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Ignorare Le 'Linee Rosse' Della Russia Significa Non Avere Alcu

sobre la exigencias de rusia en la guerra
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 Home EGEMONIA

RUSSIA  09 Ottobre 2024 11:00

"Ignorare le 'linee rosse' della Russia significa


non avere alcun istinto di conservazione" -
Intervista esclusiva a Leonid Slutsky
l'AntiDiplomatico intervista l'ex candidato presidenziale e attuale
presidente della Commissione per gli affari internazionali della
Duma russa.
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di Alessandro Bianchi e Fabrizio Poggi

Presidente del partito russo LDPR e candidato alle


ultime elezioni presidenziali nella Federazione russa,
Leonid Eduardovich Slutsky è l'attuale Presidente
della commissione per gli affari internazionali della
Duma di Stato, nonché alla guida della "Fondazione
russa per la pace".
Abbiamo avuto la possibilità di rivolgergli alcune
domande per l'AntiDiplomatico.

------

L'INTERVISTA
L’ex leader del LDPR, Vladimir Zhirinovskij, aveva
previsto che lo sconosciuto attore Zelenskij sarebbe
diventato presidente dell'Ucraina e nel 2018, facendo
gli auguri di compleanno al fondatore di Telegram
Pavel Durov, gli consigliava di rientrare in Russia
"perché l’occidente non lo avrebbe mai accolto
veramente". Tra le tante previsioni, molte avveratesi,
sulla realtà internazionale fatte da Vladimir
Zhirinovskij, quali sono, secondo LEI, le più
significative nella realtà attuale?
Per essere più precisi, Vladimir Zhirinovsky, fondatore e
il primo leader del LDPR, ha predetto a Zelensky la sorte
dell’ultimo presidente dell'Ucraina. Zhirinovsky riteneva
che la politica nazista e russofoba e la sua completa
dipendenza dall'Occidente collettivo con a capo
Washington avrebbero destinato l'Ucraina alla
disintegrazione. Ora siamo testimoni di come questa
previsione abbia tutte le possibilità di diventare realtà. I
seguaci di Bandera hanno venduto il loro Paese agli
adepti dell'egemonia del “miliardo d'oro” per trasformarlo
in una testa di ponte antirussa, condannando in tal modo
migliaia di ucraini alla morte, alla povertà, alla
distruzione e alla perdita dello Stato. Gli eventi di oggi
sono la conseguenza del sanguinoso colpo di Stato
avvenuto in Ucraina nel 2014. La Crimea e poi il
Donbass hanno rifiutato di vivere sotto il potere dei
neonazisti, decidendo volontariamente, con un
referendum, di secedere dall'Ucraina e di riunirsi alla
Russia. Tra le altre profezie di Zhirinovsky ci sono le sue
parole sulla guerra in Medio Oriente. Sempre oggi
vediamo quanto sia risultata precisa l'analisi del
fondatore dell'LDPR. Israele e il suo patrone gli Stati
Uniti stanno soffiando sul fuoco di una nuova guerra in
Medio Oriente, che potrebbe andare ben oltre la regione
e causare la Terza Guerra Mondiale. Vladimir
Zhirinovsky ha parlato più volte anche di questo.
Sul caso dell'arresto di Pavel Durov e le nuove
sanzioni imposte dagli Stati Uniti ad organi di
stampa russa, possiamo affermare che siamo nel
pieno di uno scontro mediatico? Prevede una
ulteriore escalation, un nuovo “Russiagate”, con
l’avvicinarsi delle elezioni statunitensi?
Washington ha lanciato una vera e propria campagna
contro RT e Sputnik. Sono state annunciate sanzioni e
bloccate le trasmissioni nel segmento occidentale. Il
Dipartimento di Stato degli Stati Uniti invita anche i Paesi
del Sud globale a limitare le attività dei media russi sul
loro territorio, motivando la sua posizione con “la lotta
contro la propaganda”. Finora, però, senza alcun
risultato. Tutto questo non sono altro che elementi di
guerra ibrida e un attacco alla libertà di parola, una
censura con un pizzico di politica. RT ha guadagnato
grande popolarità in tutto il mondo grazie alla sua
professionalità e alla presentazione obiettiva delle
notizie. Un proverbio russo dice: “La verità é come un
pruno in un occhio”. È in base a questo principio che
sono state imposte restrizioni ai media russi. La società
occidentale viene forzatamente schermata
dall'informazione integrale perché sia più facile
“controllare la folla” e scaricare la responsabilità dei
propri fallimenti in politica interna ed estera sulla “mano
del Cremlino”. La “demonizzazione” della Russia è già
stata portata fino al limite della follia nei Paesi occidentali
e tutti gli eventuali contatti sono stati ridotti praticamente
a zero dai russofobi di ogni genere. Chi riesce a sfatare il
mito di una “Mosca cattiva” viene semplicemente
sottoposto alla “purga”.
Sempre sulle elezioni negli Usa. In un commento al
recente Forum di Vladivostok, il presidente della
Federazione russa Vladimir Putin ha dichiarato di
preferire Harris perché, ha ricordato, nessuno ha
aumentato le sanzioni contro la Russia come Trump.
A suo parere la vittoria di quale candidato sarebbe
preferibile per la Federazione russa e, in generale,
per un processo di reale sicurezza in Europa?
Come ha detto il Ministro degli Esteri russo Sergei
Lavrov il Presidente della Russia Vladimir Putin ha
scherzato parlando di Harris. Le elezioni americane sono
una questione interna. La Russia rispetterà qualsiasi
scelta del popolo americano”. Anche il capo di Stato
russo lo ha detto più volte. Tutte le dichiarazioni sulle
“interferenze” della Russia nelle elezioni americane sono
la stessa “caccia alle streghe” per mascherare le ragioni
della sua possibile sconfitta.

La fase del conflitto registra una avanzata


dell’esercito russo nelle regioni del Donbass e
l’offensiva tentata da quello ucraino nella regione di
Kursk. Su quest’ultima: è stata una decisione presa
in accordo con la Nato? Il vero obiettivo era la
centrale nucleare?
Ci sono numerose testimonianze, tra cui quelle di soldati
delle Forze armate dell'Ucraina catturati, secondo cui il
regime di Kiev in effetti aveva cercato di impossessarsi
della centrale nucleare di Kursk. L'obiettivo è il ricatto
nucleare, il terrorismo e la minaccia di una catastrofe
Chernobyl-2. Abbiamo sentito dichiarazioni dei
rappresentanti del regime di Kiev sulla “creazione delle
condizioni per i negoziati”. In questo modo barbaro! La
provocazione del regime dell'illegittimo Zelensky che
prevdeva l’invasione della regione di Kursk è stata
approvata dai politici degli Stati Uniti e dell'Europa. I
nazisti ucraini hanno utilizzato armi occidentali e le loro
bande erano composte anche dei mercenari stranieri –
francesi e polacchi. Tutto ciò testimonia che l'operazione
delle Forze armate dell'Ucraina nella regione di Kursk è
sostenuta dai Paesi della NATO. Questo fa parte della
guerra per procura contro la Russia condotta dagli
ucraini.

Con la visita di Blinken a Kiev dell'11 settembre, gli


Stati Uniti hanno aperto alla possibilità dell’utilizzo
delle armi Usa per colpire in profondità il territorio
russo. Il presidente Biden ha da allora frenato, al
contrario di altri paesi NATO che spingono in tale
direzione. Come potrebbe degenerare il conflitto tra
Russia e Nato nel caso venissero utilizzate
sistematicamente?
Mentre l'amministrazione statunitense assicura di non
essere pronta ad autorizzare le Forze armate ucraine a
utilizzare le armi americane a lungo raggio in profondità
in Russia, sia Londra che alcuni falchi di Washington
invitano a farlo. Persino il Segretario Generale della
NATO non ha ben compreso l’oltrepassare della “linea
rossa”. E questo è un suo grande errore. Il permesso al
regime ucraino di colpire direttamente il territorio della
Russia con missili a lungo raggio di fabbricazione
americana ed europea renderebbe automaticamente gli
Stati Uniti e gli altri Paesi della NATO parti del conflitto.
Con tutte le conseguenze che ne possono derivare fino
alla Terza guerra mondiale. Il Presidente della
Federazione Russa Vladimir Putin ha messo in guardia
su questo. E ignorare le “linee rosse” della Russia in
questo caso significa non avere alcun istinto di
conservazione.

Cosa risponde il suo partito, il LDPR, alle


dichiarazioni del primo ministro tedesco Scholz sulla
partecipazione russa ai colloqui di pace secondo la
formula Zelenski?
Dietro le parole di Olaf Scholz si nascondono furbizia e il
desiderio di fare colpo sul “pubblico interno”. Dopo
campagne elettorali regionali ed europee fallimentari,
vuole “giocare la carta dell'Ucraina” per rafforzare le
proprie posizioni e, a quanto pare, restare nella storia
come “cancelliere della pace”. Allo stesso tempo, Scholz
vede che Zelensky sta perdendo sul campo di battaglia.
E per questo è possibile un elemento di “manovra
diplomatica”. Tuttavia, la via più sicura non è quella di
“fare piani” sulle pagine dei media occidentali, bensì di
cessare le forniture dirette di armi al regime ucraino e il
sostegno alle sue iniziative infruttuose tipo “vertice di
pace”. Quando vedremo passi concreti in quella
direzione, allora potremo parlare della serietà delle
intenzioni della Germania. Per ora (e particolarmente
dopo l'inganno di Berlino e Parigi con Minsk-2), le azioni
del Cancelliere tedesco come co-sponsor nei processi di
regolamento pacifico sono quotate intorno allo zero.

Come miglior partner della Russia all’interno dell’UE,


l’Italia in passato ha spesso ricoperto quel ruolo di
mediatore che oggi stanno svolgendo Turchia e
Ungheria. Come giudica oggi il livello delle relazioni
tra Italia e Russia?
Le relazioni russo-italiane sono state di fatto congelate
su iniziativa di Roma. Il lavoro su molti vettori di
cooperazione è stato sospeso. Il governo italiano è
costretto a seguire la scia della politica atlantista di
contenimento della Russia. Tuttavia, l'Italia storicamente
è stato uno dei principali partner del nostro Paese in
Europa. Speriamo che le solide fondamenta della
cooperazione bilaterale non possano essere distrutte
dagli adepti dell'egemonia americana. Vediamo che
l'Italia non sta alimentando la russofobia cavernicola e
non c'è una sfrenata isteria antirussa come, ad esempio,
nei Paesi baltici e in Polonia. E sono sicuro che prima o
poi riusciremo a ripristinare le relazioni che sono sempre
state basate sull'interesse reciproco e sulla simpatia
reciproca dei nostri popoli.
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