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Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 84.

Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni. Compilazione di Gaetano Moroni romano (1840) Author: Moroni, Gaetano, 1802-1883 Volumes: 109 Subject: Catholic Church; History; Church history; Biography Publisher: In Venezia : Tipografia Emiliana Language: Italian Call number: AFK-9455 Digitizing sponsor: University of Toronto Book contributor: Kelly - University of Toronto Collection: kellylibrary; toronto
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Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 84.

Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni. Compilazione di Gaetano Moroni romano (1840) Author: Moroni, Gaetano, 1802-1883 Volumes: 109 Subject: Catholic Church; History; Church history; Biography Publisher: In Venezia : Tipografia Emiliana Language: Italian Call number: AFK-9455 Digitizing sponsor: University of Toronto Book contributor: Kelly - University of Toronto Collection: kellylibrary; toronto
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e s 7 j-é

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PBmcIPALl SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDrNALI
E CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARI! GRADI DELLA GERARCHIA
PIÙ
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,

Al RITI, CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E


ALLE
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VCL. LXXXIV.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLriI.
\
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

U
UNI tJNt

U.NIVERSITA' ARTISTICHE DI Opificìum^ Opus, operazione meccanica


ROMA, Universitatum Artiiini Urhis^ e manuale, esercizio e professione. Corre
Arlìficum Corporay Sodalium Ariium. però questa differenza tra mestiere e ar-
Collegi, corporazioni, socielà, maestranze te, che il mestiere è un esercizio, nel qua-

d'arti e mestieri e d* industrianti, chia- le ninna opera manuale si adopera, che


mate pure Sodalìzi e Scuole (Z^.)* ^^" dall'ingegno proceda; e l'arte è quella in-
me in altri articoli, che sembrano dal ti- torno alla quale si adopera , non sola-
tolo riguardare esclusivamente Roma e mente l'opera manuale, ma ancora l'in-

lo slato pontificio , e contengono invece gegno e l'industria dell'artefice. Il Boc-


eziandio molteplici nozioni ed erudizieni caccio nel Conimento sulla Commedia di
interessanti l'universale, mi lusingo e spe- Dante, spiega la differenza delle due vo-
ro che tale puie sia trovato anche que- ci arte e mestiere. Egli dice: Tra il me-

sto. Dicesi arte. Disciplina^ Virtus^ Ars^ stiere e l'arte vi è questa differenza, che
viltà industria applicala alle produ2Jo- il mestiere è un esercizio nel quale niun'o»
ni della natura pe* bisogni o pe' comodi pera manuale s'adopera, che dall' inge-
della vita, oìaestria dell'operare secondo gno proceda; l'arte poi è quella intorno
alcune regole stabilile, ed in questo signi- alla quale non solamente s'adopera l'ope-
ficato si distinguono le arti liberali, di cui ra manuale, ma ancora l'ingegno e l'in-
riparlai a Ur(ivEBsiT.\', e le meccaniche, le dustria dell'artefice. Tale diversità, me-
quali hanno principalmente bisogno del- glio può vedersi nel Tartarotti, Lettera
le mani. Al generico paragrafo ^/7/g/'a- intorno alla differenza delle voci nella
«/, che riporterò al suo luogo in quest'ar- lingua italiana, presso il Calogero, Opu-
ticolo, dirò sulla distinzione delle orti li- scolif t. 32, p. 1 49- Chiamasi artefice, ar-
berali e delle arti meccaniche, non che tiere,artigiano, artista, Artifex, Opifex,
de'Ioro professori, ed esercenti di mestie- Excrcitator^ Ofllcinalor, l* esercitatore
ri manuali. Dicesi mestiere, AYm/i/mt/w, d*arle, quello ch*e«ercita e professa un'ar-
4 UNI U N I

te liberale. Furono gli opei'ai falli dipen- tutto él^muoicipii locali eda'governi,corì
denti dalle università Qrtistiche,pei l'ulili- alcuni privilegi e prerogali vesino agli ul-
tàdeiraiteedeirindustria, non meno che timi tempi, ue'quali grandemente si di-
per vegliarne i costumi morali e religio- minuirono ancora sussistendo in pochi
,

si, e per prevenire o comporre dissensioni; stati, e in alcuni di questi in poco nume-
"vero capolavoro della pubblica saggezza ro, in altri però le maestranze artistiche
umana,come risulterà dal complesso delle sono in pieno vigore, e se ne ammirano e
nozioni che raccolsi in questo gravissimo godono grandi vantaggi.
i L^istituzione di
articolo. Roma, come altrove, ebbe per sidatti collegi è attribuita da Plutarco e
lungo tempo nume,rose e rinomatissime altri a Numa Pompilio 2° re di Roma, e
università delle arti e de'meslieri, forma- da Floro a Servio Tullio 6° re di Roma,
tesi per l'interesse economico , ed a più come rilevai a Collegio facendo cenno
saldo vincolo vi aggiunsero il principio degli artistici, e che dessi erano presiedu-
religioso e caritatevole. Esse originarono tida capi maestri dell'arti chiamati quin-
da'vari collegi e università di artieri e in- quennali ,
perchè 5 anni durava la loro
dustriali, pi esso gli antichi, ch'ebbero an- carica. Questi collegi ponevano sem-si

che speciali patroni o Protettori (^.), pre sotto la protezione di qualche rino-
per cui erano molto operose, ciascuna mato e autorevole personaggio, non solo
formando il suo corpo, la sua università per contrassegno d'onore, ma perchè ne
e la sua scuola. Osserva Piazza nell'^'w- procurasse la conservazione , cercasse e
sevologio, p. 34, che tra l'altre distribu- proraovesse rincrementoe la perfezione
zioni del popolo in Roma, pel suo gover- dell'arte o mestiere. Per le loro beneme-
no politico e religioso, vi l'u la comodis- renze, i collegi eressero a' patroni statue
sima delle diverse università ocollegi del- e lapidi, delle quali in moltissimi luoghi
ie arti, costume praticato dall'antica re- parlai delle superstiti. In vigore della leg-
pubblica, per attestato di Livio, aggre- ge delle Xll tavole non era permesso a-
gando sotto diverse centurie di varie pro- gli artieri e industrianti di erigere in niu-
fessioni, che poi colnomeanticosi dissero na città soggetta alla repubblica romana
Consolali. E ciò perchè dividendosi il po- alcuna sodalità o collegio, per cui non e-
polo ne'nobili e ne'plebei, a quelli per lo rano legittimamente eretti se non quel-
più si dierono le cospicue cariche gover- li istituiti con decreto del senato roma-
native, ed a questi, che per lo piti vivea- no sotto la repubblica, e non del senato
no d'arti meccaniche e manuali, facilmen- municipale, ovvero con licenza dell'im-
te come pili deboli poterono imporre il peratore in tempo della mouarchia. Dis-
giogo delle leggi, tranne quando di venu- se perciò Marciano, De Collegiis, I. 3, §
la la dominazione de'nobili insopporta- l: JVisi ex S. C. auctoritate^ vel Caesa-
bile, riuscì loro di scuoterlo e assumere risy Collegiuniy vel qaodcumque tale cor-
il governo. Tra* primi collegi artistici si pus cantra S. C. et mandata,
conierity
contavaiio quelli de' fabbri, orefici, cen- et consti tutionesCoUegiiun celebrai. Dis-
tonari o fabbricatori di varie coltri di la- se ivi pure: Religionis causa coire soda-
na, calzolari, ec. Tra'secondi, que'de'den- les non prohibenlur , dunimodo per hoc
drofori o lavoratori o mercanti di legna- non fiat contra Senatui consullnni, quo il-
me, de'mercanti, macellari, ortolani, mo- licita Collegia arcenlur. Eretto così un
liuari, bovallieri, cisiari o condottieri di collegio formava una università, ed avea
carri,de'giumentariomulaltieri,ec. Que- la propria scuola ornata di statue, di pit-
ste e altre corporazioni di arti, mestieri ture, di memorie onorevoli e di tulli gli

e industriali continuarono ad esistere con ornamenti, nella quale si adunavano gli

«Uri sistemi, riconosciute quasi dapper- artefici, formavano le loro leggi, i loro
U N I UN r %
magistrati ed i loro patroni ; i quali pa- bus Collegiis, quibus coeitndijus est j ma'
troni Plutarco li crede originali da Ro- numittendi polestatem dedit. E a' tecnp'
molo i. "re e fondatore diRotna; non pren- di esso imperatore, il senato accordo lo-
devano allatto mercede da'loio clienti, e ro la facoltà di accettare legati ; per i

sarebbe stata un'infamia se si fossero ab- ultimo affine di rendere più floridi tali

bassali a questa viltà. Da quest'uso in- collegi, accrebbe lo stimolo della religio-
trodotto in Roma fra la plebe e il senato, ne, tS'-tZf^rfif cuiq ne generi apta, come as-
ne derivò quello che poi fu sì frequente serisce Plutarco. iVotai nel voi. LXlV,p.
nelle città, le quali ognuna scelse in Ro- 270, che l'imperatore Alessandro Seve-
ma un soggetto per patrocinarla ne'suoi ro per fire rifiorire in Roma il comme^
interessi; ed altrettanto e per Io stesso ef- ciò della seta, non solo accordò a'fabbri-
fetto i collegi elessero i loro patroni. Chi calori di drappi gran privilegi , e gli e-
era eletto patrono , sapeva la sua scelta senlò da molti e gravi pregiudizi , ma
dagli ambasciatori che gli spediva il col- provvedendo anco al buon ordine, divi-
legio, e questi gli offrivano le tavole ospi- se ì mercanti e gli operai in differenti cor-
tali a nome di quel corpo che l'avea elet- pi di tiaflìchie di mestieri, dando a cia-

to, le quali erano anche di bronzo. In es- scuno i loro protettori cavati da'loro cor-
se era registrato il decreto del collegio, pi, e giudici particolari, i quali potessero
da cui era stato stabilito ili spedirgli l'am- over conoscenza de'loro affari, come poi
basceria coir offerta della tavola. Sicco- fecero moltissimi Papi con moltissime u-
me era cosa assai decorosa l'avere molle ni versila artistiche. Dice Larapridio, in
clientele, così era mollo onorevole il pos- Alex. e. 33, che le università in Roma
sedere un numero di queste tavole, le qua- erano di tante sorti, che sino i venditori
li si conservavano nella casa del patrono del vino e de' lupini formavano il pro-
esposte alla vista di tutti, e viceversa si prio collegio: Corporaomniwn constiltdt
conservavano eziandio o nel tempio del- f^inarioì'um, Lnpinariorum, Caligario^
la loro università da'clienti,o nella cu- rum, et oninino omnium artiuni. Delle
ria, o nella scuola dove si congregavano, scuole,de*collegi e università artistiche an-
come può osservarsi nello Spalletli. Ta- tiche in molti luoghi resi ragione, laonde
li ambascerie si composero talvolta sino qui appena dirò d'alcuni, principiando dai
di i4 individui, co'due maestri che pre- centonari. Centonarius in italiano sigui-
siedevarìoil collegio, e due questori ch'e- i fica facitore di schiavine, e non solo e-
rano primi dopo di essi. I privilegi di que-
i rano essi addetti a cose militari, cioè al-
ste scuole o collegi sono distintamente e- la provvista de' panni di lana ben feltra-
spressi nella I. i, it cpiod cii/usq. iini- ta, o artificiosamente cucita per difende-
vcrs. Quibus auiem pennissutn est cor- re le rocche, le navi , soldati da' colpi i

pus habere Collegii, Socielads^ sive cu- de'nemici, ma


anco a fare come da sar-
juscumque alterius eorum nomine^ pro- tori con provvedere la gente vile e ser- ì

pr'aun est ad exempluni reipublicae ha- vi di vesti di lana per ogni loro bisogno.
bere ves commiines^ arcani commuiieni^ Sotto il nome di centonari venivano qua»
exacloreiii sh'eSyndicum^ per qiiein piarli- li fi cali i facitori delle grosse coperte da
qiiani in republicajquod communi ter a- oppendersi nelle porte a guisa di portie-
gi, fieriqne oporteni^ agatur^fiat. I col- re ; di quelle che usavano ne' letti di
si

legi si eleggevano i capi o presidenti o genie vile, o che siadoperavano ne'viag-


prefetti con diversi nomi, oltre i ricorda- gi per coprire i muli ; e fhialnienle faci- i

li proiettori. Mure' Aurelio aggitmse ad tori di certe vesti rusticane v. servili. In-
essi anche il privilegio Maiinmittendi, I. somma i centonari erano fabbricalori di
I, If. de manutn : Divus Marcus oinui' cose vili di iuua. Quulc sia »tulu 1'
urlo
6 UNI UN \

(ÌGcìendrofori non si sa con certezza. Al- do l'impiego di questi quasi consimile q


cuni pretendono che loro mestiere fu di quello de' tignari. Il numeroso corpo de'
tagliare, acconciare e trasportare il le- tabernan'y vendeva le cibariee altre cose
gname, e venderlo tanto per uso del fuo- a minuto, e venne stabilito nel 366 sotto
co, quanto per le fabbriche e de'legnaiuo- Onorio e Teodosio II, essendo prefetto di
li, non che per uso delle navi, delle mac- Homa Lampadio. Ho preferito questi e-
chine militari e de'sagrifizi. Gl'impera- sempi di società, fraternite o collegi infe-
tori Onorio e Teodosio 11 abolirono il riori del paganesimo perchè non rechi ,

collegio, come incompatibile colla reli- meraviglia se poi anche nel cristianesimo
gione cristiana perchè in corpo si adu- si formarono sodalizi e università anche
,

navano ne'Ioro tempietti, osservando cer- di bassi mestieri e d'industrianti volgari.


te superstizioni. Alcuni vogliono che i L'avv. Martinetti, La Diceologla, t. 2, p,
dendrofori non appartenessero a cose di 526, dice che le corporazioni di arlii»ti

gentilesca superstizione, e che furono a- esistevano non solo tra'romani, ma anco


bolili attese le superstizioni che osserva- tra'greci, e invita a consultare: J. Otto-
vano nelle loro scuole. Arnobio però av- ne Tabori, Tractatiim^ Lipsiae 1718:
verte , che i sacerdoti di Cibale furono De CoUegiis Artificumj lo Sponio, Mi-
chiamati dendrofori ,
perchè portavano scell.j il'Bajero, De Collegiis Opificiiin.
unpinone'sagrifìzi che facevanoalla dea. E siccome non v'ha ristretta corporazio-
Altri con Cuiacio dicono che solamente ne che non abbisogni di leggi statutarie e
provvedevano le legna pe'sagrifizi,e per- di magistrati, ciò prova dottamente Gae-
ciò appartenenti alla religione pagana, tano Marini, Gli atti ^ monumenti dei
mentre il Salmasio vuole che portassero Fratelli Àrvali^ Roma 795, t. i,p. 568! 1

irami degli alberi nelle pubbliche pre- e seg. Cosi le molte iscrizioni del Grufe-
ghiere agli Dei.Il collegio i\e pabulari rò, del Muratori, il Ludwig, Reliquiae
conteneva que' che doveano provvedere mss. Codicum/\\ Fantuzzine'71/o/Htme«-
il vitto alle milizie quando stavano ne' li Ravenna ti, Desìóev'io Spreti neW Iscri-
quartieri d'inverno, ovvero iu tempo di zioni Ravennatii ed alti i insigni scrittori,
guerra venivano spedili a procacciare le rammentano gli statuti degli artisti an-
vettovaglie, come i foraggieri, e il nutri- che prima dell' epoca di Carlo Magno e
mento pe'cavalli, e pare che ne facessero ricordati ne'suoi Capitolari. Gli statuti
commercio e traffico. 11 collegio de fab in progresso di tempo furono riformati
hii f senza la qualifica di Lignarioruni, a seconda delle circostanze, ma sempre
Sfruclorum, Carpentariorum, Fcrrario- hanno formato una legislazione parziale
ruffì, ec.j per comune sentimento com- e rispettala dagli artisti, anche soggetta
prendeva que'ohe servivano nella fabbri- a comminazioni penali. Osserva il Marti?
ca dell'armi per uso della guerra, la qua! netti, che fin dal pontificato di Calisto IH
fabbrica non solo era nel le legioni, ma an- del 1455 si ricordano le sanzioni o ap-«,
cora ne'luoghi a' romani soggetti; armi provazioni in forma specifica (anche pri-lfl
ch'era vietato ad altri fabbricare, come ma di tal Papa), perchè interessava a'Pon-
di acquistarsi da altri. Il collegio de'^/i,vK/- tefìci d'incoraggiare queste leggi statuta-
ri si componeva di queMeslinali a taglia- rie. Una gran moralità non solo, ma un
re le Selve, e a trasportare in città quel- dettaglio di doveri, insieme ad un gran-
l'infurmi e rozze materie, che poi lavora- de apparato di prudenza civile si scopre
te servivano alla guerra, e alle fabbriche in questi statuti,furmati per lo più dall'u-
di case e di ponti, e al mantenimento e nione degli uomini piti slimali. 11 lette-
i

riparo del corso de'fìumi; al quol mestie- rato marchese Luigi M;»rini nella sua bi-
re attendevano anche i dcudrolori, esseu- blioteca possedeva una raccolta prezio-
UN I UNI 7
sa di tali statuti iV università artistiche, sionl; pìelsllluzloni che hanno altresì per
che forse saranno passati nella Dibliote- iscopod'aiutare gl'infermi delle medesime
ca Vaticana colle rare collezioni degli E- e tumularne i defunti nella Sepoltura;
ditti e lW Diari di Roma che le legò.Nel- con distribuzioni a' frequentanti di can-
l'associazioni <le' cadaveri gli statuti dal dele, pepe e altro, il che dissi ancora nel
pili degno de' confrali si portano in ma- voi. LXVn, p.i47J composte da persone
no appoggiali dalla porle del cuore, per unite col vincolo di fratellanza cristiana,
prevenire le vertenze che potessero in- dissi che derivarono, secondo alcuni, da
sorgere anco di precedenza con altri so- quelle degli ebrei, e da'collegi de'pagani
dalizi, ciascuno conlenendo la data di sua che trattavano le cose sagre, ma con di-
istituzione, perciò si può subito fare il verso spìrito e morale di cristiana carità.
confronto. Però alcuni hanno per statu- Quindi ad esempio delle cristiane confra-
to di cedere a lutti gli altri, come la ri- ternite, secondo il praticato dall'antichi-

spettabile Arciconfraternita delle sacre tà, in seguitosi formarono speciali soda-

Stimmate di Francesco, per imitare


s. lizi composti d'individui esercitanti una
rumillà Se poi es-
di quel loro palroco. medesima ed
arie o mestiere e industria,
sa è invitata da altra a prendere la pre- anche miste commercianti le
di artefìci e

cedenza d' anzianità che le spetta, ade- cui industrie e professioni aveano tra lo-
risce senza ricusarsi. Questo sodalizio ha ro analogia e corrispondenza, e si chia-
anco il suo Rituale stampato, come al- marono Scuole e Università artisti-
tre. \J Arciconfraternita del Gonfalone^ che. Furono saggiamente istituite an-
della quale riparlai nel voi. LI, p. 2 56, che per riunire gli animi ne' bassi se-
ed a Schiavo, come la più antica di Ro- coli fieramente divisi da* partiti massi-

ma non interviene alle sagre funzioni con me de* Guelfi e Ghibellini, de' Bian-
per non voler cedere a nes-
altri sodalizi, chi e de' Neri (/^^.), e da altre deplora-
suno la preminenza. L* arciconfraternite bili furiose fazioni, che per diversi seco-
aggregate alle patriarcali basiliche di li turbarono e insanguinarono la socie-
Roma, precedono le altre benché più an- tà. Ad esempio delle confraternite le pie
tiche d'origine, ed alzano per stemma le unioni delle università artistiche si pro-
Chiavi pontifìcie incrociale e sovrasta- curarono o fabbricarono proprie chiese
te dal triregno.Già all'articolo Confra- e oratorii, spedali e anche propri cimite-
ternita , società e adunanza di persone ri formarono statuti provvidenlissimi,
,

divote stabilite in alcune chiese o ora- regolatori non meno delle loro pratiche
toìil per celebrare alcuni esercizi di re- religiose, che dell'esercizio delle loro ar-
ligione e di pietà, compresa la visita del- ti, mestieri e industrie per la buona con-

le iSelle Chiese di Roma (^.), o per ono- cordia tra essi, e pel prosperamento del-
rare particolarmente un sagro mistero, le rispettive arti, mestieri e Irallìci. Sicco-
la B. Vergine, o un santo, non che per me molle chiese già appartenenti all'u-
esercitare uffizi e opere caritatevoli, come niversità artistiche, passarono in pro-
di dispensa di Doti alle zitelle o mona- prietà di dilferenli sodalizi, per conser-
cande, anche con roversi, i quali consi- varne la memoria pazientemente ne rac-
stono in un pezzo di drappo per fare una colsi le notizie sui librilo con accessi perso-
veste ordinariamente del colore del sac- nali quando trovai dubbie7ze o contrad-
co del sodalizio che dota, e talvolta pu- dizioni negli scriltori,le<|unli non sono ra-
re con un velo per ammantarsi le dola- re. Molte implorarono dalla s. Sede oda*

le, quando queste devono fare la s. co- vescovi d'essere costituite in Confrattrni'
munione pel bencfallore che fondò la le, e poi alcime furono elevale al grado di
dotazione e per rintervento olle proces- Arciconfraternite. I l*api o i miniicipii
8 UNI U N I

dierono a'ioro consoli il gius di giudicare trove furono aboliti i privilegi statutari,
e senlenziare nelle questioni insorte tra la maggior parte dell' università artisti-
quelli esercitanti mestieri o trallìci, sopra che costituite in confraternite con propria
argomenti o industria e sulla ese-
cV arte chiesa restarono, e ne'luoghi municipali
cuzione de'propri statuti. Per queste so- continuarono a intervenire alle pubbli-
cietà universali e nazionali d'artisti e in- che processioni; nel resto continuando ad
dustrianti, i loro consoli avendo 1' eserci- esercitare l'opere di pietà, ed alcune con-
zio della giurisdizione civile, perciò era- servano pure loro particolari F.pedali e
i

no noverati tra' giudici de' Tribunali di cimiteri. Egualmente come le confrater-


Roma (F.). Il vocabolo di Re (F.) fu u- nite, l'università artistiche si posero sot-
sato ancora per significare molti capi di to gli auspicii d* un cardinal Proiettore e
diverse università artistiche e altre cor- la du'ezione d'uri prelato Primicerio i^F.^^
porazioni, primeggiando tra'lorocoinpa- assumendo particolari insegne e Slendar»
gni,eil esercitando su di essi quilche spe- do (^.), e nella maggior parte adottan -
cie d'autorità e di comando. Perciò in al- do la veste penitente dei Sacco (f^.). Di
cuni luoghi, come in E' rancia, vi fu il re questo ragioìia Camillo Fanucci a p. 8 del
de'merciaiuoli, carica considerabilech'e- suo pregievole Trattalo di tutte l'Opere
sercilava autorità sulle cose commercia- pie dell' alma città di Roma, ivi i6or,
li; i re de'curiali, de'balestrieri, degli ar- e fu il benemerito che trattò ex pro-
r.°

chibugieri, de'geometri o agrimensori, de* fesso questa materia. Egli dopo aver con
suonatori, e così di altri mestieri ed eser- Polidoro Virgilio riferita l'origine delle
cizi industriali. A Roma dissi de'consoli confraternite all'esempio degli Apostoli, i

dell'università artistiche, e di altri titoli quali dopo morte e risurrezio-


la gloriosa
onorifici esprimenti autorità e dignità. ne del Salvatore, cominciarono a fare con-
E quanto agli statuti dell'università arti- gregazioni e adunanze, consigliando, fa-
stiche , arroge che qui riproduca il di- cendo orazioni, limosine e altro per l'in-
chiarato da Pio VI nel confermare ^y/rtr^w- cremento della religione cristiana; quan-
tontni Universilatis degli Affidali , de* to a'sacchi adottali poi da'confrati, la di-
qiuili a suo luogo parlerò.» Fu sempre sa- ce imitazione de' niniviti convertiti a pe-
vio e lodevole costume , non uìeno che nitenza dal profeta, che vestironsi di sac-
provvido consiglio di tutti quelli, che ad- co, leggendosi nella s. Scrittura esser a-
detti all'esercizio delle arti o professioni, bito d'orazione, di cilizio, di pianto, di do-
vollero unirsi in un corpo ed erigere u-
, lore e di penitenza, e ne riporta i diver-
na università, formarequelle leggi par-
di si testi. L'istiliizione deli'tuiiversità arti-
ticolari, che giudicarono più alte ed op- stiche non andòdiigiunta dal riunirsi sot-
portune per il buon regolamento de'lo- to l'invocazione d'alcun santo a princi-
ro interessi, ben persuasi, che senza la gui- pale patrono, o della B. Vergine, o di ab
da di queste non avrebbero mai potuto cimo de'di vini misteri. Il p. Me nocino nel-
condurre a buon termine di loro affari.
i le Stuorp. ^ t. 1 , centuria 5.^ ci diede il

Quindi è, che con queste leggi particola- Gap. (io: Deili santi che si onorano e in-
ri formarono li di loro rispettivi statuti, vocano come protettori delle scienze e ar-
all'osservanza de' quali si soggettarono, ti, e iti alcune sorti d'infermità. Dice es-
riportandone per maggior fermezza ed sere uso de'fedeli di avere particolare di-
inviolabile osservanza l'approvazione dai vozione e di ricorrere ad alcuni santi co-
legitlimi superiori, conforme lo ditnostra- me protettori (l'aloune arti ofìcoltà, ©co-
no ad evidenza tutte quelle università, me da Dio privilegiati per soccorrere in
che in quest'alma città di Roma si tro- certi mali gl'infermi. Quindi s. Giuseppe
vano erette". Allorché poi in Roma e al- sposo di Maria Vergine è protettore de'
U i\ I UNI 9
Iegnninor»,percliè è tradizione antica,cli'e- essendo stalo schiavo, coltivò l'orto del
gli esercitasse quest'arte, sebbene s. Giu- getjero del re de' vandali; per umiltà s.

stino «nailire tiene che fosse fabbro di Alessandro filosofo esercitò l' arte vile e
ferro. Di s. Eligio vescovo di Noyon si sordida del carbonaro ; onde potrebbero
scrive ch'egli fosse stalo orefice e fabbro essere protettori, il i.** degli ortolani, il

ferrare, e che fabbricasse le casse dove ri- 1° de'carbonari. Degli studenti sono av-
posano s. Germano vescovo di Parigi, s. vocati s. Nicola di Bari es. Caterina ver-
Luciano, s. Genoveffa, s. Colomba,?. Mas- gine e martire (questa lo è pure de'pre-
simiano, s. Giuliano, s. INIarlino, s. Bri- lati uditori di rota: anzi della scolaresca
zio , s. Dionisio ec. Li sartori sono sotto è proletlore s. Luigi Gonzaga ancora).
il patrocinio di s. Omobono cremonese, De'leologi sono patroni s. Agostino, s,

ih' esercitò tale arte. Li cakohu'i de' ss. Tommaso d' Aquino e gli altri dottori
Crispino e Crispiniano, i quali tuttoché dell.» Chiesa. De'naviganti è protettore s.

fossero nobili non isdegnarono di far


, Nicola, de'carcerati S.Leonardo, degli ap-
quest'arte. E ad essi può aggiungersi s. pestati s. Rocco e s. Sebastiano, ec. Lo
Aniano vescovo d'Alessandria, il quale di slesso p. Menochio nella cent. 6.' ragio-
giovinetto esercitò l' arte di scarpinello, na nel cap. 63 Che non sì deve dispu-
:

ed entrando in quella gran metropoli s. tare se questo o quel santo sia appres"
Marco evangelista suo[.°vescovo, e tro- so Dìo (li maggior merito^ o abbia pìU
vatolo sulla portagli die ad acconciare le gloria in cielo. Però insieme avverte,
sue scarpe, il che facendo Aniano si feri che non si può condannare, né stimare
colla lesina; s. Marco lo guar'j, il prese a riprensibile il paragone che talvolta fau-
discepolo e poi l' ebbe a successore. 1 ss. no Sanli lodando altri Santi nelle spe-
i

Claudio, Nicostrato, Sinforiano, Castorio ciali virtù in cui singolarmente fioriro-


e Simplicio martiri, furono scultori e poi no. Egualmente non è censurabile il far
protettori degli scalpellini e altri scultori. paragone delle azioni mirabili e gloriose
De'pittoriha la prolezione s. Luca, come imprese di due Santi, considerando quel-
anco de'medici, perchè s. Paolo lo chia- lo che spicca maggiormente nell' uno e
ma medico. Di questa stessa professione neH'.dlro,quando non si faccia per de-
ddlla medicina furono ss. Cosma e Da- i jnimere V uno per far risaltare T altro,
miano fratelli, e sono patroni de'barbieri dovendosene lasciare il giudizio a Dio sui
comechè prima essi quasi tutti esercitava- loro meriti, il quale dev* essere onorato
no la bassa chirurgia. Protettrice de'cie- e lodato in ciascuno di essi; per quan-
chi (della compagnia di s. Elisabetta de' to e pieno d* unzione si legge nell'au-
ciechi e storpi di Roma, parlai nel voi. reo libro Dell' Imitazione di Cristo ,

LVj p. i4> e in seguito ne riparlerò a' lib. 3, cap. 5S. Il vescovo Sarnelli, Let'
suoi luoghi) e de'malati d'occhi è s. Lu- tere ecclesiastiehe, t. io, p. 29, riporta
cia, non perchè nel martiriOj le furono la seguente bellissima riflessione del ce-
cavati tali organi della vista, ma pel suo lebre cardinal Pallavicino gesuita nel li-

nome derivante dalla luce; de'bouibar- bro, L' Arte della perfezione cristiana.
dieris. Bai bara (autihe della milizia). De- Ogni onesta professione può esercitarsi
gli avvocali e curiali è patrono s. Ivo, il da'cristiani sì perfettamente, che giunga
quale senza prezzo e per amor di Dio di- alla virtù eroica, la (|ualeovesia manife-
fendeva le cause de'poveri, delle vedove stata alla Chiesa con sicura te>timonian-
e de'pupilli, {lerciò è protettore anche di ZI da Dio, riceva incensi e altari, cioc-
essi; de' nolari s. Genesio notaro e n»ar- che non avveniva tra le superbe creden-
tire; degl'iiKjuisilori s. Pietro inartiie ilo* ze de'ciechi gentili. Quindi è ohe nbbia-
iiicuicauu. il vescovo Ui 2^ula s. PaohuO) uiu uui ti'u'suuli cuuuui^z.ali d. Omubuuo
IO UNI UNI
sartore, s. Isitloro agricoltore, s. Alessan- re dì Roma celebratissimo, nacque
di pa^
dro carbonaro,! ss. Crispino e Crispinia- dre mercante e di madre serva, L'arpi-
juo calzolari, i ss. Diitistano, Ferrare, Pro- nate G. Mario dall'aratro passò a domi-
colo e Massimo muratori, s. Paolo for- nare nella repubblica romana. Pertina-
narOj s. Vinoco n»olinaro, s. Riccardo coc- ce imperatore era figlio d'un carbonaro.
chiere e carrozziere, ed altri di tutte le L'imperatore Giustino I era uscito dalla
onesle professioni. In più luoghi storica- casa d'un bifolco. L'imperatore Marzia-
mente rilevai che moltissimi artefici , e no era di nascila oscuiissima. Viviani da
Lalltrali (F.) di famiglie basse , oscure povero contadino diventò il piùgran ma-
non Nobili (/^^.), di tutti furono nobilita tematico del suo secolo, dopo il Galileo,
tori, per la nobiltà dell' ingegno e delie ch'ebbe a maestro. IlGelli dall'umile con-
virtù, lutti i saggi convenendo d'atlri. dizione di sartore potè innalzarsi f ra'più
buire più grande valore alla nobiltà ot- eleganti scrittori d' Italia. Avvenne lo
tenuta col merito, che a (juella fondata stesso al Burchiello, barbiere di profes-
soltanto sopra una serie d'antenati, o dei sione, divenuto da se un rinomatissimo
Titoli d'onore [f^.) o di decorazioni eque- poeta giocoso. L'insigne Spontini fu a Je-
stri ormai il più delle volle provocate! Se si un sartore , e poi divenne un colosso
non meritate, servino almeno di slimolo musicale, li sommo Canova nacque
po-
alle nobili imprese e all'esercizio delle verissimo in Possagno, e ciò non ostan-
virtù. Di che riparlai nel voi. LXVIIl, p. te, mercè il particolare suo genio, si fece
i5i, ripetendo la sentenza La nascita : vedere il redivivo Fidia italiano, Di que-
fa il Gentiluomo; la virlu sola fa il Ca- sti esseri privilegiati da Dio potrei farne
valiere. Ivi dissi pure di que'di basso li- un copioso catalogo, ma bastino per sag-
gnaggio, ma discendenti anch'essi da'co- gio i ricordati. I belli ingegni emergono
rnuni proto-genitori Adamo ed Eva (tut- da per loro; e chiunque abbia sortito dal-
ti poi redenti col prezioso Sangue di Ge- la natura forza straordinaria d'ingegno

sù Cristo), i quali per le loro illustrazio- e d'intelletto, con mezzi straordinari si


ni, sapere e virtù s'innalzarono per me- appalesa e giunge alla meta. La storia di
liti esclusivamente personali alle più su- tutti popoli ce ne fa fede non dubbia,
i

blimi dignità o a celebrità imperitura. La Patria e i Parenti, come provai in


La vera nobiltà consiste nella virtù co- quegli articoli, ossia la bassa origine e l'o-

nosciuta: Nobiliias nihil aliud est, quani scura condizione non è impedimento al
cornila virtus, come la definì Cicerone. sommo Pontificato , e molli di tali con-
Disse s. Gio. Grisostomo; La virili del- dizionimeritamente vi ascesero e glorio-
l'animo e non la nobiltà de nostri mag- samente regnarono.O Nobile oServo{V.),
giori fa V uomo nobile, chiaro ed illu- o artista o artefice , disse un moderno :

stre. Sulla vera nobiltà si può vedere il «Dobbiamo conoscere e convincerci che
ca V. ^ngtW, Memorie storiche delC ordine oramai nella società umana ogn» uomo
yi arcato dello Sperone d' oro, p. 120 e è valutato soltanto per quello che perso-
seg. Egli tra le altre sentenze riporta nalmente vale, e nulla più 1
" Questo non

quella pure di Falaride le di Girgenli è già un pizzico di Socialismo (F.) o co-


benché lirarmo: Io non trovo altra vera munismo, lutt'altro; poiché senza il me-
nobiltà, che la virtù _,
tutte le altre cose rito e senza le virtù ninno degnamente
sono soggette alla gran volubilità dell'in- si può elevare, e procacciarsi la pubbli-
stabile mondo, ed uno, quantunque na- ca stima. Anche nell'esercizio di qualun-
to in basso e umile stato, purché sia vir- que mestiere, si può ciascuno distingue-
tuoso e buono, può divenire nobilissimo. re, colla religione, la probità e la capaci-
Aggiunge l'Angeli, che Tarquinio Prisco tà; si può ancora santificare, come da'ri-
V NI UNI II

feriti esempi, e precipuamenle col rasse- descrìpta nomina sub porticu^ ex his sin-
gnarsi e conlenlarsi, sebbene dolalo di guliie tribus smini sibieligunt Consulem.
maggiori intelligenze, nella posizione in Quae uelul tribunicia immunità^ cumju'
cui Iddio r lja posto in questa transito- risdictione et indultis civibus concessa est
ria e breve esistenza, per meritarsi l'e- et confìrmata per diversos Ponli/lces
terna salute. Sì legge nel l. 24, p.4^ 'l^'" Martinum V, Paulum TII,Juliitm III,
V Album dì Roma, La veste non fa il Pium IP^j Gregoriani XIII, const. Al-
Vionnco. La croce non ja il cavaliere. mam Vvhemialiosque. Sunt vero Consu-
Lai toga non fa il professore. La bar- les Judices competentes in causis ad ar-
ba non fa il filosofo. iem cujusque tribus spectantibus. Marti-
Le università artistiche furono sempre nus V
const. 6, Sixtus const. 1 4- Qnod V
a cuore de' Papi, onde si mostrarono con sì homotechni Sociique tribus suae Con-

(?sse benignamente larghi di approvazio- sules gravari sentiant rem deferunt ad ,

ni, di privilegi, di concessioni di chie- Conservatores Urbis. Ad qnos etiam pro-


se, per ri.icremento dell'arti, de'meslie- vocare possunt artifices a scntentiis suo-
ri e dell'industria, confermando eccel- rum Consulwn. Nel voi. LXIV, p. 52 e
lenti leggi, statuti (di questi l'eruditissi- 61, trattai del tribunale di Campidoglio
mo d/ Andrea cav. Belli ne possiede la de'Conservalori di Roma, cjje procedeva
rara collezione di circa 60) e regolauìen- sopra i ricorsi de'consoli dell' università

li. Gli uni egli altrianlicauienle e prima delle arti e mestieri, come giudici ordina-
deli3i5, e colla furmola riferita da Vi- ri delle loro appellazioni; e dissi che i

tale, Storia de' senatori di 3o8, Roma ^^. consoli stessi intervenivano al bussolo per
furono molte volte ap[)rovali anche da' l'elezione de'giudici di Campidoglio. Nel
Senatori di Roma (f^.J, P tali conferme secolo XIV doveano i consoli ei camer-
servirono poi a stabilire meglio l'epoche lenghi dell'arti rendere ragione dalla Tor-
di loro serie cronologica (a completare re (F.) del Mercato [F.) di Ro«na pres-
la mia qui aggiungo, che il Giornale di so Campidoglio. Dagli statuti di Roma
Romade^Yii febbraio 1807 riporta, che
1 apparisce, che quelle arti professioni, che
il Papa con biglietto del ministro dell'in- formavano corpo o collegio, eleggevansi
terno, ha non)inalo Senatore di Roma fin da quel tempo loro consoli e camer-
i

il principe d. Domenico Orsini, il quale lenghi, quali durare non potevano in uf-
i

come dissi a quell'articolo già lo era sta- ficio oltre un anno, essendo obbligati di

to; indi nella mattina de'i3 coli' intera rendere ragione nel detto sito a ciò desti-

magistratura, portossi grande treno alin nato. Quod Consulcs Ariium reddant
Vaticano, ove il Papa nella camera del a Turre Mercati versus CapiloUum.
jiis

trono l'ammise a prestare il giuramento, Statuimus et orduiainus y quod nullus


,

unitamente a'nuovi conservatori: poscia Consul, velquivis alius audeat, necprae-


il senatore e i conservatori passarono a sumat quoque modo tenere Curiam ejus^
ossequiare il segretario di stato). 11 p. Plel- et reddere rationem interillos, quibus de
tenberg riferisce nella Notitia Tribuna- / lire j et ex forma Statutorum Urbis per-
li uni Curine Romanac, e. 4*^» § ^ De foro missum esty et consuetum in aliqua par-
Capitolino 3 seujudicio Setialoris, etCon- te Urbis, nisi tantumdumiaxat a Tur-
servatoruni Urbis. Suntpraelerca in Ca- re Mercati superversus Capitolium , et
pìlolio sìngnlaria quaedani Subsellìa, in in loto ipso Foro yCt nihilominus gesta per
nuibus opi/ìcia elarles ni sunt Mercato- talem Consulem , et queincumque aiiud
rum lìJerciariornm , Aroindlarioruniy
, Officialem extra loca praedicta sint nul-
Piinnarioruuì, aUoruinque plurimoruiii la ipso jure , et nullus Offlcialis Curine
ai ti/icum^ quorum in pensUi tabula sunt debeai ipsos processus senlentias execu-
IO UNI UN T

(ionimandare. Questa stessa Torre del lo delia festa e processione dell' Assunta
Mercato si trova espressamente nomina- alla basilica Liberiana con pompa mae-
la nella conferma degli statuti dell' arte stosa e trionfale, con l'inlervento del Pa- •

della lana, fatta a'9 agosto iSyi da'con* pa, de* cardinali, del clero , del prefetto
servatori di Rojna , che facevano le veci di Roma, del senato romano, e del popo-
del senatore, ordinandovisi: Quod Con- lo scompartito nelle sue arti e confrater-
sules diclae Artis debeant sedere , etjas nite co' loro consoli, delle scuole e della
reddere wiìcuique de Arte ipsorum a curia. Narrai pure che nella desolazione
Turre Mercatisiipraversus Capìlolmm^ cagionata a Roma nel 1084 da Pioberto
et per taluni Forum, secunduni forniani Guiscardo , la compagnia de' macellai
novorum Slatulorum Urbis. Ne' famosi composta di ardimentosi e forti, traspor-
giuochi e spettacoli clamorosi d'Agone e tò la ss. Immagine Acheropita nella chie-
di Teslaccio, cheaveano luogo in Roma sa di s. Giacomo al Colosseo e la difese.

pel Carnevale di Roma e nel /Ife^e d'a- In premio fu concesso alla compagnia il

gosto, e da me descritti ne' voi. X, p. 84 privilegio d'intervenire alla solenne pro-


e seg., XXXI, p. 177 e seg.,LXI V,p. 38 e cessione con elmo in capo e usbergo (eoa
seg., e 62, in essi v'intervenivano e pren* corazze e celate in capo o altra armatu-
devano parte, oltre l' università degli e- ra di testa, secondo i tempi), con fiaccole
brei, le romane università artistiche, con in mano, e con tizzoni di legni preparati
tulli gli artigiani e addetti di ciascuna ve- e accesi, o bastoni armati di fuoco, intor-
stilidecorosamente. Negli statali di Ro- no e vicino alla medesima ss. Imcnagine,
ma composti sotto Eugenio IV nel 1 44^5 per difenderla e trattenere la calca del po-
poi riimovati in tempo d'Alessandro VI polo onde non fosse impedito l'incedere ai
e stampali nel 52 3, in ordine a'ricorda-
1 portatori. Perciò i macellai furono detti
ti giuochi, ed alle processioni solenni di gli Stizzij e il sodalizio la Compagnia de»
cui vado a parlare, si trovano le seguen- gli Stizzi, ricevendo i confrati di essa in
ti ordinazioni. Che i conservatori di Ro- dettogiorno nell'ospedale del ss. Salvato-
ma dovessero con diligenza rivedere e re la colazione e ristoro, e nel giorno del-
tassate le spese, che si facevano dalle uni- la Purificazione una libbra di cera dalla
versità dell'arti. Quoscumque inlroiluSy compagnia del ss. Salvatore. Per tale be-
et exitus, et ConipuLus (^amerae praedi- nemerenza fu loro inoltre accordala nel-
ctae , et Canierarios , per Universitales la festa dell'Assunta l'annua liberazione
Artium^sweUi Ludispublìcis^ etsoletnni- d* un condannato a morte (tale privile-
bus Festlvitatibus quae in Urbe in As'
,
gio comune ad altri sodalizi soppresse In-
snmplione B. M. ^ir^inis de mense au- nocenzoX, e definitivamente Pio VII, que-
gusti, et in Agone et Testacio celebran- sti soltanto conservandolo a quello di s,

tur , diligentissime recidere et taxare. Giovanni Decollato della Misericordia


Trattasi pure: De Judaeis non cogendis per assistere gli slessi condannali al sup-
per Consules ad solvenduni per Duple- plizio, il che rimarcai pure, riparlando di
riwn B. y. de mense augusti. Nel voi. esso, nel voi. LXXVIII, p. 65: qui poi mi
LXll, p. 61, 72, 73 e 76, ragionai delle piace notare che negli statuti di Roma,
celebri processioni nelle quali si portava la rinnovali nel pontificato d'Alessandro
prodigiosa immagine Acheropita del ss. VI, nel cap. 23 fu stabilito, che quello
Salvatore, che si venera nel santuario del- ilquale fosse stato liberato dal carcere
la Scala santa {^f^ .)^co\\i.\ Lavanda dei nel dì dell'Assunta, ex benignitateSS. D.
p/V/i (/^'.) della medesicua, massime nel IV., non possa ulterius sìmileni grati ani
giorno della vigilia per lo scoprimento e obtinere). Ma i macellai eccitando talvol-
piouessioue delia as. Imma^iue^e iu quel» ta ueiraccoiDpagua aleuto disordini, risse
U N I UNI i3
e lumnllì, nel i55i si decretò da'guar- degli Albergatori. Nella riferita descri-
diiini del ss. Salvatore, ed approvò Giu- zione, ove si enumerano talami che do-
i

lio 111, che non più intervenissero alla \eano fare le arti, essi propriamente non
processione, il Papa trasferendo le prero- sottoposti secondo l'ordine graduatorie
gative e i privilegi alla slessa compagnia come doveano procedere. Bensì in una
tiel ss. Salvatore, e 1 azione di circondare gran tavola di marmo alìlssa a pie delle
Ja ss. In)maginea 89 nobili romani di det- scale grandi del palazzo de' conservatori
ta conipagnia, per maggio»* decoro e ci- in Campidoglio, vicino alla colonna ro-
viltà. E siccome lutto riportai col Maran- strata, si prescrive dal senato di Roma un
goni, Istoria di Sancla Sanctoriim e del- ordine colla precedenza delle arti, le qua-
la celebre immagine del ss. Salvatore A- li sotto pena di 25 scudi d'oro interve-
c7ie/o/?//^,cosìcon esso aggiungerò, l con- nir doveano alla suddetta processione, af-
soli delle arti della città erano primi nel-
i finchè fra di esse non nascessero contese,
la processione dell'Assunta a incontrare e si assegna a ciascuna il proprio luogo
la ss. Immagine, con doppieri di cera di e ordine, e sono in tutte 4o. Questa ta-
5oo libbre circa per ciascuna università, vola scorrettamente si riporta dal Milli-
collocati sopra talami di legno dipinti, no, pe'rilievi notati dal Marangoni ,
per
ciascuno colTinsegne della propria arte e autenticare con essa un errore da lui pre-
altri strumenti che le distinguevano. 1 so nel riferirla. Sembrò necessario al Ma-
quali talami con lumi sopra portati da rangoni di esporla con fac-simile, che in-
8 ovvero 12 facchini, procedevano avanti tendo riprodurre, avvertendo che nell'o-
la ss. Immagine, secondo il grado di cia- riginale molte lettere sono tra loro con-
scun'arte disposti,e ordinati da'marescial- giunte e attaccate, e rarissimi sono pun- i

li e ulljciali. Questi doppieri e talami delle ti fra le parole (ne porrò alcuno oi^irgo-

arti solevano essere 40) secondo un'accu- la). Triuniphalis genlilium pompa Angg,
rata descrizione del 1 462,e si facevano cia- Jionori reddi solita ad devottun cliristia-
scuno da ogni arte meccanica a spese pro- nae Religionis cullum redacta Dei Ge-
prie e grandi. Procedeva peri.^il talamo ni triàs Virginisfeslo die dum ChristiSal-
della Camera di Roma, con due doppie- vatoris Nostri mirabile simulacr. ex La-
ri della nobil'arle degli Agricoltori di Ro- terano in Exquilias ad Mariae Matrix
ma seti Bohaterioriim. Indi seguivano il Majorem aedem quot annis ingenti plaii'
doppiere de' Mercadanti^ de' Banchieri su solemniq. Processione defer tur prò Se-
seu Campsoriini^ ùcMerca danti in Ma- natus magistratuumq.el totius equeslris
re, óeMercadanli dell'arte del fiume, de' ordinis dignitate populique et plaebìs
Lanaioli, degli Speziali, de* Conciapel- observanlia ne ulla post hanc inter pie-
lif Ait Macellai del fondaco di s. Marcel- beia Colltgia contentio fìat decretuni est
lo, de' Macellai del fondaco di Ponte e ut hoc Statuto ordine universi cuni suis
di Campo Macellai del fon-
di Fiore, òe: faculis thalamisq. et lumìnarib. sacrani
daco di Sapa, de' Macellai del fondaco Jmagintm qua iterfecerit coniitentur ea
di ... , i.\ti Pescatori, (\e Calzolai, cW da- ratione ut qui proaimiores simulacro sint
vatlini, degli Orefici, t\e' Merciai seu Ga- digniores habeantur. Aquari; iter auspi-
liarioriim,i\{ì Pittori, <\ìì Marmorari, de* Fornacarij , Molendinarij^
ceiitur, post
Ba Ulnari, óa' Barbieri j de' Catpcntari o Muliones Lignarij , Mulioncs Finarij\
Facocchì, da' Figlili o Vasellai, tic Fer- Caupones Salsamenlarij Candelariis
, ,

rai, de' Candeloltari , de' A/olinari , de* ex saevo, Piscatores piscarij y f'inilores
Fornario Pislori,(\t Sellai, degli Oa//,de' olitoresq., Pistoresfornariq., Pelllpari,Fi-
rotatorie Ortolani^ i\e Barbieri ((pjcsla gali. Stabularli ergastuli lignorum,Mer'
ripeiizioue si legge nell'uiiginule), de'. . .
.,
cinìoniarijiStlUinj\ Coriatij, Totisores,
i4 UNI UN I

Calce etri] Lan ìj^Siilores ^Sailortaq.^ Fa


^

distribuivano anche a' Professores Jr-
bri Ugna rij\ Fahri ferrarif\ Aiirifives, //«m^ ed alle Unìversitales Laicales, per
j4ro m a larij, Nu m m u la rij\ La n ifices^ Fu l- l'erezione degli archi d'ìTrionfo{F.),n(m
lonesq., lìJercalorfs pannorum^ J^ricul- che Judaeis prò repraesentaliones legis^
torts, Boari] ^ Thalamusro.fiscì: Siquis per l'accennata funzione, ragiona Mo- il

ergo seciis ffcerii xxr aiireor. poena inni- retti, Ritus dandl Presbyterium, p.241
letur. Noi solenne Possesso del Papa ( K), e 263, cioè dantur ronianispro Arcubus
fino al tieciinare del secolo passato, nel i e- trig'inta qninque librae provisinae et di-
carsi alla proto-basilica Lateranense , il midiae, /udaei vìginti solid. provesinos.
trailo dì strada che corre fra la discesa Anche in altri tempi ordinari i Papi di-
del Campidoglio, la Piazza di Campo stribuivano lo slesso presbiterio, Schola'
l^accino (F.), l'antico Foro Romano, e nimUrbisM p.Mabillon,/li/<.yei/f^/.,t. 2,
la Piazza di s. Gioi>anni in Laterano p. ig5: Ordo Romamis XII, compilato
(F.), al modo che riportai ne'luoghi ri- da Cencio Camerario, nel 1216 Onorio
cordati nel voi. LXX,
p.i33, e meglio di- 111,^\ix,Quibus Scholis datnr Presby-
rò in seguito, veniva magnificamente ad- terium, et quantum ecco
, (HìHulo riporta.
dobbalo dalle 70 arti o università arti- Hoc presbyterium Scholarum Urbis,
est
stiche di Roma, con arazzi e ornati mol- quod eisdem Scholis infesto Natività tis
teplici, emblemi simbolici , ed iscrizioni Domini, et Paschae, per manus Caniera-
dUusìvc alle virtù e gesta del nuovo Pa- riidatur in tanta quaniitaie, scu tali nu-
pa , oltre alcun arco trionfale in qualche mero. Infesto Paschae Domini, in Na^
altra strada, le quali università si distin- tivitate ejusdem, et converso annis singw
guevano dalle rispettive cartelle. Però lis, sine diminulionc donatur. Adcxtra-

dall'arco di Tito (di cui nel voi. LVIII, toribus deceni solid. provesinos, et duo
p. 70, e altrove), che ricorda l'espugna-
I solid. prò regno. Ostiariis decem sol.
zione di Gerusalemme e la guerra giu- proves. Mappulariisqni Stimulati dicun-
daica, sino al Colosseo (^.), edificalo da- iurquinque sol. proves. et duodecivi den.
gli ebrei fatti schiavi in tal guerra, spet- prò toalea. Majorentibus quinque soL
tava l'apparato all'università degli Ebrei proves. Cubiculariis quatuor sol. proves.
{F.)f i quali oltre gli arazzi , secondo il F^astarariis quatuor sol. proves. Fiola-
costume loro, aggiungevano in vari car- riJs quinque sol. proves. Ferrariis prò
telloni diversi emblemi figurati simboli- column. quatuor sol. proves. Calderariis
camente, con epigrafi della s. Scrittura, quatuor sol. proves. Dandonariis Colo-
alludenti alla loro divola ubbidienza al saei decem sol. proves. Scopalatiis qua-
sovrano Pontefice, alle sue lodi e al suo fuor proves. Mandatariis decem sol.
sol.

possesso (per quello dei regnante Pio IX proves. Muratorihus s. Pelri ceto sol. prò-
preso con maggior pompa degli ultimi ves. Carbonarìis octo sol. proves. Jliis

predecessori, dal Foro Romano al Late- Mnratoribus quinque sol. proves. Ban-
rano si rividero in parte lungo la via gli donariisCacqbarii decem sol. proves. Ju-
antichi addobbi, cioè nel modo descrit- daeis vigiliti sol. proves. Notandum quod
to dal n.° 4^ delle Notizie del giorno Presbyterium supradiclum pracdictis
del 1846, non però dall'università arti- Scholis donatur propler servi ti uui quod
stiche). In questa finizione gli ebrei, nel exhibentCuriae Romanae utinferius sub-
passaggio del Papa gli presentavano la lo- scribelur. Le nominate scuole, di alcune
ro legge, al quale omaggio poi sostituiro- delle quali scrissi articoli, paie che appar-
no la particolare offerta dell'elegante li- tenessero alla Famiglia pontifìcia, e nello
bro, che descrissi al citato articolo. Del stesso Ordo Romanus si rende ragione di
Presbiterio (F.) che auticaraeulei Papi tulte.Quanlo agli ebrei si dicea p.200: Ju-
U N T UNI i5
(Idei vero repraesenlanl DomìnoPapneìn la Sicilia e poi trionfò; Marco Varrone
die Coroììalionis suaeLegem in i'zV7(poi( he figlio d' un macellaio divenne console;
anticamente prendeva appe-
il Possesso si Marco Scauro, nato da un carbonaro, fu
na seguita la Coronazione, quale conti- annoverato all'ordine patrizio; Caio Otta-
nuazione (li questa fimi\one)yelei faciunt viano Augusto ebbe ad avo un argentie-
laudts, et tres lihras,^ imam pìperis , et re; Quinto Cincinnato dopo la dittatura
diias libras de cinnamomo^ ajferunt ad tornò a coltivar la terra, come fecero al-
Cameram. Carlo Bartolomeo Piazza, se- tri grandi personaggi della repubblica e

guendo Fanucci,nel 679 stampò inKo-


il 1 dell'impero, cosi l'imperatore Dioclezia-
ma y Opere pie di Roma, indi più ampia- no e il re Aitalo. II cardinal Carlo Lui-
mente e con soverchia diffusione e lodi, gi Morichini vescovo di Jesi, da prelato
nel 1698 pubblicò eziandio in "RomaVEu- nel 1842 pubblicò in Roma, Degl'istituti

sevologioHomano. In quesle opere si trai- di pubblica carila ed istruzione primaria


la ancora di tutte l'università artistiche di in Roma^cwè riprodusse con molle giun-
Roma, e me ne gioverò poi nel descriver- le Saggio storico statistico che avea da-
il

le. Oltre a ciò nella sua Gerarchia car- to in luce nel i835, opera importante e
dìnaliziay a p. 739, fece la digressione : pregiatissima. Nel cap. 9 rimarca che per-
Che la povertà e le arti meccaniche non correndo le Strade di Roma (f^>), legge
pregiudicano punto al merito delle vir- i nomi delle vie de'Borgognoui, de'Lore-
tù. Comincia col celebrare Nicolò V ed nesi, de'Polacchi e d'altre nazioni, le qua-
ifasti del suo memorabile pontifìcato, il li dierono nome alle contrade per le chie-
quale usò per stemma le chiavi incrocia» se, ospizi e ospedali che vi eressero. Me-
te,da'predecessori e successori usate più desimamente altre vie ancora si nomina-
per ornamento che per corpo d'impresa. no dagli artigiani ed esercitanti mestie-
Alcuni opinarono avere Nicolò ciò pra- V ri che l'abitavano, o da qualche pio isti-

ticalo per la sua bassa origine, e perciò luto che loro per origine o governo ap-
privo d'insegna gentilizia, per questa u- partenesse,come si vedrà poi ne'paragrafi
sò le chiavi simbolo della pontifìcia po- di molte. Questo prova che anco in Roma,
destà. Altri sostengono che derivò da no- come altrove, v'ebbero per lungo tempo
bile famiglia di Sarzana, che fece per ar- le famose università dell'arli e de'meslie-
me due fasce elevate in alto ondale in ri, che formatesi per l'interesse economi-

campo bianco, e congetturano che Nico- co , vi aggiunsero a più saldo vincolo il


lò V usasse le chiavi papali per stemma, principio religioso e caritatevole; e tutte
per aver voluto dimostrare, che il Pupa aveanochiese,oratorii,congregazioni,spe-
deve lasciare tuttociò che deriva da' pa- dali,lin)Osiiie.« Imperocché il lavoro che
renti. Ma non fu imitalo, considerando- negli antichi tempi era fio mani degli
le

sì da'successori riunire in loro non meno Schiavi (/^.), neir età di mezzo de'viV-
l'apostolico e l'ecclesiastico, n)a il tempo- vi (neir antica Corley come narrai in
rale e il politico principato. Indi osserva quell'articolo, doveano possedere un me-
il Piazza, che Gesù Cristo volleessere cre- stiere non clan»oroso, e risiedere in pic-
duto figlio d'un legnaiolo, e gli Apostoli cole celle disposte intorno alla sala, per
furono quasi tutti poveri lavoranti; e che evitare il pregiudizievol»^ ozio e le ripro-
l'agricoltura e il lavoro delle proprie ma- vevoli mormorazioni, ed insieme riceve-
ni non oscura il merito concedendo il , re un aiuto da tale lodevole occupazio-
primato all'agricoltura, permessa dalle ne: ora tranne qualche sartore o eserci-
leggi romane a' loro capitani e magnali tante alcun altro u)estiere, tale morale e
come arte ingenua. Perciò Paolo Uupi- vantaggiosa consuetudine si può dire ab-
ho artefice giunse al consolalo, governò bandonala), quando fòrtuualaaienle veu-
i6 UNI UNI
ne in qviella degli uomini liberi ebbe hi- cai'. /Alessandro Riifinì. Considerando
ftogno di prolezione e tutela che gli ven- l'autore che non poche vie traevano l'ori-
ne dall' aggregarsi insieme di quelli che gine da' titoli di parecchie osterie, calTè,
professavano 1'
aite medesima. Quindi alberghi e locande, non volle lasciarne in
torsero le università e maestranze, le <jua- oblio le opportune notizie, e con mollis-
Ji certo a'ioro tempi ebbero un utile sco- sima pazienza ne formò una ragionata
po; ma fallosi poi monopolio deli' indu- raccolta, unendovi la spiegazione dell'o-
strie, veuiiero da tulle le savie ammini- rigineed etimologia di ciascun nome, per
strazioni disciolte. Ciocché fra noi ado- ordine alfabetico. 11 complesso di tante
perava il Pontefice Pio VII, sul princi- particolarità non lascia d' interessare , e
pio del presente secolo; e quando allri tutte le raccolte riescono sempre utili. Da
stali ancor disputavano sulla libertà com- questa inoltre rilevasi, che l'osterie, caf-

merciale, Pvoma persuasa di quell'econo- fé, alberghi e locande di Roma, a tutto


niica dottrina laponeva in fatto e fran- l'anno 1854, ascendono nel totale a nu-
cava l'industria da ogni inceppamento. mero 808 , cioè osterie SyS, caiTé 53, i

E forza nondimeno confessare cl»e se le locande 3 [, alberghi 22, e trattorie 29.


università di arti e mestieri erano a' di Quelle poi che non portano alcun nome,
nostri economicamente dannose, aveano e che perciò non sono slate descritte, som-
però in se molti vantaggi morali. Primie- mano a circa 227, cioè osterie iSg, cade
lamente esse tenevano uniti tulli quei 64, alberghi 6, e locande 18. Nel gennaio
ch'esercitavano l'arie ad adempiere mol- 1857 dalla statnperia della camera apo-.
te opere di religione nelle loro chiese ed slolicavenne pubblicala la Statistica del-
oratorii e confraternite, eia ricchezza con la popolazione dello stato pontificio del-
the le aveano dotale è manifesto segno l'anno 1 853, compilata nel ministero del
della fede e pietà che le animava. In se- commercio e lavori pubblici. Questo im-
condo luogo adoperavansi quelle divole portantissimo ed elaborato lavoro è lo-
jagunanze in molte e belle azioni di ca- datissima compilazione del segretario ge-
lila verso la vedova e il pupillo, verso nerale di dello ministero il eh. cav. Lui-
l'operaio inabile o vecchio; poiché aveva- gi Glifi, sulle notizie raccolte da'consigli
no ricetti per gl'infermi, doti per le zitel- di Roma e delle provincie. Meritò d'es-
le, soccorsi d'ogni fatta pe'poveri del lo- sere dedicalo al sommo Pontefice Pio IX,
ro mestiere; e il figliuoletto orfano Lrova- ed iln.°2odel Giornale diRomaòe\iS5j
•va e tutori e maestri nella professione pa- ne die breve contezza. Pili copiosa e con
terna senza ricorrere agli ospizi e conser- altredovute lodi la dierono la Civiltà
vatorii, sicché le pubbliche amministra- Cattolica, serie 3.', t. 5, p. 684 La Sta- :

zioni non avevano quel grave carico di tistica j t. 22; Le Cifre in confer-
6, p.
spese d'istituti e sussidii che or sopporta- ma deprincipiij e V Enciclopedia con-
no. In terzo luogo da questa forma di or- iemporanea di Fano,t. 5, p. 2 i i : Nuo-
dinamento nasceva un gran freno alla vo Censimento dello Stato Romano
costumatezza ed onestà degli operai, la cui per V anno i853. La popolazione di
condotta era nota a que'che tenevano la Roma e di tutto lo stato papale com-
somma delle cose dell'università ed eser- prende 3,124,668 individui. Tutto l'u-
citavano una grande autorità e quasi di- tilissimo lavoro viene diviso in o tavole, i

rei paterna su quanti vi appartenevano". dottamente spiegate e commentate. Nel-


Di recente si stampò ueliSoS in Roma, l'ultima tavola la popolazione é distribui-
JVotizie storiche intorno alla origine de' ta per principali categorie. Al mio scopo
nomi ili alcune Osterie, Caffè, Alberghi e riferirò solo quanto riguarda Roma,gr ni
Locande esiskntiin Roma, raccoUc dal dividui che contiene. Clero secolare 1 252.
UN 1 UNI 17
Clero regolare 2912. Magisliali e uffi- sa esorbitante sarebbero costretti prov-
ciali civili 3 108: Militari 4^^* Possiden- vedere da lontani pae^i, e gli arteOci che
ti di beni stubiiiigjG. Agiicoltori 3362. l'esercitano con onestà e capacità man-
Pastori 353.Cacciulori 25. Pescatori 1
39. tengono con decuro se slessi e le loro ca •

Minatori 24. Manifattori 25,90 r. Traf- se e famiglie. Le antiche corporazioni o


ficanti, mercanti, banchieri e agenti di maestranze d' arti e mestieri , delle poi
catnbio 7436. Trasportatori di merci e università artistiche, tra le città d'Ita-
di uomini per terra^ per (lumi, per mare lia in cui assai fiorirono e furono opu-
1749- Cultori delle scienze e lettere 81. lenti e polenti, e persino con signoreg-
Cultori della pittura,scultura, musica ec. giare politicamente i propri concittadini,
1 073. Medici, chirurghi, farmacisti e le- certamente di preferenza e per dare un'i-
vatrici 67 I. Avvocati, procuratori, notai dea dell' altre si deve nominare Firenze^
e ragionieri 949* Ingegneri, architetti, mi- la quale primeggiando nella Toscana^
suratori e agrimensori 293. Professori e giunse ad esserne la principale metropo-
maestri delle scienze e arti belle 793: stu- li, ed è perciò che in tale articolo ne ten-

denti ed alunni io5i. Famigliari serven- ui proposilo con più dillusione del pro-
ti stabili e di servizi indeterminati i 7,3o3. prio. Presto gl'industriosi e sagaci fioren-
Poveri questuanti e ricoverati 201 2. Dal- tini dierono opera alle arti, alle manifat-
ia Ch'iltà Cattolica^ nella detta serie, ture e al commercio. La i." che fioù fu
l. 6, p. 363, si dà ragguaglio dell'interes- l'arte della lana,cui reggitori o conso-
i

santissima: Rìi>isLa de pili iinportaiili li trovano nel 1.204 ; ^^ ebbe un


già si

prodotti naturnli e mamifatliirieri del- grande aiuto dall'ordine degli Umiliati


lo Stato Pontificio^ del eh. d.*^ Gaetano (/^.), che fondato in Milano nel secolo XI,
IVigrisoli professore di chimica generale attese principalmente al lanifizio. Con-
nell'università di Ferrara, qualificando- temporaneamente ad essa cominciò an-
la opera molto importante per conosce- che l'arte di calimala, cioè de'mercanli,
re le ricchezze del medesimo slato, con che facevano il commercio de'panui ol-
altri meritati eucouìii. Un cenno di sta- tramontani, venuti greggi a Firenze, ed
tistica universale del barone di Reden si ivi poi tinti, cimati e in ogni altro modo
legge nel n.''i53 de» Giornale di Roma perfezionali. Ma qaesl'artedecadde,quan-
del i855; quanto al numero degli abi- do negli altri paesi si conobbero le pra-
tanti delmondo, ne faccio cenno a Uoimo. tiche de' fiorentini, e fu perciò vietata
L'introduzione delle arti di qualunque J'eslrazione de'panni greggi. Fino a' no-
sorte, ed il loro esercizio fu sempre ne- stri giorni si manleime impor-nella sua
cessario in tutte le città, tanto per il loro tanza l'artedelia seta, detta cotuunemeu-
adornamento, quanto per il bene che ne te di Porla s. IMaria. Dalla Sicilia, dove

ritrae il pubblico, e ciò può facilmente il segreto di questa nobile manifattura


considerarsi con ridurre alla memoria la era stato divulgalo dal normanno conte
premura grande con cui municipii e i i Ruggiero II, venne poi trasportato in Fi-
principi lutti si sono sempre mossi a trar- renze sul finire del secolo XII; dipoi ivi,

ie dalle regioni piii remote per averle nel- come altrove, eziandio s'introdusse la col-
le loro città e slati , e per proteggerle e tivazione de'mori-gelsi. L'arte del cam-
sostenerle ne crearono maestrali e presi- bio diventò non meno florida, e produs-
denti; e sul riflesso ancora dell'utile che se forse più ancora dell'altre rimmensu
da delle arti si ritrae dallo stesso princi- ricchezza de'fiorenlini del medio evo: nta
pato, e dal comodo grande che ne sento- come sempre avvenne in (|ucsto perico-

no i sudditi e cittadini, quali trovano loso genere d'industria,banchieri amia- i

nelle loro proprie patite, ciò che con ispe- louu iucuulro u gravi pericoli ed a per-
VOL. LXXXIV.

lO&iemorvt, fi».
i8 UNÌ tJ t\ I

lìile enormi. Allorquando i popolani o littiedi sangue. Le ^r// si divisero in //i^zg-

quella parte degli abitanti di Firen/e non giori e minori.Uiìvi'ì m aggio riei ano com-
era più ligia a signori secolari nèecclesia- poste di giudici, di notari, di calimala o
Rlici, ne'secoli XU e XIII nùrabilmente mercanti, cambio, lana, seta, medici e
cresciuta di numero, d* avelie d'impor- speziali. L'arti m;/2on erano formale de*
tanza, benché non ancora dotala di di- beccai, calzolai, fabbri, caligai, muratori,
ritti politici, cominciò nel i^So a costi- vinattieri , fornari , oliandoli , linaiuoli,
tuirsi in un corpo politico niilitare oppo- pellicciai e vaiai, chia vainoli, corazzai, co-
sto alla nobiltà feudale e cittadinesca che reggiai, legnaiuoli, albergatori. Bisogna
allora governava; le corporazioni artisti- avvertire però che tra 1' arti minori le
,

che ch'essi componevano, presero forma prime 5 venivano ancora contraddistinte


più stabile colla creazione delle arti, al- col nome di arti medianej e che talvol-
le quali apparteneva ogni cittadino. Da ta unite alle 7 maggiori, si chiamarono

mollo tempo essendo insorta diffidenza e esse pure con questo nome, dimodoché
discordia Ira'nobili e i popolani, allorché delle maggiori se ne poono contare 12.
lo spirito democratico, favorito dal guei- Ognuna delle arti avea i suoi consoli , i

fjsmo, si popolo comin-


rese più forte, il quali si eleggevano, uno per ogni due de*
ciò a prendere nuovi espedienti per ab- 4 quartieri della città, e duravano 4 nie-
bassare la prepotenza della nobiltà. Sen- si. Da questi consoli veniva giudicalo nel-
tì pertanto come gli fosse necessario d'a- le controversie insorte per cose riguar-
vere un centro dove unirsi per la pro- danti l'esercizio delle arti. Ad essi pre-
pria difesa, e da cui dirigere tutte le sue siedeva il proconsole, che sceglie vasi nel-
operazioni; e fu a tale effetto che nel i ^66 I' arte de' giudici, ed era magistrato di
creò le corporazioni chiamate le arti, co' somma importanza, il quale avea poslo
rispettivi loro oiagistrati. Dall'essere a- immediatamente dopo i priori dell' ar-
$«critto a una dì queste arti fu poi fatto ti creati nel 1282, a* quali in compa-
tlipendere l'abilità, ossia l'idoneità, di es gnia del capitano del popolo spellava
sere eletto agli uffizi; condizione rigoro il potere esecutivo, magistrato chiama-
samente iniposta ed ampliata , nelle sue to Signoria; e dopo i collegi o compa-
applicazioni, nel 1 298 per la riforma de- gnie, che in 16 co' loro gon-
numero di
mocratica di Giano della Bella ricco pò* falonieri formavano co'buonuomini, ma-
potano, la quale dando tutto il potere am- gistrato di 12 popolani per assistere i
urinisi rati vo iu mano a'popolani, o al co- priori co'Ioro consigli originatone! i 3 12,
M detto secondo popolo, mediante gli or- una potenza, senza la cui cooperazio-
dinaujenli o slatini di giustizia, perven- ne la signoria non decideva nulla ne-
ne quasi adatto ad escluderne l'antica i>o- gli affari d' importanza. Il proconsolo fa-

biltà,tranne que'n)eujbri di essa, che per ceva sua residenza in un palazzo del-
la

farsi iu tutto eguali al popolo, acconsen- la via che tuttora dicesi Proconsolo. U

tivano ad esercitare ellellivamente que* numero dell'arti variò in Firenze secon-


mestieri a'quali si erano ascritti. Cosi la do tempi diversi.Rimase per lungo tem-
i

venne com-
scissione Ira'nobili e popolani po fermo quello di 7, suddiviso ne' giu-
piuta, e non mancava che una dissiden- dici e notari, ne' mercanti o arte di cali-
za per cui lo slesso partito guelfo venis- mala, nel cambio, nella lana, nella seta,
se a dividersi. Ma quest'occasione anco- ne'medici e speziali, ne'pellicciai e vaiai.
ra non tardò a presentarsi, e nel 3oo eb- j Ognuna di esse avea un console e un gon-
bero origine le fazioni Bianca e Nera^ le falone, una residenza propria, fondi e ca-
quali rinnovando gli odii antichi iva' Guel- pitali comuni, giurisdizione civile è cri-
fi e Ghibelliniy riempirono Firenze di de- minale sopra i suoi membri ne' casi de-
UN I UNl 19
tennlnalida'propri regolamenl/. Le loro narchia, detto tumulto de'Ciompi. Nel
il

iusegueeiano le seguenti: quella cle'giudi- i4o6 fu data all'arti la facoltà d'ornare


eie uotai,una stella d'oro in campo azzur- di statue le nicchie della loggia chiesa
ro; quella de'iuercanli, un'aquila d'oro d'Orsanmichele (di cui riparlai nel voi.
in campo rosso sopra una balla bianca LXXII, p. 208). Queste nicchie sono 14,
ammagliata; quella de' cambiatori, un e furono assegnate a quelle arti le quali
campo rosso sparso di monete d'oro; erano ricche abbastanza per sostenere la
quella de' lanaiuoli, un Agnus Dei in spesa occorrente.Tra quelle statue si ana-
campo azzurro; i setaiuoli portavano una mira il bellissimo s. Giorgio del Dona-
porta rossa cliiusa in campo bianco; me- i tello, il gruppo di Gesù Cristo con s. Tom •

dici l'immagine della B. Vergine io cam- maso capolavoro del Verrocchio. E qui
po d'oro ; finalmente i pellicciai aveaoo osserverò, che non solamente Firenze,per
l'insegna divisa in due parti, in una ve- le università o scuole dell'arti vanta ca-
deasi una squadra nera sotto due liste ne- polavori, ma anco altre città ponno fare
re e più sotto due liste rosse serpeggian- altrettanto, massime in Italia, come Fé-
ti, tutto in campo bianco; dall'altra parte nczìa per averlo ammiralo co'miei pro-
un Agnus Dei in campo azzurro, e più pri occhi. Nella festa di s. Anna, che in
sotto una specie di graticola composta di Firenze ricorda la cacciata del duca d'A-
pelli di vai. A queste 7 arti fu dato il det- tene, si vedono anche oggidì sventolare le
to appellativo di maggiori, quando nel bandiere del le arti sulle pareti esterne del
1282 si aggiunsero ad esse 4 altre, dette 1 ricordato maestoso edificio. Dissi che la

arti minori.l mestieri contemplati in que- Signoria di Firenze fu magistrato compo-


sta nuova classificazione furono i beccai, sto da'gonfalonieri dell'arti, e che col ma-
coll'insegna d'un montone nero in cam- gistrato de' 12 popolani buonuomini for-
po bianco; i calzolai, con 3 striscie nere mavano i così detti Collegi, senza i quali
traverse in campo bianco; fabbri, con i niente risolveva la Signorìa fiorentina.
le tenaglie egualmente in campo bianco; Ora conviene riflettere, che il magistra-
i galigai, con bandiera bianca divisa per- to della Signoria di Firenze otteune una
pendicolarmebte da una striscia vermi- meravigliosa stabilità, considerato il pe-
glia ; maestri muratori, con una scure
i riodo che dominò, col nome di Priori
in campo rosso; vinattieri, con un cali- i delle arti. Fu esso crealo da' popolani,
ce azzurro in campo bianco ; i fornai por- quando questi ebbero ottenuto forma e
tavano una stella bianca in campo ros- forza politica colla istituzione delle com*
so ;
gii oliandoli, un leone rosso con im pagitie del popolo, alla quale segui poi
ramo verde in campo bianco ; i linaiuoli, quella dell'arti; talché in fine poterono
una bandiera una
divisa in due parti, V pensare a togliere a'nobili il governo del-
bianca e l'altra nera ; cbiavaiuoli, due i la città e repubblica fiorentina; a'nobili
chiavi in campo rosso; corazzai, una spa- i le cui fazioni s'indebolivano sempre più
da vermiglia e un' armatura azzurra in nelle gare.Trearti delle più polenti.quel-
campo bianco ; i coreggiai, un' insegna le di calimala o mercanti, del cauìbio o
bianca divisa da due striscie rosse; i le- banchieri,e della lana,furono le prime ad
gnaiuoli, un albero ritto e a pie di esso accordarsi per eleggere 3 priori. In segui-
una casNH di legno; infine gli albergato- to, prendendo a ciò parte alcune altre, il

ri, una stella ros>a in campo bianco. Una numero ne fu accresciuto a 6, il che face-
delle dilferenze tra le arti maggiori emi-> va uuo per ogni sestiero; più tardi ma,
nori si era, che il goiifdoniere di giustì- ovvero due per sestiere. Qualche voltu
zia non potè vasi eleggere fuorché dalle ve n'erano anche 4 1 i
riilolti però di nuo-
prime, se si eccettui il breve periodo d'u- vo a A s(d)ito dopo
I la cucciala del duca
20 UNI U N I

d'Alene, quando i grandi parlecipnrono il I ."giorno del mese e venivano rinnova-


al governo; e finalmente, dopo la caduta ti ogni due mesi, tranne alcune occasio-
di questi, stabilmente ristretti a soli 8, ni in cui si elesse il gonfaloniere a vita e
cioè i\ue per ciascun quartiere. Si tro- quando fu eletto per un anno. Per lutto
vano anclie 8 priori, col gonfaloniere di il tempo del loro uffizio, signori dimo- i

giustizia inclusive, come nel i 343. Il no» ravano nel palazzo della Signoria, noa
medi questo magistrato neh 458 fu ma- essendo loro lecito di lasciarlo per qual-
lato in quello di Priori della libertà^ si voglia ragione. 11 gonfaloniere vestiva
nelle contese fra Cosimo de Medici il Pa- di lucco paonazzo, specie di toga, giier-
dre della Patria, e l'animoso e temera- nilo di tela d'oro, con calze di scarlatto;
rio gonfaloniere Luca Pitti. Per essere i priori dell'arti diseniplice lucco paonaz-
eleggibile al priorato dell* arti bisognava zo. In principio fu al gonfaloniere asse-
avere 3o anni compiti e trovarsi ascritto gnata una guardia di 1000 pedoni e poi
ad una delle stesse arti; e siccome no« i di 2000, lutti popolani ascritti all'arti,
bili, cavalieri e messeri, a fine di parteci- che doveano star pronti ad eseguire suoi i

pare a'magislrati,adem pi vano queste for- ordini. 1 priori davano udienza 3 volte la
malità prima con reale esercizio e poi sen- settimana. Nella Signoria risiedeva il po-
za fare veruD'altra cosa, nel fiero conflit- tere supremo deliberativo, legislativo ed
to tra le il rammentato Giano del-
parti, esecutivo,il quale però soggiacque a repli-
la Bella mediante la sua mutazione del cale modificazioni, e talvolta le restò solo

1^93, procurò di escluderli interamen- il potere esecutivo. L'eleggibilità della Si-


te dalTuflizio di priori, ampliando que- gnoria dipendendo dall'cisei e ascritto ad
sta condizione fino a ricercarsi l'eserci- una dell' arti, e siccome nobili ne an- i

zio effellivo, non riconoscendosi più suin- davano esclusi, traiute il caso che si fa-
ciente l'ascrizione alla matricola d'untar- cessero realmente simili al popolo, la so-

le. Neil' istessa memorabile mutazione vranità rin)aneva presso quella parte de'
\enne aggiunto a' priori dell'arti il gon- popolani che si distingueva col nome di
faloniere di giustizia, il quale era allora popolo grassOj cioè de' cittadini appar-
specialmente incaricato di vegliare sulla tenenti all'arti maggiori, iti che pure av-
esecuzione degli ordini di giustizia fatti vennero successivamente moltissimi cam-
dallo stesso Giano; magistrato che ve- biamenti. La plebe, ossia il popolo ini-
gliando a mantenere illesi i diritti del po- mito nel più ristretto senso, non era abi-
polo, onde grandi non gli facessero in-
i le a tale elezione, perchè composta di
giuria, può paragonarsi a'iyibiuiide'ìO- uomini non ascritti all' arti, né scritti a
mani antichi; ma col progredir degli an- gravezze, cioè non paganti imposizioni
ni ebbe incarico diverso. 11 gonfalone del dirette, siccome privi d' ogni possesso. I
popolo, fatto di zendado colla croce ver- modi usati nel far 1' elezioni al priorato
miglia in campo bianco, veniva sempre e al gonfalonierato variarono spesso, co-
custodito nella camera del gonfaloniere, me nella i.^'metà del secolo XIV nel sor-
ed esponevasi al pubblico sol quando gere la potenza del popolo minuto, do-
questi voleva intorno a se radunare il po la metà di esso, in cui la dignità del
popolo medesinio. Col progredir del tem- gonfalonierato rimase esclusivamente al-
po quest' ufilzio fu riguardato come la le arti maggiori ; finché dalla metà del
suprema dignità della repubblica fio- secolo XV in poi, si giunse alpunto d'af-
rentina. Nel 1292 l'età necessaria ad es- fidare l'elezioiie agli uffizi a un numero
so fu stabilita a ^5 anni. 11 gonfidonie- ristrettissimo di persone, dette accoppia-
ve e i priori, che tutti insieme chiama- toli e non più di 5, ne'quali si concentrò
\au6Ì la Signoria, preudevauo possesso ogni potere, oieotre poi gli accoppialo-
UN I UNI 21
ri tlipemlevnno clull'aibilrio ili colui che dì Gio. Ballista Rossi, Le azioni memo-
procedeva da principe assoluto, senza a rabili fatte da' gonfalonieri e maestri
verne il nome. Seguirono poi le grandi delle arti già dominanti la città di Bo-
rivoluzioni del 1 494 contro Piero de Me- logna j\v'ìi6S'J. I massari o maestri gli a-
tlici, pel malaugurato accordo fatto con veano notari col titolo di correttore, i
i

Carlo Vili re di Francia ; del i 5 i 2 con- cambiatori, drappieri,! beccari,glistraz-


i

tro Pier Sederini a favore de'Medici; nel zaroli, gli speziali, i merciari, l'arte del-
1527 di Micolò Capponi a danno de* Me- la seta, i fabbri, i calzolari, l' arte della
dici, divenendo egli gonfaloniere di giu- lana, i salaruoli, i pellizzari o pellicciai,
stizia ; e finalmente del i532 per l'abo- i sartori, i calegari, i bisottìeri o bisel-
lizione del magistrato della signoria di lieri, i muratori, i barbieri, i falegnami,
Firenze e del gonfaloniere di giustizia, i bombasari, i cartolari, i pellacani pe-
dopo una durata di 25o anni, per essersi lacani, un pittore o un architetto per le 4
la fazione Medicea impossessata di tutto arti del disegno. In un'altra nota del
il potere, occupandosi il luogo del gon- magistrato l\q Massari delV arti quello ^

faloniere da Alessandro de Medici i.°dti- de* notari è óello primario correttore,


ca della repubblica fiorentina. Le cor- quello de* muratori è detto architetto
porazioni delle arti, dopo avere ancora de'muratoriy e vi è aggiunto il massaro
più volte cambialo di nuenero, perdette- de'pescatori ; del resto ripetendosi no-
i

ro la loro importanza civica e politica, mi delle suddette arti. Inoltre tra le Com-
come si può vedere nel eh. Reumont, nel- pagnie dell' arti di Bologna trova van-
le eruditissime Tavole cronologiche del- si i pittori, scultori, architetti, intaglia-
la storia fiorentina. Non solo le arti del- tori uniti a' ricamatori, indoratori, spa-

la lana fiu'ono fonti inesauste di ricchez- dari, guainari ed altre arti, che furono
za, ma quelle pure dell'orificeria, la di- poi poste nella classe de* mestieri o arti
sciplina del niellare, dello smaltare, del- non liberali. I pittori formavano corpo
l'intagliare a bulino e a cesello, la pittura, unito a quello de'calzolai'i nel XIV se-
giunte a singolare floridezza. Altrettan- colo, poi a quello degli spadari, guainari
to era avvenuto, o successe poi all'uni- e sellai ; essendo in antico tali artisti a-
versità artistiche delle altre nazioni, tra doperati in lavori d'ornamento, che ai-
le quali pure nel declinar del medio evo Tarli del disegno aveano qualche rela-
i nobili eransi ascritti nelle loto patrie a zione. Nel unirono ad esse arti
I 569 si

qualche arte, per aver luogo nel gover- l'altra de' bombasari, poi da questa si

no essunto dalle prevalenti corporazioni separarono per concessione del senato bo-
d'arti e mestieri. Alessandro Macchia- lognese. Il eh. Giordani nell'erudita Gui-
^elli, nella Lettera intorno alla nobile da per la pontifìcia accademia di belle
prosapia Bolognini di Bologna^ presso arti in Bologna, che per la relazione
il Calogerà, Opuscoli t. 16, p. 263, fi ch'ebbe con V Uni^'ersilà di Bologna ivi
rimarcare che nell'antiche matricole del- ne riparlerò, a p. 7 tratta delle Società
le società dell' arti, sono descritti molli artistiche con copiose note illustrative.
spettanti a nobilissime famiglie, poiché Ilmedesimo scrittore nel pubblicare la
l'esercizio delle arti non pregiudica alle Cronaca della venuta e dimora in Bo-
(jualità della piìi generosa nobiltà. Ed in logna del sommo Pontefice Clemente
liologna moltissìuie nobili famiglie era-
noascritlealle maestranze d'arti, per aver
f^
Hper la coronazione dell* imperato-
re Carlo V nell'eruditissime note parla
^

così mano e parte nel pubblico governo, delle maestranze e massari dell'arti in
a llor(pjaudo divenne popolare, al Iritneu» Bologna, facente parte della magistratu*
li non potevano parteciparvi. Abbiamo ra della cittùj lu quale con pompa %\ recò
22 UNI UN 1

a incontrare prima Clemente VII e poi rugia, venendo quellodelCambio immor-


Carlo V con nobile cavalcata. I massari talato dal pennello di Pietro Vaunucci
o maestri tlelle arti cavalcavano boriosi di Città della Pieve detto il Perugino per
cavalli, ed erano vestiti con ricchi man- godere la cittadinanza di Perugia, co'ce-
telli di panno paonazzo orlato in cremi- lebri dipinti a fresco della sala dell' u-
si, ed erano distinti dagli uomini di con- dìenza del Cambio, nella quale il colle-
siglio dell'arti, i (piali aveano mantello gio teneva le sue adunanze e i suoi gìu^
di color mon'llo di grana, e presso di lo- dizi. Dessa meritò d'essere egregiamente
ro alcuni fanti vestiti di vaghi abiti, e illustrata dal eh. ab. Piallaele Marchesi
coperti in testa di berretto a varie fog- con I* opera : // Cambio di Perugia.
gia e colori. Preceduti da i6 gonfaloni Considei-azioni storico-artistiche. Pra-
spiegati, erano fiancheggiati da'mazzieri to 1854. Il nobile collegio del Cambio
e dagli alabardieri ; indi cavalcavano i 4o nel i5oo comnnse le stupende pitture,
senatori del governo. Nella splendidissi- che sono uno de'più bei monumenti del-
ma cavalcata per la Coronazione dei- l'arti italiane, ed una bella gloria per Pe-

l'imperatorcy la precedevano porta gon- i rugia. Le arti della pittura giunsero a


falone delle compagnie d' arti in mez/.o quel sommo apice a che le condussero le
agli uomini detti guida de' viandanti o scuole Romana, Toscana j Lombarda e
cursori di processione. L'insegna del gon •
Veneta, le quali tutte formavano una spe-
faloniere di quelle compagnie veniva se cie di consorzio qual poteva acconciarsi
guitata da' massari e drigli nomini del ad arti liberali che di loro condizione so-
consiglio di esse arti, i quali erano coper- no liberissime. L'arie poi del dipingere a
ti con nianlelii di finissimo panno pao- fresco, col dissolversi della consorteria
nazzo; tenevano torcie accese nelle ma- quasi si perdette in Italia. Fu l' unione
ni, e per la distinzione delle varie arti a- costante dell'arti e mestieri, che condus-
veano innanzi a loro un fante, vestilo de- sero gli artigiani a gran potenza e im-
corosamente alla forma antica e in foggia portanza, che certamente non avrebbero
regale, per rappresentare la maestà di conseguite senza tale unità. Gli abbelli-
ciascun'arle, secondo la prescrizione del menti da loro fatti alle proprie chiese o o-
loro apposito ceremoniale. Scrisse Ovi- ratorii contribuirono al risorgimento del-
dio Montalbani, L' onore de" collegi e le belle arti, e lo rilevai anche nel prece-
dell' arti della città di Bologna, bre- dente articolo. Notai nel voi. LV, p. 1 3,
ve trattato fisico-politico-legale-sto- che collo spuntare del secolo XVI si cam-
ricOy Bologna 1670. Ne' rispettivi ar- biò grandemente la coudizione economi-
ticoli delle città parlai delle principa- ca e politica delle città italiane, perchè il

li corporazioni artistiche che vi fiori- commercio che ne avea fatte fiorenti e


rono, e qui merita menzione almeno la ricche le loro repubbliche fuggì dal Me-
città di Perugia [F.) che vantò 44 col- diterraneo, pel duplice scoprimento del
legi d'arti, fra' quali quello del Cambio passaggio pel Capo di Buona Speranza,
ossia del Irallìco pecuniario, e che fra le e L\e\V America (/^.), avvenuti nel prece-
città italiane grandemente fiori non so- dente; non che per essere alla commer-
lo per arti e industria, ma per attività e- ciale libertà didette repubbliche pre-
ziandio di mercatura col collegio della valsi i privilegi, le leggi ristreltive, le

Mercanzia, come l'altro istituito ne'prin- maestranze dell'arti; quindi la ricchezza


cipii del secolo XIII, modellati su quelli di pochi formò la miseria di molti. E
di Firenze. Ambedue i collegi acquista- qui mi sia lecito ricordare che nel voi.
rono importanza civile, diritti e prero- LXXXI, p. 43o, tornai a deplorare i

gative sopra gli altri del comune di l*e- danni avvenuti airilalia pel discoprimeu -
UN \ U N r 23
lo (li lìello Capo, nell'espone cioè alcu- lo /' Odessa dcir Italia, per l'esporta-
ne nozioni sui portenlosissinio taglio eli zione de'cereali e di tanti altri prodotti
quell'Istmo checoiretìu Suez a Pelusio che Trieste ih colà ritrae. Che per l'im-
pei' l'unione ilei Meililcrraneo col mar portazione delle merci Ravenua sarebbe
Rosso, mediante rescavaziouetrmi gran la migliore di tutte le altre città della
canale marittimo navigabile,e per stabili- costa pontificia dell' Adriatico, e per la
re (.Ine porli, tlescri vendo pure le vicende facile loro diramazione nelle ricche con-
dell'antico Canade. Ne tacqui le meraviglio- tigue Provincie; purché il porto Corsini

se e incalcolabili conseguenze, oltre quelle potesse presentare un ingresso comodo e


dell'Apostolato o Missioni pontificie (e sicuro, siccome la più breve via per con-
saranno maggiori quando si effettuerà giungere l'Austria, e mediante essa tutta
l'aprimento dell'Istmo di Panama, che la Germania, al Mediterraneo. Ivi inol-

ivi pure discorsi), sulla politica e sulla ci- tre si rileva la somma importanza uma-
viltà nazionale, massime a'popoli che sie- nitaria del porto Ravennate, essendo il

dono sul Mediterraneo, per la prosperi- solo cui da Ancona a Goro ponno sem-
la che gliene ridonderà. Poiché il com- pre dirigersi a salvamento naviganti. Di i

Mjercio dell'oriente, riprendendo l'antica più si dimostra, che immensamente mag-


strada per 1' Italia, le restituirà quello giore sarebbe l'utile di tracciar la ferro-
deviato dopo la scoperta del Capo di Buo- via da Ravenna a Imola, e portarla per
na Speranza; perciò diversi suoi porli la Valle di Sanlerno a F'ireuze,e non per

ne fruiranno molta fortuna, con mirabile Val di Reno, come dichiarò ilcelebree
incremento al loro commercio, a' porti peritissimo Slephenson. Di più il Papa
principalmente di Venezia, Trieste, Ge- Pio IX, annuendo alle preghiere del ma-
nova, Li vorno,delledue Sicilie, ed a Por- gistrato comunale e delle persone addet-
ti pontificii Ravenna, Rimini, Pe-
( J^.) di te alla marina della sua patria Siniga-

saro, Fano, Sinigaglia, Ancona, Fermo, glia, si è degnata di accordare il restauro

Terracina e Civita Vecchia. Il gran por- del porto sulla base della relazione e pa-
lo di Ravenna è sul punto di rimaner rere che presenterà l'inge-gnerecav. Mau-
compiuto, quello di Pesaro si rinnova, ri/.io Brighenti, e ciò per animare d com-
gli altri dello stato pontificio nell'Adria- mercio di quella città eacorescerne i mez-
ticofurono migliorati: quanto a quello zi opportuni. Accordò pure a Sinigaglia
d'Ancona ne feci parola ad Umana; quan- l'officio del telegrafo, e la costruzione del
to al porlo Coi'siQÌ d'i Ravenna (P^.) me- nuovo officio sanitario. L'operoso e eh.
rita leggersi ciò che di esso offre l'utilis- commeodator Alessandro Cialdi, ne'suoi
sima Enciclopedia contemporanea di dótti Cenni sul moto ondoso del mare
Fano nel 292. Dell'entità pre-
t. 5, p. e sulle correnti di esso, Roma i856,
sente e futura del porto di Ravenna. Di tratta pure del taglio dell* Istmo di Suei,
sua importanza commerciale bene scris- ed anch' egli lo qualifica la più grand'o-
se nel 1846 il Giornale del TAoyd Au- pera del nostro secolo, nella lettera che
striacOy in onore della celebre Ravenna ivi indirizzò all'Altezza di Mohainmed-
città antica e ricca di tanti tesori d'arte, Said pascià viceré d'Egitto, il quale fau-
di singolari, aioUeplici e splendide me- tore sommo d'ogni progresso di civiltà
morie storiche. Imperocché mediante il (ed ora é intento a render facile la na-
progredimento de' grandi lavori che sin vigazione del Nilo anche l'ra le catarut-
d'allora vi si operavano, dichiarò che di- Itj), sotto i di lui Huspicii l'opera elUoace-

verrebbe centro commerciale di grande inente ravvivò l'illustre Lesseps (che mi


importanza, per la sua topografica po- Roma con mandato della legislativa del-

&Ì2Ìoue. Beu a ragione venendo uomioa- l' iu allora repubblica frauccse, og'i eoa
24 UNI U N I

r accennato nel voi. LTIF, p. 211); per- gl'immen<!Ì positivi vantaggi che ne de-
chè voglia soUopone tal suo lavoro alia riveranno e dichiarali ad esuberanza; co-
commissione scientifica internazionale me [)iu-e è certissima la facilità dell'ese-
pel taglio deiristntio di Suez e suo cana- cuzione, essendo slata definilivamente
le, su di quanto cioè egli pensa nella que- portata sul campo della certezza, da'rap-
stione del nuovo porto egiziano nel gol- porli della comu»issione scientifica inter-
fo di Pelusio. Indi la dice opera umani- nazionale, deputata ad hoc. Non voglio
taria confi merda le e non mai abbastanza lacere, che nel seguente marzo si conob-
lodata, proponendo alcune provvidenze be certo progetto di Gugliebno loos di
di secondario interesse, e corrispondenti Sciaffusa, proposto da lui al governo egi-
al di lui lodevolmente proposto e appro- ziano, per ottenere i risultati del taglio
vato col nuovo pollo di Pesare, nella le- dell'Istmo di Suez, senza eseguirlo, me-
gazione d' Urbino e Pesaro ( V.) ; ed inol- diante una maniera più facile, più sem-
tre come quello cheneli84o inviato da plice, e forse non più dispendiosa, col go
Gregorio XVI neirisfruttiva e onorifica per 100 di vantaggio ! In che consiste, lo
spedizione d'^g-/«ò (/^.), ed altre parole narra il Giornale di Roma dell'i lapri-
dissi nel voi. LXXV, p. 147, a ricevere le. L'isola di Perim, all'imboccatura del-
le pieziose colonne d'alabastro che il mu- lo stretto di Bab-el-Maudeb, fra l'Africa
nifico padre dell'encomiato viceré donò e l'Asia, a 4^ miglia da Moka residenza
a quel Papa per decorare la rinascentig del pascià dell'Arabia Felice, per la sua
basilica di s. Paolo, ebbe agio di vivere posizione è destinata a comandare il ca-
per ben 7 mesi lunghesso il corso maesto- nale intermediario del mare Rosso, che
so del Nilo, per meglio di 800 miglia sa- alla realizzazione del perforamento del-
lendo e discendendo dal mare alla prima l'Istmo di Suez diverrebbe il «rande Bo-
o
cataratta, occupandosi più specialmente, sforo flel Mediterraneo coli' Oceano In-
cogli altri ufficiali a lui affidati, dell'idro- diano. Ma i fogli pubblici di <naggio, del-
grafìa di quel classico fiume. E come lo slesso 1857, notificarono l'annessione
quello che destinato a partire per Fran- inaspettata dell'isola di Perim alla com-
cia e Inghilterra, per commettere a sua pagnia iXe.W Indie Orientali e che recò j

scelta i 3 primi nostri piroscafi a vapore grave e profonda impressione al gabinet-


e una macchina effossoria pure a vapore to della Porta ottomana, pe'sovrani di-
pel Tevere (^.), ebbe altresì ordine da di questa sull'isola. Neh 856 si co-
ritti

Gregorio XVI di visitare e studiare ne* minciò dall'energico e previdente gover-


pominati regni quelle opere idrauliche no francese la costruzione d'una nuova
che potessero poi convenire al detto fiu- città accanto a Marsiglia^ con sua catte-
nie e a'porti pontificii. Ed egli per tanto drale (nel sito occupato dal celebre Pal-
patrociiiio potè corrispondere con suc- ladi uni (\q2^\\ antichi marsigliesi), episco-
cesso egregio e altrove da me celebrato. pio e seminario; cogli stabilimenti pub-
Terminerò questa digressione con rife- blici, docks, bacino di racconciamento, e
rire eziandio altre notizie sulla memora- guardia marittima per la strada del Me-
ta grandiosa operazione, ed in quale sta- diterraneo. Imperocché, fin d'allora il

to trovasi la questione di sua effettua- vigilegoverno imperiale calcolò, che pel


zione. Nel febbraio 1857 l'animoso Les- taglio dell'Istmo di Suez e per la nuova
seps già avea allestito tutti i lavori pre- corrente di generali ricchezze cui da esso
paratorii che richiede la colossale impre- deriveranno, certamente Marsig-Iia era
sa ; merito è incotestabile e ripetu-
il cui destinata ad esserneil deposito univer-

to da tutti gli organi della pubblica opi- sale. Ripeterò, che dopo la scoperta del-
pione in tutte le contrade d'Europa, pq- la via dell' Indie Orieolali e del nuovo,
UNI U .\ I 1^
mondo l'Fnglìilterra si fece regina del- va più l)reve e più siciu'a via. Dunque il

l'Oceano, mentre Venezia e Ge«iova re- discorso argomento è proprio, si addice e


starono langtienti e obliate in fondo a'Io* compenetra con questo articolo, vasto e
ro golfi. Col taglio dell'Istmo di Suez il svariato che vado svolgendo con propor-
Mediterraneo divenendo di nuovo la zioni relative alla natura essenziale dell'oi
grande arteria del circolar delie ricchez- pera e colla mia mediocrità, comechè ri-
ze fra l'oriente e l'occidente, l'Italia ne guardante ancora learti,i mestieri, il traf-
sarà la fortunata mediatrice, e forse ri- fico. A vantaggio de'rnedesimi furono nel
prenderà nella bilancia europea, col be- n." 6o del Giornale di Roma del iSS^
iiefjcio inestimabile della pace, il luogo pubblicati gli statuti della società genera-^
che già teneva, son già 3 secoli, sui de- le delie Strade Ferrate (F.) Pvomane da
stini dell'incivilioiento. Tutti i porti del- Roma a Ferrara per Ancona e Bologna, e
l'Adriatico e del mar Tirreno acquiste- daUoma a Civitavecchia riunenti l'Adria-
ranno un'importanza che mai non ebbe- tico al Mediterraneo dette Linea PioCen^
ro a'tempi del loro antico splendore. Ed trale. Di quella compita da Roma al Tu-
é perciò che i governi della Penisola vol- scolo o Frascati, in quell'articolo ne par-
sero la loro attenzione agi' incalcolabili lai, in un all' inaugurazione seguita deU

vantaggi che dovranno risultare pe'loro la linea che da Roma mette a Civita-

popoli, al commercio e alle arti preci-^ vecchia. Già nel 1 856 il Giornale col n.**

puamentc. Quindi governi pontificio,i i33 avea pubblicato la concessione per


toscano, piemontese, austriaco, napoleta- la continuazione della linea da Frascati
no ec, fjuono solleciti di nominare com- al confine del regno di Napoli presso Ce-
missioni speciali per esaminare il iato prano ; e co' n. i34 e seg. il Capitolato
piatico delle questioni che si riferiscono della Strada ferrata centrale italiana. No-
al taglio dell'Istmo di Suez, e il da farsi. tizie sulle grandi reti e lunghezza delle
E di già si è cidcoiato, che fatto il taglio, ferrovie d'Eiu'opa e dell'America, com-
la via più breve pe'viaggiatori fra l'In- preso lo stato papale, quando fossero fi-

dia e l'Europa occidentale, sarà la linea nite, si leggono nel n.° 73 del Giornale
di navigazione che partirà do Suez e farà di Roma del 1857. Il medesimo co' nu-
capo aBrindisi, nel reame deliedueSicilie, meri de'mesi di marzo e aprile, uno de*
all'estremità d' Italia ;e da questo punto più importanti essendo il n.° 96, siccome
la via dell'Indie, seguendo le progettate basato sul rapporto della relazione della
strade di ferro, traverserà gli slati pontifì- commissione scientifica internazionale,
cii, lamifìcandosi per Bologna sull'alta Ita- incaricata dell'esame della gran questio-
Germania,eperla linea Sarda sulla
lia e la ne sul taglio dell'Istmo di Suez; non che
Francia. Pertanto il Papa PioIXnelfeb- la Cii>iltàCattolica de'rS aprile, conle-
braioi857, penetrato della necessità che nente un bel sunto del riferito da' più
Italia si prepari al gran rifiorimento cora^ accreditati giornali francesi ; riportano
merciale del Mediterraneo, ha ordinato quanto iii breve mi propongo qui accen-
che una speciale commissione, composta nare, sul vagheggiato ferace argomento
di que'personaggi notificati dal 0.^*43 del che preoccu[)a tutte quante le nazioni
Giornale. r///ioma, studi e riferisca qua- incivilite e trallìcanti. La retedi Strade
li conseguerjze sia per derivare al cojh- ferrate QÌc^h stati pontificii, nel cuore
mercio dui progettato taglio dell' Istmo d'Italia, è un'impresa utile non meno pel

di Stiez, e quali disposizioni fossero in cattolicismo che pel commercio genera-


quell'ipotesi da adottarsi, a(llnchè lo. sta- le d'Europa, per la facile comunic«zio-

to pontificio possa trarne partito dalle va- ne coll'antica Signcjra del mondo, la cit-^

fiule condizioni che produrrà queslM uqu- là eterna lionia^ patria comune, e U CJ^->
26 UNI u N r

pitali de'piìi polenti imperi cattolici, P^- p. 439, che Martino V


colla bolla Cani
rigi e Vienna Congiunge
. il Mediterra- inter, de' 3 maggio 1421: Jurisdictio
neo all'Adriatico, colla linea da Civita- Consulum artis mercatiirac pannoruni
vecchia a Roma ed Ancona ; agevola il de Urbe jaxta artis ejusdeni slatitta
passo fra l'est e l'ovest ; apparecchia la cognoscendi causas quascumque ad
via più breve al commercio dell* Indie, ifi sani arteni spectantes. Martino V ap-
allorché il taglio dell'Istmo di Suez, a provò e privilegiò anche altre maestran-
cui già si lavora(irìa il precedente Gior- ze d'arti e mestieri, e Sisto IV a molte
nale di Roma de'4 febbraio SSy, ripor- i confermò gli statuti. Giulio II colla boi-
tando il narrato òaWjéssemblée Natio- la Si nostrarum cmtatum^ de' 28 mar-

ìiale^a seconda del ricavato dal 3.° vo- zo i5i2, Bull. Roni. t. 3, par. 3, p. 335;
lume pubblicato dall'encomiato Lesseps, Reintegratio incliti Popull Romani ad
sulle fasi e progressi della gigantesca im- jarisdiciìonentf quani ej'as Conserva-
presa del taglio dell'Istmo di Suez, avea tores in Urbe et ips'ius populi Castris,
detto, che l'opposizione sorda e indiret- praesertini super Consulibus Artiwn
ta falla da alcuni uomini di stalo d'In- et Annona^ hactenus exercuerunty nec-
ghilterra, era il solo ostacolo contro il non et ad superioritatem in civitate Tf'
quale abbiasi da combattere l'ultioiadif- burlina. Leone X nel i5i5 eresse in
rimaneva a trionfare. Tut-
lìcollà di cui Roma il tribunale privativo del Conso-
mossa la questione nel
tavia sperarsi, che lato fiorentino, approvando 1' università
parlamento inglese,si conosceranno nio- i de' mercanti, bancliieri e foudacali fio-
livi dell'opposizione, agl'interessi di tutti rentini dimoranti m Roma, di che trattai
i popoli commercianti, ed agl'interessi nel voi. LXXVIII, p. 69 e seg. Il Papa
eziandio più potenti della civiltà), avrà Clemente VII colla bolla Ad sacrata^
tolto il bisogno del viaggio intorno al Ca- de' IO febbraio 024, Bull. Rom. l. 4»
i

po di Buona Speranza ; riunisce le stra- par. i,p. 36: Primule già prò abundan-
de sarde, toscane, lombardo-venete, e le tia rei Frumeiitarìac et Agricoltura in
popolose legazioni a Roma, per mezzo districtu Almae Urbis. E colla bolla In
della ferrovia da Ferrara a Bologna ed Supernae, de' 7 settembre 53oj Bull, 1

Ancona; fornirà mezzi di circolazione


i Rom. t. 4, par. p. 96: Approbatio Sta-
r
,

a quelle industri popolazioni; darà nuo- tutorum, et ordinationuni prò bono re^
va vita all' Italia e ne accre-xerà le ric- gimine Collegii Artiuniy et Medicinae
come quella che di tutti paesi di
chezze, i magistrorum Almae Urbisy cum prac-
Europa è la più popolata. Quanto allo finitione facultatum protomedici cir-
slato papale, le ferrovie si ritengono d'im- ca Aromatarioruni examen, et medi-
portanza sociale sotto il triplice riguar- cinaliuni admissionem, Nel voi. LV, p.
do dell'agricoltura, dell'industria mani- i3, riparlai del sodalizio fondalo da'cu-
fatturiera e del commercio, sorgenti del- riali di Roma, e approvato dal Papa Pao-
la ricchezza d'un paese, d'abbondanza e lo IH colla bolla Alliludo diviuae, de'
di prosperità; come quello eh' è ferace febbraio i54i> Bull. Rom. t. 4> P^*'* i»
di prodotti agricoli, di minerali, di ma- p. 187, per prendere cura e istituire nel-
terie primitive. Finalmente, che la linea I' arti poveri orfani d' atnbo
i sessi. E i

poi da Trieste a Fienna^ la quale de- qui rammenterò che negli Ospìzi di Ro-
v'essere ben tosto finita, completerà la ma(F'.)ent Conscrvalorii di Roma (^.),
rete delle ferrovie d'Italia. ed in altri benefici istituti che a'Ioro luo-
Quanto alle università artistiche de' ghi descrissi, si esercitiuio ai ti, mestieri e
dominii della santa Sede, trovo per la manifatture; ed anche in alcune Prigioni
prima volta nel Bull. Roni. l.. 3, par. 2, (/".), nel religioso e nel morale regolati
tJNI UNI 37
in diversi stali, le donne da Sorelle dal- jusofflcium speclantes. Pio IV col moto-
ia cai'ilà, gli uomini da jR(^//^f'o*Kli diver- proprio Cam sicut accepimus, del 1 559»
si ordini, ed in alcuni regni, come in quel- Bull. Rom. t. 4> p«r. 2, p. i : Jurisdictio
lo di Napoli,anolie da' (^("T/z/f/ per disposi- Gubernatoris Almae Urbis procedendi
zione del re Ferdinando II che regna. Per- cantra Mercatores cambia sicca, et illiei'

tanto nelle prigioni fiu'ono stabilite saie di ta contrahentes. Colla bolla T^olénles di-
lavoro, secondo la condizione e t'iiitelli- lectos^deiS gennaio 1062, Bull. cit. p.
genza de'condannati, preferendosi sempre I o3: Declaratioj amplialiojurisdictio-
et

i lavori che offrono maggior speditezza nis Consulnm artis mercantiae panno-
d'esecuzione e di smercio. Senza ritorna- rum de Urbe. Pio IV inoltre stabilì qua-
re nell'argomento, aggiungerò il riferilo li artisti dovessero ammettersi per Con*
dal n.° 1 5 del Giornale di Roma del enumerai nel voi. XV,
clavisti (^".), e gli
j8 j4- " Alle 5 pomeridiane de' 1 8 mag- p. 268 273, riportando pure le analo-
e
gio il Papa Pio IX si recò alla Chiesa <1i ghe disposizioni tla Clemente XII ema-
.y. Balbi/m a visitare la casa di detenzio- nate. Nell'esposizioni straordinarie del ss.

ne de*minorenni, recentemente fondala Sagra (uenlOjChe iMiWsLSede l'^acante{F'.)


dalla sua munificenza, per togliere i gio- si fanno, per invocar da Dio la scelta d'uà

vanetti dal pericolo di maggiore corru- ottimo Papa, le università artistiche vi si

zione nelle carceri comuni, e adklata alla recavano processionalmente per turno,
cura de'fratelli della Madonna della Mi- come si può vedere nelle descrizioni de*
sericordia, istituto assai beneinerilo,spe- Diari di Roma del secolo passato, cioè li-

cialmente nel Belgio, per la religiosa as- na ed altra nelle ore po-
nella mattina,
sistenza che presta a'detenuli nelle pri- meridiane, altei'uando con altri sodalizi.
gioni. Il santo Padre osservò le celle, ove II Papa s. Pio V con particolare sollecitu-

durante la notte stanno rinchiusi i gio dine promosse l'arie dell'agricoltura, con-
vani, e alcuni di loro interrogò sul cate- fermò i nuovi statuti , ampliò i privilegi
chismo. Oegnossi ancora di visitare un concessi da Sisto IV, Giulio li e Clemen-
fratello infermo, dirigendogli parole di te VII, massime la facoltà a'consoli per
somma consolazione". Alla pia unione di giudicare definitivamente toltele con-
s. Paolo in Roma è affidata la cura spi- troversie ad essa concernenti, quando an-
rituale de* detenuti politici presso s. Mi- che nascessero fra persone privilegialis-
chele a Ripa, delle Carceri Nuove in via sime, come si può apprendere nel mo-
Giulia,de'forzati nella piazza di Termi- to proprio Pia devolìo, de* 9 settembre
ni. Nel voi. LXX.X, p. i64ei65 notai 1 5(36, Bull, cit., p. 3 1 3. Laonde nel 1
595
(juinito riguarda la nuova direzione ge- in Roma furono stampati: Statata nobi-
nerale delle carceri e case di condanna: la lis artis Agricolturae £/r^/.s. Indi con Tal-
precedenle>pettavaiilGoi^^'r/i<2for<;i///?o- tro moto-proprio Cupientes^de^Vm ot-
//la^ a\V Uditore della Camera, A Teso- tobre i566, Bull. 3 16, s. Pio V; cit. p.

riere generale y al Segretario di Co/isnl- Privilegia prò exercentibus arlem Agri*


ta,a\Senatore di Roma[f^.),ec. Indi Giu- coUurae in districlu Almae Urbis, etfra-
lio 111 colla bolla Mentis deK'olìonis yi\*i 1 1 mcuLi ac biada asserenlium ad cani.
,

«prde 553, Bull. Rom.


1 t. 4»por. r ,p. 3o3: Piohibilioqueeos impediendi ^ vel dia ul-
Faciilias Co Ile gii Phy sica rum Medico tra usuui necessarium suae famUiae e-
rum Almae Urbis, quoscumque promo- me/u/i. Dipoi colta bolla Ut ad artis La-
vendi ad gradus phylosophiaCf et niedici- nacy de' 5 settembre iSBy, Bull. cit. p.
nae privative quoad alios. Et eonfirma- 3q6 Jurisdictio consulnm artis
: Lanae
fio jurisdiciionis Proto- Medici, cogno- in Urbe cognoscendi causas ad artem
scendi causas civile^, et criminalcs ad e- ipsani spedali. Gregorio XI 11 fu bene-
3t8 U N I UNI
merito colle università artisliclie, (ì«r a- Io V. Suir arco di Tito fu posta Tarme
t'eieapprovalogli statuti di diverse eoon- . pontifìcia retta da due angeli, la facciala
cesso privilegi. Col breve In //posloliene, degli orli Farnesiani era gtiarnita di ric-
del i.° novembre iSyG, Bull. Rom. l. 4, chissimi panni, le arti avendo apparato il

par. 3,p. 323: furisdictio Prolo-medici^et consueto tratto di strada. In diversi pos-
Collegio Physicorwn Alniae Urbis ^quos- sessi trovai, che nell'omaggio del senato-
Ciim(jut medicos in ea medenles exatni- re di Ro«na al Papa, fra il suo corteggio
imndi,el non repertos idoneo s ab cxerci' eranVi ancora consoli dellearti in aurea
i

tio medicina e expcllendij atqne coercen' veste. Nella descrizione del possesso e Ca-
di. Nell'articolo TRlBU^'ALl di Roma , fa- valcata del Senatore di Roma (K), Giu-
cendo menzione di varie bolle riguardan- lio Cartari orvietano nel 1
629, leggo che
ti l'uiiiversità arlistiche romaoCjdissi pu- venivano in prima i soldati del popolo ro-
re di quella di Gregorio XIII, stdla rein- mano, cioè gli artisti di Roma, armati di
tegrazione delia giurisdizione e indolii spade e archibugi, co'loro sergenti avan-
TJniversìlaUitìi Arliitni Urbis praeser- ,
ti, e tamburo nel mezzo della squadia, es-
vnla superioritale Gubernalorem etalìo- sendo tutti addobbati con pennacchi e
rutn Judicum. Diverse disposizioni ema- bande di diversi colori; dopo i quali suc-
nò il suecesso*e Sisto V sulle università cedeva un'altra squadra armata di pic-
de'oìcslieii, come il breve Cuni alias^ de* che, nel cui mezzo erano due tamburi e
18 dicembre 585, Bnll. Rom. t. 4, P'U*.
I un'insegna rossa, e dopo le picche incede-
4, p. 171 -.furisdictio Consnluni arlis La- va un'altra squadra d'archibugieri simi-
nae in Urbe^ et privilegia Mcrcntorum e- le alla prima e col suo tamburo. Io credo
jnsdeni artis. Colla bolla poi Ciwi siciit, che tali soldati o guardie del popolo ro-
dciS maggio i 586, Bull. cit. p. 2 1 8: In- mano, fossero la milizia urbana à& Capo-
stilutio arlis conficiendi sericu/n in Ur- torH^P'.)e poi anche guardia pontificia,
he non-
et loto Slatti Ecclesiaslico citni composta di artieri di Roma, e da ultimo
nulli s ordinationihus.Clemente Vili col incorporati alla guardia palatina , di cui
decreto Sanctissimus,ó(i' g marzo 592, 1 i parlai nel voi. L, p. 20
che unitasi al-
f,

£ull. Rom. l. 5, par, r, p. SSyf Declara' la già Civica (f'^.) scelta, si forma di qua-
fioquoad electionem, el qualità tes Judi- si tutti artisti romani. Ora la guardia mu-
cum Conservaloruuì ,ad inslaiUiani quo- nicipale di Roma è quella de' Pompieri
rumcumque Ordinum Unii'ersitatufn, , (P.), per l'estinzione degl'incendi, pari-
Colleglorum et locorum piornm a Sede , menti composta di tutti individui eserci-
apostolica conces^orum , et concedendo- tanti mestieri. Innocenzo X prese posses-
rum. Il Cancellieri nella Storia de' pos- so nel 1 644» e nelle diverse sue descrizio-
sessi de' Pontefici, della proto-basilica La- ni è riferito l'apparato bellissimo fiuto
teranense loro cattedrale, pubblicando le dalle arti di Roma, lateralmente alla via
relazioni delle pompe e gli addobbi delle sopra travi, cioè a Campo Vaccino sino
slrade,piìi particolarnienle narra in quel- agli orli Farnesiani del duca di Parma,
lo diLeone XI nel 6o5, che d'ordine del
1 il quale erigeva ancora un arco trionfa-
popolo romano dalla piazza di Campo le; seguiva l'apparato dell'università de-
Vaccino sino al Colosseo, la via era stata gli ebrei avanti e dopo l'arco di Tito, con
nl)bfcllifa e ornala dalle arti di Roma; ol- panni d'arazzo, ecirca 60 iscrizioni ebrai-
li-e il superbo apparato fallo da'Farne- che e latine di profezie, proverbi, verset-
se lungo le tnura del giai dino e orto di ti del vecchio Testamento, oltre l'arme
essi , con tappeti e drappi superbissimi pontificia; indi e sino al Colosseo era l'al-
per tulle le finestre. In lutto si lece altret- tro apparato dell'università artistiche, se-
tauio nello slesso anno pel possesso diPao- CQudo il cousuelo, 4ulicaruenle gli Ebrei
UN I UNI 29
nveanoin diversi luoghi, notali in tali ar- vantaggio del commercio, che l'esercizio
licoli , eseguilo la pieseula^ione al Papa di mercante (nel quale articolo Io dissi
dei lesto di loro legge IMosaica, fiiicliè fu però vietalo a' Chierici e piecipuamenle
slabilito il descritto luogo, acciocché nel lì Missionari; qui poi avverto con mg/
trionfo di Tito scolpito nel suo arco, per Nicolai, che Clemente Vili, per invit<ird
la distruzione di Gerusalemme, ricono- e allettare i coltivatori delle terre, rin-
scessero avverala la profezia del Reden- novò i premi da'suoi ante-
privilegi e i

tore, rs'elle relazioni del Cancellieri sono cessori conceduti > dichiarò che anco i
più volle riportate le iscrizioni degli ebrei chieiiei ne'propri terreni potevano eser-
poste ne'Ioro apparali, come pel possesso citare l'agricoltura, senza che potessero
d'Innocenzo X, con diversi passi della s. essere accusali di esercitare perciò una
Scrittura, anche con allusioni di lode al negoziazione vietala da'sagri canoni; e
Papa< Avendo Urbano Vili istituito il ordinò che ogni anno si conservasse Va

giudice pe'poveri senz' appello, il succes- 3/ parte de'vitelli, per allevarli, aflincliè
sore Innocenzo X lo cont'erniò, e da esso non mancassero gli animali t)ecessari al-
derivò il giudice delle mercedi e de'nier- non pregiudicava alla i»o-
l'agricoltura)
cenari campeslri, pel pronto pagamento biilà delle persone e delle famiglie, esclu-
delle mercedi. Ne trattai ne* voi. LXIV, so a'nobili il vendere le merci a minuto.

p. 5i,LXXX, p.i54 e 167. Da ultimo il Nel paragrafo Mercanti riparlerò della


giudice per le cause e questioni delle mer- bolla e di quest'argomento. Dipoi il ce-
cedi, venne aggiunto al civile Tribunale lebre cardinal De Luca pubblicò l'opera;
r/f/iomrt (F.), successo a (|uello dell* A. Theatruni verìlatis et justUiae , ove nel
C. ossia dell' LV//7ore (Itila Camera (^'.). lib. i5 y De Judiciis, disc. 47» Romana
Riporta il Vitale, Storia de' Senatori di conipetentiae Fori inter quamplura tri-

Roma, 536, che il senatore del iGIJg


p. bunaliutn Urbis, tratta nel § 29 e seg. De :

Giustino Gemile da Salisano di Sabina, Protecioribus Pio rum locorum Urbis^eo-


con edillo ordinò a'camerlenghi, consoli rumquejurisdictione. Nel § 45* ^^ Con-
enolari di qualsivoglia artediR«jma, che sulibus Artium. Nel § 4^ De Tribunali :

in avvenire sotto pena di scudi dieci d'o- Consuluni Jgricolturae. Quanto al § 4^


ro, per ogni volta, da applicarci alla ca- dice: Sub hoc tam-
tribunali Capitolino,
mera di Roma, secondo lo Statuto, lib. 3, quani connexa^seu consequutiva cadunt
cap. 45», « e per essi n»andalo esecutivo, quaedaui liibunalia inferiora, quaecoit-
el de capiendo, debbano venire, ed assi- stituuntur ex Consuiibus Artium haben-
stere all'ora solita dell'udienza nel porti- tibus proprios Assessores^ dum ab eis ad
co del palazzo dell'Ili. mi Sig, Conserva- hiinc forum, sive ad Senatoreni recurri-
lori, e dare udienza nel proprio tribuna- iur,alquein istacausarum specie nimiutn
le in qualsivoglia giorno giuridico nelli rari sunt casus, quod assumantur isiae
luoghi assegnali, o da assegnarsi; qualee- quaeslioneif rompcttnliae Si^nalurae ,
dillo olire la pubblicazione ne'Iuoghi so- dum ut plurimum agitar de causis modi-
lili di Cumpidoglio, si debba ritenere in cae coìisiderationis atq uè quaestio ma-
tulli i Consolali, ed Oilicii de'Notari, che joris compt'tentiae soletessecum Locunt'
servono Con^olatl delle Arti di Roma '*.
lenente ci\'li Cubernatorii agente de cait-
Clemente X col breve Decet Romanuni sis mercedisyVelcnm quvddam altero Ju-

Pontificemy de' i5 maggio 167 i , Bull. dice charitalivo qui in grntiam panpe-
Jiom.l. 7, p. 124: Constitiitìo, ut Roma- rum operariorum,vtlfainulorum in hoc
nisy aiilsque NohiLibus Status Ecelesia- eodcin genere causa ru in mtrcedis, a mo-
stici Ucealexercere (ommercia sineprae- derno tempore, laudabìlittr quidrm, de-
jiuUcio nobili taiis. Dichiarando però, per pululuseil. Innocenzo \ Il colla bulla AV
3o UNI UNI
mnnus Pontifex ^ de settembre 1692,
i */ rum Longitudinem - Et Imperi Felicita-
Bull, Boni. l.
9, p. 271 Abolenlur o-
: teni Auspicantur. A sinistra incontro a
mnia TribunaUa^ et Jitdices particnla- qiiesta si leggeva il versettoi2 del salmo
rts citm suisfacilitati bus: Reducunturad 64 Benedices coronae anni benignitatis
:

fus commune omnesfacullates deputandi tuacj et campi tui replebuntur ubertatc.


dictosjudlces. V
incluse quibuscunique Nel parato degli Affldady verso il Colos-
Universìtatibus , et Consulta tionibus e- seo, eravi perimpresa un agnello, cbe te-
tianiArtium. Quoad CotisulatusArlium, neva col piede destro una bandiera, die
et Universitates eliani Medicoruni,etMer- lo circondava coU'epigrafe: Unii'crsilas
catorum sublatìs omnibus Assessoribus^ Affìdatoruni Urbis, ed i seguenti verset-
et abrogata in judicìalihus quacumque ti tratti dalla s. Scrittura. BenedicctaC'
Consulum , et Vniversitaluni jurisdictio' mentis y et gregibus oviuni. Sicut Pastor
iiejta ut eorunidem jetearumdeni iurisdi- gregent suum pascet, Firi Pastores su-
ctiOj ex mine etìam quoad causasinstru- mus servi tui. Benedicite onines besdae^
ctas , penitus , et omnino cessare debeat^ etpecora Domino, Le altre arti cbe avea-
succeda nt^ et prò •
et ccssasseinteWga turj no parata la strada erano Albergatori, :

cedant competentes fudices ordinarli ju- Bancherotti, Barbieri, Calciaroliy Cai'


xlaeorum ordinariasfacultates, nulla ut zettan\ Calzolari^ Candtlottari, Cappel-
supra habila ratione privdegiorum ,et an- lariy Falegnami^ Ferrari , Fornaciari^
tiquarumfacullatunijinfer quos sii locus Fornariy Lavoranti e garzoni de* mede-
praeventioni, adhibitis, quatenus /udici- simi, Frultaroliy Linaroli, Macellari
bus ip<;is opus videaliir iisdeni Consiill- Mtdagliariy Mercanti fondacali, Mer-
bus soluniniodo tamquani periiis in re- canti di legno e legname, Molinari, Mu-
bus ^ et negotiis eoruni arte.in concernen- lattieri, Muratori, Orefici , Osti, LavO'
iibus. Excipimus tamen^ et sub praesenti ranti e garzoni de medesimi. Ortolani,
nostra constitutione contpreheiiso<i esse Pelllcciari, Pescatori, Pescivendoli , Piz-
nolunius tum Consules Agricollurae, il- zicaroli, Pollaroli, Regattieri^ Saponari,
lorumque Assessorum^tum Notar io s Cu- Sartori, Scarpi nelli, Scarpellini, Sella-
riae Burgi^ Mercatorum et Aroniata- ,
riy Speziali, Tessitori, P^accinari , Fa^
riorum prò eoruni offici is ti tu lo oneroso scellari di Ripa, Fermlcellari, Lavorati'
acquisi ti s, seu adniinistratis,donec aliter ti egarzoni de medesimi. L'università de-
provideatur. Pel possesso eli Clemente XI gli Ebrei a\ea apparato il consueto luo-
nel lyoi l'tiniversilà degli ebrei apparò go con molle figure e iscrizioni in diver-
la via dall'ureo di TiloalColo<;seo, con 3o si cartelloni con caratteri, ornali di vari
emblemi e iscrizioni pubblicale dal Can- freci ed emblemi dorali, in molti alludenli
cellieri, in diverse caiielle ornate di fre- al nome, allo stemma e alla famiglia Con-
gi dorati, con epigrafi e sentenze albisive ti del Papa, poste in ordine dal rabbino,
al nome, alle virtù e allo stemma del Pa- e riprodotte dal Cancellieri. Solo ripor-
pa. Nel 1721 pel possesso d'Innocenzo terò l'iscrizione: Eadeni Universitas Ile-
XIll, nel Campo Boario prima di giun- braeorum felix fauslumque precatur i-
gere all'Arco Farnese, nella paratura fat- ter precatur et ipsum gloriosae Posses-
,

ta dall'antica e nobii'arle degli Agricol' sionis ingrcssum. Nel 1724 pel possesso
ioris'ì leggeva amano dritta quest'iscri- di Benedetto XIII fu ordinato dal senato
zione : Innocentio XIII P. O. M. - Pa- romano, cbe le università ed arti, princi-
triae Principi Paln'que Ainalissìnio-Rei piando dal muro de* minori osservanti,
Egregiae Patrono Ac Rcparatori- Agri dall'una e l'altra parte dovessero appa-
Boniani Cultorts- Insignibus Ab Eo Pe- rare fino a s. Giovanni in Lalerano. Le
tennibusque Bcncficiis Cumulati- Die- università cbe appararono lo spazio d* i 1
U N I U N I 3 r

canne e mer/a per parte, con porvi i se- ti allusivi ebraici e latini cavati dall» s.

gui delle loro professioni t\ìvoì\o:/4ccfua- Scrittura. Altrettanto dalle università


i'itari, Affidati^ Agricoltori, Albergatori^ dell'arti eda quella degli ebrei fu prati-
Candcloltari , Cnppellan\ Coronari, La' calo nel 174' P*^' possesso di Benedetta
voranli (ìt Fal( gnamìjFerrari^Foniarij XIV, con vago appiiralo d'arazzi, emble-
JiJd^nzzinieri, Mercanti di legna. Meda- mi e iscrizioni. Il Bernardini che d'ordi-
glia ri, Me rea n tifon dacali, Molinari, Mu •
ne di tal Papa e a lui dedicata fece la De-
valori y Orefici, Ortolani, Giovani e la- scrizione de* Rioni di Ilo ma, parlando del
voranti di Osti Pellicciari, Pescivendo-
, X di Campitelli e del Campidoglio, rife-
li, Pollaioli, Regattieri, Saponari,Scar- risce che ili esso erano stanze distinte per
pellini, Seltari, Tessitorie Gaimoni lavo- le adunanze de'seguenli collegi e univer-
ranti, T a scellari di Ripa, Fennicellfiri sità artistiche. Collegio degli Speziali.
e Garzoni lavoranti. Altre universrtà ar- Collegio de* Mercanti fondaca li , già del-
lisliclieche appararono 24 canne di spa- ti di s. Michele. Università de iMcreanti
zio della via da nna parie solamente fu- fonda cali. Università de Sartori. Uni»
rono Barbieri j Barilari di Ripa, Cal-
: venità de Fornari. Università de^ Ma-
ciaroli, Calzeltari, Calzolari^ Falegna- cellari. Università degli Osti. Università
mi, Fìiataroli, Linaroli, 3Iacellari. O- degli Albergatori. Università de' Fale-
sti. Peccatori, PizzicaroU, Sartori, Scar- gnanii. Università de Muratori. Univer-
pellini Speziali j Faccinari. Altre arti
, sita de* Ferrari. Università de* Calzola-
elle appararono 46 canne da una parie ri. Parlando io della Stamperia Camera-
sola, furono i Fornaciari , Scarpelli ni, /<?, rilevai che nel 174^ compositori di »

ì'crmicellari. L'università degli Ebrei, essa nelT istituire nella medesima la pia
passato l'arco di Tito per tutto il tratto di adunanza in onore della B. Vergine sotto
strada, Hnchè seguitava lanjuraglia del- il titolo di Consolatrix Afflictorum, sta-

l'orlo de'nionaci oli velani, appaiarono di bilirono tenue settimanale contribuzione,


qua e di là con cnd3tenn ebraici, adissi col- eccettuato il tempo delle vacanze, per a-
le spiega/ioni in Ialino. Anche pel posses- iulare que'che di loro si amoìalassero ->

so di Clemente XII nel 780 l'ornanien- i divenissero cronici, e persuifragi nella lo-

lo della via che traversa Tanlico Foro Ro- ro morte; istituzione esistente, le cuicoii-
mano lino all'arco di Tito, come dal Co- tribuzioni sono adesso depositale nella
losseo (ino alla pia/za Lalcranense, giusta cassa di risparuiio, attivata in Boma un
il solito, l'ornarono Tarli di liouja, e dal- secolo dopo, nel pontificato di (»iegoiio
l'arco di Tito fino al Colosseo l'universi- XV 1 che appi ovò rutilissimo sc()po,dopo-
tà degli ebrei s.econdo il consueto; primeg- chè la I .'di esse comunemenle vuoisi fon-
giando fra le decorazioni del Toro il uìae- data inAinbtirgo nel 17 78.A oche in ili ver-
sloso arco trionfale solilo erigersi dal du- se prigioni, ove, come dissi, si esercitano le
ca di Parma innanzi a'suoi orti Farnesia- arti ed i mestieri, furono inlrodotte le cas-
ni, che divenuti proprietà del re delle due se di risparmio, e così nel regno delle due
Sicilie, questi ne continuò l'omaggio, co- Sicilie , con morali e felici conseguenze.
minciando da questo possesso; la descri- Non solamente nel luogo ricordato, ma
zione de'quali magnifici e decorosi archi anche a Povero rilevai, che l'origine del-
egualmente si legge nel Cancellieri, che le casse di risparmio può avere avuto t'i-

anco per questo possesso e ne'snpplemen- dea da detta pia unione in Roma, don-
li pure ci die (piella dell' apparato del- de derivarono la maggior parie delle uli«
l'università degli ebrei, mediunte due i- li e benefiche istituzioni, le quali poi imi-
scrizioni ed elegie in arabo e latino, e altre tate oltremonle e alquanto modifica-
4o cartelle con figure siujboliche e mot- te , tornarono a ooi con un certo abito
32 UNI
di novità e come beile invenzioni stranie- 111 aìre s sur t ancienne Chevalerie di La-

re del corrente secolo, sedicente de'iunìi curue diSainte-Pelaje. Chevaliers en ce


e filantropico. Pegli immensi pregi di Ro- monde cy- ISepeuvenl wivre sans soucy; -
ma, per le sue glorie profane e pontificie p leu pie defendre - Et leur
Ils doivent le
ne'monumenti, sempre verificala
trovasi sang pour la Foi espandre. Così gli sta-
]a sentenza di Properzio: Natura hic pò- tuii di quella società, oltre all'essere im-
suilguid^uidiibiquefuitAuohve non deb- prontati al carattere d'una savia provvi-
bo tacere, che a Povero riportai l'osser- denza, erano innanzi tutto principalmen-
Ta/ione di quello che riguardo le consor- te religiosi, come può vedersi nel Marle-
terie d'arti e mestieri in Italia, le corpo- ne, Thesaurus ^ t. 4- Vicendevole aiuto e
razioni degli artefici co'loro capi in Fran- soccorso tra' vari membri; settimanale of-
cia, le società degli operai pe'soccorsi mu- ferta d'un denaio a sollievo degl'indigen-
tui in Inghilterra, ponno considerarsi co- ti; onorevole sepoltuia a spese comuni
me gl'inizi delle casse di risparmio. Del- pe'defunli poverijcelebrazione annua d'u-
l'opera pia sotto l' invocazione di Mater na messa a prò de' vivi e de 'trapassali;
AmabiUs^ di recente cominciata dall'uni- mantenimento de'poveri all' ospedale di
versità e collegio de' barbieri e parruc- s. Spirito col prodotto della questua; com-
chieri, per sovvenire gl'inabili all'esercizio posizione all'aujichevole d'ogni dift'eren-
dell'arte, parlerò poi al suo paragrafo. za insorta fra'soci; espulsione di chi aves-
Arroge che qui per analogia riproduca se offeso gravemente un confratello; ed
parte del grave articolo pubblicalo col altrettali savissimedisposizioni,fralequa*
ii.^go dell' OsservatoreRoniano del 852, 1 linon ultima la facoltà data a'capi di ra-
non senza innestarvi alcune altre verità dunare gli ascritti per ammonirli, occor-
scritte da un altro savio moderno. Le so- rendo, salutarmente , sempre però alla
cietà di soccorso mutuo furono una del- presenza del vescovo e del magistrato. Al-
le tante savie e benefiche istituzioni cat- tra consimile associazione si formava nel
toliche dell'età di mezzo. Spogliale dal- tempo stesso a Tolosa per opera del ve-
l'elemento cattolico,come deplorabilmen- scovo Folco,pel fine tulio speciale di gua-
te ne'tempi a noi vicini è avvenuto, fa- rentirsi r un l'altro dal mortale veleno
talmente di vennero potenti ausiliarie del- dell'eresia degli albigesi, e di non per-
le Sette (F.)y dell'utopia del Socialismo mettersi il proscritto mestiere t\*i\\' Usure
e Comunismo (/'^), dell'empietà e della (/'^.),come rilevasi dalla Gallia Christia-
ribellione, e specialmente nella Francia, na ili Archiep. l'olos., p. 2 3. Ma tali so-

ove in primo luogo lo spirito per eccel- cietà sono un nonnulla a petto di quelle
lenza sociale della nostra religione avea che gli operai delle varie professioni ven-
loro dato Fin dal 2 2 si coslilui va
la luce. i i nero successivamente costituendo fra lo-
in Marsiglia una vera Società di mutuo ro a quell'età, per concessione di chi reg-
soccorsOfCocneap^iavhced&WaGaUiaChri- geva la cosa pubblica, sotto forma di cor-
stianUy t. 12 , p. 363. Traltavasi allora porazioni o maestranze d'arti e mestieri.
dinon avversare e combattere, ma vera- Francia, Germania, Italia ne furono po-
mente di proleggere i sagri diritti del ve- polate ben tosto. Ed è mirabile a dirsi
scovo e del clero. Si può dire che a quel- quanto lustro alle arti, quanto sviluppo
l'epoca, in certo modo fortunata e delle all'industrie, quanto incremento e flori-
Crociale {ìÌgWq quali riparlai a Turchia), dezza quindi ne derivasse nonché alle ,

la parola d' ordine di tulli i credenti fos- città, alle intere provi ncie. Forniate tut-
se il motto famoso della cavalleria, che te sotto la dipendenza dell'autorità ec-
un poeta contemporaneo esprimeva a suo clesiastica esovrana,ed'un interesse d'or-
mòdo ne'segueuti versi liferili nelle Mè- dine^ di moralità e di icligìone , si con-
UN I U N I 33
temperava per esse in una stupenda ar- desima. 1 lavoranti, i garzoni erano in-
monia ii vantaggio deirintlividuo, l'av- teramente subordinati a'capi d'artie me-
viamento della professione, un'efllcace e- stieri, né lo spirito democratico riscalda-
niulazione di bene operare, il ben essere va le loro menti come oggidì,eziandio nel-
e la sicurezza dello slato. Non erano allo- le costumanze lodevoli del Saluto e del-

ra queste società scuola di avversioni e lo Starnuto (/^ .), che voglionsi conculca-
di odio verso le classi superiori; non pa- re. Il tempio, e le pie congregazioni per
lestra d'ignobili e torbide e violenti pas- gli esercizi di cristiana pietà, e non il tea-
èioni; non covi o centri di macchinazioni tro, r osterie, i calTè, era il luogo ordina-
e di ri volture contro la Chiesa e il Prin- rio de'loro convegni. I sagri nomi di Ma-
cipe. Tutti attendevano a perfezionarsi ria Vergine , di e. Giuseppe, di s. Bene-
nell'arte o mestiere a cui erasi consagra- detto , di s. Omobono o altro santo pro-
to; non si pretendeva di ragionare sulla tellove dell'arte, a cifre d'oro e d'argen-
politica, sulla finanza e fino sulla teolo- to si ricamavano o dipingevano colle lo-
gia; non si osava, il più delle volle per fi- ro effigie su'serici loro stendardi. Al sal-
ne turbolento, di ragionare sul contrat- meggiare alterno e divolo , alla pompa
to sociale, e sull'origine dell'eguaglianza solenne della festa del patrono dell' arte
tra gli uomini, e persino sullo spirito del- o mestiere, mesto corteo d'un funebre
al

ie leggi ; ne si presumeva discorrere di accompagnamento, si recavano soci eoa i

tutto e proferire sentenze anco su cose a- in cuore la fede, la divozione, la speran-


slruse e religiose, con paladossi singola- za della beala eternità, con indosso le ve-
ri, stravaganti utopie, e spropositi d'ogni sti di penitenza e in mano la candela ar-
genere; come fanno ora tal volta alcuni de* dente, simbolo della fede e della preghie-
facocchi,de'chiavari, de'sartori, de'caffet- ra. >» La religione adunque era il farma-
tieri, de'cuochi, de'cocchieri e altri arditi co salutare, che toglieva quelle popolari
saputelli. Lusso (F.) non era giunto a
II istituzioni al pericolo di tralignare e cor-
quell'eccesso immorale di ambiziosa vani- rompersi. Conciossiachè, intrecciando es-
tà, che ora divora e rovina tutta quanta sa saviamente il legittimo esercizio de'ri-
la società: il lusso smodato e sfacciato mol- speltivi diritti col fedele adempimento de'
tiplica bisogni, rovina
i popoli, è un in- i propri doveri, e il distacco da'beni Iran-
centivo terribile al mal costume, un vi- sitorii del mondo colla stima che merita-
zio de'più velenosi da abbominarsì, che no in quanto sono mezzo a guadagnare
spinge alla decadenza gli stati, danneg- gli eterni, sola è polente a mettere l'uo-
gia le arti, mestieri e molto più l'agri-
i mo in sulla via di quella felicità, che può
coltura. L'artista e il trafUcante si distin- raggiungersi in questa vita. Egli è sotto
gueva dagli altri nella forma e nella qua- l'ammirabile suo magistero, che l'uomo
lità del modesto vestiario e del relativo del popolo imparava l'umile soggezione
trattamento; t\G'\\ Lullo [V.)evvi una leg- a'maggiori, la pronta ubbidienza alle au-
giera e ridicola ostentazione, ne una spe- torità, il religioso rispetto al sacerdozio,
culazione di vera vanità, come ora Io de- la temperanza negli onesti divertimenti,
ploriamo adottalo persino da abbietti ar- la rassegnazione nelle avversità, l'amore
tieri dell'ultime classi Del lusso delle ca- 1 al lavoro non solo come mezzo di sussi-
se parlerò a suo luogo. Un interesse co- slenza, ma come allo di (|uelle virtù del-
mune stringeva in beli' accordo, sotto la le quali il divino Gesù, il figlio, come vol-

prudente e benefica influenza de' capi, i d'un fabbro, ci lasciava bel-


le esser detto,
vari membri d'una stessa professione, per lissimo esempio ". Tornando all'appara-
istruirsi , educarsi, formarsi a vicenda al rato festivo dell'arti di Roma ne* posses-
più onesto e lucroso esercizio della Uie- si dtì'Popi, per quttllo di Clemente XIV
VOL. LXXXIT. 3
34 U N I ti N I

del r 769, pel consueto ordine del senato mi del senato romano e del cardinal ca-*

romano dal Campidoglio al Laterano,


, merlengo, per avere ispezione sull'agri*
nelle parli laterali della via prive di edi- coltura. Nelle dvie estremità de'portici e
lìzi, fu al solilo supplito con travi situati nel mezzo della luce de'palchi era situa-
a confronto dell'una e l'altra parte con ta l'impresa dell'arte Agraria, ma più in-
sue traverse al di sopra, ricoperti con pan- feriore alle accennate, con finali sui pila-
ni di seta e arazzi dalle università arti- stri dj fasci di spighe, canestri di frutti e
stiche, e da quella degli ebrei dall' arco fiori, e nel mezzo dell'attico putti simbo-
di Tito al Colosseo, che disposero con bel- leggianli le 4 Stagioni. Tutta l'architel-
l'ordine fra gli addobbi 5o cartelledi em- llira era composta di paratura; cioè i pi-
blemi simbolici, distribuiti 25 per par- lastri di velluto cremisi trinati d'oro con
te, con iscrizioni e versetti della Bibbia capitelli e basi dipinte e lumeggiate, e gli
allusivi alle lodi del Papa, scritti in lati- sporti tanto dell'attico che del cornicio-
no ed ebraico, riferiti come i precedenti ne e architrave, erano parimenti distin-
dal Cancellieri. Questi rileva pel posses- ti da fregi di velluto a rabeschi con fran-

so in discorso, che il sito deslinalo all'ar- gie d'oro, ed il fregio similmente diviso
te Agraria, a petizione d'uno de'deputati da pilastrini di velluto , fra' quali erano
dell'Agricoltura, fu maggiore del doppio situali vari di detti motti in tliverse car-
degli altri possessi, e fu quasi nel mezzo telle a svolazzo. I palchi erano nobilmen-
a Campo lunghezza palmi
Vaccino , di te parali ne'soffitti bianchì con riporti di
160 per ogni banda dalla strada, il qua- conchiglie, e rosoni, e pilastri di velluto
le silo fu diviso nella seguente maniera a ribattiraento con superbi aiazzi ne'
dall' architetto Michelangelo Simonetti, fondi, ed il sia/ile ne'parapetti al di fuo-
che intendo in parte riportare, onde da- ri con suo fregio di velluto o frangie d'o-
re almeno un' idea degli apparali delle ro, tripponi con trine e frangie negli stes-
arti in questa solennità, nella quale pa- si soflilti. E perchè portici dimostrasse-
i

re che si distinguesse l'Agricoltura. Ta- ro solidità basamento era dipinto di


, il

le strada figurava due continuati portici pietra paonazzelta,onde sembravano due


sull'antico stile, di 12 pilastri per parte fabbriche solennemente parate a festa.Ed
d'ordine dorico, fra 'quali restavano sim* affinchè nulla mancasse al festivo addob-
metricamente divisi i palchi, 3 de'qua-i bo, sì udivano continue numerose sinfo-
li erano nel mezzo contraddistinti per es- nie di musicali strumenti dall' orchestre
sere di maggior lunghezza, con sopraor- (oltre le due che da'lati della porta degli
nato e altro ordine attico superiore nel orti Farnesianì erigevano ì propri signo-
mezzo a ciascuno de'Iali, sopra a 4 pila- ri) collocate ne'4 angoli de'palchi. Frat-
stri, nella sommità de' quali posava un tanto si dispensavano sonetti allusivi al
frontespizio con sopra lo slemma ponti- solenne possesso, e nel tempo del passag-
ficio dipinto e lumeggiato a oro, sostenu- gio del Papa fu ricoperto il suolo d'are-
to dalle laterali figure esprimenti la Pa* na d'oro. La parte più nobile de'due pal-
ce e l'Abbondanza. 1 motti dell'antico e chi fu occupala da religiosi ragguarde-
nuovo Testamento, posti a due a due in- voli ed altri ecclesiastici. Il restante fu
torno all'apparato e riprodotti dal Can- riempito da buon numero de'migliori a-
cellieri, erano situati nel sodo sotto l'ar- gricoltori , legali e altre persone inten-
mi pontificie, con ornati attorno di rami denti della città, che Clemente XIV nel
d'alloro e d'ulivo, da'quali nascevano al- passare benignamente osservò, colman-
tri festoni, che scherzavano nel mezzo de' do tulli di giubilo, qual fu poi continua-
pilastrini e attorno le armi laterali. Nello lo fino a sera con plauso indicibile del-
stesso allico dalle due bande erano l' ar- la nobiltà e popolo ivi radunalo. Pel pos-
U N I UNI 35
sesso preso da Pio VI nel r
77^, per ordi- Cora esistevano, ne' vari tratti di strada
iie liti senato roinano , dalia discesa del inculli e disabitali, cheparlendodal Qui-
Campidoglio sino alla piazza del Latera* rinale per delta strada sino al Laterano
no, sentiero quasi lutto vacuo di edilìzi, s'incontrano, poiché quanto a'possessori
si scorgevano appositamente innalzali e inquilini dell'abitazioni, avrebbero cre-
con simmetria, tanto da una parte quan- duto togliere ad essi una gloria se gli aves-
to dall'altra, alcuni travi a confronto con sero reputali bisognosi d'essere eccitati ad
traverse sopra, coperti di setini e di araz- ornarle per dimostrare il generaleconleti-
zi, per opera delle università artistiche di to.Ma appena concepite tali idee, che mi-
Roma, le quali si distinguevano dalle ri- surandole sulla venerazione e filiale osse-
spettive cartelle. Secondo il solilo dalPar- quio dell'università medesime, ripromet-
co di Tito al Colosseo V università degli tevano la più impegnala esecuzione,nedo
ebrei fra'porati collocò 25 cartelloni per verono abbandonare il pensiero, per Tu-
parte, con emblemi e sentenze scrittura- miltà e magnanimità delPapa, il quale vol-
li, tutti riferiti dal Cancellieri. le a se risparmiare la pompa nel suo posses-
Per la rivoluzione di Francia e sua re- so,anche per le attuali condizioni del pub-
pubblica, i francesi invasero e democra- blico erario, per cui avea loro comandalo
tizzarono lo stalo pontificio e /iom/2, de- che ninna si astringa a qualunque sorle
portando altrove Pio VI che morì a Va- di paratura, ornato o altra simile spesa.
lenza. Nella generale catastrofe tutto fu Perciò in esecuzione della sovrana volon-
manomesso,e le università arlislichescon- tà dichiararono, che l'esistenti università
Tolte e nella più parte sciolte o raffredda- rimanevano per pontifìcia beneficenza di-
le nell'antico spirito che le informava, a- spensale dell'obbligo che loro incombe-
vendo perduto quasi quanto possedeva- va. L'università degli ebrei però volle u-
no per le vicende de'terapi e delle cedole, tniliare a Pio VII in un libro miniato e
condizioni economiche e finanziarie che riccamente legalo, i molti e gli emblemi
descrissi a Tesoriere generale. Il nuovo che avrebbe esposti dall'arco di Tito al
Papa Pio VII pel possesso che prese nel Colosseo, se fosse passalo per quella via
1 80 1 fece precedere un ordine col quale
,
nel prendere il possesso, per mezzo del
esenlò in generale qualunque aggregazio- suo rabbino vestilo all'oi ienlole con tur-
ne, ed in particolare qualunque persona, bante e barba lunga, e da* fattori della
dall'obbligo d'una spesa forzosa, permet- comunità Israelitica. Le composizioni che
lendo soltanto a' particolari abitanti, o contenevano 5 e i 25 molti de' versetti
possessori delle case, ville e altri luoghi, scritturali, si ponno leggere in Cancellie-

d'ornare decentemente le proprie finestre ri. D'allora in poi, anche per la soppres-
o le mura di que'luoghi, pe'quali dovea sione dell'università artistiche, non ebbe
passare il Treno (F.) della pompa pro- più luogo il solenne loro ap[)araloiie*pos-
pria della funzione, stabilendo a tale ef- sessi de'Papi, e solo a questi viene presen-
fettouna strada più breve della solita, tato il dello libro dall'università tlegli e-

Quattro Fonta-
cioè dal Quirinale per le brei particolarmente. Gli antichi roma-
ne e s. Maria Maggiore al Laterano. In ni, come i Papi , ebbero il Prefetto (/'.)
conseguenza di che conservatori di Ro- i dell'Annona, incaricalo della cura de'vi-
ma pubblicarono una notificazione in cui veri per farli veiwlere ad nn piezzo ragio-
si dice. Ch'era debito del loro iiflìzio pel nevole, e che sempre fossero abbondanti
possesso di Pio VII il dare l'opportune onde evitare la carestia; ed il Prefetto di
provvidenze, onde come in altre simili cir- Romn (/''.) che ptu'e vegli'iva per l'ab-
costanze si prescriveva un certo ripartito bondanza delle provvisioni e pel buon ,

silo a tulle l'università di Roma, che an- mercato e giustezza dc'prezzi. Il prefetto
36 UNI UNI
di Roma presiedeva pure sugli artefici e le loro antiche funzioni, ne riscuotere al-
venditori de'commeslibili, alla riparazio- cuna lassa o emolumento, ed anche sem-
ne de'pubblici edifizi; speciale era la sor- plicemente di adunarsi; e solo permet-
veglianza sul pane e sui fornari: lulti og- tiamo che possano essi unirsi nella loro
getli di polizia,Tribunal Urbaniim. Nar- chiesa all'occasione de'suffragi, o di que-
ra il eh. Pistoiesi nella Fila di Pio VII^ gli altri pii e religiosi oggetti, li quali so-
che il Papa con moto-proprio de' 3 set* no comuni alle altre confiaternile della

lembrei8oo prescrisse un nuovosislema città, come anco per 1' amniinislrazione


^tVC Annona (F.) e il libero commercio e direzione dell'ospedale annesso alla

in materia de'grani, non che la libera pa- chiesa stessa, ma senza che per altro an-
nizzazione, in Roma e nel resto dello sta- che per questi due pii e religiosi oggetti
to pontificio; perciò con tale legge fu a- possino essi sottopórre ad alcuna tassa, o
bolita l'antica università de'fornari, e in- pagamento di qualunque benché minima
trodotto nella vendita del pane a minu- somma i particolari individui fornari, da'
to dettaglio, senza però alcuna utilità, il quali per conseguenza l'indicata chiesa
cos'i detto calmiere. molo-proprio Lq
11 ed ospedale non potranno ricevere che
note sciagure, lo riporta mg/ Nicolai a sole volontarie oblazioni". Indi Pio VII

p. 90, par. 2 delle Memorie, ^cggi^ eclos' a'3 I ottobre pubblicò il regola mento giu-
serv azioni sulle Campagne e sulU Anno- diziario da osservarsi in R.oma nelle ma-
na diRonìa, ma colla data de'2 settem- terie annonarie, ed eresse un nuovo tri-

bre che sarà quella della soscrizione , e bunale annonario in Civitavecchia. L'
il 3 sarà stato esibito in camera e pub- gennaio 1801 il Papa dispose il libero
blicato. Ivi nel § 17 si legge quanto alla commercio dell' olio , abolì il dazio su
soppressione dell'università de Fornari. quello proveniente dall'estero, e gratuita-
9» E quantunque in vista di tutti questi mente fece dare a* romani pozzi oleari i

non indifferenti vantaggi, che la presen- in Piazza di Termini, e qualunque altro


te nuova legge abolitiva degli antichi vin- comodo camerale analogo a tale derrata.
coli annonari presenta ancora a' fornari Questi furono i preliminari di quel famo-
stessi, vogliamo lusingarci , che saranno so commercio libero che andò a organiz-
eglino per concorrere col maggior impe- zarsi, e sul quale fu tanto detto e scritto,
gno pel più esaltoadempimento delle no- prò et contrasse realmente vantaggioso o
stre benefiche viste dirette al maggior sol- pregiudizievole. Essendo di quest'ultimo
lievo de'poveri ; nulladimeno per allon- avviso il cardinal Braschi, non che rag."^

tanare sempre più il pericolo di que'pre- R.usconi uditore del camerlengato e poi
giudizi, che a danno della classe de'con- cardinale, prevedendo il monopolio e l'e-
sumalori, e soprattutto de'poveri, la co- sorbitanze de' venditori, e l'angarie che
stante esperienza di tutti gli stati ha di- doveano pesare per la loro avidità di gua-
mostrato derivare necessariamente da* dagno sul popolo, non avendo più freno
venditori de'commestibili riuniti in cor- che li regolasse co'debiti limiti, allorché
po, vogliamo, che immediatamente dopo ebbe ellello tal sistema, comechè tenuto
la pubblicazione delia presente nostra ce- da lui perniciosissimo^ subito rinunziò la
dola di moto-proprio, s'intenda per tut- cospicua carica di Camerlengo di s. Chic»
ti gli effetti sciolta e distrutta l' antica Uditore del Ca-
sa, della quale riparlai a
università de" Fornari, e come se non a- merlengato. Avendo una congregazione
\esse mai esistito, proibendo sotto lestes- dclil)erato la totale estensione del libero
se pene comminate piùsolto a tutti e sin- commercio, in esso furono compresi lut-
goli gli antichi udìciali dell'università stes- ti gli oggetti relativi alla grascia. Dice il

sa di poter fare alcun allo risguardaule Pistoiesi, in im paese ove regna la liber-
UN I UNI 37
là del commercio convengono, la mag- qualunque giorno dell'anno; la libertà di
gior parie degli economisti, ed in parti- vendere in qualunque luogo; la soppres-
colare Melon, Essai politiqiie. surle com- kione degli emolumenti, in Piazza Navo-
merce j Verri, Riflessioni sulle leggi vin- na ( F.) e in og«ii altra piazza di pubblico
volanti il commercio dc'granijOÌìve altri, Mercato. doncesiQ la libertà di prezzo nel-
che la carestia stessa genera l'abbondan- levendite. Soppresse le corporazioni e
ra. Mg/ Nicolai prova il commercio ne- unii'ersìtà tutte dipendenti e correlative
cessario all'umana società, e ragiona co- alle materie di grascia ; acciocché non
me si deve procurare che la bilancia ne più avessero alcun diritto di rappresen-
propenda a favore della nazione. Sostie- tanza sotto nome e forma di corpo, pro-
ne che il sistema de' Feudi è pregi udi- fessione e università, che interamente a-
7Ìevole all' agricoltura e al commercio. bolì; permettendo soltanto, che gli eser-

Diniostra come ìa libertà del commercio centi le arti e professioni dipendenti dal
possa giovare all'agricoltura e all'anno- dipartimento della grascia, possano riu-
na ; riporta le obbiezioni contro tale li- nirsi nelle loro chiese all'occasione de'suf-

bertà, ed il temperamento opportuno fragi,o di quegli altri pii e religiosi ogget-


snll'alìuso di tale libertà. Osserva quan- ti, i quali sono comuni alle altre confra-
do possa o no temersi il monopolio, di- ternite della città, come ancora per la di-
scorre sjill' inutilità delle leggi contro il rezione e amministrazione degli ospeda-
monopolio, proponendo tuttavia tem- i li annessi alle chiese istesse; ma senza per
peramenti per frenarlo ; e produce l'o- altro che per questi pii e religiosi oggetti
pinioni del volgo intorno al monopolio : possi no essi sottoporre ad alcuna tassa for-
trattando con diffusione la questione sul- zosa, o pagamento di qualunque benché
la libertà del commercio. E comune opi- minima somma i particolari individui,dai
nione degl'intendenti di pubblica econo- quali per conseguenza le indicate chiese e
mia, che dal commercio libero si dovea- ospedali non potranno ricevere che leso-
ììo erceltuare tulli i generi commestibili le volontarie oblazioni. Per la quale sop-
di prima necessità:laleommissionefu l'er- pressione restarono abolite le limitazioni
rore fatale, edeplorabili ne furono lepre- degli spacci, e le fissazioni di distanze fra
giudizievoli conseguenze e danni pubbli- loro, non che le patenti per l'esercizio le-

ci. Finalmente Pio VII, col moto-pro- gittimo tlell'arte, e qualunque tassa che
prio, Le pili colle nazioni d' Europa del- j prima perciò si esigeva. Di più per I' e-
l' i i marzo 1801, Bidl. Rom. cont. 1. 1
1
stesa libertà del commercio de' grani a
p. 109: Refonnatio rcgimini Annonarii^ tutto lo stato papale, Pio VII soppresse
i'um assignalione liberi commercii. Que- ancora Monti frumentari. Istituì il Tri-
i

sta concessione del libero commercio si bunale di Roma [V.) col nome di Depu»
gitistifìcò nel preambolo del moto-pro- tazione della Grascia, lasciandone nelle
prio, con alciu)e favorevoli teorie gene- Provincie pontifìcie l'esercizio delle fun-
lali, e che una felice esperienza avea fat- zioni alle solite legittime autorità. Sop-
to conoscere alle altre nazioni e a' popò presse pure il tribunale de'Maestri giu-
Il a noi vicini i suoi illimitati vantajij;!, sti/ieri ,
perciò che riguarda le materie
L*uliIeapplicazionedi tal sistema allepar- della grascia, anche per l'aggravio che
ticolari circostanze di Roma. L'estensio- ne soffrivano venditori di fratti. Ema-
i

ne del commercio rapporto a ogni gene- nò regolamenti sulla carne vaccina,agnel-


re di grascie e di commestibili; l'intera latura e pecorina, e porcina; pe'lattacini
libertà di vendere, comprare e trasporta- e caci; per l'olio; pe'grassi, sevi e strut-
re da un biogo all'altro dello stalo ogni ti; pe'polli e uova; pel pesce, ec. ec. Poi
genere di gruscie e di commestibili iu fu coniata uuu medaglia esprimente il li*
38 UNI UNI
bero commercio personificalo da una fì- tanti modi il genio dell' industria e che
f;ura di una donna seduta, versante dal tende di sua natura a dii^inuire e re-
seno frutta e fiori, avente a destra una stringere il numero de'fabbricanti, e de-
poppa di nave e a sinistra il corno del- gli artisti e venditori , non sembra che
l'abbondanza, ed un vago mazzo di spi- possa adaltarsi a quelle riforme, che per
ghe, con intorno l'epigrafe: Commercio' il pubblico bene siamo stali astretti di fa-

rum Privilegia Abolita. Seguì il moto- re air antica legislazione economica de'
proprio L'oggetto del maggior bene^ de' nostri dominii, la quale per le vicende ac-

4 noveaìbrei8oi,5«//.cit., p. 218: No- cadute col tempo, e pel cambiamento del-


vae leges prò incremento curando artis le circostanze si era resa nella massima
yigrariae. La libertà del commercio ri- parte incoerente ed anche contraria a
,

guardo a'coramestibili, contribuì non po- quelle viste di privato e pubblico vantag-
co u quella delle arti e mestieri, alla li- gio, per le quali in altri tempi e in altre
berlà dell'industria e delie manifatture, circostanze era stata adottata. In vista di
principale sorgente della pubblica e pri- questi riflessi, colla cedola di moto-pro-
vala opulenza dopo Tagricoltura, macol- prio de'2 settembre 180Q, risguardanle ii

Tabolizione delle corporazioni e univer- nuovo sistema dì libero interno commer-


sità artistiche. Ciò eseguì Pio VII col mo- cio rapporto a'generi frumentari,abolim-»
lo-proprio // lodevole desiderio^ de'4 di" mo tutte l'università relative all'annona j

cembreiSoi, Bidl.cìt., p. 266, pubbli- in seguito coll'altra nostra cedola di mo-


calo a' 16 con editto del cardinal Doria- lo-proprio degli II marzo i8qi non la-

Pamphilj pro-camerlengo, col § i.", col sciammo di prescrivere la stessa disposi-


quale ricorda la soppressione delle uni- zione eziandio rapporto a tutte le altre
versità dipendenti óaW Annona e Gra- simili corporazioni relative agli oggetti
scia, ingiungendone l'osservanza per llo- e al dipailimento della grascia. E ani-
ma e per lutto lo stato pontificio, Ecco- mati dalle felici conseguenze, che ne de-
ne il contenuto. » § 2. Il lodevole desi- rivarono, non meno che dall'esempio del-
derio d'introdurre una maggior perfezio- la maggior parte degli stali d' Europa,
ne ue'lavori della mano d'opera fece io ne'quali già da qualche tempo con otti-
addietro classificare le diverse arti in va- mo successo si trova abolita la predelta
ri corpi separati e distinti , e produsse antica istituzione dell'università delle ar-
quella folla di disposizioni, che costitui- ti e mestieri, vedemmo che all'interesse
scono gli slutuli di delle corporazioni, in dell'industria, e al bene dello stato avreb-
ibrza de'quali, non solo presevi vonsi re- be mollo contribuito l'estendere indistin-
gole e precetli colla più precisa analisi ad tamente a tutte le arti e professioni le
ogni grado di manifattura, incomincian- determinazioni come sopra già prese per
do da'primi e piti ordinari lavori oppor- (HìgWc Vtiìiiùv e aW /4 nnona e aììaGrasciaj
tuni al di lei incremento, e progredendo cosicché niuna venisse iu avvenire ad es-
sino a' più radìnati alti a perfezionarla; sere priva di quella libertà che può es-
U)a resta inoltre vietato d'ingerirsi nel- sere sola edicace ad animarne ed accre-
l'esercizio d' alcuna arte o mesliero, sen- scerne la perfezione, e in tulle allignasse
za averne preventivamente riportalo l'op- quella emulazione, che in vantaggio de'
portuna patente, la quale bene spesso non consumatori e del popolo sempre ha luo-
\ieneconcedula,se non mediante lo sbor- go in que'generi che dipéndoiio.dalla li-
so di una data somma di denaro, e in bera concorrenza degli arlisli e de' ver(-

molte arti anche alla sola opportunità di dilori. § 3. Ma se in vista degli anzidetti

spacci vacanti nelle determinate distanze. riflessi d» pubblico e privalo vantaggio ci

IVla una istituzione, la quale inceppa iu sc(nbr« necessaria una tale esteusioue
UN I UNI 39
tielle disposizioni già prese colle riferite in vista delle savie risoluzioni prese dal-
due noslre cedole di molo proprio, nello la Congregazione cardinalizia Economi-
stesso tempo non è sfuggito alla nostra ca (F.) su di tale materia nella sessione
alteuziune, che un'assoluta e indefinita de' 21 settembre scorso, e che vennero
libertànon poteva convenire indistinta* da noi intieramente approvate, abbiamo
mente a tulle le arti e a tutte le profes- creduto di regolare in modo le nostre de-
sioni. Noi vedemmo che rapporto alle ar- terminazioni sopra questa interessante
ti le più interessanti , e specialmente a materia delle antiche corporazioni , che
quelle i\e\ lanificio e della seteria,che tan- al momento, ed immediatamente dalla
to convengono a'noslri dpminii per la co- pubblicazione della nostra cedola di mo-
pia e l'eccellenza delle materie prime, sa- to-proprio , eseguendosi la soppressione
rebbe slato avventurare la reputazione per quelle fra le anzidette corporazioni e
delle fabbriche e manifatture già stallili- università che concernono le arti e pro-
te, se di slancio, e tulio in un tratto si fos- fessioni meno importanti, o che non in-
sero sottraili li rispellivi nianifatlori da teressano la salute, o la fede e sicurezza
qualunque ispezione della legge, e sopra pubblica, le altre dovessero continuare a
tulio dall'obbligo di corredate i loro tes- sussistere insìno a tantoché dal partico-
suti e le loro stoffe di que' marchi , li lare esame, che ci riserbiamo di fare del-
quali indicando e la consueta portata del- la istituzione e delle leggi dì delle uni-
la manifattura e la sua regolaiilà, ven-i' non siamo venuti in chiaro, se al
versità,
gono a costituire la base della sicurezza pubblico beneconvengadi confermarle,
de' consumatori principalmente forestie- modificarle, o sopprimerle; il tutto come
ri. Noi non lasciammo parimenti di ve- meglio si rileva dalla estensione de' se-
dere, che rapporto ad altre professioni, guenti articoli. I.
§ 4* I^'^ll^ pubblicazio-
come sono per esempio quelle degli Spe- ne della presente nostra cedola di molo-
zialii degli Orefici e òe Fabbri fcrrariy proprio in avvenire s'intenderanno per-
si sarebbe potuto comproniettere la sa- petuamente soppresse ed abolite tanto
lute,o la fede e sicurezza pubblica, se a- in Roma che in tutta l'estensione de'no-
bolendo indistintamente tulle le regole, slri pontificii dotninii le seguenti univer-
che costituivano gli statuti di delle arti e sità, cioè de Credenzieri f Caffettieri^ gio-
professioni, si fosse lasciata aperta la slra* K'ani degli Osti, Magazzinieri^ Barbieri^
da a chiunque, e per conseguenza anche Parrucchieri^ Calzolari ^ giovani Calzo-
alle persone incapaci, o pregiudicate e lari^ Ciabbattini, Sartori giovani Sar' ^

sospette, di esercitarle. siamo sem- E ci tori, Falegnami, Facocchi d' arte gros-
pre più confermali nella solidità di que- sa e sottile, Ferracocchi, Ferrari d'arie
.sti riflessi, vedendo che negli stali più ri- grossa, Carbonari mercanti, Carbonari
nomali per la floridezza dell'industria, rivenditori, Materazzari, Sellnri, Regat-
e per la saviezza delle leggi, nell'alto di fieri. Scalpellini, Muratori , Imbianca-
abolire te antiche corporazioni delle di- tori, l^asellari, Plattari, Calderari, Pet-
verse arti si continuò ad assoggettarne li tinari. 11. E imilamente a delle universi-
rispellivi individui a que' regolamenti, tà d'ora in avanti s'intenderanno pure
che [)otevano esser diretti ad assicurare aboliti e soppressi perpetuamente non
rmdennità de' consumatori rapporto al- meno li loro particolari statuti, che tutte
la regolarilà e perfezione delle manilut- le privative esenzioni, facoltà, prerogati-
lure , e che potevano avere un tpialehe ve, limitazioni di spacci, e iìssazionidi di-
rapporloco'divisati importanti uggelli di stanze Ira di essi, e geueratmeute (piulun-
salute, o lede e sicure/./a pubblica. Onde que altro [n ivilegio accordato alle stesse
dopo le più mature nflcb^iouii e audio curpuruzioni ed università, e di cui, o in
4o UNI U JN I

forza di delti paiticolan statuti, o per soppresse università, onde mediante una
qualunque legge o concessione , esse e i tale libertà di particolari individui appli -

parlicolaii loro individui si trovassero ìq cali all'esercizio di delle arti e professio-


godi mento e possesso. III. In coerenza per- ni, possano in avvenire in vantaggio del
tanto dell'anzidetta prescritta abolizione pubblico vicendevolmenteemularsi e sul -

lutti li particolari individui che attual- la perfezione del lavoro, e sul decreraen-
inenle esercitano, o che eserciteranno in tode'prezzi. Vl.§ 9. Per una sequela ne-
appresso alcuna delle surriferite arti e pro- cessaria della presente abolizione delle
fessioni, non potranno d'ora innanzi ave- summenlovate corporazioni, vogliamo
re più alcun diritto di rappresentanza sot- pure e comandiamo, che immediatamen-
to nome e forma di corpo, professione te dalla pubblicazione di questa stessa no •
ed università, e resterà per conseguenza stra cedola di moto-proprio, si abbiano
proibito a tutti e ciascuno di essi di fa- per nulle e irrite, come noi espressamen-
re in avvenire alcun atto risguardanle le te cassiamo ed annulliamo, tutte quel-
rispettive soppresse università, e segna- r inquisizioni e processure criminali e ,

tamente di riscuotere alcuna tassa o emo- tutte le condanne, o ancora pendenti, o


lumento, ed anche semplicemente di a- in altro qualsivoglia modo sinora non e-
dunarsi in corpo, sotto pena di scudi cin- seguite contro qualsivoglia persona per
quanta, per ciascuna contravvenzione, da causa di contravvenzioni alle leggi, slatu -

applicarsi per una metà all'accusatore, ti e altri qualsivogliano regolamenti del-


che volendo sarà tenuto segreto, e per l'al- lesummentovalesoppresseuuiversità,di-
tra a benefìcio de'conservalorii di educa- chiarando sino da ora tutti e singoli con
zione. IV. E soloa'predetti particolari in- generale assoluzione pienamente e total-
dividui esercenti le arti e professioni di mente assoluti da ogni processura, inqui-
sopra nominate sarà permesso di unirsi sizione e pena ,che possano avere e pre-
nelle loro chiese all'occasione de'suffragi, tendersi incorse per causa di dette tra-
o di quegli altri pii e religiosi oggetti li sgressioni,ancorché più volte replicate;
quali sono coajuni alle altre confraterni- ben inteso però, che tale assoluzione non
te della cillà, come anco per la direzione si estenda a que' delitti, che sono ripro-

q amministrazione degli ospedali annessi vali dalle disposizioni del diritto comune.
alle rispettive chiese ,
quando questi vi VII.§ io. In ordine poi allearti e profes-
fossero; ma senza che per altro anche per sioni non nominale di sopra all' articolo
li suddetti due pii e religiosi oggetti pos- o § 3 le quali perchè riguardano og-
;

sano essi sottoporre ad alcuna tassa o pa- getti concernenti la salute, fede e sicurez-
gamento forzoso di qualunque benché za pubblica, non conviene che si lascino
minima sommai particolari iudividui,da* in una assoluta e indefinita libertà, vo-
quali per conseguenza 1' indicale chiese gliamo che non si faccia alcuna innova-
ad ospedali non potranno ricevere che le zione alle rispettive antiche corporazioni
sole volontarie oblazioni. V. § 8. E in con- e università insino a tanto che dalla no-
seguenza sarà perciò d'ora innanzi a cia- stra congregazione economica, premesse
scuno permesso il libero esercizio dell'ar- le opportune più mature discussioni, non
ti e professioni suramentovate, senza che si riconosca se alla perfezione dell'indu-
sia obbligato di prendere la matricola, stria, e al pubblico e privato interesse con-
ossia patente solita dispensarsi, di pagare venga confermarne a!cuna,ovvero mo-
di
alcuno benché piccolo emolumento, e ia dificarle, ed anche sopprimerle. Nel caso
fine di soggiacere a veruna di quelle pra- che si giudicasse di prendere quest'ulti-
tiche e di que' regolamenti, che si tro- mo partilo, dovrà la congregazione stes-
vuiio [uesa itti dagli jiiatuli delie rifeiite sa coaibiuare anlicipatameute le uppor-
UN I UN! 4r
lune protviclcDze, onde d*una in seguilo do, abbiano luogo e si osservino con ogni
tale abolizione non derivi alcun datino o esaltezza tutte le disposizioni le quali di
pregiudizio al privalo e pubblico bene; sopra agli articoli o §§ 2, 3, 4j 5», 6, sono
con avvenire sopra tutto in via di mas- stale prescritte, per quelle che in seguito
sima e di regola assolutamente inaltera- della presente nostra cedola di moto-pro-
bile, che le indicate nuove provvidenze prio restano al presente immediatamente
da sostituirsi agli statuti delie rispettive abolite, e senza che per questo debba es-
soppresse uni versila, ^/rt«o tulle diretle al- servi bisogno di alcuna nuova dichiara-
la buona qualità della mano d* opera ^ ed zione. IX. § I 2. Anche in ordine però al-
alla maggiore perfezione della rispettiva le corporazioni ed università, che come
arte o professione^ come pure a divisati sopra sino da ora debbono restare aboli-
interessanti oggetti di salute , fede o sicU' te e soppresse, sarà autorizzata la stessa
rezza pubblica, e non mai alla fissazio- congregazione economica di assoggettare
ne de'prezzi della stessa mano d'opera, li rispettivi individui esercenti le arti e
all'acquisto ed incetta privativa de gè- professioni, alle qtiali si riferiranno dette
neri inservienti alla lavorazione , al pa- università e corporazioni, a tulli que're-
gamento di tasse^ o altra qualunque cO' golamenli, li quali dalla medesima si giu-
sa, la quale possa pregiudicare all' in- dicassero necessari per lamaggior perfe-
dustria delle manifatture, e arrestare li zione delle stesse arti e professioni, e per
felici effetti delta libera concorrenza de- il miglior servizio del pubblico," ec. ec.
gli artisti e de' venditori. Volendo inoltre Inseguito,comela concessione del com-
che la stessa congregazione economica in- mercio libero incontrò poi molti de' pre-
cominci subito sino da ora ad assumere giudizi preveduti dal cardinal Braschi, e
l'anzidetta discussione relativa alTenun- forse si sarebbe soppresso se le condizio-
ciata conferma, modificazione o soppres- ni dell'erario pontificio lo avessero per-
sione delie corporazioni ed università, le messo; anche l'abolizione delle universi-
quali provvisionalmente soltanto lascia- soggiacque n richiami per le
tà artistiche
mo sussistere nel loro antico piede,e che la conseguenze dannose che produsse. L'e-
conduca al suo termine al più presto che sperienza fece poi conoscere al savio e il-

sarà possibile, e in modo che non più tar- luminato governo pontificio, che una
venturo anno 1802 sia-
di della fine del troppo libera ed estesa interpretazione
no pienamente ultimate, e possano per delle leggi suddette induceva non di ra-
conseguenza pubblicarsi le provvidenze do conseguenze al
delle pregiudizievoli
e li regolamenti che dovranno stabilmen- pubblico benCj che appunto con esse era-
te osservarsi in tutta l'estensione de' no- si avuto in vista dal provvido Pio VII di

stri pontificii dominii da chiunque ora è tutelare, al modo trattato da mg."^ Nico-
applicato, o intenderà in appresso appli- lai nella sua dotta e già encomiata ope-
carsi alle diverse classi di arti e di mani- ra. Memorie sulle Campagne e Annona
fatture. Vili. § 1 1. Di mano in mano, di Roma^ dopo gravi sconvolgimenti po-
i

che dalla prefaia nostra congregazione e* lìtici che reclamavano una indispensabi-
conomica, colie avvertenze di sopra de- le riforma neiramministrazionedelie co-
scritte, si giudicasse opportuno venire al- se pubbliche. Però sono bene lontano di
la soppressione di alcuna delle predette far eco a qualche scrittore che si lasciò
corporazioni ed università , le quali co- sfuggire qualche proposizione in termini
me sopra provvisionalmente soltanto ora generali contro il principato, e in certo
lasciamo sussistere sul loro antico piede, modo contro l'operatodell' ottimo Pio
\oglianioche in ordine a ciascuna di det- VII, per l'abolizione de'corpi e libere so-
te università^ che si andasse sopprinien- cietà delle aiti e mestieri , le quali erano
4^ UNI UNI
stale per sì lungo lempo i cardini della vulo dubbio che non fosse permesio: 1."
niunicipale potenza, senz' aver ben pon- a'medici e a'chirurglii di somministrare
tleralo le gravissime e riferite ragioni dal in qualsiasi giorno i soccorsi dell'arie; 1°
Papa allegate ne' suoi niolu-piopri; per al servi di preparare i cibi per la tavola
cui la Ch'iilà CatloUca i\t\\dk serie 2.*, t, de' loro padroni, di ammazzare animali
1 1, p. 420, censurò silFatle proposizioni di piccola specie, come sarebbero polli ed
in un'opera recente della quale die ono- altri di sìmil fatta, non però grossi anima-
revole contezza, non senza riconoscerne li che si menano al macello; purché pe-
nel resto il merito, perciò dichiarandola rò essi si riservino un tempo convenien-
[)iena di senno di dottrina e di eleganza
,
te per soddisfare a'ioro spirituali doveri,
di stile. Inoltre Pio YII nel suo zelo re- e che si faccia la vigilia de' giorni santi
ligioso, secondo l'antica disciplina eccle- lutto quello chenon vuol essere prepa-
siastica e l'ordinalo da diversi suoi prede- ralo prossimamente. Per questo mu- i

cessori, dal cardinal T^icario di Roma fe- gnai debbono macinar le biade , e for- i

ce emanare disposizioni suH' osservanza nai cuocere il pane il giorno avanti, tran-
delle» Domenica {P\) e Yd\\\Q Feslc{f^.) ne conche in ciò il caso di qualche partico-
di precetto, pel divieto de'pubblici *.S/;e/. lare necessità (le fornaci continuamente
tavoli (//.) , e per la chiusura in ore de- ardenti, come delle vetrerie, di necessità
terminale, antimeridiane e pomeridiane, tengono occupali sempre giorno e notte
e per pii-J lungo lempo nelle feste solenni, gli operai, coll'allernaliva che dà loro il
delle botteghe venditrici di commestibi- tempo di adempiere gli atti religiosi). 3.**
li e altro, de'barbieri a'quali particolar- Quando la messe o altri frulli sono in
fiienle Giovanni XXll avea vietato l'e- pericolo di perire, Se la necessità è gene-
ad altri
sercizio di loro arte nelle feste, e rale, il vescovo o il Papa accordano una

spacciatori di tabacco ec,, tranne gli spe- facoltà generale di far simili lavori; e se
?LÌali a vantaggio della pubblica salute, la necessitasi limila a una sola particola-
tulli però nelle orepermessedovendo te- re persona, oadun piccolo numero, que-
ucre socchiuse le porle delle botteghe, e sta permissione può esser data dal par-
intera meli le serrate nel lempo della roco.Ma quando si tratta di una legge
principale Vffivalara dtlla Chiesa(F.)j emanala da una autorità suprema cioè
e lullociò sia per santificare la gior- dalla Chiesa universale, la dispensa data
nata, sia per astenersi dalle opere servi- dal parroco è nidia in se stessa , a meno
li, almeno per le ore prescritte. Neil* o- che la necessità non sia reale ed evidente,
dierno pontificato, e come meglio dirò perchè in tal caso la Chiesa stessa gli per-
parlando del nobile collegio (\q Mercan- meile di dispensare dalle sue leggi. Nel
ti o commercianti foudacali, gli spaccia- corpo del diritto canonico trovasi una di-
drogheria deb-
tori de'generi coloniali e di spensa generale accordata da Alessandro
bono chiudere i loro fondachi ne' giorni 111, Papa del I iSg, per la pesca dell'a-
festivi due ore avanti mezzodì, per non ringhe e di altri pesci di passaggio, nelle

riaprirli che "ella seguente maltma.Dice gravi necessità. Egli però nelragge lefe^-

il dotlissimo Boiler, Delle feste, che le o- sle più solenni, e vi aggiunse questa con-
pere servili sono permesse e scusale ne' dizione, che si debba porre da canto par-
giorni santi in molle circostanze, ch'egli ie dellapescagione pe'poveri o per qual-
enumera, sia per causa lieve, sia per ne- che chiesa vicina. Devesi pure imporre,
cessità legittima, le quali ponuo essere ra- per modo di compensazione , alcuna li-
gioni sufficienti per dispensare dal ripo- mosina o allre opere di pietà, quando si
so comandalo nella domenica e altre fe- accordano somiglianti dispense, massime
ste di preccllo. « Perciò uou si è mai a- scia uecessilà uonfossedi graudeevideu-
UN 1 UNI 43
za. Per questa matiìera sì viene a mecìta' parire decentemente tra lo genie; e ne'se-
re, giiisla il maggiore o minor fervore del- coli XI e Xll gli uomini non si facevano
le [iroprie buone opere, parte nellacoiuu- radere che una volta ogni «4 o i5 gior-
nioue degli alti di pietà di tutta la Chie- ni, uè altro piì^ allora domandavano le
sa Essendo presso gli antichi segno di
... leggi di civiltà. Il Angers del
concilio d'
duolo il lasciarsi crescere la barba, cos\ 1282 inflisse la pena della scomunica a
molti cristiani conforiuavano a que-
si quelli che si radessero o facessero ratie-
st'uso per morlincazione. Ma nel giove- re in domenica o altra festa. Ma il canj-
di santo si tenevano in dovere di farsi ra- biamento degli usi ha di molto raddolci-
dere, e i preti e i religiosi si facevano fa- to il rigore della disciplina su questo pun-
re la corona o tonsura pei- comparire con to, Benché poi un servo possa radere o

più decenza nel giorno di Pasqua in un acconciare il suo padrone, non vi è che
esteriore corrispondente alla gioia e al la necessità la quale possa scusare un bar-

trionfo di questa santa solennità ,


poiché biere dal fare il medesimo, Termina l'an-
il venerdì e il sabato santo erano allora notatore del Butler le sue osservazioni
feste di obbligo, e tutte sagre a'divini uf- con soggiungere. Il barbiere può tutta-
fìzi. Onde era allora strettamente proi- via conformarsi al costume de'luoghi, ove
bito, come opera servile, radersi la do- il ciò è permesso, né ricusar l'opera sua in
pieuicao ne'giorni di festa. Pel liferiloco- caso di vero bisogno, ma che pero non si
slume, in Inghilterra il giovedì santo fu oltrepassino discreti confini del lempo^
i

chiamato // giovedì di radersi". L'egre- per lo stesso modo egli dee prendere re-
gio annotatore deli' ab. Butler, presoda gola da'consigli del suo confessore, o dal-^
un santo sdegno nel vedere che le rnag- la dispensa del parroco. Trovo opportii-
giori faccende de'barbieri sieno ne'gior- nissimo riprodurre un piccolo brano del-
ni festivi, osserva, L'usanza de'barbieri, la recentissima e bella pastorale del ze^
di radere per gran parte del giorno festi- laute e dotto vescovo di Pinerolo uìg/
vo, è un abuso da non doversi tollerare, Lorenzo Guglielmo M/ Reualdi, il qua-
al quale i vescovi e i magistrati dovreb- le dopo aver colle gravi parole che ripor-

bero porre rimedio, Le persone che ven- tai nel precedente articolo, riinarcato che

f;ono dalla campagna, e che non ponno il secolo nostro tutto inlento all'industria
(arsi sbarbare la vigilia, si possono scusa- e al commercio, e quasi unicamente pie-
re per troppo legittima necessità; ma que- gato alla terra, perde di mira il cielo; in-
sta ragione non autorizza il barbiere a di ecco come si esprime, parlando della
mettere in quest'opera molto tempo. Pe- Preghiera sommo conforto dell'uoioo, e
rò a Roma e in molti altri luoghi le leg- del tributo che ne'giorni festivi il popolo
gi una data ora, oltre la
stabiliscono olire al Sigiìoie, e della santificazione del-
quale non è permesso in dì festivo di far la festa. » È nel dì festivo che luUi siauiQ

la barba. Questa permissione per un cer- egualmente dinanzi a Dio in faccia agli
to spazio di tempo è nel numero di quel- altari, e ivi riconosciamo i duilti d» fra-
le, che Natale Alessandro tiene per
il p. tellanzacomune; perchè ivi il ricco ed i|

iscusobili. È vero che Giovanni XXII potente del secolo, non altrimenti che il

nel 1817, e molti concilii proibiscono e- lavoratore ed il poveretto, sentono d'es-


spressamenle a'barbieri di radere lu do- sere tutti figli del medesimo padre, e di
menica, perchè questa in se stessa è ope- avere tutti le aspirazioni e le promesse
ra servile; ma per ['addietro la bai ba lun- della medesima eredità. Kicordutevi a-
ga era per sì falla maniera alla moda duncjue, lasciate che vel ripeta, ricordate*
(come in moltissimi lo è al presente), che vi tli santificale (|uel giorno, perchè è des-
oou era tuesliere farsela radere per com- so il coulrassegno che Dio ha poilu tra
44 uN I UN [

Ini e voi nella serie delie generazioni, af- no nulla ad Invidiare a quelle de* ricchi".
finchè sfippiale die egli solo è vostro Si- Nel 1823 a Pio VII successe Leone XII,
gnore. Voi che attendete alle dure friti- il quale credeva indispensabile di ripri-

chedella campagna, che fecondate la ter- stinare, massime in Roma, l'università ar-
ja col sudore; voi che per servire alle u- tistiche, ch'egli avea nelle sue nunziatu-
inane industrie edalla maggior fortuna, re di Colonia e al tratto del Reno ammi-
-vi seppellite nelle viscere delle montagne rate anche io Germania nelle maestran-
per estrarne marmi e metalli; voi che la- ze, e riteneva prudenti e vantaggiose isti-

Toiale da mane a sera nella povera odi- tuzioni ,


perchè in quella regione si ri-

Cina e v'incurvate faticosamente sull'in- sguardavanocome l'occhio eil braccio del


cudine e sulla sega; voi che, trasportan- governo, per condurre e mantenere po- i

do sui vostri carri enormi pesi, reggete al poli nell'abitudine dell'industria morale
freddo rigoroso, alle tarde notti, alle in- della religione. Di questi vantaggi per-
temperie d' ogni maniera; voi che per 6 suaso Gregorio XVI favori la riprislina-
giorni continui vegliale lunghe ore al te- zione delle università artistiche, e vi co-
laio, al naspo, al torcitoio, nlla spola, e stituì quelle corporazioni che lo brama-
respirale la nauseosa aria delle stanze de- rono; inoltre provvedendo all' abuso di
stinale al lavoro; voi che uscite col mat- aprire pubbliche spezierie o farmacie in
tino primissimo dal vostro abituro e non Roma e nello slato papale, onde impedi-
vi ritornale che a tarda notte, e talvolta re col soverchio numero funeste conse-
non cV tornate neppure per la distanza guenze alla pubblica salute; perchè se in
del luogo e pel lavoro da compiere, sap- ogni ramo d'industria la libertà di com-
piate che dopo 6 giorni di fatica e di pe- mercio è impulso a facilita-
di stimolo e
na, Iddio ha comandalo che abbiale un re le contrattazioni, ed a procurare l'u-
giorno di riposo per vivere a lui ed alla tile reciproco de'consumatori e possiden-
vostra famiglia. Vuoleche voi pure, iqua- ti, in fallo di medicinali tal cosa è nocc-
li siete suoi (igli egualmente che dovizio- i volissima.Egli curò alacremente l'abbon-
si e i f)rlunati del secolo, proviate nel ri- danza, reprimendo l'eccesso de'prezzi de*
poso di quel giorno le dolcezze della vo- commestibili, per quanto il potè secon-^
stra casa e della religione: che accorria- do le leggi vigenti; ma volle che il pane
te a questa e ne frequentiate i consolan- si spacciasse buono e a prezzi discreti. Se-
ti misteri per acquistar nuovo coraggio a gretamente faceva comprare un pane per
compiere esattamente i doveri del vostro quasi tutti forni; lo pesava da se, lo as-
i

sialo; adJnchè, compiendoli per amore di saggiava richiamando al dovere chi ne


,

Dio e con fedeltà alla sua legge, ne abbia- alterava il prezzo, la qualità, il peso. Da
te poi la desiderata mercede nella imnjor- se medesimo vegliava con sagace previ-
talilà che ci attende. Vuole che il gior- denza a rimuovere la penuria de'cereali,
no di festa sia giorno di santa allegrezza tiattando egli stesso con paterno amore
tra'domestici alfelli, che vi adoperiate in co'principali agricoltori e mercanti di es-
esso a rafforzaresempre più co'vostri ca- si. Istituì in Roma la camera di commer-
j i i mettendo tine ad o-
viucoli di affetto, ciOj ed essendo essa uno òt Tribunali di
gni dissapore che mai fosse, manifestan- Roma, in quell'articolo ne riparlai, e del-
do la vostra tenera dilezione a'figli, pro- le altre camere di commercio dello stato;
movendo in essi la rispettosa soggezione, de' filliti dolosi ragionai
o a Mercante^ a
cose tutte che mantengono vivo lo spiri- Schiavo , e parlando degli statuii muni-

to di famiglia, e rendono beate le case a cipali, per le pene infamanti da essi in-

qualunque ordine appartengano, facen- flitte. Fu benemerito degli artieri e altri


do sì che quelle de'poverelli non abbia del popolo, con approvare le ricordate
U iN I U N l 45
casse di risparmio; protesse le nianiftillu* voluto dare una pubblica e non dubbio te-
redanneggiJile dalle macchine; ed a van- stimonianza della cleuientissima sua pro-
taggio de'giovanelti artisti favorì \e Scuo- pensione a concedere a'coi pi diarteenie-
le dìFonia (F.) notturne e di altrove. stieri di Rou)a una così benefica istituzio-
Appena il regnante Papa Pio IX fu e- ne". La delta congregazione si compose
levato al pontificato beneficò l'universi- de'cardinaliMaltei, Patrizi e Marini, con
tà degli ebrei , sospese e poi soppresse il mg.' Vitelleschi per segretario, a' quali
vassallaggio e Tributo che rendeva a\ Se- nell'ottobre 85 fu aggiunto il principe
1 1

nato Romano Nel 1847 organiz-


{/''.). d. Marc' Antonio Borghese come magi-
zando il consiglio e Senato di Roma (/^.), strato romano. Indi il Pontefice Pio IX
vi ammise pure i professori d'arti libera- a'j4 maggio 1 852 emanò il seguente ana-
li, i banchieri, i negozianti, i mercanti a- logo moto-proprio. « I gravissimi muta-
camera di commercio, capi
scritti alla i menti, che rispello all'esercizio delle arti
d'arti e mestieri non ignobili. Notai nel industriali s'introducevano nel commer-
voi. LUI, p. 229, cheper l'equilibriodel- cio sul declinare del passalo secolo , ed
le rendite colle spese delio stato e per alcuni riprovevoli abusi che nella liujga
far fronte alle conseguenze degli ultimi serie de' secoli si erano sventurata<neiile
deplorabili avvenimenti politici, ivi nar- insinuati nelle associazioni ed universi-
rati, dal ministro delle finanze, ministe- tà, in cui si raccoglievano i coQ)mercian-
ro che poi tornò a fungersi dal Tesorie- ti e gli artieri di questa nostra metropo-
re, nell'ottobre i85o fu imposta una tas- li, indussero l'animo di Pio VII ,
nostro
sa sull'esercizio delle professioni, arti, me- antecessore di gloriosa ricordanza, a pri-
stieri e industria, poi modificata. Riferi- vare l'università medesime dique'molti
sce il Giornale dì Roma de' 4 ollobre privilegi, de'quali si erano fino allora av-
i85r.»* Che il Papa vegliando indefessa- vantaggiale. E per quanto l'ullimode'tre
mente al miglior essere di tulli i suoi sud- motupropri a ciò relativi sembri esser
diti ha di recente (a'6 giugno i85o) ri- dettato con qualche rigore, non discono-
volto le speciali paterne sue cure ad una sce tuttavia le virlìi e le opere meravi-
delle pili estese classi de'medesimi, eh' gliose, che per interi secoli la pindeiilis-
quella di coloro i quali professano le va- sima istituzione di tali università aveva
rie arti e mestieri in questa dominante. prodotte a beneficio dell' intera società

Nell'intendimento di stabilire tra di loro cristiana; né mollo meno intende ad af-

un'intima unione che presti dell'incom- fievolire lo spirito di carità evangelica,


parabili garanzie ad ottenerne il conse- da cui traevano tutta la loro vitalità; uè
guimento dell'interesse religioso e indu- a sminuire in alcuna guisa gli aiuti e fa-

striale, Sua Santità si è degnala commet- vori spirituali di cui verso loro in ogni
tere ad una particolare congregazione la tempo erano stati larghissimi i noslri pre-
proposta di quelle provvideiize,che pren- decessori.Se non che per somma sven-
dendo l'uomo per il duplice interesse del- tura accadeva, che mentre alle universi-
la vita spirituale e della vita materiale, tà de* commercianti ed artieri venivanti
valgano a rannodare cou più stretti vìn- meno co'privilegi i materiali interessi, si

coli, sotto l'autorità della Chiesa, che so- rinnovavano ne'noslri slati quelle deplo-
lo può retiderle veramente utili e profi- rabili vicende, che oltremodo contribui-
cue alla società, lecorporazioni industria- rono al raffreddamento della pietà e ul
li e le confraternite religiose. Mentre la rilassamento de^coslnmi delle nostre po-
congregazione si occupa con ogni alacri- polazioni. L'antica alacrità delle associa-
tà nella discussione e nello sviluppo del- zioni del commercio e delle arti non sen-
l'allklatole incarico^ Sua Beatitudine ha tiva più lo sliiuolu dulie utilità economi-
46 UNI UN I

che, ne gli eccilanienli dello zelo sacer* cuna qualsiasi cla8<;e di arte, il costituir-
clolole,n)ercecliè la parie più nobile e più si in Università, e sarà in pieno arbitrio
elella del noslrn clero era stala traila in de'rispettivi commercianti ed artisti l'a-
esilio, talché anche perciò che spelta agli scrivervisi in qualunque tempo; salvo
esercizi di pietà, alcune delle università quanto si prescrive nel successivo artico^
interamente si disciolsero; ed alcune che lo ottavo, e salvo le disposizioni, che po-
TÌ rimasero, non presenlavano che una tessero stabilirsi nella compilazione de*
hmguida eflìgie di quella operosità ed ef- rispettivi statuti, di cui alTarticolo nono^
ficacia, con che prima adempivano a'io- Art. 3. Non si appone alcun limite di
ro uffizi. Le sciagure, che quinci ne de- tempo, odi numero a coloro, che così vor-
rivarono agl*individui,alle fawiglie,e per ranno costituirsi, od ascriversi, purché vi
necessaria conseguenza a lulla la cristia- rimanga inalterabile l'unità dell'interes-
na società, sono sugli occhi di ognuno nel- se e della classe. Art. 4* Riconoscendosi
la Irascuranza, in cui lanle classi di com- di somma utilità, che li garzoni ed ap-
mercianti e di artieri vivono delle pra* prendisti di un' arte siano uniti ed asso-
tiche religiose; e nella facilità, con cui si ciali a' maestri e capi dell'arte istessa, a-
abbandonano alla dissolutezza ed alla in- Tranno i medesimi diritto ad essere am-
lemperanza. La ragione de' tempi e del- messi aH'universilàde'rispeltivi loro mae-
le attuali legislazioni ci vieta assoluta- stri e capi, con quelle regole e gradua-
mente il volgerei nostri pensieri al rista- zioni, che verrannodelerminate dogli sta-
bilimento degli antichi sistemi di privile- tuti, restando a loro inibito di costituire
gio in favore di qualche classe de' com- una propria distinta università. Art. 5.
niercianli ed artisti; ma per altra parte La competente superioreautorità sulla ri-
la sollecitudine del nostro apostolico mi- spettiva domanda di un numero sulìi-
nistero imponendoci il sagro dovere di ciente per legge a formare collegio in cia-
procacciare ne'raigliori modi il vero be- scuna classe di commercianti ed artieri,
ne delle anime de'nostri sudditi, senza di- potrà dichiarare costituita la relativa u-
menticare perciò domestici loro interes-
i niversità; semprechè sia dimostrato, che
si, esige da noi un salutare provvedimen- questa sarà per avere una chiesa od o-
to, il quale richiami la spensieratezza, in ratorio ove componenti la medesima
, i

cui molti vivono, ad una cura più atten- dovranno adunarsi per le pratiche di re-
ta singolarmente degl'interessi loro spi- ligione, ed una rendita congrua o una ,

rituali. Ond'è che ponderali seriamente dotazione per la conservazione della chie-
i consigli a noi proposti da una congre- sa od oratorio, e per la decenza del sa-
gazione di Cardinali di S. B. C, e di al- gro suo culto. Art. 6. La dotazione, che
tri distinti personaggi, a tal particolaie richiedesi da ciascuna classe di commer-
oggetto da noi eletta, di nostro molo pro- cianti od artieri, onde erigersi in univer-
prio, certa scienza, e colla pienezza della sità, dovrà essere slabile e sicura; talché
nostra autorità abbiamo creduto di or- la si dovrà comprovare con la previa e-
dinare quanto segue. Art. i È autorizza- . sistenza della proprietà in fondi , o capi-
ta in Roma la ricostituzione delle Uni- tali fruttiferi. Le mensili od annuali con-
versità e Corporazioni che vennero sop- tribuzioni, e le tassemulte da impor-
presse ed abolite colle cedole di molo- si non vi saranno cal-
nelle debite forme,
proprio della sa. me. del nostro predeces- colale se non a titolo d' aumento della
,

sore Pio VII, in data 3 settembre 1800, dotazione. Art. 7. Le università non pò-
1 1 marzo ei6 dicembre 1801. Art. 2. Sa- Iranno mai invocare il diritto della ma-
rà quindi libero a coloro, che esercitano no regia per la esigenza delle suddette
uu qualunque siasi ramo di coaimercio, tasse o multe. Art. 8. Perchè poi alca-
U NM UNT 47
ne professioni civili toccano troppo da vi- cuna ìnsino a tanto che non venga sta-
cino la salute, la fetle e la sicurezza pub- bilito altrimenti. A (jnedi richiantare le

blica, perciò a coloro the l'esercitano, al- classi de' commercianti e degli artieri ad
lorché saranno costilnite in università, un verace e solido ben essere, abbiamo
verrà limitato l'arbilrio non apparte- tli stimalo di ravvicinarle con queste prov-
nervi, anzi per diritti, di cui godono a
i videnze a quella unione fraterna e a quel-
ragione delle professioni medesime, po- le pratiche, che valsero per tanti secoli a
tranno essere obbligati ad associarvisi. contenerle nella religiosità e nella tem-
Art. g. Ciascuna corporazione colla sua peranza cristiana. Abbiamo ferma fidu-
legittima congregazione segreta compile- cia nellabontà infinita di Dio onnipoten-
rà nel termine di un anno dalla sua re- te, nella materna carità di Maria ss. e
golare costituzione il proprio statuto, la nella incessante assistenza de'Principi de-
cui sanzione apparterrà esclusivamente gli A postoli, che vogliano benedire ed am-
oiruulorilà superiore. Art. io. Sarà isti- pliare questa nostra santa riedificazione,
tuita un'apposita congregazione da rico- movendo eflìcacemente gli animi di co-
noscersi dal governo (e venne effettiva- loro, a cui prò la indirizziamo, a giovar-
mente nominata a'26 del seguente giu- sene a santificazione delle loro animejla
gno); e la medesima avrà la suprema tu- quale, ne siam ben sicuri, ridonderà me-
tela di tutte r università, che progressi- ravigliosamente non pure al migliore an-
vamente siverranno erigendo, ed eser- damento de'temporali loro interessi, ma
citerà questa tutela con (jue'regolamen- eziandio alla maggiore prosperità di que-
ii, che le saran da noi prescritti. Art.i r. sta nostra metropoli, ec".
La congregazione predelta sarà compo- Nel susseg[uente luglio la Civiltà Crt/-
sta del cardinal Vicario di Roma come ro/rc^, serici.'', t. IO, p. 224 e 368, pub-
presidente, del prelato delegato di Ron»a blicò il bellissimoe gravearticolo: / Cor-
e Comarca col titolo di vice-presidente pi d'arte eie associazioni moderne d'o-
(essendo vacante la carica, fu invece no- perai. Giovandomi riferirne qualche bra-
minato il cardinal presidente di Roma e no, dirò che cominciano gl'illuslri e dot-
Comarca), del Senatore, e di uno de'Con- li scrittori e compilatori della medesima,
serva tori /?/o tempore [^veso dalla 2.' clas- benemeriti della società, opportunamen-
se, e da scegliersi dalle singole Corpora- te dal ricordare. « Da quel d'i che sdegno-
zioni a* quali tutti si aggiungerà colla
; si e dolenti per lo strazio della Chiesa e
qualifica di segretario un consigliere mu- per le piaghe della società, volgemmo ad
nicipale proposto dal Senatore anzidetto un'impresa aflàtto nuova per noi questa
connnnuenzadel cardinal presidente.Art. penna, the avevam temprata da giovani
12. Ogni università potrà implorare da per tull'altre battaglie che di pubblicisti
noi di essere presieduta da un cardinale e giornalisti (dirò io: trionfaste e trion-
col titolo di protettore; ed avrà in pari Avanti! La Religione, e la Società
fale.
tempo a capo col nome di primicerio un umana, principalmente la saggia, sempre
ecclesiastico eletto dall'adunanza genera- più ne risentirà gl'immensi vantaggi, con
le ne'modi da determinarsi dagli statuti; incremento d'eterna gratiludine. Voi vi
in guisa però, che il capo slesso dovrà in adoperale, colla solidità de'principii che
ogni caso essere approvalo dal cardinale proclamate, a ridestate o confermare un
Vicario presidente della congregazione tipo di mente uniformemente cattolico
summenzionata. Art.i3. Riguardo poi a nella soluzione di tutti i problemi sociali.
quelle universilà.le quali non furono com- A Ila fin fine,tutto quanto
di voi con mi-
il

prese nell'abolizione dai sopraccennali rabile sapienza ed eroico coraggio opera-


molu propri, non si farà innovazione al- to, ha per precipuo scopo la divisa che vi è
48 UNI U i\ I

propria, e lo è pure mia^ecliesi compen- questo essendo la somma de'suoi interes-


dia nelle auree e santissime parole: Ad si, cioè quello della religione. Ed una dt
Majoreni Dei Gloriami), non cessam- queste prove la rilevò nella surriferita di-
mo di ripetere alla periglianle nostra pa- sposizione con cui il sommo Pontefice ri-

tria, che i erano ben di-


veri suoi pericoli chiama a vita novella le Università, os-
Tersi da ciò chea prima vista compari- sia Corpi de^ commercianti ed artieri^
i

vano. Italiani, dicemmo , aprile gli oc- istituzione del medio evo, la quale formò
chi ! Que furbi ipocriti che demoliscono il tema obbligato di mille declamazioni

l'antico edifizio di Aristocrazia e diChiC' pe'pubblicisti ed economisti alla moderna,


sa per fabbricarne uno nuovo, mirano a finché temettero in esse le influenze del
UUC altro che a cangiare V ordine materia- cristianesimo: ma che da loro stessi vie-
le delle istituzioni sociali j delle cjuali si ne risuscitata oggidìcon uua quasi ma-
chiamerebbero pienamente soddisfatti, se nia da frenetici sotto il nome di Associa^
potessero signoreggiarvi a loro talento zione di operai (ossia il germe della ve-
sottentrando a' Grandi perimpossessar' ra democrazia in Piemonte), da che spe-
sidi vostre ricchezze, sotlentrando alla rano d'averla sottratta all'influenze del-
Chiesa per tiranneggiare i vostri intellet- i .^gradino al tempio del
la religione, fatta
ti.Essi gridano sovrano il popolo^ per- Socialismo, sentendosi col favore de'clubs
che comprendono d'aver buono in mano organizzatori e de'giornali corrompitori,
per diventar popolo essi soli: gridano suf- sì fermi in arcione da maneggiare a loro
fragio universa le, perchè cogl'intrighi de talento quell* indomita belva , eh' é una
mestatori e coli' organismo del loro par- plebe irreligiosa. Indi la Civiltà svilup-
tito sono certi di dominare le elezioni e pa 3 importantissime riflessioni: lai.^sui
di avere deputati a loro scelta: gridano motivi apparenti della guerra distruggi-
libera la Slampa (V.) ... gridano libertà trice che fu mossa a tutte le antiche u-
d'istruzione ... per stabilire il principio u- niversilà e corporazioni artistiche, onde
niversale che tocca al popolo di coman- r energico marchese di Valdegamas la
dare .,. Infine non gli ordini j ma voglio- rinfacciò a' ministri costituzionali; la 2/
no cangiar le persone e iprincipii;leper' che produsse sot-
sulla natura irresistibile
sone per soddisfar la propria ambizione to forma religiosa e riproduce oggi sot-
e cupidigia; i principii per assicurare il to forma liberale quelle istituzioni; la 3.*
trionfo dell' empietà. Per sotientrare a sull'importanza di nuovamente cristia-

chi governa straziano gli ordinamenti pò- neggiarle. Ognun sa quali furono gli ar-
per distruggere la religione gli or-
litici j gomenti con cui vennero abolite le asso-
dinamenti ecclesiastici^*. Sebbene la Ci- ciazioni artistiche, che sotto l'ispirazio-
viltà da 3 anni non cessava di ripeterlo ni religiose congiunsero io un corpo nel
in lutti toni, pure non sortì una voce,
i medio evo tutti gli artefici d'una profes-
che al suo alto e fianco linguaggio oppo- sione medesima. « Noi potremmo com-
nesse una leale e robusta coniutazioue. pendiarli in due formole contrarie, che i
Solo mentite, contumelie e calunnie non sofisti maneggiavano colla soHta loro ipo-

si fecero desiderare. Questo eterno silen- crisia in due sensi opposti, secondo di- i

zio intorno a fede e religione di chi di- versi partiti di cui, piaggiandoli, voleano
fendele moderne costituzioni, benché ar- accattarsi i suffragi. I corpi d'arte, dìcea-
gomento negativo, è però di tal forza da no a'gabinetti gelosi d'una autorità di-
convincere ogni assennalo della verità spotica, corpi d'arie che di tutti gli o-
i

delle asserzioni della Civiltà medesima. perai d' una medesima professione for-
Ciò non ostante essa non ommetle al- mano quasi un battaglione, oppongono
l' opportuiiilà di ribadirne le prove, ia a ministri una forza compatta e popò-
UN I UNI 4j
lare, che troppo rieice perìcolo'!^ al hno^ convenienti che nascono dal Irasandare
ordine (e volenno dire a qneirordine che alliitloquello de'due principii ch'essi pre-
iiiisce non dall'eterna giti-;tizi;», ma dal- tendono escludere. Così, per ca «io n d'e-
l'arbitrario volere e interesse d'un gover- sempio, qtiando lo Scialoia, I prìncipii
nante). Abolite dunque le pericolose cor- dell' Economia sociale, combattendo le
/;orrt2/o^j7.Voleano all'opposto aggraduir- Corporazioni e le Delegazioni de mestie-
si le moltitudini? Eccoli volgersi agli ap- ri, dice ch'erano capricciose, e che l'uà

prendilori, a' fattorini, a'guasfamestieri mo sotto tali istituzioni dir non poteva:
d'ogni OQaniera, agli ambiziosi volgari e io lavorerò e sosterrò la vita; che la clas-
interessali, insomma a tutti coloro di cui se degli operai dovea giacere nelV oppres-
speravano stuzzicare il bisogno e le pas- sione, l'ingegno temea dimostrar si,il mae-
sioni. Fedele , diceano qital tirannia! ,
stro s'ingelosiva ... La condanna ad un e-

Quattro messeri imbarbogiti vogliono far- terno noviziato era il premio della vera a-
la da sopraciò a tutti i loro compagni bilità. Quando si leggono quelle disorbi-
di arte e tenerli in tutela ! E ognun di tanze, è facile il rispondere, che se talvolta
voi che potrebbe y lavorando sopra di se^ accadevano questi abusi, essi erano certa-
crescere in istato, migliorare la sua in- mente colpevoli edoveanocorreggersi:ma
dustria, primeggiar coli* ingegno e dive- la correzione adoperata dagli economisti

nire in breve il primo artista della cit- di sopprimere corpi delleartifa come la
i

tà, viene impastoiato da'barbassori del- cura di quel chirurgo, che per guarire il

Varte con milleformalità, che gli tarpa- dolor di capo tagliava il collo. La soppres-
no le ali alV onore non nitno che al gua- sione totale fece sì che gli artigiani prima
dagno. Abbasso dunque le corporazio- perdessero l'importanza politica e perfi-
ni". Così parlavano costoro un doppio no ci vile, cadendo veramente nell'oppres-
linguaggio per condurre ad un fine me- sione tutta la classe, perchè gl'individui
desimo due parlili opposti^ e tale con-
i spicciolali si erano sottraiti alla subordi-
tegno basta per convincersi che uè Ttmo nazione. Poi da quell'oppressione,
irritati

né l'altro de' molivi allegati era la vera si riscossero tornando ad associarsi con
causa della guerra bandita contro le isli- quello spirito di insubordinazione e di
luzioni delle arti, con eguale accanimen- \endetta, che oggi ancora scompiglia la

to da due partiti contrari. I quali , se si società e atterrisce i governi. » Finché la

dovessero combatterne gli argomenti, al- società e i suoi consorzi saranno conipo-
tro non avrebbe a fare, se non rispon-
si sii, come gl'individui , della povera no-
dere a ciascuno de'due colle ragioni del stra creta adamitica, sempre ci troveremo
silo contrario. Basti però l'osservare, che esposti nella società all'oppressione di chi
siccome ogni consorzio secondario nella comanda per passione : nell' isolamento
pubblica associazione ha necessariamen- all'oppressione di chi abusa la prevalen-
te due rispetti, uno agl'individui che dee za delle forze ; gli associali avranno a le
rollegare, l'altro alla società cui dee su- mere un superiore prepolente, i dissocia-
bordinarsi; chiunque vuole straziare simi- li paventeranno la debolezza delT uomo
li isliluzioni,allorchè procedono nella ret- isolato. Avvezziamoci dun([ne a Irasanda-
ta loro via intermedia , trova aperto il re con disprezzo la ridicola obbiezione de-
campo all'invettive, tracambiando la su- gli abusi con cui vengono coinbatlule
,

bordinazione in ischiavitù agli occhi del- certe isliluzioni du'furbi e dagli stolti; e
la moltitudine, e l'unione in cospirazione per determinare nella presente materia
agli occhi del governante. Ma chiunque i nostri giudizi , esaminiamo piuttosto
voglia combattere gli argomenti, non a- quali fondamenti essi abbiano in niiturn,
vrà che a ricordare a'declumutori gl'in- e qual rimedio la natura slessa suggerì-
VCL, ixxxiv. 4
5o UNI UN I

scecontrogliabusi vituperali. A ben coni le proporzioni? Giustizia e benevolenza,


prendere la base naturale di queste co- ossia carità: e i molti che si ricambiano
stumanze di professioni, basta ricordarsi in tal guisa sussidii e conforti si trovano

)a vera base naturale della società. La bensì associati dal fatto, ma vengono re-
vera, io diro, perchè se volessimo ricor- golati dalle leggi diquesti princìpii socia-
rere a que' sogni, a quelle idee astratte, li. Le teste leggiere e superficiali non in-
a (\ue\\e finzioni di giiirecon cui certi pub- tesero la differenza tra il fatto materiale
blicisti hanno mutato in romanzo tutta che produce associazione, e la legge na-
la scienza sociale, correremo rischio, o di turale che la guida; e peiò ci dissero con
sfumare fra le nebl)ie della Idea, o di in- prosopopea da cattedratico, che la società
catenarci nella /^^^///à tirannica di chi risulta con tutte le sue leggi dalla libera
non conosce doveri , se non siano scritti \ olontà degli uomini,togliendo in tal gui-
nel codice. Camminiamo dunque alla sa alla Provvidenza creatrice il merito
buona nel mondo reale, guidati solo da della più insigne fra le opere da lei crea-
quel senso comune di giustizia e di bene- le. Ma fra le maglie di quel soave e mi-

volenza che il cristianesimo ha chiamato rabile intreccio di bisogni e di carità che


dovere di carità, sublimandolo ad ordine abbìaraodescritto,si è traforato per {sven-
soprannaturale. Presupposto questo do- tura nostra il tossico misterioso, senza di
vere fra uomo e uomo, ognun vede che cui tutta la natura diventerebbe un mi-
quando molti uomini s'inducono, per stero, e ammesso il quale, tutti se ne di-
qualsivoglia loro bisogno o dovere o in- sciolgono gli enigmi. E l'effetto che quel-

clinazione o capriccio, ad usare insieme lo produce nella società è di allentarne i

famigliarmente, sono obbligati ad un mu- legami, d'inlrodurvi ranlagonismo;qnel-


tuo ricambio di sussidii e di buoni ufìl- l'antagonismo appunto che sotto nome di
zi. Perlocchè se tutti gli artieri d'una cit- concorrenza viene promosso dagli ammo-
tà sì trovano naturalmente in couìunica- dernalori, quali se ne ripromettono fio-
i i

zioni più frequenti fra loro, che non co- rì di ogni virtii, e frutti d'un transric-
i

gli altri loro concittadini, essi contrarran- chimeulo senza termine ... Noi vorrem-
no naturalmente il debito di scambievol- mo qui metter sott'occhio a'nostri lettori
mente beneficarsi, non già perchè si ob- un quadro di quelle ammirabili istituzio-
bligano con una convenzione, ma perché ni, per le quali ogni professione di arte e
sono obbligati dalla natura ad amarsi. di commercio veniva in certa guisa ridot-
Questi abbisogna di un consiglio, quell'al- ta ad esser quasi una famiglia patriarca-
tro d'uno strumento: certi comodiabbou- le, nella quale patriarca supremo era un

dano per l'uno, che mancanti all'altro, ministro del Dio di pace e di carità , a
vengono da esso con)pensati con maggior cui tutti si aprivano i cuori de' maggio-
abilità; e l'abilità di questo potrà giova- renti: questi poi, pervenuti già a formar-
re primo, come l'abbondanza del pri-
al si un capitale di riputazione, di capaci-
mo all'abilità del secondo. Si trova insom- tà, di stromenti e di pecunia, teneauo sol*
ma fra gli artisti^ come in tutto il resto to di se, come figli, tutti gli apprendito-
del genere umano, quella naturale disu- l'i, addestrandoti insieme, e alla perizia
guaglianza bestemmiata da'//Ve//^/0/7
sì nell'arte, e all'onoratezza nell'esercitarla.
alla moda, mediante la quale la Provvi- Non conosciamo in Italia infelicemente
denza volle stringere in unica famiglia altro esempio superstite d' associazioni
tutto il genere umano con intreccio irre- d'arti e della loro utilità, che quelle dei
sistibile di bisogni e di benefizi^E in questa Facchini o portatori detti la Carovana
disuguaglianza chi è che per parte di Dio nel porto-franco di Genova; giacché l'al-
e della natura introduce l'ai-monìa del- tra ile Carnali di città venne sciolta pò-
UN f UNI 5i
chi anni prima delie riforme a'tem pi <1el che hanno affrancalo da questa tutela i

goveioalore Paolucci. Quella corpoi azio- moderni operai; noi risponderemo fran-
ne è composta tutta di beiga maschi, iio- camente, che mentre vanno liberi dalla
miiìi robusti, benfatti, gi'andi e massicci, tutela, vanno anche orbi de' conforti e
i quali sotto i loro capi haimo statuti e dell'educazione; e che se ogni tutela fos-
consuetudini savissime. Ve fra loro un se un peso da scuotere d'in sulle spalle,
corpo d'anziani che vigila intorno alla il loro zelo avrebbe in che esercitarsi af-

morigeratezza e fedeltà di ciascuno; di francando figli tutti dalla tutela pater-


i

guisa che in Genova i Carova-


facchini di na. Che se non si credono obbligati di
na sono stimati per gente onesta, di buo- combattere ancor questa perchè è un ,

ni costumi e tanto leale, che tutta la po- gran bene pe'fìgli, benché non manchino
polazione si serve di loro per gli ogget- talora de' padri che abusano ontosamen-
ti benché preziosi, sen-
di porto-franco, te de'dir itti accordati loro da natura, nep-
za scorta di commessi di negozio o d'al- pur dovrebbero vantarsi d'aver distrut-
tra persona fidata, e non c'è dubbio che ta queir altra poiché gran bene poteva
,

ninno involi il minimo oggetto. Costoro essere pe' giovani artieri l'indirizzo e la
hanno le casse di risparmio per quando protezione degli anziani, benché non man-
i garzoni pigliano moglie e mettono su casse tra questi talora la prepotenza di
casa. Hanno case di mutuo soccorso pei qualche orgoglio indomito, o la gelosia
vecchi, per gì* infermi ,
per le vedove e di mestiere. Certamente anche questo do-
per gli orfani. Hanno le doti per le fan- vea emendarsi polendo; ma l'averlo e-
ciulle , i fondi per le funzioni della loro mendato coli'abolire l'istituzione, ha la-
congregazione; per le messe de'cappella- sciato un vuoto immenso nella società,
ui, pe'parati sagri, per le cere pe' fune- non solo sbrigliando indomite quelle tur-
rali de'consorti. In quelle Carovane non be di artieri affamati che vendono le lo-
v' è alcun membro mendicante hanno: ro braccia ad ogni rivoltura politica, ad
perfino i fondi per le medicine, pe' me- ogni tentativo settario; ma rendendo ne-
dici, pe* chirurghi ec. ec. E la congiun- cessarie pe' garzoni onesti e tranquilli
zione fra di loro è si stretta e si onesta, queir altre istituzioni sussidiarie che oc-
da non potersi credere chi non sappia corrono oggidì ai'iempire la lacuna. Una
quanto possa nel popolo amor di religio- Società erasi formata a Parigi per dar la-
ne e di comunanza. Tentati a discioglier- voro agli artieri a sciopro; molte altre
la con promessa di 70 franchia lesta per sotto il nome di Associazioni di lavoro
ogni mese, ricusarono; e ci viene detto hanno dato il comodo di paghe non me-
che ne anco uno solo ve n'ebbe, il quale ritate ad artieri oziosi: le scuole nottur-
prendesse parte ne'tumulti popolari del ne sono destinate a supplire in gran par-
184B-49 ••• Ecco cosa erano le consorte- te quell'educazione che gli artieri avreb-
rie dell'arti del medio evo: sempre avvi- bero dovuto ricevere nel consorzio dei
vatedalla religione e sostenute dalla pru- propri colleghi; il governo di Francia ha
denza, dal zelo, dall'esperienza degli an- dovuto adoperarsi ad anticipare capitali
ziani, i quali si eleggevano ogni anno, od che hanno dato quel frutto che ognuno
ogni 3 anni, secondo gli statuti fondamen- ben conosce. In Parigi certi operai che
tali di ciascuna. Genova u*era copiosis- lavoravano per associazione istituita dal
sima, ed é forse la città ove più s'è con- governo in forza del preleso diritto al la-
servato lo spirito di associazione, che du voro, piantò in mezzo alla comitiva un
qualche anno in qua si cerca di spegne- palo,e vi adissero un cartellone colle pa-
rea(ratto,odi trasmutare in mazzinismo. role : Dritto al lavoro, /'ergogna a chi
Dicano pure i vituperatori del medioevo sudai La slessa carità che obbligava gli
52 U N I U NI
anziani a istruire, proteggere, provvede- ta In ogni angolo della città, e come di-
re i loro falloriiìi, obbligava parimenti pendente per bisogni e doveri, così in-
tulli i membri dell'associazione iniilua- fluente per servigi e diritti; allora anche
n»enle a proporzione de' bisogni; e pro- l'artigiano più bas'^o partecipa socialmen-
duceva l'effetto di quelle Casse di rispar- te le influenze delle consorterie, ed ognun
mio, ò'ìque' Monti vedovili, di quelle as- sa che come questa sta pagalrice del ret-
sociazioni di mutuo soccorso , di quelle to operaie di lui, così è pronta a farse-
Società assicuratrici, che oggi ne hanno ne difenditrice. Quanto é dunque ciascu-
preso il luogo, facendo l'uomo, secondo no più rispettivo verso il membro di si
il solilo, con mezzi molteplici e col con- numerosa famiglia! Non è quindi a me-
trasto ed attrito di esterni ordigni , ciò ravigliare che presidenti o consoli del-
i

che la natura e la religione facevano col- le arti ancor più triviali, abbiano avuto

la soavità dell'interna ispirazione. Sotto parte bene spesso ne'corpi municipali, ed


quest'impulso religioso le congreghe di ottenuta così quell'influenza in favore del-
operai dopo averli formali nella gioven- l' arte propria, che tanto giova a nobili-

tù, ne mantenevarto lo spirito di occu- tarla, così presso i propri cultori , come
pazione, di onestà, di concordia, e prov- presso il pubblico. E per fermo ben al-
vedevano alle disdette della fortuna, al tra protezione ella è questa conseguila
uiancamento de) lavoro, al travaglio del- per mezzo di chi professa egli stesso quel-
l'infermità, alla sepoltura de'trapassnli, l'arte, nella città nìedesima ov'ella agita,
alla penuria della vedova e del pupillo. ben conoscendoli, lutti i propri interessi,
Non basta: costituito un corpo d'operai al cospetto de'concittadini da'quali l'esi-

in quella unità che rende solidarii tutti to ne dipende; ben altra prolezione io di-
i membri, come negl'interessi così ne'do- co, di quelle che a' setaiuoli per es., a' ,

Teri, nascea nel corpo intero l'obbligo di coltivatori, a'fabbri, a'pescalori ec. verrà
assicurare agli esterni un esatto servigio procacciala nel parlamento centrale da
per parte della comunanza induslre; ed un deputato medico od avvocato che nul-
anche a questo provvedea l* università la conosce di quelle arti, nulla della città,
dell'arte cogli esami, a cui costringea chi nulla de'cittadini; ma parla di quegl'inle-
volesse esibire V opera sua a vantaggio del ressi, come noi parleremmo di quelli del
pubblico. ..Da* tre vantaggi finora spie- Mariland e del Connecticut. Dal che na-
gali delle istituzioni del medio evo, edu- scea la riverenza la fiducia amorevole,
,

cazione de'giovani artieri, sussidio agli a- onde venivano ripagali dalla loro mede-
dulli, sincerità delle merci e de'Iavori, il sima consorteria questi protettori confra-
tutto assicuralo dalla solidarietà sociale telli: la cui modesta ambizione, paga di

di quanti professavano rarte,nascea spon» primeggiare in tal guisa fra'suoi, non co-
taneamente quell'influenza civile e talo- noscea per conseguenza quella smania di
ra anche politica che appartiene naturai* uscire dal suo grado e dal suo paese, ove
mente ad ogni parte organica della socie- primeggiava, per gire cercando ventura
tà. Finché r Uomo (F.) è isolalo, egli è colà ove ultimo fra' grandi sarebbe non
nullo, benché posto in alto stalo : Homo curalo o spregialo. Ciò non ostante non
unus, Homus nullus, dice 1' antico pro- mancarono esempi, allorché i municipii
verbio. E se questo é verissimo anche de- aveano un'esistenza loro propria e non e-
gli allo locali, quanto più di quel Povero rano slromenti passivi di un centralismo
(/ .) che suda il suo tozzo alla giornata ! sbrigliato; non mancarono, dico, esempi
Ma tosto che ogni cittadino mira in un di alle influenze politiche esercitate dai
artiere non il soggetto isolalo, ma la par- capi d'arti e di commercio, come ne fan-
ie di una numerosa associazione dirama- no fede la lega Anseatica, le alleanze che
UNI UNI 53
molte olila de'Paesi Bassi contrassero con con barricate e tumulti , tna colla lealtà
princìpi legnatili, e i negoziati politici del e opeiositàde'servigi; e senza però altre-
municipio di Barcellona ricordati dal Bai- sì ricadere negl' inconvenienti, che per
Dies sulla fede del Capmany da lui cita- l'iniquità de'tempi, indussero Pio Vii ad
tu neir ultima nota della sua opera sul abolirle, onde eransi ridotte nel decor-
Prolestantesiino paragonato col CalloU- so secolo a semplici confraternite ,
poco
cismo, per non dir nulla delle repubbli- frequentate, tranne le solennità e le pro-
che d'Italia e di Svizzera, notissime a tut- cessioni di straordinaria comparsa. A. rag-
ti pel patriarcale governo d'artigiani e giungere lo scopo dell'istituzione cattoli-
mercanti. Le cronache di Malaspini, dei ca, la prosperità dell'arte e delle famiglie,
Villani, di Gino da Pistoia ci l'anno ve- il premunire dalie frodi il pubblico in
dere di continuo l'importanza che avea- tuttociò che riguarda la probità e l'ido-
110 l'arti maggiori e le minori ne'negozi neità dell'arte e l'onore del consorzio;
del Comune, e come compartiti per Gori- somministra a chi le deve guidare con
faloiii uscivano alle battaglie, e primeg- prudenza e sagacità molteplici e utilissi-
giavano nelle feste popolari. Ecco a qual me esortazioni morali e pratiche, per la
ingrandimento venivano recate natural- concorde emulazione al bene comune, ed
mente le arti da quella carità cattolica invitandoli a usare quell' industrie mira-
che, come impone dovere, così infonde
il bili e sante convinzioni, le quali l'aposto-
lo spirito di operosa ed onesta associazio- lo della temperanza il p. Matteo cappuc-
ne. Que' predicatori filantropici che ne' cino (del quale farò parola nel paragra-
tri vii e nelle bettole vanno scaldando sot- fo Oste), usò non meno tra'cattolici, che
to cenci l'orso»lio
i
o o del cittadino col seri- fra* protestanti inglesi e americani. Sa-
tiinenlo della propria d'/g^^/V^, riusciran- pientissimo duncjue fu il consiglio del re-
no essimai a nobilitare le infime profes- gnante Pontefice nel rinnovamento del-
sioni con unioni sì cordiali e sì bene ar- l'università e corporazioni d* arti e me-
monizzate col rimanente della società, co- stieri sotto l'influenza della religione, ac-

me faceva la religione del fabbro di Na- ciocché quella parte sì cospicua del civi-
zareth, predicando agl'infimi riverenza e le consorzio venisse richiamata agli anti-
ubbidienza,a'supremi umiltà ed amore?'* chi sensi di pietà e di virtù cristiana , e
La Civdlà Cattolica dopo avere ragio- fòsse tutelata eziandio per ciò che spetta
nato intorno alla natura, all'indole e a- a'suoi materiali interessi, e così ristorare
gli effetti delle Corporazioni e Universi- l'organismo della società demolito dallo
tà artistiche^ di artieri e di commercian- spirito generale della moderna Europa.
ti, passa a parlare del già riportato motu- E questo l'argine più poderoso che possa
proprio del Papa Pio IX, pel quale le di- mai contrapporsi all'invasione ed a'fuiie-
scorse istituzioni devono risorgere in Ro- sti progressi de' deplorabili socialismo e
ma sotto quelle forme religiose che lor comunismo (inoltre la Civiltà Cattolica^
dierono il nascimento, e sotto la direzione serie 2.", t. 12, p. 708, parla delle Sette
d'un ministro del Vangelo, per cui spe- o società segrete, le quali rendono più sob
ra e si ripromette un qualche frutto di lecita e compiuta la rovina del Protestan'
sua trattazione; nel considerare le uni ver- tesimOy oltreché la principale loro mira,
4«ità e corporazioni a qual dignità e in^ colla distruzione de' troni, sia la distru-
flueu^a sociale ponnoora risorgere in tan- zione della Chiesa cattolica; ma l'opera
to ravvicinamento delle vaiìe condizioni di Dio non si dissolve facilmente. Perciò
sociali, se congiunti in uno gli sforzi, e per- ora i protestanti trovansi obbligati a loro
fezionala così l'arte e l'operaio, facciano rimedio d'ammettere le provvidenze del-
K^Qtiic al pubblico la viU uuvelliij uou la Chiesa lOLuaua, se vogliono allontana-
54 UNI UN I

re da loro la cancrena delle società segre- a quel modo che forti di empia alleanza
te che li corrode in lutto il corpo). Se le zelano le sette la loro causa. Aggiunse a
provvide cure di quelli, a'quali è afììda- ciò il particolare fine della confraternita
ta opera cosi salutare, corrisponderanno d'onorare il ss. Sagramenlo, e quando
pienamente all'intenzioni del Papa, e se viene recato a conforto de' maiali e dei
il felice riuscimento dell' impresa invo- moribondi, e quando con divota pompa
glierà le altre nazioni a seguirne Tesem- di processione della basilica incede per
pio, s'avvererà ancora una volta che Ro- la sua parrocchia. Tanto e meglio riferii*

ma e il Pontificato (F.) abbiano salva- sce il n.^igo del Giornale di Roma del
lo il mondo dalla barbarie. Roma de- i855, per destare edificante e santa e-
gnamente qual capitale del mondo cat- mulazione ne'cuori leali, per conlribui-
tolico abbonda dì pie fratellanze, monu- reanche a mezzo di queste opere secon-
menti di quella pietà che professarono darie all'incremento della cristiana reli-
secoli di maggior fede, la quale quantun- gione. Cosa sono te già deplorate società
que paia diminuita, non è perciò che si moderne de'fabbricanti e operai, si rile-

debbano trascurare, ma anzi anch' es- va ancora òaìGiornale di Roma del 1 856,
se ravvivare, sì che spogliate d'ogni ga- che a p. 8 16 riporta il bando che a Bar-
ra men santa, e ad ogni scopo sottratte cellona pubblicò a'22 agosto d. Giovan-
che meno senta di nobile e generoso si , ni Zapalero luogotenente generale dell'e-
raccendano al primo fervore , e si man- sercito.« Convinto che i disastrosi avve-
tengano nel dovere e nell'ordine. E tan- nimenti che hanno avuto luogo in questa
to di recente si volle fare nel 1 855 dalla città sono dovuti in gran parte alle mac-
confraternita del Sagrameiilo presso
ss. chinazioni de'turbolenti direttori degli o-
la basilica e Chiesa di s. Ilaria in Tras- perai, i quali prevalendosi della loro per-
tevere (JF.), istituita sotlo Gregorio Xlll niciosa influenza sugli individui membri
da un Barbiere^ come dirò in tale para- delle società de'fabbricanti, dispongono
grafo, la quale deve concorrere alla mae- di questi col mezzo dell'intimorimento,
stà del cullo in quel tempio che fu ili.° del terrore e della menzogna, presentan-
aperto al pubblico esercizio della cristia- dosi a loro come i soli interessati al lo-

na religione in onore del Parto della Ver- ro buono stato; avendo io impiegata la
gine, e la quale avendo il proprio cimi- n>ia altenzione speciale al carattere del-
terio, era uno di que'sodalizi ut* Cimite- le società, le quali create , è vero, nello
ri di Roma, che per l'anniversario eot- scopo di beneficenza e di filantropia, so-
tavario de'defunti faceva le note rappre- no state tramutate in istromenti di pri-
sentazioni. Riordinata la confraternita da vati interessi,ed hanno contribuito a man-
s. Visita deputata dal Papa, a'22 luglio tenere l'ozio d' alcuni uomini. Conside-
s'inaugurò la ricostituzione nel proprio o- rando che se è lecito e permesso da un
ratorio con solenne atto, alla presenza del lato di fondare società, perchè i loro mem-
cardinal Barberini titolare della basilica, bri si soccorrano vicendevolmente nelle
de'coDvisitatori e di alcuni canonici del- loro sventure o in casi imprevisti di man-
la medesima. La sagra funzione si aprì canza di lavoro, queste società non pos-
col Feni Creator Spiritus e si chiuse col sono d'altro lato venir tollerate quando
Te Deum, prima del quale l'eloquente hanno per iscopo il fomentare piani anar-
d. Vincenzo Annivilti, con breve edot- chicijla cui principaleconseguenza è sem-
to discorso dichiarò il morale bisogno di pre pregiudicievole alla classe operaria,
queste pie associazioni, e specialmente io la pili interessata perchè regnino l'ordine

riguardo de*lempi,onde manifestare col- e la tranquillità, senza le quali non vi ha


la forza dell'unione lo spirito della fede, lavoro; delerminato come sono ad auto-
UNI UNI 55
lizzare per l'avvenire la fondazione d'o- piazza del Popolo presso la sua porta-
gni specie di riunionej a condizione che Sifllitta esposizione ha luogo per cura del-

esse avranno un oggetto lodevole e spe- la Società de^ cultori ed amatori delle bel-

ciale, cocne ({Hello de'soccorsi reciproci de le artiy società, che incominciata or sou
gl'indi vidui della classe operaia;attesocliè vari anni, desideriamo ardentemente che
io sono ben deciso a proleggere il più am- prosperi, perchè grande vantaggio ne pos-
pio esercizio di tutti diritti legittimi, ed
i sono ritrarre le arti del pennello e dello
in virtù di autorizzazione ec. ". Segue il scarpello, le quali abbisognano
di Mece-
decreto di scioglimento delle società di nati pernon cadere in deplorabile languo-
fabbricanti e di operai esistenti nel prin- re. Scopo principale di questa società si
cipato di Catalogna, nello scopo di eser* è quello di mettere in mostra in una e-
citare un'influenza qualunque sul prezzo sposizione speciale le opere degli artisti,
della mano d'opera, d'impacciare il libero ad es>i la vendita delle me-
di facilitare
esercizio dell'industria, e di aiutare e por- desime, o commissioni di nuovi lavori^ e
tare soccorsi agl'individui che, a qualun* pei* conseguire ciò ella ha stabilito una
que siasi titolo, manchino di lavoro. Inol- contribuzione annua di scudi tre per o-
tre in esso è detto. Tutti i membri delle gni socio, e la tassa del 5 per 100 sulle
società disciolte che vorranno riunirsi neU opere, che gratuitamente esposte fossero
lo scopo unico e speciale di fondare cas* vendute, ed una lieve tassa a chiunque
se di soccorso affine di aiutarsi a vicenda vuole entrare nelle sale dell'esposizione.
nelle loro disgrazie ed avversità, 1* ot- Persone le più eminenti per dignità e per
terranno, mediante regolamenti per im- nobiltà, non che i più valenti artisti, fan-
pedirne ogni abuso. Dipoi con decre- no parte di qua-
questa bella riunione, la
to dato pure in Barcellona a' 3 i marzo le, prelevate le spese, che sono di poco

1857, riferito a p. SSg del Giornale di momento, tutto il denaro che ritrae, con-
Roma di tale anno, lo slesso capitano ge- verte in tanti premi estratti a sorte fra*
nerale Zapatero, si trovò nella necessità soci. E col valore del premio conseguito
di sciogliere tutte le casse di soccorsi e i soci debbono fare acquisto, però a loro
associazioni tra gl'individui della classe scelta, di qualcheduna
delle molte opere
operaia esistenti in Catalogna, ecccUuan* che furono esposte. Cosi gli artisti , che
do le sole stabilite tra persone di diverse possono gratuitamente esporre hanno ,

condizioni sociali,che abbiano per oggetto speranza che sieno comprate le opere lo-
di soccorrere gli ammalati.lln.°272e275 ro". Cominciata l'esposizione, il medesi-
del Giornale di Roma del i855 ripro- mo Giornale di Roma descrive artistica-
dusse le osservazioni fatte sull' industrie mente in breve le opere principali, che vi
dello stato pontifìcio dal Giornale delle fanno bella mostra. Questa bella e utile
Arti e delle Industrie, Ed il n.° 27 del istituzione ebbe in Roma princìpio a'24
Giornale di Roma del i856, parla del- novembre 1829 nel pontificato di Pio
l'annua esposizione di opere di belle ar- Vili, quando il cardinal GallelR camer-
tie dice: « Roma può essere considera- lengo di s. Chiesa l'approvò e prese sot-
ta come una esposizione permanente di to la sua protezione. Le prime esposizio-
belle arti, dappoiché quasi non passa gior- ni si fecero in Campidoglio, poi in un lo-
no, che negli studi di tanti artisti italia- cale incontro all'edifìzio eretto da Gre-
ni e stranieri che
dimorano, non sia e>
vi gorio XVI nella via del Porto di Ripet-
sposta al pubblico qualche nuova opera. ta (di cui nel voi. Lll, p. 278), indi nel
Nondimeno in una determinata stagione già studio del celebre Canova finché
, lo
dell' anno suol fare una speciale esposi- stesso Gregorio XVI a istanza dei cardi-
zione artistica in locale apposito sulla nal GalleUì concesse alla società lesale cUa
56 V N I U IN 1

ora occupa. Gli statoti della società li ap- nelle suddette sale del corrente anno è
provò a'21 maggio 1840 il cartlinal Giu- stalii onorata dalla visita dell' impera-
stiniani carnei iengo di s. Chiesa. In segui- trice vedova di Russia, ricevuta, osse-
to la società con)pilò altri statuti, cioè vi quiata e accon)pagnata dal n>archeseGio.
opeiò varie mutazioni e modificazioni, ai Pietro Campana, presidente della socie-

2 7 dicembre 1 853, le quali confermate a* tà degli amatori e cultori dell' arti me-
5 gennaio i854 dal comn)end. Jacobini desime. Ora riporterò le notizie che po-
liiinislro del commercio, belle arti, agri- tei raccogliere ne' libri che citerò, delle
coltuia e industria, si pubblicò nel 1 856 Università e Corporazioni artistiche di
in Roma lo Statuto cìella società degli Roma, esistenti e non più esistenti , per
amatori e cultori delle belle arti nuova- ordine alfabetico, per ciascuna dovendo-
mente emendato secondo le occorse rifor' si tenere presente quanto già di loro ho
me. Però l'esperienza ormai ha dimostra- riferito in generale, che però è intrin-
il

to, elle questa utile e ouoievole istituzio- seco. Intendo di parlare propriamente di
ne, dopo che fu all'esposizione abolito il quelle università e corporazioni denomi-
gratuito accesso al pubblico, e invece in- nate con questo titolo. Nel 1744 •' ^^''
giunto per l'ingresso alla medesima il pa- nardini nella Descrizione de* Bioui di Ro-
gamento di o baiocchi o 5 secondo
1 i gior- ma, enumerò esistere allora in Roma 12 1

» Ili, il concorso venendo notabilmente di- confraternite e 54 università. Questo cal-


minuito, gli artisti ne hanno inteso sen- colo generico non è esatto, e in certo mo-
sibilmente i pregiudizievoli effetti, con do fa contraddizione al diligentemente da
\endere poche delle loro opere, mentre lui descritto; poiché non poche corpora-

prima il numero degli acquirenti era piìi zioni comprendevano più dii3 universi-
grande. Laonde gli artisti deplorano ta- tà d'arti analoghe o differenti, ed altre ne
le disposizione, e bi lusir»gano nell'animp riunivano diverse. Inolile moltissime con-
generoso e nobile de'loro Mecenati, che fraternite le calcolò tra le università, que-
Ijeirinlendimento di più protìcuamenle ste anche per esserlo, e perciò il numero
proteggere le arti figurative di pittura e delle confraternite apparisce maggiore di
scultura, vogliano benignamente soppri- quello dell'università, che invece di fatto
mere r indicato pagamento, e restituire è assai supcriore. Chele università arti-
al pubblico romano e straniero il gratui- stiche quasi furono il doppio delle calco-
to ingresso; e così meglio facilitare e a- late dalBernardini,vadoa dimostrario;ar-
gevolare quanto l'illustre società si pro- gomento grave, svariato, difficile, e insie-
cione a favore dell'arte e deiriugegno nel- me religioso,movale,erudito, art istico.La-
la metropoli delle belle arti. Quanto al- boriosamenle dunque procurai di svolger-
risliluzipnedel ministero del commercio, lo, possibilmente restringendo l'ampia e

belle arli, industria, agricoltura e lavori interessante materia. Di altre corporazioni


pubblici, comechè successo al cardinal ca- dell'arti liberali trattai ne'loro articoli e

merlengo, ne riparlai a Upitore del Ca- ne' relativicome della congregazione o


,

MEELENGATo. Ad esempio dell'antica Gre- Accademia artistica de' Virtuosi del Pan-
cia, di Parigi, di Londra ec, già ayea Pio theon jàtW À ccademia pontifìcia di s.Lu-
\I| aperto alle Convertile pna sala d'e- ca, della quale riparlai a Scoltura, nel
sposizione per r acpademia di $. Luca, descrivere il suo locale e la chiesa di s.

the per le viceiide politiche de'lempi nou Martina di essa e per l'origine di sue scuo-
ebbe successo, e nel modo che narrerò a le a Università' Romana; dell'accademia
lIjvivERsiTA Romana, parlando del suo pontifìcia di s. Musica^ e ne ri-
Cecilia di
ponlificato, rilevandone |a giande im- parlai aTEATRo. Quanto poi alle Accade-
purlanza. L'esposizione poi di belle ailj mie arlisliche ì^i\z\Qn-à\\ i\\ peusiuijali esti
U N I U N I ^7
nienti in Roma,ne feci cenno a tale artico* quotidiana del proprio cappellano, cele-
lo e lu^ionai in quelli tle'rispellivi stali a brava la fesla di s. Antonio abbate nel-
cui iippuiten^onu. Inolile hanno articoli la dettacappella a' i 7 gennaio, con appa-
in questa mia opera i collegi e corpora- rato, musica e oblazione di cera. La cap-
2.ioni Oi diversi celi, con»e de' facabilij ed
pella esiste ed è la Z.^ del destro lato,
óti'Cuisoriaposiolicij ót;' Pi ocuralori di olire le nominate immagini nel ricordato
coUtgio; L\e Curiali e Notari della Cu- articolo, di s. Antonio abbate e di s. An-
ria Romana, e qutinlo a'notari, siccome tonio di Padova, sull'altare vi è pure il
giù chianiuli Scrmìari, ivi ne riparlai, e quadrello del primo.GliaHidati essendosi
feci altrellanlo per quelli de' J///>/.'/irt// 1// ricostituitiincorporazione nel pontificato
lìoma^óvì Senato Roinano^ócW'Uciilo- di Gregorio XVI, per le vicende politi-
re dilla Camera^ degli Uditori di Rota, che insorte dopo la sua morte, tornaro-
in questi articoli. I notari capil<^iini a- no a sciogliersi. Mg."^ Nicolai nelle Me-
\cano la cappella nella Chiesa di s. Ma- morie sulle Campagne e Annona di Ro-
ria d'Aracocliy nella cui sagrestia si por- ma^ tratta nel t. 2. Dell'arte pastorizia e
tavano le scritture pubbliche de' notari suoi privilegi; delle pecore e de'suoi scrit-
morii senza eredi, ed ivi esegui v<i no i lo- tori ; de' pascoli abbondanti dello slato
ro esercizi di pietà. Nel secolo XIV an- pontificio, che il soverchio alile loro è la
cora esistevano in Roma due collegi o cagione principale della poca coltura del-
tuagiilrali, il i.° composto di 4 nobili l'Agro Romano, come rilevai a Roma e al-
chiù mali Aiitepositi ftlicis Socielatis trove discorrendo di esso; fa il confronto
Balistariorum et Pavcsaloruia; rallro dell'utile de' pascoli colle semenze, come
era fui malo di 3 soli e delti Antepositi Pio VII volle moderare l'abusodi lasciare
super guerris et pace. Il nolaro dei pri- le terre a pascoli; de'modi di supplire e mi-

mi trd chiamalo Notarius Socielatis, e gliorare i pascoli, il che si ottiene ancora


JVotarius guerrae quello de'secondi.Gli colla coltivazione della terra. Quanto ai
Anlepoiiti per la pace e per la guerra privilegi dell'arte pastorizia dice, che le
aveuiio ili Roma amplissinieaulorilà.Ma costituzioni pontificie, e specialmente di
gli antichi scrittori con vocabolo con ot- Gregorio XIII edi Urbano Vllljgl'istro-
to chiamarono il notare di tali società menti della camera apostolica dell'appal-
Nanliportico e Jiaiportìco, il che cor- lo della dogana del Patrimonio, gli edit-
ressi nel voi. LXXV, p. 279. ti de' cardinali camerlenghi, le cose giu-
Viiix'ersità artis lidie di Roma. dicate concedono e autorizzano molti pri-
Acquavìtari. V
il voi. LXXll,p. 196)
, vilegi de'pastori, che vengono a pascola-
ed- il paragrafo Credenzieri di quest'ar- re col titolo della Fida nelle terre com-
ticolo. prese sotto la denominazione del Patri-
Affidati^ Universilas Affidatar um Ur- monio, cioè esenzione dal foro d'ogni aU
bis. 11 Piazza, Eusevologio Romano yUvkX, Irò tribunale, eccetto quello de'doganie-
9, Delle confraternite dell' arti^ riferisce ri e del loro assessore, l'immunità d'ogni
nel Corollario di esse, comprendersi quel- pedaggio e gravezza ove pas-
di lerrilorii
la i\e Pecorariy chiamali Affidali^ i qua- cano, purché vadano direttamente ila pa-
li hanno la Antonio abba-
cappella di s. scolo in pascolo e come dicesi entro la
te nella chiesa dell' Ospedale dis. AJa- stanga^ eil altresì la liberazione dalle pe-
ria della Consolazione ( / .), già di s. Gio. ne di danno dato, colTobbligazione sol-
Ballista, per essersi il s. l^recursore trat- tanto di risarcire il danno; la ftcoltà di
tenuto baiiibino con innocente trastullo trattenersi 3 giorni entro i territorii, ove
nelle selve delle solitudini di Palestina co- passano co' loro greggi , e la libertà di
gli agnelli. L' univcrsilù , oltiu la iiil^^^U ^)iovvcdt:tai del |>uut: ut^cea^urio, uuu a«
58 UNI UNI
starile i divieti provinciali; la facollà di tati nel breve, dopo essere stati rifusi. Pri-
portare armi difensive e offensive. Que- ma che fossero uniti e senza leggi parti-
sti e alUi siraili privilegi furono diretti colari, riceveano notabilissimi pregiudi-
a favorire l'interesse camerale di quel pro- zi tanto in comiuie, quanto in particola-
vento, e favorire l'arte pastorizia, ma in- re. Pertanto tenuta da loro una pubbli-
sieme anclie la Grascia di Roma. Quindi ca adunanza a'2 gennaio 1622 con licen-
il cardinal camerlengo e il presidente za de'superiori, determinarono l'erezio-
della Grascia si fecero garanti di tali pri- ne dell'università simile alle altre di Ro-
vilegi, e il 2.° fu solilo fornite lettere pa- ma, stabilendo le dette leggi per inviola-
tenti agli aliidati del Patrìmonic, ec. Si bilmente osservarle, e ne ottennero l'ap-
obbligarono però i pastori e proprietari provazione del Papa. Si prescrive negli
a dare le denunzie de'greggi delle peco- statuti l'obbligo di doversi fare la congre-
re, per limitare l'uccisione degli agnelli gazione degli Allldali di anno in anno, e
lattanti, che dicesi abbacchiare e gli a- dal corpo di questi venirsi alla deputazio-
gnelli lattanti uccisi abbacchi^ e sommi- ne de'capi nazionali di ciascuna provin-
nistrare una quantità d'agnelli per la Pa- cia , e successivamente all' elezione degli
squa {V\). 11 JNicolai pubblicò la dotta o- udiciali ciuède'3 consoli, il i .°de'quali no-
pera neh 8o3, laonde conviene tener pre- bile, non ostante che il i ."console don ri-
senti le leggi posteriori, come il Jus pa- tenga masserie di pecore, essendosi con-
scendi di cui feci parola in diversi luoghi. siderato molto utile e vantaggioso Io sta-
Del diritto conosciuto sotto il nome di bilimento del I. "console nobile, ad esem-
Fida^ e ch'è pur quello che si trae sugli pio del praticato da altre università, le
armenti che pascolano in vari luoghi, ne quali talvolta per ispeciale e singoiar di-
riparlai altrove, come nel voi. LXXI V,p. stinzione elessero pure ih. "console per-
aSS.Nel t.i3, p. SSy della Raccolta delle petuo, olirei consueti 3 consoli; e ciò non
leggidì Gregorio XVI vi è la notificazio- solo per decoro dell'università, ma per
ne de*2 3 giugno! 836, a sostegno e prote- accudire a'suoi ben essere in qua-
affari e

zione interna dell'industria pastorizia, per lunque occorrenza. Gli altri due consoli
Taumento e rettificazione della tassa d'in- si statuirono uno biancaro, V altro nw'
troduzione nello stato pontificio sugli a- retlaro^ cioè uno che ritenesse la masse-
oimali vivi; colla dichiarazione, che il be- ria di pecore bianche, e l'altro di peco-
stiame ch'entra ed esce dallo Mtalo per la re morette. Gli altri ufficiali furono il ca-
ragione de'pascoli estivi e invernali, non merlengo ed i sindaci. Si prescrisse la ma-
paga alcun dazio; e la facoltà al tesorie* niera di fare questa elezione, l'obbligo che
re d'esentare dalla tassa gli animali che aveano di accettare gli uffizi gl'indivìdui
s' introducono per migliorare le razze e a'quali erano eletti, le pene in caso di ri-

pei' farne delle nuove, e ciò per sempre fiuto senza una legittima causa; si ordi-
piti animare V incremento della pastori- nò l'erezione della cappella, che si effet-
zia. Trovo nel Bull. Rom. coni. t. 7, p. tuò nella suddetta chiesa, l'esequie da far-
379 , il breve di Pio VI Ad Pastorale si ogni anno pei defunti addetti all'uni-

fastigiuniy dell'i i marzo 1785: Confir' versità; si ordinò la deputazione d'un av-
matio Statutorum Unii>ersitatis degli Af- vocato e d'un procuratore, che dovesse-
fidati vulgo nuncupali de Urbe. 1 padro- ro agire nella difesa degli affari riguar-
nali delle masserie di pecore o siano Af- danti l'università; si ordinò il pagamen-
fidati nella Dogana de\ Patrimonio (/^.), to della colletta ossia tassa da pagarsi da
inclusivamente a quelli di diversa nazio- tutti gli Affidali; si deputò la persona che
ne, si vollero unire iu corpo di universi- dovesse ritenere il denaro, che si erigeva
tà COD leggi particolari e staluLi , ripor- dulia colletta ossia lassa; si ordinò l' ap-
UNI UN I 59
plicazione della pena parte a benefizio tà antiche mondo, dicono che
quanto il

della cappella dell'università, e parte al- Caino primogenito d'Adamo flìbbricòE-


la camera Capitolina; e finalmente si vol- nochia. L'industria pastorizia ammette
le riservata la facoltà di poter variare dal- in oggi le stesse divisioni dell'agricoltu-

li capitoli, o siano statuti ad arbitrio de' ra, cioè di proprietari non esercenti, di
consoli prò tempore, con rendersene pe- fittai noli, soci o pastori esercenti, e di mer-
rò inlesa la congregazione dell'universi- cenari. Le opere che trattano delle peco-

tà medesima. A tenore di questi statuti re, e notate da mg.' Nicolai, sono: Jaco-
gli Affidati si regolarono per moltissimo po Doriglioui, Delgoverno delle pecore.
tempo; ma siccome riconobbero in segui- S' aggiunge una memoria sul modo di
lo, pe'cambiaraentide'tempi e de'costu- preservare il gregge delle pecore dalla
mi, non più potersi praticare alcune leg- malattia di s. Rocco, ed una nuova ma-
gi, servendosi essi delle facoltà accorda- niera di castrare i montoni, eduna no-
le a qualunque collegio o università dal- tizia per inoculare il vainolo alle peco*

\o Statuto di Roma, a\ cap. 43 del lib. 3, re, Venezia 1779. Edippo Bellis, MemO"
ed anche riservate nel cap. 19 de'così det- ria sulle lane padovane con qualche no-
ti Antichi Statuti, di aggiungere, mode- tizia risguardante la coltura delle greg-
rare e riformare, quindi formarono altri gie in Ispagnaj con una dissertazione
Statuti e ne ottennero la conferma da sulla lana e sulla maniera d'i governar-
Pio VI col memorato breve. Ivi sono pu- la ad uso degl'inglesi per metterla in la-
re descritte le incumbenzede'consoli, dei voro, Venezia 1780. Daubenlon, Istru-
capi nazionali o deputati delle rispettive zioni pe'pai tori e proprietari di greggi, o-
nazioni, degli ufficiali, del cappellano, del pera utilissima fondata in replicate e-
procuratore, del nolaro o sia segretario, sperienz€,V euezia 787.Duquesnoy, Ti/e-
1

e del mandataro. primi re del mondo


1 moire sur l' educa tion des bétes a laine,
furono pastori, come Saul e David, e co- et des moyens d
en ameliorer les espe-
minciando d'Adamo furono re pastori i ces,Nancy. Flandrin, De lapratiquede
Palriarchì(F.), de'qualiGiacobbe eGiu- V education des moutons, et des moyens
seppe introdussero la pastorizia in Egit- den perfectionner les laines, Paiis. Ales-
to. La vita pastorizia precedette la vita sandro dal Toso, Dell'utilità delle peco-
monarchica e ne diede la i." idea
civile re, Wevoaiìi'jSg. Volleiddio, che primi i

per formazione delle tende e delle ca-


la adoratori nel Presepio (/^.), del suo u-
panne pastorali, pel reggimento d'un va« nigenito figlio Salvatore dell' uuian ge-
sto gregge per governarlo , le istruzioni nere, fossero i Pastori {/^.), dopo aver-
necessarie pe'medesimi, la sollecitudine, ne pe 'primi ricevuto l'angelico annunzio.
il giudizio e la difesa di tutto il gregge Il Salvatore quindi, oltre il nome di a-

che assumevano i re pastori. La vita pa- gnello che meritò per la sua innocenza,
storizia fu la stessa vita patriarcale, poi- fu chiamato Pastore buono, e perciò fu
ché il patriarca era il pastore, e le sue gè* rappresentato, come capo del gregge dei
nerazioni si dividevano le mandre e il ter- fedeli cristiani, colla pecora sulle spalle.

ritorio, secondo la volontà e colla bene- Da ciò ne derivò a' vescovi il titolo di pa-
dizione del patriarca, che n' era il capo. stori, ed a' primari l'insegna del Pallio
Dopo l'epoca della vita sociale e civile, e (/'.), che il Papa, Pastore (f^.) de'paslo-
la fabbrica delle Città (F.), la pastorizia rì, usa e conferisce a' medesimi primari
rimase un gran ramo d' industria come vescovi, quale ornamento d'onore e d'au-
r agricoltura. Altri dicono la pastorizia torità, portandosi sugli omeri. I pallii si

anche contemporanea alla vita sociale, al- formano colla lana degli agnelli , che il
ternando i bisogni; poiché ritenendo le cil- Papa dà a custodire al decano degli U-
6o UNI UN I

dUoridiRola (/'.). Perchè Tugnello da- gnoli, contadini e vignaioli , sotto 1' in-
gli ebrei fu mangiato nella Pasqua e dal vocazione dell'Immacolata Concezione e
Papa nel Triclinio LeonianOy lo dissi in di s. Gio. Francesco Regis. Be'Fignaro-
quegli articoli. Figura del divino agnello li si può vedere il paragrafo loro in que-
Gesù sono gli Jgnus Dei, de quali ri- st'articolo.Nelvol.LX'XVin,p. 67, par-
parlai nel voi. LXXl , p. 67 e seg. Alla lai dell'ospizio ecclesiastico rinnovato dal

Moneta (F.) derivò il vocabolo ptcuniaf regnante Pio IX non solo pe' poveri sacer-
dalle greggi, e perchè prime monete le doti, ma perchè questi si occupino della
erano di cuoio. I Lanari^ come dirò in coltura spirituale de'lavoratoridelleca 01-
tal paragrafo, ebbero in Roma un nobi- pagne romane. Tra*molli scrittori dell'a-
le collegio o università. Si ponno vedere gricoltura del vastissimo Agi"o Romano,
i paragrafi Pel licciari e Vaccinari. qui solo nuovamente ricorderò le opere
Agricollura^ Artis Agricollurae Ur- dell'ab. A. Coppi, Discorso suW agricol-
bis. Di questa nobilissima università di tura dell'Agro Romano, e le Dissertazio-
sopra parlai, ricordando alcuni de'molti ni pubblicate negli Atti dell' accademia
luoghi ove ne ragionai, come dell'eccel- romana d' Archeologia, e del Giornale
len2a e sommi pregi dell'arte, la prima e Arcadico. Quella del cardinal Morichi-
la più utile delle arti umane, dell'agri- ni, DegV istituti di Roma, in cui compen-
coltura specialmente dell'Agro Romano, diò l'interesse che a favore dell' agricol-
ed anche come già uno àt Tribunali di tura della campagna romana ne presero
lìonia (/'.) e consolato primario di eswa; i Papi, rilevando l'utilità d'educare i fan-
Tuniversilà celebrando la festa del patro- ciulli poveri a'Iavori de'campi, né occul-
no s. Isidoro agricoltore nella chiesa de' tando gli ostacoli che a ciò si oppongono

francescani irlandesi, che descrissi nei voi. in Roma. Di che io pure toccai T argo-
XXVI, p. 162, ove col Venuti notai che mento in più articoli, inclusivamente al-
ivi fu eretta la confraternita degli agri- le sollecitudini del Papa regnante P/o/X,
luensori, e di questi dissi alquante parole che inoltreistituì la commissione speciale
nel voi. LXX, 19 e altrove. Mg.' Ni-
p.i consultiva di agricoltura, con un cardina-
colai, Memorie sulle campagne di Ro- le per presidente,oltre quanto dirò poi e in
ina, nel t. 3, p. 44^) diporta i titoli e ren- fine di questo paragrafo. Per l'operato da
de ragione di 7 opere suH' Agrimensu^ GiegorioXVI,può vedersi [^Raccolta del-
ra. Dell' odierna sua scuola in Roma le leggi e disposizioni di pubblica ammi-
parlerò a Università' Romana. In la^ nistrazione, negl'indici alfabetico-semi-
le chiesa l'università celebrava solenne- analilici. Sempre Papi posero molta cu-
i

mente la festa, e perciò soleva essere vi- ra nel promuovere l'industria agricola, il
sitala in tal giorno da'Papi. Neh 638 fu che celebrai in tanti luoghi. Preziosa è
Missione (^.) anche di soc-
istituita la poi l'opera di mg.*^ Nicolai, morto Udi-
corso pe' poveri della campagna e con- tore generale della camera, in 3 tomi e
tadini, ne'luoghi suburbani a R.oma. Ivi intitolata: Memorie, leggi ed osservazio-
pur dissi originata neli^i i la Missione ni sulle campagne e suW Annona di Ro-
de'gesuiti pe'mietitori , falciatori e altri ma, con appendice delle operazioni a*
lavoranti campestri. Nel 1762 il celebre grarie e biblioteca Geo/g/ctìr,Romai8o3.
gesuita p. Luigi Felici, poi fondatore del- Nella biblioteca georgica, utilissima agli
la benemerentissima Pia unione di s. agricoltori che vogliano istruirsi delle co-
J^aolo apostolo, ueìld Chiesa di s. Vitale se di campagna, comechè contenente le
(/ .),dicui riparlai nel voi. XXX, p, 167, opere più cognite relative a tutti rami i

e meglio ragionerò nel paragrafo de'-lifl- di agricoltura, il pi elato si giof ò nella più
rìnarif istituì la con^icgazioue de'caaip- parte del Sa^^io di Bibliograjia Geor*
UN I U N I f)i

gira di Filippo Re, pubblicato a Venezia lubrità de* vicini latifondi, noncheaquel-
nel 802, aggiungeudovene ollie,renden-
1 la slessa di Roma, alla quale riescono pre-
do ragione delle più interessanti, in tul- giudizievoli gli effluvi di quella vasi a e
le essendo 5oo, classificale in 1 1 classi e abbandonala palude. Di più lo stesso l^»-
queste in sezioni, distinguendosi gli scrit- pa nel gennaio 857 pel medesimo pre-
1

tori italiani dagli oltramontani, con ov- lato esentò da ogni nuova imposizione per
dine cronologico dell'edizioni, onde co- i5anni que' terreni vallivi, che va a pro-
noscerei progressi falli nella scienza, nel- sciugare il
£.** circondario della provinci.i
l'arle e nell' esperienza. La botanica, la di Ferrara, con l'azione delle macchine
fisica, la chimica, la geometria, i' idrau- idrofore a vapore per ridurli quindi a
lica sono le scienze, le quali più di tulle coltura. Questi grandi lavori di asciuga-
le altre sono necessarie a chiunque vo* mento ,
prendono il nome di Bonifìca-
glia studiare pe'suoi principii l'agricoltu- zìone Piana, per pontificia annuenza.
ra, si debbono i grandi pro-
ed alle quali Piena contezza di tali asciugamenti arti-
gressi che ha fallo l'arie. Non si preten- ficiali nel può npprendore
Ferrarese, si

de che il contadino abbia a sapere que- dal Giornale di Roma dc\ìS5'j d p. 280,
ste scienze, ne che l'agricoltore sia ia e ne'n.8g e 90, colla seguila solenne in-
esse consumato ; ma a chi presiede al- augurazione a'26 marzo, ed a' 4 aprile 1

le cose agricole 1* aver nozione de' libri, colla benedizione dell'arcivescovo cardi-
da' quali può ricavare ciò che in queste nal Vannicelli, nel qual giorno il delega-
scienze può riuscirgli ulile, e ancora di- to apostolico mg.' Gramiccia nell'aula
rette al bene dell'agricoltura in generale del castello Estense sua residenza, pose
e dare ilumi necessari per migliorar- una lapide cooimemorativa in onore del
la, la biblioteca georgica riuscirà utilis- Papa concedente. Meritano pure enco-
sima. Quest'arte nell' antichilà fu eser- roii, per avervi contribuito, il conte Sil-
citata da' più grandi uomini e da'sovra- vestro commend. Camerini gonfldonie-
ni slessi. Nell'impero d'Au Nani si ha re, colla magistratura, e la congregazio-
una slima particolare pe'lavori agricoli, ne consorziale del ."gran circondario.
i A-»
i quali sonovi onorati e protetti. Il i." vendo parlalo dell'agricoltura dell'altre
giorno dell' anno lunare è consagrato a nazioni in tanti articoli, e del famoso La-
celebrare la festa deli' agricoltura, una go diFucino nel voi. Lll, p. 217, deplo-
delle più belle dell'impero. Poiché l'im- rai che nel 835si tralasciò il compimen-
1

peratore si reca solenneniente in un cam- to dello spurgo, e la riapertura dell'ar-


po, che per tal motivo ha ricevuto il no- dilo e grandioso emissario e condotto
me di Campo Sagro, ed è da lui lavo- Claudiano, che faceva sperare di vedere
rato con un aratro il cui vomero è d'o- biondeggiar le messi e pascolare pingui i

ro. A vantaggio dell* ^agricoltura i Pa- armenti nel fondo della sua imuìensa pia-
pi contribuirono al prosciugamento del- nura, che può dare all'industria agrico-
le Paludi, e Pio VI delle Paludi Ponti- la e pastorale un vastissimo e ubertoso

ne (/ .), immensa operazione che di per- campo. L'imperatore Claudio per libera-
sona vigilava, recandosi perciò ogni an- re le adiacenti contrade dalle desolanti
no a 2Wracina{y.). Il regnante Pio IX inondazioni, tentò dare lo scolo alle sue
a mezzo di mg/ Milesi-Pironi-Ferretli acque nel fiume Liri, il che non conse-
nel maggio 856 approvò la concessione
1 guì per la sua difettosa costruzione, in
tendente a prosciugare lo slagno d'Oslia, un tempo i cui roDiani erano privi de'
che ha impreso una società; così sarà re- nostri striunenti e mezzi meccanici, e del-
sa all'agricoltura assai parte del territo- le nostre cognizioni geodetiidie. Laonde

rio Ostiense, verrà provveduto olla sa- dopo avere Teunssario per lungo tenipo
62 UNI UNI
funzionato, i successivi restauri per cor- e Taumenlo e l'economìa del proprio pa-
reggerne i vizi accelerarono la rovina to- trimonio. Per conseguire questo scopo è
tale dell'opera. nuovo progetto del-
Il necessario che il padrone o proprietario
l' ardua impresa, che il re Ferdinando sorvegli personalmentealla coltura, giac-
Il ha concesso ad una società anoni- che la sola presenza fa eseguire il siste-
ma napoletana (ossia del principe d. A- ma d'una ben regolata agricoltura. So-
lessandi:D Torlonia romano), insieme no nella classe de' coloni tutti quelli che
alla proprietà de' terreni che resteran- tengono in a (fi t to o società le terre altrui
no prosciugati, è descritto nel Giorna- per coltivarle e farvi protilto. Tali sono :
le di Roma del i SSy, ne'n.i 89, 4o e 4 » • i mercanti di campagna, ed altri adit-
I lavori in corso di esecuzione, ivi pu- tuari delle terre altrui; i coloni par/.iali
re dichiarati, consistono nella ricostru- nelle tenute, chedevono contribuire ai
zione dell'emissario e nella canalizzazio- padroni una quota de'prodotti, variabile
ne del bacino con dighe protettrici dall'i* a seconda delle condizioni ; i mezzaroli
nondazione de'terreni da sottrarsi al do- degli orti ,
giardini e vigne secondo le ,

minio dell'acque. Tra le feraci conseguen- quote stabilite. Gli agricoltori mercena-
ze che ne deriveranno da si grandiosa e ri sono di due specie: i preposti alla col-
nobilissima impresa , oltreché alla ric- tura delle tenute , delle terre o delle vi-
chezza pubblica, alla scienza, e all'archeo- gne, che chiamansi ministri, fattori, ca-
logia per le scoperte che si faranno sidle pocci, caporali, vignaroli, ocon altre si-
3 città chela tradizione afferma sommer- mili denominazioni ; i lavoratori sempli-
se nel lago, darà agli Abruzzi quella ter- ci, detti altrimenti uomini giornatari o
ra coltivabile di cui penuria per la sua giornalieri. Torno a Boma e all'odierno
montuosa condizione , e quella che con pontificato. Nel voi. LXIII, p. i23 par-
pena e fatica lavora l'industriosa attività lai delle scuole delle parrocchie di cam-
degli abitanti non potenilo loro bastare, pagna o suburbane, di carità educatrice,
sono costretti ogni anno in numero di istituite nel i852 a Monte Mario, li Pa-
circa 5o,ooo a emigrare nelle Puglie e pa Pio IX, oltre al riferito,ha eretto nel-
altrove per impiegar le proprie braccia r Università Romana (F.) la cattedra
inutili nel loro paese. Certamente fra le d'agricoltura, ed ha fondato uno stabi-
gigantesche opere che l'incessante attivi- limento agricolo, affidandolo alla congre-
tà dell'epoca nostra intraprende con tan- gazione religiosa de'Salvatoristi di s.Gro-
ta arditezza, poche ve ne sono che per ce e de'fratelli Giuseppiti di s. Croce.Dirò
le loro conseguenze sieno d'un'importan- prima della congregazione coraechè di re-
za maggiore del prosciugamento del La- cente fondazione. Essa fa istituita in Fran-
go di Fucino. L'agricoltura, l'arte più u- cia nell'antica diocesi dell'antica città di
tile e nobile, insieme all'industria fonda- Le Mans nel 1 837 dal sacerdote M. Basilio
mentale de'grani e delle vigne, si conob- Moreau allora canonico della cattedrale,
be ne'primordi del mondo. Questo mez- e sotto-superiore del gran seminario, do-
zo d' industria ha poi occupato la mag- ve per più di i5 anni avea insegnato la
gior parte degli uomini, ed ha stabilito filosofia, la s. Scrittura, la teologia dog-
l'agricoltura quale la dichiarai. Gli agri- matica ed ora può contemplarne il ra-
;

coltori sono di 3 classi; proprietari se col- pido sviluppo e propagazione in diverse


tivano terre proprie; coloni se coltivano parti del mondo, inoltre col conforto di
terre altrui; mercenari o lavoratori col vederla canonicamente riconosciuta e ap-
soldo. 11 coltivatore proprietario non è provata dalla s. Sede a' 18 giugno 1 855,
tenuto ad altri doveri, che a quelli riguar- laquale poi ne confermò le costituzioni
danti il vantaggio della propria famiglia, per organo della s. congregazione di prò-
UNI UNI 63
pagancìo fide con decreto cle*i5 maggio pubblicò un articolo intitolato: Conso-
iSSy. Questa congregazione religiosa si ciazione al Pio Industriale stabilimen-
compone di due società distinte ma non to defigli di s. Giuseppe. In esso si di-
sepaiate, cioè di Sacerdoti o Chierici^ ce, che ad eliminare da'figli del popolo
e di Fratelli laici\ì quaVì si dividono in o abbandonali o da loro datisi alla scio-
fratelli degli studi, e in fratelli coa- peratezza, le massime settarie, l'ozio, il
diutori per gli uffizi domestici e 1* eser- vagabondaggio, T ignoranza, V irreligio-
cizio delle arti. Tutti quanti sono costi* ne, i vizi, alcune saggie e pie persone, cioè

tuiti nello stato religioso mediante i voti ireligiosi de'minimi p.Varenna e p. Piaz-
sensplici di povertà, ubbidienza e casti- zoli parroco,principcssa Zenaide Volkon-
tà, sotto il nome di Salvntoristi di .?. ski, principe d. Girolamo Odescalchi,
Croce per gli ecclesiastici, e di Giusep- duca d. Clarino Torlpnia, si proposero
pi ti di s. Croce pei /tìt/c/, chiamati vol- di raccogliere tali infelici, ricoverarli con
^avmeDle fratelli di s. Giuseppe. Tutti decenza, istruirli nella dottrina cristia-
vestono con sottana e mantello nero e na, ed a far loro apprezzare e amare la
cappello ecclesiastico. La loro casa prin- virtù, non che addestrarli inmi mestie-
cipale è quella di s. Croce di Le Mans. re da potere trarne il loro mantenimen-
La congregazione ha per stemma il sa» to, per restituirli quindi alla società buo-
grò Cuore di Gesù raggiante, circonda- ni cristiani e migliori cittadini. Volersi
lo dalla corona di spine e sovrastato dal- perciò stabilire in Roma
un'opera pia da
la Croce. Intorno vi è l'epigrafe Socie- : non confondersi colle preesistenti, onde
tà s Sah'atoristorum. Questa congrega- riempire un vuoto reclamalo dalla con-
zione ha per iscopo: i."^ la perfezione de- dizione de'tempi ; aprire una casa per
gì' individui che la compongono, colla correggere senza coazione e condurre al-
pratica de'consigli evangelici ;
2." la san- la pratica delle virtù e all'esercizio d'un
tificazione del prossimo, e la predicazio- utile mestiere, secondo le diverse altitu-
ne della parola divina, specialmente nel- dini e inclinazioni de' giovanetti poveri,
le campagne, nelle missioni estere, ec. ; oziosi e vagabondi, cioè da'g a'i5anni.
l'istruire ed educare cristianamente la Perciò coll'approvazione e presidenza del
gioventù per mezzo di scuole, nelle quali cardinal Patrizi vicario di Roma, si apri
s'insegnano le lettere e le scienze, ed an- una sottoscrizione a volontarie oblazioni
co con iscuole di agricoltura e di mestie- in denaro roba,ancorchè in tenue quan-
ri,destinate specialmente a'fanciulli pò* tità, riferendosene le norme. Quindi il
veri e abbandonali. Nel principio delia Giornale di Roma de' 3o marzo die
congregazione alcune suore spedaliere di contezza, che il progettalo Pio Indu-
carità denominate Marianite furono ag- striale stabilimento dt figli di s. (>iu-
giunte a' religiosi per contribuire alle .vrp^e, posto sotto la prolezione dello Spo-
stesse opere di carità ; ma dopo stabilite so di Maria Vergine, progrediva tanto
le loro regole furono separate da' reli- per le molte oblazioni , onde si sperava
giosi,rimanendo tuttavia sotto la dire- fra pochi giorni d' iniziarlo ; anche per
zione de'pp. salvatoristi. La congregazio- avere il Rm." p. Angelucci generale de-
ne fiorisce, ed ormai si compone di 800 gli agostiniani eremitani, e col consenso
religiosi, a'quali è affidata la direzione di del suo ordine, offerto all' uopo gratui-

* I I stabilimenti, grandi e piccoli, com- tamente r uso del convento propinquo


presi quelli degli studi, ed esistenti in A* alia Chiesa di s. Prisca^ e che il cardi,
merica, nel Canada, nell' Algeria, negli nal vicario avea deputato il duca Tor-
stali pontificii, in Francia. Il Giornale lonìa a tenere l'incasso ilell'oblazioni de'
di Roma óe 26 febbraio it)5o p. 188 consociali all'opera pia. 11 Giornale di
64 UNI UNI
Roma de*22 novembre i85^o riferisce» tore^ il quale s. Brigida istllm pe' reli*

che promotori del pio artistico istitu-


i giosi e per le religiose, queste dovendo
to de'fìgli di s. Giuseppe, già stabilito ricevere gli aiuti spirituali da quelli. Di
nella casa di s. Prisca con tanto profitto presente in Roma da' tipi di Gaetano
de' poveri giovanetti abbandonati, pre- Chiassi si vanno a pubblicare annali di
via l'approvazione della competente au- agricoltura col nome
di Effemeridi a-
torità, avea adìdato la direzione del me- grarieaditso delV agricoltore industrio-
desimo a'fratelli di s. Giuseppe della con- so ^ Giornale.
gregazione di s. Croce di Le Mans, com- Albergatori o Locandieri , Universi"
posta di sacerdoti missionari, di suore taf} Albergatorum. Narra il Piazza nel-

ospedaliere, e di fratelli laici nrtisli. Che V Eusevologio Romano^ trai. 9,cap. 32:
la casa pia aperta ne'primi di maggio con Corollario delle Confraternite, ovvero n-
4 giovanetti erasi aumentata a 20, con- nlversiià di diverse arti, che gli alberga-
fidando i promotori dell'opera pia, che tori o locandieri di camere per alloggia-
ì benefattori vorranno continuare le lo- re i forestieri, che concorrono a Roma,
ro limosine per sempre più far prospe- aveano nella parrocchiale, diaconia car-
rare l'istituto. Registrai nel LUI, p. 233 dinalizia eanlichissima Chiesa collegiata
che il Papa Pio IX nella sua vigna Pia, di s. Eustachio {(\i\ un fianco della quale è
distante circa 3 miglia da porta Porte- l'antichissimo albergo de'Marchegiani, il

se, ove teneva uno stabilimento agrico- quale un tempo die nome alla via, a cui
lo d'alcuni giovani, peroìise nel i." no- prevalse quello di Dogana vecchia, per
vembre 85 £ che da1 s. Prisca vi si trasfe- esservi dessa ivi stata innanzi che si tras-

risse il pio artistico istituto de'fìgli di s. portasse a Piazza di Pietra), la loro cap-
Giuseppe, sotto la direzione de'fratelli di pella, ove a'
9 gennaio celebravano eoa
s.Giuseppe di Francia della congrega- apparalo e musica la festa di s. Giuliano
zione de'salvatoristi. In questa vigna per martire, loro protettore,di professione al-
Ja pontificia beneficenza e l'assidue cure bergatore. Veramente ^.Giuliano V Ospi-
degli encomiali religiosi Giuseppi! i, l'i- taliere [f^.) non fu propriamente alberga-
stituto fiorisce, ed ora conta più di loo tore, ma colla sua moglie s. Basilissa, pa-
ragazzi, che colla buona morale e la pie- rimenti martire, dopo aver nel giorno de*
tàimparano 1' agricoltura. Nel 18 56 il loro sponsali stabilito di vivere in perpe-
medesimo Papa concesse alla congrega- tua continenza, in Egitto, secondo il Bu-
zione la chiesa e monastero di s. Brigida ller, ove viveano, si dierono alla vita a-
di Svezia, che descrissi nel voi. LXXi, p. scelica, consagrando luìte le loro rendite
i4o ; e siccome la chiesa è filiale della a sollievo de'poveri e degl'infermi. For-
basilica di s. Maria in Trastevere, a quel marono alloggi separali pegli uomini e
capitolo fu conservalo il diritto di recar- per le donne. Basilissa avea cura delle per-
si a uffiziarla due volte l'anno, nella fe- sone del suo sesso; e Giuliano , a cui la
sta della santa e nell'anniversario di sua sua immensa carità gli meritò il sopran-
canonizzazione. Nella casa la congrega- nome di Ospitaliere^ attendea alle biso-
zione vi ha aperto scuole pe' giovanet- gna degli uomini. Il Martirologio roma-
ti, per insegnar loro il leggere, lo scri- no registra la festa di s. Giuliano a'9 gen-
vere, i conti, la storia ec. Osservo una naio. Il neW Emerologio di Roma
Piazza
singolare coincidenza di questa congre- la riporta pure a'9 gennaio (come il Bu-
gazione, quanto al nome e quanto al- ller, questi sebbene ritenga che fosse mar-
la direzione spirituale delle suore Ma- tirizzato il 6), é dice che in tempo delle
ri a ni le, cioè che dessa occupa la chiesa e persecuzioni tennero nascosti s. Basilissa

il moDaslero dell' ordiae del ss. Salva- molle ss. vergini, e s. Giuliano molli sa-
UNI UNI 6>
cordoli e ministri del in Chiesa in Anlio- della cappella di s. Giuliano, nella colle-
clii;i. <^iò saputosi dal preside romano giala di s. Eustachio, e del quadro di Bia-
INIarciiiAo, essendo i^ià niort» s. Basilissa, gio Puccini lucchese, ma non dice appar-
lece Urucicire lutti (juegli ecclesiastici , e tenere agli albergatori: egli pubblicò l'o-

aspiiunt'ute flai»ellHre per la cillàs. Giu- pera nel 1767 e d Piazza nel 1698; dun-
liano a suun di Irumha. A questo stre* que sembra che gli albergatori avessero
pilo il funcnillo s. Celso (ì^lio del presi- già cessato di godere la cappella ins. Eu-
de, uscì dalla scuola e vide in capo a Giu- stachio, come avea asserito il Piazza al
liano una vagUissiuia corona di preziose suo tempo, ed invece possedevano quel-
gemme, ed egli accompagnalo da molti la di s. Salvatore delle Coppelle, oltre la

vcsliti di bianco. A tale spettacolo Celso chiesa di s. Giuliano. Sia comunque, la


corse a farsi compagno di Giuliano, e la già nobile loro cappella ora è mio gius-
madre s. Marcianilla die tentò di dislor- patronato libero, e ne feci cenno nel voi.
lo, si convertì anch'essa, e con altri lut- LXXIX, 173, riparlando del recente
p.
ti perii ono fra' tormenti. 1 corpi de' ss. magnifico e generale restauro della chie-
Celso e Marcianilla, Giuliano e Basdissa, sa di s. Eustachio. Dappoiché sciolta e
portati in Koma, furono deposti nella ool- soppressa l'università degli albergatori e
Jegiala Chiesa de* ss. Celso e Giuliano il capitolodi s. Eustachio cer-
locandieri,
(/ .), e poi trasportati nella patriarcale tamente tornò ad essere libero proprie-
basilica di s. Paolo, ove si venerano, e tario della cappella di s. Giuliano, e nel
lo alferma ancora l'annuale Diario Ro- ricordato restauro fece inutili intimazio-
mano. Questo avvenne dopo avere il ni per quello della cappella. Laonde il

Piazza pubblicalo nel lyrS VEnierolo- K.mo capìtolo, con facoltà e beneplacito
f^io. Anche mg.*^ Nicolai, Della basilica pontificio, e con istrumento stipulato dal
di s. Paolo, a p. 1 Sy e Soy, attesta óe\- , notaro di collegio Gioacchino De Domi-
l'esislenza de'4 santi corpi nella medesi- nicis, si compiacque concedermi la cap-
ma, e descrive la cappella e l'oratorio sot- pella di s. Giuliano, con sepoltura appo-
terraneo dis. Giuliano, ove furono dipin- sitamente formata, in uno alla attuale mia
ti i 4 santi co'loro nomi. Entrai in questi famiglia e discendenti consanguinei, di
particolari per chiarire alcune dubbiezze che nelle pareli vi posi marmorea me-
che inlesi da alcuni, sul luogo ove ripo- moria con iscrizione e stemma. Dopoa-
sano i discorsi santi, forse fondandosi sul- ver io fatto le convenienti oblazioni alla
l'asserzione del Piazza, anteriore all'ulti- chiesa, e sopperito interamente a'nobitt
ma traslazione. RidoKino Venuti nella/io- restauri della cappella, inclusi vamente al
ma moderna , dice a p. 34?. , che nella bel quadro e altra pregievole pittura; e
chiesa di s. Salvatore delle Coppelle gli quanto poi per quelli che in futuro oc-
albergatori vi possedevano una cappella correranno, sia per la sua manutenzione,
(per li motivi chedirò);ed a p. 44^, t^be suppellettili sagre e altro , consegnai al
la compagnia degli albergatori e vetturi- R.mo capitolo un'aiinua rendita consoli-
ni (ino dal I 523 ritenevano la chiesa di data e vincolata éjJ/toc'j come dote e fon-
s. Giuliano in Banchi, dipendente dal ca- do per la cappella. Ciò feci perchè non e
pitolo de'ss. Celso e Giuliano, e che inol- ormai prudenza il confidare a' posteri,
tre vi aveano fabbricato un oratorio par- ancorché beneficati, 1' esatta esecuzione
ticolare pe'Iuio di voti esercizi (della qua- delle proprie ullime disposizioni. Così con
le chiesa e del sodalizio che poi l'ebbe in tale previdente driiberazione, nell'assicu-
cura, riparlai nel voi. XLV, p. "i^'ò, ove rarenonnteno la proprietà perpetua del-
però la citazione del voi. Il, p. 3()'2, de- la cappella e del luogo da me eletto per
ve duo 3o3). Il Vcuuli u p. 5t)() p«iia sepolcro mio (fjermiucnte Dea) e dc'miei,
VOL. LXXXIV. 5
66 UNI U N I

eziandìo volli impedire la probabile in- prescrisse quelle contro gli albergatori o
grntitudine e lo scandalo che spesso ve- locandieri, osti o bettolieri, che non de-
diamo dare, anche da parenti di case ma- nunciano i delitti commessi ne' loro al-
gnatizie, che nel ricusarsi di accorrere a- berghi e osterie, o luoghi di esercizio, en-
f»li occoiienti restauri delle proprie cap- tro 24 ore. Ivi a p. 6o5 e 664 si legge
pelle, preferiscono di abbandonare que* l'ordine agli albergatori e particolari, nou
monumenti di religione e di nobiltà de* escluse le case religiose e altri luoghi pii,
loro raaggiori,e persino decadere dal gius- di dare la denunzia e assegna de' forastie-

patronato; per cui talvolta si vedono con ri che alloggiano alla polizia, allora e al
ribrezzo rimosse immoralmente le ossa presente dipendente dal Vice-Camerlen-
cle'fondalori ©primitivi patroni, per dar go (V.) direttoie generale di polizia. Nel
]uogo a quelle de' nuovi ! Sugli alberga- t.i del 1835 per la notificazione del car-
tori, e osti de'quali riparlerò al paragra- dinal camerlengo colle norme per la de-
fo loro, Papi emanarono diverse dispo-
i positeria Urbana e diComarca circa pub- i

sizioni a pubblico vantaggio, massime de* blici pegni, a p. 52 sono dichiarali gli al-
foraslieri, Bonifacio Vili nel i3o3 isti- bergatori depositari degli auimali smar-
tuendo V Universi là Romanat provvide riti o arrestali per danno dulo, con rela-
acciò gli albergatori non commettessero tive disposizioni. Nel
1. del 18 36, a p. 21, 1

danno degli scolari forastieri, or-


aijusi a per l'obbligo degli albergatori e locan-
dinando che due deputali dovessero tas- dieri di tenere i loro registri incarta bol-
sare le pigioni. E siccome tra'3 esecuto- lala. Neil. 1 5 del 1837, ^ p- 225, per l'or-

ri della bolla d'istituzione dell'universi- dine della polizia a'iocandieri, albergato-


tà uno fu l'arciprete di s. Eustachio, iu ri, osti e altri alluggianti di denunciare
cui essa con altre bolle si custod*!, e per- al suo uffizio, ne'lermini prefìssi dalle ve-
chè nel sito propinquo fu stabilita ed e- glianti leggi, qualunque persona estranea
siste Tuoi versi tà, così mi sarà lecito con- che alloggino o ritengano presso di loro.
getturare che allora e molto più in se- Nel 1. 1 9 del 84 1 pel regolamento di po-
1

guito, ne' dintorni si formarono diver- lizia sull'obbligo dique'che intraprendo-


si alberghi per alloggiare gli studenti no il Viaggio {V.) diRoma; ed a tulli
stranieri, e probabilmente gli albergatori coloro che in Roma albergano e allog-
si procurarono la suddetta cappella nel- giano forastieri o statisti qualunque ,
al-
la loro chiesa parrocchiale, a cui poi uni- bergatori, locandieri, o che affiliano ca-
lonsi gli altri come corporazione di uni- mere e appartamenti col mobilio o sen-
versità. Negli Anni Santi (P\) Papi fe- i za, inclusivamente a'graluiti ospitalari di
cero diveise prescrizioni a favore de*fo- parenti o amici, ed alle comunità e corpo-
lastieri, acciò non fossero aggravati nelle razioni religiose, per la denunzia alla di-

pigioni delle case.Pio 1 V col moto-proprio rezione di polizia entro le prime ore 24>
Cuni sicuty de' IO dicembre 1563^ Bull. siccome precìso obbligodi tulli quanti gli

Rom. t.
4> pa'- 2,p- i65: Caupones et nlloggianti: soltanto sulle denunzie ne fu-
Alhergatores Urbis ^ non Itnentiir de fur- rono eccettuali i lavoranti di campagna
tis rerum eis non consignataruni^ coni- della Comarca di Roma (della quale ri-
missis ineorum hospiliisy si hoc ipsi ho" parlai a Roma nel descriverne i lunghi), e
spitibus notificenl in cor uni ingresìu. Le lutti quelli che dalla Comarca slessa con
ultime sono quelle emanate nel pontifi- carri o bestie cariche o in altra guisa so-
calo di Gregorio XYl e conlenule nella gliono portare iu Roma giornalmente le

sua Racvolia delle leggi: lammeuterò qui grasce o vittuaglie necessarie al nutri-
le principali. Nel t. 5, p. 546, col rego- mento, pe* quali saranno date le denun-
lamento sui delitti e sulle pene deli 832, zie al loro primoacc£SSO nel rispettivo al-
UNI UNI 67
bergo. Neil 852 poi il direlloie generale Ietto a'viaggiatorì con pagamento. Rite-
di polizia con nolificazione del i .° aprile, nersi che dal nome ^o.?/7/tó^, cioè alber-
per la luoggioie utilità della formazione gatori, derivò vocabolo 0.9/e (detto pu-
il

dei ruolo statistico delia popolazione di re Plnarimjj e sembra che verso il se-
/)'o;/2^,conferQiando neMoio doveri gli al- . colo XIII già niuna città d' Italia man-
bergatori e ailoggianti^ eslese le denun* casse d'osterie e pubblici ospizi, le anti-
zie al proprio presidente de* /?/o^2iVijRo- che essendo andate in disuso per l'inva-
mrt, di tulli i capi di famiglia e di stabi- sione de'barbari, i quali negarono pagnc

lintetili pubblici, privali e pii, delle per- l'alloggio (Hospiiuun) e abusavano del-
sone in ciascuna esislenti,coroprese le per- Fu per questo che si fonda-
l'ospitalità.
sone di servizio, non che i cambiamenti rono benefìci ospizi e ospedali, precipua-
di domicilio , i movimenti avvenuti , in mente ne'borghi fuori delle città, princi-
ciascuna casa, famiglia e luogo pio, le na* palmente ove doveasi passare fiumi sen- i

scile, matrimoni e le n)orli che avvengo-


i za Ponti e valicare le cime de'inonti. E
no nelle famiglie medesime; come ancora quia cagione d'onore ricorderò il bene-
i doveri de'proprietari, locatori e subloca- merentissimo della religione e dell' uma-
tori di notificare il cessato contralto, e nità,monastero e ospizio del gran s. Ber-
l'alienazione delia proprietà. Erudizioni nardo, pel disastroso passaggio delle Al-
e nozioni relative agli albergatori e ospi- Pennine, che tornai a celebrare nel voi.
pi

talari, in molti luoghi del Dizionario si LXXIl, p. 5i. Come Papi ed sagri i
, i

ponno leggere. A ricordarne alcune dirò canoni curarono che gli osti e gli alberga-
che nel voi. LXXX, p. irrS e i8i, dissi tori non aggravassero viandanti con ec-
i

altre notizie de'foraslieri morti ne'Iuoghi cessive esigenze. Di questo tenni anco pro-
ove per non essere naturalizzati soggiac- posito nel voi. L,p. 293, riferendo in bre-
ciono al diritto dell'albinaggio* Nello stes- ve i diritti dell'inquilinatOjCdi quello del-
so a p. 182, i83, ragionando de' T/7Z>«f/, l'università degli ebrei di Roma, e quan-
parlai altresì di quello detto fleribergunt^ to fecero per ultimi Pio VII, Leone XII,
dal quale vocabolo derivò la voce Alber- Gregorio XVI, per frenare l'esorbitan-
gOf che in latino dicesi Hospitìunty Man- za di que' inumani proprietari di case,
lio; che consisteva \* Hevibergum nell'o- molti de' quali sono divenuti ormai in-
spizio che doveasi dare al re, a'suoi mes- discreti assai. Sono imparziale. Prima le
si e soldati; come de! J^orfnim o alimeli case e le abitazioni erano quali si conve-
lo da doversi somntinistrare a' soldati e nivano a'diversi ceti, tanto nella discreta
loro cavalli, ed anco a' sovrani. La voce ampiezza, che nelle proporzionale sup-
tedesca Utriberga significa castello, o- pellettili ; Qìenlre al presente quasi tutti
spizio, e perciò si U9,h heribergare^ prò ho- vogliono un numero maggiore di came-
spilio cxcipere. Dell'origine delle locan- re, oltre quelle s'intende per tenervi so-
de postali, e delle osterie o taverne, par- cietà ! e tutte per lo più guarnite di utas-
lai a PosTK, Pei iEr.Ki?iAGC.io, Ospizio, di- serizie assai superiori alla condizione del-
cendo dell'ospitalilà tie'viaudanli, massi- le persone. Quindi debiti, quindi inimo*
me quando gli alberghi erano scunosciu* ralilà d'ogni genere. Si può dire, quasi
li; però sotto romani eran vi alloggi chia-
i ninno vuol più stare al suo posto, niunu
mali Di\'ersoriumy come tra gli ebrei, se- è contento della posizione a cui la divi-
condo il rilevatone! voi. LV, p. 1784 Ivi na provvidenza lo destinò. Ci liigniaum
e altrove dissi delle tessere ospitali. E che della carezza ilelle pigioni. Con fessi a imi-»
ne'secoli barbari non pare che fossero più lo, in buona parte tie sono cagione (|uet-
in uso generale i pubblici ospìzi, poi det- liche vogliono abitare case con fuga di
ti osterie e alberghi) dove si dassc cibo e camere, decorate con pitture e carte cu-
68 U i\ I \JÌ^ I

lorate, senza poi badare alla propria rea- sublime opera di segnalato carità, che e.
le condizione socievole, ne aireconornia sercitava nelle locande e osterie,collo stes-
domestica relativa, che per lo più in ge- so Piazza per esteso qui mi piace ripor-
nerale è sproporzionata. Da ciò in parte tarla. « A questo nobile istituto v'hanno
proviene le penuria di case di poche ca* aggiunto un'opera di segnalata carità, e

mere, e le forti pigioni, e il profittare che che forse era singolarmente desiderabile
ne fanno proprietari, e non infrequen-
i in Roma pièna di camere locande e o-
temente ancorché luoghi pii. A luttociò slerie pelcontinuo flusso e riflusso de'fo-
si aggiunga l'industria e speculazione di rastierijche conlinuamenle vanno e ven-
subaffitta re con mobili,con non poco sca- gono a questa santa città, per lo più sco-
pito talvolta della morale, e pregiudizio nosciuti quivi e lontani da'loro parenti e
de'Iocaudieri, che di quando in quando nazionali. Perciò il sodalizio visita nelle
sono ridotti a fallire, in conseguenza del camere locande i medesimi forastieri in-

commercio libero. Industria che se re- fermi, li soccorre se poveri di limosine;


clamata dall'esuberante corrisposta delle tiene cura e inventario delle loro cose; li

pigioni, onde rinfrancarsi in parte di es- fa portare, secondo la loro condizione, a-


se, però eoo pubblico pregiudizio, pro- gli spedali, servendoli e facendoli servire
duce penuria di case di poche stanze pe- con ogni medesime ca-
carità; e se nelle

gli artieri e pel popolo basso. In genera- mere locande occorre che muoiano, ol-
le buchi e non camere ponno dirsi quel- tre l'invigilare che siano assistiti da tut-
le che vanno fabbricandosi o riducendo- ti gli aiuti spirituali, si prende la cura che
si , ma però si fanno pagare per vere stan- siano da chi si spetta onorati, secondo il

ze. La che minaccia


carestia delle Ciise, loro stato, degli ultimi uffizi di pietà cri-

tuttogiorno aumentare, alcuni dicono stiana, dell'ecclesiastica sepoltura, e di


doversi attribuire al rapporto che passa farne avvisati i loro parenti, di qualun-
fra l'offerta e la domanda. E di tutto que consegnando poi lo-
patria che siano,
causa principale è il rovinosissimo lusso^ ro fedelmente tutte robe lasciate dal le

massime nelle Vcsti^ dalle persone più forastiere defunto. Ciò che riesce di mol-
quotidianamente e an-
inferiori usandosi to buon esempio alla città, e di grande
co domesticamente il velluto e la setal edificazione ne'paesi lontani, a'quali si e-
Il Moniteiir nell'aprile 1 856 fece cono- stende così pietosa e feconda romana la

sceie, che il demanio privato dell'impe- umanità". 11 cardinal Morichini, DegV i-


ratore iS^àpoleone 111, aveva compralo sliluti di pubblica carità in Roma, t. i,

18,000 nielli di terreno, per farvi innal- p.i53,dopo avere ripetuto il riferito, fra

zar case, le quali non doveano contene- le utili istituzioni di soccorsi a domicilio,
re che alloggi di modico prezzo, però co- avverte che nel 1 84 ' il cardinalDella Por-
modi e salubri. Ciò per metter freno ta ordinò con suo editto, sotto pene pe-
a' proprietari, ed a vantaggio della clas- cuniarie da applicarsi a vantaggio della
se inferiore. Nel voi. LI, p. 247» con confraternita, a tutti i locandieri, alber-
V Eusevologio del Piazza feci cenno del- gatori ed osti, di dare avviso quando ab-
la confraternita del ss. Sagramento per biano forastieri malati, e tenere la busso-
la sua venerazione, e della Perseveran- la per le limosine che si raccolgono per
za nel bei>e operare, istituita in s. Sal- questa pia opera; la quale è un*allra so-
vatore delle Coppelle, chiesa ora del col- letine prova come la carità de'nostri non
legio de' Parrochi (^.)> ^ istanza d' un sia ne municipale, ne nazionale, ma cat-
ragguardevole religioso forastiere, che tolica, in Roma maestra di carità univer-
per essere degna eminentemente di Ro- sale.

ma^ e perciò da porsi in piena attività la Artehìaiiche, Orzaroli e Nevaroli, F,


TJ N I n N I 69
il paiagrafo Mercanti e Mcrciari^eà altri e la Sebbene propriamen-
dice esistente.
rehilivi di quest'articolo, come /^^r/^rt^/, te questo sodalizio non fu una corpora-
Ogliararly l'erniicellari, ec. zione di università artistica, ne ho voluto
Anigiani. Sotto questo titolo il Piaz- far qui memoria pel suo titolo di y^r^/gf/rt-
za descrive la pia congregazione della Na- ;j/,a'(juali quanto impiegatoquesto
è lutto
tività della n. Vergine degli Artigiani, e- articolo, e perchè fu composto di artigia-
lelta nella Chiesa di s. Lorenzo in Luci- ni. Altro sodalizio fu istituito nella chie-
ita (f-^.), ora in restauro, sotto la direzio- sa di s. Carlo de'Catinari, pe' Mercanti e
ne de'pp. Chierici regolari Minori. Il re- artigiani, e ne farò parola a quel paragra-
ligioso di tal ortline p. Bartolomeo Ele- fo. Imperocché ripelerò, classe manuale
fanti, di mollo zelo e carità, l'istituì l'Bset- chiamano alcuni quella costituita da ar-
tend)rei 62'ji con buone regole per varie tigiani, non meno dagli artigiani e lavo-

professioni d'arti, e componendola di 63 ratori,ma anco piccoli mercanti e simi-


i

persone in memoria dell'età clievuolsia- li. Da


qualche anno in iioma fu istitui-
vere vissuto la B. Vergine. Ebbe per pre- ta la Società ri' incoraggiamento alle

cipuo fine l'indirizzare i confrati alla per- arti meccaniche di Roma, della qua-
t'i'lla osservanza de'precelti di Dio, e per le più volte ragionò il Giornale di Ro-

attendere al profitto spiritualedi loro ca- ma. E in questo generico argomento


se e famiglie; e massi(namenle la corre- aggiungendo alcune erudizioni generali,
zione fraterna del prossimo, per rimuo- comincerò dal dire: Ncque ingeniaui si-
verlo dal peccato, per intercessione della ne disciplina, ncque disciplina sine inge-
ss. Vergine, e mediante la frequenza de' nio perfectum artificem potest. Scrisse il
.sagramenti della confessione e comunio- Ramazzi ni, Delle malattie degli artefi-
ne, r esercizio delle virtù e delie opere ci, Milano 182 r. Il Tissol, Della salute

J»uone. Fu loro altresì ingiunto accom- de' letterati, Venezia lyyS: Delle malat-
pagnare alla sepoltura i defunti, suffra- tie delle persone del gran mondo, Vene-

garlicon messe e l'uHìzio de'morti, pren- zia 1775. Abbiamo dell' avv. Martinetti
der cura de'Ioro figli e impiegarli nell'e- ilCodice d'economia pubblica j ossia Co-
sercizio di qualche arte o mestiere, e di dice universale de doveri. Manuale teo-
lorozilelle adoperandosi per collocarlein rico e pratico per ogni classe di persone^
modo sicuro. Nell'oratorio, formato den- Roma I 833. Etono mia e Diceologia ov-
tro la casa de'religiosi, in tutte le feste i sia giustizia di religione e individuale,
conflatisi esercitavano iu opere divote, contenente li doveri dell' unnin verso Dio
celebrando con solenne apparato la festa e verso se stesso, Roma 1840. Traila que-
«Iella Natività di Maria Vergine con ot- sta opera de'doveri di tulle le classi alle,

tava. Con ingegnosa provvidenza aveano medie e infime della società. N'è scopo il

i confratelli eretto un monte a benefizio ridurre a nuovo metodo d'insegnamen-


di quelli che tra loro si fossero ammala- to la scienza universale de'doveri fonda*
ti, contribuendo perciò un paolo al mese, la ne' tre immutabili rapporti de'doveri
e altrettanto distribuendo ogni giorno a verso Dio, verso noi slessi, e verso il pros-
ciascun infermo, tranne ne'mali incura- simo. Nel t. a^ cap. i3, p. 47: Doveri dei
bili o contralti per propria colpa; soccor- professori d' arti liberali e meccaniche,
rendo ancora loro parenti poveri, e fa-
i e degC individui che le riguardano. Dice
cendoli decentemente seppellu'e se indi- che le arti liberali sono quelle che hanno
genti. Anche il prete Ouglielmo Coslan- per iscopo piuttosto la libera considera
7i, L' Osservatore di lioniaje Istituzioni zione d'una scienza, e la coltura dell'a-
di pietà, i Santuari ec, nel t. i, p. 3^7, nimo, di quel che il lucro manuale, come
tratta della congregazione della Nalirilà, e meglio dissi nell'articoloUxiviRsiTA . E
70 UNI UNI
Hcconie Ira'romaDi esercì tavansi dn'Ser- sero i quali imbaldanxili
gli scarpellini,

w,p«rciòsi chiamavano liberali le piofes- osarono olfendere gl'insigni scultori Mi-


«iopi esercitate dagli uomini liberi e in- chelangelo, Sangallo e Cecchini. Paolo
genui, onde Cicerone lechiama Tngenuas 111 volle definir la questione insorta tra*
artesj cessatala ServilUj varie arti, come scarpellini e statuari, e la specie delle
la niosofia e la rellorica, che pur si eser- due arti, a favore dell'arti figurative:
citavano da' servi, ambirono il titolo di appello la Scultura (F.) non arte, ma
jirti liberali, che si è conservato, le qua- scienza studiosa emula della natura ; e la
li s'insegnano principalmente nelle Uni' marmoraria chiamò arte meccanica, in-
versila {F.)c\\ studi generali. Qui lascio forme e servile. L'università e consolato
per un momento il Martinelli, per ricor- delle nominale arti de'pittori, miniato-
dare comprendersi Ira l'arti liberali l'ar- ri, ricamalori sussisteva nel i565 e ne!
chiletlura, la pittura, la scultura; e che i583, ma era in decadenza. E fu per
di sopra na« lai che tra di esse furono uni- questo che Gregorio XIll nel 1577 coq
ti in corporazioni artistiche gl'intagliato- sua bolla eresse V Accademia di s. Lu-
ri, i ricamalori, gl'indoratori, gli spadari, ca (F.) de'pittori e scultori di Roma fon-
i guainari o astucciari, ed altre arti, che data dal Muziano, della quale riparlai
furono ppi po3te nella classe de'meslieri io tanti luoghi, come delle sue odierne
o arti non liberali, come in Bologna e al- scuole anche a Università' Romana, da
trove. Quanto a Roma dirò, che il Mis- dove furono trasferite da Gregorio XVI
iirini ne\\e3Iemorie per sei^\'irc alla sta- ove trovansi. Anche a quest'accademia,
ria della romana accademia di s. Lii- pome a* sodalizi e università artistiche ,

ia fino alla morte d'Antonio Canova^ fu da Paplo V nel |6o6 accordato il pri-
Bpqaa 1828, tratta dell'antica Univer- vilegio, per la festa dej protettore s. Lu-
sità e Consolato delibarli in Boma, già pa evangelista, di liberare un reo condan-
Collegio de' pittori, fondata in una pic- nato alla pena capitale, fuorché pe' de-
cola chiesa di s. Luca presso la basilica di lesa maestà, falsificazione di mo-
litti

Liberiatia, la cui memoria piìi velusl£| nete o di lettere apostoliche, assassina-


che rimane p sul finire deli4oo, e la
ci mento e sacrilegio, coli' espressa condi-
rinnovazione d^gh statuti dell'università zione, che il condannato avesse ottenuto
porla la data del i47^- ^' ponno legge- la pace dagli offesi j quindi veniva resti-
re nel benemerito lodatp scrittore a p. 5. tuito alla primiera fama, gradi, onori e
Da essi rilevasi, che siccome allora i* u- beni, fuorché quelli incorporati al fisco.
niversith componevasi di pittori, minia- L'accademia di s. Luca celebra per suo»
tori, ricamalori, banderari e battiloro, 2." fondatore Federico Zuccari, e nel
a'due consoli anche denominati camera- Missirini si ponno vedere le successive
rio e sindaco, per provvede» e a'dispareri accadpuiie teuutp nel principato del me-
che nascevano sulle cose pttinenli a dette simo, riferite a p. 28 e seg., vietandosi
arti, sì trovò opportuno aggiungere due il discutere sulle preminenze dell'arte di
un sindaco. Il senatore ed
altri consoli e i pittura, di scultura, d'architettura, per-
conservatori diRoma approvarono gli sta- chè essendo ciascuna figlia d'un medesi-
tuti. L'università interveniva alle sudde- mo padre cotanto nobile, com'è il dise-
scrille processioni dell' inimagiue Ache* gno, sono e debbono essere sorelle. Im-
ropila del Salvatore con lorchielti, mul- porla pure nel medesimo leggersi prin-
tandosi 5 ducati gli artisti mancanti. Nel cipalmente i ragionamenti recitali nel-
fceculo XV inoltre, nella Chiesa de' ss. l'accadeuìia: Intorno al disegno j al D.i-

Quattro^ si costituirono iu consolato di- segno intellettuale j alla Definizione del-


versi marmorari e scultori, cui si aggiun- la pittura; alla Definizione dell'archi-
UNI UNf 71
tetltiraj alla Definizione della scultura; gozìo aperto. Questi sono meccanici-ne-
alle Definizioni compendiose e riunite gozianti-spacciatori, Sono altresì mecca-
ili tutte tre le primarie arti liberali. Da nici, ma di seconda specie, quelli che in-
queste e Jairaccademia di s. Luca ftiio- dividualmente tirano un lucro colla sola
»io dunque separate quelle de'iicamalo- persona, come li servitori, li camerieri,
ri, banderari e battiloro, già unite all'u- li portieri, le ordinanze, gli esploratori,
ni versila come considerale arti ornamen- li mesi»i , li garzoni, li facchini, e simili.
tali del disegno aventi qualche relazio> Questi sono meccanici personali. Li mec-
ne all'arti del disegno medesimo mas- , canici negozianti-spacciatori, ossia con ne*
sime ricamatoli, quali in un a' ban-
i i gozio aperto, si suddividono in due clas-
tierarì ad esso l' hanno sempre. Ri tor- si. Sono1/ classe o di I. "ordine quelli,
di
no al Martinelli. Arti meccaniche so- che ritmendo la cognizione e perfeziona-
no quelle che hanno per fine, non tanto mento d'un'arte o d'una scienza mecca-
Va promozione o cognizione d'uua scien* nica, con relazioni commerciali all'este-
zn qualunque, quanto il solo guadagno ro, si servono dell'esercizio del loro ne-
manuale di spaccio o di trnllìco, Ap> gozio all'ingrosso, per ottenere uu guada-
partengono alla classe di arti liberali li : gno, e possono chiamarsi ancora com-
professori di scienze speculative , filoso^ mercianti, come sono li fabbricatori e pa-
fiche e filologiche, compresi \ teologi e droni d'opifici di panni, di drappi, di por-
]j giureconsulti , sebbene li primi siano cellana, di vetri e cristalli, ed altre simi-
addetti all'amministrazione ed istruzione li industrie, gli orefici, argentieri, fondi-
ecclesiastica, li secondi airaroministrazìo* lori, orologiari, li droghieri, li cartolai, li

ne civile. I medici, chirurghi, farmacisti librai, gli stampatori, commercianti di


li

ed arti annesse, che ricevono in una u- bigiotterie, li mercanti di drappi, di stam-


ni versila di sludi una laurea o matrico- pe, di sete, di colori, e di altri generi com-
la o permesso d' insegnare o di esercì ta» merciabili, Sono di 2." classe e di 1° or-
re. Gli architetti e ingegneri, con arti an- dine, tutti i professori di arti manuali con
nesse, le quali esigono un formale corso ispaccio o esercizio in dettaglio, sopra og-
di studi. Li professori di disegno, pittori, geni indigeni e che comunemente non e-
scultori j rausaicisti, incisori, restaurato^ sigono corrispondenze e commercio con
ri, macchinisti, inventori, e simili arti au« l'estero, sia di generi commestibili , che
nesse, qualora chi ne fa professione ten- di uso e ornamento alla vita. 1 principa-
ga il suo studio aperto e sia riconosciuto liartisti di questa 1^ classe , siccome si
caposcuola con allievi rispellivi, ossia ca- trovano sempre a nostro contatto, richie-
po del proprio sludio, GÌ' impiegali ne' dono perciò un maggior sviluppo e illu-
dicasteri pubblici o privali, (jualora le lo- strazione, che l'autore eseguì con erudi-
ro occupazioni si rifioriscono al perfezio- le note: ponno questi ridursi a'scguenti.
nainenlu o esercizio del rumo politico, am- Li Fornarì^ Beccai o Macellari, Pizzica-
ministrativo, economico, o di qualunque gnoli ^ Cnjfetlieri, Calzala i. Barbieri ^ Cu-
altro ramo che riguarda l'arte o scienza cinieri o Cuochi y Ostiy Trattorie Alber-
di regolare uno stato ed un'azienda. Ap- gatori, Ferraris Falegnami e M aratori
partengono ad una prima specie di arti Scalpellini^ Tabaccali , Rcgattieii o Re-
meccaniche tutti (|ue!ti, che per solo gua- cattieriyl\JodistiySartoriyMacchinisti ma-
dagno e senza diretta vista di scienza a* nuali. Non escludono da questa clas-
si

stratta, o coltura d'ingegno, fanno pro- sificazione altri simili mestieri , essendo
fessione d'un'arle relativa a'bisogui e or- impossibile di classificarli universalmen-
namenti della vita, sia manualmente, siu te, e perchè »|ui l'autore volle illustrare
con Iralllco, sia con i'cstìrcizio d' uu uc- e contemplare isoli principali. Questa '^i/
71 UNf IT N T

classe di arlisli manuali si riconoscono di banchiere, Ar^eniariaj anzi il banro


d'assoluta necessità, tanto nel rapporto del cambiatore fu detto Basilica (/'.),
naturale, che nel rapporto civile della vi- perchè edificato nel Foro; ivi eia il con-
ta umana, a dilFerenza di quelli di lodas- vegno e si raccoglievano mercanti ad e- i

se, che appartengono piuttosto o al lusso sercitarvi comimercio , come in Roma


il

più specialmeiìiteal commercio (del qua- nel Tribunale (F.) detto Puleal dì Li-
le l'autore tratta a p. 44^^)? come si ri- bone,o\e un pretore o un centumviro giu-
conosce dall'origine e scopo delle precipue dicava le liti commerciali, perciò accor-
arti suddette di 2.' classe, sviluppate nel- rendovi pure i banchieri. I! Muratori in-
r accennate note. A p. 4^4 lagiona de* segna che gli Argentarii, erano quelli
doveri de'professori di scienze e arti libe- che ora rliciamo banchieri ; e gli Exre^
rali; ed a p. 519 de' doveri degli artisti, ptores pare che fossero notarì o scrit- i

ossia di persone addette ad arti e mestie- tori dedicati al loro servizio. Si può veflerc
ri meccanici e manuali; a p. 5ii de'do- il paragrafo di quesl' articolo, Orefici e
veri degli artisti o meccanici negozianti Argentieri. Anticamente il banchiere si

spacciatori; a p. 526 de'doveri degli ar- disse più comunemente C<2//7^)?or.Pa paSi-
tisti esercenti le arti manuali in dettaglio, sto V en)anò il Uve^veTaeniinenùJaslitiae^
sopra oggetti indigeni e necessari alla vi- de'i5 giugno 588, Btdl. Roni. X. 5, par.
I

ta, e che non esigono comunemente cor- I, p. 200: Confirmatio concessionis affi-

rispondenza commerciale; finalmente a cii Nuiunvdarioruni Universilalibut Ar^

p. 53o tratta delle disposizioni ecceziona- tinnì Urbis. Gon esso pure ne rimosse gli
li della classe anomale d'individui, che abusi, ne ridusseil ninnerò, deput' per
non ponno entrare nella partizionee clas- un novennio in loro prefetto Filippo Ra-
sificazione delle superiori rubriche per la venna mercante genovese dimorante in
varietà de' loro rapporti. Inoltre ponno Roma, ordinandogli di pagare annual-
leggersi i seguenti capi nelle Stuore del mente alla camera apostolica scudi due-
p. Menochio, centuria 12." Gap. 62 : Se mila ,
per sovvenire alle sue necessità.
In fortuna aiuta l'arti, c.particolannen- Quanto agli abusi e alla riduzione de*
Gap. 63 Se convenga a
tc la pittura. : bancheiotti, dichiarò Sisto V : flinc e^t,

persone onorate il sapere qualche arte quod po^tquani Nos certis rationabili-
ììianualcyedesercitar.siinessa. Gap. 64: bus causis (une expressis etìam publicuni
Cìie (ìiffìcilniente la medesima persona comtnoduuì, concernentibus, adducti, sed
puh riuscire eccellente in piìid^ una pro- podssimuni ad toUendum quaniplures n-
fessione. Gap. 65: Dell' applicarsi a busus et infer ea<: ad evilanduni plures
,

qjudU esercizio o studio, al quale la per. fraudes^ quae per Candyiatores Moneta-
sona ha inclinazione e abilità. Gap. 66 : rum Urbis lìancherotti vulgo dictos in
Dell'amicizia, e dell' emulazione eh' è pub lici, et privati prae/'tidicinm , et da-
fra quelli dell' istessa professione. mnuni non modicuni committebantur, et
Bancherolti o Banchieri, Unìversitas adbuc forsan edam commiftnnfur, quo-
Bancheriorum Urbis. Gambialoridi mo- rum causa quamplura staluta, ordina-
nete. Il Dizionario della lingua italiana tiones^et banni/nenfa pluries diversis tem-
alla voce Cambiatore , la definisce. Ghe poribus facta fierunt nulLum tamen ,

cambia. Nome verbale, ma usato comu- praeniissis remedium unqnani afferri


nen»ente in significato di Mercatnnte,c\\Q pofuit, qnod ab excessivo numero per-
fa banco dove si conta e cambia mone- sonnruin minus approbataruni arteni
ta. A colui, che fa !e tratte e le sconta, si ipsam exercentium processi sse, et pro-
dice oggi Banchiere, in latino: Canipsor, cedere accepiiHU'i. Nos ex injuncio IV O'
JVuntinulariusj Argentariusj e l'officina bis Aposiolicae sendtutis officio pracnùs'
UN T TTNT 7*5

six reclnnì formnm ad Dei laiidnn edam altendere qualche volta, ne'glornl alme-
cinti aliqiuiLi dictae Came.rae uuLilate a- no festivi di proposito allo spirito, nel
,

liasdare volentesNostro motti dictosBaii- mezzo di tante distrazioni e cure monda-


eliti ios^ seti fìancheioUos ad ntiniei'o o- ne e ingolfati ne' temporali interessi; e
vlua^inta rediixeraintis, ita nuUiis aliiis convenuti col capitolo della basilica di s.
practrr octiuignita pcrsoiias aitein lui- Lorenzo ottennero il luogo richiesto, e
ftiMiiodi ili ipsa Ijrbe exercet-e valcret. Gregorio XI II ne approvò la loro confi a-
Jl V\i\77H Eh sci'ologio, Irai.
tìtii' 7, cap. temila senza sacco, nell'altare che eres-
3o : De Bam-hieii a s, Lorenzo in Da- sero nella medesima e dedicalo a s. Mat?
niaso alla Cancelleria, cioè nella Chie- teo, che decorarono di preziose pitture e
sa di s. Lorenzo in Damaso (/ .), della arricchirono di sagre suppellettili. Ma iti

qjinle feci {incora ricordo nei voi. XLVI, seguilo volendo essere seguaci veramente
p. I 18, osserva die non seu/a ragione i di s.Maltei», abbandonarono TuiFizio, e
hancliieri presero per loro avvocalo s. col mancar de'banchieri (cioè gli ascritti

Matteo (/ .) apostolo ed evangelista, al- al soilaiizio ) cessò pure la confraternita,


lorquando nel 078 essendo in Roma cre-
I onde la cappella fu concessa a Domenico
sciiilu il numero loro, formarono cano- Marchi, che maggiormente nobilitando-
incanienle una compagnia, eh' egli emi- la, l'mlitolò al santo del suo nome. No-

meta ira le universHli, percliè il santone tò l'Anndenio che molte famiglie si tra-
esfrcilò la professione, e che per l'invilo piantarono in Roma da Firenze e da Ge-
del diviu Mae^ilru subito abbandonò, col nova, con l'occasione del negozio di ban-
iienaro e appena tlalla divina
il traliìco, co o di fondaco, che molte volte moriro-
liocca ";)prese il suo commercu» pericolo- no nelle tliscie pe'facili fallimenti, benché
so all'eterna salute; uìenlre gli altri Apo- prima stimate re r// <;//«<7r'/. Quanto a'fio-
stoli pescatori dopo simile chiamata tor* rentini, notai ne' voi. LXX Vili , p. 6q,
paiono alle reli per essere professione , 70, LXXX, p. i33 e altrove, che nel
più iniiocenle e sicura. banchieri duu- I luogo dove mercanti, banchieri e fon-
i

(|ue, cioè banclierotti che cambiavano


i dacafi aprirono i loro banchi la via ne pre-
le monete, non mercanti che attendeva- i se e conserva il nome. All' articolo Mer-
no a'cambi, si costituirono in sodalizio cante, nel meilesiino paragrafo di que-
nella detta chiesa e nel proprioallareche st'articolo, e meglio in altri articoli, par-
dedicarono a s. Matteo, dopo averlo no- lai delle Borse e dell'istituzione de'Ban-
bilmente ornato. Vi stabilirono un cap- chi , degli agenli di cambio e de' listini
pellano, e ne celebrarono la festa con so* sulle contrattazioni, come nell' articolo
lenniià. Fra le opere di pietà da loro e- Tesoriere, con altre nozioni sul commer-
stMcilale, ricorda le visite a' confrali in« cio e sulle pubbliche (ìnanze. La presente
(eriiM, ed suilragi di (jMe'che morivano;
i borsa anticamente si disse Loggia de
avendo presente, per l'esempio del san- iU creanti : di (pieste loggie e delle suc-
to tutelare, clie in ogm stato si pvii) esse- cessive borse parlai in motti luoghi. Ne'
re traliicanle e santo, benché egli per n.i 73 e 75 del Giornate di Honia del
inaijj^ior sicurezza abbandonò la sua ar- 1 854 sono riportati: lìegola mento deL il

te d'industria. Il Bovio che 3o anni do- la Borsa di txnma; ed il lìegoLainento


po il Piazza pubblicò, l^a pietà trionfati' per gli agenti di cambio. Il eh. Kambel-
te nell'insigne basilica di s. Lorenzo in ii. Lettere intorno in\'eiizioni e scoperte
Daniaso,t\ p. 1 34,dis(:oi'reiulodcllaCo^/j- ìtalianeyViì^^\otu\ nella leti. 94: Lettere di
pngniade non ineroanli iiiou-
Bdiuliieriy Cambio, (jmde italiano trovato, avendo-
tisti, ma cambiatori di monete che de- , ne con dottrina pienamente rivendicata
IcMuiuarono di congregarsi insieme per lu gloria il eh. conleCitludella Vigodar-
74 UNI UNI
zere ne^ Cenni istorici sulla invenzione del- seppure ritennero nomi diversi presso
farte cambiaria, Padova 838. L'opera 1 adempivano in sostanza il me-
l'antichità,
dell'encomialo Uambelli contiene prezio- desimo oggetto e ritenevano un metodo
se notizie sulle arti e sui mestieri. Alcuni nella scrittura consimile a'tempi nostri:
banchieri furono particolari Tesorierì[F'.) come pure i fallimenti de'banchieriocomr
e depositari de'Papi, In Francia lo Spe- niercianti, che accadevano nell'antichità,
dizionierefF.JòeWe bolle e dispense pon- siregistravano nel diario antico romano,
anticamente si chiamò Banchiere
tificie insieme al giudizio proferito da' Tribu-
Spedizioniere [f^^.y Questi erano una spe- nali di Roma^ precisamente come si usa
cie di Sollecitatori (F.) della spedizione con l'odierno costume.
iWgli atti che s'imploravano dalla s. Sede, Banchieri V. paragrafi di questo ar^
i

o si domandavano dalla legazione d'A- licolo,Bancherotti e Mercanti Merciari.


vignone.NeH'antichilàe nelle leggi roma- Banderari. V. il paragrafo A^ Mer-
ne, i banchi, i banchieri, le ditte e le case canti Merciari e Artigiani.
di lagione si chiamarono con diversi vo- Barbieri e Parrucchieri ^ Universitas
caboli : Ar^entarii^ Jrgenlarii Coacto- Tonsorum vel Barbitonsoruni Urbis, U-
reSj Argentariae niensaeexercitores,/fr' niversità, sodalizio e collegio che com-
giropratae e Argirognomonae. Questi ul- prende i maestri dell'arte, ed anche igio^
timi pelò erano piuttosto saggiatori del- vani e delti aspiranti. Quest'arte in tut-
Ja Moneta. Altri vocaboli sono: Banca- ti i suoi rami è bella, necessaria e impor-
rii, Cermaiisfae, Coactores , Collectarii^ tante, comechè ornamentale del volto in
Collybistae, Danistae^ 31ensarii, Nuni- cui è riprodotta l'immagine di Dio; e ri-
niiilarii, Trapezitae. A'tempi di Cicero- chiede non comune abilità e genio, svel-
ne si conoscevano le operazioni bancarie tezza nell'esercizio, educazione civile e po-r
in Atene. Neil 83oravv. Vannutelli pub- lite maniere, per avvicinare i suoi profes-
blicò un importante scritto, in cui provò sori quotidianamente, con domestichez-
che gli antichi nummulari aveano una za e intimamente, tutte le classi della so.-
piena conformità co' nostri banchieri. cietà d'ambo i sessi. Nel suo complesso,
L'avv. Martinetti, La Diceologia, l. 2, p, per imparare tutta l'arte a perfezione, ri-

460 , riporta monumenti che provano chiedesi non breve tempo e molta intel-
l'anlichiln de' falTunenti e della scrittura ligenza. Ora in generale è io decadenza,
di cambio. Finoda'tempi di Plauto si de- per ragione di tempo e di moda; l'uno e
plorava l'iniquità de'bancherotli dolosi, l'altra essendo molto variabili, per natu-
che quel scrittore pose in ridicolo nel Cur- rale conseguenza può a un trailo risor-
cui, ad. 3, se. I. Cicerone non solo prova gere al suo lustro. Vedasi Malfi, // Bar-
che la buona fede è l'anima del commer- biere, Nàpoli 1626 con figure, libro ra-
cio, ma la somma moralità de'banchie- ro. M. C. T. Rangoni, De Capillamen-
fi chiamavano per
del suo tempo, che si tis seu vulgo Parucquen , Magdeburgi
fintonomasia Homiues honesli. Devono i663. È cessalo quasi del tutto l'uso co-
i banchieri tanto per stimolo di commer- mune delle Parrucche (^.), che ne'cor-
cio, quanto per impulso morale di religio- ligiani sarebbero necessarie ,
per essere
ne, usare la più grande fedeltà e puntua- sempre capo scoper-
esposti a restare col
lità co'corrispondenli, e non far mai trat- to, con nocumento della che deve salute,
te ed assegne, se non hanno fondi da sod- i curarsi soprattutto per la prima cosa. \\
disfarle. I banchieri, le ditte, le case di cortigiano sia nobile, sia magnate, sia do-
ragione, il commercio del denaro di piaz- mestico di primaria condizione, è sempre
za >n piazza, sono mezzi di facilitazione fra gli agi della corte; da questi a un Irat-

per r andamento della società ,


per cui lo passa alle più gravi esposizioni dell'a-
U N I UNI 75
ria libera e dell'intemperie de*lempi, con la di semplice scorciamento nelle sole e»
quello stesso capo scoperto in cui vive tra stremila riunite, massimamente per le le-
i riguardi, il calore delle stufe e ogni de- ste della gioventù di Roma; rare inoltre
licata comodità. Osserva il Thiers nell'/- essendo le ornature del capodelledonne,
sioria delle perucche , che in Francia i le quali da per loro lo eseguiscono in mo-
cortigiani, que' di capello rosso, ed i li- do semplicissimo, non senza qualche a-
gnosi furono i primi a usarle. Tosto l'e- iuto artificiale, corrispondente al gu-
sempio de'corligiani fu imitato, perchè i sto e costume della lesta degli uomini,
Joro costumi furono seippre fondamento e tranne l'eccezione per quelle che inter-
gran moven te alle mode, e pe'primi ne scr vengono alle grandi società e feste not-
guirono l'esempio tulli quelli cheappar- turne, in cui si usano le gioie, i fiori e
lenevano al Teatro [V.), indi il resto del- altri eleganti abbigliamenti per ornare
la società, e così il costume divenne quasi la capigliatura ; e tranne la Maschera e
universale. Rapidamente il numero de' il 7Vrt/ro(/^.), ove sì riproducono anche
parruccanti si moltiplicò tonto, che nel- le foggie antiche. Le pettinature dell«
la stessa Francia con pubblico editto si donne si esercilanoda alcuni tuttavia con
ordinò neliGSg la creazione di 200 bar- perizia d'arte; si eseguiscono pure da al-
bieri, stufaroli e perucchieri. Qualche tem- tre femmine, per professione o servizio
po dopo i perucchieri con 1' esercizio di domestico, come l'antiche ornatrici, del-
loro interessante professione inondarono le quali marchese Guasco alessandiino
il

tutta la Francia, e questo fu iutitato dal- cj diede l'opera che ricordai altrove: Del-
le altre nazioni, sino alla rivoluzione che le ornatrici e de' loro uffizi , ed insieme
pose a soqquadro grandissima parte di della Superstizione ( V.) de'gentili nella
europa nel termine del secolo passato. chioma, e della coltura della medesima
Fu allora che si cominciò ad abbandona- presso f antiche donne romane , Napoli
le le parrucche, e si passò a un gitro e- 1775. Gl'irriperatori e altri Sovrani so-
slremo, a tagliare i capelli corti , che si levano mandare capelli del loro Figlio
i

dissero alla brula, cioè alla foggia del pro- (V.) primogenito a'Papi, perchè li adot-
totipo dellp democrazia il romano Bru- tassero per figli, 11 p. «Menochio nelle
to , e così le lesle divennero verameule SluoreyCevìi. 6.", tratta nel cap. 74 : Di
leggiere! più leggiere che leggiadre. An- un certo mandare li capelli al
rito di
zi nell'invasione dello stalo pontificio, i Papa.E nella ceni. 7.V'«p. 65 Dell'ora- :

repubblicani francesi , colla prepolente zione composta da Giuliano apostata,


legge del più folle, imposero od esso '€intitolata Misopogone^ciocodio della
quelle durissime condizioni che deplorai barba. La Barba (/^.) stessa ora da'seco-
in tanti luoghi e a Tolentino (l^.}j tra le lari poco si rade, lasciandosi crescere da
quali vollero tra'primari oggetti d'arte, buona parie degli uomini, e con veslimeu-
i busti de'due Bruti ch'erano in Campi- laairaltosproporzionaleeper nidla analo-
doglio. La cessazione delle parrucche fu gheecorrìspondenti. Infatti pel migliora-
(:eleremente progressiva, il che degradò mento e riforma del costume nelle resti
l'arte lonsoria, come in Uomu, per man- (/'.),sullalformaecoloredegliabilide'due
canza d'esercizio nella lavorazione de'car sessi, neh 85) si costituì in Roma una so-
pelli, e impoverì coloro che la professa- cietà di artisti, di cui ragiona il t. 21 deb
no, mentre prima guadagni loro erano i V/llbuni^ per modificare con ilignità l'a-
copiosi e la loro abilità stimata, uuissime spetto della figura iimiino, riconoscendq'
dalle clasài elevale. Il modo come ora co- si complicato, assurdo e alterato l' abbi*
munemeule si portano i Capelli (^'.), ne mento dell'attuale Europa; col l'i nten-
glia
ha ridotta la Tonsuia^f''.) a un nouuul- dimenio eziandio di rendere il vesliuno
76 UNI UNT
semplice,elegante,digniloso,comodo,con- zi di recarsi a quello, per comparire al po-
veniente; in accordo colle stagioni, al cli- polo colla maggior decenza e compostez-
ma, alle circostanze d'ogni paese,e così cor- za; oltre i cuscinetti colle spille, onde per
reggere la deformala umana figura del- lo stesso fine decoroso accomodarsi be-
l' Uomo e della Donna( F.). Ma avendo ri- ne le vesti sagre. E che gli antichi cri-
messo gli uomini la barba, è da sperare che stiani, ancoi vescovi, si seppellivano col-
Della generalità non procedino più da qua- lo specchio e il pettine, li Borgia, Difc'
si giovani sbarbati, ma con senno e gravità sa del dominio temporale della Sede a-
morale! Altri usano mezze barbe, o bafti, postolica, a p. 24 riporta la lettera di s.

o moschetti, o basette,© scopettoni, ovve- Gregorio 1 Papa del Sgo a Romano Di-
ro gli uni e gli altri a un tempo, per cui fensore {F.)y ed osserva le cose trattate
in taluno il volto è divenuto una carta in essa. E primieramente ordina a Roma-
geografica, e la mano del barbiere deve no di reprimere l'audacia de Tonsurato-

essere esperla e cauta per non radere ,


li che volevano farla da Difensori. Que-
col rasoio peli che sotto le nominate
i sti tonsuralori, Tonsuratores , altri vo-
foggie e forme si lasciano crescere, secon- gliono che fossero chierici minori, ed al-
do il proprio volere e capriccio. Que' tri laici distinti per la tonsura de'loro ca-
poi che si radono tutta la barba, buona pelli , i quali muniti di lettera del som-
parte di essi l'eseguiscono da per loro, fi- mo Pontefice erano in qualità di agenti
gli è per tulio l'accennato, che l'arte in e fattori destinati a soprintendere a' co-
lloma è in decadenza, ed i suoi professo- loni e possessori de'predii della Chiesa ro-
ri poco lucrano in proporzione di prima. mana nella Sicilia. Ne fa menzione lo

Pure in questo ancora il Lusso (F.) e la stesso s. Gregorio 1 nell'Epìst. 32, lib. 2,
moda ponno in breve variare tali condi- ad Petrum suhdiaconwn Siciliae, nella
zioni, il Magri, Notizia de vocaboli ec* quale così gli dice: St vero de laicis Deuni
cksiasliciy dice che il barbiere fu anco tinienlibus inveneris ut tonsurari deheant,
chiamato Ustriculus o Striculas, da IJ- et actionem sub recto re fieri, omnino li-

striculae istromenlo di ferro, col quale henter fero. Quibus necesse est ut etiani
infuocalo si bruciavano i peli del volto epistolae transmittanfur.Seìn questo pas-
per comparire giovane sbarbato. Anche saggio si parla di tonsura civile , e non
i vescovi sono tonsori co' Chierici [F.) e già ecclesiastica, esso è molto analogo al-
colle Religiose (P^.): a'primi v\e\\' Ordiiia- l'altro del libro Pontificale^ nel quale nar-
z/o«t(/'.)colle forbici tosanoicapdlli efan- rasi che a Papa Adriano 1 si offrirono de
no la Tonsura Sconsagrazioni
^ e nelle diversiscivitatibus Ducatus Spoletini,c^\\

(^.) tagliano capelli in modo che scom-


i giurarono fedeltà , e si fecero tonsiuare
parisca la Chierica (F.)ja\\e seconde nel- alla romana, cioè vennero ridotti nelle lo-
le Feslizioni (/^») tagliano colle forbici ro barbe e capellature alla foggia roma-
tutta chioma. Aulicamente era comu-
la na, prima seguendo il costume longobar-
ne nelle Sagrestie (/^.) lo Specchio (nel do, secondo il quale l'une e l'altre por-
quale articolo dissi pure di quelli tasca- tavansi lunghe, tonsura però diversa dal-
bili per assestare da per se l'acconciatu- la clericale. Il Medico (f .) sinodalla più
ra de* capelli, della parrucca, della bar- remota antichità, non solo esercitò la Me-
ba, de'b.ilH ec, come una toeletta ambu- dicina (/^.), ma anco la Chirurgia (/',).
lante, mediante il peltine e la scopetta ad In tali articoli dissi che anticamente alla
esso uniti; e parlai pure degli spilloni o medicina era unita la chirurgia, e soltan-
crinali usati anticacnenle dalle donne), ed to dopo la metà del secolo Xll la chi-
il Pettine (/'.), per assestarsi la chioma rurgia divenne una professione distinta
e la barba da'minislri dell'altare inuaa- dalla medicina, e da essa fu iuleramen-
UN l UNI 77
le separnln. Quando i concilii del i i3i va nel cavar sangue; in un tempo cioè
e altri successivi vietarono agli ecclesi«« che quasi priva ti vainenle si eseguivano
siici l'esercizio della chirurgia, permelteii- da'barbieri-chiriM'ghi i snlassi,ondea'chi-
do loro soltanto qtiello della medicina, rurghi per la loro non continua pratica,
essi per le operaz^ioni in cui adopera vasi ne proveniva una tal quale ripugnanza
il ferro e si dovea incidere o tagliare, si di fare il flebotomo, massime ne'profes-
servirono de'barbieii,come quelli che ma- fama, poiché una cavata di
sori di bella
neggiando quotidianamente ilmobile e sangue, per le sue funeste conseguenze,
tagliente rasoio hanno la mano ferma e poteva e potrebbe assai pregiudicare il
sicura. Ad esempio degli ecclesiastici , i loro credito. Così i grandi pittori, gene-
Diedici secolari si servirono de' barbieri ralmente parlando, non sono perfetti ri-
nelle operazioni col ferro. Narrai ancora, trattisti 3 poco amando di esercitarsi ia
che in Francia dopo il secolo XII la fa- tale circoscritta parte dell'arte, onde per
colla medica chiamò i barbieri per con- lo più non ci si dedicano per timore di
fidar loro i soccorsi della chirurgia ma- non felice riuscita, e ne lasciano l'impre-
nuale. In seguito gl'inizio nelle grandi o- sa a quelli che vi si adattano o od lioc
perazioni, e poi li fece unire al corpo de* hanno il genio di riprodurre fedelmente
chirurghi. In tal modo la facoltà medica la nostra immagine. A'baibieri esercilan-
col servizio de* Chirurghi (P\) barbieri li la flebotomia e la bassa chirurgia pon-

tenne per diversi secoli la chirurgia sot- no essere utili le operedel gesuita fr. Pie-
to l'esclusiva sua dipendenza. I medici si tro Antonacci, scritte egregiamente pe*
limitavano a istruire i chirurghi-barbie- Missionari apostolici e pe' F^icari apo^
ri nell'anatomia, nella flebotomia, nel fa^ slolici ( /^\),non che le seguenti. Melli, La
re amputazioni. Nel secolo XVI France- lancetta pratica, Venezia 1742- Mala-
sco Il re di Francia, flivorendo i chirur- vasi, Manuale de casi urgenti in medici'
ghi, i barbieri-chirurghi doverono unir- na^ Modena 840. De U.A\\Ue\s, Della vir-
1

si a loro e formare una sola corporazio- tù de' medicamenti, Roma 1810. Tro-
ne ,
però quanto agli ultimi con molle mandorff, /^r/e^ir/ce/tord', Milano i8o3.
restrizioni nell'esercizio dell'arte. Final- Dizionario de' termini di medicina, chi-
mente chirurghi con 1* istituzione del-
i rurgia, veterinaria, Milano 1 828. Ne'vol.
Taccademia chirurgica, stabilirono il pi i- XIII, p. 2, XLI V, p. 86, raccontai che
1

Talivo esercizio dell'alta chirurgia e si se- in Roma, Ano ad anni addietro, sulle por-
pararono da'chirurghi- barbieri. A que- te esterne de'barbieri-chirurghi eravi u-
sti fu lasciata la flebotomia e 1' esercizio na tavola dipinta esprimente un braccio o
della bassa chirurgia. Perciò Ano a'nostri un piede colle sanguigne aperte e l'iscri-
giorni quasi tutti i maestri de'barbieri e zione: Quisi cacasangue. Ora sonorare,
parrucchieri doveano esercitare la bassa anco perchè, conje già notai, pochi di es-

chirurgia, almeno la flebotomia. Anche siesercitano la flebotomia. Di più dissi,

questa in essi è decaduta ,


perchè pochi che le pareli esterne delle stesse porte e-
l'esercitano, dopo over trascurato l'utile rnno dipinte di bianco e di turchino con
prerogativa, specialmente dopo l'aumen- de' gigli di colore giallo. Si vuole che il

to de' chirurghi, e dopo che tutti questi contrasto di tali colori servisse a facilmen-
iit)n più ebbero alcuna ripugnanza perla te indicare nel buio della notte, prima che
flebotomia; la quale nell'esercizio richie- le Strade di Homa (/ .) fossero illun^i-
de mano franca, ferma e sicura, e la teo- nate, che ivi era il flebotomo, che in cer-
rica e pratica conoscenza delle vene, on* ti non raii casi colla sua prontezza a tem«

de evitare quelle gravissime conseguen- pò può diue la vila m\ un apoplrlico. Pe*


ze, che iu avanti li teueva più iu liser- gigli poi si volle spirgurcMpiunto si uai**
78 U IN 1 U N I

la della famiglia di Papa Pio IV de IMe* darl uni senzienti armoruni (cioè MaZ'
dici, la quale da alcuni si pretende oi-i> zitri)y quae si eidein non soL'anlur , vi-

ginata da un barbiere-chirurgo, poiché tani in Palatio habere debet. Ad istius


neilaraie di casa de Medici [f^.) tonna- offlciuni pertinet, quotiens Papa equilal,
ta da palle, una di queste ha sopra diver* valiaiani rubean\ ante se portare, et e-
si gigli. Anzi opinano altri che de Me- i tiani reposiioriani milrae, si in officio so-
dici, poi gtanduchi di Toscana (F.), de- lus exislatj si vero due essente unus por-
rivarono da un medico, il quale adottò taret dictuni repositorium , alias vero
per cognome il nome di sua condizione dictani valisiam. Segue De Offìciali-
e per stemma le coppette di vetro, le qua- bus S. R. E. Cardinalium. XV. Offi-
li poi furono convertite in palle. Il cele- cium Barbilonsoris. Barbitonsor ultra
bre Bonarroti suppose o ritenne vera la arteni suani debere staread credito-
tradizione sulla discendenza della fami- riunì j sive ad credentiam Domini^ et re-
glia di Pio IV, perché nell'erigeredi suo cipere quod Domino portatur per buli*
ordine la Porta Pia (/^.), forse e come culariumj et siniiliter de fructibus , qui
spiegano alcuni, con allusione a'barbieri- portantur per panelerium, et de ipsis fa-
chirurghi, con bizzarro disegno nelle de- cere credtnliam, cuin vinuni propinatur^
corazioni esterne di travertino, che di- vel frucius portantur Domino, citi debet
consi satiriche , scolpì in bassorilievo a- assistere eliam unus ex cubiculo riis. Di'-
sciugamani, catini, e saponelle per figu- bet eliam portare maletam (idest bui"
rar le palle Medicee. Per morte di Pio gam), sive valisiam cuni pannisy cum Do-
IV restata imperfetta l'estremità dell'e- ìiiinus tquitatj et si barbitonsor non sii

difizio, il regnante Pio IX lo fece com- in domOj praedicta pertinent ad scutife-


piere nel 1 853, il che notai nel voi. LXX, rum minorem, scilicel qui ultimo venit ad

p. 145». I barbieri fiorirono in tutte le servitiaDomini. \\ barbiere del Papa an-


corti, per la loro condizione sociale, che licamentefu uno de Camerieri o Aiutan-
in parte accennai e meglio poi dirò con ti di Camera del Papa, ovvero uno de*

altri. Ora solo dicendo della pontificia, suoi Scopatori segreti (f^-)j e pare cziau*
farò osservare che il j .^'documento in cui dio uaCubiculario'ìnciw'ìcato specialmen-
si nomina il barbiere del Papa è il ruolo te di tale ofìlcio. Nel voi. XXIII, p. 83,
di Nicolò 111 del1277, il più antico che si riportando il ruolo d'Innocenzo X, notai
conosca, in cui è nominato MagisterJa' : che il suo barbiere e uno degli aiutanti

cobus Barberius, fra la classe àeServien- di camera fu Michelangelo Augurio o


les nigrijaWa quale pure appartenevano Bonauguiio di Fano canonico de'ss. Cel-
l'arci-cuoco, il ferraro, il sartore, l'orefi- so e Giuliano; altrettanto riferisceNovaes,
ce, come notai a Famiglia pontificia, ove ma chiamandolo cameriere. Non deve me-
lo riportai. Il 2.° docun»entosi ricava dal ravigliare un ecclesiastico barbiere pon-
codice pubblicalo dal p.Galtico,/^c/aCrte- imperocché aulicamente il deca-
tificio,

remonialiajp.i63: De Offìcialìbus Pa- no de'Palafrenieri(F.)de\ Papa non po-


lalii Pontificii ySCi'ìtio nel 1409 per l'ele- teva essere coniugalo, e alcuni furono ca-
zione d'Alessandro V,in cui si legge. XIV. nonici. Che poi non sempre il barbiere
De Barberio. Iieni Dominus ISoster de- de' Papi tu Aiutante di Camera (ne ri-
het Barberiiini sibi eligere idonciwi , et riparlai nel voi. LXXlX,p. 276 in mor- :

expertuniy qui Suae Sanctitati de arte te d'un aiutante di camera, Papa no- il

sua servial^quotiens opusfuerit. Iste ati- mina il successore con biglietto di mg.
lem Barberius non consuevit in Palatio niaggiordomo, come leggo ne' Diari di
tanierani habere, nec vìctuni rtciptre; Roma che l'annunciano, ed un esempio
sed eideni duri debenl slipeiidia ioliUi è ucl iì° 2004 del 1 794)> P>
ova ne sono
UN l UNI 79
Pa-
le diverse relnzioiii de' Possessi de* L, p. 284 e in altri luoghi. Altre notizie
pi pubblicale, da Caucellieri, nelle qua' sui barbieri del Papa le registrai nel voi.
liil barbiere incedeva in della Cavalca- Xllljp.iog, dicendodi quello di Giovan-
ta e iti altre solenni, dopo gentiinoini- i ni XXII, che con altri primari uflìciali e
ni e tulvulla dopo il baronaggio lontuuo, prelati avendo attentato alla sua vita, fug-
mentre gli aiutanti di camera incedeva- ed alcuni furono puniti giu-
gì con altri,
lìo in seguito. Si legge peilanto nel pos- stamente con rigore. Ivi pure dissi che
sesso d'Innocenzo Vili nel 1 484, clie ap- Bobino di Sinigaglia fu serviente d'armi
presso a' Famigliari de' Cardinali cavai* o Mazziere (^.), barbiere e chirurgo di
cavano: Deinde Barhilonsor Papae ciini Urbano V e Gregorio XI. Che i barbie-
valisia scarlaUo, in qua crai cappa, si- ri sono annoverati tra' Conclavisti {^F.)
ve nianliiy ac aliae veslts Papae. Sartor àe\ Sagro Collegio de Cardi noli, \q indi-
Papae Clini simili valisia^ in qua etiain cai più sopra. Il Torrigio, flistorica nar-
necessaria prò Pontifìce. Familiares^scu ratione della chiesa di s. Giacomo in Bor-
Sculiferi Papae. Nobiles Curiae,etc. Pel go, a p. 68, riporta la seguente memoria
possesso di Leone X nel i5i3 è detto. sepolcrale posta in tale chiesa. D. O. M.
Barhilonsor Papae, et Sartor Papaeciini Antonio Mariae Pazzulo Barbitonsori
valisiis. Senti/eri Papae. Camcrarii Pa- e ivi romano, genere et animo nobili, qui
pae. Pel possesso di Gregorio XIV nel plurimis Reverendissimis Cardinalibus
j 5c)0. Nobiles viri romani super equos sacri Collega ob /idem cariis Urbique ,

gentrosos insidentes,et pretioso ìiahilu in- et Curiae probalus sub Cltmtnle FU,
duli. Tubicines S. S. per viam fere con- in Burgos. Petri continuus sua arte Ma-
tinuo sonanles. Tonsor, Sulor S. S.
el gisler 20 amplius annos vixerat infìr-
cum bulgiis seii valisìis. Scutiferi Papae, initate pleuritica assumptus est magno
Cubiculariij eie. Pel possesso di Clemen- Franciscae iixoris, et amicorum dolore.
te Vili del 1592, dopo le Lettìglie pon- Vixil annos 3 7, mens. 3, dies i4- Obiit
tincie, cavalcavano il barbiere e il sarto* die 3 mensis Julii 1 53o. Di più nello sles-
re del Papa co'cappolli rossi e valigie di so libro è registralo come ammesso nel-
Sua Santità, e dietro seguivano gli scudie- la confraternita di Giacomo, Antonio s.

ri, i camerieri ec. Allorché poi Clemen- da Varese barbiere di Clemente VII il
te Vili fece l'entrata solenne in Ferrara, i.%narzo i534. H Rinaldi negli Annali
come ivi raccontai, era pi eceduto dal suo Ecclesiastici, sulla barba e sui barbieri,
barbiere e dal suo sartore; come pure da sui capei li e chioma, e sulla corona e ton-
due suoi aiutanti di carnei a con due va- sura ecclesiastica riporta molte notizie :

ligie di velluto rosso, seguili dagli avvo- accennerò soltanto le prime. I cristiani
cati concistoriali. Pel possesso di Leone anticamente considerando la barba or-
XI i6o5, cavalcavano dopo molti ba-
nel naraento dell' uomo, non solevano svel-
ronìe titolati, gli scudieri del Papa, e ap- lerla, né radersi sino alla pelle si to- :

presso il sartore e barbiere del l*apa ve- savano solamente peli del labbro di so- i

stili di cappotti rossi e veste lunga del me- pra colle forbici; forse pel da me rimar-
desimo colore, portando le Pu-
valigie del calo nel voi. LI, p.i i3. 1 romani gentili
pa. Indi le lettighe pontificie, maestro il la I .'volta che radevano la burba e ca-
si i

di stalla, i Iroajbetti, cavalcando poscia pelli , li dedicavano al nume. A motivo


gli aiutanti di camera di S. S. cosi nel : digran Lutto fu in uso lasciarsi crescere
possesso del i6o5 stesso di Paolo V. lu la barba e capelli. Alcuni idolatri si ra-
i

altri possessi cavaloarono col barbiere e devano lu barba e il capo. Agli ebrei era
il saiioie, anche il furnaro e il custode vietalo il radere la barbo al modo de'su-
degli orli del Pupu^couic ricordai nel vul. cerdoli gentili : la i. Scrilluru non sola>
8o UNI U iS I

Knenle prolbisie agli uomini il radersi il zio pone tutte le pubblicità in bocca ile'

capo e la barba , ma lo predica e talora barbieri. Oiniiìhnsellippis uoluni,e/toii'


anciie il comanda. I ciisliani tanto cliie- anco o^gidì si ri-
soribus. D'indi nasce che
rici quanto laici nell'oriente usav.mo la cercano notizie da' barbieri. Questi per
barba: in Roma e nell'occidente se la ra- altro introdussero in i\oma ogni mollez-
devano per segno di nobiltà, ed uso co- za e fomento degli sfaccendali, poiché la
iMune e decente, così greci dimoranti in i gioventù impiegava una gran parte del-
Roma e anco altrove, per imitare roma- i la giornata nell' occupazione frivola di
ni. L' arteltalo divellimento de' peli fu farsi pettinare, coltivare e inanellarei ca-
biasimato ancheda'genlili, percliè voiea- pelli. Il grave filosofo Seneca, De brevi-
si figurare con volto di donna. Lo scisma- tale vitae, cap. 1 2, ecco come se ne lagnò.
lieo ed eunuco Fozio vescovo di Costanti- Quid ? illos otiosos vocas quibiis apud ,

nopoli, riprese i latini sacerdoti per rader- tonsorem muUae horae transmiltunfur,
si la barba. L*uso di radersela durò lun- diiin decerpitar si quid proxinia nocte
,

gamente in Boma, benché si mutò in es- succrevit^ duin de singulis capilUs iiicon-
sa e nell'Italia a poco a poco per l' inva- siliuni itur, dutn aut dlsjecta coma re»
sione de'barbari die la ritenevano, mas- stiluilur^ aut deficiens lune alqueiUlnciii
sime i Longobardi. Un concilio di Carta- fronteni compeUitur. Quomodo irascuu-
gine vietò nutrire la barba. Restata vedo- tur si lotisor pnullo ncgligenlior fuit?
va s. Galla, essendo di complessione mol- tamquam virutti tonderet. Quomodo ex-

to calda, r avvertirono che se i medici , candescu/it, si quis ex /uba sua decisum

non fosse passata a seconde nozze, avreb- est, si quid extra ordlnem jacuti , nisi
be pel soverchio calore messa la barba co- omnia in annulos suos reciderunl? Que-
me uomo, e così le avvenne; poiché la san- sto lusso e perditempo, soggiunge il Mar-
ta donna, avendo stabilito con osservare tinetti, non esiste a'tempi nostri neppu-
la continenza di piacere allo Sposo cele- re tra le donne, e la professione di bar-
ste, non cuiòla defornulàdel corpo. Que- biere si é resa in oggi necessaria per con-
sta s. Galla, figlia del console Simmaco, servare la politezza e la nettezza perso-
è diversa dall'altra s. Galla vedova, della nale. Le barbe ch'essi fanno, od altri di
quale tratta s. Agostino. Alla nostra san- loro mestiere per una piccola moneta
ta scrisse s. Fulgenzio vescovo Ruspense ch'esigono da ciascuno, equivalgono allo
la lettera : De consolaùone super morte smercio o spaccio in dettaglio degli altri

marili, et de stata Viduarum. Papa S.Gre- artisti. Talvolta i barbieri spacciano an-
gorio VII nel 1073 costrinse l'arcivesco- cora oggetti di profumi o di loro arte, ed
vo di Cagliari a radersi la barba, e ordi- essi come i profumieri sono più sogget-
nò altrettanto a* chierici di Sardegna. ti a'doveri degli artisti in dettaglio. Indi
Terminerò col Rinaldi nel riferire, che a p. 528, parlando che agli artisti e ma-
l'imperatore Costanzo grandemente ar- nuali è vietato di prorogare il loro la-
ricchì il suo barbiere. L'avv. Martinetti, voro nell'ingresso delle feste di precetto,

La Diceoiogia, t. 2,p. 477>dicechei bar- ricorda a'padroni di bottega la loro re-


bieri non si conobbero Roma fino al-
in sponsabilità, di quelli cui é nella festa tol-
l'anno 455 di sua fondazione. Fu Ticinio lerato lo spaccio e il lavoro, comea'bar-
Mena, secondo Varrone, che pel i
."
li me- bieri , precipuamente ragionai
de* quali
nò dalla Sicilia, poiché romani i si occu- di sopra, poiché alcuni forse non lascia-
pavano da loro stessi a radersi coltivar- no talvolta a' giovani neppure il tempo
si la barba. Le botteghe de' barbieri di- sufficiente perassisterealla messa. Nondi-
vennero subito la riunione de'disoccupa- meno ricorda alcuni teologi tolleranti, che
li, de'cuiiosi e de'uoveiiisli, pei* cui Oia- cuucedouo mollo uc'j^ioiiii festivi^ come
U ìN I UNI tìi

il Lnymauno, che accorda u'sarloridi la- salo l'uso delle sontuose pubbliche Ter-
voioie pegli sposalizi o pei- (|ualcl)e fu- me di Roma {y.)i successero i particola-
iieiale; e di più ii Diana, eli' estende la riBagni (P.), in cui gli stufaroli si oc-
concessione del^oler lavorare nella mez- cupano alla mondezza e salubrità de'cor-
za notte del di festivo. Paie che il Marti- pi umani, e questi pure furono compre-
nelli convenga in parte nelle feste intro- si nella pia confraternita, indi si sepa-
dotte poi, pe casi d'urgenza, non però nel- rarono per quanto poi dirò. Solo qui ri-
le domeniche. Sia coniuncpie, le opinio- cordo, che lo stufarolo del palazzo apo-
ni de'leologi sono rispettabili, ma biso- stolico, nel mercoledì saulo pulisce pie- i

gna ubbidire quanto comanda la Chiesa, di a* 1 3 ecclesiastici, a'quali nel dì seguen-


clà'è sempre Ijenigua madre, e indulgen- te dal Papa viene falla la Lavanda de
te nella disciplina secondo lea>pi ed a i , piedi {F.)f e vi assiste il medesimo slufa-

lenoie del riferito superici mente, massi- rolo vestilo di nero per denudar loro i

me uelln capitale del cristiunesimo.IlPiaz- piedi e quindi ri vestirli. Gio. Battista Ma*
za iìeWEusei^ologiOf Irat. 9, cap. ^: De Tinelli nel l. 20, p. 79 òcìVÀlùiundi Ro'
i

ss. Cosmo e Dannano ^dt Barbierie SlU' ma, scrisse ilseguente erudito e festevo-
faroli^ anch'egli discorre dell'introduzio- le articolo; a me pare trovarvi della vi-

ne in Roma de'barbieri. Dice con Plinio, vacità, del frizzo e della verità; in sostan-
che i romani rimasero 4^4 ^""' senza zaanimo benevolo pe'barbieri. « Il Bar-
mai tosarsi il capo, né acconciarsi la bar- biere ... Sai, che a sua voglia - Questi o-

ba, in che dillerisce in parte col Mar- gni dì volge e governa i capi - De'più fe-
Citando V'arrone, anch'egli nar-
tinetti. lici spirli: e le matrone- Non disdegnati
ra che Publio Ticinio Mexa fu ili." che sovente entrar con lui- In festevoli mot'
introdusse i barbieri in Roma, il cui ser- ti ... Parini. L'arte di profumare le chio-
vizio h\ cosi gradilo a'romani che il se- me, di raderla barba, di costruire le. par^*
nato ne ammise farle, e tulli i [)ai lieo- rucche ha in se tanta importanza e van-
lari se ne giovarono in guisa, che il gran ta un'origine così vetusta da farci rigiiar*

.Scipione 1' /^//7Ctìf«o si faceva rader la dare i barba-tonsori come i veri rappre-
barba ogni giorno, il che praticò pure Au- sentanti della civiltà mondiale. Se dob-
gusto con soverchie altre delicatezze. Fu biamo credere a Teopompo, che scrivea
però severamente proibito alle femmine 380 anni prima dell'era volgare, i culto-

r adoperare rasoio sopra le guancie per ri di questo mestiere, che dà a' vecchi l'ap-
inlerdetlodelleXIl lavole.AlessandroMa- parenza di giovani , acquistarono rino-
gno fu parimenti amico de'barbieri, vo- manza nel mondo quando presero a col-
lendo che tutti i soldati si radessero il ca- tivare i /o/j/;è. degli assiri, degli egizi e
po e il volto, acciò i nemici non potesse- de'peisi. I greci, che giusta il parere d'A-
ro prenderli uè pe' capelli, ne per la bar- teneo cominciarono a radersi a' Itìmpi

ba. Essendo destinata questa pi ofessione d'Alessandrq il Magno, aprirono in Ale-

civile alla politezza e sanità de'corpi, re- ne botteghe da emular l'eleganza de*
tali

sa egualmente uecessai ia, utile e decoro- amderni Salon pour la coupc des che-'
sa;non è punto da meravigliarsi se con veiix. In quellestanze terrene, che al pre-
prudenza d'economia spirituale abbiano sente ussiuuono il modesto titolo di Ga-
istituita quest'onorata radunanza, per at- binetti^ raduna vasi la gioventìi elegante
tendere ne'giorni festivi con santi tralle- per raccogliere le novelle del giorno. For-
iiimenti (dunque a suo tempo, 1G98, non se da quest* uso greco nacque l'adagio
lavoravano la festa?) alla politezza e sa- d'Orazio: Notus lippis ac tonsorìhits.
nità dell'anima, lordala forse dalle fami- Chiamati dalla Sicilia in Roma da Publio
liari oiondiglie della debole untanitù^ Ccs- LiciuiuMuua ruuiiu 4^4i^^^^'^ l'onore
VOI.. LXX\IV. 6
82 UNI UN I

di fare ogui g/iornola barba a Scipione A- le Veglie piacevoliy raccolse le notizie di

fiicnno.' Il grande eseaipio frullò credito Burcliiello nel 1.


1, p. 25). È vero che ha
cforluno a'barbieri, quali si moUiplica- i dovuto rinunciare al diritto eh' ebbe in
rono a segno tale, che nel solo palazzo passato di tastarci polsi e iji cavar sangue,
de'Cesari se ne coniarono mille a' tempi ma ha conservata la sua influenza in lut-
di Giuliano. Non possiamo però formar- ti che riguardano la Toilette.
gli a(Fari

ci ungì an concello della loro abilità, giac- Quando armali d'un pettine intelligenle
cliè Marziale (gioviale e scherzevole poe- compongono, arrulFano, inanellano una
ta) scrisse del suo barbiere , che mentre chioma, quando per secondare le volon-
gli radeva il menlo da un lato, il pelo gli tà delia moda innestano fra' capelli una

rinasceva dall' nllro. Questo essere pri- gemn)a, una camelia, una rosci,hanuo bi-
vnlegiato, che si avvolge in un'atmosfera sogno di conoscere le leggi della prospet'
di odori e che conosce ÙùW Alfa all' O- ti va- e le rego'r del disegno per tenersi
mega i falli degli altrijè per lo più un uo- nelle proporzioni volute dall'arte, che può
mo enciclopedico. Cauta come un Orfeo, soia assicurare l'elTelto. Copia il' pittore
suona la lira (chilana fi aiicese) come un sulle tele la dolce fìsonomia delle belle,
Anfione, parla e s'inltnde a meraviglia il parrucchiere la crea. Quale interesse

di tutto. (Qui farò memoria del celebre egli non desia, e quale utile non appor-
poeta giocoso Burchiello fiorentino, per ta quando con l'arte ripara a' difetti del-
averlo già ricordalo, cioè Domenico di la natura? Esercita il mestiere su l.)revi
Giovanni di Firenze, ove nella contrada dimensioni : sopra la sua testa di legno.
Calimala tenne bottega di barbiere. Que- Ivi egli lesse ingegnosatnente quelT ope-
sta divenne rinomalissima e il convegno ia ammirabile, che dà credilo a'medici,
de' be' spinti del suo lenìpo, meritando aggiunge un'aria di gravità a' dottori in
d* esser dipinta col suo ritratto , in una utrofj/ue, e favorisce coloio, che si vergo-

delle volte delia galleria de Medici. Egli gnano d'esser vecchi. La parrucca, che se-
divenne da se famigerato poeta, e fu ri- condo Clearco è di antichissima istituzio-
trovatore d'una nuova specie di poesia ne, fu ne'lempi remoli portala per lusso
non mai pensata da altri, tranne alcune da'japigieallri popoli, e in età meno lon-
eccezioni. Porlo la sua invenzione a tan- tana dall'inglese per etichetta, dal france-
ed .eleganza, che alle poesie
ta eccellenza se per vezzo, per imitazione dall'italiano»
ad imitazione di lui, si die poi la
scritte che antica è fra noi la smania per indiar
denominazione alla Burchiellesca. suoi I gli altri! Sotto il regno di Luigi XIV

sonetti sono bizzarri, fantastici, enigma- giunse a tal seguo la mania delle parruc-
liei; ma ne scrisse alcuni anche spiritosi, che, che ve ne furono di quelle che si pa-
e con tale proprietà e gentilezza dettali, garono oltre a tremila franclii. Se ne co-
che si ponno nel genere loro annoverare struirono in fatto di tutte le forme, di tut-

Ira'migliori. Recatosi a Roma vi mori nel te le sagome, di tutte le dimensioni. Ora


i44^' Di- sue composizioni abbiamo più a cono riverso, ora a gabbia, ora a pira-
edizioni. La migliore è quella di Firenze mide. Ondeggiò spesso sugli omeri, fu ri-
del i568. Ricorderò le Rime y Vicenza stretta talvolta in una serica borsa. Sene

1597. Ed i Soueltì con altri del Bellin- fecero di così belle, che Ervais per aver-
cìoni e di altri poeti fiorentini yhoiìdin o le nel 1680 costruite più leggiere e più co-
Lucca e Pisa 757 Questa è l' ultima e-
1 . mode dimandò un brevetto d'invenzione
dizione. Il Doni ne fece il commento e e l'ottenne. Chi oserà dunque, se ha fior
pretese spiegare Burchiello. La Crusca di senno, impugnare il merito di quest'ar-
più volle citò i suoi sonetti nel Focabo- te the rese così importanti servigi all'u-
larìOj qual testo di lingua. 11 Manni nel- manità? Appartengono barba-tonsori i
UNI UNI 83
alla classe |»lìi umile Ji questa schiera. loro preziosa esistenza. Sia dunque lode
Se vogliamo credere a Marco Tullio, e* « coloro, a'quali confidiamo la sede de*
gli nella sua orazione per Celio ci dà per pensieri e il canale che alimenta la vita:

sicut'o che romani de'primi quattro se-


i la testa e la gola". Nel Giornale dì Ro-
coli non ebbero questa risorsa; se così non ma del 1 854 ^ P- "^"i^i si riportano alcu-
era, come polca Tilo Livio parlarci del Viaggio di ISeale a Siam, col
ni passi sul

Gallo che profanò la barba d'un senato- ricevimento formale ch'ebbe co'suoi com-
re? L'opera loro fu necessaria in Macedo- pagni dal re. » Il re ci fece quindi addi-
nia quando Alessandro, come scrive Più- niaudare s'eravamo medici o barbieri,pei'
tarco, ordinò a'suoi soldati di radersi per renderci gli onori dovuti a queste due*

non dare a'nemici l'occasione di prender- professioni, venerai issime nella corte di
li per la barba: necessaria divenne in Ro- Siam. Appena si rispose negativamente,
ma quando tutti se la recisero. Si sa da- la Sua Maestà disparve
tenda ricalò , e
gli storici che b
conservarono solo gli ac- 35i del
dagli occhi nostri". Si legge a p.
cusali di grandi del.illì, ei cittadini im- Giornale di Roma del 1857 l'articolo:
mersi in qualche grave sventura. Se la Calvezza. » Diversi giornali scientifici
fece crescere Augusto per mostrare il suo annunziarono ullitnamente una scoper-
dolore dopo la disfatta di Varo; la porlo ta che non sarà fra le meno curiose e le

Caligola per nascondere le cicatrici che meno straordinarie del nostro secolo. U
avea sul volto; usarono Adriano, An-
la sig.' Steck chimico di Stutlgard ha tro-
tonino, Marc'Aurelio ed altri per farsi vato una sostanza vegetale dolala di sor-
credere filosofi. Ma se questi grandi rifiu- prendenti proprietà, singolarmente ri-
tarono l'assistenza del barbiere, qual for- marchevoli per rivivificare il bulbo de'
ra potranno essi avere a confronto di tan- tessuti capillari ne* casi di calvezza o di
ti che si valsero quotidianamente dell'o- alopecia. Gli esperimenti che sono stali
pera loro? Per altro è certo, che le bar- leste fatti a Parigi su diverse persone o-
be de'giovanetti dell'antichità non capi- norevoli ch'erano calve da diversi anni,
tavano mai fra le mani de'barba-tonsorì e alle quali questa strana preparazione
per la ragione semplicissima addotta da ha fatto rinascere i capelli con una in-
Macrobio, che prima di 25 anni dessi se credibile attività, non lasciano più nes-
la tagliavano colle forbici: maniera spie- sun dubbio sull'azione manifesta di que-
gata da Giovenale colla frase Barbam stanuova conquista della scienza". Il

nietere. Si usavano visite di complimen- Giornale ne riparla a p. 875, ripetendo


to ,
prandi e regali quando al compiersi le prove autentiche di tali successi sor-
del quinto lustro se laradevano solenne- prendenti, e che acquistò la preparazione
mente, Nerone la racchiuse in un'urna da Rechou di Parigi. Più voUeWGiornale
d'oro, e l'ofFiì a Giove Capitolino. Con- ci ha annunciato meravigliosi eOfelti della
i

viene però confessare, che i barba-tonsori Fitalina dello Sleck, succeduti in casi di
ebbero anch' essi le loro fasi sinistre. Vi- calvizie, con ridonare in pochi giorni ca- i

dero nel medio evo deserti i loro gabi- pelli alle parti del capo che ne rimasero
netti quando i goti, i vandali (anche i lon- spoglie,e impedire la loro caduta, di che e-
gobardi, pel già riferito) invasero la no- sistonodocumenti.NelGior«r3f/cdeli853
stra penisola. In quell'epoca limita vasi la a p.i020 si narra: «William Johnson, a-
loro abilità a regolare il taglio piii o me- bitanle a North-Schieltls, stipettaio, in-
no pronunziato per adattare la barba al vernò una poltrona-rasoio, o macchina da
gusto degli avventori e all' esigenza del radere. Questa macchina è d'una costru-
tempo, arte che se non li fece ricchi gio- zione singolare, e perfettamente accomo-
vò almeno a conservare alla meglio la data al suo scopo : essa somiglia ad uu
84 UN I UNI
seggiolone a bracciuoli, all'anlica moda. mente vi si era .recato in detto anno 1 44<^3
Lame di rasoio sono disposte per lungo è ne fa fede il breve Fidei digna rela-
sopra cilindri, di 3 in 6 pollici di lunghez- tione, presso il Bull. Boni. l. 3, par. 3,
za, 4 S" ciascun cilindro, ad angolo di p.33, ove si legge la data: Datuni Bomae
6o gradi. lame sono frammiste spaz-
Alle apuds. Pelruni die % juliiif^^o. Si rac-
cammello. La poltrona
zolette di pelo di coglie poi dalla bolla di Paolo li, quan-
insapona a un tempo e rade 1' uomo di to al ritorno stabile del 1443, che: Diini
buona volontà , che vi prende posto. Il Eugenins Papa IV inter alia, ad al-
saponetto opera ne'cilindri che sono ca- ma Urbe maxima cum laetilia iotius
vi; e la poltrona è messa in moto dal pe- populi christiani et praecipue ejusdem y

so della persona che vuol farsi radere.


, Urbis, reversus esset,quamplures Curia»
!Ella discende gradatamente e si abbassa lesetiam laici et medianici seenni prò
,

coll'occupante, sinché tocca il suolo; al- sua singulari clementia venissent et in ,

lora la barba è fatta, o disfatta, che dir eadeni Urbe, tamquam propriuni domi-
vogliate. La poltrona si rialza da se, do- cilium remsuam deposuissent, ipsi Bar»
poché lo sbarbato V ha lasciata , beli* è hilonsores,quì eadeni CuHani seculi fue-
pronta a ricominciar 1' opera sua, senza runt, unam inter se Societateni inieiunt.
nessuna preparazione. Il sig. Johnson eb- Adunque nel restituirsi a Roma Euge-
be la delicata attenzione di provvedere nio IV, si trassero al di lui seguilo mol-
la sua poltrona-rasoio d'un organetto, che tissimi curiali, ossiano ufficiali di sua cor*
suona diverse arie, durante l'operazione; te, e con questi molli barbieri di varie
onde potete farvi la barba sul tuono che «azioni e di stato vario; forse per la de-
più vi garba. Molti esperimenti furono cadenza di Roma nell'assenza del Papa,
già fatti, e riuscirono a perfezione: nep- divenuta pascolo di pecore e vacche, tut-
pure un mento fu scorticato. Speriamo ti allora incedendo in capperone e sti-

che lo stipettaio inglese porterà il suo ra- vali, e perciò restata con pochi barbieri,
soio-poltrona all'esposizione universale di fu necessaria la venuta degli altri, do-
Parigi; dopo aver fatto la barba a tutti i po il ritorno della corte pontificia nume-
vokney di Londra, è giusto ch'ei venga rosa e maestosa. Stefano Azzellini esten-
a farla a'/^rt^tìf/<^ de'nostri 12 circonda- sore incaricato anche del compendio sto-
li". Dopo questo lepido e curioso artico- rico intorno all'origine e posteriori vicen-
lo del Morning Chronicle, lascio l'erudi- de dell'università e collegio de' barbieri
zioni amene, e vengo alle serie sulTorigi' di Roma, pubblicato cogli ultimi rinno-
ne e progresso dell'università e collegio vati Statali, dopo aver protestato essere
de' barbieri e parruccbieri di Roma. indispensabile,a conservarne le memorie,
L'uni versi là e confraterni taf neretta in per la perdila dell'archivio, per quella
Roma,pe'barbierieslufaroli obagnatori, delle varie edizioni de'suoi Statuti, noa
nel 1440 con autorità di Papa Eugenio che de'brevi e bolle pontificie, ne'passa-
IV, come afferma il Fanucci che pel r." ti sconvolgimenti politici, onde volle sop-
pubblicò il Trattato di tulle l^opere pie perirvi collo studio nelle diverse biblio-
di Roma, lib. 4)Cap. 2 3: Della Confra- teche di R.oma ; osserva che più proba-
ternita de' ss. Cosmo e Damiano, dell' ar' bilmente questa compagnia e corpo mo-
te de' Barbieri e Slufarolij e dopo di luj rale fu eretto dopo il 28 setleaibi'ei443»
altrellanto riferirono gli altri scrittori in cuiEugeniol V in forma solenne e trion-
dtlle medesime, inclusivamente al Piaz- ffilesi restituì stabilmente in Roma. L'u-
za, che meglio di tiriti ne ragionò. Sebbe- niversità de' barbieri e stufaroli si pose
ne lo stabile ritorno in Uoma d'Eugenio sotto il patrocinio e invocazione della R.
1 V fu nel 44^> 1 tuttavia egli teiuporauea- Vergine Maria, e de'fratelli ss. Cosma e
U N I U N I 85
Damiano (^ ). Avendo avvei'lilo in tale zia in s. Giorgio Maggiore, e nella chiesa
aiiicolo, die secondo alcuni si venerano già delle benedettine; in Parigi nella me-
ticcoppìedisanti martiri di egual nome, tropolitana, nella parrocchia di s. Cosma,
tntli medici di professione, che senza mer- e nella collegiata di Luzarches, della stes-
cede curavano gl'infermi, cioè di Arabia, sa arcidiocesi. Apprendo dal Piazza, E-
di Asia, di Roma dove Papa s. Felice III merologio di Roma, a'27 settembre, che
dello IV dedicò loro la Chiesa de
ss. Co- i ss. Cosma e Damiano martiri arabi, me-
sma e Damiano (l'\),ini\a\zi\ln tempio sul dici eccellenti, i quali esercitarono la me-
di Uomolo, che altri vogliono di llemo(su dicina non solamente quan*
colla scienza,
di che è a vedersi il voi. LVIlI,p. 72), ed i lo colla virili di Gesù Cristo, onde risa-
ora de' francescani del Tei z ordine [F .). navano molti infermi dì mali incurabili;
Però trovo neìMariyrologiitniRomannin e perciò attribuendone merito alla fe- il

a' 27 selterabre soltanto: Aegeae na- de cristiana, comandati di negarla, e ri-


talis ss. Martyrum Cosniae et Damia- fiutandosi, subirono il martirio cogli al-
ni fratrum^ qui in persecutioni Dìocle- tri 3 fratelli sunnominati. Dichiara poi,

tiani post multa tonneata^ rincula ^ et che vuole il cardinal Bona, Rerum Lilur-
carcereSf post mare^et ignes^criiceSy la- gicarum, lib. 2, cap. i 2, p. 393, non es-
pidatiofiem, et sagittas divinitus siipe- sere i nomi de'ss. Cosma e Damiano po-
ratasy capite plectuntur: cum (juibiis e- sti canone della messa quelh de' fra-
nel
liam rcferiiu tur passi Ircs eorum fra- telli arabi, ma de'romani e martirizzali

trcs germani, AtUldinusJ^eontius etEu- in Roma, quali egualmente esercitaro-


i

preprius.W Butler egualmente riportan- no la medicina, e gli atti di questi ss. Mar-
do la loro festa a'27 settembre, dopo a- tiri si sono perduti. Fu Papa s. Damaso

ver avvertito che i greci moderni ne sfi- I che aggiunse i nomi de'ss. Cosma e Da-

gurarono del tutto gli atti, li chiama a- miano nel Canone della Messa, ond'es-
rabi di nascita, di aver studialo in iSiria, sere invocali ogni giorno; s. Gregorio I
ed esser divenuti medici eccellenti. Pro- concesse indulgenza plenaria per tutta
fessando il cristianesimo e pieni del suo l'B.' di loro festa alla detta chiesa di Ro-
spirilo cari tate vole,esercilarono l'arte me- ma, fabbricata da s. Felice III detto IV,
dica con moltozelo e disinteresse; aggiun- ove sono le loro teste (l'annuale Diario
ge che sono chiamati da'greci Atiargiri^ Romano dice i corpi, vocabolo usato an-
perchè non riceveano denaro da' maiali che per la parte maggiore di essi); Papa
da loro curali. Viveano in.Ege città di s. Simmaco edificò in s. Maria Maggiore
Cilicia esemplarmente e venerati. Riac- un nobile oratorio, nella qual basilica vi
cesa la persecuzione di Diocleziano, furo- è del loro sangue e il cilizio; altre loro
no presi d'ordine di Licia governatore di reliquie essendo ins.Cosmato oCosimato
Cilicia, che dopo vari tormenti verso il delle Francescane [F.)\i\ Trastevere.Di-
3o3 li fece decapitare. I loro corpi por- ce ancora che in Roma è tanto antica la
tati in Siria e sepolti in Ciro, fu ivi a lo- venerazione pe'ss. Cosma e Damiano, che
ro eretta una chiesa, e l'inìperatore Giu- oltie il detto oratorio, vi furono edifica-
stiniano l per rispetto ad essi fece ingran- te sei chiese alla loro invocazione. Rife-
dire, ornare e fortificare la città. Ed es- risce inoltre il Piazza, che lu chiesa di s.

sendo guarito da malattia pericolosa a lo- Giovanni de'fiorentini di Roma, che me<
ro intercessione, in Costantinopoli invece glio descrissi nel voi. LXKVIII, p. 69,
della loro chiesa ormai diroccala allia , ed io pure ivi rilevai, è anche sotto il ti-

magnifica ne costruì, e poi ivi anche una tolo de' ss. Cosma e Damiano ([uali av-
secontla. Le loro refuiuie venerarsi in Ro- vocati primari di Firenze, e colla loro im-
lUà uella principale loro chicca; in Vcutt* magine i\\xó\ix città coniò monete d' ai-
86 UNI UNI
genio. Il Martinelli enumera le loro chie- si falla menzione nell'antico Calendario
se, Roma ex ethnìca sacra, i^. 3 Sa. cioè e nel Sagrainenlario di s. Gregorio I,
presso s. Lucia del Gonfalone; l'oratorio come, avverte il Fiorentitio nel suo Mar-

(liPapa s. Simmaco, distrutto sotto Si- tirologio a' 27 settembre. La memoria


sto V, con monastero adiacente; la chie- degli Arali ?\ trova ne'/I/e/2e/greci a*i7
sa parrocchiale incontro Giovanni del-
s. oUobie; de* Romani al 1." di luglio; de'
la Pigna, e a tal chiesa unita da Grego- Confessori ali.** di novembre. Come poi
rio XI 11, non più esistente; in Trasteve- possa essere accaduto, che soli martiri i

re; Xenodochìo Tucii^ memorata da


i/i Arabis'iano venerati a''27 settembre; co-
Anastasio 13ibliotecario,m^. Leone III; me siansi confusi gli atti di questi santi
ed altrove aggiunge le chiese de'ss. Co- omonimi, e come siasi ingannato il Baro-
sma e Damiano ai Foro romano de'fran- nio ,
pretende di dimos'trailo Beinaldo
cescani; e quella àt' Barbi lons or uni So- ad Sintagma
Dlien,7'/-<7(^z^ apologet.
cietaLisUrlìi in regione s. Eusfachii in histoiicum vet.graec.monum. de ss. Co-
P'ico Dominoriun de Philonardis già ,
smae et Damiano de tribas ss. Anargy*
dedicata alla ss. Trinità e delle monache rerum Cosmae et Dannani nomine pa^
di s. Chiara o di altro ordine, che il Piaz- ribus cum interpretatione latina p. Si-
za dice riunite da s. Domenico, per esse- monis TVaugne rechi, y'ienwae in Austria
re mancate nella disciplina regolare , a i66o. Il citato cardinal Bona ha suppo-
quelle di s. Sisto e d'ordine d'Onorio III sto, che essendosi smarriti gli atti de Mar-
del I2i6; dunque già allora esisteva la tiriRomani, siano stati ad essi sostituiti
chiesa, ove la fesla de'tnedesimi santi ce- quelli degli Arabia il martirio de'quali
lebrasi con indulgenza plenaria, per at- era piti notoeillustre, e che la somiglian-
testato dello stesso Piazza, In Palestina fu za de' loro nomi e della loro professione
isiiluito l'ordine equestre o religioso d<i' abbia fatto nascere quest'equivoco e con-
S!». Cosimo e Damiano (/^.). Il Cancel- fusione. Ma il p. Stilling, t. 7, Sept.,p,
heri, Memorie di s. Medico
e de' Medici 453, ha provato, che queste tre paia di
illustriper santilà,o\ì, 53 riporta le se- Cosnù e Damiani Anargiri, sono stale
guenti eruditissime notizie, Soprai SS. Co- inventale da'greci non prima del IX se-
smo e Damiano martirizzati cogli altri 3 colo; e che il musaico con cui s. Felice IV
loro fratelli martiri sotto Diocleziano, si ornò l'apside del tempio nella via Sacra,
è assai dispulato, se siano stati soli^ ov- colla fenice, uccello favoloso dell'Arabia,
vero se ve ne siano siate due altre paia sopra il capo, di s. Cosma, olire le palme
cogli stessi nomi, e se tulli abbiano pro- orientali, abbastanza dimostra che fu e-
fessata la medicina, e se siano slati chia-r retto in onore de'martiri Arabi, che sol-
mali Anargiri? Nel mailirologio Basi- tanto sono stali riconosciuti sotto questo
liano si Anargyro-
dice; Tria siint ss. nomedaAldelmonelVIIsecolo,nell'VIII
rum paria, qui et iisdem Cosmae et Da- da Beda e dall'autore del Martirologio
miani nominibus appellati fuerunt , et di Rosweido, nel IX da Wandtberto, Ra-
medicinae arte Iraclaverunt^etÀnargy- bano, Notkerò, Adone e Usuardo, ed an-
rorum cognomen habuerunt. Il p. Nata- che nel Calendario ecclesiastico di Co-
le Alessandro, Hist. Eccl. saec. P^I,avl. i-tó/zfmopo/i pubblicalo da MorcelliinRo-
4» ha creduto che un paio di Martiri di ma nel 1788. Ne è da valutarsi T argo-
questo nome sia stato nell'Arabia; un al- mento del cardinal Bona, che vi siano
lindi Con/è55or7'neirAsia;eil 3.°di Mar* stati ancora i ss. Cosma e Damiano mar-
tiri in Roma, onore de'quali s. Felice
in tiri romani, perchè sono inseriti nel ca-

IV eresse la della chiesa e sono nominati none della messa, dopoi ss. Gio. e Pao-
nel canoue della messa, trovandosi di es- lo che furono martirizzali dopo di essi, e
UNI UNI 87
prima che fu^tse innulzatn la chiesn in o- et adirne hodie Itine, illincque tutelari'
iioie ile'ss. ara1)i; (junsi die non
Martiri bus, Uelmstadii lySi. L'Ayala condan-
potesse farsi menzione die de'soli marti- na l'irriverenza di que'piltori, che inde»
ri (lell'occitlente nello slesso canone, ove cefntemente rappresentarono uno di que-
pur si fa di s. Stefano, di s. Cipriano, di sti santi con T orinale in mano, ripieno
s. Perpetua e di altri martiri orientali. d'orina accesa, propria de' febbricitanti.
Il Sarnelli, Lcttereeccl. t. 4, lelt. 33: Se Concede soltanto a' pittori, che seguiti-
ì due ss. Martiri Cosmo e Damiano mcn* no ad esprimere uno di tali santi, con
tovati nel canone siano gli stessi che i una spatola da speziale in mano quasi ,

(lue ss. Medici di Egea. Egli crede che i in procinto di formnre qualche farmaco
ss. Cosmee Damiano, delti Taumatur- ad un infermo, perchè anticamente an-
gìa pel gran numero «le'miracoli da \o- che medici professavano la chirurgia,
i

ì'Oopeviìl'XyeJnargirijidestsi/iejìecuniay noti ancora disgiunta dalla loro arte, e tal-

perchè medicavano gratis, furono mar- volta ancora la farmacologia; e forse per
tirizzati in Egea, e loro corpi trasferiti ai questo pure sì rappresentano con un va-
Roma, s. Felice IV edificò loro un ma- so in mano conlenente de'farmachi. L'u-
gnifico tenijxio; e perclu; gì* infermi che niversità de* barbieri di Roma elesse in
lecavansi a venerarli tornavano sani, suoi speciali protettori i ss. Cosmo e Da-
mentre ad altri apparivano idue santi di- miano martiri, romani o arabi che si fos-

ceutlo il ila fare per guarire, in seguito sero, poiché essi barbieri esercitavano da
si credeltero mai tirizzati in Roma ove ne tempo remoto la bassa chirurgia, ed me- i

riposa np corpi. E che furono posti nel


i desimi santi medici chirurghi eranor in-
canone dopo ss. Gio. e Paolo per esse-
i vocati a patroni di tutti coloro, che in
re questi nobili ro«nani,non essendolo gli qualsivoglia diodo appartenevano all'ar-
Anargirijde'quali riconosce una sola cop- te; ne sarebbe facil cosa il concludere se
pia. Finalmenie, il Cancellieri soggiunge, il vantaggio, che al pubblico ne deriva-
è incredibile, che sussislendo ancora la va, fosse maggiore di quello che ne ritrae-
chiesa de^s. Cosma e Damiano, creduli va r università meckisima e ogui indivi-
martiri Ro/naniy\)o\ questi siano stali ri- duo rispettivamente di essa da così fatto
conosciuti per Arabi, e siasi affa Ilo per- esercizio: è presumibile però, che e per
duta la memoria de'ss. Cosma e Damia- l'uno e per gli altri esser dovesse quest'u-
no Romani. Se poi trovasi una doppia tile di moltissima conseguenza , mentre
festa in onor loro in Costantinopoli, ove dagli statuti dell'università de' barbieri,
anche al .°di giugno se ne venera la me-
i stampati in Roma la i." volta nel iSc^i
moria, oltre il (.*' di novembre, ciò non {^Statuti, ordini e costituzioni della veri.

deve attribuirsi che aW Anniversario De- Compagriia Barbie-


et Università delli
cflcationis Ecclesiae s. Cosniae,co\\\Qi\'\- ri et Stufaroli dell'alma città di Roma:
mostra Morcelli, il quale però conclude, furono ristatnpati nel 1 6 5, nel 1 6.\.i, nel
1

che a'ss. Arabi non può darsi il titolo di [713), ma che provenivano dall'ordina-
Romani, che tempio a loro dedicato
pel zioni della prima istituzione, si dice nel
nella viaSacra o Foro romano; e che dob- cap. 7 della par. 1.', che per ottenere la
biamo contentarci, che una volta alme- patente d'abilitazione al libero esercizio
no abbia esistito un paio di ss. Martiri k- dell'arte tonsoria, nella qualità di mae-
nargiri che non prendessero argento o
, stro, ossia padronedi bottega,fuceva d'uo-
mercede alcuna per medicare,senza aspet- po cognizione di
d' essere istruiti nella
tare di trovarne in appresso anche due tutte le vene del corpo umano, nell'ar-
altre paia. Scrisse Federico Bouroeri, /Jc tedel salasso, dell' applicazione delle
Cosma et Damiano, artis mcdicae Diis, sanguisughe e ventose j nel far lazzi e
.88 UNI U N I

rauferiì, medie nr e vessicrtnfij nel metter dal Martinelli chiama filiale della ba-
si

cornette^ prime chiare a ferite e frattu- silica Vaticana. Però l'Azzellini rifeiisce

re d^ OS si, e sopraad altre operazioni, che ceitamente la compagnia nel ì^jo


secondo l'nso e leappellazioni di questa» officiava in una cappella concessale nella
pi; e quindi ordinavasi altrove, per tal ef- Chiesa di s. Lorenzo in Damaso, man-
fetto la pratica almeno di due anni in
, tenendovi un cappellano a proprie spese;
un qualche pubblico ospedale. Il Bovio, che già avea i suoi consoli e sindaci co*
La Pietà trionfante nella basilica di s. quali reggevasi, é si cambiavano ogni 6
Lorenzo in Damaso, a p. 53, parla del
i
-
mesi; distinguendosi talmente nell'eser-
Ja chiesa filiale di s. Benedetto de'Scon- cizio di moltissime opere di pietà e di re-
rhii, che vuoisi antica quanto la morte ligione, ujesse, esequie, processioni, so-
del santo litolare, presso la quale fu poi lennità, dotazioni alle zitelle, da merita-
fondalo un monastero di monachete qua- re da Papa Paolo II pel suo incremento
li le cambiarono il titolo dedicandola et ornamento Romanae Curiae più , i

alla ss. Trinità; diminuite le religiose, fu- grandi encomi, privilegi e l'approvazione
rono da s. Domenico trasferite a s. Sisto singolare de'suoi statuti, colla bolla Coe-
(quanto al titolo della ss. Trinità ed al- lestis PateryCÌe'iS agosto470,che ripor- 1

le monache , io dubito che gli scrittori ta dóve soltanto si fa menzione della


, e
confondino l'uno e le altre, le notizie ap- cappella di s. Lorenzo in Damaso. Quin-
paitenenli alla sussistente chiesa dell'u- di aggiunge, che trascorsi pochi anni da
ni versila). Concessa poi alla confraterni- tale approvazione degli statuti, passò la
ta de'barbieri la chiesa, questi nel i44o compagnia e università de*barbieri a te-
Ja dedicarono a*ss. Cosmo e Damiano, per ner le sue adunanze dalla cappella di s.
ragione che detti santi esercitarono la Lorenzo alla piccola chiesa presso s. Lu-
medicina, che spelta in qualche parte a' cia del Gonfalone nel rione Ponte. Che
barbieri. Lasciata poi da questi tale chie- ne fece l'acquisto a titolo d'enfiteusi dal
sa per altra, in seguito fu ridotta a uso collegio de'canonici Vaticani per l'annuo
))rofano, indi nuovamente vi s'inlrodus- canone di libbre 4 di pepe, nel
1479 "®^
f.e. il quando fu concessa al-
culto divino pontificato di Sisto V (che il Piazza pre-
I

la confraternita delle ss. Vergini Rosa vi- tende approvasse nel i477 §'' statuti, e
terbese e Rosalia palermitana. Altret- mentre già 1' università, come erronea-
tanto riferisce il più crilico Fonseca ve- mente soggiunge, possedeva la chiesa at-
scovo di Jesi , De
basilica s. Laurentii tuale), e che la restaurò da'foudamenti,
aggiungendo la località ove
//? Z^<3/7;<2.vo, ciò lisultnndo dall'iscrizione marmorea
(esisteva presso la Parrocchia (^.) di s. posta sulla porta di essa, nel 1603 pub-
Lucia del Gonfalone, che ridotta a pu- blicata dal Fanucci e riprodotta dall'Az-
hlicas lignorum apofhecas, vi ristabilì il zellini njedesimo. In essa si legge, averla
rullo il dello sodalizio laicale, il quale e- dedicata alla B. Vergine ed a'ss. Cosmo
slinlo fu dala alla compagnia di s. Elisa- e Danìiano, ad perpetuam Artis Tonso-
lielta óePoi'eri ciechi, storpi e altri in- riini Curialinm ntemoriani, da óiie con-
•valididi Romp, della quale superiormen- snles dictae Artis una ciim quatuor con-
te feci parola, ed in tale paragrafo ne di- siliariisj de consensu totius Sodalilatis.
ìh alcun'allra. Anche il Piazza nell' ^a- Adunque è indubitato il possesso di que-
s( i'ologio compagnia de' bar-
dice che la sta chiesa almeno nel 1 479 ® ^'^' ^^^^ ''^'

bieri fino dal i44^ si eresse in una picco- starno da' fondamenti, swnptii proprio
la chiesa a s. Lucia delta anco della Chia- dell'universilà. Da'nomi de'consoli e de'
vica per corruzione popolare,per la pros- consiglieri scolpiti nella lapide, si ricava
simo cIpapiEi che riceve l'acque piovane, e es^i appartenere a Uoma e ad altre citl^
UNI UN I 89
d'Flalia, f(l uno de* consoli alla Germa- vi pontificii indulti fecero argine all'effre-
nia. Nella detta bolla di Paolo WJhcul- nale pretensioni d' illimitata giurisdizio-
t<item,e( prh'iiegìoruni Inh'ersìtati 6ar' ne di que'magislrati. Altre amarezze ca-
hìlonsorum Urbis contessornm, si dice gionarono a' barbieri i pochi stufaroli a
die iìarbieri eransi moltiplicali a 5o, e
i i loro uniti e facenti parte dell'università :

che il Papa in perpetuo esentò tulli gli sembra che possa riferirsi circa al iS'jf^
atldetli alia medesima e d* ogni nazione, l'insorgenza delle pretensioni stravaganti
dalla giurisdizione de'tribnnali di Crrrn- degli stufaroli sul conferimento delle ca-
pidoglio e t\e\ /^ice- Camerlengo, nei ci- riche della compagnia. Allora tornando
vile, nel criminale e nelle cause miste; a dalla legazione delle Fiandre l' insigne
minorazione d'incomodi e di spese sotto- cardinal Giovanni Moroni ,
gli ufficiali

ponendo l'università soltanto alla giuris- dell'università, quasi lutti barbieri, ricor-
dizione de* tribunali del ^Maresciallo nel sero alla sua autorità e vasto senno. S'i-
criminale, e dell* Uditore generale della gnora se il gran porporato assumesse la
Camera nel civile, anche per la conser- protettoria de' barbieri o interponesse a
vazione degli statuti e ordinazioni della favor loro il suo potere, poiché morì de-
medesima, e per continuare a vivere be- cano del sagro collegio il i." dicembre
ne e onestamente; avendo Paolo li Fatto i58o. L'invocalo patrocinio del cardinal
esaminare gii slaluli che confermava dal Moroni, forse derivò dal riferito dal Ve-
can. Vaticano Giacomo Miccareili, aii~ nuti, Roma moderna^ p. 1069. Circa il
ditorem generalem diclae Camerae e , i564 Giovanni Colli romano barbiere
perciò doversi inviolabilmente osservare, del cardinal ilforoAz?', allora litolare della
insieme al da lui concesso. Si quis auteni chiesa di s. Maria in Trastevere (il qua-
hoc a (tentare praesumpserit indigna tio - le avea restauralo l'adiacente palazzo di
neni omnipotenlis Dei^ ac BB. Petri et s. Calisto e l'abitò ancorché divenuto ve-
Fallii Apostolornm ejus se noveri t in» scovo suburbicario, abitando ancora il
cursiirum. In fìitti scrisse poi Fanucci ; proprio palazzo nel vicino vicolo Moroni,
L'imiversità de' barbieri e stufaroli ha il ove si vedeva il suo stemma formato da
suo Consolato; esente da Campidoglio, è un albero di moro celso in campo bian-
sotlo la giurisdizione della rev. Camera co, riportato dal Ciacconio, Fitae Cardi-
«[)ostolica, né lasciano entrare nella loro naliuni^ t. 3, p. 6So,Joannis Moronns
ntimerosa confraternita altri che quelli o Moronius come vuole Morcelli), dispo-
dell'arte, vestendosacchi bianchi con l'im- se alcuni corligiani e i canonici di della ba-
magine de' ss. Cosma e Datniano sidla silica a voler formare una nuova compa-
spalla, ilchesi continuava a usare a'tem- gnia, adìnchè si portasse con maggior de-
pi del Piazza, raa si tralasciò negli ulti- coro il ss. Sagramenlo agl'infermi; e che
mi tempi l'uso del sacco. Non ostante i nel I 578 da'canonici fu loro assegnala la

privilegi ottenuti, la santità dell'islituzio- cappella di s. Maria della Clemenza de'


nì e il J['ervoroso zelo nell' esercizio del- duchi d' Altemps, e poscia nel principio
l'opere di pietà e di religione, neppure la del secolo XVII eressero un particolare o-.
compagnia de'barbieri andò esente da va- ralorio. Il sodalizio venne meglio ricosli-.

ri travagli. Insorsero dapprima diversi luito nel 1 855, al modo narrato di sopra.
tril)unali di Uoma e specialmente del se- Quanto alle divergenze Ira'barbieri e slu-.

natore, ad Olita del concesso da' Papi e furoli, è però in(lul)ilalo, che forse per
mas-^ime da Paolo li al corpo de'barbict comporre tali frecpienti dissidii, dopo es»
ri che nuu cessarono di colpirli indivi-
, sere slati alcjuanti anni assopiti, nel i Sc)'^

dualmente con alti e sentenze illegali; l'università de'barbieri e stufaroli proce^


quindi nuovecotfcessioMÌeescwzÌQUÌ,nuu- de allit riuuovuzionc degli slululi) i f|U4«
90 U N I U N I

limeritarono la stampa dopo la speciale pubblicò, / Tesori nascosti di Roma :

approva/ione di Clemente Vili col breve De' ss. Cosma e Damiano alla stra-
Oh lata Nohis, de* 2 9 dicembre, presso i da del Croce/isso, dice che fu così nomi-
nuovi Statuti^ nel quale dicesi: Dìle- nata per un'antica immagine del ss. Cro-
ciorumfllìorum Universi latis Barhitoii- cefisso dipinto nel muro esteriore d'una
sorum ac Balaeatorum sive Stiifarolo- casa. Che la chiesa fu prima del contiguo
rum Uomaiiam C//rm/«, confermare i monastero di monache francescane sotto
privilegi accordati da Eugenio lY, Paolo l'invocazione della ss. Trinità, ed allora
Jl, Sisto IV, Paolo III, Pio IV, Sisto V de'barbieri che l'intitolarono a'detti san-
e altri Papi predecessori; e con pontificio ti, per esser slati medici del coipo e del-
chirografo ne ordinò il registro alla Ca- l' anime nel convertirle al cristianesimo.
mera apostolica. Allora pare che la con- Altrettanto, in parte, leggo nel Fanucci
fraternita assunse i sacchi, ed i! contem- e in Piazza, il quale aggiunge che per
poraneo Fanucci e poi Piazza riferiscono esser cadenle per l'antichità, la confra-
il fervore col quale componenti l* uni-
i ternita la riedificò. Trovo nel Venuti, /io-
versità esercitavano le opere di carità e ma moderna, p. 635 , nel parlare della
di religione, col proprio cappellano. Im- chiesa e della confraternita, chedessa fa
perocché inoltre ogni settimana visitava già delle francescane terziarie sotto il ti-

j confrati infermi, sovvenendoli di medi- tolo della ss. Trinità, e anticamente ven-
co e di lioiosine , cioè in ogni settimana ne denominata s. Nicolò de Cavalleriis.
somministrava a'bìsognosi maestri 5 pao- Martinelli la dice parrocchiale della ss.

li,a*lavoranli 3,a'garzoni 2, secondo Fa- Trinità Clini bizocliis tertii ordinis s.

nucci, e ciò fino alla loro guarigione; do- Francisci. Il Bovio poi a p. 1 6g, e il Fon-
tava povere e oneste zitelle figlie degli
le seca a p. 388, trattando della chiesa di
uomini dell'arte; onorava singolarmente s. Martino da Domo Giudice Mardoi^Q
Dio ne* suoi santi e nella 6. Vergine, e in latino A Domo Judicis Mardois, nar-
celebrava solennemente la festa de' suoi rano, ch'era filiale della basilica di s. Lo-
avvocati i ss. Cosma e Damiano, noti so- renzo in Damaso, e vicina a qiiella di s.

lamente Lucia, di
nella chiesa presso s. Nicola de'Molini (ossia de Cavalleriis, che
eni l'Azzellinodice ignorare come ne ces- è la vicina chiesa di s. Elena, invocazione

sò il possesso (io almeno potei narrare a che le dierono i Credenzieri -aWovchè vi


chi passò), ma ancora che avea
nell'altra stabilirono il loro sodalizio). In seguilo al
acquistata nel rione di Eustachio die-
s. nome di s. Martino soltenlrò quello del-
tro la Torre (/^.) Argentina, che possie- la ss. Trinità in Cacaberi, quando si con-
de ancora, ma senza conoscersi la preci- cesse a certe povere monache che vivea-
sa epoca in che le venne concessa. Osser- no di loro fatiche, perciò venendo esen-
verò che la via fu già detta àe Filo nar- tatada detta ù'^XwìoVanzù^ut vocant Biz-
di dal palazzo omonimo (poi Cavalierini, zocaruni, non astrette a clausura. Abi-
oggi del marchese Potenziaoi e non co- tarono l'annesso monastero sino ali 56o,
me volgarmente si dice Sala, come cre- e allora ve n'erano 1 1. Trasferite in altro
duto già proprietà e abitato dal cele- chiostro fu data a'barbieri, che la dedica-
bre cardinale di tal cognome, e dal car- rono a' ss. Protettori. Dagli atti della s.

dinal Casliglioni poi Pio Vili ), s^itualo Visita dell 573 si ha ch'era pure parroc-
incontro la chiesa; 'n\i\\ (\id Cavalieri òsA chia con IO famiglie, la rendita essendo
palazzo accanto al precedente (ora degli annui 76 scudi e 20 barili di vino. Nel fi-
credi di Felice Gualdo che 1* acquistò), ne descriverò la chiesa slessa, come tro-
a' quali nomi prevalse quello de*Bar* vasi al presente. In seguito più fiera si rin-
hieri che porla, il Panciroli che neh 600 novò la dissensione inteslin» fra'barbieri
UN I UNI 91
e gli slufarolì ,
giacche questi in numero rity sotto la pena di io scudi d'oro in fa-
(lisul! iq a fronte di olire 200 quanti e- vore dell'uni versila. Poscia InnocenzoXII
rano giunti maestri de'bnrbieri,an»plia-
i col breve Exponi miperfecerunt, de'2 5
lono le loro strane pretese con tanto ac- settembre 1693, /?«//. /?ow. t. 9, p. 322:
canin)ento, che finalmente barbieri fu- i Conflrmatur decretum Universitatis
rono costretti ricorrere a Paolo V. Que- Tonsorum de Urbe contra venditores
sti deputò a giudice il cardinal Fabrizio sitarum Tonstrinnrumj cioè che i ven-
Veralli, il quale con sentenza de' 1 gen- 1 ditori di dette botteghe, due anni soltan-
i)aioi6i3, decretò la separazione de'due to dopo lascialo 1' uso del mestiere , ne
corpi, dichiarandoli ciascuno indipenden- potessero aprire delle altre, e nella di-
te dall'altro, restando a'barbieri la pro- stanza di 200 canne romane di qualun-
pria chiesa. Tutto approvò Paolo V col que altra simile otììcina. Nel1694 in Ro-
breve£j:' injuucto]VobiSfde% del seguen- ma e collo stemma di tal Papa nel fron-
te maggio, presso i nuovi Statuti. Allora tespizio si ristamparono: Statuti^ordirà
l'università de' bnibieri liberata da' po- et costitutioni della ven. Compagnia et
chi individui che l'inquietavano, e ricon- Uni^'ersità de* Barbieri di Roma. Tra le
centrata ne'soli uonjini dell'arte propria, altre cose essi prescrivono, che gli ulfizia-
rinnoTÒ i suoi statoli e stampò, dopo l'e- li devono eleggere un medico per curaro
same del cardinal Veralli e la conferma lutti i maestri, lavoranti, garzoni, rota-
di Paolo V, mediante il breve Ohristi- tori dell'arte, nelle loro infermità. Quan-
fìdelìum qiiorufiilìhcty de' 11 gennaio to a* rotatori o arrotar!, è noto che anti-
161 5, egualmente presso il loc, cit. Essi camente non sempre si aveano arrotini
furono intijnali per 1' osservanza delle capaci di bene arrotare colla ruota anche
confermale esenzioni, al senatore, al go- i ferri o gli acciai taglienli di usi delica-
vernatore di Roma, e ad altri giusdicen- ti, come i rasoi, le lancette , le forbici e
ti di Roma, con editto de'o del seguen- simili. Il perchè alcuni dell'arte espressa*
te febbraio del cardinal Pietro Aldobran- menlesi dedicarono a supplire a tale mau'
diui camerlengo di s. Chiesa; restando canza di opportuni o idonei artefici; ed
l'università nella giurisdizione ecclesia- ecco il perchè l' università ne faceva di-
stica sotto il cardinal vicario, e per la ci- stinzione e rimarco, come un ceto specia-
vile e criminale sotto l'uditore della ca- le di peculiare importanza. Il successore
mera e il maresciallo. Fra'privilegi e o- Clemente XI col breve Militanlis Ecclc-
liorificenze goduti dall'università, è rife- siae^ de*f2 maggio 1712, Bidl. Ront. t,
rita da Pompilio Tolti, Ritratto di Ro~ IO, par. I, p. 291 Confirmantur Sta- ;

via modfrna^e.Wx pubblicalo neh 638, tuta reformata Universi tatis^ et Colle-
la prerogativa di liberare un carcerato gii Barbitonsorum Urbis. Nel medesi-
nel giorno della festa de'ss. Cosma e Da- mo breve sono compresi gli Statuti ri-
miano. Altra conferma degli statuti l'e- portati testualmente. Riferirò alcun ge-
seguì Alessandro Vii col breve Exponi nerico cenno sul contenuto loro, saggis-
Nobis, de' 16 giugno 1 657, Bidl. Roni, t, simo e prowidenlissimo morale e reli" ,

6, par. 4» p- '^3, ed ordinando anch'e- gioso. I consoli e uHìciali considerando


gli, ne quicumque Tonstrinae (Barbie- che gli statuti erano in buona parte resi
ria o bottega di barbiere) operarius^ seu inosservabili, risolverono nel 1699 di com-
utvulgodicitur^garzonCyquinovamTon' pilarne altri, il cui compimento si eseguì
strinam instiluere voluerit eam aperta ^ per gli eccitamenti del cardinal Gio. Bat-
re possiti nìsi tabernam 5o cannis ab a- tista Rubini, da Clemente XI nel 1708
Ha qiincuhique simili tabcnui Tonsoria dato a visitatore apostolico dell' univer-
(bottega di barbiere) distantem accepc' sità. In essi tra le altre cose fu stabilito,
9^ UN UNI
a^ufìfiziall e pe'primi Sconsoli, pel trien- dalle altre, sotto pena di i5 scudi d'oro,
nale reggimetilo e amministrazione del- dovendo restar chiuse le abbandonate, e
l'università; la loro creazione da eseguir- venendo vietato il tenere due botteghe;
si nel consolato per bussolo; Tautoi ita e siprovvide finalmente anche alle botte-
gli obblighi eli clascnno; il {)recnio a'con- ghe delle vedove e figli o nipoti minori
soli,camerlengo e infermieri nel termi- de'maestri defunti, con permettere di te-
ne del loro iiflìzio; che ogni convenzione, nervi a rappresentante un maestro pa-
scrittura, patente o istromenfo pe'maestri tentato, ^e Diari di Roma ho letto, che
di botteghe e altro spettante alla profes- i giovani de* barbieri aveano il proprio
sione, debba farsi dal notaro-segretario altare nella chiesa di s. Paolino alla Re-
dell'università;che non si debba lavora- gola de'frati del Terz'ordinedi s. Fran-
re, ne far lavorare in giorno di festa di cescojche nelle sedi vacanti in cui straor-
precetto, ne dentro e ne fuori delle bot- dinariamente si espone in varie chiese de-
teghe e di doversi frequentar la chiesa
, stinate il ss. Sagramento, per pregar Dio
«lell'università, con esenzione de'due pao- pel breve loro termine e ottima elezione
li dell'annata a'maestri frequentanti, do- del Papa, come in quelle del 1724 e
vendosi tener chiuse le botteghe nella fe- 1780, vi si recavano processionalmente e
sta de'ss. Cosma e Damiano, e in tal gior- separatamente, la confraternita de' bar-
no ciascun maestro pagare 5 paoli, 2 de* bieri, e la compagnia o adunanza de'loro
quali per l'annata, e per la candelora al- giovani. Sebbene in appresso gli Statali
tri 2; si dichiararono i pesi e obblighi del- furono nuovamente modificali e rislam-
la chiesa, e gli esercizi divoli da prati- pati, rimasero tuttavia slabili e invaria-

l'accompagno alla se-


carsi in essa, oltre bili alcuni articoli, che ne formavano it

poltura de' defunti, segnatamente se uf- principale fondamento , e da* cardinali


ficiali, di tutta o parte dell'università j si protettori con decreti richiamali all'esal-
«oppressero le due annue doti di scudi 2 5 ta osservanza. Tra tali articoli essenziali

r una e la veste, che per la festa de' ss. precipuo fu sempre tenuto il numero de-
3*rotettori sì confeiivano a due zitelle fi- terminalo di botteghe, e V inibizione e-
glie di maestri; venne ordinato il pfiga- spressa di aprirne delle nuove senza la li-
nienlo alla chiesa di 2 paoli nelT entrata cenza de' consoli, oltre il pagamento del-
de'fattoii ad apprender l'arte, e di 3 al- la patente pel pubblico esercizio della
lorché diveniva lavorante o giovane, e professione, edelle tenui annue contribu-
questi anche bai.i5 per la festa dell'uni- zioni si de' padroni che de* giovani ; re-
versità, ancorché fossero parrucchieri o golamenti tutti fatti pel mantenimento
figli de'maestri dell'arte; che niun giova- della chiesa, per l'interesse de' contri-
ne possa esercitar 1' arte come maestro, buenti, ed a vantaggio della popolazio-
senza prendere la patente, dovendo pri- ne. Le già discorse vicende politiche e
ma provarne con esame l'idoneità a'con- occupazioni straniere, patite nel declinar
soli , inchjsivamenle alla capacità per la dello scorso secolo da' Roma e dagli altri
jìassa chiriugia, il cui esercizio ed esten- dominii sconvolsero per molti
pontificii,
wone viene dicliiarato, stabilendosi l' e- anni l'ordine sociale e religioso , ed an-
lìiohuTiento d.i pagarsi alla chiesa per la nientarono r università artistiche colla
palenre a paoli 74» ^ ''O'' ^4 doverne da- perdita delle loro proprietà e de'Luoghi
l-e que'figli o nipoti di maestri nel pren- de'Monti. Altrettanto avvenne al collegio

derla dopo
morte de'loro padri o zii,
la de'barbieri e parrrucchieri, e se la pietà
pioè il niaggiore di essi; non potersi apri- e io zelo de'principali rappresentanti del-
le nuove botteghe, o trasferire le vec- l'università non vi avesse sopperito, l'uf-
tbie, da'paleulati, che 5o canne distaoli fizisilura della chiesa sarebbe rimasta iO'
U ìN I U i\ I 93
lerrolta, poiché oltre i Luoghi de*Monli, gìo, vescovo di Porto es. Rufiìna e pi*e-
perde essa la suppeiletlile d'argento, che fello di legnatura), mentre era degnissi-
iti notabile quaiitilà depositò nella zec- mo segretario per gli affari di sialo inter-

ca, per ubbidire alla generale prescrizio- ni, di Papa Gregorio XVI, che a preghie-
ne di Pio VI imposta a' pii istituii. Per ra di molli maestri barbieri l'avea loro
le conseguenze de' deplorali sconvolgi- dato a protettore, nell'equità e penetra-
menti, nella rifurnia della pubblica ain- zione che lo distingue , a corroborare la
Diinislrazione, trovò Pio VII indispensa- petizione di pochi individui senza rappre-
bile la soppressione dell'università arti- sentanza legale, con saggia previdenza
stiche, anco per l'uniformità del commer- Irovò necessario premellei e la riorganiz-
cio libero da lui piomuIgato^neliSor, e zazione xlel corpo morale sotto il cui no-
Ticomprese pure quella de'barbiei e par- i me si faceva istanza. Perciò con venerala
rucchieri; argomento grave, che quasi in ordinanza de'24 aprile 840, il cui teno- i

principio di questo articolò discorsi eoa reSI legge ne'nuovi Statuti, beiiignameu-

qualche diilusione, per la sua vitale im- te si degnò dar impulso autorevole alla
portanza pubblica. Dissi pure, che cessa- riorganizzazione, nominando egli stesso
le le università nel 1 80 1
, dipoi la saggez- un sulìiciente numero d' individui uHì-
za del paterno governo pontifìcio vide le ciali, che sotto la dipendenza sua, e del-
conseguenze pregiudizievoli d'una trop- l'ottimo primicerio da lui designatogli pre-
po lata interpretazione della legge sul lato w^/ lll.mo e R.mo d. Pietro Paolo
commercio ch'erasi voluto tutelare, spe- Pericoli cauonicoLiberiano,dovessero oc-
cialmente rapporto all' articolo inleros- cuparsi provvisoriamente dell' annnini-
sanlissimo dell'apertura di nuove botte- strazione e culto della chiesa, finche la so-

ghe in ogni sorta di mestieri e arti ma- vrana e ponlilicia concessione che spera-
nuali , onde non esitò di frenarne la li- vasi d'ottenere da Gregorio XVI, facesse
cenza con varie disposizioni. Il ceto de' rivivere l'antica università e collegio, eoa
barbieri e parrucchieri fu anch'esso sog- forme compatibili all'allualilà delle vi»-
getto a'medesimi inconvenienti, non me- riale circostanze, e ne avesse additata una
no dannosi alla propria nrle e sussisten- norma giusta e sicura per lo stabilimen-
za. Coloro pertanto che fra'maestri della to de'nuo vi Statuti, a vantaggio spiril na-
professione,lodevolmente occupavansi in- ie e temporale del corpo stesso. A. faedi-
maggior vantaggio del corpo,
defessi al lare il ripristinamento dell'università e i

cui rimaneva sempre pel loro religioso mezzi di farla esistere con oblazioni, >l

zelo la chiesa de'ss. Protettori, convenien- cardinal Mattei non solaujenle disposte
temente uffiziala a loro spese , comechè che si aprisse il registro di aggregazione
restata priva d'ogni rendila; supplicarono pe' padroni delle botteghe, rilasciandosi
istantemente il superiore governo, per- loro pagella, ma ancora di potersi ascri-
cliè fosse posta una remora alla troppo vere que' che ritiratisi dalla professione,
hbera e arbitraria licenza d'aprir nuove erano camerieri de' cardinali e de'princi-
bolleghe,e di traslocare senza equi riguar- pi romani. Di più fece aprire altro regi-
di le preesistenti , in luoghi che gravemen- stro per l'ascrizione di tutti i giovani bar-
te danneggiava i padroni dell'altre vici- bieri che volessero aggregarsi, con rihi-
ne, senza curare la loro antichilà e l'in- scio egualmente di pagella, e qualificali
gente prezzo costalo nel!' acquisto loro. col titolo d'aspiranti all'università. In se-
Subordinati finalmente Inli ossequiosi re- guito gli ulfjciali tennero molli congressi
clami all'È. mo cardinal Mai ioMallei tut- [iresso nig."^ primicerio zelanlissimo, pre-
tora protettore amorevole dell'uni versila parando delle istituzioni sulle basi circit
(al presente sotto-decauu del sagro colle- de^li unlichi SialulijUìWii uiudtficaiiioui
94 '^'*' U N I
. .

volute dalle variate leggi e cìicostatize, co coir intendimento che dovendo esser
per formare i nuovi. Frallanto Gregorio breve colle altre, almeno il narrato iu
XViper organo del cardinal Ma{tei,qual questa servisse a dare un'idea come i no-
segietario degli affari di stalo interni, de- stri rispettabili e saggi antenati procede-
trelò ad istanza del ceto de' bai bieri di vano ne'sodalizi artistici, ed altresì a me-
Roma: Che ferma la libertà dell'esercizio glio chiarire l' indole lodevole di siffatte
del mestiere e fermo lo stalo attuale del- università, che ora con ottimodivisamen-
le botleglie esistenti, o che avesse alcuno to si ama ripristinare per le loro bene-
domandalo l'aperlura d' una nuova , la merenze e per le conseguenze morali che
direzione generale di polizia non più ri- di già rilevai. Questi secondi riflessi pre-
lasciasse patenti di esercizio per nuove cipuament'C, voglio sperare mi scuserà ,

botteghe di barbiere o parrucchiere, se presso coloro, che non volendo concede-


prima non re^li provato per verificazione re agli scrittori alcuna discreta licenza,
della rispettiva presidenza regionaria, che mi tacciassero di parzialità. La storia del-
fra la nuova bottega e altre simili già e- la propria origine non ha cessato giani-
sistenli, vi corra la distanza di 60 canne utai di formare,in qualunque tempo, l'og-
architettoniche, esclusa la via del Corso, getto del più vivo interesse, non solo di
in cui per la maggior frequenza si limila lutti i popoli e nazioni, ma eziandio in
la 20 canne architettoni-
distanza a sole particolare d'ogni paese, e di ciascuna pri-
che, quando però la nuova bottega da a- vala famiglia , così civile come morale.
prirsi sia fornita con lusso anche nello Sottoscritti gli Statuti nuovi da'4 con-
spaccio de'geueri propri dell'arie di bar- soli ordinari, dal camerlengo, dal segre-
biere e parrucchiere. Il cardinale con tario, da'3 priori de'consiglieri,da*2 sin-

due dispacci de' i o febbraio e 2 r mag- daci, da' 2 fibbriceri, da'2 provveditori
gio 1
844 partecipò le pontifìcie determi- di chiesa, da'3 infermieri, da' 19 consi-
nazioni a mg.' governatore di Roma, di- glieri ordinari, non che da me e dal pre-
rettore generale di polizia, per la loro pie- lato primicerio, il cardinal Mattei prolet-
na osservanza, e sono riportati ne' nuovi tore li approvò, e il Papa Gregorio XVI
Statuti. Dopo ulteriori mature delibera- li confermò col breve Gravissimas inter
zionijSi terminò la compilazione degli^tó' Apostolici ministeriicurasy de' i g agosto
tutù Costituita l'università mi si fece l'o- furono quindi stampati nel 1 846 dal
1845»;
nore dalla medesima di graziosamente tipografo Gismondi : Statuti dell' Uni^
nominarmi console perpetuo, e poscia in tersità e Collegio de' Barbieri di Roma
pili modi, anche imperituri, distinguermi sotto l'invocazione dì Maria ss. e de' ss.
nobilmente. Ed è perciò che per doveroso Martiri Cosmo e Damiano^ rinnovati
e perenne sentimentodi grato animo(sea- ne/ 1844 ^on sovrana approvazione del-
limcnto che qui dichiaro anche alla ven. la Santità di N. S. Papa Gregorio XFl
jdrciconfr a tenuta del ss. Sacramento felicemente regnante emanata informa
e di s. Maria della Neve di Roma, del- di breve il \^ agosto i^[\.S. Contengono
la cui chiesa e sodalizio riparlo nel pa- 9 titoli, oltre l'elenco de' 198 proprieta-
ragrafo Regattieri a' quali apparteneva, ri delle botteghe de' barbieri e parruc-
per avermi fatto precedentemente l'ono- chieri esistenti in Roma. Nel titolo «i.** si

re particolare di dichiararmi guardiano tiene proposito del culto religioso, suffra-


perpetuo), mi diffusi alquanto nell'accen- gi e sussidii. Oltre la messa quotidiana,
narc le notizie di questa ragguardevole in ognii.° lunedì del mese si recita l'utE-
e civile università e collegio di Roma, che zio de'defunti pe'confratelli defunti o pei*
nell'esercizio dell' arte trovasi continua- quello morto nel mese stesso, oltre la ce-
mente a contatto eoll'alta società^ ed an- lebrazione pel medesimo di 6 messe, se
U N I UNI 95
n via sodili sfili le le mensili pfeslazioiil. Pe' raroministrazione, tenendo conto dell'ar-
*»iovani nspiianli che le avranno osserva- chivio e delle scritture, e durata in uffi-
le, si suIlVaga con 1* odìzio e una messa cio di 4 a»'»' con ordine di turno; del ca-

il Le feste della Madonna si c«j-


ilt'funto. merlengo , sue attribuzioni e durata in
lebrano con maggior copia di lumi, e con uflìcio per 3 anni; del segretario, sue at-
pompa quella de'ss. Cosmo e Damiano a* tribuzioni e durata in ulficio per 3 anni,
27 selleatbre o in altro giorno. Nell'ot- se non è confermalo; de' priori e consi-
tavorio de'morli ha luogo l'anniversario glieri, loro attribuzioni e durata in uffi-

generale per tulli i confrali defunli. Nel- cio per un anno; de' consiglieri semplici,
la quaresima si fanno 8 giorni di esercì- loro attribuzioni e durala in ufficio per
z\ spirituali. Non è vietato il lavorare ne* un anno; de'sindaci, loro ispezioni e du-
giorni feslivijperconsueludine introdotta rata in ufficio di 2 anni per turno; de*
da molto tempo e tollerala dal Vicarialo fabbriceri, loro ingerenze e durata in uf-
di Roma, dovendosi chiudere le botteghe ficio di 1 anni per turno; de'piowedito-
nell'ore da esso prescritte; chiusura da e- ri di chiesa, loro incarichi e durata in uf-

seguirsi nel dì della festa de'as. Proleltori ficio di 2 anni per turno; degl' infermie-
dalle i I antimeridiane alla sera. La di- ri, qualità e durala del loro ufficio di 7.

spensa de'sussidii a'bisognosi fu stabilita anni per turno; de'minislri onorari, pro-
per la Pasqua, il Natale, l'Assunta e pe* curatore legale, notnroe architello; del-
ss. Protettori; agl'infermi secondo i casi. resaHor<^; del cappellano; del bidello. II

Nel titolo 1° si dichiara quanto concerne titolo 6." definisce le diverse (jualilà del-

la discorsa distanza delle bolleghe, da l' adunanze consiliari segrete o generali,


doversi inviolabilmenteosservare. Nel ti- si accennano le materie da trattarsi e ri-
tolo 3." sono le norme per l'aggregazio- solversi in ciascuna di esse, del modo e
ne all'università degl'individui dell'arte tempi da convocarle, l'ordine per eseguir-
tonsoria. Nel titolo 4-" sono descrille le le, e gli estremi necessari alla validità del-
tenui prestazioni mensili, quella nel ri- le risoluzioni. Il titolo 7.° ragiona sul
cevimento della pagella d' aggregazione, tempo e sui modi da eleggersi il cardinal
e le oblazioni per la festa de'ss. Proietto- prolettore e gli altri superiori, e gli uffi-
ri, pegli esercizi spirituali, e per l'anni- ciali di tabella della congregazione segre-
versario de'uìorti. Nel titolo 5.° è la la- ta. L* 8.° titolo discorre del [tossesso da
bella degli ufiìciali e si tratta di ciascu- conferirsi tanto a* nuovi superiori mag-
no; comedel cardinal protettore; del pre- giori, quanto a'subalterni e altri ufficiali,

lato primicerio, sua autorità e durata in e delle consegne che nellu circostanza me-
ufficio d'un sessennio, qualora ilcardinn» desima o immediatamente dopo, devono
le e la congregazione non lo confermino, rendersi da' cessanti e passarsi a' nuovi
rappresentando il cardinal protettore nel eletti. Finalmente contiene il 9." titolo
presiedere i congressi e le corigregazioni, alcune regole generali di verse, onde prov-
e riterrà grande dell'università,
il sigillo vedere, per quanto è prevedd)ile, all'or-
the in caso d'assenza
o nialattia passa al dine dell' università e al migliore anda-
COI! sole perpeluojovvero al ."console or- i mento degl' interessi della meJesima; non
dinario ; del console perpetuo e sua au- che il njodo di derogare, quando la ne-
torità, da eleggersi fra'piìi distinti perso- cessità lo esigesse, alle presenti statuta-
naggi della corte laica ponlifìcia o delta rie disposizioni. Co>ìi l'università e colle-
nobiltà di Roma, e supplirà al primicerio gio de'harbieri e parrucchieri ,
pel loro
e colla medesitna autorità, in caso d'as- buon volere, può vantare d'essere stata
senza odi malattia del prelato; de'/j con- lai.' università artistica di Roma, oltre
soli ordinari, attribuzioni nel presiedere l'essere una delle prime più auliche, che
96 UNI UN I

dopo la loro soppressione bramò di co» da vizio cattiva condotta, e penderanno


slitulrsl nuovamente in corporazione mo- il diritto medesimo non pagando la con-

rale e meiilòd'essere canonicamente con- tribuzione per 3 mesi, duranti i quali noti
fermata da un gran Pontefice. Dipoi fu siaprovato che cessarono di pagare per-
istituita l'opei;a pia esercitala da alcuni chè percossi da diisgrazie.4-°l sussidii sa-
dell'arte, con recitare ogni lunedì nella ranno regolati a norma de'fondi e del nu-
chiesa dell'università il rosario, le litanie, mero de' bisognosi. 5."* AlTinchè si possa
le preci della buona raoile simili a quel- formare un fondo, l'opera pia avrà vigo-
Je della chiesa del Gesù, il De profuw re un anno dopo l'attivazione. 6.'' Per es-
^//V, colla benedizione colla reliquia della ser atti vaiasi richiedono non meno di 3oo
Madonna al suo altare, oltre la celebra- firme; trovate che siano si darà ad ogni

zione d'una particolare messa, il tulio ia ascritto una pagella d'aggregazione, per
sulhagio de' defunti ascritti alla medesi- laquale pagherà bai. 6, quali serviran- i

ma. Nel declinar de^li 856 fu istituita l'al- no per le spese d'impianto. 7." Per cura
tra opera pia col titolo di Mater Ama- del collegio saranno depositati gì' iucassi

bilìsj per sovvenire gl'inabili all' escici- nella cassa di risparmio. 8.° Nella sagre-
zio dell'aite.Avendo l'uni vei sita perdu- stia della chiesa vi sarà l'elenco degli a-
to nelle sumraenlovate vicende quasi o- scritti colla quota che ognuno si sarà ob-
gni suo avere, col quale soccorreva anche bligalo di pagare. Le soscrizioni sono iu
gl'infermi dell'aite, nel modo riferito, ora via di edificante progresso. Colle opere si

non poteva restare indifferente di vedere nobililanogl'istituti di qualunque condi-


alcuno de'suoi membri ridotti nell'indi- zione, e nel virtuoso esercizio della pro-
genza. Concepì pertanto il nobile e pie- pria professione si può riscuotere dal pub-
toso pensiero di fare un appello alla ca- blico stima e benevolenza. Dagl'individui
rità de' suoi ascritti ,
per sovvenire que* di questa civile corporazione si presta l'o-

bisognosi come in altra epoca l'università pera di sua arte domesticamente anco
faceva co'propri fondi; pensiero, che per a' più elevati personaggi della società u-
l'umano e santo scopo a cui tende, riscos- maua, della gerarchia ecclesiastica e ci-

se unanime applauso. Certamente non vile, a' dotati da Dio d'ingegno e sapien-
vi è cosa pili utile, né più degna d'ani- za ; onde a loro profitto hanno continui
mi cristiani e benfatti, che rivolgere il belliesempi confidenziali e amorevoli di
pensiero amorevole a'saoi colleghi di pro- coltura, di morale e di religione, che in-
fessione, che la disgrazia, l'età, le malat- gentiliscono l'animo e illuminano la men-
tie resero inabili a più procacciarsi col- te;esempi che insieme servono a cauta-
l'esercizio dell'arte il sostentamento. Si mente premunirsi dal veleno mortale ir-
stabilirono quindi per l^si fondamenta- religioso e insubordinato, da cui deplo-
li. I
." E aperta fino da'3 1 dicembre 856 i rabilmente è infettala società umana. O-
una soscrizione a forma d' opera pia coi norali così di alti rapporti ne consegue ,

titolo dì Mater Amabilis con ^ Io scopo di frequente che alcuno viene destinalo
di sovvenire gl'inabili nell'esercizio del- in sovrane e illustre corti a distinti e ge-
l'arte di barbiere e parrucchiere. 2.° La losi uffizi. La prosperità delle università
contribuzione mensile si limita per il me- artistiche si fonda e deriva principalmen-
no a bai. IO pe'padroni e 5 bai. pe'gio- te nelflìre risplendere il cullo divino, nel-
vani, sperandosi che la carità de'più fa- l'osservanza degli statuti, neirunione,nel-
coltosi li farà ascrivere per maggior som- la pace e nella concordia , in che sta la
ma. B.** Avranno diritto alla sovvenzione vera forza d' ogni corpo morale e il suo
i soli ascritti all'opera pia resi inabili per incremento. Tanto trovasi in questa uni-
vecchiezza o per malatlio, nou derivate vcrsità, e uè sono prove certissime l' isti-
UN I UNI 97
lurione recente delle tltie celebrale ope- liva, mercè le benefiche cure dell'ollimo
re {)ie; l'ampliozioiie della contigua casa prolettore , del primicerio e del console
per tinriic maggior profitto a vantaggio perpetuo, ec. ". Poscia l'università rifece
della chiesa; alcuni abbellimenti fatti in ilcampanile con due campane, ed il car-
questa , oltre la costruzione della nuova dinal Matlei, senipre generoso prolettore,
sagrestia,con suo altare, nell'antico ora- non solamente vi contribuì, ma agli i i
torio, benedetta da n)g/ Bonilacio Caja- aprile 1 854 con solenne e decorosa cere-
ni, ottimo e 2.elante vescovo di Cagli e monia n'eseguì la benedizione, insiemead
Pergola , venendo posta nel pavimento altra per la chiesa di s. Brigida di Sve-

della stessa sagrestia la marmorea iscri- zia. Grata l'università all'operato de'Pa-
lioue: Univevsitas Tonsoriiin Lrhis^Sa- pi Gregorio XVI e Pio IX, in uno al car-
cvéirum etDomum aere proprio iiistau- dinal protettore, al prelato primicerio,al
ravit et aiixit. An. sai. mdccchii. Sì console perpetuo, ed a' consoli ordinari
riporta a p. 924 del Giornale dì Roma Gioacchino Si monetti,DoraenicoSopran-
di tale anno, ove si riferiscono le benefi- zi (che poi defunto volle essere sepolto in-
cenze di Gregorio XVI per avere ripri- nanzi l'altare della B. Vergine, e l'amo-
stinalo l'università, e del regnante Papa re del figlio Aldobrando gli pose onore-
Pio IX per la concessione neh 852 d'u- vole marmorea iscrizione celebrante le
na cappellania con messa «^]uotidìana, per sue benemerenze). Michele Fallani, A-
le paterne cure nel permettere la riatti- lessandroRoccantini, nel 1854 collocaro-
vazione in Roma di tutte le soppresse u- no nelle pareti della sagrestia corrispon-
niversità artistiche, con l'autorizzazione dente marmorea iscrizione, per memoria
a comporre i propri statuti. « La corpo- anche delle cose operate. Dell'antichità e
razione de' barbieri era forse la sola che diverse vicende della chiesa de'ss. Cosma
già avea gli statuti, e quindi ottenuta dal- e Damiano già ne parlai. Mi resta u dire
la benignità sovrana una cappellania eoa del suo stato presente, e l'eseguirò col Ve-
luessa quotidiana perpetua, sempre più nuti, col Melchiorri, col Nibby e altri de-
così animata, aumentò di zelo, accrebbe scrittori delle chiese di Roma, taluno de'
in fervore, afllnchè, come essa fu la pri- quali pretende che fu edificata sull'area
ma (dopo la soppressione dell'università) d'uno de'terapli di Romolo, in che non sa-
ad essere riconosciuta e dal Pontefice e prei come aderirvi. Nel 1722 l'universi-
dal comune di Roma fosse la prima a , tà e collegio deVbarbieri e parrucchieri,
dar segni non equivoci di morale sua vi- senza risparmio di spesa, più nobilmente
ta, ... e decorosamente e con ecclesiastica riedificò e abbellì la chiesa e l'annesso o-
pompa celebrare la festa de' ss. Martiri ratorio, colla direzione del valente capo-
loro protettori Cosma e Damiano (come maestro muratore Carnevali. L'interno è
continua a praticare). La messa solenne tutto ornato di bellissimi lavori e deco-
fu cantata dal primicerio, con iscelta mu- razioni di stucco, con 3 altari di marmo,
sica diretta dalmaestro sig.' Settimio Bat- tutti privilegiati, e decorosa cantoria con
taglia, e la sera fu dato termine alla fun- intagli in parte dorati: nella volta princi-
zione con la benedizione , e grande nu- pale il celebre Gregorini vi dipinse a fre-
mero de'fedeli accorsi religiosamente al- sco la gloria de'ss. Prolettori. Il quadro
la mattina e alla sera in quel sagro tem- a olio grande dell' altare maggiore rap-
pio; ed era edificante il vedere più del- i presenta la decollazione emartiriode'me-
la professione divotamente assistere a'di- desimi ss. Titolari (il Fonseca nel 1745
vini ulfici, e mostrare (nuovamente) co' lo descrisse, oltre colf immagine de'ss.
fatti la gratitudine ul Sommo Pontefice Protettori, anco coll'Assunzione in cielo
per la sanzionata loro istituzione primi- della B. Vtrgitte), e dicesi comunemen-
VOL. LXXXIV.
7
9« U N I UNI
te lavoro del volenle Gio. Frnncesco Ro- tri privilegi che godeva, quello di libera-
manelli; i lalerali e la piccola volta di ta- re nella festa di s. Rocco un individuo
le altare hanno pillure a fresco dell' ac- condannato a carcere in vita, conducen-
creditato pennello di Antonio Bicchieia' dolo dalla prigione alla chiesa in proces-
li, clic nella volta vi espresse lo Spiriio sione, vestito di taffettà verde , con tor-
.Santo raggiante Ira 'Cherubini, e ne'lati cia accesa di cera bianca in mano e ghir-
il martirio de'ss. Patroni. L'altare a de- landa d'olivo in testa; nella quale pro-
stra contiene un ì)el quadro a olio della cessione intervenivano lero zitelle pove-
B. Vergine col s. Bambino, ]\laier Ama- re e oneste dal sodalizio dotate. Dice inol-
hilis, che vuoisi del celebre Zuccjri. Sot- tre che nell'ospedale si ammettevano feb-
to di essa, in divolo piccolo quadro, sono bricitanti e feriti d'ogni nazione, e spe-
espressi s. Filippo Neri e s. Felice da Can- cialmente dell'arti degli scarpinelli,carrel-
talice. L'altare a ha per quadro sinistra tieri, barcaroli, scaricatori di barche, im-
il Redentore crocefisso, colla B. Vergine passatori di legna, vignaroli , acquaroli,
e s. Giovanni, colorilo a olio da Miche- piamoufesi e sonatori. Il Piazza nell'/i/^-

langelo Cerruti. sevologio, trat. 6, cap. 38: Dell'arcico/i'


B arcavo li t Navìcellari^ Corporatio fraternità de'ss. Rocco e Martino a Ri-
Lenuncularii , Unìversìtas Arlis Bar- petta si diffonde in molte notizie sulla
,

carolorum. 11 Venuti, Roma moderna^ medesinia, da me riferite altrove, ne'luo*

p. 4o Della chiesa de'ss. Rocco e Mar-


I : ghi che ricorderò; ed attribuisce anch'e-
tino, coli' annesso ospedale e arciconfra- gli all'università degli osti l'erezione del-
ternitay riferisce che fu edificata nel 5oo 1 l'ospedale, dicendo che il sodalizio fu poi
dall'università degli osti, barcaiuoli e al- forn»ato di persone d'ogni arte, toltene le
tri, che comprarono il sito dalla compa- più basse, e con affigliazioni si propagò
gnia della na2Ìone Schiavona^ per aprir» per tutta Italia, anche pel sessofemmini-
vi ancora V annesso ospedale pegl' infer- le, onde nell'anno santo ospitava le con-
mi dell'arte loro , come apparisce dalla fraternite aggregate. Aggiunto poi lo spe-

bolla perciò emanata da Alessandro VI dale per le donne, solo questo restò e per
il I ."luglio 1
49956 poi vi eressero u na com- le partorienti. 11 Bernardini scrisse riel

pagnia sotto Paolo 111 , dichiarata arci- I 225 della Descrizione de'Rio'
744''^ p.
confiaternila da Paolo IV, e con bel. ni di Roma, che nella chiesa di s. Rocco
V oratorio eretto nel secolo XVII ; indi erano fondate le 3 università degli Sca^
anche altro spedale per le donne. Che ricatoriy de' Fascinavi, e de' Barca-
gli osti aggiunsero al primario titolo di roli. Nel pontificato di Gregorio XVI
s.RoccOf quello di s. Martino vescovo di il facoltoso capo-mastro muratore e sel-
TourSf per avergli eretto un aliare, ce- ciarolo Giuseppe VitelU lasciò ordina-
lebrando la festa e dotando zitelle. Che to di fare la facciata alla chiesa, e ven-
Urbano Vili si recò nella chiesa in pro- ne eseguita dal cav. Giuseppe Valadier,
cessione a implorare l'intercessione di s. il quale imitò il disegno d' altra archi-
Rocco contro la Pestilenza di Firenze : tettata da Palladio in Venezia, in tra-
altrettanto poi feceClemente XI nel 1 720 vertino, com'è l'arma di detto Papa. Nel-
per la festa, celebrandovi la messa bassa, la chiesa è il monumento sepolcrale del
con l'intervento d'alcuni cardinali, onde Vitelli scolpito dal commend.de Fabris.
pregare il santo a tener lontana la mi- Nel 1837 morendo Lorenzo Ortolani pia-
nacciante peste. IlFanucci, Opere pie di mente lasciò un benefico legato d'8ooo
Roma., a p. 52 e 225, tratta del sodalizio scudi, disponendo che co'frulli si soccor-
e dell'ospedale edificali incontro al Por- ressero! poveri della parrocchia di s. Roc-
to di Ripetta del TevereJ e nota fra glial- co, per la s. Pasqua e pel s. Natale; de-
UNI UN t^ 99
pii'nndone nmminisfialrìredc^l fomlol'ar- menfare gli articoli più principali, quan-
ciconfraternifa ili GesìielMiuin, a mi egli to a' romani, in cui ne ragionai partico-
appnilonevn. Nella chiesa di s. Ronco, da larmente. Questa università comprende-
qdalolìe anno vi è slnfo introdotto l'ora- va, oltre i barcaroli e navicelinri, anclie
torio nollurno. Pio IV
breve Bcf;imì' col le persone addette al commercio del Por-
ni ufih'rrsnh's Ecclcsini\ de*i8 ottobre to di Bipttta. \J Arciconfraternita di s.
i5(ìoj Bull. Roììu l. 4 »
po»'- 2, |>. 43 ' Rocco e di s. Martino^ olire la chiesa o-
Coujirmalio Confrn terni tatis s. Eocchi monima contiguo O-
fece fabbricare
il

a niorho cpidtmiae liheratoris in Urbe spedale di s. Rocco per le donne, e pegU


hnctenns instituiae ^ et ah Alexnndro uomini massime barcaroli, osti, alberga-
TI et Leone X nonmdlis privilegiis de- tori ec. ,
poi destinalo a ricevere le sole
roratacy cuni aliarinu Indulgentiarum^ donne portorienli. In detti articoli dissi
et gvatiannn concessione. Et Jiidicis od pure delle corse delle barche che face-
sìiariim causarwn cognilioneni deputa^ vansi sul Tevere per la festa di s. Rocco,
tione. \o queste disposizioni non si nomi- oltre gli slrappacolli de' paperi, e altri
nano le arti che componevano il sodali- con
spettacoli fluviali e giuochi pescalorii
rio. Già Adriano VI ad istanza dilectO'- pallii di erogando
premio, poscia aboliti,

rum filionnn et Universitatis Nauta- InnocenzoXI a vantaggio dei Conserva^


rum , Barcaroloruni Tyhcronis et
sivc torio della Divina Provvidenza (/^.),ran-
Ànienis^ seu Tyheronis Bipettae almae nua donlribuzione perciò somministrata
Urbis nonnulla Statuto^ et in Camera da'barcaroli e navicellari. A Tevere ra-
apostolica discussa, et concessa apostO' gionai delle sue barche, e traghetti e pas-
lica auctorìtate approhaverat ^ quibus si colle barchette, ed oltreché trattai di

Inter alia cavebaLur expresse , cfuod sua importante navigazione, riparlai de'
prarfati Consules deputati prò tempo- suoi porli e precipuamente di Bipetta e
re in aliquihus controversiis,ctcausis su- di Bipa Grande^ con moltissime nozio-
per quibusdam rebus^ et honis perjlu* ni riguardanti i barcaroli e i navicellari;

viuni TfbcrisÀnienis devectis^ in cer*


et degli antichi collegi deJVavicularii^ de*
tispecunìaruni summis haberetjurisdi- Fabri Navali, del Corpus Suburrario-
ctionem cogjwscendi, et terminandi, so- rum degli antichi romani, de'quali dot-
lafacti verità te inspecta, etìam marni re- tamente da ultimo trattò mg."^ A* M.
gia. Questo è il preambolo del breve di Fratlini Disserta de Naviculariis seu.
,

Clemente VII deh 523, che rammentai Nauclcris, Roo)ae 1887, riproducendo
nel voi. LIV, p, 196, sulla giurisdizione ancora alcune antiche iscrizioni di detti
de'giudici della curia di Ripella, già uno e altri collegi , ragionando altresì delle

òt* Tribunali di Roma (F .), e sulla Ju- leggi loro appartenenti sì antiche che mo-
risdìctio antiqua Consulum Artis Bar- derne. Il diritto privativo de'passi e tran*
carolorunij per le controversie e questio- sili dall'una all'altra ripa del Tevere colle
ni che insorgevano Ira'barcaroli, roma- i baichetle,tantonel secolo XVII attivalo,
ni ed i mercatanti e altri trafficanti nel escluso però quello al porto di Uipetla
Tevere. Dipoi Paolo HI col molo-proprio ( da Paolo V concesso a Marc' Antonio
Cnm i535 BulL Boni. t. 4,
nobisy del ,
Toscanella), quanto degli altri da potersi
par. 124* Jurisdiciio Camerarii
1, p. attivare al ponte Milvio sino a s. Paolo

et Judicis Curiqe Bipae almae Urbis., fuori mura, lo godeva Flavio e Ono-
le

quoad causas Bipales. Moltissime sono frio Spinola, pagando alla camera apo-
le nozioni e le erudizieni che riportai sui stolica anuiii sctuli 1867. Però avendo
barcaroli e navicellari, perciò di non fa- Orazio Retti offerto scudi 3ooo in più
cile ricordo. Adunque mi limiterò a ram- cioè annui scudi 4^^7 » <^on chirografo
loo UNI UNI
Gregpiio XV, de* 2 5 gennaio 1622,
di condizioni de'tempi era tornata a separar-
ad esso fu nccoidalo il diritto privativo si,avendo discorso delle 4 marine ponti-
de'passi e transiti delle barchette come ficieanche a Tesoriere. Ora si è pub-
sopra. In seguito il diritto fu dato alto blicato in Roma il i." tomo della Storia
nobile famiglia Mottei d'A vezzauo ; e nel della Marina ìnilitare pontificia dal
1857 volendosi dalla medesima proce- secolo VJlIal XIX, scritta dalp. Al'
dere alla cessiorje o aflilto di tale dirit- herto Guglielmotti dell'ordine de'pre-
to, ne fu pubblicato avviso a' 26 mar- dicatoriy bibliotecario della Casanatcn-
zo e inserito a p. 286 Giornale di
del se. Questa elaborata e dotta opera riu-
Roma. Quindi fu di nuovo afììttato, di- scirà disommo interesse e importanza, e
cesi per l'annua corrisposta di scudi 600, renderà vieppiù chiaro il nome dell* il-
essendosi notabilissimamente diminuita lustre autore nei fasti letterari, non che
r operosità di siffatti traghetti. Il conte benemerito del pontificato romano. Ne
T. Gnoli ci diede la bellissima Disserta- die erudito ragguaglio il eh. D. Stefano
tio de naiifragiis , Pioraae 1 83o. De'nau- prof. Ciccolini a p. 867 del Giornale di
fragi riparlai nel voi. LXXX, p. 182, di- Roma del iSSy. Parlai dell'introduzio-
cendo à^' Tributi [F.) per le barche e na- ne e posteriore incremeiUo delle barche
vi. Imperocché la guerra non ha ella sola a vapore; del giudice de'barcaroli di P».i-

le sue vittime. La lotta industriale, quel- petta e di Ripagrande. Che alcuna Papi in
la dell'industria marittima in particola- tempo óeW Anno Santo e del Giubileo
re, novera pure le sue, e i vasti Oceani ordinarono che sotto il Ponte s. Angelo
riscuotono ciascun anno a migliaia la loro vi fossero sempre barchette pronte qualo-
formidabile decima su quella grande e in- ra alcuno per la calca cadesse nel fiume;
teressanle popolazione di marinari che delle barche che portano il pane agli a*
attende alle relazioni internazionali. A bilanti di diversi luoghi allagati nell'i-
misura che queste aumentano, cresce na- nondazioni, delle quali feci la storia.
turalmente il numero de'sinistri per ma- Quanto all'esercizio de'piroscafi natanti
re, massime per gli abbordaggi. La de- sul Tevere, destinati al rimurchio de'ba*
plorabile statistica delle perdite fatte dal- stimen.ti ed al trasporto de* passeggeri e
la marina mercantile di Francia nel i856, merci tanto dal Porto (V.) di Fiumicino
in naufragi, abbordaggi e incendi, calco- a Pioma, quanto da Roma a Ponte Fe-
landosi la 6 bastimenti ogni 5
perdita di lice e viceversa,con avviso de'So mag-
giorni, si legge a p. 52o del Giornale di gio 1857, pubblicato dal Giornale di
Roma del iSSy. Di nuovo e meglio a Roma a p. 5o2, il ministero delle finan-
Tevere narrai clamorosi giuochi e spet-
i ze invitò chiunque volesse concorrere a
tacoli fluviali in esso eseguiti in diver- prenderne l'appallo per un dodicennio.
se epoche, ed anche per le feste di s. Bar- Finalmente della Marina ne ragionai
lohmieo e di s. Gio. Decollato, e delle ve- anche all'articolo Strada, dicendo pu-
locissime corse di barche. De'molini gal- re del vapore, dell'elice e di altri mira-
leggianti a guisa di barconi; delle barche bili trovati ; vapore che potentemente
e altri navigli e loro piloti, di che meglio giova la marina mercantile e da guer-
a Marina e Marineria, come pure della ra, colle sue ondeggianti fortezze. Sono
pontificia militare, che più volte raffrenò comuni a' barcaioli e navicellari diverse
quella di Turchia ( F.),della mercantile e leggi e disposizioni governative, ed eru-
di altre specie; quantoalla militare, di re- dizioni riguardanti i Marinari e i Mer-
cente riunita, come feci voti altrove,a se- canti, come dirò ne' paragrafi delle loro
conda de'desiderii di Gregorio XVI, che università.
dipoi essendo stali effelluali, indi per le J^arilari, Narrano Panciroli,.ne' Te-
UN I UNI foi
soli nascosti a p. 4^9, ^/i s. Maria in Ca- Berrettoni f
e altre simili coperture del
ptila^ e Venuti n p. 029, di s. Maria e 1 capo.
s. Giacomo in Cappella della compa- Calzettari, Universìtas Artis texen-
gnia de' hari la ri, che s\[iì{\[a in Trasleve- dorma tibiatiuni Urbis. La confrater-
re presso il Ponte Botto era anticamen- nita anticamente si eresse sotto il titolo
te parrocchia, e neli54o l'otlenneroi ba- di s. Antonio di Padova nella chiesa par-
rilari dalie monache OùlataW Ter tlecli
o rocchiale di s. Caterina, già s. Maria de
specchi. Poiché la chiesa cìetlicata a s. Catenariis^in Catinaria, o meglio in Ca-
IShiria nel 1090, indi detta del ss. Salva- tharinay oin Catenicrio CatemiriyCome
tore della Pigna, col quale titolo la ri- dichiarano Martinelli eFoaseca.ll Kovio,
corda Marangoni, Istoria dell'Immagi- che la riporta tra l'auliche chiese filiali

ne Acheropita^ nel catalogo di tutte le della basilica di s. Lorenzo in Damaso,


chiese in Roma dedicate al ss. ^ìalvato- poi divenendolo della Vaticana neli f66,
re, h\ quale anticamente solevano dedi- come rilevai ne'vol. Xlf, p. 807, Lf, p.
carsi , dipoi riebhe il nome di s. Maria 245, forse dice presela denominazione di
quando s. Francesca romana fondatrice s. Maria in Caterina per chiamarsi cou

di dette religiose, possedendo una casa questo 2.° nome la fondatrice, ed egli la
contigua già de'Ponziani, e da lei abita- crede unita al capitolo Vaticano nel 1 1 Sg,
ta, vi formò un ospedale dedicato alla 13. onde poi insorsero gravi questioni eoa
Vergine, nel quale essa serviva gl'infer- l'altro di s. Lorenzo. Le riporta anche il

mi. La chiesa prese il soprannome di Fonseca,Z>e basilica s. Laiirentii, ma da


Cupclla o Copeila^ in seguilo variato in esso apprendo che nella bolla d'Urbano
«pjeilodi Cappellaytlo^ocUè pervenne in III del 186 ancora era liliale di essa e
I

proprietà de'bariiari, i quali ne'dintorni parrocchiale del rione Regola. Edificata


le dierono il dello
esercitando l'arte loro poi la vicina chiesa di s. Caterina di Sic'
.soprannome, come osservano Venuti e nay per distinzione s. Maria la chiesa di
^'ibby, secondo Panciroli significando e Caterina fu detta Caterina della Ro- s.

Copella il piccolo barile coi quale prima ta vergine e martire, dairislromentodel


si attingeva l'acqua nel 7Vi'erc per met- martirio patito dalla santa, e già così de-
tersi nelle conserve a depurare e ludi be- nominavasi nel 1600 per attestato del
re, usandosi ancora pel A Y«o, per l'ace- Panciroli. In essa dunque calzeltari ver- I

to ec. Parlando del collegio (\e Parrochi so il i538 ornarono con pitture a fresco,
(/^) e della loro chiesa di s. Salvatore tuttora esistenti, ma annerite e ritoccate,
delle Coppelle nel rione s. Eustachio^ la cappella di s. Antonio di Padoi>a con
notai che prevalse tal soprannome all'an* r opera del fiorentino pittore Giacomo
lieo, per botteghe che nella propin-
\fi Coppi o del IMeglio da Perelola, il quale
qua strada vi tenevano coppellari e ha- i similmente dipìnse la cappella di s. Car-
rilari, donde anche la piccola piazza e la lo, ed inoltre sull'altare vi posero a vene-
via ne prese e ritiene il nojne. Delia chie- razione una statua di Antonio di rilie-
s.

sa di s. Maria in Cappella meglio ripar- vo. Venuta la compagnia in contrasti col


lo i»el paragrafo Marinari. I barilari di capitolo Vaticano, lasciarono lu cappella
Ripa ne' possessi de* Papi ornavano un e talvolta si con<];re>'arono nella chiesa di
trailo della via per la (piale Iransilava- s. Giuliano a Monte Giordano, di cui fe-

no formalmente. Anticamente barilari i ci parola nel paragrafo degli Albergato-


e botlari appartenevano al sodalizio de'
i riy finche nel 1 575 sì unirono a'^S^zr/ori
Falegnami^ come dirò in tal paragrafo. egiubbonari formando un corpo solo,sot-
Berrcttari. V. il paragrafo Mercanti lo l'invocazione di s. Omobono e di s.

Merciari, e gli articoli sulle Dtrretlc e Antonio di Padova. Taura si le*^ije nel Fa»
102 U iN I U NI
uiicci che nel 60 1 1 pubblicò Opere pia
le riportano ancora gli Statuti dell* Uni-
di Roma. Allieltanto nel 1698 aifeimò versità de Calzettari di Roma. Dice il

il Piazza neir£'«^ev'o/og-/o, aggiuiigenilo cap. 1. i> Deve l'uomo in tutte le sue im-
(he nella chiesa di s. Oinobono i calzet- prese ricorrere a Dio; giusto è pertanto,
lari dedicarono un nobile allaie a s. An- che erigendosi V arte de'fabbricatori di
tonio di Padova loro protettore, celebran- calzette in università si stabilisca un o>
done con solennità la festa. Avendo ciò il ratorio o nella chiesa di s. Maria in Mour
Piazza riferito nella par. 2.'' a p. 4' j dice terone (ora de Redentoristi o Liguorini^
poi a p. c)4' *" DeCalztittari. A s. Anna onde in tale articolo descrissi la chiesa, e
sulla strada Ostiense, poco lungi da s. iMa- della congregazione del ss. Redentore ri-

ria in Cosaiedin, ove celebrano 1 rappez* parlai nel voi. LXXX, p..56), o in altra
zalori di calzette la di lei festa con con- chiesa ,ove adunati li fratelli prestino a
corso, e tengono provvista quella chiesa Dio il culto, che gli si deve, ed implorino
di convenienti suppellettili sagre". Dun- dalla sua misericordia in tutti i loro biso-
que due e diverse erano le università de' gni la sua grazia. E poiché sappiamo be-
Cdlzettari, una di fabbricatori di Calze e nissimodi quanto edicace meritosia pres-
Guanti (P^.J, che avendo lauto attinenza so l'Altissimo la mediazione de'santi, di-
i:oU*allva calzatura del ^\edef\ Sandali chiariamo nostra singolare avvocala la
U le Scarpe, in tali articoli ne riparlai ; gloriosa vergine emartire s. Lucia, alfiu-
l'altra di rappczzalori di calze, i cui in- chè le nostre preci da lei al trono di Diq
dividui doveano forse essere pili nume- presentate ci ottengano le grazie, che sa-
rosi de'pi itnij poiché sino a'primi anni del ranno necessarie per la nostra eterna sa-
secolo correpte quasi tutti i laici eziandio lute, e per gli onesti vantaggi e avanza-
incedevano in calzoni corti, e perciò in menti della nostra arte". Questi furono
calze di seta e di altre specie di mollo sempre i sentimenti che animarono e fe-
uso, il quale a poco a poco restò soltan- cero prosperare 1' università artistiche.
to, oltre al Papa^ix Cardinali ed -a' Pre- Nel resto gli statuti prescrivono di solen-
lati, agli ecclcMaslici secolari a regolari, nizzare la festa di s. Lucia, e in tal gior-
p quanto a'secolari al nobile abito di cit- no il pagamento delle tasse pel mauteni-
tà, a' cortigiani ed a pochi altri. La chie- ruento del sodalizio, cioè bai. 5o per cia-
sa di s. Anna nell'A ventino, fu così det- scun maestro patentato, e bai. 4o per 0-
ta cometliè a pie di tal oionle presso l'ar- gni telaro ancorché non agisse; l'annua
co della Salara nella via Ostiense, già de' elezione de' consoli o loro conferma da
JP<3/<7//'e/i/e/7(/^.), e più anticamente det- non oltrepassare l'esercizio d'un triennio,
ta di s. Maria sotto l'Aventino. Narra Ve- e ciò per considerarsi più pratici nel ma-
nuti, /io/vz<2/7iO<:/cr/itì',p. 8 74, che la com- neggio degli alfari e interessi comuni del-
pagnia de'calzeltari nel 174^ riedificò la l'arie, e istruiti nelle liti insorte o da in-
chiesa e l'ornò,onde venne ed è chiama- sorgere nel tempo del consolalo. Altri
ta s. Jnna de' Calze Itari, ora in custo- doveri de'consoli essendo, come quelli di
dia d'un eremita. I calzettari fubbricato- altre arti per le loro produzioni, di vigi-
li in seguitosi separarono da' -i'^fr/or/y e lare con tulio il rigore alla buona e per-
dopo partili da s. Omobono , si posero fetta manifattura del lavoro, mentre se
sotto la protezione di s. Lucia. luìperoc- questo fu^se perfezionato non più s'intro-
che Pio V 1 col breve Ad Pas taralefasti- durrebbero calzette forestiere che recano
giu/a, de' 1
9 novembre 784, Bull. Rom.
1 danno all'intero corpo dell'arte; perciò
coni. t. 7,p. 333: Confirmatio Statuto- ogni 6 mesi doveano visitare tulle le bot-
rum Universitatis ethonnnum Artis tc- teghe, e pe'lavori difettosi facevano rap-
ocendoìuiii tihicAluni Urbis, Col breve si presentare a mg.' primicerio pegli oppov-
UN I UiNI io3
Inni provvedimenti a beneficio cìell'arle, vai asuo luogo ^ oltre di averne parlato
ed io aggiungerò e del pubblico. Vi sono dicendo di que'popoli che usano siffatti
disposizioni pe' giovani lavoranti, pe'fat- calceamenli),li coturni (e de'quali e de'
lori apprendisti, pel sollievo degrinfermi soccianche a Teatro per la tragedia e
e pel suffragio de'defiuili, per le vedove commedia, delle quali in breve ne dissi re-
€ figli de' padroni per la distanza delle
,
rigine, il progresso e lo stalo presente), t

botteghe che si volessero aprire in segui- calzamenti e ogni copertura del piede che
to, cioè di canoe 4" eccettuate le piazze SI raccomanda alla gamba con Fascia
frequentate da maggior concorso di po- (^.), coreggie, filluccie e simili legami,
polo. Ora in Roma l'arte è affatto in de- rimontano alla più rimota antichità; e se
cadenza a motivo delle macchine intro- ne fecero di nobilissimi e ornati con pre-
dotte in moltissimi stati e luoghi per la ziose Gt77iwe, mentre Giuditta volle com-
più fiicile fabbricazione delle calze d' o- parire a Oloferne sommamente ornata e
^lù qualità e specie , oltre quelle che si co'sandali o calceamenli purpurei perse-
fauno co' ferri a maglia, massime dalle guo di nobiltà e grandezza, usalo da'to-
donne. Si compenetra con questo para- scani e da'patrizi romani per compimen-
f;rafo, a motivo della Seta f/'.), quello to del loro abito maestoso. Olire delle
LÌeSetaroli, scarpe e sandali usati dal Papa, da' car-
• Calzolai Calzolari, Uiiiversitas et dinali, da' vescovi e altri ecclesiastici , di
Ars Caligaria. Il Martinetti, Z^/ceo/o- cui trattai ne'citali articoli, notai che i car-
^ia, t. 2, p. 476, dice che sebbene il dot- dinali nel venerdì santo recavansi in pia-
tissimo Balduino, De Calcco aiiliquo^ nelle alla cappella per l'adorazione della
A mstelodamiii 667, sostenga che l'origi- 6S. Croce, che si fa a piedi scalzi. L'etimo-
ne de' calzolai debba rimontare fino ad logia di Calzolaio si riferisce da Plauto
Adamo dopo la divina e fatale sentenza: nel motto Calceolarius ch'esso usava,
Terra spiiias et iribiilos germinai iihi, contro lo stile di Plinio e Agellio che lo
per cui bisognò tosto difendere i piedi da chiamavano 6'«tór(corae il sartore), cuci-
una terra di Spijiej tuttavia l'altro dottis- tore, da cui il proverbio: Siitor, ne ultra
simo archeologo Antonio ByneOj De Cai- crepidam (pianella, sandalo, cioè del det-
ccishebraeorum,T)onìidc\ì\ 683, dimo- 1 to da A pelle ali' indiscreto saudalaro o
stra net dello lesto molta- all<3goria per scarpiuello, che inorgoglito della osserva-
dar ad intendere che senza coltura la ter- zione fatta a'calceamenli di sue figure, on-
ra non produceva che triboli e spine, co- de il gran pittore erasi corretto, invani-
me vediamo anche oggidì nelle terre in- tosi volle osare altre ingiuste critiche, e
colle, ma non impediva ciò di cammina- n' ebbe tal sentenza). Forcellini nel suo
re a piedi nudi, come sappiamo di tanti Nomenclator italicus latiniis, giustifica
po|)oli anlichissiuìi. Questo scrittore pe- il parere di Plauto, poiché la parola ^y^-
rò fìssa l'origine de'calzolai piti antichi ne' tor, stabene piuttosto al surto a suendoy
tenjpi d' Abramo, allegando il testo indu- e Sulor lo trovo nominalo in molte de-
bilalo della Genesi, i4, i 3, ove Abramo scrizioni Ialine de Possessi de' Papi, per
rifiutando ({ualunque offerta dal re di .So- l'interveuladel sartore del Papa nella ca-
doma, si protesta di nulla accettare a fi- valcata. Anzi Forcellini nel molto Cal-
lo iisque adcoi'rìgiani calce amenti. Dì' zolaio riferisce, che SosiparoCharisio an-
falli i calzari o Sandali (F.) o Scarpe ticogrammatico, nelle sue istituzioni io
(V.)-, colle solce , li socci (delti abusiva- chiamò Caligarius artifcx^ dal latino
:

mente ciocie, che conservano ancora al- Caliga che significa calzatura, per cui
cuni antichi popoli della Campagna ro- in alcune provincied' Italia si chiama il

ma na, detti ciociai o ciociari, e lo l'ile- Calcgaro. Tulle le questioni poi lelali-
io4 UNI UNI
ve a questo rapporlo, e specialmente sul- fanno i Invoratori e altra gente di campa-
le diverse forme e materia progresso e , gna. Utilissima e necessaria è l'arte del
lusso tie'calznri o cai/amenti cle'piedi. se calzolaio, che ci preserva i piedi, sostegno
e come calzavano i greci specialmente ed del nostro corpo, dall'ingiurie del fred-
iromani, quali fossero i calccolari nt do, dal nocumento dell'acqua, da* sassi,
tempi di Plauto, e se formavano collegio, dalla polvere, dalle spine e da altro; ser-
come e dove si conciavano e si vendeva- vendo la scarpa o altro calzameiito, d'or •
no le pelli, le suole, i cuoi e altri oggetti namento e di difesa alla persona, di com-
di quest'arte; se e quali popoli sieno sta- pimento dell' abito e delle Presti. Dagli
'
ti o siano tuttora nudipedi,e persino de- atti de'ss. Martiri si ha, che l'empietà de
gli ebrei e se ne' tempi del Salvatore si tiranni nelle persecuzioni inventò borzac-
andasse a piedi nudi, e se il medesimo chini di ferro infaocati,cheardet»li faceva -

fosse o no calzato insieme cogli Apostoli, no calzare a'piedi degli eroi costanti con-
ciò che sembra affermali vamenle da s. fessori del cristianesimo, oltre la recisio-
Marco 6, 9, e dagli Atti Apostolici 2, 3; ne e traforazione de' piedi, e le lapidi e
lutto questo apparato di nozioni si trat- pietre pesanti e rotonde attaccale ad es-
ta dottamente non solo ne'lessici del Pe* si. E nel trattalo De Cruce di D.irtoli-
tisco, e nel lessico d'antichità del Mon- ni, abbiamo Fontana: De su-
di Nicola
gez, ed in quello ampliato ófìW Enciclo' spensione de manu etpe.de, unco perfo-
pedi a universale impressa a Padova nel ratis. Riferisce Fanucci a p. 4o4j Della
j 795, e nell'opere di Rubenio e Dayfio, confraternita de'ss, Crispino e Crispi-
De re vestiariaj ma con maggior spe- niano dell'arte de' Calzolari, che l'uni-
cialità e precisione s' apprende da' dotti versità di questi nel i 549 i^^'^"' '^ ^"^
trattali summenlovali del Balduino , del confraternita sotto !' invocazione de' ss.

Byneo, e dall'altro di Giulio Negroni, De Crispino e Crispiniano [V.) martiri, che


Caliga veterum, compreso nel Baldui- aveano esercitato V arte di calzolaio, co-
no con altri scrittori; come le Osserva' me fece altrettanto s. Deodato pel rife-
zioni sopra il mestiere de' calzolari rac' , rito nel voi. LXII, p. 98; ed ottennero
colte da Loreto Schiera e Scipione Pi- la corona del martirio in Soissons, onde
cvli calzolai, Aquila 1790. Io colle pro- si riteneva in Francia venerarsene cor- i

poi zioni volute da mia opera, trattai l'ar- pi, ma


da pochi anni (pubblicò V Opere
gomento negli articoli ricordati e ne're- piedi RomaWx nel 1601), si trovarono
lativi. Quanto al vocabolo Scarpa, che in Roma nella chiesa di s. Lorenzo in Pa-
ora travagliano i calzolai, in diverse for- ne e Iberna. Il Piazza ne\i' Emerologio
me (foggie e denominazioni, massime in li dice nobili romani recalisi in Francia
Italia e in Roma, s'intende già con ligia- a propagar la fede, e con ediflcanle san-
mente adottare strani, umilianti e degra- tità e ingegnosa industria esercitando l'ar-

danti vocaboli d'oltremonte, ad onta che te del calzolaio, contentandosi della mer-
si ostenti vantarsi Italiani s simi), che se- cede appena per vivere; i loro corpi da
con do Salmasio, ad
T^opiscum in Aure- Noyon trasferiti a Roma, si venerano in
liano, si deduce carpus, e quindi l'eti- delta chiesa, ove ai5 ottobre se ne ce-
mologia di Scarpa. I£ ciò pare persua- lebra la festa, e cosi da'calzolari italiani

dere più della forzata etimologia del Fer- in Ronosa, e da quelli iedeschi in s. A-
s.

rari,Origine della lingua italiana, cioè gostino. Soggiunge Fanucci, questa com-
da caliza^ corrotto n\ scaliza, scalpa, pagnia ottenne da'frati di s. Agostino un
scarpaj ovMivo dalla parola greca, che altare o cappella nella parrocchiale Chic-
qualificava que'chiodi o bollette che pò- sa dis. Trifone (F\),cUe ornarono e for-

uevqusi i soldati sotto i calzari, come or uirouo di paramenti, facendovi celebrare


UN I UNI io5
molle messe, massime nella solennità di molila da Paolo V, per testimonianza di
dellisanli patroni. Ma non polendo ical> Torrigio, da me riscontrato, Grotte Va-
zolai aver luogo e comodità di foroìafe ticanCy p. 3 1 8. Circa alla chiesa di s. Bia-
un oratorio, o per altra causa, partirono gio, propriamente nulla dice Panciroli,
da tale chiesa*, e tornarono in una chie* delle motte in Roma dedicate a tale san-
Sella del rione Trevi denominata di s. to; e Martinelli \in\\c\i\?k\'Bprope basilica
Maria in Cannella nelle radici del Monte s. Mariac Trans Tyberim, postea s,
in
Quirinale, ove aveano incominciato le lo- CrispinietCrispinìani,^Vd stata dellemo-
ro opere di pietà. Nuovamente ricono- nache di s. Maria di Monte Carnjelo i/i ,

scendola piccola e disadorna, la lasciaro- v'ocabulo de Carte, Sì può vedere il Mo-


no per la 2." volta, quando il capitolo di relli, Oe^^.v/Vzc^^.9. MariacTrans Tybe^

s.Maria in Trastevere concesse loro la l'im. Bitornoa P\Tnucci. La confraterni^

chiesa di s. Biagio vescovo e martire con la de'calzolari restaurò


la chiesa di s. Bia-

alcuni patti e annuo canone in denari, per gio in modo, che suo tempo pareva edi-
a
liconoscimenlo della proprietà , sebbene ficata di nuovo, avendovi pure accomo-
dessa pel suo cattivo stato reslava quasi dato un bell'oratorio, ove col proprio
sempre chiusa. Innanzi di progn^lire, di- cappellano nelle feste cantavano l' Uffìzio
rò, che quanto alia chiesa di s. Maria in della B. P^ergine, celebrandovi le feste

Cannella, trovo nel Panciroli, Tcsorina- di S.Biagio e de'ss. Protettori, a'3 febbra-
scosti^ p. 488, contemporaneo di Fauuc- io e a'25 ottobre. Curavano col proprio

ci, ch'era assai antica e allora de'religio- medico gì' infermi confrati, e li visitava-
si Servi di Maria ^ e prima apparteneva no soccorrendoli con limosine. Procura-
ni collegio degli Speziali (^.), che nel vano trovar lavoro a' giovani dell' arte,
giorno della festa tra'buoni odori che vi massime a'venuli di recente in Roma.O-
ponevano egli ornamenti degli aromi, gni anno dotavano le povere zitelle one-
primeggiava la Cannella o scorza fra- ste, figlie de' confratelli e de' professanti
grante del Laiirut Cinnamóìnum^i\on- l'arte. Accompagnavano 1 defimti cod-
de poi alla chiesa fu dato per sopranno- frali alla sepoltura e in ogni martedì suf-
me. Quanto all'ubicazione, n)eglio m'i- fragavanli coll'uflizio de'defunli e diver-
struisce il Martinelli, Roma ex ethnica se messe. Non usavano sacchi, e nel soda-
saera f p. 248 e Syo; poiché dice essere lizio non ammettevano se non i maestri
nella regione di Trevi e vicina all' omo- ei lavoranti dell'arte. Questi ultimi altre
nima fonte, perciò sive in. Tri^^io deno- volte si distmirono da' maestri, incorpo-
minata, già de'servi di Maria e u»)ifa alla randosi alla confraternita del ss. Sagra-
loro chiesa di S.Marcello, da Pio IV con- mento,e de'ss. Aniano e Nicolò; da qual-
cessa aTrali Crociferi nel i 56o, anche da che tempo però lavoranti erano torna-
i

Gregorio XIII, ossia la conferma, quali i ti a riunirsi al sodalizio de' maestri. Nel
frati afundanientarenovanturj diceba- 1698 il Piazza, ìmW EusevologiOflvaLq,
tur etiani s. Marine in Cannella. Della cap. 6: Della confraternita de* ss. Cri'
chiesa di s. Maria in Trivio dovrò ripar- spino e Crispiniano de' Calzolari a s,
lare nel paragrafo OsU\ ma la credo di- Bonosa in Tras teiere , ripetendo le noti-
versa dalla discorsa, sebbene alcune noli- zie del Fanucci , circa ulla chiesetta di s.

zie sembrino comuni, che indusse alcu- il Maria in Cannella nel rione Trevi, di-
no degli scriltoriu credere l'odierna. Tro- ce non esisterne vestigio, siccome demo-
vo nel Cancellieri,// Mercato e. V Acqua lita; che allora vestivano sacchi bianchi

tergine, p. 248, che la cannella o l'orma con l'antica insegua de'ss. Crispino e Cri-
dell'acqua di Trevi, die il nome alla chie- spiniano , la cui festa celebravano nella
sa di s. Muriu iu CuuutUa de'serviti, e de- chicca di s. Bouosu, olire quella di tal &au*
loO UNI UNI
la a*i5 luglio, chiesa ili Trastevere, pres- den assisteva alle dispute che da'dolti si
so s. Salvatore della Corte (alla quale fu facevano in quella università sebbene ,

riunita la sua parrocchia), che conserva- non intendesse parola di latino. Interro-
\a alcune reliquiedi quella mailire e no- gato perchè assistesse a quelle sapienti
bile romana Venuti, Roma mo-
(anzi il contese, senza conoscere ta lingua nella
derna^ che il rettore della
p, looiS, dice quale si disputava, rispose, « Se non in-
chiesa nel i48o, rifacendo l'altare mag- tendo verbo, me la godo per altro indo-
giore, le trovò con altre), la quale essen- vinando sempre chi ha ragione e chi ha
do quasi abbandonata, allorché l'ebbe il torto. Chi allegro e vivace sorride ha ra»
sodalizio e l'università, con molta spesa gione, chi fa il viso lungo e brusco lia

la restaurò (pare che altri abbellimenti torto. Me ne" consolo col i.°, e son largo
vi eseguì poi ne! 1700, ed il Venuti cele- di conforti col 2.°". Tralascio i racconti
bra insigtii benefattori di essa Ariadeno ameni sui calzolai inglesi Thomson,
Roncone sanese e Gio. Domenico Mauro Hams e White, sebbene i loro casi non
cosentino), e dove si congregavano nelle sieno senza interesse, In una gran capi-
feste a fare le loro funzioni spirituali, Il tale vivea un calzolaio, che acquistò fa-
Bernardini chiama la chiesa di .s, Bona- ma nella meteorologia. Costui andò tanto
sa anche de' ss. Crispino e Crispiniano, innanzi che di 8 in 8 giorni pubblicava
dell'università de'padroni calzolari e pia- un foglio a stan)pa , nel quale indicava
iiellari. i\el voi. LXXIX, 176, narrai,p. per tutta la settimana il tempo futuro
che per le vicende politiche il corpo di s, d'ogni giorno, ed in fatto l'indovinava.
Bonosa fa tolto dalla sua chiesa e ripo- Il re lo seppe e ^i:ct chiamare il calzo*
sto in li-iogo particolare, ed al sodalizio laio, dicendogli : E egli vero, che tu pre»
de'calzolari fu data invece di detta chie- tlici il tempo? Ed egli rispose: Sì, Sire,

sa, quella di s. Salvatore a Ponte Rotto, Riprese il re: E


d'onde nasce che tu col-
Pelò concessa la Bonosa al-
chiesa di s. pisci nel segno? Soggiunse il calzolaio;

la recente confraternita dell' Immacola- Oh maestà, questo è un segreto che io


ta Concezione, e de'ss. Francesco d'Asi- non posso manifestare. Se Io dico a V.
si e Antonio di Padova, essa lìsce istanza M. mio fratello perde il pane. Il re cu-
fervorosa di possedere il prezioso corpo rioso gli promise, che ciò non avverreb-
della santa, e l'ottenne per annuenza di be. Allora scoprì il calzolaia il suo se-
Gregorio XVI19 agosto 1 838 con so-
a' greto, con du"^. Sire, mio fratello è vo-
Jennissima Traslazione che colle par- ^ stio astronomo; e mi manda ogni set-
licolarilà descrissi. Riguardo alla chiesa timana alla stamperia colla sua nota del
di s. Salvatore ora posseduta dalla con- tempo. Io leggo questa nota." Quando egli
fraternita de' calzolari, siccome già par- scrive sole, io scrivo pioggia; s'egli dice
l'occhiale e ricca di ss, Reliquie, pe' corpi freddo, io caldo; s'egli calma, io tempesta;
de'ss.Proto e Giacinto, ne' voi. XXV, p. alle corte, tutto al rovescio ; in questo mo-
20, LI V, p. 123 e altrove, raccontai che do predico per l'ordinario il tempo. Dopo
con gran pompa nel 1592 fui'ono Irasla* queste argute lepidezze, si ricordano i cal-

li nella chiesa di s. Giovanni de' fioren- zolai rinomati, cioè il dotto calzolaio Hans
tini, ed ivi parlai dell' antichissima chie- Sachs, ed il più dotto ancora Gio. Paolo
sa già esistente nel V secolo, rifabbrica- Richter, celebri autori tedeschi. Anche i

ta da Sisto IV nel 174^.* ^ '^^ ultimo re- garzoni de'calzolai egli scarpinelli o ciab-
staurata dal sodalizio. Nel t, i dell' Al- battini ebbero l'università^ene parla nel-
luni (li Romap.i38 vi è un erudito
a VEusevologioW Piazza, Irat. 9, cap. 29 ;

articolo sui Calzolai degni di memoria. Della confraternita dis.Aniano de'gar-


Ivi si dice> che Simone calzolaio d» Lcy- zonide^' Calzolari a' Cerchi^i\d qual sau»
U N I UNI 107
lo che esercitò 1' arte lo dissi superiora ma,t. 3,p. 187, riferisce che la pia adu-.
tueute. Fu istituita nel i6i4 circa, i)u- nanza di Ponte Rollo, ove si fa da' gio-
po avere tifubbricato 1' aulica chiesa di vanetti la I." Comunione e ^W Esercizi
h. Maria presso la basilica di s. Maria in spirituali f ha la chiesa di s. Aniano; e
Cosniediìi, e perciò da alcuui chiamata vi si reca nelle ore pomeridiane delle te-r

cou tal vocabolo, già restaurata da Sisto ste co'giovani dell'adunanza istituita dal
IV coiue prova la sua arme murinotea sacerdote Gioacchino Michelini, quando
posta sulla porta, e lo stile del piccolo era parroco di s. Salvatore a Ponte Rot^
prospetto esterno, dal Martiuelli delta m lo, nell'antica abitazione de'Ponzianidi s,

Jit'^io/ie lììpcie, Societatis fanuilorum Frajìcesca romana (ove avea abitalo an-
Sulorum. Ila uu solo altare e uou pi'e* che s, Pietro) , e dove è tradizione che
senta cose di rimarco, 11 sodalizio l'inti- morì, cioè nella pia casa di detti spiritual
tolò a s, Aniauo suo patrono, e con re- li esercizi, restaurala e ampliala da Gre-
gole e costituzioni si governò, vestendo gorio XV 1, comerileva
il eh. Andrea Bei-

sacchi bianchi colla sua iuanagine sulle Delle case abitate in Ixoma da parec-
li,

spalle, celebrandone la festa non a':^5a- chi uomini illustri, p. 7 e i q. Del bene-: i r

prile, giorno della beala sua morte ,,raa merito istituto e dell'adunanza tratta il
con indulgenza plenaria a' 17 novembre, prete Guglielmo Costanzi, L' Osserva-r
fursc anniversario della traslazione del tore di Roma, t. i, p. (99 e seg. Delle
suo corpo da Alessandria nella chiesa di 4 opere pie isliluiledal benemerito Mi-
s. Maria della Carila di Venezia, Il ììii- chelini nell' aulico locale del conservato-
ller lo dice spirato a'26 noveu)bre, ben- rio di s. Pasquale, riparlai ne'vol. XVlf,
ché ne riporti i5 aprile col
la festa a' p. 25, LXlll, p. 1 16,
Martirologio romano. Anche il Venuti, Candelottari, ìHeìV Eusevologio^ trat»
Roma moderna^ p. 94^> riferisce, che la 9, cap. 32, narra Piaz?a, che fabbrica i

chiesa di s. Aniano eia della compagnia lori di Candele [F.) aveano una nobile
degli scarpinelli, e che a lui la dedicaro- cappella in s. Galla, o meglio nella Chie-

no dopoché Paolo V ne approvò gli sta- sa di s, Maria in Portico^ diversa ùixU


tuii. Ed il Bernardini cbiatna la chiesa V Ospizio di Si Galla (F.), dedicala alla
tli s. Aniano dell'uni versila de'lavoranli Purificazione della B, Vergine, del cui ve-
calzolari e pianellari. La che dall'A-
via nerabile mistero solennemente ne cele-
pollinare conduce a s, Antonio de' porto- bravano la festa, con apparato sontuoso
ghesi hno dali65o chiama (Ìq'PÌci/icI-
si e QìUsica; avvertendo che già a suo tem-
hirìj perchè sin da quel tempo vi slan- po la chiesa era demolita. 11 Bernardini
ciavano i venditori di piauiille o pantofo- che pubblicò neli 744 ^^ Descrizione de*
le e di scarpe, ed ancora vi sono alcmie Rioni dì Roma^ riferisce che l' università
calzolerie, prima essendo molle, Ne'pos- de' candeloltari allora si adunava nelU
sess'i de' Papi le universilù de' calzolai e Chiesa di s, Pietro in Montorio{r,):De'
dJgIi scarpinelli addobbavano un tratto Lumi(F.) alimentati dall' Olio ( F.), o da
della via per la cpiale passava la cavalca- altre materie, ragionai a'iuoghi loro, Ne*
la. Gli scarpinelli fecero ancora parledel- possessi de'Papi 1* università ornava un
l'uni versila, S[)edale e sodalizio degli Or- trailo della strada in cui incedeva la
toianiy cotne dico in tal paragrafo. Nel pompa.
1807 passò la chiesa all'arciconfraterm- Cappellariy Universitas Artis PileO'
ta della Dottrina Cristiana (/'.), che la rum Urbis. 11 cappellaroo cappellaio, Pit
restaurò. Lasciala da essa dopo alcuni , Icari us\ è il faci tur de' Capjìclliy coper-»

unni, fu da ultinio risarcita di nuovo, Il ture del capo adattate alla torma di eSf
cardinal Morichim, Dc^l'lnstilutiìit Ho- so. 1 tabbricatoii di cappelli di Iloina,do-
!o8 UNf UN I

pò aver fatto parie cieli* università de' rificazione, inclusivamente al protettore


Mercanti Merciari, come dirò in tale pa- e primicerio. Il privilegio delle vedove e
ragrafo, erano uniti in università e cor- figli de' padroni di botteghe defunti per
porazione nell'oratorio dis. Giacomo a- continuar le medesime. Che il solo prio-

postolo annesso alla chiesa di s. Paolino re e guardiani dovessero giudicar le co-


alla Regola de'francescani del Terz'ordi' se appartenenti all'arte. Il divieto di ven-
ne (^.), sotto l'invocazione della B. Ver- der cappelli per la città, onde pure eli-
gine e la protezione di s. Giacomo Mag' mioar lo smaltimento de'difettosi e del-
giare apostolo, ed esisteva nel i
^44 quan- le frodi a danno del pubblico e a discre-
do il Ijei'nardini fece la Descrizione de' dito dell'arte, i rivenditori dovendo es-
Rioni di Roma. Di consenso del cardinal seie patentati, e soggiacere le loro botte-
De Rossi loro protettore e di mg-*^ Car- ghe alla Visita del priore e guardiani. Le
rara primicerio dell'università e poi car- botteghe di questi e de' fabbricatori do-
dinale, adunalisi in detto oratorio a' i4 vereessere 60 canne tra loro distanti, niu-
gennaio 177 i, per la mutazione de'leaa- no potendone ritenere più di una. Le
pi, delle cose e de'coslumi degli uomini, modiche tasse si dichiararono soggette
convenne il ceto de'fabbricanli di rinno- alla mano regia, così le contravvenzioni
vare gli statoti, e questi Clemente XIV agli statuti. Secondo l'antico costume di
confermò col breve la supremo aposlola- Roma di riunire in un determinato luo-
tus Solio fde 7 maggio (771 ^Bidl.Roin.
I go tutte le persone che esercitavano lo
cont. t. 4, p. 3 6 Confirinanlar Stalli'
I : sfesso mestiere, presso la via del Pelle-
la Universitatis Artis Pileoriim Urbis grino vi è quella della Viae delV Arco
e sono riportati nel breve stesso. Per l'e- de' Cr/ppcllari , per que' fabbricatori di
secuzione del servizio divino nella pro- cappelli che un tempo vi stanziarono.
pria cappella, la conservazione della prò- Cocchieri, Sodalitatis Rhedarioruni
fes-iione col buon ordine e disciplina , fu- Urbis. L'uso de' Cavalli [V.) cominciò
roiio dichiarati primari udiziali il prio- colla creazione dell'uomo, non solamen-
re edue guardiani, maestri idonei e pru- te pe'comodi della vita, pe* Viaggi (V.),
denti dell'arte. Il priore dpver vegliare a nelle per le Poste (/''.), ma per la Mili-
alla pace e concordia fra* con fratelli, ri- zia ( F.), pe' Giuochi [V.) e corse, pe' Tor-
tenere il sigillo dell'università con cui sì nei [F.) e altri Spettacoli, come ne' Tea-
dovranno segnare tutte le patenti e altro; tri ove riparlo degli anfiteatri e de'circhi;
le patenti per l'esercizio dell'arte doven- ne' quali articoli ragiono de' conduttori
dosi rilasciare dopo aver fatto le debite di cavalli d'ogni specie. Antichissimo fu
prove esperimenti di capacità, per deco- in Roma e altrove V uso de' carri e de'
ro della professione, ed anco l'aver fatto Carrozze {F.) si pro-
cocchi, quello delle
4 anni di fattoralo presso maestro paten- pagò nel secolo XVJ. De' Treni e delle
tato e 3 da giovane lavorante. Altri uf- Cavalcate ne ragionai in quegli artico-
flziali destinati furono il camerlengo il ,
li, e neh." nuovamente de'cocchieri pon-

segretario notaro pubblico, due sindaci, tifìcii Famiglia pon-


e de'cardinali, della
due infermieri per visitare e soccorrere i tificia e Famiglia de' Cardinali
della
maiali bisognosi. Si statuirono multe pe- (y.). ec, primi essendo soggetti al Ca-
i

cuniarie a'ricusanti gli uOìci; l'insegna vallerizzo Maggiore (F.), ed secondi i

della coiporazione coli' immagine di s. servono formalmente loro padroni in- i

Giacomo e l' iscrizione : UnÌK>ersilà de' clusivamente al Funerale (F.). I più


fabbricatori di cappelli di Roma, oltre grandi sovrani e personaggi addestraro-
la celebrazione di sua festa. La distribu- no cavalli cavalcali da' Papi, facendo
i

zione delle candele per quella della Pu- l'uffizio di Palafreniere (F.)j come lo
UNI UNI 109
fenno primari personaggi fs!Vescovì(V.)
i vani. Altre inoumerabili erudizioni le
iie'loro possessi. Delle vellure e de'vellu -
sparsi in moltissimi articoli. E notissimo
lini delle Strade di Ronuj, ivi ne parlai il detto di s. Filippo Neri: Tutto e vani-
e dal i85o si sono introdotti legni a un tà , ma la carrozza e un comodo. Nel
cavallo, volgarmente detti Botte, ad imi- voi. XXII I, p. Fa-
14^ e seg., narrai col
tazione di Napoli, ove la corte erasi riti- Ducci, Della Confraternita di s. Maria
rata nel declinar del 1848 per la vergo- deg li Ange li de ICa r te de \occhierij De l-
gnosa rivoluzione operata in Roinn (K). lo Spedale dell'arte de' cocchierij e col
Avendo nell'antica Rooìa la legge Oppia Piazza, Dis. Maria in Cacaberi de'coc'
vietato alle donne, oltre le vesti di \ario clncri. Che i coc(;hieri nel 1 545 nella chie-
colore e con non più di mezz'oncia d'o- sa parrocchiale di s. Lucia della Tinta,
ro per ornamento, di andare sui carri, che descrissi e già detta Quatuor Por^<7-
cocchi e carrette vicmoal la città per i eoo r?/w, per divozione all'immagine dis. Ma-
passi, se non per causa de' Sagrifìzi a'uu- ria degli Angeli istituirono il loro soda-
mi; indi avendo le romane ottenuto da' liziocon vesti di sacco, con esercitare di-
Bruti, fondatori e severi propugnaljorl del- verse opere di pietà e soccorrere cocchie- i

la repubblica romana, l'abrogazione di ta- ri divenuti invalidi per l'età o per le dis-
le un tempio a Carmenta
legge, alzarono grazie a cui sono soggetti, meglio stabi-
madre d'Evandro, in memoria e rendi- lendolo nel 565; che indi nel 1 1 58o ac-
mento di grazie per l'ottenuta vittoria canto a detta chiesa fondarono pe' loro
di libertà contro la pompa del Lusso(P\). confratelli un ospedale con 6 letti e poi
Dipoi però l'inflessibile censore Catone, aumentati a 10, con tutto l'occorrente al-
Tolle porre un freno agli eccessi , rigoro- la cura degl'infermi; oltre il visitare esov-
samente ordinando che gli ornamenti
, venire malati i al domiciIio,accompagnan-
delle donne, cocchi o carrette di loro u-
i do i morti alla sepoltura e suffragando i

so, nel valore non sorpassassero i 5,ooo defunti; non che dotando le oneste zitel-

denari di rame, sotto pena alle prevarica- le figlie di loro professione. Che nel 1661
trici della prescritta prammatica sontua- (meglio nel 1664» dopo partiti i Regattie-
ria, della confìscazione delie cose mede- ri, come dico in tal paragrafo) si trasferi-
siuje. Seneca narra la gran comodità de' rono nella chiesa di s. IVI aria in Cacale-
cocchi o carri, n eli '/Tp/^/. 1 5 dicendo: Gè- ris nel rione Begola, stata parrocchia si-
statio eninif et corpus concuti t, et studio no al 1594, già dedicata a s. Biagio in
non qfjfìcit^ ut possis die tare ,
possis lo- Cacaberisj e prima all'Immacolata Con-
fjuiy audirej quorum nihil ne amhules cezione, con dirne le loro notizie. Che ol-
s'etat.E della stessa comodità di scrivere tre la B. Vergine e s. Lucia, hanno a pro-
viaggiando, sovente ne fa menzione Cice- tettore s. Riccardo, il quale fece il cocchie-
rone ad Attico. Claudio proibì carri a i re prima di divenir vescovo. Che i Papi
tulli viandanti per 1' Italia, volendocbe
i furono larghi con essi di grazie spiiituati,
ciascuno camminasse a piedi,© in Sedia indulgenze e privilegi, ed è in vigorequel-
o in Lettiga (V.). E Nerone allettava di lo del diritte privativo dell'escoriazione
esercitare l'uflìzio di cocchiere. Alessan- nel suo locale presso porta Leone, delle
dro Severo concesse a'senatori romani le bestie cavalline, mulina , somarine che
carrette d'argento, sembrandogli per- muoiono in Boma , nell'adiacenze e vi-

metterlo la maestà del senato. Commo- gne snburbane, che unitamente al locale
do porlo tant'oltre il fusto de' carri, che con acqua perenne e stigli , il sodalizio
talvolta si fece tirare in pubblico da 4 aflitta per un novennio previo pubblico
cervi; altre volte da 4 leoni, da 4 l'6'"'> ® avviso nel Giornale di Rema. D« dirit- I

per&ÌQo a da 3 ovvero 4 donzelle o gio- to di Icuer la concia delle pelli ullìttato in


ij u rs r U rs' I

perpelno airuniversità de* P^accJnaii, il furono ammessi a fnr parie del sodalizio,
cui |)»r.ngrafo è a vedersi, col peso a'coc- e università. Molli poi de'brutali condut-
chieri di dover somminislraie annui scu- animali da tiro e da
tori de'cavalli e altri

di ?oo al professore di veleiinaria dell' f/- Soma, con mostruosa e bestiale contrad-
jiH'crsità Romana {F.).
Finaloienle, che dizione, nel cader gli animali, fors'anche

da ullimo leslauiaiono e abbellirono la per loro inipeiizia onegligenza,invece su-


loro chiesa di s. Maria in Cacahcrisj e bito d'invocar 1' aiuto di Dio e del santo
che Gregorio XVI col breve ivi ricordato patrono j e di soccorrerli con premurosa
dell'i r selleuìbre 1882 e riportato nel prontezza, con impeto di furiosa ira, e in-
Bull. Rom. cont. t. 19, p. i36: Confìr- sieme scandalosa e riprovevole, tra le più
malio StatutorumSodaUfatis Rhcdario' orribili e anco ereticali bestemmie ,
per»
rum Urhìs.W Papa chiama con fra li ,//(?- i che muoia l'animale subito, dimentican-
teriarchas (sul qual vocabolo si può vede- do che loro procura colle sue fatiche il so-
re il Magri nella Notizia de vocaboli ce- stentamento, lo caricano spìetatarnetìte
clesiasli<:i^ alle voci Hetaeriarcka e Ble- di battiture ! Di recente nel 1 856 si ptd^-
^aetacriarclia)^ et Sodales Urbani Rhe* blicò in Bergamo Sui maltratta''
il libro:
dariontm Sodalitii Ululo s. Mariae An- menti dtlle bestie^ ragionamento del ca^
gelonmi^\^^\ confermargli eziandio i suoi nonico Pietro Paganessi. Ne diede con-
privilegi. La lunga strada che dalla chie- tezza la Cronaca di MUano deli 856 a
sa di s. Nicolò in Carcere termina alla Sa- p. 161, nella quale si loda l'autore, per-
lara, ove sono i magazzini del Sale (nel chè senza seguire l'esagerate apologie de*
quale articolo parlai dell'adiacenze), nelle quadrupedi, de' volanti, de' natanti, con
radici del Monte Aventino verso il Tcve- sodo e temperato raziocinio proclama i
re, il suonomedi Porta Leone percorau- diritti che gli animali tengono in nome

ne opinione pare che deiivi da' polenti dell'umanità; e documenta le sue parole
Pier Leoni che aveano le loro abitazioni coll'appoggio delle scritture, della storia,
nel \\ói\oTeatro diMarcello[F.).Qusin- della Iilosofìa, della morale, de'sentimenti
io al vocabolo Porta forse gli derivò dal- umani. E per dire quanto è analogo al

l'antica Porta di Roma (V.) Carmenla- da me deplorato, mette in' evidenza le


le, sotto all'elevala e famosa Rocca Tar- più barbare vessazioni usale contro le be-
pea dalla parte occidentale. Di sopra ri- stie,che invocarono prowedimenli am-
portai il novero delle università che ne' ministrativi, e la facilità chehannogli uo-
possessi de'Papi addobbavano una parte mini di passare dalla crudeltà verso bru- i

della strada per la quale incedevano, che ti alla crudeltà versogli uomini. Riporta
qua e là vado ricordando, e qui dirò ch'e- la serie dell'associa^Joni fondale in Italia
ranvi compresi i mulattieri. Consideraiì- e fuori a tutela degli animali, ma disap-
dosi Antonio abbate protettore de' ca-
s. prova che si chiamino Società degli a-
valli e altri animali massime da soma, , mici degli animali, sembrandogli deno-
per la sua festa si portano a benedire a- minazione oftensiva alla dignità umana,
vanti la sua chiesa suirEsquilino,con la viene alle sue conclusioni, che furono^ di
fiducia che per V intercessione del santo mostrare senza esagerazioni ciò che av-
sieno preservali da'mali e frequenti dis- vi d'irragionevole e d'immorale ne'cru-
grazie cui sono esposti. E siccome si be- deli e capricciosi trattamenti delle be-
Dedicevano i cavalli e altri aniniali innan* stie, e le perniciose conseguenze che ne
"
zi la chiesa di s. Eligio de'i^f/vv/r/, in que- ponno venire al costume in generale.
sto paragrafo fo ricordo del pio costume, Parlando dello scopo di tali socielà, on-
dicendo pure de'velluiini, presta-cavalli, de diffondere sensi di moderazione e di
postiglioni, maniscalchi, e ferracocchi che mitezza nel modo di precedere cogli a-
U N I UNI III
lììmali , mentre le vessazioni deturpo no ne, e vi concorrono i negozianl-i degli sta-
il costume, e fanno contrasto alla genti- ti limitrofi. Agli autori che scrissero sui
lezza (ìe'lenipi, rileva ancora. « Pricfiie- cavalli e loro conduttori, e riportati in al-
ramenle il loro scopo è abbastanza lode- cuno de'citati articoli,aggiungerò: Pasqua-
vole per se slesso e appalesa un animo le Caracciolo, La gloria del cavai lo , e
generoso e sentimenti elevati , mentre del modo d'allevare, custodire, maneg-
procurano di migliorare la sorte d' in- giare e nudrire i cavalli, Venezia 589. 1

nocenti creature, che meritano le nostre Pirro A. Ferrare, Cavallo frenato j e


simpatie , e alle quali Iddìo ha dato la del modo di conservare le razze de^ ca-
vita come un beneficio. In secondo luo- valli, Venezia 1 620. Francesco Liberali,
go è da avvertire , che il principio che La perfezione del cavallo e del suo man-
domina i loro statuti, si è che la pietà te/amento, ed osservazioni sulla sua gC'
verso gli nnimali renda gli uomini più u- nerazione, Roma 1669. Marino Garzo-
n»ani gli uni verso gli oltri". Degli ani- ni, L'arte di conoscere le qualità de' ca-
mai) leiini proposito in moltissimi arti- valli, d'introdurre e conservare la raz-
coli, così iltWTcmo (f .), animale ragio- za nobile, Yene'iÀa y5o. Marchi, Delle
i

nevole e il più pei fello. Solenni erano le razze de' cavalli dello stato T'^enetOj
feste a'3o luglio presso gli arcadi, chia- Pontificio, ec., Venezia i 780. Brugno-
male Ippocrazie, poi da'romaui celebrale ne, Trattato delle razze de cavalli, Ilo-
col nome di Consuali n' 21 agosto ed a' rino 1781. Menochio, tS^More, centuria
1 3 dicembre, esentando in questi giorni 12.', cap. ^1'. Dello straordinario af-
da ogni lavoro cavalli e muli che s'in-
i i , fetto, che alcuni hanno avuto a' caval-
coronavano di fiori. In Tinchia [T .) le li. Altri scrittori si ponno leggere in
code di cavallo sono l'insegne de' pascià, mg.' Nicolai, Memorie sulle Campagne
ed ivi ne narrai 1' origine. Colla pelle e di Roma, t. 3 , p. 493- Ne riporta pure
peli di lasso the portano in fronle e nel- molti sulla veterinaria a p. 49'» 49^^ ^
le testiere i cavalli delle Poste, ivi dissi 496, notando, che gl'italiani hanno il me-
ricordarsi 1' illustre famiglia di Taxis o rito delia veterinaria, e nell'avere con ac*
Tasso, oriunda milanese, benemerita del curalezza esaminale alcune malattie de*
regolare loro slabilimenlo nel Tirolo. bestiami; ciò non ostante lo studio non
Non voglio lacere, di leggere ora nel Mer- è tanto avanzato quanto fra gli oltramon-
cato di Cancellieri a p. 287, che Omo- tani, poiché l'esercizio di questa impor-
deo Tasso bergamasco si vuole il rinno- tantissima arte è posta in mano a'bifolchi
vatore delle poste, e la pelle co' peli di e a' maniscalchi, ed altri manuali igno-
tasso che sogliono portare ne'foruimenli ranti. Ma nell'articolo Università roma-
i una cornetta da corriere, in-
cavalli e na ragiono di sua cattedra e gabinetti di-
quartata nello stemma de'Tassi,confer- poi in essa fondati, e delle provvidenze
niaito questa tradizione. Cita Ottavio Co- emanate a vantaggio della veterinaria,
dogno. Trattato delle poste, Venezia massime da Leone XII, il quale eresse
1620. In Roma sino al pontificalo di Leo- per essa apposito stabilimento, di c\\\ fo
ne XII, mercati de' cavalli e de' giu-
i pure parola nel paragrafo Macellari,
menti tenevano a Piazza di Campo di
S.Ì nel dire dell' esistente stabilimento di
pore (V.), e nel maggio in Piazza [''ar- pubblica mattazione che dobbiamo a
nese. Nel locale dell' antico foro boa- quel Papa. Nel i843 pubblicò in Rouiu
rio nel mese di maggio suol tenersi nel Giuseppe Rebeggiani, Brevi cenni pel
sabato e nel lunedì il mercato de' caval- miglioramento della veterinaria,
li, ed a questa specie di fiera vi sono por- Copcrtari. V. il paragrafo Lanari.
tali i migliori pulledri delle razze roma* Copisti, r. il voi. LXII,p. 3 14.
112 UNI U N I

Cordnri. A veano la cappella nella chie- celebrare la messa, onde derivò l'uso del
sa deirarcicoiifrateniita e Ospizio (Iella Letto de'paramenti (F.). Tuttora nelhi
ss. Trinità de Pellegrini, e di cpiesla ri- via di Borgo Nuo^o,'\\ principaleche con-
parlai nel voi. LV,
264. Si pnò ve-
p. duce al Valicano, vi sono alcuni spaccia-
dere il paragrafo Linaroli di quesl' ar- tori di corone e altri divozionali. I coro-
ticolo. narici medagliari, come registrai iu prin-
Coronari e Medagliari. Facitori o cipio, ne' Possessi de' Papi erano com-
venditori di Corone divozionali e Rosa- presi tra le università che addobbavano
ri (V.)^ e di Medaglie, Croci e Crocefis- un tratto della via che solennen»ente per-
si (^.). I medagiiarij e fors'anche i coro- correvano. Narrai nel voi. XLIi, p. 285,
nari, aveano la loro cappella nella Chiesa che un^ compagnia di coronari accom-
di s. Tommaso in Parioiie (/^.), perchè pagnò al conclave il Maresciallo del
buona parte di essi aveano ed hanno le Conclave.
loro botteghe nella sua parrocchia; e sic- Cortegiani. Propriamente questi non
come anticamente erano rjuasi lutti riu- avrebbero luogo tra le università artisti»
tìili in una
delle vie che conducono al- che, e soltanto ne fo qui menzione, con
ia basilica Vaticana, per comodità de' rammentare ove di loro parlai, perchè
Pellegrini (F.), benché questi facevano diversi di essi esercitano un'arte di uni-
eguali acquisti, non che di reliquiari, va- versità, e perchè il Piazza tra le confra-
si sagi i e altro nella via omonima, come ternite delle arti vi comprende i Cuochi
rilevai nel riparlarne nel voi. LXXI , p. ed i Credenzieri, de'quali vado a parla-
142, tale strada prese e porla tuttora il re, da' Palafrenieri (^.), óe Barbieri e
nome di Coronari, sehbene al presente de* Cocchieri, de'quali già ragionai, de*
molti coronari e medagliari si trovano sta- Caudatari (/^.) y e tra le congregazioni
biliti io altre strade di Iloma. Neh. ° e al- spirituali di quella Urbana de'Cortegiani
tri articoli dissi che presso la
de' citali o nobili aulici a s. Lorenzo in Fonte, ossia
basilicaVaticana e nella Città Leonina della nobile Famiglia de' Cardinali, Pre-
anticamente erano più botteghe A\ Pa- lati (/^.) ec, che aveano l'ospedale (nella
ternostrari, E l'Ai veri, Roma in ogni qual chiesa il cardinal Leonardo A ntonelli
stato, t. 2, p. i54, dice che nel sito in nel I
795 o 796I istituì uno de'4oratorii
cui Sisto V eresse V Obelisco Praticano, notturni, di cui parlerò nel paragrafo Ma*
innanzi sorgeva la chiesa di s. Maria de ratori, e tuttora esiste); come V aveano
P'irgarii, cos'i detta perchè avea appres- gl'individui, e le loro mogli e figli, degli
so le botteghe nelle quali si vendevano i offizi minori della Famiglia pontificia
cordoni de'yt)('//<'g:rmf detti da'latini T^ir- (/ .),ecoii sodalizio e chiesa sotto l' in-
gae inlerinales oitinerarieAÌ Magri nel- vocazione di s. Marta, ovh de Trinitari
la Notizia de'vocaboli ecclesiastici, spie- riformati scalzi (^.), per essere stala la
gando quello di Virgarius, lo dice can- santa albergatrice e ospitaliera di Gesù
tore della chiesa, perchè portava in ma- Cristo. Nel paragrafo Barbieri dissi del
no una verga ; e che vicino alla detta fondatore della confraternita di alcuni
basilica Vaticana eravi la chiesa di s. Ma- cortegiani e canonici, sotto l'invocazione
ria J^irgariorum, nella quale s. Grego- del ss. Sagramento, della basilica di s. Ma-
rio I istituì il collegio ùa Cantori, deno- ria in Trastevere, sodalizio esistente col-
minato Schola firgariorumj il quale la 2.'denominazione.Mg.'" Nicolai, Memo-
collegio avea la cura d'apparecchiare il rie sulle campagne di Roma, l. 3 , p.
Letto sul quale dovea riposare il Papa 256 e seg., deplora il soverchio numero
dopo essere inceduto a piedi in proces- di quelli che applicano se e i loro figli al

sione alle chiese, e prima di pararsi per servizio delle Corti^ non meno il sover-
LI N I UNI n3
chlo numeio di quelli che si appllcnuo zionì donde nonne ritragga o possa spe-
alla Curia. Quindi osserva c'.ie ii» Roma rare la sussistenza per se e per la sua
ove vi sono tante speranze di promozioni famiglia. Seguono bellissime teorie del
nelle cariche della Chiesa e della corte, dotto prelato, ma l'applicazione n' è as-
ed ovesenz'alcuna parzialità di patriotti- sai dilllcile, massime ne' correnti tempi.
smo non si fa alcuna difTerenza tra il cit- I governatori di Roma (/^'!) cominciaro-
tadino e lo straniero, che anzi per lo più no la compilazione di statistiche, ed ora
questo a quello è preferito. Ivi mollissi- il ministero del commercio e lavori pub-
ini sostengono co' salarii e colle speran- blici ci diede la sullodata, veramente prc-
ze d'avanzaniento un gran popolo di cor- gievole e di grande inìportanza.
tigiani; altri ammogliandosi alimentano Credenzieri^ Bottiglierie Caffettieri.
le loro famiglie colla professione della cu- II Piazza chiama i credenzieri architetti
ria i e con altre industrie. Ma in ogni ge- di tavole e di mense, ossia del Triclinio
nerazione mancano padroni, protel- i i Pranzo, Ce na^B anche ttoo Con-
(F.)\òe\
lori/i padri; si vede quindi restare un nu- vito {y.)i ne'qualiusano il maggior in-
mero deplorabile di famiglie nell'ozio e gegno e studio per far comparire mae-
nell'indigenza. Si aggiunga a ciò il nu- stoso e ricco, nobile ed elegante l'appara-
mero de Poveri (F.J che in ninno de'pae- lo dell' imbandigioni , con lusso talvolta
si del mondo trovano maggiori sussidi!. sontuoso di credenze o guardarobe; de-
»>0r che si fa di tanta turba di gente? Per- stinate a pascere e meglio gustare colie
chè non se ne forma un popolo per la col- loro industriose vaghezze ornamentali le
tivazionedelle campagne? '. L'antica Ro- proprie manipolazioni, le quali priinaap-
ma mandava i suoi cittadini a fondar co- pagano e dilettano 1' occhio ,
parte più
Ionie, anche per sgravare d'una la città nobile dell'uomo, poi deliziano la gola e
parte dell'oziosa e sediziosa plebe, quan- il gusto, passando nel ventre cloaca de'
do generalmente si amava la fatica e si patrimoni, e frequente perturbatore, pel
abborriva il lusso La plebe potersi im-
1 Fino (/^^.) e altri liquori , della ragione,
piegare nelle vicine campagne che recla- della modestia, della sanità, della giusti-
mano braccia per essere lavorate. È ve- zia e dell'onestà; avendo l'Apostolo chia-
ro che non tutti sono abili alla vita ru- mato il ventre, idolo del senso e coaipen-
stica, ma neppure tutti ponno vivere col- dio di confusioni. Sia pure ainpolloso lo
le rendite de'beni ecclesiastici o delle ca- stile del Piazza, badiamo alle verità mo-
riche, né colle occupazioni della corte e rali che contiene; e infalli finisce con di-
della curia, né co' guadagni delle arti; re : accortisi i credenzieri che la servitù
e molto meno deve tollerarsi che una , de* principi e de' personaggi mondani è
gran moltitudine di persone robuste de- incerta e transitoria , che non si estende
fraudi i veri poveri invalidi de'soccorsi a a' beni eterni, con giudi/iosa divozione
questi destinati dalla pietà pubblica e pri- istituirono la loro confraternita per o- ,

vata, o che viva col frutto de'delilti. Ol- norare e servire Dio, Signore de'Signorii
tre altre gravi considerazioni, mg.' Ni- colla bella massima dis< Francesco di Sa-
colai invoca la provvidenza delle leggi e les Che tutto e vanità, se non serve per
:

Jo zelo del governo, ma innanzi lutto re- Veternità* Il Martinelli, quanto a' calfel-
clama esser necessario che
, il governo tieri, eruditamente riferisce. Prima della
mediante statistica s'informi e conosca la scoperta del thè e del caffè (di (|ueste, del-
condizione d'ogni famiglia e de'foraslieri, la cioccolata e altre bevande, parlai ne'
onde provvedere alla distribuzione del- che
citali articoli, e negli artìcoli de'pucsi

l'occupazioni, non potendosi permettere liptoducono, anche con nozioni b.blio-


che alcuno consunti il tempo in occupa- gruiichc), v'i'iuuo i lultari che vendeva
VOL. 11X]^IV.
ii4 UNI UNI
no il lalle in piccoli vasi di vetro, e v'e- quest'altra salubre bevanda, ch'egli dice
rano i dolciari, qui panes et mellita con- potersi chiamare // latte de\>ecchiy come
ciimanteduliriy disse Lanipridio in Hc' ilpiù sicuro e soave rimedio contro la
lag. e. 27. I dolciaii chiamaronsi anche debolezza e languori della caducità, ri-
1

condilores^ da Marziale e Apuleio, come leva quegli scrittoriche hanno creduta


da Giulio Finnico. Questi co'lallari te- Francesco Carlelti viaggiatore fiorentino,
nevano allora il luogo de'nostri caffellie- nato nel i574 e morto in Amacao nella
li e pasticcieri (de'quali dirò nel paragra- Cina a'20 luglio! 598, ili." a farla cono-
fo Cuochi)y ed ivi si radunavano persone scere e introdurre in Italia; ragionando
a discorrere di cose facete (come le odier- pure della questione,se la cioccolata rom-
ne bolleglie di callelliere e peggio, qua- pa Digiuno (F.). Nel voi. XXIII , p.
il

le convegno anclie di vagabondi e oziosi), 39, precipuamente co'trattati óeW'Opc'


1

avendo sparso dolciari e lattari eh' essi


i re pie di Roma^ di Fanucci e Piazza, rac-
erano protetti dall'abbondanza, df erant contai che neliSSy un gran numero di
sub sidere spicae,quac iii Firginìs par- credenzieri della Famiglia de cardina-
te decima exoritiw , conie dice il citato li {F.) istituirono la confraternita sen-
Firmico, lib. 8, cap. i L'invenzione del i . za sacchi di s.Elena imperatrice, nella
caffè trasmigròquesli lattari e dolciari ia Chiesa di s. Salvatore in Lauro, don -
caffettieri , ritenendo V antico mesliere, de passarono in quella poi occupata dal-
collo spaccio del caffè e poi del thè. L'u- Todierna Chiesa di s. Andrea dellaVal-
so del code s' introdusse soltanto nel se- le, e finalmente nella vicina parrocchia-
colo XVL produce ha
L'albero the lo Maria o Nicolò de'Molini, che es-
le di s.

una gran somiglianza col gelsomino, e sendo cadente riedificarono. Ivi e sinché
cresce in abbondanza nell'Yemen^ ossia non si sciolsero, credenzieri esercitaro-
i

nell'Arabia. Gli olandesi lo portarono da no le opere di pietà che indicai con in- ,

Moka (che si vuole il più stupendo) a Ba- dulgenze concesse da' Papi, massime da
tavia, e di là in Amsterdam. Fu il prio- Gregorio XllI e Innocenzo XI; gli statu-
re d'un monastero
Arabia che scor- d' , ti essendo stati approvati anche da Cle-
gendo vigili quelle capre che mangiava- mente XI e Benedetto XIV, e gli ultimi
no le foglie di quest'albero, ne fece la pro- da Clemente XIII. Ma neli8 17 Pio VII
va sopra i suoi religiosi che nelle ore not- concesse la chiesa alla confraternita di
turne si addormentavano nel salmeggio Gesù Nazareno, della cui tenera ed este-
del coro. L'uso del thè fu appreso da'ci- sissima divozione parlai nel voi. LXXX,
nesi, essendobevanda ordinaria,
la loro p. 3 16, nel celebrare il miracoloso suo si-

anche ne' loro pranzi , poiché la mesco- mulacro venerato nella chiesa del ss.

lanza del thè corregge e addolcisce V^c- Ban»bino Gesù, nella magnifica cappella
que salmastre e cattive che sono nella e nobilissimo altare consagrato solenne-
Cina. L'esperien7a poi fece vedere, che il mente dal cardinal Mattei a* 27 aprile
thè conteneva un principio dissolvente i856. Qui poi aggiungerò, che Clemen-
che purificava il sangue, fortificava la te* te XIII col breve Ad Pastoralis digni-
sta e lostomaco, facilitava la digestione, tatis fastigium , del i." febbraio 1765,
la circolazione del sangue e la traspirazio- Bull. Rom. coni. t. 3, p. 85: Approha-
ne, come pure le vie orinarie. La 1.^ fo- tio informa specifica novoruni Statu-
glia del thè fu recata dall'Olanda in In- torum prò regimine , et guhernio Uni-
ghilterra da lord Arlington nel 1666. Il versitatisnuncupatae de* Credenzieri e
Cancellieri nella Lettera sopra Varia di Bottiglieri de Urbe. Il eh. ab. Giuseppe
Homa^ riporta gli scrittori sui gelati , il Manuzzi, nel suo àoiVo Vocabolario del-
thè e il calle, non che della cioccolata. Su la lingua italiana, defmsce ììcredenzie-
U N I UNI n >

rCy quello che lui cuiu della credenza (of- per la pace concordia e carità fra lutti
,

ficina ove esercita la sua arie), Abaci Cu» gli aggregali, incremento di cidto e de-
stos (die il Moicelli chiama Celluriiis)j curo nella chiesa di s. ElenM. Pertanto
il bottigliere , sopiaslante alle bevande dicesi nel cap. i del breve che contiene
della mensa (anche custode della botti- interamente gli statuti. »j Stante la lode-
glieria), Acyathis Pini minister e la , , volissima unione o incorporazione segui-
bottiglieria, Fini proni i)tuariiim{\\ Mor- ta dell' Università dc^U Acquafrescari^
celli dice il boUigliere, A Laguna) j il caf- Caffettieri^ Spacciatori di spirito di vi-
fettiere^ il padrone d'una bottega di caffè no, ed intero corpo alli medesimi unito.
(ed anche clii lo c\xoce)y\' acquacedrataio Confetturieri e loro spacciatori, colla
j U-
u venditore d'acqua cedrata, ossia l'acqua nìvtrsità de* Credenzieri di Roma, si può
acconcia collo zucchero e colle scorze e non senza ragione sospellare, che tanta
sugo di cedro, cedralo, limone, portogal* varietà di persone obbligale a diversi ina*
Io e simili. La rinnovazione degli statuti pieghi possa svegliare diversità di pareri
della confraternita e università de' cre- senza il minimo vantaggio pubblico^ anzi
denzieri, essendo protettore il cardinal con pregiudizio non leggiero di quella
Alessandro Albani, ebbe luogo per l'u- pace e di quella ottima armonia che ,

nione ad essa delle uni versila degli ac(jua- deve sempre mai vedersi in tutti quelli,
frescari, caifettieri, spacciatori di spirilo che in carità devono essere uniti a glo'
di vino (non diversi dagli Acquavilari^ i ria del Signore, e a benefizio dell'ani-
quali già erano uniti a' Tabaccari, ma me loro: perciò nel presente capitolo, pri-
dal contesto degli statuti sembra che iu ma d'ogni altra cosa si ricorda a tutti la
tale epoca furono incorporati all'univer- fedele osservanza della carità, dono il più
sità che vado descrivendo, dicendosi che bello, che ci abbia lasciato Gesù Cristo
tulli componevano un numero conside- prima di morire, e si ordina 1' esercizio
rabile), confetturieri e loro spacciatori scambievole del santo amore fraterno,
(siccome confetti principalmente hanno
i mediante il quale Iddio benedirà le no-
luogo pegli Sposalizi e nel Carnevale, stre opere , e anderanno queste sempre
massime nel Carnevale di Rorna^ tempi più crescendo a suo onore e a nostro van-
di gioia e di allegria, e circa il carneva- taggio, avendo presente in ogni occasione
le, non di studiate maliziose ingiurie pre- la sentenza di s. Girolamo, che dice al

giudizievoli al corpo, e agh occhi che col cap. 9, sopra s. Matteo: Come per la di-
Piazza dissi parte più nobile dell' Lonio^ scordia rovinano le cose ancor grandij,
perciò provocanti grave sdeg«>o negli of- e per la concordia si accrescono le p/c-
fesi e alla riprovazione ne' saggi, in tali co/e".Ecco un'altra notabile testimonian-
articoli ne parlai , stando rigorosamente za edificante e salutare del virtuoso sco-
ul vocabolo de' veri e reali confetti, non po dell'università artistiche, che l'irreli-
deTinti, dispettosi, offensivi
bassamenle , gione e lo spirito rivoluzionario fece di
degradanti quel vantalo progresso in mol- tutto perchè fossero soppresse; come ora
tissime cose di eHlmera civiltà, dell' o- inlluenza sventuratamente gli spiriti, con
dierno sedicente secolo de'Iurai. Disse la renderli quasi sordi alla voce autorevole
Civiltà Cattolica: Il mondo moderno, del maestro della Chiesa universale, per-
quanto è ad operosità e quasi irrequietez- chè a gloria di Dio e a vantaggio vitale
za febbrile, sendjra meritamente attri- della languente società, tosto siano ri-
buirsi il preminenza sopra tulle
»'anlo di pristinale e nuovamente fioriscano nel
l'età trapassale); unione seguita in una so- centro del cristianesimo. L'università de'
la cor[)orazione, in virtù del pubblico i- credenzieri così unita alle altre ricorda-
strumento slipulatoa*25$ellecnbre 1764, te^ stabilì pt incipalmeote, per la cooser-
ii6 UNI UNI
Tazione e buon legolameuto della mede- suo luogo e approvato dalla congregazio-
sima, beilissimeregole e disposizioni par- ne generale; indi con equità distributiva,
ticolareggiate dalla previdente esperien- e |)er evitare dissensioni di preminenze,
za. Per ufficiali 4 consoli, il camerlengo, venne prescritto, che il 2." console fosse

il segretario, 1 6 consiglieri, 2 sindaci, l'ar- un'acquafrescaro o cafFettiere, il 3.° uno


chivista , 2 deputali alle liti, 2 revisori spacciatore di spirito di vino, il 4-''uucoa-
d'acquavite, 2 infermieri, 2 visitatori de' felturiere. Anche per altri uffiziali si ten-
carcerati, 2 fabbricieri , 4 sagrestani , il ne tale prudente sistema. Gli emolumen-
lettore della chiesa, il procuratore., il no- ti discreti o tasse da pagarsi all'universilà,

tare, il computista, l'esattore. Di ciascu- fu in proporzione de' ceti, se credenzieri


no, e persino delmandataro (con congrua del Papa, de'cardinali, de'priucipi, mar-
provisione e vestiario ogni due anni), si o signo-
chesi, conti, baroni, altri signori
prescrisse con ponderate leggi savissime re, che avranno il servizio d'oro o d'ar-
il modo dell'elezione, l'autorità, gli ob- gento, come degli aiutanti di credenza;
blighi e i doven individuali. E mentre fu ovvero dagli acquafrescari , caffettieri ^
prescritto che dovessero eleggersi a uffi- confelturieri, spacciatori di spirito; mini-
ciali, per utile e vantaggio della chiesa, stri, giovani e garzoni; spacciatori girova-
e pel buon governo dell'universilà, i ti- ghi o di posti fissi, fabbricatori di confe-
morati di Dio e in conseguenza più atti i zioni, dolci e altro; gli acquavitari fermi,
e idonei all' esercizio fedele degli uffizi, e cassetlanti che girano per Roma. Si de-
non che di merito e capacità ; fu ordi- cretò la distanza di 5o canne tra una bot-
nato che il I
.^ de'consoli fosse sempre il tega e l'altra, degli acquafrescari, caffet-
credenziere (segreto) del Papa (del quale tieri, spacciatori di spirito di vino, acqua-
riparlai a Famiglia pontificia e articoli vile e rosolio, confetturieri e loro spac-
analoghi al suo uffizio, come del sotto- ciatori, venditori di sola acquavila; tutti

credenziere, de'suoi aiutanti; e dell'abo- dovendo essere dall'università muniti di


lita cucina, credenza e bottiglieria della patente, previo esame di capacità e ido-
foresteria pontificia, come dello Scalco e neità a fabbricare 3 manipolare quanto
trincianti della medesima, anche in que- spettava alla sua arte, ovvero agli spacci
st'ultimo articolo; ed eziandio del botti- che si proponeva per l'opportuna prati-
gliere segreto del Papa e suoi aiutanti, ca, previo l'emolumento di scudi o; una i

ora esercitato dal credenziere , e in sua tassa essendo pure stabilita per autorizza-
mancanza dal sotto-credenziere,uffizio pa- re i rivenditori girovaghi di acquavite e
latino a vita; finalmente a'rispettivi luo- detti cassettanli, e delle confezioni e dol-
ghi dissi dell' ingerenze del credenziere ci. Fu vietato a'minislri, giovani e garzo-
pontifìcio alla credenza pe' pontificali e ni il passaggio in altre botteghe, se non
altre funzioni celebrate dal Papa, ìnclusi- 100 canne distante da quella che lascia-
vamente al Pranzo pe' pellegrini, aven- vano o erano licenziati. Si provvide an-
do luogo nel Treno pontificio con un a- cora a' fabbricatori di cioccolata, se vo-
iutante), quando la congregazione nulla levano venderla a minuto, e spacciale li-

avesse in contrario, nel qualcaso doversi monee e semate, ed altro solilo vendersi
eleggere altro credenziere a suo benepla- dagli acquafrescari, caffeltieri e confettu-
cito, che come gli altri durasse nell'uffi- rieri.Ne' 46 capitoli di questi statuti vi
zio un biennio, ed essendo eletto il creden- sono inoltre le disposizioni riguardanti i
ziere del Papa, esso persevererà nell' of- contratti di alienazione delle botteghe, pei*
fìzio anche nella sede vacante, e non ces- la celebrazione delle messe a'defuali del-
serà finché non siasi presentato all' uni- l' nniver.>ilà, degli annui premi detti ro-

versi là il nuovo credenziere sostituito io \ersi,per l'esposizione dei ss. Sagiameu-


UN I UNI 117
to in ogni veneidì, e per h\ festa (lelln pa- losllà, l'uno sotto Augusto e Tiberio, l'ai"

trona s. Eltiia, per la procedura colla ina- tro sotto Traiano. Il i.** ch'è pure il più
ilo regia a' moroFÌ delle tenui tasse. Per celebre, tenne a Roma pubblica scuola di
cjuesli fugaci cenni, io non posso rilevate ghiottoneria, e compose un trattalo sul-
il complesso de' vantaggi morali che ne la maniera d'aguzzare l'appetito, col ti-
provenivano, non solo a'componenli i'u- tolo: De giila irrìtanientis). Fuvvi una
niversil«^, ma al pibblico singolarmente. volta questione, se i cuochi e i cucinieri
Cuochi e Pasticcieri^ Coquonim tlPa- appartenessero ad un'arte o semplice mi-
sticcie.roriun Urbis Universitas, Socie- nistero servile; ma T. Livio definì, che i

tiìs. L' avvocato Martinetti a p. 4?^ del- medesimi appartenevano ad un' arte. 11
ia Dìceologia, ragionando de' cuochi e IMagri nella IVol.de*vocaboliecclesìasticif
cucinieri, osserva che essi non hanno orì- in quello (WArchimargiriis riconosce il so-
gine nel primo stato naturale del mon- prastante delle vettovaglie, anzi meglio si-

do, in cui il solo pane (ossia quello che Io gnificare il capo de' cuochi, rettificando
raj>presenfava),rerl)ee i frutti gusta vansi (piantosi legge /Vi vit. s. flncentii presbyt..
con frugalità da'primitivi uommi, come Piazza, 9, cap. 2: Della confrater-
Irat.

pateticamente descrisse Ovidio nti Fasti nita d'arte de* ss. Fincenzo e Anastasio
lib. 4> ed Ausonio medico di Valentinia- de Cuochi alla Regola, dichiara che ban-
no I e celebre poeta, in Mon. co'seguen- diti furono dal lusso e dalle morbidezze

li versi. Nec noslros reticebo cihos, quos da Roma entrale a dominare dopo la
,

priiniis habet mos-Irritanicnlunì ^ quibiis I. "vittoria dell'Asia, secoli di Saturno


i

addatur aequoruni sai- OH ni comnumis quando per grande felicità della repub-
pecori cibus, atqiie honiini, glans. Gli uo- blica regnavano la parsimonia, la sem-
mini riuniti in società e divenuti agiati, plicità e la frugalità contenta del natura-
cercarono per primo lusso l'aumento del le prodotto della natura , e cavato colla
gusto del palalo, quindi i Pi anzi, le Ce- propria industria di mela e ghiande; nac-
ne, Conviti j
ì Banchetti (f^.), cuochi
i i que la necessità dell'arte della cucina e
ed cucinieri. Narra Aleneoj Deipnosoph.
i crebbe a tanta stima, che se ne fondaro-
lib. 12, e. i5, per bocca d'hlomeneo, che no pubbliche accademie e magisteri. Sì
Ippa ed Ipparco furono primi ad inven- i arrivò a tanta delicatezza e dispendio de'
tarci conviti e stabilire cucinieri. Questo i cibi, che fece dire a Ugo di s. Vittore, es-
lusso così favorito dal palalo, fece immen- sere divenuto il il Dio de-
ventre umano
si progressi per tulio il mondo,dimodoché gli uomini, ed ingegnosamente si rese pro-
come contarono 7 savi nella (irecia ,
si diga la gola di cibi squisiti e di s[)ecula-
così si tramandarono
alla posterità i no- tive invenzioni bucoliche. Nondimenodi-
mi di 7 cuochi insigni, cioè Agete, Nereo, venuta V arte necessaria non meno nel
Chio, Caniide, Lamprio, Afotoneto e Eu- palazzo de'grandi, che nelle case religio-
timio. Tra'romani fu celebre Apicio, se- se ed ecclesiastiche si volle poi manife-
,

condo Floro, poiché sembrò superare la stare con diversi esercizi di cristiana pie-
sapienza di que'7 della Grecia, e da lui tà, egualmente sollecita della salute spi-
vollero chiamarsi Apinici coloroche si de- rituale come della corporale. Poteva ri-

dicavano all'arte coquinaria, e che forse cordare il salutare freno posto dalla mo-
registravano la loro patente presso il fu- rale astinenza della Chiesa col Diginno^
moso collegio de'7 Epuloni (di questi sa- nelle Vigilie, nelle Tempora^ nella Qua-
cerdoli idolatri , che presiedevano a'con- resima e neir Awento (f\)', le mirabili
viti de'numi, riparlai nei voi. LX,p. i3o. astinenze e Penitenze de' servi di Dio, e
Veramente quanto ad Apicio si cono- di tanti Solitari e Religiosi. De' famosi
scono duQ romani faino!)i per la loco go* sibariti; tanto rinomati pel ra(Iìnatogu<
ii8 UNI UNI
sto a'piacei i e per gli eccessi di loro mei- cina pontificia; dello Spenditore segàeto
Jezzn, che proponevano premi a'cucinie- del Papa, e prima era vi pure il sotto-
ri, r quali avessero inventate le più squi- spenditore, e che al detto uffiziale spetta
site pietanze, flecrelando corone d'oro a veramente l'acquisto di tuttociò che ser-
coloro che davano i più sontuosi e deli- ve alla pontificia mensa; sebbene ancora
cati banchetti, riparlai nel voi. LXXXI, esista lo Spenditore dopo il pontificato
y

p. 473. Nel voi. XXllI, p.i4o, co'lrat- di Pio VII cominciò a spendere il cuoco
tali delle chiese e delle opere piedi Roma e l'eseguisce tuttora), n'è sempre priore,
raccontai, che nel i5r3 l'arte de'cuochi Che ne confermarono glistatnti Paolo V,
del Papa e della Famiglia de' Cardina- Benedetto XI V e Clemente XIII. E final-
li^ de' Prelati {l^.),de§}\ ambasciatori, de* mente che il sodalizio ammise in detta
[ìrincipi e di altri, non che i pasticcieri sua chiesa la confraternita del Sagro CuO'
massime bottegai, di 3 nazioni, ad uno di re di Gesù (della qual divozione riparlo
ciascuna venendo poi conferiti i primari nel paragrafo Marinari)yg\{\ esistente in
uffizi, eressero la confraternita sotto l'in- s.Salvatore in Campo, ora chiesa della
vocazione della Annunziata in una cap-
ss. congregazione del preziosissimo Sangue
pella della Chiesa di s. Luigi de'france- di Gesti Cristo, nel quale articolo ciò ri-

si (della quale meglio nel voi. XXVI, p. cordando è errato il numero del voi.
226), donde pel cuoco segreto di Paolo XXXIII, deve direXXIlI. A'22 gennaio
HI e per l'affezione al sodalizio del par- i cuochi celebrano la festa de'ss. martiri
roco della chiesa de'ss. Vincenzo e Ana- Fincenzo spagnuolo diacono e Anasla'
stasio martiri del rione Regola, in essa vi sio monaco persiano, oltre quella della
passò e acquistò Wjitsò'ì nominare il cu- ss.Annunziata a'25 marzo, ed il Piazza
ralo. Nel descriverla dissi, che essendo ro- neir Emerologio ricorda la divotissiraa
vinosa i cuochi la restaurarono, ponendo immagine del ss. Salvatore, d* eccellente
sulla porla l' iscrizione che riporta B'a- pennello, che venerasi in detta chiesa.
V Ui' Ci j Della confraternita della ss. An- Droghieri. F. ^\ paragrafo Mercanti
nunziata dell'arte de' Cuochi, con queste in quest'articolo.
parole. Hoc Templum velustate colla- Falegnami, Societas alque Uni^'ersi-
psuvi Cocorum Urbis Societas restaura- ias Carpentariornni de Urbe, Collegio
vii. Io vi ho letta scolpita in marmo sulla fratruni Tignariorum seu Lignariorwn.
porta : Ecclesia parochialis ss. Vincen- Osserva il Martinetti, Diceologia, p.4Bo,
et Anastasii Sovietatis Coquorum
tii et che le arti manuali de' falegnami, ferrar»
Pasticcierorum de Urbe. Che inoltre vi e muratori sono antiche quanto la razza
edificò contiguo alla chiesa l'oratorio, e di Tubal-Cain (figlio di Lamech, il quale
dell'opere di cristiana pietà che ivi eserci- nacque da Mathusael, che nato da Enoch
tano i confrati, dispensando alle loro figlie della stirpe di Selh nell'anno del mondo
zitelle annue dotazioni, aiutando disoc- i
687, visse più di tutti gli uomini, cioè
cupati e gl'infermi, e suffragando idefuo- 969 anni, morendo 4 anni dopo il dilu-
1

li. Nel mercoledì santo si recano proces- vio, dal quale scampò nell'arca dell'altro
sionalmenle alla visita della basilica di s. suo figlio Noè: Lamech dicesi pelr.°aver

Pietro. Che il cuoco segreto del Papa (di sposato due donne, e fu cosi l'autore del-
cui e suoi subalterni sotto-cuoco e aiu- la poligamia. La s. Scrittura di Tubal-
Famiglia pontificia, di-
tanti, ragionai a Cam fa l'inventore e il maestro del mo-

cendo pure quanto riguarda il cuoco e do di lavorare e di battere il ferro a caU


altri addetti alla foresteria palatina, co- do, e di fare ogni sorla d'opere in bron-
me dello Scalco, ove parlai nuovamente zo), la città di Enochia (fabbricata da
deji'arci-cuoco e del soprastante alla cu- Caino piimogcpito d* Adamo, in onore
U N l UNl 119
del suo figlio Enocli, diverso da Enócli sero a prolettore e avvocato il santo pa-
iiglio di Jaied, che vivente fu trasporta. triarca. Ne' luoghi ricordati nel voi.

to nel Paradiso terrestre, ove vive con LXin, p. 109 (però quanto alla p. iGi
Elia, destinali in tempo dell' Anticrisi o del voi. XLVll si deve leggere 159), an-
die li f<«rà morire, a predicar la peniten- dai narrando col Fanucci, Piazza, Pan-
za Enocli a' gentili , ed Elia agli ebrei), ciroli, Cancellieri, Nibby e altri scrittori

l'arca di Noè, e gli abituri o capanne de' dell'antichità di Roma pagana, delle chie-
pastori. Senza queste tre arti non potreb- se e dell'opere pie di Roma cristiana (nel
be sussistere né il formale della società, seguente generico e breve riepilogo, non
né la stessa pubblica salute. Chiamaron- risparmierò qualche lieve o giunta o ret-
si tra' romani fabri Ugnarii. clasncala- tificazione, risultato di accurati studi ul-
lii o ferrarli, e niurarii. Gli artisti più teriori): che nel 1 539 Paolo III eresse in

pratici di questi mestieri, attesa la loro confraternita,conregoIee statuti, una pia


iitilità € necessità, si onorano col titolo di congregazione nel 1 525» istituita dagli e-
tìiaeslriiVarlf^ tanto nel sagro lesto quan- sercenti ogni sorta di lavorazione iu le-
to nella legge civile. Nelle legioni roma- gno , ed anco muratori cioè classificali ,

ne essemlovi maestri legnaiuoli e di fare in 22 corpi d'arte, in cui erano ammesse


« carri, di terrari, di fabbricatori di stan- ogni celo (li persone, massime artisti che
ze di legno , di macchine, di torri di le- lavoravano in legno, poi vieppiù privile-
gno, capo il Prefetto (f^.) de'fìib-
i>*€ra giata da altri Papi, e da Gregorio XIII
lui. Chiamasi poi maestro falegname,y?z- elevata ad A rciconfratenàia di s. Giu-
ber tignarius o lignarius, non solo quel- seppe. Che si compose successivamente
lo che fabbrica il raobihare e il corredo non solo di falegnami, ma eziandio de'
degli edifizi, ma quello ancora che edifi- mercanti di legnami, de' tornitori, inta-
ca case di legno. De' luoghi producenli gliatori, ebanisti, facocclii, cassaroli, sca-
legname da lavoro d' ogni sorta parlai tolari, barilari, bottari, tinozzari, segato-

ne' relativi articoli; così di tutto quanto ri, bastar!, fabarchc, famole, fatamburi,
produce i' arte. 11 Piazza , Eusevologio, facasse d'archibugi, sediàri,catinari, zoc-
Dell' arciconfraternita dis. Giuseppe de* colari, foriuari, mantaciari, leulari, cen«-
falegnami^ dice gloria segnalatissima di balari, in una parola d'ogni artefice lavo-
quest'arte, perchè l'esercitò (di sopra ri- rante il legno. Noterò che il Bernardini
portai l'opinione di s. Giustino che fosse nella Descrizione de' Rioni di Roma , pub-
fabbro di ferro, ma la comune è di fale- blicata nel 1744» dice che l'università a-
gname, secondo il Vangelo) il glorioso s. vea la chiesa di s. Pietro in Carcere, sot-
Giuseppe sposo di Maria Vergine, padre to quella di s. Giuseppe. Molte di tali ar-
putativo, custode e aio di Gesù Cristo, il ti si unirono al sodalizio a' 2 3 gennaio
quale si vuole che si abbassasse auch'egli 1602, essendosi diviso da' muratori co'
ad esercitarla negli anni che precederono quali era unito sin dali 525 nella chiesa
)a sua divina predicazione (si può vedere di s. Gregorio a Llipetta,a spese comuni
il Menochio, iS'^wo/e, cent. S.'jcap. 24
p. - fabbricata, come alierma anco Cancellie-
Qital arte meccanica esercitasse s. Gio- ri , Notizie del Carcere Tulliano detto
seffoy Cristo Signor Nostro, e s. Pao- poi ManieriniOy contro la quale ultima o-
lo apostolo. Dice esser comune opinio- pinione e che il carcere Mauierlino è di-
ne che s. Giuseppe esercitasse l'arte del verso dal Tulliano, scrisse l'Adami, Ri-
legnaiuolo, che Gesù Cristo attendesse cerche intorno al sito preciso del carce-
con lui all'arte fabbrile, il che altri esclu- re Tulliano; (juestione che toccai anco
dono, e che san Paolo lavorasse padi- nel voi. LXXIII , p. 309. Quanto alle
glioni di pelli); onde i faleguutni elc6- contigue scale Gemooie, ove si geltuvano
ilo UNI '
UN f

i cadaveri de^ei, dissi altre parole neì voi. ta la detta chieda si pubblicò: Brevi cen-
JLXIV, p. I 3i. Faniiccì poi che neh 60 r ni storici intorno rt'4 altari soprapposti
pid)I)licò y Opere pie di Roma , p. 898, sul Carcere Maniertino e Tulliano e del-
Della ronfralcrnila di s. Giuseppe del- la nuova cappella del ss. Crocefisso, Ro- m
l'arie de' Falegnami, a p. 899 dice che ma 853. Sebbene
1 per ordi ne cronologi- ^
do certo tempo in cpia falegnami lavo- i co di erezione si descrivino 1
."*
l' altare
ratori di legname avenno ristretta l'uni Mamerlino, 2.° il Tulliano, 3.° 1' altare
versila alle loro arti soltanto; al sodalizio maggiore del tempio di s. Giuseppe, 4*'
ascrivendosi pure le loro sorelle e figlie, l'altare e nuova cappella del ss. Croce-
«jnali consorelle. Il Piazza nel trat.9, cap. fìsso ; tuttavia e come vedesi nel disegno
32, nnrra,chei garzoni de'falegnami,seb- posto in fronte a detto opuscola, per or-
Lene uniti e aggregati all' arciconfrater- dine verticale il più sotterraneo altare
ììita di s. Giuseppe, nondimeno aveano della custodia Tidliana è sovrastato da
stabilito nella domenica fra I'8/ dell'As- quello della pursotterranea custodia Ma-
snnzione, di fare un* oblazione di cera e mertina, e quest'ultimo ha sopra l'altare
di denaro, ornando l'altare con nobile ap- del ss. Crocefisso, che corrisponde sotto
parato. L' arciconfrnlernita fiorì tra le all'altare maggiore del tempio di s. Giu-
principali università , e tuttora fiorisce seppe sovrastante a tutti. Di conseguen-
con decoro e numerosa cpjai sodalizio. za per ordine di ascensione di suolo il i.**

Ad es^o Papi nel confermare gli statuti


i altare è quello del carcere Tulliano , il

concessero de'privilegi, fra'tpiali di libe- 2." quello del Maroertino, il 3." quello del
rare nella vigilia di §. Giuseppe un con- ss. Crocefisso, il 4" del tempio di
l'^l^aJ'e

dannato alla piigione in vita. Fanucci e s. Giuseppe. Così il complesso degli an-
Piazza descrivono le opere di pietà e be- tichi e moderno edifizio è più di palmi
lìefìcenzaesercilateda'confrali, ancheco' 128, e copiprende le 4 chiese. Imperoc-
loro poveri e infermi, e colle oneste don- ché si considera per lai. "chiesa V altare
zelle figlie dell'arte con dotazioni di scu- eretto nel i." e più antico Carcere di Ro-
(di 25 e una veste di panno turchino, ch'è pia chiamato Mamertino, colle iromagi?
il colore de'sacchi de'confrati. Egualmen- ni de'ss. Pietro e Paolo entro una ferra-
te desciissi la bellissima chiesa di s. Giu- la per indicare la prigionia che vi subiro-
seppe o di s. Pietro in Carcere, e il conti- no per volere di Nerone per più di 9 me-
guo nobilissimo e vasto oratorio nel lato si. Secondo il Piazza, Emerologio di Ro'

settentrionale, da'confrati eretti alle ra- ma, in questo carcere vi fu pure prima
dici delCampidoglio in un angolo della del martirio Papa s. Sisto II nel 260. A
Piazza dìCampo /'^Vrccmo.Che presso l'o- sinistra dell'altare è la pietra nella quale
rntorip apj'\ l'esistente scuola di disegno, secondo la tradizione s. Pietro spmto da*
della quale pure parlai, pe^ figli e nipoti birri battè il capo e vi lasciò prodigio-
de'confrati a vantasrqio dell'arte. Narrai samente l'impronta. Il carcere Mamer-
in fine che andavasi a formare una 4-'' tino fu il r ."di Roma ed eretto dal suo 4-°
chiesa nel luogo frequentatissimo ove si re Anco Marzio, mentre sino alla sua e-
venera l'antichissima e prodigiosa imma- lezione avvenuta l'annoi r4 di Roma non
gine del ss. Crocefisso scolpita in legno, vierano statealtre prigioni. Fu detto Ma-
di cui se ne ignora la provenienza, fin al- mertino dal vicino Foro di Marte situato
lora esistente sopra la porta della prigio- nel Vico Mameitino da qualche fimiglia
ne Mamertina, cioè dall'epoca delle ces- omonima così chiaointo, p dal re Marzio,
sate Persecuzioni della Chiesa^ come si '17rt!/7/«y, suo fondatore; ovvero dal pros-
crede; ed essa in aggiunta alle 3 chiese sitno vicolo Marforio, così detto dall'an-
preesistenti e ui^a sopra l'altra. Fprma- tica e famosa statua di tal nome, descrii::
UNI UNI 121
la nel voi. L, p. 3oi e aldove, die rael- Iato edificò pure i' attuale aliare di mar-
levu ni foro e Tempio di Marie Ultore mo, come si legge nell'iscrizione marmo-
(/'.). E composto di massi eli pietra lu- rea eretta dal sodalizio neli84'2. Grego-
fa o vulcanica riuniti senza cemento, Fu lio Xltl concesse all'altare la liberazione
restaurato da' consoli Caio Vibio, Vale- d'un'anima dal purgatorio celebrandovi-
rio Rutìno, e Marco Cocceio Nerva d'or- si la messa ; e Benedetto XMI lo consa^

dine del senato sotto Augusto, \ii anni grò a* IO novembre 1726. Pertanto ri-
ovanti l'era conente. Il 2.° altare per or- porta il n." 44^ *^^^ Diario di Roma del
1

dine di edificazione è nel Carcere Tullia- 1726." Avendo mg.' Gamberucci arci-
no, al quale si discende pel J\Jamertino, vescovo d'Amasia esposte nel giorno di sa-
e così nomato per avere Servio Tullio bato, nelle Carceri Mamertine (più scrit-
6." re di Roma, aggiunto all'altro carce- tori e più monumenti amalgamarono i

re questa stanza sotterranea, e così fornir- nomi delle due carceri, chiamandole o
lo d' un'orrida segreta, alla quale si co- Mamertine o Tulliane, e perciò facilmen-
municava per un forame nel pavimento te si attribuirono alle une le memorie del-
dell. "carcere, onde calarvi rei per mez- i le altre), sotto la chiesa di s. Giuseppe
2.0 di corde : l'angusta scaletta tu poste- de'falegnami, le reliquie de' ss. Chiaro e
jiormente incavata nel tufo. Nel carcere Onorato martiri per le solite vigilie. II

Tulliano furono gitlali e uccisi que' per- gioino seguente di domenica , la Santità
sonaggi idolatri e que'sanli che lo resero di N. S. Benedetto XIII lecollocò nell'al-
famoso, e ricordati ne'luoglii suindicati. tare dedicalo a'ss, apostoli Pietro e Pao-
Qui solo ripeterò die vi morirono, di fa- lo, che consagrò, esistente nellestesseCar-
me Giiigurta re di Ntimidia; strangola- ceri Mamertine (poiché veramente il car-
ti Lentulo, Cetego e altri complici della cere Tulliano fu aggiunto al Mamerti-
congiura di Calilina, d'ordine di Cicero- no), sotto delta chiesa". Da una lapide
ne; vi fu ucciso Seiano per comando di posta all' esterno dell'antico edifizio su-
Tiberio , e Simone figlio di Gioras capo periore AaW Archiconfralernitatis s. Jo*
degli ebrei e fatto prigione da Tito. Ivi sephi Carpentariorum, si rilevano le ri-

pure furono imprigionali iss.lMetroePao- cordate epoche nella quale fu consagrata


si conserva con venerazione la colon-
lo, e in chiesa l'intera fibbrica, e si dice il car*;

na a cui furono ledati e il miracoloso , cere Ma merli noUniverso terraruni Or-


fonte coll'acqua del quale s. Pietro bat- be celeberrininm. Il 3.° altare perpendi-
tezzò Processo e Dlartiniano custo-
i ss. colare, innanzi l' aggiunto del ss. Croce-
di del carcere con altri 47 gentili conver- fisso, era ed è il maggiore del tempio di
titi, i quali lutti furono poi martirizzati. s. Giuseppe. Conviene che anco qui ram-
Fu pure luogo di carcere terribile per al- menti, essere il santuario del carcere Ma-
tri santi, die egualmente nominni, e se- mertino e Tulliano, dello di s. Pietro in
condo altri anclie del suddetto s. Sisto il. Carcere, già custodito da'sacerdoli della
L'intera fabbrica fu da Papa s. Silvestro vicina chiesa di s.Martina,che descrissi nel
I ridotta e consagrata a chiesa o oratorio, voi. LXllI, p. 5f, quando nel 540 l'ot- I

ad istanza dell'imperatóre Costantino ; 1 tenne la com^Dagnia di 3o falegnami fon-^

dissi pure dell' altare ivi eretto e che fu datori della medesima. Ufficiò il sodali-
il 2.°, e nel quale si scorge un bellissimo zio in una chiesa di legno formata sul
bassorilievo di bronzo doralo, dono del ma nel 1598 vi edificaro-.
carcere stesso,
vescovo di Nancy e 7^o«/(/'.)Forbin Jan- no in onore Jel patrono s. Giuseppe il
son, aggregalo alla confraternita di s. Giu- nuovo tempio con disegno di (jiacomo
seppe, esprimente s. Pietro die battezza della Porta, ovvero di (iio. Battista Mon^
i s^. Processo e Mai liuiano, il quale pre- l^i^i iuìImmcu', la cui forma Sf^u\ rauii««
U N I

mento del carcere e perciò quadrilatera, sotto la volta che sostiene il pavimento
e Io consagrò il rescovo Laurino Persio del sovrapposto tempio, ed ivi consagrar-
Caracciolo l'i r novembre i663; sodali- le una mensa per celebrare a'suoi piedi
zio, come notai, già divenuto arciconfra- la messa , ne adìdò la direzione artistica
ternila e università, i cui statuti approvò all'egregio architetto cav. Luigi Boldri-
Urbano Vili neli634, mentre sino dal ni. Egli ha decorato questa cappella o
1625 avea restaurato, /«^^c^o ss. Pelri chiesa d'8 colonne doriche d'ordine pe-
et Paulo Carcere, in della chiesa col- sto a base tronca e altrettanti pilastrini,
l'assistenza de' f^o tanti di Segnatura si ce- 4 de'quali servono d'ornamento alla nic-
lebra Cappella Prelatizia nel 6.° gior- chia e altare, e gli altri 4 ^H^ facciata di
no delt'S/de'ss. Pietro e Paolo[F.). Qui ricontro, facendo ricorrere sugli uni e le

noterò, che il cardinal Leonardo A.nto- altre una leggiera e ben ir»lesa cornice,
nelli protettore e visitatore apostolico la quale colle sottoposte colonne può gio-
dell'università, divotissiraode'ss. Aposto- vare di sostegno alle volte del tempio, ed
li, nel I
789 istituì in questa chiesa a sue adattandosi alla limitata altezza del vano
fpese la novena da premettersi alla loro fra il piano della volta del carcere Ma-

festa, nel modo riferito dal n." 5% del merlino e quella del pavimento del so-
Diario di Roma del 1 80 1 . Inoltre è una vrapposto tempio. Nel mezzo della volta
delle chiese in cui si fa l'annua solenne e- si un foro di comunicazione con
praticò
f posizione QuaranCore.Vo\c\\k veu-
delle tal pavimento, munendolo d'elegante in-
^o a parlare del 4'° recente altare, deb- ferriata, e nella parte superiore della fa-
)>o dire anzitutto, che nell' uscire dalia scia di marmo, che la racchiude, vi fu
porla grande del tempio, discesa la scala Perforatimi est anno
scolpita l'epigrafe;
« due branche, di fioiite alla medesima, i853 Ut inferius Sacelluni luceat ac
nel piano della strada per doppio ingres- ventiletur. A perpetua ricordanza della
so si entrava in i\n luogo dov'era prima sostituzione di tale nuova chiesa, all' an-
ima balaustra di legno dalla quale ora- gusto e incomodo sito o v'era no costretti
vasi innanzi la celebrata aulica e miraco- i fedeli pregare avanti il ss. Crocefisso, si

Josa immagine di Gesù Crocefisso, scolpi- pose una laj/ide a sinistra della porla d'in-
ta in legno e collocata entro armadio a gresso , come edificato nel pontificalo di
cristalli situato sulla detta portadella pri- Pio IX essendo protettore il cardinal Pie-
gione Mamertina, precisacnenle nel vano troUgo Spinola, daW Àrchisodalitas Fa-
che ora serve di accesso alla nuova cap- bruni Lignarioruni as. Josepho Dcipa-
pella, mediante un ponte ad angolo ret- raesponso. La conservazione del memo-
to sopra la scala del carcere a tal uopo rabile silo e quanto esiste d'antico in es-
necessariamente costrutto. Della prodi- so, si deve riconoscere dalla santificazio-
giosa immagine soltanto il Cancellieri a ne stessa del luogo, poiché se non vi fos-

p. 128 della citata opera riferisce la pia sero stati prigioni i principi degli Aposto-
Iradizioneche la dice ivi collocata da Pa- li e molti altri campioni della fede,o gia-
pa s. Silvestro I nel consagrare il luogo, cerebbe inosservato fra la terra, ovvero
in uno a nioltess. Reliquie, che la costan- si sarebbe cambiato d'aspetto per opera
te divozione de'romani non cessò mai fi- del tempo che tutto abbatte e consuma.
duciosamente di visitare con frequenza a IlGiornale di Roma del 853 co'n.i 242 1

tulle l'ore. INel i853 rarciconfraleruita e 252 diede contezza di parte del fin qui
de' falegnami nel piissimo divisamenlo narrato dicendo inoltre che V arcicon-
,

di rimuovere la veneratissima Immagine prima di collocare la ss. Im-


fra terni la

dalla facciata esterna del carcere, e collo- magine del Crocefisso al luogo di nuovo
carla iu area più vasta e decente , cioè con tanta industriosa eleganza costrutto
UN I UNI ia3
pe'iiì vini misteri, e die sino allora era sia* tà CaltoUcay serie i.', 4) P* 4 ^o, indi
I,

la teinporaneamenle esposta nel proprio benedicendo il popolo d'ogni grado e clas-


oratorio alla pubblica venera/ione, slalù- se a nome della ss. Trinità. Dopo di che
\ì di celebrare una festa solenne prece- il ss. Crocefisso fa portato nella sua pro-
duta ila un triduo. A tale elfelto con pom- pria chiesa, e cantato il Te Deuni, mg."^
pa magnifica e sontuosa , domenica Ci 3 Castellani sagrista die la benedizione col
ottobre 1 853 fu il ss. Crocefisso dal soda • ss. Sogramento. Terminata la funzione,
lizio portato processionalmente nell'am- il Papa accompagnato dal caidinal Pa-
pia chiesa di s.Carlo al Corso. 1 vi straor- trizi, dalla sua corte e dalla magistratura
dinaria fu la frequenza del popolo trai* romana, salì il Campidoglio,dalla cuial-
tovi a pregare e ad ascoltare la divina ttu'a ribenedisse paternamente il popolo
parola, predicala ad uso di missioni più aifollato nel Foro Romano, lasciando in
volte al giorno da'pp, gesuiti. Trattenu- tulli soavi e indimenticabili reminiscen-
ta la ss. Immagine 1 5 giorni in detta chie- ze, massime* in chi ebbe la ventura di u-

sa, per appagare la fervorosa pietà de* dire il suo discorso. Dipoi il Papa con-'
fedeli, domenica 6 novembre colla slessa cesse all'altare del ss. Crocefisso, nella ce-
solennità fu trionfalmente portata nella lebrazione d' ogni messa, la liberazioiia
nuova sua chiesa al carcere Mamertino, d'un' anima dal purgatorio. In esso ven-
e riuscì come l'altra commovente e am- ne poscia collocalo il ciborio per la cu-
mirabile, nuovainente in mezzo ad una stodia del ss. Sagramenlo, sovrastalo da

slerminata mollitudinedivola e plauden- piccolo baldacchino per le benedizioni,


te, per l'aumento di cullo reso ad uu sa- nelle divote pratiche inlrodotlevi.Dinlor-
gro simulacro d'universale venerazione, no alla chiesa vi furono posti i quadrelli
l'resero parte alla processione, oltre l'ar- della Fin si formò
Crucis, Ed a destra
ciconfraternila di s. Giuseppe , i sodalizi una decente cappella con altro altare e
de'ss. Ambrogio e Carlo della chiesa e- dove si venera una delle sagre Immagini
sponente, e di s. Eligio de' ferrari, ogni ch'erano prima laterali al santuario ove
specie di religiosi che in Roma hanno stava il ss. Crocefisso, cioè la B. Vergi-
chiostro, il collegio germanico-ungarico, ne Addolorata col divin Figlio morto, de-
laromana magistratura in grande forma- nominata Regina Marlyriim. Ivi purea
lità,molli prelati, e come nell* altra la comodo de' fedeli fu posto un confessio-
seguivano nobilissime romane consorel- nale. Neil 854 '•• Roma si pubblicaronoi
le del sodalizio, recitando divote preci. Cenni storici ile quattro altari sul car-
Anche in questa processione drappi e da- cere Tulliano e Mamertino, colla raccol-
maschi adornavano le finestre e vero- i ta di tutte le sagre funzioni praticate
che percor!»e. Giunta la ss.
ni delle vie nell' esportazione del ss. Crocefisso di
Immagine dinanzi alla sua chiesa, fu fatta Campo Vaccino in s. Carlo al Corsole
fermare la macchina che la sosteneva, ed nel ritorno di queW augusta Immagine
allora sul ripiano della scala a due bran- alla sua nuova chiesa sotto il tempio di
che, che sovrasta la medesima e mette alla s. Giuseppe sotto le radici di Campido-
porta maggiore del tempio, presentossi gliOy corredata della predica del regnan-
inaspettato, circondato dal cardinal Pa- te Pontefice j descritta e figurata co' suoi
trizi vicario di Roma, e dalla nobile sua allegali in fine.
corte, Papa Pio IX, che alla presenza
il Ferrar i, Universltas Fabrorum Urbis,
d'un immenso popolo il quale tosto si , Quanto all'antichità e origine dell'arte
compose a profondo silenzio disse elo- , nel pitragrafo precedente dissi parole che
quentemente brevi, ma edificanti, elFica- la riguardano. Delle principali miniere
ci e salutari parole, riportate dalla Civil' di ferro «de'suoi opiiìcii ragionai ove su<
1x4 ^"^^ UNI
no, come nei voi. LXXIV, p.iog.Trat- breve, dicono gli statuii che ninno po-
t'MK)fl<^l sodiilizio, il Fanucci, lilx 4) «-«P- teva esercitar alcun* arte delle comprese
3q, Ddln confraternita di s. Elisio dc^ in questa università, senza la patente, e
Fftrnri; ed il Piazzi» , Iraf. 9, cap. 2 5, questa concedersi previo esame della ca-
IH s. Él'g'o de Ferrari o CfiinvnriyJr- pacità di ciascun maestro padrone di
te i> rosso j Caldera ri Spada ri Ferra- , j bottega, con quelle modificazioni espres-
t orchi ^ Stagnari , F^errawecchi , Mare- se in questi statuti declaratorii. Tali di-
scalchi o Maniscalchi Preslacavalli o , sposizioni mediante articoli speciali pre-
lelturini, Chiodaroli a Instro rome a sì cipuamente riguardano gli aflìtlaiuoli
fuoco, Morsarij /4rchihugieri ^ La nei a ri delle bestie a vettura, i lavoratori e con-
f Botatori (il Bernardini che nota le i3 duttori delle medesime; i morsrUÌ,i fer-

univeisilà di cui si componeva cpiesta ravecchi, specialmente i ferravecchi va-


<:oi porazione, vi aggiunge, gli Stadera- gabondi o stracciaroli girovaghi , i bot-
ri, Coltellinari, Brachierari, Presta/er- tegai dovendo esser mmiili di patente de*
ri). Norrano che s. Andoeno vescovo di consoli dell'arte ; i chiavar! ed i vendi-
Roiieo, eoe (anco di s. Eligio vescovo di tori girovaghi; l'arte grossa, sotto la qua-
JVoyon, riferisce la celel)rità di questo suo le denominazione si compresero gli sta-

inliiDo amico e i molti miracoli da Dio derari (che nella più parte essendo un
operati a sua intercessione; e che quan- tempo innanzi il Palazzo Carpegna e vi-
do esercitava con eccellenza l'arte di fah- cino alla Chiesa di s. Eustachio, iWevono
Jho ferraio e di orefice, per questa e pel- nome alle due vie che tuttora lo ritenga-

le sue virtù era segno dell'universale ani- no, sebbene ivi non più n'esista alcuno), i

iiiirazione, che si dilluse pel cristianesi- ferracocchi, i ferravècchi; gli stagnari sia
mo, poiché essendo numerose le orli che dell'arte minuta che della grossa; gli ar-
pe' loro ministeri maneggiano il ferro, chibugieri facitori d'archibugi, terzaroli
j'iugento e 1' oro, tanto necessari ali' uso e altre armi da fuoco, non che i mercan-
luìiano (metalli di cui parlai in più luo- ti lanciari e spadari , e simili; i chioda-
ghi, come delle cose che formano con si roli a fuoco, distinguendosi da quelli a
fiisi), tutte lo presero per avvocato, onde lustro, e specificandosi le appartenenze di
ia divozione indicibilmente si propagò, f ciasciìna delle due arti; i cliio<laroIi a lu-

fabbri ferrari lo scelsero a patrono pe' stro con analoghe ordinazioni ; i vendi-
segnalali miracoli avvenuti nell'arte lo- tori d'animali cavallini, asinini, mulini a
ro nell'invocarlo, e da alcuni con guasto partito, cioè come si dice per un sacco
vocabolo fu chiamato s. Alò dalla voce d'ossa; gl'intagliatori di lime, i braghie-
francese Eloy, Riunitisi nella chiesa del j;ari; tulli dovendo essere patentati, pre-
suo nome, dopo essere stati un tempo «i- vi esami da farsi dagli esaminatori di cia-
nili agli Orefici ed a' Sella ri lino dal scuna arte, sia per vantaggio di questa
1 4^4) '"^' ' ^^^ formarono una numero- che del pubblico. Esistono in Roma la via
sa cotifiaternita con ben ordinate rego- de'Chiavari e il vicolo de'Chiodaroli nel
le e statuti, che approvati da Alessandro rione s. Eustachio, così denominati per-

\11I furono stampali in Roma nel 1690; chè anticamente quasi esclusivamente e-
Statuti deìrantica e nohil'arte de' Fer- rano pieni di botteghe di Chiavari , di
rari, ludi Clen»enle XI breve Mili-
col chiodaroliealtri lavoratori di ferro. Nel-
tantis Ecclesiae reginiini, de iS giugno l'oratorio contiguo alla chiesa, i conhalì
J7o:ì, Bull. Rorn. t, io, p, 35: Confìr- couìinciarono a recitar l'uHizio della Ma-
wanlur declarationes et additiones ad donna, a suffragare dopo aver-
i defunti,
Slatnta Universitalis Fabroruni Ferra- li visitati infermi, fatti curare dal medi-

VìQvmn d^ Vrh, lisspndp riportati ne) co e soccorsi se poveri, e accompagnati


UN I UNI 19^5

alla sepoltura co' loro sacelli turchini e non al "dicembre come la riporta iUNTar-
I.

coirefligie di s. Eligio sulla spaila. Stabi- lirologio romano, ma a'25 giugno. Pan-
lirono (Ioli alle loro oneste e bisognose zi- ciroli dice non saperne rendere ragioiie,
telle (li 25 scudi, e una veste di dello co* ma la trovo io rmW Emerologio à\ Piaz-
lore, e riceverono da'Papi privilegi e in- za, che riferisce in tal giorno celebrarsi
dulgenze; nel giovedì santo di recarsi pro- la traslazione d' un braccio di s. Eligio
cessionaluienle alla visita del s. Sepolcro, da Francia in questa chiesa, mandalo nel
nella cappella Paolina del palazzo Vali- 1620 da Noyon ove morì e si venerano
cano, ed alla contigua basilica. E come la maggior parte di sue reliquie. Dice Ve-

narrai di sopra, quando Pio VII nei 1801 nuti, che ili. "altare a sinistra espriuìe s.
soppresse l'università artistiche, per la Orsola dipinta da Giovanni Vannini, che
pubblica sicurezza tra le 3 che conser- al dire di Titi l'eseguì di I 2 anni e vi po-
vò, una fu questa de* ferrari, i quali in se il proprio ritratto. Nel seguente alta-
progresso di tempo non più compresero re è un Crocefisso colla B. Vergine e s.
nella loro università t ulti quelli che in o> Giovanni^ colorito da Scipione Gaetano.
rigine la composero. Quanto a'iavorato- Il quadro dell'altare maggiore rappre-

Spade '
ri di (/'.) o altre armi {\t Solda- senta la Madonna co'ss. Eligio, Giacomo
ti (^''.), dissi nel voi. XLV, p. i 14. t^be e Martino, opera di Giovanni Sicciolan-
gli armaiuoli, carradori, ferrari, poi veri- teda Sermonela, che dipinse anco la vol-
sti fecero parie della compagnia de'bom- ta, e dicesi pure 1' apside poi distrutte le

bardieri sollo la protezione di s. Bar- pitture. Il transito di s. Francesco d'Asi-


bara, delta quale già avea parlalo nel voi. si è di Terenzio d'Urbino. La B. Vergi-

X, p. ig5. De' vetturini, de' filtuiuoli de' ne col Cambino ed alcuni Santi nel qua-
cavalli, de'posliglioni, de' marescalchi o dro appiesso è del dello Vannini. Uno
iDaniscalchi che ferrano e medicano i ca- de'due altri altari è dedicatoa s. Antonio
valli, nozioni che li riguardano, ripuilai abbate. Trovo nel n." 26 delle Notizie
nel paragrafo Cocchieri. La chiesa di s. del giorno di, Fonia del 1847, che 1' u-
Eligio di questa università è nel rione Ri- niversità de' fabbro-ferrari , ripristinata
pa, vicino a quella dell'ospedale dellaCon- meglio dal regnante Pio IX, mentre a*
soluzione , a tempo del Panciroli delta 25 giugno col suo primicerio monsignor
anche di s. Alò alia fontana di s. Giorgio Giuseppe Angelini segretario della di-
o di Giulurna, nell'anlico Foro Piscario. sciplina regolare (canonico Valicano e
Prima era dedicala a'ss. Giacomo e Mar- ora luogotenente civile del Vicariato)^
tino , e Martinelli dice che la chiesa de* celebrava il vespero della solenne festa
Fahrorum Fcrrarioium fu già denomi- di s. Eligio, entrò inaspellataraente in
nala Jacohi de AUopasso^ forse per-
s. chiesa il medesimo Papa. Venerato il
chè appartenuta a quell'ordme equestre. ss. Sagramento, e divotamente baciato
Essendo cadente e semidirula, il sodali- il braccio del santo, passò nel contiguo
zio la riechllcò nel 1 563 e dedicò a s. fi- oratorio, ove benignamente ammise <«[

ligio, corjie si legge nell' iscrizione collo- bacio del piede gli ullìciali e fratelli, vol-

cata nel suo interiM) e riportata da Fa- gendo loro paterne parole di soddisfa-
nucci,ci)e narra essere venerata in essa zione e incoraggiamento; onde per per-
la cassa eolla quale fu portalo in Roma il petua men)oria di riconoscenza, il soda-
T^olto Sanie da s. Veronica, e lascialo lizio pose marmorea iscrizione i^taltan;)
per tesla mento a Papa Clemenle 1, se- .s. nell'oratorio stesso, riprodotta nelle No-
condo Piazza; ed oltre le feste degli anti- tizie. Considerandosi s. Antonio abbate
chi santi litolari, soiciincinente ctit biau- protettore del ben essere e hber«lore d»
do la festa del paUouu come gli Oicjìu, di>i^ruzie degli uniuiuli duUi telici, specUl-
ia6 UNI UN I

lìjenle i cavalli e olili da soma, e ciò per no a tali canonici, in cerne denaro)".
aver il santo mentre abitava il deserto Trovando l'università delie memorie che
avuti ossequiosi e ubbidienti lutti gli a- il braccio di s. Eligio lo possedevano i

niaiali iu uno alle (ìere; quindi essi si por. liciti canonici regolari, mentre ad essa
iano ornali, dal giorno della festa a* 17 prima apparteneva la suddetta chiesa, ora
gennaio per tutta l'S/, a benediie avanti delle caujoldolesi, lo reclamò, e il tribu-
la Antonio suU'Esquilino, già
chiesa di s. nale della R.ota le rese ragione però or-
;

de* Canonici regolari dì s. Antonio di dinando, the il braccio di s. Antonio ab-


Vienna monache Camaldo-
e ora delle bate che p(;ssedeva il sodalizio, come re-
lesi (P'.)^ le quali come nominati di- i liquia insigne si dasse alla chiesa litolare
spensano il Tau(V.) del santo. Di tulio de'canonici. Ma colla perdila del braccio
meglio riparlai altrove. E siccome s. An- di s. Antonio, cessò la prerogativa della
tonio è anco patrono del Fuoco (^.), pel benedizione de'cavalli e altri animali, ed
riferito pure in altri articoli (il p. Meno- invece passò alla chiesa di s. Antonio; so-
chio, Stuore^ cent. 1 1 .", traila nel e. 17 1 : lo permettendo i Papi al sodalizio di s.
Dell'uso degli antichi dì portare il fuo- Eligio di poter benedire i cavalli e altre
co avanti degl* imperatori e principi j bestie de'componenli l'università, che in
come simbolo della maestà di Dio e an- seguito non più ne profìuò. Ora essa com-
co della regia, per le proprietà sue di prende Chiavari, chiodaroli, morsa-
i i i

risplendere e bruciare, questa corrispon- ri ed altri ferrar!; ed annualmente nella


dente al punire, e l'altra alla maestà del chiesa si fa la solenne esposizione del ss.

principe che dee risplendere per virtù. Sagra mento in forma di Quarant'ore.
GTimperatori ed re pagani usarono la i Fornaciari ^ Universilas Fornacia-
ceremonia, anche per l'orgogliosa vanità rios y
fabricalores Calicuin Vitreoruin^
d'essere tenuti e venerati come Dui), la di etCrystallorumordinarioriim. Nel seco-
lui festa celebrasi ancora dalle università lo decorso i fornaciari fabbricatori de'
che usano di maneggiar ferro e altro e la- bicchieri, e altri vasi e lavori di Vtiro
vorarlo al fuoco, come da'ferrari nella lo- (/^.), o cristallo ordinario, avendo scelto
ro chiesa di s. Eligio. Anzi leggo nel Can- a protettore s. Antonio abbate e obbliga-
cellieri, Storia depossessiy p. 5 1 o, e pub- titi a celebrarne la festa, a vantaggio del
blicala nel 1802. » Nella chiesa di s. Eli- pubblico volendo eliminare dall'arte
gio de' ferrar! nel giorno della sua festa, quelli che pretendevano esercitarla sen-
quell'università ha il privilegio di tener- za la conveniente capacità , con pregiu-
vi per un' ora un sacerdote a benedire i dizio dell'arte stessa e del pubblico me-
cavalli che vi sono condotti. Narra il Va- desimo, pegli abusi e sconcerti che ne de-
lesio nel suo Diario^ che nel 1 700 marte- rivavano, si costituirono in università e
dì 7 gennaio, l'ambasciatore Cesareo per
1 formarono gli statuti che Clemente XIII
non mandare i suoi cavalli alla benedi- pubblicò nel breve di conferma Ad Pa-
zione de* pp. di s. Antonio francesi fece , storalis dignitatis fastigium, de' 5 mag-
celebrar la festa di lai sauto nella cappel- gio 17^9, Bull. Roni. cont. 1. 1, p. igS»:
la della ch'esa di s. Eligio de'ferrari, do- Quuni longa experientia eonsùterit, Ar-
ve mandò i trombetti, e da un sacerdo- tificibus Fabricatoribusó'ì bicchieri e cri-
te erano benedetti i cavalli che vi anda- stalli ordinari, ex libero hiij'us artis cui-
rono, sì dell'ambasciatore che di molli que exercitioj damna^ alque incomoda
particolari e dipendenti. Onde non poco obvenisse^ contra ipsius artis increnientay
sivenne a scemare il guadagno di delti unìversitaiem erigere^ et Statata conde-
pp. francesi della congregazioneViennese re duxerunt, quae ab Almae Urbis Se-
(cioè le oblazioni che pel santo si faceva- natore , el Conservaloiibus approbala.
UN I UNI \ij
Pofitificìae auclonlalis con firma lìonem le loro bolleghe. Pel manteuimento del-
liic oblintìit. Mediatile dumme rislilu- la cappella dell'università e dell'arie, fu-
7Ìone deiruuivei'silà, l'esercizio dell'arie rono lassati mensilmente i proprietari di
de' fornaciaii fabbiicotori di bicchieri e fornaci a bai. i o; i maestri e conciatovi del-
alili lavori di vetro e cristalli ordinari, fa le medesime a bai. 5 ; i serventi, sochi-
subordinalo a un ordine ed a leggi par- nanli , tizzatori e garzoni di botteghe a
ticolari, perchè il pubblico tosse meglio bai. 2 e mezzo. A'morosi si dovea proce-
servilo e per decoro di Ronia. Prima il dere colla mano regia. A tulli i nomina-
celo dell'arie conlribuiva airornamento li maestri e operai furono assegnate re-
della via percorsa dal Papa nel suo pos- gole ne'passaggi da una fornace all'altra.
sesso colle altre università artistiche, co- Le altre disposizioni riguardano l'accet-

me trovo praticato per quello d'iunoceu- tazione degli uffizi , r applicazione delle
70 XIII nel I 721, ma senza essere legal- pene, il nolaro segretario dell' universi-
mente costituita in corporazione. Per l'os- tà, la validità delle congregazioni, l' ar-
servanza degli statuti ,
governo e reggi- chivio, l'osservanza degli statuii; e che le

mento dell'università, furono eletti a su- congregazioni e adunanze non potessero


periori dell'università, un annuo conso- aver luogo senza licenza de'Conservato-
lecapo e direttore della medesima , un ri delSenato di Roma e senza l'interven-
camerlengo per la cura delle rendile e to d'uno de Fedeli [F'.) del medesimo, a
proventi, l'infermiere per vi-«ilare gl'in- tenore degli Statuti di Roma, lib. 3, cap.
fermi, il sindaco per rivedere i conti. Si 44 perchè nulla operassero contro di
>

ordinarono le congregazioni e le adunan- questi, a danno e detrimento della repub-


ze per trattare gli affari spettanti oH'uni- blica, monopoliaque non contineant.
versilà e per l'imposizione delle lasse. Fu Fornari, Universitas Panetarioruni
imposto a lutti i proprietari di fornaci a- seu FurnarioruìUy Artis Pìstoruni Ur-
perle, ed esercitanti l'arte, di prender la bis. Due università ebbe Roma di forna-

patente con pagare scudi 4, e allrellanto ri e insieme sodalizi, i fornari italiani e i

a quelli che poi aprissero fornaci, però ca- fornari tedeschi, de'quali sussistono i so-
paci dell'arte e idonei; le fornaci doven- dalizi e le chiese, dopo che Pio VII ema-
do fia loro essere almeno distanti 3oo nale leggi sull'/^«/2onrt eJgricottnra^[iev
canne, e composte di 4 vasi e non tener introdurre il commercio liberò nel 1 80 i

meno di libbre 600 con 8 mae-


di vetro, abolì tutte l'università; disposizioni di cui
stri per fornace, facendosi eccezione per Irallai superiormente. Prima parlerò di
l'esistenle fornace di Scandriglia nella Sa- quello degl'italiani, poi dell'altro de' te-
bina^ pel privilegio che avea di fabbrica- desclii; per ultimo dirò del sodalizio de*
re i vetrami in tutto. I trasporti delle for- garzoni fornari fiorentini. Innanzi tulio
naci, per cause legittime, doversi procu- accennerò alcune erudizioni dell' arie.
rare in luoghi meno dannosi all' altre. L'avv.'' Martinetti, Diccologùr^ p. 474»
Venne ordinato che qualunque spaccia- dice che i fornari si chiamano pistorts in
tore di vetrami, ossiano collalari di cam- Ialino, dal verbo /?»'/2<^e/e, pislare, poiché
pagna, non potessero vender bicchieri e pislavano il grano ne'niortai, prima del-
altri lavori di vetro e cristallo ordinario, l'uso delle mole. Riferisce Servio, Enei-
fabbricali in Roma, senza l)olleHino d'au- de^ì^i^i. « Presso i nostri maggiori nou
torizzazione del console. Fu fatta la ri- si usavano le orole, si bruscavano i grani,
partizione de'rivenditori e collalari onde e posti entro pili di pietra si pestavano,
provvedersi de'vetri in botteghe assegna- ed era questa una specie di molitura, e
te e fornite dalle loro fornaci. A'rivendi- perciò liirono delti pestalori que' chia-
tori fu ingiunto prender la patente per mali ordinariamente /^/j/ort'j". Il Mon-
128 UNI U N I

gez Dizionario universale (V antichità


, Prefetto di Poma (F.), il quale per sor-
rammenta che tale operazione pistoiia vegliarli ricevea ogni giorno da ciascun
facevasi presso ciascun particolaiefìnoal- fornaro 6 pani, perciò nelle monete che
l'anno 58o eli Ron»a, in cui ivi si stabi- coniava eranoscolpiti. Vegliava sulTùb-
Jiiono i pubblici fornaii. Essi formavano bondanza, buona qualità e prezzo di tut-
un corpo sotto la direzione del prefetto te le vettovaglie. Il Piazza nel trai. 9, cap.
de' viveri incaricato di vegliare al buon 1 : Della Madonna
di Loreto de' Forna-
ojdine sul pane, corrispondente al nostro ri a Colonna Traiana, osserva che il ne-
posteriore prefetto o presidente dell'an- cessario mestiere de' fornari, secondo le
nona. Vi era anche un corpo particolare superstiziose dicerie de' poeti, ebbe prin-
di quelli che chiamavansi pistores siligi- cipio da Cerere, a cui attribuiscono il ri-

H^r/V, da'quali si trovava il pane più fino trovamento del frumento e l'at te di ma-
ed eccellente. Infatti presso il Muratori, cinarlo e fare il pane, al che allude Mar-
Jscrìz.'3o^, 3j trovasi indicato/?'s/or can- ziale lodando il pane della Marca di far-
ài dariiis^ forse de genere siliginario^ ed ro macinalo. Soggiunge però che la più
esso crede che questo fornaio fabbricasse vera opinione è, che l'uso del forno fu tro-
soltanto pane bianco e manipolato me-
il vato da Anno egizio; che setacci di se- i

glio pe'ricchijil quale appellavasi da Quin- tole di cavalli è invenzione de'francesi, e


tiliano, VI, e. 3,panis candidariusj poi- i buratti ofrulloni per la farina degli spa-
ché il mondo è stalo seujpre lo stesso per gnuoli, al diredi Plinio. Arte indispen-
l'agiatezza de'ricchi sopra i poveri, dicen- sabile e degua di pubblica lode, come di
do 9, 1 4* <^^io pancproceres, alio
Plinio, 1 pubblico biasimo se viene alterata, come
vtdgus vivebat. Si può vedere il lib. i i del perniciosa all'economìa calla sanità. Vis-
CodeXy\\i. De Pistoribus. Il nome di^òr- suta Roma molto tempo con macinar il
naio si diede allo slesso Giove e gli si grano con mole girate a braccio, e col
drizzò un tempio, allorché Pioma essen- cuocere sotto le ceneri il pane senza lie-
do assediata da'galli, questo nume, come vito, introdotto poi l'uso de' molioi, per
dicesi, consigliò di ridurre in pane lutta gratamemoria si celebrò in un giorno di
quella farina che si ritrovavano avere gli maggio con ridicole ceremonie il benefi-
assediali, e gittarlo nel campo nemico per cio, correndo i fanciulli e la plebe con
mostrare abbondanza. I galli di falli tol- gran festa dietro a'somari adornati di na-
sero l'assedio. Anticamente nel foro ro- stri e di feltuccie, carichi di pagnotte per
mano eravi il tempio e la statua di Mar- tulle le contrade di Roma , al riferire di

te , che i fornari gentili veneravano per Rpsino, Antichità romane^ hb. 4- Sensa-
loro Dio. 11 censore Fulvio verso il SyS to fu il dello sagace di Catone, per tene-
di Roma fece il Foro Pislorio, formato re in freno e contento un popolo nume-
d'un' area quadrilunga, cinto di portici, roso, che Piazza pretende di sette milioni,
Porta Trigemina, principal-
fuori della convenirgli dare pane e giuochi, Paneni
mente destinato al traffico delle farine, et Circenses (di questi avendone riparla-
che poscia Traiano sottopose al collegio lo a Teatro, a Terme: quanto al pane,
de'foroai, con magazzini e granai detti in più luoghi dissi che nel l'aulica Roma
Piorrea, presso il Tevere per lo scarico \ donativi e largizioni di grano e di pane
delle granaglie. Pare che già prima del al popolo influivano grandemente in tut-
Foro ivi fosse il mercato de'grani, per la ti i pubblici affari; e sovente 1' elezione
prossimità dello sbarco de'vascelli che ri- d'un magistrato e rinnalzainenlo all'im-
montavano j| fiume. Nell'antica Roma pero stesso dipendevano da così malin-
e sotto i Papi, i fornari erano soggetti al tese generosità, fonti di turbolenze e di
Prefetto (/'.) dell' annona , ed anco al discordie.Altrorcgalochefdcevauoijrim-
UNI UNI 129
pelatoli al popolo si chiaaiò CongiariOy tiarunt eornnideni pislorum. Ma questo
e coiisistevu nella disti ìbuzione eli grano, amore di Sisto V pe'fornari,si convertii
vino, olio e anche deiuuo j piopriaraen- in rigore contro chi si abusò di sua pio*
le i/onati\'0 si disse quello che faceva- fessione, come praticò con uno che aven-
si a' soldati. Si può vedere il voi. LV, do per iniqua cupidigia mescolato cene-
p. 7 e 8). Giù in diversi luoghi leiuii pro- re nella farina ,
gli fu decretata la tnor-
posito dell' Agricoltura^ come di sopra te,dopola qtialeil Papa fece liberar quan-
al suo paragrafo, AéV Annona e Gra- ti si trovavano carcerali per debiti, ch'e-
scia (/^^.), Tribunali di Roma (^.), del- gli soddisfece di suo peculio, del quale
l'arte di fare il Pane (f'.), introdotta in inoltre die a'medesimi per ripartasi fra
Roma nel 58o di sua fondazione, ed a tutti 600 scudi d'oro. Paolo Va vantag-
PorlaMaggiorefF'.J, nel reslaurarlaGre- gio de' poveri istituì il Luogo di monte
gorio XVI, si trovò il celebre monumen- della Farina , spese 800,000 scudi per
to marmoreo del fornaro, in cui si rap- l'abbondanza, e fece aprire per suo con-
presentano i diversi usi della panificazio- to diversi forni, per sopperire alla mali-
ne: tutto questo ricordai ancora nel voi. zia de'fornari. Senza dire d'altri, pelnar*
LXXV, p. 12 dicendo delle mole de'
1 , rato alle biografie riferendo le loro vigi-
mulini sul Tevere per macinare il grano. li provvidenze per prevenire o per pro-
A' luoghi loro trattai delle provvidenze curare l'abbondanza nelle carestie di gra-
prese da* Papi sul pane e sui fornari , e no , si ponno vedere i citati articoli , e
qui ne ricorderò alcune. Leone X ordi- mg.' Nicolai, Memorie ^ leggi e osserva-
nò che fornari di Roma nell' esigere il
i Campagne e sulC Annona di
zioni sulle
pagamento del pane somministrato, fos- Roma^ massime negli articoli fornari,
sero anteposti a qualsivoglia altro credi- fornif granOf granturco, granai, gra-
tore, e che nelle loro cause potessero i scieriy commissari^ misure^pesi, contri^
giudici procedere con mano regia. Altret- buzionej ed il libro, TJiesaurus artis Pi'
tanto comandò Giulio III col breve Cam sloriae sive privilegia Pistorihus almae
sicut nobisy de' 2 dicembre 1 552, Bull. Urbis concessa, Romaei635. Il fornaio
Roni, t. 4j pai'. I P' 3oo: Jurisdiclio Coti-
j del Papa odi palazzo apparteneva alla
suluni Arlis Pislorum alniae Urbis^ co- Famiglia pontificia ( V.)^ quando nel P^-
gnoscendi causas, et differentias ipsani lazzo apostolico era vi la panetteria e si

arteni tangenles.Et privilegium^ quo de- dispensavano le parti del /7flf/2e/7i honoris,
bìloribus^ex causa panis, dilationes con- che cessò col termine del pontificato di
cedi prohibetur. Egualmente Gregorio Pio VI. Il fornarò del Papa, Pistor Pa»
XIII col breve Cuni sicut accepimus, pae, interveniva alle cavalcale, come del
de*23 novembre 58 1 , Bull, cil., par. 4» 1 possesso, col barbiere, il sartore e il custo-
p. 7 : Fumarii Urbis ^ prò pretio panis, de degli orti pontificii, rubonibus de pan-
in causis discussionum, celeris aliìs cre- no rubeo lindi ex villoso siniililer rubro
di toribus praeferanlur. Et omnes judices vestili, Pisloris a dexlrisy et custodis bor-
Urbis f in eorum lilibus inanu regia prò- ii a sinistris. Narrano il Fanucci, Della
cedere possint. Sisto confermò a'forua- V confraternita di s. Maria di Loreto, e il

ri i privilegi concessi loro da'3 nominati ricordato Piazza, che la numerosa uni-
predecessori col breve Coelestis Pater^d^' versità de'fornari italiani, nell'anno san-
19 agosto 1 586, Bull, 226; Cou" cìt.y p. to i5oo con molta generosità di limosi-
firmatio et exlensio jurisdictionis Con- ne istituì un grande sodalizio con son-
sulurn artis Pistorum, et praefecti An- tuosa chiesa, e un benefico ospedale sul-
nonae alniae Urbis^ in rebus ipsani ar- la Piazza del foro Traiano (ove oltre la
teuitangentibusy ac privilegioruin, etgrU' Colonna fu già il Tempio di Traiano,
VOL. LXXXIV.
9
i3o UNI UNI
desciIUl in tali articoli) nel rione Trevi di conservare l'antica immagine che iti
presso Macel de'Corvì (antica-
la via tli si venerava della la Madonna di Lore-
mente (letta Mqniis Carnea y e secondo to, perchè la tavola in cui è dipinta espri-
il Magri, Notizia de vocaboli ecclesiasti- me la B. Vergine col Bambino in atto di
ci, ebbe tal nome perchè il carnefice che benedire, e secondo quella riprodotta dal
in tale luogo dovea troncare il capo a s. Bombelli, nel t. 2, p. i r i della Raccolta
Lucia vedova, divenne una statua di pie- dell* Immagini ornale della corona d'oro
tra e per maggior prodigio gli restò una dal capitolo Vaticano, per quella che le
mano di carne. Però comunemente si fa offrì nel lyGo a istanza dell' università^
derivare il vocabolo di Macel de' Coi vi, sovrastano le figure loro la s. Casa di
i\a\ Sepolcro dì Bibulo della famigliaCor- Loreto. Essa è nell'altare maggiore tra
vi o Corvina, originato dal combattimen- s. Giacomo e s. Sebastiano, si repula da
to di M. Valerio con un gallo che ne restò alcuni di Pietra Perugino, ma forse è del-
vittima, perchè un corvo posatosi sull'el- la sua scuola. Il Piazza ripetè la tradi-
mo del romano gli feri il volto e impedii la zione che la dice dipinta das. Luca. La
vista del nemico : si può veder Martinelli, nuova e presente chiesa fu cominciala
Roma ex etlmica sacra, p. 43), fornendo nel 507, e compita nel 58o per il lasci-
1 1

l'una e l'altro decentemente di tutto l'oc- to di Domenico Martini reggiano, che


corrente, ed esercitandosi in esercizi e o- donò scudi 9000, essendosene già spesi
pere di cristiana pielàj solennizzando nel- 5o,ooo. Ad Antonio da s. Gallo, valen-
la chiesa la festa della Natività di Maria tissimo architetto, fu commesso il dise-
Vergine e quella della Traslazione della gno e la direzione del tempio, intitolan-
s. Casa di Loreto, e distribuendo annue dosi alla Madonna di Loreto, onde sulla
doli a diverse oneste zitelle. Nel giovedì porla principale nell'anno santo i 55o fu

santo sì recano processionalmente a vi- posta l'iscrizione : Divae Mariae Firgini


sitare il s. iiepolcro nella cappella Pao- et Mairi Dei Sodales Lauretani DD.An-
lina del Vaticano, e la contigua basilica. noJiibilaeiMDL. Il semplice stile e il gusto
I contVati vestono sacchi bianchi, coH'in- caratterislico del Sangallo, rendono pre-
segna della Madonna di Loreto sulla spal- gevole anche questo suo lavoro, che ptr
la.Soccorrono gl'infermi, e accompagna- scarsezza di mezzi progredì lentamente fi-

no i defunti alla sepoltura, che poi suf- no a lutto tamburo ottagono della cu-
il

fragano. Nella festa della Natività gode- pola. Dopo di lui Giacomo del Duca si-
va il sodalizio il privilegio di liberare un ciliano, discepolo di Michelangelo, aiterà
condannato in vita nelle carceri, e locon- e sconciò in parte 1' opera del Sangallo;
duceva in processione vestilo di taffettà voltò la cupola, ch'è doppia come la Va-
bianco e con torcia accesa di cera bianca ticana, e vi soprappose un bizzarro lan-
in mano: tale privilegio riuscendo pre- ternino e così stranamente foggialo , che
gìudizìevole,rabolì Innocenzo X si a que- acremente il severo Milizia chiamò gab-
sta che ad altre confraternite e universi- bia di grilli e slrambalatezze; e certo so-
tà artistiche. Sebbene la confraternita fu pra le semplici e ragionate linee del San-
eretta pe'soli fornari italiani, poi vi fu- gallo mal si connette sì stonato concepi-
rono ammesse altre persone. L'universi- mento. Il Milizia nel resto disse : « la chie-
tà de'fornari italiani nell'istituire la con- sa dinuova forma; bel quadrato sostenu-
fraternita, le fu data una chiesetta par- to da un zoccolo; l'interiore ottagono co-
rocchiale,e riunita la cura d'anime a quel- perto da una doppia volta oltagona al di
Quirico e Giulitta, nello stesso
la de' ss. dentro, e fuori emisferica: questa specie
luogo fabbricarono da' fondamenti l'at- di cupola doppia è un'altra novità. Fin
tuale ampia e bella chiesa , obbligandosi qui va bene. Ma i pilastri compositi a due
UN I UNI i3i
n tino, le porle e le finestre sfigurale e 2 1 deir^/^«//i di Roma a p.aGy, il bel-
cou oroatacci insignificanti, e qne'frcn- lo e artistico articolo: S. Susanna statua
!espÌ7.i orrendi sono di SangalloV*" Il Pi- del Fiammingo in s. Maria di Loreto al
llinolo neW /antichità di Roma parlnndo j
foroTraiano.Dopo a\ei' parla lo di questo
clelhi volta della Chiesa dì y. Ignazio, di- magnificentissimo aìonumento di quel-
ce che la cupola è finta.» E però suol dir- Tottimo principe, in cui adunò tante me-
si,che questa é una chiesa senza cupola, raviglie che subirono le vicende terrene,
come la cupola della Madonna di Loreto tranne la colonna lrionfale;dopoavere ri-

A Colonna Traiana, è senra chiesa''. Nel levato che giunte le arti al loro apogeo
i58o finilo l'edifizio, si volse allora il verso la metà del secolo XVI, avendo pi>i

pensiero a ornarlo di pitture ed altre o- declinato nell'esagerato e nel baroccojtjel-


pere d'arte. L'altare maggiore fu archi- la metà del XVII gli artisti abbandona-
tettalo da Onorio Longhi e risente de* te l'antiche regole seguirono il capric-
difetti propri del secolo: ivi è la descritta cioso, deviamento a cui contribuì il ce-
lavolf» dell.» B.Vergine litoluredella chie- lebratissimo Remino. Pure venuto iu
sa. Il Arpino dipinse a olio due
cav. d' i quell'epoca a Roma Du Quesnoy detto il
quadri laterali a tale altare, esprimendo- Fiammingo per la suanazioue,amico del
vi l/i Natività di Maria e il suo Transito. Poussin, rinomato pe'suoì lavori d'avo-
Gli angeli di marmo da'canli dell'altare rio; indi il sodalizio gli allogò di scolpire
sono di Stefano Maderno: le statue entro la s. Susanna, il complesso de'cui singo-
le nicchie furono eseguite da vari eccel- lari pregi eruditamente illustra, produ-
lenti scultori , fra* quali primeggia la s. cendo un maestrevole lavoro non parte-
Cecilia opera di Giuliano Finelli. La i.' cipante i difetti del secolo. Gli procacciò
cappella a destra di chi entra nella chie- tanta fiìuia, che dopo aver modellato al-
sa è sagra a s. Caterina. Il quadro del- ctmi putti di quelli che ornano le colonne
l'altare colla santa, i laterali e la volta so- spirali della Confessione Vaticana, per
no tutte opere inmusaico di Paolo Ros- questa basilica esegui d'ordine d'Urbano
setti, condotte nel 1 5g4. Pochi anni sono VIII il colosso di s. Andrea collocato in
il detto quadro di s. Caterina era stato co- uno de'nicchioni de'pilastri che reggono
perto con una tela dipinta a olio nel 808 1 la cupola di s. Pietro; e morì giovane di
dn Faustina Concioli, in cui vi rappresen- veleno propinato da un perfido fratel-
tò la INTadonna e s. Antonio di Padova; lo). La I ."cappella a sinistra, entrando per
ora però la tela fu levata e posta nella sa- la porta maggiore, ha un aitare fctlto nel
grestia. Passala la porticella laterale, su secolo scorso, su cui si vede il quadro con-
luì è uu belTorgano, si giunge all'altra dotto nel 1795 da Pietro Tedeschi rimi-
cappella, in cui Federico Zuccari dipinse nese, che vi espresse Gesù in atto di n»o-

fresco 1* Adorazione de'Magi,e ne'late- strare ilSagro suo cuore, opera non ispre-
rali i ss. Pietro e Paolo, con altri santi gevole pel colorito: gli udreschi laterali,
ne'pilaslri e nella volta.Di recente il qua- e quelli della volta sono di mano incogui'
dro da un gran la-
dell'aitare fu coperto ta, quantunque di merito, da cui fu pu-
strone di marmo nero e serve di fondo re condotto il quadro di s. Carlo, oggi co-
alla bellissioia statua di s. Susanna, pò perto.Dopo l'altra porta minore, sopra
sta su ricco mensolone, scolpita dal cele- laqualcavvi una cantoria, trovasi la cap
bre Francesco Du Quesnoy fiammingo, pella del ss. Crocefisso , in cui si custodi
e riguardata come uno de'capolavori di scono delle relique preziosissime. Ne'lati
scultura del secolo XVII: prima stava en- di essa sono dipinte le immagini di Mti-
tro la nicchia sopra la porta della sagre- l'ia Addolorata e di s. Giovanni Evange-
stìa (il eh. Quirino Leoni pubblicò nel L lista, e nella vullu cpiella di s. Veronica,
i32 UNI UNI
opera del Baldini e di Micheli da Carne- nardini die nel 1 744 pubblicò la Descri-
lino.La cupola è tutta arriccliita di stuc- zione de Rioni di Roma^ dice che l'ospe-
chi messi a oro , ed ha 4 grandi quadri a dale di s. Maria di Loreto era per uso
olio, eseguili nel finire del secolo XVII, degli aggregati fornari, ciambellari (il Ni-
co'nonii di que'che li dipinsero. Quello e- colai parla della contribuzione annona-
sprimenle l'Annunziala è di fr. Gio. Bai- riaimposta sui ciambellari nel 7 1 9, che 1

dassarri di Candìa; l'altro colla Fuga in però non ebbe esecuzione, bensì fu loro
Egitto è opera diPietro Buccini; il S.^rap- vietato comprare il grano per evitare
presenlanle la Visitazione di s. Elisabetta r incetto pregiudizievole al pubblico, il
venne eseguito da Pietro Rosso da Ca- simile si ordinò a' vermicellari ), mi-
steld'Acqua; l'ultimo che figura la Pre- suratori di grano (
questi facevano un
sentazione della B. Vergine al Tempio è tempo parte del sodalizio e università
lavoro di Giaciuto Garroni. Sulla porta degli Orlolanij come può vedersi in tal
maggiore si osserva lo Sposalizio dellaMa- paragrafo), e loro garzoni febbricitanti.
donna con s. Giuseppe, opera a olio mol- 11 cardinal Monchini, DegV Isti tuli di
to slimata di Giuseppe Chiari. In questa /?o/«tì!nel 1842, descrive lo stato presente
chiesa per uffiziarla vi fu formato un con- dell'ospedale, e riporta la statistica d'un
vitto diIO sacerdoti cappellani, al qua- decennio, nel quale entrarono igo mala-
le successero alcuni preti ; ed ha pro- ti e ne morirono 4' Per loro servigio vi

pinquo il sotlerraneo cimilerio del soda* è il medico, il chirurgo, due spedalieri e


lizio, ove si seppelli vano i confrati e mor- i il confessore. Ora hai 4 letti e potrebbe
ti nell'ospedale del medesimo. Questo e- contenerne ancor 20. Ivi si curano tan-
siste di fianco alla chiesa separato dalla to le malattie mediche che chirurgiche
pubblica via. Apprendo dalFanucci,Z>e/- de' poveri fornai infermi. Hanno diritta
lo spedale dì s. Maria di LoretOy e dal al ricovero e sono posti in separate sale
Piazza, Dello spedale di s. Maria di Lo- i sacerdoti e chierici addetti alla chiesa,
reto de' Fornari alla colonna Traiana, ed i fornai proprietari. Le rendite dell'o-
che il sodalizio e università de'medesimi, spedale, unitea quelle della chiesa e am-
dopo avere eretto la loro chiesa edifica- ministrate dalla compagtiia, sono piutto-
rono anche un pubblico ospedale da'fon- sto copiose. Nel paragrafo Marinari par-
damenti, con buon numero di letti e 25 1 8
lo dell'istituzione nel 1
4 f^tta dalla Pia
ne enumerò Fanucci nel 1600, per rice- unione di $. Paolo nella suddescritta chie-
vervi ogni sorta d'infermi di febbre e fe- sa e trasferita in quella di s. Maria del-

riti d'ogni nazione, e in particolare i po- la Pace, per ringraziare la ss. Trinità pe*
veri garzoni e lavoranti de*fornari,i qua- doni e privilegi concessi alla ss. Vergine.
Vi da'confrati erano quotidianamente sov- Ne tratta il sacerdote Coslanzi, L'Osser»
venuti di limosine e assistiti con molta valore di Ronia^ 1.
1 , p. 23 1 . Inoltre nel-
carità, tenendo a loro servigio il medico la chiesa si fa l* annua e solenne esposi-
e altri ministri necessari alla loro cura, zione delle Quarant'ore. Sembra che ora
sotto la direzione de'guardiani e altri uf- si vada a restaurarla.
fiziali della confraternita. Sopra la por- I fornari tedeschi nel rione di s. Eu-
ta vi fu posta l'iscrizione: jSTo^^itó Societ. stachio nel 1487 fondarono la confrater-
Divae Mariae Laureli. Il Papa Pio IV, nita nella chiesa di s. Elisabetta, della
come riporta il Bombelli, gli concesse le Visitazione della B. Vergine,come la chia-
grazie spirituali e i privilegi goduti dagli ma il Fanucci , e minacciando la chiesa
altri spedali di Roma. 1 confrati sopra rovina, con vago disegno la riedificarono
l'ospedale fabbricarono l'oratorio per e- e abbellirono. Nel contiguo locale , già
seguirvi le loro funzioni spirituali. llBer- piccolo monastero di monache, poco do-
UN I UNI i33
pò l'erezione del sodalizio, formarono ti- que Piaghe di Gesù Cristo, con oratorio
no spedale con circa 12 leUi, ricevendo- e chiesa sotto l'invocazione di s. Filippo
vi i garzoni dell'urte infermi e della sles- Neri a strada Giulia e dello s. Filippino
sa nazione alemanna, e altri poveri tede- dal Bernardini, di cui il Piazza tratta an-
schi, facendoli convenienlemenle curare. che neW Eusei^ologio Romano, par. 2, p.
Per le vicende politiche l'ospedale cessò i38, dicendo dell' opere di pietà eserci-
nel declinar del passalo secolo. La chie- tale da' coufrati. Del Brandi e del recen-
sa esiste, ed è governata dalla confrater- te nobile restauro delia chiesa, feci ulte-
nita de' fornari tedeschi , il cui numero riore ricordo nel voi. LXVI, p. 19. Que-
tuttora è notabile in Roma, e vi esercita- sta cominciata nel 162 3, per la fretta cui
no i divini iidhi. Tulio e meglio narrai fu compita, nel 1728 la riparò Benedet-
nel voi. XXIX, p. 114. toXIll a sue spese, comechè divotissimo
I fornari garzoni di nazione fiorenti- di s. Fdippo, ed al suo altare aggiunse
na nel 1606 eressero un ospedale adia- quelli del ss. Crocefisso e di s. Trofimo
cente alla chiesa dell'arciconfralernila di arcivescovod'Arles, edi sua mano li con-
s. Gio. Ballista de' fiorentini della della sagrò a' 1 7 ottobre, ordinando al Senato
Pietà, che ne assunse l'amministrazione Romano di offrirvi animalmente un ca-
e il padronato; la quale divenutane pro- lice d'argento, come l'unica chiesa in Ro-
prietaria nel 1739, con rescritto de'su- ma intitolata ni santo e 28 anni dopo la
periori vi ammette gl'infermi poveri e na- sua morte (poi l'oblazione fu tralasciata
zionali. Di tutto ragionai ne' voi. XXV, per le vicende de'tempi, bensì facendosi
p. 20, LXXVIll p. 71 e 75, dicendo ,
a s. Maria in Vallicella, ove riposa il cor-
ancora del recente e notabile restauro po di s. Filippo). La chiesa e l'oratorio
dell'ospedale. Ne'possesside'Papi concor- decaduti, anche per l'inondazioni del Te-
revano all'addobbamento d'un tratto del vere del i8o5 e del 1846, mosse il pio
la via da loro percorsa, tanto l'universi- zelode'confrali a que'solidi ristauri e ab-
tà de'fornari italiani, quanto l'universi- bellimenti, che eseguili solto l'assidua e
tà de'fornari tedeschi, che 1' università intelligente direzione di mg.' Filippi Pi-
de'garzoni de'fornari fiorentini. chi di Cortona (eminentemente beneme-
Frullaroli. F. il paragrafo Ortolani rito della chiesa de* ss. Venanzio e Anso-
di quest' articolo. vino de'camerinesi, della quale parlai in
Giubbonari, V, il paragrafo Sartori tanti luoghi, e della sua pia unione del
di quest' articolo. s.Cuore di Maria, sino a renderla vera-
(iurt/iftì!/'i. L'uni versila de'guantari fa- mente degna di Roma, per un complesso
citori di Guanti (/^.), dopo essere stali di pregi che non è dato descrivere in po-
uniti all'università de Mercanti Merda- che parole) , già cappellano segreto di
riy come riferirò in tal paragrafo, avea la Gregorio XVI e al presente del regnan-
sua compagnia e cappella propria nella te Pio IX, si completarono nel i854 e
chiesa di s. Salvatore delle Coppelle, co- riuscirono quali l'erudita penna di Luigi
me attesta Venuti , Roma moderna , p. Dall'Olio ben descrisse nel n.** i44 ^^^
34 I , ed io descrivendo la chiesa notai nel Giornale di Roma a p. 601 (sebbene per
voi, LI, p. 24B. Il guanlaroo profumiere menda tipografica comparisce 609), a me
sanese lUililio Brandi, ovvero come altri non essendo permesso dir più a motivo
vogliono di s. Geminiano diocesi di Vol- dell'incidenza del racconto. Solo rileve-
terra, governatore deirurciconfraternita rò collo scrittore e per quanto ammirai
della Pietà de'fiorentini, non solamente co'miei occhi, che la chiesa (del meno an-
in Roma istituì le oblute Filippine (/^.), tico apostolo di Roma , il quale in essa
e nel 1607 la confraternita delle ss. Cin- non ha propriaoieutc questa sola chiesa
|34 UNI UNI
pubblica, poicbè vi è la chiesa di s. Fi- ne ragionai); delle migliori lane, delTar-
lippo ^}e\\' Ospizio deConvertendì, olire le e de' luoghi ove principalmente fiorì.
i molti nlinri a lui dedicati in diverse Del gran profitto e ricchezze che dalla
cbiese, ili-^dequali è quello della chie- lana ne trassero gl'italiani, i cui lavora-
ove
sa ót^' Filippini, sì venera il suo sacro tori o spacciatori in molti luoghi eret-
corpo) non apparve n^ai così bella, ne co- tisi in università, divennero tanto potei)''
sì splendente come oggi si vede; e che il ti ch'ebbero parte nel governo politico
suo dire autorevole rettifica in alcune co- delle medesime e loro dominii; e di que'
se il da me riferitone'luoghi citali, sebbe- di Toscana o Firenze, piò sopra ne feci
ne procedei co'descrillori delie opere pie special menzione, vantando un Michele
e delle cbiesedi Roma.L' arte de' guan- Laudo pelliiiatore di lana salito alla di-
ti avendo relazione con quella óePellic- gnità di gonfaloniere delia possente re-
viari, in questo articolo può vedersene il pubblica fiorentina, dal 1872 ali 382,
paragrafo. Che dell'arte ne furono lavoratori e as-
Lanari, Artls Lauae Urhls^ Univer- sai benemeriti i rehgiosi Umiliati {V.) q
sitas Lanigeriim Urbis, Colhgium Ar- le monache Umiliate (J-'^jj e che alcu-
lis Laniiiae Urbis. Anche in Roma as- ni ordini religiosi, come Francescani i

sai fiorì l'università e l'arte della lana, {F.) , da per loro tessono i propri abili
e fu chiamala nobile collegio, imperoc- di lana. Della efficace protezione accor-
ché 4 nobili romani n' erano presiden- data da'Papi all'arte, cominciando da
ti, oltre 3 consoli e altri uffjziali /l/er- Martino V, il quale col breve Cimi inlcr
c^/?// matricolali, onde va tenuto presen- caeteras, de'3 maggioi42i, ^«//. Rom^
te quel paragrafo di quest'articolo. I lo- l. 4^9 Jurisdictio Consut
3, par. 2, p. ;

ro statuti sìde'mercanti di drappi o pao- lum Arlis Mercalurae Pannornm de Ut»


ni, che dell'aite della lana, approvati da' be /uxta artis e/usdem Statata cogito-
senatori e conservatori di Roma, sono an- scendi causas quascumque ndipsam ar-
lichis><imi, nientre leggo nel Senato Ra- lem spectantes. Tra'successorisi distinse-
mano del eh. Pompi! Olivieri, che nel
j ro s. Pio V, il quale soojmiuistrò delle
I 3 5
1 il senatore Gerardo confermò su- i somme e concesse privilegi a' mercanti
bii statuti de' mercanti di drappi, e nel per far fiorire Y arte della lana, dichia-
1817 gli statuti de' mercanti erano già rando che i suoi consoli dovessero essere

posti in buona forma, ed esistevano mss, i soli giudici, esclusa l'ingerenze» d'altri
in pergamena presso consoli della sles-
i tribunali, nelle cause tanto civili, checrit
sa arte, e gli statuti dell' arte della lana minali e miste spettanti alla stessa arte.
furono conferniati anche nel 33 1 dq'vi- i Anche Gregorio ]?CIII 'a protesse, e Sislu
cari del senatore, cui seguirono succes- V in modo speciale, anch'egli conceden-
sivamente ripetute confcru>e nelle loro do: Jurisdictio Consnluni Artls Lanae in
rinnovazioni. A Lapta ragionai di tal pe- Urbe, elprivUcgia Mercatonini ejusdem
lo pecoiino, dell'antico suo uso per le artis, Voleva ridurre il Colosseo, di cui
Pesti, portandosi sempre negli antichi riparlai nel voi. LXXlll, p. 247, ad abi-
tempi sulla carne, come dico nel para- tazione e opifìcio per l'arie della lana. In-
grafo Linarolij della cura delle gieggi oltre questa prolessero colle sue mani-
lanute (argomento in cui tornai in lutti fatture e leindusUie commerciali, Ales-
qtie'luoghi ove trovansì le più eccellenti sandro VII e Clemente IX. Nel pontifi-
lane e le piò rinomale n»auifallure , e cato d'Innocenzo XI originò il gran lani*
m questo slesso articolo discorsi delle pe- flcio òeW Oipizio apostolico di s. Miche-
core nel paragrafo Jffidatij e del fumo- le (P.). Furono eziandio benemeriti del-
so vello Toson d! oro in tale ailicolo l'arte Clemente Xi, e Clemente Xlll col
UNI UNI i35
bi-eve Jtl Pasloialis dìgnìtalis j de' 1 in Roma, e il
2.**
per essere sialo marli-
betlembieiy^S, Bull. Ror/i.cont. l. i, p. rizzato con pettini e graffi di ferro, istro-
170: Coiifirrnatìo novorum Slatutorum, menti che adoperano alcuni dell'arte. £•
qiiae Collcgiuni Ards Lanitiae de Urbe gli riporta alcune nozioni sulla lana , il

condidit, prò ipaius collegii maJori dire- cui uso dice nato dalla necessità dopo la
ctione, comodo, et utilìtale. 11 breve con- prevaricazione d'Adamo e d'Eva, che re-
tiene tutti gli statuti rinnovati, con bella se vergognosa in loro e ne*dtscendenti la
edizione stampati in Roma separatamen- nudità, oltre l'ingiuria de'lempi che re»
te nel I ySg, e ne darò poi un cenno. Al- ca al corpo umano. Lo Spirito Santo ne*
cuni Consen'atorii di Roma (A*.) lavora- Proverbi commendò la donna forte, per-
no la lana come il Conservatorio delle
, chè, Quaesìvit lanani et Unum, et opera-
Mendicanù (T .); e Pio VI favorì l'arte, ta est consìlium manitum suarum. Della
e particolarmente il lanificio del Conser- B. Vergine scrisse s. Epifanio, che operi
vatorio Pio {V.). Per ultimo nel suddet- lanae, et serici wacabat, e fu dessa che fe-

to articolo ricordai pure le benemeren- ce a Gesù Cristo la Tonaca inconsuiile


ze di Pio VII e Gregorio XVI. E qui [T .) intessuta colle sue mani. Scrivendo
flggiungeiò che a'rispellivi luoghi cele- s. Girolamo a Leta, Tesorta a questo no-
brai i Papi che introdussero nelle Carce^ bile esercizio tanto utile, anco a istruzio-
ri di Roma e altre Prigioni (l'.) opificii ne delle figlie: altra simile esortazione fe-
di lana o altre materie, secondo i provvi- ce a Demetria vergine. Asserisce Sveto-
<li sistemi penileuziarii nel grave riflesso, nio , che Giulio Cesare non volle usare
che quando la giustizia punisce un colpe- che vesti dì lana, fatte dalla moglie, dal-
vole, la società non ha soltanto di mira le sorelle, dalle figlie e nipoti. In Mace-
di dargli un castigo, che gli faccia espiare donia l'arte era in grande onore, ed eser-
il delitto e che inetta timore agl'imitato- citata come altrove dalle regine e dalle
ri; conserva anche la speranza di miglio- principesse; ondeAlessandroMagno igno-
rarlo dal lato della morale e ricondurlo rando chela lana era avversata in Persia,
sulla via del bene , e moltissimi oziosi e gì scusò con Sisigambi moglie di Dario,

vagabondi entrati nelle prigioni senza co* per averle donate alcune vesti di lana.

noscere arte alcuna, ne uscirono con ave- Del resto l'università della lana soppres-
re imparato un mestiere, che servendo al sa colle altre neh 801, si sciolse il soda*
loro sostentamento, impedì lorodicom- lizìo, e sì quello de'mercanti e fabbrican-
mettere nuovi delitti. Inoltre con Fanuc- che l'altro de'Iavoranti cessò dalle sue
ti,

ci, Delta confraternita de' ss. Biagio e adunanze nel 1 824;avverteudoPiazza che
Ambrogio dell' arte della lanaj e col i mercanti festeggiavano s. Ambrogio lo-

Piazza, Della confraternita de" ss. Bia- ro patrono, ed ì garzoni e lavoranti s. Bia-
gio eAmbrogio de'coperlari e arte dilla gio the veneravano a protettore. Gli sta-
lana a s. Lucia de" Ginnasi, ragionai del tuti prescrisse» o, oltre le visite straordi-
sodalizio istituito nel i56o senza sacchi narie delle botteghe de'mercanti, le ge-
in detta chiesa, della quale tenui propo- nerali annue, eseguendosi da appositi re-
sito pure nel voi. L,p. 17, du'mercanli del- visori, perchè lavori di lana d'ogni sor-
i

l'arte della lana, lorulavuranli e peltina- ta fossero eseguiti a usod'artee senza in-
ri sotto l'invocazione de'nouiinati santi, ganno e frodi. Nelle visite si esaminava
nella loro cappella a destra della loro por- ogni di appo in cui nella tessitura entra-
ta minore. 11 Piazza non sa rendere ra- va la lana; si escludevano le lane vecchie
gione perchè i lanari presero a patroni con gravi multe, anche in ispregio al giu-
s. Ambrogio e s. Biagio, forse il i.° co- ramento fatto da'mercanti patentati, d'e-
me rouiuuu e perciò d'anti^u^divozioue sercitar r urte seuza fraudi. Si esamina*
i36 UN I U N I

vano pure le bilancie, le stadere, le mi- creditori mercenari. Le altre disposizioni


sure, se erano giuste. Coi revisori inter- sono egualmente lodevoli e morali, van-
venivano i consoli, ii camerlengo, il curia- taggiose all'arte e al pubblico. Quanto a'
le , a' quali il collegio somministrava la Tessitori eA a'Tinlori, ne tratto al para-
carrozza e il pranzo; ed a'irasgressori fa- grafo loro.Ora esiste la deputazione di
cevano pagare multe e le penali. Per le
le manifatture de'drappi di lana composta
visite straordinarie ricevevano in regalo del presidente e di4 deputali, negozian-
e compenso dal collegio per ciascuno, i ti Quanto alla ricordata
e fabbricatori.
consoli e il camerlengo mezza libbra di chiesa di s. Lucia deGinnasi debbo av-
cannella, revisori una libbra di pepe.
i vertire che il Papa Pio IX soppresse
Inoltre il collegio faceva visitare ogni V Ospizio di s. Lucia de Ginnasi (P^.)^ e
mercante infermo egli dava per una vol- l'um all'ospizio ecclesiastico, di cui ri-
ta un pane di zucchero di 3 libbre e mo- ; parlai nel voi. LXXVIII, p. 67 e altro-
rendo gli faceva celebrar 3o messe, ol- ve, concedendo la chiesa all'arciconfra-
ire i suffragi de' confrati, distinguendo i lernita di s. Antonio di Padova, che sta-

consoli anche colla messa cantala , ed i va nella chiesa di s. Maria in Puhlìco-


presidenti con solenne funerale nella chic* lis^ padronato de' principi Santacroce

sa di s. Lucia de'Ginnasi, ove i mercanti (f"' .) Tale Sodalizio fu da Innocenzo X

alla loro cappella con proprietà e divozio- dichiarato confraternita col breve de' i 5
ne celebravano la festa di s. Ambrogio, giugno 1649, indi da Alessandro Vile-
dovendo in lai giorno tener chiuse le lo* levato ad arciconfiaternita col breve de*
ro botteghe; ed alla loro volta i lavoran- 3 agosto i655, e finalmente Innocenzo
ti nella stessa cappella solennizzavano la XI la confermò e arricchì di molle in-
festa di s. Biagio, in uno all' università dulgenze col breve de'7 settembre 1684.
tie'coperlari, come nota il Piazza nell'^- Librari , Universitas Librarioruni
merologio di Roma. All'università de'Ia- Urbis j Socielas Bibliopolarum. La con-
voranti non erano soggetti e al pagamen- fraternita del loro patrono san Tom-
to delle tasse ad essa , i figli e fratelli de' maso Aquino altro essendo s. Gia-
d' ,

mercanti che lavoravano nelle botteghe vanni di Dio fondatore de* benfratelli
de'propri padri e germani. Chi non avea per avere esercitalo l'arte, fu eretta nel
la matrice o patente, non poteva tenere I 600 dal p. Gio. M."* Guagnelli o Guan-
cardi di ferro e valche (o gualchiere, e- zelli, Maestro del s. Palazzo apostoli-
difìzio macchine che mosse per forza co e poi vescovo di Polignano, e nel rio-
d'acqua pestano e sodano il panno. Vi ne Pa rione ebbe e possiede la Chiesa di
«ono due sorte di gualchiere, una co'maz* s. Barbara^^vA dei religiosi gesuali, par-
zi o magli, e 1' altra co'pistelli, o all' u- rocchia e titolo cardinalizio; esistendo
so d'Olanda; e gualchieraio dicesi co- già come università e compagnia, e sino
lui che soprintemle per la sodatura de' al I 6og
unione agli operai e proprie-
in
panni ), ancorché fosse conciatore, ro- tari delleStamperie Societas Impres- ^

vesciatore, tintore, soppressatore, car- soruniy da' quali allora si divisero. Già
datore e altro. JNiun mercante poteva te- e fino dal pontificalo di s. Pio V gli stam-
ner più d'uno spaccio. Inoltre negli sta- patori aveano istituita una compagnia
tuti vi sono le regole pe'tessitori, valca- nella chiesa di s. Agostino, sotto l'invoca-
tori, tintori, orditori, cimatori, sonpres- zione della ss.Concezione e de*4 principa-
satori e liratorari. Erano stabiliti i prezzi li ss. Dottori della Chiesa, ed aloroeransi

e le tasse de'Iavori di lana. JNiun


mercan- uniti i librari. Gli statuti de'librari furono
te fallito poteva riaprire bottega o nego- confermati da Clemente X, ne' quali si

zio innanzi d'aver pagato le mercedi a' dispone la trimestrale distribuzione di


U NI U N ,37
3 oncie di pepe, da fnrsl dal governato* ria neir Università romana. V arie in
re del sodalizio a'confVati più diligenti quest'ultimi anni Ita fatto grandissimi
tieli'intervenire airunizialiira della chie- progressi, ed a p. 620 del Giornale di Ro'
sa. Vestono confrati sacco di tela bian-
i ma del i856 si parla de'più grandi tor-
ca , con uno cintura di cotante rosso e chi a 8 cilindri che nello spazio d'un'o-
aiozzetta di saia neia, con sopra l'edigie ra stampano 20,000 fogli.
di s. Tommaso d'Aquino principale pro- Linaroli. L' università avea la sua
tettole, dottore angelico della teologia, cappella nella Cliiesa di s. Maria ad
principe e lume de'lellerati ecclesiastici. Martyres, già famosissimo Tempio del
Al suo altare si venera la sua immagi- Pantheon ( A .), per attestato del Piazza ;
ne e quella di s. Giovanni di Dio, cre- e per quello di Cancellieri addobbava
duta pittura di Francesco Ragusa e ri- un tratto della strada peicorsa da'Papi,
toccata da Luigi Garzi, il quale colorì la quando con sontuosa cavalcata prende-
s. Barbara sull* altare maijgiore (la cui vano possesso della proto-basilica Latera-
statua nella fitcciala esterna scol[)ì Am- nense, loro cattedrale. Il lino, liniis, de-
brogio Parisi), altra patrona de' librai ,
riva dalla pianta detta da Linneo, Li'
oltre tutti gli altri allVescbi della chiesa num US itali ssimiini , dalla quale secca e
e dell'altare del ss. Crocetìsso. Della chie- macerata si cava materia atta a filarsi

sa , come filiale della basilica di s. Lo- per far panni detti perciò Pannilinii^y.).
renzo in Damaso, trattano il Bovio, La Nel pettinarlo si trae il capecchio e la

pietà trionfante, a p. i5o; e il Fon^eca, Sloppa, nel quale articolo notai quelli ia
De basilica s. Laureniiiin Damaso, con cui principalmente ne trattai , e quanto
alcune notizie di s. Carbara vergine e si forma con tal materia negli usi comu*
martire, delle quali dovei trattare in più ni, come tele, corde e funi, f'esli(V.) ec.
luoglii, per le diverse opinioni sulla pa- La canapa o canape, cannabis^ è quel-
tria e altro, dicendosi di Scandriglia quel- l'erba della quale esce filo simile al lino.
la venerata in quel paese tli Sabina. Ad Credesi da alcuni che la pianta del li-
,

evitare ripetizioni, il qui riportato in cor- no sia originaria dell'Egitto: certo è che
sivo ricorda gli articoli ove ragionai del- essendo divenuta comune per tutta Eu-
l'università e del sodalizio.Quanlo all'u- ropa,molte sono le varie sue specie.Anti-
tilissima arte del Libraio^ massime dopo chisstme sono le vesti di lino tra gli egizi e
l'invenzione della Stampa, perchè con- gli ebrei ed altre nazioni. La tela,/m/(?/«^j,
serva e abbellisceLibri ed frollimi
i i
,
è quel lavoro di fila tessute, che si prende
per pubbliche Biblioteche, che aotica-
le per tutto quello che in una volla si mette
mente le aveano contigue anche le Ba' in telaio, e più comunemente s'intende
siliche e altri Templi , e per le private di quella fatta di lino. Egli è a'sidonii e
Librerie, in tali articoli ne trattai. IlMor- generalmente a' fenicii che si attribuisce
celli disse latinamente l'arte della stam- l'invenzione della tela di lino, poiché non
pa Ars nova Libraria codicibus beni-
: sembra che gli antichi facessero uso della
gnìssimo invento multiplicandis. Gli sta- tela di canapa, benché essi impiegassero
tuti dell' università degli stampatori esi- sino da' tempi d' Erodoto la scorza di
gevano negli esercenti l'arte, onde essere quel vegetale per fabbricare cordami e i

patentati, l'esame d'idoneità e altri re- turare i vascelli. Allorquando romani i

quisiti. Tullavolta i Papi concessero ad ignoravano ancora 1'


uso della tela ,
gli
alcuni l'apertura di Stamperie, senza uomini di alta condizione tra'sannili por-
osservare gli statuti dell'università, come tavano quel tessuto. Bagni e le Tenne I

feceClemente XI nel 7 5 col Salvioui, i i (K) furono principalmente introdotti


quaodo l'autorizzò ad aprire la sluiripe- dalla uecessilà j ulloi quando uou U!>aa'
i38 U N I UNI
do^i ancora sulla carne le tele di Uno , vanogli eruditi, che se nella remola anti-
costuiuavasi di lavate corpi ogni gior- i chità fu conosciuto, non potersi dire co:>ì

fio nei pubblici e privati bagni per net- del filo e dell'arte di filare; laonde alcuni
tarsi dalle lordure, che restavano sulle popoli, per supplire alla mancanza del fi-

carni a cagione de'vestimenti di lana, pe' lo, usarono le fila delle budella d'alcuni a-
quali può vedersi il paragrafo Lanari. nitnali selvaggi, come praticarono per la
Beucbècirca il secolo I X, secondo alcuni, Scrittura {l'.), innanzi che da'cenci del
si cominciarono a fabbricare delle tele lino si ricavasse la Carta (<lella quale e
colla canapa, nondimeno il loro uso di- di quella di bambagia riparlerò a Ux\i-
venne a poco a poco generale ne* secoli vERsiTA Romana), i nervi degli animali
XI II e XI V, per cui cessò l'abituale costu- ridotti in fila tenuissime ; costume adot-

me de' bagni quotidiani, che sembrava- tato anco da'greci. Ma ben presto gli uo-
no esigere l'impiego della luna per le ve- mini che copri vansi da principio di pelli
sti poste immediatamente a contatto del- d'animali, si applicarono a trarne i peli,
la pelle. Singolare è l'osservazione igie- come pure a tiarre altre fila dalle piante
nica, che da quell'epoca in poi, almeno filamentose, a riunirlo col mezzo del fuso
dal secolo XV, scomparvero pure le schi- e a formarne un filocontinuo. Allora do-
fose etormentose malattie cutanee della vettero presentarsi all'industria umana
lebbra e simili che aveano costretto
, i il canapa, il colooe, equeste piante
lino,la

popoli ad erigere ne'suburbi o nelle stes- supplirono a molli bisogni. La tradizio-


se città Ospedali [F.) o Lazzaretti {T^.), ne di tutti i popoli, lasciando da parte la

onninaniente riservati alla cura de' leb- mitologia, attribuisce alle donne la glo-
brosi e alne malattie contagiose e di Pe- ria d'aver inventata l'arte di filare, di tes-

stilenza (^'.). Non si deve om mettere il sere le stoffe e di cucirle. L'uso de'pao-
rilievo, che la lana si usa tuttavia sulla nilini, compresi sotto il domestico nome
carne , come preservativo salubre , ma di biancheria, s'introdusse nel!' onlina-
con genere e metodo, che non produce ria economia del vivere; e pare che pro-
que' mali che altra volta le si attribui- priamente le camicie di lino si comincias-
rono. Sull'arte di tingere le tele, anche sero a portare sotto gl'imperatori roma-
per impressione, diverse sono le opinio- ni, e Plinio dice che le donne aveano pu-
ni, circa all'antichità dell'introduzione. re vesti di lino. Del lino incombustibile
Quanto alla Pittura (F.) sulle tele, il Mil- detto atnianto, piuttosto minerale cono-
lin crede cominciasse a* teujpi di Nero- sciuto col nome di asbesto, la cui arte di
ne ; e dopo il rinascimento dell'arti, per filarlo posseduta dagli orientali fu per
lungo tempo si dipinse sul legno o sul lungo tempo ignorata negh occiden-
rame, oltre la pittura a fresco e talvolta tali, ne riparlai a Sepoltura. La canapa

all'encausto. 11 Oaldinucci opina che la è una pianta erbacea della famiglia del-
dipintura sulle tele divenne comune al chiamata da
l'orticate, e la coltivata è
declinar del secolo XVI, e ne fa grandi Linneo cannabis sativa dicendosi una ^

elogi, per con cui può la tela


la facilità e l'altra originaria dell'Indie orientali,
dipinta avvoltar«»i e portarsi attorno, e ove è chiamata cannabis ìndica, poscia
perchè le tele arrivano a qualunque naturalizzata in Europa, massime in I-

grandezza, e si ponno con esse far opere lalia, e in diverse proviucie dello stato
grandissime (come <|uella di recente ini* pontificio ove è d'eccellente qualità. Per
piegata pel quadro principale della me- la sua utilità tanto conosciuta, s' intro-
tropolitana diSlrigouia in Ungheria, il dusse in quasi tutti i paesi, co'filamenti
cherilevcii in tale articolo), il che non av^ dellaquale, non simili certamente a quel-
viene delle tavole. Tornando al liuo,osser- li del linojsifaauo dappertutto corde e
U N I
139 UNI
corilnnn, vele pe* vnscelli, e tele altresì e bambagia dicesi, Textile Gos-
la tela di
|)iù o meno belle e fine, imperocché può sipinuniy vel Xylinum. Il cotone è una
essere dall'arte in diversi modi rufììnala. specie di peluria racchiusa in una ca-
Il suo seme serve di nutrimento a'polli, psula unilamenle a' semi che porta l'al-
per la fabbricazione d'un olio dolcissimo bero del cotone. Qtiesl'albero principal-
(Io produce anche il lino di colore ver- mente cresce nell'Indie Orientali e Oc-
dognolo), adoperato nella farmacia, e per cidentali, nel Levante, in alcune isole del
l'infusione delle foglie verdi, il cui sugo Mediterraneo, nella Sicilia, nell* Egitto,
ha una proprietà narcotica e uhbriacan- e più ancora nell'Antille. cotone cui Il

le. Mg/ Nicolai, Memorie sulle Campa- ritalia potrebbe sì facilmente produrre
gne di Romay nel t. 3 ragiona della ca- in abbondanza, e che trae in parte dall'e-
napa e del lino in quali luoghi dello stato stero per alimentare le sue filande,occnp<i
pontificio suole meglio prodursi; ricor- in questa regione, pe' diversi apparecchi
da le Provincie della IMarca, dell'Umbria che sidjisce, un gran numero di braccia.
del Lazio, della Campagna o Frosinone, Alcuni dati importanti su tale industrii,
del Patriojonio, ed io aggiungerò le Ro- che prende ogtii giorno [)iu un nuovo svi
magne; non che del tempo di seminare luppo,si ponno leggere a
p. 998 del Gior-
il lino. Si ponno vedere seguenti scrit- i nale di Roma 856. Interessante è pu-
(.\q\ I

tori. Girolauio Baralfaldi, li CanepaiOf le l^articolo pubblicato nel suppleinen-


Bologna 174'- Mancadier, Traiié du tool n.**! 34 di detto G/or/m /e del 1857 e
chanvrcy Paris 1758. Lorenzo Hervas inlitolalo: Imminente imuffìcienza della
Memoria sopra i vantaggi e svantaggi produzione del coione. L' uso del coto-
dello stato temporale di Cesena ivi ^ ne per fabbricare tele e stoffe sembra
1776. Rozier, Mdmoire sur la culture, molto antico, ed fenicii stabilirono al- i

et le ronissage du chanvre, Lyon 1787, cune manifiitlure di quella uiateria, che


Àntoo Maria Curiazio, Istruzione per portarono alla maggior perfezione, il cui
coltivare il lino e la canepa d'Olanda nome precisamente s'ignora. Dopo la non
ne* terreni dello stato pontifìcio , Roma aulica introduzione di;I (neccanismo del-
J785. Nuvolone di Scandalosa, Ragio- lemacchine, filali ed tessuti acquista-
i i

namento pratico sulla col'ivazione, ma- rono quella perfezione che non polevasi
cerazione e preparazione della canepa^ ottenere per mez^o dell'operazioni diret-
Torinoi795. Annibale Vicnercali, Me- te dalla mano. Da che i meccanismi per
moria ossia istruzione intorno alla col- la filatura del cotone sono stati sostituì-»
tura del lino, Venezia 1780, Antonio ti alia conocchia e al fuso,
braccio de- il

Turra, Memoria sulla coltivazione del bole d'un semplice fanciullo compie esso
lino. Gio, Battista Trecco, l^a coltiva- l'opera di1000 filatori. Mg.' Nicolai ael-
zione e governo del lino Marzuolo ,
il 1*opera citata tiene proposito del boni-
Vicenza I 792. Con questo paragrafo bau- bace e sua coltivazione, come se ne cavi
no relazione altri di questo articolo, co- il seme^ con dettagli suil'istessa coltura.
me Tessitori. Dopo la diffusione del co- Domenico M.* Sestini scrisse; Memoria
tone pel minor costosi preferisce al lino sopra la coltivazione e il commercio de*
nell'uso domestico, però i tessuti di co- cotoni. Macerata 1781,
tone sono vietati dalla Chiesa per l'uso Maccllarij Universitas Macellario-
iltiPannilini sagri ( /%). Il cotone è il no- rum Urbis, I macellari e beccai presso gli
me di molle pianle del genere Gossy- antichi romani si chiamarono laniio la-r^

piuni di Lmiieo, che producono una ma- nienne, a laniandis carnihns. Ne parla-
teria della quale »i ta la bambagia, e si no Terenzio, Eun. a, 2, 26 ; Tertullia-
chiama ancor eSsu cotone, Goasipiwn ì no, De anima, tap, 33; Paolo gituccuu^
i4o UNI Un I

sullo I. ìS pr. dig. de insfruct. y e Mar- l'infame libidine del prepotente decem-
ziale nel lib. 6, 64, dice finda'lenipi suoi viro Appio Claudio, simulando lo sde-
che i macellai distribuivatio le cai-ni per gno, tirando in disparte la figlia e avvi-
tulli i /^7c/ e compiti di Roma, il poeta cinandola alle botteghe o taberne, ed ivi
Piudet»zio,v.498, par che uobilili i ma- dato di piglio ad un coltello del macel-
dicendo che da essi ebbe origine
cellai, laio, svenò la figlia per conservarla libera
l'anotomia o anatomia, l'arte cioè di ta- e onesta. Ciò produsse quel clamoroso av-
gliare e scomporre le parti costituenti il venimento che nel 3o5 di Roma pose fi-

corpo animale, la qualeapplicandola alla ne alla tirannia decem virale. La denomi-


Diedicina chiama Laniena Hippocratica. nazione di Foro Boario rimase fino al
Vuole Piazza, seguendo Giuliano Mag- principio del V secolo dell'era corrente,
gio, che il vocabolo /I/^ce//«/'0, sia deri- sottentrando quella di Velabro, e nel de-
vato da un pessimo individuo chiamato clinar del VII quella della Chiesa di s.
Macello, che in Roma fu condannato a Giorgio in F elabro. In altre parli della
morte, colla conficca de'beni, da'censori città formarono piccoli mercati col no-
si

Fulvio ed Emilio, colla sua casa forman- me di fori e di Macella cioè luoghi do- ,

dosi la beccheria pubblica per uccidere gli ve a guisa di Mercati [F.) vendevansi o-
animali quadrupedi per uso di mangia- gni sorta di companatico, ed il Nibby con-
re, Laniena^ detta dall'antico proprieta- viene che Macello die loro il nome pel ri-

rio del suolo ^liìceWoyLanienuni. Ne' tem- ferito col Piazza, vocabolo che restò poi
pi primitivi di Roma il Foro Romano alle sole botteghe de'macellari. Tali fu-
servì come mercato, luogo di giudizi, e rono, come descrive il JNibby nella Roma
come piazza di adunanza ue'pubblici di- antica^ Macclluni Fine Sacrate Fo-
il

battimenti. Questi usi più nobili fecero rum Cupedinis, nome che prese da Nu-
insensibilmente allontanare àà esso il merio Equizio Cupedine e Romanio Ma-
mercato delle cose più comuni alla vi- cello capi-ladri famosi, chenel SyS di Ro-
ta , e si cominciò col rivolgere in varie ma esiliali sul sito elevato delle loro a-
parli della città mercati più clamorosi; i bitazioni ,
presso la via Sagra, a sinistra
quindi un'area alle falde del Monte Pa^ del Tempio di Fenere , fu stabilito un
Ialino, presso Velabro (delle cui acque
il mercato di commestibili, perciò appellato
riparlai nel voi. LVIIl, p.17 i e altrove) Macelluni e Forum Cupedinis. Vi si
e il Circo Massimo fu destinato a mer- vendeva, oltre la carne, il pesce, pomi, il i

cato di buoi e di altre bestie da macello miele e la cera dette api per uso della me-
(de'cui Mercanti e negozianti parlo a quel dicina, in una parola cibi più lauti per
i

paragrafo), che fu detta Foro Boario e fornire le mense de'ricchi, essendovi pu-
già esisteva nel 4^6 di Roma, ed ove fu re molte pizzicherie, delle quali si trat-
datoli i.° spettacolo de' gladiatori nel ta nel paragrafo Pizzicaroli. Dice Nar-
490; vendevano bovi,
e siccome ivi si i di ni, nella Roma antica, il luogo o piaz-
\i fu mezzo un bue o toro
collocato nel ze ove vendevano carni, pesci, erbaggi
si

di bronzo eginelico, come trasportato da e altre cose commestibili, ebbero nomi i

Egina, forse pel narrato nel voi. XXVI, di Foro, di Emporio e di Macello. Il fo-

p. g. L'area di questo foro era circondata ro del Monte Ce Ho o Macellum Magnani ,

da portici e da taberne o botteghe. Erau- così detto per la sua vastità ,


presso la
vi pure Templi di aiuta, della Fo'*-
i M Chiesa di s. Stefano Rotondo. Il foro del
tuna Pergine, di Ercole Fincilore. Fu Monte Esquilino o Macellum Livianum,
nel Foro Boario, già Romano, che il fa- presso la Chiesa de ss. Filo e Modesto.
moso Virginio vedendo non esservi più lu tempi a noi vicini Pio VII, pel deco-
qaezzo di salvare la (ì^lia Virginia dal- ro di Roma e per la pubblica sicurezza,
UNI UNI i4'
rimosse dal Foro Romano il foro boario sero carni salubri ed immuni da ogni
o mercato dei buoi, ivi nuovamente in- sospetto di morbosità; e ne fan chiara te-
trodollosi, e lo stabili fuori della Porta stimonianza gli ammirabili precetti die-
del Popolo a sinistra presso if Tevere , tetici del vecchio Testamento. Nell'anti-
restando hI precedente il nome di Piaz- ca Roma l'ispezione delle carni era affi-
za di Campo FaccinOy della quale de- data agli edili, che facevano gettar nel Te-
nominazione riportai un'opinione nel voi. vere sospette o malate, e mul-
le bestie
LUI, p. 244 e ^4^' nuovo campo lo
'I tavano chi osasse venderle senza che fos-
circondò di mura, ed ivi due volle la set- sero visitate. Molto più imponente n'èil
timana si tiene il mercato di bovi, porci, bisogno in Roma a'dì nostri, ov'è liber-
agnelli e altri animali destinati alla mat- tà di commercio, ov'è lecito a tutti (ne
ta/ione o loro uccisione, i quali sono in- in tutti può supporsi cognizione e lealtà)
trodotti in città per una porta praticata il mercanteggiare e far macello; ove po-
nelle mura incontro a quella dei detto ca fede si presta alla possibilità di contrai*
campo, cioè nel macello puU)lico. Que- morbi col mangiare carni infette; ove la
sto vasto edificio, fatto a forma di altre più gran parte della campagna serve di
città, fu eseguito d'ordine di Leone XII, pascolo al bestiame straniero che vi si

il quale come dissi nella sua biografia porta a svernare, con ches^introducono
,

volle stabilito un locale per la mattazio- non di rado morbi epizootici e contagio-
ne di tutti gli animali le di cui carni ser- si; ove l'abbondanza degli armenti, la fa-
vono ad uso pubblico, ed affinchè venis- cilità d'educarli, l'estensione de'fondi, la
sero tolti i pericoli e il disordine che fi- dolcezza del clima, la rarità delle dottri-
no allora derivava da'macelli privali de* ne veterinarie, non fecero mai bastante-
proprietari macellari, non meno per la mente conoscere la necessità di prende-
sanità della popolazione, con quelle re- re cura della salute degli animali, e pre-
gole che nella medesima riportai. Abbia- venirne le malattie. A tale rilevantissimo
mo i Regolamenti di sanità proposti e a- oggetto volse le provvidecure Leone XIF,
dottati fin daliSi5 nello siahilimenio di col chirografo de'29 maggio 1825 ordi-
Mattazione in Roma compilati da L. nando in Roma un
pubblico macello o
Metaxàf Roma 836. Ivi si dice che gli
1 stabilimento di Mattazione, parola non
animali domestici destinati a nutrimento italiana, ma sanzionata presso di noi dal-
dell'uomo van soggetti a molte infermi- Qitempene arbitriuni est et jus et
l'uso.
tà, che ne alterano essenzialmente le vi- norma loquendi. Narrano Fanucci,De//rt
scere e le carni; e talvolta producono pe- Confraternita dis. Maria dellaQuercia,
ricolose malattie comunicabili,fra le qua- dell'arte de' Macellari,ePìazza,DellaMa-
li Vantrace o carbone che dagli anima- donna della Quercia de' Macellariy che
li si propaga sovente fino alla specie u- neli 523 l'università dell'arte de'macel-
mana, di che non mancano funesti esem- lari istituì la propria confraternita sotto
pi e frequenti. Egli è per questo che il l'invocazionedis. Maria della Quercia, la
prof. Metaxà nel iSSy pubblicò in Ro- cui insegna portano ì confrati sulla spalla
ma: U Antrace^
i contagi ec. Inoltre è au- del sacco bianco (anche nell'esercizio del
tore, Delle malattie contagiose epizooti- loro mestiere, i macellari per non insan-
che degli animali domestici, Roma 8 6. 1 1 guinarsi usano una specie di sacco bianco
Fu benemerito de'gabinetti di zoologia e e zinale simile). Debbo qui con breve cen-
zootomia óeW Università Romana (/ .), no ricordare il già narrato di sopra, che
e delle cattedre nelle quali ivi insegnò. antichissima era la compagnia de'macel-
Ricavo da lui , che tutti ì legislatori in lari^ benemerita per avere custodita e di-
ogni tempo ebbero cura , che si veodes- fesa la celeberrima immagine Acheropita
1^1 U J\ I \ UNI
del ss. Salvatore, esistente nel satilunrio tolse lord di vista e salvò. Tornato que-
dello Scala Santa (/^ .),
per cui dal de- sti a Viterbo denunziò a lutti la prodi-
clinar del secolo XI sinoali55o godè la giosa sua liberazione da certa morte; allo-
prerogativa di accompagnarla nelle so- ra anco il romito e Bartolomea narrarono
lenni processioni, armati di corazza e ce- quanto loro avvenne, onde nel 14^7 su-
lala con bastoni infuocali, e perciò detti bito si vide la quercia accerchiata d* ac-
lu Compagnia degli Stizzì, per cui go- correnti divoti con numero imnienso, pei*
deva il privilegio di hberare un condan- riportarne grazie e favori. In breve per
nalo a morte nella festa dell'Assunta. Ciò le oblazioni de'fedeli ivi si formò una pic-
che die origine alla confraternita reputo cola chiesa, con contiguo convento, che
meglio riferirlo col Bombelli , Raccolta Paolo li assegnò a'domenicani, e succes-
dell* immagini della B. ergine ornate F sivamente divenne celebratissimo san-
della corona d'oro dal capitolo Fatica- tuario. Alcuni viterbesi mercanti di be-
tìOji. 3, p. i4i.]>'eli4i7 in Viterbo un stiame promossero in Roma con parti-
tal Ballista di professione chiavaro (Cla- colar fervore la divozione alla Madonna
\aro cjiial cognonie lo dice Venuti, Cal- della Quercia, poiché è dipinta tra due
care Kibby), lisce dipingere sopra una te- rami di quercia,e uniti in corpo colla com-
gola quadra la B. Vergine col Bambino paguiae università de'macelhiri nel pon-
in atto di benedire, e la sospese in una tificato d'Adriano VI dierono principio
quercia nella sua vigna tra Viterbo e Ba- alla con fra terni la, il cui successore Cle-
gnala per /omento a* passeggieri di ri-
, mente VII concesse con breve de'3o a-
Madre di Dio e raccoman
cordarsi della gostoi532 (che altri pretendono antici-
darsi a come osserva Panciroli. Ivi ri-
lei, pare e attribuire a Giulio II), la chiesa di
mase per Scanni illesa dell'intemperie, s. Nicola di Ccipo di Ferro nel rione Re-
quando neh 447 ^'- P'^** Domenico Al- gola , così nomata dall' omonima piazza
berti romitodis. Michele Arcangelo l'in- che lo prese dal magnifico palazzo de'Mi-
volò per arricchirne il suo romitorio lun- gnauelli, ora Spada, già abitato e posse-
gi un miglio. Ma la ss. Immagine se ne duto dalla lamiglia e cardinal Capo di
tornò alPanlica quercia con islupore del Ferro; dicendola il Martinelli Ecclesia
romito, il quale però nulla palesò del suo s. Nicolai prope douiiim de ^Capile Fer-

ardito allentato, ne del miracoloso ritor- reo. Si disse anche s. Nicola della Cate-
no. Dopo qualche tempo eseguì il mede- na per essere slato sotto alla parrocchia
simo furto divoto la viterbese Bartolo- di s. Tommaso della Catena filiale della
meo, ed essa ancora loi.lo rivide la ss. Im- basilica di s. Lorenzo in Damaso, poi de'
magine nella sua quercia. Nondimeno , ss. Gio. e Petronio de'bolognesi. 11 soda-
dubitando del portento, volle riprender- lizio vi espose alia pubblica venerazio-
la e la chiuse sotto chiave, ma nel riapri- ne una copia della ss. Immagine dipinta
re luogo ove Tavea collocala non piò la
il in tavola, e riprodotta dal Bombelli, so-
trovò; e sebbene si convinse del miracolo spendendola ad un ramo di quercia d'ar-
anch'esiga a ninno lo palesò. Finalmente gento, e restaurando la chiesa. Per le gra-
un cittadino viterbese camminando pres- zie dispensate dalla B. Vergine a'roma-
so la quercia che conteneva la ss. Imma- ni, la chiesa perde l'antico nome di s. Ni-
gine, all'improvviso si trovò sorpreso da cola, e anco di s. Antonio, e si disse della
alcuni nemici per ucciderlo. Non sapen- Madonna della Quercia, eziandio per a-
do come liberarsene, veduta l'Imma- ver l'universilà de'macellari posta sulla
gine pendente dall'albero, si ricovrò sotto chiesa l'iscrizione che apprendo da Fa-
di esso, inginocchioni con fervore invo- nucci: B. Mariae de Quercu templum ab
cando il patrocinio di Maria^ la quale lo VnivtrsilalcMacdlariorwninstauraius,
UNI UNI 143
Sisto V la vUìih e aniccln d'indulgenze, roso e zelantissimo sermone. L' architet-
e il capitolo Vaticnno autenticò la cele- to della riedificazione fu il cav. Filip[)0
brila tlel cullo, colla corona ci' oro che Uauzzini. Il quadro dell'altare ukaggiore
le olFrì nel 1670. Il sodalizio si esercilò dipinto dal Caracci, già in tempo del Ve-
ivi con decorosa nfiìziatura nelle pie o- nuti non eravi più: tuttavia dice il Mel-
pere, distribuendo doli alle povere zitelle chiorri, che l'attuale è di sua scuola, e-
dell' arte , visitando i confrati infermi e sprimente la B. Vergine incisa dal Bom-

soccorrendoli anche col medico, ì defunti belli. Neir altare a destra il Battesimo
accompagnando alla sepoltura e suffra- di Cristo è di Filippo Barbieri; in quello
gandoli; e celebrando la festa della B. Ver- a sinistra il ss. Crocefisso fu condotto da
gine, non \'S luglio giorno di sua Appa- Filippo Evangelisti, scolare del Luli, pit-

iÌ7Ìoiie, come si celebra a Filtrho y ma tore mediocrissimo, ma che con bei modi
nella domenica dentro 1* 8/ della Nali- e con un po' di protezione seppe farsi te-
vilà, nella quale avvenne in Viterbo con nere autore di molle opere cheiu Roma
sontuosa pompa la sua Traslazione. Nel- siamu)irarono nel passato secolo, allor-
la stessa chiesa si formò ancora l'univer- ché il gusto per le stravaganze corlone-
sil?i o compagnia de' garzoni macellari, sche erasi allatto perduto queste sono :

pelapiedi e tripparoli, e nelle sedi vacatili autorevoli e gravi osservazioni delNib-


visitavano in corpo, però separatamente by, il quale aggiunge. Marco Beaefial di-
dalla confraternita, il ss. Sagramento e- pingeva per l'Evangelisti, il denaro di-
sposto in determinale chiese. Per Tanti- videvasi in due. Venuti però fra loro a
chilà, minacciando la chiesa rovina, l'uni- questione, ed il Benefial separatosi dal-
versità de'macellari generosamente volle l'Evangelisti, si vide rinnovalo l'esempio
riedificarla da'fondan)enli. Pertanto aÌ della Cornacchia d'Esopo! Certamente
legge nel 582 del Diario di Roma
n.**i iltempo scuopre tutto. Nel voi. XLIV,
del 1727, che a' 20 settembre mg.' Gam- p. 200 celebrai
, la bella divozione del
barucci arcivescovo d' Amasia e i.° mae- Mese Mariano, colla quale tulio il mese
stro delle ceremonie pontificie, piantò la di maggio, il più giocondo e più fiorilo
Croce nelT area per la funzione che do- tra'mesi dell'anno, è consagralo alla Re-
vea fare nel dì seguente, domenica, Papa gina del Cielo, ed in Roma fu introdotta
Benedetto XIII per la collocazione della nel collegio Romano circa la metà del se-
I.' pietra fondamentale. Indi in tal mat- colo XV III , come riporta il n.°i26 del
linaDenedeltoXlII,colleconsuete forma- Giornale di Roma del 1 85 1
, dal celebre
lità e ceremonie, benedisse e indi pose ne* gesuita p. Giuseppe Mazzolar), anche con
fondamenti lai." pietra quadrata, entro libretto di brevissime meditazioni ; e nel-
il cui vacuo ripose il Papa 3 medaglie la chiesa del Gesù dall'altro celebre ge-
d'argento con l'impronto del ss. Salva- suita p. AlfonsoMuzzarelli nel pontificato
tore e la B. Vergine, di 8. Pio Ve di s. di Pio VI. Ri uscì così commovente e frut-
Domenico, della MadonnaRegina del cie- tuosa questa nuova divota e tenera pra-
lo e di s. Filippo ; ed inoltre 3 Jgntis Dei tica, che nel seguente anno si vide su-
benedetti coH'impronlo della ss. Conce- bito esercitata nella chiesa di s. Maria
zione, di s. Domenico e di s. Filippo, della Quercia, col consenso del sodalizio,
un'ampolla d'olio, e una pigna d'incenso dal zelante rettore della medesima, e to-
dorata; leggendosi sopra la pietra la cor- sto si propagò in altre chiese della città.
rispondente iscrizione riprodotta dal R iguardano i macellari i paragrafi FaC'
Diario, ove Papa dice in honorem ss.
il vinari e Affidati. Narra il Nicolai, Me-
Firginis Ma iris Dei Mariae. Dopo la morie sulV Annona di Ronia^ t. 3, p. 2o3,
funzione, Benedello XIII fece un fervo- che nel 1789 Pio Vi ordinò alcuni ma-
i44 uN I U N I

celli normali, aperti a conio e in nmmi- la a Francesca Romana, istitutrice d'un


s.

nislrazione del principato, per conlene- contiguo ospedale, e fondatrice dell' O-


re ne'giusli limiti la libertà degli altri ven- blate di Tor degli Specchi {/^.), il 2.° e
ditori. coll'aggiunta di Cuppella, allorché le o-
Magazzinieri. V. il paragrafo Osti. blate la concessero a' barilari , secondo
Marinari. Anche i marinari (\^ Ford l'opinione del Panciroli nel 1600, e del
del 7ci^<?/'csi fornjarono rn corporazione. Venuti nel 1767. Il Martinelli che nel
Del camerlengo del porlo di Ripetta{f^.), i653 e dedicata a Innocenzo X Pam-
maestrato che esercita va giurisdizione sui philj pubblicò, Roma ex ethnica sacra,
Mercanti (come dico in tale paragrafò) a p. 210, parlando di Mariae in Ca-
s.

ripali, sui marinari per noli assicurati, /7e//rt, ecco quanlo disse. Trans Tiberini,
condotlure marittime e altre dilFerenze, inimo ad ejus Rìpani; sic ex vocabidi
riparlai LXIV, p. 60, e meglio
nel voi. corruptione ab infrascripta inscrìplio'
nel voi. LXXV,p. 187, dicendo pure del ne desunipla (verba enini illa, Quae ap-
tiro de'navicelli co'bufFali: da esso appel* pella tur videntitr in inscripiione legi
lavasi al presidente delle Ripe, carica pri- siccon/uncta Quae appella) sic dietimi,
ma da un Chierico di Camera
esercitata Jnliquiun et ad Pineani vocatiimj ut ibi
e poi dal Tesoriere Generale (F.)j\\ qua- sequens habet inscriptio. Dunque Marti-
le teneva nel porto di Ripetta (/^.) un nelli crede, che il nome attuale di Cappel-
giudice per amministrare giustizia a'ma- la lo prendesse da un errore del volgo,
rinari e JBarcaroliy nel cfual paragrafo che invece di leggere nell'iscrizione, quae
sonovi importanti nozioni che si compe- appellatur^ accoppiò le due parole quae
netrano con questo e riguardanti la Sfa- appella. Ma nel luogo ricordalo osservai
rina pontifìcia riunita e commercia-
la col Panciroli, col Venuti e Nibby, che
le: quanto spetta al Tesoriere e ad altri Cappella è vocabolo corrotto e derivato
sul Tevere^ in tali articoli ne ragionai. Il da Copella o Coppella^ per la compagnia
sodalizio de' marinari essendo nella pic- de'barilari. Ecco l'iscrizione. -^ Anno
cola chiesa di s. Maria in Cappella o in Domini mxc. Ind. xiii mense martii die
Cuppella, del rione Trastevere, in basso 5t5, Dedicata est haec Ecclesia s. Mariae
sito sulla riva destra del Tevere, nel vi- quae appellatur ad Pineani perEpisco-
colo omonimo. E comechè originala dal- pus Vbalduni Sabinen. et Joannem Tu'
la celebre, propagata e benemerita pia u- sculanensem tempore D. Urbani II Pa-
nione di s. Paolo apostolo (F.), la qua- pacj in qua sunt reliquiae ex vestimentis
le in essa venera una delle sue culle; e s. Mariae Virginis. Reliquiae Petri apo*

come questa composi a de' soggetti piti stoliy Cornelij Papae, CallistiPapae, Fe-

ragguardevoli del clero romano , i quali lici sPapae, Hippolyli mart.Anast. mari.
vi esercitano edificanti opere di pietà e Melix. Marmeniae mart. Da Damaso
la ritengono con ogni proprietà e nettez- vitani post morteni Christe redeniplor.
za , siccome mi proposi altrove nell' av- Nel 1664 l'Alverici diede, Della Roma
vertirlo, conviene che ne raccolga le no- in ognislatOy a p. 898 descrive la Chie-
tizie. Cominciando dal vocabolo ^ già ne sa di s. Maria detta in Copella e della
dissi nel paragrafo Barilarì, pel sodali- Pigna. La dice edificata verso il 1090 e

zioche per molto tempo la possedè, no- dedicata a s. Maria soprannominata del-
tando che la chiesa dedicata a s. Maria, la Pigna, come dall'iscrizione si riporta e
poi delta del ss. Salvatore della Pigna, esistente nella medesima verso la porti-
da un vicino albero di pino ad Pineam, y cella della sagrestia, che riproduce ancor
prese poi nomi di s. Maria e s. Giacomo,
i esso con alcune insignificanti variazioni;
cioè il i.**pare ripristinalo quando fu da- solo noterò che la Marmeniae mart. e-
U IN I UNI i4')

gli Jfl dilania iManlftuuie. Aggiunge, rìsce, che tra i! già Ponte Sublicln e Pon-
cli'ebbe vicino olla cinesi In snn cnsn s. te Rotto, a s. [Marta in Cappella, fu prin-
Francesca Romana vetlova Fonziani, al- cipialo a fabbricare e piantare un vago
iti quale l'unì quando un ospeda-
vi fece giardino da d. Olimpia, principessa di s.

le, e allora si couiincic) a chiamare s. Sai- Martino, lasciato imperfetto per la mor-
valore (altri col Venuti dicendolo prima, te d'Innocenzo X suo cognato. Trovo poi
e cl»e la sanla litmovò il lilolo di s. Ma- nel Cancellieri, // Dlercato ed il Palazzo
lia). Dopo la morie della sanla, avvenu- Panfìliano , che Innocenzo X a* i4 di-
ta neliA4o, sì l'una come l'altra rima- cembrei654 andò in leltiga per l'ultima
se in dominio delle sue monache, ie qua- volta al giardino di d. Olimpia , e morì
li neh 540 l'T concessero alla compagnia a* 7gennaio i655. Questo giardino il
de'barilari, per le loro vive istanze, ed i Venuti lo dice contiguo alia chiesa ver-
coniVati la rif'>d)bricai'ono in miglior Tor- so quella di s. Cecilia, ragguardevole per

ina, ponendovi un cappella-alla custodia l'amene prospettive del Tevere e pel suo
no e vi ulliziavano punluahnenle, chia- bel casino. Il Piazza, Emerolo^io di Ro-
mandola s. Maria in Cappella allrinn'ìi- wz<7,a'f)marzo festa di s. Francesca Ro-
ti delta in Copella in similitudine della mana, nell'enumerarc le chiese ove si ce-
loro professione di barilari o copellari. lebra, vi comprende quella di s. Maria
Contenere la chiesa 3 altari, compreso il in Cappella in Trastevere sulla sponda
niaggioie, nel quale si venerano l'initna- del Tevere, ove già era l'ospizio de' pel-
gini delia 1j. Vergine e di s. Giacomo. Dal- legrini, a' quali la s. Matrona assisteva
la parte dell'epistola essere la delta iscri- con gran carità e serviva loro, pel suo
zione. Il 2." altare posto dalla parie del grande amore verso lì io e verso i poveri.
vangelo , ornalo di stucchi e armi del E che in un piccolo angolo nel line ilclla
principe Camillo Pampini], è dedicato chiesa conservavasi un'antica memoria di
alla Natività di Gesù Cristo con pittura questa santa e della sua esemplarissima
in tela. 11 3.*'altare posto dalia parte del- carità. Forse sarà l'iscrizione prodotta dal*
l' epistola è simile al precedente di fab- l'Alveri e collocata presso l'ingresso sotto
brica, di stucco earmi, dedicato alla Na- la cassetta dell'elemosine. Abscondile E'
tività della Madonna, similmente dipinta leeniosynani in sinii pauperum, et ipsa
in tela. Nel pavimento sono due sepoltu- orahit prò vohis. Il medesimo Piazza a*
re, con iscrizioni che riporta. La i." di 2.5 luglio, parlando della festa di s. Già-
Francesco Alberloni veruiano cappellano cou)0 apostolo, riferisce che si celebrava
«Iella medesima e morto nel 1640. L'al- ancora nella « chiesa ovvero oratorio de*
tra di Giacomo Zarela Tifernas^ defun- Barilari in Trastevere detta già s. Maria
to nel 1622, una cappella-
il quale istituì in Cappella , ove s. Francesca Romana
nia con festa anniversaria in onore delia vi unì la sua casa per farvi un ospedale,
B. Vergine. Quanto al Pamphilj, convie- della quale si racconta, che appigionan-
ne sapere che d. Olimpia IVlaidalchinisua dosi a donne di mala vita, o morivano
madre neh 653 avendo comprato il vici- presto, o si convertivano". I marinari .so-

no giardino, nel seguente anno il cogna- levano adunarsi nella piccola chiesa di s.

to Innocenzo X le concesse il padrona- Maria della Torre, come la chiama Pan-


to perpetuo della chiesa, per cui il prin- ciroli cogli antichi scrittori, o del Ruoti
cipe figlio l'abbellì. Però le rendile del- Viaggio come co'moderni ra|)pella Ve-
l'ospedale furono poi unite all' ospedale nuti. Dirò precipiiauìente col Rombelli,
dis. Gallicano, e gli avanzi dell'antico so- Raccolta dell'Immagini della R,f\Tgine,
no in alcuni granari. Lo stesso IMartinel- t. 4> p- 3: La [Madonna del Dnon E ing-
1 I

li nella Roma ricercata nel suo silo^ rife- oio a Ripa Grande. saraceni colle loro I

VOL. LXXXiV. lU
i4G UNI , U N I

incursioni infestarono le cluà mnrilliine lichissima ss. Immagine, e perchè anco ar

(l'Italia, il litorale pontificio e le ripe del vantaggio spirituale e pia coltura de'ina-

Tevere, sino alle mura di Roma. Questa rinari fosse governata la chiesa, Grego-
s.Leone IV difese colle mura che forma- rio XIII la sottrasse dal titolo cardinali-
rono la Cina Leonina^ e circa r848 con zio di s. Cecilia, di cui era filiale, e \\\n\
diverse torri lungo la ripa del Tevere per a quella di s. Agata poi (ìtDotInnariy i

frenare le depredazioni di que' barbari (juali per loro divozione vi aggiunsero le

(anche con grossissinie catene per chiu- immagini di s. Carlo Borromeo e di s. Fi-

dere il passo nel Tevere a'medesimi sa- lippo Neri: il Bondjelli riprodusse l'anli-
raceni, attaccate alle torri innalzate sulle cii edìgie della Madonna. I dottrinari par-
due rive, come apprendo dal rammenta- ticolarmente nella festa v* istruivano la

lo Alveri, che a p. 879 discorre della giovenlìi ne' principii della fede. Narrai
chiesa di s. Maria della Torre), una delle nel voi. LV, p. 04 e o5, che la chiesa si
1 i

(piali e pili elevata pei vedere da lungi i ilisse anche in Teinpulo e perchè fu da-
nemici, eresse verso Piipagrande, ed ac- ta iiMollrinari; ch'era delle monache be-
canto vi fabbricò una chiesuola ni onoi e possedevano la pro-
iiedelline, le quali vi
dell'Assunzione della D. Vergine, che si digiosa immagine della B. Vergine cre-
disse della Madonna della Torre, dall'im- duta dipinta da s. Luca, eaveano conti-
magine di Maria Vergine col divin Fi- guo il monastero; che nel 12 19 fu tra-
glio in atto di benedire , che vi fu collo- sportala nella chiesa di s. Sisto delle do-
cala a difesa di quella parte di Roma menicane, da dove con esse fu trasferita
(l'Alveri allribuisce redilìcazione della nella chiesa de' ss. Domenico e Sisto a
chiesa a' marinari ed a' magazzinieri di Monte Magnapoli nel oyoove si 1 venera.
Ripagrande, con altri della professione, La chiesa era situata vicino alla ripa del
nella torre abbandonata, onde senza al- Tevere e alla d(jgnna piccola^ ove poi fu
lontanarsi dalle loro barche e uiagazzini eretto il (juarlierede'soldati. A'iempipoi

udirvi la messa nelle feste; e che la chie- di Clemente XI fu trasportala la ss. Im-
sa fu poi dedicata a s. Agata, ed avea un magine nella nuova chiesa vicino alla
monastero di monache, tornando a dirsi Dogana e sotto alla gran facciata dell'O-
di s. Maria dopo che vi fu collocala l'im- spizio apostolico. Per le vicende de'lem-
magine celebre della B. Vergine, di cui pi questa chiesa frequentata già da ma-
già parlai altrove, e vado a ricordare. rinari, restala quasi senza culto , essi ri-

Descrive la chiesa con un solo altare masero privi d' ogni pascolo spirituale,
ov' era effigiata la Madonna con alcuni benché in alcuni mesi dell* anno per la

santi, le pitture laterali e le sue iscrizio- frequenza anche di lontani approdi ascen-
ni).*TD'allora in poi i saraceni non piìi vi dono a più centinaia. Un tempo appar-
si accoslaiono, eia ss. Immagine fu invo- tennero i marinari all'università degli O/-
cala da' naviganti a loro protettrice, on- tolaniy che come dico a quel pnragrafo,
de nel partire da R^ipagrande si conge- composta di 1 3 mestieri, avea il sodalizio
davano da questa Stella del mare, e con e l'ospedale. Frattanto fiorendo in incre-
preghiere e voli che sospendevano dintor- mento la Pia unione di s. Paolo aposio-
no alla medesima. A poco a poco crebbe loymassime pel suo primario fondatore
ue'marinari tanto la divozione, per la fe- e regolatore p. Luigi Felici gesuita da
lice navigazione e hberaziuneda'pericoli, Fabbrica, istitutore eziandio in s. Vitale
che ne cambiarono l'invocazione di s. Ma- della congregazione pe' campagnoli e a
ria della Torre, appellandola s. Malia gricoltori, di cui feci ricoido al paragra-
del Buon Viaggio, da quello che da essa fo JgricolUtra, la pia unione nata nel-
impetravano. Per la venerazione alTan- \' Ospedale della Consolazione, già avea
U N l U N I 147
t.i(to diverse utili diiania?ioni , oltre in dicalo l'orribile e bestiale vizio della be-
:i!(i io>pecialia benefìcio clegrinfert)ii,nei- stemmia, sì comune ne' marinari. Per-
iu cliicsadis. Pjjolino alla Regola de'fra- ciò il p. Felici compose la bella e tene-
(i del Ttrz online per una coHgiegazio- ra lode : Dio sia benedetto^ Benedetto il

iie deirimn>acolala Concezione, e per o- suo santo Nome, ec, raccomandandola a'
noiaie Sagro Cuote di Gesìi (di que
il mariuari e ad ogni fedele per dare a Dio
sta divozione nel i83o fu pubblicato in una qualche riparazione delle gravissi-
Itonia, Compendio storico della dii'ozio- me offese quotidiane, che a lui si fanno
ne del ss. Cuore di Gesù) e il patrono s. collebesteuuu le; onde Pio VII a'23 lu-
Paolo che i\i albergò, poi trasferita nella glio 1801 concesse per ogni volta a chi
«:hiesa di s. Stanislao di Polonia. Frat- la recitasse con cuore contrito l'indulgen-
tanto l'ordente zelo del p. Felici , osser- za d'un anno, ed il regnante Pio IX ne

vando che i marinari mancavano di aiu- ha inculcala e propagata la recita quoti*


ti spirituali, ne prese compassione, e per diana al termine delle messe cantate o
esercitale co' suoi la sua pietà, nel decli- ultime o delle pratiche divole nelle chie-
nar del 1 79G ottenne dtd principe d. An se, rendendo nel 1847 l'indulgenza ap-*

drea Doria-Pauiphilj l'uso della chiesa plicabile all'anime del purgatorio, accor-
di s. Malia ad Pincam della volgarmen- dando la plenaria, applicabile come so-
te m Cappella [ttt\ descrivere la Chiesa pra, una volta al mese, a quelli che alme-
di s. Sisto col Piazza, La Gerarchia Car- no una volta al giorno la reciteranno ,
dinalizia, p. 45^5, con tal vocabolo chia- purché confessati e comunicati visiti-
mai la Maria della Torre o
chiesa di s. no qualche chiesa o pubblico oratorio, e
in Tenipidoy parlando della miracolosa jireghino secondo la sua mente. Dopo
immagine della Maiionna, che da questa che il medesimo Pio IX ha definito il
chiesa vi \\\ trasportata, ma pel narralo dogma dell' Immacolato Concepimento
(jui rettifico il Piazza, sen>brandomi a- di Maria, che celebrai nel voi. LXXIIl,
ver confuso Torre con quel-
la chiesa della p. 4*2, all'encomiata lode ed a quella del
la in Cappella) padronato di sua casa, e la B. Vergine dopo il suoi." versetto, si

1*8 dicembre sagro all'humacolata Con- è giuslamei'te aggiunta quella di: Bene*
cezione ne aprì la congregazione. Tosto detta la sua santa e Immacolaia Conce-
cominciarono a frequentaila murinari, i zione.Lode, che io costumo finire: E
come tuttora continuano nelle feste, ne' sempre sia benedetto^ a guisa d'un Amen.
sabati e in altri giorni, a udirvi la messo, Diuique la chiesa di s. Maria in Cappella e
la spiegazione del catechismo, a ricever- la pia unione di s. Paolo pouuo vantare an-
vi i ss. JSagramenli, e ad esercitarvi divo- co questa gloria. Inoltre leggo nella Rac-
te pratiche; in uno co'padroni di barche, colta di orazioni e opere pie per le quali
capitani e negozianti d'oltreujonle. 11 p. sono state concesse le s. Indulgenze, che
Felici, oltre la divozione verso la B. Ver- Pio VII a supplica de'sacerdoti della pia
gine, v*u»trodusse(|uclla del sagroCuore unione di s. Paolo eretta in Roma in s.
di Gesù, cullo che volle fosse la caratte- Maria in Cappella, poi trasferita nella ma-
ristica della piaunione e di tulle le con- gnifica Cìiiesa di s. Maria della Pace
gregazioni da lei dirette; ed in una del- (diche riparlai nel voi. LXIV, 17, cioè
[).

le cap[)elle vi collocò una bellissima e per disposizione di Leone XII nel 1826,
commovente immagine, che veramente anche dichiarato primario oratorio not*
muove ad ellelluosu divozione. La nuo- turno del clero secolare, con facoltà di
va adunanza del sagro Cuore di Gesù aggregarne altri, ed ove vi trasferì pure
co'marinaii in inaugurata a'2 febbraio l'associazione della divozione ilei sagro
»797, e d'allora in poi si vide quasi sra- Cuore di Gei>ù,giÀ stabiliti in s. Maria
i48 UNI UNI
in Coppella, e fin da Pio VII nel i8o3 Roma del i83o si riporta il seguente ar-
elevala od oiciconfraternila e dichiarala ticolo, 'j Donienica 9 maggio si è celebra-
madre e capo di ({«lant'allie conj^i'egazio- la solenneuìente la festività della ss. Ver-
riì volesse aggregarvi, e già ne conta piili gine intitolata del Mare nella chiesa di
di 58oo, nelle pagelle d' aggregazione e s. Maria ad Pineani volgarmente detta
Pia unione di s. Pao-
negli altri s'inlilola: in Cappella. Qui ebbe cuna la pia unio-
lo apostolo o Congregazione primaria del ne di s. Paolo formata di sacerdoti e di
sagro Cuore di Gesit, eretta in s. Diaria chierici che si addicono a diverse pie o-
in Cappella ora in s. Alarla della Pace)^ pere nella città.Un ramo di essa è par-
nel 1 5 concesse a lulti i fedeli, clie con
1 licolarmente in questa chiesa addetto al-
cuore allrellanto contrito e divolamenle la coltura spirituale de'marinari che ap-
assisteranno alla messa e preci che ripoi'- prodano alla vicina ripa del Tevere (poi-
ta, di ringraziaroenlo alla ss. Tiinità de* ché nel trasferirsi la sede primaria della
sublimi doni e privilegi conceduti a Ma- pia unione di s. Paolo in s. Maria della
ria ss., e pregheranno secondo l'intenzio- Pace da s. Maria in Cappella, in quesl'ul-
ne del sommo Pontefice, per ogni volta linjarimase ed esiste ferma la diramazio-
3oo giorni d'indulgenza, ed avendovi as- ne de'marinari). Nell'ore pomeridiane de*
sistilo ogni giorno l'indulgenza plenaria sabati, delle domeniche e dell'allre feste
due volle per ogni mese in due giorni ad dell'anno s'invitano barche nel- essi dalle

arbitrio, in cui veramente pentiti, confes- la chiesa diMaria in Cappella, ove s'i-
s.

sali e comunicali pregheranno come so- struiscono nel catechismo e si dispongo-


pra. Tali indulgenze sono perpetue , ed no a ricevere sagramenti , e fatta ne*
i

applicabili alle anime del purgatorio. dintorni una breve e divota processione,
Quanto alla messa, ivi si leggono alcu- ascollano la divina parola. Un sacerdo-
ne disposizioni , e che può applicarsi pe' te rettoremantenutovi dall'Eccmo prin-
benefattori e in suffragio de'defiinti, per cipe Doria-Pamphilj , che patrono della
altre ulteriori concessioni. Quesl* ultima chiesa volentieri acconsente che si usi que-
divozione per onorare la ss. Trinit;» , la sto bene, ascolta le confessioni, e per sin-
pia unione di Paolo nel i8i4 l'istituì
s. goiar privilegio di questa pia opera par-
nella chiesa di s. Maria di Loreto de' tecipa la Pasqua a'marinai nella dome-
Fornarì, al cui paragrafo ne feci menzio- nica della ss. Trinità. Onorarono la festa

ne e descrissi il tempio, e fu anch'essa i Consoli delle nazioni estere, e v' inter-

trasferita in s. Maria della Pace, come ri- vennero tulli i marinai che si trovavano
levai nel vol.LXlV,p.i8. Neln.°5i del in questa capitale. Circa le ore 23, ascol-
Diario di Roma del 8o i si dice, che do-1 talo il panegirico della B. Vergine loro
menica iS giugno dalla congregazione protettrice, si recarono con divola pro-
del ss. Cuore di Gesù eretta nella chiesa cessione a Ripagrande, ove tutti schiera-
di s. Maria in Cappella^ di giuspatronato ti e genuflessi, furono benedette le navi
dell'Eccma casa Doria-Pamphilj, fu ce- colla reliquia della B. Vergine. Gli orfa-
lebrata la festa di s. Luigi Gonzaga, con ni dell' ospizio apostolico per gentilezza
sermone e comunione generale de'fedeli, del loro presidente mg."^ Antonio Tosti,
e specialmente di que'marinari, che sono già sacerdote operaio della pia unione,
istruiti ne'dì festivi da'confrati zelanti del- venuti a cantare la solenne messa e le li-

la pia congregazione; la quale nel vener- tanie Lauielane, rendettero più bella e
dì precedente avea celebrato con di vola commovente questa sagra funzione". Sul
pompa la festa dell'adorabilissimo Cuo- benemerito istituto della più unione si

re di Gesù, come festa titolare di essa, ed può vedere il breve di Pio VII, Ex quo
analoga predica. Nel n."4o del Diario di aeternae w(^/i/z>jde'3o agosto S'i.i^BulL 1
U N l u ^M 1 -^9

Roin. cont. I.i5, p. 562: Anipliatio do- zali nella piazza di Termini, i j." Della
tationisy ci comessio alioritm prì\'i/egio- congregazione spirituale iXaW! Unii'cr sita

rum Socictad nitncupatae Uuìonis x. romana. 16.° Della medesima nell'acca-


Pimli\ercctn in Urbe prò di/Jhsi'oìic ec- demia delle belle arti di s. Luca (della
clcsiaslicoriun opcram diiìUlus sladiis. quale parlai nel ricordalo articolo). 17.°
L'ab. Coslanzi \\é\* Osservatore di Ilo- Degli eccle-iiastici studenti. In luogo de*
mttj t.r, p. 170, tratta nel cap. 1: Dira- regolari è governata da 8 censori a vita,
niitzionc della Pia Vinone di s. Paolo fca cui devono essere sempre annoverati
per gli veclesiastici studenti. Di reccn- \\ regolatore primario e il segretario ge-
le nel 1 856 fu pubblicalo in lionia: Del- nerale, il quale può essere, ove piaccia,
la Pia Unione di s. Paolo apostolo e de il segretario eziandio della diramazione.
\'anta*gi da essa rendati alla soeielà iS."" Delia congregazione spirituale nel-
calle scienze sagre. Ragionamento isto- le scuole cristiane di s. Salvatore in Lau-
rico dimg.f Francesco de* conti Fabi ro. 19." Della medesima nelle suddette
Montani. 11 dolio, infuticabile ed erudi- scuole cristiane alla Trinità de'Mouti. l

tissimo scrittore, giustaoìenle concbidc: secolari aggregati alla pia unione , negli
La caratteristica dell'uuione di s. l^uolo «pedali servono gl'infermi, e si esercitano
è operare quanto mai sì possa la salute in ogni altra cristiana virtù, riuscendo a
di se stessi e de' prossimi; ed il tenere il tulli d'eccitamento e di esempio. Mi go-
clcio lutto insieme unito e congiunto in de Tanimo terminare (piesto paragrafo,
doMssinio vincolo di carità! Le dirama- con riprodurre il riferito dal n." 5i del
zioni di questo mirabile e benemerentis- Giornale di Roma 1857. j> S. E. il sig.
simo istituto sono le seguenti 19: ba un d. Filippo Andrea Doria Pamphilj {F.)y
caniinale per protettore , un regolatore interprete ed esecutore della volontà te*
primario, due consultori, due sindaci, il slamenlai ia del defunto suo zio paterno
tesoriere, il segretario generale, l'arcbivi- d. Carlo, a* 1 marzo presso s. Maria in
sta e il vice-segretario. l.**
Del caso mora- Cappella fece gettare lai. 'pietra per un
le in s. Apollinare: olirei i\i\e legoiato- nuovo ospedale a [)ro de'cronici dell'uno
li,ba un teologocasista e4 segretari, cbia- e dell' altro sesso: questo nuovo stabili-
mali i\x\c dell' adiuianze e ilue del regi- mento di carità sorgerà così là dove s.

stro. 2." De'marinari Cap-


in s. Maria in Francesca Romana fondava un ospedale
pella, 3.° Della divozione del sagro Cuo- per i poveri infermi, e verrà atìidato al-
re di Gesìi nella cbiesa di s. Maria della le figlie della Carità".
Pace: questa diramazione, oltre i due re- Jìlatcrazzario lìJaterassari, Univcr-
golatori , ba un presidente cassiere. f\° sitas Cidcitraruin confccloruni Urbis,
Della congregazione spirituale de'secola* Quelli cbe fanno le materasse, mattaruni
ri entro la canonica della suddetta cbie* confector^culcitrarìus.W materasso,wzti^
sa. 5.° De'militari d'ogni arma. III.'* re- la^ calcitra, è quell'arnese da Letto ( A^.),
golatore di essa è il cappellano maggio- ripieno per lo più di lana, ed impuntito
re prò tempore delle truppe ponlilìcie. per dormirvi sopra. Gli anticbi si asside*
6. "Dell'arcispedale di s. Maria della Con- vano a Pranzo ( f^.) nel Triclinio (f^.)so-
solazione. 7." Di s. Spirito in Sassia. 8.° pra letti. 11 Piazza ueW Eusci^ologio, Iraf.
Del ss. Salvatore ad Sancta Sanctorum. Della confraternita dì s. Bia^
9, cap. 24:
9*" Di s. Giacomo in Augusta. l'c^Di s. giode' Matarazzarias. Cecilia in Cam-
Maria e s. Gallicano in Trasleveie. i i," po Marzo vicino a Borghese j dicliia-
Di s. Maria de'pazzi. 1 2." De'detenuli po- l'd essere costante opinione presso gli
litici presso s. Micbele a Ripa. 1
3." Delle scrittori ecclesiastici delle cose di Roma,
carceri nuove in via Giulia. 14.° Dc'tbr- che ov' e questa piccola e aulica chiesa
i5o UNI UNI
tIedicQlaa s. Cecilia, fosse la sua casa pa- lerazzarì nel rione Campo Marzo, la eh in-
terna e il palazzo della nobilissima fami- tììn s. Hiagio al palazzo de* Medici, per
glia de'Cecilii Mefelli, da cui derivò; e che quello vicino de'granduchi di Toscana,
l'ultima prova si scavò nel i6o4 (o nel che prima era di s. Cecilia, e dal capito-
1606 come vuole l'Alveri^ il quale non lo della chiesa di s. Lorenzo in Lucina
conviene ci)e la fabbricasse Urbano I, co- fu concessa con tenue annuo riconosci-
me prelesero alcuni) sotto l'altare, nel mento a detta arte. Il posteriore Marti-
marmo trovato, in cui è scolpito; Haec nelli la chiama s. Cecilia in Campo Mar-
est Domus, in qua orabats. Ceciliae, e //'o,a'28genrjaior i3 i consagrata, e^^ 15*0-
fu collocato nella chiesa. Indizi del suo cietatisCulcilrariorum concessa nel i525
antico edifizio, dice essere diversi avanzi da detto capitolo; e riporta l'iscrizione del
di cubiculi,o di qualche cimiterio per le Piazza. Il più recente Venuti, nella Ro-
grolle sotterranee che si osservano, o al- ma moderna , chiama la chiesa de* ss.

cuno de* refugi de'cristiani perseguitati; Biagio e Cecilia, presso il vicolo della Lu-
de'quali non essendodegno il mondo, co- pa, ritardando la concessione ali ^'j^, il

me disse rApostolo,appena trovarono nel che si deve intendere per quanto vado a
mondo luogo bastante da ricoverarsijper- dire. Certo è ch'es'^a esiste nel vicolo de*
che per essi era solo degna abitazione il Malerassari detto del Divino Atnore per
Paradiso. Inoltre a p. 494 osserva, che la stessa chiesa che da loro e dall'attua-
a s. Cecilia verginee martire, gloria insi- le proprietario sodalizio omonimo prese
gne della nobiltà romana per aver illu- l'odierna volgare e doppia denominazio-
stralo e edificato Roma con l'eroico e- ne. Anche il Melchiorri nella Guida di
«empio di sue virtù , furono dedicate 4 Roma, riconosce il duplice titolo di chie-
chiese (il Mailinelli oltre un ospedale ne sa de'ss. Biagio e Cecilia de'Materazznri,
nomina 5: nel paragrafo Vasellari ìWìo oro della compagnia o confraternita del
di loro chiesa anche sagra a s. Cecilia), Divino Amore, perchè i confrati successi
due dellequali furono o case paterne, co- a' materazzari ,
già proprietari di loro
me quella famosa in Trastevere, ov'ella chiesa,vi aggiunsero tale nomenclatura.

sostenne il martiriojl'allra nel rione Cam- Benedetto XI li da'fondamenli rifabbri-


po Marzo in cui nacque, ovvero secondo cò la chiesa co'disegni del cav. Rauzzini,
ove fu sposata da s. Valeriane; e
alcuni, ed allora fu messa nello slato attuale. Ri-
le altre due, ch'erano ereditarie dello spo- feriscono i descrittori delle chiese di Ro-
so e cognato s. Tibui zio, dopo il loro glo- ma, compreso il dotto Nibby, che il qua-
rioso martìrio. Dipoi nella sua G?er^r(7/i\f dro dell'altare maggiore è di Sigismondo
Cardinalizia descrivendo , la Chiesa di Rosa,cheviefllgiòs. Biagio, De'due qua-
s. Ceciliaiii J'r<:r*;ei'ere, la dice anch'es- dri laterali, quello esprimente s. Cecilia
sa già sua casa paterna; ed altrettanto af- e s. Valeriano suo sposo, lo dipinse Placi-
ferma fìeWErnerologiodi Roma, parlan- do Costanzi ; l'altro del ss. Crocefisso è
do di sua festa , che dichiara celebrarsi pittura di Fabrizio Chiari. Antonio Bic-
nella detta chiesa sua casa paterna, e nel- chierari colorì a fresco li 4 ovali interni,
la chiesa de'malerazzari, che pure ripete simboleggianti s. Gabriele Arcangelo e
fu di leicasa paterna e vi faceva orazio- l'Annunziatala ss. Crocee il Nome di Ma-
ne, ivi pure riportando la riferita iscrizio- ria , s. Cecilia e s. Biagio; come pure il

ne. È comune e antica tradizione, che la quadro esterno sulla porta della chiesa,
chiesa di Trastevere fu innalzata sulla ca- Queste descrizioni sono inesatte e poi le
sa di s. Cecilia, da Papa s. Urbano le la rettificherò. Tornando al Piazza, raccon-
consagrò. 11 Panciroli ne* Tesori nasco- ta che nel 52 1 1 nell'anlica chiesa i lavo
sti di Roma, }^BH'\&nóode\\» chiesa ót ma- ranli malera^zari istituirono la confi a-
U iN I UNI i5;i

teinila sollo rinvoca/ione ili s. Biagio ve- sii ultimi restò la chiesa de' ss. Biagio e
scovo e inuilii'e, e che ollemieto la chie- Cecilia, ed i regallieri ebberoquella di h

sa Ja Leone X; ma qtiel Papa morì li Mariitin Cac/iberis che dedicarono al ,

«olle ilei 1." iliceioUre i5'2i. Auclie s«i loro patrono s. Biagio, e vi restarono si-
4)uestu mi occorrerà cliiaiire l'origiiie e no ai 1662, passando nella chiesa di s.
la concessione. Tutlavolla, soggiunge, il Andrea detto impropriamente di Porto-
sodalizio per la poveilà ili ilelli lavoran- gallo a' Monti; ed allora nella chiesa in
ti non fece progressi ad onla ile'Ioro sfor- Cacaberis subenlraroiio cocchieri. L'i- i

zi; finche nell'anno santo iSyS unitisi aJ stituzione della confraternita de'la voran-
essi i maestri dell'arte, in tal modo creb- li inalerazzari propriamente si fece nel
be e prese vigore, che tosto si fece nume- 1 5-2 £ nella chiesa o nell'oratorio di s. An-
rosa e fervente. Dipoi i lavoranti si volle- gelo in Borgo, dello de'Corridori dal no-
ro dividere, ed i maestri perchè il soda- me della via, che lo preseda quello che
lizio non njaiicasse io dichiararono in se- fa comunicare Palazzo apostolico Pra-
il

guilo comune non soUunente alla loro ticano col Castel s. Angelo; chiesa che
professione, ma anco alle altre arti, ed successe all'antica, la quale credesi eretta
ammisero donne pei consorelle. Laon-
le ì\a s. Gregorio J , come dissi nel voi. X,
de fattosi di nuovo numeroso, a'privilegi p. 94, e altrove, in occasionedella Pesti-
1

ottenuti da Pio V.allri neaggiunseGre-


I lenza (/^.), nella quale gli apparve l'An-
gorio X Ili, e successi vamenle llorì, con- i gelo sul Sepolcro d'Adriano, che perciò
frali lislorando la chiesa e provvedendo- poi prese il nome di Castel s. Angelo. E
la di tutte le suppellettili proprie del cui* parliti da es>ia i mater<izzari ,
probabil-
to divino. Visitavano i confrali infermi, menle neli5?, ì» per passare iu s. Cecilia,

li soccorrevano e facevano curare dal me- la chiesa di s.Angelo fu data a una con-
dico; accontpagnavano i defunli alia se- fraternita di geuliluoinini romani, che la
poltura, e li sulFragavano. Visitavatio i riediljcò sotto Pio IV, come racconta con
confrali prigioni egli aiutavano a liberar- interessanti particolarità Fanucci a p.
li. Vestivano sacchi bianchi, con l'eifigie 229, dicendo che ogni 3 anni dotava aS
di s. Diagio loro protellore sulla spalla, zitelle, a ciascuna concedendo 3o scudi e

iu cui festa celebravano solennemente, ed una vesledi panno bianco, che altri chi.i-
anche quella di s. Cecilia antica litolare mano roverso, ed esercita vasi in quelle al-
della chiesa. Il Bovio, La pietà trion- tre o[)ere pie che descrive. La chiesa di
fante nella basilica lìis. Lorenzo in Da* s. Angelo die il nome al Borgo s. Ange-
niaso, parlando della chiesa di s. Maria lo, e lo rileva Panciroli citalo a p. 201,
in Cacaheris^tvvo\\tàii\tn\.ii lacooula che dicendo che vi fu collocata una venerata
neh 595 fu concessa a'malerazzari, dopo ioiinogine del ss. Salvatore d'ordine d'A-
essersi separali da' Regatlieri ^ co'ipiali lessandro VI, il({uale le concesse indul-
anlicauìenle facevano una sola confrater- genze. L* odierna piccola ma bella chiesa
nita, sotto il titolo di s. Biagio , denomi- fu edilìcala vicino all'antica e rovinosa,
nazione che prese anco la chiesa ; e net dui nobile ricord<ilo sodalizio, dopoché
161 4 partiti malerazzari, fu la chiesa
i Pio I V torlifìi!Ò Leonina e Castel
la (Atfà
data a' Cocchieri. Invece e come meglio V. Angelo. Il quadro dell'altare maggiore
riferisco nel paragrafo llegattieriyCoì più rappresenta s. Michele Arcangelo, opera

critico ed esalto Fonseca, De basilica s. di Giovanni de Vecchi. Quello colla B.


Laurentii in Daniaso , il quale ancora Vergine miracolosa nella cappella a sini-
tratta di tre delle diverse chiede innalza- stra è di Gio. Battista Lombardelli, det-
le a s. Cecilia, deve ritenersi, die nel ^q S 1 to Montano o di Monlenovo nella Marca,
o prima divisi essi da'matet'a/zQri, a qiie- di cui SI credono pure le pillici a fresco
i52 UNÌ UNI
e al dì fuori e sopra l'arco tlplla cappella, morea ch'è presso l'ingresso della chiesa;
secondoVcnulijClica^giimge aver la chie- e di {)iìi collocò ne'fondamenti alcuni A-
sa gotliilo il gius pMn«;Ccliiale nel i564. ^'7i«.yM/,aIcunemcdaglie,una pigna d'in-
A vantaggio precipiiamentetlegli artigia- censo dorata, ed un'ampolla d' olio. Fu
ni della regione, il fervidozelo del roma- allora che dall'antico oratorio si traspor-
no conte d. Carlo Fioravanti beneficialo tarono e atìissero nelle pareti della nuo-
Valicano, e poi nel 8 4 vescovo di Uieli, i 1
va sagrestia, oltre altre memorie antiche,
ne'prinii anni del corrente secolo stabili la suddetta lapide trovala ne' primi del
nella cliiesa di s. Angelo de'Corridori l'o- secolo XVn
sull'identicità del luogo co-
ratorio nollurno cbe tuttora vi fiorisce. n)e IJonius di s. Cecilia non che i' anti- ,

i malerazzari col loro sodalizio nel par- chissimo affresco forse esprimente lo spo-
lire da delta chiesa oUenuero da'cappel- salizio di s. Cecilia con s. Valeriane, colle
lani della cappella JJorghesiana della ba- loro efilgie, e quelle probabilmente di s.

silica Liberiana la chiesa di s. Cecilia Del Tdjurzio e di s. Urbano I. Sotto è que-


rione Campo Marzo, col peso d'un cano- sta iscrizione incisa in oiarino, che ricor-
ue di cui sia fiancarono nel i ^38, inoltre da pure i narrati fasti dell'oratorio e del-
compensandoli in quest'epoca per le de- la chiesa.Fetustissiniam Imagine ac m
molile adiacenti piccole case di loro pro- lapideni hiuic consecrationis antiquae
prietà, quando atterralo V oratorio fu e- hujus Ecciesiac s. Ceciliae Virg. et M.
relta l'odierna chiesa. Siccon)e nello spi- anno mcxkxi peractae testeni sub ejus-
rituale l'oratorio era soggetto al capitolo deni ara maxima amio mdiv repcr-
della collegiata , allora esistente, della tnm. Benedictus XIII P. M. Ord. Prae-
Chiesa di s. Lorenzo in /yHcw<7, esso con- dicatoruni anno mdccxxix Ime transfer-
venne alla concessione neliS^S. Allora i ri mandavit. Nell'altare maggiore vi fu
iiiaterazzari dedicaiono roratorio al pa- posto un quadro esprimente ilCroce-
ss.

trono loro s. Biagio, l'esleggiantlo pure fisso colla B. Vejgine e s. Giovanni, e ne'
l'antica titolare s. Cecilia ed altrettanto , due altari laterali ilalla paile del vange-
fece l'uni versila de'regatlieri finche restò lo i ss. Cecilia e Valeriajio, da quella del-
unita a quella de'niuterazzari. Frattanto l'epistola s. Biagio. Più si foruiarouo due
r oratorio rovinando ed essendo divenu- sepolture pe'confrati e per le consorelle;
to quasi indecente, il sodalizio de' «nate- e contigua alla chiesa fu edificata l'abi-
razzar! a mezzo d'un loro benefattore ot- tazione pel cappellano. Per le vicende po-
tennero che il piissimo Benedetto XllI Io litiche di sopra riferite, e per la soppres-
rifabbricasse da'fondamenti, dopo averlo sione delle università eseguita nel i8o£
fatto demolire. Infatti leggo nel n.^iSyo da Pio VII , restò sciolta anche quella
del Diaiio di Roma del i
729, che Bene- de' materazzari in uno al sodalizio. Allo-
detto XllI a'25 luglioi729 fece la fun- ra la chiesa de'ss. Biagio e Cecilia fu da-
zione di benedire e porre con tutte le con- ta all'arciconfraternila di s. Camillo , di
suete formuli là e ceieinonie lai." pietra cui nel voi. XI, p. 279 , la quale essen-
fondamentale per la nuova chiesa della dosi poco dopo unita aW Arcieonfra ter-
B. Vergine, s. Biggio vescovo e martire, ni ta del ss. Sacramento in s. Ti'ifone
e s. Cecilia vergine e martire, dell'uni- (f^'-Jj già chiesa di s. Salvatore \n Pri-
versità de' malerazzari ,
previo analogo miecrioy della quale nel p. 22, voi. LV,
seimone, sul testo: Edificavit Doniinus indi venne concessa all' arcicoufraternita
Domain .suaui supra fir inani Pe travi- del Divino Amore, attuale proprietaria,
Dentro la pietra e scolpita in lamina di dal suo amorevolissimo protettore il car-
piombo vi pose l'iscrizione riprodotta dal dinal della Somaglia vicario di Roma, coti
Dicirio^ e cpnispoodeute a qujilU fuar- rcscvittp de'21 giugno 1 802, confeiflialo
UN I UNI i53
da Pio VII con breve de' 19 novembre neii744> il car-
l'edifìcazione della chiesa

i82-2. Delle pie isliluzioni soUo l'invoca- dinal Rezzonico, poi Clemente XIII, la
zione del Di\>itio Amore ^
parlai ne' luo- consagrò a'3i maggio lySo. U tempio,
ghi loro; cioè di quella di s. Gaetano fon- d'ordine corintio, ha vago e dignitoso a-
datore de Teatini {/'.), ed esistente nel- spello, con portico tapezzato di tabelle
la loro chiesa di s. Andrea della Valle; e votive. La di vola immagine esprime la B.
nel solleiraneo della chicsadi s, Alaria Vergine che allatta il diviu Figlio, cir-
in fili Liitii^ ove pure si uflicia in tut- condata da parecchi angeli che in atteg-
te le feste, già oratorio, abitazione e car- giamento riverente stanno co'furaaoti tu-
cere de*6S. Pietro e Paolo, e di s. Luca; e riboli. 11 1. 1 7 deW Album di Roma nelle
delle monache delDivino Antere {f.)- p. 274 e ^'^^ riporta il prospello della
Queste dimorandone! palazzo già Raven* chiesa, colla elegante ed erudita descri-
na sull'Esquilino^i'idolto a monastet'o,ma zione del castello di Leva e della chiesa
pagando la pigione e volendosi aumen- della Madonna del Divino Amore, di quel
tare dal proprietario , le n»onache per fiore di pietà e di sapere qual è il eh. cav.
mancanza di rendite ricorsero al Papa Pio Anilrea Delli, al quale ivi pure piacque
IX, il quale assegnò loro neli84y la ca- dire parole amorevoli e confortatrici di
sa della Chiesa di s. Eusebio^tUì cui nel mia opera, nel ricordare quanto io ne a-
marzo erano liscili virtuosi Gesuiti, per
i vea dello nel citato articolo. Adunque
le sciagure politiche che altlissero Roma per le pubbliche. vicende del 1798 aven-
in quell'epoca infausta e di disordine. Ili- do rarciconfralernita del Divino Amore
composta la pubblica tranquillità, nelde. perduto il suo archivio e quanto posse-
dinar del 849 ritornata in Roma la be-
1 deva , ignorando la sua precisa origine,
nemerita compagnia di Gesìi ricuperò , crede probabilmente doverla ripetere dal-
ancora la casa e chiesa di s. Eusebio, e la tenera e generale divozione che destò
le monache temporaneainenle e Uno a nel secolo passato la celebrata immagine
nuova destinazione furono collocale nel della Madonna del Divino Amore, e da
Conservatorio Fio (^.), senza però po- alcuni de'moltissimi divoli accorrenti al-
ter fare nuove vestizioni. Il monastero e la solenne sua traslazione e frequentanti
Conservatorio di s, Caterina de' Funa- il santuario; finche adunatisi in alcuna
ri, una delle segnalale istituzioni di s. I- chiesa della città si costituirono in soda-
gnazio Lojola, è [)roprietario del Castel lizio, il quale fu canonicamente approva-
di Leva, situalo fuori della porta s. Seba- to co'sacchi bianchi,onde simboleggiare
stiano, tra le vie Appia e Ostiense e per candore de'costumi co'(|uali volevano
il

quella che conduce a Porlo d' Anzo e , onorare la ss. Vergine, con mozzetta di
come narrai in quell'articolo volgarmen- ruis turchino e cordone di siuìile colore,
te dello del Divino Amore per la chic' e per islemma o insegna della spalla la
sa ivi dedicata alla ss. Vergine sotto ta- stessa ss. Immagine. L'arciconfraternita

le titolo, ove si venera una miracolosa im- trovavasi congregata nella chiesa parroc-
magine che manifestandosi nel 1720 e chiale de'ss. Simone e Giuda , di cui ri-
successivamente con moltissimi prodigi, parlai nel voi. LI, p. 244»
^P'^"^'^*
li» 'G^

divenne un celebre santuario ed è fre- pubblica del 798 la 8op[)resse colle altre
1

quentato, massime nella 2.' festa di Pen- di lioma. Indi nel 1 800 si riorganizzò, eoa
tecoste, da innumerabile popolo romano permesso tlell'autorilà ecclesiaslica, nel-
e de'diulorni, ed in «juella della ss. Tri- la chiesa di s. Stefano in Piscinula, della

nità dalle genti dc'deliziosi colli Albani e (piale torno a ragionare nel paragrafo
segnatauiente (Il Marino, con festeggia- Peseivendoli y finche nel 1802 ebbe la
lucnti populan di riuouiauzu. Compita propria chiesa che possiede^ che recita uiò
i54 Lf W I UN I

coti notabili dispendi. Dipinse la faccia- Tur re Campi al Campidoglio j de' e au-
^

la esterna, e allora si perde l'antica pittu- tori pontifidi dell* accade mia di s. Ce-
^

ro decaduta; ornò l' interno, lo rese piti cilia delV opere artistiche e letterarie a
y

decente e vi pose lapide aìaiinorea della lei sagre. Memorie storiche tratte da' mi-
concessione della chiesa al sodalizio del glio, i e autentici documenti ec.Per tutto
Divino Amore. Vi costruì la cantoria e quello che vado accennando, essendo sol-
l'organo, rifuse la campana con altro me- tanto accessorio all'argomento che intesi
tallo, e ne aggiunse altra. De' suoi ovali di parlare, vale a dire l'università i\itMa-
nelle pareli lasciò i due laterali all'altare terazzariy non credei leggere tutta l'en-
maggiore. Da (piesto tolse il quadro del comiata opera , ma soltanto dare alcune
ss. Crocefisso, e vi pose nel centro di ma- occhiate per chiarire il disputato punto
gnifica raggiera e di bellissimi stucchi la dell'abitazione di s. Cecilia, se nel Cam-
Madonna del Divino Amore egregiamen- po Marzo o se nel Trastevere; benché co-
te dipinta dal celebre barou Vincenzo munemente si crede il luogo ora occupa-
Camu)ucciui; lasciando illesi gli altari la- to dalla chiesa dell'arciconfraternita del
cerali co'quadri de'ss. Titolari, di cui ce- Divino Amore, già casa paterna della san-
lebra la festa. Diligenleinenle TulFizia e ta; ed il luogo in cui sorge la nobilissiuia

uìauliene con decoro, esercitandovi pie Chiesa dis. Cecilia in Trastevere (della
pratiche quotidiane e annue, con concor- quale riparlai nel voi. LXXV , p. 206,
do de' fedeli. Nella 2." festa della Pente- 212,219, 222,243, 246, per non ricor-
coste celebra quella della Madonna del date i molti altri luoghi, ed in questo nel
Divino Amore con triduo solenne, oltre paragrafo Fasellari), che lÌu^W Umilia-
le principali feste di Maria Vergine; non ti (F.) passò air attuali monache bene-
che l'esposizione delle Quaranl'ore. Seb- dettine il monastero e la chiesa, restando
bene l'università e il sodalizio debutate- senqjre Titolo cardinalizio^ già casa del-
razza ri non più sussistesse, tuttavia alcu- lo sposo s. Valeriano. Laonde appena di-
ni di essi pretesero nel 8^5 reclamare la i rò genericamente: Che il lodato scrittore
restituzione della chiesa, ma le loro istan- chiama la suddescrilta chiesa di s. Ceci-
ze furono rigettate dal cardinal Zurla vi- lia, net Campo Marzo, già abitazione de'
cario di Rouia. Di recente la nobile pen- Cecilii e perciò della santa, detta de Do-
na del p, d. Prospero Gueranger abbate niOy fondata nel VII secolo, per un tea»,
di Sotesmes scrisse una dotta e critica sto- pò filiale della chiesa di s. Lorenzo in Da-
ria sopra s. Cecilia, per averla ricavata maso,poi di quella di s. Lorenzo in Lucina.
dall' archivio Vaticano e da quello del Che fu ancora soggetta alla chiesa di s.

monastero di s. Cecilia in Trastevere, con Cecilia in Trastevere, dalla quale basìlica


l'apologia degli atti del suo martirio. Di il benemerito cardinale Paolo Emilio
questa volgarizzò primi 5 capitoli e nel
i 1 Sfondratif suo titolate, l'aflidò a due do-
resto molto si giovò dell'opera, sia per ri- menicani, perulliziarla convenientemen-
spetto dell'Appendice sui santuari di s. te, e tutto venne sanzionato da Paolo V.
Cecilia in Roma e sia in altro, il eh. avv. Perciò soppresso il titolo di s. Biagio, ch'e-
Giuseppe Rondini, il quale nel 1 855 pub- rale stato aggiunto, e sottoponendola al
Roma Di
blicò in ; s. Cecilia e de suoi cardinal titolare di s. Cecilia, assegnò a'
Compagni Martiri sotto Turcio Alma- due religiosi annui scudi 32 5. Che Bene-
chio prefetto del pretorio di Roma nel- detto XI I I riedificando la chiesa, volle che
l' impero d Alessandro Severo. Della si chiamasse s. Maria del Divino Amore
basilica di s. Cecilia Trasteverina , di col nome volgane di Campo Marzo , di-
quella ad SaìictamCaeciliam in via Ti- cendo r monumentale, divae
iscrizione
hnrtìna , de Domo , de Lupo Pacho a Caeciliae Donium, ed in suo onore et dì»
U NI UNI i55
.7 Blttsii (JualdWj terminnnilo colle pa- mentovalo Fonseca, in questo leggo a p.
iola, etDeiparae Marine saerain quo- 341 De Ecclesia s. Caeciliac de Do-
:

que in posterum esse jusseril. Aggiunge mo, filiale della basilica di s. Lorenzo in
una cella tradizione che pone nel Campo Damnso, che probabilmente fudove sor-
ili Marte la casa ove fu allattata s. Cecilia, ge l'oratorio di s. Maria del Pianto (ov'è
e (love ella Irascoise i piiaii anni suoi !»i- r oratorio notturno particolarmente a
no all'età nubile; la pielìuouiaiia nel luo- vantaggio spirituale degli artigiani) deb
go del palazzo edificò la chieda de Do- r arciconfraternita della Dottrina Cri-
filo; ed il titolo attuale della chiesa del stiana^ senza allatto nominare la chiesa
Di vlnoA more riunisce il monumento mo- o oratorio di s. Cecilia a Caaipo Marzo.
derno alla casa de' Cecili!, che fu vera- Altrettanto aven scritto pure ricorda- il

mente negli anni che la vergine Cecilia lo Bovio a p.i 56. 11 Martinelli nel ram-
visse sotto il suo tetto, un lem[)io angusto mentalo suo novero delle chiese di s. Ce-
dell'Amor Divino. Da questa casa s. Cecilia cilia, non conobbe questa de Donio^so^

passò in quella dello sposo s. Valeriano, e lo ricorda Ecclesiae s. Cacci liae Sabello-

ivi morì verginee mai tire (anche pel nar- rum in Domibits, forse presso la casa de*
rato iìaWyllhuni liofna
2, p. 49)- ^"ti-
(li t. Savelli, 2.°Non trovai memorie che l'uHl-
come soleva portare sempre secoli I libro ziassero i domenicani, giacché ciò fece il

degli Evangeli, ricorderò che il p. Meno- sodalizio de'materazzari dal 525 fino al
ì

chio scrisse nelle Stuore^ t. 2, cent, 6.'\ il termine del secolo decorso. Nondimeno
cap. 3o Della divozione degli antichi
; e per la vicinanza della chiesa di s. Ni-
che usavano di portare addosso o d* a- cola de'Prefettijde'medesimi religiosi del-
vere in altri modi appresso di se il s. l'ordine de Predicatori (F,) che di re-

Evangelo. Aggiungerò che tale pratica cente la dierouo al sodalizio del ss. Cro-
*ervì a'{)rimilivi cristiani anco perelirni- cefisso Agonizzante (e perché ebbe origi-
nnre le Superstizioni (J .) pagane. Dal ne, come tante altre, per onorare il s^.

iin qui da we riferito, certamente dopo Viatico^ in quest'articolo ne tratto), può


studiose ricerche, e sebbene a tulle non essere che nel rilrovameiito del corpo di
eia tenuto, quanto airalfermatodall'avv. s. Cecilia e Compagni, pel fervore desta-

t>ondini,scritloreche ioamtuiroancoper to per la santa, curasse il maggior suo cul-

Je sue Memorie sopra il tribunale degli U- to in tale chiesa il cardinal Sfunclralo,


di lori di Rota (/'.), anzi gli sono grato per 3," Il titolo di s. Biagio non poteva esse-
il vere dichiarato d'essersi profittalo del re soppresso, per ritenere la chiesa i ma-
n»io Dizionario, nelle iuddetle Memo- lerazzari veneravano a protettore.
che lo

rie iu argomento, e con espressioni per 4.° Benedetto XI II non al Divino Amore,

me onorevoli; tuttavolta in alcuni punti ma esplicitamente alla B. Vergine, a s.


non posso interamente convenire con lui, Biagio (altra prova del titolo non estin-
cioè: F.Xhe la chiesa in discorso fu delta to) , ed a s. Cecilia dedicò la chiesa at-
de Domo. 2.** Che l'ullìziarono due do- tuale nel rifabbricarla. Il presente titolo
menicani. 3.** Che fu soppresso il titolo del Divino Amore lo ricevè dall'arcicon-

di S.Biagio. 4. "Che Denedello Xlll (mor- fraternita omonima, dopo che nel i8oa
to nel 730) volle che la chiesa si nomas-
1 ebbe la chiesa.
se del Divino Amore. Imperocché di pas- Medagliari. /^. il paragrafo Coro-
saggio e senza entrare in discussione, su- nari.
bordinatamente mi permetterò osserva- Mercanti e Merciari, ColUgiuniMer-
re, La chiesa di s. Cecilia di Cumpo
i.** catoruniy Colleginni Negociatonini, U-
Marzo non fu delta de Doino^ e [>oichè niversitas Mercatoruin Urbis , Artis
il eh. scrittore cita V autorità dei sum- Mcrciariorum. Il mercante, mercadan-
i56 UNI U N l

te o Mercalor, è quegli clie


in€i-ca tante, ricorrendo per le questioni, poi istituen-
esercita la mercatura, Mercatura^ l'ar- dosi speciali tribunali di commercio, e per
te ci<J€ di lranicare,negoziare, comprare e gli odierni de' dominii della s. Sede ri-

vei)dere a (ine di gundngno; arie del mer- parlai a Triduivali di Roma. Alcuni pre-
cataiitare la merce, Mcrx, c|ualunf|ue tendono che nel Foro Arcliimonio, di cui
sorta di manitaUiue, di roba, di eftelli, e nel voi. XVI, p. 3 mercanti greci di
I I , i

di derrata ricavala dalle possessioni che Roma si adunassero per vendere le mer-
sia oggetto di IraHico; arie trovala dagli canzie. In b'irenze si chiamò Mercanzia
uomini per sopperire a quello che non ha il tribunale che con autorità somma de-
potuto far la natura, di produrre in ogni cideva e giudicava le accuse mercantili,
paese ogni cosa necessaria o comoda al ed avea particolare giurisdizione nelle
vivere umano. Gli antichi romani tace- materie dell'esecuzioni civili. Celebri fu-
vano distinzione ha'mercatanti, Merca- rono nel medio evo i collegi e consolati
tores,e negozianti, Ncgotiatores sivcNe- de'mercanli, conje narrai innanzi di que-
gociatorcsy chiamando coli.*'nome quel- stiparagrad. Degli antichi luoghi di con-
li che dimoravano ordinariamente in Ilo- vegno de'mercanli, come Fori, del pa- i

iiìa, e col 2." quelli che si stanziavano nel- ragrafo Macellari eziandio , ne feci ri-
le Provincie. Il collegio de'mercatanli fu cordo anco nel voi. LXXX, p. 33. Disse i

istituito nel 279 di Roma sotto il conso- latinamente il Morcelli : Mercator Man-
lalo di Claudio e Servilio. La. festa de' go, il venditore o mercante riprovevole
mercatanti era a' 1 5 delmese di maggio: d'uomini, Schiavi (F.). Frwnentarius e
sagrifìcavano allora una troia pregna a Frumentator, il mercante provveditore

Mercurio, dio del commercio, e punfìca- o incettatore da grano. Foe«ó5/'/or,il mer-


vansi alla fonte detta Jf/ua I\Iercurii\ cante di fieno. Olearius, quello dell'o-
pregando nume d'esser loro propizio e
il lio. Da frumento e vino, Collegia Frii-

di perdonare loro le frodi commesse. Mer- mentariorum et Finariorum. Da buoi,


ceria dicesi la bottega del nìerciaio o mer- Ncgotiator Boarius, Da panni , Nego-
ciaiuoloy SeplasìariiiSy piccolo mercan- tialor Lintearins. Agente o ministro di
le di poche merci; contenendo la merce- mercante, Institor, 11 negoziante , 3Ier-
ria cose minute attenenti al vestire, co- cator, Ncgocians, Negolians. Da vestì,

me telerie, nastri, stringhe, cappelli e si- Negotiator Feslìarins. Da vino, NegO'


mili: 71/cvvr /ninuta, Taherna lìlercium tialor Finariiis.Dà frumento, Frwnen-
inìmUaruni.; Mcrcis niiiiiUae vendÌLor^ tarius, Di droghe e altro, Aromalarius,
Me reis e.dgune negoeiator. Si chiama Seplasiarius: Di perle, Margarilarius.
fondaco la bottega dove si vendono a ri- D» drappi tinli a porpora, Ncgotiator ar»
laglio panni e driq)[)i, Of/Ieìna, Tiiher^ tis Purpurariac. Da libri Ncgolitilor ,

Ila vestìai'ia; e si tlice anche in «>ignih« Lihrarius. Da olio, Olearius. Da salu-


calo di magazzino per le vettovaglie, Ta- me, Negocians Salsarius, Da tele, Ne-
herna eìbaria, Cella promptuariajlor- gotiator Lintearius. Da vesti e da tale,
reiun. Dicesi negozio, Negotium^ Nego- Negotiator Vestiarius , et Linteariae.
tior, faccenda, halllco, aliare; ed anche ^es^oz'iiM'e, Me reo r. Nego tior, Negotians,

in significato di fondaco e bottega, lìler- Negotiandi. Negozio, Nego tinnì, Ncgo-


calo e Fiera {F.) si dissero luoghi do- i tior, Res. Questi vocaboli non solo pon-
ve si traila di mercanzia, e dove si com- no applicarsi alle diverse specie di mer-
pera e vende. La sala de'mercanli roma- canti di cui vado a parlare, ma eziandio
iti era la Basilica (P.), anche parte del ponno servire agli analoghi paragrafi di
Tempio (F.)y ove adunavano per eser-
si questo articolo, che vanno tenuti presen-
citarvi il coiamercio, al Tribunale (F.) ti per quanto vi hanno di relazione. L'o-
UNI UNI I ^7
rìginc della professione de'mercanli, di bilmenle T origine delle rorre Fie de'
vendere e comprare, quantunque IMinio Lombardi che esistono in Europe. L'o-
l'nllriluiiscft ngli afiicani, nella s. Sciiltu- rigine delle parole Banca e Banchiere
ra ne abbiamo remoli esempi dal tempo è probabilmente derivata dalla parola
di Noè, e poi de'raercanti ismaeliti a'qua* Banco, banco cioè che stabilivasi
tlal

li fu venduto Giuseppe da'crudeli fralei- sulla piazza delmercato pel cambio del
li. La fabbrica delle Ciltà presso i lidi denaro. Seguono quindi le date sull'ori-
del mare, e la comparsa di battelli stra- gine delle banche d'Europa, dalla banca
nieri, fece determinare Por// (A .), e die-
i di Venezia, che dicesi istituita nel 1 iSy,
de luogo ai commercio marittimo; il ter- in poi; ma 211, nel
nel voi. XLIV, p.
resti e essendo favorito dalle Strade (F.) parlare di tali istituzioni, il banco ve-
e da'mezzi di trasporto, che rammentai neto col cav. Galli lo dissi cominciato
nel paragrafo Cocchieri. L'unione di no- nel I 7 L' introduzione del Telegra-
1 r .

mini dentro i luoghi fabbricati, ed il bi- fo (F.) elettrico è riuscita d' immenso
sogno reciproco de' comodi e delle sussi- vantaggio al commercio, come le Strade
slenze, fece determinare le arti e mestie- ferrale [F.) ed i battelli a vapore, de'qua-
ri, stabilì le ofììcine per lo spaccio de'ge- li riparlai a tale articolo. La mercanzia è
neri, ed inculcò a'nierciai e artisti rispet- utilissima al governo politico d'ogni popo-
livi d'attendere alla negoziazione e com- lo, purché non degeneri nel riprovevole
mercio dell* arte e generi di loro propria monopolio o monipolio, Dlonopoliuuiy
sfera. Allorché l'abbondanza delle mer- ossia incetta e comprila fatta da taluno
ci e de' generi commestibili sorpassava il ili tutta una mercanzia per essere solo a

bisogno degli abitanti, nacque 1' idea di rivenderla a suo modo, ed a maggior prez-
permutare all'estero le cose indigene coi zo che se fosse venduta da più negozianti.
denaro, o con altri generi commerciabi- Riprovevole è pure il mercimonio mer- ,

li. Ma il commercio di tali oggetti non catura o più propriamente traftlco illeci-
essendo confacenle a lutti, e d'altronde la to. 11 Medulla, Moralis^ traci. 6, n.° 26,

vigilanza del governo non sostenendo uo- dichiara. Non è lecito a' monopolisti ed
mini disoccupati, l'umano criterio imma- ed incettatori comprare le derrate e com-
ginò d' accrescere comodi della vita e
i , mestibili diretti alla sussistenza del pae-
nacquero il commercio delle manifattu- se, col fine di angariare, per cupidigia di
re, de'generi di moda e d'industria, colle guadagno , i consumatori con un prezzo
arti belle e il Lusso {F.). Con l'aumen- maggiore. La chiama illecita mercatura,
to delle relazioni, sì permutavano o si obbligala a risarcire i danni. Egualmen-
consegnavano somme rilevanti con mol- te non è lecito, egli dice nel n.** 1 18, di
la fatica, molta responsabilità ,e mollo spargere falsi timori,ed allarmare in piaz-

impiego di tempo. Per facilitare il com- za ed alla borsa, per costringere i ven-
mercio e la circolazione di esso, come nel- ditori e commercianti a rilasciare gli ef-
le vene la circolazione del sangue, la ne- fetti a vii prezzo, onde poi venderli a mag-
cessità introdusse le lettere di cambio, il gior prezzo. Neppure è permesso di fin-
comodo le propagò, e nacquero le dille, gere falsi oblatori all' asta pubblica, per
i banchi e le case di commercio , quale abbassare la slima, e così prender le cose
altro genere di lucrosa negoziazione, pres- ad un vii prezzo. La dice traude, sogget-
so la quale si produssero gl'intermediari ta a restituzione ai danneggialo. Platone
ed i sensali. Si legge nel n." 90 i]eì Cior- disse nella sua Repubblica, che pel retto
fiale di Roma del 1 BSy, che la i .'banca governo d' una città erano necessari i

europea fu stabilita in Italia dagfisrae- mercanti. Si apprendo da T. Livio, che


liti lombardi ncirSoS^ e quindi proba* la compagnia de'uiercauli fu molte volle
i58 UNI U N I

giovevole e coiwoila per Roma e sua re -


onesto traffico ed induslria,favorevole an-
puLblicn. Cicc'iOMecoiitrneucIa suo pudie cora pe'consumatori. Il Martinelli distin-
clie (u n>eicanle utile alia repubblica, lo- gue il negoziante all' ingrosso , e quello
clanilo pure la mercatura. Polidoro Vii- che mercatura in dettaglio
esercita la : il

gilio la chiama necessaria pel vivere uma- 1." esercita veramente la mercatura, il

no, e molto comoda per far compagnia 1.'' entra nella categoria di artista e di pa-
co' barbari e arì)icizia co' principi. INè si drone di mestiere; e riferisce i doveri del-
sdegnarono d' esercitarla Talele, Solone l'uno e dell* altro, quali sono l'oneslà e
e Ippocrate, meritando lodi di mercanti r integrità, di dare il giusto peso e giu-
savi, prudenti, discreti e cortesi. L'eserci- sta misura e quantità de'generi, e di sor-
zio i\\ Mercante (7 .),comegih toccai su- vegliare garzoni che non ingannino il
i

periormente, fu permesso a' Nobili, evie- pubblico, ed avvertendo questo se i ge-


lato iì' Chierici [e nel pavaa^vi\^oArtigianiy neri e mercanzie hanno occulto difettò,
.seconvenga a persone onorate il sapere per convenire sul corrispondente prezzo I

qualche arte manuale), specialmente y)//.?- . Egli ricorda, non potersi negoziare,nè in-
sionarij ma il Martinelli a p. 4^0 della ventare soggetti dannosi alla religione, al

i9/rco/og-//2, nel riportare la già ricordala costume, alia salute pubblica ed al go-
bolla di Clemente X, che l'esercizio del- verno! Degli altri doveri degli arlisli o
la mercatura non pregiudica neppure al- meccanici, negozianti spacciatori, discor-
la nobiliti, per mezzo di onesto Irallico e re il Martinelli a p. 52 i, cioè de' nego-
commercio, avverte che l' interpretazio- zianti, fabbricatori, mercanti e padroni
ne della bolla non deve estendersi a per- di negozio all'ingrosso, e con commercio
mellere una specie di monopolio e d'in- air estero. Ricorda la bolla di s. Pio V,
cetto. Dappoiché secondo il Paradisi, A- Postquam eousque ìiumana processit
teneo dell'uomo nobile, par. 4» P- 333, intempevanticr-y del ." novembre Syo, 1 i

la mercatura si di vide in 3 specie. Lai /di Bull. Roni. t.


4> ?'''•'• 3, p. I 3 i: Conira
quelli che trafTjcano i propri fruiti e pro- fraudolentos^ ctdolosos Decoctores ca-
dotti, e questo traffico è il più lecito, poi- pitali pocna plectendos. Quel Papa san-
ché non maculat maniiSi qui sua facta to dunque pronunziò l' ultimo supplizio
gerii.La 2.' di quelli che acquistano da' contro i mercanti e negozianti, che fanno
padroni generi o derrate, e nella con-
i intrighi con bancherotle e falliscono do-
giuntura favorevole ne fanno introdu- losamente, a solo fine di carpire ingiuste
zione e smercio in qualche città o pro- composizioni e ribassi da'crediloYi, il che
vincia,ovesopravvieneun bisogno; a que- notai ancora nel voi. LXXl V, p. 290. Ar-
sti appartiene purché concorra
la bolla, rogo che io ricordi il Cappello verde che
»' finis honestus , scilicet ad suae
fami- doveasi portare da'falliti, e il predecesso-
liae sub s lenta lionem vel communita tis, re dell'encomiato Papa, Pio I V,emanò il

et juslis contractibus " come vuole s. molo-proprio Cupientes 3Iercaioribus,


^omn\a%o^quaest. ^y, art. 4'Sooo di 3." de'2 7 ottobre 1 56 1
, Bull. Rom. t.
4, pa»'-

specie poi quelli, che comprando le altrui 2, p.9» Quod Bir return viride defe-
:

mercanzie, le vendono poi vilmente e sor- rant eliam corani Judicibus Urbis , et
didamente nelle proprie case, a cui non Carcerum visitatoribus petentes alter-
può applicarsi la bolla, poiché la vera sua nativas, vcl beneficium.Raccomanda il
mente non è di favorire uno spaccio umi- Martinelli la non
diligenza e l'assiduità,
liarne a domicilio, o per interposta per- meno che la prudente accortezza, onde
sona, non dissimile da quello de'bottegai, non trascurare occasioni per aumentar
con una specie d'incetto di monopolio; onestamente la propria industria e riuscir
uia un commercio interno, col mezzo d'un negf impegni col pubblico, riproduceu-
UN I UNI I '^c)

ilo le seguenti sentenze di lìlosofi e nitri. il consenso e l'idee di più persone tra lo-

Di Piltaco: Bada all' ocvti siane cht. Ita ro, piesenti o assenti, eruditamente ram-
r ali per fuggirti, e bada al tuo tempo. menta gli scrittori delle varie specie de'
Di Gli ione: i E
sempre meglio soffrire sensali degli antichi romani. Essi sono: de'
un danno che goder un Utero male ac- conciliatori, de'pacieri,de'medialori degli
(ptistato. Dell ° ti rattristerai una volta intervenienti o interventores^i\egV'\x\{ev-
sola : del 2." ne avrai sempre rimorso. preti, degli agenti di cambio (de'quali feci
Di Demostene a'tiodìcanli d'Alene: Traf- parola nell'articolo Mercante) e di alia-
ficate le occasioni: è questa la merce li commerciali, degli amici, degl'interces-
j>ììi ricca, e la cagione degli stabilimen- sori, degl' internunzi , degli arbitri come
ti. Di Sdllustio
FigilandOf agendo^ be-
: amichevoli composilori. Conclude, eh' è
ne consulendo prospere omnia cedunt. vietato il fare da sensali e mediatori, del
Di Osoiìo: Mercator ignavium magnum commercio e negoziazioni, a'nobili, a'mi-
lucrum facere non potest. Del cardinal lilari, a'palalini o cortigiani del principe,
Pietro Aidobrandini: Vuomo accorto è a'notarì pubblici, a'goverrialori delie Pro-
simile ad un cane di buon odora to^ che vincie, a'direttori de'debili dello stato ed
tutto esamina^ e nulla gli sfugge che lo a'Ioro impiegati, a'quali ultimi è pure in-
possa contentare.Dìces'ì sensale, Proxo- terdetto i commerci e acquisti che descri-
lieta Pararius, Intercessory Interven-
^ ve, coerenteniente al disposto delle bolle
/or, quegli che s'intromette tra'contraen- d'Innocenzo XI i\eQ luglio 1689,6 di Be-
ti per la conclusione del negozio, e patti nedetto XIV de'27 marzo 1748. Ragio-
rolarmente tra il venditore e il compra- na poi de'doveri de'sensali e simili, e del
tore. E senseria, Proxonetae Blerces^ si fine onestoche debbono avere nel pre-
dice la mercede dovuta al sensale per le stare il loro ufficio, nobile, morale, reli-
sue fatiche e opera di trattare e conclu- gioso, e discreto quanto a'vaulaggi perso-
«lere gli affari. Da remota antichità esi- nali, sia di premio sia di compenso. Il
,

stono i sensali , come intermediari del Foro Romano divenne in parte Foro
commercio cambiario, ede'negozi leciti Boario quando porzione fu destinata al-
e onesti della società, gli scrittori de'qiia- la vendita de' buoi e altre bestie da ma-
li si ponno leggere presso l'avv. Marti- cello, edagli spncci (Se Macellari^ come
netti. Vi sono de'sensali pubblici, regola- rilevai in quel paragrafo, non meno che
tida saggi regolamenti del governo, e vi alla vendita d'altri commestibili ed a* ne-
sono sensali privati. La legge riconosce i goziati. Perciò presso la via Sagra alcu-
sensali anche nell'oggetto lecito delloiSyjo- ne taberne di beccherie furono ridotte a
salizio^ consideralo in linea di civile con- banche, che i latini òi'xssevo Àrgentariacy
tratto. De' niediatori pronubi ragionano e j)er essere slateriedificate, dopoché l'in-
Ulpiano nella I.i8,ff. De Sponsalihus;\\ cendio del 54"?- di Roma le distrusse, si

Cod. Tlieod. lil). 3, tit. 7] Senofonte, Tl/t^- chiatnarono le nuove o le Banche nuovr^
ìnorahiliuw, hb. 2 i
,
per la parie storica ; e da 7 ridotte a 5. In Roma erano molti
Se\\\eno^De jure nat. 5, cap 4, perla lib. portici isolati, cioè fornici o archi aniplis-
porle gitiridica ed erudita; anzi la stessa s. simi a 4 f«ccie, perciò detti Giani, come
Scrittura ne olire esempi, ed anche la f,i- l'esistentearco di Giano quaihifi onte, ed
volosa milulogia. Inoltre il Martinetti, di- erigevansi nel nodo delle strade più fre-
cendo che alla classe de'sensali ponno ap- quentate per ricovero al popolo uell' in-

partenere, benché impropriamente, con- i temperie. Indi divennero ritlotti ile'incr-

ci lialori, le interposte persone, gli agen- canti e <legli usurai che ilavano e ricevea-
ti, gli amici, gl'inleicessori, grinternun- no il denaro ad Usura (F.). (lolle midte
zi, gli aibilraii e altri che [ionno riunire iujposle agli usurai, che i rouiani severa-
i6o U N I U NI
menle punivano, fu falla la famosa Lupa Boma cogli edilli de' 3o f^iugno i847 ^
di bronzo che aiialta i gemelli fondalo- de'3i dicembre 1 855, fra le altre cose
ri di Roma, la quale collocala nel foro proibì di tener aperti nelle feste di precet-
Boario, fu poi trasferita al Lateianoe po- to i magazzini , i fondachi o botteghe di
scia in Canapidoglio. L'orco di Seltimio qualunque specie, salve però alcune ecce-
Severo al Velabro è uno de' nionuinenli zioni motivale da gravi e ragionevoli cau-
superstiti accanto al destro lato della se, riguardanti o il culto divino o i biso-
Chiesa di Giorgio in felahro, e pres-
s. gni della vita. Fra le classi eccettuale a-
so il memoralo di Giano, sul limile del- vea luogo anche quella de'drcghieri, a'
l' antico foro Coario. Esso fu eretto e de- quali era permesso di tenere aperti i ri-

dicato ad onore di Seltimio Severo , de* spellivi fondacld non ptue fino alle io
suoi Antonino Caiacaila e Gela e
figli , ore del mattino, ma di miovo al uiezzodì
della moglie Giulia Pia, da' banchieri e e poi al cader del giorno per tutta la sera.

da'mercanti de' buoi che negoziavano in JNel 1 856 però, per parie del nobile colle-
<juel silo, come ricavasi dall'esistenle i- gio de^commercianti fondacali, median-
scrizione, eretta dagli AigcnMvìi et Ne- te istanza munita di numerose firme de'
goiiantes Boarii. E questo arco eressero più spettabili droghieri, furono esposti al
i banchieri e negozianti boari della con- cardinal Patrizi gli ardenti loro voti di
trada per ottenere o per aver ottennio veder sancito coH'ordinazione dell'auto-
dairim[)eralore la privativa del couimer- rità ecclesiastica , e rendulo generale il

ciò in (piel foro ,


potendo essi soli intro- costume, giada parecchi adottato, di non
durvi il besliaaie. Il monumento cou>e- aprire i loro negozi ne'giorni di festa ol-
chè privato non è imponente nella mole, tre alleIO antimeridiane; dappoiché nel
bensì è fasciato di marmo,eso[)raccariea- sistema d' allora spesso non era dato a'
to di sculture d'ornali e rosoni nelle vol- proprietari e a'commessi d'attendere ab-
le , con capilelli e pilastrini con 1' aquile bastanza all'opere di pielà e di religione,

legionarie, e le imn)agini de'principi no- ne alla salulai e pratica degli oratorii not-
minati. Vi sono pure bassorilievi espri- turni. Il cardinale, considerando cheniun
menti sagrifizi, fatti dall'impeiatoreedul- pregiudizio poteva derivarne al pubblico,
l'imperatrice a'ioro nund tutelari Ercole avendo la popolazione nell'ore del mal-
e Bacco; nonché i mercanti de^buoi con lino fino alle IO il lenqjo suniciente per
questi animali , e nel lato coperto dalia provvedersi de'gencri esistenti nelle dro-
chiesa congelliua INibby, che vi saranno gherie, che non ponno poi dirsi d'assolu-
scolpiti i banchieri colla loro mensa Ar- ta primaria necessità, gli esaudì; e quin-
^elitaria. L'arco dunque fu innalzalo di con oidine pontificio prescrisse colla
principalmente dagli Argentarii cioè ^ notificazione del r
.**
agosto 856, riporta^
1

banchieri o cambiatori di monete, e da^ la dal n." 176 del Giornale di Roma.
negozianti di buoi, onde tulloia dicesi I. "Ne'giorni festivi di precetto potrà sol-
l'Arco degli Argentari e non come al- ^ tanto eseguirsi lo spaccio e la vendila de'
cuni erronea Uienle supposero dagli argen- generi coloniali e di drogheria fino alle
tieri, per cui il volgo l'appella V Arco de- ore IO antimeridiane. Dovranno in con-
gli Argentieri, e lo notai nel voi. L VI 1, 1 seguenza droghieri chiudere
i in tali gior-

p. 1 Alcune specie di mercature nell'e-


6(). ni i loro fondachi 2 ore innanzi il mez-
sercizio loro sono tenute nelle feste per o- zodì per non riapi irli che nella seguente
pere servili che vieta la Chiesa. Per la san- mattina. 2."* Si proibì in detti giorni la
tificazione de' giorni festivi, a cui sono e- vendila delle derrate coloniali e generi
gualmente tenuti mercanti pel riferito in i di drogheria, neppure a porle chiuse, nel-
principio, il cardinal Patrizi vicario di l'ore vietale. 3.° Le presenti disposizioui
UN I UNI i6r
tUver entrare in vigore dopo mi mese. netae Ripae alniae Urbis, tenentur Nau
I P»ipi a vantaggio de'popoli e de' coni* lis, et Mercatoribus vini, de pretio vi-

iuercianli emanarono molteplici utili di- ni eis medianlibus venditi, emptoribui


sposi/ioni, che in questi articoli e ne'mol- ìllud non solventihus. Gregorio Xlll col
tissiini relativi riportai; qui solo ncorilc- breveC///«^//*<2.f,de*3 magqio 5Si,Bull
1

ì'o. Pio IV col moto-proprio Cam Pasto- Roni. 4, P«>'« 4jp' ^4* Declarntio,et
l.

rali nostro, de'i febbraio i564 Bull. , extensio consti tutionis Punii [[[de pri-
Roni, \.
4 ,
p«»*. 2 , p. 210: Jurisdictio vilegio Mercatoruni Ripae Urbis, quod
Consuliim Artìs Mercìarioruni alniae eorum libri concordantes cum lìhrìs Pro-
Urbis. Nel rione Trastev(M'e e nella par- xcnetarum piene probent, et exerutio*
rocchia di s. Maria della Luce, è la piaz- ne ni par alani habeant sicut obligalio'
za de* Mercanti, dicendo ilcav. Rufìni nel nes Camera les,contra quascumqucper-
Dizionario delle strade, piazze ec. di sonas, et edam mulieres conjugitas. In-
Roma, che prese tal nome dal radunarsi nocenzo XI col breve Exponi nohis, de'
che ivi fanno mercanti, padroni e capi-
i
4 dicembrejGy?, 5;://. Roni t. 8, p. $7:
tani di barche della vicina Ripagraude, Conflrmatur slatutum Rnminunt Artis
per trattare loro altari. Da* lìlcrcanti e
i exo'ierandum Ugna ad Ripam parvdm
Sensali t\\ Hipa ra»i<»no al paragrafo Or- Tfberis, quod adsignatur hospitali s.
zo/^ fi/, avendo fitto parte del loro soda- Rocchi unus Julius prò unnqttnque nd'
lizio e università; e avendovi tuli' ora la vi Ugnis onerata. Ne'vol. LXIV, p. fio,
propria cappella ed ivi pure tratto di al-
; LXX V, p. 37, notai che nel porlo di Ri-
I

tri uiercauti di commesldxli. lunocenzo pt* 11(1, oltre d l'indice del presidente del-
Vili, Leone X, Clemente VII, Paolo 111 le Ripe, il cardmal C'Unerlengo vi teneva
emimarono di-jposizioni e concessero pri- nn co mm issa fio sopra la legna perchè ,

vilegi n Mercanti, ed ù! Mari nari e Bar- da'mercanti o loro «ddelti non si pregiu-
caroli{s\ ponno vedere tali paragrafi) de' dicassero i cotnpratori. Ivi a p. 142 par-
porli di Piipagrande e di Piipelta. Cle- lai dell'antica legnara vicina a ile Ito por»
mente VII col molo-proprio if//^^r, del lo, che Gregorio XVI per sicurerzi ede-
1 023, Bull. Rim. t. 4> pa»*- » .
P- 35, sta- coro «Iella città trasferì fuori della Por-
bilì la giurisdizione del giudice della cu- la del Popolo, edificando nella sua arca
ria di Elipelta;e Paolo III col moto-pro- anche nel voi. Lll,
quell'eihfizio, di cui
prio Cam nobis,\\e\ i5'ò5, Bull, cit., p. p.278, e ad Università romana ne tengo
124- Jurisdictio Canierarii et Judicis proposito. Oel presi«lente dfle ripe ilei
Curine Ripae alniae Urbis, quoad can- /Vigere, prima un chierico di camera e poi
sas Ripales, perciò separata da quella de- il Tesoriere ^enerale,*if\\c\\\ a loro suc-
gli altri Tribunali di Roma, nel quale cesse, ne trattai in tali articoli, con noli-
articolo vi sono altre nozioni relative non zie analoghe a questo paragrafo, massi-
mejio a questo paragrafo che alla merca- me il 2.^ riguardante le finanze, e perciò

tura e commiercio. Pio IV col dì oto pro- le Dogane e i Tribud (P^.) delle merci.

prio Cupientes prò communi, del i 56o, 1 prudenti e di Roma,


religiosi mercanti
Bull. Roni. l.
4> p8''- 2>
P- ^^' • Confìr- comprendendo e penetrati dell'oracolo
matio,etextensio jurisdictionis Prae- del Vangelo: Negotiaminidum vcnio,ù'
sidentis, et Camerarii Ripar uni alniae mando di Iralhcar bene le cose tempora-
Urbis in causis civilibus et criminali- senza perdere l'eterne, per tale impor-
li,

bus, etedam indultoruni Nautarum et tante massima istituirono nel centro del
Mercalorum Ripalium. Indi colla bolla cristianesimo diversi sodalizi ecollegi, de*
Decet Romanuni Pontificcm, de' 20 no- quali vado ragionando in quesl' articolO|

vembre 56 , Bull, cil., p. 9$: Proxe-


1 i ti uel pieseiUe parogrufo dirò di altri G.
VOL. I.XXXIV. 1 1
i62 UNI UN I

IVe'possessi tle'Papi questi sodalizi e col- de'mercanli, comechè


essi ne furono prf^

legi, coDie le nltre universilà e corpora- mari fondatori e pel maggior numero che
zioni, decorosamente ornavano iin tratto la compongono , fin dal suo principio si

della strada da loro percorsale conne no- compose anche d'altre persone, sacerdo-
tai superiormente i naercanti t\e\V./4gri- ti, medici, avvocati, procuratori ec. Per
col/lira f^W Affìflati/ì Banclierotlì^iMer- onorare la Natività della B. Vergine con
canti foiidacalì^ \ Mercanti di Icgna^ i esercizi di cristiana pietà e morlificazio-
Mercanti di legnarne ^eà altri negozianti ne, e ne'dì festivi cantarne le lodi, i mer-
delie categorie che vado descrivendo. Nar- canti promotori della congregazione l'in-
ra il Fanucci, Opere piedi Roina,ip. 385: cominciarono a'9 luglio 594, 1 coll'assen-
Della confraternita di s, Nicola del- so del generale de'gesuili p. Claudio Ac-
ibarle de Merciariy che nella basilica di quaviva, che a'22 dello stesso mese l'ag-

Lorenzo in Damaso^ nella cappella in-


.<-. gregò alla primaria del Collegio Roma-
contro a quella del ss. Corpo di Cristo, no^ con partecipazione delle grazie e pri-
Sotto l'invocazione di s. Nicola si forma- vilegi pontificii. 11 sodalizio dopo pochi
rono in sodalizio, e neliSoy posero sul- anni, per maggior comodo e raccoglimen-
r altare 1' immagine sua in rilievo. Que- to nella comunione generale in ogni 2.*
st'università dell'arte de'merciari si com- domenica del mese, fabbricò suo ora- il

pose di Belgici Mercalores e di altri mer- torio nel sotterraneo della sagrestia, che
eiai d'ogni nazione. Ivi essi celebravano cominciato neir ottobre i64> con bella
la festa di s. Nicola con solennità, e vi ce- architetftM'a, ebbe compimento nel 65o, 1

lebravano pure anniversari pe* loro de* calandovisi per due belle scale dall.ì por-
funti, che infermi aveano visitati e soc- teria della chiesa. Divisi in decnrie si pro-
corsi, nel resto sopperivano al bisognevo- posero la visita della Scala Santa e del vi-
le della cappella. Nel detto altare eravi cino spedale del ss. Salvatore, sollevan-
ancora la figura in rilievo di s. Sebastia- do gl'infermi anco con confacenti dona-
no martire, ch'era dell'università de* ban- tivi; non che la visita prima delle carce-

derari (il p. Menochio, Stnore, cent. 12.' ri di Tor di Nona, di Corte Savella, di

tratta , nel cap. 91 : Dell' uso delle ta- Borgo e di Campidoglio, e dopoché fu-
pczzeriCf e primi inventori di cssej nel rono soppresse le prime 3 , si recarono
cap. 92 : De' tappeti dell' antichità, ed nelle carceri Nuove e di Campidoglio, con
uso loro) e altre arti loro unite, quali ivi i limosine e conforti cristiani a'prigioni, e
praticavano l'operato da'merciari. Con- dando loro un pranzo nel giorno della
tiene credere che anco i merciari prese- comunione generale, preparata da op-
ro s. Sebastiano per loro patrono, poiché portune prediche de' gesuiti per 8 gior-
come dirò, nel trasferirsi nella chiesa di ni, cioè ogni mese con l'alternativa, il che

s, Valentino, per tale venerandolo, an- meglio fu stabilito nel 1676. L'edificante
che a lui la dedicarono, il Fanucci scri- descrizione dettagliala di tutto si può leg-
vea nel 1600, come notai più volle. Nel gere nel Piazza stesso, trai, io, cap. 12 :

1698 il Piazza ripubblicò ampliale TO- Visita e comunione generale delle pri-
pere pie di Roma^ col titolo ó' Eusevolo- gioni di Campidoglio e delle carceri
gio Romano, ove tratta degli altri 5 soda- Nuove a strada Giulia. A servire a men-
lizi di cui vado 3 de'
a tener proposito, sa i carcerati, oltre i gesuiti e il sodalizio,
quali nella sontuosa Chiesa del GesUy e concorrevano altre pie congregazioni e
con essi principierò, avendone già fallo personaggi. Nel cap. 17: Della congre-
parole al ricordalo articolo e a Mercan- gazione della ss. Natività della Madon'
te. Trai. OjCap. 23: Della congregazio"
I na al Gesìz, dice il Piazza, che la discor-
ìia de'' Mercanti al Gesìi. Benché delta sa congregazione istituita da'niercanli più
U N I UNI 63
civili ili IU)U)a nel declinar del secolo pane dì Spagna, confetti, aranci, brugne,
XVI, uel i65j sluinpò le sue regole, le mela cotte. Neil' annua visita delle selle
quali prescrivono l'esercizio quotidiano chiese, ec. con gran profitto spirituale e
di quelle virtìi e sanie opere, anche nel vi- morale. Notai nel voi. XXX, p.i8 i , che
vere domestico che racconta, in uno alle le due congregazioni nel 1 ySi rinnovaro-
visite degrinferini contratelli, ed a' suF- no l'oratorio, e ristamparono le regole
fiagi pe' defunti; nel conservare la pace neh 826. Il prete Costanzi, L* Osser\>alo-
Ira'vivij pregare per essi e altri di cui sia- re di Roma, 1. p. 257 e 2 58, anch'egli
1 ,

mo obbligati , di tenere nelle botteghe parla delle opere di pietà che si esercita
qualche libro spirituale e divoto, e di a- no da' fratelli della congregazione della
steneisi dalle conversazioni non meno Nativilàjdetta de'Mercanti,e di quelledel-
cattive che sospette. Insomma lo spirito la Annunziata e dell'i mmaculata Con-
ss.

principale dell'istiUito essere di f'ir pren- cezione, diMercanti t Artisti, E il Der-


dere a'secolari occupati negl*interessi del nardini chiama artisti ci\'ili c\\.\t\[\ della
mondo qualche respiro di spirito, e stac- congregazione della ss. Concezione; ed al-
carlo dall'aflelto disordinato a quelli , e tri artisti c[K\e\\\ della congregazione del-
perchè da loro i coulratli e negozisi fac- ia ss. Annunziata. Altra confraternita è
ciano giusti e retti, a bene delle anime descritta nel trai. 9, cap. 3: Di s. Paolo
loro, per ricevere le benedizioni del Si- de' Mercanti e Artigiani a s. Carlo de*
gnore a'Ioro traflìchi,e per vantaggio pub- Catinari.^eì 6 1 o chierici regolari bar-
1 i

blico per tanta moralità. Nel cap. 6: Del- nabiti eressero nella loro Chiesa di s.

la s.<(. Immacolata
Annunziata e de IT Carloà'Calinari una di vota compagnia
Concezione al Gesù. Dopoché in questa di mercanti e artigiani di diverse profes-
veramente nobii chiesa, sopra le cappelle sioni, avente per istituto l'adunarsi iu tut-
al destro lato, fu nel iSgS eretta la con- te le feste nell* orepomeridiane a cantar
gregazione degli artieri della ss. Anuun- l'ufìlzio della B. Vergiue con l'assistenza
riata, pel gran numero degli aggregati d'un p. barnabita, che discorreva loro di
divenuto l'oratorio angusto, fu necessa- Varie cose spirituali, praticando altre o-
rio erigere nel 1^97 altra congregazione pere di pietà e carità, esufFiagando de- i

sotto rinvocazionedeirimmacolala Con- funti; Paolo V


con sua bolla concesse al
cezione , sopra le tre cappelle al destro sodalizio indulgenze e grazie spirituali^
lato dell* ingresso della medesima chie- onde i fratelli vi prendessero araoie, e
sa , frequentala da molli mercanti e ar- così ricevere nel loro cuore le massime
tierij colle meilesime regole, istituti ed del vero amor
Dio e il disprezzo del-
di
esercizi spii ituali. Consistono essi, secon- le fugaci vanità del mondo, con ottimi
do il riferito dal Piazza. Nella santifica- fruiti pel vivere civile e cristiano, man-
zione delle feste colla recita dell'uffizio tenendosi così coltivati nella pratica del S;

della Madonna e altre orazioni, e nell'a- timor di Dio, che rende l'uomo savio e
scollare un sermone da un p. gesuita, e onesto. Già nel voi. 269, col LXIV, p.
nc^lla comunione generale ogni mese. Nel- Fanucci, Della confraleniitti di s. Seba-

la visita de'fralelli infermij e soccorrerli stiano de' Mereiarl, e col Piazza, De' ss,
con liniosine se bisognosi, altrimenti con Sebastiano e talentino de' Mercanti,
offrir loro un pane di zuccaro, sullragau* Merciari, Profumieri, Giianlari, Pella-
do quelli defunti. Nella visita ogni dome- riy Selaroli, Banderari, Trinaroli e Ber*
nica de'malati dell'ospedale della Conso- rettaria piazza Mnt'ei^ narrai, che nel
lazione, confortandoli e donando loro in rione di s. Angelo sulla piazza L\ig;uiic<i,

tempo del pranzo o della cena cose deli-' incontro al Palazzo ;1/<i/'e/ duca di Pa-
cale e adatte alla loro .condizione, come g.ujioa è la chiesu de'ss. Sebastiano e Va-
i64 UNI UNI
lenlioo, che descrissi, dicendosi siala casa Roma 749* Narra Panciroli, che la com-
1

di s. Valentino per tradizione, concessa pagnia de'merciari avea prima la cappel-


ila Clenienle Vili al collegio e universi- la in s. Lorenzo in Dainaso, come già ri-

approvata da Pio IV,


tà de'nìercanli, già marcai, sotto l'invocazione di s. Sebastia-
il quale col suddetto molo-proprio nel no loro proiettore, e venuti nella chiesa
j 564 compartì la giuiisdizione al con- di s. Valentino celebiarono la festa de'
sole /4rlis Mercinriorum; e che si com- due Il Bovio, La pietà Inonfante
santi.

pose delle nominale arti, non che cap- nella banlica di s. Lorenzo in Dainafo^
pellari, siringali, pettinari, lanlernari e riferisce a p. 188, che la chiesa filiale di

di tutti gli altri venditori eli qualsivoglia detta basilica, in principio fu soltanto de-
sorta di merci, tanto bottegai spacciolo- dicala a s. Valentino vescovo e martire
l'i di p<inni, drappi (perciò si ponno vede* (il Piazza nel r/swt/o/og/olo chioma pre-

rei p»ira«;rali LnnnioU, <Setaioli^ Guan- te romano, dottissimo e martire, ne! par-
tati, Coppfllarij anzi il Berna«(lini tra lare di sua festa a* 4 febbraio, di sue re-1

questi lijeicanil e Meicinri fandticali liquie, e di 3 altre chiese che avea in Ro-
\'\ aggiunge, oltre i Coppelldri^x concia- ma , e pare che per meinori;i di esse fu
tori di pelli volgarmente detti Faccìna- edificata 1' odierna i e l'auiiuaie Diario
riye'ì Diogliiet'ijiU più agi^itmge, sono in- Romano egualmente lo qualifica prete e
olhenggregati ti Mercanti fondacali^ già martire), nel 1 SgS da Clemente Vili da-
delti di s. Michele, li colorali, e tutti gli ta alla conlralernita de'mercanli, die ivi

altri venditori di qualsivoglia siuta di canonicamente si eies-^e nel iSgi, dove


merci; e che la conhalernita di s. Seba- poi si unirono insieme merciari e le al- i

stiano ha l'oratorio sopra la chiesa. II tre corporazioni d'artiche ricorda i.K per*
Bernardini scriveva, che nel 1744 oella elle la loro tMiiversità avea per avvocalo
chiesa di s. Agata in Trastevere, ì\*ì Dot- s. Sebastiano martire, perciò il sodalizio
trinai iy esisteva l'università de* i1/er- dedicò a'due santi la chiesa ,
prendendo
canti fahhnciiiori di corde nrmonii he), pei patrono ani he s. Valentim»; celebran-
saie , ciambellotli e qualunque roba e do magnificamente la loro fesla, e quella
mercanzia, e venditori di Roma a minu- dell'Assunzione di Maria Vergine, alla
to, colla qualifica di Consolaio de Mer- quale è principalmente de<licata la coni-
ciari. Unione di arti a quella de'mercan* paguia. Il Fonseca, De basìlica s. Lau-
li e mt^rciari seguila dopo aver questi ri- rentii in Dainaso , nel descrivere le sue
cevuta la della chiesa, ^m parrocchiale, chiese filiali, come consta dalla visita

la Clemente Vili unì ad una viti-


cui cura d'Urbano Vili i63o, fa altrettanto
del
na panocchia.Che l'utiivet sita e sodalizio di quella di s. Valentino, dicendo che la
nel secolo passato ristaurò la chiesa con sua parrocchia fu riunita a quella di s.

archilei tura di p^'ances<;o Felice l'ozzoli; Nicola a'Gesarini, avendola conceduta il

e «he nel 1696 slanqjò gli Staiuta.QiìX cardinal Montallo titolare della basilica
ojigMiiigeiò t:lie si ha pure: flJolus prò- i\ 17 novembre i5g4> '^ ^^^^ confermò
priiis ( lentcniis fili super rtfomiatio- Clemente Vili l'B settembre iSgS, e il

ne Officii Gah^Uan majons^ et ijus Of- sodalizio l'intitolò pure a s. Sebastiano.


fìcinUum^ Vniversitati Mercalorunt con- Chiama s. y B^twùvìo presbitero ^ e in bre-
ce.ssuSy Uoniat- 1601. Stanili ed ordina- ve descrive la storia di sua passione. Di-
zioni dell' Lniversilà dell^ Àrtebianclie, ce Venuti, ihe i piofunueri vi celebrava-
Oìzai oli Nevnroiidi Roma^ aggregata
e no la f«.sta della Puiificazione nella do-
al collegio de'sig. Merciai e Mercanti^ ì menica ha rS." e vi contribuiva il duca
nell'I vtn. cliiesa dtss. Sthaslianoe fa- di Paganica: il Piazza vuole che ciò fa-
leniinoj confermali da Benedetto XIV, cessero i giovani de profumieri, Cleuieu-
U N I UNI i6?
te X concesse alla confralernila d'aggre- se darle un protettore, e dietro umile pro-
gorvi qiialiiiique sorla di persone, sebbe- posta del medesimo, nominò i'£.mo car*
ne non apparlenenli alle descritte arti; e dinal fr. Francesco Gaude domenicano.
poscia ampliò nobibnenle l'oratorio sii- Questi perlanto nell'ore pomeridiane de*
peri(M'e,ove celebravano i divini ullizi. Le 6 aprile, recò con nobde treno alla det-
si

(»pere caritatevoli e di pietà esercitale da' ta chiesa,accompagnato <l»'prelati mg/


confrali sono descritte dal Piazza e dai Ligi-Bussi vicegerenledi Rooja, mg.' Va*
Ijdvìo, vertendo Sifcclìi rossi cinti da cor- lenzi volante di segnatura, e mg.' Fiornnì
tlone bianco. Visitavano i conlVali iufer* ponente di consulta. Ricevuto il cardina->
Itti, e i CiM cerati soccorrendoli con Innosi- le alla porta del teu)pio, superbamente
ne, e snllVai^avano i defunti. Nel tleclinnr addobbato , da uig/ Sibilla primicerio,
dei secolo XVII adotliirono nn* opera di da' consoli, dal camerlengo e dagli altri
^(gr^data pietà cristiana, nel procnrare udiziali del consiglio, ascese il trono. Let'
cioè ricovero alle povere donne restate ta lanomina pontifìcia, e fattisi gli o*
v^'tiove sopra l'età di qS anni. Si lei^ge maggi d'uso dallo stesso consiglio, s* in-
neln.°83del Giornnle (li Honia (ini i856, luonò il Te Drwn^ con iscella musica a
che iiUento sempre il Papii Pio X a rav- I due cori ed a piena orchestra divetta dal
vivine l'isliltizione dell'università di traf- maestro Fiorentini. Ciò compiuto, il car-
ficanti ed che a primo loro sco-
arlt {lei, dinalenuovamente si assise, ed in brevi
po si proponessero il culto divino in una ma eloquenti parole spiegò agli astanti
t'hiesii lor«) propria, la pia unione de'mer* (juanto commendevole fosse lo scopo pro-
tanti londacali, esistente presso la chiesa postosi dal collegio. Mg. primicerio, do-"^

ile'ss. Sebasliiino e Valentino, non fu del- po ciò, rese le dovute grazie al cardina-
rulliine ad ubbidire alle pontiliciedispo- le, al nome del collegio istesso. Quindi il

s:/.ioni,ed al presente trovasi aver assunto cardinale insieme a' prelati si trattenne
il titolo di Nobil Collegio de Conuntr- nelle splendide sale del marche.se Giu-
ciiinli Fondocaii. Secondo gli statuti ap- seppe Guglielmi i."de'coinoli del nobil
provati dalla congregazione speciale sul- collegio, il cui palazzo è prossituo al det-
le università di Iloiua, lo scopo del col- to tempio. Oltre a* sunnominati prelati,
legio è procurare ogni maggior van-
il facevano corona al cardinal Gaude il

taggio spirituale per tulli membri che i R.mo p. Jandel vicario generale de'prc-
lo Compongono, e promuovere e favorire dicalori.e vari fra'prirai del medesimo or-
i rami d'industria e di commercio a'qua- dine. Presso a questi, l'eletta dc'coaiuier-
li sono dedicale le varie classi di negozian- cianli di Roma.
ti , mercanti ed altri commercianti che Molìnari. Il mulino o medino, Pi'siri'
coiuponevano l'antica pia istituzione. Da nnniy lìlolendinum^ è l'edilicio composto
(ale punto partendo gli statuti hanno di vari strumenti, che serve per ridurre
preveduti modi, co'quali si potranno ot-
i in polvere ofarina, ossia macinare il gra-
tenere i fini proposti , e tulio qu-inlo co* no, le biade, mediante macchina con ma-
slituisce i necessari elementi della corpo- cina o pietra di figura circolare, piana di
1 azione. A ciò si annclle un regolamen- sotto e colma di sopra, bucala nel mez-
to «.lisciplinare in cui si [irecisauo i par- zo ; macina dicesi anche mola e mu-
la

ticolari riguardanti le funzioni ecclesia- lino, /17o/i« FrumentaritJ^ ilfolt trina. 11


stiche da celebrarsi nella chiesa del col- molinaro o mulinaroo mugnaio. Mola-
legio, il consiglio d'amministrazione, e ciò ri us, Molendìnariuty Molendarìus^ è il
che n' è di conseguenza. Così gittate le inacinatore, (juello che macina grano e
basi dell.» nuova utile i>li(nzione, il col- la ade. Vi sono mulini che agiscono colla
i

legio supplicò il l\ipa pei che ai ilegtuis- lui^ti dell' aci|vKi ; ti quelli delli a ^ccoo
66 VN I UN I

cl»e macinano acqua o vento, per


senz' UrbanoYIII soggettò molinari i alla giu-
opera e faflca di uomini o giumenti, la risdizione del prefetto dell'Annona. Ne*
latinoclicesi il molino ad acqua, Mo/tìf z^- possessi de' Papi l'qniversità de'molinari
qiiariajv^ vento, 3Iola /^erea^a mano, addobbava un tratto della via,per la quale
Mola Manuariaj voltalo da uomini, J/o- incedeva la loro solenne cavalcala. Un
In Trusatilis seu Fersatilisj da bestie, tempo fece parte di quella degli Or loia-
muli, asini, cavalli, /lfo//^///Wt'«/<^rj'avr/ m\c tuttora vi hanno la propria cappella
Machìnaria. \ mulini ad acquo sono co- imolinari padroni e garzoni, onde vp letto
nosciuti fino dal tempo di Giulio Cesa- quel paragrafo.
re, e ne parla Slraboue; pare che fosse- Muratori,Universitas Fahrorwn Ma-
ro inventati nell'Asia Minore, ed erano rariorum. muratore, Fàber Murarins^
Il

simili a' nostri. ! mulini ad acqua si vo- Faher CaemenfariuSy Structor , Parie-
gliono introdotti in Europa tempo del- al tariuSy Aedijlcioriun Structor^ è quello
le crocif»te,ma nel vol.LXXV,p. 21 dissi r che esercita Tarte del murare. Il murare
che Belisario immaginp nel 557 *^o'hii ' fabbricare, Aedifie.are t Struere , In-
sul Tevere ;q%\ sa che l'Ungheria li avea slruere, Construere^ EstnierCy consiste nel
nel 7 i8. Anzi la mola era nota sinoa'tem- commettere insieme sassi o mattoni colla
pi di Giobbe e di Mosè coipe dicono
, essi calcina per far muri o edifìzi legar con ;

ne'loro libri. Nel n.**^73 del Giornale di cemento checchessia ; ed a secco dicesi il
/io//7« dell 852 pubblicandosi i| Regola- murare senza calcina. Oltre l'fjccennato
mento perla percezione del dazio sul ma- sull'arte del muratore nel paragrafo jPrz-
cinato nelle piovincie dello slato ponti- legnamii perchè a quell'università fu già
ciòcompreso l'Agro Rou)a»io, reso uni- unita la loro, e rimarcando che a'mura-
forme e ridotto a un solo sistema, il titolo tori, falegnami e ferrari conviensi il titolo
4-° contiene Ip Dispiplinc da osservar- dimaestri d' arte^ mentre per questa ag-
si da' /no li nari j ed il 6° la Circola- giungerò che il capo de' maestri mura-
zione delle farine^ pane, paste^ ec. Delle tori si appella capo-mastro, ricordo an-
pìole diRoina e de'muiiui sul Teveì'c^ in mura-
cora, che sparsi nozioni sull'arte
quest'articolo ne ragionai, pnuinerandoli ria, come pure soli' architettura (sulla
e dicendo di loro origine, come del re- quale ponno vedersi le seguenti opere.
centemelododi portare su carri uq deter- Vitiuvio, DelV archiletlura^ traduzione
minato ntuneio di sacchi di farinaa'i^or- col testo a fronte e commento di G aliar
tuiri (nel qual paragrafo souovi nozioni nij Napoli 1758. l^abaccQ, Dell" archi-
relative a queste), sostituito a quello de' tettura^ Roma i559. G. Maggi, Della
cavalli stabilito da Sisto V. Nel medesi- fortificazione delle cittày Venezia 1 564.
mo articolo riparlai della Chiesa di s, Vignola, DelU architettura^ Roma 1 763.
Bartolomeo all'Isola, nel descrivere F. Milizia, Le vite de"più celebri archi-
quest'ultima, e nella (juj^le, racconta Ve- tetti d' ogni nazione e d'ogni tempo, pre-
nuti, nel principio del secolo XVII vi si cedute da un saggio sopra V architettu-
un"ì una divola e numerosa compagnia ra, PLoraa 768 Dizionario delle belle
1 :

di molinari, che prese per proiettore ^. arti del disegno, \j3iS&ùi\o 1822. Orsini,

Paolino vescovo di Nola, il cui corposi Dizionario universale d'architettura e


venera nella cappella laterale all' altare dizionario Fitruviano, Perugia 1 80 1
grande. Dice il Bernardini che in della L'architettura legale del diritto di eri-
chiesa eravi l'università de'molinari pa- gere fabbriche f e del diritto di vietarle^
droni, ed in quella degli Ortolani le u- Firenze i836. G. Valadier, L'architet-
niversità de'molinari padroni e de' mo- tura pratica, Koma 1828. L. Canina,
linari garzoni. E mg.' Nicolai riferisce che Ricerche sulV architettura piit proprie^
U N I UNI 67
dttfnipli cristiani, L*ar- Roma i843: Pochi anni sono se ne conlavano già 187
rhitftiura antica descritta e dimostra- inventali di recente. Negli ultimi secoli
ta co' inonunicnti deW architettura cgi- dell'impero romano non s'impiegarono
ziamtygreca e romana^ Uomo 1 844))"el' che frammenti d'edifìzi antichi. Si comin-
r inniimerabili sue calegorie nel descri- ciò solo forse a'tempi de'baibari a forma-
vere ogni genere di fabbriche e diedifizi re le ossature delle fabbriche di pietre ta-
an liciti e moderni d'ogni nazione, come gliale o riquadrale, ed a riempire quel-
f principalmente Tempio Torre, Ter- ^ l'ossature di pietrame con malta (bitu-
mc^ Teatro ove dissi pure degli anfiteatri, me di cui si servirono gli antichi persiani
Palazzo, Palazzi di Roma (anco quanto nelle mura dà ora quel
di Babilonia; si

alle case e abitazioni, altre paiole aven- nome ad un composto con are- di calce
do detto nel paragrafo Albergatori) j Se- na, con pozzolana, con tegole o mattoni
poltura ec. ec. ; non meno delle loro più pesti , e colle scorie del ferro. Con que-
principali parti di cui scrissi articoli, ed ste ultime materie, aggiungendosi olio di
<eziandiodi quanto vi badi relativo, pure linone anche sedimenti di quegli olii, si
i

per la sorveglianza pubblica del princi- forma un cemento che rende gì' intona-
pato come degli edili Tribuni e lìJae-
, chi impenetrabili all'acqua), il che riunj
slri di Strade (f.); mentre della parte la solidità all'economia. Non mancai a'
ornamentale sia di Pittura ^^n\ di Scultu- loro luoghi e dove esistono, di parlare
ra, o altri generi di abbellimenti, ne ra* delle mura ciclopee; ed anco de' jeroni
gionai in quegli articoli e negli analo- pelasgici o enormi altari degli antichis-
glii. L'arte di fabbricare è quella di ese- simi popoli, muraglionì anch'essi ciclo-
guire ogni sorta di edifizi e costruzio- pei di cui trattarono, quanto a quello di
ne: si dislingue quindi dfiU'arcbitettura Tìk^oU (F.), i dotti Niebuhr danese, e
legata a certe forme , ed è forse molto Dodwel inglese, senza assegnarne 1* uso
più antica. Varia quest'arte secondo i di* e la destinazione. Nel decorso anno si

versi materiali che si adoperano; da pri- scopr} in Tivoli un nuovo jerone di mu-
ma s'impifigò il legno, poi si ebjje ricorso ra ciclopee, di coi ragiona la Civiltà
alle pietre, e quindi si fecero i mattoni, cattolica, serie 3.', t. 6, p. 357. 1 jeroni
cotti prima al sole e poi nelle fornaci. La o ieroni erano altari de* culli primitivi,
scopertadella calce chesi sostituì al bitu- piazze o aie sagre, su cui celebra vansi
me , impiegato dagli assirii ,
portò una i sagrifìzi, talora esecrandi d'umano san-
giunla essenziale alTarte di fabbricare. gue ; a' quali in tempo meno crudeli fu-
Pelle diversespeciede'cementi, non man- rono surrogale le Primavere sagre, co- f
cai parlarne a'Ioro luoghi, cioè preso nel me in Sabina (f.), in cui l'ausonia gio-
senso largo di calcina, pozzolana ec. Iin- ventù era inviata a fondarsi una patria
perocché il Vocabolario deW arti del di- sotto la tutela del nume, al quale dovea-
segno, ì\&{ì\\\%cc. \\ cemento: Composto no essere sagrificali. L' architetto, ol-
di calce estinta di recente, di sabbia, di tre la sua propria, dee ben conoscere l'ar-
ghiaia e di tegole infrante, o di piccole te del fabbricare. Il Piazza trai. 9, cap.
pietre, b^ors'egli è questo il A/g////io de- 1 I : Di s. Gregorio de' Muratori a Ri-
gliantichi, che si attribuisce a Segni i^V.) petla, crede che dal l'ingegnoso artificio
e perciò dello Opus Sìgninum. Serve ot- delle innocenti rondinelle nel fabbricare
tininmente pe'iondainenti degli edifì/i. con disegno i loro nidi, e di agiatamente
Molle altre composizioni si danno di ce- ricoverarvisi, abbia avuto l'origine l'arte
nsenti parlicohiri , alcuni anche solidis- necessario del l'architettura e del fabbrica-
sinu e<l impermeabili, o almeno non pe- re;piima introdotta perconsigliodella ne-
uelrabili se non dillicilmcntc dall'acqua. cessità secondo la modeiazioiie dell'ono
i68 VSi
sto, passata poi peisuggeslione del lusso mente si separarono dalTuni versila e so-
e dell'ambizione in eccesso di vanità ed dalizio de' muratori, con ammettere tra
insoveicliiodisupeibia,di pompa e gran- essi altre arti lavoranti il legno, a'23 gen-
dezza, persino nel sepolcro. Le pruiiiti- naio 1602. Cos\ i muratori formarono
ve abitazioni furono le grotte e le caver- particolare università e arciconfralerni-
ne naturali, accomodate ro/zamenie per ta, essendo a loro aggregati gli statuari, gli

tempi; poi si
rijìararsi dall* ingiurie de* stuccatori e lavoranti i bassirilievi, gl'im-
congegnarono tugurii coperti di vimini, biancatori, i pozzatti o vuota pozzi. Nel
di gtunchi, di fi onde e di foglie, ed al- 1 749 stamparono in Roma : Staniti del'
l'inloriio intonacati e sttibdit» col loto e r Unive'sità de' Muratori , Stuccatori ,

col fango. Foi s'inventò l'arte di cuocere Pozzatti ed Imbiancatori di Roma, da


tegole e tnaltoni; quantunque Polidoro BenedetfoXff, in esecuzione del voto del
Yngilio, De
invfuionbus rtruni^ sia di cardìnalGio. BaltittaSpinola protettore,
parere che Tarte del muratore incomin- confermati ed approi'Uti. L'AI veri, Ro-
ciasge da Caino, primogenito d'Adamo e ma in ogni stalo t. 2, p. 79, tratta della
Eva, e suoi discendenti. L'opera di mat- chiesa di s. Gregorio de'M oratori e dice
toni,che gli antichi dissero laterizia, è la che non si ha notizia della sua primitiva
pih lodala di tutte le altre, come osserva fondazione, echeneli527 propriamente
Vilruvio; e ragionando delie fabbriche non fu f.ibbricata, n)a ridotta in miglior
prova la sua opinione
di quella specie, furmaeiestaurata,dichiarandola più an-
dal non aver la regina di Caria poten- tica, come rilevasi dalie iscrizioni della
tissimo, nel fare il Mausoleo (^'.), eletto medesima che riporta, alcune essendo del
allra sorte di matei ia, che (p»ella de'mat- i52 le del 522, tli muratori e falegnami,
I

toni, co' quali anticamente si lastricava- una appartenendo a un /ircìnf'ibro mura-


no le Strade (^.)- La chiesa di s. Gre- rio fide ac boniiaie in omna conspicuo.
gorio 1 Papa a Hipella, presso piazza Dice che l'altare maggiore è dedicato a
?^ìci'6!0, nel rione Campo Marzo, fu edi- S.Giei^orio 1 colia sua immagine e quelle
ficata nei i^i'j a spe.4e della compagnia della Beata Vergine e di s. Carlo; la cap-
^a* muiatori (i quali p^i vi co*«truirono pella è lavorata e figurata di stucco, e
il contiguo decoroso <jratorio pe'loro e- dipinta a guazzo co' miracoli del santo;
«erciii di divozione, come alFeima Ve- II 2.** altaredalla parie del vangeloè pur
nuti, sembrandomi errore ttponrancoia sai»ro al s. PapH,ne*muri laterali essendovi
data deli^qy, in vece di 527 che leg- 1 iscrizioni di s. Marinella vergine e mar-
geri a p. 363 tie* Poasea^i de Popi del tiieeili s. Silviu vedova madredis. Gre-
Canct'ilierì, nel narrare che in essi le u- gorio I. il 3.° altare dalla parte dell'e-

nivf rsità ile'Mmatoii, Fnlegnami, Cal- pistola è dedicalo a Gesù Crocefisso di-
ciarolì, de'(p>ali però non oii riuscì tro- pinlocolla B. Vergine e s. Giovanni. Av-
varne le noli/ie con pompa ornavano
, verte che Giorgio Vasari chiama (piemia
porzione della via da loro percorsa in tal chiesa di s. Giuseppe. I conflati vestono il

solenne run7Ì(>ne) e degli esercenti ogni sacco turi bino, e portano sulla spalla per
scita di lavorazione in i^giio; le (piali segno i'elìlgie di s. Gregorio I. Riportai
corpora/ioni di fabbii già neli5?.5 si e- nel vni. che nel 1767 per la
Il, p, 3'>3,

rano co«>tiluile in università per auto- canoni/zazione di s. Serafino d' Ascoli


rità di Clemente VII. lodi nel i 539 Pau- nato in Monte Granaro, laico ile'minari
lo ili l'eresse in confraternita, e Grego- cappuccini e già muratore, 1' università
rio Xlll ele\òad arciconfralermia. fa- I e Aiciconfrattrnita di s. Gregorio de'
legnami avendo fabbricata la loro par- III aratori lo prese per coni protettore ,

tiKóluit' i^hitfiu di s. Giuseppe, defluitivu- poiché o*è il principale patrono s. Gic-


UNI 169
-Olio 1 Magno y di cui solennemente ne consenso del cardinal Albani e di d. Pao-
celebrano la festa, e in tal giorno dispen- lo Macpherson, rispettivamente protet-
sano doli alToneste e povere donzelle fi- tore e rettore del collegio. Si legge nel
glie de'confrali.ll Piazza riferisce che di- n." 22 del Diario di Roma dt- 1 1 80 1
, che
versi conflati lasciarono vari legati pero- il cardinal Leonardo Antonelli a' 1 6 mar-
pere pie al sodalizio, il quale si esercitava zo si portò nell'ore pomeridiane alla chie-
«elle seguenti. Oltre il mantenere decoro- sa di Gregorio n Ripelta, ricevuto dal-
s.

samente il culto della chiesa, coi proprio la fratellanza vestita di sacco, (|ual nuo-
cappellano, ne* giorni festivi recitavano vo protettore di essa; e dopo breve ora-
l'utlizio della Madonna nel nubile oratorio zione, ossisosi in vago dossello, fu letto il
contiguo alla chiesa slessa, ove essendovi breve pontifìcio di nomina , e indi am«
elegante pittura in tela esprimente la B. mise al bacio della mano supeiiori del- i

Vergine, s. Matteo apostolo e s. Grego- roniversità,e della porpora gli altri con-
rio I, vi celebravano la festa, e pe'defnnli frati,seguendo le consuete f irmalilà e il
fratelli rulììzio de'morli, oltre l'anniver- canto del Te DfUin. il Cancellieri nel
sario generale. Se infermi li visitavano, Ccnotiiphium C/4nfonelli Cardmah'Sye-
e se bisognosi soccorrevano, sommini- ziaudio narra che fondò 4 Oralorii not-
strando medico e medicine, ed in morte turni, a norma di quelrodel p. Caiavita
accon»pagnavanoalla sepoltura e faceva e ad esso associati, con gran prolìtto spi-
no seppellire previo funerale. Nella chie- rituale de'conco» renti, duetti da zelanti
sa ili s. Gregorio il cardinal Leonardo sacer<loli, colla visita ilelle SetteChiese
Antonelli v* istituì i* oratorio nottnrno nella primavera e neiraotuuno, facendo
nel 1796, aggregandolo a quello del p. souiuiimstrare a'frequentanli c»ilezio«ie e
Caravitii, contigno al Collcg o Romano^ pranzo, recandosi egli stesso a beuetlir le

ed a Mia imitazione ne'pii esercizi, altri 3 tavole, <lopo d'avervi pronunciato quaU
avenilone istituiti ne'noui Monti e Tras- che edificante discorso. Uno di tali ora-
tevere, e nella chiesa de' sv. Ildefonso e lorii notturni il cardinale istituì nella det-
Tommaso a piazza Bai berina, della qua- ta chiesa di s. Gregorio. In fatti si rac-
le ragionai nel voi. LX.X.VI, p. 26 e . I
4 conta nel n.° 33 del Diario di Roma dei
oralorii sottopose alla ilirezione del pio 1806. 11 cardinal Antonelli sotto-decano
e benemeritosacerdoted. Giuseppe Mar- del sagro collegio e penitenziere mag-
coni, e di essi dà contezza il prete Goslau- giore,sempre intento a promuovere la
zi x\e\V Osservatore di Roma, t.i, p. 207 maggior gloria di Dio e la salute dell'a-
e seg. lib. 12 : Isilluzioni spìriluali noi- nime de ft'deli, come apparisce dalla sua
lume, speciahneiite a vantaggio diagli ar- generosità colla qoale a sue spese sin da
tieri. Del prete Muconi, anche beneme- molto fondò 4 p>t^ istituzioni, onde i veri
rito A^\ Conservalorio ^orro^/ifo, parlai cristiani possano esercitare le virtù neces-
in quest'articolo e altrove. Nel febbr^o sarie per l'acquisto della salute eterna,
1798 proclamatala repubblica, tanto l'o- con radunarsi tutte le sere in s. Benedetto
ratorio di s. Gregorio che gli altri furo- in Piscinula, ius. Andrea de'scozzesi(c(ue-
no chiusi e non si riapriroim che nel
, sto però neli8'22 da' sacerdoti direttori
1800 alla venuta in Ronia di Pio VII, la si voleva trasferire alla chiesa di s. Ilde-
<|uale avvenne a'3 luglio. Quanto però a fonso ,
per avergliela esibita i superiori
(piello di s. Ildefonso piacque al cardinal generati degli ago stiani scalzi di Spagna,
trasferirlo nella vicina chiesa del CoUc' cui appartiene, per doversi riaprire il col-
i>ro Scozzese^ dopo averla restaurai,!, per- legio; ma rcijcuinialo rcllorc noi permise,
chè i repubblicani l'avcano convertita a il che approvò il proiettore del medcsi-
rimessa e bulle;^a di vciuiciarui e ciò col ino,caidiuul Pacca, mediante cuuveuziùne
170 UN I UN I

poi confermata nel 1825 con beneplaci- Oreficii Argentieri e Gioiellieri ^ Uni*
to apostolico. Ma a*29 agosto «847, ^^' versitat Artia Anrifìcis Urbis , Nohilis
Jendosi dal presente rettore libero la Collega Auriphicuni et Argentariorum
chiesa di s. Andrea , le sagre funzioni UrbiSy nobile collegio e università. L'o-
dell' oratorio cessarono nel dì seguente, rafo o orefice, Aiirifex, Aurificumy/irti-
e in vece nella stessa sera ricominciaro- fex A rgentarins , Faber Aurarins , è
no a celebrarsi nuovamente nella chiesa quegli che lavora d'oro e d'argento e di
di s. Ildefonso per disposizione del car- altri metalli, co'quali fa ornamenti, arne-
dinal Patrizi vicario di Roma, e tuttora si, vasellamenli ed altri lavori, ed altresì
agisce l'oratorio notturno. Sì può vedere lega le gioie. Dicesi argentiere, argentalo,
il Piazza, Eusevologr'Oj trai. 11, cap. 7; argentario l'artefice che lavora d'argento,
Scuola dì Cristo a s. Ildefonso a Capo le per lo più compreso sotto la denomina-
case per la nazione spagnuola), in Gre- s, zione d'orefice, F^r//*^/* A rgentarins A rgen- ^

gorio de*muratori,ed in s.Lorenzo inFon- tifex. Chiamasi gioielliere il legatore di


le (ftittoia esistente), nelle quali si pra- gioie, GemmarinSjCL] anche il mercante
licnno gli esercizi di pietà come nell'ora- di gioie, Genimaruni vendi torj il nego-
loiio del p. Caravifa; e volendo il car- ziante di perle, Margaritarius. Final-
dinal Antonelli, che i fedeli che frequen- mente minutiere si denomina quell'ore-
tano i delti spirituali esercizi fossero par- fice, che fiJ lavori gentili, quali sono tutte
tecipi delle s. indulgenze che si lucrano da le legatore d'oro delle gemme, come so-
chi visita le sette chiese, perciò ordinò a* no le aneila,gli orecchini o pendenli,i poi-
rispettivi sacerdoti, che sono addetti alle setti o smanigli, i picchiapetti o gioielli
nominale spirituali istruzioni, che 1' ji che usano le donne portare al collo pen-
npi ile conducessero menzionata vi-
alla denti sol petto, e tutte le altre sorte i\\

sita tutti quelli che vi volevano andare, gioielli. Perciò dicessi Minuler/a e Minu-
come difatti vi sj portarono in numero taglia, Scruta^ i lavori gentili d'orificeria
di 33o, quali dopo aver visitalo le chie-
i che si conducono per lo più col cesello; e
se di s. Paolo e di s. Sel)astiano, giunti in Minuterie si dicono i lavori stessi, ed è
quella di s, Stefino Rotondo, il cardinale opposto di Grosseria, cioè 1' arte di lavo-?
recitò loro un dotto ragionamento, e nel rare d'oro e d'argento cose grosse o ma-
refettorio li fece trattare di conveniente teriali ; ed anche i lavori stessi. L'orefi-
pranzo, avendo egli benedetta l.i mensa, ceria non solo p l'arte dell'orefice, A'S
Nel voi. LXIV, p. 17, raccontai che Leo- Argenldria, vel Aurarlaj ma è ancora
ne XII nella riforma di alcuni oratorii il nome del luogo, deirolfjcina, della bot-
notturni di Roma, riimì quello di s. Gre- tega da orefice , Officina seu Taherna
gorio de' muratori a quello da lui istitui- Argentana i'el Auraria, L'oro, Auruniy
to colla pia unione di s. Paolo nella chie- metallo conosciuto (ino dalla più remota
sa di s. Maria della Pace , di che già di- antichità, è sempre stimato il più perfetto
scorsi nel paragrafo /l/<7r//zrtr/,dichia ran- di lutti; finora è stalo stimato nel valo-
gola madreecapo di lottigli oratoiii noi- re anche il più prezioso, ma per l'abbon-
turni del clero secolare, e ciò con breve danza che se ne cava di presente da molte
ile' 14 febbraio 182 7 , fatto eseguire con feconde e inesauribili miniere in con- ,

flecreto del cardinal Zurla vicario di Ro- fronto della minor (juanlità dell'argento
ina de'rg febbraio 827. i incettato da'cinesi e dagl'indiani, forse è
Nasficetlari. F. il paragrafo Bctrca- per soggiacere ad una crisi di deprezza-
rol> di qtiest'articolo. mer>to quantoal valorejeprobabilmente
O^linvari. F. il paragrafo Saponari con molte o altre di qtielledisastrose e in-

d) quest'articolo. dioibdi conseguenze di cui già n è taiilo


UNI 171
scritto, anche quanto Zecca (l^.) pel-
olla triangolari, fusibile alla lemperatura del
le Monde (^.). L'oro non è fusibile quan- colore rosso e volalizzabile; copiosissimo
to l'argento, ma più ^^lel ferro e del pla- nel globo, ove tuttavia trovasi raramente
tino. E solido, giallo, assai risplendente, allo sialo di purezza , inusitato ol pre-
senza odore ed insipido: è i' più mallea- sente in medicina, o tull'al più adope-
bile ed il più duttile de'corpi conosciuti, rato talvolta a inargentai le pillole. Que-
[)otendosi ridurlo in fili sottilissimi, ed in sto metallo da'rhimici è dello anche /«-
Ininine della grossezza la più minima. L<*o- na. Igino dice che Indo re della Scizia fu
ro è sparso nella natura quanto il ferro, ill.° che trovò l'argento, ed Erillonio il
ed ha le sue miniere paro d'ogni altro
al I ." che lo portò in Atene, onde Plinio ne

metallo, le principali essendo nell* Ufi' lo fa inventore. Ma veramente la stori Ji


ghenrr,ne\\a Transilvania^ nella Siberia antica c'insegna, che poco tempo dopo il
nel Brasile, nel Chilii nel Perì^^ nel Mes- diluvio gli uomini trovarono il segreto di
sico , nella California e in altre parti fondere i metalli (roroed'argenlo,fld3bri-!
^'America e AfAV Oceania o Australia, e candone figure, vari utensili, ed ogni ma-
le primizie di queste due ultime parli del niera di ornamenti e di vasi. Ben presto
mondo scoperte, furono oflei te alla Ma- si adoperò questo inetallo anche nella
dre di Dio, come rilevai nel voi. LXXH, monetazione, e l'argento fu riguardalo
p. 167. Delle minieredi oro, di argento come tipo di ricchezza per chi lo posse-
e altri metalli, di quelle delle gemme e (|eva; la s. vScrittura in cento luoghi par-
pietre piejiose, ne ragionai in ionumerq- la dell'argento, degli argentari, de'faleii-
i)ili articoli, descrivendo i luoghi che le li e de'sicli aigenlei. S' ignora propria-
contengono. Latinamente dicesi Fedina mente donde gli ebrei traessero tanta
y-iitraria, |a miniera dell'oro, e Fodina quantità d'argento e d'oro, e le discrepan-
Argenlaria, la miniera dell'argento. Gli ti opinioni le riportai a'Iqoghi loro ;
pare
alchimisti ed i ciarlatani pretesero «e'se- che Spagna (F.) gliene fornisse. Sul-
la

coli passali d'applicar l'oro a molti usi di- rOphir di Salomone tuttora si questio»»aj
versi, attribuendogli proprietà miracolo- certamente il commeicio de'fenicii pro-
se, tentando persino di formarlo artifi- dusse molto oro. Certo è pure che l'ar-
cialmente j ciurraerie che riprovai quale gento non fu abbondante in Roma se ,

Superstizione (^f^.), anche a Speciale ri- non dopo Io spoglio delle nazioni vinte e

parlando dell'alchiuiiajcioèdi <juella pe- soggiogate] che non fucomune in ttilta


rò che vaqissima scienza tratta partico- Europa se non dopo la scoperta del Nuo-
larmente della trasmutazione di metalli vo Mondo; e che per questo impazziro-
ignobili in nobili, e di couqiorre medica- no gli alchimisti ne' bassi tempi, cercun-
menti atti a guarire ogni malattia e di ilo la pietra filosofale, la trasmutazione
prolungare la vita oltre a' nulurali suoi de'melalli, e l'arte di fd)bricar l'oro e
lermitii, perciò egregiamente definita da l'argento. Dopo la soo[)erla dell'Ameri-
Harois : Ars sine arte, cujus principiitni ca, avvenuta nel declinar del secolo XV,
eslmentirif medium Inborare, finis men- furonvi più orefici che alchimisti, finche
dicarCy come ripelei nel citalo articolo. poi surse la chimica metallurgica a spar-
.Scrisse Menochio Stuorc, cent. 7.",
il , gere lumi preziosi intorno a questemate-
fa P.4B: Che cosa sia il Lapis pìiilosopìio- rie, come dissi nel voi. LXVIM, p. ?.fìi,
1ìim^ molto cclchrafo dagli alchimisti. e altrove. De'lessilori d'oro o^sia Truìft'
L'argento, .4rgenluni^ è quel metallo so- roli, può vedersi tale paragrafo. E qui di
lido, bianco, lucente, insipido, inodoroso, passaggio e per analogia aggiungerò, che
inolio sonoro, mollo malleabile e duttile, balldoio ilicesi quegli che riiluce l'oro iq
poco duro , ci:istallizzal>ile in piraii4t«li lauia o foglia per fihu'e o per i|oiaie|
72 UN I UN I

Bracleator vel Braclearius^ e ralle Era- plici e bellissimi colori, e de'mislici signi-

ctvarica. Leggo nel Dernardini, Descri' ficatiche loro si allril)uiscono. Come fu-
zione de Rioni di Roma^ che nel secolo rono impiegale pel cullo divino vxeTtni-
pass» lo l'uni versila de'baltiloro avea la pit (y.) de'numi dell'idolatria e del ve-

j)ro{3iia ce p pel la nella Chiesa de ss. Costila ro Dio, e per ornamento del Sacerdozio
e Dantiano al Poro Romano. De'baltilo- (/^.)sì degli ebrei che de* cristiani. Delle
ro dissi altre § Artigiani. Cliia-
paiole al gemme e pietre (alle con artificio d'imita-
rnansi Gf«j//ie (/.) alcune soslnnze e più zione. Anche la perla, lìJargaritam, è u-
sovente de'iDiriibili cristalli lapidei mollo na gioia preziosa bianca, tendente al co-
duri, e gli anlichi assai celebrano l'orien- lore ceruleo la (piale staccasi in forma
,

tali acotifrontodell'occitlenlali.Chiamaii- di globello dalle conchiglie di alcuni ver-


sì pure Piclie (Z'.) preziose, ed altre di mi testacei, ed in ispecie dal mitilo mar-
ininoi- pregio pietre fine. Neh. Mi tali ar- garitifero. La produzione di tali glohelli

ticoli purticolainienle discorsi delle gioie si ascrive costume di quel venne di


al

più |ii ezio^e e de* loro pi egi sing«»lan, co- chiudeie ramraarginare le ferite
i fori e

Dic delle pietre di decora/ioiie. De' loro che altri vermi vi fmno. Alcuni impni-
trallatisliossia della(ilipt<»gr}i|ja,tli (piel- pijamenle la chiamarono anche pietra
)iche loro allriboiscono virtù di Medici- pre7.io<a, e tale non deve appellarsi, poi-

na {f .). DelTiUie di lagli'irle e pulirle, ché la perla si fijruiii nel mare orientale
ed'inciderie colla Scnilnro (ove pure par- e in altri mari dentro il guscio d'una spe-

lai di lotta l'arte, di cpiella del fondiloie, o nicchi marini deno-


cie di conchiglie

del niellaUne, dell'inciscjre de' cammei). minata madreperla, Concita lìJargarifi-


Del grande oso che da remoli lempi se fera. La forma di essa è talvolta roton-
ne fece negli eleganti e. ricchi namenli
<ji da perfella, e questa chiamasi oiienlale;
muliebri, ed anco per gli uomini fino ne' talvolta poi è informe e schiacciala in
Sandali (/ .) e calceamenli ; lu-lle CorO' qualche parie, ed allora appellasi scara-
ne, ni-gli Sc&ttri^ueWe Spade, ed altre ar- mazza (dal vocabolo scaramazzo, adiiiet-
mi, negli Anelli ( ^ .) , i quali comuiie- tivo, che non è ben tondo, male rotuii-
iiienle neiranlichilà servivano di Sigilli da s ^
gibbo siis). La perla non ha la il-i-
{f .). In quest'articolo rimarcai che di 5 rezza delle pietre preziose, mentre è fra-
specie erano gli artisti signarii e sigilla- gile per natura, e volendosene ottenere
rii, e gli annullarli parlicolar mente for- lo scioglimento, questo si ha ponendola
mavano numeroso collegio. Le contrade in fusione dentro «in vaso di acelo forte,
in cui essi piecipuamenle abitarono, si come ce ne die l'esempio la famosa Cleo-
chiamarono: Picm SigUlarius ììiajorj patra. Finalmente, se si volesse dare alla
Ficus Sìgillarius tninor. Del lusso delle [)erla una rozza somiglianza, potrebbe pa-
gemme, come gli antichi romani porta- ragonarsi alla cipolla, essendo la perla tui
rono all'eccesso la passione per le gioie piccologlobelto formalo da vari strati tino
e per le pietre fine; per ornaoiento della soprapposlo all'idlio, e questi sfogliando-
persona e delle stippellellili donìesiiche, si VI rinvengono tulli Incidi, come accade
persino ne Leni (f .), nel Pranzo (F.) j nella cipolla. (j|i antichi Medici [F.) an-
di cui viisi e frulli erano ornali e fram- che alle perle attribuirono virtù medica-
mischiati di gemme; ludie bardature e fi li; e le facevano entrare in diversi ujagi-
niinenli de'cav:dii;e nella festa higillaria sieri e composizioni. Della pesca delle per-
Faceva usi reciproci doni di gioielli, t'or- le nel mare, [)arlai ove ha luogo , come
uìurono i romani splendide collezioni di nel voi. iSi. Anche il coral-
LXXIlj p.
ibernine, che poste in astucci chiamarono lo, Coraliuni vel CoralUnni, è una tlellu
duttiiiolechc. Dissi ancora de'luio multe- più belle e preziose pruduz-ioui del uiarc,
u ^ 1 U .N I 175
ed entra nel novero de^li omnmenli del- rono nrllo stesso nn»»o. Mgli è Gioacchino
l'oieficeiiiì e clell;i scultura, oofne vi si com- Jiorberi in Rojna sua patria si rese
, che
pre ndono gentili e leggiadi \Musnici(F.)
i imo de'pKi benemeriti che portarono l'il-
minuti o piccoli (in questi ora eminente- arte a queireccellenza in cui è me-
lijslre

mente si distingue il genio artistico e lo lavigliosnmenle giunta. Del suo valore e


studio fìlosolìco, |)er cui è beneuìerentis- virtù, ed in che si distinse, lo diee la bel-
sin)o della nobil arte il commendatore la Necrologia ,
pubblicata dal suddetto
Miclicl Angelo lìarberi, il qunle in Roma Album Il corallo è una pian-
a p. ^oS).
liei i85G col modesto titolo di : Alcuni ta ehe nasce n«d tondo del mare e s'indu-
I\lusaici uxcìli dallo studio del ec, ci die- risce all'aria.£ una sostanza calcarea e
de un njngnifico libro con copiose tavole ramosa cbe serve di sostegno e di abita-
maestrevolmente incise,ed anche illustra- zione ad una specie di polipo marmo. Il
le tlalstio senno ed erudizione. Si compo- corallo è rosso o bianco, anche nero, e
ne dii8 eleganti e su[^rbi disegni esjui- polverizzato serve di dentifricio. Il piìico-
menti la raccolta de' principali lavori in njune è il corallo rosso, Corfl//«f/i/«^rM/;»,
musaico eseguili nell' encomialo stabili- vel ruben<f. Anche delle più feraci pesche
mento, che onorando il primato di Uo- di coralli ragionai ove sono, come nel
Dia nell'alti belle, giustamente V Album voi. LXXXI, p. 166. Quanto all'orefice-
di lìoma nello stesso anno e nel t. 2 ria, si raccoglie dagli scritti di Mosè, dal-
riprodusse per saggio 4 di tali tavole le storie di Erodoto e da' poemi d'Ome-
colle rispettive illustrazioni. Esse sono: ro, che l'arte di lavf)rare l'oro e l'arge»)-
Il liei cielo d'Itrt liti. FenitquaUr*oie in loeia praticata nell'Asia e nell'Egitto si-
Roma, la quide però trovasi a p. 225 e notla'tempi più remoli. Eliezer piesenlò
non 2G6, come per menda tipografica é « Rebecca vnsi e pendenti d'oro e d'argen-
indicato nell'Indice. Roma Cronologica. to. Sembra allies'i ehe sino in quell'epoca,
Panorama del Foro Romano. A me non quella sorledi gioielli o di ornamenti fem-
e dato celebrarne il inerito, molto meno minili fosse comune presso alcuni popo-
Ira parentesi; massinie dopoché nell'espo- li dell'Asia. Mosè dice che Giacobbe im-
sizione di Londra del i 85 per le sue o-
1 ,
pegnò le [icrsonedelsuo seguilo a privar-
pere fu onorato colla uìcdaglia del ì° si de'Ioro orecchini. Giuda diede in pe-
premio. Laonde il nobilissimo hbro non gno a Tau)ar il suo braccialetto e il suo

abbisogna de' miei encomi. IN'è corona anello. Faraone innalzando Giuseppe al-
r yìppendice delle opere eseguite nello la dignità dii.° ministro, ^li consegnò il

studio Imperiale /ìmì.?o, sotto la direzio- suo anello e una colla-


lo fece ornate d'
ne del medesimo commend. Barberi, in na d'oro. Omero nell'Or//s5r/i fa menzio-
4 tavole egregiamente incise^ sono ripro- ne di molli donativi che Menelao avea
ilotte con illustrazioni le opere e>eguile ricevuti nell'Egitto, i quali consistevano
dal 1847 ®' '^^^ *'''d'* »>bsli russi aflì- in diverse opeiedi oreficeria, il cui lavo-
dali al commendatole, onde fossero om- ro e la ctii eleganza fanno stipporre mol-

inaestrali nella celeberrima arte musiva ta destrezza e inlelligenza in tpiellu no-


per poi lavorare nello stu<lio del musai- bile regione tl'Africa. Allo stesso Mene-
co in grande fondato a Pietroburgo da lao il re di Tebe die due grandi tinozze
IN'icolò I imperatore di /»«.?5//Zj astro tra- d'urgenloe due belli tripodi d'oro. A lean-

montato menlrefervcva la guerra di Tur' dro sposa di qtiel re donò ad Elena unn
r/i/rt^-clan)oroso avvenimento che in quel- conocchia d'oro, ed una magnifica cestel-
l'articolo accennai. La storia egualmen- la d'argento, le cui estremità o orli erano
te m'impone di iwe onorevole rocnrionc d'oro finissimo e ben lavorati. A questo
del Tuletite mosaicista, che le arti perde- [uoposiloè degna di osservazione ipiella
1 74 ^ ^ i UN I

mcscol.nìza Ji oro e di argento clie an- che da quel tempo si conosceva l'arte
sin
tìuiìz'ìa l'aite già atlulla, giacché la pra di rappresentare con l' ijn pressione del
tica di saldare i metalli richiede lui gran fuoco sui metalli e colla loro mescolanza
nuQierodi cognizioni. Si può altre>ì attri- di colore de'diversi oggetti; se si unisca la
buire «'progressi die avt^a fatti in Egitto considerazione dell'incisione e della cesel-
l'arie di lavorare i ujetaili, quella gran- latura che vi sì erano adoperate, sarà fur-
de quantità di vasi e gioielli, di cui gli ia l'accordare che lo scudo d'Achille do-
ebrei partili da esso erano forniti nel de- vea essere un lavoro complicalissimo. li-
serto. Sì legge nella s. Scrittura, eh' essi na simile complicazione non lascia luogo
e le loro donne offrirono per la costru- a dubitare, che a'tempi della guerra di
zione del Tabernacolo (F.)^ e perla fab- Troia l'oreficeria giunta non fosse ad ui\
bricazione degli oggetti destinati al culto alto grado di perfezione presso i popoli
di vino, sia nelle ^'e*//,sia uè' Fasi ^ sia in dell'Asia^ giacche egli è sempre in quella
altri Utensili [F.)^ i loro orecchini , i lo- regione che Omero colloca la sede delle
ro anelli j le loro fibbie, i vasi d'oro e d'ar- arti e de'più famosi artisti. Dall'Asia l'ar-
gento, persino gli Specchi(F.). Per quan- te di lavorare l'oro passò nell'Europa*
to concerne l'Asia e la Grecia, l'oreficeria principalmenle nella Toscana(F.), e mo\-
\i fu coltivata egualmente come nell' E-, teplici sono le prove diesi hanno del gra-
gitlo. La maggior parte dell'opere lodale do a cui fu portata quell'arte presso ro- i

da Omero venivano dall' Asia. Erodoto mani e presso popoli che ad essi succe-
i

pure fa grandi elogi della ricchezza e del- dettero. Tra gli artisti che si distinsero
la magnificenza del irono sul quale sede- nell'oreficeria in Roma, la sLoria ci ha con -

\a Mida ad amministrare la giustiziif, il servato il nome di Prassitele che vivea a


quale principe ne avea fatto dono al tem- tempi di Pompeo, e che non dee confon-
pio d'Apollo in Delfo. Le armi di Glauco dersi col celebre scultore e inlagliatore di
e di molti altri capi dell'esercito troiano gemme in Atene* Nell'antica Roma eran-
erano d'oro, e dello stesso metallo era lo vi due contrade ove stavano riuniti gli
scudo di Ettore. Quello storico parla al- artefici gioiellieri, orefici e argentieri. Ne
tresì di colonne d'oro e d' argento , o di tempi bassi la via presso l' arco di Setti-
alcuni plinti d'oro bianco^ forse di elet- mio Severo nel Foro romano (diverso dal-
tro (an)bia gialla, ovvero una specie di l'arco di Settimio Severo eretto al Vela-
metallo la 5." parte del quale è argento e bro da Mercanti o banchieri cambiatori
il resto oro), su'quali i critici alquanto di- di monete, e perciò lo descrissi in tale pa-
sputarono. Quanto famoso scudo d'A- al ragrafo, e negozianti di buoi, Argentarli
chille, dice il Goguet, non trovare alcun et Negotiantes Boarii, e tuttora dicendo-
fatto nella storia antica che meglio ser- , siJrco degli Argentari^ mentre erronea-
"v'ìv possa a far conosceie lo slato e il pro- mente dicesi pure volgarmente degli Ar-
gresso dell'arti in que'tempi remoti. La- gentieri), Campidoglio e la salita di ÌVlar-
il

sciando da parte la ricchezza e la varietà forio fu detta Clìvus Argentarius , e il


de'disegni che ammiravansi in quel lavo- suo arco, y^/r«5 Mantis Carnea, vocabo-
ro , si dee prima di tulio por mente alle lo che spiegai nel paragrafo Pomari, }^o^
leghe de'differenti metalliche Omero a- slo verso l'odierna via di Macel de'Corvi,
vea flìtli entrare nella composizione di pare che fosse poi denominato ^/cw^y^r-
quel mitologico scudo. Egli narra, ch'e- gentarioruni,oye sembra che esistesse una
ransi adoperati il rame, lo stagno, l'oro e l)asilica che fu chiamata Basilica Argen-
l'argento, benché non si conosca in quale taria, ed il portico suo, Porticus Margd-
proporzione ciascuno di essi vi entrasse. rilaria, cioè presso la presente via delie
Può ancora aggiuugersi 1' osservazioae^ Chiai'i d'oro. Quest'ulliiDO vocabolo pa-
UNl 175
re ileiivalo dell'essersi ivi stnnziati s^W o- pere considerabili, sebbene allora il catti-
ifllcie gli aigenlieri, perchè il cav. Riifi- vo gusto delle forme cominciasse a sot-
i)i nel Dizionario tìelle strade di Roina^ tentrare a'disegni graziosi e naturali de-
inclina a credere che il nome gli proven- gli antichi. Anastasio Bibliotecario rife-
ne da qualche insegna dell'oflicina d'al- risceche Costantino 1 donò alla basilic»
cun argenliere. Lo dissi anch'io nel voi. Laleranense diversi lavori d'oreficeria,
LXVI, p. 83, col Cardini, ed aggiunsi, che costituivano 20 marche d' oro e
che Tallra contrada era sull'alUia!e/;/Via- 29,500 marche d'argento. Altri doni di
za de* ss. Apostoli. Forse desse erano le oreficeria fatti dopo quell'epoca da altri
due vie óeSigillarii. Wolai di sopra nel imperatori e da'Papi alle chiese, in mol-
paiagrafo Coronari^ il perchè nella via ti articoli li descrissi. L'interruzione de(

del Ptilegriuoy da tempo anlichissitno vi commercio e il deperintenlo progressivo


sono molle botteghe di orefici e argentie- delle arti durante tutta Tetà di mezzo, do-
grande credilo e fiducia pressoi con-
ri, in vettero influire sull'oreficeria comesu litt-
tadini e ali ri del basso [)opolo, non che di le le altre arti meccaniche. Si osservano
parecchi provinciali, li medesimo cav. Ru- tuttavia alcune produzioni de'diversi se-
fini, nelle Notizie sloriche intorno all'ori- coli diqueir epoca, come casse o Reli-
gine de^nonii di alcune osterie, caffè, al- quiari, contenenti reliquie de'santi, Pa-
berghi . che ricordai di sopra, parlando si. Calici, Pissidi^ Arredi sagri, e altre
del calle del Pellegrino, dice che il tito- Suppellettili(F.)d'i chiesa o di ornamento
lo glielo somministrò la vìa, la quale egli per gli ecclesiastici d'un lavoro assai deli-

crede fosse cos'i nomata dall' avervi abi- calo , benché il gusto del disegno fosse
tato quel pellegrino di 107 anni, in oc- cattivo, e si risentisse del gotico o semi-
ca>i(ine che si portò in Roma a lucra- barbaro. Tra questi oggetti può citarsi
re V Indulgenza del Giubileo, ueW An- con onore il paliotio d'oro nella facciatf»
no Santo {F.) ristabilito e celebrato dal e d'argento ne' laterali, della basilica di
Pontefice Bonifacio Vili. Che egli vi si s.Ambrogio in Mdano, nel quale si rap-
recò, per ubbidire al defunto genitore, presentano diverse storie dell'antico e
il quale per essersi portato all'altro giu- nuovo Testamento, opera che certamen-
bileo celebrato un secolo prima, glielo a- te sembra appartenere senza dubbio al

vea ingiunloj e «|ue>la alTermazione vol- IX o al X secolo. De'lanti sagri utensili


le il Papa udirla dalla sua bocca, appun- che ci restano del medioevo, a'Ioro luo-
to perchè erasi determinato alla promul- ghi ne feci la descrizione. Essi sono uìo-

gazione del giubileo nel i3oo, principio nunienti che provano aver la religione

<li secolo, per la tradizione che si soleva e il culto divino ,


per la pietà de' ('edeli,

fare in ogni centesimo. Avverte il Ber- conservato l'oreficeria ancora nella deca-
nardini, che l'attuale via Laurina (nome denza dell'arti. Ne avremn)o un'immen-
preso pel riferito nel »77 voi. XLIX, p. sa quantità,senon liavessero distrutti le
ei 78), nel rione Campo Marzo, secondo deplorabili vicende de'tempi, e quanto a
la lapide prima denominavasi f^ia Pe- Roma segnatamente il crudele sacco del^

regrinorum. Probabilmente vi saranno 1027, e le condizioni affliggenti che la

stati i loro alberghi, couìe ora sonovi lo- desolarono in uno al resto dello stato, nel
cande pe'forasliert nella vicina strada del declinare del passato secolo, putite anche
Babuino e di piazza di Spagna. Si vede da gran parte d'Europa. La scoperta del-
da molti monuutenti, di stile detto goti- l'America aumentando prodigiosamente
co precipuamente (del quale riparlai a nell'Euiopa la quantità delle materie
Tempio) e dulie cronache , che nel basso d'oro e d'argento, olire le gioie, porse imi

impero l'oreficeria prodiiccva ancora 0- nuovo ulijncnlo alle arti; l'umore del lus-
176 UNI ti N I

soche le riccliezze e l'abbondanza dì que' gredendo, non solamente si portò al più


metalli generarono, sì può dire che die- alto grado dì perfezione la Scultura o
de una nuova vita airoreficeria. Quindi arie della cesellatura, che alcuno scritto-
anche in Italia bellissimi lavori d'orefi- re volle riferire all'antica arie toreutica
ceria si formarono precipuamente nel se- (ossia l'arte di torniaie o arte di lavora-
colo X Vj,e le opere in tpieslo genere del re al tonno, parte della Scultura , cioè
fiorentino Benvenuti Celiinì e di altri l'eseguire bassirilievi in metallo o in a-
motti di quell'età furoiano tuttora la ge- vorio col cesello, col toro slru'uenlo de-
nerale a Ui mi razione. Cellini, nato nel gli scalpellini); non solamente si scolpi-
ì 5oo in Firenze, scullore, intagliatore ed rono sui bicchieri, sui calici ^ sulle paci
orefice, fu eccellente soprattutto in que- della messa e su di altre tavolette , an-
st'ultimo genere. Fu aiiche pittore e guer- che di tabelle votive^ le più nobili figu-
riero nel tempo stesso, poiché per poco re in bassorilievo; non solamente si get-
dava di piglio alle armi. Di carallere biz- tarono statue e gruppi nobilissimi in oro
zarro, d'uno spirito rissoso e indipenden- e argento, ma si aggiunse ancora aMavo-
te, trovò amarezze e protezioni in Roma ri più fini e più delicati il prestigio dello
e all'estero, attaccò brij-he moltissime, e smalto, e quindi ornarono di vari co-
si

scrìsse la sua vita però più da artigiano lori imitanti legemoie o di pietre prezio-

che da Nondimeno il suo stile è


artista. se bicchieri e altri vasiy le coppe di gran-
i

hberOjSenza apparecchio, senz'arte, ori- dissimo lusso, le impugnature delle spa-


fjinale come il suo spirito, e pe' termini de, e sino 1 braccialetti, gli orecchini, le
d'arie specialmente è sovente citalo nel alleila ec. Eccellenti lavori nell'arte del-
vocabolario della Crusca. In Roma godè l'oreficeria dierono ancora la Francia, la
il favore di Clemente VII, e per Ime per Germania, l* Inghilterra, la Svizzera , la
Paolo III fece qiie'lavori che descrissi a' Ru%sia ec, e tuttora l'arie vi fiorisce, fu
suoi luoghi. Nell'assedio di Roma, da Ca- progresso di tempo vieppiù si perfezio-
stel 8. Angelo difese nel iSij colla dire- narono ancora tessuti d'oro e d'argento,
i

zione di ^ pezzi d'artiglieria, il Papach'e- ed ricami con l'uno e l'altro metallo fi-
i

lavisi ritirato, ed alcuni attribuirono a lati. Di tutti gli oggetti riguardanti gli

lui l'uccisione del contestabile di Borbo- ornamenti e le Suppellettili^ gli Arredi, ì

»e,su dichedovrò riparlarne. Sotto Pao- Vati ^


gli Utensili^ massime in servigio
lo ili accusato d' aver involato alcune della chiesa e degli ecclesiastici, scrissi ar-
gemme del Triregno (^.), dopo essersi ticoli; così (Il quelli riguardanti gli orna-
giustificato, passoni servigio di Francesco menti del 7 n regalo, della Mitra, dell'/^-
I re di FrancÌH. Tornato in Toscana e a nello, della Croce pettorale, <\v\ Forma'
Firenze \\ scolpì (luell'opere ivi narrale. leo Razionaltiyiìs'^Vì Spilloni pc'palhi; ed
Avea ancora parlicolaie abililà per scol- i sa^ri dolutivi onorevoli della Rova do-
pire in marn)o, far comi di monete e me- ro (F.) e dello Stocco e Berrettone [F.).
diiglie, ed incastonar le geunne. Morì a Nella Famìglia pontificia [F.) era vi il
Fnenze nel 1.570, lasciando diverse ope- custode delle gioie pontificie ; un tempo
re, e tra le altre due trattali, uno intor- custode de' preziosi ornamenti del Pa-
no alle otto principali arti dell* orefice- pa era il prelato Taoriere generale (^.),
ria, l'altro in materia dell'iute della scul- ora è il prelato Sagrìsta (F.). Da anti-
tura. La I
.' edizione è di Firenze 1 568 : co tempo nel palazzo apostolico esiste l'o-

De W Oreficeria e della Scultura. Abbia- norifico uffìzio di gioielliere de'ss. Palaz-


mo pure alcuni frammenti d'un Discor- zi apostolici, custode del sagro Triregno
so sopra iprincipii e il modo d* appren- pontificale {r.), nel quale articolo parlai
dere il disegno, lulaulo l'oreficeiia pro- di esso e uotai che tale gioielliere palali-
U I\ I UNI 177
no, iiell' ihterveulo alle solenni funzioni nendo in Roma qualche orefice foraslie-
pontificali ,
quando eravi un numero re, il sodalizio lo aiutava finche lo avea
maggiore di triregni e di mitre preziose, accomodalo in qualche bottega dell'arte.
oome e sino allo scorcio del passato seco- Indi ne approvarono gli statuti e conces-
lo, jìortava seco altrettanti gioiellieri, co- sero indulgenze, grazie e privilegi all'u-
ra'esso vestiti da città e spada
con abili niversità Pio IV, Gregorio XIII, Paolo
ni fianco; e descrivendo gli ornamenti pon- Ve Innocenzo X.Alessandro VII col bre-
lilicali ne dichiarai
, rinomati artefici i ve Exponi Nohisy de' 20 giugno i655,
autori. Premessi questi rapidi e generici Bull. Rom. t. 6, par. 4, p 7: Confirma- 1

cenni sulla importantissima, ragguarde- Statutonmi tJuivcrsitatis Arlìs An-


tio
vole e nobii arte dell'oreficeria, vengo a rificwn de Urbe, e ne prescrisse l'osser-
parlare dell' università e nobiI collegio vanza. In detto anno si pubblicò in Ha-
degli orefici, gioiellieri ed argentieri di ma-.Thesaurus legalis Unìversitatis Au-
Roma. Il Fanucci, p. 387 Delia confra-
: rificuni Urbis, Clini auctoritatibns Petri
ternita (li s. Eligio dell'arte degli Orefi- August. Antolini. Nuovamente Clemen-
cij ed Pin/za, Irat. 9, cap. 1 3 Di s. E-
il : te XII confermò gli statuti, onde fu pub-
ligio degli Orefici e Argentieri a stra- blicato il libro: Statuto del nobil colle-
da Giulia, ragionano di sua antichissi- gio degli Orefici ed Argentieri di Roma y
ma origine. Per avere s. Eligio vescovo confermato da Clemente XII^ Roma
di Noyon esercitato l'oreficeria, come par- 1740. Il successore Benedetto XIV fece
lando di lui al paragrafo Ferrari notai, altrettanto nel 1752. Allorché Pio VII
avvertendo pure perchè la festa si cele- nel 1801 soppresse tutte l'università arti-
1)1 a da loro a'25 giugno, gli orefici di Ro- stiche di Roma fra le 3 che eccettuò e-
,

ma lo presero a protettore, come d'altre conservò per la pubblica sicurezza e ge-


e principalmente delle università òe Sei- losia dell'arte, una fu questa degli orefi-
lari e lìe Ferrariy colle quali certamen- ci argentieri, come narrai nel riportare
te un tempo erano stati uniti, ed innan- le pontificie disposizioni. I ntanto nel 1 8 1

zi al secolo XV, pel riferito in tali para- lo stesso Papa istituì la garanzia del bol-
grafi. Nel 509 dalle fondamenta nel rio-
1 lo per le manifatture d'oro e d'argento,
ne Regola, tra la ripa del Tevere e stra- con suo direttore. L' uffjcio centrale fu
da Giulia in via dell'Armata, edificaro- stabilito in Roma; i sussidiarinelle città
no la propria esistente chiesa, e in pari centrali dello stato. Questa garanzia non
tempo piti regolarmente eressero la pro- è propriamente un balzello ,
poiché è
pria e particolare confraternita, che Giu- modico quanto si paga, e col ricavato si

lio 11 approvòjCon isppciali statuti e rego- paianogli stipendiali del ministero. Ha


le, per l'ufllziatura della ujedesima col lo- i suoi assaggiatori dell'oro e dell'argen-
ro cappellano, con dotare alcune zitelle to, cornei suoi ha la zecca, nella quale due
oneste figlie dell'arte nel dì della festa consoli del collegio degli orefici assistono
del patrono, che celebrano solennemen- alle coniazioni d'oro e d'argento che in
te e con decoro, per l'esercizio d'alcune essa hanno luogo, ad oggetto di verifica-
altre opere di pietà, ma senza vestire sac- re la purità de'melalli, con giuramento e
chi. Prinia che Innocenzo X sopprimes- atto notarile. Qui aggiungerò, che nel
se i privilegi a'sodalizi di liberare un pri- 1857 la direzione generale de'bolli d'o-
gione, questo degli orefici godeva quello ro e d'argento di Roma e dello stalo pon-
di liberare un condannalo a morte, e lo tificio è siota riunita alla direzione gene-

aUesla Fanucci, conducendolo in proces- rale delle zecche pontificie e al suo direi*
sione nella festa del santo, nella quale in- lore. In conseguenza del bando genera-
tervenivano pure le dolale donzelle. Ve- le de'7 geuuaioi8i5 e dell'editto dc'aS
VOL. LXXXIV. li
1-8 UNI UN I

liflio 1817 tlel cardinal Pacca camer- no soppressi 838,e al metodo dell'ele-
nel j

lengo, suH'nnifoi'inità iV un generale si- zioni del console camerlengo, de'consoli e


.stema più sicuro e più semplice per la de'sindaci fu sostituito quello che dirò),
commercio per
Ixiona fede e garanzia del consiglieri e sindaci, e del loro officio. Essi
jt'inanifaUured'oroed'argeiilo, onde ri- jjnbussolatori debbono formare 3 quater-
HMiovere gii abusi invalsi in così nobile ne composte di <\iiQromani edueforaslie-
V gelosa arie, furono modificali e soppres- ri,o degli uni o degli altri, bensì ciascuna
simolli degli anlicbidirilli e privilegi che composta d'un gioielliere,dueai geulieri ed
l'ultimo ricordalo statuto attribuiva al un orefice. Indi in ognuna di dette quater-
nobil collegio degli orefici e argentieri di ne scelgono il più capace, meritevole ed e-
l\oma, siccome riconosciuti incompatibi- sperimentato, e questo nominano per con-
li col nuovo ordine di cose. Pertanto il sole camerlengo, purché sia stato una vol-
cardinal Pacca commise a mg/Zaa)belli ta in ufficio di console. Non porino imbus-
chierico di camera e presidente delle zec- solare i saggiatori e bollalori, benché me-
che ponlificie, di riunire presso di se i con- ritevoli, amotivo del servigio che devo-
soli e gli anziani del collegio, e che si pro- no prestare all'udicio del bollo ; né pon-
t edesse alla compilazione d'un nuovo sta- no icnbussolare alcun maestro, che non
tuto, riformando e conciliando V antico sia stato patentato per 3 anni compiti ;

sui sistemi delle veglianfi leggi, regolan- né finalmente imbussolare essi stessi. Inol-
do altresì l'adunanze del collegio mede- tre eleggono Sconsoli, ilr.° de'quali su-
simo. Per opera de* nominati, avendo il bentra per console camerlengo se l'eletto
collegiorinuovato lo statuto, fu a'20 gen- a tal grado non accetta, nel qual caso in-
naio 1820 alla presenza del prelato pre- corre nella pena di somministrare alla
sidente delle zecche sotloscìillo da' con- chiesa del collegio 2 5 libbre di cera, io
soli e altri deputati, cioè 3 anziani savi dovendone dare sindaci che ricusano la
i

deirarle, e portato al Papa Pio VII dal Anche l'elezione de'sindaci appar-
carica.
cardinal Pacca camerlengo, di suo ordi- tiene agl'indiussolalori. I consoli vecchi
ne lo confermò e pubblicò a* 3i e fu , restano consiglieri, ufficio che serve ad
stampato col titolo: Nuovo statuto del assistere i consoli, e ad intervenire a tut-
nobil collegio degli Orefici ed Argen- te le finizioni della chiesa e del colle"io.
o
tieri di Roma^coufermato informa spe- Dell'officio del console camerlengo e con-
cifica dalla S. di N. S. Papa Pio VII, soli. Essi nella congregazione segreta di-
Tioma 820. Lo statuto da osservarsi da-
1 stribuiscono le doti alle zitelle, col fi ulto
gli orefici e argentieri di Roma, eda'com- de'fondi posseduti dal collegio, cioè alle
mercianti di preziosi metalli ed esercenti più povere e anziane figlie de'a)aestri pa-
la nobil arte, a gloria di Dio, utilità e de- tentati dell'arte; ad altre figlie di essi si

coro del collegio prescrive. La buona ar- danno roversi o vesti ,


qualora vi sieno
monia e l'unione fra' maestri, mediante fondi. La durata de'consoli è annuale (ed
la deputazione due di pacieri annuali e ora è triennale), eleggendosi i nuovi nel
idonei, perchè appena insoi io alcun dis- giorno della Pentecoste (anzi noterò pu-
sapore s'interpongbino per riconciliare i re, che al presente i consoli sono eletti
dissenzienti. 11 metodo per l'elezione del dal collegio a proposizione de' consoli
cappellano, del segretario e di altri mini- triennali che cessano; e scelti a maggio-
strijda tiarsi da tutti i maestri deirarte;cosi ranza di voti , debbono essere approvali
la remozione: in parità di voti la decisione dal prelato tesoriere generale ministro
spellare al cardinal camerlengo e al presi- delle finanze, prima essendolo dal cardi-
dente delle zecche. Il modo da tenersi nel- nal camerlengo). E' giurisdizione soltan-
l'elezione de'4 imbussolatori (questi furo- to del console camerlengo e de'cousoli,lo
U ìN 1 UNI 1
79
slinini e nelle perizie giiitllzlali cheii fìinno multa d'uno scudo d'oro. L'8 selti-na-
e la
con (itti Dotatili, come anche nelle perizie hre celebrasi la fesla in onore della Ma-
parlicoiari di ori e di argenti, gioie, e fat- die della Divina Provvidenza, titolo del-
tiua, di qual unque genere e specie; e degli l'altare maggiore della chiesa del collegio.
enioliunenti che ritraggono nelle perizie A' 2 febbraio nella medesima chiesa ha
legali degl'inventarii e altre giudiziali ed luogo la benedizione e dislt ibuzione del-
eslragindiziali o delle stime,se ne fa eguale le candele a'presenli maestri ; ed il simile
tipartizione ; nelle stime poi che si fanno ha luogo per la benedizione delle palnnc,
particolarmente, remolumento appai tie con qualche distinzione ne'rami d'ulivo
ne a clii le Iia fatte, essendo in suo nibi- rispello ai consoli ed udìziali. Del modo
triodarne parie agli aliti. Perciò qualun- da osservarsi nel promuovere alla paten-
que slima non falla da'membri ilei con- te i lavoranti sì romani chcforaslieri. Per
solalo, ma da' regallieri e rivenditori de' essere amnjesso tra'maeslri del collegio,
detti oggetti, bencliè periti eletti con de- ed ottenere la patente di gioielliere, ore-
cre^p digiudice e convenzione delle par- fice e argentiere, occorrono seguenti re- i

ti; come pure da* maestri" patentati non qjiisiti. L'età di 25 anni compili per tulli
rivestiti della qualifica consolare ;lale sti- i postulanti compresi i figli di maestri pa-
ma non merita alcuna felle uè in giudizio tentati; questi però godono la preroga
i}èfuori,ed i contravventori sonosoggelli, tìva d'essere anche ammessi nell'età di
oltre la multa di scudi 5o applioabili alla 21 per morte del padre. Il goder buo-
chiesa di s. Eligio, ad altre pene, come di na fama, il non esser mai slato inquisito,
perdere ogni emolumento che loro spel- delinquente o complice di veruu delitto.
lasse; il tutto incouformilà del ricorda- L'aver fatto il fallorato in bottega di
lo bando del cardinal camerlengo, de'7 qualche maestro, almeno per 3 anni, es-
gennaioiS 1 5. Deirofhcio dc'sindari, che sere stato patentato dalla congregazione
fanno il sindacalo al console camerlengo de'Lavoranti, ed essersi esercitato in bot-
dell' introitato e dello speso nel camer- teghe dell'arte, .3 anni se romano e 5 se
lengato del collegio. Della fesla che ce- forasliere. Il pagar per una sola volta scu
lebrasi a s. Eligio prole! lore ed alla B. dir I per la patente ero per la fesla del
Vergine. Ne' vesperi della i." i consoli si s. Protettore; i forastieri in lutto dovere
recano nella chiesa , e quando la carica scudi 3o. I figli de' defunti maestri pa-
era annuale, il console camerlengo con- tculali, solo sono tenuti di presentarsi a'
segnava le chiavi, i sigilli e altro appar- consoli per farsi riconoscere, pagar scudi
tenente al suo ministero. Nella mattina I I, non essendo per essi necessaiio il re-
della fesla devono fare nella chiesa di s. quisito di esser patentato de' lavoranti.
Eligiola comiuiione, per conseguire l'in- Gli aspiranti alla patente dell'arte, ann-
dulgenza [)lenaria, concessa in perpetuo n lessi nelle congregazioni segreta e gene-
da Clemente XI nel «717; ed assistere rale, devonosubire la prova sull'idoneità
nlla messa solenne, dopo la quale il con- artistica. Questa si prescrive da' consoli
sole camerlengo consegna le cedole alle proporzionala alla capacità de' preten-
zitelle dolale, che hanno assistito alla mes- denti, la quale prova fattagli intimare dal
sa. Intervengono pure ai secondi vesperi. mandalaro, gli è destinala una delle of-
La chiesa addobba decorosamente per
si ficine de'consoli, dove il lavorante o al-
tale festività, e non è lecito ad alcun pro- tro aspirante interviene ad eseguire l'o-
fessore dell'arte di tenere aperta la bot- pera im[>ustagli, assistito i\u chi ha rice-
tega iu tal giorqo, e mollo meno lavora- vuto l'incarico di sorvegliarlo, quale
la

re, eccettuato un particolare permesso del terminata, dall' assistente si consegna al


console camerlengo: pc'contravventori \\ console catuerlengo. Inoltre il prcteudea-
i8o UNI UNI
le deve subir l'esame dello stesso carnei- sagramenll della penitenza e comunione,
Jengo e degli altri consoli, per conoscersi per conseguir l'indulgenza plenaria; e fat-
se egnnlmenle all' ohililà abbia la pe togli dalla congregazione breve esortazio-
lizia e capacità di luUociò che conviene ne, se gli consegna il libro dello statuto,
al suo mesliere. L'esame consiste, se il che gioia nelle mani del segretario d'in-
pretendente è gioielliere, in fargli sli- violabilmente osservare. Indi si munisce
mare diverse pietre fine e false legate e dell'ioipressione del contrassegno ,
per
sciolte, fargli toccare diverse qualità d'o- contrassegnare soltanto e unicamente i la-

ro, per riconoscere con questi esperimenti vori del suo proprio esercizio; e rese le do-
]a sua capacità. Se orefice ed argentiere, vute grazie a'consoli e altri congregati, si
oltre all'esibizione della prova dell'eser- ritira in chiesa a lucrare l' indulgenza.
cizio conie fattore e lavorante, deve pre- Dopo 5 1 giorni si spedisce la patente, ov'è
sentare un attestato del maestro della specificato se di gioielliere , argentiere,
scuola de'saggi chimici, in forza del qua- orefice o niìnuliere, affinchè ognuno si

le si riconosca l'abilità del pretendente, debba esercitare nel suo proprio ni^^tie-
che è inoltre soggetto all'interrogazioni re e pel quale gli è stata accordata ia
sopra diverse fatture di lavori concernen- patente d'autorizzazione. Adempite tutte
ti il suo mestiere, a fine di riconoscerlo le memorale cose gli è lecito l'aprir bot-
meritevole in passare maestro; e rispetto tega o lavorare in casa, e godere tutti e
a'minutieri sì de' lavori d'oro che d' ar- sìngoli privilegi diesi godono dagli altri
gento, r esame è proporzionato secondo maestri. Agli esclusi dalla patente, per di-
il loro mesliere e capacità, olire la presen- fetto di giustificazioni e d'abilità, è inibi-
tazione del certificato sui saggi chimici. to l'esercizio dell'arte, ne in pubblica bot-
Quali cose riferite dal console camerlen- tega uè in casa privata , sia d'orefice o
go in altra congregazione, questa ricono- argentiere, e molto meno ritener fucina,
scendo l'idoneità dell'aspirante l'ammet- fornel li, crocinoli, né altro islromento ap-
te,o lo esclude se trovasi incapace. Que- partenente a* detti mestieri, sotto le pe-

sta procedura si pratica pure co'Hgli de' ne comminate dal bando camerlengale.
defunti maestri, nel rifermar la patente Ognuno de' maestri deve essere estre-
paterna, da godersi però da uno solo de' mamente geloso dell'onore di Dio e del
medesimi; gli altri considerandosi come proprio, nel quale deve sempre conser-
semplici lavoranti, tranne il requisito di varsi; e chi ne degenera con qualche ec-
non esj^er patentati dalla congregazione cesso o criminalità, è sospeso, interdetto
de'lavoranti , non essendo ciò necessario e inabilitato; e se condannato a pene af-
a'figlide'maestri, come dissi, bensì lavo- flittive o ignominiose dal governo, subito
rando in altrui botteghe sono tenuti pa- è cancellato dal novero de' maestri del
gar la lassa di lavorante alla chiesa. Si collegio, il quale per conservare lo splen-
dichiaro pure nello statuto del 1820, che dore e il decoro della nobii arte, è giu-
vado brevemente compendiandojche d'al- stamente geloso di sua integra reputazio-
lora in poi non sarebbe più circoscritto ne. Ecco un* ulteriore solenne testioio-
il numero de' maestri, e nell' elenco ri- nianza dello spirito che informa i collegi
portato in fine leggo che in tale epoca i e l'università artistiche, de' vantaggi mi-
patentati erano 1 53; e l'onorevole (cav.) rabili che producono, religiosi, morali e
GiuseppeSpagna valente argentiere e fon- artislici, veramente di pubblica utilità, sia

ditore, era consigliere onorario perpe- per la garanzia alla fiducia ch'esige nel
tuo. Prima del termine di detta congre- delicato complesso di sue attribuzioni, sia
gazione, s' introduce in essa 1* ammesso per l'incremento dell'arte. Per amor pa-
alla paleiite , che deve avere ricevuto i trio e per ammirazione alla medesima
UN 1 UNI i8i
nobii atte, nnni adilietto solo mi doleva olirei maestri assistere alla messa che ce-
ii veder orinai anclie Roma inoniiata di lebrasi nel dì della commemorazione de'
lavori stranieri d'oreficeria, falli con mez- defunti, ed altri anniversari e messe che
zi meccanici d'oltremonte,ein modo die si celebrano alla morte di ciascun mae-
la breve durata corrisponde alla volubi- stro , nella precedente sera de' quali ha
le moda, che incessantemente gr inventa luogo la recita nell'oratorio dell' intero

a fomento del rovinoso lusso; perciò così ulìizio de' defunti. Di più nelle 5 feste

fragili e talmente mancanti della relati- principali della R. Vergine si recita il suo
va che molti oggetti facilmente
solidità, uffizio. I maestri patentati in ciascun an-
rompendosi non si pomio accomodare. no devono pagare alla chiesa paoli o pel i

Fatalmente alla leggerezza di spirito che mantenimerilo della medesima. Per im-
predomina in gran parte la società, corri- pedire le fiodi e rendere più sicuro l'in-
S[)ondono molti de'prodolti del suo inge- teressante commercio dell' arte, oltre le

gno e arte! Io quindi temeva che la pre- visite dell'autorità governative, il conso-
gievolissima arte dell' oreficeria in Ro- lecamerlengo e consoli col segretario
i

ma pure sarebbe andata alquanto a de- una volta per ogni mese devono visitar
cadere, per mancanza d' esercizio e per tutte le case e botteghe sì de' professori
esser diventiti molli maestri dell'arte più che de'negozianti, sì de'regallieri, coro-
spacciatori che professori ; anche a ciò nari, orologiari e altri che in qualsivoglia
strascinati dall'impotenza d'eseguire pe' modo contrattano oro e argento, e (jua-
prezzi minori cui si vendono le produzio- lunque altra materia sottoposta alla re-
ni straniere, che se discreti in apparenza, visione del consolato,per esaminare (|uan-
riescono gravosi in sostanza per la loro lo viene prescritto dal bando e dallo sta-
breve durata e per la pochezza dell' in- tuto, onde punire i contravventori a ter-
trinseco valore. Però mi gode assai l'a- mini di ragione. Oltre tali visite mensi-
nimo, e me ne congratulo cun l'arte, che li, può il consolalo dell'arte, coll'assislen-
questa talmente in pochi anni ha miglio- za del segretario, fare altre visite parti-
rato e progredito da far fondatamente
, colari e straordinarie, <|uando fosse de-
sperare non molto una perfezione in-
tra nunciata qualche fraude occulta nelle ma-
arrivabile da <]ualunque altra oreficeria terie o nella lavorazione d' argento e o-
straniera. Possiamo con ragione vantarci ro, di rami e ottoni raffinati, ed altri me-
di avere lavori sorprendenti per la loro talli per colorirli e imbiancarli con ridur-
complicazione ed esaltezza d'esecuzione, li al color dell'oro e dell'argento. Si di-
segnatamente quelli del genere denomi- chiara quale dev'essere la bontà dell'oro
nato etrusco. Pertanto sembra certo, che e dell'argento, quale il loro calo. Devono
in breve non abbisogneremo più de' la- pagare al collegio due paoli annui chiun-
vori oltramontani, anzi pel progresso tlel- que contratta materie ad esso spettanti,
l'attesinota essere di già cominciato a di- come tutti negozianti d'ambo
i i sessi, gli
minuire il numero de' viaggiatori specu- orologiari venditori di bigiotterie (il fran-
latori che li recavano. Tornando allo sta- cese bijou è un vocabolo che l'Alberti de-
tuto, esso prescrive l'intervento de'mae- finisce petit ouK'va^c curii nx ou nrc-
:

stri nell'ultima domenica me* di ciascun cieux , servant à la parure d'une par-
se alla messa nella propria chiesa, dopo soune; anche ^'/o/V* e niohiliprcziosij ric"
aver nel contiguo oratorio recitato un chi e gentili. 11 Razzarini dichiara la /?/-
nottuinodeirulH/io ile'ilefunti per suffra- giotteria o Bijoutcric ; minulerie, lavo-
gio de'maestil dell'arte passati a miglior ri gentili d'oreficeria), chincaglieri (ven-
mancanti, senza legittime cause,
vita; a' ditori di chincaglie, ed il Hazzarini defi-
è imposta la milita di bai, 5. Devono iu- nisce la ChincagUa e la Chincaglieria;
r82 UNI UN I

ogni SOI la di meicanziuole tli feno, rame vangelo e all'elevazione nella messa d'o-
esimili), coiùuari, uiusaicisli, diumaiila- gni ullinui domenica del mese; in quel-
ri^incisuii di mt^talli, adJnatoti (o lalXina- la della fesla del s. Pa Irono e nell'espo-
lorJ d'argenlo e oro, sono quelli che per sizione delle Quaranl'ore, che pur si fa
via d'arte li purifìcanu; spailendoli dagli nella chiesa, essi incedono in abito di fer-
altri nielalli), regattierì , bancherotli (si raiolone, spada e collare, l dueassisten-
può vedere i loro paragrafi) , compreii- li hanno per uf(li;io di supplire a'conso-
sìvamenle a che coulialtaiio
tulli gli alti i li per la regolarità della recita degli uf-
ori, ardenti e gioie eslraneamenle a*u»ae- fizi della Madonna e de'morti. I due prov-
sin dfcH'arle; per la vigilia della fesla di veditori soprintendono al servigio della
s. Eiigio neir oratorio della chiesa qual chiesa, sagrestia e oratorio, distribuisco-
tributo, sotto pena di mandalo eseculivo; no te caniielelte nella recita dell' ullizio
i quali lutti pouno aggregarsi al collegio de' defunti, curano il leggivo e distribui-
per la sola partecipazione dell' iiululgeu- scono le lezioni, e per le Qutuant'ore le

28, ofiVeudu però alla chiesa una cande- ore per l'orazioni da farsi da'tnaestri. Due
la di cera o qualche limosina. Segue la archivisli custodiscono l' archivio e cor-
dichiarazioiie dell'ordine da tenersi nelle rispondono alle ricerche , nell' archivio
* ongregcizioni segrete e generali , nelle conservandosi anche gli argenti, dama»
qualisempie devesi tenere sul tavolino lo schiesuppellellih più preziose della chie-
slalulo per l'intera osservanza, e del ri' sa. Un maestro fabbriciere veglia a'risar-
ipetto che si deve a'consoli. E il console cimenli delle case possedute dal collegio.
tamerlengo, che dopo la recita della soli- La 4-^ parte delle multe depositale nel-
la orazione, propone le materie da discu- la cassa de'n)alefizi del camerlengalo, per
tersi, ciascuno potendo dire il proprio sen- le contravvenzioni de'fabbricalori e ven-
timento, con termini convenienli e civili, ditori di Roma, si ritirano dalla direzione
»] suono del cumpanello moderando o fu- dcirnfncio del bollo a vanla""io del col-
• endo lacere gi'un prudenti, mancatori l legio e sua chiesa. Nino [)alentalo può
de'dehiti riguardi a'consoli, si denunzia- tenere due botteghe aperte d'argentiere e
no al cardinal camerlengo e al presiden- orefice, ciascuno dovendo personahnen-
te delle zecche, per reclamarne punizio- le assistere alla propria. Per l'ammissio-

ne. I 4 infermieri dover visitare i maestri ne al fallorato nelle bolleghe, per la


dell'arte infermi, ed i carcerati per cau- pubblica sicurezza, richiedendosi l'one-
sa civile, esortandoli alla pazienza e alla stà e la civiltà de' giovanetti, sulla rela-
rassegnazione, soccorrendoli con limosi- zione del consolato dell'arte l'approva il

«eocondivoteprecial s. l'roleltore. Tut- piesidenle delle zecche. I professori dive-


ti i lavoranti che sono ammessi alla pa- nuli poveri, rinunciando alla patente ri-
tente di maestro, ed figli de'maestri che i cevono la graziosa somministrazione di
divengono tali, nell'anno di loro amntis- 6 scudi; siHatle rinuncie non pregiudica-
6Ìone devono eseguire l'unìzio di festaro- no a'diritti de'figli per succedere alla pa-
Ji, cioè fare la festa di s. Eligio, ossia coa- tente paterna, qualora però in essi con-
diuvare pel buon ordine di essa i consoli corrino i requisiti voluti dallo statuto. E
e provveditori, essendo a loro beneplaci- rigorosamente proibito in tulle le feste

to se con limosine la vogliono render più di tenere socchiuse o aperte le botteghe.


solenne. I maestri novelli dopo tale uflì- Nella Raccolta delle leggi e dfsposizìo-
cio, nel seguente anno sono nominali sa- ni, del pontificalo di Gregorio XVI, nel
grestani, in numero non più di 4>^^ •^*^* 1.16, a p. SyjjSi riporta il seguente de-
no di 2, vale a dire devono prestare as- creto emanalo dal cardinal Oiusliniani
sislenza all'altare, portando le torcic ul camerlengo di s. Chiesa a'20 settembre
U N I V N I i83
i838, c«.l approvalo da ilello Papa, rl- maggioranza assoluta de' voti, la qu ile si-
guarclaiile le nuove litbrine per loslatii- ta giudicata tale quando riunisce un vi».
lo del nobii collegio degli orefici ed :\v- lo più della metà de'congregati, la stes-
genlieri di Roiun.» Avendo noi nuiluca- sa banca proporrà nell'adunanza genera-
nienle considerato che metodo di ele- il le r elezione de* 3 consoli col medesimo
zione del console ctnnerlengoe de'conso- metodo espresso di sopra per l'elezione
li . lii i|nalc secondo d cap. V delio sla- del console camerlengo. 4- I maestri pa-
Inlo dt^l collegio degli orefici ed ai geni ie- tentati, rimasti non considerati nella scel-
ri di Roma pubblicalo li 3 i gennaio 8 20 1 ta del console camerlengo, potranno es-
faceasi col mezzo de' così detti ÌQd)n^so- sere dalla banca riproposti alla congre-
latori,ha dato non infrequentemente mo- gazione generale per l'elezione de'conso-
tivo a gravi censure, ed eccitato il mal- ii. 5. Il numero che sarà riconosciuto le

contento gonerale abbiamo delibeivtto , gale per costituire la congregizione gene-


anche sol parere de'piii anziani e più ri- rale nell'elezione del console camerlen-
putali nell'arte, e dopo averne riportala go e de'consoli, non potrà essere minore
la sovrana sanzione della Santità di No- di So maestri patentati. 6. Fatta lai.* e
stro vSigiiore, di niodilicare questa legge la 2.^ convocazione di tulli i maestri pa-
statutaria e adottare laiun' altra oppor- tentati con indicazione dell'oggetto della
tuna provviden/a della seguente manie- elezione del console camerlengo ede'con-
ra, I. Il metodo dell'elezione del console soli, se non riesca di riunire il sovrìndica*
i iiinerieugo e de' consoli del collegio de- lo numero di 3o, sarà rinnovata l'inti-
gli orefici ed argentieri, che secondo il mazione per la 3.^ volta, ed allora si pro-
cjp. \ dello statuto praticavasi col mez- cederà alla detta elezione con quel nu-
zo ilegl'imbiissolatori, resta d'ora in poi n>ero di maestri che si troverà presente
soppresso ed abolito, del pari che la ca- a tale adunanza. 7. Tal elezione dovrà
rica d'j'detti imbussolatori. 2. Venuto il essere rassegnata a noi per la convenien-
tempo dell'elezione, la banca consulterà te approvazione. 8. A vvenendo che il con •

(dirò io, che gli uflìziali che compongono sole camerlengo, eletto cke sia, voglia ri-

la banca triennale e presiedono il nobile nunciare alla carica, il 2.** console passe-
collegio, sono il i ." console camerleugo, a rà di diritto a console camerlengo, il 3.'
cui è allìdata l'amministrazione del col- a 2.", il 4-** a 3."; e si procederà ne' pre-
legio istesso, e si sceglie nella classe de' scritti modi alla scelta del 4" console va-
gioiellieri; il 2." console, che si sceglie nel. cante. <). Le penali prevedute dallo statu-
la classe medesima; il 3° console, che si to più volte sopraccitato per i casi di ri-
sceglie nella classe degli orefici; e final- nuncia restano in vigore, io. Il console
mente il 4-'' console , che si sceglie nella camerlengo e i consoli, per silTitla guisa
classe degli argentieri: di questi è forma- eletti ed approvali, dureranno da ora in-
ta la detta banca) per proporre alla con- nanzi neiresercìziodelleloro iunzìoui per
gregazione generale 4 individui fra'mae- lo spazio di 3 anni , ne potranno essere
stri patentati, ancorché non siano stati an- confermati oltre questo tempo. 1 1. Per
tecedentemente consoli , siccome per lo la scelta de'2 sindaci, pure ordinata col-
innanzi esigevasi, i quali reputerà più ca- lo statuto col mezzo degl'imbussolatori,
paci a reggere il collegio, onde Irasceglie- dovrà osservarsi il metodo stesso della
re fra essi il console camerlengo, serban- proposizione da farsi dalla banca alla con-
do la solita pratica dello scrutinio segre- gregazione generale di 4 fra'maeslri pa-
to per mezzo del bussolo, e ponendo l'un tentati. 12. IVel biglietto d'intimo per la
dopo l'altro a partito i proposti candida- convocazione ili qualunque delle congre-
ti. 3. Nomiiiulo il console caiiicilcugo a gazioni dovrà esprimersi l'oggello a trai-
1.84 UNI UNI
larvisi, se ve ne al>bia oltre quello tlell'a- di sì zelante e benemerito prolettore ; ivi

tlunanzn ordinaria per le funzioni eli chie- gran parie de'membri dello slesso colle-
sa. i3. V affale che sia proposto in una gio assistè alla messa cantata ed all'asso-
congregazione, non potrà essere tlehbera- luzione al tumulo perciò eretto nel mez-
to che nell'adunanza seguente, salvo il ca- zo del tempio e decorato da molteplici ce-
so di vera uigenza,i4. Le presenti dispo- ri,pregando pace all'anima del porpora-
sizioni dovranno far parte integrale dello to.Quindi è detto nel n.** 22 dello stesso
statolo del collegio degli orefici ed argen - Diario^ che essendosi degnato Gregorio
lieri, e ne saranno giudicate di niuu va- XVI d' annuire all'elezione e domanda
lore ed abolite quelle in esso contenute, fiuta dal nobil collegio, del cardinal Lui-
che vi si oppongono", lliferisce il n." 24 giLambruschini segretario di stalo e de*
del Diario di Roma del 843: Che il no- 1 una deputazione
brevi, in suo protettore,
bilecollegiode'gioiellieri, orefici e argen- composta de'consoli e de'sindaci del col-
tieri è uno de'più antichi di Roma, poi- legio si recò dal cardinale^e restò esau-
ché elettosi più regolarmente e cpl suo dita nella preghiera di accettare la pro-
statuto sotto Giulio II nella chiesa di s. lettoria, co'sensi più benevoli persi anti-
Eligip pre§sp la via Giulia , edificata a ca e utile corporazione, come favoreggia-
spese del cpllegio stesso, ne presero cura tore dell'arti belle e de'buoni studi. Fi-
i Papi, oja riformandone, Ola aoipiiando- nalmente nel n.° 54 del citato Diario si

ne le leggi; cominciando da Giu-


per c.ui descrive con particolarità la funzione dei
lio II e progredendo ^Gregorio XI II, Pao- solenne possesso, che il cardinal Lan)bru-
lo V, Innocenzo X, Clemente XII, Bene- schini prese a'25 giugno, festa del prin-
detto X|V, sino e inclusive a Gregorio cipale patrono dell'arte s. Eligio. Nell'o-
XVI, grandi furono i favori e le conces- re pomeridiane il cardinale in nobile tre-
sioni che la corporazione ebbe dalla cle- no e accompagnalo da'prelali Caterini e
menza de'Ppntefici. Vacato il protettorq- Corboli Bussi prplonotari apostolici, sì

lo del collegio pe»" morte del cardinal A- portò nella chiesa di s. Eligio, ricevuto ai-
gostino Rivaroti, si rivolse i| collegio a la porta dal collegio, alla cui tesla era il

Gregorio ^yi
per avere un nuovo protet- console can>erlengo egli altri consoli, in-
tore, e l'ottenne nella persona del caidir di cantando musici V EcceSacerdosMa-
i

nai Alessandro Spada. Questo porpora- gnu.s. Dopo d'avere oralo all'altare del
to domenica fg piarzo i843 §• recò coq ss. Sagramento, il cardinale passò a sede-

nobile treno alla chipsa di s. JElig'O , al- re nell'eminente seggio cardinalizio eret-
l'uopo decentemente ornata, a prender- to nel presbiterio, ed allora il notare can-

yi solenne possesso. Riceyutp dagli uf-


il celliere del collegio lesse ad alta voce il
fiziali e maestri del collegio, ed ivi intrp- ponlificip breve di sua destinazione in
dotlo, compì l'alto (del possessp, oianife- protettore, Indi §i fecero le solite forma-
slando poscia a'delti individui con beni- lità che apcotn pugnano l'atto del posses-
gne parole sepsi della decisa volontà sua
i so, ed il cardinale pronunciò un discorso
nel promuovere j' incremento e il bene analogo a|la circostanza, nel quale dopo
d'una corporazione cosj dislinta, a nuo- avere con isquisitq ei'udizione accennalo
vo suo lustro e decoro. Essendo passato bi eyemenle la storia dell'arte fusoria, non
a miglior vita il cardinal Spada, si legge phe l'applicazione filila a'bisogni sociali
nel n.^ 1 del Diario, di fìonia del 1
844» tle'melalji piii npl:)ili che la Provvidenza
che anco il nobile collegio de' gioiellieri, ha concesso agli upmini; ecomequesl'ar-
prefici jB argentieri di R.pma, per grato a- fe fosse nejla sua antichissima origine si-

tìioio fu spliecito a celebrare uplla pro- no a' nostri giorni esercitata da scellissi-
pria chiesa solenni esequie per l'anifiaa fnj ingegni, ppn sojopevgl» usi della yila,
UNI UNI i85
ma sopra (uUo per l'ornato e decoro del orefici e argentieri, e segnala mente il con-
sagro culto e degli augusti templi della solecamerlengo del medesimoca V.Fran-
IWligione nostra santissima; passò a di- cesco Borgognoni, zelantissimo superiore
mostrare un luminoso esempio in s. Eli- (attuale gioielliere de'ss. Palazzi aposto-
gio dato al collegio per celeste Patrono, lici e custode del sagro Triregno), ha col-
il quale dopo aver esercitato nella sua la cooperazione de' consoli colleghi, del-
giovanile età l'oreficeria, venne dipoi in- l'emerito segretario Giuseppe Franchi e
signito della dignità episcopale. Terminò del professore Curii, ripristinata 1* uni-
il cardinale, con esprimere la gioia da cui versità de'Giovani Lavorauti di dette no-
doveanoessercompresi tutti componen- i bili arti sopra basi regolari e solide, già
ti il colIegio,rammentando tante gloriede- ordinate dal legale statuto di tale uiii>
gl'illustri loro maggiori, ed eccitandoli ad versila, la quale conta la sua istituzione
emulare tanti nubili ingegni della loro da vari secoli, ma che però stante alcune
classe, che per esercizio di cristiane vir- circostanze giaceva nell'inazione da cir-
ili e per artistico valore fiorirono in o- ca 2v5 anni addietro. Pertanto la matti-
giii eia, accertando il suo paterno patro- na di domenica 24 settembre i854 a^'e
cinio ad una corporazione, che forma u- ore 8 anticneridiane nella chiesa, elegan-
no de'belli ornamenti diRoma. Dipoi can- temente addobbata, di s. Eligio protetto-
tatosi il Te Dcunif e recitate le preci di re del nobll collegio, fu letto dal nomi-
rito, il cardinal protettore si trasferì nel- nalo segretario il ristretto degli atti an-
le propinque stanze,convenieiitemeule di- tecedentemente fatti per tale ripristina-
sposte, e graziosamente accolse le dimo- zione; e dal cav. console camerlengo si an-
strazioni d'ossequio tributategli dal con- nunciò con breve ma alfettuoso discorso,
sole camerlengo e dagli altri consoli e che l'università de' giovani lavoranti o-
compiacendosi intrattenersi al-
uHlziaii, refici e argentieri era legalmente rista-

quanto parlando delle cose dell'arte lo- bilita. L'incruento sagrifiziocelebrato dal

ro; e quindi partitosi, lasciò nelT animo rev. rettore del collegio die principio a
di tulio il collegio indelebile memoria questa sagra e interessante funzione, in-
della sapienza e benignità sua, insieme al- di si cantò un solenne Te Deuni in rin-
la più giata espettazione de'felici elletli graziamento a Dio del favore comparti-
che si prometteva dal valido ed eilicace to, e terminò quest'edificante funzione
suo patrocinio. Per le disposizioni ema- colla benedizione del ss. Sagramento a-
nale posteriormente dal regnantePio IX, gli addetti della ricostituita università, i

sul Cauìerlengato di s. Chiesa, e riferite cui individui eranvi iu copioso numero


nell'articolo Uditore del Camerlengato, accorsi. L'università de'giovani lavoran-
il collegio degli orefici e argentieri fu sot- ti dell'encomiate arti è presieduta da n-
toposto al ministro delle finanze teso- ua banca formata da 4 deputati della
riere gn/icrale; e perciò non più dipende medesima. La chiesa di s. Eligio degli
dal cardinal camerlengo, né dal presiden- orefici e argentieri di Uoma, fu come dis-
te delle zecche, carica non più esistente. si edificata nel i 5of), co'disegni del cele-
Leggo poi nel n." 222 del Ciornaie di bre architetto Bramante. JNel i(3oo ne
Roma del 1 854 (^ ne léce onorevole men- lece menzione il Pairciroli, ne Tesori na-
zione anco la Civiltà Cattolica yS*ii'\e 2.", scosti di Roma; nel Go i i il Fauucci nel-
t. 8, p. 235). Che per secondare i santi V Opere pie di Roma la , qualificò bella
impulsi di Papa Pio IX, che con suo chi- chiesetta, molto ornata e di cuirabile ino-*
rografo cliiauiò a nuova vita tulle 1'
u- dello; nel i6:>3 il Martinelli , Roma ex
nìversilà infievolite o abbandonate, rap< i elhniea saera, ne dichiarò la forma ra^
presentauti il uubil collegio dc'^ioicUieri, tuudum. Quindi gli altri dcsci itimi del-
i86 U JN 1 UN I

Je chiese di Roma come , Posteria, Ve- stiere. Dòpo che morirono i loro due fi-

nuti e Nibby, osservarono, che ia costru- gli,che per divina rivelazione seppero an-
zione riuscendo poco solida , costrinse il dati in cielo, vissero costantemente in con-
collegio proprietario a rifabbiicarla nel tinenza. Divisi per visitare i santuari più
I 60 1 ,
colle ste-sse forme, che il solo Mei- Gerusaleni-
celebri, portatisi in quelli di
chiosri protrae al 1701. Il dipinto del- me, come rilevai in quell'articolo, ivi san-
l'altare maggiore rappresenta la B. Ver- tamente morirono, dopo essersi riuniti
gine col divin Figlio, e co' ss. Lorenzo, senza il marito riconoscere la moglie con-
Stefano, Eligio vescovo di Noyon, ed al- tradatta dalle penitenze. La loro festa par-
tri santi,coniepure il Dio Padre che ab- ticolarmente celebrasi in s. Eligio ùA-
braccia il suo unigenito Crocefisso, sono l'università de'Iavoranti dell'arte civile e
affreschi di Matteo da Lecce vago non , ingegnosa degli argentieri e orefici, sino
tanto nel colorire, quanto di veder 1' o- da' tempi del Piazza che fiori nel secolo
pere del mondo, comeesprimesi il Baglio- XVII. Meglio de'ss. Coniugi e più copio-
ni, Legnitele pittori, \)QVc\\h ne'suoi viag- samente scrisse Liboiio Caglieri orefice:
gi lo paragona ad Ulisse. Negli altari la- Compendio delle vite de' santi ore/lei
terali, la Natività di Gesù Cristo fu co- rdargentieri, con belli rami, Roma 1727.
lorita a fresco da Giovanni de Vecchi di Essi sono: s. Eligio di Cadaillac di Limo-
Borgo s. Sepolcro, autore di belli lavori ges, orefice e poi vescovo di Noyon ; s.

massime in Caprarola. Nota Posteria, che Tt!lonesas8one,che fatto schiavo e riscat-


le statue di stucco nelle nicchie si altri tato da s. Eligio, questi gl'insegnò l'orefi-
buiscono ad alcuni aigenlierì scultori an- ceria, e poi divenne abbate; s. Anastasio
tichi. L' Adoiazione de' Magi nelT altro detto Magudat persiano , che lavorando
allaie, è lavoro di Gio. Francesco Ilo- nella bottega d' un argentiere cristiano
inanelli, dicendo il Passeri egualmente o- ne abbracciò la religione e morì martire;
pere sue le Sibille negli angoli del qua- i ss. Andronico ed Atanasia d'Antiochia,
dro, come in quelli di contro. Invece vuo- il i." argentiere di professione, la 2.' fi-

le Venuti, che le due fìgiue sull'arco le glia delmaestro dello sposo b. Facio ve- ;

dipinse lo stesso tiomanedi, e le pitture ronese, che in Cremona esercitò 1' arie
a fresco le allribuisce a Taddeo Zuccari; dell'aigentiere. Quanto alla chiesa di s.

di eguale opinione è Melchiorri. Nell'al- Eligio , osserva Cancellieri nella Storia


taie della Natività è inoltre un piccolo de'possessi, p. 2 i5o6, che nella me-
4 e
quadro esprimente Andronico e s. A-
s. desima vi è la copia della lapide, da lui
tanasia, di Filippo Zucchetti; e secondo riprodotta, di Bernardino Passeri, Aiiri-
Posteria e Venuti a'2 ottobre loro festa, ivi fici ac Gemmario prestantiss., che sta
si espone un quadro grande in cui lo stesso nel muro del campanile della chiesa del-
Zucchetti rappresentò medesimi >auti, i V Ospedale di s. Spirito, posta iu memo-
Mail Mar tjrolo giani Ronianuni ripor- ria di quell'orefice, da'suoi figli e da quel-
ta la loro festa a'g ottobre: Jerosofyìuis li che gli attribuirono l'uccisione del
ss. Androìiìci et Atìiaiiasiatejus conja- contestabile di Bourbon, nell'assalto di
gis. Ed in tal giorno il Piazza ntW Eiiie- Rourti, merito che altri dierono all' altro
rologio di Roma, narra che i ss. Andro- celebre orafo e scultore Benvenuto Celit-
nico e Atauasia antiocheni coniugi, di pro- ni. Ma io seguendo l'autorità di Pompi-
fessione argentieri, vissero con rettitudi- lio Tolti, Ritratto di Roma moderna, p.
ne e pietà cristiana: ricchi non meno di 36 1, dello stesso Cancellieri ed altri scrit-
virtù che di sostanze, queste divisero iu tori, nel desciivere quel disastroso e ter-
3 parti, che distribuirono a'poveri, a're- ribile avvenimento, anche ne' voi. Xlll,
ligiosi, e pel mdmleuimeulo del loro me- p. 25a, LIX, p.i8, opinai che il vero uc-
UN I UNI «
187
cisoie del lìoiubon fu il romano Fran- zione di loro piante, egualmente ragio-
cesco Valenlini soldato pontificio dei rio- na il nominato prelato agronomo teorico
ne Ponte. Non niego, che il Passeri Vido- e pratico, il pizzicarolo o pizzicheruolo o
rosanìente comballè contro il Bourbon \MLzica^no\OySalsamentariuSjSalariuSf
ei snoi soldati che Io circondavano, stan- Salgamariuif Porcinarius^ Negocians
do egli sul monlicello propini|no a della Salsarius^ Tarichopola^c{U(i\\o che ven-
chiesa e perciò in vicinanza di (|ntir as- de salame, salume, cacio e altri caman-
dopo aver ucciso molli nemici e
salto, e giari,cioè altri cibi : la sua'botlega dice-
guadagnalo uno de' loro stendardi, perì sipizzicheria, Tarìchopolìuni^ Taìieruu
villima di sue prodezze. Diiò per uIiìjiìo, Salsamcntaria. Mg.*^ Nicolai riferisce
che riporta il n.°20 del Giornale dì Ro- che Pio VI nel 1789, a vantaggio del po-
ma de'26 gennaio jSSy che ne' prece- , polo, introdusse le pizzicherie normali a
denti giorni (nella festa dell'Epifania) il conto e in autminislrazione del principa-
cardinal Girolamo d'Andrea prese nella to, per conlenerene'giusli limili la libertà
chiesa di s. Eligio furn>ale possesso della degliallri venditori.il pollaroloopollaino-
protelloria del nobii collegio de'gioiellie- lo o pollaiolo, mercante e venditore e chi
ri, orefici e argentieri, a lui conferita dal tiene cura de'polli, Aviarius^ Pull/irius^
Papa. Ricevuto alia porla da' confratelli Gallinarius'y dicesi polleria o pollaro o
fu condono all'aliare maggiore, accanto pollaio il luogo dove si tengono o vendono
al quale era stato innalzato il trono, e fu i polli, Gallinariuniy Cokortaliuni A-
cantato in musica l'inno Te Dciim, Indi viuni slabulaniy Aviariuniy Pidlariuniy
il cardinal protettore fu accompagnalo Pulloritm coìiors, vel cors, vel officina^
nell'oratorio, ove auunise al bacio dell'a- Neonotrophiiini , OJJicina cortalis. Lo
nello cardinalizio tutti gli tidiciali e con- slesso mg.' Nicolai nel t. 3, a p. 494 ''•

frati , rivolgendo loro parole di congra- porta diversi scrittori degli animali vola-
tulazione e d' incoraggiamento, ed assi- tili domestici, come del Buonfanti, Del
curandoli ancora, che sarebbesi adopera- pollaio e Livorno
della colombaia ,

lo a prò del rispettabile collegio, perchè 1768; e di Orus Osservazioni fisico- ,

sempre più prosperasse e conseguisse lo pratiche sopra alcuni animali domestici


scopo onorevole e religioso, che si è pro- i'illerecci, Padova 1779- li Marlinetlii
posto. La Diceologia, l. 2 , p. 534, parla' de*
Orfolani\Frutiaroli\Pizzicaroli,Pol- cacciatori con un'erudita escursione sulla
l.iroLì. Università e sodalizio, già com- Caccia^ arte che può dire cominciò col
si

posto di I 3 arti e u)estieri che poi notni- mondo, non però da' romani esercitata
neiòjfra le primarie essendo le ricordale. che r aHidavauo agli schiavi, mentre in
1^'orlolano è (juegli che lavora, coltiva e seguito i piincipi e la nobiltà si dedica-
custodisce l'orto, Olitor ^ Ilortulanus. rono a magnifiche e clamorose caccie, il
mg.' Nicolai, Memorie sulle campagne di cui prodotto fu stabilito eziandio per Tri*
jRomay nel l. 3 dichiara come bene si pro- huto (/^.) feudale. Anche Tantichilà co»
ducono gli eccellenti erbaggi nell' Agro oobbe le leggi per la caccia, reprimendo-
Romano; discorre sull'operazioni diverse ne gli eccessi con penali ; ed Papi e di-
i

nella coltura degli orli, e degli scrittori versi concilii la vietarono agli ecclesiastici,
sulla tnedesiuia in generale e delle piante massime le caccie clamorose, e ne'giorni
in particolare. Il frultarolo o frultaiuulo^ di digijino e di penitenza, dovendo edi-
Pontarius^ è colui che vende le frutta, ficare il popolo cristiano colla mansue-
parlo degli alberi e d'alcune erbe, Po- tudine e lo studio delle sagre lettere. E'
munì. Dflle diverse (pialilà de' saporosi proibita la caccia ne' tempi della proli-
frulli dell'Agro Uomuiio e della colliva- ficazione, e nc'Iuoghi ov'c inlcrdolla per
i88 U K I UN l

diritto d'immunità e per rispetto dell'ai- dilori di vettovaglie, in uno al Prefetto


liui proprietà. L'orlo, Jforlus^ è quello ògW Annona^ per 1' abbondanza, buona
spazio di terra, ove si coltivano le orta- qualità, e ragionevole prezzo de'comme-
glie; e l'orticolttira, parte i\e\V A};rìcol- slibili. V)ti\Fornin Suariani, di sua ubi-
tiira , onde va tenuto pi esente quel pa- cazione, e della posteriore chiesa di s. Ni-
ragrafo, è l'ai le che traila della coltiva- cola in Porr/7/A«.v, riparlai nel voi. XL,
zione delle piante ortensi. Gli antichi p. 75, a cui successe l'odierna di s. Bo-
romani ebbero sontuosi orti, simili a naventura e ss. Croce de'Lucchesi, di cui
iìllcy ed è perciò che in quell'arti- anco nel voi. LXXVllI, p. 66. Pe' glan-
colo ne tratto, dicendo pure della So- dil'eri boschi che possiede il territorio di
cietà romana d* Orlicolliira. Il loro Norcitty in esso si alimentano numerose
mercato degli erbaggi e de' frutti era mandre di animali neri, maiali o porci,
nel Foro Olìtorio^ di cui riparlai nel de' quali da'norcini o nursini si fu gran
voi. LXXIII, p. 3o8. In seguito fu tra- Iraflico, e diversi di essi venendo in Uo-
sferilo alle radici del /I/o/ite Capitolino^ ma a lavorarne le carni volgarmente
,

intli stabilito a Piazza Navoaa (/'.). dicesi norcino il lavoratore della carne di
Quanto riguarda il pizzicarolo, gli sono porco (di quel norcino, sorta di cerusico,
relativi i paragrafi che trattano delle case può vedersi il Dizionario della lingua
che vende, come Pecorari , Ogliarari, italiana). Dico tutto questo, per distin-
ec. Ottavio Ferrari Origini della Un- , guere nazionali da silfatti lavoranti, e
i

^na italiana, Padova 1676, segue l'eti- che a'primi e non a' secondi appartiene
inologia della parola pizzigo^ da cui de- il sodalizio e chiesa de'ss. Benedetto e Sco-

rivò il vocabolo, corrispondente al Iali- lastica, di cui ragionai nel ricordalo arti-
no pugilliis, pugillicusj puzzicus. Quin- colo e altrove. Ora
mercato de'porci e
il

di egli dice che i pizzicagnoli, o fnbbri- la loro ammazzatoia è ne' locali che de-

cando pugillatini varie delle loro merci scrissi al paragrafo Macellaro, ove tra*

porcint;,ove entrano degl'ingredienti di- Fori dissi di quello di Cupedine, Macel-


versi, o vendendo mimUatini, assunsero Inni viae Sacrae , denominazione presa
questo nome. Gli antichi conoscevano i da Cupedine e Macello esiliati da quel
salsamenlari ed porcinari. A Ili primii luogo di loro proprietà e fatto mercato
succedono i saiumari, e venditori di for- di commestibili. Perciò osserva Piazza ,

maggio che si sala, ed anche i venditori che Cupedinarii \ latini chiamarono i

dell* Olio , come ricavasi da Terenzio ,


pizzicaroli, pubblico mestiere che eserci-
Varrone, Cicerone, Coluuiella, IMiiiio e talo in dello foro, questo altri chiama-
Gelilo. Alii secondi succedono li pizzica- rono la disjìensa de'ghiotti, e'\\ magazzi-
gnoli propriamenle delti. Fino dai lem- no del venire e della gola. Probabilmen-
pi di Plauto erano addetti per lo sfamo te l'antico mercato o mercati di polli e

della città co\Uacellari,e&i lagna, Capt. Caccia (F.), nell'antica Roma era ne'luo-
4 eseg.; Quanta Laniis lassitudo, quan- ghi ricordati a tal paragrafo e denomi-
ta Poicinariis. Cerlamenle sono arti lu- nali Macella. Ora due in Roma ne so-
crosissime , e richiedono molla probità no i mercati principali, uno all'ingrosso,
per non farsi trasportare dalla cupidigia l'altro al minuto. li i
.**
nel rione Parione
del guadagno inonesto ; e vi fu chi argu- presso la Cancelleria apostolica, che die
tamenle disse il pizzicarolo,/7/s37<:v«-roro. il nome aWa strada e piazzaPollarola,
Nella regione VII dell'antica Uoma era ove sono alberghi in cui si ricoverano i

il Foro Suario o mercato de'porci, e sta- vetturali e venditoridi pollami, collegab-


va sotto la giurisdizione del Prefetto di bie de'polli, ed un tempo eravi regolare
Roma (F.)^ come io erano gli altri veo- mercatoseltimanale. 11 2.° nel t ione s.Eu-
UNI UNI 189
Klacliio, Irnla cliiesocìis.Enstacliioeqnel- de far loro la Befana {F.). Oltre gli or-

la eli s. Malia ad MarlyrcSy insieme a' tolani, i fruttatoli, i pìzzicaroli, i pollaro-


cnprettnri, abbacchiati e vemìilori d'al- li, la confraternita si formò
l'università e
tri comtucslibili. Incontro la chiesa di s. de' Sensali e Mercanti i\ì Ripa, de'qna-
Eustachio è la piazza deCaprettari, no. li riparlai a Mercanti e Molinari che
me che prese per esservi prima stali i ven- hanno il loro paragrafo, de' Marinari
ditori de'caprelti, come rilevai nel voi. che lo hanno egualmente, iW Legnar oli^
LXVIll, p. 267. Riferisce il Bernardini de* quali si tratta anche a* paragrafi de'
che runiversitùde'Caprettariavea la pro« Falegnami e Mercanti, óe Fennicella'
pria cappella nellaC/i/e.v<^ di salaria de ri, de'quali dico alcune parole al para-
3Ionti. Anticamente il centro o l'ombel- grafo loro, (ìe/arcari, a'quali ha rela-
lieo dell' abitato di Roma era ove poi fu zione il paragrafo Macellari, dc^ìì Scar-
fabbricala la chiesa di s. Adriano, ed ivi ^//?f///, de'quali ragionai al paragrafo de*
sorgeva la colonna del n)iglìo d'oro, co- Calzolari, òt' Misuratori di grano, de*
mechè situala nell'antico Foro Romano, quali feci parola al paragrafo /"or/z^r/. 11

che fu il ceiitVo più interessante dell'ai- Bernardini ecco come qualifica lei 3 uni-
ma città ; Vertunno
di quel foro, di cui versità unite nella chiesa delia Madonna
in bocca di appagava per
Properzio si dell'Orto :Ortolani padroni,Oi loiani gar-
colmo di contentezza esclamare: Roina- zoni o siano stabiaroli, Frultaroli e Me»
num salis est posse videre Forum ! E con langolari uniti, Fizzicaroli padroni, Piz-
ragione, poiché ivi non si poteva far passo zicaroli garzoni, Pollaroii, Molinari pa-
senza incontrare monuutenti delia religio- droni, Molinari garzoni, Vermicellarì pa-
ne, della grandezza, della politica dei ro- droni ,
Vermiceliari garzoni , Sensali e
mani, che descrissi in tanti articoli. Nel Mercanti di Ripa uniti, Scarpìnelli, Vi-
medio evo e successivamente lo di venne la gli aroli e Mezzaroli uniti ( i Fignaroli
piazza e chiesa dis: Eustacìiio, po».ta tra* hanno pure il loro paragi^afo). Dell'uni-
due mercati primari di Boma, la piazza versilà,del sodalìzio e del suo spedale trat-
della Rotonda e la piazza Navona men- ; ta no : Fanucci p. 5o e 224, Della Con-
tre l'antica Dogana (/'.) era nel fabbri- fraternita e dello Spedale di s. Maria
cato incontro o isola di case ov'è la trat- dell'Orto, Piazza, trai, c), cap. in. Della
toria del Falcone e nell'altro adiacente Confraternita della Madonna dell'Or-
a detta chiesa, la cui via ancora porla il to ,degliOrtolani, Fruttar oli, Pizzicar o-
nome di Dogana vecchia (ne feci pur li, Pollaroii, Sensali e 3fcreanti di Ripa,
parola nel voi. LXXV, p. 280), anzi Molinari, Marinari, Legnaroli, Fermi-
era comune alla piazza di s. Eusta- cellari , Vaccari, Scarpinelli, e Misu-
chio, presso V Università romana (f^.). ratori di grano: lrat.i,cap. 16, Dello
A questa centralità e all'incessante pas- Spedale della Madonna dell' Orto, de-
saggio della via de' Crescenzi, che ri- gli Ortolani, Fruttaroli, Pizzicarolì e
cevè il nouie dal palazzo, ora Bonelli, e altri in Trastevere. Siccome a tali pii i-

dalla Ihrre e case di quell'antica e po- stìluli e alla chiesa die origine un'imma-
tente famìglia, devesi attribuire la riu- gine di Maria Vergine, così procederò an-
nione ivi fattasi da'pollaroli e altri ven- che col Bombelli, Raccolta delVimma'
ditori, a cui si unirono caprellarì e ab-
i gini della D. Fergine, ornate della rO"
bacchiari ,
partendo dalla vicina piazza. rona d'oro dal capitolo Fatica no,ì. 3,
Dalla medesima centralilù della piazza di p. 127: Della Madonna dell' Orto, i\\-

s. Eustachio, pare che derive) (àmosa la pinta in muro col s. Bambino in seno nel
fiera, che ivi ha luogo per V Epifania (F.) laltodibenedìre.espressa sedente tra due
per vendere i donativi per i fanciulli on- pini cipressi e dal medesimo rìprodoUa.
igo UNI U N I

IVel rione Traslevere, sull'ampia piaim- ponlificalod'Innocenzo VIlI.E'pureer-


ìiì de' Cari)pi Muzii ,
perchè donali dal roneoilnarratodalPiazzajchein un luogo
popolo romano a Muzio Scevola, in pre- dice avvenuto il prodigio ne! l'xgS re-
Diio del coraggio col quale si bruciò la gnando realmente Bonifacio Vili, e con-
destra innanzi Porsennn re di Toscana, .seguito da una donna passeggera, in un
onde poi si chiamò Scevola o mancino altro che l'inìm^agine fu dipinta nel 1
448*
per essergli restala la sola sinistra mano Dopodi essi parecchi scrittori,anche gravi,
(Venuti e altri vogliono che ivi fossero i ripeterono tali errori. Poco dopo alcune
praliQuinziijde'quali e de'Muzii parlai al- pie persone vi ere>sero nel sito una chie-
trove, ed altri dicono che i Muzii fossero suola per comodo del numero sempre cre-
vicini), possedeva un orto chiuso un conta- scente de'di voti, chiamandola in un all'im-
dino, infelice per abituale incurabile ma- magine óeWiì Madonna dell' Orto, nome
lattia, per la quale inulilmenle avea con- che prese ancora e conserva la contrada.
sumato le sue scarse sostanze. Buon per Passali alcuni anni, cerli ricchi mercanti
lui, che alla parete di vecchio muro sulla con grosse somme, guadagnate da appalli
porta era dipinta Colei che stduliamo iS'tìC' camerali , cominciarono a rifabbricarla
iute degl' infermij'nnpeiocchè un giorno sontuosamente nel modo che si ammira
guardandola con attenzione, si sentì in- e poi desctiverò. Gli erbaroli che avea-
ternamente mosso a invocarne il possente no cura dell'anteriore chiesa e l'uffizia va-
patrocinio.La pregò con tanto fervore e fi- no a mododisodalizio,ne restarono mollo
ducia, chemerilòdiessei- subito risanato contenti; ma appena nel materiale compi-
perfettanjente, onde con tenere lagrime lo redifìcio,già mercanti aveano esaurito
i

fece i suoi ringraziamenti. Primo suo pen- il denaro. Abbisognando degli ornati e de'

siero fu l'acquisto d'una lampada, e sem- fondi pel mantenimento della fabbrica e
pre la fece ardere innanzi alla divina li- per l'esercizio del cullo,la B. Vergine toc-
licratrice. Edificali gli accorrenti all'orlo cò il cuore de'pizzicaroli, frullaroli, sen-
per rac(|uislo degli erbaggi , in vederlo sali ripali, molinari, marinari, legnaroli,
di frequente ginocchioni a venerar la s. vermicellari, pollaroli,vaccari,8carpinelIi
Immagitìc, uditone il miracolo, anch'essi e misuratori di grani,ad unirsi a'mercanti
furono compresi di divozione, per cui to- e agli ortolani in compagnia per soppe-
sto diversi ricevendone grazie, l'ornaro- rirvi, e vi riuscirono con nobile magni-
nocon tabelle votive. L'imn)agine si vuol ficenza, riccamente fori»endola di suppel-
dipinta nel i488,eili.°miracolosi registra lettili e di cappellani per l' uffiziatura ,

nii497 n*^' pontificalo d'Alessandio VI. stabilendo la festa di s. Maria dell'Orto


Laonde in parte è erroneo il riferito da r8 settembre sagro alla Natività di Maria.
Fanucci, che con anacronismo lipetnta- Continuando la narrazione col Bonibelli,
inentedice succeduto il miracolo nel 1 488 riporta il miracolo fatto dalla B. Vergi-
sotto Bonifacio Vili; bensì ha ragione ne ai 3 ambasciatori d' ubbidienza del
quanto all'epoca dell'erezione dell'ospe- Giappone, venuti in Roma a ossequiare
dale, riportando l'iscrizione scolpita sulla Gregorio XIII. Essendosi poi imbarcati
porta del cortile, dal quale si passava al liei Tevere, per quindi sollevarsi nel ma-
medesimo e che mi recai a verificare. J- re, in questo furono colli da furiosa tem-
ve Gratia Piena, jifccccxcr. Se dunque pesta che minacciava naufragarli. Ram-
l'ospedale fu eretto dopo la chiesa, n' è mentandosi gli ambasciatori d'aver ve-
naturale conseguenza che la manifesta- neralo laMadonna dell'Orlo innanzi d'im-
zione della s. Immagine, dal Bombeili as- barcarsi, l'invocarono fiduciosamente, e
segnata nel 1497 è ri tardata, e pare dover- sol fitto furono esauditi; per cui sbar-
.si riconoscere avvenuta nel 1 488, raa nel cali a Ripagrande, poscia si recarono nella
V N I UNI lai
cìiiesn ad nsMatere al'a solenne messa di vdegi degli altri spedali di Roma, e ad
riii^razianienlo. NeliG:"»? i cu«lodi della esso e al sodalizio dierono un cardinale
thiesa supplicando il capitolo Valicano, [)er proiettore. Narra Bernardini nel
per lacorona d'oro alla divina Madre e I
744» L'J^c l'ospedale unito alla chiesa del-
al s. Bambino, furono ap[)agati a'ig a- la Madonna dell' Orto, era pegli aggre-
gosto. Tanto riportando il Bonjbelli ; o- grìli delle i 3 università unite in tale cbie-

ra cognominali Fanucci e Piazza tlirò del SI, ed oppressi da cpialunqiie male; e che
sodalizio. Questo fu islitnilo poco dopo ivi si medicavano le piaghe a chiunque si

la manifeslazione della B. Vergine, e poi recava a farsele ciu-are. Secondo il Ve-


grandemente aumentato colle aggrega- nuli, Roma moderna^p. i o43, l'ospedale
zioni delie memorate onde si coni-
arti, fu aperto dalla università de' fruUaroli
[)Ose dii3 università, ammettendovi pu- pe' suoi malati, molti anni dopo la fon-
re diversi melonari, bifolchi, raezzaroli di dazione della chiesa (la riportala iscrizio-
vig«»e,cavallari, bardari, barcaroli eallri. ne del 495>j pare dover modificare le pa;
I

Assunsero il sacco turchino, esnila spalla iole, molli anni dopo) e ricevè poi la sua
poi landò perinsegna la descritta ss. !m- perfezione dall'uni versila unità de'pizzi»
Aiagine. 1 Papi approvarono la confra- caroli neli6i6. Gli altri ricordati scrit-
ternita, poscia l'elevarono al grado di ar- tori dicono, che vi cotitribuirono le limo-
ciconfralernita,e l'arricchirono di grazie, sine dell'altre università aggregate, e di
privilegi e indulgenze mentre Sisto V le ; alciuie generose persone. 11 cardinal Mo-
concesse di [)oler liberare un prigione lichini, Degl' istituii di pubblica carità
condannato al carcere in vita ed anche in Rorncty opera ivi pubblicala nel 1842,
all'ultimo supplizio, ed ali'arciconfraler- nel t. r, p. i 1 3, dichiara : » L'ospedale di
ulta e suoi custodi di poter aggregare s. Maria dell'Orto, fra tulli gli altri bel-
i sodalizi d'ambo i sessi di (jnalunjpie lissimo, collocato in Trastevere presso la
parte del cristianesimo e colla couipar- chiesa di tal nome, ed,istiluìto fin dal
lecipazione di sue indulgenze. Divenuto I 298 (anch'egli seguì il ritnarcato abba-
il sodalizio uno de' più numerosi di Ro- glio) da [ 3 università d'arti e mestieri riu-
ma , si esercitò nella propria chiesa e o- nite in quel luogo, fu convertilo ultima-
ratorio in opere di pietà, per onorare Dio mente a fdibrica di Tabacchi (P^.) ". Ag-
e la B. Vergine protettiice, cantando il gi ungerò,che ilgovernooccupando il loca-
suo ufiìzio nelle fèste, e per suffragare i le dell'antico spedale, non solo a sue spese
confrali defunti, dopo averli fatti curare lo ridusse ad opificio de'tabacchi, ma in
e soccorsi infermi , e accompagnali alla compenso assegnò alla chiesa aimui scudi
sepoltura e celebrato fimerall. Poco do- I 00. La n»agnifìca chiesa, riptto,fu comin-
poché laconfralernifasi costituì con tutte ciata a fabbricai e poco dopo la manifesta-
le università succennate, con piodivisa- zione della B. Vergine, invecedella picc(jl.i

mento pre*«so la chiesa edificarono un o- chiesa ove era stala collocata la miraco-
spedale pe'confrali bisogno*^i infermi, ed losa Immagine, co' disegni di MicheUn-
eziandio pe'poveri del popoloso rione di gelo Buonarroti ; ma poi restando in so-
Trastevere, maiali di febbre oberili d'o- speso la fabbrica, neli5i2 fu continuata
gni nazione. Lo fornirono di 5o lettifibi- colla direzione e disegni di Giidio Roma-
plicandoli e triplicandoli all' occorrenza, no , e più tardi la facciata esterna venne
dì spezieiia, di sacerdoti, di medico, di eseguila nel secolo XVI! con disegno di
chiiurgo e de'necessari ministri ; veglian- Martino Longhi il giovane, figlio d'Ono-
do i guardiani e aiiri ul.iziali della con- rio, e ristorala nel I 762 vi fuiono aggiun-
fraternita, per l'ordine e la pulizia tlello te! i piccole piramidi di travertino, cen-
spedale, a cui i Papi nccordarono i pri- surate dal rigido Milizia, come se tali pie-
193 UNI UNI
cole moli servissero a tutelare degli orli. il quadro dell'altare, esprimente s. Gio.
L'interno poi Io descrìve: A croce lali- Battista, secondo V Al veri , ed i laterali
)iaa 3 navale di piloni con archi, con cap- sono di mano del Baglioni. In quella che
pelle sfondale, e co'3 bracci della crocie- segue, rinnovata nel lySo co'disegni di
ra terminati in curvo. Adunque l'interno Gabriele Valvasori, al quadro co'ss. Am-
del bellissimo tempio ha 3 navi, olire la brogio, Carlo e Bernardino, in uno a'ia-
traverse, ed è ornato in gran parie con terali, che ivi già posti neh 64», seguen-
profusione ,
proporzioni e simmetria e- do l'Alveri, il Venuti li dichiara del Ba-
gregia di marmi, stucchi e dorature. Nel- glioni; invece furonvi sostituiti, per qua-
la lAappel la da mano destra di chi en- dro un lavoro di Corrado Giaquinto, ed
tra, la B. Vergine salutala dall'Angelo di- i laterali del Ranucci. L'ultima cappella
pinta sul muro, è opera insigne di Tad- ha un s. Sebastiano di Baglioni, unita-
<leo Zuccari. La q./* ha il quadro dell'al- mente ad altre sue pitture. Nella volta
tare colla Madonna, s. Caterina e s. An- maggiore Giacinto Calandrucci colori
tonio, lavoro di Federico Zuccari ch'ese l'Assunzione di Maria in Cielo. L'Imma-
guì pure i laterali, pitture che il Venuti colata Concezione nella volta della cro-
attribuisce a Filippo Zucchetti, e la vol- ciera da Giuseppe e Andrea'
fu condotta
ta fu dipinta da Tommaso Cardani. Sul- Odazi: Francesco è opera di Mario,
il s.

l'altare della 3.^ cappella si vedono, colla figlio di Luigi Garzi e la Bisurrezione ,

B. Veigine, iss. Giacomo e Bartolon)eo di Cristo venne colorita piue da Calan-


apostoli, e s. Vittorio, coloriti dal cav. Ba- drucci. La volta minore a de«itra dell'al-
glioni nel muro. Nella 4»* si venera il ss. tare grande fu dipinta da Gio. Battista
Crocefisso di legno, e le pitture con mol- Parodi genovese: quella a sinistra da Lui-
le figure sono di Nicolò da Pesaro. L'al- gi eMario Garzi. 1 tondi o ovali sulle
tare maggiore, colla tribuna di marmo, due porte laterali, una che mette alla sa-
fu architettato dji Giacomo della Porta, grestia, r altra al locale già spedale, e-
e contiene la miracolosa immagine di s. sprimenti la Venuta dello Spirito Santo,
Maria dell'Orlo, quella iclenlilica che die ed Gioacchino e Anna, ambedue so-
i ss.

origine al nobile tempio, all'arciconfra- no d'Andrea Procaccini; gli altri due in-
ternita, università e spedale. Tra'tlipinti contro sulle porte laterali della chiesa,
che ornano all' intorno quesl' altare , lo rappresentanti il Transito di s. Giuseppe
Sposalizio e la Visitazione della B. Ver- e il Presepio, furono condotti da'ricorda-
gine sono di Federico Zuccciri; la Nasci- ti fratelli Odazi. Piimarcò inoltre Venu-
la del Salvatore è opera lodalissima di ti, esistere in questa chiesa im bell'Ange-
suo fratello Taddeo Zuccari; alcune sto- lo di marmo scolpito da M.' Le Gros.
rie della stessa B. Vergine, presso l'alta- Interessanti notizie ci diede sulla chiesa,
re, diconsi eseguite dal cav. Baglioni; i sodalizio e spedale l'Alveri, Roma in o-
l^rofeli e le altre figure nella volta sono gni stiitOj l. 2,p. 362 e seg. Imperocché

degli stessi fratelli Zuccari, e le Sibille , oltre il narrare in buona parte il già rife-
incontro all'organo, i puttini, i festoni in ferito, anch'egli anticipando al i4^9 '^

una lunetta della volta con due figuri- , compimetfto della chiesa, e la riedificazio-

ne intorno giacenti, dal Venuti si dicono ne o"«mpliazione dell'ospedale riportan-


di Cesare Torelli. Entro lai /cappella a do al i6i6; oltre il riferire che dopo il
sinistra (che sino al 1 595 fu sagra a s. Se- i584 molti musici si recavano a cantar-
bastiano), presso il detto altare grande, vi messa l'S giugno, in rendimento di
oltre un s. Francesco d' Asisi intagliato grazie pel pericolo scau»palo di naufraga-
in legno, si vedono diverse pitture di Ni- re nel detto anno, allorché Gregorio XI 11
colò da Pesaro. Nella seguente cappella, gl'mviò ad Ostia per incontrare gli am-
U i\ I UNI 193
l);i<(i.itot i qinppoiiesi, in cIjo il nonibelli comprendeva qucst'arciconfraternilfl, re-
Vilna nelle incconlaleparlicoliirilà; ripor- starono a far parte di essa, con proprie-
ta tutte le isci'iziuiiiiii nìaniio che in iiu* tà della chiesa e dell'oratorio, principal-
mero di C)5 esistevano nel 1 604 nella cliie- mente le seguenti, che hanno nella mede-

sa, oonìprese le uiorlnai ie, quelle cle'be- sima quelle proprie cappelle, che ricorde-
iiemeriti , benefalturi o fonchitori delie rò coli'ordine cui le descrissi, e ciascuna
cappelle, chiesa, soilalizioe spedale, di- ilsuo particolare guardiano speciale d'o-
gni corporazione. La i
.'
versi de'quaiicoufrali, camerlenghi e cu- cappella della ss.
stodi del medesimo luogo [)io, e perciò con Annunziata, è de'mercanti e sensali ripa-
denomiua/ioni proprie in latino dell'arti li. La 2.' di s. Caterina, è de'vermicella-
da loro professale; con lasciti di messe e ripadroni e loro garzoni. La 3." di s.
dotazioni alle zitelle; quelle delle sepol- Bartolomeo, è de'vignaroli padroni e de*
ture dell'univeisitù de'garzoni degli or- mezzaroli. La 4-* '^^^ ss. Crocefisso, è de'

tolani di campagna e deiruniversilà de* pollaroli padroni e loro garzoni. La 5.* a


garzoni de' vermicellaii. Sono da ram- aliare maggiore, è de'frullaroli e pizzica-
ni entaisi le iscrizioni che riproducono i roli padroni. La 6." di s. Francesco , è
brevi, di Gregorio Xlll concedente gra- de'molinari padroni e garzoni. La 7.' di

yie e indulgenze in diverse feste e tempi s. Gio. Battista, è de'giovani e compagni


dell'anno; di Urbano Vili, coi quale con- pizzicaroli. La 8.^ di s. Carlo, anticamen-
cesse a'y altari privilegiali, che nomina, te ss. Crispino e CrÌ8piniano,èdegliscar-
r indulgenze ad scptennium , di quelli pinelli. La g.' di s. Sebastiano, è de'limo-
«Iella basilica Vaticana; di Sisto V sui ri- nari padroni de'giardini e loro garzoni.
cordati privilegi; e di Paolo V, che accor- Tali sono l'università artistiche supersti-
dò la liberazione d'un*ani(na dal purga- ti della chiesa di s. Maria dell'Orto. Nel
torio, celebrandosi la messa de' definiti lunedì fra l'S."' del Corpus Domi ni do-
all'altare maggiore. Finalmente un'iscri- po vespero il sodalizio celebra la solenne
iione ricorda la consagrazione di tale al- processione col ss. Sagramento. Narra il

tare, eseguita a'6 ottobre 1 585 in onore n." 227 Gior tulle di Roma del 85 r,
del 1

della Natività della Madonna, da Barto- che a'29 settembre il Papa Pio IX, do-
lomeo Doria vescovo Miiionense, col no- po aver visitato l'ospizio apostolico di s.
vero delle ss. Reliquie che vi collocò. Nel- Michele, acccompagnalo da'cardinaliTo-
la chiesa si fa l'annua e solenne esposi- sli e Antonelli, e seguilo dalla nobile sua
zione delle Quarnnt'ore. Anche le de- corte, si recò a piedi al sagro tempio di
scritte 3 università addobbavano ne' pos-
I s. Maria ilell'Orto, che parla dell'antiche
sessi de'Papi un buon tratto della stra- glorie religiose di molli celi d' arte già
da da loro percorsa colla solenne cavalca- riunili in università. Al limitare di esso
ta. Tale tempio, meraviglioso per l'ele- fu ricevuto dalla numerosa arcìconfra-
ganza di sua struttura e per la dovizia , temila genuflessa, formala da lutti indi-

de'marmi e dell'oro a profusione versa- vidui delle memorate corporazioni, e da


to nelle pareli e nella volta, è un monu- mg."^ Salvatore Nobili Vilelleschi che n'e-
mento delle 1 3 principali corporazioni di ra a capo come vicario del cardinal Gia-
arti e mestieri costituenti ciascuna una como Piccolomini protettore assente da
propria università, che associate insieme Roma. Il Papa orò innanzi il ss. Sagra-
sotto la grande insegna della religione, mento esposto solennemente in forma di
con miracoli di spese e donazioni aveanu QuaranCoì'i\ e poi passando nel conti-
eretto e dotato in onore dell'Augusti! Re- guo oratorio si assise sul Irono apposita-
gina de'Cieli. NeliHoi sciolte tutte le u- mente innalzalo, dal (piale ammi.sc al ba-
uiversitàarlistiche,dellei 3 udì vergila che cio del piede i confratelli. Indi a loro ri-
VOL. LXXXIV. i3
194 u^' UN r

volfo con beuignissime parole si degnò di Magazzino, stanza dove si ripongono fef
m;uiifeslarea'medesimi,roii»'erano diret- meicanzie e le grasce, /tpolhcca , Hor-
uè cure a prò delle varie
te le sue palei reiif!, Proinpluariuni, CV///^/,- anche di vi-
e cìie ad un consiglio
classi degli artieri, no, il Morcelli nel vocjdioU) magazzinie-
da lui espressamente foimalo avea com- re: Uno de" consoli dell' imiversrtà degli
messo l'esame de'pro vvedimenli da pren- osti ede'nuigaz/inieri. /t diecina interpri-
dersi, perchè riorganizzandosi queste cor- inos Corporis Vinariornm. La denonii*
porn7Ìoi»i possa rianimarsi in loro lo spi- nazione e 1' uHìzio essendo comune agli
rilo di religione, ch'è il massimo d'ogni Albergatori, in questo paragrafo vi sono
inleiesse, e migMorarsi ancora nella pro- erudizioni, nozioni, ed i doveri che rigtiar-
sperità materiale. Si compiacque d* ag- dano gli osti e le osterie, non che la lo-

giungere che queste aggregazioni rior-


,
ro origine. Già notai nel voi. Lll, p. 4^*
dinale doveano porre un argine insupe- che dal nome hospiles, cioè albergatori^
rabiIeall*irreligione e all'immoralità del- derivò il vocabolo Oste. Il Martinetti, La
l'età presente, e che non mancando an- Diceologia, p. 479j parlando degli o.sli,
cora tra il ceto degli arlieri della travia- trattori e albeigatori, osserva che dopo i

ta gioventù, dovevano gl'individui di cia- tempi d'assoluta ospitalilà, così celebii e


scuna aggregazione fare nella rispettiva onorevoli all' umanità presso gli ebrei, i

corporazione di arte sempre nuovi pro- greci ed romani specialmente, di cui ve


i

seliti al bene calla pietà, e fedeli e ono- n' ha qualche idea ancora in alcuna re-
rati sudditi al trono. Indi compartita la gione di oriente , di mano in mano de-
benedizione apostolica a lutti i confrati, generando ii mondo pe'tiadimenti in ispe-
partì lasciando lutti compresi di religio- eie che vi si facevano contro l'ospitalità,
sa gioia per un lauto onore loro accor- si esclusero i viandanti e passeg^ieri da

<lato. sì grande vantaggio, e per necessità e spe-

Ostie Magazzinieri, Universi las vel culazione d'interesse sorsero i così delti
Corpus Vinariornm Urbis. Oste e ostel- osti, albergatori, trattori o ristoratori, ah
Jano, Vinarius, è secondo il Dizionario hospilando , tractando , restaurando. Il

della lingua italiana, quegli che dà a be- Ferrari xìtW Origini della lingua italia-
reil Vino i^F^.) e mangiare, e alberga al- na , sostiene che O^/e debba scriversi Ho-
imi per denari , Caupo, Tabernarius, slr (come lo trovo chiamato nel Felici,
Siabularius. E l'ostessa, l'albergalrice, Onomasticum Ronianuin, Hoste, flosie-
quella che tiene osteria e anche la mo- ria, Hostaria, Hostarietla), ab hospitaU'
glie del l'oste, r^///70rt^, Tabernaria, Sta- doj et hosteria, ho spi lari uni, hospiteria^
bularla. Dicesi bettoliere , il tavernaio, hospitalaria, hoslello, albeigo, alloggio.
quegli che tiene taverna. L'osteria, Cau- Ì!Ìe\V Ecclesiaste, cap. 9,6, v. ^B, dice de-
pona^ Taberna Vinaria luogo dove si ^ gli oslij Non justijicabitur cnupo a pec-
mangia e alloggia con pagarne» to^ anche calis labiorum. Leggi parzitdi in seguito
oslelliere e ostello. Bettola Cauponula, , regolarono doveri di questi mestieri, ver-
i

Popina, osteria dove si vende vino a mi- so i viandcinti ed avventori, poiché Ora-
nulo, ed alquanto di mangiare. 11 Mura- zio, Semi. lib. 1, i, 5, li chiama a'tempt

tori, Dlssert. dell'origine delle voci ita- suoi maligni, titolo chenon può applicar-
liane, chiama la bettola, vilis Caupona, si odiernamente a Anche una rubri-
tulli.

dove la plebe va a bere, forse derivata ca intera v'ha ne'Digesti: Nautaecaupo-


dalla lingua germanica. Taverna, Taber- nes^slabulariì ut recepla reslituant.\ei\a -
na meritoria caupona, osteria da perso- si anche la legge, Tabernam^dig, defund.
ne vili. Magazziniere, colui ch'è preposto instr.j la legge binaria, dig. de bis qui no-
alla custodia de'magazziui, Horrearius. tanUtrinfamia.TiH'at\uaìiMiiyiii\e{iiLOìì
U N I 19J
allevare, tl»e il conlalto necessftfioclic han al popolo del novello Pontefice, fra desse

no que'clic esercilaiio tali U)estiei'i di osli, vi comprese.»» Confidando finalmente hi

IraHoi i e albeigalori,con ogni sorta di per- stessa Santità Sua nella morigeratezza de'
sone e ditbiaslieii, indusse nell'antica età suoi sudditi, condiscende, che negli spac-
eil a'ieinpi nastri la sorveglianza della pò- ci di vino già permessi sia tolto il così
ii/ia sopra i loro luoghi. Leone Xll coti detto Caiicellctto , e che il popolo che
relli.vsinie e sagaci intenzioni portò la sua s'intratteneva lungo le strade, o rifugia-

ntlcUta vigilanza e salutarle severità sul- vasi ne'portoni, abbia pure libero l'adito
le osterie e bettole che veudevano il solo negli spacci suddetti, ue'quali restano e-
vino, e per eliniiuare 1' ubbriacliezza, la spressa mente proibite le tavole, le sedie,

crapula e tutte quante le sue funeste con- li banchi, e qualunque utensile, che pos-
seguente, enuhieraie dalla sua disposizio- sa somministrare motivo al soverchio
ne, di quelli cioè che lutto il loro denaro trattenimento, causa talvolta deiriulem-
in esse sciupavano tra il giuoco e la goz- pefanza e di altri disordini. Che se talu-
zoviglia, cou detritnento eziaiidio delle no contravvenisse, non solo sarà punito
loro famiglie, cui facevano mancare del per la sua disubbidienza, ma darà moti-
sostentamento hecessario; ed inoltre eb- vo che venga di nuovo riposto in osser-
bri dal vino, muovendo facilmente alter- vanza l'uso àe Cancellelti ". Questi non
chi e risse, di fre(|Uenle succedevauo feli- furouo più ripristinati, e le tavole, le se-
inenti e uccisioni, con grave alterazione die, li banchi si ristabilirono nell'osterie
e turbamento della pubblica tranquillità; e bettole spaccialrici di solo vino. Il car-
pertanto ecomenarrai nel voi. XXXVIll, dinal Morichini, Degl* istiluti di pubbli-
p. 62 , ordinò che nelle osterie e bettole ca carila in Roma,
p. 272, ragionan-1.
1 ,

iion cucinanti, niuno potesse trattenervi do sulla condizione


morale e intellettuale
si, e soltanto comprare o bere il vino iu del Povero, del morale suo miglioramen-
piedi e sul limitare di loro porle, le qua- to, scopo precipuo de'pii istituti, de'priu*
li fece munire di cancellelti di legno, on- ci pali vizi del povero,
intemperanza, ozio^
de impediie l'ingresso nelle medesime o- Giuoco (T^.), mal costume, Bestemmici
sterie. Naluialmeu le generale fu la disap- (F.), riporta preservativi e rimedi di le-
i

provazione e mormorazioni sì LÌeMun-


le ligione e di educazione, terminando eoa
dilo» di vino e sì di quelli che non pote-
i dire. ** Noi vorremmo che ancor qualche
vano pili recarsi nelle taverne, anche pel' istituto de'molti che abbiamo si occupas-
semplice necessilàdi bere con iscarso ci- se a combattere il viziotremendo della
bo. I saggi invece encomiarono la prov- Ubhrictcliezza (V.), e le famose socielà
videnza, benché rigorosa; le famiglie del di temperanza avessero fra noi liu' op-
bas^o popolo benedirono il Papa, nello portuna applicazione". Di queste feci pa-^

sperin»entarne le benefiche cure j


pe' ri- rula altrove, conie del benemerito suo
sultati die uè provarono. Ma il pontifica- fondatole, a gloria del quale edel suo san-
lo d» Leone XII fu breve , e tosto nella to proponimento , trovo opportuno qui
sede vacante molteplici reclauii domao- ripetere il rijiorlato dalla Civiltà Cattoli'
ilarono la reuiozione degli odiati cancel- ca, serie 3.", l. 5, p. Soy. *» Il celebre p.
lelli. 11 sagro collegio, venerando la me- Teobaldo Mathew,deirordiuede'pp. cap-
moria del virtuoso defunto, non gli esau- puccini , di cui f(i anche provinciale iu
dì,limetlendosi al nuovo Papa. A|)pena Irlanda, dello VAposlolo della Temp^~
per tale fu eletto Pio Vili, nella notifi- tanza, nato in Coik d'Irlanda, morì non
cazione de'5 aprile 1829 del segietario ha mollo (nel gennaio iHSy) in Queen-
di stato cardinal Albani, per annunciare slown, carico d'atmi e di meriti coronati
la pontificia coronuzioue eie benefieenze du ([uasi incredibili successi neli'oggelio
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speciale tli sua predicazione. In Nenngli Afferma il lodevole operato degli osti, an-
:>,o mila persone in un sol giorno, ed a che Venuti, Roma moderna, p. 4o2. Nel
Oaiwoy 100 mila in due giorni, mosse voi. LXXX , p. 3o3 , feci ricordo della
dalla sua eloquenza, promisero solenne- chiesa parrocchiale di in Trullo s. Stefano
mente non bere più liquori. In una
di (/ .)a piazza di Pietra, daGregorioXIII
settimana da 180 a 200 mila diedero la data n Trinitari. Ora apprendo da Mar-
stessa parola inLongliree ed inPortumna. tinelli, che da Pio IV era stata unita al-

In Dublino la diedero 70 mila in 5 gior- lo spedale de'P^zz/, poi concessa a'detti


ni. Dopo predicala la temperanza in Ir- religiosi, nane Tahernarioriun Società-
landa ed in Inghilterra, l'eloquente ora- tis. Ma pochi anni dopo fu demolita. Tro-
tore passò in America, accolto in ogni luo- vai ancora che gli osti ebbero un tempo
go a gran festa e fa voi e, non meno da* la propria cappella nella chiesa di s. Ma-
cattolici che da* protestanti d'ogni setta. ria in Aquiro. Riferisce Piazza nel trai. 9,
Che poi le promesse, almeno in gran par- p. 96, che gli osti aveano nella chiesa del-
te, si mantenessero, lo prova 1' accaduto l' 05'yye<:/<^ /e e?/ s. Maria della Consola-

in una città d'Irlanda, nella quale, come zione la cappella dell'Assunta, di cui non
si narra, il fratello del p. Malhew fu con- solennizzavano la festa , ma bensì quella
dotto a far fallimento e chiudere il suo della Decollazione di s. Gio. Battista lo-
negozio di liquori, grazie alle prediche ro patrono, colla distribuzione di due do-
di lui. La regina Vittoria avea alcuni ti. Veramente in tale cappella uffiziava
anni sono assegnata, sopra il suo peculio, l'università de'giovani e garzoni degli o-
all'Apostolo della temperanza la som- sti, come rilevai nel voi. XLIX, p. 281,
nìa annuale di ySoo franchi, come se- dicendo che fu loro data nel 585 e la ri-
1

gno di gratitudine pel bene fatto a' suoi fabbricarono. Altrettanto conferma Ve-
sudditi". Gli osti, i magazzinieri, e persi- nuti a p. 83o, che i garzoni degli osti
no i loro garzoni per tempo si costitui- l'ebbero nel i585 e riedificarono a loro
rono in particolare università con pro- spese in onore dell'Assunzione della Ma-
prie cappelle, sodalizi ed esercizio di ope- donna, provvedendola di cappellano e al-
re edificanti di cristiana pietà e carità. tre cose necessarie; e per essere curati nel-
lVe*posses8Ì de'Papi le università degli o- le loro infermità nell'ospedale contiguo,
sti,de*magazzinieri e de'loro garzoni, an- a questo dierono 600 scudi. La cappel-
ch' esse ornavano un tratto della via da la esiste nel sinistro lato della chiesa, ed
loro percorsa colla pompa della cavalcata, il quadro
è la 2.", ed dell' altare espri-
e ne riporta le testimonianze Cancellieri mente l'Assunzione al cielo di Maria, co-
nella Storia dt possessi. Con Fanucci, gli Apostoli, Io dipinse a olio Francesco
Piazza e altri discorsi nel paragrafo Bi^r- Nappi, autore eziandio degli aflreschi at-
caroli^ die nel pontificato d'Alessandro torno. Notai nel voi. LVI, p. Boy, col Ber-
VI, dall'università degli osti, albergatori, nardini, che nella chiesa di s. Maria in

barcaroli e altri fu edificata ia chiesa de* Monteroui era nel 1744 '^ compagnia e
ss. Rocco e Martino, che indi compraro- università de'magazzinieri. Bernardini 11

no la contigua area per fabbricarvi 1* o- che nel 1744 pubblicò la Descrizione de*
spedale, e furono erette in confraternita, Rioni di Roma ydxce che in quello di Pon-
avendo gli osti aggiunto al primario ti- te eravi la chiesa di s. Biagio vescovo e
tolo di s. Rocco quello di s. Martino di martire denominata della Fossa, già det-
Tours loro protettore, a cui eressero nel- tale 0//i'^, dell'università degli osti. L'u-
la crociera un altare, celebrandovi la fe- la descrive Ve-
bicazione in cui esisteva
sta e in essa dotando zitelle povere e o- 4^0, Di s. Biagio della Fossa.
nuti a p.
uesle, anche con aggregazione di sorelle. Traversandola via de'Coronari uel priu-
UN I UNI 197
ci()io della piazza di s. IMaria della Pace, diani erano uno principe e l'altro cava-
a suo tempo e nel i 767 sorgeva la chie- liere, gli altri due guardiani artisti. Que-
sa di s. chiamata pri-
Diaì>io della Fossa, sto sodalizio ora sta nella sua chiesa di
ma de Oliva di Trivio^ da tre vie sulle s. Nicola in Arcione, e lo descrissi nel voi.
quali era posta; si disse poi della Fossa^ XVI, p. 1 3o. 11 Bovio, La pietà trionfan.'
e ile Pettini da una pittura a tìesco del te nella basilica di s. Lorenzo in Dania'
martino di detto santo, condotta dal cav. soy p.i54i la descrive come filiale di tale
Guidetti d'ordine d' Agostino Alberlini basilica, dicendo chiamarsi de Oliva da
l'ornano, il quale a sue spese la ristorò nel un albero d'olivo esistente un tempo nel-
i658; pittura poi guastala e ridipinta. l'orto adiacente alla chiesa, m T'nVio dal-
11 quadro della B. Vergine e di s. Nico- le tre strade sboccavano innanzi,
che le

la di Bari nell'altare a dritta era dello della Fossa^ev quella che cingeva il det-
slesso Guidotli. Il miracolo di s. Biagio to orlo, in luogo del quale furono fab-
l'avea colorito un allievo di detto pitto- bricate case con canone alla chiesa di di-
re; e la B. Vergine della Pietà nell'altro retto dominio. Nella visita del 1570 la
era slato copialo dall'originale di Carac- sua parrocchia conteneva 200 famiglie,
ci. Aggiunge Venuti, che Benedetto XIII con annua rendita di 100 scudi; ma nel
avendo soppressa la parrocchia cheavea 1 582 eransi ridotte a 44i e invece poscia
Ki chiesa, assegnandone le anime e gli u- la rendita giunse a scudi 400* La pa»'-
tdi alle chiese di s. Lorenzo in Damaso, rocchia fu soppressa nel maggio i 726 per
t de'ss. Simone e Giuda, dipoi il succes- la decadenza della chiesa ; e siccome ite

s<jre Clemente XII la concesse all'uni ver- pretesero le rendite i canonici, i benefi-
sila degli osti e magazzinieri, che vi eserci- ciati ed i chierici beneficiati della basi-
tarono le loro funzioni. Avendo la chiesa lica , secondo le loro particolari ragioni,
dato o preso il nome di Foasa, nel vico- si dilfuse io questo, e quanto alla parroc-
Io ove esisteva, ad esso gli è restato, e pa- chia fu divisa tra quelle di s. Tommaso
re derivato da un fosso che ivi anticamen- in Parione, e de'ss. Simone e Giuda. In-
te circuiva un orlo. Di più il vicolo adia- oltre il Fonseca, De basilica s. Lau-
cente prese e tuttora porta il nome di vi- rentii in Damaso, a p. 295, anch' egli
*5olo degli Osti, presso la piazza di Mou- traila. De Ecclesia s. Blasii de Oliva
tevecchio,così della per esservi stato l'an- de Fovea nuncupatur, appellazioni che
lico Monte di Pietà. Notizie sulla chiesa spiega a seconda del già riferito. La di-
le leggo pure ne'seguenti scrittori. Pan- ce composta d' un'unica nave lacunari
ciroli nel iGoo la chiamò s. Biagio alla satis decenti contee tani , celebra ndovisi
Pace, soprannome preso dall'omonima la sola festa del titolare, con indulgenza
vicina chiesa. Martinelli nel i653 la di- plenaria. Che alla sua parrocchia eranw
ce deFouea^ si\>e de Fossa, alias' in Tri' state unite altre circostanti soppresse; e
bus Fiis, prope s. Marìae de Pace, li che nel 16 19 eravi stata eretta Societas
Piazza utW Eitsevologio, trai. 7,cap. 36: sub titulo de Plagis in sacrosanctunt
Confraternita dell' anime piìi bisogno' Salvatoris nostri Corpus in/lictis, dum
se a s. Biagio della Fossa, dice che nel adcolumnam/lagelliscaederetur.Dmì-
i6c)8 vi era la compagnia del ss. Nome que nel i74^> anno in cui pubblicò l'o-
.»r Gesù, Giuseppe dell'a-
di IMaria e di s. pera il Fonseca, pare che i magazzinieri
uiuìe più bisognose del purgatorio, ap- osti ancora non 1' avessero avuta, se nel-
provala da Innocenzo XI nel 1687. De- la chiesa eravi il detto sodalizio. Però al-
scrive l'istituto e le opere di pietà che e- la successiva testimonianza a loro favore
scMcilavH la confraternita composta di più di Venuti, aggiungerò quella del Diario
che joo frulclli, i di cui due primi guar* di Roma. Sì legge uc* u." 858o e 65^ n

/
198 UNI UNI
flel 774, che l'universilà degli osti aven-
I de'commercianti di vino ed osti, laonde
do oltenufo da Clemente XIV per loro venne legalmente rinnovata dal suo pon-
jìroleltore il cardinal Brnscbi, che nel se- tifìcio molo-proprio de'i4 maggio 1 852,
pnente anno gli successe col nome di Pio stabilendo la sua sede presso la chiesa di
VI, proteltoria vacata per morte del car- s. Maria in Trivio, ed in questa le die
dinal Carlo All>ertoGuidobono Cavalcbi- la i." cappella a sinistra dell'ingresso, i)

ni, a*ig maggio con nobile treno di car- cui altare ha per quadro s. Maria Mad
rozze colle solite formalità prese il solen- dalena comunicata dall'Angelo, dipinto
ne possesso della chiesa, col Te Deiim in d'un qualche pregio di Luigi Scaramuc-
mnsica, sparo di morlari e vaghe grmo- cia perugino; indi nel febbraio 18157 ^^
t)iose sinfonie dell'orchestra eretta fuori concesse a protettore il cardinal France-
della chiesa. L'interno di questa era sta- sco de Medici, come notificò il n.° 36 del
lo tutto nobilmente parato con sorpren* Giornale di Roma. Della chiesa di s. Ma-
dente ricchezza, persino nei soffitto, non ria in Trivio, che non va confusa collf^
«vendo essa ornati. L'architetto fu Co- non piùesistente chiesa di s. Maria in Can-
sci, il festarolo Calidi che a forza di vellu- nella, come fecero alcuni , e della quale
ti, damaschi cremisi, arabeschi tocche , ragionai al paragrafo Crt/so/tì!r/,e riparlai
d'oro e quantità di ti ine d'oro e argento, nel voi. LXIX, p. 285 dicendo che la chie-
seppe formare pilastri con basi e capitel- sa fu dallo stesso Papa Pio IX data col-
li, archi di cappelle, porte laterali, lutto a r annessa casa per lo'sludenlato o con-
foggia di ricamo, con cpscate altresì di fio- vitto della fiorente congregazione del ss\
ri, lampadari e placche di cristallo dispo- Sangue (T'.)^ colla condizione di ammet-
ste per tutta la chiesq. Nel giorno prece- tervi la dptta università degli osti, i qua-
dente l'università degli osti con solenni li nel pianterreno vj hanno formato l'o-

vesperi e messa cantata avea celebratola Vatorìo, con filare ove nelle feste finno
festa di S.Teodoro, meglio Teodoto(r\), celebrare Iq messa. Inoltre nella chiesa vi

martire apcirano, di professione osJe e pa- gl'oratorio notturno con vari allidi pie-
trono dell'università; indi n^' posteriori tà, introdottovi nel i854 dalla lodnta
giorni celebiarono un triduo solenne in congregazione. Ricorderò pure, che nel!;^

onore della venuta dello Spirito Santo, stessa religiosa casa vi sono le Scuole Cri-
con indulgenza plenaria, e coll'esposi^io- stiane {^P^.) pegli scolari francesi di Ro-

ne del ss. Sagtametìto, col quale conse- ma, mantenuta dall'ambasciatore di


e
"^

cutivamente dierono la benedizione, mg. Francia. Finalmente si apprende dal n.°


A rese canonico Vaticano,iI protettore car- 1 20 di detto Giornale, cht domenica 24

dinal Ihaschi, e mg.*^ Contessini arcive- maggio 1857 l'Em.** cardinal De Medi-
scovo d'Alene. Nel 180 i soppresse tutte ci, dopo la funzione di s. Tcodoto uìar-

l'universilà, anche quelle de^Ii osti e ma- tire, protettore dell' università de'com-

gazzinieri, non che quelle de'Ioro giova- mercianti di vino, prese formale posses-
ni e garzoni, si compresero nello sciogli- so della protetloria dell'università mede-
ineulo, ^eguì quindi anche l'abbattimen- sima inaugurala lai. ''domenica dell'Av-
to della chiesa di s. Bingio. Per attestato vento i856. La ceremonia ebbe luogo
delRenazzi, Storia dell' università degli peiroralorio di s. Maria in Trivio, eret-
'Studi di Romft^ancQva sussisteva la chie- to con grande decoro e non piccolo d,#
sa nel i8o4, ed era intitolala a s. Mar- spendio dagli aggregati a questa nuova
tino protettore degli osti. Dopoché il re- che accresce le molte opere
istituzione,
gnante Pio IX richiamò a ricostituirsi le di religione e di carila fondale in Roma.
una delle pocbe che
lUii versila arlistiche, In tale circostanza il nuovo ed elegante
prontamente ubbidirono è 1' università oiatoiio presentò quella religiosa pom-
UN I UNI 199
pa, cii'è propria della grandezza de! cul- degli animali! Eziandio l'università de'

to callolico. pellicciari, riferisce Cancellieri nella Sto-

Pasticcieri. V. il paragrafo Cnochi di ria de' possessi de' Papi, era una delr
(quest'articolo. Je arti che decoravano un tratto del-
Pccornri. V. il paragrafo Affidati ^\ la via per la quale passavano in quella
.quest'articolo. funzione con solenne cavalcata. Il Piaz-
Pelhivi. V. i paragrafi di quest'arti- za, trai, g, p. 94, diceche l'università de*
colo, Faccinari e Mercanti Mcrciari. pellicciari avea la propria cappella di s.

PcUicciari. Nel senso di cui intendo Gio. Battista nella chiesa di s. Pantaleo
parlare, pelle, Pr//?.v, dicesi la pelle o spo- nel rione di Parione, che descrissi nel
{;lia dell' animale , invoglio delle mem- voi. LiXIll , p. 96, e vi celebravano la

bra ; e pelliccia, Melate, la veste fitta e festa del Precursore che veneravano a
s.

foderata di pelle, che abbia lungo pelo, patrono, per aver da fanciullo e sino al-
come di pecore, capre, martore, armel- l'età provetta usato per vestito la pellic-

litiio ernicllini, vai, volpi e simili. Ire- cia o pelle d'agnelli, de'quali riparlai al
stis Pclliccn K'cl Pelli t a ; quindi pel-
,
paragrafo Affidati di quest'articolo, ov-
licciaio o pellicciaro, Pellio f Pelliona- vero come altri vogliono di cammello, Si
rittSf maestro e facitore di pellicce. Di que- può vedere anche il paragrafo Guantari,
ste diverse specie di Pelle, in tale arti- per l'analogia dell'arte, e gli sono rela-
colo ricordai quelle riguardanti gli orna- tivi per essa e per le pelli,quali vesliraen-

menti e fodere fatte con pelli, per la ge- ta, paragrafi Vaccinari e Sartori.
i

rarchia eccle»ia<;tioa, e per gli altri negli Pesca tori. Pesca e pescagione, Piscatio,
nrlicoli relativi. Le pelli dogli animali ,
piscatuSjèW pescare o cercare di pigliare

le corteccie e le foglie degli alberi furo- i pesci, Piscari. I pesci. Pisce Sy è il no-
no prime resti ( ^.) colle quali gli uo-
le me generale di tutti gli animali che na-
mini si coprirono; dal che viene di con- scono e vivono nell'acqua di Iago, di fiu-
seguenza, che le pelliccie si doverono a- me, di mare, anche di fonte, poiché pe-
doperare in ogni tempo, massime presso schiera, P/.yc/«tìf, chiamasi il ricetto d'ac-

i popoli sellenlrionali, che volevano ri- qua per tenervi dentro de'pesci. Il pesce
pararsi dal ligore del freddo. Quello pe- fu usalo per Simbolo (f.), per figurare
rò che da principio non era che un og- Gesù Cristo, e due o più pesci cristiani; i

getto d'utilità e di comodo, divenne in ed in atto di pescare fu rappresentato s.

appresso un oggetto di lusso, e sene fe- Pietro nel Sigillo Pontificio (V.) chia-
ce l'ornamento de' magistrali, de' prin- mato Anello Pescatorio (T .). Il corpo
cipi, de' cavalieri, ec. Il prezzo consi- de' pescatori legittimamente costituito ,

derabile che si attacca alle spoglie de- l'aureo Morcelli latinamente disse; Cor-
gli animali, massime ne' paesi freddi é , pus Piscatornni quihus ex S. C. Coire
sempre proporzionato alla bellezza reale licet. E/V5t777o/-,quellocheesercita l'ar-
della pelliccia eqlla ilillicollàdi potersela te del pescare, il pescatore. Del Jus pi-
procurare. Tale bellezza consiste nella scandi^ riparlai a Tevere, ove descrissi
lunghezza del pelo, nella sua morbidez- i principali pesci che produce e di que-
za, nella sua densità, perchè il pelo è più gli avventizi, e dissi pure delle teste de'
o meno fitlo, e finalmente nel suo colo- pesci grandi già devolute a'conservalori

re. E' poi ernioso \\ vedete firmare uno di Roma, couìe notai nel voi. LX! V, p.
de' vagheggiatiornamenli delle t^leganti 5y. Delle piinripali pesche ragionai do-
donne, anzi circondarne d volto, parte ve si fanno, così de'più utili e importanti
più nobile e più bella del bellissimo cor- pesci ove Irovansi. Gli apostoli s. Pietro
po umano, colla ignobile coda pelosa e s. Andrea fuiouo pescatori L'avv.
200 UNI UN I

JVJ.uliuetti, La Dietologia, p. 536 e 54o, tal mestiere siccome definitivo, ma sol-


non solumeiile tiene proposito tIeMoveri lanlo eventuale, poiché di qui ebbe ori-
de'pescatorij ma lipoila un'erudita escur- gine il proverbio, de alca et jactu retis^
sione sulla pe!9cn. Quanto a'doveri, essi Le sole pesche periodiche de' baccalari,
sono: di non pescaie in luoglii riservali tonni, anguille ed altri pesci che si sala-
o di privata proprietà; di notte nel ma- no, potrebbero formare un'eccezione per
re con lumi accesi, per non ingannare i que'mesi soltanto in cui dura il passo e
naviganti e recar gravi danni a se stessi; di il pericolo; ma oltre che questo pericolo è
non pescare con paranze o barche pesca- sempie incerto, si deve osservare che i

reccie in alcuni tempi dell'anno pe'prin- pescatori o uomini di mare che si ado-
cìpii d'ordine pubblico,onde non distrug- prano alla pesca, e di cui soltanto si ra-
gere le ovaie e le generazioni de' pesci ; giona, sono piuttosto in tali paesi più mer-
elle non è lodevole di pescare nelle do- cenari che artisti, e sono mantenuti co-
nienic!»e e nelle Uiaggiori solennità del- me semplici giornalieri da' negozianti e
l' anno, poiché osserva che il servilismo commercianti di questi generi, a proprio
dr tale opera non può conciliarsi col pre- conto. L'antichità riferisce assai poco sul-
c«Uo della santificazione delle feste. Gli la pesca, perché gli anlichi pescatori era-
ecclesiastici in esse non ponno pescare, e no presso a poco come a' d\ nostri. Le
negli altri giorni , adliihìta tìccntia su- barche pescareccie, e la pesca de' tonni
periorìs praalali, et pauperihns portìo- era egualmente cognita ad Eliano, il qua-
iic. df cnplis facla. Circa alia pesca, di- le aggiunge che il Po venendo incrostalo

ce che aKpianto difterisce dalla caccia ,


dal ghiaccio si facevano de'buchi, e di Ti

perchè i pesci formano un principale a si traevano pesci con l'amo, come


i il sec-
hnienlo dell'uomo, e perchè mezzi so- i chio che si trae da un pozzo. Plinio parla

no più facili, e perchè gl'islromenti della del grandeaiutoche delfini davano alla i

pesca sono più semplici ed innocenti, né pesca che facevasi iu un grande stagno
poimo fornire verun espediente di pre- di Linguadoca presso Nimes. L'antichità
potenza e di Quindi lutti gli scrit-
oiTesa. stessa conobbe la necessità delle ricor-
tori di scoperte rilevano che molli po- date leggi sulla pesca. Mg.' Nicolai nelle
polisi dcdicavanoalla pesca, non per lus- sue Memorie^ t. 3, p. 43, 28 e 3o 1 ra- 1 ,

so, per fasto o prepotenza, ma per ne- giona sulla pe^ca in quanti siti dello stalo
cessità della vita. i*er altro tra tulli i po- paj)ate possa farsi utilmente; come do-
poli conosciuti, non v'ha chei cinesi, pres- vrebbero popolarsi le maremme dell'A-
so i (piali la pesca supplisca direttamente gro Romano con famiglie di pescatori ,

all'industria. Ma è sempre vero che pres- dichiarando i molti vantaggi che ne ri-
so i cinesi e simili popoli pescatori, non sulterebbero, ed i desiderii e suoi opina-
è la pesca un* arte per negoziare, ma è menti su qoesto interessante oggetto. Il
una industria suggerita dalla necessità, Pia/za nel Irat. 9, [). (ji, dice che l'univer-
come la coltivazione della terra. Perciò sità de'pescatori avca la cappella dedica-
la pesca più facilmente potrebbe ascri- la a s. Andrea suo prolettore, nella chiesa
versi tra le aiti, se le capanne de'pesca- dell' Ospedale di s. Maria della Consola-
tori ne'noslri paesi potessero stabilirsi co- zioiie{ììe\ (piale articolo dissi che l'ebbero
me le case delle città; ma l'incostatìza del- nel 16 8 e 1 la dedicarono alsanto Pro-
l' elemento, la contiarietà de' tempi, la loclctOjOSsia il i.°chiamato all'apostolato,
scomparsa totale del pesce da una spiag- di cui meglio riparlai nel voi. LXKllI, p.
gia, la necessità di stare in mezzo a mille I 38), celebrandone solennemente la le-
peiic(ilicon barche pescareccie come po- i sta con ogni sontuosità, e talvolta con doli
poli pescatori, non hanno mai slubililo niarilavaoo oneste zitelle figlie di loro
UN 1 UNI 201
pioressionc. Luniveisilà tìe'pescalori (di secoli trovasi nel rione «. Angelo, presso
iìiiinC) specifica il Bernardini nella De- la Chiesa di s. Angelo in Pescheria ( /^.),
scrizione de Rioni di Roma) in tale cap- la cui origine rimonta all' Vili secolo.
pelia , eh* è la 3.* a sinistra , da Marzio Quanto alla contigua piazza o mercato
Colnnlpnio romano fece dipingere il qua- del pesce o Pescheria grande , con bot-
dro, laterali e la volta con pitture ri-
i teghe di pescivendoli fornitedi pietre pei*
guai danti s. Andrea. Nel 1 665 si stampa- vendervi il pesce, e sua dogana, ed ove
rono in Roma: Statuii et ordini da os- sideve depositare tutto il pesce, per di-
sentirsi dall' Unii'crsità e compagnia ramarlo a'mercali minori della città o
dv Pescatori, sotto rin^'ocazione di s. venderlo per Roma da'pescivendoli giro-
yindrca. apostolo nella chiesa della Con- vaghi ;denominazione di Pescheria ri-
la

solazione. Con questo paragrafo hanno sale almeno al secolo Xll, poiché Cencio
relazione quelli de' Pescivendoli, Mari- Camerario ricorda fra le chiese di Roma,
nari, Barcaroli. quella di s. Angelo Piscium venditorimì^
Pescivendoli o Pesciaiuoli. Il pesci- ed é edificata nell'area del Portico d'Ot-
vendolo o pesciaiuolo, Searius^Cetarins^ tavia, di cui riparlai nel vol.LXXlII, p.
t quelloche vende il pesce, il quale si pe- i6i e altrove, del quale ancora sussisto-
sca da' Pescatori^ paragrafo chesicom- no avanzi e oolonne,parte visibili e parte
penetra con questo. Dicesi pescheria il enlroi muri delle case della piazza, della
luogo dove si vende il pesce, Forwm Pi- via e del vicolo di Pescheria, la quale die il

tcarium, Piscaria. Nell'antica Roma con nome che portano la piazza, la sliada e il

diverse denominazioni viene indicala da- vicoIo.Una parte delia pescheria é appog-
gli antichi scrittori l'area nella (piale par- giata alla parte inlerruT del propileo meri-
ticolarmente si vendeva e facevasi merca- dionale del porto «l' Ottavia. Questa pe-
to del pesce. Foro Piscario o Piscato-
11 scheria si chiama la grande,\a vecchia^pev
rio già esisteva nel 54^ di Roma, fra i nuova e minore, di cui
distinguerla dalla
fori Romano, Boario e 01itorio,ed un vico vadoa parlare,ch'édopodi essa[d mercato
Piscario conduceva alla ripa del Tevere principale dell'abitato interno di Roma,
verso la porta Trigemina. Pare che quel con apposito edifizio (juadrato di pesche-
pubblico mercatosi aprisse nelle vicinan- ria. D'ordine di GregorioXVI e con noti-

ze deiralluali chiese di s. Eligio de' fer- ficazione di rog.'^Maltei tesoriere generale


rari e di Giovanni Decollalo, presso la
s. de'7 dicembre 1 83 r, presso la Raccolta
piazza della Bocca della Verilà. L'incen- delle leg^i, t. 3, p. 1 5o, furono emanate
dio avendolo quasi dislrullonel detto an- le disposizioni concernenti la sistemazio-
no, fu riedificato di nuovo e circondato ne del Banco di Pescheria; la di cui an-
di laberne da IMarco Fulvio censore nel tichissima istituzione consigliala dalla ne-
5^3 di Roma. Fu propriamente que- cessità e dal bene pubblico, giustificala
sto foro un'area semplice, poiché non da'notabili suoi vantaggi e dalla repres-
si ricorda alcun edificio considerabile in sione de'disordini che in addietro esiste-
esso. Plauto nel Cureulione ^ ricordando vano in questo ramo d'amministrazione,
questo foro, dice che ivi trovavansi que* fu autenticala dall'uso e costante osser-
che mettevano insieme somme di dena- vanza pacifica di (jualche secolo. Quindi
ro in comune. Successivamente ne'bassi Gregorio XVI, facendosi carico delle i-
tempi si formarono diversi mercati di pe- stanze d'alcuni proprietari del pesce, per
sce o pescherie ne'Iuoghi piìi centrali e l'elfetloili vedere ri(nossa da detto banco
popolosi de' rioni di Roma, le quali die- la prelesa coattiva del di lui esercizio, ne
rono il soprannome alle [nopinque chiese. moddicò il sistema, penhé fosse iu facoltà
La principale pc->chciia duutpieda molli di ognuno che si applica alla uegoziuzio-
202 UNI UNI
ne del pesce, il profillaine o rinunciarvi pareggio colPamministrnzione la partita
secondo le visle paiiicoUiridel proprio in- del dazio suddetto. Altri antichi mercati
teresse. Pertanto fu disposto. Che l'eser- di pesce sembra che sieno stati ne'Iuoglii e
cizio del banco di pescheria rimane con- [)resso le chiese diBenedetto in Pisci-
s.

servato privativamente ein favore del go- nula o Piscinola, nel rione Trastevere,
verno e continnerà 9 risiedere presso
,
di cui feci parola di sopra, e ragionai nel
ramminislra/ione condotta per conto di vol.L^lM, p. I i4; ovvero al diredi Ve-
camera, o presso chi per essa fosse desti- nuti la denominazione può esser derivata
riato a presiedere all'azienda di pescheria. dal palazzo degli Anicii, cioè da qualche
Si prosegui ad esigere per tale esercizio suo bagno o peschiera di pesci , tutlorji
il premio del due e mezzo per 100 da' hi via conservando il nome di Piscimi-

proprietari e personali, per tutti coloro la j- di s. Lorenzo in Piscibus o in Pi-


che richiedono e otten2ono d'esser messi scìnula nel rione Borgo, del quale mer-
al godimento óeì fido. Che rispetto a , cato e chiesa tenni proposito a p. loi di
quelli che non godono di tal beneficio, detto volume; e di s. Stefano in Pesci-
e che nell'atto della compra seguita al nula nel rione Parione, incontro s. Lu-
pubblico incanto, sborserannoconteslual- cia del Gonfalone, della quale chiesa par-
mente l'ammontare del prezzo del gene- Vai ne'Iuoghi ricordati a Ui!rGHEBr4, per-
re acquistato, fatte sullo slesso prezzo le chè appartenne a tale nazione. Il Marti-
ritenzioni del dazio in favore del gover- nelli ricorda una chiesa di s. Andrea in.

no, e le altre consuete e di regola, non a- Aurisario vocattir etiam de Piscina, et


\rà piti luogo l'entmciata percezione del in Cataharbarae in Exquiliis : egli ne
duce mezzo peri 00, e si rilyscierà in ma- eimmera circa Sg che anticamente inRo-
no dell'acquirente la bolletta figlia com- ma gli erano dedicale. Ora in diverse piaz-
provante il saldo. Pegli altri in fine, i quali ze tie'mercati, situati ne'Iuoghi più fre-
pion essendo dall'amministrazione am- quentali, fanno convegno diversi vendi-
messi al godimento dely^r/o, verranno ga- tori di pesce, ma propriamente altra re-
rantiti da personali, previa di loro di- golate pescheria con apposito edifizio è
cliiarazione da farsi settimanalmente in nella piazza di Pescheria alle Coppelle ,

iscritto, tanto pel pagamento del dazio cor- cioè della pescheria nuova o minore, si-

respeltivo al valore del pesce, e degli air tuata presso la chiesa di s. Salvatore delle'
Iri consueti pesi a carico de' proprietari, Coppelle, di cui feci menzione dicendo de*
quanto pel pagamento del prezzo, non Barilarie Albergatori, nel rione s. Eu-
si fiirà luogo alla percezione del due e stachio, piazza già e tuttorachiamata di s.
mezzo per 100, ma rimarrà in tal caso a Sai valore deI!eCoppelle.,e poi volgarmen-
pieno ed esclusi vq carico de'personali me- te anche prese l'odierna denominazio-

desimi ogni lesponsabilità per l'esigenza ne dalla pescheria erettavi con botteghe
dell'uno e dell'altro, senza che l'amuiini- e pietre pe'pesciyendoli. Questa pesche-
strazione debba punto immischiarci, o as- ria d'ordine di Pio VII i"u fabbiicata per
sumere veruna ingerenza su tale parti- togliere quell'antica formatasi \)e\\ixPiaZ'
polare. Saranno bensì tenuti suddetti pa- i zadella Rotonda (f^.), incontro al Te/n-
dronali a soddislarein giornata l'impor- pio del Pantheon (/^.),per decoro di quel
to del dazio e degli altri pesi come sopra, sontuoso edifizio e dell' Obelisco della
pltriuìenli si procederà contro di loroco' Rotonda. Infilti nella lapide marmorea
consueti mezzi fiscali q tenore de'regola- eretta per mein(>ria tlell'operatosulle pa-
menli in corso, e verranno altresì ina- reli esterne dell-i casa rimpelto alla chie-

liditali ad accordar^tì?* per loro conto fi- sa collegiata del Paulheou, si dice quanto
110 a che uoq abbiano posto in perfellu all'ingombro che recava alla piazza iape-
V N 1 U N I io3
Selleria : fgnohilìs tahertiìs occupa tarn, porzionato eben ripartito con finestre or-
deniolitìone prowidcntissinia liberi il- nate con semplicità, ma smisuratamente
lico ec, coli' anno 23 del pontificalo di alti sono i piedistalli delle colonne che
J'io VII. Questi die «1 ca[)itolo della col fiancheggiano il portone, come di quel-

Jegiala, che ritraeva una corrisposta da' le del cortile. Nel 1


744 apparteneva an-
j)escivendoli,come proprietario dell'area, cora a* conti Palma, e lo afferma il Ber-
1»n compenso in consolidato fruttifero. nardini. Il primario propi ietario fu mes-
Qjianto alla pescheria nuova alle Coppel- serMarchionne Haldassini, e lo rilevo da|
le, ne intraprese la fahhricn Andrea Niz- Vasari nella f-'ifa. di Sangallo e di Pc-
y.ica romano, e la fì'ce eseguire neli8?.a- rinodel T'unga. Vasari lo dice palazzetto
9.3 dall'architetto Marini, e consiste in molto ben inteso e in tal modo ordinato,
un fabbricalo quadrato con botteghe e che sebbene piccolo è tenuto il più como-
pietre di marmo con sua fon-
pel pesce, do e il r.** alloggiamento di Roma, nel qua-
tana comune, sulla quale fu posta una la- le le scale, il cortile, le logge, le porte ed
pide col nome del rinli'apren(lente,poi lol- i cammini con somma grazia sono lavo-
la. Al Ki/zica fu anche concessola pri- rali. Di che rimanendo il Baldassini sod-

vativa della vendita fìssa del pesce in 4 disfattissimo, deliberò che Perino del Va-
luoghi soltanto, cioè nella Pescheria gran- ga pittore fiorentino vi facesse la vasta
de, nella Pescheria nuova nella piazza ,
sala colorire con istorie ed altre figtire ;

di s. Maria de'Monti, e nella piazza di s, ì quali ornamenti le recarono grazia e


Giacomo Scossacavalli in Borgo, oltre i bellezza infinita. Questo il Vasari dice nel-
pescivendoli ambulanti per Roma. Il Con- la vita di Sangallo; in q'iella di Perina
scri'atoria di s. Eìifcmia^ ossia per esso del Vaga, o Pietro Bonaccorsi, riferisce.
ilcardinal Cninerhiìgo^yoXtWox'e e mg.*^ Che Sangallo scelse Perino per di[)inger
Uditore del Camerlengnto [P^.) ammi- la sala, e felicemente la condusse a fie-

nistratore, acquisto la pescheria nuova sco.Vi color) filosofi, pulii, teste di fem-
pagando al Ni/.zica spudi 2*2, qoo. Ma il mine, e storie de'fatti de'romani, con fi-
pio luogo non essendo riqscilo a fu* va- gure non multo grandi, cominciando d^
lere il suo esclusivo dirilto [)rivativo sui Romolo fino a Noma Pompilio. Sul cam-
detti luoghi per la vendita del pesce, ne mino dipinse una Pace, che bruciava ar-
venne per consegtienza che pochissime mi e trofei , lodata straordinariamente.
botteghe alìilla nella pescheria nuova , Dcpeiile le pilture,quando il palazzo l'ac-

P>n gì ave suo pregiudizio, poiché pe- i quistò il Nizzica, ridotta la sala a 4 stan-
scivendoli vendono il pesce lungo la via ze, fece due grandi af-
levare dalle pareti
iopra canestri e altri recipienti. Del quale freschi di storie romane
ne formò due e
risultalo forse dispiacente il Nizzica^ nel quadri in tela molto stimati, che In morte
suo testamento chiamò erede del suo pa- lasciò alla moglie Leonilde Nizzica Ap-
trimonio il conservatoriojcioè nell'estin- polloni, e questa a* propri nipoti. Pocq
zione delle linee mascolina e femuiinina conoscendosi i pregi del palazzo discorso,
della discendenza de' suoi eredi. Merita ad occasioiieni ne raccolsi le riferite me-
f icordarsiilsuo palazzo situato presso la morie, e fo ritorno a'pescivendoli. Narra
pescheria nuova e facente parte del pa- il Piazza, trai. 7, ca[i. 37, Dell* lum^er-
trimonio. Narra Milizia, Le vile de'cele- sità e compagnia del ss. Sagramento^
bri architetti, 197, che Antonio San-
p. e de* ss. Pietro e Andrea apostoli de' I\'-
gallo fece il palazzello, ch'è il palazzo Niz- òcii'endoli Angelo in. Pescheria ^i\o~
a s.

zica, incontro alla Posta di Venezia , il pò aver cenno di (piell'anlica e in-


fallo
quale passò in pioprielà a'coiili di Pal- signe collegiata, non che tielle memorie
ma. Lo qualilka colla sohta critica, pru- auliche romane; che la niuncro^ìu uni-
2o4 UNI UNI
versila di pescivendoli di Roma , cioè i facoltà del cardinal Carpegna vicario di
meicanlidi pesce patenlati,puL)blici ven- Roma, sotto l'invocazione del ss. Sagra-
dilori de'pesci nella pescheria propinqua menlo e de'ss. Pietro e Andrea,neirora-
e nella piazza della Rotonda, crescendo torio comodo e ornato , cioè dal sodali-
di numero e di pietà, pensò non poter onore del ss. Sagramenlo,
zio edificato in
ntfglio sperare favorevole progresso alla di s. Pietro e di s. Andrea, accanto alla
loro professione quanto col patrocinio
,
chiesa, con quadro di Giuseppe Ghezzi
de'due apostoli fratelli ss. Pietro e An- i sull'altare; gli altri Squadri si attribui-
drea, che avevano esercitalo l'arte di pe- scono 3 a Lazzaro Baldi, e due a un fiam-
scatori, e quella di venditori del pesce del mingo. 11 Bernardini nella Descrizione
lago di Cenezarelh, acciò con essi s' in- de' Rioni di Roma Io chiama oratorio di
fervorassero nella pia adunanza e rinm- s. Andrea apostolo dell'università de'pe-
uessero compresi nelle loro ceiesli reti ,
scivendoli e coniatori (con linguaggio
poiché erano stali pescatori più di anime dell'arte dicesi Coliloil pubblico incanto

che di pesci. Perciò ottenuta nel i6 8 dal 1 o vendita del pesce nella pescheria gran-
capitolo di s. Angelo in Pescheria, col be- de; ecollialori gl'incantatori, cioè quelli
neplacito del suo diacono cardinal An- che ad alta voce proclamanoil prezzodel
drea Peretti, che quasi da'fondanienli re- pesce, e gli aumerili che offrono i pesci-
staurò la chiesa, una delle cappelle late* vendoli per acquistarlo: perciò i conia-
lali , la dedicarono n s. Andrea e la fe- tori non potrebbero comprarlo, neppu-
cero dipingere con diverse storie a fresco re per terza persona), aggregata alla chie-
del santo da Innocenzo Tacconi scolare sa di s. Angelo ii» Pescheria presso la me-
di Caracci, al quale alcuni ne attribui- desima. Nel sodalizio fu stabilito che col
scono i il quadro però dell'al-
disegni; cardinal protettore perpetuo si governas-
tare, fra due colonne di porta-santa, ed se solamenteda'negozianti e venditori di
esprimente s. Andrea, si vuole da talu- pesce patentati, da'quali annualmente si

no di Vasari; cappella già fino daliSyi dovessero eleggere enumerali gli uffiziali

eretta da Gio. Paolo Micinelli romano dal Piazza (cioè de'4 guardiani, due do-
e da'pescivendoli nobilitala e resa piti bel* veano eleggersi per voli dalla compagnia,
la, aumentandone il cullo ecclesiastico e questi uno coniatore e l'altro pesciven-
stabilito dal fondatore, con proprio cap- dolo, patentati dell' arte, e gli altri due
pellano e la celebrazione della festa di s. guardiani fossero i consoli dell'univeisi-
i\ndrea. Prese eziandio cura di quanto là),ammetlendovisi per confrali i loro
spetta ad onorare il ss. Sagramenlo, nel garzoni, e tulli pescivendoli che non a-
i

locarlo agrinfermi, e nella don)enica fra vendo pietra nelle pescherie o luogo fisso
J'B." del Corpus Domini per la solenne per la vendita , \anno girando per Ro-
processione. Quantunque l'università si ma vendendo il pesce a minuto. Formaro-
governasse con diverse leggi e statuii, e no provvidi statuti e disposizioni pel go-
mantenesse decorosamente la cappella , vernamenlo della confraternita, le quali
nondimeno non era canonicamente eret- approvò InnocenzoXll nel 1695. Assun-
ta in confraternita, onde con l'esercizio sero il sacco di tela bianca colla mozzetla
di opere pie guadagnare le ss. Indulgen- e cingolo rosso, alludendo con lali colori,
ze godute da'sodalizi. Il perchè a' 24 a- che quelli quali i fumo professione di ser-
prileiGSy l'università de'pescivendoli si vireDio con meritoria e fedele servitù,
eresse in confraternita (o meglio si unì adorato nel ss. Sagramenlo debbono ,

airarciconfraternilada mollo tempo isti- mantenere un'illibata innocenza de' co-


tuita nella delta chiesa, come con Tau- stumi cristiani, ed un'ardente carità e a-
lorilàdi pontificio breve dovrò dire), con more sì verso Dio che pel prossimo, sem-
UN I UNI 2o5
pre pronti nnoo ni marlìrio nel bisogno, vicende accadute sulla fine dello scorso
per difesa ilella feile spargendo il ptopiio secolo, nel 1 80 1 Pio VII soppresse anche»
sanì^iie. Alzarono per stendardo l'insegna l'universilàde'pescivendoli, in uno a'suoi
dell'Ostia consagrata e rinchiusa nelTO- consoli. Insorti quindi abusi, ne fu scon-
slensorio,coiriaimaginede'ss.Pietro eAn- certato l'economico della superstite arci-
drea. Per esercizi spirituali fu statuilo il confraternita, ne riuscì a potervi rimedia-
\ivere cristianatnente; la frequenza de' re il primicerio mg.' Giuseppe Pecci. Il

sagramenti e lacomunione generale al- successore mg.' Nicola M.' Nicolai, com-
meno ogni i." domenica del mese; la re- missario generale della camera apostoli-
cita di vola di tutto l'uffizio della INladon- ca (poi Uditore generale della medesi-
na, e cpiello de'morli la sera d'ogni 3.' ma), con intelligenza del nominato car-
domenica del mese pe'confrati defunti ; dinal protettore,avendo preso ad esami-
la distribuzione di doti a oneste donzelle; nare gli statuti, ed informalo dell'urgen-
la visita di conforti e soccorsi a'confra ti za di nuovi provvedimenti , dopo aver
afflitti, infermi, carcerati, e questi patro* conferito in piò congressi co'principali uf-
cinare; la pacificazione tra'confrali, l'u- fiziali, col DOtaro e segretario de! soda-
dir quotidianamente la messa, il pregare lizio, sentito il parere de' zelanti e savi
Diope'vivi e pe'defunti, la recita de'setle confratelli^ conobbe che per l'imperfezio-
salmi penitenziali ogni venerdì; laonde ne degli statuti antichi e dall'abbozzo di
i Papi concessero al sodalizio molle indul- riforma pe'variati tempi e per rimedia-
genze. Raccontai nel voi. XLII, p. 285, re anche a'uuovi abusi, era necessaria u-
che nella sede vacante per Clemente XI na più ampia e più adequata compilazio-
la compagnia di tutti i pescivendoli, ve- ne. Questa si effettuò co'nuovi statuti, ba-
stili a gala, accompagnò al conclave il sali e in coerenza alla recente soppressio-
Maresciallo del medesimo. Dipoi rifor- ne delle università, perciò senza pregiu-
matisi gli statuti del sodalizio, Pio VII dizio degli antichi diritti, prerogalive,pri-
gli approvò e pubblicò col breve Ex- vilegi e onorificenze dell' arciconfrater-
posituiìi nuper, de'4 agosto 1807, Bull. nita, convalidati quindi dalla pontificia
Rom. cont. 1. 13, p. 177, essendo allora approvazione di Pio VII. Devo limitar-
protettore cardinale Marino Carafa
il mi ad accennare che nuovi statuti prescri- ì

di Belvedere. Leggo nel proemio. All'ar- vono l'osservanza del fine pel quale fu i-
ciconfraternita da molto tempo istituita stituita la fratellanza, per lodare in santa
nella chiesa collegiata parrocchiale di s. unione Iddio e per salute delle proprie
Angelo detta in Foro Piscliim^ a'24 a- anime, onde fu poi fondato l'oratorio, e
prilei688 si aggregò l'università de' pe- mediante l'esercizio eziandio dell'altre
scivendoli di Roma. E siccome la delta memorate buone opere per la pratica del-
compagnia era mancante di rendite, e le virtù cristiane. Quindi stabiliscono, ol-
vi supplì del proprio l'università pel suo tre il cardinale protettore perpetuo, pei*
decoroso mantenimento, come della cap- difesa e aiuto dell'arciconfraternita, ed il

pella e dell' oratorio ,


perciò si stabilì : prelato primicerio per la particolare vi-
che non potessero essere eletti uffiziali, gilanza negli altari della compagnia e mu-
a'qualì spettasse maneggio degl' inte-
il nito di facoltà (il quale unizio sebbene
ressi della compagnia quelli che non ,
non noutinato negli antichi statuti, vi fu
fossero fratelli patentati della stessa uni- introdotto ad esempio del praticato di re-
versità, e che 2 de' 4 guardiani fossero cente dall'altre arciconfraternite) ; per uf-
sempre i consoli eletti dall' università ,
fiziali, 4 guardiani, il camerlengo, 2 con-
1

confermandosi gli statuti dal cardinal siglieri, 2 sindaci, il provveditore, 2 mae-


Carpegoa a'ii dicembre iOq?. Dopo le n di QOYÌzJ| 4 iofci'iuieri; rarchivisla, il
iioG V JN 1 U N 1

segretario. Per essi si piescrivono le qua- slalìilila, eresiali in esso per tutta la dura-
lità idonee che si ricercano negli uniziali, ta della funzione. I sussidii e le altre limosi'
dopoché soppressa runiversità, il nume- nesi delerminano,in 4a»nuedolidiscudl
10 restalo de'collialori era divenuto pic- "2.5 l'una per le figlie legittime de'fratellì
colo; e dovendosi avere uno speciale ri- patentati dell'esliuta università de'pesci-
guardo alle beneoierilepeisone già uiern- vendoli, oneste e povere ; ed in annui scu-
Lri dell'uni versila, dalia cui pietà e libe- di 80 da elemosine neilti
distribuirsi in
ralità provengono le rendite pel niante- solennità di Pasqua e Natale alle vedo-
nimenlo dell' arciconfrale» uita e del suo ve o figlie oneste e povere de'fralelli pa-
oratorio e cappella; perciò fu slahilito, tentati deireslinta università ;^ltre limu-
che essendovi fratelli onesti e abili del ce- sine doversi dare a' fialelli poveri o in-
lo de'pescivendoli o de'collialori paten- Terminano gli statuti con ciò che
fermi.
leulati dall'estinta università , debbano debbono praticare fratelli, e sulla osser- i

sempre questi essere privativamente no- vanza de'medesinii. 11 sodalizio nella chie-
minati agli uffìzi de'4 guardiani, camer- sa collegiata fa l^aunua esposizione delle
lengo, sindaci e di provveditore, che ma- QuaraiU^orci
neggiano le rendile. Seguono le ingeren- Pizzicatoli. P\ il palagl-afo Ortola-
ze di lutti gli ufliziali, la loro durala, i ni di quesl'arlicolo.
h)ro doveri; come pure del computislaj Pollal'oli. V. in quest'articolo il p<i-

del procuratore, del nolaro pubblico, del i'a grafo Or telai li.
cappellano, del mandataro.il metodo del- Poveri. Questi piopriamenle non for-
le congregazioni e de* congressi econo- marono università, benché con tate ti-

mici. Quanto deve farsi nelle festività e tolo la riferisca il Bernardini nella Re-
sagre funzioni della coni pagnia. Le distri lazione de Rioni di Roma j ma i vec-
buzioni da darsi aTratelli frequeiilanti le chi cadenti, gli assideiati, i mutilati, i liial

devono sperar-
pie funzioni, che sebbene «aonci, i sordi, i ciechi, gli stroppi o zop
ne premio dalla bontà divina, nondi-
il pij si costituirono in corporazione, e un
meno per incoraggiare 1' uniana debo- tempo formarono la coufralernita dis.Eli-
lezza si volle continuare l'anteriormenle sabetla e con propria chiesa o oratorio in
praticato, e ancora in uso nell^allre ar- Banchi vecchi liei rione Ponte, di che par-
ciconfralernile. Tuli distribuzioni sono lai LVjp. i4, LVI, p. 16; il Piaz-
ue'vol. 1

le candele per la festa della Purificazio- za avendo compreso il sodalizio tra le


ne, e per essa benedette, e pegli oltavarii confrateinite o compagnie universali. Ili
de* fedeli defunli ; cosi negli anniversari siccome ivi dissi pure de' ^So/^/o-/!//^^/, ol-
ed altri ufììzi e funzioni non si ponno di- tre il iiferito in ({ueirarticolo e nel voh
stribuir candele, né altra cosa di cui ca- LXXl, p. 93 e 94, ne riparlo ove esisto-
desse la distribuzione,se non a'fi atelli pre- no i loro principali benefici silabilimenti,
senti nell'oratorio, tranne 1* eccezioni di cosi dicasi de' ciechi. Qui solo ricorderò^
ragionevole disposizione. La stessa regola che compagnia meritò le sollecitudini
la

doversi osservare nella distribuzione del di Sislo V, Paolo V, Urbano Vili, che
pepe per la solennità del s. Natale. Si con- l'arricchì d'indulgenze; e altresì d'Inno-
fermò l'annua distribuzione di scudi 49 cenzo XI e Leone XII, quanto all'inler-

col titolo di roversi, da riparlir&i per gra- vento loro sulle Porle delle Chiese, per
tificazione a'fratelli frequentanti, col re- la divozione delle Quarant'ore. licita-
golamento analogo; da fruirsi il pre- to Piazza neir Euse^'oiogio ci diede nel

mio da coloro, che abbiano 70 appun- trai. 7, il cap. 22: Be' ciechi^ zoppi e
tature, cioè che abbiano allrellante volte stroppiati della Visitazione a s. Sisto.

in uii anno frequeulalo i'uiuluiio, all'ora A'tempi del Bernardini e del Venuti an-
UN I V N I 207
corn esisteva la cliiesa o oratorio eli s. E- che può essere visitata ne'giorni di gio-

lisabetta, in iinoailn compagnia de'cieclii vedì e domenici^, previo permesso che si

e sloi'pi, cioè nel i


^44 ^
7^7» "*^' ' poicliè rilascia dalladirezione generale dello sta-
riferisce il
2.** a p. 4^8, che nel poiilifi- bilimento. Nel voi. LXXIV,p. 368, no-
calo ti' Alessandro Vili alcuni paletmi- tai, come il Papa Pio IX volendo esten-
tani nel n)edesimo, allora dedicalo a'ss. dere le beneficenze del medesiuìo s. Mon-
Cosma e Damiano, peicliè era apparle- te di i^ietà, specialmente ne' quartieri o
uulo al collegio e università òeBarhic- rioni più eccentrici di Roma, permise l'e-

rt\ come e con altre notìzie rilevai al pa- rezione d' alcune case succursali dipen-
ragrafo loro, v'introdussero lacompagnia denti dal detto Monte centrale. Il Mar-
.sotto l'invocazione delle ss. Rosa e Rosa- linetti, La Diceologia , a p. 481 , dice
lia , la quale Irasfìerita nella chiesa di s. che regattieri o recatlieri sono detti colo-
Maria d'Araceli, a tale nuovo titolo fu so- ro da cui si recaltano o si riscattano pe- i

stituito quello dì s. Elisabetta o della Vi- gni e robe per le quali hanno anticipa-
sitazione, nel concedersi la chiei>a dal ca- lo una somma o prestanza, delta tra'Ia-
pitolo Valicano , di cui era filiale, alla tini propolae e linteones, i\uas\ Un te a te
compagnia de' ciechi e storpi. Il quadro nentes, per le biancherie che frequente-
dell'aliare lo dipinse Filippo Lucchetti mente si portano a'regaltieri dietro una
da Rieti. Non trovando altre notizie sul- prestanza; ed aggiunge, la cui condotta

ta chiesa, pare che fosse demolita ne'pi i- con diligente deve sorvegliarsi dal-
visita
nii anni del corrente secolo. Adunque la superiorità, acciò non derivino aggra-
quasi tutti i ceti in Roma aveano pie u- vi a' bisognosi da questi mercenari sov-
nioi»i per santificarsi, persino i Beccamor- ventori. Sui regattieri scrisse uo utile
ti o /Vespilloni (^.), i quali colla loro trattalo Tommaso Boninsegni, tradotto
compagnia si adunavano nella chiesa di ili volgare dal Zoccoli : Salii Monti di
s. Giovanni della Mii\\a,de3Jinistride' prestanze e loro giustizia, e se conven'
gì* Infermi (/'.), e lo attesta il Bernar- gono a^privati, \eiìez\òi 5^ i. Nel para-
dini nel 1744' grafo Cocchieri ricordai ove parlai della
Profumieri. F. paragrafi di que- i chiesa parrocchiale di s. Maria in Caca-
st'articolo, Mercanti Mereiaio Barbieri. beri nel rioneRegola, la quale data all'u-
Regatlicri , Societaa Regatlerioriim niversità de'regatlieri la dedicarono a s.

vel Confraternitas Fcsliariorum. Il re- Biagio protettore della propria confra-


gatliere o recalliereo rigattiere. Propa- ternita, essendo stata prima di tale epoca
lale \\ rivenditore di ve!»timenti edi mas- con loro unita l'università de' 3Iateraz^
serizie usale. Ricevono anche pegni, che zarij e al modo narralo in quel paragra*
poi depongono al Monte di LMetà di Ro- fo, cioè dopo essersi separati da essa nei
nja, del quale tratto a Monti eli Pietà, i5^5, restando a' materazzari la chiesa
e da esso sono dipendenti, con quelle leg- di s. Cecilia nel rione Campo Marzo, che
gi ivi riportate. Quanto al s. Monte di aveano dedicala a s. Biagio. Dalla chie-
Pietà di Roma, istituito anch'esso contro sa dis. Biagio in Caca beri, indi regat- i

V Usura (/".), nel voi. LUI, p. 2 19, no- tieri partirono, e l'ebbero i cocchieri, i

tai che il benefico stabilimento coll'esten- quali vi stabilirono la loro confraterni-


dere a vantaggio pubblico, anche degli ta di s. Maria degli Angeli esistettle. Il

artiati le prestanze sopra pregevoli og-


, Foiiseca, De basilica s. Laurentii in Da»
getti d'arte, riunì in apposite sale il com- maso, 347> dice che la tAut^w fui t coti-
p.
plessodi distinte opere ivi dt'[)0sita le, spe- cessa Propolis rt/i/io 1594, citando Pan»

cialmente i ciubsìci dipinti delle migliori ciroli. Questi veramente descrivendo l<t
scuole Italiane ed estere; iubi^ne raccolta chiesa di s. Biagio in Cacabarii^ la ere-
2o8 U l\ I U N I

de fondata dalla famiglia di tal nome, sa di s. Andrea della confraternita Ve'


sagra alla ss. Concezione della Vergine, stiarioruni, qui vulgo Regatlieri voran-
la ctii festa continuò a celebrare la com- tur. Il Piazza che ^uUUWcoì'Iiusei'olO"
pagnia de'regallieii o rivenditori de'mo- gio nel 698, nel trai. 9, Delle confrater-
1

bili di casa, quando l'ebbero e dedicaro- nite dell'Arti, parlando di quella de'/ff?-
no a s. Biagio. Osserva Fonseca: Insti' gattierie Rappezzalo ri, \a dice esistente
tueruiit ibi com/iiernli Propolae sodali' nella chiesa di s. Andrea detto in Porto-
tinnì distinctiun a Societale Regatterio- gallo vicino al Colosseo, ove oltre la fe-
rum (ut verbo alar Martinelli: questi di- sta titolaresolennizzavano quella di s.
ce che la chiesa di s. Biagio (/(? Cacaha- Bernardino eletto e toccato iu sorte a lo»
riis fu così appellata dalla società e con* ro protettore (forse per questo aggiunse-
fraternità de* regatlieri ; l'altro vocabolo ro all'antico titolo della chiesa quello del
Propola però non lo trovo in esso stam- : nuovo santo patrono). Aggiunge che ivi

pò la Roma ex etìmica sacra nel i653j, si congregavano perle loro opere spiritua-
et quoniam patronum habent s. Bla* li, mantenendo la chiesa provvista di tut-
sium, idem nonien ecclesiae indiderunt. to l'occorrente al culto divino. Il Cancel-
Nel 1662 i regattieri lasciarono questa lieri afferma nella Storia de' possessi de*
chiesa, e nel 1664 fti concessa a'cocchie- Papi, che i regatlieri addobbavano una
ri. Invece ebbero i regattieri la chiesa già parte della via percorsa in quella funzio-
parrocchiale di s. Andrea apostolo, e poi ne dalla solenne cavalcata, e ricorda gli

da loro detta anche di s. Bernardino da Statuti e capitoli dell'università de' Re'


Siena, ad Busta Gallica {socaholo che dess.Au"
gattieri aggregati nella chiesa
spiegai nel voi. LXI, p. 289 e 240, e ad dreac Bernardino a Monti, Roma 693, 1

Umbria), della s. Andrea di Portogallo, 1735, 1762. Narra Venuti, /{om<t mo-
situata nel rione Monti, al bivio delle derna, p. 75. che la chiesa di s. Andrea
strade dette delColosseo e delCardello non in Portogallo, da parrocchia divenuta be-
lungi da quell'anfiteatro. Quanto alla de* neficio semplice che conferi vasi dal car-
nominazione di Portogallo alcuni la , dijial titolare di s. Pietro in Vincoli, nel
fanno derivare dalla chiesa di s. Stefano 1607 fu concessa a'regallieri (sarà erro-
Catagallae patriliae ma non mi sem- f re numerico dovendo dire almeno 1667,
bra ragionevole, perchè era situata pres- poiché notai di sopra dove rimasero fino
so la basilica Vaticana. Il Panciroli nel al 1662), che vi eressero o meglio trasfe-
1600, parlando della chiesa di s. Andrea rirono la confraternita sotto l' invocazio-

in Portogallo, la dice beneiìcio semplice ne di s. Andrea apostolo e di s. Bernar-


del titolare del vicino s. Pietro iu Vin- dino da Siena, e da'm edesimi fu riedifi-
colij e che il nome di Portogallo è vo- cata sul principio del secolo passalo. Do-
ce corrotta derivata da Busta Gallica, o po 1798, per la repubblica romana,
il

Gallorum com'altri dicono, perchè gal- i restata abbandonata la chiesa, fu più tar-
li da questo sito sino a s. Maria pur det- di concessa i\\[* Arciconfraternita del ss.
ta in Portogallo (nel fine della via Su- Sagra/nento e di s. Maria della Neve
burra incontro gli orti già dei cardinal (V.), che tuttora la possiede. Questo so-
Pio, ad Busta Gallica, anch'essa, e per- dalizio era stato eretto nel 1640 nella
ciò con altra corruzione di voce delta in chiesa di s. Salvatore a' Monti (che esi-

Portogallo, come opina Martinelli), al- ste accanto alla chiesa della Madounade*
lora non più esistente^ combattendo con Monti, e appartiene al pio luogo de'Cf^z-
Camillo furono vinti e uccisi e in quel , tecunienie Neofiti), per la prolezione del
luogo sepolti (o bruciati). Martinelli ci- canlinal fr. Antonio Barberini fratello
talo uè parla io Ire luoghi, dice la chie- d'Urbauo Vili, che Panciroli chiama iu
U iN I UNI 209
Suburra e antica, poiché ila una lapide si vi e defunti, al tpiadro colle immagini del-
rilevava già esistere nel i 34*?., e si cele- la ss. s. A ndrea e s. Bernardino,
Trinità, di
brava la testa di s. Andrea per la chiesa vi fece dipingere in ;dtos. Maria della Ne-
parrocchiale che ne portava il no»ne, la ve: sembra di qualche merito nel suo
cura della quale fu unita ad essa neir.il)- complesso. Il protettore cardinal Berlaz-
ballersi la cliiesa. Lo conferma Martinel- zoli gli fece una campana, ed il cardinal
li nel riferire, che la chiesa di s. Salvato- d. Mauro Cappellari che gli successe nel
re alla Suburra, piccola, antica e parroc- 1 829 ne fece fondere altra. Questi dive
chiale, fu dal cardinal Barberini, fratello nulo Papa Gregorio XVI ritenne la pro-
d'Urbano Vlll,di nuovo rifabbricala,edi- tetloria deirarciconfraternita,in(li nomi-
eevasi de Corneliorum. 11 Bernardini che nò vice-protettore il cardinal Paolo Po
liei 1744 pubblicò la Descrizione de' lUo- lidori, già primicerio della medesima. In
ni di RonKiy dice che la confraternita di Roma vi fu un'altra chiesa di s. Maria
s. Maria della Neve avea l'oratorio pres- della Neve, nel 1744 ricordata dal Ber-
so la chiesa di s. Maria de'Monti tìe Pii nardini nella Descrizione da' Rioni diRo-
operai. Dirò io a schiarimento del nar- ma, cioè in quello di Trevi a strada Ra-
ralo, il sodalizio di s. Maria della Neve, sella, /con ospizio de'cislerciensi riforma-
fondato nella chiesa di s. Salvatore, eb- li foglianti. Cd inolire fa pure ricordo
I)e per oratorio un locale incontro alla della congregazione di s. Maria della Ne-
chiesa della Madonna de'Monti, dal pio ve, dell'oratorio situato in un lalo della
luogo de'ueofili, e lo ridusse a oratorio. porteria della Chiesa di s. Caido a Ca-
^Essendo angusto pe' numerosi confrnli, tiiiari, tuttora esìstente. Dessa è la con-
«lopochè l'università de'regaltieri sciolta fraternita del ss. Sagramento e s. Maria
colle altre la loro chiesa cu
da Pio VII, della Neve, di cui feci menzione nell' in-
un cappellano e poi restò nb
slodi vasi da dicato articolo, ed ora veste sacchi bian-
handonata; laonde ad istanza del cardi- chi. Alcuni del sodalizio volendo unire
nal Francesco Bertazzoli protettore del- agli esercizi pii anco i letterari, celebran-
rarciconfralernita, a cpjesla Leone XII la do nelle solennità le virtù delia ss. Ver-
concesse nel 1827; la quale allora lasciò gine con istupendi versi, formarono Vac-
V antico oratorio, che ridusse a magazzi- cademia poetica ì\ìì^V Infecondi nel seco-
no per rilrarne un utile, anche per soddi- loXyiI,e tosto safi in gran riputazione.
sfare al canone che deve al suddetto luo- Dipoi essendosi sciolta, neh 740 circa si
go pio padrone diretto del fondo. l*as- ravvivò per le cure di mg.' Giuseppe M.^
salo il sodalizio nella chiesa de'ss. Andrea Ercolani di Sinigaglia nel palazzo Bon-
e Bernardino, vi collocò l'altare Uìarmo- compagno, poi Camerata all'orologio del-
reo che avea nella precedente, la restau- la Chiesa nuova, con molta solennilà. Ne
rò e pagò i debiti per messe non soddi- tratta il B.en&zzì, Storia dell' uni\'ersilà
sfatte, e rifece la cantoria. l*er ufTìziarla defili studi di Roma^ t. 3, p. 1 lo^ l.
4>
in forma d'oratorio levò gli altari latera- p. 3 1 4- Finalmente nel voi. L V, p. 1
04,
li, lasciandovi quadri. Quello dalla par-
ì parlai del monastero delle domenicane
te del vangelo esprime s. Francesco d'A- terziarie di s. Maria della Neve, esisten-

sisi, s. Antonio di Padova, s. Francesca te nell'area ove poi fu edificato il magni-


Romana, e in allo un quadro delia Ma- fico de'ss. Domenico e Sisto. Avendo il

donna col s. Bandjino portato dagli An- Papa Gregorio XVI donato all'arcicou-
geli. L'altro quadro dalla parte dell' epi fraternila da lui protetta una pianeta di
stola rappresenta s. Gio. Battista che bat- lama d'oro ed altra di argento, eil un va-
tezza Gesù Cristo, di buon pennello. Nel- go calice di tale metallo, e beneficala in
l'ultore maggiore poi, privilegiato pe'vi- altri modi, i confrati per riconuàcenzu u
VOL. LXXXIV,
2.0 UNI UN I

perenne memoria nel iSSy, nglla parete /•;V, come l'erba Lanaria e la Sapona-
dal lato del vangelo, gli eressero una i- ria ofjìcinalis di Linneo, e lai." adope-
scrizione maimoiea clie ricorda i favori ravano i purgatori per purgare telane;
e l'onorevole patrocinio conlinualo nel la ?.." usavasi per decozione, che si univa
pontificalo. Questo moniMnenlo è sovra' ancora col brodo di vipera. Anche la cor-
«il;ito dallo steu«n»a gentilizio di Gregorio teccia della saponaria indiana, v9^yf;//i^«.9
\ V^I inciso, ed ha la cornice di bardiglio. Saponaria di Linneo, come pure la par-
Dopo la sua morte il sodalizio ebbe il ci- te carnosa del suo frutto, servivano an-
borio, lo scalino dell'altare, le tabelle, 6 ticamente tra noi come il sapone per pu-
grandi candellieri e 4 minori, aitiellan- lire argenli e biancherie. Plinio attribui-
ti vasi, tutto di legiio tornito e doralo e sce l'invenzione del sapone agli antichi
collearmi pontificie. Questi arredi e or- gallijma pretendono alcuni scrittori, che
namenti dell' altare, finché visse Grego- sia stata inventata quella mescolanza a
rio XVI, come di sua particolare proprie- Savona in Italia, e che di là abbia quel-
tà, ornarono l'altare della sua cappella la cillà sortito il suo nome. Pelletlier
segreta del palazzo Valicano, che descris- pubblicò una Memoria itnportanle sul-
si nel voi. IX, p. i53, ed ove quotidia- la fabbricazione del sapone; ed il celebre
namente celebrava la messa e vi venera- Chaptal ha indicato un mezzo di prepa-
va il ss. Sagramento. Oia quasi tulio ab- rare dovunque e con pochissimo dispen-
bellisce l'aliare maggiore e unico del so- dio alcimi liquori saponosi, alti all' im-
dalizio. I confiati ufli/iano la chiesa nel- bianchimento Saponi liquidi
delle lele.
le resteeneirotlavariode'u)orti,celel)ran- però preparavansi già da lungo tempo in
do con solennità la festa di s. Maria del- Italia, e specialmente a Napoli ed a IJo-
la Neve nella domenica fra la sua 8.' E logna. L' ogliararo, Olearius è quello ,

siccome è aggregata alla Chiesa e basi- che negozia o vende V Olio (V.) , ed il
lica patriarcale di s. Maria Maggiore Morcelli dissei mercanti da olio , Mer-

(edificala nell'area in cui a* 5 agosto vi calores Olearii. L'olio o oglio, Oleum,


cadde prodigiosamente la neve), intervie- è il liquore che si cava dal fi ulto dell'o-
ne alla sua solenne processione del Cor- liva o uliva, Oliva^ 0/r^/, simbolo di Pa^
pus Domini. Onorato dall'arciconfrater- ce (/ .), ed i cui rami si benedicono nel-
nita del guardianato perpetuo, già di so- la domenica delle Palme (/ .). L'olio si
pra ne feci gratissima e distinta dichia- adopera negli usi sagri delle Unzioni,
razione. couje pure ne' civili, e per condimento
Txicamatorì. T . il paragrafo Artigia- de' cibi ed ali re cose. Olio diciamo an-
ni di quest'articolo. che ad ogni altro liquore grassoso e un-
Saponari e Obliar ari. Il saponaroo tuoso che si tragga specialmenle dalle
saponaio, Saponarius^ è quello che fab- sostanze vegetabili. Il Nicolai nelle Me-
brica o vende sapone. Il sapone, Sapo^ morie sulle Campagne sulV Annonae
Smegma è una mestura di varie sor-
, di Roma, l. 3, p. 47^> riporta un bel no-
te,composta coniunemente d'olio, calci- vero degli scrittori sugli ulivi, fra 'quali :

na e cenere, che si adopera per lavare e Pieli'o Vettori , Lodi e colti\> azione de-
purgare panni, per bagnar la barba in-
i gli ulivi, Firenze i ^69. Domenico Gri-
nanzi di raderla e per lavarsi le mani. , maldi, Memoria sull'economia Olearia
Saponetto o saponetta dicesi il sapone gntìca e moderna, e sulV antico Fran-
più gentile e odoroso e saponata quella ; toio da olio trovato negli scavamenti di
schiuma che fa l'acqua, dove sia disfat- Stabbia, Napoli i 788. Cosimo Moschet-
to il sapone. Conoscevano ancora no- i Della coltivazione degli olivi e del-
tini.

stri antichi alcune piante dette Sapona- la manifattura dell'olio, Napoli 1794-
UN r

Giovnnni Poesìa ^ Degli iiiì\>i e de Ile o//- l'arco dnlla chiesa data a'saponari, ed e
ir. Napoli 1794. Inolile rerudilissiiiio sistenle in loro proprietà), in quella pur-
prelato ragiona tlell'olio edegli oliveli, e le del Campidoglio che gunrda verso il
in tpiali luoghi tlello stalo pontificio me- fiume; ed era il sito della famosa rupe o
glio si pruilucano. Consiglia che clovreb sasso Torpeio, donde erano precipitati i

bero piantarsi nell' Agro Piomano, e ne lei di qualche delitto grave, e particolar-

(iicliiara i vantaggi. Discorre della coltu- mente spergiuri, il Panciroli nel 1600
tempo da raccogliere
ra degli alberi, del disse parrocchiale 1;» chiesa di s. Maria
le olive e modo ma- di far l'olio, sotto la in rineii ; ed il Martinelli nel i653 la
cina detta Montano. Avverte che deve- chiamò in Caprino j?ionfe, Animnciatio-
sì variare il proverbio; Chcclii viioìe fitf ni lì. Mariae T'ir^inis dieatian. Dice-
te le olive, non più) avere tutto folio. E ha tur in Vincisjìhiq. est Confraternitas
dirsi in vece: Che per aver lutto folio eon- laieoruni vulgariter Saponari nnncupa-
viene avere tutte le olive. Degli antichi tonnn. Essendo anticamente vietato a'ro-
pozzi d'olio e granari óeW'yinììOtìa pon- ujanil'abitaresul Campidoglio, nel luogo
tificia di Roma, situala nella Piazza di e particolarmente ne' suoi pendii pasco-
2'erinini, in quest' articolo indicai dove landovi le capre, da questo lato l'eminen-
ne parlo. \ saponari e gli ogliaraii uniti- za prese nome di Monte Caprino. Il
il

si insieme formarono una università ed Venuti la qualifica chiesa di s. Maria iu


un sodalizio, e fra le alti e di Roma pren- Monte Caprino delta in Finchi, óeWd con-
devano parte a festeggiare il passaggio de' fi aternita de* saponari, passato l'arco; le
Papi ne'Ioro possessi, apparando un trat- cui antiche memorie dice conservarsi da'
to della via percorsa dalla cavalcata. Il canonici di s. Nicola in Carcere, essendo
]Mazza, Irat. c),cap. 32, Delle confrater- antica e dedicala alla R. Vergine ed a s.

nite e università di arti , dice che i sa- Giovanni Evangelista patrono dell' uni-

ponari «l)bero dal capitolo della chiesa versità, la confraternita dicendola origi-
dis. Nicola in Carcere, della cui riedifi- nata neli6o4- Ha due altari, il maggio-
cazione e abbellimento tratto nel voi. re col quadro del s. Patrono e suo mar-
LXXIII, p. 3085 nel 1607 la chiesa di tirio della caldaia d'olio bollente; l'altro
s. Maria in Vineis (del quale vocabolo è dellass. Annunziata, oltre il quadretto

e perchè non si confonda con s. Andrea di Francesco Saverio per quanto dirò;
s.

in Vincis, resi ragione nel voi. LXIII, p. nel pavimento sono due antichi monu-
5i), quando Paolo V approvò l'nniver- menti sepolcrali. Nel 740 si stamparono 1

silà la quale vi pose un cappellano ad


, in Roma Statuti del f università de* mer-
:

uffiziarla; celebrandovi la festa della ss. canti saponari ed ogliarari di Roma,


Annunziata,anlichissimo litolodella chie- Leggo nel n.**! 102 del Diario di Roma
sa, e quella di s. (Giovanni ante Portani del 1785, che il cardinal Rezzonico ca-
Latìnam, cornea loro santo protettore. merlengo pubblicò un editto , col quale
E situata questa cliiesa nel rione Campi a norma degli statuti dell'università de'
Bernardini la dice dell'università
felli (il saponari^ approvati con breve apostolico
de'mercnnti saponari all'Archetto presso da Benedetto XIV l'8 agosto 74'^- ordi- 1

piazra Montanara. Dipoi fu «letto Arco nò che gli spacciatori di sapone debbano
de' Saponari ed il cav. Rufini nel Di-
j avere la loro distanza di 5o canne l'uno 1

zionario delle strade di Roma, crede de- dall'altro; e che medesimi non possano
i

rivato il nome dallesserc ivi un tempo prendere il sapone da rivendere, se non


stale le fabbriche di sapone e le botteghe da que'mercanli saponari a cui sono as-
de* saponari per smerciarlo. A me pare segnati (eccettuati pizzicaroli, che godo-
i

più naturale che il nome sia derivato al- no la privativa di provvederlo uve più
212 unì UN I

I01O nggrada) sollopena tii scucii So a'tra- ra,che essendo padrone diretto della chic
sgressoi i , olde alhe tlisposizioni diietle sa il capitolo di s. Nicola in Carcere, nel
a prevenire qualunque frode da comniCt- i83o ne propinquo fabbrica-
investì col
tersi da'pnriicolari. Nel 1801 l'universilà to la confraternita e ristretto dell'lmma-
de' saponari e Tuniversità degli ogliarai i colala Concezione e s. Francesco Save-
restarono soppresse con quelle dell* altre rio, il quale la restaurò, ed altre ripara-
arti. Notai nel voi. XLIX , p. 4^, che il zioni si operarono nel 1 840. 1 confrali ve-
can. Cardoni o Carboni parroco di s. An- stono sacchi, cordoni e mozzette tutto di
gelo in Pescai ia aprì un oratorio nottur- color nero, e per insegna usano l'imma-
no in s. Maria in Fificìs^ e poi trasferi- gine di s. Francesco Saverio.

to alla vicina chiesa di s. Omobono de* Sartori, Unii'ersitas Sutoruni iJr-


Sartori. ,W Osservatore di
Costanzi V his. II sarto o sartore, Sutor, Sarcina-

Iiomay 229, racconta. Mancava lo


1. 1, p. ior, Fcstiarius, è quegli che taglia ve- i

spirituale aiuto dell'oratorio notturno stimenti e li cuce; altrettanto fa la sarlo-


nella popolatissiiua contrada al di là e al ra, Sarcinalrix vcl Ornatrix. L'arte di
di qua di Ponte Quattro Capi, dopo nuo- i sartore, Sulrina Vcstìaria. La sartoria
vi fondati dal cardinal Àntonelli nella o bottega di sartore. Officina Sarcina-
chiesa de Muratori, e in altre ricordale toria, vel Sartoria, Officina Vestiaria^
in quel paragrafo; ma vi supplì il zelan- Festiarium. il Piazza Eusevologio^ mW
tissimo can. Carboni, morto poi in osculo Irai. 9, cap. 5: Della confraternita di s.

Dominim Corsica, ivi deportato da'fian* Omobono dclVarte de^ Sartori, Calze t'
cesi con altri sacerdoti dello stato ponti- tari e Giupponari, dichiara. Se dall' an-
ficio, per ubbidire a Pio Vii. Egli colle tichità delle cose devesi arguire la nobil-
opportune licenze apri l* oratorio nella tà di esse, dovrà certamente dirsi esser
chiesa già de*saponari di Maria in Via-
s. quest'arte nobilissima, perchè principiò
czV, e lo pose sotto la protezione di s. Fran- sino da Adamo ed Eva, allorquando dopo
cesco Saverio, e lo fece aggregare a quel- la commessa disubbidienza, vedendosi nu-
lo del p. Cara vita, imitandone interamen- di e vergognandosi di comparire avanti a
te le sante pratiche. Buon numero d*in* Dio, tosto con foglie di fico a guisa di ve-
stancabili sacerdoti sì unì al fondatore per ste sì coprirono quelle membra die la
operare sotto la sua direzione nell'eser- natura stessa non più innocente abborri-
cizio dell'apostolico ministero, non che va di vedere scoperte, facendosi poi ve-
notabile (juantità di divoti secolari si a- sti dì pelli, come dissi nel paragrafo Pel-

scrisse al Uistrelto per coadiuvare alle licciari. In seguilo Dio comandò a Mo-
funzioni dell'oratorio, onde numerosissi- sè che i sacerdoti suoi ministri si facesse-

mo fu il concorso de'fedeli ad ascoltarvi ro mutande di lino per coprire le parti


la parola di Dio, e ad accostarsi al sagra- vergognose. AI dir di Plinio, i frigi furo-
mento della penitenza. Aggiunge il Co- no i primi a far gli abiti con 1' ago, A-
stanzi (che pubblicò 1' opera nel i825), cus, e non isdegnarono d'esercitar l'arte

recentemente essersi trasferito l'oratorio i filosofi medesimi, asserendo crescere la

nella chiesa di s. Omobono, di più como- stima dalla necessità dell'uso umano, poi-
do accesso e più spaziosa. Quanto all'i- ché sin dalle leggi viene annoveralo tra
stituzione dell'oratorio notturno, nel voi. lealtrecose necessariecol riposo ed il vit-
LXl, p. 4'} ^^^ ^^^''' *^^ ^'^^i fondatori to, anche l'abito che serve all' 6o/«o, tan-
anche il ven. servo di Dio d. Gaspare del to per necessità che per decoro. Onde dis-
Bufalo, istitutore della congregazione del se Cicerone: Fesiis depellendis frigoria
Sangue Preziosissimo, e d. Gaetano Bo- causa primo inventa estjpostea ad or-
uanni poi vescovo di Norcia. Notai anco- na turn^ et corporis dignitatem. Eifeiisce
V N I UNI 2i3
il Maiiinelli, La Dietologia, t. 2, p. 48 sarono da varie leggi e slaluli parziali,
e i{Si. QucnIo genere ineicenario d'ui- come da vari giureconsulti, tra'(piali San-
listi era pocu conusciulo, anzi per nulla chez e Diana. Si dice lìloda, Tusanza nuo-
oe'teinpi più semplici, e ne'iempi roma- va e propriamente 1* usanza che corre o
ni fino al basso impero. Nel cap. 3 della moderna, massime nelle vesli; ossia l'uso
Genesi si scorge, che Aliamo ed Eva col- e la consuetudine, il costume, la manie-
le proprie tuiììì't, consucrufit /olia ficus ra di vivere e di procedere comunemen-
tt fece ni III sibi perizoma/a. (Quindi cia- lealla moderna fre({uentatae usata: Con-
scuna madre di l'aiuiglia cuciva gli ubili suetudo praesentls leinporis mos. Novo
necessari, e ciò ben si dimostra nell'apo- modo, Novo more, Novo exemplo. Or-
logo della Donna forte, e nella Tonaca natasi ncessil in novuni modum, Mos no-
incotisutile (f.) cucita o intessiila dalla vus. Ciò prenjesso, dice lo slesso Marti-
1». Vergine pel suo diviu Figlio. Se si leg- netti, quanto a'modisti: fomentatori iVir-

gono le dotte faticlie di Kubenioedi Bay- bi, capricciosi e stravaganti, negli abbi-
(io, De re vtstiaria , si vedrà bene die gliamenti ed in altri usi della vita civile,

costantemente nell'anticbità la niadredi del deplorabile e immorale Lusso {f^.),


famiglia e generalmente le donne anche idra (siccome è mia questa aggiunta, pe'
distinte (come riferisce la storia della mo- pochi che non sapessero di mitologia, di-
glie diCarlo Magno, e della regina Sere- rò che tale è il vocabolo col quale si no-
na di cui parla Claudiano, oltre il riferi- mina mostro spaventevole di Lerna,a
il

to nel paragrafo Lanari), le donne ap- cui furono assegnale sette o nove o cin-
punto col Olezzo dell'ancelle vesliarie e quanta teste; ed allorché se ne tagliava
servi addetti, provvedevano gli abili alla una tosto ne rinascevano altrellante
,

propria famiglia. Gli abiti erano talari e quanl' erano le rimanenti: il veleno del-
semplici, e secondo l'età e la classe cia- l' Idra di Lerna era sì potente e sottile,
scuna madre di famTglia conosceva il ta- che la puntura d'una freccia, la quale ne
glio, la forma, ed il colore ch'era sempre fossestata imbrattata, dava infallibilmen-
uniforme. Nella dissoluzione dell'impero te la morte. TI mostro poi faceva stragi

romano e nell'ingresso in Italia di popo- orribili ne'dintorni della palude di Lerna

li stranieri che recarono i loro abili sue- ove dimorava, col suo alito pestilenziale
cinli, con una mescolanza di varie forme e mortale. Tale è il lusso, considerato re-
e di vari colori, la gravità romana cedet- ligiosamente e moralmente 1) funesta, de-
gioventù, ed all'im-
te al capriccio della gradante, pestifera e vorace, che ormai
pegno di coloro che lavori vano que'bar- lia pure vanamente invaso e sovvertito

bari invasori, e si tolse la Ioga e la pre- anche il mesto e morale Lutto {F.)l Chi
testa, per sostituirvi l'abito succinto a- voglia conoscere con dettaglio modisti i

lemanno e longobardo. Fu allora che le e le modiste degli antichi, WQcalamislri-


donne di famiglia perdendo ogni uso, ed feriyfrigi, indusiariif/lammeariiyviola'
Ignare delle nuove forme, a poco a poco rii, zonariij semizonarii , fllaeisli, strO'
s' introdussero dalla necessità uomini e fiarii, linibolarii^ con tulli gì* individui
donne mercenarie, che si appellarono sar- del mondo muliebre antico , menzionati
tori o sartrici, a sarciendo, o tailleiirs e nelle commedie di IMaulo, //i Poen.,^c\,
taiUeuses dal taglio degli abili. Si ponao I, e nvXV A ulular ia, act. 3, deve legge-
vedere il Ferrari, Origine della lingua re l'erudito Guasco, Delle ornatrieie de*
italiana, per l'etimologia italiana; ed il loro u//izi,ed insieme della Superslizio'
Alenagio, Origine della lingua france- ne (f^.) de' gentili nella chioma, e della
.v#, per l'etimologia francese. Divenne al- cultura della medesima presso le anli-
lora uu'dilc uuovti, i di CUI duvdii ^i ii^* che dame romane j dolio libro, che in-
2i4 UNI CJ N I

sicnie ull'aliro suo, De' Riti funebri^ ove al paragrafò Barbieriy di quest'articolo;
pure si tratta di vesti ed usi, ragionai in delle vesti poi, abiti e ornamenti antichi e
molli ailicoli. Nota inoltre il Martinetti: moderni delle diverse nazioni , dignità,
Che oggidì le mode appartengono secon- gradi e condizioni, non posso ricordarne
dariamente ai lusso ed ai jjuon gusto (non gli articoli in cui ne tengo proposito o ne
sempre, perchè talune sono ridicole, co- parlo, perchè innumerevoli. Non voglio
me ie code degli animali intorno a'gen- lacere,che nel]' articolo Moihiy del Di-
tili volti delle donnei e francamente lo zionario delle origini giustamente si ,

f»ppelIo ai buon senso), ma lo scopo prin- osserva , che la moda passò pure nelle
cipale (sic) riguarda un esteso commer- mense, nelle cucine, nelle masserizie, ne'
cio che interessa la speculazione di tan- divertimenti , negli spettacoli , e fin an-
ti diramatori detti modisti e modiste, li co nelle produzioni dell' ingegno e nella
tjuah hanno posto tra gli artisti, e volon- letteratura, come nel gusto. Appena tro-
tariamente si sono soggettali, quali sud- vasi qualche vestigio di quello che ora di
diti (uh ! gì' italianissiuti indipendenti, cesi moda o moda del giorno ne'popoli
che ahborrono lo straniero !) e corrispon- più antichi. Alcuni abili, alcune armi, al-

denti dello stabiliuìento centrale esisten- cuni ornamenti preferiti erano presso l'u-
te nella Francia (ora si può aggiungere, no o l'altro di que' popoli; ma non si cam-
the facciamola scimmia anche ali'lugliil- biava così di frefjuentey come a' nostri
lerra), ed hanno tanti proseliti, quanti so- gioì'/dy non si sostituivano i pili capric-
no i loro seguaci, i loro avventori, e gli ciosi abbigliamenti a quelli pia comodi
associati de'giornalidi moda, figurini, al- e pili opportuni, passati in retaggio da-
manacchi,disegni e altri simili articoli che gli antenati y e non si vede che presso i

gravemente interessano il Luoudofashion- greci o i romani le donne avessero stesa


riab le (ohi civettino). I francesi ripeto- la loro influenza su questo ramo del lus-
no nel secolo XVI il primato o presidenza so e del pubblico ornato. Qualche vesti
sullemodeche cominciòad accordarsi dal- gio di moda si osservò ne'bassi tempi tra*
li nghilterra, dalla Germania e dall'Italia. grandi e tra le persone di condizione e-
SoDoassai adattati i francesi a questa pre- levala ; alcuni generi di ornamenti par-
sidenza, che non può sostenersi senza un vero prediletti, specialmente ne' Tornei
ingegno molto fervido, ed amante di va- (V.)y nelle feste, nelle pubblichecompar-
rietà e di cose nuove e sorprendenti, co- se.Siccome per l'altissimo prezzo non era
me lo sono persino ne'belli cartonaggi de' facile il cambiar di sovente le mode, an-
profumieri, droghieri e farmacisti. Ter- che femminili ,
passavano i vestimenti e
mina il Martinetti il suo dire sui modisti gli arnesi da'padri a'figli, ed anco si tra-
e modiste, con rimarcare; Che il prodot- mandavano a diverse generazioni (anche
to di questo commercio di lusso è tale, per la qualità eccellente de'drappi, quan-
che lord Bolingbrocke,il quale vivea iuln- to alla loro consistenza e durata ; essen-
ghiiterra sotto il ministero francese di ziale prerogativa, di cui con grave di-
Colbert, fece constare che tutte le ba- spendio manchiamo). « I racconti e le
^alieWcy fiitilités (cose vane, inutili e da rappresentazioni di cose attinenti alle.
nulla!) di Francia, costavano all'Inghil- Fate, derivale dalle favole e dalla Su-
terra 5 in 600 mila lire sterline , ed in perstizionCy frequentissime ed accredi-
proporzione agli altri regni delconlinen- tate ne* tempi antichi, dierono forse la
te. Ma deli' improprietà delle moderne prima idea di trasmutazioni e di cambia-
Vesti (V.) a Abiti (V.)iOV'òó\Qf\Q^\'\ uo- menti rapidi di figure, di abili e di cose
mini si è ripreso l'uso di portare la barba di esteriore apparenza, e servirono pro-
lunga o modificala a piacete, dissi parole babilmente ad istradare il guaio ed a far
V IN I UNr 2i5
lìiìsceie il furore tìelle iiiotle. delle quali modelli degli abbigliamenti, l'emporio e
fàcile riusciva \a vnriazione tla che era- il centro da cui tutte le mo<le si dirama-
no ili venule pi li coni peni! iose le forme Me- no negli altri paesi, sul lusso degli abili
gli abili, più leggere e meno dispendiose e in tulli gli oggetti di pubblica compar-

le materie veslinrie, più numerosi e più sa. Questa digressione si rannodi nel
esperti gli artigiani. Non fu mai aleuti po- complesso di questo articolo d'arti e me
polo presso cui variassero le nìode, e sem- stieri. Scrisse Giovanni Pennacchini, Yo-

pre se ne producessero di nuove, come biltà ed antichità de' sartori cavata da


presso francesi. Ma da che si abban<(o-
i molli autori approvati^ Venezia i Gdo. Il
narono gli antichi costumi, le mode di ve- celebre cardinal Paiiciroli (/^.), favorito
stire cambiarono di continuo, e france- i segretario di stato d'Innocenzo X,alla cui
si, per confessione de'Ioro medesimi scrit- esaltazione contribuì come nato da un
,

tori, alla fine di ciascun secolo potevano Sem plice sartore di Uoina volle conservar-
pigliare in iscambio i ritratti de'Ioro an- ne memoria nello stemma formandolo ,

tenati per rifratti di personaggi stranieri. d'un panno. iVella Famiglia pontificia
Sul finire del secolo XV
e in tutto il XVf, (/^.) per diversi secoli vi fu l'uffizio di sar
molle mode passaronodairilalia iu Fran- lore del Pap », e nelle cavalcate incedeva
cia per cagione dèlie spedizioni che in Ita- co'primari artisti e famigliari del mede-
lia si fecero da Carlo V'III, Luigi XII, simo, come Barbiere e il Fornaro, al
il

Francesco I, e pel passaggio fatto al Iro- modo ricordalo anche in que* paragrafi.
no di Francia della fiorentina Caterina de Nella cavalcata del possesso, esplicita men-
]Medi»:i; né alcuno si avvisava in<pie'tem- te lo trovo nominato in quello dt:<K484
pi che l'Italia un gior-
diventar dovesse d'Innocenzo Vili: Sarlor Papaecumva-
no, per (jnello che concerne le mode, se- liòiade scarlatto vel velluto rubro , in
guace e tributaria de'francesi. Qtiella mo- qua ctiam necessaria prò Ponfi^^ce,^os,lA
bilità straordinaria negli abbigliamenti, avanti al cavallo e tutta trinata d'oro, ca
nelle acconciature, insomma nelle mode, valcando innanzi iv^W Scudieri del Papa
mobilità che deriva sostanzialmente, se- (F.)j' vestito di cappotto rosso e veste lun-
condo i francesi medesimi, dal carattere ga dello slesso colore, di lana guarnita di
stesso della nazione, ricevette un nuovo fascie di velluto cremisino, ossia Rubo-
slancio da'progressi dell'incivilimento e iiihus de panno rubeo tinctis ex villoso
dallo studiato raffinamento del lusso. siniilitcrrubro vestiti. In altri possessi è
Sembrerebbe a tutta prima che questo denominato, Sarcinatoremque Poatifl-
avrebbe dovuto riuscire svantaggioso al- cis, Sulor Papae. Anche l'università de'

la nazione, giacché il lusso diventa sem- sartori nella cavalcata del possesso del Pa-
pre fatale; ma quell'accrescimento di va- pa addobbava un trailo della strada che
nità e d'ambizione, quella smania di va- transitava. Fanuoci, Opere pie di /io-
Il

riare ad ogni istante le mode, è divenu- ma, Della confraternita di s.


p. 39(5,
ta pe'francesi, e massime per la classe più Omobono e s. Antonio di Padova de*
laboriosa di quel popolo, una miniera fe- calzettari e sartori^ ed il citato Piazza,
conda di ricchezze ". In molte nazioni narrano della medesima. F calzettari a-
d'Europa la mobilità per cui si vorreb- vendo eretta la loro confraternita nella
be quasi cambiar di moda ogni giorno, si chiesa di s. Caterina della Rota nel 538, 1

è resa comune. Il notabile perfeziona men •


in unione co'giubbonari e buslari, al ri-
lo dell'arti di lusso e dell'industria in ferire di Venuti, insorte questioni col ca-
Francia, ha contribuito a guarentire a' pitolo Vaticano, di cui quella chiesa è fi-
francesi l'impero della moda, ed a forma- liale, ne [uutirono, passando talvolta ad
re del loro paese la fabbrica generale de' adunarsi uclla chiesa di s. Giuliano pres-
2i6 U W I U N I

so Monte Giordano. I sailoii non aveano della Madonna, ed esercitarsi In altre o-


compagnia, ma erano uniti in università pere di pietà cristiana. Nella chiesa po-
col consolalo dell'arte, sotto la prolezio- sero un cappellano per l'uniziatura, cele-
ne di s. Oinohono (y .)y il quale secondo- brandovi le feste de* ss. Proiettori, con
che afferma pure il Piazza i\e\V Eniero^ molto decorò. Stabilirono un medico pe*
logìo di Roma^ esercitò l'arte di mercan- eonfrali infermi, e questi visitavano e soc-
te e di sartore, poiché morto il padre e correvano con limosina, secondo biso- i

dispensate tutte le sue proprietà a'pove- gni;accompagnandoli in morie alla se-


ri, per aiutare ulteriormente questi, al poltura, suffragandoli con messe e ullizi.

dire d'alcuni, si esercitò nell'arte di sar- Come altre confraternite nel giovedì san-
to, ed i sartori ne posseggono un brac- to si recavano in processione alla cappel-
cio. Bensì tenevano il consolato nella chie- la Paolina del Valicano, a venerare il s.

sa di s. Andrea de' Nazareni o de Ursis Sepolcro, e poi visitavano l'adiacente ba-


degli aragonesi, ora s. Maria di Monser- silica Vaticana, vestili con sacchi berret-
ralo della Spa^na^ nel quale articolo la tini e sulla spalla colT insegna de* ss. O-
descrissi. Neil 5^3 i sartori, unitisi a'cal- mobono e Antonio di Padova. Stabilirò*
7.ettari ed a'giubbonari (o giupponari fa- no pure dotazioni per le zitelle povere e
citori e venditori di giubbe, vesti d'am- oneste dell'arte; e di non ammettere nel
bo i sessi che in antico si lenea di sotto, sodalizio se non sartori, calzetlari e giidj-
e di giubboni vesti strette che cuoprono bonari. Come notai nel paragrafo Calzel-
il busto, al quale allacciavansi le calze e tariy ne* prinn anni del secolo decorso si

i caUiifKii : ora fanno e vendono giubbe, separarono da'sartori, restando questi pa-
Cjalzoni, cappelli e altri oggetti di vestia- droni della chiesa e dell' oratorio, ed u-
rio per uso de'contadini, e siccome le lo- uiti all'università de'giubbonari e busta-
ro botteghe principalmente Irovansi riu- ri. In essa si fondò pure l'università de*
nite nella via che dalla piazza di Campo lavoranti sartori, sotto l'invocazione del-
di Fioreconduceaquelladis. Carlo a'Ca- la ss. Croce, e lo attesta il Bernardini che
linari, la via prese il nome di Giuhbona- nel 1744 stampò la Descrizione de' Rio-
ri e corrottamente conserva quello de' ni di Roma. Pio VI col molo-proprio A-
Giupponari) e formato un corpo solo, vendoydt* ì6 maggior 777, fissò il nume-
dalla confraternita dell' Ospedale di s. ro delle botteghe de'sartori, giubbonari
Maria della Consolazione , in Por lieo e bustari di Roma. Nel 180 1 Pio VII sop-
e delle Grazie^ ottennero la vicina e an- primendo le università artistiche, nella
tica chiesa di s. Salvatore in Portico nel chiesa di s. Omobono restò il sodalizio
rione Ripa, ed in essa si traslerirono. Era de'sartori, a cui tuttora appartiene. Sic-
così chiamata , secondo Venuti , perchè come giubbonaro Lorenzo Liniavea ac-
il

sino a q-.ieslo luogo si estendeva il Porti- quistalo per la sua università Scappel-

co e la Curia edificali da Augusto in o- la di s, Antonio di Padova, con assegna-

npre di sua sorella Ottavia. Essendo ca- re fondi^pel suo culto e mantenimento, e
dente la chiesa, la riedificarono , indi la per alc(me dotazioni all'oneste figlie del-

dedicarono a s. Omobono protettore de' l' arte di scudi 25 quando vi fossero le


sartori, ed a s. Antonio di Padova patro- rendite, così non solamente i giubbonari
no de' calzellari e de' giubbonari, la re- restarono tra loro in unione particolare
staurarono, e Gregorio XllI nel iSyS con gli uflizi di console, guardiano camer-
r eressenuovamente in confraternita, e lengo e altri; ma 1 ilenendo la cappella e
le confermò V indulgenze e privilegi che aliare di s. Antonio, nel quale i giubbo-
godevano. ludi vi formarono il contiguo nari tuttora vi celebrano la festa, per la

oralQàio,per canlarvi «elle feste l'uliiaio |e mQi\c^zà sì iec£|uo aella chiesa di a.


UN I UNI 2.7
Ooiobono. Questa lia 5 altari con quadri lo, perchè un tempo il loro numero non
di buoi) pennello, coispreso quello eli s. era molto grande, e poi si aumentò gran-

Antonio, ed il quadrodell'ultare ntaggio- demente dopo r introduzione delle car-


je è un'opera di merito di Carlo Marmit- rozze. Nel i4o4 nel pontificato d'Inno-
ta, esprimente il Salvatore e la 1>. Vergi* cenzo VII fecero una particolare congre-
ne. Nella sagrestia è un p. Gio. Battista gazionee consolato, ed istituirono la con-
del Caciccio. Di recente ebbe qualclie re- fraternità nella chiesa di s. Salvatore del-
stauro, come nella facciala e nel cauipa- le Coppelle, di cui nel voi. LI , p. 247,
nilf. L'oratorio notturno eretto nella vi- sotto l'invocazione di Alò ossia di s. E-
s.

cina cliiesa di s. Maria in fincis, nel prin- ligio loro patrono. Nel seguente anno il
cipio del pontiiìcato di Leone XI I fu tra- Papa avendo creato cardinale Antonio
sferito nella chiesa di s. Omobono, e vi Archeoni o Archionio, ne ottennero la
restò fino al 1846 circa. Nella medesima protezione, il quale si mostrò amorevole
chiesa è da qualche anno che vi udìzia il coll'universilà, e fra'favori che le compar-
capitolo di s. Nicolò in Carcere ,
perchè tì, le concesse il proprio stemma col cappel
(|ue$ta collegiata è in riedificazione, e lo lo cardinalizio sopra, e formalo d'un ar-
Hcurai nel vul.LXXIII, p. 3o8,perciòin cione (come lo riporta il Ciacconio), ch'è
uno degli altari vi ha collocato la sua edi- la parte arcata della sella o del basto, ma
gie. Nel voi. XXXVI I,p. 201, ricordai la dopo due mesi mori; ed sellari conti- i

lavanda dc'piedi che nel gioved'i santo si nuarono a usare tale arme per la loro
faceva ins. Omobono, ed in s. Nicolò in università, come asserisce Fanucci, indi
Carcere, ove i canonici davano il pranzo si separarono dagli Orefici e iìaEerra-

a 1 1 poveri. r/, come ho dello ne'Ioro paragrafi. Sta-

Scavjìinclli. F, il paragrafo Calzola- bilirono di adunarsi in detta chiesa ogni


riiVì (juesl'articolo, ed il paragrafo Orto- 2.' domenica di ciascun mese, per assi-
lani^ per la loro cappella in s. Maria del- stere alla messa che vi facevano celebra-
l'Orto. re, e per trattare le cose utili [»el sodali-

Scarpellini. V, LXIII, p. 5r.


il voi. zio. Nel seguente lunedì facevano can-vi

Sellavi. Il sellaio o sellaio, Epliippia" tare la messa de'defunli pe'confrali mor-


riuSy è (juegli che fa la sella, Epliippiani^ ti. Ogni anno stabilirono conferire circa
arnese che si pone sopra la schiena dei 4 doti alle zitelle oneste e povere dell'ar-
Cavallo (F.) o d' altro anitnale per ca- te, oltredelle limosine a'seliari bisognosi,
valcarlo acconciamente, le briglie pe'me- visitando (luelli infermi; ed in morte de'
desimi, ed 1 fìnimenti pel tiro della Car- confrati gli «ccompngnavano alla sepol-
rozza (F.) e de'carri. Avendo s. Elisio, tura, recitando 1' uffizio de'defunli. Da'
poi vescovo di Noyon, esercitato l'arte di Papi ottennero indidgenze e grazie spiri-
orefice t l\'\ ferraro^ fu preso a patrono tuali. Sebbene la festa di s. Eligio celebra-
da tali arti; e per avere ornalo d' oro e sida diverse università in due giorni dei-
gemme due selle per Clolario 11 re de* ranno, ili.\iiccmbre, giorno della beata
franchi, pel nobile arlillcio destò stupore sua morte, ed a'25 giugno, grorno in cui
e benevolenza nel monarca, e poi i sella- un anno dopo fu trovato il suo corpo con
ri lo scelsero a protettore di loro arte. meravigliosa freschezza e come vivo, ed
Narrano Fanucci , Della conJralerniUt il successore Marziale facendolo portare
dis. Eligio dell'arie de'.sellariyeVmzuìy in [irocessione tra'cantici de*cHntori,giun-
Di y. Eligio de' cellari a v. Salvatore lo innanzi alle [>rigioni, si aprirono prò»
delle Co/yK //e, the l'arte de'sellari unita digiosamenle le porte ed i carcerati fu-
a (juelle degli orelìci e de'^èrrari, fi>raitt- rono hberati; i sellari la celebrano il i.**

vano anlicumeulc uu mede:>imu cuu!>ola- dicembre, e ^ii oicUci a'^^ yiu^uu. No-
2i8 UNI UN 1

la il Piazza che i feriari e alili preferi- Sensali e Agenti di cambio. V.'ì pa«
scono il 25 giugno per la traslazione del ragrafi Mercanti Merciari , Ortolani e
hraccio del santo che posseggono. Aven- Banchieri.
do T università de'sellnri fabbricalo la Setaroli, Universitas Artis confieien-
propria chiesa nel 174^^ presso il Ponte di Sericuni Urbis. Il setarolo o setaiuo-
(lis. Z>/z/7o/o/«('0 in Trastevere sulla piaz- lo è il mercante o fabbricatore di drap-
za delle (iensole (nome preso o da un al- lavorare per vender-
pi di seta, ch'egli fa

herodi tal frullo che ivi fu un tempo, ov- li,Serìcoruni pannar uni vendìtor, mer-
vero dall'osteria omonima che ha per in- cator Sericarius. Il Morcelli disse la fab-
segna la pianta di Geiisole), sollo l'invo- brica da vesti di seta, Officina Pronier-
cazione di s. Eligio, in essa da s. Salva- caliuni Vestinni serici operisj e la fab-
tore delle Coppelle trasferirono l'univer- brica di drap[)i di seta e di tessuti di la-
sità. Ne fu arohilello Carlo de Dominicis, na di capra ossia ciambellottì , Officina
ed il quadro dell'altare con l'effigie di s. lextiliuni Serici et Caprunigei staminis.
Eligio vescovo lo colorì Carlo Mussi. La La seta, Seriewn^ è quella specie di filo
copertura della sua [)iccola cupola è di prezioso prodotto da alcuni vermi chia-
piombo con appariscente eleganza, come- mali volgarmente b.ichi da seta o llugel-
ihè a Sfjuamme di pesce. Riporta il Ber- li , Bondrycis. vSeleria è nome collettivo

nardini nel I 744»*^^'^ '" questa chiesa al- che abbraccia tutte le^ mercanzie di seta;
l'università de'sellari erano allora aggre- e dicesi setificio l'arte di preparar la se-
i^ali i sediari,i baulari, gli sluccian, ibri- ta per l'uso delle manifatture, e d'ogni ge-
tjliozzariji collarari da carrette. Ed \\ (Can- nere di queste parlai a'Ioro luoghi. Con
cellieri nella Storia de possessi de' P</pì\ questo paragrafo si compenctrano quelli
che in questi funiversilà de'sellari a|)pa- óe Calze ttariy Tessitori^ Tintori y Mer-
lava parte della via da loro percorsa col- canti Mereiaiy Trinaroli e i>'nn\\\. Lasc-
la solenne Casfalcala. Nella Faniii^lia ia per la preziosità della materia è equi-
ponlifleia (F.) vi è il sellaro co'suoi gar- parala all'oro. Un recente rapporto diDu-
zoni, ed un sellare con abito proprio sem- raas stabilisce che il valore delle sete ili
pre incede appresso alla carrozza del Pa- tutto il motido sale attualmente a un mi-
pa, Piaggi e nelle Puleggia-
massime ne' bardo 120 milioni di franchi, di cui 4^'^»
tnre[P.). Neil 801 soppressa l'universi- ossia più che il 3.** in Europa, 4^5 nella
tà , la chiesa fu data alla [)ia congrega- Cina, 200 nell'Indie e nel Giappone; il
zione degli esercizi spirituali di Ponte Piot- resto infine, ossi.» 80 milioni , nell'altre
to, per istanza del zelante sacerdote Mi- contrade dell'Asia e in alcune parti del-
chelini. La restaurò, vi aggiunse due al- l' Africa e dell'Oceania. Questa grande
tari laterali, e nella festa vi porla ad uf- ricchezza nazionale è minacciata e posta
fiziarla i giovanetti delle scuole notturne. in repentaglio nel suo a vvenire,per la ma-
Delle benemerenze del prete Micheli ni lattia che ora affligge diversi ricolti d'Eu-
per roratorio istituito in s. Eligio, e per ropa ne'bachi. De\\aiScla(P^.)^ de'bachi,
le opere pie di Punte PiOtto e di s. Pa- delle provvidenze emanate da'Papi a fa-
squale per fare la i.^ comunione o gli e- vore de'setaroli, oltre il riferito in princi-

sercizi spirituali, nel i ."pe'giovauelti e per pio di questo articolo, ne ragionai al ci-

f^li uomini, nel 2.° per le giovaneltee per tato, in uno agli scrittori sull'importante
le donne, delle quali parlai ne'vol. XVll, argomento, altri molti sul moro gelso e

p. 25, LXIII, p. 117 e altrove, ed in sua cultura, e sui bachi da seta e loro
questo articolo nel paragrafo Calzolari^ educazione, sono riportali da mg."^ Nico-
ragiona il Coslanzi, />' Osservatore, di Memorie e leggi sulle Campagne di
lai,

Ronia^ t. I, p. 200 e 201. Roma, t. 3, p. 477 e 497- ^^^^ moro gel-


U N I UNI 219
so t' (ìc bachi (la .ulti. Inolile nel ram- li II sollopostì esercenti o manifattori. In
tnénUito niticolo feci parola degli ulliiiti 4." e ultimo grado si posero i garzoni o
Consolalo della noli le ariti
Stdtitti del giovani, che servivano o assistevano gli

della scia approvali da Benedello A//


".
allri patenlali, tanto quelli componenti il

Da questi spigolerò alcun' nllia no/ione consolato, quanto quelli che noi compo*
analoga a quesl'aigonienlo. Prescrivono, nevano. Ed anco questi di 4»° grado a-
i.lietnnno poteva esercitare la ragguar- veano l'obbligo di spedir la patente di
devole arte e il suo importante couitner- giovane ossia garzone, in quel rispettivo
i:io, senza ottenere dal consolato delTu- tenore prescritto dagli statuti. I 5 ufli-
iiiversilà la patente proporzionata al suo ziall si couipoiievauo di 2 consoli, un ca-
grado, cioè i cavatori di seta, i tintoti, ì merlengo e 2 sindaci, di buoni costumi
tessitori, i calzettari, i bottonari e lavora e fama, si di probità che di credito com-
tori di fiocclii o frange, lutti li tessitori di merciale; esclusi (juelli ch'erano in com-
seta della piccola spola o navetta, i inau- petenza óe\ consolato, due fratelli o pa-
ganatori, oudatori, soppressini, riniel.tini computalo col diritto ca
renti ini .^'grado
e intorcitoi i, mercanti o negozianti f )n- Donico, due compagni o soci ne coloro ,

dacali di seta, tanto quelli die indrappa- che cessavano dairullizio, dovendo prima
no, quanto quelli die riventlono la seta trascorrere un anno, tranne il camerlen-
indrapiiata o non iudrappala >ì ili Uoma go che poteva esser confermato. La du-
che non potevano
forastìera; esercitar la rata dell'uffizio de'oonsoli era di due an-
loro arte o commercio senza la patente ni, d' uno quella degli allri ulfiziali, do-
delconsolato,aucorchè la seta sia misdiia- vendo restare uno de'consoli antichi col
la o debba mischiarsi con altra sorte di nuovo perchè ogni anno eleggevasi un
materia non proibita dagli statuti; e se console. Appena eletti consoli doveano i

ultr'aile o negoziazione ci fosse o s'intro- portarsi col segretario del consolalo da


ducesse poi con altro nome, dove cada mg/ Uditore del Canierlengato ( ^.), per
rottura o contratto di seteria, debba cia- sentire se a luio al cardinal Camerlen-
scuno prendere la patente dal consolato go {ìoveduo prestare il giuramento, per
della seta, uomini e donne. Il consolato lèdeluientc ben governare ed esercitar lu
forinavasi dal i.'^grado dell'arte, cioè da' carica, il cui possesso consisteva nel rice-
primari fondatori del medesimo e dagli vere dal superiore gli statuti. Doveano i

«Itri mercanti , che avevano la qualità consoli amuiinistrar diligentemente l'a-


trindrappalorì cristiani e cattolici, i qua- zienda del consolato , mantenere la sua
li avendo i dovuti requisiti, erano eietti giurisdizione e privilegi, far fiorire pos-
dalla congregazione generale. Da questo sibilmente il commercio delle seterie, pu-
I ."grado, che solo formava corpo di con- nire e multare i trasgressori degli statuii,
Milato, si sceglievano gli uilìziali. 1 mer- avendo facoltà col camerlengo o con uno
canti fondacali erano reputati di a.** gra- de' sindaci di visitar tutte le botteghe o
do, e tulli gli allri già ricordati lavorato- negozi de'soggetli all'arte; ordinare i pa-
ri o venditori si dissero di 3." grado, non gamenti, mantener concordia nel con-
la

facevano collegio del consolalo, ma do- solalo e in tutta l'arte, ed all'occorrenza


veauo esser muniti di patente dal conso- invocar raulorità del perpetuo conserva-
lato, e uno di essi per ciascuna specie ve- tore e difensore del consolalo il cardinal
niva distinto coli' aggiunta di Capo del camerlengo di s. Chiesa e di mg/ udito-
suo esercizio, come di capo Tessìlorc^cU' re del camerlengalo. camerlengo del
Il

pò jT/'/z/^^/o/o e simili, per facilitare agli consolato, prestato il giuramento m ma-


ufììziali del consolato il modo di parteci- no de'consoli, acquistava la sua autorità
j[)aie le sue risoluzioni e senlimeuli a lui* ti ricevca il gruu sigillo del consolalo, qual
220 U N I UNI
SUO pi ocutatore per le liti , riscuotere e doveano prenderne la patente. Provviden-
pagaie, cuslocìire il denaio, e qucslo uou ze opportune riguardavano garzoni e i

ispemlere senza il mandato de'cousoli. l giovani, e tutti gli artisti Setaioli , sulle
sindaci doveano lare i sindacali per l'e- loro lavorazioni e passaggi da un maestro
secuzione degli statuti e al rendiconto del d'arte o mercante ad altro. La residenza
camerlengo, e sindacare auche il console del consolato e quanto riguardava lo spi-
al termine dell' ulKzio. Il consolalo pre- rituale spettava prescriverlo al cardinal
sentava al cardinal camerlengo 3 dotto- camerlengo. Disposizioni particolari,coni-
ri d'ambo le leggi per l'assessorato del merciali e artistiche riguardavano: I' e-
consolato, per difenderne i diritti e l'au- slrazioni, gl'incetti e le sensarie della se-
torità , e consigliar saviamente i consoli la; l'orsoio e altre sete torte; la tinta per-
nell'esercizio dell'uffizio. Il segretario do- fettadecolori della seta, ei.* del candi-
vea esser un notaio matricolato, e inter- do perla; del nero e calfè; del ponsò in-
venire a'congressi particolari e alle con- carnato , rosa e cremisi fino ; de' colori
gregazioni generali. Eranvi pure l'esat- verdi, paonazzi, azzurri e torchi ni celesti;
loie e il niandataro. Si prescrissero i me- del palombinOj cenerino e somiglianti; del
todi pe'congressi particolari de'5 uftizia- ponsò falso, rosso, amaranto e simili; del
li del consolato, e delle congregazioni ge- color di giunchìglia e d'oro. ! regolamen-
nerali da tenersi circa 7 volte all'anno; ti e le ordinazioni d'arte, a'mercanti in-
regolamenti pe' venditori de'bocci o ba- drappatori, per l'indrappare nel sommi-
chi da seta ; pe 'cavatori o tiratori della nistrar la seta ^'tessitori per ordire, do-
seta, la cui patente si rilasciava median* ve consiste la maggior sostanza e durata
le l'attestato di due capaci maestri del- de'drappi; pe'drappi lisci o piani, ei.^ de'
l'arte, sull'abilità e integrità loro, doven- talTettà^ nobiltà e spomiglioncini; dell'a-
do precisare in ogni stagione quante cal- muer o tabi , e di quello di capiccuola
daie volevano far lavorare e dove, dipen- detto telleltone; delle lame, rasi piani, e
dendo precipuamente da essi la buona o saia spina; de'drappi a opera ei.'de'da-
cattiva qualità della seta ,
perciò si sog- maschi; de'rasi damascali ed altre opere;
gettavano ad artistiche prescrizioni sulla delle slofFette; de'griselti e nobiltà in o-
lavorazione; altrettanto si impose agl'in- pera; de' velluti piani o col pelo tagliato,
cannatori d'ambo i sessi, a'niatori,a'lin- e de' velluti senza tagliar il pelo e chia-
tori, a' tessitori, a'trinaroli e simili. Da' mati velluti ricci ; de' velluti rabescali e
mercanti iudrappatori tenendosi il i ."gra- fiorati; degli altri drappi a opera, che tal-
do nell'arte e da essi unicamente sceglien- volta potevano essere in uso. De' veli e
dosi membri del consolalo, fondatori o
i sue diverse specie. Delle trame diverse.
ammessi dopo, potevasi liberamente in- De'drappi fuori d' assortimento. Si pre-
di appare a proprio conio, essendo vieta- scrisse ancora, che le tele ordite si portas-
lo agli altri mercanti, non soggetti al con- sero al consolato, per esaminare se erano
solato, e senza il pregiudizio dell'altre u- conformi al prescritloda'saggi statuti, per
iiiveisità a cui appartenevano; ma quan- onor dell'arte e pel vantaggio pubblico.
to riguardava la sela doveano esser sot- De'drappi del distretto di Roma, anch'es-
toposti al consolato, non commetter fro- si soggetti al consolalo. Delle trine, gallo-
di , e non ritenere e vendere selerie no- ni, fiocchi, ttittuccie e simili. Iodi gli sta-
strali indrappate, se non quelle fabbrica- tuti trattano della giurisdizione del con-
le da'meicanti iudrappatori del consola- solato dell'arte della seta, il quale sebbe-
to. Tutti i venditori di seterie, ancorché ne non esercitava giurisdizione conten-
queste non fossero il principal corpo de' ziosa, né formava tribunale , ma mini-
\uiQ aegozij erano soggetti al cousolato e stri esecutori in tutto del cardinal camcr-
U N I UNI 221
lengo e di mg,' luliloredel comerlenga* lenevano in ref»ola i libri de'regislri sul-

to, procedevano II) alcune conlroveisie i le mercanzie e lavorazioni della seta. De-
consoli come dcpiiUili del cai dinalc. Del- gli arbitri dell'arie sulle conlroversie e
le visile delle bolleglie e negozi di tutti contese tra'palenlali, e dell'esecuzione del
ì soggetti all'ai te, per esaminai e l'idonei- loro giudizio. Dell'insegne delle botleghe
tà delle seterie e ordigni per le lavorazio- e negozi libere a tolti ed a piacere, ma da
oi. Della validità degli aiti del consola- non potersi contiallàieda alhi, cos'i i se-
lo. Delle ammissioni al corpo del conso- gnali da porsi ne' drappi. Dell'archivio
lalo, e delle cpialità che si i ichiedevano. del consolato, la cui chiave custodi va l'as-
Delle patenti per lesercizio della nobile sessore a disposizione de' consoli. De' ri-
arte della seta di 4 classi: i/de'negozian- formatori degli statuti, da eleggersi dal-
ti indrappatori di seta, cliecomponeva- la congregazione generale, nelle persone
DO il consolato , col pagamento di scudi di 3 del corpo del consolalo , incaricati
?S , colla speciale prerogativa di passar pure di fissare le mercedi agli artisti e
da padre in figlio, o moglie, o figlia , o massime de' tessitori, e di determinare i

sorella; 2.''de'roertanliclie non indi appa- cali della seta dal crudo al collo. Bene-
gano , ma vendevano le sete indrappate detto XIV neir approvare discorsi sta- i

tanto ruraslieie,(juanto comprate dagl'in- tuti nel 754> dichiaròdismcmbrare il ce-


I

drappatori di Roma, col pagamento di 20 lo de'mercanli indrappatori da qualsivo-


iicudi e a vita; 3/ di tutti gli altri sottopo- glia altra università, e specialmente da
sti all'arte, lavoranti e commeicanti di quella i\e'3Ierciaie Mercanti futidacali,
seta, non de drappi, col pagamento di 65 1 Va-
eretta nella chiesa de'ss. Sebastiano e
bai. e a vita; 4-' di lutti i giovani, mini- lentino di Pioma; e così separati formò
stri o garzoni col pagamento di 5o bai. la e creò un nuovo e diviso collegio e uni-
1.' volta e poi gratis passando io altra versità, da chiamarsi V Università del-
bottega e padrone. Delle tasse annue pel l'arte della seta e negozianti indrappa-
iDantenimento del consolato nello spiri- tori j volendo che essa godesse di tut-
tuale e nel temporale, da pagarsi da'pa- te le prerogative e privilegi, che </e /«re

tentati, e di paoli 6 a quelli di i.» classe, e per consuetudine generalmente compe-


di 4 per la 2.^, di 2 per la 3.*, e di bai. 1 tono ad altri simili collegi e università le-
per la 4-'^ > tes$itori,comecbèi più neces- gittimamente eretti e approvati, senza
sari membri sottoposti al consolato, go- camera apostolica e suoi
pregiudizio della
devano r esenzione dalie lasse. 1 morosi A questa pontificia conferma non
diritti.

erano soggetti alla manii regia e decade- dovere mai fare ostacolo le disposizioni
\ano dalla patente, dovendo rinnovarla. cmanateda Clemente Vili, Urbano Vili,
De'rifiuti nell'elezione ad uffiziali, multa- Alessandro VII a favore de'iitercanli fon-
ti. Degli accusatoli col premio della 3.''
dacali e mereiai neppure il breve di
; e
parte della fiode, in compenso di loro ve- Leone X deli 5 il molo-proprio di
1
7, e
ridiche denuncie contro i trasgressori de- Benedetto XIll del 727, uè altre costi-
1

gli statuti. Delle pene contro lutti i com- tuzioni a favore de'tessitori e loro univer-
mercianti o lavoratori di seterie, inosser- sità; ne finalmente la costituzione di Si-
vanti delle prescrizioni statutarie, di mul- sto V del 1 58G o altre pontificie prescri-
te in denaro a proporzione; econtro quel- zioni a favore degli ebrei di Roma, a lut-
li che si ricusavano, intervenire alle con* to ampiamente derogando colla sua au-
gregazioni e congressi; tutte in benefizio torità, nelle parli incompatibili con que-
e pel mantenimento del consolalo. I falli- sti statuti. Dell'attuale esposizione e pre-
ti dolosi perdevano la patente. De'privi* miazione delle sete greggie e de' tessuti
legi di poziorità De'credilì, a quelli che di sela^ slabilila io Roma dal Papa Pio
222 UNI U N I

IX, come procelle nel sellemhre, lo dice modo a'mnrinari (massimamente prima
jln.*'79 (lei Giornale di Roma tiel iSSy. dell'applicazione del vapore alla naviga-
Speziali. F. Speziai e. zione), di vantaggioso traffico a'mercan-
Staììipatori. 1 . Stampa, Stamperia, ti, di stromenlo d'industriosi é vaghi la-

ed il paragrafo Librari (Vi quesl*articolo. vori a molte arti pel magistero de'tessi-
Statuari. F. il paragrafo Scarpclli- tori. Il p. Bonanni, La gerarehia ecele-
ni di quest'articolo. siastiea considerata nelle vesti sagre e
Sfufaroli. V. il paragrafo Barbieri óì civili, nel cercare perche essendo la seta

quest'articolo. più preziosa tiel lino e della lana, non fos-


Tabaccari, V. Acqum>itari ^ara^ra- se da Dio ordinata per gli abili sacerdo-
fo di quest'articolo. tali, poiché doveaiio compòrsi di bisso o

Tessitori, Vni^'ersitas Textorum l r* di lana intessula col bisso, ne riporta sim-


bis. Il tessitore, 7ejr?or, è quello che tes- boliche e misteriose spiegazioni. Poi di-
se; la tessitrice, Textrix^è quella che tes- ce col Sopra ni s, re vestiaria Judaeo-
/7r?

se. Dicesi tessere, Texerc , fabl)ricare e rum, che in fjuel tempo non era in uso
comporre la seta, la lana, la tela e simili; la seta, anzi che non si usavano vesti di
e tessitura, Texlura, il tessere; il tessuto, lana tessuta innanzi l'età di Giob, ma so-
Textura, la cosa inlessfita. Quindi il tes- lamente erano in uso per Lesti (F.) le
sitore di seta,Te xtor Serie ariiis; il les pelli anco per le persone reali. Ma ciò
,

sitore di lana,Textor LauariusjW tessi- veramente non sussiste, perchèGiacobbe,


tore di tela, Textor Liiitearius. Pertan- che fiorì molto tempo avanti Giob, fece
to sono comuni a questo paragrafo quel- al suo figlio Giuseppe tmiieani polymi-
li Setaroh) Lanari, Linaroli(oye par-
di tam, la quale era tessuta con molto ai'-
lo anco de'tessuli di cotone) e simili, non tifizio. Quando poi cominciasse l'uso del
che Sartori. Il tessitore di drappi a più lino e della lana è incerto, benché alcu-
colori, Textor Polymnarins. Antichis- ni asseriscono che lai. 'tessitrice della la-
simo era presso primi popoli del mon-i na fosse Noemi figlia di Lamech (della cui
do r uso della tessitura , benché troppo I emota antichità parlai nel paragrafo/^«z-
ardua impresa sarebbe il ricercarne l'o- legnami), la quale vivea 800 anni dopo
rigine, e il I .° inventore di questo utilissi- lu creazione del mondo. Altri voglionoche
mo artificio. Certo è che nella s. Scrittu- fosse la figlia di Aron, nata nell'anno del
ra e in tutte le più antiche storie si par- mondo 2461. Ilcerto si è che l'uso del
la di tessuti, specialmente di lana e di li- lino fu antichissimo, come apparisce dal
no. Plinio attribuì il principio dell'inge- cap. f) òtW Esodo, e forse più antico l'u^
gnosa arte del tessere agh egizi. Il Piaz- so del lino che della lana tessuta, poiché
za loda l'industrioso lavoro de' bigatti o se questa fu adoperata prima delle tele
bachi da seta, e la regolata architettura fatte di lino, 1' uso di essa non fa di lana
de'ragni nel formare la loro fragile ragna- tessuta, ma della lana unita alla pelle de-
tela, ragno appartenendo al genere
il di gli animali, usata prima da Adamo e Eva
animali filatori. Precipuamente loda il e loro figli. Antichissimo fu 1' uso della
lino e la canape da'quàli si ritrae tante Porpora (F.), cioè della lana tinta di Co-
cosecomode al vivere e al commercio u- lore (/^.) porporino. Conclude il p. Bo-
mano, ridotti a tela da'tessilori calla per- nanni, che sembra certo non essersi or-
fezione dell'arie, per custodia e pulitezza dinata la seta perle vesti sacerdotali, per-

de'corpi umani, ornamento e civiltà al- ché l'uso di essa allora non era per anco
le mense, splendore e nettezza a* sagri introdotto, ovvero Io fosse in parti remo-
altari, maestà e decoro a'sacerdoti, ripa- tee ignorate dagli ebrei; ed il Ferrari as-
io alla nudità de'poveri, di necessità eco- serisce che l'uso della seta cominciò sola-
U IV I

uìciife in trmpo ile^I'impernlori romnni. v. Agata nella via Alessandrina^ e del-


Aristotile dicliinia die l'anifìli.-i lìqtia <li la confraiernita de' 7V.9.9/7or/,-con ferma-
Pliilis o Piale fu la i
.^ die trovò il ino- no la concessione di Leone X ad essi, e
<lo ili porla in opera. INessoi peisianieia che vi eressero la propria confraternita.
in liso all'epoca di Ester, e di Manlocheo Di questa trattano Fauucci, Della con-
il quale uscì vesl'iio aniiclns serico pai» fraternita di s. Maria degli /liigelidel'
Ho ntquc purpureo. Lai/volta die nel- V arte de* Tessi tori p. Hgo; ed il Piazza,
y

Scrittnra si fa menzione è appunto


la s. trai. 9, cap. 18: Di s. Maria degli An»
nel libro iV Kstcr^ che visse nell'anno geli delta Macello de Martiri de' Tes-
3 JC) I del mondo onde , pare che verso sitori^ a Pantani vicino a' Monti. Rife-
quel tempo cominciò 1' uso della Seta riscono che eretta in tale chiesa la loro
jìiesso gli ebrei. Tanto e con altre os>jer- confraternita, Leone X l'approvò e le

va7.ioni dissi a tale articolo. In Italia pre- concesse diversegrazie e indulgenze, e for-
sto divenne in onore e credito il tnesliere marono statuti e regole. Vi posero un cap-
del tessitore, percliè ne'piìi antichi nostri pellano a uHì/iarla, la ristorarono e ab-
scrittori si parla delle bellissime e arlilì- l)ellirono.per maggior decoro del culto di-
ciosc tessiture de' panni, dell'ordilura e vino, celebrando In feslij della santa av-
tessitura, degli strumenti dell'arte per vocata a'5 febbraio con indulgenza pie-
condurre la materia del tessimento,il qtia- nnrin. Assunsero dipoi sacchi bianchi, po-
le lucroso artificio impiegò una classe nu- nendo sulla spalla per insegna la figura
merosissima di persone de'due sessi. In se- della Madonna circondata d'Atigeli. Fra
guilo in Italia, in Francia e altrove si per- le pie opere che si proposero, vi fu la vi-

fezionarono i tessuti in apposite fabbri- sita a'confrali infermi, soccorrendoli col


die. Seguì rinvenzione di meci\'ìnismi e medico e limosine accompagnandoli in
,

di macchine, con singolari telai che nota- morte alla sepoltura, e suifragandoli; non
bilmente diminuirono la mano d'opera che la dotazione delle povere e oneste
dell'uomo e della donna, e sempre pro- donzelle dell'arte. Sino nd Innocenzo X
grediente ne fu la perfezione, vieppiù di- goderono tessitori il privilegio di libera-
i

minuendo così il numero de' tessitori. I re ognianno un prigione condannalo a


l^api favorirono i tessitori, principalmen- vila.Co'Ioro «aizoni e lavoranti, l'univer-
te di paniìilinì e tele per usi sagri, della silà apparava un trailo della via, per Va
lana e della seta , e Leone X con breve quale transitava il Papa nel possesso. A-
de'ic) agosloi 5 7, concesse alTuniversi-
1 vcndo rinnovali gli statuti nel 1571, po-
là de'iessitori de'pannilini e tele la chie- scia li confermarono Sisto V e Urbano
sa di s.Maria delleOrazie in Macello /ÌJar- Vili altri privilegi ricevendo da Inno-
,

tynmi nel rione Monti, i quali vi eresse- cenzo XII, Clemente XI eHenedeUoXIlI.
ro un altare in onore di s. Aitata vergine Fssendo protettore il cardinal Giovanni
e martire, da'tessitori presa per avvoca- Caracciolo, e visitatore apostolico dell'u-
la, per la popolare tradizione, cheavendo niversità mg.' Pietro Frangipani udito-
appresa l'arte di tessere fin dalla sua in- re di Ilota, olire il disposto da lìenedetto
fanzia, con fate e disfare u\\ velo, qual XIV \ìeSetaroli, per utililàdell'arte ile'

ntiova ma più saggia Penelope, venne ad tessitori divisi in4t'oi pi,< ioèilel lino, del-
eludere rimportunità della madre che vo- la lana, della Seta e d'i Irina, come toc-
lea forzarla a prender iiinrito. Il Marti- cai in quell'articolo, considerandosi li'a le
nelli, Roìiiaex ethnica sacra p. i8f, ,
corporazioni di dette arti del lino, della
De s. Marìae Jngeloriini confra terni- lana e della sela, i tessitori ira'piìi im-
tatis Tex forum j e Venuti, Honia mio- portanti della medesima; rinnovale alcu-
i'rt, p- 78 Di s. Maria degli /tu gè li e
, ne disposizioni relolive ogii statuti, Cle-
224 ^ N I U N I

mente XIV li nppiovòcoi breve Expo- qnjsiti necessari, quindi se ammesso pa-
ìli /iobis,i}ei3 luglio 177 I, Bull, lìoni. gar i5 scudi per la patente , sottosciitla
coni. 4? P- 348, col quale si riportano
I. da mg.*^ primicerio e dal console, poten-
i decreti del visitatore. Essi dicono. AlFin- do passare solamente da padre in figlio,
che sempre più si perfezioni la iiianieia in mancanza di queslo alla vedova e per
di lavorate i drappi, e tulli gli altri lavo- 2 telari. Che non si potesse patenlare le
ri sì di seta diedi
da cui dipende il trina, donne, ma dare la mezza patente alle e-
maggior aumento del tiafFico de'tessilori, sercitanti l'arte della seta per 2 telari,'pe'
e nello slesso tempo non fosse defrauda- soli laflettani ecastorini, pagando 7.5 pao-
ta r università delle solite tasse, confer- li. Che niun maestro potesse lavorare in
mandosi dal visitatore apostolico i decre- altrui telari , tranne la mancanza di la-
tiemanati, particolarmente nel 752, cioè i voro, e previa licenza di mg."^ primicerio
a' 19 marzo pe'tessitori di trina, ed a*24 e del console. Che pe* lavoranti e fattori
settembre pe'tessitori di seta, fu ordina- doveasi osservare il decreto relativo ad
to 11611757: Che vermi maestro tessito- essi, vietandosi l'ammissione di donne la-

re di seta e di Irina non potesse tenere a voranti, eccettuale le mogli, figlie, sorel-
lavorare ne'telari uomini e donne, se que' le e nipoti de'maestri. 3." Per li tessito-
non avessero il patentino sottoscritto dal ri dell' arte di lana. Non essendovi per
visitatore^ e poi da mg.*^ primicerio e dal essa che pochi decreti, il visitatore stabi-
console dell'arte, col pagamento della so- lì. Che i soli patentati potessero tenere
lila tassa. Che i lavoranti uomini e donne più telari. Chi avea la mezza patente tlo-

dovessero nelle feste di s. Agaia e di s. ver tenere un solo telare. Non doversi più
Maria degli Angeli pagar la tassa. Che i concedere quarti di patente, ed i posses-
fattori dovessero munirsi di licenza del sori doversi riunire nel lavoro ad altro
prelato e del console dell'arte, per impa- che abbia simile 4'*' ti' patente. 1 fattori
rare l'esercizio della professione. Il breve non potersi tenere se non da que'chea-
contiene pure i seguenti decreli del visi- veano intera patente. Che padroni de* i

la tore,de'2settembre 757. i .''Per ywc/-


i
1 telari doveano settimanalmente ritenere
lo che riguarda in genere /4 corpid'arte sui lavoranti e fattori tanto per formare
de' tessitori. Che non si potesseda veruno la tassa statutaria da pagarsi alla chiesa.

alzar lelari senza aver ottenuta la paten* Niun padrone poter prendere maestri e
te, e di tenerli in una sola casa, la paten- lavoranti, senza il benservito del prece-
te da passar solo da padrein figlio, su ciò dente padrone, dal quale non dovea par-
riportandosi pe'tessitori di lino e lana al tire che a lavoro terminalo e soddi>falli
disposto dallo statuto, provvedendosi con i suoi debili col medeaimo. Il console do-

altro decreto a'tessilori di seta e trina. A- ver giudicare se giusta la negativa del ben-
Tendo i formato loto sta-
tessitori di lino i servito. Niuno potersi patenlare, uomini
tuti, doverli osservare, e procurare l'au- e donne, senza il fatlorato di 4 aM»' con
mento de'iessitori specialmente di opera, un maestro. 4-° P^^^ ^^ lavoranti sì uo-
essendosi diminuiti e ristretti nelle sole mini che donne. Essi rimasero divisi in 4
2.**
donne facendo lavori lisci e correnti. corpi di arte, confermandosi soggetti al-
Per V arie de' tessitori di seta e trina. la chiesa e università, pagando bai. 3o a
Non provvedendo per tali arti gli statuti, favore della medesima , spettando loro
fu prescritto di non rilasciarsi patente, se mantener l'altare del ss. Crocefisso, col-
non a chi avrà esercitato 5 anni l'arte del la messa che dicevasi ogni venerdì, e per
tessitore, e perciò doverne fare istanza la festa dell' Esaltazione della ss. Croce
allacongregazione de' i3 del rispettivo de'i4 settembre, odrire 6 libbre di cera
corpo d'arte, per esaminar se avrà i re- e uno scudo al festaiolo. Anch'essi avea-
U N I UNI 12J
no i propri guarilinni ,
per ros<;ervan2a in questo modo tiugevausi pelli di moa-
cle'tiecreii, senz'itili e inferenze. Nel voi. tone, talvolta ancora in giallo, in color
Lil, p* 5*7, clescrisiii la chiesa eli 8. Maria d'arancio oiu violetto. Anticamente que-
degli Angeli, dicendo che nel i 784 i" do- ste tinture richiedevano preparazioni
nala colia contigua casa da Pio VI alTor- molto studiale.I liriifuronoprobabihnea-
Penitenza de religiosi scal-
iline della te quelli che megliodi tutti riuscirono nel
che lullora la posseggono. In
Zitti (/'.), tingere le stollé in color di porpora; Co-
conseguenza delie vicende poliiiche della lore (V.) tanto venerato, che in princi-
repubblica deli 798 la chiesa ven*iecl»iu' pio era riservato per la divinità ;epoi la
«1, e ("u riaperta nel gennaio i 800, come porpora divenne il distintivo regio e delle
riporta il n.° q del Diario di Ronta. In dignità più ragguardevoli. Dopoché i
esso si legge, che la chiesa di s. Agaia in principii della chimica furono applicali
s. Maria degli Angeli de'tessilori alla Su- alla composizione de'colori, all'estrazione
burra dala a* religiosi della Penilenza,
, delle materie coloranti , ed all' applica-
questi la custodirono con molto decoro, zione e combinazione di queste colle so-
prestando assistenza a'nioribondi degli a- stanze che devono tingersi, l'arte della
bilanli circostanti, con caritatevoli conso- tintura, la quale in Francia e altrove ver-
lazioni. Ma r intruso e tirannico gover- so la fine del secolo passato consisteva an-
no repubblicano, nel perseguitare la re- cora nell'applicazione pura e semplice del-
ligione, espulse dalia chiesa i (Vati e loro le sostanze coloranti alla superficie de'cor-
la tolse. Dopo essere stala chiusa, per col- pi, fece passi inunensi verso il suo perfe-
n»o d'iniquità, fu convertila in quartiere zionamento. Ma in Italia sino da' secoli
di decìsi patriotli democratici, il cui ca- XV^ e XVI si era portata l'arte tintoria
po era un apostata; e questi la profana* ad un alto grado di splendore, massime
reno in mille sacrileghe maniere come , in Venezia e Firenze; cosa appunto tanto
ognuno può comprendere. Entrali in Ro- più singolare, in quanto che gli artefici
ma i napoletani nel finire del settembre e gli operai, non istruiti ue'veri principii,
1799,1 religiosi furono rimessi in posses- andavano per così dire a tentone, ma tut-
so della chiesa , ed avendola restaurata tavia a veano migliorata grandemente col-
loll'aiuto di diversi benefattori,domenica le replicate esperienze la pratica della lo-
16 gennaio 1800 mg/ Bosclii arcivescovo ro manifattura. E certoèpurech'essi sem-
<rEfeso ne consagrò l'altare maggiore, e bravano preludere alle scoperte che si fe-

terminata la funzione fu cominciata la cero in appresso, praticando e insegnan-


celebrazione delle messe basse, e così ri- do alcuni metodi che pienamente com-
stabilita al culto divino. Nel seguente an- binano con quelli da'moderni chimici in-
no Fio VII nella soppressione delle uni- trodotti, e forse molti dique'metodi pas-
versila, vi contprese questa de'tessitori. sarono anche dall'Italia in Francia e iu
Untori. Il tintore, Inftclor, Tinctor, altre regioni. Monumento glorioso della
Calorium inftctor^ è (|uello che esercita perizia italiana nell'arte tintoria è il li-

l'arte del ùngere, Fullonica. Dicesi tin- bro intitolato Plicto^ contenente gì* in-
gere, dar colore, colorare, far pigliar co- segnamenti per formare qualunque sorte
lore, 7V//^'e/e,/Ai/ir"cr/r. La tintoria o bot- di tintura e tingere in diverse materie
tega del tintore, Ofjìcina infectoris^ Of' pubblicato in Italia sino da' primi anni
flcina tingentis. L'arte di tingere sein- del secolo XVLQuanto all'univeraità de'
bia aver fatto in alcuni paesi progressi tintori di Roma, che avea i suoi propri
assai rapidi sino da'teinpi pili remoti. Mo- consoli e ullìziali, li riguardano i para-
sè parla di stoife tinte in azzurro cilcstro, grafi Lanari e Selaroliy non che f^ac'
in porpora, in doppia Porpora (/.),iid vinari coinechè conciatori e tintori delle
VOL. LXXXIV. i5
226 UNI UN I

pelli. Il Piazza nei 1698, ed il Bernardi- zia, ed Omero parla d'un operalo di que-
ni nel 1774 affermano, che 1' nniveisilà sto genere, d'un conciatore assai celebre
de'tintori avea la piopria cappella nella ne'tempi eroici per la sua destrezza nel
Chiesa di s. Onofrio (ìe* Giro lami ni del pieparare e nel lavorare cuoi o pelli de- i

h. Pietro da Pisa {V.). L'università vi glianimali, avendo tra le altre opere fab-
celebrava la festa a' 12 giugno, ed in tale bricato lo scudo d'Aiace. Colle pelli si for-
giorno teneva chiuse le tintorie e le hot* marono Pergamene pei- l'arte del la ^cr/V-

leghe. tiira(^ .). L'Ungheria si distinse nel pre-


Trinarolì. V. in questo articolo i pa- parare il cuoio, con segreto metodo venu-
ragrafi Mercanti Merciari , Se taro li, to originariaaìente dal Senegal; segreto
Tessitori. che fu li asportato in Francia da Uose sot-
Vaccinari, Universitas Mercatorum to Enrico IV. Già però in Italia si co-

Vaecinariorum, vel Lanionimij vel Co- noscevano pressoché lutti metodi di con- i

riariorwn. 11 vaccinaro è propriamente il ciar le pelli fin dal secolo XV, perchè re-
ronciatore delle pelli degli animali, Cor/V?- stano ancora diverse antiche masserizie
riasjPelliiim concinfiator.T)\ces\ concia il di cuoi lavorali d'ogni maniera, copertu-
luogo dove si conciano i cuoi e le pelli, Co- re di libri, corami, e piodotti certamente
riarioriim officina ^Officina coriaria. Da dalle ujanifcitture italiane. A questo ser-
tempo immemorabde il cuoio o pelle d'a- ve di laminosa conferma il libro coi'no-
o
nimale preparavasi colla corteccia di quer- minato Plieto, di cui parlai nel paragrafo
cia macinata, che da'francesi ricevè il no- Tintori, il quale ha relazione con que-
me di ^^z«,donde si formò quello di lanino, sto per la tintura di colori alle pelli,
che
ch'è la concia stessa, e del principio tanan- stampato fino dal secolo XVI, tratta non
te o conciante. In apppresso la corteccia di soUunenle dell'arte tintoria, ma ancora
quercia unita coll'erica, modo immagina- de'diversi metodi di conciare, di prepara-
to nel 765 dairirlandeseRan(|uin,fu il so-
1 re, ed anche d'incamozzare le pelli, accen-

lo di cui perqualche tempo si fece uso per nandosi le pratiche e gli usi de'diversi pae-
Je operazioni di concia. Dipoi si volle far si del seltentrioue.Iu Italia si raOinò tanto
uso della corteccia di molti altri alberi, e l'arie de'cuoiai e conciatori di pelli, a se-
particolarmente del castagno, e così pu- gno di formarne nobilissime tappezzerie
re d'altri vegetabili, e fino dell'acqua iu con ornamenti e fiorami d'oro, denomi-
cui si fanno cuocere i cardi e altri simili nati cuoi dorati. Notai altrove, che (u u-
legumi. In generale tutte le foglie eie cor- so ancora di cuoprire le masserizie delle
leccie astringenti sono opportune per la stanze pontificie e anche le pareti di ca-
concia di pelli , e progressivamente si van- mere e di cappelle, con tali cuoi e cora-
no proponendo da'chimici nuove sostan- mi. Delle tappezzerie di cuoio dorato si

ze di questo genere, che si ponno sosti- pretendono inventori gli spagnuoli, per
tuire alla corteccia di quei eia. La pelle averli essi portati in Francia; mentreso-
degli animali sembra essei e stala univer- slengono molti che gli spagnuoli ne àp-
salmente adoperata ne'lempi più antichi preserol'arte inltalia, ove anticamenlee-
per cuoprirsi o per far Vesti (F.),come ranoessecomuni. InRoma cuoiai o con- i

notai ne'paragrafi Pellicciari e Sartori, ciatori di pelli, volgarmente sono detti vac-
datchesi deduce che verisimilmentenou cinari, dalle pelli del bestiame bovino, la
si durò gran tempo a trovare il modo cui femmina chiamasi vacca , che puie
di dare alle pelli le necessarie preparazio- conciano, e vacchetta nomina il cuoio
si

ni, come di conciarle, di renderle molli del bestiame vaccino. L' antico Foro Ho-
e pieghevoli, o dure e sode. Plinio attri- mano, in parte divenne Foro Boario, os-
buisce quell'in veuxiuue a Tichio di Beo- sia uit^rcalo di buoi , indi detto Campo
V N I U N 22'

Vaccino, pel narrato nel pniagrafo Mit- suffragandoh. La dotazione delle povere
icltari. Lu loio università è antìeiiissìma e oneste zitelle figlie dell' arie. La cele-
sia nel conciaie e sia nel tingere le pelli, brazione solenue della festa del loro s. Pa-
e prese per piolellores. Dartolomeo upo- trono, e quella di s. Stefano antico tito-
slulo, a niolivo del lornienloso martirio lare della chiesa. Vari Papi concessero lo-
da lui sofferto nell'essere scorticalo vivo ro privilegi e indulgenze. Avendo l'uni-
con distaccargli la pelle dal corpo. Di que- versità e sodalizio Ùg* Cocchieri, come ri-
sto riparlai nel voi. LXX V, p. 1 82. 1 vac- portai in tale paragrafo, il diritto priva-
cinari col proprio consolalo si eressero in tivo della escoriazione delle bestie caval-
confraternita nel 1032 nella chiesa di s. moline e somarine che muoiono iu
line,
Paolino alla Regolo, del Tei z'orclìnr, con Roma e nelle adiacenze e vigne subnr-
approvazione di Giulio IH, come narra- banej diritto che in uno alla concia di
no, Fanucci a p. 407 Della confratcr' : loro pelli affittò in perpetuo all' univer-
lilla di s. Paolo ilcir artiule Vaccinari sità de' vaccinari, il che nel 1777 appro-
e Piazza nel Irat. 9, cap. 3o -.De ss. Dar- vò Pio VI; in seguito sciolto il contralto,
tolomeo e Stefano de' Vaccinari alla Re- il sodalizio de'cocchieri cede ogni noven-
gola. Nel 1^70 ollennerodas. PioV l*an- nio in affitto il diritto dello scortico, u-
lica chiesa parrocchiale di s. Stefano pro- nitamente al suo locale posto a Porta Leo-
tomartire in Siliee, così detta per esse- he. Clemente XlIl,col chirografo /lven'
re fondata sul più alto scoglio della ripa do fatto ydeW i marzo i76 i,Z?w//. Rom. 1

del Tevere, per cui non patì le sue inon- cent, t. 2, p. 178, dichiarò. Che avendo
dazioni,aldiredi Piazza, versoPontec|uat- fatto ricorso l'università de' macellari di
tro Capi nel rione Regola, ove i vaccinari Roma, di essere terminato nel 1761 il

hanno le concie e le ahitazioni, alcune es- contratto per 3 novenuii, fra la loro u-
sendo anche nel rione di Trastevere. La niversità e (p»ella de* vaccinari, sul prez-
cura d'anime fu unita dal Papa alla vi- zo delle pelli pe'bestiami soliti macellarsi
cina chiesa di s. Maria in Monticelli, ed iu Roma e diviso in 3 classi ; soffrendo
i vaccinari dedicarono la propria a s. Bar- V università de' macellari notabilissimo
tolomeo apostolo, facendovi scolpire sul- danno dalla prefissione di 3 prezzi, colla
la portaiEcclesìa s.Barloloinaei Vacci- norma sino allora praticata dalla tradi-
lutìiortun ac s. Stephani in Silicc 1 570. zione di tante pelli sì d'agnelli che di vac-
In appresso la via prese il nome di s. Bar- cine macellate e ripartile nelle 3 distinte
tolomeo de'Vaccinari, che tuttora ritie- classi di Pareggio, di Rinterzo, di Rad-
ne. Per un tempo continuarono a rima- doppio, ad evitare lunga e dispendiosa li-

nere in s. Paolino, facendovi celebrare te, l'arte supplicò il Papa ad ordinare uu


la festa di s. Paolo, e adunandovisi per le particolare esame sul reclamo, il quale lu
congregazioni e per gli esercizi di cristia- commise a mg. T.asali presidente delle do-
na pietà. Poi restaurarono e abbellirono gane e grascia,acciò udisse leragioni del-
la propria chiesa e vi posero un cappel- le due uni versila a lui soggette, sulla com-
lano, spendendo poco dopo per una sola pra e vendita delle pelli, per quindi sta-
cappella 2000 scudi, couie apprendo da bilire una nuova tassa del prezzo, insie-
Panciroh. A. secouda de'loro statuti as- me alla congregazione a ciò deputata tt

sunsero sacchi bianchi con l' insegtia di composta Colonna camer-


del cardinal
s. Paolo sulla spalla, ammettendo nel so lengo mg.' Negroni uditore del Papa ,
,

dalizio soltanto quelli di loro professio- n)g.' Picculomini decano de' chierici di
ne. Si proposero la visita de'conCrati in> camera, e tug.*^ Braselli' uditore del ca-
fermi, soccorrendoli con limosine , e in merlengato. La congregazione quindi ,

morte accompagnandoli alla sepoltura a soppresso runlico metodo, uella vendita


228 UNI UN I

e consegna delle pelli d'agnello e vacci- che riportai col Fanucci e per quanto ag-
na, chiama lo di Pareggio, RiuleizoePiad- giungerò, lodandoli pel culto che deco-
doppio, con prezzo distinto e separato e rosa niente vi facevano risplendere, e per
non più unito , per te pelli di agnelli e averla neh 723 riedificata da 'funda menti
vaccine macellati , stabili e ordinò: per e ornata. Anche Fonseca la chiama Ste- .v.

ogni pelle d'agnello bai. 20 di lassa, e phani in Cacabariiset //iòV/i>6',dichiaran'


bai. 35 per qualunque decina di libbre do che s. Pio V nel 570, col consenso del
1

delle pelli vaccine macellale. Tutto ap- cardinal Farnese titolare di s. Lorenzo
provando Clemente XI li, ne ingiunse l'e- in Damaso, la die al consolato e univer-
secuzione alle due università col memo- sità V
accinariorwn qui aninialiumpel-
rato chirografo. Il Cancellieri nella StO' les perflcinnty illasque redigunl in co-
ria de possessi de Papi^ dicendo che an- riunì ad hominuni usus destinatuni j e
co l'università de'vaccinari in quella fun- che Gregorio XIII nel i 572 eresse nel*
zione addobbava parte della via percor- r maggiore due cappellanie sotto
altare
sa dalla cavalcata, ricorda le 3 seguenti l'invocazione di s. Maria in Candelabro
pontifìcie disposizioni riguardanti l'uni- e di s. Sefano, le cui collazioni concesse
versità medesima. Di Clemente XUI, al titolare di s. Lorenzo in Damaso e vi-
Moìis.^ JTerdiuandOjde'j maggio ly 68: ce-cancelliere. Nel detto altare esservi ef-
Approhatio Concordine initiae inler U- figiatoil martirio di s. Bartolomeo co-
niversilates de' Pc Ilari et de' Vaccinari. loritoda Giovanni de Vecchi , cuni co-
Di Pio VI, Per parte del corpo de'6 ^ •
luninis et Coronide deauratis. Per con-
seltecnbrei 775 Praescrìbitur nunierus
: servare la ujemoria di s. Stefano proto-
Tabernarum, in quibus inposteruni Ars martire, fu dedicala a suo onore la cap-
Coriariorum (Pellari)^ofe/*/^ exerceri. pella a destra, con cospicuo quadro espri-
Di Pio VI, Esposero a Noi, de'27 set- mente la di lui lapidazione ; la cappel-
tembre ijjS Numerus Mercatorum
: la a sinistra essere sagra al b. Francesco
Vaccinari ad 2 4 coercetiir^ac s tatuitur, Franchi già conciatore di pelli. Tulio
ut eam Artein nonnisi per decenniuru il lacunare della chiesa essere indorato ,

passini exercere e uni alìis opportunis con varie immagini di santi e altri orna-
ordinationibus. Si può vedere il paragra- menti. I moderni col Venuti descrivono
fo Mercanti Merci ari. Della chiesa di s. la chiesa con 5 altari; cioè l'altare mag-
Bartolomeo, già s. Slelàuo in Silice, trat- giore col dello quadro dipinto sul prin-
tano Panciroli, Martinelli e Venuti, e co- cipio del secolo XVII; quello deli." al-
me filiale della basilica di s. Lorenzo in tare a destra l'alfresco è di Giacomo Zo-
Damaso, il Bovio e Ponseca. Martinelli boli; il Vergine lodipinseiMi-
2.** colla B.
la chiama s. Bi^rlolomeo Societatis lai- chelangelo Cerruli, il quale fece puie gli
cor um Vaccinarioruni seuCoriarioruni affreschi laterali dell'altare maggiore, ed
Subactariorum, olini s. Stephani in Si- i quadri degli altari del b. Francesco e di
lice. Bovio la dice s. Stefano in Caca- s. Stefano. In questa chiesa annualmente
heris et Silicis, poi di
Bartolomeo, ri- s. sì fa r esposizione del ss. Sagramento per
ferendo che Gregorio XIII colle tenui Qua ran l'ore.
I endite dell'antico rettore eresse una cap- f^asellario Vascellari, Universitas
pellania all'altare maggiore, e che il cap- Figulorum f/rZ»w. Il vasaio o vasellaio,
pellano si chiauìasse collaterale di s. Ste- FiguluSy Vasculariusj Fabrilis^Ficti'
l'anOjper memoria dell'antica parrocchia; larius vel Fictiliarius, facilor di vasi, ed
propriamente crede, che Clemente Vili è proprio di que'di terra, come di stovi-
tlFettuò la concessione della chiesa a'vac- glie e simili. Dicesi vaso, fasuni /\\\
ciuari o peliari, ma erra per l'iscrizione generale tulli gli arnesi fatti a fiue di ib
UN I UNI 229
cevere o di rilenere in se qualche cosa e vori di terra si cuocono nella fornace ,

più pai licolorenente liquori,come di quel- FornaXyAa\ fornaciaio, Fornacator. In


li ricordati al paragrafo Fornaciari; di Roma le fornaci e fabbriche di mattoni
terra o fittili, Fictilia. Slovigli e stovi- tegole, vasi e altri materiali di argilla e
glie universalmente si dice ogni vaso, e creta cotta , del suburbio dì Roma nel
particolarmente tutti i vasi di terra per rione Borgo, dierono il nome di Porta
uso di cucina e per mettervi dentro le delle Fornaci e di Chiesa di s. Maria
vivande, f^asa coquìnaria. Quindi sto- delle Fornaci, alla porta Cavalleggieri
vigliaro o stoviglia io colui che lavora e alla chiesa de' Trinitari riformati scal-
o venere stoviglie, Fasciilariiis. Si usa zi del riscatto, non che alla Chiesa par-
ancora la voce figulina, per dire dell'arte rocchiale di s. Angelo alle Fornaci e-

del vasaio e la sua fabbrica o fornace me- retla da'fornaciari : Ad Fornaccs extra
desima, O/Z/cv'/m Fìglina icl Figulina; Biirgi portani Fabricae, a Laterario-
e di fìgulo , Figidus, per vasellaio. La riuìi Socie tate cxcitatiun^est parochiale
porcellana è una sorte di terra compo- filiale basilicae f^aticanae, dice Marti-
rta, della quale si fanno vasi ed altre sto- nelli. Inoltre i vascellari, fabbricatori e
viglie di molto pre^ìo^Porcellini operìs. spacciatori d'ogni sorla di vasi di creta e
La maiolica è una sorte di vasi di tèrra argilla, abitanti nel rione Trastevere, die-
e altre stoviglie, secondo alcuni simile al- rono il nome di ina de' f^asce Ilari a quel-
la Maio-
porcellana, così delti dall'isola di la in cui principalmente stanziano colle lo-
rica {l.) dove prima si facevano. La
, ro fornaci eziandio. Il 3Ionle Testacelo
maiolica è propriamente una terra co- si formò da'frammenli de' vasi testacei,
mune figulina, smaltata, cioè invertiiciata ossia di terra cotta, Fasa Testacea, che
d'ordinario di bianco, e talvolta dipìnta ivi lavoravansi per ilcomodo dell'acqua
a vari colori. dunque vero ciò che
Non è del Tevere e del vicino imbarco, sito sub-
dicesi in d'w^ì &\ Focabolari fi\\ii la maio- urbano del rioneRipa.il bisogno prin-
lica è quella terra simile alla porcellana, cipalmente di cuocere gli alimenti, con-
perchè la fabbricazione di questa richie- dusse gli uomini a grado a grado alla
de una particolare combinazione di ler- fabbricazione deP'asi (K.) e d'ogni spe-
nd o di pietre,una diversa vernice, e un cie di vasellame, prima in pezzi di legno
grado assai maggiore di calore per il cuo- concavi rivestiti di terra grassa e ontuo-
cimento nella fornace. Vero è bensì che sa,dalla quale applicazione di quello stra-
i prinìi a far uso delle terre figuline in to di terra derivò poi la formazione de'
quel modo finono gli abitanti dell' isola vasi di sola creta e terra. Così i primitivi
di Maiorica ; che di là trassero gl'italiani vasi di legno fornirono l'idea di model-
il nome di maiolica, e che ad imitazione lare la terra , e indicarono la maniera
di'quella fabbricarono le loro prime sto- d'impiegarla a diversi usi, l'esperienza a-
viglie di quel genere in Faenza (/'.), per vendo insegnato che certe terre resiste*
la qual cosa i francesi applicarono gene- vano al fuoco. Quest'arte, secondo Pla-
ralmente a quelle stoviglie il nome di tone, in breve fu inventata e fece progres-
fayence. Pare che in Faenza si cominciò si, non essendovi bisogno del soccorso de'
a fabbricar maiolica nel 1299. Altri
la metalli per foggiare i vasi di terra. Egli
pretendono che Fayence y Fa^'entia^ è probabile che non si seppe da prima
piccola città o meglio borgo di Proven- dare a'vasi quel grado di coltura e quella
za, nel dipartimento del Varo, sia sta- vernice che forma il principale merito lo-
to il [.''luogo in cui si fabbricasse la ma- ro; ed egli è pur certo che sarà passalo
iolica in Francia. Ivi tuttora è una ve- lungo tempo avanti che siasi trovata
traia e una fabbrica di vasellame. I la- l'urie d' iaveiuiciarli ^ e di ridurli allo
23o U N I UNI
stuto in cui si hanno attualmente. Li'arte scana^ Napoli^ Pietroburgo^ Monaco.
del vasaio era talmente onorata presso Ora sembrano distinguersi in Sassonia
g!' israelitiche si vede nella genealo-
, Meissen, in Parigi lo stabilimento di Se-
gia della primaria tribù di Ciucia una vres, nell'impero d'Austria Fiennayne\
famiglia di vasai che lavorava pel re e regno delle due Sicilie Napoli. GTìnglesi
stanziava ne'suoi giardini. Agalocle figlio hanno manifatture di v^si di terra nera
d'un penlolaio, e fois'anche egli vasaio, della finezza più squisita. De'principali
divenne tiranno e re di Siiacusa, pel suo stabilimenti d| maioliche, porcellane e
valore nell'armi. Tarquinio Prisco 5.° re altre figuline, ragionai ove sono. Anche \
di Roma nacque do Demarato celebre ar- vasai ebbero tra gli antichi romani col- i

tefice di figuline. Nell'occidente si attri- legi e le corporazioni dell'arte. Nel voi.


buisce l'invenzione del vasellame ali 'a- LXIV, p. i35, notai che i vasai facitori
teniese Corebo, e qupl trovato bastò a di Urne cinerarie (F.)^ oltre le Lucer-
rendere tra^propri concittadinila sua me- ne (^^) e altri vasi funerari e ^eSagri-
moria immortale. Già fiziy furono in tanta slima, che Numa
2.**
tempi di Por a'
Senna in Toscana (F.) facevansi opere re di Pioma fondò 7 collegi di vasai, co-
di terra colta, le quali successivamente me vuole Plinio, pel gran pregio iq cui
furono portate a tanta eleganza e perfe- romani tenevano le opere di terra cotta.
i

zione, che sotto l'impero d'Augusto ga- Per mezzo dell'arte loro divennero im-
reggiavano in valore co* vasi d'oro e d'ar- portanti diverse città, come Asti, Pollen-
gento. Tuttora i vasi etruschi antichi,an- zq, Sagunto, Pergamo, Traili, Motleoa,
che dipinti, sono tenuti in grandissima e- Eritre, Reggio e Cuma \ anzi dierono o-
stimazione, se ne sono forniate stupende rigine a diverse, come si crede di Ficu-
lìlitsei (F .)j e adornano diver-
va eco Ite e lea nel territorio di Sabina, il cui nome
se biblioteche, e le stanze de'graudi e de- dicesi derivato dalle figuline e fabbriche
gli amatori dell'antiquaria. In tempi po- di pura terra cotta ivi stabilite. Nel medio
steriori in Italia si fecero bellissimi vasel- evo vasai, delti volgarmente e impro-
j

lami e piatti di maiolica dipinti da valenti priamente vascellarijfjrmarono universi-


come a Pesaro (/^.), Urbino [F.),
pittori tà, non però maiolicari j e ne'possessi de'
i

Gubbio^ Castel Durante, ora Urbania Papi vasellari


i vascellari di Ripa or-

(^ .), lecui collezioni sono d'un raro pre- navano parte della via percorsa dalla so-
gio , come quella del tesoro e spezieria lenne cavalcata. Alcuni vasellari o vascel-
della s. Casa di Lordo {T.). Antichissi- lari uniti con altri in sodalizio nella chie-
me e preziose sono le celebri porcellane sa di s. Grisogouo in Trastevere, ora de'

M Giappone e della Cm<^^(/^.): in quelle Trinitari riformali scalzi del riscatto


regioni l'urte di fabbricare la porcellana formarono
(/^.), la confraternita del ss.

pre stabilita sino da'lempi più remoli, Sagramento e di s. Maria Mater Dei del
e lai." volta parcelle la portarono in Eu- Carmicd, con propria magnifica cappella,
ropa i portoghesi nel i5i7. Anche nel- che al dire d'alcuni servì loro anche da o-

l'Indie orientali si fabbricarono porcella- ralorio benché lauto il Bernardini, quan-


j

ne, inoltre nella Cina si fabbricarono sto- to il Venuti allermEiuo, che l'oratorio il

viglie in una specie di biscuit rosso sen- sodalizio l'edificò inconlro la chiesa di s.

za alcuna vernice, e queste sono ora re- Grisogouo, ove realmente esiste ed è ma-
putate preziosissime, come lavorate con gnifico, contribuendo alla sua erezione il

moltissimo artificio. In Europa primeg- cardinal Scipione Borghese. Di quesla


giò nelle porcellane, innanzi tutti la Sas- confraternita, elevala poi ad arciconfra-
sonia {F\ poi laFrancia colla fabbri- ternita, ne trattano Faoucci, Opere pie
ca di Sevrcs, Fienaa Berlino , la 7o«
, di Roma a p. 262, e Piazza, £'Mjei'o/o-
U N I UN! 23r
^w 472. La confraternila
Ho/nano a p. tiene. Il Martinelli chiama la chiesa s.

ju s. Grisogono fu eretta nel 543, insie- 1 Andrcaede Scaplu\^o\c\\è ^caphiurn di-

me aWe pie opere che iVateili si propo- i cesi il vaso per emettere le proprie acque,
sero celebrare; cioè la processione col s<. il quale pure si fa da' vascellari, ed an-
Sngi amento in ogni 1/ domenica del me- che il bicchiere fatto a foggia di scala o
se, vestiti di sacelli bianchi e mozzette lio- bavchelta ; e scapliiis dicesi il concavo
nate, coll'insegna sulla spalla formata da d'un vaso o d'altra cosa). Trans Tybe-
IMI calice con l'Ostia sopra, e di acconi- rìni Socie tatis ss. Sacramenti eccicsiac.
piiguare decenlemenle il ss. Viatico per s. Ceciliae. Dice pure che fu unita nel

gl'infermi; il conio dell'ndìzio della Ma- i574 da Gregorio XIII alla chiesa di s.
jdonna, dopo che il sodalizio si niù a quel- Salvatore a Ponte Rotto (P^.);ec\\e già
l'antico di s. Maria Alatcr Dei del Car- faxa Leonis X^ era slata delta S.
nella
mine, fondato in detta chiesa ila'carme- Andreac delli Scacchi, Alibi legi tur de
litani; di f.ir curare dal medico confrati i Scaphiapud ripani Tyberisjuxta cella
infermi, visitandoli e soccorrendoli con vinarias^fuit unilnni s. Sah'atoris Pc-
limosiiie, inmorte accompagnandoli alla depontis. h' Wveiì, Roma in ogni stato,
sepoltura e sulfragandone l'anime, anche p. 399, riferisce, che la chiesa di s. An-
L'on anniversari ili dotare annualmente
; drea in Trastevere posta nella via de'Va-
diverse zitelle oneste con doti di scudi 3o scellari, nel 1664 era l'oratorio della con-
per ciascuna, ed una veste di panno bian- fraternita del ss. Sagramenio, eretta in
co; di andare in processione nel giovedì s, Cecilia neliSyS, vi manteneva il cap-
santo alla cappella Paolina del Valicano pellano e l'udiziava, vestendo i confrati
a visitare il s. Sepolcro, e poi la conti- sacchi bianchi e per segno il calice colla
gua cappella ; e di fare solenne proces- ss. Ostia dentro, e che un tempo era stala
sione nella domenica fra Vii.' della festa soggetta alla vicina chiesa parrocchiale di
di s. Maria del Carmine, la quale si ce- s. Salvatore a pie del Ponte Uotto. Nella
lebra tuttora. Siccome alcuni confusero un altare con l'immagine dis.
chiesa era
il sodalizio in discorso, (|uasi che apparte- Andrea dipinta in tavola, ed una lapide
nesse a' vasellari, probabilmente per com- che riporta di pia lascila. Con qualche
prendere alcuni vasellari, come possono diffusione parlano del sodalizio Fanucci
i confrati essere d'altre arti, per distin- a p. 293, Della confraternita del ss. Sa*
guerlo bene da quello veramentedell'ar» gr amento in s. Cecilia in Traste^'crc y
te figulina , e perchè meglio ciò appa- e Piazza a p. 494j Del ss. Sagr amento
risse vollifarne cenno, prima di ragio- a s. Cecilia in Trastevere. Riferiscono
nare della confraternita e già università che Papa s. Pasquale I , non solamente
de'vasellari delss. vSagramenlo, di s. Ma- ristorò magnificamente la chiesa di s. Ce-
ria Salouìe, di s. Antlrea apostolo e di s, cilia, ma vuoisi che nell'S? I in onore di

Cecilia. E noterò che questi vasellari di 8. Andrea Apostolo gli edificò vicino la

figuline più comuni, diiferiscono da'nia- suddetta chiesa. Ad onta che gli fosse
ioliiari fabbricatori e spacciatori di lìgu- stato concesso il prezioso privilegio, ce-
line più fine. Admique all'università de* lebrandovi la messa , della liberazione
vasellari fu data la chiesa di s. Andrea di un' anima dal purgatorio, disposta a
in Trastevere, che il Panciroli disse nel ricevere la grazia da tali pene , come
1600 ,
già parrocchia , ed allora della si esprime il Fanucci ; tuttavia, nel de-
compagnia del ss..Sagranicnlo,eretta con- corso de' secoli divenuta per 1' antichità
lemporoneauienle alla suddetta di s. Ori» cadente e perciò uìal custodita, pel suo
sogono, che prima stava nella vicina chie- mantenimento fu destinata per oratorio
sa di s. Cecilia, e lulloia ad essa appai- alla compagnia del ss. Sagramculo, nel
2 37. U N I U N I

1 575 npprovala con grazie e indulgenze cessione in vigore e alquanto eclatante.


da GiegorioXIII. Noterò, cheavendo let- Al narrato ora aggiungerò quanto altro
to il catalogo dell'indulgenze perpetue ac- da per me volli verificare, come feci con
«oidate a' confrati da Clemente X, non altre università o loro sodalizi superstiti,
\i trovai l'accennato singolare privilegio La chiesa della confraternita del ss. Sa-
sulla liberazione d'un'anima dal purgato- gramento di s. Cecilia, ha pure il suo o-
rio. Forse sarà stala concessione tempo- ratorio che serve al sodalizio per l'adu-
ranea. 11 sodalizio composto di vaseilari nanze. Essa assiste a tutte le solenni fun-
stabilì la pratica di diverse pie opere; lo zioni sagre che si celebrano nella chiesa
splendido culto del ss. Sagramento, e il di s. Cecilia, vestili i confrali di sacchi e
suo accompagno in forma di Viatico nell.i cordoni rossi, mozzelta bianca, e ponen-
parroccbia di s. Cecilia (cioè quando lo do sulla spalla per insegna leimmagini
era); la recita nell'oratorio deiruflizio del- di Andrea apostolo,di s. Maria Salome
s.

la ss. Vergine nelle feste; la visita de'con- e di s. Cecilia. La propria chiesa cantica
frati malati, i quali faceva curare dal pro- e fu restaurata dal sodalizio. Ha un solo
prio medico, e morendo con carità li sep- altare di bei marmi, come Io sono le due'
pelliva e poi suffragava. Dice Fanucci ,
colonne pregevoli , con paliollo di coc-
cbe il sodalizio per la sua ufliziatura edifi- cio dipinto, del quale è porzione del pavi-
cò un oratorio, oltre che restaurò la cliie- mento. Il quadro «leir altare esprime s.
sa di s. Andrea, il quale fu pure chiamato Andrea, s. Maria Salome e s. Cecilia, ed
oratorio del ss. Sagramento. Ma nel 599 1 è sovrastalo da i\n cpiadretlo coll'imma-
pei- la restaurazione della chiesa di s. Ce- gine della B. V'eigine col s. Bambino. Vi
cilia, ivi ritrovatosi il suo beato corpo, di- si celebra la messa quotidiana, e in tutte

chiara il Piazza, in onore del di lei mar- le feste si canta l'ullizio della Madonna,
tirio e verginità il sodalizio cambiò i sac- onorandosi alla loro volta i protettori s.

chi nel colore rosso con mozzelta bian- Aiidrea,s. MariaSalomee s. Cecilia. Asso-
ca, e per insegnal'immagine della santa ciano i cadaveri de'confrati egli accom-
nella forma si rinvenne giacente.
in cui pagnano celebiando loro
alhi sepoltura,
Il Bernardini nella Descrizione de^ Rio- de' suffragi. Essendo protettore il cardi-
ni di Roma p. 199 , ed il Venuti nella nal di York, e primicerio mg.' Mantica
Roma nuova p. loSy, chiamano la chiesa dell'università de Figulorum al/naeUr'
del sodalizio, il i." oratorio di s. Andrea /;/.9, canonicamente eretta in sodalizio del

apostolo dell'università de'vasellari, ag- ss. Sagramento nella chiesa di s. Cecilia,


gregali alla chiesa di s. Cecilia e nella via si formarono 3 capitoli di aggiunta agli
omonima ; il 2.° oratorio di s. Cecilia ,
statuti dell'università, e Pio VI col hve'
sotto r invocazione del Sagramento, ss. \eExponi nobìsj degli 8 agosto 1797,
di s. Andrea e di s. Cecilia, usando per BulL Rem. cent, t.ro, p, 1 i4> li confer-
insegna l'immagine del ss. Sagramento mò, comprendendoli e pubblicandoli nel
e quella de' Santi suoi titolari. Questa medesimo. Essi prescrissero. Che padro- i

confrìilerifitadopo il vc^pero del martedì ni maiolicari dovessero pagar la loro tas-


fra 1*8,'' del Corpus Domini, celebra so- sa per ogni cottura di fornace a ragione
leiinetnente la processione, con magnifica di bai. IO, come i vascellari di terra ros-
stendardo e molto sfarzo di ceia, la quale sa, e nell'apertura di (pialche fornace di
processione, con volgare e impropria de- maiolica scudi 20, com'eia soggetto qtja-
nominazione è detta de'boccalelti, per- lunque padrone vascellaio, accoidando
chè vaseilari che la compongono fanno
i sollanjoa que'che allora possedevano la
ancora boccali o vasi di terra cotta, per
i fornace di maiolica la patente g/vz//,v, da
USO e misura del vino e cose simili; prò- servire per la sola loro per!>oua, ed accoi-
UN I UNI 233
dandogli ancora guardianato e altri ono-
il Pastili esculenti, Pastiliedules, quella
ri che godevano gli aggregati. A' garzoni vivanda fitta di piìsla di farina di grano
poi de'maioiicari fu imposto il pagamen- distesa sottilmente in talde o in fili più
to di mezzo grosso la settimana, come pa- gì ossi de'vermicelli, e colta nel brodo o
gavano garzoni vascellari. Glie baga-
i i nell'acqua, nel 2.** modo per condirli eoa
rini volendo andare vendendo per Roma cacio, butirro e altro. 1 vermicelli, le
Ja roba de'vascellari e de'maioiicari, do- Iasa2;ne, maccheroni ed altre minestre
i

vessero pagare mensili paoli 3 e prende- di pasta le vendono ancora gli Artebian,'
re la piccola patente dairimiversilà.senza ca. o Orzaroli. \ vermicellari e macca-»

la quale non era loro permesso vender- roiiari, co'Iavoranli e garzoni de'mede-
laj ed in caso di morosità, potesse la chie- simi formarono università, e furono una
sa servirsi delia mano regia, che usava di «pielleche addobbavano porzione della
co'vascellarijConlroi maiolìcari, orzaroli, strada per laquale transitavano iPapi nel
spacciatori e bagarini. Nel 1 80 1 Vìo VII recarsi al Laterano a prendere il possesso
soppresse le università incliisivamente a con sglenne cavalcata. Dissi nel paragrafo
quella de'vascellari; nondimeno continuò Ortolani, col Bernardini, che nella chiesa
ad esistere imperocché si leg-
il sodali/io, e spedale di s. Maria dell'Orto erano ag-
ge nel n.°Diario di Roma del
4^ ^^^ gregate le università de* vermicellari pa-
1804. Domenica 3 giugno mg." Atanasio droni e de'vermicellari garzoni, nella (jual
luogotenente civile del vicariatosi portò chiesa tuttora hanno la propria cappella.
in abito all'oratorio di s. Maria Salome, Neh 728 furono stampati inRomaglicV/a-
della confraternita de' vascellari , di cui tufì dell' Università de' fernncellarì.
era primicerio, ed ivi celebrò la messa Narra mg.'Nicolai, Memorie sulle cam-
ad onore della medesima, madre de' ss. pagne e Annona di Roma^ che vermi- i

Giovanni Evangelista e Giacomo Mag- cellari furono da Clemente XI soggettati

gioreapostoli, della quale con vaga poni- ad una contribuzione annonaria nel 1719,
pa si celebrava la festa traslala. Il Mar- cioè di pagaie bai. i5 per ogni rubbio,
tirologio romano registra la festa di s. ma non andò in esecuzione. Benedetto
Maria Salome, cioè la traslazione del cor- XIII Ira'suoi provvedimenti annonari e
po in r'eroli (/^.) a' 2 5 maggio, ed in per l'agricoltura, vietò a' vermicellari di
Gerusalemme a'22 ottobre, della quale provvedersi del grano a Campo di Fiore.
si legge neir Evangelo che fu sollecita f-^ignaroli. Il v ignaroloo vignaruoloo
della Sepoltura di Gesù Cristo. vignaiuolo o vignaio, /^//izVor, è il custode
/^'erinieellari. Il vermicellaro o ver- e lavoratore della vigna. Dicesi vigna, P'i-
micellaio è il fabbricante di vermicelli e nea,e vigneto, Vinetum, il campo coltiva-
simili pastumi. Vermicelli si dicono certe lo a vili piantate per ordine con poca di-
fila di pasta di fjrinadi grano fatte a quel- stanza dall'una all'altra. Il frutto della vi-
la somiglianza, e mangiansi cotte come le le, /^///.it^/>z//f^r/7,è l'uva che produce WFi-
lasagne, f^ermiculi esculenti chiaman- /fo(/'.),edal vino stillato si cava lo spirito
doli Plinio e Cicerone. Lasagna, Laganay di vinoel'acquavita. De'doveri de'vigna-
è quella pasta di farina di grano, che si roliemezzMioli ragiona il Martinetti, L^
distende sottilissimamente sopra gratic- IJiceologia t. 2, p.440' Mg.'^Nicolai, lìJe-

ci, e si secca per cibo; ovvero si taglia a /norie sulle campagne di Roma^ dotta-
lunghi nastri quando è fresca, i quali or- mente tratta nel t. 3. In quali4uoghi dello
dinariamente si cuocono poscia nel bro- slato pontifjcio produca meglio il vino,
si

do, o nell'acqua per condirli con cacio, la maniera cura del mede-
di farlo e la
biitiiro o altro. Lasaguaio è (piello che fa simo. Delle vigne che riescono bene nel-
e vende le lasagne. Dicouiìi muccheruni, r Agio Iicxuuuu I
operazioni diverse da
234 UN I UNI
fcirsi nella loro coltura, ed in quali lem* Tantica canonica fece fabbricare apposito
i)i. Della collijra delle vigne meno di- cliiostro per loro abitazione, formalo di
spendiosa e più utile. Cagioni per cui suo- due piani dall' egregio architetto conte
le esser dispendiosa nell'Agro Romauo. Virginio Vespignanijcheseppe dargli for-
Che sollevandosi le vili sugli alberi sono ma semplice ed elegante, il quale inoltre
più fruttuose e ricercano meno lavori. diresse i grandi restauri della chiesa del
Dell'ozio, lusso e frodi del vignarolo; de' rospedale,ed il Papa a'23 visitò lutto lo

niezzi per rimediarvi, ludi riporta unbel stabili menlo,al modo narralo da'n.'a 35 e
tiumero di scrittori sulla coltura delle vi- 2:|4 ^^^^ G io ma le di Ro /natici 1856) e poi
gne. Vi aggiungerò di Giacomo Boulay, q\V Ospedale di s. Maria e s. Gallicano
Maniera di ben colth'are la vite^ di fa- (del quale e dell' Università Romana ^co-
re la vendemmia ed il vhio^ e mezzi di me dirò in quesl'articolo,ora fu insigne be-
prevenire e di scoprire le baratterie de' nefatoieild.' Corsi medico giubilato del
cattivi vignaiuoli^ Orleansiyia. Mi di- medesimo),si costituirono in sodalizio nel
ceargntamente un sagace conoscitore de* ì 598, con autorità di Clemente Vili, che
vignaroli: F/«'/2tìfro/o devesi definire, Vi- gli concesse tutte le grazie e indulgenze
gna loro! Il Piazza, trat, g, cap, 17 Di : godute dalle altre arti; i vignaroli eri-
s.Lazzaro e s: Ilaria Maddalena de* gendo una cappella a s. Maria Madda-
nguaioli fuori di porta Angelica^ di- lena che presero a loio avvocata, comc-
chiara che il I." agricoltore, lavoratore e chè fatta degna deiraccennala apparizio-
custode de'campi, orti e giardini fu il no- ne, col quadro della santa di buon pen-
stro proto-parenle Adamo, fin da quaq* nello, provvedendola di tutte le suppel-
do da Dio, del Paradiso
fu tale costituito lettili e di cappellano, ed esercitandovisi
(F.) terrestre; e molto più colle sue fai» in pie opere. Stabilirono ancora di cele-
che e sudori quando per la sua disul)bi* brarvi solennemente la sua festa, e quella
dieuza ne fu cacciato dai medesimo Dio, di s. Lazzaro nella domenica di Passione;
infettando con s) laboriosa eredità tutta e co'legati de'benefìci confrali dispensa-
quanta l'innumeiabile sua prole. Adun- rono doti alle povere e oneste donzelle di
que a dispetto del nostro orgoglio, sian^O loro condizione, ed aggregandosi all'ar-
lutti figli di quel primario agricoltore e ciconfralernita del ss. Sagramento di s,

ortolano, ch'ebbe in governo il più bello Pietro in Vaticano. Di più i vignaroli fu-
e delizioso giardino, il più anjeno e fe- rono compresi nella congregazione isti-

race orlo, La vigna però dopo il diluvio pel tuita nella chiesa di s. Vitale, il che dissi
j.° la piantò Noè, altro nostro proto-geni- nel paragrafo 4gi^icoltura, il quale con
tore.NeirEvangelo Gesìi Cristo è chiama- quello di Ortolani hanno relazione con
lo rz'te, e il suo Padre Eterno agricoltO' questo. Nella chiesa dell'Ospedale di
/le. Anzi il Redentore risorto appena, coiu- Mf della Consolazione ,ì vignaroli
parve allaMaddalena, sorella di Lazza- ebbero la propria cappella, ch'è la 4-^ dal-
ro, in sembianze d'orlolatio. Perciò vi- i la parte sinistra dall'ingresso, esprimente
gnaroli raccoltisi in corporazione nella il quadro dell'allares. Gio. Battista. Inol-
Chiesa di s. Lazzaro (^ .), che poi col- tre l'università de' Fignaroli e Mezza-
l'ospedale de' lebbrosi prima fu unita a roli uniti appartenne ancora all' univer-
quello di s. Spirito (il quale nel j 856 dal sità degli Ortolani^ onde nella chiesa di
papa Pio IX, per l'assistenza spirituale s.Maria dell'Orto hanno la propria cap^
de'numerosi infern)idel vasto stabilimen- pella tanto padrorii vignaroli, che mez-
i i

to, l'allìdò all'ottimo ed edificatile ordine zaroli.

de' cappuccini , i quali ne presero pos- UNIVERSITÀ' D'AVIGNONE.Que


sesso a' 12 ottobre. Ad essi in parte del bt'aulicaegrau città di Francia nella Pro-
UNI UNI 235
ycnza^ già capitale della contea del suo pontificato. Indi successivamentefurono
nomee del contado f^enaissino (f,), og- Papi in Avignone, nel i334 Benedello
gi capoluogo del dipnrliinenlo di Valcliiu- Xll,nelf 342 Clemente VI,ilq»iale com-
sa, di circondario e di cantone, su! Uo- prò da Giovanna I regina di Sicilia Avi-
dauo, posta in bella e fertile pianura, è di- gnone nel 1 348, nel qual anno ne ritenne
stante iSg leghe da Parigi. Pretendono il vescovato, ed altrettanto fece Innocen-
alcuni, che Carlo il contedi Provenza, zo VI dopo essergli succeduto nel i352.
signore d'Avignone e re di Sicilia (/^.) Eletto nel 1 362 Urbano V, già professo-
vi fondò runiversilà degli studi'; ma pro- re insigne di canoni deirmii versila, a que-
priamente l'eresse Papa Bonifacio VII! staconfermò privilegi che le avea-
tutti i

colla bolla Conditoris omnuiniy data iu no concesso Papi e altri principi. Nel
i

Anagni ili." luglio i3o3, Bull. Hom. t. j 370 divenuto Papa Gregorio XI, il 7.°
3, par. 2, p. I o I : Erectio Siiidiì genera- de'fiancesi che successivamente risiede-
(is in Civitate /4venionis; per le leggi ca- rono in Avignone, considerando la papa-
nonica e civile, per la medicina e per le le residenza dimorare fuori del luogo na-

arti liberati, col privilegio iu tali facollì) turale, la restituii a Roma nel 1377 ^ ^^
di crear dottori, perciò una delle più an- morì nel 1378. In questo eletto Urbano
tiche e primitive Università {^.). Bens) VI ,
poco dopo gli stessi cardinali fran-
Carlo II Bertrando di Mon-
ad istanza di cesi che l'aveano eletto, scismaticaniente
tilis gentiluomo d'Avjgnone, e di Bernar- ribellalisi, dando principio a! grande e
ilo di Valbnona parimente avignonese pernicioso Scisma (/ .) d'occidente, osa-
dottore in decreti, inviali al re dalla nuo- rono creare l'antipapa Clemente VII di
va università nel 3o4, con suo diploma 1 Ginevra, il quale recatosi in Avignone vi
l'onorò con auìpli privilegi. Tosto l'uni- aprì una cattedra di pestilenza, con Ub-
versità fiori e divenne uno de'principali bidienza (/^.)di antìcardinali e nazioni,
ornamenti d'Avignone. Imperocché nel le altre co'c.'U'dinali veri restando nell'ub-
|3o5 eletto Papa il francese Clemente bidienza l'omanq de' Papi legittimi. Nel
V, per le mene del famoso Filippo IV il i394 gli successe nell'anlipapato Bene-
Delh redi Francia, con islraua risolu- detto XII I, il quale vide sottrarsi dalla

S'ioue , feconda delle più funeste conse- sua pseudo ubbidienza diversi popoli, fra*
guenze, stabiPi la pontificia residenz«i in quali la Francia, il cui re Carlo VI man-
l'aranciai e comechè la s. Sede era signo- dò truppe in Avignone per costringerlo
ra del contado Veuaissinoe u«) tempo an- alla rinunzia dell' antiponlifìcato ; ma
che di parte d'Avignone, per esserne de- egli dopo essersi sostenuto, nel 1409 uè
caduto dalla signoria il conte di Toloia pa^tì, e si ritirò in Panìscola e in Per-
(F.), nel gennaio 3og trasferì la sua sla-
I pignano (^.). L'università d' Avignone,
bile residenza iu Avignone (^.). Noterò che in varie occasioni die saggio di sua
che forse per lale dominazione temporale fedeltà e divozione alhi s. Sede,appena
della s. Sede il bolognese Tencarani nel espulso l'antipapa, dichiarò con solenne
iio'j istituì lìtW Università di Bologna decreto doversi ubbidire al Pontefice di
(F.) il collegio Avignonese per 8 giovani Roma. Alessandro V istituì quindi in A.»

della diocesi d'Avignone. Nel i 3 6


1 ivi gli vignone un legato rappresentante la s. Se^
successe Giovanni XXII,che indirizzò al- de, ed un rettore teinporale pel contadq
l'università con suq bolh, presso il Boi Venaissino.il successore Giovanni XXIII
lario d' Avignone y il VII libro delle /?t'- nell'università vi eresse lo studio gene-
cTe^rt//,ossia le cosliluxioni del predeces- rale della teologia, con bolla deh.** set*
sore, la beneficò e prolesse come già ve- temine i4'4» 1*^ accordò altri privilegi,
scovo d' Avignone, sede cl^e ritenue nel eda'i3sellembre vi aggiunse ancora lui-
236 UNI UN I

ti da altii prìn-
quelli concessi da'P/ipi e studi d'Avignone, con tutte le facoltà ed
cipi airaccadeooiedi Tolosa e d'Orleans. emolumenti inerenti; onde 1* università
Già con bolla del .^marzo dell'istesso an-
i deputò per vicegerente il dottor Pietro
no aveà Giovanni XXIII esoi-lato l'uni- Ghiciardi, che esercitò l'uffizio fino al
versità a mandare nunzi al sinodo di Co- 1493, perchè lo depose Alessandro VI.
stanza, di cui uìeglio riparlai a Svizzera, Questo Papa con stia bolla assegnò al-
per l'estinzione dello scisma, che ancora l'università, per provvisione de'suoi reg-
lacerava e teneva deplorabilmente disu- genti, la metà degli emolumenti e delle
nita la Chiesa, ed ellapuntualmente ub- rendite della vice-gerenza d'Avignone,
bidì. Tutti Papi, cioè da Eugenio IV
i restituì pienamente tutte le facoltà e pre-
dell 43 1 fino a Clemente VII deli 523, rogative al detto magistrato, separando-
ebbero in uso di scrivere all' università Io dall'università, e rimettendone come
d'Avignone, partecipando la loro assun- prima l'istituzione alla s. Sede; e colla

zione al pontificalo, come si legge in va- medesioja bolla istituì vicegerente a vita
rie bolle e brevi. Il concilio di Basilea Clemente de Chorcis, dottore e canonico
dopo essere divenuto scismatico e conci- di Marsiglia. Per disposizione di Bonifa-
liabolo esortò l'università con sue lette- cio Vili era cancelliere il vescovo d'A-
re de'4 febbraio 438, di 1 mandare in Ba- vignone, poi arcivescovo, onde il conferi-
silea alcuno de'suoi dottori, il che l'uni- mento delle lauree e de'gradi accademici
versità ricusò d'eseguire senza licenza del si faceva nel palazzo arcivescovile, l'ar-

Papa Eugenio IV, il quale con diploma civescovo conferendo il grado e speden-
dato in Firenze nell' istesso anno, avea do il diploma. In sede vacante a ciò sup-
notificato all'università d'aver trasferito pliva il preposto della metropolitana. Il

il concilio di Basilea nella città di Ferra- retloredell'università aveail titolodi pri-


ra; e però avendola esortata ad inviarvi micerio, carica annuale che si conferiva
i suoi oratori, prontamente lo fece, non per elezione dell'accademia, sempre a un
ostante che il pubblico d'Avignone aves- dottore di legge. 11 primicerio precede-
se procuralo di frastornare quella tras- va gli altri Avignone , e qua-
prelati d'
lazione con somministrare gran somma lunque magistrato nelle funzioni dell'ac-
di denaro a'basileesi per far trasportare cademia. Da principio godeva limitata
il concilio nella loro città. Nicolò V esen- giurisdizione, ampliata da Leone con X
tò gli scolari dell'università dalle taglie bolla del i5i 3, concedendogli la giuris-
e gabelle, con bolla del i447' '^ succes- dizione che aveano sui dottori e sugli sco-
sore Calisto 1 con bolla emanata da Ro-
1 1 lari rettori di tutte le altre accadente
i

ma a'9 settembre i4^5, scrisse all' uni- di Francia e d'Italia. Il medesimo Papa
versità e a'dottori d'Avignone, parteci- con bolla deli5i4j pi'odotla nel BoII<l-
pando loro la spedizione che apparec- rio d' Avignone , gli concesse non sola-
chiava contro i Turchi^ esortandoli ad a- mente la giurisdizione ini.** istanza sopra
ìutare con ogni assistenza e consiglio il i suddetti, privativamente ad ogni altro;
cardinal Cetivodi s. Prassede, da lui in- ma di più ancora, che essendo il priuH-
vialo in Francia legato a laUre per pro- cerio laico potesse sostituire in sua vece
muovere la sagra gueria. Sisto IV non un chierico, il quale esercitasse la giu-
8OÌ0 elevò la sede vescovile d* Avignone risdizione nelle cause ecclesiastiche, e oc-
a ujetropolitanu, ma nel 482 uni rullizio 1 correndo procedesse colle censure nelle
della vice-gerenza d'Avignone, tiibunale cause laiche; prerogativa veramente sin-
che istituitone! i4 2 da Giovanni XXIII i golare e maggiore che la podestà del san-
pegli oltramontani avea le facoltà di Udi- gue e della vita ch'egli avea sopra gli
tore della Camera^ all' università degli scolari e i dottori ; tuttavia polevauo ap-.
UIV I UNI 1^7
pellArsi ol pielalo vice-legalo d'Avigno- dalla rivoluzione francese nel 1790; al
ne, li p. Fiintoni, Storia d' /4uiguone e (p»ale spoglio fu co>lrello convenire Pio
del contado f tnesino, n p. 34 e seg., ri- VI nel malaugurato trattato di Tolenti-
porta una serie de'primiceri deli'univer- no (f^.)t contro il quale però altamente
^ità, cioè dali43o a tulio il 1672. Dipoi protestò il successore Pio VII. Riunita
Benedetto XIV col disposto della bolla Avignone alla Francia, questa vi stabiPi
Sonorum onmiuniy de' io ottobre 1 745», un ateneo, ed altri stabilimenti scienti-
presso il Bull. 7l/(7g'/i., t. i6,p. 3?.4, con- fici e artistici. In Roma nel rione Trevi
fermò all'univeisità d'Avignone il privi- vi è il vicolo degli Avignonesi, così detto
legio del foro e de'conservalori, cbe già dal quartiere de' soldati avignonesi che
le avevano concesso Giovanni XXII, Si- ivi fu sino al secolo decorso, presso S.Fran-
sto IV e Innocenzo Vili. Fiori questa u- cesca Romana a Capo le case, il che ripor-
iii versila particolarmente nelle leggi, e vi ta Bernardini nella Descrizione de Rioni
lianno insegnato o vi presero la laurea un di Boma, e perciò pare che dal quartie-
gran numero d' insigni professori in tali re prendesse nome il vicolo. Non voglio
facoltà, così nativi come stranieri. Tali fu- tacere cbe il cav. Rufìni nel Dizionario
rono, oltre il nominato Urbano V, il car* delle strade e vicoli di Roma^crtòe cbe la
dinal Pietro Bertrand celebre giurecon* chiesa ivi già esistente e spettante alla na-
sulto, Oldrado del Ponte italiano, precet- zione avignonese die il nome alla via,
tore del rinomato Bartolo, il di cui monu- ninna traccia restando della chiesa. Du-
mento sepolcrale fu collocato iiell' atrio bito cbe abbia esistito, e credo probabile
della chiesa di s. Domenico d' Avignone. la derivazione del nome dal detto quar-
Paolo di Castro italiano, discepolo del fa- tiere.
moso giureconsulto Baldo,chiaraato daDe- UNIVERSITÀ' DI BOLOGNA, ^r-
cio il dottore della verità^ e il gran Cu- chigyninasio Pontificio Bononiensi. La
jacio diceva: Qui non iiahet Paulum de città che gli è nobilissima sede e che gli

Castro f tiinicaui vendal ci tniat. Paolo recò universale insigne altissima fama,
de Castro fu l'autore de'notissimi recpii- già Ftlsina Toscana, poi colonia roma-
sili del Castrense, cUe s'interpretano pei* na e principale della Gallia Togata, è an-
i frutti del denaro; ed il suo figlio Gio- tica, grande, ricca e bella per magnifici
vanni trovò ne'monti della Tolfa l'allu- e numerosi edifìzi, anzi pel suo meravi-
me, di cbe riparlai nel voi. LVIII,p.i3o. glioso complesso di eminenti prerogative
Altri italiani furono Andrea Alciato, Gia- è tale da poter disputare alle italiane ca-
sone Mayuo,Sanazzaro Ripa,Emilio Fer- pitali il primato. ^o/o^«tìr(r'.), dopo Ro-
retti sepolto in Avignone, e Pietro de U- ma, è la 1 .^città delloi^/tìf/o Pontificio, ca-
baldis. Egidio diBeliamera francese, Go- poluogo della legazione e provincia del
veano tolosano, e gli avignonesi Garroni- suo nome, ed a'22 novembre 1 85o dichia-
bus, Stefano Bertrando diCarpentrasso, rata dal Papa Pio IX residenza, oltreché
Giovanni Gai, Luigi Belli, Ettore dcBel- del proprio cardinal legato, del commis-
lis, Girolamo de Laurenliis , e Tonduti sario per la legazione delle Romagne, la
signore di Sanleggiero, lutti cbiarissimi quale compose colle legazioni e provincie
per opere dottissime pubblicate. Per pre- di Bologna, Ferrara, Fori), Ravenna.
potenza de're di Francia, Avignone e il La Sovranità de' romani Pontefici e del-
contado Venaissino lemporaneamen-
fu la s. Scde(F.) sopra Bologna cominciò
le tolto alla Sovranità della s. Sede dalla celebre donazione che Pipino re de'
{^)t
come fecero neh 663 e 1688 Luigi XIV, franchi, verso 755, nel pontificalo di
il

e nel 1 768 Luigi XV ; e definitivamente Steftino III s. Pietro; il che rilo-


, fece a
ne fu spogliata colla legge del più forte vusi du uua lettera scritta da s. lesolo 1
238 UNI UNI
t)l medesìiDO re, e dal diploma dì Lodo- concittadino Gregorio XIII, fino ali 855
vico I il PiOy col quale confeimò le do- ebbe a sufìVaganee le sedi vescovili di Mo-
nazioni dell'avo e quelle del padre Car* dena^ Carpi e Pieggio di Modena j ma
lo Magno, Bononìain citm omnibus fini' in conseguenza del preventivamente di-
bus c^/z/Vj-allrellantoconferuìarono Otto- sposto da Gregorio XVI , per la forma-
ne 1 e Rodolfo I. Per le vicende politiche zione della provincia ecclesiastica di Mo-
e il reggimento libero di Bologna, inter- dena e ad istanza del suo duca sovrano
rotto V esercizio diretto della sovranità di tali diocesi, verificatosi a' 1 3 aprile cul-
pontificia, Bonifacio YIII la ricuperò, e la morte del cardinal Carlo Opizzoni ar-
gli fu eretta una statua ornata del Tri- civescovo di Bologna, fu Modena capita-
regno (F.)j nelle mura esteriori del pa- le del suo ducato eretta in metropolita-
lazzo pubblico da'bolognesì; da Bologna na e colle altre due sedi sottratta dalla
più tardi Giulio II necacciòi Bentivoglioj giurisdizione metropolitica di Bologna;
the l'aveano occupata. Ha suoi Tribu- i COSI i vescovi di Carpi e Reggio divenne-
nali di appello, di i." istanza e di com- ro suffragauei dell'arcivescovo di Mode-
mercio; ed in Koma ha il pioprio Udi- na, al quale inoltre furono soggettate pel*

tore di /?o/i7, nel quale articolo parlai del suffraganee \esti\ìd\Guastalla,e dì Mas-
tribunale della Rota di Bologna, esistito sa e Carrara de*medesimi stali Estensi^
sino al declinar del secolo passato, ed il da ultimo ampliali con cambi di terri-
proprio Avvocato Concistoriale; egual- lorii di Toscana (P.) e di Parma-Pia-
niente sino al detto teuìpo ebbe Bologna cenza (T.). Il tutto si elfettuò con bolla
in Roma il proprio Ambasciatore , del de'22 agosto del regnante Pio IK, dichia-
quale riparlai in più luoghi. Famigerata randosi invece suffragane! dell'arcivesco-
negli annali delle scienze e delle arti, fu vo di Bologna i vescovati di Forlì e di
ed è appellata Bologna, la dotta^ la ma- Faenza j ora di Puivennaj il che però a-
dre degli studi la sede della, giurispru-
^ vrà esecuzione alla vacanza di quest'ul-
denza^ e città turrita per le sue antiche tima metropolitana. Di queste nuove cir-
e superstiti Torri, innalzate per segno di coscrizioni di diocesi ragionai ne* voi.
possanza e nobiltà. Negli antichi sigilli LXXVIl, p. 273, LXXVIII, p. 55. Del-
comune di Bologna e nelle ve-
dell'illustre la celebratissiuKi e cospicua città di Bo-
tuste monete leggevasi: Bonoiùa Docet* lognay mi è di pena non aver potuto de-
Mater Studiorum. Petrus ubicpit Pater^ scriverla come merita, avendo dovuto al
legumgue Bononia Materie colla sua fi- suo articolo limitarmi a ({uella più com-
gura. Non solo la città gode rinomanza pendiosa brevità colla quale procedei ne-
per la celebrata sua università degli slu- gli inizi di questa mia opera in tutti ì si-

di, ma eziandio per l'istituto delle scien- mili articoli, perciò neppure ne descrissi
ze e perle accademie Benedettina e Cle- Tampia, illustre e fertilissima provincia e
mentina, Tuna delle scienze ri[)ristinala legazione; come noi feci per le nobilissi-
nel ] 829 nella sua originaria costituzione me Ancona y Ascoli^ Benevento y^w^\>\\\.o
da Pio Vili, l'altra di pittura , scultura però in tanti articoli. Camerino^ e Civi-
ec. fu nel principio del corrente secolo tavecchia per la quale potei farlo nel voi.
rifusa nell'ai luale pontificia accademia di LVIII, p.i3o, trattando di Roma e de*
belle arti. Il locale della moderna uni- luoghi della Coniarca di Roma^ nel qua-
versità contiene molli gabinetti scientifi- le articolo non li avea descritti ; in coe-
ci, una biblioteca pubblica, l'osservatorio renza al mio metodo poi variato, a istan-
oslronomicoec.L'illuslre e antica sede ve- za di moltissimi amorevoli associati, on-
scovile originata nel III secolo, elevata a de rendere più importante il mio Dizio-
metropoli neh 582 dui suo maguauimo nario, che ormai giganteggia quasi cuci-
'

U N I UNI 239
clopetìico, ed è presso al fine, pel favore commissione del glorioso Benedetto XIV
costante cle'Ioio generosi e nobili confor- bolognese, si accinse all'impresa di que-
ti e per in manilesta benedizione eli Dio. st'opera. Egli compì ciò che appartiene
Tutlavoltn, sia di Bologna, sia delle al- a' professori del Diritto civile e canoni-
tre nominole cnpitaiidi provincia e sedi coy della Medicinaytò. in parte delle Zye^
arcivescovili o vescovili, come tali ne ri- tere umane, le quali elasii formano qua-
parlai in qne'moitissimi articoli, colie no- si tolta lai. 'parte del 1. 1. Dislese anco-
zioni che si congiungeranno nell'^lndice, e ra la serie degli arcidiaconi della chiesa
così figureranno più ampi ; sistema di bolognese, a'quali per bolla d'Onorio 111
cui resi ragione altrove, come nel voi. fu data la soprintendenza dell'universi-
LXXVll, p. 274» "^1 rilevare che all'op- tà, e ciò forma l'argomento della 1.^ par-
porlunità altrettanto praticata vantaggio te del tomo medesimo, tutto con eccel-
d'altri articoli, quali aggiunte, o per ri- lente metodo. 11 p. Fattorini, altro dolio
ferire avvenimenti che li riguardano, ac- camaldolese, cessato di vivere il p. Sarti,
caduti dopo stampa de'medesimi, co«
la fu incaricalo dicompletare tale storia, ma
me delle Strade ferrate, de* Telegrafi fuori della prefazione e d'un'aggiunla in-
(/^^.), de'quali riparlai a Università ar- torno professori di Teologia e Filóso-
i

tistiche per analogia al commercio. Se fia^ con aver disposti i monumenti dal
poi Dio mi concederà di scrivere le poche Sarti raccolti, e si leggono nella 2.' par-

vagheggiate Jddìzìoni^ sempre indispen- te, altro non fece, lasciando cosi abban-
sabili in opere voluminose e di svariato donala un'opera, la qualeconipila avreb-
argomento, procurerò di ridurre l'artico- be accresciuto lo splendore de'fasti scien-
lo Bologna, e gli altri nominati che ne tifici dell'antichissima università di ^o-
abbisognano, nelle proporzioni e col siste- logna.BenedeltoMorandi,0/tì5f/o JfX^/i-
ma degli altri posteriori e più dettagliali dibus civilatis Bononiae StudioruniyVtO'
<lopo l'accennata ampliazione del mio noniae per Hugonem de Rugeriisi4Bi.
proponimento. Quanto alla città e sede Questo poeta ed oratore colla sua eia-
il'Ancona. comeché nella diocesi unita a ganlissima orazione fece conoscere la sua
quella d'£//72^//^, in quest'articolo vi sop- dottrina e il suo amor pa t rio, ram menta n
perii; e quanto a Camerhìo, avendo l'ar- do in essa i più celebri bolognesi che fio-
civescovo la perpetua amministrazione di rirono nelle lettere belle. Die occasione
Treia^ in tale articolo riportai diverse no- all'orazione l'aver Pio H ammessi in pub-
tizie sulla sede Camerinese. L'università blica udienza gli ambasciatori senesi suoi
di Dologna è da molli qualificata: Madre concittadini, prima de'bolognesi; ond'e-
di tutte le altre Z^/znvT.v/f^ d'Italia, prin- gli per sostenere il decoro patrio con ar-
cipalmente nella Giurisprudenza^ .scien- gomenti 7 anni dopo la pubblicò
storici,
za e fonte di sapere ihe interpretando le per la celebrazione delle nozze d'Ercole
Leggi giustamente le applica precipua- I duca Ferrara con Leonora d'Arago-
di
mente nel Tribunale, e perciò in tale ar- na, alle quali intervennero gli ambascia-

ticolo tornai a ragionarne, ^'e fecero di- tori bolognesi e senesi. Aldo ftlanuzio Kl
versi la inqiortanle storia, in uno a quella ristampò in Boma nel 1 589, ma con va-
de'piofessori, e fìa gli altri molti che giù- riazioni. Nicola Burzio, Bononia illustra-
stanienle la celebrarono, ricorderò i se- ta^ Bononiae ex oflìcina IMatonisde Be*
guenti. Mauro Sarti abbate camaldolese, nedictisi494' i^dogiuni Bononiae^ (piit
De Claris Arch^gimnasii Bononicnsis hujus Urbis amoeidtas , situs nee non
professoribus a sa eculo XI usque adsae- docloruni singulor. at<pic illustrium vi-

culuni XIk\ BononiaeTyp. Leliisa Vul- ror. inbnunienta reseriintur Bononiae


^

pc 1 76^). Quel dollissimo monaco ,


per 149B.GÌ0. Nicolò Alidosi Pii'quali, Dot-
24o U N 1 U N I

tori bolognesi di teologia, filosofia^ tnc' pubblicata dal eh. Gaetano Giordani con
dicina td arti Hhcrali dall'anno i ooo preziose erudizioni e ducun.enli, che pia-
per tutto il marzo ìSi^y Bologna per ISi- cendo a Cario V si avesse durevole me-
colò Tibaldini i623: Dottori forastien\ moria della sua dimora ìu B<jlogua, e fos-
che in Bologna hanno letto teologia,Jì- se ricordata con soddisfazione non solo
losofia^ medicina ed arti liberali con , da'bologuesi, ma altresì per mezzo di co-
li rettori dello studio dagli anni looo loro, che d'ogni nazione concorrono ad
sino per tutto il maggio 1623, Bologna imparare le buone scienze, e addottorar-
pel Tibaldini 1628: Appendice^ dichia- si Mell'aulico e famoso studio di Bologna,
razioni e correzioni al libro de dottori sopra gii altri privilegi, conceduti già in
bolognesi di legge canonica e civile per addietro da ««olii Pontefici, imperatori
tutto il 6 agosto i&iZ Bologna pel Ti-
, e re, volle egli pure fornire l'università di
baldini GaS; Dottori bolognesi di legge
i Bologna d'un suo onorarissimo privilegio,
canonica e civile dal principio diessi per concedendolo al collegio legale o de'lel-
tutto Iranno 16 ig, con li viventi per or- approvare e con-
tori legisti, e volle cioè
dine del loro dotiorato,\jo\o'^iia pel Coc- fermare i in precedenza
privilegi tutti
chi» 661. Gio. Bultisla Gavazza, Catha- concessi e goduti a benefizio ed onore
logus omnium doctorum collegiatorum deli' antiche scuole di questo rinomatis-
in artibus liberalibus, et infacultate me- simo studio. Diede quindi a'ieltori legi-
dica incipiendo ab armo 1 56, usque ad sti di collegio, quali aveano facoltà di ad-

<7««.1664, Bononiae Typ. Monti. Pelie- dottorare, che potessero a loro piacimen-
giino Antonio Orlandi, Notizie degli to crear cavalieri quanti pigliassero, da
scrittori bolognesi e dell'opere lorOy Bo- essi collegiali, le insegne dottorali; e pre-
logna 1714» osserva che il detto catalogo scrisse che li dottori viventi, in preceden-
l'avea disposto i'Alberliui, mentre alni lo za aggregati al dello collegio e quelli am-
dicono opera del Montalbani. Giovanni messivi o accettati per l'avvenire, senz'ai-
Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolo- tra ceremonia fossero per tale privilegio
gnesi^Boìo^naiìeìlix stamperia di s. Tom- cavalieri aureati dello Sperone d^ oro
maso d'Aquino 1781. Questa biblioteca (/ .) e conti Palatini (/ .) ed avessero ,

degli scrittoti bolognesi, critica ed esal- per dirittQ tale grado e potessero n»olte
ta, fu continuata anco colia collaborazio- prerogative usaie, le quali venivano con-
ne di Francesco Fiori. Ovidio Montalba- cedute nell'ampio e autentico decreto im-
ni , Clarorum aliquot doctorum Bono- periale che fu poi stampalo con questo
niensium Elogialia Cenotaphia, Bono- titolo: Doctores Bononienses collegiati in
niae 1640. Gio. Giacinto Vogli, Tavola Iure Pontificio et Caesaieo creantur E-
cronologica degli uomini illustri dell' u- quìles aurati y ti Comi tes palatini ^ eoruui-
niversità di Bolognafì\'\i'j26. Barlolo- que singulisj ac Collegiis in JJniversuni
meo Alberlini, Cathalogus omnium do- plura conceduntur privilegia yfacultates^
ctorum collegiatorum in artibus libera- et prerogativa ec. Daluni Bononiae die
libus et in facullatc medica^ incipiendo i5 januarli ìS'òo. Il Mazzetti aggiunge
ab anno i 1 56 scholarum Bononiensium^ ancora i privilegi di crear notari, legitti-
editus a Jo. Bapt.Lavatio,'Bouon'ìae Jac. mar bastardi, confermare o rimuovere
Monti 1 664. Narra la Cronaca della ve- tutori, ed altri confermati da'Papi Pao-
nuta e dimora in Bologna di Clemente lo III, s. Pio V ec. Si ponno vedere gli

VIIper la coronazione di Carlo V im- opuscoli : Privilegia Palalinatus Caroli


peratore celebrata l^annoiS^o (strepi- V imperatoìis in ampia forma prò Col-
toso avvenimento di cui in tanti luoghi ra- legiis Pontificii et Caesarei j'uris, Bono-
gionai e ricordali uel voi. LX Vili, p. 1 2 1 ), niae i Sj'anuar. 1 53o. AngeloGoggijCo/»
UN I UNI 241
legiì Bononiensis Doclorum Pontifìcii nei- gimi intèrprefìhwiy Llpsine 1721;
llb. iv,

licety et Cnesarei juris on'gOy Bo-


et tìotes, e circa i legisti più celebri della bologne-
ìioìùiìiwj ro, lyp. Hnrbiroli. Inolile Car- se università, e pegli statuii stampali di
io V a'24 'ebbraio si degnò concedere e questa, è da consultarsi De Savigny, Hi-
condecorareil collegio filosofico degli ar- sloire du Droil Rornaiu oh moyen age^
tisli, Doclorum arliiimel/nedìcinne,i\\m Paris 1839. Nel 1840 furono pubblicate
privilegio ampio e aulenlico, in confor- in Bologna co'tipi di s. Tommasod'Aqui-
mila del concesso all'allro collegio de'Iè- no Memorie storiche sopra Vunì\'ers'ìlà
:

gisti, e specialmente che fossero cavalieii e V istituto delle scienze di Bologna e ,

aureati e conti palatini, e potessero egtuil- sopra gli stabilimenti ed i corpi scientìfi-
mente far cavalieri quanti da essi in forma ci allamedesima addetti, compilate da
pnl)l)lioa fossero addottorati. Questi pri- Serafino Mazzetti bolognese archivista
vilegi fiiiono confermati da* Papi Paolo arcivescovile. Con questo benemerito
lIIjS. Pio V e Gregorio XI li. Con tali pri- scrittore per guida, compendiandolo, ten-
vilegi si confermò a Bologna il glorioso terò di dare un'idea del vasto argomen-
titolo di Madre degli studi; onde ben a to da lui egregiamente trattato, con l'ag-
pioposito fu dello , essere di lei speciale giunta di qualche nozione, seguendo il

prerogativa lo ammaestrare, similmente suo metodo, sino al presente.


die il governare ritenevasi fato proprio L'università antica di Bologna fu in sì

dell'alma Roma. Allora eravi un rettore alla fama che vi concorsero a migliaia
delTuniversità degli scolari oltramontani quanti erano in Italia e in Europa sj}i-

e cilramontani, com'era a quell'epoca es- rili gentili e desidei'osi di civiltà e dollri-


sa divisa; comprendendosi nella i." classe na. E riverita anche oggidì qual madre
o oltramontana 24 nazioni^ senza conta- universale delle più splendide figlie che
re la nazione alemanna, che avea retto- illuminano con tanta luce di sapienza
re e privilegi a se; e 11 nazioni forma- Germania, Francia, Inghilterra, Olanda
vano la cilramontana o 2.',comepuò ve- e tutto il Nord dell'Europa. Dell' origi-
dersi dalle costituzioni stampate. L'uni- ne e de'fafti principali dell' università si-
versità o collegio degli artisti classifica- no al presente. L* università di Bologna
vasi nelle nazioni italiana ed esterna. L'i- dicesi fondala dall' imperatore Teodosio
taliana comprendeva le clas<ii lombarda, li il Giovane, ad istanza di Papa s. Ce-
romana e toscana. L'esterna era divisa lestino I aBoLor.NA, nel
(altri, e Io rilevai

indue classi oltramontana e oltremarina. citare quest'articolo, dicono ad istanza


Le nazioni aveano un capo o rettore e li del glorioso vescovo s. Petronio), all'ef-

priori mensuali; la na/ione oltramontana fetto di moderare, render disciplinati e


conteneva inoltre due presidenti o procu- proclivi alla virtù gli animi vigorosi di
ratori, clie rango dopo primi.
stavano in i que'lempi, intenti unicamente a deplora-
Di tali divisioni può aversi maggior con- bili continue guerre e intestine discordie
tezza nelle Costituzioni^ Leggi e Rifor- di dispute religiose, ed infetti tuttavia ilel-

rnanze dello studio pubblico, più volte le pestifere massime dell'empia eresia de-
slampate.L'encomiatoGiordani nella no- gli Ariani. Ciò si vuole avvenuto, come
ta 192 e altrove riporta un bel nun)ero volgarmente credesi, nel 4^3, ma invece
di scrittori che celebrarono Bologna qual di documenti e dell' autografo diploma
prima sede della giurisprudenza, ed illu- del pi eteso fondatore di essa Teodosio II,
strarono questa parte dell'italiana sapien- che vuoisi perito nell' incendio del i3i3
che resero l'università di
za; e di dottori dell'archivio pidjblico, si conservano sol-
Bologna sempre magnifica, ricordali nel- tanto delle copie m«s. e stampale, comu-
la storia di i'anziroli Guidi, De claris It' nemente però giudicale apocrife. Molli
VOL. LI XXIV. 16
2^2 UNI UN I

sono gli oulori e le opere che l'accennano giunge inoltre,es8ere un'impostura del se-
originala in lai epoca, licortlali nell'/w- colo seguente il vantalo diploma di Teo-
foi mozione storica sullo studio di Bolo- dosio 11, da cui si vorrebbe fondala, ed
^nti^rnss. esistente nell'aichivio dell'anli- itnpugna altresì chi ne attribuì l'istituzio-
co collegio medico; e molti gli altri inss. ne a Carlo Magno. Alcuno non contrasta
e gli atti auleulici che concoidemen-
cos'i a Bologna il giusto vanto, che prima d'o-
ie ne tiasmisei'o la meisoria sino al pie* gni altra città aprisse pubbliche scuole
«ente, che il Mazzetti in numero di 5o ri di giurisprudenza; e (|uanto alle svariale
porla a p. 281; oltre gli atti di aggrega- opinioni e controversie di quelli che scris-
zioni e statuti de' collegi teologico, le sero prò e contro al privilegio Teodosia-

gale, medico e filosofico antichi esistenti no, il Giordani ne ricorda diversi nella
[iresso l'archivio arcivescovile di Bolo- notai 89, Ira'quali illibreltodi mg.'^Mar-
gna (di questo ne dà contezza l'opusco- Delle prerogative del Cancellierato
sigli:

lo pubblicato nell'occorrenza del pos- maggiore dello studio generale di Bolo-


sesso personale preso della sua sede di gna, carico depositato nelV arcidiacono
Bologna dall'odierno degnissimo pasto- della metropolitana di essa città , Bolo-
re: L* Archìvio ^entrale arcivescovile de- gna, Pisani eredi 1692. Alessandro Mac-
scritto dal suoarcìùvista Serafino Jdìo- chiavelli ci die: Augustalis Theodosiani
rm/,Bologna 1 856, tipografia delle Scien- Diploma ti s apologia prò Archigymna-
ze). Anzi osserva pure, che Carlo V nel Sìo, Bononiaei726. Ma è censurato, co-
discorsodiplomaancor egli altri bui aTeo- me mancante di critica. Secondo il sud-
dosioil la fondazione dell'università. Mal- detto catalogo de Dottori bolognesi di leg-
grado però tante uniformi opinioni, il cele- ge canonica e civile, óì Alidosi Pasquali,
bre modenese Muratori, Disstrt. 3/\.''De' fu invece certo Peppo ili.*' che nel 980
diplomi e carte antiche dubbiose efalsej circa cominciò od esporre leggi e che ,

e 44'^ Della fortuna delle lettere in Ita- scrisse alcune glose sopra testi, di cui i

lia dopo l'anno di Cristo 1 1 00, e dell'e- fa menzione Odofredo. Da un confronto

rezione delle pubbliche scuole e univer- fatto dal Mazzetti sull'epoca delle fonda-
sità, come con esso parlando dell'origine zioni delle più antiche Università (f^-Jt
e primordi delle Università in quell'uiti- sembra la bolognese sia la più antica di
colo rilevai, nel ragionare di questa di Bo- tulle, del qual sentimento fu pui e Mura-
d'
logna, oltre il riferito ut suo] Annali I- tori, pel narrato con lui in tale articolo.
talia, fu del parere, facendone convenire medesimo feci cenno dell'origine, ri-
]VeI

alcuno degli slessi contemporanei dotti nomanza e pregi della bolognese univer-
bolognesijche il (àmoso IrneriooWiirnie- .sità; dicendo pure che a'teujpi d'Onorio
ri (detto da alcuni milanese, da altri te- III già eravi istituita la cattedra di teo-
desco, ma più verosimilmente bolognese), logia. Sia comunque, è certissimo che
chiamalo per antonomasiaZe< ter// tìr/f/7'zV, l'università di Bologna giunse a tanta fa-

fosseili.**che aprisse in Bologna scuola di ma dappertutto, che celebrata co' riferi-

giurisprudenza romana, e che da lui a- ti gloriosi epiteli,mite lenazioni per mol-


Tesse principio questo studio generale© ti secoli vi concorsero, molle delle qua-
università neh 16 circa, o anche alcun
1 li vi fondarono collegi per mantenervi i
anno prima e verso il i 102, consistente loro studenti, il numero de' quali giunse
in origine in uiì solo lettore, e dipoi suc- sino a 10,000, che produssero alla città
cessivan)enle accresciuto dell'altre scien- immense ricchezze, percagion delle qua-
ze e arti liberali, per cui si formò in pro- lipotè essa divenir potente, orgogliosa e
gresso una compita università, che por- forte contro tutti vicini non solo,ma poter
i

lo il vanto di prin)arìa fra l'italiane. Ag- combattere e vincere talvolta i veneziani,


U N I 245
i signori ili Milano, e persino Timperalore poparle de* rivoltosi concittadini. Cosi
Federico li, il quale di ciò furteiuente in- Taddeo divenne legittimau)ente signore
dispellito, volle neh 225 far divieto del- famoso e magnifico della patria, col tito-
io studio generale di Bologna, acciocché lo di vicario di s. Cliiesa a'26 marzo 1 34o.
gii scolari si recassero a quello di Napoli, Lo stabilimento della nazione alemanna
suo dominio, da lui nel precedente anno agli studi di Bologna, da que'che credo-
istituito, con invitar colà insigni profes- no istitutore dell'università Carlo Magno,
sori dell'arti edelle scienze. Alla loi o vol- si vuole derivato dopo che quel principe
ta i bolognesi si vendicarono, poiché guer- nel 774 soggiogò compiutamente i Lon.'
reggiando co'modenesi, nel ii^'j fecero gobardiy principati dominatori d' Italia.
prigione il di lui figlio naturale Enzio re Qui trovo opportuno di parlare de' me-
di Sardtgna^ e non volle-
Corsica e di morati collegi fondali in Bologna a como-
ro mai restituirlo. Avendo Clemente V do degli scolari di varie nazioni. i.° Col'
trasferito la residenza papale in Francia, legio Avi-gnonese. Nel 1257 ZoeneTen-
fece legato diBologna e Romagna il car- carani nobile bolognese, professore e ar-
dinal Francesco Napoleone Orsini, il qua- ciprete della cattedrale, ordinò che fosse-
le ritenendosi non guelfo, e non essendo ro mantenuti allo studiò di Bologna 8 gio-
riuscito a ridurre in pace il popolo bolo- vani della diocesi d'Avignone; parte della
gnese agitalo dalle fazioni, massime de' cfual città col contado Fenaissino^ di cui
Guel/ie Ghibellini (T .), si ritirò in Imo- era capitale, apparteneva già alla signo-
la,donde a'2 giugno 1 3o6 scomimicò 1
i
ria temporale della s. Sede. Papa Euge-
magistrati di Bologna, privò la città dello nio ly abolì il collegio, e ne applicò l'en-

studio, scomunicando chi vi andasse a stu- trate al collegio Gregoriano. 2.** Collegio
diare; il che fu la fortuna di Padova, a Bresciano. Neil 326 Guglielmo da Bre-
cui passarono quasi tutti gli scolari. A se- scia, medico Clemente V e arcidiaco-
di
cx)nda del rainmentato nell'indicalo arti- no di Bologna, ordinò a'7 maggio 1 326
colo, pare che la pacificazione avesse luo- l'istituzione d'un collegio per mantener-
go nel I 3g8. Ma Bologna non lardò mol- vi un certo numero di scolari di qualsi-
lo ad insorgere,perquanton:irraiin quel- voglia nazione, da eleggersi dall'arcidia-
l'articolo, contro il carditialPougel oPog- cono prò tempore di Bologna. Volle che
getto , punto che Giovanni XXII si
nel venissero istruiti nella metafisica, e nella
proponeva da Avignone recarsi a Bolo fdosofia morale e naturale. Fu aperto in
gna ed ivi stabilirvi la pontificia residen- una casa acquistata da'Belvisi dirimpet-
za; onde il cardinale costretto alla fuga to al'a chiesa di s. Barbaziano. Sussiste-
in Toscana^ ascese al potere sovranoTad- va anche nel 1 434» ed in appresso venne
deo Pepoli e non avendo potuto Bene-
, soppresso, e le sue entrate unite al detto
detto XII ottenere la ripristinaziotie del- collegio Gregoriano. 3.° Collegio Reggia-
la calma nella città, con sua bolla rivocò no. Nel i362 (iuido Bagnoli di Reggio,
i privilegi dell'università, ed ordinòsotto medico di Pietro re di Gerusalemme (cioè
pena di scomunica a* professori ed agli Pietro l re di Cipro che s'intitolava pu-
scolari di partirsene. Però essendosi sot- re re di Gerusalemme), con testamento
tomessi i bolognesi,protestando che la cit- de' 12 ottobre ordinò che si comprassero
tà e il territorio apparteneva ni principa- tanti bèni nel Bolognese pel valore di scu-
to temporale della s. Sede, e facendo di- di i5oo, e che le rendite di essi venisse-
verse promesse. Benedetto XII levò l'in- ro distribuite a* poveri studenti reggiani
terdetto, assolse i bolognesi dalle censure, in Bologna. Paolo 111 con bolla de' 28
ristabilì l'università, e dichiarò governa- mar/.o iSSg, e s. Pio V con altra bolla
tore di Bologna per 3 anni il Pepoli, ca- de*i7 genuaioi566, concessero Tarn mi-
244 ^ ^ I U NI
nislrazione de'beni medesimi al vescovo feudatario e partigiano de' Bentivoglio,
j)ro tempore di Bologn.!, che disliihuiva spalleggiato da'francesi; poiché il cardi-
le rendile a'niedesiiin poveri scolati reg- nal Alidosi legato di Bologna avendo ce-
giani. Prelese il vescovo di Heggio d'a- duto tal città a'francesi, questi sospeltan-
ver diritto a tale amministrazione e di- do che soldati spagnuoli fossero nascosti
stribuzione; ma il cardinal Lodo vicoLudo- nel collegio, vi entrarono a forza, vi fece-
visi arcivescovo di Bologna in forza delle ro molti guasti, ed olfesero alcuni colle-
precedenti pontificie abilitazioni, con de- giali. Tra questi fiorirono moltissimi il-

creto de'5 novembre 1624 applicò perpe- lustri per dottrina, dignità e santità di vi-
tuamente i beni del collegio al suo seini- ta, e fra gli ullimi il b. Magno Alvaro O-
narìoarcivescovile, come a quello che fin sorio; e il b. Pietro d'Arbues, in contem-
allora a vea sussidiali ideili poveri reggia- plazione del quale tutti i convittori godo-
ni. 4'° Collegio di Spagna. Nel i364 il no la prerogativa d'essere aggregali alla
celeberrimo cardinalEgidioAlbornoz, già cilladinanza di Bologna. Il collegio in va-
arcivescovo di Toledo (nel quale arlico- rieepoche accolse ospiti illustri, come Pio
10 ricordai parie degrinnumerabiii luo- VJ a'3o alaggio 1799, nel suo passaggio
ghi in cui celebrai le sue magnanime ge- allorché fu condotto in deportazione a Va-
sta e generoso testamento), legalo di Bolo- lenza; Lodovico I red'Etruria a* io ago-
gna, con testamento de' 29 settembre or- sto 1801 nel recarsi in Toscana al nuovo
dinòjcbe col rimanente de'suoi beni si pro- suo regno, colla sposa Maria Luigia la ,

cedesse olla fondazione d' un collegio in quale divenuta vedova e reggente, quan-
Bologna , col nome
Casa Spaglinola
di do fu costretta d' abbandonare il regno
e sotto la tutela di 1 Papa suo
s. Clemente vi tornò a* i4 marzo 1807 co'flgli Carlo
1. "titolo cardinalizio, a comodo di
24 sco- Luigi poi duca di Lucca e indi di Parma,
lari nobili spagnuoli casligliani, compre- e M.* Luigia Carlotta, da ultimo defim-
si 3 aragonesi e un portoghese, da nomi- ta in R^oma tra il compianto universale,
narsi alternativamente ogni 8 anni da' recandosi a Madrid e portando seco il fe-

prelati e capitoli voluti dal testamento retro dell'esiinto marito. Soppresso il col-

stesso , ed a norma anche del prescritto legio nel i8i2 da Napoleone I, e devo-
da Benedetto XIV a*i5 noven)brei74i' lute le sue proprietà al monte Napoleo-
11 testamento è riportalo neW Hisloria ne, l'antico e insigne edifizio rimase non
della vita et gesti del cardinal Egidio curalo e corse pericolo d'essere distrutto;
AlbornolìOy di Francesco Stefano rettore ma neli8i4 Ferdinando VII re di Spa-
del collegio degli spagnuoli di Bologna, gna, mediante trattato concluso poscia
ivi 1 590. Ebbe principio a'6 marzo 1 365 nel 18 19 con Pio VII, ne procurò la re-
in alcune case ac(|uislale da'Dellini nella stituzione a'rainistri di Spagna, con l'as-
parrocchia di s. Maria delle Muratelle, segno d'altri terreni invece de' perduti.
dagli esecutori testamentari d. Ferdinan- Vennero in seguilo ripristinali i privile-
do Alvaro Albornoz e d. Alfonso Fernan- gi e rimessi in vigore gli slaluli, con al-
do. Condotta a fine la fabbrica del nuo- cuni cambiamenti nell'amministrazione,
vo collegio nel giugno dello stesso antio, come la nomina regia a vita del rettore.
vennea preferenza d'altri collegi spagnuo- Il numero de'collegiali variò secondo l'e-

li in Bologna preesistenti, intitolalo Colle- poche, ed al presente per le vicende po-


gio Maggiore, e ne fui. "rettore lo stesso litiche della Spagna è sospeso l'invio de*
d. Ferdinantlo Alvaro. Molli danni soffrì collegiali, non essendovi che un vice-ret-
il collegio nelle guerre del 1 5 1 i , che Giu- tore e un cappellano, oltre alcuni inser-
lio li collegato cogli spagnuoli e veneti, vienti. E sotto la protezione del sovrano
ebbe con All'ouso 1 duca di Ferrala suo di Spagna, e la dipendenza in di lui lue-
UNI U N I 245
go del cardinale più anziano clell.i nazio- con noie, cominciando dal riportare un
ne spaqiiuoln residente in Roma, il quale bel numero de'principali scrittori dell'in
comunemente si faceva lappresentaie signe collegio, cavati da quelli pubblicati
dall'arcivescovo prò tempore di Bologna, ne'suoi Cenni storici dell'almo real Col-
che perciò portava il titolo di compro- legio Maggiore de' nobili spagnuoli in Bo'
tettore, avente facoltà di visitare il col- logna, ivii834: tratta delle rare edizio-
legio e rivedere i conti ogni anno, po- ni e degli scrittori della biblioteca Albor-
tendo in caso di suoimpedin)ento essere nozziana; dice ch'è tradizione che i primi
praticata questa visita dal di lui vicario, stampatori, essendo inseguiti dalle perse-
duir arcidiacono della metropolitana e , cuzioni degli scrittori amanuensi, si rifu-
dal priore de'soppressi Olivetani di s. Mi- giassero nel collegio spagnuolo, e ivi nel
chele in Bosco, come leggesi negli statuti 1464 cominciassero a stampare un'ope-
impressi in Bologna nel1648 co'lipi Be- ra, mentre nell'altra di Baldassare Azzo-
nazzi.Era governalo da un rettore spa- guidi bolognese, questi è detto prìmus in
gnuolo. Alla metà cirea del decorso se- sua civilale artis fmpressoria inventar,
colo vi fu unito l'altro collegio pe'pove- Bononiae ^j o.Cììc'x collegiali diSpagna,
i

ri studenti, ma non nobili spagnuoli, fon- dopo 5 anni di studio, prendevano lau-
dato dal d/ in medicina Andrea Yives rea dottorale nella facoltà acni eransi de-
d'Alcanzia, e che esisteva sotto la parroc- dicali, di teologia o di leggi civili e cano-
chia di s.Lorenzo porla Sliera nella via niche, per godere nella Spagna del pri-
J'ralello. Abbiamo di Giovanni Pineda, vilegio concesso da Carlo V agli addot-
Proles Aegidimia, seu Cntalogns illw torali nella bolognese università. Ripor-
st ri li ni vii ora m ^qiù ex in i ign i Collegio ta l'iscrizioni esistenti nelle pareli della
1)1(1Jori s. Clfintnlis Ispaniariun Bono- chiesa del collegio. 5° Collegio Grego-
ììiat (legenlium prodiere, Bononiae 1 624, riano. Neil 371 Papa Gregorio XI (col-
typ. LoMghi. l^rancesco Savaro, Descri- la bolla Hessanclissiinajdi\Uì\i\ Avigno-
zione del Collegio Maggiore di s.Clenieii' ne a' 18 dicembre 1372, Bull. Rom. t. 3,
te di Spagna in Bologna ^ ivi pelMonti par. 2, p. 340: Collegiuniincivitale BO'
1664. Gregorio di Paiga, La Fenice di noniensiase Gregorianuni nuncupatiini
Bologna in occasione di celebrare l'ar» excitatf eidenique dotem assignat, StatU'
rivo di Filippo V
in luiliaf aggiuntavi taquc , et ordinationes prò bono regintì'
una breve descrizione del Collegio di Spa- ne magistronun, et scholariuni inibi de-
gnay Bologna lyoS pel Monti. La CVo- gtntiuni decernil) ordinò la fondazione
naca pubblicata dal eh. Giordani, rife- d'im collegio, che si appellò del suo no-
rendo la visita falla dall'imperatore Car- me, a vantaggio di 3o poveri giovani de-
lo V nel i53o (lo visitò pure nel 1539) diti allo medicina e filoso-
studio della
all'almo collegio reale di s. Clemente de' fia. Fu quindi couiprato da'Pepoli un pa-

nobili spagnuoli, parla della fabbrica in lazzo nella parrocchia di s. Agata, ove si
foggia d'aulico forlilÌ2Ìo,dellefsue pregevo- fondò il collegio, al quale vennero in se-
li piUure,delIachiesa,della ricca bibliote- guilo imite le sostanze di quelli Avigno-
ca Albornozziana. L'imperatore Carlo V nesee Bresciano. Il famoso cardinal Cos-
concesse ampio privilegio al collegio in fa- sa legato di Bologna, già arcidiacono del-
vore degli alunni che pegli sludi fatti neh la cattedrale e dottore ne'due diritti, poi
runiversità di Bologna, con distinta lode Giovanni XXI 11, per avversione al fon-
nelle varie scienze si laurea vanojcioè ch'e- datore, vendè il collegio e ne cacciò gli
glino godessero ile'medesimi privilegi ac- allumi; ma tal vendita riuscì ili niun va*
cordati a' laureati delle piìi celebri uni- loie ,
poiché il collegio esislevji anco nel
versità di Spagna. U Giurduui l' illustra 1437 , e l'unioni ad esso de' menlo-vati
246 U N I UNI
due collegi eseguite claEugenio IV lo com- leslamculo del 18 rS ordinò che l'annuo
provano. Fu soppresso indi circu alla me- fruttalo del capitale di lii e 6000 venisse
tà dello stesso secolo XV, e nel 1 452 il passato a quel giovane sarzanese che ne
«uo palazzo fu acquistalo da'domenicani, fosse giudicato più meritevole, e in caso
i quali neh 474 'o venderono a' Pepoli, che non ve ne fossero di Sarzano, bene-
e questi nella scala vi fecero dipingere le ficò quelli del ducato genovese. 8." Col-
gesta del famoso Taddeo Pepoli signote legio f'^ives. Perchè nel collegio di s. Cle-
di Bologna. 6° Collegio Jncarano. Nel mente di Spagna non venivano ammessi
i4i4 Pietro di Gio. Cola d* Ancarano che nobili, cosi il rammentato Andrea
i

celebre giureconsulto l'istituì in Bologna Vives per comodo degli altri spagnuoli
sotto la prolezionedel duca di Parma (ve- poveri, con testamento del i528 ordinò
ramente non era ancora ducato, ne go- la creazione di questo collegio, di cui vol-
deva l'alta signoria la 8. Sede, e Giovan- le che fossero protettori il gonfaloniere
ni XXlll ne avea investilo Fieschi; ia i di giustizia eil decano del senato di Bo-

seguitocertamentesaràstato proletto da' logna. Fu aperto nel j538 in una casa


duchi Farnese), pe'poveri scolari parme- acquistata da'Lini nella parrocchia di s.

giani. Fu aperto nella casa del fondatore Martino della Croce de'Sanli. Nel i657
io Val Neh 532 venne traspor-
d' A posa. venne traslocato nella via del Pralello, e
tato nel borgo della Paglia, ove di pre- alla metà del secolo scorso soppresso, ed
sente sono le scuole d'elementi di figura unite le sue sostanze a quello di s. Cle-
e d'incisione. Nel lySg fu traslocato nel mente o Albornoz, coll'obbligo di man-
palazzo ZancUini presso la chiesa di s. An- lenere l'unico alunno superstite vita sua
drea degli AnsaldijenehyBo fu abolito. naturale durante. 9.° Collegio Illirico-
7.° Collegio Fieschi. Nel i5o8 mg.' E- Ungarico. Ì!it\i 53 y mg.' Paolo Sondi ve-
manuele Fieschi ne ordinò l'erezione, a scovo Rosonense o di Risano suflraganco
comodo de' poveri giovani genovesi suoi di Ragusa e canonico di Zagabria ne or-
Concittadini,esi chiamò col suo cognome. dinò l'erezione a comodo de' canonici di
La di lui volontà si riscontra nel testa- Zagabria e de'gentil uomini ungheresi, da
njenlodeh36i e nel codicillo del 1864 nominarsi da quel capitolo. Nel 78 per i 1

(temo anacronismo o errori numerici di disposizione dell'imperatore Giuseppe II

stampa) del conte Pepiniano Fieschi suo venne trasferito in Zagabria. Il locale del
nipote ed esecutore. Il Fantuzzi lo dice collegio si comprò dalle monache terzia-
fondato nel i5o8. Era situato nella via rie scalze, le quali soppresse, divenne ca-
del Pralello. Siccome stava nell'arbitrio serma, e neh 821 vi si stabilì l'attuale col-

degli alunni il una unì ver-


portarsi più in legio Venluroli, fondato dall' architetto
sila che in un' altra così deviarono da
, Angelo Venluroli bolognese di cui nel ,

questa di Bologna, per cui ne venne che 1827 fu stampato in Bologna V Elogio dal
gli eredi e successori del fondatore conti marchese Bolognini Amorini, a vantag-
Girolamo e Giacomo Fieschi genovesi, ot- gio de'giovani studiosi di belle arti, io."
tennero neh 776di poter alienare al con- Collegio Ferrerio. Nel i 54 1 ne fece la

te Giuseppe Pallavicini il locale del col- fondazione il cardinal Bonifacio iPe/rerzo


legio, e nel 1794 ^^ vendere a Vincenzo o i^er/m d'Ivrea piemontese, vescovo di
Galazzi gli altri beni di esso, rimanendo Porlo e legato di Bologna, chiamato col
però i relativi prezzi da investirsi a bene- suo cognome, e anco della Paiola dal no-
fìzio sempre de'medesimi poveri scolori. me portato dal luogo allorché era deli-
Qui il Mazzetti memora il beneficio a uti- zia de'Bentivoglì signori diBologna, a co-
le de'poveri studenti genovesi lascialo da modo de'giovani piemontesi da nominar-
Gio-ìfauni Brondi di Sarzana, il quale con si dalla casa del foudalore , alla quale
U IN 1 UNI 247
successe la famìglìu de'principi di Ì^Jas- ma in seguilo atteso la scarsezza delle reu-
serano. Cessò il collegio per le tuibuleii' dite, fu permesso, senza legittima atifo-
/e e poliliche vicende al iine del secolo rizzazione, agli alunni di vivere nelle pro-
SCOI so. 1 ." Collegio lUontalto. Nel 586 i prie case, corrispondendosi loro una raen •

ne ordinò l'erezione Papa Sisto /^ (nella sile Diminuite ulteriormen-


prestazione.
quale biografia resi ragione peicliè del- te le rendile, con beneplacito apostolico

lo di Monta Ilo, sebbene nato a Gronara* del 1759 di Clemente Xlll, proseguiro-
mare) a comodo di 5o poveri giovani del- no gli alunni a starsene fuori di collegio:
la I\Jarc{Ty invece del collegio che pe' le- allora erano 3 soli, ad ognuno de' quali
<lesclii voleva istituirvi Timmediato pre- sipassavanoannui scudi 48. Tuttora col-
decessore Gregorio XIII. Venne aperto le rendite del medesimo sono sussidiati

nel 588 nel convento echiesa del priora-


I gli studenti determinati dal fondatore.
to di s. Antonio in s. Mammolo, col nome 14.* Collegio Jacobs o de Fiamminghi.
di Montalto sua patria,e sotto la protezio- Nel 1 65o
fondò Giovanni Jacobs orefi-
lo
ne d'un cardinale Piceno^ al modo riferi- ce in Bologna, con testamento de' 5 set- 1

to in quell'ai licolo, e nel voi. LXXV,p. tembre, pel mantenimento ed educazione


228, sulle disposiiioni di Pio VI. Del col- nello studio della teologia e dell'arti libe
legio parlai a Bologna. Qui solo aggiun- lali di giovani della cittàdi Brusselles, ca-
gerò, che fiori assai e die un bel nume- pitale del Brabante nella Fiandra. Ebbe
ro (rillustti,dollì e dignitari, e valga per principio nella casa del fondatore, situata
tulli u cagion d'onore il Papa Pie» VII!. nella strada del Pratello, nella quale l'ef-

Esso pure cessò per le noie politiche vi- n^iò il bolognese Guido Reni. Indi nel
cende sul lìiiiie del secolo passato. Quan- I 660 fu traslocalo nella parrocchia di s.

to a Sisto V noterò, che isliltiendo o am- Barbaziano,eneli68o in Cartoleria nuo-


pliando la congregazione cardinalizia sul- va. I giovani devono essere eletti dall'u
V Università liomanay e sopra l'altre U- ni versila degli orefici di Brusselles. E go-
nìversilàjUi\ quelle che le ingiunse prò- vernalo dal rettore e da 3 eredi fiducia
tegijere, vi comprese la bolognese. 12." ri, due de'quali membri de' collegi lega
Collegio Sinibaldi. Nel fondò A- i6o5 lo le emedico filosofico, e l'altro nobile. I
gostinoSinibaldi nobile lucchese, pel man- suoi statuti furono impressi iu Bologna pe*
teuimenlo di <^ giovani nobili di Lucca, tipi Pisarri e Primodì nel 1756. De'di-
da nominarsi da quella repubblica. Fu a- scorsi collegi fondati in Bologna per gio
perto soltanto nel 1681 in una casa a la- varsi deirimiversilà, danno notizie, fra gli
to della chiesa deirarciconfiaternita del- altri, il citato Fantuzzi, e Pompeo Vizza»
l' Angelo Custode, e cessò egualmente ni nella contado
Descrizione della città,

per le deplorabili
vicende che detur- e governo f ed altre cose notabili di Bolo •

parono termine del secolo XVI II e


il gna, ivi 1 602. Questi è pure lodato auto-
lutto posero a soqquadro. i3." Collegio re de* Dieci libri dell' [Ustorie della sua
Palanlieri. Nel 6 1 o ne ordinò
1 la londa- patria, Bologna pegli eredi di Gio. Ros-
zioneÀlessandto Palanlieri con testamen- si i5g6: Idue ultimi libriy ec, Bologna

to de' IO marzo, pel utautenimenlo di 4 1 608. Osserva il Giordani, che molti de*

giovani di sua famiglia di Castel Bologne- suddetti e altri collegi furono soppuessi e
se, e in mancanza di questi, d'altrettanti per diverse circostanze, e parli-
distrutti
a scelta della medesima, sotto la protezio- colarmenle per le mutazioni politiche sue
ne de'senalori assunti dal governo. Il car- cesse negli ultimi tempi (parlava nel
dinal Ginnasi esecutore della volontà del i84^)' Dice che erano allora in atlività,
testatore acquistò una casa , che dagli a- oltre quello reale di Spagna e il fiammiii-
lunni venne per qualche tempo abitala, go tra gli antichi, i moderni collegi Poe*
248 U J\ I U ìN I

li, Luigi e Venluroli. L'avv*


Comelli, s. dò una copia all'università; Giovanni
Cislellano, Lo Sialo PoidificiOi nella sua XXII le inviò il 7." libro ossia la raccol-
iiileressante descrizione di Bologna , cele- ta delie costituzioni del predecessore Cle-
brando ruuiversilà che d'ogui d'Eu- lato mente V, da lui pubblicala col nome di
ropa allirò gii studiosi fìao dalla i/ isti* Clementine (ma il ìNovaes nella Storia eli
tuzioiie, e die die origine a vari collegi Clemente /^,dice che Giovanni XXII non
particolari, dichiara che molti ne furono già all' università di Bologna mandò le
soppressi, ed esistere appena quello di s. Clementine, come falsamente fu messo nel-
Lucia, che nel 177^ da' gesuiti passò a' le stampate, ma
si all'università d' Jiù-

barnabiti, i quali dirigono pure il collegio gnone, come vede nell'originale della
si

di s. Luigi, fondalo nel i645 dal conte bolla di pubblicazione del 3 7. Aggi un- i 1

Carlo Zani; e il collegio aperto nel 1679 gerò, che Clemente V nel concilio di /^/ea-
dal capitano Teodosio Poeti e ristabilito na, ti'iì le 5 primarie università in cui in*
nel 1774, che per rimembranza uè con- giunse che vi Lin-
fossero professori delle
serva \\ nome. gue arabica, ebraica e caldaica, vi com-
Tornando a'fatti principali dell' uni- prese quella di Bologna); eBenedetloXI V
versità di Uologua, dalla sua origine a'no- mandò all'università le sue costituzioni,
siri giorni, narra il Mazzetti, che ad essa lettere, decretali ed encicliche. Di più que-
molti Papi, imperatori e altri principi ac- sto Papa stabilì con breve de'iS seltem^
cordarono amplissimi onori e privilegi, a brei 748 la giubilazione a'professori del-
preferenza di qualunque altra università. l'università dopo il servigio di soli So an-
Lotario li imperatore scelse Bologna al- ni; mentre l'altro bolognese Gregorio XV
l'insegnamento del gius romano; e Fe- con bolla dell'i agosto 1621 l'avea ac-
i

derico Il imperatore, dopo avere ricupe- cordata dopo il servigio di ^o anni. Ta-
rato dalle mani degli arabi l'opere di A- le dirilto, con alcune variazioni a norma

ristotile, le indirizzò allo studio bolognese dell'anzianità, l'approvò Leone XII nel
perchè vi s'insegnus*;eio pubblicamenle. 1826. Diversi Papi, imperatori, re e re-
1 Papi (Alessandro ili appena eletto nel pubbliche hanno in differenti tempi ri-
I I
5g partecipò con enciclica all'Episcor chiesto il parere di questo studio genera-
palo la sua esaltazione, e poi anche l'in- le in cause di gravissima importanza , e
trusione dell'antipapa Vittore V, ed al- per ultimi Leone XII e Gregorio XVI.
trettanto fece con Gerardo vescovo e i ca- Le autorità, tribunali e altri vanno poi
i

nonici di Bologna, i dottori e magistrali conliuuamente ricorrendo all' almo col-


della città, onde rimarca il Tiraboschi, legio medico per pareri in cause egual-
nel l. 3 della Storia della letteratura ita- mentegravissime. Dal seno deil'uuiversi-
liana, che con ragione si può alFermare là uscironoquegli uomini insigni in ogni
essere stala l'università di Bologna la i.** genere di scienze e di cariche, che si spar-
onorala di lellei'e da un Papa)
fra tulle sero per tulio il mondo, illustrati dagli
Gregorio IX le inviò 5 libri delle De- i scrittori già riferiti e riportati eziandio
cretali, fatte raccogliere da s. liaimoodo dal Mazzetti. Le sue leggi o costituzioni
diPegnalbrt, perchè si usassero nelle scuo- furono pubblicate nel 1432 e impresse nel
le e ne'lribunali; Bonifacio Vili (a sug- I 56 da Alessandro Beoacci, ed altre suc-
i

gcrinienlo dell'università di Bologna, che cessivamente furono o raodincale o as;-


gii n)qndò a questo line Jacopo da Ca- giunte nel i586, nel 1602, nel i63f) e
stello mansionario della cattedrale, ed u- stampale nel 1641 dalBenacci epegli stes-
no dc'piìi eloquenti proltissori dell'uni- si tipi anco neli7i3; nelle quali si esor-
versità stessa) avendo raccolto e pubbli- tarono i medi-
collegi de' legisti, artisti e
calo il 6." hbro delle Decretali^ qc maa- ci a non laureare alcun giovane che non
UN I N I 249
avesse sUiilinto almeno 5 anni conforme IMarlino V, Eugenio IV, Nicolò V, Pao-
le aiiticlieciisposizioni con fermale da' Pu> lo II, Innocenzo Vili, Paolo III e Giu-
pi. Dislinguevasi io studio generale di Bo- lio III. Concorreva altresì ad illustrare
logna in due università, in quella de'giu- questo studio la nazione alemanna , la
1 i^ti e ntll'altra degli artisti. Ne'tempi an- quale avea due presidenti o procuratori,
litlii pelò i maestri e gli scolari se ne sta- che tra le due università stavano in ran-
vano di visi e sparsi per la città. Il soprav- go come priori, a'quali seguivano pre-
i i

venuto bisogno di riunirsi e di formarsi sidenti, indi i nazionali alemanni, e in fi-

in corpo o società per difendersi contro ne i Godeva molti privilegi


consiglieri.
la prepotenza d'alcune famiglie, die mo- concessi da Carlo Magno, e confermali da
to anclie alla scolaresca di seguire l'esem- più Papi e imperatori. Era sotto la prò-»
pio, e di crearsiun capo che fu detto ret- lezione pontifìcia e del s. romano impe-
tore. L'unione di essa poi venne appro- ro. Le sue costituzioni stampò il Sassi nel
vala da Onorio 111 neli2iy e nel 1220, 1750. Tanto poi due università de'giu-
le

ed il luogo di sue adunanze era la chiesa risli e degli artisti, che la nazione
aleman-
di s, Piocolo. Probabilmente le nazioni na, tra'molli privilegi aveano anchequel-
pi il numerose avcano ciascuna il loro ret- li di proporre a' collegi un promovendo

tore. Distinto e regolalo lo studio in det- gratis per ogni corpo, por concessioni di
te due università de'giurisli e degli arti- Nicolò V, Paolo11, Giulio li, Paolo III,

sti, ognuna ebbe il suo rettore. Cessala Pio IV, Gregorio XI il, Clemente Vili,
alfallo nella scolaresca questa carica sul Paolo V, Urbano Vili InnoceniO e , X
principio del secolo XVII, il cardinal le- Clemente XII, L'università degli artisti,
gato prò tempore divenne il rettore per- che non si era valsa di tal benefìcio da
petuo d'ambedue l'università, i di cui lungo tempo , fu causa della cessazione
priori avanti di lui si estraevano dopo la del diritto; reclamando, nel 1776 fu de-
festa di s. Caterina protettrice dello stu- cretato dal cardinal legato, che i collegi
dio. Oltre a'priori, la carica de'quali du- dovessero concedere gratis la laurea a uu
rava un mese, ad eccezione de'priori e- povero e dotto studente; privilegio am^
stivi, che continuavano dal i,** maggio plialo da Leone XII nel 1824 a favore
sino ni termine delle scuote, ogni uni- degli scolari poveri, esemplari per conle^
versità avea due presidenti e due consi- gno , e distinti per istruzione e profìlto.
glieri, e veniva servita da due bidelli e Le leggi conuini a tutti gli scolari furonu
da un cancelliere, L' università de' giu- riformate nel 1 553, e confermate da Giu-
risti dislinguevasi nelle due nazioni ol- lio III, Alla reggenza dello studio venne-
tramontana e citiamontana, la i.^com-r ro destinati un senatore, un cavaliere, uq
prendeva 24 altre nazioni, e 22 la 2/ A» nobile,uncittadinoe un mercante col lito-

vea le sue particolari costituzioni, stam- lodi riformatori dello studio, e con facoU
pale dal Benacci neliSGi. L' università tàdi dis[)ensare le cattedre. Questi rifor-
degli artisti classiflcavasi nelle nazioni matori si eleggevano ogni anno dal magi-
italiana ed esterna; l'italiana compren- slratodegli anziani,colconsensodel cardi-
deva le nazioni lombarda, romana, tosca- nal legato. L'arcidiacono della cattedrale
na; e l'esterna l'oltramontana e l' oltre- poi metropolitana era il cancelliere mag-
marina. IJessa pure avea le sue partico- giore, ovvero lai. 'dignità dello studio, n-

lari leggi, che furono riformate nel (joc), i venie diritto d'insignire della laurea nelle
cd'approvale nel G 1 i 1 e nel 1 6 1 ^i ila'car- facoltà canonica, civile, medica e lìlosoiì-

dittali legali, stampate neli6i.>. dal He- ca , in virili di bolla d'Onorio III del
nacci. Le ihie università godevano molti I 2 I (); diritto che lo stesso Papa con UoU

onori e privilegi ad esse concessi da" l'api la del 1221 accordò al cupilolu di dell«(
25o UNI UN I

melropoIitatia,in caso peròclMmpedimeii- ni versila, perchè erogandosi il denaro ia


to odi mancanza tleirarcidiacono. 11 di- altre più pressanti bisogna, lo fecero scar-
ritto di decrelaiee conferire la laurea nel- mancare talvolta anche affatto.
seggiare e
la facoltà teologica pei* la bolla d'Inno- Quindi provenne Io scadimento e l' ab-
cenzo VI deli36o spettava al vescovo o bandono delle caltedre,la dispersione del-
suo vicario. Non è facile stabilire qual la scolaresca , la conseguente mancanzri
fosse ne' secoli più remoli l'assegno pel del profitto e la rovina dell'università. Il

mantenimento dell'università, e da dove che consideratosi attentamente da' i6 ri-


precisamente provenisse. Tal volta gli sco- formatori dello stato di Libertà, che con
lari tra loro quotizzandosi, conducevaiio approvazione pontifìcia erano succeduti
a leggere qualche insigne maestro, e lo nelle facoltà del generale consiglio, con
stipendiavano; tal altra vi contribuivano decreto de*28 marzoi4i6 determinaro-
alcuni nobili e ricchi cittadini, per amo- no d'assegnare per stipendio de'lettori i

re alla patria e alle scienze. Tal provve- proventi de' dazi del folicello, del pesce,
dimento ne' tempi antichi fu sulfìciente, e de'contralti di compre e di doli, inca-
ne'quali per la scarsezza dell' Università ricando il tesoriere della città a pagare
(/^.) in tutta l'Europa, e per la celebrità questi prodotti nelle mani del depositario
de'maestri quivi leggenti, influì anche a eletto da'delti lettori, il quale in determi-
mantenere numerosissimo il concorso de- nale epoche a'medesimi ne faceva il ri-

gli scolari; onde può dirsi che rmiiversi- parto. Ma o l'assegno non fu bastante, o
tà di Bologna quasi da se medesima sen- non si osservò il decreto, mentre nel 43 ^ i

za l'altrui aiuto allora sussistesse. Insor- lo studio ricadde ne'precedenti inconve-


to poi lo scisma nella Chiesa per opera nienti. Perciò mg."^ Marco Condulmero
degl'imperatori delia casa diSvevia,i f|ija- vescovo d'Avignone, governatore di Bo-
li allo scopo d' abbattere 1' università di logna e della Romagna, con potere di le-

Bologna, fedelissima alla s. Sede, altre li- gato a lalere decretò che stante la fa- ,

ni versila eressero o favorirono nell'Italia ma, r onore e la gloria che lo studio a-


e fuori, a studiar nelle quali con severis- vea recalo, recava e recarebbe alla città
sime leggi richiamarono gli scolari di na- di Bologna, meritamente chiamata Ma-
zione germanica e di fazione imperiale, dre degli studi, e slaute il detrimento che
fu in questa fatai circostanza, che il con- produceva allo studio la morosità e ces-
siglio generale della città , che allora si^ sazione nel pagar gii onorari aleltori, si

governa va a popolo, scelse provvidamen- dovessero conservare gli assegni de'dazi


te per il mondo più celebri maestri , e
i suddetti, aggiungendo inoltre quello del-
stipendiandoli col pubblico denaro, ri- le mercanzie ed intimando al tesoriere
,

chiamò gli scolari che altrove andavano. di passar lutto nelle mani del deposita-
Dal ruolo pubblicato nel 384 lilevasi, i rio. Che se dazi assegnali non fossero
i

che allora i professori pagali a carico del- slati al mantenimento de'lettori sullicien-
lacamera o reggimento di Bologna avea- ti, assegnò pure a compimento dell'oc-
no l'onorario gradala tnente,a norma pro- corrente somma lire i odo dibolognini o-
babilmente de'rispettivi n)eriti, dalle lue gni mese sul dazio del sale. Quali asse-
33 sino a fiorini di camera 325, corri- gni furono confermali con bolle, nel i437
spondenti a più di 5oo lire bolognesi,ch'e- da Eugenio l V, nel 44*^ ^'^^ Nicolò V, nel
1

ra massimo, oltre altre solite propine,


il i465 da Paolo li, neliSog da Giulio II,
che loro venivano pagate dagli scolari. neli5i3 da Leone X, nel 52 3 da Cle- i

Le perniciose calamità dell'interne guer- mente VII, neh 567 da s. Pio V, nel 586 1

re e discordie, e le frequenti mutazioni di da Sisto V. Anzi Giulio li, ad eliminar


dominio produssero molto danno all' u- ogni frode a danno de* lellori, concessa
U N I UNI 25i
roiiiniioislrazìone de'suddelli clnzi,cono- la più dì 1 70, cos'i Nicolò V con bolla del
scitilì sotto ii nome ili gabella grossa, a 6 I .**agosto 1 4'> I ridusse il numero delle let-
tluttoi 1 del collegio canonico, civile e me- ture ordinarie a 44» cioè 6 di decretali,
dico. I 4 iiiemorali l'api successori rati- due per la mattina, tre peruna la sera e

ficarono qiiest'am minisi lazione.e nel l'ap- pe'dì festivi; una de'decreti per la mat-
la Gì XIII vi aggiunse allri tinai 7 di gius civile, due per la mattina,
6 dottori di detti collegi, ciascuno de'qiia- tre per la sera e due pe'dì festivi; una
ii eleggeva 4 sindaci tra loro, 1 6 senio- ilei Sesto e delle Clementine; una degli

ri sostenevano il priorato ogni bimestre. atti autentici; lina delle Istituzioni una ;

Dipoi prelese il senato di Bologna contra- dell'uso de'feudi; 5 di medicina ordina-


fctare tale amministrazione per volervi an- ria, due per la mattina, due per la sera e

ch'egli ingerenza, onde nel i 6o3 rinsc'iad una pe'di festivi; una di medicina prati-
otteneie da Clemente Vili, che 7 senato- ca per la mattina; una di chirurgia; una
ri si aggiungessero a'siiidacJ;aggiiinl<i che di astronomia ; 4 di filosofìa ordinaria,
fu causa di gravi controversie, per la di- due per la mattina e due per la sera; una
stribuzione degli stipendi a'ieltori e loro di filosofìa straordinaria; una dì filosofia
elezione. Pel buon governo della gabel- morale pe'dì festivi ; 4 di logica, due per
la furono stampali analoghi regolamenti, la mattina e due per la sera; 2 di retlo-
e poi anche il catalogo de'sindaci sino al rica e poesia; 2 di grammatica ; 2 di a-
I
796, incoi per le malaugurate politiche rilmetica e geometria; una di musica; ed
vicende venne abolita a benehzio del-
, una di nolaria. Le cattedre che vennero
l'università siffatta amministrazione, ed i aggiunte in seguilo furono le seguenti.
^oyevuì prò tevìpore pensarono invece, Dal ruolo del 1 4^5 se ne vedono 5 di let-

comeora,a mantenerla co'denari del pid)- tere greche. Nel ruolo deli 47 3 se ne ri-

blico erario, nel quale rimasero per seju- leva una di lellere ebraiche. Dal ruolo del
pre eiogate le rendite della gabella. Que- i5i3 ne appariscono 2 di metafìsica e
sta in principio a vea prodotto 16,000 scu- una di teologia. Nel ruolo deh 52 3 si ve-
di, somma rdevante a que'tempi, ma ne' de la cattedra di lettere umane. Nel ruo-
due ultimi secoli avea palilo notabili di- lo del 579 una di s. Scrittura. Le ordi-
I

minuzioni. Passala l'università a carico nazioni pubblicate net 641 dal cardinal i

dell'erario, soggiacque a norma di sue ri- Durazzo legato prescrissero che a ter- ,

strettezze a sensibilissima lifurma, e nel mine del summeutovato concilio di Vien*


1799 non importava che 12,000 scudi. na, oltre le cattedre di lingtie greca ed e»
Dimenticata e negletta, valutali poi dal braica suddette, vi dovessero essere an-
governo i suoi antichi privilegi e la sua che (|uelle di lingua arabica e caldea. Ni-
grande utilità, nel 802 riprese splendore 1 colò V alle ridotte 44 cattedre assegnò a
per l'assegno annuo di 3o,ooo scudi, che ciascuna l'onorario annuo di lire 5oo, o
più o meno si conlinuò sino alla caduta al più 600, dichiarando però che tutti
del regno Italico nel 181 4- Ripristinato que'cìlladinì laureati che volessero legge-
\\ governo pontifìcio nel 181 5 e limitati re fossero tosto assunti alle cattedre e sii-

gli onorari a'professuri alla sommadi scu- pendiati secondo la discrezione de* rifor-
di 4o^> ^> lidusse l'annua spesa a scudi matori dello studio, a'quali venne anche
28,000 circa, finche il magnanimo Leo- data facoltà di stabilire co'professori fo-
ne XII nel 1824 aumentò gli assegni sino rastieri i loro stipendi. Clemente VII con
a scudi 3o, 000, oltre agli straordinari per bolla del i523 stabilì pc' detti laureali
acquisti di stabili e altre sue occorrenze. cittadini che volessero leggere, l'onorario
Siccome il numero delle cattedre era di- di lire 100: Gregorio XI II lo portò a 200,
venuto senza limite, coutandoseue talvol- il che fu confermato uuco net i6q4<^')'*
25^2 V iN I UNI
sena locoiisu Ilo, a riserva però de'cJau- fino 011796, oltre a'maeslri di gramma-
strali, a'quali non venivano passate che tica,aritmetica e calligrafia, che no» e-
lire I oc, e qualche aumento dopo parec- rano considerati veri lettori, ed alle let-
chi anni di lettura. E lullociò oltre alle ture destinate pegli scolari^chc previa una
solile propine clie venivano pagate a'pro- disputa aveano dato saggio di se. Erano
fessori dalla scolaresca. Per maggior de- questi II ,sei pe* legisti e cinque pegli ar-
coro dello studio fu stabilito con conven- tisti. L'onorario relativo serviva agli sco-
zione del senato nel 1
549, di nominare 4 lari per laurearsi. Allorché si IrovavRiio
professorijchechiamarousi Eminenti, uno vacanti, come
erano quasi sempre, lo
lo

di legge,unodi medicina, unodi filosofia, u- slesso onorario andava a profitto de'col-


no di lettere u ma ne,purchè fossero famosi legi in compenso delle lauree che dovea-

ed avessero letto 20 anni continui in uno no conferire gratis. La maggior parte de'
degli sludi piij accreditati d'Italia, i qua* professori usava di dar lezione nelle pro-
)i nelle ricordate ordinazioni del cardinal prie abitazioni, e si portavano al pubbli-
Durazzo, si dichiarò esser quelli di Pado- co archiginnasio soltanto per unirsi alla
va, Pavia, Napoli, Pisa, Messina, Peru- scolaresca e condursela con loro. Dopo
gia e Torino. Per oltenerequesti rinoma* l'invasione de'repubblicaui francesi, av-
li soggetti convenne prescindere dalla leg' venuta nel giugno 1796, aboliti gli anti-
gè dell'onorario, siccome vi venne con op- chi onori e privilegi dell'università, con
portune facoltà derogalo in più circostan- decreto del 1797 si abolirono ancora le
za non solo a favore de'forastieri,ma anche cattedre di gius canonico, di teologia e di
de'lettoricitladini.Molti esempi ne ripor- qualunque scienza sagra, e dipoi anche i

ta Mazzetti a p. 28, ed i maggiori o-


i] collegi da'quali si conferivano le lauree e
iiorari furono di scudi annui 35o, 4o'^> gradi,a cui si sostituirono particolari com-
465, 760, 1000 eh e la somma massima missioni e facoltà nominale dal nuovo go-
assegnala r.e' deqorsi secoli a un lettore verno repubblicano, il quale da'professo-
eminente; onorari tutti che in que'tempi ri vollegiuramento con quella forma
i/

si considerarono di molta rilevanza, e che da alcun ricusata, e perciò perderono la


'

comparati colla carezza de'viveri e cogli cattedra. Ne riporta il Mazzetti gli ono-
usi e bisogni sopravvenuti (e checreò pu- revoli nomi a p. 294. Nel 1798 si pub-
re la vanitile il fatale lusso), in causa del- blicò un piano generale di pubblica istru-
le passate vicende, eccedono di molto gli zione, dietro il quale T amministrazione
assegni altnalmente in corso. Gli onora- centrale e dipartimentale del Reno con
ri non si distribuivano a rate mensili co- decreto de'5 febbraio [799 limitò le cat-

me si fa adesso, ma in 4 eguali rate tri- tedre dell'università a 59, cioè 22 legali,


mestrali dette quarlironi, Ad onta del di^ 21 di medicina e chirurgia, ei6 di ma-
sposto di jNicolò V le calledre aumeuta- tematica, logica e storia, coU'onorario ri'

fono nuovamente, poiché rilevasi da'ruo- spettivo dagli scudi q.o sino a'280 ch'era
li che nel 1 579 erano pervenute a 82, nel il massimo, Mercè le vittoriose armate
j 589 agi, nel 599 erano tornate 382,
1 austriache, nell'anno stesso ritornate le

nel 1609 erano 88, nel 161 9 giunsero a cose politiche nel grado anteriore, l'am-
lo4i nel 1629 a io5, nel 1649 diminuite ministrazione dell'imperatore Francesco
a 99, nel 1 65g aumentate a 1 4^, e di più n,a'2 3 settembre 1799 ordinò la ripri-
riel669 roQ 66 cattedre, indi calale nel
1 1 comesi trova-
stinazione dell'università,
1679 a 187, nel 1689 a 107, e successi-' va innanzi l'invasione francese, essendosi
vamente diminuendo, nel i 787 se ne de- già a' 19 agosto restituiti in carica tutti
terminarono 72^ che aumentarono dipoi i professori che non aveano giuralo. Pe-
plUe le 100 e in questo numero rimasero lò i collegi non poterono ottenere la ri-
UN I UN I 253
prislinnzlone tleirassegiiamenlo della ga- ro stanza nel guasto degli Andalò, dove
bella, il privilegio del cavalierato e altri. furono già palazzi Carbonesi e Dolfije
i

Ili seguito della battaglia di Marengo, av- la ebbero anche in certe case sulla stra-
venuta a'i4 giiiguoiBoo, ristabihtosi di da verso porta s. Mammolo, entro a tan-
nuovo il repubblicano governo, l'arami- te camere per quest'elfetlo prese a pigio-
Reno con proclama de'
uislrazione del 1
ne da'pubblici leltori),i professori del qua-
dicembre riorganizzò l'università in via le si unirono in parte e concentrarono con
provvisoria, distribuendone gli studi in 3 quelli dell'università, e quindi di due pub-
classi, nella filosofica di 7 cattedre, nella blici studi se ne formò uno solo, parteci-
medica e chirurgica di 8, ed in quella di pe de'comodi e dell'utilità dell'uno e del-
giurisprudenza e belle lettere di 7, in tut- l'altro. A q ne* professori che per questa
te determinando '22 cattedre, numero che riforma leslarono esclusi, venne accorda-
in confronto dell'antico rese manifesto a ta una pensione ragguagliata snll'anzia-
qual grado di avvilimento fu ridotta una nilà del reso servigio. Adìnchè l'univer-
celebre e benemerita università, peraver sità quivi stabilita avesse in vicinanza gli
Toluto sostenere i propri diritti. Nondi- stabilimenti botanico e agrario, fu 1*8 ot-
meno poco durò sì misera condizione, poi- tobre i8o3 fatto acquisto dell'antico lo-
cbè sistemate le cose governative, il cor- cale del già collegio Ferrerio detto della
po legislativo della repubblica italiana re- Fiola co'soltoposli terreni, ove neli8o4
sidente in Milano pubblicò a'4 settembre venne impiantato l'orlo botanico, colla
1802 i decreti sulla pubblica istruzione, direzione del prof.GiosuèScanagatta (del-
l'articolo 5° de'quali {.tubili due univer- l'antico abbiamo : di Ovidio Montaibani
sità per tutta la repubblica italiana, l'u- bolognese lettore di filosofia eaialemali-
na a Pavia e l'altra a Bologna con 3o , ca, Indtx oniniuni planlarum quae iti

almeno per ciascuna a' quali


professori , TToilo puhllco Bononiae nlebanlur anno
venne accordato l'onorario d' annue lire 1 6 1 7- 1 8- 1 9-2o,Bononiae ^'i/\^{y\i.Ye\'-
1

Sooo milanesi, e lire 400 di più per quel- roni. Giacinto A mbrosini bolognese let-
li che non avessero domicilio nel comune tore dilbotanica, Ilorlus siudiosorum^si-
ove risiedesse l'univeisilà, oltjeadun au- \'e catalog^fis arhoriun friiclìciiniy sujjrn-
mento di lire 5oo ogni 5 annidi servigio. plantanim^ quoe an-
cti'cum, slirpiiim el
Dopo di cheNapoleone presidente di quel- no 1657 in sludiosoruni Horlo publico
la repubblica con decreto de'25 dicembre Bononiae colunUir. Àccessil xrir pian-
1802 passò alla destinazione de'profcsso- tnriim hactenus non scidplaruni hisloriay
ri delle 3 dal piano, chiama-
classi stabilite Bononiae, lyp. Ferroni 1607. Gaetano
te lai." di fisica e matematica con 20 cat- Monti bolognese lettore di botanica, In-
tedre, la 2.' di morale e politica con 7,6 dices Botanici planUii uni eie. cani llor*
la 3." di letteratura con 5. A'3i ottobre li Bononiensis /i/5/or/Vz , Bononiae 1753,
1803 il vice-presidente della repubblica typ. Lelii a Volpe. E un rimpasto del-
Melzi approvò il piano degli sttidi,nel qua- l'opera pubblicala nel 1719 dal celebre
le erano fissate 33 cattedre. Fu in tal an- botanico Giuseppe suo padre), e nel 1 8o5
no e circostanza che l'università venne sotto quella del celebre prof. Filippo cav.
traslocata dalla sua antica magnifica re- Re, l'orlo agrario. E perchè Tuniversilà
sidenza eretta sotto Pio IV nel 1^62, es- mancava ancora di molli comodi, l'iutpe-
sendo legalo di Bologna il nipote cardi- ratore Napoleone I con decreto de'25 giu-
nal <:. Carlo Borromeo, situata nella piaz- gno i8o5 eguagliandola negli onori a
,

za della Pace della del Paviglione, al luo- quella di Pavia, volle mettere a sua dispo-
go attiiiilc del palazzo dcll'lstitulo delle sizione la tenuta Torre di Cocceno, di pro-
scienze (le auliche scuole bolognesi cbbe- venienza de'soppressi muuaci ulivclauidi
254 U N f UNI
s.Michele in Bosco, acciò col ricavato di laonde le cattedre si ridussero a 28. 1 pro-
sua vendita si mandasse a com^jiineitto fessori restati senzaimpiego ebbero una
J'elaboratorio chimico , il giardino bota- pensione. Caduto il regno italico, ed a ven-
nico, gli anfiteatri inservienti alle pui)bh- do provvisoriamente occupato Bologna
che estensioni, per arricchire di oggetti con due dipartimenti Gioacchino Napo-
l'osservatorio, ed i gabinetti di meteoro- leone re delle due Sicilie, con decreto de'
iogia e di fìsica, ed io generale per for- 28 aprile» 8 14 l'ipiistinò nell'universilà
i)ire di comodi opportuni i locali inser- 4 di delle cattedre, cioè quelle d'eloquen
vienti airuniversità.Laqual vendita non za, di lingua greca , di lingue orientali e
si effettuò, essendosi supplito a tutte le di storia. Accordò in aumento alle dota-
dette occorrenze colle rendite annue del- zioni de'gabinetlì la rendita annua di li-

la tenuta, le quali poscia servirono ezian- reio,ooo in beni demaniali, oltre a lire
dio in buona parte a soddisfare il prezzo 0,000 similmente in beni demaniali da
1

del palazzo già Malvezzi Lupari da s. Si- vendersi per costruire il teatro anatomi-
gismondo, acquistato nel 1827 perTaoi- co, il chimico, e per nuovi lavori di cui
pliamento dell'uni versila dal suo arcican- abbisognavano il teatro fisico, edigabi-
celliere cardinal Opizzoni; e servono an- iielti di storia naturale e di ostetricia. Qua-
cora le rendite stesse a sollevare l'erario li assegni non ebbero effetto perla bre-
per altri bisogni dell'università. Stabili- ve durata del suo governo, e in seguito
tasi essa nel palazzo dell' Istituto, il suo si provvide a lutti i bisogni de* ricordali
antico locale neh 808 fiidal principe Eu- stabilimenti colle renilite della tenutaTor-
genio Napoleone viceré d' Italia posto a re di Cocceno. Debellate l'armi napole-
disposizione della municipalità, la quale tane dall'austriache, con decreto del prov-
in appresso lo destinò alle scuole no» ma- visorio governo imperiale, nel dicembre
li. Nel 1 840 vi sì collocò la copiosa biblio- 1814 vennero ripristinate 3 cattedre sa-
teca comunale,lasciata a comodo pubblico gre, cioè di teologia scolastico-dogmatica,
e istruzione dal benemerito ab. Magna- di teologia morale, e di diritto canonico.
ni bolognese (come a beneficio #mune In conseguenza del congresso di Vienoa,
fu legata quella di mg.' Francesco Zam- rcstituile alla s. Sede le legazioni , com-
beccari o biblioteca di s. Lucia presso pp. i presa quella di Bologna, per forza cedu-
barnabiti); non che il gabinetto lasciato te nell'infausto trattato di Tolentino [f^.)^
dagli altri benemeriti bolognesi professor il cardinal Consalvi segretario di stalocou
Giovanni cav. Aldini, e prof. Valeriani, ediltode'5luglìoi8i5,in nome diPio VII
per le cattedre e scuole di disegno, di fi- pubblicò le provvisorie disposizioni sul
sica meccanica, di chimica applicata al- nuovo impianto governativo, nelle quali
le arti, ed altre istituzioni a maggior in- venne affidata la sorveglianza dell' uni-
cremento de'buoni studi, per onore e glo- versità al prelatoGiacomo Giustiniani de-
ria del nome bolognesee italiano. Per re- legato apostolico, che con decreto de'3o
golare poi definitivamente il sistema del- ottobre riformò le cattedre e i professo-
la pubblica istruzione, il 1808
viceré nel ri. Ristabìtidunque primieramente la fa*

riformò le cattedre legali, cambiandone colla teologica, alla quale assegnò 7 cat-
i titoli e riducendole a sole 6, conservan- tedre, comprese le 3 già ordinate dal go-
do in via provvisoria quella di numisma- verno austriaco, la legale con 9, la medi-
tica. Levò la cattedra di lìngue orienta- co-chirurgica con 12, e la filosofica con
li, che conservò all'altra di Padova. Tol- 8, in tutto con 36 caltedre, e coll'anuuo
se ancora quelle di lingua e letteratura onorario di scudi 4oo per ognuna, a ri-
greca, d'eloquenza latina e italiana, d'a- serva de'dueclinicì,a cui furono assegna-
uaiisi dell'idee, e dì storia e diplomazia; ti, in vista della ojaggior lorooccupazio-
UN I UNI 255
ne, scuJi 600. Nel 1816 uppiovò il rego- di agraria. In tale riforma il cardinalCar-
iuiiientu piovvisotiu da eseguirsi pegii e* lo Opizzoni arcivescovo di Bologna ei.**

sauii da l'arsi nelle lispeUive fucoilà pre- arcicancelliere dell'università, di questa


iiedute dal reggente delT università, ed si rese assai benemerito, sia nel sostene-
ti venti ciascuna per capo un sìnduco. Quin- re gli stabiliti assegni a'professori,sianel-
di nel 1822 compilato d'ordine del Papa l'ollenere che rimanessero ferme le do-
dal collegio e facoltà teologica il piano tazioni a'gabiuelti e musei, pel manteni-
pegli studi sagri, con questo l'università mento e incremento di loro suppellettili,
procede il suo esercizio a tutto l'anno sco* sia nel giovare i cessati professori e addel-
laslico 1824. Leone XII seguendo l' in- ti;venendo assai coadiuvato dalla capacità
tenzioni del predecessore Pio VII colla , e zelo del celebre rettore e professore mg/
Lolla Quod divina Snpitnùaj de' 28 a- Camillo Ranzanijil corso degli sludì con-
goslo 1824, riformò il piano degli studi dusse a quel preciso fine che prescrivea la
per lo stalo papale , stabilendo due pri- bolla. Nel riferire il contenuto della bol-
marie università, oltre ad altre 5 secon- la, massime riguardo aW Università Ro'
darie, una in Roma e l'altra in Bologna, niana, Ili questo articolo ne farò il com-
con 38 cattedre per lo meno in ciascuna, pendio, ed il suo contenuto, tranne al-
deputando ad arcicancellieie di questa cune particolarità, è comune alle altre
l'arcivescovo p'O tempore diBologna. Or- Uni versi tà\\iì questo generico articolo an-
dinò die vi fosse un rettore e un vice-ret- cora riportai le nozioni principali della
tore; istituì i 4 nuovi collegi teologico, le- bolla Leoniana, riguardanti tutte le uni-
gale, medico-chirurgico, e filosofico-ma- versità de'dominii della s. Seóe^ e perciò
tematico, assegnando al i.", 2.° e 4-° 12 pure della bolognese) dello stato pontifi-
membri per ciascuno, ed al 3." 18 compre- cio e segnatamente di questa di Bologna;
si6 chirurghi, ognuno de' quali collegi non che parlerò degli abili collegiali de'ri-
col suo presidente, cioè il rispettivo deca- spellivi collegi. Di più nel medesimo ar-
no, mentre l'ultimo membro esercita le ticolo riporterò i principali decreti e dispo-
funzioni di segretario. Con altra disposi- sizioni contenuti ne'3 tomi della Collectio
zioi»e della Congregazione cardinalizia Leguni etOrdinationuni de recta Stiidio-
degli studi^ a'3i luglio 1825, istituì pure s. congregazione de-
rttni ratione, della
un 5.° collegio, che denominò filologico, gli sludi, riguardanti anche l'università
componendolo di 12 membri colle dette di Bologna, ed altresì le altre università
|)re6crizioni. L'ufficio de'collegi medesimi dello stesso stato papale. Essendo i locali

è quello di far gli esami de'professori, del clinici molto angusti, il cardinale con au-
conferimento delle lauree e de'gradi, e di toiizzazione della congregazione degli slu-
premiare gli scolari alla fine dell' anno di nel 1825 acquistò la casa propinqua
scolastico. Tanto il rettore, che i profes- all'ospedale Azzolini, che dal 1808 servi-
sori e collegiali sono di nomina sovrana. va appunto per le cliniche,parle della qua
In esecuzione di delta bolla, si devenne le dipoi unì a comodo e per l'ampliazio-
in seguito, con approvazione della memO' ne delle medesime, e segnatamente per
rata congiegazione, alla determinazione rendere più vasta la sala destinata alle
e distribuzione delle caltedi e. Alla facol- operazioni chirurgiche , che in appresso
tà teologica se ne assegnarono G, alia le- venne fornita d'analogo anfiteatro di le-
gale 12, alla medico chirurgica I
4, alla fi- gno. Nel I 82G la stessa congregazione per-
losofica 9, in tutto 4 comprese quelle tol-
1 mise il libero esercizio della professione,
lerate fino alla morte del rispettivo pio. premessi i prescritti sludi biennali, a'fle-
ed escluse dalla detta bolla, cioè
fessore, bolonn, ostetricanli, semplicisti, dentisti,
d'economia pubblica^ di storia naturale e velerinaiicbrachierari. Dispose l'unione
256 UN I UNI
all'università «Ielle scuole degl'ingegnen; istituzioni venisseroesercltafenRl semina-
ed istituì la 5/ facoltà di studi denomina- rio arcivescovile, e non fossero d'obbligo
ta filologica, alia quale destinò le 4 cat- pe'legali. Con altri decreti del i
.° marzo,
tedre di lingue gieca e orientai i, d'archeo- istituì la cattedra d' ideologia, e abolì la

logia, d'eloquenza e poesia, di storia an- prestazione del giuramento. Indi a'3 e-
tica e moderna; le prime 3 separandole resse la cattedra di diritto pubblico e del-
dalla facollà legale , alla quale apparte- le genti, dietro le quali preliminari dispo-
nevano, 1* altra erigendo di nuovo, pre- sizioni, venne dal reggente Lapi denun-
scrivendo il corso e metodo de' relativi ziata la riapertura dell' università. Ces-
studi. A umentandosi notabilmente il cor- salo questo rivoluzionario governo a'2 i

redo scientifico de'gabinetli e musei, ne marzo, caddero con esso le sue disposi-
bastando a ciò i locali dell' università, zioni, e le cose dell'università ripresero il

mercè l'indefesse cure del cardinal Op- primiero loro ordine. L'elfello che pro-
pizzonijCoU'entrate della tenuta acquistò dusse tanto fatale sommossa si fu , che
nel 1827 con pontificia approvazione il Gregorio XVI per la congregazione de-
suddetto vicino palazzo Malvezzi eadia* gli studi dichiarò con decreto de' 12 set-
cenze per 6,000 scudi, in un locale pian-
1 tembre 83 ,chiuse tutte l'università del-
1 I

terreno del quale fu impiantato lo sta- lo stalo, ordinando a' rispettivi arcican-
bilimento di clinica veterinaria, con an- cellieri e cancellieri di destinare de' luo-
nua dotazione. Poscia nello stesso palaz- ghi separati, dove i professori dovessero
zo fu stabilita la residenza de' collegi, e dare le loro lezioni ne'giorni e ore stabi-
piti lardi quella del rettorato e sua can- lite dal calendario, a comodo degli stu-
celleria; ed alcune camere superiori si u- denti locali. Di pili ordinò che tutti gli al-

nirono al gabinetto d'anatomia umana. tri scolaririmanessero nelle rispettive


si

Aboliti dalla bolla di Leone XII gli anti- città e luoghi, per istruirsi sotto maestri
chi ripetitori ad ogni cattedra, e surroga- approvati riservando però sempre alle
,

ti in luogo di essi pochi professori sosti- sole università il diritto di conferire le

tuti, a'quali riuscendo impossibile il carico lauree ei gradi, a norma della bolla di
di tutte le lezioni loro destinale, indi ces- Leone XII. Questa disposizione venne in
sarono ; procuiò il cardinale migliorare seguilo per benigna indtilgenza di Gre-
questa parte d'istruzione tanto necessa- gorio XVI grado a grado variata col
, ,

ria, e quindi con autorizzazione della con- permettere ammissione agli sludi del-
l'

gregazione degli studi, nel 1


827 pubblicò l'università de'giovani anche non provi q-
un regolamento sulla scella, ordine e me- ciali,e nell'anno scolastico 1 839-40 si con*
todo de'ripristinati ripetitori, quali poi i cessero le lezioni quasi tutte nel locale del-
nel j833, come dirò, si generalizzarono la medesima. Per conseguenza della sud-
per tutte le cattedrecome prima, hisor- delta insurrezione, con decreto della con-
ta parie del popolo, spinta a sommossa gregazione degli sludi,confermato daGre-
dalla Setta de'liberali a'4 febbraio 1 83 i, gorio XVI a'2 settembre 1 833, vennero
mentre si credeva continuar la sede va- smembrate e tolte dall'università e dal-
cante, ed ignoravasi che in Romaa'2 era la facoltà filosofica le cattedre del corso
stalo eletto Gregorio XVI, fu istituito un elementare, vale a dire quelle di logica
governo provvisorio. Il presidente di que- e metafìsica, di etica, e di elementi di al-
sto,avv. Giovanni Vicini,a* q decretò che i gebra e geometria, permeltendone lo stu-

l'università dovea dipendere dal suo do- dio sotto la direzione di maestri da ap-
minio, destinandone a reggente il prof. provarsi dalla congregazione slessa. Col
Gio. Battista Lapi, eche le lezioni di gius medesimo decreto vennero aboliti i pro-
pubblico ecclesiastico, testo canonico, ed fessori sostituiti, ed in loro luogo ripri-
U N I UNI 25:7
stillali i rìpeliloii per luUe le calleJie. di sua soppressione summenlovala, nu-
A'piofessoii delle caltedre soppresse ven- roeransi 6 Papi, 3i cardinali, jS tra ve-
ne occortlnla una pensione. scovi e arcivescovi, un santo, 7 beati e
Proceilentlo sempre col Maz/.elli, pas- altri illustri personaggi, riferiti con copio-
so a rilerire i ta\ù principali de* collegi so catalogo dal Mazzetti a p. 295. Sop-
dell' univeisilà di Dologua, dell' istituto presso il collegio nel 797 e nel 800, piac-
i 1

delle scienze unito alla medesima , dei- que a Leone XII nel 1824 d'erigerlo di
la biblioteca e de' gabinetti. J'^atli prin- nuovo al modo già detto, colle stesse fa-
cipali del Collegio disagia teologia. Fu coltà di laureare e conferire i gradi co-
fondato da Innocenzo VI colla bolla Qua- me avea prima. 1 com-
suoi novelli statuti
si ligniiru viiae, data in Avignone a' 21 pilali nel 1827, furono approvali dalla
giugno i36o, Bull. Roiji. t. 3, par. -2, p. congregazione degli sludi neh 836. no- I

3*2 3: Insiilulio Cathedrae Tlieologicaein mi de'membri del nuovo collegio dal 824 1

Studio generalis civilalis Bononiae. Vi al 1840 il Mazzetti li riporta a p. 217.

contribuì s. Pier Tonìma$i,ed èili."che Fatti principali del Collegio legale. Que-
venne eretto in Italia, cioè dopo V Uni- sto era anticamente diviso ne'due colle-
versità o Studio della Curia Romana o gi di gius canonico o pontificio, e di gius
Scuole Palatine {f'-)' Osserva il Novaes cesareo o civile. 1 due collegi sono di re-

nella Storia di quel Papa, che l'univer- motissima origine, potendosi affermare,
sità di Bologna, la più famigerata allora che lo studio delle leggi in Bologna fosse
d'Europa pel concorso degli scolari e pel esclusivamente a lei dovuto, a preferen-
gran numero di grandi uomini che avea za di tutte le altre scuole d'Italia, men-
prodotto nel diritto civile e canonico, non tre la Costituzione di Giustiniano I , le

avendo tuttavia la Facoltà teologica, In- Chiose per le spiegazioni delle leggi la ,

nocenzo VI la fondò co'medesimi privi- compilazione delle leggi feudali a istan-


legi di cui godevano le altre facoltà nella za dell'imperatore Federico I, e la pub-
medesima università. Aggiunge che il suc- blicazione delle Decretali , che si fecero
cessore Urbano V arricchì di molti diritti da Bonifacio Vili, sono opera del colle-
e privilegi l'università. Bonifacio IX con gio di gius civile: e però il famoso Ac-
bolla de'28 ottobre i 392, confermò e de- cursio, soprannominalo il Carroccio del-
corò di privilegij e cogli onori stessi go- la Ferità^ meritamente asserì, che la su-
duti dall' Università di Sorbona, la facol- premazia del gius civde risiedeva in Bo-
tà teologica di Bologna. Venne stabilito logna, che altri insigni autori nominaro-
che ne fosse il cancelliere l'ordinario , e no Nutrice delle Leggi. Il collegio di gius
vice-cancelliere il di lui vicario, aventi di- canonico avea i4 membri numerari e 3
ritto di conferire la laurea. Le sue costi- soprannumerari ; il gius civile 20 nume-
tuzioni furono impresse dal Sassi m Bo- rari e 4 soprannumerari. Narrai di so-
logna nel 1726, e riformate nel i 783, in pra nobili privilegi concessi da Carlo V
ì

cui pure videro la luce co'tipi di s. Tom- e confermati da* Papi. Clemente XIII con
maso d'A(|uino. Il numero de'collegiati breve de' 19 ottobre 1765, revocando la
restò per 3 secoli senza limite, e soltanto costituzione di Benedetto XIV de'2 set-

nel I 663 fu determinato a


36, cioè 24 tembre 1744 ** favore della Sapienza di
numerari o seniori ei2 soprannumerari Roma o Università Romana^ e del col-
u ginniori. Avea un nolaro per la spedi- legio degli avvocati concistoriali, dichia-
zionedegli alti, ed un bidello inserviente. rò che i laureati nell'una e nell'altra leg-
Tra' suoi antichi membri registrati nel ge nell'università di Bologna, si avesse-
Diario ecclesiastico e civile degli anni ro come laureati nel collegio di detta Sa-
1785 al 1789 e seguenti, sino all'epoca pieuzflj e cogli stessi privilegi a queitu ^ià
VOL. LXXXIV. '7
2 58 IJ N l U N I

concessi. Da questi collegi si nominarono gio, e in mancanza di questa ad una fi-


3 soggelli del loro corpo per la scelta da glia d'un {lollore del collegio qua-
ci vilejil

farsi dal Papa dell'avvocato de'poveri,in le beneficio Pio VI estese anche alle ni-
viitìidel breve di Clemente Vili de'9 lu- poti de'collegiati ex filio,in mancanza del-
glio iSgg. Otlodi essi, cioè 4 per ogni col- le figlie proprie, o delle nipoti ex fratrc^
JegiOjCranosindaci della pubblica dogana, e colla preferenza sempre a quelle de'dot-
ed un altro presidente del monte di pietà, tori del collegio canonico. L'attuale col-
come rilevasi dallo statuto del monte del legio legale è succeduto ne'diriUi di no-
1 .1 1 4. L'arcidiacono era il cancel liere per- mina dell'antico collegio di gius canoni-
petuo d'ambo i collegi, col diritto di pi o- co.Questo e il collegio di gius civile a-
lìiuovere e conferire la laurea. 1 suoi sta- bolili nel 1798, ripristinati nel 1799, ^^

tuii furono di nuovo compilali nel i Sgi, tornarono ad abolire nel 800. Leone Xlì i

ed esistono nell'arcbivio arcivescovile di nel 1824, in luogo di tali collegi, eresse


Bologna, preceduti dal catalogo di tulli l'attuale collegio legale, eolle stesse facol-

i flollegiali dal i3iy sino alia loro sop- tà dilaurearee conferire gradi, variando i

pressione nel 1 800, Ira'qualijOltre altri di- però il numero de*suoimembri,cheliiìiilt>


stinti e insigni soggelli, siannoveranonel a 12 solamente. Da Leone XU neli82>
collegio canonico P^P') ^4 cardinali ,
4 fu onoratodell'incarico d'esaminare i co-
34 lia vescovi e arcivescovi, 7 arcidia- dici ci vile e cri minale, e di compilare quel-
coni, 4 uditori di Rota, 5 del s. Palazzo, lo di procedura criminale. I suoi statuti
ì7. referendari di Segnatura, un suddia- compilati nel 827, approvò la congrega-
1

cono apostolico ed altri prelati. Il Maz- zione degli sludi nel i836.Da questo colle-
zetti riporta il catalogo degli aggregali al gio e da quello medico e filosofico si eslrae
collegio di gius canonico a p. 34o. Nel col- uno de' suoi membri all'amministrazio-
legio civile contano 4 P«P') 26 cardi-
si ne del collegio Jacobs. I nomi del nuovo
nali, 35 tra vescovi e arcivescovi, 8 arci- collegio legale dal 1824
184», sono ri' al

diaconi, 4 uditori di Ptota, 2 del s. Pa- portati dal Mazzetti a p. 112. Fatti prin-
lazzo,! I refereodaridi Segnatura, un ab- cipali de Collegi di medicina e filoso-
brevialore del parco maggiore, un pro- fìa. Sono d'antichissima istituzione, men-
tonotario, altri prelati e 3 avvocali con- tre i loro statuti furono compilali o ri-
cistoriali. Anche diquesti il Mazzetti pub- formati uelii56, modificati nel i358 e
blicò il catalogo a p. 357. Ambedue! col- nel I 5o7,ed in questo appi ovati daGiulio
legi in virtù del leslamenlodi mg."^ Dio- 1! e [)0i da molti altri Papi. Quelli sepa-
Ratta del 1^97 nominarono, come
iiigio medico furono anche im-
rati del collegio
nomina ora 1' attuale collegio legale , 4 pressi dal Monti nel 1664. CoMoro brevi,
zitelle alle quali è assegnalo il dolalesus- Giulio II nel 5o7, Leone X nel 5i 7,Gre-
I i

sidiodi scudi 20 per ciascuna, pagatoda- gorio Xlll neh 583 e Benedetto XIV nel
gli eredi del testatore. Il priore del col- I
74' jcsistenti nell'archivio arcivescovile,
legio canonico, pel testamento del conte aftìdarono e confermarono al collegio me-
Francesco Paselli del 623, avea il dirilto 1 dico la polizia sanitaria conosciuta sotto il

d' eleggere una zitella del conservatorio nome di Protomedicaio, concernenle l'a-

di s. Maria del Daraccono, alla quale as- bilitazione a'diversi rami della medicina,
segnava per sussidio dolale frutti d'un i la vigilanza su quelli che resercilano,la pu-
capilaie di scudi 1000. Il medesimo col- nizione de'contravvenlori,il giudizio sulle
legio pel letlamenlodi PierGaspareGiao- competenze de'medici, chirurghi ec, l'i-

nolli del 1788 distribuiva ogni anno la spezioni sulle fìumacie, drogherie ce; at-
rendita nella di sua eredità ad una zitella tribuzioni che vennero tolte dopo l'in-
figlia d'un doUore del medesimo colle- vasione fraucese del i
7 96, ed alìidale a
lì N I U N I >.%
paiiicolaii coiiiinissionl dal governo isli- legi nel j 798, ripristinali nel 1799, tor-
luite, delle quali riuscirono inutili i len- narono a sopprimersi nel Boo.Leone Xll i

lalivi per la riprislinazione. Nel i65o per nel 1824 eresse di nuovo il collegio me-
la retta aniniinislrazione del detto Pro- dico-chirurgico, col le slesse facoltà di lau-
toniedicuto iluono pubblicate per le stani* reare e conferire i gradi, fissando il nu-
pe del Benacci l'analoglie leggi. Godeva mero de'suoi membri a 8, con 2 medici 1 1

il collegio niedico per (ali attribuzioni e G chirurghi. Gli statuti compilati nei
rannuo assegno di scudi 200 sulla ren- 1825, la congregazione degli sludi appro-
dita della gabella, oltre a scudi 4o per la 1 836. Egli è ritenuto
volii modificali nel
\isit.i delle farmacie de' castelli, le (]uali uno de' corpi scientifici più accreditati
due somme veriivano distribuite da'due d'Europa, al quale nel 1839 Gregorio
proloa»edici a' loro coadiutori e ministri XVI commise l'esanje di certa China Pi-
liJiletti. De'privilegi concessi da Carlo V laf a per conoscerne, Sperimentarne e ri-
V coiiferujati da* Papi, già parlai. Cene- ferirne r utilità a prò degl'infermi. Per
detto XIII nel 1727 «licliiarò che lau- i questo fine lodevole, Papa la die ad a- il

reati in ntedicina nell' università di Bo- walizzare anche al prof. Giacomo d/ Fol-
logna, si avessero come laureati nelT ar- cili, il quale pubblicò: Lellera al dr Giu-

chiginnasio della Sapienza di Roma, eche seppe De MaUheis, sopra una nuova spe-
potessero esercitare la loro professione ciedi China- China, denominata Pitaya^
tanto entro lo stato pontifìcio che fuori donala dalla repubblica di Columbia al
di esso. Benedetto XiV nel 174» confer- Pontefice Gregorio JV/Y, Roma i833.
Djando tal privilegio Testese anche a'chi- Lo slesso Leone XII nei 1824 eresse di
rurghi, farmacisti, ostelricanti e agli al- nuovo anclie il collegio filosofico, com-
tri licenziati ed abilitati all'esercìzio del- ponendolo di I 2 membri. 1 suoi statuti
l'arte medica nelT università bolognese. compilati nel 1827, li approvò la congre-
Inoltie con altro breve del i749> <Jopo gazione degli sludi nel i836. 1 membri
avere ringrazialo il collegio medico pei del nuovo collegio medico- chirurgico dal
parere a lui trasmesso^ dichiarò eh' esso 1824 al I 840, il Mazzetti li registra a p.
poteva servir di norma nel giudicare cer- 228, indi a p. 233 riporta quelli del nuovo
te cause, e massime le matrimoniali. L*ar- collegio filosofico di detto periodo. Col-
cidiacono della metropolitana era di que- IcgiofilologicOi Leone XII per organo del-
sti collegi il cancelliere perpetuo, avente la congregazione degli studi fondò que-
diritto per promuovere e decretare lau- i sto 5.° collegio nel 182^, assegnandovi 12
reandi. Aodjedue collegi si distingueva-
i menkbri nella forma degli altri riferiti. [
no per meaibri numerarie soprannume- suoi statuii compilati nel 1826, la della
rari. 1 numerari del collegio di medicina congregazione li approvò nel 8 36. Di que- 1

erano I2,e IO quelli di filosofia. 1 sopran- sto collegio filologico fanno parie egregi
numerari dell." tre, dell'altro cinque. E- lellerati,e parecchi d'italico nome.I meai-
rano sindaci ^.i\\ essi della pubblica do- ))ri dal 1 8 24 al 1 840 si leggono nel Maz-
gana o gabella grossa. Il catalogo de'ri- zetti a p. 237. Falli principali dell' I-
spelti vi collegiali dal f i C)6 fu impresso dal slitulo delle scienze. Il famoso Istitutodel-

IMonli neh 664; '"*^'' proseguito mss. sino le scienze e arti di Bologna, lo celebrai
air anno i8oo, interamente il Mazzetti tra le principali /^/tcv/^/tf/zi/ee allrove,con
lo pioduce a p. 374> Contausi Ira essi ,
altre notizie eziauilio. Deve lu sua origi-
Benedetto XIV, 3 vescovi, ed una (jnuu- ne e fondazione al magnanimo e gene-
Illa d'insigni filosofi, poeti, arli;>li e lette- roso bolognese il generale Luigi Ferdi-
rati, che contribuirono alla celebrità della nando conte IMarsili, il quale dopo aver
buloguese uni \ ersi là. Soppressi i due col- fullu lunghissimi viaggi, acquistate esle
26o UNI UNI
sìssime cognizioni , e raccolta una gran e di Pellegrino Tibaldi. Quindi con so-
quantità di macchine, istrumenti,
libri, lenne allo dell'i I gennaioi7i2 ebbe e*
suppellettili ec, io cui impiegò quasi lutto secuzione la donazione del general Mar-
il suo ricco patrimonio, introdusse in ca- senato
sili al , il quale fece tosto distri-
sa propria due accademie,runa detta de* buire in appositi armadi gli oggetti sud-
Filosofi Inquieti, nata nel 1690 per ope- detti ; costruì la biblioteca, la chimica,
ra del celebratissimo Eustachio Manfre- la scuola de' pittori e V osservatorio a-
di, dalla quale poi Benedetto XIV trasse slronomico, destinando a norma del con*
l'ordine de'pensionati dal suo nome delti venuto col munifico donatore, che in certi
Benedettini j l'altra de Pittori, Scultorie giorni determinati facessero i loro eseicizi
Architetti, di cui fu principale Gio. Pie- un astronomo, un matematico ossia archi-
tro Zannotti, che cominciò le sue rego- tetto militare, un fisico sperimentale, un
lari convocazioni in casa del general Mar- istorico naturale, un chimico e un biblio-
sili a'2 gennaio
1710 nel pontificato di tecario, col titolo di professori. Vi ven-
Clemente XI, onde poi prese il nome ne anche destinato un presidente, da cui
à' Accademia Clementina, anche per a- dipendessero i professori , e un segreta-
•ver il Papa falle non poche donazioni al- rio come pure fu fatto un custode del
,

l'istituto. Nella seduta dell'accademia di palazzo. Le sue costituzioni de' 2 dicem- 1

s. Luca di Roma de' 11 aprile 1710 fu bre 1712, furono approvate da Clemente
partecipata l'erezione dell'accademia del- XI a'j 2 gennaio 7 I 1 5; e venne riportato

le belle arti di Bologna, per cui il Mis- il loro tenore in una 1? donazione che
sirini pubblicò gli alti delia comunicazio> il generosissimo general Marsili aggiunse
ne a p. 172 delle sue bellissime Memorie aliai." a'24 marzoi 727. Furono concen-
per servire alla storia della romana ac- trale nell'istituto le due accademie sud-
eademiadis. Luca, Per la perpetuità del- dette. Nell'unire l'accademia filosofica si

l' utilissimo stabilimento il Marsili pro- stabiTi, che essa dovesse governarsi colle
pose al senato di Bologna la donazione proprie leggi, senza dipendere dal presi-
della sua raccolta per aprire un luogo alla dente ma bensì dal suo pro-
dell'istituto,
pubblica istruzione, e collo scopo che la prio, e chiamare Accademia del'
si volle
studiosa gioventù, e chiunque bramasse le Scienze dell' Istituto con questo pe- ,

d'apprendere le scienze pratiche, potesse rò che il segretario di lei fosse quel me-
anche praticamente vedere quelle mate- desimo soggetto che dal senato veniva,

rie, che nel pubblico studio o non si trat- eletto a segretario dell'istituto. Venne an-
tavano in modo alcuno, o si trattavano che disposlOjche tanto il presidente quan-
teoricamente. Accettata a' 18 maggio to i professori di esso, dovessero far go-
I 7 I I questa proposizione, il senato do- dere a quest'accademia de'comodi dell'i-

po avere riportalo da Clemente XI la fa- compiacendola in


stituto, assistendola e
coltà di vendere tanti Luoghi del Monte tutto, senza però derogar mai alle costi-
Sussidio secondo, per la somma di scudi tuzioni del medesimo. Per l'unione delle
25,000, onde servirsene per la fabbrica due accademie divenne Tisliluto non so-
del novello istilulo,a'5 dicembre acquistò louna scuola aperta alla pubblica istru-
per5ooo scudi dalla famiglia Poggi Ban- zione, ma ancora un asilo destinato al

chieri, succeduta alla Cellesi, l'attuale pa- progredimento delle scienze e arli,al qua-
lazzo, uno de* più pregevoli di Bologna le scopo, espresso ufficio del segretario e-
per la sua nobile archittellura, quasi tut- ra di tener aperto carteggio coll'accade-
ta del famoso Domenico Tibaldi , e per mie oltramontane, a nome dello slabilt-
gli sparsivi dipinti di antico tnirabil gu- uiento ,
per la reciproca comunicazioni
sto del Primaticcio, di Nicolò dell' Abate delle ricerche utili e uuove scoperte. L'ai
UN I UNI a6r
perlurn solenne clell'istitnlo avvenne a' dio in cera d' anatomia col suo profes-
i3 mnizoi7i4, reciloncìovi elegante o- sore; istituì una scuola di chirurgia a
lazioneii p. d. Ercole Corazza olivetano. cui donò un assortimento d'analoghi fer-
L'antininislrazione delle rendite assegna- ri a lui regalati dal re di Francia, e in-
te pel mantenimento dello stabilimento giunse al professore di farle sue lezioni
e la cura del medesimo, fu commessa ad ne'due grandi spedali delia Vita e della
un'assunteria composta di senatori. Cle- Morte , per potere aver comodi i cada-
mente XI a memoria del nuovo istituto veri, e che fosse consideralo come pro-
léce coniare una medaglia, il cui conio è fessore dell'istituto. Altre sue beneficen-
nella Zecca pontifìcia di Roma, colla sua ze all'istituto sono : di aver ornato l'an-
con triregno e piviale, e
effigie l'iscrizio- tiche camere e fornite di macchine pegli
ne: Bonarum Artiunt Culliti et Incre- sperimenti fisici, d* istrumenti astrono-
mento. Neir esergo è T epigrafe : Inslit. mici, di molti ricchi e rari oggetti di sto-
Scient. Bonon. Nel rovescio si vede la fac- ria naturale; e d' aver fallo risarcire e
ciata esterna dell' edifìcio dell' Istituto. con)piere,secondo l'applaudilo disegno di
Neh 724 ili virtù di donazione del be- Pellegrino Tibaldi, il cortile e la loggia
nemerito concittadino Marc' A nlonioCol- del palazzo dell'Istituto. Di più Benedetto
lina Sbaraglia, crebbe all'istituto il gabi- XIV nel 174^ soppresse il collegio fon-
netto di geografìa e di nautica col rela- dato neh 585 da Francesco Pannolini,
tivo professore. I\Ig.' Lambertini, poi 13e- per non essersi distinti convittori nelle
i

nedeUo XIV, nel 1723 fece abbellire e lettere, e ne applicò le rendite all'istituto
dijiingere la cappellina dell' islilulo , e per aumentare gli stipendi a' professori
coiitiimò nel cardinalato le sue beneficen- e bibliotecari, in acquisto di libri e al-
ze. Natale Parisini coti testamento del tro, però con alcuni pesi, fra'quali il pa-
1736 ordinò che da'suoi eredi fiduciari gamento annuo di lire 2400 a 24 acca-
il p. guardiano di s. Francesco, ed il più demici dell'istituto, che formarono una
anziano de' governatori dell' opera de' classe a parte e si denominarono Acca-
Vergognosi, si fondasse nelle camere del- demici Pensionati BenedeUiniy pe' quali
l'isiiiuto una librt^ria legale, spendendo prescrisse particolari leggi. Co* suoi do-
per essa ogni anno 000 lire finché fosse
1 ni generosi acquistò l'istituto nel 1747
compita, con 200 lire annue al custode. tutta la suppellettile ottica del celebre
Per la scarsezza de'rinvenuti fondi non po- Giuseppe Campana, nominandosi un ap-
tendosi effettuare il disposto dall^arisini, posito custode. Egualmente per magna-
nel 1780 fu assegnato all'istituto lutto il nimità del gran Benedetto XIV, si se-
capitale disponibile. Nel 174^ si adattò pararono dalla biblioteca i capi d' anti-
all'osservatorio una camera atta a rice- chità da lui regalati, e di essi se ne for-
vere quadrante murale, e lo strumento
il mò un gabinetto a parte, ch'ebbe pure il
de'passaggi, che insieme con un quadran- suo separalo professore. Donò anche la
te ntobile erano slati ordinati in Inghilter- maggior parte delle statue che formava-
ra al Sisson,in occasione della buona som- no la copiosa galleria, la quale comin-
ma spedila daClemente XII a profitto del- ciò allora ad aver bisogno di custode. Nel
l'islilulo.Nel 74^6 1 743passarono ad au-
i 1751 applicò all' istituto l'eredità della
mentare il corredo dell'istilulo idue famo- contessa Leona DosiGarzoni,la quale nel
si musei d'UiisseAldovrandi ediFerdinan 1697 l'avea destinata pel mantenimento
do Cospi già da essi donati al senato,il qua- de'giovani del collegio Dosi, e in difettò
le sin 600 conservava nel pubblico
dal i li per una casa di ritiro per 3 ve-
di essi,
palazzo.Nelr 742 inollrelk'nedelloXI Va dove nobili. Comandò che si erogasse
sue spese ordinò l'iùUoduzioue d'uno slu* l'euli'tilu, per due terzi a vantaggio della
3f>2 U N I U N l

libreria , e per altro 3." a beneficio de* 25o5 da Benedetto XIV, suUn ca-
fatto
j»iovani delle 3 case Casali,Guastavillani mera apostolica; ed a'censi d'annue lire
cMuzzarellijed in casodell'estinguinien- 486 relativi al capitale di lirei 0,235 la-
t<> di esse, a profiHo della stessa libreria. sciato nel 785 dal duca di Curlandia Pie-
I

Jl giovane beneficalo dovesse godere 8 tro alTaccademia Clementina , investito


anni le rendite, ed applicarsi in Roma al- nella negoziazione de' veli pel premio ,

lo studio delle leggi. ISel i 753 Benedello Curlitndese, che tuttora si dispensa dal-
XIV assegnòall'istitnlocirca io,oooscu- l'accademia di belle arti successa a delta
di, provenienti dall' eredità del cardinal accademia. Narra il sullodato Missirini,
Pompeo Aldovrandi,a comodo però del- che appena tu costituita l'accademia Cle-
l'accademia Clementina, la quale fii sur- mentina di Bologna, bramò d'essere ag-
rogala a quella di Arti Liberali e degli gregata all'accademia di s. Luca di Ro-
Aravzi ordinata da detto cardinale. Que- ma, la quale subito assicurò gli accade-
sto fondo servì per aumentar la scuoia mici bolognesi d'indivisibile e cordialissi-.
del nudo. Continuò Benedetto XIV fin- ma recipiocanza. In processo di tempo
che visse le proprie beneficenze all'isti- r accademia Clementina scrisse altra let-

tuto, arricchendo i gabinetti di prezio- tera all'accademia romana di s. Luca pei*

si oggetti. Nel 17583 sue spese acqui- una più stretta alleanza perfetta. Pertan-
stò la suppellettile necessaria per dare u» to l'accademia di s. Luca a'3 aprile 178:5
corso completo d* ostetricia, aumentan- volle mandare ad effetto la cercata unio-
do un professore. All'ampio edificio della ne e aggregazione, A tal fjne assicurò di
biblioteca, per la cui costruzione Clemen- taleunione il piincipe e accademici del-
te XII nvea contribuito con ragguarde- l'accademia Clementina, colle slesse con-
vole sussidio, Benedetto XIV diemag-il dizioni che si osservavano nell' aggrega-
gior lustro ,
perfezione e ampliamento, zioni del collegio Veneto di pittura col-
colla forinazione delle attuali maestose l'accademia di s. Luca ; cioè che quella
scansìe, col dono de' suoi copiosissimi e di Bologna assumesse in accademico di
rarissimi libri ; e col procurarle inoltre il merito il proprio principe marchese Fer-
legato degli altri pure sceltissimi del car- dinando Raggi prof, d'architettura, cou
dinal Filippo M."* IMonti , ascendenti a ispedirgli la dovuta patente, e l'accade-
I 2,000, ed all'istituto la di lui quadreria, mia di s. Luca accettasse per suo acca-
colla serie de'rilratti de'cardinali più ce- demico di merito il prof di pittura Giu-
lebri da Alessandro IH a Benedetto XIV, seppe Becchetti, principe dell'accademia»
ciascuno con un breve elogio delle loro Clementina,coiriuvio della rispettiva pa-
gesta, pubblicando tali encomi con ispien- tente ; e che in mancanza d'uno de* due
dida edizione. Elogia S. R. E. Cardìna- soggetti accettati reciprocamente per ac-
liuti/ pieta(e,doctrìnn^legationihùs ac re- cademici e con patente decorali,abbia per
bus pio Ecclesia gestis illastriuni^ a pon- sempre a succedere in luogo suo il prin-
lificatuAlexandri HI ad Benediciuni cipe prò tempore dell'accademia, che sof-
XlII^apposita eorum imaginihus quae in fre una tal perdila. Indi a'i 2 maggio nel
Pinacotheca Philippi cardinalis deJIoii' 1782 segui l'unione dell'accademia Cle-
tibus spectautur,'komae l'j^i. Pio VI mentina «.ielle belle arti di Bologna col-
per concorrere a! decorc e progresso del- l'accademia di s. Luca, e fu ordinata Li
1780 gli assegnò annui scu-
l'istituto, nel patente pel prof. Becchetti, che si legge
di 1000 sulle rendile della gabella grossa. nel Missirini. In essa si dice che per l'in-
II Mazzetti riporta pure le rendile che a cremento con mutuo accordo de' vantag-
tale epoca godeva l'insigne stabilimento, gi delle buone arti, si dichiarava acca-
inclusi vamente all'^innuo assegno di lire dcuìico di s. Luca nella classe di nilluva
V N l UN I 26H
i\ prof. Decchetti, non solo accordando- salo però governo italico e riprislioa-
il

gli l'accesso nell'adunanze accademiclie, tosi il mercè le premure e me-


pontificio,
ma altresì il volo nelle congregazioni. Al- diazioni del celebre e sommo scultore Ca-
lora due accademie si comunicarono
le i nova, del benemerito conte Luigi Salina,
loro statuti, e ah' accademia di s. Luca e del presidente dell'accademia delle bel-
piacque riscontrare alcune provvidenze le arti, vennero nella maggior parte re-

utilissimo nella costituzione bolognese ,


stituiti gli accennati capi [)reziosi, insie-

e degne d' imila7Ìone per la loro mora- me a molti mss. delle cessate corporazio-
lità e viriti religiosa, fra le quali Uìi pia- ni religiose, concentrati e uniti dal go-
ce rilevare (jnelle di esser buon caltoli- verno alla biblioteca dell' Istituto, non
c«», di «lon dipingere o disegnare osceni- senza difetti e deformità. A' 22 noveni-
tà o caricatore ingiuriose ad alcuna per- bie 1797 dall'amministrazione diparti-
sona, o cose vietate dalla moralità cri- mentale del Reno venne pubblicato un
stiana, sotto pena agli accademici di per- decreto del general Napoleone Bonapar-
dere ii luogo nell'accademia, e agli altri te, il quale fissava in Bologna un Istitu-
d'esserne perpetuamente esclusi. Senza ri- to Nazionale della Repubblica Cisalpina,
tornare nell'argomento, ricorderò che il incaricato di raccogliere le scoperte, e
Missirini riprodusse ancora il dispaccio perfezionare le scienze e arti. Ksso non si

del cardinal Pacca camerlengo di s. Chie- allontanava dallo scopo del MarsiIi,ondi;
sa e delle due accademie Clementina e fu quasi una conferma d'erezione. I suc-
liomana zelantissiuìo proiettore, dell'i i cessivi rapidi e politici trambusti non die-
dicembrei8 iq, relativo all'inlima unio- rono luogo ad eseguire alcuna disposizio-
ne di questi due illustri slabilimenli del- ne in proposito a danno dell'istituto di
l'arti italiane, e loro reciproca relazione. Bologna, il quale proseguì ne'suoi eser-
Concorsero ad illustrare questo stabili- cizi sino al 1802, in cui a norma della
mento dell' Istituto i molli notabilissimi costituzione proclamala ne'comizi diLio-
acquisti fatti da'suoi senatori as-^unti; i ne a*] 6 gennaio, essendo stato messo in
liofu preziosi ricevuti dalla munincen/a attività l'Istituto Nazionale, cadde quel-
de' Papi, principi, cardinali, nobili, cit- lo diBologna, il (|uale in seguilo del pia-
tadini, stranieri e da ogni classe di be- no generale di pubblica istruzione de' 4
nemerite persone. Le posteriori vicende, settembre, del vicepresidentedella repub-
cui soggiacque [)e' fre(|uenli mutamenti blica Melzi, 1*8 slesso passò co' suoi ga-
di governo, e più [loi la sottrazione di binetti a formar parte e ad unirsi coll'u-
molti preziosi oggetti, fecero se non man- niversità di Bologna, e quindi di due sta-
car airatto,dimiinure sensibilissimamen- bilimenti se ne formò uno solo, i quali par-
te le generosità, le quali con minor fre- teciparono de'comodi dell'uno e dell'al-
quenza si rinnovarono, allorché l'istitu- tro, come già notai. Dopo quest'unione,
to III neli8o3 incorporato all'università, nel seguente i8o3 l'università fu trasfe-
J^enchè non mancarono benemeriti con- rita al palazzo dell'istituto, che da indi in
cittadini a beneHcare ulteriormente gli poi si denominò dell'Università. Cosi il

attuali gabinetti. L'invasione francese del famoso Istituto delle scienze ed arti fu
giugno 796 anche all'istituto recò mol-
I commutato in Università degli Studi. La
lo danno, poiché a'5 luglio commissa- i detta legge de'4 settembre conservò pe-
ri di quel governo levarono dalla biblio- rò airistituto la proprietà delle sue par-
teca e da' gabinetti di storia naturale, dichiarando che ({nelle
ticolari sostanze,
d'antichità e di iì>icu,<|utì'vari libri, mac- ch'erauua carico ilclla nazione, veniva-
chine e oggetti rarisìsimi, registrali con no compensate dal governo col soslcnc-
distinta dal Mazzetti u p. \ 1 o eseg. Ces- iicrc il peso del munlcuimenlo dell' uni-
264 u ^ ' UN I

versila, ed accordando a* professori del- fessorl e comodo degli allievi dell'acca-


l'istituto e dell' uni versila , die in que- demia, doviziosa d' opere di belle arti ,

sta riforma rimasero privi d'impiego, mia d'architettura militare, di erudizione, di


pensione al loro servizio proporzionala. poesia ec. Può vedersi Ftlsina Pittrice ,

iSlabiiì aticora che le doli ed i corredi Fite de pittori bolognr Sì del conte Carlo
scicr»lifici di proprietà comunale o dipar- Cesare Malvasia ^con ag»itint€yCorrezio-
timentale, addetti ed uniti all'università, ni e note inedite del nsedesinio autore, di
restassero di proprietà de'rispellivi sta- Gio. Pietro Zanolli e di altri scrittori vi-

bilimenti o comuni a cui appartenevano. i'f/i//,Bologna i 84 ' tipografiaGuidi. Gui-


In forza della slessa legge venne separala da per la Pontificia Accademia delleBtlle
didristituto l'accademia Clementina de* yfrti inBologna pubblicata da Gaetano
pittori, in luogo della quale il governo i- G ior da n i ispetto re della Pinacoteca Bo
sliluì VJccademia di Belle Jrtl, die nel /o^'rteyeec, Bologna tipografiaSassi 1 846.
i8o3 fu collocala nel vicino edifizio di Opera degna di tanto eruditissimo scritto-
s. Ignazio, un tempo noviziato de'gesulli laborioso einfalicabile, come si appren-
re,

iiilrodolli in Bologna neh 546 per la pie* de da'3 cataloghi riportati in fine dell'en-
là di Violante Casali, generosa e benefi* comialo opuscolo, d'opere stampale, di
ca, vedova del celebre conte CamilloGoz- opeie inedite pubblicate a sua cura, e di
zadini benemerito della patria, cbecoii- Oj)ere inedile da pubblicarsi. Nella Cro-
Iribuì alla cacciala de'Benlivoglio e alfa naca da lui dollamente illustrata ricor-
rovina in Bologna del palazzo loro, die da di Giacomo Rossi, Orazione inaugu-
repulavasi il più magnifico
piìi bello e rale dcW Accademia di. Belle yjrli. Bo-
d'Italia. 11appartenne ancora alla
locale logna ?,o geniìaìO\^o\. Gli accademici
congregazione della Missione, secondo il delle scienze delii benedettini pensiona-
eh. Castellano. Questi celebra la magni- ti, proseguirono le loro unioni ed eser-
fica sala, che serve alla distribuizione de' citazioni a tutto l'anno 1 8o3-o4, P<^'
qua-
premi, e al di sopra la ricca Pinacoteca, le ottennero nel 1 8o5 il riparlo della som-
rilenula una delle più cospicue d'Euro- ma che rimaneva in avanzo dell'eredità
pa, ove tutti sono raccolti migliori qua- i Pannolini. L'imperatore Napoleone I con
dri ,
pitture pregievolissime traile dalle decreto de'25 dicembre i 8 o, delerminò i

chiese e conventi soppressi, de'quali il fa- che l'Istituto Nazionale, già di Bologna,
moso bulino Francesco Bosaspina ha
di prendesse il titolo iV Istituto di Scienze,
pubblicato le più importanti incisioni. Di LetlereedArti,ec\ì<i avesse la sua lesiden-
queste l'accademia ha una scelta collezio- za in Milano,con 4 sezioni in Venezia, Bo-
ne di stampe antiche e moderne di clas- logna, Padova e Verona, prescrivendo il

sici autori. Ne alcuno ignora quale sia sta- numero de'suoi membri a Go.coU'annuo
lo in genere d'arti il vanto della scuola assegno di lire 12 00, oltre agli altri mem-
Bolognese, delta anche Lombarda, di ciii bri onorari senza numero determinato.
devesi a'Caracci il i,° onore, noverando- Nella sezione di Bologna vennero aggre-
visi Guercino, Guido Reni, il Domeni-
il gali alcuni accademici Benedettini, e tut-
diino. Albani e cento altri di non mi-
, ti gli altri esclusi proseguirono priva-
nore riputazione. Possiede ancora bellis- tamente le loro riunioni ed eserc.lazioiii
sime statue antiche e moderne, ed altre in modo che l'accademia Benedettina non
sculture pregevoli; l'Oploteca o pregia- cessò in fatto di sussistere, benché inani-
tissima raccolta d'armi antiche olfensive mata, negletta e priva di mezzi, Accfjr-
e difensive, con altri arnesi attinenti al- dò pel mantenimento del dello istituto
l'ai chiletlura mililai'e; non che la pro- l'iinnuo fondo di lire 120,000, ed inca-
pria biblioteca, destinata ad uso de'pro- ricò il segretario alla pubblicazione de'
U N I UN f 265
suoi allì. Comnndò in pari tempo la ri- rico naturale e suo sostituto, il fisico e il

foimn (li tulle l'altre accademie scienti- seniore de* suoi sostituii, l* astionoino e
(jche, die volle l'ossei odeiioiiìiiiale coi ti- il suo sostituto, il chimico e il suo sosti-
tolo d'Ateneo, dipendenti dall'islitnlo in tuto, il prof, di geografia e nautica, l'a-
«liscoiso. Sospese per lali disposizioni le ualomico, e il dimostratore dell'operazio-
facoltà e le lonzioni dell'accadenìin delle ni chirurgiciie. L'accademia delle scien-
scienze incorporala all'Ateneo del dipar- ze ha un presidente e un vicepresidente
tiaiento del Reno, peròle vennero con- dell'ordine de'pensionati Benedettini, che
servale poche sostanze amniioislrate
le durano incarica un anno,eilsegi'etariodì
come ora da t«n dÌH;eodenle del promo- nomina della congregazionedegli sludi su
tore dell' isliloto IMarsiii, (Incile cessate tema d'accademici pensionati. Sono ad-
le vicissitudini d'Italia e ripristinatosi il detti all'accademia uno scrittore e un bi-

goxerno pontifìcio, per le cure indefesse dello custode dell'edifizio e delle suppel-
dell' arcicancelliere cardinal Oppizzoni lettili. La sua residenza è nel palazzo antico
si venne da Ini per decreto di Pio Vili, dell'Istituto ora dell'Università, come fu
de'4 maggioi829 ed eseguito a'iy giu- stabilito nella 1.' fondazione in seauitodel-
gno, a ristabilire l'accademia delle scien- la donazione del general Marsili. All'epo-
ze suddetta, lilenendo a prÌMcij)ale base ca però della sua ripristina/ione l* acca-
di sua riorganizzazione il n)oto-proprio di demia fu collocata nel vicino palazzo già
Jieneiletlo XIV de'22 giugno 74T*-l^ssa j Malvezzi , nel quale essendosi nel i83q
dividesi in 4 / de' pensionati o
classi, la ! Iraspoi tate le residenze ed uflìzi del ret-
13enedellini in numero di 24 coll'annuo torato e della cancelleria, venne dato luo-
assegno di scudi 3o per ciascuno, purché go a restituire 1' accademia delle scien-
nel C(Mso delle sessioni orduiarie reciti- ze neir antico palazzo dell' Istituto, eil
no o mandmo all' accademia nel giorno in quella parte di esso che comprende
designato dall'albo, una memoria d'ar- la bellissima sala e le camere dipinte
gornenlo scientifico, che contenga qual- dal Tibaldi. Tiene 24 sessioni ordinarie
che nuova indagine, come lo prescri^^e ogni anno, in ciascun giovedì dopo la fe-

il legolamenlo ; la 2.' de' non pensiona- sta di Carlo e sono private, indi sulla
s.

li o di semplici accademici ptu'e di 24; fine dell'anno accademico ne tiene una o


la 3. di iiccailemici con'is[)Oiidenti , il due semi pubbliche. llMazzelli parla an-
cui numero non è limitalo dal regola- coia delle sue rendile, del legalo Aldini
mento, ma
die nel 840 ascendeva a go, 1 pel premio d' una medaglia d'oro a chi
cioè Go italiani e 3o slranieri ; la 4>^ de- presenla una memoria d'importante sco-
gli alunni che non debbono esser più di
, perta relativamente al Galvanismo ed a'
6 II suo scopo è di coltivare e promuo- mezzi per e.stingueie gì' incendi, ammet*
vere le scienze esatte e naturali, quin- tendo anche quelle degli esteri. Lo stes-
di non ponno essere eletti accademici se so Aldini donò anche all'accademia gran
non quelli che le coltivano. Que'profes- parte de'mss. del celebratissimo suo zio
suri dell'università che coprono le catte- prof Luigi (ialvani. Le regole dell' ac-
dre di tìsica, chimica, storia naturale, a- cademia stabilite nel 1 829 alla sua ripri-
stronomiaj anatomia umana, ed opera- slinazione , furono ap[)iovale dalla con-
zioni chirurgiche hanno il diritto alla
, gregazione degli sludi nel i838, e colla
classe de'pcnsionali. Noterò, che secondo valida media/ione del cardinal arcivesco-
l'isiituzione diBenedetto XI V,i 4 «neui- 1
vo protelloi e deiraccadoinia,del celebra-
bri deli'istilulo che aveano diritto d'es- tissimo poliglotto cardinal Mezzofanti, e
seie in tal classe, erano il presidente, il del nipote ili (pieslo mg,' d Oiuseppe I\f i- .

»e<jrclai'io, T urchilello iiuhturc, iu.6lu- narelli, lelloic perpetuo deli* università


5.G6 UN I U N I

e cameriere segreto sopranauoierarlo di geiiiorum. Scrisse il pittore Mengs, che i

Gregorio XVI, gli accacleiniri ottennero Caracci furono grandi ingegni, e che ad
tiiì quelPapa di potersi fregiare nelle pnb- essi devesi il restaurainento della pittura
))liche funzioni d'un distintivo, cioè una L'Algarolti chiama Lodovico restaurato-
medaglia d'oro colla sua efìigie. Per lai." re e quasi 2." padre della scuola bologne-
volta l'usarono a'y marzoiB 40, nella cir- se. Lo Schiassi lodando Lodovico osser-
costanza deirintervento loro alla festività va, che se a'pritni pittori cedea nel pre-
di s/romtnaso d'Aquino protettore altua- gio proprio di ciascuno, vinse nel racco-
Je dell'università di Bologna, celebratasi gliere in se i pregi di lutti. Di-vjdesi il

nell'oratorio de'pp.dell'oralorio detti del- corpo accademico in due classi. i." 'Di 3o
laMadonna diGalliera,il quale di presente accademici, e sono i professori dell'acca-
servea comodo dell'università medesima, demia e gli artisti piìi distinti,© coltivato-
ed in luogo di quello che fino alla deplo- ri dell'arti del disegno domiciliali iu Do-
rabile in'^urrezione del i83 godette nel- i logua.2." Di soci onorari senza voto, ad
l'edifiziodi s. Ignazio, ora dell'accademia indeterminato numero, tratti dagli arli^

delle belle arti. Questa dopo la restitu- sii, cultori, promotori, mecenati di belle
zione de'suoi doinitiii alias. Sede, fu con- arti o cittadini o esteri, non avuto riguar-
fermala e riabilitata dal delegato aposto- do al domicilio loro. La nomina de'pri-
lico mg/ Giustiniani per ordine di Pio mi dev'essere approvata dal governo: la
VII, e meritò il titolo di Pontifìcia. Nel seconda viene a pluralità di voli confe-
1825 Leone Xll riordinò e conferojò la rita dagli accademici. Mi reputo a sin-r
pontifìcia accademia di belle arti; altre gelare onorifìceuza di appartenere a co-
conferme le ricevette da Pio Vili e da desta cospicua e illustre accademia qua»-
Gregorio XVI. Quesl'ultiuìo di suo par- le socio d'onore. Il Mazzetti a p, 241 li-

ticolare peculio inviò del denaro per al- porta il catalogo de' membri della cele-
leviare l'accademia del dispendio occor- bre accademia delle scienze dell' istituto

so ne* notabili restauri fatti all' edifìzio, di Bologna, ripristinata da Pio Vili, dal
co'quali vieppiù la rese nobile e decorosa 1 829 al 1 840, di I .'classe pensionati Be»
stanza dell'arti gentili e pacifìcbe. L'atrio nedettini, di 2." classe o semplici accade-
o ingresso all' accademia fu reso ornalo mici, di 3.^ classe accademici esteri o cor-
al u)odo narralo dal cb. Giordani. Esso rispondenti e di stranieri, di 4-* classe o
\ìiì suo limile per un'iiuposla di cristalli accademici alunni. A p. 84 ci dà il Maz-
arcliitravala,che SOI regge il bu^lo inaiar- zcUi alcune notizie sulla biblioteca, delle
nmdi Gregorio XVI, egregia opera e do- quali col medesimo in parte discorsi. Be-
no del valente scultore cav. Cincinnato nedetto XIV neliySS obbligò tulli li- i

I3aruzzi bolognesejprofessore della mede^ [)Ografi dello stalo pontifìcio a passare u-

sima. L'accademia è congiunta all' insi- nacopiàdi ciascun'opera per essi stampa^
gne e pontifìcia accademia romana di s. la a questa bdjlioteca; prerogativa inter-
Luca, fla 9 piofessori, cioè il segretario rotta dalle politiche vicende, e reintegra-
e 8 cattedratici per le scuole d'architet- ta da Pio V 1 1 nel 1816. Del resto il Maz-
tura, pittura, scultura ,
prospettiva , or- zetti ragiona delle librerie ad essa riunir
nato, elementi di fìgura, incisione, anato- te, de'benemerili della medesima per do-
mia pittorica. A'professori delleclassi d'ar- nativi falli di libri, disegni, stampe, e per-
thitcttura, di pittura e di scultura, si ag- sino di busii e I itralti di sovrani e uomi-
giufigono supplenti. 11 corpo accademico ni sommi, il marchese Camillo Pizzardi

spedisce 1 diplomi agli accademici, avente avendo donalo il busto in marmo di Gre-
in fi onte la medaglia incisa col ritratto gol io XVI, scolpito dal valente concilta-
di Lodovico Caracci e col mollo Fons In- di no prof. Adamo Tadoliiii. Possiede più
U N ! UNI 267
di 1 5o,ooo volumi, ed il Mazzellì riferisce aumentato
bellissime preparazioni, e poi
il nome de'bibliotecari 1800 al 1840,
tlul con quelle d'Anna Morandie di altri. Bo-
iVa'qtJiili rispleiKlono nomi di Aldini e
i con orlo e copioso semen-
tanica, calledra
IMezzofonti. Di tal periodo di tempo a p. zaio, non che iscelta analoga biblioteca.
<S() traila il eh. !\IiJ7zelli delle calledre Chimica generale, cattedra con anfiteatro
«lell'universilà di Ijolognn, con alcune no- e gabinetto. Chimica farmaceutica cat- ,

tizie sui gabinetti, per quelle che l'han- tedra con anfiteatro, gabinetto ed ela-
no; ed a p. i4^ riporta la classificazione boralorio comune con quello di cliimica
delle cattedre da lui descritte, per ciascu- generale: il gabinetto molto si accrebbe
na delle 5 facoltà degli s[ul\\.i° Facoltà co'doni della conlessa Vittoria Caprara.
feoio^HYi. Eloquenza sagra. Sagri ca- Chirurgia teorica ed ostetricia , cattedra
noni e allora dirillo pubblico ecclesiasti- con gabinetto eretto pe'doni di Benedet-
co nella facoltà legale. S. Scrittura. Sto- to XIV. Clinica chirurgica, calledra che
ria ecclesiaslica. Teologia dogmatica. Teo- Irovavasi unita all'analoniia umana, da
logia morale. Teologia polemica. 2° Fa- cui venne separata neli8o3, conanfilea-
coltà legale. Codice Napoleone compa- Iro e assortimento d'analoghi ferri dona-
rato col diritto romano, cattedra abolita li da Benedetto XI V, a'quali altri ne ven-

nel i8i4-D"«iltocivile che neliSoQcam» nero aggiunti di quando in quando a spe-


hìb il titolo con quello di Codice JXapoleo- se del governo. Clinica medica. Fisiolo-
ne,allora denominata Testo civile. Dirit- gia, cattedra ch'era unita a quella d'ana-
to criminale, cattedra che dopo la legge tomia comparala, dalla ({iiale venne se-
del selleoibre 1802 prese il titolo d'Isti- parala neli8i5. Materia medica, catte-
tuzioni criminali. Diritto delle genti e pubr dra con gabinetto. Medicina legale, cat-^

blico, cattedra abolita nel 1808, riprisli- tedra che Irovavasi unita alla patologia,
Dala dal governo provvisorio rivoluzio- da cui fu divisa nel 1824. Medicina teo-
nario a* 3 maizo i83r, e nello stesso rico-pratica. Patologia, cattedra con ga-
mese abolita di nuovo a'2 1 col cessare di binetto patologico. 4'° Facoltà fdosoji'
tale intruso governo. Dirillo pubblico in- fvz. Agraria, cattedra tollerata, con orloe
Icruo del regno nel 1808 sosliluila alla gabinetto. Algebra e geouietria, cattedra
piecedenle, e abolita neli8i4- Diritto di abolita neh 833. Architeilura civile e mi-
nalura e delle genti, e filosofia uiorale. litare, cattedra smeudjrata dall' univei-
Diritto pubblico ecclesiastico. Economia silà nel 18 13, e che avea il suo gabinet-
pubblica, cattedia abolila nel 1828. Isti- lo, ora presso l'accademia delle belle ar-
tuzioni canoniche. Istituzioni civili. Isti- li. Astronomia ed otlica, cattedra con ga-
tuzioni criminali. Storia de'co>tumi e del- binetto e specola: molto grido onorevo-
le leggi, istituita nel 1800 e al)olila nel le gode l'asttonomia di Bologna per \.\

I802. Testo canonico. Testo civile. Tealo continuala compilazione delle sue EjjIlc
civile altra calledra. 0° Facoltà medico^ nicridcs ìnotuuni caclcstium^ ad lìlci'i-
r/////irg/ctì;. Anatomia coujparata e fisiolo- dianuni Bononiae aupputatae. A como-
gia, calledra divisa iu due nel i 8 1 5: l'a- do dell'osservazioni astronomiche, col di-
nalomia ha il suo gabinetto, ch'è uuu de' segno di Giuseppe Antonio Torri, venne

più ricchi e rinouiuli d' Europa , e uno dal senato nel 1 7 i i cumiuciala l'erezione
stabilimento clinico eretto nel 1827. A- dell'attuale magnifica torre, che per maiif
nalomia utnana e clinica chirurgica, cal- canza di mezzi re>lò sospesa fino al 1 72 j

ledra che nel 1823 venne divisa in due: in cui venne alla fine compila, l-^ossiede

l'anatomia umana ha il suo gabinetto e- l'astronomia molti slrtunenli, (uacchine


lello a spese speciahncnle di Benedtllo di nautica, ed una particolare libreria. (

MV colle opere d'Ercole Lclli autore di bcncuicrili dello slubilimenlo, come de


i68 UNI UN I

gli altri, sono celebrali dall'accurato Maz* antichità, antiquaria ec, cattedra con ga-
zelll. Calcolo sublime. Elica, calledra a- binetto. Questo museo ebbe origine dal-
bolila neli833. Fisica generale o leori* le rare svippelleltili raccolte e donale dal
ca, cattedra cbe neli8i5 fu concentrata general Marsili; essendo unito alla biblio-
in quella di fisica generale e particolare. teca , fu separato nell' unirvi il famoso
P'isica sperimentale, cattedra che nello museo Cospiano e pe'doni di Benedetto
slessoi8i5 venne concentrata nella fisi- XIV. Gli acquisti successivamente falli
ca generale e particolare. Fisica come s'in- dal senato, e segnatamente quelli delle
segna attualmente, che tiene luogo delle medaglie imperiali di Canonici, dell'alire
due precedenti, cattedra con gabinetto e medaglie d'oro greche e iojperialidi Za-
anfiteatro: il gabinetto, come diversi al- netti, di quelle d'oro e d'argento fatto dal
tri, deve il suo iniziale impianto al gene- conte Carlo Aldovrandi, d'una raccolta
ral Marsili, e quasi di bel nuovo fonda- di medaglie urbiche acquistala dal mar-
to dall'inesauribile patria beneficenza di chese Massimiliano Angelelli,edi tanti al-

lìenedetto XIV, indi accresciuto da altri tri acquisti fatti co'fondi dell'istituto e del
generosi cittadini, e da alli ancora con
i governo, furono cagione del notabilissi-
l'acquisto del famoso museo Cooperiano, mo incremento e ricchezza del museo, che
fattoio Firenze nel 1790 a principal pre- per altre particolari donazioni alle due
mura e spesa del camaldolese cardinal primitive sale dovette aggiungerne al-
Giovanetti bolognese, arcivescovo di sua tre 5.Clemente XUl, Pio VI, Pio VH,
palriajgenerosi ch'ebbero successi va meu' Leone XII, Pio Vili, Gregorio XVI col-
te altri virtuosi imitatori. L'anfiteatro fu le medaglie pontificie, e quest'ultimo con
costruito nel 181 5. Introduzione al calco- quelle anche di molti suoi predecessori
lo sublime. Logica , metafìsica ed etica, antichi, fornirono al museo una ricca se-
cattedra da cui nel 1824 si separò l'eti- rie di cuimancava. Diversi altri sovrani,
ca, ed abolite ambedue nel 18 33. Mate- principi, fra'quali il duca di Curlandia,
matica elementare, nel 840 era introdu- 1 cardinali e cospicui bolognesi, tutti nomi-
zione al calcolo. Matematica applicala, nati dal Mazzetti, e l'accademia Clemen-
poi meccanica e idraulica. Nautica e geo- tina de'pittorijCo'rispettivi loro pregevo-
grafia, cattedra privala e gratuita, con ga- li doni infiuirono ad accrescere notabilis-
binetto ora presso la specola. Principii simamente gli oggetti più rari di questo
del disegno, cattedra che passò all' acca- museo, descritto nella Guida del celebre
demia di belle arti. Storia naturale, cat- prof. d. Filippo Schiassi, stampala in Bo-
tedra con gabinetto eretto nell'impianto logna nel 181 4, il quale scrisse nel i83t»
dell'Istituto delle scienze nel 1 7 1 4> e tan - le cose aggiunte posteriormente in un in-

loaun»entò e crebbe successivamente, che ventario. Eloquenza latina e italiana, cat-


può stare a fronte de'[>iti doviziosi d'Eu- tedra che prese il titolo d'eloquenza e poe-
ropa; ed al quale nel i825 co'fondi dal sia. Eloquenza e poesia. Lettere greche e
governo accordati pel suo mantenimen- storia antica e oioderna, cattedre perora
to, venne unitala voluminosa raccolta di insieme unite. Lingua e letteratura gre-
rare conchiglie de' nobili Marescalchi. ca, cattedra che nel 8 5 fu unita a quel-
i 1

Molti furono i benemeriti di doni, tulli la di lingue greca e orientali. Lingue o-


giuilamenle encomiali dal eh. Mazzetti. rientali, calledra che neh 8 i5 venne uni-
5. "^
Facoltà filolofica. Analisi dell'idee, ta a quella di lingua greca. Lingua ereca
calledra abolita nel 1809, ripristinala dal e orientali, cattedre riunite in una Sola,
governo intruso nel marzoi83r,e dal le- restate vacanti dopo la promozione alla
gittimo nello slesso mese di nuovo sop- porpora dell'insigne cardinal Mezzof<u»>
pressa. Archeologia e numismatica, ossia ti, occupandola il marchese Massimiliano
U N I U ìN I 269
Angelelli. Storia e cliplomozia , cattedra sempìare di ciascuna opera stampata co'
abolita neliSiS. Storia antica e rnuder- loro torchi , a seconda del decretato da
ua, calledraclie fu unito nel 1 838 alle let- PioYll nel 1816, richiamalo in vigore
tere greche. Il Mazzetti a p. i5o riporta dalla circolare della congregazione degli
la serie (le'rettori o reggenti clell'univer- studi de' 1 4 maggio 835. 1 Nella facoltà di
sità di Bologna dal 1800 al i84o; alcuni filologia trovavasi riunito in una sola per-
ebbero l'addlettivodi 3Iagrifficoj edap. sona l'esercizio delle due cattedre di sto-
i55 r elenco ragionalo de' profiessori e ria e di letteratura greca, e ciò dal 1 838.
supplementari della stessa università dal Furono divise di nuovo nel 1847, per af-

j8oo e 1840. L'indice delle persone no- fidare l'insegnamento della storia al prof.
minate ne'diversi cataloghi, e l'indice del- Antonio Montanari, rintanendo quella di
le materie coronano la bell'opera del be- lingue e letteratura greca al marchese
nemerito Mazzetti di cui ho profittato , prof. Angelelli che occupavale in prece-
con ammirazione e gratitudine. Si pon- denza entrambe. Dopo la morte del mar-
no inoltre leggere conte Paolino Mastai : chese successe il prof. Gaetano Pelliccio-
Ferretti , Notizie storiche fieli' accade- ni, attuale professore di lingua e lettera-
mie ci' Europa, p, 53. Giuseppe Gaeta- tura greca. Nel novembre 1848 furono
no Bolletti, Dell'ori,ìgine ile proi istituite le due cattedre d'economia pub-
dell' Istituto delle scienze di Bologna e blica, e di diritto commerciale si pub- :

di tutte r accademie ad esso uni te y Bo- blicarono gli avvisi di concorso, ma per
logna 1 75 Gio. FrancescoZannotti, Sto-
1 . le vicende politiche di quell'infausta epo-
ria dell'accademia Clementina di Bolo- ca e successiva repubblica, 1 imase senza
gna, ivi per Lelio della Volpe i ySg. No- effetto il concorso, e senza valore l'istilu-

progresso dell'Istitu-
tizie dell' origine e zione.Tali vicende le narrerò a Universi-
to delle scienze di Bologna e sue acca- tà' BoMAzvA, insieme alla chiusura di ta-
demicy colla descrizione di tuttociò che le università e di quella di Bologna, e
nel medesimo consen'asiy Bologna iy8o, le altre tutte nel 1
849) '^^^ menoalle di-
irpografia dell'Istituto delle scienze. Que- sposizioni emanate sulle medesime dalla
sto libro è una riproduzione di (juello del s. congregazione degli studi. IXella Colle-
Bollelli, con aggiunto del marchese Giù* ctio, t. 3, p. 44» ^ i' dispaccio del cardi-
seppe Angelelli. Indi venne di nuovo ri- nal Yizzardelli prefetto di detta congre-
prodotto con variazioni dal prof. Gaeta- gazione, al cardinal Oppizzoni arcicancel-
no Lenzi e col titolo Descrizione del' : liere della pontificia università di Bolo-
I Istituto delle scienze di Bologna^ no- gna, in risposta ad alcuni dubbi dal me-
vero dell'accademie, ec, Bologna tipo- desimo proposti sulle nuove disposizioni
grafia Bortolottii84r. Marsigli, Jtti le- contenute nelle circotari de' i o settembre
gali de Ila fondazione delV Istituto delle 1 85o,delle quali ragionerò nel ricordato
scienze diBologna, 728. De Limier, ivi 1 articolo, sugli esami degli studenti; men-
Histoirc de V Académie appellée V In- tre le risposte sui dubbi d' alcune lasse,

stitut de Bologne, Amsterdam 1728. relativamente al contenuto delle mede-


Aggiimgerò io alcune altre notizie sino sime circolari , si leggono a p. 4? della
a oggi. Nel t. 3 della Collectio,iì^: 7, è la Collectio, co\ dispaccio del cardinal Viz-
circolare del cardinal Gizzi segretario di zardelli al cardinal arcicancelliere di Bo-
stalo de*28 aprile 1
847 a'presidi delle pro- logna. Leggo Giornale di
nel n.*'258 del
vincie, colla quale viene confermata la di- 7\o/;2/ideli85o,chea'4 novembre in Bo-
sposizione che tutti i tipografi dello sta* logna ebbe luogo la funzione sagra pel
to pontificio debbano trasmettere alla bi- riaprimentodellapontificiauni versila. Al-
bholeca deli'uuiveisilà di Bologua'uu a- la maasu dello Spirilo Sauto celebrata nel-
270 UNI U JN I

roralorio della coni^regazione spirllnale ora il busto del Mezzofanli, da cui la sa-

degli sludenJi assistè, oltre i collegi e cor- la è intitolata, sì che, grazie alla generosa
pi universilaii, il cardinal Oppizzoni ar- gratitudine e amor patrio del d.' Veggettl,
cicancellieie dell' università , davanti il è ora dato d'ammirare
in Bologna un de-
quale professori emisero
i la consueta pro- gno monumentoerettoalsommo poliglol-
lessione di fede. Trovo nel Giornale di to. Tra le Università dello stato ponti-
Roma e nella Civillà Cattolica, 3/ sei ie, ficio, rilevai in quell'articolo che le più

t. 3, p. 440^^6*26 luglio al 9 agosto 856, 1 frequentate sono quelle di Roma e Bolo-


the l'università di Bologna era slata ar- gna, riportando il numero degli scolari
ricchita d' un museo di storia naturale, dell'anno scolastico 855-56, classifican-
1

dono de'nobili fratelli conti Francesco e do le facoltà a cui si dedicarono, quanti


Agostino Salina, i quali si piacqLierod'in- e quali conseguirono i gradi accademici.
terpretare cosi T intenzione liberale del Nelle Notizie di Roma del 1857 per la 1
.*

loro defunto genitore conte Camillo. Col- volta è slato pubblicato V attuale stato
tivando egli studiosamente i vari rami delle università di Bologna e di Ferrara,
della storia naturale , e specialmente la ed i nomi de'cancellieri e rettori di quel-
mineralogia, ne procacciò a grandi spe- le di Perugia, Macerala, Urbino, Came-
se una doviziosa collezione, la quale ora rino. Ecco quellodi Bologna. Aicicancel-
bellamente disposta in una sala per ciò liereE.mo cardinale Michele Viale-Pre*
convenientemente allestita, onora la ge- là arcivescovo di Bologna. Rettore mg."'
nerosità de'tlonalori e lo zelo del munici- Pietro Trombetti* Vice-rettore avv.Fran-
pio. Di più si riferisce dalla Civiltà Catlo- cesco M.' Chierici. 1 collegi teologico, le-
lica^ l. 6, p. 2 32, che la pontificia biblio- gale, medico-chirurgico, filosofico, filolo^
teca , onde onorasi la celebre università gico. Professori pubblici e cattedre. Fa-
di Bologna, ebbe per lungo a bibliote- coltà in sacra teologia. Eloquenza sagra,
cario il celeberrimo suUodalo cardinal storia ecclesiastica, sagra Scrittura, teo-
Mezzofantijchenel patrio ateneo ebbe pur logia morale, sagra teologia. Facoltà in
cattedra di lettere greche e orientali. Ed legge civile e canonica. Istituzioni del
essendo giusto che in quella biblioteca sor- gius di natura e delle genti con coadiu-
gesse un monumento all'uomo che tan- tore, testo canonico, istituzioni civili, te-
to avea onorato col suo prodigioso sape- sto civile, istituzioni criminali, istituzio-
re la patria, perciò il eh. d.*^ Liborio V^eg- ni del gius pubblico ecclesiastico vaca.
gelli bolognese, presidente del collegio de* Facoltà di medicina e chirurgia. Chi»
filologi e bibliotecario dell'università, fin mica generale, anatomia comparata e ve-
dal 1 838, quando il Mezzofanti fu innal- terinaria, medicina politico-legale, clini-»

zato alla porpora, volle a tutte sue spese ca, farmacia, botanica , anatomia uma-
un durevole monumento della
Jasciare na, patologia generale, chirurgia teorica
sua ammirazione e gratitudine al cele- e ostetricia, chirurgia clinica , igiene te-
bre suo pi edecessore e benefico protetto- rapeutica e materia medica fisiologia, ,

re, adornando di egregi lavori in legno e coadiutori alla clinica medica e alla clini-
di belle pitture e busti, e ogni altro ac- ca generale. Facoltà di filosojia e ma-
concio ornamento (essendo ogni cosa la- tematica. Intioduziooe al calcolo, zoolo-
voro d'illustri artisti bolognesi), la sala gia , niineralogia e geologia , meccanica
della biblioteca dove ordinaiiamente se- idraulica, ottica e astronomia, fisica, cal-
deva l'illustre poi porato, e dove si con- colo sublime, agraria. Facoltà filologi'
servano mss.fia'quali ve ne ha ben eoo
i 1 ca. Arte oratoria e poetica, archeologia,
ijrienlali tra ebraici, arabi, turchi e per- storia, lingua greco. Professori emeriti 4'
siani. Nella sala poi coil adornata vedesi Direttoli dc'gabiuelli; della clinica medi-
U N I UNI 271
cn, della clinica cliiiurgica, ilei museo a- i comuni sforzi, crescesse la studiosa gio-
dììIoidìco con due assistenti , del museo ventù a bei frutti di religione e di dottri-
patologico, del museo chimico, del mu- na, utile a se, vantaggiosa alla patria, di
seo di farmacia, del museo di mateiia me- decoro allo stalo. Il Papa accolse quindi
dica, del museo d' ostetricia del museo , la Benedettina accademia delle scienze,
auutontico couìparato cou due assistenti, la quale, nata nel passato secolo sotto gli

del museo zoologico mineralogico e geo- auspicii del gran Pontefice concittadino,
logico assistito dalToperalore di zoologia, che le diede il non;»e, crebbe ognor favo-
dei museo di fisica, del museo d'antichità, reggiata dalla s. Sqì\q a nobilissimo se-
dell'osservatorio astronomico con astro- gno. Di essa pure, per organo di chi le
lìomo aggiunto, dell'orto botanico; ed il era a capo, il Papa gradì l'ossequio sin-

prefetto della biblioteca con due aggiun- cero ed ascoltavanei voti; cui rispose con
ti Per ultinìo, co'n.i 147,
e tre assistenti. benigni accenti, e coll'elfusione di protet-
1 53. 1 57 del G ipnialc dì Roma del
48, 1 tore e di padre, promettendo allo scien-
1857, mi gode l'animo di aggiungere su- tifico consesso il sovrano favore. Indi en-
gli stamponi un cenno sull' avventurosa trambi corpi ammise poi al bacio delle
i

dimora, che mentre scrivo sta facendo il sagre mani, congedandoli consolati del-
sommo Pontefice Pio IX in Bologna, o- l'apostolica benediz.ione. INel ricevere iit

norandola e rallegrandola di sua augusta udienza l'encomiala società medico-chi-


presenza, della sola parte cioè riguardan- rurgica, alle sue espressioni di divoto at-
te il discorso argomento. In questo fau- taccamento edi viva riconoscenza pel lar-

sto e memorabile soggiorno, facendo tut- gheggiato sovrano favore, rispose Pa* il

ti a gara per rendere al Papa doverosi i pa clemenlissime animatrici parole, che


omaggi di venerazione e di sudditanza, nuovamente attestarono quanto sì van-
0*27 giugno li lassegnò Finterò corpo u- taggiosa istituzione gli sia m benevo-
niversilario, in luogo del cardinal arcican- lenza ed amore. Il 6 loglio sarà sen)pre
celliere impedito da mal ferma salute,con- per l'università di Bologna giorno solen-
dotto da mg/ Pietro Trombetti rettore nissimo e di eterna memoria. Frimo fru'
magnifico, cameriere segreto sopiannii- romani Pontefici, Pio IX fece liete di sua
nierario di N, S., preposto della metro- augusta presenza le sedi attuali di que-
politana, presidente del collegio teologi- st'antico santuario delle scienze,onde ven-
co e professore di s. Scrittura, alla lesta nero a Bologna i ricordati predicati di
de'dottori collegiali e di tutti li professo- Dotta e di Madre degli slitdi. 11 magni-
ri; non che l'accademia Benedettina, e la fico palazzocui innalzava nella città il bo-
benemerita società medico-chirurgica. 11 lognese cardinal Giovanni Poggi, e la lun-
prelato umiliò al Papa con faconde e ri- ga sequela di annessi fabbricali, che il pa-
verenti parole la divozione e la gratitu- lazzo già Malvezzi formavano, e che U\

dine della bolognese università , racco- munificenza del governo acquistava, so-
mandandola alla pontificia e sovrana pro- no come già di>si l'odierna stanza, di do-
tezione, onde pel costante favore papale ve un'eletta ili docenti cresce la gioventù
si serbi e ci esca nell'antica sua fama. 11 alle scienze, in ogni lororamo. Qui si re-
Pontefice benignan)ente si degnò rispon- cò la maestà del Pontefice confortando ,

dergli: Che non mai sarebbe mancata o* professori ed allievi di una desideratissi-
gni più viva cura del governo pel mag- ma visita. In nome del cardinal nrcicau-
gior bene di si illustre stabilimento, se- celliere ricevette Santo Padre ilrettoie
il

gno precipuo all'affetto del suo paterno mg."^ Trou)belli; ed erano con esso a f»«
cuore, cui sperava ognor corrisposto da» re le piùdivole accoglienze n)g.' Camil*
§rinscgnauli e dagli allievi; perchè, sotto lo Amici cummissaiiu stiuordinario per
272 U N I U N I

la legazione delle Roraagne e prò legato E prima cominciò dalle secondarie atde
di DuIogna,col inaithese Luigi coa>nieii- della biblioteca, ove tanti e cosi pr».*ziosi
dator Da Via seoalore, insieme al magi- volumi sono conservali; e Ira l'altre am-
slralo muincipale.Venivanodielroa que- mirava l'aula in che gli orientali mss. so-
sti i collegiali dollori delle varie facollà, no posti la quale dall' illustre caidiuai
,

con alla testa i rispellivi piesidenti, i pro- JVlezzofanti s'intitola, a lui dedicala per
fessori insegnanti, i nieuibri deH'illuijlre concello di un cuore riconoscente, che
Benedettina accademia delle scienze, del- queir eterna memoria volle dedicata al
ta dell'Istituto, che piu" quivi ha stnu7;i, poliglollo famoso. Accedette appresso il

non che gl'impiegati priuiari della can- Papa ne'molli gl'mnumerevoli gabi-
fra
celleria. Giunse Sua Santità insieme al- netti delle varie facoltà, e ne lodò la me-
ia pontifìcia corte poc'ollre la decima ora ravigliosa ricchezza; esternando singolar-
del cualtino, e toslo discesa di carrozza, mente la più alta sovrana compiacenza
e benignamente gradi ti gli alti diprolou- in quelli, veramente superbi, d'anatomia
do omaggio degl'ivi raccolti personaggi, comparala, ed in lauti altri proiligando
grande aula della biblioteca, no-
salì alla che tulli a se chiama-
a'singoli direttori,
bilissima ed amplissima sala, ornata di va, chiedendone spiegazioni, e seco loro
convenienti addobbi, e dove era eretto il lungamente e doltainenle ragionando, il
pontificio trono. Erano già qui accolti ed conforto dell'indulgenlissima sua appro-
in bel numero gii studenti, lutti lieti del vazione. Wel gabinetto di fisica piacque-
grande onore in sì bel giorno impartito si poi di vedere taluno sperimento di di-
dalla sovrana benignità, e confortali da verse macchinette elettro- magnetiche,
quell'amabile sorriso, che sempre regna provvedute recentemente, nonché sin- i

sulle paterne sembianze. Piacque iviaSua golari efletti della bilancia giroscopica di
Beatitudine udire con attenzione benevo- Fessel, perfezionata da Plucker,rnostran-
la e con aperti segni di gradimento un'al- do in lutto il più benigno gradiinenlo.
lusiva orazione latina, degnamente scrit- L'Ateneo bolognese fu lieto per ben 3 ore
ta epronunziata con coni mosso accento della pontificia presenza; ciò che abba-
da mg.' Giuseppe Canali, cameriere se- stanza dice quanto esso inai sia fornito
greto soprannumerario del Papa, dottor a dovizia di scientifici oggetti, tali da ren-
fdologo collegiatoe proléssore d'oratoria. dere coslanlemente illustre la bolognese
11 Santo Padre amorevolmente si degnò università, che pel munifico governativo
rispondere: Compiacersi delle manifesta- auspicio serbasi degno dell'europea e an-
te espressioni, con tanta dignità espresse tica sua fama. Confortati i presenti tutti
nella lingua del Lazio, la quale di assai col più soave eloquio e con indulgentissi-
viva guisa raccomandò agli studiosi. Par- me espressioni, moveva il su|)ieino Ge-
lò dell'incremento di gloria del già cele- rarca per partire circondato dalla dotta
bre bolognese Ateneo, promettendo a ciò corona, che rinnovava gli omaggi di pro-
tulio mai il sovrano proleggimenlo in lol- fonda riconoscenza; quando necolpivagli
le le circostanze che pure lo consentisse- sguardi una marmorea lapide , intanto
ro. Ripetè quindi quanto più ampiamen- posta a ricordare il desideralo avveni-
te avea discorso nella visita fattagli dal mento, riprodotta dal Giornale dì Roinu.
corpo universitario, cui di nuovo con pie- Gradito il gentile pensiero e confortato
no cuore impartiva la benedizione apo- con nobilissime parole, partì il Papa, in
stolica, ammetlendolo quindi al bacio del tutti i cuori lasciando di se la più graia
piede. Al finire, condiscendendo all'avan- mentoria , e di un giorno per cui i fasti

zate suppliche, piaceva al Santo Padre di del patrio Ateneo cotanto s'illustrarono,
visitare lutto quaolo rampiissimo luo»u. giorno io cui non luuucava che la perso-
UN I UN! 273
iia queiramorosissimo e zelante por-
«li cui più bello sì rese l'operato restauro; il

poinlo arcìcancelliere, che tanto lo ha in quale benefizio ricorda un'apposita iscri-


cura eil amore , la quale avrebbe resa zione al limile estremo dell' alrio, con
vieppiù compiuta la Iiete2za delia bolo- quanto altro narrai di sopra. Entrato il
gnese università. Quelle arti del disegno, Papa nelle sale delle di Curlandia, tosto
che in Bologna esercitate , occupano sì ammirò il monumento eretto alla memo-
degno e nobii posto nella storia dell'arti ria del fondatore, lodando l'opere ivi e-
italiane; quell'artiche mercè la prolezio- sposle, fruito degli annuali concorsi; e
ne de'Papi, eminentemente in Roma fio- quindi si degnò sedere in trono, per am-
rirono e fioriscono, e fecero prove sì bel- mettere al bacio del piede il presidente e
le nello stato pontificio, e massimamen- gli accademici da esso presentali con in-
te in Bologna, ebbero a' io luglio nuo- dicarne i nomi, tulli ricevendo benevole
va illustrazione e incoraggiamento nella espressioni. Passò indi il Santo Padre nel-
confortevole visita che il Pontefice Fio la galleria delle statue e nelle scuole di-
IX si degnava fare nel santuario , eh' è verse dello stabilimento , trovando in
lor sede fra' bolognesi. La pontificia ac- quella di pittura, cui adornano le opere

cadeu/ia di belle arti fu lieta di un tanto prodotte dogli annui governativi concor-
onore, e per essa sarà grata ed eterna la si, una esposizione di opere del pennello
memoria di tal giorno; poiché nell'attua- de'già allievi dell' accademia bolognese,
le sua sede, in cui la dimora risale al co- riusciti a lodalo segno, così da vedersi
minciar del presente secolo, si compiace- quasi tulli ascritti per titolo d' onore al
va entrare il padre e il sovrano. Alle ore corpo accademico. Colali opere merita-
IO dei mattino vi giunse il Santo Padre, rono tulli sovrani elosi e taluna n'ebbe
i

e pieni di profondissimo ossequio lo ac- singolarissimi. Oiiorato lo studio del pro-


colsero il presidente col consiglio accade- fessore di pittura, salì il Papa al pianosu-
mico e il segretario, cui era unito l'inte- pcrioie, entrando nell'altre scuole, dap-
ro corpo degli accademici professori in- pertutto chiedendo spiegazioni, che dal
segnanti e di quelli con voto. Erano pu- presidente o dal segretario erano lun dia-
re presenti, a rendere omaggio, le autori- te; informandosi de'bisogui, e di lutto
tà ci vili, municipali e militari. Non appe- mostrando di prendere inleressamenlo.
na scesa dalla carrozza Sua Beatitudine, Visitò poi la residenza, gli uflìzi,la biblio-
salutata dal plauso delia folla d'ogni ce- teca artistica ove accettò una copia de-
,

to di persone, ed entrata nella porla mes- gli alti accademici deli856, umiliala dal

sa a solenne parato, ammirava l'atrio da segielario; dopo essere stato nellOplo-


non molti anni degnamente ornato e di- teca, entrò nella Pinacoteca, ricca d'opere
sposto, e quale conviensi ad artistico luo- degne, cospicue, celebratissime, nella più
go, il quale crebbe all'attuale decoro pel parte opera di sommi artisti bolognesi. C
grazioso sostegno e gì* incoraggiamenti qui l'interessamento del Pontefice e la
del cardinal Vannicelli-Casoni, mentre e- sua dottrina in uìaleria apparvero in hi'
ra legalo di Bologna, valido intercessore ce assai viva , e col dotto ispettore beni-
presso il cardinal Giustiniani camerlen- gnaujente intrallenendosi, chiedeva or di
go. Fu pel favore di questi che Irarnulò questo or di quell'autore bolognese, mo-
la senkbianza dell'atrio meschino e quasi strandosi pienamente istruito nella storia
neglelto, riducendolo allo stato presente, artistica della scuola bolognese. In una
tulio pulitezza e venustà. Ea questo di- delle maggiori aule trovò un'opera insi-
spendio munificamente degnavasi con- gne di Nicolò da FulignO| dalia sua mu-
correre con cospicuo dono del privalo nificenza donata alla Pinacoleca,ron ana-
peculio la sa. me. di Gregorio XVI, per loga cummemoralivu iscrìzione.luollrc in
VOL. LXXXIV, 18
9.74 UN I UNI
una delie sale, fra gli altri capolavori, Sua ìisede di tribunali di i /istanza e di com-
Santità ammirò la famosa s. Cecilia del- mercio, e di altre magislratiire. Il circui-
l' immortale Ralfaelio, lodando insieme to murato è vastissimo, mai giardini e
un polacco che per l'imperatore delleRus- anco campi ne occupano la maggior
i

sie ne avea egregiamente tratto copia. Nel parte. Le strade sono regolari, ma gene-
jiercorrere luoghi di versi, il Papa degnos-
i ralmente non sono bene fabbrica-
le case
si osservare diversi lavori intrapresi d'am- le. Lovanio offre pochi monumenti, però
pliamento,i quali cresceranno l'attuai gal- sono rimarchevoli la chiesa di s. Pietro,
leria delle statue , come pure nel piano collegiata sino alla rivoluzione francese e
superiore le sale della Pinacoteca; lavori dipoi parrocchiale, il palazzo pubblico,
che nacqueio e proseguono per sovrana bell'edifizio di gusto gotico, e l'ospedale
munificenza. All'uscire della Pinacoteca, pubblico rifabbricato neh 843 è un altro
si compiacque il ^anlo Padre fermarsi bell'edifizio. Al tempo dell' occupazione
alquanto per incoraggiare con graziose francese esisteva ancora il rimarchevole
parole parecchi de'giovanetli alunni, ivi spedale degl'invalidi, che poteva ricevere
accoltisi a rendergli omaggio. Compiuto il 2 300 persone. Vi sono 7 chiese parroc-
giro dello stahilimento degno d'una Bo- chiali e vari oratorii pubblici di corpora-
logna , e confortali gli accademici della zioni religiose; 8 spedali, il collegio reale,
maggior pontifìcia bontà, promettendo e l'università che la rese particolarmen-
persenjpre il governativo favore, con be- te celebre. Il Cancellieri , Notìzie sopra
nedire i presenti , lasciò il Pontefice la le campane che ia
e gli orologi^ riferisce
bolognese stanza dell'arti belle, animate Lovanio, oltre l'orologio dell'abbazia di
per l'augusta presenza a novella più lu- Park, si annoverava fia'pih esalti e piti
minosa e splendida carriera. Lasciata il armoniosi orologi, quello dell'altra abba-
Papa l'accademia, tiansilò pe'vicini orli s. Geltrude, egregiamente lavorato
zia di
agrario e botanico, ove l'ossequiarono il da Wanderghen , il migliore artisia di
celel)re cav. Giuseppe Bertolini professo- tutto il Belgio, di questa sorte d^istrumen-
re emerito di botanica dell'università di li, e che godè a giusto titolo somma ri-
Bologna, ed che emulo del-
il figlio suo, putazione. Considerabilissime erano le
la pater*ia fama, oggi copre con tanto o- sue fiibbrichedi tele e stoffe di lana, dì
nore quella cattedra. Ammirala al pas cui si faceva un commercio così florido
saggio la superba tenuta di que' luoghi nel principio del secoloXlV, che vi si con-
universitari, entrò il Papa nel vicino isti- tavano quasi 100,000 individui impiega-
tulo di educazione di s. Dorolea. ti in tali manifatture, sotto Giovnnni III

STUDIO DELLA
UNIVERSITÀ' o duca di Brabante; ma questo traflìco ven-
CURIA ROMANA o SCUOLE PALA ne quasi a cessare ad un punto per la ri-
TINE. r. Università" Romana. voluzione dell 38o,controVenceslao du-
UNIVERSITÀ GREGORIANA. V, ca di Brabànte, nella qual circostanza gli
Collegio Romano Seminario Romano , ,
operai che entrarono nella rivolta furo-
Università Romana, Università, Ze- no quasi lutti messi a morte o banditi,
LADA. per cui Lovanio rimase quasi spogliala
UNIVERSITÀ DI LOVANIO. Lo- d'abitanti, né mai più sì rialzò al suo pri-
\anio o Leuven, Lovaniimi, Luvoniimi^ stino stato. La fabbricazione di merletti
città del regno del Belgio^ nella provin- è quivi un ramo assai attivo; ma la sua
cia del Brabanle meridionale, capoluogo principal industria consiste nelle birrerie
di circondario e di canlone , sulla Dyle, numerosissime, che somministrano una
all'ingresso del canale del suo nome, di- birra rinomata, della quale se ne aspor-
stante 5 leghe dalla capitale Brusselles. tano annualmente più di 1 5o,ooo botti.
U N I ti N I 27-»

Vi sono uiicliedislillatoi d'acquavite, liii- ia nel 18 4, 1 fece parie del reguode'P/zc-


torie pe'oierlelli, una stamperia sul coto- i Bassi (r.)^ e dal i83o appartiene al
ne, filatoi di cotone, ralìineiie dizuccaro, egno del Belgio.
ninlìni da olio , conciatoi ce. Vi si com- La celebre Utdversità di LovaniOy ad
mercia di grani, luppoli, sementi di trifo- istanza di Giovanni IV duca di Braban-
glio, olio di rape e cavoli, detto
navoni , te, del preposto, scolastico e capitolo del-
colza, ec. Nella i /domenica di settembre la chiesa di s. Pietro, non che del borgo*
vi si tiene ricca fiera per io giorni, con mastro, scabini e comune di Lovanio, l'e-

islraordinaria affluenza diforastieri. II ca- resse il Papa Martino Sa- V colla bolla
nale di Lovanio permette a'navigli di 5o 1 pieiitiae immarcescibilis^ de'g dicembre
tonnellate d'arrivare sino a questa città. 1 425, Bull. Rom. t. 3, par. 2, p. 456: Iti*

E patria di Bernardo WanHespen,ramo- stìt litioStudii generalis in oppido Lo'


so canonista, rinomato per dottrina e ta- vanii i tuncLeodiensis^ mine Mechlinicn-
lento, ma pe'suoi pessimi princìpii,idi lui sis dioecesis etducatus Brahantiaecutri
scrini giustamente furono compresi nel- privilcgiorum^ et gratìarum elargitio-
V Indice de'libri proibiti; di Liberto Hen- nCj ac nonnullorwn statutoriun praeji'
nebel teologo, e di molli altri dotti. Lo- nitione. I privilegi accordati a' professo-
vanio è anlitbissima,e secondo alcuuiGiu- ried agli scolari, furono confermati e au-
lio Cesare ne fu il fondatore j altri pre- mentati dal successore Eugenio IV e da
tendono che prima di lui l'edificò certo altri Papi. Narra Novaes nella Storia di
Lupus. Sia comunque, esisteva nel seco- Nicoli)Fy che questo Papa con bolla d(j*
lo VI di nostra era, ma neir885 non era 23 luglioi455, presso il Martenne, Col-
che un semplice borgo. Verso tal epoca Icctio Anecdot, t. 4> p. i '93, trasferì il
Lanìbertoll duca di Brabante le conces- collegio Aincuriense alla città di Lova-
se privilegi e h'anchigie commerciali. Il nio. Altri privilegi e prerogative conces-
duca Goddifredo la fece cingere di n)ura selo all'università di Lovanio, Sisto IV,
nel i65. Già l'imperatore Arnolfo del-
1 Leone X , Adriano VI e Clemente VII.
1*887 "^ ^^'^^ cacciato i normanni che vi Raccontai nel voi. LXXVIII,p. 21, che

erano accampati, Tavea ingrandita e fat- Adriano Florenzi d'Utrecht, applicò agli
tovi costruire un castello. In questo nel sludi aLovanio in uno di que' collegi i

936 \ifu assassinato l'imperatore Enri- quali in numero di 43 servivano d'abita-


co I, e dove i duchi di Brabante per lungo zione alla maggior parte degli studenti, i

tempo fecero residenza. I gueldresi aven- principali de* quali portavano i nonni di
dovi posto l'assedio nel 1542, furono co- collegio del Lilio, del Porto, del Falcone,
stretti a levarlo. Altrettanto avvenne, nel del Papa, di Maria Teresa, dell'Alto Col-
1572 al principe d'Orange, nel i635agli le, di Drintio, dello Spirito Sauto e tau*
olandesi uniti a'francesi,e quest'ultimi so- ti (diri. Pe'suoi meriti divenuto vice-can-
li 706. Essi poi per uno strattagem-
nel I celliere dell'universitàdiLovanio, comin-
nja vi entrarono nel 1 7 o, sotto coman- i i 1 ciò a fondarvi un nuovo collegio, ove al-
do di Moulin, ma furono respinti da'bor tri studenti poveri ricevessero il benefìcio
ghesi. 1 francesi se ne impadronirono tut- ch'egli avea ricevuto; fu allora chiamato
tavia anche nel i 756 e nel i 792. Caduta Adriano e poi Pontificio, quando come
in potere degli austriaci l'anno seguente, dottissimo teologo e profondo giurecon-
e ripresa da Rleber, nel i
794 questa cit- sulto creato cardinale, per le sue virtù u'
tà fu riunita alla Francia, e divenne il
9 gennaio 522 1 fu sublimato al pontifica-

capoluogo d* un circondario del diparti- to col nome A* Àdriitno l^f.Dì questo in-
mento della Dyle: le sue fortificazioni fu- signe Papa, poco conosciuto e assai calun-
rono demolite nel 804. Ritolta 1 alla Fran- niato, da per tutto ne propugnai l'ecceUe
276 U N I UNI
viriti, e nelluogo dialo più paiUcolar- nel 368 la restituì al conte Luigi II. Nel
I

mentc coiifiihii (|uaiilo coti raninata oia- 1GGj Luigi XIV re di Francia la fece oc-
lizia gli venne apposto, quale proressore cupare, e dopo alternate vicende di pos-
dell'universilà dì Lovanio, su certe opi- sesso, l'assicurò alla Francia il trattalo
nioni eli e si pretese aver sostenuto anche d'Utrecht nel 1 7 1 3. I cattolici d'Irlanda,
da vescovo di Tbr/o^rt, da cardinale e da di Scozia^ òi' Inghìllerra^ di Olanda vi
Papa. Inoltre nel Belgio fu eretta altra ebbero loro collegi. Essi fiorirono al mo-
i

università in Douai o Uouay,dal l*apa Pio do Il gran-


riferito negl'indicati articoli.
IV nel 559 a norma di quella di Lovanio,
1 de propugnatore deir/r/^«</^,contro /«•
e ad istanza di Filippo li re di Spagna ghìlterra {l.)i Daniele O'Connel, fu e-
sovrano de'Paesi Bassi. Douai, Duacimt, ducato nel collegio irlandese o inglese di
città forte, allora facente paile della Douai, i cui alunni studiavano nell'uni-
Fiandra ed al presente della Francia,
, versità, così gli altri, com'anche un gran
dipartimento del Nord, capoluogo di cir- numero di scolari divenuti insigni. Il col-

condario e di cantone, situata sul fiume legio degli scozzesi era diretto da'gesui-
Scarpa che la divide in due parli, e co- ti, con molto zelo e successo. Il collegio
munica colla Deula a mezzo d'un cana- degli olandesi era destinalo per le missio-
le,a pili di 5 leghe da Canibray.Ehede di ni, e s'intitolava di Propaganda fide. Dei
tribunale dii/istanza e di magislrati, di collegio degl' inglesi diretto da* monaci
società d'agricoltura e arti, e dell'univer- anglo-benedettini, si legge a p. 344 ^'^^
sità. E' grande e bene fabbricala, le slra • Giornale di Eoina del 1 849. « Lo stabi-
de assai ben distribuite, ed i bastioni of- limento de'benedetlini inglesi a Douai ri-

frono bellissimi passeggi. Le sue fortifica- cevè in quest'anno utili restauri e amplia-
zioni sono irregolari e fiancheggiate da menti, poiché vi si termina pi esentemen-
torri. E' pure difesa da un forte situalo te al 2." piano un vasto dormitorio rim-
sulla riva sinistra della Scarpa, quasi ad petlo alla biblioteca, e vi si livella simul-
una lega da Douai. Gli edifizi più degni taneamente il chiostro, alle cui estremità
di rimarco sono la chiesa di s. Pietro, il un ricco visitatore inglese fece un dì co-
palazzo pubblico d'arsenale. Possiede un struire una galleria coperta sorretta da
collegio, scuole d' artiglieria, di disegno colonne. Una splendida cappella gotica,
e di musica, biblioteca con circa 28,000 illuminala da varie finestre con arco dia-
volumi, museo di quadri e d' antichità, gonale e prolungalissime, giusta lo stile
gabinetto di storia naturale, giardino bo- anglicano, è già compita e forma il pia-
tanico, teatro, spedale civico e altro spe- no superiore d'un dormitorio fabbricalo
dale, prigione militare, orfanotrofio, fon- stile. Questo
a pian terreno, sullo stesso j
deria di cannoni, arsenale, fabbriche, ma- stabilimento posto sotto la direzione di
iiifallureed ha un considerabile depo-
, preti cattolici inglesi dell'ordine di s. Be-
grande essendovi Tallivilà
sito di lino, nedetto , conia da 60 a 70 pensionari,
commerciale. Douai vanta i suoi illustri quasi tutti delle principali famiglie della
e dotti, e tra gli artisti Giovanni di Bolo- Gran Bretagna. Vi si veggono nondime-
gne celebre scultore e allievo di Miche- no un piccolo numero di giovani francesi,
langelo. Secondo Giulio Cesare fece Douai che vengono in questo collegio a fine di
parte della Gallia Belgica, ed era abita- pei fezìonarsi nella lingua inglese. Antece-
ta da* Caluaci, essendo già Uìolto im- dentemente alla i. "rivoluzione, la città di
portante sotlo i primi conti di Fiandra. Douai possedeva 5 stabilimenti; benedet- i

Filippo IV
Bello re di Francia, mal-
il tini furono soli che poterono alla re-
i

contento del conte Guido, se ne impadro- staurazione ritornare alla loro casa che
uì nel 1297; ma il re Cario V il Saggio non era slata alienala". Poco dopo l'i-
U N I U N I 277
sUfuzIone (lell'uni versila JiDouaijinqtiel- di Bajo di tulli suoi errori ; e vi con-i

la di Lovanio il suo fiunoso professore tribuì pure l'altro gesuita ven. Bellarmi*
Miclielangeio Bijodi IMaliiies disseminò no (poi amplissimo cardinale, per le cui
l'empia sua deliri iia del Bajaiic.sìnio(V.)y virtù, riconosciute in grado eroico, pro-
e Uirbò l'universilk e le coscienze de'fe- nunziò in (livore della beatificazione la
deli. Furono questi primi semi di quella
i congregazione de'rili a*27 luglioi 727), il
peslifeia zizzania, che nel secolo seguen- quale avendo compito suoi studi in Lo- i

te Kitaimente infellò i puri campi della vanio, vi pronunziò i voti solenni e fu or-
Cliiesacol riprovevole Giansenisino(f.). dinato sacerdote. Il ven. Bellarmino ot-

UUnh'crsità della Sorbona condannò gli tenne immensi successi a Lovanio nel pul-
errori di Bojoj e s. Pio V colla bolla Ex pito pe* suoi sermoni e nella scuola pel

omnibus ajjliclionibus , del i ottobre suo insegnamento. Vi restò 7 anni con
1
^^"ji soppresse il nome dell' autore dal- inlimi rapporti coli* università e co' suoi
le sue erronee opere, condannò 79 pro- professori. Gli Annali delle scienze re-
posizioni di Dajo, e per prudente mode- ligioscy nel 1. 1 2, p. 266 e seg., riprodus-
razione dall'arcivescovo di Malines fece se la corrispondenza epistolare tra l'uni-
privalamenteiiolificare la bolla all' uni- versilàe il ven. cardinalBellarmino.Quan-
versità di Lovanio. Non cessando tutta to a Bajo , non essendo stata sincera la
Tolta Bajo dalla sua audacia , Gregorio sua ritrattazione, sostenendo nuovamen-
XIll pubblicò solennemente la bolla del te molte delle proposizioni condannale,
prtHlecessore,e l'inserì nella propria, Pro- a segno che giunto a Brusselles neh 584
s'iòionis nostrac, de' 29 gennaio iSyg, il nunzio apostolico Bonomo vescovo di
Bull. Roni.t. 4) pa»'« 3, p. 4^6, confer- Vercelli, inlese che le elivisioni nelle scuo-
mandola solennemente. Informato il Pa- le di Lovanio crescevano di giorno in gior-
pa de' disagi e dell' angustie che pativa no, si trasferì in questa città, e ricevette
l'università di Lovanio e suoi lettori, per i leaccuse de' cattolici contro di Bajo ; il
la vicina guerra di Fiandra, mandò loro quale olire ad altre maligne inlerpreta-
con amorevolissime esortazioni e offerte zioni che contro la bolla pontificia an-
,

un dono di 3ooo fiorini. Già Gregorio dava arditamente fabbricando, e riferite


Xlil avea emanato la bolla In praccel- da Bcruino neWH iste ria di tutte V ere»
sa Milli anlìs Ecclcsiae del i,° marzo ^ sicy spargeva altresì furbescamente, non
1.572, Bull. /?o/y?. l.4,par. 4>p. 86: Co/2- richiedersi altro dalla bolla apostolica,
finnalio privile^iovuni univcr sitalis sin- che un rispettoso silenzio, ch'è l' empio
dii gcneralis Lo^'onien, Quindi lo slesso ripiego, che in simil caso fu dipoi abbrac-
Papa col breve Nupcr cutn^ dell* 8 set- ciatoi\ix giansenisti in Francia. In Lova-

tembre 1573, Bull, cit., t. 4. pa»' 3, p. nio,Levino Torrenlms, designalo arci-


265: Statuii, quocl de celerò nominatio- vescovo di Malines, fondò il collegio de'
ncs ad beneficia vel officia ecclesiasti- gesuiti; ed ivi oltre i memorati collegi e-
caper collatores unii'ersilalis studii gc- ranvi quelli: per gli ahumi iV Irlanda ^

neralis Lovaniensis , vigore literaruni che dipendeva dalla congregazione di


Sixti ir facien.y quae intiinandae e- propaganda fide y per mezzo del nunzio
rant Ordinariis^ inlimcntur per qffìxio- di Brusselles, fondalo da Urbano VII1,q
ncni ad valvas locorimi^ ubi ipsi colla' co' capitali superstiti si mantengono in
lores resident, et reslituit cjus privile- Lovanio giovani che vi s[)ediscono gli or-
i

gia in prislinum advcrsus quascuin(jue dinari d'Irlandaipcr gli ahumi d'O/^z/i^/^r,


revocaliones. Gregorio XIII ollenm* per e già istituito inColonia net 16 10 e po-
mezzo del celebre p. Toledo, il primo ge- co dopo trasferito in Lovanio, denomina-
suita che meritò il cardiualuto, l'ubiura to Allocollensc; per gli aluuui della dio-
278 U N I ti N I

»;esi òìllailein^ chiamato tìi s. Pulcheria, tiili, si serv'i per esso e sempre della ma-
il cui GiacomoGiansenio,
1, "presidente fu teriale mia penna; a segno tale, chea mia
uomo erudito e savio, il quale divenne gran confusione dipoi m'implorò e otten-
vescovo di Gand in Fiandra; nipote di ne dal Papa Pio Vili il segreto del s.
lui fu Cornelio Gianseuio d'infelice fama, Offizio , e divenuto egli Papa si degnò
parittienle presidente di quel collegio, il confermarlo. Il concordato tra Leone XI l
quale fatalnienle iuibevuto degli errori e il re A^' Paesi-Bassi, lo riportai in que-
ili Bojo, di venne autore dell'eri oneo ela- st'articolo,e ne ragionai ne'relativi,riguar-
giin»evole giansenismo, che turbò special- dando particolarmente la circoscrizione
mente l'università di Lovanio, la Chiesa delle diocesi, l'insegnamento, l'istituzio-
e la fede cattolica, come rilevai nel voi. ne de' seminari ec. ; e con questa penna
L , p. 162 Occupata Lovanio
e altrove. scrissi la lettera al re, s'intende sottoscrit-
da'hancesi, l'università venne da essi sop- ta dal cardinale , di ringraziamento per
pressa nel 1797, ed in parte fu ristabili- la scatola d'oro col suo ritratto contor-
la neli8i4 al cessare della dominazione nato di brillanti, dal re con sua lettera
loro, istituito regno ^& Paesi- Bassi
il donata al porporato, inviata per segno
si trattò della soppressione de' seminari di particolare stima e soddisfazione. To-
vescovili, e dell'istituzione d'uu collegio sto i protestanti impugnarono il concor-
filosofico, che avrebbe facilmente aperto dato, ed il protestantismo de'consiglieri
l'adito alle false dottrine i\e Protestanti. del re risvegliò il suo, che però gli costò
Inutilmenle da' soggi vescovi e dal zelo poi la perdita del fiorentissimo regno del
del rappresintiinle della Sede si mos- s. Belgio. Pretese il re di difendere il col-
sero giuste querele Guglielmo I, e
al re legio filosofico, come approvato da Leone
per tali e altre commozioni religiose si XII, mentre questi non a vea malfatto pa-
vennero a preparare gli avvenimenti che rola d'istituzione sì anti-cattolica; soltan-
separarono il Belgio i\& Pdesi-Bassi.hà to avea prudentemente lasciato d'insiste-
ontapuie dellegiavi rimostranze di Leo- re per la sua soppressione, onde non in-

ne XIJ, nondimeno all'università di Lo- terrompere le intavolate negoziazioni. Do-


vanio successe il collegio filosofico, aper- po la formazione del regno del Belgio, il
to ivi a' 17 ottobre 1825, senza riguardo collegio filosofico di Lovanio restò di con-
alcuno alla contrarietà de'zelanti belgi seguenza soppresso, e si convenne da' ve-
cattolici. Questa fu un'istituzione teolo- scovi cattolici del Belgio alla istituzione
gica sotto la denominazione di collegio fi- i\e.\V Unì\>ersità{F .) Qdi\.io\\cai di Malines,
losofico, per l'educazione de' giovanetti ivi inaugurata nel 1 834, e neh 835 tra-
che si dedicavano allo stato ecclesiastico, sferita a Lovanio, negli edifizi accordati-
e venne quindi frequentata da un 3oo gli dalla città, ove prospera, quale uni^
studenti. Jl malcontento fu pubblico e niversità cattolica primaria del Belgio.
generale, massimamentca Brusselles, Lo- L'approvò Gregorio XVI, già cardinal
vanio e Gand. Fu allora che il re inviò Cappellari, con somma soddisfazione del
a Roma 1826 l'ambasciatore conte di
nel suo grande animo, per tutto quanto avea
Celles per venire adun accomodamento alacremente operato pel bene spirituale
o concordalo. Per questo Leone XII no- e morale della nobilissima nazione Belgi-
minò plenipotenziario il dotto e sagacis- ca. A'4 novembre i83zt si fece l'apertu-
simo cardinal Cappellari, nelle stanze del ra dell* università cattolica del Belgio in
quale fu sottoscrittoa* 18 giugno 1827. Malines,ed il rettore della medesimaRev.°
IN^on solo f(ù testimonio di tutto, ma il De Barn, alla presenza de' vescovi, del cle-
cardinale, come in tutti gli affari moltepli- ro, d'una moltitudine di cattolici , tutti

ci e gravissiu)i della s. Sede da lui trat- giubilanti di religiosa e pura gioia ^ prò-
U N I UN I 279
imnxlòquel Jìscoisocloqnenle latino, che le della nuova. Questo discorso pieno di
pubblicò il 1. 1 degli Annali delle scien- fuoco e d'un savio patriottismo, mostrò
ze i46 e 3o5. Indi nel t.
relis^iose, a p. d'aver compreso gl'interessi della città e
!2, p. 260,rende contezza de' discorsi
si quelli dell'insegnamento. Gli altri 4 di-
pronunziali all'università callolicndaMa- scorsi furono pronunziati all' apertura
Jines trasferita a Lovauio, nella sua istal- delle lezioni da' professori Moeller , de
lazione e apertura degli studi, il j. ''dicem- Cazalés, de Coux, ed Arendt: ili. "tutto

bre 835, e successivamente. Il i.^di que-


1 religioso intorno la storia; il ?..° sugli stu-
stidiscorsi fu del Rev." De Cock vice-ret- di classici; economia;
il S.** sulla politica
tore dell' università e professore di filo- il 4" sulle antichità romane. Il compila-

sofia morale, in lingua francese, durante tore degli Annali, il dotto ab. De Luca,
la messa celebrata pontificalmente da ora degno arcivescovo di Tarso e nunzio
me;.' Enoell)erto Sterckx arcivescovo di di Vienna, sebbene fece alcune eccezioni
Malines, poi creato cardinale del titolo di nel ragguaglio de'uiedesimi discorsi, do-
s. Bartolomeo all'Isola da Gregorio XVI, po le sue particolari osservazioni, li dice
nella chiesa di s. Pietro. Il Rev.^DeCock notevoli e commendevoli per un caratte-
tolse ad argomento del suo discorso una re comune, cioè per uno spirito totalmen-
n>.iteria la qualegii si affacciava alla men- te religioso. E couclùde: Sarà bene age-
te da per se, e si può dire era quasi al- voleil vedere che professori, quali li i i

l'ordine del giorno. Dopo di aver tribu- pronunziarono, appartengono ad una u-


tato alcuni elogi a' vescovi del Belgio ed niversilà, donde è stata sbandita l'anar-
a'maeslrali del luogo, l'oratore parlò del- chia delle opinioni e de* sistemi. Alla u-
l' anlicr. università di Lovanio , de' suoi niversilà cattolica, nu professore non ren-
successi e della gloria sua. Venne facen- derà slerili le lezioni d'un altro, non di-
do una minuta relazione intorno a que- struggerà l'opera d'un altro suo collega;
sto [)roposito, e discorse successivamente l'insegnamento avrà quell'unità, senza la

le varie facoltà di quella celebre univer- quale è diffìcile il progresso, e non si se-

sità, rammemorandone i vantaggi, che conda l'intereJise della scienza. Questi tli-

n'erano derivati, e il metodo che vi si te- scorsi sono altresì un argomento della
neva nello studiare e nello insegnare le dottrina e dell'ingegno de' professori , e
scienze.lndipas«ò agli avanzamenti odier- pare che siano stati favorevolmente giu-
ni fatti dalle scienze, e mettendo a riscon- dicati da'Iettori. Nel l. r 1 degli Annali^ a
tro queste due università, l'antica e la p. f) I , si rènde ragione delle calunnie de'
nuova, ne dedusse essere grandi gli ob- miscredenti contro l* università cattolica
blighi, a'quali quest'ultima deve adempi- <li Lovanio, confutate del ttìtto; poiché il

re. Ma notò ch'essa confida ne'Iumi ce- gran capo d'accusa contro la medesiniii
lesti e nella divina assistenza, ed altamen- è ch'essa gode la fiducia delle fimiglie!
te bandi>ce essere uflìcio de'professori il Si fa il confronto della protezione accor-
vistaurare e mantenere mai sempre la data dal consiglio provinciale del Braban-
unione Ira la Religione e le Scienze. Die- te all'iiuiversilà libera di Brusselles, fon-
de fine al suo discorso coll'indirizzure u- data dal partito liberale e irreligioso e
na esortazione a' professori ed agli stu- dalle logge massoniche, che mostrandosi
denti, e con invocare il patrocinio della coerente alla sua orìgine, fu giudicata ne'
B. Vergine sull'uni versila cattolica. \\i° suoi capi, i quali si qualificarono come a-
discorso fu recitato da Vanbockel, bor- genti del liberalismo francese. Essa fu i-

gomastro di Lovauio. Esso fu tutto con- naugurata nel i834« Nel l. 16, p. 45-ì
sagralo alla memoria dell'antica univer- degli Annali si riporta lu circolare do'
sità ili Lovanio, e alle speranze avvcni- 7,7 gennaio i843, da Icggcisi in pidpito
28o UNI UN I

nelle chiese, del cardinal Sterckx arcive- 4, p. 3 13, dice che nel iS5i Tuni versi-
scovo ili Malìnes', e degli allri vescovi del la di Lovanio conlava 600 allievi assai
Utlgio, cioè di Liegi, Bruges, Tournay, rispettosi e buoni; che molti erano vera-
IVamur e Gand, al clero e a' fedeli delle mente pii, ad una congregazio-
ed ascritti
loro diocesi, intorno all'università catto* ne di spirito. Le
o quattro uni-
altre tre
licadi Lovanio,e fa ben conoscere lo sta- versità del Belgio non avere gran nu- s'i

lo di quest'importante istituto, dai qua- mero d'allievi; nel regno numerarsi 622
le la religione e le scienze attendono i case religiose, e g^So fra religiosi e reli-
frutti più felici. E accompagnata da un gio^c. Nel t. 5, p. 58 1 della 1* serie, do-
(juadro delle iscrizioni e ammissioni degli po avere la Ch'ìltà parlalo della legge
studenti degli anni accademici i834-»^42 dell'insegnamento secondario ne' collegi
delle cattedre di umanità, della filosofia, del Belgio, destinati a' figli di cattoliche
delle scienze, della medicina , del diritto, funigiie, cioè che i negoziali riguardan-
della teologia; il numero totale ascenden- ti il concorso del clero in collegi dello
do a 3694; non che della statistica di 7 stalo riuscirono finalmente a tutelare
unni degli studenti dell'università ap[)ro« nello stesso le!n[)o la libertà del gover-
vali dagli esaminatori, il numero totale no, dell'episcopato e de'comuni; osserva
sommando 971. Si ringrazia la Prowi- che volgendo il 4-*' bislro l'università cat-
denza divina dello stato di sempre cre- tolica di Lovanio, dagli autentici docu-
scente prosperila dell'università, dacché menti riportati nel mo annuario si risa-»

ne furono gettate le fondamenta; si loda vava, ch'essa nel 1 854 Irovavasi in pro-
il buono spirilo degli alunni, d zelo loro gresso ognor crescente d'allievi, d'auto-^
pegli studi e per la disciplina, ed i loro rità e di veri servigi alla patria per la
progressi; encomia l'impegno e lo zelo
si dulia educazione delle sue piii care spe-
de'p^oressuri e del benemerito loro capo, ranze. Nel volgere di tal periodo d' anni
e che alla loro capacità e perfetta unio- più di 1000 vi studiarono la sagra teo-
ne si deve, do[)o Dio, la riuscita d'un'im- logia, e buon numero di essi con singo-
presa grande, la quale già godeva altis-
b) iar profitto. Or chi conosce la valentia
sima slima anche ne' paesi stranieri. Si di cpie'professori e l'assiduità de'candida-
aggiunge che questa santa opera forma- ti nello studio della scienza divina (i qua-
va l'allegrezza di Gregorio XVI, come li non sottostanno certamente agli studi
la speranza di tutte le cristiane famiglie di qualsiasi più fiorente università) non
del lielgio; loro essere l'opera, prodotto può njenodi non allietarsi della certez-
a
dell' ollprte e delle liberalità del clero e za, che piante così rigogliose non falliran-
fedeli del Belgio, e sussistere per essi. Es- no di prodiu're copiosissimi frutti. L'ul-
sere però necessaria la continuazione del- liu)a statistica degli scolari daW Univer-
le collette e soscrizioni annuali, e le pri- sità jhi ri[)ortai a quell'arlicolo con altre.
ine nelle chiese ne' giorni stabiliti , alle Essa è sotto la direzione dell'Episcopato
quali doversi per la maggior parte l'esi- Belgico, ed è la sola che abbia la facoltà
stenza della cattolica università; perciò teologica. Nel 1. o, p.587, la Civiltà ra-
1

vivamente lacqoinaudnre il proseguimen- gionando delle opere del can. Beeien, e di


to delle questue e dell' olferte volontarie sua pubblicazione delle lettere di s. Cle-
e >pgntanee; aftinché un'impresa princi- mente, col testo siriaco, accompagnando-
piata con felici auspici!, fosse condotta a lo di traduzione e di commenti eruditi,
buon fine,onde serva dappertutto di no- sullo gliauspicii di Papa Pio I X; notò che
vella prova, ohe la nostra s. Religione è nell'università di Lovanio sono molto iti

l'amica tlelle scienze e il centro della ve- onore gli sludi orientali, e che il can. Bec-
la luce. Lu Cirilla Cullo là a ^ìììiic 1.^,1. leu v'istilu) una tipografia oricutulc, do-
UN I UNI 28C
ve si trovano i caralleri siriaci, arabi, e- suoi professori. Da più di 11 anni, dacché
Inaici ec, opinando che in breve essa sa- fu istituita l'università, gli studi sempre
rà in tal genere tra le migliori fornite. vi fiorirono sia pel zelo e scienza de'pro-
Tra'professori della Tacoltii teologica con- fessori, sia per l'alacrità de' giovani stu-
ta vasi (ino al dicembre 184B il canonico denti. Nel l. 1 2, p, 1 2 I degli Annali del'
d. G. D. Malou/il (juale dopo aver studia-- le scienze religiose^ si dice ricavarsi ^ìÀ^
to teologia e preso la laurea in esso colle- Y Anniiaire de VUni^'crsité Catholique
gio romano de'gesuiti nel i835, fu pro- 1841, che l'università cattolica di Lova-
mosso alla cattedra di teologia dogmati- nio proseguiva con un successo sempre
ca nella nuova università cattolica di Lo- più lieto a portare il frutto che se ne spe-
vanio. Uomo, che
ad essere fornito oltre rava. L' insegnamento è ordinato a con*
di precoce e sveglialissiaio ingegno e di ciliare iu vicendevole concordia la fede
vasta erudizione, impiegò 12 anni d'inde* religiosa colle diverse diramazioni delle
fesso lavoro a promuovere la scienza sa- scienze umane. E perchè più facile tor-
gra e difenderla da' novatori , non solo nasse il conseguimento d'un tale lodevo-
ocallolici,ma anche da que'caltolici i qua- le fine, fu eretta una Società letteraria^
li redolii da metodi nuovi e lusinghieri, annessa alla stossa università cattolica. Uà
non professano la debita riverenza verso rapporto recitato da Perin vice-presidea-
qiie'sommi che ne' tempi a noi anteriori te,nella tornata de'23 ottobre i84o, io-
versarono negli studi sagri : e tali sono torno alle fatiche intraprese da' membri
appunto tutti seguaci , sebbene ravve-
i della società dopo il comiuciamento di es-
duti, del famoso LaDieniiais,di deplora-- sa, ci dà un sugoso riassunto delle dissero
bile ricordanza, per quanto dissi nel voi. tazioni lette o inviate, dal 1839 in poi.
LXXXlll, a p. 3 I 3. Durò il can. Malou Indi si passa a parlare di quelle che con-
inlàlicabile e imperturbabile nella sua cernono direttamente le scienze ecclesia-
cattedra, Cnchè il Papa Pio IX nel con- stiche, esì conclude dagli argomenti svol-

cistoro dell'i 1 dicembrei84B, tenuto in ti, sui due sistemi che dominano nelle

Gaeta, lo pieconizzò vescovo di Bruges scuole filosofiche, il Cattolicisnio e il Ra-


nel Belgio, chiesa che tuttora con zelo sa-* zionalismo j sul Panteismo base dello
viamenle governa. Sue opere sono De ; dottrine umanitarieisull'economia politi-
la lecturc de la Bilie cn langue vitlgài^ ca o^Ì\\e(ì Dogmi religiosi; sulle cause che
re. Bcchcrclics ìiisloriques sur l'autcur generarono la pretesa Riforma religiosa;
(le l'I/nitation, Thomas aKcnipis, De la sull'origine dell'/y/fjm/^mOj sui rapporti
liberléde la Charilé en Belgìque, De la dell'amena Letteratura col cristianesi-
manière de représenler V Jmmaculée mo: che questa società letteraria di Lo-
Coiuu^jìLìoii. V Immaculét Coiiception vanio, tuttoché nell'infanzia, non contan-
considerce cornine dogme deFoi. L'ulti- do che un anno e mezzo d' esistenza , ri-
ma delle quali opere è dedicala al regnan-- sponde all'inteso oggetto, che si propose--
tePon tefice che gloriosamente defìfùl'hiit ro i zelanti e dotti suoi fondatori. Anche
inacolalo Concepimento. Nelle radunan- nella 3.' serie degli Annali delle scienza
ze perciò tenute in Roma, il vescovo di re//^'/o.yc, compilali dal eh. prof. Arrighi,
Bruges si fece ammirare per elo([uente in alcuni tomi si dà ragguaglio delle adn->
dottrina ecclesiastica, in quegl'imponenti nanze della società letteraria di Lovanio,
consessi de'vari vescovi accorsi pel «nemo- Nel ^'^ serie
t. c), p. 474 » *'<il'>^ di tali

rabile decreto nella città eterna. Tutto A/tnali, si dà ragguaglio dell' Annuario
questo non ù certamente piccola gloria dell' U niversitàCattolicii di Lo^'anione^
per la novella università cattolica di Lo- i85i. Quest'annuario fa conoscere: i.**

vauio , tUe si gloria averlo conialo Ira' coloro the dirii^ouo l'uuivcrMlà sotto ia
282 V N 1 UN I

sorveglianza episcopale del Belgio ;


2." il ìiiannnij mentre disse il rettore, Gynina'
personale cle'piofessori in numero di 47» siarcha idemque Rite ter j il professo-
e gli udìciali in tiumeio di 6; 3.° i collegi re o lettore , Docior decurlalis Lycei
dell'università in numero di 3j in fine la Leoniani. Questa è l' Università (P^^.) e
biblioteca, ed i gabinetti di (jsica, di chi- l'Arci Liceo degli studi primario di Ro-
mica, di anatomia , di zoologia, d* istru- ma, e con Y Università di Bologna (F.)
inenli di chirurgia ec, ed il giardino bo- pub-
dello Stalo pontificio (F.); scuole
tanico. Vi si trovano ancora i discorsi bliche, di cui è arcicancelliere il cardinal
rapporti sui lavori dell'anno precedente Camerlengo di s. Chiesa (F), e desti-
delle differenti società formate da' profes- nate agi' insegnamenti delle civili e sa-
sori e dagli studenti, cioè la società lette- gre dottrine. Nel voi. Ili, p. 3o4, ricor-
raria, la società di letteratura fiamnìin- dai il libro che tratta della giurisdizione
ga, e la società di carità di s. Vincenzo e podestà del cardinal camerlengo (di cui
de Paoli. Vi sono inoltre de'prospetti in. riparlai a Uditore del Camerlengato ,
dicanti il numero degli studenti in cia- sidrattualesuo stato) nella dignità di ar-
scuna fdcoltà, il cui totale era di 556, co- cicancelliere. Dichiarò un moderno scrit-
me ancora di coloro che hanno consegui- tore, Roma è il centro della sapienza fi-

to i gradi innanzi al giurì nazionale d'e- losofica e religiosa, retaggio inalienabile


same. La 2.* parie dell' Annuario con- del cattolicisojo. Si chiama Archiginna-
tiene regolamento generale dell'univer-
il sio, dalle parole greche, capo, primo ^gin-
sità, ed alcuni regolamenti particolari, tra nasio, primo ginnasio, prima università
,qli altri quello dell'istituto Illologico per di R.oma. Non si denomina Sapienza ,

r istruzione di coloro che si cousagrano dalla sentenza scritturale, o versetto del


all'insegnamento delle belleleltere. Com- salmo lOjScolpitasuHa cartella marmo-
I

piesi r Annuario con un'appendice che rea che sovrasta la finestra posta sopra I.i
contiene parecchi documenti riguardanti porta principale: Initium Sapienliae est
l'antica e celebre università di Lovanio, Timor Dominijcome pretese \^enuti,e ri-

e quell'attuale ristabilita neh 834 da' ve- peterono Vasi, Rufìni e altri; ma per quan-
scovi del Belgio coli' approvazione della to poi dirò a suo luogo. Ivi pure dirò che
s. Sede. In Roma fiorisce il collegio eccle- prese il nome d'iSapienza anco l'adiacente
siaslicoBelgicOjdi cui parlai nel vol.XLII, via. Però propriamente di fatto tale mag-
p. Sj'j e siccome nel voi. XXX VI 11 , p. giore ingresso è auììa piazza di s. Eusta-
2o5, dissi le notizie del già collegio Lie- chio, ne'limiti della parrocchia e ri(uie o-
gese Lambert d' Archis, colle cui super- monimi, centro e ombelico dell'abitalo dì
stiti rendile si mantengono in Roma a- Roma. Quest'antica e celeberrima uni-
gli studi alcuni giovani, qui aggiungerò versità, ad onta dellediverse vicende de*
che uno di essi è destinato ad apprender- teuìpi, per le quali talora illanguidita e
vi la pittura o la scultuia, o l'incisione o fors'anco quasi estinta, sempre però ri-
l'architettura ec.,coirannua pensione di pullulò con nuovo splendore in ogni ge-
scudi 340 per 5 anni, dovendo esser for- nere di utili scienze e di sublimi discipli-
nito il pensionato di que'requisili espres- ne, e gareggiò talvolta colle più famose;
si nel Roma del 855 a p. 44*
Giornale di 1 quindi si serbò in vigore fino a noi per
UNÌ VERSITA' ROM ANA o ARCHI- le provvide cure vivificanti e benefiche tie'
GINNASIO DELLA SAPIENZA, Uni- Papi, come si apprende da'suoi fasti let-

versitas Sapientiae Urbis, Archigymna- terarii, a vantaggio e istruzione della gio-


sio ahnae Urhisy Romano A rcliigymna- vcntìi studiosa, a decoro della dignità di
5Ì0 Sapitnlìae, Archi Lyceoj ed il Mor- Roma ,
per la magnanima e incessante
celli, Lycnini SapiGnùac^ lyceiim LcO' ponlificia protezione, ad essa accordala
UN I UNI 283
dalla grandezza d'animo di molli Papi. ce di sua rinomanza, trovandosi ora qua-
Uni versila di sludi di quella Roma de- le l'ammiriamo e celebrerò. Ne scrisse la
stinala dalla divina Provvidenza ad es storia il benemerito p. d. Giuseppe M.'

ser prima per le armi, e poi per la re- Carafa di Nola teatino, professore di sto-
ligione, per le leggi, per le scienze, per le ria ecclesiastica nella medesima, e poscia
lettere e per le arti liberali la regina del- vescovo diTrivenlo(nel quale articolo per
le città tutte, in cui nuli uni siiie nomine fallo tipografico dicesi fatto vescovo uel
saxum.Dì quella Roma, la quale per alto 1734, ma deve leggersi 1 754) e di Mdelo:
suo destino in qualunque tempo, o in un De Gyninasio Romano, et de ejusprofes-
modo o in un altro inernvigliosamente soribus ab Urbe condita usque ad haec
si elevò sopra ogni altra città d'Italia e tempora libri duo, quìbus acceduni Ca-
j

del mondo, che dopo il risloramento del- lalogus Advocatoruni sacri Consistorii,
le lettere per nobil cura e munificenza etbullae ad ipsuni Gynmasiuni spectan-
de'sommi Pontefici segnulossi singolar- ies, Romae 1751. Avea Prospero Man-
mente Ira tutte le città in copia di mez- dosio, di cui meglio parlerò a suo luogo,
zi e di presidii alla coltura degli sludi, pubblicalo in R.oma nel 1682-90: Bi-
in moUitudiue immensa d'uomini iloUi bliotheca Romana ^ seu Ronianoruni
nel suo seno o nati o domiciliali, in va- Scripioruni Centuriae. Da alcuni opera
rietà e grandezza di eccitamenti e di pre- lodata e divenuta rara, ma dessa non
mi alle persone studiose proposti e com- contiene che alcune centurie di romani
parliti. E in essa tuttora accorrono a stu- scrittori. Il decano degli avvocali conci-
diare non solo que' delle proviucie dello storiali e rettore dell' università , Carlo
stato pontificio e di altre città d'Italia, ma Cartari, autore egregio d'opere edite ed
altresì d'ollremonle o d'oltremare. Sic- inedile. Ira quest'ultime lasciò mss. quel-
come non vi è città al mondo in cui gli la intitolata: Àthenaewn Ronianuni, cou-
studi severi di filosofia e teologia siano co- cernente i professori dell' università ro-
.sì coltivati come in Roma , oltre quelli mana sino al suo tempo. Di essa si gio-
d'altre scienze sagre, cosi non vi è città vò il p. Carafa, allorché gli fu affidata la
in cui siano sì frequenti quegli atti pub- compilazione della storia dell'università
blici in cui si manifesta non meno lo stu- da'reggitori della medesima , facendolo
dio de' giovani che la valentia de' loro aiutare da altri in raccoglierne mate- i

maestri. Nel secolo XV l'università ro- riali ; im-


e riuscì chiara ed elegante, e
mana sali ad alto grado di splendore e portantissima anche pe'documenti pub-
di celebrità , Onde potè gareggiare eoa blicali. Per lutlociò, sebbene il ch.Re-
qualunque più illustre d'Italia ; che anzi nazzi ne corresse gli abbagli e supplì alle
ne'per lei fortunati e lieti tempi di Leo- sue ommissioni, uel profittarne giusta-
ne X, giunse (juasi a superarle tutte per mente nefeceidovuliencomi.il p. Carafa
copia ed eccellenza di professori famosi, èanche autore del libro De Captila Rt' :

che allora io essa insegnavano, illustrali gis utriusqueSiciliae.DcWn storia dell'Ar-


dal dottoab. Gaetano Marini colla LeUe- chiginnasio Romano , il celebre gesuita
raalch. Giuseppe MutiPapazzur-
nis^J p. Zaccaria, che per un tem[)o ne fu prò.
ri già Casali ^nella quale s'illustra ilRuo- fessore, dell'opera del p, (Parafa nella5*f0'
lo de professori dell' Archiginnasio Ro- ria letteraria d' Itnlìa^
t. 5, p. 298, ne
mano per l'anno 5 4, Roma 797. Seb-1
1 1 pubblicò un stigoso estratto, lodandola
bene nelle successive età, secondo l'epo- per eruditissima, e rilevando che il capi-
che e circostanze politiche, or più or me- tolo degli avvocati concistoriali è stufo
no ella fiorisse, nondimeno si mantenne con maggior diligenza degli altri tratta-
l'uaiversità romanu, e conservò le trac- to. Nondimeno ihtgli altri non fu trovala
284 UNI U N I

completa e pei fella, per cui il dotto giù* so alla celebrità dell'uni versila degli slu-
reconsullo, professore per4o ^nni circa di di Roma e della letteratura rouiana;
di diiillo crioiinale nell'università stessa, una storia dotta e laboriosa, ricca ed e-
l*eru(Jilis«imo e infalicalnle scrittore a vv. laborata, ricolma di squisita erudizione
Filippo JVJ." Renazzi, animoso ed a fronte e di pregevoli notizie di memorabili e-
di sua inollrala eia, ne intraprese la sto- venli , utile e dilettevole al pubblico, e
più esatta e copiosa, dopo averne di-
ria gloriosa non meno all'autore, che a R.o-
ligentemente raccolto le memorie, ed e- ma e alla sua fimosissima università; e
sposto i suoi con pregevoli illustra-
fasti luttociò oltre altri elogi quale autoredi
zioni, ed il tutto volle arricchire con pre- parecchie opere (e diverse di esse nel gio-
ziosi documenti nella pili parte inediti , varmene le celebrai a' luoghi loro), fra
ad ulteriore vantaggio de' buoni studi , le quali i celebra tissi mi Elementi di Gius
e per decoi o e risaltoalla rinomanza del- Criminale , che hanno avolo il merito
l'archiginnasio. Considerando poi cheta- d'essere più volte ristampali e tradotti in
le storia faceva partedella letteratura ro- molte lingue , per avere utilmente gio-
mana, pe'rapporti dell'una coll*allra, an- vato alla giurisprudenza criminale. Inol-
che di essa e delle sue glorie volle ragio- tre V Effemeridi letterarie di Roma del
uare, cioè dal secolo XIII sino al decli- 1806, della Storia dell' Università, a p.
nare del XVI II , delineandone con fio- 9(3,104 ei 12 con 3 ragionati articoli ne
ritissima erudizione un bellissimo saggio dierono ragguaglio, e fecero splendidi e
storico. Oltre la storia dell'Ateneo Uo- giusti elogi dell'importanza e pregi del-
mano e sue vicende, scrisse quelle de- l'opera questo giureconsulto filosofo
di
gl* illustri tempo
prolessori che in ogni ed elegante scrittore latino. Meritò il ce-
Io fecero risplendere, non meno le gesta lebre Renazzi dal magistrato di Roma in
de'grandi uomini che dimorando in Ro- contrassegno di solenne pubblico gradi-
ma, per pontificia munificenza vi gode- mento, per averne chiarito ed esaltalo la

lono onori e non di rado vissero oelTo* gloria letteraria, d'essere ascritto alla no-
^utenza. La stampò in Roma nel i8o3- biltà romana, con onorevolissimo diplo-
1806 in 4 tomi in foglio,dedicati il i.°aPio ma, inuno alla sua famiglia, liberos,po-
VII, gli altri al cardinal Borgia, a mg,' sterosque tuos, da lui pubblicato nel t. 2,
Lante tesoriere, agli avvocali concisto- p. XIV, e passalo a miglior vita nel 1808
riali, col titolo : Storia dell* Università fu sepolto nella chiesa di s. Eustachio
degli Studi di Roma
comunemente detta con magnifico epitaffio scritto dal Can-
la Sapienza^ che contiene anche un sag- cellieri e pubblicato con l'elenco di i5
gio storico della letteratura romana dal delle opere dell'illustre defunto, nel suo:
principio del secolo XIIl sino al decli- Elogio dell'ava. Filippo /!/." Renazzi in-

nare del secolo XIV. Che benemerito


il serito nel Diario di Roma n," 54? Roma
e sapiente storico con felice successo rag- 1 8 g,2/edizione accresciuta
1 della tradu-
giunse pienamente l'intento nel suo va- zione francese. Abbiamo ancora: Elogio
iato e laborioso proponimento, ne resero dell' avv, Filippo Maria Renazzi roma'
bellissima testimonianza competenti giur noj letto nell'adunanza generale di Ar-
dici, quali furono un Francesco Cancel- cadia del 7 di luglio iSo6 da Eliodoro
lieri e un Gaetano Marini, ambedue in^ PelopeOf Roma i836. 11 gran Cettinelli
caricati dell'esame e approvazione, come chiamò ilRenazzi,esaltissimostorico,scrit-
deputati dal p, maestro del s. palazzo,di^ tore felicissimo, filosofo incomparabile ,

chiarandola molto piìi interessante, pie- riconoscendo altresì in lui l'erudizione e


na e accurata, in confronto di quella del il talento dell'uomo enciclopedico. Io leii-

p.Carafa ; uo libro soiiuna mente glorio^ lerò di ricavare un estratto possibilmen-


UNI UNI 285
lebreve dì sì applaudila storia, tì ag- ze sagre insegnale in Roma, come della
giungerò qualche erudizione, e procuie- Giurisprudenza canonica, si no al detto se-
lò di proseguire sino ad oggi, con cenni colo XIII, mentre della Giurisprudenza
generici, le nozioni più principali e im- civile ecriminalechediè tanta rinomanza
portanti di'ITinclita ecospicua università a'iiumerosi Tribunali di Roma, in que-
dell'Archiginnasio Piomano. Però io con st'articolo tornai a riparlarne. E questo
un orticolo di Dizionario quasi enciclo- almeno servirà per dare una semplice idea
pedico , non posso e non intendo di se- di quanto precedette in Roma principio il

guire in tutto l'encomiato scrittore, cioè del suo antico Ateneo e dell'odierna uni-
non intuite le rilevanti notizie de'romani versità romana, come pureenell'indicalo
e forastieri professori dell'università ro- modo procurerò in finediampiia^re le no-
mana, e molto meno in tutte quelle de* tizie de' pontificali di Clemente XIV e
più celebri letterali patrii o stranieri che Pio VI, e de' primordi di quello di Pio
illustrarono Roma, vale a dire nel saggio VII, non che di riempire la iH>tabile la-
storico della letteratura romana, poiché cuna che corre dal 1806 al 18^7. Que-
altrimenti non basterebbe un volume, e sto però è forse un debole compenso, a
perciò eccessivamente riuscirei troppo quanto con sommo dispiacere debbo om-
prolisso; ed anche per l'analogo già ri- mettere per l'esposte imponenti ragiotii,
ferito in tanti articoli e in quelli che ri- e tanto maggiore in me è la pena di tale
corderò, ed eziandio per proporrai di da- preterizione, in quanto che leggo nell'apf
re piuttosto un fugace cenno prelimina- provazione del t. 4 della discorsa Storia^
re sulla Scuola degli sludi, e delie Scuole di Cancellieri, il cui nome è elogio,que-
di Roma sino a) secolo XII I, epoca in cui il ste notabili parole, m La descrizione del
eh. Renazzi comincia la sua Isella e ma- grand' albero frondoso e fiullifì^ro del-
gnifica storia, anche spigolando que* i\i\e l'Archiginnasio della Sapienza, non po-
miei articoli, che si rannodano all'origi- teva ricevere l'innesto d'un germe più
ne iì^WIJniK'e.rsità degli studi, nel quale bello e più vago di quello della storia
pure vi raccolsi relative notizie, come del- de' più celebri letterali fiorili in questa
le scienze che s'insegnano nell' archigin- augusta metropoli fino al tramontar del-
nasio e in altre università. In ciòfare,qua lo scorso secolo". Delle scienze e delle orli

e là brevemente neaggiimgerò altre a mi- fiorile iniFiom//(nel quale articolo riportivi

gliore schiarimento dell'argomento, col un bel numero di autori che le lustrarono,


il

benemerito gesuita Andres, Dell* ori- insieme a'Ioro professori e cultori in essa

ginCj progressi e sialo attuale d'ogni lei- fiorili) e altrove, e particolarmente della
feratura, col p. CaraFa citalo , ed altri àS^/o/7V7,dicui la Cro/fo/og^/Vi è l'occhio de-
scrittori, cioè precipuamente ragionan- stro, della Teologia che abbraccia tanti
do della letteratura e dello studio delle rami di dottrina, come deve dirsi della
scienze degli antichi romani, loro origi- Filowfìat Giurisprudenza anche
della
ne, progresso e decadenza in Roma, co- del Tribunale^ della Medicina e scienze
nrìe pure dell'Ateneo Romano e sue mi- annesse, dell'eloquenza della fJngua atì"
rabili leggi. Imperocché quanto alle scien- che sagra ìitWù Predica potile Lettere bel-
ze sagre,che nate eolla cristiana religione, le, óeWa Poesia anchedel Teatro, dell*^.

ebbero in Roma sempre più o n»eno de» rudizione oiì\o\o^\ù ^dell'arli liberali del
gna sede, massime negli articoli Teolo- disegno Pitturai Scultura, Architettura,
gi e Teoioc.i a ne tenni proposito, dicen- impiegate massime neiredifira/ionc del
do de'diversi rami che abbraccia quella Tempio, del Teatro, delle Terme, e di
sagra sublime scienza, e ne'qnali tracciai altre arti che si costituirono in Univer-
allresìi luoghi ove parlai delle altre àcieu- sità artistiche di /lowm^come di altrove,
286 U N T UN I

della Musica^ e per non dil' d'altre, tra le scienze, ne degli onori letterari. Final-
le meccaniche ricorderò la inirabileiSlf^m- mente al termine del V
secolo di R.oma,
pa: in una parola, di tali scienze e arti li- entrando le vittoriose armi de* romani
berali, e di tanl'allre e colle loro Uni- nella Magna Grecia e nella Sicilia^ co-
vcrsitày per ogni dove, oltre i qui memo- minciarono ad aprirsi loro occhi, ed a i

rali articoli, come per la mia pochezza riscuotersi dal vergognoso sonno. Il Moy-
si poteva e nelle proporzioni d'articoli e- ne nelle Considerazioni sull'origine esiti
ruditi di voluminoso Dizionario 3 v\e ra- progressi delle belle lettere presso i ro-
gionai non poco, anzi ancora ne'molle- mnniy e sopra le cagioni della loro de-
plici articoli che vi hanno relazione, toc- cadenza, incomincia la storia della let-
cando pure con molteplici nozioni le gra- teratura romana da Romolo, il che da'
vi scienze esatte. Rammentando dimque crìtici equalificaloparadosso.il p.Carafa
che a Roma , ed a Scuole di Pvoma, nel dice, che re Numa, successore di Romolo,
celebrarne lo splendore de'gloriosi fasti fu l'introduttore delle scienze in Roma,
letterarii ed artistici, rammentai i tanti e tale lo dimostrano Ì12 libri da lui scritti
luoghi in cui ne parlai con qualche pro- sulla filosofia,secondoPlutarco,e il nuovo
posito, riferendo i nobilissimi titoli an- corso eh' egli stabili neW Anno lunare,
tonomastici co' quali eminentetnenle fu dopo avere abolito il Romuleo, regolan-
onorata la maestosa metropoli dell'uni- do il Calendario. Sì vuole ancora che
verso, a cui la natura colle cime de'suoi qualche vesti|:;io di nascente poesia si a-
famigeiati 7 Monti di Roma ^ sembra a- vesse fino da'principii di Roma, ed i sa-
verle formato intorno una vivente co- cerdoti salii istituiti da Numa, nello sta-
rona immortale; p«l suo primato an- bilimento delle cose religiose, cantavano
che nelle scienze e nelle arti, il suo scien- versi nelle pubbliche processioni ; e le
insegnamento, e gli sta-
tifico e artistico leggi delleXII Tavole, compilate da'de-
bilimenti successivamente fondali nel- cemviri dopo la cacciala de' re, vietano
l'alma città per ogni genere di pubblica impiegar la poesia negl'incantesimi, e per
istruzione, e de' più recenti ne parlerò iscreditare il prossimo. Che scuole di fan-
nel fine; e le accademie erette per la ciulle esistevano nel 3o4 di Roma, lo dis-
loro cultura e incremento; e quanto in- si nel voi. LXllI, p. 55. Trattando i ro-
cessantemente operarono i Papi per la mani co* greci, presero diletto della poe-
pubblica erudizione e in accrescimento sia ne'loro Teatri (inoltre i romani dal-
degli utili studi d'ogni maniera, non so- la Toscana, come notai in quell'artico-
lamente in Roma, ma per tutto il cristia- lo, ossia dagli etruschi, appreselo i ludi
nesimo, procedendo concordemente co' scenici, l'arte mimica e la teatrale, per-
principi e co'vescovi a fondare una mol- chè da'loro paesi fiicevano venire gristrio-
titudine di scuole di elevato sapere, e di ni ; di più dagli etruschi appresero l'arte
Univcrsìlà di studi, ed in favorire gli Or' della guerra e altre cose. Dice il ch.com-
dilli religiosi e Monastici ^nleneì di scien- mend. Folcili, nel Discorso d' encomio
ze e seminari di sapienti e letterali. Era- delconiniend. Canina.» Ognun sa come
no già passati più secoli da che la Gre- dalla Grecia venissero poi le arti belle in
rm coltivava ogni sorta di scienze, e i ro- Roma, che fin allora erasi giovata del-
mani non aveauo ancora rivolto ad es- l' indigene arti etrusche, o italiche che
sa il pensiero, occupati per 5 secoli in fossero; con quanta avidità si ricevesse-
continue guerre ad altro non aspira- ro nella capitale dell'impero; e con quan-
vauo che alla gloria dell' armi e a dila- ta profusione e sontuosità si commettes-
tare con conquiste vieppiù loro domi- i sero le riproduzioni delle più superbe mo-
tiii, senza punto curarsi della collnradel- li nelle loro più belle forme, e co'più squi-
U N I U N I 287
sili intagli, ontle e pel numero e per la to di C. Fannie Strabone e di M. Vale-
i^randezza Roma dimostrò quanto essa rio Messala, l'anno SgS di Roma, ed in
ibsse. eqiiale impero tenesse nel mondo), quello di G. Domizio Enobarbo e di L.
e meravigliati dell'universale loro sape- Licinio Crasso verso l'anno 65g. Ma da*
re, risvegliòne'romani il gusto della let- greci oratori furono poi i romani gran-
teratura. Livio Andronico, Nevio, En- demente stimolali a colli vare questa pre-
nio e altri greci trasferiti a Pioma, acce- clara arte dominatrice de' cuori, e ili.'
sero il primo amore delle lettere nel cuo- che pubblicamente l'insegnò fu L. Plozio
re de' romani, prima colla poesia nelle Gallo (si può vedere il vol.LXlII, p. ^5).
rappresentanze teatrali; indi si dimostra- A Roma notai i principali maestri delle
rono valenti mediante Plauto, Terenzio, scuole e i dotti che fiorirono negli ulti-
Lucrezio, Lucilio, Orazio, Persio, Giove- mi tempi della repubblica e sollo l'impe-
nale, Properzio, Tibidlo, Catullo, Gallo, ro. La dignità romana, la profonda poli-
Ovidio, lli.^maestro di grammatica, al tica e il diritto pensare della nobile ed e-
dire di Plutarco, in Pioma fu Spurio Car- roica nazione, sembravano più adalli agli
l)ilio, mostrò
liberto di quel Carbilio, che studi severi e alla sublimità della scien-
ili.°tra'romani l'esempio del divorzio : za, che all'amenità delle belle lettere, per
aprì egli scuola dopo lai/guerra puni- cui fa meraviglia il vedere trascurate e
ca ; Svetonio peto riferisce, che tra la 2/ neglette le scienze, e con ardore coltiva-
o la 3/ guerra punica peli." insegnò in te le belle leltere. Lo studio della geome-
Roma grammatica Grate Mallote. Da tria e generalmente delle matematiche,
quel tempo 20 scuole di grammatica fio- a[)pena furono delib;«li da quegli acuti e
rirono in Roma. L'eloquenza romana non sublimi ingegni, che sì giuslau)ente sape-
può conlare lauti nomi famosi, qtianli ne vano pensare in ogni materia. Tuttavia
vanta la poesia, ed in essa si distinsero An- trovasi che Sesto Pompeo impiegò Tee»
tonio Grasso, Ortensio, Giulio Cesare, celiente suo ingegno nella perfetta intel-
l'incomparabile Ciccione più di tutti (il ligenza della geometria e della stoica fi-
quale in vecchiaia si pose ad ammaestra- losofia ; C. Gallo, dilettandosi d' astro-
re la gioventì:i), Plinio il Giovane. La sto- nomiche osservazioni giunse a saper pre-
ria fu trasmessa con dignità da T. Livio, dire r eclissi Varrone nella sua enciclo-
;

Sallustio, Giulio Cesare, Cornelio Nipo- pedica erudizione die pure onorevole
te, Tacilo, Floro, Q. Curzio, Svetonio, riretto alle materie malematictie. Sopra
Giustirjo, Velleio Palercolo,Valcrio Mas- lutti merita distinta uìenzione Giulio Ce-
simo; e Pomponio Mela trattò degnamen- sare, portentoso genio, che alla scienza di
te la geografia. Né sconosciuta fu a' ro- governar gli eserciti e la repubblica, uni-
mani la filologica erudizione; principal- va come per trastullo lo sludio d* ogni
mente in essa fiorirono Varrone, Aulo sorta di letteratura, ed estese pure furo-
Gellio, Quintiliano, Boezio, Macrobio, no le sue cognizioni nella meccanica, co-
Petronio Arbitro satirico. Intuite le clas- me dimo'^lrò col ponte da lui fatto innal-
si che le ponno riguardare,
belle lettere zare sul Reno, e le macc bine militari da
gli antichi romani vantano uomini illu- lui inventale: perito nell'aslrotiomia, co*
stri, ma nelle parli che costituiscono più me Pontefice'. Massimo^ li formò il Calen-
soda letteratura, e in que'rami che spet- dario romano, e regolò l'anno solare, col-
tano alle scienze, non ponnogloriarsi che l'aiuto dell'astronomo Sosigene fatto ve-
di pochi nomi. La rellorica presso i ro- nired'Alossandiia,annosolare che prese il
mani in principio ebbe cattiva fortuna, glorioso nouìe iWGinliaiw.^uw devesi con-
ed i professo» i di questa facoltà due vol- fondere col Periodo Giuliano (nel qua-
le furono cacci;\li da Roma, nel consola* le orticolo per fallo tipografico la citata
288 UNI UNI
pag. 282, devesi leggere 25^2), numero rono a professarne in Grecia la scienza e
tie' 3 cicli e periodi tranni, ch'ebbe no- la pratica. L'agricoltura colle co^e geor-
me dal suo aulore Giuseppe di GinlioSca- giche più eflicacementc chiamò a se lo
ligero. Giulio Frontino e Vitruvio, ben- studio de'romani, come dimostrò Golu-
ché non dedicassero loro studi alle ma-i roella di essa benemerito; si può aggiun-
tematiche speculazioni, dierono saggi del- gere Virgilio. Opera classica e codice del-
la romana geometria. La filosofia che co- le leggi architettoniche per tutte le na-
noscevasi in Roma era tutta de'greci, ma zioni e per tutte l'etile l'opera dell'ar-
veniva poco curata. Ebbe qualche nome chitettura di Vitruvio. Frontino,. Vege-
SesliOj fu erudito filosofo Nigidioi Catone, zio e altri dierono bei lumi per la tattica
Erulo, Varrone e altri studiavano i filo- della milizia, gli acquedotti e altre ma-
sofi greci ; Cicerone fu il più nobile filo- terie. Ma quella che può propriamente
sofo de'romani e il i."che riducesse la lo- dirsi la scienza de'romani e nata iu Ro-
ro lingua, e si rivolgeva allo studio delle ma è la giurisprudenza. Nobili e princi-
filosofiche questioni de'greci, come sol- pali famiglie ne facevano pubblica pro-
lievo e aiuto dell'oratorie sue fatiche. Lu- fessione, e lo studio legale in Rouia o-
crezio cercò materie alla sua ver)a poeti- sava porsi a confronlo dell' arto della
ca nella filosofia d'Epicuro. Manilio espo- Milizia del Soldato^ non che dell'o-
se a' romani in versi facili, nozioni ele- ratoria.Già fino da' vetusti tempi di R.o-
mentari d'astronomia. Seneca e Plinio ma, Sesto Papirio dovette essere giure-
sono gli scrittori latini che più chiamaro- consulto, avendo compito un codice di
no l'attenzione de'filosofi, e più onorata leggi conosciuto col nome di Papiria-
memoria hanno ne'fasti della filosofia. Era no, nel quale egli riunì in un corpo le

Seneca un gran filosofo stoico morale. leggi di Romolo, di Numa, di Servio Tul-
La storia naturale di Plinio il f^tcchio o lio e degli altri re di Roma (si può vede-
naturalista, è un prezioso tesoro d' ogni re il LXIll,p. 56). Ma la veia pro-
voi.
sorla d'erudizioni. La medicina in Roma fessione legale ebbe principio ne' tempi
al principio fu abborrila, e quando poi della repubblica, quando dotti e piu- i

per opera d'Asclepinde cominciò ad es- denti romani si dierono a far commenti
sere senza avversione riguardata, la pra- e spiegazioni alle leggi, e a dar consigli e
ticarono i soli greci, ripugnandone a'ro- risposte a'clienti giureconsulti diven-
: i

moni Tesercizio. Celso però, fornito d'u- nero l'oracolo della repubblica. Osservan-
niversale erudizione, 1' illustrò co* suoi dosi poi che tal sapere era stimato da tut-
scritti e l'esercitò. Più tardi Vegezio col- ti, e quanta fama, onori, ricchezze e van-

tivò la medicina del bestiame veterina- taggi producesse, si avvisò di renderlo più
ria. Di recente il eh. cav. Agostino d."" facile e comodo a chiunque lo volesse ab-
Cappello lesse nell'accademia romana di bracciare; perciò fin dal priucij)io del V
archeologia una sua dissertazione, colla secolo di Roma, Tiberio Coruncano pel
quale esaminata la storia della filosofia I
.**
ne tenne aperta pubblica scuola, nel-
italiana e specialmente di quella profes- la quale insegnava e interpretava le leg-
sata dalla famosa scuola italiana di Pita- gi. Terasson ci die l'insigne Scoria citila
gora, \enne a parlare in pai licolar modo giurisprudenza romana. Magnifici elogi
della medicina, additando con opportu- fecero alla scienza legale Catone il cen-
ne riflessioni quanto, fin da 5oo anni a- sore, T. Livio, Tullio Cicerone. Questi
vanti l'era volgare, si dovesse riconosce- altamente ne lodò Q. Muzio Scevola, il
re superiore alla greca la dottrina e il me- quale visse ancor dopo morto nelle sue
todo tenuto nell'arte salutare da quegli opere e ne'suoi discepoli, che nuovo splen-
antichissimi maestri ghc da Italia passa- dore recarono alla scienza. Priucipalmen-
UNI UNI «89
te vé ricordato Servio Sulpizio, il quale Roma ebbero colle scienze comune la sor-
allo sl«»dio delle leggi aggiunse, olire l'e- te loro, poiché siccocne queste solo dopo
quità e buon senso, lo spirilo filosofi-
il alcuni secoli furono introdotte nella cit-

co, e la romana giurisprudenza niise nel tà, così ancora' assai tardi vi si aprirono
vero suo lume. La romana giurispruden- le scuole , a riserva di quelle di leggere e
za, nobile e chiara ne'teaipi della repub- di scrivere, che antichissime furono (del-
blica, sotto governo degl' imperatori
il la Lettura e della Scrittura, oltre tali
pervenne al più alto grado di lustro e articoli, si ponno consultare T. Borget- :

splendore. Sotto Augusto ne furono illu- ti. Prolusione sulla lettura, Macerata
ilri campioni Antistio Labeone e Anleio i856. H. Hugonis, De prim.i scribett-
Capitone, quali formarono due scuole
i dis origine j Antuerpiae 6 1 7). Ne discor-
1

che posero la giurisprudenza in più for- re eruditamente, e insegna quale ma-


ata e vigore; ond'è che nell'uni versai sca- niera fosse da* romani usitala d'ammae-
dimento delle lettere in Roma ,
qtiella strare nelle scienze i giovanetti. Il Zac-
scienza fu l'unica a sostenere la romana caria scrisse la Dissertazione sulle scuo'
dignità. I grandi uomini che ne'poslerio- le degli antichi romani^ e la die al Gori
ri tempi fiorirono, Papiniano , Ulpiano, per le sue Sinihole letterarie. Sotto gl'im-

Paolo, Modeslino e altri, non solo accreb- peratori gentili varia fu la fortuna delle
bero la scienza legale, ma conservarono scienze in Roma. Poiché primieramente
la purità e la nobiltà delta lingua de'fe- tra quest'imperatori non pochi ve n'eb-
liei tempi. Cocceio Nerva viene lodalo, bero, i quali studiosissimi furonoein pa-
nelle divine e umane leggi erudito. Ge- recchie facoltà versati, come oltre Giulio
neralmente il diritto pontificio erada'ro- Cesare, Ottaviano Augusto, Tiberio, Ve-
mani quasi egualmente coltivato che il spasiano, Traiano, Adriano, M. Antoni-
La letteratura fu
civile. affatto greca , e no Quindi meraviglia noa
filosofo e altri.
.solo si distinse nel linguaggio. I romani è, ch'eglino molto godessero d'un fauii*
ne seppero così profittare che divennero Ilare ìnlertenimento co'dotti uomini. Co-
emuli de'greci nella poesia, nell'elocpjen- sì ad Augusto caro fu Arco filosofo, e al-

za, nella storia , nelle scienze, senza pe- tri sapienti; Tiberio molto favorì Trasil-

rò servilmente in tutte seguirli; tranne lo matematico; furono in grande onore,


che nella filosofia e matematiche, e nel- presso Vespasiano,C.Muronio Rufo; pres-
la medicina. Non deve tacersi, che rapi- so Nerva e Traiano, Dione Grisoslomo;
do e vivace fu il genio de' greci, lento e presso M. Antonino, Frontone, Procolo
tardo <|uellode'romani; luttavolta questi e Giunio Rustico. Assai volte ancora an-
collo studio perseverante giunsero alla davano gl'imperatori alle pubbliche scuo-
fine a cogliere il bello, e allora Orazio e le o per ascoltarci professori ragionanti,
Virgilio bearono co' loro canti il latino come di Pertinace narraCapitolino ed' A*
Parnaso. Decadute però le belle lettere lessandro Severo afferma Lampridio o ,

Ira 'greci, dopo l'impero d'Alessandro il ancora per proporre loro dubbi, e dispu-
Grande^ non pertanto fiorirono molli au- tare con esso loro, siccome d'Adriano è
tori eccellenti, anzi le matematiche com- noto. Queslo stesso imperatore, al riferi-
parvero in vigorosa e florida maturità, re d'Aurelio Vittore, una università co»
coltivandosi indi piìi delle belle lettere. stituì in Roma, nell'anno 1 35 dinoslra e-'
Ma appena tra' romani cominciò a de» ra, che della fu Ateneo romano, in quel-
pravarsi il buon gusto, iu letteratura ro- la parte di Roma, dov'è oggi |a chiesa di
mana più non vide un valente scrittore s. Maria d^ Araceli (nulla però ne dice
sostenere la caduta nobiltà ed eleganza la- il suo storico p. Casiuiiro da Roma), pres-
tina. Dice Carafa, che
il p. le scuole in so il Campidoglio, per insegnarvi nelle
VCL. LXXXIV. '9
290 U N i L NI
sue scuole le scienze pubblicamente n lut« co della Croce, in vece di esse, in tali due
te \e nn/ioni, come e meglio tlissi ne! voi. articoli ne trattai). Nello scadimento del-
XXXVIII, p. 19^^ ealdove. l/Aleneo ro- l'antica letteratura, la Religione ne fece
mano era ptue convegno (le' dotti e , tli sorgere un nuovo ramo in Roma e nelle
qoelii che al pubblico volevano leggere principali città deirim[)ero,non prima co-
l'cjpere loro. Altri imperatori, altre sciio- nosciuto né da'greci ne da'latir»i, ma che
!»; eressero in Roma e nelle Provincie, pen- ottenne poscia presso i niedesimi la mag-
sando provvedere di buoni sa-
altresì di giore celebrità. La religione gentilesca non
larli professori. Di Vespasiano l'abbiamo
i era giunta a formare col suo Sacerdozio
da Svelonio, d'Antonino Pio e d'Adria- una scienza, che occupasse lo studio eie
no da Sparziano, d'Alessandro Severo da speculazioni degli uomini letterati. filoso- I

Lampridio.Concedettero ancor.! gl'impe- fi contemplavano la natura de'numi,le lo-


ratori ^'maestri delle più nobili facollìi ro gesta si abbandonavano a'poeti,da'qua-
molte esenzioni, delle quali parla Mode- li si è presa la mitologia, la quale serve
.slino giureconsulto. Da tanti benefizi al- di sussidio alla nostra poesia e apri glo-
lettati i dotti uomini, fiorirono in Roma rioso campo all'erudite ricerche degb an-
grandemente le lettere, come ha dal
si tiquari. Una Teologia^ una scienza del-
tit.io del Digesto. Il p. Carafa fa un e- la religione, uno studio de'suoi dogmi e
l'udito novero d'insigni letterali, i quali misteri non conoscevasi dagli antichi, co-
sotto gì' imperatori gentili illustrarono me osserva l'Andres. Anche la religione
colla loro dottrina le cillà capitali del cristiana s'mtrodusse e si sparse da prin-
Inondo, Ma avendo accennato che sotto cipio col mezzo della [)redicazione e de*
«le'medesimi ebbero le lettere le loro vi- miracoli; ma poco dopo cominciò a far-
reiide, è nolo che Caligola era alieno dal- si oggetto di deplorabili questioni e di fu-
le scienze e nemico de'gitu'econsulli. Nar- neste dispute, e quindi ad occupare l'at-

ra Filostralo, che Nerone si fece a perse- tenzione e lo studio de'dotti, ed a forma-


guitarci filosofi; di che però niente ci dis- re cosi una partedella letteratura. Le Pci-
sero ne Svelonio, uè Dione, comechè di- seciizioni che gl'imperatori gentili fecero
ligenti raccoglitori delle gesta di lui. Ma a'cristiani, e le calunnie ili cui ricolmaro-
se sospetto è tal lacconlo , certa cosa è no gli stessi cristiani , la loro vita e dot-
che Vitellio esiliò di Roma i matematici, trina, i filosofi ed i bei spii iti obbligaro-
e Vespasiano i Domiziano
filosofi stoici. no gli eruditi dottori del cristianesimo :i

pure tliniostrossi lontano da ogni amore rispondere alle mal fondate accuse, ed a
«li letteratura , anzi Pìiilosophos urbe, formare l'apologia di loro religione. Co-
llaliaque suhmovif ^ cowe abbiamo da sì fin dal principio del secolo II Quadrato
Svelonio. Niun riguardo agli studiosi eb- e Aristide presentarono apologie del cri-
be Antonino Caracalla, e peggio ancora stianesimo ad Adriano imperatore, eser-
Irallolli
il figlio Eliogabalo. l^erò il più virono a fare sospendere le persecuzioni.
fiero nemico degli uommi scenziati fu Lici- Ne molto dopo s. Giustino martire, Ate^
nio, il quale gli oratori principalmente e nagora e Tertulliano agi' imperatori, al
i riputava esser veleno e peste del-
filosofi senato , al mondo lutto offrirono le più
la repubblica, ed in certo modo avea ra- valide difese e le più eloquenti apologie
gione, poiché sapendo egli appena scrive- della cristiana dottrina. Della scuola di
re, quanto bastava a segnare col suo ne- Roma istituita da s. Giustino, alla qua-
nie decreti, non poteva da coloro non es-
i le recavansi tutti que'che bramavano ap-
ser alieno, che tanto a lui erano dissomi- prendere la dottrina, e della sospensione
glianli (delle stauìpiglie usate in vece della della persecuzione che ottenne per la sua
óV/7//z//77,uelle sotloscrizioni,e dello spac- robusta apologia da Antonino., parlai ne'
U N l V N I 2yi
citati articuli. o5,
Notai nel voi. LXIIl.p. i quali assemblee senno eia dottrinalro-
il

nel celebrare Quintiliano, che il Baronio vòuna palestra illustre, e furono l'ogget-
dice .''lettore e maestro pubblico di Ro-
I to degli studi de'dotlori più illuiuinali.
ma, che nelle crudelissime pei'secuzioni Con ebbe quindi principio lo studio
es.<>i

de'distiani giammai impiego la sua mera- del Diritto Canonico^ che una parte co-
vigliosa eloquenza, che con tanto succes- stituisce della letteratura. Poiché si pen-
so insegnava. Egli fu veramente ili. ''che sò a fare un corpo di leggi ecclesiastiche,
aprì in Roma scuola metodica, verso l'an- e prendendosi gli statuti da'vari Canoni
no 70 della corrente era, dividendo in va- de'concilii, formossi un codice di canoni
separando gli uo-
rie classi gli studenti, e della Chiesa universale, poi accresciuto e
mini dalie donne, h' Eresie, le false dot- arricchito. Le chiese mantenevano priva-
trine, gli Scismi e gli errori degli stessi te Scuole per allevare gli ecclesiastici e
cristiani, prodotti dalle dispute religiose, istruirli nelle scienze divine e umane; e
dierono nuova materia d'attento studio oltre di queste parecchie erano le pubbli-
e d'erudite fatiche a'veri cristiani zelato- che scuole destinate a formare valenti a-
ri della purità de' dogmi e dell'integrità lleti a difesa della cristiana religione, con-
e illibatezza della Primi ere- religione. tro i gentili e i cavilli degli eretici e de'
siarchi furono Simon Mago, Cerinto, Va- giudei. Per secondare l'istruzione delle
lentino ec; e primi impugnatori de'Ioro scuole, e dare ogni aiuto al clero studioso,
errori furono s. Giustino, s. Ireneo, Ter- il sagro Tempio avea la propria Biblio-
tulliano ec. Siccome i malvagi professo- teca , che de* più opportuni libri veniva
ri dell'eresie violentemente interpretava arricchita. Questi furono i primi albori
no i testi della Scrittura sagra ad ap- y e principii dell' ecclesiastica letteratura,
poggio di loro falsità, così i ss. Padri al- che principalmente fiori in Roma, e fu-
l' incontro commentando sul vero senso rono l'aurora delle scienze sagre: il pieno
i sagri libri , a difesa e prova della cat- suo lume apparve soltanto nel secolo 1 V,
tolica fede li fecero servire, in che si di- e fu il secolo d'oro dell'ecclesiastica let-

stinsero dopo Teofllo, Panteno e s. Cle- teratura e della Chiesa. Aprirono felice-
mente Alessandrino il celebre Origene
, mente il secolo Arnobio e Lattanzio co'
che fu il I ."poliglotta comparso nellaChie- loro scritti eleganti, pieni di dottrina e
sa ; in altri generi primeggiarono s. Ci- d'eloquenza, che portarono in trionfo la

prianoes. Dionisio Alessandrino. La pro- religione e le lettere. Seguirono Eusebio


pagazione dell'Evangelo, le vicende della di Cesarea, l'invitto s. Atanasio, s. Ilario,

Chiesa e le gesta degli eroi del cristiane- Citato Milevitano, s. Basilio, s. Gregorio
simo, meritavano bene che se ne conser- JNisseno, s. Gregorio Nazianzeno, s. Epi-
vasse presso i fedeli la memoria: Egesip- fanio, Ambrogio, s. Girolamo, s. Ago-
s.

po fu ili.°che die l'esempio di scrivere slino, s. Giovanni Crisostomo. Anche nel


Storia ecclesiastica. Le questioni insorte I V secolo furono ridotte le muse a farsi cri«

anche intorno all'ecclesiastica disciplina, 8liane,venendo costretta la poesia cogl'//t-


tenendo vivo lo studio de'crisliani dotto- ni ed altre composizioni di di verj»o Ritinoy
ri, fornirono materia a sottili ricerche e ad apprendere il linguaggio della vera reli-
ad erudite scritture. Ed ecco in qual gui- gione. Peli. "fiorì Giovenco, quindi Papa
sa cominciò a prender piede ed a viep- s. Damaso I,s. Paolino di Nola, Pruden-

più propagarsi l'ecclesiastica letteratura, zio; e fece tali progressi la poesia sagra,
a segno di poter degnamente occu[)are lo che potè comparire con reputazione a
studio delle persone di più allo ingegno fianco della profana. Costantino il Gran- I

per molti secoli. Vi contribuirono la ce- de,almeno apertamente 1. "cristiano im-


lebrazione i\iiSi/iv(fi e òe Concila, nelle peralore^ non lasciò di favorire gli sludi
392 UN! U N I

in Roma ealliove; imperocché promul- scro in fìore leicuole di Roma, quanli


gò la legge nella quale a' professori e u' da tutte le parli del mondo ivi accorres*
medici raffermò i loro privilegi ^ e sagre sero a studiare le scienze ,
quali Thsigni
dichiarò le loro persone; ordinò pure che maestri l'insegnassero, facile cosa e l'iin-

fossero loro pagati gli stipendia Una ter- magìnare, ed il p. Cara fa con certe testi-

ribile scossa ebbero sotto Giuliano V ^^ monianze lo dimostra. Ma col finire del
postata le scienze e le pubbliclie scuole, secolo IV cominciò a languire la sagra let*
massimaroente quelle di di Roma , aven- teratura. Nel seguente secolo risplendet-
do l'empio imperatore vietato a'cristiani te Papa s. Leone i ilMagno chiamalo ,

l'insegnare, anzi pure lo studiare le belle per antonomasia 1' Omero della sagra
lettere. Ma sotto gl'imperatori Valenti- teologia f e il Tullio della facoltà eccle-
ìiiano I, Valente, Graziano e Teodosio II siastica , versato nelle sagre e profane
rifiorirono le lettere. Stabilì ili.** un sa- scienze; e di quando in quando altri cam-
vio regolamento pegli studenti in Roma, pioni illusili; ma non più si potè godete
egli altri ottimi ordini e leggi, fra lequa- per diversi secoli dell' intero splendo! e
Vì a provar quanto si sia sempre creduto delle sagre lettere. Anche le altre scien-
necessario il vegliare sulla probità de'co- ze vieppiù decaddero per la strepitosa
slumi ne* discepoli dell' università, sono mutazione della condizione politica diRo-
da ammirarsi quelle fatte per l'Ateneo ro- ma, che nel governo civile produssero le
mano, le quali riportai nel voi. LXill, p. feroci irruzioni de' barbari. Tultavolta
1 06. Se sempre e dovunque si fossero se- nella dominazione dt'Goti la scuola ro-
guite le tracce segnate dasì provvide di- mana si mantenne in qualche splendore;
dominanti, anche
sposizioni, da'successi vi i re Teodorico e il successore Atalarico
moderni, non si sarebbe pianto in altre singolarmente si studiarono di mante-
epoche ed a* nostri giorni sopra danni i nerla nella I.* metà del VI secolo, lo quel-
cagionali in più stati dagli scolari dell'ii- l'epoca fiorirono due uomini eminènte-
ni versila, e si sarebbero anzi tratti frut- mente illustri, Cassiodoro e Boezio, qua* i

ti vantaggiosissimi dagli usali incoraggia- li altamente [uesero a cuore di coltiva-


menti. Pretende Gol lofredo, che la legge re le lettere e di promuovere negli aliri
di Teodosio Jl riguardi le sole scuole di lo studio, comechè aujbedue forniti di
Costantinopoli, pur tuttavia e quantun- molteplici scientifiche cognizioni. Qual-
que Trebouiano l'abbia inserita nel co- che splendore d'eleganza negli scritti ia
dice di Giustiniano 1 De Sta-
col titolo: prosa e in verso, conservarono Einiodio
diis lìberalibus Urbis Romae etConslan- e Venanzio Fortunato. Ma soprawenu-
tinopolìsy è verosimile che l'imperatore ti i Longobardi, verso il 568 in Italia, le
anco per Roma; tanto più
l'avesse fatta generali barbarie e il professare essi l'a-

che non sembra probabile aver Teodo- rianesimo,come i goti, tolse e distrusse
sio li nelle sole scuole di Costantinopoli ogni amore per le lellere, e rese rari gli
avuto impegno, e le romane non curate, nomini scenziali e d'un merito distinto.
le quali predecessori suoi aveano avute
i Nella fine dello stesso secolo VI gover-
io gran conto. Sia comunque di que-
sì nò la Chiesa universale s. Gregorio I Ma-
sta legge, non può dubitarsi che Giusti- gno, eloquente, sapiente e scrittole insi-

niano non la distendesse dipoi alle scuo-


i gne. Fornito di dottrina , di erudizione
le di Roma. Gli stessi romani imperato- e di facondia superiore a'conlemporanei,
ri e. altri confermarono ampiamente a' la sua corte e Famiglia pontificia era
medici ed a' maestri di Roma privilegi i foruiala de'più eruditi chierici e de' mo-
che già godevano e gli assegnati stipen- naci i più religiosi ; e le scienze e le arti

di. Quanto per lauti favori imperiali fos si fabbricarono uu degno tempio nel Pa-
UNI U N I 395
Utzzo apostolico LateranoX.fi scienza del- In esse s. Gregorio I raccoIs« il fiore de-
la Liturgìa e <.\eRiti\ co' Sagramcntarì gli ecclesiastici più dotti per istruirvi il

(iis. Leone I, ili s. Gelasio^eili Gtegotio


s. clero nelle sagre discipline e nelle scienze
I cominciò a fare progressi. Il gran i'on* umane allora più in voga e disegnate co*
leHce fu calunniato d* odiare le scienze nomi di trivio e quadrivio ^ cioè la gram-
profune, d'avei eliminalo l'insegiìnmen* matica, la rettorica, la dialettica, la mu-
lo delia filosofìa e delle lettere umane sica, l'aritmetica, la geometria e l'astro-
imputandogli pure che al fuoco dannò, nomìn. Cosi per s. Gregorio I, Roma di-
Scripta Palatinus quaeciunqiic tenebat venne il domicilio di tutte le scienze sa-
j4pollo, cioè distrutto la Biblioteca Pa- gre, e una fioritissima scuola d'ogni sorta
latina presso il Tempio d' Apollo. Ma di seria e di amena letteratura, la quale
il suo diligentissìmo biografo Giovanni continuò sotto molti de* suoi successori.
Diacono nulla ne dice, anzi riferisce die Di più osserva ilhenazzi,che sebbene mae-
nelle dette scuole il Papa volle che colle stri pubblici, e scuole di filosofìa e di bel-
scienze sagre s'insegnassero le profane , le lettere totalmente non erano mai maa-
come avea desideralo Cassiodoru dall'e- cali in Roma , anche
decadenza e nella
niditissimo s. Agapito I, di deputare cioè scioglimento dell'impero d'occidente, o-
maestri pidjblici per spiegar le divine perato dagli Eruli nel 47^1 pure non vi
»Scrilttuea*fe(K Ile agli ecclesiastici,essen- si era a tal epoca introdotto l'uso dì sce-

do necessaria la dottrina teologica a me- gliere e destinare professori, che insegnas-


glio combattere e convincere gli eretici; sero singolarmente agli ecclesiastici le
e lo ricoidai nel voi. LXIII, p. 57,ove scienze riguardanti la religione, poiché le
riparlai dell'operato da s. Gregorio I e cose sagre per lo più venivano apprese a
del migliorato Canto ecclesiastico , da mezzo della tradizione die dagli uni agii
Jiii insegnato nella sua scuola per VlJffl' altri fedelmente si tramandava. Le prin-
zia tura della Chiesa. La scuola del pa* cipali cagioni dell'ultima decadenza del-
Iriarchio Lateranense, eretta da s. Gre- le lettere, furono la divisione degl'impe-
gorio I o aumentata notabilmente, per ri i\* Oriente e ìY Occidente^che troncò il
le 3cien7e sagre e profane, ancor dura- commercio fra'greci e latini, e privò gli
va nel secolo IX, e da essa uscirono i Pa- uni e gli altri de' vantaggi della mutua co-
pi Gregorio 11, col quale cominciò il
s. municazione de' lumi. 1 latini singolar*^
principato temporale delia Chiesa roma- mente,checomeprivìdilibri magistrali in
na, dotalo di somma dottrina Stefano , tutte iescienze,aveano d'uopo di ricorrere
Ili, s. Leone Ili erudito, eloquente, a- o'greci fonti, risentirono il maggior dan-
niatore.e premiatore de'Ielteiati ; Stefa- no da quella funesta separazione. La lin-
no V, Valenlino,Sergio ll,15enedello HI, gua greca divenne loro quasi straniera e
^itefiino VI insigne in dottrina, ed altri. poco conosciuta , quindi le scienze sem-
Cassiodoro, Hoezio e s. Gregorio furo- i brarono bandite dall'occidente, e se ta-
no nel VI secolo sostenitori dell'ecclesia-
i luno per rarità d'ingegno o per istraor-
stica letteratura e di alirescienze in lioma dinaria applicazione alcune nozioni attia*
e neir Italia, il Renazzi parlando degli geva a'prinii elementi esposti ne'libri la-
studi sacri specialmente introdotti da s. tini, veniva celebralo colle lodi della più
Gregorio nel Patriarchio Laleranen-
I vasta e sulilime erudizione. La penuria
jc, ovvero Scuole Palatine, cWce che in di carta di papiro egiziano , cagionata
esso viveasi in comune secondo l'intro- per detta separazione, fu pure cagionedt
dotto costume, che vescovi co'Ioro chie- i decadimento, poiché costretti a scrivere
rici nell'episcopio presso la cattedrale me hulle pergamene, il prezzo loro trattene^
imvano vita regolare e quasi tuocablicfl. va iQoili dui traì»ciiver« t libri; anzi pe'
29Ì UW I U N I

libri di chiesa si cancellavano in molte maeslri, l'universale barbarie,li corrom-

pergamene le dotte opere d'antichi au- pimenlo de'coslurai, e fino la pace della
tori. Dall'invasione de*bai bari, la Lingua Chiesa, non però agitala dalle tempeste
latina col miscuglio di voci e di frasi strane dell'eresiejlulto contribuiva a tenere,tran-
si corruppe. L'agiografia ossia laVita de- ne Roma, l'occidente in un profondo so-
gli eroi del cristianesimo, i Venerabili pore e in una cieca ignoranza. Ad onta che
servi diDio, fu un genere di Iclleratura, l' imperatore Carlo Magno, nel quale s.

che cominciata Aa Protono tari Siiddia* y Leone III rinnovò Timpero d'Occidente,
coni, Notario Seri niari cu* Martirologi promosse le lettere e la fondazione di
progredì coll'eloquenza di s Girolamo, di scuole, e sebbene alcuni successori l'imi-
s. Gregorio I e del venerabile Bedo, e co* tarono nello zelo, scarso frutto sene ri-
Leggendari; indi fiorì splendidamente cavò, e pochi in que'tempi lasciarono no-
pe'monaci e altri dotti biografi, nello stes- me di erudizione. Carlo Magno avea con-
so Medio evOy ed in seguito precipuamen- dotto da Roma in Francia alcuni canlot
te per altri religiosi. Le continue guerre ri per insegnare o ristabilire o corregge-
lenendo occupati gli animi, impedirono il re il canto ecclesiastico, ed alcuni mae-
dedicarsi alle lettere. 1 laici o rivolti al mi- stri digrammatica, e dell'arte di com-
litare esercizio,
o distratti a riparare le putare o aritmetica, e libri ancora tra-

perdite che recava loro il furore degl'in- sportò a tali usi da Roma. In questa avea
vasori, abbandonarono agli ecclesiastici la de'cultori le nominate arti liberali, oltre
briga di coltivare la religione e le lettere. le scienze sagre, ed allorché Carlo IMa-
Ne' secoli bassi lutto il sapere era riser- gno, distrutto il regno de' longobardi, si
vato alla Chiesa, anzi tutto può dirsi era recò a Romanci 774> fu incontrato iSc/fo
rinchiuso ne* i1/o;m.^/m, che ftu'ono de- i laspuerornm^quipergebant ad diseen-
positari del sagro fuoco delle scienze, e la das literas'y come narra A nastasio Diblio-
ragione canonica co'decreli de'Papi si cu- lecario. Papa Eugenio 11 nel sinodo ro-
stodivano in Roma dagli Scrinia ri m\- mano dell'S^G, severamente ordinò l'i-

r Jreììivio della s. Sede. V incredibile stituzioue d'una specie di Seminari ve-


rozzezza de'laici dispensava da faticosi stu- scovili, cioè scuole nelle chiese episcopa-
di gli ecclesiastici, poco loro bastando a li, ove fosse bisogno, con
nelle pievi e
diventar superiori nell'erudizione a'iaici, arti liberali, e che
maestri delle lettere e
chedoveano ed a rendere rispet-
istruire, almeno non mancassero maestri nella s.
tabile la loro mediocre dottrina. Lo zelo Scrittura e degli VJ/ìzi divini. Mentre
che animava alcuni santi prelati di fir Lotario 1 imperatore avea ordinato in 9
ben cantare gli Uffizi divini, potè con- città l'apertura di scuole, probabilmente
ti ibuire anch'esso a render meno prege- per la grammatica, la poesia, l'oratoria e
vole lo studio delle lettere: veniva slima- la storia, in Roma non erano del tutto
to ertidilo e da mollo, chi meglio avesse spente le lettere , come narrano pochii

impalato il capto ecclesiastico. I vescovi scrittori coetanei. Ad onta di tante c«ne


fransi ridotti a interpellare i preti, se sa- de'papi e degl'imperatori, anche de'con-
pevano leggere bene; i m"n«ici pevò col cilii, le lettere caddero in profondo letar-
copiare alcuni monumenti uomini degli go; decadde sempre piò la poesia, eia sa-
dotti dell'antichità, ne conservarono la na critica, la buopa filosofia furono allat*
scienza che poi servi al lisoi gimeplo del- lo sbandile, restando in totale abbando-
le lettere. Alcuni pochi, che ne'penetroli no gli sludi sagri. Roma fu turbata dal-
delle scienze piti s'inoltravano, a' primi la prepotenza delle fazioni e dall'ambizio»
elementi forniavansi colla loro erudizio- ne di diversi possenti cittadini, non me-
ne. La scarsezza óe Libri, la penuria de' no dalla malevolenza degl' imperatori
U N I UN I 195;
d'OricMitc, che dall'esigenze e influenza dominatori di buona parte della penisola.
eli quelli il' Ocelli ente, eause lultc che Je- (} li arabi, oltreché nelle matematiche, in-

piesseio il lervoie degli sludi e le scuole fluirono nello studio della medicina. In*
palatine, alterate dalle dissen^oni, dagli somma essi tennero il depositodelle scien-
ttcisini e dallo strepito dell'ai mi. Ne' se- ze abbandonate in Europa, come ad essi
coli 1 X e X chiamali ferrei, di piombo, o- diversi attribuiscono l'introduzione della
6cuii,uggravaronsi le tenebre dell'igno- carta di bambagia, colla quale si sopperì
ranza in Italia, e pochissimi alcuna cosa al difello del papiro egiziano per 1' arte
sapevano. In Roma tuttavia, a fronte del della Scrittìira;a\\»c\ì\ imitazioneinlla-
detto per malevolenza nel conciliabolo lia si prese a formare la carta di lino, ah
di Reims 992, dal dotto Arnoldo ve-
del tri attribuendo l'invenzione alla Spagna
scovo d'Orleans, qualche avanzo era ri- ove sono i lini piò eccellenti. La gloria pe-
uiasto di letteratura, e lo provò lo stes- rò d'aver fatto risorgetela sepolta lette-
so Arnoldo, quando in altro concilio di ratura si deve senza contrasto attribuire
lleinis, poco appresso tenuto da Leone le- all' Italia. Nel pontificato dunque di s.

gato apostolico, trovossi con incredibile Silvestro II, sebbene breve, in Roma si

forza di dottrina confutato e convinto; e riebbero le Ietterete progressivo ne fu l'in-


Papa Gregorio V eletto nel 996, per la cremento; ivi precipuamente egli le pro-
sua rara erudizione e virtù fu detto Gre' mosse, e fu gran cercatore di codici e mss.
j^orio il Miiiort, Intanto avendo gli a- Il romano Gregorio VI fu assaidollo, e il

iabi iV^zr^fa'/i/ invaso parte della Spagmi suo discepolo Ildebrando nel 078 diven- 1

e della Sicilia ed altre regioni, l'influen-


y ne celeberrimo e magnanimo s. Gre-
il

za di loro letteratura coopeiò al risorgi- gorio VII, il quale colla sua dottrina, va-
mento dell'europea, poiché vari lettera* sta mente,robusta eloquenza e impertur-
li si recarono a studiare le scienze ne'do- babile fermezza propugnò i diritti della

ininii signoreggiali dagli arabi. Hi. "filo- s. Sede, contro gli sforzi del polente Eu-
sofo fiorito colla rinnovazione delle let- rico IV^, e combattè gli eretici e gli sci-

tere è il famoso Gerberlo, pel suo sapere smatici che desolavano la Chiesa. Egli pe-
vasto sollevalo nel 999 alla suprema di- rò vinse tutti, sottrasse nuovamente la

gnità pontificia col nome di Silvestro If^ Chiesa dallo Stato, resedi nuovo il Papa
degno d'eterna memoria ne'fasti lettera- indipendente dall'Imperatore, il potere
li. Alla sua disciplini: si dovette princi- spiiitualesuperiorealtemporale.Nel con-
palmente la dissì[)aziune delle foltissime cilio romano ordinò s. Gregorio VII, che
tenebre che aieano coperto secoli IX e i oììines Episcopi artcs litle.rarwn in suis
X, questo segnatamente; poiché egli alla Itcclcsiis (laceri faccrenf. Perciò va ri-
dialettica congiunse gli esercizi delle ma- tenuto, che scuole di sagre discipline in
tematiche scienze, e così provocò l' acu- qualche guisa esisterono in Roma ne'se-
tezza degl' ingegni. Comunemente si di- coli XI e XI 1, in cui fiorirono alcuni dot»
ce, ch'egli frequentò nello Spagna le scuo- ti. Nel secolo seguente Eugenio ili del
le degli nrabi, d'Andalusia e di Siviglia, I u^j, amò la gente studiosa ,
premiò i

dalle quali attinse le matematiche e le fi- (lotti, ravvivò lo spirito dello «tudio, fe-
siche cognìziuni. Altri rio negano, am- ce rinascere l'emulazione nelle scienze,
mettendo che beiiM nella Spagna appre- die nuova forma alle scuole di teologia e
se le scienze, ed osservano che niuno de' di legge, ed a lui si attribuisce ristiUizio-
suoi avversari gli rinficciò d'essersi fitto ne de'gradi accademici nelle lauree di hat-
«listepolo de'saiaceni; d'allronile è nolo ccUicrvJicciizialo e ^/o//o/rtieiruiiiver
che nella Spagna allora si coltivavano le .sili», con privilegi. Di grande leltcralurn
scienze apprese da'hbr» de' muomellani fu Alessandro III, «novto uri t 1 8 1
, bene-
39^ V N I UN I

inerito della diffusione delle scuole e de- per accendere gli animi a intraprenders
gli sludi ecclesiastici. Nel concilio genei èl- animosi la laboriosa carriera degli studi,
le di Lateranolll da lui celebralo, decre- sipropose adescarne l'emulazioneco'pre»
tò che ogni cattedrale avesse il maestro mi, qual Ifiezzo veramente efficace e d'in-
di scuola^ e le metropolitane un teologo, fallibile riuscita. Qaisenim virtutem am^
ciòcliemeglio stabili Innocenzo III. Laon- plectitur ipsam^ Proemia si tollas?Qiìin-
de è credibile, che se Alessandro III ze- di non accordava il suo favore se non a-

lò a vantaggio delle chiese del cristiane- gli studiosi, né compartiva gli onori pub-
simo, perchè avessero mnestri per istrui- blici e le dignità della Chiesa, fuorché a

re gratuitamente chierici e gli scolari po-


i coloro che facevano non volgari progres-
veri, con più di ragione 1' avrà pure e- si nelle scienze e fossero di dottrina for-
«eguilo in Roma, capo e maestra di tut- niti. In lai guisa Innocenzo III richiamò

te le altre chiese, in P«.oma d'ogni parte uomini per inge-


/io//zrt sino dalla prima fortunata au- gno e sapere cospicui, e rifiorir vi léce
rora del nascer suo, destinala ad essere l'amore e il collivamento degli studi. Al-
per sempre la più famosa e invidiata cit- le sagre discipline promosse precipuamen-
tà del mondo, dopo le diverse sue strepi- te l'applicazione in Roma slessa, ordinan-
tose vicende degli antichi romani, per la do alle chiese capitolari di essa Tassegnq
religione cristiana divenuta metropoli di di rendile per lo stipendio d'un precetto-
lutto il Sovrani-
cristianesimo, e per la re per insegnar a'chierici la grammatica,
tà de Roma/li Pontefici della s. Sede e d'un teologo pcv spiegar loro la s. Scrit-

{^ .), capitale illustre di florido e nobilis- tura, ed istruire i! clero tiel necessario a
Simo dominio, trascorsi secoli di prepo- i sapersi nella spiritual cura de'fedeli. Per
tenti usurpazioni, principiò nel declinar la Chiesa universale, Innocenzo III nel
del XII a goder di nuovo giornialquan- 12 I Scoi concilio generale di Laterano IV
lo tranquilli, i quali {)rodussero il rifiori- confermò e auuìenlò le piescrizioni del
mento delle scienze. Nel 198 fu subli- i precedente. Il Paj)a singolarmente pro-
mato alla cattedra apostolica Innocenzo tesse in Roma gli sliidi della teologia e
III, versato in ogni genere di letteratura del gius canonico, il quale eia a'suoi tem-
sagra e profma, facondo ed eloquentissi- pi in gran voga, massime neW Universi-
mo, e profondo teologo, filosofo e giure- là di Bologna, la più antica e più famo-
consulto siugolarmeute nella ragione ci-^ sa quante allora fiorivano in tale fa-
ili

vile e canonica, quale lo celebrai nella bio- coltà. Innocenzo III premiò col cardina-
grafia e in molli articoli che lo rigi^ar- lato Gregorio Crescenziy Slefuno Langh-
dano. Per tanti letterari e scientifici pre- toiì, Roberto Cwson Pieti o Morra di ,

gi che congiuntamente in lui splendeva- Benevento per quella scienza che dichia-
no, trasse a se l'ammirazione de'conten»- rai nelle biografie. Né secondo la coudi-
poranei e de'posteri per le sue gesta eo- zione de'lempi mancava in R^oma nel pon-
jiere. Grande fu il suo impegno per rav- tificalo d' Innocenzo III chi coltivasse le
vivare in Pioiita la coltura deglistudi, che amene lettere e dassero in queste saggi
«gli ecclesiastici sono più necessari, e che di valore, e Gaufrido di Vinesaux gli de-
nella capitale del callolicismo devono più dicò la sua Poetica o Pociria nova, co^
che altrove in singoiar maniera essere in me rilevai a Scuole di Roma, nelle quali
pregio e vigore. A tal elfetlo, nel suo a- egli confessò d'aver fatto progressi nelle
cufo accorgimento, prese la via più sicu- lettere; fu il Papa pure mecenate di Tom-
ro e spedita per ottenere il suo lodevole n)a.so del A" ^jcov^o e Raniero Capocci, ag»
inteolo. Persuaso che i semplici esenjpi e gregali da lui ai sagro collegio, il i.'' ele^
le sterili esoi lazioui souo di poco valore g-iute scrittore in prosa e in versi, »I 2."
U W l UNI 397
pelilo nella poesia Ialina e nelTinnogi'a- e di ciascuna parte di loro più essenziale
fitì. Nel iai6 gli successe Onorio 111 di e degna d'essere separatamente Iraltata.
Idia dotlrinn, die per amore tlell' istru- Queste scuole palatine nel pubblico inse-
zione esentò i beneficiati dall'ulTiziatura gnamento della teologia e d'ogni altra
tie'cnpitoli, se studenti delle scienze eccle- ecclesiastica facoltà, per 1' autorità e pa-
siastiche o professori di teologia; ed in- trocinio de'Papi, per la santità delia dot-
giunse agli scolari rouìani, toscani e del- trina de'destinati a insegnarvi, presto ac-
la provincia di Canipagna, che formava- quistarono gran celebrità, e divennero
no una specie di coiporazione nelT uni- dappertutto note e famose. Gregorio IX
versità di Bologna, d'uscir da tale città versato in ogni scienza e letteratura, (lu-
perchè iboiognesili volevatio costi inge- me d'eloquenzaTulliana, prolesse la scuo-
re a giurare di non passare in altre scuo- la teologica istituita da s. Domenico nel
le. Prendendo a cuore Onorio 111 lo stu- pontificio palazzo , e dalla celebre Uni»
dio in Roma delie sagre discipline, ecci- versila di Parigi chiamò in Roma e de-
talo da s. Domenico fondatore delTordi- corò del cardinalato due profondi teo-i

ne de Predicatori (^''.), nel 12 18 rinno- logi Giovanni Halgrin e Jacopo da P'i-


vò e slabifi nel Palazzo apostolico {P' ) trinco; ed eguale onore conferì all' insi-
le scuole palatine, per spiegarsi du' pro- gne canonista Sinibaldo Fieschiyùfìcwì
fessori Lettori del palazzo apostolico lo studio della giurisprudenza canonica
(F.) la s. Scrittura e le più astruse cpie- ricevesse in boma ornamento e sostegno;
kJiouì teologiche, massime a vantaggio de* non che Go//yWo da Traili (megliosem-
chieiici palatini, e di quelli de cardinali bra cardinale d'Innocenzo IV), uno de'
e prelati che ftfcpientavaiio il palazzo tanti al lievi dell'uni versi là bolognese,pro-
npostolico di s. Sabitia. Questa fu l'o- fondo nella scienza del diritto canonico,
rigine tielle celebri Scuole palatine, che ouloie d'un sugoso compendio delle Z>e-
successero a quelle del Patriarchio La* cretalij la cui nuova e più perfetta col-
teranense iiUeriolte da gran tempo, ove lezione Gregorio IX commise al dome-
i chierici attendevano
agli studi sagri, ed nicano s. Raimondo d\ Pennafort 9>uo pe-
in progiesso chiamate col nome di Stu- fu'tcnzìere, il quale coordinò le 5 prece-
dio o Lniver.sità della O^rzV/, si aumeii* denti collezioni, riducendo a sistema il cor-
larono di numero e crebbero in gran re- podellelci^gi canoniche in 5 libri. Mentre
putazione. Il Papa ne aiiìdò la direzione la scienza del diritto civile era risorta nel
a s. Domenico, che «lichiarò Maestro del secolo XI e insegnata a Bologna con lau-
.V. Palazzo apostolico {^.), ed a'suoi re- to lustro, pure in Roma lo studio pubbli-
ligiosi, autorevule uflizio tuttora nel me- co delle scienze civili aveasi allora quasi
desimo oidine esistente, con altre gravi e per profano, per le dispute e contese fo-
letterarie incumbenze , colla presidenza rensi, e non doversi i chierici, applicati
nltresì del collegio teologico dell'univer- alle sagre discipline, mischiarsi negli af-
«ila romana. Quanto n'ieltori mentova- fari e liti secolaresche. Anzi per 1' abu-
ti, a'qnali soprintendevo il p. maestiodel so che ne aveano fatto alcuni chierici ed
s. palazzo, essi nelle scuole palatine inse- alcuni monaci, fu loro con rigore proi-
gnarono successivamente la s. Scrittura, bito da diversi Papi, e colla scomunica
la teologia, le leggi, la medicina ec. Dap- da Alessandro 111 e Onorio 111, per im-
poiché le scuole palatine tosto furono re- pedire che s'immergessero nello studio le-

se pubbliche airammaestramento di lut- gale trascurando le sagre discipline, pres-


ti, specialmente del clero romano, quindi so i quali erane rimasto vestigio nella de-
81 moltiplicarono i professuri e stabilite cadenza universale ilelle lettere. Perciò
fui Olio le lezioni di tulle le scienze sagre, muiicavu nelle scuole palatine chi iuter-
9.98 U N I UNI
pretasse ed esponesse la scienza del dìrit- de'loro benefìzi quantunque assenti dal-
lo civile, e fois'anclie perchè lo studio de' la loro residenza. Fra'scenziali da lui crea-
non era ancora in Roma ridotto a
Cciiioni ti cardinali, merita nominarsi Ugo di s.

metodo e ad arie, nella guisa che, a somi- CarOf insigne maestro di teologia. Dero-
glianza del diritto civile, erasi già fatto gatosi dunque da Innocenzo IV a'decreli
ili alcune università e singolarmente in d'Alessandro II! e Onorio III, contro lo
Bologna. Nel i 243 sublimalo al seggio a- studio legale da apprendersi da' chierici,
poslolico il Fieschi col nome d'Innocen- pel giovamento ch'egli ritenne dover lo-

zo IV, protesse lescienze, fece risorgere in ro recare la scienza delle leggi civili e
Koma gli studi legali in più ampio modo quuntp fosse connessa a quella de' sagri
e la canonica giurisprudenza, di cui fu il- canoni, ne ordinò il pubblico insegnamen-
luminato amatore e benefico mecenate, to nella curia romana a comune istruzio-
come quello che l'avea appresa e poi pub- ne, reputando disdicevòle che in Roma,
blicamente insegnata in Bologna; onde e ove confluivano le genti da tutte le parti
per l'operalo nel concilio generale di Lio- non si coltivasse e inse-
della cristianità,
ne 1, e per resistenti università che fiori- gnasse pubblicamente con ispecial cura
vano, alle quali concesse onori e privile- il diritto canonico, la cui scienza creflette

gi, il suo nome risuona celebre ne' fasli anzi propria e peculiare di tutte le perso-
Iclterari , legislatore supremo e insieme ne addette alla s. Sede, Dileguate cosi le

profondo dollore,Egli ebbe singolarmen- sfavorevoli prèvenzioiù versogli studi le-


le a cuore che nella curia romana viep- gali, sursero poscia inRoma vigorosamen-
più si coltivassero gli studi delle scienze, te, e tuttora godono universale riputazio-
almeno i più interessanti e necessari , e r>e, e fioriscono per l'impegno e singoiar
che vi fossero maestri e professori per diligenza cui sono coltivali, il Renazzi fa

pubblicnmenle insegnarle e inierpretar- distinzione dello Studio delia Curia ro^


le, precisamente come costuma vasi nel- tuana^ dallo Studio di Roma^ il i.°de*
r università di Bologna e in altri studi quali seguiva i Papi ovunque andavano
generali. Fu egli che alle scuole della s, a risiedere. Perciò confuta l'asserto del
Scjiltura e di teologia del palazzo apo- p. Carafa, che con altri erroneamente si

stolico, aggiunse quelle di leggi civili e persuase che l'odierna Universitàroma-


canoniche.acciocchè gli adtiellialla roma- ita o Archiginnasio debba l'origine ad

na curia, e quelli che d'ogni parte vi ve- Innocenzo IV, per cui la chiamò Studio
nivano per alliiri, potessero comodamea- Linocenziano. Quindi prova che le scuo-
le istruirsi nella sagra e profma giuris- le palatine, ove s'msegnava l'uno e l'al-

prudenza. Le sue provvidenze per fare tro diritto, fu lo Slndiuni Curiae Ro-
fiorire in Roma lo studio del diritto ca- juanae^ e si distinsero affatto anche ne'

nonico e civile, espresse nel cap, Cam de leiupi posteriori, dall'università propria
divcrsiSf 1 de Privilegiis in 6, feceio ere - di Roma o archiginnasio, che per distiu-
dere al p. Carafa che ad Innocenzo IV zioue chiamò Stndiuni Urbis, come in
si

clebbasi la gloria d'esser i ."fondatore del- seguito meglio dirò. Le gravi e ostinate
l'università romana, resa più illustre da conlese insorte tra l'università di Parigi
Bonifacio Vili con ogni facoltà, per a- e gii ordini Mendicanti ,
procmarono a

vei concesso alla cattedra o accadeuìia da Roma vanta"2Ìo


il
Do di vedervi venire e

lui stabilita in tale disciplina i privilegi soggiornare per (|ualche tempo, quali lei-
dell'altre università , acciocché a queste tori del pala/zo apostolico, due più ri- i

in nulla fossero inferiori lescuole ionia- splendenti luminari dell'ordine de'predi-


ne, abililaudoia a conferire i gradi acca- calori e delle sagre discipline, il b. Alber-
iicuiici, e gli studenti a percepire i frulli to Magno e s. Tommaso d^ Aquino suo
UN I UNI 399
«lisccpolo. Papa AIessi»n<lio IV clic seii- propagò gli studi, protesse e rimunerò Ih
lenxiò a favor loro conilo gli avversari, beral mente gli scenziali, e ad esso il R3-
volle che il b. Alberto puhblicao)enle e nazzi ascrive la gloria d'aver inRoma fon-
sponesse la s. Sciillura , con indicibile dalo V Università degli studi ossia V Ar-
plansodi tolta la curia romana. Essendo chiginnasio rc>wrt;zo,medianle le bolle In
«ornato a Parigi s. Tommaso, Papa Ur- supremae praeniinentia dignitatis^ecasL-
bano IV, d'elevato ingegno, lo ricliianiò nata dalLalerano a'cio aprile i3o3,pres^
in Roma percbè vi spargesse la sua giau so il Renazzi ; ed In Supremae praenii-
dottrina, che ammirava iLillaKnropa; nel nentia dignità tis, dala in Anagni l'S giu-
qual soggiorno e ad insinuazione del Pa- gno 3o3, Bull, Rom. l, 3, par. 2, p. i ooj
1

pa compose la maggior parie di quelle in- Jnslitutio Studii Gcneralis in alma Ut'
signi e profondissime opere, che gli me- he , cuni privilegiis prò doctoribus et
ritarono il glorioso titolo di Dottare Aa- scholaribus. La diresse all'abbate della
^clìco. Di più Urbano IV elevò al car- Chiesa patriarcale di s, Lorenzo fuori
dinalato i dottissimi Annibaldo degli Aii- delle mura (della quale anco nel voi.
)ììl)nl(1csc1iì eò^wv'xco Ostiense, Non so- LXXV, p. 2 I 3 e 2 25), al priore della ba»
lo Urbano IV rinvigorì in Boma gli slu- silica di Sanata <9^ /icforwm (F.), ed al-
di sagri e V ecclesiastiche discipline, ma l'arciprete della Chiesa di s, Eustachio
pel I
." ivi e in Italia fece risorgere la filo- di Roma (della qtiale riparlai nel voi,
sofia, che da molti secoli giaceva negletta LiXXIX, 173), per l' esecuzione della
p.
e oscura, accettando la dedica d'un libro bolla e suo decretato. Inoltre Bonifacio
sopra la Sfera di Giovanni Campano no- VI II da'doltissimi canonisti Mandagot,
varese suo cappellano, a cui die agio di Fredol e Petronio poi da lui falli cardi-
perfezionar le sue opere astronomiche e nali, fece raccogliere i decreti emanali da'
matematiche, E mentre s, Tommaso e- predecessori dopo Gregorio IX, ed a'suoi
sponeva le s. Scritture, il Papa gl'ingiun- 5 libri aggiunse il Liher Scxlus AcWq De-
se d'illustrare ancora co* suoi commenti cretalij^t\x\\h. avessero pubblica autori^
tutta la filosofia d'Aristotile, ed il santo là e foruìassero corpo del diritto canoni-
nell'ubbidirlo superò la maggior parte de' co, Il Papa ebbe ancora gran cura, che
tommentalori greci e arabi. Urbano IV abbondasse Roma di valei\li maestri iti

fu antatore e rimuneratore de* filosofi, teologia, e vi chiamò fr. Remigio da Fi-»

perciò godeva d'averli seco a mensa, edo^- lenze domenicano, cfi'era pubblico pro-
pò lungan^enle si tratteneva con essi in fessore di tal facoltà in Parigi, e di lui si

eruditi discorsi, proponendo loro a discu- prevalse nelle clamorose controversie in-
tere e sciogliere problemi, Dopo la sua sorte per le Decime g Immunità de'chie»
morte diminuì il fervore degli sludi in liei col re di Francia Filippo IV il BeU
Roma, per la brevità del pontificalo de* lo; creò cardinali gì' insigni teologi 2I//-.

successori, o per aver dimoralo altrove, ino da Morrovalle e Gentile Par tino. A.->
o per altre circostanze; bensì annovera- vendosommainenleaouore,che ognisor*
rono al sagrocollegio alcuni grandi e dot- la di sludi vsi coltivassero in Roma , spu-
tissimi uomini, come s. /joiuwcìiturUiUA^ ciabnenle delle discipline ecclesiastiche,
iotiii\e\\dC\ì\ess^^La\\l\QFra^tgl|JaneAJ(l- per incoraggiarvi romani e tulli gli ad-
i

inhranca Orsini Roberto Kilitvarbio ^ detti alla corte pontificia, onorò in ogni
Ugone Atrato celebre medico e teologo, guisa e premiò gli uomini dalli studio-
Ugo Billonio, Matteo d' Àrquaspnrta. si, fra'quali meritano singolar menzione

Nel 294 crealo Papa Bonifacio V 1 1 Cac-


I 1 Jacopo (wttetani ii(\ Egiilio Colonna elio
tani d' Anagni, di vasta utente, sommo creò cardinali. Uonifacio Vili fondò Tu*
giujccousujlo, di pvoulo ingegno, amò e nivcrsilà degli sludi di Roma pel rilK'SiO,
3oo V N I UNI
che dovendo frequenlemenle per le tur- super hoc edìtam sanctionem, A iomi-
bolenze de'lempi Papi abbandonare Ro-
i glianza poi di tutte l'altre università, an-
ma e fare altrove soggiorno, sia per lo- che in questa di Roma volle il Papa, che
ro sicurezza e decoro, sia per accudire a' da' professori e dalla scolaresca venisse li-

bisogni dellaChiesa universale,seguendo- beramente e senza dipendenza o autori-


Ji colia curia romana le scuole palaliite tà d'alcuno, eletto il rettore, cui compar-
o studio pubblico della medesima, Roma tì la giurisdizione nelle loro cause civili,
reslava perciò priva non solo del suo su- la podestà di correggere le lievi mancan-
premo pastore, ma anche del pubblico ze degli uni e degli altri, e di giudicare i

necessario insegnamento, restando i ro- medesimi in criminibus levioribnsy riser-

mani senza pubbliche scuole, mentre pa- bando ne'gravi delitti la giurisdizione so-
recchie città a lei di lunga mano inferio- pra entrambi al Senatore di Roma se

ri allora già con esse fiorivano a vantag- laici,eal Ficario pontifido se chierici fos-
giode'propri cittadini e con gran concor- sero i delinquenti. Finalmente si provvi-
so di forastieri. Niuu Papa aveaancora de da Bonifacio Vili, istruito forse dal-
ciò posto mente, ne erasi presa cura di l'awenuto nel giubileo del i3oo da lui
stabilire in Roma scuole fisse e pennanen- promulgalo peli.", alle frodi eavanie che
ti, le quali non dipendessero da' fortuiti ilocandieri di Roma usar potevano co'fo-
eventi delle pubbliche cose e dalle criti- rastieri, quali concorsi sarebbero a stu-
i

che circostanze, in cui potesse trovarsi in- diare nella nuova università. Che però
volta la s. Sede. A Bonifticio Vili per- prescrisse, che vi due deputati a
fossero
tanto si deve ascriverei! vanto d'aver pro- tassar le pigioni delle case, scelto uno da"
priamente fondato in Roma il pubblico professori e scolari, e l'altro nominalo dal

studio o sia l'archiginnasio della Sapien- comune della città, e che alla lassa d'un
za, perciò degno d'eterna memoria a'ro- 3.** da eleggersi da'professori, se quelli tra
niani, ed anco a' forastieri che successi* loro non convenivano, onninamente sta-
\amente vi appresero le scienze. Stabilì re si dovesse. Essendo poi stile,che si com-
questo studio generale colle scienze d'o- metta da'Papi l'esecuzione delle loro co-
gni facoltà, e a' professori e scolari con- stituzioni a persone collocate in dignità
cesse lutti i privilegi ed esenzioni, di cui ecclesiastica, perciò BonifacioV III ingiun-
godevano quelli che insegnavano e studia- se d'eseguire la sua bolla di fondazione
l'ano nell'altre università. Conlansi prin- dello studio romano a'detti abbate, prio-
cipnlmenle tra quelle l'immunità d'ogni re ed arciprete. Quanto a quesl'ultinio,
sorta di pubblici dazi, e il diritto pe'chic" osserva Renazzi, potersi congetturare, che
rici di percepire tutti i fruiti de'Ioro be- sino dal principio dell'università nel Rio^
nefizi, fuorché le quotidiane dislribu/io- ne di s. Eustachio ^ e nel quale ora esi-
ni,qunldirittocompetente secondo il gius stono vicino alla chiesa e nella piazza u-

comune soltanto a coloro che allendono nionima,si collocassero le pubbliche scuo-


allo studio della teologia o de'sagri cano- le, vedendosi all'arciprete di quella chie-
ni. Inoltre Ronifacio Vili a'professori ed sa diretta la bolla esecutoriale dell'ere-
agli scolari accordò il privilegio del foro, zione. Congettura che acquista gran pe-
onde ne civilmente né criminalmente po- so dalla circostanza, che gli originali del-
tessero essere chiamati in giudizio nella le surriferite due bolle furono riposti nel-
curia Capitolina del Senatore di Roma, la sagrestia della chiesa di s. Eustachio,
se non se quando rei d'omicidio; e che lo- che sembra perciò esser servita come
ro si dasse l'ozione d'esser convenuti co- nuovo studio romano. Ivi
d'archivio del
rani Domino aut Magistro suo^velprae- restarono per lungo tempo dimenticati ,

dicto Vicario {\Jih\i) juxta le^^ilìmant finché ritrovati circa la metà dei secolo
UN I U N I 501
XVI, con alcune sagre reliquie, furono re che la fiicoltà legale sin dal principio
pubblicati, premessa la relazione del lo- fu in maggior lustro d'ogni altra, tanto
ro rinvenimento, nella collezione di bol- civileche canonica, e continuò a fiorirvi
le pontifìcie stampata da Biado nel i 55^, vigorosamente a malgrado dell'infelicità
che ricordai nel voi. LXIX, p. 227. Di de' tempi. Circa però la teologia non è
più è rimarchevole, che una casa già e* ben chiaro, se nel principio per la mede-
disiente nella piazza di s. Eustachio chia* sima furono pure istituite cattedre nello
mata la Scuola, tale denomìnazio^ie pro- studio romano. Breve assai fu il tempo
babilmente dopo la metà del secolo XIV che sopravvisse Bonifacio Vili alla bol-
1« provenne dall' aver servito ad uso la esecutoriale per la fondazione dello
di scuole^ le quali non poterono essere se studio generale diRoma, poiché mori V 1
Don che quelle del pubblico studio da Bo- ottobre. Quanto al regime, all'elezions
nifacio Vi II fondato nel princìpio del me- de'professori ed alle rendite dello studio
desimo. Bisuitn da un documento, che romano subito dopo la sua fondazione, pa*
nel I 376 Tizio Veczosi della regione di $. re che i magistrati romani rivolgessero le
Eustachio vendè una casa posta nella piaz- loro cure a provvedere alla sussistenza q
«a di tal nome, quati vocatur la Schola, buon regolamento del medesimo. Infatti
confinante con quelle di Cola de Aleria e ne' più antichi statuti di Roma si ordinò
Giovanni Fontana. Quantunque Bonifa* che a que'dottori i quali non continuas-
comunicò al nuovostudiodi Ro-
ciò Vili sero o intermettessero le lezioni loro in-
ma i privilegi degli altri studi generali, giunte, senza giusta e ragionevole causa,
non gli concesse però la facoltà di confe- si dovesse in siniplum defalcare il salario
rire il magistero o dottoralo, e gli altri prò rata teniporis delle rispettile man-
gradi accademici; mentre nel 1 .^luglio del- canze. Circa il rettore eletto indipenden-
lo stesso 1 3o3 erigendo l' Università d'A- temente da chiunque, da' maestri e sco-
vignone (^.), a questa concesse il privile- lari, dal medesimo si esercitava su loro

gio di crear dottori nella facoltà legale, giurisdizione nelle cause civili e ne'lcggie-
nella medicina e nell'arti liberali. La ra- ri delitti, e al medesimo dovea spettare
gione di tal singolare differenza tra l'uno altresì la direzione degli studi, e il buon
e deve essere slata, che reputan-
l'altra, regolamento delle scuole, tutte cose es-
dosi a quel tempo la podestà di conferire senzialmente inerenti all' uffizio. Da un
i gradì accademici straordinario e insi- documento rilevasi, che l'islituzione e de-
gne privilegio, il quale a pochi sludi ac- stituzione de' dottori, appartenevano a'
corda vasi, non sembrò al Papa convene- rettori e sindaci Romanac fra terni tatis,
vole cosa di decorarne il nuovo studio di in vigore di privilegi concessi dalla s. Se-
Roma,per conservare allo studio o univer- de e dal popolo romano. La romana fra-
sità della curia, che allora esisteva nel pa* ternità era un collegio di scelte persone
lazzo pontifìcio la doverosa maggioran-
, ecclesiastiche, cioè di canonici e di par-
za. Conferendosi in fatti nell' università rochi delle diverse chiese di Roma , de-
della curia i gradi accademici in qualsivo- sunte dal corpo del clero non palatino,che
glia facoltà, si sarebbe scemato il pregio avea i suoi uffjziali, fra' quali erano prin-
di tale splendidissi ma prerogativa, se nel- cipali i detti rettori e sindaci, e ne parlai
r istessa città pure resa comune
si fosse nel voi. LI, p. 246 e altrove. A'medesi-
coll'altro pubblico studio, che ivi erigeva- mi rettori e sindaci, che facevano corpo,
si. Le bolle di Bonifacio Vili furono su- era affidata la soprintendenza delle cose
bito eseguile, e immediatamente fu eret- del pubblico studio, e l'amministrazione
to lo studio romano da lui ordinato, ed delle rendite ad esso assegnate. Queste pel
il Reuazzi ne produce le prove; come pu- luo inauteDimcutoe per quello de' prò-
3o2 UNI UN I

fessoli, sin dal principio furono stabilite ri Antonio di T^ienna (F,)^ aven-
(lì s.

sul censo o tributo che cÌhI comune di , do pure cura de'njedicameuti occonenli
Twoli si pagava annualmente al popolo e facendo ancora da Speziali (/^.); e co-
romano, e sui proventi cbe si riscuoteva- là trasferivansi lutti gli ordini della curia
no dalla rocca o castello di Rispampani romana , e insieme con questi altresì le
nel territorio o appartenenze di ViterhOy scuole palatine , e i professori e maestri
e da'gabellieri o investili de'dazi che si ri* che nelle medesime insegnavano. Per cui
scuotevano pel comune di Roma sulle quandf) Clemente V neliSi i nel conci-
derrate o mercanzie che approdavano o lio generale di Vienna decretò che si a-

Ripa del Tevere. Dopo


scaricavansi sulla prisscro in alcune più illustri università
ilbreve pontificato di Benedetto Xl^ suc- pubbliche scuole di Lingue (T.) orienta •
ceduto a Bonifacio Vili, per artificio de' li, per l'intelligenza delle divine Scriltu»
cardinali fautori di Filippo IV il Bello re, non nouiinò egli già 1' università di
re di Francia, a'5 giugno i3o5 fu eletto Roma, che in tal città era stabilmente ne-
Papa il fiancese Clemente V arcivescovo cessaria e seuìpre permanente; ma disse
di Bordeaux, il quale con istrana risolu- bensì:uhicumque lìonianani Curiamre-
zione volle restale in Francia, con dan- sidere contigerit, nec non in Parisien. et
no immenso di Bonid e fatale ancora al Oxonien. Bononien, etSalmantin. Sin-
coitivamento delle lettere. Chiamali i car- diis. Dal (jual modo di dire chiaramente
dinali e tulli i diversi ordini della Curia rilevasi , che Clemente V parla precisa-
romana in Lione passò con e^siaPoitiers
^
mente delle.VciZo/e/*^/flf /meo Studio del-
e poi stabilì la sua residenza in Avignone la Curia, che seguiva il Papa dovunque
{f^.y Ivi furono dismessi in gran parte gli andasse a risiedere. La romana universi-
antichi venerandi usi della s. Sede, altera- tà infatti per quasi due secoli dopo la sua
te le massime di reggere, variata la fog- I.' fondazione non ebbe cattedre e mae-

gia di condursi e di vivere; ed ancora in- stri di lingue orientali, ed i primi profes»
trodotte nuove costumanze in ogni gene- sori delle dette lingue nell'universilà ro-
re, più proprie d'una corte secolaresca, mana, che s'incontrano presso il p. Ca-
che adalle a'sagri uHlzi e ad ecclesiastici rafa, appartengono alla metà del secolo
ministeri. Anche le scuole palalineosludio XVI. Passa indi il Renazzi a dimostrare
della curia romana soggiacque» oal deplo- con particolari dettagli, corroborati dal-
rabile trasferimento in Avignone; laon- la storia e da documenti, la diversità de'
de innanzi di proseguire colla narrazio- due traslocamento delle scuole
studi e il

ne delle vicende dell'univtMsilà romana, palatine da Roma, ovunque Papi si re» i

dovrò col Rcnazzi in breve provare ulte- cassero, ma io dovrò contentarmi d ac-
riormente la diversità de'due studi. E in cennare il più essenziale. Gli ordini rego-
vero, costretti i Papi per le lagrimevoli lari più cospicui tennero studio aperto
vicende, cui fu sotloposta ne'secoli XIll presso la curia romana, ed anco un Pro'

e XI V las. romana, a mu-


Sede e la curia curatore generale (P.) per trattare lo- i

tar spesso stazione e a trarre dimora in ro affari. La ragione per cui tennero gli
Rictiy Soriano, yJnagni, Vellclriy Peru- ordini regolari, particolarmente de'men-
gia, Asisi, Monte Fiascone, Orvieto, Fi- dicanti ,
gli studi loro generali presso la
terho, e poi in Avignone^ oltre altre città, curia romanajavvenne perchè in que'tem-
venivano eglino, dovunque andassero a pi si avea per assai rara e ardua cosa il
risiedere, seguiti da'Ioro u(ìlziali,con lut- conseguireil magistero in teologia, e la col-

ti i rispettivi atliezzi e bagagli, sino d'un lazione de'gradi accademici era riservala
ospedale portatile pel bisogno de'mede- alla s. Sede, da cui se non se dopo lungo
situi, tenuto in cura da Canonici regola- corso di lettura pubblica non solevansi
UNI UN f 30.-5

qtielliionceilere.Lasolaunìversilà di Pa- no lettori solamente in curia. Quindi i

rii"! ebbe nel principio tìel secolo XIII il lettori di curia degli ordini religiosi non
privilegio ili crear maestri in teologia, Bo- si devono confondere co'Iettori del s. pa-
logna nel I 36o da Innocenzo VI, e gran- lazzo ,quali si assumevano per lo più
i

tlissime furono le feste fatte a Firenze dall'ordine de' predicatori, né co' lettori
quando pochi anni prima fu concesso a dello studio di Roma o archiginnasio ro-
(]ueir imiversilà ; finalmente nei!' intero mano, equivoci in cui col p. Carafa incor-
secolo XIV fu reputato specialissimo sero parecchi altri scrittori. Dovunque
privilegio quello del generale de' pre- fosse la curia romana, seco a vea le scuo-
dicatori , di cieare nel capitolo generale le palatine o sia il suo studio generale, e
un solo maestro di teologia. Laonde gii un tempo
se nella città eravene altro, in
ordini religiosi perchè potessero i loro a- sitrovavanodue università, come avven-
lunni esser promossi aggradi accademici ne in Avignone e altrove. Quindi è che,
e specialmente al magistero, procurava- restituita a Roma la residenza pontifìcia
no di far loro fare il corso di teologia o in colla curia romana, dagli scrittori si di-
Parigi o presso la ciu'ia romana. Quindi stingue lo studio della curia, dallo stu-
tenevano i loro studi generali apei li in dio di Roma. Nelle scuole palatine ostu-
ambedue i luoghi , e i lettori che vi leg- dio della curia Innocenzo IV aggiunse
gevano erano considerali come parte, pe- alle scuole di s. Scrittura e alla facoltà
rò subalterna, di quelle università; e di- teologica, le narrate scuole del diritto ci-
pendendo ancor essi dalle medesime, in vile e canonico, co'privilegi propri degli
conseguenza appartenevano o allo studio sludi generali, inclusi vomente al conferi-
generale di Parigi o della etnia romana. mento de'gradi accademici. Rifugiatosi il
Il che è tanto vero, che talvolta camer- i Papa in Lione, pei- evitare le perseci:zio-
lenghi pontifìcii, come quelli al cui uHizio ni di Federico II, ivi Io seguirono le scuo-
era annessa suprema ispezione sull'u-
la le palatine, e fu allora propriamente che
niversità della curia romana, eleggevano adesse aggiunse la facoltà legale dell'u-
e deputavanocoll'oracolo del Papa reg- i no e dell'altro diritto; le quali lo segui-
genti o lettori, che ne'rispeltivi sludi de- rono ancora quando porlossi a Napoli,
gli ordini mendicanti presso la detta cu- ove morì, dimorando nello stesso palaz-
ria dovessero a' loro frali insegnare. Nel zo apostolico. Non mancano monumenti
1 287 celebrandosi il capitolo generale de- e memorie de' gradi accademici di bac-
gli agostiniani romitani, si stabilirono 4 cellierato e dottoralo, nell'uno e nell'al-
studi generali , e quello della curia se- tro diritto, conferiti tanto in Roma che
guisse il Papa ove facesse residenza; quin- fuori, nello studio della curia romana; ed
di stabilitosi s. Celestino V a Napoli, ivi si i professori della medesima più esperti i)a-
recò lo studio della curia de'romitani; e trocinavano le cause in concistoro, perciò
da tal città passando in Roma Bonifacio descritti nel catalogo o matricola degli
Vili, che gli successe, ritornò in lloma avvocati concistoriali; anzi INIarlino V or-
lo studio. Recatosi Benedetto XI a Peru- dinò che non si ammettesse alcuno nel
gia, lo seguì lo studio de'romitani, don- cospicuo collegio degli A\'vocati coiicisto»
de si trasferì ad Avignone, ove avea fis- ;vV///(de'quali riparlai in tanti luoghi, co-
sato la dimora Cleu)enle V. Ciò che fe- me nel voi. LXXXIl, p. c>. iG),e per f/-
cero ì romitani, dagli ordini de' mendi» ditore delle cause del palazzo apostolico,
canti si praticf), cornei carmelitani, i fra- se prima per un triennio non fosse sialo
li minori ch'ebbero n)olti lettori del pa- pubblico professore di giurisprudenza, a
lazzo apostolico da Nicolò III alla metà non avesse insegnato leggi almeno per 3
del secolo XIV, sebbene piuttosto furo- anni. Che anzi In qualità di pubblici prò-
3o4 UN I U N I

fessoli legali, che riceicavasi allor« negli gnone circo il i33o. Dopoché s. Dome-
ovvocalt concisloriali, come preesisfenle nico promosse l'apertura delle scuole pa-
• e necessaria, produsse che il Camerlen- latine, e peli.°fu destinalo a spiegarvi te
go di s. Chiesa gran cancellici e e supe- divine Scritture, si proseguì poi sem-
riore delio studio della romana cuiia, a pre a scegliere nel di lui ordine chi [)re-
cui perciò spellava il diritto di conferire i siedesse alla direzione degli sludi sagri
gradi accademici (e talora li conferì an- nelle stesse scuole pubbliche, il quale in-
che nella sua residenza nel palazzo apo- segnava anch'esso e avea l'esercizio nel-
Valicano solennemente, come nel
stolico la scuola di teologia, eleggendolo e depu-
1433 e intitolandosi: Studii ^cntrolis tandolo il Papa con breve apostolico, ve-

RomanaeCuriaeCancellarÌHs\ut\ coxn- nendo (hiamalo Magisler Curiae in


ineltere l'esame de'candidali legali a per- Theologia^o Magisler Scìiolaruni sacri
sone dotte ed esperte, per lo più o con al- Palata in Theologia, ed anche Magistcr
tri dottori, o anche soli, si servisse del- Regens in Scholis Theologiae sacri Pa-
Topera degli avvocati concistoriali, come lata apostolici^ finché nel secolo XV gli
pubhiici professori di leggi. Infatti tra gli restò coslantemenle fìssalo il titolo di Ma-
ahri abusi, cui fu propONto di dare ripa- gisler Sacri Palata y che tuttavia con-
ro nel famoso Sinodo di Costanza, uno serva. In una istruzione scritta nel 1409
fu appunto quello di stabilire, che per sugli uflìzi palatini, da me riportata nel
1 avvenire ninno più si dovesse per bolla voi. XLI, p. 202, è dichiaralo quello del
o altro pontificio rescritto crear dottore p. maestro del s. palazzo. Nella riforma
tx gratiay quali perciò chiama vausi \o\- della curia di Pio II nel 4^3 nuovameti- i

^aimenle dottori bollaticiy ma bensì che le s'inculca l'esercizio delia carica, e gli
in curia romana dopo rigoroso esame ri- si commettono altre ispezioni, donde a-
cevessero gradi. Quindi la qualità di pub-
i vranno tratto la 1 ."origine l'uso e il dirit-
blici professori die luogo alla consuetudi- to che gli compete della revisione, cen-
ne, e fece in progresso agli avvocati con- sura preventiva e approvazione di^' Libri

cistoriali privativamente attribuire la fa» e Slampe (f^.) che s'imprimono os'iu*


colia di esaminare i promovendi al dot- Iroducono in Roma, e d'invigilare sulle
toralo nell'uno e l'allrodiritlo, di cui tut- dottrine che s'insegnano e si propugna-
tavia gode il loro collegio, divenuto im- no. Olire il detto oìaestro domenicano,
inediatumente uno de'più ragguardevoli vi erano nelle scuole palatine altri letto-
e illustri della curia, e che può non im- ri nella facoltà teologica, con quelle re-
propriamente dirsi rappresentare in tal gole e graduazioni che si osservavano ne-
parte l'antico studio della curia suddet- gli sludi generali più rinomali. Vi si e»
ta , come disse lo Sladileo nel Defensor sponeva la Bibbia, vi si spiegavano i libri

rcdivivus^ e ripetè il De Rossi, De prae» delle Sentenze di Pietro Lombardo da di-


rog. Expect. in ter Tra et. Magn. I pro- versi professori, perciò i primi delti j5zZ>//-

fessori legali che insegnavano nello studio r/j i secondi Sentenziarli a tenore della
della stessa curiaformavano collegio e
, distinzione tra'maestri di teologia intro-
corpo. Però non sembra che gli studi le- dottasi nel secolo XIII, e vi s'insegnava
gali conseguissero nelle scuole palatine l'intero corso teologico. La maggior par-
quella rinomanza, che in esse ottennero te de' professori o Lettori del s. Palaz-
le scienze sagre, queste vantando mae- zo erano domenicani, e ne* ricordali ar-
stri insigni per dottrina, opere pubblica- ticoli celebrai ipiù illustri, con avvertii e
ad eccezione del ce-
te e santità di vita, che taluno li confuse co' Maestri del s.
lebre giureconsultoOldrado da Ponleche PalazzOy e quelli va'\i\o\\ù francescani
spiegò leggi uelle scuole palatine d'Àvi- nelle biografìe de' cardinali rifeieudo le
U N I 3o5
notizie di queMellori e Maestri del s. Pa- o suo luogotenente. Frattanto Crasi con-
lazzo y oltre la loro serie riportata in tale cesso al p. maestro del Sé palazzo il pri-

articolo, che meritarono il carilinalato. vilegio di promuovere indipendentemen-


Similaiente gli agostiniani romitnni som- te du ogni delegazione, due soggetti ai
ministrarono lettori alle scuole palatine, baccellierato in teologia ; privilegio che
fra'quali fr* Giacomo da Orle, già bac- dal camerlengo neh 4^4 fu esteso ad al-

celliere tlell'universilà di Parigi^ in cui tri 1 5 soggetti, egualmente in favore del


avea letto con gran plauso le Sentenze, p. maestro. A questo inoltre Eugenio IV,
da Benedetto XI ammesso nel 1 3o4 nel- tra l'altre onorifìcenze e diritti, compar-
la stessa facoltà, in Aula nostri Palatii tì in perpetuo ancor quello di conferi-
Latcranen.f sotto fr. Egidio Colonna ge- re i gradi accademici in sagra teologia a
nerale degli agostiniani e arcivescovo di chiunque hahilo prima prohorum Ma-
Bourges, e previ i giuramenti soliti pre* gistrorum privato examinCj avessero
sfarsi da' pubblici lettori dell' università giudicato meritevole di conseguirli. E
di Parigi, nelle mani del cardinal Gen- siccome uell' esame ingiunto da Euge-
tilePartino da Montefìore. Dall' ordine nio IV, secondo l'antico uso convoca van-
pure de* carmelitani solevasi alle volte si i pubblici professori palatini di teo-
prendere lettori di teologia per le scuo-
i logia, così in seguito pel medesimo effet-

le del pontifìcio palazzo : nel pontifìcalo to si formò il collegio teologico, che poi
di Giovanni XXII nelle scuole d'Avi- appartenne all' università romana, fon-
gnone insegnò teologia fv. Guidone da dato da Pio IV, o secondo alcuni da Si-
Perpignano generale dell'ordine j e sotto sto V. Si compose in seguito il collegio
Clemente VI fece altrettanto fr. Pietro de teologicOj oltre maestro del s. palaz-
il p*
Bereto pure carmelitano. Tuttavolla non zo qual capo, dall'agostiniano Sagrisia
erano le letture di sagre discipline nel- del Papa, da'Iettori pubblici di teologia
l'università o studio della curia del tutto e s. Scrittura, e da'procuratori generali
esclusivamente addette a'religiosi de* ri- de'primari ordini mendicanti, forse per-
feriti ordini, poiché le insegnarono au- chè da tali procuratori anticamente si sce-
rhe individui non regolari a piacere de* glievano ì professori di teologia per le

Papi. Come nella facoltà legale così an- scuole palatine, che per ragione del loro
cora nella teologica si conferivano i gra- continuamente dimoravano presso
ufljzio
di accademici nell'università del palazzo la romana, e la seguivano ovunqtie
curia
apostolico o studio della curia romana ; andasse a risiedere; ed anche dopo ces-
singolare onore e privilegio inque'secoli sata l'università palatina, era in uso di
rarissimo,come notai. Di che però era ben chiamarsi per esaminare i proujovendi
conveniente che decorale fossero quelle al magistero, come ben avveri» il p. Ca«
scuole, che a pubblica istruzione tenevan* rafa. Meritamente lo studio della curia
si aperte nell'istessa residenza del supre- ebbe il nome e l'onore di università, per-
mo capo della Chiesa ; ed il camerlengo chè oltre le facoltà e scuole teologiche e
pontifìcio cancelliere dello studio, soleva legali, n'ebbe dell'altre, come delle scuo-
delegar l'esame de'candidati al p. mae- le delle lettere latine e greche, e delle liu-
stro del s. palazzo, da elliettuarsi convo- gue araba, armena, siriaca^ caldaica or-
candovi ancora gli altri professori teolo- dinate da Cleujcnle V e subilo formale.
gi, e altresì costumava per lo più com- Di esse pure se n'ebbe ragione nel con-
mettere al medesimo la collazione dc'gra* cilio di Costanza, perchè si ripristinasse-
di, come reggente delle scuole palatine ro e fìorìssero nello studio della rouutna
di teologia, il che risulta dulie lettere pa- curia > così eranvi pure in detto studio le
tentati che si spedivano dal camerlengo scuole di fìlosufìii, dovendo servire le di-
VOI. LXXXIV. ao
3oG UNI UNI
sc.ipline fìlosofjclietli preparazione e qua- ri econlinuì commensali, distinzione n<;~

si di cliiave alla leologia e alla scienza le- sai decorosa e allora poco comune; anzi
gale, conferendosi auclie le lauree nelle dal corpo di essi di frequente si presero
{irli e filosofìa. Non
mancarono scuole
vi i promuoversi alia dignità car-
soggetti da
di mecìkìna necessarie al compimenfo dinalizia. 1 Papi per lo più permetleva-
<runa pubblica università, e lo rilevai in no a'superiori degli ordini mendicanti la
quell'articolo, dicendo j)ure che presso il scelta de' lettori di sagre discipline. Ira*
palazzo apostolico esisteva un orto di sem- quali con gran vigore fiorivano gli stu-
plici e custodito da un semplicista. For- di dellemedesime, ed eranvi religiosi i
mavano dottori o professori in medici-
i più idonei a insegnarle pubblicamente.
na nello studio della curia, celo o corpo Nell'ordine de'predicaloii più ordinaria-
Ira loro, come lo formavano lettori pa- i mente i lettori del s. palazzo si sceglieva-
latini di leggi sin dal tempo della resi- no ne*capitoli generali j alcune volte pe-
denza del Papa e della curia in Avigno- rò i Papi li scelsero da per loro, quelli
ne. Quindi sembra che il successivo col- cioè che reputavano più degni dell'ono-
legio de'medici di Iioma in origine non redi ascendere nelle cattedre del propi'io
fosse che il ceto o corpo de'pubblici pro- palazzo. Mentre Papi erano in Avigno- i

fessori di medicina dello studio della cu- ne colla loro curia, ne' registri camerali
ria romana, a cui dal suo cancelliere e trovansi delle spese fatte per ampliare o
camerlengo di s. Chiesa, o dal suo com- restaurare le scuole palatine, nel palaz-
missario si soleva per lo più commettere zo da loro abitato presso la cappella pou-
l'esame de'postulanti la laurea medica. lificiu. Quando Gregorio XI nel i377)
Tal consuetudine venne nel 47 conva- 1 i come vado a dire, si restituì in Roma col-
lidala da Sisto IV, che il i.° concesse al la curia, lo seguirono le scuole palatine?
collegio de'medici la facoltà privativa d'e- e quando Martino V, eletto nel concilio
saminare i laureandi in filosofia e medi- di Costanza, prima di recarsi in Roma si

cina, come lo stesso Papa accordò al col- feruìò in Firenze, ivi oltre la curia ro-
legio degli avvocali concistoriali per si- mana ebbe pure le scuole palatine o uni-
mile motivo. Adunque le cattedre d'ogni versità degli sludi della medesima. Nel
più insigne e necessaria facoltà, la colla- ponlificato di Paolo U sussistevano an-
zione de'gradi accademici, anche in sa- cora le scuole del s. palazzo, sempre col
gra leologia, formavano delle scuole pa- nome di università e studio della curia
latine una compiula università. Ne man- romana, così in quello del successore Si-
cava di nnnistri subalterni e bidelli, per sto IV del 1 47', come si {)rova con do-
servigio de'professori e delle funzioni sco- cumenti, e sempre affatto diverse da quel-
lastiche, secondo l'uso degli altri pubbli- le dell'università di Pioma, ed egualmen-
ci sludi. I professori che insegnavano nel- te con differenti professori ; mentre il Pas-
lo studio della curia romana erano co- serini, il Carafa, il Tiraboschi e altri con-

munemente chiamali Lcctovcs sacri Pa- fusero le due distinte università in una,
lata, i quali erano o professori ordina- come i loro diversi lettori, incontrasta-
ri, o straordinari che leggevano ne'gior- bilmente e con diffusione provandolo il
da quelli feriavasi. Go-
ni festivi e in cui benemerito Renazzi, il quale ritiene che
devano lettori cospicui stipendi che lo*
i le scuole palatine sussisterono circa per

ro si pagavano dalla camera apostolica. tutto il secolo XV. Narra il p. Carafa, che
L' impiego di lettore del sagro palazzo Leone X per liberare il palazzo aposto-
giustamente aveasi in somma considera- lico dalrumore che producevano le di-
zione nella curia e corte de'Papi, venen- spule delle scuole palatine, queste abolì,
do ammessi nel numero deMoro famiglia- e co'loro lettori le trasferì e riunì allo stu-
UN I U N I 307
ilio della cìtlù di Roma o archiginnasio tera ingiunloria dell'arciprete di s. Eu-
loniaoo, da lui ristuiato e ampUncalo. ii cardinal Ga-
stachio, in originale lesse
Tale fu sentimento ancora del p. Fon-
il lampi nell'archivio capitolare d'Arez^
tana e dei cardinal Gurampi. Perciò sem- zo. Frattanto romani delusi della prò
i

bra convenire anco il Benazzi, che o po- messa fatta da Giovanni XXII al cardi-
co prima o circa tempi di Leone X del
i nal Napoleone Orsini, di recarsi in Ita-
i5i3, cessale adatto le scuole palatine, lia, restarono in preda alle domestiche
svanì runiversilà della curia romana,col- discordie e alle irruzioni straniere. Pre-
r incorporarsi alio studio o università valendo contro guelfi la fazione de'g/iz-
\

propria di Roma. Convien dire, che fis- hellinìy questi aprirono le porte di Ro-
satasi di nuovo stabilmente in Roma la ma a Lodovico V il jS^v^tìtro, imperato-
residenza pontificia e la permanenza del- re non approvato dal Papa, anzi scomu-
la curia, e scorgendo i Papi fiorire V ar- nicato, il quale ivi fece eleggere Tanti-
chiginnasio romano,stimassero superflue papa Nicolò V. Irritalo giustamente Gio-
le scuole palatine, e che non fosse ulte- vanni XXII, sottopose Roma all' eccle-
riormente d'uopo due pub-
l'esistenza di siastico interdetto, romani doveronoed i

blici studi o università in seno alla me- soih'ire ancora non lievi danni dalle armi
desima città di Roma. Ma rimane ancora del cardinal Gio. Gaetano Orsini, che il
oscuro il poter fissare I* epoca precisa e Papa avea spedilo legato in Italia per op-
sicura, da qual Papa, in qual anno e in porlo al Bavaro.I nuovi Papi Benedetto

die modo si abolissero le scuole palatine XII deh 334, e Clemente Vìdei i342,
per unirle al pubblico studio in Roma, lasciarono inesaudite le preghiere de'ro-
alla storia del quale fo ritorno. mani perchè tornassero tra loro, rima-
Morto Clemente V, neli3i6 gli suc- nendo in Avignone. Roma fu quindi la-
cesse Giovanni XXII, il quale subilo di- cerata da sanguinose turbolenze, preci-
chiarò che in Avignone dovea risiedere puamente e più clamorosamente per la

il Papa colla curia romana. 11 popolo ro- fanatica audacia dell'ambizioso Cola di
mano spedì in Avignone suoi ambascia- i Rienzo, di cui riparlai nel vol.LXXVI,
tori per prestargli ubbidienza, supplican- p. 72, che perì neh 354 nel pontificato
>

dolo a tornare in Roma, e di confermare d'Innocenzo VI. A questi neh 362 sue*
l'indulto concesso dal fondatore Bonifa- cesse Urbano V,che slimando come esi-

cio Vili a' dottori e scolari dello studio liata al di là da'monti la dignità ponti-
romano, di percepire frutti de'loro be- i ficia, menlr'era in Avignone, commosso
nefizi, quantunque assenti dalla residen- dalia desolazione in cui giacevaRoma sua
za. A quest'ultima istanza annuì il Pa- propria e vera sede, vi sì recò neh 365
pa colla bolla Ghiaia nohisj de'4 mar- con tutti gli ma per
ordini della curia:
zo 1 3 1 7, presso il Renazzi, diretta a'mae- sopravvenute circostanze con essa tornò
stri romano, depu-
e scolari dello studio in Avignone neh 370 e poco dopo ivi ,

tandone esecutori gli stessi soggetti già morto gli fu sostituito Gregorio XI, che
nominati da Bonifacio Vili, cioè l'abba- tosto dichiarò la prolo-basilica Lalera-
te di s. Lorenzo fuori le mura, il priore nense essere la sede principale del som-
di Sancta Sanclorum^ e l'arciprete di s. mo l^onlefìce. Persuaso daque'personag-
Eustachio. Quest'ultimo in tal qualità , gi , che dilfusamente raccontai altrove,
cello stesso anno, ingiunse a' canonici fra'quali Renazzi pone anche il celebre
d* Arezzo, che dovessero pagare intera- giureconsulto Baldo stato già suo mae-
mente i frutti di sua prebenda ad un stro iu Perugia , stabilmente reslituì a
loro collega, che faceva il corso degli slu- Roma la pontificia residenza, a'i 7 geu-
di nella romana uoiversilà; la quale let- uaio 1377 (Renazzi dice u' i5 gennaio
3o8 UNI UNI
1876 : non pare) facendovi il suo ingres- lai) sulCampidoglio colla corona poetica
so con tutta lacinia. Non ebbe Roma, di Francesco Petrarca, il maggior poeta
dopo le pompe meravigliose de'suoi su- e il più dotto di sua età, che tantoavea
perbi trionfi ,
giorno più memorabile e vagheggiato pel suo entusiasmo per Ro-
più giulivo, l'ero passato a miglior vita ma primaria città del mondo, sino a pre-
neh 378 nel palazzo Vaticano, quivi te- ferirla a quella che l'università di Parigi
nutosi il conclave, ne uscì eletto Urba- aveagli decretato, in altri tempi avrebbe
no VI. Poco dopo i cardinali francesi ri- n)irabilmenle eccitato i romani al colti-

bellatisi, elessero V antipapa Clemente varaento delle lettere; che però con tale
VII, che recatosi in yévignone, vi stabilì strepitosa dimostrazione dierono saggio
una cattedra di pestilenza, divise l'unità dell'amore e stima che facevano della glo-
de'fedeli con V Ubbidienza (A.) di Ro- ria letteraria , eh' è la più imperitura.
ma e coni' Ubbidienza d'Avignone, e die Giunto nella basilica Vaticana trionfante,
principio al grande, lungo e funestissimo Petrarca toltasi di capo la corona d* al-
Scisma (/'.) d' occidente, che lacerò la loro (questo a lui tanto prediletto pel ri-
Chiesa. Dopo un burrascoso pontificato, ferito nel voi. LXXV, p. 1 33), l'offrì sul-

ad Urbano VI nel 1889 successe in Ro- la gloriosa tomba di s. Pietro, e per me-
ma Bonifacio IX, il quale colla curia do- moria dell'atto pio e religioso, fu quella
vè esulare per diversi anni da Roma, per tosto appesa alla volta dell'augusto tem-
gl'irrequieti romani e per le mene dell'al- pio. Non poteva l'università o studio di
tro antipapa avignonese Benedetto XI II. R.oma essere istituito in tempi più lut-
In mezzo a tante continue orribili cala- tuosi e deplorabili, e meno apportimi a
mità e strane rivoluzioni d'ogni manie- fargli prendere più stabile forma, onde
ra^ in cui Roma fu agitata e oppressa per farlo progredire e conservarlo lungamen-
lutto il corso del disastroso secolo XIV^, te in florido stato. Fu dunque meravi-
non poterono le lettere e le scienze fiorirvi, glioso che a fronte d'un complesso di stra-
i di cui sludi si alimentano in seno al- ne vicende, nullameno prese vigore e in
l'abbondanza e alla pace, e s'invigorisco- qualche guisa si mantenne quasi sempre
no sotto la benefica ombra d'un saggio nell'agitato e tempestoso secolo XIV. Na-
e giusto governo e della comune tran- ta appena l'università romana, terminò
quillila. Non è dunque a sorprendere se di vivere il suo munifico fondatore; se-

il Petrarca deplorò, che in Roma. non e- guì la malaugurata traslazione della pa-
ranvi in quel secolo chi sapesse la lingua pale residenza dalle fortunate rive del
greca. Nota però Renazzi, che tuttavia non Tevere (F.) a quelle del Rodano , che
cessò in esso a Roma affatto ogni amore e lecagionò lunghissimo ostacolo per pro-
coltura agli sludi, che anzi per quanto lo sperare e perfezionarsi ; nel qual perio-
permisero le critiche circostanze de' tem- do atroci guerre esterne e intestine , la

pi, non mancò la premura di mantenerli peste, la carestia, seguile dalle tristi vi-
e rinvigorirli; come non mancarono ne cende dello scisma, congiurarono a suo
indigeni né foraslieri che vi si distinse-
, danno. Ecco le menjorie restateci dell'u-
ro per qualche merito letterario, le cui niversità in tale sciagurato lasso di tem-
notizie riferisce Pvenazzi, insieme a quelle po. Dissi che Bonifacio Vili nel prescri-
d'alcuni romani a quell'epoca infelice ri- vere r erezione dello studio generale in
marchevoli nella letteratura. Fra'cardi- Roma /// (fualibet faciiltatCy'òxea omesso
nali romani ricorda Jacopo Gaetanì Ste- di fregiarlo del precipuo ornamento e pri-
fancschi, Nicolò Capocci , Giovanni Co- vilegio dell'altre università, cioè di crear
lonna^ Filippo Raffini o Gezza. La co- dottori, perchè l'altro studio generale del
ronazione eseguila \i\Roma (ove ne ripar* palazzo apostolico università della cu-
U NI UN l 309
ria romana, già preesistente, conservasse teneva, dal suo vicario vi fece pubblicar
la preminenza sul nuovo studio rotna- la bolla che dichiarava eretico chiunque
no, e solo godesse in Roma la cospicua asserisse:Chriòtum etÀpostolos in specia-
prerogativa. Ma trasferitasi poi l'univer- li non habuisse aliqua , nec in commu/ii.

sità palatina con tutti gli ordini della cu* Neh 334 Roberto re di Sicilia deputalo
ria romana Avignone da Clemente V,
in dal Papa a senatore di Roma, ordinò per
il successore Giovanni XXII di vasta , gli onorari de'professori di giurispruden-
scienza e di profondo ingegno avendo , za e fisica: DoctoribusaiUeni RomaniSlu-
statuito di non restituirsi a Roma, per- dii tani in Jure, qnani in Fisica de diclo
chè ivi potessero cittadini e foraslieri
i
,
censOy Tiburis Jìipae Fluniinis ac Portae
che nel pubblico studio attendevano a i- Raspanae et lìlontis Romani ad ratio-
struirsi nella giurisprudenza civile e cano- neni dejlovenis aureis 4oo vel circa an-
nica, conseguire i gradi accademici e for- no qnolibet^ juxla soliluni etsiculfuitop-
s'ancheper compensare in parte i romani /Jor^^muf/j.Malgrado le continue variazio-
degl'immensi danni cui soggiacevano per ni di governo e le vicissitudini di Homa,
la seguita traslazione della ponliUcia re- il pubblico studio se non prosperò man-
si

sidenza, si mosse ad arricchire lo slesso tenne saldo, e sussisteva nel i35o nel ,

studio del privilegio di conferirli in am- 1354, nel 1369 come provasi da' docu-
l)edue le facoltà, colla bolla Di^ntun dii- tuenti. Da questi si apprende, che lo stu-
a;//«f^v, dell.*' agosto i3i8, Btitl. Roni. dio era fornito di diverse cattedre, oltre
l. 3, par. 2, p. 169: Oidi natio Sludii in quelle di gius canonico e civile , della
Urbe , ejusque prii'ilcgioriini confinua- grammatica e della logica ; che professo-
i

tio. E nello stesso giorno, colla bolla In- ri legali erano parecchi in numero; che le
ter caeteroSj l'accordò allo studio di Pe- lezioni davano nel mattino e nel tem-
si

rugia, limitato alla scienza dell'uno e del- po vespertino, le une ordinarie e le altre
l'altro diritto. Il l\ipa nella bolla per lo straordinarie; che la scelta de'professori
studio romano, dopo aver esplicitamente pili non apparteneva a'retlori e sindaci
dichiarato averlo fondato Bonifacio V^IIF, Romanae Fralernitatis, ma l'aveano già
facollizzò il suo vicario in Roma, comò assunta a loroi magistrati della città, co-
il più degno suo rappresentante, di con- me lo dice del senatore in un breve In-
ferire i gradi accademici nello studio pel nocenzo VI; finalmente, che la pubblica
diritto canonico e civile, premessi i de- rappresentanza e la superiorità nello stu-
bili esauii; poichèjal camerlengo di s. Chie- dio romano del camerlengo di s. Chiesa
sa, cui per ragione d'uftlzio dovea spet- si riconobbe e spiegò appena si trovò pre-

tare tal collazione, incombeva dimo- sente, in occasione della venuta d'Urba-
rare in Avignone. Nel Renazzi si ponno no V. Imperocché l'una e l'altra erano
vedere la forma da osservarsi nell'esame appartenenze del suo principalissimo uf-
e promozione al dottoralo o magistero fizio, destinato a rappresentare ed eser-
nelle leggi, dopo aver compiuto il corso citare i supremi diritti temporali de'Pa-
di 6 anni di studio legale pel gius civile, pi e della Chiesa romana, tra' quali di-

e 5 nel diritto canonico secondo il de- , ritti deve contarsi la giurisdizione sui
cretatodaOuorio 111; il modo pel couferi- pubblici studi , e la collazione de' gradi
mento della licenziatura nelle leggi dopo 3 accademici. Quindi per la presenza del

ovvero 4 anni di studio legalcParecheTu. camerlengo,cessandoogui ispezione e au-


Diversità si conservasse in vigore per tutto torità del vicario pontiiicio («lille cose del-
il lungo pontificato di Giovanni X\ll, lo studio, per la slabile assenza di tal pri-
da sutlìciente scolaresca frequentata; e mario nnnistro da Roma nel dimora->
^>cr la considerazione con cui tal Papa la re iu Avignone, il medesimo cauierlcn-
3io IJ N I UN I

go con lelleie dimissorialì deputò alcu- pure al presente, professori di legge che
ni professori pubblici dello stesso studio, nell'istesso tempo godevano la rispelta-
delegali adesaminar e presentar candida- i bile qualifica dell'avvocatura concistoria-
ti, a promuoverli colla sua autorità nel le, ben congruente a'pubblici maestri del-
pubblico studio diRoma alla laurea dotto- ed ecclesiastica giurisdizione. Sic-
la civile

rale. Conferivasi questa allora con gran come nel turbolento secolo XIV, scon-
pompa e solennità, che il laureando do- volte anche altre città e benché meno di
vea spendervi 3ooo turonesi d'argento, Roma, si chiuse e cessò il pubblico slu-»
corrispondenti al valore di l'jo zecchini dio, e poi si maggior
riaprì e risorse con
romani, somma ragguardevole per que' lustro, restituite a'cittadini la calma e la
tempi, in cui non si era ancora scoperta tranquillità, altrettanto avvenne a quello
l'America e le sue miniere d'oro. Inoltre di Roma. Mantenutosi in vigore in mez-
dovea il promovendo giurare non solo zo al tumulto delle guerre esterne e del-
l'osservanza degli ordini e statuti dello l'interne frequenti dissensioni, anch'esso
studio romano, secondo l'uso di tutte le risentì gli effetti pregiudizievoli dell'in-
altre università, ma ancora guod in an-
: felice condizione de'tempi, cioè dopo la
teafidelìseril Domino nostro Papae, et partenza da R.oma d'Urbano V, onde do-
Ecclesiae romanae ,€tSiiccessorìbus suis po il 1870 si chiuse e restò sospeso. Di
lomanis Ponlificibus. Ftenazzi parla d'al- ciòfanno fede gli statuti di Roma rifor-
cuni professori che ne'piimi tempi della mati e rinnovati dopo tal anno, però ia
fondazione dello studio vi aprirono e ten- epoca incerta, probabilmente nel pontifi-
nero pubblica scuola, fra'quali il celebra- calo di Gregorio XI. In tali statuti il po-
to lodigiano Oldrndo da Ponte, che poi polo e magistrali di Roma ebbero la lo-
la tenne di leggi anco in Avignone nel- devole cura di ristabilire le pubbliche
l'università della curia, benché avvocato scuole , cessate a quel tempo per man-
concistoriale, il quale collegio ricevette canza di professori, mediante la rubrica e
più ordinata a stabile forma da Benedet- capitolo : De Studiis G eneralis Urbis Ro-
to XII, come pure da esso l'ebbe l'altro inae, nel quale ancora si dichiara istitu-
collegio ùe Procuratoli di Collegi o[P .). tore del medesimo Bonifacio Vili. In pri-
Vedasi il Cartari nel suo Syllahuni Ad- mo luogo si determina in esso, che i con-
vocatoritm s. Consistorii, opera prege- servatori, maestri giustizieri, i loro con-
vole per le molle notizie estralte dagli ar- siglieri una. cum XIII Bonis flri di cia-
chivi della Sede , di cui era prefetto ,
s. scun Rione (che tanti erano allora ), da
la quale anche pe'monumenli insertivi, eleggersi segretamente e sollo giuramene-
fu utilissima non meno al p. Carafa che to, avessero a scegliere 3 eccellenti dot-
al Renazzi, nell'ordinare e rischiarare la tori, i quali dovessero risiedere e insegna-
storia dell'università romana. Ma tale o- re nel rione di Trastevere, allora il più
^era,V A ihenaeuni Romamim, e altre del popolato di Roma, e dov'era domiciliala
benemerito Cartari, come quasi tutte le buona parte delle famiglie romane. Si ca-
scritte nel secolo XVII, mancano di cri- pisce quindi perchè la summenlovata ca-
tica e talvolta con documenti alquanto e- sa nella piazza di s. Eustachio, denomi-
siranei all'argomento. Dopo il detto tem- nala la Scuola j fosse contrattata e alie-
po i professori di diritto civile e canoni- nata in uso privato nehSyS. A'profes-
co che leggevano nello studio romano, e- sori s* ingiunge il peso di fare nel detto
rano per lo più insieme avvocali conci- rione le loro lezioni dalla festa di s. Lu-
storiali , e tra questi ordinariamente si ca Evangelista sino a quella de'ss. Pietro
presceglievano. Anche ne'tempi posterio- e Paolo, il qual periodo di tempo forma-
ri, nell'uDiversità vi furono, anzi vi sono va allora l'anno scolastico. Ali.°di essi
UN l UNI 3.1
viene presciilla la lettura ilei gius cano- cìare qualche partito. Si può forse cre-
nico, cioè in un anno le Decret.ìli e in al- dere che gli statuti in ctii si ordina il ria-

tro le Clementine alteiiìativaraenle. Al- pri mento delle pubbliche scuole nel rio-
l'altro fu ini>iunto di leggere il gius civile, ne Trastevere, forraaronsi nel pontificalo
interprelamlo a vicenda il Codice e il Di- diGregorio Xf, che con plauso universale
gesto. Si <là [)oi ficollàagli elettori o XIII da Avignone si trasferì in lloina colla cu-
Buoni Uomini o j cittadini scelli da cia- ria , perchè la sua immagine fu dipinta
scun rione, e agli ali ri mentovali, d'asse- in una sala del presente archiginnasio tra'
gnar ad ambo dottori sino a 200 fiori-
i ritratti de' suoi più insigni benefattori
ni d'annuo onorario. Il 3.° dottore dovea probabilmente per averle colla sua auto-
legger medicina, a cui da'medesiini elet- rità giovate e favorite. Certo è che nel
tori si potessero fissare per onorario sino i38o e nel turbolento pontificato d'Ur-
ai5o fiorini. Oltre tali 3 dottori, dovea bano VI sussisteva lo studio romano, il
scegliersi nn maestro di grammatica e di di cui dotto medico Casini v* insegnava
logica coironorario di ^o fiorini l'anno. la medicina; leggendovi il diritto cano-
I quali onorari doveansi prendere dal nico e il gius civile Pietro e Angelo de-
dazio pagalo da'tiburlini al senato. Che gliUbaldi o Baldeschi, fratelli del cele-
se i futuri dottori tralasciassero le lezio- berrimo giureconsulto Baldo perugino.
ni, venissero multati negli stipendi non Però è dubbio se Angelo propriamenle
più in simplum^mtì in dupliwt. A.' cornei- insegnasse nello studio romano, o nelle
valori s'ingiunge d'invigilare su ciò , e scuole palatine, università della curia che
d'informarsi dalla scolaresca,se adempis* nuovamente colla corte papale avea se-
sero puntualmente al proprio dovere; e de in lloma. Dirò una mia opinione sul
di cautelarsi con sicurtà nel dar a'dollo- trasferimento delie scuole in Trasteve-
ri la 7..' rata degli stipendi, che avessero re.Gregorio XI nel recarsi in Roma non
compite l'annue lezioni, poiché in que' andò ad abitare il patriarchio Lateranen-
tempi gareggiando l'università in toglier- se rovinalo, ma W palazzo apostolico P'^a-
si i maestri edottori, talvolta per migliori ticano^a cui è vicino il rione di Traste-
condizioni essi abbandonavano quella da vere, e da questo palazzo Urbano VI pas-
cui erano stali pagati, per avidamente pi- sò ad abitare ilpalazzo apostolico di s.
gliarsi un altro onorario. Da ciò nacque Maria in Trastevere. Forse perciò si tro-
l'uso di stipularsi tra'professori e reggi- vò più conveniente la traslocazione ilelle
tori dell'università contraili con fideius- pidjbliche scuole romane vicino all'abi-
sori, per garantirne l'osservanza, ordina- tazione pontificia, per la quale le vicine
riamente stipulandosi peruti bieiuiio l'ob- regioni di Trastevere e della Città F^eo-
bligo di leggere in una università. Di più nina naturalmente divennero popolatis-
prescrissero gli statuti di Roma l'elezio- sime. Conosco bene che si può obbietta-
ne de'professori nel maggio, previo giu- re, che la casa a s. Eustachio fu venduta
ramento de'magistrali ed elettori d'eleg- nel1376, e che Gregorio XI si partì d'A-
gere più idonei, ma sempre forastieri.
i vignone in tale anno; ma fo osservare ,
Siccome anco il Senatore di Roma (F.) che avendo già il predecessore Urbano
dovea esser forastiere, come magistrali i V ristoralo e poi abitalo il palazzo Va-
civici d' altri luoghi, acciò non favorisse ticano, era facile congettura ovvero si ,

una delle fazioni in cui erano divise le po- sapeva, che anco Gregorio XI «arebbe
tenti famiglie, così forse si sarà temuto andato al Vaticano. Il pertinace e fiero
d'affidar l'istruzione della gioventù ro- scisma, i diversi partiti favorevoli o con-
mana a'cittadini,nel timore che potesse* trari Q Urbano VI e all'antipapa, furo-
ro istigarla a tentar novità e ad abbrnc- no fatali in Roma alla coltura delle lei-
3i2 Uj\l UNI
fere e alia sussistenza dello studio roma» di è pregio singolarissimo della romana
no, il quale nel finiredel secoIoXIV ces- università d' aver avuto Ira'suoi profes-
sò e lotaimenle si disperse, né più potè sori il primario ristoratore de'greci stur
lisorgere sino al seguente secolo. Neira- di in Italia. Si può inoltre credere, che
prir di questo, non era estinto ne'ioma- in compagnia di Grisolara a professar
ni Io spirito fazioso e belligero, e Boni- eloquenza nello studio romano, Innocen-^
facio IX, cui riuscì ridurli a soggezione zo VII deputò il mordace Leonardo Bru-
,

pagò il comun tributo all' umanità nel ni aretino e Poggio Bracciolini fiorenti»
{4o4- Innocenzo VII, che dato gli fu a no, due celebri letterati già dal Grisola-
successore, ad onta de* benefizi fitti al ca istruiti nella lingua greca in Firenze,
j>opolo romano, questo nuovamente tu- ed anch'essi contribuirono alla dilfusio-
iiiulluò e sconvolse il governo della città, ne della greca erudizione. Ih.** fu fatto
a suggestione dell'ingrato eambiziosissi- Segretario apostolico il •3.'* Scrittore a- ^

ittio Ladislao re di Sicilia. Costretto il be- postolico [P\) e poi anch'esso segretario
pigno Papa a fuggire in Viterbo , ro- i di più Papi come
Mentre era de-l'altro.
mani pentirono poi di loro ribellione
si siderabile che unPapa come Innocenzo
e lo supplicarono a ritornare in Ptoma. VII, anche a vantaggio del maggior sta-
Allora fu che Innocenzo VII profittando bilimento e lustro dell'università, avesse
della ristabilita tranquillità, pensò a se- goduto vita più lunga,se ne morì nel i 4o6,
condare ilsuo genioperlescienze,ea ren- econ esso nuovamente cadde nel languo-
dersi accetto alpopolo romano, con ri- re e si eslinse lo studio di Roma. L'eletto
stabilire in Roma il pubblico studio. So- GregorioXIlfu di più bersaglio all'imper-
no veramente magnifiche l'espressioni da versante scisma, poiché nel 1 409 adunato-

lui usate nella bolla,


exaltationcm Ad si famoso Sinodo ^xsd^nOy fu deposto col-
il

Bomanae Urbis ^ et Citriae Nosirae de- l'anlipapa Benedetto XIII, e invece eletto
torem, del i." settembre i4o6, presso il il dottissimo Alessandro V. Così la Chie-

Renazzi. Espose l'ardente suo desiderio sa e fedeli, che volevano venerare un sol
i

di fare rivivere in Roma gli studi d'ogni capo, si trovarono divisi nell'ubbidien-
maniera per lunghissimo spazio di tem- za in 3 che per tali si trattavano. Se nulla
po intermessi ; cioè quanto al fervore potè fare Gregorio XII pel ristabilimento
di studiare, da molti anni addietro ces- dello studio diRoma, molto meno fu per-
salo, mentre le pubbliche scuole non e- messo ad Alessandro V, cui la morte se-
rano mancate che circa il fine del pre- guita in Bologna nel i4'o impedì di
cedente secolo. Dice d'aver provveduto recarvisi, e dove tosto gli fu dato a suc-
per insegnare egregi professori e maestri cessore Giovanni XXIII. Questi si portò
di teologia, di diritto civile e canonico , in Roma, ma agitato dal lacerante scisma,
di medicina, di filosofia, d'eloquenza e di fu costretto per terminarlo convocare il
lingua greca; invitando perciò lutti a gio- il famigerato concilio di Costanza^ io cui
vaisi alacremente di sì segnalati comodi i dottori delle Università [V.) commi-
per profittar nelle scienze e nell' inge- seroaudacementeatlentati contro la pon-
nue discipline. E perchè è certo che il fa- tificia podestà. La desolazione e le peripe-
n)oso xManuele Grisolara peli." fra'dolli zie di Roma^ in quell'articolo le descrissi:
greci , è stato pubblico professore nello vi ripullularono tutte le calamità che l'a-

studio romano rinnovato da Innocenzo veano desolata nel secolo precedente, on-
VII, insegnando la propiia lingua e spie- de fra l'agitazione e il disordine il suo stu-
gandone e perchè a lui si dà
gli scrittori; dio restò affatto dimenticato. Intanto a
\\ melilo d'aver suscitato in Italia il gu- a Costanza Gregorio XII virtuosamente
sfo della greca letteratura e filosofia^quia- liut^uziò il pQQtifìcalQ, Giovanai XXIII
U N I UNI 3 3
1

e Benedetto XUI furono ileposli e per , iunqne facoltà R.oma,e approvò prov
in i

coniiin consenso l'i novembre i4i 7 le-


i vedmienlì presi dal senato e popolo roma-
slò dello ilioiunno Martino V Colonna, no perla sua sussistenza. Di più dichiarò
con estremo s^iubilo de*suoi concittadini che i professori e scolari dovessero gode
e della Chiesa universale. Sebbene Mar- re i privilegi degli altri sludi generali, e
tino V era impaziente di recarsi in Ro- specialmentequellodel foro; laonde sen-
ma per riparare alla sua abbiezione,le cìr- za loro consenso non potessero essere con-
coslanze ne rilardarono l'elfetto sino al venuti nella curia Capitolina; e riferen-
termine del settembre 14^0, epoca con- do quasi per intero la bolla del suo .** i

trastata quanto al giorno e ritardata da fondatore Bonifacio Vili, concesse a'me-


Renazzi al settembre 14^ i» tra la comu- desimi il libero diritto d'eleggersi il ret-
ne esultanza. Tosto si accinse a ristorare tore a proprio piacere, cui spellasse la co-

Roma dal suo squallore, riordinando le gnizione delle cause civili, e la correzio-
cose pubbliche, in modo che la città ri- ne mancanze, specialmente
di loro lievi
prese l'antica sua maestà e splendore. Al- d'ullìzio confermò altresì a favor loro
j e
lora il senato e popolo romano rivolsero l'esenzione da tulle le taglie, imposizio-
ì loro pensieri alla ripristinazione del pub- ni e gabelle, sì sulle robe che sulle per-
l>lico studio, su più solide basi acciò non sone. Approvò ancora la determinazione
tornasse a perire ; ma non si edeltuò nel con venula nel pubblico consiglio del po-
pontificato di Martino V, il quale ben- polo romano, sull'accrescimento del da-
ché d'animo grande ed eruditissimo,nul- zio sul vino foraslicre, che in Roma s'in-
la fece per fare fiorire le scienze inRoma, trodurrebbe, perchè denaro da ritrarsi
il

tranne una più esatta forma nell'esame da tale addizione, e da durare finché sus-
d'ammissione a'collegi degli UditoricURo- sistesse lo studio, dovesse erogarsi negli
tó e degli Avs'ocali concisloriali/\ quali onorari de'professori,e nell'altre spese ne-
doveano aver prima professalo pubblica- cessarie al mantenimento del pubblico
mente la facoltà legale, almeno per un studio, ne giammai potesse convertirsi in
triennio. Neli43i eletto il virtuoso Eu- altro uso. A'romani dunque è la lode d'a-
genio IV, protettore de'letterati e degli ver rinnovato e provvisto d' opportune
onesti,premiatore degli eruditi da lui sti- rendite nell'augusta lor città il pubblico
mali e temuti potentissimi, perchè se di- studio; e Papa Eugenio IV devesi la
al

sprezzati o soverchiali a torto, potevano e gloria d'averlo colla sua suprema auto-
ponno vendicarsi colla penna, arma che rità stabilito e approvalo, che inoltre con
se ferisce ne resta la memoria imperitura; ogni guisa di mezzi munifici ed (jiltcaci

perciò non poteva il senato e popolo ro- lo pose in voga e splendore. Perchè l'au-
mano incontrarsi in Papa migliore, per- mento del dazio sul vino forastiere, as-
chè ponesse in alto le loro risoluzioni de- segnalo per dote fissa del pubblico stu-
cretate ne'pubblici e privali consigli, e dio, venisse fedelmente erogato negli sti-
colla sua pontificia autorità stabilisse lu pendi de' professori e nell' altre occor-
innovazione del tanto necessario pubbli'
I renze, volle il senato romano e il Papa
co studio confermando altresì le prese
, prescrisse, che il denaro ricavato s*im-
determinazioni per provvedere alla sua piegasse con intelligenza e per ordine del
permanente sussistenza. Tali furono le i- rettore e de'riformatori. Il 1." rettore fu
stanze che umiliarono a Eugenio IV con- i Giovanni le Jeune ili Picardia, lettore in
servatori di Roma co'capo rioni, per cui giurisprudenza, e pel suo distinto meri-
alle loro suppliche colla bollaIn Supre- to dopo varie cariche Eugenio IV lo creò
mae^ de' io ottobre i43i, presso il Rc- cardinale : il rettore era un magistrato
uazzi, rinnovò lo studio generale di qua- accademico scelto da' professori e dagli
VOL, LXXXIV. ?.o*
3i4 UNI V N I

scolari, per rappreserilare corpo dell'u- il tribuì anche la giurisdizione su tutti gli
niveisltà e vegliare sui di lei regolamen- studenti, a'quali il fare ragione e ammi-
ti, riformatori dello studio erano 4 p»"'-
I nistrare la giustizia, volle che fosse partir
marì gentiluomini romani, ed a questi il colarcura e diritto del camerlengo. Quin-
senato Tom a no commise la presidenza ,
di ap[)ena ripristinato lo studio romano,
amministrazione e cura del medesimo, trovasi aver il camerlengo nsalo di sua
delti anche Provispres depulati super superiorità. Poscia Eugenio IV, interes-
Studio affline l'rhis, Offìcialcs et Prae- sandogli sofnn»amente che a riformatori
sidentes. Governavano essi lo studio e ne venissero deputate persone savie e intel-
amministravano le rendite congimita- ligenti, per vantaggio e decoro del pub-
mente al rettore, ed a loro spettava la blico studio, ad istanza de' conservatori
scelta e deputazione de' pubblici lettori. e capo-rioni di |lomo, a'y febbraio i433|
Il «."di tali riformatori fu Paolo della Val- promulgòcorrispondente bolla. In es<a si

le, medico eccellente d'Alessandro V


già deteimina, che ogni anno nel mese di di-
e Martino V. L'autorità poi eia rappie- cembre si debbano eleggere dal senato 3 r

senlnnza della podestà p«d)b|ica, ossia so- de' più ragguardevoli cittadini romani,
vranità npllo studio di Roma, era ineren- tra'quali sianvi ancora alcuni dottori le-
te al cfliT^erlepg^ di s. Chiesa qual can- gali; e che il camerlengo, a cui gli eletti

celliere 4i esso e delle sciiole palatine. saranno presentati o al (li lui luogotenen-
Pertanto il camerlengo è stalo sempre il te, 4 «^e scelga a proprio arbitrio, inchi-

primario e universal superiore dpi }>ub- dendovi sempre un dottore legale, qua- i

blico studio, che su di esso esei cita i di- li nel prossimo futuro anno abbiano ad

ritti e la rappresentanza della pubblica essere riformatori. Cos? pure di 3 nota-


podestà, e Iq di cui suprema giurisdizio- vi, contemporaneamente eletti dal sena-
ne si estende non solamente sui profes- to, e presentali al camerlengo, uno da
sori e gli scolari, ma abbraccia ancora i questo dal suo luogotenente si scelgi
magistrati subalterni, preposti all'interno per essere notaro de* riformatori in ogni
regolamento calla soprintendenza quo- anno. Inoltre Eugenio IV colla bolla at-
tidiana delmedesimo, siccome dic!iia>a tribuì a' riformatori l'amministrazione
Jlenazzi, Egli aggiunge, die tutti gli scrit- delle rendite assegnate pegli onorari de'
tori che hanno trattato delle università professori e per le altre spese occorren-
e de' diritti e privilegi accademici, uni- ti dello studio; ingiungendo, che sopra
formemente asseriscono il cancelliere es- vanzando denaro, debbasi erogare nel-
sere appunto quello, che in esse rappre- la fabbrica d'un collegio, in cui si man-
senta le parli del principe, e che vi eser- tengano scolari poveri romani ansiosi di
cita in di lui vece la sovrana autorità, attendere alle lettere. Avendo pure pre-
onde tutti al medesimo sono subordinali scritto che il ricavalo dall' aumento del
in qualunrp^e rango o maniera apparten- dazio spi vino , destinato per gli effetti

gano alle pubbliche accademie. Quanto suddetti, si depositasse presso uno de'piì^
al camerlengo di s. Chiesa, vi è espressa sicuri mercanti, ebbe quindi origine l'uf-

legge e pontifìcia sanzione di Gregorio fizio di depositario della gabella dellostu-


Xll(ziod']Pugenio IV),il quale colla bolla dio; ufìizio che divenne onorifico e Inero-
y4posfolÌ€aeCanierne,óe i
5 giugno !4"7> so a segno, che talvolta lo conferì il Pa-

Bull. Hom. t. 3, par. 2, p. 4oo: Facul- pa, come fccp Paolo li. finalmente Eii-
tns <S. E. E. Cardinalis Cameraw avo- genio IV dichiarò nella bolla, die il no-
candi ad se causas quasrumque Came- taro e rifoi malori durassero nell'uffizio
ram Aposlolicam quomodolibef tangen- un anno, compilo il quale debbano a*
te.^: tra le altre amplissime facoltà gli at- conservatori, con 3 capo-rionì,e un uomo
U N I UNI 3i,T

probo tìrpulalo tlal camerlengo o suo cliiarainenle siche le case ue.\


enuncia ,

jiiogoleiieiife, leutlere esalto conto di lo- detto rione furono comprate a tempo
ro atiin>inistrazioiie. Da r|ucsta bolla an- d'Eugenio IV pccnniis dirti Studii^ cioè
cora si tletluce quanta fosse sul publ)liro col ritratto dell'accrescimento del dazio
studio la superiorità e giurisdizione del sul vino fora^tiere, imposto per stabilire
camerlengo, della quale parlarono alcuni e mantenere lo studio. Eugenio IV per
scrittori, con individuarne anche gli alti ampliare la fabbrica delio studio, die n-
principali d'eleggerei pubblici professori, na casa che apparteneva al monastero di
emanar editti e regolamenti intorno le s. Paolo, da lui acquistata , per cui 0*9

cose dello studioj deputarvi n)ini$trì e in- settembrei433 s'intimò dal camerlengo
servienti; tra 'quali il Zecchi, De Bt'jmh. Teobaldo monaco che l'a-
di partirne a
Juclcs. t'\l.dcCamerar,,\\ quale nota che: bitava e nel qual giorno era slato eletto
Camcrarìì ìna:?f:ìma est aiiciorìtas. . . vescovo di Seez, come apprendo dagli^r-
Jdcm e tinnì cura in hahctUrbis Stiidii chiatri pontificii di Marini. Viìò creder-
si/nitlcitm cii'ìbiis romanis^et eligcrc ha- si , che non potessero subito ridursi le

Icl doctores Icgenlcs eie. Afiìnchè le cu- delle case a edilìzio per |o studio, e che
re del senato e le provvidenze d'Eugenio in tutte vi fossero stabilite le scuple delle
JV, per la ripristinazionc e stabilimento diverse f^icolià, le quali fraU<into in vari
dello studio romano riuscissero perfetta- altri pubblici luoghi saranno sl^te collo-
mente compite, era necessario che lepul)- cate inlerinalmente, an?j ve ne SRDO le
bliche scuole non fossero Ira loro divise memorie che riprodusse l'aecuralo storico
e per Roma disperse ; ma che unite in- Renazzi ; e presso la chiesa di s, Riagio
sieme avessero sede fìssa in luogo como- della Pagnotta, ora degliArmeni^ il bre-
do e frequentato della città. Si provviile sciano mg.' Domenico de Domeniphi d'or-
anche a questo ,
poiché le scuole furono dine d'Eugenio IV tenne pubblica scuo-
collocale nel rione s. Euslachio, dove al la di teologia, facente parte dello studio
presente ancora decorosamente esistono, romauo, non ancora abbastanza ampio
tra l'insigne parrocchiale anljcli'ssima per darvi ricetto a tutte le scuole delle
chiesa e diaconia cardinalizia dedicata a diverse facoltà, Bensì è certo, che sino da
tal santo, già nobilissimo romano, e quel- Eugenio IV tulle le funzioni accademi-
la posteriormente fabbricala di s. Giaco- che e gli atti pubblici si facevano nella
ino della nazione di Spr/gna (f-), l'al- prossima chiesa di s. E'islachio (oveil be-
tro prospetto esterno della quale corrir nemerito storico fu tumulato, ed io suo
sponde weWn piazza Nnvona. forsea sce- riverente corapendialore, continuatore
gliere tal silo contribuii la memoria che con minori proporzioni, e illustratore in
ivi intorno assai probabilmenle fossero le alcuna parte, nello stesso nobile tempio
.'
jicuole state aperte la i volta sotto il suo ho scella la mia sepoltura, nella cappella
fondatore Bonifacio Vili. Il Renazzi cre- di mio padronato, della quale riparlai in
de, che senza dubbio il principal motivo questo stesso voi. LXXXI V,
p. 65, il che
fu, che il rione di s. Eustachio già sin d'al- avrà effetto se piacerà a Dio abitando ,

lora essendo quasi nel centro di Roma, ora a fianco del maestoso edifizio dell' i[/-
ussai accresciuta di fabbriche e d'abitan- nivcrsità Rumana, nel Palazzo Carpe-
ti, situato nel prossicno Campo Marzo e gna), o nella sagrestia della medesima.
verso il Valicano ossia Rorgo, in esso le Si osservò tale uso per lungo tempo, per-
jìubbliche scuole venivano ad essere per chè nella primiliva fabbrica, non mollo
cliiunque le frefpicnt(Mebbe , comode e ampia e piuttosto umile, d'un solo pian-
facilmente accessibili. Negli statuti di Ro- talo al piano terreno, non era vi luogo ab-
tila, pubblicali uclponlilìcalo di l*aolo II, bablunza vasto e capace per conlcncrc lui
3iG UNI U N I

la la scolaresca, e la moltitudine trcslra- Eustachio, delle solenni dispule e Con-


nei, che fpsse per intervenire alle solenni clusioni' {^l.) ivi tenute dagli uditori di
accademiche funzioni. Leggo nelch. Rat- Rota e dagli avvocali concistoriali, già
li, Notizie della chic sa delV Archiginna- trattai ancora nel vol.LXXXlI,p. 1Z1 e
sio, che questo mancò del suo indispen- altrove. In mezzo però a sì fausto e pro-
sabile oratorio o cappella, per adempier- speroso rinnovamento dello studio roma-
si le pratiche religiose e tenersi gli alti no, non mancò d'insorgere qualche grave
pubblici della medesima, dalla sua fon- ma Avendo milita-
passeggiera vicenda.
dazione sino al pontificalo di Leone X. lo per Eugenio 1 V, Nicolò Forlebraccio
ssSupplivasi a tale mancanza, e c">òfu per perugino, colla sua banda d'armati, non
lo spazio di più di due secoli, colla pros- conlento di quanto erasi preso colla vio-
sima chiesa di s. Eustachio, nella quale lenza, arditamente domandò al Papa suoi i

perciò nel giorno festivo di s. Luca si re- stipendi, e n'ebbe in risposta dovergli ba-
citava l'orazione degli sludi, si faceva la stare il tolto. Del che altamente sdegna-
lettura del ruolo de' professori, si confe- tosi, colla sua masnada die il guasto alla
rivano nel corso dell* anno i gradi e le Canìpagna di Roma, per cui molto de-
Jauree dottorali , tenevansi le pubbliche naro proveniente dal dazio assegnalo al
disputedegli studenti, non che le conclu- pubblico studiojin vece d'impiegarsi a van-
sioni de'nuovi uditori di Rota e degli av- taggio di questo, lo volle il Papa a sua di-
vocati concistoriali, che presentemente si sposizione; tuttavia si ha dal Cartari, che
tengono nel palazzo della Cancelleria. Eugenio IV approvò il pagamento di
Credo, che questo fosse il motivo, per cui 4443 fiorini di camera pel dello motivo
ne' più rimoti tempi uno de' presidenti nel 1433 sborsali a'riformalori dello stu-
all' università , che in seguito ebbero il dio del ritratto dalla gabella. Ma i ro-
nome di riformatori dello studio, era l'ar- mani mal sodrendo le patite depredazio-
ciprete di quella chiesa , della qual cosa ni, i bestiami rapiti o uccisi, se ne quere-
ci dà contezza la bolla di Bonifacio Vili larono col veneto camerlengo cardinal
de'a giugno i3o3, colla quale vari privi- Condulmiero nipote del Papa, che rispon-
legi si concedono agli scolari studenti, in- dendo stranamente: T veneziani viver be-
dirizzandola il Vox\\.e£\cQ di leclisjiliis Ab- ne senza greggi e più civilmente di loro;
bati monasterii s. Laurentii extra mu- inaspriti gli animi de' ricorrenti, ed aiz-
ros^ et Priori hasilicac ad Sane fa San- zali da'Colonnesi, insorsero con quel fie-
ctoruni^atqueArcliipresbyteroecclesiae ro tumulto, a salvarsi dal quale Eugenio
s. Eustacliii de Urbe'*. Per quanto dirò IV precipitosamente fuggì da Roma a*

poi col medesimo scrittore, nella chiesa 1 4 giugno 1434 Toscana. Nella gene-
i"
di s. Eustachio si continuarono a fare di- rale perturbazione che seguì, niuno più
verse funzioni, fino al compimento del- pensò alle pubbliche scuole, o potè di lo-
l'attuale chiesa dell' università romana. ro prendersi cura. In breve rimessi ìq
Tale era la preminenza di stima nella dovere i tumultuanti, dall'armi del pre-
curia e corte romana del rettore dell'u- lato Vitelleschi, questi a' 26 ottobre ri-

niversità, che nel 1499 essendosi tenuta stabilì nella città l' autorità del Papa e
nella chiesa di s. Eustachio pel nuovo «• la comune tranquillità, onde tosto ripre-
ditordi Rota la dispula o conclusioni, a- se vigore il pubblico studio, e fiori ne*

\endo Ira gli altri qualificati soggetti ar- successivi anni. Il Millinif poi cardina-
gomentato anche il rettore dello studio le, nello studio romano sostenne parec-
e il governatore di Roma, su questi ebbe chie dispute pubbliche legali, e fu insigni-
l'altro la precedenza nell'argomentazio- to della laurea dottorale con islraordina-
ne. Del conferiujeulo delle lauree iu s. lia magnificenza, assistilo da due bidelli
UN I UNI 3i7
deiruùiversilà con veste talare, berretta lora pervenne. Roma per lui risorse al-
in testa e mazza in mano. Nei pontifica- l'antica sua maestà, la corte pontificia di-
to d'Eugenio IV cominciò veramente a venne il centro dell'onestà e del sapere,
propagarsi in Roma 1* ardore pegli sludi ed il palazzo apostolico Vaticano un em-
e il gusto per le Ietterete l'università che porio di dottrina pel raccolto nella Bi-
con fervoroso impegno egli e il senato ro- blioteca Vaticana (/^.), doviziosamente
mano vi aveano ristabilito , die moto e ricca di preziosi codici; e siccome ad es-
vigore al letterario fermento. Eugenio IV sa poi fu aggiunta la celebre Stamperia,
inoltre contribuì a dilatarlo colla stima in quest'articolo didusamente ne ripar-
e protezione che accordava largamente a' lai, in uno alla mirabil arte della Stani-
dotti, e quanti ne conobbe gl'impiego in pa, introdotta in Roma con tanto suc-
corte. Dopo la celebrazione del concilio cesso per l'agevolamento degli studi. To-
di Firenze, tornato il Papa a risiedere in sto in Roma, dopo rinnovamento del-
il

Eomu nel 44^> seguito da dottissimi per-


1 lo studio, fiorirono dottissimi romani, e
sonaggi, sparse sempre più tra'roma-
si fra'cardinali Giordano Orsini, Giuliano
ni l'amore e il coltivamento delle lette- Cesarinif Domenico Capranica, fonda-
re, a cui il pubblico studio dava a chiun-^ tore in Roma dell'almo Collegio Capra-
que adito e agio di poter attendere co- nzV^ esistente, e ne riparlai nel voi. LXX,
modamente e di farvi i più lieti progres- p. 227: sepolto il cardinale in s. Maria
si. Edicacemente vi contribuì a propa- sopra Minerva, neir anniversario di sua
gare l'amore pegli studi il celebre greco mortesi recitava solenne orazione fune-
Bessarione di TreMscnda^ da Euge- bre in lode di sua beneficenza, coll'inter-
nio IV creato cardinale, nella cui casa si vento del magistrato romano. Il Piazza
formò una florentissima accademia, per neWEusevologio Romano, trat. 3, cap. 1

rinnovare e spandere la filosofia di Pla- 26: Della Biblioteca Capranica, la ce-


tone, come in Firenze avea fìitto Cosimo lebra per ricchezza, copiosi tà e rarità, rac-
de Medici; per cui la letteratura roma- colta dal cardinale a pubblica utilità. Non
na dilatossi mirabilmente e sali ad alto essendosi effettuata l'istituzione delcolie^
grado di rinomanza. Incoraggiò Eugenio gìo, designato da Eugenio IV pe'poveri
IV le scuole palatine o università della scolari romani, T effettuò il cardinal Ca-
curia, con elevare al cardinalato fr. Gio- pranica nei suo proprio palazzo e co'pro-^
vanni di Torrecremata maestro del 6. pri beni, ed essendo vescovo di Fermo fu
palazzo. Il pontificato del successore Ni- denominato ne'primi tempi, Co/Zeg^/o del-
colò V riuscì splendidissimo per la roma- la Sapienza Ferniana, e si riguardò co-
na letteratura, poiché tenne gli scenzia- me specialmente addetto all'università e
ti e gli eruditi in luogo de'parenti, e ne quasi parte di essa. Nelle costituzioni cora<«
fu amante e munificentissimo mecenate, poste dal cardinale e approvate da Nico-
Egli primeggia fra'Papi chesi presero cu- lò V, ponendo il collegio sotto la prote-.
ra per la coltura eincremento delle scien- zione di s. Agnese vergine e martire, pre-

ze, e le fecero fiorire grandemente, con scrisse che tranne la teologia, tutte le al-,

illuminato discernimento. A Nicolò V per tre scienze doveano studiarsi nella puh<»
aver magnificamente accolto i dotti greci blica università. Dalla corte del cardinal
foggili dall'eccidio di Co.9^<^/i<mo^o/i,con- Capranica uscirono il cardinal Ammana
quistata da' Tlwrr/*/, per l'immense spese nati e Pio fi i\oiihs\m\, oltre altri scenzia?
impiegate nel fare raccogliere ovunque ti. In questo tempo era in vigore la libe-i

e tradurre i più preziosi codici, la lette- la scelta de' professori e scolari circa il

ratura romana gli deve quel sublime gra- loro rettore; ma in seguilo i Papi, per toi
do d'incremento e di spleui|ore a cui a|- gliele forse gli abusi e le giuc iu Ioli cIq^
3i8 U JN' 1 UNI
zioni, ne avocarono a loro stessi la depu- ciò, i migliori maestri di teologia, scelli
lazioiie, come poco a poco era avvenu- negli ordini regolari, in essa la professas-
to con altri pubblici ullUi. Del resto Ni- sero, onde sopra gli altri fiorivano gli slu-
colò V confermò allo studio romano tut- di teologici, e di preferenza vi concorre-
ti i privilegi ed esenzioni già concessi da vano gli studenti ; o perchè il gusto so-
Bonifacio Vili, e con sua bolla v'intro- praffino, con cui le lettere umane già in-
dusse un nuovo ordine e metodo di stu- segnavansi nelle pubbliche scuole di Pvo-
di, assai migliore de! precedeute; e pare ma, chiamasse ad apprenderle la gioven-
specialmente riguardante la fdosofia e l'e- tù, che le frequentava, e la ritraesse da*
lf)quenza latina e grecale quali facoltà col teologici studi, tuttavolta involti nell'in-
ritrovamento e colle traduzioni di quasi coltezza e sottigliezza scolastica; ella par
lutti gli antichi scrittori, aveano acqui- cosa manifesta, che nella romana univer-
stato nuovo lustro e maggior estensione. sitànon vi fosse in gran voga la teologia,
Di più per più ampia e onorevole ricom- e con maggior ardore e concorso vi si col-
pensa alle fatiche de'suoi professori, e per tivassero le altre discipline; il che pare,
la diuturna conservazione dell'universi secondo il R.enazzi , che altrettanto av-
là, gli aumentò i proventi con applicar- venne in appresso, e ciò per le altre scuo-
le in perpetuo diversi redditi; onde vi le teologiche, che in Roma furonvi qua-
fosse più opportuna maniera di dare o- si sempre. Non mancarono però nell' u-
norari corrispondenti al merito delle più niversità romana insigni professori di teo-
dotte persone, che si fossero anco da al- logia, celebri per dotte opere date alla lu-
tri luoghi e università fatte venue per in- ce. Non vi metà del
fu poi forse circa la
segnarvi. Per luttociò non potè non pro- secolo XV e sino al di lui termine uni-
sperare lietamente 1' università, e non versità in Italia, che gareggiar potesse con
abbondare di scelli dottissimi professo- quella di Roma negli studi delle lingue
ri. I dotti greci, che per l' invasione de' e dell'eloquenza greca e latina, quantun-
turchi furono costretti ad abbandonare que non vi mancassero in ogni altra fj-
la patria, e a procacciarsi in Italia un a- collà dotti e accreditali maestri, massime
silo e il sostentamento, contribuirono nella giurisprudenza e nella medicina. Ne!
nell' università romana a ravvivarvi e \^55 colla morte di Nicolò V, le lettere
propagarvi i filosofici studi, e dopo con- e i letterati perderono il loro più valido
trasti tra'greci stessi, a preferenza della sostegtio. Calisto III, che gli successe, tut-
filosofìa di Platone, introdussero nelle ta la sua cura applicò a frenare le con-
scuole romane quella d' Aristotile vigo- quiste de' turchi, e nell' ingrandimento
rosamente, con gran copia di erudizio- (\e parenti. Seguivano i riformatori dello
ne e numeroso concorso di uditori. Ni- studio ad essere gratuitamente gentiluo-
colò V avendo fatto tradurre dal greco mini romani,ma 3 deli 407 ricorsero al
i

in latino l'opere d'Aristotile, in quell'e- Papa, esponendogli le gravi e continue


tà sembrò riportare trionfo sidla filoso- fatiche a pregiudizio delle loro cose do-
fìa Platonica l'Aristotelica. Quantunque mestiche, e lo pregarono d'assegnar ad es-
air epoca in discorso abbondasse V uni- si un annuo onorario sulla
e successori
versità romana di eccellentissimi profes- gabella dello studio per compenso, e Ca-
sori, pure gli studi teologici non tanto in listo 111 accordò a ciascuno i5 fiorini d'o-
essa fiorirono, quanto quelli di altre fa- ro di camera annui, e dipoi fu accresciu-
coltà. Non maocavano neh' università to a 35 fiorini. Anche de'riforroatori Re-
scuole teologiche, ma o perchè sussisten- nazzi ne raccolse le notizie biografiche.
do ancora le scuole palatine o università Sembrava che Pio li Piccolomini , che
della curia romana nel palazzo pontifi* gli fu surrogato nel 1 4^8, per la sua va-
UN I UNI 319
Bla cìotlrina, elevatezza d'ingegno e ope- la quale derivò poirinnovamento del il

re composte, dovesse superare Nicolò V Teatro (V.), che fomentò ne'romani l'a-
in proleggere le scienze e in premiare i more e la coltura delle lettere; e piìi lar-

lelferati; pure ben poco frutto ne ricava- di la ponlitìcia Accademiaroniana d'Ar-


rono dotti, e quasi niun vantaggio ne ri-
i cheologia fiorenle,che in tanti luoghi ce-
senti la romana letteralnra, probabilmen- lebrai. Istituita dal dottissimoGiulio Pom-
te per essere ancli'egli luttoquanto preoc- ponio Leto professore dell'università ro-
cupato in apprestar la guerra contro Tf^r- mana, il Papa per gravi sospetti di prete-
rA/V/. Conferì il rettorato a Stefano <leBot- sa congiura fece torturare gli accademi-
tigelli derogando specificamente al di-
, ci e poi loro restituì la libertà. Accusati
ritto d'elezione, competente a'professori pure di congiura gli abbreviatoli. Paolo
e scolari dell' università; e siccome tro- II ne soppresse il collegio senza alcun
vavasi assente il camerlengo, lo nominò compenso. Però è falso l'asserto di Plati-

anche vice-cancelliere della medesitiia. U- na, irritalo per essere uno de' persegui-
ìia serie di soggetti per natali e dignità tati, che Paolo nemico degli studi
li fu
distinti, scelli da'Fapi ad esercitar il ret- e degli studiosi, e che esortasse romani i

torato, molto servì ad accrescere il lustro a non permettere a'figli di perdere il tem-
e le prerogative di tale impiego. Renaz- po alle scuole letterarie, bastando che sa^
zi ne riporta le notizie. L' ordine degli pessero leggere e scrivere; poiché di ge-
sludi, il regolamento delle scuole, In di- nio erudito fu amantissimo raccoglitore
stribuzione delle lezioni interamente di- di medaglie, statuee altri monumenti an-
pendevano dal rettore. Esercitava la sua tichi, adunò gran copia di codici prestan-
giurisdizione sui professori, scolari e uf- doli a chiunque; generosamente favorì le
(jziali dell'università in tullociòche con- lettere, ed ebbe singoiar cura dell' uni-
cerneva il servigio pubblico della mede- versità romana e de'suoi professori. Frat-
sima, le loro mancanze nell'uflizio e de- tanto sotto Paolo II fu introdolta in Ro-
linquenze minori. Quindi come tutti gli ma l'arte della Stampa^ meravigliosa per
altri magistrati e ufliziali pubblici era due propagrireil regno delle scienze, facilitar-
volte la settimana ammesso all' udienza ne la cognizione, e assicurarne la perpe-
fissa del Papa. Nondimeno si deve a Pio tuità (inoltre viene considerata oggidì,
Il l'istituzione del collegio de'70 Abbrc quanto a quella de' Giornali y come nel
viatoriy nel quale ascrivendosi più eru- i maggio del corrente anno dichiarò in
diti d'ogni nazione, così recò in qualche Londra nella camera de'lordiil ministro
modo vantaggio alla letteratura romana; lord Panmure, come l'organo e la guida
e l'elevazione al cardinalato de' dotti fr. della pubblica opinione). Pel favore del
Alessandro Ol'wa e Jacopo AnuiiannatL Papa rapidi e vasti ne furono i progressi
Parecchi scenziali chiamati in Roma da che in Roma subito fece, contribuendovi
J'.ugenio IV e Nicolò V, facendo parte de' la nobilissima famiglia de'Massimo, che
co eg d e* Segre tetri apos to liei ede^WÀb-
1 1 i nel Palazzo Massimo le die ricetto. Co-»
breviatori di pareo maggiore ybeiìcUè va- sì nuovo lustro e maggiori comodi e pre*
riate le circostanze, e stabiliti nell'erudi- sidii colla moltiplicazione de' libri s' ac^
to e magnifico soggiorno di Roma non , crebbero alla romana erudizione pei l'or-
.<;eppero risolversi ad abbandonarlo, con- gano della stampa. Vacato il camerien-'
tinuando il loro eiUcace alimento e pre- gato cancelliere generale dell'università,
sidio alla letteratura romana. Questa pa- nel 14^4'' P'ipatleputò soltanto a eserci-
tì grave sciagura, quando Paolo li sciol- tarne le funzioni col titolo di commissa-
se la famosa accademia romana , bene- rio del camcrleiigalo, il nipote Marco Bar-
merita per lo studio delle aulichità, e dal- bo poi cardinale, e col detto titolo con-
320 UN I UN I

l'uiuò atlarnmiiiislrarlo. Paolo IT fece te- perla a comune comodo e istruzione; de-
ner scuola di teologia dallo spaglinolo putandone a custode il Platina che ne ,

Giovanni della Brixa nella chiesa di s. , formò l'inventario, e dotandola di rendi-


JMarco, contigua al suo Palazzo cipò sto • te copiose pel suo mantenimento. Dedi-
Iwo di s. Marco, ed egli slesso interven- to alle guerre, non dubitò per esse più
ne a sentire (jualclie di lui teologica le- volle convertire le rendite assegnate pel
2Ìone, e lo pose tra'suoi famigliari, con pubblico studio,e vendendo il suo notaria-
vitto e vestito per lui e un domestico, ol- to che il senato ricomprò; aggravò di pesi
irei co ducati d'oro papali che percepi- gli stipendi a'professori, per fure la strada
va dalla dogana dello studio. Paolo 11 se- che da Castel s. Angelo conduce al Vatica-
guendo l'esempio Eugenio IV nel
del zio no, egìunsean«gar loro la promessa Qi«r-
favorire e proteggere l'università roma- cede. Quesl' avversità fu inconcepibile,
na , nulla pili ebhe a cuore quanto che poiché uno de'riformalori gli fece osser-
i professori ricevessero ampi e generosi vare : Che essendo stalo egli pubblico pro-
stipendi, e che questi fossero loro pun- fessore di filosofia e di teologia nell'uni-
tualoìente pagali. Parecchi letterati allo- versità di Padova, Bologna e altre città,
ra famosi vennero a [\oma, chiamali per sembrava che più d'ogni altro avesse do-
occuparvi le cattedre, che riuscirono al- vuto proleggere coloro, che travagliava-
l'università di singolare ornamento. Il se- no per la pubblica istruzione ; e se non
nato romano, rinnovati gli statuti della premiarli, come nvriano meritalo, alme-
citlà, ordinò la conservazioue dello stu- no nou togliere ad essi la doverosa retri-
dio generale nelle ca'^e a tal uopo destina- buzione di loro fatiche! Perciò parecchi
te nel rione di s. Eustachio, col consen- abbandonarono lecattedre,comechè pre-
so di Paolo li. Fioriva felicemente la ro- convenuto stipendio, ed al-
giudicati nel
jnana università e ormai gareggiava co* tri restarono scoraggiati, fra'quali il ce-
jinomati studi d'Italia, e tale era il
j)iìi lebre Francesco Filelfo da 2'olenlino, che
concorso che la sua località era divenula se ne parili, con grave danno del pubbli-
angusta, per cui erasi querelalo Pompo- co insegnamento. Sisto I V colla bolla Di-
nio Leto in vedere i suoi uditori afTollati vina aelerna^ deli47B, rinnovò il colle-
e costretti a star fuori all'aperto, onde gio degli abbreviatori delle lettere apo-
reclamò al senato perchè volesse destina- stoliche; e con altra bolla sulla facoltà
re all'insegnamento più ampie sale. Di- privativa degli avvocati concistoriali, lo-
poi Pomponio come il i ."tra'professori di ro commise d'esarainare,ovunque fosse la
Jjelle lettere, tornò a insegnare nell'uni- curia, piomovendi al dottorato e licen-
i

Tersilà,e per 4o anni fu V ammirazione ziatura ne'dne diritti, dichiarò che il ca-
cje'suoi discepoli, molli recandosi in Ro- merlengo dell'università o studio, e del-
ma soltanto per conoscere e udire la sua la curia di Pioma Canctllariiis genera-
feconda dottrina. Pare che 1' accademia lis existitj e che nella podestà di crearvi
diPomponio si rinnovasse neh 4 83. Nel dottori Jpostolica et Imperiali fitngitur
j47I colla morte di Paolo 11, l'universi- aucloriiate.Sìn da quel tempo camer- i

tà fu vicina a perdere ogni lustro acqui- lenghi solevano deputare un soggetto col
etato , e poco mancò che del tutto non titolo di luogotenente, il quale facesse le
perisse. Il successore Sisto IV dottissimo, loro veci nella collazione delle lauree dot-
i)iuna cosa oprò a favore di essa, e tutto torali ; uso che si conservò colla destina-
il suo amore pose nel perfezionate ledi- zione che fecero d'un prelato romano U-
ì;posÌ7.ioni di Nicolò V per la Libreria dilore di Rota (F^.). AWova i cardinali ca-
Vaticana, nell'accrescerla magnificamen- merlenghi in ogni cosa esercitavano la lo-
te^ e nel reqdevla pubblica, e sempre a» ra autorità libera cpieoa oell'università
UN I UNI 32 f

romana. Spedivano ì loro ordini e mnn- pa. Ninno avrebbe credulo che salito al
doti ai rettore e a' riformatoti delio stu- pontificato nel 149*2 Alessandro VI, li
dio ; e a'depositarii della gabella assegna- romana università gli fosse debitrice di
ta pelmantenimento di quello, ingiun- sua miglior sorte e più nobile collocazio-
gendo loro il pagamento delle spese oc- ne ; perchè immerso nell'iiraore de' /:?^-

correnti e la soddisfazione degli stipendi renti e nelle guerre, non ebbe gran fatto
a'professori. Anzi il camerlengo sceglie- in pregio gli scenziali, né cercò di pro-
va ancora e deputava i pubblici profes- muoverli e di premiarli. Ma non ritardò
sorij assegnando loro conveniente stipen- mai, né lolse gli stipendi! a'pubblici pro-
dio, indi comamdando al rettore e rifor- fessori, come avea fallo Sisto IV, che an--

matori d'ammetterli all'esercizio della ziordinòchesi somministrassero congrui


lettura, e di far loro pagare lo stabilito o- e convenienti. Essendo le case del pub-
norario.AncbeSislolV nominò il rettore blico studio d'umileslrutluraesenza siiir-

dell'università, in Orso Orsini vescovo di melria insieme congiunte, considerando


Teano, ed il suo fratello Battista poi car- Alessandro VI quanto disdicesseciò al de-
dinale fu vice-rellore della slessa. L'u- coro d'una Roma, eseguì il grandioso di-
niversità romana nel 1 484> per la morte segno del predecessore, d'ampliare il lo-
di Sisto IV, evitò il perìcolo che le so- un maestoso edifizio, cor-
cale e d'erigere
vrastava di totalmente disperdersi. Sotto lispondente per l'ampiezza e magnificen-
Innocenzo Vili cominciò essa a respira- za alla gravità e dignità dell'uso a cui si

re e a riprendere in gran parte il vigore destinava. Pertanto con suo moto-proprio


e il primiero lustro. 11 Papa lasciando in- de'i 7 dicembre i497j ordinò che s'intra-
tatti i redditi airuniversitù assegnati, vol- prendesse il nuovo edifizio, ingiungendo

le elle professori prontamente e intera-


i al camerlengo e al tesoriere di sommini-
mente ricevessero loro stipendi, facen-
i strare a tale e/Tello al rettore e a' rifor-
do supplire dalla carnei a apostolica quan- matori 1000 ducati. Da altro moto-pro-
do non erano sulììcicnti gì' introiti della novembre 149B rilevasi il pa-
prio de' 16
gabella del vino. Quindi il senato potè gamento d'altri 1000 ducali a Sante e
scegliere idonei e meritevoli soggetli,e In- Andrea Fiorentini architetti e muratori
nocenzo Vili si prese il pensiero di prov- dello studio, e perchè la nuova fabbrica

vederne alcuno di maggior grido. Anzi s'innalzasse con ogni maggior cura e di-
avea concepito la bella idea, d' abbatte- ligenza, avea deputato a [)resiedervi tre
re 1* angusto e rovinoso edifizio del pub- conimissari, cioè il governalore di Roma
blico studio, e innalzarne nitro vasto e Isualles, Nicolò Orsini vescovo di Nola
magnifico; in procinto d* intraprendere rettore dell'università, e Podacalerosuo
l'opera, la morte l' impedì. Favorì e si segrelarioefors'anche medico. Il contem-
mostrò propenso co' dotti, ed accolse in poraneo e romano Paolo Cortese segre-
Boma il famoso Giovanni Pico della Mi- tario e protonolario apostolico, lodando
randola(F.)^ ove si recò a far mostra so- il consiglio d' Alessandro VI in far pre-
lenne e a dar pubblico saggio del suo e- parare finalmente alle scienze una sede
minente e universal sapere nella teologia, degna di loro, nel suo libro Ut Cardinti'
nella metafisica, nella fisica, nella dialet- latu, riferisce che dal medesimo per le

tica, nella matematica, nella morale, nel- spese della nuova fabbrica cru stato as-
la cabala e nella magia naturale, e della segnato il denaro, che la cauìera aposto-
5ua immensa erudizione secondo quell'e- lica ritraeva da'tribulì degli ebrei. Se pe-
poca ; ma le sue proposizioni giudicate rò la costruzione non riuscì solida e du-
astratte, sterili e frivolissime, in numero revole, nondimeno ap[)arve di bella for-
dii3 furono uuche condannate dal Pa- ma e di grandioso e magnifico diseguo.
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L'altro scrillore contemporaneo Andrea l'università dacadde dal suo precedente


Vu\\\o,De Anùquitatihus Urbis, lib. 2, splendore, perchè sebbene non negasse a'
ne fece in versi la seguente desctizione. professori gli stipendi, questi erano ben
Dccitrsis aliquot deinde luslris, Ale- tenui escarsi,editfjcilmentepolevansi esi-
xander VI amjìliaio loco, nova illic gere per le gravi spese di guerra. Non potè
aedificia exciiavit, portìcibus, anibula- perciò allora l'università venir più fornita
criSf suhdialìbusque diaelis cwn atrio jCt di maestri accreditati e famosi, i quali e-
cavedio designatis more ve ieris Aca- rano ansiosamente ricercati per le fioren-
demiae auspicatus, ncc ahsolvit. - Nec ti università italiane, coli* offerta di co-
vos Pieridum reboantia tecio sileho , - piosissimi e sicuri onorari. In quel tem-
Hic ubi Gymnasiuni media spectatur in po nello studio romano pubblici lettori i

Urbe, - Musar uni f Phcebique, ac Palla- erano di poca vaglia e di minor rinoman-
dis artibus ingens,- Eugenii Quarti au- za. Alla mediocrità de'maeslri, si unì l'in-

spiciis et munere primum- Fundatuniy curia di que'che doveano vegliare sull'u-


cui Romastipis dedit annua dona - Col- niversità e al progresso degli studi, di-
itelo magnis ex vectigalibus auro, - Per* stratti dagli strepiti guerreschi. Quindi
solvenda sacras illic projltentibus ar- poco a poco le scuole divennero deserte,
tes. - Haec loca Alexander Sextus re- ed ì professori scoraggiati dalla mancan-
novavitetauxit, - Adjungcns aedes spa- za de'discepoli e difficoltà di scarsi ono-
tiomajorepropinquasy - Amplaquepor- rari, trascurarono e poi ommisero le ri-

ticibus designans atria magnis. Di Ales- spettive lezioni. Nonostante l'immense


sandro VI benefattore del pubblico stu- spese per la guerra, e quelle per la riedi-
dio di Roma, non rimase memoria alcu- ficazione del sontuosissimo tempio Vati-
na, fuorché un'arme di pietra conserva- cano, Giulio II fece proseguire la fiibbri-
tasi in mezzo alle rovine della fabbrica ca del Palaliwn et Gymnasium piibli»

da lui cominciala, la quale fu collocata cuniy e sull'ingresso d'una stanza terrena


in una stanza terrena dell'odierno edifi- a fianco della moderna chiesa si legge in-
tio. Quantunque Pio III Piccolomini ,che ciso il nome di Giulio 11, e sino al termi-

gli successe a'22 settembre i5o3, visse nar del passato secolo eravi pure la sua
nel pontificato soli 26 giorni, pure in sì arme marmorea, sicuramente con al-
breve spazio dì tempo non lasciò di far tie distrutte dal vandalismo repubblica-
scorgere quanto avrebbe fatto a prò del- no. A'28 marzo i5i2 con bolla confer-
l'università romana, se di più avesse vis- n»ò Giulio II le due costituzioni d'Euge-

suto; poiché ordinò subito la continua- nio IV a favore dello studio romano, e
zione della fabbrica intrapresa dall'ante- siccome nella 2." erasi statuito che il ri-

cessore ; ed essendosi terminata la costru- manente del prodotto della gabella sul
zione d'una scuola al pianterreno, dove vino forastiere s* impiegasse in un colle-
poi si formò il laboratorio chimico, vi fu gio di poveri giovani romani, ed in vece
sopra collocalo il di lui stemma gentilizio, erasi erogato in superflue spese; il Papa
che vi restò sino al declinar del decorso ad istanza del senato e popolo romano
secolo. Sembrava che il genio guerriero permise di applicare tale residuo nel ri-
da cui era animato il gran Giulio II, e- sarcimento delle mura di Roma, in gran
lello a successore di Pio III, dovesse far parte rovinose, ed in riparare gli acque-

incorrere l'universilù ne'pericoli cui l'a- dotti dell'acqua Vergine, pure bisognosi
vea fatta soggiacere Sisto IV di lui zio, di pronti restauri, non che assegnò annui
comechè giustamente intento a ricuperar DO ducati d'oro per celebrare dal senato
colle armi gli stali tolti alla s.Sede,e a di- con maggior pompa la festa de' Palilfi a'
fendersi da polenti nemici. A suo tempo 21 aprile, anniversario gioino uatalizio
U NI UNI 323
<ìi Roma, poi e tuttora solennizzato dal> dicina. Laonde scarsi in numero erano i

rencomiata accademia romana d'archeo- professori straordinari, molli all' incon-


logia e ai modo narrato nel voi. LVIII, tro i professori ordinari. Il passaggio tra
j). 182 e altrove. 1 privilegi e l'esenzioni loro più comunemente avea luogo dalla
dell'oniversilìi concessi allostndio roma- lettura straordinaria all'ordinaria, ben-
no da r»onifacio V'olii e confermati da Eu- ché talvolta successe diversamente, cioè
genio IV, si n»antencvano in vigore; e nel con insegnar ne'soli dì festivi. Le vacan-
I 5o3 il rettore spedi lettere moniloriali ze delle lezioni ordinarie doveano essere
sottoscritte da' bidelli dell' università, e assainumerose, giacché nell'università si
munite del sigillo della medesima. Allo osservavano le feste del palazzo aposto-
ra in tulli i giorni tanto feriali quanto fe- lico, vale a dire tutte quelle ch'erano os-
stivierano nell'università sempre aperte servate in esso vacando 1' Udienze (^.)
le scuole per la pubblica istruzione ; uso del Papa, e xìG'Trihunali di Roma (^.).
più o meno mantenuto costantemente. Sul fìnedel secolo XV l'enumei o con ele-
Quindi la divisione delle lezioni in ordi- gia Mancinelli professor di lettere uma-
nai ie e sliaordinarie, e la diversa deno- ne, col titolo;Sacri Palnlii, et Rom.
minazione de'professori, quali si nomi- i GyiìinasiiFesti dies. Si può leggere nel
navano ordinari e straordinari. Le lezio- Renazzi. Giulio II decorò colla porpora
ni ordinarie si facevano ne'giorni feriali, Marco f^igerio savonese suo parenle e di
ed eraiK> maggiori per numero e va-
le Sisto I V, il quale da professore di teolo-
rietà delle materie e delle scienze le più gia nello studio di Roma l'avea fatto ve-
copiose. Assai minori conlavansi le lezio- scovo di Sinigaglia: questi é il i.°tra'pro-
ni straordinarie, essendo pochi i dì festi- fessori dell' univeisità romana fregiato
vi aparagone de'giorni feriali; né s' in- della dignità cardinalizia, mentre l'uni-
segnavano tulle le facoltà in tali giorni, versità della curia ne vantava molli.
ma sollanfo alcuna, e segnalamenle qual- (Continua l'articolo nel volume se-
che parte della giurisprudenza e della me- guente).

FINE DEL VOLUME OTTANTESIMOQUARTO.


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i^XX,X 7
BX 841 .ne?

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