aper- miterio dentro lanuova circonval-
ta alla pubblica venerazione, e pres- lazione della città, fra il camposan-
so ad essa fu eretto un ospizio pei to vecchio, e il nuovo cisternone.
nazionali: nel 1716 fu dichiarata Sull'esercizio privato del culto dei
parrocchia, però soggetta alla pre- greci scismatici, ai i4 luglio 1757
positura di Livorno. Siccome gli ar- l'imperatore e granduca Francesco
meni Livorno abusivamente nella
di II di Lorena spedi un diploma, ri-
festa di Natale celebravano tre mes- portato, quanto alle cose principali,
se, Benedetto XIV glielo proibì col- dal Rodotà nel luogo citato. 5." Gli
la costituzioue In superiori, de' 29 anglicani o episcopali. JXelIa cap-
dicembre i'j55, che si legge nel pella degl'inglesi, nella quale si usa
Bull, de prop. fide t. Ili, p. 385. la lingua nazionale, si esercita pri-
3." Gli arabi maroniti. Esiste espres- vatamente il culto dominante in
samente in Livorno per essi un Inghilterra o sia 1' episcopale. Av-
monaco sacerdote del Monte Libano, vi un ministro stipendiato dal lo-
qhe ha una cappella nel convento ro governo, comechè in essa cap*
della Madonna de'rainori osservan- pella concorrino tutte le altre set-
ti. Egli dovrebbe celebrare la mes- te e riti soliti professarsi dagli \ni
sa e i divini uffizi in lingua siria- glesi , come prcsbiterani , metodi-
ca, ma per comodo degli arabi ma- sti ec. Nel modo che gì' inglesi si

roniti, che non la intendono, cele- servono a comune di uno stesso


0" LIV LIV
tempio, COSI lijiiino in comune un lo il cidto protestante, tanto di ri-
ciiniteiio, situato (iioii degli spalli to luterano, quanto calvinista, e di
(Iella ti istruita porta del Casone, tutte le numerose diramazioni di
cioè nella parte piìi ridente, e for- queste due riibrme; le quali seb-
se la meglio fabbricala della nuo- bene in molti paesi disunite e av-
va città. 6." 1 luterani e calv'misti. verse, in questa sala sembrano fra
INella dimoi.i della nazione olande- loro perfettamente concordi. La li-

se alemanna tbbe <jiiivi origine la turgia è praticata in lingua tedesca,


cappella propria sotto il regno di e ne ha cma un loro predicatore
Ferdinando 1, dal quale nell'an- o ministro. Anche gli olandesi han-
no i6o7 ol tenne per mezzo del no a comune con tulli gli altri
console della nazione fìaninjinga, proleslanli tedesclii, svizzeri, ec. il

residente in Livorno, la fuollk di loro camposanto, il quale è situa-


erigere nella chiesa della Madon- lo in fjndo al borgo reale, presso
na una cappella con altare, sot^ il quadrivio delle spianate. 7.° I

lo l'invocazione Andrea; po-


di s. ììinoinetlani. Benché turchi non i

scia la nazione ebbe anche luogo abbiano in Livorno una moschea,


per la sepoltura, Ciò dà ragione né alcuna sala destinata al loro
di credere, che gli individui olan- culto, pure anche a questi il tolle-
desi-alemanni, stabiliti ne'primi tem- rante governo toscano discese a
pi in Livorno, professassero la reli- concedere un cimiterio murato, che
gione cattolica e non la protestan- può vedersi fuori della nuova Por-
te. Fra i vari provvedimenti stali ta a mare, in luogo detto il Muli-
presi da quella casta, merita parli- n accio.
colar menzione uno del 5 dicem- 8.'' Gli ciré/. L'università o na-
bre 1679, per essere quello forse zione degl'israeliti è la più ricca e
il primo documento che dia a co- piìx numerosa tra le credenze tol-
noscere come si associassero ali u- lerale in Livorno, ed è dopo quel-
niversità olandese-alemanna persone la di Amsterdam la piìi decantala
altinenti a diverse confessioni ete- sinagoga. IMentre si agita in diver-
jodosse. Tale fu la deliberazione di se parti d' Europa la questione se
acquistare un altro luogo conve- convenga conferire agli ebrei i di-
niente ad u-io di cimitcrioj olire la ritti civili, essa fu già da gran
sepiltura che ^univer^ità slessa a- tempo difillo risoluta e stabilita in
vea nella cappella di s, Andrej Toscana da Cosimo I, e da Fer-
alla Madonna. In falli il giardino dinando I per la sua grande condi-
ch'essa com[)rò nel i683, fu ridot- scendenzBj convalidata poi dai gran-
to a camposanto , dopo che Cosi- duchi successori, specialmente in
mo 111 con rescritto del 18 feb- favore degli ebrei che venivano ad
braio 1695 ne approvò l'uso. I abitare famigliarmente a Pisa ed a
niembri della nazione olandese-ale- Livorno. JXon vi fu per quesl'ulli-
manna goderono in passato diver- timi un ghetto proprio, ma un
si privilegi, ed il governo soleva quartiere sugli spalti meridionali,
diligerle anco dei quesiti relativi non però circoscritto né disgiunto
al commercio. Attualmente nella dal restante della città, non ostan-
sala o cappella della nazione olan- te che da gran tempo sia stato lo-
dese-alemanna si pratica in priva- ro concessa iacollà di acquistare e
LIV LIV 9i
abitate rase in altie strade. Sola- foro. La corporazione israelitica

mente neiln prima epoca venne lo- di Livorno fino al 1625 fu sog-

ro interdetto di avere abitazione getta a quella di Pisa, dalla qua -


nella gran via Fcidinanda, come le chiese ed ottenne indipendenza
quella che può considerarsi fra tut- per sovrano rescritto di Feidinan-
te le altre la strada piìi nobile {lo n. D' allora in poi i capi di
di Livorno. Col voJnere però degli famiglia raccolti in sinagoga pro-
anni, si affievolirono e quindi sva- cedettero alla elezione di cinque
nirono le cause, per le quali anche massari , sorta di magistrato il

in Livorno erano slate poste al- quale presiede per l' economico al

cune interdizioni agi' israeliti. L'e- cullo , che ha la gestione delle


lemento del conunercio assorbendo pubbliche aziende, che una volta
in Livorno tutti gli altri elementi, conosceva delle cause civili e cri-
ve le ha quasi affatto dislnilte. L'in- minali, le quali insorgevano tra i

terdizi<jne maggioie che colpiva in loro nazionali, eccettuate per altro


Livoino r università giudaica, era quelle che portavano alla pena
quella ili non includere nella bor- capitale, o a punizioni inlàmanti ,

sa del magistato civico, lia i nomi e le cause dove intervenivano come


dei benestanti, i mercanti o possi- parte individui di altra religione.
denti ebrei ; talché questi nltinìi Ma questo privilegio di fare gli e-
non potevano essere eletti in rap- brei da giudici nelle cause crimi-
presentantiil corpo tlecurionale, nali fu tolto da Leopoldo I, che
siccome non solevano tampoco es- limitò le attribuzioni dei massai^
seie ammessi alle civiche stanze del- ai giudizi civili e commerciali, con
la città. Ma prima interdizione
la l'appello all'uditore del governo,
fu tolta dalla saviezza di Leopoldo finché tal privilegio fu abolito dal
I , la seconda dalla cìtiadiitanza governo francese. La popolazione
francese, il di cui governo favori de' sette culti di sopra nominati
tanto gli ebrei di Livorno da non non figura in Livorno appena per
applicare a danno loro il decreto una quarta parte, in paragone di
napoleonico i8q8,
de' 17 niarzo quella israelitica, la quale ultima
col quale sottoponevano gl'israe-
si sta attualmente in confronto della
liti dell' impero ftancese a certe popolazione cattolica livornese, co-
misure per frenare i poco carita- nie uno a dodici. IN'el 1887 essen-
tevoli usurai della nazione. Del dosi numerata la popolazione di
resto, dopo la distruzione del teni- liivorno dentro la nuova circon-
pio, e <l iiihè il popolo d'Israele vallazione, senza far conto de' fo-
divenne vagante, forse è da cre- restieri e dei forzati, ascendeva a
dersi che non vi sia paese al pari circa sessantamila abitanti, mentre
di Livorno, in cui 1' università e- fpiella dell' università israelitica
braica abbia goduto mai più di non ap|)uiva più di cintjuemila e-
una migliore esistenza civile, di brei circa. Tutta volta compresi i

una maggior quiete pidiblica, di suoi vasti sobborghi dicesi conlare


più este.se onorificenze e favori. Li Livoi no [)iìi di 75,000 abitanti.
una parola agli israeliti di questo Passiamo a dire degli stabilimen-
paese non è restata preclusa altra ti pii e di pubblica carità esisten-
via fuori di quella militare e del ti in Livorno, Fra le prime isti-
92 LIV LIV
tu/ioni Ji beneficenza sono da no- conomico morale è quello , come
veraisi gli ospedali destinati a pre- altrove, di allettare l'artigiano ed
star soccorso alla languente urna- altri a depositarvi quel poco che
nità. Livoino non ne conlava me- ai necessari bisogni ne' loro gior-
no di quattro innanzi che Lcopol- nalieri guadagni gli avanza, per
pò 1 li riunisse ne'diie superstiti, riaverlo con frutto al giorno delle
cui più tardi fu anche aggiunto loro urgenze. Gli stabilimenti d' i-

lo spedale di osservazione, desti- fitruzione pubblica sono, oltre la

nato alle malattie contagiose. Del biblioteca ptdjblica, che incomincia-


primo spedale di Livorno sotto ta nel 1760 ed esistente nel pa-
r invocazione di s. Ranieri, incon- lazzo comunitalivo, conta più di
transi memorie fino dal principio seimila volumi , il collegio di saa
del secolo XIV: esso ebbe i beni Sebastiano; l'istituto del paradisi-
dei soppresso convento de'gesuati no per le zitelle di tre classi, si-

di Sambuca, enei 1778 fu incor- tuato nell'antico locale de' gesuiti,


porato allo spedale delle donne, con convitto; le scuole di carità dei
sotto il titolo della Misericordia; ss. Pietro e Paolo, per le figlie dei

e ciò nel tempo che l'ospedale di livornesi di tutte le classi; l'isti-

e. Barbara, riservato ai militari, re- tuto per la marina e per i cadetti


sto riunito a quello superstite di di artiglieria; la scuola di archi-
s. Antonio. Quest'ultimo, destinato lettura ed ornato; l'insegnamento
per gli uomini, fu edificato nel mutuo; gli asili infantili; l'istitu-
pruicipio del secolo XVII, nel bel io de'padri di famiglia; il gabi-
centro della città, e trovasi assi- netto letterario; l'accademia /^ce-

stito fino quasi dalla sua origine bronica di scienze, lettere ed arti,

dai benefralelli. All'ospedale degli istituita nel 18 16, con biblioteca


uomini precede di pochi anni quel- di circa seimila volumi. Inoltre in
lo della Rlisericordia, perchè deve Livorno vi furono varie accademie,
la sua origine alla pia associazio- come quelle de diibluosi, degli n-
ne di (jiieslo nome, a quella stes- borriti, dei compartiti, degli ade-
sa caritatevole congregazione fon- guati, degli affidati, de' toscolidi
data nel i5g5 secondo lo scopo e Ae curiosi della naturaj final-
di quella della Misericordia di Fi- mente l'unica superstite fra le ac-
reiize. Livorno possiede due ricchi cademie nate nei secoli XVII e
monti di pietà, uno eretto nel 1626 XVIll, è l'accademia Òg' floridi
da Ferdinando II, l'altro con re- ch'ebbe vita dopo il 1797. Il tea-
ecrilto di Cosimo Ili essi Irovan- : tro nuovo fu eretto nel secolo pas-
si riuniti in un solo nel vasto e- sato dalla società filodrammatica
ilifii'io aperto nel 1708 sotto il degli awaloratij W n\odev no teatro
duplice nome di Monte Rosso, e diurno o l'arena sorge nella parte
di Monte Nero. Vi sono pure tre orientale della città fuori degli an-
inontini per soddisfare in tutti i tichi Fra gli scienziati e let-
spalli.
gioini, anche festivi, alle urgenze ferali livornesinomineremo Giacin-
de' bisognosi; il luogo pio per le to Cestoni naturalista, Donato Ros-
povere fanciulle orfline; la casa del setti matematico, Salomone fioren-
»efugio pei poveri orfanelli, e la lino poeta, Ranieri Calzabigi, Gae-
cassa di risparuìio, il cui scopo e- tano Poggiali bibliografo e classU
LIV LIV 93
co cruscante, Pietro Nardini mae- menti diversi, gettati dallo scultore
stro di violino, Giovanni dei Ga- carrarese Pietro Tacca. Dicesi che
mura poeta che successe nella cor- tali schiavi o prigionieri furono ivi

te cesarea al Metastasio, il vescovo posti per memoria della tradizione,


Roberto Ranieri Costaguti elo- che avendo essi ardito impadronirsi
quente oratore sacro, Pompeo Bal- d'una regia galera per darsi alla
dasseroni autore dell' opera sulle fuga, vennero poscia raggiunti. Cer-
leggi e costumi del cambio, An- to è ch'essi furono fusi coi cannoni
tonio Baldasseroni scrittore del di- presi agli arabi dell' Africa in Ip-
zionario commerciale e del tratta- pona, ed ai turchi vinti nell' Arci-
to delle opeiazioni marittime. Il pelago. Fra le opere architettoni-
livornese p. Gio. Alberto de Sc- che contansi gli acquedotti di Co-
ria pi'ofessore di Pisa pubblicò gli lognole, ed il grandioso cisternone,
elogi de' livornesi illustri, fra'cjuali opere fatte ad uso romano. 11 pa-
pur si novera Giovanni di Monte lazzo reale eretto nel 1623, e le
Nero, celebre oratore del secolo esteriori incrostature di marmi, l'a-
XV, e sostenitore della fede catto- trio , il frontespizio, la ringhiera
lica nel concilio generale di Fi- addimostrano il buon gusto del-
renze. l'architetto che lo edificò.
Parigi
Quanto agli stabilimenti relativi Sono pure rimarchevoli il palazzo
al commercio, nel 1887 fu i>tituita municipale e quello della giustizia.
la banca di sconto ; nella via Fer- Fra gli stabilimenti di pubblica uti-
dinanda è la borsa ove si fanno lità si possono contare i vari edi-
gli incanti, le compre, le vendite, fizi ad uso de' bagni di mare, i
i cambi ec. II locale delle stanze quali richiamano a Livorno nell'e-
de' pagamenti è uno stabilimento stiva stagione numeroso concorso
comodo e disbrigativo ai negozianti. di gente. Le strade sono diritte e
La camera di commercio fu istituita ben lastricate; la piLi bella è quella
a! principio del secolo corrente. At- che dal porto termina alla Porta
tualmente il tribunale di commer- di Pisa. Sopra l'uno de' lati, pres-
cio è formato dall'antico magistra- so a poco nel mezzo di questa stra-
to consolare di Pisa, che venne nel da, si vede la grande e regolare
1816 traslocato in Livorno. Il ca- piazza d'armi, la quale dicesi esse-
sino di commercio si apri nel i838 re lunga quanto l'interno della ba-
in uno dei tre palazzi della piazza silica vaticana, ed a cui fanno ca-
d' arme. Tra i monumenti d' arte po alcune strade principali.
che sono in Livorno, primo di tutti Livorno fu chiamato con diversi
e sorprendente monumento è quel- nomi, PorCus Hercitlis, LabroniSf
lo davanti alla darsena, fatto in- Liburnus, Castriim Lihurni, Libar'
nalzare da Cosimo li alia memo* mini o Lìbuinicus Porlus. La de-
ria di Ferdinando I suo padre, fon- scrizione di questo nome si può
datore della prima città. Consiste leggere nel Zaccaria, Storia letter.
in una statua pedestie di marmo, d Italia, t. II, p. ii4 e seg. Non
dello scultore fiorentino Giovanni vi sono documenti sutìicienti a di-
dell' Opera alla sua base vi sono
: chiarare Livorno di una origine più
incatenati quattro schiavi di bron- l'imota di quella che realmente gli
zo colossali, di età e di atteggia- si compete. Imperocché resta lut-
9Ì 1^ '
^ LI V
loia indecisa la (|iu'slioi>c se al suo rata del battislerio, associò al suo
polio piiiUoslo die ad un altro an- titolo quello di s. Giovanni Batti-
tico scalo del lilloiale toscano in- sta.F'ra governanti della Tosca-
i

tese di rifefire Citeronc , alloicliè na nel deciinoprimo secolo, (iori-


avvisava il proprio Iraltll) Qniiicio rono due matrone, Beatrice e ftla-
piii)l)lieo impiegato in Sardegna ,
tilde, l'uiia moglie, l'altra figlia del
qualmente im tal Liiecio doveva potente marchese ISunifà/.io, le quali
Ira pochi giorni partire da lloina in un modo quasi assoluto per il
per queir isola, e piendcMe imbar- lungo periodo dal lo'ìS al iiiG
co nel porto di f^ahi-oue o ili (piel- governarono la provincia della To-
lo di Pisa. Il porto di Labrone o scana. La contessa Matilde nel prin-
sculo di Livorno non formando al- cipio del secolo XII donò i beni
loia che l'appendice meridionale al allodiali che possedeva in Livorfio
seno del Porto pisano, alcuni cre- e nel suo distretto, ove avea un
dono che il Labivnt di Cicerone castello con annessa corte, insieme
fijsse il Salehrond dell' Itinerario alla possessione di Pap[)iana per ,

d'Anlonino e nella Tavola Teodo- dote della primaxiale di Pisa, e in


siana, situato alla bocca della Ero- benefizio del tempio in costruzio-
iia o Cruna, adesso foce della Hu- ne. Nel 1121 gli amministratori di
mana e porto di Castiglione della tal fabbrica concessero in lèudo la
Pescaia, da dove il tragitto per la corte di Livorno con tutti i diritti

Sardegna riusciva più diretto. Quan- di proprietà ad Attone arcivescovo


to al tempio eretto in Livorno di di Pisa; ma nel i i38 la stessa pos-
Jùr.ole. Labrone, secondo Tolomeo, sessione apparteneva ai figli del
pare in vece che non già nella marchese Alberto Rufo, discendenti
spiaggia di Livorno ma sibbene , di Oberto conte del palazzo in I-
sorgesse vicino a quella dell'odier- talia per 1' iuiperat(jre Ottone L
lio Viareggio, Ira il pronujiiloiio Tultavolta il paese di Livorno non
di Luna e la foce dell'Artio, e vuoisi fu mai nella condizione de' feudi
che la stazione ad Herculein fosse di mero e misto impero, come il
parecchie miglia distante da Livor- suo popolo non divenne uè fu vas-
no e da Porto-pisano. Vi iu chi sallo dei marchesi di Toscana né ,

cercò Un qualche appoggio a fa- degli arcivescovi di Pisa, né dei to-


sore del su[)posto Labrone nel vo- parchi di Massa, o di altra qual-
cabolo di Cdldmbrone, sbocco pa- siasi specie di baroni. Livorno col
lustre de' fossi ed altri corsi d'ac- suo distretto formando parte inte-
qua che in mare si dirigono fuori grante, tanto nello spirituale che
delle mura settentrionali di Livor- nel temporale, di Porto-pisano , di
no, ma r emissario Calambrone è questo divenne in seguito il capo-
di lecente origine. Certo è che le luogo, quando più bello e piti gran-
prime memorie di Livorno com- dioso sorse.
pariscono sulla fine del secolo IXj Air imboccatura del Porto-pisa-
dappoiché a quell' epoca si trova no nel I 1.57 s'incominciò a costrui-
iiominata nel piviere di Porto-pi- re le torri del Magnan e della For-
sano la chiesa di s. Giulia, cioè la mica, quali nel 268 fece disfate
i

prima pai-rocchia di Livorno, che Carlo d'Angiò. Nel 11 63 nei con-


ilei 1017 essendo sitila già deco- torni di Livorno furono eretti due
LIV LIV 95
altri iniporfaiìli etlifizi, cioè il fon- gli abitanti colle loro cose si lifu-

daco del Porto-pisano, e la torre giarono ^ulle barche. Rotte dai fio-
del fanale, che venne affidata ai rentini le catene che serravano il
fiati agostiniani; e nel 1284 da- porto, con diverse galere genovesi
vanti a tal porto due altre torri al loro servizio, le portarono come
furono costruite. Nei secoli XII, monumento di gloria' a Firenze.
Xill e XIV la residenza de' pub- Contuttociò Livorno ed il vicino suo
blici funzionari Porto - pisano di porto tornarono ad essere dal go-
eia nella borgata di Livorno, ove verno di Pisa riparati j talché i!
iiiviavasi il capitano dalla repub- Pontefice Urbano V, partendo a' So
blica di Pisa e il giusdicente del aprile 1867 da Avignone per Ro-
Porto-pisano e suo distretto. I pi- ma, da cinque galere fio-
servito
sani per popolare Livorno nei iiSl rentine, e da molte altre venete e
promisero inununilà, franchigie dai genovesi, potè approdare in quello
dazi, prestanze ed altri privilegi a scalo, dove pisani che T accom-
i

tutti quelli che vi avessero fissato nasnavano con Ire calere avevano
il domicilio, intorno al porto o nel- preparato quartieri per riceverlo
la comunità con altri provvedi-
, degnamente; e se Urbano V pei
menti atti a popolare difendere , desiderio di tosto continuare il viag-
e far prosperare Livorno ed il vi- gio marittimo rlon discese a terra,
cino Porto-pisano. Nel i'i84 stesso per altro vi approdò nel 1376 il

i genovesi per mare ed i lucchesi di lui successore Gregorio XI. Que-


per terra recaronsi a combattere sti per efielliiare delìnitivamenle il

Livorno e Porto-pisano, guastarono ristabilimento della pontificia resi-


il paese, fecero cadere la torre ver- denza in Roma, partito da Avi-
so ponente, ruppero le catene del- gnone a' 100 i3 settembre, ed ai
la bocca del porto che genovesi i 120 18 ottobre da Marsiglia, ar-
recarono a Genova per trofeo il ; rivò a Genova, donde ne parti ai
\illani dice che cinque furono le 28 ottobre, e giunse in Livorno
torri rovesciate in mare, fra le quali accolto e con grand'onore dai pi-
il fanale della Meloria : racconto sani trattenuto per dieci giorni
inverosimile perchè il fanale non che inoltre lo fornirono di abbon-
fu mai alla Meloria, sibbene nella danti provvisioni per continuare il

secca dell'attuale lanterna di Livor- suo viaggio. Da questi racconti si

no. Obbligati i pisani a pacificarsi, può argomentare qual fosse a quel-


r ottennero a dure condizioni nel I' età il capoluogo del contiguo em-
1 299; indi procurarono di risar- porio maritṭno di Pisa.
cire i recati danni, costruendo una Era in tale stato Livorno, quan-
nuova torre più solida del fanale, do Jacopo d' Appiano, trucidando
nella secca a levante di Livorno nel 1392 Pietro Gambacorti suo
rimettendo le catene fra le due tor- signore, s'impadronì di Pisa e del
ri poste davanti la bocca del Porto- suo territorio, spronato a tanta per-
pisano. Pcimasto Livorno privo di fidia da Gian Galeazzo duca di Mi-
mura , nel 1 3*26 vi entrarono i lano. In conseguenza di che non
fuorusciti
di Pisa, e nel i364 se solo Livorno col suo porto, ma
ne impadronirono i fiorentini, tut- tutta la maremma toscana dipen-
to ardendo o portando via, laonde deva dagli ordini del signor di Mi-
96 LIV LIV
lano. Morto questi nel i4o3, per pò 1' acquisto di Pisa , reputando
sua disposizione Pisa col suo di- come loro proprietà il Porto-pisa-
stretto toccò in signoria a Gabriele no e Livorno, non potendo soffrire
Maria suo figlio naturale. Iluuo- che dominasse in casa un'altra na-
vo signore di Pisa e di Livorno, zione, profittarono del bisogno in
per consiglio de' genovesi, si pose cui si trovò la repubblica di Ge-
sotto la protezione del re di Fran- nova, nel 1421 comprarono per
cia e del maresciallo Buccicaldo suo centomila fiorini d'oro il castello,
luogotenente in Genova^ il quale la terra e fortilizi di Livorno e del
subito occupò militarmente Porto- suo qualsiasi porto, insieme col Por-
pisano e Livorno, luoghi che nel to-pisano, la torre della lanterna,
i4o5 Gabiiele consegnò alla custo- ed alcune altre torri, lerritorii, ec,
dia de' genovesi, allorché vendette conservandosi ai genovesi quelle e-
Pisa e suo distretto ai fiorentini ,
senzioni che godevano. La repub-
con l'uso e rendite di Porto-pisano blica di Firenze, presaga di ciò ch'e-
e di Livorno, il quale già aveva ra per diventare Livorno, si ralle-
de' fortilizi, per concessione de' ge- grò sommamente del suo acquisto
novesi e del loro governatore Buc- da tanto tempo desiderato, pei tanti
cicaldo. Non andò guari che nel vantaggi che gliene dovevano deri-
1407 Buccicaldo, senza rispetto al vare. Creò il magistrato de' consoli
proprio padrone e ai genovesi , a- di mare, cui affidò la cura di ri-

pertamenle s' intitolò signore della fidjbricare la ottagona marmorea


terra di Livorno, esentando i suoi torre rossa, la quale fu appellata
abitanti e quelli del distretto da Torre nuova , conosciuta odierna-
dazi e gabelle. Poco dopo lo stesso mente sotto il vocabolo di Marzoc-
Buccicaldo vendè ai genovesi la ter- co, per l'emblema del leone che fu
ra e territorio di Livorno per ven- messo per ventarola. Indi la signo-
tiseimila ducati d'oro ; il senato di ria di Firenze inviò consoli ed am-
Genova confermò ai livornesi le basciatori a vari principi ed anco-
immunità e privilegi concessi dal- ra in in Egitto, ec. con do-
Africa,
l' antecedente signore, esigette col nativi,per ottenere salvacondotto
re di Francia da loro il giuramen- perpetuo e pienissima sicurtà di
to di fedeltà, e mandò per gover- navigare di stare
, di trafficare e ,

narli un capitanio residente. E cre- di mercanteggiare ne' loro stati, al


dibile che in questo frattempo qual- pari delle nazioni wisliane le più
che altra innovazione accadesse favorite.
rapporto al presidio delle torri di Nella che sostennero i
guerra
Porto-pisano, perchè queste passa- fiorentini contro duca di Milano, il

rono sotto la custodia del goveino fu mediatore nel 1426 della pace
fiorentino, e produssero non poche il Papa Martino "V, e dal duca co-
vertenze, finite nel ì^i'ò con de- me signore di Genova ottennero
terminarsi i confini della giurisdi- r esonerazione dell'obbligo di far
zione territoriale di Livorno e del condurre lemerci dai porli
loro
Porto-pisano. Da questa intralciata dell' Inghilterra e delle Fiandre sui
signoria e promiscuo possesso del legni de' genovesi, co' quali eransi
paese si può congetturare la con» obbligati all' acquisto di Livorno.
dizione de' livornesi. I fiorentini do- Mentre le faccende commerciali per
LI V LIV 97
la fabbrica di molti legni e spedi- Pietrasanla e Sarzana , obbligò i

zioni procedevano vantaggiosamen- fiorentini a fare uscire dal porto


te, per la guerra con Lucca livor- i di Livorno dieciotlo galere. Ma i
nesi soffrirono non poco, cui si ag- genovesi assaltando la Torre-nuova
giunse nel i43o la peste. Nel 14^' davanti al Porto-pisano, Livorno fu
i capitani fiorentini con legni e ma- difeso dal conte di Pitigliano e da
rinari livornesi, presero parte atti- Ranuccio Farnese. Nel i494 Piero
va per la prima volta in un'azione de Medici senza autorizzazione del
navale. Unitasi la flottiglia alle ga- governo, appena arrivato col suo
lere venete, riportarono sui geno- esercito Carlo Vili in Lunigiana,
vesi presso Portofino vittoria , col di proprio arbitrio, e solo con un
conquisto di otto galere. Fu poi foglio firmato dal re, consegnò alle
pietosa ed onorevole la spedizione truppe francesi diverse fortezze in
fatta nel i434 d'ordine del comu- un a quelle di Livorno e di Pisa.
ne di Firenze, di due galere a Ci- I fiorentini ricuperato non senza
vitavecchia per liberare Eugenio IV difficoltà Livorno, ben presto lo vi-
dai romani ribelli, sicché non sen- dero in pericolo, volendosene im-
za pericolo salvatosi il Pontefice per padroni re in persona l' imperatore
il Tevere sulla galeazza della re- Massimiliano I coi collegati, con ar-
pubblica, il di 1 2 di giugno arri- mata navale e terrestre, nel decli-
vò a salvamento in Livorno , indi nar di ottobre 1496. Gli sforzi dei
passò a Firenze, accoltovi il di 2 3 fiorentini, il favore de' venti, le di-

con molte dimostrazioni d'ossequio. rotte pioggie e le procelle di mare,


Nell'ostinata guerra mossa per ma- coronarono il coraggio e la fedeltà
re e per terra ai fiorentini da Al- dei livornesi, e Livorno si vide li-

fonso V re d'Aragona, per la vit- bera dai potenti e formidabili suoi


toria navale ripoitata dal re nel nemici. I fiorentini ricuperarono il

1448 fi'a Porto Baratto e la torre contado pisano, guerra si pro-


la
di s. Vincenzo, mancò ai fiorentini lungò, ed i livornesi ottennero la
la speranza d'acquistare impero nel conferma dei riformati statuti mu-
mare, e al porto di Livorno pro- nicipali nel i5o7. Pochi anni dopo
sperità e concorso. Per le spese divenuto il Porto pisano inservibile,
straordinarie sostenute da Livorno i navigli di qualunque capacità ap-
per la guerra, la signoria di Firen- prodarono nel contiguo porto, che
ze assolvè il comune da ogni de- al presente serve di darsena a quello
bito arretrato, confermò le prece- di Livorno.
denti esenzioni, e concesse altri sgra- Nell'anno 1 522, quando era ca-
vi. Non minore fu la cura eh' eb- stellano della fortezza di Livorno
be la repubblica di fortificare Li- Jacopo di Pietro Ginori, verso la
vorno , e fornire mezzi di lavoi'o fine di agosto, vi arrivò provenien-
alla classe minuta del popolo nel te dalla Spagna, accompagnato da
1458. Nel 1463 l'esenzioni a fa- numerosa flotta, Adriano VI elet-
vore de' livornesi furono ampliate, to Papa, benché assente dal con-
altrettanto ebbe luogo nel i477> clave. Era atteso in Livorno da
in cui furono approvali gli statuti cinque cardinali toscani, come scri-
municipali di Livorno. La guerra ve r Ortiz, cioè Giulio de Medici
riaccesa co' genovesi per ctigione di che gli successe col nome di Cle-
VOL, xxxix. 7
98 LIV LIV
mente VII, Petiucci, Passerini, Ri- per edificarla eransi servili del san-
tlolfl e Piccolomini. Il porlo, le for- glie de' genovesi scannali e truci-
tezze e i legni ancorati fecero gran dati, slefnperando con esso la cai-
salva colle loro artiglierie, mentre ce, e ciò in vendetta di certa in*
il Papa entrava in porto. Quando giuria anticamente ricevuta. L'an-
poi tutta la flotta pontificia si av- nolatore dell' Ortiz, de Lagua, cs-
vicinò al territorio, i cardinali den- serva che l'odio che per molto tem-
tro un brigantino si portarono nel pò fu nelle due nazioni, ambedue
legno ov'era Adriano VI, per reii- pretendenti assai gelose del domi-
dergli il dovuto ossequio e rive- nio del Mediterraneo, rende molto
renza. Il Papa ricevette con volto
li probabile quanto scrisse 1' Ortiz.
ilare e come fratelli indi uscirono ; Questi chiama coli' epiteto di fa-
insieme col Pontefice dalla galera, moso il porto di Livorno, Fra gli
e sopra alcuni legni scesero in ter- ultimi castellani di Livorno sotto
ra e giunsero in Livorno. Nella bar- il regime della repubblica fiorea-
ca in cui Adriano VI valicò il trai- lina, nel i528 n'era capitano Ga-
to del porto eravi il solo cardinal leotto da Barga, il quale dopo l'ul-
de Medici, tra loro familiarmente lima espulsione dei Medici, invita-
favellando. Al lido del porto si Irò- to dalla signoria a consegnar la
vò quantità grande di popolo, che fortezza al suo commissario Filip-
acclamando il Pontefice, cogli am- pò Strozzi, egli vi si rifiutò, dicea-
basciatori fiorentini, e cogli inviati do di tenerla dal Pontefice Cle-
di diversi principi, si congratulò pel mente VII; per altro con buona
felice arrivo.Dopo aver visitato la sotnina di denaro, e promessa
la
chiesa, Adriano VI andò all'allog- di una grossa pensione. Galeotto
gio splendidamente preparatogli per capitolò. Ciò non ostante nulla gio-
fare la cena. Questa prese a cari- vò riacquistare Livorno alla mo«
co suo il cardinal de Medici, il ribonda repubblica, mentre la stes-
quale non solo trattò il santo Pa- sa capitale, dopo undici mesi di as-
dre, ma tutta la sua copiosa comi- sedio ostinato, dovè abbassare la
tiva e tutte le galere d' accompa- fronte, e cedere le ragioni del suo
gnamento di quanto faceva bisogno governo agli espulsi discendenti del
ad un magnifico desinare. Dopo vecchio Cosimo e di Lorenzo il

cena il Papa colla sua famiglia voi- Magnifico.


le tornare ne'suoi legni, ove rimase Bersagliata quasi sempre ed af-
tutta la notte, e anche il dì se- flitta la repubblica fiorentina, ora
guente, perchè erasi intorbidato il dalle guerre esterne, spesse volte
tempo con pioggie e venti. Narra dalle turbolenze interne, non di
V Ortiz famigliare del Pontefice e rado dalle pestilenze e dalle cai-e-
storico del suo viaggio, che allora stie, giammai essa potè, siccome
in Livorno vi erano alcune cose ardentemente agognava, divenire
degne di memoria, come una rocca potenza marittima; ed in conse-
che sembiava inc'^pugnabile, ed una guenza mancò a lei quel risultato
torre chiamata di Malora nel mare che dal dispendioso acquisto di
alquanto discosta dal lido; aggiun- Livorno poteva sperare. Ma que-
gè che dicevasi essere stata fabbri- sto potè ottenere la dinastia dei
cala la torre dai catalani , i quali Medici. Le guerre, le divisiooi ia-
LIV LIV 99
ttisline, i tanti e così lunghi tra- possesso delle fortezze sino allora
vagli, dei quali finalmente restò occupate dagli spagnuoli per l' im-
vitlitna governo della repubblica
ii peratore Carlo V. Il duca Cosimo
di Firenze, dovettero senza dub- i fu più largo ed operoso a favo-
bio influenzare sulla sorte di Li- re di Livorno, del suo predecesso-
vorno e del suo commercio, sicco- re e della repubblica, dappoiché
me nei tempi più remoli gravissi- ideò un nuovo molo, e gettò del
mi danni avea risentito ii Porto- suo incremento statistico e mate-
pisano dalle battaglie marittime che riale tali fondamenti, che furono
fijceio crolbre la potenza di Pisa. seme della sua futura prosperità ;
Quindi è che la signoria di Fi- quindi concesse esenzioni e privi-
renze dopo immense spese e som- legi ai livornesi ed a quelli che si

me traversie, senza potersi imma- portassero a stabilirsi in Livorno.


ginare la piena di tante calamita Per popolarlo a' 26 marzo i54S
tlie dovevano abbatterla, non po- fu pubblicata la notificazione che
tè in modo pari al desiderio le die principio al privilegio chiama-
*ue cure rivolgere al piìi impor- lo Lii'oniiuaj che in sostanza ga-
tante scalo della Toscana, A tale rantì coloro che si fossero recati
scopo peraltro rivolse le sue cure ad abitare in Livorno, a Pisa o
ilprimo duca di Firenze Alessan- nei loro territorii, se debitori, di
dro de Medici, per cui comando non essere molestati nella persona
fu posto in esecuzione il progetta- o nei beni da essi acquistali ia
lo disegno di fortificare Livorno Livorno e nel suo capitanato, per
in miglior maniera, coU'erigere al- cui si disse aver Cosimo ] dichia-
l'ingresso del suo porlo una spe- rato in certo modo Livorno porto
cie di cittadella, oggi detta fortez- franco a favore in particolare dei
E.i vecchia, la quale restò termi- portoghesi. Anche molti greci o-
nala nel iSSy, anno in cui fu tru- rieutali e scismatici, da quel duca
cidato il suo- fondatore, il quale invitati, vennero a stabilirsi in Li-
aveva pure confermato i privilegi vorno, ma la renitenza del Papa
ai livornesi. A questo tempo si s. Pio V Dell'accordare a simili
attribuisce lo stemma di Livorno, cristiani la facoltà di usare riti

col porre sopra una fortezza la diversi da quelli determinati dal


bandiera colla parola Fides, per- concilio generale di Firenze, fu cau-
chè il duca encomiò la continua- sa della loro dispersione.
ta affezione e fede dai livornesi Cosimo I nutrì grandiose idee
alla casa de Medici dimostrata. a vantaggio di Livorno, ove fece
Altri dicono die quel Fides sem- fabbricare molle galere, così nel-
bri appellare alla iiducia o credi- l'arsenale vecchio di Pisa, onde po-
lo, che i'auima e la vita del com- tè othiine a Filippo U, e due ne
mercio. Di maggiore importanza e donò al Papa. Mentre egli nel i 564
di grandi risullamenti motrici fu- istituì l'ordine militare di s. Ste-
rono misure prese dal successo-
le fano contro gl'infedeli ed i corsa-
re del duca Alessandro, per richia- ri, si obbligò colle potenze in guer-
mare abitanti, mercanzie e com- ra contro il turco di fornire per
mercio in Livorno, specialmeuledopo cinque anni cinque galere bene
Uie Cosimo 1 uel i543 entrò iu equipaggiate. Succeduto nel 1^7 4^
100 LIV LIV
al rlominio della Tosrana France- per Roma, il quale con l'asilo ac-
sco I, egli pure non mancò di ri- cordato alle genti d'ogni classe, in-
volgere le premure a favore
sue tese principalmente a popolare e
di Livorno; ma
nel 1^87 gli sue- ingrandire quella nascente città;
cesse Ferdinando I, che può dirsi così il benefico granduca aumentò
ilvero fondatore di Livorno. Av- mirabilmente di gente e di dovizie
vegnachè fu egli che immense spe- il nuovo emporio del Mediterra-
se impiegò per circondarlo di va- neo. Popolarono piincipalmente Li-
lidissime mura, di lunette, di spai- vorno, i portoghesi, gli inglesi, i cor-
ti e bastioni, di magnifiche poi te, si, e di più i provenzali e gli ebrei,
di ponti di pietra, circondandolo La nazione ebraica vedendosi fa-
di un fosso navigabile, e dif'enden- vorita dalbando sopra ogni altra
do la città con fortezze nuove ver- nazione, quasi credè di vedere in
so terra e verso mare. Per lui Ferdinando I il desiderato Messia,
si videro sorgere in Livorno sta- e di trovare in Livorno un'altra
bilimenti pubblici, dogane, caser- Gerusalemme. Fino d;d primo an-
mc, magazzini, palazzi regi, tem- no dei suo innalzamento al trono,
pli, pubbliche loggie , abitazioni Fodinando I diede principio al
moltissime, piazze magnifiche, stra- gran molo, che doveva unire me-
de ampie e regolari, oltre un diante un muraglione lungo io,5oo
lazzaretto di vasti comodi prov- braccia la torre del Fanale alla
veduto , e da salutari discipline terraferma. Nel 1606 Ferdinando
regolato. Tale fu l'amore di Fer- 1 accrebbe il circondario di Livor-
dinando I per Livorno, che tal- no, coU'eslendere la sua giurisdi-
volta assisteva alle lavorazioni da zione al territorio designalo in se-
lui ordinate, e si occupò altre- guito col nome di capitanalo nuo-
s"ì per accreditare ed estender- vo; e fu nell'istesso anno ch'egli
ne il commercio, restituire la sa- innalzò Livorno all'onore di città,
lubrità al clima, promovendo l'in- Cosimo II nel i6og succedendo
dustria, oltre il dispendio d'una al padre Ferdinando I, dichiarò di
numerosa marina per esercitare i compire le di lui grandi idee, ac-
cavalieri di s. Stefano, proleggere i crebbe i privilegi de' livornesi, ma
legni mercantili, e allontanare dal- non potendo lusingarsi di porta-
la coste della Toscana i ladri di re ad elìetto troppo vasta in-
la
niare. Ad aumentare di abitatori trapresa gran molo, deliberò
del
la sua bella Livorno, Ferdinando di restringerlo in più moderate
I confermò il privilegio di Cosimo dimensioni, facendo costruire da-
I, e io estese anco in favore di vanti alla darsena il molo attuale
chi avesse commesso qualunque ec- di figura quadrilunga, e coli' ira-
Cesso fuori del granducato; indi ai boccatura volta a maestrale, il qua-
10 giugno i5c)3 pubblicò il cele- le porta il nome dello stesso fon-
Lre indulto a favore dei mercanti datore. Cosimo II aumentò la ma-
di tutte le nazioni d'ogni creden- rina, avendo sempre pronta una
za, purché venissero a commerciare squadra di galere; ed i legni
dieci
e aprire casa a Pisa o a Livorno, fabbricati Livorno sotto il no-
in
In conseguenza Ferdinando I fu per me di galeoni, erano i migliori di
Livorno ciò ch'era stato Romolo quauti altri scorrevano il mare.
LIV LIV 101
Nel 1616 Cosimo II approvò le dai nemici ancorati nella slessa ra-
riforme de' nuovi statuti municipa- da. Questo trattato essendo stato
li di Livorno, e concesse esenzioni confermato nelle guerre successive,
agli abitatori del capitanato vec- divenne la base più solida della
chio. Durante la reggenza, dal 1621 franchigia del porto di Livorno.
al 1628, di Ferdinando II, il com- Intollerante Cosimo III nelle cose
mercio di Livorno e la marina religiose contro gli acattolici, con-
toscana illanguidirono; e vedendo servò in Livorno la libertà d'ogni
quel granduca un oggetto dispen- credenza , favorendo specialmente
dioso nei suoi legni da guerra, nel l'università ebraica. Per le estese
1647 li vendè alla Francia, a ri- franchigie essendo divenuto Livorno
serva di due galee che destinò a il rifugio della peste della società,
difendere le coste dai barbareschi. bisognò provvedervi. Cosimo III
la conseguenza di una simile mi- istituì in Livorno la pia casa dei
sura, la Toscana novero esci dal mendicanti, un monte di pietà, e
delle potenze qualmarittime, al il gran magazzino de'bottini d'olio;
grado dal padre e dall'avo di Fer- conchiuse un trattato di neutralità
dinando II con tante cure e fati- pel porto di Livorno, e vi stabilì
che era stata innalzata. Ciò non- i gesuiti in un magnifico locale ,

dimeno Livorno deve a Ferdinan- eretto da un livornese ad uso di


do II un nuovo arsenale ed il va- conservatorio per le fanciulle facol-
sto lazzaretto di s. Jacopo non ; tose. Per mancanza di successione
che il primo stabilimento d'istru- in Gio. Gastone ultimo rampollo
zione religiosa e letteraria nel col- de' Medici, Livorno vide giungere
legio di s. Sebastiano, di cui venne nel suo porto numerose flotte e
affidata la direzione ai barnabiti ; sbarchi d'eserciti, sinché assegnato
quella porzione di città chiamata il granducato di Toscana alla casa
P^enezia niioi'a dai molti fossi navi- sovrana di Lorena, fu confermata
gabili che l'attraversano; il più an- al porto-franco di Livorno la sua
tico monte di pietà; il sistema di neutralità.
neutralità pel bene della Toscana; Nel 1737 con Francesco II la
ed il riaperto commercio col Le- fortuna portò sul trono della To-
vante dopo la pace del 1664 tra scana la dinastia Lorenese, ed egli

la Porta ottomana e l'imperatore, si mostrò provvido e benefico eoa


nel quale il granduca si fece com- Livorno, la navigazione marittima
prendere come alleato di casa d'Au- ed il commercio; fondò la pia ca-
stria. Nelle guerre successive, Co- sa del rifugio pei mendicanti, ed
simo IH fece rispettare il porto di istituì le prime scuole pubbliche
Livorno, a preferenza d'ogni altro per le fanciulle. Frattanto il com-
del Mediterraneo, e mediante un mercio di Livorno era sempre nel-
trattato ivi conchiuso coi consoli le mani dei monopolisti, tutte le

esteri, ad oggetto di prevenire le regie regalie venivano amministra-


ostilità nel porto e nella rada di te percette da ricchi appaltatori,
e
Livorno, venne accordato ai va- la maggior parte della nazione e-
scelli da guerra uno spazio di tem- brea. Quindi è che moltissimi af-
po per partire dalia stazione, tale fari si facevano da pochi, quali i

da non temere di essere insesruiti tenevano nelle loro mani l'esisten-


102 LIV LIV
za tìi una gran parte della popo- mercati del Mediterraneo, Livorno
lazione livornese. Era riservato al- profittando dell'annichilamcnto del
la gran mente ed alla fermezza commercio di quasi tutte le piazze
del granduca Leopoldo [ spingere marittime, la città crebbe immen-
olla meta e perfezionare un' opera samente di popolazione e di ric-
di tanto momento, mercè d' un chezza, e divenne perentoriamente
piano economico, di un sistema le- uno dei primi emporii dell'Eu-
gislativo, cui servì di principio, di ropa.
progresso e di fine una più ade- Per amoredella pace Ferdinan-
quata ripartizione di sostanze e di do riconobbe la repubblica
III
diritti fia i sudditi di varie classi, francese, e questo atto fu annun-
ed una pienamente libera commer- zialo dai cannoni di Livorno al co-
ciabilità dei beni di qualsiasi spe- spetto della flotta inglese. Ad on-
cie. A
preservare possibilmente lo ta dell'imparzialità del granduca,
stato dai pericoli cui poteva espor- agognarono i francesi al possesso
lo il commercio
Livorno coi di della Toscana, e di espellere gl'in-
paesi soggetti al contagio, Leopol- glesi da Livorno con impadronirsi
do I fece costruire dai fondamen- delle loro ricche merci e di quelle
ti, ed aprire nel 1780 il terzo e de' loro alleati. Essendo Bonaparte
più vasto lazzaretto di s. Leopoldo, generale in capo dell'armata d'Ita-
per destinarlo alla cura delle per- lia, in Bologna a'26 giugno 1796
sone ed allo spurgo delle mercan- comandò al generale Murat di sor-
zie portate da bastimenti di paten- prendere con una divisione Livor-
te brutta. Egli inoltre fece edifi- no. Appena fecero in tempo gl'in-
care r uffizio della posta delle let- glesi d'imbarcare le loro robe,
tere, nel locale della soppressa quando i francesi entrarono in Li-
compagnia de' ss. Cosimo e Da- vorno, e poco dopo fra dimostra-
miano. La soppressione di questi zioni festevoli, provocate dalla pau-
e di altri sodalizi del granducato, ra, vi giunse Bonaparte. Non an-
le riforme religiose, die luogo in dò guari che il nemico confiscò e
Livorno ad un' insurrezione, men- vendè le mercanzie di quelle na-
tre Leopoldo I nel 7qo era a- 1 zioni con cui era in guerra, ed
sceso al trono imperiale, e Ferdi- esigette dai negozianti di Livorno
nando III a quello di Toscana. Ad cinque milioni di lire. Il governa-
accrescere le angustie interne, si tore del porto e della città fu ar-
aggiunsero ben presto quelle poli- restato, ed espulsi i soldati del
tiche, insorte dopo la rivoluzione granduca. Intanto le flotte inglesi
francese, che preparava ai toscani serrarono il porto di Livorno, che
ed al loro sovrano nuove disav- divenne in breve inoperoso ed op-
venture. La legge fondamentale presso, occupando Portoferraio nel-
della neutralità del porto di Li- l'isola dell'Elba, ad onta della neu-
vorno, fu d' uopo sospenderla dal- tralità toscana. Ai reclami del gran-
l'ottobre 1793 al febbraio 179'?, duca, 16 aprile 1797
li due por- i

ed impedita alla bandiera della ti furono abbandonati dai francesi


repubblica francese; in un tempo e dagl' inglesi. Col pretesto poi che
in cui trovandosi chiusi ai navigli truppe napoletane erano sbarcate
delle potenze belligeranti gli altri ìu Livorno, e di coalizione segreta
LIV LIV io3
di Ferdinando III colle potenze in Mediterraneo. La giunta francese
guerra colla Francia, il principe non trascurò ogni via di eccitare
fu costretto partire dalla sua reg- i toscani all'industria, ed aumen-
gia li 25 marzo 1799; ed i fran- tare il commercio interno, giacché
cesi discesi a torme dall'Apennino, quello di Livorno era ridotto qua-
occuparono la bella e placida To- si a nulla. Napoleone ridonato al-
scana e Livorno. Durante l'occu- la Toscana il titolo di granducato,
pazione austriaca però il porto di- ne fece sovrana la sorella Elisa.
venne quasi l'unico emporio de' na- Eclissata la fortuna di Napoleone
vigli delle varie nazioni, mentre i in Russia, JNIurat per conservare
porti di Genova e di Marsiglia e- il trono l'abbandonò e si unì al-
rano chiusi dai confederati. Final- l'imperatore d'Austria per com-
mente dopo tante sciagure sofferte batterlo; il perchè nel febbraio
dai livornesi, nel febbraio 180 1 fu 18 14 napoletani di Murat en-
i

concluso a Luneville un trattato trarono in Firenze ed in Livorno


di pnce, pel quale il granducato che si vide libero dalla guarnigio-
di Toscana fu eretto in regno, e ne francese, e dal lungo e rovino-
dato in appannaggio all' infante di so blocco inglese.
Spagna Lodovico di Borbone, fi- Dopo una varia luttuosa catastro-
glio del duca di Parma, nipote e fe di tre lustri si ricompose il pa-
genero di Carlo IV re delle Spa- cificoregime di Ferdinando HI, e
gne. Una delle prime cure del Livorno vide aprirsi davanti ed am-
nuovo re a favore di Livorno può pliare latamente gli sbocchi per
contarsi il motu-proprio de' 17 di- offrire varie, immense e durevoli
cembre 180 1, col quale convertì risorse al suo commercio. Tra le
in camera la deputazione di com- prime misure del granduca, essen-
mercio. Nel settembre 1802 nella zialissima pei negozianti livornesi
rada di Livorno ancorò numerosa fu quella de'i3 ottobre i8i4> al-

flotta spagnuola, che trasportò a lorché il tribunale di commercio e-


Barcellona il re e la regina d'E- relto in Livorno sotto il governo
truria, donde poi per la stessa tra- napoleonico, fu rimpiazzato dal ma-
versa ritornarono in Toscana. Nel gistrato civile e consolare traslata
i8o4 Livorno soggiacque alla feb- tovi da Pisa, dove sino dai tempi
bre gialla, che assai
danneggiò il della repubblica era stabilito. Napo-
paese, morendo nel suo colmo 4*^ leone detronizzato, gli fu concessa
o 5o persone in un giorno. Così l'isola dell'Elba in sovranità; ma di

restò decimata la popolazione di nuovo aspirando dominazione


alla
il com-
Livorno, e quasi annichilito della Francia, vi ricomparve nel mar-
mercio. Nel 1807 ebbe termine il zo i8i5. Sospettando Murat sul-
regno d'Etruria, di cui Napoleone le disposizioni delcongresso di Vien-
fece prendere possesso dal generale na a suo riguardo, d' accordo con
Keille. Ridotta la Toscana sotto il Napoleone si propose il conquisto
regime dell' impero francese, e di- degli stati che l'Austria possedeva
visa in tre dipartimenti, la città in Italia, entrando armata mano in
di Livorno a preferenza di Pisa quello della Chiesa. Il Papa Pio VII
fu dichiarata capoluogo di uno di prese il prudente temperamento di
essi, col nome di dipartimento del ritirarsi a Genova, traversando par-
io4 LIV LIV
te della Toscana. Giunse in Livorno figlio Carlo Lodovico attuale regnan-
ai 29 maizo, ricevuto con ogni ma- te duca di Lucca, e colla bolla /l/t-
uiera di esultante venerazione, quin- litaiilis Ecclesiae de' 2 5 settembre
di il 3i si diresse per Pisa, poscia 1806, dichiarandola sulfraganea del-
a' 7 giugno rientrò tranquillo in la metropoli di Pisa. Nel concisto-
Roma, terminando per sempre la ro del 6 ottobre, il Papa preconiz-
potenza di Napoleone. Devesi a Fer- zò in primo vescovo Filippo Ganuc-
dinando III l'attivazione del rego- ci di Firenze, traslatandolo da Cor-
lamento della camera di commer- tona ; quindi a'i3 agosto 182 1 gli

cio, l'isliluzione di due commissari diede in successore, dopo alcuni an-


di polizia, uno per l'interno, l'altro ni di sede vacante. Angelo Gilar-
pei popolosi sobborghi; l'aumento doni di Firenze, il quale essendo
di acqua perenne, e molti alili utili slato da Gregorio XVI nel conci-
provvedimenti. Dacché il regnante storo de' 2 3 giugno i834 trasferi-
Leopoldo II montò sul trono, fu to alla sede di Pistoia, nel medesi-
sempre inlento alla maggiore pro- mo concistoro fu dichiarato successo-
sperità di Livorno, perchè meditò re Raffaele de Chantuz Gubbe, nato
e decretò nuove cose, incoraggi mi- in A leppo, arciprete della metropo-
gliaia di operai, intenti a far sorge- litana di Pi.sa : per la sua morte
re intorno a Livorno un nuovo questa chiesa è tuttora vacante. Nel-
cerchio di mura della periferia di l'erigere Pio VII la diocesi di Li-
circa quattro miglia, una più co- vorno, distaccò la sua insigne col-
moda e più grandiosa darsena pei legiata con altre quattordici parro-
navicelli, ampie piazze, lunghe stra- chie dalla giurisdizione ecclesiastica
de, deliziosi passeggi, porte, doga- della chiesa primaziale di Pisa
ne, edifìzi sacri e profani, e quasi Il perimetro del vescovato di Li-
fece nascere a contatto della vecchia vorno, se si eccettuino alcune chie-
una nuova città, per essere stati se in Val di Torà, come Vicaiello
compresi sunnominati vastissimi
i e Colle-Salvetti, rimaste alla dioce-
sobborghi nella nuova cinta di mu- si pisana, può dirsi modellato a un
ra. Perchè non venisse deturpato dipresso su quello della giurisdizio-
Livorno da genie vagabonda ed im- ne politica e civile del capitanato
morale, abolì le immunità concesse nuovo di Livorno, mentre la dioce-
da Ferdinando I; ed in vece ac- si di questo nome, oltre il territo-
cordò piena ed assoluta franchigia rio della sua comunità, comprende
a tutta la città, con esteudei-e pri- i quello di Rosignano, e una gran
vilegi di porto franco alla bella par- parte del'distretto comunitativo di
te situata fuori delle antiche mura Colle-Salvetti. Il duomo o cattedra-
per utilità del commercio locale e le attuale, dedicato come si disse
della Toscana. Il memorando suo all'Assunzione di Maria Vergine ed
motu-proprio del 2 3 luglio i834, a s. Francesco d'Asisi, è tuttora l'u-
segnò ai livornesi un'era novella, e- nica parrocchia plebana. Alla chiesa
iimiuando molti aggravi. plebana di s. Giulia di Porto-pi-
La sede vescovileLivorno fu di sano ossia di Livorno, la quale in
eretta dal Pontefice Pio VII, ad i- origine esisteva fuori del primo cer-
stanza della regina reggente di E- chio, fino dal secolo XVI fu ag-
truria Maria Luisa, per il re suo gregata un'opera, con altra chiesa
LIV LIV loS
sotto il titolo di s. Maria, situata tenziarie; di ventisei cappellani o
dentro Livorno. Quindi la chiesa beneficiati, e di altri preti e chieri-
plebana associò all'antico titolo quel- ci addetti al servigio divino. Nella
lo di s. Maria, finché nell'occasio- cattedrale vi è il fonte battesimale
ne forse della consecrazione del e la cura d'anime ch'è affidata al

duomo attuale, fu preso per con- pi'evosto e a due preti curati. Il

titolare nuovo del tempio e per palazzo vescovile è alquanto disco-


santo compatrono di Livorno s. sto dalla cattedrale. 11 titolare del-

Francesco. Il pievano di Livorno la prima parrocchia di Livorno è


venne decorato del titolo di pre- stato conservato alla compagnia di
vosto nel i632, all'epoca slessa in s.Giulia, ch'è un pubblico oratorio
cui la pieve di s. Maria, di s. Giu- molto ornato, situato di fianco al
lia e di s. Francesco fu eretta in duomo , devotamente frequentato
insigne collegiata. Col sovrano mo- ed uffiziato. A proporzione che Li-
tu-proprio de'22 giugno i836 ven- vorno andò crescendo di popola-
ne stabilito tra le altre cose, che zione, prestarono aiuto al prevosto
nella nuova cinta murata di Li- pievano diversi cappellani curati
vorno si dovessero erigere quattro di alcune chiese, che di mano in

chiese parrocchiali di nuovo, com- mano si eressero in Livorno, le

presa quella per la quale andavano quali perciò divennero altrettante


allora raccogliendosi delle pie obla- succursali. Tali cure sono le chie-
zioni da una deputazione partico- se della Madonna, di s. Giovanni
lare. In ordine poi al successivo Battista, di s. Caterina, di s. Se-
motuproprio de' 17 agosto iSSy, bastiano, di s. Ferdinando , di s.

le suddette chiese dovevano essere Francesco in fortezza, e le quattro


fabbricate una presso s. Rocco, al- nuove parrocchie di s. Andrea, di
tra al Camposanto vecchio ed , s. Benedetto, delia ss. Trinità , e
altra a Riseccoli. A quella di s. dei ss. Pietro e Paolo, tutte den-
Rocco non si pensa adesso ; la chie- tro la città. Sono inoltre nella

sa di Riseccoli fu dedicata a s. campagna tre parrocchie suburbane,


Giuseppe, consecrata da monsignor cioè s. Matteo fuori della barriera
arcivescovo di Pisa Gio. Battista fiorentina, s. Martino in Salviano
Parretti, ed aperta all'esercizio del fuori della porta maremmana , s.

culto fino dai 21 giugno 1842 ; fi- Jacopo in Acquaviva, ed anco s.


nalmente quella presso il Camposan- Lucia ad Antignano fuori della
to vecchio si va costruendo, e sarà porta a mare. Sui monti livornesi
annessa al seminario, e dedicata a vi sono le parrocchie di Monte
s. Andrea apostolo. La chiesa di Nero, e di s. Giovanni Gualberto,
s. Maria del Soccorso^ opera assai e nella diocesi si contano altre set-

più vasta, progredisce e vi vorrà te parrocchie. La diocesi di Livor-


molto tempo onde sia condotta al no dalla sua erezione in poi è sta-
suo termine. ta aumentata di dieci parrocchie.
Il capitolo della cattedrale com-si Nella città sette sono le case re-
pone di cinque dignità, prima del- ligiose, ed altrettante le confraterni-
ie quali è il prevosto, di quattor- te, oltre gli stabilimenti pii nomi-
dici canonici, comprese la preben- nati di sopra. Quanto prima va
da teologale e due prebende peni- ad erigersi il seminario, la di cui
io6 LIZ LIZ
fabbrica bellissima, vasta e comoda tà di grande scudiere. Lungi dal
è pressoché al termine. Ogni nuo- lasciarsi affascinare dallo splendor
vo vescovo è tassalo ne'Iibri della degli onori, egli attendeva all'esat-
camera apostolica in fiorini 65o, to adempimento di tutti i doveri
corrispondenti a scudi cinquemila del cristianesimo, castigava il suo
romani ,
a
ascendono l'annue
cui corpo col digiuno, e richiamava so-
rendite della mensa, la quale non vente il suo cuor verso Dio con una
è gravata di alcuna pensione. fervente preghiera. Divenuto conte
LIVREA, Liberata. Così chia- e governatore d'Angiò, slava per
tnavasi in passato ciò che davasi prender moglie, quando colei che
ad un ecclesiastico per vivere e per doveva sposare fu assalita dalla
vestirsi.Quindi dicesi ancor livrea lebbra. Egli conobbe in questo ac-
l'abito che un padrone dà ai suoi cidente la volontà divina , e risoU
Servi (fatili), dal che ne derivò velie di En-
rinunziare al mondo.
la frase di gente di livrea o sia trò adunque nel chiericato l' anno
persone di livrea, anzi per livrea 58o, e andò a vivere in una com-
talvolta intendesi tutto il corpo dei pagnia di pii ecclesiastici, di cui
servitori di un gran signoie. Delle divenne in breve il modello per
livree parlammo all'articolo Fami- la sua divozione . per l' austerità
gliare [Fedi) ed altrove. Notò il della sua penitenza , e la medila-
Valesio, che Erizzo ambasciatore rione della santa Scritliu'a. Dopo
dellarepubblica di "Venezia presso la morte di Arduino decimoquarto
Clemenle XI, fu il primo a con- vescovo d' Angers fu d'unanime
,

travvenire all'uso de'suoi predeces- consenso eletto Lizinio, contro sua


sori, che incedevano in carrozze voglia, ad occupar quella sede. D'al-
negre, e similmente erano le livree, lora innanzi riguardossi come uo-
come confacevoli alla toga, avendo mo che non dovea più vivere per
fatto carrozze dorate, e le livree
le sé stesso, ma pel suo gregge. La
alla francese da campagna, di scar- sua sollecitudine soddisfaceva ad un
latto con trine grandi d'oro. tempo ai bisogni dei corpi e a quelli
LIZICO. Sede vescovile della delle anime. I più indurati cuori
provincia d'Europa nell'esarcato di non poteano resistere alla forza
Tracia, sotto la metropoli di Era- riunita de' suoi discorsi e de' suoi
clea, eretta nel IX secolo. JVe fu- esempli, cui Iddio avvalorava an-
rono vescovi Beniamino che assi- che col dono dei miracoli. Egli a-
slette e sottoscrisse il VII concilio viebbe desiderato di lasciare la sua
generale, e Giorgio che trovossi a sede, per vivere nella solitudine;
quello di Fozio. Oriens christ. t. I, ma non potè eseguire questo suo
p. II 34. divisamenlo, e continuò a gover-
LIZINIO (s.), vescovo d'Angers. nare zelantemente il gregge alle
Nacque verso l'anno 54o, e fu am- sue cure affidato. Passò di questa
maestrato in tutte le scienze pro- vita,dopo lunga serie d'infermità,
prie di un giovine d'alto lignaggio. verso r anno 6o5, e fu seppellito
In età di vent'anni fu mandalo alla nella chiesa di s. Giovanni Ballista,
corte di Clotario I, di cui era pros- appartenente al monastero ch'egli
simo parente, che per la sua sa- avea fondato con intendimento d'ivi
"viezza e valore Io elevò alla disini- ritirarsi. S. Lizinio onoravasi pub-
LOA LOC »Q7
blicamente fin dal settimo secolo gna. In Talavera fondò un conven-
e celebiavasi la sua festa il primo to di domenicani, a cui tra le al-
giorno di novembre; ma al pre- tre cose lasciò una rendita di mil-
sente non è nominato nel martiro- le scudi, coir obbligo di erogarne
logio romano che ai i3 febbraio. cinquecento, parte in elemosine ai
La chiesa d'Angers ne fa memoria poveri, e parte in dote alle fan-
agii 8 di giugno, che forse fu il ciulle Accrebbe di nuo-
miserabili.
giorno di sua consacrazione, ed ai vi edifizi e ornamenti
di religiosi

2 1 dello stesso mese a cagione del- il convento de'domenicani di Pen-


la traslazione delle sue reliquie fat- nafiel, dove avea vestito l'abito re-

ta nel I J69. ligioso. Morì in Viliamanta nella


LOAlSA Garzia, Cardinale. Gar- Spagna nel a' 2 1 i5i46
aprile^ e
7ia Loaisa o Loaysa nacque in trasportato cadavere a Talavera,
il

Talavera nella Spagna, da rispet- rimase sepolto con breve elogio nel-
tabile ed illustre prosapia, uomo la chiesa di Genesio de' predi-
s.

di acuto ingegno, di profondo giu- catori, magnificamente col


da lui

dizio, e di singolai* prudenza for- convento fondata. Non si deve ta-


nito, professò nell'ordine de'predi- cere che altri lo dicono tumulato
catori,dove divenne insigne teologo in Viliamanta, come altri asseri-
e maestro laureato in sacra Scrit- scono che morisse in Madrid.
tura, e prefetto nel consiglio della LOCCATELLI Francesco xMa-
generale inquisizione, e finalmente RiA, Francesco Maria
Cardinale.
nel capitolo tenuto in Roma nel Loccatelli nacque in Cesena li 23
i5i8 fu fatto generale dell'ordine. febbraio 727, dalla contessa Nico-
1

Carlo V lo fece suo confessore e losa Gaddi, e dal conte Fabio Loc-
consiglierCj indi divenne vescovo di catelli marchese di Moutalto, di an-

Osma. Pei molti e gravi carichi tichissima, nobile e pia famiglia,


addossatigli si vide costretto a ri- celebre per cospicue parentele ed
nunciale nel capitolo tenutosi in uomini illustri che in essa fioriro-

Vagliadolid il generale magistero, no. Si chiamava il cardinale Loc-


onde cedere alle rimostranze de'suoi catelli - Martorelli - Orsini ,
perchè
religiosi. Inoltre Carlo V lo di- Nicolosa sua madre fu superstite
chiarò presidente del consiglio del- figlia ed erede del celebre avvocato
le Indie, commissario della crocia- Martorelli commendatore di Mal-
ta, e supremo inquisitore di tutta ta, il quale avendo molte
difeso
la Spagna. Fu trasferito alla sede cause e fatta divisione e concordia
di Siguenza e poi all' arcivescovile fra i Ro-
principi fratelli Orsini di
di Siviglia,da Clemente VII
e ma, questi per soddisfazione e gra-
a' 19 marzo i53o in Bologna venne to animo vollero che portasse il
creato cardinale prete del titolo loro cognome. Francesco sortì dalla
di Susanna. Quindi il nominato
s. natura indole egregia, ricevuta in
imperatore lo destinò suo ministro patria nobile educazione, fatti eoa
a Roma presso la santa Sede. Nel lode ne' collegi ed in Bologna gli

tempo eh' era generale de' dome- studi elementari, poi quelli della
nicani si studiò di ricondurli al- filosofia, della giurisprudenza e del-
l'antica osservanza della regola, lo le sagre scienze, si dedicò in gio-
che riuscì prosperamente nella Spa- vane età alla vita ecclesiastica , e
io8 LOG LOG
nella sua patria divenne esempla- suo gregge, che sua mercè nulla
re arcidiacono della cattedrale. Nel soffrì in quell'epoca di orrore e di
1772, avente l'età d'anni quaranta- disordine. Unito ai più rispettabili
cinque fu dal Pontefice Clemente della città, seppe in cento incontri
XIV promosso nel concistoro del lenire colla dolcezza e imporre an-
primo giugno alla sede vescovile di co all' impeto guerriero di que'du-
Spoleto. Subito formò la delizia del ci gonfi di orgoglio, ardenti di fuo-
suo gregge d'ogni condizione, be- co marziale, ed avvezzi a conquiste
redetto da' poveri e venerato dal e stragi. Nel 1796 ricovrò presso
clero, pel complesso delle virtìi di di sé il cardinal Chiaramonti pro-
cui grandemente fu adorno, in una fugo dalla sua sede d'Imola, e sep-
parola fu tutto di tutti in tutto ,
pe provvedere ad ogni di lui oc-
emulando ne' quaranta anni del suo correnza. Restituita nel 1799 la

vescovato i piìi perfetti pastori, tranquillità allo stato ecclesiastico


Contribuì colle cure e colle opere ed eletto nel marzo 1800, nel con-
pl magnifico abbellimento e reslau- clave tenuto in Venezia, in supre-
ro della cattedrale. Scacciati dal mo gerarca il lodato cardinale col
Portogallo e dalla Spagna i bene- nome di Pio VII, il vescovo si recò
ineriti gesuiti, egli ne accolse una in quella metropoli a congratularsi
gran parte, e li collocò decentemen- e ad umiliargli l'omaggio della sua
te qua e là ne' diversi luoghi della profonda venerazione. Indi porta n-
vasta sua diocesi ; erano essi i suoi dosi il Pontefice a Roma, nel giu-
amici, quelli piìi d'ogni altro senti- gno fu accolto dal prelato nel suo
va e consultava negli scabrosi af- episcopio, che profittando del lieto
fari; e si deve soprattutto alla dot- incontro procurò alla sua chiesa un
trina ed esemplarità di quei ramin- grandissimo onore, cioè la solenne
ghi degni figli di s. Ignazio, se il coronazione della ss. Icone di Ma-
clero spoletiuo sotto l'egida del suo ria Vergine, fatta dal Papa. Questi
buon vescovo si mantenne puro di in premio de' segnalati meriti del
dottrina e di costume, in mezzo vescovo, nel concistoro de' i3 feb-
alle deplorabili novità che già il se- braio 180 i lo creò e riservò in
colo suscitava a danno del santua- petto cardinale dell'ordine de' preti,
rio. Altra epoca che pure tanto e in quello de' 17 gennaio i8o3
onore fece al nostro prelato, fu la ve- lo pubblicò, conferendogli per tito-
iiuta degli ecclesiastici francesi sfug- lo la chiesa di s. Maria d'Araceli,
giti alle persecuzioni della loro patria. Inoltre lo annoverò alle congrega-
Invitato dalle voci e dalle encicli- zioni de' vescovi e regolari, dell'im-
che di Pio VI, indiiizzate a tutti i munita, della disciplina regolare e
vescovi dello stato pontificio, accolse delle indulgenze e sacre reliquie,
amorevolmente questi novelli cara- dichiarandolo protettore dell' ospe-
pioni della fede, e li soccorse di dale de' proietti della città di Spo-
continuo e li providde di tutto, leto. Queste onorifiche distinzioni
Ne' difficdi tempi della sedicente re- servirono al cardinale di maggiore
pubblica romana, e nella prima in- stimolo alla virtù ed alla gloria.
va.sione francese, come nel passag- Nel maggio 180 5 ebbe il conforto
gio di quegli eserciti, il zelante ve- di ricevere nuovamente Pio VII col
6COV0 raddoppiò ogni vigilanza pel suo nobile seguito , reduce dalla
LOG LOG 109
Francia; ed anche in questa occa- rivocò ed annullò. Nel 18 io rin-
sione sfoggiò in isplendidezza e ve- vigorito alquanto, pianse la depor-
nerazione. In sì fausta circostanza tazione di settanta e più ecclesia-
nuovo onore procurò alla sua chie- stici della città, per avere ricusato
sa, facendo per le auguste mani del r esecrabile giuramento eh' esigeva
Papa collocare in nuovo e ricco il governo imperiale, eroico esem-
reliquiario la sacra testa del glo- pio imitalo da quasi tutto il clero
rioso protettore e martire s. l'on- della diocesi, benché fossero ancora
ziaiio. Fra tante beneficenze pro- privati de' benefizi. Incoraggi e sov-
digate da questo vescovo alla sua venne questi illustri confessori della
diocesi, vanno ricordale le sue virtù fede, e colmo d'afìlizione cadde io-
pastorali, l'esatta e benefica ammi- fermo, e morì a Spoleto a' i3 fel>-
nistrazione de' luoghi pii, la decen- braio 18 i, munito di tutti
i con- i

za de' sacri templi, la conservazio- forti della religione, venendo espo-

ne de' monasteri, la floridezza del sto e sepolto nella cattedrale. La


suo seminario, un nuovo liceo, un memoria di questo amplissimo ve-
più vasto ospedale, le congrue par- scovo porporato, sarà in eterna be-
rocchiali aumentate: Spoleto poi nedizione, massime nella diocesi spo-
più d'ogni altro luogo della diocesi lelina.
beneficata , ricorderà sempre con LOCKE Giovanni. Celebre filo-

riconoscenza, che dal suo cuore pa- sofo inglese, nacque a Wrington nel
terno ed ingegnoso, e per alleviare i632, chiamato enfaticamente da
la sorte infelice ebbe de' poveri, alcuni il padre della metafisica pel
origine il che oggi è co-
lanificio suo Saggio siili' limano intcllelto.
tanto in credito commerciale, sic- Ma l'aver consultato troppo la fì-
come una delle migliori fabbriche sica in una materia che niente ha
dello stato. Per animare questa im- di comune con quella, fece sì che
presa egli contribuì più migliaia di non diede un' idea precisa e ade-
scudi, che poi coi lucri impiegò in quata della spiritualità dell'anima,
bene de' bisognosi, a benefizio dei avendone fatto quasi una macchi-
quali impiegava le sue entrate, poco na. E ciò che fece più strepito, si
riserbandosi pel suo sobrio mante- fu l'aver egli voluto provare, che
nimento. Nella visita del 1806, che poteva benissimo convenire alla ma-
fece nelle montagne spoletine, si teria la facoltà di pensare, ricor-
ammalò gravemente, e sebbene ne rendo per ultimo rifugio all'onni-
guarisse restò debole nel fisico e potenza divina, ([uasi che fosse una
nei morale. Questo mal essere si ingiuria il negargli la potestà di
aumentò nel 1808 per l'infelicità cougiungere insieme materia e pen-
de' tempi ; quindi l'occupazione del- siero. ]Ma come saicbbe temerità
lo stato pontificio, e rapimento di insieme e stoltezza il prescrivere li-

Pio VII operato nel 1809 dai fran- miti alla virtù divina, così è stra-
cesi, lo immersero in una profon- vagante e indegno di un filosofo
da mestizia, che sempre più inde- estenderla olire il possibile , e le
bolì le forze del corpo e quelle del- cose fra loro contraddittorie. Nel Cri-
la mente divenuta vacillante. A sdanesivw ragionato egli inlese di-
questo indebolimento devesi quella fendere la causa della religione; gli
momentanea condiscendenza che poi increduli vi sono confutati, e vi si
no LOC LOG
leggono alcune o^servazioni sulla bellaioiio prodigiosamente con for-
couvenienza e la necessità dell'au- ze di gian lunga minori. La vit-
torilà sujiretua del capo della Ghie loria l'u alliibuila al patrocinio di
«a. INon ostante si trovano in que- Castore e l*olluce, clie vi avevano
«l'opera alcune proposizioni, che un celebre tempio. Avea un'impo»
fanno conìparire l'autore propen- nente annata navale, con che si
dere pegli errori de' sociniani, per op|)ose ai progressi degli ateniesi
cui Ckinenle XII nel 1734, dopo alleali con quei di Reggio; ma Po-
aver proibito V Essay philosopliique tidoro aintniraglio di Atene la posa
conctniant l'cnUiultmcnl hitinuin, in rotta nelle angustie del Faro,
fece allrellanìo del Chrisliaiiisiue Si collegarono dipoi i locresi con
raisoiifiable, tei (ju' il uous est re- Dionisio, cui concessero Doride iu
prestnté daiis l'Ecriture sanile, nel isposa, e n'ebbero in dono il ler-
1737. Ambedue queste opere sono ritorio dell'espugnata Gaulonia ma ;

nell'indice de' libri proibiti, come dopo la caduta di lleggio, il tirau-


VExtrail della prima, Abbianìo iiiol- no non risparmiò i suoi amici , e
tre di Locke tre lettere, sulla tol- s[)ogliò il ricco e famoso tempio
Icranza religiosa; Parafrasi di al- locrese di Proserpina, posto sulla
cune epistole di s. Paoloj un trai- costa, il quale più tardi fu pure
tato di Educazione de' fanciulli depredato da Pino. Dionisio il Gio-
che per quanto sia lodevole in al vane scacciato da Siracusa, cercò
cune parli, non va certamente li- in Locri un asilo, e v'introdusse
bero da giuste censure; un trattato sotto buona fede uno scelto presi-
Del governo civile, e altre opere dio; quindi non fu dissolutezza,
diverse. Egli mori a' 28 ottobre non violenza che quel tiranno noa
J704, d'anni settanladue. commettesse, accompagnando colle
LOCHI, Locris. Antica città ve- più nere atrocità i suoi tratti in-
scovile della Magna Grecia nel Bru- verecondi. Facendosi poi giuoco
tntm, più al sud, ma sulla costa della pagana superstizione, obbligò
slessa di Scyllaciunt, presso il prò- i compiere 1' insensato
cittadini a
nionlorio Zcphyriuin, oggi Capo di voto, che aveano latto un secolo
Stilo,due miglia distante dalla nio- innanzi nelle angustie dell'assedio
derna Gerace ( fedi), nella Cala- solFeito dai reggiani, di offrire a
bria ulteriore prima. Questa citlà Venere il fiore di cento vergini,
non esiste più se ne vedono però
; Matrone riccamente ornate accom-
le rovine, le quali
presentano an- pagnarono queste vittiine all'ara
Cora molte masse di mattoni con della prostituzione, quando salel- i

poche pietre. opunzi greci


I locresi liti del tiranno improvvisamente le
abitanti della Locride, detti opunzi assalirono, le dispogliarono d' ogni
dalla loro città di Opus, fuggendo prezioso effetto, e ne misero a sac-
dalla Grecia fondarono coU'assisten- co le case, uccidendo parecchi ma-
za dei siracusani la colonia di Lo- riti. Fu tale la indignazione dei lo-
cri.Essa divenne una delle fiorenti cresi, che partito appena Dionisio
lepubbliche ilaliote, la quale si ac- dai loro lidi, massacrarono la guar-
quistò somma gloria nel protegge- nigione, posero in ceppi la moglie
re la propria indipendenza contro ed i tigli suoi, e si emanciparono
lu rivalità de' croluuiati, che deb- da og;ii soggezione. L'empio roo-
LOG LOD iM
«tro s'umiliò a supplicare, e pose La sede vescovile di Locri sem*
mediatori di pace i tarenlini , tua bra eretta nel V secolo, sotto la

Locri si dimostrò inflessibile. Ri- metropoli di Reggio. I vescovi che


corse allora alle armi, onde il po- governarono questa chiesa sono i

polo infuriato, nou pago di sfogare seguenti,


o
Pietro che assistette al
la sua vendetta nel sangue della concilio romano sotto il Papa s. Fe-
moglie e de' figli di Dionisio , col lice li detto III nel 487; Dolcino
farli perire in mezzo ai tormenti ,
morto nel 597 ; Marciano eletto
ne divorarono le carni, ne tritura- nel pontificato di s. Gregorio I, vi-

rono le ossa, gittandone in mare i veva nel 599 ; Crescenzio assistet-

miseri avanzi. Quindi iocresi eb- i te al concilio Lateranense sotto s.

bero la ventura di evitare ogni rea- Martino I, nel 649 ; Stellino trovos-
zione perchè più giavi pensieri
,
si al concilio di Roma nel pontili-
trattennero Dionisio in Siracusa. calo di Agatone, l'anno 680.
s.

11 celebre Zaleuco, che visse un Italia sacra tom. X, pag. 11^. Lo-
secolo avanti Pitagora ,
promulgò cri fu anche sede di un vescovo
in Locri savie e severe leggi. Si greco, sotto l'arcivescovo greco di
«arra, che avendo decretata la pe- Reggio.
na della cecità contro gli adulteri, LOCUTORIO, Locntoriuni. Luo-
anziché assolvere il suo figlio, reo go del monastero, destinalo dagli
di tal crimine, ad onta delle istan- antichi monaci alla ricreazione do-
ze universali, gli fece cavare un solo po la mensa, e per discorrere di
occhio, e si fece strappare egli l'al- cose spirituali.
tro di fronte, perchè la legge aves- LODE VE, Luieva. Città vesco-
se pieno effetto. Vantasi pur Locri vile di Francia, nella bassa Lin-
di aver prodotto Timeo, uno dei guadoca, dipartimento dell'Hérault,
più valenti pitagorici, che tanto fu capoluogo di ciicondario e di can-
in grido presso il divino Platone. tone. È un paese secco,
situata in
Con molle città greche nel SSg sterile montuoso, ai piedi delle
e
venne Locri in potere de* cartagi- Cevenne, sulla Lergue e distante ,

nesi per dedizione, questa condotta 175 leghe da Parigi. Vi risiede un


indignò i romani, che nel 549 per tribunale di prima istanza, un tri-
Scipione presero la città. Il legato bunale di commercio, una direzio-
Pleminio le fece provare in quella ne delle contribuzioni indirette, una
circostanza inumani trattamenti, né conservazione delle ipoteche una ,

ebbe certamente a lodarsi de' ro- camera consultiva delle manifattu-


mani. Ebbe dipoi il titolo di città re, una società di agricoltura , ed
federata, ma sempre maggiormente un collegio comunale. Questa città

decadde e divenne municipio. Gli è rinomata per le sue numerose


abitanti si trasferirono sulle falde fabbriche di panni. E patria di pa-
delmonte Esope, ed ivi costruiro- recchi uomini illustri e del cardi-
no la nuova Locri , dalle rovine nale Fleuiy. I suoi poco fertili din-
della quale finalmente sorse Gera- torni rinchiudono cave lavorate di
ce presso il mare Jonio. Ignorasi gesso bianco e grigio. Questa an-
l'epoca precisa della distruzione di tica città viene chiamata da Plinio
Locri , sembra però che sia stata Forum Neronis, per l'occasione for-
rovinata dai saraceni. se della colonia quivi stabilita, es-
112 LOD LOD
sendo una cillà Ialina. Passò dai di s. Genesio e di s. Fulcrando avea
romani nel V secolo in potere dei ini capitolo composto di tie dignità
visigoti che la saccheggiarono, e da e di dodici canonici. Eranvi due
questi ai franchi nel VI secolo, altre parrocchie in città, l'abbazia
venendo presa da Thierri o 'L\.'0- di s. Salvatore, diretta dai bene-
dorico figlio di Clodoveo I. l''u in dettini non riformati, un collegio
seguilo riaccjiiislata dai visigoti , di religiosi della dottrina cristiana,
quindi assoggettossi volontariamen- e tre altre comunità religiose d'uo-
te a Pipino. Molto soffri nelle guer- mini. La giustizia eravi ammini-
re de' goti e degli alhigesi, e par- strata dagli uiliziali del vescovo.
ticolarmente nel tSyS, dinante quel- Tutta la diocesi conteneva quaran-
le dei protestanti ugonotti. Ebhe i totto parrocchie. Nel i32.5 fu te-
suoi conti e visconti che ne re-se nuto in Lodève un concilio. Gal-
sero proprietari, e ne vendettero Ha VI, p. 554.
christ.
t.

poscia il diritto nei secoli XII e LODI[Lauden). Città con resi-


XIII ai vescovi, i quali col titolo denza vescovile nel regno Lombar-
di conti esercitarono tutti i diritti do Veneto, capoluogo della provin-
«Iella sovranità, con titolo anco di cia di Lodi e Crema, e di un di-
conti di Montbron. Il re s. Luigi stretto di ventidue comuni venti ,

IX confermò i suoi privilegi, che miglia distante da Milano. Bella-


sussistettero sino al 1789. Sebbene mente situata in un suolo fertile
i vescovi fecero fortificare la città, ed abbondante, sopra una piccola
ciò non impedì che i protestanti elevazione, chiamata colle Eghez-
la sacL-heggiassero diverse volle. zone o Guzzone, presso la liva de-
La sede vescovile fu eretta nel- stra dell'Adda, il cui letto è lar-
l'anno 4' 5, da Patroclo vescovo di ghissimo, e che si attraversa sopra
I\Lìrsiglia, ma divenne suffraganea un ponte di legno lungo circa sei-
della metropoli di Narbona. 11 pri- cento piedi: questa città vedesi cin-
mo vescovo di Lodève, secondo la ta da una vecchia muraglia con
più comune opinione, fu s. Flo- quattro porte. Le sue strade sono
ro, ma nulla avvi di certo intorno regolari ed assai larghe, e le case
al tempo governava questa
in cui in generale ben fabbricate. Sono
chiesa; così dicasi di cinque altri osservabili la sua bella piazza or-
vescovi che si dicono suoi succes- nala di portici, la cattedrale, la
sori.Altri asseriscono che Materno chiesa dell' Incoronata, di cui di-
è primo vescovo, che indubita-
il cesi sia stato l'architetto un certo
tamente governò la chiesa di Lo- Giovanni Battaggio ingegnere ar-
dève, ed assistette al celebre con- chitetto plasticatore lodigiano , il

cilio di Agde, nel 5o6. La serie quale andava a Milano a consul-


de' vescovi diLodève continuò re- tare il Bramante; essa è dipinta
golarmente fino a Giovanni Felice parte a fresco e parte ad olio da
Enrico de Fumel della diocesi di Calisto. Trovansi inoltre altre chie-
Tolosa, cir è r ottantesimosesto ed se e conventi. Degni sono di esse-
ultimo vescovo, fatto da Benedetto re veduti alcuni belli e vasti pa-
XIV 20 maggio lySo, e morto
a' lazzi, e fra questi quello vescovile,
nel 1790. La sede fu soppressa nel quello della famiglia Merlino, l'al-

1801 da Pio VII. La cattedrale tro della làmiglia Barni, che allog-
LOD LOD ii3
giò Maria Teresa e il re di Sar- in cui si vedono avanzi di vecchi
degna, l'abitazione del conte Mo- edifizi, medaglie ed iscrizioni. Que-
degoani , osservabile pel suo ben sto Lodi-vecchio occupa il luogo di
lavorato esterno, e l'ospedale mag- Laiis Pompeja, antica città della
giore. Il castello eretto nel XV se- Lombardia, cosi chiamata perchè
colo da Barnaba Visconti, fu con- Pompeo Strabene padre del gran
vertitoda Giuseppe II in belle ca- Pompeo, prese cura di ripararla
serme, che contener possono mille e vi stabilì una colonia onde si ,

soldati di cavalleria, e mille seicen- disse il suo edificatore. Divenuta


to d' infanteria. Possiede Lodi di- ricca e florida, eccitò la gelosia dei
versi stabilimenti d'istruzione e di milanesi che la distrussero e sae-
benefieenza, e fra gli altri, due col- cheprsiarono nel iii2. La causa
legi, uno maschile e l'altro fem- primaria tra Lodi e Milano dicesi

minile, una scuola normale fon- sia stata una gara religiosa insorta
dala da Giuseppe li, un orfano- fra i lodigiani e l' arcivescovo me-
trofio maschileed uno femminile, tropolita di Milano, Eriberto d'Aa-
un ospizio per gli esposti, una ca- timiano, nel 102D. Voleva questi
sa di carità, ed un monte di pietà. mettere un vescovo in Lodi da lui
Sonovi alcune fabbriche di maioli- e dal suo clero scelto, ed appog-
ca e di terra verniciata, un tempo giato a Corrado II imperatore, e
fra le più slimate d'Italia, di tele e privare così il clero lodigiano del-
di seterie. suo commercio princi-
Il l'antico suo privilegio di elezione.
pale consiste in eccellenti formaggi; Le guerre successive furono diver-
quelli delti impropriamente parmi- se, gii assalti non pochi; ma la
giani passano in parte all'estero, e più terribile lotta fu quella sopra
la specie più delicata, chiamata strac- indicata del 1112, nella quale oc-
chini, è inviata a Milano. Lodi ri- casione Lodi fu demolita. Non con-
ceve pel Po quanto le viene dal tenti di ciò i milanesi, pochi anni
Piemonte e dall'Adriatico, col mez- dopo atterrarono ancora i borghi
zo dell'Adda, cui le grosse barche superstiti,ove rifioriva per l'attività
possono rimontare sino al ponte. degli abitanti il cou)mercio. Senza
E patria del cardinal Giambattista tetto lodigiani, andarono per mol-
i

Barui, dei poeti Maffeo Vegio e ti anni erranti e profughi per la


Leraene, di Filiberto Villani, dei Lombardia e ne' paesi limitrofi, a
pittori Piazza, Martino, Calisto e nulla cedendo i milanesi ai legati

Scipione, e dei famosi nelle armi a Intere Arditio e Ottone cardinali,


Fanfulla Lodovico Vistarini , ed
, mandati loro dal Papa Adriano IV.
altri uomini illustri. Come città Intenerito dalle miserie de' lodigia-
regia manda un deputato alla con- ni l'imperatore Federico I, li chia-
gregazione centrale di Milano, in- mò sotto la sua protezione a rie-
viandone di'.e la provincia. dificare la nuova città sulla riva
Lodi , Lans Pompeja, Ahdiia, destra dell'Adda. La prima pietra
secondo Plinio fu eretta dai gau- fu posta nel i 1 60 dal vescovo di
lesij ma chiamasi Lodi perchè edi- Lodi-vecchio, Alberico I de Mer-

ficata non molto distante dall'an- lini, presente lo stesso imperatore,


tica Lodi detta in oggi Lodi-vec- il quale anche l' ampiezza
stabilì

chio, grosso villaggio sul Sillaro, delle sue mura. Nell'anno seguente
VOL. xxxix. „ .

Q. a, ^
.1 jyy.
1,4 LOD LOD
a'iQ gini^no tlairantipnpn Villore V il IVIilanese. Fu questa città eretta
con divci.si principi e vescovi , vi da Napoleone in ducato, a favore
(il tenuto un conciliabolo, alla pie- del conte Melzi d' Eril.
senza di Federico I suo fautore Il vangelo nell'antica Lodi è o-
,

tn cui fu confermata la fìilsa eli lui pinione comune che l'abbiano pre-
elezione contro il Ici^itlinio Ales- tlicato i discepoli di s. Barnaba, e
Sandro III. Si lessero in questo con- die vi stabilissero una sede vesco-
cilio delle lettere dei re di Norve- vile; non si conosce però alcuno
già, di Danimarca e di Ungheria, de' suoi vescovi anteriori all'anno
di sei arcivescovi, di venti vescovi, 3o5xFu fatta sufiraganea della me-
di quantità di abljali, anco dell'or- tropoli di JMilano, e lo è tuttora,
dine cistcrciense, che tutti riconosce- H primo vescovo di Lodi è s. Giu-
rano il pseudo-Pontefice. Vi si sco- liano,secondo l'Ughelli; egli però
municò Uberto arcivescovo di IMi- è annoverato come il terzo vesco-
lano , fedele ad Alessandro III, e vo di questa città ; fu eletto, dicesi,
che lo segui in Fiancia 1' anno do- nel 3o5, ed occuponne la sede per
110. Per egUr'd causa furono sco- dieciotto anni. Succedettero a s.

uiunicali e deposti i vescovi di Pia- Giuliano, Dionigi di cui è fatta


cenza, di Brescia e di Bologna, ve- menzione nell'apologia di s. Atana-

nendo sospeso dall' ufficio quello di sio, imperatore Co-


indirizzata all'

Padova. V' intervennero Pellegrino stanfino. S. Bassiano di Siracusa,


patriarca d'Aquileia, e Guido eletto ordinato nel getmaio 878: fece fab-
arcivescovo di Ravenna. Reg. toni, bricare una chiesa in onore de' ss.

XXVII; Labbc t. Arduino t. VI.


X-, Apostoli, e ne fece la dedicazione
Nei successivi secoli la nuova città in presenza di s. Ambrogio, col
di Lodi fu signoreggiata dai Vista- quale assistette al concilio di Aqui-
rini, dai Fissiraga, dai Vignati, dai leia nel 38 1; mori nel 4 '3 e la
Visconti, e dagli Sforza duchi di sua festa si celebra a' 19 gennaio.
Milano. Nel i532 passò sotto il INLTlTeo Vegio narra che nella chie-
domiiiio spagnuolo, quando estinta sa di s. Pietro edificata da s. Bas-
la dinastia degli Sforza, l'impera- siano, si venerava una chiave di
tore Carlo V si appropriò il du- ferro, forse fatta con parte delle
cato di Milano. Non ebbe che un catene del santo apostolo, ed era
circuito sino al i655 in cui fu for- in gran venerazione. S. Ciriaco sot-
tificata. I re di vi Spagna
domi- toscrisse la lettera sinodale di Eu-
uarono sino al 17 t3, nella (piale sebio vescovo di Milano; mori nel
epoca passò sotto la casa d'Austria, 4^*2, e fu sepolto nell'antica catte-
divenendo la capitale del Lodigia- diale presso di s. Bassiano, il cor-
no nel cessato ducato milanese. I pò del quale nel i 164 con solen-
comandati dal generale in
francesi, nissima pompa fu trasferito nella
capo Bonaparte, vi entrarono il nuova, come principale patrono di
giorno IO maggio 1796, onde at- Lodi. Verso l'anno 47^^ g'i succes-
taccare ponte difeso da diecimila
il se s. Tiziano tedesco, e morì nel
austriaci, e da trenta pezzi di can- 477 3 ^^ sepolto nell'antica catte-
none; effettuatone il passaggio, uno drale di s. Pietro, ove nel 1640
dei brillanti fatti d'armi di taleepo- rinvenute le sue relicjuie, il vesco-
ca, divennero padroni tosto di tutto vo Clemente Gera di Novara, eoa
LOD LOD ii5
i*eIigio';n pompa le trasporlo all'al- lo Oldrado nobile milanese fond?)
(aie maggiore. Donato, dotto e di presso Lodi-vecchio il monasleio ci-
santa vita, iiifeivenue al concilio sterciense di s. Maria di Cerreto.
tenuto dal Papa s. Agatone ni;l L'Ughclli riporta la serie degli ab-
679. Per le vicende cui soggiaccpie bati, da Bruno primo abbate fino
Lodi, sino a Raclelo 83 i, se- dell' ad Ambrogio Lampugnani fatto da
condo rUghelli non si hanno no- , INLìrtiuo V, e morto nel i4^8. Nel
tizie di altri vescovi. Neir837 eb- 1481 il cardinal d'Estoulcville pri-
he a successore Erdteilo, e poi Ge- mo abbate commendatario unì il

rardo dell' 883. al quale il Ponte- monastero alla congregazione cistcr-


fice Martino li o Marino I com- ciense d'Italia, ciò che approvò Si-
mendò il monastero Savinionense. sto IV; e d'allora in poi im priore
Noteieino qui appresso vescovi di i governò il monastero.
particolar memoria degni. Andrea Giovanni eletto vescovo di Lodi
del 972, che all'abbazia di s. J'ie- nel 1139, cui nel 43 successe il
i 1

tro donò molli piivilegi ed immu- lodigiano Lanfranco de' conti Cas-
iiilà ; l'abbazia era stata eretta dal- siani, che inutilmente perorò a fa-
l' imperatore Lodovico I e dal ve- vore della patria ai milanesi. Nel
.sco-vo tlaclelo. Andrea ottenne per I 'i8 fu fatto vescovo Alberico IMer-
I

la sua chiesa privilegi dall' impe- lini canonico della cattedrale, ch'eb-

ratore Ottone I e da Arduino re be la consolazione di vedete edifi-


d'ilalia. Nocherio tedesco gli suc- cato Lodi- nuovo. Fatlerico I con-
cesse, e per sua opera Ansa Ida con- corse all'erezione eziandio della cat-
lessa di Grisalba fondò il mona- tedrale, e concesse privilegi alla chie-
stero di s. Stefano, che poi diven- sa di Lodi. L'antipapa Viltore V
ne celebre pei cistercieiisi che vi co' suoi cardinali si recò come di-
boi irono. IVel losT fu eletto 01- cemmo a Lodi, ed assistetle coH'im-
darico, contro Ambrogio Archini peralore e coi vescovi inlervenult
canonko di Milano, fatto dall'arci- al concilio alla traslazione del cor-
vescovo di Milano Eriberto o Ari- po di s. Bassiano nella nuova cat-
perto, donde provennero le guerre tedrale. Alessandro III vedendo Al-
tra i milanesi e lodigiani di so[)ra berico seguace dello scisma, aQidò
accennate. Ambrogio governò con il governò della sede di Lodi al
singolare probità ottenne in dono ; suo lesalo Caldino arcivescovo di
per la mensa dalla contessa Roliu- Milano. Nel i 168 divenne vescovo
da, s. Vito e Castiglione, ed in- s. Alberto, al quale Alessandro III
tervenne nel 1046 al sinodo di Pa- nel 1177 confermò la traslazione
via. Arderico Vignali di Lodi nel della sede vescovile da Lodi-vecchio
I io3 divenne vescovo della patrio, nel nuovo, e concesse privilegi al
dopo Ficdenzone e Piinaldo intrusi monastero delle monache de' ss. Fa-
per opera dell'imperatore Enrico biano e Damiano. S. Alberto go-
IV : fu lodalo per prudenza e per vernò santamente, diede ollinie leg-
aver procurato difendere Lodi con- gi al clero, intervenne al concilio
tro i milanesi , ma fu testimonio generale Lateranense III, e morì ai
dell'estremo eccidio della città. Nel 4 luglio '179- Fu sepolto nella
ì ]?.() gli successe Allone, e nel caflcdialo sollo l'altare della ss. Tri-
ii3o Vido, sotto del quale Alber- nila. Gli successe Alberico del Cor-
ii6 LOD LOD
no lodigiano e canonico della cat- Luca Castello. Altro lodigiano, Pao-
tedrale, acerrimo difensore della li- lo Cadamosto successe loro nel,

bertà ecclesiastica ; ne fu successo- 1354, che celebrò il concilio dio-


re Alderico. preposito della catte- cesano, ricuperò diversi beni occu-
drale, che fece ottime leg.^i pei ca- pati da Barnaba Visconti, fu legato
nonici. Nel 1218 fu eletto Ambro- apostolico in Pannonia, e morì nel
gio del Corno lodigiano, anch' egli I 386. Non è vero che dopo di lui
canonico della catledra'e, consccra- abbia governato Angelo di Anna
to in Roma da Papa Onorio HF. iSommariva , detto il cardinal di
Il vescovo Ottobello ottenne privi- Lodi, perchè la sua famiglia n'era
legi da Federico li, ricuperò molti originuria.
beni, fece diversi salutari decreti Di Lodi fu fr. Giacomo Arigoni
pel clero; fu chiaro in (ìlosona e domenicano, insigne teologo, mae-
per prutienza, ma ebbe il dispiace- stro del sacro palazzo dottissimo
re di vedere Lodi spogliata della eletto nel 1407; intervenne con
sede episcopale da Gregorio IX, gran riputazione ai concilii di Pisa

forse perchè partigiana di Federico e di Costanza e venne trasferito a


,

II, e morì nel 1242. Seguirono Trieste nel i4i8. Martino V fece
intestine discordie tra' cittadini, per allora amministratore Gerardo Ca-
cui ne' dieci rami di sede vacante pitani de Landriani, che nella cat-
Innocenzo IV commise all'abbate tedrale eresse la dignità dell'arci-
di Cerreto, all'arciprete e preposto diacono e del primicerio, aumentò
di Lodi la cura delia mensa vesco- le rendite della mensa, e da Eu-
Tile. Nel 1202 lo stesso Papa re- genio IV fa traslato a Como nel
stituì alla città la dignità vescovile, 1437, e poi creato cardinale. A sua
e nominò vescovo Bongiovanni Fis- vece il Papa destinò il celebre giu-
siraga lodigiano, ciie nel 1280) Ui reconsulto Antonio Berneri di Par-
sepolto uella chiesa de' francescani, ma ; esso rifermò gli statuti del ca-
eretta col convento da Antonio Fis- pitolo, morì nel i456e fu sepolto
sirnga rettore di Lodi. Gli successe nella cattedrale, nella cappella da
il concittadino fr. Pv.aimondo Som- lui edificata in onore di s. Bassia-
mariva domenicano, di santa vita no. Gli fa surrogato Carlo de' mar-
e singolare prudenza, con universale chesi Pallavicino di Parma ,
gene-
letizia ; lodato vescovo, ebbe sepol- roso vescovo che arricchì la catte-
tura in s. Domenico. Nel 296 1 drale di preziose suppellettili, e la
Bernardo Talente lodigiano e ca- biblioteca del capitolo di squisiti
nonico di s. Lorenzo gli successe, codici, aggiungendo ad esso la quar-
il quale multò canonici che non
i ta dignità d' arciprete ; eresse un
risiedevano in Lodi coi cittadini ; ospedale, fu chiamato il padre dei
fece un voto per l'inondazione, e poveri, e morì nel •497- Alessan-
morì nel iSoy. Dopo di lui fioiì dro VI nominò allora Ottaviano
Egidio Aqua canonico di s. Loren- Maria Sforza Merli, figlio di Ga-
zo, che intervenne alla coronazione leazzo Maria duca di Mdano, e ces-
seguita in JMilano di Enrico VII, sò di vivere nel i5of. Dopo esser-
dal quale riportò privilegi per la ne stato amministratore Claudio
sua chiesa gli successero due fran-
: Sassatelli vescovo d'Aqui, nel i5i9
cescani lodigiani, Leone Palatini e da Arezzo fu trasferito a questa
LOD LOD 117
chiesa Girolamo Sansoni di Savo- gè la Questa è continuala
serie.
i536 il car-
na, e gli successe nel nelle annuali Notizie di Roma. Per
dinal Giacomo Simonetta e nel , molte di Alessandro Maria Pagani
seguente anno divenne vescovo il diCremona, dichiarato vescovo nel
di lui nipote Giovanni , che nel 1819 <Ja l^'o ^^h il Papa Grego-
i54o consecrò la cattedrale in ono- rio XVI nel concistoro de' 2 otto-
re delia Beata Vergine e di s. Bas- bre 1837 ^'^^^ l'attuale vescovo
siano, e gli donò splendidi para- monsignor Gaetano de' conti Bena-
menti. Paolo IV nel iSSj fece glia di Bergamo.
vescovo di Lodi il cardinal Gian- La cattedrale, buon edilìzio, è
nfmtoiiio Capizucchi romano , del sacra all'Assunzione di Maria Ver-
quale, come degli altri cardinali gine, ove fra le reliquie sono ia
vescovi di Lodi, parliamo alla sua particolar venerazione i corpi dei
biografìa, rsel 1569 da Nola fu santi vescovi Bassiano ed Alberto,
quivi Iraslalato Antonio Scarampi Il capitolo si compone della digni-
de' conti Cannella, che nel iSj^ tà dell'arciprete, di dodici canonici,
celebrò il sinodo, institui la con- comprese le prebende del teologo
gregazione di s. Orsola, eresse due e del penitenziere, di dieci preti e
collegi pei chierici e per gli orfani; di altri chierici addetti al servigio
morì nel iSyG e fu lodato nelle divino. Nella cattedrale è il fonte
esequie da s. Carlo Borromeo, Gi- battesimale, venendo esercitata la
rolamo Federico Trivili gli succes- cura delle anime dal nominato ar-
se: insigne giureconsulto, interven- ciprete, coadiuvato da altri preti.
ne al quinto concilio provinciale, e L'episcopio, buono edilizio, è ade-
morì assai encomiato nel i^yg. rente alla cattedrale. Oltre di que-
Quindi divenne vescovo Lodovico sta, nella città esistono altre quat-
Taberna milanese, già tesoriere ge- tro chiese parrocchiali munite del
nerale della camera apostolica, che battisterio ; avvi vm convento di
restaurò la cattedrale , cui donò religiosi, due collegi e due orfano-
magnifici paramenti , celebrò più trofi pei due sessi, un conservato-
sinodi, aumentò la mensa de' ca- rio per gli esposti, due ospedali, il
nonici, eresse decoroso episcopio, e monte di pietà, ed il seminario con
morì 161 7. Il capitolo, come
nel alunni. La diocesi si estende a circa
el vescovo Scarampo, gli decretò cinquanta miglia, e contiene molti
annui suCliagi. Fu di lui successore luoghi. Ogni nuovo vescovo è tas-
il domenicano fr. Michelangelo Se- sato ne'libri della camera apostolica
gizzi, già commissario del s. offi- in fiorini i5o, ascendenti all'annua
zio ; ottimo vescovo , consecrò la rendila a 28944>'23 libellas illius
chiesa de' cappuccini di Castel s. monetae cunctis deduciis oneribus.
Angelo, e morì nel 1626, Pietro LODOVICO (s.) NEL Marag.va-
\ idoni poi cardinale, che ornò l'e- No NEL Brasile di Portogallo (S.
piscopio e la cattedrale, cui donò Ludovici de fliaragnano). Cillà
preziosi reliquiari, Ortensio Viscon- con residenza vescovile dell'Ameri-
ti nobile milanese, fatto vescovo ca meridionale, nelle Indie occi-
nel 1702 da Clemente XI, è l'ul- dentali, nell'impero del Brasile, nel-
tuno registrato neh' Italia sacra t. la provincia di Maranhao, Questa
IV, pag. 654 e seg. ove se ne leg- citta pur chiamala Maranhao^
ii8 LOD LQD
]\I(iranham, Maraguani, Maragnon, Filippo 11 re di Spagna, domandò
Marai^iiaii, o s. Ltiiz, iMaranlui- alla santa Sede d' erigervi una mis-
nidy fu aiiclie chiamala s. Filip- sioiic ili cappuccini italiani per la

po. Capoluogo della [)roviiicia del con vei sione ilei selvaggi lobiari e
suo nome, « situata sulle baie di tupinandjari. La Sede apostolica con-
s. Marcos e di s. Giuseppe, della discese alla richiesta, onde i cap-
costa occidentale dell' isola di Ma- puccini furono quivi trasportati a
rarihao, fra le iadjoccuture delle spese della corte portoghese, e col
piccole riviere de' fiumi di s. Fran- loro zelo e indefesse fatiche corris-
cisco e di Maranliao, essendo di- posero con frullo. Quindi ad istan-
MÌSix dal resto del continente me- za del re di Portogallo Pietro li,

diante Rio de Mosquito. La pro-


il il Papa Innocenzo XI eresse quivi
vincia o sia il paese iu scoperto da la sede vescovile, coll'annua rendila
alcuni naufraghi portogliesi nel i535, di n)ille scudi da pagarsi dal re,
i ipiuli dipoi nel i5<j9 vi forma- siilfraganea della metropoli di s.

rono uno stabilimento. Grande è Salvatore, di cui lo è tuttora, e ciò


l'area della città, sopra un terreno coH'autorità della bolla Super, dei
ineguale. Ha strade e case solida- 21) seltendjre 1677, presso il /?«//.

mente fabbricate. L'aulico collegio Iloni. t. Vili, pag. 32. Nelle an-
de' gesuiti serve oggi di abitazione nuali Notizie di Roma sono regi-
al vKScovo, come la contigua chie- strati i seguenti vescovi di s. Lo-
sa è la cattedrale. Vi sono diverse dovico di Maragiiano. Fr. France-
grandi piazze, una dogana, una pri- sco da s. Giacomo minore osser-
gione, e molli stabilimenti di pub- vante della diocesi di Braga, fatto
blica istruzione. Il canale che serve vescovo da Benedetto XI V a' i5
di porlo è angusto, ma ben difeso dicembre l'J^S. Gli successe nel
da Ire forli. Questa città è ben 1756 fr. Antonio da s. Giuseppe
provveduta d'ogni sorla di conune- agostiniano della diocesi di Braga;
itibili e di buona acqua. Cónta piii quindi furono vescovi, nel 1779
di dodicimila abilanli, fra i quali Giacinto Carlo de Silveira d' Evo-
\i è un gran lumiero di negri: ra ; nel 1783 fr. Antonio di Pa-
altri raddoppiano il numero degli dova minore osservante riformato,
abitanti. Deve la sua fondazione ai della Lisbona; nel 179'^
diocesi di
francesi, che impadronitisi dell'isola Gioacchino Ferreira de Carvalho di
nel 6i 2, costruirono laciltà, donde
I Coimbra ; nel 1802 Luigi de Britto
furono cacciati nel i6i5 dai porto- Homem della diocesi di Guarda ,

ghesi. Sorpresa dagli olandesi nel traslatoda Pio VII dal vescovato
i64f, fu ripresa Ire aimi dopo dai d'Angola; Gioacchino di s. Maria
portoghesi, cui sempre riujase in di Nazareth, della diocesi di Porlo,
dominio. L'aria è cos'i salubre, che nel 18 19 traslalo da Pio VII da
perfeziona la robustezza degli abitan- Lenlopoli nelle parti degl'infedeli;
ti, e li fa lungamente vivere. TSelle nel da Leone Xll fu fatto
1827
vaste capanne rurali si contengono vescovo Marc' Antonio de Souza
sino a trecento individui per ciascu- di Bachia. Per sua morte Gregorio
na , armali tutti di freccia ed ar- XVI, nel concistoro de' 22 gennaio
co, che maneggiano destramente. j 844> dichiarò vescovo monsignor
JXel 1592 li re di Portogallo, Carlo da s. Giuseppe de' carmcli-
LOD LOD 119
tani calzati, della diocesi di Fer- avea ancora compili i diciannove
nambuco, nato in Recite. anni, che vestì l'abito dell'ordine
La cattedrale, edifiiio di magni- di quel santo nel convento di \ a-
fica struttura, è dedicata a s. Àia- lenza. Dappoiché fu ordinato sa-
con fonte batte-
ria della Vittoria, cerdote, giornalmente i
celebrò
simale e cura d'anime, che sono santi misteri con un fervore e con
amministrate da un parroco vica- lagrime che inspiravano agli astan-
rio avente contigua l'ubilazione del ti la ma£;"ior divozione. JN'el i55i
vescovo. Il capitolo si compone di fu eletto maestro de' novizi, cui in-
quatti'o dignità, essendo la prima segnò co' suoi discorsi e coli' esem-
l'arciprete cantore; di quattordici pio in qual modo doveano rinun-
canonici, otto beneficiati, oltre i ziare al mondo ed alla propria vo-
quali vi sono i cappellani, i maestri lontà, e unirsi a Dio coll'esercizio
del coro, i sotto-cantori, sei provin- dell'orazione. Pareva che dapprin-
ciali, ed altri preti e chierici addetti cipio non avesse altitudine alla pre-
al servigio divino. Oltre la catte- dicazione; ma vinse tutte le diffi-

drale nella città vi è un'altra par- coltà, ed esercitò con felice succes-
locchia, munita del battisterio. Ire so l'apostolico ministero. Essendo
conventi di religiosi , orfanotrofio slato afflitto dalla pestilenza il re-

per le donzelle, un ospedale, un gno di Valenza, egli si mostrò su-


luogo pio per alimentare i poveri periore al timore che ispirava que-
fanciulli, ed il seminario. La dio- sto terribile flagello: volò in soc-
cesi è comprende le pro-
vasta, e corso degli appestati ; e dopo aver-
vincie di Maragnano e di Piaccby, li aiutati a morir santamente, ren-
con molte città. Ogni nuovo ve- deva loro "li ultimi uffici. Avendo-
scovo è lassato ne'libri della came- gli Iddio conservata la vita, doman-
ra apostolica in fiorini ii6, quo- dò a'suoi superiori permesso di il

rum K'alor a s cenili L ad vicies cen- andar a predicare il vangelo ai


tena quadringenta Vìillia reis, seu selvaggi dell'America; ed imbar-
ad hismille et qualuor centum ro- cossi a Siviglia con un religioso del
Tìiana sanala. suo ordine nel 1062. Approdato
LODOVICO, redi Luigi (s.). nella Castiglia d'Oro, provincia del-
LODOVICO EERTEA^•DO (s.), do- l'America meridionale, vi ristaiirò
tnenicano spagnuolo, nato in Va- il convento dei domenicani, ed ivi

lenza primo gennaio i526. Suo


il si apparecchiò col digiuno e colla
padre Giovanni Lodovico Bertran- preghiera al cominciamento della
do, notaio o cancelliere, e sua ma- sua missione. Malgrado le fatiche
dre Giovanna Anna Exarch inspi- del suo ministero, non cesso di

rarono a tutti i loro figli, ch'era- praticare austere penitenze. Iddio


no nove, que' sentimenti di pietà gli comunicò il dono delle lingue
di cui erano essi animati ; ma Lo- con quello dei miiacoli. Nello spa-
dovico, ch'era il maggiore di tutti, zio di tre anni convertì più di
fu pure a tutti superiore nella san- diecimila anime nell' istmo di Pana-
tità dei costumi. Fino dai suoi pri- ma, nell'isola di Tabago e nella
mi anni mostrò di voler cammi- provincia di Cartagena : battezzò
nare sulle traccie di s. Vincenzo gli abitanti della città di Tubara,
Ferrerie, di cui era parente ; e nou e di molti altri luoghi vicini. Con
120 LOD LOD
pari successo predicò a Ci pacca, a istituire una distinta decorazione,
Palualo, presso i Ijarbari e rozzi ed un cospicuo segno di onoranza,
caraibi, presso gli abitanti delle destinato a distinguere e ricompen-
montagne di s. Marta, nei paesi di sare coloro, che per ragguardevoli
Moiipaia e nell'isola di s. Tom- servigi renduti a lui ed al suo sta-
maso. jVel 1569 ritornò a Valen- to, e per valore e preminenza nel-
za; fu eletto successivamente prio- la scienze, lettere ed arti avessero
re di due case del suo ordine un titolo alla speciale considerazio*
ove fece rivivere lo spirito primi- ne della sua medesima altezza rea-
tivo della regola; e continuò per le. La sostanza poi delle disposi-
dodici anni con grandissimo frut- zioni motuproprio sono
del citato
to a predicare la divina parola in riportate nel successivo motu- pro-
diverse diocesi del regno, forman- prio che andiamo a riprodiu'i'C-
do nel medesimo tempo eccellenti Però noteicmo che il duca ai 18
predicatori che gli succedettero nel- aprile 1837 emanò altro motu-pro-
l'evangelico ministero. ÌNei due ul- prio relativo all'istallazione della
timi anni della sua vita fu assali- reale cancelleria, e non vi è che
to da diverse malattie; ma nulla l'articolo IV che riguardi gì' insi-

scemò perciò delle sue austerità ,


gniti della decorazione, essendo le

ve delle sue fatiche. Si può dire altre disposizioni tutte interne, cioè
ch'egli non discese dal pulpito che aventi per iscopo le attribuzioni
per essere portato sul letto di mor- ed ingerenze del cancelliere e del
ie. Mentre predicava nella catte- segretario. L'articolo IV ecco quan-
drale di quaresima
Valenza, nella to contiene. « Le sentinelle ren-
dell'anno i58i, cadde in deliquio, deranno gli onori alla decorazione
e fu d' uopo portarlo a casa. Di- di s. Lodovico, col presentare le
venuta pericolosa la sua malattia, armi agl'individui appartenenti al-
egli vide giungere tranquillamente la prima classe, e col portarle a
il giorno della sua morte, che av- quelli della seconda e terza classe".
venne ai 9 ottobre dell'anno stes- Volendo poi l'illustre sovrano man-
so, come aveva predetto. Molle dare ad effetto questa istituzione, e
guarigioni miracolose attestaiono stabilire il regolamento che dee esser-
la Paolo V lo beati-
sua santità. ne la base, questo pubblicò in Lucca,
ficò nel 1608, e Clemente X ca- sottoscritto
(\(y lui, il di 3 dicembre
Honizzollo nel 167 1. Alessandro 1837, ed è del seguente tenore.
Vili, con suo decreto del 4 settem- « Articolo 1. La decoi'azione sot-
bre 1 690, lo dichiarò patrono e prin- to il titolo di s. Lodovico, ha il

cipale protettore della Nuova Grana- carattere di decorazione pel meri-


ta, e fissò la sua festa al io ottobre. to civile, ed è destinata a dare uu
LODOVICO (s.). Ordine eque- solenne attestato di stima e di o-
stre di Lucca. Fu istituito con norificenza alle doti pregevoli del
sovrano tuotu proprio de' 11 di- cuore e della mente di quelli ohe
cembre i836, dal regnante duca si saranno segnalati, o nei pubbli-

di Lucca, infante di Spagna, d. ci ulìizi civili, o nelle scienze, let-


Carlo Lodovico di Borbone, sotto tere ed arti. Art. II. 11 titolo prin-
l'invocazione di s. Lodovico IX re cipale ed essenziale per cui taluno
di Francia. Con esso gli piacque SI laico che ecclesiastico può farsi
LOD LOD 121
degno della decorazione di s. Lo- si terrà appesa la croce, è giallo e
dovico IX re di Francia, è il me- bleii, conronne nella larghezza e
rito personale: il conferirla dipen- nella distribuzione da' colori allo
de intieramente dalla nostra volon- appresso modello. Art. IX. Ogniqual-
là, e dalle sovrane nostre deter- volta segua la morte di un insignito
luinazioni. Art. 111. La decorazio- di qualunque classe, gli eredi del
ne è specialmente riservata ai no- medesimo dovranno rinietlere alla
stri amatissimi sudditi lucchesi, i cancelleria della decorazione la ero-
quali per integrità di costumi, per ce che il defunto ricevette da noi.
attaccamento al sovrano, per com- Art. X. L'oggetto della decorazio-'
niendevoli e virtuose azioni, per ne si è di rimunerare e distingue-
imporlanti servigi resi alla patria, re merito personale; quindi re-
il

per dottrina e abilità valenti, ab- sta dichiaralo cbe le onorificenze e


Jjiano acquistato la pubblica esti- prerogative annesse alla decorazio-
niazione, e la reale nostra bene- ne, cessano coll'insignito, e che la
volenza. Art. IV. La decorazione decorazione medesima non dà ti-
potrà essere conceduta anche a tolo, né trasmette diritto veruno
quegli esteri, nei quali da noi si alla famiglia, eredi e successori di
conoscesse concorrere giusti requi- lui. Art. XI. E dovere dei decoia-
siti per ottenerla. Art. V. La de- ti di condursi sempre coi principii
corazione rimane distinta in tre di probità e di onore; di spiegare
classi. Quella di prima classe è in ogni loro forza per eseguire e pro-
oro; quella della seconda è in ar- movere atti virtuosi; di farsi co-
gento smaltata, e quella della ter« stantemente distinguere per l'uso
za classe è in argento semplice il piìi utile dei talenti; e di con-
tutte e tre le accennate decora- tribuire con zelo al miglior ben es-
{
zioni si porteranno appese all' abi- sere dei loro simili, e al lustro
to dal lato sinistro, e pendenti da della patria. Art. XII. Un insignito
un nastro di seta azzurro coi due può essere privato della decorazio-
lembi color d'arancio). Art. VI. ne, quando sene rendesse indegno
JNon è permesso ad alcuno di a- con una condotta impropria del
domare la decorazione con gemme suo grado, e contraria al suo do-
o pietre preziose, se non oltengase- vere. Art. Xlll. 1 decorati di pri-
ne da noi particolare concessione, ma precedono in rango quel-
classe
Articolo VII. La decorazione di san li della seconda classe, questi de- i

Lodovico pel merito civile consi- corali di terza classe. Fra gì' insi-
ste in una croce di fot tua greca, gniti della classe medesima la pre-
composta da quattro gigli, che me- cedenza è fissata dall'anzianità di
diante le loro foglie si legano fra nomina. Art. XIV. I nostri molu-
un braccio e l'altro della stessa propri del 11 dicembre i836, e
croce, e colla loro parte inferiore si del 18 aprile iSSy sono confer-
uniscono ad uno scudo che sta nel mali in tutte le parti non contra-
centro, avente da un lato l'effigie rie alla presente ordinanza, la qua-
di s. Lodovico IX re di Francia le dal direttore della reule intima
ni campo azzurro, e dall'altio lato segreteria di gabinetto sarà tàlta
tre gigli d'oro in campo parimenti conoscere al nostro ministro segre-
azzuiro. Ari. Vili. U nastro cui tarlo di stato per gli affari esteri ed
122 LOD LOD
iiilerni ; ai nostii consiglieri di sia- creò cardinale, ed ebbe in titolo

lo con dipailiniciilu ; al cancellie- la chiesa di s. Cecilia. In segui-


re della decoia/.ione di s. Lodovi- to fu legato all' imperatore Fede-
co IX re di Francia; non meno ì'ìco III, ed alla città di Bolo-

che al gran maresciallo della no- gna , non che commissario apo-
stra reale corte, ed inserita nel stolico per la Piomagna , ove ri-

Lollellino delle leggi. cuperò alla Chiesa molti luoghi,


LODOVICO (Ìj. ) Al.EMAND o tra' quali Imola. Martino V nel-
AllamakDj Cardinale. Lodovico A- l'anno 1422 lo mandò in Siena
leniand o Allamand de' signori di per regolare la traslazione del con-
Arbcnt e di MontgiHon, nacque cilio di Pavia in quella città , e
nel caslelio d'Arhent del Biigey, nel- per la venerazione per che avea
la Franca Contea, nel i Sno , da lui Luigi IH conte di Provenza, a

lamiglia assai illustre e distinta. suo riguardo confermò i privilegi


Fino dall'adolescenza ad un illiba- che la città d'Arles avea ottenuto
to candore di costumi congiunse dai sovrani suoi predecessori. Inti-
straordinario fervore per gli studi, matosi da Martino V la celebra-
ne' ((uali fece in Lione meraviglio- zione del concilio generale nella
so progresso, come narra Pietro città di Basilea [Pedi), il cardinal
Gariel nella Serie de' vescovi di Lodovico, come personaggio dota-
Maguelone par. 2, p. 126 e seg. to di profonda dottrina e straordi-
Essendo canonico della cattedrale naria eloquenza, fu deputato per
di s. Giovaiuii di Lione, abbate di uno de' legati dello stesso concilio.
Tournus-sur- Saune, e gran-cantore Avendo però inteso essere successo
di Valenza, lo zio Francesco Con- a JNIartino V
marzo i43i il a' 3
7y, camerlengo di s. Chiesa e lega- cardinal Gabriele Condulmieri col
to d'Avignone, nel i4'7 dichiarol- nome di Eugenio IV, col quale
lo suo luogotenente in ambedue egli avea avuto gravi inimicizie, gli

le cariche durante la sua assenza, dispiacque non poco. Eugenio IV ri-


ed a' 2 novembre Martino V lo
1 chiamò i vescovi in Italia, dichiarò
confermò in ambedue gli uffizi sciolto il concilio per tiasferirlo al-

per cui il Cardella chiama Lodo- trove, dappoiché oltre l'esservi inter-
\ico vice-camerlengo. Di ciò con venuti pochissimi vescovi, Basilea era
qualche ditìusione ne parlammo ai poco sicura per la insorta guerra
\'ol. VII, p. 77, e XXXII, p. 7 fra duchi d'Austria e di Borgo-
i

del Dizionario. Quindi Lodovico gna, ed inoltre incomodo assai al-


nel i4i8 fu fatto da Martino V l'accesso de'greci, i quali eranvi
vescovo di IMaguelone, consagran- stali invitati per trattare la loro
dolo il Papa 20 dicembre
a' in unione colla Chiesa latina. 11 car-
Mantova, Il Chenu, Archiep. et e- dinal Lodovico fu il solo dei lega-
pisc. Galliae p. 170, lo dice an- ti che disobbediente, bizzarramente

cora vescovo di s. Malo, cui suc- volle proseguire il concilio Basilee-


cesse Pietro Piedru, che nel i449 se, gli altri cardinali ritirandosi ;

intervenne al concilio d' Angers. solo per poco si lasciò sedurre il

Inoltre Martino V nel i^iZ lo cardinal Cesarini, ponendosi alla


proniosse all'arcivescovato d'Arles, testa dei refrattari, però l'abban-
e nel maggio o giugno 1426 lo donò poscia per le elficaci persua-
LOD LOD 123
sive d'Ambrogio camaldolese, e les, penetrato da orrore del pro-
tornò iu Italia. Allora il cardinal prio delitto, e dallo spirito di ve-
Lodovico assuase la presidenza di race penitenza, lutto si diede a ri-
quella conventicola, e si dichiarò parare per (pianto potè lo scan-
capo degli scismatici con gravissi- dalo gravissimo da lui cagionato
mo scandalo della cristianità. 11 in tutta la Chiesa, impiegando sé
conciliabolo prelese deporre Euge- stesso e l'opera sua nel risarcire
nio IV ed eleggere in sua vece il mal fatto. Fondò cjuiiuli sacri
Felice V, Antipapa XXXIX ( Fe- templi, altri ne abbellì, ristabilì
di)j consagralo vescovo, e corona- la disciplina nel clerOj mantenne
to pseudo Pontefice dal cardinal molti ospedali in cui serviva egli
Lodovico a' 24 luglio i44o- 1^"" stesso gì infermi, promosse viva-
genio IV scomunicò l'antipapa, \\ mente il culto divino, la salute
cardinal Lodovico che depose pu- delle anime, e soprattutto il ri-
re da tutte le dignità, ed loro i spetto e la riverenza alla santa
fautori, annullando tutti gli alti Sede che tanto avea ofl'eso; menan-
del conciliabolo; ma rantipapa lo do vita ediljcante esemplare, e ,

riconobbe per cardinale ed arcive- tutta occupata nell' esercizio delle


scovo d'Arles. Dopo la morte di pili belle viilù e nelle opere della
Eugenio IV fu eletto nel i4l7 pili sincera pietà, facendo generose
INicolò Vj e vedendosi PVlice V da limosine a' poveri che lo riguarda-
pochi riconosciuto, di carattere pa- rono come piidre. Morì sessagena-
cifico, ravvedutosi del conime>>o rio nel suo castel-
iiell'arcidiocesi,
fallo, ad insinuazione sing<j]iuuieii- lo di 16 o 20 settem-
Soiona, a'

te di Lodovico, che ancor lui con bre, o a' 6 ottobre (la sua festa
1

quest'azione riparò il commesso venne stabilila a' 1 6 settembre) nel


grave errore, rinunziò l'antipapato i45o; e trasferito nella sua me-
m Losanna [Fedi) a'9 aprile i44*^)- tropolitana d'Arles, vi rimase sepol-
Impegnatissimo Lodovico per le- to in una cappella, con onorevole
stinzione del funesto scisma di cui elogio in versi leonini, riportato
era stato ostinato fautore, molto dai Sammartani nel t. J, p. io3,
operò, e pentito e dolentissimo dei ed ancora dal Chenu. Fu tale e
suoi mancamenti, pieno di dolore, tanto il concorso a' suoi funerali,
sommissione e compunzione, im- che v' intervennero moltissime per-
plorò ed ottenne dall'indulgente sone da ventitre città, e furono
iSicolò V benigno perdono, e fu alla sua tomba operati' da Dio a
ammesso alla sua comunione. Tut- di lui intercessione miracoli senza
tavolta il Papa con grande stento numero, tra'quali si contano, mor-
lo ripristinò nella dignità cardina- ti risuscitati, zoppi raddrizzati, sox'-

lizia e nell'arcivescovato d'Arles, con di e muti a' quali fu restituito l'uso


breve de' 20 dicembre i449J ^ di- dell' udito e della favella. Enea
poi, al dire dei Sammartani, Gal- Silvio Piccolomini, poscia Pio II,
Ha christ. t. I, p. 583, Io spedi è uno di quelli che afferma il nar-
suo legato nella bassa Germania, rato, insieme con altri sette rino-
dove molto solfiì in servigio della mali scrittori, oltre la leggenda dei
Chiesa. Ritornato il caidinal Lo- prodigi che conservasi nell'archivio
dovico nella sua aicidiocesi d'Ar- d'Arles, aulenlitala colla fede di ti e
124 LOL LOL
pubblici notali. Il Rinaldi negli gnava erroneamente che Dio non
ylimal. eccles. all'anno i4^o> ''• vedeva ciò che succedeva sulla
polla novero de' miracoli. Cle-
il terra, e perciò i suoi discepoli te-

incule VII con breve del i^i'j nevano le loro assemblee in luoghi
diretto al capitolo d'Arles, rico- sotterranei, dove commettevano spa-
nobbe nel cardinal Lodovico, non ventevoli abbominazioiii , i padri
solenncnaenle, il titolo di beato che ed
colle loro figlie, figli colle lo- i

ftlidava il niarliiologio di Fran- ro madri, senza alcun riguardo.


cia ed il breviario d'Arles. Questo Lollardo diceva inoltre, che Elia
Lreve si legge nel Vittorelli, Addii, ed Enoch avevano dato a'suoi se-
in Cincconio p. 1108; nel Rinal- guaci la podestà di legare e di
di loco citato; nei Sammartani sciogliere; ammetteva la sola Scrit-
tom. I, p. 584) ^ "^' Bollandisti tura , escludendo il battesimo, la
a p. 6i4e 49'- l^erò dice il Car- messa , l' estrema unzione, le ce?
della, Bleniorie isL de' cardinali rinionie, i digiuni, le astinenze, e
(stampate nel 1793), t. IH, p. ^o, le altre ordinazioni della Chiesa,
che erano allora centocinquanl'anni l'intercessione de' santi, la verginità
cheilctdto del b.Lodovico era cessalo. di Maria santissima ; sosteneva pure
LOGOTETA, Logolheta. Utìicio che i cattivi angeli sarebbero un
deil'anlica corte di Costantinopoli, giorno salvati, che spergiurare
Io

con titolo di conte del palazzo, in- non era delitto, siccome non era
caricato di distribuire le beneficen- peccalo la furnicaziont; e la resi-

ze dell' imperatore, di discutere e stenza ai magistrati. Lollardo avea


ricevere i conti dagl' impieghi , di appreso questi errori dai petrobu-
riceveie nuovo
imperatore il
dal siani, dagli enriciani, dai valdesi e
giiuaraenlo prescritto e di avere , dagli albigesi. Furonvi altresì al-
Cina particolarnienite dell' archivio. cuni lollardi condannati in Inghil-
Chiamavasi Logoteta Palatino, per terra nel concilio di Londra del
distinguerlo dagli altri logoteti. Vi 1896, ed in quello d' Ox.t"ord del
erano i logoteti o ragionieri mili- 1 4*^8, sia che i lollardi di Germa-
tari ch'erano ulllziali incaricati sino nia avessero colà portala la lo-
(da Giustiniano I, di raccogliere da ro duttrina , sia che i wicleifisti
ogni classe di uomini negli accam- si chiamassero lollardi a cagiona
pamenti una gran somma di de- della loro conformità con quelli
naro. Il logoteta ecclesiastico o pa- di Germania. Alcuni danno anco-
triarcale teneva i conti della casa ra oggidì in Inghilterra il nome
del patriarca di Costantinopoli, ne di lollardi ai non conformisti, cioè
sigillava le lettere, teneva il pane a tutti coloro i quali non sono
benedetto in un bacile, quando il della chiesa anglicana. In Francia
patriarca lo distribuiva al popolo chiamansi lollardi i poveri di Lio-
jK-Ua messa. ne. Dice Jovet che Lollardo si- ,

LOLLARDI o LOLARDl. Ere- gnifica chi loda Dio, apparente-


tici così chiamati da Lollaido Wal- mente dal tedesco loben, lodare, e
ter o Gualtiero che coniinciò a da Herr, Signore, giacché i lollar-
«tlonmiatizzare in Germania verso di. per sedurre popoli, cantavano i

l'anno i3i5, e fu abbruciato in sempre dei salmi e degl'inni. Se-


Colonia nel 1Z21 o 1022. Inse- condo Mosemio , lollardi significa
LOM LOM 12?
genti che cantano a voce bassa, no- sì chiamata dailombardi o Lon-
me che in origine fu dalo ai celiili gobardi [Fedi) che vi si stabilirono
di Fiandra, confrati i quali in nel VI secolo, fondandovi un regno
tempo della peste nera nel prin- possente, e corrispondente alla mag-
cipio del secolo XIV
dedicarono si gior parte della Gallia Cisalpina
alla enra degli ammalali, e a sep- dei romani, e più particolarmente
pellire i morti, quali portavano
i al paese che si estendeva dalle
alla sepoltura cantando inni a voce frontiere della Toscana fino alla

bassa, e con tuono lugubre Fu- . Svizzera, e fu detta il paradiso


rono chiamati lollardi non Solo i d'Italia.Il Muratori nelle Dissert.
beguardi, ma ogni setta e persona sopra le antichità ital., diss. Il :

che si credette occupata a nascon- Del regno d'Italia e suoi confini,


dere la sua empietà verso Dio e dice che a cagione delle guerre,
{a Chiesa , sotto il manto della che tanto tempo durarono tra i
pietà Da ultimo
e della religione. longobardi ed i greci dominanti
nel Londra, Giacomo Hen-
1842 in nell'esarcato e ducato romano, fu-
ihorn Todd ha pubblicato l' Apo- ropo stabiliti i confini non meno
logia in favore delle dottrine dei del ducato di Spoleto di là dal-
loHardi , attribuita a TVicUjJo j l'Apennino, che della Toscana dei
or per la prima volta mandata longobardi. Abbiamo da Paolo Dia-
alla luce, e tratta da un testo a cono nel lib. IV, cap. 8 della sto-
penna della libreria del collegio ria longobardica , che Patricio e-
della santissima Trinità in Du- sarca di Ravenna ricuperò alcune
blino, con una introduzione e no- delle città, quae a longobardis te-
te. Le mostruose bestemmie profe- nebantur^ quarum sunt nomina ,
rite dall'autore di questa difesa so- Sutrium, Polimartium, Ilorta, Tu-
no tali da indurre anche i più derttim, Jmeria, Perusia, LuceolLi,
caparbi protestanti, i quali si glo- et alias guasdam civitates. Ma po-
riano di essere gli eredi degli an- co stette il re Agilulfo a ricupe-
tichi lollardi o wiclefllsli, a rinun- rare Perugia, ed un secolo dopo
ziare ai titoli della loro progenie il Luitpiando riebbe Sutri, ben-
re
"wiclelTistica. ché appresso lo restituisse ai roma-
LOLLIANO (s), martire. V. ni. Ricavasi dalla vita del Papa a.
Ipparco (s.). Zaccaria , che dal medesimo re
LOMAINO o LUMANO (s.), pri- ablalae sunt a romano ducala
mo vescovo di Trim, nella contea qualuor ,
civitales idest Jmeria,
di Meath in Irlanda. Fu nipote o Horta, Polimartium et Blera ; al-

almeno discepolo di s. Patrizio. Il le preghiere poi del Papa furono


suo culto è antichissimo nella cit- restituite quelle città ; anche la

tà di Porlo Lomano, la quale ha città Viterbo era compresa nel-


di
preso il nome da lui battezzò s. ; la Toscana longobardica, il che fa
Forcherno che gli succedette nel conoscere qnant'oltre avessero steso
seggio episcopale di Trim} ed è o- i longobardiil loro dominio con
o
norato in Irlanda ai 17 febbraio, danno ducato romano. Coine-
del
ed agli II ottobre. to era in potere de' duchi di To-
LOMBARDIA, Longobardia. An- scana, principi anch'essi del regno
tica contrada del nord d'Italia, co- italico. L' iusigne ducato beneven-
ì^G LOiM LOM
Inno Inminava esso regno <liill;i volta 1 franclii ne ritennero il no-
parte del levante, stendendosi d.ii me, appellandosi pur essi re dei
confini di Spoleto per la INiglia, longobardi per conto dell' Italia.
r.Mri e |ji indisi fino a Taranto; La parte poi Cistiberina fu delta
ginn parte della Calabria vi era Lombardia minore, e conteneva il
cornpiesa. Napoli, Gaeta, Sorien- ducato Benevento secondo la
di
to , ed altre piazze marillime sua denominazione, ed il
antica
salvatesi dall' iingliie de' longobar- ducato di Spoleto. Di molto si di-
di , conlinnarono a riconoscere il minuì poi la Lombardia minore
greco Terra di Lavoro
impero. per le occupazioni dei greci nel
con Capua, cominciando da Aquino principato beneventano, e ciò non
sino a Nola, e da un' altra parte ostante continuarono essi a chia-
Salerno, e il tratto di paese conti- mare Lombardia le pertinenze del
nuato sino a Cosenza, entravano medesimo, sebbene passate in loro
parimenti in quel ducato. Insorse- dominio. Sin qui il Borgia. Ag-
ro dipoi guerre civili, e per ter- giunge il citato Muratori, che se-
minarle 1 imperatore
Lodovico li guì anche un' altra divisione del
neir85i staccò da Benevento il regno italico sotto gli stessi re,

principato di Salerno, e da questo longobardi, cioè Austria fu chia-


in a[)[Messo si divise il principato mato il ducato del Friuli, perchè
di Cjipua. Al legno italico talvol- all'oriente di Pavia; e Xcustria il

ta dato il nome di Lombairli'a,


fu resto della Lombardia strettamente
e Carlo Magno nel suo teslanjcnlo preso, che giungeva ai confini dal
noni ina Ituliain quae et Longn- regno di Francia. Così i re di
harcìia din tur. Ma ne'tempi susse- Francia divisero in due parli il

guenti col nonìe di Lombaidia fu reame loro, appellando Neuslria la


<lesignato il ti-allo di paese, eh' è parte occidentale, ed Austria la
chiuso dall' Alpi e dall' A pennino, settentrionale o pure 1' orientale.
e va sino ai confini tra IModena e Aquileia fu una volta appellata
Bologna. Ebbero in uso i greci di città dell'Austria, ed ora lo è Ci-
cbiamar Longohardia quella por- \idal del Friuli, civilas Austriae.
zione del ducato beneveatano, che Anche dopo la distruzione del
ne' secoli X e XI occu|)arono ai regno dei longobnidi, fatta da Car-
principi longobardi. Abbiamo su lo Magno neirVlU secolo, al mo-
questo proposito dal Borgia, 31e- do dello all'articolo Italia ed al-
ìiioric star, di Benevento t. I, p. trove , r uso conservò il nome di
7-5, eh non pone in dubbio
egli Lombardia, che applicossi sino al
che il nome di Lombardia compe- XA 11 1 secolo alla regione rinchiu-
tesse pure al principato beneventa- sa fra l'Apennino settentrionale e
no, dappoiché i longobardi parti- le Alpi, e che occupava la porzio-
rono l'Italia in Trastibeiina ed in ne occidentale del bacino del Po.
Cistiberina . Alla prima diedero Si divideva questo paese in Lom-
nome di Lombardia maggiore, se- lìardia superiore od occidentale, e
de della quale era Pavia, e quan- in Lombardia inferiore od orien-
tiuique mancasse nel re Desiderio tale. La prima conteneva il Pie-
il regno de' longobardi in questa monte, il ducalo di Milano ed
parte Trastiberina d' Italia, tulta- il IMonferraio, e la seconda i du-
LOM LOM i?7

di Mantova Modena Par- Lombardia, da Desiderio re dei


cali , ,

ma e FeiTara, i tenitorii di Pa- longobardi sino a'nostri giorni, ci

dova, Vicenza, Verona , Brescia e permetteremo il seguente breve


Bergamo, poscia appartenenti ai cenno. Con Desiderio teraìinò nel
veneziani, e cjuello di Bologna di- nel 773 o 774 il regno de'longo-
pendente dalla santa Sede. Qualche bardi. È vero che Carlo Magno
volta la Lombardia dividevasi in vincitore di Desiderio ne ritenne

Cispadana sud del Po, o Gallia


al il titolo, ma ciò non fu che in
Togata Tiaspadana, al nord
; ed in memoria della sua conquista, men-
di questo fiume. La prima, detta tre pochi anni dopo fece incoronare
suo Pipino re d'ilalin, ri-
anche Emilia, conteneva gli stati di il figlio

Parma e IModena, il Monferrato, pigliando un titolopiù convenien-


Ferrara ed una porzione del Pie- te al dominio, e prima de' longo-
monte e le terre dei veneziani. bardi usato per quasi un secolo da
Col favore delle guerre in Italia, Odoacre le degli eruli sino a Te-
e delle rivoluzioni accadute tanto ia ultimo re de' goti o ostrogoti.

in Germania che in Francia, ad e- La caduta del regno longobardico


poche diverse, si formarono nella non levò tuttavia dall'Italia la ge-
Lombardia alcune sovranità 11 . rarchia longobardica, sì perchè vi

Padovano, il Veronese, Vicentino, rimasero il ducato del Friuli go-


Bresciano, Cremasco e Bergamasco vernato da Rodgauso quello di ,

furono assoggettati alla veneta l'e- Chiusi governato da Reginaldo o


pubblica. 1 ducati di Milano e Regimbaldo, e quello di Spoleto
Rlantova passarono alla casa d'Au- governato da Ildebrando, dominii
stria. 11 ducato di Modena e quel- divenuti poscia porzioni del nuovo
li di B.eggio e Mirandola, il prin- regno d'Italia; duca-
come perchè il

cipato di Carpi, la Frignano e la to di Benevento, che allora abbrac-


Garfagnana (al quide articolo par- ciava la piìx gran parte del presen-
lammo della Lombardia donata dal- te regno di Napoli, fu con molta ga-
la contessa Matilde alla santa wSe- gliardia difeso e conservalo dal du-
de) appartennero alla casa di Mo- ca Arigiso II, che avea in moglie
dena; ed i ducali di Parma, Pia- Adelberga figlia del re Desiderio.
cenza e Guastalla, a quella di Egli anzi assunse allora il titolo di
Parma. jMel XVI 11 secolo chiamossi principe, e fecesi incoronare sovra-
Lombardia austriaca il IMilanese e no, con quella corona e splendida
il Mantovano, ceduti all'Austria do- corte, descrivemmo agli arti-
che
po la guerra della successione di coli Corona Ducale, e Corte. Car-
Spagna, paesi che poscia apparten- lo Magno, che avea la guerra coi
nero al cessato regno d' Italia. I sassoni, lasciò lui tranquillo, che
paesi attuali che corrispondono alla nulla rese alla Chiesa di ciò che
Lombardia, sono la porzione occi- avea preso sui longobardi, e ad
dentale del regno Lombardo- Ve- essa promesso. La spedizione dun-
neto, il centro e l'est della parte que di Carlo Magno in Italia, ol-
continentale degli stati del re di tre il fruttargli la conquista del
Sardegna, e gli stati di Parma e regno de'longobardi, gli acquistò il

Modena {Fedi). titolo di re de'longobardi. Pipino


Quanto ai diversi signori della suo figlio fu coronato nel 781 da
128 LOM LOM
Adrinnn 1 in re d' llalia, ciò però cui nome governò la Lombardia
non fu per più anni clie un tito- la madre Ottone HI,
Adelaide,
lo d'onore, perchè Carlo noti era Arduino marchese d'Ivrea, Enrico
nomo da cedere ad altri veruna II, (Corrado II il Salico, lamico III,

parte di sua sovranità. Pipino mo- Enrico IV. L' Italia formava già
rì in Italia nell' 8 o,1 e suo fìllio parecchi stati sovrani: la Lombar-
Bernardo, oh' era nato in Italia, dia però, e soprattutto quella par-
venne da Carlo proclamato re iitl- te che Gallia Cisalpina chiamavasi
l'anno 8i3. Lodovico I il Pio, anticamente, obbediva ad Enrico IV,
suo zio, come reo di fellonia gli benché alcune città si considerasse-
fece cavar gli occhi, e mori nel- ro già indipendenti, e facessero le-
rSiS. A quest'epoca la sovranità ghe e guerre tra loro, cosa che
d' Italia, cioè tuttociò che altre rovinò del tutto coli' andar del
volte faceva parte del regno lon- tempo povera Italia. Corrado
la
gobardico e anche dell'impero gre- figlio di Enrico IV si ribellò a lui,
co, meno gli stati del Papa, venne e venne coronato a Milano re d'I-
in mano di Lodovico I. Egli quin- talia, ed in Monza dall'arcivescovo
di nell'HDD ne investi il figlio suo e Anselmo, e morì nel iroi: parte
collega Lotario \. A questi succes- della Lombardia allora era sogget-
se neirS44 il figlio Lodovico il, che ta alla contessa Matilde, cui tanta
fu da Sergio II coronato in Roma parte d'Italia obbediva. Enrico V
re de' longobardi, ossia re d' Italia; non fu riconosciuto da Milano e
dal che pare che la Corona Ferrea Cremona, che si misero in libertà:
(fedi) di xMonza fosse allora dimenti- egli dichiarò vice- gerente o sia
cata. Morto Lodovico 11 neir875, vice regina in Lombardia la contes-
Carlo detto il Cah'o suo fratello gli sa Matilde. Lotario II e Corrado III

successe nell'impero e ne' reami di in pari tempo portarono titoli di i

Francia e d'Italia; duca Boso- il re d'Italia. Federico I fece corona-


ne governò per esso la Lombardia. re re d'Italia Enrico VI suo tìglio.

Carlomanno re di Germania, di lui Ma la Lombardia già da gran tem-


nipote e livale, gli rap'i il regno po regolavasi colle proprie leggi,
d'Italia neil'877. Carlo il Grosso come quasi il resto d' Italia, giac-
di lui fratello gli successe due an- ché tutto al più le città non avea-
ni dopo, sebbene ei morisse nel- no che il peso d'un leggiero tri-
l'bSo. Ma già all' articolo Italia buto al re, cui tante volte anche
riportammo la serie di quei prin- ricusavano. Ottone IV, Federico
cipi ed imperatori, che ne porta- 11. Le città d'Italia maltrattandosi
rono il titolo di re, o la domina- le une colle altre, il nome di le
rono gran parte. Tali sono Be-
in d'Italia Lombardia non era che
o
rengario duca del BViuli, Guido un vano titolo. Dopo una lunga
duca di Spoleto, Lamberto impe- vacanza dell'impero, fu creato Ro-
ratore, Arnolfo re di Germania, dolfo I re de' romani nel 1278:
Lodovico III impeiatore, Ridolfo non perciò la Lombardia potè dirsi
Il re diBorgogna, Ugo duca di venuta in poter suo. Troppe erano
Provenza, Berengario II marchese e troppo vive le dissensioni tra
d'Ivrea, e suo figlio Adalberto, Ot- l'uiia e l'altra città, l'uno e l'altro
tone I imperatore, Ottone li, iu popolo, divisi nelle fazioni tremende
LOM lOM 1Ì9
fle'gJiclfi e gliibcUini. I Torriani, più arcivescovo di Benevento , ne
i Visconti e gli Sforza s'iiDpnssessa- più forse cardinale, e che avea sup-
jmio progressiva mente di questa ric- plicalo esso Papa, acciocché prov-
ca e bella parte dell'alta Italia. I ve- vedesse con qualche pensione, o con
neti, gli Estensi, i toscani ed i Papi altra ecclesiastica rendita alle sue
tennero il resto Lombardia.
della necessità. In vista di tali rimostran-
1 francesi sotto Carlo Vili, Lodo- ze, Alessandro III col parere dei
vico XII, e Francesco I; indi gli cardinali, e col consenso de' cano-
spagnuoli sotto Carlo V, e Filippo nici di Benevento, gli fece assegna-
li e suoi successori, ne disputarono re una casa detta la Torricella per
le varie regioni. I trattati final- abitarvi sua vita durante; un mu-
mente che tennero dietro alla lun- lino posto sul fine del borgo di
ga guerra per la successione di Benevento, da cui si ritraevano d'or-
Spagna, lasciarono il pieno domi- dinario sei coscini (specie di misu-
nio dell'alta e miglior Lombardia ra) di frumento, e alcune altre co-
all' augusta casa d' Austria. Essa se; sessanta salme di puro vino
la perdette di nuovo nel 17945 '* ogni anno, insieme colle botti da
jicuperò nel 1799, l'anno appresso conservarlo, e di più quai'ant' otto
la rinunziò, e nel i8i4 pei" ulti- romanati del paradiso ( eh' erano
mo la riconquistò, erigendo questa probabilmente le monete di quei
bella parte di Europa in regno, tempi), e il compimento tolto dal-
colle Provincie di Lombardia e l'altare (che facilmente saranno sta-
di Venezia. Quanto alla sovranità te le oblazioni de' fedeli), fino alla
dell' antico regno de' longobardi , somma di ventiquattro oncie d'oro,
meno l'Esarcato, la Pentapoli, le e una sufficiente quantità di legna.
Calabrie, parte del Napoletano, Ilo- Per qual motivo rinunziasse la chie-
ma e Venezia, coi loro lerritorii, sa di Benevento, o piuttosto per-
tutto il rimanente fu paese longo- chè ne fosse privato, ed ove mo-
bardo. risse, s' ignora.
LOMBARDO, Cardinale. Lom- LOMBARDO- VENETO. Regno
bardo da Piacenza, insigne nella nuovo nord dell'Italia, che pren-
al
dottrina de' canoni, cospicuo per de la sua denominazione dai due
zelo di religione , e di specchiata lerritorii che lo compongono, e che
vita ornato, fu amico intrinseco e sono in generale, la per lo avanti
compagno fedele di s. Tommaso Lombardia austriaca, e le proprie-
arcivescovo di Cantorbery, anco in tà della cessata repubblica di Ve-
tempo della persecuzione ed esilio, nezia ne' suoi stati di Terraferma,
essendo slato il di lui maestro nella formato di una gran parte delle
scienza delle canoniche leggi. Ales- Provincie settentrionali che compo-
sandro III, in ricompensa delle sue nevano l'estinto regno d'Italia, e
virtù e zelo dimostrato per la Se- più particolarmente dei ducati di
de apostolica, nel ti 70 o 1171 lo Milano e di Mantova, di quasi tut-
creò cardinale prete e arcivescovo to lo stato veneto, di piccole por-
di Benevento. Da una bolla del zioni degli stati della Chiesa, e del
medesimo Alessandro HI, spedita ducalo di Parma, della Valtellina,
al cardinale li ij luglio 1179, si e delle provincie di Bormio e Chia-
rileva, ch'egli in tal tempo non era vcnna, già appartenenti alla repub-
voi,, xxxix. 9
i3o LOM LOM
blica dei grigioni. Fa parte dei venti distretti, e tremila cenlo^et-
paesi ereditari meridionali dell'im- te comuni. Nove provincie com-
pero d'Austria. Eccettuate le mon- prende il governo della Lombar-
tagne del nord, che non sono per dia, cioè quattro settentrionali e
altro sempre coperte di neve, il cinque meridionali, ripartile a vi-
clima vi è estremamente dolce ; si cenda in centoventi distretti, a cia-
provano però talvolta degl' inverni scuno de' quali è assegnato un com-
assai rigidi. L'aria in generale è missario distrettuale. 11 governo ve-
sanissima, tranne qualche cantone neto si divide in otto provincie
ove stanno le risaie, e nei dintorni tre delle quali settentrionali e cin-
di Mantova, nel basso Polesine, ed que meridionali, ripartite a vicen-
al margine delle lagune. Il suolo è da in novantatre distretti. Le pro-
quasi da per tutto d' una fertilità vincie lombarde sono: Milano, Man-
prodigiosa, e generalmente un' ac- tova, Brescia, Cremona, Como, Ber-
curata coltivazione vi si aggiunge gamo, Valtellina o Sondrio, Pavia,
alla natura feconda, per abbellire Lodi e Crema, con circa due milio-
questo paese, e farne una specie di ni cinquecentonovantamila abitanti.
delizioso giardino. La industria de- Le provincie venete sono Venezia, :

gli abitanti è assai importante. 11 Padova, Polesine o Rovigo, Vero-


commercio è proporzionato all'in- na, Vicenza, Treviso, Belluno, Udi-
dustria del paese, e alla situazione ne o Friuli, con circa due milioni
sua quasi interamente mediterra- duccentotrentamila abitanti. Daino-
nea. Esso è assai favorito dai fiu- mi delle indicate provincie si rileva-
mi numerosi canali naviga-
e dai no quelli di tutte le capitali. Sono
bili, non che dall'aprimento che si esse le rispettive sedi dell'inlendenze
è fatto, e che si va facendo di con- provinciali e delle regie delegazioni,
tinuo, di grandi, belle e comodis- in vece degli uffizi circolari che so-
sime pubbliche strade, anche fer- iiovi negli slati ereditari della mo-
rale; e superiormente protetto e narchia. Tutte le capitali di que-
incoraggiato, potrà divenire sempre ste provincie, a riserva di Sondrio,
pili llorido e considerabile. Il prin- sono elevate al grado di città re-
cipale emporio dei commercio è gie, ed oltre a queste sono state
Venezia, indi quelli di Milano, Bre- egualmente qualilicale con tale ti-
scia, Bergamo, Verona ec. 11 re- tolo : Crema nella provincia di Lo-
gno Lombardo-Veneto dividesi ia di,Casalmaggiore in quella di Cre-
due gran, parti o territorii gover- mona, e Bassano iu quella di Vi-
nativi, separali da una porzione del cenza.
corso del Mincio, dal Tartaro, dal Questo regno fu dichiarato paite
Po e dal lago di Garda. La parte integrante ed inalienabile delia mo-
che rimane alla destra del Mincio, narchia austriaca ; corona è ere-
la
o il governo della Lombardia, al- ditaria per li due sessi, ed in li-
l'ovest, ha per capitale Milano; e nea retta, nella casa d'Austria. Un
quella posta alla sinistra, all'est, o viceré che risiede alternativamente
governo veneto, ha per capitale Ve- nelle due capitali di Milano e Ve-
nezia. Entrambi questi governi com- nezia, rappresenta l'imperatore, no-
prendono dieciselle provincie o de- mina a molte cariche dello stato,
legazioni, suddivise in duecento e ed emette importanti decisioni ; do-
LOM LOM i3.
no tli vengono immediatamen-
esso lariali del governo, gli ecclesiastici,

te governatori de' due governi


i e i dichiarati prodighi. I membri
che formano il regno, un consiglio sono eletti per sei anni , ma posso-
di governo per la parte politica , no nominati di nuovo; si
essere
altro consiglio di governo costituen- rinnovano per metà. Le congrega-
te il magistrato camerale , residen- zioni provinciali, presiedute dal de-
ti rispettivamente in Milano ed in legato, si con)pongono secondo la
Venezia, e dipendenti dagli aulici estensione della provincia, di quat-
dicasteri di Vienna ; e separata- tro, sei od otto membri, la metà
mente tutti i tribunali giudiziari nobili, e gli altri proprietari , ai
dipendenti dal supremo senato di quali si aggiunge un rappresentan-
residente in Verona. I due
giustizia te della città regia della rispettiva
nominati goveinatori hanno il pre- provincia; esse regolano le impo-
ciso degli affari amministrativi. Cia- ste della provincia, l'amministrazio-
scuna provincia è retta da un com- ne finanziaria delle città e dei co-
missario col titolo di delegato, di- muni, e invigilano lavori delle i

pendente dal governo, ed distretti i acque e delle strade, e gl'istituti


sono amministrati da commissari di beneficenza suoi mesubri sono
; i

distrettuali o cancellieri del censo. nominati dalla congregazione cen-


Una costituzione del 24 aprile i8i5 tiale del governo da cui la pro-
diede alia nazione una certa par- vincia dipende, sopra una triplice
tecipazione col governo, mediante lista della congregazione provinciale,
lo stabilimento di congregazioni det- e vengono rinnovali come quelli
te centrali e provinciali. Le prime della congregazione centrale. Per
che risiedono a Milano ed a Ve- esserne membro bisogna godere i di-
nezia, ed assistono gli alti funziona- ritti civili, aver trent'auni compiti,

ridi questi due governi , si occu- e possedere un fondo di circa cin-


pano principalmente del registro e quemila franchi. I membri dell'u-
della ripartizione delle imposte ; il na e dell'altra di queste due con-
risultato delle loro deliberazioni è gregazioni sono revocabili a vo-
sempre assoggettato al governatore, lontà.
loro presidente di diritto. Queste Il comando generale militare dei
congregazioni centrali si compongo- regno Lombardo- Veneto risiede in
no di proprietari rurali , nobili e Verona. In Milano vi è un coman-
non nobili, e di ia()presentanti le do militale. In Venezia, come nel-
regie città; ciascun membro è scel- le altre piazze forti, vi è un co-
to dall' imperatore sulla lista di tre mando di fortezza. Pizzighettone,
candidati, presentali da una com- .Mantova, Peschiera, Legnago, Pal-
missione nominata a tale oggetto, manova, sono le altre principali piaz-
e hanno duemila fiorini, cioè circa ze forti di questo stato. La maggior
cinquemila franchi, di appuntamen- parte delle navi della marina dell'im-
to. Per esservi eletto conviene go- pero stanno a Venezia, ove vengono
dere i diritti civili, avere un fondo fabbricate ed armate nel suo ar-
Lontribuibile circa diecimila fran- senale. La giustizia è resa, secondo
chi, essere domiciliato nell'impero, il codice austriaco, da giudici amo-
ed avere trentanni compili; sono vibili come tutti gli altri impiegali
cii lusi da queste congreg^izioni sa- i dello stalo. Evvi una corte supre-
i3?. LOM LOM
ma a Verona, coili di appello a nomate accademie di belle arti, com-
Milano ed a Venezia, tribunali di poste di membri con voto, e soci
prima istanza in tutti eapoluo- i onorari senza voto, con tutte le

i^hi delle provincia, e così pure tri- scuole necessarie alla istruzione de-
bunali criminali, e giustizie di pace gli artisti, e con gallerie co[)iose di
o preture in quasi tutti i capoluo- quadri insigni, disegni, ec. Questo
ghi distrettuali. La lingua è la vol- regno ha piwe delle scuole chi-
gare italiana, i cui dialetti però rurgicoinedicinali, di chimica, ve-
variano d'assai in tanti luogi ; quel- terinaria e letteraltu'a, diversi col-
lo del Bergamasco sembra il più legi, scuole elementari, conservato-
crudo. La religione dello stato è la rii di musica, scuole di disegno,
cattolica, e la giurisdizione eccle- accademie di agricoltiu'a, ec. Nelle
siastica viene esercitala, nella parte capitali di quasi tutte le provincia
veneta, dal patriarca di Venezia ,
esistono licei bene ordinali, desti-
che ha per suffraganee le sedi ve- nati allo studio (ìlosolico, con ga-
scovili di Adria, Belluno e Feltre, binetti di macchine, orti botanici,
Ceneda, Chioggia, Concordia, Pa- laboratori chimici, ec. Sonovi pura
dova, Treviso, Udine, Vicenza, ol- numerosi ginnasi di prima e secon-
tre Parenzo e Pola nel regno illi- da classe, vari atenei, ed un gran
rico ; e nella parte lombarda, dal- numero di società letterarie e di
l'arcivescovo di ]Milano, da cui di- arti. I principali stabilimenti scien-
pendono i vescovati di Brescia, Ber- tifici sono i due imperiali e reali i-

gamo, Como, Pavia, Lodi, Cremo- stituti di scienze, lettere ed arti re-
na, Ventimiglia e Mantova. Inoltre sidenti in Milano e Venezia. I mem-
in Venezia vi è il gran priorato bri di questi istituti si dividono iu
dell'ordine Gerosolimitano (Fedi), tre classi, cioè membri onorari ,

al qual articolo parlammo dei luo- membri elFetlivi, e socii corrispon-


ghi di sua giurisdizione, del regno denti ; il numero deprimi è stabi-
Lombardo-Veneto con residenza , lito a venti, quello de' secondi a
del gran priore. Siccome quivi vie- quaranta, de' quali venti godono di
ne esercitata la tolleranza de' culti, annuale pensione, non avuto riguar-
cosi gli ebrei hanno moltissime si- do agli altri emolumenti che per
nagoghe, ed i luterani ed i greci avventura percepissero dallo stato:
non uniti, specialmente a Venezia, la loro nomina, ed il conferimento

godono del pubblico esercizio dei delle pensioni sono riservati all'im-
loro culti. Si coltivano in partico- peratore: il numero de' socii corri-
lar modo nel regno le scienze e le spondenti è indeterminato; tanto
arti. Esistono due floridissime imi- questi quanto i socii onorari sono
versità, r una a Pavia, pel gover- nominati dagl' istituti. Ciascun isti-

no di Milano dalla quale dipen-


, adunanze ordinarie ogni
tuto tiene
dono undici collegi, e l'altra a Pa- mese, ed una solenne ogni anno.
dova, per la parte veneta, che ha Ogni due anni in questa occasione
la sua giurisdizione sopra sette col- hanno luogo a vicenda per parte
legi. In Milano ed in Padova tro- degl' istituti i giudizi, sopra gli og-
va nsi pure due celebri osservatori! getti presentati al concorso per la
astronomici. In Milano altresì ed distribu7Ìone de'premi d'industria
in Venezia sono stabilite due ri- che si fa dall'amministrazione del-
LOM LOM i33
lo slato. Nelle principali città vi (he loro devono il nome. Poco do-
sono considerabili pubbliche biblio- l'O la caduta del romano impero,
teche; se ne contano dieci che con- al principio del V secolo, questo
tengono 5Go,ooo volumi. Fra que- paese passò sotto il dominio de' go-
sle;, (le^ne di osservazione sono ti, poscia sotto l'altro dell'impero
quella di \ enezia detta la Rlaicia- d'oriente, per qualcheanno; ma i
n.i, Paduva, e quella di
quella di lombardi o longobardi approfittan-
Milano. Eravi in Venezia un ripu- do della mollezza dei governatori
tatissimo magistrato di sanità ma- dell'imperatore Giustiniano I, s'im-
littima, che recentemente fu tias- p.'idronirono del nord dell'Italia nel
poitafo a Trieste; però quando vi 56S. A poco a poco si avanzaro-
sono bastimenti grandemente so- no nel ducato di Roma, finché Pi-
spetti, questisotto buona scoria ven- pino, accorso in aiuto del Papa Ste-
gono mandati ne" lazzaretti di Ve- fano Il detto III, tolse loro queste
nezia, sotl'ogni titolo preferibili a nuove conquiste, che restituì al
quei di Trieste. Avvi uioltre in Ve- Pontefice nel 755, ampliandone e-
nezia un ofiìcio capitaniate del por- ziandio il piinci])ato ; ma alla mor-
to, un collegio della marina con te di tal monarca francese, essen-
osservatorio astronomico, ec. Il eh. dosi portati i hjngobardi di nuovo
Francesco del Bue nel 846 pub- 1 verso Roma, furono sconfitti dal di
blicò in Lodi un importante libro lui figlio Carlo Magno, il quale
intitolato: DeW origine deli araldi- riunì il loro regno alla monarchia
ca, nobillà, iiloli, p' edicali d'onore, francese nel 774- I discendenti di
dignità e cariche di corte istituite questo famoso conquistatore posse-
nel regno Lombardo- p'^eneto , Di- dettero questo bel paese fino al
.''Corso. i)()0, Ottone I il Grande,
in cui
Il regno Lombardo- Veneto cor- imperatore di Germania, lo riunì
risponde quasi interamente alle par- alla sua corona, accordando diritti
li della GalUa Cisalpina, ch\ama- di sovranità ad un gran numero
le Gaula Transpadana o f enclia, *ii città. Le querele fra il sacerdo-
V ad una parte della Rezia. 1 suoi ziu e l'impero, massime quelle per
più antichi noti abitanti erano i le investiture ecclesiastiche e pel pa-

icnnones ed canitini, popoli della i trimonio della contessa Rlatilde, le


Uezia, viventi nella parte supei io- guerre delle fazioni specialmente
re delle valli dell' Adda e dell' O- (\e guelfi e ghibellini, non tarda-
i^lio ; gli orohii al sud del lago di rono mollo a cuoprirlo tli sangue,
(•(;mo; fra il Ticino e l'Adda in- che però riuscirono favorevoli alla
fcrioie s,V insubri, che si dissero ori- libertà, se vera o apparente lo si
ginari dei dintorni di Autun. Al- vede nelle istorie. Milano si eresse
1 est di questi ultimi, suU' Oglio e in repubblica nel i 5o, e Venezia i

la Chiesa, i cenomani venuti dalla già repubblica sino dal VII secolo,
Celtica occidentale, i veneti che re- prese un accrescimento considera-
spinsero verso l'Adige gli euganei. bile. Il primo di questi stali, dopo
1 medoaci si trovavano verso le essere slato signoreggiato da alcu-
scirgenli del Brenta ; e al nord est, ni [)otenti, divenne un ducato nel
ila la Livenza e l'Isonzo, stavano I 3()5, posseduto prima dai Viscon-
I cainij a' piedi delle montagne ti, poi dagli Sioiza; ai quali Luigi
i34 LOM LOM
\n Francesco I re di Francia
e luili due al duca di Modena, cioè
lenlarono di toglierlo in vano; pas- il suo ducato primitivo uno al re
;

gò nel I 535 a Carlo V, che ne in- di Sardegna o la parte del Mila-


vestì poi Filippo li suo figlio e re nese sardo, all'ovest del Ticino ; e
di Spagna. Al principio del secolo sei Papa, formanti le piovincie
al
XV III, dopo la sanguinosa guerra pontificie, ad eccezione dei teirito-
delta della successione, e di cui fu lii ferraresi situali alla sinistra d(d
in p;irte il teatro, il Milanese toc- l'o, e del Po
Goro. L'Austria
di
cò alla casa d'Austria; verso il tem- ottenne pure dal congresso di Vien-
po istesso questa acquistò pure il na il diritto di manleiiere guarni-
ducato di Mantova, che formò al- gione nelle piazzo di Ferrara e di
lora, insieme a quello di MihuKj, Comacchio, vicine alla frontiera me-
ciò che chiamossi la Lombardia ridionale della sua nuova provin-
austriaca. Alcune porzioni dell' o- cia. Il primo re del regno Lom-
vest di (piesla contrada furono ce- bardo-Veneto fu l'imperatore d'Au-
dute allora al re di Sardegna , e stria Francesco I, ma il primo im-
compresero desse il IMilauese sardo. peratore d'Austria ad essere solen-
IN'el 1797, do[)o la memorabile spe- nemente coronato re del regno Lom-
ilizione de' francesi nel nord dell'I- bardo-Veneto in Milano, fu il di
talia, il trattato di Campo Formio lui figlio, il regnante imperatore
istituì la repubblica Cisalpina, for- Ferdinando 1. All'articolo Cop.o^fA-
mata del Milanese, Mantovano, ]Mo- zioNE DEI RE ne descrivemmo la l'un-

denese, della Valtellina, della por- zione, cui intervennero i dignitari


zione degli stati veneti all'ovest ed del regnoLombardo-Veneto. F Co- .

al sud dell'Adige, e della parte set- rona Ferrea, Italia, Lombardia,


tentrionale degli stati della Chiesa, Longobardi, e gli articoli relativi.
cioè il Ferrarese, il Bolognese e la LOMBES o LOMBEZ, Lom-
Romagna, passando in forza del har'mm. Città vescovile di Francia
detto trattato il restante degli slati nella Guascogna dipartimento del,

veneti in potere dell' Austria. La Gers, capoluogo di circondario e


repubblica Cisalpina prese nel 1802 di cantone. E situata sulla v'wa
il nome di repubblica Italiana , e sinistra della Savn, in una pianu-
nel 180 5, in conseguenza della pa- ra fertilissima, ma spesso danneg-
ce di Pres])urgo , la riunione di giata dagli straripamenti della ri-

questa repubblica alle provincie au- viera, distante da


ottanta leghe
stro-venete all'est ed al nord del- Parigi. E un tribunale di
sede tli

l'Adige, ed alla porzione meridio- prima istanza, ed ha una conser-


nale del Tirolo, formò il regno vazione delle ipoteche, ed una so-
d'Italia, che aumentossi nel 1808 cietà di agricoltura. In origine era
colle Provincie pontificie all'est de- questa piccola città un'abbazia di
gli Apennini. Nel 18 t4 questo sta- questo nome, di canonici regolari
to, formato di ventiquattro dipar- di s. Agostino, che il Pontefice
timenti, cessò di esistere, e passan- Giovanni XXII eresse in vescovato
do all'Austria, divenne nel i8i5il sutfiaganeo della metropoli di To-
regno Lombardo- Veneto, nel quale losa nel 1817. II primo vescovo
però non furono compresi chequin- di Lond-Jez fu Arnoldo, lìglio di
ilici dipartimenti, essendosene resti- Bernardo VI conte di Cummui!2«'s,
LOM LOM i35
detto nel mediasi mo anno , e di- vinetto con molta reputazione ne
,

spensato dall'impeclimenlo dell'età divenne pubblico professore. Né


e dagli interstizi degli ordini. Tras- punto minori furono in lui le lodi
latato nel iSsS alla sede di Cler- di bontà ed integrità, alle quali

nioiif, gli successe Giacomo Colon- aggiungevasi un mirabile candore


na nobile romano. Il trentesimo d animo, e un naturale dolcissimo
ed ultimo vescovo di Lotnbez fu ed assai inclinato a chiunque a lui
Alessandro Enrico de Cbauvigny ricorreva per favore e protezione,
de Blot, fatto vescovo da E^io VI essendo non meno di cortesi e soa-

a' IO marzo 1788, morto in Lon- vi costumi, che d'incredibil umanità


dra nel i8o5, dappoicbè Pio VII dotato. Condottosi a Roma, dopo
pel concordato del 1801 ne sop- aver occupato alcuno de'minori po-
presse Ja sede. La cattedrale è de- sti. Paolo IV lo ascrisse tra i

flicafa alla Beata Vergine. 11 capi- chierici di camera, ed assegnollo


tolo si componeva di tre dignità, per compagno del cardinal Caraffa
di dodici canonici e di dodici se- ch'egli mandava legato a Intere a
mi-prebendati. I cappuccini ed i Filippo 11 nelle Fiandre, ailìnchè
bernardini avevano diversi conventi in quella legazione lo giovasse col
in questa città. La diocesi conte- consiglio e coli' opera. L' insigne
neva novanta parrocchie. sua giustizia , congiunta colla pra-
tica del foro e con somma inte-

Concila di Lomhez. grità negli esercizi del suo impie-


go, gli meritarono 1' onore della
Il primo fu tenuto nel 11 65, porpora da Pio IV, che a' 12 mar-
da Ponzio Arsac arcivescovo di zo 1 565 lo creò cardinale dia-
Narbona, contro i buoni-uomini, cono di s. Maria in Aquiro, don-
eh' erano manichei, e chiamati in de passò all'ordine de' preti col ti-
progresso albigesi o valdesi. Gallia tolo di s. Sabina. Gregorio XIII
chrisl. t. VI, p. 54. D. Vaisene lo fece legato delle provincie di
è d'avviso che cpiesto concilio sia Marittima e Campagna, ed in que-
stato tenuto a Lombers, Lornheria, sto tempo [irobabilmente dal vesco-
città o luogo di Francia nell'Alta- vato di Luni e Sarzana, dopo Ven-
Liiiguadoca, presso Alby, e non a ti miglia conferitogli da Pio IV, fu
Loiiibez. Lombers o s. Pierre de trasferito a quello di Anagni, a-
Lotiibers, nel dipartimento di Tarn, vendo celebrato il sinodo in Luni
è un villaggio, anticamente città, e Sarzana , e scrittone i decreti.

col titolo di baronia. In Anagni riformò il clero, al-


secondo nei 1176 contro gli
Il quanto decaduto dall' ecclesiastica
albigesi. Regia t. XXVH; Labbé disciplina, a norma del concilio di
t. X; Arduino t. VI. Trento, e procurò altri consi-
gli

LOMELLINI Benedetto, Car- derabili vantaggi. Intervenne ai


diìiale. Benedetto Lomellini , nato conclavi per le elezioni di s. Pio V
di nobile e doviziosa famiglia di e Gregorio XIII, e morì in Roma
(jenova, attesa la vivacità delTin- nel 1579, d'anni sessantadue, ve-
gcgno, di cui era fornito, fece tali nendo sepolto nella chiesa di s.

;ivnn7amenli nello studio dell'uno Gregorio al Monte Celio , dove


e dell' altio diritto, che ancor gio~ sotto il portico gli fu eretto un
i3(> LOM LOM
convonieiile avello, colla sua cfTigie timque non siavi mancalo chi ab-
scolpila inmarmo, nella cui base bia ardilo di affilare la lingua con-
leggeri un magniQco elogio. tro questo degno cardinale, la ve-
LOMELLINI GiANGiROLAMO, Car- rità però che mantcnnesi co-
si è,
dinale. Giangiiolamo Lomellini pa- stantemente fermo nella retta stra-
trizio genovese, nipote dal canto da ; e il candore del cuore, l'amo-
materno del cardinale Anton Ma- re del giusto, e la morigeratezza
ria Sauli, fatti con successo i suoi di un esemplare e specchialo co-
studi in Roma, e poi proseguiti in stume fecero il suo verace e natu-
Perugia, dove conseguì la laurea rale carattere. Tra le altre sue
in entrambe le leggi, non avvilì virtìiperò, che largamente Io a-
l'altezza del suo spirito ne'sollazzi dornarono, fu un'invincibile fortez-
giovanili. Ascritto al novero dei za, non rimessa punto dalle mi-
prelati, nel i633 fu dopo tre anni nacce de' potenti, sopra de' quali
occupato successivamente da Ur- fece cadere gli atti della giustizia
bano VII! nelle vice-legazioni di con egiial peso che sopra più , i

Ferrara, Bologna e Piomagna, in- vili malfattori. Dopo essere inler-


di fatto commissario generale del- venuto air elezione di Alessandro
l'esercito pontifìcio, chierico di ca- VII, morì nel 1G59 d'anni cin-
mera e governatore di Roma. Di- quantadue, come si legge nell'iscri-
portossi egli in questa carica con zione onorevole, posta nella chiesa
lode di severità e di giustizia, on- di s. Carlo ove ebbeal Corso,
de la città si vide bentosto spur- tomba, erettagli con splendidi or-
gata dai vagabondi e dai malvi- namenti dal cardinal Luigi Omo-
venti. Innocenzo X, trasferitolo alla dei suo amicissiuio.
carica di tesoriere generale, a'
19 LOMENIÉ DE BRIENNE Ste-
febbraio i652 lo creò cardinale fano Carlo , Cardinale. Stefano
prete del titolo di s. Onofrio, e Carlo Lomenié de Brienne nacque
nel i655 legalo di Eologna, dove in Parigi nel 1727 da illustre (a-
con sontuosa magnificenza accolse miglia. Studiò nel collegio di llar-
la regina di Svezia che portavasi court, e ceduto il diiilto di primo-
a Roma. Neil' anno precedente lo genitura al fratello, si fece ec-
avea nominato vescovo di Todi, clesiastico. Dalle tesi sostenute con
chiesa [)erc» di cui non prese pos- franchezza nella Sorbona, si nola-
sesso, volendo compire gli anni di rotio parecchie proposizioni arri-
sua legazione. Nella partenza da schiate. Tiitlavolta l'arcivescovo di
Bologna, che governò per sei anni, Ilouen gli rilasciò lettere di gran
il popolo esaltò alle stelle il di vicario; indi contrasse stretta ami-
lui merito la savia sua
, condotta cizia con Alembert.
IMorellet e d'

e la memorabile sua giustizia, co- JNel 1758 siR.oma qual


portò in
me quello die nel suo governo conclavista del cardinal de Luynes,
avea amalo l'equità, conservata pel conclave in cui fu eletto Cle-
la pace e odiato il vizio; qualità mente XIII. Attaccato pei principii
che lo resero sempre severo e ine- di sua giovinezza al parlilo de' fi-

sorabile contro i ladri, gli assassi- losofi che prepararono rtmarchiu


ni e i prepotenti, e perciò amante che sconvolse^e inondò di sangue
degli onesti e virtuosi uomini. Quau- il declinar del secolo XYIII, e do-
LOM LOM 1J7
tato Stefano tl'iiiio spirito brillante, Io definitivo dato agli ordini reli-

ma siipcificiale, si unì al vescovo giosi dalla rivoluzione. La qualità


ti' Orleans incaricalo della provvi- di membro della giunta era uu
sione deijenefìzi, e per mezzo suo gradino per salire piìi alto, ed una
ottenne nel 1760 il vescovato di specie di ministero per lui ; e quan-
(Jondom, e nel 1763 l'arcivescovato tunque distruggesse le abbazie, se
di Tolosa. Fu riputalo buon am- ne riservò molte per sé, altre se
ministratore, e se ne lodò il gover- ne fece poi conferire. ISel 1766
no sotto l'aspetto temporale. Si mo- pubblicò r orazione funebie del
strò generoso e sollecito pastore Delfino. In seguito fu eletto mem-
quando l'epizoozia arili>se la dioce- bro dell'accademia francese j e si

si, ed a Lavignac apri un educan- applicò e prese mollo ir, lei esse
dato per le donzelle nubili. A lui agli affari della provincia di Lin-
Tolosa va debitrice della comodità guadoca guadagnò la benevo-
; si

del canale di Caraman, col quale lenza della corte, onde non tardò
egli congiunse la Garonna prima ad essere promosso alla sede arci-
clie uscisse dalla città, mediante un vescovile di Sens, a cui lo nominò
canale cbe conserva ancora il no- Pio \I a^io marzo 1788, siccome
me di lìiienne. Per lui i poveri diremo. Abile a maneggiarsi in
trovarono mezzo di sussistenza, sot- tutti gli avvenimenti, divenne 1' i-

to la direzione delle suore della stromento del favore di Vermont


Carità. L'ospedale eia scuola mi- che fece dichiarar lettore della re-
litare provarono gli efielli de' suoi gina, il quale ben presto prese un
benetlzi. La sua amministrazione grande ascendente sul suo spirito,
spirituale fu mista di bene e di ottenendo l'abbassamento di Calon-
male : istituì a Tolosa un piccolo ne nemico dell' arcivescovo, e pro-
seminario; a' 5 novembre 1783 tetto dalla regina. Intanto mille
tenne il sinodo, e ripristinò le bocche celebrarono i suoi talenti.
conferenze ecclesiastiche^ senza che Il suo spirito, il suo conversare
egli mai v'intervenisse. Conobbe il franco, il suo gusto per le lettere,
modo di farsi eleggere membro le sue maniere nobili e generose,
di tutte le adunanze del clero, n)a le sue relazioni con amici pronti
egli parve più inleso a moderare ad esaltarlo, gli diedero una gran-
il zelo de'suoi colltghi in vantaggio de celebrità. Veniva citato come
della religione, che a provocare un vescovo amministratore, specie
savi regolamenti. Per lui molti mo- di merito di cui allora s'incomin-
nasteri restarono soppressi, così alcu- ciava a fare più conto delle virtù
ni ordini religiosi. L'arcivescovo sa- necessarie ad un vescovo. Si vanta-
peva il segreto del ministero e quel- va l'ordine che avea introdotto nel-
lo della filosofìa ; stancava i religio- la sua diocesi, in cui poco risie-
si pili zelanti, per cambiamenti mol- deva. In ogni cambiamento di mi-
tiplicati ; ai pili rilassali fece ottene- nistero, un partito numeroso lo
re grazie ed impieghi. Alcune adu- spingeva verso la direzione degli
nanze del clero si lagnarono della alfari. L'adunanza de' notabili gli
sua condotta e deli' autoi ita ecces- sommiiiislrò l'occasione di appaga-
siva che si allogava. In t;d guisa re la sua ambizione. Ivi fu uno
egli preparò iuscusibilinciilc il crul- de'piii ardenti a lagnarsi delie dis-
i38 LOM LOM
sipazioni e degli ed a gri-
abusi, nislero vedendosi tacciato di tli-

dare contro l'amministrazione di spotismo , subito retrocesse; ab-


Calonne controllore generale , che bandonò i suoi editti, ed il par-
fu congedato; indi dopo alcnne lamento tornò cogli onori del trion-
esitazioni del re Luigi XVI, a cui fo. La tornata reale o sia il letto
personalmente non piaceva l'arci- di giustizia de'24 novembre 1787,
vescovo, (juesli fu dichiarato capo non fu meno funesta agli interes-
del consiglio delle finanze , e suo si della corte. Il re vi recò due
fratello conte di Urienne fatto editti, co'quali creava 4'*o milioni
venne minislro della guerra. Ciò di prestito, e regolava lo stato ci-
avvenne in principio di maggio vile de'protestanti. La dignità rea-
1787. Henchè da lungo tempo a- le ricevè più di un' offesa in tale
spirava egli al ministero, presto sessione, il duca d'Orleans protestò
fece conoscere la sua leggerezza, e fu esiliato; i consiglieri Fielaii
la sua incapacità ed il suo imba- e Sabbatier furono messi in una
razzo, laonde non mostrò que' ta- prigione di stato. Il parlamento
lenti che si era creduto possedere. protestò contro la registrazione for-
Indeciso, pusillanime, fluìtuava sen- zata ; nondimeno accettò 1'
editto
za proposito, avanzava senza pru- sui protestanti, che loro accordava
denza retrocedeva senza onore,
, l'esercizio de'diritti comuni a tutti
metteva in compromesso l'autorità gli altri sudditi, e prescriveva le
reale con operazioni imprudenti, ed formole onde provare
da tenere
in tale guisa suscitava il fermento la loro morte. 11 giorno 4 gennaio
negli animi. Alle discussioni del- del 1788 il parlamento fece un
l' adunanza de' notabili, successero decreto ardito, per cui fu determi-
(|uelle del parlamento. I magistrati nato esiliarlo, ma le lettere di sug-
chiesero la comunicazione de'conti gello furono ri vocale. Tre rimo-
del tesoro e gli stati generali, onde stranze, una dopo
l'altra presenta-
gli animi si riscaldarono. Il re ai te, nonfurono che un preludio
6 agosto 1787 tenne un letto di alla sessione ed al decreto del
giustizia pel registro degli editti giorno 3 di maggio, in cui il par-
del bollo e della sovvenzione ter- lamento ricordava ciò che denomi-
ritoriale; ma
parlamento prote-
il nava principii fondamentali della
i

stò il giorno 3, dichiarando 1che monarchia, o piuttosto pretensioni


gli editti non potrebbero privare tanto nuove quanto esagerate. Il
1.1 nazione dei diritti suoi. Quindi fascino de' magistrali divenne som-
nella notte del i4 magistrati ven- i mo, ma due di essi furono arre-
nero esiliali a Troyes Intanto le . stati in palazzo. Li 8 maggio eb-
jdlre corti mostravano il medesi- be luogo la tornata reale per pub-
mo spirilo nelle loro deliberazioni, blicare sei \e""\ dilFerenti. Si crea-
dappoiché lo stesso fermento le rono delle grandi podesterie, e si

circondava di fuori. Il 27 agosto^ lidusse parlamento ad una ca-


il

unitosi il parlamento a Troyes, mera grande e ad una camera di


rinnovò la domanda degli slati ge- appello. Venne istituita una corte
lìemli, dichiarando che la condot- plenaria, che nel dì seguente ten-
ta del ministero tendeva a ridurre ue subito la prima sua sessione ;

in dispolisiuo la monarchia. Il mi- ma le proteste succedettero l' una


LOM LOM 1
39
all' Jillia, la giustizia non fu [liìi la corte il colmò di grazie, gli do-
amminislrata , i paihwnenti delle nò delle abbazie, ed il re chiese
pi'oviucie imitarono quello della per lui il cappello cardinalizio.
capitale; la nobiltà li secondò, i Pio VI ripugnò a concedere la
gentiluomini bretoni accusarono i porpora a tale uomo, la di cui re-
ministri scoppiarono ammutina-
, ligione non dava argomenti di lo-
menti in diversi luoghi, l'initamen- de. Tutfavolta Luigi XYI insistè
to divenne estremo. In tale stato nella domanda per un sentimento
di agitcìzione universale, l' arcive- di generosità, conforme alla bontà
scovo si fece conferire di fatto il del suo carattere, onde il Papa,
titolo primo ministro, quasi per
di benché ripugnante, creò l'arcivesco-
supplire mediante un nome impo- vo cardinale dell' ordine de' preti,
nente pochezza delle sue fa-
alla nel concistoro de'iS dicembre 1788.
coltà intellettuali. Frattanto per mor- Siccome l'arcivescovo dopo il li-
te del cardinal di Luynes divenne cenziamento dal ministero erasi in-
arcivescovo di Sens , ed ottenne camminato per l'Italia, senza l'ecarsi
per coadiutore il proprio nipote a Roma, si fermò a Nizza. Quivi
Pietro Francesco Marcello de Lo- ricevette la notizia della promozio-
menié di Brienne, preconizzato da ne ed il berrettino cardinalizio dal
Pio VI a' 1 4 dicembre i 788 col titolo coriiere pontificio Vincenzo Cate-
di arcivescovo di Traianopoli in par- nacci, che il carduinle regalò di
tibus. Il giorno i5 luglio di detto cento luigi d'oro, più cinquanta
anno fece fare un decreto del con- per una scattola, più venticinque
siglio, con cui, indicati prima in pel ritorno : a portare la berretta
esso gli stati generali pel mese Pio VI destinò able-
cardinalizia.
di maggio susseguente , invitò le gato monsignor Tibeiio Testa Pic-
corporazioni ed i particolari a pre- colomini, a tale elTetto dichiarato
sentare de' suggerimenti sulla loro cameriere segreto soprannumerario,
formazione. Tale invito imprudente che poi morì uditole di rota sot-
altro non fece che suscitare de'nii- to Pio VII. 11 cardinale non ri-
merosi scritti, deprogelti, de' siste- tornò in Francia che verso la me-
mi e delle deliberazioni. Il giorno tà del occupò di pa-
1790, e si

8 agosto, un nuovo decreto del gnre suoi debiti ch'erano consi-


i

consiglio abolì la corte plenaria, derabili, malgrado numerosi e i

mantenendo le grandi podesterie, pingui benefizi che godeva perciò ;

ed annunziò di bel nuovo gli sta- sacrificò una parte della Isella bi-
li generali. Il giorno 16 lo slato blioteca, ch'erasi formata con gran-
del tesoro obbligò a sospendere i de spesa, della quale biblioteca abbia-
pagamenti. Il primo ministro ar- mo Index libiorwn card, de Lo'
:

civescovo non potè più a Inngo di- ab im-enta typograpliia, iisqiie.


vieiiiP,

fendersi contro le doglianze clie ad an.i5oo. Senonis 179.'. La


prorompevano da ogni parte; fu costituzione civile del clero, pub-
licenziato a'24 agosto, e cedette la blicata in queir epoca, potuto a-
carica a Kecker. La gioia popolare vrebbe somministrare al cardinale
si manifestò nella caiiilale con di- l'opportunità di risarcire alquanto
uicslrazioni le più mortificanti per la sua riputazione ; ma egli si se-
i'nicivescovo. A iìjie di consolailo, palo in tuie occeisiuiie dai suoi col-
1 io LOI\I LOM
l( qlii, pieslò il giuiaineiito, m'- più insegne e privilegi amiessi, ed in-
;issuiisc che il titolo di vescovo terdetto per la parte che avea pre-
«lei tlipartimenlo del Yonne, se- so allo scisma. Tanto si legge nel
tondo il nuovo ordine livoluzio- num. 1748 del Diario dì Ho tua
n irio di cose, ricusando il vesco- di detto anno, e negli y^rla in
\ ito metropolitano dell' Alta Ga- cnnsislorio secreto a SS. D. N,
I onna, che olFjrto gli fu dagli e- die 26 ìnensis septeinbris 179 1

Kttori di quel dipartimento. Per presso r Ilulot, Rescripta SS. D.


jillro, essendosi due nuovi vesco- N. Pii Papae VI, Venetiis 1799,
M costituzionali indirizzati a lui p. 168 e seg. Si può ancora ve-
pei' ottenere 1' istituzione canonica, dere nel Bull. Rorn. Condnuatio,
«•,:^li non volle condiscendere a tale t. IX, p. 73 e seg.: Admissio ahdi-
nìto di scisma. Scrisse a Pio VI cationis cardinalatus facta a Sle-
a' 29 novembre 1790, ed a' 3o del phano Carolo de Lonienie de
susseguente gennaio, a line di dis- B rienne, et creatio novi cardinali.';
colpare la sua rea condotta, scri- in ejus lociim. Tale condotta del
vendo nella
quaresima del 1791 Lomenié non lo guarentì dai fu-
pel medesimo scopo una lettera rori della feroce rivoluzione. Ar-
pastorale. Il Papa col breve de'23 restato a Sens a' 29 novembre
febbraio gli diede consigli salutari, 7q3, fu messo nelle prigioni del-
I

Wi cui la pubblicazione olfese mol- la eitl;à, ed in seguito ottenne di


I ) il cardinale tilosofo. Preveden- rimanere in casa. Alquanto più
do questi che il Pontefice lo avreb- tardi fu nuovamente arrestato, e
l>e deposto, volle prevenirne il col- Mid dì seguente 16 febbraio 1794
[)o, con lettera de' 26 marzo che tu trovato morto nel suo letto,
scrisse a Pio V^i, cui rinunziò il non di suicidio, come scrissero al-
cardinalato , notificando in pari cuni, ma di paura, e pei cattivi
tempo questa risoluzione, median- trattamenti ricevuti dai soldati, e
te una lettera pubblicata da JMont- di apoplessia cagionata da una in-
morin, uno de'ministri del re, per digestione per causa de' medesimi
ovvisanie ancora l'infelice Luigi soldati che l'aveano obbligato man-
XVI. Tutte queste lettere si leg- giare con essi, mentre non soleva
gono nella Storia del clero in tem- mangiare la sera. Concorse pure
po della rn'oluzione francese, di alla sua morte la pena presasi per
liarruel. Il Papa nel concistoro dei la carcerazione di molti membri
-tG settembre 179', come dicem- di sua famiglia ; ed in fàitti il ni-
ioo altrove, con a[)posita allocuzio- pote coadiutore, dal tribunale rivo-
ne, facendo un quadro verace del- luzionario di Parigi fu condannato
1.1 pubblica condotta di questo 11- a morte li 10 del seguente mag-
hjsufo in abito di prelato, pel giu- gio. Il conte fratello, due suoi figli

ri mento fatto delia costituzione fran- e la figlia perirono nello stesso


cese, e perciò uno de' soli quattro, tempo. Tale fu la fine di un pre-
di;'centolto vescovi francesi, che lato che la natura avea dotato di
prestarono il giuramento civico, lo spirito, di talenti e di diverse buo-
J;cliiarò formalmente decaduto per ne qualità. Fu per lui sventura di
il sua ostinazione nello spergiuro, av(>ie scella una condizione per cui
Julia dignità carduializia, uouie, «uu era tatto, e d'essersi legato
LON
con uomini, le massime de' r(iiriìi quella della liva sinistra, In piìi

dovevano renderglieli sospelli. considerabile , è nella contea di

LONATI Berxabdino, Canìina- Middlessex e l'hundrod di Ossnl-


le. Bernaidino Lonati di Pavia, ad stone , e quella della riva de-
istanza del cardinale Ascanio Sfor- stra, appena un quarto del-
cir è
za, fu da Alessandro VI a' 2 i set- la prima, nella contea di Surrey
tembre 149 3 creato cardinale dia- e r hundred di Brixton. Si trova
cono di s. Ciriaco, e nel 1496 le- nella parte sud est del regno a
gato a Intere nella guerra contro quattordici legbe dal mare <\i\

gli Orsini ed altri baroni confe- nord, e a otfantacinque leghe nord-


derati, quali con numeroso eser-
i ovest da Parigi. La chiesa di san
cito volevano marciare a danno di Paolo è al Si" 20' 39" di latilu-

Roma. Contro costoro adunque, ed dine nord, e 2" 25' 4^ ^' 'f^"S'-

alla testa delle truppe pontificie, tiidine ovest. È questo il soggiorno


portossi il cardinale accompagnato del re, delle due canieie,
la sede
dai duchi di Gandia e di Lrbino, e quella di un vescovo anglicano
ed espugnò l' Anguillara, Galern, suffraganeo di Cantorbery. Londra
Cassano, Sutri, ed altre terre che si divide in tre parti: la città di

erano in loro potere. Essendo iu Londra, quella Weslminsler, ed


di
appresso il cardinale ritenuto nel il borgo di Soutlnvark. Le due prin-
palazzo apostolico per ordine del cipali stanno sulla riva «inistra del

Papa, ottenuta appena la libertà fiume: la città di Londra o sem-


s' involò all'improvviso da Roma plicemente la Città, City, e le sue
insieme col cardinale Sforza, senza dipendenze, all'est, sono il quartie-
farne motto né col Pontefice, né )e mercantile, il soggiorno de'ban-
con veruu altro. Morì il cardinale chieri e dei negozianti, e special-

in Roma, ovvero nell' assedio di mente verso l'estremità orientale,


Bracciano nel i4975 d'anni qua- la sede della maggior parte degli
rantacinque, e fu sepolto nella stabilimenti commercio marit-
del
chiesa di santa Maria del Popolo, timo; la città di Weslminsler e

incontio la cappella di s. Cateri- sue dipendenze all'ovest, rinchiu-


na, in un supeibo mausoleo lavo- dono i palazzi reali e delle came-
ralo sul gusto antico, colla statua re; le corti di giustizia, gli oflici

del cardinale pontificalmente vesti- de' ministeri, le abitazioni della no-


to, giacente sopra il feretro, sotto biltà, dei gran proprietari, e dei
cui leggesi un magnifico elogio. più ricchi negozianti. Il borgo di
LOlNDRA, LOiSDON, Londi- Soubbwark, o la parte che trova-
nium. Capitale dell'Inghilterra, me- si sulla riva destra, si chiama tal-

tropoli del regno unito della Gran volta soltanto il Borgo, BoroiigJi,
Bretagna e della Irlanda, e di tut- ove fiorisce 1' industria manifattu-
to r impero Britannico. Secondo al- riera. Questa ultima parte è sopra
cuni è la città la più grande, la un terreno basso ed unito, che
più commerciante, la più ricca e sembra essere slato, ad un' epoca
popolata dell'Europa, ed una del- remola, o una palude o il letto
le più opulenti di tutto il mon- slesso del Tamigi; ma ciò che tro-
do. Sta sul tortuoso Tamigi che vasi sulla sinistra riva, s' innalza
la divide in due diseguali parli : progressivaineute verso il nord; il
ì.\'i LON LOX
suolo vi si compone di una sabbia la sua Ii'pjgeiczza ed «^loganza. II

(Ina che si vede mescolarsi con jionle di .Slrand o di Waterloo, più


un'argilla compatta, a misura clic modernamente incominciato nel-
si va avanzando verso le alture, l'anno rSii, e compito nel 1817,
A (picsle divisioni sono annessi nu- può essere considerato come uno
mci'osi sobborghi o villaggi, come de'piìi bei lavori che TEuropa pos-
«pieili di Chelsea, Bromploii, Rni- seila in tal genere. Il ponte di
ghtsbridge , Pindico _, i'addiiigton Soulhwark e quello di Vauxhall
all'ovest; Camden town, vSomiiiers- sono di ferro e di recente cosini-
town, Pentonville, Islington, Hoxtoa zione; più recente è il ponte Eat-
al nord; Bethnal Green, Ste|)ney, lersea. Qaelli di Londra e di Black-
Liinebouse, Poplar all'est; Piother- friars sono i più frequentati. Que-
liilhe, bernioiuisey, Walwortli, Ne- sti sette ponti congiungono le due
Avington, Rennington e Lambeth al sezioni della città, con continuo ed
sud; vi si aggiunge qualche volta incessante transito, e comunicano
Deptford e GreenAvich, al sud-est con l'una e l'altra sponda del Ta-
nella contea di Kent. Gli abitanti per migi, finine cbe nasce nella contea
la differenza degli usi, delle costu- di Gloucesler. Gl'inglesi lo chia-
manze e della civiltà delle due di- mano il re de'fiumi, ed effettiva-
verse sponde del Tamigi, sono discer- mente lo è per conio dell' inipor-

nibili a primo aspetto, come di gen- tanza commerciale, poiché nessun


te di diversa provincia e di vario altro corso d'acqua vede a risalue
mestiei'e. La linighezza di questa le sue acque tante navi riccamente
capitale è di due leghe dall'ovest cariche; ma considerato semplice-
all'est, fra Paddington e Limehou- mente dal lato fisico, non è il la-
se, e la sua lunghezza dal nord al migi che un fiume di quarta giau-
sud è di una lega e un quarto dezza. L'acquamolto sana en' è
fra Islington e Newington. Il suo pregiatissima pei di lungo viaggi
circuito, assai irregolare, è di undici corso. Numerosi canali abbreviano
leghe, e la superficie di i i^Sao la sua navigazione o mettono que-
acri, 4581 ^ ectari, de' quali
cioè sto fiume in comunicazione eoi
1,120 sono occupali dal Tamigi, corsid'acqua e coi mari che ne
Sette ponti stanno sul fiume, e circondano il bacino,
sono osservabili per la lunghezza e La mirabile facilità di comuni-
solidità; essi congiungono diversi i cazione, cbe dal settemplice passag-
rioni della città. 11 ponte di Lon- gio de' ponti derivava, scompariva
dra, il più antico di tutti, fu co- tutto ad un tratto ed inlieramente
strutto in pietra nel XllI secolo, svaniva al di là dell'ultimo ponte, che
nel sito stesso di un ponte in le- è quello di Londra ; e tutta quel-
gno ch'era stato abbruciato. Il pon- la enorme parte della città che va
te di pietra di Westminster fu fatto sulla sponda, dalla magni-
sinistra
dal 1738 lySo, avente i para-
al fica fabbrica della dogana, ai por-

petti difesi da altissima balaustra- lentosi docks o bacini delle navi


ta. Il ponte di Blackfriars, altres'i della compagnia dell' Indie ; e sulla
in pietra, fu eretto dal 1760 al destra, dalla strada Toolcy al di

1769; decorato di colonne Joniche villaggio di Deptford, rimaneva in-


n ciascun pilastro, si dislingue per teraiueule sprovvista di comunica-
LON LOX 143
zioni, e la genie era obI)ligata a lin- .sotto del Tunnel attuale, ailor-
di buone miglia onde risalire al , chè nel 1823 il francese ingegnere
ponte di Londra, per passare alla Isambert Crunel presentò il suo
sponda opposta. E però (ino dal ca- progetto, il quale fu ricevuto, ac-
dere dello scorso secolo sentirono colto con piacere, secondato ed a-
gli abitanti di Londra il bisogno doltato, ad onta d' una intrapresn
di un nuovo punto di passaggio, e cos\ straordinaria pel sotterraneo
le necessità locali lo disegnaiono passaggio, in un punto centrale del
utilissimo in quella parte del Ta- Tamigi, ove il suo letto è largo
o che chiamano
migi il Pool. Tutfa- 1,100 piedi. Egli immaginò adun-
volta gravi e quasi insormontabili que di aprire sotterra due gallerie
ofl'erivansi gli ostacoli alla costru- contigue, della lunghezza di i5oo
zione di un ponte in quel luogo ; palmi e della larghezza di palmi
laonde incominciò a fervere nelle 4o, delle quali una servir dovesse
menti degli uomini ingegnosi il di- per quelli che andavano, l'altra per
segno di tiovar modi opportuni ,
quelli che ritornavano; allato ad
aflinchè senza privar la città de- esse correr dovevano spaziosi mar-
gl' innumerevoli vantaggi che olFii- ciapiedi pei pedoni a destra e pei
vale la navigazione mediterranea carrettieri a manca ; tra 1' ima e
ne venisse facoltà di aprire una via l'altra galleria dovevano esser fatti
di comunicazione tra le due oppo- comodi passaggi, e tutta l' opera
ste sponde del fiume. Vari furono doveva essere costruita in maltoni
i disegni ed progetti, e se man-
i con cemento idraulico, mentre il
carono talvolta di possibilità, ov- j>erimetro interno di ciascuna gal-
vero eccedettero nell'ardimento, tutti leria sarebbe formato da curve per-
pur nondimeno mostrarono l'im- chè oifrissero la massima resisten-
pronta d'un alto ingegno. Fino dal za alla pressione esterna. Il sito
179C) fu progettalo un sotterraneo scelto fra Rolherhilhe e Wapping
passaggio sotto il fiume, il quale era il solo luogo tra il ponte di
ebbe cominciamenlo verso Grave- Londra e Greenìvich nel quale po-
send ; ma non appena fu comin- teva farsi un passaggio senza nuo-
ciato , che le diilìcollà insorte lo cere ad alcuno de' numerosi stabi-
fecero riconoscere per troppo ar- limenti commerciali che trovansi
duo e quasi impossiijile, per cui fu disposti su le due rive del fiume.
abbandonalo. Altro progetto segui IS'el 1824 si formò una società o
nel 8o4, che da Rolherhilhe pro-
1 compagnia per dare esecuzione a
ponevasi di andare a Liniehouse; questo progetto, e l'anno seguente
ma le diflìcollà insorte al progre- i lavori s' incominciarono. Essi fu-
dimento dell'opera ne fecero sospen- rono dapprima spinti innanzi con
dere l'esecuzione. Nel 1809 un al* gran vigore, ma molte inondazioni
tro passaggio fu tentato sotto il costrinsero a diverse riprese gli o-
Tamigi, con piìi piccole dimensio- perai a sospenderle. Nel 1828 i

ni, ma si dovette abbandonare l'im- fondi sociali essendo esauriti, i la-


presa. Erano piìi di venti anni da vori furono abbandonali sino al
che si discuteva di costruire ui^ i835, epoca in cui il governo si
ponte sotto il Tamigi, tra Rolher- decise ad anticipare le somme ne-
hithe e Limiuouse, un mi^'io al di cessarie per portarli a fine. L'ulti
t44 LON LON
mn inomlazione el)l)e liioqo il G immortale a Isamberl Brunel. Un'e-
m.'uv.o i83ì>. Do fjiu'l di sino nll'a- rudita d(!scrizione cki diversi pro-
pcrtiiia del 1 umici nimi allro in- getti e delle tante operazioni fatte

ciilcnte venne ail intcrionipt re iil- pel ponte sotterraneo sotto il Ta-
terioiniente i lavori, i ([nali pio- migi , e principalmente del piano
segtiiiono fino al suo perfeziona- adottato dal celebre Brunel, e dei
mento. Finalmente il giorno 2" mezzi co' quali egli lo pose in ese-

marzo i843 fu quello in cui l'o- cuzione, si legge neir Albuiìi, gior-
pera più grandiosa de' tempi no- nale letterario di Roma, cioè nelle
stri ammirabile e gigantesca, il
,
distribuzioni ile 18 del i83j, e
Tunnel del Tainigij venne solenne- nella distribuzione 29 del iH43,
mente aperto al pubblico, tra gli ove si riportano eziandio le inci-
applausi giustamente fatti al bene- sioni rappresentanti l' ingresso del
merito Briinel, che con tanto in- Tunnel da Rotherbithe, colle scale
gegno e felice riuscita ebbe la glo- del medesimo, e l'incisione del pon-
ria di conce[)irej far eseguire e con- te istesso colle sue arcate interme-
durre a termine quest'opera utilis- die di comunicazione. Ivi pure eru-
sima e meravigliosa grandeniente ,
ditamente si palla delle strade sot-
non solo vantaggiosa ai dintorni ,
terranee degli antichi, onde ne da-
ma ancora alle adiacenti contee. remo un cenno.
All' ingresso verticale pei pedoni di Antica più assai di quel che non
Rotherbithe, si discende prima [)er si crede è la escavazione delle stra-
un vasto pozzo di venti metri pro- de sotterranee attraverso grandi i

fondo, avendone cinquanta di cir- fiumi, e per entro il duro Diasso


conferenza. 11 Tunnel costò seicen- de' monti ; non pare però in prin-
lomila lire sterline, e più di ses- cipio ad alcun comodo o ragione-
santamila sene impiegarono per co- vole uso. INell' Egitto furono fatte
struire le due rampe che servono sotterranee escavazioni sino da tem-
a far discendere e salire le vetture pi remoti, per averne pietre che sup-
elle vogliono traversare il Tunnel, plissero alla mancanza del legno
e passare sotto i vascelli. Il ponte necessario alla costruzione degli e-
riuscì 38 piedi largo, 22 e 6 pol- difizi, per cui ne derivarono comodi
lici alto; lungo 600. L'escavazione e capaci passaggi attraverso monti. i

perciò fatta Tamigi persotto il Le fosse sotterranee aperte dai To-


questa costruzione presenta una se- lomei per la deviazione del Nilo, e
zionale superficie di BTo piedi, che i provvidi cunicoli opportunamente
è eguale a sessanta volte l'area del- scavati per gli usi della strategica
la via. Il parlamento dell' Inghil- egiziana, grandemente fomentaiono
terra dichiarò, e tutti gì' ingegneri quella specie di lavori e li fecero
del mondo pienamente vi conven- anzi divenire la passione dominante
nero, essere stata questa una delle de' principi dell'oriente. Nella pira-
operazioni più ad immagi- difficili mide di Cheops primo re della
narsi più azzardose ad intrapren-
,
(juarla dinastia dei monarchi egizi,

dersi, e pili malagevole a condursi esistente in Gisch nell'alto Egitto,


al desiderato suo line; quindi è assai ftmiosa come la più antica,
che eterna fama ne ridonda alla lapiù grande, e che presenta la
metropoli deUInghillcrra, e nome maggior elevatezza artificiale che
LOi\
oggi «i eravi una strada
conosca, opera, se ne deve il felice concepi-
sotterranea che conduceva sino a mento ed esecuzione all' ingegnere
IVIenfi distante tre leghe da Gisch, romano cav. Clemente Folchi; o-
per testimonianza di Erodoto primo pera di cui ti-alteremo all'articolo
tra' greci che abbia scritto sulle Tivoli i^Vedi). Del celebre emissa-
piramidi e che visitò l'Egitto al rio del lago Albano, fatto dagli an-
tempo dei persi 2000, anni avanti tichi romani, ne parlammo all' ar-
Gesù Cristo. JVegli scavi poi fatti ticolo Castel Gasdolfo.
nel 1837 e i838 dal colonnello Ciò che forma il porto di Lon-
Odoarso Wayse in detta piramide, dra, occupa dal ponte di Londia
da lui si rinvenne la memorala sino al Deptford una lunghezza di
strada, che rese praticabile lino circa una lega e mezza, sopra una
ad un determinato punto, corris- larghezza di 400 a 5oo metri ; i

pondente quasi sino alla linea cen- navigli sono disposti ordinariamen-
trale della piramide stessa. E già te da ciascun lato del Tamigi, per
prima aveano medi ese-
degli egizi i linee trasversali di cinque o sette;
guito lavori forse più prodigiosi in molti luoghi vedonsi a secco, a
opere più assai stupende. Basti il marea bassa; in mezzo del fiume
rammentare Semiramide, che fece un grande spazio resta libero per
scavare una sotterranea strada per la facilità degli arrivi e delle par-
congiungere attraverso l'Eufrate i tenze. Dei gran bacini, dock'!, sta-
due suoi palazzi, che sulle opposte biliti a qualche disianza dal Ta-
sponde di quell'enorme fiume gia- migi, olirono un asilo perfettamen-
cevano. Inoltre tal regina aprì una te sicuro ai numerosi navigli; sono
stiada attraverso il monte Zareco, essi sulla riva sinistra ,
il London-
per evitare penoso e lungo viaggio. dock cinto di superbi magazzini ,

Sebbene uè di tanta celebrità né , s. Katherine's-docks, il New-dock,


di tanta arditezza, vanta anche l'I- i West Indiadocks, e gli East-In-
talia a' giorni nostri l'opera recen- dia-docks. Non si vedono a Lon-
temente fatta e compita nel i83 5 dra che poche strade lunghesso
prima del Tunnel, quali sono le l'acqua ; le case sono spesso vicine
doppie gallerie traforate nella pie- alle rive; ed in altri punti vedesi
tra calcare del monte Catillo in piuttosto una spiaggia che una stra-
Tivoli; essa però è di una larghez- da lungo le acque ; altrove vi so-
za ed altezza maggiore d'assai del no delle gradinate, e sopra una
Tunnel di Londra, e lunga assie- piccola estensione della riva sinistra
me metri 55o, più di mezzo mi- evvi un bel terrazzo, innalzato so*
glio metrico, per introdurvi un fiu- pra archi abbastanza alti per la-
me precipitoso e gonfio, affine di sciar circolare liberamente le im-
salvare la città dalle minacciate e barcazioni. Arrivando in questa ca-
quasi certe rovine. Di quest'opera, pitale, si rimane da principio col-
clie considerato il fine, la difficoltà piti della monotona uniformità del-

e la grandezza, dà pure essa cele- le case, della pesante regolarità


brità al secolo, ed al sommo Pon- delle piazze, e della moltitudine
tefice Gregorio XVI, che la decre- delle strade, che all'ovest sono bel-
tò e la vide compita in pochi an- le, larghe, ornate di superbi mar-
ni; di questa celebrata e stupenda ciapiedi, ed all'est strette, alquanto
VOL. xxxix. IO
i46 LON LON
sporche e tortuose. Vi si contano vendish, (iolden e Soho all'ovest;
novcmila strade e vicoli, illuminali quelle di Bedford , Bloomsbm y ,

nel corso della notte da cinquanta- Russell, Tavistock, Brunswick, AJe-


mila fanali a riverbero, ne' quali cklenbiu'g, Red-Lion, Linculu's-inn,
impiegasi la mirabile invenzione del la pili vasta di tutte le piazze di
gas artifìciosamenle distribuito in Londra, alnord e quelle di Tri-
;

canali, che mediante apposite chia- nity e di Wellelose, all'est. In mez-


vi comunicano la luce per tutta la zo a rjuasi tulle le piazze ewi un
città, e perfino nell' interno delle ameno spazio di zolle verdeggianti,
botteghe e delle case, regolati da una piantagione di alberi , o un
diversi gazomelri centrali. Le piaz- giardino chiuso da una inferriata
ze pubbliche sono più di ottanta, con porte, delle quali i proprieta-
e le case più di centosessanlamila. ri delle case circonvicine hanno
Le strade sono lastricate nel mez- soli la (-biave. Alolti di questi giardi-

zo per le vetture con larghe pie- ni sono adorni di statue, distinguen-


tre, che formano un argine com- dosi fra le altre la statua equestre
patto e solido, un po' convesso on- di Giorgio 1, sulla piazza di Gros-
de rigettar l'acqua nei ruscelli la- venor; quella di Fox. sulla piazza
terali, ma quasi sempi'e coperte di di Bloomsbiu y ;
quella equestre di
denso fango, ad onta che si spazzino Guglielmo III, sulla piazza di Ber-
{issairegolarmente tanto da uomini, keley, e quella di Carlo 11, in Soho-
che per mezzo d'una macchina in- square. Le case di Londra sono la

dentata appositamente. Si chiamano maggior parte fabbricate in mat-


strade macadainized, da IMac-Adani toni, e molto meno alte che quelle
suo inventore, quelle che sono la- di Parigi. Le loro porle vedonsi
stricale con pietre infrante sparse generalmente sormontate da fine-
sul suolo naturale, secondo il si- stre in forma di ventaglio, e sono
stema di M. Mac-Adam, hanno il simetricamente situate ad eguale
vantaggio di essere meno rintronanti distanza le une dalle altre. Le abi-
delle altre. Sotto il lastricato vi tazioni della nobiltà e dei ricchi
sono grandi canali a volta, chia- negozianti vedonsi eleganti, grazio-
mali sewers!, che comunicano con se e comode; ha le più belle deb-
ciascuna casa mediante vari con- bonsi citare, Apsley-house, Devon-
dotti, ed alla superficie d'ogni stra- shire-house, Marlborough house -
,

da per mezzo delle aperture e fer- Northumberla nd- house, Chesterfield-


riate che portano al Tamigi le im- house, ed Uxbridge- house. Si con-
mondizie e le acque inutili. L^n tano a Londra più di cinquecento
anmiirabile lavoro di tubi sotter- ottanta alberghi, la maggior parte
ranei conduce nelle case il gas e buonissimi, e di una politezza ri-

l'acqua di cui abbisognano. Tra i marchevole; 74'2 taverne > 9,000


passaggi, arcades, si rimarcano per calFè; 204 cantine di birra, e 1,200
un'elegante architettura Burlington carrozze d' atìitto. La mano d'o-
ed il passaggio reale, che portano pera e quasi tutte le derrate sono
a Piccadilly. Le piazze o stjuares a Londra care eccessivamente.
più considerabili sono quelle di Gli edìfizi pubblici sono nume-
Grosvenor, Portman, Beikeley, s. rosi, utili e bene distribuiti, ma in
James, Hanover, Manchester Ca- generale poco magutfici. indicando
LON LON f47
ì piincipali, incomincieipmo dalla di venti piedi d'altezza, e cinta da
città e sue ili pendenze. Il più bel trentadue culuniie di ordine corin-
inonumeiito di moderna architet- tio. 11 cornicione della colonnata
tura «he possieda l'iiupero britan- sostiene tuia galleria elegante, cin-
nico è senza contraddizione la chie- ta {\iì una balaustrata, e sulla qua-
sa di s. Paolo, che s' innalza nel le appoggiasi un attico adorno di
centro della città, e che fu costrut- pilastri e finestre; il cornicione di
ta dal 1675 al 17 IO dall'illustre questo attico dà origine alla cu-
archiletlo Cristoforo Wren, sul lo- pola, sommità della quale
presso la

cale d'una chiesa dello stesso no- evvi un'altra galleria; dal mezzo
me, distrutta dall'incendio del 1666, di quest'ultima s' innalza una lan-
e molto più vasta ancora di quella terna, cinta da colonnate corintie
che si ammira al presente. Questo e sormontata da un grosso glo-
immenso edifizio fu fabbricato in bo vuoto, e da una croce di rame
pietra di Poillnnd, sul
modello di dorato. Questa galleria ricevette il
s. Pietro di Roma. Un doppio por- nome di galleria sonora, per la

ticato decoralo di colonne corintie sua proprietà di far sentire il mi-


e composite, sta sulla facciata del- nimo bisbi'ìlio alla distanza di cento
l' ovest, sormontato da un
ed è pa-
piedi. L'altezza dell'edifizio, dal
frontone spaziosovi si ascende per : vimento sino alla croce, è di io4
gradini in marmo nero; da ciascun metri; una scala di 616 gradini
lato della facciata avvi una torre conduce al globo. Vi sono nell'in-
sormontata da una piccola cupola, terno di questa cattedrale le statue
in una sta l'orologio, e nell'altra di molti personaggi illustri, e nelle
la guardia della torre. Le mura vaste sepolture, che si prolungano
esterne dei lati dell'edifizio oflrono al di sotto, vedonsi le tombe di
varie fila di pilastii, dei quali quelli diversi grandi uomini, e fra le al-

pili abbasso sono di ordine corin- tre quella dell'architetto Wren, es-
tio, e quelli al disopra d' ordine sendo riconosciuto questo tempio
composito. Quella parte della chie- pel suo capo d'opera. Si rimarca
sa rivolta verso l'est, differisce dai però, che la mancanza di decora-
lati per la sua forma semi-circola- zione toglie alla parte interna di
le e le sue ricche scolture. L'in- sì maestosa mole ogni pregio, ed i

terno rappresenta una croce, di- più imparziali protestanti riconosco-


retta presso a poco dall'est all'o- no il vuoto enorme che produce nel
vest, lunga i55 metri, e larga 85: cuore dell' uomo la privazione del-
il INibby la dice lunga palmi 710 le auguste religiose cerimonie. Tut-
e larga 4oo ; a ciascuna estremità tavolta si può considerare come il

della parte trasversale evvi un in- tempio il più sontuoso e più vasto,
gresso formato da un portico se- che la Chiesa protestante abbia fi-
micircolare, illuminato da una volta nora innalzato. La chiesa di s. Ste-
sostenuta da sei colonne corintie ^
fano di Walbrook, altro capo d'o-
e sormontata da statue rappresen- pera di AVren, è un monumento
tanti gli apostoli. La cupola che pieno di grazia, di eleganza e di
s'innalza maestosamente ed ardita leggerezza. Si osservano i campa-
con belle proporzioni al disopra nili delle chiese di s. Michael-Corn-

della chiesa^ sopra un basamento bili, di s. Brigida, e di s. Duo-


i48 LON LON
stati. Sono pure rimarchevoli le biu'y-comt, che riproduce l'arco di
chiese di s. Martino, eli s. Gio. E- trionfo di Costantino a Roma, e la
vaiigelista , di s. Giorgio e di s. Rotonda sormontata da una cupola
Paolo a Co vent- Garden. elegante, ove si raduna ciascun
La torre di Londra, che servai giorno una folla di speculatori.
un tempo di reale residenza, eia Mansion house o il palazzo di lord-
una riunione confusa di torri e di maire di Londra, si annuncia me-
edilìzi diversi , circondata da iiii diante un portico maestoso forma-
mui.'o e da una grandissima fossa to da alle colonne corintie: l' in-
piena d'acqua, e divisa dal Tami- Icrno corrisponde alla magnificenza!
gi mediante una piattaforma guar- di questo ingresso. L'edilizio ele-
nita di setlanluno pezzi di canno- gante e grandioso della compagnia
ne; la toire principale era la torre (Ielle Indie orientali, nella strada
Bianca, PVhite lower, situata sopra Leadenhall-street, offre nel centro
una altura, fu eretta nel 1078 da della sua facciata un bel portico
Guglielmo I il Conquistatore. Vi si composto di sei colonne joniche,
stabih una prigione di slato, ed im al disopra delle quali evvi uu
gran deposilo d'armi bianche e da frontone che contiene diverse figu-
fuoco; quivi si conservavano nu- re emblematiche: l'interno dell' e-
merosi pezzi di antiche armature ,
di tizio là vedere in ogni lato la
ed i gioielli della corona. La torre grandezza e la opulenza ; vi si

di Londra soffrì assai in un incen- osserva una biblioteca ricca di ma-


dio accaduto poclii anni addietro, noscritti indiani e cinesi , ed un
e pare che non sarà ristabilita co- museo che si può dire la più in-
m'era prima. La descrizione della teressante collezione di antichità
torre di Londra, prima che si bru- dell' Indie orientali : conservansi
ciasse, si legge neir Album , gior- quivi gli oggetti, armi ed il bal-
le

nale romano del i84i, a p- 33i e dacchino di Tippu-Saèb, e diversi


338. La nuova zecca presso la tor- allri trofei delle vittorie riportate
re è di bella forma. Trinity- house neir India non che una tigre ar-
,

è un piccolo edifìzio che si distin- tificiale che divora un uomo; pres-


gue per la elegante semplicità del- so a questo edifizio risiede l'am-
la sua architettura; quivi si stabili ministrazione dell'immensa azien-
l'amminislrazione del pilotaggio del da, e stanno gl'immensi magazzini
Tamigi e sud della
dei mari al pei prodotti dell' Asia. La bor-
Gran Bretagna. La banca, la quale sa, royal exchnnge, la quale non
non fu terminata che nel i8o4, è trovasi divisa dalla banca che per
un vasto rellangolo, isolato da quat- una strada, era un bel miscu-
tro strade ; la facciala dalla parte glio di architettura gotica e roma-
principale e le due ali sono deco- na : le statue dei sovrani dell' 1 11-

rate da una colonnata jonica il ; ghillerra ne adornano il cortile.


quarto lato uon è che un gran L'antico edifizio della borsa aven-
muro massiccio; l'interno si ri- do sofferto molto in un incendio,
marca per la sua estensione e la pochi anni indietro, è stato fab-
varietà delle sue costruzioni , imi- bricato di nuovo dall'architetto Ti-
tate da molli antichi monumenti te nello sfile greco, essendosi co-
romani si cita V ingresso di Lolh-
; minciato nel 1842. L'edifizio della
LOi\ LON 149
dogana, Cuslom- house, che s' in- collegi di giureconsulti, innsof court,
nalza presso Tamigi, è osserva-
il e ne conservano il titolo. Il colle-
l)ile per la sua
grandezza e per gio reale dei chirurghi sulla piaz-
!a regolarità della sua architetlu- za di Lincoln's ini), e la scuola ve-
ra due bassirilievi relativi all'in-
; leiiiiaria nel Gray's-inn-lane, oc-
dustria ed al commercio ne orna- cupano fabbricati vasti e comodi.
no la facciata, e l'interno ha vasti La sala delie vendite all'incanto
niagaz/ini, ed un immen«a sala ric- delle proprietà in Dartliolomeu la-
camente dorata. L'uffizio delle as- ne, il Commercial-hall per la ven-
sise, excise office, ha un fabbrica- dila delle produzioni coloniali, ed
to grande estensione. 11 palazzo
di j mercati pei grani e carbon fos-

coaiunale, Gtiildliall, ove le cor- sile, sono pure tanti ornamenti per
j>orazioni di Londra si riuniscono la città.
pegli alRn'i generali della città, è L'ospedale di s. Luca, pei paz-
un edilìzio gotico, adorno di mo- zarelli, si distingue per la sua esten-
numenti in onore dei guerrieri e sione e la sua buona distribuzione;
dei celebri magistrati. Una bella quello del Cristo, destinato alla e-
colonna dorica, chiamata monumen- duoazione e al mautenimenlo degli
to di Londra, e situata sulla parte orfani e dei poveri fanciulli, è va-
orienlale di Fish street-hiil, richia- sto, ma non ha un esterno nota-
ma alia memoria l' incendio del bile.Charter-house è un altro ospe-
1666, che incominciò da questo dale per ottanta poveri scolari, che
punto; essa ha 200 piedi di al- sono istruiti in diversi rami di slu-

tezza sopra i5 di diametro alla di classici, ed alloggiati in belli ap-


sua base, ed è sormontala da una partamenti ; giardini che da esso
i

giilleiia, e da un'urna che vomita dipendono sono grandi ed ameni.


fiamme: dicesi la colonna più al- L'ospedale degli esposti, Foundling
ta d'Euj;;opa: ha una comoda sca- hospital, è di bella forma; in esso
la interna che conduce all' am- non si ammettono che i figli al di

pio balcone distante 3o piedi dal- solto di un anno ma , presentati


la sommità, ove pur si salisce me- dalle loro madri. L'ospedale s. Bar-
diante altri gradini. Questo mo- tliolouiCAV, già antica prioria del
numento fu eretto a spese della pio monaco Pvahero, riceve gl'indi-
città. L'edilìzio della posta niente geni feriti per accidente. La scuola
ha di osservabile, riguardo alla sua di s. Paolo, presso la cattedrale,

architettura ; ma il servigio vi si dà una gratuita educazione a cen-


fa con un ordine ed una prontezza tocinquanta giovanetti , e possiede
ammirabili. Lo stabilimento lette- un elegante edilìzio. La scuola dei
rario , conosciuto sotto il nome mercanti sarti è un buon collegio
d' Instituzione Londra, ha un di sostenuto dai mercanti di cui porta
bell'editlzio che contiene una bi- il nome, e dove sono allevati
trecen-
blioteca, ed una sala di lettura to fanciulli, la niaggior parte gra-
grandissima. L' Inner- Tempie il ,
tuitamente. JNewgate, la più ira-

Middle-Temple, il Lincoln's-inn, ed poitante prigione di Londra, è nel


il Gray's-inn sob© pure edifìzi os- tempo istesso laprigione della con-
servabili, abitati da uomini di leg- tea di IMiddlessex ; essa è destinata
ge e da studenti di diritto ; sono ad ogni sorta di criminali. Fleet-
i'ì:o lon LON
prison riceve le persone condanna- poeti e illustri, laonde
dotti po-
te dalla corte della cancelleria per- trebbe chiamarsi il Pantheon in-
chè non comparse; i diaeniili liini- glese. Nella magnifica cappella di
po il privilegio , esb(;isan(lo cei (.i Kmico VII, interamente restaura-
somma, di uscire, e di [)rendeie ta in (juesti ultimi tempi, riposano
degli alloggi sopra mia piccola e- le ceneri di molti pniicipi del san-
slensione intorno alla i)rigione; i gue reale. Fra le belle cappelle
limiti di questo spazio sono ciò che che rinchiude la chiesa si distin- ,

chiamasi regole della Fleet prison^ gue soprattutto quella di Enrico


riiles pf the Flcet-prison. Tali sono VII, ca[)0 d'opera di gotica archi-
gli edifizi i più rin)aiclievo!i della tettura. Lii portico della maggio-
parie meixantile di Londra. le magnificenza conduce all'est nel-
Inoltrandosi verso Wcsttuinsler, l'antica sala del capitolo, trasfor-
si deve prima distinguere la bella mata oggi in gallerie, ove stanno
porta di Tempie-Bar, che marca deposti gli archivi della corona, e
il limile delle due città, fra lo dove conservasi il famoso dooms'
Strand e Fleet-street. Il quartiere day-book o grande catasto dell' In-
di Westminster è cos'i chiamato ghilterra, composto da Guglielmo I
dall'antica abbazia che rinchiude, il Conquistatore . ha scuola di
e che dovea essa stessa il nome Westminster, la più stimata dai
alla sua posizione all' ovest della protest;inti fia quelle di Londra,
città; questa abbazia, fondata co- è stabilita in una porzione degli
me semplice priorato verso l'anno edilizi dell'abbazia. delU All'est
6o4, da Seberto re ile'sai-soni del- chiesa presso il Tamigi, evvi Wesl-
l'est, fu eretta da Offa nel 785; minster-hall, una delle piìi vaste
divenne sotto Guglielmo I il Coii- sale che non sieno sostenute da
qnistalore il luogo destinato al- colonne ha 80 metri di lunghez-
;

l' incoronazione dei re, e fu costi- za, sopra 2 3 di larghezza e 27 di


tuita in callcdrale sotto Enrico altezza; il parlamento vi tiene le
\'lll, nello stesso tempo che suoi i sue sedute (piando si costituisce in
dintorni ricevevano il titolo di cit- corte di giustizia, e quivi hanno
tà; ma il vescovato fu soppresso luogo d'ordinario le fèste per Iti

verso l'anno j55o, e la regina incoronazione dei re. Le corti del


Elisabetta fece di tale stabilimen- Banco del re, King's-hench, dello
to una collegiata nel i56o. La scacchiere, della cancelleria, e del-
chiesa dell'abbazia di Westminster le cause civili, connnon pleas, sie-
è un bell'edihzio gotico; l'esterno dono nelle sale contigue. Gli edi-
non è niente uniforme, ma la fac- lìzi della camera dei lordi e di
ciata dell'ovest è molto degna di quella dei comuni, che stanno vi-
rimarco: vi si ammirano la lesse- cini a Westminster-hall, non sono
rezza, la simetria e la eleganza che osservabili.Essendo distrutta da
regnano nell'interno; il coro è or- un incendio una gran parte delle
nato di yn superbo lastricato in fabbriche del parlamento, si sta
mosaico; vi si vedono le tombe attualmente fabbricando un nuovo
di diversi re e regine d' Inghilter- edifizio dietro i disegni del valen-
ra, enumerosi monumenti in ono- te architetto Barry. Il palazzo di
re di guerrieri, uomini di stato, s. Jumes, soggiorno reale, costruì-
LON LON iSi
io Enrico Vili nel luogo d'un
eia nulo proprietà della corona, fu re-
ospedale di lebbrosi, è composto di sidenza di principi e di regine, fin-
molli cdifizi meschini e poco de- cliè nel 1775 venendo assegnato
gni della residenza del re; dal la- alla regina il palazzo di Buckin-
lo di s. James's-street non offre che gham dal parlamento, questo di
ima vecchia porta fortificata, che Somerset venne consecrato ad uso
fu ristorata molte volte con pochis- della nazione, indi Chambers lo
Simo buon gusto; la facciata dal jicostrui con intelligenza e zelo. La
lato del parco s. James, ove stan- tesoreria occupa una parte dell'anti-

no gli appartamenti del re, non co palazzo di Whitehall, il restante


manca di eleganza , e per la sua del quale, bel monumento, conserva
regolarità contrasta singolarmente ancora questo nome. L'edifizio delle
con le allre parli. Carlton-house guardie a cavallo o l' uffizio della
era un altro palazzo reale, nel cui guerra è all'est di una vasta piazza
sito s'iiinalzaiono diverse case par- da parata. L'ammiragliato e la ca-
licolari, formanti una bella piazza, sa dei Hanchelii , Banquelinghonsef
L'antico palazzodiBuckingham-hou- ove stanno deposti moltissimi tro-
se, o palazzo della regina, Qiwen's- fei, sono pur degni di essere nomi-

è ciò che chiamasi presen-


ìiouse, nati. Si vede ad Union-square
temente il Palazzo, Palace, e nien- piazza dell'Unione, il collegio me-
te ha di ragguardevole. Esso è dico, che ha un bel museo,
destinalo a divenire il soggiorno II museo britannico occupa uno
del sovrano. Somersel-house, vasto de' più grandi edifizi costrutto sul
e bell'edifizio, ragguardevole sede piano delle Tuileries dall'architet-
della scienza e dell'arte, è diviso to francese Pietro Puget; esso pos-
dal Tamigi mediante un superbo siede ricche collezioni scientifiche
terrazzo che s'innalza sopra diver- e soprattutto numerosi e preziosi
se arcate massiccie in rustico sti- manoscritti; dei vasti giardini ne
le: la società reale delle scienze dipendono. In Westminster stanno
fondata nel i663; l'accademia rea- il teatro del re o dell'opera italia-

le fondata sotto Giorgio III nel na, il cui interno è vasto e ma-
1765, e quella degli antiquari la gnifico; quelli di Coventgarden, di
cui origine risale al 1572, vi ten- Drury-lane e di Hay-market, per
gouo le loro sedute, e gli uffizi le tragedie, commedie, opere, dram-
delia esazione generale del bollo, mi e balli; il Lyceum o l'opera
delle tasse del commercio raarilti- inglese, che serve nello slesso tem-
mo, dei demani della corona, del pò di teatro francese; il padiglio-
sigillo qualche altro, sono
reale, e ne Olimpico, ed il teatro Adelphi
quivi stabiliti, Nt-l 1829 ne fu as- o Sans Pareil, senza eguale, per
segnata una parte per fondarvi il le pantomime, melodrammi, ec. ;
i

collegio del re. Desso è uno de'più il teatro dell'Ovest, nel Totlenham
grandiosi palazzi non solo di Lon- courlvoad, ove gli attoii francesi
dra, ma di tutta l'Inghilterra. L'an- danno delle lappresentazioni nel-
tico venne edificato dal
palazzo l'inverno. La casa penitenziaria a Mill-
duca di Somerset, protettore del bank, è un vasto ottagono che si
re e del regno nella minore età di innalza presso al Tamigi, e dove

Edoardo VI nel i568. Dipoi dive- si fanno lavorare moltissimi mal-


i^fd LON LON
fattori colla speranza di corii'gger- lo lì. E eretto in mattoni, ma gli

li; può contenerne circa 1200, e oinamenti architettonici sono di


sono rinchiusi in fabbricati coslrut- pietra. Oltre a questo edifizio, in
li in n)odo che i soprastanti pos- cui sono alloggiati 336 pensionar!
sano ad im punto centrale .tolto circa, evvi un recinto e vasti giar-
vedere senza essere veti 11 li. Gli e- dini. I che vi si ricevono
militari
didci o stabilimenti di Sontli-wark sono invalidi, e devono aver ser-
più degni di esMM'e ricordati sono: vilo nelle truppe di terra per
l'ospedale di Guy che riceve gli vent'anni; sono assoggettali ai ser-
ammalali ed feriti, e dove evvi i vizio delle truppe in guarnigione,
un bel gabinetto di anatomia, ed essendovi pure un gran numero
un anfiteatro pei corsi di anato- di militari stranieri. Questo stabi-
mia, medicina e chimica j l'ospeda- limento fondalo nel 1682 sotto il

le di s. Tommaso, per gli storpi, regno di Carlo II, terminossi nel


i feriti ed i poveri ammalati; l'o- 1690: fu progettato da sir Ste-
spedale della Maddalena, che ser- fano Fox, che contribuì alla sua e-
ve di asilo alle donne corrette ; rezione 325,ooo fi-anchi. Nel 1801
l'ospedale di Belhlehem pei pazza- si fondò a Chelsea un altro stabi-
lelli; l'ospizio dei sordo-muti; la limento pel mantenimento e per
scuola dei ciechi indigeni ; il teatro la educazione dei figli dei soldati.

di Suirey o il Circo reale, ove si Questo circondario contiene pure


danno melodrammi e balli; la pri- il palazzo dei vescovi di VN-'inche-
gione della contea di Surrey, e sler, ed il bellissimo e prezioso
quella del Banco del re, pei debi- giardino botanico, che sino dal
tori e le persone condannale dalla 1721 appartiene alla società dei
corte del Banco del re; i detenu- farmacisti di Londra. Greenwicli,
ti di questa ultima prigione, me- posta sulla riva destra del Tamigi
diante fortissime somme, godono il immediatamente aldi Dept- sotto di
privilegio di uscire e di prendere ford,da cui è divisa dal HavensT
gli alloggi intorno alia prigione, in bourne oltre una ,bella chiesa,
uno spazio di tre miglia di circui- molte scuole di carila, e due o-
to, i cui limili formano ciò che spedali pei poveri, è celebre pel
chiamavasi regole della prigione suo reale osservatorio astronomico,
del Banco reale, niles of the Kùig's- da cui contano il loro
gì' inglesi

bendi prison. primo meridiano, pel suo ma- e


INel Lambeth di Soutli-
palazzo di gnifico ospedale per la marina, che
wark, dopo il secolo XII, vi
fin rimpiazzò un palazzo nel quale i

fa la sua dimora l'arcivescovo pri- re d' Inghilterra facevano qualche


mate di Cantorbery. Nel circonda- volta la loro residenza. Questo o-
rio di Chelsea, sulla riva sinistra spedale è imo de'più belli monu-
del Tamigi, è situato il bell'ospe- menti dell' architellura greca nei
dale dei militari invalidi dell'In- regno : esso è composto di quattro
ghilterra, che occupa colle sue di- ale o edifizi staccali, posti negli
jjendenze una superficie di venti angoli di un gran quadrato. La
ettari. L' edifizio principale è un principale facciata di questo edifi-
gran quadrato, in mezzo del qua- zio bellissimo sta al nord, dal lato
le sta la statua in bronzo di Car- del Tamigi, lunghesso il quale s'inr
LON LON i53
nalzò lina terrazza di 860 piedi, nel quale risiedette per lungo tem-
« si eresse una scala a doppio ra- ]io Enrico VII dove nacquero ,

mo, che conduce al fiume; da lai Enrico Vili, IMnria ed Elisabelta,


punto l'aspetto di quest'ospedale è e vi mori Edoardo VI. Nel i6i3
verameule superbo. Una piazza di fu dato vitalizialmeute ad Anna
270 passi di larghezza divide le di Danimarca, sposa di Giacomo
due ali settentrionali; le altre due li,che fondovvi la casa di delizia,
sono riunite mediante una colonna- oggi l'asilo marittimo ; questo vec-

ta lunga ii5 piedi, e formata da chio palazzo essendo quasi rovi-


3oo doppie colonne. Un viale di noso, Carlo II ne incotninciò uno
alberi spazioso, che pai le dalla nuovo in pietra. Sotto il regno
città e che attraversa 1' ospedale, di Guglielmo HI e di Maria ,
divide tutta la parte settentrionale sir Cristoforo Wien ottenne dal
dalla meridionale. In mezzo a que- governo questo palazzo, onde ser-
sta vasta piazza sta la statua di vire d' ospizio ai marini amma-
Giorgio II, di un solo pezzo di lati.

marmo bianco. Si osserva nell'in- Londra ha iiS chiese parroc-


teino la camera del consiglio e chiali, 120 cappelle anglicane, 24
la cappella. Questo ospedale rin- chiese parrocchiali e cappelle pro-
chiude quasi tremila marini, e d4oo testanti straniere, più di 200 cap-
persone ricevono al di fiiori dei soc- pelle o case di riimione, meeting-
corsi provenienti dai fondi di que- houses, pei dissidenti, 6 sinagoghe,
sto stabilimento. Evvi nell'interno i/\. corti di giustizia, io tribunali
una scuola per duecento fanciulli, di polizia, i4 i3 teatri,
mercati,
Riportammo in questo articolo gli oltre magnifico anfiteatro aperto
il

stabilimenti di Chelsea e Green- nel i843, i4 prigioni, 107 case


wiclì perchè cos'i fecero coloro che di carità pei vecchi de' due sessi,
descrisseroLondra. Pei' conto di 18 istituzioni per ogni sorta d'in-
Greenwich aggiungeremo, chea lei digeni, 22 ospedali per le donne
dirimpetto, dall'altra parte del Ta- ammalate, stoipie od incinte, circa
migi, stanno i vasti bacini delle 3o dispensatoi ove si danno gra-
Indie occidentali. Si sepaiò poi il tuitamente ai poveri lutti medi- i

parco di Greenwich ilal palazzo, cinali e tutti i soccorsi di medi-


allorchè questo edifizio tu trasfor- cina di cui abbisognano ; 4^ scuo-
mato in ospedale. parco Questo le gratuite, hanno delle dota-
che
appai tiene tuttora alla corona, che zioni a perpetuità onde istruire o
sembra avere occupalo il territorio vestire più di 4000 fanciulli; 17
di Greenwich a! tempo della con- altre scuole pei fanciulli poveri e
quista. Si crede che Edoardo I senza parenti; 287 scuole di par-
vi risiedesse nel iSoo. Nel i433 rocchia , sostenute da soscrizioni
Humphrey duca di Gloucester ri- volontarie, e nelle quali sono alle-
fabbricò il palazzo, cinse il parco vati e vestiti 12,000 fcUiciulli. Oi-
di mura, ed innalzò una torre cir- tre a tutti questi stabilimenti cia-
condata da un fosso, ove sta pie- scuna parrocchia ha una casa di
sentemente l'osservatorio fondatovi carità, ove si fanno lavorare, ed
da Carlo II nel 1670. Edoardo ove si mantengono i poveri. La
IV ingrandì ed abbellì il palazzo, società detta di Lanca^tro, di cui
1^4 LON LON
si calcola la rendita a 4O)0oo fran- slejana. Dei liprovevoli istituti bi-
chi aiiiiiii, inleiamenle dovuta alla blici, e delle missioni per la pro-
generosità dei cittadini, mantiene pagazione del protestantismo , se
circa 4^ scuole, ove s* insegnano ne parla agli articoli Bibbia, e l\lis-
la lettura, la scrittura , il calcolo. sioM. Alcuni fondi sono tenuti
Le scuole della domenica, in cui in riserva per gli nomini di let-

s'insegna a leggere ed a scrivere tere e per gli artigiani bisognosi.


ad un giaii numero di fanciulli, Sono vi trenta società di dotti, fra
sono pure fondazioni dovute alla le quali si presenta in primo luo-
pubblica carità. La maggior par- go la società reale, che abbraccia
te degli ospedali furono fondati da le lettere e le scienze, e che pos-
generosi parlicolaii; alcuni hanno siede una ricca biblioteca ed un
delle rendite a pt^rpetuiln , e gli museo di storia naturale ; ven-
altri vengono sostenuti da soscri- gono poscia la società degli anti-
zioiii che si fanno a certe epoche. quari, il consiglio di agricoltura,
Si calcolano a venticinque milioni la società incoraggiamento
per 1'

di franchi le somme che si dispen- delle ai ti manifatture e commer-


,

sano annualmente per gli stabili- cio; la istituzione reale , che ha


menti di carità e la tassa dei po- una biblioteca ed un ricchissimo
veri. Fragran numero delle as-
il laboratorio, ed il cui oggetto è
sociazioni lilantropiche di questa quello di propagare le invenzioni
grande città, si ricordano la isti- ed i miglioramenti meccanici, e
tuzione caritatevole Gallese, o la d' insegnare mediante vari corsi
,

società degli antichi bretoni ; le pubblici, l'applicazione della scien-


due società pel sostentamento delle za ai bisogni ordinari della vita;
vedove e figli de' ministri prote- la società Liniieana, la società A«
stanti; la società di marina, che siatica e l'Africana, la società filo-
somministra i volontari alla mari- sofica della città, la società britan-
na reale ; la società pel manteni- nica di mineralogia, e le società di
mento e la libertà dei detenuti entomologia, di geologia, di orti-col-

per piccioli debiti; la società pel tura, di matematiche, di medicina,


miglioramento della condizione del di chiiuigia e di astronomia. Si
povero ; la società reale di umanità contano sedici scuole per l'umanità,
che porta soccorsi alle
i persone cinque per la cos\ detta teologia,
aslibsiache od annegate, e dilTonde tredici pel diritto, dodici per la

le necessarie istruzioni onde richia- medicina una importante univer-


;

marle alla vita; la società nazio- sità aperta nel 1828, 1 cui corsi
nale della vaccinazione, che man- abbracciano le lingue, la letteratu-
tiene nove stabilimenti in cui i ra, e le scienze fisiche e morali ;

fanciulli sono vaccinati gratuita^ una scuola delle arti e mestieri, ed


mente ; la società britannica e una scuola pratica d'artiglieria. Fra
straniera della Bibbia, che distri- gli stabilimenti destinati al progresso
buisce Bibbie e nuovi Testamenti delle belle arti, conviene nominare
stampati in lingue diverse; la so- l'accademia reale di pittura, ove si

cietà ecclesiastica dei missionari, che fanno annualmente esposizioni di


mantiene le missioni nelle contra- quadri, scolture, disegni ed inci-
de più lontane, e la società We- sioni, e dove si danno corsi di pit-
LON LON i55
tura, scoi tura, arcbitetturaj anato- minster, il parco di s. James, at-

mia e prospettiva ; la istituzione traversalo da un bel canale, e che


britannica, destinala alla esposizio- deve una gran parte della sua
ne ed alla vendita dei quadri de- bellezza ai travagli del celebre
gli artisti moderni. 11 locale delle Le Nostre ; i giaidini della regi-

sale destinate all'esposizione de'lavori na ,


Quetns-gardtns, separati dal

novelli di pittura e scoltura, è parco precedente mediante Buckin-


posto nella piazza di Trafalgar; gham-house; il parco Verde, Gretti'
nel maggio 1844 ebbe luogo la park, che una inferriata divide da

settantesima sesta esposizione che quello di James, e ch'è abbelli-


s.

durò una settimana. L'istituto bri- to da un ameno specchio d'acqua;


tannico fu fondato nel i8o5. La Hyde-park ed giardini di Ren- i

società dei pittori all'acquarella è sington ove si trova il magnifico


utilissima al perfezioiiiunento di serbatoio d'acqua chiamato iSer-
questo prezioso ramo dell'arte. La penline-rii'er ; in fine il parco del

socielà degli artisti inglesi fa pure reggente o di Mary-le - Bone , il

i più lodevoli sforzi pel progresso più grande dei passeggi di Londra,
della pittura, scoltura , arcliiteltu- che si vede bellamente disegnato, e do-

ra ed incisione. JNel i844 '^ s'^' ve seipeggia una riviera che forma
tua colossale rappresentante la re- molte piccole isole deliziose. Vi si
gnante regina Vittoria, del celebre osserva lo stabilimento Coloiseum^
scultore Hecle, fu posta sulla som- ove ammirasi ril gigantesco pano-
mità del portico dell' istituto delle rama di Londra, l giardini di

belle arti. Londra possiede circa Vauxhall al sud-ovest di Soutinvark


cento biblioteche pubbliche, la prin- sono nell'estate un luogo di diverti-

cipale delie quali, quella del mu- mento assai frequentato, pagandosi
seo britannico, ha 700, 000 volu- un tenue prezzo. \i sono moltis-
mi. I giornali in numero di cin- simi altri giardini chiamati lea-
quantacinque, de quali tredici sono gardcns, ove la media classe della
quotidiani, mettono in circolazione società va a prendere il the e di-
i3o, 000 esemplari; le riviste, versi rinfreschi. Tulle le parroc-
magazzini, ec. consecrati alle novi- chie possiedono in vicinanza il ci-

tà delle scienze, della letteratura, mileiio. La industria di questa


delle arti, ec. sono in numero di canitale è immensa, giacché Londra
centoquaranta. La musica e assai per lemanifatture tiene il
sue
coltivata nella metropoli britanni- rango più distinto. Grandi sono
ca ; il concerto dell'antica musica, le manifatture di seta, di coltelle-

la società Ceciliana, ed un gran ria, di orologiaro; la fabl)ricazione

numero di concerti particolari o (lei colori, ec. La tipografia vi è


per soscrizioni, danno agli amatori prillala ad una gran perfezione,
di quest' aite moltissime occasioni ed i giornali vengono stampati
onde soddisfarne il genio. con una rapidità prodigiosa. Le
I giardini pubblici, che servono birrerie sono numerose, e molle
di passeggio, sono nella città i divengono un oggetto di vera cu-
giardini del Tempio, presso il Ta- riosità, massime quella detta Whit-
migi, e quelli di riray'sinn, ver- bread'sbrewery. Le macchine a
so ì\ nord ; ed intorno a West- vapore, lavori fini ed
i apparle-
i56 LON LON
junti alle arti, come gl'istrumenli loro espulsione dal regno nel i5^97.
<li ed
ottica cionometri sono
i , Dal i555 la compagnia Rus'Ja era
travagliaticon singolare abilità, e stata formata , e verso il tempo
Londra ha la gloria di avere con- stesso i negozianti di Londra ave-
tribuito ad alcinio dei loro più vano alcuni agenti alle Canarie.
brillanti progi'essi. Una quantità di I torbidi politici che agitarono al-

fonderie sono sparse in Soulhvark. lora la Fiandra, forzarono un gr.in


S' inìpiega in questi stabilimenti numero di famiglie di questa con-
lUVA quantità prodigiosa di carbon trada a rifuggirsi a Londra, ove
fossile : il denso Inaio cbe s'innal- pollarono seco le loro ricchezze ed
za oscni'a di continuo l'atmosfera, industria. Nel 1079 '** compagnia
superiormente ad una gran parie del Levante o della Turchia, e
della città, ed annerisce le case ;
quella di Easlland pel commercio
Je emanazioni malsane eh' esala- del Baltico, furono stabilite dalla
no da ogni parte le fabbriche, ren- regina Elisabetta; la medesima ac-
dono il soggiorno del Borgo as- cordò nel 1600 le prime patenti
sai spiacevole. Posta sopra un fiu- della compagnia delle Indie orien-
me profondo prossimo al
largo e tali, e sotto il suo regno, che for-

mare, questa città divenne pel suo ma un'epocamemorabile nella


commercio quasi la più florida del storia del commercio di Londra,


inondo. E interessante di seguire la si videro erigersi diverse compagnie

progressione di questo commeicio di assicurazione, ed una (juanlità di


di eui deliiieeremo succintamente la altre associazioni commerciali. L'ac-
storia. cresci meo io del commercio esterno
Conosciuta Londra anche al tem- fu rapidissimo sotto Giacomo I, ia

po di Tacilo, come un emporio grazia delle colonie che si forma-


considerabile, contava di già ver- rono neir America settentrionale e
so r anno 35g dell' era cristiana pelle Aiitille. La grande impor-
boo bastimenti impiegati nel suo tanza del porto di Londra, dai
porto, soltanto per 1' esportazione 1634, può essere valutata dalla
della biada. Beda , E'ilz-Stephen e contribuzione navale che Carlo I

Guglielmo di Malmesbury parlano impose alla città; i cittadini rice-

dell'esteso commercio di questa cit- vettero ordine di costruire, equi-


tà. jXel i2QiO i njercanti di Colonia paggiare e mantenere durante sei
vi stabiliiono una fattoria. |l car- mesi a loro spese un bastimento di
J)(jn fo.ssile è dinotato come una qoo tonnellate, un altro di 800,
delle sue importazioni, verso l'anno quattro di 5oo. ed uno di 3oo.
j24t'- Alla fine del XI li secolo la Jl fanjDSO atto di navigazione, pub-
compagnia dei ijegozianti viaggia- blicato nel 65 1, ebbe la influenza
1

tori fu riconosciuta da Edoardo più favorevole sulla prosperità di

1 ; all' e[)ocu stessa i mercanti del- Londra ; il commercio dello zucche-


l'Liansa otleimero pure grandi pri- ro e del cail'è prese vigore a que-
vilegi nella capitale dell'Inghilterra, sta epoca. La peste del 166 5, ed
e avevano un deposito chiama-
vi il terribile incendio dell' anno se-
to Steelyard; ebbero colla compa- guente, aniiientarono in un istante
gnia precedente delle gravi e lun- tutti gli affari commerciali; ma il

j;lie qut.'i"ele, che lermin-uono colla coraggio p. la industria degli ahi-


LON LON i57
tanti tiionfaroi'.o di queste sciagu- lioni di lire sterline, circa i3o mi-
re, e ben presto questa città di- lioni di scudi . Il numero dei na-
venne più che prima iissai florida. vigli che appartengono al porto
Il fine <lel secolo XVII fu segna- è di 3,000, il cui carico consiste
lato didla formazione della compa- in 600,000 tonnellate, e l'equi-
gnia della Baia d'Hudson nel 1670, paggio ascende a 45, 000 marina-
di quella della pesca di Greenland ri la;sesta parte di questo ton-
nel 1693, della banca d'Inghilter- nellaggio e la quarta del numero
ra nel i6q4, e nel 1698 di una dei marinari sono impiegali nel
nuova compagnia delle Indie orien- commercio delle Indie orientali ;
tali che non tardò molto a con- un altro sesto del tonnellaggio ed
fondersi con l'antica, sotto il titolo il terzo degli equipaggi lo sono
di compagnia unita commercio pel nel commercio delle Indie occiden-
delle Indie orientali. Nel 1701 il tali. Vi sono molti battelli a va-
porto di Londra possedeva 5oo pore, che trasportano nei dintor-
bastimenti, portanti 82,882 ton- ni di Londra,
o che servono ai
nellate, e montati da 10,06? ma- viaggi lungo corso; ne partono
di
rinari. Malgrado gli eflelti disastro- quattro volte per settimana per
si delle intraprese della compagnia Calais, e per Edimburgo, Hull ed
del mare del sud, la metropoli bri- Ostenda, due volte. Il numero dei
tannica aveva talmente accresciuto vascelli che si trovano nel porto e
il suo commercio, verso 1' anno nei bacini è regolarmente di 1,000
1782, che il suo porto contava a 1,200, senza contare circa 5,3oo
1,417 178,^57
navigli, carichi
di barche o battelli, e piìi di 3,ooo
tonnellate. 1800 essa impie-
Nel barchette per passar l'acqua. Stanno
gcjva al commercio lontano ,8 o i 1 giornalmente 1,200 doganieri im-
bastimenti della portata di 503,676 piegati sul fiume; 4,000 facchini
tonnellate, e al commercio di ca- caricano e scaricano i vascelli, e
botaggio 856 bastimenti, stanzan- pili di 8, eoo marinari conducono
ti 64,586 tonnellate. Nel 1792 il i battelli e le barchette.
valore delle importazioni di Lon- La popolazione commerciante di
dra era di 302,291,850 franchi, Londra si divide, come in tutte le
e quello delle esportazioni di altre grandi città, in venditori al
368,562,900 franchi. Nel 1800 il minuto ed in negozianti. La mol-
valore oHiciale delle importazio- titudine di botteghe disperse nelìe
ni fu di 47'»o79)3oo franchi, strade, la loro diversità e ricchez-
e quello delle esportazioni di za, formano sempre un oggetto di
635,723,o5o franchi; il valore rea- sorpresa per lo straniero. Il com-
le delle importazioni ed esportazio- mercio all'ingrosso si fn quasi esclu-
ni riunite fu di 1,700 milioni sivamente nelle vicinanze del Ta-
di franchi, cioè a dire di circa due migi, ove si stabilirono vasti ma-
terzi di quello di tutto il regno. gazzini ed un gran numero di can-
Oggi il valore delle esportazioni celli. Fra i mercati più forniti di
ed importazioni giunge a circa provviste di questa capitale, sono
1,860 milioni di franchi. La ban- quelli di per la vendi-
Smilhfield
ca, secondo calcoli del 1818, a-
i ta de' bestiami; di Leadenhnll per
veva in circolazione 28,240 mi- la venditi del burro, polleria, sei-
i58 LOi\ LON
vaggiiime e cmne da macellaio ; di fu per anco rivestito di lai digni-
Kewgate per ogni specie di prov- tà ; il giorno -29 settembre , fiisla

visione, e di Billingsgate pel pesce. di s. Michele, si fu questa impor-


Ilconsumo di Londra si può dire tante elezione, sempre suggella al-
immenso, perchè in [)r()porzi<)ne al l'approvazione della corona, li con-

numero de' suoi abit:in(i e dei fo- siglio municipale degli scabini ed
restieri che da ogni parie vi ac- il maiie, rappresent.inli del re nel-
corrono. Ma r oggetto di consumo la città di Londra, formano la cor-

il più considerabile è senza con- te del consiglio municipale, che co-


traddizione la birra, della quale se stituisce il potere legislativo della
ne conoscono due sorto, il porLer città, ne dirige la polizia interna,
e Yale. Non vi sono in Londra ne amministra le rendite, ed ha ii
meno di quaranta compagnie di diritto di nominale ad un gran
nssicurazione per gì' incendi, la vita numero d'impieghi; due scerifll
degli uomini, le annualità, ec. Vi eletti pure ogni anno dai proprie-
sono due bazzarri principali, il We- tari, sono iticaricali di nominare i
stern-bazar in Bond Street, ed il giurati e di far eseguire i gujdi-
bazzarro di Soho-square. Fra gli zi ; hanno il diritto di richiedere
stabilimenti utili al commercio ci- la forza armata se si resiste alla
tar bisogna pur anco il caffè di loro autorità. 11 giudice, recorder,
Lloyd, nell'edifizio della borsa ; esso è nominato a vita dagli scabini e
è il luogo di riunione dei princi- dal lord maire; è desso il primo
pali speculatori, il gran mercato uomo di legge della città, ed ha
delle marittime assicurazioni, ed ha il passo sopra tutti gli altri scabi-
in tutte le parti del mondo delle ni che non furono maires. Per di-
corrispondenze che lo informano, venire elettore bisogna essere mem-
in un modo sicuro, di lutto quello bro di una delle novantuna cor-
che può interessare il commercio. porazioni formate dagli stati che Ja
La città di Londra è divisa in industria ed il commercio contano
Venticinque quartieri o wards, sud- nella città; cinquanta di queste cor-
divisi in 2 36 giurisdizioni o prc- porazioni hanno tlelle grandi sale
cincts. I cittadini, freeinen, di cia- di riunione per trattarvi i loro in-
scuna giurisdizione, eleggono tutti teressi, e dar dei pranzi e feste. I
gli anni nel 1 1 dicembre giorno ,
più gran personaggi , ed anche i

di Tommaso, un membro del


s. principi del sangue, onorano di si

consiglio mtmicipale, common conn' essere aggregali a qualcuna di que-


cil; essi designano per la carica di ste compagnie fra le più influenti :

lord maire, lord major, due dei si osservano quelle dei mercanti di
venticinque scabini o aldermani ,
panni, di pesce e di ferro. Le com-
alder/nen, che presiedono ai wards, mon halls .sono la riunione delle
e che sono nominali a vita da que- diverse corporazioni ; il lord maire
sti stessi elettori ; la coite degli n' è il presidente : sulla domanda
srabini sceglie quello dei due can- fatta da diversi membri, egli accor-
didali che crede il più convenien- da r autorizzazioneper necess.u'ia

te. È d'uso, ma non di diiilto, il quésta riunione, e quantunque ab-


nominare al posto tii maire, pode- bia il potere di convocarla, non
sia, il più antico scabiuo che non può sindacare i suoi atti, uè le sue
LON LON .59
decisioni. La città mauda quattro per il giorno, segue un nuovo siste-
nietuJJii alla camera dei comuni : ma. La polizia antica non aveva pre-
l'assemblea delle corporazioni li no- cisamente truppa alcuna per custodir
iiiiiia, e la loro elezione ha luogo la città di Londra durante la notte.
a Guildhall. Quanto al suo gover- L'ordine vi era mantenuto dagli uo-
no militare, esso consiste due in mini chiamati walcJiracn , uomini
reggimenti di milizia , uno di
ed della guardia, i quali avevano per
cavalleria leggiera, composto di vo- arma un solo bastone; stavano nei
lontari ; il lord maire vi è investito loro casotti a circa 200 passi l'uno
di poteri eguali a quelli dei go- distante dall'altro, e dovevano fare
vernatori delle contee. ronde frequenti con una lat.lerna in
Westminster, governata da leggi mano; le loro funzioni consistevano
e costumi dilfeieuti da quelli della neir assicurarsi erano se le porte
città di Londra, è riguardata co- ben chiuse, di mez- gridare ogni
me una città distinta, che si com- z' ora i' ora che correva ed il tem-

pone propriamente parlando delle po che faceva, e di dare l'allarme


parrocchie di s. John e di s. Mar- con una miracola in caso d' incen-
garet; le altre pairocchie sono con- dio o di qualche disordine queste :

come distretto. All'articolo


siderate guardie notturne si facevano ascen-
Westminster riporteremo concilii i dere a 12,000. Niente eguaglia le
ivi tenuti. Il principal snagisliato, precauzioni che prendono onde si

sotto il nome di grande intenden- arrestare gì incendi ciò non ostan- ;

te, vi è nominato a vita dal de- te si contano sempre annualmente


cano e dal capitolo della collegiata in questa capitale da 35o a ^00
di Westminster ; il magistrato che case abbruciate. 1 fmli vi sono pur
Tiene dopo è il gran bali che no- frequentissimi, anzi, senza contrad-
mina i giurati, e si occupa della dizione, nessuna città Europa di
elezione dei due deputati mandati rinchiude proporzionalmente come
da questa città al parlamento ev- ; Londra un tanto numero di ma-
vi inoltre una commissione gene- riuoli; la slalistica del 1821 regi-
rale di polizia. 11 borgo di Soulh- strò centoquindicimila ladri o bor-
vvark, lungo tempo indipen-
per saioli, e tremila manutengoli. Si
dente da Londra, fu riunito alla contano nella città due principali
città da Edoardo VI sotto il no- uflizi di polizia, quello di JMansion-
me di Biidge ward-wilhouti cioè house, presieduto dal lord maire,
quartiere al di là del ponte. Sog- e l'altro di Guildhall, ove siedono
getto alla giurisdizione del lord a vicenda gli scabini. Per le altre
maire, è governato da uno scabi- parli di Londra
sono otto uffi- vi

no, come gli altri wards, e da un zi, dei quali quello di Bow-streel
intendente e da un bah eh' è no- è il principale. Tutti gli spettacoli
minato dal maire ; conviene però e le botteghe sono chiusi la dome-
eccettuare la parte chiamata Clink- nica, e la polizia veglia severamen-
Itheity, che appai tiene alla giuris- te all'osservanza di quest' uso. La
dizione del vescovo di Winchester. mendicità vi è proibita, ma si a-
Southwark manda due deputati al sconde sotto l'apparenza di mille
parlamento. piccoli traffichi, mille miserabili me-
La polizia, tanto per la notte che stieri, ed in nessun luogo foise co-
i6o LON LON
ine qui ha dessa piantate piìi pro- le vetture, per cui rimangono mril-

fonde radici. tratlati e qualche volta vi perisco-


La [>opolazione di Londra , che no molti individui, come avvenne
nei principio del secolo XVI 11 era appunto sgraziatamente nell' inver-
di 674,000 individui si riconob- , no dell'anno 1829. I dintorni della
be di 900,000 all'entrare del se- metropoli britannica sono mollo de-
colo XIX.; e nel 1821 trova vasi liziosi ; eleganti case di campagna
già ascendere ad
1,274,800 abi- sparse qua e là, bellissimi parchi ,

tanti: cosicché in 120 anni è sta- villaggi ameni, politi e ben fabbri-
ta laddoppiata, e l'aumento di cali, verdeggianti colline dalla cui
374,800 persone ha avuto luogo sommità scopresi lo insieme di que-
nel breve giro di venti anni. Al pre- sta città immensa, colpiscono da
sente dicesi che Londra conti più ogni lato gli sguardi. Una ventina
di 1,800,000 abitanti, i63,ooodei di strade superbe, ornate di belle
quali tutti cattolici. Questo van- piantagioni, si dirigono da questo
taggio si attribuisce in ispecial mo- punto centrale del commercio in-
do alla dotta e benemerita propa- glese, verso tulle le parti del re-
j^azione dell' innesto vaccino, e ren- gno. Numerose diligenze e strade
de sempre più cara la memoria ferrale conducono con estrema ra-
dell' immortale Jenner, benemerito pidità nelle diverse contee; vi sono
di tutto il genere umano. Quan- moltissime vetture, le quali non
tunque posta in un'atmosfera ge- servono che pei dintorni di Lon-
neralmente umida e soggetta a , dra. 11 New-river, riviera artificiale
grandi variazioni di calore e di che fu formala da un gran nume-
iVeddo, Londra non è un soggior- ro di sorgenti e da una parie della
no malsano. La felice posizione del- Lea, e che termina col bacino cir-
la maggior parte della città sopra colare chiamalo JNew-ri ver head, al
un terreno che sensibilmente s' in- nord della città, a cui somministra
nalza, il fondo sabbioso su cui è delleacque ; il canal navigabile del
iabbricata, le sue ammiiabili gron- Reggente, che cinge Londra al nord

daie, ed il suo largo fiume che ed all'est; quello di Paddinglon


trascina seco tutti gli elementi di che si trova all'ovest, e l'altro del
corruzione, contribuiscono singolar- Grand-Surrey al sud, servono tutti
mente alla robusta salute de' suoi uniti alla utilità e alla delizia della
abitanti: nel 182 1 nove uomini e capitale. Londra produsse un gran
sedicidonne erano centenari. Xon numero d'uomini illustri nelle scien-

si può om mettere di fare un qual- ze, ed arti, e nella politica.


lettere
che cenno sul singolare fenomeno Ci contenteremo di qui nominare
della nebbia, più o meno densa, che Chaucei' Milton, Bacone, Pope,
,

copre la città ed dintorni nella


i Halley, Tommaso Moro, Hampden,
più gran parte dell anno e singo- Tempie Brown e Spencer.
,

larmente neir inverno. E dessa così Non vanno gli autori d'accordo sul-
lilla talvolta da cangiare il giorno l'etimologia del Londra gli
nome di :

in notte, ed è allora che succedo- uni lo fanno derivare da due pa-


no gravissimi disoi'dini pi-odolti, sul role celtiche, /fi/i, boschetto, eden,
Tamigi, dall'urlo dei navigli, ed in città, e lo attribuiscono alla posi-
città e nei contorni, da quello dcl- zione di essa presso la grande fo-
LON LON i6r
resta di Middlessex ; altri preten- e dai danesi nel principio del se-

dono che derivi da due parole bre- colo IX. Poco dopo Alfredo la fe-
tone, uyriy Iago, e diii^ città, allu- ce capitale dell' Inghilterra. Londra
dendo ad una espansione dei Ta- fu inoltre in gran parte distrutta
migi su questo punto. Checché ne da un incendio anche nel 1077,
sia, questa città esisteva al tempo sotto Guglielmo I il Conquistatore.
dei romani, e trova vasi nel paese Ai tempi degl' immediati successori
de' trinobanti. Tacito la chiama di questo principe, il governo di
Londinium e Colonia Augusta, e Londra prese una forma poco dif-
parla del suo commercio in una ferente da quella d'oggidì; il tito-
vantaggiosa maniera. Nel suo stato lo di porlrcve, dato in principio al
primitivo sembra essere stata difé- suo primo magistrato, fu cangiato
sa al nord da una palude e da in quello di bailijf, che diede luogo
un'immensa foresta, che sino al re- in fine al nome di lord-maggiore,
gno di Enrico II fu celebre per la derivato dalla lingua romana. Nel
quantità di bestie selvaggie e del 1090 un terribile uragano rovesciò
selvaggiume che conteneva ; dalla più di 600 case e molte chiese.
parte dell'est era limitata da allu- Nel secolo XII un nuovo incendio
re, ove si trova oggi la torre , e portò la desolazione in questa cit-
da maremme; sud non vi si
al tà, e nel 12 12 tremila persone pe-
poteva giungere che pel Tamigi e rirono nelle fiamme. Alla incoro-
le paludi della contea di Surrey ; nazione di Riccardo I, il popolaccio
in fine all'ovest era cinta da stagni fece un orribile massacro degli e-
formanti il ruscello chiamato pre- brei, e sotto lo stesso re, Gugliel-
sentemente Fleet-river. Si trovaro- mo Fitz-Osbert eccitò nella città
no nella città molte antichità ro- una sedizione, che però non ebbe
mane, come medaglie, urne, mo- gravi conseguenze. La fame , che
saici, avanzi di fortificazioni ec. ; nel 12 58 fece perire, dicesi, venti-
si riguarda generalmente come una mila persone, una nuova strage de-
colonna miliaria la Pietra di Lon- gli ebrei nel 1264, la carestia che
dra, Londonstone, in Cannon-street; regnò dal i3i4 al i3i7, la grau
molte strade militari partivano da peste del i348, desolarono succes-
questo importante punto della Bre- sivamente questa sgraziata città. Nel
tagna. Appena i romani ritirate eb- i36i il medesimo flagello ricom-
bero dall'isola le loro truppe nel parve di nuovo, e con tanto furo-
V secolo, Londra ritornò ad esse- re che più di duemila persone ne
re una città dei bretoni ; fu tolta furono le vittime nello spazio di
a questi verso l'anno 4^7 dai sas- due giorni. La ribellione di Watt
soni, che la chiamavano Lunden- Tyler, nel i38i, sotto Riccardo II,

ceas-teTy Lundcn-hcrig, o Lunden- riempì Londra di uccisioni e rovi-


wic. I bretoni la ripresero nel 49^j ne. Nel 1450, sotto Enrico VI,
e la conservarono dinante una par- Jack-Cade alla testa di una nuova
te del secolo seguente. Nei tempi (azione pervenne a rendersene pa-
dell'eptarchia fu capitale del regno drone per qualche tempo. Una ma-
d'Essex, indi quasi distrutta dalla lattia contagiosa di un maligno su-
peste del 664; eguale eccidio pro- dore, nel i485, e la peste del
vò pel fuoco negli anni 798 e 801 ,
i5oo, rapirono una gran parte
VOI,. XXTtX. 1
t6?. LON LON
ilella siin popolazione. La cittii clic mezzo ad un quartiere generalmen-
avevnsi incominciato ad illuminare te costrutto in legno durò quat- ;

la notte nel i4'6, fu lastricata nel tro giorni , divorando tredicimi-


la abitazioni ; si calcolò a quasi
1 lienì del gran numero di sta- trecento milioni di franrhi la perdita
hilimenli religiosi ch'esistevano pri- delle proprietà perite in tale dolo-

ma della pretesa riforma , furono rosa catastrofe; ma da un altro


la maggior parie dati da Enrico lato ebbe così Londra il vantaggio
Vili alla municipalità della cillìi, di essere rifabbricata sopra un pia-
onde soccorrcMe poveri e gì' in- i no regolare, più vasta, ed in un
fermi. Londra divenne il teatro di modo più solido, nel breve giro di
ima quantità di .scene sanguinose tre anni. Bastò una lieve imposi-
.sotto il regno di quel re; ma mal- zione sul carbon fossile a sommi-
grado i funesti avvenimenti di que- nistrare ampi mezzi, con che ope-
sta epoca lagiimevole, si fecero nu- rare silfalto prodigio; conservò la

merosi miglioramenti nella città e memoria del terribile incendio la

suoi sobborghi : la polizia fu più colonna appositamente eretta. Una


regolata, tutfociò che poteva nuo- tempesta orribile desolò Londra il
cere alla salubrità tu tolto, si co- a6 novembre 1708, ed occasionb
strussero nuovi acquedotti, ed al- nella sola città una perdita di
largale furono le strade. Una pe- cinquanta milioni di franchi. L'in-
ste nel 1 563 un terremoto nel ,
verno del 1740 fu osservabile pel
j58o, una peste nel principio del suo estremo rigore: il Tamigi videsi
regno di Giacomo !, ed un'altra al interamente gelalo. Nel 1780 la
principio di quello di Carlo I, vi petizione dell'associazione protestan-
cagionarono delle grandi stragi te al parlamento cagionò una in-
Durante la guerra tra lo sfortuna- surrezione fra le b.isse classi , die
to Carlo I ed il parlamento, Lon- abbruciarono varie prigioni, le cap-
dra fu costantemente in potere dei pelle e le caee dei cattolici. Le nu-
libelli, che la cinsero nel i643 di merose società che si formarono a
un bastione di terra, di trincere e Londra, poco dopo il principio del-
di ridotti ; il che
re non vi lienlrò la francese rivoluzione, allìue di ot-
nel 16495 ^ P^'' udire la sua con- tenere una rappresentanza più e-
danna e ricevere la morte sopra guale e più pura nel parlamento,
vui palco nella strada di Whilehall. sono uno de' principali tratti della

Londra era di già prodigiosamente storia di questa epoca ; esse furo-


accresciuta in estensione, malgrado no obbligate ben tosto di scioglier-
le misure ristrette di Elisabetta e si. L'anniversario dell'anno cinquan-
de' suoi successori, quando la pesto tesimo del regno di Giorgio III,

del i665, conosciuta sotto il nome fu celebrato con molla pompa il ,

di gran peste, venne a far perire d\ iS ottobre 1809. L'anno i8i4


circa centomila persone. L'anno se- fu brillante per la visita dell'im-
guente, uno dogi' incendi i più ter- peratore delle Russie Alessandro,
libili di cui faccia menzione la sto- del re di Prussia Federico Gugliel-
ria, scoppiò il giorno 2 settembre mo IH, ed altri principi stranieri,
nella bottega di un fornaio in Pud- e per la gran festa datasi in Hyde-
diog-lane presso Thames Street, iu park all'occasione della pace gene-
LON LOi\ 165
rale. Nel 1811 l' incoronazione di damente fiancheggiale di abitazio-
Giorgio IV fu accompagnata da ni. Fra i miglioramenti numerosi
cerimonie di una straordinaria ma- introdotti all'epoca istessa, convie-
gnificenza. La morte della regina ne rimarcare la distruzione delle
Carolina, lo stesso anno, fu seguita vecchie porte della città nel 1760;
da qnalche torbido. Egualmente con l'ordine pubblicato nel 1762 di
isplendidezza seguì a' 28 giugno ritirare le enormi insegne che a-
i838 coronazione della regnan-
la vanzandosi sino alla metà delle stra-
te regina \iiloria, la quale tra i de le rendevano oscure, e nuoce-
sovrani die ricevette in Londra con vano alla libera circolazione dell'a-
particolari distinzioni, nouiinerenio ria ; le utili dispo'iizioni del 1768
il regnante re de' francesi Luigi pel lastricato, la politezza, l'illumi-
Filippo, che fu solennemente rice- nazione e r irrigamento, e per la

vuto nel!' ordine della Giarrettiera. distribuzione de' posti nelle carroz-
Se al presente si getta un colpo ze da In quegli ultimi tempi
nolo.
d'occhio sugli immensi accrescimen- si pure un altro considerabile
fece
ti che a poco a poco raddoppiaro- accrescimento; si formarono le piaz-
no la estensione di Londra da un ze di INIontague, di Bryanstone, di
secolo e mezzo, si vede subito che Euston, di Meckleuburghj ed il Bur-
il quartiere di Sevendiais fu eretto ton-Crescent.
nel 1 689, mentre nei quartieri di La religione dominante in Lon-
Spital-fìeids 6 di s. Giies vede- dra, come meglio notammo all'arti-
vansi innalzare moltissime mani- colo Inghilterra, è la calvinista an-
fatture. Sohosquare fu formato al- glicana ; vi sono moltissimi cattoli-

la fine del XVII secolo; nella pri- ci, alcune migliaia di ebrei, e molti
ma metà del secolo XVllI si co- religionari, come metodisti, quaque-
struirono Hanover-square, e diverse ri, ec. 11 vescovato di Londra è as-
strade che da Leicester-square si sai antico; alcuni autori fanno ri-

estendevano verso il nord, sino a salire la sua istituzione fino al II


s. Miulin's-lane, e verso l'ovest si- olii secolo, e che divenisse anche
no a Hiivmaiket. Nell'ultima metà arcivescovato e prototrono della pro-
dello slesso secolo gli accrescimenti vincia di Cantoibeiy, ritornandd
della città ebbero luogo, al nord- sede vescovile nel secolo VI oVlL
est, fia Goodman's-fieids e Stepney, Lingard nel HI secolo nomina Re-
fra la strada di Whi tedia pel e stituto di Londra con giurisdizione
Shadwell, e fraHackney e Mile-end ; sulla provincia Flavia. Quattordici
al sudest, fra Deptford e Ren- furono gli arcivescovi che occupa-
iiington ; Lanibelh
al sud-ovest, fra rono la sede di Londra, dei quali
ed i Weslminster e di
porti di si conoscono i nomi, ma non le e-
Blackfriars all' ovest, fra I' Hyde-
; poche l'ultimo di: essi fu Teane
park-corner e Chclsea, e a Pad- Teone, che fuggì cogl' inglesi nel
dington ; ma verso il nord princi- paese di Galles neh' anno 586 6
palmente le costruzioni si sono con- 587. Papa s. Gregorio I mise
Il

siderabilmente estese: le piazze di alla d' una seconda colonia di


testa
Portman, Manchester, Fitzroy, Bed- missionari, che mandava a s. Ago-
ford Bloomsbuiy, Russell, Tavi-
, stino apostolo dell' Inghilterra , s.

slock. e Brunswick si videro rapi- IMellito monaco italiano nel 60 1.


i64 LON LON
Egli fu il primo vescovo di Lon- mo sapientissimo , talché veniva
dra, ossia de' sassoni orientali, con- chiamato il dottore universale; s.

sacrato da s. Agostino ; battezzò il Bernardo gli scrisse molte lettere.


ve Seberto con una gran parte dei Pioberto di Sigille monaco di Red-
«uoi sudditi, e col soccorso delle li- ding o Reading, ovvero come altri
beralità di quel principe, nel 6o4 vogliono arcidiacono di Londra, e-
gettò le fondamenta della chiesa di letto vescovo nel i i4o, governò la
s. Paolo, distrutta poi nel fatale in- sua chiesa per dieci aimi s. Bernar- :

cendio del 1666, e del monastero do nella lettela che scrisse al Pon-
di s. Pietro a Thorney, il quale è tefice Innocenzo II in di lui favore,

oggidì conosciuto sotto il nome di lo chiama suo vecchio amico, suo


Westminster. IN'el 6oq questo mo- fedele servo, e suo figlio divoto.
nasleio fu riedificato dnl re Edga- Guglielmo di s. Maria, canonico di
ro, e poi da s. Edoardo ili il Con- s. Paolo e segretario del re Ric-
fessortj il Sainelli, Leti. eccl. tom. cardo I, consecrato vescovo in giu-
VJII, pag. 66, riporta la descrizio- gno del I 199, rinunziò nel gennaio
ne della prodigiosa consecrazione i?.2i ; fu uno de' prelati, i quali
fatta della chiesa contigua al mo- scomunicarono il re Giovanni , e
nastero di s. Pietro, per opera del- che misero in interdetto tutto il
lo stesso principe degli apostoli. regno d'Inghilterra per ordine del
Dugdale sostiene nella sua Istoria sommo Pontefice. Riccardo Clifford
della cattedrale di Londra, che passò dalla chiesa di Worcester a
questa chiesa era originariamente quella di Londra nell'ottobre i4o7»
un tempio di Diana, e porge so- e moli nell'agosto 142 i: assistette al
lidissime prove della sua opinione. concilio di Costanza, dove pronunziò
Lo stesso scrittore esprime al vivo un discorso latino alla presenza del-
il suo rincrescimento per la distiu- l' imperatore Sigismondo e dei car-
zione della magnifica chiesa catte- dinali. Il concilio medesimo aven-
drale di s. Paolo, la quale era la do ordinato che si aggiungessero
gloria della nazione inglese; e de- trenta elettori ai cardinali, Clifford
scrive con forza il furore degli sci- fu di quel numeio, e diede pel
smatici, i quali distrussero i monu- primo il voto al cardinal Colonna
menti di tanti nomini illustri, e ne che fu Papa Martino V. Edmondo
trassero le ossa e le ceneri dalla Bonner dottoie d'Oxford fu con-
tomba. Tra di Londra i vescovi sacrato in aprile i54o; venne cac-
sono celebri Ceddo del 654 ^ s. > ciato in prigione nel i 549j a ca-
s. Erkonwaldo del 675 s. Ceddo : gione del suo attaccamento alla fe-

o Cealdo anche dotto e fece


fu , de cattolica. La regina Maria gli
fabbricare il monastero di Lestin- restituì il vescovato colla libertà,
ghen. Erkonwaldo o Erchenvaldo dopo quattro anni di detenzione;
era figlio di O/Ta re de' sassoni o- ma appena Elisabetta montò sul
rienlali, morì nel 685 ; consumò trono, lo fece nuovamente porre in
tutto il suo patrimonio in pie fon- prigione, dove morì nel settembre
dazioni di monasteri. Gilberto ca- 1569. All'articolo Inghilterra, vi
nonico di Lione, conseciato vesco- sono molte notizie riguardanti la
vo di Londra nel i 128, morì nel città di Londra , principalmente
n33, andando a Roma; era uo- quelle che riguardano i cattolici
tON LON 165
ed il vicarialo apostolico di Lon- offertigli dal re ; questa donazione
dra. Il vicario apostolico con ca- fu sottoscritta da due arcivescovi,
rattere vescovile risiede in Londra, quattro vescovi e due abbati, uno
ove hanno cappelle anche i catto- de' quali era di s. Dunstano. Il re
lici delle nazioni bavara, francese, Edredo fece una considerabile do-
sarda, spagnuola, tedesca, ec. nazione all'abbazia di Croyland.
Angl. \.

Concila di Londra. 11 sesto nel 971 sui privilegi del


monastero di Glaston, che fuiongli
primo fu tenuto nel 6o5 da
Il confermati dal re Edgaro. Reg.
s. Agostino arcivescovo di Cantor- XXV ; Labbé IX ; Arduino VI ;

bery, nel quale furono dichiarati Angl. I.

nulli matrimoni contratti nel terzo


i Il io65 in presenza
settimo nel
grado di parentela, o con donzelle di Edoardo III, che accordò
s.

consecrate a Dio col voto di ver- una piena immunità al monastero


ginità. Mansi, Suppl. ai concilii del di Westminster presso Londra. Que-

p. Labbé
t. I, col. 4^2. sta concessione fu sottoscritta dal
secondo concilio nel 712 o
Il re, dalla regina, da due arcive-
7i3j il re Ina vi fece pubblicare scovi, da dieci vescovi, e da cinque
delle ordinazioni per la pace, e abbati li 28 dicembre 1066, co-
pei matrimoni fra i bretoni, gli minciando l'anno a Natale. Pagi,
scozzesied i sassoni. Alcuni auto- Diz. de concilii.
ri parlano di un altro concilio te- L'ottavo nel 1070 per ristabilire
nuto nel medesimo tempo a Lon- nelle città le sedi vescovili, Labbé
dra, nel quale fu approvato l'uso IX ; Arduino VI.
ed il cul'to delle sacre immagini; Il nono nel 1075, o concilio
ma quest'uso era stato già ricevu- nazionale di tutta l' Inghilterra,
to colla fede fino dal tempo del- nella chiesa di s. Paolo, per cura
l'apostolo s. Agostino: di più Beda di Lanfranco arcivescovo di Can-
e tutti gli altri scrittori antichi non torbery. Tommaso arcivescovo di
fanno menzione alcuna di questo York vi assistette con undici ve-
concilio; quindi avvi tutta l'appa- scovi d'Inghilterra e con quello di
renza che sia esso supposto. Reg. Coutances, oltre quattro abbati. Fu-
XVII; Labbé VII; Arduino IV; rono fatti in questo concilio alcu-
Angl. L ni canoni sulla disciplina, e l' arci-
11 terzo fu neir833 in presenza vescovo di Cantorbery venne di-
di Egberlo re de' sassoni occiden- chiarato primate di quello di York.
tali, e di Utiaco re di Mercia, re- Rinnovati gli antichi canoni in-
lativamente alle depredazioni dei torno al rango dei vescovi , vi si

danesi, e sull'abbazia di Croyland. proibirono le superstizioni, le divi-


Reg. XXI; Labbe VII; Arduino nazioni, i sortilegi. Angl. t. I; Diz.
IV; Angl. L dei concila.
11 quarto nel 944? sulla disci- Il decimo fu nel 1078: in esso
plina ecclesiastica. Angl. I. vennero stabiliti dei vescovi in mol-
Il quinto agli 8 settembre 948. te città. Labbé X; Arduino VI.

Turchetello vi fu eletto abbate, L'undecimo nel 1102 di tutta


dopo aver ricusato due vescovati l'Inghilterra, sotto il pontificato di
i66 LON LON
Pasquale li, nella chiesa dì s. Pie- Il decimoquarto nel l'og a ca-
tro. Fu presieduto da s. Anselmo cagione di Tommaso eletto vesco-
arcivescovo di Cantorbery, assisten- vo di York, che s. Anselmo arci-
dovi quello di York , e dodici vescovo di Cantorbeiy ricusava di
vescovi dlnghilterni, die vi fecero coiisecrarese non promctlevagli
dodici canoni di disciplina. Vi si obbedienza come a suo primate.
condannò la simonia, e si deposero Reg. XXVIl; Labbé X; Arduino
Sei abbati che ne furono convinti. VI; Angl. I.

Fu fatto divieto a' vescovi di ab- decimoquinto concilio fu adu-


Il

bigliarsi al modo de' laici; si co- nato nel iial, da Giovanni da


mandò a' chierici di portare abiti Crema, con due arcivescovi, venti
di uno stesso colore; si rinnovò il vescovi, e quaranta abbati circa :

decreto della continenza agli eccle- trattossi della riforma de' costumi,
siastici ; si dichiararono nulle le e vi fu letta una bolla del Ponte-
promesse di mntrimonio fatte sen- fice Onorio II, che accordava molti
za testimoni ; e si fecero diversi privilegi all'arcivescovo di York. Ivi.

regolamenti, de' quali ci restano i decimosesto nel 11 27, da Gu-


Il

sommari di ventinove articoli. Angl. glielmo arcivescovo di Cantorbery:


1 ; Diz. (le concila. furonvi rinnovati molti regolamen-
Il duodecimo concilio nel 1107 ti precedente concilio
del e ne ,

in agosto. In esso vi vennero rice- vennero aggiunti altri contro la


vuti i decreti del concilio di Roma, pluralità de' benefìzi, sulla restitu-
coi quali si abolivano le investi- zione delle decime, ec. Ivi.
ture delle dignità ecclesiastiche, che Il decimosettimo nel i 129 nel
era divenuto in costume, riprova- primo agosto. I vescovi furono in-
to dalla Chiesa , di ricevere da gannati dal re, che si arrogò il di-
mani laiche colla croce e l'anello. ritto di punire i preti incontinen-
Vi si accordarono gli omaggi al ti, e ne ritrasse molti denari senza
re come il Papa lopermetteva, e correggerli. Pagi.
s. Anselmo scrisse a Pasquale lì il Il decimotlavo nel 1182 per la
decretato, rilevandogli i servigi re- pace della Chiesa. Angl. I.

sialla Chiesa in questa occasione Il decimonono nel 11 36, in cui


da Roberto conte di Meulan. Reg. trattossi dei bisogni della Chiesa e
XXVI; Labbé X; Arduino Vi ; dello stato, in presenza del re
Angl. I. Stefano. Pagi.
Il decimoferzo nel 1108 a' 24 11 ventesimo nel 11 38 sotto il

maggio. Vi si fecero dieci canoni, Papa Innocenzo lì, fu tenuto li

che presciivono tra le altre cose, i3 dicembre da Alberico cardinale


che sacerdoti che non hanno os-
i vescovo d'Ostia, legato delia santa
servato il divieto del concilio di Sede in Inghilterra ,
assistito da
Londra del 1102, vogliono an-
se dieciotto vescovi e da trenta ab-
cora celebrare la messa, lascieranno bati circa, e vi furono pubblicali
le loro donne, e non potranno più diecisette canoni, i quali non sono,
parlare con esse, se non fuori del- per la maggior parte, che una
le loro case, e in presenza di due ripetizione dei canoni sulla discipli-
testimoni. Angl. I; Diz. dei con- na, sui costumi, sui bisogni della
cila. Chiesa ec. già ordinati nei prece-
,
LOrs lON 167
denti concilii. Vi si proibì di con- lora l'uso più non
comune era di
servare il Corpo de! Signore più prendere che la specie del pane ;
di elfo giorni. " JN'on sarà porta- non si consacrerà se non in un
to agrinfermi, se non da un pre- calice d'oro o d'argento e non di
te o da un diacono ; in caso di stagno. Reg. XXVII; Labbé X;
necessità potrà essere portato da Arduino VI.
ogni altra persona, ma con gran- Il ventesimonono concilio di Lon-

dissima riverenza." Reg. XXVII ; dra ossia di Westminsler nel 1176


Labbé X; Arduino \ì; Angl. I. o II 77. Riccardo arcivescovo di
Il ventesimo primo nel ti4i. Cantorbery vi presiedette ; traltossi
Angl. J. del modo dì terminare la guerra
Jl ventesimosecondo nel i i43, e le dissensioni tra Alfonso Vili
contro le violenze fatte agli eccle- re di Castìglìa e Sancìo VI re di
siastici, e contro le usurpazioni dei Navarra. Enrico II re d'Inghilter-
beni dì chiesa. Ivi. ra ne fu stabilito arbitro. Labbé
Il ventesimoterzo nel iioi sulla X; Arduino VI; Angl. I.
disciplina. Ivi, Il trentesimo nel i iH5, relati-
Il ventesimoquarto nel ii54t vamente alla crociata ; fu permesso
furono rinnovate diverse leggi d'In- a tutti i sudditi ecclesiastici o laici

gliillorra, tanto ecclesiastiche che di farsi crociati; ma venne altre-

politiche. Ivi. sì stabilito essere pivi saggia e con-


ventesimoquinto nel 1162:
11 veniente cosa che il re non ab-
Tommaso Becket os*«ia s. Tomma- bandonasse il regno ed sudditi
i

so venne eletto arcivescovo di Can- per portarsi in oriente; ma restas-

torbery. Ivi. se a difendere questi e quello, e


Il ventesimosesto nel 1166: in non esporre la sua persona. Pagi.
esso i vescovi d' Inghilterra appel- Il Irentesimoprimo fu tenuto
laronsi al sommo Pontefice per la nel 1191 per un arcivescovo di

legazione e per le sentenze di Cantorbery. Ivi. •

Tommaso di Cantorbery rifugiato Il trentesimosecondo si tenne


in Francia dal mese di ottobre 1 1 64- nel 1200 nel palazzo di Westmin-
Coiìcil. t. X, p. 447- sler. Uberto arcivescovo di Cantor-
Il ventesimoseltimo nel 1170. bery e primate d'Inghilterra vi
Angl. I. presiedette, e fu pubblicato un de-
Il ventesimoltavo nel 11 75 ai creto in quattro articoli tolti per

19 maggio. Riccardo di Cantor- la maggior parte dall' ultimo con-


bery vi presiedette come legato del cilio eli Laterano. Reg. XXVllI;
Papa e primate della santa Sede. Labbé X; Arduino VI.
Vi si fecero diecinove canoni, trat- 11 trentesimoterzo ebbe luogo
ti la maggior parte dagli antichi nel 1202 sulla disciplina. Angl. I.

concìli! ; tra gli altri che 1 monaci Il Irenlesimoquarto nel 1207:


e i chierici non faranno alcun traf- il re Giovanni, ritornato d' oltre
fico, e che ilaici non terranno mare, domandò al clero riunito dì
ad aflitto benefizi. Non si darà l'Eu- accordargli una somma sui lóro
caristia temprata , col pretesto di benefìzio sulle loro rendite, ma
rendere la comunione più com- non venne esaudito. Mansi, Suppl.
pleta ; il che prova che Ha d' ab t. II; Angl. I.
i68 LON LON
Il tretitesimoquìnto nel ilio. prime tempora. Il vicario dee ri-
Angl. I. nunziare ad ogni altro benefizio
11 trentesimosesto nel 12 i3: Ste- curato, e promettere con giura-
fano arcivescovo di Cantorbery vi mento di risiedere nella sua cura.
presiedette, e vi si trattò il modo Proibizione di dare un benefizio
di far cessare le discordie tra lu sulla voce incerta della morte o
Chiesa e lo stalo. Angl. I. della rinunzia del titolare; ma il

Il trentesimosettimo del 1*2 14} collatore deve aspettare di esser-


nel quale il re Giovanni venne as- ne pienamente informato ; altri-
da Nicola vescovo di Tusco-
solto menti il nuovo titolato, intruso
lo d'Innocenzo 111. Reg.
legato sotto questo pretesto, sarà condan-
XXYIII; Labbc XI: Arduino VI. nato alla restituzione de' frutti, e
11 trentesimotlavo nel 129.5, ove ai danni ed interessi deli' assen-
fu convenuto pagare un sussidio al te , e sospeso di pieno diritto
re Giovanni, laonde tutti gli ec- da ogni ufìlzio e benefizio : una
clesiastici MI si obbligarono, eccet- simil pena è minacciata a chi s'im-
tuati i religiosi cistcrciensi e pre- padronisce di propria autorità del
monstratensi, i templari e gli spe- benefizio di cui up altro è io pa-
dalieri di san Giovanni. Mansi to- cifico possesso. Quanto alla resi-

mo II. denza e pluralità de' benefizi, il

trentesimonono nel 1226 sotto


Il concilio prescrive la esecuzione de-
Enrico III, i di cui atti sono per- gli antichi canoni , e particolar-
duti. Ivi. mente dell'ultimo concilio Lalera-
quarantesimo concilio di Lon-
Il uense, Ptinnova altresì i decreti
dra si tenne nel 1287, a'iq, 21 e contro i chierici concubinari, e la

22 novembre, e fu presieduto da proibizione ai figliuoli, anche le-


Ottone cardinale diacono e legato gittimi, di succedere ai benefizi dei
della santa Sede, assistito dagli ar- loro padri. Gli altri decreti ris-

civescovi di Cantorbery e di York; guardano la giurisdizione ecclesia-


vi si esaminò la contesa intorno la stica, eh' era allora di una prodi-
precedenza de'due arcivescovi, e il giosa estensione, cioè la scelta dei
legato decise pel primo, come pri- giudici il giuramento degli avvocati,
mate dell' Inghilterra. Si fecero le costituzioni dei procuratori, ec.
trentuno canoni sulla disciplina, sul- Labbe' XI; Arduino VII Angl. L ;

le formalità de'giudizi, sulle condi- quarantesimoprimo si tenne


11

zioni che dovevano rendere auten- nel 1238: il legato apostolico car-
tici gli alti giudiziari, in nome del dinal Ottone, avendo interdetto la
solo legato che vi parlò con gran- città di Oxford, e chiusa 1' uni-
de autorità : ecco i pivi rimarche- versità per esservi stato insultato,
voli. Proibizione di dare in affitto domandò soddisfazione al concilio
i decanati, gli arcidiaconati e si- di Londra, e gli venne accordata
mili dignità ovvero la rendita del- dall'arcivescovo di York e dai ve-
la giurisdizione spirituale e del- scovi ;
quindi levò l'interdetto alla
dell'amminislraziope de' sacramenti. città d'Oxford, e fece riaprire l'u-
Proibizione di non ammettere nes- niversità. Angl. I.

suno ai vicariati che non sia sa- 11 quarantesimosecondo nel I23()


cerdote, o in caso d'esserlo nelle sulla disciplina. Ivi.
LON LON 169
D quarantesimoterzo nel 1244 avrà negataprivo della se- sarà
per soccorrere il re. Ivi. poltura ecclesiastica " Proibizione .

li quarantesimoquarto nel 1246. ai prelati di arrogarsi i fruiti del-


Ivi. le cliiese vacanti, sia per un anno
11 quarantesimoquinto nel i-?.5i. o per altro tempo , se non sono
Ivi. essi fondati in qualche privilegio
Il quarantesimosesto e quaran- o costume. Questa è 1' origine del
tesimosettimo nel 1255, contro le deposito e dell'annata. Si confermò
esigenze della corte. Ivi. la proibizione di tenere insieme
quarantesimottavo nel 1207,
Il molli benefìzi curati; ma sempre
fu convocato da Bonifazio arcive- coir eccezione, senza dispensa della
.«.covo di Cantorbery per ristabilire santa Sede. Gli altri decreti ri-

gli affari della chiesa d'Inghilterra, guardano la riforma de' monaci e


che non trovavasi d' accordo né degli altri regolari, il modo di am-
coire, né colia santa Sede; furono ministrare i sacramenti, l'asilo del-
fatti e sostenuti cinquanta arti- le chiese, i matrimoni, i testamen-
coli conformi. Mansi t. ll;Angi. I. ti, le censure ecclesiastiche, le pro-
quarantesimonono fu tenuto
Il cessioni per la pace dei regno e di
nel 1261 a' 16 o 7.3 maggio, on- Terrasanta. Conci', t. XI, p. SaS.
de trovare i mezzi di opporsi II cinquantesimosecondo nel 1278:
alle incursioni de' barbari tartari. furono nominati due deputati alla
Si fecero alcuni nuovi regola- corte di Roma, per sostenervi i di-
menti sopra lo stato delle chiese ritti e le libertà della chiesa an-
d'Inghilterra, e s' inviarono deputa- glicana. Mansi t. III.

ti a Roma per assistere ai concilio II cinquantesimoterzo nel 1286


pubblicato dal Papa. Angl. I. o 1288 Giovanni Pe-
li 3o aprile.
Il cinquantesimo nel 1264 o cham arcivescovo di Cantorbery,
1265, nel quale vennero scomuni- assistito da tre vescovi e da molti

cati i nemici del re. Labbé XI. dottori, condannò alcune pioposi-
Il cinquantesimoprimo nel 1268, zioni erronee sul corpo di Gesù
venne presieduto dal cardinal Ot- Cristo dopo la sua morte. Diz. dei
tobono Fieschi, legato della santa concila.
Sede, alia presenza di tutti i pre- Il cinquantesiraoquarto nel 1291,
lati d' Inghilterra e delle Gallie, in cui venne emanato un editto
di Scozia eincomin-
d' Irlanda, pubblico per scacciare dall'Inghil-
ciandosi a'23 aprile. Egli pubbli- terra tutti gii ebrei. Odoardo I

cò un decreto di cinquantaquntlro mostrò il desiderio di andare a soc-


articoli, per riparare ai disordini correre i cristiani in Asia, e sicco-
delie guerre civili, e ricondurre me questa spedizione interessava
la esecuzione dei canoni, e partico- la causa della religione, domandò
larmente le costituzioni del cardi- dei soccorsi agii ecclesiastici. Il le-

nal Ottone legato al concilio del gato Papa Nicolò IV, e Gio-
del
1237. Eccone alcuni de'più rimar- \anni Pechain arcivescovo di Can-
chevoli. »> Non si negherà a nes- torbery, trattarono Odoardo I d'i-
suno la libertà di confessarsi, come niquo e di empio, per avere proi-
noi rileviamo farsi talora dai geo- bito a* suoi sudditi di donare, an-
iieri coi prigionieri ; quegli che la che per testamento, degli stabili o
lyO LON LON
de'capitali in denaro ai monasteri, nel i3ii, e furono in esso inter-
ed avere altresì proibito ai monaci rogati giuridicamente i templari, i

ed agii altri ecclesiastici di acqui- quali confessarono i loro delitti, li

stare dei beni stabili. Lo costrin- detestarono e vennero assolti. Mansi


sero ad abolire quell'ingiusta legge t. IH, col. 345.
ed a restituire la libertà alle cine- Il sessantesimo e sessantesimopri-
se, ai beni ed alle persone eccle- mo nel i3i2. Ivi.

siast'iclie. Labbé presso il Bzovio t, Il iìessantesimosecondo nel i3l8,


11, par. Il; Angl. I. o di Cantorbery. Angl. II.

Il cinquantesimoquinto e cinquan- Il sessautesimolerzo nel 1821


tesioQOsesto furono tenuti nel 1297, o i322 sidi'tjbbedienza dovuta alle
il primo verso la festa di s. Ilario, Reg.
leggi dello slato. XXIX; Lab-
il secondo verso la festa di s. Gio- bé XI; Arduino VII.
vanni lìatlisla; l'uno contro gli u- Il sessantesimoquarto nel i326,
surpalori dei beni ecclesiastici, l'al- Angl. II.

tro per ottenere la pace, l'unione Il sessantesimoquinto nel 1828,


e il buon ordine nello stalo, Mansi o di Cantorbery, sopra le feste della
t. Ili, 249- Il Dizionario dei
col. Chiesa. Labbé XI ; Arduino VII ;

condili dice che quello del 1297 Angl. II.

fu celebrato a' i4 gennaio, e che Il sessantesimosesto nel 1842 ai

Hoberlo di Cantorbery e suoi i 10 ottobre, presieduto da Giovan-


sulfraganei vi trattarono per otto ni di Sterford arcivescovo di Can-
giorni della domanda che il re O- torbery, e può dirsi provinciale.
doardo 1 faceva di un sussidio , Fiuono in esso fatti dodici canoni,
senza poter trovare il modo di relativi alla celebrazione della mes-
contentarlo. A' 26 marzo dello sa, alle esazioni per benefìzi, alle
stesso anno l' arcivescovo di Can- parrocchie, alla riparazione delle
torbery radunò ancora diversi suf- chiese, ai giudici ecclesiastici e loro
fraganei a Londra, do-
s. Pao'o di emolumenti, alle dispense accordate
ve due avvocati e due domenica- senza frullo, ec. In tal modo si

ni si sforzarono di provare, che il fece una riforma sulla giurisdizio-


clero poteva soccorrere il re dei ne ecclesiastica, e si restrinsero l'e-

suoi beni in tempo di guerra, non sazioni degli arcidiaconi e dei loro
ostante la pi'oibizione del Papa. idllziali, pei certificali , spedizioni
Il cinquantesimoseltimo nel i 3o5. di lettere, insinuazione de'leslamenli
Angl. 1. e loro esecuzione, ec. Ivi.

Il ciiiquanlesiraottavo nel i Sog, Il ses.santesimosettimo nel 1842


o concilio provinciale, presieduto o 1343 a' 20 marzo dallo slesso
da Roberto arcivescovo di Cantor- arcivescovo, con undici vescovi e pa-
bery: furono fatti vari regolamen- recchi deputati. Si pubblicarono di-
ti di disciplina , vi fu letta la ciassette canoni contro molti abusi,
bolla del Papa Clemente V per la tra gli altri contro le frodi che
convocazione del concilio generale pralicavansi per non pagare le de-
di Vienna, e furonvi citali i tem- cime, e contro coloro che rubava-
plari d' Inghilterra . Labbé XI ; no le offerte esposte nelle chiese.
Angl. L Ivi.

Il cinquantesituonono si tenne 11 sessa ntesimottavo nel 1 382, da


LON LON 171
Guglìeluìo di Comtenay arcivesco- parvero e furono condannati alcu-
vo di Cantoibery, con selle vesco- ni vi^icleffisti nel secondo vennero
;

vi e molti dottori e baccellieri in ammessi quelli che dovevano abiu-


teologia, ed altri in gius canonico rare la loro eiesia.
e civile. Vi si denunziarono molte II sessanlesimonono nel j39r,
proposizioni di Wiclelfo, delle qua- contro i sacerdoti mercenari, e fu
li se ne dichiararono le seguenti presieduto da Guglielmo di Cour-
dieci per eretiche. " La sostanza tenay arcivescovo di Canlorbery.
del pane e rimane nel
del vino Labbé XI; Arduino VII.
sacramento dell' altare dopo la 11 settantesimo nel i 3g6 da Tom-
consacrazione; perchè gli accidenti maso d' Arundel, arcivescovo di
non ci restano senza sostanza. Ge- Canlorbery, che vi conilannò die-
sù Cristo non è veramente e real- ciotto articoli del Irialogo di Wi-
mente in questo sacramento. Se clello ; e fu accordala la metà del-
nn vescovo o un sacerdote è in le decime al re. Labbé XI ; Man-
peccalo mortale, non ordina, non si III, col. 7 I o.

consacra, né battezza. La confessio- 11 settnnlifsimoprimo nel 1 3f)8


ne esterna è inutile a chi è suffi» sotto Roberto vescovo di Londra :

cientemente contrito. INon trova- di qtieslo concilio ci rimase sol-

si nel vangelo che Gesù Cristo tanto il decreto per la celebrazio-


abbia ordinala la messa. Dio deve ne della festa dei ss. Davidde, Ged-
cbbedire al demonio. Se il P.ipa da, Winefiida, e Tommaso marti-
è un impostore e un tristo, e per re. Mansi II I, col. 7 j 8.

conseguenza membro del demonio, 11 setlantcsimosecondo nel 1899,


non ha alcun potere sopra (ede- i relativamente ai diritti del clero
li, se non fosse che ricevuto ei d' Inghilterra, e furono perciò pre-
l'avesse dall'imperatore. Dopo Ur- sentali 63 articoli.

bano VI non si deve riconoscere Il settanlesiinoterzo nel ì^oì,


più nessun Papa, ma vivere come sotto Tommaso arcivescovo di Can-
i greci, ognuno sotto le proprie lorbery, per punire o far ravve-
leggi. E contrario alla Scrittura dere alcuni eretici, il capo dei
santa che gli ecclesiastici abbi.uio quali era Guglielmo Sawtre o
possessioni temporali , cioè beni Chatrys cappellano della parroc-
immobili". 11 concilio dichiarò inol- chia di s. Siila vergine. Abiurò
tre erronee delle altre proposizioni Guglielmo dieci errori, riguardanti
sino a quattordici. L' arcivescovo r onore ilella vera croce, la recita
di Canlorbery ottenne dal re Ric- dell' ulllzio canonico, i voli pei pel-

cardo III fucollà di far arrestare legrinaggi , e la presenza reale.

e carcerare chiunque insegnasse e Mansi 111, col. 739.


sostene-se questi errori : la lettera 11 settantesimoquarto nel 1408,
del re è in data dei 12 luglio, li fu presieduto da Francesco Ilugo-
p. Labbé nel tom. XI f.» menzio- lion arcivescovo di Bordeaux e le-
ne d' un solo concilio concernente galo della santa Seàe. Lo scopo di
gh errori di Wiclello ; ma bisogna questo concilio era la riunione del-
distinguerne due, mese 1' uno nel la Chiesa divisa dal gran scisma
di giugno, e l'altro in novembre d'occidente. Mansi HI, col. 782.
dello stesso anno. Nel primo com- 11 seltantesinfioquinlo nel 14^9
172 LON LON
contro i wicleflisti, e contro Io sci- scen7n dati manifesti indizi di ra-
snìa. Angl. I. io e itraoidinario talento, divenne
Il seltantesimosestonel i4i 3in set- così eccellente nella scienza delle
tembre, contro un gentiluomo cliia- leggi, come ne fanno indubitata
mato Giovanni Old-Castle , capo fede i dotti coranieutaii da lui
dei wicleffisti in Inghilterra, e con- pubblicati su tal materia, che Car-
tro i lollaidi discepoli di WidelFo. lo II re di Sicilia, non conlento di
Reg. XXIX; Labbé XI; Ardui- averlo associato fra quei del suo
no Vili. consiglio, lo trascelse a suo segre*
li settantesimoseltimo nel 4 T' 1 ' tarlo e cancelliere, e lo nominò
per mandare dei deputati al con- priore della chiesa di s. Nicolò
cilio di Costanza. Labbé XIII, di Bari in Puglia. Oltre a ciò Io
11 setlantesimottavo nel i4'7 raccomandò caldamente al Papa
sui privilegi delle università. An- s. Celestino Y, il quale scorgendo-
gl. III. lo non solo insigne per dottrina.
settantesimonono nel 147^, in
Il ma eziandio di singolare integrità
cui trattossi dell'onorario delle mes- di vita e costumi
illibatezza di
se pei defunti; vennero prescritte adorno, nel settembre 1294 in Na-
delle regole pei testamenti, per le poli o in Aquila lo creò cardinale
collazioni de' benefìzi, per le deci- dell'ordine de' diaconi, conferendo-
me, ec. Mansi V,
334- col. gli per diaconia la chiesa di s.

L'ottantesimo fu nel i4Bo, col Nicolò in Carcere. Dopo aver as-


quale venne accordato un sussidio sistito ai sacri comizi per l' elezio-
al re. Mansi V, col, 33S. ne di Bonifacio Vili, per comando
L' ottantesimoprimo nel i486 di questi assunse gelose legazioni,
a' i3 febbraio. Giovanni Morton essendo presso di lui in grande
arcivescovo di Canlorbery e legato stima ed autorità. Per comtaissio-
della santa Sede vi presiedette, ne del medesimo Papa, insieme
coir intervento de' suoi sutFraganei, con due altri dottissimi uomini,
e furono fatti diversi regolamenti compose il sesto libro delle decre-
sulla vita, sui costumi e sulla mo- tali,come scrivono alcuni; ma il
destia degli ecclesiastici. Oltre a Cardella nelle Memorie storiche
ciò venne prescritto ad ogni ve- de cardinali tom. II, p. 48> li di-
scovo della provincia di far cele- ce ingannati dall'analogia e somi-
brare un oflizio e sei messe per glianza dei nome di un tal Gugliel-
ognuno de' loro confratelli, nel me- mo Mandagot arcivescovo di Em-
se dopo che avranno intesa la loro brun, ch'ebbe parte in quel lavoro,
morte. Mansi V, col. 33g. diverso perciò affatto dal nostro
L' ollanlesimosecondo nel i486 cardinale, come chiaro rilevasi dal
contro i predicatori sediziosi. An- proemio dello stesso libro delle de-
gl. III. cretali. Intervenne al concilio ge-
LONGHI Guglielmo, Cardina- nerale di Vienna, ove alla presen-
ze. Guglielmo Longhi o Longo za del Pontefice Cleniente V e di
nato nobilmente in Bergamo (del- Filippo IV il Bello le di Francia
la cui illustre discendenza parlam- difese con altri cardinali gagliar-
mo al voi. XXVII, p. 271 e 272 damente, con dotti ed incontrasta-
del Dizionario), fino dall' adole- bili argomenti tratti dalle leggi ca-
LON LON '7^
ronidie, la fama e la memoria di conoscere la vera fede, usci del
Bonifacio Vili, che il re di Fran- suo paese per andaie a Clerraont
cia, nemico implacabile di quel in Alvergna, ove ricevette il bat-
gran Papa, avrebbe voluta in quel- tesimo, e fu poscia ordinato prete.
r augusta adunanza solennemente Passò di poi nel Manese, donde si
proscritta e condannata ; onde pa- recò a Roma a visitare le sacre
recchi vescovi, che su d'un punto tombe degli apostoli, e ne portò seco
cotanto delicato avevano in avanti delle reliquie. Ritornato nel Manese,
aderito ai sentimenti di quel mo- ài fabbricò nel villaggio delia Bois-

narca, venuti a giorno delle im- seliere una cella ed una cappella che
posture e calunnie, onde si deni- dedicò a s. Pietro. Converti molti
grava la riputazione di J^onifa- pagani del vicinato, e fu persegui-
cio non ebbero difficoltà di
Vili, tato a cagione d'una vergine chia-
dichiararlo pubblicamente innocen- mala Agneflela, cui avea dato il
te. Dopo aver fondato nella sua velo di religiosa. Fu pure costretto
patria Bergamo, il monastero e la di andare alla corte di Clotario H
chiesa di s. JNicolò di Renzano, a fine di giuslillcarsi ; ma avendo
r ospedale, la chiesa e il monastero il re conosciuto la falsità delle ac-
di s. Spirilo, che assegnò ai mo- cuse fatte contro di lui, gli diede
naci celestini e arricchì d'ampie prove di stima, e gli promise il
rendite, un monastero in Flo-
e suo patrocinio. S. Longisilo edificò
riano presso Bergamo ed essere , poscia un monastero presso la sua
intervenuto in quattro conclavi per cappella, e mori verso l'anno 653,
le elezioni di Bonifacio Vili, Be- in età di seltantalre anni. La sua
nedetto XI, Clemente V, e Gio- festa è notata a' 2 d'aprile e a'i3
vanni XXII, chiaro per meriti e di gennaio.
virtù passò al Signore nel iSig, LONGOBARDI, o LANGOBAR-
in Avignone, ove era stata trasfe- DI, o LOMBARDI. Popoli della
rita la residenza pontificia, cioè Scizia, secondo alcuni d'origine tar-
dopo venticinque anni di glorioso tara, che dalle rive del Caspio e
cardinalato. Trasferito il suo ca- della Scandinavia passarono a sta-
davere a Beigamo, ebbe sepoltura bilirsi nella Pomerania ed in altre

nella chiesa de' frati di s. France- Provincie più settentrionali dell'an-


sco, nella cappella di s. Nicolò da tica Germania, donde si recarono
esso lui edificata, in una tomba nella Pannonia, oggi chiamata Un-
che in vita apparecchiossi, in cui gheria. Al detto del longobardo
vedesi scolpito il solo suo nome. Paolo Diacono ed altri, il loro no-
Cipriano de Longhi vescovo di me significava lunga barba, non
Bergamo, suo nipote, fece apporre dalle lunghe spade o alabarde di
nel mezzo di tale cappella un ma- cui facevano uso, chiamate harden,
gnifico e ben meritato elogio alla come prelesero alcuni autori. Era
memoria dello zio cardinale. presso di loro cosa molto decorosa
LO^'GIiN'O (s.). F. Lancia sa- l'avere una bella barba, e grave
cra, e Mantova. ingiuriasi riputava il prendere sur-

LONGISILO (s.). Nacque in A- gelilerixa per harbam, ani per


lemagna da genitori nobili, ma i- capUlos honiìnein liherum, come si
Avendo avuto la sorte
dolatri. di ha iu una legge del re Rotai».
i".; LON LON
Dalla bnrba si dislingueva antica- un gagliardo esercito, che non più
nienle l'iioino libero dal servo, ni di soli romani ora composto, ma
quale non era |)ermcsso uuUirla. di unni, di iMuli e di altri barba-
1 longobardi in origine furono vi- ri all'impero attaccati o tributari,
noli ed altri popoli, cioè gepidi, Furono tra questi anche i longo*
bulgari, sarmati, pannonii, soavi o bardi, già nella Dacia stabiliti,
svevi e norici, ovvero questi pò- Sotto il regno di Baldate, l' anno
j)oli accompagnarono o seguirono i 548 ,
1' imperatore Giustiniano l
longobardi nella loro trasmigrazio- diede le città della Morica e moi-
ne, colla speranza di partecipare te piazze della Paunonia ai loa-
della preda. Cornelio Tacilo è il gobardi, che lo servirono con va*
primo scrittore che abbia nomina- lore contro Totila re de' goti, nella
to i longobardi, popoli della Scizia, quale Pannonia eransi arrestati gli
che l'imperatore Tdierio cacciò al unni tf^'uando dall'Italia, e con-
<li là dell'Elba. li loro nome tor- dotli da Attila. jNarsete nel 553
nò a farsi celebre in Europa verso distrusse dol tutto i goti, ed avan-
la fine del IV secolo, quando con- ti che congedasse gli ausiliari, che
ciotti da Agflmondo, o da Ibor e formavano il grosso del suo eser-
da Ajoiie, uscirono dall' estremità cito, ebbe a scacciar d'Italia fraa« i

dell'Oceano, ossa dalla Scandina- chi ed bor"0"noni che venuti vi


i

via, dov'eransi prima rifugiati e , erano in soccorso de'goti. Occu[ros-


penetrati in Germania mossero guer- si in seguito della pubblica aiiuni-
ra ai vandali, che probabilmente nistrazione, assunse il titolo di du-
erano loro progenitori. Secondo Pro- ca,ed allettò padronanza in Ro»
perzioj avendo i lombardi perduti ma, ove il senato incuteva ancora
i loro antichi duci, scelsero per re rispetto all'universo. IMorto Giusti-
Agihnondo figlio del duca Aon nel- iiiano I nipote Giu-
gli successe il

1 anno 879 o 089, il quale dopo slino romani ricorsero a So-


11. 1

treiilaqnaltro anni di regno ebbe fìa, moglie del nuovo monarca,


per successore Lamisso, che aveva acciocché venisse richiamato Nar-
avuto da una sua concubina. Sta- sete, minacciando di darsi ad altro
bililisi i longobardi tra l'Austria e signore se ciò non ottenevano. So-
il Danubio, poscia tra 1' Elba e fia odiava Narsele, e indusse il
roder, continuarono essi le con- marito a richiamarlo; l' imperata-
quiste ne' due secoli successivi; scac- ce accompagnò il decreto di richia-
ciarono gli eruli, i gepidi e gli mo con suo biglietto, nel quale lo
tmni, e fatti padroni della Tran- sollecitava a ritornare, avendo as-
silvania, dell'Ungheria e di quasi sai bisogno di lui per distribuire
lutto ilmeditando forse di
IVorico, le conocchie da dar a filare alle sue
estendere dominio a spese
il loro ancelle. iSarsete, altamente irritato,
del romano impero omai lacerato, per vendicarsi dell'onta fattagli da
e in occidente finito, quando vi fu Giustino li, richiamandolo dall'lta-
chi in Italia li trasse. dove aveva comandato le ar-
lia,
Allorchè Giustiniano I imperatore mate con molto onore pel tratto di
d'oriente, richiamalo Belisario, inviò sedici anni, e indispetlilo dalle bef-
1 eunuco Narsele contro i goti che fé dell' imneratrice Sofia, invitò i

devastavano l'Italia, questi raccolse longobardi ed Alboino loro re ad


LON LON 17^
entrare in Italia l'anno 568, per italiane,e chi osò resistere, re>li>

impadronirsi del miglior paese del vittima delle loro spade. Allora fu
mondo. Costoro invogliatisi del fe- che r Italia mutò faccia : andarono
lice paese e del bel cielo d'Italia, a terra le arti belle ; le lettere piìi
«e secondarono il risenlimento, e non si coltivarono; 1' ignoranza ste-
lasciata la Pannonia agii unni, se le ali da per tutto. Il mestiere
pionìbarono siili' Italia, ad onta della guerra formava la sola com-
degli sforzi di Giustino li e di piacenza di questa nazione. La ra-
Longino eh' era succeduto al de- pacità e la crudeltà accompagna-
funto Narsele nell' islesso anno 568, rono questa gente nella loro ve-
ed avea fissata la sua sede in Ra- nuta, e ne' primi tempi del loro
venna capitale deir£'5rtfr<7/o [f'edi). governo. Col tratto del tempo s'in-

Centomila e più barbari for- gentilirono alquanto esempio


coli'

marono l'esercito di Alboino, non de' confinanti greci e romani, e


tutti longobardi, ma misti di un- nìolto più collavere abiuralo il

nij goti, eruli, sassoni, svevi e si- paganesimo e l'arianesimo, unen-


mili.11 primo luogo ch'esso occu- dosi alla Chiesa romana; cos'i la-

pò fu quello che ora Ci vi dal del sciarono a poco a poco la nativa


Friuli si chiama : meno Padova e barbarie e rozzezza, e le patrie co-
Monselice, lutto il paese veneto stumanze. Incivilitisi i longobardi,
venne in poter suo sino alle vici- s' introdusse un dolce governo, la

nanze Mantova. Questa città,


di giustizia tornò ne' tribunali, e nel-
Trento, Brescia, Bergamo, vennero l'interno del regno si provò per lo
occupate dai longobardi, i quali più un'invidiabile quiete.
eziandio si resero padroni di Mi- Alboino fu proclamato re d'Italia
lano nel 56q, e quindi s'impadro- dalla sua armata, ed allora ai suoi,
nirono pure di quasi tutta la con- statidiede il nome di Lombardia
trada della Liguria, di cui allora {Fedi). All'articolo Italia [Fedi), ri.
Milano n'era la capitale, tranne le portammo le principali gesta de'lon-
città marittime. Nel seguente an- gobardi e dei loro re, cos'i facem-
no l'Emilia, Toscana, l'Umbria,
la mo in altri analoghi articoli. La
e parte del Piceno caddero Ro- : quiete de'longobardi, e la tran-
ma e Ravenna tennero ancora. Non quillità del loro regno venne tiu*-

venendo soccorsi da Costantinopoli, bala dalla guerra, che per tanti


dopo un assedio di tre anni, cad- anni durò Ira essi e il greco im-
de in loro potere Pavia. Nacque pero, in potere di cui erano rima-
allorail regno longobardico, e se- sti l'esarcato di Ravenna, il du-
de primaria dei re divenne Pavia. cato romano, e varie città marit-
Non riuscì difìficile a questi barba- time nella parte ora chiamata re-
ri la conquista di tanto paese^ per- gno di Napoli. I longobardi fecero
chè preceduta un' orribile peste ed più volte tremare Roma con varie
una crudele carestia, le cillà e le scorrerie nelle vicinanze della città,
campagne erano divenute spopola- nel 570 e quindi nel 578. Essi però
le. Troppo lontani greci impera- i furono tenuti lontani dalla paterna
tori,poco poterono accudire a re- sollecitudine dei Papi, che in quei
primere questo torrente. Vittoriosi tempi con la loro autorità e vigi-
scorsero i longobardi le proviacie lanza giunsero a preservare l'alma
jyS LON LON
città dalle invasioni, colle quali i stiani ricevettero pure la corona
longobaidi avevano dannegs^iato la del martirio, perchè avendo i lon-
maggior parte delle città e campa- gobardi sacrificato la testa d' una
gne d'Italia. Alboino amato dalia capra al demonio, essi rifiutaronsi
sua nazione, con barbara galante- venerarla. Dipoi benché i longo-
ria pretese che Rosroonda sua mo- bardi in parte peiseverarono ad
glie bevesse nel cranio del proprio essere nemici de' cattolici, tralascia-
genitore Cuniniondo re de' gepidi, rono di molestarli per motivi di
Tinto in i)atlnglia dal marito. L'a- fede, avendo Dio rintuzzata più
Iroce insulto ispirò nella regina la volte la loro crudeltà con porten-
più tremenda vendetta; fece ucci- tosi miracoli. Nota il Rinaldi che ,

dere il re da Perideo in Verona, le scelleratezze de' longobardi furo-


e si sposò ad Elmigiso scudiere di no alquanto modificate da Paolo
Alboino, e inoiì con lui di veleno Diacono, parziale di sua nazione
quando volevasi rimaritare all'esar- perchè longobardo, della chiesa di
ca Longino. Nel 5-~3 ad Alboino Aqudeia. Childeberto II re de'fran-
successe Clefi, uno de' magnati lon- chi od'Auslrasia prese cinquantami-
gobardi, ed a questi nel 5j5 il la scudi d'oro dall'imperatore Mau-
governo di trenta duchi longobar- rizio per calare in Italia a combat-
di, che durò quasi dieci anni sino tere i longobardi; ma tolte da essi
a) 584, per la fanciullezza di Au- altre grosse somme tornò indietro.
tari figlio del re Clefi. In questo Nel 584 divenne re Autari, che
interregno i detti duchi si divisero prese in moglie Teodolinda figlia
tra loro le città, uccisero molti di Garibaldo duca di Baviera; s'im-
nobili romani, pigliarono la terza padronì di Benevento, e giunto a
parte dell'entrate, spogliarono le Reggio di Calabria, disse quello es-
chiese, uccisero i sacerdoti, e ro- sere il confine del regno longobar-
vinarono molte città e luoghi, in dico. Dopo la sua morte gli suc-
una parola peiseguitarono la Chie- cesse al talamo ed al trono nel 5g i

sa; e .se Roma fu preservata pei Agilulfo, sotto il quale, mediante


molti presenti che i Pontefici fece- le persuasioni della regina Teodo-
ro ai longobardi per tenerli lon- linda, i longobardi abiurando l'
a-

tani, essi distrussero vari luoghi rianesimo , abbracciarono la fede


suburbani, non risparmiando nep- cattolica nel pontificato di s. Gre-
pure cimiteri. S. Gregorio I di-
i gorio I. Nel 593 Agilulfo spinse
ce che Roma non fu sottomessa le sue foi-ze contro Roma, ma il

dai longobardi per miracolo di s. Papa s. Gregorio I riuscì con per-


Pietro. suasioni e donativiad allontanarlo,
Entrarono longobardi nelle Gal-
i dopo averlo pacificato coi romani.
lie, e vi fecero molta strage, e gran- Essendo la pace seguita a' 19 giu-
gogna; ma nel ri-
di uccisioni in Boi gno anche tra l'imperatore d'orien-
torno furono presi dall'esercito del te coi longobaidi, ad istanza e per
re Gontrano, e passati a iil di spa- Io zelo ed industria di s. Gregorio
da. Altri longobardi martirizzaro- I , a memoria di sì segnalato av-
no nel 579 quaranta cristiani per venimento, ricorrendo in quel gior-
essersi ricusati a mangiar carne no la festa de' ss. Gervasio e Pro-
sacrificata agl'idoli; altrettanti cri- tasio, il Pontefice compose l' in-
LON LON f7f
troilo della loro messa, che comin- di re di Lombardia, ma quello di
cia colle parole, Loquebar pacem, re de' lombardi, rex genlls longo-
con menzione
far di tal concordia bardonim quasi considerandosi il
,

che dovea vinscire di tranquillità e capo di una colonia, che avea co-
vantaggio della Chiesa. In segno stumi e leggi sue proprie e che ,

poi di paterna gratitudine, il Papa non dovea immischiarsi nelle leggi


mandò in dono alla piissiaia ed egre- e costumi degli italiani presso i

gia regina Teodolinda suoi dialoghi i quali era più ospite che signore.
con altri presenti, che si deposita- Difalli quel corpo di leggi ch'esso
rono nel tesoro della basilica di fece pubblicare, non riguardava al-
Monza dedicata a s. Giovanni Bat- trimenti gì' italiani, benché gli fos-
tista patrono de'longobardi. Così s. sero sudditi in tante provincie, per-
Gregorio I ebbe la gloria di con- chè regolavansi questi con le loro
vertire la maggior parte de'longo- antiche consuetudini , o con leggi
bardi, ch'erano ariani o idolatri ,
statutarie, particolari a ciascun pae-
e di ottenere dal re Agilulfo una se, le quali ebbero vita e forza fino
solenne abiura dell' arianesimo. ai tempi nostri. Vedi leges loni-

Successivamentedivennero re bardorum ciini glossis et comnient.


de'longobardi, nel 6i5 Adaloaldo Boelhii. Venetiae 1537.
figlio del precedente e di Teodo- Fu 643 che Rotari pubblicò
nel
linda che fu reggente e tutrice; nel il suo codice ovvero editto come il
626 Ariovaldo; nel 636 Rotari, chiamò. Indi gli successero nel 652
perchè scelto a suo sposo da Gun- il figlio RodoaUlo; nel 653 Ariberto
deberga vedova di Ariovaldo ; ma o Ariperlo I fratello di Teodolinda;
poi la ripudiò, sia che fosse troppo nel 661 Gondiberto e Pertarito figli
matura, sia ch'essendo essa catto- del precedente, il primo fissò la sua
lica e lui non potevano
ariano , residenza in Pavia sino allora ca-
andar d' accordo. Rotari non volle pitale del regno, il secondo in Mi-
confermare la tregua che solevasi lano che lo divenne della parte
rinnovare ogni anno tra greci e del regno toccata nella divisione a
longobardi , e marciato su Genova Pertarito. Questi, primogenito, mal-
se ne impadronì, insieme con Al- contento di dividere col suo fratello
benga e Savona, ed a tutta la co- il dominio, Godeberto ricorse a Gri-
sta sino a Luni in Toscana. Pa- raoaldo duca di Benevento, ilqua-
droni omai i longobardi di tre le nel &Q^ s'impadronì del regno
quinti d'Italia, anzi italianizzati, e ci- de' fratelli, e fu riconosciuto re dalla
vilizzali forse più de'greci e de'ro- dieta de' longobardi ; indi sostenne
mani che militavano per l'impero, varie guerre contro l'imperatore Co-
d'allora in poi non fecero più guerra stante li, e Clotario HI re de' franchi
sino ai tempi di Luilprando. Vide sostenitore di Pertaiito. IMorì Gri-
Rotari la necessità di ridurre in un moaldo nel 67 i, lasciando Romualdo
corpo, e di mettere in iscritto le duca di Benevento, e dichiarando
leggi della sua nazione, le quali si l'altro figlio Garibaldo re de'longo-
erano o dimenticate o di troppo bardi, ma nel medesimo anno fu ri-
alterate. Ciò esejruì con molta sag- pristinato sul trono Pertarito , il

gezza in un suo editto, in cui è da quale nel 678, previo l'assenso delia
notarsi ch'egli non si die il titolo dieta longobardica, associò a! Irono
VOL. XXXIX. 12
I7S LON LON
il suo figlio Cuniberto il Pio, cì»e dnno. Talvolta i longobardi difesero
divenne re assoluto nel GH8. Indi i Pontefici dai greci, tale altra si u-
furono re de' longobardi nel 700 , nirono co' romani come (iatelii, ma
Luitperlo figlio del precedente , nel depredarono poscia la chiesa di s.

701 Rangiperto figlio di Godeber- Pietro, divennero molesti alla Chie-


to, e nello stesso anno Piiperln sa romana , tribolandone gli stati

Il figlio di Rangiperto, che resti- ed i Pontefici, e così perderono il

tuì alla Sede le Alpi Co-


santa regno. Sotto Astolfo si accinsero
zie che ad essa avevano tolto lon- i qir assedio di Roma, molestando i

gobardi. Nell'anno 712 divenne romani e le chiese con inaudite


re Ansprando, già tutore di Luit- empietà e crudeltà. Considerando
perto, indi il celebre Luilprando d Pontefice Stefano 11 detto III,

figliuol suo e già collega. Il pri- quanto il Papa s. Zaccaiia avea


mo pensiero di Luitprando fu quel- dovuto fare per opporsi ai longo-
lo di migliorare il codice delle leg- bardi, e che Astolfo oltie di avere
gi londìarde
molte utili e savie
, invaso r esarcato di Ravenna, ch'e-
leggi aggiungendo a quelle che già ra sotto la protezione della ScìIq
Rotari e Grinioaldo avevano pub- apostolica, nell' intendimento di vo-
blicato, leggi che il Muratori ri- ler dilatare il suo regno, non tra-
produsse nella sua gran raccolta la-^ciava di travagliare la provincia
delle cose d'Italia. Fu Luitprando romana ; vedendo il re mancare
il primo de' re longobardi che ac- alla conchiusa tregua di quarant'an-
cordò ai veneti alcune esenzioni, e ni implorò ed ottenne il potente
,

fece prescrivere i confini che divi- soccorso di Pipino re di Francia.


der dovea quella repubblica , che Questi calò due volte in Italia, co-
principiava allora a consolidarsi. strinse Astolfo alla pace, ed a re-
Luitprando si umiliò al Papa s. stituire l'esarcato e le altre terre
Gregorio li, tenne a freno i du- tolte alla Chiesa romana, con che
chi longobardi che ne* passati go- amplificò e consolidò il principato
verni facevano da sovrani ne'rispet- del romano Pontefice. Aumentò \-
tivi governi. Guerreggiò coi greci, stolfo di quattordici leggi il codice
coi saraceni, cogli schiavoni ; ebbe longobardo, e di molti luoghi, oltre
verlcnze coi Papi s. Gregorio HI l'Istria, ampliò il suo regno; ma es-
e s. Zaccaria, il quale molto otten- sendo a caccia, una caduta da cavallo
ne dal re; nel 736 associò al tro- lo condusse al termine de'suoi gior-
no il nipote Ildebrando, ed ambe- ni. Morto Astolfo nel 756, Stefano
due terminarono di regnare nel HI, allorché Rachis per la moi te

744- Rachis duca del Friuli che del fratello voleva riprendere lo

fu salutato re, abdicò nel 749j fio- scettro longobardico ,


contribuì al-
pò essersi ritirato monaco a Mon- l' esaltazione del re Desiderio, duca
tecassino, succedendogli Astolfo o o governatore dell' Istria, non di
Aistidfo suo fratello. Toscana come molti dissero , che
Sotto i precedenti re ebbero luogo ingrato mancò alle promesse , e si

q'iegli avvenimenti che i-egistram- ritenne alcune città di ragione della


nio nelle biografie de'Papi che fiori- Chiesa , invadendone i patiimoni ;.

vono al tempo de'longobardi , non per cui i Pontefici s. Paolo I e


che ai rispettivi articoli che li riguar- Stefano IV ricorsero a Carlo Ma-
Lor? LON 179
gno re di Francia, e l'ultimo scam- Chiusi ( capo di un ri-
Fedi ) fu
pò la morte per opera di dfic fe- spettabile ducato longobardo sotto :

deli ecclesiastici, perciò fatti acceca- Luilprando e nel 742 n' era duca
re da Desiderio, Fin;dmetile mi- , Agiprando, per essere stalo innal-
nacciando Desiderio la rovma di zato il predecessore suo e fratello
Roma, e tribolando il Papa Adria- Gregorio al ducato di Benevento.
no I, questi si rivolse a Carlo Ma- Continuava ad aver Chiusi il duca,
gno, che calato in Italia con formi- mentre in Lucca [Fedi) ed in
dabile esercito assediò nel 773 Desi- Pisa ( F'edi ), sotto gli ultimi due
derio in Pavia, e fattolo prigione, re longobardi Desiderio ed Adelchi^
lo rilegò in Francia e nel monastero e anco durante i primi anni di
di Corbio. In tal modo dopo 20G Carlo Magno, esercitava la stessa
anni terminò in Italia il regno dei magistratura il duca A Mone. L'ul-
longobardi, ed Adelchi o Adelgiso, timo duca di Chiusi comparisce quel
che Desiderio erasi associato nel Reginaldo o R-Cgimbaldo cui par- (.li

7 59, morì poi nel 788. Carlo Ma- lano poco bene tre epistole di Adriano
gno s' impadronì del regno , e lo I a Carlo Magno, per aver depreda-

riunì alia monarchia francese. Nar- to Città di Castello, dominio della


ra Douesmondi ueW'Istona di
il Chiesa romana. Dopo l'anno 776
Mantova, che in questa occasione non si trovano più duchi in Chiu-
Carlo donò al Pontefice quasi tut- si , governando quindi prima un
to quello che era stato dei longo- uffiziale militare, chiamalo eserci-
bardi in un a Mantova; non vol- tale, poi i conti. 1 longobardi sta-

le che la nazione avesse altri re, biliti Benevento , vi regnarono


in
e dei loro duchi permise che sus- 5o6 anni, dappoiché nel 57 i i lon-
sistessero i quattro principali di gobardi, avendone scacciato greci, i

Spoleto, Friuli, Trevigi e Beneven- vi stabilirono il ducato, e fu sì

to; ordinando suoi governatori in vasto che dopo il regno longobar-


Milano, Pavia, e negli altri luoghi dico, essi non ebbero altro mag-
che si ritenne. Degl'imperatori ed gior dominio. Il ducato benevenla-
altri principi che si fecero corona- no conteneva Salerno, Capua, la Lu-

re colla Corona ferrea (^Fedi), col cania, la Puglia, la Calabria, l'A-


titolo di re di Lombardia o dei bruzzo e quasi tutta la Campagna
longobardi o ne parlam-
d' Italia, Felice, tranne poca parlo ch'era ia
mo a quell'articolo ed altrove. Veg- potere de'napuletani , allora gover-
gasi Paolo Diacono, Della origine nati dai greci ;
per cui 1' anonimo
e falli de" longobardi opera che , salernitano chiamò Benevento un'al-
Lodovico Domenichi tradusse in tra Pavia. Oltre a ciò il duca poi
italiano, e fu stampata in Venezia principe di Benevento ebbe anco-
nel 1548, appresso Gabriele Gio- ra soggette trentaquatlro contee;
lito de Ferrari. Quanto ai signori laonde il principato beneventano
della Lombardia, da Desiderio sino fu appellato da parecchi scrittori-,

a' nostri ne parlammo al-


giorni, Italia Cislyherina. Nel 1077 ^^^
l'articolo Lombardia. Landolfo VI e Pandolfo IV si e-
Dei ducati longobardi di Spole- stinse il principato beneventano, e
to e del Frinii ne p;uleremo agli la prosapia de' longobardi, ch'ebbe

articoli Spoleto e Udiìne. Anche quattordici duchi e tredici principi.


i8o LON LON
undici de' quali anche di Capua. la chiesa di s. Maria della Piftà
Avevano essi chiamalo i normanni in Campo-santo, della quale par-
in aiuto per iscacciare i greci dalle lammo nel voi. XXIX, p. i i r e
terre da essi occupate. Temendo 112 del Dizionario j dicendo che
poi i longobardi della potenza nor- ivi era la scuola o collegio de'lon-
manna, chiesero soccorso a s.Leo- gobardi detta di s. Giustino. Ma i!

ne IX, a cui olTrirono il ducato Martinelli, Roma ex ethnica sacra


di Benevento, attestando però ap- p. 363, crede che fosse situata nel-
partenere esso alla Chiesa romana, la collina, contigua a villa Barbe-
poscia prestandone Landolfo VI o- rina, dietro il colonnato di s. Pie-
tnaggio a Gregorio VII. In questa
s. tro, presso ove ora sono i monaci
maniera Benevento, già donato da armeni di s. Antonio abbate. La
Carlo IMagno alla santa Sede, re- chiama Giustino in Palatiolo seu
s.

stò sotto il libero dominio dei Pa- in portica s. Pelri. S. Gregorio di


pi, a nome di cui cominciarono a Tours, il Sigonio ed il Muratori
governarla rettori. Ecco la serie
i ampiamente scrissero delle cose dei
dei duchi poi principi di Benevento. longobardi. Abbiamo poi da Ber-
571 Zoltone. 5go Arigiso I. 64' nardino Zanetti, Memorie del re-
Ajone I. G/lo. Radoaldo. 647 Gri- gno f/e' longobardi in Italia, Ve-
moaldo l. 667 Romoaldo I. G83 nezia 1753. De geslis longobardo'
Grimoaido II. 686 Gisulfo I. 708 rum, abbiamo pure traduzione la
Bomoaldo li. 729 Gisulfo II. ySi del Viciani, Udme
1826. Veggasi
Andela. 733 Gregorio. 740 Gode- inoltre Orazio Bianchi, Observatio-
scalco. 74 Gisulfo II ristabilito.
1 nesj Rer. hai. script, t. I, p. ^Qo;
742 Luifpiando. 758 Arigiso II ed il Compendio della storia dei
principe nel 774- 787 Grimoaido re longobardi da Alboino sino a
III. 806 Grimoaido IV. 827 Sic- Francesco I felicemente regnante,
cone. 832 Siccardo. 84o Radalgi- di Vincenzo Lancelti, Milano i8i5.
so I. 85 Radelgario. 853 Adalgi-
1 LONGUEIL Riccardo Olivier,
so. 878 Gaideriso. 881 Radalgiso Cardinale. Riccardo Olivier de Lou-
II. 884 Ajone II. 890 Orso. 894 gueil o Longolio, de' visconti d'An-
Guido quarto duca di Spoleto. 896 gì, signori di Longueil, nacque nel
Radalgiso II ristabilito. 900 Ate- castello di Jouques, diocesi di Li-
nolfo 910 Landolfo I e Atenol-
I. sieux, nellaNormandia. Essendo ar-
fo II. 943 Landolfo II e Landolfo cidiacono di Rouen, consigliere del
III. 961 Pandolfo I. Dal 981 al re Carlo VII, per la sua eccellen-
1077 Landolfo IV, Pandolfo li, za e perizia nelle leggi, fu fatto
Landolfo V, Pandolfo HI, Landol- primo presidente del gran consiglio
fo VI, Pandolfo IV. P'. Benevento. e della regia camera de' conti, in-
I lonsrobardi ebbero in Roma di nominato alla chiesa di Costanza
presso la basilica vaticana quattro o Coutances nella Normandia po- :

abitazioni, e se ne fa menzione nel scia per le preghiere del re di Fran-


diploma di s. Leone IX illustralo cia, da Calisto 111 a' 20 febbraio
dagli editori del Bollano valicano 1456 fu creato cardinale prete, e
t. I, p. 23. Una di queste abita- pubblicato a' 17 settembre, con la
zioni il Severano nelle sue Memo- chiesa di s. Eusebio per titolo. Pio
rie, p. 98, la riconosce ove è ora II nel 1462 io fece vescovo di
LON LON 181

Porto, dopo avere assistito nei pre- il cadavere fu tumulato nella cap-
cedente anno in Reims alla solen- pella de' ss. Processo e Martiniano
ne consecrazione di Luigi XI re di della basilica vaticana, in cui avea
Plancia, il quale per falsi rapporti fondalo due cappellanie coli* obbli-
perseguitando il cardinale, questi si go di cento messe annue; poi fu
rifugiò in Roma. Divenne legato trasportato nelle sacre grotte della
dell'Umbria e di Perugia, e Paolo medesima, con epitaffio ora logoro
II nel i465 lo nominò arciprete e mancante. Il cardinal Amman-
della basilica vaticana di cui fu nati detto Papiense lo celebrò sic-
benemerito. E infatti, restaurò dai come uomo dabbene, grave, man-
fondamenti l'abitazione degli arci- sueto, dotto, costantemente verace
preti, ch'era presso l' antichissimo ne' suoi sentimenti, e di gran van-
oratorio di s. Apollinare, posto dal- taggio della Chiesa.
la parte di mezzogiorno sul fine LONGUY Claudio, Cardinale.
del quadriportico della medesima Claudio de Longuy de' baroni di
basilica. Inoltre nell'oratorio de' ss. Giiiry nella Franca Contea, fornito
Processo e Marliniano fece collo- dalla natura di prestante ingegno,
care una statua di metallo rappre- e d'incredibile attività per condur-
sentante il principe degli apostoli re ad esito felice i più ardui ma-
s. Pietro, sedente sopra la catte- neggi, fu prima tesoriere di s. Mar-
dra in atto di benedire, sopra base tino di Tours e arcidiacono di Ma-
o piedistallo di marmo, in cui e- con, della ne ottenne
qual città
rano scolpite le di lui insegne car- nel i5i3 da Leone X, per rinun-
dinalizie, la qual base fu traspor- zia dello zio, il vescovato. Insigni-
tata nelle grotte vaticane, quando to di questo grado, presiedè in
ve ne fu sostituita altra più nobi- luogo di Francesco di Rohan ar-
le, e poscia la statua fu collocata civescovo di Lione, al concilio pro-
ni luogo ove ora il Papa ed i fe- vinciale celebrato in quella metro-
fleli con gran divozione gli bacia- politana i5i7. Nell'anno stes-
nel
no il piede ; essendosi parlato di so fu fatto abbate Pultaniense e ,

essa all'articolo Chiesa di s. Pietro nel 1529 conseguì 1' abbazia di s.


IX Vaticano. Questo cardinale fu in Stefano di Dijon, e dopo dodici
gran credito presso Pio II, a cagione anni quella di Benigno nella
s.

xpecialmente della senatoria l:bertà stessa città. Quindi ad istanza di


onde esponeva il suo parere; si pre- Francesco I re di Francia, a' 7
valse de' suoi consigli, e gli afììdò novembre i533 fu creato in Mar-
la decisione di diverse cause, quan- siglia cardinale prete del titolo di

tunque per gravi motivi non volle s. Agnese nel circo Agonale. Pao-
accordaroli di ritenere in commen- lo III nel i54o lo fece ammini-
D
(la la chiesa di Tournay nelle Fian- stratore delle chiese di Périgueus
dre, alla quale era stato nominato e di Amiens, che rinunziò dopo
dal re Carlo VII, ad onta ch'era cinque anni, e nell'anno seguente
stato spogliato di varie prebende di Poitiers, che dopo averla lode-
da Luigi XI. Mori in Perugia nel- volmente governata rassegnò a ,

l'esercizio di sua legazione, o in favore di Giovanni Demoncoiirt.


Roma secondo altri e nel 1470» 11 medesimo Paolo III nel 1
547
n anni sessaotaquattro. Certo è che gli allìdò pine il governo della
i82 LOP LOR
caltcdialc di Larigres. Nel 1 56o datario; indi nell'anno • ÌQ"^ g"
piiMjlicò con bella slampa la formu- assegnò il vescovato di Perugia, e
la da usarsi nella recita delle ore nel 1498 r amministrazione della
canoniche o sia il breviaiio. Ebbe chiesa di Capua, a cui fu aggiunta
molta parte negli affari del suo quella di Coirà e quella di Car-
tempo , e si rese commendabile cassona, della quale però non se
per dottrina ,
pietà , continenza, ne fa menzione nella Gallia chii-
mansuetudine e liberalità verso le xlìann. Dipoi ai ic) febbraio 1 49^
chiese.Amava Dio ed il prossimo^ lo creò cardinale prete del titolo
ed era alienissimo da qualunque di s. Maria in Trastevere, dinanzi
sorta di liligi e contese, essendo la quale egli resliluì all' antica
suo dello famigliare, che non era bellezza ed eleganza la fontana
cosa da cristiano il litigare, il per- aiilicliissima che ne decora la piaz-
chè sopì e quietò molti capi di liti za. Dopo il cardinal Zeno fu di-

e di controversie, ch'eransi susci- chiarato arciprete della basilica va-


tale contro il suo predecessore ticana, dignità che funse solo per
dal capitolo di Langres. Nel i545 due mesi e venticinque giorni. Ces-
consecrò nel castello di Joinville sò di vivere per veleno nel i5oi,
in arcivescovo di lieims il cardi- forse per opera di Cesare Borgia,
nale Carlo di Lorena, ed interven- che invidiava 1' intima confidenza
ne insieme con altri nove cardi- che godeva del Pontefice, e rimase
dinali , e quaranla tra vescovi ed sepolto nel Vaticano, o secondo
arcivescovi, ai funerali di Fran- rUghelli, ma senza probabilità, in
cesco Morì nel i56i nel castel-
[. s. Pietro in Vincoli.
lo di Mussy r Evéque, donde il LOPHUS. Sede vescovile della
cadavere fu trasferito in Langies provincia di Bitinia, uell' esarcnto
e sepolto nella basilica di s.Mammes del Ponto, sotto la metropoli di
nella tomba di marmo eh' erasi Nicomedia, eretta nel IX secolo.
vivente apparecchiata, al destro la- Chiamasi anche Gallus o Cado-
to dell'altare maggiore, dove si ve- sia.
de la sua statua espressa in me- LORCH o LORK, L,u,re.acam.
tallo, decorata di magnifico e pro- Sede arcivescovile ed ora villaggio
lisso elogio. Nella stessa basilica il dell'arciducato d'Austria, sul D.i-
cardinale fece costruire un ambone nubio, paese al di sopra dell'Ens,
di candido marmo, talmente ma- circondario di Traun, presso di
gnifico che gli die forma di ar-
la Ens, nella strada fra Ratisbona e
to trionfale. Di cinque conclavi Vienna. Occupava questo luogo la
flie si tennero a suo tempo, solo forte città di Lordi, detta anche
Miteivenne a quello in cui fu eletto Lnrich o Laurnch, colonia romana
Paolo 111. che Attila re de:;li unni distrus-
LOPEZ Giovanni, Cmdinale se nei ^^o onde appena se ne
,

(Giovanni Lopez o Lopis spiignuo- tiovano le traccie. Lanreacum fu


lo di Valenza , essendo segietnrio soprannominata Coloìiia Àtmliitna
di Alessandro VI nel cardinalato, nel Norico: altri pretendono che
di \ enne segretario apostolico. As- sia la cillà chiamata Clinidioda-
sillilo Alessandro Vf al pontificato, nui/i da Tolomeo, il quale però
Jo fere canonico di s. Pietro e suo fa menzione di Claudivimn nella
LOR LOR i85
Vindelicia, die si crede essere la vescovo $. Ruperto, come abbiamo
stessa della Claudia di Plinio. Lau- dal Butler.
leaciiQi fu residenza di diversi pre- Siccome Teodoro o Teodone
fetti romani. Dicesi che colle sue IH duca di Baviera fondò il ve-
rovine siasi ingrandita Ens, città scovato di Passavia [Vedi), do-
dell'arciducato d'Austria molto an- po che gli unni e gli avari de-
tica, riedificata nel 900 dai bava- vastarono Lorch , e perchè que-
resi, onde proteggere le loro fron- sta sede fu trasferita in Passavia
tiere contro gli avari, ed allora ed in Salisburgo^ ovvero perchè
chiama vasi Ensbuig. Commaii ville gli arcivescovi di Lordi stabilirono
dice che la sede vescovile fu eret- la loro residenza in Passavia; ciò
ta nel IH secolo, ed il piiuio ve- produsse in seguito grandi dilferen-
scovo fu s. Quirino dell'anno 288. ze tra gli arcivescovi di Salisburgo
Forse lo stesso Quirino che fu
s. ed i vescovi di Passavia loro suf-
vescovo di Siscia nella Pannonia, e fraganei, le quali furono terminate
solili il martirio nel 3o3 : la sede a favore della prima da Innocenzo
di Siscia fu trasferita a Zagabria. XII. Dalla vita di Leone VII Papa
Aggiunge Comnianville che dopo del 936 si legge, che scrisse una
s. Quirino non vi furono altri ve- lettera a Gerardo arcivescovo di
scovi sino a Teodoro, a cui il Pa- di Lord),probabilmente residente
pa s. Simmaco verso 1' anno 5o4 in Passavia, al quale accordò il pal-
inviò il pallio, come a metropo- lio; ed in quella di Benedetto VII

litano di tutta la Pannonia, paese ( T edi ) dicemmo che ancor lui


che corrisponde alla Bassa Austria, lo accordò a Pellegrino arcivesco-
alla Bassa Ungheria e Scliiavonia vo Lauracense colla giurisdizione
,

in Europa; ma che s. Ruperto ve- sopra sette vescovati dell'Ungheria;


scovo di Worms ne fece un vesco- ma che suoi immediati successo-
i

vato sotto la metropoli di Juvavia, ri, cominciando dal 992, furono


di cui Salisburgo occupa il sito, soltanto vescovi di Passavia, re-
verso l'anno 600. Brunone poi es- stando però privi del pallio. Il p.
sendo stato fatto vescovo di Pas- Mirco, Nolilia 352, episcop. p.
savia e di Lork , ristabilì i suoi citando il Lazius, Rerum Vienne-
diritti, ed a lui assoggettò Juvavia siuiii lib. Il, cap. 2, scrive che
come semplice vescovato. Infine nel Laureacum fu metropoli ed ebbe
735 o verso il tempo di Carlo in sulhaganei i vescovati Tiberi-
Miigno, la sede episcopale di Loik. nensem, Quintaviensem Patavien- ,

venne trasferita a Juvavia ossia sera in Vindeliciis; Occilabensem


Salisburgo [Vedi); fin qui Com- in Nerico Ripensi Juvaviensem, ;

manville. Noteremo che s. Ruper- Soliensem, Celaiunum, Peloviensem,


to continuò le sue predicaiioni a et Taurisanuia in Norico mediter-
Lordi ed a Juvavia e stabili la raneo; e che di Laureaco e di
sede vescovile in questa ultima cit- Patavio Germanico ossia Passavia,
tà, la quale venendo rifabbricata e de' mentovati vescovati scri.sse

prese il nome di Salisburgo, che due libri Gaspare Bruscius, stampa-


sotto Carlo Magno divenne metro- ti 111 Basilea.
politano della Baviera e dell' Au- LOUD. Titolo di onore nella
sli;ia , essendo stato il pi imo suo Gian Bretagna. Secoudu araldii-Jil
i84 LOR LOR
inglese e la storia cV Inohilteira , ta circa
1,548,000; cioè la diocesi
si trova la parola harone usala di Nancy ne lia 4'6»ooo, quella

per uoniinare un nobile. Allorché di Metz 4'7>5oo, quella di Ver-


dopo la conquista de'normanni, la dun 3i4>5oo, e quella di s. Die
parola sassone thaiie fu disusata, 400,000. Bagnata da vari fiumi,
la con la
rimpiazzarono parola i più considerabili sono la INlosa,
normanna baron, che non signifi- la lAIosella, la Seille, la Meurthe e
cava altro che quello che in oggi la Sana. Il clima è sano e tem-
«ignifìca la parola lord, di cui sem- perato, ed il paese molto ameno.
bra un sinonimo. Il titolo di ha- Coperta all'est, al sud ed all'ovest
rorietlo si crede derivato dagli an- di montagne e colline abbondanti
tichi cavalieri porta bandiere, hnigls di vigneti e di grossi pascoli^ offre
bancrclf: la loro dignità è confe- al al nord varie pianure
centro ed
rita ed è ereditaria
dal re, di con selvaggiume e nelle sue
fertili

promogenilo in primogenito. K. In- acque pesce in quantità. Ha miniere


ghilterra e Baroxe. 11 Cancellieri di ferro, piombo rame, e belle ca-
e
nella sua Lettera sopra la parola ve di marmo le : sue miniere di
Dominus, p. io, osserva che gl'in- sai gemma sono le più abbon-
glesi favoriscono l'opinione di chi danti della Francia. Questa pro-
crede che Dominus derivi dal co- vincia forma presentemente di- i

mando, col loro lord, che significa partimenti francesi della Mosella,
comandare, insegnare, esprimendo- della Meurthe, della Mosa e dei
si nelle bibbie anglicane il nome Vosgi, ed una parte della provincia
di Dio colla voce lord, che poi di Lussembuigo nei Paesi Bassi.
ù divenuto distintivo de' figli mag- Abitata nell'antichità dai Medioma-
giori e minori de' ducili, chiaman- trici , dai r^eroduneii'ii e dai Leiici,

dosi 1 primi lords inarquis N. N., e compresa sotto l'impero romano,


ed i secondi col semplice titolo di nella pianura belgica, questa con-
lord, coir aggiunta del nome del trada formò nella divisione fra i

battesimo, benché avverta il Sel- figli Clodoveo e


di di dotarlo,
deno che tutti i figli de' marchesi la maggior porzione del regno di
sì appelliino indistintamente lords. Austrasia Secondo lo
o di IMetz.
hOFiE^s A, Lolhariiìgia. Antica e storico Mézéray nella divisione ,

grande provincia del nord-est del- fatta nel mese di marzo dell'anno

la Francia, confinante al nord con 843 fra tre fratelli Carlo, Lodo-
i

la Germaniaj alT est coll'Alsazia, vico, e Lotario 1 nipote di Luigi


al sud colla Franca Contea, e al il Buono, l'ultimo di essi, oltre il

sud-ovest ed all'ovest colla Sciam- titolo d'imperatore, il regno d'Ita-


pagna. Essa comprendeva in un lia e la Provenza , ottenne ancora
tratto di circo ^o leghe di lun- tutto quello che Irovavasi in mezzo
ghezza e 35 di larghezza, la Lo- ai regni degli altri suoi fratelli,

rena propria, la Lorena tedesca, cioè le terre situate tra la Sclielda,


il paese de' vosgi , il Tulese, il la Mosa, il Reno e la Sonna. Al-
A^erdunese , il Lussemburgo fian- lora questo paese cangiando il pri-
cese ed il principato di Buglione. mo suo nome, prese quello di re-
Nancy n'era la capitale, e contava gniini Lotharii, da cui gli venne
900,000 abitanti, ed ora ne con- l'altro di Lotharingia, e quindi di
LOR LOR i85
Loherrene, e per corruzione final- I il Grande seppe conservarsi l'al-

mente Lorraine e Lorena. Dap» to dominio sopra il ducato, ed af-


poiché in lingua tedesca in quel fidò ad Odone conte di Verdun la
tempo si disse Lotereich, in lingua tutela di Enrico figlio minorenne
romanza Lohierregiie, significando di Giselberlo ; ed alla morte di
Lohì'er nell'antico fiancese Lotario, questi due diede a governar quel
e per abbreviazione Lorena cioè paese a Corrado il Fiosso^ conte del
regno di Lotario. Dopo molti smem- regno de' franchi, e coH'aveigli ac-
bramenti fu Lorena in
divisa la cordato la mano della propria fi-

due gran feudi, chiamati Lorena glia Luisgarda lo attaccò al par-


superiore e Lorena inferiore o tito della sua casa Da questo .

bassa Lorena. Il Voigt nella Sto- conte passò quel ducato a Bruno
ria di s. Gregorio VII, narrando arcivescovo di Colonia, fratello del-
la parte che prese s. Leone IX l'imperatore Corrado II. Sotto il
nella differenza insorta tra l'impe- regno di Ottone II venne il pos-
ratoie Enrico HI, e GoUiedo il sesso della Lorena consolidato nella
Barbino di Lorena, pel dominio guerra contro Lotario re di Fran-
della Loiena superiore, ecco come cia, il quale non volendo permet-
descrive la regione, ed motivi i tere che Ottone II investisse della
che diedero luogo alla differenza. bassa Lorena Carlo fratello di Lo-
Quella porzione della belgica Gal- tario, venne poscia (orzato a di-
lia, che appartenendo prima all'Au- chiararsi contento da Ottone II ac-
strasia, venne poscia chiamata Lo- campatosi sotto le porle di Parigi.
rena, era divisa in due parti che Carlo ebbe per successore il figlio
sotto quesl' unico nome venivano Ottone; e Teodorico figlio del con-
comprese; denominandosi però Bas- te Gofiredo di Verdun ottenne per
sa Lorena tutto il paese che sta diritti ereditari la Lorena superio-
lungo il mare, e Lorena superiore re sotto l'impero di Ottone III.
o Moselliana il restante che confi- L'anno ioo5 subentrò ne' possessi
na colla Borgogna poco lungi di di Ottone, Goffredo figlio di Gof-
Basilea ; tanto l'una quanto l'altra fredo conte delle Àrdenne, ed in
governata da due duchi paiticolari. quelli Teodorico il duca Fe-
di
Dopo litigi agitatisi fra Enrico I
i derico suo figlio. Alla morte di
e Carlo il Semplice per la signo- Goffredo, avvenuta l'anno io 19, gli
ria di questa contrada, che furono successe nel dominio della bassa
poscia accomodati col trattato di Lorena il fratello Gozzelo , che lo
Bonna l'anno 9^1, avevano gli a- tenne venticinque anni, e che l'an-
bitanti della Lorena di propria au- no io33, spentasi con Federico la
torità eletto a loro signore Gisel- famiglia di Borr, ebbe dall'impe-
berlo, il quale, attaccato per molti ratore Corrado II anche la Lore-
e dolci vincoli alla casa tedesca na superiore. Questa riunione del-
non poteva essere mai pro[)enso a le due Lorene dispiacque all'impe-

favorire il re de' fianchi occiden- ratore Enrico HI ; per lo che alla


tali Gerberga sua moglie era fi-
: morte di Gozzelo ei lasciò al figlio
glia di Enrico I, del quale egli si di lui Goffredo o Ghotelone il Bar'
mostrò sempre fedelissimo vassallo. buio, giovane robusto di corpo,
Col vigore del suo braccio, Gitone nobile di cuorcj ed assai prode iu
iSr, LOR LO II

armi, il possesso soltanto tIelliX più riposo e di quiete all'impero. Po-


nnlica signoria dellii bassa Lorena, scia ad intercessioni: de' principi, e
la aveva egli slesso ai tempi
tjnale coll'ostaggio del proprio figlio , fu
del padre governala col titolo di rimesso in libertà. Solo l'amore elei

duca; ma negatagli la Lorena su- figlio trattenne la sua vendetta ,

periore, diedela in duchea ad A- ma morto questo, tornò a colle-


dalberto o Alberto d' Alsazia ,
pa- garsi con Baldovino V, riaccese la
rente dell'imperatore Corrado li guerra, prese Nimega ed incendiò
)ielio44- ^S" ^'"" della casa d'E- il palazzo imperiale, ed a Verdun
^esheim o Engeneheim castello di il magnifico tempio della Beata
Alsazia, e discendente dal duca di Veigine Pentito poi di tal misfil-
.

Alsazia Etliicone o Etico I,ceppo lo lo fece riedificare più sontuoso,


comune delle case A' Austria [^Fedi). facendo per penitenza egli stes-
i'.on fierezza e disdegno riguardò so r ulficio di manuale. Teodori-
Goffredo la parie concessagli vo- ,
co conte d' Olanda si unì a Gof-
lendo egli tenere il tutto come suo fredo, per cui Enrico IH richia-
padre: indi pieno di (ìducia nelle mato l'esercito d'Italia, espugnò due
pro[)r:e forze, e nelle armi lascia- forti.
tegli dal padre, si recò da Baldo- Appunto in questo tempo s. Leo-
vino V conte di Fiandra, gli espo- ne W. erasi portato in Germania
se la grave ingiustizia dell'impera- per rendere la pace sì all' impero
tore, seppe con altri iudtnlo a pren- che alla Chiesa: egli era cugino
dere le sue parli, e bandì guerra di Gherardo d'Alsazia duca dell'al-
contro l'impero. Mentre Enrico III ta Lorena, da cui discese la casa
era occupato in ima speilizione con- di Lorena, al modo che dicemmo
tro r Ungheria , Golfredo assali alla sua biografia, e sublimato al
coH'esercito della lega Adalberto pontificato nel 1049. Pei buoni uf-
che dopo la presa di Verdun uc- fici del Papa, e le calde pratiche
cise nella pugna; e manomise paesi i de' principi presso l' impero, in Ma-
renani. La duchea d'Adalberto ven- gonza fu riposto in grazia Goffre-
ne occupala da Gerardo d Alsazia do di Lorena. Altro Pontefice lo-
figlio d'un suo fratello; e la bassa renese fu Stefano IX detto X, fi-

Lorena, dal dominio della quale glio del duca di Lorena, eletto nel
GolFi'edo qua! nemico dell'impero 1037: quanto ai cardinali della
dovea decadere, da Federico della nobilissima prosapia di Lorena, so-
casa di Lussembtn-go nel io48. no a vedersi gli articoli Lorena e
Seguendo il consiglio di saggi a- Guisa. La Lorena dopo molti smem-
mici, Godredo allorché seppe aver bramenti era slata divisa in due
1" imperatore espugnato il suo ca- grandi feudi, chiamati Lorena su-
stello di Beggelheim , cessò dalle periore e Lorena inferiore. Nel 1044
violenze e ricorse alla clemenza di separali per sempre, col nome di
Enrico HI, il quale atto non gli Lorena si designò la superiore, e
•valse però quella soddisfazione e costituita quindi in ducato dipt;n-
perdono che ne sperava. L' impe- dente dalla Gcrinauia [f^edl), dal-
ratole lo mandò prigioniero a Gì l' imperatore Enrico III fu deposto
bichenstein sotto severa custodia ,
il suLldetto duca Goffredo, e dato-
procurando in tal modo un po' di !ie il possesso al pur menzionato
LOR LOU 187
duca Alberto. Dal iluca All)ci(o la sesso della Lorena nel 1697. A-
Lorena passò a Gherardo o Gerar- vendo egli pubblicato alcune leggi
do di Alsazia conte di Castiniach, contrarie all'ecclesiastica immunità,
di una cospicua ed antica famiglia Clemente XI colla costituzione Ditm
del paese, zio dell' imperatore Cor- nos, degli 11 febbraio ijo^, Bull.
rado II stipite dell'attuale casa di Rom. tom. X, par. I, pag. 5cf, le
Lorena, la cui posterità ne godette condannò con pena di scomunica,
sino al i43o, tempo in cui Isa- giacché il duca avea proibito alle
bella, erede del ducato di Lorena, chiese de' suoi stati l' acquisto di
Io portò in dote a Renatod'An- I qualunque fondo. Quando poi nel
giò re di Napoli e di Sicilia, che 1710 il duca vinto dalle pressanti
la sposò nel i43i, e che riunì alla istanze del Papa rivocò il codice
Lorena il ducato di Bar che ave- di dette leggi, pubblicandone altre
va preventivamente acquistato. Re- conformi alle pontifìcie paterne am-
nato I designò per successore Re- monizioni. Clemente XI con sua let-

nato II figlio di sua figlia Jolan- tera lo colmò di distinti elogi. Fran-
da e di Ferry conte di Vaude- cesco Stefano, figlio del duca Leo-
niont. Egli trasmise i suoi stati nel poldo, gli successe nel 1729; ma
i5o8 duca Antonio suo figlio.
al nel 1733 i francesi essendosi im-
Nel 161/^ la sua posterità masco- padroniti della Lorena, fu stabilito
lina si estinse nella persona di En- preliminarmente nel i735, e defi-
rico il Buono che lasciò i suoi stali nitivamente pel trattato di Vienna
a sua figlia, e a Carlo III suo ni- nel 1736, che ducati di Lorena
i

pote, che l'avea sposata. Questo e Bar sarebbero ceduti al re di


principe avendo preso partito per Polonia Slanislao Leizinski suocero
la casa d'Austria, fu spogliato dai di Luigi XV re di Francia, in com-
francesi de' suoi stati. Egli vi ri- penso della corona di Polonia , e
tornò, ma fu di nuovo obbligato che dopo la morte sua si riuni-
di abbandonarli. Gli successe il ni- rebbero alla corona di Francia. Il
pote Carlo IV nella sola e vana duca Francesco Stefano, allora ge-
qualità di duca di Lorena ,
prefe- nero dell' imperatore Carlo VI, e
rendo di \ivere piuttosto lontano poscia suo successore all'impero col
dal patiimonio de' suoi padri, che nome di Francesco I, ebbe in cam-
la vergogna di riprenderlo a cou- bio della Lorena, che perdeva, la
dizioni non favorevoli. Egli si se- sovranità granducato di To-
del
gnalò sotto r imperatore Leopoldo scana, vacante per la estinzione
1 nella celebre liberazione di Vien- della mascolina posterità dei ]\Ie-
na assediata dai turchi. Dopo che dici.
la Lorena era stata incorporata alla Il Pontefice Clemente Xllf, ve-

Francia (fedi), Cleruenle IX con- dendo che anco la Lorena seguiva


cesse al re nominare alle chiese la Francia nel volere espidsi i ge-
monasteri ed altri benefìzi del du- suiti, scrisse al duca Stanislao la
cato, come ai vescovati di Metz, costituzione I/i hac, a' 24 agosto
di Toul, di Veidun, ec. pure nella 1763, presso il Guerra t. Ili, p.
Lorena. Leopoldo figlio di Carlo 357, esortandolo caldamente a non
V gli successe nel titolo di duca pei mettere che dai suoi stati fosse-
nel i6t)o, ti fu reiulegiato nel pos- ro levali i gesuiti, così utili alLi
iS8 LOR LOR
Chiesa, che i vescovi Francia
di rencse- Austriaca.1070 Teodorico.
«Mano penetrati di afthzione pev ve- iii5 Simone 1 38 JMalteo L
\. 1

(iersene piivi nelle loro diocesi, on- 1176 Simone IL 1207 Ferrigo.
<ie in quel regno erano piombate 12 13 Tibaldo L 1220 Matteo If.
Aomme calamità, come succedereb- 12^0 Ferrigo II. i3o3 Tibaldo II.
be alla Lorena, quando egli non i3i2 Ferrigo HI. i328 Ridolfo.
impedisse lo stesso infortunio della 1346 Giovanni I. iSgi Carlo I.
loro espulsione. Stimolò il duca ad i43o Renato I ed Isabella. 14^12
imitar Giosuè, il quale già decie- Giovanni II. i^'jo INicolò. i473
pilo diceva a' magistrati a sé chia- Renato II. 5o8 Antonio. i544
1

- mali, ne erroriòns gentinin, niiac Francesco I. i54^ Carlo II. 1608


inlcr CO''' kabilabant , adhatrereiit Enrico. 1624 Carlo III e Nicolò.
quia eruiit ciini illis in fovcain, et 1675 Carlo IV. i6go Leopoldo I.
III laqueuni. JNell' invitare Clemen- 1729 Francesco Stefano. 1738 Sta-
te XIII il duca a ritenere i gesuiti, nislao. Claudio Caccia scrisse il Com-
quali valenti difensori della Chiesa, pendio genealogico storico delle au-
e ch'egli emulo de' suoi predeces- guste case d'Austria e di Lorena,
:>ori colmava di favori e della sua Cremona 1778; ed il conte Cri-
confidenza, gli fece considerare, che stoforo Casati, Dell'origine delle au-
essendo ai gesuiti l' università di guste case d' AiLSlria e di Lorena^
Pontà-Mouson da molto tempo pri- dissertazione, Milano 1792.
ma confidata, era essa stata il mu- I lorenesi hanno in Roma una
ro che avea impedito vi fossero chiesa nazionale sacra a s. Nicolò
(nitrati gli errori di Lutero, di Cal- arcivescovo di Mira detto di Bari,
vino, di Baio, di Giansenio e di ed uno dei sei stabilimenti pii fran-
(hiesiiello, i quali facilmente vi en- cesi in Roma, de' quali parlammo
trebbero, quando, espulsi gesuiti, i all'articolo Francia ( Vedi). La
fosse dato ad altri il governo di chiesa di s. Nicolò sta nel rione
quell'università. Stanislao mori d'an- Parione, dirimpetto la chiesa di s.

ni ottantanove in Luneville a' ^3 IMaria dell' Anima, per cui il Pan-


febbi'aio i 766, il cui regno fu un'e- ciroli la chiama di s. Nicolò all'A-
poca di felicità per la Lorena, ed tiinia.Essa era figliale della basi-
allora fu riunita alla corona di lica s. Lorenzo in Damaso, il
di
Francia. Di già questa monarchia pei'ché ne tratta il Bovio nella sua
avea conquistato sino dal i552 una Pietà trionfante, nella basilica di s.

parte considerabile del paese, cioè Lorenzo, a p. i35 e 172. Anti-


a dire itre vescovati di Metz, camente si chiamò di s. Caterina
l'oul e Verdun, che l'erano stati vergine e martire, perchè ad essa fu
definitivamente ceduti pel trattato dedicata la chiesa, che già esisteva
(li VVestfalia dell'anno 1648. Ecco nel declinar del secolo XI, come
la serie dei duchi di Lorena , se- si legge nella bolla Jpostolicae su-
condo il Lenglet, Tavolette cronolo- hlimitas dignitatis di Urbano II,

eriche. g58 Federico. 984 Teodo- colla quale dichiarò quali erano le
iico. io34 Goltelone io4'> Al- . chiese figliali della basilica di san
berto. Duchi ereditari: 1048 Ge- Lorenzo, e viene intitolata de Cry-
r.irdo di Alsazia progenitore della ptis Agonis, delle grotte Agonali,
iegnuiUe augusta casa Alsatico-Lu- da! vicino Circo Agonale di Ales'
LOR LOR x9.<^

Sandro, volgarmente ora appellato da sapersi, che a cagione d'uno stu-


piazza iVavona. La chiesa avea la pendo miracolo avvenuto per una
cura d'anime, che Clemente Vili reliquia, cioè di parie d'un osso con
trasferì nella vicina chiesa di s. furtiva divozione lollo da un chieri-
Agnese^ allora anch'essa parrocchia- co lorenese al corpo di s. Nicolò di
le. Questa disposizione però l' ese- Lari, e portato in un piccolo castel-
guì Gregorio XV
colla costituzio- lo chiamato Porto, lungi due miglia
ne 38 , Deuni ad socram, de' i da Nancy , the poi prese il nome
ottobre 1622 giacché la chiesa
,
di s. Nicolò, tutto il ducato gli

erasi ridotta in cattivo stato, co- prolessò particolare divozione pei


me poco numerosi erano divenuti prodigi che Dio operò a suo mez-
i parrocchiani, leggendosi nella vi- zo, ne frequentò la chiesa creila
sita apostolica del i574 contenere ivi a suo onore e l'elesse a pa-
cinquanta famiglie, cioè circa 490 trono propagandosene la vene-
,

abitanti, rendendo al parroco scu- razione eziandio in Francia ed


di duecento all'anno. iNe fu ulti- in Germania. Ed è perciò che di-
mo parroco il buon servo di Dio versi loreuesi e di Bar istituirono
Gio. Ballista Bellobono da s. Mau- in Roma nella chiesa di s. Luigi
ro, defunto ai 7 settembre 1622, de' francesi una con)pagnia o con-
dopo trent' anni di esercizio par- frale'Tiita, sotto l'invocazione di s.

rocchialCj come rilevasi d;illa lapi- Nicolò di Bari; indi dopo pochi
de esistente ancora in della chiesa anni, cioè nel 1 5o8, in occasione
di s. JNicolò dove restò sepolto. Fu che fu dislruUa la sua cappella in
esso uno de' fondatori de' luoghi s. Luigi per la ricostruzione della
pii del conservatorio Eufe- di s. nuova chiesa, la compagnia si tras-
mia, e del monastero delle cappuc- ferì nella basilica di s. Lorenzo in
cine di s. Uibano. Gregorio XV Damaso, ove dedicò al santo la

colla citata costituzione diede au- maestosa cappella, che il Bovio <le-

torità al cardinal Alessandro IMon- sciive nella sua opera, e vi cele-


talto vice-caucellieie di s. Chiesa, brava con gran pompa la festa e
come supeiiore ecclesiastico di s. diverse sacre funzioni. Nei 1587
Lorenzo, di sopprimere la parroc- poi ottenne dal Papa Sisto Y la
chia di s. ìSicolò, e di riunirla a bolla Sacrosanclae, data a' i 2 ot-
quella di s. Agnese. Lo slesso Gre- tobre, colla quale confermò e ri-
gorio XV concesse la chiesa di s. pristinò la compagnia in s. Luigi
Caterina e iNicolò alla nazione lo- de' francesi, dove a proprie spese
renese ed alla compagnia de' con- fregiò di bellissimi marmi e pilla-
frati di s. Nicolò esistente nella re la cappella di s. Nicolò, ivi esi-
basilica di s. Lorenzo in Damaso, stente ancora, e eh' è la seconda a
coir obbligo alla compagnia di con- mano manca,, entrando per la por-
tribuire ogni anno alla chiesa ma- ta magsiiore di detta chiesa. In
DO
trice di s. Lorenzo quattro libbre progresso di compagnia
tempo la

di cera, che si pagano tuttora, in domandò ed ottenne dal Papa Gre-


ricogiìizione dell' antica figliolanza gorio XV, con bolla data da Tu-
verso la medesima. sciilum ossia Frascati li 5 ottobre
Quanto compa-
all'origine della 1622, la mentovata chiesa di s.

gnia di s. Kicolò, primieramente è Caterina in Navona per celebrarvi


n)o LOR LOR
i cliviiii ufiìzi e le funzioni del ^iio de it popolo ebbe sempre per lui
|)io isliUito, con sommo contento venerazione. Della confiatertiita, ol-
iltìlla nazione lorenese , onde la tre il Bovio, ne tratta Carlo Bar-
cliiesa prese da essa il nome di s. tolomeo Piazza nelle Opere pie. di
Nicolo (ìe'lorenesìj col quale chia- Roma, al cnp. XVII del tralla-
masi tulloia. Il Pontefice applicri to VII: de ss. Nicolo e. C'ileriiid
l'enliate della chiesa e quelle di de lorenesi j e nell' Euscvolngio
»in' altra parrocchia soppressa per romano nel cap. VII del Irai tato

r erezione di due canonicali nella Vili. Ora passiamo a descrivere la

basilica di s. Lorenzo, e donò la chiesa di s. Nicolò de'iorenesi come


chiesa di s. Nicolò, le case annesse oggi trovasi.
per uso del cappellano , le sacre i636, regnando il Papa Ur-
Neil'
suppellettili, e le ragioni della me- bano Vili, essendo la chiesa in ro-
desima alla confialernita, obbligan- vinoso slato, la compagnia de'iore-
dola a farvi risplendere il culto di- nesi con disegno di Carlo Fontana la
vino, colla condizione altresì dell'an- riedificò dai fondamenti, l'ampliò e
nua somministrazione delle quattro ne abbellì la facciata assai semplice,
libbre di cera alla basilica. E sic- con parte de'lra vertini trovati nel-
come la compagnia stando nella lo scavar le fondamenta, apparte-

chiesa di s. Luigi e nella basilica nenti all'antico circo di Alessan-


di s. Lorenzo, tra le opere pie in dro. Di questa riedificazione se ne
cui si esercitava, distribuiva diver- legge la memoria sulla porta in-
se doli ad oneste zitelle, figlie di terna della chiesa, scolpita in una
nazionali, e varie limosine per aiuto lapide. Il suo interno è elegante ed
de' bisognosi lorenesi che venivano adorno di pilastri incrostali di dia-
in Roma od ivi residenti, la com- spro di Sicilia con capitelli dorati ;

pagnia continuò a fare altrettanto è ricco inoltreopere in di altre


nella chiesa di s. Nicolò, suffragan- istucco eseguite da Giovanni Gros-
do pure confrati definiti, aiutan-
i si romano, accrescendo la gentilezza

do e visitando gl'infermi. Non as- del suo aspetto la svelta e graziosa cu-
sunse sacchi, ma con gran solen- polella, che si eleva innanzi all'al-
nità celebrò le feste di s, Nicolò e iare maggiore. 11 quadro del primo
di s. Caterina antica titolare della altare a dritta, rappresentante il b.

chiesa, ed anch'essa loro avvocata. Pietro Fourier, si attribuisce a Fran-


Il sodalizio fiorì e sussistette sino cesco .Antonozzi; l'altro sull'altare
alle vicende politiche che afflissero incontro, rappreseutanle s. Cateri-
il termine del secolo passato, indi na, è opera del lorenese Carlo Ni-
cessò di esistere, onde la chiesa colai
, il quale dipinse anche il
passò sotto l'amministrazione dei quadro dell'altare maggiore, espri-
deputali ai luoghi pii fiancesi in mendovi s. Nicolò di Bari titolare
Roma, che vi tengono un sacer- della chiesa. La volta e la cupola
dote rettore. Uno di questi fu il furono colorile a fresco dal napo-
pio sacerdote romano Gio. Vincen- letano Corrado Giacquinto, discepo-
zo Giannini, celebre per la sem- lo del Solimene in Napoli e del
plicità ed esemplarità de' suoi co- (]onca in Roma; sono pure di sua
stumi, zelantissimo dell' ulliziatura mano i due quadri laterali ad olio
della chiesa e per altre virivi, on- coi miracoli del santo. In que-
LOR LOR 191
sia chiesa vi si celebra la sla/ione lo di ]\Ii't7, a condizione però die
il sabbato avanti la douieiiica di non potesse ottenere l' amminislia-
Passione, e la festa del santo a' zione di quella cattedrale finché
dicembre, come ancora a' 3 luglio i pervenuto non fosse all'età di venti
quella del beato Pietro Fourier anni. Nel 1317 Leene X gli con-
apostolo delia Lorena, con l'inter- ftri il vescovato di Toul, e nel se-

vento di tutto il clero di s. Luigi guente, secondo alcuni, quello di


de' francesi. Terouanne; certo è che nel i5"?. i

LORENA. FecJi Guisa. lo nominò alla chiesa di Valenza


LOliENA Alberto (s.), Cnrdi- nella Nornìandia. Nel \5i7. Adria-
nale. Alberto dei conti della bassa no VI lo elesse vescovo di Lncon,
Lorena, arcidiacono della chiesa di ma prima di prenderne il possesso
Liegi pei', lo specchialo candore rinunziò tal chiesa a favore di En-
dei suoicostumi , abbencliè assai rico di Borbone. Lo stesso Papa
giovine, col consenso di tutto il cie- nel \5iZ gli diede il vescovato di
lo e popolo liegese fu eletto vesco- Verdun, e nel seguente anno Cle-
vo di quella città. Ma essendo per mente VII lo preconizzò arcivesco-
violenza dell'imperatore Enrico VI vo di Narbona e poi nell'anno ,

stato intruso nella sede del legilli- 1 533 di Reims chiesa che ri- ,

mo eletto Lotario prevosto di Bo- tenne per un triennio ovvero per


na, Alberto intraprese alìlttto sco- un quinquennio, e che poi rinunziò.
nosciuto, non senza rischio della Da Paolo 111 ebbe nel i536 la
propria vita , il viaggio di Roma, chiesa d' Alby e nel i537 quella
dove trattò la sua causa avanti Ce <li Lione. Nel i54i da detto Papa
iestino IH ; il quale preso dalle sue fu amministratore della dio-
fatto
rare prerogative , non solamente cesid'Agen, e nell'anno appresso di
confermò la sua canonica elezione, quella di Nantes; altri aggiungono
ina nel i ig'z o i igB lo creò car- le chiese di Die e di Macon, hi
dinale, laonde preso l'imperatore progresso di tempo pare che noa
da sdegno lo fece assassinare; indi ritenesse che le sole chiese di
pentito dell' esecrabile eccesso , a Toul, d' Alby e di Narbona. Fa
segno di suo pentimento stabih am- ancora arricchito di cinque dovi-
pia dote a due cappelle erette in ziose e pingui abbazie e ad istanza
onore del santo martire , acciò del redi Francia, Leone Xa'28 mag-
gì' impetrasse da Dio perdono all'è- gio i5i8 lo creò cardinale diaco-
noin)e delitto. Di questo cardinale no, conferendogli per diaconia la
ne parlammo ancora agli articoli chiesa di s. Onorio, e dichiarandolo
s. Alberto e Liegi. legato a laitre nella Lorena. Es-
LOREìNAFederico Giuniano ,
sendo stato l'alto ministro di Fran-
Cardinale. V. Stefano X Papa. cia presso la santa Sede, fece la

LORENA GiovANM, Cardinale. sua ordinaria rrsidenza in Roma ;

Giovanni di Lorena figlio di Rena- e quantunque fosse s'i largamente


to li re di Sicilia e Gerusalemme, provveduto di ecclesiastiche preben-
e duca di Lorena e Calabria in , de, attesa la sua liberalità, singo-
età di soli quattro anni fu am- larmente colle persone dotte ed e-
messo da Alessandro VI verso il rudite, delle quali la sua casa in
1 5o2 alla coadiutoria nel vescova- sempre l'asilo, talora si trovò iu
19^ LOR LOR
tali listrellezze, che non avea qua- ì6t.5 alla chiesa di Toul, ma noo
si come vivere. E di falli col con- ne ricevè l'episcopale consecrazione,
senso del capitolo di Melz gli riu- né alcun ordine sacro; indi fu
scì di oppignorare ad Antonio du- provveduto delle abbazie di s. Mo-
ca di Lorena alcune cittàj spet- lin, e di s. Mansueto e di s. Pie-
tanti a quella mensa vescovile, a tro in Vauge. Da suo fratello Car-
fine di supplire alle esorbitanti spe- lo duca di Lorena fu incaricato
se che faceva in Roma. Nel iSag di diverse ambascerie, e Ira le al-
rinunziò con regresso la chiesa di tre a Luigi XIII re di Francia,
Metz a Nicolò suo nipote, fanciullo col ebbe stretti colloqui, e
quale
di cinque anni, con ritenersi però col suoprimo ministro cardinal
i frutti e le rendile della medesi- di R.ichelieu. Urbano Vili a'
19
ma; ond' è che il nipote giuvilo gennaio i6?.6 lo pubblicò, benché
all'età di vent'anni, non sentendosi assente, cardinale dell'ordine de'pre-
chiamato alla vita ecclesiastica, ri- ti. Ma dopo cinque anni rinunziò
nunziò la chiesa nel ì5^S, il cui la porpora; si sposò poi nel i634
governo fu subito riassunto dal alla cugina Claudia secondogenita
cardinale. Questi trovossi presente di Enrico duca di Lorena suo zio,
alle diete convocate in Germania laquale rapitagli dalla morte, anzi-
a motivo di religione, come ai ché passare alle seconde nozze, ab-
conclavi Clemente VII, Paolo
di bracciata di nuovo la vita eccle-
III e Giulio III, dopo il quale siastica, fu promosso all'arcivesco-
tornando in Francia fu sorpreso , v;ilo di Sens, dove mostrossi dolce,
da un fiero colpo ili apoplessia, affabile, prudente, e costante nelle
mentre cenava nel castello di Neuvy avversità e disgrazie , delle quali
nel ducato di Nivers, l'anno i55o, divenne bersaglio. Quanto all'arci-
in età di cinquantadue anni; don- vescovato , non
ne fanno parola
de trasferito a Nancj', fu sepolto né i Sammartani, né continuatori i

nella chiesa de'francescani. Per le del Ciacconio. Mori in Nancy nel


sue virtù fu tanto accetto al re 1670 d'anni setlantuno, ed ebbe
Francesco gli
I negò
, che mai sepoltura nella chiesa de'frali mi-
quanto gliJacopo Tuano
richiese. nori.
pretese con nera calunnia dichia- LORENZANA Francesco Anto-
rare che tal favore provenne dal- nio, Cardinale. Francesco Antonio
l'essere il cardinale ministro delle de Lorenzana, nacque in Leone di
sfrenate passioni del re , onde gli Spagna da nobile famiglia a' 2 a
riuscì mitigare il di lui sdegno settembre 1722, ove nel collegio
contro il suo fratello Claudio duca de' gesuiti ricevette un'ottima edu-
di Guisa. cazione ed istruzione, perchè vi
LORENA Nicolò Francesco, Car- succhiò il latte della pietà e della
dinale. Nicolò Francesco di Lore- scienza. Abbraccialo lo stato eccle-
na, avendo difeso neh' università siastico, meritò di essere fatto ve-
di Pontà-Mousson con grande spi- scovo Placencia a'5 giugno 1765,
di
rito ed applauso alcune tesi di donde nell'anno seguente fu pro-
teologia sul sagramento della pe- mosso all'arcivescovato di Messico,
nitenza, da esso dedicate ad Ur- in cui è quasi indicibile il narra-
bano Vili, fu da lui promosso nel re quante e quali fatiche soste-
LOR LOR io3
tìcste governo d'un 'arci diocesi
nel di Toledo d'una particolare biblio-
COSI vasta, e quante volle pose in teca, e di una pubblica libreria
pericolo la sua vita stessa. Del fece dono ai cittadini, pe'quali al-
pastorale di lui governo rimasero tresì fondò una università. Indi
in quelle regioni americane due fece pubblicare tutte le opere dei
perenni raonumenti il primo si è : padri toledani, con magnifiche edi-
il concilio IV provinciale da lui zioni, arricchite di prefazioni e di
tenuto nella città di Messico, fa- note, la più. parie scritte da lui

cendo poi in due volumi pubbli- stesso; e ad illustrazione delle an-


care gli atti di questo concilio, e tiche liturgie, egli che prima avea
degli altri americani precedenti in- con suo dotto lavoro illustrata là
sieme uniti, con molti documenti pre- messa mozzarabica, ne pubblicò uo
ziosi per la storia e per la disciplina altro sulle liturgie, e diede alla luce
delle chiese messicane; ed il secondo con una edizione delle più magnifiche!
l'ospedale degli che ancor
esposti, il Breviario gotico o mozzarabico.
mancava in quella città, e che da Pubblicò altresì una collezione di tut-

lui fu fondato. In quel tempo stes- ti i Spagna, disposta alla


concilii di
so, cioè nel 1770, fece pure pub- maniera del gius canonico, non che
blicare a proprie spese con ma- gli scritti di Martin Leone, il cate-

gnifica edizione fornita d' incisioni chismo e il concilio di Trento. In


e di rami, una raccolta di lettere pari tempo la sua beneficenza noa
e relazioni di Fernando Cortez. In conobbe limiti poiché fondò a ,

quel mentre, premio del


quasi a Toledo una casa di carità, una
suo merito, Carlo
nominolio III di ricovero a Ciudad Real; rifece
alla sede arcivescovile di Toledo, l'ospedale e la chiesa de' religiosi
che si slimava la mensa vescovile di s. Giovanni di Dio; eresse abi-
più ricca del mondo cattolico, per- tazioni per ricoverare i pazzi ; fab-
chè la rendita si faceva ascendere bricò una vasta caserma per allog-
ad un milione e 600,000 fiorini. giare i soldati. Negli anni di carestia
Egli non vide in ciò se non , e mancanza di lavori, egli fu il pa-
che mezzi maggiori per fare dei dre, il mantenitore ed il sostegno
gran benefizi alla sua chiesa, alla de' poveri. Pio VI a' 3o marzo
sua patria, e promovere ogni ramo 1789 lo creò cardinale dell'ordine
di utile scienza j nel che vuoisi de'preti, e gli rimise la notizia
che superasse lo stesso cardinal col berrettino rosso pel corriere
Ximenes. Clemente XIV nel con- pontificio Antonio Tironi, e
Gio.
cistoro de'27 gennaio 1772 lo tras- la berretta per
l' ablegato monsi-
latò a detta chiesa. Partendo dal gnor Santacroce che fu accompa-
Messico per la nuova sua desti- gnato dal principe suo genitore.
nazione, egli lasciò per dote all'o- 11 cardinale ebbe poco dopo uo
spedale da lui fondato le rendite altro campo di esercitare la sua
dell'arcivescovato messicano, non carità, accogliendo ospiti i sacer-
ancora da lui percepite, contentan- doti che dalla Francia, dopo scop-
dosi di prendere denaro ad im- piata la rivoluzione, cercavano urt
prestito per le spese del viaggio asilo in Ispagna ; nel che fece ga-
che dovea intraprendere per ritor- ra col Quevedo vescovo Orense,
ifiare in Europa. Arricclù la chiesa poi cardinale. Cominciando le ca-'

VOi. XXXIX. i3
i9Ì LOR LOR
lamilà tli Roma, Carlo IV tìcili- salemozza rabico, che non potè ve-
uollo nel 1797 legato straordina- der coui|)uito se non il giorno
rio a Pio Vi; e divenne d'allora slesso (Iella sua morte. Ebbe occa-
in poi il compagno (edclc delle di sione di esercitare un'altra azione
lui sventure, e sempre di tulli be- d'animo grande ed eroicamente ca-
neficenlissimo soccorritore. 11 Papa ritatevole, dappoiché fallo erede
gli diede per titolo la chiesa dei da un nipote dell' intera sua ere-
ss. XII Apostoli. Impedito dai ri- dità, che montava a 2 5,ooo scudi,
voluzionari a Parma di accom- con un solo tratto di penna, sen-
pagnare il Pontefice nel 1799, ''^' za riserbare milla per sé, la sparfi
utilissimo in altro modo all'Italia, in altrettante doli per fanciulle nei
poiché ebbe egli gran parte nella paesi dov'erano que'fondi , ed as-
risoluzione di radunare in Venezia segnò il rimanente per l'ospedale
il sacro collegio per l'elezione del di Ciudad Rodiigo. Il genere della
«uovo Papa, ed insieme ai cardi- sua morte coronò una vita illu-

nali soccorse con generose sovven- strata da tante virtù; poiché giun-
zioni per le E-
spese del viaggio. to air età di oltre ottantadue anni,
letto Pio VII, fu ad esso non men senza aver mai solferlo malattia
caro di quello che stato fosse al veruna nei sett'anni che visse in
al di lui glorioso predecessore; ed Italia, neppure nel suo passaggio
in Roma potè adoperarsi meglio all' eternità fu colto da nessun
in vantaggio della santa Sede , dolore. E in fatti nel giorno ul-
giacché avea rinunziato al suo ar- timo di sua vita dedicossi pri- ,

civescovato nel 1800, che venne mieramente a' consueti esercizi di


conferito al cardinal Luigi di Bor- pietà, che nel suo cuore allignava
bone, figlio dell'infante d. Lodovi- fervidissima , indi nell' adempiere
co, alla cui educazione egli avea a diversi doveri degli ullizi dei
presieduto. In Roma fu cpiale era quali era incaiicato , finalmente
stato al Messico ed in Toledo, e in discorsi co'suoi famigliari sui
principalmente la nuova accademia modi di sovvenire i poverelli, ai
di religione cattolica, istituitasi nel quali già morendo lasciò tutte le

1801, trovò in lui uno de' più sue facoltà, ed il prezzo di tutte
fervidi e de'piìi munifici promotori, le sue suppellettili. Sorpreso da
anzi ne divenne il protettore, come colpo apopletico, potè ricevere gli

fu prolettore e visitatore apostolico estremi conforti della religione ,

della chiesa e casa degli orfani in dopo i quali placidamente spirò


s. Maria in Acjuiro e monastero a' 1
7 aprile i8o4, onde di lui po-
de'ss. Quattro coronati. Fu inoltre tè dirsi con che dormì
ragione
protettore dell'arciconfraternita de- nel Signore. La sua morte fu com-
gli amanti di Gesìi e Maria al pianta non meno in Europa, che
Colosseo, e del collegio Salviati; ed in America, massime dal Pontefice
appartenne alle congregazioni car- e dai poveri di cui era chiamato
dinalizie di propaganda , de' riti, il padre. I funerali furono celebra-
della disciplina regolare, e dell'im- ti nel suo titolo de'ss. XII Apo-
munità. A lui devesi pure 1' edizione stoli, vi cantò la messa il cardinal

delle opere di s. Isidoro, alla qua- Bartolomeo Pacca, cui assistette


le fece succedere quella del mes- per distinzione Pio VII, che fece
LOR LOR Ì95
ptire le consuete assoluzioni. Secon- va avea cura del tesoro e delle ric-
do la disposizione dell' illustre de- chezze della Chiesa, e dovea distri-
funto, e per divozione ch'ebbe pel buirne le rendite ai poveri. L'im-
ss. legno della Croce, il cadavere peratore Valeriano pubblicò allora
fu tnispoitato e *;epaIto nella chiesa un editto sanguinoso contro il cri-
di s. Croce in Gerusalemme. Questi stianesimo, ordinando che si faces-
ed altri funerali celebrati per la sua sero moriie senza dilazione i ve-
anima sono descritti nei numeri scovi, i preti ed i diaconi. Il Papa
Sa e 33 del Diario dì Roma del s. l'anno appresso,
Sisto 11 fu preso
i8o4- Una bella biografia di que- e mentre veniva condotto al sup-
sto gran porporato si legge nel voi. I, lizio, Lorenzo lo seguiva piangendo,

p. 1 5© e seg. della Continuazione desideroso di dividere secolui la


della storia del cristianesimo, del palma del martirio. Il santo Pon-
eh. ab. Giovanni Bellomo. Un tefice lo confortò dicendogli esse-
bell'elogio ci diede il Cardella nel- re a lui una più glorio-
riserbata
la dedicatoria del t. IV delle sue sa vittoria, e che dopo tre gior-
Memorie. Oltre a ciò abbiamo, ni r avrebbe seguito con un più
Laudalio funebrìs emin. D. Card. doloroso martirio; quindi Io inca-
Francisci Antonii de Lorenzana ricò di tosto distribuire a' poveri i

decreta conimiinibus .sujfragiis aca- tesori della Chiesa di cui era depo-
demieorum religionis calhoUcae re- sitario. Lorenzo, consolato da que-
citata VII id. jul. an. i8o4 a ste parole, fece un'esatta ricerca
Faustino Arevalo cjusdem acad. delle vedove e degli orfani ch'era-
censore, Romae typis Academicis. no nella indigenza, e distribu"i loro
LORENZO (s.), martire. Gli an- tutto r argento che avea tra le ma-
tichi padri , che con
grandi elogi ni, ed anco il prezzo de' sacri vasi.
celebrarono questo invitto confesso- 11 prefetto di Roma, essendone sta-
re di Gesù non parlano né
Cristo, to avvertito, diede ordine di arre-
del luogo in cui nacque, né della starlo , e fattolo condurre al suo
sua educazione. Havvi tuttavia fon- tribunale, gli comandò di conse-
data opinione eh' ei fosse romano gnargli i tesori della Chiesa, dicen-
di nascita. La straordinaria virtù do che il principe ne aveva biso-
che mostrava da giovinetto gli pro- gno; ma era invece per rendersene
curò r affezione di s. Sisto II, allo- egli padrone. Lorenzo ottenne una
ra arcidiacono di Roma , il quale dilazione di tre giorni, e radunata
volle essergli guida nello studio dei una gran compagnia di poveri, com-
libri santi, e nelle vie della perfe- posta di vecchi decrepiti, di ciechi,
zione. Eletto Papa nell'anno 260, di storpi , di leprosi, di orfani, di
ordinollo diacono, e senza aver ri- vedove, di vergini, li fece schierare
guardo alla sua poco avanzata età, dinanzi la chiesa ;
quindi andò dal
lo creò capo dei sette diaconi che prefetto per invitarlo a venire a ve-
erano dedicati al servigio della dere i tesori di cui gli aveva parlato.
Chiesa romana ; ed è per questo Irritato costui a una tal vista, or-
die danno il titolo
molti padri gli dinò che il santo diacono fosse po-
di arcidiacono del Papa. Questo sto sopra una graticola di ferro
posto supponeva un merito singo- rovente ed arrostilo a fuoco leuto,
lare, giacché quegli che lo occupa- acciocché più durevole fosse e più
196 LOH LOR
doloroso suo martirio. S. Loren-
il ci compagni di s. Agostino, allor-
zo dopo aver sofferto lungo tempo ché questi si recò in Inghilterr?»,
l'orribile tortura, disse tranquilla- verso l'anno 597, per predicarvi il
mente al prefetto: " Sono giaciuto vangelo; e dopo la di lui morte gli
abbastanza su questo lato, fatemi successe nella sede episcopale di
voltare ora sull'altro ". Poscia sog- Cantorbery. Si adoperò con tutto
giunse " La mia carne è giù cotta
: lo zelo per illuminare lidebaldo
abbastanza ; mangiatene pure, se figliuolo e successore santo re
del
volete»». E fatta una fervente ora- Etelbcito, che avea seguito le su-
zione a Dio per la conservazione perstizioni dell' idolatria, ed avea
di Roma, alzò gli occhi al cielo, e anco sposato la vedova di suo pa-
riposò nel Signore. Ciò avvenne ai dre ; ma disperando di poter ri-
IO di agosto del 261, e in tal gior- durre un principe eh' era pagano
no celebrasi la festa del glorioso ed incestuoso , deliberò di passare
martire. Narra s. Prudenzio che in Francia. La vigilia di sua par-
molti senatori, testimoni della sua lenza apparve in sogno s. Pie-
gli

morte, furono sì tocchi dal suo co- tro, il quale ripresolo che per viltà
raggio e dalla pietà , che si sua abbandonasse il suo gregge. Io fla-
convertirono istantaneamente, e che gellò sì aspramente, che n'ebbe tutto
portarono il di lui corpo sopra le lacero il corpo. Il re che vide coi

loro spalle, dandogli sepoltura nel propri occhi le piaghe falle dai col-
Campo di Verano ,
presso la via pi che Lorenzo avea ricevuto, si

che conduceva a Tivoli. Sotto il convertì alla religione cristiana , e


regno di Costantino il Grande si non cercò più che mezzi di far i

edificò sulla tomba del santo una conoscere Gesù Cristo a' propri sud-
chiesa, la quale esiste ancora oggi- diti. Il santo vescovo non soprav-
di col nome di s. Lorenzo fuori le visse di molto a questo portentoso
mura, ed è una delle cinque chiese mutamento; perciocché morì l'anno
patriarcali di Pioma. Yi sono nel- 619, do[)o aver governato la sua
la slessa città sette altre chiese che chiesa per undici anni. Egli è re-
portano pure il nome del santo gistrato nel martirologio romano
martire, per l'intercessione del qua- sotto il giorno 2 di febbraio.
le molti miracoli si operarono in LORENZO (s.) , arcivescovo di
Roma, come si legge in s. Agostino. Dublino. Nacque in Irlanda, nella
Il Papa Adriano I accordò a Car- provincia di Leinster di cui suo ,

lo Magno una parte delle reliquie padre Maurizio O'Tuathailo era si-
di s. Lorenzo, e questo principe ne gnore. In età di dieci anni fu dato
fecedono alla chiesa di Strasburgo: in ostaggio a Dermilh re di Meath,
da ciò ebbe origine la cappella di il quale lo trattò sì male che lo
s. Lorenzo, attinente alla cattedra- ridusse in pessimo stato di salute.
le, e che divenne la prima parroc- Maurizio avvertito di ciò forzò Der-
chia della Della testa che si
città. milh a rimettere suo figlio nelle
Tenera nel palazzo apostolico Qui- mani del vescovo di Glendenoch o
rinale, ne parlammo al voi. IX, Glendaloek (sede unita a Dubli-
p. i63 del Dizionario. no nel XII secolo), che pigliossi
LOliEjNZO (s.) , arcivescovo di cura di allevarlo nella pietà, indi
Cantorbery. Fu uno degli apostoli- lo rimandò a suo padre. Recatosi
LOR LOR 197
«juestì a ringraziare il vescovo minò le discordie insorte tra il re
,

gli disse che avea intenzione di d'Inghilterra Enrico II, e Deronog


consacrare al servigio di Dio uno re d' Irlanda, essendosi recato a tal
de' suoi cjuattro figli. Lorenzo ch'e- fine prima in Inghilterra, poscia iu
ra con kii, fece conoscere il suo Francia. Ritornando dal suo viag-
desiderio di esser egli a ciò desti- gio cadde malato, per cui fu co-
nalo ; e rimasto presso il vescovo, stretto fermarsi nel monastero dei
si avanzò sempre più in tutte le canonici regolari di Eu, sull'entra-
virtù. Non aveva ancora venticin- re della Normandia, ed ivi mori
que anni, che la morte rapi il ve- ai 14 di novembre 1181. Onorio
scovo, ch'era eziandio ahhate del li lo canonizzò nel 1226, con bolla
monastero di Glendenoch. Loren70 dell' 1 1 dicembre, in cui parla di
fu eletto ahbate, non volle ma ao- sette morti dal santo resuscitati. Le
celiare l'episcopato, addueendo di sacre ossa di lui conservansi anco-
non avere l'età prescritta da' cano- ra nella chiesa della badia di Eu,
ni.Governò la sua comunità, ch'e- sotto l'aitar maggiore ; ma qualche
ra assai numerosa, con ammirabile porzione di esse fu data ad altre
saggezza e pietà, e mentre una ter- chiese. La sua festa si celebra a' 1
ribile carestia desolò per quattr'an- novembre.
ni quella provincia, egli impiegò le LORENZO Giustiniani (s.), pri-

copiose i'endite del suo benefìzio mo patriarca di Venezia. Nacque


per ripararne i danni. Intanto es- in Venezia il i." di luglio i38r,
sendo morto r arcivescovo di Du- dal patrizio Bernardo della nobile

blino, Lorenzo fu eletto a succe- e cospicua famiglia, dei Giustinia-

dergli. Egli indusse, circa il i i63, ni, da una dama di casa Que-
e
i canonici della cattedrale a rice- rini. Fino dall' adolescenza dinio-
vere la regola dei canonici regolari, strossi d'animo grande e docile tem-
osservandola egli stesso, e portan- pra ; amava intertenersi con per-
done l'abito sotto quello proprio sone assennate, ed occuparsi in co-
tiella sua dignità. Ps'on mangiava se serie. In età di diciannov'anni
mai carni, digiunava tutti vener- i sentissi chiamato a consacrarsi a
dì in pane ed acqiUa, portava un Dio in modo particolare, e consul-
duro cilicio, e si dava spesso la tò intorno a ciò il saggio e dotto
disciplina. Senza contare gì' infelici suo KÌo materno Marino Querini
che assisteva colle sue limosine canonico regolare della congrega-
dava da mangiare a trenta poveri, zione di s. Giorgio in Alga, il qua-
ed anche più, nel suo palazzo. La le lo consigliò a far prova della sua

stessa premura avea egli pei biso- vocazione avvezzandosi alla pratica

gni spirituali del suo gregge ; so- delle austerità. D'allora in poi egli
prattutto non mancava mai di pre- si pose a macerare la sua carne
dicargli la paiola di Dio. Assistette con rigorose penitenze , e a darsi
al terzo concilio generale di Late- con instancabile ardore a tutti gli
rano del 1179: in questa occasio- esercizi della religione. Sua madre
ne fu mollo onorato dal Pontefice e i suoi amici, temendo che noa
Alessandro III, che lo nominò le- ne avesse a riportare grave scapito
gato della santa Sede nel regno la sua salute, cercarono distorlo dal
d'Irlanda. Fu s. Lorenzo che ter- disegno ch'egli si era proposto, e
198 LOR LOR
gli offtriianoun onorevole partito potè per esentarsi da tal dignità ;

nel mondo; ma egli non vedendu ma gli convenne obbedire, e portò


miglior modo di seumpare dai lacci sul seggio episcopale le austerità del
che gli avea teso nna male inlesa « hiostii), che accoppiò ad instanca-
tenerezza, fuggì di soppiatlo, e andò bile attività ed invittu costanza.
a vestir l'abito dei canonici rego- Seppe rappacificale le iliscoidie in-
lari di s. Giorgio. JN'on trovò egli testine dello stalo, e governare Ja
iittlla comunità asprezza alcuna che sua chiesa ne'tempi più burrascosi,
non avesse di già praticato, anzi con la stessa facilità con cui avreb-
i suoi superiori furono piuttosto be regolato un monastero. La sua
obbligati a rallentare il suo zelo a casa era composta di sole cincjue
questo riguardo. Egli andava in- persone, e tutlo spirava l'apostoli-
nanzi ai suoi fratelli piìi provetti ca povertà, considerando egli che la
celie vie della penitenza; non pi- virtù è l'unico fregio del carattere
giiavasi mai alcun passatempo; sof- episcopale, e che un vescovo noa
friva volentieri la fame e la sete dee avere altra famiglia fuor quel-
anche quando non era giorno di la dei poveri a questi non era mai
:

digiuno; era sempre il pruno agli chiusa la porta della sua casa , e
esercizi pubblici, e rultimu a par- chi provvedeva di pane, e chi di
tirne. Nessuna cosa eragli piìi gra- vestito, chi soccorreva nelle loro mi-
dita che aver occasione di pialicar serie, e chi confoiiava nelle loro
l'umiltà, e quindi si assumeva i pene. Egli faceva giungere per mez-
più dimessi servigi ; pollava sem- zo d'allri le sue limosine ai poveri
pre panni più sudici della comu-
i vergognosi o a quelli aveauo che
nità; obbediva al menomo cenno soll'erte Fon-
perdite considerabili.
che gli facesse conosceie la volon- dò quindici monasteri e molte chie-
tà del suo superiore; e quando an- se; visitò la diocesi con incredibile
fiava a questuare per le contrade, frutto ; tolse gli abusi ; eresse dieci
inosliavasi lieto allorché venia dis- parrocchie; pose un bell'ordine
prezzato o gli era detta villania. nella sua caltediale, e vi stabili
Innalzato al sacerdozio, si adope- nuove prebende. I sommi Pontefici
rò con molto frutto alla santifi- testimoniarono molta venerazione
cazione delle anime. Il fervore per Lorenzo ; ed Eugenio IV, aven-
pon cui celebrava i divini misteri, doselo fallo venire a Bologna, lo
facea viva impressione sopra gli accolse nel più onorevole modo, e
astanti, e destava in essi la fede: chiamollo il decoro dell'episcopato.
egli fu eziandio favoreggialo di mol- Nicolò V, che avea per lui gli stessi
le estasi. Nel 1424 fu eletto a ge- sentimenti^ coglieva tutte le occa-
nerale della sua congregazione: go- sioni di dargli le più manifeste pro-
veinolla con ammirabile saviezza ve dell' estinaazione in che lo te-
le diede eccellenti regole, e ne ri- nea ; e alla morte di Domenico
formò la disciplina per modo che Michieli ,
patriarca di Grado, la
ne fu poscia riguardalo come U quale avvenne nell'anno i45i ,

fondatore. Le sue vii tu, a tolti no- egli ne trasportò a Venezia la se-
te, determinarono il Papa Eugenio de patriarcale, e ne dichiarò Lo-
IV a nominarlo nel i433 vescovo renzo primo patriarca Sì univer-
di Venezia. Lorenzo fece quanto sale era il concetto della suii vir-
LOR LOR 199
lù, della sua savie?,?;» e dei suoi racconta come testimonio di vedu-
lumi, che a Roma non si esa- ta, ch'egli fu favorito del dono dei
minavano pure le cause ch'egli miracoli e di profezia. Fu beatifi-
aveva deciso, e nel caso di ap- cato nel 15^4 da Clemente VII,
pello si confermavano sempre le e canonizzato da Alessandro Vili
sentenze ch'egli avea dato. Tutti nel 1690, e ne venne assegnata la
questi segni di distinzione non can- festa ai 5 di settembre, giorno in

giarono nulla dei costumi e della ciii fu consacrato vescovo. Lasciò


maniera di vivere del santo pre- diverse opere di pietà, che sono
lato: sempre egualmente umile,
fu ciliare, solide, utili e piene di un-
disinteressato, penitente, modesto, zione , le quali furono parecchie
caritatevole, paziente nel sopporta- volte stampate ; la migliore edizio-
re i più sanguinosi oltraggi ed i ne è quella pubblicata a Venezia
piìi picranti motteggi di alcuni em- nel 175 da Isicolò Antonio Giu-
r

pi. Eblje la dolce compiacenza di stiniani benedettino cassinense, ve-


avere riformato il suo clero e il suo scovo di Verona. Le sue lettere ed
popolo ; e mori santamente, com'e- i suoi discorsi pieni di sentenze lo
ra vissuto, il giorno 8 gennaio i^^5, fecero soprannominare il Filosofo,
in età di seltantaquattro anni. Ri- LORENZO DA Brindisi (b.), ge-
cusò fino neir ultima sua malattia neiale dei cappuccini. Nato a' 22
un letto di piuma che gli si vo- luglio 5?9 da Guglielmo de Ros-
I

leva allestire, e volle morire sul si e da Elisabetta lilafella, ambe-


suo pagliericcio. Alla sua morte due di cospicue famiglie della città
nulla gli restò da disporre; tutla- di Brindisi, ricevette al sacro fon-
volta suo testamento per
fece il te il nome di Giulio Cesare, Ancor
esortare tutti gli uomini alla virtù, giovanissimo manifestò inclinazione
e per ordinare che lo si dovesse di entrare nell'ordine di s. Fran-
seppellire come un semplice reli- cesco, e padre suo secondandone
il

gioso nel suo monastero. 11 veneto la vocazione lo condusse al con-

senato però non volle che questa vento di s. Paolo in quella città,
idtima clausola fosse eseguita, e Io e lo mise sotto la direzione del p.
fece seppellire nell'allora cattedrale Giacomo, celebre predicatore del-
di s. Pietro di Castello, ove d'or- l'ordine. Allorché perdette suo pa-
dine pubblico nel 1649, P^'" ^'^^^ dre, fu allogato a Venezia presso
fatto nella guerra di Candia con- uno de' suoi zii, prete secolare dot-
tro il turco, fu eretto in onore del to e pio, il quale era incaricato
santo patriarca un sontuoso altare di ricevere presso di sé e di go-
nella cappella maggiore, sopra cui vernare i giovani che seguivano le
venne collocato il suo corpo in lezioni del collegio di s. Marco.
un' urna marmorea sostenuta da Conservando Giulio la sua incli-

vari angeli, e sovrastata dalla sua nazione alla vita religiosa, nel i^yS
statua ; altro altare gli fu dedicato entrò fra i cappuccini di Verona,
nella chiesa della Madonna dell'Or- per cominciarvi il suo noviziato,
to, già de' canonici regolari , con ed attento a tutti i suoi doveri si

celebre palla del Pordenone. Bei- meritò la stima e 1' amore de'suoi
nardo Giustiniani nipote del santo superiori e (rateili. Finito il suo
patriarca, che ne scrisse la vita anno di prova ,
pronunziò i voti
200 LOR LOR
assumentlo il nome di Lorenzo ; l'ammirazione generale. Il Papa ,
quindi fu mandato a compiere i essendo a Ferrara, lo invitò a pre-
suoi sUidi a Padova, e mentre se- dicare nella sua propria cappella,
guiva il corso di teologia fu prottios- e mostrò pubblicauieiite la conten-
so successivamente al suddiaconato tezza che gli avevano cagionata i

e al diaconato. L'ingegno slraordi- suoi discorsi. Con pari successo


narioe la pietà esemplare di Lorenzo annunziò Lorenzo la parola di Dio
indussero i suoi superiori a iiulo a Mantova, a l'adova, a Verona
annunziare la divina parola innan- ed a Venezia. Fu poscia eletto dai
zi che fosse innalzato al sacerdozio. suoi superiori a maestro di teolo-
Le prime di lui fatiche ebbero per gia uno de' conventi del suo orr
in

iscopo di correggere i cattivi co- dine; e dopo essere stato guardia-


stumi radicati fra gli studenti del- no di diversi altri conventi, diven-
l' imiversità di Padova. L' eloquen- ne provinciale di Toscana e degli
za di Lorenzo, e la grazia di sua sfati di Venezifi. Nel iSgB fu man-

pronunzia attirarono a' suoi discor- dato in ofllcio di deputato al ca-


si uomini d' ogni opinione. Egli si pitolo che si teneva a Roma, e fu
coritt;niie dapprima fra'principii ge- nominato dcliiiitore generale del-
nerali, schivando di olleudere chi l'ordine; ncila quale iinporlaiitis-
che sia di
; poi, dominando gli sima carica egli rese rilevanti ser-
anioìi guadagnando il cuore dei
e vigi alla sua congregazione pd al
suoi uditori, venne a combattere pubblico, perchè la sua abilità ner
la sregolala condotta degli studen- gli alfari non era men grande del-
ti. 1 suoi discorsi produssero mi- la sua naturale disposizione all' c-
rabili eifetti, e la folla che si pres- loquenza. Papa Clemente Vili
Il

sava intorno ai confessionali ed agli e r imperatore Rodolfo 11 lo in-


addimostrava qual
altari, felice ri- caricarono della fondazione de'cap-
forma di costumi crasi fatta in puccini negli stati imperiali dell'A-
Padova alla anno
fine del prioio jemagna e della Doeuiia : fonda-
di sua predicazione. L' umile Lo- zione che i nemici della Chiesa
renzo volea contentarsi dell'ordine cattolica, i quali in (|uel tempo si

di diacono che avea ricevuto, ma sforzavano di propagare il veleno


indotto dal comando de' suoi su- dell' eresia in tutte le parti di que-
periori si accostò al sacerdozio, do- sto vasto impero, videro con ispa-
po csservisi apparecchiato con lun- vento, e cercarono di opporvi».! vi-
ghi esercizi di penitenza e coli' o- gorosamente. Ma superati gli osta-
razione ; quindi riprese le latiche coli, il santo religioso ebbe la con-

del ministero evangelico. La sua ri- solazione di vedere coronate le sue


putazione crescendo sempre più, fatiche collo stabilimento dei tre
Clemente Vili lo chiamò a Ro- ponventi di Piaga, di Vienna e di
ma, affinchè lo aiutasse nella ese- Gratz, da' quali poscia trassero ori-
cuzione di un suo pensiero per la gine le tre provincie dell'ordine
conversione de' giudei stanziati nel- francescano d'Austria, di Boemia e
la città Lorenzo vi
e nei dintorni. <li Sliria. IMiuacciando frattanto
corrispose per modo che molti di Maometto III d'invadere l' Unghe-
essi si convertirono il bene ch'e- : ria, l'imperatore invilo tutti i prin-
gli operava lo rese l'oggetto del- cipi dell'Alemagna a venire in suo
LOR LOR 201
soccorso, e seco unirsi alla difesa cendo die ebbe più parte alla
della Per indurveli più
cristiauilà. vittoria egli solo, di tutte insieiiìe
facilmente, pensò di mandare ad le truppe. Finita la guerra, il p.
essi il padre Lorenzo, per solle- Lorenzo si accommiatò dall' impe-
citarli coi più pressanti motivi a ratoie, e si recò a Roma, ove es?

concorrere io questa bella impresa, sondo radunato il capitolo dell'or-


Riusci il santo religioso nella sua dine per l'elezione di un generale,
commissione; i soccorsi furono man- fu egli elevato con voti unanimi a
dati, e l'arciduca Mattia fratello questa carica. Occupandosi subito ,•
dell'imperatore fu scelto a gene- nella visita generale delle case deU
ralissimo dell'armata cristiana. Ad l'ordine, scorse il Milanese, la Fian-
istanza dell' arciduca, del nunzio e dra, la Francia, la Spagna 1' A-
e
di parecchi de' principi confedera- lemagna; visitò i principali conven-
ti, il Papa commise a Lorenzo di ti e vi radunò i deputati delle
recarsi egli pure all'armata, affine case meno considerabili. Qiial oUi-
di contribuire al buon esito del- mo padre, volle vedere tutti i suoi
r impresa. Giunto sul campo di figli per provvedere ai loro bisogni,
battaglia, colla croce inmano, arin- ed inculcar loro tutte le virtù re-
gò ferventemente ai soldati e li , ligiose, in particolar modo l'umil-
accertò di una sicura vittoria, ap- tà e l'obbedienza. Compiuta la vi-
parecchiandoli al combattimento col- sita,ed appressandosi il termine
l'orazione e colla penitenza. INon es- del suo generalato, il p. Lorenzo
scudo che diciottomi-
i cristiani si ricondusse a Roma, colla spe-
Ja, a fronte di ottantamila turchi, ranza di passare il resto de' suoi
questa enorme dilferenza rendeva giorni nell'eseroizio tranquillo dei-
perplesso il loro consiglio ; ma il l'orazione, e nella mortificazione.
p. Lorenzo li rincorò, ed opinò di Ma il Papa, l'imperatore ed prin- i

non differire l'attacco. Salito egli a cipi cattolici dell'Alemagua lo for-


cavallo e collocatosi nella prima zarono a prendersi 1' incarico di
fila , tenendo il Crocefisso
alto andare in uffizio di deputato a
in mano, esorlò con tanta for- Filippo IH re di Spagna, per in-
za cristiani alla pugna, che sca-
i durlo ad unirsi alla Lega cnllolica,
gliatisi addosso al nemico con va- eh' erasi formata contro 1' hnione
lore incredibile, lo ruppe e fugò protestante favorita da Enrico JV
da tutte le bande. Questa battaglia re di Francia. Filippo III, pieno di
fu data agli ii ottobre i6i ;
i stima pel santo religioso, gli fece
una seconda ebbe luogo a' 4 del- 1
la più lusinghiera accoglienza, con-
io stesso mese, e fu seguita dallo ferì con esso circa l'oggetto di sua
stesso successo. I turchi si ritira- missione, ed udito il suo consiglio
rono al di là del Danubio , dopo entrò nella lega. Trattenuto in J-
aver perduto trentamila uomini, spagna dal re , il p. Lorenzo vi
Inesprimibile fu l'ammirazione che spese utilmente il tempo del suo
il p. Lorenzo inspirò ai generali e soggiorno, facendo tutto il possi-
ai soldati il duca di Mercoeur,
: bile per procurare il bene della re-
che comandava sotto T arciduca, ligione. Ottenne la permissione di
j'ese testimonianza al coraggio e fondare una casa del suo ordine in
allo zelo del santo religioso , di- Casliglia, ed anche a Madrid si
102 LOR LOPt
f(jiuiò un convolilo di cappuccini, no di onori. Egli sofferse assni per
Inlanto il Papa, ad isluiira di al- n)ale di golia, ma solìViva in si-

cimi dt;' principali nieudjri della Icnzio, mentre il suo volto eia
e
lega callolica, ordinò al p. Loren- coporlo di un sudore cagionato da
zo di recarsi per gl'interessi della aciih dolori, conservava la dolcez-
niedesiina dal duca di l'aviera che za nei suoi sguardi e la pace nel suo
n'era il capo; e per dai e maggior cuore. Al suo ultimo ritorno ia
iaiportaiiza alla sua missione gli Roma ebbe una rivelazione della
conlijiì il titolo di nunzio apostoli- vicina sua morte Desiderando mo-
co e di ambasciatore straordinario rire nel suo luogo nativo, vi si re-
delia santa Sede appresso elettore, I co; ma non potè farvi limgo sog-
Tosto ch'egli ebbe adempiuto le in- giorno, poiché un ordine del Papa
leiizioni del santo Padre, ripresele obbligollo a trasferirsi a jVapoli
sue fatiche di missionario altraver- per le pressanti istanze dei capi
sando rAlemagna. liitornando a Ro- della nobiltà che di quella città,
ma, ove Paolo V avealo chiamato, malcontenta del governo arbitrario
volle visitare il santuario di Loreto, e tirannico del duca d'Ossona, che
ed ivi passò divolamente la quaresi- n'era il viceré, disegnarono manda-
ma. Giunto ucll'alma città, fu rtce- re il p. Lorenzo in Ispagna per es-
vulo dal Pontefice con grandi con- porre le loro querele al monarca.
Irassegni di onore, i cardinali lo ì\bilgrado gl'impedimeuli frapposti
lodarono a gara, e tutta la città dal governatore, Lorenzo giun- il p.
gli dimostrò la sua venerazione, se sano e salvo a Lisbona, dove il
Al capitolo generale fu una seconda re di Spagna, che avea unito il
volta nominalo deflnitore, e subito Portogallo alla sua corona, dimo-
dopo provinciale di Genova. Nel rava allora. 11 re si trovava ia
1617 fu dal Papa prescelto a pa- quel momento nel castello di Be-
cificare il re di Spagna col duca lem, poco lungi da questa città,
di Savoia, le cui contese potevano Accolse egli onorevolmente l'invia-
produrre una guerra generale in tOj e discusso più volte sopra l'og-
lutta l'Europa, e vi riuscì felice- getto di sua missione, decretò la
mente. In un'altra circostanza egli fu rivocazioue del duca di Ossona
del pari felice, arrestando le ostili- dalla dignità di viceré . Prima
tà (b 'erano per cominciare tra l'elet- che questo aliare fosse terminato,
tore di Baviera e l'arcivescovo di il p. Lorenzo andò a ricevere ia
Salisburgo. Se ammirabile si rese cielo la ricompensa delle lunghe e
il p. Lorenzo per tanti e sì im- numerose fatiche che avea soste-
portanti impieghi egregiamente sos- nulo per la gloria della religione
tenuti, e per le dignità di cui fu e per il pubblico bene. Poco do-
fregiato, non lo fu meno pel suo pò suo arrivo a Beleni fu as-
il

zelo religioso e per le sue esimie salitoda una forte dissenteria, e


virtù ed austera vita. Non è quin- finalmente il giorno 22 luglio 1619
di da meravigliare se fu l'ogget- passò alla beata immortalità, viva-
lo della pubblica venerazione: Pa- mente compianto da tutta la fami-
pi , cardmali ,
principi, sovrani, i glia reale, e da tutti quelli che a-
personaggi più ragguardevoli della veano potuto conoscere e stimare
t/hiesa e dello stato lo ricolmare- le sue rare qualità ed alili opera-
LOR LOR 2o3
zioni. La sua spoglia mortale fu Chiesa, e contraddistinto col titolo
trasportala a Villa-Franca, e de- di arcidiacono, fu dal Pontefice
posta nella chiesa dei eappiiccini. Pelagio li spedito in Costantino-
Sì grande ma la riputazione del- poli apocrisario all'imperatore Mau-
la santità Lorenzo clie il
del p. rizio. Il Papa s. Gregorio I si

Papa Urbano Vili, ad istanza del trovò nella dura necessità di de-
duca di Baviera e di quasi tutti i porlo dalla dignità cardinalizia, e
sovrani dell'Europa cattolica, accon- di rimoverlo da quel carico, come
senti nel 1624 t:lie si trattasse la fece nel mese di settembre 5t)\, a

causa della di lui canonizzazione. La cagione de' suoi enormi delitti, ol-

morte tiel cardinal di s. Giorgio, che tre il vizio di superbia da cui era
n'era il relatore, ritardò la con- dominato. Alcuni pretendono che
conclusioue del processo, che fu fosse avanzato al grado di prete
ripreso un secolo più tardi. Final- cardinale, col titolo di s. Silvestro
mente poiché si ebbero esaunnati nelle E!»(|uilie, ed alla carica di
con giandisssin)a cura gli scritti e bibliotecario di s. Chiesa, ma sif-

i molti miracoli del servo di Dio, fatta opinione il Cardella non am-
la coM"re£;Mzione de' riti decise u- mette.
nanimemente, li 29 marzo 1783, LORENZO, Cardinale. Lorenzo
potersi sicuramente procedere alla prete cardinale di s. Silvestro nel-
sua Pio VI approvò
beatificazione. le Esquilie, è assai diverso dal
tale decisione con decreto de' 17 precedente, e viene registrato tra
aprile seguente, ed il i." di giugno i cardinali di s. Gregorio I del
pubblicò il decreto di beatificazio- 590.
ne con grande solennità nella ba- 'LORETO (Lauretan). Città con
silica vaticana. L' elettore Carlo residenza vescovile della Marca
Teodoro conte palatino e duca di d' Ancona nello stato pontificio, e
Baviera assistette a questa augusta residenza del prelato commissario
cerimonia, ed espresse i sentimen- apostolico della santa Casa di Lo-
ti che la sua illustre casa ed i suoi reto e del suo governo. È distan-
sudditi avevano per la memoria te cinque leghe al nord-est da
del p. Lorenzo, sollecitando istante- Macerala, sei leghe al sud est da
aiente il Papa a proseguire la cau- Ancona, una lega all' ovest dal
sa della canonizzazione di que- niare e dal porto di Recanati, e
sto santo i^ligioso. Il b. Lo- miglia 176 da Roma; latitudine
renzo lasciò nove opere che rima- nord 43 27°, 1. est i" 8°. La
sero manoscritte, consistenti in una distanza delle poste da Loreto a
spiegazione della Genesi, in disser- diverse parti d' Italia è riportata
tazioni dommatiche contro Lutero, nella descrizione che si legge nel-
ed in sermoni. La sua vita fu l'opera intitolata : Relazione l'slori-

scritta dal p. Angelo Maria da ca delle prodigiose tradazioni del-


Voltaggio, e pubblicata in Roma la santa casa di JSazarelte ora
nel 17 IO. venerata in Loreto , del defunto
LORENZO Antipapa. F. Anti- sacerdote d. Vincenzo Murri be-
papa IV. neficiato della sacrosanta basilica^
LORENZO, Cardinale. Lorenzo retnfìcata ed accresciuta dall'ar-
diacono cardinale di aauta romana ciprete d. Lucio Gianuizzi nuovo
ani LOR LOR
lusloile del tesoro, coli' elenco del- state edificate nel ponlifìcalo di
le ss. indulgenze, e la descrizione Leone X, per o[)era del Sansovino,
dei [ji'.i f^ (talifica li doni che ador- come dice il Vasari, unitamente
nano nrc^enlenienlc la santa slatiia ai due baluardi, de' quali rimane
e risorgere fanno il tesoro del intatto, cojn'era anticamente, (juei-
saniuario. lulizioixe XVlll. Loreto lo solo detto dell'ospedale; e gli

presso i fratt'Ili Rossi i84«: noi altri fortini j assai però rovinati,
184') li» (ylla la XIX. Questa ce- sono del tempo di Urbano Vili.
J.ehralissiuia ed avventurosa città, L' an)pia strada Romana che mette
chiiiiiiata giù villa di s. Maria, a Porta Romana e guida al su-
castello di s. Maria, Loreto e Fe- pcrioi-e monte, chiamasi
ripiano o
lice da Sisto V, sia pel tesoro iiie- di Rlonfe Reale, evenne formata
slunabile che possiede nel santua- da Antonio Sangallo sotto Clemen-
rio elle non ha pari in tutto il te VII, resa più agiata da Pao-
mondo, tranne il s. Sepolcro, sia lo III, e poi di nuovo da Sisto V
jj(d suo nome che portava prima e dalla comunità di Loreto. Il
del pontificato, contiene circa die- sobborgo della detta via è fian-
cimila abitanti. Giace la città va- cheggiato da graziosi e bene ar-
gamente su due ripiani di due ri- chitettati edifizi, che ne formano
denti colline, sulla riva destra del il più grato punto di vista. Oltre
]\lu.sone e uon lungi dalla sua fo- la piazza del santuario, nobilissi-
ce, in aria buona. Un orizzonte il ma, delta della Madonna, avvi
più ameno e pittorico di mare, quella de' Galli. La piazza de'Galli
\alli, colli e monti incanta l'oc- è così chiamata da una fontana
chio dei riguardanti. A sinistra del- che ha da un lato, adorna di
v'

la citlà corre la deliziosa strada un drago e di quattro galli scol-


provinciale sul lido del mare ver- piti in bronzo, che gettano acqua,

go Fermo, Ascoli, e pel Tronto nel opere di Pietro Paolo Jacomelti. I


regno di Napoli. Nel più basso è due piccoli obelischi eretti sull'in-
!a città propriamente delta, che ha gresso di questa piazza, uscendo
Muira merlate che la circondano, dalla citlà, sono del tempo del go-
con validi bastioni e due porte che vernatore Benlivoglio. La piazza
le danno accesso, cioè Porta Ma- della Madonna lia di circuito circa
ìina e Porta Romana. La Porta mille pohni, formata da An-
cos'i

IMarina conduce a liecanati e ad tonio da Sangallo sotlo


Picconi
Ancona. La Romana pure Porta Clemente VII, spianando un cam-
vi conduce, prima ad aprir-
fi fu la po eh' era dinanzi alla chiesa. La
ei allorché Loreto venne cinto di fontana quivi eretta nel mezzo,
nimo; è decorata di due profeti e venne fatta nel pontificato di Pao^-
di una Madonna di marmo, forse lo \ ed interamente abbellita in
;

ficolture di discepoli del Sansovi- quello del successore Gregorio XV,


!io : essa ricevette notabile risarci- (li stemnd, di aquile, di draghi e
mento, come si vede dalla lapide di Iriloni di bronzo, opere ammi-
eh' è sopra, avendo la tutela di rabili ili Tarquinio e Pietropaolo
Loreto il cardinal Gallo, e di nuo- Jaeomctti, nipoti ed allievi del
vo non ha guari. Le più belle e Calcagni. Una doppia fila di bot-
pili auliche mura superstiti souo Icj^hc, oTe si veudouo divo55Ìouali,
LOR LOR 50*;

«ome corone, rosari, crocefìsi;!, me- esposte a ponente, si vedono aliri

daglie, candele, campanelli ec., che bei quadri, e le due stanze coper-
si portano nel santiunio a benedi- te damaschi e guarnite di dop-
di
re e toccare l.i sacra scodella e le pieri di cristallo, hanno le volte ben
pareti, guida dallaPorta Piomana dipinte a secco da Francesco Tagni
all'interna piazza che precede il ornatista bolognese. Visitando le al-
venerando santuario, the descrive- tre stanze alla stessa mano sinistra
remo verso il fine di questo arti- esposte a leyantCj trovanti altri bel-
colo. lissimi quadri. Piientrando poi nel
Ivi è il palazzo apostolico , va- salone e da questo passando nelle
stissimo fabbricato, degno di qua- camere a mano dritta si novano
lunque città capitale, cominciato altri quadri menlre le
pregevoli ;

circa i5fo da Giulio il, con


il pareti dell' ultima camera o salone
disegno Bramante Lazzari da
di esposto a tramontana, sono ricoper-
Urbino, composto di due grandi te di arazzi eseguiti con disegni di
loggiati ad arco rotondo, coronati Rafìiiele d' Urbino, alcuni cartoni
di balaustrata, de' quali l'inferiore de' quali sono in Londra, essendo
è ne' pilastri d'ordine dorico, il stati comprati da Carlo 1 ; gli arazzi

superiore d'ordine jonico, formato furono donati alla s. Casa dal car-
di due bracci, cbe compiscono la dinale Sforza Pallavicini con bene-
metà di un parallelogrammo, con- placito di Urbano Vili. Dalla sala
dotto l'anno lySo fino al punto degli arazzi ritornando nel loggia-
in cui esiste, sotto il pontificato di to, quivi ritrovansi due scale, una
Benedetto XIV, come rilevasi dalla che ascende e mette all'ospizio dei
lapide nel frontispizio sopra la rin- penitenzieri apostolici minori con-
ghiera. Contiene nel piano terra o ventuali , r altra che discende eoa
inferiore, le abitazioni pei canonici, due vani, va al piano ove si trova '

e nel piano superiore quelle di subito a mano destra una parte


monsignor vescovo, di monsignor che mette nel tinello, presentemen-
governatore o commissario, e l'ap- te oratorio notturno. Dipinto per
partamento nobile detto de' princi- tutta la volta da pittori della scuo-
pi, a cui dà r ingresso ima porta la del Roncalli, quivi è un bel fre-
grande che vede il levante. Entrati sco colla Cena, che serve di qua-
appena in tale porta, si è in un sa- dro all'altare erettovi. L'altro bel-
lone ornato spccialn)ente di queste lissimo, segato da dove rimaneva e
pitture. Le due grandi tele laterali formato sul muro a mano dritta
rappresentano, una la città di Lo- entrovi il battesimo di Gesìi Cristo,
reto con in aria tre ovati colle fi- è fattura del Tibaldi, ed antica-
gure di tre Papi suoi insigni be- mente era tavola dell'altare del-
nefattori, cioè Leone X, Sisto V e l'Assunta d'oggidì, fatto a spese del
Benedetto XIV; l'altra esprime la cardinal Triichses, che ivi fu elli-
Traslazione prodigiosa della s. Casa: giato. Rientrando nel portico del
ambedue sono di Francesco Foschi palazzo è rimarchevole la spezieria,
valente paesista. Adornano il rima- celebre per trecentocinquanta vasi
nente delle pareti molti quadri di che si dicono dipinti coi disegni di
eccellenti pennelli. Dalla sala an- Raffaele, di Giulio Romano, di Mi-
dando alle stanze da mano sinistra, chelangelo e di altri valenti pittori.
2o6 LOR LOR
quali vedono in due stanze e c^\ì\
si benefìzio e coltura de' loretani : que-
nppaitcnneio alla spcziciia del du- sto fabbricato fu innalzato ed am-
ca di Urbino Francesco Maria, di j)Iiato nel 182S, sopra l'antico col-
cui sono dono. I più i)elli riman- legio Illirico, di cui riparleremo piìi

gono dentro la prima st;ui7.a, e rap- volte in progresso dell'articolo.Que-


prt-senlano i dodici apusloli, s. Gio- sto collegio grandemente fiorisce ed
vaiinij s. Paolo primo eremita, la è divenuto come un illustre einna-
casta Susanna e ilGiobbe moribon- sio, dappoiché ivi si insegnano alcu-
do, che dicoiisi da alcuni impro- ne delle scientifiche facoltà, aggiun-
priamente di PialFaello, giacché tut- te qualcuna d(dle belle arti e la
to al più vennero eseguiti sui di musica, cioè il violino, violoncello
lui disegni ;
gli altri figurano fatti e pianoforte; il maestro di disegno
del vecchio Testamento, azioni de- è limitato all'architettura, ornato,
gli antichi romani, le Metamorfosi paesaggio , ec. tranne la figura. I

d' Ovidio, e scherzi di fanciulli ,


fratelli delle scuole cristiane hanno
in numero questi di ottantaquattro, cura dei fanciulli della città, istruen-
uno dilierente dall' altro. Sono as- do tutti secondo 1' istituzione e lo
saissimo a[)prezzati questi vasi, tanto spirito della loro vocazione. Le mo-
per la bellezza, che per la rarità, nache del sacro Cuore si occupano
e fu stampato dal Bartoli nelle sue dell' educazione interna ed esterna

Glorie maestose del santuario dì delle fanciulle: esse abitano un bel


Loreto, cap. XX,
che un grandu- locale già degli agostiniani, da loro
ca di Toscana avido di acquistarli, risarcito ed abbellito per l'educan-
propose di cambiarli per altrettan- dato delle nobili e civili donzelle.
ti vasi di argento a peso eguale; Le maestre pie dell'orfanotrofio
e la regina Cristina di Svezia ebbe fondato da monsignor Pietro An-
a dire, che più del tesoro di s. tonio Crislianopolo canonico meri-
Casa li stimava, mentre una s\ nu- tissimo della basilica Loretana, per
merosa e sorprendente collezione le povere zitelle, sono animate da
non si trova altrove. Grandiose poi lodevole zelo. Presso ad esso vi è
sono le sotterranee cantine, ove è li- ilmonastero di s. Maria delle mo-
posto il vino dell' amminislrazione nache Clarisse ed il convento dei
,

ìauretana, le quali si fauno rimar- minori osservanti, tutti e tre vasti


care ancora per la loro tenuta , e e bei locali nella via Monte Reale,
per r ampiezza delle sue botti, la nel luogo detto de* quattro venti.
maggiore delle quali è capace di L'ospizio de' cappuccini (u fatto fab-
conttnere circa centottanla some bricare nel 1640 dal cartlinale An-
di vmo. tonio Barberini, già cappuccino , e
Ninna sorta di educazione ed fratello Urbano Vili. Gli infer-
di

istruzione morale e scientifica oggi rai loretani hanno conveniente ospe-

manca a Loreto. Nel collegio e con- dale civico, ma di proprietà e man-


vitto Illirico-Piceno i gesuiti tengo- tenuto a tutte spese del santuario.
no aperto fino dal i835 un nu- Una volta ne'primi tempi loretani
meroso convitto di giovanetti, che al- esisteva ancora l'ospedale tassativa-
levano nella pietà e nelle scienze; mente pei pellegrini infermi. Vi si

come pine vi sono le pubbliche ricevono per altro oggi ancora la

scuole rette dai medesimi gesuiti a quello civico.


LOR LOR 207
Vi sono pure confialernite , ed della basilica Lniuetana consistono
il fMoute di pietà ossia il monte come segue. Le veslimeiita corali
fiumenlario, istituito pei soli coloni per le cinque dignità in tutto
del santuario. Dell'opera pia fran- l'anno sono rocchello e mantel-
cese di Loreto, ne parlammo al letta prelatizia , e questa di la-

vol. XXVI, p. 2 3o del Dizionario, na o di seta secondo le slagio-


Alla coltura poi dello spirito , per ni, senza però le filettature cremi-
le per la celebrazione
confessioni, si; pei canonici, dalla vigilia d'O-
numerosa delle messe, e per il de- gnissanti a vespero lino alla com-
coro delle tante sacre funzioni che pietà del sabbato santo, la cappa
si fanno nella basilica Lauretana, magna con pelli diarmellino, sopra
che è il solo pubblico tempio cui il rocchetto; e pei beneficiati e cb;e-
i cittadini convengono, oltre un ca- rici beneficiati la cappa con pelli di
pitolo e clero numeroso e rispetta- pelo grigio, sopra il rocchetto senza
bile con rinomata cappella di molti maniche. Dalla compieta del sabbato
cantori sono dedicati il collegio
,
santo a tutta la domenica della ss.

de' penitenzieri minori conventuali. Trinità, pei canonici le cappe sono


i gesuiti, cappuccini, ed
i minori i di ormesino rosso, pei beneliciali e
osservanti i cappuccini tra le opere
: chierici beneficiati la cappa è di or-

in cui si esercitano, si sono scelli quasi mesino cenerino. Dal lunedì dopo
in privilegio della loro umiltà ,
la ss. Trinità ai vesperi della prima
quella di spazzare giorno la ogni domenica di ottobre, pei canonici si

sacra cappella. Nei tempi andati e usa la cotta so[)ra il rocchetto, e


prima dell' ultime vicende e del le- pei beneficiati e chierici beneficiiiti

gno italico, avevano ospizio in Lo- la sola colta ; siccome dai vespeii
reto gli agostiniani calzati e scalzi, di quella prima domenica ai vespe-
i domenicani, i minimi o paololti, ri d'Ognissanti di bel nuovo la cap-
ed i religiosi del terz'ordine di s. pa di ormesino rispettivamente ros-
Francesco, non che serviti. Oggi i sa o cenerina. Per breve di Pio \ li
non vi rimangono ihe nominati i emanato nel i8o3, dopo la reslitu-
coiiventuali , osservanti e cappucci- zione della santa statua al santua-
ni, oltre, i gesuiti. Nella callediale rio, il capitolo fu decorato della
Lauretana il capitolo si compone veste paonazza e della croce
talare
di cinqiie dignità, cioè 1'
arcidiaco- sopra gì' indumenti corali, sostenu*
no, 1' arciprete, il primicerio, il te- ta da cordone con nappa o fiocco
soriere ed decano; di diecinove il di seta nero intarsialo d'oro: qise-
canonici compresa la prebenda del sta croce, che nella grandezza è
teologo, de'quali dodici furono istitoi. come la vescovile, ha nel suo drit*
li da Sisto V nella erezione delia lo incisa la statua della Beata Ver*
cattedrale, e diconsi di prima ere/io- gine Loretana colla sottoposta iscri-
ne, chiamandosi di seconda erezio- zione: pjus vii restituit ; e nel
ne gli altri sette successivamente rovescio il gonfalone, insegna della
istituiti per pii legati di benefattori; cattedrale basilica. Il clero è dece-
di dodici beneficiati e di altrettanti rato di medaglia sopra le vesti co-
chierici beneficiali, oltre altri preti rali colle stesse incisioni, sostenuta
e chierici addetti all' ufìizialura. Le da cordone con fiocco di seta nera,
insegne corali del capitolo e clero 11 capitolo in ogni epoca ebbe molti
2o8 LOR LOR
personaggi per tlolliiii;» e pietà il- dal popolo creduta un volo, e per
liistiì. votiva si trovi eziandio talvolta re-
La basilica è l' iinicr? cliiesa par- gistrata nelle memorie pubbliche
rocchiale (li Loreto , e perciò mu- dell'illustre municipio di Recanati;
nita del fonte battesimale. La cura tuttavolta non si rinviene I* atto
delle anime era abitualmente presso primario e solenne di questo voto,
il capitolo, ma sono ormai cento e né nelle istorie recanatesi se ne ri-
cinquanta anni che vi rinunziò , ferisce l'origine ed il motivo. Il

ed il vescovo elegge due par- i perchè con molta ragione si dubi-


rochi, i quali senza positiva ne- ta che veramente sia voto, e piut-
cessità non occorre che siano ad- tosto credesi pio e lodevole costu-
detti a sacerdoti corali, dopo che me, ma tanto antico che ormai è
dal fondo delle parrocchie povere, riguardato come indispensabile ob-
e dal reddito di cjualche benefìcio bligazione.Certa notizia di voto si
semplice, se ne va costituendo la ha solo riguardo ad una ricca co-
congrua ; ad un terzo parroco poi, rona d' oro con balascio di gran-
nominato e provveduto dall'ammini- dissimo valore, ed altre pietre pre-
strazione della santa Casa, è com- ziose, promessa nel 1496 dalla città
messa la cura dei contadini del di Recanati, con decreto del pubblico
santuario intorno a Loreto e de- , consiglio, alla statua della V>. V. Lo-
gl' impiegati della santa Casa. Il ci- letana, per ottenere la liberazione
miterio fu ediOralo con disegno do- dalla peste che in quell' anno di
rico, nel pontificato di Clemente X, nuovo infieriva in tutto il Piceno,
l'anno 1675. Oltre la festa prima- così in Recanati ; e detta corona
ria e solennissima della venuta o (essa piìi non esiste perchè soggiac-
traslazione della s. Casa in Loreto, que alla sorte di tutto il tesoro
che si celebra nel i o dicembre, altre del santuario ne' passati tempi di
due ve ne sono nel corso dell'anno : trista ricordanza ) i recanatesi por-
la prima è dell' Annunziazione a' 2 tarono processionalmente al san-
marzo, per la quale il capitolo e tuario , ed in forma pubblica ven-
il clero col magistrato di Kecanati ne imposta all' immagine della
si recano processionalmente nella Madonna con stabilirsi poi diverse
s. Casa, come si suol dire a scio- altre formalità come si legge nel
gliere il voto fatto, di che andiamo § CLXXXIII della riputatissima
a dare un cenno sulla sua origine; opera inedita intitolata : De eccle-
l'altra della Natività della Beata sia Recinalensi et Lauretana, di
Vergine nel di 8 settembre ,
pre- cui è benemerito autore il canoni-
ceduta da otto giorni di ragguar- co Vogel, il quale più che altri
devolissima tìera e di straordinario potè conoscere l' istoria recanatese^
concorso^ mai paragonabile a quello eppure nulla ha riferito sul fatto
imtnenso per la festa principale. del voto della processione di cui
11 clero e magistrato recanatese parliamo. Il Vogel dice che la co-
va processionalmente in ciascun an- rona costò cento scudi d'oro, che
no li 25 marzo a visitare il san- le matrone recanatesi vi aggiun-
tuario di Loreto per antica ed im- sero moltissime pietre preziose, e
memorabile consuetudine. Vera- specialmente un pregevolissimo ba-
mente sebbene tal processione sia lascio valutato scudi quattordioimi-
LOR LOR 209
la, che il magistiato ordinò non si distinto da Dio col collocarvi la
potesse né alienare, né rimovere, e santa Casa di Nazaret.
che ciascun anno per memoria e Avvi in Loreto un piccolo e gra-
divozione la stessa corona fosse le- zioso teatro, ove non si davano
vata, e dai magistrati della comu- per ordinario che sacre rappresen-
ne recanatese fosse portata in pro- tazioni ; come pure il carnevalesco
cessione, e rimessa in capo alla Bea- divertimento delle maschere è nel
ta Vergine. Di ciò n?e fece decreto recinto delle mura castellane proi-
di approvazione il caidinal vesco- bito, e si tollera soltanto insieme
vo Girolamo Basso della Rovere alle danze nell' esferno sobborgo :
indi confermato da Giulio II e da la danza si esercitò anche nel re-
altri Pontefici. Dice finalmente il cinto della cittadella ; ma dopo il

lodato scrittore, che la processio- i83o il detto pubblico teatro è


ne fu stabilita con decreto dei sempre chiuso per superiore dispo-
24 marzo dell'anno 1498^ doven- sizione. Monte Reale, a
Nella via
dovi intervenire ancora i religiosi, e destra del luogo delle monache del
tutte le confraternite seguile dal sacro Cuore, vi è un prato. Nei
popolo. Certo è però , che per te- tempi addietro era adornato di se-
stimonianza riferita dagli annali re- dili, di arco e di fontana, non che
canatesi in piìi luoghi ,
prima del di alberi da rendere ombra ; al
1496 era già in uso la soddisfazione presente privo d'ogni cosa, per la
di questo che diciamo voto, ed il sua amena situazione , da qui si

ripetiamo, al presente si credereb- gode una vista deliziosa delle sot-


be mancare a precisa obbligazione, toposte campagne, dei colli vicini,
e quasi violare un voto, qualora non del piccolo fiume, del monte d'An-
si praticasse annualmente si pia di- cona, e del mare. A sinistra e in
vozione coU'usata solennità; ed il cle- poca distanza per andaie a Reca-
ro recanatese ha diritto agli onori nati, evvi il colle di s. Girolamo,
che riceve dal lordano per
clero cosi chiamato dall' immagine del
sanzione di due bolle di Clemente santo dottore, ch'era dipinta nel
Vili, e per decreto della sacra con- quadro della cappella del casino
gregazione de' riti, il tutto riporta- dei prelati governatori di santa Ca-
to a p. i38 e seg. nel libro inti- sa, che quivi esisteva , unitamente
tolato Bidlae et breviae diverso-
: ad ima piccola deliziosa villa. In
nini sani. Pont, super privilegiis ac questo luogo nel i83r) i gesuiti a
facidtalibus di. reipub. Recinetensì, cura del p. Luigi Stirati, allora ze-
concessìs et impartitis. Recaneti lante rettore del collegio Illirico-
i6o5, denuo Auximi 1776. Se
et Piceno, incominciarono un gran-
poi il cattivo tempo impedisce ai dioso fabbricato, per la villeggia-
25 marzo la processione, essa si tura dei padri gesuiti professori
l'imette in altro giorno festivo, e delle scienze , delle numerose ca-
ciò si è osservato religiosamente an- merate de'nobili convittori, e degli
che nei tempi più difficili di fazio- alunni illirici. Un miglio e più da
ni e sconvolgimenti politici. Cosa questo edifizio si ammira un ma-
molto conveniente ad un popolo il gnifico acquedotto ad archi, ch'esce
cui territorio fu tanto favorito e da un ripido colle, ed entra in un
VOL. XXXIX. «4
2 IO LOR LOR
aUio assai più montuoso, opera si- Congregazione Laurelana [Tefli),
mile a quelle che fecero in Roma sopprimendo il protettorato, <• coii-
gì' imperatori. Tale fabbricato uni- fermanflo l'e-ionzione del santuario
sce i condotti sotterranei, che cor- dalla giurisdizione dell'ordinario,
rendo ben cinrpie e pili miglia niiovainenle assoggettandolo imme-
conducono l'acqua alla fontana del- diatamente al Papa e alla Sede a-
la piazza della Madonna, e da que- postolica. Dichiarò prefetto della
sta si dirama alla fontana de' Galli, congregazione il cardinal segretario
alla spezicria, ai cnppuccini, all'ospe- di stato prò tempore; ma il Pon-
dale, e in vari altri luoghi. Questo tefice Gregorio \\I nel dividere
grandioso lavoro costò centott.uifasei- le attribuzioni del segretario di sta-
mila scudi, per magnanima disposizio- lo in due cardinali nel i833, de-
ne di Paolo Vj per cui il suo nipote stinò prefetto della congregazione
cardinal Scipione Borghese, nel 1 620, il cardinal segretario per gli afiari
alla metà di detti aiclii pose mnr- di stato interni, il quale negli af-
njorea iscrizione a memoria del be- fari comunica col prelato ammini-
nefìzio, essendo egli protettore del stratore o commissario, succeduto
santuario. al governatore. Riguardo al pin-
Il patrimonio e la rendita del gue patrimonio della santa Casa, si
santuario di Loreto, da quattro se- è con ammirazione osservato che ,

coli fatta cospicua per le largizioni laddove tutti beni ecclesiastici ed


i

de' Pontefici, e le obblazioni dei ovunque nelle fatali vicende poli-


fedelid'ogni grado e condizione, tiche degli ultimi anni del secolo
fu di bisogno di amministratori di passato e dei primi del corrente,
riputazione e di autorità che la cu- soffrirono la dispersione e il depau-

rassero, e ad essa esclusivamente si peramento, il solo patrimonio laii-


dedicassero. Perciò i Papi, che di- relano, ebbe un cuiatore speciale
rettamente si riserbarono la so- costituito dalla potestà di que tem-
vrana vigilanza sul culto e sui be- pi , che lo amministrasse; quintli
i
ni del santuario, scelsero i cardi- per una provvidenza superiore sì ,

nali protettori del medesimo, con fatti curatori conservarono con di-
cui s' intendevano i prelati gover- ligenza beni della Madonna , ed
i

natori ch'egualmente nominava la erogarono le rendite al fine cui so-


santa Sede, e residenti sul luogo. no destinate, come risidta dai re-
Fu Giulio II che nel i5io stabilì gistri. L'amministrazione della santa
ilgovernatore in Loreto, giacché Casa, sotto l'occhio del prelato com-
per lo passato i prò tem-
vescovi missario, regolata con una <:unlri)l-
pore di Recanati coprivano una tal leria la più scrupolosa, e nei modi
carica; e l'olibligò a risiedere in computistici i piìi severi, risolve le
Loreto per custodire il gran san- sue rendite, d'annui scudi cinquan-
tuario. L'ultimo fra cardinali pro- i ta o sessantamila secondo le sta-
tettori fu Paluzzo Paluzzi degli gioni, in opere pie e legati che im-
Albertoni Altieri, adottato per ni- portano più di ventimila messe le-
pote da Clemente X, che morì nel gatario in ogni anno, oltre quasi
1698 a' 29 giugno. Il perchè In- altrettante messe avventizie, che si

nocenzo XI nel medesimo anno


I celebrano nella basilica; nel man-
istituì in Roma una cardinalizia tenimeni^o decoroso della basilica
LaR L R 2 n
stessa, del capitolo, del clero, dei due tra i più cospicui cittadini lai-

vari e numerosi ministri di chie- ci, come consultori del prelato com-
sa e dell' amministrazione, del col- missario; però la congregazione non
legio dei penitenzieri, dell'ospizio ha veruna ingerenza negli affari dei
de' cappuccini , della cappella dei patrimonio di santa Casa, ma si
musici, dell'ospedale pegl' infermi occupa esclusivamente degl' interessi
de' poveri delia città ; per la spe- amministrativi della città e terri-

zieria in servizio dell'ospedale, de- torio di Loreto, per cui i suoi mem-
gl' impiegati e de' poveri ; del sup- bri vengono pagati dall'erario pub-
plemento al collegio Illirico-Piceno, blico, a similitudine degli altri con-
del sussidio airorfanotrofio, agli ar- sultori delle delegazioni. Blonsignor
tisti e giornalieri, cui si provvede commissario unisce la parte politi-
coi lavori di città e di campagna. ca ed amministrativa pubblica, co-
11 clero oltre la congrua, e gl'im- me ogni prelato delegato nelle al-
piegati oltre l'onorario, ciascuno o- tre Provincie. Un tribunale di pri-
gni giorno riceve la parte del pane ma istanza con presidente, ed un
e dei vino, come fino agli ultimi assessore, giudicano le cause civili

del secolo passato usò il palazzo e criminali nelle loro rispettive at-
apostolico in Roma. Il santuario tribuzioni ; nelle cause del santua-
ha tre casse di cui tiene un conto rio vi sono giudici speciali. Il gonfa-
separato la computisteria, e sono loniere poi della città, gli anziani,
sotto la giurisdizione di monsignor ed il consiglio comunitativo curano
commissario; cioè i." la cassa cor- gì' interessi municipali. Nella giu-
rente, in cui figura l'entrata ed u- risdizione del vescovo di Loreto e
scita dell' anno , come in tutte le Piecanati, che dal in luglio 1846
amministrazioni ; i.° cassa vinco- è monsignor Francesco de' conti
lata, in cui debbono cadere i de- Brigante Colonna di Tivoli , per
nari da rinvestirsi ;
3.° cassa degli disposizione del Papa regnante Pio
ornati, la quale in forza di breve IX traslatato dall' arcivescovato in
apostolico apre solennemente e
si partibiis di Damasco, si compren-
pubblicamente, presente il commis- dono, prescindendo dalla diocesi di
sario, clero, magistrato, cappuccini Recanati, le popolose tene di Mon-
ed impiegati di santa Casa. Appar- te Lupone, Castel Fidardo e Monte
tengono a questa cassa i denari che Cassiano, i quali luoghi sono tutti
i fedeli sempre versarono nella cas- decorati di capitoli collegiali, e di
sa del santo cammino od altrove, monasteri uno e dell'altro ses-
dell'
ì doni e il di più delle limosine so. Abbiamo Antonio Salt, San-
di
delle messe avventizie in santa Casa tuario Lauretano di Maria, con le
e basilica, messe che pontiialmente varie traslazioni, con una breve
si soddisfano dal santuario. Tale cronica de' pi oletlori e governatori
cassa un anno per l'altro rende di esso, e delle cose piìi notabili
circa scudi duemila, compresi detti i che nel loro tempo si fecero, ed
doni ed offerte, e si erogano negli a ccaderono dall'anno 1291 sino al
ornati del santuario e basilica. 1646 e 47j Macerata, per Serafi-
Inoltre il prelato commissario a- no Paradisi i654- Si trova ancora
postolico è assistito da una congre- questa storia in ispagnuolo, e fu
gazione governativa , composta di pubblicala a Loreto nel 1647 da
212 LOR LOR
Gio. Battista Serafini. L'elenco dei ma Vergine, e che perciò si can-
governatoli di Loreto, nella citata giarono in santuari, e furono illu-
Relazione i<!lorica si legge a p. gr strati da grandi prodigi ; quale os-

sino a' nostri giorni. sequio potrà palleggiare la santità


In Loreto fiorirono molti uomini della casa, che la Donna eccelsa abi-
illustri per santità di vita, dignità tò con Giuseppe, e piìi specialmen-
ecclesiastiche, lettere, arti, magi- te la stanza ove fu salutata
felice,

strature, ed in altro, alcuni de'quali dall' Angelo, accolse nel verginal suo
nominiamo in questo articolo. La seno il Verbo incarnato , e passò
sola famiglia Pulidori lia dato alla la sua vita Gesù ? col fanciullo
patria tre ragguardevoli personag- Una simile stanza non può invi-
gi, cioè i tre liatelli, due vivi, l'al- diare che al paradiso. Accennando
tro defunto. Sono i primi il cnr- poi il eh. autore la venerazione che
dinal Paolo Polidori prefetto della la santa Casaha sempre ottenuta
sacra congregazione del concilio ,
in tutti tempi e da tutte le na-
i

abbate commendatario ed ordina- zioni, dice a pag. 12. Ma come


rio di vSubiaco, uno de' principali stringere in poche parole, ciò che
ornamenti del sacro collegio ; il se- promosse le benedizioni di tante lin-
condo è il sacerdote d. Luigi Po- gue e gli affetti di tutta la cristia-
lidori dimorante in Milano, chiaro nità? E in fatti, egli continua a di-
nella repubblica letteraria pe' suoi re, la basilica è frequentata tutti
scritti pubblicati colle stampe. Il i giorni ; si vedono continuamente
defunto è monsignor Arcangelo Po- gruppi di fedeli per ogni parte, e
lidori degno vescovo di Foligno, al soprattutto la sacra Cappella è
quale articolo parlammo de' suoi sempre piena di adoratori. Quanto
distinti meriti. Tra gli altri viventi si è detto degli altri santuari (ed
che al presente onorano Loreto, e il Riccardi ce ne diede la storia in
residenti in Roma, vanno ricordati quattro volumi, 1840-1 844, cioù
il p. Luigi Flamini da Loreto mi- la Storia de' santuari piit celebri
nistro generale de' minori osservan- di Maria Santissima sparsi nel
ti, ed il marchese Filippo Solaro inondo cristiano, riportando quella
membro della congregazione di revi- del Loietano nel t. Ili, p. 3), dei
sione. pellegrinaggi e dei concorsi che vi
arrivavano dalle terre e dalle cit-
Cenni storici deW origine di Loreto, tà convicine particolarmente negli
,

e della santa Casa di Naza- anni piìi prossimi alle apparizioni,


reth, e delle sue prodigiose tras- in quello di Loreto bisogna esfen-
lazioni. derlo alle nazioni ed ai secoli dal
principiare del decimoquarto sino
Il celebre, dotto e benemerito al corrente decimonono. In tutta
proposto di Bergamo d. Antonio la Marca piìi specialmente non vi
Riccardi, nella sua applaudita Sto- aveva villa, castello o città che o-
ria apologetica scriveva a pag. i. gni anno non inviasse numerosissi-
Se tanta venerazione prestiamo a me squadre alla santa Casa, ciò
que'luoghi, nei quali si vide per clieveniva imitato in gran parte
pochi momenti alcun segno di pas- da molte altre provincie dell'Italia.
seggiera apparizione della Beatissi- Procedevano spesso in piocessioni
LOR LOR 2i3
ordinate coi loro stendardi, con Sagramento. I prelati, i vescovi, i

sacerdoti, con musici, seguite dalie cardinali, i Pontefici, gli ambascia-


tavolette votive e dai doni che tori, i principi, i monarchi, i per-

portavano in segno dei benefìzi ri- sonaggi più illustri d' ogni nazio-

cevuti. Talvolta marciavano a bande ne sono venuti, od hanno man-


meno ordinate, cantando di trailo dato i loro voti alla santa Casa.
in trailo per istrada vicendevol- Che se è grande la frequenza, non
mente laudi spirituali in onore è minore la divozione. 1 pellegrini

di Dio e della Beatissima Vergine, si confessano e tcuaunicano, fanno


e risvegliando per tutto dove pas- le loro ofierte, e baciano quelle sa-
savano la divozione alla JMadoima cre pareli con un fervore degno
di Loreto. Appena scorgevano da dei primi tempi del cristianesimo.
lontano elevato sul colle il gran Quel luogo santo, al dire di quan-
tempio, s"" inginocchiavano tulli, e ti lo hanno in ogni tempo visitato
con lagrime nate dalla pietà salu- fra' quali io pure, eh' ebbi tanta
(

tavano r augusta Signora, poscia ventura e consolazione religiosa,

mettendosi in bella ordinanza schie- nel maggio i833, e. nel settembre


rati continuavano il viaggio cantan- 1841), e lo visitano tutto giorno,
do le litanie ed altri inni con se- inspira una commozione che toc-
gni di viva compunzione. Drappelli ca tutti i cuori. Par di mirare a
di pellegrini e molti divoti parti- di ancor 1' angelo amba-
sentire
colari di ogni condizione si succe- par di vedervi passeggiare
sciatore,
devano continuamente dalle più Gesù e Maria, sembra di udirne i
riaiole nazioni oltramontane. La soavi discorsi 1' anima è
primavera per la festa deil'Annun- presa da un sacro ardore, si guar*
ziazione di Maria, e l'autunno per da , si pensa, si piange, si prega
quella della Natività, due princi- tutto insieme. Gli uni fanno, altri
pali misteri della santa Casa, era- adempiono i voti fatti ; tutti si

no e sono tuttora i tempi del sciolgono dai loro peccati, depon-


più grande concorso. Tanto neli'u- gono gli odii, rinuiiziano ai sozzi

na come nell' altra di queste sta- al'Iellamenti e n'escono accesi d'un


gioni, per tre mesi continui, non santo fervore per cominciare una
passa giorno, che non vi arrivino nuova vita. 11 culto istesso che ,

nuovi divoti , o nuovi stuoli di vi mantiene sempre divoto


si e
pellegrini; ma poi nei due giorni decoroso, non può che aiutare le

delle solenni festività, al dire di più soavi inspirazioni. Ordinaria-


alcuni, si contarono spesso i cento mente vi si celebrano centoventi
e più mila forestieri. 11 numero messe giorno , e due sempre
al
straordinariamente sommo de'con- col canto de' musici All'altare .

fluenti aLoreto nello spazio d'una della santa Cappella, cominciando


giornata potrà essere di circa die- dall'aurora, vi possono essere con-
cimila, ed allora se vi passano la tinuale per privilegio sino al Ma-
cotte, veggonsi riposare anche sotto gnificat del vespero ; ed è permessa
i pubblici portici e presso le case de- sempre anche nei dì festivi la mes-
gli agricoltori. La comunione sta in sa votiva di s. Maria. Però note-
palila, ed ha luogo per la massima remo, che rilevasi dalle memorie
parte nel grande altare del ss. de« tempi passati, che quando il
2i4 LOR LOPt
segno del vcspeio era due ore in- lelli fu la patria dell'augustissima
ii.mzi a quello d'oggi, e quello del Vergine Madre di Dio, e la città
nialliilino all'ora dell'aurora, l'id- che racchiuse ne' suoi recinti la
lima messa nella santa Cappella so- propria di lei casa; quella mede-
leva finire col cominciare del det- sima cioè dov' ella nacque dai santi
to segno del vespero. Oggidì ben coniughi Gioacchino ed Anna, Tu-
di rado suole celebrarsi la messa no di Nazareth l' altro di Betlem-
nel santo luogo dopo hi una pò- me, in cui l'unica e unigenita loro
n)eridiana. L'Ughelli ncW Italia sa- figliuola allevarono fino al terzo
era, parlando a p. 7G6 del vesco- anno di sua età, dopo il quale i

vato e santuario di Loreto, questo medesimi genitori condussero iu


la
secondo chiama: Italiae dccus; or- Gerusalemme al tempio; ed ivi la
bis niiraculu/n, nationuni celcbritas, consacrarono a Dio. ÌNIorti nella ca-
gentiuin gaudium, asjlum piortim sa i santi genitori, la Beata Ver-
dtsidcriitr/ì, et amor. Ora passiamo gine restò proprietaria di essa ; e
ai cenni sforici di Loreto e del data poi in isposa all'uomo castis-
suo venerabile santuario ; della cit- simo s. Giuseppe, vi passò anche
là non possono riportare fatti
si questi ad abitarla, e vi dimorarono
speciali senza parlare della santa ambedue fino alla partenza per
Casa, essendo i suoi fasti compe- Betlemme. Fu in questa medesima
netrali con quelli del santuario. casa dove Maria \ ergine venne an-
imella Galilea, paese della Giù- nunziata dall arcangelo s. Gabriele
dea in Siria, presso il torrente di dell' incarnazione del Verbo eterno,
Cisone ed il monte Tabor, sorgeva che dovea prendere umana carne nei
sul facile pendio di ameno colle la di lei purissimo seno; e ricevuto da
città Nazareth [P'edi). Priu)a
di lei il consenso, divenne vera IMa-
che i romani conquistassero la Giù- dre di Dio, ed il divin Verbo con
dea, era stata di non piccola con- umana spoglia suo vero figlio. Ec-
siderazione tra le altre della prò- co come in questo sacrosanto iuo-
vincia ; ma in fine involta nella co- go seguì il mistero ineilàbile del-
ninne desolazione, dal suo primiero l'Incarnazione, e si diede principio
lustro cadde in tanta oscurità, che anzi si gettò il fondamento all' u-
s.Girolamo ci assicura, che al suo maua redenzione. Qui piu-e il Ver-
tempo era un semplice e rozzo vii- bo divino Gesù , dopo il ritorno
laggio. Lo zelo dei cristiani la rie- dall'Egitto, fece colla sua madre
dihcò, e fuvvi pure eretta una sede santissima il suo più lungo soggior-
nici vescovile, indi in pena forse del- no fino al tempo del suo batlesi-
l'apostasia dell' ultimo de' suoi pa- mo. Fino dai primi giorni del cri-
stori, ricadde talmente, che ora di lei stianesimo fu conosciuta la rive-
altro non vedesi che un misera- renza che meritava quella casa e
bile avanzo di poche grotte, unico stanza avventurosa ; e si vuole che
asilo de' fuggitivi, e singolarmente i santi apostoli la convertissero iu
degli arabi ; vi abitano dei cristia- una divota cappella, erigendovi un
ni, ne sono esclusi i giudei. Avvi semplice altaie con una croce di
Ja bellissima chiesa eietta nel luo- legno, dipinta sovr'essa rimmagiue
go ove era la santa Casa, e diversi del Redenlore, e colla statua di ce-
Juoghi di pie rimembranze, Naza- dro della Madie di Dm, lavoro elio
LOR LOR 2i5
tìicesi dell'evangelista s Luca. In la vera casa di Maria, e per tale
seguito la più gran parte della umilmente la venerò. Divisò la-

casa fti convertita in una chiesa sciarla nel semplicissimo stato ia


giacché erasi potuta preservare, non cui la rinvenne, erigendovi soltan-
senza divina disposizione , dal ter- to l'altare sopra il quale i santi
ribile saccheggio cui soggiacque Na- apostuli aveano offerto l' incruento
zareth neir anno 74 dell'era cri- sacrifizio, cioè nella cameretta del-
sliana, sotto Tito Vespasiano, e l'Annunziazione che formava parte
dalla licenza militare, dovendo ser- della casa, in sembianza di piccola
vire il sacro domicilio, pei disegni grotta, perchè situala in un angolo
di Dio, al cullo e venerazione del- addosso al monte esteriore, cresciu-

le genti. Ciò avvenne nell' impero to per gli avvallamenti della terra.
di Costantino il Grande, che ab- Per soddisfare poi la munifica sua
bracciando la religione cristiana ri- pietà, s. Elena ordinò ai minislri
donò la pace alla Chiesa. imperiali di fabbricale sopra e al-
L'imperatrice s. Elena madre di l'intorno della santa Casa, un ma-
Costantino, fu appunto quella che gnifico e sontuoso tenipio, facendo
convertì il luogo in chiesa, ed espo- incidere nella facciata esteriore que-
se alla pietà de' fedeli santuario sta iscrizione : haec est ara ix qua
tanto insigne. Recandosi essa in di- PRIMO JACTUM EST HUMA'VAE SALUTIS
voto pellegrinaggio ai luoghi santi FUNDAMEXTUM. Compresa la santa
della Palestina, secondo la piìi co- Casa a modo delle confessioni nel
mune opinione, nell'anno 826 o tempio, appena questo compito, si
827 visitò il Presepio in Betletn- sparse per lutto il mondo la fama
me, ed il Calvario ove ritrovò il del rinvenuto santuario ; la came-
santo Sepolcro e la vera croce. ra però dell'Annunziazione, che ri-
Dopo aver tolte ad essi ed alter- maneva sopra un piauo inferiore
rate le statue esecrabili di Adone, al rimanente della casa, si conser-
di Venere e di Giove, e di averli vò sempre venerala più specialmen-
convertili in santuari, pervenne a te come oratorio o cappella di detta
Nazareth di Galilea, ove non trovò chiesa. Fino d'allora si mossero a
vestigi di superstizione e di laidez- gara i popoli a venerare la casa
ze Dio non permise che fosse con-
: della Regina degli angeli , ed al-

taminalo in verun modo quel luo- trettanto fecero monarchi, principi,


go ov' ebbe principio l' umana ri- e personaggi per nascila e santità
parazione. Seguendo s. Elena gl'in- ragguardevoli. Tra gli altri la vi-
terni impulsi della speranza che la sitarono s. Girolamo con s. Paola
conduceva, ritrovò con pia conso- nei primi anni del quinto secolo
lazione e religioso tripudio il sacro non che un Eusebio: s. Girolamo
albergo della Vergine tra le rovine attesta che nei suoi tempi esiste-

della diroccata città. Dalle povere vano due chiese a Nazareth , una
nude pareli, dall'angusto focolare, nel luogo in cui era stala annun-
dallo scarso vasellame, dal meschi- ziata la Vergine, l'altra dove Gesù
no arredo domestiche sup-
delle Ciisto era stato nutrito; forse la
pellettili , ma
mollo più da un cer- bolteg-a Giuseppe si eseici-
in cui s.

to sacro orrore che ispira quell'au- tava ne' suoi lavori di falegname,
gusto recinto, riconobbe esser quella e frequentala da GcsLi, ove essen-
2.G LOR LOR
dovi stata eiella altra chiesa vi ove la buona novella fu dall' Ar-
resta ancora iiiì;t c;i[)[>ella nella quale cangelo annunziata a Maria ". Frat-
celeijiasi t|iiùlidiaiiainente la santa tanto sul fine del regno di Geru-
messa, come diremo al citato arti- salemme, fra le irruzioni de' sara-
colo Nazareth. Nel sesto secolo vi- ceni nel declinar del secolo duode-
sitò la santa Casa di Nazareth il cimo, il santuario provò ancor esso
vescovo Arculfo che ne fece rela- gli ultimi colpi della barbarie. Tut-
zione al monaco benedettino Adel- ta voi la 12 19 circa, e dopo
verso il

manno , il quale scrisse il viaggio aver celebrato il secondo capitolo,


di Palestina sul fine del secolo set- s. Francesco d'Asisi si recò a visi-
tint)o, nel quale vi accorreva gran lare i luoghi santi di Palestina, e
folla di devoli, come alferma il la santa Casa ancora esistente in
ven. Beda, che scrisse De locis saii- Nazareth. Allorché s. Luigi IX re
clis nel secolo ottavo. L' Adelnian- di Francia si porlo la prima volta
no e Beda ne visitarono il santua- alla crociata per riconquistare i luo-
rio. ghi santi di Palestina dalle mani
Questo monumento divise per de' saraceni, e dopo essere stato li-
molti secoli la venerazione di lutto beralo dalla schiavitù in cui era
il mondo cristiano, cogli a Uri luo- caduto, e prima di tornare in Fran-
ghi piii venerati di Terrasanta ; cia, potè nel I25i o i252 sicu-
ma finalmente l'aspre vicende della ramente portarsi iu Nazareth. Vi
Palestina, narrate dal Riccardi nel giunse appunto nel d'i 25 marzo,
t. I, p. 190 e seg. de' suoi Santità- festa della ss. Annunziata, altri di-
rij ed il ferro de' saraceni invaso- cono nella sua vigilia, e videsi eoa
ri, fecero andare in desolazione tut- istupore quel santo re muoversi a
te le chiese, e non lasciarono che piedi dal monte Tabor, quantun-
delle rovine intorno ai più antichi que fosse estremamente stanco, e
edifizi del cristianesimo orientale. digiunasse a pane ed acqua, vestito
Il tempio di Nazareth potè resiste- di cilizio, ed in portamento di grau
re ciò non pertanto al primo uito penitente, verso della città, dove
di quelle devastazioni, e risorse alla appena entrato por tossi tosto umile
sua prima gloria, do[)o che i cro- e piangente a venerare l'adorabile
ciali nel 1099 fondarono
regno il stanza di Maria, ed ivi nel seguen-
latino di G(:^rusaleinme[Fedi). Quin- te giorno della festa ascoltò la mes-
di verso il I 00 Nazareth fu ele-
1 sa e si comunicò. R.isalito poscia
vata al grado di metropoli vesco- nella superiore basilica, ordinò che
vile de' latini della seconda Pale- si celebrasse solenneruenle la messa
stina, e di tutte le chiese della Ga- nell'altare maggiore dal legato apo-
lilea, e ciò per 1' insigne santuario stolico della crociata, il cardinal
che possedeva. Abbiamo da Bol- Odone o Ottone di Chàleauroux
lando die 1 inaii t. Il, p. 3, che di Castel Ridolfo nella diocesi di
nell'anno 11 85 si recò nel tempio Bourges ,Tusculano, il
vescovo
di Nazareth il greco sacerdote Pho- quale nel comunicare il le avea re-
cas, che ne lasciò questa descrizio- citalo un bellissimo e commoven-
ne. » A manca dell'altare si trova lissimo discorso. Il re vi fece pure
un'apertura, nell'entrata si discende celebrare tutto l'offizio divino, cioè
alquanto, e si vede l'antica stanza il mattutino^ la messa ed il vespe-
LOR LOR 217
10. Cos\ s. Luigi IX eolla sua reale me fece di volo rjual fulmine *ter-
preseiiza accrebbe io splendore alla minatore la Giudea, la chiesa ma-
sontuosa pompa di quel faustissimo gnillca edificata da s. Elena , e
e glorioso giorno, e ne fece la re- portandone via i marmi de' quali
lazione il suo confessore con tutte erano i saraceni sommamente bra-
le circostanze, quale leggesi ancora mosi, più che d'oro e d'argento,
negli Script, ver. Gallic. t. IV, e. per ornare i loro bagni. E in fat-
11. Tuttora nella santa Casa, quan- ti i viaggiatori del tempo seguente
tunque guasta dal tempo, si vede dissero questa chiesa pene ilestnicta,
entro l'adorabile albergo una me- mentre i saraceni avran lasciato
moria di tale avvenimento. JVelIa la piccola edicola in sua originalità,
parte occidentale, ove rimane la Dal tenore della lettera di Urbano
piccola finestra, vi sono dipinte di- IV, il R-iccardia p. S5 e seg. con
verse in)magini in tre ordinij o sie- buone ragioni cangia la lettera in
no tre fascie disposte. Nella secon- un nuovo argomento della conser-
da di queste alla parte destra evvi vazione dell' esistenza della santa
un'immagine Beata Vergine
della Casa Nazareth anche dopo la
di
sedente, col Figlio io piedi sopra il distruzione del tempio; e conchiu-
greinbo, al di cui lato sta dritto de essere la lettera più atta a ri-
parimenti in piedi s. Luigi IX in cordare una causa della vicina sua
abito regio talare, con sottoveste a traslazione , che non il fatto della
sbarre rosse e bianche con manto distruzione della sacra Cappella .

di porpora, pendendogli dalla de- Certo sembra però, che allora la


slra mano un ferro, come insegna sacratissima camera si vide sempre
della sua prigionia, e tenendo eret- più esposta a nuovi oltraggi, dap-
la nella sinistra una verga a guisa poiché se coU'appoggio dei Papi,
di scettro, qual distintivo della real dei potentati cristiani, e de' cava-
sua dignità. Né è da credersi che lieri gerosolimitani, si potè mante-
recente sia simile pittura, poiché neie una qualche protezione sui
nel modo istesso vi fu veduto fino luoghi santi di Gerusalemme e dei-
dal momento in cui fermossi la la vicina Betlemme, quello di Na-
suiila Casa la prima volta in Dal- zaielh trovava troppo lontano per
si

mazia, come si legge nella Disserl. partecipare alla medesima prote-


crilicoist. cap. II, nura. 11. zione , e conservare un qualche
Ciò forse permise Dio, perché culto fra le burrasche di que'secoli:
il miracolo strepitoso delia trasla- disegnò adunque la provvidenza di
zione delia santa Casa comparisse togliere la santa Casa alla profana-
piìi luminoso e stupendo alle genti, zione dell'oriente, e farne un dono
Né giova, sull'esistenza della san- alla pietà dell'occidente, e dagl'infe-
ta Casaj addurre in contrario la deli darla in potere dei cristiani. In
lettera allo stesso s. Luigi IX scrit- riflesso de'narrati fatti pare che non
la dal Pontefice Urijano IV, in cui resti luogo a dubitare sulla certa
parlasi nel I263 della distruzione esistenza delia santa Casa di Ma-
delia chiesa dell'Annunziata in Na- ria Vergine in Nazareth di Gali-
zareth per opera di Saladino; poi- lea sino alia fine quasi del secolo
thè quoti avrà distrutta soltatito decimoterzo, che fu appunto nel
a manonicssa iu parte, passando co- 1291 che il sultano de' saraceni
2 1 L () R LO II

(li l'ii^illi) Kalil, lìn nidi clii.imatu mai veduto piantalo alcun edi(ì/io
McL'c .Sciaf, iiisoleiililo il.ille pre- pastorale tugurio onde la mera- ;

«ocleiili viltorie, s'iinpaclroiù tli tut- viglia dell'improvviso spettacolo at-


ta la Galilea colla strage eli veiili- tirò maggiormente a sé esUitici gli
cinqiieuiila cristiani, culla schiavitù sguardi e lo stupore di cpiella fa-

ili altri clueceiiloniila; ed a'a mag- Vdiita nazione. Subito accorsero


f^io culla c<iiii|iiisla della celebre tosto alla fama del portentoso mi-
'i'uleiiiaicle o s. (.iiuvantii d' Acii, 1 acolo molti dalmatini, ed avendo
lovosciò aliai tu m-lla Siiia il po- Osservalo posare la santa Casa sen-
tere de'ciistiani. Quelli che evita- za verun sostegno sull' ineguale
rono la prigionia o la morte, ab- terreno del colle, e consiiler itane
JjantlonaroMo il paese e quanto e- oltiemodo antica la strutlura, o-
Livi di sacro e venerando. Allora rienlali e slraniere le pietre, dura
(u cliiuso del tutto alla religione e vetusta la cementazione, entra-
ogni passo, e i luoghi santi espo- rono di dentro , e con niaggior
sti agl'insulti della più licenziosa sorpresa la osservarono coperta e
pruliuiazione; ed il l'ontefìce Nico- sollittata di legno di colore azzur-
lo IV ascolano inutilmente col suo ro dipinto, che ripartita in piccoli
zelo avea esortalo i principi cri- quadrati, reslava in essi adorna di
stiani a fijrniare nuiuerusa crocia- varie sLelle dorate, conforme al
ta per impedire tanta catastrofe. presente se ne osservano due pez-
Nel di lui pontificato l'onnipo- zi di detto sollìtto, rimastovi coi
tente Iddio, per sdvare la casa del- suoi barbacani dentro il santo cam-
la divina sua Madie, ov'ebbe prin- mino, uno sopra 1' armadio ove si

cipio la nostra umana redenzione, conservano le sacre reliquie, l'altro


tlalle profanazioni degl'infedeli, ope- so[tra la portieella di sotto le cam-
rò uno de' suoi più stupendi e pane. Il dintorno delle mura, lad-
inauditi prodigi, col togliere di
mez- dove il solhlto neir alto posava, lo
zo alle rovine
tempio di Na- del videro ornato di varie lunette o se-
zareth la santa camera, e solle- micerchi, che gli uni presso gli
vandola dai suoi fondamenti, feli- altri vicendevolmente disposti esi-
cemente per lunghissimi tratti d'a- bivano nel mezzo fermati al muro
ria e di n)ari, la fece portare col più vasellami e piatti di creta cot-
ministero degli angeli nelle parti ta in varie foggie dipinti. Videro
di Selli, ivonia verso le spiaggie di un piccolo altare unito al muro
Dalmazia sull'AdriaticOjCioè dall'Asia opposto alla porta, e sopra di es-
in Europa. Il mirabile trasferimento S(j in luogo ahpianto elevalo una
della s. Casa di Maria, da Nazareth antica croce greca coli' elìlgie del
di Galilea, alle contrade della fede- Crocelìsso dipinto in una tela ti-

le Schiavonia, accadde a' o maggio


i lata nella delta croce; come an-
1.Ì9Ì. Il luogo ove venne posata cora una divotissima statua di Ma-
in ha Tersatto e Fiume, antica- ria Vergine tenente iu braccio il

mente detto Tarsia. Questo s' in- bambino Gesù, luna e 1' altra con
nalza in faccia al mare e viene capelli e vesti incise alla nazare-
chiamalo liaunizza, ed è situato na. Parimente nel sinistro lato
])resso una piccola valle detta Do- dell ingresso osservarono un picco-
la/, dove per i'uddietro uuu si era lo armadio scavato uel muro, che
LOR LOR 219
atto sembrava alla custodia dt-'iitì- questi venne scello il medesimo
uuti utensili domestici, e da (jue- parroco e secoudochè
Alessandro,
sto ia poca disianza il sito di un attesta Pasconio minore os-
il p.
focoUue, o sia antico cammino. servante, gli furono compagni Si-
Ria perchè fosse sempre più con- gismondo Orsich e Giovanni Gre-
fermata la fede nei tersattesi, \olle goruzchi, ambedue per nascita e sa-
la \ergine aggiungere all'insolito viezza distinti ; i quali prese le mi-
avvenimento un nuovo miracolo. sure della santa Casa colla più cir-

Giaceva allora gravemente infermo cospetta diligenza , si portarono a


il loro parioco Alessandro di Gior- Nazareth per esplorare se ivi real-
gio oriundo Modrusia ; a lui
di mente più esistesse la santa came-
comparve in visione, mentre dor- ra, se rimaste vi fossero le fonda-
miva, la Beatissima Vergine, e gli menta, e se per ogni parte alle

rivelò essere quella venuta in Ter- distaccate niuia corrispondessero


satto la sua vera casa di Nazareth quelle del venerando albergo. Ri-
di Galilea, ed in prova della vera- tornati in Dalmazia da Nazareth i
ce di lei apparizione gli restituì sul- degni esploratori, con estremo giu-
r istante laperduta sariilà. Ilisve- bilo concordemente deposero, che
gliatosi il parroco s' intese perfetta- in tale luogo di Galilea non più
mente guarito, onde balzò giulivo esisteva la natalizia casa della \ er-
dal letto, calò al luogo o v'era la santa gine; che portatisi ov'era colà e-
Cappella, rese vive azioni di grazie retta, ed avendone analizzate le fon-
alla sua divina liberatrice; quindi damenta ancor visibili, la cementa-
indescrivibile fu l'allegrezza dell' a- zione, le pietre, tulio senza ombra
ruato suo popolo nel vederlo, fuori di divario misure che lecate
alle
di ogni espettazione, dalla sua mor- aveano perfettamente si coniVonla-
tale infermità risanato, e nell'udire va. Paiimenli il nominato p. l'a-
raccontar da lui l'alto favore onde sconio, ex aichiv. Tersaci., ci fa no-
avealo degnato la Madre di Dio a to clie il Frangipani deputò alla

comune consolazione. Assicurali i custodia della miracolosa stanza un


tersattesi doppiamente per tal u)o- idoneo sacerdote per nome Giovan-
do della loro bella venturaj con ni di Grobnico. Queste particolari-
unanime accordo implorarono dal tà meritavano dichiararsi perche ,

nobile cavaliere Nicolò Frangipani, riportale da uno scrittore di nazio-


pretore o goverualore in allora del- ne illirica, e rivenute negli archivi
la Croazia, Dalmazia ed Istria, e se- di Teisalto. Oltre la testimonianza
condo alcuni signore di Tcrsatto e del p. Pasconio, il liu «jui detto
di Fiume, chiamato da quei popoli viene liferilo da monsignor Giorgio
gran Uaan, il gia/ioso permesso di Marolti vescovo d'Istria, nella sua
spedile in Nazareth quattro de'luro apologetica dissertazione, e confer-
pili probi conciUadini, onde meglio mato dui pp. Ghuivinich e Fran-
assicurarsi sulla verità di così stu- celicli, tulli e quattro antichi scrit-
pendo successo. Non solo il pio pre- tori dalinalini. L' opera del [)relato
side condiscese alle comuni ishuize, fu stampata in Roma nel 1710 dal
ina volle del proprio provvedere di Koiiiaick, con (jucsto titolo Dis- :

lutto il più decente equipaggio i sti Ulto histuiìca jjro Dcijìaia Ttr-

soggetti deslinati a quel viaggio. Tra lacLuiia, qua 0iLi.ndiUir cani, (juuc
220 LOR LOR
Jiodie Laureti in Piceno coli tur, al- non è ancor sufllciente a consolarne
r/iai/i Doinnm Nazarctìinnam Ter- r atriumo.Imperocché a' giorni no-
sarti in Lyhnmia oliin snbsliluìsse. stri eziandio
si sono vedute venire
Celebre divenne in Dalmazia e a torme a Loreto quelle genti, e
Schiavonia in l)ieve spazio di tem- strascinarsi entro la chiesa colle gi-
po il culto della santa Casa e si , nocchia , e strisciar sul paviniento
accrebbe a Piaunizza indicibilmente la lingua e colorirlo di sangue, in-
il concorso ed il i'ontclice JN'icolò
; di rimanersene genuflesse le intere
IV essendo venuto in cognizione notti avanti le chiuse porte della
della prodi<;iosa traslazione , nel pregando con divote can-
basilica,
I2q2 si disponeva a visitarla, quan- tilene gran Vergine Madre, ed
la

do morì nel venerdì santo a' 4 a- esclamando fra il pianto ed sospi- i

prile. La divozione veiso la santa ri in loro nativa favella: Rilonin,


Casa die motivo al Frangipane di ritorna a noi , o Maria, ritorna a
meditare gritndi cose, per quelle che Tersatlo. Maria Maria.... Bla'
immaginava dovessero succedere in ria. A raddolcire intanto gli animi
progresso di tempo da sì meravi- di quella costernata popolazione;
gliosi principii. Circondò dapprima ma pili perchè rimanesse all'età fu-
con grosse travi e tavole, giusta il ture una memoria dell' antica loro
costume di que' luoghi ove allora sorte e del posseduto tesoro, Nico-
erano le case formate di legno, le lò Frangipani fece costruire nello
benedette mura; indi le arricchì di stesso sito, e sopra le medesime ve-
preziosi donativi , onde aumentare stigie una chiesetta di cgual forma
lo splendore a che sempre
misura e grandezza ,
qual modello della
più si dilatava la fama del grande santa Casa, con entro questa breve
sr.ntuario. Nel qual luogo o non iscrizione : hic est tocus, i.n quo
essendo la Vergine onorata come si OLIM FUIT SANCTISSIMA DO.MUS DEATAE
conveniva come dice il Riccardi,
, VIRGIMS DE LAURETO, QKAE IN RECf-
o perchè ivi restando poi dovesse KETi PARTiBus coLiTUR. Ad irilelli-
e^sere nuovamente esposta all'inva- genza de' passeggeri che lecavansi
sione de' maomettani o , per altri a venerare la piccola chiesa , altra
motivi a Dio solo noti, gli angeli inscrizione in lingua italiana fu
di nuovo all'improvviso, dopo tre scolpita e posta sulla sti-ada del
anni e sette mesi dal dì della aie- monte per cui si salisce a Tersat-
moianda sua traslazione a Tersat- to,cioè una scala praticata sul vi-
lo, da questo luogo la levarono, e vo scoglio che ad essa conduce, del
portandola oltre il mare Adriatico, seguente tenore. La santa Casa
la deposero sul territorio di Reca- della Beala Vergine, venne a Ter'
{liiti, nel mezzo di una selva non salto l'anno 1291 a' io maggiore
mollo lontana dal colle fortunato si parli a Ili io dicembre i2 94>
dove presentemente si venera. Nicolò ordinò che in sua morte
JNfon è possibile descrivere lo stra- fosse sepolto sulla soglia della chie-
no sbigottimento e la desolazione dei setta, che circondò di un ma-
tlalmatini, e specialmente dei tersat- gnifico tempio, al quale dipoi, per
tesi per tal repentina e fatale loro lenire il pubblico dolore, il Ponte-
perdita. Basti il dire, che il lungo fice Urbano V, che riconobbe il

volgerà di cinque secoli e niczzo prodigio dell'arrivo e della scotn*


LOR LOR 021
parsa della santa Casa, l'egalò una santa Casa agro
di Nazareth nell'

antica statua della Vergine. In que- recanatese. Nel restituire Nicolò IV


sta chiesa sino verso la fine del se- a' 12 dicembre 1289 la sede ve-
colo decimosettimo , i francescani scovile a Piecanati, dichiarò vesco-
di Tersatto cantavano un inno, im- vo Salvo, che fu pure vicario di
plorando il ritorno del santo Ostel- Roma e mori nel i3oo. Stendeasl
Jo. jVoleiemo, the gli annali dell'Il- quella selva per largo giro sul con-
liria e lo storico Villani attestano, fine marittimo di Recanati, circa
che la santa Casa nell'anno stesso quattro miglia distante dalla città.

in cui ifurono totalmente


cristiani Mentre erano sepolti nel sonno i

espulsi Nazareth di comparve a , mortali, allorché seguiva 1' ammi-


Tersatto ; ed in fatti il viaggiato! e rabile traslazione nella 3Iarca d'An-
Guglielmo Baldhenesel, che si recò cona e ue'dominii della Chiesa ro-
in quelle parti piima del i337, mana , i rozzi e semplici pastori ,

come si ha dal suo Odoeporicon ad che secondo il costume custodivano


Ttrram sanclam, come pure altri ripartitamente le ore della notte
"viaggiatori e pellegrini, in Nazareth le loro grcggie furono pei primi ,

non trovarono piìi la santa Casa, fatti degni di vedere quella sacra
ma bensì l'area, le traccie delle mu- stanza, siccome i pastori del pari
ra svelte, e presso un pilastro della erano stati i primi a vagheggiare
distrutta chiesa , scolpita una me- la gloria del Presepio di Betlem-
moria, la quale attestava essere sta- me, alla nascita di Chi era stato
ta di colà svelta la santa stanza. concepito nella medesima cameret-
JXel pontificato di s. Celestino V, ta. Una insolita luce che bril'ava
circa le ore dieci della notte pre- da quella parte colpì gli occhi lo-
cedente il decimo giorno di dicem- ro, ed accese ad un tempo in essi
bre I2g4, comparve sul lido del- un forte desiderio di là trasferirsi,
l'Adriatico il venerabile albergo , e onde assicurarsi della cagione di
quindi scorrendo alquanto entio tal novità. Rimasero quasi rapili
terra nel territoiio di Recanati, nel nel mirare la sorgente di quel va-
folto recinto fermossi di annosa sel- go splendore; ma più li sorprese
va, della quale era proprietaria una ilriflesso, che luogo non in quel
ricca e pia dama recanatese noma- vi era stata mai casa veruna. E
ta Laurela, e dal Calcagni delta siccome da varie parli erano con-
Lorela nobile matrona, dalla quiile corsi, allettali dalla slessa visione,
poi probabilmente derivò a poco a così ragionando fra loro v'ebbe al-
poco il nome della santa Casa di cuno , il quale affermò di averla
Loreto, come si può vedere nel p. Tur- così veduta precedentemente da lun-
sellino gesuita , Historia Laurela- gi, quando
in allo levata moveasi
im lib. I, p. 20, o cap. VI; e Be- sopra mare. Quindi a vicenda
il

nedetto XIV, in Opere de fesiìs r un l'altro animandosi entrarono


B. M. V. lib. II, cap. 16. Scrive dentro, congetturando che quel
il conte Leopardi nella Serie deve- nuovo albergo fosse senza meno
scovi di Recanali, che al tempo tulio insieme qualche cesa di divi-
del vescovo Salvo domenicano, se- no ; come tale a gara lo veneraro-
condo la credenza comune , accad- no, e vi passarono in preghiere tutto
de la traslazione prodigiosa della il resto di quella notte. Spuntato
i-y.-?. LOPc LOR
ajipena il nuovo giorno, s' incnm- un tompn a due divnli suoi servi,
iiiiiiarono alla cillà per viva ini- svel?) l)('ui^ll;lmcnte ad ciilr.inihi ,

pnzi(!nza di recare un si f;lll'^^o aii- esser (niella la nazzarena sua casa,


nunzio ai loro padroni. Sulle pri- ivi per sì lungo tratto di cammino
me la loro semplicità rese sospetta recata dalle mani degli angeli, per
la relazione; ma lo stupore, la co- felicitare augusto dono noi
con sì

stanza delle loro asserti ve^ e le u- suo maggior bisogno la Chiesa. Il


nilormi deposizioni di tutti provai- piimo fu s. Nicola di Tolentino,
sero sull'animo di molli, clic dietro eroe luminoso deli' ordine romita-
alle loro tracce si condussero tosto no <li s. Agostino, che allora fice-
alla selva, onde riscontrare co'pro- va la sua dimoia in Picconati; lal-
pri occhi l'identità di un fìilto ri- Irò fu fr. l'aolo della Selva, che
tenuto incredibile. Giunti s<il luo- indi non molto lungi in un colle
go, esaminato con atlcnzione il pie- dello INIontorso, avcasi eletta la sua
colo edilizio, le sue cose nnrabili solitudine. l'iallanto la fama si di-
e sorprendenti, la novità della con)- vulgo rapidamente, e per le vicine
parsa, l' antica struttura, l'estraneo città non risuonava
allro che la ,

ornato, la pietra d' incognita nalu- Selva di Laurela , la Santa Catti

ra, la saldezza sopra i' ineguale ter- di Nazareth. Di notte e di giorno


reno, e rpiel eh' era più senza so- le strade furono sempre ripiene di
stegno di fondamenta, senza appog- persone d'ogni condizione, età e
gio di pavimento; il piccolo altare, sesso, tutte bramose di consolare i
sopra di esso la Croce di greco ri- loro sguardi in quella benedetta
to la pietosa immagine di Maria
, stanza, tulli accendendosi di una
Vergine, la quale sembrava che ivi santa emulazione nel tributarle a-
a tutti imperiosamente parlasse, doiazioni e i propri alPetti. Nell'an-
lanta era la maestà che spirava, dare ciascuno divorava la via pel
guardandosi 1' un l'altro attoniti, e desiderio di presto giungervi, men-
ila un misto di confusione e di tre poi nessuno sapeva indursi ad
limore, che loro spremeva dagli oc- allontanarsene. Piapile le genti da
chi le lagrime, dal cuore sospiri, i divoto incanto, vi rimaseiK) giorni
con divolo alternare di voci escla- e settimane senza curare i disagi
mavano altamente che la mano di che perciò soffrivano. Le persone
Dio eia senza meno in quel luogo, più facoltose e delicate godevano
che quella piccola stanza altro es- di prendere riposo sotto gli alberi,
sere non poteva, che un non so e di cambiare la morbidezza de'lo-
che di grande, di divino, di singo- ro letti, colla durezza ed inegua-
lare, di misterioso. glianza del terreno. Per la meta-
Tanto però non bastava a deter- vigliosa moltitudine che accorreva
minare la loro fede, nulla di certo alla selva, il vicino colle, la vasta
potendo supporre che cosa fosse, e valle eccheggiavano da lontano
per qiial fine quivi trasportata. IMa d' un confoso suono di suppliche,
non lardò asgombrare le loro dub- di ringraziamenti, di lodi. Se non
biezze la Vergine Madre. Come al che il comune invidioso nemico
parroco di s. Giorgio di Tersatto, dell' uman genere fremendo per un
o Alessandro di Giorgio, co.sì nella bene sì grande, e per quello mag-
nolie medesima essendo apparsa in giorc che doveva poi derivarne,
LOH LOR ?.2l

tulli livolse ì suoi sforzi a frastor- venerarla. Intanto decorsi olio me-
nare !a pielàj !a divozione e il con* si dall'arrivo in essa del veneran-
corso a c|uel .sautificafo recinto. Era do albergo, piacque a Dio rimuo-
questo nel più interno della selva, verlo per mano degli angeli eoa
e non più à' un miglio lontano dai nuova prodigiosa traslazione, in uà
mare ; pochi erano i sentieri che ameno poggio che verso Recanati
ad essa menavano, e questi per gli s' innalza, e circa un miglio si sco-
spessi cespugli e bronchi the gli sta dalla selva di Laureta. Erano
attraversavano, oscuri, tortuosi (d di quel poggio pacifici possessori
incerti. Alcuni uomini di perduta due concortli fratelli recanatesi ,

coscienza, forse non tanto dalla in- della nobile famiglia Aulici, che
gordigia del guadagno, quanto dal- lieti ollremodo del celeste dono
le infernali furie istigali, in va- dell'adorabile stanza, si diedero ad
rie torme divisi, lesero ai pellegri- onorarla con tulli gli sforzi della
ni qua e là degli agnati, in modo più esimia pietà. Mn vedendosi nel
che atterrili quei contorni dagli as- breve giro di pochi giorni l' altare
sassinii the gio]naln)ente colà ac- e le sante mura ricoperte di ric-
cadevano, incominciò a scemarsi il chi doni e di voli profusi dalla
concorso, finche in bi'eve tenipo ri- cristiana pietà de' di voli, incomin-
mase quasi del lutto abbandonato ciò la copia delle ricchezze a de-
il sacro albergo. stare scintille di basso interesse nel
II felice avvenimento della tras- cuore de' fratelli per modo che ,

lazione della santa Casa neflo sta- poco mancò che del loro sangue
to pontifìcio, accadde tre giorni bagnassero cjuel fortunato terreno.
prima della celebre e solenne ri- Da tale fraterna discordia non me-
nunzia che s. Celestino V fece dtl no che dai ladroni della selva di
pontificato in Kapoli a' i3 dicem- Laureta offeso Iddio, d' improvviso
bre I2q4) P^''
uuovamente abban- rimossa ancora la casa della Reala
donarsi tutto alla solitudine, all'o- Vergine , trasferendola fuori del
razione ed alla mortificazione. A 24 confine de' due litiganti e gelosi
dello slesso mese concordemente fu fratelli, in altra amena collina lon-
eletlo Bonifacio VIU, il quale te- tana non più che un tiro d'arco,
mendo insorgesse qualche scisma, nel mezzo appunto della pubblica
per opera di alcuno che abusando sli"ada, dove oggi precisamente po-
dulia santa semplicità del predeces- sa, ivi stabilmente per mano degli
sore l'inducesse a riprendere le de- angeli la collocò; e ciò accadde
poste insegne papali, con savio tem- nei 1295, come abbiamo dal p.
peramento determinò di farlo custo- Tursellino, Mist. lib. I , p. 3o ,

diie in luogo sicuro. Venuto ciò a probabilmente la vigilia del di 8


cognizione del santo, prima si na- settembre, giorno notabile per la
scose, poi volendo passare
Dal- in festa della iVascita di Maria, av-
mazia, fu riconosciuto e fermalo a venuta in Nazareth nella medesima
^ iesli. L'andata di s. Celestino in santa Casa. Osserva il citalo ri-

Dalmazia dicesi ancor per


avesse non essendo
spettabile storico, che
fine la verificazione della partenza ancora decorso un anno dalla pro-
della santa Casa, per forse quindi digiosa venuta della santa Casa nel
dirigersi alla selva di Laureta per territorio recanatese, mulo Ire voi-
224 LOR LO 11
le di silo. Piimangono
ancora in oggetto di preservarla dall' intem-
tulli gli accennali luoglii manife- perie e da qualuntpie altro sinistro
sti segni del fausto avvenimento.
i evento ; ciò che fu fallo appresso
JN'el primo che resta tra il colle {'Anno Santo (rccll) del iSoo,
di Montorso ed il fiume INlusone nel pontificato di Bonifacio VIIL
o INInscione, che •viene chiamata la Osserva però il Riccardi a p. 3,
Bandirola, si vedono le vestigie in- che dopo la terza trasmigrazione
tere del sacro edifizio, mediante della santa Casa, i recanatesi con-
un piccolo muricciuolo poco eleva- vinti del ripetuto miracolo, atlin-
to da terra, fattovi gettare dalla chè negletta più oltre non ri-
pietà del p. niera gesuita circa partisse, o per difenderla e soste-
il 1^75, con da un lato verso nerla, giacché la videro senza fon-
oriente un piccolo muro dell' al- damenti posata superficialmente so-
tezza di circa dieci palmi, ove si pra la strada, le furono intorno
venera scolpita in pietra ima pic- per circondarla di un grosso muro
cola immagine della Beata ^ergi- di mattoni, piantato sopra un buon
ne sedente sopra il tetto della san- fondamento; ma le vetuste pareti
ta Casa portata in aria dagli an- della sacra Cappella ricusarono di
geli. L'altro piccolo poggio de'dne combaciarsi colie nuove mura; e
fratelli rimane ora all' estremità malgrado il disegno dei fabbrica-
del palazzo apostolico loretano, die- tori, il circondario aggiunto si vide
tro il quartiere occupato attuai - rimosso^ e disgiunto dal venerato
mente dalle milizie pontificie. La recinto. Considerando che le poche
punta di questo venerabile sito re- casuccie di quel contorno già non
stò sempre chiusa da una casetta bastavano al ricovero dei pellegri-
senza ingresso alcuno; eravi sol- ni, e che la sacra Cappella più
tanto una finestra con ferrata ver- non capiva i voti dei fedeli, i re-
so ponente, e sopra di essa altra canatesi pensarono di circondare la
immagine della Beata Vergine se- santa Casa di grandi portici, ed
dente sopra la santa Casa, scolpita erigere nuove e più comode abi-
parimenti in pietra, sotto cui ri- tazioni pei forestieri e ministri del
maneva incisa questa breve iscri- luogo santo, dappoiché questo sito
zione: visiTATio cusTODiviT. Pre- era da tutti chiamato Loreto, e la
sentementc questa punta viene oc- Prilla di s. Maria j ed il concor-
cupata da un oratorio domestico so sempre maggiore dei devoti al-
interno, fabbricatovi dal canonico lettò molti a trasferirvi i traffici e
Agostini proprietario della casa le arti, ed a fissarvi loro dimora.
adiacente al detto sacro luogo. Indi avendo i recanatesi all' intorno
I fortunati recanatesi vedendo del santuario innalzato i detti por-
intanto le antichissime ed insieme tici a ricovero della moltitudine
sottili mura di quella benedetta die ogni giorno vi accorreva, con
stanza , senza fondamenta posar varie case per uso e comodo dei
superficialmente sul nudo ed ine- sricerdotj addetti ad uffiziare la santa
guale terreno, anziché toccarle con Cappella, per entro a'medesimi por-
appoggio di speroni o di altri u- tici dai migliori pennelli di que' lem-

niti sostegni,
pensarono piuUosto pi vi si dipinsero i principali misteri
cingerla con forte muraglia, a solo di nostra santa fede, che aveano
LOR LOR 11%
relazione colla santa Casa di Ma- bilire la venerazione della santa
ria Vergine, e inoltre vi si espres- Casa. Provata intanto pel corso di
sero distintamente le sue miracolo- due anni, e vista la fede costante
se traslazioni da Nazareth a Ter- di quel popolo, che anche in mez-
satto,e da questo nella Marca di zo alle incertezze delle opinioni sul-
Ancona, non che le altre due ac- la qualità e provenienza, non ces-

cadute nell'avventurato terreno in sava di venerare, e tenersi prezio-


discorso. Oltre a ciò scrive il Cal- sa la sacra Cappella, Iddio si de-
cagni, Meni. stor. di Recanali, che gnò di cavarlo da quella oscurità,
por riparare ai disordini che insor- e dopo il miracolo delle traslazio-
gevano ne' concorsi de' di voti, e per ni, dopo tutti quelli che fece nel
tenere in ordine il popolo che an- corso di due anni per illustrare
dava crescendo, il magistrato reca- q'jel sacro recinto, nell'anno 1296
natese \i mandò un suo cittadino ne operò un altro per meglio fis-
che amministrasse la giustizia e vi sarne la divozione, e manifestarne
fermasse la sua residenza. Se alcuni alfine tutta la dignità. Una più
scrittori coevi non fecero o almeno si lunga incertezza sarebbe stata me-
limitarono a far leggiero motto del- no conforme ai disegni di quello
la mirabile traslazione della santa che operava tanti prodigi per glo-
Casa nel Piceno, dei portenti suc- rificare la camera augusta dell' a-
cessi e dei popoli divoti concorsi dorabile Incarnazione.
ad adorarla, si può con buona cri- Narra il Riccardi, che la Beata
tica ascrivere a quei tristi tempi, Vergine, secondochè espongono am-
quando per 1' ardore delle fazioni, bo d'accordo le Te-
relazioni del
massime de' guelfi e ghibellini, e ramano e del Mantovano, apparve
pel successivo trasferimento della una notte nel sonno ad un sua
residenza pontificia in Avignone, divoto di vita inuocentissima e di
ben rari divennero i pellegrinaggi purità immacolata, il quale abitando
neir Italia, e piìi difficile la corri- vicino, frequentava dì e notte as-
spondenza letteraria edcommer-
il siduamente con affetto di gran di-
cio sociale tra i popoli. Taluno vozione la sacra Cappella, e gli scuo-
inoltre potrebbe inquietarsi alla vi- pri nettamente l' arcano, dicendo
sta delle narrate trasmigrazioni, che che quella stanza o chiesuola era
per tre volte si succedettero nel la santa camera dell'Annuuziazione,
giro appena di un anno, e dentro venerata per tanti secoli a Nazareth,
lo spazio di poco più che un mi- quindi levata dagli angeli per invo-
glio di terra, quasi che Iddio non larla agli oltraggi degli infedeli, e
sapesse prevedere gì' inconvenienti deposta prima tra Fiume e Tersat»
che le cagionarono, per scegliere to nell'Illirico, poscia sui colli della
fin dalla prima il sito stabile e fortunata Recanati, dove intendeva
più convenevole ; ma il Riccardi che rimanesse. Gli ordinava per
vi trova piuttosto una bella dispo- ultimo di far conoscere a tulli
sizione della provvidenza ,
perchè la presente rivelazione. Manifestò
replicalo in tal modo, apparisse in fatti il pio uomo la verità udi-
più manifesto e meglio osservato il ta, ad alcune savie e gravi per-
prodigio, che dovea sostenere la sone della provincia ; e queste
credibilità della traslazione, e sta- conferita tra loro e eoa altri la

VOl. XXXIX. i5
LOR
meravigliosa notizia, deliberarono Marche lo frequentavano già da
con autorità pontificia che sedici sei anni, ma il passaggio dei gran-
iioiniiii scelli tra i piìi notabili del- di concorsi a quel solenne giubileo
la ÌNIarca, partissero uniti per la nella capitale di tuUo l'orbe cat-
.Schiavonia, poi per la Siria e la tolico, fece conoscere ai popoli an-
j'alestina, dove passando alla città cor più lontani la nuova meravi-
(li Nazareth si occupassero d' inve- glia di Loreto, e cominciò allora
stigare la cognizione di questo fat- il pellegrinaggio di tutte le nazio-
to. Presero questi con loro le mi- ni alla santa Casa. Pare anzi dalle
sure precise per ogni lato della parole del dotto cardinal Valerio
chiesuola miracolosa, e muniti del- vescovo di Verona, nel suo Coni-
le altreopportune osservazioni n'an- mtiiiario sul giubileo dell' anno
darono prima a Tersallo, ove pa- santo 1600, che quello del i3oo,
lesate le loro ricerche con grande il primo formale e grande giidjileo
stupore di que'prirai os])iti ancora secolare che dopo la ripristinazione
dolenti della scomparsa della santa di Bonifacio Vili cominciò a ce-
Casa, udirono le loro testimonian- lebrarsi in Roma, fosse stalo da
ze e conobbero le investigazioni
,
quel Papa rinnovato con
qualche
eh' eglino stessi ne aveano fatte, riflessoancora per la santa Casa
come si ha dall'Angelita , n. 20. da pochi anni arrivata e illustra-
Ripigliarono quindi la strada di ta con tanti miracoli, acciocché il
Palestina, e giunsero a INazareth. concorso de' popoli a quel giubileo
Ivi ad un tratto si accorsero che contribuisse eziandio alla maggior
le dimensioni della sacra Cappella celebrità e divozione della veneran-
di Loreto corrispondevano alle fon- da laurelana Cappella.
damenta restate nel suolo del suo In progresso di tempo non man-
primo sito JNazarelh, ciò che di- carono eretici per malignità, e qual-
mostra che n' era partita da poco che cristianoper im mal inteso
tempo, non già da secoli ed inol- ; zelo, che osarono spargere dei dub-
tre le altre apparenze di somiglian- bi sull'identicità del santuario, sul-
za nella qualità de'materiali e nel- l'epoca delle sue angeliche trasla-

la forma della coitruzione, vi tro- zioni e sopra altri particolari. Tra


varono notato con lettere incise in i primi ci limiteremo qui a nomi-
un muro vicino, che la santa nare Matteo Berneggerio , autore
Cappella ivi era stala, e che n'eia dell'opera intitolata: HyperhoUmae
quindi partita come già notammo. Camera M. V . Seii .... Laure la-
Tutto osservato e verificato, i se- niirn centra Baronium, Carusium,
dici uomini tornarono a Recanati, Tnrrianum, Tursellinuin et Roe-
affermando le cose vedute, udite iiium , Argentiuae i6ig. Ma vi si

e lette, colla certezza che la santa oppose il dotto gesuita p. Pietro


Cappella venuta a Loreto era quel- Roestio coli' apologia prò Deipa-
la partita da JNazaielh. Allora si rae V. M. Camera^ et hUtoria
vide più che mai paga e infervo- centra Matthad Berneggeri hae re-
rata la del popolo
divozione iu tici idolunt Laur€tannin etc, Tre-

tutta la Marca.
famoso giubileo
Il veris et Coloniae iGaS. Semplice
del i3oo fece della santa Casa il raccoglitore di erudizioni non senza
santuario di tutta 1' Europa. Le critica, studio e ponderazione, nemi-
LOR LOR 227
co <li enlrare in questioni che sem- più anni prima della traslazione
pre lisullano a scapito della pub- della santa Casa è fama costante
plica fede, e sono anche estranee che rivolto al colle della selva di
ai mio scopo, qui appresso ne no- Laureta, allora solitario e deserto,
terò alcune in favore del grave e contornato di boschi ed interseca-
delicato argomento, non avendo luo- calo solo dalla strada che da Re-
go a difesa e dimo>trazione le co- canati conduceva alla spiaggia del
se chiare, contestate da tradizio- mare, mosso da spirito profetico
ni uniformi e universali, le quali salutasse il colle con divoto tras-
in un che riportai e con
coi fatti porto, come luogo da Dio predi-
quelli che aggiungerò nel pro- letto, e che sarebbe stato onorato
gresso di quello jirticolo, furono sulla fine di quel secolo con straor-
coslaiiteoiente ripiodotle da accre- dinario prodigio di uno de' più
ditati storici colla conosciuta no- grandi santuari della terra. Si ha
torietà, e quel eh' è più per noi inoltre che s. Giuseppe da Coper-
vennero consecrale e con-
cristiani, tino nel convento de' minori con-
segnate dai romani Pontefici, gelo- ventuali di Osimo, avendo veduto
sissimi di tutlociò che n"uarda
D il dal colle di quella città in distan-
pubblico culto, alla tradizione dei po- za di ben dieci miglia la santa Ca-
poli Primieramente rammenterò
. sa, incontanente fu rapito in estasi
tome Francesco detto il Priore, e e trasportato sulle più alte cime
Pietro Rainalducci di Recanati ,
d'un grandissimo albero, ove me-
deposero con giuramento avere in- glio scuoprivasi il tempio della
teso dalla bocca degli avi testimo- santa Casa, ed ivi rimasto assorto
ni oculari , della traslazione della e genuflesso, vuoisi che dicesse poi
santa Casa nel Piceno o INIarca, e al compagno, aver veduto una se-
posarsi nella Selva di Laure/a, rie di spiriti beati che salivano e
ovvero in siiti nernoris, nel bosco discendevano dal cielo, altri por-
degli allori, Lauretiiin, che rinver- tando suppliche al trono di Dio,
dirono, e si piegarono verso il ed altri dal medesimo trono ri-
santo edifizio. Come pure intesero portando grazie a que' fedeli che
raccontare il prodigio e la rivela- facevano orazioni entro la santa
zione con che Dio fece conoscere Casa. Questo tratto d'istoi ia viene
ad un pio eremita qual fosse quel- rappresentato in un quadretto, esi-

la ca^a, sulla quale rè Dio, né la stente in una cappella di s. Cristo-


Chiesa potevano mentire e farsi , foro della basilica. Paolo Dubois o
giuoco della ci eduli là religiosa dei de Silva eremita provenzale, testi-

lédcli con tanti prodigi in loco de- monio de' prodigi accaduti nell'ar-
signato ne'divoti sospiri che s. Ni- rivo della santa Casa nel territo-
cola di Tolentino metteva presso rio di lìecanali, e della triplice tras-
la sponda del mare Adriatico vi- migrazione di essa in un anno
cino, aspettando e chiamando in nel suolo istesso, couobbe per ri-
ispirilo il sacio ostello, che poco velazione qual fosse quella casa
dopo valicò que'flutli. Di s. Fran- nel 1296, e ne fece relazione io
cesco d' Asisi abbiamo, che dal lina lettera del 1297, dimostrata
convento de' minori osservanti di autentica dal ]\Iarlorelli, a Carlo
Siroio, da lui fondato, ottanta e il U'Angiò re di Napoli e conte di
228 LOR LOR
Provenza, che vide l'elezione e la neva l'arco teso per cogliere in
rinunzia di s. Celestino V, ed assi- favola i cattolici. Il qual Pontefi-
stette alla coronazione di Coriifucio ce, come poi diremo, spedi depu-
Yllf, cioè de' tempi precisamente tati a Nazareth, a Tersatto ed a
in cui accadde la prodigiosa trasla- Loreto pei piìi rigorosi confronti,
zione della santa Casa da Nazareth e convinto della identità delle cose,
a Tersatto, e da (jueslo iuoqo nel- celebrò messa nel santuario e ne
laMarca. Quel monarca, dopo la aumentò il maginfico edilizio che
lettera dell' eremita, fece erigere lo racchiudeva. JNtJU si deve tace-
nel i3o3 in Napoli metropoli del re, che Bernardino Cirillo |>iefello
suo rean)e, ed in Aix allora capi- della santa Casa e conlemporaneo
tale della Provenza, uisa cliies;» in dell' Angelila, forse prerulendo l'e-

Onoie della Ve-rgine di NaziiiTlli. poca media dal psinto dell'arrivo


Dcir('|)()ca piecisa dc'H'iirrivM del- a quello della rivoluzione, si ri-

la santi» C;isa in Emopii, piu'nro- porta al 17.06. Il p. Rieia non


no abba>fan/a il rniniae dc'fiitti, facendo conto del piccolo divario
e le coincidenze storiche. Ne parlò di venti giuiiii dai 10 dicembre,
Pietro Compagnoni minorità ma- ed avolo liguaido ai tre movimea-
ceratese, ve>covo di IMaci'rala e Re- ti accaduti iu un anno, stabilisce
canali nel i33o, in un libro che il l'^C)'^. Il beato Giovanni Ange-
i priori di quella città consegna- lico da Fiesole, nato nel 1387,
rono alle pubbliche scuole; il pre- verso il i4'7 dipinse col pennel-
posto di Teramo Pietro Giorgio lo addolcito dalla sua divozione
Tolomei Teiaraano nel
detto il la traslazione della santa Casa. Il

ì/^6o, che prima del i43o si por- Teramano riprodusse nel i43o una
tò a servire la chiesa di s. Maria logora tabella dove era in succin-
di Loreto come semplice prete ,
to la storia del santuario di Lo-
indi nel 1 45o successe al rettore reto, ove poi furono stabiliti due
Andrea di Adria, uffizio che funse ospizi pei pellegrini dalmati, una
sino al 1473 Gio. Battista Spa-
; confraternita col titolo di Schiavo-
gnoli di Mantova generale de'car- ni, ed il celebre collegio Illirico.

jnelilani detto il Mantovano; e Gi- Urbano Ylll e poi Innocenzo XII,


rolamo Angelita segretario della facendo esaminare di nuovo dalla
comunità di Recanati, il quale pre- sacra congregazione de'riti le pro-
cisò l'epoca accennata ì'ìcj-{ per ve sloriche dei fatti, sanzionarono
la Marca, con sicurezza di chi scri- l'epoca del 1294. Benedetto XIV
ve cose notorie, il quale mosso da ne trattò ex proffxso, e confermò
patria divozione si volse ad inve- l'epoca e la veiilà del prodigio.
stigare le memorie recanatesi e fissò Analogamente ecco come si espres-
non si sareb-
quell'epoca. L'Angelita se un degno prelato. » Se mal
be azzardato mentire dedicando nel non penetro disegni di Dio, cre-
i

1 525 la sua relazione al Papa Cle- do che la precipua causa delle va-
mente VII, chela dava ad esaminare rie ti-aslazioni della santa Casa nel
a teologi e ben cauti, in tem-
critici Piceno, fosse per rendere più con-
po che si avea a combattere colla testato e più strepitoso il miracolo
rigorosissima critica degli eretici, il della traslazione da Nazareth, co-
capo de'quali Martino Lutero te- sa necessaria in que' tempi di piau-

ì
LOR LOR 229
to della Chiesa e di barbarie della so monumento edalla sua patria
società ". alla gran Vergine, che tanto egli
11 lodato proposto Riccardi a ama ed onora. Non gli è mancalo
p. 2 5 della Storia apologetica, su di fatti il bel pensiero, ma sgra-
(juesto importante punto, cosi espri- ziatamente ha errato nel disegno
inesi. L'autorità delle sue tradizio- del suo lavoro. Invaghito da una
ni, la forza de' suoi monumentij nuova idea, in vece di battere la
la serie innumerabile de' suoi mi- strada dritta, si è avviato e per-
racoli, la venerazione universale dei duto in un labirinto, che lo trasse
popoli, de' principi e dei Fonlefìci, più che mai lungi dalla verità.
non hanno potuto preservare nem- Confessata e difesa sempre, per sua
meno il più grande dei santuari giusta lode, la verità della trasla-
di IVIaria santissima, la celeberri- zione miracolosa, ne ha sconvolto
ma Casa iS'azzarena a Loreto, dai le epoche in modo, che viene in
morsi d'una falsa critica istigata pericolo presso pusilli, e molto i

primieramente dagli eretici, fomen- più presso i nemici, la verità stes-


tata dagli increduli di tutte le set- sa del fatto. Egli Eosciene due pun-
te, e favorita talvolta eziandio da ti fondamentali: 1° per andar con-
alcuni cattolici o mal istruiti o mal tro a quelli che colle più inette
prevenuti per una maniera di ve- o apparenti obbiezioni hanno pre-
dere pili cavillosa, che sagace e teso che la santa Casa sia slata
discreta. Era cosa ben degna della distrutta a Nazareth nei primi se-
dottrina e dello zelo dei buoni coli del cristianesimo, dice: non fu
cattolici, che un qualche erudito distrutta, ma è partita miracolo-
e sensato scrittole prendesse a di- samente fino da quei primi tem-
fendere e a confermare la verità pi; e dopo aver detto che si era
di quel grande prodigio, rispon- tenuta celata, Dio sa dove, per
dendo con saviezza alle poche obbie- mille e più anni, più fardi si ar-
zioni, e riunendo in un bel punto rese a credere che fino dai primi
di vista le prove dei fatti e delle tempi era discesa nella Dalmazia.
epoche per formarne una più con- 2." Per opporsi a coloro che van-
vincente dimostrazione JXessuno , tavano mancare le testimonianze, o
forse poteva prestare questo servi- esisterne di contrarie alla venuta
gio alla l'eligione, meglio del no- della santa Casa in Loreto nel 1294,
bile e illustre conte IMonaldo Leo- come porta la storia comune, pro-
pardi di Recanati, s'i pei talenti pone invece e sostiene che sia
ond'è fornito, come pel cuore sin- venuta due o tre secoli prima
ceramente attaccato alla nostra cat- del 1294; ed ultimamente ancor
tolica religione; e se la sua stessa qui avrebbe cangiato opinione per
dimora nel luogo delle tradizioni contentarsi almeno di un secolo.
lo rendeva più atto a raccoglierne Onesto è il piano che egli ha se-
tutti gli schiarimenti, la sua elo- guilo nella serie delle sue venti-
quenza lo faceva abile a rappre- quattro discussioni storico-critiche
sentare nella più lucida pros|)etti- sulla traslazione della santa Casa,
va un succoso e ben ordinato com- avviluppate con molta erudizione,
pendio apologetico della storia Lau- e pubblicate lungo l'anno 84o 1

retana, innalzando così un glorio- nel giornale // Cattolico di Luga»


23o LO 11 LOR
no, e cmindi laccolte in un solo to d' un nobile scrittore da L/Ore-
volume, e riprodotte in Lu^^ano to non lontano, che con isfoggio
stestio Ufi 1841 coi Fian-
tipi (li di mal intesa erudizione, unito a
icesco Vclacliiii e compagni, con que- nuova bizzarra ipotesi sidla prodi-
sto titolo: La santa Casa di Loie- giosa comparsa della sacra abitazio-
Io, (liscussioni istoriclie e crìtiche ne di Maria in questo suolo av-
del Monaldo Leopardi di
conte ventuioso, ne confonde e ne intor-
Recanali. Quando comparvero que- bida SI fattamente la storia, che
ste Discussioni il Riccardi aveva » finisce col ridestare le piìx fasti-

allora coniiiiciata, in principio del diose dubbiezze, senza raggiunger-


1840, la stampa della Storia dei ne la verità ". Scosso giustamente
santuari pili oclehri, e dovendo ne- all'apparir di così strana novità il

cessariamente parlare della santa pio e dotto scrittore lombardo


Casa gli,
convenne allìettarsi di contrappose di subito alle critiche
accompagnare con una difesa cri- discussioni del nobile letfeiato una
tica la breve storia lauretana. Que- soda e l'agionata polemica, che u-
sta critica che combatteva le Dis- nita a quella parte dell'opera, ove
cussioni, fu poi riprodotta negli tratta del santuai i(» Lauretano, trion-

Annali delle scienze religiose, che fa mirabilmente delle stranezze im-


si pubblicano in Roma, nel fasci- prontate dal nuovo cronista, e gio-
colo di maggio giugno i84'
e ,
va insieme a rassodare ne' fedeli
voi. Xn, p. 34T, e poco dopo sul quel culto e quella divozione, che
fine fkllo slesso anno si è ristam- verso l'augusta stanza della Vergi-
pata a Loreto dalla tipografia dei ne di Nazareth hanno per costante
fiatelli proemio di
Ressi, con un tradizione ereditata da' loro mag-
onorevole approvazione, e con que- giori. Fu tale la pubblica acco-
sto titolo; Storia della santa Casa glienza e l'applauso accordato a sì

di Nazareth a Loreto del proposto sodo ed erudito lavoro, tessuto dal-


Antonio Riccardi di Bergamo, e l'aurea penna del proposto di Ber-
critica polemica del medesimo in gamo Antonio Riccardi, che ci ha
risposta alle discussioni critiche del destato un vivo impegno di ripro-
conte Monaldo Leopardi di Reca- durlo coi tipi Loretani, per dissi-
nati. Riporteremo il proemio, ch'è pare quelle ombre, nelle quali si

del seguente tenoie. tentò d'involgere quest'insigne san-


« Gli editori. Mentre un dotto tuario, a cui da cinque secoli han
e pio scrittore dell' ex-venete pro- tributato ossequi e doni i più di-
vincie impiegava santamente la e- stinti personaggi della terra , sino
ludita sua penna nello scrivere la al regnante sommo Pontefice Gre-
Storia de' santuari piìi celebri di gorio XVI, che qui vedemmo non ha
flJaria santissima sparsi nel mon- guari sciogliere i fervidi voti suoi in
do cristiano, tra' quali ottiene di- quella beata stanza, ove 1' augusta

stinto luogo la santa Casa di Na- Regina degli angeli accolse per boc-
zareth in Loreto, con alta meravi- ca di Gabriele quel misterioso an-
glia de' savi, e non senza scandalo nunzio, che ha dato comincianiento
de' buoni, comparvero alla luce con alla grand' opera dell'umana reden-
esteri tipiparecchie Discussioni cri- zione. Gradiscano i fortunati pos-
tiche sopra l'indicato santuario, par- seditori di quest'incomparabile san-
LOR LOR. i2i
tuario, e quanti ne professano par- per discuterli deve giovar la ra-
zial venerazione, questo nostro di- gione più che il paese, la buona
visamento ; e la gran Madre del- logica più che la molta erudizione.
l'eterno Verbo, clie quivi assunse Che se vengo meno all' una e al-
umana carne, benedica le pure e l'altra , e se il giudizio de' savi da-
rette nostre intenzioni ". l'à la palma al nobile critico di
Frattanto il conte Leopardi pub- Recanali, quello di Bergamo gli fa-
blicò la sua Letlera di replica alla rà tutto l'applauso ; e si crederà
critica del proposto Riccardi , che sempre con lui vincitore nell'alto
uscì alla luce cogli slessi tipi di stesso di essere vinto da lui per- ,

Lugano 1841.
sul fine del Allora chè non cerca che la verità ". Il
il proposto per appoggiare la sua proposto Antonio R.iccardi morì ai
prima polemica con alcune nuove 5 dicembre 1844? e se ne legge
considerazioni, volle queste con quel- la bella Necrologia col novero delle
la rifondere, pubblicando il libro molte sue opere, nel voi. XX, p.
che porta per titolo : Storia apo- 3o5 dei citali Annali delle scienze
logetica (Iella santa Casa di Na- religiose, compendiala dal
tratta e
zareth a Loreto del p. Antonio Cattolico di Lugano. Nel voi. XIV,
Riccardi, Bergamo nella stamperia p. 32 de' medesimi Annali si dis-
Mazzoleni i84'2. La prefazione è corre con lode della Storia dei
quella medesima della Storia stam- santuari del dolio e benemerito de-
pata in Loieto e qui riportata, av- funto. Nel senso di questi scrissero
vertendo tipografi di Bergamo, che
i ancora l'abbate D. A. B. Caillau nel
adottano volentieri la prefazione di suo Voyage à Nótre Dame de Lo-
Loreto, perchè rende ragione del- rette, Paris i835; non che mon-
l'opera colla voce di chi ne può signor Pietro Kenrick vescovo di
essere il migliore interprete sul luo- S. Louis del Missouri nell' Ameri-
go stesso de' (atti ; ma che il lavoro ca, coir opera La santa casa di
:

dell'edizione di Bergamo era assai Loreto, oi'vero esame delle prove


più esteso e completo di quello del» storiche della sua miracolosa tras-
l'edizione di Loreto. Il proposto lazione, Filadelfia, presso Eugenio
Riccardi in que:>ta seconda sua o- Cummiskey, i84'' Questo illustre
pera dichiara, che combattendo il prelato ha riunito quanto si pote-
sistema del conte Leopardi non in- va dire sulle cose laurelane con
tende di sostituirne un altro suo ,
tanta critica e con tal candore, che
ma di sostenere soltanto la storia r Ami de la réUgìon, tom. 3 i i
,

comune , ed aggiunge. >» Il signor n." 3620 e n." 3622, dopo averlo
conte si meraviglia, che io voglia grandemente lodato, aggiunge. » Il

saperne più di lui, nato e vissuto n'a pas crainle de la publier dans
sul luogo, e in mezzo allo studio un pays où se debaltent tant de
di questi mi confondo per
falli. Io sectes diverses ".
verità, e mi sembra di portar vasi
Continuazione de cenni storici della,
a Samo. Riconosco nel dotto conte
città di Loreto, e del suo insigne
Leopardi tutto il diritto di premi-
santuario della santa Casa.
nenza personale e locale; ma penso
al tempo stesso che i fatti e i do- Nel i3o5 eletto Papa Clemente
cu meati ora sono conosciuti, e che V, questi stabilì la pontificia resi-
a32 LOR LOR
denza in Francia, indi la fissò in paglia e lo bruciarono, e forman*
Avignone, ove abitarono pure sei do alcunifìmtocci simularono di a-
suoi successori. Nella sede vacante dorarli come idoli, professando an-
per morte di Clemente V, l' anno cora stravaganti eresie in disprezzo
!3i5, alcuni ladroni spogliarono della potestà della Chiesa. Frat-
eacrilegamente la santa Casa dei tanto i ghibellini si fortificarono,
suoi arredi, delle oderte e de' doni dando la loro capitania allo sco-
votivi, per cui procedette contro municato B'ederico di Monte Fel-
di loro il preside e la curia ge- tro. Giovanni XXII avendo inutil-
nerale delle Marche, e fatto il pro- mente più volte ammonito e mi-
cesso condannò. Nel i3i6 fu
li nacciato i ribelli, con atto del pri-
creato Giovanni XXII, ed reca- i mo ottobre i320 ne scomunicò i

natesi continuando nel loro fervore capi, e sottopose la città all'inter-


all'aumento del culto e dello splen- detto; indi a' 19 novembre tolse a
dore del santuario, ogni maggior Recanali il titolo di città e la sede
progresso tuttavolta venne per qual- vescovile, che trasferì a Macerata
che tempo attraveisato dalle poli- in un al vescovo Federico, al ca-
tiche vicende e dalle intestme fa- pitolo ed alle rendite. Restando i

zioni che desolavano 1' Italia. Re- ghibellini recanatesi nella ribellione,
canati non andò esente da quelle il Papa bandì in tutta l'Europa la
de' guelfi e ghibellini, i secondi sino crociata contro Recanati agli 8 di-
dal i3i3 saccheggiarono le case cendjre i32i, concedendo le in-
del vescovo Fetleiico, e quelle dei dulgenze che accordavano a chi
si

suoi congiunti di parte guelfa ; in- soccorreva Terrasanta, a chiunque


di distrussero fondamenta dalle colle armi o con altro mezzo con-
quelle del prelato, derubando poi corresse air espugnazione di Reca-
la chiesa di s. Maria di Loreto, nati. I ribelli si sottomisero olFren-
spettante alla mensa vescovile di do le chiavi e catene delle porte
Recanati al modo indicato. I ghi- al Amelio
rettore che entrò in ,

bellini si abbandonarono agli ul- Recanati nel maggio i322, e per


timi eccessi, costrinsero alla fuga i vendicare i torti ricevuti e il san-
principali guelfi, e restarono tiran- gue del suo congiunto, fece brucia-
ni di Recanati per più anni. Nel re una parte della città. Per tante
i3i9 marchese ossia rettore del-
il sciagure, molte famiglie recanatesi
la IMarca Amelio di Lautrech, tnan- emigrarono nel paese nascente di
dò in Recanati il suo nipote o cu- Loreto. Scacciati i ghibellini. Re-
gino Ponzio maresciallo della Mar- canati era buona fede
tornata di
ca, per comporre le cose , e con all'obbedienza di XXII, Giovanni
lui vi entrarono alquanti guel- il quale nel 13^4 scrisse al comu-
fi; ma i ghibellini assalito il ma- ne encomiandone la fedeltà. Final-
resciallo lo trucidarono con trecen- mente essendo secondo vescovo di
to seguaci suoi, in un a quanti Macerata Pietro Compagnoni, col
guelfi trovarono, senza risparmiare nuovo rettore Falcone da Pavia, il
i figli bambini ; tutto fu orrore e primo dicembre iSaS furono com-
strage, violandosi persino le sacre poste le cose recanatesi , ed alla
vergini. Oltre a ciò i ghdjellini città restituiti i privilegi e diritti
empiamente fecero uu vescovo di antichi, mediante alcune convea-
LOR LOR a33
zioni. Allora i recanatesi non solo legalo apostolico nella Marca, con
rivolsero le cure a rifabbricare le autorità speciale del Ponlelìce, ai
rovinate case, ma tutto il pensiero 22 aprile iSSy ristabilì la sede re-
tledicarono al decoro e venerazione canatese e la unì perpetuamente
della santa Casa. a quella Macerata [Vedi); e
di
Succeduto nel i334 a Giovanni perchè Recanati come cillà più po-
XXII il b. Benedetto XII, nel pon- polata e più antica nel rango ec-
tificato di questi il menzionato ve- clesiastico e civile avrebbe la pre-
scovo Pietro fu il primo che ap- ferenza, si convenne che vescovi i

plicasse l'animo a fabbricare intor- s' intitolerebbero sempre vescovi di


no al santuario di Loreto il tem- Recanati e Macerata: su di che può
pio, colla sopraintendenza de' reca- vedersi il Compagnoni, Reggia Pi-
natesi. Furono gittate le fonda- cena, p. 229 e 23o. Ad Innocen-
menta d'uno splendido tempio, e ne zo VI nel 1862 successe Urbano
videro in pochi anni il compimen- V, che riguardando la dignità pon-
to. Atterrandosi da pochi
i portici tilìcia come esiliata al di là d«i
Juslri eretti presso la santa Casa ,
monti, mentre era in Avignone ,

fu questa circondata da una chie- deliberò di portarsi in Roma , e


sa abbastanza spaziosa, coll'aggiun- sbarcando a Corneto vi giunse con
ta di nuovi ospizi, e di molti altri gran tripudio di tutta Italia a' 16
stabilimenti per il servigio del tem- ottobre iSGy. Ma non cessandole
pio, come pel comodo degli abi- guerre tra i re d'Aragona e di Na-
tanti e forestieri. Benedetto XII fu varra, e tra quelli di Francia e
il primo Papa che concedesse in- d'Inghilterra, Urbano V per me-
dulgenza plenaria a tutù i fedeli glio applicarsi ad estinguerle parti
che visitassero la santa Casa in cer- per Corneto nell'ottobre iSyo, ivi
te solennità dell' anno , e special' s' imbarcò Avignone.
e passò in
mento nel giorno della Natività di Tuttavolta non si deve tacere, che
]\Iaria Vergine. A quel Pontefice Giuseppe Colucci nella sua Tieja
nel 1342 successe Clemente VI, illustrala, png. i3fS, illustrando un
che fece nel i35o celebrare il se- documenlo che riporta a p. LXIX,
condo anno santo del ripristinato racconta come il cardinal Egidio
giubileo in E.oma, laonde il san- Albornoz si adoperasse perchè Ur-
tuario Lauretano sarà stato fre- bano V restituisse la residenza pon-
quentato da molti di quelli che tificia a Roma, e ch'egli fu che
in gran numero recaronsi a Roma. persuase il Papa a passare nella
Nel i352 per sua morie fu eletto Rlarca per venerare l'insigne san-
Innocenzo VI , il quale essendo tuario della Beata Vergine di Lo-
quarto vescovo di Macerata Nicolò reto. » Per l'arrivo di un sì di-

di s. Martino domenicano, cedette stinto sovrano erano indispensabili


alle replicate istanze de' recanatesi certe pieventive disposizioni. Per
che fosse restituita la sede vesco- ben disporre ogni cosa e per acco-
vile a Recanali, lasciandola unita glierlo colle meritate onorificenze,
a quella di Macerata, continuando con ordine de' 26 dicembre i366,
a governare le due diocesi un ve- dato da Ancona, fece noto a tutti
scovo solo.Pertanto il celebre car- gli uffiziali de' luoghi che usati ,

dinal Egidio Albornoz vicario e eraao d' intervenire ai generali par-


234- LOR LOR
lamenti, die nel dì a 3 di gennnio tuario non potè avere grandi soc-
avessero mandalo yli ambasciatori corsi dai Papi. Nel pontificato di
e i deputali in Ancona, dove si sa- Gregorio XII essendo marchese e
rebbe risoluto ciò che dovevasi in- rettore generale della Marca Lo-
torno ai preparativi da farsi per dovico Migliorati nipote del prede-
l'arrivo del l'onlefìie. Toinò iix cessore Innocenzo VII, abbiamo da
fatti Urbano V nell'Italia nel iSGy. Pompeo Compagnoni nella sua Reg-
Il nostro AlI)orn()Z l'incontrò a gia Picf-na p. 280, eh' essendo in
("orneto, e con Ini venne qui nel (piei tempi, circa il i4o8, in gran
Piceno, e questi fii il primo Poii- venerazione il sacro tempio di s.

telìce die visitasse in persona hi Maria di Loreto, aprironsi d'ogni


santa Casa di Maria Vergine, che banda le vie per agevolarvi il con-
in Loreto si venera ". li vero che corso ; ed il rettore vi andò a ri-
Antonio Severino Ferlone nella , verirlo, per visitare poscia le for*
storia De i'i(Jggi dai sommi Pon- tezze della valle di Chienti, ripro-
tefici intrapresi, non fa parola del- ducendone il documento. Martino
l'andata di Urbano V nella I\Iar- V, eletto nel concilio di Costanza
ca ; ma avendo egli traseiu'ato no- nel 14175 accrebbe le indulgenze
tare tutti i Papi che visitarono al santuario, e concesse a Loreto
questo santuario, su questo pimto pubbliche fiere. Eugenio IV che ,

la sua testimonianza non ha valo- gli successe nel i43f, aggiunse al


re. Ciò non pertanto, non vi sono patrimonio della santa Casa ,
pei*

monumenti a contestare la venuta l'ospitalità de' pellegrini , l'abbazia


in Loreto di Papa Urbano V, seb- di s. Maria di Monte Orso. Nel
bene anche il Compagnoni nella i447 c'j'JG a successore Nicolò V
Reggia Picena p. 225, aifermi che che a cagione della peste che af-
Urbano \, a persuasione del car- flisse Roma, ne) maggio i449 "^
dinal Albornoz, fu il primo Pon- partì, e per alcuni mesi si tratten-
tefice che colia sua presenza onorò ne neir Umbria e nella Marca, vi-
il luogo ove risiedeva il santuario, sitando personalmente con gran di-
e questo visitò. Tozione la santa Casa ; riflettendo
Nel 1870 morì Avignone Ur-
in poi che per la vicinanza del mare
bano V, e gli successe Gregorio i pirati tentarono spesso saccheg-
XI, che nel 1877 restituì la pon- giare la santa Casa, fortificò Lo-
tifìcia residenza in Pioma. Nell'anno reto contro i loro assalti ; altre for-
seguente eletto per moi te di que- tificazioni per lo stesso motivo vi

stoUrbano VI, insorse il funesto e fece il successoreimmediato Cali-


grande scisma d'occidente, sostenuto sto III. Sino dal i44o Eugenio IV
in Avignone dagli antipapi, ch'eb- avea destinato vescovo di Pvecanati
be termine nel pontificato di Mar- e IMacerata il forlivese Nicolò dal-
tino V. Ad Urbano VI nel i38g l'Aste, sotto del quale i campi di
successe Bonifacio IX, il quale con- Loreto furono incendiati nella guer-
cesse al santuario di Loreto le me- ra contro Francesco Sforza mar-
desime indulgenze accordate dal b. obese della Marca, ed i di voti che
Benedetto XII. Pel soggiorno che accorrevano in folla a visitare il

fecero in Avignone nominati Pon- i santuario Lauretano offrivano fre-


tefici, e pel lungo scisma, il san- quentemente ori, argenti, gemme,
LOR LOR 23^
calici, pianele, ed allri ornamenti dell'Annunziata. Seguendo Pio I[
preziosi ; e poiché la chiesa tli s. lo zelo del suo immediato prede-
Maria di Loreto apparteneva alla cessore nel ralhciiar la crescente
mensa vescovile di Recanati, i ve- formidabile potenza ottomana, sta-
scovi disponevano liheraintnte di biPi contro di essa una ciociala na-
quegli oggetti. Il vescovo JNicolò valCj che doveva salpare d' Anco-
volle che tutte le cose preziose do- na con lui alla testa. Partito il Pon-
nate al santuario in tempo del suo tefice da Roma a' io giugno 1464,

vescovato si conservassero [)erpe- a piccole giornate con gran segui-


luaruente, e perchè i successori suoi to di cardinali giun?e a Loreto,

non contravvenissero a questa dis- orò fervorosamente nella >anta Ca-


posizione, l» fece confermare da una sa, ed entrò in Ancona a' ic) lu-

bolla pontificia di JNicolò V, ema- glio. Veramente non vi sono do-


nata 17 aprile ì^'ìo. Con essa
a' cumenti sincioni a contestare la
il Papa dichiarò che vescovi con- i venuta di Pio li a Loreto; d'al-
travventori incorrerebliero nelle cen- tronde il malore del Pontefice, l'im-
sure, e perderebbero l'amministra- pegno di giungere ad Ancona a
ziorie della chiesa recanatese, e rac- benedir le bandiere eie' crociali, la
comandò la custodia e la ricupera strada che in quel. tempo per an-
di quegli oggetti al comune di Re- dare in lettiga da Recanati ad An-
canati, neir archivio del quale si cona non passava per Loreto, la

conserva l'originale bolla, come af- risoluzione fi>rse Lo-


di fermarsi in

ferma il eh. conte Monaldo Leo- reto pitittoslo ritornando d' Anco-
pardi , nella importante e bella o- na, non sono lievissimi argomenti
pera intitolata : Serie de^ K'exrovi di in contrario. A tutto ciò a£;"iun-
Recanali, ec, 1828. Noteremo
ivi giamo, che negli antichi inventari
qui, che a ll'ar liccio Rtcanali {^Fe- non trovasi neppure una volta re-
di) riporteremo molte notizie ri- gistrato il calice, di cui alcuni sto-
guardanti la città di Loreto e il rici raccontano facesse dono alla
santuario della santa Casa , il cui santa Casa. Certo è che mentre
famoso ebbe principio da
tesoro Pio II dimorava in Ancona, ed es-
questa provvida disposizione. Se- sendo infermo, si aggravò il male,
condo il Riccardi questo degno ve- e morì a' i4 agosto.
scovo dall'Aste fece dono al san- I cardinali se ne lornai'ono a
tuario di Loreto di grandi poderi Roma col pontificio cadavere, ma
nel 1458, anno in cui a Calisto per l'eccessivo caldo della stagione
111 successe Pio li. Si vuole che e per l'immenso concorso di popo-
questo Pontefice abbia visitalo la lo riunito in Ancona , essendovi
santa Casa nel i4^9j "^^ qH'in- scoppiala la peste, il cardinal Pie-
P^'"
to diremo, se pine vi si recò, al- tro Barbo veneziano, nipote di
meno sembra piìi tardi. Essendosi Eugenio IV, trovandosene infetto,
egli ammalalo, dicono alcuni , che ricorse con fiducia al patrocinio
mandò in suo voto al santuario im della Vergine portandosi in questo
prezioso calice d'oro con patena si- santuario, ove sorpreso da placido
mile, per implorare la guarigione, sonno seppe nella visione che sa-
concedendo l'indulgenza plenaria a i-ebhe stalo liberalo dal contagio, e
clii lo visitasse a' 25 marzo, festa latto Papa. Uscito dalla santa Cop-
236 LOR LOR
pella f;iiarilo, in rendimento di rlre fece legalmente fare l'inventa-
grazie promise di fabbricare a sue rio delle cose preziose spettanti al
spese un più magnifico tempio, santuario, e lo consegnò al Tera-
tome narrano il Puccardi , ed il mano, allora governatore o rettore
iVovaes nella vita di Paolo U, che della chiesa, conservandosene l'ori-
fu il nome preso dal cardinale ginale nell'archivio di Recanati. Pao-
quando poco dopo nel Valicano lo li dichiarò volersi riservare per
fu esaltato al pontificato a'3o a- qualche tempo il vescovato di Re-
f^cjsto. Dopo centoquaranl'anni dal- canati e la chiesa di s. Maria di
l'erezione del primo tempio che Loreto, per aflidarne l'amministra-
racchiuse il santuario, essendo pic- zione al vescovo di Parenzo Fran-
colo, e col tetto su pilastri di cesco Mauroceno o Morosini nobile
mattoni alla selvatica, Paolo li per veneto il quale dogherebbe le
,

mezzo dcH'archilello fiorentino Giu- rendite dell'uno e dell'altra nell'am-


liano da INlajano fece disegnare e dar pliazione e adornamento della fab-
principio al sontuoso tempio; la brica del santuario. Ebbe dunque
cupola fu però voltata da suo fra- questo vescovo in ammin strazioue
tello Benei Ietto da Maja no pur va- le chiese di Recanali e di Macera-
lente architetto, come nota il Ti- ta a' 2 gennaio i-^jo. Paolo II
cozzi nel Dizionario degli arclii- concesse sette anni ed altrettante
tet!Ì,ec.: aggiunge che Giu-
questi quarantene d' indulgenza a tutti i

liano, per ordine dello stesso Papa, fedeli, che veramente contriti, con-
eresse in Roma il palazzo e chiesa fessati e comunicati visitassero la
di Marco, e disegnò il cortile
s. santa Casa di Loreto nei giorni
di s. Daniaso in Vaticano, poi in festivi dell' Assunta e Natività di
parte variato da altri. Da una la- Maria santissima e , in tutte le
pide scavata in Fano, e riportata domeniche dell' anno. iVell' agosto
dairUghelli, Italia snera t. I, p. 147 1 a Paolo li successe Sisto IV
667, rilevasi: MCCCCLXXF IJoan- della Rovere, che fece continuare
nes Tonsiii Ponlifex Fani Divae il magnifico edifizio; indi nel 1476
Marine porticum dedil opus Ma- dichiarò vescovo di Recanali e Ma-
rini Jiidnni veneti arckiu-cti aedis cerala il Giiolamo Basso
nipote
B. 31. in Laureto. E a conferma- della Rovere. In pari tempo il Pon-
re la lapide, rilevasi del pari nel- tefice con sua bolla confermò alia
l'archivio «ecreto recanatese, dalle santa Casa il titolo di Alma Do-
memorie tempo. » Che sot-
di quel ìHUs, la tolse in un co' suoi beni
to il vescovo d' Asti o d' Aste nel alla giurisdizione del vescovo di
i/^GS s'incominciò la fibbrica del Recanati, la riservò alla giurisdi-
tempio sotto la direzione di mae- zione immediata del Papa, tolse
stro Marino di Marco di Gadera al comune di Recanati la custodia
capo maestro ed ingegnere della del tesoro, ordinò che otto cappel-
fabbiica ". Tuttavia il Majano lani ufficiassero coiilinuamenle la
poteva bene averne fatto il di- chiesa,e che il santuario venisse
segno. amministrato nel temporale da un
Cominciò allora tma nuova e- governatore, e nello spirituale da
poca per Loreto ; ed il vescovo un vicario pontificio. Contempora-
dall'Aste, nel 1469, prima di mo- neamente Sisto IV accordò indul-
LOR LOR 237
fi;etiza plenaria a chiunque nel gioì- rio ricchi arazzi tessuti in oro
«0 della Natività visitasse la chiesa ed in seta; ed il successore Ales-
e soccorresse la fabbrica, e destinò Sandro VI imprese la grand'opera
confessori con facoltà di assolvere i del lo^aiato sul disegno di Bra-
^oo"
casi riservati al Papa. 11 comune mante Lazzari, e secondo fr. Lean-
di Recanali afflitto per le prime dio Alberti aumentò le forlifìca-
disposizioni lesive la chiesa recana- zioni. Morto appena nel ì5oj il
tese, ne invocò ed ottenne la re- cardinal Girolamo, il Papa Giulio li
voca nel i477J laonde Sisto IV della Rovere nipote di Sisto IV,
restituì al comune le chiavi del con bolla del primo novembre, lol-
tesoro, al vescovo l'antica giuris- se il santuario Lauretano alla giu-
dizione, e creò questo cardinale, risdizione del vescovo di Recanati,
Inoltre il Papa lo dichiarò protei- e dichiaratolo cappella pontificia,
toie del santuario, a cui mandò destinò ad amministrarlo un gover-
in duno preziose suppellettili. 11 natore dipendente immediatameale
cardinal Girolaojo chiamò alla cu- dalla santa Sede : Loreto per altro
ra ed uflJziatura della santa Casa restò come prima in proprietà del
i carmelitani dell'antica osservanza, comune di Recanati. Oltre a ciò
di cui era protettore, che in nu- Giulio II dichiarò suoi commensa-
mero di trenta vi si recarono e li i ministri addetti al santuario,
rimasero per soli nove anni, indi ed a questo aggiunse l'indulgenza
ne partirono per V insalubrità del- plenaria nel giorno della ss. An-
l'aria. Fu allora che si recò in nunziata. Reduce nel i5o8 dalla
Loreto il gejierale di tali religiosi, parie superiore d'Italia, Giulio 11
detto il Mantovano, che scrisse la visitò la santa Casa, olFrendo uu
storia del santuario. I carmelitani calice d'oro ed una croce
argento di

ebbero già in cura la santa Casa dorato; accrebbe largamente il pa-


fln quando era in Palestina, quin- trimonio di essa, e fece incomincia-
di in Loreto furono rimpiazzati re il magnifico edilìzio del palazzo
di nuovo dai preti secolari. Quan- apostolico. Riordinò il governo civi-
to ai cardinali proiettori del san- le e l'ordineeconomico delle rendi-
tuario, essi furono quasi interme- te della santa Casa; nel i5io no-
di tra il prelato governatore isti- minò il governatore con l'incarico
tuilo poi da Giulio 11, ed il sommo che ivi risiedesse, custodisse il san-
Pontefice, fino ad Innocenzo XII. tuario, e reggesse la popolazione
Maometto lì imperatore de'turchi, loretana. primo vi destinò il
Pel
imbaldanzito dalla presa di Olran- dottor Donienico Sebastoli dell'An-
to, sped"i un esercito per predare il guillara, e nel i5i2 fr. Pier Anto-
tesoro della santa Casa circa 1480;
il nio Perotto di Sassoferrato generale
ma appena turchi la i videro da de'monaci silvestrini. Elevato nel
lungi, che colpiti di stupore e pau- i5i3 alla cattedra di s. Pietro
ra fuggirono frettolosamente, dicen- Leone X, emulo delle munificenze
do che Dio senza dubbio stava de'suoi predecessori, dopo la fusio-
alla difesa della Cappella , che il ne della gran campana tuttora e-
cardinale avea fortificato con islec- sistenle, del peso di libbre venli-
cati. mila, dopo il dono di un ricco
Innocenzo Vili donò al santua* baldacchino d'argento con quattro
238 LOR LOR
Ciindellieri dello stesso metallo in- p;iidi Serie dice che
nella citata
tarsiali d'oro, del peso di lil^hie nel "22 era goverwatore del san-
I

cinquanta, e dopo aver fatto de- tuario fr. Giuliano Rodolfo fio-
gli ornali convenienti al sauto luo- rentino, cavaliere gerosolimitano,
go, eresse un capitolo colleginle detto il Capua, e faceva
priore di
che attendesse all'ufflzintura e alle le sue veci il detto vescovo Can-
sacre finizioni, e confL-rmò i privi- cellieri, e che avendo Adriano VI
legi indulgenze accordnte dai
e le sostituito il cardinale Gio. Do-
suoi antecessori. Dichiaro escnli dal- menico de Cupis al priore di Ca-
la giurisdizione vescovile non solo pua, questi ricusò cedere il posto
tntli gl'inservienti del santuario, ma fino all'arrivo del Pa[)a in Roma.
eziandio i pellegrini durante la loro Appena Giulio li nel 1 Soy tolse
(litnora in Loreto, ed a difesa del il santuario alla giiuisdizione del
medesimo fece fd>l)ricare un torrio- vescovo di Recanali, e vi destinò
ne. Concesse inoltre l'indulgenza ple- il governatore, i governatori e più
naria nei giorni «li Natale, e stahili di essi i loro ministri, non dipen-
nella chiesa di Loreto le stazioni dendo in modo alcuno da Recanati
di Roma in sette altari, già di- e trovandosi ben protetti e soste-
stinti con cartelloni. Nel i5i5 nuti, incominciarono a travagliare
fece Leone X governatore o pro- il comune di Recanati , invadendo
tettore di Loreto il cardinal Ber- le sue prerogative, e violando i

nardino Divizi di Bibbiena, l'incari- suoi diritti tanto economici quanto


cò di presiedere alla fabbrica della civili. Fino dal i485 per difendere
basilica della santa Casa che ar- il santuario dalle temute escursioni
ricchì d'una campana di 24,700 dei turchi, si era cominciato a cin-
libbre. Dipoi il Papa dichiarò go- ger di mura Loreto, chiamato anco-
vernatori nel i5i9 fr. Romualdo ra la villa di santa Maria, e quelle
iìhbateCapifilIense, e nel i52o a'ro fortificazioni vennero compite verso
dicembre Rinaldo Cancellieri vesco- il i5i8, un po'a spese del comune
vo di s. Angelo de' lombardi. Si di Recanati, un po' del santuario,
deve avvertire che il Leopardi nel- e un po' della camera apostolica.
la l ita di Nicolo Bonnfede p. 3 i i Ma frattanto il luogo era cresciu-
racconta come nel iSig Recanati to assai, sicché il recinto delle
disperata per il mal governo della mura ne abbracciò solamente la
curia generale della provincia, ot- pnrte piìi antica , la quale prese
tenne che il protettore prò tem- il nome di Castello. Dentro questo
pore del santuario Lauretano sa- castello principalmente i ministri
rebbe governatore di Recanati con del santuario volevano dominare
qualità di leg.ito ponlilìcio; ma a loro talento, non avendo riguardo
presto sperimentando che stava uè a diritti, né a leggi, per cui il sa-
peggio, tornò all'antico governo nel cro collegio de'cardinali governando
1524. All'anno i5i7, n. 86, nar- l(j stalo per Adriano VI assente, sco-
ra il Rinaldi come la gente del municò il mini-ilcro, e invitò il

duca di Urbino volendo predare comune di Recanali ad occupare


la santa Casa furono puniti, e co- Loreto. 11 comune se ne scusò, e
nia i soldati ne dimandarono per- poscia il Papa ripristinò il buon or-
dono alla Beata Yersiine. Il Leo- dine, facendo nel i'>22 governato-
LOR LOR 239
re Pietro Flores vescovo di Ca- del colle ov' è piantatala città, ivi

slcllamaie. Clemente VII nel 15^4 mandò il celebre architetto fioren-


gli die a successore monsignor Gio. tino Antonio Picconi da s. Gallo.
Marco Giberti di Verona. Nel me- Questi non solo trovò in pericolo gli
desimo anno ì5'2^ il governatore archi della tribuna , ma tutta la

di Loreto tornò ad invadere i di- chiesa in molti luoghi, per essere i

ritti del comune di Kecanali, e ad fondamenti deboli e poco profondi.


esercitare giurisdizione dentro il ca- A riparare Antonio tanto disordine,
stello. Il comime ricorse a Clemen- puntellando gli archi, ed armando
te VII, e n'ebbe in risposta che il tutto con animo risolulissimo e di

rivolendo il castello bisognava pa- giudizioso architetto, la rifondò tut-


gaie quanto avevano tostato le ta, e ringrossando le mura e i pi-
mura: il comune vi acconsenti, lastri fuori e dentro, gli diede bel-
ma non riebbe il castello e ne re- la forma nel tutto e nelle propor-
stò privo per undici anni. Questo zioni de' membri, e la fece gagliar»
Papa a' i5 settembre iSiS nomi- da da poter reggere ogni gran pe-
nò governatore monsignor Girola- so, continuando un medesimo or-
mo Aprili d'A versa, arciprete della dine nelle crociere e navate della
cliiesa di Loreto. chiesa con superbe modanature
Celebrando Clemente VII l'anno d'architravi sopra gli archi, fregi e
santo i5i5, dichiarò che non era- cornicioni, e rese sopra modo bel-
no sospese le indulgenze del san- lo e ben fatto l'imbasamento dai
tuario di Loreto ; indi liberato dal- quattro pilastri grandi che vanno
le angustie e tribolazioni prodotte intorno alle otto facce della tribu-
dal Fatai sacco di Roma, per ono- na e che reggono i quattro archi
rare la santa Casa intraprese la cioè i tre delle crociere dove sono
continuazione de' lavori. Tre o
"over- le cappelle, e quello maggiore del-
natori Clemente VII fece nel iSsy, la nave di mezzo. Fatte queste co-
cioè a' 3o gennaio monsignor Gi- se con mirabile artificio, Antonio
rolamo Is'uzzi di Cnmerino arcipre- fece ricoprire la cupola di piombo,
te della chiesa di Loreto : vera- e per opera di lui il tempio acqui-
mente negli antichi diplomi leggesi stò solidità, miglior forma, e più.
ben di rado ISuzzi, ma quasi sem- elegante aspetto. In tal modo Gior-
pre Girolamo Mazzutillo, che secon- gio Vasari nelle sue File de pitlO'
do il Cinellio è pure lo stesso che ri, scultori, architetti , ec. descrisse
Girolamo Aprile. Dipoi il Papa no- l'operato di Antonio con alti en-
minò governatori a' 20 agosto mon- comi. Clemente VII fece
Inoltre
signor Antonio Bonsi, ed a'i3 set- governatori, a'7 giugno i53o mon-
tembre monsignor Benedetto Bon- signor Antonio Renoli arcidiacono
tempi; a questi diede in successo- di Ravenna, che nelle antiche scrit-
re a'i 7 settembre iSiS monsignor ture viene detto Benoli e talora
Alessandro de Presbiteris. I\Iinac- Binnoli giugno i53i mon-
; a'28
ciando fino dal 1 5^6 rovina la signor Gio. Antonio de Statis ro-
gran cupola, probabilmente per le mano canonico di s. Pietro ; ed agli
fenditure che anche in oggi fan- II ottobre i533 monsignor Ber-
no qualche leggiero movimento dal- nardino Zanzani. Continuò gli or-
ia parte boreale per la lunghezza uameuli della saufa Cappella inco-
24© LOR LOR
minciati da Leone X, e vi fece lavo- mura, avuto riguardo alle spese che
rare eccellenti artisti, come gli scul- aveano in parte latto nella loro e-
tori lialFiiello Biicci e Nicolò Tribo- dificazione. Divotissimo Paolo IH
lo. Beneficò in più modi il santuario del santuario, in tre anni lo visitò
con grazie ed esenzioni, dicendo due volte, lo arricchì di benefizi,
nella sua vita il Novacs, che tol- d'indulgenze e di possessioni, con-
se ai recanatesi qualunque dirit- fermando a' ministri il sale conces-
to su Loreto. Rese il luogo salubre so dal predecessore. V^i fondò un
asciugando le vicine lagune, ta- collegio di dodici alunni , i quali
gliando alcune selve, spianando e si occupassero nel cantar le lodi
alcuni monti che rendevano l'aria allaBeata Vergine. In Loreto eres-
nociva. Dopo di ciò Clemente VII se un ospedale per curare princi-
spedì tre distinti prelati sui luoghi palmente pellegrini infermi
i ed ,

di IVazarelh e di Tersatto per ve- altro fuori delle sue mura pei leb-
rificare l'identicità e verità delle brosi, oltre ad un ospizio per ri-
traslazioni della santa Casa, i quali cevervi tre giorni i pellegrini biso-
ritornarono in Pioma muniti d' in- gnosi, a' quali assegnò un sussidio
contrastabili documenti. Quindi ri- nella partenza. 11 tutto racconta il

tornando il Pontefice nel i533 da jVovaes nella sua vita, citando il


p.
Bologna, dove per la seconda volta Turseliino, Histor. lib. III. Paolo
erasi abboccato con Carlo V, si III nel i538 nominò protettore
portò a venerare il santuario, e di Loreto il cardinal Gasparo Con-
celebrò la messa nella santa Cap- tarini, e successivamente
governa-
pella. Clemente VII donò ancora tori, agli 8 marzo i54o monsignor
alla santa Casa boschi, vigne, oli- Galeazzo Fiordelmonle a'24 mag- ;

veli e prati lungo il Musone, ed gio i54'2 monsignor Francesco de


ordinò che ai suoi ministri si das- Carpi; ed a' i3 febbraio i54i il

sero annualmente dalle saline di vescovo di Scala Lodovico Vanni-


Cervia venti sacchi di sale ; bene- no Theodoli forlivese . A questi
ficenza che mancata per le ultime Giulio IH dichiarò successore a'i5
vicende politiche, fu liprislinata nel novembre i55i monsignor Gaspa-
1828 dalla camera apostolica, e ro de Doctis veneziano. Poscia Giu-
tuttora si gode. lio Ili dopo avere ordinato molte
Nel i534 gli successe Paolo III opere di utilità e di ornato pel
Farnese, già protettore di Recana- santuario , istituì la penitenzieria
ti, onde subito il comune rinnovò mediante un collegio di dodici sa-
le istanze presentate senza successo cerdoti dellacompagnia di Gesù,
a Clemente VII, essendo stato fatto i quali mantenuti colle rendite del-
nel medesimo anno governatore il la santa Casa dovessero udire nei
vescovo di Terracina Alessandro Ar- vari linguaggi le confessioni dei pel-
coli.Dopo alcune trattative, il Papa legrini di tutte le nazioni. Moren-
con bolla del primo luglio i535 do Giulio HI nel i555, nel portarsi
restituì a Recanati il castello di al conclave il cardinal IMarcello
Loreto, raffrenò il ministero laure- Cervini, per divozione si recò a ce-
tano, obbligando i recanatesi a pa- lebrare la messa nella santa Cap-
gare alla camera pontificia ottomi- pella, ove la Madonna gli manife-
la ducuti d' oro iu compenso delle stò che sarebbe stato eletto Papa,
LOR LOR ^4i
siccome avvenne, e [i\ Marcello II : prolettore del santuario, al (piale
lanto si ha dai suoi biografi. In comparii segnalati benefizi , come
questo tempo essendo Loreto infe- può vedersi nella Porpora /Maria-
stata dagli spiriti infernali, ne fu na del p. Marracci p. '^0%), una
liberata al modo che descrive il
p, pietra e della calcina appartenente
Bartoii nella Vita di s. Ignazio, alle sacre mura della camera di
voi. n, lib. V. Pio IV fece due go. Nazareth, per soddisfare la sua p<ir-
vernatori , a' 5 settembre i562 ticolare divozione verso la medesi-
monsignor Laureto Lauri, ed ai5 ma, e quindi depositarle in una
settembre i564 monsignor Pom- cappella o chiesa sotto il titolo del-

peo Pallantieri. la Madonna di Loreto a bella po-


Nella serie de' governatori di Lo- sta fabbricata da' suoi; ma il Cal-
reto si dice che il cardinal Giulio cagni scrive che si voleva dal ve-
Feltre della Rovere fu fatto pro- scovo fabbricare. Partito il vesco-
tettore del santuario nel 1 vo per Trento, ordinò a Francesco
564
peiciò da Pio IV. Ma il Cardella. Stella suo cappellano d'Arezzo, che
nelle Memorie, istoriche de'cnrdina- ivi gli portasse le sante reliquie;
li, t. IV, p. 288, dice quanto se- ma nel viaggio avvennero mol-
gli

gue. >' Giulio III lo fece prolettore te disgrazie. Non andò guari che
della Casa di Loreto, alla
santa in Trento il vescovo fu colpito da
quale comparti ricchissimi doni, e grave, infermità. Dio a mezzo di al-
tali e tanti benefizi, che troppo lun- cune persone di santa vita gli fece
ga cosa sarebbe volerli tutti nove- conoscere che n'era la cagione quan-
rare. Fra le altre cose vi fondò una to era stato tolto dalle sacie mure,
magnifica e scelta biblioteca, e do- ond'egli prontamente in casseltad'ar-
po la morte le lasciò una porzione gento rimandò al santuario la pietra
della suppellettile di sua domestica e la calcina per lo Stella suo cap-
cappella, che fu calcolata del prez- pellano, con lettera scritta dal conci-
zo di quarantamila scudi, ed asse- lio di Trento { ove avea recitato una
gnolle alcuni predii coaiprati col celebre orazione) a' 2 aprile i562
denaro proprio. Alimentava del suo o i565, e diretta a monsignor go-
in Loreto due o trecento poveri vernatore di Loreto, pregando di
per volta, e siccome 1' antico ospe- confermare le censure contro chi
dale non era capace dar luogo alle volesse prendere porzione de' sacri
femmine ctie in pellegrinaggio re- cementi. Di questa lettera se ne
cavansi al santuario, ne fondò uno conserva copia nella cappella della
nuovo per comodo di esse". Gio- santa Casa, che nel iBSg fu col-
vanni Soarez portoghese agostinia- lazionata coir originale esistente nel-
no, vescovo di Coimbra, conte di r archivio vaticano, dall'odierno
Argapia e confessore di Giovanni Sede monsi-
archivista della santa
II re di Portogallo, nel visitare il gnor Marino Marino il quale né ,

santuario Loretano portandosi al autenticò la copia loretaua co»


concilio di Trento ottenne col- , suo attestato. La pietra tuttora si
l'assenso del Pontefice Pio IV e del vede unita alle sacre pareli. Vedi
cardinal Carpi protettore della
di ilCalcagni, Memorie, ec. p. 97,
.santa Gasa Ridolfo Pio de' prin-
( ove narra tutto il prodigioso avve-
cipi di Carpi cardinale di Paolo 111, nimento. Del Soarez dottore iu sacra
VOL. XXXIX. 16
242 LOR LOR
teologi.-!, predicatore ciotto e pio, e del mnne ipcinafese in Loi'eto il ca-
narralo latlo^se ne fa menzione nella pitano Tolomeo IMoiialdi nobile re-
Storia del concilio di Trento dei cai- canatese-, perdendo così per semine
dinal Pallavicino, ediz . di Roma Recanali il castello, cioè i suoi di-
i833, t. IV, p. 27 dell'indice, ove pin ritti politici, conservandovi gli eco-
si racconta die dopo il concilio di nomici, e continuando ad esigervi
Trento questo eccellente vescovo le gabelle come prima. Conservò
nndò in pellegrinaggio in Gernsa- pure intieri i suoi diritti politici
lemme e suoi Inoglii santi, moren- sul resto del massime sul luogo ,

do nel i58o. Di tali consimili pro- borgo di Monte Reale, mandando-


digi se ne. potrebbero narrare altri vi regolarmente un capitano ad
casi. Dio e la Beata Vergine fece- amministrar la giustizia. Il popolo
ro pertanto manifestamente cono- di Loreto, comechè composto m
scere,che dalle beate mura non si gran parte di famiglie oiionde re-
togliesseroné le pietre ne la calci- canatesi , trovandosi contento del
na, per conservare il santo edifizio comune di Recanati, ramma- fu
nella sua integrità, altrimenti il fer- ricato dell' avvenuto, come e me-
vore de' fedeli verso sì preziosi "ce- glio descrive il eh. conte Leopardi
menti della santa Casa, forse non nella Serie de^ vescovi, ec. Assunto
ne avrebbe lasciato avanzo; anzi al pontificato nei primi del i56fj
le non vollero mai a
sante pareti s. Pio V, compì la fabbrica della
ridosso ornamenti od altro. La san- magnifica chiesa incominciata da
ta Casa è costrutta di tufo rossastro Paolo II, e concorse alla fusione
oscuro, tagliato a forma di matto delle quattro chiudende o porte di
ni, come dall'ispezione fatta nel bronzo della santa Casa. Diseccò gli

1751, il cui documento e relazione stagni air intorno di Loreto, rego-


si legge nel Riccardi a p. 209, lò il corso del fiume Musone, a-
Quanto alla calce che lega le pie prì varie strade, rese l'aria più sa-
Ire è il petroselce, adoperato nelle lubre, per cui da tanfi benefizi pro-
antiche e moderne fabbriche di Pa- venne al santuario la gran parte
lestina. commissari spediti da Cle
1 dell'uberlosissimo latifondo Scossic-
niente VII a Nazareth riportarono ci lungo l'Adriatico. Tre governatoli
alcune di quelle pietre comuni nel s. Pio V diede a Loreto, cioè a' 3
luogo, e furono trovate eguali e si- aprile i566 monsignor Gio. Bat-
mili a. quelle ond' è costruita la tista Maremonti, a' 18 novembre
santa Casa. dello slesso anno monsignor Ubal-
Nel medesimo pontificato di Pio do Venturelli e non Venturchi di
IV, a' i3 novembre i565, recatosi Fossombrone e nel 569 Roberto , i

in Loreto in qualità di commissa- Sassatelli d'Imola. Abbiamo dal Cal-


rio apostolico monsignor Vincenzo cagni p. 1 00, che s. Pio V per
de Luchis vescovo d' Ancona, citò la vittoria ripoi tata contro i tur-
il comune di Recanati a restituue chi, in rendimento di grazie visi-

il ca.stello di Loreto, e riprendersi tò processionalmente la santa Casa,


gli ottomila ducati pagati. Il com- Altro insigne benefattore di Lo-
missario non valutando !e proteste reto fu il Papa Gregorio XIII , il

del comune, depositò tal somma, quale fece eseguire la grandiosa


fece espellere dal palazzo del co- opera degli acquedotti dalia pai-

»
LOR LOR 2/1

te fli Recanati, ed aprì una stra- tave ; e con breve de' i gennaio
o
da regia e più breve tra gli A- iSyB dichiarò altare Gregoriano
pennini ,
per vnn faggio de' di vo- quello di Anna. Nominò Gregorio
s.

ti che recavansi al santo luogo. XIII tre governatori a Loreto il :

Perciò fece spianar monti, alzar val- primo agli 8 luglio iSiyG, in per-
li, riempir fossi, pareggiare rupi, sona di monsignor Giulio Amici di
erigere ponti e drizzai-e campagne. Macerata; nel iSyS monsig. Vin-
Continuò l'edifizio del palazzo apo- cenzo Casali bolognese, ed ai o>4
stolico, e donò all' insigne tempio agosto i583 monsig. Francesco Gal-
la rosa d'oro da lui benedetta, a lo di Osimo. Nel i58o deputò in
mezzo di monsignor Marc' Antonio protettore della santa Casa il suo ni-
Fiorenzo, con quel breve ed istru- pote cardinal Guastavillani o Va-
zioni die il Cartari, La rosa d'oro stavillani bolognese, il quale colla
pontifìcia, riporta a p. 124 e seg. sua industria e zelo ne aumentò
Indi nel 5<S Gregorio XIII col-
1 1 notabilmente le rendite. Dell'ope-
r autorità del motu-proprio Postu- rato di questo Papa in favore delia
lai nostri miineris ratio, a conforto santa Casa ne trattano il p. Maffei
delle chiese gementi
e de' fedeli nel t. IIAnnali di Gregorio
degli
sotto il dominio ottomano fondò , XIII, e r Oldoino nelle Addizioni
in Loreto il celebre collegio Illiri- al Giacconio t. IV.
co, e ne affidò il regime ai reli- L'anno i585 fu esaltato al tro-
giosi della compagnia di Gesù. I- no del Vaticano il magnanimo Si-
stituì il Papa questo collegio prin- sto V, luminare del Piceno, che
cipalmente a vantagi^io dei popoli superò tutti i pretlecessori nell' o-
illirici e per trenta alunni, a spese norare e beneficare l'alma santa
del santuario Lauretano. Pare che Casa di Loreto Primieramente .

gli alunni dovessero essere chiama- compì definitivamente la separa-


ti dalle Provincie giacenti sulla de- zione di Loreto da Recanati, che
stra riva Danubio, cioè dalla
del dicesi riguardava di mal occhio,
Bulgaria, Servia Schiavonia Bo- , , benché i recanatesi procurassero
snia, Croazia, Dalmazia, Albania, guadagnarsene il favore. Con una
Epiro, non che dall' Istria, Carnio- bolla Sisto V soppresse la catte-
la, Carinlia e Stiria. Col passar de- drale recanatese, riducendone la
gli anni, o per la carestia de'vive- chiesa in collegiata, e sottoponendo
ri o per altri ostacoli, gli alunni Recanati e il suo contado al ve-
essendo ridotti a dodici, pas-
illirici scovato di Loreto , giacché colla
sarono nel seminario romano, indi bolla Pro excellenti de' 1 7 marzo
nel 1600 per volere del cardinal i586, presso il Bull. Ront. t. IV,
Antonio Galli protettore del colle- part. IV, p. 189, fece Loreto cit-
gio,nel Collegio dementino di Ro- tà, eresse la chiesa in cattedrale,
via (Fedì), al modo detto in quel- dandogli per diocesi il con-
oltre
r articolo. Inoltre Gregorio XIII tado di Recanati, Castel Fidardo
estese al santuario l'indulgenza ple- tolto alla chiesa di Ancona, Monte
naria a tutti i giorni della setti- Cassiano tolto alla chiesa di Osi-
mana santa, a tutte le feste del Si- mo, Monte Lupone tolto alla
e
gnore, e a tutte le leste della Bea- chiesa di Fermo. Assegnò al ve-
ta Vergine colle loro rispettive ot- scovo per mensa scudi duemila
244 LOR LOR
annui, ottocento de' quali da pa- glio di cinquantadue consiglieri di-
garsi dalla cassa del santuario, no- visi in tredici palle o magistrature,
minando a primo vescovo di Lo- ciascheduna delle quali esercitasse
reto Francesco Cantucci di Perugia l'uffizio due mesi. Ai magistrati
nei i," di aprile,, prelato che trattò si assegnarono vesti violacee con
con somma prudenza e riguardo gli la fodera rossa, e i primi estratti
afflitti recanatesi. Dipoi eresse in furono Tommaso Salvatori gonfa-
cattedrale Tolentino, e in reinte- Girolamo Oliva, Gio. Do-
loniere,
grazione della perduta sede di Re- menico Riccardi, e Rocco Serafini
canati l'unì a quella di Macerata, priori. Inoltre Sisto V volle che lo
dichiarandone vescovo Galeazzo Mo- stemma della nuova città fosse la
roni. 11 vescovo Cantucci fermò la santa Casa colla Beata Vergine se-
sua dimora in Recanali, ove san- duta sulla medesima, ed avente il
tamente e compianto morì a' 26 Bambino in braccio; e che la san-
novembre dell' istesso anno. I re- ta Casa fosse sopra tre monti, fian-
canatesi prepararono sontuosi fu- cheggiati da due rami di pero
nerali, ma il capitolo Lauretano (parte del suo stemma), col mot-
non volle cedere i suoi diritti, e il to : Felix Lauretana Gìviias. Sim-
cadavere venne trasportato in Lo- boleggiando così l'anteriore suo
reto dove si celebrarono l'esequie, nome di Felice, la patria Mont' Al-
e fu sepolto nella chiesa. A' 17 di- to e il casato della sua famiglia
cembre subito Sisto V diede in Peretti . Il magistrato lauretano
successore al defunto il romano Ru- venne costituito a'27 ottobre 1587,
tilio Benzoni, che si recò in Lore- e nel primo di novembre uscì in
to alla sua residenza, e fece poi il forma pubblica e prestò il giura-
suo ingresso solenne in Recanati. mento di fedeltà in mano del go-
Pochi giorni dopo l'elezione di Si- vernatore. 11 Papa confermò quan-
sto V e nei giorni 12 e i3 mag- to avea operato il sunnominato car-
gio i585 eransi tenute in Loreto dinal di Perugia, con bolla de' 20
due congregazioni generali o par- gennaio i588; e poi con breve
lamenti della provincia della Mar- de' i3 agosto iSSg tolse a Reca-
ca, che solevano prima convocarsi nati una parte del suo territorio,
in que' luoghi
che la circostanza e la diede a Loreto. Sino dal i586
faceva determinare; ma d'allora Sisto V istituì r ordine equestre
in poi per ordine di Sisto si V dei cavalieri Lauretani ( Fedi), o
decretò che radunassero sempre
si cavalieri di s. Maria di Loreto, o
in Loreto, come luogo terzo non per dir meglio lo rinnovò con mag»
soggetto a dispute, e governato da giori onorificenze, siccome già e-
un preside particolare, coli' inter- retto nel i545 da Paolo III, e-
vento però del legato della Marca, ziandio con 1' obbligo principal-
nominaudovisi i deputati dalle cit- mente di difendere dai corsari le
tà che vi aveano diritto. Frattan- spiagge della Marca d'Ancona, la
to Venne a Loreto ad organizzare il città e il santuario di Loreto. A ta-
nuovo comune il cardinal Antonio le effetto era loro assegnata una
Galli vescovo di Perugia, e perciò stanza nel palazzo della curia ge-
detto di Perugia, protettore del nerale, ed un'altra in quello della
santuario, e vi costituì un consi- santa Casa per potersi ivi adunare
LOR LOR 245
frumenlario, che di poi fu ripristi-
fra l'aono e trattare de'loro nego-
zi. Per insegna gli diede una me- nato dall'amministrazione della san-
daglia d' oro coir immagine della ta Casa nel i832, con duecento-

Beata Vergine Lauretana, avente cinquanta rubbia tra giano e for-


nel rovescio il proprio stemma gen- mentone. A' 9 gennaio 1590 Si-
tilizio : prima usavano quello di sto Vdichiarò governatore di Lo-
Paolo IH, cioè 1 sei gigli Farnesia- reto monsignor Andrea Benti voglio
ni ; arma che potevano cavalieri i
bolognese. Con bolla poi de' 22
inquartare nel proprio stemma in agosto 1590 istituì una fiera con
segno di nobiltà. Su questo ordi- molti privilegi, che durasse dal 25
ne si può leggere quanto ne scris- novembre a tutto dicembre, soppri-

se il Calcagni a pag. 96. Agli 8 mendo perciò quella rinomatissima


ottobre dell' anno iSBy avea il che si
ma que-
teneva in Recanati;
sta disposizione non ebbe effetto. Per
Papa fatto governatore monsignor
Sisto V il tempio magnifico di
Lo-
Vitale Leonori di Bologna ; nel
seguente anno ripristinò nella ca- reto ebbe pieno compimento; ter-

rica monsignor Gio. Francesco Gal- minò il prospetto esterno incomin-


lo, e nel medesimo gli fece suc- ciato da s. Pio e proseguito da
V
cedere monsignor Girolamo Ga- Gregorio XIH; ove nel iSSy fece
scolpire in pietra nera a grandi
let-
buzi di Maceiata. Quanto al Leo-
tere d'oro questa epigrafe:
deiparak
nori pare assolutamente dalle an-
tiche memorie, che fosse governa- DOMUS IN QUA VERBUM CARO FACTUM
EST. Finalmente Sisto V spese
qua-
tore sino dal giorno 8 ottobre 583. 1

Difalti egli era già in Loieto quan- ranta o quarantaseimila ducati d o-


ro per le tre porte di
bronzo
do elevavasi al pontificato il cardi-
ual Montalto col nome di Sisto V, della basilica, del qual metallo la
provincia delta IVIarca gli innalzò
ed i canonici della collegiata Lore-
quella nobile statua avanti la chie-
tana presso di lui si congregarono
per nominare due deputali per fa- sa che in appresso descriveremo.
Appena morto Sisto V, i reca-
re le debite congratulazioni col mar-
chegiano Pontefice: Gio. Francesco natesi tornarono a fare rappresen-
Gallo pare che succedesse al Leo- tanze sui torti che dicevano avere
nori nel 1587. Con breve de* 20 ricevuti, spalJeggiati da molti car-
gennaio 1 588 donò Sisto V al dinali che avevano disapprovato
magistrato municipale di Loreto il alcune delle cose fatte dal defunto
torrione edificato da Leone X per a pregiudizio di Recanati ; ma l'e-

difesa del santuario, affinchè vi po- letto Urbano VII visse soli tredici

tessero fabbricare il palazzo pub- giorni ; laonde il sacro collegio nel-

blico; ed in vece munì la città di la sede vacante, a'6 ottobre 1590


ba'>tioni più validi, da cui potesse- fece governatore di Loreto monsi-
ro agire le artiglierie contro i pi- gnor Fulvio Paolucci di Perugia.
rati. Indi con bolla de' 3 maggio A' 5 dicembre 1590 divenne Papa
1 588 concesse varie esenzioni agli Gregorio XIV, che deputò due con-
abitanti di Loreto, ed a chiunque gregazioni perchè si facesse ragione
accrescesse la città con nuove abi- ai lamenti de' recanatesi. Andando
tazioni. Inoltre con bolla del pri- l'aftàie in lungo, Papa terminò
il

mo agosto i588 istituì il monte di vivere a' i5 ottobre i59i ma ;


246 LOR LOR
il successore Innocenzo IX propose vi comprensivamente all' ultimo
aubilo in concistoro la reitiluziom: defunto monsignor Alessandro dei
della cattedra recanatese^ e la de iOlili Bernetti di Fermo, dal gior-

Cleto a' 19 dicembre. Il vescovo no del loro possesso, in fine del-


Benzoni partecipò la notizia a Re la succitata Relazinnr. Sino dal-
canati che ne fece grande allegre/ l'aprile Clemente Vili di-
1592
za, e intanto mori Innocenzo IX. chiarò governatore monsignor Fran-
nella notte de' 29 dicembre, rima- cesco Gallo, che già due altre vol-
nendo sospesa la spedizione delia le avea esercitato tal cari* a Ritor-
bolla. Alla fine elettosi a' 3o gen- nando Clemente Vili da Ferrara
naio 1593 Clemente Vili, questi nel 1598, giunse in Loreto a' io
esegui Io stabilito dal predecessore, dicembre. Celebrò messa nella santa
ed ai 9 febbraio enianò la bolla Cappella e vi ordinò sacerdoti il car-
con cui la cattedrale vescovile di dinal Pietro A Idobi andini suo nipote
Recanati venne ristabilita con lut- e il cardinal Bartolomeo Ce^i, facen-
ti i suoi beni, diritti, onori e pie do al santuario splendidi donativi,
Hiinenze, e venne unita in perpe- cioè una tavola di argento cesella-
tuo a quella di Loreto, restando ta e rappresentante la città e di-
ambedue le cattedrali immediata- stretto Loreto
di sei candellieri ,

niente soggette alla- santr» Sede, con croce di argento del peso di
inoltre Clemente Vili regolò le libbre centocinquanta, ed oltre al-
gmiisdizioui civili e criminali di tri regali fece versare mille scudi
Loreto è di Recanati, ed obbligò il nella cassa delle limosine. Donò
ìjantuario a restituire ai recanatesi pure alla santa Casa la rosa d'oro
gli ottomila scudi pagati per le da lui benedetta, che il succitato
mura in tempo di Paolo HI, ciò Cartari descrive a pag. i39; per-
che fu eseguito. Divenuto Rutilio mise che la festa della Tiaslazio-
Benzoni vescovo di Recanati e Lo- ne della medesima santa Casa dal-
relOj mostrò predilezione per la la Dalmazia nella Marca d' Anco-
chiesa di Loreto laonde ricorren- ; na, si celebrasse ogni anno a' 10
do i recanatesi alla congregazione dicembre, e concesse al santuario
de' vescovi, questa decretò che il r indulgenza plenaria da lucrarsi
vescovo risiedesse e pontificasse con quotidianamente dai pellegrini ed
discreta alternativa or nell" una or altri divoti forastieri che si porta-
nell'altra chiesa, provvedesse al se- no alla visita di esso. Clemente Vili
minario, mantenesse un vicario fo- proibì la recita e il canto di Li-
rastici e, ed altre cose: Clemente Vili tanie, fuorché quelle dr santi, e le
obbligò vescovo a sottomettersi
il Litanie Lauretaiw (Piceli), così del-
al decretato della congregazione. le perchè in onore della Beata
IMun il Benzoni nel 161 3 in Re- Vergine si cantano solennemente
canati e fu sepolto nella cattedrale. in musica nella chiesa di Loietr)
Al citato articolo Recìnati ripor- in tutti i sabbati. Sulle Litanie
teremo la serie de' vescovi di Lo- Laurelane, il Migliorati stampò in
reto e Recanati, successori del de- Roma nel 169S . Bi/Itssìom, ec.
funto. Il beneficiato Munì ed il Tre altri governatori Clemente Vili
suo continuatole arciprete Gianuiz- diede a Loreto: nel «^99 monsign.
zi producono la sene de' vesto- Filippo Butelli o Bai toh ( bccondo il
LOR LOR 247
Cinellio) perugino; nel 1600 monsi- lieo : sotto di lui i cappuccini eb-
gnor Tiberio Ortini di Foligno; e bero ospizio in Loreto. Però il mag-
nel i6o3 monsignor Francesco Bas- gior alto di Urbano Vili fu quel-
si di Pvavenna. Tra le magnifi- lo di restituire e ripristinare in Lo-
cenze del Pontefice Paolo V si deve reto il collegio Illirico, mediante la
contare l'abbellimento della grandio- bolla Zeliis Domus Dei emanata
^

sa cupola del tempio Lauretano, e nel primo giugno 1627, che si legge
della gran sala del tesoro col pen- nel Bull. Roni. t. VI, par.!, p. 4^ì, e
nello del Pomarancio. Tre governa- nel Bull, de prop.
58. fide, t. I^ p.

tori assegnò a Loreto: nel i6o3 Diede al collegio un cardinal pro-


monsig. Rutilio IVLirtncci ; a' 9 set- tettore fornito di ampie facoltà, e
tembre 1607 monsig. Tiberio Petroni prescrisse il numero di trentasei
romano; ed 29 novembre 1614
a' alunni, l'età, le qualità, il giura-
monsi';iior Ottavio Orsini romano. mento che dovevano fare, i privi-
Inoltre Paolo V stabilì le giuris- legi e le nomine. Questa santa ope-
dizioni del vescovo di Recanati e ra quasi per due secoli felicitò Lo-
Loreto, e del cardinal protettore reto, la Marca, l'oriente, la Chiesa

del santuario. Kel 1620 dichiarò cattolica ; le metropoli di Ragusi ,


prolettore il suo nipote cardinal di Spalatro, di Zara e di Autivari;

Scipione Borghese romano, il qua- le chiese vescovili di Sebenico, Ve-

le comparti preziosi doni al santua- glia, Lesina, Gattaro, Cursola, Sta'


rio. Colla bolla poi Di\>ina dispo- gno, Trau e Segna ; i bulgari, gli
nente, volle che tutti quelli che abitanti tra il Drava e il Sava, i

servono alla santa Casa, non sieno bosniaci, gli albanesi, le provincic
soggetti ad altra giurisdizione che del nuovo Epiro, quelli di Strido-
a quella del protettore della santa na, di Dalmazia ottomana, di Ney,
Casa, in cui luogo, come si è det- di GiustandiI, quelli di Servia, eJ
to e ripeteremo^ è succeduta la altri nominati nelle lettere aposto-

congregazione lauretana, privilegio liche di Urbano Vili, furono chia-


già concesso da Sisto IV. mati a godere il privilegio o il di-

Gregorio XV diede tre governatori ritto o continuo di es-


alternativo
a Loreto; a* 2 1 marzo 1621 Mar- sere gratuitamente ammessi per a-
tello Pignattelli vescovo di Jesi; ai lunni al collegio Illirico, provveduti
IO 1621 Ottavio Figini
ottobre interamente essi, compresa la spesa
milanese; ed a' 20 aprile 1622 il del viaggio, ed il corpo insegnante,
vescovo di Jesi Tiberio Cenci ro- dal patrimonio di santa Casa. Go-
mano. Questo ultimo l'unse l'uftìzio devano questi alunnimolte pre-
con universale soddisfazione per cir- logative , ed anche \' extra tem-
ca tre lustri, e più tardi Innocen- pora senza le .
dimissone de' loro
zo X lo creò cai di naie. Nel cele- vescovi , e senza il benefizio o pa-
brare Urbano Vili l'anno santo trimonio ecclesiastico, venendo ini-

1625, volle come i suoi predeces- ziati negli ordini sacri fino al sa-
sori mtatte le indulgenze di Lore- cerdozio. mancanza Alla della be-
to. Si portò alla visita del santua- nemerita compagnia di Gesù , si

rio, ed allora gli otìiì molti doni, oscurò lo splendore del collegio Il-

tra cui i nobili arazzi che oggi a- lirico, e nel finire del passato seco-
dornano la sala del palazzo aposto- lo 51 estinse. JVel i633 Urbano Vili
248 LOK LOR
lece Loieto il proprio
piulcUuit di Giulio IH avea affidalo ai gesuiti,
iìcilello Anlouio Beiibeiini,
carcliiial a'qnali la confermò volendo che per
delle cui beneficenze pail.immo iti le varie lingue vi fossero diecino-
principio di questo articolo. Nel ve penitenzieri compreso il rettore,
inedesìirio anno il Papa nominò e che ogni penitenziere dovesse es-
t^oveinatore monsignor Emilio Al- ser nato o educato nella regione
tieri romano vescovo di Camerino. per la cui lingua era destinato a-
11 Cardella dice che il cardinale fu scoltare le confessioni, acciò fossero
quello che lo destinò a questo go- tutti peritissimi de'diversi idiomi.
verno col beneplacito del Papa di ; Clemente IX il primo gennaio
poi Clemente IX lo creò cardinale, 1669 destinò governatore di Lore-
e gli successe nel pontificato col no- to monsignor Carlo Vaini romano,
me Clemente X. Indi a 2^ gen-
di ed il successore Clemente X nomi-
naio i635 Urbano Vili dichiarò nò protettore il cardinal Paluzzo
governatore monsignor Pietro Mar- Paluzzi degli Albeitoni Altieri. Di
tire Piedini di Forhj dandogli in poi Clemente X fece successivamen-
successore a' 2 settembre 640 1 1 te governatori di Loreto, a' 12 set-
monsignor Francesco Gaetani ro» tembre 1671 monsignor Marcello
mano. Innocenzo X fece due go- Durazzo genovese il Cardella lo :

vernatori, cioè nel i65o monsignor dice anche visitatore e poi cardi-
Carlo Antonio Dondiin bolognese, nale; a' 28 giugno 1672 monsignor
ed agli 8 marzo i654 monsignor Giovanni Bussi romano; ed a' 27
Sebastiano Gentili di Foligno: però novembre 1674 monsignor Lo-
fino dal 1645 avea deputato a pro- renzo Buzj romano . Innocenzo
tettore del santuario il cardinal XI a' £) maggio 1682 fece gover-
Gio. Battista Pallotta di Caldarola, natore Raimondo Ferretti di An-
alla cui biografia iliremo quanto cona, poi nel 1690 vescovo di Lo-
fu benemerito della chiesa di s. reto e Recanati; ed Innocenzo XII
Salvatore in Lauro di Roma, e come nominò quattro governatori, a' 22
solennemente celebrava la festa della (liccndjre 1691 monsignor Pier Do-
traslazione della santa Casa. Inol- menico Cabanes avignonese; nel
tre Innocenzo X emulò la munifi- 1692 Filippo Gualtieri poi cardi-
cenza de' suoi predecessori verso il nale; a'i5 giugno 1695 monsignor
santuario, mediante varie dimostra- Muzio di Gaeta napoletano e nel ;

zioni e provvidenze. Indi ad Ales- primo giugno 1698 monsignor Giu-


sandro VII si deve il dono d una seppe Firrao poi cardinale.
ricca coltre tessuta in oro, e della Il Pontefice Innocenzo XII dopo
sua croce pettorale carica di puris- aver confermato l'esenzione del san-
simi diamanti: la. coltre più non tuario dalla giurisdizione dell'ordi-
esiste e fu bruciata a fronte delle nario, per la morte dell'ultimo car-
censure minacciale con apposito bre- dinal protettore del medesimo Pa-
ve dal Papa donatore contro chiun- luzzi Altieri, avvenuta a' 29 giugno
que per qualimque pretesto avesse 1698, come dicemmo di sopra, lo

ardilo distruggerla. Lo stesso Ales- assoggettò immediatamente al Pa-
sandro VII a' 22 febbraio i65() pa e alla Sede apostolica, aOìdan-
emanò la costituzione Ex coinmìs- done per essa la cura alla congre-
j/, sulla peniteuzieria di Loreto che gazione lauretaua da lui perciò
LOR LOR a49
islilLiila, la quale al presente si tro- ambedue furono sempre il cardinal
va costituita nel cardinal segreta- segretario di stato e il prelato sotto-
rio per gli affari di stato interni datario. La congregazione d' Avi- *
per prefetto , in otto cardinali ed gnone terminò nel pontificato di
in dodici prelati -votanti componenti Pio VI, quando la Francia occupò

la congregazione. I prelati sono divisi lo stato d'Avignone dominio della


per quattro turni, cadauno composto santa Sede. Tuttavolta nel breve
di tre preiati, cioè primo turno, che si spedisce dalla segreteria dei
secondo turno, turno per di appello brevi al |)reIato sotto-datario, si

le cause civili e criminali turno , considera pure come segretario del-


di segnatura. Ordinariamente la la congregazione d' Avignone, poi-
maggior parte de' cardinali e dei che dicesi suhdatariuni nec non ,

prelati votanti sono marchegiani. sacrae congrega lionis Avenionensia


Oltre a ciò vi è il prelato assessore, et Laiiretanae, jiixta forniani ta-
il prelato segretario ch'è sempre il rnen rìioius proprii a fel. record.
sotto-datario, l'uditore criminale, ed Pio PP. VI die I januarii anni
il sotto-segretario archivista. La se- 1778 editi, secretariuni, cuni hono-
greteria e r archivio della congre- ribus, oneribiis, jacnltatibus, provi-
gazione sono nel palazzo apostolico sionibiis , et eniolunientis solitis et

Quirinale, presso il prelato^ segreta- consuetis. Delle congregazioni d' A-


rio che come sotto-datario abita vignone e Lauretana si può vedere
nel palazzo della dateria apostoli- la Pratica della curia romana par.

ca, contiguo al nominato. All'arti- il, cap. XIII e XIV. Iimocenzo XH


colo Segretario di stato riportere- eletto nel 1691, al dire del Novaes
mo la serie dei cardinali prefetti fece subito sotto-datario (cioè lo con-
della congregazione ; qui appresso fermò oerchè lo era stato d' Inno-
noteremo quella dei prelati segre- cenzo XI e di Alessandro Vili )

tari che sono sempre sotto-datari i Giuseppe Sacripanti che poi creò
fino dalla istituzione e senza inter- cardinale, e Clemente XI lo fece pro-
ruzione. Agli anni che citeremo, datario : il Cardella nel t. Vili, p.
nelle annuali Notizie di Roma , si 44 delle Memorie storiche de' car-
potranno verificare i soggetti, i qua- dinali, dice che fu dal medesimo
li tutti funsero contemporaneamen- fatto sotto-datario e segretario del-
te i due uffizi di segretario della le congregazioni d' Avignone e di
congregazione lauretana e di sotto- Loreto. Eletto Clemente XI nel
datari, camerieri segreti, prelati do- 1700, confermò sotto-datario Pie-
mestici e referendari delle due se- tro Marcello Coiradini (giacché lo
gnature e talvolta protonotari apo- era d'Innocenzo XII J che poi creò
stolici. All'anno poi precedente si cardinale, facendolo pio-datario In-
troverà il predecessore nominato. E nocenzo XIII, come alfermano No-
siccome Innocenzo XII, abolendo la vaes e,Caidella fu pure segretario :

legazione di Avignone, eresie quel- delle due congregazioni come lo furo-

la congregazione che descrivem- no tutti i seguenti successori sollo-


mo nel voi. XV'I , p. 143 e scg daliui.Antonio Maria Becchetti di
del Dizionario, e poi 1' unì alla Fabriano, fatto sotto-datario da Cle-
congregazione lauretana , così il mente XI, come si legge nel libro in-
cardiu?' prefetto e il scgiclario di titolato De Dataria apostolica /tue
2^o LOR LOR
universo, a p. 64 ( autore del qua- vaticano. i83/» Alessandio Macio-
le non il Piiganli, come molti Cre- li di Velletri, canonico di s. Maria

deltero, uia bensì fu Francesco An- Maggiore, coadiutore del precedente,


tonio Vitale, come si può vedere a Cfjnsei vando la carica di ufllziale

p. 112 della stessa opera num. 4 )»


per la collazione de' trasunli delle
canonico della basilica l;ilcranense, bolle e de'brevi, e divenendo segre-
che beneficii nel modo che si le^ge tario coadiutore eziandio della con-
nel Crcscimbrni, Sialo della chiesa gregazione lauretana, e nel 1 836 ef-

papale Liteirnense, a p. gS del Ri- (ettivo sotto datario, e segretario del-

strttlo,ed Istoria di s. Giovanni la congregazione. Promos^^o monsi-


avanti porta Latina p. 290, ope- gnor Macioti neir ottobre dell'anno
ra stampata nel 1716, in cui dice 1845 ad arcivescovo di Colossi in
ch'era il Becchetti vivente. Le an- parlibus, e di nunzio apostolico a
nuali Notizie di Roma incomincia- Lucerna, il Papa Gregorio XVI di-
rono a pubblicarsi, come si disse al- chiarò sotto datario e segretario del-
trove, nel I 7 1 6 ; ed ecco che comin- la congregazione lauretana monsig.

ciamo a prolitlarne. Anno lyiOjChe Alberto Barbolani di Montauto a-


Tu il primo in cui si riportò il sot- retino, canonico e allarista vaticano.
to-datario, Antonio Francesco Va- Il Vitale nella citata opera riporta
lenti da Spoleto, ossia da Trevi, co- a p. 61 e seg. l'elenco de' sotto-
sì nel 1721 meglio dichiaiato, poi datari da Paolo IV sino a Clemen-
arcivescovo di Teodosia in paitibus, te XIII, cioè al Mattei, laonde per
uditore di rota, posto che rinunziò completare quella che abbiamo da-
quando Clemente Xll Io fece pro- ta aggiungeremo quelli che prece-
datario. 1723 Giuseppe Accorambo- dettero il nostro Sacripanti. Lam-
ui di Spoleto poi cardinale. 1727 berto Orsini de \ 1 vai iis di Liegi, fat-

Gio. Battista Braschi da Cesena arci- to sotto-datario da Paolo IV, lo fu


vescovo di ]\isibi in partibiis. l'jZo sino ad Urbano VH. Guglielmo Ba-
Francesco Maria Spannocchi di Siena. stoni di Clemente Vili che lo fece
1741 Saverio Giustiniani genovese, vescovo di Pavia. Bernardino Pao-
canonico di s. Rluria Maggiore, poi liiii fiorentino poi datario, e Per-
vescovo di Monte Fiascone. 1755 rino de' Perrini da lorenese, fatti

IVicola Riganti di MoU'etta ; poi Clemente Vili. Luca Ducei di Bor-


ebbe la facoltà di dattirio come no- go s. Sepolcro sotto datario di Leo-
tammo a Dateria apostolica. 17^9 ne XI e Paolo V. Marco Aurelio
Lanfranco Mattei 1771 Gaetano . Maraldi di V che
Cesena di Paolo
Ferri d'Ascoli nella Marca. lyyS» poi lo promosse a datario. Eurico
Carlo Luti. 1777 e 1778 vacaro- lUiisen di Liegi fatto da Gregorio
no. 1779 Francesco Maria Luzi XV sotto-datario. Egidio Orsini de
di Sanseverino, canonico di s. Ma- Vivariis di Liegi sotto-datario di

ria Maggiore ; è registralo sino al Gregorio XV


Urbano Vili, e
1808. Da quest'anno sino al 18(7 poi datario. Agostino Hurando ro-
inclusive, le Notizie, non si stampa- mano sotto-datario d'Urbano Vili.
rono, e com'è noto dal 1809 al Franeesco Canonici Mascabruni sot-
1814 Pio VH essendo deportato, to-datario d'Innocenzo X: di que-
tutte le cariche vacarono. 1818 sto assai parlammo nella sene
Ottone Benigni di Fabriano canonico dei datali. Giiolamo Bei lucci gli
LOR LOR ^^r
fu sosliluito .da Innocenzo X, poi cedendogli i privilegi goduti dalla
datario . Nicola tJmberlo della santa Cappella. Nel medesimo an-
diocesi Toni sotlo datario di det-
di no coi Clemente XI prepose a
to Papa, come lo fiiiuno Pietro governatore di Loreto Beute Ben-
Gentili della diocesi di Camerino, tivijgiio bolognese, al cpjale in ap-
e Pietro Ciampini romano ;
qne- presso diede a successori altri sei

st' ultimo lo fu pure di Alessandro prelati. Essi tiirono, nel 1703 Fa-
VII. Armando Ricci della Marca brizio Agostini forlivese; nel 1706
d'Ancona sotto-datario di Alessan- F'ilippo Spada vescovo di Pesaro;
dro VII e Clemente IX; cpiesti nel -09 Raniero Delci sanese, po-
1

gli die a successore prima Alessan- scia cardinale; nel 1710 France-
dro Saracinelli d'Orvieto, e poi sco Maria Barbarigo veneto nel ;

Sante de Pilastris di Cesena, con- 1712 Melchiorre Maggio di Lrbi-


fermato da Clemente X e da In- no; e nel 1721 Agapito Mosca
nocenzo XI, il quale nominò in se- di Pesaro cugino del Papa, che se-
guilo Francesco Liberati di Ronci- condo il Cardella Io avrebbe fatto
glione che divenne datario. governatore nel 1717, in appresso
Clemente XI col breve Ad au- cardinale. Clemente XI
Avendo
gtndain, de' 26 settembre 1701, ricevuto dall'imperatore Carlo VI,
presso il Bull. Roni. t. X, par. I, per la vittoria riportata a Peter
pag. 24, confermò l'indulgenza di Varadino a' 5 agosto 1716 contro
Clemente Vili e la rese applicabi- i turchi dal principe Eugenio di
le anche alle anime del purgato- Savoia, quattro bandiere, cioè due
rio, colla condizione che per I acqui- code di cavallo, una bandiera, ed
sto bisogna confessarsi e comuni- un maggiore stendardo, ne mandò
carsi. \enendo poi in cognizione due alla santa Casa, e due a santa
die dal 1678 al i7or non si e- Maria Maggiore di Roma, perchè
rano nella chiesa soddisfatte settan- nel giorno in cui ivi si celebrava la

tacinquemila messe, vi provvide col- memoria della prodigiosa neve ca-


la costituzione Cimi sicitt ordi- ,
duta, fu riportata la vittoria. Pare
nando che per le messe tralasciale che Clemente XI avesse divisalo re-
prima de! 1678 si celebrasse per carsi in pellegrinaggio di divozione
cinquantanni una messa cantata a dappoiché nel ms. che
Loreto,
per ogni mese; per le settantacin- il suo maestro di camera monsi-
quemila messe non dette, comandò gnor Ruffo lasciò a' suoi suci.esso-
che si prendessero cinque cappel- li, si legge nel capo LVIII il ce-
lani straordinari finché fossero tutte rimoniale pel viaggio di Papa Cle-
celebrate. Volle pure che si stabilis- mente XI alla santa Casa di Lo-
sero tanti cappellani quant' e-
fìssi reto, con gran decoro e uumerosis-
lano le cappellaiiie quotidiane, co- SUDO corteggio, preciso e dettaglialo.
si altri in proporzione
messe alle 11 Pontefice secondo fuso de suoi
slraordinarie. Indi considerando es- predecessori voleva essere precedu-
sere impossibile che all'altare della to nel viaggio dalla ss. Eucaristia
santa Cappella si potessero celebra- Per quante ricerche fisci fare per-
le le messe ad essa destinale, so- ciò a Loreto ne' libri della ciisto-
stituì l'altare deHAnniinziazione e- <lia di santa Casa e nell'archivio,
iislente nella medesima chiesa, con non apparisce che mai siasi pui-
a5i LOR LOR
trito Clemente XI in Lordo, ove coir opera del Vanvilelli la mae-
pine si ritiene che avesse in ani- stosa mole del campanile, proseguì
mo tli iccaivisi. Dappoiché nell' i- ed abbelh il loggiato, e difese dot-

sloria data in luce dal Murri nel tamente r identità della santa Ca-
lyqi stampe lordane del
colle sa. Sulla giurisdizione del governa-
Carnevali, a p. i43 si legge quan- tore di Loreto e del vescovo, e

to p.iie comprovare ([iiesto disegno. sulle risoluzioni della Congregazio-


-•'ICstese r indulgenza plenaria quo- ne Lauretana , a questo articolo

tidiana concessa da Clemente Vili, parlammo delle provvidenze di Be-


applicnbile anche alle anime pur- nedetto XIV, e di quanto perciò
gnnti. Donò la famosa croce di fece stampare, con un libro che
J);is«,o rilievo incisa in radiche di divenne il codice con cui dovevano
bosso, e tutta mirabilmente isto- regolarsi nelle controversie giuris-

riata. Die ordine che si custodisse dizionalij il vescovo e il governa-


con ogni gelosa cura il quadro di tore di Loreto. Questo Pontefice
Raffaello che si conserva in teso- colla costituzione Almac Domus^
ro; et per eximios nepoles (cosi scri- degli 8 settembre 17495 p»'esso il

ve il Forti, Hist cap. i i, n. 36) suo Bollario tota, ili, p. gS, con-
sacpius Almam Domimi iiivisits cesse al p. rettore del collegio dei
ipse etia/ìi animo desliiiat ini'ist- penitenzieri di Loreto la facoltà

r<?j uU praeslit Romae aedes Lau- di mettere il sigillo, sottoscrivere


rclaiine Firginis sacras adìens . . e distribuire senza rimunerazione
ed altrove cap. 34 Hoc tempore •• neppur volontaria i veli della ve-

Lanratana aedes dupliciter deco • nerabile statua della Beata Vergi-


ratur ex birrelo cardinalilio car- ne della santa Cappella. Al pre-

di nalibus Pigiiatlellio archiep. Nea- sente tali attestati li tanno il ca-

polis, ci Baduario olim patriarc. nonico custode, ed 1 due custodi,

f^c.nel. inibì porrcelo, alteri per uno beneliciato, l'altro chierico be-
Annibaleni nepotem, alteri per ab- neficialo della santa Casa, così quel-
baleni Moscatn .... li delle messe che nella medesima si

Bcuedetlo XIII non solo in- celebrano. Tre governatori diede Be-
nalzò la chiesa di Loreto al gra- nedetto XIV a Loreto, dappoiché nel
do di basilica, ma concesse Y in- I
744 vi destinò Gio. Ottavio Bufalini
dulgenza di quaranta giorni a tut- che riparò que' disordini economi-
ti i fedeli d'ambo sessi, che ven-
i ci facili accadere nelle vaste azien-

gono toccati in capo colla bacchel- de, indi fatto commendatore di s.

tii dai penitenzieri, su di che è a Spirito e poi cardinale; nel 1749


vedersi Tai ticolo CosFEssioNAf^E. Lo Gio. Battista Stella bolognese; e
slesso Papa fece visitatore apo- nel 1708 Bernardino Honorati di
blolico il cardinale Gio. Battista Jesi, dipoi cardinale. A questi Cle-
Bussi ch'era stato governatore di mente XIII diede per successori,

Lordo, e nel 1780 dichiarò go- nel 1760 il prelato Giovanni


Po-
vernatole monsignor Fabrizio Ser- lenziani di Rieti,enei 1766 mon-
iìclloni dipoi cardinale, a cui Cle- signor Felice Faustino Savorgnano
nieute \n diede in successore mon- veneto.
oignor Alessandro Faroldi Albero- I corazzieri o soldati addetti al
\\\ nel lyoi. Bcncdcllo XIV elevò birvigio della santa Casa , e al-
LOR LOR 7.^3

la sua difesa massime nelle •vicine segnatura. Poscia nel 1773 Cle-
spiaggia, nell'anno 17^4 erano sfa- mente XIV, costretto a sopprimere
ti accresciuti sino al numero ili la compagnia di Gesù, diede la
duecento, pertfinlo Clemente XIII penitenzieria di Loreto che aveva-
col moto-proprio : Penetrati i ro- no i gesuiti, agli antichi loro con-
mani Pontefici, de' 18 aprile 1763, fratelli i minori conventuali che
presso il Bull. Rom. Continiintio, tuttora la conservano, benché Pio
t, II, p. 38o, dichiarò tal compa- VII nel 18 14 ripristinasse i ge-
gnia e corpo di corazzieri soggetti suiti. Il collegio de' penitenzieri con-
interamente alla giurisdizione del ventuali attualmente .si compone
governatore di Loreto e congre- di quattordici, mentre il pieno lo-

gazione lauretana. Inoltre Clemen- ro numero dovrebbe essere di


te XIII donò al santuario "un cali- venti.
ce d'oro del peso di libbre otto, Sempre più crescendo le inno-
e volle che godessero l'indulgenza vazioni sulla disciplina ecclesiastica
di sette anni ed altrettante qua- negli stati soggetti all' imperatore
rantene tutti quelli che in ginoc- Giuseppe il Papa Pio
II, stimò bene
chioni girassero attorno la santa VI di Vienna nel 1782,
recarsi a
Casa (
per cui si ammirano con e- partendo da Roma a' 27 febbraio.
diBcazione i marmi incavati ,e lo- Nel Diario pubblicato colle stam-
gori); ed a chiunque divotamente pe di questo viaggio, dicesi dal mae-
assistesse ai divini uffizi che si ce- stro dicerimonie monsignor Dini,
lebrano nella basilica , e- accordò a p. 4 6 seg. si legge quanto se-
guale indulgenza. Clemente XIV gue. A' 2 marzo sabbato da Tolen-
con moto-proprio de' io luglio 1772 tino Pio VI proseguì il viaggio di
confermò il breve di Leone X dei 1 Loreto, ove giunse ad ore venti.
gennaio i5i5, già confermato pure I vescovi d'Ancona, d'Osimo e Cin-
da Clemente VII e Paolo III, e la goli, di Ripatransone, d' Ascoli, e
bolla di Pio IV
8 genna- degli di Loreto e R.ecanati Ciriaco Vec-
io i55g, approvata già da Grego- chioni; Filippo. Casoni governatore
rio XIII, Clemente Vili, e Benedetto della città e territorio di Loreto,
XIV, colle quali disposizioni era i prelati governatori d'Ancona, A-
stato concesso ai ministri del san- scoh e Fermo, unitamente col ma-
tuario Lauretano la facoltà di agi- gistrato e clero di Loreto, incon-
re e far procedere colla marni re- trarono il Papa nel discendere dal-
gia per la riscossione de' crediti la carrozza alla grande scala in-

dei medesimo, sommariamente de nanzi la porta maggiore della ba-


plano, et sola facti veritate inspe- venendo
silica, tutti accolti beni-
cta. Quindi a' 3 1 luglio del me- gnamente in un alla numerosa no-
desimo anno 1771, Clemente XIV biltà del paese e di varie parti.

fece governatore monsignor Filippo All'ingresso della chiesa il copioso


Casoni di Sarzana, più tardi car- coro de'cantori cantò l' antifona :

dinale. Inoltre nel 1772 Clemente Ecce sacerdos magniis. Orò Pio VI
XIV dichiarò che la privativa del innanzi l'altare dell'Annunziazione
foro sì dei soldati corazzieri, che esistente in mezzo alla gran nave,
dei questuanti della santa Casa, e aderente alle sacre mura del san-
fosse di competenza all'uditore di tuario, ricevendo la benedizione
LOR
ddll'urcidiacono del capilolo, col e Diari di /ionia, che Pio Vf
nei
ss. Sm^ì amento ivi esposto. Indi a- sabbato 8 giugno ad ore 22 arri-
scese al pnlaz.zo apostolico, in cui vò a Loreto, ricevuto alla carroz-
ammise all' udienza i cardinali \in- za dal cardinal Calcagnini, da mol-
fiilini vescovo d'Aucona, e Calca- ti vescovi, dal detto prelato gover-
gniiii vescovo d' Osiuio e Cingoli, natore, magistrato e nobiltà. Asce-
e poi gli altri nominati vescovi e so al palazzo apostolico, ammise i

prelati, il magistrato e clero, corte- primi all'udienza: ad un'ora di


semente accolti. Alle ore 29. col notte, essendo la città magnifica-
medesimo accompagnamento di per- mente illuminata, il popo-beiiedì
sonaggi discese Pio VI nella l)asi- lo. Nella mattina appres.so ad ore
lica, il cui prospello esteriore del- 1 3 recossi a celebrare e ad asrol-
la santa Cappella risplendevama- tare la messa nell'allare dell' An-
gnificamente pel copioso numero nunziata, e poi orò nella cappt-lla
di ceri disposti con singolare mae- della santa Casa ; indi dalla loggia
stria. Genuflesso al suddetto altare, del palazzo die la bene- pontifìcia
giusta il consueto di qualunque dizione al numerosissimo popolo.
sabbalo, furono cantale le litanie Verso le ore iG partì per Reca-
in lode della Beata Vergine , indi nati. Nota il Novaes, Storia ctc'Pon-
il Papa passò nella santa Cappella, tefici, t. XVI, p. go, eh' è sbaglia-
e con particolar tenerezza venerò la la data dell' iscrizione composta
il sacro luogo. Condottosi poi nel- dal celebre Morcelli, e posta nel
la gran sagrestia ove si custodiva- palazzo in memoria di Pio VI, al-
no i preziosi doni offerti al san- meno quella riportata nelle sue In-
sedendo sotto baldaccliuio,
tuario, e srriptiones p. 269. Pio VI confer-
ammise al bacio del piede un gran mò il privilegio concesso da Leo-
numero di signori e signore con- ne X, delle stazioni di Roma in
corsi da molte città e lu(jglii. Alle sette altari della basilica Laurefana ;

ore ^4 d santo Padre restituitosi ed ordinò gli abbelliuienli di mo-


nel palazzo, dalla loggia comparti saico agli altari di essa : restando
airinin)cnso popolo l'apostolica be- però alcuni di essi nei sollerranei,
nedizione, essendo ornata la piaz- per le triste vicende che andiamo
za di velluti e damaschi per cura ad accennare, furono collocati sol-
del governatore. Nella seguente do- tanto ai propri altari tra gli anni
menica ad ore i3 Pio VI col me- 1827 e i832. Questo Papa fece
morato accompagnamento si recò governatori di Lor<;lo, a' 5 aprile
a celebrare la messa all'altare del- 1785 monsignor Luigi Gazzoli poi
l'Annunziata, preferendo questo a ed ai i4 g'ugno 1789
cardinale,
qiiello della santa Cappella per sod- monsignor Francesco Celani paler-
dislhre alla divozione del popolo, mitano.
la cui moltitudine avea reso an- Rivoluzionata la Francia, procla-
gusto il tempio -, il Papa assi.stè mata la repubblica, decapitalo l'in-

poi ad altra messa. Ribenedetto il felice Luigi XVI, le armale francesi


popolo dalla loggia, prosegui ad invasero l'Italia e parte dello stalo
ore 16 il viaggio per Ancona. Da pontifìcio. L'armistizio di Bologna
quella città nel ritorno da Vienna, ne ritardò l'intera occupazione. Rot-
SI dice a p 63 del citalo Diario to desso, racconta il Novaes che nel
LOR .' LOR 255
eserciti francesi prosegui- di Napoli nel pontificalo di Ales-
'797 §''

rono la marcia, e nei prinai di feb- sandro VI;


sotto Luigi Xll nel
Jjiaio si avanzarono sino a Mace- i5io, guerre con Giulio II;
nt-ile

rata, li generale pontifìcio Colli, e sotto Luigi XIV per le vertenze


impotente colle sue milizie di fare con Alessandro VH.
resistenza al nemico, non potè im- Il eh. Leopardi nella Serie dr'i'e-
pedir la profanazione del santuario scon p. 169, pailando del tesoro di
di Loreto e il di lui spoglio. Ivi Loreto cresciuto in gran valore e dis-
entrati i commissari fr.incesi del febbraio 1797, dice che
sipato nel
direttorio di Parigi, Monge, Vii- le gioie erano poitale in salvo a
si

litard e Moscati, involarono quanto Roma, e poi servirono per pagare


di prezioso era rimasto in questo le imposizioni di guerra. Aggiunge
sacro deposito della pietà di tutto che i metalli preziosi caddero in
il mondo cattolico, di gemme, ori, mano de' nemici ; e siccome tolto
argenti ed altri ricchi oggetti, tran- si fece tumultuosamente, non si

ne quelli che poco prima da Pio VI calcolarono valori. Si disse che


i le

si erano fatti trasportare in Roma, gioie valessero un mezzo milione


per corrispondere alle enormi con- di scudi e i metalli allrettHulo;
tribuzioni convenute nel ricordato ma precedentemente la pubblica o-
armistizio. 1 commissari s\ impos- pinione attribuiva a quel tesoro
sessarono persino dei sacri utensili il valore di cinque milioni di scu-
e di quelli del culto stesso della di. I commissari francesi portarono
santa Cappella. S'impadronirono del via con sordida rapacità anche i

simulerò di Maria ivi cotanto ve- galloni delle pianete e i crislal-

nerato dalle nazioni cattoliche, e li degli armadi. Il Pistoiesi nella


lo fecero trasportare a Parigi a' 16 Storia di Pio FU, gr, t. I, p.
febbraio, per collocarsi in quel mu- dice che Bonaparte dopo l'occupa-
seo delle spoglie di Europa e delle zione di Ancona, si affrettò di
rarità cumulatevi , non più come spedire subito Marmont a Loreto,
oggetto di divozio?ie, ma di profa- per impadronirsi del tesoro della
uà detestabile curiosità. In un ca- santa Casa. A p. 98 poi aggiunge
talogo francese di quel museo del- che i tre nominati commissari por-
le spoglie universe si dice che quel- tarono via quanto eravi rimasto,
la statua di legno orientale era Allora il collegio Illirico fu chiuso
lavoro di scuola egizio giudaica, il e gli alunni si rifugiarono alliove,
che attesta pure per bocche profane specialmente in Ancona. Abbiamo
l'autenticità di quella santa imma- inoltre dal Novaes, che avanzan-
gine, già da tanti prodigi autcnti- dosi i francesi verso Roma, Pio
cata come tipo del cielo. Tania VI concepì un 1 aggio di speranza
dilapidazione destò la universale per la pace che ottenne a Tolen-
indignazione, essendo stato l'insigne lino coi più grandi sacrifizi; laon-
tenvjìio sempre rispettato nelle di- de fece sospendere la sua parlen
verse guerre che ne' tempi ante- za, e fece ritornare da Terracinti
rieri aveano desolato 1' Italia. I i più preziosi effetti di Roma e
francesi stessi 1' avevano lascialo della .santa Casa, die avea cola
intatto, sotto Carlo Vili nel i494> posti in sicuro per farli Jtraspor-
allorchè si portarono alla conquista lare in Sicilia, e provvisoriamente
256 LOR LOR
vennero ri[>osli in Castel s. Ange- desca. Nel di seguente celebrò mes-
lo. Nella morie deirinipnidcnle ge- sa nel santuario , dalla loggia be-
neral Duphault, il (lircllorio fran- nedì il popolo, ed ai 25 proseguì
cese con questo pretesto siiIjìIo ile- il viaggio per Recanati. Nel mede-
crelò la detronizzazione e impri- simo anno Pio VII colla costitu-
gionamento di Pio VI, e l'intiera zione Post (lintiirnns, ^ 3, tit. de
usurpazione dei dominii della san- jimsdict. trih. CU'//., dispose che per
ta .Sede. 11 general Berlliier, ad ef- l'avvenire fosse ristretto il privile-
fettuare gli ordini del direltoiio, gio del foro lauretano alle sole
si pose in marcia colle truppe; ai cause risguardanti gl'interessi dello
29 gennaio 179H occup?) Recanali stesso santuario; e rapporto ai pa-
e si diresse contro Loreto , clic tentati non si estendesse oltre quel-
per aver chiuse le porle, fu dato li che sono descritti nel ruolo, co-
il sacco a diverse case delle prin- me meglio dicemmo al citato arti-
cipali ; e fatti nel seguente giorno colo Congregazione Lauretana, ove
prigionieri di guerra il governatore si disse delle diverse giurisdizioni
monsignor Celani e il colonnello accordate dai Pontefici. Frattanto
pontificio Grassi, accompagnati di- divenuto primo console della re-
gli usseri furono trasportati in pubblica francese Napoleone Bo-
Ancona. Il generale francese si por- napai te ,
prima di conchiudere il
tò in Roma, l'occupò, ed imprigio- concordato con Pio VII, agli i r

nato Pio VI a'20 febbraio lo con- febbraio 180 1 gli restituì la statua
dusse altrove, finché rilegato in Va- della Madonna della santa Casa,
lenza di mori a' 29
Plancia, ivi che da molto tempo veueravq^i a
agosto 1799, l'ostando poco dopo Parigi nella chiesa di Nutre Dame,
tutta r Italia libera dal governo e avendogliela richiesta premurosamen-
dominio repubblicano francese. te il Pontefice. Giunta in Roma, il

In Venezia nel marzo 1800 fu Papa la fece depositare nella cappella


eletto Pio VII, al quale, tranne le segreta del palazzo apostolico Qui-
legazioni, furono restituite le altre rinale. L'adornò di varie gioie pre-
Provincie pontificie. Recandosi in ziose, e le il capo di quella
cinse
Roma, a' 23 giugno giunse verso corona d'oro che attualmente porta,
le ore 24 a Loreto, al suono di la quale risplende di brillanti, sme-

tutte le campane, ed allo sparo raldi e perle ; altra dello stesso


di grossi mortaretti. Il capitolo, il lavoro, ma di minor grandezza pose
clero, molti vescovi e prelati, col sul capo del santo Bambino : sono
cardinal Archetti vescovo d'Ascoli, donativi altresì di Pio VII il ricco
l'incontrarono, risiedendo alla sua collino posto sopra pettina di vel-
sede di Benevento il cardinal Spi- luto rosso, in cui legate in bot-
nucci amministratore delle chiese toncini d'oro sonovi nove bellissi-

di R.ecanati e Loreto. La facciata me grosse perle orientali, piìj un


della sauta Casa fu riccamente il- topazio del Brasile e vari smeraldi,
luminata, ed un' orchestra rallegrava e la veste di ti-apunto di fondo
tutti. Dopo aver visitato la santa bianco ricamata a sugo d' erba e
Cappella, portossi il Papa al palaz- vergata d' oro e di argento. Aven-
zo apostolico, corteggiato dal cle- do poi Pio VII dopo alcuni mesi
i-o e dagli uflìziali della truppa te- destinato di far trasportare la sa-
LOR LOR 2 17

era statua alla santa Casa, perchè ralmcnlc, da iLitlo il clero, magi-
i romani potessero soddisfare la Io- strato e immenso [)opolo. Si de-
loro speciale divozione per Maria scrive pure come decorosamente
Vergine, ordinò che prima fosse nel seguente giorno portaronsi pro-
esposta alla pubblica venerazione cessionalmente ad incontrarlo al-
per tre giorni nella Chiesa di s. l'ospizio degli agostiniani in capo
Salvatore in Tmuì'o de Marche- a Monte Reale tutto il clero, e le

giani [Fedi). A tale effetto la confiaternite di Loreto e della


chiesa fu magnificamente apparata, diocesi, i vescovi della provincia,
e la sera de' 27 novembre 1802, l'ordinario, il cardinal Archetti,
racchiusa la sacra immagine nella monsignor (Giovanni Alliata di Pi-
sua custodia, fu dalla cappella sud- sa, che da Pio VII sino dal 6 a*
detta trasportata privatamente alla gosto era stato fatto visitatore e
stessa chiesa e posta sull' aliare governatore della santa Casa, e le
maggiore, venendo accompagnata magistrature. Si dice finalmente
da otto palafrenieri con torcie ac- come la sacra statua fu esposta
cese, e da quattro svizzeri del Papa. per tre giorni sull' aliare An-
dell'

Ivi fu celebrato solenne triduo con nunziata, e si descrivono i due ar-


indulgenza plenaria, ed ai 29 no- chi trionfali eretti, le illuminazio-
vembre si recò a celebrarvi- la mes- ni, i fuochi artificiali e le grandi
sa Pio VII ascoltando poi quella
, feste fatte per celebrare il lietissi-

del cappellano segreto, ed ammet- mo avvenimento. Nel settembre poi


tendo in sagrestia al bacio del pie- i8o4 Pio VII avendo ricuperato
de il superiore e sacerdoti della la grossa perla eh' era slata tolta
chiesa. Fu pure la sacra
esposta nelle vicende lepubblicane al san-
statua il primo dicembre, seguendo tuario, rimandò. In que-
ad esso la

nella mattina appresso, previo il sta grossa perla si vede l'immagine

rogito del notaro, la fol'male con- della santa statua Lorelana, e del
segna della medesima ai canonici Bambino fra le nuvole, dalla stessa
Antonio Maria Borghi loretano ar- natura mirabilmente formala,
così
cidiacono e prima dignità delia ma poi in oro legata, a forma di
basilica di Loreto, e poi vescovo gioiello smaltato, sostenuta da tre
di Narni, e Vincenzo Bazzoffioni catenelle , e adornata con altre
custode della santa Cappella, de- cinque perle che pendono. Questa
putati dai vescovo di Loreto e perla singolare è tributo di grati-
Recanati Felice Paoli. A' 3 dicem- tudine di un pescatore asiatico.
bre con un frullone palatino, e I parlamenti della provincia del-
scottato da un distaccamento di la Marca, stabiliti, come dicemmo,
dragoni, Pio VII inviò a Loreto da Sisto V a Loreto , restnrono
il venerabile simulacro. Tutto e interrotti dopo
1791. Passatele il

meglio si narra dai numeri 200 vicende repubblicane, a diligenza


e 20 1 del Diario di Roma del 1802, del cardinal Braschi, e del cardi-
mentre al num. 206 si descrive il nal Consalvi segretario di stato
trionfale suo ingresso in Recanali furono da Pio VII a' 2
ripristinati
agli 8 dicembre, ricevuto e porta- agosto 180J. Questo Papa con bre-
to alla cattedrale dai vescovi di ve de' 19 dicembre 1806 concesse
Macerata e Nocera vestiti pontifi- ai canonici custodi di santa Casa,
VOL. XXXIX, '7
258 LOTI LOR
la facoltà di benedire ai pellegri- in Recanali. In Loreto nello stesso
ni ed altri divoli forestieri, i cro- anno, venuti gli uQiziali superiori
cefissi e medaglie in nrticulo nior- napoletani in cognizione delie dispo-
tìs, e di applicare le indulgenze sizionidel congresso di Vienna, si
dette di s. Brigida nelle corone, assembrarono, ed occultamente fer-
nel momento che tali divozionali marono di non prestare adesione
si toccano nella santa scodella della ai progetti ostili del le Gioacchi-
Beata Vei'gine; ed a tutti gli abi- no contro l'Austria. Quindi per la
tanti di Loreto che con le dovute occupazione ostile della INFarca falla

opere inginnte, che sono la confes- da Gioacchino, il Papi riebbe la

sione e comunione , visitassero la provincia solo ai 1") luglio 18 15,


santa Casa , accordò l' indulgenza indi Loreto restò unito alla dele-
plenaria quotidiana applicabile an- gazione dì Macerata. Per vari an-
cora alle anime del purgatorio ni fu amministratore del santuario
cioè con altro breve de' 29 agosto l'ottimo monsignor Stefano Bellini
i8i5. Divenuto Napoleone impe- vescovo di Recanati e Loreto. Col-
ratore de' francesi, con diversi pre- l'autorilà e sussidii conseguiti da
testi ed ingratitudine, divisò 1' oc- Pio VII quel prelato fondò il mo-
cupazione dello stato pontificio, ed nastero delle Clarisse in Loreto, e
a'2 aprile 1808 usurpò la provincia restituì a' minori osservanti, ai mi-
della IVIarca, in un a Loreto ove nori conventuali ed ai cappuccini
cessarono i detti parlamenti ; il i loro ospizi. Monsignor Cristiano-
perchè monsignor Alliata governa- pulo ravvivò con larghi soccorsi di
tore dovette partire dalla città il Pio VII due orfanotrofi, colla scuo-
primo giorno di maggio. Loreto fu la esterna, già poveramente inco-
incorporata al regno italico, diven- minciati, e che potevano alimenta-
ne capoluogo di un circondario del re almeno ottanta poveri. 11 vesco-
dipartimento del Musone, ed ebbe vo assegnò fondi per mantenervi in
prerogative e concessioni dal prin- perpetuo sei orfane, e volendo che
cipie Eugenio viceré d'Italia e da tutti giovinetti delle due diocesi
i

Gioacchino re di Napoli, suoi tem- e d'ambo sessi si preparassero alla


i

poranei dominatori. Pio VII a' 6 prima comunione con otto giorni
luglio 1809, dopo che i francesi di esercizi spintuali, assegnò e prov-
coHsumaiono la seconda invasione vide i convenienti locali. Però do-
degli stali della Chiesa, fu depor- po la morte del Crislianopulo, l'i-

tato prigioniero. Piacque alla Divi- stituzione pegli orfani fu chiusa per
na provvidenza di spezzare il tro- ragioni economiche, e non è ancora
no di Napoleone nel 8 4s i i p^>" cui stata riaperta a' poveri fanciulli.
il Pontefice ritornò gloriosamente Leone XII con chirografo de' 1

alla sua Sede. Ai i4 *ii'''8g'C) arri- giugno 1824 nominò visitatore a-


vò in Loreto, accolto con divoti postolico per sistetiiare l'azienda del
applausi, e vi si trattenne tre gior- paliimonio del santuario monsignor
ni, celebrandovi tre volle la mes*a Gregorio Zelli vescovo in partihus
in rendimento di grazie a Maria d'Ippoua, al presente di Ascoli ; e
per l'ottenuta liberazione, e lascian- celebiando il giubileo dell'anno san-
dovi in dono il calice d' argento to 1823, conservò al santuario le
dorato da lui usato: ai i6 passò indulgenze che gode. Indi nel suo
LOR LOPi 2*9
nioto-propiio de'?. I dicembre 1827, di, arrivo, partenza e giuramento
come si disse all' articoloDelega- degli alunni. Bramoso intanto Leo-
zioni fiposloliche [f^edi), il gover- ne XII che il collegio si ripristi-

no di Loreto ripigliò una nuova nasse in Loreto, ed il cardinal Cap-


forma civile e criminale, con par- pellari allora prefetto di propagan-
ticolare giurisdizione sul territorio da, poscia supremo Geraica, ecci-

e sulla città. Quel Pontefice già ai tando caldamente all'opera nel 1827
24 luglio avea restituito a Loreto, lo zelo del lodato monsignor Scer-

in luogo governatore
del prelato ra, il Papa ne decretò l'eflettua-
che mancava 1808, in cui dal i zione, donando perciò tremila tre-
fiancesi espulsero monsignor Allia- cento scudi. Trovandosi 1' antico
ta, altro prelato commissario apo- edificio irregolare e rovinoso, bi-

stolico della santa ( asa e città di sognò demolirlo, e dopo tre anni
Loreto. Ne fu il primo il rispetta- di travaglio si elevò dai fondamen-
bile monsignor Stefano Scerra di ti il nuovo edifizio, e si comp"] colla
Bagnorea, ed a' 17 settembre 1827 spesa di scudi dieciottomila, pagati
fatto vescovo d'Orope in parLìhns, dalla cassa di santa Casa. La fab-
il quale ivi lia lasciato fatti per- brica riuscì più ampia e decorosa
manenti e pubblici di decoro e di dell'antica. Quindi a cura dell'am-
utilità nella basilica, nella città, ministrazione lauretana si stabili-

nella campagna e nel patrimonio rono i fondi di sussistenza pel nuo-


della santa Casa, alcuni de' quali vo collegio. A tale effetto si com-
furono già in parte accennati, altri prarono pel prezzo di scudi venli-
li Grata la città al
descriveremo. tremila vari fondi nel territorio di
benefico Leone XII , nell' aula co- Senigallia e di Recanati ; si otten-
munale gli eresse un monumento ne dalla comunità di Loreto l'an-
di gratitudine, consistente in una nua perpetua prestazione di scudi
iscrizione, e nel semibusto di mar- mille per le pubbliche scuole di cui
mo rappresentante la sua effigie. andava a caricarsi il collegio, e cos\
Fino dal 1820, per le richieste venne a sollevarsi l'amministrazio-
e bisogni de'popoli illirici, la sacra ne del santuario dal peso dell'in-
congregazione di propaganda fide tiero mantenimento di esso, a cui
fece istanza a quella lauretana per sino dalla prima istituzione era ob-
la riapertura del collegio Illirico in bligata. Il collegio, come meglio
Loreto. Essendo essa impotente a poi diremo, fu affidalo ai beneme-
sostenere le gravi spese per la ri- riti gesuiti, e ne fu fatto primo ret-

piistinazione di tale stabilimento ,


tore a' 20 novembre i834 d p.
convenne colla propaganda che gli Luigi Stirati, il quale per sistema-
pagherebbe annualmente scudi 240, re lo stabilimento e renderlo in
a condizione che nel collegio Ur- quel florido ed utilissimo stato in
bano di Pioma si educassero quat- cui trovasi, non risparmiò fatiche
tro alunni illirici, ciesciuti poi sino e cure, il perchè meritò di essere
al numero di dieci. Soleva antica- confermato a' 2 ottobre 840. L'o-
i

mente il rettore prò tempore del dierno rettore è il p. Leonardo Gi-


collegio Illirico mandare alla con- ribaldi eletto a' g novembre i844-
gregazione di propaganda una re- JNel Catalogus proi'incine rovianae
lazione sui nomi, patria, età, slu- soeielatis Jcsu del i845j nel para-
iCu) LOR LOK
gialò CuUfi^ium lllyiicuin Laure- un da di stranieri faziosi, a citi
01
taiìitm j) 37, vi è il novero de'ge- si un'i qualche sconsigliato giovane
«.iiili ivi residenti, cioè dieciolto. loretano, però della feccia del po-
Quanto al presente numero de' con- polo quasi tutti, e non più di die-
vittori e degli alunni illirici, i pri cisette circa, impazienti di operare
mi sono circa cento, e i secondi so- la rivoluzione da sé stessi, e di an-
no dodici. ticipare così in danno de' cittadmi
Pio Vili marchegiano, pieno di una sventuia divenuta per man-
divozione verso la santa Casa, ed canza di forze già irreparabile, si

in rendimento di grazie alla Beata munì di un vessillo tricolore, inse-


Vergine per particolari favori rice- gna della rivolta, dicesi che arrolò
vuti, a mezzo di monsignor Sala in campagna poca gente per asso-
poi cardinale, gli mandò in dono ciarla alle suetrame ( ciò che molti
li 4 novembre i83o un calice d'o- testimoni oculari negano), e quin-
ro del peso di cinque libbre. Nel di tornare in paese con disegno, al
di lui pontificato coli opera di Luigi solito, di saccheggiare, incendiare,
Baldini si rifusero nel i83o tre ed impunemente commettere altri
campane minorij da vari anni rot- eccessi e vendette private. In ù ter-
te, del peso di libbre 8192, con ribile frangente, a salvar la vita e
tale industria che formano oggi la le proprietà de'cittadini presi di mi-
pili dilettevole e maestosa armonia, l'a, ed anche il tesoro della santa
sebbene non eguaglino quella delle Casa, impotente monsignor com-
antiche. Nella sede vacante per missario a difendersi , il gonfalo-
morte di Pio \llf, dagli spiriti ri- niere nel palazzo comunale chiamò
voluzionari si risolvette mandare ad i consiglieri e i piìi probi cittadini
effetto r insurrezione dello stato per deliberare a qual paitito deci-
pontifìcio,che da diverso tempo dersi. In vista quindi di molti li-

macchinavano. A' 5 febbraio i83i flessi e delle voci .sediziose che udi-
la fecero scoppiare in Bologna, igno- vansi già nella sala contigua , an-
rando che a Roma a' 1 di detto che della forza politica del gover-
mese era stato eletto il Pontefice no munitasi già di coccarde trico-
Gregorio XVI di gloriosa memo- lori, per evitare maggiori mali e
ria. Quindi la rivoluzione a gui- l'anarchia, nomiuarono per accla-
sa di elettrica scintilla propagos- mazione un comitato provvisorio
si tosto per le altre legazioni. I composto di persone atte a serbar
buoni della provincia del Piceno l'ordine e possibilmente i diritti so-

augura vansi che rivoltosi avreb- i vrani. Non potè il comitato impe-
bero arrestata la loro marcia alla dire, tranne che dalla facciata della
Cattolica, luogo che formò un tem- basilica , si togliessero gli stemmi
po la linea di demarcazione per pontificii dai luoghi pubblici e pri-
que' paesi aggregati ad altro go- vati, e nel resto si condusse con
verno. Ma il contagio comunicossi moderazione. Il comitato provviso-
immantinente all'attigua delegazio- rio del governo degl' insorgenti bo-
ne di Urbino, quindi a Jesi, ad lognesi di temporanea
Loreto, e la

Osimo ed a Macerala. Mentre si defezione terminarono 27 marzo ai

temeva che Ancona fosse per ar- i83i colla domenica delle palme,
rendersi ai ribelli, a' 17 febbraio essendosi ripristinalo il governo pon-
LOR LOR 261
tificio con segni pubblici di alle- visione de' conti , fossero nominati
grezza ;
quindi i consiglieri ed i a deporre al trono pontifìcio i sen-
primi cittadini si giustificarono col timenti de' loretani e riportare a-
Pontefice. A' 5 luglio i83i egli desione al decretalo, siccome fecero
fece pubblicare un nuovo ordina- I due personaggi.
mento amministrativo sulle prò 11 più grand'atto di munificen-
vincie dello stato, e col regolamen- za di Gregorio XVI però fu quel-
to de' 2 I novembre Gregorio XVI lo della definitiva resliluzione a
rese stabile e permanente il gover- Loreto del collegio Illirico- Piceno.
no prelatizio in Loreto, già istitui- Per organo della sacra congrega-
to da Sisto IV, rinnovato ed am- zione lauretana, conosciutasi dal
plialo da Leone XII, coli' onore- Pontefice la condizione del nuovo
vole titolo di Commissariato della collegio, la sicurezza del fondo per
santa Casa di Loreto (e come tale la sussistenza, al modo già detto,
nelle annuali Notizie di Roma del e designato il numero degli
alun-
i832, nella categoria delle Dele- ni ,con breve dei 29 settembre
gazionij venne registrato subito do- 1834, ne ordinò la consegna ai ge-
po Macerata ) , e decretando pure suiti e l'esecuzione al commissario
la istituzione di un tribunale civi- monsignor Scerra. Questi a' 2 no- i

le e criminale di prima istanza ,


vembre in nome della congregazio-
soggetto alla giurisdizione del tri- ne lauretana restituì il collegio, for-
bunale di appello Macerala di ,
nito delle convenienti suppellettili,
tianne gli alTari, ne' quali ha in- alla compagnia di Gesù. Volle nel
teresse la santa Casa, mentre per medesimo anno il Pontefice che
essi vi è appello alla sacra congre- fosse eretta una grandiosa sagre-
gazione lauretana ; restando intatti stia a servizio più decoroso della
i privilegi del santuario ed in ar- basilica, pel quale edifizio avea fat-
monia colle disposizioni generali di to incominciar a gettare appositi
tulio lo stato. Compresa la città fondamenti; che una nuova chiesa
ed il magistrato civico di viva ri- parrocchiale sorgesse nel luogo de-
conoscenza, con atto de' 28 dicem- nominato la Bandirola o Bande-
bre i83i, il gonfaloniere Giovan- ruola, dove è tratlizione costante
ni Solari e il consiglio municipale sia accaduta la prima traslazione
pronlamcnte aderirono alla propo- (Iella santa Casa dalla Dalmazia;
sta del commissario apostolico mon- autorizzò la fondazione di un mo-
signor Scena, presidente del consi- nastero e casa di educazione in-

glio, che nell'aula comunale a pe- monache del


terna ed esterna delle
renne rimembranza venisse eretto sacro Cuore, non che una nuova
un semibusto di marmo rappresen- casa de' fratelli delle scuole cristia-
tante la veneranda persona di Gre- ne, cui si affidò poi l'orfanotrofio
gorio XVI, con iscrizione, da col- Crislianopulo, al cui sostegno con-
locarsi presso quello di Leone XII; corse ullimameule il pingue legato
e che due patrizi loretani resi-
i del marchese Gennaro Solari, che
denti in Pioma, monsignor Paolo similmente legò alcuni piedii al
Polidon ora cardinale, ed d mar- collegio Illirico-Piceno per posti gra-
chese Filippo Solai! al piesenlu tuiti. Però la fondazione delle mo-
Rieinbio della congregazione di re- n'iithc ebbe elicilo verso il i^]o
9^2 LOR LOR
sotto commissarialo di monsi-
il lutto il suo zelo
chiericato rivolse
gnor Oifei che fece donare dal
, ed accorgimento amministrativo al
consi;^lio comunale di Loreto la ca- benessere del patrimonio de! san-
sa ora ridotta monastero
a già ,
tuario. Meditò di richiamare i tem-
n-;pi/.io degli agostiniani prima del- pi felici dell'amministrazione laure-
l' invasione francese. L'erezione poi tana del precedente secolo, qu;in-
della casa de' fratelli delle scuole l\o principalmente erano governa-
cristiane, ebbe luogo nel 1842 o tori i prelati Puten/iani e Casoni :

1843. Inoltre venne assegnato al il santuario a quell'era di prospe-


collegio la villa di s. Girolamo, la rità aveva sempre in cassa un de-
(piale fu fabbricata da monsignor posito di numerario di venti a tren-
Leonori, e fino da quell'epoca de- tamila scudi, perchè ad ogni even-
stinata a luogo di villeggiatura dei tualità o sinistro del santuario o
prelati governatori di Loreto. Fede- della città, fossero sempre pronti i

rico Zuccari vi eseguì preziosissimi mezzi a riparare alle calamità.


alfresclii, de' quali porzione conser- IMousignor Fabrizi in fine dell.j sua
va.si tuttora. 11 prelato Scerra a- triennale amministrazione , termi-
vcndo disiu)pegnato le commissioni nata nei primi di aprile i838, riu-
apostoliche di Leone XII, Pio Vili scì felicemente allo scopo : ridotte
e Gregorio X\ I, cioè dal luglio le spese annue alle sole tabellate
1827 al marzo i835, e consegna- ordinarie e di pura necessità, sod-
lo il collegio Illirico- Piceno alla disfece tutte le passività, ad onta
compagnia di Gesù, pregò istante- delle conseguenze del cholera che
mente di ritirarsi; portatosi indi in imperversò nel iSSG-iSSy. Richia-
Koma venne benignamente esaudi- mò all'osservanza certe antiche lo-
to, e successivamente fatto dal Pa- devoli istituzioni dimenticate pei
pa priore e dignità dell'insigne col- tempi, e rinnovò alcune discipline;
legiata di s. Maria in via Lata, e distribuendo perciò le incumbenze
segretario delle congregazioni della degli officiali del santuario in cinque
disciplina regolare, e poi dell' im- primari dicasteri, cioè segreteria e
munità ecclesiastica clie tuttora fim- protocollo di nuova istituzione ,

ge. L'esercizio di lui, come consta maestro di casa di antica isìiluzione.


dai memorati fatti pubblici, dai re- ministero di campagna impiantalo
gistri della computisteria e dai bi- fino dal 1821, officio legale e com-
lanci periodici inviati alla sacra putisteria alquanto modificata; in-
congregazione lauretana, fu assai di chiamò in ciascun officio i ri-

commendevole. Lasciò inoltre tal spettivi capi responsabili. Dipoi e-


de^derio di sé, che nel i838 da! luanò i convenienti legohimenti per
clero e popolo di Loreto, alla par- ciascun dicastero, indicando un sog-
tenza dell'illustre successore, fu no- getto che vegliasse all'esecuzione
iiiinatameute supplicato il santo Pa- di ch'era stato decretato. La
ciò
dre a rinviarlo commissario aposto- sacra congregazione lauretana ap-
lico. A' 28 marzo iS35 Gregorio provò quelle regole, ed ordinò che
X\ l nominò visitatore e cominis- fossero eseguite. Da tali provviden-
Siuio apostolico mon.siguor Grego- ze ne derivarono grandi vantaggi
rio de' conti Fabi izi di Terni chie- all'amministrazione del santuario,
rico di camera, che ritenendo il si mialiorarovio le rendite ed i ca-
LOPc • LOR 263
pitali. A vantaggio de' poveri il delle famiglie bolognesi Ranuzzi ed
prelato lasciò l'appuntamento meu- Eicolani, e del conte Saverio Ga-
sile digennaio iBSy. Perciò il Pon- naie di Terni, il palazzo apostolico
tefice lo promosse a presidente del- fu fornito di quanto può occorrere
le armi, ma poco dopo morì, la- al ricevimento di distinti personag-
sciando alla santa Casa scudi mille gi, laonde potè il prelato commis-
per erogarsi uell'abbellimento d'un sario ricevervi decentemente lo stes-

altare e nell'acquisto de' sacri ar- so Pontefice quando si recò


a vi-
vedij e la memoria di retto, giù- sitare il santuario nel 1841, som-
sto ed imparziale con lutti. ministrando all'uopo alcune delle
Gregorio XVI a' 9 aprile i838 principali famiglie della provincia
dichiarò monsignor Enrico Orfei ogni sorte di mobilie ed utensili
d' Orvieto delegalo apostolico di pur anco preziosi. Nutrendo Gre-
Benevento, commissario apostolico gorio XVI da molto tempo il de-
della santa Casa di Loreto, della siderio di visitare la santa Casa in
cui amministrazione noteremo le cui si operò l' incarnazione del Di-
cose più rilevanti. Per un turbine vin Verbo, ed altri santuari via
essendo cadiiita la croce e palla del facendo, partì da Roma a' So a-
campanile della con rottu-
basilica, gosto, preceduto dal cardinal Ma-
ra d'una piccola campana de'quar- rio Malici di Pergola segretario per
ti dell'orologio italiano collocato gli affari di stato interni e prefet-
nel prospetto esterno della basilica to della congregazione lauretana ,

a settentrione, fu rinnovata la cu- al quale commise la cura di go-


spide del campanile e la campana, vernare il viaggio, accompagnando
costruendosi una scalinata fìssa di il cardinale il cav. Francesco Sa-
ferro per ascendere a detta som- batucci, uno de' minutanti di detta
mità : di tutto se ne pose memo- segreteria, che compilò e pubblicò
ria nella stessa palla. La basilica in Roma colle stampe del Pucci-
veniva chiusa esternamente con seni- nelli, la bella ed esatta storia del
plici serrature. Conservandosi nel viaggio, che deve preferirsi alle ine-
conliguo luogo la cassa e il tesoro satte descrizioni del Diario di Ro-
della santa Casa, a prevenire i furti via. Di questa storia noi ci giove-
altre volle accaduti, si formò una remo nel seguente racconto, e por-
comunicazione interna, che dal pa- ta per titolo: Narrazione del ^>iag-
lazzo mediante una scala conduce gio fatto dalla Santità Nostro di
in chiesa , così le porte vengono Signore Pana Gregorio XVI, dai
ora garantite di dentro. La basi- So agosto al dì 6 ottobre 1841,
lica venne arricchita di preziosi ar- per la visita del santuario di Lo-
redi sacri, massime di uobilissinu reto.
paramenti pontificali, per la somma Sabbato i i settembre il Ponte-
di .scudi 4'^^8. Furono tolti dalla fìce da Recanati si pose io viag-
santa Cappella certi ornati poco gio per Loreto, cui avvicinandosi,
decenti, e se ne sostituirono altri i cannoni d' una batteria volante
decorosi, fra' quali i semi-busti di postata ad un lato dell' ingresso
aigento di s. Anna e di s. Giusep- della felice città lo salutarono. Tra
]ie, collocali nell'altare della santa il suono delle campane e gli ap-
Casa; ma essi fuiono [lic oblaziuni plausi giulivi del folto popolo , il
•ìffii LOK LOR
l*ii[»a giunse alla f:;iancle strada di basilica asperse il popolo coll'acqua
Monte Kcale, bella per la stia aiii- benedetta presentata coll'aspersorio
pie/za e per gli edilici die la fiau- tlal cardinal Mattei, s' incamminò
<:lioggiano, e tli lucraviglioso effetto all'adorazione della ss. Eucaristia
per chi rimirava la nioltitiidiiie di esposta sull'altare dell'Annunziata
popolo sul pendio della strada me- che chiude la navata maggiore,
desima, ivi innanzi ad un arco splendidamente ornata di ceri. Al-
Irionfale a doppia [)iospelliva , or- l' inginocchiarsi poi del santo Pa-
nato di quattro statue esprimenti dre sfolgorò al disopra della santa
l(; quattro virtù cardinali , e sor- Cappella nuova luce per subitanea
montato dal simulacro della Reli- accensione di una gran copia di lu-
gione, si presentò monsignor Orfei mi. Fu allora intuonato il Tanliun
commissario apostolico della città ergo e data la benedizione colla ss.

e della santa Casa, colla magistra- Eucaristia da monsignor Beruelti


tura loretana, la quale per mezzo vescovo diocesano, il Papa passò
del gonfaloniere marchese Antonio immediatamente entro la santa Ca-
Quarantotti voleva esprimere i sensi sa, ove si trattenne in fervorosis-
devoti e lieti della popolazione e sima orazione. Salito poscia a' suoi
fare ilconsueto omaggio delle chia- appartamenti nel palazzo apostoli-
vi ; ma sua Santità anelando all'ar- co , e mostratosi sulla principale
rivo sollecito nella santa Casa, inter- loggia del medesimo nobilmente
ruppe r omaggio con teneri modi, preparata, benedì il popolo immen-
e già staccati i cavalli scorreva la sua so che di voto e festoso riempiva la
carrozza condotta dalle braccia dei sottoposta piazza. Nelle ore pome-
buoni loretani in mezzo ai più cla- ridiane furono dal santo Padre am-
morosi viva del popolo giubilante messi all'udienza e al bacio del pie-
d'allegrezza. Vicino alla principale de, il capitolo, il clero, la magi-
j)oita della città sorgeva altro arco stratura, il tribunale e varie depu-
di trionfo ornato anch'esso di sta- tazioni, fra le quali si distinsero
tue e di emblemi allusivi alla reli- quella della città e provincia di
gione. Giunto Gregorio XVI alla Bologna con a capo il senatore
sacrosanta basilica fu ricevuto dal marchese Vincenzo Guidotti Ma-
CMidiual Mattei, unitamente ai car- gnani, e l'altra di R.avenna presie-
dinali Ferretti arcivescovo di Fer- duta dal gonfaloniere conte Ga-
mo, Ostini vescovo di Jesi, e So- briele Rasponi. Al cader della sera
glia vescovo d' Osimo e Cingoli parve che la moltitudine de' lumi
tutti in abito cardinahzio, non che avesse ricondotto sulla città il più
dal capitolo e clero associati a mon- splendido meriggio. La disposizione
signor commissario, e dai [>relati architettonica delle (ìaccole nella
Consolini delegato di Fermo, e Pi- (acciata tempio, nella cupola,
del
1 I delegato di Ascoli, dai pubblici nel campanile, nel porticato del pa-
lappresentanli del comune che lo lazzo apostolico, e nel prospetto del
avevano seguito, dai magistrati giu- collegio Illirico Piceno , che sorge
diziali e dalle autoiità militari. Fu all'opposto lato di detto palazzo,
accollo sotto haldacchuio sostenuto non che in due grandi obelischi
flallc dignità capitolari , e messo all'uopo eielti per essere illumi-
appena il piede sulla soglia della nali a traspaiente, e fare bella mo-
*
LOR LOR 265
slra sulla piazzci' del santuario, in sentare al santuario nel pontifìcio
armonia allo splendore della fac- nome il medesimo dono. Avendo
ciata della basilica e del porticato, stabilito ilsanto Padre di assistere
rendeva la piazza medesima d' un in questo giorno alla solenne mes-
effetto maraviglioso. Tutte le stra- sa da celebrarsi nella basilica stes-
de colla maggior leggiadria ornate, sa dal vescovo, per ciò a diligen-
erano pur esse brillanti d' illumi- za di monsignor Giacomo Volpi-
nazioni. La notte era vinta dalla celli suo scalco segreto ed uno
luce dovunque ognuno si rivolges- de' ceremonieri pontificii, e di quelli
se, mentre due compagnie musica- della basilica, furono latti gli op-
li, ima composta di cittadini e l'al- portuni apparecchi, onde tutto cor-
tra di militari, rallegravano sem- rispondesse ai riti dell'augusta fun-
pre più il popolo con melodiosi zione. Quindi verso le ore undici
concerti. antimeridiane il Papa accompagna-
La mattina del seguente giorno to con ogni formalità dal suo cor-
il santo Padre accompagnato dai teggio si trasferì nella basilica ve-
cardinali e dal nobile suo corteg- stito di mezzetta e stola. Assiso in
gio, dai prelati commissario e de- trono, dappresso presero luogo i
legati mentovati, da tutte le pote- quattro cardinali in abito cardina-
stà giudiziarie e dalla magistratu- lizio. Secondo il loro grado si al-
ra civica, scese nella basilica a ce- logarono i prelati Alerame Palla-
lebrar la messa nell'altare dell'An- vicino maestro di camera, Orfei,
nunziata , a cui assistè un po- Consolini e Pila. In diverso luogo
polo fuori di esempio numeroso. non lungi dal trono si stavano
Isella medesima ministrò la ss. Eu- monsignor Giuseppe Maria Castel-
caristia a parecchie dignitose per- lani vescovo di Porfirio e sagrista,
sone del suo seguito, alle guardie quindi in cappa rossa i due came*
nobili, e a chiunque altro si pre- monsignori Lorenzo Lu-
rieri segreti
sentò d'ogni ceto e condizione. Vi- cidi e Sisto Riario Sforza, due i

sitata poi nuovamente la santa Cap- cappellani segreti monsignori Giu-


pella Nazzarena, si restituì a' suoi seppe Arpi caudatario e Luigi Ber-
appartamenti accompagnalo anche tazzoli crocifero, monsignor Vin-
dal capitolo e dal clero. Fu allora cenzo Cagnucci cameriere d'onore,
che fece dono al santuario d' un ed io. Monsignor Volpicelli assistè
paramento pontificale distinto di il Papa, ed incontro ai cardinali
pianeta, dalmatica , tunicella ,
più* ebbe luogo tutto il capitolo della
viale, e velo umerale, il tutto di basilica. La messa solenne fu cele-
lama d' argento arricchito di su- brata dal vescovo monsignor Ber-
perbi ricami d'oro, il cui lavoro netti, che usò per la prima volta
vince forse il pregio della mate- i sacri paramenti donati dal Pon-
ria, ed inoltre di ogni altro arre- tefice, e i cantori della cappella ac-
do air uso di quelle sacre e ma- compagnarono il sacro rito col can-
gnifiche vestimenta. Inoltre il Pon- to del Paleslrina, come si usa nelle
tefice nel prevedere il fortuito caso cappelle papali in Roma. Termina-
che non potesse giungere a Loreto, ta la messa, il santo Padre fece ri-
avea seco un breve col quale au- torno al palazzo, ove assunti gli

torizzava il cardinal Mattei a pre- abiti pontificali, si condusse alU


2(i6 LOR LOR
loggia resa più magnificti con mae- municipale, mentre dieci fanciulli
stoso h'ono, ed ad igiato in sedia vagamente vestiti spargevano ovun-
jjoiitificale, coU'assisleiiza de' cardi- que fiori innanzi a lui. Aella sera
unii Matlei e Feiretli in poipoia, SI ripeterono più copiosamente le
flopo le consuete preci compartì illuminazioni, massime nella piazza
solennemente la benedizione papale maggiore, sulla quale il Pontefice
al popolo immenso che alFollato vide i fuochi artificiali , e da una
sulla piazza, alle finestre e perfino finestra la illuminazione fatta ia
sui tetti, genuflesso e riverente par- tutte le case campestri, il che of-
tecipò della commovente fiuizione. friva delizioso prospetto sino a lon-
Pubblicata dai due cardinali l'in- tani luoghi. Dipoi si fermò in una
dulgenza plenaria nell' idioma Iali- sala per ascoltare il canto di alcu-
no ed italiano, il Papa compartì al- ne strofe della Pia Crucis, poste
tra particolar benedizione al popo- in musica dal valente professore
lo, e snir istante il fragore de' can- Luigi Vecchiotti maestro di cap-
noni, il suono bron-
festoso de' sacri pella del santuario, ed eseguite dai
zi e delle due bande musicali rup- bravi cantori del santuario mede-
pero il silenzio, ed il popolo si al- simo. Nella mattina del seguente
zò esultante e compreso di divo- giorno lunedì i3 settembre, il san-
zione. to Padre circa le ore sette anti-
Alle quattro pomeridiane sua meridiane scese nuovamente nella
Santità si portò a visitare il colle- basilica, e volendo vieppiù soddis-
gio Illirico-Piceno, ove fu ricevuto fare alla sua tenera divozione verso
dal p. Stirali rettore alla testa dei la Beata Vergine, ofifrì l' incruento
gesuiti del luogo, degli alunni il- sacrifizio nell'altare della santa Ca-
lirici e de' convittori. Questi can- sa, ove comunicò molti fedeli d'am-
tarono nell'interno della cappella bo i sessi senza distinzione di ceto.
l' antifona Tu es Petrus. Passato Ascoltata quindi la messa delta
quindi il Papa nell' aula maggiore nella stessa cappella da monsignor
degli esperimenti, assiso in trono Lucidi, passò poi a vedere il te-
accolse gli omaggi che gli stessi soro dei doni fatti al santuario dalla
convittori cantarono e gli alunni pietà di vari sovrani e di altii di-

illirici recitarono, ammettendo po- stinti personaggi, ed ivi ammise al

scia gli uni e gli altri, non meno bacio del piede il clero secolare e
che il rettore e gli altri gesuiti, al regolare, parecchie distinte perso-
bacio del piede, a' quali dichiarò ne, le orfane della città, e final-
la sua pienissima soddisfazione pel mente i numeiosi impiegati e fa-
florido stato del collegio. Da que- migli della santa Casa presentati ,

sto partito, il santo Padre si recò da monsignor commissario. Resti-


al monastero di s. Maria, ove tro- tuitasisua Santità nel proprio ap-
vò riunite le monache del sacro partamento ammise ad udienza
,

tenore ed alcune signoie della città: quanti ne feceio domanda, riceven-


Je monache Clarisse e tutte le altre do le istanze di tutti, ed occupan-
{immise al bacio del piede, e poi dosene premurosamente. Sulle tre
si restituì alla sua residenza festeg- pocneiidiitne il Papa si portò a Pie-
giato sempre dal popolo, e corteg- canali per soddisfare al desiderio
giato dal suo seguito e magistrato de' recanatesi, che lo accolsero con

I
LOR LOR 267
indicibili segni di giubilo. Ritorna- gli obelischi pei benefizi fatti alla
to a Loreto nella sera, ivi si ripe- città ad alcuni cittadini della
e
terono più copiose illuminazioni medesima; quelle collocate all'ingres-
quindi sua Santità ascoltò alcuni so del ad
collegio de'gesuiti. Oltre
canti di sacro argomento dai lo- esse ne furono dispensate a stampa
dati cantori della cappella loretana. altre due, una dell'arciprete Lucio
La mattina del giorno appresso Gianuizzi custode del tesoro, l'altra
il Papa dopo la celebrazione della dell' arcidiacono Antonio Pellegrini.
messa nella cappella privata si dis- Si dispensò pure un componimen-
pose a partire per Osimo. Disce- to poetico in sesta rima di Giaco-
so nella basilica, genuflesso innanzi mo Scorsoni arcidiacono della col-
all'altare dell'Aimunziata, assistè al legiata diBevagna ma in quanto ;

canto della Salve Regina eseguito alia a p. VIj non possa


nota
dai musici della cappella. Si recò convenirvi. Colle stampe del Mo-
poi alla \isita delle beate mura, ove naldi pubblicò quindi in Roma
pregò nuovamente con gran fervore. il eh. Angelo Maria Geva genove-
Lasciò una grossa elemosina per se, cui Italia onora come valente
tante messe da celebrarsi nella santa poeta, l'opuscolo intitolalo : // nuo-
Cappella, oltre abbontlanli soccorsi vo pellegrino apostolico, ossia viag-
ai poveri, e parecchie dotazioni gio a Loreto della Santità di No-
per oneste^ zitelle della città e della stro Signore Gregorio XJ^I, Caii'
campagna ; ed esternala a monsi- tica. Dipoi il capitolo e clero della
gnor Oi lei la somma sua compia- basilica Lauretana , in memoria
cenza per le tante cure disiuìpe- dell'assistenza prestata dal Pontefice
gnate decorosamente, gli donò un con quattro cardinali, alla solenne
magnifico carneo iMppresentanle la messa cantata dal vescovo, divisò
propria pontificia efligie. Decorò di erigere una marmorea iscrizione
del grado e croce di cavaliere di composta dal canonico Paolo Spa-
s. Gregorio il gonfaloniere, ed a lazzi.
lui ed al magislralo civico dichia- Quanto a monsignor Orfei, ol-
rò la sua soddisfazione per le af tre i notabili vantaggi resi alla
iélluose dimostrazioni ricevute s\ possidenza dell'amministrazione del
da essi che dai lorelani ; bened\ santuario nel tempo del suo com-
tutti paternamente e con efl'usione, missarialo, lasciò desiderio di sua
e si rimise in viaggio. prelato persona quando ne partì. Il Pon-
commissario presentò avanti tal par- tefice lo promosse poi a delegato
tenza una elegante cassetta di no- apostolico d' Ancona, indi a depu-
bili divozionali della santa Casa tato segretario della visita aposto-
a! Papa, in un alla storia della lica dell' arcispedale di s. Spirito
medesima, e lece altrettanto con in Roma, del i|uale poi lo fece com-
ogni individuo del pontillcio segui- mendatore, carica che disinipegna;
to , ricolmando tutti di religiosa dandogli a' 28 gennaio 1842 per
compiacenza. iNell' encomiala Nar- degno successore e commissario a-
razione sono riportate le iscrizioni postolìco della santa Casa, l'odierno
poste alle porle della basilica, ce- nionsiguor Domenico Angelini d'A-
lebranti r avvenimento e i senti- scoli vescovo di Leuca in partibns,
Uicuti de'Iorelanii cjiiclle poste su- già sullrai/aneo del vescovato subui*
2G8 LOR LOR
bicaiio di Saijina. Corrispondendo vani, cioè il corridoio che conduce
degno prelato alla somma
(jiittsto alla sagrestia ; l'aula principale do-
premura e divozione che aveano ve i sacerdoti dovranno indossare
pel santimiio il sommo Pontefice, le sacre vesti alla celebrazione della
ed il cardinal prefetto della con- messa; numero quattro stanze a de-
gregazione lauretana, sotto di lui stra di chi entra, designate una pei
lianuo avuto luogo le seguenti cose. sagrestani e serventi di messe, una
Si sono perlezionati i mosaici degli pei canonici a vestirsi degli abili co-
altari della basilica ; cioè si sono rali, una per l' aula capitolare, e l'al-

re-itaurati tre altari, del ss. Rosa- tra pei lavamani e genuflessorii per
rio, della Circoncisione, e di s. la preparazione e ringraziamento per
Cristoforo, eh' erano divenuti inde- la messa ; due stanze a sinistra pei
centi, e sbnosi collocati i mosaici beneficiali e chierici beneficiali a ve-
della Desolata in quello della Cir- stirsi degli abiti corali. Lateralmente
concisione, e di s. Agostino e s.* Do- poi al nominato corridoio sono si-

menico in quello di s. Cristoforo, tuate la nuova sacrestia del tesoro,


mosaici che da tanti anni erano in sostituzione dell'attuale da ridur-
ne'magazzini del santuario . Si è si a semplice galleria di passo, e
provveduto di ogni sorta di panni- le stanze per l'economo della chie-
lini sì la chiesa che il palazzo a- sa, per la custodia de'libri, delle
postùlico; e si sono aumentate le messe, della cera, ec.
sacre suppellettili. Inoltre si è e-
difìcata dai fondamenti, gettali Breve descrizione della basilica e
già come in parte dicemmo di santa Casa di Loreto. Cenni
sopra , una nuova e grandiosa sa- sul tesoro della medesima, sulle
crestia proporzionata al magnifi- visite de' santi, beali, venerabili
co e vasto tempio ed al suo nu- servi di Dio, sovrani, principi
meroso clero; si è migliorata la ed altri personaggi ; e sugli au-
coltivazione de'terreni del santuario tori che trattano di (juesto san-
coprendoli di alberi fruttiferi ed tuario.
utili, e promovendo in modo spe-
ciale la piantagione dei gelsi; si La basilica decorata di facciata
è formata quindi una bigattiera esterna maestosa, ha Ire navate, a
con evidente vantaggio dell'ammi- foggia di croce latina, e sovrasta
nistrazione ; si sono ripopolate al- nel centro la lorreggianle cupola,
cune selve, le qua|i per ingiuria che serve di Irono alla sottoposta
degli andati tempi erano quasi de- casa di Nazareth. Dice ilR.iccardi,
vastate, e si è restituito aUanlico che l'esperienza de' passati pericoli
lustro e decoro la rinomala far- fece che il tempio nella cdificazio-
macia tli santa Casa. Dell' edìfìzio pe prendesse in parte la forma di
della nuova sagrestia n'è architet- un castello fortificalo, l'erciò le cap-
to il lorelano Pietro Pasquali in- pelle dei lati si alzano a guisa di
gegneie della santa Casa, il cui di- baluardi, e la sommità delle mura
Segno meritò l' approvazione della si vede cinta di merli con un cor-
sacra congregazione l;tiiretana. Il ridore coperto, afiinchè i soldati
grande edificio è oini.ii al suo com- che vi fossero posti alla difesa pri-

piuieulo. Esso componesi di dieci (esseio liberamente Irascorrere m


LOU 9.G9

ogni parte. Così rimiiandola da lon- innalzare questo monumento che


tano sembra una fortezza piìi che secondo il Colucci, ylntìchilà Pice-
una chiesa, la quale non poco forti- ne tom. XXIV, pag. 100, era sla-
ficamento riceve dallo stesso colie to fallo per IMontalto. Ne' due
sul quale è collocala. Reggesi il specchi laterali di metallo si rap-
corpo della basilica da dodici gran- piesenta Gesù che scaccia i profa-
di pilastri , che a similitudine di natori dal tempio, ed il suo solen-
colonne, da una parte ed altret-
sei ne ingresso in Gerusalemme: dalla
tante dall'altra, sostengono la gran parte di dietro della stessa base
volta. A questo corpo quasi due avvi il Pico, slemma della Marra ,

ale da ambedue i fianchi sono sta- ed un'iscrizione latina in cui sono


te aggiunte con sei più piccole nominali i sei caidinali marche-
cappelle, ciascuna delle quali den- giani creati da Sisto V : le quattro
tro lo spazio di due colonne con statue situate in nicchie agli angoli
proporzionato ordine si corrisponde, <Iella base, simboleggiano la Giu-
rs'ella parte superiore sette altre stizia, la Carità, la Religione e la

ca[)pelle maggiori compartite in- Pace. La gran porta di mezzo


torno alia cupola, con mirabi- nella facciala del tempio è decorata
le artifizio edificate , formano in da due colonne joniche scanalate di
certa guisa il capo del tempio : marmo d'Istria, che sostengono il
nel mezzo sotto la cupola cinta frontespizio mollo lavorato, coil'ar-
dalle cappelle venerasi il santuario. me di Gregorio XIII, e sopra in
Comincierenio la breve desciizione nicchia incavata fra colonnette e
della magnifica basilica dal suo pro- frontespizio ammirasi la statua dei-
spetto esteriore. Questo con anti- la Madonna col Bambino in brac-
co disegno fu cominciato sotto s. cio, di grandezza naturale e di ra-
Pio V dall'architetto Giovanni Boc- ra bellezza, fusa in bronzo da Gi-
ralino da Carpi, proseguito nel pon- rolamo Lombardo. 1 suoi figli An-
tificato di Gregorio XIII, e compi- tonio, Pietro Paolo e Jacopo get-
lo in quello di Sisto V colla di- tarono in bronzo le grandi impo-
lezione di Lattanzio Ventura. So- ste istoriale, figurando in quella a
pra la bella gradinala sorge la sta- destra la creazione di Adamo. Più
Ina in bronzo di Sisto V, che vie- sotto si vede questo benedetto dal
ne rappresentato in sedia e in abi- Padre eterno. Il terzo specchio mo-
to pontificale, in atto di benedire, stra l'Angelo dal pa- che scaccia
collocala su base ottagona di mar- radiso ed Eva.
terrestre Adamo
mo. La statua è opera di getto di Nello specchio minore sono sim-
Antonio Bernardino Calcagni di boleggiati la Chiesa cattolica ed
,

Recanati , discepolo di Girolamo i fedeli. Nel quinto specchio vedesi


Lombardo. Nella base davanti -vi Abele ucciso da Caino; e più in
sono le armi del Papa, e quelle dei basso r Innocenza colla palma in

cardinali Peretti pronipote e Gallo mano che accoglie la Chiesa. Nel-


protettore di santa Casa. Sotto di l'altra imposta a sinistra nello spec-
esse l'iscrizione dice le ragioni e chio da capo si figura Eva che
la gratitudine che mossero nel i5Sg dà il pomo ad Adamo; di sotto
la provincia della Marca colla spe- la matrona sedente rappresentante
sa di più di ottomila scudi ad la Chiesa, viene molestata dal ser-
270 I-OR LOR
ne immagine dell'eresia. Nell'altro zer ne'due ovali laterali
; Baluele
specciiio che segue, vi è roirabil- suo padre e Labano suo fratello,
mente espresso Adamo che lavora non che il parto de'gemelli Esaù
la terra, ed Eva filando. In basso e Giacobbe. Nel terzo specchio vi
la Chiesa figurasi accogliere i pe- è l'esaltazione di Giuseppe; pic- i

nitenti. Nel quinto specchio evvi la coli mostrano la disputa


ovatelli
fuga di Caino, più in basso quella di Gesù tra dottori, ed il isuo
dell' eresia, e la Chiesa cattolica trionfale ingresso in Gerusalemme.
trionfante.La porta minore verso Nel quarto specchio vi è rappresen-
il campanile ha le imposte fuse tata Giuditta che decapita Oloferne;
in bronzo da Tiburzio Verzelli da e ne'due ovali laterali quando ap-
Camerino, altro discepolo del Lom- pende la recisa testa alle mura di
bardo. Vi sono istoriali fra arabe- Betulia. I due piccoli ovatelli la-
schi e statuine di profeti e sibil- terali figurano Cristo che discaccia
le a tutto rilievo, molti falli del i trafficanti dal tempio, e la sua
Testamento vecchio a mezzo rilie- risurrezione. Neil' ultimo specchio
vo essendo ogni simbolo della
, vedesi Mosè che fa scaturire l'acqua
legge vecchia figura della nuova. dallo scoglio. Sopra il frontespizio
Nel primo specchio dell'imposta a di questa porta una iscrizione dice
destra vedesi la creazione di Ada- che Sisto V fece cattedrale la chiesa
mo i piccoli ovati contengono
: collegiata di Loreto. L'altra porta
l'Annunziazione, ed il battesimo di minore verso il collegio Illirico- Pi-
Gesù Cristo. Nel secondo specchio ceno, fu opera di Antonio Bernar-
Agar è confortata dall'angelo; la- dmo Calcagni, aiutato da Tarqui-
teralmente ne'due ovati Agar è nio Jacometti e da Sebastiano Seba-
cacciata dalla casa di Abramo, e stiani recanatesi. Vedesi nel primo
il fonte in cui si disseta : i piccoli specchio dell' imposta a destra il
ovati laterali rappresentano l'orazio- sacrificio di Caino e di Abele; ne-
ne di Gesù neir orto e la corona- gli ovatelli piccoli laterali vi è fi-

zione di spine. Nel terzo specchio gurata la Beata Ver-


Natività della
è rappresentato il sacrifizio di A- gine e la sua presentazione al tem-
bramo; e ne' piccoli ovati laterali pio. Nel secondo specchio è espres-
il portar della croce, e la crotefis- so il sagrifizio di Noè dopo il di-
sione e morte del Salvatore. Nel luvio; negli ovati laterali la sua de-
quarto specchio si osserva il pas<;ag- risione allorché inebrialo dormiva,
gio del mare rosso ; ne' due ovali e l'ingresso degli animali nell'arca.
laterali è figin-ata la riunione di Il terzo specchio piesenta il tras-
tal mare, e la morte de'piimogeni- porto dell'arca del Signore in Ge-
ti di Egitto. Nell'ultimo specchio ve- rusalemme, e la morte d' Oza i ;

desi la caduta della manna; nell'im- due piccoli ovatelli laterali conten-
posta sinistra la formazione di E- gono la visita della Beata Vergine
va, e nei piccoli ovali laterali Ge- a s. Elisabetta, ed il Presepio. Il
sù Cristo che consegna le chiavi quarto specchio fa vedere la com-
del regno de' cieli a s. Pietro, e lu parsa di Dio entro il roveto a
discesa dello Spirito Santo nel Ce- IMosè; ne'due ovati laterali Mosè
nacolo. Nel
secondo specchio os- bambino e posto suU' onde del
servasi Rebecca al pozzo con Elie- Nilo, e la sua bacchelta convertita
LOR LOR 271
in tenibile serpente: i due piccoli dute di questo ultimo. Il deposilo
ovntelli figurano la Circoucisioiie, assai consumato, posto sotto l'arco

e la fuga in Egitto. Nel quinto a piedi della gradinata, contiene le


specchio vedesi Abigail placare lo ceneri di monsignor Acqua vi va na-
sdegno di David. JNell'impcsta a si- poletano. La cupola ottagona inco-
nistra vi è da capo, con atteggia- minciata da Giuliano da Majano,
mento diverso della porta grande, ma voltata quindi e condotta fino
l'uccisione di Abele; ne'due picco- alla da Giuliano da s.
lanterna
li ovatelli laterali sono espressi lo Gallo, è adornata di stucchi con
Sposalizio e l' Annunziazioue della disegno di Giovanni Boccalino. E
Beata Vergine. Nel secondo spec- dipinta d' ogni intorno di freschi
chio vedesi la misteriosa scala di del Pomarancio con l'aiuto di ,

Giacobbe^ ne'due ovali laterali la Pietro Paolo Jacometti, di Pietro


sua lotta coH'angelo. Il terzo spec- Lombardo, di Lorenzo Garbieri e
chio presenta il trono di Salomo- di altri, i quali freschi rappresen-
ne; ne' due piccoli ovatelli laterali tano sopra gli archi minori dall'im-
osservasi la presentazione di Gesù basamenlo i quattro evangelisti, e
al tempio, e l'adorazione de'magi. ne'fìanchetti degli archi più grandi
Il quarto specchio fa vedere il ser- alcuni putti di chiaro-scuro. Sulle
pente di bronzo; e ne' due ovati otto faccie che sorgono dopo la
laterali gli esploratori della terra cornice, vi sono fra le finestre varie
promessa, con Nadab ed Abiìi di- figure di virtù. Nel fregio d' una
volati dal fuoco : ne' due piccoli cornice minore vi è dipinto im a-
ovatelli ai lati gli apostoli assi- rabesco di colorito, e al di su di
stere al transito di Maria Veigine, essa cornice, dove si spicca la volta,
e la sua coronazione in cielo. L'ul- una specie di parapetto di color
timo specchio mostra Ester suppli- giallo toccato d'oro, con sopì a vi
cante Assuero. Sopra il frontespizio otto immagini di dottori greci pa-
di questa poi ta dice l'iscrizione rimenti gialle, e sedici putti nel
(he Sisto V dichiarò cittìi Loreto davanti che reggono armi pontili-
e la decorò di sede vescovile. Le eie e di alcuni cardinali protet-
dette tre porle di bronzo, pel pre- tori della basilica. Per uhimo, cioè
gio de' superbi lavori che le deco- nel resto della volta, è rappresen-
rano, possono stare al confronto tato fra un cielo di nubi una mu-
delle celebri porte del duomo di sica d' anseli
o in due cori. Sotto la
Pisa e di altre simili ; incomincia- cupola verso il fondo dalla navata
te sotto Sisto V, compironsi al maggiore si venera la santa Cap-
tempo di Paolo V. pella di Loielo, propriamente chia-
La volta della nave maggiore è mata la sonta Casa, costrutta di
abbellita da parecchie immagini tufo rossastro oscuro tagliato a
di profeti a chiaro scuro, di Luca guisa di mattoni. Conserva ancora
Sigiiorelli da Coitona , meno Je tre l'antica sua forma quadrangolare,
ultime iniìanzi i' maggiore
altare essendo i muri aiti palmi
sacri
dell'Annunziala , che sembrano del romani diecinove ed oncie quat-
cav. Cristoforo Roncalli eletto il tro, massicci palmi quiittro ed on-
Pomarancio, e sopra ditto arco vi cie sette, lunghi deniro palmi qua-
sono altre figure di colorito crc- rantadue ed oncie dieci ,
larghi
272 LOR LOR
palmi ilieciolto ed oncie quallro. luce la sacra camera, fu ingrandita
La nobilissima fodera di superbi la finestra che aveva. Il pavimen-
marmi che circondano la santa Ca- to che vi mancava dopo la trasla-
sa non gli servono afTallo di ap- zione, fu fatto di marmo. L'anti-
poggio. 11 ìi3 della
Riccardi a p. co soffitto di legno troppo esposto
sua Storia apologetica, pailando del- agli incendi, dappoiché vi ardono
la ricognizione fatta del santuario tante lampade e tanti ceri, è stato
nel lySi, dice che le sue sacre cangiato in una volta di mattoni
mura non hanno veruna sorta di incrostata di marmo. A p. 1 3 r poi
fondamento, trovandosi sotto di es- dice, che avendo i Pontefici ricono-
se terra smossa, ed in alcune par- sciuto l'identità della Casa
santa
ti polvere con brecciette e tufo na- e le sue traslazioni, Sisto V par-
in
turale, come suole essere ne'luoghi ticolare ordinò ai sacerdoti che
montuosi. Aggiunge, che il conte celebrano messa nella santa
la
Leopardi nella sesta delle sue Di- Cappella, di aggiungere leggendo
scussioni narra che alla delta rico- il vangelo di s. Giovanni, le pa-
gnizione si trovò presente il pro-zio role: Hic f^erbum Caro factum
canonico, e Giacomo suo padre, est. Queste parole però non più
allora fanciullo di nov'anni, il qua- si dicono, perchè il vangelo di
le gittatosi in terra di sotto alle s. Giovanni si legge come nel
mura della santa Casa, trasse alcu- testo.
ni quei calici o gusci o cappel-
di L' antica porta murata col sopra-
da cui sono coperte le ghian-
letti, liminare di abete incorrotto, situa-
de. Con che viene provato che ta entro la santa Casa nel lato di
la santa Casa fu ed è sempre tramontana, è alta palmi dieci, lar-
miracolosamente senza fondamenti. ga palmi sei ed oncie tre. La fi-
Osserva il proposto Riccardi che , nestra al muro di ponente è da
le interne pareti del santuario si terra elevata palmi nove, la sua al-
sono lasciate in quella nerezza che tezza è di palmi quattro ed oncie
loro impresse una venustà vene- sei, e larga palmi quattro di luce,
randa, sotto la quale si scoige ed è una cancellata
guarnita di
appena qualche linea o traccia di di bronzo arabescato. Sopra di que-
antica pittura onde venne adorna- sta , e rimpetto all' altare vedesi
ta nei primi secoh. Per dar luo- l'antica croce della santa Casa, alta
go poi all' ingresso ed all' uscita e larga palmi cinque, la di cui asta
degli affollati divoti, che si oppri- è larga palmi due ed alle testate ,

mevano nell'unica porticella, chiu- parimenti palmi due; in essa vi è


sa questa, e lasciato il segno che dipinta, sopra tela tirata sulla ta-
indica l'antico limitare calcato dalia vola, la immagine del Crocefisso di
sacra Famiglia, ne vennero aperte maniera greca. L'altare attuale rac-
altre quattro sotto Clemente VII, chiude quello antico, il quale al-
verso il i53o, cioè due nel da- l'aprirsi di uno sportello vedesi es-
vanti del sacro altare poste in fac- sere composto di pietre squadrate;
ciata, e due nel di dietro egual- il medesimo venne colla santa Ca-
mente in facciata , dove si visita sa, come dicemmo. E fama costan-
il sacro cammino e l'armadio. A- te , che sia stato consecrato dal
vendo bisogno inoltre di maggior principe degli apostoli s. Pietro, e
LOK LOR 273
che il medesimo vi abijia celcbin- tanti santuario del 1469, ft'a gli
al
to la messa; Cosinìo li giautlu- oggetti descritti avvi una bombar-
ca di Toscana Io fece adornare da. Le due pietre poste al muro
esteriormente di agate, di lapislaz- di tramontana, legate in sottili la-
zoli e diaspri di Sicilia :
1' altare mine di argento, furono mandate
è situato innanzi al benedetto cam- da un uffiziale tedesco in occasione
mino. Il sacro armadio colla sua dell'incendio di Candia. Le due lam-
volticella è alto palmi tre ed oncie pade d'argento ch'ardono, situa-
sei,largo palmi due ed oncie sei ; te avanti gli archetti che dividono
questo viene rinchiuso da altro ar- la santa Casa dal santo cammino,
madio grande e moderno ; qui si quella che vedesi dal lato del van-
conservano due scodelle colorite al gelo è dono del sacerdote e conte
di dentro, e che hanno figura di polacco Stanislao Koloniewski; l'al-
tazze , le quali con varie altre già tra dal lato dell'epistola pervenne da
servirono per uso della sacra Fami- Roma a mezzo del canonico Prima-
glia ; le medesime sono alquanto vera di Recanati. 11 ricco semibusto

screpolate, essendo state nel 1797 d'argento d'egregio lavoro, rappre-


spogliate della fodera d'oro, di cui sentante s. Anna, fu lavorato nell'of-
erano adornate, e così mezzo in- ficina del cav. Borgognoni in Ro-
frante furono consegnate nel 1800 ma, e donato nel 1841 dal conte
a Pio VII, il quale le fece aggiu- Saverio Canali di Terni ; l' altro
stare e foderare di xame dorato, e semibusto d'argento assai ricco, rap-
le rimandò Casa entro
alla santa presentante s. Giuseppe, fu lavorato
custodia di pelle rossa, ove tuttora neir oUicina di Rabbini in Bologna,
conservansi. Vi fu chi credette, che e donato nel i834 per adempimen-
probabilmente quelle tazze servisse- to di legato dalle nobili famiglie
ro piuttosto agli apostoli ne' lóro bolognesi Ranuzzi ed Hercolani. Le
sacrifizi per la comunione nella dop- quattro porte attuali della santa
pia specie, allorché quella santa ca- cappella,' sono alte palmi nove, e
meretta fu meritamente ridotta in larghe cinque ed oncie sei ; due
cappella. Contiensi ancora entro chiamansi porte della santa Casa
detto armadio copia autentica della propriamente una terza conduce
,

lettera del vescovo di Coiinbra, di al disopra della santa Casa e la ,

cui si menzione di sopra, col-


fece quarta nomasi la porta del santo
la quale rimandò la santa pietra cammino. Entrandosi nel santo cam-
concessagli da Paolo III, o meglio da mino si vede il sacro focolare alto
Pio IV, la quale è contrassegnala nel palmi sei ed oncie tre, largo palmi
muro mezzogiorno con sbarret-
di tre ed oncie cinque, essendo l'aiuo-
ta di ferro. La palla da cannone ap- la larga palmi uno ed oncie cin-
pesa alle sante mura fa testimo- que, alta di terra oncie tre. Soglio-
nianza che la Beata Vergine nel no i divoti che visitano il santo
,

i5o5 ne preservò Giulio li all'as- cammino, baciare altra santa scodel-


sedio dellaMirandola quando fu , la, cioè uno di que'vasi di terra
lanciala contro il suo padiglione. cotta rinvenuti nella santa Casa,
Però il conte Leopardi, Serie de've- che servirono agli usi domestici
scovi, p. 171, avverte che nell'in- della sacra Famiglia. È ancora fo-
ventario originale delle cose spet- derata d'oro con vaghi bassorilic-
VOL. xxxix. 18
2 74 LO il LOB
vi dell' Amiim/.ii>icione e del Prese- seppe Andosilla di Boma. La col-
pio; ordinò tale lavoru il cardinale lana d'oro è dono della contessa
Francesco Goinez Uojas de Sando- l'aolina Mazzarucci di Terni. Il

vdl creato da Paolo V. Il cammino vezzo da petto brillantato, che pen-


e armadio sono njìarali da serico
I de da sei cordoncini di perle, è do-
velo. no della nobde Anna liologray. 11
Sopra del santo canumno in nic- braccialetto d'oro deriva dal com-
chia anticamente tutta d'oro e tem- mendatore Aiiinbale Parisani. La
pestata di gemme , ed al presente prima fascia di velluto nero con-
di arabeschi in legno dorato, lavo- tiene di rimarcabile un fiore da te-
ro di Venanzio Digioli di Sanseve- sta formato di brillanti; fu presen-
rino , si venera ivi collocata l'an- tato nel 182 a nome di pia per-
1

tichissima sacra statua della Beata sona dalla principessa INIaria Lu-
Vergine scolpita in cedro del Li- bomirski di Varsavia. La pioggia di
bano, o del celebre legno di Se- brillanti nella stessa fascia, in nu-
thini mira tuttora intatta
, che si mero di 2.65, è liceo legato della
senza corruzione, e si tiene per uno marchesa Cunegonda Patrizi di Bo-
de' primi lavori di s. Luca, tutta ma, piesentala nel 1829 dal car-
annerila. La sua altezza è di pal- dinal Giacomo Giustiniani, insieme
mi (jualtro, il santo Bambino uni- a medaglia d'oro con cifra di roset-
Io alla sacra statua è alto
palmi te d'Olanda e ad un mazzo di gra-
uno ed oncie Avvi sotto un otto. n;ite ojientaii. Qui lateralmente so-
piedistallo coperto, alto palmi due no (piatirò ricche rosette di bril-
ed oncie sei. Oltre preziosi oiiia- i lanti,due di Teresa Vaiinelli Stra-
ineuli donali da Pio VII e sudde- da di LoretOj altra della nominata
scritli, la sacra statua della Beata contessa Pallavicini, ed altra di Te-
Vergine ed il Bambino han-
santo resa Ulciiiti Crivelli di Milano, f
no gli altri che andiamo a indica- pendenti di brillanti furono olFerti
re. La collana di biillanti nel 1821 dalla contessa Chiara Magawli di
la donò la contessa Pallavicini Scot- Panna. JNellu seconda fascia vedesi
ti di Piacenza. Il brillante bianco una croce vescovile con sette zafiiri
di grani 32, posto per anello nella contornati da i36 piccoli brillanti;
mano destra del Bambino, è dono pili un anello vescovile con zaiìiro

d'incognita dama francese, fatto nel contornato da 36 brillanti il tut- ;

i8o5 dal cardinal Leonardo Anto- to legato del cardinal Giulio Cal-
nelli. La medaglia d' oro guarnita cagnini. L'anello con altro grosso
di dieci grossi brillanti del peso zaffiro, fregiato di dodici brillanti
cumulativo di iCo grani circa, è doppi, è olferta del vescovo di Lo-
donativo di Antonio re di Sasso- reto e Recanati Stefano Bellini, il
nia. Quattro fila di perle, che guar- paio pendenti brillantati con perla
niscono il petto della sacra statua, a perella ne! fondo, è dono fatto in
sono dono di Clementina Mancini di persona da Maria Cristina regina
Boma: altre perle in due manigli lo vedova di Spagna a' io marzo 84 i •

sono della marcliesa Porzia Patrizi L'altro paio di pendenti d'oro smal-
romana. Il brillante cedrino di 27 tato, adorni di brillanti, con in mez»
gl'uni puntato nella vtste sopra det- zo perla movibile, lo presentò nel
te perle, lo regalò ii marchese Giu- 102 1 la contessa Plater Moriconi

I
LOR LOR 275
di Wilna. L'anello rullino halasso li. Nelle maggiori solennità la sa-
contornalo (li minuti hrillanli è do- cra nicchia viene decorata da uti
no del conte Sigismondo Malatesl.i. ornamento in fondo di velluto ros-
L'anello con granata orientale eon- so a trapunto di stelle ed arabeschi,
lornalo di Ijiillanti è regalo delia formali di cristalli di monte e topazi
confessa Anna Somaglia di Milano. di Sassonia entro castoni di argento,
Il ricco cuore di brillanti con bel- già veste per la santa statua, secon-
lissima tiii'cliinn è presente della do la destinazione del donatario
duchessa Teiesa Benctlelli nei mar- conte Augusto Iliuski de Romanow
chesi Andosilla, fatto nei 1827. JNel- senatore dell'impero russo, indi co-
la terza fascia rimarcasi una croce sì da lui slesso ridotta nel i83g.
con sei arnatiste contornate di acque Fra le lampade di argento colloca-
inarine, spedita dalla città di Mo- te entro il sauto cammino, ve ne
sca a mezzo del musico Girolamo sono tre piccole fatte nel i83i dal
Braura d'Ancona. La giardiniera di santuario e da pia per.sona d' An-
brillanti e rubini proviene da in- cona ; due pili grandicelle sono
cognita persona per mezzo di mon- d'Anna Pelli ed Antonio Seraiillni
signor Angelo Picchioui di Cori. loretani due simili d'incognita per-
;

Le due rosette di diamanti, una è sona ; due eguali di Antonio Boc-


di Nicolò Palmucci di Ofiìda, l'al- calini di Belvedere e di Luigi Gi-
tra di Giuseppe Evangelisti di Bar- gli di Roma ; altre due di stranie-
chi. Ed uno smeraldo contornato di ro lavoro, una proveniente di Fran-
brillanti dono fatto dal cardinal
, cia per mezzo dei fratelli Seresi di
Mario Rlattei nel settembre 1841. Milano, l'altra della suddetta con-
Nella quarta fascia \edesi un cuo- sono i voti d'ar-
tessa INIoriconi. Sei
le d'oro adorno di smeraldi, gra- gento frapiù rimarche-
gli altri i

nate ad arnatiste, donativo d'un voli. Il primo rimane sulla porta


gentiluomo tedesco; più un bril- del santo cammino, rappresentante la
lante paglino di pia persona. Un famiglia Sizenfeld di Svevia ; 1' al-
bellissimo carneo antico, chiamalo tro figura una nave in burrasca
niccolo , rappi esentante Mardocheo colla .Beata Vergine Loretana che
ed Ester, dono della conlessa Flo- la soccorre; il terzo contiene il

reilzi di Milano e portato dal ven. battesimo di Gesù Cristo, dono del
Vincenzo Strambi. Nella quinta fa- gran maestro gerosolimitano d'Hom-
scia osservasi un grosso e limpido pesck il voto grande ovale con tro-
;

crisolito ottangolare di Siberia, do- fei militari, rappresenta una celebre

no di Ferdinando Giorgini ; una vittoria riportata in Ungheria sui


croce vescovile d'argento con dia- turchi dal general R.aimondo Monte-
mante, dono di pia persona. Altra cuccoli; i due quadrelli laterali rap-
croce adorna di granale e
simile presentano la deposizione delR.eden-
diamanlini, offerta da R.osa Angelici lore nel sepolcro, e la fuga in E-
di Loreto. Ne' lati delle predette gitto della sacra Famiglia, doni del
fascie vi è di rimarcabile un gioiel- pievano di Sirolo Giuseppe Silve-
lo d'oro con entro un flore di bril- stri ni. Le due campanelle che ivi

lanti, dono del principe d' Honi- si vedono appese nella volta della
pesck ; ed un cuore d'oro con topa: fodera de' marmi , sono le antiche
zio bianco, dell'uditore Cosimo Bet- della santa Casa. Si ascende a que-
276 LOK LOR
sta pei >><.'lli' i^indiiii^ ciot; (jnallro goiio XIM. Questa supeil>a fodera
sino fil piiiiio dell'altare maggiore o incroslalma di marmi istoriali,
del tempio o deirArmunziata, sulla ha quattro faeciate corrispondenti
predella del cpiale si guarda nella allo quattro mura interne della
santa Casa per 1' unica (ìneslra del- santa Casa, per cui secondo la pò-
la medesima, che sta davanti chiù- sizioueandiamo a descriverle. Irri-
sa da elegante e dorata inferriata; mieramente nella facciata a ponen-
c tre altri sino al piano delle por- te ove è l'altare maggiore dedica-
ticene della sacra Cappella, corri- to alla ss. Annunziata, precisamen-
spondente al piano della predella te avanti l' unica finestra della san-
di detto altare maggiore. ta donde il suo interno
Casa, si

La nobilissima fodera di marmi contempla, ammirasi la scollura di


di Carrara scolpiti che allorniano la Sansovino in cui con bella grazia
santa Casa, senza però servirgli di elligiò 1' angelo Gabriele che an-
appoggio, fu disegnata da Braman- nuiizia la ss. Vergine, altri angeli,
te di Urbino, ed eseguita da An- Dio Padre e lo Spirilo Santo ia
drea Conlucci fiorentino, sopì anno- figura dicolomba il Vasari clija- :

minato il Sansovino, e da molli ma queste sculture opera divina e


altri collaboratori. Le scolture rap- degne del sublime subbietto. Le due
piesentano principali misteri della
i minori tavole rappresentanti la vi-
Ceata Vergine, con un gran nu- sita di Maria a s. Elisabetta, e la

mero di statue e di bassorilievi ,


rassegna che fecero in Betlemme
di colonne e di fregi, tutti lavori s. Giuseppe e la Beata Vergine,
de' più esimi scultori di un'epoca innanzi al romano magistrato, in
tanto famosa per le l)elie arti. Sul- obbedienza all' editto di Augusto
la sommità della sacra Cappella, in con cui erasi ordinata 1' universale
tal modo elegantemente vestita, gi- statistica dell' impero, sono scolture
la per lutto un cornicione con para- di Francesco Sangallo. Il profeta
petto , che serve di corridore per Geremia dalla parte del vangelo si

camminarvi intorno. Perchè niente vuole del Sansovino , o meglio di


.si perdesse di lutti i materiali del- Girolamo Lombardo, il profeta E-
l'antica cella, che furono levati nel- zechiele dalla parte dell'epistola è
Toccasione di tanti abbellimenti, le di Girolamo Lombardo da Ferra-
travi, le asse, i coppi, le tavole si ra, discepolo del Sansovino; nelle
riposero sotto il pavimento e sopra nicchie al di sopra le sibille Libi-
li volto della santa Casa. Di que- ca e furono scolpite dal
Persica
sta mii abile mole i materiali furo- cav. Giambattista della Porta. Nei-
no in parte preparali nel i5io la facciata di mezzodì si vede il
sotto Giulio II ; si cominciò a fab- profeta Zaccaria, scolpito da Giro-
bricare sotto Leone X, si proseguì lamo Lombardo; al di sopra la si-
lici pontificato di Clemente VII, e bilia Eritrea di della Porta, ed il
si compì al tempo di Paolo III, bellissimo Presepio del Sansovino.
giacché nel i538 si tolsero i ripa- I due putti coricati sul frontespi-
ri dentro i quali quietamente la- zio della porta di santa Gasa, di-
voravano gli artefici, e si vide il consi diSimone Mosca fiorentino:
tutto finito, tranne alcune statue glistemmi di casa Medici sono di
che si fecero nel pontificalo di Gre- Leone X e Clemente VII; le tre
LOR LOR 277
penne fu impresa del primo. Il pro- no, proseguila da Baccio Bandinel-
iL'ta David è del Lombanlo; la si- li, e finita da RalTaele da Monte-
billa Cumana nella nicchia al di so- lupo; pregevole lavoro le cui set-
jiia è di della Porta ; 1' adorazione te virtù della Madonna sono rap-
de' magi fu incominciata dal San- presentate in altrettante figure. (

sovino e proseguita da Raffaele da putti sul frontespizio della porta


Monleliipo e dal Lombardo. I due sono del Gioii. Il profeta Daniele
putti del frontespizio di questa por- vuoisi di fr. Aurelio ; la sibilla
ta, delta del santo cammino, sem- Frigia al di sopra si crede scolpila
brano di Simone Gioii. Il profeta da Tommaso;lo Sposalizio comin-
Malachia è scoltura del Lombardo ;
ciato da Sansovino, proseguito da
la sibilla DeKìca al di sopra è di Rallaele di Montelupo, ha di ri-
della Porta. Nella facciata all'orien- marcabile un gruppo di figure in-
te si trova, nella nicchia al di sot- nestatovi da Nicolò Tribolo. I put-
to il profeta Mosè, mirabile opera ti sul frontespizio della porta sem-
che sembra di della Porta , del brano del Mosca e di Gioii. 11 pro-
quale è pure la sibilla Samia si- feta Amos sedente è vaga scoltur
tuata nella nicchia al di sopra ; la ra del Lombardo; la sil)illa Ti-
lapide incastrata nel basamento, in- burtina è scoltura assai lavorata di
tagliata per ordine di Clemente della Porta. I bellissimi festoni di-
VIU, che invita il pellegrino a ve- sposti in giro di tutto il marmoreo
nerare il gran santuario e la Regi- ornamento, sotto l'architrave fra i
na degli angeli, descrive la storia capitelli corinti delle colonne, di-
delle sue che Cle-
traslazioni, dice consi del Mosca. Gì' intagli dell'ar-
mente VII lo rivestì dell'ornamen- chitrave, del fregio, della cornice,
to di marmo e che il cardinal
, e le figure simboliche negli specchi
Gallo protettore la fece scolpire. del basamento , furono lavori di
Nel mezzo della facciata Nicolò Gioii, di R.aniero Nerucci da Pie-
Tribolo scolpì la storia delle tras- trasanta, e di Francesco del Tad-
lazioni Quella al di sopra sul
. da.Questo magnifico lavoro che si
Transito di Maria, incominciata da può chiamare sacro museo , costò
ignoto artefice, fu compita dal bo- circa cinquantamila scudi, non com-
lognese Domenico d'Aimo detto il prese le spese fatte per le statue,
Varignana. Vedesi qui appresso il neir acquisto de' marmi , e nello
profeta Balaam, forse scoltura di maestranze, che ascesero a dodicimi-
fr. Aurelio fratello del Lombardo^ la scudi , oltre che molti per di- ,

o meglio di Tommaso della Porta; vozione, lavorarono gratuitamente.


la sibilla Cumana di Ponto è scol- Restano ora da osservarsi le quat-
tura di della Porta. Nella quarta tro chiudende o imposte di bron-
facciata di tramontana si osserva il zo; prima però di descriverle no-
profeta Isaia, forse di Tommaso fra- teremo che guardando l'altare del-
tello del cav. della Porta, e come l'Annunziata, ne' pilastri del gran-
d Mosè fu scolpita sotto s. Pio V. de arco sono scolpiti due grandi
Al di sopra vedesi la sibilla Elles- stemmi quello da parte del van-
:

pontica, probabilmente dello stesso gelo è dell'imperiale casa d'Austria,


Tonunaso. La Natività della Beata che fece dono alla santa Gasa fli

Vergine fu principiata da Sausovi- tutte le grosse travi che sostengo-


278 LOR LOR
no il sofTillo del tempio Loretano, pelle della basilica, ed incomincian-
e di altri legnami di abete e lari- do da quelle poste nella navata
re occorrenti; l'altro da parte del- minore a dritta, la prima andan-
l'epistola è della real casa Farnese do in giìi, ha un quadro di mo-
die fece molti donativi al santuario. saico eretto nel i83o, rappresen-
Sotto al baldacchino è la residenza tante la Cena del Signore, copiato
de' sacerdoti custodi deputati dal- da una pittura di Vout esistente
la sacra congregazione lauretana nel palazzo apostolico: due ovati
i

e dalle bolle pontifìcie a ricevere recenti sono di Bernardo R.i;ginelli.


tutte le limosine di messe che si La seconda cappella aveva un qua-
offrono per la santa Casa e basi- dro della Circoncisione di Filippo
lica , e tutti i doni ed ogni altra Bellini da Urbino, cui venne da
oHerla al santuario proveniente dai ultimo sostituito il suddetto mosai-
fi i voti forestieri e paesani ; ivi ten- co della Desolata o Addolorata del
gonsi i debili registri e si dispensa cav. Laudi: l'ovato è s. Gio. Ne-
il velo della Beata Vergine e la pomuceno di Giambattista Piazzet-
polvere delle beate mura. Al lato ta veneto. La cappella che segue
del baldacchino, sul pilastio del ha per quadro l'arcangelo s. Mi-
grand' arco , vi è il deposito del chele in mosaico copiato da Guido
cardinal l'onaccorso Bonaccorsi, con Reni: sopra avvi una divota Ad-
Antonio Ragrcri da Vico-
scoi Iure di dolorata a olio. La quarta cappel-
marcò, e marmi scelti e preziosi. la ha per tavola un mosaico rap-
La chiudenda di bronzo della por- presentante s. Francesco d'Asisi del

ta della santa Casa posta sotto il Domenichino; nella quinta il mo-


Presepio, rappresenta nel compar- saico d'Unterperger figura ss. I- i

timento di sopra l'Incarnazione del gnazio e Filippo Neri. La cappella


Verbo, e al di sotto la Nascita del sesta è il battisterio. Questo nobi-
Salvatore. L'altra chiudenda nella lissimo fonte battesimale, tolto get-
porta del santo cammino, rappresen- to di bronzo, pel quale si dice ira-
ta nel compartimento superiore l'a- piegati scudi sedicimila, è formato
dorazione de' magi, e al di sotto la di un gran vaso piramidato, soste-
disputa di Gesù coi dottoii. La nuto da quattro putti di tutto ri-
chiudenda che rimane alla porla lievo, ornato di statue, ili mezzi,
che conduce al di sopra della san- bassi e schiacciati rilievi di Tibur-
ta Casa, fa vedere nel primo spec- zio Verzelli e Gio. Battista vitali.
chio al di sopra Gesù flagellato al- Nella sommità si vede in tutto ri-

la colonna, al di sotto Gesù facen- lievo s. Gio. Battista che battezza


te orazione nell' orto. La quarta il Redentore; le pitture del muro
chiudenda situata nell'altra porta i-appresenta Dio in gloria con sotto
della santa Casa, rappresenta in un il fiume Giordano. Tuttociò eh'
compartimento il portar della cro- rappresentato in questa stupenda
ce, e nell'altro la crocifissione e mole si riferisce al sacramento del
morte del Salvatore; le medesime battesimo, cioè il Precursore che
chiudende o imposte di bronzo fu- predica alle turbe, la Circoncisione,
rono fuse mirabilmente dal Lom- Naaman curato dalla lebbra. Gesù
bardo nel pontificato di s. Pio V. che risana il cieco, la Probatica pi-
Passando a parlare delle cnp- scin3j il battesimo che fa s. Filippo
LOR LOR 279
deireuniico. Vi sono pure ne'quat- vendo di tesoreria , sonovi nella
tio angoli del vaso quattro virtù volta angeli e profeti di Melozzo
in istatiiette, e negli ovatelli le da Forlì. Piegando a destra senza
traslazioni della santa Casa. Quan- uscire dalla navata, nella voltata
to alle cappelle poste nella navata della crociera del tempio il foglia-
minore a sinistra, nella prima an- me intagliato fra l' ornamento di
dando in su vedesi in bassorilievo una porta, sembra di Benedetto da
di bronzo la Pietà o deposizione Maiano, che deve aver fatto quelli
di croce, di Antonio Bernardino pure che stanno fra l'ornamento
Calcagni ; egli eseguì pure in bron- delle porte di tre altre sagrestie,
70 i quattro ritraiti de' coniugi del- poste di fronte alle cantonate della
le famiglie Massilla e Rogati di s. santa Cappella.
Ginesio ch'edificarono la cappella, Le tre cappelle della crociera a
Nella cappella che segue, il s. Cri- sinistra, prima in mosaico si
nella
stoforo lo avea dipinto ad olio Lo- vede s. Anna, s. Gioacchino e la
renzo Lotto veneto ; ma a tale Beata Vergine, tratto da Angelica
quadro da ultimo venne sostituito KaulFraann i freschi sulle mura
;

un mosaico co' ss. Agostino e Do- di Francesco Minzocchi da Forlì, di


menico che accennammo di sopra, cui sono i profeti e le altre cose,
invenzione di Desiderio de Ange- furono ritoccati da Giacomo Fo-
• lis; ivi è pure il piccolo quadro schi. L' architettura o chiuso di le-
di s. Giuseppe da Coperlino, su- gname accomodato con beli' ai te
periormente indicato. Il terzo al- nella cappella seconda , la quale
tare rappresenta in mosaico s. Fran- serve per coro, è disegno ben inte-
cesco di Paola, copiato da Antonio so ; i quadri ad olio sono del Lot-
Cavallucci di Sermoneta. Nel quar- to; la Madonna nel soflitto dicesi

to altare vi è s. Carlo e s. Emi- del Gasparini maceratese. Siegue la


dio in nrosaico, copiato da Antonio terza ed ultima cappella di questa
Maron. L' ovato colla Concezione crociera, denominata l'Annunziala
della fjuinla cappella è preso da del duca, perchè fu eretta da Fran-
un quadro di Carlo Maratta di cesco Maria II duca d'Urbino; il
Camerano : ne' due ovati laterali mosaico in cui 1' angelo annunzia
Alessandro Ricci da Fermo dipinse la Vergine è copia dell'urbinate
ad olio i ss. Gaetano e Giacomo Federico Barocci ; i superbi stuc-
della JMarca. Lo Sposalizio della chi ed freschi della volta, in cui
i

Madonna finalmente è un mosaico primeggia la figura della Fede, so-


d' invenzione del Maratta ; due i no di Federico Zuccari, come lo
ovati sono freschi di Gio.
laterali sono lo Sposalizio della Vergine, e
Battista da Monlenovo detto ilLom- la visita a s. Elisabetta, storie gran-

bardellij e rappresentano lo Spo- di a fresco dipinte nel i583. 1 bei


salizio e la Presentazione al tempio lavori di scalpello in pietra tenera,
della Beala Vergine. Dal lato del- alludono allo stemma della casa
l' epistola avvi il deposito del pri- della Rovere. La sacrestia della
mo vescovo di Loreto Francesco cura ha freschi nella volta di Pie-
Conlucci, il cui cadavere nel 1827 tro della Francesca, di Domenico
fu trovalo intatto. Entro la sagre- da Venezia e di Luca Signorelli,
,

stia qui appresso, ora chiusa ser- di cui sono altresì le ligure ed i
28o LOR LOR
fregi sulle pareti. Gli armadi or- sira Nicolò Frangipani che fa alzar

nati di prospettive e di araljeschi, la ove


chiesa posò la santa Casa
come pure l'intagliato lavamano in Raunizza, 1' altro quando al par-

di marmo Benedetto
credonsi di roco di Tersatto apparisce la Bea-
da Maiano. Sortendo da questa sa- ta Vergine, gli rivela la venuta
crestia vedesi in alto il gran qua- della santa Casa e lo risana. Negli
dro ad olio di s. Luigi IX re di ultimi giorni della settimana santa
Fiancia, pittura di Carlo le Brun, (juisi colloca il s. Sepolcro con
o ripigliando a mano dritta trovasi macchina rappresentante un bosco
il deposito di Pierdomenico Caban- con maestoso tabernacolo, sopra cui
nes avignonese governatore di Lo- Dio sovrasta la scala di Giacobbe,
reto, forse scoltura del Raggi; di pittura del celebre Bibiena . Le
prospetto è una memoria in bron- cornucopia e gran lumiera di bron-
zo rappresentante Agostino Filargo, zo che pende dalla volta sono ,

opera del Calcagni; a destra tro- pregiati lavori del Lombardo; il de-
vasi il deposito dd cardinal Nico- posito è del cardinal Alfonso Viscon-
lò Gaelanij che dicesi architettato ti. La teiza cappella ha un mo-
da Francesco Volterra; le virtù saico ricavato dalla celebre tavola
di marmo sono di della Porta, il di Bartolomeo
fr. di s. Marco do-
cardinale in bronzo fu gettato dal menicano, cioè s. Caterina della
Calcagni coll'aiuto di Tarquinio Ja- ruota ed il Battista inginocchiati al
cometti. Seguono le tre cappelle sepolcro della Vergine, e l'Assunzio-
del capo della crociera. La prima ne di questa in cielo. Le tre storie
ha per quadro mosaico colla Na-
il della volta, il Presepio, la Circon-
tività della Vergine, il più fino di cisione, la Trasfig^urazione, non che
tutti quelli della basilica, tolto dal- la predicazione del Battista, e la sua
l'originaled'Annibale Caracci prima decollazione, sono bellissime pittu-
esistente in questo tempio, ed ora re di Pellegrino Tibaldi bolognese.
m Francia; è ornata nella volta Ripigliandosi il giro della chiesa
di dorature e superbe pittuie e sulla mano dritta, trovasi la me-
stucchi; il IMinzocchi vi dipinse il moria del cardinal Francesco ve-
sacrifizio di Melchisedecco , ed il scovo d' Alby, e la lapide di Gio-
miracolo della manna, perchè in vanni 111 re di Polonia con rin-
questo altare anticamente eravi il graziamento alla Vergine per la
ss. Sacramento. La cappella che vittoria riportata a Parkano con-
segue è della provincia della Mar- tro i turchi, il cui stendardo da
ca per disposizione di Sisto V; le quivi un generale polacco qual
pitture e gli stucchi della volta so- trofeo Io riportò in patria nel
no del Gasperiiii ed altri. Ivi si 1798. Qui appresso è la porta
venera la ss. Eucaristia . Il gran della sacrestia ove il capitolo tiene
dipinto a fresco sulb parete del le sueadunanze capitolari sopra ;

vangelo figura il sagrifizio della si ammira in mezza figura l'evan-


messa; quello incontro Gollredo in gelista s. Luca in terra cotta vi-
anni, e Tancredi ferito ueHussedio triata, raro lavoro di Luca della
di Gerusalemn)e, forse di Pietro Robbia fiorentino; sopra la porta
Berrettini da Cortona. I due freschi di altra sacrestia vi è altra simile
minori accosto all'altare, uno mo- figura dello slesso autore, rapprc-
LOR LOR 281
seiilanle 1' evangelista s. Mnlteo. in mosaico, copia di Guido Reni :

Dopo una tela coli' effigie di s. di recente la cappella è stala de-


Liborio, comincinno le tre cappel- corata di nuovo altare a finti

le della crociera a dritta. JNelIa marmi con dorature, olire altii re-

prima vedesi il mosaico, che nel stauri. La terza cappell.i, già dedi-
1787, sotto monsignor Gazzoli go- cata alla Concezione, nelle pareti è
vernatore di Loreto, fu il primo dipinta di due freschi, uno rappre-
che venne innalzato nella basi- sentante le nozze di Cana, l'altro
lica ; questo mosaico come tutti la disputa del fanciullo Gesù, e
gli altri è lavorato nel celebre nella volta la fuga in Egitto, l'a-

studio de'mosaici vaticani in Ro- dorazione de' magi, e il Padre E-


ma, ed ognuno di essi ha costato terno che corona Maria Vergine,
al santuario scudi settemila di dipinti forse di Giambattista da
manifattura, oltre mille e cinque- Monlenovo o sia Lombaidelli. Og-
cento per trasportarli, erigerli, ed gi questa cappella ha nel fondo
ornarli con colonne e marmi. Rap- la porta che conduce alla sagrestia
presenta la Visitazione di s. E- e gran coppella del tesoro.
lisabetta, copia del Barocci, il cui JVella gran sala o vasta cappella
originale è in Roma nella chiesa delta del tesoro, dalla custodia di
de'filippini. Le due tele di Girola- santa Casa di semestre in semestre
mo Muziano sulle pareti rappre- dopo il solenne rendiconto che i

sentano, quella del lato dell'epistola sacerdoti custodi ne fanno all' am-
la predicazione sul Giordano di s. ministrazione del santuario per mez-
Gio. Battista, e l'amministrazione zo di autentici e normali libri d'in-
del battesimo ; quella del lato dei troito , si depositano i doni offerti

vangelo Gesù che riceve gl'inviati alla Beata Vergine. Prima del to-
di detto santo La volta rappre- . tale spoglio del tesoro, qui'slo lo-
senta la vita del medesimo Precur- cale racchiudeva un nobilissimo
sore , con pitture del Nebula e ammasso di ricchezze in ori, ar-
disegni del Muziano, del quale sono genti, pietre preziose e perle, riu-
i due profeti sui pilastri ; gli stuc- nito nel decorso tempo di ciiicpie-

chi sono di Antonio Dosio.


Gio. ceuto anni, ed offerto dalla pietà
La gran cappella che viene dopo di tutto il mondo cattolico, il eli

si chiama del ss. Crocefisso, ed an- cui valore ascendeva a più niilioni,
ticamente del Rosario, perchè nella senza potersene accertare però la
volta sono dipinti i suoi quindici somma, essendo sempre stata varia in
misteri; lateralmente le due gran- questo particolare l'opinione degli sto-
di tele figurano s, Tommaso di rici loretani. E in fatti tutto il cri-

Aquino col Signore, e il medesi- stianesimo, regni, città, sovrani, {)riu-


mo in mezzo ai principi degli cipi. Papi, cardinali, vescovi, cattoli-
apostoli : tutte pitture del Ga- ci e cristiani d' ogni classe e sesso,
sperini, tranne due tele al di fuo- e perfino i despoti orientali vi am-
ri coi ss. Domenico e Vincenzo, massarono i donativi con tanta pro-
di Felice Torelli veronese, in que- fusione che
e ricchezza argento , l

sta cappella si custodisce un antico e l'oro vi aveano in conto di co-


,si

Crocefisso assai miiaculoso, e poi se comuni. Fra gli altri oggetti piìi
vi sarà collocato Gcbìi sulla croce insigni vi avea una veste, mandata
282 LOR LOR
<1;i ima regina tli S[)agna sul! , 1 (he ad onta dei politici sconvolgi-
(jtiale non scintilla sano meno ili nienli, di mostrarsi alfettuosa colla
(jii.iltiomila iliamanli. Vi si vedeva santa abitazione della Beala Ver-
un' aiiiiila d'oro, olicrla dall' im- gine.
j)eralri(;e Anna d' Atislria, che bril- Nella sagrestia che prende il no-
lava di cenlocinqnanla diamanti me dalla sala del tesoro, si vestono
tra piccoli e grossi . Un angelo de' paramenti sacri tutti que'saccr-
d' argento del peso di trentacin(jne duti che tlevono celebrare mes^a
lihhre , cdViva sopra un cnsci- in santa Casa ed all'altare della
)io pnre d'argento nn regio hani- ss. Annunziata. II canoni«^o Raflael-
l)inod' uro del peso di venliqnal- li di ('iiigoli nel ifJQ'^ donò tutte
lio lil)l)re, volo olii rio da Luigi (jiielle piltuie e l'ornato della me-
XIII nell'occasione della nascila tlcl desima, descrivendo tali numerosi
successore che in poi Luigi XIV. quadri il Murri a p. 65 e seg. della
Dello scellro e corona d'oro massic- Rilazionc islorica. La cappella del-
cio, con molti e grossi diamanli, la sala del tesoro fu costruita sotto
con ap[)osito dislieo, oilerlo in [»er- Paolo V nel 161 2, e venne ornala
sona dalla celebre Cristina regina nella volta dal Pomarancio con un
di Svezia, ne parlammo nel voi. grandissimo compartimento di sluc-
Wll, 176 del Dizionario; in
p. «hi e pitluie a fresco, lappresen-
molti luoghi del medesimo diciamo lanti sloiie della vita di Maria
tli allri doni fatti al santuario. Wel Vergine, tramezzate di profeti e si-
santuario ardevano venti lani[)ade bille maggiori del vero. A darne
«.l'oro, la maggiore delle quali, da- 1111 brevissimo cenno cominciando a
ta dalla re[)idjblica di Venezia, pe- destra «lelT ingresso, vedesi la si-

sava Irenlaselle libbre; le lampade billa CiuDana ; appresso la Natività


il argento
erano sessaula tra le , «Iella IMadoniia, indi il profeta Da-
«piali una di cenlovenlolto hbbre vid, dopo la Presentazione al tem-
del marchese lìasponi ed una «li ,
[)i<j della beala Vergine, dipoi la

cenlotpiatlro libbic di Francesco di sdjilla Egizia o Eritrea, quindi lo


Yagliadolid canonico di Lima. Dei Sposalizio con s. (iiuseppe, il pro-
tesori della santa Casa il [). Tiu'- liita Isaia , la sibilla Ciunea , ap-
sellino ne lece la descrizione ed il [»resso r Annunziazione, il re Salo-
catalogo nel secolo XVI. Altro assai mone, la sibilla Samia, la Visita-
più lecenle dettaglio si legge nella zione a s. Elisabetta, il profeta
Relazione islorica citi 1
71)2, ed è ve- Osea, la l'uga in Egitto, la sibilla

ramente sorprendente e meraviglio- Persica, la disputa di Gesù, il pro-


so il suo contenuto, come di edi- feta jMalachia, il transito della Ma-
ficazione, per r universale venera- donna, il profeta Giobbe. In mez-
zione delle genti verso la santa (^a- zo della volta vi sono tre scom-
sa Loreto
di e pel ricorso che
,
partimenti, e nel centro la Beala
fecero al potente patrocinio della Vergine col Bambino in braccio se-
gran Madre di Dio. Al presente dente sopra la santa Ca.sa portata
questo tesoro contiene tulli que'do- dagli angeli. Dalla parte verso la
\\\ che vi sono stali collocali all'in- porta è l'Assunzione in cielo, daL
cominciar del secolo corrente non , la parte verso l' altare laCorona-
cessando inai la pietà de' fedeli, an- zioue della Madonna in mezzo alla
LOR LOR 283
ss. Trinità. L' altare di questa gran Lricato nel poutitlcato di Benedetto
Ciippella assai maestoso e lutto ili XI \ nel i^5i, e compito nel
LI.armo, contiene Gesù in croce con a 1754: è allo palmi romani 276, e
[>ietli la Beata Vergine, s. Giovanni, formato di grosòisiime e bea ese-
e s. Maria Maddalena, divola e gra- guite mura ed all' esterno tutto
,

ve pittura dello stesso Roncalli ; è adorno di pietia d' Istria lavorata,


adorno di due colonne con capitelli cominciandu dalla base d' ordine
di marmo con frontespizio ileco-
e dorico, proseguendo il secoiulo or-
rato dello stemma di Paolo \ Il . dine ionico , il terzo corinto , e il

Lassorilievo con cornice nera rap c[uart(j composito. Viene coronato


presentante 4' Annunziazione, dicesi di balaustrata e colmato di una
tiel cav. Bernino o del ÌMazzuoli piramide ottagona con basamento
sanese; fu neli84o trasportato nel- bianco e corpo foderato di piom-
la monsignor commis-
cappella di bo, con in cima la palla e la cro-
sario. Gli armadi di noce intorno ce. Dentro al medesimo vi è una
al camerone furono lavorali da An- campana del peso di ventiduemila
drea Costa bolognese per ordine libbre, fusa nel i5i6da Bernardino
del protettore cardinal Gallo , che da Rimiui sullo Leone X. Vi sono
nella fabbrica e ornati del came- ancora altre cin(|ue cauipane, la mi-
rone spese cetitotredicimila duca- gliore delle ijuali ik-tla del Rosario,
ti. Gli 0""etli che contengono al fu fatta al tempo di Paolo V, nel
presente, e donati dalla pielà dei 1610, da Francesco Franceschi di
principi, personaggi, ed altre perso- Ancona. L altra della del Sagramento
ne sono registrati a pag. 6q e fu rifusa nel i83o da Luigi Baldini
seg. della più volte citata Relazione nativo di Roucofreddo legazione di
islorica rettificata ed accresciuta ForFi e domiciliato a Sassoferralo.
dall'odierno Lucio Gia-
arciprete Dai fluestroni del campanile si può
nuizzi custode del tesoro. Uscendo osservare la ben intesa piombatura
dalla cappella del tesoro, e portan- della cupola, opera che vuoisi di
dosi per la sortita della chiesa, delta Francesco Sangailo fratello di An-
il COI ridere, denlio una sagrestia tonio, e parimenti la lanterna di
a sinistra, ora serrata, trovasi il Pre- essa cupola che fu imposta sotto
sepio dipinto dal Foschi. Più in fondo Sisto V, conje rilèrisce il p. Tur-
a mano destra vi è la sagrestia epi- sellino. Dall'altura del campanile
scopale, dove si parano i sacerdoti gettando lo sguardo sul basso j si

per messe degli altari minori, ed


!e contempla il floridissimo piano, i

in cui osservasi una bella pittura circoilanti amenissinù colli, gli spes-
ad olio di Lucio Massari , cioè lu si paesi, la marina, oggetti lutti che
Vergine, s. Giuseppe ed alcuni an- nella notte anniversaria della beata
geli in allo: i due grandi sportelli traslazione raddoppiano di bellezza
del grande organo di Giulio li, già per la vaga spontanea illuminazio-
esistente sopra la sagrestia della ne, veramente spettacolosa. Dajipoi-
tesoreria, si credono dipinti da Gia- chè pier tutta la Marca, (pianto è
como Bassano. lunga e larga, ed altrove, si fanno
Il campanile poi della basilica feste, allegiczze d'ogni maniera, e
fu disegnato dal celebre architet- fuochi che fiammeggiano ne' colli
to cav. Luigi ^ anvitelli, e fab- e monti, iu modo di rompere l'o»
284 LO Pi LOR
scurità (Iella iiolte , e (iitiiio un di l' impegno
.Maria, che costante
chioiore simile n «jiiello clic si ve- Dio in propagarne la gloria. Quin-
di
<lc al levar del sole. Nella vigilia di non è meraviglia se per porten-
«Iellavenula della santa Casa iu sul ti sì grandi, storici di tutte le na-
(are dell'oia di notte, per tutte le zioni ili Europa, principalmente ita-
Marche si fanno tali etl altre di- liani, sieno stati tlivoli di celebrare
mostrazioni di i^iubilo, 6 da quel- colle loro penne la prodigiosa tras-
l'ora sino a tutta notte, non si ode lazione della santa Casa ; se molti
altro che un continuo schiop])ettare sommi Pontefici siansi portati per-
di moschetti, di archihusi, di mor- sonalmente a visitarla iu Loreto,
lari, e anche di suono di catnpanc, essi ed altri arricchendola d' indul-

le tre ore dopo la mez-


quali circa genze e di doni , e fabbricandogli
za suonando alla distesa lun-
notte splendidissimo tempio. Una quanti-
g'ora, mettono mi non so che di tà di santi, beati e venerabili fu-
giovialità nell'animo, e d'inespri- rono in Loreto a visitar la santa
mibile tripudio. La cupola e la tor- Casa Nazzarena, fra' quali nomine-
re loretana da lungi par che sia remo s. Brigida, s. Ignazio Lojola,
(lamina viva, per le fiaccole e pal- s.Giacomo della Marca, s. Serafi-
loncini che vi fanno luminaria; co- no di Monte Graiiaro, s. Fi-aiicesco
me pure mirabile effetto produco- di Sales, s. Francesco Borgia, s.
no i bellissimi fuochi artifiziali e Francesco Saverio, s. Ltiigi Gonza-
spirandole che s'incendiano iu Lo- ga, s. Gaetano Tiene, s. Francesco
reto. di Paola, s. Fedele di Siirniarinsa.
Fin da quell'avventurato istante Vi fu pure
Carlo Borromeo che
s.

in cui la santa Casa di Maria Ver- per lo spaziodi circa venti miglia
gine fermò nella provincia picena camminò a piedi per portarsi in
la sua dimora, si apri quivi tosto questo beato luogo comunicando ,

per r uman genere una larga sor- nel dì solenne della Natività di Ma-
gente de"[)iìi stupendi prodigi e di ria il numeroso popolo, ed onorò
grazie le piìi singolari. Nel santua- di sua presenza il refettorio capi-
rio videro non pochi eretici, ebrei, tolare a desinar coi canonici e col
ed inltdeli brillare luce celeste che clero, passando una intera notte
diradià le tenebre de' loro errori e dentro la santa Casa in fervorose
della loro inledeltà. Quivi pure si orazioni. Visitarono inoltre il san-
vicìcro energumeni liberati , storpi tuario Francesco Caracciolo^ s.
s.

raddrizzati , ciechi illuminati , iri- Alfonso IMaiia de Liguori il ven, ,

lormi risanati, peccatori ostinati Bercl'mans, il ven. Vincenzo Stram-


convertiti. AlUitti gli italiani dalle bi,e per non dire di altri, il ven.
calamità non ricorsero invano al Giuseppe Labbro, che per molti
tempio Loretano, tacendone ampia anni fece il jiellegrinaggio di Lore-
lede i voli, e 1* antico tesoro e relo. A pili di centosessanta si fàu-
ijuello che va formandosi. Sono pur no ascendere santi, beali e servi
i

cjueste tante perenni prove incun- di Dio che personalmente visitaro-


Iraslabili , tante lingue eluqueuli ,
no il santuario. Nella cappella dei
che predicano e con(t:rujano al collegio Hill ico Piceno , e nel cor-
njondo intero non meno la vera ridore inlcM iore, furono disposti dei
ideufilà della saula Cas.i Naz/.arciia ipiadii ovali rapprescnlauti T eili-
LOR LOR 285
gie de' santi, beati e Pontefici che Russia, ed altri innumerablli prin-
visitarono la santa Casa, quali te- cipi reali e personaggi di alto ran-
stimoni del loro pellegrinaggio e go, cardinali, arcivescovi e vesco-
pietà. Tanti prodigi e la celebrità vi, molti de' quali lasciarono al san-
di sì gran santuario, indussero mol- tuario preziosi doni, in omaggio di
ti monarchi e principi illustri a re- lojo divozione. Ai romani Pontea-
carvisi appositaoiente, couìe tra gli ci poi che visitarono questo san-
altri fecero Giovanni Paleologo im- tuario, aggiungeremo il regnante
peratore di Costantinopoli, Carlo Pio IX, il quale verso il fine di
IV imperatore de' romani colf im- gennaio i833 nel recarsi da Spo-
peratrice, e i di lui successori Fe- leto alla chiesa d'Imola, in cui f a-
derico HI
Carlo V. Maria so-
e vea traslatato il Papa Gregorio
rella di Filippo IV re di Spagna, XVI, per sua divozione volle ce-
due regine di Napoli due regine , lebi-are due volte la messa nella san-
d'Ungheria , Carlotta regina di Ci- ta Cappella.
pro, Caterina regina di Bosnia, Cri- Per ultimo noteremo, oltre quelli
stina regina di Svezia, la regina di già riportati, alcuni scrittori delle
Polonia moglie di Sigismondo II ; cose di Loreto e della santa Casa.
il re di Sardegna , il re di Spagna Tramlatio miraculosa ecclesiae Bca-
Carlo IV colla regina moglie, le lae Mariac Virginis de Laureto :

zie di Luigi XV ì, Eugenio viceré riconosciuta per edizione romana


d' Italia,il redi Napoli, Giovan- del secolo XV dall'Audifredi, Vit-
na d'Austria duchessa di Firenze, torio Brigantio, Novelli fiori della
la duchessa di Parma e l'infante Kergiiie Maria di Loreto e santa
di Spagna pei' ben sette volte, l'iu- sua Casa, Venezia i5oo, opera
fanta Blargherila di Savoia; le du- posta all' indice de' libri proibiti.
chesse di Lorena e di Brandebur- Del medesimo si ha pure Transla- :

go, l' elettore di Colonia , i duchi zione della santa Casa di Loreto,
di Baviera, di Stis^onia, di Savoia, Macerata iSgg. Girolamo Angelita,
di Mantova, di Modena, d'Urbino; Lauretanae Virginis hisloria, sine
f arciduca Leopoldo, la regina d'E- anno et loco. Giulio Cesare Ga-
truiia , la principessa di Sassonia leotti ne fece la traduzione pub-
Maria Luisa Carlotta duca di , il blicata in Macerata nel iS'jg, in-
Lucca, la duchessa di Lucca; Ma- di nel 1602 e 1628, ed in Viter-
ria Teresa regina di Sardegna col- bo nel i636. Paolo Vergerlo, Del-
le figlie Maria Cristina poi regina la camera e statua della Rladun-
di Napolij e Maria Anna ora im- na delta di T^Oreto, i544- Opera
peratrice; il re di Baviera Luigi ,
scritta dopo la sua apostasia e per-
Maria Isabella regina di Spagna, la ciò nelf iiiilice de' libri proibiti.
principessa di Danimarca, la duches- Francesco Turriano però la confu-
sa d'AnhaItCoethen, Ferdinando II tò colla Responsio apologetica ad
re delle due Sicilie colia regina; la capita arguinentoruni Pctri Pauli
principessa Augusta Amalia di Ba- P ergerii liacretici ex Ubtllus ejus
\itia, col figlio IMassimiliano duca insrriplo : De idolo Lauretano. Pro
di Lcticlilembcig, il re d. Michele, saiicla Doma Laurclana, Ingulsta-
il duca di Bordeaux, il re di Da- dii irTS/j. Nicolò Bargilesi, Tral-
nimarca, I principi di Piussia e di talo utile sopra la vera e sincera
v.!;f; LO II LOR
i<;ir>r{<'f della santa chiesa e ca'ia re de la s. Chiippelle de T^auretCy
(Itila i^^lorinsa Feritine Maria di l'.iris I
(>()*». .loanntis de Riirgos,
fjorcln^ VtMiezin r.'infx Ginvniip:m- />( Domo Lanretana, Malriti ifi7 r.
lo (>iiillo, Traltalo sopra l'istoria liillhassar lìaitoli, De saiu titarin
flrlla santa rhirsa r casa della Lanrelnno almac f^irginis Domo
{gloriosa I crimine Maria di Lordo, relatio italico edita idiomate et ni
lìologua i')')8, e Venezia j^^S. latiniiin ro/M77'^(7. Maccratae tfi75»
Horafins Tiirsclliiii gesuita, Laurc- Ivi si stampi) ili italiaim nel iGc)0.
innac historìac hhri Z'^, Knriiae a|)n(l Pietro \'aI(iio Mru'torelli già ve-
Aloysiiiiu Zaiitielhim 1^*17. Gio- srovo.di Monte Feltro, Teatro isLo-

vanni (le Ii()\as gi'siiila, Historia riro santa Casa Nazarena


della
Liiìifflana de Lis ti ndticones, mi- della. Beata Vergine Maria e sua
de la santa. Casa,
laa;ros siicces<!os Iraslr'zione in Loreto, Roma 1782
de Lordo, Iradurinn del n. Tiir- al )'"), nella slaniperia di Antonif)
scllino. Maflrifl i(Soq. Lo stile ele- de Ptossi, in foglio con figiu'c, to-
gantissimo del l'insellini ne fece mi tre. In questa raccolta olire le

mnlii|)licare le edizioni ; lo Stnivio opere cbe andiamo a riferire si


ne ricorda una in lingua inglese. contengono altri piccoli opuscoli sul-
L' idtirna edizione di Laureti ex lo slesso argomento. Nel tomo I si
typis fVatrum liossi è del iSSy. contengono: 1. Raphael Pileria, Hi-
liaiiolonieo Cassio, Ili^toria T^att- storiae alinae Domus Lanretanae
rclana ex Tuc^ellino et aliis, Ro- liìier singidaris. 11. Tin'sellinus, Lan-
niae I fi I 7. IJartoloineo Zucchi, Sto retaiiae historiae libri F . III. Gli stes-
ria Lnxiretana, Venezia 1629. Tra- si tradotti dal Zucclii coli' aggiunta
dusse il Tnrsollino e vi a"£fiunse del VI libro. IV. Hieronymus An-
il libro VI ;
pubblicata pure in gelita, Lanretanae Domus historia.
Milano nel Vi
1600. Alcssanrli'O V. La stessa tradotta dal Galeotti.
taleoni, TjC salone ch'Ila santa Ca- Tomo II. VI. Tullia ;uis, lìespon-
sa di TjOieto, (li<!eorso accademico^ sio apologetica. VII. Centoflorenius,
Roma i634- Cesare Renzoli ge- Clypens Ljaurctanns. VIII. Pienzo-
suita penitenziere di Loreto L^a , li, La santa Casa illustrata. IX.
santa Casa, dhislrnta e difesa. Ma- Clarus Pasconi, Triumphus Regi'
cerata 1637. vSilvio Serragli, La- nae Tersactensis. Tomo III. X.
santa Casa abbellita, terza impres- Idem. XI. Rarloli, Le glorie del
sione nitoi'anicnfe ampliata per o- santuario. /Jbrégc de l'histoire de
pera di divota persona , Loreto notte Dame de Lorclle Loretle ,

1637, per Paolo e' Gio. Battista 1763. Notizie della santa Casa
.Serafini: fu ristampata ancora nel di Maria Fergine venerata in Lo-
Tfi4'2- Ludovicus Cenloflorenius reto, raccolte da un canonico dei'
Clypens Laiiretanus ad^'crsus ha/'- la basilica, estratte dall' Jngclila.,
reùcoruvi sagiitas , Romae i643. Tursellino,ec., aggiuntivi tutti i prc'
Felix Maria Keliius, Arcanae Do- doni che conservanti nel suo
zio.'ìi

viiis T^anretanae perstricta relatio. tesoro, Loreto 1768 per France-


Firmi i65o. Clemente Tosi, / tre sco Sartori. Josephus Antonius Par-
voli della santa Casa di Teoreta thenius o Mazzolar! gesuita, Ora-
nel Piceno, discorso sacro, R^oma tio prò Domo Lanretana, Roraae
i655. Nicol de Bralion, T^Histoi- 1770; indi l'accrebbe e pubblicò
LOR LOS 287
nel lyyr. In questa oprra elcgnn- pnrlihiis, fiotto la metropoli pine
t<:mente prova 1' idenlità della snii- in parjibns prima di l'ilippi id
trt Casa «li Loroln, contro griinj)U- ora di R.odi, che conferisce la

gnatoii (Iella uiedesima. Lucidi, No- santa Sede. Ne fin-ono per ultimo
tizie della rn<!n di Maria Vergine insigniti, Lodovico Lopez de Ca-
venerala in Loreto, con slampa in slillo, ed a (juesto Gregi^'io XV[
legno, Loreto 1782 Antonio Gau- nel concistoro degli 11 luglio i8ìC)
denti, Storia della santa Casa di diede in successore monsignor Vi-
Loreto esposta in dieci brevi ra- taliano Provcnzano di Catanzaro,
gionamenti sul tempio L^auretano che in pari tempo fece ausiliare del
Loreto 1784 pf;l 'Sartori. A^itonio presente vescovo di Catanznio.
Maria Dorghi arcidiacono della ba- LORIS Francesco, Cardinale.
silica, Ragguaglio del viaggio da Francesco de Loris di Valenza di
Roma a miracolosa
Loreto della Spagna ni[)ote di Alessandro VI
,

statua della ss. Vergine Laureta- o suo affine, non che di lui segre-
na, Loreto 1802. Oltre a ciò a1>- tario nel i5oo, indi vescovo di s.
biamo : Coronelli, Saero pellegri- Asafo e di Elvas e tesoriere gene-
naggio ai santuari di Loreto, J- rale. Nel maggio o nel giugno
siii ed altri che s^ incontrano nel i5o3 il Papa lo creò cardinal dia-
loro viaggio, de^ quali leggonsi l'o- cono di s. Maria Niiova, a cui
rigine , le singola rità , ec. De- aggiunse il titolo di patriarca di
scrizione della città e santa Casa Costantinopoli, e le provviste del-
di Loreto, con la pianta e prospet- l'arcivescovato di Valenza e det
to di essa e paese circonvicinn. vescovato di Die. Insieme con al-

Pietro Canisio, De D. Mariae V, tri cardinali si condusse alla corte


lib. V, cap. 25; Teofilo Kaynaud, di Parigi, per fare le condoglianze
Oper. t. Vili: An(einurale adv.er- con Luigi XII per la morte di
sus fortia ingenia: Onorato da s. Carlo Vili. Verso la fine del i5o4
Maria t. li, Cntic. lib. IH, dis- Giulio II lo fece amministratore
sero I, art. 2 ; Sawàm], Hist. Fani, della chiesa Terni. Mostrò que-
di

sacfae, cap. X. sto cardinale gran coraggio e for-


LOPvlMA o LARI MA, Laryma. tezza d' animo nelle disavventure
Sede vescovile della provincia di che incontrò e dalle quali poi usci
Caria, nella diocesi d'Asia, sotto la libero. Mori nel i5o5 o nel i5o6,
inelropoli di Afrodisiade, eretta nel e fu sepolto nella basilica vati-
YI secolo, e chiamata anche Zar- cana, dopo essere stato in due con-
ba. Era distante venti miglia da clavi.
Rodi, e nella notizia di Jerocle è LOSANNA. (Lausanen). Città
detta Hylarema. Ne furono vescovi, vescovile di Svizzera, capoluogo del
Giorgio che fu al sesto concilio ge- cantone di Vaud, il cui vescovo
nerale e sottoscrisse i canoni di Trul- risiede in Friburgo. E distante
lo; Antimo che trovossi al settimo un quarto di lega dalla riva set-
concilio generale; e Giuseppe che tentrionale del lago di Ginevra,
assistette al concilio quando venne undici circa da Ginevra e dieciset-
restituito Fozio. Onens clirist. t. te da Cerna, e resta sul versatolo
I, p. 91 5. Al presente Lorima, meridionale del Jorat. E sede del-
Lorymen, è un titolo vescovile in le principali autorità cantonali, di
288 LOS LOS
un consiglio di sanit;'!, e tli un veduta tanto magnifica (pianto c-
consiglio accademico che dirige l:t stesa, e alla quale si giunge da un
islni/ionc pnhl»lica del cantone; è lato mediante una bella gradinala
residenza anche d' un ispellorc in coperta in parte da un tetto. A
capo delle milizie, e di un coman- ipiesta chiesa di gotica architettu-
danlc. Apeita da ogni lato, consci va ra sovrasta una bella torre ed u-
per altro ancora al sud gli avan- na guglia leggiera; vi si distingue
zi delle antiche muraglie. Delizio- la galleria interna che sta intorno
samente situala su tre colline, e la navata ed il coro, ed una (juan-
liei valloni che la dividono, ha lità di sepolcri, e specialmente quel-
delle strade strette e tortuose ; le li Losanna,
dci^i antichi vescovi di
case però non sono mal fabbrica- e dell' di che
antipapa Felice V,
le. Questa città si divide in cin- pailammo all'articolo Ginevra (^e-
fjue quartieri , ed è attraversata (li); della Stralford Canning, e di
dal Flou, piccolo ruscello che di- molli altri inglesi ; le statue in
.sccnde dalle roccie vicine, e vi è pietra, di naturale grandezza, col-
di glande Evvi un'accade-
utilità. locate sui sepolcri dei vescovi e di
mia fondata nel i537, dopo l'ab- Felice V, sembrano essere state
l)racciata pretesa riforma, la quale mutilate durante la rivoluzione.
conta quattordici prolessorij per la Si osserva ancora in Losanna il
teologia, la matematiche,
(Isica, le palazzo del cantone, antica resi-
le lingue antiche e moderne, il di- denza dei vescovi, poi dei bah ber-
ritto, la medicina e chirurgia, e nesi, eretto al principio del secolo
rinchiude una pubblica biblioteca XV dal vescovo Guglielmo di Chal-
eretta nel i549, e gabinetti di lent ; il palazzo della città costrut-
medaglie e storia naturale. Losan- to nel si tengono le ses-
i45'4) ove
na inoltre possiede una società di sioni del grande e piccolo consi-
agricoltura, un collegio ove s'inse- glio, e dove risiedono la municipa-
gnano i principi! della lingua fran- lità, la giudicatura di pace, ed il

cesCj una scuola di carità che ri- tribunale di prima istanza, l'acca-
sale al iJìG, molte scuole mili- demia, il casino e la casa di for-
tari, di equitazione e disegno, delle za. Questa cillà ha vari ameni
società Ijibliche, di agricoltura, di passeggi che olfrono vedute deli-
emulazione, e di beneficenza; un ziose sul lago e sulle montagne
teatro, un arsenale, un espellale sempre coperte di neve che la
cantonale , un ospizio pei pazzarelli dominano ; quello di Monlbenon
ed una casa di correzione stabilita ed d terrazzo della cattedrale sono
sopra un nuovo sistema. i pi il frequentati e più belli; i din-
Questa città contiene multi belli torni ne presentano altresì degli
edifizi, e fra gli altri l'antica catte- amenissimi.
diale, che dicesi la chiesa più vasta Losanna è piuttosto agricola
della Svizzera, costrutta l'anno i ooo, e scienziata che commerciale. L'a-
jndi consagrata da Gregorio X in ria, un poco fredda , ma pura ,

presenza di Rodolfo di llabsburg che vi si respira, la bellezza del-


E-sa sta sul piano elevalo di una la sua silucizione , l'amabilità ri-
delle culline, ed ha al dinanzi un conosciuta degli abitanti, ed il tuo-
teriazzo, da dove si gotle di una no eccellente della buona .società,
LOS LOS 289
vi chiamano in ogni tempo un città, fosse poi ristabilita. Tolomeo
gran numero di stranieri, e prin- ne fa menzione sotto il nome di
cipalmente d' inglesi. Fra gli altri Lansanium, quando altri dicono
uomini celebri che l'abitarono ci- che Losanna stasse a poca distanza
teremo Voltaire ed Haller; Gib- all'ovest da questo luogo, già sta-
bon quivi compose la maggior zione romana, e nella cui situazio-
parte della sua storia. E patria ne si trovarono spesso vari avanzi
di Giovanni Pietro Crouzas, asso- di monumenti, vasi, medaglie, ec.j
ciato straniero dell'accademia del- come all'ovest vedonsi alcune ve-
le scienze di Parigi, del celebre stigia una strada romana. Sem-
di
medico Tissot, di Perreguaux fa- bra che si chiamasse Losanna ,•

moso incisore e scultore in avorio, Lansanna, Lnusodanum, dopo a-


di Court -de-Gebelin autore del ver abbracciato il cristianesimo ,

Mondo primitivo, di Ilelmoldt, ec. ciò che avvenne sotto l'impero di


L'industria tra le altre cose si oc- Diocleziano e di Massimiano do-
cupa dei lavori d'orefice e gioiel- po la distruzione della legione Te^
liere. Il commercio consiste prin- bana. In progresso l'impero roma-
cipalmente in oggetti librari^ che no essendo straziato in molte par-
sortono dalle sue stamperie rino- ti dalle irruzioni dei barbari, anche
mate, ed in molto vino, che si es- la città di Losanna non fu al si-

porta col mezzo del porto di curo da questa disgrazia. Qualche


Ouchy situato sul lago al di sot- tempo dopo avendo i francesi, sot-
to di Losanna. I dintorni, assai a- to il loro re Meroveo, assoggettate
meni, vedonsi coperti di vigneti colle città del Reno, dei grigioni
che danno un vino bianco apprez- ec. anche tutto il paese di Vaud,
zato, e di case deliziose, fra le del quale parliamo all'articolo Sviz-
quali si osserva il Monrepos, ove zera, Losanna pure fu qualche vol-
soggiornò per molto tempo Voltai- ta soggetta ai re di Francia, e per
re, prima di stabilirsi a Ferney. lungo tempo a quei di Borgogna^
Id vicinanza stanno i bagni mi- sino a che per la liberalità degli
nerali della Poudriere. Il distretto imperatori e dei re cristiani, i suoi
rinchiude i tre circondari di Lo- ricchi vescovi presero il titolo di
sanna, PuUy e P».omanel, e circa. principi tanto pel temporale che
Conta piìi di ottomila abitanti, fra per lo spirituale, sotto la riserva
i quali diverse famiglie cattoliche. tuttavia di diverse concessioni e
Di questa antichissima città non considerabili privilegi imperiali, ac-
si hanno monumenti certi della cordati alla città di Losanna , i

fondazione. Vogliono alcuni che cuiborghesi dividevano in qualche


debba il suo principio ad Arpen- modo col vescovo la sovranità del-
tras, antica città presso al lago ; la città. Nel 1 536 i bernesi ereti-
altri assicurano che 1' imperatore ci,avendo conquistato tutto il pae-
Marc' Aurelio Antonino abbia inco- se di Vaud, si resero anche padro-
minciato a fabbricarla. Non pertan- ni di Losanna. In tale occasione
to crede qualcuno che Losanna gli abitanti fatalmente abbraccia-
fosse già florida al tempo di Giu- rono la pretesa religione riformata,
Ho Cesare, e eh' essendo slata ab- ed il vescovo ritirossi allora a Fri-
bruciata dagli elvezi , con altre burgo, sempre col titolo di vescovcr

YOi. XXXIX. 19
290 LOS LOS
di Losanna, e di principe e cancel- che sedeva nel 58 li, e che appunto
liere dell' in)pero. Fu questa cillà fu quello che trasferì la sede di

la residenza d' uno dei baPi di Avandies a Losanna ; ed ecco la


Berna sino al 1798, epoca in cui ragione per cui i primi vescovi di
i fiancesi avendo tolto questo pae- Losani.a sono anche detti pratla-
se dal giogo di Berna, forniaro- Li Eccltsiae Avtiuicae. Avanches e
110 di Losanna
capoluogo di il Losanna furono suffraganec dell'ar-
un nuovo cantone che pre- libero, civescovo di l]esan^:on, e Co u iman
se il nome di cantone del Lema- ville allèrma che il vescovo di
no, ma che cangiò tosto in quel- Losanna pretendeva il diritto di
lo di cantone di Vaud. consacrare il suo metropolitano. At-
La sede vescovile fu Ì!>tituita nei tualmente il vescovo e la sede
primi tempi della Chiesa, dappoi- vescovile di Losanna sono imme-
ché dicesi che il primo vescovo dialamente soggetti alla santa Se-
fu s. Beato inglese, chiamato l'apo- de.Tra gli alili vescovi di Losan-
stolo della Svizzera, mandatovi did- na noteremo particolarinente s. A-
l' apostulo s. Pietro per annunziar- medeo, monaco di Clan vaux al
vi la fede di Gesìi Cristo. Com- tempo di s. Bernardo, il quale fu
manville riferisceche questa sede cancelliere dell'imperatore Federico
vescovile ebbe origine nel VI se- I, e tutore del giovine Umberto
colo, quando verso l'anno 590 vi HI conte di Savoia; mori nel i5g i

fu trasferita quella di Avanches o a' 17 settembre, giorno in cui si

Avenches, A\'eiilicuìn o Avanlicum, celebra la sua festa. Il vescovo s.

antica città della Maxima Sfrena Bonifazio di Brusselles, dottore in


noruni nel paese di Vaud, posta teologia della facoltà di Parigi,
sopra una collina presso il lago abdicò nel 1288, e si ritirò in un
INIorat. Nominata Avanches dagli monastero dell' ordine cislerciense
indigeni TTlffishurg, era la capitale presso Brusselles, dove mori santa-
del paese degli elvezi. Questi po- mente a' 19 febbraio, il di lui cor-
poli r abbruciarono prima della po si conserva con gran venerazio-
loro partenza per la Gallia celtica ; ne in detta città, nella chiesa di
in seguilo vi riedificarono poche Nostra Signora della Cappella. Men-
case dopo di essere stati sforzati tre era vescovo Guglielmo redu- ,

da Cesare a riloj'narvi. L' impera- ce il Papa b. Gregorio X dal con-


tore Vespasiano la fece rialzare, e cilio generale ^ii Lione 11, nellot-

chiamolla colonia Flavia. Oggi non tobre 1275 onorò di sua presen-
è che un boigo a tredici leghe za Losanna, ove si recò pure Ro-
da Friburgo, occupando appena la dolfo d'Habsburg re de'romani, ed
decima parte dell' Avanticum dei ebbero luogo quelle cose che de-
romani. Nel suo recinto trovansi scrivemmo al voi. XXXIl, p. 275
molti monumenti antichi che atte- del Dizionano. Inoltre, come di-
stano il suo passato splendore. Il cemmo, il Pontefice consacrò l'an-
dottore Schnell vi aperse ultiina- tica cattedrale solennemente , che
inente uno stabilimento pei pazzi. dicesi la chiesa più vasta della
Successori di s. Bealo vescovo di Svizzera.
Losanna furono s. Protario , s. 11 canliual Antonio de Chalant
Chilmegisilo, Superio, e s. Mario savuiaido, secondo il Ciacconio fu
LOS LOS 291
vescovo di Losanna, Chiesa ma il quali per loro apparente decoro e
nella sua opera de' Cardinoli pie- per estirpare ogni seme di scisma
montesi^ a pag. 39 Io contraddice ; passarono a celebrare un concilio
mori il cardinale nel i4i8 in Lo- in Losanna conie a compimento di
sanna, e fu sepolto nella cattedra- quello di Basilea, e riconoscervi
le. Lodovico de la Palù francese, Nicolò V. A' 16 aprile adunatisi i

de' conti di Varambon, vescovo di padii basileesi nella chiesa di s.

s. Giovanni di Maurienne, inter- Francesco di Losanna, vi tennero


venne al concilio di Basilea , che le loro ultime sedute ratificando ,

divenuto conciliabolo padri fecero i con due decreti la rinunzia di Fe-


lui amministratore della chiesa di lice V con tutte le clausole e con-

Losanna, e per la sua attività lo dizioni convenute col Papa Nicolò


mandarono in ambasciata a Co- V, che riconobbero per unico e
stimi inopoli per invitare al concilio supremo gerarca, sciogliendo la loro
l'imperatore greco, il quale in vece assemblea. Nicolò V creò cardinale
si portò a (piello ecumenico di Fi- Amadeo, e lo costituì legato a la-
renze presieduto da Eugenio IV. tere perpetuo della santa Sede nella
Intanto i basileesi a' 5 novembre Savoia, nel Piemonte, nel Monfer-
1439 elessero in pseudo-Pontefice rato, nel marchesato di Saluzzo
Amadeo Vili duca di Savoia, che nella contea d'Asti, nel Lionese di
preso il nome V, fece il
di Felice qua dalla Sonna, ne'territorii d'Au-
suo soggiorno parte in Losanna e gusta, Losanna, Basilea, Costanza,
parte in Ginevra, e talora anche Argentina, Sion, ec. Gli concesse
in Basilea. Nel i447 ^d Eugenio alcuni ornamenti papali , assolvè
IV succis^e nel pontificato Nicolò dalle censure i radunati in conci-
V, che tutta la Germania subito liabolo in Basilea e poi in Losan-
venerò per vero Papa, abrogandosi na, abrogò quanto dalle parti erasi
dall'imperatore Federico 111 e dai scritto contro, confermò ne' bene-
principi dell'impero la neutralità, fìzi quelli che avevano aderito allo

ed ogni commercio con Felice V e scisma e nel cardinalato de la Pa-


co' sediziosi di Basilea. Quindi nel lli a cui l'avea esaltato Felice V.
1449 adoperandosi i principi cri- Gli atti del concilio di Losanna in
stianiper la pace della Chiesa, in un volume manoscritto si custodi-
un a Carlo VII re di Francia, ed scono nella biblioteca della città
a Lodovico Delfino di Vienna suo e si leggono presso il Labbé nel
primogenito e gonfaloniere di s. t. XIII, e neir Arduino nel t. IX.
Chiesa ; temendo F'elice V di ri- Ritiratosi Amadeo al modo detto
manere senza que' pochi seguaci ne' rispettivi articoli in Piipaglia
che l'avevano obbedito, e perdere morì in Ginevra a' 7 gennaio i45i,
la Savoia, che Nicolò V avea espo* indi il suo cadavere fu trasferito a
sta all'occupazione delle armi fran- Losanna.
cesi, e per amore della vita paci- Il cardinal Giuliano della Rove-
fica, spontaneamente in Losanna re, secondo i Sammartani, Gallìa
a' 9 aprile 449 'hmnziò all'anti-
1 christ. t. II, fu vescovo di Losan-
ponlificato. Intanto i basileesi per na, indi nel i5o3 divenne Papa
ordine di Federico III cacciarono col nome di Giulio II. Essendo ve-
dalla città gli scismatici conciliari, i scovo di Losanna Sebastiano di
202 LOS LOS
Monlfaucon fu scacciato dal vesco- na, fattovescovo da Pio Vfl nel
vato nel i538 dagli eretici calvi- i8o4, non vi ebbe palazzo episco-
nisti, e ritiratosi a Friburgo, capi- pale, ed il prelato era costretto a
tale d'uno de' cantoni cattolici della sue spese, non ostante la scarsezza
Svizzera, i di lui successori conti- della rendita, a procacciarsi l'abita-
nuarono e continuano a farvi la zione. E sono circa trenta anni
loro Dacché gli errori
residenza. dacché povero anch'esso,
il clero,
di Calvino, predicati da Viret e comperò un' umile abitazione per
Farei, s'introdussero anche in Lo- uso del loro pastore. La diocesi di
sanna, le chiese tutte vennero pro- Losanna comprende cantoni di i

fanate e spogliate, ed i tesori che Vaud, di Neuchàtel , di Friburgo


la pietà de' fedeli avevano nel de- e parte di quello di Berna. Cle-
corso di vari secoli accumulati nella mente XIII colla costituzione Cani
cattedrale, furono in un co' suoi siciit de' 4 giugno
, 1764, Bull.
arredi sacri trasportati a Cerna. Roin. Contimiaùo tom. II, pag.
La cattedrale, uno de' più bei mo- 462, concesse al vescovo di Losan-
numenti gotici del medio evo, fu na la facoltà di permettere nella
convertita in tempio di protestan- sua diocesi, che gli artisti potesse-
ti, ed è tuttora in loro potere; i ro lavorare nelle feste, tranne le so-
conventi tutti furono soppressi. 11 lenni, fermo il precetto di ascoltare
capitolo fu disperso, ed a' curati la messa.
furono sostituiti i discepoli di Cai- Per tre secoli in circa il vesco-
Tino, e spesso sostenuti dalle armi vo di Losanna governò
solamente
contro reclami di quei che vo-
i centodieci parrocchie del cantone
levano mantenersi fedeli alla fede di Friburgo, che si tennero invio-
professata dai loro padri. L'eserci- labilmente strette alla santa Chiesa
zio pubblico della religione catto- romana, due nel cantone di Neu-
lica pene severissime proi-
fu sotto chàtel, e tre di Vaud, le quali in
bito, e non fu che sul finire del passato dovevano dividere le loro
passato secolo che si incominciò a chiese con una porzione della par-
celebrare la santa messa in poche rocchia divenuta protestante, di mo-
cappelle private; ma queste pure do che ogni domenica due culti i

disparvero ben tosto. Questa sede, in una medesima chiesa successi-


prima de' religiosi sconvolgimenti vamente si esercitavano in alcune :

del i536, era una delle pii^i ricche di esse comune pure era il pulpito ;

e rinomate della cristianità. La sua ma da per tutto il coro apparteneva


tempo della riforma am-
rendita al ai soli cattolici. Tuttociò ha luogo
montava a circa trecentomila fran- in una sola chiesa, e presto anche
chi moneta di Francia
, ma a ; in questa non vi sarà più; quei
quell'epoca deplorabile tutti i suoi buoni cattolici si edificarono chie-
beni e quelli del clero vennero ra- se proprie, lasciando le antiche ai
piti dalle armate bernesi ; laonde protestanti.Nel resto della diocesi,
ai vescovo di tutte le sue rendite che è a dire in più di due terzi, il
antiche non che la
gli è restato pubblico esercizio della religione
somma di i5o
Sino a mon- piastre. venne, come dicemmo, se-
cattolica
signor Massimo Guisolan cappucci- veramente vietato anche sotto pe-
no di Oltigny diocesi di Losan- na di morte. Questo stalo di cose
LOS LOS 293
durò sino alla fine dello scorso se- grazie, eh' essa con una eroica ras-

colo, nel quale le vicende politiche segnazione sopportò. Il rispetto che


che tanto sconcertarono la Svizze- le conciliava la dignità della per-

ra, introdussero cangiamenti anche sona, e l'estensione che le circostan-


in riguardo alla religione. Alquanti ze politiche diedero alla libertà re-
cattolici si stabilirono nelle princi- ligiosa, permisero alia baronessa di

pali città protestanti della diocesi; aprire la sua cappella domestica a


e il governo permise loro sotto un piccolo numero di cattolici do-
condizioni or più or meno gravo- miciliati in questa città e ne' con-
se l'esercizio della loro religione. torni, e di far loro godere i bene-
E cosi di mano in mano si videro fizie le consolazioni immense della

le città di Berna, di Ginevra, di fede; tanto più che il suo elemo-


JNeiicliàtel, ed altre, permettere ai siniere adempiva per la massima
cattolici di avere a loro spese un parte le funzioni di curato. Tale si

luogo acconcio all'esercizio del cul- fu la questa chiesa novel-


culla di
to, ed innalzare un altare per of- la, che oggidì forma una parroc-
frirvi la sacrosanta vittima di sa- chia, non solo considerevole pel nu-
lute. Successivamente il governo mero, che per lo zelo onde arde la

del cantone di Vaud permise 1' e- maggior parte di que' fedeli, e per

rezione di parrocchie e chiese cat- le felici conquiste che la religione

toliche nelle città di Vevay, A'oyon, ha fatto de' traviati.

Yverdun, Dopo consiglio di stato,


Morges e Rolles. Alle ciò il

spese delle quali concorsero i pii mosso finalmente dalle premurose


cattolici di tutta l'Europa, come si istanze de' cattolici, determinò nel
è anche per la parrocchia
fatto 1810 è 1812 le diverse condizio-
della Chaux de fonds, cantone di ni sotto cui permetteva l'esercizio

Neuchàtel. Ma a Losanna, antica re- pubblico del cullo desiderato. Quin-


sidenza de' vescovi, e oggidì capo di il curato fu nominato dal con-
del cantone di Vaud, la purità della siglio di stato dopo una triplice
religione cattolica dal mese di mar- presentazione fatta per monsignor
zo i536 proscritta, si è nuovamen- vescovo; egli giura di conformar-
leggi del cantone, e ai
te introdotta co' mezzi che la prov- si alle
videnza divina talvolta adopera per regolamenti di polizia, e il gover-
arrivare all'esecuzione de' suoi di- no poscia lo dichiara sacerdote cu-

segni. Una pia dama tedesca , na- rato, desservanl, della cappella cat-

scondendo l'illustie sua origine sot- tolica. Le cerimonie proprie del


to il nome di baronessa di Olcah, culto, l'uso delle campane e degli

si fissò a Losanna nel 1794 5 ^^ ornamenti propri di ciascuna sacra


essa appunto divenne lo stromento, funzione, in somma ogni mostia di
di cui Iddio si servi per lo stabi- segno religioso venne proibita fuo-
limento della prima parrocchia cat- ri della cappella. Queste condizioni
tolica nelle città protestanti del benché onerose, e che spesso varia-
cantone di Vaud; meno illustre pei no per nuovi trattati, furono dai
suoi natali, che per lo splendore cattolici accettate con ogni segno

delle altre sue virtù, segnalava il di grata riconoscenza, e si sforza-

suo soggiorno in questa città pe'suoi no ogni dì più di mostrarsi appres-


continui benefizi e per molte dis- so il governo meritevoli della sua
294 LOS LOS
Ijenevola prole/ione. Ma per prov- sa ,
ne minac-
e larghe fenditure
vedere al nuanfeniuienlo del cidio, ciavano 4 settembre i83i pros-
a'

t; allo slaijilimciito di due scuoli- a sima la rovina. Dal disastro ne


l^enefìzio de' poveri , non essendo iinono compresi di dispiacere an-
cosa facile, i cattolici s' imposero che protestanti. Bisognò abban-
i

una tassa come se all'età dell «no donar l'opera, e l'aimiiinislrazione


del cristianesimo fossimo ritornali. della parrocchia comprò un nuovo
Così le prime diftlooltà furono supe- locale in un sito comodo e conve-
rate. La cappella che \o slato avea nevole, e capace di confiiiere an-
concesso ai cattolici serviva a tre che la casa parrocchiale, e un edi-
culti ; ma pei cattolici che vi usa- fizio per le scuole. iN'uovi soccorsi
vano molto più degli anglicani e furono laccolti, co' quali potè fab-
de' protestanti tedeschi, da più an- bricarsila chiesa che a' 3 mag- i

ni divenne insu/ìiciente ; tanto era gio i835 fu consagrala dal vesco-


il concorso sempre crescente dei vo di Losanna e Ginevra monsignor
pariocchiani. Questa popolazione si Yenni, circondato da numeroso cle-
compone di sardi, di francesi, di ro accorso dalle diocesi vicine, e
tedeschi, d'italiani, d'inglesi, di sviz- in mezzo all' allegrezza generale
zeri e di polacchi. Ai cattolici toc- della pairocchia, e di molti degli
ca il mantenimento del curalo e abitanti di onore di
Losanna, in

di un vicario, del maestro di scuo- Dio sotto r invocazione delia Bea-


la, de' lumi pel culto, ed altro re- ta Vergine Maria. Il Pontefice Gre-
lativo. L'impossibilità di celebrare gorio XVI inviò in dono alla no-
con decenza in una cappella appe- vella chiesa un ricco calice d' ar-
na capace di contenere in giorno gento, ed altri belli ornamenti, e
di festa la metà de' concorrenti, e raccomandò ai fedeli concorrere con
la necessità di lasciare il locale alle elemosine al compimento dell' edi-

ore nove antimeridiane per cedere fìzio. Il numero dei cattolici do-
il luogo ai protestanti tedeschi i , miciliati in oggi a Losanna e sulle
quali lo debbono cedere agli an- rive del lago Lemano ascende a
glicani verso mezzodì, e per altre tremila circa, appartenenti a di-
religiose considerazioni , infiammò verse nazioni d'Europa, e formano
lo zelo degli amministratori della unitamente una sola parrocchia. In-
parrocchia a provvedervi. Li 28 tanto nel 1819 il cantone di Gi-
agosto, a petizione de' cattolici di- nevra, a richiesta del suo governo,
moranti in Losanna , il consiglio fu riunito quanto allo spirituale al-
di stalo concesse loro di far l'acqui- la tlioce<;i di Losanna (l;il Papa Pio
sto di un locale vasto e comodo VII, laonde nell'anno seguente il

per costruirvi la loro chiesa , e le vescovo prese il titolo di vescovo


preghiere fatte alla generosa pietà di Losanna e di Ginevra, divenen-
de' cattolici di tutta l'Europa tro- do in tal modo successore di s.

varono accesso in molti cuori. Quan- Francesco di Sales. La diocesi di


do l'edilìzio toccava il suo colmo, Losanna e Ginevra è divisa in quin-
per le inondazioni che desolarono dici decanati e comprende circa
,

il cantone di V'aud ed altri paesi 15o parrocchie. Durante il lungo


convicini, il terreno sottoposto alla episcopato del non niai abbastanza
fàbbrica della chiesa sofìrì una smos- lodato mousieuor Pietro Tobia Yen-
LOS LOS 295
ni di Morlon Losanna
diocesi di E lungo 9o5 piedi, largo 52, ele-
cioè dal 8 5 1 1 agli 8 dicembre 845 1 vato sopra il fiume ly.ì: fu co-
epoca di sua morie, un gran nu- struito in due anni ed aperto al
mero delle chiese parrocchiali fu- pubblico nell'ottobre i834. Si os-
rono dai fondamenti riedificate più serva la posizione straordinaria del-
ampie, così richiedente la crescente le case di Court-Chemin, alle quali
popolazione, e più eleganti che non il lastricato della strada della Gran
erano le antiche, non risparmiando Fontana serve di tetto. Questa città
que' popoli ,
principalmente nel rinchiude ventotto fontane, quattro
cattolico cantone di Friburgo, né piazze pubbliche, una delle quali
spese né fatiche per corrispondere piantata d'alberi, ed un bel palaz-
alle premure del suo zelantissimo zo della città, costruito sulle rovi-
pastore. Nel voi. II, p. 280 della ne dell' antico palazzo dei duchi di
seconda serie degli Annali delle Zaringen, e presso al quale evvi il

scienze religiose, sono riportati i famoso tiglio piantato nel 147^ in


cenni storici di sì illustre vesco- memoria della battaglia di Morat.
vo. A suo degno successore il La chiesa principale è 1' insigne
Pontefice Gregorio XVI, nel con- collegiata dedicata a san Nicolò di
cistoro de' 19 gennaio 1846 ha Bari, di un bello stile gotico, con os-
nominato vescovo di Losanna e servabile torre alta 356 piedi. Il

Ginevra l' odierno monsignor Ste- capitolo è composto di quattordici


fano Marillay, sacerdote friburghe- canonici e sei cappellani. La prima
se e parroco di Ginevra. Ora pas- dignità è quella del prevosto, e go-
seremo a parlare brevemente di de l'uso de' pontificali. 11 capitolo
Friburgo, come residenza del ve- colla chiesa è esente dalla giurisdi-
scovo di Losanna e Ginevra. zione del vescovo. Però dacché la
Friburgo, Frihurgum, città del- chiesa cattedrale insieme colla città
la Svizzera, capoluogo di cantone di Losanna passarono nelle mani
e di baliaggio, giace parte sulla de' calvinisti, e che il vescovo dio-
Sarina e parte sul declivio di una cesano residente ormai in Fribur-
roccia di pietra bigia. Il suo cir- go è rimasto privo di cattedrale e
cuito è fiancheggiato di torri , e di capitolo, poche funzioni vesco-
comprende molti giardini , orti e vili si fecero nella chiesa di s. Ni-

praterie. La città bassa è la parte colò, e queste soltanto in seguito


più antica e la più piccola. Fri- di una convenzione passata tra il

burgo in generale vedfi»! irregolar- vescovo e l'esente capitolo. Possie-


mente fabbricato, essendo la mag- de questa chiesa un organo fatto
gior parte delle sue strade molto nel i83odal celebre Moser, stimato
ripide; tre ponti stabiliscono le come il più compito che si conosca
comunicazioni due parti della
fra le finora. Nella delta chiesa princi-
città. Notabili sono i due ponti di pale evvi il fonte battesimale, e la
filo di feiro annoverali fra' più ce- cura d'anime che si amministra
lebri d'Europa per la lunghezza da un parroco. L'episcopio o abi-
non meno che per la singolarità tazione del vescovo n' è alquanto
del sito, il principale dei due passa distante. Oltre detta parrocchia, vi

sopra la Sarina, e congiunge la è altra chiesa parrocchiale ,


della
porla bernese al centro della città. prima filiale e succursale. Vi sono
/.)(i LOS LOS
! iiiqne case religiose, e quatlio mo- nanna, parlando di questo collegio,
(lasttii ili monache, diverse coiifra- narra che per la sua fabbrica non
teiiiitc e luoghi pii, due ospedali solo diede il pubblico diecimila scu-
ed il seminario. JNell'ampia diocesi di, ma diversi [)ii particolari con-
i caltuUci si fanno ascendere a cen- corsero a renderla sontuosa. Ira gli

tocinquantamila. Ogni nuovo ve- allri Lodovico llerardo ne diede


scovo è tassalo nei libri della ca- dodicimila, il ven. Pietro Canisio
niera apostolica in fiorini irtoo. gesuita prese possesso del collegio,
Sonovi molte altre chiese, e sparsi e v' introdusse le scuole con mira-
in Friburgo e nel caufoue si tro- bile giovamento de' cittadini e fo-
yano dieci conventi, un seminario, restieri che in numero di parecchie
un liceo, due ginnasi, tre ospedali, centinaia da tutte le parti si reca-
jiove monasteri di donne e scuole no ivi tuttora ad istruirsi nella
t'l(Miientari in ogni comune ; si di- pietà e nelle scienze ecclesiastiche
i%tinguouo il grande ospedale, ed il e profane insegnate da tredici pro-
celebre e benemerito collegio dei fessori, oltre il doppio corso delle
gesuiti. scuole inferiori. Vi è un ricchissi-
Questo fu fondato nel pontifi- mo gabinetto di storia naturale, se-
calo di Gregorio XIII, per opera gnatamente del regno minerale.
del cardinal s. Carlo Borromeo, e Tanto è l'utile che
ne ricava, e se
del nunzio apostolico Gio. France- l'allluenza per cui è fìorentissimo, che
sco Bonomi vescovo di Vercelli ,
n'è sempre maggiore l'iucremenlo.
che introdusse in Friburgo la com- Nel 1828 fu aperto sotto la dire-
pagnia di Gesù con molto profitto zione della medesima compagnia di
della callulica religione, per cui gli Gesìi il convitto, ampio e magni-
eretici bernesi per vendicarsi ten- fico edilìzio, capace di tre o quattro-
tarono far prigione il zelante pre- cento alunni, il quale fu costrutto
iato, in tempo della cui nunziatu- di pianta coU'aiuto di una nume-
ra 1 ebbero già un altro
gesuiti rosa society di signori zelanti per
luogo in Lucerna, fondato cogli aiu- la buona educazione della gioventù
ti di Gregorio XIII e della libe- che vi si raduna di tutte le nazio-
ralilà singolare del magistrato. Il ni. Tre sono gli edifizi, il collegio
collegio de' gesuiti in Friburgo fu di s. Michele, l'accademia ed il con-
dotato coi beni d'una abbazia pre- vitto.
monstratense delta di Ilumilmont, Nel cantone si contano ventino-
Humilìs inonds, fondata da un di- ve parrocchie, più di 72,000 a-
scepolo di s. Norberto nel secolo bitanti, tutti cattolici ad eccezione
XI, a cinque leghe da Friburgo di 8000 protestanti circa, che si
la quale ridotta a pochissimi canoni- trovano nel baliaggio di Morat.
ci, per le vicende di que' tempi fu Inoltre la città di Friburgo possie-
soppressa con bolla di Gregorio de una zecca ed un arsenale. Da
Xlll. Per la costruzione del colle- qualche anno il commercio e l'in-
gio e chiesa concorsero vari per- dustria acquistarono maggior atti-
sonaggi, ilFrancia ed altri
re di vità ; vi sono parecchie fàbbriche,
tanto del cantone che esteri, il e conta la città 65oo abitanti. Ad
nunzio Scotti neW Heh'etia sacra una lega a nord e presso la riva
par. II, p. 5o, dtl vescovaco di Lo- destra della Sariua sta il celebre e-
LOS LOT 297
remilaggio Maddalena, tulto
dì s. di Ginevra , e nell' anno seguente
escavalo nel masso per una lun- la Savoia abbandonò tutte le sue
ghezza di quattrocento piedi, che i pretensioni sopra Friburgo, che fu
curiosi non possono vedere senza ricevuta nella confederazione nel
ammirazione, soprattutto sapendosi i48i- I francesi la presero nel
che due uomini soli fecero quest'o- 1799; indi nel i8o3 vi si radu-
pera, quasi incredibile, coU'uso sol- nò la dieta in cui fu accettato l'at-
tanto dello scalpello. I due archi- to di mediazione della Francia.
letti di questo edifizio, che si po- Del cantone poi di Friburgo ne
trebbe dire tutto di un pezzo, fu- parleremo all'articolo Svizzera. Nel-
rono Giovanni Du Pré di Gruyer- la stupenda ed utile opera intito-
re eremita, ed suo compagno, i
il lala Monumenta Imtoriae palriaCy
quali v' impiegarono venticinque si tratta di Losanna e di Fribuigo.
anni di travaglio. Vi si vede un LOTTO, Lotteria, sortitio, lote-

convento, una chiesa con campa- ria, latria, liidus allae, ludìcra sor-
nile, una un refettorio,
sagrestia, tio schedularuni. Giuoco nel quale
una cucina, una gran sala e due i primi novanta numeri
dell' aba-

minori due scale


, ed una gran , co sono posti alla rinfusa entro
cava, nella quale evvi una bellis- un' urna, donde poscia se ne trag-
sima sorgente di acqua viva. Un gono a sorte cinque, e colui è vin-
poco pili lunge stanno i bagni di citore , la cui polizza contiene in
Bonn. La parte bassa della città parte o in tutto, secondo certe re-
esisteva nel 1162; Bertoldo IV gole, i numeri sortiti. Da alcuni
duca di Zariugen fondò la città etimologisti pretende di far de-
si

alta nel i 1 78 e le diede un ter- rivare il nome di lotto dal voca-


ritorio di ventiquattro parrocchie. bolo italiano lotta ( il che fornireb-

Questa città nel 1277 toccò in be ancora una prova a favore del-
divisione all' imperatore B.odolfo l' Italia), perchè in questo giuoco
d'Habsburg. Nel i^5o l'imperatore lottano in qualche modo i giuoca-
Federico III, di concerto coi du- tori contro la fortuna e contro un
chi Alberto e Sigismondo ne pro- numero grandissimo di altri giuo-
clamò r indipendenza ; ma non go- catori. Hannovi però altri etimolo-
dette essa per lungo tempo di sua gisti, i quali fanno venire tale vo-
libertà, mentre nel i452 il duca cabolo dal tedesco lot che significa
Luigi di Savoia pervenne a farse- sorte, perchè le vincite e tutte le

ne nominare protettore. I fribur- combinazioni del giuoco dipendono


ghesi nonostante fecero alleanza coi dalla sorte di tal parere è il Mu-
:

bernesi, ed aiutax'ono enicacemente ratori , citando il Menagio nelki


ì confederati nelle loro guerre con- diss. XXXI II sulla etimologia del-
tro Carlo il Temerario duca di le voci italiane , mentre definisce
Borgogna. Nel 1476 dopo la fa- cosi il lotto ; ludi genus, in cui si

mosa battaglia di Morat, Fribur- espone poco denaro per isperanza


go vide unirsi nelle sue mura la di guadagnar molto più. La lotte-
pih brillante delle diete che gli ria poi è un contratto di società, di
svizzeri abbiano tenute nella qua- , cui molte persone formano i fondi
le confederati accordarono la pa-
i preudendo dei biglietti di un mag-
ce al duca di Savoia ed alla città gior o minor valore, a condizione
298 LOT LOT
«lic questi fondi saranno divisi in qnillamente per vedere se Dio vor-
molte parti eguali o ineguali che si rà con tal mezzo accordarci qual-
(liiamaiio lotti, e che tah lotti ap- che cosa. Con queste condizioni le
piiilenanno in proprietà a coloro, lotterie sono lecite; perché le lot-
Ili quali toccheranno in sorte e dei terie in denaro contante sono con-
(juali alcutii portano sciilti i lotti tralti di società , e le lotterie di
stessi ovvero i numeri che indica- mobili sono contratti di vendita e
no un buon lotto e gli altri niente. di acquisto che non offendono né
Vi sono due sorta di lotti o lotte- la leg^e naturale, né la divina, né
rie, le une sono di denaro e le al- la umana. Vi mette chi vuole ; le
tre di oggetti preziosi , di mobili, convenzioni di coloro che vi met-
di masserizie o altri elTetfi simili. tono sono volontarie, e la sorte che
Le lotterie si possono ancoia divi- vi s' incontra non è contraria alla
dere in lotterie politiche o di sta- religione. Non è permesso però ser-
lo, in lotterie di carità, in lotterie virsi della sorte che i teologi chia-
di commercio e in lotterie di giuo- mano consultatoria e dii'inatoria
co. Queste ultime non sono d'or- per consultare demonio e cono-il

dinario composte che di certe vi- scere col di mezzo ciò che av-
lui

vande che devono formare un pran- venne, o che può avvenire, o che
zo di società di amici. Le lotterie si d.'3ve (ave; ma la sorte che chia-

sono o vietate dal principe, o per- masi divisoria, per sapere a quale
messe, o tollerate. 1 teologi non so- delle due persone si darà ciò che
no di accordo intorno alle lotterie. è dovuto ad una di esse non è ,

Gli uni le credono cattive per sé vietata, quando non si possa cono-
stesse : così pensano tra gli altri scere altrimenti la volontà di Dio.
Corrado e Sainte-BeuvCj Contract. Il Zaccaria poi nella Storia lettera,-

qiicst. 71, tom. II, cap. 191; al- ria t. IH, p. 287, fa il seguente
tri le credono buone e permesse : problema sul giuoco del lotto. Tro-
tali sono Giovanni Briaert , qiiod- vare una maniera facilissima per
lib. 5 ; Silvio in 5. 1, q. 25, art. guadagUiire al giuoco del lotto or-
8 ; il p. Alessandro lih. Ili De pec- dinario una qualunque data quan-
cai, reg. 18; Desombes tom. IV, p. tità di denaro. Scioglimento. Sia la
2 52 Ponlas alla parola Lotteria
; data quantità di denaro quella qua-
o Lnlto ; Collet, Maral, t. I, p. lunque somma che voi avete in
769. La seconda opinione sembra animo di giiiocare. Non la giuoca-
la pi il ammissibile purché si os- ,
te, e voi l'avrete guadagnata. Di-
servino le condizioni richieste dai mostrazione. Poiché giuocandola ,

mentovali teologi, cioè; i." Che voi r avreste perduta quasi con si-

jion si commetta nelle lotterie al- curezza. Dunque non giuocandola


cuna frode da qualsiasi parte. 2." l'avrete guadagnata.
Che esse si facciano per qualche Parlando il Martinetti nel t. Ili,
giusta causa col permesso del le- p. 201 della sua Collezione classica,
gittimo superiore. 3." Che non si del giuoco del lotto o di sorte, della
azzardi né il suo necessario, né ciò cabala e dei sogni, diceche gli anti-
cne non si ha di proprio, né ciò che chi conoscevano senza veruna cabala
è proprio per semplice avidità di la divinazione per sortes, ed era
guadagno ; ma che si attenda Irau- appunto un giuoco di lotto, di cui
LOT LOT 299
si disse inventrice ÌNIinerva , come dettaglio del Seldeno, basti sapere,
riferisce il Dempsleio in Rosin, ì\\). che min isterìa universa jani di da,
2, cap. 7. Jacebaninr ( sortes ) ^'el quotidiana , ex sorlitione peragi
aslragalis e pyrgo in /ofmlant cf- solcbant. Questa soitizione era per

fusis, vel tesseris Cdadi )


giaiiimatia di'^itos. Secondo il numero del-
dietim a Pliitnrrìio, qiiod ex li- le cariche da con feri r!^i si fissava

gno factne, grammata quaednni sen il numero, per esempio, 60 o 70.


litleras inscriptas liahfrenl : nli- Quindi il prefetto delle sorti face-
qiiando calcali globuliqiie ficliles , va schierare tutti sacerdoti el prò i

in quibux nomina notata adliihe- arbitriilu suo unum eoruni seligC'

htintur, qui vel ex urna seu cas- bai ,


CU/US pileuni exuens , slatini

side (in bello) exiniebantur , vel induebat. Ciò facevasi in signum^


in fonteni projicebantur, ubi quae ul in sorliendo , is velai lerminus
prinia emergerei noia, soli-bat atten- a quo rtliqais fleret. Quindi il pre-
di. Pausania ratoinenta consimili da- fetto diceva : Digilos exlendile, lane
di e rololetti di note letterali o nu- per gyruni exiendebat quisque digi-

meriche che si estraevano nel tempio lum, sive unum, sive duos, sive eliarii

di Ercole in Acaia. Erano anco più tres, el praefeclus incipiebal nume-


innocenti quelle lotteiie che s' in- rare ab ro, caj'us pileurn primo sic

trodussero ne' grandi conviti, delle exuerat. yumeralis inde digitis ex-
quali può chiamarsi autore Elioga- tensis, usque dum complerelur na-
balo, secondo Elio Lnmpridio nella nierus in queni consenseranl^ is qui
vita di questo principe, e chiama- numerum illuni dìgitorum gestii

ronsi sortes convivales. Al dire di compleveral, priniw; eral ex sorte,


questo scrittore, dentro alcune coc- in ministerium futuram. E cosi fa-

cole si sciivevano le sorti assegna- cevasi di ciascun impiego : dal che


te ai diversi estratti : per esempio. osserviamo l'antichissimo stile del
Il primo estratto abbia dieci cam- familiar motto : facciamo la conta^

melli, il secondo dieci mosche, il per destinar la sorte di qualche


terzo dieci schiavi. Ad un biglietto premio o scommessa. V. Giuoco.
si accordava un vaso di grandissimo Sembra che ai romani si debba
prezzOj ad altro un vaso di terra r invenzione del giuoco del lotto
de* più comuni, e così via di segui- o almeno delle così dette lotterie
to. Il giuoco poi facevasi o met- ,
che vennero in appresso, se a que-
tendo in un' urna nomi scritti i sto vocabolo si accorda un più
dei commensali, o distribuendo ^li ampio significato. Dicesi che ro- i

estratti prò sessioni s seti arcubila- mani immaginassero nelle feste tiei
tionis ordine. Veggasi il Casaubo- saturnali una specie di lotterie, del-
no ed Salmasio a questo luogo.
il le quali tutti i biglietti ilistribui-

Tornando però alla divinazione per vaiisi gratuitamente ai convitati, e

sortes, può essere anche questa ori- quellu che scritto era su que' vi-
ginata dal prefetto d« Ile sorli, ce- elietli , portava il nome greco di
lebre impiego nel tempio santo di apopborrla. Questa era una specie
Dio, di cui pienamente parla il di fina galanteria, di cui si faceva
.Seldeno, De synedr. vel. hehraeor. uso per mostrare la propria libe-

lib. Ili, cap. II, § 4, 5, p. 1170. ralità e rendere la festa più alle-

Senza riferiie l'accurato e dutlo gra, piii vivace, più interessante,


3oo LOT LOT
spargcncìo in un istante il buon lieri li riporta a p. 38r) de' suoi
umore tra tutti i convitati. Augu- Possessi. Quanto all'origine del giuo-

sto stesso gustò «juest'iclea, e seb- co del lotto in Italia, il eh. Ram
bene gli oggetti die s' indicavano belli nella sua opera intorno in-
bili biglietti delle sue lotterie con- venzioni e scoperte italiane. , a p.
sistessero talvolta in piccole bagat- 47 H, dice che non dubita di affer-
telle, irnniagiiuito era tuttavia quel mare questo essere tutto nostrale;
giuoco pei' dare motivo di ridere e comechè si tenga che il cono-
e di divertirsi ancora maggiormeti- scessero i lomani, e fra noi lo rin-

te. Nerone però nei giuochi che si novasse Celestino Galiani nel lySo;
celebravano per l'eternità dell'im- il Goldoni nelle Memorie stampate
pero sviluppò in quel genere la
,
in Venezia nel 1823, voi. Il, p.
pili grande magnificenza. Egli for- 49 e 5o, cap. 3i, scrive che fu
mò favore del popolo lotterie
ili inventato a Genova, e che il solo
pid>bliche di mille biglietti, che caso ne diede la prima idea. " I
distribuivansi in ciascun giorno, e le genovesi tiravano a sorte due vol-
vincite di alcuni bastavano per ren- te all'anno il nome di cincpianla
dei- agiate le persone nelle di cui senatori, i quali dovevano rimpiaz-
inani la sorte li faceva cadere. L'im- zare quelli che uscivano di carica.
peratore Eliogabalo trovò ilprimo Tutti questi nomi messi nell'urna,
la maniera scherzevole di compor- e che [)otevano uscire erano cono-
re lotterie, che imitate sono an-
si sciulissimi. I particolari adunque
che ai giorni nostri , formate per della città incominciarono a dire
metà di biglietti utili , cioè le di fra loro, scommetto che alla pros-
cui vincite erano di qualche im- sima estrazione uscirà il tale, l'al-

portanza , e per l' altra metà di tro diceva, ed scommetto il tale io


biglietti i quali vincevano oggetti altro; la scommessa pertanto era e-
o di niun valore, come in-
ridicoli guale. Poco tempo dopo vi fu del-
dicammo d' sopra. Anche Svetonio la gente astuta che tenne banca
nella vita di Domiziano assicura del sì e del no, con condizioni van-
che gl'imperatori romani quali i taggiose pei giuocatori. Il governo

non potevano gratificare tutti i lo- lo seppe, e le piccole banche su-


ro sudditi, né ricompensare tutti bito si proibirono, ma essendosi
i loro soldati, facevano delle lotte- presentati degli appaltatori furono
rie che si chiamarono congiaria j esauditi. Ecco pertanto stabilito il

di cui trovansi ancora nei gabinet- lotto, ma per due sole estrazioni ;

ti numismatici alcune medaglie che siaccrebbe bensì il ninnerò di esse


chiamansi coiigiarie. Esse si faceva- di lì a poco, " Nella biografìa che
no con biglietti tirati a sorte o di Galiani diede Gence, sappia-
ci

fittati per azzardo a quelli che po- mo nacque a Foggia nella


eh' egli
tevano impadronirsene per primi, i Puglia nel 1681, entrò nella con-
ed premi consistevano in denaro,
i gregazione dei celestini divenne ,

gemme, granaglie, terreni o arre- professore nell'università romana,


di. Sembra che Siila, dando dei ed arcivescovo e primo cappellano
magnifici conviti al popolo, fosse il del re delle Sicilie. Nelle matema-
primo che introducesse i congiari : tiche fu sommo , e gli venne at-
i/lcuni scrittori di essi il Cauccl- tribuito un' arte delle couibinazio-
LOT LOT 3oi
ni dei giuochi di riscliio, con os- franchi ; per pochi scudi si gtiada-
servazioni saltarle di congetturare, gnavaiio numerose e sceltissime
di Giacomo Beinoulli. biblioteche, case di campagna, ric-

L' uso delle lolteiie è frequen- chissime suppellettili, molti aipi di


tissimo ed autorizzato da tutta i'Eu- gran valore, come grossi diamanti,
ropa. In Francia si dice che i! pri- quadri di Leonardo da Vinci, di
mo esempio è del tempo di Fran- Tiziano, del Poussin, ec. Gli am-
cesco I, che permise le lotterie in ministratori di questi stabilimen-
tutte le città del regno con editto ti fecero sì presta fortuna , che si

del mese di maggio ì53g, emana- videro tener tavola aperta e sfog-
to da Chàteau Regnard. Altri di- giarla da ricconi. Ma si cominciò
cono che il giuoco d' azzardo al ,
a mettervi un po' d'ordine per im-
quale si è dato il nome di lotto, pedire che certuni andassero in ro-
l"u stabilito a Parigi nel i644j '^e' vina troppo presto. Si deteroìinò
principio del regno di Luigi XIV, ad uno scudo il prezzo del bigliet-
da un decreto che gli dava il no- to, si decise dovessero scorrere due
me di banco o banca reale. Da mesi fra la proposta e l' estrazio-
lungo tempo questa specie di ban- ne, e che la mano
di un innocen-

che erano adottate in Olanda e te caveiebbe numeri da un'iuna;


i

in Italia, e ve ne avea perfino una e parca che le cose non cammi-


a Lione; allora le lotterie era- nassero male, quando sei corpi i

no tanto in uso iu Egitto e al mercantili si lamentarono che il


gran Cairo che non se ne conosce- lotto portava danno al loro com-
va l'origine, e le vendite facevansi mercio, e quindi fu soppresso nel
quasi sempre con questo mezzo. Gli 1637, Nell'anno seguente fu ripri-
italiani, che le introdussero in Fran- stinato, e perchè non si lagnassero
cia, vollero dar loro a dirittura il i commercianti, fu proposto che le
nome di lotto che portavano a vincite fossero in denaro. Si di-

Venezia ed a Genova ma Vau- ; stribuirono centomila biglietti, dei


gelas che ne fu eletto aniministia- quali novantamila costavano uno
tore, non consentì s' introducesse la scudo ciascuno, gli altri avevano
parola loterie nella lingua francese, un prezzo intermedio. Il lotto non
e sol dopo la morte di lui prese fu più pioibifo, anzi ordinalo nel
il nome col quale anche a' dì no- miglior modo possibile, e per mo-
stri è conosciuta. Sul principio il strare al pubblico che non vi ei-a

lotto non era come adesso : le vin- frode, si volle che l'estrazione si

cite che ora consistono in denaro, facesse da sei ragazzi scelti fra do-
consistevano anco in Francia in case, dici tolti da un ospizio di carità.

argenterie, gioie, quadri e parec- I servi ,


gli avari , le donniccinole
chi oggetti preziosi, che toccavano non giuocavano ancora sulla kÙQ
al numero di grazia, e pe' quali dei sogni ; ma i superstiziosi ave-
vendeasi uno sterminato numero di vano cura di prendere i loro bi-

biglietti modicissimo prezzo. Al


a uno dei giorni
glietti in fausti. No-
principio del regno di Luigi XIV vecentonovantanove sopra mille
tutte le dame di corte mettevano sciupavano allora , come adesso, al
al lotto. V erano lotterie stimate lotto i loro denari, ed in esso co-
quaranta, sessanta, e sin centomila me al presente confidavano i di-
3o2 LOT LOT
sperati, rovinandosi maggiormenle ;
dello stato. Quel giuoco, dicono i

ed allora come adesso chi voleva francesi, e potrebbero ancora dirlo


niaiileiieisi in concelto di uomo di gli italiani, è agli occhi nostri una
senno, o non giiior.ava o giiiocava specie d' idolo che ha i suoi tem-
sotto nome supposto. Cominciaiono pli, i suoi sacerdoti, i suoi adora-
intanto parecchi ricchi a stahilirc tori miseramente fanatici, i suoi
piccole lotterie sul modello della giorni di solennità e d'allegrezza;
grande, e si trovò tanto piacevole si annunziano i suoi favori collo
un tal giuoco, che si dilfuse in tut- strepito degli strumenti musicali, e
ta la Francia. si coronarono i quadri in cui sono
Narrano i francesi che Luigi deposti i suoi oracoli , cioè i bi-
XIV rinnovò Francia nel i(385
in glietti vincitori che si adornavano
il costume delle antiche lotterie di e tappezzerie
nastri si vendo- ;

romane, ed una ne ordinò lumi- no pubblicamente nelle strade e


nosissima in occasione del matri- nelle piazze nuove speranze ; da
monio d' una sua figlia. Si legge per tutto risuona la voce degli
nel Dizionario delle origini, che araldi di quel giuoco, e non man-
quanto al lotto propriamente detto, cano alcuni che nuovi lacci ten-
anche francesi accordano che quel
i dono alla pubblica crediditìi. Fra
giuoco fu loro portato dall'Italia, questi possono annoverarsi gl'inter-
e dicono non essere stato ammesso preti dei sogni, i facitori di cabale
in Francia se non verso il princi[)io che si contentano ch'esca all'estra-
del secolo XVI, benché forse vi si zione se non il numero almeno la

fossero stabilite da prima alcune figura o il composto, ridicole illu-

lotterie private. Dessault nel suo sioni (si definisce la cabala: arte
libro Della passione del giuoco dai che presume d'indovinare per via
tempi antichi Jino ai giorni nostri, di numeri, lettere o simili. Veg-
cita uno de' primi decreti promid- gasi il Cordara nel seruìone in fa-
gati dal consiglio di stato in favo- tnos numerorum di^'i/iatores, s>ul-

re delle lotterie, essendo curioso go cahalislas nel t. XXI degli opu-


il modo con cui si fece nel pream- scoli del p. Calogerà 21 5, e nel ,

bolo parlare il re. Il primo lotto t. Ili delle sue opere latine e ita-
pubblico e le prime lotterie si sta- liane), e gli autori o editori dei
bilirono nella Fi'ancia sotto il mi- COSI detti libri dell'arte o libri del
nistero del cardinal Mazzarini ; e lotto, nei (piali si fa una capriccio-
sotto il regno di Luigi XV si mol- sa applicazione dei numeri agli og-
tiplicarono inun modo fino a quel- getti che si sono presentati in so-
r epoca inaudito. Nel Mercurio di gno. Nel Dizionario di Brillon so-
Francia del 1779, si dice che la no riportati gli editti e le dichia-
frenesia del giuoco , la quale fino razioni ed ordinanze emanate re-
a queir epoca non era stata se non lativamente alle lotterie. Ma con
che un vizio de' privati, diventò ad saggio sovrano decréto de' 3 di- 1

un tratto un vizio del governo; il cembre i836 è stato perpetuamen-


vocabolo di giuoco non conservò te abolito il lotto in tutti i dipar-
dunque piti il primitivo suo signi- timenti della Francia. Nel giorno
ficato, ma diventò un oggetto di 27 dello stesso mese era stata fat-
speculazione ed un grande affare ta r ultima estrazione del lotto a
LOT LOT 3o3
Parigi. Il numero de'giuocatoii era te. La proporzione delle messe
divenuto straordinario, e tale che colle vincite è come in tutte le

in molte ricevitorie fu d'uopo oliiu- lotterie, si)ltanto si è preso per


dere gli uffizi innanzi tempo, ed modello il lotto italiano. Sopra no-
un inglese avea guadai^nato una vanta palle si dipingono novan-
quaderna per la somma d'un mi- ta figure, si pongono le palle in

lione e duecentomila franchi circa. un'urna, ed un fanciullo cieco nato


Molti scrissero sui giuocatori e ne estrae cinque. Queste figure
sul giuoco del lotto, fra' quali ci- sono: le quattro stagioni, le quat-
teremo: Critiquc liistoi iqiie sur les tro parli del giorno, i quattro e-
loieries anciennes el modernes, spi- lemenli, i sette giorni della setti-
rituelles et lemportlles des Elats mana, i dodici mesi, i quattro
et des Eglises, traduiles de V iud. punti cardinali, le cinque parti del
de Girg. Leti, Amsterdam iGc)", mondo ; quindi vengono marito,
t. II. Menestrier, Dissevtalioii des moglie, figlio, figlia, padre, madre,
loterieSj Lyon 1700. Godufr. We- sposo, spo.sa, ricchezza, povertà, sa-
gnerus, De loUeriis, V\&^\om. l'ji'/- lute, malattia, fortuna, disgrazia,

Joh. Paul. Aegid. JXitschius, De ec. Inoltre ad ogni figura va uni-


eo quod justuin est circa loUe- to anche un numero per comodo
rias , Jenae 1718. Juh. Eberh. di quelli che preferiscono giuocare
Roslerus, De sortitioiuhns lotteria- dei numeri.
rum nomine vulgo celehrutis, ì'jil.
P. del Pi io, Disquisii, magic. Le JSotizie sul giuoco del lotto di
Clerc, Traila lo delle lotterie. Des- Roma,
baur, Trattato delle lotterie, 1708.
Pietro Ponqjilio Rodotà, De' giuo- Nel pontificato di Alessandro
chi d'industria, di sorte e misti, di VII e nel 1660 ho trovalo che già
quello in particolare che si deno- esisteva in Roma il giuoco del
mina lotto Genova, de'sogni,
di lotto, propagatovi da Genova. Pri-
cabale ed astronomia : dissertazio- ma di tale epoca nello stato eccle-
ne teologica legale, Roma Ì769. siastico non esisteva ; si permet-
Andreae Sgambati, f en. sen>. Dei teva bens"! con autorizzazione pon-
fr. Antonii Lucci Bovinensis epi- tificia di ricevere denaro pei giuo-
scop. ex ord. min. s. Frane, con- chi del in Genova,
lottoNapoli,
i'ent.y Responlio data anno i'74'- Modena, Innocenzo XI a' 3
ec.
Jos. Ani. Martinelli, lane s. Bo- dicembre 4fi85, ed Innocenzo XII
naventurae in Zihe collegiali, ac lì' ì^ marzo 1696, con appositi
poslca s. offìcìi consultori, super bandi proibirono il giuoco del lot-
dubio: An regularibus lieeat Indus to a tutti gli abitanti di Rom«
vulgo diclus del Lotto , Roiiiae e del suo Narra il dia-
distretto.
i7C)i. Chiari, La gmocatrice del rista Francesco Valesio, che nel
lotto, Parma 1764- A Bankak pontificato di Clemente XI, lune-
nelle Indie orientati si è inventato d"! 17 settembre 1703, non es-
una nuova specie di lotteria. In sendosi ritrovato per il lotto di s.

vece di uumeii sisono prese del- Miirta e Sensini, maggior numero


le figure, ed in questa lotteria ha di bollettini che di C)3i3, essendo-
guadagnalo una quantità di gen- si anco ridotto il numero dei pre-
3o4 LOT LOT
mi alla proporzione de'medesimi, secondo la loro condizione, e cìie

Cu in della tiiallina incominciato si procedesse anche per inquisi»


a cavare nel cnrtiir del palazzo zione. Proibì Benedetto XIII espres-
Pamplijlj , che in {|iiciranno era samcnte il giuoco del lotto, peichè
a piazza Navona. Sotto il
sfillato, lo credè un'ingiustizia, attesa l'u-

portico doppio di tal palazzo , che sura che ne risultava per la parte
divide i due cortili, era foi'mato della cassa pubblica, per cui conto
un palco della lunghezza dell'arco, procedeva la lotteria. Veramente
sopra del quale si pose a sedere da altre notizie che quando rilevo,

su sedia d'appoggio il giudice del Benedetto XIII soppresse totalmen-


lotto, che era uno de' sollecitatori te il giuoco del lotto con pene
della camera detto Pian Castelli, gravissime pecuniarie ed aflliltive

Alla sua dritta un tavolino vi era contro i giuocatori e prenditori dei


con notaro che scriveva, e di qua lotti, e vi aggiunse quelle pure
e di la sopra il palco due urne delle censure ecclesiastiche, con ri-
con vetri intorno, in una delle servare a sé e suoi successori la
quali vi erano i bollettini con no- facoltà di assolvere, practerquani
mi, e nell'altro i bollettini bianchi, in ardculo morlis ,
esisteva un
corrispondenti al numero degli al- appalto del giuoco fatto dalla ca-
tri, tra' quali v' erano quelli dei mera apostolica. Il iS'ovaes nella
premi. Cavavano i bollettini due vita di Benedetto XHl ecco come
putti, e quello che li leggeva al racconta tal divieto. Con editto di
pubblico era Mattia Matto uomo monsignor Banchieri governatore
curioso. Assistevano in detto luogo, di Roma, pubblicato nel marzo
mentre si cavava il lotto, sei sol- 1720, il Papa rinnovò sotto gravi
dati di castello con brandistocchi. pene bandi emanati a' tempi di
i

Dipoi il Valesio riporta che mar- Innocenzo XI e d' Innocenzo XII,


tedi a'2 ottobre, nella sera si ter- ne'quali si proibiva il giuoco del
minò l'estrazione di s. Marta e di lotto a tutte le persone abitanti in

Sensini, a mezz'ora di notte. Sue- Roma e suo distretto, ciò che poi
cesse a Clemente XI nel 1721 In- rinnovò con editto de' 12 ottobre
nocenzo XIII, ed ancor esso per- 1726. Con altro editto de' io set-
mise il giuoco del lotto nello stato tembre suddetto anno 1725, Bene-
ecclesiastico, stimandolo lecito come detto XIII ne fece egual espresso
il predecessore. Quindi aggiunge divieto a tutti i regolari, e poscia
che nel seguente pontificato di anco agli ecclesiastici secolari. Indi
Benedetto XIII, a' 19 settembre colla bolla Apostolicae Scdis, dei
dell'anno 1725 si affisse l'editto 12 agosto 1727, Bull. Rom. t.
proibitivo de' lotti in perpetuo; vi XI, par. II, p. 4°^), lo vietò con
si replicarono tutti bandi emana- i pena di scomunica a' secolari, e di
ti fino dal primo del 1660, e si sospensione agli ecclesiastici, ordi-
stabiliva la pena di galera ai nando al cardinal penitenziere, che
prenditori, e mille scudi d'oro; di non assolvesse ninno di questi
trecento simili ai giuocatori ed giuocatori. Per questa occasione
altrepene corporali, estensive an- l'avvocato Girolamo Ercoli pubbli-
che (Ino alla galera; ed alle don- co in Roma nel 1728, coi tipi del
ne di carcerazione ed altre pene, Cracas, una disseriazione intitolata:
LOT LOT 3o^
Del giuoco del lolla, che sia degno sticoincominciando dal 178^; ri-
d' essere da per lutlo proibito, e serbando nondimeno la scomunica
che giustamente sia stato proibito contro quelli che vi giocassero al-
sotto pena di scomunica con ispe- l' estero, come ai lotti di Genova
dal bolla da Benedetto XIII in Napoli, Milano, e simili. Clemente
Roma, ed in tutto lo stato eccle- XII si mosse a questa provvidenza
siastico. pei riflessi: i." Che poteva consi-
lySo a Benedetto XIII
Nel suc- derarsi il giuoco del lotto, per esi-

cesse Clemente XII, il quale nel merlo da qualunque critica, come


seguente anno volendo che la bol- un dazio indiretto e volontario,
la del piedecessore restasse in vi- che senza coazione alcuna per par-
gore, a' 7 luglio mandò biglietto te della camera apostolica si pa-
circolare per tutte le sagrestie di gava da chi voleva col suo dena-
Roma in isfampa, in cui dichiarò ro tentare la sorte col detto giuo-
confermare la scomunica, e le al- co. 2." Nonimpedire che
potersi
tre pene contenute nella bolla di ciascuno disponga denaro del suo
Benedetto XIII contro i prendito- in queir uso che crede di suo co-
ri e giuocatori de' lotti , invitando modo e profitto, sebbene Io repu-
i ammonissero i loro
confessori che ti imprudentemente ed improvvi-
penitenti di astenersi da giuocare damente. 3." Che somme ben rile-
anche fuori di stato. Mostrando vanti di denaro passavano negli stati
tuttavolta il popolo un entusiasmo esteri, esistenti a contatto dello stato
senza freno per questo giuoco, dis- pontificio, nei quali era il detto
prezzando le pene tanto spirituali^ giuoco permesso , lo che doveva-
che corporali comminale contro i si pel bene
impedire e vantaggio
violatori delle riferite disposizioni, dellacamera apostolica. Non solo
e considerando Clemente XII la dunque Clemente XII permise il
gran somma di denaro che pure giuoco, ma eziandio l'incamerò proi-
usciva per questo fine dallo stato bendone l'appalto, ed ordinando che
pontiticio, per ovviare a siffatto gl'introiti e profitti del giuoco ve-
danno, ed alle gravi conseguenze nissero erogati in oggetti di pub-
della disobbedienza volle porvi ri- blica beneficenza, ed in sollievo
paro; dappoiché i giuocatori lusin- Quindi a' 1 2 dicembre
de' poveri.
gandosi di vincere molto con poco, lySi monsignor Carlo Maria Sa-
non si persuadevano essere delitto gripante tesoriere generale pubbli-
e meritar castigo lo spendere vo- cò le pontificie disposizioni con suo
lontariamente il proprio denaro editto.
per tentar la sorte. Dopo le con- Da questo rilevasi, che Clemen-
sultazioni di una congregazione te XI aveva concesso a tre perso-
particolare, a cui presiedette il car- ne con speciali chirografi, la facol-
dinal Tolomei, come pure dopo i tà di raccogliere pubblicamente il

pareri unanimi dei teologi e cano- denaro da che volontaria-


quelli
nisti, malgrado le opposizioni di mente si esponevano a sperimen-
alcuni cardinali, revocò ed annullò tare su di essi la loro fortuna ;

la costituzione di Benedetto XIII, esempio che fu parimenti seguito


permettendo il giuoco del lotto in da Innocenzo XIII, dopo aver con-
Koma e in tutto lo stato ecclesia sultato la congregazione perciò adu-
voL. xxxvm. so
3o6 LOT LOT
nata da Clemente XI, bensì col- cinquanta per ciascheduna o titolo
l'acciescimenlo a favore dei vinci- di sussidio dotale, il quale in caso
tori del venti per cento agli ambi, di nioite d'alcuna di esse, piiina
dell'ottanta per cento ai terni, per del maiitaggio o monacazione, do-
ima maggior proporzione tra il vrà passare a'ioro legittimi eiedi e
prenditore e il giuocatore, proiben- successori. Che non dandosi più
do però i lotti esteri, die allora l'appalto dell'impresa del lotto, né
l'estrazioni avevano luogo nove vol- che se ne ricavi annuo censo fis-

te all'anno durante l'appalto; che so per la caaiera apostolica, e do-


quattrocento e più famiglie viveva- vendo r utile risultare a maggiore
no per mezzo di quelli eh' erano gloria di Dio, resti appoggiata al-
addetti al servizio dell'impresa dei l' arciconfraternita di s. Girolamo
lotti, e salariati dalla medesima. della Carità, rosponsal)ile la camera
Che il prodotto sarebbe depositato apostolica Che al prelato tesoriere
nella depositeria generale a disposi- generale prò temporr. veniva a[)pog-
zione del Papa, quindi da esso im- giata e commessa la piiuiitiva di-
piegato in opere pie, religiose, ed rezione e totale soprainlendenza
anche pubbliche, in soccorso delle al suddetto nuovo lotto, con tutte
comunità povere dello stato e , le facoltà necessarie ed opportune,
della camera apostolica, per le mis- e specialmente
di deputare perso-
sioni apostoliche per la propaga- na idonea per la firma delle sche-
zione della fede, per li pii luoghi dule o sieno pagherò da distribuirsi
di Pioma massime spedali ed arci- a quelli che vorranno tentar la loro
confraternita di s. Girolamo della fortuna in detto nuovo lotto, e di
Carità, per limosine manuali alle deputare tutti gli altri ministri a
parrocchie in aiuto delle famiglie ciò necessari, e far pagare ai vin-
più miserabili. Che le nove estra- citori somme che avranno sor-
le
zioni solite farsi dai lotti esteri si lite denaro da introitarsi nel-
col
farebbero pubblicamente in Roma r impresa del detto nuovo lotto,
sulla piazza Campidoglio, colle
di ed m mancanza di esso, col dena-
stesse solennità praticate da molti ro proprio di detta reverenda ca-
anni indietro in occasione del lot- mera, come più diffusamente viene
to dell'arciconfraternita di s. Giro- espresso nel molo pioprio di Cle-
lamo della Carità; che dovranno mente XII de'9 dicembre lySr.
anticipatamente stamparsi le liste, Si termina l' editto di monsignor
ove saranno di volta in volta de- Sagripante, col confermare gli a-
scritte novanta zitelle nubili roma- naloghj bandi de'tesorieri suoi pre-
ne da scegliersi ad arbitrio del decessori.
Papa, or dall'uno or dall'altro Pertanto abbiamo dal citato Va-
rione , o dai conservatori! e par- lesio, che giovedì mattina i4 feb-
rocchie di Roma, con aversi sem- braio 1732 si fece in Campido-
pre particolare riguardo alle più glio r estrazione del nuovo lotto.
povere e pericolose, alle orfane Erasi fabbricato un palco di fian-
di padre e madre; ed alle cinque co dietro la statua eh' è cima in
che avranno la sorte di essere e- alle scale, e il palco era ornato
stratte si pagheranno per una sol con damaschi e velluti e con cie-
volta, oltre la solita veste, scudi lo similmente ornato, ma affatto
LOT LOT 3(t7

apnio davanli. In qticslo sedevano linuala rendita non solamente nel

in abito alcuni chierici di camera, sollievo di liberare dai debiti mol-


col conìiiiissario ed alcuni oHìziali te città dello stato, e in considera-
della medesima. Il bussolo era una bili limosine, fra le quali distribuì
bella urna di rame inaigenlalo. ventimila scudi ad alcune comunità
Furono a vi>ia di tulli poste den- religiose, e scudi cinijuanlamila al
tro le jialle, che poi furono al nu Monte di pielà per accrescerne il

mero di cinque esliatte da un capitale; ma anche nell'ornamento


fanciullo dcyli oiTanelli, vestito di di Roma ch'egli abbellì di nuove
raso bianco. Quello che diceva i insigni fabbriche. Con questo dena-
numeri e nomi estratti al popo- ro perfezionò una parte del palaz-
lo, ch'era il Budassi, uomo noto e zo apostolico Quirinale per la fa-

di gran voce avea una , zimarra miglia pontificia; rinnovò la chie-


paonazza. Alle oie 17 si diede sa delle monache del ss. Bambino
principio, e terminò alle 19. Il Gesù; restaurò la chiesa sulmon-
popolo oltre la piazza del Cam[ii- te di Palestrina; aggiunse l'edifiziu
doglio e le scale, si estendeva in alla biblioteca vaticana per conser-
grandissima quauti'à fino al palaz- vare i codici orientali; assegnò al-

zo dell'Astalli. I numeri che sor- l'arcispedale di s. Spirito otlanta-


tirono furono 56, 11, 54, 18, 6. niila scudi annui, e fece altre be-
La camera ha presi per il giuoco neficenze col medesimo prodotto.
centosetlemila scudi e alcune cen- Il Cordara
p. vedendo il gran
tinaia, e siche ne pagherà
slima fervore con cui si giuocava al lot-

sopra quarantamila, olire duemila e to, nel 1739 recitò con sommo
più di spesa. Vedi il nunj. 2817 del applauso degli ascoltanti una pro-
Diario di Roma. Nell'anno seguen- lusione in versi latini, contro quei
te fu pidiblicata la Dimostrazione folli che studiano le cabale e i so-

dell' utile proi'eiiuto in noi'e estra- gni per cavarne i numeri franchi,
zioni del lotto, e distribuzione in pretendendo assegnare ai numeri
beneficio de' luoghi pi i, Pioma 1733. persino l'ordine con cui debbono
Su questo proposito il JNovaes ,
sortire. Nel t. IV delle sue Poesie,
nella vita diClemente XII, osser- stampate in Venezia nel i8o5, vi
va, che dopo la nona estrazione, sono due canti contro gli abusi
cioè dai 14 febbraio 1732 sino de'giuocatori del lotto. Abbiamo la

al luglio 1733, fu trovato che nei Lettera ad un


cardinale circa la
banco del lolto etano entrati un scrittura anonima pubblicata con-
milione e cinquanta mila scudi tro la permissione del lotto. M.
de' quali neppure la metà era ri- Varesio Agiato, Lettera intorno al
tornata nella borsa de' giuocatori ; giuoco del lotto, nella Raccolta mi-
e che levale le spese tutte, e il lanese 1736.
frullo degli appaltatori o prendi- Dal numero SSog del Diario
tori del lotto, erano restati alla di Roma del 1740, si rileva che
reverenda camera netti e puri facendosi V estrazione del lotto in
quattrocento diecioltomila settecento Campidoglio ne' giorni di mercole-
quarantacinque scudi. Inoltre il No- dì, giovedì e sabbato, si stabilì il

vaes aggiunge le seguenti notizie. giovedì. Dal numero poi BgiS del
Clemente XII impiegò questa con- 1742 si ha che monsignor leso-
3oS LOT LOt
l'iere domenica mattina nella cViiei^a tomila di sicurezza per quelli c!i€
ili s. Maria in Aquiro, parrocchia giuocheranno e per la camera a-
del palazzo di sua residenza, fece postolica. Nel bando si prescrive
la distribuzione delle cedole dolafi pure, che le giuocate debbano ri-

di scudi cinquanta, alle povere zi- ceversi dai prenditori patentati dal-
telle secondo i numeri sortiti nel- l' appaltatore nei rispettivi posti,
l'estrazione, e poste nelle solite li- ed inerendo al contenuto dell'edit-
ste, e ciò si pratica alcuni giorni to del primo dicembre 174^^ una
dopo alla sorlizione dell'estrazione, parte delle multe vengono destina-
a piacimento del prelato. Il nume- te al monastero delle convertite di
ro 3981 del Diario di Roma s.Maria Maddalena al Corso di
i743,de'2 febbraio, indica il nuo- Roma. Nel bando viene vietato
vo sito in cui s' incominciò a fare far giuochi a proprio conto, spe-
r estrazione, cessando di farsi nel cialmente di quelli chiamati storni,
Campidoglio, in questo modo. Es- cioè giocate che si espongono alla
sendosi fatta mercoledì per la pri- vendita, dopo il tempo determinato
ma volta sulla gran loggia della a riceversi le giuocate', cioè ven-
curia Innocenziana (della quale e derli con aggravio de'prenditori dei
del palazzo ne parlammo all'arli- botteghini patentati, a'quali soltan-
colo Curia Romana [Vedi) ^ dalla to è lecito vendere i storni. Nel
niiova impresa; nell' estrazione di 1760 Clemente XIII, con chirogra-
questo pubblico lotto, che prima fo degli 8 marzo, concesse a Lo-
soleva farsi in Campidoglio, ne renzo Greco e compagni e per es-
sortirono numeri 4j ^^j 37, 68,
i si al marchese Ottavio Giacinto
74. Quindi fu stampata la Nota del Bufalo, in virtù delle facoltà
delle estrazioni del nuovo lotto di trasferitegli dal Gr^co, l'appalto ge-
Roma, incomincialo nel Campido- nerale de'Iotti di Roma e di Na-
glio, e proseguito sopra la loggia poli per tutto Io stato ecclesiastico
di Monte Citorio. Monsignor Ban- per un novennio, con obbligo d»
chieri tesoriere generale, a' 3o no- costituire un fondo di scudi due-
vembre 1751 emanò in forza del centomila per sicurezza dei dilettan-
chirografo di Benedetto XIV dei ti del giuoco, e della camera apo-

29 luglio 1750 (per cui il nume- stolica, il perchè emanò relativo


ro 5i57 del Diario di quell'anno bando 3o novembre il tesoriere
a'

parla di questo argomento, e dice monsignor Canale. Anche in que-


che l'appalto fu concesso per annui sto si prescrive che il raccoglitore

scudi cento ventottomila), un bando o prenditore debba essere patentato


col quale pubblica la concessione dagli appaltatori, i quali soltanto
fatta dal Papa a favore di Giuseppe potranno vendere gli storni n€Ì loro
Viscardi e suoi eredi, dell' appalto botteghini.
per anni nove de' lotti di Roma Correndo l'anno 1768 fu in Ro-
e di Napoli per tutto lo stato ec- ma stampato e pubblicato dal Bav-
clesiastico, cioè delle nove estrazio- biellini, con licenza de' superiori
ni che si sogliono fare ogni anno un libro intitolato: Trattato dei
in Roma, come ancora per le altre giuochi e de' divertimenti permessi
nove solite farsi nella città di Na- o proibiti ai cristiani. Nel cap. XV;
poli, con il fondo di scudi duecen- Breve riflessione sul giuoco del loi'
LOT LOT 3o9
to, riportandosi l'anonimo autore cita di un terno, pei'chè non si ri-
alla succitata celebre dissertazione flette al numero grande de' mede-
dell'Ercoli, e protestando di non simi col quale si contrasta, bastan-
voler entrare in esaminare la na- do il dire, che de'novanta numeri
tura e r intrinseca qualità del giuo- che compongono la lista e il no-
co del lotto, fa le seguenti osser- vero di quelli che s' imbussola-
vazioni. Sebbene il giuoco del lot- no, formandosene cento diecisettemi-
to sia permesso o tollerato da' prin- la quattrocento ottanta terni , dieci
cipiper ragioni a loro ben note, soli di essi sono in favore de' giuo-
non per questo si dee riguardare calori. E pur non ostante ognuno
come lecito ed innocente, distin- crede di poter essere tanto fortu-
guendo con s. Agostino, essere di- nato, che a debba toccare
lui la

verso quello che s' insegna, da ciò vincita. Così intanto il denaro si

che si soffre, quello che si coman- consuma in un giuoco quanto lu-


da emendare, da quello che si tol- singhiero altrettanto fallace.
lera finché si emendi. Rammenta Dato prima in appalto, e quin-
che i sovrani hanno proibito tutte di incamerato il giuoco del lotto
le pessime arti e pratiche super- ad uso di Genova
ed attivata ,

stiziose, che molti usano per vin- un'amministrazione ed impresa ge-


cere al lotto, le quali pure furo- nerale per l'interesse pubblico e
no condannate dai Pontefici colla per la finanza camerale, destinato
pena eciandio della scomunica, com- a sacri oggetti, si conobbe tosto la
prensivamente a Clemente XII ben- necessità di costituire i particolari
ché ristabilisse il giuoco, il quale ricevitori e raccoglitori delle giuc-
però lo vietò ai religiosi e religiose ca te in ed in Roma,
tutto lo stato
che fanno voto di povertà. Quindi assegnando in diverse contrade a
si scaglia contro il volgo ignoran- giuste e proporzionate distanze pa-
te, e contro tutti quelli che si oc- recchie botteghe per la stazione e
cupano in far cabale, e nell'inter- comodo de' prenditori medesimi e
pretare i sogni per indovinare i del pubblico, col nome invalso di
numeri che si debbono estrarre. botteghini o prenditorie decotti. Si
Questi mezzi l'anonimo li qualifi- stabili che queste botteghe non po-
ca per illeciti e peccaminosi, e ne tessero cambiare luogo e trasferirsi
riporta le ragioni, massime quanto da una contrada in un'altra senza
dissero contro le cabale il dottore l'espresso permesso del tesoriere e
s. Tommaso, e contro i sogni la dell'amministrazione generale de'lot-
sacra Scrittura nel Levitico , nel ti, come rilevasi da diversi bandi.

Deuteronomio e nell'Ecclesiaste. Di- Con speciale chirografo poi di Cle-


chiara finalmente (juanlo sieno va- mente XIV, de' i4 g'ugoo 1769,
ne e superstiziose certe divozioni seguendo lo stabilito da Clemente
ingiuriose alla divina provvidenza; XIII suo predecessore, che la mor-
essere il giuoco del lotto per lo più te impedì di effettuare, l'incamera-
j1 rifugio degl' indebitati, la causa zione cioè del giuoco del lotto ad uso
della rovina di molte fiimiglie, seb- di Genova, questo unì alla camera
bene si considerino solamente le apostolica, con doversi dare in fine
vincite non le peidite. Osserva per d'ogni anno alla computisteria ge-
ultimo, che si crede facile la vin- nerale della medesima i conti g!U-
3 IO LOT LO T
);ili dcgl' iulroiti ed esilo , spese te le di avere Cleinenle
facoltà, e
ch'il' impresa. Col tuedesimo chiro- XIV deputato per direttore ed am-
grafo il Papa insinuò agli ecclesia- ministratore dell' improsa de' lotti,
stici secolari , che si aslenessenj olfizio che avea bene esercitalo nel
d'impiegare le rendile de' benefizi, Il )vennio del precedente a[)]>allo ,

pieiiende e ministeri sacri in giuo- il marchese Ollavio Giacinto del


co, ed in rpianlo ai regolari d'atn- Hiifalo, incaricalo delle particolari
Ijo i sessi lo proibì assolulameute sue iucuinbenze, e rispettivamente
anche sotto altro nome. Collo sles- munito dal tesoriere delle facoltà
so chirografo vennero conferite le e prerogative con istromento ed
più eslese facoltà al tesoriere ge- onorario conveniente di scudi cento
nerale prò tempore di eleggere e mensuali. Si confermano gli ante-
rimuovere ad arbitrio lutti gli uf- riori bandi, si vieta la vendita del-
fiziali e ministri che slimerebbe le giuocate o storni a chi non è
necessario, con quelle cautele e sicu- prenditore patentato; si stabilisce
rezze analoghe; di assegnare le prov- che dopo assegnala la contrada ed
visioni e stipendi, fissare l' abita- il posto de' botteghini non sia le-
zione ove si dovrà esercitare l'im- cito mutarlo in altro
d'i silo senza
presa, destinare i luoghi pei pren- l'approvazione precedente di mon-
ditori che raccolgono il denaro per signor tesoriere generale o dell'am-
il lotto; di pagare le vincile e di ministralore generale de' lotti ; si

fare tutti )ciò che pel buon regola- proibiscono le vessazioni dei pren-
mento del lotto crederà necessario, ditori ai dilettanti vincitori per le
con amplissiina giurisdizione tanto mancie, le quali debbono a benepla-
economica, quanto giuridica. In e- cito darsi spontaneamente.
secuzione di tale chirografo o moto- Divenuto monsig. Braschi Papa
proprio di Clemente XIV, monsi- Pio VI, nel suo pontificato venne isti-
gnor Braschi tesoriere generale a' tuito anche il giuoco per l'estrazione
dicembre pu!;blicò un jiando gene- di Toscana; ma siccome per (jueslo
lale sopra i lotti di Roma e di e per quello di Napoli molto denaro
Napoli per tutto lo stato ecclesia- usciva dallo stato, volle che si a-
stico, al comprese le legazio-
solito prissero in R,oma apposite prendi-
ni di Bologna, Ferrara e Raven- torie a conto della camera aposto-
na , consistente in dieciotto estra- lica. Quindi monsignor Della Porta
zioni l'anno, cioè nove in Roma tesoriere, inerendo alle precedenti
nella solita loggia di Monte Cito- disposizioni e provvidenze, ed al-
torio o sia palazzo della curia In- l'editto del suo antecessore sull'e-
nocenziana, nove relativamente
e strazione di Toscana, emanato a' 17
alle altrettante chesi fanno in Na- dicembre 178?, pubblicò un ban-
poli, con che però dal primo gen- do generale sopra giuochi de'Iotti i

naio 1770 deblia correre attiva- per le estrazioni di Roma^ Napoli


mente e passivamente per conto e Toscana a' 18 novembre 1796,
d<Ha camera apostolica, come tut- da osservarsi per tutto lo stato ec-
loia continua. In esso si dice an- clesiastico. Rinnovò le prescrizioni
cora, avere il Papa confermato ai sul posto de' botteghini, e che i

prelati tesorieri la totale privativa prenditori debbano avere la paten-


sppraintendeuza sui lotti con lul- te dal tesoriere, soltosciitla dai
LOT LOT 3 f t

matcliesi Ottavio Federico e Paolo da del Corso presso la chiesa di


(lt;l Bufalo aniininislratori. Non va s. Carlo. Sebbene i francesi nell'im-
passato scilo silenzio, clie Pio VI pero di Napoleone, compissero la
ordinò alcune giunte ai Luoghi di seconda occupazione dello stato pon-
Monte (^f (di) per supplire alle spe- tificio alla metà dell'anno 1809,
se del boni fica mento delle terre coir imprigionamento ed espulsione
pontine, e per pagare i frutti alla da Roma di Pio VII, pure il nuo-
ragione di scudi tre per ciascun vo sistema della lotteria imperiale
Juogo monte, volle che si ero-
di di Francia, nou ebbe principio che
gasse il denaio che proveniva dal- a' 2 aprile 181 1, come si legge nel

l'impresa del giuoco de' lotti. 1 luo- numero 44 del Giornale del Carri'
ghi di monte aggiunti per tale bo- pidoglìo. Ivi si riferisce che l'estra-
niliciizione formarono il cumulo di zione segui nel locale detto di
luoghi 14393:09:64, dalle rasse- Campo Marzo, magnificamente a-
gne de' quali s' incassò la somma dornato e stabilito per questa fun-
di scurii 1,621,983, i frutti della zione; cheil nuovo sistema chia-
(piale assorbirono 1' annua somma mò numeroso concorso di popolo,
di scudi 43,179- anche per la maestosa comparsa
Pio VII con chirografo de' i4 delle autorità costituite che l'ac-
gennaio 1801, diretto a monsignor compagnavano rendevano impo-
e
Litta tesoriere generale, dice che nente. Si aggiunge che devesi la
per impedire l'estrazione del de- pronta organizzazione di questo ra-
naro dallo stato pontificio, e per mo amministrativo, all'energia ed
dar comodo ai dilettanti di giuo- ai talenti del commissario organiz-

care ai lotti di Toscana, avea Pio zatore Franqueville, ed il sollecito


VI pei messo l'apertura di due bot- stabilimento del locale al toscano
teghini colla privativa di ricevere i architetto Antonio Denini. Il locale
suddetti giuochi, ai quali successi- destinato per l'estrazione in quella
vamente aggiunse altri due botte- deplorabile epoca, fu la chiesa delle
ghini colla stessa privativa, e nel monache benedettine della ss. Con-
governo provvisorio (per le ultime cezione di IMaria in Campo Marzo,
vicende politiche della prima inva- e perciò profanata , erigendosi il

sione francese) non solamente fu sito per r estrazione nell' abside, e


accresciuto un quinto botteghino dove sorgeva 1' altare maggiore.
ma furono anche abilitati tutti i Quindi numeri usciti, in grandi
i

prenditori de' giuochi di Roma e forme si esponevano ne' fori appo-


Kapoli, non già in nome proprio, sitamente fatti nella facciata estera
ma bensì in nome, per conto e na della porta principale del mo-
rischio di que' botteghini di To- uastero.
scana a cui erano stati assegnati. Restituito nel 181 4 Pio VII
A facilitare il comodo de' dilettan- ai suoi stati ed a Roma a' 24
ti, con detto chirografo annm al- maggio, ristabilì 1' estrazione sul-
l' istanza di Giuseppe IMoiraghi di la loggia del palazzo delia curia
essere facoltizzato aprire un altro Innocenziana, restaurò la ihie>a al-

l'olicghiiio pti lotti di Toscana fol- la meglio, perehè erano perite le

la stessa piivaliva, e colle sttsse pittore antiche, tranne alcune, in-


leggi degli altri cinque, nella :,lia- di la restituì per aacic uso alle
3 12 LOT LOT
tnunache. JNel medesimo anno a' 12 l'archivio dell' impresa dei lotti, e
oltobre monsignor Ercolani teso- forma dei rogiti notarili per l'a-
riere, carica che provvisoriamente pertura e chiusura del medesimo
avea da secolare esercitato nel 1800, in ciascuna estrazione ; le regole
emanò un baiulo sopra la ripristi- da osservarsi dai prenditori dei lot-
nazione dei giuochi de' lotti di Ro- ti nell'adempimento delle loro in-
ma e Toscana da osservarsi per, cumbenze ; le disposizioni intorno
tutto lo slato ecclesiastico, sull'an- ai pagherò e loro correzione ; il
tico sistema , ed a seconda delle divieto all' impresa de' lotti di man-

anteriori pontificie disposizioni, e re- dare corrieri o procacci a proprio


golamenti de' tesorieii antecessori. conto, dovendo servirsi per la sua
iVeimedesimo bando si annunzia corrispondenza della posta ammi-
che nel giorno 5 novembre i8i4 nistrata dal governo; le disposi-
seguiva la ripristinazione dell'anti- zioni riguardanti la riforma del-
co giuoco del lotto in tutto lo sta- l'amministrazione generale de' lotti,
to ecclesiastico, sì di Roma, che di in data i." ottobre i836; e l'or-
Toscana, autorizzandosi tutti i pren- dine della chiusura de' botteghini
ditori patentati a prendere le giuo- nella sera di ciascun giovedì, onde
cate per le estrazioni di Roma e non si prendano giuocate dopo la
Toscana. Rinnovandosi l'editto del chiusura stessa per l'estrazione del
•ì gennaio 180 4 si proibiscono nei consecutivo sabbato.
botteghini ed altri luoghi pubblici Al presente l'estrazioni sono qua-
le riffe qualunque capo di ro-
di rantotto all'anno, cioè ventiquat-
ba, o il far tombole ed altri giuo- tro di Roma, ed altrettante di To-
chi d'azzardo. Le tombole e le riffe scana, che fanno in ogni sabbato
si

tuttavia con superiore autorizzazio- a mezzodì non impedito da festa ,


ne si permettono, cosi le lotterie altrimenti si anticipano al venerdì.
ed in Pioma si fecero lotterie pure 11 numero delle estrazioni fu por-
in soccorso di que' superstiti di lato a quello di quarantotto al-
famiglie morte di cholera ; ed il l'anno nel novembre i8i4, epoca
numero 53 del Diario di Roma della ripristinazione dell^irapresa sul
del 1845, contiene un manifesto sistema dei pagherò. Quelle di Ro-
di lotteria di una casa in via Ur- ma hanno luogo sulla loggia del
bana, edificata dalla commissione palazzo della curia Innocenziaua e
de* pubblici lavori di beneficenza ,
si pubblicano subito. Si fanno alla
e di premi in somme di
alcuni presenza di monsignor tesoriere ge-
denaro. Nella Raccolta delle leggi nerale, se gli piace d' intervenirvi,
e disposizioni di pubblica ammi- di monsignor decano de' chierici di
nistrazione , sono riportale varie camera, e di altri tre prelati chie-
disposizioni sui giucchi di lotto per rici di camera, intimata per turno
le estrazioni di Roma e Toscana, dall'amministratore de' lotti, di un
comprensivamente alla notificazione sostituto commissario, di un segre-
de' 27 settembre i834, del cardi- tario di camera e del suo sostituto
nal Tosti prò- tesoriere generale. che ne roga l'atto, del computista
Sono pure riportate
ivi diverse e sottocomputista dell'amministra-
provvidenze sul giuoco de' lotti ; le zione de' lotti, che sono gli esecu-
disposizioni intorno la custodia del- tori dell' imbussolazione dei uovan-
LOT LOT 3i3
ta numeri che si pongono nell'ur- tile proveniente dai lotti, piacque
na, dalla quale si estraggono da al Pontefice Gregorio XVI di or-
UDO dell' ospizio degli orfani , ed dinare, che gli scudi trentamila che
estratti si proclamano ad alta voce in avanti distribuivansi nel locale
da persona apposita. Le estrazioni istesso dell' impresa dei lotti in
di Toscana giungono a Roma il istraordinari sussidii, sentitone il pa-
lunedi mattina, e se ne fanno sei rere di apposita congregazione, ve-
in Firenze, sei in Livorno, una in nissero erogati nel seguente modo.
Pistoia, due in Arezzo, tre in Pisa, e Da monsig. elemosiniere annui scudi
sei in Siena, le quali ultime giun- duemila quattrocento; dall'ammini-
gono in Roma la domenica ^sera. stratore generale de* lotti scudi sei-
L'amministratore de'lotti la dome- cento ; da monsignor tesoriere ge-
nica sera seguente all'estrazione di nerale straordinariamente scudi mil-
Roma, si reca all'udienza del Papa, le cinquecento ; dal medesimo pre-
e gli porta un foglio o Ristretto lato per una nota di sussidiatimen-
ed esito delle estrazio-
dell' introito silmente, annui scudi millecinque-
ni di Roma
compreso quello di
, cento ; dal cardinal presidente dei
Bologna e Benevento, ed ogni tri- sussidii straordinariamente , scudi
mestre vi aggiunge quello delle e- ventiquattromila. Questa ultima par-
strazioni di Toscana. L'esito consi- tita, che forma il fondo assegnato
ste nelle provvisioni ai prenditori, al detto cardinale , viene caricata
nell'ammontare delle vincite e nelle della fornitura e tutte le altre spe-
spese amministrative. Al presente è se di amministrazione pel deposito
amministratore generale il conte transitorio degli accattoni; col resto
Carlo Cardelli romano, succeduto il cardinale deve provvedere alle
per concessione del Papa Gregorio strao'dinarie distribuzioni di ele-
XVI al marchese Ottavio Paolo mosine. Prima di parlare di tali

del Bufalo. distribuzioni, faremo parola del de-


Attualmente 1' amministrazione posito transitorio di accattoni, chia-
de' lotti non paga più le pensio- mato pure deposito di mendicità ,

ni ed i sussidii ai luoghi pii, ed ch'è presso al Colosseo, nel locale


altri assegni, i quali invece sod- detto dello Squaglio del sego.
disfa la direzione generale del de- Nel 1887 pel minacciante morbo
bito pubblico, dopo la riforma se- del cholera si pubblicarono due no-
guita novembre i836. Solo
nel tificazioni, una a' i o febbraio dal
l'amministrazione de' lotti sommi- cardinal Gamberini segretario per
nistra ancora tenuissirai assegni a gli affari di stato interni, l'altra
favore di taluno degl' impiegati e a' 5 aprile da monsignor Ciacchi
dei soprannumerari a tempo limi- governatore di Roma ora cardina-
tato, cioè da cessare rispetto ai pri- le. Con tali notificazioni venne or-
mi aumentando ed il soldo, ai se- dinato, che tutti gli accattoni do-
condi all'entrare che faranno in po- vessero presentarsi alla propria pre-
sto. Oltre poi i sussidii, soccorsi, sidenza regionaria per dare il no-
pensioni di pura grazia ec. , elar- me, rispondere alle domande che
gite dal governo pontificio, che su- sarebbero loro fatte, ed essere vi-
perano in ogni anno scudi seicen- sitati da' professori sanitari ,
pei
lomila, cioè quasi il triplo dell'u- giudicare s'erauo abili ^ qualche
3i4 LOT LOT
aite. Gli invalidi ricevevano una rochi sfessi, dai quali si distribui-
|>iilenle ed una medaglia da por- scono ai poveri sussidiati. Nella mat-
tarsi visibile per accanare validi, ; i tina di giovedì di ciascuna setli-
ic stranieri, erano rinviati alla j)a- lUMiia, (piando non sia giorno fe-
tiia, e se romani, f)bbligati al la- stivo, in apposito locale presso il

\oro. I contravventori erano ini- monte di pietà si eseguisce il pa-


piigionati la prima volta e puniti gamento delle elemosine per un
con pane ed accpia recidivi era- ; i dt.'lerminatn luunero di parrocchie,
no assoggettali a pene piìi gravi, in modo che nel giro d'ogni mese
l'ertanto si aprì il deposito di men- tutte siano soccorse. A risparmio
dicità, per collocarvi quelli che ac- d incomodo ai poveri delle cure
cattavano senza permesso volutoil suburbaue, essi ricevono particolar-
dalla legge. Gli uomini sono sepa- mente a mano de' loro parrochi
rali dalle donne, tutti hanno ven- il conveniente sussidio. Inoltre, dan-
tiquattro oncie di pane, una mi- dosi alla giornata urgente bisogno
nestra, im paglione e coperta di di povere famiglie, cui sarebbe fa-
lana. Restano nel luogo finché non tale r indugio, prese le più accu-
sieno renduti alla loro patria se late e sollecite informazioni dei par-
8ono esteri, o non sieuo impiegati rochi, dal cardinale si accorre in
in qualche modo
sono romani. se sollievo di esse, con sussidii pro-
Ihì l'orni tore che ha nove baiocchi porzionati. Vengono altresì soccorsi
il giorno per testa li provvede , I poveri ed onesti artisti mancanti
del bisognevole; alcuni custodi ed di lavoro, e con questo si ha il

alcuni soldati li sorvegliano. modo eziandio di fornire chiese


Tornando alle straordinarie distri- |)overe e privati oralorii di qual-
buzioni di elemosine che fa il car- che sacro arredo a decoro della ca-
dinal presidente de' sussidii, esse sa di Dio. Finalmente si preleva
ebbero principio col mese di feb- da questo fondo un vistoso assegno
braio 1837 e con il seguetjte me- mensile a favore dell'utilissima pia
todo. Preso riservato concerto coi istituzione delle scuole notturne in
parrochi di Roma, questi debbono Roma. Nel periodo di ciascun an-
liasmeltere mensilmente al carili no dà sfogo dal cardinal presi-
si

«mi presidente della commissione dente de' sussidii, ad oltre trentotto


de' sussidii le istanze dei poveri me- in quarantamila istanze, e tutto
ritevoli di sussidio, avuto riguardo (|uesto senza lusso di amministra-
non solo alla loro real miseria zione, con semplicità ed esattezza.
ma alla cristiana pur anco e mo- Alle larghe limosine dell'ammi-
rigerata condotta delle famiglie chie- nistrazione de' lotti conviene ag-
fienti soccorso. SitFatte istanze ac- giungere le doti. In ogni estrazio-
compagnate dalla relativa informa- ne romana si danno cinque doti
7.ione dei parrochi, vengono prese di trenta scudi, ad altrettante po-
ad esame dal cardinale a seconda vere zitelle romane, il cui nome è
tlei diversi casi ed assegnato a cia-
, aimesso ai cinque numeri che sono
scuno il conveniente sussidio, mu- cavati a sorte dai novanta. Agli
nito di un liudoro di ufìicio, e del articoli Dottrina cristiana e Dot-
lumjero il'ordine corrispondente al- trina CRISTIANA AllClCONFR ATERNIT.A,
relciico geiieialej le lilorna ai par- jiarlatniiio delle doli accordate d4
LOT LOT 3i5
Clemente XIIl alle maestre della queste non si stampa lista, ma
medesima, ed altri Pontefici ne as- sono ammesse al sussidio dotate
segnarono un numero ad alcuni con cedolino, mediante il quale pos-
conservatori! ; il resto sono di no- sono subito esigere la somma de-
mina di monsignor tesoriere, e gli scudi sette e mezzo. Nelle liste
dei deputati dell' arciconfraterni- che si stampano per le dotazioni
la della dottrina cristiana. Nel bi- delle legazioni e delle marche, a
mestre novembre e dicembre
di forma della notificazione di mon-
di ciascun anno le nomine del pre- signor tesoriere de' i8 marzo 1816,
lato tesoriere cadono per privilegio sono nominate le città ed luoghi i

ai conservatori. corpo Inoltre il cui appartengono le zitelle dotate.


della guardia civica gode una dote Noteremo che tutte le dotazioni
di scudi trenta per cadauna delle pubblicate colle dette liste, dopo
venli(iuattro estrazioni di Pioma, e sortito all'estrazione il numero as-
la guardia civica scelta altre sei segnato, si pagano al maritaggio
simili, una ogni bimestre. Le do- delle zitelle, e per beneplacito dei
tate pubblicano colla lista del
si superiori anche prima; le zitelle poi
lolla di Roma stampata, ove è no- che muoiono senza aver conseguito
tata la parroccbia cui appiulengo- il sussidio, possono lasciarlo a chi
no, diciriiarandosi nella medesima vogliono, secondo l'autorizzazione
cbe
lista, pagamenti delle vinci-
i del cedolino. Tanto le liste di Ro-
te sono coH'aumento del venti per ma che delle legazioni e
, delle
cento all'ambo, e dell'ottanta per marche, contengono novanta zitelle

cento al terno, e così a proporzio- ammesse al sussidio dotale, quanti


ne di ogni vincita che possa suc- sono i numeri del lotto. Quindi è
cedere. Vi sono altre dotazioni det- inesatto quanto dicesi delle doti del
te di provincia, le quali si confe- lotto nel voi. I, p. 220 dell'opera
riscono a vicenda da monsignor te- intitolata : Degli istituti di pubbli'
soriere e dall' amministratore dei ca carità ec. in Roma.
lotti. Le dotazioni di provincia so- Le prenditorie o botteghini del
no di scudi sette e mezzo. Si ac- lotto si conferiscono generalmente per
corda poi dote do|>pia, cioè di scu- grazia e per consuetudine agli aiu-
di quìndici, alle figlie di marinari tanti di camera dei Papi, ai camerie-
naufragati nel littorale pontificio, ri dei cardinali segretari di stato, ai
le quali doti però non fanno au- camerieri dei cardinali segretari per
mentare il numero delle cinque gli affari di stato interni, ai came-
stabilite in ciascuna estrazione di rieri dei prelati tesorieri generali ;

Toscana, cioè cinque alle zitelle ed ai figli dei prenditori defunti,


delle legazioni di Bologna, B^errara per equità. Non se ne può permet-
e Komagna; cinque a quelle delle tere la vendita, perchè botteghini i

marcile e stato di Camerino; e cin- sono di proprietà del fisco e non


que a quelle delle proviticie chia- dei prenditori. Si accorda in alcu-
male di prima ricupera, quali sono ni tasi, ove siasi contralto senza
r Umbria, lì Patrimonio, ec. ed al- dolo un vistoso debito, di farne la
tri paesi circonvicini. Le cuique voltura ad un terzo, mediante lo
doti dell' ultima classe non hanno sborso di una somma. La residen-
il numero as<.egnalo, e perciò per za deirainministiazione de' lòtti si-
3i6 LOU LOU
HO al 1839 fu nel rione Colonna Questa anticacittà era un tempo
nel palazzo Conti o Cesaiiiii detto capitale delLoudunese. Vi te- iì\x

tl(;li' impresa, per cui anco la stra- nuto un concilio nel i 109, a cui
da che conduce da Campo Marzo presiedette Gerardo vescovo d'An-
al Corso ne porta il nome. Tale gouléme. In esso fu assegnata ai
p;ilaz7.o era stalo edificalo ne' bas- monaci la chiesa di s. Vitale e la
si tempi dalla polente famiglia cappella di s. Stefano. Labbé t.

Conti, quindi ereditato dal duca X; Arduino t. VL Divenuti la


Francesco Sforza Cesarini. Ai 17 maggior parte de'suoi abitanti prò*
gennaio 1808 fu minacciato di testanti, per lungo tempo i vesco-
grave incendio, e nel 1812 il det- vi di Poitiers fecero di tutto per
to duca lo diede in enfiteusi alla convertirli. Il luogo divenne famo-
romana Guidi che inco-
fatniglia so pei sinodi protestanti che vi si

nunciòa farlo interamente restaura- tennero nel 161 i e 1612, e pel


le. Nel principio dell'anno 1840 fu rinomato processo di Urbano Gran-
trasferita nel rione Parione nel pa- dier che ivi fu bruciato vivo sot-
lazzo Pio sulla piazza del Biscione, to il regno di Luigi XIII, accu-
ciie verso il 1 44^ f»ice costruire il sato di stregonerie fatte ad una re-
cardinale Francesco Coudulmero ni- ligiosa delle orsoline della città.
pote di Eugenio IV, sopra le rovine LOUIS (s.) ( s. Ludovici). Città
del teatro di Pompeo; indi divenne Con residenza vescovile nell'Ameri-
proprietà degli Orsini, e quindi l'eb- ca settentrionale, negli Stati Uniti,
be la famiglia Pio de' signori di slato del Missouri , capoluogo di
Carpi, che lo riedificò con disegno contea, a quaranta leghe est da
deU'Arcucci, Ora nella residenza Jefferson e a duecentoventi leghe
,

dell'amministrazione è stata trasfe- nord Nuova-Orleans, sulla riva


dalla
rita la prodigiosa immagine di Maria de>tra del Mississipì, a cinque leghe
Vergine, che si venerava nella cap- al di sotto del medesimo. Fu fon-
pella dell'altro palazzo, la quale aprì data nel 1764 da Pietro Laclade
più volte e girò gli occhi nel 1797 e da parecchi francesi. E attual-
nella prenditoria de' lotti della stes- mente la città più considerabile
sa impresa perciò ridotta a cappel- dello stato, e la residenza di un
la, per cui è stata collocata nella governatore. Sta sopra un terreno
cappella eretta nella nuova residen- elevato di quaranta piedi al di so-
za. Di tale prodigio e del processo pra del fiume, ed è pur anco cinta
formale che ne fu fatto, ne tratta dalle fortificazioni costrutte all'epo-
il Marchetti nel libro intitolato: ca della sua fondazione. Vi si os-
De prodigi awenuti in niolte sa- servano tre grandi strade parallele
cre inimagiui, p. 60. al fiume, che s' innalzano in ter-
LOUDLfN, Juliodununi o Laus- lazzQ le une al di sopra delle altre,
diinuiu. Città della Francia nel e che sono tagliate af| angoli retti
Poitou, dipartimento della Vienna, da altre strade più piccole, e la
capoluogo di circondario e di can- «iiaggior parte non lastricate. Le
tone, sopra un'eminenza. Vi si ri- < ise, parte in legno e parte in pie-
ìnaica il sito dell'antico castello tra, sono comode e ben conservale,
demolito da Luigi XI II nel i(S33. e molle adorne di uu giardino.
E patria di alcuni uomini illustri. Alcuni edifizi pubblici, come la
LOU LOU 317
grande chiesa, la banca, il palazzo abitalo dai selvaggi, cìie arriva al
(rie! governo, il teatro, vedonsi di maie Pacifico. La sua superfìcie in
bellissima architettura.Vi sono di- niiglia quadrate si è di i64,3ooj la

verse chiese, un collegio ed altri popolazione totale è di yóo, 000 abi-


stabilimenti, più un museo e due tanti. Il medesimo Pontefice per or-

stamperie. Questa città per la sua gano della congregazione di propa-


vantaggiosa situazione nel centro del ganda ^z^e vi nominò monsignor
territorio degli Stati Uniti, e per la Giuseppe Piosali di Sora della con-
facilità delle sue comunicazioni col gregazione della missione, già da
Missouri, l'Ohio, l'Illinese, il Teu- Pio VII nel 1822 fatto vescovo
ed il Kentucky, divenne as-
ries.see in partibiis di Tenagra, e coadiu-
sai commerciante, essendo l'emporio tore monsignor Dubourg, ve-
di
delle merci spedite dalla JVuova- scovo di Nuova-Orleans, a'i4 luglio
Orleans, e quello del piombo che 1823. L'insigne prelato, qual sem-
si rilira dalle miniei'e occidentali. plice missionario nel 181 5 essendo
Sgraziatamente questa città non ha parlilo da Roma per 1' America
un porto onde proteggere battel- i con monsignor Dubourg, nel 1816
li contro la impetuosità delle cor- nella diocesi di s. Louis non vi
renti ed il pericolo de'ghiacci du- trovò che quattro soli preti, nin-
rante l'inverno. Le sue principali na scuola cattolica, niun collegio,
esportazioni sono piombo e pellic- né seminario, niun convento, ninna
cerie ec. Gli abitanti superano i casa religiosa, solo sette chiese di
cinquemila, quasi tutti francesi di legno e sproviste di tutto, ascen-
origine. Il paese circonvicino è fer- dendo allora i cattolici a più di ot-
tile di grani e pascoli. Vi si vedo- tomila soltanto; divenne poi eflelli-
no numerose caverne contenenti vo vescovo di s. Louis a'20 marzo
delle stanze vastissime, e qualche 1827. Fu fatto pure amministra-
volta dei piccoli laghi osservano ; si tore della Nuova- Orleans , e nel
pure varie tombe indiane, con gli i840j in cui si portò in Roma,
avanzi di mura in pietra, costruite anzi nel i843 in cui morì, lasciò
con molta arte. Bisogna convenire, la diocesi nello stato florido che
dopo gli scavi fatti, che queste andiamo a brevemente descrivere.
tombe non contenevano al certo Il Pontefice Gregorio XVI gli
quella razza di pigmei, che si cre- diede in coadiutore con futura suc-
dette volgarmente nel paese aver cessione, a'24 aprile i84i, monsi-
abitato queste contrade. gnor Riccardo Kenrich della dio-
La sede vescovile fu eretta dal cesi di Dublino e vescovo di Dra-
Pontefice Leone XII nel 1826, sa in partibits, che n'è 1' odierno
staccandone il territorio dalla sede vescovo, perchè gli successe a' 25
vescovile di JN uova-Orleans, cui per settembre i843, giorno in cui in
lo innanzi apparteneva, e dichiaran- Roma morì monsignor Rosati, di ri-
dola sutìTraganea dell'arcivescovo di torno da s. Domingo, ove il Papa
Baltimore. Formò la diocesi coi r avea invialo delegato apostolico,
due siali del Missouri, dell'Arkan- ed eravi stato accolto a modo di
sas, e di due terzi o metà occi- trionfo. Il nome di monsignor Ro-
dentale dell'lllinois : è annesso alla sati risuonò chiaro in tutta 1' A-
medesima un territorio immenso, merica settentrionale, in Italia ed
3i8 LOU LOU
in Francia, e meritò la slima par- ed irlandesi. Vi si pailnjio le lin-
ticolare del lodato PonlefìcCj il gue inglese, francese, tedesca e .sel-

q(jalepienamente conosceva ed ap- vaggia. Sacerdoti 78, chiese o cap-


prezzava le molte fatiche da lui pelle 65, stazioni ove dicesi messa
sostenute nell'apostolico ministero, e si predica 60. La catlednde e-
e tra le dimostrazioni che gli die- dificata in onore di Dio , sotto
de, lo annoverò tra i vescovi assi- l'invocazione di s. Luigi, è un gran-
stenti al soglio. F\i de' primi au- de edifizio in pietra, lungo 1/(0 pie-
tori perchè avesse luogo il primo di inglesi e largo 84> con chiesa
concilio di Baltimore, incomincialo sotterranea , campanile e portico.
nel 1829, che poi ogni triennio Per la sua fabbrica il Papa Grego-
si è sempre proseguilo a celebrare, rio XVI nel i83i gl'invio in do-
ove moltissimo zelo sempre vi di- no un calice eduna pisside di argen-
mostrò. Magnanimo sostenitore del- to, più scudi tremila, mille de'qua-
la fede cattolica, con dotte pasto- li fece somministrare alla propa-
rali illuminò il suo gregge, alzan- ganda. Seminario diocesano di s.

do coraggioso la voce contro gli Luigi, tenuto dai preti della con-
insulti che i dissidenti portavano gregazione della missione, con >e-
al catlolicismo sui giornali, cui n)inaristi, fondato nel 181 7. Se-
imponeva silenzio. Pio, mansueto, minario pei giovanetti destinati allo
con tutti gentile, dotto senza vo- stato ecclesiastico in Carondelel, di-
lerlo comparire, pieno di semplici- retto dai chierici di s. Vialore.
tà e candore, zelantissimo vescovo, Tre collegi, Maria Bar-
cioè di s.

ogni sua fortuna versò sull'amata rens de'sacerdoti della missione con
diocesi. Diede al seminario di Bar- nove professori, ottanlanove colle-
rens un miglio quadrato di terre- giali, cinque esterni ; univeisità di
no, due molini circondati da cin- s. Luigi de'gesuili, nove professori,
quanta acri di campo, ed altre co- centosessanta collegiali; collegio di
se. A molte sue im-
riuscire alle s. Vincenzo de Paoli dei sacerdoti
prese concorsero oltre Pio VII, della missione, al capo Girardeau,
Leone XII e Gregorio XVI, la quattro professori, trenta allievi.
congregazione di propaganda, la Ordini religiosi e congregazioni tre,
societàLeopoldina di Vienna, e la cioè gesuiti, collegio di s. Luigi , no-
pia opera della propagazione della viziato di s. Stanislao con dieciolto
fede di Lione. Nella chiesa della novizi; sei residenze nelle parroc-
missione a Monte Ci torio la mede- chie; tre missioni Ira i selvaggi,
sima congregazione di propaganda nove sacerdoti della congregazione
gli fece celebrare il funerale. 11 della missione ; collegio di s. Ma-
eh. sacerdote Domenico Zanelli ne ria, noviziato al capo Girardeau,
compose la bella necrologia, che sì nove novizi e vari postulanti ;
quat-
legge nei numeri 89 e 90 del tro residenze nelle parrocchie, nove
Diario di Roma i84'^- chierici di s. Vialore per 1' istru-

Nella diocesi di s. Louis o Lui- zione della primaria gioveiitìi, otto


gi i cattolici sono più di centomi- in Carondelet. Scuole pei fanciidli
la : le popolazioni si compongono, quattro, cioè in Cahokias, la Salle,
olire dei francesi, d' indiani e di s. Carlo ed in s. Ferùinando. Mo-
«egri, anche di spagnuoli, inglesi nasteri e case religiose di monache
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tredici, cioè citile religiose dt-l sa- banciii, il quale però non è sufli-

cro Cuore quali ro; tnoiifislero di s. ciente pelmantenimento della chies;»


Liiigi, religiose 20, educande 60, e del prete; per la maggior parte le
orlbnelle 3o, ed esterne 100; di chiese sono povere. Quanto poi alle
s. Carlo, religiose 8, educande 28, chiese che sono alla campagna, que-
esterne 36 ; di s. Ferdinando a sto aflifto non ha luogo, i fideli
Florissant, religiose 5, educande contribuiscono con soserizioni o con
26, esterne 3o; a Sugar Creek, doni volontari al mantenimento
stabilita nel i 840 per le figlie dei della chiesa, e danno qualche cosa
selvaggi, 5o scolale, 5 religiose. al prete; in generale preti man-
i

Delle sorelle di Loieto quattio; cano del necessariOj i cattolici es-


cioè Betlileeni nelle Barrens, reli- sendo poveri. Il clero della dioce-
giose educande 26. In s. Ge-
II, si, conforme ad uno statuto del si-

noveffa, religiose 9, educande 20, nodo diocesano, fuori di chiesa e


esterne 65. Capo Girardeau, reli- di casa porta un soprabito nero ed
giose 7, scolare 20. Un monaste- in forma di sottanella, che deve
ro della Visitazione a Raskaskias arrivare almeno a mezze gambe :

nell'lllinois, religiose 18, educande abiti di colore, corti o alla moda


40, orfane 12, esterne 3o. Delle sono proibiti dagli statuti diocesa-
sorelle della Carità d' Emmifsbuig ni. Per educazione del clero avvi
1

due; cioè ospedale di s. Luigi, il mentovato seminario alle Bar-


eh' è di proprietà del vescovo, so- rens, lontano circa cento miglia
relle 12, aninialati 120. Orfanotro- dalla cattedrale. Monsignor Rosali
fio di s. Luigi, sorelle 5, oifanel- incominciò la fabbrica di un semi-
li 62, esterni 5o. Delle soielle di nario con chiesa in s. Luigi, ac-
s. Giuseppe due; cioè casa di C;i- ciò i seminaristi potendosi recare
rondelet, 6 sorelle, 3 sorde e mu- alle sacre funzioni nella cattedrale,
te, 70 esterne. Casa di Cabokias, riuscissero queste con maggior pro-
7 sorelle, 5 educande, 27 ester- prietà e decoro, ed anco per sepa-
ne. Associazioni di carità cinque, rare i seminaristi, dai giovani se-
che contribuiscono per vari og- colari allievi del collegio che vanno
getti . Associazione o pia opera alle stesse scuole. 11 clero della
della propagazione della fede unita cattedrale in s. Luigi dimora e
a quella di Francia. Società di tem- convive col vescovo nell'episcopio:
peranza. Missioni de' selvaggi po- sono cinque preti che hanno cura
tawatomi: sono tre gesuiti, una
vi de' cattolici della città insieme col
chiesa, un convento, e milletrecen- vescovo; questi cattolici sono circa
to selvaggi cattolici. Vi sono puie dodicimila, e bisogna predicar loro
altre pie associazioni benefiche di in tre lingue, inglese, francese e
uomini e donne, e la confraterni- tedesca. Le conversioni de' prote-
ta del ss. Rosario. stanti prosieguono felicemente, co-
Le chiese nella diocesi di s. Lui- sì r incremento del clero, delle
gi non sono sotto l'anmiinislrazio- chiese e dei pii stabilimenti, pel
ne de' fabbricieri; questo si>tema rapido progresso, segno di partico-
fu felicemente abolito. Le rendite lar curacon cui la divina provvi-
per quelle che sono nella città o denza riguarda questo paese.
villaggi provengono dall'affitto dei LOVICTZ oLEOPOLDSTADT.
e^ L/ KJ ^ J

320 LUA. LUA


Il Lenglet nelle Tavolette crono- in Irlanda, il più celebre de'quali
logiche dice che nel i556 vi fu era quello che si chiamava Clnain-
tenuto un concilio per la fede, e Fearta- Moina, nella contea di Lein-
cita il Raynaldi. Lowicz, Loviciuni, ster.Il santo abbate ordinava ai
è città di Polonia , woiwodia di suoi religiosi di osservare il silenzio
Masovia; e Leopoldstadt j Leopol- e di vivere in perpetuo raccogli-
distadium, è città e fortezza del- mento. Non permetteva mai alle
l'Ungheria, edificatane! i665 dal- donne di avvicinarsi ad essi in
l'imperatore Leopoldo I, onde ne chiesa. La sua regola fu seguita
prese il nome. per mollo tempo in Irlanda. Passò
LUANO abbate in Irlanda.
(s. ), dalla presente vita a' 4 d' agosto
Fu allevato a Benchor sotto s. Con- del 622; e presso gl'irlandesi è
gallo; e sappiamo da s. Bernardo onorato sotto i nomi di Liia^ Lu-
aver esso fondato cento monasteri gaidth e Molua,

FINE DEL VOLUME TRIGESIMONONO.


BX 841 .n67 1840
sncR
Moroni, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storie o-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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